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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 667 di martedì 17 luglio 2012

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 12,30.

RENZO LUSETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Fava, Gregorio Fontana, Jannone, Leone, Lombardo, Lucà, Mazzocchi, Migliavacca, Migliori, Mura, Mussolini, Stucchi e Valducci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente quarantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori (ore 12,34).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Gianfranco Conte, presidente della VI Commissione (Finanze). Ne ha facoltà.

GIANFRANCO CONTE, Presidente della VI Commissione. Signor Presidente, vorrei approfittare della sua cortesia e di quella dei colleghi per rendere conto del fatto che la VI Commissione (Finanze), insieme alla X (Attività produttive), sta procedendo alacremente nell'esame del disegno di legge «sviluppo». Purtroppo abbiamo ancora molto da fare e, quindi, chiederei, se fosse possibile, di sospendere la seduta, per dare la possibilità alla Commissione di proseguire i suoi lavori, e di riprenderla alle ore 16, proprio per dare a noi la possibilità di continuare il lavoro che stiamo svolgendo.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni la proposta formulata dal presidente Gianfranco Conte si intende approvata dall'Assemblea. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 16 con il seguito della discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia di qualificazione delle imprese e di garanzia globale di esecuzione.

La seduta, sospesa alle 12,35, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, il deputato Bongiorno è in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente quarantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 16 luglio 2012, il Pag. 2deputato Giorgio Clelio Stracquadanio, già iscritto al gruppo parlamentare Popolo della Libertà, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritto.

Modifica nella composizione di una componente politica del gruppo parlamentare Misto.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Santo Domenico Versace ha dichiarato di dimettersi dalla componente politica Alleanza per l'Italia, continuando ad aderire al gruppo parlamentare Misto.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,08).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,30.

La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,30.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 3349 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 giugno 2012, n. 73, recante disposizioni urgenti in materia di qualificazione delle imprese e di garanzia globale di esecuzione (Approvato dal Senato) (A.C. 5341).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 giugno 2012, n. 73, recante disposizioni urgenti in materia di qualificazione delle imprese e di garanzia globale di esecuzione.
Ricordo che nella seduta del 16 luglio 2012 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore è intervenuto in sede di replica, mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunciato.
Avverto che la Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere sul testo del provvedimento, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A - A.C. 5341).

(Esame dell'articolo unico - A.C. 5341)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 5341), nel testo recante le modificazioni apportate dal Senato (Vedi l'allegato A - A.C. 5341).
Avverto che, consistendo il disegno di legge in un solo articolo (al quale non sono riferiti emendamenti), non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 5341)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 5341).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, in quanto estraneo rispetto al contenuto del provvedimento, l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/5341/6, concernente la politica industriale europea nel settore della sicurezza e della difesa.
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

GUIDO IMPROTA, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, sull'ordine del giorno Pag. 3Garagnani n. 9/5341/1 mi sembrava che ci fosse una richiesta di ritiro da parte del presentatore, che però non mi è stata formalizzata.

PRESIDENTE. A noi non è pervenuta. Quale sarebbe l'ordine del giorno, signor sottosegretario?

GUIDO IMPROTA, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. L'ordine del giorno Garagnani n. 9/5341/1.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Garagnani n. 9/5341/1, è ritirato, onorevole Garagnani?

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, ritiro l'ordine del giorno a mia firma, n. 9/5341/1.

PRESIDENTE. Sta bene. Prego, Signor Sottosegretario.

