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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 542 di mercoledì 26 ottobre 2011

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 11,40.

SILVANA MURA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 24 ottobre 2011.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Belcastro, Bonaiuti, Bongiorno, Brambilla, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Gianfranco Conte, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Fava, Fitto, Gregorio Fontana, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Lo Monte, Lusetti, Mantovano, Maroni, Martini, Melchiorre, Meloni, Migliavacca, Misiti, Moffa, Nucara, Leoluca Orlando, Polidori, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Romano, Rotondi, Saglia, Stefani, Stucchi e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione della Giunta per le autorizzazioni.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Giunta per le autorizzazione il deputato Roberto Cassinelli in sostituzione del deputato Fabio Gava, dimissionario.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,45).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori (11,46).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signora Presidente, intervengo per richiamare all'attenzione di tutti noi, soprattutto del Governo, quello che è accaduto nelle ore di ieri pomeriggio e durante la notte nello Spezzino e in Lunigiana, nell'alta Toscana (in provincia di Massa Carrara). Ci sono stati - pare - otto morti, sicuramente tre a Borghetto di Vara, tre ad Aulla, e altri due. Ci sono ancora dei dispersi. Ci sono sette, otto paesi isolati. Ci sono cinque ponti crollati sul fiume Magra. Mancano in alcune frazioni la luce, l'acqua. Sono isolati i telefoni. Ci sono notizie soltanto di Pag. 2frane e allagamenti diffusi. Le barche ormeggiate sul fiume Magra hanno rotto gli ormeggi e sono state ritrovate fino a Marina di Massa. Sono chiuse le autostrade Genova-Livorno e Parma-La Spezia. Poco fa ho parlato con il prefetto di Massa Carrara, che è nella zona di Aulla, la quale sembra la più colpita. Ho parlato con la regione Toscana che ha subito stanziato urgentemente alcuni milioni di euro per i primi interventi. Sul posto ci sono unità dell'Esercito e della Protezione civile giunte da Parma e anche dal Piemonte. Quindi, di fronte a queste notizie, a questi disastri, il primo pensiero ovviamente è di preoccupazione, di solidarietà alle famiglie colpite da lutti, ma solidarietà a tutte le popolazioni colpite da queste alluvioni. Non è soltanto un caso, non è soltanto una fatalità. Purtroppo, ad ogni inizio di autunno, ci troviamo in questa Aula, e non soltanto in questa Aula, a fare i conti con la forza della natura, che però ha qualche credito nei confronti dell'uomo e soprattutto degli ambienti antropizzati.
Certe alluvioni non accadono a caso e non per caso colpiscono quasi sempre le stesse zone che sono state fortemente e malamente urbanizzate. Di questo ci sarà modo e tempo di parlare, però quello che chiedo adesso urgentemente a lei, signora Presidente, è di farsi interprete presso il Governo perché non soltanto informi il Parlamento sulla reale portata dei disastri, ma sopratutto ci faccia sapere cosa ha predisposto nell'urgenza, nell'immediato, e cosa intende fare per il ripristino almeno dei collegamenti e per mettere in sicurezza le persone che sono state costrette all'evacuazione.

