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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 692 di mercoledì 26 settembre 2012

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 15.

LORENA MILANATO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 24 settembre 2012.
(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'interno, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della giustizia e il Ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti.

(Iniziative per consentire in tempi brevi la transizione nel corpo della Polizia di Stato dei vincitori dei concorsi rientranti nella cosiddetta seconda aliquota - n. 3-02489)

PRESIDENTE. L'onorevole Di Biagio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02489, concernente iniziative per consentire in tempi brevi la transizione nel corpo della polizia di Stato dei vincitori dei concorsi rientranti nella cosiddetta seconda aliquota (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata) per un minuto,

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, egregio Ministro, è nostra intenzione richiamare la sua attenzione su un problema che il presunto scarso interesse ha reso sempre più complesso e difficile da gestire. Parliamo di circa 1.700 giovani vincitori di concorso per il corpo della polizia di Stato, appartenenti alla cosiddetta «seconda aliquota», letteralmente parcheggiati tra le fila delle Forze armate per anni, in attesa di una transizione nella polizia che, purtroppo, non arriva.
Nel frattempo, si continua ad indire concorsi e, di conseguenza, ad incrementare le fila della seconda aliquota. Chiediamo, dunque, se non si ritenga opportuno integrare questi giovani senza che si proceda con altri onerosi concorsi.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Anna Maria Cancellieri, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, la disciplina dell'assunzione di personale nel ruolo degli agenti assistenti della polizia di Stato è regolato dal codice dell'ordinamento militare, che prevede l'osservanza di procedure e modalità operative a cui l'amministrazione della pubblica sicurezza è tenuta a conformarsi.
La normativa in vigore prevede che, fino al 31 dicembre 2020, come per le altre forze di polizia ad ordinamento civile e militare, i posti messi annualmente a concorso per il reclutamento del personale Pag. 2nella carriera iniziale della polizia di Stato, vengano determinati sulla base di una programmazione quinquennale scorrevole. Questi programmi, annualmente predisposti da ciascuna delle amministrazioni interessate, sono comunicati, entro il 30 settembre di ogni anno, al Ministero della difesa. I posti sono riservati ai volontari in ferma prefissata di un anno o quadriennale. Solo il 55 per cento dei concorrenti, giudicati idonei dopo almeno un anno di servizio svolto presso le Forze armate ed utilmente collocati nelle graduatorie, viene immesso direttamente nelle carriere iniziali delle forze di polizia. Il restante 45 per cento può essere, invece, immesso in ruolo solo dopo aver prestato servizio nelle Forze armate, in qualità di volontario in ferma permanente quadriennale.
L'assunzione nel ruolo della polizia di Stato, una volta terminato il periodo di ferma, deve comunque essere valutata alla luce dei ridimensionamenti imposti dalla spending review, che incidono anche sul sistema delle dinamiche del turn over per il personale delle forze di polizia. La quota dei volontari che non potrà essere subito assunta sarà, comunque, immessa in servizio con il venir meno delle limitazioni imposte dal turn over.
In ogni caso, voglio assicurare che sono allo studio misure per ridurre l'impatto dei limiti alle assunzioni, anche con riferimento agli idonei dei concorsi rientranti nella seconda aliquota che dovranno, tuttavia, tener conto dei conseguenti profili di carattere economico e finanziario.
È mio intendimento rassicurare, inoltre, che qualsiasi progetto di riorganizzazione non potrà mai comportare la riduzione degli standard dei livelli di sicurezza né, più in generale, un arretramento dello Stato sul fronte dell'ordine e della sicurezza pubblica, la cui tutela costituisce obiettivo primario e indefettibile del Governo.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Biagio ha facoltà di replicare per due minuti.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio per i dati che ci ha fornito. Voglio soltanto cogliere l'occasione per rinnovare l'invito, a lei e al Governo, a procedere in tempi celeri alla definizione di un decreto-legge anticorruzione. Si tratta di un invito che sto accompagnando con uno sciopero della fame, per testimoniare che nelle istituzioni vi è ancora chi crede nella giustizia e in un futuro migliore.
Tornando alla questione in oggetto, purtroppo al di là dei propositi interessanti, sappiamo bene che la realtà è qualcosa di diverso e non è possibile, signor Ministro, giustificare il tutto dietro il dettato di una norma.
Le norme lei le può cambiare. Migliaia di ragazzi vincitori di un concorso, con la falsa speranza di essere integrati nella Polizia, per la quale sono idonei, passano la loro giovinezza nell'esercito. Al termine della ferma, sono congedati, praticamente licenziati, senza nessun'altra possibilità di transizione. Ovviamente escono da questa esperienza con qualche anno in più e formati secondo logica militare, elementi che limitano anche la potenzialità di reinserimento nel mondo del lavoro, in questo modo alimentando un drammatico precariato militare, per lo più immotivato, se consideriamo l'esigenza di risorse umane di cui abbiamo bisogno in questo momento.
I nuovi concorsi certamente non sono una soluzione: abbiamo appreso del nuovo concorso, ma nuovi concorsi significano altri soldi e soprattutto nuove e seconde aliquote che si sommano alle precedenti. Non possiamo alimentare la disuguaglianza ed il sorgere di inutili «guerre tra poveri,» oltre che lo svilimento di diritti inderogabili, come l'accesso a posizioni per le quali si è vinto un concorso.
Bisogna fare un passo avanti, pur restando nei limiti delle revisione della spesa: consentire l'inserimento di coloro che hanno già vinto un concorso. Quello che è stato innescato è un circolo vizioso a danno delle giovani generazioni. Noi, adesso, abbiamo il dovere di bloccarlo.

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(Chiarimenti in merito alla definizione dell'ammontare delle risorse del fondo sperimentale di riequilibrio 2012 spettanti ai comuni in relazione alle stime sul gettito dell'IMU, nonché dell'ICI 2010, elaborate a luglio 2012 - n. 3-02490)

PRESIDENTE. L'onorevole Bitonci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Dozzo n. 3-02490, concernente chiarimenti in merito alla definizione dell'ammontare delle risorse del fondo sperimentale di riequilibrio 2012 spettanti ai comuni in relazione alle stime sul gettito dell'IMU, nonché dell'ICI 2010, elaborate a luglio 2012 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, signor Ministro, l'interrogazione è estremamente chiara: siamo ormai al termine di scadenza dell'approvazione dei bilanci; i comuni hanno ricevuto solo da alcuni giorni l'importo delle somme dei trasferimenti del fondo di riequilibrio. Evidentemente, si capisce da questo che vi sono dei tagli estremamente forti, che non sono gli unici tagli di questo esercizio - è la seconda o la terza volta che in quest'anno vengono rivisti gli importi - ed i comuni non riescono assolutamente a chiudere i bilanci.
Quindi, le chiediamo, innanzitutto, uno spostamento del termine di approvazione dei bilanci per poter rivedere anche le aliquote IMU e certezza sulle risorse perché - ho sentito moltissimi sindaci e anche l'ANCI - per quest'anno, molti sindaci non riusciranno a chiudere e probabilmente molte amministrazioni verranno pure commissariate.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Anna Maria Cancellieri, ha facoltà di rispondere.

ANNA MARIA CANCELLIERI, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, con l'interrogazione all'ordine del giorno, onorevole Dozzo ed altri chiedono al Governo chiarimenti in merito alle stime del gettito dell'IMU, nonché alle iniziative per armonizzare il termine relativo all'adozione dei regolamenti comunali di approvazione e modifica dell'aliquota IMU con quello fissato per l'approvazione dei bilanci preventivi per il 2012.
Per la specificità della materia, sono stati acquisiti elementi di risposta anche dal Ministero dell'economia e delle finanze. A seguito della Conferenza Stato-città ed autonomie locali del 2 agosto scorso, che ha riguardato il fondo sperimentale di riequilibrio, il successivo 6 agosto sono state pubblicate per ogni comune le nuove stime dell'IMU, nonché i criteri adottati per definire ciascuna delle componenti - IMU, IRPEF e ICI - che incidono sulla variazione del suddetto fondo.
In particolare, la proiezione annuale degli incassi attesi dall'IMU è stata integrata, tenendo conto dei versamenti relativi alle rate per l'abitazione principale, per i fabbricati rurali e, infine, dei versamenti riguardanti alcune fattispecie particolari, quali i fabbricati rurali da accatastare entro novembre, gli immobili non ancora accatastati, i cosiddetti immobili fantasma, i contribuenti ritardatari e gli effetti relativi all'IMU dovuti sugli immobili di proprietà degli stessi comuni.
La stima IMU, pertanto, assume come dato di partenza, i versamenti effettuati nello scorso mese di giugno, integrati con le stime relative ai versamenti attesi per le fattispecie che ho sopra elencato.
Per quanto riguarda la questione relativa all'armonizzazione dei termini dei regolamenti comunali con quello fissato per l'approvazione dei bilanci preventivi, ricordo che la data del 30 settembre 2012 era stata introdotta in sede di conversione del decreto-legge n. 16 di quest'anno per superare i vincoli derivanti dal termine di approvazione del bilancio di previsione, fissato all'epoca al 30 giugno.
L'esigenza di mantenere il termine del 30 settembre per l'adozione dei regolamenti IMU nonché della delibera ricognitiva dello stato di attuazione dei programmi e degli equilibri di bilancio è venuta meno nel momento in cui l'approvazione Pag. 4dei bilanci di previsione è stata ulteriormente prorogata al 31 ottobre.
Confermo che è all'attenzione del Governo un'iniziativa per superare in via normativa il problema rappresentato dagli onorevoli interpellanti circa l'armonizzazione dei termini relativi all'IMU e all'approvazione del bilancio preventivo.

PRESIDENTE. L'onorevole Bitonci, ha facoltà di replicare.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, signor Ministro, siamo parzialmente soddisfatti per questa prevista armonizzazione dei termini che è stata chiesta non solo da noi, ma anche da tutte le amministrazioni comunali e dall'ANCI; tuttavia, rimane sempre questo gravissimo problema sul quale non abbiamo ricevuto risposta e siamo assolutamente insoddisfatti perché il taglio alle risorse dei comuni non è assolutamente compensabile neanche con un aumento delle aliquote e ciò crea una situazione estremamente difficile in questa parte finale dell'anno, nel senso che non è più possibile che i sindaci, a questo punto, modifichino le aliquote o aumentino magari le addizionali comunali e continuino ulteriormente a tassare i cittadini.
Quello che noi chiediamo è innanzitutto, come è stato chiesto a gran voce un po' da tutti quanti, che queste risorse rimangano alle amministrazioni comunali; spero che il Governo Monti riesca a portare avanti questa proposta nel prossimo anno e che l'IMU sulla prima casa e sulle seconde case rimanga totalmente alle amministrazioni comunali. Inoltre, per noi quest'anno bisogna trovare una soluzione perché il taglio dei trasferimenti, come ho detto prima, porterà probabilmente anche al commissariamento di alcune amministrazioni comunali, e questo va a sommarsi a tutta una serie di problemi ancora più gravi, come il Patto di stabilità interno - lei probabilmente conosce bene e sa bene di cosa stiamo parlando - che sta creando problemi non solo ai cittadini ma anche a tutte le imprese. Le rendo noto che, nelle ultime ventiquattro ore, nella provincia di Venezia, ci sono stati altri due suicidi di imprenditori che sono falliti anche a causa di mancati pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

(Problematiche riguardanti la richiesta di restituzione di somme relative alla cosiddetta quattordicesima indebitamente erogate dall'Inps a circa 200 mila pensionati nell'anno 2009 - n. 3-02491)

PRESIDENTE. L'onorevole Damiano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02491, concernente problematiche riguardanti la richiesta di restituzione di somme relative alla cosiddetta quattordicesima indebitamente erogate dall'INPS a circa 200 mila pensionati nell'anno 2009 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

CESARE DAMIANO. Signor Presidente, signora Ministro, come lei sa nei giorni scorsi il presidente dell'INPS, Antonio Mastrapasqua, ha parlato anche per quest'anno di una restituzione di somme percepite indebitamente per quanto concerne la quattordicesima erogazione ai pensionati a basso reddito (riguarderebbe 200 mila persone). Insisto sul basso reddito perché come lei sa si tratta di persone che hanno un reddito calcolato nel 2007 di 8.504 euro annui, ai quali dà diritto questa quattordicesima.
Noi chiediamo, in primo luogo, se, nel confronto previsto con le parti sociali, il Governo sia intenzionato a suggerire una procedura di ampio dilazionamento dei tempi per questa restituzione, per non incidere in modo oneroso nei confronti di questi pensionati; in secondo luogo, se eventualmente, si possa ipotizzare un'esenzione totale o parziale per coloro che hanno commesso errori nell'ordine di poche decine di euro e, in terzo luogo, se si possa dare il via ad un cambiamento dell'autocertificazione attraverso un più sollecito scambio di dati tra le diverse amministrazioni al fine di non incorrere in questi problemi.

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PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Elsa Fornero, ha facoltà di rispondere.

ELSA FORNERO, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Damiano e gli altri interroganti per l'occasione che mi dà di fare chiarezza su un problema di rilevanza sociale, dato che si tratta della richiesta di restituzione di somme modeste a pensionati dai redditi molto bassi.
Peraltro, sottolineo come questo sia non soltanto un atto dovuto, ma un atto ricorrente, perché, da quando è stata istituita la quattordicesima, il meccanismo è tale per cui l'INPS provvede alla liquidazione, segnalando, peraltro nelle lettere che manda agli stessi pensionati, che: «ricordiamo che il diritto a ricevere tale importo sarà verificato sulla base della dichiarazione dei suoi redditi definitivi per il 2008», e quindi, necessariamente, la verifica dei limiti reddituali avviene ex post.
Tutto questo porta tutti gli anni a richiedere indietro somme indebitamente erogate da parte dell'INPS sulla base della norma: negli anni passati, il dilazionamento delle somme veniva normalmente fatto in cinque mesi. Quest'anno le persone che risulterebbero avere percepito indebitamente la quattordicesima sono circa 200 mila, su una platea di tre milioni e mezzo.
In considerazione - questo sì che è un elemento di novità - del fatto che viviamo momenti difficili, e che quindi i pensionati possono essere la parte più debole di una generale sofferenza in cui una larga parte della popolazione si trova, l'INPS ha deciso di dilazionare la restituzione dovuta, e quindi non cancellabile, su 12 mesi.
Ma io stessa ho chiesto all'INPS se non fosse il caso di rivedere il suo orientamento e, magari, di diluire ancora di più la restituzione. Ho anche chiesto all'INPS, che, peraltro, si deve confrontare con l'amministrazione finanziaria dello Stato, di vedere se è possibile accorciare i tempi, per quanto i limiti della verifica siano nei tempi stabiliti della legge, che sono di cinque anni, e qui stiamo parlando di una verifica su tre anni, proprio per la sgradevolezza di vedersi richiedere la restituzione di somme dopo tre anni.
L'INPS ha promesso che farà tutto il possibile e ha chiesto, sotto questo profilo, anche un maggiore coinvolgimento dell'Agenzia delle entrate. Da parte del Governo vi è la sensibilità e anche l'impegno, ma, ovviamente, l'atto è dovuto, e quindi si tratta soltanto di essere generosi rispetto alle modalità.

PRESIDENTE. L'onorevole Lenzi, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

DONATA LENZI. Signor Ministro, la ringrazio per la risposta e, mi sembra, l'accento di attenzione che lei ci ha voluto mettere. Le devo dire che, però, una dilazione di dodici mesi ci sembra poco. Quando noi chiedevamo un sostanzioso dilazionamento, pensavamo a tempi più lunghi.
Peraltro, si fa così in altri settori, nei rapporti con l'Agenzia delle entrate e così via; quindi, si tratta di adeguarsi a cose che possono essere facilmente ottenute, dilazionando la restituzione delle somme in un tempo più lungo. Sono state 200 mila le persone coinvolte quest'anno, erano 185 mila l'anno scorso. Bisogna che ci chiediamo dove intervenire perché questo non si ripeta più.
Non è accettabile che si scarichino quelli che sono errori, spesso, dell'amministrazione o dei CAF, perché non è il pensionato quello che va a fare la pratica, sul cittadino pensionato. Ma, mi permetta, noi vorremmo proprio che si riflettesse su una possibilità reale di esenzione per chi almeno è tornato adesso in condizione di povertà estrema.
Noi stiamo parlando di pensioni minime, nei confronti delle quali pochi euro fanno la differenza. Quindi, se apprezziamo lo sforzo, chiediamo anche un passo in più (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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(Elementi ed iniziative in merito all'assunzione degli oneri in materia di edilizia in relazione agli istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica - n. 3-02492)

PRESIDENTE. L'onorevole Capitanio Santolini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Galletti ed altri n. 3-02492, concernente elementi ed iniziative in merito all'assunzione degli oneri in materia di edilizia in relazione agli istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, la mia interrogazione riguarda, in particolare, il conservatorio di musica Martini di Bologna, che è passato, per la durata di trent'anni, dalla giurisdizione del comune a quella della provincia.
Quindi la provincia deve provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici e anche del conservatorio in questione.
Da allora - si parla del 1996-1998 - sono intervenute normative e varie leggi per cui il quadro generale è cambiato. Tra l'altro i conservatori, come si sa, sono stati assimilati alle istituzioni universitarie. Da allora un lungo iter fa sì che non vengano più erogati fondi al conservatorio per l'edilizia scolastica.
Chiediamo al Governo cosa possa o intenda fare per superare questo problema.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Francesco Profumo, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO PROFUMO, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, l'onorevoli interrogante illustra la situazione del Conservatorio di musica Martini di Bologna, che occupa un immobile concesso in uso gratuito all'amministrazione provinciale, la quale, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, lettera b), della legge n. 23 del 1996, provvede agli oneri della relativa manutenzione ordinaria e straordinaria, e chiede che vengano assunte iniziative per attribuire tali oneri a carico del conservatorio, ai sensi della legge n. 508 del 1999 di riforma delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (Afam).
A riguardo, segnalo che, dopo l'entrata in vigore della citata legge n. 508, alcune amministrazioni provinciali, avvalendosi della disposizione di cui all'articolo 5, secondo la quale alle istituzioni Afam si applica la normativa vigente in materia di edilizia universitaria, si sono ritenute esonerate dagli oneri economici di mantenimento degli immobili sede degli istituti, sostenendo che tale competenza sia da ritenersi trasferita al Ministero.
In realtà, in merito all'effettiva portata innovativa della disposizione da ultimo citata, negli ultimi anni non vi è stata uniformità di opinioni. L'Avvocatura generale dello Stato, con due pareri emessi in data 20 luglio 2000 e 17 maggio 2004, ha spiegato come, in mancanza dei regolamenti attuativi della legge in questione, deve ritenersi che rimangano efficaci le norme di cui alla legge n. 23 del 1996 e, di conseguenza, gli obblighi in materia di manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili sono a carico della provincia. L'immediata applicabilità della disposizione sarebbe al limite circoscritta, a parere dell'Avvocatura, alla sola ipotesi di costruzione di nuovi edifici e non alla spettanza dei predetti oneri di manutenzione.
Successivamente, come ricordato dagli onorevoli interroganti, il Consiglio di Stato ha fornito una diversa interpretazione nel senso che la mancata definizione dei richiamati regolamenti attuativi non osta all'immediata efficacia del citato articolo 5 e, dunque, all'attribuzione degli oneri di manutenzione degli immobili concessi in uso gratuito in capo ai conservatori.
Nel frattempo, con la legge n. 311 del 2004, è stato istituito il capitolo di bilancio 7312 riguardante interventi di edilizia e acquisizione di attrezzature didattiche e strumentali, ma l'esiguità annuale dello stanziamento previsto - nel 2012 meno di Pag. 75 milioni di euro - non ha consentito, né consente, di provvedere in maniera esaustiva e a regime a tutte le esigenze in materia di manutenzione ordinaria e straordinaria delle istituzioni Afam presenti sul territorio.
Ritengo, pertanto, che nella costituzione del nuovo Fondo pubblico immobiliare - su cui il Ministero sta lavorando come soluzione finanziaria innovativa per l'edilizia scolastica e con conseguente ipotesi di norma ad hoc che possa integrare e completare l'articolo 53 del decreto-legge n. 5 del 2012 - potranno essere tenute in considerazione anche le esigenze delle istituzioni Afam.

PRESIDENTE. L'onorevole Capitanio Santolini ha facoltà di replicare.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, ringrazio il Ministro della sua presenza e anche della risposta perché apre una speranza.
È una questione che sta a cuore, ovviamente e giustamente, a molte persone, ma so anche che è un argomento che sta cuore al Ministro. Quando si parla di edilizia scolastica o universitaria o comunque dell'Afam so che gli sta particolarmente a cuore, per cui il fatto che dica che vi sarà questo nuovo Fondo pubblico immobiliare a cui potere, eventualmente, attingere, significa risolvere un contenzioso che va avanti da troppo tempo perché le competenze tra provincia, Ministero e conservatorio stesso fanno sì che, adesso, vi siano dei grossi problemi anche di sicurezza, di incolumità, degli utenti e dei cittadini. Non si possono sollevare le province da un onere e attribuirlo ad un Ministero o ad altri organismi senza una chiarezza che faccia luce sulle competenze dei vari organismi e dei vari Ministri.
Quindi speriamo che questo nuovo fondo, che mi auguro venga quanto prima posto in essere, possa essere un nuovo modo di affrontare questi problemi, perché non è solo un problema del Conservatorio di Bologna - che è stato l'occasione per questa interrogazione - ma è un problema che riguarda moltissimi conservatori, che sono sparsi un po' in tutta l'Italia e hanno edifici che spesso sono abbastanza fatiscenti.
Ringrazio, pertanto, il Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

(Iniziative urgenti relative alla vicenda dell'Ilva di Taranto - n. 3-02493)

PRESIDENTE. L'onorevole Pisicchio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02493, concernente iniziative urgenti relative alla vicenda dell'Ilva di Taranto (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, signor Ministro, la drammatica vicenda che ha coinvolto la città di Taranto, mettendo la popolazione di fronte all'inaccettabile alternativa, disoccupazione o inquinamento venefico, è ben presente all'attenzione del Governo e anche della pubblica opinione.
In qualche modo l'Ilva rappresenta l'emblema della condizione del lavoro dipendente oggi nel nostro Paese, strangolato dallo spettro dei licenziamenti. Ma l'emblema dell'Ilva coinvolge anche altri settori delle istituzioni: la magistratura, per esempio, che si è trovata a svolgere un ruolo oggettivamente surrogatorio rispetto alla politica e che continua ad effettuare interventi, che mettono in allarme le maestranze a seguito della bocciatura - è di qualche minuto fa l'agenzia che dà la notizia - del piano dei primi interventi da 400 milioni di euro proposto dall'azienda.
Chiedo a lei, signor Ministro, quali urgenti iniziative ancora una volta il Governo intenda adottare per rassicurare i lavoratori e la popolazione di Taranto.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Corrado Clini, ha facoltà di rispondere.

CORRADO CLINI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Pag. 8Signor Presidente, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è l'autorità competente in base alla legge italiana, in applicazione della direttiva europea, per l'autorizzazione integrata ambientale, che rappresenta il documento di autorizzazione all'esercizio degli impianti industriali nel rispetto delle norme per la tutela dell'ambiente e per la tutela della salute.
Noi stiamo completando l'istruttoria per rilasciare l'autorizzazione e la completeremo in questi giorni. L'autorizzazione avrà le prescrizioni puntuali per l'adeguamento degli impianti di Taranto agli standard stabiliti dalla Commissione europea e che dovranno essere rispettati a partire dal 2016. Noi chiederemo a Ilva di cominciare a rispettare questi standard adesso, cioè con quattro anni di anticipo.
Aspetto di leggere il documento del GIP con il quale è stata respinta la proposta di Ilva per un primo intervento urgente nelle aree dello stabilimento più critiche che, come lei ha ricordato, prevede investimenti per 400 milioni di euro. Mi auguro che questa iniziativa non interferisca con la procedura prevista dalla legge, che noi intendiamo rispettare puntualmente e che stabilisce che il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare rilasci l'autorizzazione integrata ambientale.

