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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 681 di giovedì 6 settembre 2012

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 10,05.

MICHELE PISACANE, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 7 agosto 2012.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alessandri, Bindi, Bongiorno, Colucci, Fallica, Renato Farina, Gregorio Fontana, Ghizzoni, Giancarlo Giorgetti, Lombardo, Mazzocchi, Migliori, Mussolini, Stucchi e Volontè sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente quarantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Su lutti dei deputati Maria Teresa Armosino e Giuseppe Giulietti.

PRESIDENTE. Comunico che la collega Maria Teresa Armosino è stata colpita da un grave lutto: la perdita del marito.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire alla collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.
Comunico, inoltre, che anche il collega Giuseppe Giulietti è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

TESTO AGGIORNATO AL 10 SETTEMBRE 2012

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito l'onorevole segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

Testo sostituito con l'errata corrige del 10 SETTEMBRE 2012 MICHELE PISACANE, Segretario, legge:
CAROLINA CONCONI, da Pomezia (Roma), chiede l'aumento dell'importo della pensione di invalidità e la possibilità di cumulare tale pensione con redditi da lavoro a tempo parziale (1602) - alla XI Commissione (Lavoro);
LETIZIA BUCCIONI, da Cecina (Livorno), chiede:
l'introduzione di norme che fissino un differenziale massimo di dieci volte tra le retribuzioni dei lavoratori (1603) - alla XI Commissione (Lavoro);
la soppressione di parte delle accise gravanti sui carburanti (1604) - alla VI Commissione Finanze);
NICOLA VENTURINI, da Legnaro (Padova), e altri cittadini chiedono legalizzazione della cannabis indica (1605) - alle Commissioni riunite II (Giustizia) e XII (Affari sociali);Pag. 2
ADRIANO BARBARISI, da Roma, e altri cittadini chiedono la fuoriuscita dell'Italia dall'euro (1606) - alla III Commissione (Affari esteri);
FEDERICO PUPESCHI, da Genova, chiede nuovi strumenti di democrazia diretta per garantire l'attuazione del principio di sovranità popolare (1607) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
NICOLA MESSINA, da Mascalucia (Catania), chiede l'abolizione dell'IMU sulla prima casa (1608) - alla VI Commissione (Finanze);
PASQUALINA ALESSANDRA LANZA, da Roma, chiede l'estensione del pagamento dell'IMU a tutti gli immobili di proprietà delle banche e delle fondazioni bancarie (1609) - alla VI Commissione (Finanze);
FRANCESCO CALABRÒ, da Reggio Calabria, chiede:
l'abrogazione delle norme costituzionali che hanno introdotto il principio del pareggio di bilancio (1610) - alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e V (Bilancio);
l'abrogazione delle nuove norme in materia di licenziamento introdotte dalla legge n. 92 del 2012, di riforma del mercato del lavoro (1611) - alla XI Commissione (Lavoro);
ISABELLA NANNI, da Roma, chiede che sia assicurata la pubblicità televisiva o tramite internet di tutte le sedute dei consigli comunali, provinciali e regionali (1612) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
BARBARA CANTON, da Costabissara, (Vicenza), chiede:
misure per assicurare il diritto a ricevere un'adeguata assistenza sanitaria (1613) - alla XII Commissione (Affari sociali);
il rafforzamento dei controlli sui progetti relativi alle grandi opere, tenendo conto del loro impatto ambientale e al fine di evitare sprechi di risorse pubbliche (1614) - alla VIII Commissione (Ambiente);
NADIA IAVARONE, da Roma, chiede l'abrogazione delle norme di riforma del sistema pensionistico introdotte dal decreto-legge n. 201 del 2011 (1615) - alla XI Commissione (Lavoro);
LUCA MARINCOLO, da Anguillara Sabazia (Roma), chiede interventi per la riduzione del prezzo dei titoli di viaggio per il trasporto pubblico a Roma (1616) - alla IX Commissione Trasporti);
STEFANO IOVINE, da Corno, chiede:
la soppressione di Equitalia, l'abolizione dell'IMU sulla prima casa e la nazionalizzazione delle banche (1617) - alla VI Commissione (Finanze);
l'introduzione dell'istituto del referendum propositivo (1618) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
RAMONA DI FELICE, da Roma, chiede il trasferimento allo Stato della proprietà della Banca d'Italia e l'introduzione di strumenti di controllo governativo su tale Istituto (1619) - alla VI Commissione (Finanze);
CLAUDIO MEQUIO, da Roma, chiede:
il ripristino del servizio militare di leva obbligatorio (1620) - alla IV Commissione (Difesa);
l'abbassamento dell'età pensionabile (1621) - alla XI Commissione (Lavoro);
SIMONE DELL'ANNA, da Roma, chiede misure per agevolare l'accesso alla proprietà della prima casa (1622) - alla VIII Commissione (Ambiente).
MICHELE PISACANE, Segretario, legge:
CAROLINA CONCONI, da Pomezia (Roma), chiede l'aumento dell'importo della pensione di invalidità e la possibilità di cumulare tale pensione con redditi da lavoro a tempo parziale (1602) - alla XI Commissione (Lavoro);
LETIZIA BUCCIONI, da Cecina (Livorno), chiede:
l'introduzione di norme che fissino un differenziale massimo di dieci volte tra le retribuzioni dei lavoratori (1603) - alla XI Commissione (Lavoro);
la soppressione di parte delle accise gravanti sui carburanti (1604) - alla VI Commissione Finanze);
NICOLA VENTURINI, da Legnaro (Padova), e altri cittadini chiedono legalizzazione della cannabis indica (1605) - alle Commissioni riunite II (Giustizia) e XII (Affari sociali);
ADRIANO BARBARISI, da Roma, e altri cittadini chiedono la fuoriuscita dell'Italia dall'euro (1606) - alla III Commissione (Affari esteri);
FEDERICO PUPESCHI, da Genova, chiede nuovi strumenti di democrazia diretta per garantire l'attuazione del principio di sovranità popolare (1607) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
NICOLA MESSINA, da Mascalucia (Catania), chiede l'abolizione dell'IMU sulla prima casa (1608) - alla VI Commissione (Finanze);
PASQUALINA ALESSANDRA LANZA, da Roma, chiede l'estensione del pagamento dell'IMU a tutti gli immobili di proprietà delle banche e delle fondazioni bancarie (1609) - alla VI Commissione (Finanze);
FRANCESCO CALABRÒ, da Reggio Calabria, chiede:
l'abrogazione delle norme costituzionali che hanno introdotto il principio del pareggio di bilancio (1610) - alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e V (Bilancio);
l'abrogazione delle nuove norme in materia di licenziamento introdotte dalla legge n. 92 del 2012, di riforma del mercato del lavoro (1611) - alla XI Commissione (Lavoro);
ISABELLA NANNI, da Roma, chiede che sia assicurata la pubblicità televisiva o tramite internet di tutte le sedute dei consigli comunali, provinciali e regionali (1612) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
BARBARA CANTON, da Costabissara, (Vicenza), chiede:
misure per assicurare il diritto a ricevere un'adeguata assistenza sanitaria (1613) - alla XII Commissione (Affari sociali);
il rafforzamento dei controlli sui progetti relativi alle grandi opere, tenendo conto del loro impatto ambientale e al fine di evitare sprechi di risorse pubbliche (1614) - alla VIII Commissione (Ambiente);
NADIA IAVARONE, da Roma, chiede l'abrogazione delle norme di riforma del sistema pensionistico introdotte dal decreto-legge n. 201 del 2011 (1615) - alla XI Commissione (Lavoro);
LUCA MARINCOLO, da Anguillara Sabazia (Roma), chiede interventi per la riduzione del prezzo dei titoli di viaggio per il trasporto pubblico a Roma (1616) - alla IX Commissione Trasporti);
STEFANO IOVINE, da Corno, chiede:
la soppressione di Equitalia, l'abolizione dell'IMU sulla prima casa e la nazionalizzazione delle banche (1617) - alla VI Commissione (Finanze);
l'introduzione dell'istituto del referendum propositivo (1618) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
RAMONA DI FELICE, da Roma, chiede il trasferimento allo Stato della proprietà della Banca d'Italia e l'introduzione di strumenti di controllo governativo su tale Istituto (1619) - alla VI Commissione (Finanze);
CLAUDIO MEQUIO, da Roma, chiede:
il ripristino del servizio militare di leva obbligatorio (1620) - alla IV Commissione (Difesa);
l'abbassamento dell'età pensionabile (1621) - alla XI Commissione (Lavoro);
SIMONE DELL'ANNA, da Roma, chiede misure per agevolare l'accesso alla proprietà della prima casa (1622) - alla VIII Commissione (Ambiente).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,14).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Pag. 3
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,35.

La seduta, sospesa alle 10,15 è ripresa alle 10,35.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2117 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica popolare cinese, firmato a Pechino il 4 dicembre 2004, con Nota di interpretazione dell'articolo 10 fatta il 19 marzo 2008 ed il 10 aprile 2008 (Approvato dal Senato) (A.C. 4250).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica popolare cinese, firmato a Pechino il 4 dicembre 2004, con Nota di interpretazione dell'articolo 10 fatta il 19 marzo 2008 ed il 10 aprile 2008.
Ricordo che nella seduta del 5 settembre 2012 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica mentre il relatore vi ha rinunziato.

(Esame degli articoli - A.C. 4250)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 4250), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Giachetti, mi sembra che abbiano votato tutti, giusto? Onorevole Barbareschi, onorevole Casero, onorevole Gelmini, onorevole Landolfi, onorevole Sposetti. Ci sono ancora colleghi che stanno ritirando la tessera, li aspettiamo. Onorevole Compagnon, onorevole Carfagna, onorevole Galli, onorevole Saltamartini, onorevole Mazzarella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 378
Votanti 360
Astenuti 18
Maggioranza 181
Hanno votato
359
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 4250), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Crolla, onorevole Murgia, onorevole Cesario, onorevole Veltroni, onorevole Damiano, onorevole Grassi, onorevole Carfagna, onorevole Mura, onorevole Mondello, onorevole Barbareschi, onorevole Biancofiore, onorevole Giammanco, onorevole Gatti, onorevole Russo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 383
Votanti 367
Astenuti 16
Maggioranza 184
Hanno votato
366
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Pionati, Capitanio Santolini e Cardinale hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Pag. 4
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 4250), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Scilipoti, Granata, Gatti, Veltroni, Vignali, Grassi, Malgieri, Mondello, Gianni Farina, Capitanio Santolini, Bergamini, Cossiga, Ceccacci Rubino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 387
Votanti 369
Astenuti 18
Maggioranza 185
Hanno votato
368
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 4250)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 4250).
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

MARTA DASSÙ, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Evangelisti n. 9/4250/1. Sull'ordine del giorno Mecacci n. 9/4250/2, il Governo avrebbe preferito una formulazione diversa di alcuni punti della parte preambolare, tuttavia, condividendo il dispositivo, accetta anche questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sta bene. Quindi il parere del Governo è favorevole sia sull'ordine del giorno Evangelisti n. 9/4250/1 sia sull'ordine del giorno Mecacci n. 9/4250/2.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Evangelisti n. 9/4250/1 e Mecacci n. 9/4250/2, accettati dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4250)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, già ieri, in sede di discussione sulle linee generali, ho avuto modo di illustrare i dubbi e le perplessità che sono del gruppo dell'Italia dei Valori, ma non sono una nostra esclusiva, come ha dimostrato il dibattito in questi anni per cui, per ben tre legislature, ci siamo portati avanti questo provvedimento senza mai riuscire a concluderne l'iter. Mi permetto di ricordare ai colleghi dell'Aula l'articolo 21 della Costituzione italiana, secondo cui: «Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure».
Perché ricordo questo articolo della Costituzione, che è un pilastro fondamentale della nostra libertà e della nostra cultura giuridica e democratica? Perché l'articolo 10 del Trattato che ci apprestiamo a ratificare recita: «Una volta ultimato un film cofinanziato e prodotto congiuntamente deve essere esaminato e approvato dalle competenti autorità di entrambe le parti». Ora non voglio leggere necessariamente dietro questa espressione la volontà di esercitare un elemento di censura, che però - lo voglio dire - è un vocabolo non certo estraneo alla cultura del regime cinese. Tuttavia, quello che colpisce è che questo articolo 10, a differenza di analoghi accordi stipulati dal nostro Paese in materia di coproduzione cinematografica - ricordo, tra gli altri, Pag. 5quello con l'Uruguay del 2001, quello con l'Albania del 2001, quello con la Federazione russa dello stesso anno, l'Accordo con il Sudafrica del 2003 -, rispetto a questi trattati il testo oggi al nostro esame riconosce poteri autorizzativi più ampi alle autorità nazionali competenti alla gestione dell'accordo.
Prevede, inoltre, requisiti più stringenti per le imprese coinvolte e, in particolare, per quelle della parte cinese.
Non è un caso che proprio su questo articolo 10 sia stato necessario nel 2008 arrivare a stendere una nota di interpretazione di tale norma, firmata per parte italiana dal direttore generale del cinema del Ministero per i beni e le attività culturali e dal suo omologo di parte cinese. Se però noi andiamo a vedere questa nota interpretativa, francamente non muta i termini della questione stessa e non elimina i dubbi e le perplessità che ho cercato di evidenziare. Infatti, si dice soltanto che ognuno dei due paesi, ai fini della concessione dell'approvazione provvisoria e di quella definitiva, applicherà le proprie regole interne relative alla valutazione dell'intero dossier.
È ovvio che il timore non riguarda le nostre regole interne, ma (dal loro punto di vista legittime) le regole interne dell'altro paese. Questi sono i motivi per cui già ieri avevo manifestato tutte le perplessità del gruppo dell'Italia dei Valori. È il motivo per cui, a nome del gruppo, ho presentato un ordine del giorno che - lo ricordo - impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa di competenza affinché, nell'applicazione del potere autorizzatorio previsto dall'articolo 10, non si delinei una forma di censura incompatibile con i principi generali della Costituzione e ad intraprendere tutte le necessarie precauzioni al fine di impedire che fondi pubblici siano impiegati in produzioni cinematografiche addomesticate.
Ringrazio il Governo per avere espresso un parere favorevole rispetto a questo nostro ordine del giorno. Tuttavia, questo non è sufficiente a far trasformare il nostro voto, che fino a questo momento è stato di astensione sui singoli articoli del disegno di legge di ratifica, in un voto favorevole finale. Pertanto, confermo l'astensione del gruppo dell'Italia dei Valori motivata con i dubbi rispetto all'articolo 10 (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galli. Ne ha facoltà.

DANIELE GALLI. Signor Presidente, l'accordo di coproduzione cinematografica con la Repubblica popolare cinese è stato firmato otto anni fa. Chiaramente è volto a favorire lo sviluppo delle rispettive industrie cinematografiche, la crescita degli scambi economici. Le relazioni culturali sono una conseguenza. Questo sinteticamente vuole agevolare la produzione comune di film competitivi sul mercato nazionale dei due paesi, ma anche sul mercato di paesi terzi.
Il testo in approvazione riproduce il testo dell'analogo disegno di legge presentato la scorsa legislatura al Senato e approvato, mentre alla Camera il procedimento legislativo si è arenato in III Commissione. Questo provvedimento, a mio giudizio, assume un più ampio significato sia sotto il profilo economico-culturale che anche sotto il profilo politico. Il rilievo economico e culturale è dato dalla possibilità di apertura del mercato cinese, dove gode grande vivacità la produzione cinematografica italiana. È indubbio che le potenziali partnership, che sono in grado di offrire con il presente provvedimento, sono importantissime per il nostro settore del cinema.
Visto che il settore del cinema cinese è in netta espansione e sta godendo anche di ampi riconoscimenti internazionali, è chiaro che ne può uscire sicuramente un'operazione estremamente interessante e non solo dal punto di vista economico. Sotto il profilo politico, vi è un altro profilo interessante per questo provvedimento. Necessita sottolineare che, parallelamente alla ricca produzione ufficiale, si accompagna nell'ambito dello Stato cinese una grande produzione di carattere Pag. 6privato, che non sempre - il regime è presente nell'ambito della nazione - arriva facilmente ad essere proiettata e, quindi, al grande pubblico.
Su questo sicuramente il rapporto con l'Italia può essere importante, per creare una possibilità di grande diffusione e di permeare la società cinese di nuove idee e di nuove esperienze.
A tale proposito, è importante evidenziare come vada attentamente valutata l'applicazione dei disposti relativi alla Nota di interpretazione dell'articolo 10, che ha creato moltissime perplessità, e quale sia la sua efficacia volta a evitare che eventuali interventi autorizzativi o non autorizzativi in corso d'opera, da parte delle autorità cinesi, di fatto possano essere assimilati alla censura, cosa che - come ha ricordato anche precedentemente il collega - non è ammessa nell'ambito della nostra Costituzione, in particolare ai sensi dell'articolo 21. Ciò considerando anche di fatto la reale limitazione della libertà di espressione e di riunione e la continua violazione dei diritti fondamentali che avviene nel Paese. Cito, ad esempio, i casi del premio Nobel che è stato arrestato ma anche, cosa più palese, le canzoni del cantautore Bob Dylan, che sono state censurate e di cui è stata impedita la diffusione. Questo, ovviamente, è incomprensibile in un Paese come il nostro. Abbiamo, quindi, delle situazioni che, in realtà, sono di profonda censura.
La Nota di interpretazione dell'articolo 10 prevede, di fatto, che l'approvazione provvisoria data a una sceneggiatura o al progetto filmico sia, di fatto, di salvaguardia dell'opera stessa, affinché quanto prodotto possa essere fruibile dal pubblico e liberamente diffuso, fatto salvo che il prodotto non si discosti, ovviamente, in maniera sostanziale dal progetto preventivamente approvato. Ciò, di fatto, se correttamente applicato - e se l'Italia conseguentemente vigilerà sulla corretta applicazione dei reciproci impegni -, si dovrebbe concretizzare in un virtuoso automatismo tra approvazione provvisoria e concessione del permesso a uscire nelle sale.
Pertanto, ritengo che l'interesse comune sia quello di approvare questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, questa è forse una delle ratifiche più delicate tra le tante che passano in quest'Aula e riguarda l'Accordo di coproduzione cinematografica, come ricordato anche dai colleghi, con il Governo della Repubblica popolare cinese e di interpretazione dell'articolo 10.
L'Accordo era già stato presentato alle Camere nel corso della XIV e della XV legislatura ed era stata licenziato contestualmente all'approvazione di due ordini del giorno, che chiedevano al Governo un impegno a favore dello sviluppo e della verifica del rispetto dei diritti umani in Cina, ma per questo motivo, in modo particolare, l'iter del provvedimento non è ulteriormente proseguito.
Risultano ancora in sospeso alcune delicate questioni in ragione dell'evidente contrasto tra l'articolo 10 dell'Accordo, in tema di censura, e il dettato della Costituzione italiana in tema di libertà di espressione. Si tratta di questioni che, come detto, hanno già portato al rinvio del provvedimento nelle due precedenti legislature. Peraltro, il problema della censura non è stato del tutto risolto neanche dalla Nota di interpretazione successivamente sottoscritta, volta a prevenire interventi censori da parte cinese sulle opere coprodotte, misura ovviamente incompatibile con il nostro ordinamento.
Tale Nota prevede, in primo luogo, che la preventiva approvazione provvisoria dell'opera filmica avverrà distintamente in Italia e in Cina nel quadro delle rispettive regole interne...

PRESIDENTE. Presidenti!

ANGELO COMPAGNON. Non siamo al CIO e neanche al CONI...

Pag. 7

PRESIDENTE. Prego, onorevole Compagnon.

ANGELO COMPAGNON. Vorrei ricordare che il Governo di Pechino ha di recente impedito l'accesso a Internet, non tollerando la pubblicazione di messaggi contrari alla linea governativa, e che, soprattutto, è al primo posto nella classifica che Amnesty International e Nessuno tocchi Caino stilano ogni anno, con oltre 5 mila esecuzioni all'anno. Questi sono fatti che non depongono a favore delle autorità governative cinesi.
Come è emerso dal dibattito in Commissione, era indispensabile accompagnare la ratifica dell'Accordo ad un ordine del giorno in Assemblea efficace e non formale, perché, se è vero che la Cina è un Paese strategico e ha compiuto significativi passi civili e politici, quello della libertà d'espressione risulta ancora un campo immacolato e, a tale proposito, signor Presidente, vorrei aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Mecacci n. 9/4250/2.
Voteremo, pertanto, a favore della ratifica pur con tutti i dubbi e le perplessità che ancora permangono, confidando che si possa con il dialogo e la cultura ridurre le barriere che si frappongono al pieno sviluppo della democrazia e della libertà in quel Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vanalli. Ne ha facoltà.

PIERGUIDO VANALLI. Signor Presidente, il provvedimento in esame riproduce il testo dell'analogo disegno di legge presentato nella scorsa legislatura, durante la quale era giunta l'approvazione solo da parte del Senato. L'intento dell'Accordo è quello di creare un quadro normativo di riferimento in cui possa svilupparsi una collaborazione bilaterale in campo cinematografico.
Il principio fondamentale su cui si articola l'Accordo è la sostanziale parificazione, in termini di vantaggi e possibilità, dei film in coproduzione tra le parti rispetto a quelli nazionali. Viene normata anche la parte relativa all'ingresso dei cittadini nell'altro Paese allo scopo di svolgere la coproduzione. Tuttavia, rispetto ad altri accordi di analogo contenuto, che vengono generalmente messi a punto sulla base di un modello che possiamo definire collaudato, l'Accordo con la Cina presenta alcune clausole peculiari, come peculiare è la visione che hanno certamente anche in questo campo le autorità cinesi.
Le Commissioni di merito si erano a lungo arenate anche durante la scorsa legislatura sul dispositivo, chiaramente incostituzionale dal nostro punto di vista, che subordina la possibilità di divulgare un film prodotto ai sensi del presente Accordo ad una specifica autorizzazione rilasciata dalle pubbliche autorità cinesi, in particolare dal Film Bureau, che in Cina dovrebbe occuparsi precisamente di questa selezione, disegnando nei fatti un meccanismo di censura mascherato.
Questo punto fondamentale ha ritardato di molti anni il recepimento dell'Accordo da parte italiana, anche perché il lavoro parlamentare ha giustamente evidenziato come sia inaccettabile una simile tagliola alla possibilità di esprimersi tramite il linguaggio cinematografico: un sistema censorio già oggi pienamente applicato dalla Cina, ma al quale certo non potevamo associarci e, quindi, legittimarlo attraverso un accordo bilaterale.
Per salvare questo trattato, del quale si può ribadire il nobile obiettivo, ci viene proposta oggi la ratifica dell'apposita Nota di interpretazione, anche se non appare pienamente convincente. Resta infatti discrezionale la valutazione di aderenza dell'opera conclusa rispetto al progetto iniziale, limitando anche la possibilità di modificare l'opera seguendo l'ispirazione del regista. In definitiva, saranno sempre le autorità cinesi a decidere cosa può essere o non può essere proiettato, di quali temi potranno o non potranno trattare le pellicole, chi potrà lavorare ai progetti, condizionando anche l'impiego dei fondi pubblici in tal senso.
Permangono, dunque, forti perplessità poiché oggi finiamo per approvare, di fatto, nel nostro ordinamento un Accordo Pag. 8che non esclude e non tutela l'opera cinematografica in coproduzione e che presenta dati di limitazione e di censura dei fenomeni espressivi incompatibili con la nostra Costituzione, creando anche un pericoloso precedente in tal senso.
In passato le aperture che sono state fatte a Pechino non hanno sortito affatto gli effetti sperati e penso che tutti insieme dovremmo riflettere sulla concessione di questa ennesima cambiale in bianco al Governo cinese.
Pur tuttavia, voteremo a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, colleghi, la discussione che c'è stata ieri in Aula credo sia abbastanza esaustiva delle nostre opinioni e penso di potermi concentrare su un unico punto, che quello che l'ordine del giorno n. 9/4250/2, a prima firma Mecacci, che abbiamo costruito assieme, è la sintesi di un'opinione largamente diffusa, che aveva, da una parte, un atteggiamento critico nei confronti di alcune parti di questa intesa italo-cinese e, dall'altra, però, prendeva atto della necessità di guardare con gli occhi della realtà e senza ipocrisie che, in questo campo, qualche volta, vanno al di là della misura.
Noi sappiamo cos'è la Cina, quale regime politico la governa; sappiamo che dobbiamo avere un atteggiamento politico ed anche nelle relazioni fra i due Paesi di natura più generale molto attento, ma nello stesso tempo dobbiamo anche sapere che con quel Paese dobbiamo, per ragioni che è inutile qui affrontare, confrontarci e discutere. Penso che questo esercizio di un realismo intelligente trovi uno sbocco nell'ordine del giorno che il Governo ha accolto e che quindi consente al medesimo Governo di lavorare in modo proficuo per scongiurare i rischi che potevano derivare da una lettura disattenta di quel testo e, nello stesso tempo, favorire in modo intelligente quel rapporto con il mondo della cultura cinese, che ha bisogno però, riducendo al minimo lo spazio della censura, di poter dialogare con l'esterno. Ne ha un bisogno vitale e penso che, se ben condotta, quest'operazione nel corso dei prossimi anni potrà consentire a questo testo, che era partito male e che contiene elementi di criticità, di trasformarsi in uno strumento forse utile. In questo senso forse dovremmo lavorare e il Parlamento continuerà a vigilare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, in ordine a questo provvedimento, ieri in quest'Aula i vari gruppi e il relatore hanno approfondito molto l'argomento, soprattutto in relazione al timore da parte italiana di interventi che possono esercitare un inammissibile potere di censura incompatibile con l'ordinamento italiano. Tale aspetto è stato particolarmente sottolineato in relazione alla realtà politica cinese - anch'io l'ho fatto nel mio intervento di ieri -, dominata dal Partito comunista cinese, in ordine ai diritti civili e alla libertà di espressione. Questi timori non erano infondati ma, in relazione alla Nota di interpretazione dell'articolo 10 fatta il 19 marzo 2008 e anche con riferimento all'ordine del giorno che oggi il Governo ha accolto e che recepisce queste preoccupazioni, direi che ci possiamo permettere di procedere positivamente in ordine a questo provvedimento.
Lo dico anche con riferimento alle considerazioni di natura economica e culturale che hanno un grande rilievo, in ordine alle prospettive di apertura del mercato cinese alla produzione cinematografica italiana, nonché alle potenzialità che tale partnership è in grado di offrire alla produzione italiana, tenuto conto, da un lato, della vivacità della produzione cinematografica cinese, che nel recente passato ha conseguito anche significativi riconoscimenti nelle manifestazioni culturali Pag. 9e, dall'altro, del fatto che in passato diverse produzioni italiane sono state realizzate in Cina. La definizione dell'accordo potrebbe consentire in futuro - anzi, credo che consentirà in futuro - di disporre di maggiore sostegno in loco, ivi compresi i possibili contributi cinesi.
Alla luce di queste considerazioni, annuncio il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 4250)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 4250, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gatti, Carfagna, Iapicca, Giammanco, Cesario, Mazzuca, Golfo, Torrisi, Marini, Aniello Formisano, Barbato, Favia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 2117 - «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di coproduzione cinematografica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica popolare cinese, firmato a Pechino il 4 dicembre 2004, con Nota di interpretazione dell'articolo 10 fatta il 19 marzo 2008 ed il 10 aprile 2008» (Approvato dal Senato) (4250):

Presenti 433
Votanti 413
Astenuti 20
Maggioranza 207
Hanno votato 410
Hanno votato no 3

(La Camera approva - Vedi votazioni).