GUIDO IMPROTA, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Il Governo accetta l'ordine del giorno Mariani n. 9/5341/2.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Margiotta n. 9/5341/3 a condizione che sia riformulato nel dispositivo nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare, ove necessario, l'opportunità di assumere».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Dussin n. 9/5341/4, Lanzarin n. 9/5341/5 e Iannuzzi n. 9/5341/7.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mariani n. 9/5341/2, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Margiotta n. 9/5341/3, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Dussin n. 9/5341/4, Lanzarin n. 9/5341/5 e Iannuzzi n. 9/5341/7, accettati dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 5341)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vatinno. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE VATINNO. Signor Presidente, il decreto-legge 6 giugno 2012, n. 73, riguarda la necessità di prorogare i termini previsti dal regolamento di attuazione del codice degli appalti pubblici per quanto concerne le categorie di qualificazione ed il sistema di garanzia globale per l'esecuzione dei lavori pubblici. Il gruppo Alleanza per l'Italia vota favorevolmente al disegno di legge, conscio dell'urgenza del provvedimento di rilevanza sociale ed economica, atto ad evitare un blocco esiziale dei lavori pubblici in un periodo di così grave crisi industriale per imprese, che spesso hanno grandi difficoltà ad incassare i crediti spettanti dalla pubblica amministrazione.
Tuttavia, invitiamo l'Esecutivo ad instaurare un'adeguata procedura di monitoraggio sull'applicazione concreta e puntuale delle norme ai fini di trasparenza, tempestività e controlli su chi si aggiudica gli appalti, richiamando altresì l'attenzione sulla necessaria continuità di credito nei confronti della pubblica amministrazione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, anche se è un argomento un po' duro da masticare, perché molto tecnico, intervengo per lasciare traccia della posizione su questa questione anche da parte dell'Italia dei Valori, anche se ne abbiamo discusso in Commissione e anche in sede di discussione sulle linee generali qui in Aula. Pag. 4
Stiamo trattando di un provvedimento che già dice tutto nel titolo: conversione di un decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia di qualificazione delle imprese e di garanzia globale di esecuzione. Sono due questioni che sono diventate di colpo determinanti e urgenti per il mondo delle imprese nel settore edile e delle costruzioni qui in Italia. Infatti, che cosa è successo? Dopo il 2006, quando abbiamo approvato la nuova legge-quadro su contratti e appalti, si lasciano passare ben quattro anni (quindi si è avuto il tempo di riflettere) e si approva con decreto del Presidente della Repubblica un regolamento che organizza le modalità per la certificazione delle imprese in termini di qualità. Si prevede poi la possibilità per queste ultime di presentarsi non solo sul mercato interno italiano, ma anche su quello europeo con le certificazioni regolari, superando quindi quel mercato italiano che limitava in termini di serietà l'accesso ai mercati internazionali.
Noi abbiamo però organizzato un regolamento che, di fatto, ha blindato il sistema. Infatti, né le imprese, né le stazioni appaltanti, né le società che dovevano rilasciare la certificazione sono state in grado di promuovere il risultato così come prevedeva il decreto del Presidente della Repubblica del 2010. Quindi, di fatto abbiamo prodotto carta straccia e adesso siamo arrivati a dover prorogare per ulteriori sei mesi questo decreto del Presidente della Repubblica (per quanto riguarda la certificazione) e a prevedere un ulteriore anno di proroga per quanto riguarda le relative assicurazioni che debbono naturalmente garantire i committenti per l'esecuzione delle opere.
Il sistema bancario-assicurativo ancora oggi è «incartato» e non sa dare risposte a queste nuove esigenze. La soluzione più semplice è stata quella di produrre questo regolamento da parte del Governo. Noi rispondiamo all'appello disperato del mondo delle imprese, però di fatto noi le droghiamo ancora di più e, in realtà, le imbrogliamo, se nel frattempo in questi sei mesi il Governo, come si è impegnato in Commissione, non porterà un provvedimento che vedrà la rivisitazione generale degli appalti pubblici e delle pubbliche forniture. Infatti, in realtà questo decreto del Presidente della Repubblica è già stato cambiato 22 volte compreso questo provvedimento. Quindi, sicuramente è nato male, però le proroghe non danno la certezza.
Le proroghe danno certezza solo a quella parte di imprese che in qualche maniera hanno un santo in paradiso, ma non si può continuare così, non si può cercare l'amico nella SOA che ci rilascia un po' più velocemente il certificato tecnico. Quindi, per questo noi facciamo tale appello per le 23 mila o anche più imprese. Infatti, non ci sono solo quelle che oggi sono già certificate col vecchio sistema, ma ci sono anche migliaia di imprese che oggi vanno alla ricerca della certificazione, che fino ad oggi stavano nel mondo del privato e non interessavano il settore del pubblico e, quindi, avevano il loro circuito di clientela e non si forzavano per andare oltre il loro giro.
Oggi noi abbiamo sostenuto (anche con le regioni e lo Stato) con finanziamenti adeguati l'internazionalizzazione delle imprese, ma le imprese all'estero, pur facendo rete e squadra (in Italia è molto difficile), oggi non siamo in grado di dotarle degli strumenti necessari per fare questo.
Quindi, noi di fatto abbiamo portato oggi una soluzione che è una pastiglia, una medicina che ha una durata breve. Mi auguro, sapendo che siamo in campo già dal 2010 con questo regolamento, si prendano i giusti provvedimenti andando a cambiare la legge, perché oggi quello che era un regolamento che, in qualche maniera, si interpretava e si modificava è stato trasformato, comunque, in legge con un decreto-legge e, quindi, questo non si potrà più fare. Quei 22 ritocchi, che non sono stati sufficienti, non si potranno più fare in seguito e, quindi, è assolutamente necessario che nei prossimi mesi si dia la risposta giusta e adeguata a questo mondo.
Non dimentichiamo che è un mondo che ha già perso, nel suo complesso, quasi 500 mila posti di lavoro e che, in prospettiva, Pag. 5rischia di vedersene ridotti altri, sia perché abbiamo tagliato di netto le opere pubbliche, sia perché abbiamo bloccato gli enti locali con il Patto di stabilità e oggi anche chi ha i soldi non può eseguire opere pubbliche, sia perché non paghiamo, a distanza di un anno o di un anno e mezzo, le imprese che hanno eseguito forniture o opere per la pubblica amministrazione. Abbiamo creato, comunque, un sistema che sta facendo male e una volta perse le imprese non riusciamo più a recuperarle.
Come Italia dei Valori, voteremo a favore di questo provvedimento ma con un rimorso dentro, con un mal di pancia, perché se oggi variamo quello che le imprese ci hanno chiesto e vi è una risposta, però, con questo provvedimento rischiamo, se non andremo oltre. Quindi, non possiamo fare da soli ma rivolgiamo questo appello al Governo, e ricordo che il sottosegretario Improta, come dicevo prima, ha assunto questo impegno. Ebbene, produca un risultato forte e chiaro con una riorganizzazione, quindi, del testo-quadro sulle forniture e sugli appalti pubblici come, di fatto, in Commissione ambiente non solo noi ma tutti abbiamo più volte sollecitato, anche nei confronti del precedente Governo che, in particolare, aveva varato questo decreto del Presidente della Repubblica.
Quindi, non ci resta che avere un po' di fiducia e sperare veramente in questo risultato e, cioè, che nei prossimi mesi - ma già subito e se non entro la fine di luglio già ai primi di settembre - la Commissione si possa mettere al lavoro su un qualcosa di serio e non su un testo tecnico, come stiamo facendo ora, che avremmo dovuto lasciare fare ai tecnici e non intrometterci con una legge bloccando, quindi, quel canale di analisi e di dialogo che sempre vi è stato con le imprese.
Con questo concludo e, al contempo, preannunzio il nostro voto favorevole sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego di rivolgere un caloroso saluto ad una delegazione di bambini del Saharawi, che sono ospiti del comune di Tolfa e che assistono in questo momento ai nostri lavori (Applausi).
Vi esprimo il nostro saluto, il nostro affetto e la nostra solidarietà.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mottola. Ne ha facoltà.

GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il decreto-legge in esame è intervenuto su alcune disposizioni dell'articolo 357 del decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2010, recante il regolamento di esecuzione ed attuazione del codice dei contratti pubblici, al fine di prorogare l'entrata in vigore delle disposizioni che disciplinano la qualificazione delle imprese esecutrici di lavori pubblici e la garanzia globale di esecuzione.
Siamo di fronte a un atto dovuto, al fine di evitare il blocco delle gare per la realizzazione dei lavori relativi, in particolare, alle grandi opere d'importo superiore ai 75 milioni di euro. Il decreto-legge, quindi, proroga di un anno l'entrata in vigore delle disposizioni che disciplinano la qualificazione delle imprese esecutrici di lavori pubblici e la garanzia globale di esecuzione.
Il lavoro svolto prima in Senato e, in seguito, in Commissione alla Camera si è, di conseguenza, incentrato sulla disciplina transitoria, al fine di evitare l'esclusiva proroga dei termini di applicazione dell'articolo 357 del decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2010, intervenendo sugli effetti negativi che tale norma rischiava di causare alle imprese.
Ci si è trovati, per le difficoltà delle amministrazioni pubbliche, ad ottemperare alle nuove normative davanti ad un sostanziale blocco degli appalti, che si è superato prevedendo una procedura semplificata, tesa a sbloccare una situazione che rischiava, stante anche l'attuale grave crisi economico-finanziaria, di dare un colpo mortale a molte imprese operanti nel nostro Paese. Pag. 6
In tal senso, è da intendere la nuova norma introdotta a salvaguardia della validità dei certificati di esecuzione dei lavori che, al momento dell'entrata in vigore delle nuove disposizioni, fossero già stati riemessi dalle stazioni appaltanti nella formulazione vigente prima dell'entrata in vigore della legge di conversione del decreto in esame.
In questo modo, si consentirà un meccanismo meno farraginoso e complicato per le imprese esecutrici di lavori pubblici, consentendo loro un passaggio meno complesso dalle vecchie alle nuove norme in materia di qualificazione delle imprese esecutrici e di garanzia globale di esecuzione. In ogni caso, non si può non notare che sulla questione degli appalti pubblici diviene sempre più urgente e necessario arrivare ad una riforma organica della normativa attualmente in essere. Tale questione non può ovviamente trovare spazio in una decretazione d'urgenza, ma deve essere affrontata attraverso un disegno di legge che possa, nel suo iter parlamentare, essere sviscerata e approfondita in maniera compiuta, favorendo la semplificazione del quadro normativo e delle procedure amministrative in materia di appalti pubblici.
D'altra parte, l'alto consenso che ha avuto questo provvedimento sia nell'esame in Senato, sia qui in Commissione, attesta la necessità di arrivare ad una rapida approvazione al fine di scongiurare il pericolo di un blocco dei lavori negli appalti pubblici, di cui tutti comprendiamo i pesanti riflessi che avrebbe sul nostro Paese e sui livelli occupazionali.
Da qui, deriva naturalmente l'appoggio che il nostro gruppo di Popolo e Territorio dà incondizionatamente a questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Biagio. Ne ha facoltà.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, il provvedimento che ci accingiamo a votare interviene sul regolamento di esecuzione ed attuazione del codice dei contratti pubblici, modificando le disposizioni in materia di qualificazione delle imprese mediante attestazione di organismi autorizzati dall'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici e sulle questioni concernenti la garanzia globale di esecuzione contenuta nella parte II, titolo V, capo 2 del regolamento. Abbiamo compreso e condiviso, sin dalle prime battute, l'importanza di queste disposizioni, con l'obiettivo che legittima l'urgenza di scongiurare una paralisi del mercato degli appalti e, ovviamente, dell'attività delle imprese del settore, riconoscendo una proroga di centottanta giorni per l'entrata in vigore del nuovo regime di qualificazione delle imprese appaltatrici e rimandando all'8 giugno del 2013 le regole in materia di garanzia globale di esecuzione.
Infatti, bisogna ricordare che lo scorso 8 giugno doveva entrare in vigore il nuovo sistema di qualificazione e requisiti per gli esecutori di lavori pubblici ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2010. Tale disposizione avrebbe costretto oltre diecimila imprese operative nel settore a dotarsi di nuove attestazioni, sollecitando una notevole e deleteria impasse. Ovviamente il provvedimento faciliterà sia la pubblica amministrazione, che le imprese permettendo a queste di proseguire lavori già intrapresi ed alle banche di mantenere le garanzie finanziarie esistenti. In uno sguardo d'insieme, il provvedimento si configura certamente come una boccata d'ossigeno per le imprese in un settore che si presenta già vessato sotto più punti di vista. Ma siamo certi che, se interventi di questo tipo rappresentano una soluzione, sicuramente la volontà di non modificare il provvedimento discusso al Senato si colloca nella direzione di garantire un intervento rapido visti anche i tempi stretti e l'esigenza di una proroga. Differire l'entrata in vigore delle norme sulle nuove attestazioni non crediamo che possa aiutare ad affrontare seriamente il problema: sarebbe auspicabile ritornare sulla questione, superare l'attuale fase di emergenza e rivedere l'intera normativa. Affrontare con una visione generale l'intera disciplina degli appalti, per quanto Pag. 7riguarda il codice ed i regolamenti annessi, dovrebbe essere la priorità per strutturare un ambiente di trasparenza e di chiarezza sia per le imprese - soprattutto le piccole e medie - sia per l'amministrazione, consentendo così anche il superamento della classica opacità che spesso accompagna le dinamiche di appalto e subappalto.
Per cui la proroga che oggi sanciremo potrebbe essere inquadrata come un'occasione per avviare queste revisioni organiche della materia, anche riconoscendo le dovute semplificazioni che consentano di snellire le procedure vigenti e la burocrazia dominante che di certo rappresenta uno degli aspetti più complessi e difficili da gestire per le nostre imprese. Accogliamo con favore il provvedimento esprimendo il voto favorevole di Futuro e Libertà per il Terzo Polo ma con la certezza di ritornare insieme al Governo su alcuni aspetti di questo e consentire alle imprese di operare in un contesto normativo e amministrativo più semplice e chiaro (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bonciani. Ne ha facoltà.