PRESIDENTE. L'onorevole Pisicchio ha facoltà di replicare.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, ringrazio il signor Ministro per la puntualità e la chiarezza della sua risposta.
Parlavamo prima di una sorta di «sineddoche» dell'Ilva, della parabola amara che racconta non solo di un dramma cittadino, quello di Taranto, ma di una condizione assai più vasta, quella meridionale e, forse, anche italiana, perché la virulenza di questa crisi ha reso un po' più meridionali tutti gli italiani, che ormai sono senza lavoro in una misura vicino all'11 per cento, anche se nel sud quelle cifre sono triplicate per i giovani e quintuplicate per le donne.
Certo, esistono argomenti assai convincenti sulle ragioni di tutto questo: la crisi economica è la crisi dello Stato sociale, che travolge l'occidente intero.
Ma, signor Ministro, io credo che i cittadini «usciti», si dice con un eufemismo, «dal mercato del lavoro», le famiglie monoreddito che si trovano in casa, disoccupati, quei giovani, unica fonte di risorse, così inutilmente evocati nei nostri discorsi, quelli della politica, ebbene, questo popolo che soffre, ha forse qualche difficoltà a comprendere e ad accettare la ragione della sua sofferenza. Perché tutto questo mette in discussione le ragioni del welfare e dell'economia sociale di mercato su cui è forgiata la nostra Costituzione e che è la regola fondamentale della nostra convivenza. Per questo, signor Ministro, non possiamo più accettare l'insopportabile ricatto che ha trovato luogo a Taranto: o veleno o lavoro, e le diamo atto di aver lavorato per superare questo schema. I tarantini, tutti gli italiani, hanno il diritto naturale, prima ancora che costituzionale, al lavoro e ad un ambiente sano.

(Iniziative urgenti volte a sostituire la sanzione detentiva prevista per il reato di diffamazione a mezzo stampa con quella pecuniaria - n. 3-02488)

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02488, concernente iniziative urgenti volte a sostituire la sanzione detentiva prevista per il reato di diffamazione a mezzo stampa con quella pecuniaria (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, signor Ministro, il gruppo Italia dei Valori le chiede di rivedere urgentemente l'articolo 595 del codice penale nella parte in cui prevede come sanzione anche la pena della detenzione. Noi siamo convinti che l'informazione libera sia l'essenza della democrazia, ma siamo anche convinti che non si deve offendere la reputazione, l'onore e il decoro della persona e che quindi chi diffama debba essere punito, ma non con la carcerazione. Un Pag. 9reato di opinione punito con la carcerazione mette a rischio, mette il bavaglio all'informazione libera e plurale. Per questa ragione io personalmente, che ho centinaia di cause con chi mi diffama tutti i giorni, preferirei confrontarmi con costoro, per far loro cambiare ciò che hanno scritto nel loro giornale e far loro risarcire il danno, piuttosto che vederli in galera, perché altrimenti si corre il rischio di avere un Paese democratico con il bavaglio e questo non è più democrazia ma quel che la norma prevedeva già da un tempo: la sanzione del carcere era una norma di stampo fascista.

PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Paola Severino Di Benedetto, ha facoltà di rispondere.

PAOLA SEVERINO DI BENEDETTO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Di Pietro per aver portato anche l'attenzione del Parlamento un tema fortemente avvertito e condiviso e di averlo fatto non nell'ambito di un interesse personale o partitico, come ben illustrato nella sua interrogazione, ma nell'ambito di un interesse di carattere più generale. Proprio oggi la Suprema Corte dovrà pronunciarsi sulla legittimità della sentenza impugnata e quindi, ovviamente, nessuno di noi entrerà nel merito della vicenda, il Guardasigilli in particolare, per la peculiarità dei compiti che deve garantire e l'autonomia e l'indipendenza della magistratura. Ma qui il tema è diverso ed in ogni caso io tengo fortemente a rappresentare che ho già manifestato - e oggi il Presidente Monti lo ha ribadito - anche al di fuori e a prescindere dal dibattito parlamentare, il nostro impegno a prestare estrema attenzione ai tempi della forma di responsabilità e dell'adeguatezza della pena così come prevista dal codice penale per l'omesso controllo del direttore e comunque in genere della diffamazione. L'impegno è quello di risolvere con la massima urgenza, con la massima serietà, il fondamentale problema della regolamentazione del complesso rapporto tra libertà di stampa e tutela della reputazione di chi sporge querela per diffamazione. Sono parole che io ho usato e che hanno trovato completa coincidenza con i concetti che lei ha espresso. Sin dai giorni scorsi ho infatti preso contatto con l'ordine dei giornalisti e la Federazione nazionale della stampa programmando incontri molto prossimi per individuare le concrete soluzioni percorribili. Tra queste, passando al concreto, appare praticabile la possibilità di dare impulso, con una sollecita calendarizzazione, ai disegni di legge di iniziativa parlamentare che sono stati presentati per la modifica degli articoli 595 e 57 del codice penale e dell'articolo 13 della legge sulla stampa e che sono già all'esame delle Camere.
Alcuni di tali disegni appaiono totalmente in linea con la giurisprudenza della Corte europea di Strasburgo e con la maggior parte delle legislazioni europee in materia che prevedono la sola pena pecuniaria per il direttore responsabile - e più in generale per la diffamazione - e dunque sono percorribili anche nel nostro Paese con una riforma.
Questa soluzione sembrerebbe più corretta e comunque ugualmente efficace in termini di successione di leggi penali nel tempo rispetto a quella realizzabile con un decreto-legge, cui peraltro può farsi ricorso soltanto ricorrendo i requisiti previsti dall'articolo 77 della Costituzione. Ma è con la stessa urgenza che io credo che si debba e si possa provvedere con un'immediata calendarizzazione di quei disegni di legge cui facevo cenno.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di replicare.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Ministro, condivido la sua impostazione anche perché ho voluto leggere tra le righe che lei - come me - condivide l'idea che il reato di diffamazione debba rimanere, se come me ha detto che come sanzione debba rimanere solo la pena pecuniaria, che è appunto una sanzione prevista per quello che comunque è un reato. Non vi è dubbio che la libertà di stampa è fondamentale, costituzionalmente garantita, un principio, Pag. 10ma altrettanto garantito è il principio della tutela della reputazione della persona, e non si deve usare l'informazione per delegittimazione, dossieraggio e quant'altro. Io ne ho subiti a decine, anche dal diretto interessato che quest'oggi è sottoposto al giudizio definitivo della Cassazione e rischia di andare in galera per un anno e 2-3-4 mesi già da qualche giorno. Però io ritengo che non sia giusta la galera per chi fa informazione, perché appunto ci sono altri strumenti quali il risarcimento del danno, la pena pecuniaria, l'obbligo ad ammettere il proprio errore con le stesse modalità con cui ha diffamato. Ma in una democrazia evoluta, appunto, dobbiamo evitare la pena detentiva.
Voglio però segnalarle una cosa. Oggi c'è un comunicato del presidente del gruppo del PdL Cicchitto che dice urgente intervenire in Parlamento su quei disegni di legge di cui lei ha parlato per modificare la diffamazione, insieme (unitamente) al modificare la legge sulle intercettazioni. Non utilizziamo queste necessità di democrazia per introdurre elementi che a nulla servono per portare avanti il principio che lei ha salvato. A nome dell'articolo 77 della Costituzione avete fatto già 34 decreti-legge con 34 fiducie, sta per andare in galera una persona che personalmente mi ha diffamato molte volte, ma che tutto voglio meno che vederlo in galera, e credo che qualsiasi cittadino italiano ritenga urgente evitare la galera per un reato di opinione, anche se si chiama Sallusti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Misure per sostenere le aziende in difficoltà, con particolare riferimento all'esercizio della delega legislativa prevista dallo «statuto delle imprese» in materia di ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione - n. 3-02494)

PRESIDENTE. L'onorevole Polidori ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02494, concernente misure per sostenere le aziende in difficoltà, con particolare riferimento all'esercizio della delega legislativa prevista dallo «statuto delle imprese» in materia di ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

CATIA POLIDORI. Signor Presidente, egregio Ministro, il quesito che le sottopongo riguarda un argomento che sta a tutti a particolarmente a cuore, riguarda le PMI e i ritardi di pagamento, un killer che dall'inizio della crisi lei sa bene che ha ucciso più di 11 mila aziende. Un terzo quasi di queste aziende, il 31 per cento delle aziende che hanno portato i libri contabili in tribunale ed hanno dovuto chiudere lo hanno fatto per l'impossibilità di riscuotere i propri crediti proprio dalla pubblica amministrazione. È proprio nel tentativo di arrestare questa piaga che sono a chiederle se il Governo è in grado di rispettare il termine del 15 novembre per l'esercizio della delega previsto dallo «statuto delle imprese» che riguarda proprio i ritardi di pagamento da parte della pubblica amministrazione e come il Governo intenda intervenire per far sì che venga recepita finalmente (sottolineo finalmente) la direttiva n. 2011/7 dell'Unione europea in materia proprio della lotta contro i ritardi di pagamento delle transazioni commerciali.

PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti, Corrado Passera, ha facoltà di rispondere.

CORRADO PASSERA, Ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, nell'ambito delle iniziative del Governo finalizzate al rilancio della competitività del Paese si annoverano un insieme di norme riconducibili a diversi provvedimenti normativi finalizzate ad assicurare liquidità alle imprese attraverso l'esigibilità dei crediti delle stesse nei confronti della pubblica amministrazione ed il coinvolgimento del sistema bancario. Non sto qui a ricordare il Fondo centrale di garanzia, l'IVA per Pag. 11cassa, parliamo specificatamente di questo che è un tema molto importante che lei solleva.
Lo scorso 22 maggio il Consiglio dei ministri ha approvato un pacchetto di iniziative, peraltro citate dall'onorevole interrogante, che comprende quattro decreti. Due di essi sono di certificazione e riguardano, appunto, la certificazione dei crediti scaduti nei confronti rispettivamente delle amministrazioni centrali e delle regioni e degli enti locali, inclusi gli enti di Servizio sanitario nazionale, ed obbligano tutti gli enti della pubblica amministrazione a certificare gli eventuali crediti vantati dalle imprese. Poi vi è un decreto compensazioni, consistente nella possibilità di compensare i crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili maturati nei confronti di regioni, enti locali, enti del Servizio sanitario nazionale con le somme dovute iscritte a ruolo. Terzo punto, cioè quarto decreto, un decreto che prevede una garanzia pubblica del Fondo centrale di garanzia sulle anticipazioni dei crediti verso la pubblica amministrazione per facilitarne lo smobilizzo attraverso il sistema bancario. L'importo massimo garantibile per singola impresa è pari a 2,5 milioni di euro.
Quanto al recepimento della direttiva che lei ha citato, la n. 2011/7/CE, la cui portata applicativa non è circoscritta ai soli rapporti tra pubblica amministrazione e imprese, ma anche tra imprese stesse, il Governo assicura che tale recepimento avverrà nei tempi previsti. A tal proposito, si sottolinea come nello «statuto delle imprese» il termine per esercitare la delega sia fissato al prossimo 16 novembre, in anticipo rispetto al termine del 16 marzo 2013 assegnato agli Stati membri dall'articolo 12 della direttiva medesima.

PRESIDENTE. L'onorevole Polidori ha facoltà di replicare.

CATIA POLIDORI. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio per la risposta puntuale, tuttavia mi corre l'obbligo di sottolineare, come del resto lei ha ricordato, che, proprio il Ministero, insieme all'ABI e alla Cassa depositi e prestiti, ha fatto in modo che ci fosse un aiuto cospicuo, uno specifico plafond, denominato «Crediti PA», proprio per consentire lo smobilizzo presso il settore bancario dei crediti vantati dalle PMI. Ma vorrei ricordare come, per una serie di motivi legati anche alla regolamentazione degli istituti di credito, non ci sia nessun impegno vincolante. Peraltro, soprattutto per i vincoli del Patto di stabilità, noi sappiamo che le regioni, i comuni e le ASL sono tenuti a rilasciare, possono quantomeno rilasciare i certificati dei loro debiti senza apporre la data e questo chiaramente lascia maggiore libertà e discrezionalità all'istituto di credito. Quindi, entro il prossimo 15 dicembre - questa vuole essere chiaramente solo una raccomandazione - le parti firmatarie valuteranno l'opportunità di poter in qualche maniera prolungare l'utilizzo dei «Crediti PA».
Il nostro auspicio è quello che, oltre a riguardare i termini, quindi oltre a riconfermarlo, si possa in qualche modo rifondere per dare maggiore garanzia e maggiore sicurezza alle PMI. Infatti, se è veramente desolante e triste veder chiudere aziende per la crisi congiunturale e, quindi, per la non erogazione di credito, mi creda che è veramente inaccettabile e deludente vederle chiudere perché non riescono ad esigere i propri crediti verso la pubblica amministrazione, una pubblica amministrazione che nel momento in cui esige i propri crediti le assicuro che è puntuale (Applausi dei deputati del gruppo Popolo e Territorio).

(Misure a favore delle imprese di autotrasporto che utilizzano il trasporto intermodale strada-mare, con particolare riferimento all'erogazione del cosiddetto ecobonus - n. 3-02495)

PRESIDENTE. L'onorevole Garofalo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02495, concernente misure a favore delle imprese di autotrasporto che utilizzano il trasporto intermodale strada-mare, con particolare riferimento all'erogazione Pag. 12del cosiddetto ecobonus (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

VINCENZO GAROFALO. Signor Presidente, signor Ministro, questa interrogazione appunto è per mettere in evidenza il grave problema che si è venuto a creare a causa del blocco dell'erogazione delle risorse stanziate a favore delle imprese dell'autotrasporto che hanno trasferito parte del loro traffico stradale sulle cosiddette autostrade del mare. La mancata erogazione sta causando gravi danni soprattutto alle imprese siciliane che hanno accolto positivamente l'opportunità di utilizzare la modalità marittima e non ricevono quanto spetta loro perché la Direzione generale per la concorrenza della Commissione europea ha aperto una procedura formale di informazione nei confronti del nostro Paese dopo un esame che dura da oltre un anno e che ha avuto diversi confronti tecnici, riunioni e anche numerosissime lettere. Tra l'altro, questo tipo di procedimento non sembra neanche sostenibile sotto l'ipotesi della violazione della concorrenza in quanto è noto a tutti che il traffico merci ferroviario è stato quasi azzerato per mancanza di servizi resi dal sistema ferroviario e le strade sono spesso tali da bloccare un normale trasferimento delle merci. Chiedo al Governo cosa stia facendo in merito.

PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti, Corrado Passera, ha facoltà di rispondere.

CORRADO PASSERA, Ministro dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, il Governo pone la massima attenzione all'esigenza di potenziare le modalità di trasporto alternative a quella stradale, anche attraverso la previsione di specifici incentivi. Tra questi, rientrano i contributi a favore degli autotrasportatori per l'utilizzazione delle autostrade del mare - il cosiddetto ecobonus - che la Commissione europea, con la decisione del 2005, ha autorizzato per il triennio 2007-2009. Com'è noto, lo strumento si prefiggeva di incoraggiare il trasferimento dei mezzi pesanti dalla strada alle vie marittime, a condizione che i beneficiari utilizzassero i servizi marittimi nel triennio successivo a quello di concessione dei contributi e, dunque, per gli anni 2010, 2011 e 2012.
Il 27 luglio 2011 è stata comunicata alla Commissione europea l'intenzione di prorogare l'incentivo in parola per ulteriori due anni, al fine di consentire il consolidamento della nuova modalità di trasporto intermodale nella situazione di crisi economica in atto. Tuttavia, allo stato attuale, la Commissione ritiene che non vi siano più le condizioni per favorire l'utilizzo del trasporto marittimo rispetto alla modalità stradale.
Pertanto, pur non emanando direttamente una decisione sfavorevole, il 25 luglio scorso ha aperto, com'è noto, una procedura d'indagine formale in relazione alla quale il Ministero dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti ha fornito le proprie osservazioni in data 8 agosto 2012. In tale ambito, al fine di addivenire parzialmente alle richieste della Commissione, è stata proposta la proroga per un solo anno, con l'ulteriore obbligo a carico dei trasportatori di utilizzare le rotte marittime in luogo dei corrispondenti itinerari stradali, invece che fino a tutto il 2012, com'era stato già previsto, anche per il 2013. Si è tuttora in attesa di conoscere le determinazioni dell'organismo comunitario.
Mi preme, comunque, evidenziare in ordine alle risorse da dedicare per il futuro che l'articolo 23 del decreto-legge n. 95 del 2012, e la relativa legge di conversione, ha stanziato a favore del comparto risorse per 400 milioni di euro per l'anno 2013. Per concludere, faccio presente che costituisce fermo impegno di questo Governo seguire con la massima attenzione la problematica evidenziata ai fini di una rapida soluzione della vicenda.

PRESIDENTE. L'onorevole Garofalo ha facoltà di replicare.

VINCENZO GAROFALO. Signor Presidente, ringrazio il Ministro anche per Pag. 13l'attenzione, che, ancora una volta, ha dimostrato con la presenza in Aula sul tema, che è conseguente anche agli incontri che abbiamo avuto in Commissione.
Io so bene che questo Governo ha voluto proseguire - mi permetto di dire, signor Ministro - l'impegno del precedente Governo, che è stato anche, credo, utile per l'attività che ha messo in campo lei, perché il Governo Berlusconi ha sempre mostrato una grande attenzione al settore dell'autotrasporto. Prova ne è che, negli anni passati, non mi sembra che vi siano stati momenti di tensione sociale che, in effetti, avevamo vissuto in altri periodi.
Dico anche che non vorrei che vi fosse una sorta di accettazione della posizione della Commissione europea, perché vorrei ricordare che la politica messa in atto dal nostro Paese - quindi, dai vari Governi che ci sono stati - è stata indirizzata anche da una politica europea volta ad andare su un riequilibrio modale delle merci, trasferendo quindi, quel 90 per cento che noi abbiamo ancora di traffico merci sulla strada sempre più su altre modalità. Nell'affermare che l'Unione europea dica che oggi le condizioni sono diverse rispetto a quelle del 2005 e del 2006 che hanno generato per il 2007, 2008 e 2009 l'autorizzazione a mettere in campo l'ecobonus, mi sembra di dire qualcosa che non è effettivamente vero.
Sappiamo ancora che le nostre strade non sono in grado di supportare l'enorme traffico merci sebbene la crisi ne abbia generato un calo; sappiamo che per la sicurezza è necessario utilizzare altre modalità rispetto a quelle stradali; sappiamo anche che l'aumento del costo dei carburanti genera per la società, non per gli operatori, un surplus di costi che generano anche su ogni famiglia una maggiore spesa; sappiamo anche il settore marittimo è strategico a livello comunitario. Quindi, mi pare assolutamente necessario che il nostro Governo continui ad insistere per portare avanti questa politica.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

VINCENZO GAROFALO. Io ho fiducia nella sua azione, signor Ministro, tuttavia, spero che in tempi veloci si possano erogare anche quei contributi che già sono stanziati e che sono già nella sua disponibilità. Le imprese attendono questo, altrimenti rischieremmo di avere una tensione sociale che abbiamo sempre cercato di evitare.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,10 con il seguito della discussione delle mozioni in ordine alla costituzione di parte civile dello Stato nel procedimento penale in corso di svolgimento a Palermo relativo alla cosiddetta trattativa Stato-mafia.

La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16,10.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Antonione, Bongiorno, Brugger, Cicchitto, Colucci, Consolo, Gianfranco Conte, Dal Lago, Della Vedova, Di Biagio, Donadi, Dozzo, Gregorio Fontana, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Iannaccone, Lusetti, Maran, Migliavacca, Migliori, Misiti, Moffa, Mosca, Mura, Pecorella, Pisicchio, Valducci e Volontè sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

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Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,12).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori (ore 16,13).

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, intervengo per esprimere la solidarietà agli operai dell'Ilva di Taranto, che stanno protestando su una torre alta 60 metri. Protestano per difendere il proprio posto di lavoro. Da cittadino ho sempre rispettato e sono rispettoso della divisione dei poteri e, quindi, anche del ruolo della magistratura, ma l'atteggiamento di alcuni magistrati fa pensare al «presepio di casa Cupiello»: sempre «no» ad ogni sforzo legato alla salvaguardia del più grande impianto siderurgico d'Europa, come se in pochi giorni si potessero risolvere i guasti e i problemi che si sono fatti negli ultimi decenni. Oggi la Svimez ha mostrato i danni della desertificazione industriale del Sud: un quarto dei cittadini è senza lavoro. Siamo in un vero e proprio dramma in un'area significativamente vasta del nostro Paese. Pertanto, intervengo per sollecitare il Governo perché si adoperi con ogni mezzo per indurre l'azienda ad accelerare il piano di risanamento, ma in quest'Aula voglio anche esprimere un invito alla magistratura, perché non abbia un approccio, su questo tema, ideologico. Quei lavoratori non sono lavoratori soltanto di Taranto, sono lavoratori italiani e meritano tutta la nostra solidarietà (Applausi).

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,40.

La seduta, sospesa alle 16,15 è ripresa alle 16,45.

Seguito della discussione delle mozioni Di Pietro ed altri n. 1-01123, Veltroni ed altri n. 1-01144 e Cicchitto ed altri n. 1-01145 in ordine alla costituzione di parte civile dello Stato nel procedimento penale in corso di svolgimento a Palermo relativo alla cosiddetta trattativa Stato-mafia.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Di Pietro ed altri n. 1-01123, Veltroni ed altri n. 1-01144 e Cicchitto ed altri n. 1-01145 in ordine alla costituzione di parte civile dello Stato nel procedimento penale in corso di svolgimento a Palermo relativo alla cosiddetta trattativa Stato-mafia (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo lunedì 17 settembre 2012 e nella quale è intervenuto il rappresentante del Governo, sono state presentate le mozioni Veltroni ed altri n. 1-01144 e Cicchitto ed altri n. 1-01145 che sono già state iscritte all'ordine del giorno.
Avverto, altresì, che in data odierna sono state presentate la mozione Ossorio ed altri n. 1-01149 e la mozione Galletti e Della Vedova n. 1-01150. I relativi testi sono in distribuzione (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Avverto, infine, che sempre in data odierna le mozioni Veltroni ed altri n. 1-01144, Cicchitto ed altri n. 1-01145 e Ossorio ed altri n. 1-01149 sono state riformulate dai presentatori. I relativi testi sono in distribuzione (Vedi l'allegato A - Mozioni).

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

Pag. 15

PAOLA SEVERINO DI BENEDETTO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, mi scusi, ma essendo diventate tante le mozioni, stavamo rimettendo un po' in ordine le cose. Allora, innanzitutto, mi pare che la prima mozione sia la mozione Di Pietro, se me lo conferma, signor Presidente.

PRESIDENTE. Esatto, la prima è la mozione Di Pietro ed altri n. 1-01123.

PAOLA SEVERINO DI BENEDETTO, Ministro della giustizia. Sulla mozione Di Pietro ed altri n. 1-01123 il Governo aveva già espresso il proprio parere. Mi sembra, però, opportuno, visto che sono trascorsi alcuni giorni e ci sono dei dati nuovi, dare conto comunque di questi dati nuovi, pur ribadendo il parere che era stato originariamente dato.
Allora, io vorrei innanzitutto rendere noto ufficialmente che è stata in questi giorni effettuata la notifica alla Presidenza del Consiglio. Questo ci ha messo in grado di leggere il contenuto della incolpazione e dalla lettura della incolpazione si è confermata come assolutamente ineludibile l'esigenza per il Governo di acquisire gli atti, i documenti, le carte e le prove che sono state addotte dall'accusa a sostegno della incolpazione e tutto questo al fine di poter prendere una motivata decisione, come sempre si fa in questi casi.
Tutto questo, ovviamente, pur ribadendo la piena e assoluta considerazione che il Governo fa per la gravità delle ipotesi configurate, per la loro lesività di interessi fondamentali dello Stato, ma qui - vorrei ribadirlo - non è in questione l'importanza dell'accertamento della verità, alla quale tutti indistintamente teniamo, ma è proprio per un'esigenza di serietà che noi chiediamo di poter avere tutti gli elementi per una corretta valutazione processuale, così come sempre accade quando ci si trova di fronte a processi penali. Dunque, il parere del Governo è sempre parere contrario, nei termini in cui fu già espresso dal sottosegretario qualche giorno fa, oggi comunque rinnovato con questo aggiornamento.
Per quanto riguarda, invece, i dispositivi di tutte le altre quattro mozioni che sono state depositate, il parere è favorevole quanto al dispositivo. Ovviamente stiamo parlando delle versioni riformulate. Quindi, sui dispositivi di tutte le altre mozioni, nelle versioni riformulate, vi è il parere favorevole del Governo.