Prendo atto che i deputati Pionati, Lo Moro, Mecacci e D'Antoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Corea, dall'altra, fatto a Bruxelles il 10 maggio 2010 (C. 5076) (ore 11,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Corea, dall'altra, fatto a Bruxelles il 10 maggio 2010.
Ricordo che nella seduta del 5 settembre 2012 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica mentre il relatore vi ha rinunziato.

(Esame degli articoli - A.C. 5076)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 5076), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Veltroni, Causi, Torrisi, Mondello, Giammanco, Lorenzin, Marini, Evangelisti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 438
Votanti 437
Astenuti 1
Maggioranza 219
Hanno votato
437).

Pag. 10

Prendo atto che i deputati Pompili, Pionati e D'Antoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 5076), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Torrisi, Granata, Lussana, Cesario, Sardelli, Gatti, Giammanco, Bernardo, Carfagna, Di Pietro, Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 435
Votanti 434
Astenuti 1
Maggioranza 218
Hanno votato
434).

Prendo atto che i deputati D'Antoni e Pionati hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 5076), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Giammanco, Frassinetti, Granata, Cesario, Scanderebech, Moles, Mondello, Veltroni, Paglia, Porcino, Miotto, Sardelli, Rossomando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 439
Votanti 438
Astenuti 1
Maggioranza 220
Hanno votato
438).

Prendo atto che i deputati Pionati e D'Antoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 5076)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, se lei me lo permette, mi rimetterei all'intervento fatto ieri in sede di discussione sulle linee generali, nel quale anticipavo il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, non solo glielo permetto, ma, avendola ascoltata, la sua dichiarazione era inclusiva anche degli altri disegni di legge di ratifica, mi sembra. Perfetto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galli. Ne ha facoltà.

DANIELE GALLI. Signor Presidente, l'approvazione di questo Accordo comunitario consente di instaurare la cornice giuridica per un importante partenariato strategico, ambito che, basandoci sulla condivisione degli stessi valori, come è emerso nel 6o vertice tra la Repubblica di Corea e l'Unione europea, svoltosi nella capitale coreana il 28 marzo scorso, ci consentirà di affrontare congiuntamente le grandi sfide globali.
Un comitato misto, composto da rappresentanti del Consiglio e della Commissione europea e della Repubblica di Corea, è stato posto a tutela del corretto funzionamento dell'Accordo; questo si riunirà una volta all'anno, alternativamente a Bruxelles o a Seul. Inoltre, il comitato è stato incaricato di definire le priorità di azione da perseguire nell'ambito dell'intesa, Pag. 11al fine di garantire uno sviluppo armonioso delle relazioni complessive tra le parti.
Si sottolinea che la presenza europea nella regione è sempre stata, fino a questo momento, carente e fortemente limitata sugli aspetti economici e che l'Accordo in esame rappresenta un passo importante per superare i limiti di tali posizioni. A tale proposito, si ritiene ragionevole effettuare una valutazione complessiva di tutte le possibili collaborazioni, non solo economiche e commerciali, da porre in campo in detto Accordo, che deve essere sicuramente accompagnato da iniziative di sviluppo della cooperazione in aree prioritarie, quali cooperazione politica ad ampio raggio, sviluppo economico, sviluppo sostenibile, cultura, istruzione, giustizia, libertà e sicurezza.
Il rafforzamento della cooperazione regionale, inoltre, in seno alle principali organizzazioni internazionali è importantissimo. Per quanto riguarda gli scambi bilaterali, pure in assenza di un quadro giuridico organico per la disciplina delle relazioni commerciali bilaterali tra Corea e Italia, si evidenzia, invece, un dinamismo in continuo aumento, che ha fatto registrare le esportazioni italiane in aumento del 16-17 per cento rispetto all'anno precedente, mentre le importazioni, tra l'altro, sono aumentate rispetto all'anno precedente soltanto del 9 per cento, in difformità con quanto avvenuto nel 2010, quando si era registrato un più 38 per cento.
Sono comunque emerse in III Commissione le assicurazioni dell'Esecutivo a difesa degli interessi nazionali, in quanto, all'entrata in vigore dell'Accordo in titolo, con la proroga dell'avvio dello smantellamento daziario, le condizioni poste dall'Esecutivo sono a sostegno delle esportazioni italiane.
Quanto alle preoccupazioni espresse da segmenti rilevanti dell'industria automobilistica italiana, si sottolinea che l'Accordo prevede un periodo transitorio di cinque anni, in cui operano misure di salvaguardia volte a non pregiudicare la produzione nazionale. Quindi, come Futuro e Libertà per il Terzo Polo, annunzio il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, questa ratifica dell'Atto Camera n. 5076, oltre a prevedere un dialogo politico ad ampio raggio di rafforzamento della cooperazione regionale in seno alle principali organizzazioni internazionali, individua alcune aree di cooperazione prioritaria molto interessanti: sviluppo economico, sviluppo sostenibile, energia, sicurezza, trasporti, turismo e così via.
Ci si avvia verso un autentico partenariato strategico, nell'ambito del quale affrontare congiuntamente le grandi sfide globali, grazie anche alla condivisione di medesimi valori, come è emerso nel 6o vertice tra l'Unione europea e la Repubblica di Corea.
Il provvedimento al nostro esame è comunque importante perché consente di potenziare la presenza politica europea nella regione, che è stata fino a questo momento molto carente, e di superare il limite di un'azione nel continente asiatico basata solo, fino adesso, su relazioni commerciali, che deve essere, invece, accompagnata da iniziative nel campo della cooperazione politica, della sicurezza e quant'altro.
Quindi, per questi e per altri motivi, vi sarà anche da parte del gruppo dell'Unione di Centro il voto favorevole su questo disegno di legge di ratifica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, mi rimetto all'intervento di ieri del mio collega, annunciando il voto favorevole sul provvedimento in oggetto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

Pag. 12

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, svolgo una semplicissima dichiarazione di voto perché ieri vi è già stato un ampio dibattito.

PRESIDENTE. A cui il Presidente ha assistito.

ENRICO PIANETTA. Quindi, mi rimetto all'intervento di ieri e annuncio il voto favorevole del gruppo Popolo della Libertà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, anch'io mi rimetto all'intervento di ieri dell'onorevole Touadi e confermo, quindi, il voto favorevole del gruppo Partito Democratico.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 5076)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 5076, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Bergamini, Lorenzin, Saltamartini, Paglia, Scanderebech, Rampelli, Miglioli, Mondello, Lusetti, Armosino, Milanese, Pionati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(«Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Corea, dall'altra, fatto a Bruxelles il 10 maggio 2010» (5076):

Presenti e votanti 436
Maggioranza 219
Hanno votato
435
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Pionati e D'Antoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Mongolia per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con protocollo aggiuntivo, fatta a Ulan Bator l'11 settembre 2003 (A.C. 5108) (ore 11,20).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Mongolia per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con protocollo aggiuntivo, fatta a Ulan Bator l'11 settembre 2003.
Ricordo che nella seduta del 5 settembre 2012 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.

(Esame degli articoli - A.C. 5108)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 5108), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1. Pag. 13
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Fadda, Sposetti, Crosio, Cossiga, Granata, Calvisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 439
Maggioranza 220
Hanno votato
439).

Prendo atto che il deputato D'Antoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 5108), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sani, Sposetti, Grassi, Calvisi, Golfo, Cimadoro, Picierno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 440
Maggioranza 221
Hanno votato
440).

Prendo atto che il deputato D'Antoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 5108), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Consolo, Mazzuca, Scalera, Maurizio Turco, Garofani, Zinzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 443
Maggioranza 222
Hanno votato
443).

Prendo atto che il deputato D'Antoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 5108), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lussana, Montagnoli, Scanderebech... ancora gli onorevoli Lussana e Montagnoli... onorevole Gatti... onorevole Pezzotta... gli onorevoli Lussana, Montagnoli e Leone hanno votato... onorevole Prestigiacomo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti 444
Maggioranza 223
Hanno votato
444).

Prendo atto che i deputati D'Antoni e Lisi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 5108)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

Pag. 14

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, una sottolineatura, non c'è dubbio che, fra tutte le ratifiche importanti che oggi sono alla nostra attenzione, questa è quella che, per così dire, si è prestata anche a qualche battuta ilare sulla stampa.
Perché? Stiamo parlando di un Paese, la Mongolia, con la quale non è che abbiamo proprio così grandi e intensi rapporti e scambi di natura commerciale ed imprenditoriale. È comunque giusto, anche per questo Paese, riproporre un provvedimento, cioè lo schema elaborato dall'OCSE, per evitare le doppie imposizioni, anche se sono convinto che non rappresenterà chissà quale beneficio per la nostra economia.
Infatti, quello è un Paese certamente in espansione, ma la sua espansione è legata soprattutto al ciclo cinese, che si approvvigiona soprattutto dei beni minerari della Mongolia. La cosa che mi ha colpito nel preparare questa ratifica, ovvero il tema che più mi ha colpito, è che in quel Paese la corruzione resta un serio problema. L'indice di corruzione, infatti, di Transparency International posiziona la Mongolia al centosedicesimo posto su 178 Paesi. Ora è del tutto evidente che noi non siamo proprio fra i Paesi più virtuosi e quindi non possiamo dare lezioni a nessuno, però questo dato è significativo.
Così come è significativo che il problema vero di quel Paese è anche il rafforzamento delle istituzioni democratiche, tant'è che si è votato il 28 giugno per eleggere il Grande Khural, il Parlamento mongolo, ma ad oggi non sono stati ancora legittimati i conteggi delle schede e non si sa chi ha vinto in quel Paese. Insomma sembra che si stia andando anche lì verso una grande coalizione, appoggiata da forze che sono state sempre contrapposte l'una all'altra.
Insomma si tratta di due elementi che rappresentano una qualche similitudine con il nostro stesso Paese. Era una sottolineatura che mi sembrava doverosa, nel momento in cui anche noi voteremo a favore di questa ratifica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galli. Ne ha facoltà.

DANIELE GALLI. Signor Presidente, è giocoforza che, in un contesto economico sempre più globalizzato, lo Stato italiano debba dotarsi di tutti gli strumenti legislativi, economici e finanziari internazionali, necessari per consentire alle imprese ed al cittadino italiano di operare all'estero in condizioni di concorrenzialità rispetto all'agguerrita concorrenza internazionale senza quei lacci e lacciuoli tipici della nostra burocrazia che diviene ancora più pressante e condizionante quando si tratta di fiscalità.
Ovviamente la tempestività è tutt'altro che una qualità insita nel nostro sistema Paese, dato che la sottoscrizione dell'Accordo è avvenuta a Ulan Bator l'11 settembre 2003, ben nove anni or sono. Ma soprattutto si evidenzia che l'ampliamento della rete degli strumenti giuridici internazionali, per evitare le doppie imposizioni tra Italia e Mongolia, riveste la particolare necessità di intervento urgente e improcrastinabile, stante la forte dinamicità economica che sta vivendo la Mongolia e la conseguente fase di forte apertura internazionale, caratterizzata anche dalla richiesta di adesione all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, l'OSCE.
La Mongolia è punto di grande interesse economico, di investimento e di cessione di know-how per la nostra economia, come lo è già per altre economie, anche comunitarie, che sono direttamente concorrenziali con i nostri interessi. Si evidenzia che tra il 2004 e il 2009 ha conseguito un periodo di forte crescita economica attorno al 9 per cento all'anno e tale condizione sta proseguendo anche nell'attuale annualità. L'interscambio commerciale tra Italia e Mongolia è di fatto modesto e ciò ci differenzia dalla Germania che ha saggiamente intrapreso prima di noi lungimiranti rapporti di collaborazione con questo Stato. La Convenzione è riferibile agli aspetti fiscali, relativi a beni immobili, utili delle imprese, anche in Pag. 15forma associata, navigazione marittima e aerea, dividendi e interessi, canoni, capital gain, lavoro autonomo e dipendente, pensioni, provenienti e remunerazioni di personale con funzioni governative, artisti, sportivi, studenti e membri di consigli di amministrazione, nonché relativi ad altri redditi di natura residuale. Quindi non posso che annunciare il voto favorevole di Futuro e Libertà per il Terzo Polo e raccomando al Governo, quando si tratta di accordi di questo tipo, di essere estremamente tempestivo (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, questa ratifica tra il nostro Paese e la Mongolia, ovviamente per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito, più che altro mi fa svolgere due considerazioni. Ad esempio, il fatto che questo Paese tra il 2004 e il 2009 ha sperimentato un periodo di forte crescita economica che ha toccato quasi il 9 per cento nel 2008, con una crescita media annua - se pensiamo al nostro Paese c'è da riflettere - dell'8,8 per cento, dovuta ovviamente agli alti prezzi del rame e dell'oro sui mercati internazionali. La crescita economica, però, è stata calcolata nell'ordine del 10 per cento nel 2011, in netto progresso rispetto al 2010 che era al 6,1 per cento. In particolare, nonostante l'interscambio commerciale tra l'Italia e la Mongolia sia oggi ancora assai modesto, quest'ultima, a nostro avviso, offre all'Italia notevoli opportunità, soprattutto nei settori del tessile e del manifatturiero.
La Convenzione che è in discussione fa riferimento - è la seconda riflessione - agli aspetti fiscali relativi ai beni immobili, utili delle imprese, anche in forma associativa, navigazione marittima ed aerea, dividendi, interessi, canoni, capital gain, lavoro autonomo e dipendente, pensioni. È, quindi, abbastanza vasta. Questo dimostra che la ratifica della presente Convenzione può essere, come mi auguro, propedeutica ai futuri rapporti, nell'interesse dei due Paesi, che Mongolia e Italia stanno portando avanti, iniziando magari in maniera più proficua da adesso. È per questo, quindi, che anche su questa ratifica il gruppo dell'Unione di Centro per il Terzo Polo esprime un voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, la Convenzione in oggetto si conforma al modello OCSE che il nostro Paese ha già largamente sperimentato sottoscrivendo analoghi accordi con numerosi altri Paesi. Sottolineo anch'io come sia importante, anzi fondamentale, per tutti gli operatori economici che hanno rapporti con l'estero avere certezza preventiva su quale sarà il regime fiscale applicabile, soprattutto non rischiare di dover pagare due volte per gli stessi redditi o peggio incorrere in controversie tributarie internazionali, pur avendo operato in buona fede. Il nostro Paese ha lavorato attivamente in sede comunitaria per siglare questo accordo ed è un vero peccato che la ratifica giunga con tanti anni di ritardo. La Mongolia, infatti, è un Paese ricco di materie prime, principalmente minerarie, ma ancora povero di infrastrutture e di tessuto imprenditoriale, con un tasso di crescita maggiore del 17 per cento nel 2011, affamato di tecnologia e conoscenza, nel quale le nostre imprese possano lavorare efficacemente se sarà garantito un quadro giuridico certo e affidabile, bilaterale e riconosciuto. E, quindi, proprio a favore degli operatori corretti, nonché intraprendenti, vanno questi accordi che salutiamo sempre con favore e che sosterremo anche in questa occasione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.

Pag. 16

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente e colleghi, come per la precedente ratifica mi rimetto al testo dell'intervento dell'onorevole Narducci ed esprimo una posizione favorevole rispetto alla ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, dopo l'ampio dibattito di ieri mi rimetto al mio intervento presentato ieri e preannunzio il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 5108)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 5108, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gatti? Onorevole Lorenzin? Onorevole Sbai? Onorevole Saltamartini? Onorevole Zeller? Onorevole Barbareschi? Onorevole Vaccaro? Onorevole Barbaro?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Mongolia per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e per prevenire le evasioni fiscali, con protocollo aggiuntivo, fatta a Ulan Bator l'11 settembre 2003» (5108):

Presenti 439
Votanti 437
Astenuti 2
Maggioranza 219
Hanno votato 437

Sono in missione 32 deputati.
(La Camera approva - Vedi votazioni).

Prendo atto che il deputato D'Antoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa sulla cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica islamica del Pakistan, fatto a Roma il 30 settembre 2009 (A.C. 5180-A) (ore 11,35)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa sulla cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica islamica del Pakistan, fatto a Roma il 30 settembre 2009.
Ricordo che nella seduta del 5 settembre 2012 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica mentre il relatore vi ha rinunziato.

(Esame degli articoli - A.C. 5180-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 5180-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 17

Onorevole Gatti, Zeller, Granata, Barbareschi, Grassi, Benamati, Golfo, Lo Presti, Garagnani, Mondello, Zeller, Pescante?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 443
Votanti 440
Astenuti 3
Maggioranza 221
Hanno votato
433
Hanno votato
no 7).

Prendo atto che il deputato D'Antoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 5180-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Barbareschi, Gatti, Lussana, Villecco Calipari, Ronchi, Montagnoli, Pionati, Giorgio Conte, Paglia, Valentini?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 445
Votanti 441
Astenuti 4
Maggioranza 221
Hanno votato
434
Hanno votato
no 7).

Prendo atto che il deputato D'Antoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 5180-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Garofani, Mogherini Rebesani, Rampi....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 440
Votanti 437
Astenuti 3
Maggioranza 219
Hanno votato
431
Hanno votato
no 6).

Prendo atto che il deputato D'Antoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 5180-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Benamati, Volpi, Carfagna, Golfo, Zeller, Sposetti, Di Stanislao, Giorgio Conte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 442
Votanti 440
Astenuti 2
Maggioranza 221
Hanno votato
431
Hanno votato
no 9).

Prendo atto che i deputati D'Antoni e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 5180-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 5180-A).
Qual è il parere del Governo?

Pag. 18

MARTA DASSÙ, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Il Governo accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/5180-A/1, precisando che questo memorandum non può essere considerato quale intesa intergovernativa ai sensi della legge n. 185 del 9 luglio 1990 che disciplina l'esportazione di armamenti, come del resto ribadisce il parere della Commissione difesa.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/5180-A/1, accettato dal Governo.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 5180-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, questa precisazione del Governo, che del resto era già stata proposta dalla Commissione difesa, per cui questo è un memorandum che non può considerarsi quale intesa intergovernativa ai sensi della legge n. 185 del 1990 che, lo voglio ricordare, disciplina il traffico di armi, è un elemento che qualche dubbio lo pone alla nostra attenzione. Infatti, non abbiamo difficoltà a sostenere e ad esprimere un voto favorevole alla ratifica di questo che, lo sottolineo, è un Memorandum e non proprio un trattato; tuttavia esso non deve puntare soltanto ad incentivare lo scambio ed il traffico delle armi e le attività commerciali, lo scambio di iniziative imprenditoriali e soprattutto, dal nostro punto di vista, deve avere una positiva azione stabilizzatrice in una regione di valore strategico assoluto e di evidente valenza politica, considerati gli interessi nazionali e gli impegni che abbiamo assunto in ambito internazionale per quella realtà. Il Pakistan è attaccato all'Afghanistan, non suoni banale questa precisazione, ma soprattutto il Pakistan è il perno di tutte le iniziative dell'Occidente per quanto riguarda la stabilizzazione dell'area. Per cui non voteremo a favore di questo provvedimento, manifestando il nostro dubbio, con un invito al Governo ad assicurare che il mancato riferimento alla legge n. 185 del 1990 non sia un sotterfugio per favorire traffici illeciti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galli. Ne ha facoltà.

DANIELE GALLI. Signor Presidente, il Memorandum ha lo scopo di sviluppare la cooperazione bilaterale tra le Forze armate italiane e pakistane, nella prospettiva di consolidare le rispettive capacità difensive e producendo, sia pure indirettamente, una serie di stimoli positivi in alcuni settori economici e commerciali dei due Paesi, che mi auguro successivamente estendibili ad altri importanti settori più qualificanti la collaborazione tra Stati. Questo Accordo avviene in un periodo di crisi tra la NATO, di cui l'Italia è parte attiva e importante, e il Pakistan. Si tratta di una crisi che neanche il vertice NATO di Chicago ha risolto - anche se la presenza del Presidente Zardari al summit ha rappresentato il primo segnale di disgelo - e che, ovviamente, come tutti sanno, è nata con l'incidente che ha causato la morte di 24 soldati pakistani in un raid dell'Alleanza. Prendo atto che il sottosegretario Staffan de Mistura, nel manifestare la consapevolezza per la delicatezza della materia che fa oggetto dell'Accordo in titolo, ha sottolineato in III Commissione - e cito le sue parole - come l'Italia sia tra i pochi Paesi ad avere rapporti costruttivi e positivi con il Pakistan, che ha, peraltro, grande interesse a mantenere e sviluppare, stante che il Pakistan è un grande Paese con evidenti difficoltà, fortemente collegato alla situazione dell'Afghanistan e in cui vanno contrastate le tendenze disgregatrici. Egli giudica quindi necessario procedere alla ratifica in argomento, pur non negando che possa porre Pag. 19interrogativi. Chiudo la citazione del sottosegretario e aggiungo che tali interrogativi non sono risolvibili senza flessibilità e lungimiranza.
A nome di Futuro e Libertà preannunzio il voto favorevole al provvedimento, ritenendo che l'attuazione del Memorandum possa contribuire a sostenere la stabilità di «quell'arco di crisi» che va dal Pakistan al Mediterraneo, e che assume una valenza strategica assoluta, in particolare in questi giorni per l'interesse dell'Italia, anche in considerazione degli impegni internazionali assunti dal nostro Paese nell'area.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, questo disegno di legge di ratifica mette in evidenzia i rapporti positivi che vi sono fra il nostro Paese, rispetto ad altri, con il Pakistan. Esso riguarda, evidentemente, la cooperazione, soprattutto e principalmente, fra le Forze armate, ma evidentemente è propedeutico anche a produrre benefici e ritorni economici e commerciali tra i due Paesi. Penso che tale Accordo, come è già stato sottolineato, oltretutto, aiuterà anche a migliorare i rapporti tra NATO e Pakistan, che, come già detto, hanno visto momenti di difficoltà, soprattutto quando i raid alleati hanno colpito alcuni militari del Pakistan uccidendoli. Rimane il fatto che, comunque, al di là di tutte queste situazioni, vi è un interesse generale dell'Europa e dell'Italia in particolare a fare in modo che con questo Paese, dove i militari sono l'unica forza di riferimento anche per il fatto che, dal punto di vista della corruzione, che è molto diffusa, non sono intaccabili, perché è l'unica forza nel Paese che non è mai bypassata dalla stessa, e quindi è molto rispettata, non solo a mantenere buoni rapporti, ma, soprattutto, a cercare di crearne di nuovi e più intensi, non solo nel settore militare, come in questo caso, ma anche in tutti gli altri settori. È evidente che l'interesse generale è che tutte le tensioni che esistono in quel Paese vengano meno, anche perché venendo meno quelle tensioni il resto dell'Europa e del mondo sarebbero meno coinvolti in azioni militari come quelle che stiamo sostenendo anche noi come Paese. Pertanto, preannunzio da parte del gruppo dell'UdC il voto favorevole su questo disegno di legge di ratifica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, mi rifaccio all'intervento svolto in sede di discussione sulle linee generali dell'onorevole Narducci e preannunzio il voto favorevole del mio gruppo su questo disegno di legge di ratifica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, l'accordo in esame va considerato in tutta la delicatezza che un partner come Islamabad richiede, soprattutto se si parla di strumenti per la difesa e dunque in mano ai militari, un corpo che in Pakistan non è limitato a funzioni appunto difensive, ma che gioca un ruolo politico ed influenza le questioni istituzionali e politiche.
L'esercito pakistano, forte e ben armato, rappresenta tuttavia nel contesto locale una garanzia di laicità e di chiarezza e, come tale, è stato l'interlocutore dell'Occidente. È dunque legittimo e comprensibile un accordo di questo tenore che individua nelle rispettive forze armate un veicolo di dialogo e di confronto sulle rispettive politiche, nonché di strumenti e capacità di difesa nazionale.
Si potrà lavorare sulla reciproca formazione, sarà possibile scambiare esperienze anche sulle operazioni di peacekeeping, ma anche arrivare ad iniziative dal risvolto economico e commerciale afferente ai sistemi e agli strumenti di difesa, coinvolgendo anche industria e società private. Resta, comunque, un trattato di Pag. 20portata generale, di fissazione di un quadro di riferimento, senza alcun impegno specifico riguardante il materiale di armamento.
Auspico una approvazione del provvedimento motivata anche dalle aree del tutto particolari nelle quali il Pakistan gioca un ruolo determinante (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, anche io mi rifaccio all'ampia discussione che ieri abbiamo affrontato su questo tema così importante in relazione al fatto che il Pakistan occupa una posizione strategica in quell'area e quindi gli ottimi rapporti che stiamo imbastendo con il Pakistan devono indurre tutti quanti noi a vedere come grande elemento positivo la ratifica di questo Memorandum. Quindi, in questo senso, preannunzio il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Malgieri. Ne ha facoltà.

GENNARO MALGIERI. Signor Presidente, intervengo brevemente in dissenso dal mio gruppo, per annunciare il mio voto contrario alla ratifica di questo Memorandum. Le buone cose che sono state dette dai colleghi che mi hanno preceduto, circa i rapporti tra l'Italia ed il Pakistan, non devono farci dimenticare che quel regime è stato mallevadore di terrorismo in tutti questi anni (Applausi della deputata Sbai) ed ha avuto una funzione decisiva nel coprire anche i recenti massacri dei cristiani che si sono avuti in quell'area.
Non possiamo dimenticare che il Pakistan ha dato rifugio ai talebani per lungo tempo coprendo, proprio da parte dei militari ed in particolare dei servizi segreti del Pakistan, le più grandi nefandezze che l'Occidente ha cercato - malamente, a mio modo di vedere - di combattere. Per questi motivi, e per altro ancora, prima di fare dei memorandum a dir poco superficiali bisognerebbe pensarci non una, ma mille volte, e per questo dichiaro il mio voto contrario alla ratifica di questo memorandum.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lehner. Ne ha facoltà.

GIANCARLO LEHNER. Signor Presidente, mi voglio associare al collega e preannunzio anche io il voto contrario, anche perché il Pakistan è l'habitat operativo di Al-Qaeda. Penso che questo dovrebbe essere chiaro a tutti: Al-Qaeda vive, opera, prospera e organizza attentati partendo sempre dal Pakistan.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sbai. Ne ha facoltà.

SOUAD SBAI. Signor Presidente, anch'io mi associo ai miei colleghi ed intervengo a titolo personale per esprimere voto contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ronchi. Ne ha facoltà.