ALESSIO BONCIANI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il decreto-legge in esame interviene sul Regolamento di esecuzione e attuazione del Codice degli appalti, in particolare su alcune disposizioni dell'articolo 357 del decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 207, recante il Regolamento di esecuzione e attuazione del codice dei contratti pubblici, al fine di prorogare l'entrata in vigore delle disposizioni che disciplinano la qualificazione delle imprese esecutrici di lavori pubblici e la garanzia globale di esecuzione.
Un'altra parte importante di questo decreto-legge riguarda la possibilità di allungare i tempi per il sistema di garanzia globale di esecuzione, inserita attraverso una nuova introduzione normativa. Il nuovo sistema intende associare alla semplice garanzia fideiussoria di buon adempimento anche una più vasta garanzia del fare e del saper fare. La misura che viene adottata in materia di qualificazione delle imprese esecutrici di lavori pubblici si propone di superare, mediante il prolungamento del periodo a loro disposizione, le difficoltà incontrate dalle stazioni appaltanti nel riemettere, previa conversione delle corrispondenti nuove categorie, i certificati di esecuzione dei lavori eseguiti e rilasciati in vigenza della precedente normativa, con riferimento alle vecchie categorie SOA, le cosiddette categorie variate.
Si tratta di un provvedimento importante e condivisibile nel merito, pur se limitato soltanto ad alcuni aspetti tecnici specifici mentre, come da sempre si denuncia e denunciamo anche noi, sarebbe necessario un vero e proprio intervento organico di riordino della materia che ancora oggi purtroppo stenta a decollare e su cui ci auguriamo il Governo intervenga nell'immediato futuro. Il Governo infatti si è trovato a dover intervenire in condizioni di urgenza per semplificare la vita di aziende e per risolvere nodi burocratici che altrimenti avrebbero bloccato il mercato degli appalti e non avrebbero permesso a molte aziende di accedere alle gare della pubblica amministrazione. Sono state semplificate e prorogate alcune disposizioni permettendo così a più di 10 mila imprese di evitare l'estromissione dal mercato ed evitando alle stazioni appaltanti di dover riemettere più di 25 mila nuove certificazioni.
Con il decreto-legge in esame oggi si proroga di centottanta giorni, fino al prossimo 5 dicembre, l'entrata in vigore nel nuovo regime di qualificazione delle imprese appaltatrici e all'8 giugno del prossimo anno le regole in materia di garanzia globale di esecuzione, modificando il Regolamento di esecuzione e attuazione del Codice dei contratti pubblici. In questo modo sarà più agevole per la pubblica amministrazione e per le imprese continuare i lavori già intrapresi e per assicurazioni e istituti di credito mantenere le garanzie fideiussorie attuali altrimenti difficilmente emettibili secondo il sistema previsto. È questo aspetto, quindi, in modo specifico che rischiava di bloccare, come Pag. 8ricordavo poco fa, soprattutto le gare per l'affidamento degli appalti di progettazione ed esecuzione di lavori relativi alle grande opere, quelle di importo superiore a 75 milioni di euro, con evidente danno al mercato e al sistema delle imprese italiane in particolare.
L'esame del provvedimento in Commissione è stato proficuo grazie anche all'ottimo lavoro degli uffici e del relatore, nonostante alcuni dubbi interpretativi che le introduzioni fatte al Senato avevano creato, segnalati anche dal Governo. In questo senso rilevo che nel testo originario del decreto-legge figurava anche un comma 3 che invece poi nella discussione e nella deliberazione del Senato è stato espunto avendo il Senato stesso scelto una via diversa. Il testo originario del comma 3 prevedeva il rinvio ad un apposito decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per definire le modalità semplificate per la riemissione dei certificati di esecuzione nei lavori pubblici, rilasciati in base alle procedure contemplate dal vecchio Regolamento di esecuzione e attuazione del Codice dei contratti, trasfuso nel decreto del Presidente della Repubblica 25 gennaio 2000, n. 34, e relativi alle categorie di lavorazioni e di opere modificate invece ai sensi del nuovo Regolamento che è appunto il decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 207.
Questo testo è stato eliminato dal Senato che ha invece introdotto un comma 3 che contiene tutta una serie estremamente articolata di norme di dettaglio, anche di contenuto tecnico estremamente complesso, che tendono a delineare una disciplina compiuta immediatamente operativa già con il decreto-legge, senza rinviare a nessun atto ulteriore per regolamentare questa fase transitoria particolarmente delicata e piena di incognite e rischi di notevole rilevanza.
Non c'è dubbio che nella stesura del testo varato dal Senato ha giocato un ruolo fondamentale la consapevolezza delle difficoltà che vive il mondo delle imprese e delle difficoltà che sarebbero derivate dal far riemettere i certificati di esecuzione dei lavori, realizzati invece con riferimento alle vecchie categorie e nella vigenza della precedente disciplina.
Comprendendo quindi la necessità ispiratrice di questa scelta e condividendone le finalità, mi permetto comunque di formulare l'auspicio che, proprio in onore ai principi di sburocratizzazione delle procedure ed ai più generali capisaldi del processo di delegificazione, si possano in futuro limitare al massimo gli interventi specifici attraverso le leggi, ben più rigide e di difficile modifica di altri strumenti comunque a disposizione. È pertanto proprio in funzione della semplificazione burocratica che questo testo rappresenta comunque un ulteriore ed importante passaggio, ma siamo convinti che soprattutto nel momento di estrema difficoltà in cui ci troviamo sia necessario fare di più. Ricordo al Governo che una delle spinte più importanti da dare allo sviluppo del nostro Paese è la semplificazione burocratica. Molti sono i progetti fermi in attesa di autorizzazione. Oggi, soprattutto nell'ambito dei lavori pubblici, quando si riesce ad avere un'autorizzazione nell'arco di tempo di tre o cinque anni, ci si può ritenere fortunati e in un quadro economico come quello che stiamo vivendo semplificare significa dare respiro, vita ed economia. Ecco perché, oltre all'apprezzabile intervento in tema di spending review, noi riteniamo si debba immediatamente inserire in agenda anche una decisa ed urgente operazione di bureaucracy review e prendere decisamente atto che bisogna intervenire su tutti i livelli, forse e in particolare proprio su quelli amministrativi e periferici. Se abbiamo istituito un alto commissario sulla spending review, che può intervenire anche sui livelli locali, per far sì che ci siano dei tagli nei costi, allora noi crediamo che bisognerebbe intervenire anche a livello dei numerosi e farraginosi percorsi autorizzativi - o come più spesso avviene non autorizzativi - dei comuni, delle province e delle regioni, per cancellare lungaggini tortuose e incomprensibili, procedure che peraltro, oltre a bloccare l'economia, si dimostrano spesso utili solo a favorire clientelismi e corruzione. Pag. 9Ecco, noi crediamo che questo rappresenti un punto fondamentale per la crescita del nostro Paese. Occorre fare presto e bene e tagliare i costi, soprattutto quei grandi costi causati dal tempo e dalle lungaggini. Solo in questo modo faremo un favore al settore produttivo nazionale e salveremo le aziende, che oggi supportano costi divenuti insostenibili e che ci allontanano dall'Europa. Il decreto-legge in esame quindi va approvato proprio perché va in questa direzione e noi dichiariamo il nostro appoggio, permettendo così che si introducano norme che possono far tirare il fiato alle imprese e alle stazioni appaltanti, alle prese con il nodo dei certificati lavori, scongiurando quel blocco del mercato previsto con la fine del periodo transitorio del regolamento che doveva scattare l'8 giugno 2012. Preannunciando quindi il voto favorevole del gruppo Unione di Centro al provvedimento, richiamiamo però nuovamente l'attenzione del Governo per segnalare la necessità di affrontare, entro breve e in un quadro organico, la materia degli appalti sia in sede di sistemazione complessiva del codice, sia nelle parti regolamentari. Si tratta di un'esigenza di chiarezza, trasparenza e leggibilità assolutamente indispensabile per le imprese e le amministrazioni, per garantire un'efficace ed effettiva concorrenza di mercato e per dare una garanzia soprattutto a quel mondo delle piccole e medie imprese che hanno abbondanza di capacità e di operatività, ma che richiedono condizioni di mercato trasparenti, tese al perseguimento dell'efficienza economica, ma anche della corretta e regolare esecuzione delle opere.