PRESIDENTE. Quindi, il Governo formula parere favorevole sui dispositivi delle mozioni Veltroni ed altri n. 1-01144 (Nuova formulazione), Cicchitto ed altri n. 1-01145 (Nuova formulazione) ed Ossorio ed altri n. 1-01149 (Nuova formulazione).

PAOLA SEVERINO DI BENEDETTO, Ministro della giustizia. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ciò vale anche per la mozione Galletti e Della Vedova n. 1-01150?

PAOLA SEVERINO DI BENEDETTO, Ministro della giustizia. Sì, anche per la mozione Galletti e Della Vedova n. 1-01150.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intervengo per chiedere al Governo, visto che il parere favorevole è stato dato su tutti i dispositivi, come riformulati, delle mozioni diverse dalla mozione Di Pietro ed altri n. 1-01123, quale sia il parere del Governo relativamente alle parti motive di ciascuna delle mozioni presentate, esclusa la mozione presentata dall'onorevole Di Pietro perché il Governo ha dato parere contrario su tutta la mozione.
Evidentemente, siccome noi ci accingiamo, anche in seguito eventualmente, a decidere e a proporre, come gruppo, alla Presidenza, se del caso, di votare per parti separate alcune mozioni, differentemente Pag. 16il dispositivo dalla parte motiva, è del tutto evidente che, anche per questo motivo ma non solo per questo motivo, perché l'Aula deve sapere esattamente quale sia il parere comunque del Governo sulla parte motiva, è importante che il Governo ce lo dica.

PRESIDENTE. È chiaro il quesito rivolto dall'onorevole Quartiani, signor Ministro?

PAOLA SEVERINO DI BENEDETTO, Ministro della giustizia. Chiarissimo, signor Presidente. Sulle premesse il Governo si rimette alla valutazione parlamentare visto che le premesse non impegnano il Governo e, quindi, la valutazione viene rimessa al Parlamento.

PRESIDENTE. Sta bene. Adesso è tutto chiaro.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Constato l'assenza dell'onorevole Sardelli, iscritto a parlare: s'intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pisicchio. Ne ha facoltà.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, bisogna ammetterlo: c'è un retrogusto venefico in questo dibattito che da molti mesi sta tenendo campo nei media, ma con un medesimo esito da destra e da sinistra. Il tema, in tutta evidenza, non è più diventato il se, il come e il perché articolazioni dello Stato o protagonisti della vita pubblica italiana abbiano dato vita, in una contingenza storica segnata da assoluta drammaticità, a contatti con la criminalità organizzata, perché sul giudizio da dare a questa eventualità non mi pare vi sia nell'opinione politica una posizione diversa.
Il vero punto è che da alcuni mesi taluni organi di stampa e talune fazioni politiche cavalcano questi temi con l'intento deliberato di coinvolgere alte magistrature dello Stato, probabilmente per neutralizzarne l'azione in un momento straordinariamente delicato della vita politica e istituzionale del nostro Paese. Perché solo se si istilla il più fievole sospetto che tali magistrature, attraverso intercettazioni telefoniche o altri atti concludenti, abbiano in qualche modo avuto a che fare con quegli eventi di vent'anni fa, ebbene tale indegna contaminazione potrebbe arrivare a corrodere ogni gesto, ogni parola, ogni monito che giunga da quegli scranni. Francamente tutto questo è inaccettabile e pericoloso per la tenuta delle istituzioni.
Certo, il popolo italiano, il Parlamento, la pubblica opinione hanno il sacrosanto diritto di sapere se qualcosa è accaduto più di quanto non sia emerso dagli atti ufficiali in quei giorni drammatici di guerra senza quartiere tra le forze della democrazia e quella dalla malavita. Ed è questo che la magistratura palermitana si accingerà ad accertare. Ma il diritto all'informazione del Parlamento e del popolo italiano non può essere certamente piegato ad azioni di propaganda elettorale che, mi sia consentito, talvolta traspaiono anche dal tenore di interventi e di documenti presentati in quest'Aula.
Sia, dunque, il Governo a valutare se sia il caso o meno, già in questa fase, prima dell'udienza del 29 ottobre, di attivare l'Avvocatura per la costituzione di parte civile e, per una volta, cerchino le forze politiche, cerchiamo tutti, di fronte a temi così drammatici e severi per la storia del nostro Paese, di tener lontana dal dibattito la propaganda.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, signori colleghi, Italia dei Valori vi chiede di approvare una mozione che impegna il Governo a costituirsi parte civile nell'udienza preliminare del prossimo 29 ottobre che si terrà a Palermo in relazione a un processo delicatissimo che viene comunemente chiamato «trattativa Stato-mafia». Pag. 17
Ringrazio, innanzitutto, il Governo per aver fatto chiarezza, avendo detto di aver ricevuto la notifica di questi atti, anche perché, come lei avrà visto, signor Ministro, tutte le altre mozioni partono da un dato di fatto: che i presentatori lo hanno saputo da notizie di stampa, altrimenti non ne avrebbero saputo niente.
Vorrei segnalare, però, che il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Malaschini, il 17 settembre 2012, aveva già detto di essere a conoscenza, come Governo, che il 29 ottobre si sarebbe tenuta l'udienza preliminare. Quindi, signor Ministro, diciamo subito che non è giusto quel che lei dice, di averlo saputo solo adesso: lo sapeva esattamente quantomeno dal 17 settembre, perché in quella data ne ha dato atto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
Ciò premesso, di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di una trattativa tra uomini della mafia e uomini delle istituzioni, non di una presunta trattativa, signor Ministro, perché lei oggi ha detto ancora una cosa che io reputo gravissima. Lei ha detto che deve valutare le carte per avere tutti gli elementi e, quindi, decidere se costituirsi o no parte civile. Lei vuole dire che ad oggi non sa se il Governo sia parte lesa o no, perché non sa ancora se costituirsi parte civile.
Ebbene, signor Ministro, le ricordo che dell'esistenza giuridicamente accertata di una trattativa tra Stato e mafia, si ha già certezza dal 1998, quando la Corte d'assise di Firenze certificò - recito testualmente che cosa disse in quella sentenza ormai passata in giudicato - che ciò che è avvenuto ha tutte le caratteristiche di una «trattativa» e «l'effetto sui capi mafiosi fu quello di convincerli, definitivamente, che la strage era idonea a portare vantaggio all'organizzazione». Ha aggiunto poi nel 1998, la Corte d'assise di Firenze, che tutto ciò sia avvenuto al prezzo di «sostanziali concessioni ai mafiosi», ed ha aggiunto, infine, che «questa eventualità fa rabbrividire ogni persona avveduta», ma questo giudizio concerne, per quanto riguarda la trattativa, le persone che sono di qua da un ipotetico contratto illecito, cioè i mafiosi, e che su quelli che sono di là, cioè le istituzioni, deve decidere un altro processo.
Vorrei ricordare che in italiano (e io non lo conosco bene) «trattativa» vuol dire che ci sono almeno due parti: una di qua e una di là. La trattativa è già stata certificata con sentenza penale passata in giudicato. È già stato accertato che trattativa ci fu e che di là c'erano personaggi mafiosi del calibro di Totò Riina e quant'altri, e di qua si sta decidendo chi può aver commesso l'atto di portare avanti questa trattativa.
Quindi, signor Ministro, nel momento in cui lei ci viene a dire oggi che deve valutare le carte, lei fa rabbrividire lo Stato di diritto, perché lei dal 1998 è a conoscenza di queste carte e, nel momento in cui assume che il Governo, lo Stato italiano, il popolo italiano non si debbano sentire parte lesa di una trattativa accertata, lei offende la Costituzione e gli italiani. E questo Parlamento oggi si assume una responsabilità gravissima: offendere il ruolo e la ragione per cui sta qua a rappresentare gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Ciò detto, ricordo a me stesso che si possono costituire parte civile tutti coloro che si sentono parte lesa e io credo che in questo momento il popolo italiano, lo Stato italiano e il Governo italiano - come anche la Regione siciliana e il comune di Palermo, che già hanno dichiarato di costituirsi parte civile - si debbano sentire parte lesa, e il fatto che questo Parlamento debba votare nel senso che non si sente parte lesa, dopo che una trattativa è già stata accertata, è un fatto che mina le ragioni stesse dell'esistenza di questo Parlamento.
Vorrei ricordare, signor Ministro, che ai sensi dell'articolo 79 del codice di procedura penale, la costituzione di parte civile avviene all'udienza preliminare o, al massimo, all'inizio del dibattimento, nelle fasi preliminari del dibattimento. Quindi, nella logica conseguenza, quando il legislatore ha consegnato la possibilità alle parti - alla parte offesa - di costituirsi parte civile già all'udienza preliminare, lo Pag. 18ha fatto per una ragione ben precisa: perché la parte offesa sa di essere stata lesa. Non sa chi è l'assassino, ma sa di aver ricevuto una coltellata al cuore! Lo Stato lo sa di aver ricevuto una coltellata al cuore e ha interesse a partecipare all'udienza preliminare per far sentire le sue ragioni, per presentare memorie, per presentare istanze, per leggere le carte, per contraddire le difese degli imputati.
Allora, il fatto che il Governo non voglia essere presente in quell'udienza preliminare, la dice lunga sull'indifferenza, sull'essere Ponzio Pilato rispetto a tutto questo. E non vi è niente di peggio, per la morte della democrazia, che essere Ponzio Pilato, non assumere decisioni e dire: «non lo so se sono parte lesa. Se lo decideranno i giudici sarò parte lesa» (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). La parte lesa è già stata accertata giudizialmente, signori. Quindi, in questo senso chiediamo al Parlamento di impegnare il Governo a costituirsi da subito, per far sentire le sue ragioni in relazione a ciò che è già stato documentalmente accertato.
Quanto, poi, a come il Governo si è difeso, non solo lei Ministro - ma anche chi l'ha preceduta - ha sostenuto che deve conoscere le ragioni per cui si sente parte lesa, come ha detto il sottosegretario Malaschini; ma, le ragioni sono evidenti! Nel momento in cui vi è la trattativa Stato-mafia, nel momento in cui persone dello Stato si fanno ammazzare ed altre vendono l'anima al diavolo, non ci si può non sentirsi parte lesa! È questa la ragione per cui il codice di procedura penale prevede, appunto, di esplicare le proprie ragioni.
La verità è molto semplice. La verità è che siccome tra le persone delle istituzioni coinvolte vi sono personaggi politici vicini ad esponenti politici di questo Parlamento, questo Parlamento non vuole assumersi la responsabilità, rispetto a queste persone, di costituirsi parte civile. Questa non è solo ambiguità, ma è favoreggiamento! Questa è un'attività che non possiamo consentire, signori del Governo. Ecco perché ribadisco, in modo accorato a questo Parlamento, la necessità di assumere una responsabilità rispetto alla incapacità del Governo di assumersi le proprie responsabilità.
Per quanto riguarda, poi, le altre mozioni dico subito che su di esse, come avete visto, è avvenuta qualche trattativa, perché all'ultimo minuto sono state cambiate tutte; e tutte quante, nella parte dispositiva, chiedono la stessa cosa, ossia di impegnare l'Avvocatura dello Stato affinché compia tutti gli atti istruttori per il procedimento di costituzione di parte civile, ai sensi degli articoli 74 e seguenti del codice di procedura penale. Siamo d'accordo! Noi dell'Italia dei Valori votiamo favorevolmente su questo dispositivo, nella convinzione che ai sensi degli articoli 74 e seguenti - e, cioè, anche dell'articolo 79 del codice di procedura penale - è previsto che ci si possa costituire già in udienza preliminare. Prendiamo atto che in questo Parlamento tutti gli altri gruppi, che hanno presentato una mozione uguale nel dispositivo, hanno voluto giocare sull'equivoco tra gli articoli 74 e 79 e, cioè, sulla possibilità di costituirsi sia in udienza preliminare, sia nella fase del dibattimento e quindi, di fatto, consentire, a voi del Governo, di essere assenti all'udienza preliminare, di essere Ponzio Pilato, perché non andate a difendere le ragioni dello Stato.
Ecco perché diciamo «sì» a questa mozione, perché noi la leggiamo nel senso voluto dai cittadini, nel senso voluto dalla Costituzione, nel senso voluto dalla legge. Non vi è una ragione al mondo per cui non ci dobbiamo costituire parte civile. Il Ministro Clini, l'altro giorno, ha detto che si costituirà parte civile nel processo riguardante l'Ilva di Taranto. Siamo ancora nella fase delle indagini preliminari ed egli ha già assunto una responsabilità politica! Non siete capaci di assumere una responsabilità politica rispetto alla trattativa Stato-mafia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)? Questo è il dato di fatto! Ecco perché noi diciamo «sì».
Non possiamo certo dire di sì, invece, alla parte relativa alle motivazioni della mozione presentata da esponenti del Popolo della Libertà. In questo senso, chiediamo Pag. 19che sia divisa la votazione tra la parte relativa alle premessa e la parte dispositiva. Nelle premesse, infatti, vi sono affermazioni gravissime e, cioè, che dovremmo votare, come premessa appunto, che i magistrati di Palermo hanno commesso dei reati. È mai possibile che questo Parlamento possa votare che i magistrati di Palermo, che stanno rischiando la vita per scoprire chi ha trattato con la mafia, stiano, essi stessi, commettendo dei reati?
Vi invito davvero ad assumervi le vostre responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Che lo faccia il Popolo della Libertà o esponenti del Popolo della Libertà ne prendo atto, ma che lo faccia questo Parlamento, questa sì che è un'offesa alla Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ossorio. Ne ha facoltà, per due minuti.

GIUSEPPE OSSORIO. Signor Presidente, ricordo brevemente che presso il tribunale di Palermo è in corso un procedimento penale che ha per oggetto la cosiddetta trattativa che sarebbe esistita tra rappresentanti delle istituzioni dello Stato e criminali mafiosi nel biennio 1992-1994.
Si tratta di una questione che va al di là dell'aspetto penale, sulla quale abbiamo l'obbligo di fare chiarezza. Non dimentichiamo che si tratta di vicende che sono giunte a sentenza di terzo grado. Ora vi sono nuove rivelazioni di collaboratori di giustizia e la delicatezza è tale che nessuno può strumentalizzare l'argomento. Il Governo - e gliene diamo già atto - in quest'Aula, rispetto all'ipotesi di costituirsi parte civile nel procedimento penale in corso, si è già dichiarato parte attiva per verificare i presupposti per intraprendere le iniziative necessarie, per acquisire gli atti, per formulare le valutazioni giuridiche e per assicurare l'ammissibilità della costituzione di parte civile.
È stata formulata apposita richiesta di notizie all'Avvocatura dello Stato. Lo vogliamo ricordare questo.
I repubblicani - e concludo - con la mozione presentata, impegnano il Governo ad attivare l'Avvocatura dello Stato, affinché compia al più presto l'attività istruttoria per il procedimento di costituzione di parte civile, ai sensi degli articoli 74 e seguenti del codice di procedura penale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Repubblicani-Azionisti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, dividerò il tempo della dichiarazione di voto a disposizione di Futuro e Libertà per l'Italia per il Terzo Polo con l'onorevole Granata, che ha presentato una mozione diversa - assieme ad altri colleghi - da quella dei gruppi di Futuro e Libertà per il Terzo Polo e dell'Unione di Centro per il Terzo Polo.
Ho ascoltato con attenzione le parole del collega Di Pietro che, essendo un magistrato, dovrebbe insegnare a tutti noi che la forma è sostanza, mentre io non sono un magistrato, non sono un giurista, né un avvocato. Quello che noi abbiamo proposto nella nostra mozione, sulla quale il Governo ha espresso parere favorevole, ha poco a vedere - credo - con il processo alle intenzioni che è stato fatto. Noi sappiamo che il procedimento penale in corso a Palermo, relativo alla cosiddetta trattativa Stato-mafia, che è giunto ormai all'udienza preliminare, è di importanza cruciale per l'Italia tutta, considerando le vicende ed i crimini che, in qualche modo, nel racconto della storia di questo Paese, ad essa sarebbero collegati.
Pensiamo senza il minimo dubbio, onorevole Di Pietro, che l'accertamento della verità su questa vicenda sia di interesse generale e siamo certi che sia innanzitutto nell'interesse di chi pro tempore svolge ruoli di Governo e ricopre cariche di Governo. La nostra convinzione, peraltro, è che sia inevitabile che, quando quel processo partirà, lo Stato sia parte civile per partecipare al processo, non per dare giudizi in anticipo, naturalmente - perché Pag. 20il giudizio si dà alla fine del processo - ma per essere parte attiva e protagonista di un processo, che deve portare all'accertamento della verità.
Ma oggi quello che noi possiamo impegnare il Governo a fare, se non vogliamo fare delle cose grossolane, è appunto impegnare il Governo ad attivare immediatamente - questo è quello che noi chiediamo nella nostra mozione, recita il dispositivo - «l'Avvocatura dello stato affinché compia al più presto l'attività istruttoria per il procedimento di costituzione di parte civile ai sensi degli articoli 74 e seguenti del codice di procedura penale». Di Pietro sa che dicendo questo nessuno dice «no» alla costituzione in giudizio nel primo dibattimento possibile, ma lascia al Governo la responsabilità - che è del Governo - delle modalità con cui costituirsi parte civile avendo preso visione delle carte e dei documenti, per essere protagonista per la ricerca della verità, lo ripeto.
Il problema è che - mio avvio alla conclusione - questa vicenda è stata caricata in modo strumentale, coinvolgendo il Capo dello Stato, evocando, come l'onorevole Di Pietro ha fatto nelle settimane scorse, il reato di favoreggiamento da parte dei membri del Governo, totalmente infondato perché non c'è nessun atto che possa dire questo.
Noi quindi voteremo convintamente a favore della nostra mozione e del dispositivo della mozione, analogo, del PD e dell'onorevole Ossorio, non ho capito quale sia il dispositivo finale della mozione del PdL, ma voteremo contro la parte motiva della mozione del PdL per ragioni speculari (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo), perché contiene giudizi e pregiudizi. Riconosciamo al Governo, con il parere favorevole espresso sul dispositivo della mozione FLi e UdC e sulle altre, di aver preso con serietà la decisione che oggi si può prendere: con urgenza avviare, attraverso l'Avvocatura dello Stato, la procedura per la costituzione di parte civile. Il resto è polemica strumentale (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Anna. Ne ha facoltà.