ANDREA RONCHI. Signor Presidente, mi associo anch'io a titolo personale. Con Fare Italia votiamo in un modo contrario. Non è possibile ignorare - come il collega Malgieri ha giustamente ricordato - ciò che sta accadendo quotidianamente, nel silenzio dei mass media e soprattutto dell'Occidente, il massacro continuo e costante dei cristiani e soprattutto il ruolo che il Pakistan ha rispetto al terrorismo internazionale. Credo che il Parlamento dovrebbe riflettere su quanto sta accadendo e su come votare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garagnani. Ne ha facoltà.

Pag. 21

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, mi associo a quanto hanno detto i colleghi, in quanto la politica interna del Pakistan nei riflessi internazionali, che verifichiamo quotidianamente anche in Italia, e le forze armate, che svolgono un ruolo decisivo anche a livello politico interno e internazionale, non possono lasciarci indifferenti.
C'è un integralismo che sfocia spesso nella violenza verso il diverso, verso colui che professa altre idee o altre religioni da quelle dominanti nel Pakistan, che non può non lasciarci indifferenti e - per tornare all'argomento oggetto del dibattito - le Forze armate sono parte significativa di questo sistema.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzocchi. Ne ha facoltà.

ANTONIO MAZZOCCHI. Signor Presidente, anch'io mi associo alle parole del collega Malgieri, rivolgendomi anche a tutti coloro che in quest'Aula hanno spesso parlato dell'eccidio dei cristiani in Pakistan. Ora non riesco a capire come queste persone, che hanno sempre votato contro la cristianologia in Pakistan, oggi votano a favore di questo disegno di legge. Anzi, pregherei il Governo almeno di sospendere l'esame di questo disegno di legge, per fare in modo che si possa meditare maggiormente su questi accordi, che sicuramente non fanno onore al nostro Paese (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzuca. Ne ha facoltà.

GIANCARLO MAZZUCA. Signor Presidente, mi associo anch'io alle considerazioni dei colleghi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Anna. Ne ha facoltà.

VINCENZO D'ANNA. Signor Presidente, annuncio il voto contrario del gruppo Popolo e Territorio (Applausi dei deputati del gruppo Popolo e Territorio e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, ho ascoltato i colleghi, di cui rispetto le motivazioni. Personalmente voglio ricordare a quest'Aula i due Ministri Bhatti, uno dei quali abbiamo avuto modo di conoscere, con l'onorevole Capitanio Santolini, e che è stato ospite di questo Parlamento. Si tratta di un martire, un martire per le sue idee e per il suo Paese. È un cristiano che ha onorato il suo Governo e il suo Paese con la fedeltà. Non ha mai parlato male del suo Paese, il Ministro Bhatti, in mia presenza, anche in questo Parlamento e si è sempre adoperato per il rispetto delle minoranze cristiane.
Ricordo che questo Parlamento ha approvato all'unanimità...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Polledri.

MASSIMO POLLEDRI. Due minuti, Presidente, chiedo scusa ma...

PRESIDENTE. No, onorevole Polledri, ha facoltà di intervenire per un minuto a titolo personale.

MASSIMO POLLEDRI. Questo Parlamento ha approvato una mozione contro la cristianofobia e contro la legge sulla blasfemia. Ricordiamo alcuni episodi in questo tempo e che l'attuale Ministro Bhatti è stato in Italia, un medico italiano, a cui credo vada la solidarietà. Proprio per questo motivo, per la solidarietà nei confronti del Ministro Bhatti, voterò a favore del provvedimento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Pietro Ne ha facoltà per un minuto.

Pag. 22

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, sarò brevissimo. Io credo che, se è vero, come è vero, che, da una parte, è opportuno aprire un dialogo con i Paesi confine, come il Pakistan, perché se non lo facciamo noi, rimangono in mano ai talebani e costituiscono anche luoghi per il terrorismo internazionale, è anche vero, però, che nel merito dobbiamo chiederci la ragione vera sottostante a questo Memorandum di cui ci viene richiesta l'approvazione. Chi ha promosso questo Memorandum? Che cosa produrrà in effetti? Produrrà la vendita dei pomodori italiani in Pakistan o la vendita delle armi in Pakistan? Questo infatti è il tema.
Questa è semplicemente una cartina, un cappello, per dare la possibilità al sistema delle imprese italiane che vendono armi di farlo non più illecitamente, ma lecitamente. Non credo che dobbiamo permetterlo e per questo non possiamo votare questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nirenstein. Ne ha facoltà.

FIAMMA NIRENSTEIN. Signor Presidente, mi associo ai colleghi che dissentono da questo Accordo. Sono convinta che questa ondata di dissenso, cui ora si assiste in Parlamento, sia molto utile a sensibilizzare la coscienza sulla necessità della libertà religiosa nel mondo. È positivo che da parte del Parlamento italiano venga un'indicazione che dice «no» agli integralismi, «no» ai talebani e «sì» alla maggiore tolleranza religiosa e la fine delle stragi a carattere religioso.
Per noi che difendiamo il diritto di ciascuno a credere nella sua fede e a praticarla in libertà, credo che questa sia l'indicazione maggiore che esce da questa ondata di coscienza, che - si vede - in questo momento investe il Parlamento italiano.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, volevo solo dire che mi associo alle parole del collega Polledri. Infatti, come sapete, sono presidente dell'associazione parlamentare «Amici del Pakistan» e il dialogo, la collaborazione e il cercare di capire le ragioni di quei Paesi è stato alla base di questa iniziativa. Isolare il Pakistan, ignorarne le istanze positive e non capire lo sforzo che questo Paese sta facendo (forse troppo poco, forse troppo lentamente, ma certamente qualcosa di positivo sta succedendo) significa relegarlo e darlo in mano agli integralisti e agli estremisti.
Quindi, vorrei che il dialogo di questo Parlamento con il Parlamento del Pakistan si intensificasse, così com'è negli auspici di tutti coloro che si occupano di questi problemi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, per ragioni analoghe a quelle dette dai colleghi, ma con una decisione diversa, voglio comunicare che mi asterrò dal voto. Infatti, se è vero che bisogna mantenere un dialogo, è anche vero che non si possono chiudere gli occhi su quello che sta accadendo. Mi riferisco, in modo particolare, ai minori in questo momento presenti nelle carceri pakistane, peraltro anche handicappati, quindi con una maggiore difficoltà (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà). Personalmente mi tocca molto la situazione della ragazza down messa in prigione con l'accusa di blasfemia, laddove probabilmente non c'era nessuna possibilità di giustificare una scelta di questo genere. Comunico quindi che mi asterrò.

PRESIDENTE. Onorevole Binetti, la prego di concludere.

PAOLA BINETTI. Però, credo che dal Governo italiano debba arrivare un gesto Pag. 23di protesta formale più forte, accanto anche al gesto di disponibilità all'accordo. Tuttavia, penso che la protesta non possa essere cancellata davanti a situazioni che sono davvero drammatiche.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, vorrei dire ai colleghi che sollevano comprensibilmente problemi relativi alla libertà religiosa, ai diritti civili e così via, di che cosa stiamo parlando qui. Qui non stiamo facendo un trattato di cooperazione con la Repubblica del Pakistan, così come abbiamo fatto con la Cina (in materia di attività culturali e così via) o con la Corea (un ampio accordo).
Questo è un Memorandum che riguarda la politica della difesa, firmato dal Governo italiano nel 2009 (lo ricordo ai colleghi che facevano parte allora della maggioranza), e la definizione dei rapporti con la Repubblica del Pakistan in materia di difesa. Il nostro mondo (gli Stati Uniti, l'Inghilterra e l'Europa) considera che il Pakistan, con tutti i problemi di cui parlava l'onorevole Malgieri, è tuttavia cruciale dal punto di vista della soluzione di problemi come l'Afghanistan e così via.
Quindi, mentre si può comprendere la sensibilità dei colleghi che sollevano questi problemi, la mia valutazione, che offro all'Aula, è che si tratta di materia sulla quale bisogna procedere con molta serenità, pur tenendo conto che naturalmente è un Paese difficile in cui le cose sono complicate. Non è il caso di dare il senso che il Governo italiano, nell'ambito di una questione così delicata, che riguarda anche la presenza delle forze militari italiane in Afghanistan, oggi fa marcia indietro rispetto a qualche cosa che è nato per mettere un po' di ordine e dare anche sicurezza alla presenza dei militari italiani in quelle parti del mondo.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 5180-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 5180-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 5180-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gatti, Sardelli, Ronchi, Cicchitto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa sulla cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica islamica del Pakistan, fatto a Roma il 30 settembre 2009» (5180-A):

Presenti 432
Votanti 382
Astenuti 50
Maggioranza 192
Hanno votato 333
Hanno votato no 49
(La Camera approva - Vedi votazioni).

Prendo atto che il deputato D'Antoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul partenariato e la cooperazione di lungo periodo tra la Repubblica italiana e la Repubblica islamica dell'Afghanistan, fatto a Roma il 26 gennaio 2012 (A.C. 5193) (ore 12,03).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di Pag. 24legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul partenariato e la cooperazione di lungo periodo tra la Repubblica italiana e la Repubblica islamica dell'Afghanistan, fatto a Roma il 26 gennaio 2012.
Ricordo che nella seduta del 5 settembre 2012 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica mentre il relatore vi ha rinunziato.

(Esame degli articoli - A.C. 5193)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 5193), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Giachetti, è aperta la votazione! Sempre se desidera votare, ovviamente. Anche l'onorevole Fontana non rinuncia a votare. Onorevoli Iannarilli, Garagnani, Ronchi, Sardelli ...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 426
Votanti 421
Astenuti 5
Maggioranza 211
Hanno votato
417
Hanno votato
no 4).

Prendo atto che il deputato D'Antoni ha segnalato che non è riuscito a votare.

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 5193), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Tommaso Foti, Calderisi, Lisi, Pizzetti, Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 428
Votanti 424
Astenuti 4
Maggioranza 213
Hanno votato
420
Hanno votato
no 4).

Prendo atto che il deputato D'Antoni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 5193), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gatti e Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti 434
Votanti 430
Astenuti 4
Maggioranza 216
Hanno votato
426
Hanno votato
no 4).

Prendo atto che il deputato D'Antoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Pag. 25

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 5193)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 5193).
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

MARTA DASSÙ, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Mogherini Rebesani n. 9/5193/1.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Evangelisti n. 9/5193/2, ricordando la posizione già espressa in occasione della Conferenza di Tokyo su questo punto, grazie anche a una mozione parlamentare.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/5193/3, osservando che il primo e il terzo capoverso del dispositivo rispecchiano impegni internazionali già avviati.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Mogherini Rebesani n. 9/5193/1, Evangelisti n. 9/5193/2 e Di Stanislao n. 9/5193/3, accettati dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 5193)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, è chiaro che anche questo provvedimento, come il precedente, presenta qualche elemento di dubbio, qualche complessità. Stiamo parlando, del resto, di realtà estremamente controverse. Prima si parlava del Pakistan, adesso dell'Afghanistan.
Quello che a noi preme sottolineare è che siamo assolutamente d'accordo per quanto attiene al merito del provvedimento e ai contenuti di questo Accordo, là dove si dice che bisogna promuovere pratiche di governo, che bisogna affermare il rispetto dei diritti umani, che bisogna lavorare per il sostegno al ruolo e alla partecipazione delle donne in ogni settore della vita pubblica, che bisogna rafforzare la protezione dei minori e la lotta contro la droga, la corruzione e l'illegalità, nonché l'impegno alla trasparenza e alla regolarità delle elezioni. È del tutto evidente che siamo, quindi, d'accordo con i contenuti di questo provvedimento.
Tuttavia, come abbiamo cercato di evidenziare anche ieri in sede discussione sulle linee generali, questo stesso provvedimento, nonché tutti gli altri documenti a cui si fa riferimento implicitamente, come, ad esempio, il vertice NATO di Chicago del 20 e del 21 maggio scorso, tengono come punto di riferimento il dicembre 2014, come termine ultimo per il ritiro delle truppe della missione ISAF.
Ebbene, noi non riusciamo a capire - visto anche che l'articolo 3 dell'Accordo in esame fa un esplicito riferimento al 2014 come data ultima della presenza militare straniera - perché il nostro Governo, il Governo italiano, nonostante le continue sollecitazioni, continui a mantenere un atteggiamento assolutamente rigido rispetto alla possibilità di ripensare, o meglio ancora, di cominciare a pensare ad una exit strategy da quella realtà, così come del resto ha fatto il Presidente francese Holland all'indomani della sua elezione nella primavera scorsa.
Per cui, noi voteremo a favore - lo ripeto - della ratifica di questo trattato per quanto attiene ai contenuti del trattato stesso, ma manteniamo la nostra riserva e tutte le nostre obiezioni per il mantenimento della presenza militare italiana in quel Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Menia. Ne ha facoltà.

ROBERTO MENIA. Signor Presidente, questo accordo mira a realizzare un ulteriore Pag. 26rafforzamento delle relazioni bilaterali tra Italia e Afghanistan, anche nel contesto della futura Enduring Partnership con l'Alleanza atlantica e del prossimo accordo di cooperazione sul partenariato tra l'Afghanistan e l'Unione europea.
In esso, viene in primo luogo evidenziata la necessità di un rafforzamento della presenza diplomatica e civile dell'Italia ad Herat e si sottolinea la possibilità di una più stretta integrazione regionale, da perseguirsi anche mediante la promozione di scambi commerciali e l'implementazione delle reti di transito. Punti focali, dunque, saranno lo sviluppo economico e agricolo, il buongoverno, lo Stato di diritto, le infrastrutture, le risorse naturali, il sostegno alla sanità e l'aiuto umanitario. Tutto questo rappresenta, infine, una cornice entro la quale ricondurre e mettere a sistema i vari filoni di collaborazione che già esistono tra Italia ed Afghanistan.
Esiste, in realtà, una tradizionale amicizia tra i nostri Paesi anche in questo delicato momento e, in conformità con la Carta delle Nazioni Unite e nel rispetto della sovranità nazionale e dell'integrità territoriale, crediamo che questo accordo sia utile.
Risulta quindi prioritario e strategico adoperarsi per la costruzione di un partenariato di lungo periodo, che si impegni soprattutto su un dialogo politico sempre più proficuo e sulla comunanza di interessi e di obiettivi per il futuro.
Con questo Accordo, che il gruppo di Futuro e Libertà per l'Italia sostiene e condivide, si pone l'accento sull'importanza di approfondire questa cooperazione politica bilaterale e si auspica il rafforzamento della presenza diplomatica e civile dell'Italia. È del tutto evidente che la trasformazione dell'Afghanistan in un Paese stabile e democratico non possa prescindere dalla stabilizzazione e dalla pacificazione dell'intera regione. Siamo, a questo proposito, pienamente consapevoli della minaccia rappresentata dal terrorismo e dell'estremismo violento e dobbiamo inoltre tenere ben presente la costante minaccia dei talebani, radicati nel sud-est del Paese al confine con il Pakistan.
Questo Accordo ci impegna a proseguire ad adoperarci per la creazione in Afghanistan di istituzioni politiche forti, democratiche, funzionanti e reciprocamente bilanciate; riaffermando la necessità di agire in piena conformità con le norme di diritto internazionale in materia di diritti umani, in linea con la lettera e lo spirito della stessa Costituzione afgana, consapevoli del ruolo positivo che la società ed i media indipendenti possono ricoprire nella costruzione di un Afghanistan pacifico, soprattutto in un contesto internazionale che richiede il nostro intervento anche in prima persona, come Paese, e sul quale, anche attraverso questo accordo, penso che stiamo facendo il nostro dovere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, anche questo Accordo entra in una cornice entro la quale ricondurre i rapporti tra l'Italia e l'Afghanistan. Si tratta di un altro di quei Paesi riguardo al quale, se dovessimo approfondire quello che succede ogni giorno, ci porteremmo su posizioni veramente distanti.
Fatto sta che oltre al rafforzamento della presenza diplomatica e civile del nostro Paese ad Herat - ne sono testimonianza le tante iniziative, penso alle associazioni collegate agli alpini che da tutta Italia organizzano iniziative nell'interesse della popolazione che permettono di considerare il nostro Paese come uno dei Paesi di riferimento e rispettati in Afghanistan - la cooperazione italiana punterà anche alla promozione ovviamente dei diritti umani ma soprattutto alla lotta al traffico degli stupefacenti. Non dobbiamo dimenticare che il traffico degli stupefacenti non è un problema che riguarda l'Afghanistan ma tutto il mondo e tutto quello che succede anche nel nostro Paese è consequenziale alle capacità di esportazione Pag. 27di stupefacenti, per cui è evidente che ci sarà la necessità che venga garantita anche una trasparenza nell'allocazione e gestione delle risorse finanziarie che il nostro Paese farà affluire verso l'Afghanistan. È anche vero che il Paese è tra i più poveri del mondo, con tragiche ineguaglianze, e, solo per sottolineare nuovamente l'importanza del traffico di droga, lo stesso costituisce il 9 per cento del PIL, che vale, ricordo, oltre 1 miliardo e mezzo di dollari.
È evidente che anche l'uccisione di Bin Laden e la situazione di Al Qaeda che ha ricevuto brutti colpi non sono stati sufficienti per migliorare di molto la situazione in quel Paese. È pertanto necessario, alla luce delle cose dette, proseguire nell'intervento internazionale di assistenza al Paese per giungere, in un futuro non troppo lontano speriamo, a condizioni accettabili non solo dal punto di vista economico ma soprattutto politico, rinviando - questo voglio sottolinearlo - ad altre sedi il dibattito relativo alla ridefinizione della presenza militare in Afghanistan che sicuramente non è secondario ma che in questo momento secondo me dobbiamo rivedere in un'altra ottica.
Concludo dicendo che, anche alla luce degli interventi sul provvedimento precedente - per l'amor di Dio, condivisibili - questi Paesi prima crescono e più crescono e meglio sarà per loro, ma non solo per loro perché se questi Paesi crescono i problemi per tutto il contesto internazionale saranno minori. Quello che emana, quello che esporta, le tensioni che creano situazioni come quella dell'Afghanistan o altre nel mondo pesano nel contesto internazionale, quindi guerre, tragedie e quant'altro.
Allora, quali sono le strade? È ovvio che, per quello che succede ai cristiani o anche per altre situazioni, verrebbe di portare avanti una chiusura netta, ma le strade sono due: o questa della democrazia, dell'aiuto, della cooperazione e della collaborazione che è la più difficile, la più costosa magari, quella che fa reprimere anche i sentimenti giustamente di reazione, o altrimenti chiudiamoci in noi stessi come Paese e andiamo alla guerra ogniqualvolta c'è qualcosa che non funziona. Le cose che non funzionano non funzionano di più nei Paesi dove c'è meno democrazia, dove c'è meno democrazia abbiamo il compito noi, nonostante i nostri problemi interni, di apportare il contributo massimo affinché possano crescere. È anche per queste considerazioni che preannunciamo il voto favorevole anche su questa ratifica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Allasia. Ne ha facoltà.

STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, l'Accordo di partenariato con l'Afghanistan è stato il primo siglato dal nuovo Afghanistan post-bellico con un Paese europeo, proprio da qui è partito a gennaio scorso il tour del Presidente afgano Karzai tra le capitali europee che ha portato a siglare analoghe intese anche a Parigi e a Londra. Questo accordo è tra gli altri negoziati con un numero crescente di Paesi che sono tesi, anche a livello simbolico, a segnare una svolta nel Paese: il progressivo superamento di una guerra devastante che ha lasciato il Paese allo stremo, non solo dal punto di vista materiale ma anche dei diritti e delle speranze per il futuro.
Stiamo ratificando un trattato con un Paese non più in guerra ma in ricostruzione, questo dal punto di vista di Kabul. Da parte del nostro Paese c'è una più chiara volontà di affermare che il nostro rapporto con l'Afghanistan non si esaurisce con l'intervento militare e con il ritiro - che auspichiamo rapido e definitivo - delle Forze armate, ma si vogliono porre le basi per una partnership di lungo periodo a 360 gradi. L'accordo ambiziosamente statuisce un reciproco impegno al dialogo politico, alla cooperazione sui temi della sicurezza ma anche la collaborazione economica nella sua accezione più ampia e la lotta al narcotraffico.
Proprio in occasione della sigla a Roma di questo Accordo, il Presidente afgano Karzai ha esplicitamente invitato le imprese Pag. 28italiane a venire a trarre beneficio ed a portare benefici in Afghanistan, soprattutto con lo sfruttamento delle risorse minerarie. Coerentemente, l'Accordo di ratifica prevede un rafforzamento della presenza istituzionale del nostro Paese in Afghanistan e ne delinea i principi e i settori d'azione: la promozione del buongoverno, il rispetto dei diritti umani, la partecipazione delle donne alla vita politica e sociale, la lotta al traffico di stupefacenti e il contrasto alla corruzione e alla illegalità. In base all'Accordo con il nostro Paese, si impegna lo stanziamento, che intendiamo come massimo, di 570 milioni di euro in favore della ricostruzione e dello sviluppo del Paese, cui si aggiungono 150 milioni di credito di aiuto. L'Accordo sarà da noi votato e sostenuto, perché la direzione che vogliamo intraprendere è quella della ricostruzione alla fine dell'intervento militare, sul quale tuttavia non abbiano ancora al momento certezze né sulle modalità né sui tempi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, colleghi, il tempo della nostra presenza militare in Afghanistan è finito, quindi dobbiamo ragionare sin da oggi, ma lo faremo con più precisione e con la possibilità di costruire elementi concreti che vadano in questa direzione in sede di decreto-legge sulle missioni, tra pochi mesi. Noi dobbiamo però partire da questo punto: il tempo della presenza militare italiana in Afghanistan è finito. Dobbiamo accelerare l'exit strategy e dobbiamo farlo prendendo atto che il Governo si sta muovendo con realismo e con una certa visione di insieme del problema: le nostre truppe stanno lasciando i punti più caldi della loro presenza nelle aree più tormentate di nostra competenza e la nostra presenza militare si sta riducendo. A mio giudizio, dobbiamo far prima e accelerare nell'exit strategy. Per far questo non occorre suonare la tromba, basta farlo, perché - lo ripeto - la nostra presenza militare in Afghanistan è finita.
Si apre una stagione diversa, che è quella che questo Accordo inaugura. È una stagione che tende a limitare i danni di una costruzione di un'avventura militare partita con molte difficoltà, che dà tutto il senso di una difficoltà di una strategia che in particolare gli Stati Uniti hanno costruito nel grande Medio Oriente, ma non è questa la sede per parlarne. Comunque è un Accordo che vuole fare onestamente quel tratto di strada in più al di fuori dell'iniziativa militare, che ci deve vedere partecipi. Ma ci vedrà partecipi - lo voglio dire con molta precisione - solo ad una precisa condizione e con un preciso limite, che è quello della condizionalità: noi saremo ancora in Afghanistan nel corso degli anni a venire al di fuori della presenza militare solo a condizione che ogni euro dei nostri, quelli dello Stato italiano, venga utilizzato - poi discuteremo di quanto e di come, non è questa la sede - a condizioni precise, che riguardano anzitutto la salvaguardia di un minimo di dignità e di tutela della società civile afgana, in principale modo delle donne. Questo è il limite intorno al quale noi impegniamo il Governo sin da oggi e lo faremo poi - ripeto - in sede di decreto-legge sulle missioni, quando implementeremo per qualche verso la ratifica di questo Accordo. Noi ci rimettiamo a questa principale questione: la condizionalità nella nostra azione. Siamo tutti consapevoli che le cose in Afghanistan covano sotto la cenere scenari non auspicabili e che non vogliamo, ma che sappiamo non sono stati ancora esorcizzati.
Per questa ragione, sia chiaro che quello che possiamo fare, l'assenso che possiamo motivare va nella direzione di un'assoluta e rigida condizionalità anzitutto sui temi dei diritti umani e della condizione femminile.
Il lavoro che ha fatto questo Parlamento in questa direzione con l'approvazione di una mozione importante, che ha avuto un'eco anche a Tokyo, è certamente indiscutibile. Continueremo con maggiore precisione e rigidità su questa linea (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, il mio sarà un brevissimo intervento per ribadire ciò che ho affermato ieri in sede di discussione sulle linee generali. Voglio richiamare il fatto che a Chicago la NATO ha confermato, nel maggio scorso, con le parole del Presidente Obama, la strategia di transizione per mettere fine alla guerra entro il 2014.
Infatti, successivamente, il 2 maggio, Obama ha firmato con Karzai un accordo bilaterale di partnership strategica di lungo periodo. L'Italia, con questo Accordo alla nostra attenzione del 26 gennaio, aveva anticipato questo tipo di partenariato di lungo periodo. È un Accordo nel quadro della Enduring partnership con la NATO e dell'Accordo di cooperazione con l'Unione europea.
Voglio soltanto ricordare la condizionalità, in modo particolare l'articolo 2, che si concentra sulla promozione del buongoverno, sul rispetto dei diritti umani, sulla partecipazione delle donne alla vita politica e sociale e sulla lotta al traffico di stupefacenti e al contrasto della corruzione e dell'illegalità.
Infatti, ricordo che il nostro Governo avrebbe voluto approvare questo provvedimento prima della Conferenza di Tokyo. Ciò non è stato possibile, ma l'Italia è comunque riuscita nel perseguimento di un risultato fortemente voluto, in particolare dal nostro Parlamento. Qui mi piace ricordare, in primis, la nostra collega in Commissione affari esteri, Fiamma Nirenstein, che, in sede di discussione sulle linee generali, aveva chiesto che i fondi per la cooperazione venissero elargiti a condizioni verificabili.
Quindi, è stata introdotta la clausola che impegna Kabul alla protezione dei diritti umani, in particolare dei diritti delle donne e dei bambini; una modifica, rispetto alla bozza, sostenuta, insieme all'Italia, anche dagli Stati Uniti e dal Canada. Nella bozza iniziale le donne erano citate con la formula troppo generica di «diritti umani», comprensivi di quelli delle donne.
Il sottosegretario Staffan de Mistura ha riferito del colloquio avuto con il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Hillary Clinton, e ora, nella dichiarazione finale, si afferma l'importanza che l'Afghanistan abbia forze di sicurezza nazionali che proteggano, tra l'altro, la popolazione civile, in particolare donne e bambini.
Quindi, è affermato il principio della parità tra uomini e donne, fatto proprio dalla Costituzione afgana. In aggiunta, e concludo, vi sono anche gli strumenti per una verifica immediata sulla condizione delle donne contenuti nell'annex alla dichiarazione, «Tokyo framework».
Quindi, l'Afghanistan dovrà dimostrare miglioramenti sul fronte dell'eliminazione della violenza e del rafforzamento normativo del Piano nazionale di azione per le donne su base annua in base a parametri e indicatori e, sulla base dei risultati, verranno decisi i finanziamenti.
In ragione di tutte queste considerazioni e di queste condizionalità, confermo il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sbai. Ne ha facoltà.