ANDREA ORLANDO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO. Signora Presidente, colleghi, intervengo per riprendere il richiamo del collega Evangelisti e segnalare la drammaticità della situazione che ha colpito la provincia di La Spezia e la provincia di Massa Carrara.
Ci troviamo di fronte a dieci paesi isolati e a due dispersi soltanto nella provincia di La Spezia, a tre deceduti nel comune di Borghetto di Vara, a due deceduti, dalle prime notizie che ci giungono, nella realtà di Aulla, nonché a cinque probabili dispersi nell'insieme della Lunigiana; è crollato il ponte della Colombiera nel comune di Brugnato, duemila persone sono state interessate da un'ordinanza di evacuazione nel comune di Ameglia e sono state effettuate evacuazioni nel comune di Sesta Godano; sono state chiuse le scuole nei comuni di Levanto e di Monterosso, due comuni in cui le vie si sono trasformate in veri e propri torrenti.
La viabilità autostradale è interrotta in entrambi i sensi di marcia sulla A12, a causa di una frana al km 81 e l'autostrada A15 è allagata e bloccata in entrambi i sensi. Rimane un blocco ferroviario tra Levanto e Corniglia e i passeggeri hanno passato la notte nella stazione di Sestri Levante e a La Spezia centottanta persone sono state ospitate presso il Palazzetto dello Sport.
Tutte le 40 persone del centro di accoglienza di Levanto sono ritornate nelle proprie case eccetto quattro che, però, non riescono ancora a raggiungere la loro abitazione. Le linee elettriche sono state sospese per duemila utenze, la telefonia cellulare è fortemente compromessa e la rete radio-regionale di emergenza compromessa. I sindacati denunciano che soltanto l'evento di ieri ha messo in discussione, in una situazione economica già difficile, millecinquecento posti di lavoro. Durante la notte in molte realtà i soccorsi non sono riusciti a raggiungere le popolazioni colpite per l'interruzione dei collegamenti e ventiquattro sono le strade che sono state interrotte.
In questo momento, rivolgiamo un appello al Governo, di fronte ad un evento che è sicuramente catastrofico, ma non imprevedibile. Si tratta di situazioni note, da tre o quattro anni si ripete, in questa stagione, esattamente lo stesso fenomeno, ma questa volta con una gravità molto maggiore rispetto alle precedenti. Purtroppo, non abbiamo, un know-how rispetto Pag. 3a ciò che non va negli interventi e nell'attività di prevenzione. Vi è una non univocità negli interventi, non è chiaro quali sono i criteri che presiedono alla distribuzione delle risorse. Inoltre, vi è una lentezza dell'erogazione: i fondi che spesso sono previsti per un'annualità vengono erogati molto tempo dopo, ma, come vediamo in queste ore, il tempo non è una variabile indipendente, è un fatto fondamentale e gli accordi di programma che dovevano presiedere l'attività di prevenzione sono stati sostanzialmente definanziati.
La Protezione civile è priva di risorse e oggi si pensa di rispondere a calamità come queste, proponendo alle regioni di costituire delle assicurazioni di carattere privato, una sostanziale tassa ulteriore sui cittadini, una strada non perseguibile per affrontare fenomeni come questi.
Noi chiediamo che vi sia un ripristino delle disponibilità, che si finanzino gli accordi di programma e anche che alcune risposte possano venire oggi. Il solerte Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che, sicuramente, sarà qui per assicurare i numeri alla maggioranza durante le votazioni di oggi, ci auguriamo trovi l'occasione per dire alcune parole su quanto è avvenuto e su cosa si intende fare. E ci auguriamo anche - questo penso sia un punto fondamentale - che il tema non sia, anche simbolicamente, delegato soltanto alla Protezione civile. Qualche esponente del Governo - forse è troppo chiederlo addirittura al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - si rechi nelle realtà calamitate perché questa volta non si tratta soltanto di segnalare il tema dei soccorsi e dell'attenzione che va rivolta alle popolazioni colpite, ma, dopo quattro eventi di questa natura e di questa forza che si sono succeduti nel corso degli anni, il tema fondamentale è che cosa intende fare lo Stato per impedire che tale tipo di fenomeni si ripeta e colpisca, anche con eventi luttuosi, le popolazioni.
Il Governo trovi il modo di manifestare una presenza, non soltanto simbolica, e di assumere degli impegni chiari perché davvero, purtroppo, tutto quello che c'era da vedere nel corso di questi anni, l'abbiamo visto ed il peggio è arrivato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

LUCIO BARANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, ovviamente io, a differenza di chi mi ha preceduto, non apro delle polemiche che credo in questo momento non servano. Io ho fatto il sindaco in una città per 14 anni, si chiama Aulla e mi dicono che adesso non ci sia più, che sia stata spazzata via dal fiume. Ho ascoltato assieme al collega Fontana il grido che il sindaco di Monterosso, Betta, che piangeva e ci diceva: «Aiutateci, non abbiamo più niente qui, non abbiamo nessuno». Non stanno arrivando i soccorsi; quindi non chiedo che il Governo venga a riferire, ma che si attivi e metta in campo la Marina, visto che vi è la Marina militare a La Spezia, per andare a prestare soccorso alle persone che sono ancora adesso intrappolate, a chi è isolato, e permettere il ripristino di una viabilità interrotta. Non c'è più né luce, né gas, né acqua sia alle Cinque Terre, sia in Val di Magra, sia ad Aulla, sia a Villafranca, sia a Pontremoli. Si contano una decina di morti solo ad Aulla, più quelli che ci sono nelle Cinque Terre e da altre parti. È ovvio che in questo momento di tragedia abbiamo bisogno che il Governo agisca con tutti i mezzi che ha in essere per portare soccorso alle popolazioni.
La furia dei fiumi certo non può frenarla il Governo e non la possono fermare le regioni, né quella ligure né quella toscana. Certo è che oltre 500 millimetri d'acqua in meno di quattro ore hanno portato ad un'onda di piena incredibile, che è una calamità, una vera devastazione naturale. È su questo che pongo l'attenzione. Non sono qui a chiedere chi fosse l'autorità del fiume Magra che avrebbe dovuto vigilare, non sono qui a polemizzare con le regioni, che si devono immediatamente attivare, come deve fare la regione Liguria e come ho sentito ha fatto Pag. 4la regione Toscana. Certo è che questa mattina, cari colleghi, non mi ha fatto piacere incontrare per le strade di Roma, ad un convegno, il presidente della giunta regionale toscana. Certo è che non mi ha fatto piacere sapere che vi è una sottovalutazione. Certo è che ho avuto la forza di fargli pervenire il messaggio che forse sarebbe opportuno che si recasse immediatamente ad Aulla, cosa che ha fatto immediatamente. È per questo - e concludo - che chiedo al Presidente di invitare il Governo non a venire a riferire in Aula: non vogliamo sapere nulla adesso, ma vogliamo che le popolazioni siano messe in sicurezza e che venga, quindi, attivata la Marina militare di La Spezia, che ha le attrezzature, la forza e la capacità, assieme alla Protezione civile, di portare soccorso alle popolazioni. Ovviamente, ho il cuore che mi sta piangendo, perché sapere che una città dove ho avuto la fortuna di governare per 15 anni non ci sia più è una cosa molto triste, che credo i colleghi immaginino e capiscano (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

