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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 724 di martedì 27 novembre 2012

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 11,10.

GUIDO DUSSIN, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 22 novembre 2012.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Benamati, Bocchino, Boniver, Borghesi, Cicchitto, Colucci, Gianfranco Conte, Della Vedova, Gregorio Fontana, Anna Teresa Formisano, Franceschini, Guzzanti, Jannone, Leo, Malgieri, Mazzocchi, Migliavacca, Paniz, Pisacane, Pisicchio, Touadi, Valducci e Vitali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,14).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 11,35.
La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,15, è ripresa alle 11,40.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge: Mussolini e Carlucci; Bindi ed altri; Palomba e Borghesi; Capano e Ferranti; d'iniziativa del Governo; Binetti ed altri; Brugger e Zeller: Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali (Approvati, in un testo unificato, dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 2519-3184-3247-3516-3915-4007-4054-B).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge, già approvati, in un testo unificato, dalla Camera e modificato dal Senato, d'iniziativa dei deputati Mussolini e Carlucci; Bindi ed altri; Palomba e Borghesi; Capano e Ferranti; d'iniziativa del Governo; d'iniziativa dei deputati Binetti ed altri; Brugger e Zeller: Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali. Pag. 2
Ricordo che nella seduta del 26 novembre 2012 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame di una questione pregiudiziale - A.C. 2519-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Ricordo che, prima dell'inizio della seduta del 26 novembre, è stata presentata la questione pregiudiziale di costituzionalità Palomba n. 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2519-B ed abbinati), non preannunziata in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo.
Passiamo, quindi, all'esame della questione pregiudiziale di costituzionalità Palomba n. 1.
Ricordo che, a norma del comma 3 dell'articolo 40 del Regolamento, la questione pregiudiziale può essere illustrata per non più di dieci minuti dal proponente. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti.
L'onorevole Palomba ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho presentato questa questione pregiudiziale di costituzionalità per dimostrare che due disposizioni introdotte dal Senato sono intruse ed anche costituzionalmente astruse, ma l'ho presentata anche per avere qualche minuto in più per illustrare all'Aula i termini della questione in campo, che investe la coscienza di ciascuno senza delega di decisione. Perciò, con umiltà e fuori da schieramento, offro le seguenti considerazioni.
La prima. La Camera ha votato all'unanimità - quindi anche noi - il civilissimo testo sull'equiparazione di ogni figlio nei diritti. A quel testo siamo affezionati, ma il Senato ha introdotto due disposizioni che ne spezzano la coerenza e vanno in direzione opposta: il testo approvato riconosce i diritti dei bambini, le seconde li negano. In primo luogo negano a tanti bambini la tutela del loro giudice specializzato...

PRESIDENTE. Pregherei i colleghi di consentire all'onorevole Palomba di svolgere il suo intervento.

FEDERICO PALOMBA. L'ho fatto apposta per cercare di avere un'attenzione sul tema, che credo sia importante. Non investe l'avere, ma investe l'essere. Credo che a maggior ragione sia importante, signor Presidente.
In primo luogo negano a tanti bambini la tutela del loro giudice specializzato, trasferendo le competenze ad un giudice ordinario, che si occupa di liti nei condomini o di incidenti stradali. In secondo luogo consentono che il padre abusante possa unilateralmente compiere un'ulteriore violenza, riconoscendo il figlio nato dalla relazione incestuosa con la propria figlia, in spregio della sensibilità sociale che è presente in ogni popolo.
La prima considerazione da fare è la seguente. La Camera ha il diritto di non accettare disposizioni che non condivide e neppure il ricatto per cui, se cambiamo anche una sola virgola, il restante testo affonderebbe, perché il Senato non ce la farebbe ad approvarlo. Dico un paradosso, mi sia consentito: se in un testo perfetto fosse aggiunta una disposizione per cui d'ora in poi è lecito ammazzare la mamma, noi non lo accetteremmo. Quindi dobbiamo andare a vedere nel merito. D'altra parte, rimanendo solo il testo condiviso, nell'ipotesi di espunzione e di stralcio, al Senato basterebbero pochi frammenti di seduta per approvarlo definitivamente. È già successo alla Camera, per cui in quattro frammenti, ovvero spezzoni di seduta, è stato approvato il decreto-legge cosiddetto anticorruzione.
Veniamo al merito. La prima disposizione intrusa ed astrusa riguarda lo spolpamento delle competenze del tribunale per i minorenni ed il loro trasferimento al giudice ordinario. A parte gli enormi problemi ordinamentali che questo comporta, che sono scritti nella questione pregiudiziale, Pag. 3c'è l'aspetto della grave riduzione della tutela dei minori da parte del giudice specializzato al di fuori di una complessiva riforma che prenda posizione sulla scelta tra tribunale della famiglia e sezione del tribunale ordinario.
Non possiamo essere schizofrenici.
Mercoledì scorso, signor Presidente, la Camera ha celebrato la Giornata mondiale dell'infanzia. In quella occasione abbiamo votato mozioni, ciascuna delle quali richiamava l'esigenza del potenziamento della giustizia minorile specializzata, con attribuzione ad essa di tutte le competenze in materia di minori. Oggi si vorrebbe che sconvolgessimo quell'orientamento facendo trattare cause di minori alla stregua delle questioni societarie o condominiali, senza formazione professionale dei giudici destinatari, senza priorità, senza l'ausilio di specialisti che sono nel Tribunale per i minorenni, senza uno studio per l'adeguamento degli organici.
Io vorrei ricordare che esiste, evidentemente non letta, la sentenza della Corte costituzionale n. 222 del 1983, secondo la quale il Tribunale...

PRESIDENTE. Pregherei i colleghi di consentire all'onorevole di svolgere il suo intervento.

FEDERICO PALOMBA. Io parlo per questioni di coscienza. Nessuno di noi ha un interesse in questa cosa, ma siamo chiamati a votare, cerchiamo di farlo...

PRESIDENTE. Ha pienamente ragione, onorevole Palomba.

FEDERICO PALOMBA. In base alla sentenza della Corte costituzionale n. 222 del 1983, il Tribunale per i minorenni, considerate le sue complessive attribuzioni, oltre che penali, civili ed amministrative, ben può essere annoverato tra quegli istituti dei quali la Repubblica deve favorire lo sviluppo ed il funzionamento, così adempiendo al precetto costituzionale dell'articolo 31 che lo impegna alla protezione dell'infanzia e della gioventù. A conferma di tale configurazione vi sono la particolare struttura del collegio giudicante, composto, oltre che da magistrati togati, anche da esperti dell'assistenza sociale, scelti tra i cultori di biologia, psichiatria, antropologia criminale, pedagogia e psicologia, nonché le peculiari garanzie che assistono l'imputato minorenne nell'iter processuale davanti all'organo specializzato. Questo dice la Corte costituzionale. Qualunque sottrazione del minorenne al giudice specializzato, rappresenta una violazione della Costituzione e gli articoli 3 e 4 inseriti dal Senato realizzano esattamente questo, il trasferimento della tutela giurisdizionale dei minori dal giudice specializzato, che deve prendersi cura di lui sotto il profilo della tutela giudiziaria, ad un magistrato distratto, poco professionalizzato, che non ha voglia di occuparsi di queste cose, che lascerebbe sempre indietro. E poi ci lamentiamo, tutti insorgiamo quando capita il caso di Leonardo, il bambino di Cittadella che è stato sottoposto ad una esecuzione di un provvedimento giudiziario. Diciamolo, non si può essere schizofrenici, signor Presidente, dicendo un giorno che bisogna potenziare la giustizia minorile, ed un altro giorno invece smentendoci.
L'altro aspetto di merito riguarda la possibilità del riconoscimento del figlio nato da relazione incestuosa. Anche su questo aspetto cerchiamo di non essere schizofrenici. Domenica scorsa abbiamo celebrato la Giornata mondiale della lotta contro la violenza sulle donne. Le violenze all'interno della famiglia sono tra le più frequenti. Tra queste ci sono, ancora più gravi, quelle di relazioni sessuali che genitori abbietti impongono alle figlie spesso fino da quando sono bambine o adolescenti. Questa situazione ricade nell'ipotesi delittuosa dell'articolo 564 del codice penale, punibile in presenza di pubblico scandalo. La Corte costituzionale con la sentenza n. 518 del 2000 ne ha dichiarato la legittimità costituzionale, perché si fonda sulla difesa delle corrette relazioni familiari, in base ad un ethos lontano nel tempo. Quindi a quella situazione è connesso, lo dice la Corte, un disvalore sociale tuttora attuale. Per questa ragione, per i Pag. 4figli nati da relazione incestuosa, oggi non è possibile il riconoscimento. Il riconoscimento - lo ricordo per i non giuristi - è un atto unilaterale con il quale un genitore afferma che una persona è sua figlia naturale.
Con la modifica dell'articolo 251 si vorrebbe che al padre-nonno o al padre-zio abusante, fosse consentito un ulteriore atto di violenza e di prepotenza, manifestare cioè il suo potere ancora affermando il rapporto di filiazione incestuosa, e così conclamando coram populo, anche contro il volere della mamma e anche contro il volere del bambino, se potesse opporvisi, se potesse essere sentito, che la mamma è stata abusata dal padre o dal fratello e che il bambino è nato da una relazione incestuosa. Cioè, è il padre che impone alla mamma e al bambino uno status sociale che è legato ad un disvalore sociale. Si giustifica questa potestà con l'interesse del minore, ad esempio l'eredità, il mantenimento o altro, ma si tratta di una mistificazione. Il figlio ha il diritto di far dichiarare giudizialmente la paternità naturale, invece il riconoscimento affermerebbe il diritto del padre abusante di far constare pubblicamente che egli ha abusato della figlia-madre. Ecco il problema, il diritto del bambino, se egli o la madre ritengono di poterlo esercitare, il diritto, quando lui lo ritiene opportuno, a far dichiarare la paternità del padre; ma il padre abusante non ha nessun diritto di imporre una situazione sociale di disvalore sul quale nessuno potrebbe interloquire e intervenire.
Presidente, è complicato...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego.

FEDERICO PALOMBA. Sto facendo in coscienza un'opera di trasmissione di punti di vista...

PRESIDENTE. Non è in discussione, onorevole Palomba, il suo diritto di parlare. Mi auguro che lo comprendano anche i colleghi, vista anche la delicatezza delle questioni che lei sta ponendo.

FEDERICO PALOMBA. Mi avvio alla conclusione. La tesi è questa. Il diritto del bambino si tutela riconoscendogli il potere, la facoltà di agire per far dichiarare giudizialmente la paternità naturale. Questo ha affermato la Corte costituzionale con la sentenza n. 494 del 2002. Questo è il diritto del bambino, ma il padre abusante non deve poter avere nessun diritto di imporre alla mamma e al figlio una situazione sociale che si disveli, e che loro possano non essere d'accordo che si sappia. Concludo, Presidente, dicendo la seguente cosa. Si sono espressi per lo stralcio delle disposizioni intruse, autorità indipendenti come l'UNICEF e l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, associazioni come quella dei giudici minorili e delle camere minorili nazionali, formate solo da avvocati (lo voglio ricordare, perché qui non è questione dei giudici minorili che vogliono fare certe cose in contrasto con gli altri); ci sono associazioni con tantissimi avvocati che si oppongono allo stravolgimento dei diritti e della tutela giudiziaria del bambino, e ci sono centinaia di associazioni che hanno visto e vedono con estremo sfavore l'inserimento di queste due norme intruse e costituzionalmente astruse, come ho dimostrato. Tra queste associazioni ci sono quelle che lottano contro la violenza intrafamiliare. Queste associazioni che lottano contro la violenza intrafamiliare ritengono che la riconoscibilità del bambino nato dalla relazione incestuosa sia una forma di legittimazione della violenza che si esercita all'interno della famiglia.
Dobbiamo sapere che questa Aula deciderà in coscienza, ma dobbiamo sapere che fuori di qua, tra tutte le associazioni che si occupano di questo tema e le autorità indipendenti, non ce n'è una che vede di buon occhio le nuove norme, la riconoscibilità dei figli nati dalle relazioni incestuose, riconoscibilità - ripeto -, non potere dei figli di chiedere la dichiarazione giudiziale di paternità naturale, e che vedono malissimo la sottrazione dei bambini alla tutela giurisdizionale di un giudice specializzato, così trattandoli alla stregua di cose, di oggetti. Spero di avere Pag. 5in questo modo offerto all'Aula delle valutazioni ulteriori, senza avere alcuna pretesa di imporre niente, ma ritengo che, per un impulso di coscienza, questo da parte mia fosse doveroso.

PRESIDENTE. Onorevole Palomba, quindi, se ho ben compreso, lei ritira la questione pregiudiziale?

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, ritiro la pregiudiziale. Vorrei motivare un attimo, se mi consente, la mia decisione. La ritiro per una sola ragione: la pregiudiziale, pur essendo rivolta a due questioni che, secondo me, sono in contrasto con la Costituzione, travolgerebbe tutto il testo. Noi non vogliamo che tutto il testo sia travolto, perché l'abbiamo votato all'unanimità e perché siamo convinti che la parte su cui c'è la doppia conforme è di grandissimo valore sociale. Ecco perché non voglio rischiare neanche minimamente che il testo possa essere travolto.

PRESIDENTE. Ne prendo atto.

(Esame degli articoli - A.C. 2519-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A - A.C. 2519-B ed abbinati).
Avverto che non sono pubblicati nel fascicolo, a norma dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, gli emendamenti presentati direttamente in Assemblea non riferiti a parti modificate dal Senato. Avverto, pertanto, che non saranno posti in votazione gli articoli 5 e 6, in quanto non modificati dal Senato.

ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, intervengo per preannunciare che proporremo lo stralcio del comma 3 dell'articolo 1 quando sarà il momento opportuno.

PRESIDENTE. Sta bene.
Saluto gli studenti della facoltà di giurisprudenza della LUMSA, che stanno seguendo un corso presso l'amministrazione della Camera e che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2519-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2519-B ed abbinati).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Ciriello. Ne ha facoltà.

PASQUALE CIRIELLO. Signor Presidente, l'articolo di cui stiamo per avviare l'esame, nella parte in cui introduce un'ulteriore possibilità di riconoscimento dei cosiddetti figli incestuosi, interroga, al di là di ogni falsa retorica, la coscienza e la sensibilità più profonde di ciascuno di noi. Non occorre, infatti, scomodare le teorie di questo o quell'altro illustre antropologo per capire che siamo chiamati ad affrontare uno degli architravi su cui da sempre si regge il nostro vivere sociale, della nostra come di ogni altra comunità. Ciò richiede prudenza e un supplemento di attenzione da parte di tutti noi e comporta, per quanto personalmente mi concerne, l'obbligo di esprimere grande rispetto per quanti, in piena buona fede, siano portatori di visioni diverse dalla nostra sul tema.
Questo, tuttavia, non impedisce di sostenere che sono maturi i tempi perché noi si compia, con coraggio e con quella capacità di sapersi assumere al momento giusto le proprie responsabilità, che spesso caratterizzano l'operato del buon legislatore, quel passo che cancelli il più possibile, Pag. 6per una categoria di persone già segnate sin dal loro venire al mondo da una colpa di cui non portano alcuna responsabilità, il peso di oneri ulteriori che una società equa e matura non può più tollerare. Da sempre essi sono vittime anche di uno slittamento semantico, da cui probabilmente noi stessi non siamo ancora riusciti ad emanciparci.
Li chiamiamo infatti «figli incestuosi», come se essi fossero non già vittime, ma responsabili di un comportamento contrario al nostro codice morale, ciò che è con ogni evidenza totalmente e radicalmente ingiusto. Non riconosciamo loro l'esercizio di facoltà che, pur non potendo cancellare il loro «peccato originale», potrebbero tuttavia rendere meno difficile la loro esistenza, meno ostica la costruzione da parte loro di quella rete di relazioni che costituisce in fondo il proprium della vita di ciascuno di noi. Preferiamo in breve marginalizzarli dentro il perimetro di una tipologia di cittadini di seconda categoria, senza loro dolo, senza loro colpa, senza loro responsabilità.
Ed anche l'argomento, che pure è echeggiato nel dibattito in Commissione ed anche qui ieri in Aula, se il legiferare intorno alle conseguenze di un fenomeno frontalmente contrario all'ordine pubblico interno non significhi in qualche misura fornirgli un riconoscimento, se non addirittura incentivarlo, è a parer mio maldestramente chiamato in causa. Diversamente saremmo autorizzati a pensare che quanti sono favorevoli all'approvazione di queste norme sono perciò stesso favorevoli all'incesto, e visto che il Senato ha varato queste norme all'unanimità, la considerazione andrebbe estesa in primis a tutti i senatori. Ognuno può valutare la consistenza di questa tesi e dunque, per cortesia, mettiamo da parte questo argomento, che tra l'altro ha un suono vagamente offensivo. Guardiamo piuttosto alle tutele che il bambino perderebbe fino al compimento della maggiore età e che possono essere anche di carattere successorio.
Io credo che, in generale, la più parte delle argomentazioni addotte contro le disposizioni in esame appaia largamente incongruente rispetto alla peculiare drammaticità del contesto in cui si colloca una relazione incestuosa. Penso altresì che vada ricordato - e qui mi permetto di richiamare l'attenzione di tutti i colleghi, non per me naturalmente, ma sulla delicatezza del passaggio - che disposizioni normative specificamente destinate alla disciplina della condizione dei cosiddetti figli incestuosi e anche del loro riconoscimento già esistono nel nostro ordinamento ed è della loro compiutezza e coerenza rispetto all'intero sistema normativo che siamo qui chiamati a discutere, non del loro inserimento ex novo nell'ordinamento, che è un dato già acquisito e pertanto già alle nostre spalle.
Infine, signor Presidente, seppure fosse vero che il legislatore non può fare altro che rendersi interprete del medio sentire della società - del che peraltro fieramente dubito - e fosse vero che le norme in discussione non vanno in questa direzione - del che dubito con non minore forza -, ebbene io penso che per temi come questo ciascuno di noi sia chiamato a rispondere innanzitutto di fronte alla propria coscienza e sinceramente mi dispiacerebbe se, non accogliendo queste norme, del protrarsi di questa odiosa quanto patente ingiustizia d'ora innanzi anche noi dovessimo portare un pezzetto di responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, nella discussione credo che sia emersa la libertà di coscienza su questo tema. Vi sono una serie di emendamenti presentati anche da deputati leghisti che vado ad illustrare.
Signor Presidente, il voto sul comma 3 cambierà parecchio.
Mi sembra evidente il crinale della decisione: è una decisione che, in qualche modo, non «attiene» - come ha espresso anche il collega Palomba, con cui mi trovo in assonanza per tutta una serie di motivazioni - e che non cambierà solamente Pag. 7alcuni principi di tutela generica, ma influirà sul regime psicologico di tutela del bambino nell'assetto familiare ed interverrà anche sul profilo della famiglia che questa Camera si accinge ad approvare.
C'è, di fatto, un progetto politico che dagli anni Settanta sta andando avanti, ma stiamo discutendo di argomenti di cui si è già parlato. Il padre costituente nel 1947, già Merlin, aveva affrontato la questione e disse: «Dire che non è logico far ricadere sui figli innocenti la colpa dei padri è una tesi bellissima, da romanzo, ma non è argomento persuasivo per il legislatore e soprattutto per il legislatore costituente, il quale deve formulare gli articoli con il cuore, sì, ma soprattutto con la ragione».
Quindi, in qualche modo, da una parte, certo, c'è il cuore che ci dice che ci sono alcuni bambini nati da una relazione incestuosa, ma come sono protetti? Abbiamo già visto che, oggi, a Costituzione vigente, ci sono una serie di protezioni, giustamente. Non è vero che non esistono protezioni per la vittima: l'istruzione e l'azione nei confronti dei genitori naturali sono possibili: tutto ciò è possibile, certo, ma se dettato dall'interesse del minore.
Oggi, noi affermiamo che il padre o la madre che, in qualche modo, hanno abusato del figlio o della figlia, di fatto, possono esercitare la patria potestà su quello che è il frutto di una relazione asimmetrica. Infatti, è vero che potranno esserci delle relazioni apparentemente felici, ma vorrei chiedere, anche ai teorici della libertà psico-sessuale, quanti sono i casi documentati di relazione tra padre e figlia o tra madre e figlio soddisfacenti e che possano basarsi su una simmetria di relazione. O non possiamo dire, invece, che la maggioranza di queste relazioni è frutto, in qualche modo, di un abuso, di una posizione di dominanza o di sottomissione psicologica o fisica, o anche di violenza?
Signor Presidente, esiste la sindrome di Stoccolma per cui addirittura il rapito può solidarizzare con il rapitore, ed esiste, ovviamente, una forma di sudditanza - lo dico da neuropsichiatra infantile - per cui un bambino è disposto a far di tutto pur di non perdere l'amore del proprio padre. Un bambino è disposto a far di tutto, anche quando subisce violenza, perché pensa che la colpa sia sua.
Ma, allora, esiste uno Stato che, in qualche modo, dice che l'atto in se stesso è contrario al bene del minore? Non possiamo lasciare un giudizio soggettivo su questo atto. Dunque, la sentenza della Corte costituzionale riconosce che non basta un assegno e che, in linea teorica o anche pratica, è possibile la successione ereditaria, e va bene. Ma da questo a riconoscere, in qualche modo, la legittimità dell'atto o la legittimità dell'unione ce ne passa. Infatti, come viene fuori il concetto di famiglia da questo voto che è passato al Senato?
La famiglia, che in tutte le culture è un ordinamento tra le generazioni, che implica un rapporto di protezione della prole ed anche dei coniugi, in qualche modo, ne viene fuori scardinata. Infatti, se si consente il risultato dell'atto, si riconosce anche l'atto in se stesso.
E allora delle due, l'una: o il reato di incesto, che viene riconosciuto dalla Corte costituzionale, rimane valido oppure con l'attuale riscrittura si pongono le basi per rifarlo. Allora, la famiglia non è più un rapporto ordinato che tutela anche il minore o il bambino, ma può essere un qualcosa che può essere riscritto.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 12,10)