SOUAD SBAI. Signor Presidente, è veramente allucinante. Stiamo parlando oggi dell'Afghanistan, di quell'Afghanistan. Io voterò a titolo personale contro questo Accordo e non aderisco a qualsiasi voglia di partenariato con Paesi che non rispettano i diritti umani, né le convenzioni internazionali in materia di diritti, laddove le donne vengono lapidate, «burqate», uccise, umiliate, annullate, sgozzate, senza alcun diritto di uguaglianza, spose bambine e schiave di una mentalità ottusa e talebana.
Credo sia opportuno approvare partenariati commerciali ed economici di sinergia dopo aver valutato come vivono le donne intellettuali, le minoranze - che, ormai, in Afghanistan non esistono -, le persone. Pag. 30
Voglio ricordare che i diritti umani sono stati il casus belli di parecchie azioni militari. Non vedo perché il loro rispetto o meno non debba essere anche metro di valutazione per l'accettazione o il rifiuto di accordi con un Paese che da sempre fa carta straccia dei diritti.
Solo qualche giorno fa sono state uccise tantissime donne solo perché ballavano ad un matrimonio. Oggi è una giornata molto triste per le donne afgane che vivono l'inferno (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 5193)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 5193, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Centemero, Concia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
« Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul partenariato e la cooperazione di lungo periodo tra la Repubblica italiana e la Repubblica islamica dell'Afghanistan, fatto a Roma il 26 gennaio 2012 » (5193):

Presenti 425
Votanti 404
Astenuti 21
Maggioranza 203
Hanno votato 396
Hanno votato no 8
(La Camera approva - Vedi votazioni).

Prendo atto che il deputato D'Antoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Seguito della discussione delle mozioni Montagnoli, Beccalossi, Fogliardi, Volontè, Moroni, Borghesi ed altri n. 1-01078 e Braga ed altri n. 1-01121 concernenti iniziative in materia di gestione del servizio pubblico di navigazione sui laghi prealpini (ore 12,30).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle mozioni Montagnoli, Beccalossi, Fogliardi, Volontè, Moroni, Borghesi ed altri n. 1-01078 e Braga ed altri n. 1-01121 concernenti iniziative in materia di gestione del servizio pubblico di navigazione sui laghi prealpini (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Ricordo che nella seduta di mercoledì 5 settembre 2012 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed è intervenuto il rappresentante del Governo.
Avverto che l'onorevole Cesario ha apposto la propria firma alla mozione n. 1-01078 e contestualmente, con il consenso degli altri sottoscrittori, l'ordine delle firme si intende così modificato: Montagnoli, Beccalossi, Fogliardi, Volontè, Moroni, Cesario, Borghesi ed altri.
Avverto che è stata testé presentata la mozione Montagnoli, Braga, Beccalossi, Volontè, Moroni, Cesario, Borghesi ed altri n. 1-01122 (Vedi l'allegato A - Mozioni), il cui testo è in distribuzione, e contestualmente le mozioni Montagnoli, Beccalossi, Fogliardi, Volontè, Moroni, Cesario, Borghesi ed altri n. 1-01078 e Braga ed altri n. 1-01121 sono state ritirate dai presentatori.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Invito pertanto il rappresentante del Governo ad esprimere il parere su questa unica mozione.

GUIDO IMPROTA, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è favorevole.

Pag. 31

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, mi rimetto semplicemente all'intervento che ho svolto ieri in sede di discussione sulle linee generali per confermare il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toto. Ne ha facoltà.

DANIELE TOTO. Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo.
Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Toto, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ricordo che il Governo si è espresso dando parere favorevole sulla mozione in oggetto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Montagnoli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Signor Presidente, la mozione in oggetto è importante in quanto riguarda la gestione dei laghi prealpini. È stata presentata dal sottoscritto, ma accolta da tutte le forze politiche. Il fatto che siamo arrivati all'elaborazione di una mozione unica, presentata da tutte le forze politiche, è il segno della volontà e della forza di procedere verso dei cambiamenti in questa gestione.
Oggi la gestione della navigazione dei laghi di Garda, di Como e Maggiore è demandata ad una gestione governativa nazionale istituita nel 1957. Conosciamo i dati relativi al trasporto. L'anno scorso vi sono stati 9 milioni di passeggeri e un numero notevole di autovetture che riguarda sia i residenti, sia i turisti.
Sappiamo che le risorse pubbliche sono, non solo in questo campo, in diminuzione. Vi è stato un taglio da 26 a 13 milioni di euro che il Governo, con l'appoggio di tutte le forze politiche, nel decreto sviluppo, ha ripristinato in parte di 6 milioni di euro, ma sappiamo tutti che le risorse non sono sufficienti per questo servizio fondamentale.
La volontà nostra è quella di dare seguito a quanto deciso già anni nel 1997, con il decreto legislativo n. 422, che riguarda il passaggio dalla gestione governativa, ovvero nazionale, alla gestione a livello locale, cioè il passaggio della gestione alle regioni interessate che sono il Piemonte, la Lombardia, il Veneto e la provincia autonoma di Trento.
Il decreto legislativo del 1997 prevedeva l'entrata in vigore nel 2000. Ad oggi, però, questo ancora non è stato realizzato. Oltretutto, nella legislatura attuale, sono stati approvati la legge per noi importantissima del federalismo fiscale (legge n. 42 del 2009) ed il decreto legislativo n. 85 del 2010 proprio in materia di federalismo demaniale, quindi, con il passaggio della proprietà alle regioni e agli enti locali.
Sappiamo che si è svolta un'audizione anche al Senato delle regioni Piemonte, Lombardia e Veneto, che hanno di nuovo dato la disponibilità a prendere in gestione la competenza della navigazione sui laghi. Penso che oggi il fatto di votare una mozione unica sia veramente di auspicio con la volontà di realizzare velocemente questo passaggio di competenze.
Ciò è importante sia dal punto di vista turistico ed economico (il lago di Garda per la sua realtà produce 3,5 miliardi di euro di PIL e noi sappiamo quanto sia importante un miglioramento dell'attuale gestione) sia per fornire una risposta al mondo del lavoro. Oggi vi sono 700 dipendenti, di cui 550 a tempo indeterminato Pag. 32e gli altri a tempo determinato, per cui si fornirebbe anche una risposta al mondo del lavoro.
Sarebbe poi una risposta dal punto di vista ambientale - vi sono oggi molte navi e molti traghetti che sono anche obsoleti - con la possibilità di un miglioramento per queste realtà che sono fra le più belle del Paese.
Vi sono anche alcune modifiche che abbiamo introdotto, nella speranza che la regionalizzazione avvenga in maniera veloce e che vi sia anche un'apertura al mondo ed all'ingresso dei privati, viste le ristrettezze economiche. Si tratta anche di una modifica dell'attuale gestione, che oggi è unitaria, prevedendo una gestione autonoma ed indipendente per ogni realtà.
Ringrazio il Governo per l'accoglimento e per il parere favorevole sulle mozioni, con la richiesta di un ulteriore impegno, in particolare per il lago di Garda che presenta delle problematiche dal punto di vista degli impianti di depurazione e del collettamento.
Pertanto mi auguro che dal voto unanime del Parlamento si dia velocemente seguito ad un provvedimento, che è stato avviato ormai quindici anni e che ha visto il «la» con la legge importantissima del federalismo. Sicuramente, se questo avverrà nel breve tempo, è una risposta che diamo agli operatori economici, al territorio, ai nostri sindaci, ai turisti, ai residenti ed ai pendolari.
Per cui dichiaro il voto favorevole della Lega Nord, sperando veramente che si dia attuazione rapidissima alla regionalizzazione di questo servizio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo UdCpTP a questa mozione che è diventata unitaria, anche alla luce dell'orientamento sostanzialmente favorevole agli impegni richiesti espresso dal rappresentante del Governo, il quale ha altresì dato la propria disponibilità a rilanciare il tavolo tecnico per il trasferimento delle attuali competenze della gestione governativa agli enti interessati.
Tale disponibilità dell'Esecutivo è tuttavia condizionata all'impegno delle amministrazioni regionali interessate ad avviare una revisione ed armonizzazione delle rispettive discipline, in modo tale da rendere possibile un accordo volto al risanamento tecnico ed economico della gestione, propedeutico ad un modello più efficiente ed efficace ed aperto all'ingresso dei privati.
D'altronde che il Governo avesse ben presente le esigenze e le problematiche del servizio è dimostrato dal fatto che nel decreto sviluppo ha ripristinato i 6 milioni di euro, rispetto ai 13 che erano stati tagliati.
Vorrei inoltre sottolineare l'importanza di questa forma di trasporto, che garantisce ogni anno la mobilità di 9 milioni di utenti con 700 mila veicoli e con 96 navi e che dà lavoro a circa 700 dipendenti, dei quali quasi 550 a tempo indeterminato.
Concludo dicendo che la tipologia del trasporto risulta peraltro strategica per la riduzione dell'impatto ambientale, con il decongestionamento del traffico merci su gomma, con le positive ricadute nelle zone di alto pregio turistico, come sono appunto quelle del lago di Garda, del lago Maggiore e del lago di Como, ed infine perché la navigazione su questi laghi è spesso utilizzata per gli spostamenti di chi vive e lavora nei paesi rivieraschi.
Per questi motivi credo che la presente mozione, che ha trovato gli intenti trasversali di tutta l'Aula, possa, non solo trovare il voto favorevole, ma conseguentemente possa portare ai risultati sperati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA. Signor Presidente, rappresentante del Governo, colleghi, intanto, a nome del gruppo del Partito Democratico, esprimo soddisfazione per la Pag. 33condivisione che abbiamo raggiunto sul testo della mozione sul servizio pubblico di navigazione dei laghi e, in particolare, sugli impegni che il Governo si assumerà al riguardo. Il servizio pubblico di navigazione lacuale è una componente fondamentale della viabilità dei territori lacuali, come dimostrano i dati dell'utenza. Il coefficiente di esercizio del settore di navigazione pubblico attribuisce, appunto, alla navigazione lacuale uno dei migliori indici di copertura con le entrate tariffarie rispetto ai costi in paragone a tutte le altre aziende che gestiscono il trasporto pubblico locale. Tutto ciò anche a fronte della mobilitazione dei territori interessati di fronte al rischio di una riduzione del servizio conseguente alla contrazione dei finanziamenti che abbiamo registrato in questi anni e su cui non torno, ma che abbiamo ampiamente illustrato ieri in discussione sulle linee generali. Il tema del finanziamento è centrale, così come quello degli appesantimenti tributari e fiscali che gravano ormai da anni su questo settore. L'impegno recente, che è stato ricordato, da parte del Governo con lo stanziamento di 6 milioni di euro nel decreto crescita di luglio ha rappresentato sicuramente una boccata di ossigeno che ha permesso di sostenere un livello adeguato di servizio nei mesi estivi a beneficio soprattutto dell'utenza turistica, ma la preoccupazione che ha spinto a portare in discussione in Aula una mozione su questo tema è quel che succederà da qui a venire, sapendo purtroppo che le scelte di riduzione del servizio che si profilano all'orizzonte penalizzeranno soprattutto gli utenti locali, gli studenti, i lavoratori, le aziende che sono insediate su quei territori e i lavoratori che giustamente si preoccupano delle ricadute occupazionali in un contesto economico già difficile e in territori, come vorrei ricordare, nei quali il rischio di marginalità e di impoverimento, nonostante le straordinarie risorse ambientali e paesaggistiche che li rendono luoghi unici al mondo, è comunque presente.
La gestione governativa della navigazione lacuale costituisce in un certo senso un'anomalia nel panorama dei servizi di trasporto pubblico rispetto a cui il legislatore ha già avviato nel tempo un percorso di trasferimento di competenze alle regioni e che sappiamo però si è arenato di fronte al mancato accordo da parte delle regioni e delle province competenti e con la conseguente perdita degli stanziamenti. Noi crediamo che questo percorso debba essere ripreso con maggiore convinzione, partendo anche da un aggiornamento che è necessario sul piano del risanamento tecnico e finanziario e che è il presupposto per il raggiungimento di un'intesa con gli enti regionali e con la definizione di un piano industriale e organizzativo che possa garantire maggiore efficienza ed efficacia del servizio ed anche un'elevata economicità del servizio pubblico. Resto su questo aspetto e spendo due parole davvero su questa vocazione pubblica del servizio che tale deve restare. È particolarmente importante. Noi sappiamo che la ricerca di soluzioni, anche innovative, che si impone in un contesto economico come quello attuale per rilanciare il servizio di navigazione laghi, sia dal punto di vista del reperimento delle risorse, che anche dell'eventuale modifica degli assetti societari e gestionali, non è scontata, né ci si può illudere che l'ingresso e il coinvolgimento di privati possa rappresentare di per sé la soluzione ai problemi della navigazione. Noi crediamo che qualsiasi ragionamento debba comunque collocarsi nel quadro del processo di regionalizzazione che resta l'obiettivo prioritario da perseguire, salvaguardando l'esigenza di dare continuità al servizio di trasporto pubblico locale, non solo dal punto di vista turistico. Chi, come me e altri colleghi, vive in questi territori conosce bene le condizioni attuali e l'enorme necessità di ripensare in profondità il sistema della mobilità sui nostri laghi. Infrastrutture datate e ormai inadeguate - ne cito una su tutte perché la conosco meglio di altre e, cioè, la strada statale Regina sulla sponda occidentale del lago di Como che da decenni è in attesa di un intervento di variante non più rinviabile - ci impongono di investire su quelle forme di mobilità alternativa e di mobilità dolce, Pag. 34più sostenibile anche dal punto di vista ambientale, che possano davvero valorizzare al meglio le potenzialità di questi territori.
Allora con l'approvazione di questa mozione e con l'impegno assunto dal Governo crediamo che si possa riavviare una fase in cui tutti i livelli istituzionali, a partire da quello centrale e dalle regioni e mi riferisco anche all'impegno dei soggetti locali, possano rimettere in moto un processo virtuoso, anche a partire dalla riattivazione del tavolo tecnico per il trasferimento delle funzioni dalla gestione governativa alle regioni, su cui ieri ha speso parole importanti il sottosegretario Improta, costruendo appunto con le regioni un nuovo percorso condiviso, che possa rilanciare una parte fondamentale del servizio di trasporto pubblico in quei territori e che possa contribuire anche a restituire piena valorizzazione ad aree e territori che sono straordinari ed invidiati anche dal resto del mondo, ma che hanno bisogno di investimenti e di prospettive di crescita certa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saglia. Ne ha facoltà.

STEFANO SAGLIA. Signor Presidente, intervengo per confermare i contenuti dell'intervento in discussione sulle linee generali e per ribadire il sostegno del gruppo Popolo della Libertà a questa iniziativa. È una mozione che riguarda la navigazione dei laghi, con due impegni fondamentali che sono relativi al ripristino delle risorse necessarie alla gestione del servizio ed all'attuazione del federalismo demaniale, affinché più vicino al territorio possa esserci una maggiore efficienza nella realizzazione di interventi che riguardano il trasporto lacuale.
Infine, un apprezzamento all'attività del Governo, laddove è riuscito, almeno in parte, con il decreto sviluppo, a ripristinare una parte dei finanziamenti. Da parte del Popolo della Libertà quindi la dichiarazione di voto è per un voto favorevole alla mozione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazione)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Montagnoli, Braga, Beccalossi, Volontè, Moroni, Cesario, Borghesi ed altri n. 1-01122, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Saltamartini, Gatti, Lehner, Giachetti, Franceschini, Bosi, Laboccetta, Mondello?Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 393
Votanti 391
Astenuti 2
Maggioranza 196
Hanno votato 391.
(La Camera approva - Vedi votazioni).

Prendo atto che i deputati Goisis e Gasbarra hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Discussione della relazione della Giunta per le autorizzazioni sull'applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti del deputato Lo Presti (Doc. IV-quater, n. 21) (ore 12,45).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del seguente documento: Relazione della Giunta per le autorizzazioni sull'applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito Pag. 35di un procedimento civile nei confronti del deputato Lo Presti (Doc. IV-quater, n. 21).
La Giunta propone di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento concernono opinioni espresse dal deputato Antonino Lo Presti nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.

(Esame - Doc. IV-quater, n. 21)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
Ha facoltà di parlare il relatore e presidente della Giunta per le autorizzazioni, onorevole Castagnetti.

PIERLUIGI CASTAGNETTI, Relatore. Signor Presidente e onorevoli colleghi, intervengo molto brevemente perché il caso non desta e non può destare alcuna perplessità, tant'è che illustro una proposta votata unanimemente dalla Giunta per le autorizzazioni, che appunto ha proposto di dichiarare l'insindacabilità dell'onorevole Lo Presti. Lo Presti, in sostanza, è stato oggetto di una citazione perché ha assolto al dovere a cui dovremmo assolvere tutti noi parlamentari sempre. Ha letto infatti su un giornale locale, su La Sicilia, cronaca di Trapani, il caso di una signora imprenditrice, la quale ha denunziato di essere stata raggirata in una complessa serie di operazioni societarie e di essersi per questo rivolta alla procura, ma inutilmente. Dopodiché ha deciso di rivolgersi con una lettera pubblica al presidente della Confindustria Ivan Lo Bello.
L'onorevole Lo Presti, che peraltro è un parlamentare siciliano, ha ritenuto giustamente di rivolgere un'interrogazione a risposta scritta al Ministro guardasigilli per essere informato rispetto ad un caso così clamoroso. Non mi pare, quindi, che ci siano le ragioni, ai sensi dell'articolo 68, nemmeno per discutere la questione; siamo di fronte ad un caso di una evidenza assolutamente lapalissiana; quello dell'onorevole Lo Presti è un atto tipico della funzione parlamentare per cui la Giunta per le autorizzazioni propone che venga dichiarata l'insindacabilità.

PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo assai brevemente a nome del mio gruppo per associarmi alle conclusioni portate avanti dal presidente Castagnetti e quindi alla proposta unanime della Giunta per le autorizzazioni di applicazione dell'articolo 68. Il mio intervento, in realtà, è ultroneo, superfluo, perché questo è un caso evidente, un caso scolastico e ben esposto, con ricchezza di argomentazioni, dal presidente Castagnetti.
L'unico aspetto che vale la pena sottolineare è che si tratta di un caso veramente singolare perché la citazione è stata avanzata non per una dichiarazione sulla stampa ma per un atto parlamentare posto in essere dall'onorevole Lo Presti. L'onorevole Lo Presti è vittima di una situazione incresciosa perché ha applicato in pieno il suo dovere e l'unica cosa che trovo singolare è che è stato commesso un errore da «matita blu», da parte di chi ha portato avanti quest'atto di citazione.
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto e concludo per l'applicazione dell'articolo 68 (Applausi).

PRESIDENTE. Onorevole Consolo, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti. La sottolineatura finale del suo intervento ha riscosso consensi da parte dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente sarò estremamente breve; intervengo Pag. 36soltanto per dire che il gruppo Italia dei Valori vota convintamente a favore della proposta e la Camera può legittimamente votare a favore della proposta stessa. Questa Camera purtroppo ha conosciuto proposte di applicazione dell'insindacabilità che erano assolutamente incongruenti con l'applicazione e il dettato dell'articolo 68 della Costituzione e ci siamo costantemente opposti in tutte le situazioni in cui, surrettiziamente, è stato applicato l'articolo 68 mentre i dati di fatto non lo avrebbero consentito. In questo caso, no; ci troviamo di fronte ad un caso assolutamente esemplare, nel quale davvero è applicabile l'insindacabilità dell'articolo 68 perché un nostro collega ha proposto un'interrogazione parlamentare che è stata, tra l'altro, ammessa dall'Ufficio di Presidenza della Camera e quindi ritenuta legittima e ci troviamo anche nella situazione concomitante per cui l'onorevole Lo Presti è davvero un galantuomo. Per queste ragioni Italia dei Valori voterà a favore (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, gli interventi dei colleghi mi consentono di essere davvero telegrafico. Il gruppo dell'Unione di Centro conferma il voto favorevole alla proposta di insindacabilità già illustrata dal relatore. Resta da aggiungere che è davvero singolare e forse anche segno di un certo degrado, non so se delle professioni forensi in questo caso, o anche è sintomo di una antipolitica, anticostituzionale però, dilagante, che venga presentata per l'appunto un'azione nei confronti di una interrogazione parlamentare.
È più che un errore da matita rossa e blu. Forse la cosa avrà un seguito negli appositi ambiti deontologici forensi. Sta di fatto che è chiaro, ai sensi della Costituzione, che le opinioni espresse dai parlamentari nell'esercizio delle loro funzioni sono e restano insindacabili (Applausi del deputato Baldelli).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Follegot. Ne ha facoltà.

FULVIO FOLLEGOT. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il relatore, onorevole Castagnetti, ha già ampiamente descritto il caso da cui si rileva che al deputato Antonino Lo Presti è stato chiesto il risarcimento dei danni per una pretesa diffamazione per opinioni espresse in un'interrogazione a risposta scritta in data 15 febbraio 2012.
Non ha alcun significato entrare nel merito dei fatti: l'articolo 68, primo comma, della Costituzione, infatti, è chiaro, così come la norma di attuazione non lascia spazi a dubbi interpretativi. L'articolo 68, primo comma, della Costituzione recita: «I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni». La norma attuativa si attaglia in maniera esemplare al caso specifico, tanto che il voto in Giunta per le autorizzazioni è stato unanime.
Preannunzio dunque il voto favorevole della Lega Nord alla proposta della Giunta per le autorizzazioni presentata dal relatore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Samperi. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, anche per il Partito Democratico annunzio il voto favorevole sulla relazione dell'onorevole Castagnetti.
L'onorevole Lo Presti si è limitato a proporre un'interrogazione, che è un atto tipico del parlamentare, non ha fatto alcuna dichiarazione extra moenia e questa attività è tutelata dall'articolo 68 della Costituzione. Vi è il Regolamento della Camera, che prevede un controllo formale ed espressivo delle interrogazioni presentate, e quindi siamo veramente davanti a un caso di scuola.

Pag. 37

(Votazione - Doc. IV-quater, n. 21)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco, quindi, la votazione nominale mediante procedimento elettronico sulla proposta della Giunta di dichiarare che i fatti per i quali è in corso il procedimento di cui al Doc. IV-quater, n. 21 concernono opinioni espresse dal deputato Lo Presti nell'esercizio delle sue funzioni, ai sensi del primo comma dell'articolo 68 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Laboccetta, Lehner, Gatti, Saltamartini, Capodicasa, Soglia, Lussana, Froner, Mosella, Concia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 379
Votanti 377
Astenuti 2
Maggioranza 189
Hanno votato 374
Hanno votato no 3
(La Camera approva - Vedi votazioni).

Prendo atto che il deputato Occhiuto ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

Assegnazione a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge ai fini dell'abbinamento ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento (ore 12,58).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge ai fini dell'abbinamento ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento.
Nella seduta del 4 aprile 2012 sono state assegnate alla VII Commissione (Cultura) in sede legislativa le proposte di legge n. 953 e abbinate, recanti norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche statali.
Per consentire alla stessa Commissione di procedere all'abbinamento richiesto dall'articolo 77 del Regolamento è quindi ad essa assegnata in sede legislativa anche la proposta di legge Centemero: «Norme concernenti l'organizzazione e l'autogoverno delle istituzioni scolastiche» (5061), con il parere delle Commissioni I, V, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali, vertente su materia identica a quella delle proposte di legge sopra indicate.

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo e sull'ordine dei lavori (ore 12,59).

MARIO TASSONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, nei giorni scorsi - ho presentato a tale proposito anche un'interpellanza - vi è stato un fatto gravissimo nel territorio del catanzarese, e precisamente nel territorio di Stalettì, alla torrefazione del «Caffè Guglielmo». Sono stati bruciati numerosi mezzi e credo che questo episodio sia un fatto - come dicevo poc'anzi - di una gravità inaudita.
Si pensava che Catanzaro e dintorni fossero un'oasi al di fuori e schermati rispetto alle incursioni da parte della criminalità organizzata. Viene invece colpita un'azienda che è il fiore all'occhiello di Catanzaro per correttezza, un'azienda sana e impegnata, che ha costruito tutta una storia di cui Catanzaro tiene vanto con grande forza.
Ecco perché questo è un fatto che sottopongo all'Assemblea e a lei, signor Presidente, sollecitando il Governo perché risponda con urgenza all'atto di sindacato ispettivo. Va ovviamente alle maestranze tutte e agli amministratori Rossi e Tubertini, bravissimi ragazzi che hanno lavorato nel segno di una lunga storia entusiasmante, quella del loro nonno, fondatore dell'azienda, il cavalier Guglielmo Papaleo, Pag. 38l'espressione di una solidarietà convinta e di una vicinanza sempre più forte da parte di tutti noi.
Vi è un altro aspetto, signor Presidente, che vorrei ricordare. Proprio ieri vi è stata una minaccia all'ennesimo sindaco di un comune della Calabria. Mi riferisco al sindaco di Acquaro, presidente del consiglio provinciale della provincia di Vibo Valentia. Una persona armata è andata sotto casa, minacciandolo. Voglio fare riferimento a questo episodio con grande preoccupazione e soprattutto con un sentimento di reazione e di dissacrazione molto forte.
Il sindaco di Acquaro - dicevo - è un ragazzo di 32 anni, Giuseppe Barilaro, che amministra con intelligenza e con onestà questo comune. Infine, fino ad oggi, non conosciamo quali siano le misure di tutela verso il presidente del consiglio provinciale di Vibo Valentia. Certamente il bravo prefetto di Vibo Valentia si starà muovendo.
Inoltre avevamo all'esame un'interpellanza analoga oggi pomeriggio che riguarda il sindaco di Torrenova, ma su richiesta del Governo l'abbiamo rinviata alla prossima settimana perché il Governo ci ha detto che vuole tempo per acquisire degli elementi.
Ecco, questo è tutto, signor Presidente, la ringrazio per l'attenzione e per la tolleranza (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

CARLO MONAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, intervengo telegraficamente. Ho depositato il 21 giugno un'interrogazione a risposta scritta che riguarda l'assegnazione dei punteggi per i docenti dei conservatori parificati ed ex parificati, la n. 4-16710. A mente dell'articolo 134, secondo comma, del Regolamento, le chiederei di inserirla nel calendario della Commissione VII, proprio perché il Governo non ha rispettato i termini assegnatigli dal Regolamento. Ovviamente, nel caso in cui dovesse sopravvenire la risposta agognata, questa attività ispettiva verrebbe subito esaudita.