PRESIDENTE. Saluto i figli degli immigrati negli Stati Uniti, che aderiscono all'Associazione «Laziali nel Mondo», che promuove la cultura italiana, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzarin. Ne ha facoltà.

MANUELA LANZARIN. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il presente provvedimento va a porre un po' d'ordine su una questione ormai aperta da tempo, un argomento che sta mettendo in seria difficoltà un settore importante del nostro Paese, quello delle imprese di costruzione. Il decreto-legge prevede la proroga di centottanta giorni dell'entrata in vigore delle norme che disciplinano l'emissione dei certificati di esecuzione dei lavori e le attestazioni di qualificazione per alcune categorie specialistiche e tecnologiche. È un provvedimento molto tecnico, che però ha forti ripercussioni sul mondo delle imprese. Il settore delle costruzioni e degli appalti pubblici rappresenta una fetta importante di ricchezza nel nostro Paese.
La normativa sempre più confusa, caotica e di rimando a norme successive o di recepimento di normative europee, il ritardo dei pagamenti, soprattutto da parte della pubblica amministrazione, e la crisi globale che stiamo attraversando non aiutano sicuramente le nostre imprese a riprendere produttività e ad essere da traino per la ripresa del sistema Paese.
Il Codice degli appalti (decreto legislativo n. 163 del 2006) è ormai datato rispetto ai nuovi strumenti a disposizione sia del pubblico che del privato, più volte rimaneggiato. Pensiamo ai numerosi correttivi o al rimando a regolamenti, che puntualmente poi non sono stati emessi, i quali hanno reso impossibile lavorare agli operatori di fatto, bloccando tutto il comparto.
Per non parlare poi del ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione: una vera e propria ingiustizia. Le imprese che non pagano i propri creditori con lo Stato vengono penalizzate e sanzionate, ma poi è lo stesso Stato che non onora i propri debiti: una vera e propria assurdità.
Chiaramente il ritardo dei pagamenti ha una causa ben precisa che si chiama Patto di stabilità, un meccanismo perverso che impone agli enti pubblici di non spendere i soldi che hanno in cassa, ora purtroppo non più, visto che questo Governo ha optato per un ritorno al centralismo, portando tutte le tesorerie dei vari Pag. 10enti ad un'unica tesoreria centrale ed eliminando di fatto le ultime forme di federalismo rimaste.
Non solo non si possono impegnare le risorse per realizzare opere pubbliche, necessarie e attese nei territori e volano per la ripresa economica, ancora peggio non si possono onorare i propri debiti con i fornitori, che hanno lavorato per l'ente, creando così un danno incalcolabile: le imprese saltano o chiudono, i lavoratori perdono il lavoro, i cittadini non hanno i servizi e le conseguenze sociali, economiche ed umane si ripercuotono nei nostri territori.
Più volte la Lega Nord ha chiesto al Governo di mettere mano al Codice degli appalti, di operare una vera e propria operazione di semplificazione normativa, di tutelare le piccole e medie imprese.
Una delle cose che più scoraggia gli operatori del settore ad investire nel nostro Paese, oltre al problema giustizia, è la troppa burocrazia. Il Governo precedente ci aveva pensato riservando un Ministero alla semplificazione normativa. L'attuale Governo, invece, che si professa tecnico, dovrebbe avere nel proprio DNA la semplificazione della burocratizzazione e l'accelerazione degli iter amministrativi, però ha eliminato il suddetto Ministero.
I numeri che sono circolati sono impressionanti. Si parla di 25 mila certificati di lavoro da riemettere. La stessa autorità di vigilanza ha evidenziato la grossa difficoltà, visto l'elevato numero di certificati emessi dal 2001 in poi e ora da riemettere. La Lega lo aveva già evidenziato ed aveva presentato al riguardo degli emendamenti nel decreto liberalizzazioni, emendamenti però che non sono stati accettati e sono stati rimandati, quindi, a provvedimenti successivi, il famoso decreto infrastrutture, tanto decantato e che doveva rappresentare il vero rilancio economico del Paese, insomma quella crescita e quello sviluppo che ritornano come un refrain puntuale ad ogni decreto, fin dall'inizio dell'insediamento di questo Governo. Però a tutt'oggi, ancora niente: tanti spot, tante conferenza stampa, ma pochi fatti.
Oggi votiamo una proroga per scongiurare il blocco degli appalti e la possibilità per le ditte di partecipare alle gare. Anche se l'intervento atteso dal mondo delle imprese è ben altro, comunque, come si dice, è meglio questo che niente. Visti gli impegni presi dal Governo, con il recepimento anche di alcuni nostri ordini del giorno - che impegnano a rivedere, nel caso specifico, la percentuale delle specifiche categorie per quanto riguarda la qualificazione della categoria OG11, permettendo così una maggiore partecipazione alle varie ditte, con l'obiettivo quindi chiaro di andare incontro alle imprese di potere lavorare; con un altro nostro ordine del giorno, appunto, a permettere un'equità tra coloro che sono stati, per così dire, virtuosi e che si sono adeguati, dando loro la possibilità di partecipare oppure dando ai nuovi la possibilità di partecipare - viste anche le nostre numerose e ripetute proposte proprio in questa materia, alcune anche accettate che hanno sempre cercato quell'unico fine - quello di migliorare il Codice degli appalti, garantire la massima e trasparente partecipazione alle imprese degli appalti pubblici, semplificare ove possibile la nostra normativa -; il nostro sarà un voto di astensione.
Non possiamo permetterci in questo particolare momento il blocco degli appalti, ma allo stesso tempo vogliamo lanciare un messaggio forte al Governo, ossia la necessità di una riforma radicale del settore (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mariani. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, il recente intervento normativo in tema di qualificazione delle imprese di costruzione, di cui al decreto-legge n. 73 del 2012, ha prorogato il regime transitorio disposto dall'articolo 357 del decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2010, recante il regolamento di esecuzione del Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE. Pag. 11