MASSIMO POLLEDRI. E si può riscrivere tutto, anche le convinzioni più elementari: le convinzioni, ad esempio, che hanno portato tutti a dire (da Lévi-Strauss, agli antropologi, a Freud, ad altri) che il passaggio dalla natura alla cultura esiste con il tabù dell'incesto e che chi vuole scardinare il tabù dell'incesto intende scardinare il concetto di famiglia, che è un concetto non cattolico, non laico, né un concetto costituzionale, ma è un concetto trasparente che pervade tutte le società.
Per cui - lo ripeto - il passaggio dalla natura, in cui tutto è possibile, come nella Pag. 8natura animale - è possibile tutto -, alla cultura passa appunto per un vincolo, per un tabù, che è biologico ma anche culturale. Non per niente l'evoluzione delle varie fasi del bambino passa dal superamento del complesso di Edipo: nel momento in cui il bambino si rassegna, capisce o interiorizza questo divieto, nasce la spinta, a sei anni, per potersi migliorare e per poter competere con il padre, non nel possesso della madre, ma socialmente. Questo è un passaggio psicologico intrinseco, che in qualche modo andiamo a minare.
Signor Presidente, noi abbiamo presentato una serie di emendamenti, ad esempio un emendamento soppressivo con la collega Rivolta; abbiamo presentato emendamenti sempre - lo ripeto - a titolo personale, con il collega Rondini come primo firmatario, come l'emendamento l'1.17, il quale dice che, se il padre o la madre si è macchiato del reato di incesto, che prevede il pubblico scandalo e l'abuso, quanto meno non possano riconoscere il figlio. Infatti, trovo paradossale che il padre o la madre, che abbia abusato o violentato il figlio o la figlia, possa esercitare la patria potestà. Cioè, succederebbe che chi in qualche modo il carnefice può dire alla vittima cosa fare, e non solo, ma si troverebbe anche autorizzato dalla società a perpetrare continuamente questa relazione.
Signor Presidente, concludo dicendo che, a mio avviso, il «concetto» che se non approviamo questa norma, il Senato non avrà il tempo per riapprovarla, è un po' offensivo per le prerogative della Camera. Infatti, mi sembra assurdo pensare che si vada sul giornale tutti i giorni a dire che non lavoriamo e che non ci sia il tempo per un passaggio parlamentare, limando solamente questo punto e lasciando quello che la sentenza della Corte costituzionale ha già stabilito, così com'è, cioè lasciando in pratica al minore, se vuole, il diritto di farsi riconoscere o meno.
In altre parole, pensiamo che non vi sia la possibilità per il Senato di intervenire? Se non c'è la possibilità per il Senato di lavorare su questo testo, fanno bene a mandarci via con un calcio nel sedere. Chiedo scusa, signor Presidente. Infatti, se non interveniamo neanche su una cosa di questo tipo o se c'è il ricatto per cui il presidente Berselli dice che non c'è tempo, allora andiamo a zappare l'orto: se non possiamo intervenire su un argomento serio come questo, andiamo a zappare l'orto!
Vorrei far presente a quest'Aula che, in qualche modo, la legge sul riconoscimento della piena libertà sessuale, anche di intervenire, è un concetto che va avanti dagli anni Settanta, è frutto di una determinata cultura e ramo culturale, che hanno poi presentato la stessa legge in Svizzera, non la si presenta ovviamente nei Paesi islamici, perché non ci pensa minimamente, ma la si presenta in Svizzera e da altre parti, sempre dello stesso tenore, dicendo che ciò che è bene non lo può decidere lo Stato, ma lo decide ciascuno.
Per cui il crinale intravisto già dagli inglesi è che il prossimo passo sarà: perché non la pedofilia? Perché non il libero amore tra un adulto e un bambino? In qualche modo se è consenziente...allora voi dovete spiegarmi perché noi siamo obbligati in qualche modo a mettere le cinture di sicurezza; infatti io non posso girare senza cinture di sicurezza senza essere multato, la vita è la mia, posso fare quello che voglio, no. Perché lo Stato tutela il bene della mia vita e della vita di chiunque indipendentemente dalla libertà della persona. Ora, se il minore, in qualche modo coercizzato, sostiene la bontà di una relazione o vuole una famiglia, ma come si fa a pensare che il minore, anche abusato, non possa volere una famiglia? Certo! Ma come dice Merlin ci vuole uno Stato che tuteli un bene giuridico e il bene giuridico è quello del diritto a crescere con una famiglia che possa proteggerlo, il diritto di vedere riconoscere un ordine naturale, il diritto di una crescita psicologica serena. E non lo dice un esponente politico, ma lo dice tutta una corrente giurisdizionale varia che in tutti questi anni, con Alessio Anceschi, Paolo Cendon, Rita Rossi e quant'altri ha prodotto numerosi testi, da una parte sul diritto Pag. 9costituzionale e dall'altra, non voglio scomodare Freud, non voglio scomodare Rita Lévi-Strauss, ma voglio scomodare la nostra nonna e la nostra mamma, che ci hanno insegnato che alcune cose si possono fare e altre, giustamente, non si possono fare (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pisicchio. Ne ha facoltà.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, non userò molte parole per esprimere una posizione, che peraltro sarà molto netta da parte nostra, perché abbiamo sotto gli occhi l'esempio di come un buon provvedimento, che rappresentava il dignitoso compimento di una previsione costituzionale, l'articolo 30, il comma 1 e il comma 3 in particolare, possa tradursi in una beffa sul piano etico a seguito di interventi apportati dai colleghi senatori.
Pongo a me stesso, pongo a noi tutti una domanda, non evocatrice di particolari ragionamenti giuridico-formali, ma che riecheggia soltanto una riflessione di semplice buonsenso: come possiamo immaginare di consentire che il soggetto che si è macchiato del reato più odioso, del sopruso più insopportabile, della violenza più ignobile perché soventemente perpetrata nel silenzio omertoso delle mura domestiche, possa garantire giuridicamente per il proprio figlio? Come si può accettare la crudeltà di esporre l'incolpevole al rischio di prendere coscienza della propria paternità da un atto processuale? Come possiamo pensare che questa norma sul riconoscimento da parte del genitore incestuoso, se approvata, non serva un po' ad molcire, a rendere meno rilevante nel comune sentire, un reato che invece è esecrabile? Non a caso, dunque, associazioni vocate alla tutela dei minori, laiche e cattoliche, ed anche giuristi, hanno condannato fortemente questa norma, che peraltro si lega alla previsione che tende a rimuovere la possibilità di un giudice specializzato a tutela del minore.
È così dunque che si intende tutelare l'interesse prevalente della prole, che rappresenta il faro di tutta la legislazione sui minori? Vedete colleghi, bastano queste semplici, ma gravi ragioni, per consentire a noi di porre l'invito a tutti colleghi deputati ad espungere il punto 3 dell'articolo 1, norma che introduce quel principio pregiudizievole, tornando al testo già approvato in quest'Aula, all'unanimità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ippolito Vitale. Ne ha facoltà.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, gli emendamenti a nostra firma agli articoli 1, 3 e 4 accendono i fari su due questioni importanti, di cui una noi consideriamo ineludibile.
Con riferimento intanto all'articolo 1, la modifica introdotta al comma 3 dell'articolo sulla disciplina ex articolo 251 del codice civile, rispetto al divieto, ad oggi vigente, di riconoscimento del figlio naturale minore nato da incesto, credo si tratti di questione assai delicata, che merita in quest'Aula un supplemento di attenzione sulle ragioni che ci hanno visto in dissenso nel corso della discussione sulle linee generali in Commissione e che ci vedono oggi impegnati in un appello a tutti i singoli parlamentari, in particolare alle colleghe che tanto hanno lavorato su questo argomento, per un'attenta e rinnovata riflessione di merito.
Non si tratta di negare i diritti patrimoniali ai figli di incesto, diritti che già la Corte costituzionale ha di fatto riconosciuto ai minori, piuttosto di proteggerli dagli effetti di una pubblicità scandalosa, perché tale connotazione il legislatore ha attribuito all'incesto, condannato come reato e punito con la detenzione. Si tratta di definire o ridefinire il delicato e complesso perimetro dell'interesse del minore, che la nuova disciplina rimanda solo alla valutazione del giudice, senza stabilire criteri rigorosi o linee direttrici che possano garantire davvero l'interesse del minore, al di là della sensibilità individuale, degli orientamenti propri di ciascuno e, quindi, parità di trattamento per tutti. È materia, Pag. 10lo ripeto, delicata e sfaccettata. Vorremmo discuterne ancora.
Abbiamo sostenuto con convinzione questo provvedimento, che si proponeva di portare a compimento - e si propone di portare a compimento - il disegno, già delineato nella riforma del diritto di famiglia del 1975, legge n. 151, di parificare ogni forma di filiazione, nel rispetto dei principi fondamentali sanciti dagli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione. Ma non possiamo, in nome di questa responsabilità che ci sentiamo ancora di assumere, derubricare una questione centrale, come quella della possibilità dell'automatico riconoscimento del figlio nato da incesto, a fatto minore. L'incesto è il più delle volte frutto di violenza, una violenza non denunciata, e che proprio per questo rende possibile il riconoscimento al genitore protagonista della violenza, rendendo impraticabile la tutela, che pure c'è nel nostro ordinamento rispetto al condannato per incesto, di decadenza dalla patria potestas. Il rischio è che in nome di una legittima aspirazione, direi di un dovere, di riconoscere a tutti i figli, quelli nati dentro e fuori dal matrimonio, uguali diritti, si vada a confondere piani che debbono restare rigorosamente distinti. Ma siamo sicuri che proprio in nome di questa presunta uguaglianza non andiamo a creare, invece, una specie di diversi, individuati ed individuabili, destinati a subire gli effetti di una scelta adulta, dagli effetti non calcolabili, che sostanzialmente risponde forse più all'interesse dell'adulto che del minore? Rischiamo di fornire, al di là della nostra volontà, uno strumento riparatore all'adulto colpevole, ed avviare una pericolosa deriva sociale di normalizzazione, di depenalizzazione di un reato, che, voglio ricordarlo, viene sanzionato non solo per ragioni morali, ma soprattutto per la legittima tutela della specie, che lo Stato deve garantire.
La recente pronuncia della Corte costituzionale assicura al maggiorenne che voglia avviare l'indagine di riconoscimento della genitorialità la piena agibilità dell'azione: perché, dunque, non differire all'età maggiore dei figli di incesto una scelta tanto delicata? Si tratta di azioni di cui il maggiorenne può valutare gli effetti e calcolare il danno, un'azione la cui titolarità appartiene soltanto al lui.
Ecco, colleghi, Presidente, le ragioni per le quali con maggiore attenzione ho voluto richiamare l'Assemblea all'approfondimento di questo punto, che ritengo davvero ineludibile, a titolo personale e a nome del partito, un punto importante di civiltà, di costume, davvero di responsabilità rispetto a minori più deboli di altri, perché figli di una situazione complessa e difficile, di una situazione drammatica, i cui effetti - come ben sappiamo - sono davvero imprevedibili.
Mi riservo, Presidente, di intervenire successivamente sugli emendamenti agli articoli 3 e 4 (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Saluto i docenti e gli studenti dell'istituto comprensivo statale Campli di Teramo, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo solo per dire che su questo articolo, data la delicatezza dell'argomento, il gruppo ritiene di lasciare liberi i suoi componenti di votare secondo coscienza. Volevo semplicemente lasciare agli atti questa precisazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavallaro. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, il tema di cui ci occupiamo oggi è un tema molto delicato e difficile. Io vorrei ricordare che esso attiene, prima che agli aspetti normativi e giuridici, anche agli aspetti della sensibilità morale e tuttavia, proprio per questo, esso va trattato con spirito di sereno rispetto delle posizioni altrui, ma anche e soprattutto con spirito di verità.
Edipo, dopo essersi accecato con la fibia della moglie e madre Giocasta, esclama, abbracciando le figlie nate dalla Pag. 11relazione incestuosa: «Non sopportar che derelitte vadano senza patria, né marito (...) non adeguarle ai mali che mi opprimono». Quindi, questa necessità, questo desiderio di separare la responsabilità e le colpe dei padri - proprio ed anche nel caso drammatico e terribile dell'incesto - da quelle dei figli, non è neppure un'esigenza cristiano-cattolica, è un'esigenza dell'uomo, sulla quale hanno riflettuto a lungo i pensatori greci e sulla quale il Vecchio Testamento (Esodo, 25) dice: «(...) io il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso». Così dice il Dio della Bibbia: «punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza o alla quarta generazione di quelli che mi odiano», e dunque si può dire che questo tema drammatico percorre la conoscenza degli uomini fin dall'antichità.
Tuttavia, vi è un raggio di luce.
Sant'Agostino, non a caso - immagino - in una disputa con i manichei, precisa che quelle parole del Vecchio Testamento, che sono appunto evocate come elemento negativo e come elemento che consente di dire che anche il cristiano in qualche modo non sa porre questa frattura tra responsabilità dei padri e quella dei figli, dice che non è così. Nel suo testo contro Adimante dice che non è così, perché il nostro Nuovo Testamento, attraverso la predicazione dell'amore, dice che solo i figli che proseguono nell'odio dei padri possono essere oggetto delle stesse colpe dei padri, ossia solo coloro che non si redimono, coloro che non amano, coloro che non cambiano. Quindi, questo è lo scenario culturale con il quale noi dobbiamo rivolgerci a questo tema, drammatico e delicato, peraltro sdrammatizzandolo, tuttavia, perché stiamo parlando di come questi principi - che immagino tutti noi condividiamo e che tutti noi siamo consapevolmente intenzionati ad attuare nella normativa - possano, nelle nostre norme, attuarsi.
Allora, intanto dobbiamo sgombrare il campo da qualche cosa non vera. Chi di voi avesse la fortuna di leggere l'articolo 251 del codice civile, sa che non c'è un dogma di assoluta mancanza di possibilità del riconoscimento da parte dei genitori dei figli nati persino dall'incesto, perché l'inconsapevolezza dell'incesto o la nullità del matrimonio sono sufficienti a consentire il riconoscimento del figlio incestuoso, seppure - come poi la nostra norma dovrebbe prevedere - con il filtro del giudice.
Quindi il legislatore vecchio ha già fatto una valutazione, ha stabilito che esistono delle possibilità e delle categorie giuridiche nelle quali questo è possibile e praticabile. In secondo luogo, è stato detto troppe volte che c'è un'equazione tra riconoscimento del figlio e esercizio della potestà parentale, che non ha alcuna validità. Infatti, in nessun caso e in nessun modo riconoscere un figlio significa avere per forza il diritto alla potestà parentale, tant'è vero che molti genitori, normalmente genitori legittimi dei loro figli, vengono privati dai tribunali della potestà parentale. Quindi si tratta anche in questo caso semplicemente di una valutazione di opportunità.
La norma che cosa fa? Legittima l'incesto? Legittima in qualche modo, come si è detto, una nuova concezione di famiglia? Assolutamente no, non fa nessuno di questi passaggi, non lo fa né esplicitamente né implicitamente. Mantiene tutte le regole che sono di censura aspra, forte, violenta contro il reato di incesto, che non modifica, che non tocca, che non altera. Dice semplicemente che in circostanze eccezionali, e nelle quali c'è il filtro e la valutazione della giurisdizione, quindi quello che dicevamo tutti, ossia che lo Stato si interpone tra la famiglia, cosiddetta tale soltanto perché frutto di un atto che in questo caso non è solo d'amore ma anzi è di violenza, e gli interessi del figlio minore. Questo è il punto che esclusivamente, tra l'altro con la parola «esclusivo», persegue il legislatore in questo momento.
Tra l'altro, si possono fare non solo le tante ipotesi che sono state affacciate, tutte fondate, direi abbastanza, sull'interesse anche patrimoniale del minore, ma si pensi al riconoscimento ex testamento, si pensi al riconoscimento sul letto di morte di chi si pente solo all'ultimo Pag. 12momento e in realtà non vuole affatto esercitare la potestà parentale o fare il sultano o il satrapo, ma vuole espiare una colpa alla quale in questo caso il legislatore offre un intelligente rimedio perché dice: non ti do affatto la potestà parentale, ma posso persino ammettere, riconoscere e dire che quello è tuo figlio, riconoscendo se ha un interesse e quindi se patrimonialmente, se per la sua posizione sociale, per il suo inserimento nella famiglia - perché molto spesso di questi casi si tratta - questo figlio, va privilegiato, sempre in applicazione dei principi sanciti dalla Corte costituzionale. Va cioè accolto non nella famiglia, ma va accolto nell'ordinamento. Questa filiazione non voluta, non apprezzata, che lo Stato continua a respingere, tuttavia, applicando il principio che non è solo di Edipo ma di Sant'Agostino, consente di abbracciare quel figlio, di dire a quel figlio: tu sei un figlio come gli altri. Infatti, questo è il principio costituzionale che qui volevamo perseguire e questo è lo scopo per il quale stiamo qui ad illustrare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Non so se questa sia la migliore norma possibile. Credo che possa essere cambiata certamente in futuro, anche sulla base di un Parlamento che deve pur valutare le esperienze, le prassi, considerare come esse si invereranno nella pratica. Potrà anche essere oggetto di una vigilanza, certamente di una vigilanza serrata. Anche in questo caso prendiamo atto di una consistente fiducia nella magistratura. Ogni qual volta affidiamo alla magistratura qualcosa cominciamo a inorridire, a rabbrividire. Crediamo che la magistratura sia parte di noi, sia parte di questo Stato democratico sia nella specie del giudice minorile ma anche nella specie del giudice ordinario. Non sono categorie di giudici più o meno bravi, sono la nostra giurisdizione. Sicuramente sapranno inverare nella pratica il principio fondamentale che abbiamo scritto, cioè il principio che tutti i figli sono uguali perché le colpe dei padri non possono ricadere sui figli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, sono totalmente d'accordo con l'onorevole Cavallaro. Condivido la sua conclusione così appassionata: le colpe dei padri non debbono ricadere sui figli. E io vi dico che con il terzo comma dell'articolo 1 noi consentiamo al genitore incestuoso di entrare una seconda volta nella vita del figlio, di entrare una seconda volta a piedi tesi nella vita di una possibile nuova comunità familiare che si è costituita e rinnovando l'esperienza della violenza e dello stupro, uno dei delitti più odiosi, in genere commesso contro le donne, ma non solo.
Non stiamo facendo una battaglia confessionale. Ricorderò appena che Claude Lévi-Strauss, il fondatore della moderna antropologia culturale, nel suo libro Les structures élémentaires de la parenté ha spiegato come la società umana sia fondata sul divieto di incesto. È a partire da lì che si sviluppa la socialità tipicamente umana. Ricorderò anche che Sigmund Freud, ugualmente non sospetto di essere cattolico, ha spiegato come l'incesto entri drammaticamente nello sviluppo della persona, condizionandone tutte le possibilità future di felicità. È terribilmente difficile. Chi di voi ha esperienza di assistenza sociale e di queste cose, sa come il fenomeno è assai più diffuso di quello che si ritiene. Il numero dei casi denunciati è di molto minore di quello degli eventi che si verificano e, in secondo luogo, è difficile aiutare una persona a venirne fuori. Adesso, dopo alcuni anni, quando questa persona si è costruita una vita, magari si è sposata, arriva il padre e pretende dei diritti sul figlio? Di questo si tratta! Pag. 13
La legge è una legge la quale vuole difendere i diritti del minore. Lo ripeto: i diritti del minore! Qui la legge è posta non a tutela del diritto del minore, ma a tutela del diritto del genitore incestuoso, perché il diritto del minore di chiedere il riconoscimento è già tutelato dall'ordinamento esistente con la sentenza della Corte costituzionale che meritoriamente è stata più volte ricordata. Si può fare più di quella sentenza? Probabilmente sì: si potrebbe per esempio estendere al tutore del bambino il diritto di chiedere il riconoscimento nell'interesse del bambino.
Qui si dà un diritto non al bambino, ma contro il bambino. Vogliamo davvero questo? Mi si dice che non è questa l'intenzione del legislatore e io voglio ben credere che non sia questa l'intenzione del legislatore, ma in tal caso consentitemi di osservare che la formulazione di questo testo è tecnicamente sbagliata, perché, al di là delle intenzioni che vengono attribuite al legislatore, il testo dice un'altra cosa. A me hanno insegnato, quando ho studiato (e poi ho anche insegnato) ermeneutica, che la prima interpretazione è quella letterale: non possiamo attribuire al testo intenzioni o significati che non risultino dalla lettura del testo. L'interpretazione letterale, voglio essere mite, è quanto meno ambigua.
Allora stralciamo questo punto, non conduciamo una battaglia su questo punto. In parte condivido le intenzioni che si sono manifestate, ma non si riflettono in questo testo. Evitiamo di turbare l'unanimità che c'è sul provvedimento per il riconoscimento dei diritti dei minori, con una lotta la quale è perfettamente evitabile (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo e di deputati del gruppo Popolo della Libertà)!
Stralciamo questo punto. Ci si rifletta sopra, lo si scriva in un altro modo, lo si scriva in modo da tutelare le giuste intenzioni, ma anche da evitare delle altrettanto giuste preoccupazioni che noi abbiamo, e in altro momento e in altra fase si delibererà su questo. Uccidiamo il provvedimento? No: c'è il tempo per far passare il provvedimento al Senato con un'unica modifica. Noi ci impegniamo a non presentare altri emendamenti e a ritirare tutti gli altri qualora si arrivi ad una ragionevole soluzione di questo problema. Chiediamo si dia al Parlamento il tempo per una adeguata riflessione (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo)

PRESIDENTE. Abbiamo una richiesta di stralcio ai sensi dell'articolo 86, comma 7, del Regolamento. Quindi, chiedo alla relatrice, onorevole Mussolini, quale sia il suo parere su questa richiesta di stralcio.

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che in questo momento stiamo toccando un punto estremamente delicato. Ho sentito tanti colleghi in quest'Aula parlare di minori, di bambini, di violenza alle donne. Però è importante - e poi vengo al giudizio che do sullo stralcio - toccare dei punti della legge e puntualizzare quello che è attualmente contenuto nella nostra legislazione.
Ora una donna che subisce violenza non può riconoscere il proprio figlio. Il bambino che ricorre all'azione dell'articolo 279 del codice civile sul mantenimento, l'educazione e l'istruzione, deve dichiarare pubblicamente di essere discriminato, perché è rimasto solo lui, solo il bambino, il figlio, il minore, ad essere contemplato dall'articolo 279 del codice civile.
Quindi, solo i bambini, figli non dell'incesto - che non voglio neanche citare come brutta parola di un brutto retaggio che dobbiamo consegnare alla storia per fare un passo in avanti verso la civiltà - solo loro saranno costretti a dire pubblicamente di essere figli ai sensi dell'articolo 251 del codice civile, arrivando al punto di negare ciò che i genitori, loro sì colpevoli di un reato, potranno non fare.
Il bambino, visto che si parla tanto di bambini in quest'Aula e ci sono tanti diritti e convenzioni a loro favore, arriverà a non promuovere l'azione di cui all'articolo 279 del codice civile, per negare e non affermare di essere vittima dell'incesto. Si Pag. 14è parlato dei padri, ma il padre che fa violenza contro una donna, violenza sessuale, perde la patria potestà, perché rientra nella previsione dell'articolo 609-nonies del codice penale, che tutta questa Aula conosce (qui vi sono fiori di avvocati, costituzionalisti, magistrati).
Allora, io sono fermamente convinta della necessità non di «stralciare» questi bambini, ma di dargli finalmente uno status filiationis, che la Costituzione non può rinnegare. La Costituzione non rinnega e non va contro un diritto personalistico, che è quello fondamentale. Non può accadere! Quale colpa hanno questi bambini? La colpa dei genitori può ricadere su di loro, arrivando a negare il diritto dello status filiationis?
Saranno esclusi da tutto, e questo io credo che sia incostituzionale. Quindi, mi auguro che su questo vi sia un'attenta riflessione. Parliamo di bambini, parliamo di violenza, ma questa è una violenza ancora più grande. Concludo dicendo che il diritto all'uguaglianza, il diritto a non distinguere tra vari bambini, è sancito dalla Costituzione, e questo diritto non può fare un passo indietro rispetto alla discrezionalità del legislatore.
Sono contro lo stralcio perché credo che si debba andare avanti con un atto di civiltà e penso che questo stralcio possa affossare il provvedimento in esame (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico e Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che la relatrice esprime parere contrario alla proposta di stralcio presentata dal presidente Buttiglione. Sulla richiesta di stralcio del comma 3 dell'articolo 1, introdotto dal Senato, ai sensi dell'articolo 45, comma 1, del Regolamento, darò la parola ad un deputato per gruppo per non più di cinque minuti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, oggi questo Parlamento compirà un atto: compirà un atto di verità o un atto di ipocrisia? Approverà una legge contro l'incesto, dando la possibilità alle madri di riconoscere i figli nati da rapporti incestuosi, o approverà una legge contro i figli incestuosi? A questo è chiamato oggi il Parlamento!
Infatti, si è parlato molto del padre abusante, ma vogliamo parlare delle madri abusate? Vogliamo parlare di quella ragazza che per vent'anni, in un garage, è stata abusata dal padre, che ci ha fatto anche dei figli? Vogliamo parlare del fatto che, con il provvedimento in esame, quei figli che hanno vissuto tutto quel tempo con la loro madre sono privati anche della possibilità di essere da lei riconosciuti? Devono andare in adozione, perché alle madri è proibito, tanto quanto ai padri, riconoscere i figli nati da relazioni parentali.
Non chiamiamolo incesto. La Corte costituzionale, nel 2002, ha già rimproverato il legislatore dicendo che la nostra Costituzione non ammette questo terzus genus; esistono i nati fuori e dentro il matrimonio, non esiste altra discriminazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Noi oggi siamo chiamati a dare una risposta a questo.
Vogliamo adottare una legge contro lo scandalo dell'incesto, o vogliamo adottare una legge a protezione dei figli per quella unicità dello status che ci siamo raccontati in prima lettura? Non vogliamo parlare dello scandalo? Questo viene prima, lo dice la Corte costituzionale, la quale dice una cosa molto dura al legislatore. La Corte costituzionale afferma che nell'articolo 251 vi è una capitis deminutio, conseguenza di comportamenti di terzi soggetti, quelle colpe dei padri a cui si richiamava prima l'onorevole Cavallaro. «Nessuna discrezionalità» - dice la Corte - «delle scelte legislative con riferimento al quinto comma dell'articolo 30 della Costituzione è data al legislatore». Il legislatore non può far venir meno il principio di eguaglianza e la sua discrezionalità deve cedere di fronte a questo principio. Anche utilizzando lo strumento dello stralcio, non possiamo prevedere una norma che ignori questi elementi ribaditi Pag. 15dalla Corte costituzionale, perché non possiamo privare il figlio del suo status che è un elemento della sua personalità!
Questa è la domanda che oggi ci poniamo, tutto il resto è un modo abbastanza elegante per buttare sotto il tappeto il nodo vero della questione, che è appunto questo, e forse è anche un altro, ossia quello che riguarda l'agitazione che hanno mostrato i giudici minorili allorché gli è stata tolta la competenza su questo procedimento e che sembra essere l'anima vera di questo ripensamento proveniente da tante parti. Noi non abbiamo alcuna possibilità di tornare indietro se non dicendo alle donne di non denunciare l'incesto, ma di stare zitte, perché solo se taceranno potranno riconoscere i loro figli, se dichiareranno l'incesto allora gli saranno tolti.
Se oggi dovessimo votare questo provvedimento, quanto meno dovremmo smettere di essere ipocriti invitando le donne a denunciare le violenze, perché in realtà quello che ci piace di più è il silenzio, è il silenzio che ci fa belli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, prima di entrare nel merito di questa proposta di stralcio, vorrei dire che il gruppo della Lega Nord Padania voterà, in maniera convinta, a favore del provvedimento in oggetto che, finalmente, pone fine ad una grave diseguaglianza, ad una discriminazione che ancora oggi esiste tra figli nati all'interno del matrimonio, i cosiddetti figli legittimi, e quelli nati fuori dallo stesso, i cosiddetti figli naturali. Quando e se passerà questo provvedimento, finalmente gli aggettivi «legittimo» e «naturale» non esisteranno più, esisterà solamente il figlio.
Detto questo, ora si propone di stralciare una modifica, quella più controversa, introdotta dal Senato della Repubblica che, modificando e riformulando l'articolo 251, ha, di fatto, reso possibile il riconoscimento dei figli nati da relazioni parentali da parte di chi ne fa richiesta, non solo il bambino, ma anche gli adulti. Questa modifica - che, dobbiamo dirlo, chiaramente ha fatto discutere, anche se il Senato prevede il vaglio da parte del giudice, del magistrato, che deve valutare l'interesse del minore - si è ispirata alla citata sentenza della Corte costituzionale, ricordata dai colleghi, che effettivamente, in sintesi, stabilisce che i bambini non devono essere vittime delle colpe degli adulti, non devono subire discriminazioni.
Detto questo, all'interno del nostro gruppo si è aperto un ampio dibattito, perché siamo consapevoli che addivenire ad oggi alla richiesta di stralcio vorrebbe dire rischiare di affossare questo provvedimento, di non mettere la parola fine ad una discriminazione che esiste ancora oggi sui minori! Quindi dico al disattento Presidente della Camera, che se dovesse passare la richiesta dello stralcio bisognerebbe attivarsi con il Senato per fare approvare questo provvedimento.
Infatti a noi, in Commissione giustizia, hanno detto che non ci sono più i tempi e, quindi, questo è stato un elemento forte di valutazione all'interno della Commissione. Presidente Lupi, chiederei la sua attenzione, per cortesia.
Allora, comprendiamo le ragioni da una parte e dall'altra. Ci sono alcuni colleghi che hanno presentato anche degli emendamenti a titolo personale, temendo in un certo modo che il riconoscimento potrebbe aprire ad una legittimazione dell'incesto. In realtà non è così, perché l'incesto, a prescindere dal riconoscimento, resta reato penale e resta punito: nessuno impedisce che gli incestuosi vadano in galera con un reato da due a otto anni.
È quindi chiaro che si intrecciano varie ragioni: le ragioni sociologiche e le ragioni del diritto. Infatti, la sentenza della Corte rende possibile al maggiorenne o anche al minore, perché l'azione può essere proposta dal curatore - lo dico all'onorevole Buttiglione - o anche dal genitore esercente la patria potestà, di chiedere la dichiarazione giudiziale di paternità e maternità, ma un figlio dichiarabile non è un Pag. 16figlio riconosciuto e le discriminazione rimangono. Ad esempio, non è erede. Questo è un fatto importante: può ricevere un vitalizio, non trasmissibile ai suoi figli, ma non può ereditare.
Allora, rimangono aperte tutte queste questioni, che per i bambini nati da queste relazioni, che non hanno colpe, purtroppo costituiscono ancora oggi delle forti discriminazioni. Per questo, con una riflessione attenta, sia nel merito che per tutte le valutazioni espresse, il gruppo della Lega Nord ha deciso su questo punto di lasciare la libertà di voto, la libertà di coscienza su questo tema, auspicando però che tale questione non blocchi l'iter di approvazione finale del provvedimento.
Infatti i minori nati fuori dal matrimonio, che sono tanti in Italia, sono il 20 per cento, anche se io ho sempre difeso le battaglie della famiglia e sono una cattolica, però non possono più tollerare di essere considerati bambini di «serie B». Questa è una responsabilità che il Parlamento non si può assumere (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, sembrerebbe, a prima vista, che la questione sia soltanto di tipo procedurale in relazione a questo stralcio ma, come è già stato anticipato da chi mi ha preceduto, in verità, siamo di fronte ad una questione che coinvolge la coscienza di ciascuno.
Bene è stato detto anche da chi mi ha preceduto in relazione a due posizioni che si confrontano. Una è quella che chiede di equiparare completamente anche il figlio nato da una relazione parentale a tutti gli altri figli, come giustamente fa questo progetto di legge e, in questo contesto, di riconoscere a lui stesso anche i diritti successori che sono negati e di dare una forza in più al genitore, in particolare alla madre, che oggi si trova, come ha evidenziato la collega Capano, di fronte a dei dubbi molto forti e, direi addirittura, che coinvolgono molto più l'interesse del minore che non quello del genitore.
Sotto questo profilo credo che anche chi sostiene questa tesi, come ha fatto il Senato sostanzialmente all'unanimità, non voglia violare temi etici e non voglia far venire meno l'impianto della nostra comunità e del vivere civile.
D'altro lato, vi sono coloro che contestano il fatto che in una situazione come questa si possa rispondere semplicemente con l'affermazione che tutti i figli sono eguali. Questo vale, a mio giudizio, se a decidere è soprattutto il diretto interessato.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 12,55).