AUGUSTO DI STANISLAO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, intervengo per significare che io porto con me oltre 1.847 firme di cittadini del comune di Colonnella in provincia di Teramo dove abito, ma anche di altre località, che vengono consegnate nelle mani del Presidente della Camera. Questa petizione popolare nasce per fermare progetti di costruzione delle centrali a biomasse.
Ai sensi dell'articolo 50 della Costituzione della Repubblica, i cittadini firmatari della presente petizione manifestano piena contrarietà alla costruzione di centrali a biomasse e di qualsiasi altro impianto non compatibile con la tutela dell'ambiente e potenzialmente nocivo alla salute dei cittadini.
Considerate le numerose ricerche e gli studi scientifici circa i comprovati rischi che derivano da tali insediamenti e invocando il principio di precauzione, in considerazione dei danni che tali strutture hanno causato e causeranno al patrimonio ambientale e sociale, alla qualità della vita e, soprattutto, alla salute dei cittadini, chiediamo al Parlamento e al Presidente della Camera che ci si impegni concretamente a sostenere tali legittime richieste in difesa dell'ambiente e a tutela dei cittadini.
Ricordo un ultimo aspetto, per chiudere, ossia che il sindaco di questo comune, con un gesto di totale spregio nei confronti del consiglio comunale, della giunta e della collettività, con atto monocratico ha rilasciato il parere di conformità igienico-sanitaria dando la possibilità di poter immediatamente costruire una centrale a biomasse di quasi 6 megawatt in un paese di 3.600 abitanti.
Al momento le firme raccolte superano, di fatto, i suffragi raccolti da quella maggioranza Pag. 39e da questo singolo, per cui non c'è più la possibilità politica di continuare ad amministrare quel comune e se ne chiedono anche le dimissioni. Ma non solo: siccome questo sindaco è invischiato in tante, troppe, attività imprenditoriali e in tanti, troppi, interessi diretti e personali, chiediamo un interessamento e un'ispezione da parte del Ministero dell'interno e, soprattutto, che venga messa una lente di ingrandimento da parte della Commissione antimafia, perché quello che sta succedendo attraverso questa proposta, che il sindaco ha firmato in spregio ai diritti inalienabili della collettività, sa, come dire, di una volontà di sostenere i profitti dei privati piuttosto che di tutelare la salute pubblica.
Mi auguro che ci siano questi interventi e che lo Stato, attraverso il territorio, quindi le prefetture e la questura, intervenga affinché possa iniziare finalmente un'attività di controllo, perché nei sedici mesi in cui questo sindaco è stato eletto ha fatto solo gli interessi privati di alcuni accoliti piuttosto che gli interessi dell'intera collettività e questa è una controprova, ossia questo impianto a biomasse, il quale tutto è meno che un impianto a biomasse, perché si andrà verso un inceneritore vero e proprio e tutti sanno quali sono i danni che saranno causati alla salute, all'ambiente e all'intera collettività.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta, sospesa alle 13,05, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bongiorno, Gianfranco Conte, Dal Lago, Della Vedova, Fava, Gregorio Fontana, Mazzocchi, Milanato, Moffa, Mosca, Mura, Stefani e Valducci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente quarantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 15,02).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Iniziative anche normative volte a garantire effettiva parità di trattamento a livello nazionale per i pazienti affetti da malattie rare, con particolare riferimento ai pazienti affetti da emofilia - n. 2-01587)

PRESIDENTE. L'onorevole Calearo Ciman ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01587, concernente iniziative anche normative volte a garantire effettiva parità di trattamento a livello nazionale per i pazienti affetti da malattie rare, con particolare riferimento ai pazienti affetti da emofilia (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

MASSIMO CALEARO CIMAN. Signor Presidente, desidero intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Renato Balduzzi, ha facoltà di rispondere.

RENATO BALDUZZI, Ministro della salute. Signor Presidente, ringrazio l'interpellante. L'emofilia, come noto, è una malattia genetica rara che ha esordio in età infantile e clinicamente è caratterizzata da emorragie spontanee o da sanguinamento prolungato. In Italia noi abbiamo il registro nazionale delle coagulopatie congenite. Il registro raccoglie i dati relativi Pag. 40ai difetti della coagulazione e consente anche una sorveglianza delle reazioni avverse, soprattutto per quanto riguarda infezioni o comparsa di anticorpi inibitori.
L'emofilia, d'altra parte, è presente nell'elenco della malattie rare di cui al decreto ministeriale e al regolamento del 2001. Sono, dunque, stati identificati dei presidi per la sorveglianza, il monitoraggio, la diagnosi e la terapia di questo gruppo di patologie. Se si volesse avere l'elenco completo dei centri clinici presenti in ogni regione basterebbe consultarli sul portale del Centro nazionale delle malattie rare costituito presso l'Istituto superiore di sanità.
Per quanto riguarda, invece, la terapia farmacologica, i farmaci orfani sono quei medicinali potenzialmente utili per trattare una malattia rara, ma che non hanno un mercato sufficiente a remunerare le spese per il loro sviluppo e, dunque, manca il riscontro economico da parte delle industrie farmaceutiche ad investire sul loro sviluppo. È per questa ragione che anche il Governo in carica nel decreto-legge sulla spending review ha introdotto delle norme volte a facilitare proprio la possibilità di disporre di questi farmaci orfani.
Anche a livello europeo, il Parlamento europeo e il Consiglio nel 2000 hanno elaborato una normativa proprio per incentivare lo sviluppo e la commercializzazione di questi prodotti.
In Italia, ancora prima che la disciplina europea iniziasse ad essere attenta a queste patologie, è stato regolamentato l'accesso a questi farmaci con la legge n. 648 del 1996. Peraltro, il decreto-legge adottato dal Consiglio dei ministri ieri presenta delle modifiche a tale norma che possono avere un interesse anche per quanto riguarda la nostra tematica per quanto attiene alla problematica dei cosiddetti farmaci off label. La legge del 1996 si poneva l'obiettivo di stabilire le condizioni che potessero consentire di accedere ad una terapia per la cura di una patologia rara con l'imputazione dei costi al Servizio sanitario nazionale nel caso in cui non esistesse una valida alternativa terapeutica.
Per quanto concerne poi la classe di farmaci utilizzata per il trattamento dei pazienti affetti da emofilia, l'Aifa ha fatto riferimento ad alcuni dati contenuti nell'ultimo rapporto dell'Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali per l'anno 2011. I dati sono i seguenti: per i farmaci rientranti nella classe sangue e organi emopoietici la spesa complessiva è stata di 1.978 milioni di euro. Siamo al sesto posto nella spesa farmaceutica nazionale, di cui il 61 per cento a carico delle strutture pubbliche con una spesa territoriale a carico del Servizio sanitario nazionale per 574 milioni di euro.
Anche in ambito territoriale i farmaci del sangue e per gli organi emopoietici costituiscono il sesto gruppo in termini di spesa.
I quesiti sollevati dall'interpellante, in vista di una prospettiva futura, richiedono le seguenti risposte. Sulle malattie rare in generale sempre il decreto-legge adottato ieri prevede un'attenzione in sede di aggiornamento da parte del decreto del Presidente del Consiglio sui livelli essenziali di assistenza e anche la riformulazione del decreto ministeriale che ho già menzionato, il n. 279 del 2001, proprio in tema di malattie rare. È un'iniziativa che si aggiunge a quelle già in corso.
A fine 2009 la Commissione salute, che opera nell'ambito della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, su istanza presentata dalla federazione di categoria, la Fedemo, ha dato mandato al Centro nazionale sangue, che opera all'interno dell'Istituto superiore di sanità, di coordinare un gruppo di lavoro per approfondire queste tematiche e, in particolare, l'assistenza socio-sanitaria alle MEC, le malattie emorragiche congenite, per definire i requisiti organizzativi minimi dei centri e dei servizi.
Il gruppo di lavoro, coordinato sempre dal Centro nazionale sangue, che ovviamente vede presenti esperti e rappresentanti delle regioni, ha elaborato un documento, Pag. 41recante le linee guida per la programmazione dell'assistenza socio-sanitaria relativa alle MEC, che comprende anche la definizione dei requisiti organizzativi dei centri di emofilia. Il documento è finalizzato a garantire risposte assistenziali adeguate e omogenee su tutto il territorio nazionale per i pazienti affetti da tale patologia e, allo stesso tempo, vale a fornire alle regioni degli strumenti per ottimizzare i percorsi diagnostico-terapeutici e anche per riuscire, evidentemente, a sostenere i costi dei relativi trattamenti sostitutivi. Il documento, partendo dall'analisi della situazione attuale, ha, in particolare, tenuto conto che le malattie emorragiche congenite, MEC, sono malattie rare ereditarie caratterizzate dal deficit di una proteina plasmatica necessaria per la coagulazione del sangue, il cui trattamento farmacologico, che è basato sia su prodotti plasma-derivati sia su prodotti che tecnicamente si chiamano a tecnologia ricombinante, incrementando l'aspettativa di vita contemporaneamente hanno esposto la popolazione emofilica al rischio di sviluppare comorbilità, quindi morbosità concomitante sia correlate alla patologia di base - sviluppo di inibitori, artropatia emofilica e altro ancora - o al suo trattamento - in particolare questo vale per le epatiti e per l'HIV - sia non correlate, in analogia a quella della popolazione generale e, quindi, malattie cardiovascolari, tumorali e dismetaboliche, con un grave impatto sulla gestione clinica.
Sempre secondo il documento, per fornire una risposta adeguata ai bisogni di questi pazienti, dobbiamo fare un passo in più, cioè definire dei percorsi assistenziali integrati incentrati proprio sui centri di cura di riferimento delle MEC, così da poter fornire un'assistenza globale e multispecialistica.
Ecco perché sto valutando, proprio in questi giorni, l'opportunità di predisporre una schema di accordo Stato-regioni sulla base di questo documento che ho citato, che è stato elaborato dal gruppo di lavoro all'interno del CNS, per garantire l'adeguata assistenza socio-sanitaria, la diagnosi, la presa in carico, la gestione dell'emergenza, l'appropriatezza organizzativa e terapeutica nonché il trattamento domiciliare per i pazienti affetti da MEC, attraverso la definizione di un modello organizzativo di riferimento finalizzato proprio, nel rispetto naturalmente dell'autonomia regionale, a rispondere a questi bisogni. Questa è anche una delle ragioni per cui ringrazio l'interpellante di avermi dato questa opportunità.

PRESIDENTE. L'onorevole Calearo Ciman ha facoltà di replicare.

MASSIMO CALEARO CIMAN. Signor Presidente, signor Ministro, volevo lanciare un messaggio e vedo che il messaggio, sulle malattie rare e su queste persone che sono un po' isolate dal mondo, è arrivato. Mi aspetto dal decreto-legge di ieri le date certe. Abbiamo bisogno di dare dei segnali a delle persone che, come dicevo prima, vivono in isolamento.
Ho visto con piacere che il problema è conosciuto e che si sta pensando alla sua risoluzione.
Mi auguro che si possa arrivare - come dicevo prima - in tempi certi a poter dare segnali importanti a persone che già, avendo una malattia rara, non sono importanti - come diceva lei all'inizio - per le case farmaceutiche, ma sono degli esseri che hanno bisogno più degli altri di aiuto.

(Iniziative in relazione alla situazione dell'ordine pubblico nel territorio del comune di San Felice a Cancello (Caserta) - n. 2-01630)

PRESIDENTE. L'onorevole D'Anna ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01630, concernente iniziative in relazione alla situazione dell'ordine pubblico nel territorio del comune di San Felice a Cancello (Caserta) (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

VINCENZO D'ANNA. Signor Presidente, una breve illustrazione è necessaria per evidenziare che un'analoga interpellanza ebbi, insieme al collega Moffa, a Pag. 42presentare e a discutere in quest'Aula il 9 marzo di quest'anno ed in questa interpellanza lamentavo, per tutto un vasto ambito territoriale, l'accentuazione della criminalità, il sorgere ed il prosperare di punti di spaccio della droga in un contesto territoriale che, per quanto riguarda la provincia di Caserta, era stato, fino a qualche anno fa, completamente immune da questi fenomeni di devianza e di criminalità organizzata.
Ebbi per la verità una doviziosa e puntuale risposta da parte del sottosegretario che, in qualche misura, mi tranquillizzò perché, dai dati statistici e dal numero delle forze dell'ordine impegnate nelle varie caserme dei carabinieri e nei vari posti di polizia, parve che in quella zona le devianze ed il fenomeno criminale fossero in perfetta linea con altre zone dell'Italia, anzi - per quanto riguardava i furti - fossero in diminuzione, così come perfettamente congrui e normali erano gli organici della polizia e dei carabinieri che operavano in quel contesto.
Ovviamente, questi dati probabilmente rappresentano un fatto meramente statistico, ma da quello che poi è successo e dall'incremento delle forme di intimidazione nei confronti degli amministratori di alcuni comuni da parte della criminalità organizzata, sembra che quel modo di approcciare e di evidenziare le cose fosse abbastanza intriso di ottimismo.
Il comune di San Felice a Cancello - che è quella parte della provincia di Caserta che confina con la provincia di Benevento e quindi non appartiene all'area interessata dalla criminalità organizzata, di quella che, tanto per intenderci, comunemente viene in chiamata la camorra dei casalesi) - era, ad est di Caserta, un'enclave piuttosto felice e piuttosto tranquilla.
Per questo, credo che bisognerebbe in questa fase - prima che i fenomeni degenerino e prima che ci sia una completa infiltrazione da parte della malavita organizzata, in quelle zone abbastanza tranquilla, a differenza delle zone che sono agli antipodi, cioè che confinano con la provincia di Napoli - rinforzare la presenza, in uomini e mezzi, delle forze dell'ordine.
Il sindaco di San Felice a Cancello, il quale ha revocato alcune concessioni edilizie in una determinata zona, si è visto oggetto di una feroce aggressione con l'incendio dell'opificio che fa capo a lui ed alla sua famiglia, quindi con danni ingenti.
Come se ciò non bastasse, un consigliere comunale, espressione della zona nella quale erano state revocate quelle concessioni edilizie in quanto illegittime e quindi non confacenti alle previsioni del piano urbanistico comunale, si è visto appioppare una bomba di particolare entità innanzi al cancello della propria casa che ne è risultata abbastanza danneggiata.
Allora, se questi possono rappresentare i prodromi di un'escalation, se questi messaggi sono di intimidazione a coloro i quali in quelle zone, con un pizzico di coraggio oltre che con le doti e le qualità che sono comuni agli amministratori delle altre restanti parti d'Italia, si accingono a compiere opere di giustizia e risanamento del territorio, ad essere custodi fedeli della legge e della corretta applicazione della stessa, noi non possiamo girarci da un'altra parte perché questo è il momento per far sentire la vicinanza dello Stato e del Governo a queste amministrazioni e questo è il momento in cui lo Stato deve battere un colpo per fermare l'incipiente aggressione della criminalità alle istituzioni comunali e ai suoi amministratori.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Carlo De Stefano, ha facoltà di rispondere.

CARLO DE STEFANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, con l'interpellanza di oggi si chiede di conoscere le iniziative che il Governo intende assumere per garantire la sicurezza nel territorio del comune di San Felice a Cancello, in provincia di Caserta. In merito alla situazione della sicurezza pubblica di quel territorio e più in generale di tutta la valle di Suessola si è già avuto modo, come ricordava l'onorevole Pag. 43D'Anna, di riferire a questa stessa Assemblea nella seduta del 9 marzo, in risposta ad un'interpellanza presentata dagli stessi onorevoli D'Anna e Moffa.
Relativamente agli episodi indicati nell'interpellanza odierna, rispondo sulla base degli accertamenti disposti per il tramite della prefettura di Caserta e del Dipartimento della pubblica sicurezza. Voglio subito ribadire che la situazione generale relativa alla sicurezza del territorio non è in alcun modo sottovalutata dai responsabili delle forze dell'ordine. Le indagini riguardanti i fatti richiamati dagli onorevoli interpellanti sono state affidate alla compagnia carabinieri di Maddaloni.
Il primo episodio è avvenuto il 22 luglio scorso, quando si è sviluppato un incendio nel piazzale antistante la sede della cooperativa «Giovani coltivatori società agricola Srl», il cui amministratore unico è il fratello del sindaco di San Felice a Cancello. Le fiamme, domate dall'intervento dei vigili del fuoco, hanno distrutto alcune casse utilizzate per la raccolta di pomodori. Dai primi accertamenti, i militari dei vigili del fuoco intervenuti non hanno rinvenuto elementi tali da attribuire all'incendio natura dolosa.
Il secondo episodio invece è avvenuto nella prima mattinata del successivo 24 luglio, quando è esploso un petardo artigianale dinnanzi all'abitazione di un consigliere comunale di maggioranza, causando lievi danni al cancello e al citofono. Dai primi accertamenti svolti non sono emersi elementi utili per le indagini, che sono comunque tuttora ancora in corso, né indicatori di rischio a carico degli interessati che, tra l'altro, in sede di denunzia hanno riferito di non aver ricevuto alcun tipo di minaccia né avuto discussioni con alcuno.
Subito dopo il primo episodio, il prefetto di Caserta ha ricevuto il sindaco di San Felice a Cancello, il quale ha espresso l'opinione che il fatto fosse addebitabile alla sua attività pubblica ed in particolare ad alcune iniziative in materia di edilizia popolare particolarmente osteggiate. Il prefetto ha pertanto invitato il sindaco a partecipare alla riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, previsto per il successivo 25 luglio. In quella sede l'amministratore comunale ha ribadito la sua interpretazione del fatto, avvalorata, a suo giudizio, dal successivo episodio del 24 luglio che aveva nel frattempo coinvolto un consigliere comunale. Il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica ha pertanto disposto l'intensificazione dei servizi di controllo e vigilanza del territorio comunale. Inoltre, in considerazione dell'imminente installazione di un sistema di videosorveglianza territoriale, costituito da dodici telecamere, il prefetto ha sensibilizzato gli organi di polizia per un'idonea e funzionale localizzazione delle stesse.
Come pure riportato dalla stampa locale, il sindaco si è mostrato molto soddisfatto per l'esito dell'incontro. Per quanto riguarda l'efficacia dell'attività di controllo del territorio di San Felice a Cancello, va evidenziato che l'indice di criminalità nei primi otto mesi di quest'anno si è attestato su livelli inferiori rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente: 220 i delitti denunciati contro i 276 dell'anno precedente. Peraltro, nessuno tra i reati commessi è stato caratterizzato da particolare gravità. Tali risultati sono stati possibili anche grazie all'incremento dell'attività preventiva capillarmente svolta dai due presidi dell'Arma dei carabinieri presenti sul territorio, che, sempre nei primi otto mesi del 2012 hanno effettuato complessivamente 2.943 controlli, identificando 3.977 soggetti; rispetto ai 2.370 controlli e ai 3.393 soggetti identificati nell'analogo periodo dello scorso anno. Ricordo che il dispositivo delle forze di polizia comprende anche il personale della Polizia di Stato in servizio presso il posto di Polizia ferroviaria. Il territorio del comune di San Felice a Cancello, pure interessato da fenomeni di criminalità, anche organizzata, non denota un indice di delittuosità tale da destare particolare allarme sociale. Voglio, comunque, assicurare che la situazione generale relativa alla sicurezza è all'attenzione costante dei responsabili delle forze dell'ordine, che continuano a monitorare con Pag. 44grande attenzione l'intera area e ad adottare mirati servizi di vigilanza e controllo del territorio.

PRESIDENTE. L'onorevole D'Anna ha facoltà di replicare.

VINCENZO D'ANNA. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la puntuale risposta e faccio miei i suoi convincimenti circa i buoni risultati che quest'opera di maggiore prevenzione e di maggiore attenzione delle forze dell'ordine sul territorio può portare alla tempestiva diminuzione dei reati. Chiederei però anche che, compatibilmente con i compiti precipui delle forze dell'ordine, siano garantite agli amministratori locali determinate attenzioni in termini di protezione. Anche la stessa fattiva presenza nel corso di un consiglio comunale o nel corso della normale attività amministrativa di un comune può dare a questi amministratori la sensazione di essere protetti, di essere vigilati e in qualche modo tutelati. Mi auguro che questi episodi restino tali e ringrazio il sottosegretario per la puntuale e completa risposta.

(Rinvio dell'interpellanza urgente Tassone - n. 2-01643)

PRESIDENTE. Avverto che, su richiesta del Governo e con il consenso del presentatore, lo svolgimento dell'interpellanza urgente Tassone n. 2-01643 è rinviato ad altra seduta.

(Iniziative volte a far luce sull'assassinio di padre Giuseppe Tedeschi avvenuto il 2 febbraio 1976 in Argentina - n. 2-01641)

PRESIDENTE. L'onorevole Narducci ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01641, concernente iniziative volte a far luce sull'assassinio di padre Giuseppe Tedeschi avvenuto il 2 febbraio 1976 in Argentina (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente, di fronte a questo ennesimo caso di desaparecido di origine italiana il nostro gruppo, con in testa chi sta parlando, ha deciso di presentare un'interpellanza al Governo italiano, in particolare al Ministro per gli affari esteri, per capire quali azioni il Governo intenda adottare per verificare la possibilità, come è avvenuto ampiamente in altri casi, che i responsabili di questo efferato delitto siano giudicati a Roma per questo veramente truce e barbaro assassinio.
Il 2 febbraio 1976 un sacerdote salesiano molisano di 42 anni, padre Giuseppe Tedeschi, emigrato da Jelsi, un comune della provincia di Campobasso, insieme alla sua famiglia, quando aveva 16 anni - l'anno dell'emigrazione risale al 1950 - venne sequestrato, torturato e massacrato a Quilmes, nelle vicinanze de La Plata, dove viveva nel barrio di Villa Itati, in cui operava con un suo centro sociale, che aveva messo su dopo aver avuto prima un'esperienza sacerdotale in una parrocchia dove questi fenomeni non si riscontravano, ma, una volta assegnato a questo barrio, dove le condizioni di vita, l'emarginazione e la delinquenza, evidentemente, erano pesantissime, si diede da fare ed assisteva 50 mila poveri.
Sull'assassinio all'epoca intervennero Amnesty International e le organizzazioni umanitarie. Vi fu una generale riprovazione, ma in breve tempo tutto svanì, tutto finì sotto le macerie di altri 30 mila desaparecidos, fatti sparire dalla dittatura militare in quegli anni bui, come spesso ci ha ricordato la signora Estela Carlotto, la «madre», ora «nonna», di Plaza de Majo, in alcune audizioni che ha avuto qui a Roma presso la Commissione affari esteri della Camera dei deputati.
Per alcuni sociologi gli argentini sono degli italiani che parlano spagnolo - a dire la verità, questa frase era di Borges - e a maggior ragione siamo vicini a questo popolo - queste sono parole che sto citando - che oggi festeggia il 202o anniversario della propria indipendenza, unendoci alle migliaia di oriundi molisani che arricchiscono quella nazione con il loro Pag. 45lavoro, le attività professionali, il talento, le imprese, la dedizione al dovere e la loro cultura sobria e solidale.
Queste parole furono pronunciate dal consiglio regionale del Molise in occasione dei 202 anni dell'indipendenza dell'Argentina, chiedendo, però, che, dopo 36 anni, si facesse luce, si aprisse un'indagine, quella che non era stata mai aperta, si avviasse un'inchiesta sull'assassinio del sacerdote missionario molisano Tedeschi, che era stato ucciso il 2 febbraio del 1976.
Noi chiediamo veramente ora al Governo se può dare un segnale confortante in questa direzione, come è avvenuto in questi casi, in altri casi di desaparecidos, qui a Roma, tenendo conto che è stata fondata anche un'associazione sociale e culturale, la Giuseppe Tedeschi Onlus, e che è stato girato sui luoghi, a Quilmes, un cortometraggio che ha suscitato veramente moltissime emozioni.
Tutto ciò inquadrato in quella che è la cultura del nostro Paese, quella della difesa dei diritti civili e la cultura del diritto, per affermare la giustizia quando siamo messi di fronte a fatti tragici e violenti che colpiscono e offendono pesantemente la dignità umana. In ogni situazione, il nostro Paese ha utilizzato e ha avuto questa costante caratterizzante della politica della Repubblica italiana. Signor Presidente, questo è il contesto nel quale si cala la nostra interpellanza.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Marta Dassù, ha facoltà di rispondere.

MARTA DASSÙ, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, onorevole Narducci, questa interpellanza, che riguarda il caso di padre Tedeschi, è, secondo me, molto importante per il caso individuale che lei ricorda, ma anche perché stimola quella riflessione più ampia, a cui lei accennava, sull'accertamento della verità per il rispetto che si deve testimoniare alla memoria storica della tragedia delle vittime della dittatura argentina.
In questo contesto, è in qualche modo importante parlarne oggi, perché il Ministero degli affari esteri, e il Ministro Terzi di Sant'Agata in modo particolare, ha deciso il 13 settembre prossimo di organizzare un grande evento commemorativo delle 30 mila vittime civili, di cui almeno 1.600 cittadini italiani, della tragedia argentina.
Questo evento si terrà alla Farnesina con il titolo «L'altro ieri la dittatura, per non dimenticare». Quindi l'attività del Governo è molto attenta su questo punto, ma, naturalmente, non è limitata a queste iniziative commemorative e basta.
Per ottemperare ai doveri di solidarietà e alla memoria verso i connazionali vittime della dittatura militare, l'azione del Governo si svolge su due livelli: un piano di piena collaborazione con l'attività giurisdizionale e un livello relativamente nuovo, di cui parlerò, di cooperazione intergovernativa con le autorità argentine.
Sul piano giurisdizionale credo sia importante ricordare oggi i processi penali più significativi avviati dalla procura della Repubblica di Roma contro i militari argentini per le atrocità commesse durante il periodo della dittatura a danno di cittadini italiani. Sono noti, ma li ricordo perché mi sembra davvero importante.
Un primo giudizio contro i generali Suarez-Mason, Santiago Omar Riveros e altri, in cui il Governo italiano si è costituito parte civile nel 1998, si è concluso con una storica sentenza della Corte d'assise di Roma nel dicembre 2000 che, tra l'altro, condanna all'ergastolo i due generali. Tale sentenza è poi passata in giudicato confermando tutte le condanne di primo grado.
Un secondo importante processo per crimini commessi presso la famigerata scuola meccanica della marina contro Alfredo Ignacio Astiz, Jorge Eduardo Acosta, Antonio Vañek, Jorge Raul Vildoza e Héctor Antonio Febres si è concluso il 14 marzo 2007 con la condanna all'ergastolo per i cinque imputati. Anche in questo caso il Governo italiano ed altri enti pubblici territoriali si sono costituiti parte civile.
Un altro procedimento penale, in base al quale in data 6 aprile 2009 il GUP Pag. 46presso il tribunale di Roma disponeva il rinvio a giudizio dell'ammiraglio Emilio Eduardo Massera, si è concluso a seguito del decesso di quest'ultimo. La Corte aveva comunque significativamente rilevato in motivazione che l'istruttoria dibattimentale aveva sostanzialmente fatto emergere «molteplici obiettivi e univoci elementi di riscontro dell'ipotesi accusatoria».
Vorrei infine ricordare il procedimento penale che vede come imputati per omicidio volontario, aggravato dall'uso di sevizie e abuso di potere, il dittatore Jorge Videla e altri. Il 19 ottobre 2006 il GIP presso il tribunale di Roma ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 146 cittadini di Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay, Perù e Uruguay nei confronti di presunti responsabili legati al famigerato «piano condor».
Questa è l'attività giurisdizionale negli anni più recenti. Nel contesto di questa attività il caso specifico dell'assassinio di Padre Giuseppe Tedeschi è stato tra quelli seguiti dalla nostra ambasciata a Buenos Aires. Rispondendo ad un'istanza del vicepresidente del consiglio regionale del Molise, Michele Petraroia - che lei giustamente citava per il suo attivismo e il suo impegno su questo fronte -, la nostra rappresentanza diplomatica ha rapidamente promosso la raccolta di elementi informativi. Sulla base di tale ricerca si è appreso che in data 7 febbraio 1976 era stato presentato un habeas corpus dal fratello, Renzo Tedeschi, presso il tribunale penale di La Plata. Fu anche avviata un'indagine contro ignoti per omicidio che non dette alcun esito e, pertanto, questa venne archiviata il 6 marzo 1987. L'intero fascicolo relativo al caso fu poi distrutto nel 1993 per una risoluzione della suprema Corte di giustizia della provincia di Buenos Aires.
Per quanto riguarda l'eventuale avvio di un procedimento in Italia - ipotesi che, come Governo italiano, ci auguriamo - il Ministero della giustizia riferisce che non risulta ancora presentata alcuna denuncia relativa alla scomparsa di padre Giuseppe Tedeschi presso la procura della Repubblica di Roma, né risultano iscritte notitiae criminis o avviate indagini sui fatti rappresentati presso la procura di Campobasso. Quindi c'è un tassello che manca, onorevole Narducci.
Tuttavia, l'intenzione del Governo è di continuare in ogni caso a premere per fare luce su questi tragici fatti. In questo senso ci potrà aiutare la rinnovata azione svolta dal Governo sul piano della collaborazione intergovernativa con le autorità argentine. Il 1o giugno 2011 è stata firmata un'intesa che rende possibile la ricognizione e trasmissione alle autorità argentine di copia ufficiale delle documentazioni, agli atti degli archivi diplomatico-consolari italiani in Argentina, relative a cittadini italiani, doppi cittadini o cittadini di origine italiana che finirono vittime del regime militare argentino. Grazie a questa intesa si potranno aprire completamente gli archivi della rete diplomatico-consolare, per contribuire, nell'ambito delle nostre competenze, a fare completamente luce su quegli anni.
In sostanza si è stabilita una comune intesa per favorire la ricerca della verità su tali tragici eventi, senza riserve. La documentazione ottenuta dall'Italia verrà consegnata all'Archivio nazionale della memoria (organismo che dipende dalla Segreteria dei diritti umani del Ministero di giustizia argentino, istituito in data 16 dicembre 2003), che ne diverrà gestore e responsabile. Per facilitare questo processo è stata istituita una commissione tecnica bilaterale, che il 19 settembre 2011 ha stabilito metodi e criteri dell'ostensione della documentazione al Governo argentino.
Tale iniziativa potrà auspicabilmente facilitare la continuazione della ricerca della verità e, soprattutto, contribuire a conservare la memoria su un'immane tragedia, di cui fa parte il caso da lei giustamente richiamato, il caso terribile di padre Tedeschi.