La disposta proroga ha rimandato di ulteriori sei mesi l'entrata in vigore delle nuove attestazioni di qualificazione, di cui alle categorie variate dal decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2010.
Infatti, l'attuale regolamento prevede tra le modifiche della vecchia normativa quella relativa a molte categorie di qualificazione, le cui attestazioni, ai sensi dell'articolo 357, comma 12, del decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2010, rilasciate nella vigenza del decreto del Presidente della Repubblica n. 34 del 2000, avrebbero dovuto cessare di avere validità a decorrere dall'8 giugno 2012, salvo la riattestazione alla luce delle nuove regole. Di fronte all'impasse creatasi a causa delle grandi difficoltà delle stazioni appaltanti di riemettere un'enorme quantità di certificati lavori indispensabili al rilascio delle attestazioni, secondo le nuove declaratorie contenute nel decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2010, il Governo ha per ora abdicato a trovare una soluzione al problema, limitandosi a rinviare la scadenza, un rinvio che non fornisce alcuno spunto alla soluzione del problema che invece va affrontato in tempi rapidi sulla scorta delle varie soluzioni proposte che sono in circolazione prima della scadenza del termine dell'8 giugno scorso. Del resto, una prima proroga era stata concessa nel maggio 2011, nel decreto «sviluppo». Deve almeno cogliersi l'occasione di sfruttare i prossimi sei mesi, durante i quali le stazioni appaltanti potranno provvedere al rilascio dei certificati di esecuzione lavori, per trovare una soluzione radicale alle problematiche poste dagli operatori, già gravemente segnati dalla crisi che continua a «mordere» il settore delle costruzioni, con un trend negativo crescente. In questo contesto, la piena entrata in vigore di un regolamento appalti costituisce un fattore prioritario per operare con una efficace riqualificazione del mercato e delle imprese. Al contrario, la disposta proroga ha costituito un segnale negativo nella direzione della crescita e della responsabilizzazione delle imprese di costruzione, finendo con il sacrificare proprio le imprese più virtuose, che si erano adoperate con anticipo per adeguarsi correttamente al dettato normativo.
Il primo intervento correttivo da adottare va dunque individuato in una misura urgente che garantisca tempestiva soluzione alle problematiche delle imprese che hanno legittimamente scelto di effettuare in anticipo il rinnovo dell'attestazione e che ora, in assenza di un chiarimento, si trovano nell'impossibilità di partecipare alle gare di appalto ancora bandite secondo i criteri del precedente sistema di qualificazione ex decreto del Presidente della Repubblica n. 34 del 2000. Ci si riferisce alla situazione di circa mille imprese titolari di un attestato contenente almeno una categoria variata (di cui circa 160 sono neocostituite) che hanno ottenuto un'attestazione ex decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2010 prima dell'approvazione del decreto-legge di cui stiamo discutendo. Vorremmo evitare che per queste imprese, che hanno formalmente sostituito la vecchia attestazione con la nuova, in presenza di gare che saranno bandite ancora con la vecchia disciplina, in virtù della proroga dei termini di cui al comma 16 dell'articolo 357, si presentasse il rischio o l'impossibilità di partecipare alle gare fino alla scadenza del periodo transitorio. Auspichiamo un'interpretazione della norma che consenta di partecipare alle gare e magari anche di risparmiare risorse alle imprese per riattestarsi con le norme del vecchio regime nel limitato ulteriore periodo transitorio allungato dalla proroga. Inoltre, come rilevato dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, solo il 10 per cento delle imprese ha proceduto alla riattestazione con le nuove regole: se ne deduce che ce ne sono molte di più - non credo di esagerare dicendo che stiamo parlando di almeno la metà - che erano comunque pronte a procedere alla riattestazione e che hanno desistito dal farlo quando si è cominciato a parlare di un decreto-legge di modifica del regime transitorio di cui all'articolo 357 del regolamento. A tal fine, va fatto lo sforzo di individuare una tabella delle corrispondenze tra categorie ex Pag. 12decreto del Presidente della Repubblica n. 34 del 2000 e decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2010 per le categorie variate, per consentire la partecipazione alle gare alle imprese attestate sulla scorta di entrambe le normative, considerato che si tratta di una questione di assoluto rilievo per i numeri, anche in considerazione del fatto che la riattestazione riguarda settori particolarmente significativi delle costruzioni.
Infine non sono state poi affrontate le criticità relative alla qualificazione delle categorie a regime tipo Og11, relative alla realizzazione coordinata di impianti, rivelatasi eccessivamente difficoltosa da conseguire, con conseguente rischio di restringimento della concorrenza del mercato degli appalti della categoria.
È necessario trovare un giusto equilibrio fra le esigenze di contenere i requisiti di qualificazione previsti dall'articolo 79, comma 16 del regolamento, e salvaguardare il cosiddetto principio dell'assorbenza dell'Og11 nei confronti delle tre categorie specialistiche che ormai risulta un dato acquisito al nuovo assetto di qualificazione e sul quale molte imprese hanno fatto anche investimenti significativi. La persistenza di un tale quadro di incertezze impedisce la pubblicazione di nuovi bandi di gare e fa registrare comportamenti non omogenei delle stazioni appaltanti, molte delle quali bandiscono già oggi le gare nelle categorie variate applicando il decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2010 e non il n. 34 del 2000. L'intervento che si intende sollecitare servirebbe dunque a ratificare tale ragionevole ed indispensabile soluzione che consente di fatto di partecipare alle gare sia alle imprese che hanno conseguito la qualificazione e l'attestato ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2010, sia a quelle che operano in regime di proroga.