MANLIO CONTENTO. Ed è un passaggio della sentenza della Corte costituzionale, che è stata evocata in quest'Aula più volte, che deve fare riflettere, perché a quegli argomenti ne possono essere opposti altrettanti che hanno lo stesso valore e lo stesso peso, allorché è la Corte a dichiarare: «l'interesse del figlio ad evitare l'accertamento formale del rapporto di filiazione nel caso dell'azione proposta per la dichiarazione giudiziale della paternità e della maternità naturali è in re ipsa protetto dal fatto che il diritto all'azione è riconosciuto a lui solo».
Ora, la questione delicata è proprio qui, tra chi sostiene che al genitore è data, sulla scorta di argomenti nobili, la possibilità di superare questo diritto, che è insito nello status filiationis, e chi invece ritiene che allargare questa maglia possa costituire, proprio perché non è più rimessa soltanto all'interesse e quindi all'azione del figlio, un aspetto negativo per il suo futuro, per la sua crescita e in una sostanza proprio per quei diritti che appartengono alla personalità.
Ritenendo come Popolo della Libertà che queste due posizioni abbiano pari dignità, pari valore e quindi siano rimesse alla coscienza e quindi alla sensibilità di ciascuno, il Popolo della Libertà ha ritenuto di lasciare assoluta libertà di voto, proprio per sottolineare che una scelta in qualsiasi direzione, anche attraverso lo Pag. 17stralcio, è rimessa ai valori cui ciascuno di noi si richiama che, come ripeto, meritano eguale considerazione ed eguale rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, la mia preoccupazione essenziale è che per la seconda volta questa legislatura non finisca senza una legge che consenta ai nipoti di chiamare «nonni» i nonni, come i loro cugini figli di coppie sposate e questo credo debba essere ciò che ci guida in queste ore, finalmente senza retropensieri da parte di nessuno: arrivare a questa norma che è di civiltà, perché la civiltà a cui ci rivolgiamo già è questa, in cui circa un terzo ormai dei bambini nasce fuori dal matrimonio, e credo che noi a questi dobbiamo guardare.
Il bicameralismo è una bestia strana, soprattutto il bicameralismo perfetto, però voglio ricordare ai colleghi che hanno preso spunto da una norma che è stata approvata al Senato pressoché all'unanimità, e il Senato notoriamente non è luogo di scapestrati rivoluzionari. Non credo nemmeno che sia un luogo dove la gente non guarda alle norme che vota, a differenza di quanto succede alla Camera.
Lo dico per ricondurre la discussione sulla norma - io che non sono né avvocato né magistrato - che il Senato, praticamente all'unanimità, avendola guardata esattamente come la guardiamo noi, ci ha riconsegnato e che in alcun modo - e spero che nessuno di questo voglia discutere - intende dare giudizi morali o giuridici sull'incesto, ma consentirebbe in alcuni casi, nell'interesse dei figli e con il filtro del giudice, il riconoscimento.
Io penso - qualcuno ha molte più certezze dei miei dubbi forse - che una denuncia che in quest'Aula questa mattina è stata fatta reiteratamente circa il fatto che le relazioni incestuose, anche quelle violente, non emergono con le denunce, sia esattamente quello che questa norma può cercare di aiutare a scongiurare, perché oggi, se ho capito bene, io che non sono né avvocato né magistrato, una donna violentata dal suocero non può denunciare la violenza, a meno di non ritenere che suo figlio non sia più suo figlio, ma venga dato in adozione. Quindi, nel nostro gruppo ci sono posizioni diverse, l'onorevole Angela Napoli ha presentato proposte emendative e di questo io non faccio una questione centrale, ma centrale in questo provvedimento è finalmente, alla fine della seconda legislatura in cui si è cercato di farlo, dare una minima norma di civiltà ai figli cosiddetti naturali, ma immagino che per noi siano tutti naturali i figli. Quello è l'obiettivo principale.
Il bicameralismo ci ha consegnato questo testo, che perviene quasi all'unanimità dal Senato. Il mio timore è che lo stralcio abbia semplicemente come effetto - spero che nessuno abbia questo retropensiero - che nel fazzoletto di giornate che questa legislatura ancora consentirà ai legislatori, la legge per la seconda volta in fine legislatura si inabissi.
Ripeto: decidiamo, non facciamone una questione di principio con i toni che ho ascoltato, perché è totalmente fuori luogo nel merito e nel metodo di un sistema parlamentare bicamerale perfetto, dove certamente si ha il diritto di cambiare opinione, ma è difficile che all'interno degli stessi partiti, nel giro di dieci giorni, una norma votata all'unanimità diventi il diavolo da combattere (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, la scorsa settimana in quest'Aula abbiamo approvato delle mozioni che riguardavano proprio la tutela dei bambini e dei minori. In Commissione infanzia affrontiamo le problematiche dei minori a trecentosessanta gradi (le adozioni, le problematiche dei minori non accompagnati, la giustizia minorile) e la stessa Commissione ha sempre spinto per una legge che Pag. 18mettesse fine alla distinzione tra bambini, tra figli.
Sono ben due legislature che si sta provando a predisporre una legge che elimini le distinzioni tra figli naturali, figli legittimi ed altro. Noi riteniamo che i bambini siano bambini, i figli sono figli, non si può fare distinzione tra figli nati nel matrimonio e quelli nati fuori dal matrimonio. Ripeto: i bambini sono bambini e tali devono rimanere, non possono pagare le scelleratezze dei genitori.
È per questo motivo che il nostro gruppo in maniera molto convinta voterà contro la proposta di stralcio, proprio perché vogliamo che questo progetto di legge venga portato a termine e che soprattutto venga rispettata qui in Italia l'intenzione della tutela dei bambini, perché di questo si tratta, della tutela dei diritti dei bambini. I bambini sono tutti uguali (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di stralcio del comma 3 dell'articolo 1 in esame.
(È respinta).

La Camera respinge per 54 voti di differenza (Applausi di deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Futuro e Libertà per il Terzo Polo).
Secondo le intese intercorse, sospendo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle 15,30.

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo e sull'ordine dei lavori (13,05).

LUCIA CODURELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, intervengo nuovamente in quest'Aula, perché l'ho già fatto altre volte, per sollecitare numerose interrogazioni, visto che le risposte non arrivano. Sono state sollecitate in Aula, dalla mia segreteria, e alcune risalgono addirittura al 2010.
Cito, Presidente, il nostro Regolamento che, al comma 2 dell'articolo 129 e anche all'articolo 133, prevede che, nel momento in cui non vi è risposta, le interrogazioni devono essere messe dopo due settimane al primo punto dell'ordine del giorno delle Commissioni.
Chiedo, signor Presidente, visto che volgiamo al termine della legislatura, che lei si faccia garante affinché, prima della fine di questa legislatura, un deputato possa avere il diritto di ottenere delle risposte. Ho citato alcune interrogazioni che risalgono al 2010, ma ne posso citare tantissime altre. Soprattutto, mi riferisco a due in particolare: quelle rivolte al Ministero dell'interno e al Ministero della giustizia. Non so dire di chi possa essere la responsabilità: se del Ministero o della Commissione, tuttavia deposito nuovamente la nota di tutte le interrogazioni con le relative sollecitazioni, alcune delle quali addirittura hanno ricevuto in questo tempo undici o dodici sollecitazioni.
Per questo, chiedo a lei, signor Presidente, che sia garante di questo Parlamento.

CARMEN MOTTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARMEN MOTTA. Signor Presidente, intervengo perché, da giorni, sulla stampa è noto che domani alla casa d'aste Sotheby's di Londra e il 19 dicembre 2012 a Milano ci saranno due aste, nelle quali verranno messi in vendita moltissimi oggetti, ricordi e cimeli di proprietà della famiglia del maestro Arturo Toscanini. Questo materiale proviene, in particolar modo, da New York (era di proprietà di Alfredo Toscanini, scomparso nel 2011) e i beni che verranno messi in asta dalla casa d'aste Bolaffi di Milano sono appartenenti ad Emanuela di Castelbarco, nipote del maestro Arturo Toscanini.
La notizia di queste due aste ovviamente ha suscitato un grande interesse e, Pag. 19per questo motivo, sono state presentate due interrogazioni: una al Senato e una alla Camera da parte mia, questa mattina, perché c'è il grossissimo rischio che questo patrimonio venga disperso tra diversi proprietari. Ricordo che la vita e l'attività del maestro Toscanini costituiscono un patrimonio universale e che quindi la sua eredità merita di essere raccolta, consultata e fruibile in luoghi riconoscibili.
Quindi, mi appello, signor Presidente, al Governo perché, seppure nella ristrettezza dei tempi, intervenga. Penso che lo Stato italiano abbia il dovere di manifestare un interesse - ho concluso, signor Presidente - nei confronti di questo avvenimento e chiedo al Governo se non possa valutare l'opportunità di apporre il vincolo su questi beni, che fanno parte del patrimonio culturale del nostro Paese.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 13,07).

MARIO TULLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO TULLO. Signor Presidente, intervengo rapidamente solo per informare il Governo - non c'è nessuno a parte lei, Presidente - che la città di Genova questa mattina è bloccata, sono bloccate le strade del centro e l'autostrada, per una legittima protesta di sciopero di diverse realtà lavorative.
Abbiamo parlato ieri dell'ILVA e delle conseguenze delle vicende dello stabilimento di Taranto e della ricaduta che possono avere su Genova, su Novi Ligure e su tutta la filiera dell'acciaio. Noi speriamo che il Governo sia sensibile e che anche attraverso una decretazione d'urgenza sappia coniugare le ragioni del risanamento ambientale con quelle della produzione dell'acciaio.
Sono scesi in sciopero, giustamente, anche gli operai di Ansaldo Energia e di Ansaldo Sts e le non risposte del Governo pesano fortemente. Vi è una irresponsabilità - io dico - rispetto ad una scelta cieca, che è quella del gruppo di Finmeccanica, responsabile del disastro economico in cui si trova il gruppo, che sta procedendo senza guardare e sentire nessuno, nella logica di vendere o svendere due realtà importanti e sane del gruppo.
Infine voglio anche richiamare il Governo sul perché, dinanzi ad una ripresa - e concludo, signor Presidente - il gruppo dirigente di Fincantieri, dinanzi a un mercato ancora complicato, sta acquisendo commesse, nonostante i soldi in cassa, conquistati con l'impegno di tutti i parlamentari, che il Governo ha già per finanziare il ribaltamento a mare del cantiere di Sestri Ponente, con gara che è possibile indire perché c'è una partecipazione di risorse delle autorità portuali; i soldi sono fermi a Roma. La prego di trasmettere al Governo queste esigenze.

GIORGIO CONTE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO CONTE. Signor Presidente, sarò brevissimo: mi permetto di intervenire presso la Presidenza per sollecitare una risposta ad un'interrogazione ormai datata primo agosto scorso, la n. 4-17236, rivolta al Ministro dell'interno in relazione a provvedimenti recenti - ormai non più recenti direi - in materia di sicurezza sussidiaria, regolamentazione dei servizi di sicurezza nei locali pubblici e via dicendo. Chiederei alla Presidenza gentilmente di voler intervenire affinché il Governo possa dare una pronta risposta all'interrogazione suddetta.

MARCO DESIDERATI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO DESIDERATI. Signor Presidente, intervengo solo per segnalarle che da qualche ora un nostro collega deputato, Fabio Meroni, ha iniziato una protesta: si è incatenato - e lo farà per cento ore, quindi giorno e notte, per oltre quattro giorni - alla recinzione della provincia di Pag. 20Monza Brianza. In questi giorni è discussione al Senato il provvedimento sul riordino delle province. Ebbene, non è una protesta tout court contro il riordino, che pure la meriterebbe, ma è perché questo Governo, oltre a privarci della nostra provincia, ha deciso anche di accorparci alla città metropolitana, togliendoci anche lo status di provincia; e lo status di provincia, come sapete, lo si raggiunge con una volontà espressa dai cittadini per mano e per bocca dei loro consigli comunali e dei loro sindaci. Cinquantacinque sindaci hanno voluto la provincia di Monza Brianza e ci hanno messo vent'anni, il Governo in poche ore ha deciso di cancellarla.
Signor Presidente, so che lei conosce la Brianza e viene dalla Brianza. Le chiedo, per quello che le è possibile ed è nelle capacità della Presidenza, di chiedere al Ministro Patroni Griffi, che ha fatto un tour per tutte le province italiane, di venire anche a Monza a spiegare perché non solo ci priva dello status di provincia, ma ci vuole addirittura far diventare la periferia di Milano.

GIULIANO CAZZOLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, sarò molto breve: noi abbiamo una situazione gravissima che si è determinata all'Ilva di Taranto e negli altri stabilimenti del gruppo. Ricordo che non solo è una fabbrica e uno stabilimento che ha un peso rilevantissimo in quell'area territoriale, ma che si tratta anche della più grande acciaieria d'Europa. Quindi, credo che sia il caso che il Governo venga a rispondere in aula. Magari aspettiamo che si svolga giovedì l'incontro con le istituzioni e con le parti sociali, ma credo che sia molto urgente e necessario che il Parlamento e la nostra Camera si occupino di questo problema.

PRESIDENTE. Onorevole Cazzola, la informo, anche perché non è solo una sua richiesta, ma anche quella di molti gruppi parlamentari, che sono stati avviati dalla Presidenza della Camera contatti col Governo per stabilire la data e l'ora in cui il Governo può fare un'informativa urgente alla Camera dei deputati.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,30.

La seduta, sospesa alle 13,15, è ripresa alle 15,35.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati La Loggia, Lusetti e Palumbo sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del testo unificato dei progetti di legge n. 2519-B ed abbinati.

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si sono conclusi gli interventi sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 1 ed è stata da ultimo respinta la proposta di stralcio del comma 3 dell'articolo 1 stesso.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 2519-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Invito quindi la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti Capitanio Santolini 1.1, Angela Napoli 1.2, Palomba 1.3, Mantovano 1.9 e Polledri 1.12, sugli emendamenti Polledri Pag. 211.14 e Mantovano 1.10, sugli identici emendamenti Palomba 1.4, Angela Napoli 1.7 e Polledri 1.15, nonché sull'emendamento Rondini 1.17. La Commissione formula altresì un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli identici emendamenti Mantovano 1.11 e Polledri 1.13, sull'emendamento Polledri 1.16, nonché sui successivi identici emendamenti Borghesi 1.5 e Angela Napoli 1.8.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Capitanio Santolini 1.1, Angela Napoli 1.2, Palomba 1.3, Mantovano 1.9 e Polledri 1.12.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro degli identici emendamenti Capitanio Santolini 1.1, Angela Napoli 1.2, Palomba 1.3, Mantovano 1.9 e Polledri 1.12, formulato dal relatore.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, intervengo per ribadire quanto ho espresso durante la discussione sulle linee generali, quello che ho cercato di argomentare durante la discussione sulle linee generali, e lo riprendo in questa sede.
La richiesta di soppressione di questo comma è stata già ampiamente illustrata dai miei colleghi e, in particolare, dall'onorevole Buttiglione. Malgrado il discorso dello stralcio sia stato rifiutato, sono convinta che questo aspetto del provvedimento vada assolutamente e radicalmente modificato. Sia ben chiaro - lo ribadisco una volta di più - che noi questo provvedimento lo vogliamo: non siamo di quelli che fanno degli ostruzionismi inutili o strumentali al fatto che non vogliamo questo provvedimento.
Questo è un provvedimento importante e significativo, a lungo atteso, sana delle ingiustizie, riconosce diritti che sono scritti nella Costituzione, per cui non c'è nessun problema. Questo deve essere chiaro. Il problema nasce nel momento in cui il Senato, con un blitz assolutamente incomprensibile, infila una norma che, come si è visto, fa molto discutere.
Io credo che si debba parlare di incesto e che bisogna avere il coraggio di pronunciare questa parola che, evidentemente, qualcuno ritiene assolutamente appartenente al passato o da non pronunciare. Io la pronuncio con estrema preoccupazione e dico che questo tema, proprio perché così complesso, proprio perché crea tante discussioni, andrebbe affrontato in altra sede e in altro modo. Noi non escludiamo di poterlo trattare con gli addetti ai lavori, giuristi, magistrati, associazioni, persone che si occupano di minori a tutti i livelli.
Noi non escludiamo che si possa affrontare in maniera seria un argomento tanto delicato, ma non così! Quindi, questo è un problema di metodo e di merito e il metodo di inserire una norma così grave e dirimente in un provvedimento che vedeva l'unanimità dei consensi è una forzatura inaccettabile.
Aggiungo che, prima, qualcuno, in Aula, è intervenuto dicendo che è un problema di evidenziare la violenza sulle donne; quindi, questo discorso della violenza sulle donne è chiaro che trova molti consensi e le persone sono sensibili all'argomento della violenza sulle donne, sono assolutamente d'accordo, però il supremo interesse del minore le donne lo sanno coniugare molto bene. Il supremo interesse del minore le mamme sanno qual è. E se approviamo una norma in cui la mamma denuncia l'incesto per far punire al violentatore questo atto e così può avere il figlio con sé, e così può riconoscere questo figlio, è un problema che non si pone neanche, perché una mamma che subisce violenza e aspetta un bambino d'istinto non dirà mai che è stata violentata, Pag. 22per proteggere il bambino; perché quel bambino avrà bisogno di protezione tutta la vita e la madre lo protegge così.
Per cui non è vero che questa norma aiuterà a fare emergere la violenza, perché una mamma questo figlio lo difende comunque, anche col silenzio, purché non abbia lo stigma di un incesto e non abbia questo stigma così negativo. Allora, gli argomenti che sono stati portati in quest'Aula non stanno in piedi; è stato ampiamente dimostrato che non è un problema economico, legato all'avere in eredità chissà quali vantaggi, non è il problema di tenere il figlio con sé, non c'è nessuna ragione al mondo perché questa legge venga stravolta da un emendamento che è contraddittorio in sé e contiene dei presupposti che rendono banale un gesto drammatico come quello dell'incesto (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Samperi. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, la soppressione di questo comma riproduce in fondo la discussione che abbiamo già affrontato in Aula con la richiesta dello stralcio. L'Aula si è pronunciata, si è pronunciata palesemente rigettando lo stralcio, consapevole che lo stralcio avrebbe significato il ritorno di questo provvedimento al Senato e probabilmente la sua fine, perché i tempi stretti della legislatura non consentirebbero l'approvazione di questo provvedimento, un provvedimento atteso da tutti, che finalmente stabilisce l'unicità dello status di figlio ed elimina qualsiasi differenza tra figli nati nel matrimonio e figli nati fuori del matrimonio. Ma c'è un'altra sottocategoria che il codice crea, quella dei figli nati da rapporti tra parenti, nati da genitori incestuosi; noi questa categoria di figli la vogliamo continuare a tenere a parte, a tenere discriminata rispetto all'unicità dello status di figli che, pure, abbiamo osannato nel corso della discussione sulle linee generali di questo provvedimento.
Allora, io vorrei pragmaticamente affrontare i nodi principali di questa norma. Attualmente in caso di violenza, in caso di rapporto incestuoso, è fatto divieto assoluto di riconoscere il figlio, neanche la madre lo può riconoscere.
Anche se la madre lo cura, anche se la madre lo assiste, il figlio deve essere dichiarato in stato di abbandono e deve essere tolto alla madre. È questa la giustizia, è questa la tutela dei minori che noi vogliamo riconoscere attraverso questo emendamento soppressivo. L'unica possibilità che ha, infatti, la madre è quella di mantenere il silenzio, quella di nascondere il rapporto che ha dato origine alla nascita del bambino.
Un altro tema che è stato sollevato riguarda il fatto che questo provvedimento si fa per proteggere il minore, per proteggere il bambino da traumi che potrebbe avere, ma guardate che nel nostro codice sono già ammessi gli accertamenti incidentali per il riconoscimento della paternità o della maternità. Il tutore oppure chi ha la potestà genitoriale può proporre l'azione in nome del minore, quindi già oggi non occorre essere maggiorenni per poter proporre l'azione. Già oggi è possibile per avere il mantenimento o anche per la dichiarazione di paternità o maternità, come ha sancito la Corte costituzionale nella sentenza del 2002, anche oggi in nome del minore si possono fare questi accertamenti. Quindi, i miei colleghi sbagliano quando dicono che oggi è consentito «a chi è maggiorenne». No, oggi è consentito anche a chi è minore, perché non si possono comprimere i diritti solo perché si tratta di figli minori. Quindi, anche oggi è possibile che si facciano gli accertamenti e allora per questo non si tutela il minore? Per questo dovremmo cancellare dai nostri codici quanto previsto?

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Samperi.

MARILENA SAMPERI. Vorrei solo ricordare un episodio, perché da fattispecie astratte e teoriche dobbiamo calarci nei fatti concreti. Voi conoscete tutti la storia Pag. 23di Elisabetta, la ragazza che per vent'anni è stata chiusa in un bunker dal padre e oggetto della sua continua violenza sessuale e dal quale ha avuto tanti bambini.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Samperi.

MARILENA SAMPERI. Concludo, Signor Presidente. Ebbene, che ne facciamo di Elisabeth e dei suoi figli?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantovano. Ne ha facoltà.

ALFREDO MANTOVANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, un vecchio adagio popolare dice che la via dell'inferno è lastricata di buone intenzioni e io non nego la buona intenzione - ma lo dico senza alcuna polemica vista la delicatezza del tema - anzi la lodevole intenzione di eliminare una serie di presunte - e spiegherò tra un attimo perché adopero questo aggettivo - discriminazioni a carico dei figli di una unione incestuosa. L'intenzione è lodevole, i risultati sono inaccettabili. L'onorevole Cavallaro citava prima, a sostegno della sua tesi a favore di questa norma, santi e sacre scritture, io mi limiterò laicamente a citare il diritto positivo e svolgerò considerazioni brevi ed esclusivamente laiche.
In primo luogo, il divieto di riconoscimento oggi - come tutti sanno, ma è il caso di ricordarlo - non è assoluto. Il riconoscimento è possibile in una serie di ipotesi: quando si ignorava al momento del concepimento l'esistenza di un vincolo parentale; quando vi era buona fede; quando, in epoca successiva al concepimento, è venuto meno per l'annullamento il matrimonio su cui si fonda il vincolo di affinità.
Vorrei informare la relatrice, onorevole Mussolini, che la giurisprudenza, che pure ha un certo peso nell'interpretazione delle leggi, ha applicato la categoria della buona fede anche alla vittima di violenza, quindi a diritto vigente la donna che abbia subìto violenza a seguito del fatto di incesto può tranquillamente operare il riconoscimento. Anzi (Commenti del deputato Buttiglione)...

PRESIDENTE. Mi scusi. Presidente Buttiglione... onorevole Mantovano, può proseguire.

ALFREDO MANTOVANO. Anzi, con la legislazione attuale avviene esattamente il contrario di ciò che la relatrice ha detto a sostegno del mantenimento del comma 3, perché la vittima della violenza, proprio in quanto in buona fede, può riconoscere il figlio, e l'autore della violenza no. Se passasse la norma che stiamo discutendo potrebbe accadere - in teoria, nessuna norma lo vieta -, con l'autorizzazione del giudice, che l'autore della violenza può effettuare il riconoscimento. Presidente, questo non è un dubbio di carattere ideologico, non è una pregiudiziale ideologica, è una questione di carattere tecnico. Se la relatrice e l'intera Aula hanno dei dubbi tecnici sul punto, consultino gli uffici, sarà un elemento di chiarezza per tutti.
Il figlio di unione incestuosa oggi non avrebbe nessuna tutela? Ma se leggo un testo assolutamente laico, vi trovo scritto che il figlio naturale può agire e quindi ottenere il mantenimento, l'istruzione e l'educazione, e se maggiorenne ed in stato di bisogno, può ottenere gli alimenti. Non lo dice Sant'Agostino, lo dice l'articolo 279 del codice civile, così come, in materia di successioni, l'articolo 580 dice che ai figli naturali aventi diritto al mantenimento - cioè ai figli di unione incestuosa - può essere riconosciuto un assegno vitalizio pari all'ammontare della rendita della quota di eredità alla quale avrebbero diritto se la filiazione fosse stata dichiarata o riconosciuta, e se non si vuole il vitalizio si può ottenere la capitalizzazione. Non è il Secondo libro dei Re, Presidente, è il secondo libro del codice civile. Questa la questione della identificabilità e della riconoscibilità in termini generali, perché per casi particolari, come abbiamo visto, l'articolo 251 del codice civile questa riconoscibilità la permette. Pag. 24
Allora, sul punto, e concludo, Presidente, la domanda da porsi è la seguente: è nell'interesse di un figlio che si trovi in tale drammatica situazione avere questo marchio, che non dipende dalla sua volontà, ma può dipendere anche dalla volontà di chi è stato autore, nella gran parte dei casi, di una violenza? Si può arrivare, approvando questa norma, e quindi contrastando l'emendamento soppressivo, a delle vere e propria assurdità. L'articolo 564 del codice penale, che nessuno ancora ha abolito, punisce come un delitto con pena severa l'atto di incesto; e noi dovremmo far derivare conseguenze giuridicamente rilevanti? È qualcosa che merita di non essere inserito nel nostro ordinamento e che quindi va cancellato (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Unione di Centro per il Terzo Polo e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, intervengo per ribadire semplicemente quella che è la posizione del nostro gruppo su questi emendamenti: dei colleghi li hanno presentati e noi, per questo motivo, anche per il dibattito che si è sviluppato all'interno del nostro gruppo e in Aula, daremo libertà di voto e libertà di coscienza.
È chiaro che su questo tema si incrociano sensibilità diverse; abbiamo avuto modo di approfondirlo. La questione riguarda la modifica introdotta dal Senato, modifica che si ispira ad una sentenza della Corte costituzionale, che di fatto ha reso possibile la dichiarazione giudiziale di paternità e maternità azionata dal figlio, sia maggiorenne che minorenne, per il quale lo può fare il genitore esercitante la potestà o il curatore. Il Senato è andato chiaramente oltre quella sentenza e ha previsto anche la possibilità di riconoscimento da parte di chi nasce da una relazione di incesto. Allora, abbiamo detto, e torniamo a dirlo, lo abbiamo detto anche in fase di discussione dello stralcio, che qui si incrociano sensibilità diverse. Ci sono colleghi che temono che questo riconoscimento potrebbe di fatto portare ad una legittimazione dell'incesto, che resta sicuramente e certamente un reato obbrobrioso, un reato che deve essere severamente condannato.
Abbiamo detto, però, e lo dico all'onorevole Mantovano, che nessuno pensa (penso, ad esempio, i senatori), anche nell'ipotesi del riconoscimento, ad una cancellazione del reato di incesto. Le pene restano, così come anche restano le sanzioni accessorie come la decadenza della patria potestà.
Lo ripeto: il Senato - non sappiamo poi quanto abbia approfondito la questione - è voluto andare oltre, ispirandosi al principio della Corte costituzionale che diceva appunto che i bambini non devono essere discriminati, seppur nati da relazioni incestuose, e quindi le colpe degli adulti non devono ricadere sui figli. Io tecnicamente mi permetto solo di replicare all'onorevole Mantovano che l'articolo 580 del codice civile è stato citato ed è proprio lì, secondo me, la questione. Infatti, questi bambini si trovano in una sorta di tertium genus; si trovano in una sorta - consentitemi il termine, visto che qui l'area cattolica si è mossa su questa modifica - di limbo.
Infatti, è vero che la paternità o la maternità possono essere dichiarate, quindi sono dichiarabili, ma non essendo riconoscibili - onorevole Mantovano, legga bene l'articolo 580 - è vero che hanno il diritto al vitalizio, ma l'assegno vitalizio, ad esempio, non si può trasmettere agli eredi, quindi non sono eredi come tutti gli altri. Quindi, la questione è complessa. Lo ripeto: si intrecciano diverse sensibilità e per questo motivo la Lega Nord lascerà libertà di coscienza e libertà di voto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, parlo in dissenso dal mio gruppo, che ha proposto questo emendamento soppressivo, per una semplice ragione e faccio questo ragionamento alla mia coscienza e Pag. 25a quella dei colleghi della Camera: una donna che ha subìto violenza, che ha portato però a termine la sua gravidanza e ha generato un figlio, oggi, con l'attuale articolo 251, non può riconoscere il figlio. Qualora si sopprimesse questo comma 3 - che è vero, onorevole Mantovano, riconosce anche il diritto al violentatore di esercitare il riconoscimento del figlio naturale - sarebbe anche vero, però, che per non consentire questo, si negherebbe alla madre legittima di riconoscere il figlio naturale in una legge che riconosce i figli naturali. Io non ho capito che cosa stiamo a fare, se non (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, solo per ricordare quello che ho già detto questa mattina, e cioè che anche noi daremo libertà di coscienza nel voto, poiché al nostro interno c'è chi ritiene che questa differenza ci debba essere e chi ritiene che non ci sia differenza fra una violenza carnale in funzione del fatto che siano diversi i soggetti e che siano legati da eventuali rapporti; ma soprattutto che non ci può essere differenza per il bambino, per il figlio che nasce da un atto di violenza carnale, a seconda dei legami che ci possono esserci tra le persone che lo hanno generato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, volevo riprendere le parole del collega Ciccanti, inserendo però un elemento - lo dico da legislatore - che non è previsto alcun automatismo e che non è un diritto riconosciuto. Il diritto riconosciuto, casomai, è di chiedere al giudice, e la decisione finale - nell'esclusivo interesse del bambino - viene presa dal giudice minorile, come in tutte le altre cose. Voglio fare un'altra considerazione, colleghi. Sono andato a leggermi tutte le carte di questo provvedimento al Senato e, siccome i senatori non sono una combriccola di rivoluzionari, ho accertato che il provvedimento è stato votato all'unanimità, assolutamente all'unanimità.
Se poi ci fosse in futuro la volontà, si intravedesse la necessità di tornare su questo tema, di proporre modifiche legislative, di specificare meglio, credo che, anche attraverso un ordine del giorno che impegni necessariamente la prossima legislatura a tornare sul punto, ci sarà tutta la possibilità di farlo, colleghi.
Il mio problema vero è che - ripeto - siccome siamo in un sistema a bicameralismo perfetto un testo, che ci è arrivato votato all'unanimità, che purtroppo non avrebbe chance (abbiamo un fazzoletto di giorni davanti) di diventare legge tornando di là, consegnerebbe di nuovo l'Italia, per altri cinque anni, alla non civiltà di non prevedere la cosa importante che prevede questo provvedimento: una disciplina che finalmente - sembra di parlare da Marte - equipari, dal punto di vista giuridico, i diritti dei bambini nati fuori dal matrimonio, che sono tra il 20 e il 25 per cento, e i bambini nati nel matrimonio. Questo è l'oggetto di questo testo, non altro.
Se poi su questa questione, che non è tra il bene e il male, perché altrimenti - lo ripeto per la centesima volta - il Senato non ce l'avrebbe dato votato all'unanimità, si intravedranno la necessità e l'opportunità di tornare, visto che fortunatamente non è una casistica di centinaia di migliaia di casi, come invece sono milioni i casi dei bambini nati fuori dal matrimonio, ci sarà tutto il tempo di tornarci. Per questo, noi crediamo che si debba salvaguardare l'iter del cuore del provvedimento e voteremo contro l'emendamento soppressivo, fermo restando che - come sempre e a maggior ragione su questi temi - ciascun deputato, evidentemente anche del gruppo di Futuro e Libertà, sceglierà liberamente come votare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

Pag. 26

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, quello che è pacifico da tutti gli interventi svolti è che l'ordinamento attuale distingue e differenzia, ai fini del riconoscimento, i figli naturali dagli incestuosi. Questo è un dato pacifico, però la Costituzione, all'articolo 30, terzo comma, distingue solo due categorie: i legittimi e i naturali e non fa una gradazione tra naturali e incestuosi. Quindi, la distinzione che c'è oggi nell'ordinamento, ai fini del riconoscimento, non sta nella nostra Costituzione. Voglio dire che la Corte costituzionale ha soltanto detto questa frase che vorrei fosse sottolineata: «La Costituzione non giustifica una concezione della famiglia nemica delle persone e dei loro diritti». Ha detto questo nel 2002 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Renato Farina. Ne ha facoltà.