PRESIDENTE. L'onorevole Narducci ha facoltà di replicare.

FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente, desidero veramente andare oltre la Pag. 47formula canonica della soddisfazione o non soddisfazione per ringraziare il Governo, in questo caso il sottosegretario Dassù, per quest'ampia relazione, densa di indicazioni molto, molto utili, sia per l'associazione Padre Tedeschi sia per il gruppo di parlamentari che hanno presentato quest'interpellanza urgente. In effetti non mi aspettavo una risposta così esaustiva e ne sono veramente grato al sottosegretario.
Anche in questi giorni, signor Presidente, in alcune piazze dell'Italia, proprio in queste settimane, forse perché siamo ancora in clima estivo, si stanno inaugurando dei monumenti ai desaparecidos di comuni toscani, emiliani, lombardi e siciliani. Si tratta quindi di nostri concittadini periti, caduti per un ideale di libertà, per lottare per la giustizia, per le condizioni di vita, per tanti altri motivi insomma, ma con quella lotta democratica che tanti popoli hanno conosciuto e che, proprio per questo anelito verso la libertà, hanno pagato con la vita.
Credo che questo, che i comuni italiani stanno portando avanti in molte piazze, sia un gesto veramente di grande rilevanza e di grande significato, che testimonia la civiltà del nostro popolo, che forse spesso dimentichiamo, presi come siamo da fatti di altra natura.
Quindi ringrazio il Governo e sicuramente torneremo alla carica con altre iniziative. Vi sarà una conferenza stampa con protagonisti qui alla Camera nelle prossime settimane. Speriamo che con quest'azione congiunta della Camera dei deputati e del Governo si possa aiutare a fare luce sui tanti casi che ancora sono rimasti nell'oscurità.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Narducci. Con l'occasione mi consenta di dire una parola a ricordo di quanto i salesiani italiani hanno fatto per l'Argentina e anche a ricordo di quanto i rappresentanti diplomatici italiani in Argentina in quegli anni hanno fatto, distribuendo visti, sostenendo, aiutando e salvando molte vite umane. Anche a questo tema forse dovremmo una volta dedicare un momento di riflessione e di ricordo.

(Iniziative per la salvaguardia del patrimonio industriale e tecnologico di Parmalat, anche al fine del mantenimento dei livelli occupazionali - n. 2-01629)

PRESIDENTE. L'onorevole Benamati ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01629, concernente iniziative per la salvaguardia del patrimonio industriale e tecnologico di Parmalat, anche al fine del mantenimento dei livelli occupazionali (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

GIANLUCA BENAMATI. Signor Presidente, richiamo brevemente i contenuti di questa interpellanza urgente, che riguarda un grande gruppo industriale italiano che conta 68 stabilimenti produttivi ed ha 17 milioni di clienti in Italia e stimati 200 milioni nel mondo, che è uno dei maggiori attori nel settore agroalimentare del nostro Paese, un'eccellenza tecnologica, una delle poche vere multinazionali di questo Paese e che per lungo tempo è stata una delle poche public company o compagnie e aziende ad azionariato diffuso.
La Parmalat ha avuto una storia molto travagliata, la conosciamo tutti. La storia della prima Parmalat ormai è questione di vicissitudini giudiziarie. Da poco tempo la corte d'assise di Bologna ha confermato i giudizi per gli amministratori e per i soci della Parmalat coinvolti nella bancarotta di fine anni Novanta. Richiamo, quindi, che l'attuale configurazione societaria era nata dalle ceneri di quella bancarotta avendo, nel 2003, l'azienda partecipato, essendone ammessa, ai benefici della disciplina Marzano, con Enrico Bondi commissario e 14,5 miliardi di euro di passivo. Da quel momento in poi l'azienda ha attraversato una fase di profonda ristrutturazione che ha visto cessioni e sacrifici da parte dei lavoratori nell'ambito, appunto, delle divisioni dell'azienda, delle cessioni e delle riorganizzazioni, ma ha visto anche crescita, come nel 2009, anno Pag. 48nel quale l'azienda ha acquisito nuovi mercati e nuove realtà in diverse parti del mondo come l'Australia.
Ma veniamo ai fatti recenti, perché questo lavoro impegnativo e importante che è stato svolto, anche e soprattutto con risorse a supporto del pubblico, aveva permesso a quest'azienda nel 2010 di ritrovare una sua dimensione a livello internazionale e di avere una grande liquidità, di circa un miliardo e mezzo di euro. Queste sue caratteristiche probabilmente hanno interessato molti attori presenti nel settore sul mercato internazionale. Nel 2011 l'azienda è stata rilevata da un gruppo non italiano, da un gruppo francese, il gruppo Lactalis, dopo una prima fase di rastrellamento delle azioni e una successiva OPA aperta ad un valore di 2,6 euro per azione.
Tutti i tentativi che il Governo della Repubblica dell'epoca, il quarto Governo Berlusconi, mise in atto per difendere la cosiddetta italianità, ma credo per salvaguardare un patrimonio nazionale, non ebbero successo. Le eventuali cordate italiane - ricordo Ferrero, Granarolo e il lavoro e la presenza di Intesa - non ebbero successo e le discipline introdotte anche nell'ordinamento legislativo non fermarono questa situazione. Il gruppo Lactalis, da informazioni stampa, spese qualcosa come 3,4 miliardi di euro per acquisire il sistema Parmalat avendo, come si stimava, un indebitamento di circa 6 miliardi di euro. All'epoca vi furono molte polemiche sulla reale sostenibilità da parte di questo gruppo di tale acquisizione, ma sostanzialmente questa era la situazione.
Quest'anno abbiamo assistito ad alcuni fatti di un certo rilievo su questo gruppo italiano. In buona sostanza, nel luglio scorso l'azienda ha formalizzato un'operazione infragruppo per la quale la Parmalat Spa ha acquisito il ramo statunitense della Lactalis per circa 900 milioni di dollari. Un'acquisizione che ovviamente gli amministratori ritengono proficua e benefica per l'azienda e i soci di minoranza sulla stampa hanno definito non propriamente corretta e fruttuosa e che ha dato anche luogo a delle discussioni a livello sindacale. Su questo la Consob ha aperto un approfondimento per quanto riguarda i prezzi e la congruità degli scambi azionari intervenuti e risulta anche che l'autorità giudiziaria stia valutando la situazione.
Da questo punto di vista, nel luglio scorso si sono riattivati dei colloqui tra l'azienda ed i sindacati per l'analisi del piano industriale dell'azienda, alla luce anche di queste espansioni e di queste ricalibrazioni di attività. Il piano industriale è stato discusso nel luglio scorso con le associazioni sindacali nel territorio parmense, a Collecchio, che è sede italiana della società, e ci risulta che queste conversazioni non siano state particolarmente positive. Sembra che più che un piano industriale di sviluppo e di rilancio per l'Italia, si parli di riaggiustamenti e di tagli all'occupazione, dismissioni di stabilimenti (Pavia, Como, ma anche la dismissione, molto pesante, dello stabilimento di Genova, con più di 60 lettere di licenziamento), riduzioni previste nell'area parmense (con una trentina di esuberi) ed un ruolo non chiaro, collegato ovviamente alle prospettive industriali e strategiche che assumerà la Parmalat, e prospettive non chiare per quello che era il cuore ed il cervello dell'azienda, ovverosia l'amministrazione, il management ed i reparti strategici.
Allora, noi cosa chiediamo, onorevole Presidente, al Governo? Noi chiediamo ovviamente, in questa situazione, di capire se il Governo ha contezza di quelle che sono le attuali e reali linee del piano industriale di questa azienda, che ormai è diventata di proprietà non italiana e nel concreto, se questi dati sono già disponibili, come il Governo intenda muoversi nei limiti di quelle che sono ovviamente le sue competenze, come intenda muoversi per far sì che questo patrimonio industriale, tecnologico e occupazionale sia tutelato nel nostro Paese al meglio, in un momento in cui ovviamente i temi della protezione delle nostre aziende che operano a livello internazionale ed i temi ovviamente del possibile depauperamento del nostro patrimonio Pag. 49industriale in una fase di crisi così acuta come quella attuale, con pesanti ricadute sull'occupazione, sono a tutti noi molto evidenti.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Massimo Vari, ha facoltà di rispondere.

MASSIMO VARI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, le problematiche sollevate dagli onorevoli interpellanti sono - inutile dirlo - problematiche di indubbio rilievo, attesa l'importanza dell'azienda Parmalat per il Paese ed il conseguente forte interesse del Mise a seguirne le vicende.
A questo proposito, faccio presente, sulla base dei dati che mi sono stati forniti dalla competente direzione generale, che il 22 giugno scorso si è tenuta presso il Ministero per lo sviluppo economico una riunione ad hoc. In tale sede i rappresentanti del Ministero hanno chiesto ai responsabili della Parmalat di illustrare la situazione attuale. Questi ultimi hanno messo in risalto anzitutto l'esigenza inderogabile, per fronteggiare la competizione interna ed internazionale, inasprita dal perdurare della crisi dei consumi, di un miglioramento della produttività del sistema Parmalat in Italia, attraverso opportune concentrazioni e semplificazioni, sostenute da adeguati investimenti, senza alcun ridimensionamento delle produzioni. Secondo i rappresentanti dell'azienda, tali concentrazioni e semplificazioni, necessarie per riguadagnare produttività, saranno articolate nel tempo e gestite con particolare attenzione alle problematiche occupazionali. I detti rappresentanti hanno tenuto in ogni caso a sottolineare che il recupero della competitività si pone quale requisito fondamentale per la corretta valorizzazione del patrimonio industriale del gruppo in Italia, in un'ottica di sviluppo di lungo periodo.
In questo quadro, la società Parmalat ha annunciato l'avvio di un piano operativo che prevede la chiusura di tre piccoli stabilimenti: Genova, Villa Guardia e Cilavegna, in quanto ritenuti poco competitivi, anche a causa delle loro ridotte dimensioni. Gli interventi previsti non mutano però l'offerta della società in Italia, giacché le produzioni saranno trasferite in altri stabilimenti.
In occasione di questo incontro le organizzazioni sindacali hanno ricordato che la società Lactalis, durante il processo di acquisizione dell'azienda di cui si discute, aveva dichiarato che avrebbe valutato l'opportunità di far confluire in Parmalat le proprie attività nel settore del latte confezionato ed hanno quindi chiesto maggiori dettagli in merito alle implicazioni di una tale decisione sulla attuale politica dell'azienda stessa.
Sempre le organizzazioni sindacali hanno inoltre espresso preoccupazione circa l'operazione di acquisizione di Lactalis USA da parte di Parmalat, operazione che sembrerebbe avere un carattere esclusivamente finanziario. Al riguardo, il management dell'azienda, nel corso della sopra citata riunione del 22 giugno 2012, alla quale hanno partecipato le organizzazioni sindacali di categoria e territoriali, ha dichiarato che l'acquisizione dell'azienda negli Stati Uniti è strategica ai fini di rafforzare la presenza della società in Nordamerica.
Le organizzazioni sindacali hanno infine evidenziato l'esigenza che Parmalat, prima di procedere ad operazioni di ristrutturazione, fornisca maggiori dettagli sul piano industriale del gruppo. Dal canto suo l'azienda ha segnalato di avere in corso investimenti nel settore del latte a lunga conservazione per circa 60 milioni di euro nei prossimi due anni.
In questo contesto, per ritornare sulla questione dell'acquisizione di Lactalis USA da parte di Parmalat, il Ministero ha manifestato preoccupazione per tale scelta essendo state usate risorse di Parmalat per una acquisizione infragruppo; si tratta, invero, di una preoccupazione che è dato riscontrare anche nella richiesta di chiarimento formulata da Consob e nelle valutazioni critiche espresse dai principali organi di stampa nazionali. A conclusione dell'incontro il Ministero ha auspicato che siano utilizzate altre risorse per allargare Pag. 50il perimetro del gruppo; lo stesso Ministero continuerà, comunque, a monitorare la situazione, a partire da un prossimo incontro che è previsto a giorni, e cioè il 21 settembre, con particolare attenzione alle operazioni finanziarie che saranno poste in essere e all'impiego delle risorse della società.

PRESIDENTE. L'onorevole Tullo, cofirmatario dell'interpellanza, ha facoltà di replicare.

MARIO TULLO. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario, perché è stato molto puntuale nell'esporci cose in parte a noi note da lui ricostruite in maniera autorevole in quest'Aula. Dico subito che ci dichiariamo innanzitutto soddisfatti dell'attenzione che lei, personalmente, e a nome del Governo, ha dimostrato di avere nella vicenda e quindi guardiamo con interesse al tavolo del 21 settembre prossimo; da questo punto di vista potrei quindi anche risedermi e limitarmi a questo per dire: «poi ci rivediamo dopo il 21 e cerchiamo di capire con voi come è andata a quel tavolo».
Tuttavia, lei ha fatto una ricostruzione provando anche a rappresentarci le parti in campo e non solo quelle che rappresentano e discutono, ma sta di fatto che in Lactalis noi vediamo contraddizioni. Il collega Benamati ha esposto molto bene la questione e non voglio usare il tempo che già lui ha utilizzato rispetto anche ai dubbi che, in qualche modo, anche lei ha citato rispetto alla scalata stessa del gruppo su Parmalat, sulle difficoltà che Parmalat ha avuto e di come, in qualche maniera, il Paese si era fatto carico di accompagnare questa azienda, che è un punto di eccellenza, oltre che di significativa opportunità occupazionale, fuori da una crisi che era più di carattere finanziario che di prodotto.
Ora su questo noi pensiamo che il Governo possa e debba giocare un ruolo attivo; non solo a testimoniare, come lei in maniera autorevole ha fatto, le parti. Lactalis è in contraddizione rispetto a ciò che dice, sempre, secondo noi, di potenziare, ma contemporaneamente, per ora, agli atti ci sono 123 lettere di licenziamento.
Le fabbriche sono tutte importanti; tutti i centri produttivi sono importanti, ma abbiamo quello più importante a Parma, non solo perché vi sono gli occupati, ma perché lì vi è il «cervello», la ricerca, la qualità, l'eccellenza, quello che poi consente agli altri stabilimenti di portare avanti le linee di prodotto. Vi sono stabilimenti minori, come quello di Pavia (che è in discussione), di Como e quello di Genova, che cito perché lo conosco un po' meglio essendo io genovese. Per quest'ultimo, nel 2010, prima che Lactalis arrivasse, avevamo chiesto al Governo precedente - e il sottosegretario Saglia ci aveva fornito una risposta puntuale - di stare attenti, perché Parmalat, già nel 2010, per esempio su Genova, era scesa, da 700 litri quotidiani, a utilizzarne 500, e si era rinunciato al tetrapak e si era detto che bisognava razionalizzare perché vi era la crisi, ma si diceva anche che poi se ne sarebbe usciti. Tuttavia, i siti produttivi venivano considerati intoccabili, perché - e questo vale anche per le notizie che ho rispetto a Pavia e a Como - sono in attivo, e anche oggi, che sono partite le lettere di liquidazione, quei lavoratori, tutti i giorni, quotidianamente, lavorano, e lavorano tanto. Quindi, davvero, il rischio che non vi sia un'ottimizzazione per rilanciare, ma solo per fare economia sulla pelle dei lavoratori e dei territorio, lo vediamo fortemente.
Quindi, vi chiediamo - come lei ha già fatto - una manifestazione di interesse e di attenzione, sapendo che vi sono in discussione i lavoratori diretti, la filiera e anche parte dei territori, che rischierebbero di essere abbandonati. Penso, infatti, ai 150 allevatori della provincia di Genova, che se non conferiranno il latte a quella centrale diventerà un po' più complicato per loro vendere latte, e ciò vale, sicuramente, anche per gli altri territori. Quindi, sottosegretario, la ringraziamo per l'attenzione e speriamo in un intervento energico del Governo.

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(Rinvio dell'interpellanza urgente Velo ed altri n. 2-01633)

PRESIDENTE. Avverto che, su richiesta dei presentatori e con il consenso del Governo, lo svolgimento dell'interpellanza urgente Velo ed altri n. 2-01633 è rinviato ad altra seduta.

(Iniziative per garantire la continuità della produzione della Ghizzoni spa - n. 2-01635)

PRESIDENTE. L'onorevole Motta ha facoltà di illustrare l'interpellanza Benamati ed altri n. 2-01635, concernente iniziative per garantire la continuità della produzione della Ghizzoni spa (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti), di cui è cofirmataria.

CARMEN MOTTA. Signor Presidente, illustrerò brevemente il contenuto di questa interpellanza urgente, che intende sottoporre al Governo la situazione della società Ghizzoni Spa, una società fondata nel 1950, specializzata nel settore della costruzione di grandi condutture per gas e liquidi, cresciuta negli anni, fino a diventare un riferimento non solo del mercato italiano e nel mercato italiano, ma anche di quello internazionale di settore. A conferma di ciò cito la costruzione di migliaia di chilometri di condotte a livello europeo (in Europa oltre 5 mila chilometri), un fatturato che nel triennio 2009-2011 ha raggiunto circa 250 milioni di euro e l'acquisizione nel 2000 del ramo d'azienda Saipem Italia, con un potenziale operativo davvero molto significativo ed elevato.
La società ha sede operativa a Vidalenzo di Polesine, in provincia di Parma, e sede legale a Macchia di Ferrandina, in provincia di Matera, con circa 1.000 dipendenti suddivisi tra le due aziende. Quindi, stiamo parlando di un'azienda di assoluta rilevanza.
Da un comunicato dell'azienda dei primi di maggio e anche, ovviamente, da interventi della stampa sul caso, si è appreso che questa società - la società Ghizzoni -, in difficoltà economico-finanziaria, ha deciso di presentare istanza per il ricorso all'amministrazione straordinaria in base alla legge Marzano. Si tratta di una decisione che, ovviamente, è stata dettata dalle obiettive difficoltà in cui si trovava la società, difficoltà di liquidità molto importanti, e che, quindi, hanno determinato una crisi economico-finanziaria sicuramente molto significativa.
Ora, l'istanza nella quale la Ghizzoni Spa richiede l'ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria, appunto in base al decreto Marzano, risulta depositata in data 9 maggio 2012 e questo è stato possibile perché si è dichiarato lo stato di insolvenza e vi erano anche i requisiti dimensionali previsti dalle norme contenute nel decreto.
Il Ministero dello sviluppo economico con un suo decreto del 30 maggio 2012 - e di questo devo dare atto della positiva rapidità da parte del Governo, perché questo è stato davvero un passaggio molto importante - ha ammesso la Ghizzoni Spa alla procedura di amministrazione straordinaria e ha nominato commissario straordinario il dottor Daniele Pecchini.
Un decreto successivo del 4 luglio 2012 ha rettificato il precedente, decreto molto importante anche questo, perché la rettifica riguarda il totale dell'indebitamento dell'azienda che sale a oltre 310 milioni di euro; quindi un debito significativo tale da giustificare l'ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria.
Il tribunale di Matera ha in questo caso accertato la sussistenza delle condizioni e il commissario straordinario si è da subito messo al lavoro. Io e il collega Benamati lo abbiamo incontrato per avere un quadro della situazione e per testimoniare anche una vicinanza delle istituzioni, a partire dal Parlamento, perché ovviamente ci sta a cuore questa importante azienda che insiste nel territorio del parmense, ma che è di livello nazionale, e per la salvaguardia dei livelli occupazionali, dei posti di lavoro.
Si è messo, dicevo, al lavoro il commissario straordinario per redigere le relazioni di legge e soprattutto per stilare un Pag. 52programma di ristrutturazione e per valutare le cause dell'insolvenza e anche la sostenibilità di un progetto di riorganizzazione. Sottolineo anche, signor Presidente, perché lo ritengo importante, che da parte della amministrazione provinciale di Parma, nella persona del suo vicepresidente, c'è stato un interessamento sollecito a questa situazione.
La provincia di Parma segue tante situazioni di crisi che purtroppo investono anche il nostro territorio e ha promosso un incontro con l'amministratore straordinario durante il quale quest'ultimo ha dichiarato la riapertura di cinque cantieri su sette che erano stati chiusi ed entro l'anno corrente il rilancio produttivo della Ghizzoni.
Avremo anche un prossimo incontro, proprio lunedì prossimo, 10 settembre, in cui sono stati invitati tutti i parlamentari della provincia. È un incontro sempre promosso dall'amministrazione provinciale con parlamentari, con i sindaci e anche questo è finalizzato a comprendere insieme al commissario straordinario quale potrà essere l'evolversi della situazione, e per fare, come si dice, sistema nel territorio stesso e anche per capire se si può andare incontro, ad esempio, alle richieste di molti lavoratori che attendono stipendi arretrati che non sono stati erogati.
Quindi, c'è molta apprensione da parte dei lavoratori, diversi dei quali - in numero abbastanza considerevole - sono già in cassa integrazione, per cui è necessario assolutamente definire al più presto anche l'applicazione coerente e corretta - che peraltro la legge Marzano prevede - degli ammortizzatori sociali proprio per ottemperare a questa situazione di assoluta incertezza da parte dei molti lavoratori coinvolti.
Quindi, per terminare, tutto questo per delineare un quadro di un'azienda che, per le sue dimensioni, è un'azienda importante per il territorio, per i territori in cui insiste, ma sicuramente anche a livello nazionale e per il settore di intervento dell'azienda. Abbiamo presentato questa interpellanza proprio per avere dal Governo, se possibile, ulteriori informazioni, per capire meglio lo stato della situazione della Ghizzoni Spa per le informazioni che può aver avuto il Governo e soprattutto, signor sottosegretario, quali siano le iniziative di competenza del Ministro che il Ministro, il Ministero, intende porre in essere per salvaguardare questo che è un grande patrimonio tecnologico italiano, per tutelare i lavoratori, i creditori e l'integrità aziendale.
Lo ripeto, è una richiesta che noi facciamo davvero accoratamente perché pensiamo che, ad esempio, l'attivazione di un tavolo nazionale, date le dimensioni dell'azienda, potrebbe essere, da parte del Ministero, tenuta in considerazione. Ringrazio ovviamente per quanto il Governo potrà dirci e spero che anche questa possa essere una situazione che, con il concorso di tutti, possa vedere un'evoluzione positiva nell'interesse ovviamente dei lavoratori, dell'azienda e del sistema produttivo italiano.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Massimo Vari, ha facoltà di rispondere.