Non va infine trascurato che le criticità del sistema di qualificazione nazionale rischiano di rendere deteriori le condizioni di partecipazione delle imprese italiane rispetto a quelle comunitarie per le quali la qualificazione avviene senza limitazioni di subappalto né alle qualifiche riportate, a tutto danno delle imprese nazionali. Sulla scorta di tali considerazioni urge una soluzione radicale alle problematiche in tema di qualificazione che consenta di evitare disparità di trattamento ai danni delle imprese già qualificate ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2010, e che consenta invece alle altre imprese di procedere alla propria attestazione con una progressione scaglionata nell'arco dei centottanta giorni previsti dalla proroga, evitando una nuova corsa finale allo spirare del periodo transitorio.
Infine, Presidente, colgo l'occasione per ribadire un principio che sta a cuore al nostro gruppo, cioè la richiesta al Governo di legiferare una volta per tutte, fatte salve le richieste di un sistema in gravissima difficoltà, in modo chiaro e definitivo anche con l'intento di semplificare il complesso ed incoerente codice dei lavori pubblici e dei contratti. Anche in questa occasione, in questo atto, siamo intervenuti su una fonte di diritto secondaria andando ad emendare un regolamento. Innumerevoli modifiche, forse oltre 40 negli ultimi due anni, al Codice dei contratti che consta di 600 articoli, assieme al regolamento, lo hanno reso difficilmente gestibile, e tutto ciò non ha impedito comunque deroghe, illegalità e contenzioso. Il sistema delle costruzioni lamenta difficoltà in ordine ai pagamenti della pubblica amministrazione, una esigua quantità di investimenti. Mettiamo almeno le imprese in condizione di interloquire con uno Stato meno burocratico. Questo è il nostro appello e la nostra dichiarazione di voto favorevole rispetto al provvedimento in atto (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tommaso Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI. Signor Presidente, colleghi, il presente decreto-legge ha indubbiamente il pregio di prorogare i termini che servivano ad un sistema delle imprese per poter fare una qualificazione Pag. 13che diversamente non avrebbero potuto fare. Debbo dire che è un provvedimento che giunge in un momento particolarmente delicato per il sistema delle imprese medesime a fronte, da una parte, della ristrettezza delle disponibilità di finanza pubblica, dall'altra, della difficoltà da parte degli enti locali, attraverso il Patto di stabilità, di poter dar vita ad appalti di opere pubbliche, nonché di un sistema sufficientemente farraginoso che impedisce per certi versi uno sviluppo lineare degli appalti pubblici. Pertanto, questo decreto che incide su ben 25 mila imprese ha indubbiamente il pregio di evitare un blocco totale in un settore che è anche determinante ed importante per l'economia nazionale.
Però, signor sottosegretario, penso che il problema oggi sia anche un po' più vasto. Noi abbiamo ormai pochi mesi al termine della legislatura e sul cosiddetto Codice degli appalti sono stati fatti in questi anni una serie di interventi quasi spot, non sempre coordinati, che rischiano di complicare ulteriormente la vita al sistema delle imprese. Penso che gli ultimi mesi di questa legislatura dovrebbero vedere il Governo impegnato a presentare un disegno di legge di pochi articoli ma volti effettivamente a semplificare per il sistema delle imprese le procedure d'appalto e volti soprattutto ad evitare quei sistemi farraginosi che altro non sono che il primo viottolo (ma non il solo viottolo) che porta poi alla corruzione.
Perché è inevitabile che, quando un imprenditore non capisce le regole del gioco, cerca di adattarsi a regole che non capisce e va da chi, tra virgolette, gliele dovrebbe spiegare meglio. Ecco, sotto questo profilo noi pensiamo che il provvedimento di legge sia stato opportuno, anche se dobbiamo dire che le modifiche introdotte al comma 3 dal Senato hanno forse il pregio di delineare meglio la materia di cui il Senato stesso si è voluto occupare, però hanno sicuramente il grande limite e difetto di andare in un tecnicismo molto di dettaglio che stona in un provvedimento di tipo legislativo. Lo dico perché non so con quale conoscenza il Senato abbia introdotto queste modifiche. So per certo, però, che, se soltanto uno dei concetti introdotti in principi giuridici non dovesse poi essere oltremodo chiaro, anziché una circolare ci vorrà un nuovo provvedimento di legge per cambiare questa previsione.
E, allora, signor rappresentante del Governo, da parte del Popolo della Libertà, come ha visto anche in Commissione, non c'è stata alcuna volontà ostruzionistica e non sono stati presentati emendamenti. Ci rendiamo conto e sappiamo bene che si tratta di un provvedimento che, anche se solo della durata di sei mesi, può e serve a far prendere respiro alle imprese. Aggiungo anche, però, che la chiarezza in questa materia oggi ha bisogno di punti fermi e precisi. Non possiamo agire sempre e solo all'interno dell'emergenza perché, se continuiamo a delegare la materia della qualificazione dei lavori pubblici e delle imprese che devono partecipare ai lavori medesimi al mito dell'urgenza, noi rischiamo di ricreare un sistema di tipo eccezionale anziché andare a regime con un sistema che possa valere negli anni. Il sistema delle imprese ha bisogno di regole certe attraverso le quali potersi confrontare. Non è possibile ogni mese cambiare le regole del gioco.
Torno a ripetere che il provvedimento interessa 25 mila imprese. Noi lo votiamo convintamente perché sappiamo che, in questo momento, bloccare l'economia italiana sarebbe oltremodo delittuoso e se così non facessimo, sicuramente ciò avverrebbe ma, come torno a ripetere, signor sottosegretario, ci vuole al più presto un provvedimento organico che riordini una materia sulla quale troppi, in questi mesi e in questi anni, sono intervenuti nel senso dell'urgenza. Con queste precisazioni, preannunzio il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Pag. 14