RENATO FARINA. Signor Presidente, io credo che questo comma vada abolito. Sono favorevole alla soppressione di questo comma per una ragione molto semplice: se si legge il testo semplicemente applicando l'intuizione grammaticale e sintattica, si vede che il minore non è soggetto di diritto, ma è assoggettato a un diritto presunto del papà/nonno, dello zio/padre che si impone come riconoscitore, come colui che fa essere il bambino legittimato. Questo non è giusto perché, se è vero che la Costituzione distingue solo tra legittimi e naturali, è anche vero che esiste il principio di precauzione per cui si deve cercare di cautelare il più debole dinanzi ad uno choc che - è evidente - lo colpirebbe.
Inoltre, vorrei anche dire questo: numerose associazioni che non sono reazionarie - lo dico all'onorevole Della Vedova che fa sempre lo spirito sui senatori che non sono rivoluzionari - come Unicef Italia, Telefono azzurro e l'Associazione italiana dei pediatri, invitano ad una grande cautela su questo punto. Allora, io capisco che bisogna salvare tutto il provvedimento perché è importante (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Renato Farina.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, soltanto un anno fa, nel giugno 2011, quest'Aula ha votato unanimemente questo provvedimento. Lo ha votato all'unanimità perché non c'era dentro questo emendamento introdotto dal Senato. Lo ha votato perché l'Aula è a favore dei diritti dei figli naturali e di tutti i figli naturali.
Questo emendamento, inserito in un modo francamente discutibile, sta creando le condizioni e le premesse di una spaccatura che si scaricherà proprio sui figli naturali che, non essendo oggetto di stupro, sono comunque persone che hanno diritto ad un pieno riconoscimento delle loro prerogative.
Credo che abrogare quanto introdotto da quell'emendamento significa restituire a quest'Aula la compattezza e la consapevolezza che i figli, i figli naturali, tutti di per sé hanno diritto al pieno riconoscimento. Molte cose inesatte sono state dette in questo dibattito, signor Presidente, molte cose inesatte che sono state dette anche tacciandole come argomenti di diritto. Non sono vere ed io invito i miei colleghi a leggere direttamente il provvedimento e a consultare gli articoli di diritto corrispondenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Toccafondi. Ne ha facoltà.

GABRIELE TOCCAFONDI. Signor Presidente, bisogna capire tutto ciò che c'è scritto in un provvedimento e non solo quello che fa piacere, pertanto forse sarà il caso di leggere l'articolo 1, comma 3, Pag. 27perché ognuno di noi ha una testa, una ragione e può farsi un'idea reale e non per sentito dire. Stiamo per votare questo, ovvero: il figlio, nato da persone tra le quali esiste un vincolo di parentela, può essere riconosciuto. Da chi? Dal violentatore. Questa è la realtà, cambia lo scenario: non è più il figlio che, maggiorenne - come dice l'attuale normativa -, decide sul riconoscimento o meno, ma è l'esatto contrario, è il padre o la madre, comunque chi ha commesso una violenza, che d'ora in poi potrà decidere autonomamente se riconoscere o meno. È questo quello che andiamo a votare. Siccome avete esultato, almeno leggete quello che andiamo a votare (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà, per un minuto.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, una parola per l'onorevole Ciccanti: secondo la legislazione vigente e secondo l'interpretazione consolidata che la giurisprudenza ne ha dato, la clausola di buona fede, che consente di riconoscere il bambino, si applica automaticamente nei casi in cui ci sia stupro e violenza, quindi la madre può riconoscere il bambino. È un dato di fatto, consultate la giurisprudenza, non è vero che la madre non può riconoscere il bambino (Applausi di deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo e Popolo della Libertà). Se qualcuno vuole votare a favore di questo punto per questa ragione consulti la giurisprudenza italiana.
Una parola all'onorevole Zaccaria: ci sono dei casi nei quali preferirei essere noto come figlio di nessuno piuttosto che come figlio di certe persone, per esempio può capitare il caso in cui il padre fosse un uomo che ha violentato mia madre, essendo per di più suo padre. Lasciamo al bambino il diritto di decidere se vuole o non vuole essere ricordato come figlio di questo signore (Applausi di deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, colleghi, quello che sta avvenendo in quest'Aula può essere pericoloso, cioè giocare a vincere e magari ricorrere ad argomenti terroristici o a mistificazioni. Questa, credo, sia una cosa che dobbiamo assolutamente evitare perché stiamo decidendo di questioni di una delicatezza estrema, che investono la coscienza. Si sono sentiti argomenti tipo: la madre, abusata dal padre, non può riconoscere il figlio, che viene dato in adozione. Mi si consenta di dire che non è vero, la mamma abusata può fare in modo che... cosa succede?

PRESIDENTE. Onorevole Palomba, parli pure.

FEDERICO PALOMBA. La madre, dicevo, poiché «mater semper certa est», può fare in modo che lo stato civile le attribuisca la qualità di madre. Ci sono tante madri che non rivelano il nome del padre del bambino e quindi il bambino è automaticamente attribuito alla sua maternità. Un secondo dopo che il bambino è figlio di quella donna, la madre può valutare se è nell'interesse del figlio proporre l'azione per la dichiarazione...

PRESIDENTE. Onorevole Palomba, la invito a concludere.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, io le ho chiesto la parola prima, sono uno dei presentatori degli identici emendamenti, quindi credo di avere diritto ad esporre.

PRESIDENTE. Onorevole Palomba, purtroppo ha parlato l'onorevole Borghesi per il suo gruppo. Le ho già dato - proprio per la ragione che lei ha esposto - un minuto in più, però deve concludere.

FEDERICO PALOMBA. Non è vero che la mamma non è senza tutela, non è vero Pag. 28che il bambino non è senza tutela. Il problema è di decidere chi deve decidere. Non si può far decidere al padre violentatore ed abusante se la mamma ed il figlio devono essere socialmente considerati come provenienti da una relazione incestuosa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Calgaro. Ne ha facoltà.

MARCO CALGARO. Signor Presidente, il nostro gruppo ha manifestato la volontà di approvare questo provvedimento, che è un provvedimento di civiltà ed aumenta le garanzie che lo Stato offre a tutela del minore, e l'ha fatto sempre in modo compatto.
Noi chiedevamo lo stralcio di questo articolo non perché non volevamo affrontare il problema, ma perché volevamo affrontarlo nel modo più corretto, cioè con la tutela piena anche patrimoniale del minore, ma evitandogli l'umiliazione del riconoscimento di una paternità o di una maternità frutto di un reato odioso ed infamante.
Le persone nate da un atto incestuoso - come più persone hanno già detto in quest'Aula - possono già chiedere di veder riconosciuto cognome, famiglia ed eredità, ma una cosa è che sia il minore nei modi consentiti, o il maggiorenne a scegliere di veder ratificato il proprio stato, un'altra è che sia il genitore che ha compiuto l'atto incestuoso ad avere il diritto di riconoscere il figlio inconsapevole, per quanto dopo il vaglio di un magistrato.
Mi viene da dire - ma ho concluso - soprattutto dopo aver assistito a questi sgradevoli applausi di questa mattina...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Calgaro. Le chiedo scusa, ma sono tantissimi i colleghi che intervengono a titolo personale: hanno tutti diritto a un minuto. L'argomento è importante, però dobbiamo attenerci al Regolamento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere pochi ragionamenti. Il primo è che tutti noi che stiamo intervenendo vogliamo una legge, una legge che abbia un ampio consenso e ragione vuole che la legge che ha il maggior numero di consensi è quella uscita da questo ramo del Parlamento senza questo comma 3. Ciò perché - come è stato detto dai miei colleghi, ma anche da autorevolissimi esponenti del mondo delle professioni e delle associazioni - il rischio reale di perpetrare quella cosiddetta lettera scarlatta dell'incesto e della violenza tra generazioni è altissimo. Questo rischio dovrebbe mettere di fronte tutti noi, quanto meno, all'applicazione del principio di precauzione in modo di evitarlo. Perciò, sosteniamo questo emendamento che abroga il comma 3.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, solo un minuto per dire che forse c'era bisogno, poiché noi avevamo chiesto lo stralcio, di un momento serio di riflessione rispetto al problema sollevato, che oggi è alla nostra attenzione.
Dopo aver ascoltato i colleghi, sono per la soppressione di questo comma, perciò voto con gli amici che si sono dichiarati in questo senso anche perché è venuto fuori un dibattito in questi giorni, certamente, per alcuni versi, fuorviante anche perché il confronto che sta avvenendo in questo momento ha motivi di validità. Ciò che è emerso è la tesi se si sia o non si sia favorevoli all'incesto.
Credo che non sia questo il tema su cui discutere, credo che questa sia stata una semplificazione della stampa anche perché il confronto - lo ripeto - che sta avvenendo in questa maniera ritengo che abbia diverso tono e diverso significato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garagnani. Ne ha facoltà.

Pag. 29

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, anch'io desidero unire il mio netto dissenso a questa parte della norma oggetto della nostra attenzione che, a mio modo di vedere, umilia il bambino. Qui, è stato detto - e lo ripeto anch'io - che il bambino frutto di un incesto abbia tutta la possibilità di riconoscere il proprio genitore, ma accordare al genitore questa possibilità in senso opposto credo che sia un atto incomprensibile e che vada contro ogni logica e contro la logica stessa del provvedimento in esame, al di là di quanto hanno detto molti colleghi intervenuti.
Si tratta di una logica incomprensibile che accorda volutamente una libertà che rischia di snaturare il concetto fondamentale che ha ispirato questo provvedimento e, direi, cozza violentemente anche contro tutti gli interventi che in questa sede si sono svolti.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Garagnani.

FABIO GARAGNANI. Quindi, Presidente, intervengo solo per ribadire il mio netto dissenso e mi associo a quello che è stato detto in questa sede.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, qui sono state dette delle cose non vere, perché il principio per cui la madre può riconoscere il figlio nato da un rapporto incestuoso, perché è stata vittima di una violenza - in quanto vi sarebbe una giurisprudenza in questo senso -, è soltanto un'affermazione generica perché, in realtà, quello che serve è la legge. La legge, in realtà, impedisce il riconoscimento a entrambi i genitori, salvo che non si tratti di una buona fede, nel senso che non sapevano di essere parenti.
Allo stesso modo è una falsità dire che questo provvedimento fa sì che il violentatore possa riconoscere il figlio. Sappiamo che chi è responsabile di violenza decade dalla potestà genitoriale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Futuro e Libertà per il Terzo Polo). È una falsità! Questo si sta strumentalizzando mentre qui noi vogliamo che questo provvedimento, signor Presidente, serva ad equiparare i figli naturali. I figli naturali sono tutti uguali, non vi è un'altra categoria di figli e l'articolo 30 della Costituzione ce lo impone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lo Moro. Ne ha facoltà.

DORIS LO MORO. Signor Presidente, occorre aggiungere che molti, in quest'Aula, stanno parlando di coscienza ma, in realtà, si stanno nascondendo dietro i propri pregiudizi. Vorrei anche commentare che una legge che condanna alla vergogna e al silenzio è una legge che non merita, è una legge incivile. Quindi, noi non dobbiamo adesso valutare secondo le nostre coscienze. Stiamo parlando dei diritti dei bambini e chi dice che la madre dovrebbe stare in silenzio dice una cosa che non è degna di un Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paniz. Ne ha facoltà.

MAURIZIO PANIZ. Signor Presidente, esercito il diritto di libertà di voto, che il mio gruppo ha dato, votando contro l'emendamento soppressivo (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
La norma in esame non abroga, di fatto, il reato di incesto e non lo legittima, ma facoltizza l'attenzione solo sull'interesse del minore. Bisogna leggerla tutta e leggerla bene, perché essa non obbliga al riconoscimento ma lo permette non indiscriminatamente ma solo a peculiari condizioni scritte nel testo in modo molto Pag. 30chiaro, cioè previa autorizzazione del giudice che ha due inequivoci paletti per darla: l'interesse del minore e la necessità di evitare allo stesso un significativo pregiudizio. Questo è ciò che dice la norma. Quindi, siamo di fronte alla necessità di dare al figlio una posizione tale per cui non debba pagare le colpe dei propri padri (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
Resta il fatto che i giudici ci sono e in questo provvedimento sono esplicitamente individuati per dire eventualmente di no. Prevalente, però, è l'interesse del minore...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Paniz.

MAURIZIO PANIZ. ...che il legislatore sa perfettamente di considerare decisivo in una valutazione come questa (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paniz.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, siamo stati tante volte d'accordo con Maurizio Paniz, ma questa volta devo dire che ragioni di tecnica giuridica mi inducono a non condividere la sua posizione e devo spiegare il perché. Signor Presidente, innanzitutto vi è già una norma, l'articolo 251 del codice civile, che disciplina esattamente la possibilità del riconoscimento e quando, come con questo comma terzo, si pretende di innestare una legittimità totale in norme di rilevanza penale, si corre il rischio - non ce lo nascondiamo - di svuotare l'incesto, di cui all'articolo 564 del codice penale, di quel contenuto illecito che il codice penale affida.
Voglio, poi, dire un'altra cosa. Attenzione a questi innesti di legittimazione totale su fatti perseguiti penalmente. Comportano una perdita di efficacia del valore della norma. Ma non basta: l'ultimo comma dell'articolo 564 del codice penale, modificato molto opportunamente...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO. ...sanziona - ho concluso, signor Presidente - il genitore, che commette il delitto di incesto, con la perdita della potestà genitoriale. Attenzione! Si tratta della potestà dei genitori.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Cioè, in altri termini, andiamo a svuotare e andiamo in rotta di collisione con una norma del codice penale. Attenzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ria. Ne ha facoltà, per un minuto.

LORENZO RIA. Signor Presidente, pensavo di poter parlare per tre minuti, perché così mi era stato detto. Rispetto a queste delicate questioni dovremmo porci quanto più possibile nelle vesti del legislatore e quindi scevri da condizionamenti di stampo ideologico. Rispetto a questa norma, la preoccupazione dimostrata da più parti trae origine dalla constatazione che i figli sono spesso frutto di episodi di violenza domestica, che la vedrebbero così pubblicamente accettata. Vorrei precisare che, stante la difficoltà di individuare in astratto le svariate possibilità che si potrebbero verificare, l'unico strumento individuabile è quello che è stato previsto al Senato a larghissima maggioranza, anzi all'unanimità, ossia quello di prevedere - ed è stata prevista - l'autorizzazione del giudice, in modo da valutare caso per caso dove il riconoscimento possa considerarsi mezzo di tutela del minore nel suo preminente interesse e dove eventualmente potrebbe ledere le sue prerogative. Quindi, io sono contrario all'emendamento soppressivo.

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Chiedo di parlare.

Pag. 31

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Signor Presidente, come già hanno detto molto bene i miei colleghi, farò finta di non aver sentito, come relatore in quest'Aula, affermazioni che dicono o che spingono la madre a non denunciare una violenza per poter riconoscere un figlio. Questo è contrario a ogni tipo di battaglia che stiamo facendo in questa Aula per la parità di genere (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Futuro e Libertà per il Terzo Polo e di deputati del gruppo Popolo della Libertà), addirittura ricordando ancora una volta, come bene hanno fatto le colleghe, che quando c'è violenza o stupro si perde la patria potestà con l'articolo 609-nonies del codice penale. E una donna non si stupra da sola!

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, abbiamo visto che questo dibattito oggi è stato intenso e forte e, già dalla richiesta di stralcio e dal voto che ne è seguito questa mattina, l'Aula si è praticamente divisa a metà. Essendo anche una questione di coscienza, che spesse volte i gruppi congelano o sopprimono per disciplina, credo che sia giusto lasciare libertà ai colleghi. Abbiamo ascoltato alcuni interventi di colleghi che solitamente sono in sintonia, che invece su questo argomento hanno opinioni diametralmente opposte. Per queste motivazioni e anche per senso di responsabilità e per liberare ognuno di noi rispetto a questo argomento, ai sensi dell'articolo 49, comma 1, del Regolamento chiedo il voto segreto.

RAFFAELLO VIGNALI. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale.

PRESIDENTE. Purtroppo, abbiamo concluso la fase del dibattito. È intervenuto il relatore e adesso è stata fatta richiesta di voto segreto. La richiesta di votazione a scrutinio segreto è accoglibile in quanto gli identici emendamenti incidono sui principi e sui diritti di cui all'articolo 30 della Costituzione.
Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Capitanio Santolini 1.1, Angela Napoli 1.2, Palomba 1.3, Mantovano 1.9 e Polledri 1.12, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 458
Votanti 450
Astenuti 8
Maggioranza 226
Voti favorevoli 184
Voti contrari 266
(La Camera respinge - Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia dei Valori - Vedi votazioni).

Passiamo all'emendamento Polledri 1.14.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Polledri 1.14 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Polledri 1.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Casero, Traversa, La Malfa, Monai, Verducci...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 32
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 455
Votanti 449
Astenuti 6
Maggioranza 225
Hanno votato
98
Hanno votato
no 351).

Passiamo all'emendamento Mantovano 1.10.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Mantovano 1.10, formulato dal relatore.

ALFREDO MANTOVANO. Signor Presidente, la votazione sugli emendamenti soppressivi del comma 3 dell'articolo 1 si è basata su un colossale equivoco, e cioè sulla circostanza di non dare per acquisito che la giurisprudenza abbia pacificamente interpretato la categoria della buona fede per includere anche una vittima di violenza. È superato.
La norma che viene proposta con questo emendamento rende il tutto estremamente più chiaro: indica in modo ancora più esplicito rispetto a quanto previsto dalla norma in vigore quali sono i casi nei quali è possibile il riconoscimento del figlio da unione incestuosa.
Si tratta dei casi dell'ignoranza del vincolo all'epoca del concepimento, dell'ignoranza di uno solo dei genitori, della nullità del matrimonio da cui deriva l'affinità e, da ultimo, della circostanza che uno dei genitori sia divenuto tale a seguito di violenza sessuale. In tal caso, il riconoscimento può essere fatto solo da tale genitore.
Se vi era equivoco, dubbio, se non si è tenuto conto della giurisprudenza, è il momento per rendere più chiaro tutto questo, approvando un emendamento che non lascia alcuna ombra di dubbio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, questo è un tentativo di reintrodurre, attraverso l'emendamento in oggetto, quanto abbiamo già respinto un attimo fa.
L'Aula si è espressa chiaramente: non è possibile una diversificazione nell'ambito del riconoscimento tra figli naturali, quindi restringere la possibilità del riconoscimento a questi casi tassativi non è assolutamente ammissibile.
Qual è lo scopo? Quello di continuare comunque, attraverso la proposizione di questi emendamenti, a non consentire oggi l'approvazione del provvedimento in oggetto, così come licenziato dal Senato, e quindi, in conclusione, ottenere di non arrivare al voto entro la fine della legislatura. Questa è la realtà. Si tenta di reinserire surrettiziamente quello che già due voti, uno palese e l'altro segreto, hanno estromesso dal provvedimento in questione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto favorevole all'emendamento in oggetto perché, finalmente, si attribuisce il diritto al riconoscimento alla mamma naturale.
Quindi, diversamente dall'argomentazione che avevo usato per dissentire sugli altri emendamenti soppressivi, questo ha il mio voto favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantovano 1.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Viola, Bonaiuti, Tanoni, Granata, Casero, D'Alessandro, Verducci, Beltrandi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni). Pag. 33

(Presenti 455
Votanti 446
Astenuti 9
Maggioranza 224
Hanno votato
172
Hanno votato
no 274).

Passiamo agli identici emendamenti Palomba 1.4, Angela Napoli 1.7 e Polledri 1.15.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Palomba 1.4, Angela Napoli 1.7 e Polledri 1.15, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Paglia, Sarubbi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 458
Votanti 445
Astenuti 13
Maggioranza 223
Hanno votato
129
Hanno votato
no 316).

Passiamo all'emendamento Rondini 1.17.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 1.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Nizzi, Marchioni, Bonciani, Garagnani, Carfagna, Cesare Marini, Mondello, Goisis...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 459
Votanti 437
Astenuti 22
Maggioranza 219
Hanno votato
99
Hanno votato
no 338).

Passiamo agli identici emendamenti Mantovano 1.11 e Polledri 1.13.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ALFREDO MANTOVANO. Signor Presidente, si tratta di evitare una contraddizione a cui si è fatto cenno prima.
Esiste ancora il codice penale dove è ancora presente una norma, l'articolo 564, che ritiene la condotta di incesto, avente le caratteristiche descritte nella norma stessa, illecita. Almeno che si precluda a chi è l'autore della suddetta condotta, per come viene descritta dal codice penale, di procedere al riconoscimento perché altrimenti, da un atto qualificato criminale dal codice penale, deriverebbe una conseguenza civilisticamente legale - il che è veramente il massimo - non in una legge ordinaria, ma addirittura nel codice civile (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saperi. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, già è previsto che chi viene condannato per incesto - perché è questo l'articolo 564 del codice penale - perda la patria potestà. Esistono già, quindi, delle sanzioni accessorie, che impediscono l'esercizio della patria potestà da parte di chi ha esercitato l'incesto.
Siamo sempre lì: qualsiasi cambiamento di questo progetto di legge, lo farà andare su un binario morto. È di questo che ci dobbiamo preoccupare in questo momento. Le altre cose sono già comprese. Pag. 34
Questi emendamenti non fanno altro che ripetere cose già previste nel nostro codice.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Antonio Pepe. Ne ha facoltà.

ANTONIO PEPE. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento Mantovano 1.1 e ricordare che l'incesto è punito penalmente dall'articolo 564 con una pena dai due agli otto anni e con la pena accessoria della perdita della potestà e della tutela familiare, perdita della potestà, però, dei genitori, non del diritto al riconoscimento, che invece verrebbe inserito dal testo del progetto di legge che stiamo votando.
L'emendamento Mantovano 1.11 secondo me fa chiarezza, ovvero chiarisce in maniera definitiva che il soggetto che è stato responsabile ed autore di un reato, del reato di incesto, non può avere poi il diritto ad esperire quest'azione di riconoscimento.
È una norma che fa chiarezza. Non condivido l'idea che poi il Senato non possa approvare il provvedimento. È un solo voto che dovrebbe fare il Senato. Penso che in questo ultimo tratto di legislatura il Senato tranquillamente potrebbe poi approvare il testo così come viene modificato dalla Camera e noi faremmo una volta per sempre chiarezza con l'emendamento Mantovano 1.11.
Pertanto annuncio il mio voto a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paniz. Ne ha facoltà, per un minuto.

MAURIZIO PANIZ. Signor Presidente, quando il giudice provvede a dare l'autorizzazione ha davanti a sé l'interesse del minore ed è assolutamente fisiologico che l'interesse del minore non possa portare ad un riconoscimento in condizioni di questo genere. Quindi, l'emendamento è ultroneo (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà e dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'emendamento Mantovano 1.11. Sottolineo poi che non è possibile agitare in continuazione il fatto che questo provvedimento non venga approvato e dunque si faccia passare un pessimo progetto di legge pur di averlo approvato oggi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, intervengo solo per rammentare come questo emendamento sembra in perfetta sintonia con l'ultimo comma dell'articolo 564 del codice penale, laddove si preclude il riconoscimento a quello stesso o a chiunque dei genitori sia stato riconosciuto responsabile del reato di incesto.
A me sembra una logica conseguenza: non si può dire che può riconoscere un minore il genitore che poi deve essere dichiarato decaduto dalla potestà. Mi sembra un grandissimo controsenso, veramente, un eccesso, per così dire, di modernismo inqualificabile sul piano del rispetto del diritto.
Credo che questo emendamento sarà votato e io lo voterò.

PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Sbai e Garagnani vogliono aggiungere la propria firma alla proposta emendativa in esame.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Roccella. Ne ha facoltà.

EUGENIA ROCCELLA. Signor Presidente, mi pare insolito che proprio l'onorevole Paniz voglia lasciare al giudice un margine di discrezionalità così ampio. Pag. 35
Noi qui abbiamo la responsabilità di legiferare e legiferare bene. Abbiamo l'occasione di farlo e di fare un momento di chiarezza. Quindi sottoscrivo l'emendamento e anch'io vorrei dire che al Senato c'è modo di concludere il processo per arrivare all'esito definitivo di questo provvedimento, senza pressare la Camera per approvare articoli che non sono stati sufficientemente meditati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, credo che in questo modo si stia cercando di attribuire all'interesse del minore un'articolata e francamente poco chiara confusione di valori, confusione di affetti e confusione di beni materiali che possono essere attribuiti.
Il fatto che sia il magistrato a dover decidere nei confronti del minore e il fatto che sia un magistrato a dovere verificare le condizioni per il riconoscimento potenziale della potestà di questo minore rappresenta un'ambiguità intrinseca alla situazione, cioè rappresenta una contraddittorietà profonda che rende necessario che, attraverso un emendamento come questo presentato, si possa fare chiarezza e quindi in qualche modo essere sottratti, sia la vittima sia colui che è da tutti i punti di vista l'orco domestico, alla possibilità di esprimere liberamente una violenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Virgilio. Ne ha facoltà per un minuto.

DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, interverrò innanzitutto molto più brevemente per apporre la mia firma a questo emendamento. In secondo luogo vorrei invitare tutti quanti a non tener presente questo «spettro» del Senato. Mi sembra una illogica, pretestuosa situazione per non votare una legge giusta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà per un minuto.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, è assurdo che addirittura si dica che l'autorizzazione da parte del Tribunale per i minorenni - che prima ho sentito valorizzare e anche nella Giornata dell'infanzia ho sentito in questa Aula riprodurre gli interessi dei minori garantiti anche da un giudice specializzato - oggi non valga più, ad avviso dell'onorevole Binetti, per tutelare l'esclusivo interesse del minore. Chi sta leggendo in questa Aula questa norma soltanto come un diritto del genitore, la legge in maniera errata, sbagliata, falsa, tratto in inganno da una serie di pregiudizi, perché in realtà qui c'è solo un interesse: non c'è quello dei genitori, c'è solo l'interesse del minore che deve essere valutato. Anche l'assenza di pregiudizio deve essere valutata dal giudice. Quindi un giudice non potrà mai valutare l'interesse del minore in presenza di un genitore che è stato condannato per incesto, perché quel genitore non avrà più la potestà genitoriale. Dalla condanna consegue automaticamente la pena accessoria e quindi questo impedisce qualsiasi altra possibilità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, siamo tutti d'accordo sul fatto che bisogna tutelare l'interesse del minore. Ma qual è l'interesse del minore? Chi decide qual è l'interesse del minore? Lo facciamo decidere al padre abusante oppure lo facciamo decidere al bambino divenuto maggiorenne o alla mamma in rappresentanza di lui? Questo è l'unico punto. Allora a questo punto, signor Presidente, io sto con l'Unicef Italia, con l'Autorità garante per l'infanzia, con l'associazione dei giudici minorili, con le camere minorili nazionali composte tutte da avvocati, sto con il gruppo Abele, sto con le centinaia di associazioni, comprese quelle che combattono contro la violenza intrafamiliare, che Pag. 36sono assolutamente contrarie a quello che noi abbiamo finora fatto e a quello che, temo, faremo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole de Angelis. Ne ha facoltà.