VINCENZO D'ANNA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo di Popolo e Territorio appoggerà, nella nuova formulazione, la mozione a prima firma Cicchitto, quindi siamo anche noi convinti che lo Stato debba compiere questo gesto, che è di chiarezza, nell'interesse generale e soprattutto per l'accertamento della verità e perché le notizie siano poi successivamente riferite al Parlamento nella loro esatta dimensione. Siamo ancora più convinti e concordi su quello che la mozione Cicchitto afferma nella parte in cui richiama quello che l'Associazione nazionale magistrati ha avuto modo di dire, ovverosia che qualche pubblico ministero debba uscire dalla psicosi degli attacchi ed entrare nell'ottica del servizio al cittadino, assicurando imparzialità anche fuori dall'esercizio delle sue funzioni.
Noi siamo una nazione nella quale per molto tempo si sono costruite verità giornalistiche, le quali poi non sono state riscontrate dagli accadimenti giudiziari, dallo svolgimento dei processi, dal treno Italicus, alla strage della Banca nazionale dell'agricoltura, ed altri fenomeni di devianza di questo tipo che hanno dato la stura a varie teorie, una per tutte l'esistenza del «grande vecchio», di colui il quale tramava negli ambiti politici per poter condizionare i servizi segreti che, non a caso, erano deviati, perché c'è sempre una devianza che guarda caso è destrorsa, per l'accertamento di una verità apodittica che non ha avuto riscontro. Quindi, nulla quaestio a che lo Stato compia un gesto chiarificatore e sieda nei banchi del processo per attingere dalla verità processuale, quella che è poi la sostanza delle cose.
A me sembra, invece, che, già da qualche tempo, le incaute dichiarazioni dei pubblici ministeri, che certa stampa amplifica Pag. 21e piega alle ragioni della politica o di una certa parte politica, non abbiano contribuito, finora, a creare un clima di serenità per l'accertamento della verità.
Ciò non toglie che noi, come dice Di Pietro, abbiamo il dovere di difendere i servitori dello Stato che hanno immolato la propria vita nel corso del servizio, e che quindi questo Stato debba mostrare, senza indugio e senza titubanza, di essere dalla parte della legalità, della legge e contribuire all'accertamento dell'unica verità, che è quella processuale, da mettere al servizio della storia, e non della quotidianità giornalistica.
Quindi, noi voteremo compatti e convinti la mozione dell'onorevole Cicchitto, e questo valga come dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo Popolo e Territorio).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, ritengo che il tema che stiamo affrontando attraverso queste mozioni meriti certamente grande attenzione e, soprattutto, grande interesse. Certamente stiamo parlando e stiamo affrontando atti di indirizzo parlamentare. Quante volte questa nostra Aula ha approvato atti di indirizzo parlamentare!
Ma questi credo che abbiano una loro peculiarità e una loro specificità, perché affrontano un tema sul quale è difficile dividersi. È difficile, a mio avviso, considerarsi pro o contro, quando si parla della lotta alla criminalità organizzata e quando si parla delle vicende del 1992-1993, il periodo stragista che ha visto la morte di Falcone e Borsellino.
Ritengo che oggi noi affrontiamo questo tema con la volontà di dare un contributo anche alla verità, visto e considerato che il tribunale di Palermo ha in corso un procedimento su questa cosiddetta trattativa e visto e considerato, signor Presidente, che il Parlamento, quindi, deve fare la sua parte per ricercare, con grande forza e con grande decisione, elementi e dati forti di verità.
Fare luce su quelle vicende e su quei fatti è certamente importante per avere ben chiaro il quadro di quel tempo che fu, 18 anni fa, ma è importante anche per avere sempre di più gli elementi per operare un contrasto forte ed efficace alla criminalità organizzata.
Noi abbiamo avuto la possibilità di confrontarci anche con gli altri colleghi, l'altro giorno, in sede di discussione sulle linee generali della mozione dell'onorevole Di Pietro, e abbiamo detto chiaramente che noi non siamo contro la costituzione di parte civile, perché è di questo che parlano le mozioni. Noi abbiamo detto - in quel momento, all'ordine del giorno, vi era soltanto la mozione dell'onorevole Di Pietro - che è difficile percorrere una traiettoria che certamente presenta anche elementi di strumentalizzazione. Noi abbiamo detto chiaramente che ci riportavamo, con molta tranquillità, alle parole dette dal Ministro il 5 settembre, rispondendo a un'interrogazione a risposta immediata presentata proprio dell'onorevole Di Pietro, con le quali il Ministro non si rifiutava di operare la costituzione parte civile, ma chiedeva, ovviamente, degli elementi o che le procedure fossero completate. Ritengo che questo fosse un fatto giusto e legittimo.
Il dato che più è apparso, a mio avviso, preoccupante è far capire, o tentare di dimostrare, che vi è, da una parte di questo Parlamento o del Governo, una certa timidezza e tiepidezza nell'affrontare questi problemi e nell'ingaggiare una battaglia per la verità e per ricercare, certamente, delle responsabilità. Questo non lo accettiamo. Questo non lo accettiamo e voglio anche ricordare a qualche collega che la Commissione antimafia sta operando da due anni con grande sforzo e, soprattutto, con un lavoro molto, molto intenso. In questi giorni licenzieremo, infatti, gli ultimi atti, attraverso le ultime audizioni e sarà pronta anche una relazione. Ma voglio ricordare che fummo in pochi, in quel momento, a chiedere che la Commissione antimafia si interessasse del periodo stragista; qualcuno diceva che non era il caso perché vi era già la magistratura. Pag. 22Noi, in quel momento, abbiamo rivendicato la dignità e la centralità del Parlamento su una vicenda che interessa il popolo italiano nella sua coralità, senza, ovviamente, divisioni e senza diversificazioni!
Lo si ricorderà - e lo ricorderanno i colleghi che siedono con me in Commissione antimafia - che abbiamo dovuto disquisire sull'importanza, sul ruolo del Parlamento e sui tentativi, certamente non accettabili, di dare soltanto alla magistratura la titolarità di un'azione che certamente è giudiziaria, ha le sue prerogative - che noi rispettiamo - ma deve essere anche il Parlamento, attraverso gli organi che si è dato, ad accertare la verità!
Allora non vi è dubbio che noi voteremo, signor Presidente, la nostra mozione e non voteremo la mozione il cui primo firmatario è Di Pietro, per i motivi che ho detto con molta chiarezza. Non vorrei usare delle parole forti, ma in queste vicende, in queste battaglie, nessuno è il primo della classe e nessuno ha il potere di arrogarsi la strumentalizzazione di alcuni fatti, perché credo che tutti quanti siamo per la costituzione di parte civile e non vi è uno che corre di più e un altro che, invece, si ferma oppure torna indietro, è una battaglia di civiltà, di progresso e di modernità del nostro Paese e credo che siamo tutti quanti a concorrervi con grande forza, con grande slancio e con grande incisività!
Voteremo, certamente, anche i dispositivi delle altre mozioni. Vi sono le premesse di alcune mozioni, come quella di Ossorio e del PdL, che certamente vanno valutate ancora con attenzione, perché inseriscono altri temi e altri argomenti che forse non si armonizzano, non si accordano, con quello che è il dispositivo che noi abbiamo voluto porre in essere con la firma, ovviamente, di FLI.
Ritengo che questa sia la posizione dell'UdC, coerentemente con le battaglie che abbiamo sempre assunto nella lotta alla criminalità organizzata e alla mafia, con le posizioni che abbiamo assunto in sede di Commissione antimafia, in tutte le occasioni, anche in quest'Aula e nelle Commissioni.
Ritengo che in questo momento vi sia bisogno di un coinvolgimento forte. Non vi sono, amici, all'ordine del giorno alcune professionalità che vanno ad essere salvaguardate. Vi è bisogno di salvaguardare uno sforzo di civiltà, di progresso e di moralizzazione dell'etica, del nostro impegno civile, della responsabilità del nostro impegno civile. Ritengo che questa convergenza su molti dispositivi dia il senso e il significato della nostra forza, del nostro impegno e della nostra disponibilità a fare chiarezza del passato per avere, ovviamente, la forza, gli stimoli, gli elementi e le armi per combattere la criminalità organizzata nel futuro (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Granata. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, credo che lo spunto ad avere contribuito alla stesura della prima delle mozioni presentate - quella illustrata qui dall'onorevole Di Pietro, che è stata sottoscritta personalmente da me, dall'onorevole Angela Napoli, dall'onorevole Aldo Di Biagio e dall'onorevole Antonino Lo Presti - sia partita da una considerazione e anche da un ricordo. Il ventennale delle stragi in Italia si apre il 23 maggio con un discorso, fortissimo, del Presidente Napolitano a Palermo, nell'aula bunker dove Napolitano, commuovendo l'intera platea, chiede verità e giustizia, senza «se» e senza «ma», per Paolo Borsellino e per le vittime delle stragi di mafia (Applausi di deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo e del deputato Di Pietro).
Questo significa che una costituzione di parte civile del Governo, che tutte le altre tre mozioni nella parte dispositiva prevedono, è un atto doveroso, è un atto simbolico, qualcosa che nel contrasto alle mafie assume un significato particolare, alla luce di ciò che significa quel processo. Pag. 23
Per la prima volta non sono alla sbarra i picciotti o gli assassini o le coppole storte, ma vertici dello Stato sono alla sbarra, perché stavano dall'altra parte, mentre uomini dello Stato venivano assassinati perché stavano dalla parte della bandiera, del tricolore, dello Stato italiano.
Questo è ciò che ci ha portato, anche alla luce della considerazione che della trattativa vi è certezza storica (Applausi di deputati dei gruppi Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori), e ciò, detto non da me, non da Di Biagio, non da Angela Napoli o da Di Pietro, ma dalla sentenza della Corte d'assise di un processo di Firenze, che è stato già citato. E c'è certezza storica anche, come ricordava prima il collega Tassone, da un'importante indagine che la Commissione parlamentare antimafia sta per concludere con una serie di audizioni che hanno disegnato un quadro sconvolgente di quello che è stata la collusione tra lo Stato e la mafia, mentre alcuni uomini irriducibili combattevano per la legalità e per la giustizia in quella Palermo.
E allora noi riteniamo di dovere esprimere un voto favorevole, ovviamente, alla mozione che abbiamo sottoscritto e un voto favorevole al dispositivo delle altre tre mozioni, ma con altrettanta forza devo dire - e non si può che sottolinearlo e stigmatizzarlo, in una fase nella quale le procure maggiormente esposte sono oggettivamente alle prese con una sovraesposizione assoluta nei confronti dei meccanismi criminali mafiosi - che noi crediamo che quella premessa, quella parte espositiva della mozione del PdL dovrebbe essere non votata da molti miei amici dell'epoca che ora stanno sui banchi del PdL e sono rimasti sui banchi del PdL. Infatti, erano insieme a me, in quel luglio, con una maglietta «Meglio un giorno da Borsellino che cento da Ciancimino» (Applausi di deputati dei gruppi Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori). E il Movimento sociale italiano candidò Paolo Borsellino alla Presidenza della Repubblica in nome anche di quella destra, oggi gettata nel fango, da «Batman», dalle tangenti, dalle ostriche, da questo schifo che è diventata la rappresentazione del potere politico. In nome di quei valori, noi oggi vogliamo dal Parlamento un segnale per quelle parole che prima Flavia Perina mi ricordava di Antonino Caponnetto: quando uscì davanti ad un milione di persone a Palermo ed ebbe a pensare che tutto era finito, capì quale folla si era raccolta in sostegno di quegli uomini e disse che non era vero che tutto era finito.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Granata.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Allora, signor Presidente, signor Ministro, noi non vogliamo sapere soltanto chi ha ucciso Paolo Borsellino: vogliamo sapere perché è stato ucciso! E il Governo ha il dovere di stare in prima fila a chiedere perché Paolo Borsellino è stato ucciso nel 1992 (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, la Lega ha sempre avuto una posizione estremamente chiara sulla vicenda della trattativa o della presunta trattativa Stato-mafia. Per questo, proprio perché abbiamo sempre avuto una posizione chiara, noi chiediamo e pretendiamo che su questa vicenda, che rappresenta una delle pagine più buie, una delle pagine più tristi, più torbide della storia di questo Paese, si faccia immediatamente chiarezza e si giunga immediatamente alla verità dei fatti, una verità immediata. Proprio perché stiamo parlando di una vicenda che si trascina ormai da vent'anni e proprio perché abbiamo avuto e continuiamo ad avere, anche qui, nell'Aula, una posizione chiara, chiediamo che su queste mozioni vi sia da parte del Governo un impegno chiaro, un impegno certo, un impegno vincolante (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Infatti lo Stato, in questo caso rappresentato dal Governo, Pag. 24non può lasciare su questa vicenda zone d'ombra, zone opache, zone rispetto alle quali la dignità e la credibilità etica del nostro Paese rischia di essere fortemente compromessa. E proprio perché chiediamo chiarezza e chiediamo verità, vogliamo che l'impegno da parte del Governo sia un impegno vincolante, sia un impegno chiaro, sia un impegno preciso. È per questo che noi voteremo a favore dell'unica mozione che dà una direzione, che dà una direttiva certa, la mozione dell'onorevole Di Pietro.
Ci avete detto più volte nell'Aula, tanto il Ministro Severino quanto il Ministro Giarda, quanto il sottosegretario Malaschini, che il Governo non poteva prendere un impegno vincolante perché i meccanismi procedurali non consentivano di poter dire immediatamente la possibilità di potersi costituire parte civile. Bene, oggi, Ministro, lei è venuta a riferirci che anche al Governo, anche allo Stato sono stati notificati gli atti, quindi avete conoscenza della procedura e non potete oggi dirci che dovete prendere ulteriore tempo per poter svolgere un'istruttoria. Sappiamo bene cosa prevede la normativa, sappiamo bene cosa prevede il codice di procedura penale, sappiamo che vi potete costituire anche all'udienza preliminare. L'udienza preliminare è stata fissata. Le chiediamo Ministro un atto di coraggio, le chiediamo un atto di responsabilità, le chiediamo un atto di maturità. Pensare che lo Stato, che le istituzioni, che pezzi delle istituzioni si siano chinate alla volontà della criminalità organizzata fa male al nostro Paese, fa male al nostro Governo, fa male al nostro Stato ma soprattutto fa male ai nostri cittadini. Quindi noi siamo stati gli unici, insieme al collega Di Pietro, ad avere in quest'Aula un atteggiamento lineare e coerente. Da sempre abbiamo detto che avremmo votato per l'immediata costituzione di parte civile, lo abbiamo detto in passato e lo ripetiamo ancora oggi: a differenza, invece, di tutte le altre forze politiche che in questa settimana hanno più volte rimodulato, hanno più volte riformato, hanno più volte cambiato la propria posizione attraverso la modifica delle mozioni, è singolare, anche gli amici del Partito Democratico. Invito i parlamentari ad andare a rileggersi l'intervento del collega del Partito Democratico durante la discussione sulle linee generali: in merito alla possibilità di costituirsi parte civile veniva detto che era un atto demagogico, un atto strumentale, un atto finalizzato solo ad avere una rilevanza mediatica ed oggi abbiamo visto che anche il Partito Democratico si adegua alla volontà del Governo chiedendo all'Avvocatura di poter compiere gli atti istruttori. Andiamo oltre, signor Ministro: noi chiediamo che, nel rispetto degli organi istituzionali, la magistratura farà il proprio compito, la politica farà il proprio compito. Non vogliamo che ci sia complementarità o sovrapposizione rispetto alle prerogative e ai compiti, però noi chiediamo oggi ufficialmente la calendarizzazione di una nostra proposta di legge. La settimana scorsa abbiamo depositato una proposta di legge in cui chiediamo che venga attivata immediatamente una commissione speciale di inchiesta parlamentare per potere arrivare alla verità su questa presunta trattativa. Oggi chiediamo che questa proposta di legge venga immediatamente calendarizzata proprio perché la richiesta di chiarezza, la richiesta di verità è ormai impellente. Dopo venti anni il nostro Paese ha il dovere e i nostri cittadini hanno il dovere e il diritto di sapere se le istituzioni si sono piegate oppure no alla criminalità organizzata e se si sono piegate vogliamo sapere chi, come e quando ciò è avvenuto. Questo per salvaguardare la credibilità etica e morale del nostro Stato. Chiediamo, sul tema della lotta alla criminalità organizzata, chiarezza, chiediamo l'accertamento della verità, perché uno degli elementi qualificanti dell'azione politica della Lega quando è stata al Governo, grazie all'azione del Ministro Roberto Maroni, è stata proprio la lotta alla criminalità che per noi è stata un elemento di vanto, non solo per il modo in cui è stata condotta ma soprattutto per i risultati che sono stati ottenuti, risultati non solo in termini di repressione e di arresti ma anche in termini di confisca dei beni alla Pag. 25criminalità organizzata. Quindi chiediamo e crediamo che su questa vicenda non possano esserci zone grigie, non possano esserci zone opache. Chiediamo e crediamo che ogni organo istituzionale del nostro Paese faccia il proprio compito, lo faccia in maniera seria, lo faccia in maniera soprattutto rapida per portare all'accertamento della verità.
Quindi è per questo motivo che noi, in modo coerente, in modo lineare rispetto alla nostra posizione politica, voteremo a favore dell'unica mozione che chiede al Governo un impegno serio, un impegno immediato, un impegno vincolante, quindi voteremo a favore della mozione dell'onorevole Di Pietro, e ci asterremo su tutte le altre mozioni perché sono mozioni troppo morbide, sono mozioni troppo generiche, sono mozioni in cui si impegna il Governo attraverso l'Avvocatura dello Stato a fare già ciò che è compito e di competenza della Avvocatura dello Stato, ovvero istruire, acquisire e poi solo dopo, successivamente, valutare. Credo che portare in Aula questo tipo di dibattito sia un fatto positivo, non è demagogico, non è strumentale, non è inutile chiamare il Parlamento a decidere e a discutere su questa vicenda; credo che sia un atto di democrazia importante, a maggior ragione nel momento in cui noi abbiamo un Governo tecnico, un Governo che non è eletto, ma un Governo nominato.
Quindi invitiamo il Ministro Severino, rispetto al quale non abbiamo mai lesinato le critiche rispetto alle proprie azioni, a dimostrare su questo tema che lo Stato non si vuole chinare di fronte alla criminalità organizzata, ma lo Stato vuole assumere un atteggiamento serio, un atteggiamento rispettoso, un atteggiamento immediato. Lei, Ministro Severino, l'altro giorno diceva che lo Stato su questa vicenda, sulla presunta trattativa Stato-mafia ha un debito con se stesso. È vero, lo Stato ha un debito con se stesso, e proprio perché lo Stato ha un debito con se stesso, nel rispetto dei cittadini, nel rispetto di coloro i quali sono morti (perché questa mozione la discutiamo esattamente nel ventennale delle stragi di via D'Amelio) noi crediamo che lo Stato debba ottemperare in maniera seria prendendosi un impegno vincolante e non nascondendosi dietro dei biechi formalismi di facciata. Per questo motivo noi chiediamo che venga accertata la verità con certezza e con chiarezza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Pur essendo decaduto, do la parola all'onorevole Sardelli per tre minuti. Ne ha facoltà.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Signor Presidente, sarò brevissimo, gli atti della storia dicono che il Ministro Scotti e il Ministro Martelli 20 anni fa con grande coraggio e senso dello Stato, in stretto rapporto di collaborazione con il giudice Falcone, elaborarono leggi, regolamenti che si opposero fortemente alle iniziative della criminalità organizzata. Oggi, a distanza di 20 anni, molti che criticarono anche Falcone, Scotti e Martelli propongono una revisione di parte interessata di quegli atti e di quei momenti. Noi crediamo che bene fa il Governo ad approfondire, e quindi seguiremo le indicazioni del Governo rispetto alle mozioni, ricordando comunque che la Prima Repubblica ha avuto un ruolo anche straordinariamente importante nella battaglia alla criminalità organizzata e che non sempre la Seconda Repubblica brilla per coerenza, correttezza e senso delle istituzioni.

PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Sardelli, anche per aver rispettato i tempi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villecco Calipari. Ne ha facoltà.

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, parto dicendo che una democrazia non può basarsi sui segreti. Il Presidente del consiglio, Mario Monti, nel ventennale di quest'anno della strage di Capaci ha affermato che nessuna ragion di Stato può giustificare ritardi nell'accertamento dei fatti e delle responsabilità. L'unica ragion di Stato è la verità. Ed è Pag. 26con questo stesso spirito che noi come Partito Democratico oggi siamo qui a presentare la nostra mozione, perché sentiamo una tensione che riteniamo essere un sentimento comune a tutti gli italiani verso la richiesta di chiarezza su quegli anni drammatici della storia del nostro Paese. Per questo la nostra mozione assume la valenza di un atto politico - onorevole Molteni - chiaro, netto e senza riserve. È l'esigenza dell'accertamento della verità che impone un impegno per far luce su una ferita ancora aperta che brucia e brucerà finché non avremo rimosso le ombre della cosiddetta trattativa Stato-mafia.
Non sono sufficienti celebrazioni o retorica, è necessario avere il coraggio e la coerenza delle azioni. La costituzione di parte civile a tutela dell'interesse dello Stato è non solo un diritto riconosciuto dall'ordinamento, ma un dovere nei confronti delle vittime di quegli anni, nel nome di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, ma anche nei confronti degli italiani che sentono urgente l'esigenza di verità perché possano confidare in uno Stato che non si limita soltanto a reprimere i crimini o a cercare gli esecutori materiali di quei crimini, ma si impegna a far luce sulla zone grigie e sui pezzi mancanti che in questi anni sono emersi e che devono essere ancora analizzati fino in fondo. Nel maggio del 1992 il Paese ha avuto piena consapevolezza della giustizia offesa dalla violenza della mafia. L'estremo sacrificio di un giudice ha incarnato in sé la cultura dell'antimafia. Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e i tre uomini della scorta sono stati uccisi perché la loro vita - e l'ha detto il Presidente Monti - è stata un «no» all'illegalità, alla corruzione, al ricatto, alla logica dello scambio, all'inganno di chi promette per poi addossarne ad altri la responsabilità. Da qui bisogna ripartire. Ognuno di noi è chiamato quotidianamente a scegliere la legalità contro la violenza delle mafie. Gli apparati dello Stato devono essere sempre lontani dal sospetto di legami di prossimità con le organizzazioni mafiose.
La stagione delle stragi, la morte di donne e uomini dello Stato per mano di Cosa Nostra è uno squarcio attraverso cui dobbiamo guardare alla storia del nostro Paese per guardare ad un'Italia diversa domani. Rimane di quella stagione dolorosa, iniziata nel 1992, una nuova consapevolezza. Noi chiediamo che ci sia trasparenza, che l'Italia possa conoscere il suo passato, la sua storia, individuando le responsabilità, se ce ne sono state, di chi ha permesso che tutto questo, a distanza di vent'anni, resti ancora incompiuto e impunito. Ritengo, come ha detto il collega Veltroni, che non c'è nessun bisogno però, onorevole Di Pietro, di accentuare gli elementi di instabilità all'interno di una logica che Gramsci avrebbe chiamato di avvelenamento dei pozzi. Dobbiamo tutti essere concordi nel riconoscere più che legittima l'indagine della magistratura per scoprire tutta la verità su uno dei momenti più tragici del nostro passato. Alle autorità inquirenti e giudiziarie va il nostro plauso, il riconoscimento di un enorme lavoro compiuto e il nostro sostegno per il lavoro futuro. E lo diciamo convintamente oggi apprendendo da agenzie di stampa delle minacce di morte al procuratore Antonio Ingroia. Ora è però il momento di spegnere il riflettore mediatico che è stato innescato. È il tempo opportuno per concedere alla magistratura la tranquillità di operare al meglio delle proprie possibilità e senza protagonismi di sorta. È una vicenda sulla quale abbiamo l'obbligo di fare chiarezza senza guardare in faccia a nessuno come, onorevole Molteni, ha dichiarato in quest'Aula l'esponente del Partito Democratico, la collega Laura Garavini, durante la discussione sulle linee generali. Ma proprio perché si tratta di un argomento serio, anzi serissimo, abbiamo l'obbligo di agire pacatamente. Più lavoro concreto e meno protagonismo fumoso a fini mediatici.
Il Partito Democratico vuole che sia fatta completamente luce su questo capitolo. Ecco perché in questi anni ci siamo impegnati fortemente in Antimafia e nelle sedi più consone e nei tempi più opportuni con l'obiettivo di realizzare risultati concreti Pag. 27e trasparenti. C'è bisogno di una politica efficace contro le mafie, attraverso interventi precisi come l'introduzione del reato di autoriciclaggio, il recepimento di leggi europee in materia di confisca, la modifica e l'aggiornamento del reato di voto di scambio, l'entrata in vigore della legge sulla corruzione, e anche attraverso l'apposizione della parola «fine» sui tanti misteri sulle stragi. La strada maestra che il Partito Democratico ha imboccato è proprio questa: la ricerca della verità accompagnata da valori irrinunciabili quali responsabilità e coerenza.
Per queste ragioni, la mozione dell'IdV non è per noi condivisibile nelle sue premesse. Non è questo il tempo delle polemiche né compete a noi emettere sentenze o dettare i tempi, ma è invece nostra responsabilità politica compiere tutti gli atti perché emerga la verità dei fatti. E in tal senso - vorrei ricordarlo anche all'onorevole Di Pietro che, forse, in quell'occasione non era così convinto dell'attività dell'Antimafia - fu messa, proprio su input del Partito Democratico, in cima al lavoro della Commissione proprio la vicenda stragi e contatti tra Stato e mafia.
La nostra mozione è diretta, mirata ed è chiara, perché punta, senza forzature, a far luce e a dare agli italiani ciò che riteniamo nostro dovere dare come classe dirigente, cioè chiarezza rispetto a quei fatti drammatici che hanno stravolto l'Italia negli anni Novanta.
Non è nelle nostre competenze parlamentari stabilire tempi e modalità processuali della costituzione in giudizio del Governo. Infatti, la legge offre due possibilità: ci si può costituire in udienza preliminare oppure in dibattimento. Ma, invece, è nostra responsabilità chiedere al Governo un impegno affinché, dopo quello che ci ha detto oggi il Ministro Severino, dopo la notifica faccia presto, si attivi tempestivamente affinché possa in tempi brevi costituirsi parte civile nelle forme previste dalla legge. È interesse dello Stato, infatti, essere parte nel processo penale per il superiore accertamento della verità.
Per questo, come Partito Democratico, non possiamo condividere alcune delle premesse delle altre mozioni - intendo, in particolare, quella a prima firma dell'onorevole Cicchitto e quella a prima firma dell'onorevole Di Pietro -, mentre condividiamo l'impegno relativamente anche a quanto ha detto il Governo, essendo stato riformulato nel senso che noi abbiamo scritto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI. Signor Presidente, questo pomeriggio ci troviamo a discutere di questa materia per una mozione presentata, come già ampiamente detto, dal collega Di Pietro. La mozione del collega Di Pietro seguiva un atto di sindacato ispettivo proposto nei confronti del Governo, in cui veniva richiesto al Governo se fosse disponibile a costituirsi immediatamente parte civile nel procedimento di Palermo. Alla replica del Ministro Giarda - espressamente tecnica, in cui venivano spiegate e illustrate le motivazioni per cui il Governo non era in condizioni di farlo -, il collega Di Pietro rispondeva: «signor Ministro, non so se ridere o piangere per la pavidità del Governo e per la sua ipocrisia».
Oggi discutiamo di una mozione sostanzialmente a carte invariate, salvo - e vorrei ribadirlo perché, altrimenti, diventa veramente ridicolo - una notifica che è stata effettuata esclusivamente venerdì e comunicata avant'ieri al Governo: una notifica esclusivamente dell'atto e non dei documenti. Quindi, il Governo, in questo momento, è esattamente nelle medesime condizioni in cui si trovava nel momento in cui hanno parlato il Ministro Giarda, il sottosegretario Malaschini e, come correttamente ho già detto, il Ministro Severino, che ha semplicemente tentato di spiegare ciò che il collega Di Pietro dovrebbe conoscere bene, ciò che dice il codice penale e il codice di procedura penale. Ma mi sembra lampante che ci dia continue manifestazioni che, forse, qualche nostro dubbio sull'applicazione della legge da Pag. 28parte sua, effettivamente non era così difficile da avere.
Come dicevo, la mozione dei collega Di Pietro è strumentale: lo dico io oggi? No, non lo dico io oggi, l'ha detto innanzitutto l'UdC, esattamente nella discussione sulle linee generali, e l'ha detto in maniera ancora più tranchant l'onorevole Garavini, capogruppo del Partito Democratico in Commissione antimafia, nella discussione sulle linee generali, in cui ha detto, e concordo con lei: «(...) È l'ennesima sceneggiata simbolica e strumentale purtroppo. (...) La mozione di oggi in questo senso dà un contributo pari a zero». Anche perché, ricorda la collega Garavini, correttamente, che è il Governo, e solo all'esito di un'istruttoria, che può costituirsi parte civile: il Parlamento non ha alcuna parola in merito a questo.
Io penso che il collega Di Pietro stia cercando di ottenere innanzitutto un risultato, che è quello di recuperare una scena su questo fronte.
Una scena che lo vede protagonista, in questi ultimi mesi, di una battaglia di dimensioni epocali, per la sua ruvidezza e per il suo scontro a livello istituzionale, combattuta, purtroppo, da parte sua. Chiederei ai colleghi del PD, ai colleghi di FLI e a tutti gli altri colleghi che hanno criticato la mozione del PdL nella sua parte motiva, di andarla a rileggere, perché la mozione del PdL esclusivamente rammenta fatti. Non si può essere in disaccordo con i fatti. I fatti possono essere falsi o meno, ma è vero o non è vero che il pubblico ministero Ingroia ha detto che le indagini che sta conducendo sono indagini monche - lo ripeto, monche -, perché per avere delle indagini vere bisogna decapitare l'intera classe politica? Quindi, compresi, cari colleghi, voi del PD, compresi, cari colleghi, voi di FLI, e compresi, cari colleghi, tutto questo Parlamento e le istituzioni precedenti.
Il dottor Di Pietro mantiene questa linea, che ormai è una linea politica, e stavolta, ancora, non lo dico io, ma lo dice il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, dottor Sabelli, che accusa il dottore Ingroia e il dottor Di Matteo di mantenere una linea politica sulla vicenda più delicata di cui sta trattando un'autorità giudiziaria negli ultimi vent'anni. Onorevole Di Pietro, lei non ha titolo per parlare di questa materia! Onorevole Di Pietro, lei specula ancora una volta su poliziotti morti, persone morte, magistrati, compreso quel Giovanni Falcone a cui lei si è permesso di negare l'accesso alle carte dicendolo colluso con il potere politico! Si vergogni, collega Di Pietro! Si vergogni ancora una volta (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico)! Perché questa è la storia di questo Paese. Collega Di Pietro, lei si è seduto in una trasmissione...