MASSIMO VARI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, le questioni affrontate dagli onorevoli interpellanti riguardano la società Ghizzoni, con sede legale in Ferrandina (Matera), un'azienda che opera principalmente nell'ambito della oil and gas industry. Il capitale della società è detenuto per il 58 per cento da Matteo Ghizzoni, amministratore unico, mentre la parte restante è della Cemat s.r.l, società comunque riconducibile alla famiglia Ghizzoni.
La Ghizzoni Spa, con un organico medio, nel corso degli ultimi mesi, pari a 995 unità, svolge la propria attività nel settore della costruzione di condotte, pipeline, in prevalenza gasdotti e metanodotti. Come ricordano anche gli interpellanti, nel corso dell'anno 2000, con l'intento di meglio competere con le principali concorrenti europei del settore, è stato acquisito il ramo di azienda Saipem Terra Italia. Quanto alle vicende più recenti, ricordo Pag. 53che in data 30 maggio 2012 il Ministero dello sviluppo economico, su istanza della società, ha ammesso la società stessa alla procedura di amministrazione straordinaria, ai sensi del decreto-legge n. 347 del 2003, cosiddetta legge Marzano, ed ha nominato commissario straordinario il dottor Daniele Pecchini. Successivamente, con sentenza del 6 luglio 2012, il tribunale di Matera ha dichiarato lo stato di insolvenza della società.
La procedura di amministrazione straordinaria ha, com'è noto, finalità conservativa del patrimonio produttivo e tende, pertanto, a salvaguardare, di fronte a dissesti particolarmente preoccupanti sul piano delle ricadute socio-economiche, il bene impresa, quale entità oggettiva distinta dall'imprenditore, nella sua duplice valenza di fonte unitaria di produzione e di fattore di mantenimento dell'occupazione. In tale prospettiva conservativa vanno inquadrate talune iniziative già assunte dal commissario straordinario, quale la stipula degli accordi con le società SNAM Rete Gas e Serfactoring, funzionali alla riattivazione dell'attività imprenditoriale della Ghizzoni.
Ricordo in proposito che, entro centottanta giorni dalla data di nomina, il commissario straordinario è tenuto a presentare al Ministero dello sviluppo economico, ai sensi dell'articolo 4, comma 2, del decreto-legge n. 347 del 2003, un programma di recupero dell'equilibrio economico della società da realizzarsi sulla base di una delle alternative previste dall'articolo 27, comma 2, del decreto legislativo n. 270 del 1999, ovverosia cessione dell'azienda oppure ristrutturazione economico-finanziaria della stessa. Tale programma sarà soggetto all'autorizzazione del Ministero dello sviluppo economico.
Vengo ai profili occupazionali, aggiungendo che, al momento, risultano occupati nell'azienda 404 lavoratori. Sempre su questa problematica dei profili occupazionali vorrei ricordare ancora la norma speciale dell'articolo 7, comma 10-ter, del decreto-legge n. 148 del 1993, convertito dalla legge n. 236 del 1993, il quale prevede la concessione della cassa integrazione guadagni straordinaria ai lavoratori delle imprese ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria per tutta la durata dell'esercizio d'impresa.
Nel caso in concreto, risulta in effetti che in data 6 luglio 2012 la Ghizzoni in amministrazione straordinaria abbia sottoscritto un verbale di accordo con le organizzazioni sindacali per il ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria, a partire dal 30 maggio 2012 (data di apertura della procedura di amministrazione straordinaria) e per tutta la durata dell'attività del commissario.
Ciò è stato previsto per un numero massimo di 701 lavoratori, pari ai dipendenti in forza alla predetta data di apertura della procedura. Con questo possiamo, dunque, dire che è iniziato ed è in atto un percorso volto a salvaguardare nei limiti del possibile le sorti dell'azienda, nella consapevolezza dell'importanza della medesima. Si tratta di un percorso che il Ministero dello sviluppo economico sta tenendo costantemente sotto controllo seguendone l'evoluzione in modo attento.

PRESIDENTE. L'onorevole Benamati ha facoltà di replicare.

GIANLUCA BENAMATI. Signor Presidente, credo che, anche in questo caso, non possiamo non apprezzare l'intervento del Governo e del Ministero nello specifico su questa crisi. Si tratta di un intervento che con i due decreti di maggio e di luglio che hanno dato accesso alle disposizioni del decreto-legge n. 347 del 2003, poi confermate dal tribunale successivamente nella giustezza, è stato immediato con identificazione anche di una persona che riteniamo di qualità per la conduzione di questa fase di estrema difficoltà di un'azienda che, anche in questo caso, è un patrimonio non dico solo del territorio parmense o della Basilicata, ma nazionale per quelle che sono le caratteristiche delle attività che essa svolge nel settore del trasporto e della diffusione dei prodotti gassosi e liquidi a carattere energetico.
Quindi, si tratta di un'azienda che ben si inserisce in un panorama economico Pag. 54italiano e che soffre, come diceva il signor sottosegretario, di problemi che andranno determinati; e qui chiediamo all'Esecutivo, al Ministero, attentamente la relazione prodotta dal commissario. Infatti, anche questa (abbiamo prima svolto un'interpellanza sulla Parmalat) è una azienda che aveva sostanzialmente una conduzione e una caratteristica di proprietà familiare e che oggi si trova in una situazione di questo tipo ed è chiaro che, per determinare la sostenibilità in futuro e un perimetro industriale idoneo per una continua operatività di questa azienda nel settore, bisogna partire dalle ragioni che hanno condotto a questa situazione.
Quindi, attendiamo anche noi, signor sottosegretario, e la richiameremo a darci conto delle indicazioni fornite dal commissario straordinario sulle ragioni che hanno portato a questa situazione. In ultimo, sempre nell'apprezzare il lavoro che stanno svolgendo il Ministero e le divisioni tecniche incaricate, noi riteniamo che uno sforzo vada fatto nell'assistenza al commissario nel lavoro di riorganizzazione e di riprogrammazione che, come lei ben diceva, è già in fase di attivazione avanzata. Occorre magari aiutare questa azienda a ritrovare la strada che le consentirà di avere, come tutti auspichiamo, un nuovo perimetro industriale sostenibile economicamente e redditizio e a ritrovare un ruolo nel mercato di settore italiano (il mercato degli oleodotti è importante) e vigilare sull'applicazione piena e completa. Vediamo già con piacere la stesura di questo accordo con le organizzazioni sindacali in ordine agli ammortizzatori sociali.
Fra parentesi, questi sono previsti come finanziamento come caratteristica proprio in specifico nell'ambito di questa legislazione, che per ultima è stata denominata «Marzano» ma che ha diversi provvedimenti alle sue spalle.
In tutto questo, con queste richieste e con questo apprezzamento direi che rimaniamo, come nel caso precedente, attenti all'evoluzione di questa situazione e ringraziamo il Governo per la risposta.

(Elementi ed iniziative in relazione all'ipotesi di vendita di Ansaldo energia spa - n. 2-01637)

PRESIDENTE. L'onorevole Boccia ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01637, concernente elementi ed iniziative in relazione all'ipotesi di vendita di Ansaldo energia spa (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

FRANCESCO BOCCIA. Signor Presidente, signor sottosegretario, l'interpellanza urgente che oggi arriva qui per la discussione in Aula è stata presentata dal gruppo del Partito Democratico a fine luglio, in un momento in cui ci saremmo aspettati dal Governo una risposta alle richieste venute dallo stesso Partito Democratico in diversi contesti, sia in Aula a margine della discussione sul «decreto sviluppo», sia nelle Commissioni di merito, tra la X Commissione (Attività produttive) e V la Commissione (Bilancio), a margine dell'approvazione di alcuni provvedimenti che, in qualche modo, incidevano su alcune riflessioni che il Governo sta facendo, non solo sulle politiche industriali ma anche sulle competenze del Governo e sulle idee che il Governo ha rispetto al ruolo degli azionisti di alcune imprese e al ruolo stesso del Ministero dell'economia e delle finanze rispetto alle scelte di alcuni azionisti e, più in generale, della Cassa depositi e prestiti.
È evidente che siamo arrivati fin qui perché non abbiamo ottenuto risposte e non abbiamo certamente ottenuto risposte che possano, in qualche modo, chiarire quali sono le valutazioni che il Governo ha fatto su alcuni temi che a noi stanno particolarmente a cuore e che non sono oggetto di un'ossessione culturale del Partito Democratico, ma che incrociano la necessità di capire se dopo questi dieci mesi di Governo la valutazione sulle politiche industriali, fatte dagli azionisti, è in qualche modo sostenibile rispetto alla trasformazione in corso che alcuni comparti stanno vivendo sui mercati.
Ansaldo energia è il simbolo di questa complessità e mi permetta di dire che Pag. 55soprattutto Finmeccanica è la sintesi delle contraddizioni sulla politica industriale che il nostro Paese sta vivendo. Siccome la storia di Ansaldo energia affonda le radici negli anni Sessanta, lontana da noi è stata la tentazioni di ricostruire la storia di questo gruppo. Però, abbiamo il dovere di ripartire da quello che sta accadendo in questi mesi in quello stabilimento e da quello che sta accadendo in questi mesi nelle stanze degli azionisti di riferimento. Poiché abbiamo la sensazione che siano stati lasciati un po' troppo soli, nel senso che sono stati lasciati soli nel decidere cosa fare, vorremmo che il Governo prendesse in Aula l'impegno di dirci se alcune operazioni sono state autorizzate o sono state prese in considerazione, perché in funzione di questo cambierebbero, evidentemente, le nostre valutazioni e anche le nostre risposte, in un senso o nell'altro.
Entro nel merito, signor Presidente. Ansaldo energia spa, che è un pezzo di storia della nostra industria, copre l'intera gamma della produzione di energia, con la fornitura di centrali elettriche, di turbine e di generatori.
È la prima delle aziende del gruppo Ansaldo, settore civile di Finmeccanica, che ne detiene il controllo con il 55 per cento delle quote, mentre il restante 45 per cento è stato ceduto per 500 milioni di euro nel marzo del 2011 alla statunitense First Reserve, specializzata nel settore energia. Nel 2011 Ansaldo energia Spa ha chiuso il proprio bilancio con ricavi per 1,2 miliardi, ha ottenuto ordini per 335 milioni dall'Italia, 389 dall'Europa, 479 dall'Africa, 28 milioni dal Medio Oriente, 15 dalle Americhe e tre milioni dall'Asia. Questa è Ansaldo energia rispetto all'evoluzione di quel comparto, non solo sul mercato italiano ed europeo che è buona parte, ma anche rispetto all'evoluzione di quel mercato soprattutto in Africa.
Secondo le associazioni di categoria, il gruppo, a livello italiano, genera un indotto di oltre 10 mila posti di lavoro. Secondo organi di stampa e secondo l'ammissione stessa nella 10a Commissione del Senato, fatta dal presidente di Finmeccanica, il gruppo tedesco Siemens è sul punto di finalizzare un'offerta da 1,3 miliardi di euro per l'acquisto della azienda. La vendita rientrerebbe, a sentire il presidente di Finmeccanica Orsi, nel disegno di alienare i comparti «civili» del gruppo per puntare esclusivamente su due settori strategici: difesa ed aerospazio.
Che questa sia la strategia di Finmeccanica ci sta, anche se il gruppo negli ultimi mesi è salito agli onori delle cronache nazionali più per le contraddizioni interne, che per le strategie industriali, ma quello che ci interessa capire è qual è la posizione del Governo rispetto ad una scelta strategica di un'azienda importante come Finmeccanica, e se l'alternativa non debba essere un'altra rispetto alla scelta dei vertici di Finmeccanica di vendere un'azienda semplicemente per far cassa.
Ansaldo energia Spa, secondo gli scriventi, opera in un settore strategico, come quello dell'energia, rispetto al quale ci sono tuttora ampie potenzialità. La dimostrazione è data dai 17 brevetti, di cui detiene la proprietà. Finmeccanica - sempre secondo le affermazioni fatte presso la 10a Commissione del Senato dal presidente Orsi - ha la necessità di quelle risorse e ciò - noi aggiungiamo - probabilmente per coprire e sanare perdite da 2,3 miliardi di euro. Noi riteniamo indispensabile capire qual è la posizione del Governo.
L'interlocutore, in questo momento, non è un interlocutore qualsiasi: è Siemens; l'interesse della Siemens, a nostro avviso, risiede nel fatto che nel 2015 scadranno gli accordi di licenza firmati nel 2005 con Ansaldo energia Spa che, nel frattempo, ha sviluppato nel settore della ricerca prodotti migliorati, in grado di competere sul mercato e di mettere in difficoltà l'azienda tedesca.
Appare chiaro, per quanto sottolineiamo in questa interpellanza, che l'interesse ad acquisire un concorrente pericoloso è anche dettato dalla necessità di ridurne il prezzo sul mercato. Non si comprende, pertanto, quale sia la politica industriale che si vuole perseguire al netto delle strategie di Finmeccanica che, pur non essendo condivisibili, potrebbero essere Pag. 56comprese, se la necessità è quella di dare ai propri finanziatori la certezza di un recupero di parte della cassa attraverso la vendita di un gruppo così importante.
Per questa ragione, ci aspetteremmo una valutazione di politica industriale più coerente da parte del Governo ed altre ipotesi sul tavolo. Se Ansaldo energia è un'azienda che necessita di ulteriori investimenti, che non può più assicurare l'attuale azionista e se certamente quegli investimenti rientrano in una nuova visione di politica industriale, quegli investimenti possono essere fatti certamente dall'attuale azionista Stato attraverso la Cassa depositi e prestiti.
Tutto ciò senza donare un pezzo della storia industriale del Paese, che significa anche futuro in alcuni continenti (mi riferisco soprattutto all'Africa), ad un concorrente che ha solo la necessità di sterilizzarlo, un'azienda che riteniamo ancora strategica per le caratteristiche che abbiamo sintetizzato nell'interpellanza urgente. Aggiungiamo anche che ci saremmo aspettati nel dibattito, svolto nel Paese a spizzichi e bocconi dal Ministero dello sviluppo economico e in particolar modo dal Ministro, almeno la valutazione di ipotesi di sinergie tra Ansaldo energia Spa e alcuni gruppi privati italiani anche consorziati, invece questo tema è come se non esistesse, come se non fosse stato preso in considerazione.
Non possiamo accettare la risposta probabilmente banale che nessuno si è fatto avanti perché quando la proprietà è dello Stato e quando lo Stato - in questo caso il Governo - ritiene quel comparto strategico, crea le condizioni affinché questo possa accadere. Noi - questa è la posizione del Partito Democratico - riteniamo che essendo strategica l'azienda, essendo strategico il comparto ed essendo una follia in questo momento rafforzare un concorrente diretto con il rischio che l'azienda italiana venga di fatto acquisita per esclusive ragioni di quote di mercato, oltre che di brevetti, ci aspettiamo un surplus di valutazione da parte del Governo che non metta in difficoltà Finmeccanica - se Finmeccanica ha bisogno di fare cassa, la cassa può farla attraverso Cassa depositi e prestiti -, ma vorremmo avere dal Governo una risposta sulle strategie industriali. Non è accettabile la risposta che un'azienda come Ansaldo energia Spa venga venduta alla tedesca Siemens semplicemente per portare a casa 1,3 miliardi di euro, sapendo - come sappiamo tutti - che dentro Cassa depositi e prestiti ci sono risorse fresche e abbondanti per fare un'operazione di questo tipo. Manca solo la volontà politica, e allora se la volontà politica coincide con quella del Parlamento, questa parte del Parlamento quella volontà ce l'ha, crediamo ancora in Ansaldo energia Spa e crediamo soprattutto nella capacità di questa azienda di sviluppare un'attività che incroci lo sviluppo di quelle tecnologie, di quelle innovazioni e di quelle idee che non a caso hanno consentito nel 2011 di ottenere quelle commesse che certamente garantiscono lo sviluppo delle stesse attività.
Ci aspettiamo dal Governo, da questo punto di vista, un chiarimento molto dettagliato.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Vieri Ceriani, ha facoltà di rispondere.

VIERI CERIANI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, Finmeccanica è una delle più importanti realtà industriali del Paese, presente in settori strategici e capace di operare e competere in ambiti internazionali. È però anche un gruppo che, come altri in questa congiuntura economica, deve affrontare complesse situazioni di mercato che richiedono iniziative rapide per migliorare la competitività e superare gli squilibri patrimoniali che la recente approvazione di bilancio ha reso evidente.
È stato elaborato un programma di ristrutturazione e di rilancio che è in corso di realizzazione e che il Governo segue con grande attenzione, auspicando che sia realizzato nei tempi previsti.
Il programma valorizza i settori e le aziende nei quali Finmeccanica eccelle: Pag. 57aeronautica, elicotteristica, elettronica applicata alle tecnologie satellitari e alle telecomunicazioni, sistemi di controllo delle reti di trasporto e di energia, apparati per la produzione di energia elettrica tradizionale e nucleare. Entro questo quadro di riferimento si collocano le eventuali cessioni che il gruppo dirigente di Finmeccanica ha annunciato di volere attuare. A questo proposito il Governo, senza dimenticare il ruolo e la natura societaria di Finmeccanica, auspica che ogni decisione che preveda la riduzione del perimetro di azione, venga attuata cercando, nei limiti del possibile, di salvaguardare l'attuale presenza territoriale degli impianti, le competenze e i livelli occupazionali, il know how accumulato. Gli acquirenti eventualmente prescelti dovrebbero dimostrare di avere la capacità di apportare gli investimenti necessari a risanare e sviluppare gli asset. Ansaldo energia non è un'azienda con bilanci in perdita, ma potrebbe trarre vantaggio da una partnership industriale che la renda ancora più competitiva e, soprattutto, migliori la sua capacità di misurarsi su mercati sempre più integrati. Detto questo, è certamente auspicabile che la scelta di un eventuale partner risponda ai principi più sopra richiamati. Diversamente, ci troveremmo di fronte ad una cessione che priverebbe il Paese di migliaia di posti di lavoro per la maggior parte altamente qualificati. Qualora si dovesse verificare un quadro contraddittorio rispetto a quanto prospettato, il Governo valuterà l'eventuale possibilità di ricorrere all'utilizzo di poteri speciali, così come previsto dalla normativa recentemente approvata dal Parlamento. Attualmente, comunque, non risulta che siano state presentate manifestazioni di interesse per Ansaldo energia da parte di soggetti pubblici o a capitale pubblico.

PRESIDENTE. L'onorevole Tullo, cofirmatario dell'interpellanza, ha facoltà di replicare.

MARIO TULLO. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Ceriani, ma francamente è difficile ritenersi soddisfatti. Perlomeno mi ritengo soddisfatto quando lei dice giustamente che una realtà come Ansaldo energia, con i suoi livelli occupazionali e la sua capacità produttiva, va comunque difesa. Quindi, dinanzi alle scelte dell'azionista, il Governo si farà garante di quel risultato. Ma il problema che noi vi poniamo ormai da tempo, con interrogazioni, interpellanze urgenti, audizioni dei dirigenti di Finmeccanica in Commissione, con una mozione che è ancora depositata, è quello di fare uno sforzo di indirizzo. Abbiamo salutato positivamente la nascita di questo Governo che ha avuto il sostegno da parte nostra. Voglio fare un esempio, cercando anche di essere rapido. Ha fatto molto bene il collega Boccia, che oggi ha inquadrato in particolar modo la questione di Ansaldo energia. Questo Governo, per esempio, su un altro settore importante per l'industria italiana, che ci vede anche partecipi come parte pubblica, Fincantieri, ha operato bene, nel senso che non è che ha risolto tutti i problemi della cantieristica italiana - perché tra l'altro la crisi del mercato è molto più forte di quella di alcuni settori di Ansaldo - ma ha provato a portare queste aziende in una situazione in cui non sono stati chiusi cantieri. La prospettiva, infatti, era quella di chiudere cantieri, perché quando un cantiere navale viene chiuso non riapre più. Ha posto le condizioni per affrontare l'emergenza, per poi provare a giocare la partita della competizione con altri, che ci sono, che fanno navi in un'altra situazione. Abbiamo un problema: Finmeccanica - non dobbiamo spiegare noi a voi cosa è: è la più importante realtà di industria tecnologica del nostro Paese - ha una forte partecipazione pubblica, ha dei settori che vanno bene e dei settori che non vanno bene e ha problemi finanziari e di prodotto. L'idea, su cui qualcuno prova a convincerci da tempo - almeno rassegnatevi da questo punto di vista, lo dico con affetto e rispetto - che la parte civile viene meno e che ci impegniamo meno, perché c'è la parte militare, non ci convince. Nel mondo tra l'altro si stanno facendo bilanci che tendono a ridurre gli investimenti dal punto Pag. 58di vista militare, mentre si rafforza invece l'attenzione dei Governi su trasporti ed energia. C'è un problema di cassa. L'ha detto anche lei. Non è il problema delle singole aziende e tanto meno di Ansaldo energia. Questo vale anche per Ansaldo STS, che è leader nel settore del segnalamento. Se si tratta di fare cassa - la Cassa depositi e prestiti può affrontare anche in questo caso l'emergenza - semmai si esca da qualche avventura. Questo gruppo dirigente, che governa Finmeccanica da un po' di tempo, in Inghilterra ha «indovinato», in America - ce lo vogliamo dire - la parte militare non va bene, perde significativamente.
Si rinunci e si rientri da qualche operazione - io la chiamo anche «avventura» - in cui vi è anche un problema di credibilità del gruppo dirigente, iniziamo a dircelo, perché comunque Finmeccanica ha anche attraversato bufere giudiziarie (ancora oggi vi è notizia di altri coinvolgimenti, da questo punto di vista).
Per questo, sollecitiamo ancora il Governo a fare lo sforzo di avere un ruolo più da protagonista, come lo avete avuto, per esempio, con Fincantieri. Credo che, da questo punto di vista, vi possa essere un confronto da parte di tutto il Parlamento a sostegno di questi nostri gioielli rientranti nel gruppo di Finmeccanica; in particolar modo, oggi abbiamo parlato di Ansaldo energia, dove è possibile affrontare l'emergenza, anche finanziaria, giocando in casa, non come prospettiva e soluzione finale, con Cassa depositi e prestiti, ma evitando scelte che sono poi irreversibili.
Prima il collega Boccia è intervenuto anche su questioni legate ai prodotti, alle licenze di prodotto che vanno a scadere, evitando corse, magari, verso uno dei nostri maggiori competitori, perché questo porterebbe non più ad un controllo da parte nostra, italiana, di Ansaldo energia, e lo sappiamo bene.
Vi è un problema, ovviamente: sappiamo benissimo che quei prodotti e quelle conquiste di gare, quelle commesse che Ansaldo va a conquistare in giro per il mondo richiedono anche uno sforzo finanziario, che, forse, non siamo più in grado di esercitare fino in fondo. Scegliamo e aiutiamo Finmeccanica a scegliere alleanze con possibilità e potenzialità finanziarie, ma non mettiamola in mano a nostri concorrenti.
Vorrei adesso qui non semplificare e non ridurre, ma tre o quattro interpellanze fa abbiamo parlato di Lactalis che ha acquisito Parmalat, con il conseguente coinvolgimento di molte centrali del latte e di attività produttive più piccole, ma che si portano dietro una filiera, quella agroalimentare, non di poco conto.
Diciamo, quindi, che vi è una parte di non soddisfazione perché speriamo di vedervi maggiormente protagonisti e pensiamo che il Parlamento debba fare la sua parte. Vi è stata un'interpellanza che abbiamo discusso il 19 luglio, poi vi è stato un question time dei colleghi del Popolo della Libertà alcuni giorni dopo, vi è oggi questa interpellanza.
La Conferenza dei presidenti di gruppo poi valuterà, ma mi spingo sommessamente a dire che bisogna valutare che il Parlamento affronti le mozioni che abbiamo presentato, perché pensiamo che su Finmeccanica, e concludo, vi sia bisogno che il Governo dia un indirizzo e che il Parlamento dia un indirizzo e accompagni il Governo, Finmeccanica e il suo gruppo dirigente in una scelta che è strategica per queste aziende e per il Paese, perché parlare di Finmeccanica vuole dire parlare anche delle commesse che vi sono in Europa e nel mondo, ma vuole dire parlare anche del nostro sistema di difesa, energetico e dei trasporti.
Quindi, credo che, da questo punto di vista, vi debba essere una maggiore corresponsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Chiarimenti in merito all'annunciata indizione di un concorso per il personale docente della scuola in relazione alle problematiche del precariato scolastico - n. 2-01642)

PRESIDENTE. L'onorevole Borghesi ha facoltà di illustrare l'interpellanza Di Pietro Pag. 59ed altri n. 2-01642, concernente chiarimenti in merito all'annunciata indizione di un concorso per il personale docente della scuola in relazione alle problematiche del precariato scolastico (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti), di cui è cofirmatario.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, l'Italia dei Valori ha presentato al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Profumo, questa interpellanza poiché il Ministro ha annunciato l'imminente indizione di un bando di concorso per il 24 settembre prossimo per l'assegnazione dei ruoli del personale docente per l'anno scolastico 2013-2014 - circa 22 mila unità - attingendo per il 50 per cento dei posti dalle attuali graduatorie ad esaurimento e per il residuo 50 per cento dai vincitori di questo concorso.
Il Ministro ha dichiarato che l'indizione del concorso risponde alla necessità di rispettare la normativa vigente in materia di reclutamento scolastico. In realtà, a noi pare che così non sia, perché il Ministro sembra ignorare il fatto che le graduatorie permanenti sono state trasformate dalla legge n. 296 del 2006 in graduatorie ad esaurimento, e questo ai fini del contenimento della spesa e per la razionalizzazione dell'utilizzazione del personale selezionato.
Questo anche per favorire l'assorbimento del precariato che, come è noto, nella scuola è molto ampio. Per questo era stato varato, anche al tempo, un piano triennale che avrebbe dovuto permettere di assorbire circa 150 mila insegnanti precari in tre anni.
Il Ministro anche omette di ricordare che, nel frattempo, il precedente Governo ha scelto di togliere, di privare il sistema dell'istruzione pubblica italiano di circa 90 mila insegnanti. Questa scelta è stata confermata da questo Governo, anzi è stato impedita, a partire dal 2012-2013, un'integrazione degli organici rispetto all'anno scolastico precedente. Quindi, da un lato, si è bloccato l'organico dopo che sono state decurtate 90 mila unità rispetto al 2008. Queste decisioni, di fatto, hanno impedito di riassorbire quel personale precario che era in queste graduatorie ad esaurimento.
Vorrei ricordare che si tratta di personale che ha già conseguito l'abilitazione a seguito del superamento di prove concorsuali, quindi personale che ha già fatto il concorso e che ha permesso in questi anni di garantire il funzionamento della scuola, sempre a condizioni più svantaggiose rispetto al personale che stava in ruolo, addirittura anche in contrasto con la normativa europea contro gli abusi dei contratti a termine che prevede, appunto, che dopo tre anni una persona, impiegata per tre anni consecutivi, sia poi assunta a tempo indeterminato. Qui vi è del personale che si trova in queste condizioni da più di dieci anni, quindi ben oltre quei tre anni. È vero, come il Ministro afferma, che dal 1999 si è in attesa di un concorso e che i vecchi concorsi erano stati bloccati con l'idea di fare spazio a nuove procedure, ma vorrei ricordare che nel 1999 furono istituite le Scuole di specializzazione all'insegnamento superiore, le cosiddette SSIS, a numero chiuso proprio per evitare che si formasse poi questo precariato, con durata biennale e prevedendo al termine dei due anni una prova finale che, ai sensi di legge, la legge n. 306 del 2000, doveva avere, anzi ha, valore concorsuale.
Ecco, vorrei anche ricordare, tra l'altro, che la normativa vigente in materia di reclutamento prevede sì l'accesso per il 50 per cento attraverso concorsi, ma stabilisce anche, proprio per favorire il riassorbimento di quel personale che da decenni lavora nella scuola, che quando la graduatoria di un concorso per titoli ed esami sia esaurita e rimangano posti ad esso assegnati, questi vadano ad aggiungersi a quelli assegnati alla corrispondente graduatoria permanente, senza bisogno di ricorrere a nuove procedure.
Vorrei anche ricordare che le graduatorie ad esaurimento non sono casuali, ma la stessa Corte costituzionale, investita della questione, ne ha riconosciuto il principio del merito, cioè il fatto che si tratta di graduatorie basate sul merito e quindi, in qualche modo, pescando da quelle graduatorie Pag. 60si pesca secondo quello che è il criterio che poi dovrebbe uscire dai concorsi e cioè il criterio del merito.
Alla luce di tutto questo, noi chiediamo al Ministro se, preso atto dell'attuale precariato scolastico, quadro che appare particolarmente complicato, e delle penalizzazioni di chi per anni è stato ritenuto già idoneo all'insegnamento, proprio perché per anni ha ricevuto le supplenze annuali è entrato in questa graduatoria, si possa evitare, alla luce di questo quadro, di indire un concorso che finirebbe con il generare un'ulteriore instabilità. Chiediamo se il Ministro non intenda, invece, procedere al reclutamento attraverso lo scorrimento di quelle graduatorie ad esaurimento così come la legge, come abbiamo visto, consentirebbe.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Marco Rossi Doria, ha facoltà di rispondere.