MARCELLO DE ANGELIS. Signor Presidente, sto ascoltando con grande interesse e fascinazione per certi versi gli interventi di certi colleghi che sono magistrati e che stanno esprimendo delle posizioni sull'applicazione di questa norma che sono assolutamente opposte. Mi chiedo quindi semplicemente, quando questa norma sarà stata approvata e quando i diversi casi verranno sottoposti ai diversi magistrati, che certezza avremmo noi di una equanime ed oggettiva applicazione di questa norma che sembra apparire lacunosa e confusa addirittura per coloro i quali, al di fuori di questa Aula, nella loro professione, i magistrati, verrebbero chiamati a decidere in base a questa norma. Quindi mi sembra che effettivamente cercare di approfondire, di essere più chiari sul dettato di questa norma sia semplicemente di buonsenso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, stiamo ragionando e perdendo tanto tempo per un brillante escamotage dell'onorevole Mantovano. Non si darà in natura un solo caso in cui un violentatore, accusato e condannato per incesto e che per questo, per effetto dell'ultimo comma dell'articolo 564 del codice penale abbia anche perso la patria potestà, verrà riconosciuto da un giudice dello Stato italiano legittimato a riconoscere il figlio. È un caso evidentemente di scuola ma lo si sta usando per paralizzare l'approvazione di questo provvedimento. Questo è lo scopo vero, diciamocelo, forse per quello che ci diceva l'onorevole Palomba e mi riferisco alle tante associazioni che ad un passo dalle elezioni possano avere...

PRESIDENTE. Onorevole Capano, concluda.

CINZIA CAPANO... ma escludo che si tratti del Garante per l'infanzia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Mantovano 1.11 e Polledri 1.13, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Di Caterina, Granata, Bonaiuti, Casero, De Corato, Marchignoli, Scanderebech, Verducci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 464
Votanti 453
Astenuti 11
Maggioranza 227
Hanno votato
159
Hanno votato
no 294).

Passiamo all'emendamento Polledri 1.16.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Polledri 1.16 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Polledri 1.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Landolfi, Verducci, Centemero, Bonaiuti, Occhiuto, Scilipoti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 463
Votanti 456
Astenuti 7
Maggioranza 229 Pag. 37
Hanno votato
140
Hanno votato
no 316).

Passiamo agli identici emendamenti Borghesi 1.5 e Angela Napoli 1.8.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro degli identici emendamenti Borghesi 1.5 e Angela Napoli 1.8, formulato dal relatore.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, questi sono emendamenti che ripristinano il testo approvato dalla Camera all'unanimità e cambiato dal Senato; un testo sul quale la relatrice si era spesa, si era profusa in dichiarazioni favorevoli, perché era una conquista in favore della donna. Oggi, improvvisamente, la Camera è chiamata a dire se conferma o meno quella precedente propria versione, oppure se intende smentire se stessa. Dunque, se si approvano gli identici emendamenti, la Camera conferma ciò che aveva fatto nella prima votazione all'unanimità; se non lo conferma, vuol dire o che aveva riconosciuto di avere sbagliato allora, oppure che non è più interessata alla tutela e alla protezione della mamma. Vorrei dire una cosa anche sull'emendamento precedente.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, cinque minuti non sono passati.

PRESIDENTE. Onorevole Palomba, devo dirle che la Presidenza le ha concesso due minuti, nel senso che lei è già intervenuto sul complesso degli emendamenti.

FEDERICO PALOMBA. No, signor Presidente, non sono intervenuto sul complesso degli emendamenti. La prego di controllare.

PRESIDENTE. Onorevole Palomba, lo verificheremo.

FEDERICO PALOMBA. Non sono intervenuto sul complesso degli emendamenti.

PRESIDENTE. Allora ha diritto a cinque minuti, ma gli uffici mi avevano segnalato questo e, quindi, volevo solo dirle che le avevamo dato la possibilità di intervenire per due minuti.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, in questa foga di giocare a braccio di ferro, di instaurare un'azione di forza, perché si deve vincere a tutti costi, anche sulla pelle dei bambini, vorrei dire che sull'emendamento precedente io ho votato a favore, ma la Camera ha respinto quello che la Corte costituzionale ha affermato con la sentenza del 2002, vale a dire che è possibile, anche per i figli che sono nati da relazioni incestuose o da incesto, esperire l'azione giudiziale per la dichiarazione di paternità o maternità naturale. La Camera, in questa volontà di giocare se stessa e di giocare nei rapporti di forza, ha addirittura votato contro quello che la sentenza della Corte costituzionale aveva già deciso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Borghesi 1.5 e Angela Napoli 1.8, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Pianetta, Beltrandi, Farina Coscioni, De Corato, Casero, Nola, Murgia, Milo, Sanga, Vassallo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 460
Votanti 445
Astenuti 15
Maggioranza 223
Hanno votato
128
Hanno votato
no 317).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione. Pag. 38
(Segue la votazione).

Onorevoli Carfagna, Traversa, D'Anna, Boccuzzi, Agostini, Cesa, Marrocu...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 460
Votanti 434
Astenuti 26
Maggioranza 218
Hanno votato
390
Hanno votato
no 44).

Prendo atto che il deputato Graziano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2519-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 2519-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Vico, Cossiga, Consolo, Pianetta, Bonaiuti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 457
Votanti 443
Astenuti 14
Maggioranza 222
Hanno votato
437
Hanno votato
no 6).

Prendo atto che il deputato Graziano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2519-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2519-B ed abbinati).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Palomba 3.2, Capitanio Santolini 3.3, Angela Napoli 3.4 e Mantovano 3.6.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Trattandosi di quattro emendamenti identici, Palomba 3.2, Capitanio Santolini 3.3, Angela Napoli 3.4 e Mantovano 3.6, interamente soppressivi dell'articolo, si voterà il mantenimento dell'articolo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, vorrei semplicemente rammentare la sentenza della Corte costituzionale n. 222 del 1983 secondo la quale: «Il tribunale per i minorenni, considerato nelle sue complessive attribuzioni, oltre che penali, civili ed amministrative, ben può essere annoverato tra quegli istituti dei quali la Repubblica deve favorire lo sviluppo ed il funzionamento» - leggo testualmente - «così adempiendo al precetto costituzionale» - quello previsto nell'articolo 31 della Costituzione - «che la impegna alla protezione della infanzia e della gioventù». «A conferma di tale configurazione» Pag. 39- dice la Corte Costituzionale - «vi sono la particolare struttura del collegio giudicante (composto oltre che da magistrati togati anche da esperti dell'assistenza sociale, scelti fra i cultori di biologia, psichiatria, antropologia criminale, pedagogia, psicologia), (...) nonché le peculiari garanzie che assistono l'imputato minorenne nell'iter processuale davanti all'organo specializzato». Ho letto tutto virgolettato, in modo testuale, signor Presidente.
Mi pare che questa disposizione, che è uscita in modo diverso dalla Camera - poi dirò come è uscita -, contrasti totalmente con le indicazioni della Corte costituzionale, nel senso che rilevanti competenze che riguardano i bambini, i minorenni, la loro tutela giudiziaria, sono spostate sul giudice ordinario, che è il giudice che si occupa di incidenti stradali, di liti nel condominio, di contratti, e che si vede aggiungere questa competenza che, tra l'altro, non gradisce, perché non ha la formazione professionale e non ha i rapporti con i servizi sociali. Insomma, sarebbe portato evidentemente a trascurare queste competenze.
La contrarietà a questa disposizione - aggiunta dal Senato, intrusa ed astrusa costituzionalmente - è tra l'altro condivisa da moltissime associazioni, non sono soltanto i giudici minorili, tra cui associazioni di avvocati, come l'Unione nazionale delle camere minorili, oltre che le altre associazioni di cui ho parlato. La cosa stupefacente, Presidente, è che la norma era uscita dalla Camera con una versione diversa, con una versione che potenziava le competenze del tribunale per i minorenni, versione che era stata proposta dall'onorevole Capano e che la Camera ha poi approvato all'unanimità. Oggi vediamo che coloro i quali avevano approvato all'unanimità quell'altra versione, che potenziava la giustizia minorile secondo anche tutte le mozioni che questa Camera ha approvato, oggi sono stranamente fra i maggiori difensori di questa norma, che depotenzia totalmente la protezione giudiziaria dei bambini. Non la considero proprio una grande vittoria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, intervengo rapidamente per ribadire quanto ha detto il collega, perché non credo che quando si parla di minori si debba cambiare competenza: dai tribunali dei minori ai tribunali ordinari. Cioè, qui si stava e si sta ragionando di istituire un tribunale per la famiglia, di cercare di unificare una materia molto complessa e molto articolata - anche se, tutti questi tentativi, purtroppo, alla fine della legislatura, non sarà possibile portarli a termine, probabilmente -, ma non è possibile con una norma scardinare un principio che riguarda il tribunale dei minorenni dando competenze diverse a chi non è neanche attrezzato, perché i tribunali ordinari non sono probabilmente, spesso, neanche attrezzati per affrontare problemi così delicati come lo sono i tribunali per i minorenni. Quindi, non si capisce la ragione di questo cambiamento improvviso al Senato, quando, sempre alla Camera, era stato approvato un provvedimento tutti d'accordo e tutti assolutamente in linea con il fatto di tutelare e potenziare l'attività del tribunale dei minori.
Ricordo che, sempre al Senato, come ha detto il collega, c'è in corso in Commissione giustizia lo studio di una delega al Governo per l'istituzione, presso i tribunali e le corti d'appello, delle sezioni specializzate in materia di persone e famiglia, e noi, in Commissione infanzia, abbiamo avviato un'indagine conoscitiva sul problema delle adozioni, stiamo affrontando anche questo tema, qui si stravolge tutto e si danno competenze a chi probabilmente non le può neanche agire. Quindi, per questo motivo ho chiesto la soppressione di questo articolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, come ha detto l'onorevole Palomba, questo Pag. 40articolo modifica un mio emendamento, ma io non mi affezionata a quell'emendamento, vi rinuncio con piacere, perché quello che noi dobbiamo perseguire è l'interesse del minore, e questo articolo pone un principio: a tutti i figli, nati dentro o fuori dal matrimonio, spettano gli stessi diritti, e spetta anche lo stesso giudice, che al Senato si è scelto essere quello ordinario, ed è una scelta legittima (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Dobbiamo votare il mantenimento dell'articolo. Ricordo che chi vuole sopprimere l'articolo deve votare «no», chi vuole mantenerlo deve votare «sì».
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Concia, La Malfa, Casero, De Corato, Bonaiuti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 453
Votanti 443
Astenuti 10
Maggioranza 222
Hanno votato
427
Hanno votato
no 16).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2519-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2519-B ed abbinati).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Capitanio Santolini 4.2 e Mantovano 4.7.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Capitanio Santolini 4.2 e Mantovano 4.7, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Baretta, Agostini, Perina, Barbaro, De Corato, Casero, Bonaiuti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 460
Votanti 448
Astenuti 12
Maggioranza 225
Hanno votato
63
Hanno votato
no 385).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Palomba 4.5 e Angela Napoli 4.6, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Baretta, Fogliardi, Borghesi, Cuomo, De Girolamo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 458
Votanti 450
Astenuti 8
Maggioranza 226 Pag. 41
Hanno votato
45
Hanno votato
no 405).

Prendo atto che il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pianetta, Cesa, Mario Pepe (PD), Ginoble, Occhiuto, Bonaiuti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 460
Votanti 448
Astenuti 12
Maggioranza 225
Hanno votato
435
Hanno votato
no 13).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2519-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2519-B ed abbinati).
Nessuno chiedendo di parlare per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/2519-B/1, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Scilipoti n. 9/2519-B/2, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno D'Ippolito Vitale n. 9/2519-B/3, accetta l'ordine del giorno Contento n. 9/2519-B/4 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mantini n. 9/2519-B/5.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/2519-B/1, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto altresì che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Scilipoti n. 9/2519-B/2, accolto dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno D'Ippolito Vitale n. 9/2519-B/3, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto inoltre che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Contento n. 9/2519-B/4, accettato dal Governo. Onorevole Mantini, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2519-B/5, accolto dal Governo come raccomandazione?

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, va benissimo. Volevo ringraziare il Governo. In effetti l'ordine del giorno ci dice che vi sarà un impegno - ascoltati gli organismi di consulenza scientifica - da parte del Governo per tutti gli atti di indirizzo, di competenza del Governo, volti a far sì che nell'attuazione di questa importantissima legge sul riconoscimento della filiazione naturale siano sempre salvaguardati gli interessi dei minori.
Questa credo sia la giusta ottica dell'attuazione di un principio di per sé importante e da tutti condiviso.

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2519-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mosella. Ne ha facoltà.

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, il provvedimento che ci apprestiamo a votare, nonostante il dibattito sia stato anche a tratti serrato, duro, colma un vuoto normativo e, ancor prima, sancisce un principio di civiltà: i figli naturali Pag. 42hanno gli stessi diritti dei figli legittimi. Noi siamo già intervenuti nel corso della prima lettura alla Camera e abbiamo detto che garantire lo stesso trattamento giuridico ai figli, annullando ogni possibile distinzione dovuta alla nascita all'interno oppure fuori dal matrimonio, è un atto dovuto da parte del legislatore. È doveroso risolvere le questioni relative alla parentela e alla successione ereditaria, affermando in modo netto il principio dell'unicità dello status giuridico di figlio, in armonia con il principio costituzionale che vuole che tutti i cittadini siano uguali davanti alla legge.
È altresì doveroso dare concreta attuazione al principio contenuto nella Convenzione sui diritti dell'infanzia che considera preminente l'interesse superiore del bambino in ogni decisione, azione legislativa, provvedimento giuridico, iniziativa pubblica o privata di assistenza sociale. A noi è dispiaciuto rilevare che il testo approvato al Senato conteneva delle modifiche che rischiavano di pregiudicare la portata positiva del provvedimento, compromettendo il lavoro svolto in quest'Aula. Mi riferisco in particolare, alla modifica dell'articolo 251 del codice civile, che introduceva un'ipotesi dalle conseguenze abbastanza complicate. Ecco, credo che il dibattito in Aula abbia almeno in parte fatto chiarezza, ma ci sono riserve molto forti in alcune realtà di quest'Aula.
La possibilità di riconoscimento dei figli naturali che sono nati da relazioni incestuose, previa valutazione del giudice: è questo il tema. Ci siamo chiesti in che misura una norma di tale impatto, giustificata dall'intenzione di consentire ai figli di genitori incestuosi l'accesso ai diritti successori, potesse corrispondere all'interesse superiore del minore. Il dibattito ha dato delle risposte, ma francamente rimangono, almeno in noi, alcune perplessità. La consapevolezza di essere nato nel contesto di violenza, degrado e abuso che caratterizza le relazioni incestuose e il peso del disvalore sociale di queste costituiscono un carico emotivo e psicologico che non è pensabile imporre ad un bambino, per le conseguenze pesantissime che ciò avrebbe sul suo equilibrio, sulla sua crescita e sulla sua intera esistenza. Tutto ciò va al di là degli obiettivi, alti, che comunque questo provvedimento si è prefissato. Siamo consapevoli che inviare nuovamente il testo al Senato comporta il rischio che la legge non veda più la luce, almeno in questa legislatura.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Mosella.

DONATO RENATO MOSELLA. Ma ci siamo chiesti se l'interesse a raggiungere le finalità che il provvedimento si pone sia più importante delle conseguenze che potrebbero prodursi nella vita di parte di quei soggetti deboli che dovrebbe invece tutelare. È per questo che noi ci asterremo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Perina. Ne ha facoltà.

FLAVIA PERINA. Signor Presidente, il mio gruppo, Futuro e Libertà, voterà convintamente per questa norma di civiltà al di là della migliorabilità di alcuni aspetti, sui quali anche i colleghi si sono espressi, ma che sicuramente potranno essere corretti successivamente, magari anche agganciandosi ad altri tipi di provvedimenti, come spesso è successo in questa legislatura.
La cosa importante è che la Camera porti all'approvazione definitiva una norma che sana una delle più macroscopiche e anacronistiche diseguaglianze esistenti nella società italiana tra figli di famiglie sposate e figli di famiglie non sposate, che rappresentano, come è stato ricordato anche durante il dibattito, anche numericamente un gruppo di persone estremamente elevato, circa un terzo dei bambini che nascono in Italia.
Davvero il non ammodernare queste regole e assistere all'ennesimo «ping pong» al Senato, che probabilmente avrebbe impedito in questa legislatura di completare il lavoro, sarebbe stato, a mio giudizio, un fallimento di questa Assemblea. Pag. 43
Credo che, da domani, con questa legge, si potrà dire di aver fatto qualche cosa che concretamente dimostra l'utilità della politica per la vita delle persone; questa è, infatti, una legge che migliorerà la vita delle persone, delle madri, dei padri e soprattutto dei bambini, restituendo un po' di dignità anche a quest'Aula parlamentare che tante volte è stata sbeffeggiata fuori di qui (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ippolito Vitale. Ne ha facoltà.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, mi consentirà qualche minuto per rappresentare la posizione dell'Unione di Centro sul provvedimento al nostro esame. Siamo sicuramente convinti che questo provvedimento - che si propone di portare a compimento un disegno già annunciato dalla riforma del diritto di famiglia del 1975: la parificazione di ogni forma di filiazione nel rispetto dei principi costituzionali fondamentali sanciti dagli articoli 2, 3 e 30 - merita un sincero apprezzamento.
Del resto, da tempo nei vari Paesi membri dell'Unione europea la tendenza manifestata è proprio verso una completa equiparazione tra tutti i figli senza ulteriori qualificazioni: in Spagna già dal 1978, in Germania e negli altri Paesi del Nord Europa ancora prima, in Francia molto più di recente con una legge che unifica la normativa in materia in un solo capo dedicato allo stato di figlio senza ulteriori aggettivi. Convenzioni europee sui diritti dell'uomo e del fanciullo, raccomandazioni comunitarie, interventi in tale materia della Corte europea dei diritti dell'uomo si susseguono senza sosta, disegnando un unico quadro rispetto al quale l'Italia presentava alcuni tratti divergenti.
Le decisioni di quest'ultima tratteggiano la famiglia come un organismo che presuppone lo sviluppo della personalità dei suoi componenti, sulla base dei principi di pari dignità, di libertà, di eguaglianza e di solidarietà. Da qui una serie di corollari, tra i quali si possono sicuramente menzionare quelli relativi alla tutela dei figli per se stessi, in quanto individui nati, e alla pari dignità dei figli naturali rispetto ai figli legittimi.
Lo stesso Comitato ONU sui diritti dell'infanzia nelle ultime osservazioni conclusive rivolte all'Italia ha nuovamente raccomandato di procedere rapidamente alla ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa sullo status giuridico dei minorenni nati fuori dal matrimonio. L'eliminazione delle differenze tra i vari stati di figlio consente, inoltre, di adeguarsi al divieto categorico di discriminazioni fondate sulla nascita posto dall'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea vincolante nel nostro ordinamento a seguito dell'entrata in vigore lo scorso 1o dicembre 2009 del Trattato di Lisbona (articolo 6 del Trattato sull'Unione europea).
Non può, al riguardo, non richiamarsi anche la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma il 4 novembre 1950 e resa esecutiva dalla legge n. 848 del 1955, che, pur non prevedendo disposizioni esplicite in materia di filiazione, all'articolo 8 protegge la vita privata e familiare e all'articolo 14 pone il divieto di qualsiasi discriminazione. Cadono in questa prospettiva le giustificazioni di quelle differenze che ancora si possono rinvenire a livello codicistico o di legislazione ordinaria.
Fatta la doverosa premessa, non posso tuttavia non ribadire in questa sede le gravi perplessità, anche evidenziate con la presentazione di emendamenti e con la richiesta di stralcio rigettata dall'Aula, su alcuni contenuti del provvedimento medesimo. Mi riferisco alla modifica approvata dell'articolo 251 del codice civile che renderà possibile il riconoscimento dei figli nati da rapporti incestuosi; figli - lo voglio sottolineare - spesso nati da episodi di violenza domestica. La prevista necessità che ci sia un'autorizzazione da parte del giudice non ci è apparsa condizione sufficiente ad evitare l'introduzione di una norma che rischia di perpetuare, tra le Pag. 44generazioni, la violenza intrafamiliare e la sua pubblica tollerabilità. Non a caso, a firma Mantini, è stato presentato un ordine del giorno che ribadisce la richiesta di attenzione al Governo di atti che permettano di realizzare in ogni caso il superiore interesse del minore e di monitorare gradualmente tale concreta attenzione.
Mi chiedo, è davvero nell'interesse di un bambino sapere e vedere certificata apertamente la propria origine incestuosa? Per ogni cultura evoluta l'incesto è da sempre ritenuto un disordine da evitare e non certo da normare, esso nella maggioranza dei casi - lo voglio ripetere - è frutto di una violenza. L'introduzione della possibilità di un riconoscimento automatico dei figli incestuosi significa, a nostro giudizio, riconoscere l'incesto indirettamente, mediatamente, e aprire una strada per l'abbassamento della guardia, per una sorta di normalizzazione o depenalizzazione dello stesso reato; ma l'Aula è sovrana, l'Aula si è espressa, prendiamo atto di questo pur sottolineando la nostra preoccupazione e la nostra contrarietà.
Voglio anche sottolineare le perplessità ribadite dalla presentazione dei nostri emendamenti sulla previsione ulteriore, che peraltro esula dall'oggetto proprio del provvedimento, di una delega al Governo affinché modifichi i presupposti per la dichiarazione dello stato di adottabilità. Fino ad oggi i criteri di adottabilità erano centrati sullo stato di abbandono, non solo economico, del minore. Lo spostamento sulla provata irrecuperabilità delle capacità genitoriali in un tempo ragionevole da parte dei genitori, fermo restando che le condizioni di indigenza degli stessi o del genitore esercente la potestà genitoriale non possono essere d'ostacolo all'esercizio del diritto del minore alla propria famiglia, ci lascia preoccupati. Non sono chiari i confini ed i criteri che indurranno a dichiarare questa irrecuperabilità delle capacità genitoriali.
Del resto, quando il legislatore interviene per specificare una clausola generale come quella in esame, in genere lo fa perché la giurisprudenza non è intervenuta al riguardo ovvero è intervenuta ma vi sono contrasti al suo interno e infine, anche se non ci sono contrasti, quando egli non condivide l'interpretazione che la giurisprudenza ha fornito della norma. In questo caso, la giurisprudenza è intervenuta ampiamente ed ha raggiunto in sostanza risultati univoci, comuni alle decisioni di legittimità e di merito. Il riferimento all'irrecuperabilità delle capacità genitoriali in un tempo ragionevole potrebbe rimettere in discussione interpretazioni e orientamenti ampiamente consolidati. Il tempo ragionevole sarebbe collegato al mancato sviluppo armonico del minore, avrebbe una valenza oggettiva o dovrebbe riferirsi alla situazione dei genitori?
Una perplessità dunque fondata, a cui si aggiunge quella relativa alla previsione, con delega, della segnalazione ai comuni, da parte dei tribunali per i minorenni, della situazione di indigenza dei nuclei familiari, che richiede interventi di sostegno per consentire al minore di essere educato nella sua famiglia, nonché del controllo del giudice sulle situazioni segnalate.
Si interviene anche sull'articolo 38 delle Disposizioni di attuazione del codice civile, nonché sulle previsioni a garanzia dei diritti dei figli agli alimenti ed al mantenimento, mentre al Senato è in discussione l'istituzione di un unico giudice specializzato per i minorenni e per la famiglia, anche con l'obiettivo di eliminare la discriminazione esistente tra i minorenni nati fuori e dentro il matrimonio in termini di competenza delle giurisdizioni minorili.
Mi avvio alla conclusione, signor Presidente, annunciando, sia pure con sofferenza, il voto favorevole del gruppo dell'Unione di Centro su questo provvedimento; un voto favorevole che naturalmente non esclude né le perplessità, né le preoccupazioni e che vedrà dissenzienti alcuni colleghi di cui rispettiamo le posizioni - parlo questa volta, anche a titolo personale - con i quali condividiamo l'ansia e la battaglia politica che hanno condotto.

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PRESIDENTE. Onorevole D'Ippolito Vitale, la prego di concludere.

IDA D'IPPOLITO VITALE. Signor Presidente, concludo dicendo soltanto che avremmo forse potuto trovare spazi per una sintesi che avrebbe dato completezza e soddisfazione all'approvazione di questo provvedimento.
Comunque, un passo avanti è stato fatto. Speriamo che in futuro ci sia lo spazio magari per rimediare a qualche errore.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole D'Ippolito Vitale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, penso che ogni provvedimento, e quindi anche un provvedimento di legge come questo, sia perfettibile e migliorabile, però credo che sarebbe stato imperdonabile se il provvedimento in esame non fosse arrivato a conclusione dell'iter legislativo.
Come è noto, da molto tempo, da più di una legislatura si cercava di cancellare una norma di assoluto anacronismo presente nel nostro ordinamento; penso che il primo valore di questo provvedimento risieda proprio nel fatto che, finalmente, si dà una parentela anche ai bambini nati al di fuori del matrimonio.
Vorrei ricordare che con questo provvedimento andiamo a cancellare l'atto di legittimazione; legittimazione che non creava un vincolo di parentela del bambino con i parenti dei genitori, cioè con gli zii e con i nonni. Ora, grazie a questa legge, sarà possibile finalmente anche dare una soluzione di tipo giuridico a questo problema. Infatti, è assolutamente importante l'espressione che viene prevista nel nuovo articolo 74 del codice civile, per il quale la parentela è il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite, sia nel caso in cui la filiazione sia avvenuta dall'interno del matrimonio, sia nel caso in cui sia avvenuta al di fuori di esso.
Credo che questo sia un dato fondamentale. Così come penso che andava risolto un altro problema, qui tanto dibattuto. Non è possibile, infatti, che restassero in una situazione di figli e figliastri alcuni bambini solo per il fatto che l'atto di violenza, anziché essere perpetrato su una donna all'esterno della famiglia, come normalmente purtroppo succede, fosse stato perpetrato all'interno della famiglia. Per il bambino e per la tutela della dignità del bambino credo che porre anche queste situazioni sullo stesso piano sia stato, anche questo, un atto di civiltà. È una legge, quindi, che accogliamo come legge di civiltà.
Ribadisco che, al di là delle riserve che sono state espresse da più parti, è un atto che ci vede in ritardo. Siccome il detto che non è mai troppo tardi è un adagio sempre valido, credo che anche il nostro Paese dia finalmente una soluzione anche a questioni come l'ascolto del bambino, che è un dato altrettanto importante ed è ricompreso in questo provvedimento. Io credo, dunque, che diamo finalmente una soluzione di civiltà, una soluzione europea a questo tema.
Pertanto, il gruppo Italia dei Valori esprimerà voto favorevole sul provvedimento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lussana. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, la Lega Nord Padania voterà, come peraltro già fatto in prima lettura alla Camera e al Senato, a favore di questo provvedimento, ritenendolo assolutamente necessario ed improcrastinabile, in quanto il suo spirito è quello di eliminare le residue distinzioni, differenze e disuguaglianze che ancora sussistono tra lo status di figlio legittimo e lo status di figlio naturale.
Il provvedimento, infatti, è particolarmente significativo, poiché tende ad assicurare una sostanziale equiparazione tra figli legittimi e figli naturali, in attuazione di principi già sanciti dalla nostra Carta Pag. 46costituzionale - gli articoli 2, 3 e 30 - e dagli indirizzi fissati dai Trattati internazionali, come la Carta di Nizza sui diritti fondamentali dell'Unione europea diventata, tra l'altro, vincolante per l'Italia, a seguito dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, e la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo.
L'articolo 315 del codice civile, così come modificato, è la norma guida, fra l'altro, di questo provvedimento, il faro che dovrà guidare non solo il Governo nell'attuazione della delega - quindi, il principio che tutti i figli dovranno avere lo stesso stato giuridico - ma è il faro anche di tutte le norme che in futuro questo Parlamento dovrà approvare. Infatti, da oggi in poi qualunque legge questo Parlamento approverà in tema di filiazione dovrà farlo senza riservare, in alcun modo, un trattamento diverso ai figli naturali piuttosto che ai figli legittimi. Ormai, possiamo dire che con l'approvazione di questo provvedimento finalmente potremo mandare definitivamente nel dimenticatoio, in soffitta gli aggettivi «legittimo» e «naturale». Da oggi in poi non vi saranno più figli legittimi e figli naturali, ma esisteranno solamente i figli.
Questo è un provvedimento molto importante - lo ripeto - anche perché, come ho già ricordato nel corso della discussione, ormai i figli nati fuori dal matrimonio rappresentano numericamente una parte considerevole della nostra società. Sono circa 100 mila, come ci dicono i dati ISTAT. Tali dati ci dicono anche che le coppie non coniugate sono circa 572 mila e il 36,4 per cento dei figli delle coppie non coniugate nasce da ambedue i partner. Quindi, sono figli di quelle coppie.
È stato già ricordato che, comunque, questo provvedimento arriva in ritardo. Sono passati più di 60 anni dall'introduzione della nostra Costituzione e anche nella riforma del diritto di famiglia vi era la promessa di procedere alla totale unificazione dello stato di figlio, ma siamo dovuti arrivare fino ad oggi perché queste disuguaglianze venissero finalmente colmate. Tali disuguaglianze esistono su vari piani, come abbiamo già ricordato nell'ambito della discussione. Esistono sia sul piano, diciamo così, parentale sia sul piano, soprattutto, relativo al diritto successorio. Finalmente, ad esempio con riguardo all'istituto della parentela, viene sancita la sussistenza del rapporto di parentela tra persone che discendono da uno stesso stipite, sia nel caso in cui la filiazione sia avvenuta all'interno del matrimonio sia in relazione a chi nasce fuori dal matrimonio e con riferimento al figlio adottivo. Quindi, questo è un aspetto molto importante perché finalmente i bambini nati fuori dal matrimonio potranno avere dei nonni, cosa che finora non era possibile.
In riferimento al riconoscimento del figlio naturale si abbassa l'età per esprimere il consenso, passando da 16 a 14 anni. Anche questo è un aspetto molto importante. Per quanto riguarda il riconoscimento del figlio naturale si sancisce, in modo chiaro e inequivocabile, che si applica non solo nei confronti del genitore, che lo effettua, ma anche nei confronti dei parenti. Quindi viene preso in considerazione l'interesse del figlio di avere un rapporto continuativo non solo nei confronti dei genitori ma anche del ramo di parentela, del nucleo parentale seppure non legato da vincolo matrimoniale.
È questo quell'interesse del minore che è l'ispiratore di questo provvedimento.
Per questo noi diciamo che si tratta di un intervento assolutamente indifferibile e assolutamente improcrastinabile. Vi sono poi anche degli elementi molto importanti di cui il Governo dovrà tenere conto nell'esercizio della delega. Ad esempio, si deve introdurre in maniera chiara la nozione di abbandono e questa avrà notevole importanza, ad esempio, per quanto riguarda la materia delle adozioni. Noi sappiamo e da anni ci battiamo perché ci siano procedure più veloci per le adozioni. Oggi chi affronta una adozione purtroppo si trova di fronte ad una autentica odissea, anni ed anni per poter dare a un bambino una casa e tanti bambini restano purtroppo confinati in istituto. Però in questa nuova definizione di stato di abbandono - questo è molto importante - si specifica Pag. 47che le condizioni di indigenza dei genitori non possono essere tenute in considerazione. Questo va nella direzione che noi della Lega Nord abbiamo sempre auspicato, prevedendo cioè la possibilità di aiutare le famiglie in difficoltà. Se ci sono dei bambini che vivono in situazione di povertà, l'espediente non deve essere quello di sottrarre questi bambini alle famiglie, ma deve essere quello di aiutarli all'interno delle famiglie, perché tutti i bambini hanno diritto alla propria famiglia d'origine, salvo che vi siano casi particolari per cui è necessaria la dichiarazione di stato di abbandono e di adottabilità.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 17,35)