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 5341)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 5341, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mondello, Capano, Lussana, Cesaro, Laura Molteni, Cicu, Testoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

S. 3349 - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 giugno 2012, n. 73, recante disposizioni urgenti in materia di qualificazione delle imprese e di garanzia globale di esecuzione» (Approvato dal Senato) (5341):

(Presenti 493
Votanti 444
Astenuti 49
Maggioranza 223
Hanno votato
444).

Prendo atto che i deputati Del Tenno e Moroni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Sull'ordine dei lavori (ore 17,20).

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame dell'ulteriore argomento iscritto all'ordine del giorno avrà luogo nella seduta di domani, mercoledì 18 luglio.
Sempre secondo le intese intercorse tra i gruppi, la seduta dell'Assemblea di domani avrà inizio alle ore 15, al fine di consentire alle Commissioni competenti di proseguire l'esame in sede referente del disegno di legge di conversione del decreto-legge recante misure urgenti per la crescita del Paese.
Inoltre, nella seduta di domani, al termine delle votazioni - sempre con l'intesa di tutti i gruppi - sarà iscritto all'ordine del giorno lo svolgimento della discussione sulle linee generali congiunta dei disegni di legge di ratifica recanti la modifica dell'articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea relativamente ad un meccanismo di stabilità per gli Stati membri la cui moneta è l'euro, il Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell'Unione economica e monetaria ed il Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità (ove conclusi dalla Commissione).

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 18 luglio 2012, alle 15:

1. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

(ore 16)

2. - Deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte costituzionale dal Tribunale ordinario di Roma - I sezione civile di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 97 del 2012.

3. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 28 giugno 2012, n. 89, recante proroga di termini in materia sanitaria (C. 5323-A).
- Relatore: Patarino.

(al termine delle votazioni)

Pag. 15

4. - Discussione congiunta dei disegni di legge (per la discussione sulle linee generali) (ove conclusi dalla Commissione):
S. 2914 - Ratifica ed esecuzione della Decisione del Consiglio europeo 2011/199/UE che modifica l'articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea relativamente a un meccanismo di stabilità per gli Stati membri la cui moneta è l'euro, fatta a Bruxelles il 25 marzo 2011 (Approvato dal Senato) (C. 5357).
S. 3239 - Ratifica ed esecuzione del Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell'Unione economica e monetaria tra il Regno del Belgio, la Repubblica di Bulgaria, il Regno di Danimarca, la Repubblica federale di Germania, la Repubblica di Estonia, l'Irlanda, la Repubblica ellenica, il Regno di Spagna, la Repubblica francese, la Repubblica italiana, la Repubblica di Cipro, la Repubblica di Lettonia, la Repubblica di Lituania, il Granducato di Lussemburgo, l'Ungheria, Malta, il Regno dei Paesi Bassi, la Repubblica d'Austria, la Repubblica di Polonia, la Repubblica portoghese, la Romania, la Repubblica di Slovenia, la Repubblica slovacca, la Repubblica di Finlandia e il Regno di Svezia, con Allegati, fatto a Bruxelles il 2 marzo 2012 (Approvato dal Senato) (C. 5358).
S. 3240 - Ratifica ed esecuzione del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità (MES), con Allegati, fatto a Bruxelles il 2 febbraio 2012 (Approvato dal Senato) (C. 5359).

La seduta termina alle 17,25.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 1)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 5341 - voto finale 493 444 49 223 444 30 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.