MARCO ROSSI DORIA, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, con riferimento a quanto rappresentato dagli onorevoli interpellanti riguardo al bando per concorso a cattedre, che sarà a breve pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, si precisa quanto segue.
Le procedure di formazione e selezione del personale docente e la relativa immissione in ruolo scontano il fatto che negli anni si siano succedute diverse visioni da parte del legislatore, senza che questo portasse ad un definitivo superamento del sistema delle graduatorie, che ha alimentato il precariato del personale, con grave danno per la didattica, l'organizzazione scolastica, la carriera professionale degli stessi docenti e anche dei precari.
Tale situazione ha reso necessario, ancorché difficile, mettere mano alla questione, recuperando il meccanismo del doppio canale di reclutamento, previsto dalla legge n. 124 del 1999, al fine di indirizzare il sistema verso nuove e regolari procedure di selezione e formazione. Il doppio canale di reclutamento, che risponde al bilanciamento tra valorizzazione della preparazione degli abilitati più giovani ed esperienza professionale acquisita negli anni dai docenti precari, è un principio che non è mai stato messo in discussione dalla normativa dei vari Governi che si sono succeduti in questi anni, sia nel senso che le varie riforme sulla formazione universitaria con valore abilitante non hanno mai portato all'immissione in ruolo automatica - tipo corso-concorso - e quindi non costituiscono forme di reclutamento sostitutive del concorso, sia nel senso che le graduatorie permanenti sono state mantenute, ma trasformate in graduatorie ad esaurimento.
Permettetemi, anche a titolo personale, di sottolineare l'importanza del recupero del concorso ai fini dell'immissione in ruolo del personale docente. È bene ricordare come i soggetti di diritto del sistema istruzione siano, in via assolutamente preliminare, i discenti, gli studenti, i ragazzi, ragazzi che sono chiamati a crescere, imparare a vivere in un modo radicalmente diverso da quello che noi abbiamo conosciuto. Per fare questo hanno bisogno di insegnanti con una formazione appropriata, affiancati da docenti di esperienza, compresi certamente i docenti precari oggi. Di questa sinergia tra esperienza e freschezza hanno bisogno i ragazzi e ha bisogno il Paese. Per capire quanto sia urgente questa necessità, faccio notare come attualmente l'età media degli insegnanti sia intorno ai 50 anni, la più alta dei Paesi avanzati.
Venendo alla procedura di reclutamento, tramite l'emanando bando di concorso, questa è appunto coerente con la normativa vigente in materia del reclutamento del personale docente, perché all'articolo 1 della suddetta legge è stabilito, come riconosciuto, che l'accesso ai ruoli del personale docente della scuola ha luogo, per il 50 per cento dei posti a tal fine annualmente assegnabili mediante concorso per titoli ed esami e, per il restante 50 per cento, attingendo alle graduatorie permanenti.
Al riguardo si ricorda che negli ultimi anni, inoltre, questa norma ha finito per Pag. 61essere sostanzialmente disapplicata, perché l'ultimo concorso per l'immissione in ruolo di docenti per titoli ed esami è del 1999, tredici anni fa, ed addirittura per alcune classi di concorso risale a ventidue anni fa e che ad oggi le graduatorie di molte classi di concorso risultano esaurite da anni.
Si sottolinea per chiarezza che i vincitori dei predetti concorsi sono stati già tutti immessi in ruolo all'epoca e l'attuale scorrimento delle graduatorie dei concorsi fa riferimento agli idonei di quegli stessi concorsi.
Voglio ricordare, inoltre, che per il corrente anno scolastico il 100 per cento dei posti disponibili è stato coperto tramite scorrimento delle graduatorie e, infatti, i docenti provenienti dalle graduatorie ad esaurimento stanno prendendo possesso delle cattedre in questi giorni. Pertanto, a normativa vigente, il nuovo reclutamento porterà nei prossimi due anni scolastici, 2013-2014 e 2014-2015, al reclutamento di circa 12 mila docenti dalle graduatorie del concorso e altrettanti 12 mila dalle graduatorie ad esaurimento.
Considerato che i partecipanti al concorso devono essere abilitati ai sensi della normativa vigente e che potranno parteciparvi gli stessi iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, si ha motivo di ritenere che le suddette graduatorie si ridurranno nei prossimi due anni in maniera rilevante e continueranno a ridursi durante i prossimi anni. Quanto al richiamo alla sentenza della Corte costituzionale, si segnala che il riferimento al merito della sentenza era limitato alle stesse graduatorie ad esaurimento per consentire l'inserimento cosiddetto a pettine agli aventi diritto a seguito di mobilità interprovinciale. Infine, vorrei ulteriormente ribadire come la volontà di contemperare le diverse legittime esigenze di discenti e docenti, di giovani aspiranti insegnanti e di docenti con esperienza sia stata la direttrice lungo la quale il nostro impegno si è mosso, coniugata al principio del merito nelle selezioni per il reclutamento nel pubblico impiego.

PRESIDENTE. L'onorevole Borghesi ha facoltà di replicare.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, signor sottosegretario, noi non possiamo che dichiararci insoddisfatti di una risposta che è largamente burocratica, che in larga parte ripete le motivazioni sulle quali ho e abbiamo argomentato nella nostra interpellanza. Noi chiedevamo risposte su quelle argomentazioni che noi abbiamo svolto. L'ho vista commosso a parlare del fatto che ci siano tanti giovani in cerca di lavoro, ma mi verrebbe da dire che sono lacrime che da questo Governo suonano un po' come lacrime di coccodrillo. Infatti, il Governo ha approvato una riforma delle pensioni che porta gli insegnanti a dover lavorare sei anni in più e, quindi, a non liberare i posti per i giovani e poi mi si dice che i giovani li recuperiamo attraverso il concorso, danneggiando altre persone che forse sono nella mezza età, magari non più giovanissime, ma che hanno 30-35 anni e che da dieci anni svolgono, in modo evidentemente soddisfacente per il nostro sistema le funzioni per le quali oggi dovrebbero magari trovarsi e casa, come se un qualunque concorso in qualunque modo lo si voglia fare non richieda comunque che anche l'attività pregressa e quindi l'esperienza maturata riceva una valutazione che, probabilmente, precluderà ad un giovane che non ha nessuna esperienza poi di poter risultare vincitore di quel concorso.
La conclusione, quindi, è questa: se il Ministro non riterrà di cambiare orientamento, noi abbiamo graduatorie che comunque sia sono state redatte secondo il principio del merito, avremo dei megaconcorsi che probabilmente porteranno alla fine in larga parte alla conferma delle persone che stanno già dentro alle medesime graduatorie e avremo un costo che si dice sarà non inferiore a 150 milioni di euro.
Signor sottosegretario, le pare che nel nostro Paese, in una situazione come questa, così grave dal punto di vista economico, con tanti bisogni di carattere sociale e con tanti bisogni da parte di lavoratori Pag. 62che quotidianamente perdono il posto di lavoro, noi ci si possa permettere e sopportare l'idea, per il solo vezzo di consentire ad un Ministro di poter dire che dal 1999 ha bandito un primo concorso per il reclutamento del personale insegnante, di spendere per tutto questo 150 milioni di euro? Invito ancora una volta il Ministro a ripensarci perché, come ripeto, noi rischiamo di fare questo concorso per avere alla fine quello stesso risultato, salvo forse qualche caso limitato, ma con costi enormi e con dispendio anche da parte di coloro che dovrebbero partecipare a questi concorsi. Infatti, essi evidentemente dovranno essere riuniti in sedi diverse, il che comporterà disagi e costi anche da parte loro, in aggiunta al costo da parte della pubblica amministrazione.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze all'ordine del giorno.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il restante periodo del mese di settembre 2012.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del regolamento, il seguente calendario dei lavori per il restante periodo del mese di settembre 2012:

Lunedì 10 settembre (ore 15, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 5423 - Conversione in legge del decreto-legge 7 agosto 2012, n. 129, recante disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto (da inviare al Senato - scadenza: 6 ottobre 2012).

Discussione sulle linee generali della mozione Bersani ed altri n. 1-01118 concernente iniziative a favore della Calabria.

Martedì 11 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 12 (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 13 settembre (ore 10 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 14 settembre) (con votazioni)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 5423 - Conversione in legge del decreto-legge 7 agosto 2012, n. 129, recante disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto (da inviare al Senato - scadenza: 6 ottobre 2012).

Esame della mozione Dozzo ed altri n. 1-01117 concernente iniziative di competenza in relazione alla situazione finanziaria della Regione siciliana.

Seguito dell'esame della mozione Bersani ed altri n. 1-01118 concernente iniziative a favore della Calabria.

Lunedì 17 settembre (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione congiunta sulle linee generali dei disegni di legge n. 5324 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2011 e n. 5325 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2012.

Discussione sulle linee generali della mozione Di Pietro ed altri n. 1-01123 in ordine alla costituzione di parte civile dello Stato nel procedimento penale in corso di svolgimento a Palermo relativo alla cosiddetta trattativa Stato-mafia.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 4041 ed abbinate - Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici (Approvata dal Senato).

Martedì 18 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) e mercoledì 19 (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale Pag. 63prosecuzione notturna) (con votazioni) e giovedì 20 settembre (antimeridiana, con votazioni fino alle ore 12).

Seguito dell'esame dei disegni di legge n. 5324 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2011 e n. 5325 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2012.

Seguito dell'esame della mozione Di Pietro ed altri n. 1-01123 in ordine alla costituzione di parte civile dello Stato nel procedimento penale in corso di svolgimento a Palermo relativo alla cosiddetta trattativa Stato-mafia.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 4041 ed abbinate - Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici (Approvata dal Senato).

Nel corso della settimana potrà altresì avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 24 settembre (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:

disegno di legge n. 5019 ed abbinate - Delega al Governo in materia di depenalizzazione, sospensione del procedimento con messa alla prova, pene detentive non carcerarie, nonché sospensione del procedimento nei confronti degli irreperibili (ove concluso dalla Commissione);

proposte di legge nn. 2438 e 5382 - Disciplina del rapporto di lavoro tra i membri del Parlamento e i loro collaboratori;

proposta di legge costituzionale n. 1698 ed abbinata - Distacco del comune di Lamon dalla regione Veneto e sua aggregazione alla regione Trentino-Alto Adige, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione;

disegno di legge n. 5291 - Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita (ove concluso dalla Commissione).

Martedì 25, mercoledì 26 e giovedì 27 settembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 28 settembre) (con votazioni)

Seguito dell'esame dei progetti di legge:

disegno di legge n. 5019 ed abbinate - Delega al Governo in materia di depenalizzazione, sospensione del procedimento con messa alla prova, pene detentive non carcerarie, nonché sospensione del procedimento nei confronti degli irreperibili (ove concluso dalla Commissione);

proposte di legge nn. 2438 e 5382 - Disciplina del rapporto di lavoro tra i membri del Parlamento e i loro collaboratori;

proposta di legge costituzionale n. 1698 ed abbinata - Distacco del comune di Lamon dalla regione Veneto e sua aggregazione alla regione Trentino-Alto Adige, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione;

proposta di legge n. 3900 ed abbinate - Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense (Approvata dal Senato);

disegno di legge n. 5291 - Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita (ove concluso dalla Commissione).

Nel corso della settimana potrà altresì avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Pag. 64

I documenti relativi al Bilancio interno della Camera saranno iscritti all'ordine del giorno dell'Assemblea lunedì 1o e martedì 2 ottobre.

Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).

Lo svolgimento di interrogazioni e di interpellanze avrà luogo (salvo diversa previsione) il martedì (antimeridiana); lo svolgimento di interpellanze urgenti il giovedì o il venerdì, secondo l'andamento dei lavori.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
Per quanto riguarda la discussione dei progetti di legge n. 5019 ed abbinate, nn. 2438 e 5382 e n. 5291, l'organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalle rispettive Commissioni di merito.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 10 settembre 2012, alle 15:

1. - Discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 7 agosto 2012, n. 129, recante disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto (C. 5423).
- Relatori: Ghiglia, per la VIII Commissione; Vico, per la X Commissione.

2. - Discussione della mozione Bersani ed altri n. 1-01118 concernente iniziative a favore della Calabria.

La seduta termina alle 17.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO DANIELE TOTO SULLE MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE IN MATERIA DI GESTIONE DEL SERVIZIO PUBBLICO DI NAVIGAZIONE SUI LAGHI PREALPINI

DANIELE TOTO. La questione posta dalla mozione in esame, dell'assetto gestionale del servizio pubblico di navigazione lacuale, attiene, da un lato, al tema, molto rilevante e, sul piano istituzionale, strategico, delle autonomie e, dall'altro lato, a quello della gestione pubblica dei servizi. In verità, nel caso di specie, si affacciano alla riflessione anche altre problematiche condizionate dalle scelte che si operano sulla questione prospettata, essendo queste variabili non indipendenti rispetto alle alternative di mobilità potenzialmente praticabili dall'utenza, laddove l'offerta del servizio di trasporto lacuale fosse riscontrata o percepita come insufficiente o inadeguata.
La regionalizzazione del servizio di navigazione dei laghi è stata stabilita, in realtà, dalla legislazione statale, da vari decenni. Già l'articolo 98, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616 previde che: «La gestione governativa per la navigazione dei laghi Maggiore, di Como e di Garda viene trasferita alle regioni territorialmente competenti previo risanamento tecnico ed economico a cura dello Stato». Come pure, l'articolo 11 del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422 statuì che «La gestione governativa per la navigazione dei laghi Maggiore, di Como e di Garda è trasferita alle regioni territorialmente competenti e alla provincia autonoma di Trento entro il 1 gennaio 2000, previo il risanamento tecnico-economico, di cui all'articolo 98 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616». Pag. 65Ovviamente, anche la legislazione regionale ha già recepito queste decisioni di livello sovraordinato. Siamo, dunque, di fronte all'ennesima vicenda di inerzia attuativa di previsioni della volontà del legislatore che quest'occasione offre lo spunto per esecrare poiché è evidente il vulnus d'immagine e di sostanza recato alla funzione costituzionale esercitata anche in quest'Aula, quella legislativa, negletta poi, con troppa frequenza e disinvoltura, nelle spirali burocratico-amministrative che quella volontà misconoscono.
È evidente, tuttavia, che ora si è davanti ad una sorta di capolinea determinato dalla crisi economico-finanziaria in atto che postula cambiamenti radicali negli assetti di molti ambiti di attività economiche e di molte realtà, in primis di quelle governate dalla pubblica amministrazione. Non occorre, in proposito, davanti alle difficoltà crescenti dell'Ente governativo di gestione della navigazione dei laghi, svolgere lezioni di alcun tipo per concludere che nel tempo, purtroppo sempre più breve, lo Stato non sarà più in grado di assicurare la continuità del servizio, almeno a condizioni competitive e qualitative adeguate alle esigenze di quello stesso servizio e che, pertanto, si appalesa in modo stringente, e non è facilmente reversibile in dubbio, la necessità di dar corso alle procedure volte a dare attuazione alla volontà del legislatore, in più provvedimenti manifestata e ribadita nel senso di trasferire in sede regionale la gestione governativa della navigazione dei laghi di cui si tratta.
È altrettanto evidente che la gestione pubblica, anche locale, del servizio di navigazione lacuale non può essere riguardata come un feticcio da adulare a ogni costo e che essa, piuttosto, possa solo conseguire all'esito dell'esame e dell'approfondimento di tutti i fattori, economici e sociali che rilevano. Esemplificativamente, la questione dell'alternativa alla navigazione dei laghi dei quali la mozione si occupa, offerta dai trasporti e, dunque, dalla mobilità su gomma, va considerata con ogni attenzione e sotto ogni profilo. Tra gli altri, quello della valutazione economica delle incidenze generate dall'eventuale incremento di tale modalità di trasporto in termini di ricadute sulle capacità delle reti stradali di assorbirlo, sulla sicurezza delle medesime, sui fattori temporali comparativamente rilevanti nell'accesso alle diverse tipologie di trasporto, sulla valutazione dei diversi impatti ambientali che le differenti modalità di trasporto implicano e così di seguito, per ciascuno di ogni altro fattore in gioco o profilo che possa o debba essere attentamente esaminato. Su questo crinale, il ragionamento ben difficilmente, a nostro parere, condurrebbe alla conclusione della convenienza economico-sociale a privilegiare la gestione pubblica dell'attività di navigazione considerata mentre il coinvolgimento dei privati o l'affidamento ad essi del servizio, pur con ogni e più ampia tutela e garanzia che la normativa, anche di livello comunitario, consente, degli interessi collettivi, più speditamente e con maggior certezza di risultato potrebbe conseguire gli obiettivi di efficienza, di equilibrio della gestione sul piano economico-finanziario e di sviluppo complessivo dell'attività che un approccio imprenditoriale meglio favorisce rispetto a quello burocratico.
La politica dei tagli nei trasferimenti dei fondi statali all'Ente governativo di gestione unitamente ad altre misure, di natura fiscale, che concorrono a determinare un lievitare dei costi aziendali, se risponde a necessità ineludibili per le compatibilità funzionali all'equilibrio finanziario del sovraordinato livello nazionale, inevitabilmente determina, tuttavia, l'insorgere di criticità viepiù crescenti nel sistema preposto al trasporto pubblico lacuale e rischia di collassarlo.
Da ultimo, ma non ultimo, appare opportuno sottolineare che ogni azione che segni una ritrazione dello Stato da attività non strategiche e non essenziali per la sua sicurezza è da riguardare con favore chiaro essendo che lo Stato meglio esprime e tutela l'interesse generale, nel garantire l'esistenza e il rispetto di regole comuni per tutti, nell'elaborare essenziali linee guida e di indirizzo alle quali conformare Pag. 66le attività economiche piuttosto che cimentarsi nelle medesime, come l'esperienza c'insegna al di là di ogni ragionevole dubbio.
Per questo, ritenendo urgente e necessario implementare politiche che scongiurino e prevengano scenari di maggiore problematicità nel settore, a nome del Gruppo di Futuro e Libertà per il Terzo Polo, annuncio il voto favorevole sulla mozione Montagnoli e altri, n. 1-01078, auspicando l'approvazione del documento di indirizzo da parte dell'Assemblea.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO GIUSEPPE CONSOLO SUL DOC. IV-quater, n. 21

GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, intervengo a nome del mio Gruppo per dichiarare il voto favorevole di Futuro e Libertà alla proposta unanime della Giunta per le Autorizzazioni, proposta di applicazione dell'articolo 68 della Costituzione.
Il mio intervento è in realtà del tutto superfluo, un intervento che tra l'altro potrebbe sembrare dovuto, appartenendo 1'onorevole Lo Presti al mio stesso gruppo, e poi perché la proposta della Giunta, proposta unanime, ripeto, ci viene presentata con ferma convinzione e con la abituale solidità d'argomentazioni dal presidente Castagnetti.
L'unico aspetto che vale la pena di evidenziare è che si tratta di un caso giuridicamente curioso: la citazione per risarcimento danni è avanzata infatti non per una dichiarazione alla stampa o per un intervento su un giornale, rispetto ai quali sarebbe stata necessaria la ricerca di un'analogia di contenuto con un atto tipico; no, colleghi, la citazione per danni è stata notificata all'onorevole Lo Presti proprio a causa di un'interrogazione parlamentare, interrogazione direttamente menzionata nell'atto introduttivo del giudizio ed anche allegata alla relazione della Giunta.
Ciò che devo poi con qualche rammarico notare è che un simile errore da matita blu perviene da una nota professionista. Uno scivolone capita a tutti e questa volta l'errore ha colpito l'incolpevole onorevole Lo Presti. Anche uno studente del primo anno di giurisprudenza sa della mancata responsabilità delle affermazioni contenute negli atti parlamentari, come è appunto il caso di specie.
Deliberiamo quindi, Colleghi, per l'insindacabilità in questo caso tipico, oserei dire scolastico di applicazione dell'articolo 68 della nostra Costituzione, evitando così che avvocati e magistrati si occupino di un processo che non poteva e non doveva nascere.

Pag. 67

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Mozione n. 1-01118 - Iniziative a favore della Calabria

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Popolo della Libertà 59 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Popolo e Territorio 21 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 26 minuti
Grande Sud-PPA 6 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

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Mozione n. 1-01117 - Situazione finanziaria della Regione siciliana

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Popolo della Libertà 59 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Popolo e Territorio 21 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 26 minuti
Grande Sud-PPA 6 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 69

Ddl n. 5324 - Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per il 2011 e ddl n. 5325 - Assestamento del bilancio dello Stato per il 2012

Tempo complessivo: 13 ore, di cui:
discussione generale congiunta: 7 ore;
seguito dell'esame: 6 ore.

Discussione generale Seguito esame
Relatori di maggioranza 15 minuti 15 minuti
Governo 15 minuti 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 3 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 45 minuti (con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 17 minuti 4 ore e 25 minuti
Popolo della Libertà 46 minuti 47 minuti
Partito Democratico 46 minuti 46 minuti
Lega Nord Padania 51 minuti 52 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 32 minuti 19 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 31 minuti 17 minuti
Popolo e Territorio 31 minuti 16 minuti
Italia dei Valori 47 minuti 48 minuti
Misto: 33 minuti 20 minuti
Grande Sud-PPA 9 minuti 2 minuti
Alleanza per l'Italia 4 minuti 2 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 4 minuti 2 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 3 minuti 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti 2 minuti
Movimento per le Autonomie-
Alleati per il Sud
2 minuti 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti 2 minuti
Pag. 70

Mozione n. 1-01123 - Costituzione di parte civile dello Stato nel procedimento penale relativo alla cosiddetta trattativa Stato-mafia

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
Popolo della Libertà 59 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Popolo e Territorio 21 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 26 minuti
Grande Sud-PPA 6 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 3 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 71

Pdl n. 4041 e abb. - Disciplina del condominio negli edifici

Tempo complessivo: 20 ore, di cui:
discussione generale: 7 ore;
seguito dell'esame: 13 ore.

Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 30 minuti
Governo 20 minuti 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 2 ore
Interventi a titolo personale 1 ora e 7 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 49 minuti (con il limite massimo di 19 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 3 minuti 8 ore e 1 minuto
Popolo della Libertà 51 minuti 1 ora e 50 minuti
Partito Democratico 50 minuti 1 ora e 48 minuti
Lega Nord Padania 36 minuti 53 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 34 minuti 45 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 33 minuti 41 minuti
Popolo e Territorio 32 minuti 39 minuti
Italia dei Valori 32 minuti 39 minuti
Misto: 35 minuti 46 minuti
Grande Sud-PPA 9 minuti 11 minuti
Alleanza per l'Italia 5 minuti 6 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 5 minuti 6 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 3 minuti 4 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti 4 minuti
Movimento per le Autonomie- Alleati per il Sud 2 minuti 3 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti 3 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti 3 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti 3 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti 3 minuti
Pag. 72

Pdl cost. n. 1698 e abb. - Distacco del comune di Lamon dal Veneto e sua aggregazione al Trentino-Alto Adige

Discussione generale: 6 ore.

Relatore 10 minuti
Governo 10 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 31 minuti
Popolo della Libertà 40 minuti
Partito Democratico 40 minuti
Lega Nord Padania 33 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 32 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 31 minuti
Popolo e Territorio 31 minuti
Italia dei Valori 31 minuti
Misto: 33 minuti
Grande Sud-PPA 9 minuti
Alleanza per l'Italia 4 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 4 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 3 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 2 minuti
Iniziativa liberale 2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 2 minuti
Pag. 73

Pdl n. 3900 e abb. - Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense
Seguito dell'esame: 17 ore.

Relatore 40 minuti
Governo 40 minuti
Richiami al Regolamento 15 minuti
Tempi tecnici 2 ore
Interventi a titolo personale 2 ore e 27 minuti (con il limite massimo di 26 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 10 ore e 58 minuti
Popolo della Libertà 2 ore e 31 minuti
Partito Democratico 2 ore e 29 minuti
Lega Nord Padania 1 ora e 13 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 1 ora e 2 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 56 minuti
Popolo e Territorio 53 minuti
Italia dei Valori 52 minuti
Misto: 1 ora e 2 minuti
Grande Sud-PPA 14 minuti
Alleanza per l'Italia 8 minuti
Liberali per l'Italia-PLI 8 minuti
Fareitalia per la Costituente Popolare 6 minuti
Repubblicani-Azionisti 6 minuti
Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud 4 minuti
Iniziativa liberale 4 minuti
Liberal Democratici-MAIE 4 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti
Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia 4 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 4250 - articolo 1 378 360 18 181 359 1 35 Appr.
2 Nom. articolo 2 383 367 16 184 366 1 35 Appr.
3 Nom. articolo 3 387 369 18 185 368 1 35 Appr.
4 Nom. Ddl 4250 - voto finale 433 413 20 207 410 3 32 Appr.
5 Nom. Ddl 5076 - articolo 1 438 437 1 219 437   32 Appr.
6 Nom. articolo 2 435 434 1 218 434   32 Appr.
7 Nom. articolo 3 439 438 1 220 438   32 Appr.
8 Nom. Ddl 5076 - voto finale 436 436   219 435 1 32 Appr.
9 Nom. Ddl 5108 - articolo 1 439 439   220 439   32 Appr.
10 Nom. articolo 2 440 440   221 440   32 Appr.
11 Nom. articolo 3 443 443   222 443   32 Appr.
12 Nom. articolo 4 444 444   223 444   32 Appr.
13 Nom. Ddl 5108 - voto finale 439 437 2 219 437   32 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 24)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. Ddl 5180-A - articolo 1 443 440 3 221 433 7 32 Appr.
15 Nom. articolo 2 445 441 4 221 434 7 32 Appr.
16 Nom. articolo 3 440 437 3 219 431 6 32 Appr.
17 Nom. articolo 4 442 440 2 221 431 9 32 Appr.
18 Nom. Ddl 5180-A - voto finale 432 382 50 192 333 49 32 Appr.
19 Nom. Ddl 5193 - articolo 1 426 421 5 211 417 4 32 Appr.
20 Nom. articolo 2 428 424 4 213 420 4 32 Appr.
21 Nom. articolo 3 434 430 4 216 426 4 32 Appr.
22 Nom. Ddl 5193 - voto finale 425 404 21 203 396 8 32 Appr.
23 Nom. Moz. Montagnoli e a n. 1-1122 393 391 2 196 391   32 Appr.
24 Nom. Doc. IV-quater, n. 21 379 377 2 189 374 3 32 Appr.