CAROLINA LUSSANA. In merito alle riforme introdotte dal Senato, per quanto riguarda la riforma che sposta la competenza dal tribunale dei minori al giudice ordinario, noi come Lega Nord abbiano fatto da anni una battaglia. Anche su questo oggi esiste una discriminazione. Non si comprende perché per i figli e le questioni principali relative ai figli che nascono dal matrimonio si debba andare da un giudice ordinario, mentre per quelli che nascono fuori dal matrimonio si debba andare al tribunale dei minori. Mi auguro che questa riforma voluta dal Senato finalmente porti a quello che deve essere l'obiettivo del prossimo Parlamento, cioè quello di creare un tribunale della famiglia. Ci deve essere un unico giudice specializzato, non più un giudice speciale, come è attualmente quello del tribunale dei minori, ma un unico giudice specializzato che si occupi di tutte le questioni relative alla famiglia e di tutte le questioni relative ai minori. Quindi, speriamo che questa modifica possa andare in quella direzione. Occorre trovare le risorse per arrivare al tribunale della famiglia. Per l'altra questione, quella più delicata, che ha affrontato il Senato, forse si sarebbe dovuto riflettere di più. Abbiamo evidenziato i pro e i contro di quella modifica e il nostro gruppo, dopo una discussione, ha lasciato libertà di coscienza. Io mi auguro che il giudice comunque - perché poi ci sarà sempre il filtro da parte di un giudice - terrà conto sempre dell'interesse del minore: insomma le ragioni degli adulti, da una parte, le colpe degli adulti, dall'altra, però guardiamo veramente all'interesse del minore. Quindi mi auguro che questo non venga interpretato come una legittimazione dell'incesto, che è un reato che noi aborriamo e che deve essere punito severamente. Chi si macchia di incesto non può sicuramente essere riconosciuto come genitore di quel bambino, però equipariamo almeno sul piano dei diritti un bambino che nasce anche in condizioni chiaramente particolari, in condizioni purtroppo critiche e difficili come queste. Devo dire che il nostro gruppo aveva presentato anche degli emendamenti con i quali si escludeva l'assistenza che il minore deve riservare ai genitori. Si parla infatti di diritto all'assistenza del minore, ma esiste anche quella del minore nei confronti del genitore. Una norma molto importante di questa riforma secondo me è quella che esclude l'obbligo del minore di assistenza nei confronti del genitore quando il genitore si sia macchiato di reati di violenza nei confronti del minore. Questa ritengo sia una cosa molto importante, perché non solo si esclude l'obbligo di assistenza da parte del minore, ma il genitore può anche essere escluso dall'asse ereditario che riguarda il minore. Quindi questa è una tutela dei fanciulli, del minore, che è stata il faro ispiratore di queste norme di legge e dovrà essere il faro ispiratore per le norme che questo Parlamento approverà in futuro. Dunque, con delle criticità, noi abbiamo seguito in libertà di coscienza la strada di dire comunque sì ad un testo che non poteva rischiare, nel successivo passaggio al Senato, di non essere approvato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bindi. Ne ha facoltà.

ROSY BINDI. Signor Presidente, colleghi, signor sottosegretario, voglio innanzitutto Pag. 48ringraziare il mio gruppo per avermi affidato la dichiarazione di voto finale su questo importante provvedimento, perché altre e altri, in particolare i componenti della Commissione giustizia, che hanno lavorato molto e che voglio ringraziare in maniera particolare, avrebbero avuto titolo e competenze per svolgere questo intervento.
Credo che mi sia stato chiesto perché, nella legislatura precedente, come Ministro per le politiche della famiglia, avevo presentato un disegno di legge volto a superare definitivamente le discriminazioni tra i figli nati dentro e fuori dal matrimonio. Quel disegno di legge si arrestò per la fine della legislatura. Sono contenta, come penso ciascuno di noi, oggi, nel constatare che, al termine di questa legislatura, noi riusciamo a dare al nostro Paese una legge di civiltà.
Oggi Francesco, 28 anni, che ha perso il padre quando ne aveva 10, vede finalmente riconosciuto il suo diritto ad appartenere a pieno titolo alla famiglia paterna. Non dovrà più sentirsi un parente di serie B per il fatto che i suoi genitori non erano sposati. Quando pochi anni fa sono morti anche i nonni, Francesco non ha potuto ereditare alcunché perché niente era dovuto a un «nipote fantasma». È tardi per avere l'eredità, ma non è troppo tardi per sanare almeno una ferita affettiva.
Oggi Chiara, 9 anni, continuerà a giocare con gli stessi coetanei che finalmente sono diventati suoi cuginetti. Nessuno le aveva ancora detto che in realtà non lo erano e che per legge i cugini con cui sta crescendo erano per lei degli estranei, come gli zii, i nonni e gli altri parenti, a parte mamma e papà. Chiara ha la fortuna di essere troppo piccola per aver saputo in quale maglia di arretratezza culturale era incappata solo perché figlia di una coppia di fatto.
Oggi Giulia, 20 anni, che invece ha scoperto da tempo di non essere la nipote legale della nonna molto amata e non glielo ha rivelato per non darle un grande dolore, andrà sicuramente ad abbracciarla. Nulla sarà cambiato nell'affetto che la lega alla nonna, se non la soddisfazione di sapere che finalmente è stato fatto l'ultimo passo per l'equiparazione giuridica tra i figli legittimi e i figli naturali.
Matteo è nato lo scorso 13 novembre. È il terzo figlio di Margherita. Suo fratello e sua sorella sono figli del precedente matrimonio, mentre Matteo è nato dall'unione di fatto della madre con il suo nuovo compagno. L'approvazione di questa legge sarà il regalo più bello della sua venuta al mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Credo che debba essere sottolineata la maturità di questa Camera, che, in terza lettura, ha approvato un testo che è ritornato dal Senato con norme che questa Camera non aveva voluto e sulle quali, come abbiamo ascoltato oggi - ma ben sappiamo quanto lavoro è stato fatto in Commissione - era tutt'altro che scontato il consenso.
Nel disegno di legge proposto dall'allora Governo Prodi le norme sul riconoscimento del figlio nato da un rapporto incestuoso non erano state introdotte. Ho ascoltato con molta attenzione le argomentazioni che sono state espresse dalle due parti che, in qualche modo, si sono confrontate.
Credo che siano tutte degne di attenzione e dopo averle ascoltate non solo sono convinta che non potevamo modificare ancora questo provvedimento - pena non vederlo davvero definitivamente approvato neppure in questa legislatura -, ma credo anche che, pur nella perfettibilità delle norme, vi siano delle ragioni che ci fanno dire oggi che abbiamo fatto bene ad approvare questa proposta di legge anche con il contenuto delle norme che il Senato della Repubblica ha introdotto autonomamente.
Pregherei i colleghi, i quali ho ascoltato con molta attenzione e che, invece, erano contrari a questa approvazione, di provare a cogliere gli aspetti assolutamente positivi delle norme che abbiamo introdotto e ad evitare di comunicarle anche all'esterno, penso in maniera particolare alla sensibilità del mondo cattolico su queste norme. Pag. 49
Rompere il tabù della irriconoscibilità di un figlio nato da un rapporto incestuoso non vuol dire assolutamente legittimare l'incesto, soprattutto quando questo è accompagnato da violenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non ci mettiamo sempre e comunque su questo strano piano inclinato che ci impedisce di dare al nostro Paese leggi di civiltà, sempre per un atteggiamento che rischia di essere più moralistico che obiettivo rispetto alle situazioni. Soprattutto, evitiamo di dire ciò che non c'è. Non è vero che chi si è macchiato del reato di incesto potrà esercitare la patria potestà. Il riconoscimento di un figlio non porta con sé automaticamente l'esercizio della patria potestà.
In particolar modo, aggiungo che, in questa riflessione che ho fatto con molta attenzione, mi ha convinto una citazione di Alfredo Carlo Moro secondo cui questo residuo divieto di riconoscimento appare più come una punizione per i genitori incestuosi che una tutela dei minori i quali continuano a subire discriminazioni nell'ordinamento giuridico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questo aspetto va sanato e va sanato, da questo punto di vista, il nostro atteggiamento.
Senza togliere al legislatore del futuro la possibilità di ritornare su questo argomento, credo che oggi dobbiamo davvero essere soddisfatti del lavoro che abbiamo fatto. In questa legislatura così complessa regaliamo al nostro Paese una legge di civiltà. Era quasi impensabile che ancora vi fosse un retaggio di tanta arretratezza, una arretratezza che, lasciatemelo dire, mi ricordava in qualche modo il Don Gesualdo del 1889 dove la «roba» tutto involveva, a cominciare dalla verità, per non consentire al figlio, frutto di una trasgressione da tenere nascosta, di partecipare ai beni della famiglia. Una norma assolutamente arretrata ed incivile oggi, di fronte al cambiamento profondo che è in atto nella nostra società. Oggi un figlio su quattro di quelli che vengono al mondo nasce in una unione di fatto. Sono 120 mila bambini all'anno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Non era pensabile che il nostro ordinamento avesse un atteggiamento discriminatorio nei confronti di questi bambini che sono uguali a tutti gli altri e che erano privati della loro famiglia, dei nonni, degli zii, dei cugini, dei fratelli, delle sorelle. Noi, in questo senso, facciamo un passo avanti estremamente significativo.
Mi sia consentito dire che con questo provvedimento noi, di fatto, eliminiamo anche le conseguenze discriminatorie nei confronti dei figli che possono discendere da una libera scelta o da una situazione costrittiva dei loro genitori. Credo che l'articolo 29 della nostra Costituzione sia un articolo fondamentale, dove si parla di famiglia fondata sul matrimonio, ma ritengo che oggi molte delle famiglie italiane siano fondate su unioni di fatto e credo che non possiamo far ricadere la libertà di scelta dei genitori sulla personalità giuridica dei loro figli. Quindi, in qualche modo, da oggi riconosciamo anche un esercizio ad una libertà che la nostra Costituzione non nega, pur affidando alla famiglia quella priorità e quel primato che giustamente le viene riconosciuto.
Un'ultima parola, signor Presidente. Credo che per completare questo lavoro si debba davvero auspicare che nella prossima legislatura il nostro Paese abbia l'istituzione del tribunale per la famiglia. In questo provvedimento si fa un passo avanti anche in tal senso. Si fa un passo avanti dando un unico giudice a tutti i minori e a tutti i figli, ma credo si debba davvero affidare ad un giudice specializzato una problematica che diventa sempre più ricca e sempre più forte nella vita del nostro Paese.
In conclusione, dopo che questo Parlamento ha approvato mozioni impegnative per la giornata dell'infanzia, oggi dà attuazione ad una parte importante di quelle mozioni, perché non solo toglie ogni discriminazione nell'ordinamento, ma affida al Governo una legge che consente la revisione di parti importanti del codice civile, cosicché finalmente i bambini non sono soltanto le donne e gli uomini di Pag. 50domani: sono le persone di oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, vi è una parte di questo provvedimento, che è condensata nel primo articolo, ed è quella parte dove si chiede, con le modifiche introdotte al codice civile, di sostituire le parole «figli legittimi» e «figli naturali», ovunque ricorrano, con la parola «figli».
Credo che questo sia il nucleo centrale del provvedimento al nostro esame, dal momento che diverse legislature si sono susseguite con diversi tentativi, mai andati a buon fine, di arrivare a questa equiparazione, richiesta a gran voce dalla società civile, dalle mutate condizioni delle famiglie italiane e anche da esigenze indispensabili di aggiornamento del diritto di famiglia.
Non credo che il diritto di famiglia possa rimanere statico di fronte ad avvenimenti che stanno sconvolgendo la nostra società, di fronte ad avvenimenti che colpiscono - ad esempio attraverso l'emigrazione - la stessa identità del nostro tessuto sociale, di fronte a nuove emergenze, che fanno sì che la strada scelta di allevare i figli attraverso quell'unione naturale del matrimonio venga oggi affiancata sempre di più, come poco fa è stato ricordato, anche da figli che nascono e crescono al di fuori della famiglia, intesa questa come quella derivante dal matrimonio.
Ebbene, a distanza di tanti anni e di tante legislature, credo che la soddisfazione della Camera e dei colleghi, che per primi hanno avviato il percorso normativo di questo provvedimento, debba oggi farci superare anche le divergenze e i punti di vista differenti, che pur si sono misurati e si sono confrontati anche di fronte a situazioni delicate, complesse, che hanno trovato un voto di maggioranza e non, come magari molti avrebbero preferito o auspicato, un voto ancora più consistente.
Oltre a questo aspetto va segnalato l'altro argomento, introdotto attraverso alcune modifiche alle disposizioni processuali. È stata ricordata l'inadeguatezza e non può suonare come un'offesa a chi, dal suo punto di vista giustamente, difende l'esistenza del tribunale dei minori, ma che oggi richiede attenzione da parte di magistrati, che molto spesso sono uomini e donne, che vivono la loro esistenza all'interno delle famiglie, che hanno strumenti diversi rispetto a quelli di un tempo, affiancandosi ai problemi che vengono sottoposti alle aule giudiziarie, e che hanno soprattutto la possibilità, attraverso un superamento, che ancora oggi purtroppo le Aule del Parlamento non sono riuscite a produrre, ma che potrebbe vedere in quel punto finale di arrivo, e cioè il tribunale della famiglia, un altro tassello importante per far fronte a quelle esigenze e a quelle necessità, che abbiamo più volte rappresentato anche attraverso i nostri interventi in quest'Aula.
Quindi un superamento di quella attuale situazione, già annunciato da alcune disposizioni normative del provvedimento, non è sicuramente un vulnus rispetto alle competenze generalmente riconosciute anche da sentenze della Corte costituzionale al Tribunale per i minorenni, ma è un superamento che può avvenire allorché con attenzione, capacità, professionalità ed intelligenza il Parlamento, penso ormai quello futuro, potrà affrontare con attenzione anche questo passaggio. E non possiamo dimenticare come all'interno di quelle disposizioni che modificano l'ordinamento processuale ve ne siano alcune di immediata applicazione che servono a garantire l'efficacia di quegli strumenti che sono schierati a fianco di chi deve essere tutelato e cioè il minore nella famiglia, soprattutto quando la famiglia affronta situazioni patologiche come la separazione e il divorzio. E ora anche qui bene ha fatto la Camera ad affrontare con coraggio quelle modifiche che ci sono venute dal Senato per ridisegnare alcuni istituti, coordinandoli, laddove sia necessario, con le questioni che vengono sottoposte oggi al tribunale ordinario in casi di separazione Pag. 51o di scioglimento del matrimonio. Si tratta non di un arretramento ma di un coordinamento necessario che sono convinto, attraverso anche la capacità di molti magistrati che operano ed opereranno in questo settore, sarà foriero di una maggiore attenzione proprio all'interno di quelle situazioni familiari che vengano rimesse all'attenzione diretta del Tribunale ordinario.
Vi è poi la questione interessante di una delega per riordinare numerose disposizioni, e tra queste io mi permetto di sottolineare un'altra questione che rimane sospesa e che meriterebbe un ulteriore incisivo intervento, quella relativa certo allo stato di adottabilità dei minori, ma quella di un rafforzamento della capacità anche di adottare minori che oggi sono privi dei nuclei familiari, privi di tutela e sono, spesso, affidati agli istituti. Credo che un altro passo avanti coraggioso che il Parlamento del prossimo futuro dovrà affrontare è quello di rivedere questa normativa per affrontare con maggior decisione e vorrei dire con maggior coraggio anche la tutela nei confronti di quei minori che ne hanno molto probabilmente maggiore esigenza e maggiore necessità.
Vorrei concludere questo mio intervento, rammentando anche quel passaggio controverso che abbiamo affrontato nella discussione odierna. Io credo, come ho cercato di dire nel mio precedente intervento, che una delle pagine più belle sia stata scritta oggi in questa Aula, licenziando definitivamente questo provvedimento anche nel confronto tra posizioni dialettiche divergenti. Io non sono convinto che si possa, quasi si trattasse di porre su una bilancia gli argomenti, ritenere completamente nel giusto gli uni o completamente nell'errore gli altri. Credo che quello che è emerso da questo confronto sia soprattutto la passione di alcuni colleghi nei confronti di temi che ciascuno di noi può affrontare in maniera differente a seconda della sua formazione culturale, della sua fede religiosa, delle sue convinzione personali. E il frutto della discussione in questo Parlamento passa anche attraverso un confronto aspro, come in alcuni casi è avvenuto. Quindi, cara collega Bindi, rimuoviamo gli argomenti che ciascuno di noi, magari anche per esperienza nel dibattito parlamentare utilizza, ma quello che noi oggi abbiamo ottenuto è il confronto serio e profondo su una questione che non si chiude qui, e mi riferisco anche a quella norma che apre alla possibilità della perfetta equiparazione anche a quei figli più sfortunati perché messi al mondo in condizioni differenti e non eguali (ecco dove sta la questione di fondo) e sicuramente anche in prospettiva futura potrà essere il frutto di un monitoraggio, di un approfondimento; si tratta di un tema - dobbiamo riconoscerlo - che è stato inserito al Senato, sicuramente come frutto di un desiderio che tuttavia avrebbe meritato un approfondimento maggiore.
Dire questo non significa sminuire anche l'approvazione di quel passaggio, ma significa rendersi conto di come alcune questioni rimesse all'esame del Parlamento non siano mai definitivamente affrontate e decise, ma debbano essere il frutto di un aggiornamento continuo, soprattutto quando esse intervengono e dispongono in settori tanto delicati come quelli dei diritti della persona. Quindi, anche con il superamento di questa fase, noi consegniamo oggi all'ordinamento nazionale un ulteriore passo in avanti.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MANLIO CONTENTO. Di questo passo in avanti beneficeranno non soltanto i minori tutelati, ma l'intera comunità nazionale, a cominciare dalla sua cellula essenziale, che rimane quella famiglia fondata sul matrimonio a cui dobbiamo guardare per rafforzare naturalmente anche la struttura sociale a cui facciamo tutti riferimento. Quindi, in questa equiparazione, noi raggiungiamo anche quell'alto valore simbolico di parlare esclusivamente di figli, perché ad essi guarda questo provvedimento, perché rappresentano, comunque e sempre, il futuro della nostra comunità nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, intervengo brevemente per sottolineare che la materia di cui ci stiamo occupando rappresenta una necessità sociale, prima e oltre che politico-giuridica. Da più parti ed in più occasioni è stato manifestato il consenso rispetto alla necessità di adattare le disposizioni sulla filiazione naturale alle mutate esigenze sociali per le quali la condizione di figlio naturale e quella di figlio legittimo meritano di essere equiparate.
Ad oggi, non posso che esprimere massimo consenso per l'approvazione di questo testo, che mi sembra, tutto sommato, una buona sintesi delle esigenze sociali, politiche e giuridiche emerse nel corso del lungo iter legislativo. Resto convinto che, specie con riguardo a materie così pregnanti, il Parlamento abbia il dovere di svolgere la propria funzione legislativa scevro da condizionamenti di stampo moralistico.
Nonostante il dibattito sul comma 3 dell'articolo 1 sia stato molto acceso - ma, comunque, si è trattato di un dibattito di altissimo profilo come poche volte è accaduto in questa legislatura -, non possiamo permetterci di perdere l'occasione di varare un provvedimento quanto mai necessario, volto a tutelare i figli, ad azzerare le differenze tra figli naturali e legittimi, ponendo fine a quello che, ad oggi, rappresenta una vera e propria tara sociale. Votare a favore di questo provvedimento, oggi, per me, rappresenta un preciso obbligo istituzionale nei confronti della società che ce lo chiede (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, voglio preannunziare il mio voto in dissenso dal gruppo perché, avendo io stessa presentato un provvedimento che voleva garantire ai minori nati fuori dal matrimonio, ai figli naturali o, comunque sia, ai bambini, il diritto ad una famiglia che avesse vincoli più allargati, più profondi, più forti - il diritto ai nonni, il diritto a rapporti con i cugini, con gli zii e con i fratelli e la possibilità di partecipare dell'asse ereditario -, avendo presentato un provvedimento che era totalmente inclusivo della salute positiva della famiglia, sostengo che questo progetto di legge che, a distanza di un anno, noi oggi riapproviamo, esca con un vulnus molto grave. E questo vulnus grave, per tutta l'opinione pubblica, resterà il progetto di legge che è tornato alla Camera, perché nella Camera e dalla Camera si riconoscesse all'incesto una sorta, in qualche modo, di normalizzazione o di riduzione della dimensione vergognosa che rappresenta in tutta l'opinione pubblica (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico).
Questa sarà la percezione che giustifica il nuovo passaggio di questo provvedimento alla Camera, perché questo provvedimento era già uscito dalla Camera un anno fa e conteneva tutti gli elementi positivi su cui noi abbiamo lavorato e su cui ci siamo intrattenuti in queste ore, nella giornata di oggi. Tutto il bene di questo provvedimento era già presente un anno fa nel testo che abbiamo trasmesso al Senato; quello che è tornato, torna con un vulnus e questo vulnus si chiama incesto. In questo senso preferisco votare in dissenso dal mio gruppo (Applausi del deputato Polledri).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantovano. Ne ha facoltà.

ALFREDO MANTOVANO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per dichiarare il mio voto contrario a questo provvedimento. Nel 1969, sulla rivista Tout n. 12, Jean Paul Sartre scriveva testualmente: «Quanto alla famiglia, scomparirà (...) soltanto quando avremo cominciato a sbarazzarci del tabù dell'incesto (...); la libertà deve essere pagata a questo Pag. 53prezzo». Oggi, signor Presidente, onorevoli colleghi, la Camera dei deputati paga questo prezzo, dando ragione a uno dei cattivi maestri del Novecento e calpestando argomentazioni non confessionali o moralistiche ma di inconfutabile e oggettivo diritto positivo e logica di ordinamento. Una legislatura che ha fatto molto poco per la famiglia si conclude con la formalizzazione dell'incesto in ossequio ad un ideologismo post-sessantottino. Il voto non può che essere contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, anch'io intervengo per preannunziare il mio voto contro questa legge in dissenso da quanto indicato dal gruppo - e ringrazio per la libertà di coscienza che davo per scontata - perché questa intrusione dell'argomento dell'incesto, l'ho detto anche nel corso della discussione sulle linee generali e l'ho ribadito in quest'Aula oggi, poteva essere una questione risolta. Bastava la volontà politica di farlo. Registro con rammarico la mancata volontà politica di quest'Aula di eliminare questo problema; avremmo votato volentieri una legge che avrebbe avuto il massimo consenso di tutti e anche della società civile, delle associazioni, delle associazioni di magistrati e quant'altro, che seguono con passione questo provvedimento. Questa volontà politica non c'è stata; passa una legge che, a mio avviso, dovrà essere ripresa, e mi auguro che lo sia, nella prossima legislatura. L'incesto va affrontato con calma proprio perché qui ci sono state argomentazioni molto articolate e anche molto importanti e interessanti; bastava stralciarlo per poterci ragionare con calma e affrontare seriamente, e non a colpi d'ascia, un argomento così delicato e così grave. Vi ero lo spauracchio che questo provvedimento non sarebbe più stato approvato perché chissà cosa poteva succedere al Senato; mi permetto di ricordare che abbiamo approvato leggi che trattavano centinaia di migliaia di miliardi di euro in una settimana. Questo argomento è specioso, non sta assolutamente in piedi, e quindi la Camera si è assunta una grave responsabilità che io non condivido, però esprimo il mio parere perché penso che sarebbe stato possibile raggiungere un grande risultato. Così, invece, avremo grandi polemiche e non è vero che tutto il mondo che ci segue fuori da quest'Aula è d'accordo con quello che è avvenuto e con i voti che abbiamo espresso. Mi ritengo libera di poter ribadire tutto il mio dissenso e mi auguro che la prossima legislatura qualcosa di meglio saprà fare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Garagnani. Ne ha facoltà.

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, anche io intervengo per motivare il mio dissenso a questa legge che, dal mio punto di vista, sicuramente, non contesto per le modalità con cui garantisce ai figli nati fuori del matrimonio gli stessi diritti dei bambini nati nel matrimonio ma per quell'accenno, appunto, all'incesto che, come è stato detto autorevolmente da alcuni colleghi - cito solo l'onorevole Binetti e l'onorevole Mantovano - inserisce un vulnus pericolosissimo che altera quell'equilibrio sul quale si basa la famiglia e si basano i rapporti umani e i rapporti che intercorrono fra bambino e genitori.
Alla luce di questo, un particolare, che può apparire di lieve entità nel contesto del provvedimento che garantisce diritti essenziali che nessuno, almeno per quanto mi concerne, intende mettere in discussione, però fondamentale, è stato sottovalutato, anche, come è stato detto, con una sorta di terrorismo in Aula da colleghi che dicono che, altrimenti, il provvedimento non potrà esplicare tutti i suoi effetti se ci blocchiamo su questo punto. Io respingo questa minaccia, questa sottovalutazione di questo aspetto, ed esprimerò, pertanto, il mio voto contrario al provvedimento, che, invece, in un'altra modalità e in un altro contesto avrei approvato sicuramente.