PRESIDENTE. Onorevole Santelli, la prego di rivolgersi alla Presidenza.

JOLE SANTELLI. Ha ragione. Signor Presidente, il collega Di Pietro, firmatario della mozione presentata, che oggi ci sta dando lezioni di antimafia, si è seduto, nello stesso salotto televisivo, accanto a quello che veniva «venduto», allora, come l'icona dell'antimafia, quel signor Massimo Ciancimino, teste chiave di questo processo, a cui tiene tanto il dottor Ingroia, tanto che, purtroppo, solo la procura di Reggio Calabria, attraverso le intercettazioni telefoniche, si è resa conto di quello che invece, il signor Ciancimino pensava del dottor Ingroia. Alla lettera: negli uffici della procura di Palermo io faccio quello che n... voglio. Questo diceva il dottor Ciancimino. Questo ci è stato venduto come eroe dell'antimafia. Lei, Di Pietro, con questo signore si è seduto affianco...

PRESIDENTE. Onorevole Santelli, si rivolga alla Presidenza.

FABRIZIO CICCHITTO. È un dibattito parlamentare! La lasci parlare!

PRESIDENTE. Alla Presidenza, si fa così, è la regola!

MARIO LANDOLFI. Ma ci fa parlare o no?

Pag. 29

JOLE SANTELLI. Signor Presidente, rimarranno agli atti...

FABRIZIO CICCHITTO. È un dibattito parlamentare! Stiamo facendo un dibattito parlamentare!

JOLE SANTELLI. Questa è la verità, questa è la verità storica, tanto che - aggiungo questo particolare chiedendo ai colleghi di andare a vedere - mi sembra abbastanza difficile che un procuratore aggiunto della Repubblica, mentre sta facendo un'inchiesta così delicata in cui, per prima cosa, deve garantire a tutti noi, non in quanto parlamentari, ma in quanto cittadini italiani, la sua imparzialità e la sua dedizione totale alle indagini, non abbia ambizioni personali e politiche, che oggi, finalmente, dice in maniera aperta. Infatti, egli dice che si candiderà alle elezioni politiche. Il partito dell'IdV sta facendo campagna elettorale e basta. Concludo, signor Presidente. Il PdL, per evitare strumentalizzazioni di qualsiasi genere, dopo avere motivato e raccontato fatti e non chiacchiere, si limita a riprendere esattamente quanto richiesto dal sottosegretario Malaschini e previsto ai sensi della legge.
Chiede, cioè, che l'Avvocatura generale dello Stato possa essere attivata in tempi brevi, ma solo al fine di verificare anche tutti i requisiti previsti dalla legge: la possibilità di costituirsi e tutta una serie di cose che vengono date per scontate, ma che nella legge date per scontate non sono, e tanti in quest'Aula dovrebbero saperlo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Tengo a precisare che le mie interruzioni, onorevole, non erano certamente finalizzate ad interrompere il suo intervento, quanto a richiamarla al rispetto del comma 4 dell'articolo 36 del Regolamento: gli oratori parlano dal proprio banco in piedi e rivolti al Presidente.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Contento. Ne ha facoltà per un minuto.

MANLIO CONTENTO. Signora Presidente, prendo la parola proprio nel mentre un caso giudiziario conferma per il direttore Sallusti la pena della reclusione per diffamazione, caso unico, e agganciandomi a questo voglio sottolineare come anche questa vicenda giudiziaria sia estremamente complessa, delicata e pericolosa. Mi riferisco, in particolare, ad alcune affermazioni che ho sentito echeggiare in quest'Aula e che sono affermazioni di soddisfazione perché uomini degli apparati dello Stato siedono accanto nel banco degli imputati a dei delinquenti dichiarati di grossa criminalità organizzata.
Mi permetta, Presidente, anche a nome di numerosi colleghi, non solo di non esprimere la stessa soddisfazione, ma di dire che per quanto riguarda gli uomini del Raggruppamento operativo speciale che hanno portato all'arresto di Totò Riina, noi riteniamo che non possano mai sedere accanto a quelle persone. Mi auguro che, se questa inchiesta finirà in un nulla di fatto, chi l'ha condotta paghi definitivamente il prezzo, come ad altri viene chiesto di fare (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

BENEDETTO FABIO GRANATA. Stai zitto che non sai cosa dici, cretino! Sei un delinquente (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

GIANCARLO LEHNER. Ma come ti permetti?

PRESIDENTE. Onorevole Granata, per cortesia!

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, se stiamo passando alla fase dei voti, sono a chiederle alcune modalità di votazione.

PRESIDENTE. Sì, onorevole Quartiani, prego.

Pag. 30

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, le chiederei di votare per parti separate alcune mozioni. In particolare, le chiederei di votare separatamente la parte motiva dalla parte dispositiva delle mozioni Di Pietro ed altri n. 1-01123, Cicchitto ed altri n. 1-01145 (Nuova formulazione) e Ossorio ed altri n. 1-01149 (Nuova formulazione).

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, ho già detto che avrei chiesto di votare per parti separate la mozione del PdL. Aggiungo anche quella di Ossorio ed altri n. 1-01149 (Nuova formulazione). La mia, evidentemente, la voglio tutta insieme.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Avverto che, al fine di dare chiarezza e ordine alle votazioni, tenuto conto delle richieste di votazioni per parti separate avanzate dai gruppi, si procederà alle votazioni nel seguente ordine. Dapprima verrà posta in votazione la premessa della mozione Di Pietro ed altri n. 1-01123. A seguire verrà posto in votazione il dispositivo della mozione Di Pietro ed altri n. 1-01123.
A seguire, in virtù dell'identità dei dispositivi delle mozioni Veltroni ed altri n. 1-01144 (Nuova formulazione), Ossorio ed altri n. 1-01149 (Nuova formulazione) e Galletti e Della Vedova n. 1-01150, si procederà in questi termini: dapprima verrà posta in votazione la premessa della mozione Veltroni ed altri n. 1-01144 (Nuova formulazione); verrà poi posta in votazione la premessa della mozione Ossorio ed altri n. 1-01149 (Nuova formulazione); a seguire verrà posta in votazione la premessa della mozione Galletti e Della Vedova n. 1-01150. Verranno, quindi, posti in votazione congiuntamente gli identici dispositivi delle mozioni Veltroni ed altri n. 1-01144 (Nuova formulazione), Ossorio ed altri n. 1-01149 (Nuova formulazione) e Galletti e Della Vedova n. 1-01150. Infine, verrà posta in votazione la mozione Cicchitto ed altri n. 1-01145 (Nuova formulazione), votando separatamente le premesse dal dispositivo.
Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Di Pietro ed altri n. 1-01123, limitatamente alla premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Tanoni, Traversa, Lusetti, Goisis, Mondello, Duilio, Della Vedova, Pionati, Biancofiore...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 502
Votanti 483
Astenuti 19
Maggioranza 242
Hanno votato
68
Hanno votato
no 415).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Di Pietro ed altri n. 1-01123, limitatamente al dispositivo, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Virgilio, Duilio, Mondello, Coscia, Biancofiore, Crosetto...
Dichiaro chiusa la votazione.

Pag. 31

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 500
Votanti 294
Astenuti 206
Maggioranza 148
Hanno votato
70
Hanno votato
no 224).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Veltroni ed altri n. 1-01144 (Nuova formulazione), limitatamente alla premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Veltroni, Duilio, Mistrello Destro, Bossa, Marchioni, Scanderebech, Torrisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 502
Votanti 455
Astenuti 47
Maggioranza 228
Hanno votato
271
Hanno votato
no 184).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Ossorio ed altri n. 1-01149, (Nuova formulazione), limitatamente alla premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sbrollini, Speciale, Duilio, Brugger, Zeller, Corsini, Biancofiore, Maurizio Turco, Granata, Zazzera, Bordo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 501
Votanti 51
Astenuti 450
Maggioranza 26
Hanno votato
11
Hanno votato
no 40).

Prendo atto che il deputato Viola ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Galletti e Della Vedova n. 1-01150, limitatamente alla premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cassinelli, Biancofiore, Duilio, D'Antona, Di Stanislao, Mondello, La Malfa, Dozzo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 503
Votanti 309
Astenuti 194
Maggioranza 155
Hanno votato
273
Hanno votato
no 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle mozioni Veltroni ed altri n. 1-01144 (Nuova formulazione), Ossorio ed altri n. 1-01149 (Nuova formulazione), Galletti e Della Vedova n. 1-01150, limitatamente agli identici dispositivi, accettati dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Marini... Onorevole Lussana... Onorevole Della Vedova... Onorevole Biancofiore... Onorevole Giorgio Merlo...
Dichiaro chiusa la votazione.

Pag. 32

Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 503
Votanti 302
Astenuti 201
Maggioranza 152
Hanno votato
283
Hanno votato
no 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cicchitto ed altri n. 1-01145 (Nuova formulazione), limitatamente alla premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tommaso Foti... Onorevole Moles... Onorevole Carfagna... Onorevole Osvaldo Napoli... Onorevole Mazzuca... Onorevole Marchioni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni - Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Presenti 501
Votanti 416
Astenuti 85
Maggioranza 209
Hanno votato
183
Hanno votato
no 233).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cicchitto ed altri n. 1-01145 (Nuova formulazione), limitatamente al dispositivo, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Biancofiore... Onorevole Garagnani... Onorevole Marini... Onorevole Lussana... Onorevole Granata... Onorevole Capodicasa... Onorevole Traversa... Onorevole Villecco Calipari... Onorevole Stanca... Onorevole Mondello... Onorevole Stanca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 501
Votanti 244
Astenuti 257
Maggioranza 123
Hanno votato
219
Hanno votato
no 25).

Prendo atto che la deputata D'Incecco ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi.

In ricordo dell'onorevole Adalberto Minucci (ore 18,10).

CESARE DAMIANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CESARE DAMIANO. Signor Presidente, ieri il Presidente Fini ha ricordato Adalberto Minucci e vorrei farlo anch'io oggi: vorrei ricordare un uomo di valore. Ho avuto il piacere e l'onore di conoscerlo all'inizio degli anni Settanta. Io ero un giovane funzionario della FIOM, lui un importante dirigente del Partito Comunista di Torino. Adalberto era toscano, nato nel 1932 in provincia di Grosseto. Si era trasferito nel capoluogo piemontese nel 1955, l'anno della sconfitta della FIOM alle elezioni di commissione interna alla FIAT.
Lui da giornalista e da politico dette un prezioso contributo alla comprensione della nuova realtà di fabbrica e a capire le ragioni di quella sconfitta senza inutili giustificazionismi. Le sue inchieste tra i lavoratori della FIAT furono preziose per percepire ed analizzare le trasformazioni del mondo produttivo e, con esse, i nuovi Pag. 33compiti di un movimento sindacale che, dopo 15 anni da quella sconfitta e da quella divisione, avrebbe ritrovato la strada dell'unità.
Nel corso della sua carriera giornalistica Adalberto Minucci ha diretto, per vari anni, la redazione piemontese de L'Unità ed è stato il responsabile del PCI torinese dagli anni Cinquanta fino agli anni Ottanta, nei quali assunse la responsabilità della segreteria regionale del partito. Componente della direzione nazionale del PCI per vent'anni, è stato anche direttore di Rinascita e parlamentare e ha fatto parte della segreteria del partito guidata da Enrico Berlinguer, alla cui lezione morale e politica è rimasto legato per tutta la vita.
Minucci era un intellettuale legato alla classe operaia. Alcuni dei suoi libri testimoniano il suo enorme interesse per i temi del mondo del lavoro, della crisi del socialismo reale e dell'ultimo capitalismo. Ricordiamo un libro, Il grattacielo nel deserto, scritto nel 1960, sull'espansione del monopolio FIAT e della sua politica negli anni Cinquanta e la sua relazione introduttiva tenuta a Torino in un famoso convegno dell'Istituto Gramsci, nel 1973, dedicata al tema: scienza e organizzazione del lavoro, che costituì una delle basi culturali delle rivendicazioni operaie sulla condizione di lavoro di fabbrica. È stato un dirigente politico non dogmatico ma dialettico, disponibile al confronto e al dialogo, un uomo di rara umanità. Ha vissuto la militanza politica con passione, senza interessi personali, senza conformismo e con grande modestia. In anni recenti ha voluto dedicare i frutti della sua esperienza alla sua gente, ricoprendo il ruolo di sindaco di Orbetello.
La sua coerenza politica non è mai venuta meno. Non la ostentava ma non era pentito e orgogliosamente ha sempre rivendicato la sua storia di uomo di sinistra. In tempi come gli attuali, di cattiva politica e di opportunismo, Adalberto ci ha indicato un'altra strada, quella della dignità e dell'interesse generale, ed è stato per molti di noi un compagno, un amico, un maestro da non dimenticare. Ha continuato a studiare e a scrivere fino all'ultimo, quando una grave malattia ce lo ha portato via. Vogliamo essere vicini alla sua famiglia, al dolore della famiglia, con la nostra stima e con la nostra riconoscenza (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, mi permetta di aggiungere alle parole del collega Damiano, che condivido, e che ho apprezzato molto, una piccolissima e brevissima riflessione di carattere personale, perché Adalberto Minucci, deputato, senatore, direttore di Rinascita, esponente di primo piano del Partito comunista italiano, era nato e cresciuto politicamente a Torino e in Piemonte, ma era di origini toscane. Ed è in Toscana, nella seconda parte della sua esperienza politica, che ha ricoperto il ruolo di amministratore locale, con quella umanità e anche quella umiltà che lo contraddistingueva.
Con Adalberto Minucci - fatemi dire - scompare non soltanto un uomo colto e una personalità brillante, che ha accompagnato e arricchito, con il suo impegno e con la sua passione, il mondo del giornalismo e la sinistra del nostro Paese.
Nello stringermi, dunque, al dolore dei suoi amici e dei suoi familiari, di Adalberto voglio ricordare soprattutto la dedizione nel sostenere e difendere le cause dei più deboli e, in particolare, dei lavoratori. Sono sicuro che in questa difficilissima fase di destrutturazione dei diritti del mondo del lavoro, la militanza civile e politica di Minucci deve continuare a rappresentare un faro ed un esempio per tutto il centrosinistra italiano, e sono certo che se avesse avuto qualche anno di meno, Adalberto Minucci sarebbe con noi nelle battaglie che stiamo portando avanti, a difesa dei diritti dei lavoratori, così seriamente compromessi.

Pag. 34

Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale: Luciano Dussin: Distacco del comune di Lamon dalla regione Veneto e sua aggregazione alla regione Trentino-Alto Adige, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione (A.C. 1698) e dell'abbinata proposta di legge costituzionale: Bressa (A.C. 455) (ore 18,15).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione, in prima deliberazione, della proposta di legge costituzionale d'iniziativa del deputato Luciano Dussin: Distacco del comune di Lamon dalla regione Veneto e sua aggregazione alla regione Trentino-Alto Adige, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione, e dell'abbinata proposta di legge costituzionale d'iniziativa del deputato Bressa.
Ricordo che nella seduta del 24 settembre 2012 si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice ed il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
Avverto che non sono stati presentati emendamenti all'articolo unico della proposta di legge costituzionale (Vedi l'allegato A - A.C. 1698).
Pertanto, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
Prima di passare allo svolgimento delle dichiarazioni di voto, ha chiesto di intervenire il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

SAVERIO RUPERTO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, il Governo ritiene che siano necessari degli approfondimenti in ordine ai riflessi finanziari e di bilancio e, quindi, all'impatto che il provvedimento, sotto questo profilo, potrebbe avere.

PRESIDENTE. Sulla questione posta dal rappresentante del Governo ha chiesto di parlare il Presidente della I Commissione (Affari costituzionali), onorevole Donato Bruno. Ne ha facoltà.

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, con riferimento alla questione relativa ai possibili oneri finanziari recati dalla proposta di legge costituzionale in esame, desidero, innanzitutto, far presente che tale aspetto non è stato sollevato dal Governo nel corso dell'esame in sede referente.
Qualora il Governo - come mi pare abbia testé pronunziato - avesse posto la questione in quella sede, la Commissione si sarebbe senz'altro fatta carico del problema adottando una procedura diversa dal ripescaggio e valutando se chiedere la relazione tecnica sul provvedimento.
In ogni caso, poiché il Governo ha sollevato oggi il problema, ritengo che l'Assemblea potrebbe disporre il rinvio in Commissione del provvedimento al fine solo di valutare gli eventuali profili finanziari.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 18,20).

PRESIDENTE. Mi pare che non ci siano obiezioni sulla proposta di rinvio in Commissione.

FRANCO GIDONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCO GIDONI. Signor Presidente, mi sarei aspettato che ci fosse un voto su questa proposta del Governo, ma evidentemente non abbiamo neppure il pudore di porla in votazione per capire chi crede al distacco di Lamon e chi non ci crede. Penso che, in questo momento - come è successo lunedì nel corso della discussione sulle linee generali - il sindaco, la giunta e il consiglio comunale di Lamon siano collegati con noi in diretta TV, con il maxischermo in sala consiliare.
Evidentemente, hanno capito che si cerca una scusa banale per non discutere questo argomento. Parlo di una scusa banale, signor sottosegretario, perché nelle passate legislature una quantificazione era già stata fatta e l'effetto positivo per lo Pag. 35Stato determinato dal passaggio del comune di Lamon da una regione a statuto ordinario ad una a statuto speciale, all'epoca, era stato stimato come un risparmio di 3 milioni di euro.
Quindi, immagino che un Governo così tecnico e così sensibile alla spending review piuttosto che al fiscal compact, piuttosto che al risparmio ed ai tagli a tutti i costi, non avrebbe sollevato oggi il problema. Ma credo anche che il problema vero non sia questo, ma piuttosto sia il non affrontare il tema di un comune che vuole passare ad una regione a statuto speciale ed il non voler trattare il tema delle regioni e delle province autonome. La Lega Nord Padania, su questo aspetto, non ha problemi. La Lega crede che le risorse debbano rimanere sul territorio, crede che il modello delle regioni a statuto speciale sia un modello che debba essere adottato perché le regioni possano disporre delle risorse offrendo maggiori servizi ai cittadini, a quei cittadini - come in questo caso - che vivono in mezzo alle montagne, che cercano di far quadrare i conti rispetto a quei Patti di stabilità che voi non volete rivedere (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Questo forse è il vero argomento.
Ma ci crediamo tanto che le ricordo che la Lega Nord Padania ha depositato in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare proprio su questo tema, con la quale chiede l'attribuzione di ulteriori condizioni particolari di autonomia alla regione, l'istituzione delle comunità autonome attraverso i referendum popolari e l'attribuzione alle stesse delle risorse in misura non inferiore al 75 per cento del gettito tributario. Quindi, come vede, non ci spaventano le regioni a statuto speciale.
Credo che forse l'argomento può essere anche quello che voi pensate, un'architettura diversa dello Stato. L'avete già dimostrato con la ridefinizione e la richiesta di riperimetrare le province; le ricordo che Lamon è inserita in quella provincia di Belluno che voi volete cancellare insieme a quella di Sondrio, e che sono le uniche due province montane di questa nazione che forse meriterebbero, da parte vostra, un ripensamento.
All'architettura dello Stato la Lega Nord Padania ci aveva già pensato, lascio stare evidentemente la secessione, perché a qualcuno questo potrebbe dare fastidio in quest'Aula, ma ricordo solo il referendum sulla devoluzione, vi ricordo la legge 5 maggio 2009, n. 42, che cercava di applicare un federalismo fiscale a questo Paese, con suoi decreti attuativi; signor sottosegretario, che cosa ne avete fatto di tutto questo? Non pensa che se oggi stessimo parlando di federalismo fiscale compiuto, con i suoi costi standard, forse le deviazioni dal sistema di certe regioni sarebbero oggi più sotto controllo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)?
Siamo stati accusati nel corso della discussione sulle linee generali di aver voluto fermamente la calendarizzazione di questa proposta di legge per una specie di captatio benevolentiae in finale di legislatura verso Lamon. Signor sottosegretario, Lamon conta 3 mila abitanti, la Lega Nord Padania non ha bisogno di mendicare i voti del comune o degli elettori del comune di Lamon. La Lega Nord Padania sottopone a quest'Aula il problema di Lamon perché questo Paese, che da sette anni ha celebrato un referendum, aspetta una risposta.
Le ricordo l'articolo 1 della nostra Costituzione: la sovranità appartiene al popolo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania); allora lei non crede che all'interno di questo Parlamento questo valga anche per questo popolo, che è andato al voto sul referendum con il 61,5 per cento degli elettori presenti, un comune che annovera oltre il 20 per cento di migranti nella sua popolazione attiva, e che è andata a riprenderli in Germania, Francia e Svizzera dove lavorano, e li ha portati a votare, e il 93 per cento di tali votanti ha detto sì?
Concludendo, devo amaramente constatare, signor Presidente, che la richiesta del Governo di rinvio in Commissione, dimostra una volta di più che al di là delle Pag. 36belle parole rivolte in quest'Aula ai cittadini di Lamon, la volontà di esaminare la loro richiesta non c'è. Ancora una volta, amici, il popolo non ha voce e al popolo non si danno risposte (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Dobbiamo intendere che lei è intervenuto contro la richiesta di rinvio in Commissione del provvedimento, per cui ai sensi dell'articolo 41 del Regolamento, ritengo il suo un intervento contrario. C'è qualcuno che, prima di porre in votazione la richiesta ai sensi dell'articolo 41 del Regolamento, vuole intervenire a favore?

SESA AMICI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SESA AMICI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto di astensione del Partito Democratico su questa richiesta, con una sorta di motivazione che credo sia doverosa. Noi comprendiamo le ragioni del Governo...

PRESIDENTE. Onorevole Amici, la faccio continuare a parlare, ma costituisce un'anomalia un'espressione di astensione su una richiesta procedurale, per cui o è a favore o è contro. Le chiedo scusa, sa quanto piacere mi fa ascoltarla.

SESA AMICI. Signor Presidente, va bene, mi tolga la parola, comunque il nostro voto è di astensione sul rinvio.

PRESIDENTE. Vuol dire che darò anche la possibilità a qualcun altro di intervenire a favore, quindi continui pure.

SESA AMICI. Dicevo, noi comprendiamo le ragioni del Governo, e la questione procedurale dell'intervento di astensione che, come le rileva, costituisce un'anomalia, è legato ad una questione molto precisa. Per le dichiarazioni che noi abbiamo svolto intorno alla questione Lamon, visto che siamo anche, con il collega Bressa, sottoscrittori di una proposta di legge a favore, e per la discussione che si è svolta, è molto chiara all'Aula l'opinione del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Quindi è per l'astensione.

SESA AMICI. Vorrei ricordare ai colleghi che la richiesta è in quota di minoranza e proprio perché è una quota di minoranza, quella della richiesta della Lega Nord Padania di portarla in Aula, per coerenza noi ci asteniamo.

PRESIDENTE. Onorevole Dozzo, stavo per dare la parola a favore... Per la Lega Nord Padania ha già parlato...

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Dozzo, non è possibile in questa fase.

GIANPAOLO DOZZO. Allora nemmeno lei doveva dare la parola a una persona che si astiene. Non è mai successo in quest'Aula, e quindi o si è a favore o si è contro. Non ci si astiene su queste cose!