Pag. 54

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Renato Farina. Ne ha facoltà.

RENATO FARINA. Signor Presidente, anch'io voterò contro questo provvedimento, con molta amarezza, perché era un provvedimento eccellente, ma inquinato da quel punto. Spiegherò il mio dissenso così. Michel Foucault, quando fece la storia delle teorie dell'incesto partendo da Durkheim, che l'aveva studiato tra gli aborigeni australiani e che lo riteneva frutto della negazione di una positività, per poi passare a Levi-Strauss, che invece lo riteneva pura negazione, applicò questo stesso discorso sostenendo l'irragionevolezza dell'incesto. Oggi, per applicarla alla storia delle idee, dovrebbe diventare invece l'elogio di una follia e studiò a questo punto la follia. Io credo che in questo momento, per un istante, mettersi contro questa deriva della storia, che travolge quello che di fatto era ritenuto tabù, sia una strana follia. Io, quindi, voterò sanamente contro.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2519-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato dei progetti di legge n. 2519-B ed abbinati, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Donadi, Lo Presti, Bruno, Goisis, Razzi, Scalera, De Pasquale, Cesaro, Nilo, Misuraca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Popolo della Libertà - Vedi votazioni).

«Mussolini e Carlucci; Bindi ed altri; Palomba e Borghesi; Capano e Ferranti; d'iniziativa del Governo; Binetti ed altri; Brugger e Zeller: Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali» (Approvati, in un testo unificato, dalla Camera e modificato dal Senato) (2519-3184-3247-3516-3915-4007-4054-B):

(Presenti 455
Votanti 397
Astenuti 58
Maggioranza 199
Hanno votato
366
Hanno votato
no 31).

Inversione dell'ordine del giorno (ore 18,10).

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, intervengo soltanto per agevolare i lavori d'Aula, visto anche che risulta un accordo tra tutti i gruppi. Pertanto, chiederemmo l'inversione dei punti all'ordine del giorno, nel senso di passare direttamente al punto n. 4, ovvero al seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge riguardanti norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni - e non ve ne sono -, la proposta di inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare direttamente al punto 4, recante il seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge recanti norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa Pag. 55e delle politiche dell'Unione europea, si intende accolta dall'Assemblea.
(Così rimane stabilito).

Seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge: Buttiglione ed altri; Stucchi ed altri; Gozi ed altri; Pescante ed altri; d'iniziativa del Governo: Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea (Approvati, in un testo unificato, dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 2854-2862-2888-3055-3866-B) (ore 18,11).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge, già approvati, in un testo unificato, dalla Camera e modificato dal Senato, d'iniziativa dei deputati Buttiglione ed altri; Stucchi ed altri; Gozi ed altri; Pescante ed altri; d'iniziativa del Governo: Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea.
Ricordo che nella seduta del 26 novembre 2012 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.
Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati).

(Esame degli articoli - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato dei progetti di legge.
Avverto che non saranno posti in votazione gli articoli 16, 18, 45, 46, 48, 50, 51, 52, 55, 56, 58, 59 e 60, in quanto non modificati dal Senato.
Non saranno altresì posti in votazione gli articoli 43 e 57, che recano modifiche esclusivamente conseguenti a cambiamenti intervenuti nella numerazione degli articoli del provvedimento.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Laboccetta, Fitto, D'Ippolito Vitale, Lo Presti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 441
Maggioranza 221
Hanno votato
441).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calderisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 426
Maggioranza 214
Hanno votato
426).

Pag. 56

Prendo atto che il deputato Verducci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Capano, Vico, Pianetta, Mario Pepe (Misto-R-A), Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 442
Maggioranza 222
Hanno votato
442).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Carfagna, Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 448
Maggioranza 225
Hanno votato
448).

Prendo atto che il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 449
Maggioranza 225
Hanno votato
449).

Prendo atto che il deputato Distaso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Traversa, Gasbarra, Bellanova?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni). Pag. 57

(Presenti e votanti 447
Maggioranza 224
Hanno votato
447).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 445
Maggioranza 223
Hanno votato
445).

Prendo atto che il deputato Verducci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Marchioni?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 451
Maggioranza 226
Hanno votato
451).

Prendo atto che il deputato Duilio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Traversa, Verducci, Pionati?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 450
Maggioranza 226
Hanno votato
450).

Prendo atto che il deputato Nola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Divella, Mondello, De Nichilo, Antonino Russo?
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 58
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 452
Votanti 451
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato
451).

Prendo atto che il deputato Nola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Patarino, Lussana, Traversa, Mondello, Pionati, Iannuzzi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 455
Votanti 454
Astenuti 1
Maggioranza 228
Hanno votato
454).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Patarino, Lussana, Vico?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 453
Votanti 452
Astenuti 1
Maggioranza 227
Hanno votato
452).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Ria, Granata, Traversa?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 453
Votanti 452
Astenuti 1
Maggioranza 227
Hanno votato
452).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 59

Onorevole Narducci... onorevole Vella... onorevole Carlucci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 451
Votanti 450
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato
450).

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lussana... onorevole Della Vedova... onorevole Pizzolante...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 453
Maggioranza 227
Hanno votato
453).

Prendo atto che il deputato Pompili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pelino... onorevole Ruben... onorevole Patarino... onorevole Maurizio Turco... onorevole Verducci... onorevole Lussana...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 453
Maggioranza 227
Hanno votato
453).

(Esame dell'articolo 19 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lussana... onorevole Traversa... onorevole Crolla... onorevole Mottola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 454
Maggioranza 228
Hanno votato
454).

Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 20 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), Pag. 60al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vella... onorevole Garagnani... onorevole Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 452
Maggioranza 227
Hanno votato
452).

Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 21 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pizzolante...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 452
Maggioranza 227
Hanno votato
452).

Prendo atto che il deputato Piffari ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 22 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Della Vedova... onorevole Sbai...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 454
Maggioranza 228
Hanno votato
454).

(Esame dell'articolo 23 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Crosetto... onorevole Mondello... onorevole Touadi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 451
Maggioranza 226
Hanno votato
451).

Pag. 61

(Esame dell'articolo 24 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mondello, Pizzolante, Ciccanti, Pes, Codurelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 454
Maggioranza 228
Hanno votato
454).

Prendo atto che il deputato Gianni Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 25 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Perina, Vella, Nola, Laganà Fortugno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 449
Maggioranza 225
Hanno votato
449).

(Esame dell'articolo 26 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sisto, Vella, Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 452
Maggioranza 227
Hanno votato
452).

(Esame dell'articolo 27 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli De Nichilo Rizzoli, Damiano, Pionati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 450
Maggioranza 226
Hanno votato
450).

Pag. 62

(Esame dell'articolo 28 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Ruggeri, Pelino, Mondello, Gianni Farina, Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 451
Votanti 450
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato
450).

(Esame dell'articolo 29 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Capitanio Santolini, Lussana, Vella, Traversa, Pizzolante, Fioroni, Verducci, Landolfi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 454
Votanti 453
Astenuti 1
Maggioranza 227
Hanno votato
453).

(Esame dell'articolo 30 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Lussana, Traversa, Cesario, Damiano, Piccolo, Simeoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 452
Maggioranza 227
Hanno votato
452).

(Esame dell'articolo 31 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli De Nichilo Rizzoli, Traversa, Lussana, Golfo, Dionisi, Pezzotta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 445
Votanti 444 Pag. 63
Astenuti 1
Maggioranza 223
Hanno votato
444).

(Esame dell'articolo 32 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Verducci, Lussana, Pili, Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 448
Votanti 412
Astenuti 36
Maggioranza 207
Hanno votato
412).

(Esame dell'articolo 33 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Sereni, Pili, Mazzuca, Damiano, Viola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 450
Votanti 449
Astenuti 1
Maggioranza 225
Hanno votato
449).

(Esame dell'articolo 34 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sarubbi, Lussana, Vico, Verducci, Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 448
Maggioranza 225
Hanno votato
448).

(Esame dell'articolo 35 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 35 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lussana, Carfagna, Coscia, Traversa, Verducci, Golfo, Calderisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 448
Votanti 446 Pag. 64
Astenuti 2
Maggioranza 224
Hanno votato
446).

(Esame dell'articolo 36 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 36 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 36.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Garagnani, Ciccioli, La Malfa, Nunzio Francesco Testa, Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 440
Votanti 438
Astenuti 2
Maggioranza 220
Hanno votato
438).

(Esame dell'articolo 37 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 37 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lussana, Calvisi, Valducci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 431
Votanti 430
Astenuti 1
Maggioranza 216
Hanno votato
430).

(Esame dell'articolo 38 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 38 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 38.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Sempre l'onorevole Lussana... L'onorevole Milo ha votato... L'onorevole Lussana ha votato (veramente non vedo se ha votato)... L'onorevole Verducci ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 437
Votanti 436
Astenuti 1
Maggioranza 219
Hanno votato
436).

(Esame dell'articolo 39 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Sempre l'onorevole Lussana... Onorevoli Bossa, Frassinetti, Crosio, Picierno... Ancora l'onorevole Crosio. Ci siamo.
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 65
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 435
Votanti 434
Astenuti 1
Maggioranza 218
Hanno votato
434).

(Esame dell'articolo 40 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 40 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 40.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Lussana, Volontè, Cesario, Codurelli, D'Anna, Casini, Mario Pepe... Ci siamo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 437
Votanti 436
Astenuti 1
Maggioranza 219
Hanno votato
436).

(Esame dell'articolo 41 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 41 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 41.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Ria, Vella, Della Vedova, Lussana, Casini, Gasbarra, Verducci, Ciccioli, Mondello, De Camillis... Da qui non vedo: chi ha alzato la mano? L'onorevole De Camillis? Abbia fiducia, onorevole De Camillis! Anche l'onorevole De Camillis ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 436
Votanti 435
Astenuti 1
Maggioranza 218
Hanno votato
435).

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 42 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 42 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 42.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Frassinetti, Ghizzoni, Pizzolante...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 435
Votanti 434
Astenuti 1
Maggioranza 218
Hanno votato
434).

Pag. 66

(Esame dell'articolo 44 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 44 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 44.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lussana, che ormai è abbonata. No, ha votato! Perché dite queste cose? Onorevoli Garagnani, Cesaro, Vella, Poli, Lo Monte, Mondello, Mantini... Anche lei? Lei è milanese, tecnologico. L'onorevole Poli ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 435
Votanti 433
Astenuti 2
Maggioranza 217
Hanno votato
433).

(Esame dell'articolo 47 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 47 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 47.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Sempre l'onorevole Vella. Onorevoli Frassinetti, Cesaro, Milo, D'Anna, Landolfi, La Malfa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 437
Votanti 435
Astenuti 2
Maggioranza 218
Hanno votato
435).

(Esame dell'articolo 49 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 49 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 49.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Mazzuca, D'Anna, Lussana, Fabi, Centemero, Iannuzzi, Laganà Fortugno che è ancora in difficoltà. Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 437
Votanti 404
Astenuti 33
Maggioranza 203
Hanno votato
404).

(Esame dell'articolo 53 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 53 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 53.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lussana, Pizzolante, Traversa, Crosetto, Cesaro, Mondello, D'Anna... Pag. 67
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 433
Votanti 431
Astenuti 2
Maggioranza 216
Hanno votato
431).

Prendo atto che il deputato Verducci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 54 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 54 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 54.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Lussana, Garagnani, Lo Monte, Vassallo, Verducci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 434
Votanti 432
Astenuti 2
Maggioranza 217
Hanno votato
432).

(Esame dell'articolo 61 - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 61 (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 61.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Farina Coscioni, Della Vedova, Codurelli, Marchioni, Di Girolamo, Mazzoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 432
Votanti 430
Astenuti 2
Maggioranza 216
Hanno votato
430).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2854-B ed abbinati).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Pini n. 9/2854-B/1, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: sopprimere l'ottavo capoverso della premessa. Il Governo accetta l'ordine del giorno Maggioni n. 9/2854-B/2, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: nella premessa, sopprimere il terzo e il quarto capoverso; nel dispositivo, al primo capoverso, sostituire le parole «meno avanzati rispetto agli standard europei» con le seguenti «differenti rispetto agli standard europei»; al terzo capoverso, sostituire le parole «forme di protezione» con le parole «legittime forme di tutela». Il Governo accetta l'ordine del giorno Consiglio n. 9/2854-B/3.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Stucchi n. 9/2854-B/4, purché riformulato nel senso di espungere il quinto, il sesto e il settimo capoverso delle premesse e di sostituire il Pag. 68dispositivo con il seguente: «a valutare l'opportunità di farsi promotore del progetto di una Europa che superi definitivamente gli Stati nazionali per rendere protagonisti i popoli e le regioni dell'Europa, attraverso meccanismi democratici».
Il Governo accetta, infine, l'ordine del giorno Contento n. 9/2854-B/5.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Pini n. 9/2854-B/1 e Maggioni n. 9/2854-B/2, accettati dal Governo, purché riformulati.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Consiglio n. 9/2854-B/3, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Stucchi n. 9/2854-B/4, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Contento n. 9/2854-B/5, accettato dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, mi richiamo totalmente al mio intervento svolto in sede di discussione sulle linee generali per dire che noi stiamo discutendo soltanto delle parti modificate dal Senato. Qualcosa è cambiato: in generale, positivamente; in qualche caso, esprimiamo delle riserve.
Come dicevo ieri, in sede di discussione sulle linee generali, in merito al fatto che vi sia un contingente di 20 unità da utilizzare per far funzionare il CIACE, che è il Comitato che dovrà seguire le vicende che attengono alla partecipazione dell'Italia al processo di formazione e attuazione del bilancio e delle politiche dell'Unione europea, è vero che si tratta di personale in posizione di comando che proviene da altre amministrazioni, ma questo vuole dire che non era utile da qualche altra parte.
Forse, si poteva evitare di applicare il turnover e comunque si poteva evitare di sostituire tale personale, risparmiando così sulla spesa pubblica. Credo che abbiamo bisogno di eliminare strutture e sovrastrutture che sono sicuramente più del necessario, e quindi spesso pleonastiche e tante volte inutili, e non crearne di nuove.
Per quanto riguarda il resto, come dicevo ieri, vi sono norme più pregnanti, perché rendono più pregnante la partecipazione del Parlamento al processo decisionale. Ad esempio, quanto previsto dall'articolo 3 e il fatto che, come previsto dall'articolo 9, le Camere possano comunque intervenire anche in via residuale, mi sembra che rendano possibile al Parlamento di essere presente in misura più incisiva nella fissazione delle politiche dell'Unione europea.
Ritengo particolarmente utile, poi, la modifica introdotta che attiene agli aiuti di Stato in caso di calamità; ciò perché tende a stabilire delle regole che dovranno essere applicate su tutto il territorio nazionale, che fanno sì che vi sia un'identità di comportamento indipendentemente dallo specifico caso di calamità. Purtroppo, abbiamo assistito a un comportamento in senso contrario in molte vicende degli anni recenti, quando, per ogni calamità, si interveniva in modo difforme, per cui, in alcuni casi, i danneggiati avevano aiuti maggiori rispetto ad altri casi relativi a situazioni molto simili o identiche, persino in caso di terremoti.
Quindi, credo che questa norma sia da ritenere assolutamente utile. Complessivamente, confermo il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

Pag. 69

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Razzi. Ne ha facoltà.

ANTONIO RAZZI. Signor Presidente, consegno il testo del mio intervento e a nome del gruppo Popolo e Territorio annuncio il voto favorevole al provvedimento in oggetto.
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Razzi, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galli. Ne ha facoltà.

DANIELE GALLI. Signor Presidente, io non consegnerò il testo della mia dichiarazione di voto, quindi interverrò per una decina di minuti.
Il provvedimento in oggetto si propone, essenzialmente, di porre il sistema Italia nelle condizioni di essere efficiente ed efficace nel relazionarsi con le strutture comunitarie e nel recepimento delle direttive emesse dalla Comunità.
Il testo in approvazione ha subito delle modifiche da parte del Senato durante un iter procedurale particolarmente lungo che si è protratto per circa un anno e mezzo, come purtroppo avviene con costanza negativa per tutto ciò che riguarda i fatti comunitari. Questo testo, come oggi approvato, avviene a tre anni dall'approvazione del Trattato di Lisbona, pur essendo la materia trattata quanto mai necessaria ed urgente in quanto consentirà di rendere più efficaci e tempestivi i rapporti tra le strutture nazionali e quelle comunitarie, ottimizzando, nell'ambito delle rispettive competenze, la giusta sinergia e consentendo alla politica italiana di essere finalmente costruttivamente più presente sullo scenario comunitario.
Nelle modifiche approvate dal Senato il riferimento al Ministro per le politiche europee è stato opportunamente sostituito con quello al Ministro per gli affari europei tenendo conto della delega di funzioni al medesimo Ministro di cui al precedente decreto del Consiglio dei Ministri del 13 dicembre 2011.
La legge disciplina la partecipazione dell'Italia, oltre che alla predisposizione degli atti UE, anche alla formazione delle decisioni, generalmente includendo anche le deliberazioni di natura politica e garantisce, oltre all'adempimento degli obblighi, l'esercizio dei poteri derivanti dall'appartenenza all'Unione europea, richiamando le prerogative di intervento riconosciute dai trattati ai parlamenti nazionali. Questo è importantissimo.
Di particolare rilevanza è la partecipazione del Parlamento alla definizione della politica europea dell'Italia, quindi al processo di formazione degli atti europei attraverso le seguenti possibilità: obblighi di informazione e consultazione del Governo verso il Parlamento, assicurando la funzione del Presidente del Consiglio o del Ministro per gli affari europei quale raccordo con il Parlamento e con le Commissioni competenti per materia; consultazione periodica delle Camere nelle procedure relative all'equilibrio di bilancio, al coordinamento delle politiche economiche e di bilancio e al funzionamento dei meccanismi di stabilizzazione finanziaria disposti o perseguiti attraverso atti, progetti di atti e documenti dell'Unione europea; precisando, inoltre, che il segreto professionale, l'inviolabilità degli archivi e i regimi di immunità delle persone non possono in ogni caso pregiudicare le prerogative di informazione e partecipazione del Parlamento; disciplinando la consultazione delle Camere su accordi in materia finanziaria o monetaria conclusi anche al di fuori delle disposizioni dei trattati.
Il testo unificato prevede, invece dell'attuale unica legge comunitaria, due nuovi strumenti per adeguare l'ordinamento italiano a quello dell'Unione europea: la legge di delegazione europea e la legge europea (riferimento agli articoli 29 e 41). Tale scelta è stata dettata dall'esigenza di garantire al Governo di disporre in tempi brevi delle deleghe legislative necessarie al recepimento degli atti comunitari. Pag. 70Infatti l'esperienza passata ha dimostrato che l'iter di approvazione della legge comunitaria si è rivelato spesso difficoltoso proprio a causa di disposizioni differenti dalle deleghe inserite nel disegno di legge comunitaria, causando un ritardo che ha comportato spesso l'apertura di procedure di infrazione, economicamente molto onerose per il sistema Italia. Inoltre, con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, lo Stato inadempiente incorre, oramai, in sanzioni pecuniarie già nel contesto del procedimento giurisdizionale di accertamento dell'inadempienza. Questa riforma era quindi estremamente urgente, essendo stata l'Italia sanzionata molte volte.
La legge di delegazione europea contiene le deleghe legislative al Governo per l'attuazione di direttive e atti dell'Unione europea ancora non recepiti nell'ordinamento interno. La legge europea contiene invece altre disposizioni necessarie per l'adeguamento al diritto dell'Unione europea, come le disposizioni per superare procedure di infrazione o l'adeguamento a sentenze della Corte di giustizia europea. L'introduzione della legge di delegazione mira ad assicurare uno strumento agile, dall'iter parlamentare più rapido e snello, per dare tempestiva attuazione soprattutto alle direttive.
Il Senato ha inoltre aggiunto un nuovo articolo, che è l'articolo 38, che prevede la possibilità per il Governo, in casi di particolare importanza politica, economica e sociale, anche in considerazione di particolari atti di indirizzo delle Camere, di presentare un apposito disegno di legge, volto ad attuare un singolo atto normativo dell'Unione europea.
Le disposizioni di delega contenute in tale disegno di legge devono riferirsi esclusivamente all'attuazione dell'atto da recepire. In questo ambito, ad esempio, si apre la possibilità per il Governo di dare migliore attuazione a quanto l'Unione europea ha significato in materia energetica, ponendo le basi legislative per adeguare il sistema energetico nazionale alle medie europee, sia in termini tariffari che di libero mercato. Penso che su questo punto il Governo debba porre molta attenzione.
Il presente provvedimento, inoltre, attribuisce importanza incisiva al ruolo del Parlamento, che però dovrà dotarsi di norme regolamentari omogenee, adeguate al nuovo impianto normativo. Fino ad ora, infatti, l'attuale legge comunitaria è assomigliata molto ad una legge omnibus, sulla quale tutti caricavano i più disparati provvedimenti che ritenevano opportuni, anche a causa delle disomogeneità delle procedure vigenti presso le due Camere.
Per dare una più compiuta attuazione all'articolo 117 della Costituzione, si riconoscono alle regioni le loro competenze nell'adeguamento dell'ordinamento interno a quello europeo, fermo restando il potere sostitutivo dello Stato in caso di inadempienza, riconoscendo anche il principio della responsabilità, qualora fossero causa di procedure di infrazione.
Con gli articoli 44-52 si introducono nell'ordinamento norme in materia di aiuti di Stato, al fine di disciplinare le principali problematiche emerse in questa materia.
La gran parte delle disposizioni non presenta modifiche di rilievo rispetto al testo degli articoli da 41 a 48, come approvato dalla Camera. Si tratta in particolare delle disposizioni volte ad assicurare l'unitarietà di indirizzo per la tutela degli interessi nazionali nel settore degli aiuti pubblici (articolo 44); disciplinare poi le comunicazioni in ordine agli aiuti; vietare la concessione di aiuti a coloro che in precedenza hanno ricevuto e non rimborsato aiuti ritenuti illegali o incompatibili dalla Commissione europea; affidare alla società Equitalia Spa le procedure di recupero degli aiuti incompatibili; provvedere al ricorso dinanzi al TAR competente per gli aiuti illegalmente concessi e la prescrizione della restituzione di un aiuto di Stato oggetto di una decisione di recupero, decorso il tempo; disciplinare modalità di trasmissione al Governo delle informazioni relative agli aiuti di Stato concessi alle imprese.
Con il nuovo articolo 47, introdotto dal Senato, si dettano le norme in materia di Pag. 71aiuti pubblici per le calamità naturali, indicando, al comma 1, le condizioni alle quali è ammessa la concessione di aiuti pubblici, anche sotto forma di agevolazione fiscale, in conseguenza di danni arrecati da calamità naturali e da altri eventi eccezionali, di cui all'articolo 107, comma 2, lettera b) del TFUE a soggetti che esercitano attività economica nel limite del 100 per cento del danno subito.
Gli articoli 53-61 recano disposizioni transitorie e finali, riproducendo sostanzialmente il testo degli articoli 49-58 approvati dalla Camera con due modifiche: è stato soppresso l'articolo 50 del testo trasmesso dalla Camera, che modificava la denominazione della commissione per l'attuazione della normativa comunitaria, operante presso il Dipartimento per le politiche europee, e sono stati aggiunti due commi all'articolo 61.
Il comma 3 modifica l'articolo 3 della legge n. 69 del 2005, attuativa della decisione quadro 2002/584/GAI del Consiglio sul mandato d'arresto europeo, in particolare sostituendo il comma 3 relativo alla riserva di esame parlamentare delle modifiche dell'elenco dei reati rientranti nella disciplina di cui alla decisione quadro.
In conclusione il provvedimento che andiamo ad approvare include uno snellimento ed una maggiore incisività del Parlamento italiano nella formazione e nell'attuazione della normativa e della politica comunitaria, sia nel percorso discendente, nel recepire e nell'attuare il dettato europeo, sia in quello ascendente di significativa importanza per alcuni settori strategici. Basti considerare che l'applicazione pratica del disposto degli articoli 1 e 2, alla luce dell'articolo 28, può essere il punto qualificante per sollecitare ed ottenere la massima attenzione comunitaria, ad esempio per quanto riguarda la tutela del made in Italy e del made in Europe, il contrasto alla contraffazione, la necessità di introdurre l'obbligo di informazione sull'intera filiera produttiva, con indubbi risultati non solo economici, ma anche di tutela del consumatore finale per il nostro Paese.
Preannunzio il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, il provvedimento recante Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea è un provvedimento sul quale il gruppo dell'UdC dichiara il suo voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Maggioni. Ne ha facoltà.

MARCO MAGGIONI. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, questo è ormai un passaggio definitivo per questo provvedimento, in terza lettura alla Camera, un provvedimento che ha visto un lavoro fattivo fin dall'inizio, un provvedimento che però ha avuto un iter eccessivamente lungo. Siamo andati lunghi su questo provvedimento non certamente per come lo abbiamo gestito in questo ramo del Parlamento. È un provvedimento frutto di mediazioni, quindi un provvedimento indubbiamente migliorabile, ma è comunque un provvedimento che consente di migliorare quello che è il ruolo del Parlamento e più in generale di tutte quelle che sono le autonomie locali nella fase ascendente e che consente al Parlamento un miglior controllo nel recepimento delle direttive europee. Una fase quindi discendente più snella ed una fase ascendente che dà più poteri agli organismi eletti dal popolo: questo era l'obiettivo che si erano posti i firmatari del mio gruppo, della Lega Nord, in particolare il primo firmatario, l'onorevole Stucchi, un obiettivo che insieme alle altre forze politiche, lo ripeto, dopo mediazioni, è stato ampiamente raggiunto. È un provvedimento che chiaramente fa tutto il possibile nel contesto europeo per fare in modo che Pag. 72ciò che l'Europa produce a livello normativo venga recepito nel nostro ordinamento in tempi brevi e soprattutto per evitare quelle infrazioni che costano molto e troppo al nostro Paese. Chiaramente siamo dinanzi ad un'Unione europea che non soddisfa per come è costruita dal punto di vista eccessivamente burocratico, ma in questa sede non dovevamo dare una valutazione a quella che è l'Unione europea, bensì, sulla base di ciò che è il Trattato sul funzionamento dell'Unione ed il Trattato dell'Unione europea, fare in modo che tutto ciò che l'Europa va ed andrà a produrre venisse inserito nel nostro ordinamento in modo efficiente ed efficace. Quindi complessivamente è un provvedimento che soddisfa il nostro gruppo e pertanto annuncio il voto favorevole della Lega Nord Padania (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, credo che con questo provvedimento stiamo scrivendo una delle più belle pagine di questa legislatura approvando una riforma di sistema su come si fa la politica europea dell'Italia e su cosa deve fare più e meglio la politica europea dell'Italia. È una riforma che il Partito Democratico ha voluto fin dall'inizio della legislatura ed è una riforma che parte da una doppia constatazione. La prima è che la politica europea non è politica estera ma è la parte centrale della politica interna e come tale deve essere al centro degli interessi del Parlamento. La seconda considerazione è che l'Europa dopo il Trattato di Lisbona è molto più parlamentare. I Parlamenti nazionali devono adattarsi per partecipare pienamente alla vita democratica dell'Unione. Allora con questa riforma noi riconosciamo al Parlamento nuovi poteri di indirizzo e controllo ed organizziamo tra Parlamento e Governo, tra Parlamento e regioni, tra Parlamento, Governo e parti sociali dei nuovi processi che hanno un principale obiettivo: quello di far uscire la politica europea dell'Italia dalla logica degli specialisti e dare a questa politica un respiro molto più ampio, il respiro che essa merita. Lo merita perché una maggiore partecipazione del Parlamento ai processi europei è un contributo indispensabile per colmare il crescente deficit di legittimità democratica dell'Unione europea. Noi dobbiamo rendere l'Unione più democratica per ristabilire quel legame emotivo tra l'Europa e i cittadini che oggi drammaticamente manca. È un compito difficile, è un compito che richiede anche una più forte europeizzazione dei partiti nazionali, che richiede la creazione di veri e nuovi partiti politici europei, che richiede una seria riforma della legge elettorale per il Parlamento europeo, che richiede anche - ed è la nostra risposta qui oggi - un ruolo centrale dei Parlamenti nazionali nell'elaborazione della politica europea, nel dialogo con la Commissione europea, nei rapporti con gli altri Parlamenti nazionali dell'Unione europea.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 19,05).

SANDRO GOZI. Perché? Perché le decisioni europee non calano dall'alto, ma sono il frutto di un processo di cui noi, cittadini e parlamentari, dobbiamo essere protagonisti sin dall'inizio. Perché i negoziati dei Governi e delle amministrazioni a porte chiuse su decisioni che incidono fortemente sulla vita degli italiani non sono più accettabili, e il Governo e l'amministrazione italiana devono abituarsi ad un dialogo costante con il Parlamento e a fornire tutte le informazioni rilevanti; perché abbiamo voluto fare tesoro dell'esperienza di altri Parlamenti nazionali, che sino ad oggi erano molto più avanzati di noi, mentre oggi questo Parlamento si mette all'avanguardia in Europa sul tema della partecipazione ai processi decisionali dell'Unione europea.
Sono queste le ragioni all'origine di questa riforma. Noi vogliamo più politica europea in Italia e vogliamo più Italia in Pag. 73Europa. Stiamo anche rispondendo all'importante lavoro che è in corso nelle sedi europee, all'importante lavoro che sta svolgendo Van Rompuy con il suo rapporto, perché stiamo dando il nostro contributo a quella dimensione parlamentare della nuova governance dell'Unione europea che oggi ancora manca. E vogliamo partecipare di più alla politica europea non per il culto del sacro egoismo statale, quel culto che aveva ridotto in macerie l'Europa nel 1945 e l'ha di nuovo umiliata, la scorsa settimana, nei negoziati sul bilancio dell'Unione europea.
No, non è per questo che vogliamo essere più presenti in Europa, ma per non rimanere spettatori passivi di fronte alla deriva dell'Europa delle piccole patrie. Non è per illuderci che il nanerottolo Italia debba scontrarsi, con il nostro sostegno parlamentare, di più con i nanerottoli Francia, Germania e Regno Unito, ma è per contribuire giorno dopo giorno, decisione dopo decisione, ad una vera democrazia sovranazionale e federale, senza la quale saranno drammaticamente travolte sia l'Europa, ancora incompiuta, che gli illusi nanerottoli nazionali. Ed è per lottare, quindi, più e meglio contro l'Europa intergovernativa, che sta erodendo, soprattutto in campo economico e finanziario, le nostre prerogative di controllo democratico. Una deriva che sta delegittimando l'idea stessa di Europa politica, che crea l'impressione che i cittadini siano in balia di poteri incontrollati e incontrollabili, e che spinge i cittadini europei a rifugiarsi nel neonazionalismo e nel populismo. Ed è per contribuire ad aiutare il nostro Paese a ritrovare la memoria di ciò che l'Europa ci ha permesso di diventare, a ritrovare la consapevolezza di ciò che l'Europa ci ha portato e a ritrovare il senso dell'urgenza di realizzare un'Europa federale.
Sono le ragioni di fondo che hanno spinto, sin dall'inizio della legislatura, a volere questa riforma e che devono farci uscire dal solito europeismo della domenica per spingerci a vivere e decidere ogni giorno la politica europea e l'Europa che vogliamo. Come ci ha insegnato Jean Monnet, e concludo, signor Presidente, quando un'idea corrisponde alla necessità di un'epoca cessa di appartenere a coloro che l'hanno inventata ed è più forte di coloro che ne hanno l'incarico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il Presidente Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, grazie per la sua cortesia, vorrei ringraziare anche l'onorevole Compagnon, che mi ha sostituito nella dichiarazione di voto che avrei dovuto tenere precedentemente, e che mi appresto adesso a svolgere in modo assolutamente sintetico, sperando così di non sfigurare troppo rispetto all'applauditissimo intervento che l'onorevole Compagnon precedentemente ha tenuto.
Questa legge completa e innova sull'impianto della legge n. 11 del 2005, che ha iniziato un'importante riforma della partecipazione dell'Italia alle istituzioni comunitarie, una riforma che io non considero finita. Credo che la prossima legislatura abbia ancora da lavorare su questo: se saremo presenti tutti quanti, faremo questo lavoro insieme nella prossima legislatura.
A che serve questa legge? Noi abbiamo, nell'opinione pubblica italiana, la convinzione che l'Europa sia un impero che è al di sopra di noi e che ci impone le sue decisioni. Non è vero: l'Europa è un sistema democratico e l'Italia conta in Europa. Perché gli italiani non sono convinti di questo? Non sono convinti di questo, perché noi non abbiamo avuto un forte sistema di controllo parlamentare sul Governo. Il Governo è andato in Europa e, poi, molte volte, è tornato - tutti i Governi - dicendoci: queste decisioni ce le impone l'Europa; e, invece, erano decisioni a cui avevamo partecipato con il nostro voto ed erano decisioni che erano utili per l'Italia come tale.
Istituendo un forte controllo parlamentare noi rendiamo trasparente la politica europea del nostro Paese. Pag. 74
Il secondo motivo è che la politica europea ha bisogno di coordinamento; non è possibile avere una forte politica europea se non c'è un forte coordinamento dell'attività dell'Esecutivo. Noi abbiamo oggi dodici ministri che siedono nel Consiglio dei ministri europeo, sono troppi; per la verità questo non è colpa nostra, è colpa dell'attuale Costituzione materiale europea. Nell'attesa di potere cambiare questa Costituzione materiale, noi dobbiamo unificare la politica europea dell'Italia e quindi il CIACE è lo strumento con cui i ministri che siedono nei Consigli europei siedono insieme e definiscono le priorità dell'azione nazionale italiana dando poi al Ministro per le politiche comunitarie la possibilità di mettersi in giro per l'Europa a stringere i necessari accordi che preparano i Consigli europei. Signor Ministro, lei verrà, domani, a riferirci sull'ultimo Consiglio europeo, senza un grande lavoro preparatorio, questi Consigli non servirebbero a nulla; se i risultati si ottengono è perché c'è chiarezza nell'individuare le priorità della politica nazionale e poi capacità di mediare queste priorità con quelle di altri Paesi.
Sul coordinamento abbiamo detto, rimane da dire sul controllo parlamentare, sul coordinamento dell'attività dell'Esecutivo e sull'unificazione del sistema delle regioni e delle autonomie. Mi rivolgo ai colleghi della Lega: noi già viviamo in un sistema in cui la vecchia idea di sovranità è obsoleta, non c'è un «luogo» il quale eserciti un potere ultimo ed assoluto; la sovranità è ripartita a diversi livelli, è sovrana l'Europa nel suo ordine, è sovrano lo Stato nazionale nel suo ordine, sono sovrane anche le regioni nell'ordine loro, ma questa sovranità ha bisogno di essere coordinata in un sistema nazione. In attesa di avere una Camera delle regioni, che sarebbe il modo più ovvio di coordinare le regioni stesse in un sistema nazione, per quello che riguarda i rapporti con l'Unione europea, in cui comunque lo Stato nazionale è preso come termine di riferimento dall'Unione e quindi è responsabile anche pecuniariamente verso l'Unione, abbiamo creato tutte le condizioni perché si possa arrivare ad una consultazione più ampia possibile e alla formazione di una volontà in cui le regioni hanno tutte le possibilità di dire la loro.
Abbiamo un problema gravissimo che è quello dei ritardi nel dare esecuzione alla normativa europea; vi abbiamo provveduto, credo intelligentemente, istituendo nuovi strumenti ma anche collegando al CIACE dei nuclei di valutazione o di legislazione europea presso i diversi ministeri, unificando anche i criteri di delega. L'ideale è che quando finisce la fase ascendente le stesse persone che hanno seguito la fase ascendente di una direttiva iniziano subito un lavoro di trasposizione di questa direttiva nell'ordinamento italiano e lo possono fare perché i criteri di delega sono standardizzati. Potranno essere introdotti criteri specifici di delega se sarà necessario, ma intanto la base del loro lavoro è posta. In questo modo, rendiamo possibile all'Italia di svolgere pienamente la sua funzione in Europa per avere un'Italia più forte in Europa, non per un egoismo nazionale ma perché non c'è Europa senza un'Italia forte; non c'è determinazione del bene comune europeo senza una rappresentanza forte del bene comune della nazione italiana all'interno del bene comune europeo. Questo è quanto stiamo riuscendo ad assicurare con questo provvedimento.
Abbiamo lavorato molto bene insieme; voglio ringraziare il presidente Pescante, voglio ringraziare tutti i colleghi della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), c'è stato un vero lavoro corale. Vuol dire che, quando si mette l'interesse nazionale, il bene comune della nazione al primo posto, si può lavorare insieme e anche tante opposizioni ideologiche si stemperano nel confronto sereno, nel confronto leale, nel confronto che è mirato ad ottenere un obiettivo comune. Lo ripeto: un'Italia più forte, in un'Europa più forte. Voglio ringraziare i colleghi, voglio ringraziare gli uffici e anche voi per la pazienza con cui mi avete ascoltato (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

Pag. 75

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pescante. Ne ha facoltà.

MARIO PESCANTE. Signor Presidente, sarò breve; è stato già detto ma mi piace riconfermarlo: il provvedimento che ci apprestiamo ad approvare in via definitiva costituisce, al di là di ogni retorica, una pietra miliare di questa legislatura, sia sotto il profilo del metodo che dei contenuti, tanto da poterlo considerare uno dei principali provvedimenti di iniziativa parlamentare di rilevanza sistemica ad essere approvato. Con questa nuova legge il nostro Paese si adegua alle novità introdotte dal Trattato di Lisbona, accrescendo l'autorevolezza e l'efficacia della partecipazione dell'Italia all'Unione europea.
Dopo un'articolata indagine conoscitiva, la XIV Commissione ha approvato all'unanimità un testo unificato di ben quattro proposte di legge, rispettivamente - io credo sia doveroso citarle - a firma, oltre che del sottoscritto e del collega Formichella, degli onorevoli Gozi, Buttiglione, Stucchi, nonché di un disegno di legge del Governo presentato dall'allora Ministro Ronchi. Dopo un tortuoso iter parlamentare, il testo, approvato in prima lettura dalla Camera nel marzo 2011, è stato licenziato con modifiche al Senato nell'ottobre 2012, dopo ben 19 mesi. Mi si consentirà di sottolineare come questo ritardo, che ha messo a rischio l'approvazione stessa del provvedimento, confermi l'inadeguatezza nota a tutti del nostro bicameralismo cosiddetto perfetto rispetto all'esigenza di legiferare in modo accurato e tempestivo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 19,18)

MARIO PESCANTE. Siamo addivenuti comunque al testo definitivo, oggi al nostro esame, grazie ad un'intesa fra tutti i gruppi politici senza distinzione tra maggioranza e opposizione, al lavoro instancabile del relatore, onorevole Gottardo e, non ultimo, grazie alla collaborazione dei Ministri che si sono succeduti in questi anni, Ronchi e Bernini e, nella fase conclusiva, del Ministro Moavero, che oggi saluto, con questo provvedimento di legge, Ministro per gli affari europei e non più Ministro della politica europea. Siamo a pochi giorni dalla riunione del Consiglio europeo del 13 e 14 dicembre, che dovrebbe e potrebbe avviare un confronto serio per realizzare un'autentica unione economica e monetaria e approdare in futuro ad un'integrazione politica in senso federale. Per accrescere l'autorevolezza e l'efficacia della nostra partecipazione, siamo pertanto intervenuti con la legge sia nella fase ascendente che in quella discendente. Voglio ancora far notare che per il nostro Paese, che è assai poco lodevolmente ai primi posti per numero di infrazioni comunitarie, abbiamo ridisegnato le procedure e gli strumenti per l'attuazione degli obblighi europei. Molto è stato già fatto in passato. Ricordo che nella XV legislatura le procedure di infrazione pendenti erano 244, che all'inizio della legislatura attuale sono ridotte a 176 e attualmente sono «soltanto», lo dico tra virgolette, 76. Per concludere, Presidente, speriamo di scongiurare ulteriori rischi, per quanto riguarda le infrazioni, mediante la legge di delegazione europea, dedicata alla tempestiva attuazione delle direttive. Esso dovrebbe essere uno strumento agile per l'iter parlamentare. La legge europea conterrà invece le disposizioni volte a rispondere alle procedure di infrazione o adempiere a sentenze della Corte di giustizia. Consapevole che la legge che stiamo per approvare non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza per rafforzare il ruolo dell'Italia in Europa, dobbiamo rilevare che l'ammodernamento delle procedure sia accompagnato da un cambiamento radicale della cultura politica e amministrativa del nostro Paese in proiezione comunitaria. Preannunzio, pertanto, il voto favorevole del gruppo PdL sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Pag. 76

ISIDORO GOTTARDO, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO, Relatore. Signor Presidente, intervengo solo per ringraziare le tante persone che hanno collaborato con la Commissione, i funzionari, ad una legge molto complessa. Inoltre, faccio gli auguri al nuovo Ministro agli affari europei, Moavero, di poter attuare questa legge e quindi consentire all'Italia di fare davvero il salto di qualità di cui ha bisogno, perché l'Europa diventi un'opportunità.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2854-B ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato dei progetti di legge n. 2854-B ed abbinati, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Palagiano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

«Buttiglione ed altri; Stucchi ed altri; Gozi ed altri; Pescante ed altri; d'iniziativa del Governo: Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea» (Approvati, in un testo unificato, dalla Camera e modificato dal Senato) (2854-2862-2888-3055-3866-B):

(Presenti 373
Votanti 372
Astenuti 1
Maggioranza 187
Hanno votato sì 372).

Prendo atto che i deputati Argentin e Palagiano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Secondo le intese intercorse, lo svolgimento degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno è rinviato ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori (ore 19,25).

NUNZIANTE CONSIGLIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, la crisi economica anche per le organizzazioni criminali crea qualche bisogno, quello ad esempio di trovare nuove fonti di guadagno e quella dei furti in appartamento e della microcriminalità è diventata una delle principali attività di questi soggetti. I furti in appartamento ledono l'inviolabilità del proprio domicilio e sono avvertiti dalla maggior parte della gente come maggiore insicurezza all'interno proprio degli appartamenti stessi.
Parte della gente vede il primo pericolo e lo avverte con una maggiore (diciamo così) insicurezza per la propria incolumità. Creano appunto insicurezza, paura, senso di impotenza fisica e psicologica, soprattutto per gli anziani e per gente che vive sola. Questo è successo molte volte, signor Presidente, è successo troppe volte, e questa volta c'è cascato il morto. Avete tutti letto e visto in tivù quello che è successo a Caravaggio, in provincia di Bergamo: una persona normale, una persona pacifica, già - tra le altre cose - narcotizzata, e già più volte derubata in passato, ha sparato per difendere la sua famiglia e per difendere la sua attività.
C'è cascato il morto, signor Presidente, e con questo intervento non sono certo qui a giudicare, né stigmatizzo quanto è successo e quanto è stato fatto. Sarà poi la magistratura a fare le opportune valutazioni, ma mi preme, signor Presidente, fare emergere con forza come negli ultimi Pag. 77anni gli episodi di criminalità sul nostro territorio hanno subito un'impennata senza precedenti.
La sicurezza privata e nelle strade è un diritto primario per tutti i cittadini e costituisce un fattore determinante per una buona qualità della vita. Signor Presidente, riflettiamo su quanto accaduto e su cosa ha portato una persona normale ad esplodere colpi di pistola. Riflettiamo sul buonismo che ha accompagnato i lavori anche in quest'Aula, quando fu presentato il pacchetto sicurezza.
Riflettiamo anche sull'impotenza delle forze dell'ordine che rischiano la vita, e a volte solo per far trionfare la giustizia per poche ore, perché poi magari qualche giudice e qualche legge un po' buonista rimette in libertà questi malviventi. C'è bisogno, signor Presidente, della certezza della pena, di regole che mettano in condizione le forze dell'ordine di operare e leggi che rispettino il lavoro dei carabinieri e delle forze dell'ordine.
Signor Presidente, lo ripeto: lungi da me il voler strumentalizzare quanto è successo, ma purtroppo non possiamo permettere questo stillicidio nei confronti di persone oneste e gente che ha voglia di stare serena in casa, gente che ha fatto anche del proprio lavoro lo scopo della propria vita, che si vedono tutte le volte costrette a chiudersi in casa come se fossero in un bunker. Questo sta succedendo soprattutto al Nord, in un periodo in cui c'è una crisi che mette in condizioni questi soggetti di essere più attenti anche a pochi euro e la questione è estremamente negativa per il fatto che, più che i beni che a volte vengono portati via, si arriva poi ad avere una questione psicologica che viene trascinata nel tempo.
Signor Presidente, mettiamo in condizione le forze dell'ordine di lavorare, mettiamo in condizione anche i giudici di far sì che le pene siano certe e mettiamo in condizione la gente - soprattutto chi ha un'attività: i benzinai, gli orefici, piuttosto che le persone normali - di non dover dormire con la pistola sotto il cuscino. Sparare ad una persona, anche per legittima difesa o anche solamente per spaventare non credo sia una cosa bellissima e non tutti la fanno volentieri, però se arriviamo a questo punto c'è da prendere in considerazione un po' l'andamento e il lassismo che c'è stato all'interno di un sistema giudiziario e di un sistema di leggi nostre che non sempre l'hanno fatta da padrone nei confronti di gente che non ha nulla da perdere.
Aggiungo che noi della Lega abbiamo sempre messo in condizione il Parlamento di ragionare in termini molto positivi nei confronti anche di extracomunitari che vengono a delinquere nel nostro Paese. Diciamolo, io lo dico chiaramente: chi ha voglia di delinquere lo faccia nel proprio Paese, non c'è nessun tipo di problema, lasciateci in pace e mettete in condizioni veramente questa gente di stare serena.
Concludo, signor Presidente, vedo che lei non è molto attento, ma non fa nulla, io non le ruberò niente se non qualche minuto della sua attenzione che non mi ha dato. Spero insomma che ci si possa mettere in condizione di ragionare serenamente su una problematica molto importante (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 28 novembre 2012, alle 9,30:

(ore 9,30 e ore 16)

1. - Seguito della discussione del disegno di legge (previo esame e votazione della questione pregiudiziale di costituzionalità e della questione pregiudiziale di merito presentate):
Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili (Testo risultante dallo stralcio Pag. 78dell'articolo 2 del disegno di legge n. 5019, deliberato dall'Assemblea il 9 ottobre 2012) (C. 5019-bis-A).
e degli abbinati progetti di legge: PECORELLA ed altri; BERNARDINI ed altri; VITALI e CARLUCCI; D'INIZIATIVA DEL GOVERNO; FERRANTI ed altri; FERRANTI ed altri (C. 879-2798-3009-3291-ter-4824-5330).
- Relatori: Costa e Ferranti, per la maggioranza; Nicola Molteni, di minoranza.

2. - Seguito della discussione delle mozioni Dozzo ed altri n. 1-01146, Misiti ed altri n. 1-01158, Aniello Formisano ed altri n. 1-01159, Ossorio ed altri n. 1-01162, Fitto ed altri n. 1-01164, Boccia ed altri n. 1-01165 e Iannaccone ed altri n. 1-01167 concernenti criteri di riparto delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione.

3. - Seguito della discussione delle mozioni Fiano ed altri n. 1-01140, Di Pietro ed altri n. 1-01147, Di Biagio ed altri n. 1-01157, Galletti ed altri n. 1-01160, Gidoni ed altri n. 1-01161 e Mantovano ed altri n. 1-01163 concernenti iniziative per garantire adeguate risorse ai comparti della sicurezza, della difesa e del soccorso pubblico, con particolare riferimento all'assunzione di nuovo personale.

4. - Seguito della discussione delle mozioni Mantovano ed altri n. 1-00983, Fiano ed altri n. 1-01007, Di Biagio ed altri n. 1-01018, Bosi ed altri n. 1-01052, Dozzo ed altri n. 1-01053, Paladini ed altri n. 1-01055, Misiti ed altri n. 1-01057, Moffa ed altri n. 1-01059 e Cirielli ed altri n. 1-01091 concernenti iniziative in materia previdenziale per il personale dei comparti della sicurezza, della difesa e del soccorso pubblico.

5. - Seguito della discussione delle mozioni Borghesi ed altri n. 1-00866, Terranova ed altri n. 1-00990, Rao, Briguglio ed altri n. 1-00991, Romani ed altri n. 1-00992, Caparini ed altri n. 1-00994, Oliveri ed altri n. 1-00995, Pionati ed altri n. 1-01002 e Peluffo ed altri n. 1-01005 concernenti iniziative in relazione al piano nazionale di assegnazione delle frequenze, con particolare riferimento all'emittenza locale.

6. - Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 996 - D'iniziativa dei senatori: MALAN ed altri: Disposizioni in materia di temporanea insequestrabilità delle opere d'arte prestate da uno Stato, da un ente pubblico o da un'istituzione di rilevante interesse culturale o scientifico stranieri, durante la permanenza in Italia per l'esposizione al pubblico (Approvata dal Senato) (C. 4432-A).
e delle abbinate proposte di legge: ROSSO ed altri; CARLUCCI (C. 1937-3832).
- Relatore: Barbieri.

7. - Seguito della discussione delle mozioni Bersani, Cicchitto, Casini, Misiti, Angela Napoli, Moffa, Belcastro e Mosella n. 1-01118, Di Pietro ed altri n. 1-01129 e Nucara ed altri n. 1-01170 concernenti iniziative a favore della Calabria.

(ore 12)

8. - Discussione della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti del deputato Barani (Doc. IV-quater, n. 23).
- Relatori: Cassinelli, per la maggioranza; Palomba, di minoranza.

Pag. 79

(ore 12,30)

9. - Informativa urgente del Governo sui recenti sviluppi relativi alla situazione dell'Ilva di Taranto.

(ore 15)

10. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta termina alle 19,30.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO ANTONIO RAZZI SUL TESTO UNIFICATO DEI PROGETTI DI LEGGE N. 2854-B ED ABBINATI

ANTONIO RAZZI. Finalmente con questa legge, ormai in via di definitiva approvazione, si chiude una proposta di riforma che ha avuto un lungo e faticoso iter e che è giunta per fortuna e finalmente alla fase finale.
Con questa legge, che andrà rafforzata e aggiustata nel corso della prossima legislatura al fine di eliminare eventuali difetti applicativi, si arriverà a un recepimento più rapido delle direttive europee.
Con essa si disciplina la partecipazione dell'Italia anche alla formazione delle decisioni garantendo così l'esercizio dei poteri, oltre che degli obblighi, da parte del nostro Paese in sede di Unione Europea.
Si è rafforzato il ruolo del Parlamento che interverrà, in coordinamento con il Governo, sulle scelte politiche in sede europea, attraverso una conoscenza anche documentale.
In tal senso, al posto della rituale relazione semestrale alle Camere da parte del Governo sui temi di maggiore rilievo, è adesso prevista la trasmissione costante di relazioni e note informative predisposte dalla Rappresentanza permanente presso l'Unione Europea.
In tal modo il Parlamento potrà conoscere e di conseguenza intervenire più direttamente sulle scelte politiche in sede europea.
Inoltre il Presidente del Consiglio o il Ministro per gli Affari europei dovranno assicurare un maggior raccordo con le Commissioni competenti per arrivare a scelte condivise in materia di obblighi derivanti all'appartenenza del nostro Paese all'Unione Europea.
Allo stesso tempo si dovranno informare le Camere in merito alle politiche economiche e di bilancio disposte dall'Unione Europea e per quanto riguarda gli accordi intergovernativi.
Si è previsto il cosiddetto «freno di emergenza» che consente ad uno Stato membro di chiedere che decisioni prese in sede di Consiglio, su temi legati alla libera circolazione dei lavoratori e al riconoscimento reciproco di sentenze, qualora vi sia un atto di indirizzo in tal senso da entrambe le Camere, possano essere rimesse al Consiglio europeo.
La legge che stiamo approvando modernizza il sistema Italia e rafforza il percorso che dovremo proseguire affinché sempre più, attraverso un maggiore coinvolgimento dei parlamenti nazionali alle decisioni prese in sede europea, l'Europa si trasformi in un'Europa dei popoli.
Per questo, convinti come siamo che l'Europa debba fare un salto di qualità politica, diamo il nostro appoggio convinto, come gruppo parlamentare «Popolo e Territorio», a questa legge di riforma e annunciamo il nostro voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Segr TU pdl 2519 e ab-B-em.1.1,2,3,9,12 458 450 8 226 184 266 40 Resp.
2 Nom. em. 1.14 455 449 6 225 98 351 41 Resp.
3 Nom. em. 1.10 455 446 9 224 172 274 41 Resp.
4 Nom. em. 1.4, 1.7, 1.15 458 445 13 223 129 316 40 Resp.
5 Nom. em. 1.17 459 437 22 219 99 338 40 Resp.
6 Nom. em. 1.11, 1.13 464 453 11 227 159 294 40 Resp.
7 Nom. em. 1.16 463 456 7 229 140 316 40 Resp.
8 Nom. em. 1.5, 1.8 460 445 15 223 128 317 40 Resp.
9 Nom. articolo 1 460 434 26 218 390 44 40 Appr.
10 Nom. articolo 2 457 443 14 222 437 6 40 Appr.
11 Nom. mantenimento articolo 3 453 443 10 222 427 16 40 Appr.
12 Nom. em. 4.2, 4.7 460 448 12 225 63 385 40 Resp.
13 Nom. em. 4.5, 4.6 458 450 8 226 45 405 40 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. articolo 4 460 448 12 225 435 13 40 Appr.
15 Nom. TU pdl 2519 e ab-B - voto finale 455 397 58 199 366 31 39 Appr.
16 Nom. TU pdl 2854 e ab-B - articolo 1 441 441 221 441 40 Appr.
17 Nom. articolo 2 426 426 214 426 40 Appr.
18 Nom. articolo 3 442 442 222 442 40 Appr.
19 Nom. articolo 4 448 448 225 448 40 Appr.
20 Nom. articolo 5 449 449 225 449 40 Appr.
21 Nom. articolo 6 447 447 224 447 40 Appr.
22 Nom. articolo 7 445 445 223 445 40 Appr.
23 Nom. articolo 8 451 451 226 451 40 Appr.
24 Nom. articolo 9 450 450 226 450 40 Appr.
25 Nom. articolo 10 452 451 1 226 451 39 Appr.
26 Nom. articolo 11 455 454 1 228 454 39 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo 12 453 452 1 227 452 39 Appr.
28 Nom. articolo 13 453 452 1 227 452 39 Appr.
29 Nom. articolo 14 451 450 1 226 450 39 Appr.
30 Nom. articolo 15 453 453 227 453 39 Appr.
31 Nom. articolo 17 453 453 227 453 39 Appr.
32 Nom. articolo 19 454 454 228 454 39 Appr.
33 Nom. articolo 20 452 452 227 452 39 Appr.
34 Nom. articolo 21 452 452 227 452 39 Appr.
35 Nom. articolo 22 454 454 228 454 39 Appr.
36 Nom. articolo 23 451 451 226 451 39 Appr.
37 Nom. articolo 24 454 454 228 454 39 Appr.
38 Nom. articolo 25 449 449 225 449 39 Appr.
39 Nom. articolo 26 452 452 227 452 39 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo 27 450 450 226 450 39 Appr.
41 Nom. articolo 28 451 450 1 226 450 39 Appr.
42 Nom. articolo 29 454 453 1 227 453 39 Appr.
43 Nom. articolo 30 452 452 227 452 39 Appr.
44 Nom. articolo 31 445 444 1 223 444 39 Appr.
45 Nom. articolo 32 448 412 36 207 412 39 Appr.
46 Nom. articolo 33 450 449 1 225 449 39 Appr.
47 Nom. articolo 34 448 448 225 448 39 Appr.
48 Nom. articolo 35 448 446 2 224 446 39 Appr.
49 Nom. articolo 36 440 438 2 220 438 39 Appr.
50 Nom. articolo 37 431 430 1 216 430 39 Appr.
51 Nom. articolo 38 437 436 1 219 436 39 Appr.
52 Nom. articolo 39 435 434 1 218 434 39 Appr.
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 62)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. articolo 40 437 436 1 219 436 39 Appr.
54 Nom. articolo 41 436 435 1 218 435 39 Appr.
55 Nom. articolo 42 435 434 1 218 434 39 Appr.
56 Nom. articolo 44 435 433 2 217 433 39 Appr.
57 Nom. articolo 47 437 435 2 218 435 39 Appr.
58 Nom. articolo 49 437 404 33 203 404 39 Appr.
59 Nom. articolo 53 433 431 2 216 431 39 Appr.
60 Nom. articolo 54 434 432 2 217 432 39 Appr.
61 Nom. articolo 61 432 430 2 216 430 39 Appr.
62 Nom. TU pdl 2854 e ab-B - voto finale 373 372 1 187 372 37 Appr.