PRESIDENTE. Onorevole Dozzo, vi è comunque l'articolo 45 del Regolamento, che dà la possibilità alla Presidenza, per l'importanza della questione, di dare la parola eccezionalmente a più di un deputato. Faccio comunque ammenda, però sono coperto dall'articolo 45 del Regolamento.
Ha chiesto di parlare a favore l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, intervengo a favore della richiesta del Governo perché il provvedimento merita almeno un approfondimento, anche dal punto di vista della copertura di bilancio. Faccio presente che noi abbiamo questo provvedimento all'esame dell'Aula con una procedura di repechage, che deriva da un disegno governativo della scorsa legislatura, ma, in questo iter parlamentare Pag. 37della scorsa legislatura, non risulta espresso il parere favorevole da parte della V Commissione (Bilancio).
Dunque, sottacendo qui i motivi che ci vedono molto perplessi nel merito di questa proposta di legge costituzionale, sussistono senz'altro tutte le ragioni per un rinvio in Commissione, se non altro per sanare anche gli aspetti o acquisire le valutazioni della V Commissione (Bilancio).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio in Commissione della proposta di legge costituzionale concernente il distacco del comune di Lamon dalla regione Veneto e sua aggregazione alla regione Trentino-Alto Adige.
Onorevoli Marini, Amici, Garavini, Biancofiore, Andrea Orlando, Libè, Volpi...

(È approvata).

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 71-355-399-1119-1283 - D'iniziativa dei senatori Legnini ed altri; Pastore ed altri; Mugnai; Carrara ed altri; Valentino: Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (A.C. 4041-A); e delle abbinate proposte di legge: Vitali; Galati; Torrisi e Sisto; Duilio ed altri; Maggioni ed altri; Giammanco ed altri (A.C. 541-2514-2608-3682-4139-4168) (ore 18,30).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, d'iniziativa dei senatori Legnini ed altri; Pastore ed altri; Mugnai; Carrara ed altri; Valentino: Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici; e delle abbinate proposte di legge d'iniziativa dei deputati Vitali; Galati; Torrisi e Sisto; Duilio ed altri; Maggioni ed altri; Giammanco ed altri.
Ricordo che nella seduta del 17 settembre 2012 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunziato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 4041-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e degli emendamenti presentati.
Avverto che le Commissioni hanno presentato gli emendamenti 2.500, 4.500, 9.500, 11.500, 16.500, 18.500, 20.500, 26.500 e 26.501, che sono in distribuzione.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) e la V Commissione (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A - A.C. 4041-A).

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 4041-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4041-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Scilipoti 1.300.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emenda- mento Pag. 38Scilipoti 1.300, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Tommaso Foti, Casini, Biancofiore, Casero, Paolo Russo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 439
Votanti 438
Astenuti 1
Maggioranza 220
Hanno votato
2
Hanno votato
no 436).

Prendo atto che i deputati Sposetti e Boccia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Biancofiore, Ferranti, Boccia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 437
Votanti 433
Astenuti 4
Maggioranza 217
Hanno votato
427
Hanno votato
no 6).

Prendo atto che il deputato Sposetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 4041-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 4041-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Duilio 2.302, altrimenti il parere è contrario.
La Commissione formula altresì un invito al ritiro sull'emendamento Cilluffo 2.300.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 2.500 della Commissione.
La Commissione formula un invito al ritiro sugli emendamenti Duilio 2.303, Cilluffo 2.301, Duilio 2.304, Duilio 2.305, Duilio 2.306, Duilio 2.7 e Scilipoti 2.307, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Duilio 2.302.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Duilio 2.302, formulato dal relatore.

LINO DUILIO. Signor Presidente, intervengo su questo emendamento dicendo preliminarmente che non aderisco all'invito al ritiro e chiedo che venga votato dall'Aula, pur consapevole di un orientamento del relatore e del Governo - e adesso vedremo se dell'Aula - problematico - uso questo eufemismo - su una questione che però è molto delicata, molto importante, su cui abbiamo discusso in Commissione. Per cui io chiedo che almeno rimanga traccia in Aula dell'orientamento dell'Aula.
Stiamo parlando della natura giuridica del condominio, cioè del cos'è il condominio che oggi giuridicamente è un soggetto che non ha una sua identità, tant'è vero che è qualificato come un ente di gestione, sia pure, diciamo così, con orientamenti Pag. 39normativi che qua e là, in materia fiscale piuttosto che in altra materia, poi determinano anche qualche sincretismo perché si allude comunque ad una identità.
Allora, abbiamo discusso del fatto che si attribuisca non la personalità giuridica, che implica un'autonomia patrimoniale perfetta, ma la capacità giuridica, molto più mitigata, che consenta di esercitare alcuni diritti in materia di conservazione e amministrazione delle parti comuni e anche di avere dei benefici molto pratici per la vita condominiale, peraltro aderendo a quanto ormai esiste in tutti i Paesi del mondo ad ordinamento giuridico avanzato, basta andare a vedere cosa si fa in Spagna, in Francia, in Germania, in Inghilterra, in Olanda, in Svizzera, negli Stati Uniti. In qualsiasi parte del mondo ormai questo problema, cioè della natura giuridica del condominio, è stato risolto.
Siamo solo noi che continuiamo ad essere in questo, per così dire, limbo, in questo terreno giuridico senza identità. Probabilmente dovremmo aspettare la nascita degli Stati Uniti d'Europa affinché venga emessa una direttiva comunitaria che ci inviti a fare come fanno tutti gli altri da trent'anni a questa parte.
Comunque, consapevole di questo - e concludo -, nel mio emendamento ho fatto tesoro delle osservazioni che sono state fatte in Commissione e ho inserito un concetto minimale, minimalissimo se così si può dire, ovvero il concetto di una distinta soggettività giuridica del condominio solamente per gli atti che siano decisi dall'assemblea, secondo i quorum del caso relativo affinché, rappresentato dall'amministratore, il condominio possa così presentarsi davanti al notaio, se si tratta di redigere atti notarili o altro, insomma una distinzione, che non è separazione - come noi sappiamo sono due concetti molto diversi tra di loro - che quantomeno semplifichi la vita alla realtà condominiale, attribuendo al condominio un minimo di soggettività, una distinta soggettività per l'espletamento di una serie di atti, che capitano tutti i giorni e che rimangono ancorati a quest'idea di una «comunionalità» indivisa. Fanno sì che se c'è un condominio di 150 condomini, che redige un atto di vendita di una parte comune, 150 condomini devono andare dal notaio o il notaio va nel condominio, ma tutti i 150 devono firmare o cose del genere.
Siccome mi sembra una cosa anche molto banale, credo che si potrebbe accettare almeno questa versione così minimale, come un passettino in avanti che non ci impicchi, per così dire, sull'altare di un'idea, molto astratta, di tertium genus che non bisogna creare - e cioè il condominio con una distinta soggettività giuridica - perché il condominio deve rimanere una realtà che non c'è: una contraddizione in termini. Per questo propongo all'Assemblea questo mio emendamento, propongo che venga valutato con attenzione e propongo che venga accolto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cavallaro. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo soltanto per chiarire che abbiamo valutato in Commissione, con un approfondimento abbastanza serio, le osservazioni che anche in Aula ha riproposto il collega Duilio.
Si tratta ovviamente di osservazioni serie, che tuttavia non hanno convinto la Commissione nella sua totalità. Il motivo ovviamente non è quello di rimanere arretrati rispetto all'Europa. Peraltro non potrebbero esistere delle disposizioni europee che ordinassero in tal senso, a meno che appunto non vi fossero gli Stati Uniti d'Europa, perché questa è tipicamente materia che ciascuno Stato nazionale regola come meglio crede.
Ma, contrariamente alle enunciate finalità...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Cavallaro.

MARIO CAVALLARO. ... il riconoscimento di una personalità giuridica, o comunque di una natura giuridica autonoma, Pag. 40al condominio, porterebbe all'appesantimento delle attività amministrative, burocratiche e organizzative.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Cavallaro.

MARIO CAVALLARO. Infatti ci sarebbe un soggetto separato rispetto al soggetto rappresentato dall'associazione, per così dire, funzionale dei singoli condomini. È per questo che la Commissione ha ritenuto di invitare al ritiro e di riflettere in futuro su questa questione ordinamentaria (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duilio 2.302, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sposetti ...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 447
Votanti 438
Astenuti 9
Maggioranza 220
Hanno votato
41
Hanno votato
no 397).

Passiamo all'emendamento Cilluffo 2.300.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Cilluffo 2.300, formulato dal relatore.

FRANCESCA CILLUFFO. Sì, signor Presidente, ritiro il mio emendamento 2.300.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.500 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, su questo emendamento della Commissione abbiamo svolto un approfondito dibattito in Commissione, perché è un tema che affonda le sue radici all'interno della cultura stessa del condominio degli edifici e della concezione che vogliamo dare al condominio degli edifici.
Questa proposta emendativa della Commissione riguarda le modificazioni delle destinazioni d'uso. Si tratta di una materia molto delicata, perché il condomino che acquista un bene di sua proprietà all'interno di un condominio sa bene che il suo diritto è limitato dal diritto degli altri, però lo acquista in determinate condizioni. Cambiare queste condizioni modificando la destinazione d'uso delle parti comuni può determinare un pregiudizio, una lesione del godimento del bene di proprietà esclusiva. Allora, si è trovata in Commissione una formula che dica che la maggioranza con la quale si può deliberare la modificazione delle destinazioni d'uso è quella dei quattro quinti.
Si è trovata una formula compromissoria che dica che questa maggioranza si può avere nel caso di modificazioni delle destinazioni d'uso che siano fatte nell'interesse del condominio. L'aggiunta di questa formula vuole precisare alcune finalità e alcuni obiettivi, però a seconda di come viene intesa rischia di essere ambigua. Facciamo degli esempi. La modificazione della destinazione d'uso può essere determinata da finalità commerciali, venali o dalla finalità di consentire al condominio di acquisire un reddito, per esempio dall'utilizzazione del bene comune. Invece ci possano essere delle modificazioni di destinazione d'uso del bene comune che sono funzionali rispettano all'utilizzazione migliore delle parti comuni dell'edificio da parte dei singoli condomini. Allora, in Commissione abbiamo discusso ampiamente al riguardo.
Vorrei dire che questa dizione deve essere correttamente interpretata secondo gli approfondimenti che abbiamo fatto in Pag. 41Commissione, a condizione che la modifica di destinazione d'uso riguardi una finalità funzionale e non una finalità commerciale o venale, per la quale in Commissione abbiamo ritenuto che sia necessaria l'unanimità dei condomini. Ecco perché vorrei dire all'Aula che votando questo emendamento, compreso l'interesse del condominio, vota un'interpretazione di questa accezione che sia nel senso funzionale e cioè che serva alla migliore utilizzazione delle proprietà esclusiva da parte del condominio.
Questo vorrei lasciar precisare. Ho evitato di proporre un subemendamento, fermo restando che siccome è possibile che su questa cosa ci siano delle interpretazioni differenti per gli esegeti sia chiaro che dai lavori parlamentari emerge che l'interesse del condominio che può comportare la modificazione della destinazione d'uso con la maggioranza dei quattro quinti è soltanto quello che riguarda le modificazioni funzionali rispetto all'interesse stesso del condominio, e non quello di carattere commerciale, per il quale è richiesta l'unanimità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Angela Napoli. Ne ha facoltà.

ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, anch'io sento la necessità di intervenire, alla luce di un fatto basilare. Questo provvedimento che ci arriva dal Senato e che è assolutamente indispensabile approvare, ma sul quale è stato fatto un lavoro certosino da parte dell'intera Commissione, sta portando ad una positività abbastanza unitaria all'interno della Commissione anche se in qualcuno di noi rimangono delle perplessità, fra le quali questa che è stata evidenziata prima dal collega Palomba. Ci tengo a precisare che il provvedimento è stato da noi valutato soprattutto guardando all'interesse dei condomini all'interno del singolo condominio, e alla luce di questo forse qualche aggettivo in più di tutela dei condomini andava inserito.
Ma appunto per arrivare alla valutazione e alla definizione unitaria abbiamo acconsentito a questo emendamento della Commissione, ma ci tengo a precisare anch'io che la semplice denominazione «nell'interesse del condominio» ci auguriamo possa essere sempre valutata nell'interesse funzionale del condominio, ma che non tocchi mai l'interesse economico dello stesso.

MANLIO CONTENTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, siccome è stato uno sforzo non indifferente quello di trovare un accordo tra quasi tutti i componenti della Commissione, e siccome le finalità sono quelle che sono state testé illustrate, chiederei al relatore di poter rinviare a domani la votazione di questo emendamento, così ci facciamo un ulteriore approfondimento, perché è uno dei pochissimi e rarissimi casi in cui forse un ulteriore approfondimento potrebbe essere utile.

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore è d'accordo con la richiesta di accantonamento. Dovremmo a questo punto - se sbaglio gli uffici mi correggano - accantonarne anche altri successivi, che sarebbero eventualmente preclusi. Il relatore, ripeto, è favorevole all'accantonamento, adesso vediamo quanti sono quelli da accantonare. Dovremmo passare direttamente all'emendamento Duilio 2.305...

SALVATORE TORRISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, credo che ci sia la disponibilità a ritirare degli emendamenti, che sarebbero preclusi, da parte dei proponenti.

PRESIDENTE. Ma non sono preclusi se non si vota.

Pag. 42

SALVATORE TORRISI, Relatore. Si, ma li ritirerebbero in ogni caso.

PRESIDENTE. Allora vuol dire che adesso anticiperebbero un ritiro degli emendamenti Duilio 2.303 e 2.304, e Cilluffo 2.301.

FRANCESCA CILLUFFO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCA CILLUFFO. Signor Presidente, annuncio il ritiro del mio emendamento 2.301. Mi piacerebbe fare un piccolo racconto di quello che è avvenuto in Commissione su questi emendamenti. La scelta era tra sacrificare il diritto primario alla proprietà privata, consentendo di decidere a maggioranza le modificazioni della destinazione d'uso delle parti comuni dell'edificio. In alcuni di questi emendamenti era prevista altresì la possibilità di deliberare a maggioranza l'alienazione delle parti comuni o la concessione dei diritti di godimento sulle parti comuni. La discussione è stata molto accesa in Commissione e si è giunti, in alcuni casi, anche a momenti di tensione. Su alcuni emendamenti c'è stata una spaccatura della Commissione, per cui si è arrivati ad una votazione 12 a 12 su questo emendamento.
Mi rendo conto che sarebbe una innovazione veramente molto grande rispetto ai principi che reggono il diritto di proprietà nel nostro ordinamento, e quindi per un senso di dovere istituzionale abbiamo raggiunto l'accordo, condiviso dalla grande maggioranza della Commissione, di ritirare questi nostri emendamenti per accogliere quello del Governo che domani discuteremo.
La mia richiesta è all'onorevole Duilio: visto che abbiamo partecipato tutti e con grande lavoro di squadra alla formazione di questa decisione, gli chiedo di fare un passo indietro per riuscire ad approvare l'emendamento della Commissione domani. Quindi, gli chiederei di ritirare i suoi emendamenti.

PRESIDENTE. Riepiloghiamo: onorevole Cilluffo, lei ha ritirato l'emendamento 2.301 a sua prima firma. Dovremmo, quindi, accantonare l'emendamento 2.500 della Commissione e c'è il consenso della Commissione medesima. Poi abbiamo l'emendamento Duilio 2.303. Che fa, onorevole Duilio, lo ritira?

LINO DUILIO. Signor Presidente, sinceramente non ho grandi motivi se si vuole procedere in modo molto irrituale, il che evidentemente è rimesso alla valutazione della Presidenza. Infatti, qui stiamo discutendo se ritirare gli emendamenti relativamente ad un emendamento della Commissione.

PRESIDENTE. No, non è irrituale, né è rimesso alla valutazione della Presidenza. Sto applicando la tecnica legislativa e il Regolamento.

LINO DUILIO. Sto dicendo che si ritirano degli emendamenti relativamente ad un emendamento della Commissione che, se rimanesse quello che è, giustificherebbe tranquillamente il ritiro degli emendamenti, almeno quelli a mia prima firma. Infatti, l'emendamento della Commissione mi appaga, se così si può dire, da un punto di vista evidentemente istituzionale e giuridico. Va bene se l'approfondimento che è richiesto, e che anche il relatore condivide, rimette a domani la votazione. Se ci dà un qualche minimo di garanzia circa il fatto che non si stravolga l'emendamento della Commissione, sono disponibilissimo a ritirare l'emendamento. Se, invece, ci troviamo domani nel paradosso che non c'è più l'emendamento della Commissione e non si possono nemmeno discutere gli emendamenti che sarebbero in qualche modo quasi assorbiti, ribadisco che la cosa sarebbe molto irrituale.

PRESIDENTE. Allora, fermo restando il ritiro dell'emendamento Cilluffo 2.301, accantoniamo gli emendamenti Duilio 2.303 e 2.304, nonché l'emendamento 2.500 della Commissione.

Pag. 43

Sull'ordine dei lavori (ore 18,55).

FABRIZIO CICCHITTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, intervengo perché oggi è stata scritta dalla magistratura italiana una delle pagine più nere nel senso, cioè, che è stato condannato il direttore de Il Giornale Sallusti per un reato di opinione. Questo crea una situazione gravissima sulla quale la Camera deve riflettere e deve dare una risposta perché, lungo una deriva liberticida che sta caratterizzando il nostro Paese, questo è un salto di qualità nel senso, cioè, che per di più si è andati oltre quello che aveva chiesto il pubblico ministero. Quindi, si è determinata chiaramente una sfida da parte di questo tribunale, della Cassazione, nei confronti della libertà di stampa e della libertà di opinione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Se noi riteniamo di essere silenziosi rispetto a questo, noi non lo siamo e alziamo una voce di libertà in questo Parlamento che, con i suoi trasformismi e con le sue viltà, rischia di assistere inerte o di dare un contributo all'eliminazione della libertà reale nel nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Popolo e Territorio).

FLAVIA PERINA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FLAVIA PERINA. Signor Presidente, cari colleghi, non è un mistero la distanza di stile, di contenuti e di messaggi che dividono il mio gruppo da Alessandro Sallusti che contro di noi ha avviato, per molto tempo, da diverse testate e con tutti gli strumenti a sua disposizione, dalla televisione alla carta stampata, campagne che resteranno memorabili. Nonostante questo, dico che la sua condanna e la prospettiva di un suo arresto rappresentano senza dubbio una ferita ulteriore per la democrazia italiana e per la libertà di stampa in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).
Mi sarebbe piaciuto - lo metto come chiosa, ma non è questo il caso di fare polemica, perché davvero sarebbe importante che l'Aula su questo si ritrovasse unita - che le belle parole ascoltate sulla necessità della libertà d'informazione, sull'importanza di non mettere il bavaglio ai giornalisti fossero state pronunciate in quest'Aula dal gruppo del PdL e da altri gruppi anche quando, in tante circostanze, ci si è trovati a discutere di misure che, effettivamente, avrebbero rischiato di mettere un bavaglio alla stampa e sulle quali, ad esempio, si è verificata la costituzione del mio gruppo, del gruppo di Futuro e Libertà.
Comunque, voglio concludere con la citazione più opportuna, a mio avviso, per questo caso, che è una citazione molto famosa: non c'è nulla di più lontano da me e da noi delle opinioni di Alessandro Sallusti, ma ci batteremo fino alla fine perché abbia il diritto di continuare ad esprimerle (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Unione di Centro per il Terzo Polo e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

ENZO CARRA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO CARRA. Signor Presidente, io credo che questa volta la Cassazione piuttosto che risolvere un problema giudiziario apra un grandissimo e delicatissimo dibattito sulla qualità della nostra democrazia, di cui, in cui, evidentemente, la libertà di stampa è un pilastro essenziale.
Questo caso non ha alcun precedente in questo Paese, se non quello di Guareschi, ed era un periodo storico completamente diverso da questo: la Cassazione e i magistrati lo sanno benissimo, come lo sa benissimo quest'Aula, che discute inutilmente da anni la riforma dell'editoria e delle pene sulla diffamazione a mezzo stampa e che non è riuscita ancora qui, Pag. 44ancora oggi, a dare una risposta sicura. E sa perché, signor Presidente? Perché noi ci siamo divisi, per anni, su chi voleva aumentare le pene ai giornalisti, piuttosto che evitarle. Questo è stato il punto che ci ha portato oggi all'inerzia e, ancora una volta, una magistratura che non capisce che così aprirà finalmente un dibattito che interverrà sulla magistratura stessa.
La Cassazione, oggi, ha fatto qualcosa di inenarrabile e su questo io credo che il Governo e noi, finalmente, dobbiamo liberarci dalle scorie di un inutile, un inutilissimo dibattito su chi vuole i giornalisti in galera e chi li vuole liberi: qui, infatti, si deve soltanto decidere se vogliamo la libertà per noi e la libertà di stampa che è al suo centro. Dopo di che, su questo punto, dovremmo anche ricordarci che altri provvedimenti - come quello sulle intercettazioni, di cui ci occupiamo spesso e male - hanno avuto - anche quel provvedimento - al proprio centro le pene per i giornalisti. Allora, attenzione: con riferimento a questo aspetto, prima di esporci e di non accettare neanche queste premesse, di chi è Sallusti non ne dobbiamo neanche parlare: Sallusti è un giornalista e ha diritto alla libertà come tutti i giornalisti che svolgono soltanto il proprio mestiere (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo e Popolo della Libertà).

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, credo che un Paese nel quale si rischia, in questo caso concretamente, di finire in carcere per opinioni, idee e parole espresse sia un Paese che ha dei problemi di democrazia e di civiltà.
Credo che, pur non avendo nulla in comune e nessuna condivisione né con le idee né con il concetto di giornalismo del dottor Sallusti, la sentenza di oggi ponga un problema, ponga il problema di un Paese che non è capace di affrontare in modo serio e costruttivo il tema della giustizia, di punire in modo adeguato e proporzionato fatti davvero seri, fatti davvero gravi ed altri che, invece, dovrebbero trovare non certo nella carcerazione una risposta sanzionatoria da parte dello Stato.
Se un uomo finisce in carcere per quelle espressioni, però, cari colleghi, non è colpa - è troppo comodo, ogni volta, dirlo - dei magistrati che hanno applicato una legge che questo Parlamento non è stato capace di modificare (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Io credo che se davvero abbiamo a cuore la giustizia, se davvero abbiamo a cuore i principi che qui oggi ribadiamo, avremmo dovuto, nelle settimane e nei mesi passati - soprattutto chi questo Governo e questa maggioranza sostiene -, operare perché fosse possibile intervenire tempestivamente; e ancora potrà essere fatto nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, magari con un decreto-legge, per evitare conseguenze di questo genere.
Però, davvero, una cosa la devo dire: sentire l'onorevole Cicchitto, oggi, difendere la libertà di stampa, la libertà dei giornalisti, che loro, con i loro disegni di legge, volevano mandare in galera con una norma sulle intercettazioni degna di un Paese dove la civiltà non è di casa, è davvero qualcosa che almeno desta sorpresa e stupore (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, ovviamente questo è un dibattito delicato, perché incrocia problemi di ordinamento, problemi politici e vicende personali. Noi partiamo dal presupposto che cerchiamo di rispettare sempre le sentenze, perché le sentenze della magistratura si rispettano, anche quando non piacciono. Questa è una sentenza che non ci piace, perché sembra smisurata la misura adottata, con l'arresto, per un reato di diffamazione a mezzo stampa. Non Pag. 45c'entrano niente - come è stato ricordato - le posizioni politiche del giornalista, del direttore o de Il Giornale, o i riguardi usati nei nostri confronti o del Partito Democratico. Ciò non c'entra nulla. Qui c'è un problema generale: i magistrati applicano una norma. Ma noi abbiamo alcuni mesi davanti per modificare quella norma, prima che finisca la legislatura. Infatti - ripeto -, i magistrati operano nell'ambito della legislazione vigente e il nostro compito non è protestare, rispetto a una sentenza, ma è semmai intervenire perché quelle norme vengano modificate concretamente. Ricordo anche - l'ha detto adesso il collega Donadi e vorrei dirlo con minor foga, - che serve, però, un po' di coerenza da parte di tutti noi, perché non ci si può lamentare - come giustamente viene fatto in questo caso, e lo facciamo anche noi - di una sentenza che riteniamo sproporzionata, ma che rispettiamo, perché dobbiamo rispettarla, e contemporaneamente invocare delle misure fortemente punitive sul tema intercettazioni per chi, in un altro modo, esercita la sua libertà di stampa.
Quindi, siccome il partito del PdL oggi stesso, alla Conferenza dei presidenti di gruppo, ha chiesto la calendarizzazione del provvedimento sulle intercettazioni - e i due temi sono molto confinanti -, credo che l'impegno che oggi potremmo prendere è di approvare nuove norme entro la fine di questa legislatura. Questo è il modo in cui dobbiamo rispondere a quanto avvenuto oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

GIANPAOLO DOZZO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, è sempre triste parlare in quest'Aula e fare riferimenti alle libertà o meno di opinione e alla libertà o meno di parola. Ciò perché se in quest'Aula si fanno interventi di questo tipo vuol dire che vi è qualcosa che non funziona nella nostra democrazia, e parliamo proprio noi della Lega Nord, che siamo stati colpiti nelle nostre espressioni quando un giudice - mi riferisco al giudice Papalia - ha voluto incriminarci per le nostre idee e per le nostre espressioni che abbiamo usato in un determinato periodo. È sempre triste, e anche le nostre vicinanze o meno a certi giornalisti possono essere più o meno interessate. Tuttavia, proprio noi della Lega Nord, nei cui confronti, Il Giornale certamente non è stato tenero in quest'ultimo periodo, diciamo: lasciamo da parte tutte queste cose, vediamo effettivamente cosa vi è sotto questa sentenza. Pur rispettando le sentenze della magistratura occorre però valutare, in questo caso, che molto probabilmente, al di là del fatto, si è voluto colpire qualcosa che va oltre il fatto stesso per cui il dottor Sallusti era indagato. Quindi, signor Presidente, in questo momento, al direttore de Il Giornale va tutta la nostra comprensione, ma volevo dire innanzitutto che, comunque, dobbiamo mettere nero su bianco - e questa Camera si faccia da garante -, perché non vi sia più in questo Stato la possibilità che qualcuno dica: tu, le tue opinioni, non le puoi dire; tu, le tue opinioni, non le puoi trasmettere agli altri; tu, le tue opinioni, non le puoi scrivere. È questo che noi dobbiamo assolutamente far sì che non accada (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

GIANCARLO LEHNER. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO LEHNER. Signor Presidente, con Sallusti in carcere lo Stato etico e corporativo è salvo. Uso questi termini perché - attenzione - sono 66 anni che il Parlamento nato dalla Resistenza e dall'antifascismo in tema di leggi sull'informazione ha confermato esattamente le stesse regole e le stesse sanzioni che erano funzionali al fascismo, che erano funzionali allo Stato autoritario di massa e che sono indegne invece di una Repubblica democratica, che si dice tale. Pag. 46
Anche a proposito di magistrati, ricordo che quando MD era uno schieramento, certamente a sinistra, ma carico di pensiero garantista, un pm, Accattatis, il quale fece un intervento magistrale per dire che sanzionare la diffamazione a mezzo stampa, specie verso coloro che avevano fatto critiche ai magistrati, cioè a coloro che hanno il potere di incarcerare la gente, erano delle norme sbagliate e più si condannava, più ci si avvicinava al fascismo e non a quella che si pretendeva essere una Repubblica libera e democratica.
Ma oggi c'è stato un altro fatto - scusate - che mi fa pensare davvero alla logica di uno Stato autoritario, alla logica del pensiero unico. All'università di Bari, facoltà di giurisprudenza, è diventato obbligatorio per sostenere l'esame di sociologia del diritto - e guardate qua io non faccio politica, dico che è una cosa scandalosa per tutti - un libro finanziato con denaro pubblico, con i soldi della regione Puglia, con prefazione di Vendola che è un manifesto gay.
Io non ho nulla contro i manifesti gay, ma ho tante cose contro il pensiero unico e soprattutto contro i libri imposti coattivamente. Non si può superare questo esame se non si studia sul libro di Vendola. Mi pare che anche questo sia fascismo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo e Territorio e Lega Nord Padania).

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà per un minuto.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, intervengo solo per constatare che stiamo assistendo ad un talk show, non a un dibattito parlamentare. Oggi il direttore Sallusti è stato condannato in base ad una legge di questo Stato e le leggi di questo Stato si fanno in quest'Aula. Invece di lamentare quello che è accaduto fuori, qui si dica subito che la sanzione penale per la diffamazione a mezzo stampa la si abolirà la settimana prossima con una legge che la Commissione giustizia può approvare in legislativa in tre giorni, se vuole, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Tutto il resto sono chiacchiere inutili che resteranno nell'acqua, come vent'anni di dibattito sulla giustizia hanno lasciato solo macerie di tutte queste discussioni. Signor Presidente, lo dico innanzitutto a quello che era il mio gruppo e allo schieramento in cui sono stato eletto: è inutile lamentarsi di quello che fa il magistrato, se non si cambia la legge.

GIUSEPPE GIULIETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà per un minuto .

GIUSEPPE GIULIETTI. Signor Presidente, penso che debba essere detto di «no» al bavaglio e al carcere sempre, comunque, da chiunque e contro qualsiasi persona per quanto riguarda questi reati. Saremmo stati più credibili nel dirlo anche contro ogni editto bulgaro, contro ogni legge bavaglio, contro i dossier contro il direttore dell'Avvenire Boffo. Siamo maglia nera in Europa per questi errori, ma adesso è inutile la polemica.
Il Senato ha in discussione una legge di riforma dell'ordine proposta da Pisicchio, relatore Mazzuca, che introduce il Giurì per la lealtà dell'informazione e rafforza il controllo sulla diffamazione e la rettifica.
Non si può diffamare liberamente e in questo provvedimento si può abrogare questa norma. Tutto il resto serve a poco. Lo si può fare in pochi giorni. Spero che il tema del carcere sparisca dalla discussione sulle intercettazioni e altrove, altrimenti non sarebbe una battaglia di interesse generale, ma ciascuno difenderebbe i propri amici, compagni o camerati. Non sarebbe una battaglia di libertà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare.

Pag. 47

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per due minuti.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, intervengo solo per associarmi alle parole di quasi tutti i colleghi, di solidarietà nei confronti del giornalista Sallusti e per esprimere la necessità che il Parlamento affronti questo tema, senza eccedere neanche nel riconoscere la libertà della diffamazione perché, altrimenti, rischiamo di andare in una direzione eccessiva: «no» al carcere, ma anche una certa prudenza nel modo in cui i giornalisti esercitano la loro libertà.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per due minuti.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Signor Presidente, cari colleghi, è con grande amarezza che ho appreso dell'esito di questa vicenda che riguarda il direttore Sallusti. Credo che sia il momento, tutti insieme, al di la dei colori politici, di mettere in evidenza che questo nostro Stato, che perde sempre più credibilità e oggi continua a perderla con questa sentenza ingiusta per un grande giornalista come Sallusti, abbia bisogno di grandi riforme e abbia bisogno, prima di ogni altra cosa, di riequilibrare i poteri.
Non è possibile che la tenuta dei Governi, che la vita dei cittadini, che la libertà di stampa dipendano dagli umori di taluni magistrati - quelli, sì, sono una casta - che molto verosimilmente hanno determinato l'esito di questo processo, se è vero come è vero che la presunta parte offesa del processo che riguarda il direttore Sallusti è anch'egli un magistrato. Penso che sia il momento di riflettere e sia il momento di agire in due modi: il primo, per evitare in modo assoluto che il direttore Sallusti vada in carcere; il secondo, per porre rimedio a una questione che debba mettere, però, la libertà di stampa al centro della nostra attenzione, con provvedimenti immediati.

PRESIDENTE. Voglio solo ricordare che la Conferenza dei presidenti di gruppo oggi ha disposto e inserito nel calendario la discussione, a partire del 29 ottobre, della proposta di legge sulla diffamazione.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori perché è appena uscita un'agenzia ANSA che dice che la procura avrebbe sospeso la pena. Lo dico perché mi pare che faccia parte della discussione che stiamo facendo.

MANLIO CONTENTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, lei giustamente ha ricordato che è già stata calendarizzata, o verrà calendarizzata, la discussione su queste proposte. Mi permetta, però, di dire che non c'è solo la responsabilità dell'Aula, perché è troppo facile se la colpa è sempre del Parlamento. Sallusti va in galera, perché il giudice d'appello non gli riconosce le circostanze attenuanti.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Contento, è già intervenuto un collega per il suo gruppo.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per lo stesso argomento su cui sono intervenuti gli altri colleghi. Volevo solo fare presente al collega che ha parlato poco fa che è vero che la pena è stata sospesa, grazie a Dio, a Sallusti, ma è perché è un Pag. 48suo diritto, perché non è né un cumulo né una recidiva. Quindi, è una cosa dovuta.

PRESIDENTE. Onorevole Paolini, grazie per la precisazione.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 4041-A.

(Ripresa esame dell'articolo 2 - A.C. 4041-A)

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Duilio 2.305 formulato dal relatore.

LINO DUILIO. Signor Presidente, volevo solo dire che questo emendamento, come i successivi, attengono ad una problematica che da un punto di vista logico, pur parlandosi qui di alienazione e non di modificazione, è sostanzialmente...

PRESIDENTE. Onorevole Duilio, ho bisogno di interromperla. Le ho chiesto se lo ritira o meno.

LINO DUILIO. Signor Presidente, chiederei se fosse possibile accantonarli perché c'è una logica.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intervengo anche per aiutarci tra di noi a risolvere un po' le questioni. Siccome sono state accantonate una serie di proposte emendative relative all'articolo 2, compreso quello della Commissione, penso che sia abbastanza razionale procedere - lo chiedo a lei, al presidente della Commissione e al relatore - di in questo modo: non porre in votazioni altre proposte emendative relative all'articolo 2, esprimere i pareri della Commissione e del Governo sull'articolo 3 e accantonare tutto l'articolo 2 a domani mattina.

PRESIDENTE. Prendo che atto che il relatore concorda con la proposta di accantonamento formulata dall'onorevole Duilio.
Quindi, sono accantonate tutte le restanti proposte emendative riferite all'articolo 2, e, pertanto, non si procederà neanche alla votazione del suddetto articolo.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 4041-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 4041-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Duilio 3.5.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Ferranti 3.300.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Duilio 3.301, Follegot 3.302 e 3.303.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Duilio 3.5.
Chiedo all'onorevole Duilio se accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.

LINO DUILIO. Signor Presidente, chiederei di votare il mio emendamento, ma vorrei anche rapidamente spiegare le ragioni. Stiamo parlando sostanzialmente di Pag. 49impianti di riscaldamento. Qui si dice che, se per una stagione intera il riscaldamento di un condomino...

PRESIDENTE. Onorevole Duilio, ho il compito purtroppo di interromperla. Infatti, su questo emendamento è iscritta a parlare per dichiarazione di voto per il gruppo del Partito Democratico l'onorevole Cilluffo. Lei mi dice che non lo ritira, quindi do la parola all'onorevole Cilluffo e poi lei può prendere la parola e intervenire per dichiarazione di voto a titolo personale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cilluffo. Ne ha facoltà.

FRANCESCA CILLUFFO. Signor Presidente, questi emendamenti hanno ad oggetto il distacco del condomino dall'impianto centralizzato di riscaldamento. Vi sono già sentenze della Corte di cassazione su questo argomento. Gli emendamenti proposti sono volti a recepire il parere espresso dalla Corte di cassazione. Si è cercato di limitare in qualche maniera l'abuso del distacco dall'impianto di riscaldamento. Ciò potrebbe portare ad un maggiore dispendio energetico.
Pertanto, si è richiesto come condizione per il distacco che effettivamente per un'intera stagione sia provato che l'impianto non funzioni, perché si sarebbe potuto trattare anche di un malfunzionamento temporaneo. Questa è la ragione per cui chiediamo all'onorevole Duilio di ritirare i suoi emendamenti e di votare, invece, favorevolmente all'emendamento Ferranti 3.300 che pone questa condizione. È cioè che è consentito il distacco dall'impianto del riscaldamento centralizzato se non derivano notevoli squilibri di funzionamento e aggravi di spesa per gli altri condomini. Anche questa è sembrata alla Commissione una soluzione di compromesso accettabile.
Quindi, si chiede all'onorevole Duilio anche a questo proposito di condividere quello che è stato il percorso della Commissione che ha portato a queste valutazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà per un minuto.

LINO DUILIO. Signor Presidente, stavo dicendo semplicemente questo. Pur comprendendo quanto si è detto, qui siamo di fronte a una fattispecie in cui il condomino ha un impianto di riscaldamento che non funziona per una stagione intera. Quindi, sta al freddo per tutto l'inverno, perché non lo si mette a posto. Alla fine della stagione, siccome il suo impianto di riscaldamento non è stato riparato, ha il diritto di staccarsi e, però, ha l'obbligo, comunque, di contribuire alle spese dell'impianto complessivo.
Dico che in una situazione del genere addirittura dovrebbe citare per danni il condominio, perché è stato al freddo per tutto l'inverno. Si può solo distaccare e deve continuare a pagare il condominio per l'impianto di riscaldamento, che riguarda gli altri ma non riguarda lui. Mi sembra assolutamente incongrua una norma del genere. È questa la ragione per cui ne chiedo la soppressione. Tutto sommato, a mio avviso, è meglio quanto aveva previsto il Senato. Peraltro, ricordo che oramai andiamo verso una certa prospettiva. In Lombardia entro il 2014 bisognerà mettere le valvole obbligatorie per misurare il consumo di calore. Pertanto, questa norma in pochissimo tempo diventerà assolutamente antiquata. Questa è la ragione per cui non ritiro il mio emendamento 3.5 e chiedo che sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Duilio 3.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Bonaiuti, Brunetta, Meloni... L'onorevole Corsaro non riesce a votare. Onorevoli Marchioni, Casini e Rampelli, Pag. 50che non riesce a votare... L'onorevole Casini ha votato? Onorevoli Galletti, Colaninno... può provare...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 402
Votanti 389
Astenuti 13
Maggioranza 195
Hanno votato
43
Hanno votato
no 346).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.300, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sposetti, Marini, Speciale, che non riesce a votare... Onorevole Duilio, è destino... Onorevoli Mondello e Scanderebech...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 400
Votanti 395
Astenuti 5
Maggioranza 198
Hanno votato
338
Hanno votato
no 57).

Prendo atto che il deputato Peluffo ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata Motta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
A seguito dell'approvazione dell'emendamento Ferranti 3.300 risultano preclusi gli emendamenti Duilio 3.301 e Follegot 3.302.
Passiamo all'emendamento Follegot 3.303.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Follegot 3.303 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Follegot 3.303, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Speciale, La Malfa, Sbrollini, che non riesce a votare... Gli onorevole La Malfa e Sbrollini hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 407
Votanti 405
Astenuti 2
Maggioranza 203
Hanno votato
45
Hanno votato
no 360).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Duilio, Baretta, Traversa, Ferranti, Colaninno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 406
Votanti 403
Astenuti 3
Maggioranza 202
Hanno votato
400
Hanno votato
no 3).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 4041-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 4041-A). Pag. 51
Nessuno chiedendo di parlare sull'articolo 4 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

SALVATORE TORRISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 4.500 e invita al ritiro dell'emendamento Cilluffo 4.300.

PRESIDENTE. Il Governo?

SALVATORE MAZZAMUTO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

FRANCESCA CILLUFFO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCA CILLUFFO. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro dell'emendamento da me presentato.

PRESIDENTE. Sta bene. Stiamo per votare l'emendamento 4.500 della Commissione, potrebbe essere inutile il ritiro. Comunque, prendiamo atto del ritiro dell'emendamento Cilluffo 4.300.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Carfagna, Lorenzin, Renato Farina, Goisis, Paolini, Duilio, Garofani, Moles...
Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 407
Votanti 403
Astenuti 4
Maggioranza 202
Hanno votato
402
Hanno votato
no 1).

A seguito dell'approvazione dell'emendamento 4.500 della Commissione interamente sostitutivo dell'articolo 4, risultano preclusi tutti i restanti emendamenti riferiti all'articolo 4. Non si procederà pertanto alla votazione dell'articolo.
Sulla base delle intese intercorse, il seguito dell'esame del provvedimento è rinviato alla seduta di domani mattina, così come anche la trattazione degli altri provvedimenti all'ordine del giorno.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di ottobre 2012 e programma per il periodo novembre-dicembre 2012 (ore 19,30)

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di ottobre 2012:

Lunedì 1o ottobre (ore 10, con eventuale prosecuzione al termine della discussione congiunta del conto consuntivo e del progetto di bilancio della Camera dei deputati e nella mattina di martedì 2 ottobre)

Discussione sulle linee generali delle proposte di legge costituzionale:
n. 5148 ed abbinata - Modifica dell'articolo 13 dello Statuto speciale della regione Friuli-Venezia Giulia, di cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1 (Approvata, in prima deliberazione, dal Senato);
n. 5149 ed abbinate - Modifica degli articoli 15 e 16 dello Statuto speciale per Pag. 52la Sardegna, di cui alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, in materia di composizione ed elezione del Consiglio regionale (Approvata, in prima deliberazione, dal Senato);
n. 5150 ed abbinata - Modifiche all'articolo 3 dello Statuto della Regione siciliana, in materia di riduzione dei deputati dell'Assemblea regionale siciliana. Disposizioni transitorie (Approvata, in prima deliberazione, dal Senato).

Discussione congiunta sulle linee generali del disegno di legge n. 4925 - Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2012 e della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2011 (Doc. LXXXVII, n. 5).

Lunedì 1o ottobre (ore 15,30, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione congiunta del conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2011 (Doc. VIII, n. 9) e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2012 (Doc. VIII, n. 10).

Il termine per la presentazione degli ordini del giorno riferiti al progetto di bilancio è fissato alle ore 17.

Martedì 2 (ore 16, con eventuale prosecuzione notturna) e mercoledì 3 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)

Seguito dell'esame congiunto del conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2011 (Doc. VIII, n. 9) e del progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2012 (Doc. VIII, n. 10).

Seguito dell'esame delle proposte di legge costituzionale:
n. 5148 ed abbinata - Modifica dell'articolo 13 dello Statuto speciale della regione Friuli-Venezia Giulia, di cui alla legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1 (Approvata, in prima deliberazione, dal Senato);
n. 5149 ed abbinate - Modifica degli articoli 15 e 16 dello Statuto speciale per la Sardegna, di cui alla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, in materia di composizione ed elezione del Consiglio regionale (Approvata, in prima deliberazione, dal Senato);
n. 5150 ed abbinata - Modifiche all'articolo 3 dello Statuto della Regione siciliana, in materia di riduzione dei deputati dell'Assemblea regionale siciliana. Disposizioni transitorie (Approvata, in prima deliberazione, dal Senato).

Seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana 24-28 settembre e non conclusi.

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 4925 - Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2012.

Seguito dell'esame della Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2011 (Doc. LXXXVII, n. 5).

Giovedì 4 ottobre (ore 9 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 5 ottobre) (con votazioni)

Esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2012 (Doc. LVII, n. 5-bis).

Seguito dell'esame degli argomenti previsti nelle giornate precedenti e non conclusi.

Pag. 53

Lunedì 8 ottobre (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali della mozione Dozzo ed altri n. 1-01146 concernente criteri di riparto delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 5103 ed abbinate - Modifiche agli articoli 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e 6 del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, in materia di requisiti per la fruizione delle deroghe in materia di accesso al trattamento pensionistico.

Discussione sulle linee generali delle mozioni Di Pietro ed altri n. 1-01147 e Fiano ed altri n. 1-01140 concernenti iniziative per garantire adeguate risorse ai comparti della sicurezza, della difesa e del soccorso pubblico, con particolare riferimento all'assunzione di nuovo personale.

Martedì 9 (ore 11 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 10 e giovedì 11 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 12 ottobre) (con votazioni)

Seguito dell'esame della mozione Dozzo ed altri n. 1-01146 concernente criteri di riparto delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 5103 ed abbinate - Modifiche agli articoli 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e 6 del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, in materia di requisiti per la fruizione delle deroghe in materia di accesso al trattamento pensionistico.

Seguito dell'esame delle mozioni Di Pietro ed altri n. 1-01147 e Fiano ed altri n. 1-01140 concernenti iniziative per garantire adeguate risorse ai comparti della sicurezza, della difesa e del soccorso pubblico, con particolare riferimento all'assunzione di nuovo personale.

Martedì 9 ottobre, al termine delle votazioni, o, in alternativa, mercoledì 10 ottobre (antimeridiana), avrà luogo la discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 5291 - Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita (ove concluso dalla Commissione). Il seguito dell'esame avrà luogo da mercoledì 10 ottobre (pomeridiana), prima degli altri argomenti previsti.

Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 15 ottobre (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 5440 - Conversione in legge del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, recante disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute (da inviare al Senato - scadenza: 12 novembre 2012).

Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:

n. 5434 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sulle immunità giurisdizionali degli Stati e dei loro beni, fatta a New York il 2 dicembre 2004, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno (ove concluso dalla Commissione);

n. 5446 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Bureau International des Pag. 54Expositions sulle misure necessarie per facilitare la partecipazione all'Esposizione Universale di Milano del 2015, fatto a Roma l'11 luglio 2012 (ove concluso dalla Commissione);

n. 5417 - Ratifica ed esecuzione del secondo protocollo aggiuntivo che modifica la convenzione tra l'Italia e il Belgio in vista di evitare la doppia imposizione e di prevenire la frode e l'evasione fiscale in materia di imposte sui redditi ed il protocollo finale, firmati a Roma il 29 aprile 1983, fatto a Bruxelles l'11 ottobre 2004 (ove concluso dalla Commissione);

n. 5418 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati Uniti d'America sul rafforzamento della cooperazione nella prevenzione e lotta alle forme gravi di criminalità, fatto a Roma il 28 maggio 2009 (ove concluso dalla Commissione);

n. 5420 - Ratifica ed esecuzione degli Emendamenti alla Costituzione dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni, adottati a Ginevra il 24 novembre 1998 (Approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione);

n. 5421 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale e di istruzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Serbia, fatto a Roma il 13 novembre 2009 (Approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione);

n. 5422 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Serbia, con Allegato, fatto a Roma il 21 dicembre 2009 (Approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione);

n. 5465 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo di attuazione della Convenzione per la protezione delle Alpi del 1991 nell'ambito dei trasporti, fatto a Lucerna il 31 ottobre 2000 (Approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione).

Martedì 16 (ore 11 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 17 e giovedì 18 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 19 ottobre) (con votazioni)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 5440 - Conversione in legge del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, recante disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute (da inviare al Senato - scadenza: 12 novembre 2012).

Seguito dell'esame dei disegni di legge:
n. 5434 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sulle immunità giurisdizionali degli Stati e dei loro beni, fatta a New York il 2 dicembre 2004, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno (ove concluso dalla Commissione);
n. 5446 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Bureau International des Expositions sulle misure necessarie per facilitare la partecipazione all'Esposizione Universale di Milano del 2015, fatto a Roma l'11 luglio 2012 (ove concluso dalla Commissione);
n. 5417 - Ratifica ed esecuzione del secondo protocollo aggiuntivo che modifica la convenzione tra l'Italia e il Belgio in vista di evitare la doppia imposizione e di prevenire la frode e l'evasione fiscale in materia di imposte sui redditi ed il protocollo finale, firmati a Roma il 29 aprile 1983, fatto a Bruxelles l'11 ottobre 2004 (ove concluso dalla Commissione);

n. 5418 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo degli Stati Uniti d'America sul rafforzamento della cooperazione nella prevenzione e lotta alle Pag. 55forme gravi di criminalità, fatto a Roma il 28 maggio 2009 (ove concluso dalla Commissione);

n. 5420 - Ratifica ed esecuzione degli Emendamenti alla Costituzione dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni, adottati a Ginevra il 24 novembre 1998 (Approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione);

n. 5421 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale e di istruzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Serbia, fatto a Roma il 13 novembre 2009 (Approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione);

n. 5422 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Serbia, con Allegato, fatto a Roma il 21 dicembre 2009 (Approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione);

n. 5465 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo di attuazione della Convenzione per la protezione delle Alpi del 1991 nell'ambito dei trasporti, fatto a Lucerna il 31 ottobre 2000 (Approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione).

Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 22 ottobre (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
disegno di legge n. 5019 ed abbinati - Delega al Governo in materia di depenalizzazione, sospensione del procedimento con messa alla prova, pene detentive non carcerarie, nonché sospensione del procedimento nei confronti degli irreperibili;

proposta di legge n. 746 ed abbinate - Disposizioni in materia di donazione del corpo post mortem a fini di studio e di ricerca scientifica.

Discussione sulle linee generali delle mozioni Dionisi ed altri n. 1-01087, De Angelis ed altri n. 1-01071 e Morassut ed altri n. 1-01086 concernenti iniziative a favore degli inquilini degli immobili di proprietà degli enti previdenziali.

Martedì 23 (ore 11 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 24 e giovedì 25 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 26 ottobre) (con votazioni)

Seguito dell'esame dei progetti di legge:

disegno di legge n. 5019 ed abbinati - Delega al Governo in materia di depenalizzazione, sospensione del procedimento con messa alla prova, pene detentive non carcerarie, nonché sospensione del procedimento nei confronti degli irreperibili;

proposta di legge n. 746 ed abbinate - Disposizioni in materia di donazione del corpo post mortem a fini di studio e di ricerca scientifica.

Seguito dell'esame delle mozioni:
Dionisi ed altri n. 1-01087, De Angelis ed altri n. 1-01071 e Morassut ed altri n. 1-01086 concernenti iniziative a favore degli inquilini degli immobili di proprietà degli enti previdenziali;
Borghesi ed altri n. 1-00866, Terranova ed altri n. 1-00990, Rao e Briguglio n. 1-00991, Romani ed altri n. 1-00992, Caparini ed altri n. 1-00994, Oliveri ed altri n. 1-00995, Pionati ed altri n. 1-01002 e Peluffo ed altri n. 1-01005 concernenti iniziative in relazione al piano nazionale di assegnazione delle frequenze, con particolare riferimento all'emittenza locale. Pag. 56
Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 29 ottobre (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali delle proposte di legge:
n. 881 - Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale e al codice di procedura penale in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante (ove concluso dalla Commissione);
n. 4432 ed abbinate - Disposizioni in materia di insequestrabilità delle opere d'arte prestate da uno Stato, da un ente o da un'istituzione culturale stranieri, durante la permanenza in Italia per l'esposizione al pubblico (Approvata dal Senato).

Discussione sulle linee generali delle mozioni:
Di Pietro ed altri n. 1-01010 concernente interventi a favore della cultura e della conoscenza;

Costa ed altri n. 1-01148 concernente iniziative per la modifica del decreto legislativo n. 155 del 2012, recante nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero.

Discussione della Relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Puglia approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti (Doc. XXIII, n. 10).

Martedì 30 (ore 11 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) e mercoledì 31 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni)

Seguito dell'esame delle proposte di legge:
n. 881 - Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale e al codice di procedura penale in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante (ove concluso dalla Commissione);
n. 4432 ed abbinate - Disposizioni in materia di insequestrabilità delle opere d'arte prestate da uno Stato, da un ente o da un'istituzione culturale stranieri, durante la permanenza in Italia per l'esposizione al pubblico (Approvata dal Senato).

Seguito dell'esame delle mozioni:
Di Pietro ed altri n. 1-01010 concernente interventi a favore della cultura e della conoscenza;
Mantovano ed altri n. 1-00983, Fiano ed altri n. 1-01007, Di Biagio ed altri n. 1-01018, Bosi ed altri n. 1-01052, Dozzo ed altri n. 1-01053, Paladini ed altri n. 1-01055, Misiti ed altri n. 1-01057 e Moffa ed altri n. 1-01059 concernenti iniziative in materia previdenziale per il personale dei comparti della sicurezza, della difesa e del soccorso pubblico;
Costa ed altri n. 1-01148 concernente iniziative per la modifica del decreto legislativo n. 155 del 2012, recante nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero.

Seguito dell'esame della Relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Puglia approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti (Doc. XXIII, n. 10).

Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi. Pag. 57
Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).
Lo svolgimento di interrogazioni e di interpellanze avrà luogo (salvo diversa previsione) il martedì (antimeridiana); lo svolgimento di interpellanze urgenti il giovedì o il venerdì, secondo l'andamento dei lavori.
Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
Dopo l'inizio della sessione di bilancio non potranno essere esaminati dall'Assemblea provvedimenti che comportino nuove o maggiori spese o diminuzioni di entrate, con l'eccezione dei progetti di legge indicati nell'articolo 119, comma 4, del Regolamento.
L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
Per quanto riguarda la discussione dei disegni di legge di ratifica in calendario, nonché dei progetti di legge nn. 5103 ed abbinate, 5291, 5019 ed abbinati e 881, l'organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalle rispettive Commissioni di merito.

È stato altresì predisposto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, primo periodo, il seguente programma dei lavori per i mesi di novembre e dicembre 2012:

Novembre

Esame dei disegni di legge di stabilità e di bilancio.

Esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 5270 ed abbinata - Delega al Governo in materia di sviluppo del mercato editoriale e di ridefinizione delle forme di sostegno;
proposta di legge n. 2519-B ed abbinate - Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato);

proposta di legge n. 4240-B ed abbinata - Modifiche al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e altre disposizioni in materia ambientale (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato).

Seguito dell'esame delle mozioni Di Pietro ed altri n. 1-00975, Cicchitto ed altri n. 1-00986, Tempestini ed altri n. 1-01082, Dozzo ed altri n. 1-01083, Adornato ed altri n. 1-01084 e Menia e Della Vedova n. 1-01085 concernenti iniziative in ambito internazionale e comunitario in relazione alla situazione in Siria.

Esame dei progetti di legge:
disegno di legge S. 2646 - Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea (Approvato dalla Camera - ove modificato dal Senato);
proposta di legge n. 4116 ed abbinate - Disposizioni per il superamento del blocco delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni e per la chiamata dei vincitori e degli idonei nei concorsi indetti dalle medesime.

Dicembre

Esame del disegno di legge S. 3271 - Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale (ove trasmesso dal Senato e concluso dalla Commissione).

Esame delle mozioni:
Frattini ed altri n. 1-01058 concernente iniziative per la sicurezza stradale, con particolare riferimento alla circolazione dei ciclomotori e dei motocicli;
Enzo Carra ed altri n. 1-01045 concernente iniziative a favore dell'infanzia e della famiglia.

Esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 3465-4290-B - Norme per lo sviluppo degli spazi verdi Pag. 58urbani (Approvato dal Senato, modificato dalla Camera, nuovamente modificato dal Senato);
proposta di legge n. 3970 ed abbinate - Disposizioni per favorire le transazioni commerciali tra le imprese;
proposta di legge n. 442 ed abbinate - Norme in materia di conflitti di interessi dei titolari delle cariche di Governo. Delega al Governo per l'emanazione di norme in materia di conflitti di interessi di amministratori locali, dei presidenti delle regioni e dei membri delle giunte regionali;
proposta di legge n. 5463 - Modifica dell'articolo 3 del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 479, concernente l'ordinamento e la struttura organizzativa degli enti pubblici previdenziali;

proposta di legge n. 2431 ed abbinate - Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di cittadinanza dei minori nati da genitori stranieri;

disegno di legge n. 1415-B - Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica della disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato);

proposta di legge n. 4706 - Introduzione dell'articolo 217-bis del testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici, di cui al regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, in materia di obblighi volti alla tutela del patrimonio ittico autoctono nelle concessioni di derivazione di acqua pubblica.

Nell'ambito del programma, potrà altresì avere luogo l'esame di disegni di legge già approvati dalla Camera, trasmessi dal Senato.

Nell'ambito del programma è inoltre previsto lo svolgimento di atti del sindacato ispettivo e potrà aver luogo l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 19,35).

PAOLA GOISIS. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, vorrei dire che ieri, proprio in chiusura della seduta, avevo denunciato, purtroppo, il suicidio di Livio Andreato di Campagna Lupia, un impresario edile che, non riuscendo più a portare avanti la propria attività e non riuscendo a far fronte agli impegni economici, si è suicidato. Purtroppo, a distanza di 24 ore, quindi ieri, probabilmente proprio mentre parlavo, si è ucciso un altro imprenditore, Raffaele Rubinacci di 52 anni, di Noale, che si è impiccato per le stesse motivazioni. Era un falegname, entrambi erano in provincia di Venezia e la mia denuncia vuole essere molto forte e molto valida, perché non posso accettare le considerazioni che sono state fatte ieri dopo il mio intervento, quando si è detto che tanto il logo Andreato era già fallito, perché il fallimento dipende sempre dall'esosità - purtroppo - dello Stato, dall'esosità delle banche, dalla difficoltà di poter ottenere i crediti, e quindi di fronte a queste situazioni noi dobbiamo parlare anche di responsabilità dello Stato che purtroppo non è ancora riuscito a risolvere determinate situazioni, questo Stato che ha dato - sia lo Stato italiano sia l'Europa - contributi alle banche, ma purtroppo queste banche non si preoccupano della situazione dei nostri imprenditori.
Devo dire anche che, solo a maggio, un altro imprenditore, sempre in provincia di Venezia, si è suicidato: era un muratore. La settimana scorsa si erano suicidate altre due persone. Allora mi chiedo: quanti ancora dovranno suicidarsi prima che questo Stato, questo Governo, e anche Pag. 59questo Parlamento, prendano in mano la situazione e arrivino veramente ad una soluzione? Non possiamo fare un «rosario di morti». Siamo già arrivati a più di 50 suicidi soltanto nel Veneto nel giro di un paio di anni.
Allora, ripeto, cosa andremo a dire a queste famiglie? Cosa andremo a dire a tutti coloro che si troveranno nella stessa situazione? Non vorrei, domani, essere costretta a fare un altro intervento di questo tipo. Spero, quindi, che qualcosa si faccia. Signor Presidente, mi appello anche a lei perché veramente questo problema venga affrontato, ma con forza e con determinazione, perché non possiamo più sostenere questa catena di suicidi.

ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, voglio chiedere l'intervento della Presidenza per insistere sulla necessità di sollecitare il Governo a rispondere alle nostre interrogazioni. Ho ricordato l'altra settimana che ne ho presentate circa 160: solo a meno di un terzo di esse è arrivata una risposta. Ma qui, in questo caso, in particolare, signor Presidente, chiederei che il Governo risponda a due interrogazioni che ho presentato sul blocco del turn over nel comparto sicurezza.
Riguardano due specifici concorsi banditi dall'Arma dei carabinieri: uno riguarda 1.886 allievi ufficiali e uno un gruppo di oltre 400 marescialli. Sono concorsi banditi, dove sono stati identificati i vincitori. Per effetto del blocco del turn over, questi ragazzi, che hanno svolto una difficile e grossa attività di selezione per risultare vincitori, si sono visti bloccate tutte le aspettative di assunzione.
Nel testo dell'interrogazione chiedo che il Governo si esprima con chiarezza e, possibilmente, celermente in merito ad un fatto specifico. Siamo ben consapevoli che deve essere quest'Aula a sbloccare il turn over con un provvedimento di carattere legislativo, però la tutela dei vincitori di questi concorsi, deve avvenire con un provvedimento amministrativo, e quindi di competenza del Governo, che sancisca e chiarisca a questi ragazzi che, per il blocco del turn over, potranno essere assunti solo in parte, cioè i primi in graduatoria, mentre gli altri, ripeto, vincitori del concorso, verranno salvaguardati, consentendo le assunzioni nei mesi futuri.
Signor Presidente, le chiedo di sollecitare il Governo a esprimersi e a rispondere alle interrogazioni, perché, oltre ad essere una normale questione di rispetto delle norme regolamentari che ci siamo dati, esse suscitano anche un'aspettativa in chi, fuori da questo palazzo, attende di conoscere il suo futuro e l'effetto che i provvedimenti legislativi che stiamo assumendo avranno sulla sua vita privata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 27 settembre 2012, alle 9,30:

1. - Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 71-355-399-1119-1283 - D'iniziativa dei senatori: LEGNINI ed altri; PASTORE ed altri; MUGNAI; CARRARA ed altri; VALENTINO: Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (C. 4041-A).
e delle abbinate proposte di legge: VITALI; GALATI; TORRISI e SISTO; DUILIO ed altri; MAGGIONI ed altri; GIAMMANCO ed altri. (C. 541-2514-2608-3682-4139-4168).
- Relatore: Torrisi.

2. - Seguito della discussione delle mozioni Bersani, Cicchitto, Casini, Misiti, Angela Napoli, Nucara, Moffa, Belcastro e Pag. 60Mosella n. 1-01118 e Di Pietro ed altri n. 1-01129, concernenti iniziative a favore della Calabria.

3. - Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 601-711-1171-1198 - D'iniziativa dei senatori: GIULIANO; CASSON ed altri; BIANCHI ed altri; MUGNAI: Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (C. 3900-A).
e delle abbinate proposte di legge: CONTENTO; PECORELLA; CAVALLARO; CAPANO ed altri; BARBIERI; MANTINI ed altri; FRASSINETTI ed altri; CASSINELLI ed altri; MONAI; RAZZI ed altri; CAVALLARO ed altri (C. 420-1004-1447-1494-1545-1837-2246-2419-2512-4505-4614).
- Relatore: Cassinelli.

4. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
CODURELLI ed altri; CAZZOLA ed altri: Disciplina del rapporto di lavoro tra i membri del Parlamento e i loro collaboratori (C. 2438-5382-A).
- Relatore: Moffa.

(al termine delle votazioni)

5. - Svolgimento di una interpellanza urgente.

La seduta termina alle 19,40.

Pag. 61

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Pdl cost. n. 5148 e abb. - Modifica Statuto speciale del Friuli-Venezia Giulia

Discussione generale: 5 ore e 30 minuti.

Relatore 15 minuti
Governo 10 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici
Interventi a titolo personale 54 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 6 minuti
Popolo della Libertà 33 minuti
Partito Democratico 32 minuti
Lega Nord Padania 31 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 30 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 30 minuti
Popolo e Territorio 30 minuti
Italia dei Valori 30 minuti
Misto: 30 minuti
Grande Sud-PPA 8 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 3 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti
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Pdl cost. n. 5149 e abb. - Modifica Statuto speciale per la Sardegna
Discussione generale: 5 ore e 30 minuti.

Relatore 15 minuti
Governo 10 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici
Interventi a titolo personale 54 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 6 minuti
Popolo della Libertà 33 minuti
Partito Democratico 32 minuti
Lega Nord Padania 31 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 30 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 30 minuti
Popolo e Territorio 30 minuti
Italia dei Valori 30 minuti
Misto: 30 minuti
Grande Sud-PPA 8 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 3 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti
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Pdl cost. n. 5150 e abb. - Modifica Statuto della Regione siciliana
Discussione generale: 5 ore e 30 minuti.

Relatore 15 minuti
Governo 10 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici
Interventi a titolo personale 54 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 6 minuti
Popolo della Libertà 33 minuti
Partito Democratico 32 minuti
Lega Nord Padania 31 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 30 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 30 minuti
Popolo e Territorio 30 minuti
Italia dei Valori 30 minuti
Misto: 30 minuti
Grande Sud-PPA 8 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 3 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti
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Ddl n. 4925 - Legge comunitaria 2012 e Doc. LXXXVII, n. 5 - Relazione sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea nel 2011

Discussione congiunta sulle linee generali

Tempo complessivo: 6 ore e 30 minuti.

Relatori 20 minuti (complessivamente)
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 42 minuti
Popolo della Libertà 38 minuti
Partito Democratico 38 minuti
Lega Nord Padania 42 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 31 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 31 minuti
Popolo e Territorio 31 minuti
Italia dei Valori 39 minuti
Misto: 32 minuti
Grande Sud-PPA 8 minuti
Alleanza per l'Italia 4 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 4 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 3 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti
Pag. 65

Ddl n. 4925 - Legge comunitaria 2012

Seguito dell'esame: 8 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 55 minuti (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 15 minuti
Popolo della Libertà 56 minuti
Partito Democratico 55 minuti
Lega Nord Padania 1 ora e 2 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 22 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 20 minuti
Popolo e Territorio 19 minuti
Italia dei Valori 58 minuti
Misto: 23 minuti
Grande Sud-PPA 5 minuti
Alleanza per l'Italia 2 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 2 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti
Pag. 66

Doc. LXXXVII, n. 5 - Relazione sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea nel 2011

Seguito dell'esame: 3 ore.

Relatore 10 minuti
Governo 10 minuti
Richiami al Regolamento e tempi tecnici 10 minuti
Interventi a titolo personale 19 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 2 ore e 11 minuti
Popolo della Libertà 21 minuti
Partito Democratico 21 minuti
Lega Nord Padania 23 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 9 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 8 minuti
Popolo e Territorio 7 minuti
Italia dei Valori 22 minuti
Misto: 20 minuti
Grande Sud-PPA 2 minuti
Alleanza per l'Italia 2 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 2 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti
Pag. 67

Doc. VIII, nn. 9 e 10 - Conto consuntivo e bilancio della Camera dei deputati

Tempo complessivo: 15 ore, di cui:

  • discussione congiunta: 7 ore e 30 minuti;
  • seguito dell'esame congiunto: 7 ore e 30 minuti.
Discussione congiunta Seguito esame congiunto
Deputati questori 1 ora e 30 minuti 40 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 4 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 11 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 46 minuti 5 ore e 14 minuti
Popolo della Libertà 47 minuti 1 ora e 12 minuti
Partito Democratico 47 minuti 1 ora e 11 minuti
Lega Nord Padania 34 minuti 35 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 32 minuti 29 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 31 minuti 26 minuti
Popolo e Territorio 31 minuti 25 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 25 minuti
Misto: 33 minuti 31 minuti
Grande Sud-PPA 9 minuti 7 minuti
Alleanza per l'Italia 4 minuti 4 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 4 minuti 4 minuti
Fareitalia per la Costituente
Popolare
3 minuti 3 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti 3 minuti
Movimento per le Autonomie-
Alleati per il Sud
2 minuti 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti 2 minuti
Pag. 68

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2012

Tempo complessivo: 2 ore e 30 minuti (*).

Gruppi
Popolo della Libertà 23 minuti
Partito Democratico 23 minuti
Lega Nord Padania 25 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 12 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 12 minuti
Popolo e Territorio 11 minuti
Italia dei Valori 24 minuti
Misto: 20 minuti
Grande Sud-PPA 2 minuti
Alleanza per l'Italia 2 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 2 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti

(*) Il tempo complessivo è stato ripartito attribuendo a ciascun gruppo una quota fissa pari a 10 minuti e una quota proporzionale alla consistenza degli stessi.

Pag. 69

Mozione n. 1-01146 - Criteri di ripartizione dei fondi FAS

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Popolo della Libertà 59 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Popolo e Territorio 21 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 26 minuti
Grande Sud-PPA 6 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

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Mozioni nn. 1-01140 e 1-01147 - Risorse per l'ordine pubblico e la sicurezza

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Popolo della Libertà 59 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Popolo e Territorio 21 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 26 minuti
Grande Sud-PPA 6 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

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Pdl n. 746 e abb. - Donazione del corpo post mortem a fini di studio e di ricerca scientifica

Tempo complessivo: 12 ore, di cui:

  • discussione generale: 5 ore e 30 minuti;
  • seguito dell'esame: 6 ore e 30 minuti.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 15 minuti 20 minuti
Governo 10 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 25 minuti
Interventi a titolo personale 54 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 58 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 6 minuti 4 ore e 17 minuti
Popolo della Libertà 33 minuti 58 minuti
Partito Democratico 32 minuti 57 minuti
Lega Nord Padania 31 minuti 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 30 minuti 24 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 30 minuti 22 minuti
Popolo e Territorio 30 minuti 21 minuti
Italia dei Valori 30 minuti 21 minuti
Misto: 30 minuti 25 minuti
Grande Sud-PPA 8 minuti 5 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti 3 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti 3 minuti
Fareitalia per la Costituente
Popolare
3 minuti 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti 2 minuti
Movimento per le Autonomie-
Alleati per il Sud
2 minuti 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti 2 minuti
Pag. 72

Mozione n. 1-01087 - Dismissione immobili enti previdenziali

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Popolo della Libertà 59 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Popolo e Territorio 21 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 26 minuti
Grande Sud-PPA 6 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

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Mozioni n. 1-00866 e abb.- Piano nazionale di assegnazione delle frequenze

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Popolo della Libertà 59 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Popolo e Territorio 21 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 26 minuti
Grande Sud-PPA 6 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 2 aprile 2012.

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Pdl n. 4432 e abb. - Insequestrabilità delle opere d'arte prestate da uno Stato, da un ente o da un'istituzione culturale stranieri, durante la permanenza in Italia

Tempo complessivo: 10 ore, di cui:

  • discussione generale: 5 ore e 30 minuti;
  • seguito dell'esame: 4 ore e 30 minuti.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 15 minuti 20 minuti
Governo 10 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 25 minuti
Interventi a titolo personale 54 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 35 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 6 minuti 2 ore e 40 minuti
Popolo della Libertà 33 minuti 35 minuti
Partito Democratico 32 minuti 35 minuti
Lega Nord Padania 31 minuti 17 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 30 minuti 15 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 30 minuti 13 minuti
Popolo e Territorio 30 minuti 13 minuti
Italia dei Valori 30 minuti 12 minuti
Misto: 30 minuti 20 minuti
Grande Sud-PPA 8 minuti 2 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti 2 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti 2 minuti
Fareitalia per la Costituente
Popolare
3 minuti 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti 2 minuti
Movimento per le Autonomie-
Alleati per il Sud
2 minuti 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti 2 minuti
Pag. 75

Mozione n. 1-01010 - Interventi a favore della cultura e della conoscenza

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Popolo della Libertà 59 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Popolo e Territorio 21 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 26 minuti
Grande Sud-PPA 6 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 76

Mozione n. 1-01148 - Riorganizzazione dei tribunali

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Popolo della Libertà 59 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Popolo e Territorio 21 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 26 minuti
Grande Sud-PPA 6 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 77

Doc. XXIII, n. 10 - Relazione sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Puglia

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 56 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 9 minuti
Popolo della Libertà 57 minuti
Partito Democratico 56 minuti
Lega Nord Padania 28 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 23 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 21 minuti
Popolo e Territorio 20 minuti
Italia dei Valori 20 minuti
Misto: 24 minuti
Grande Sud-PPA 4 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti
Pag. 78

Mozioni n. 1-00983 e abb.- Iniziative in materia previdenziale per il personale dei comparti della sicurezza, della difesa e del soccorso pubblico

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Popolo della Libertà 59 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Popolo e Territorio 21 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 26 minuti
Grande Sud-PPA 6 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 28 maggio 2012.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Moz. Di Pietro e a n. 1-1123 I p. 502 483 19 242 68 415 36 Resp.
2 Nom. Moz. Di Pietro e a n. 1-1123 II p. 500 294 206 148 70 224 36 Resp.
3 Nom. Moz. Veltroni e a n. 1-1144 nf I p 502 455 47 228 271 184 36 Appr.
4 Nom. Moz. Ossorio e a n. 1-1149 nf I p. 501 51 450 26 11 40 36 Resp.
5 Nom. Moz.Galletti-Della Ved. 1-1150 I p 503 309 194 155 273 36 36 Appr.
6 Nom. Moz. 1144 nf, 1-1149 nf, 1150 II p 503 302 201 152 283 19 36 Appr.
7 Nom. Moz. Cicchitto e a n. 1-1145 I p. 501 416 85 209 183 233 36 Resp.
8 Nom. Moz. Cicchitto e a n. 1-1145 II p. 501 244 257 123 219 25 36 Appr.
9 Nom. Pdl 4041 ed abb.-A - em. 1.300 439 438 1 220 2 436 36 Resp.
10 Nom. articolo 1 437 433 4 217 427 6 36 Appr.
11 Nom. em. 2.302 447 438 9 220 41 397 36 Resp.
12 Nom. em. 3.5 402 389 13 195 43 346 36 Resp.
13 Nom. em. 3.300 400 395 5 198 338 57 36 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 16)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 3.303 407 405 2 203 45 360 36 Resp.
15 Nom. articolo 3 406 403 3 202 400 3 36 Appr.
16 Nom. em. 4.500 407 403 4 202 402 1 36 Appr.