GIANCARLO DI VIZIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO DI VIZIA. Signor Presidente, ho ascoltato gli interventi che vi sono stati, soprattutto quello del collega onorevole Orlando, che è mio concittadino della città di La Spezia, che è stata sconvolta ieri da una vera apocalisse. Ebbene, credo che non sia giusto sempre dare la colpa al Governo di quello che è successo, perché non è la prima volta che il territorio spezzino è al centro di queste vicende drammatiche. Già, nel gennaio dell'anno scorso, vi sono stati grandi incidenti dovuti a «bombe» d'acqua che si sono riversate nel territorio; sono state realizzate opere da parte della provincia, da più di trent'anni caratterizzata da amministrazioni di sinistra che, tuttavia, hanno sempre visto nel territorio spezzino ingenti vittime a causa di vicende atmosferiche (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Si è parlato del ponte della Colombiera, che, ieri, durante l'alluvione, ha subito ancora danni. Ebbene, il ponte della Colombiera era già stato travolto dalle acque in una recente drammatica situazione. Un intero paese, Torenco, è scivolato a valle e ancora adesso stiamo pagando i risarcimenti. Abbiamo un altro comune spezzino, Vezzano Ligure, che è stato interessato da frane: gli abitanti oggi non hanno ancora preso possesso delle loro abitazioni e sono in corso le opere di messa in sicurezza.
Ebbene, signor Presidente e onorevoli colleghi, anche ieri lo spezzino è stato teatro di questo grave evento che ha interessato la bellissima riviera - le Cinque Terre - del nostro territorio, causando danni ingenti, con macchine trascinate in mare da questa grande massa d'acqua: si dice che, in sei ore, siano precipitati 500 millimetri di acqua.
I torrenti non riuscivano più a sfogare le loro acque in mare, poiché la mareggiata respingeva le acque e, quindi, abbiamo avuto interi paesi sommersi da queste acque torrentizie e le auto sono state trascinate in mare. Abbiamo avuto otto dispersi, ma è ancora in corso la conta.
Nella Val di Vara - una magnifica vallata abitata da gente onesta e laboriosa - abbiamo avuto morti a causa delle condizioni atmosferiche di questo periodo, che ha visto quasi un mese di siccità: le acque, così violente, hanno avuto una velocità di discesa enorme, hanno trovato sfogo nel primo spazio di pianura e hanno inondato due paesi, Borghetto Di Vara e Brugnago, distruggendo una villa e causando tre vittime tra le persone. Il farmacista del paese si è salvato attaccandosi alla tenda del vicino fondo; la tenda era in tessuto italiano: questo gli ha salvato la vita, perché, se fosse stata fatta in tessuto cinese, probabilmente avrebbe rischiato qualcosa di più (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).Pag. 5
La Val di Vara è stata colpita. Sono ancora in corso le opere di soccorso umano: abbiamo i bambini dell'asilo, che si sono rifugiati in cima al tetto e sono stati rifocillati con del cioccolato caldo dall'opera generosa del corpo speciale dei Vigili del fuoco - al quale vorrei fare un applauso, qui, in Parlamento - i quali, ancora adesso, sono impegnati a soccorrere queste popolazioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
La Val di Magra ha un grande fiume, il Magra, che sfocia nel mar Ligure, affianco al mar Tirreno. Si pensi anche alle osservazioni che ha svolto l'onorevole Barani sulla vicina Lunigiana che è stata interessata da questa drammatica vicenda. Noi siamo molto vicini.

PRESIDENTE. Onorevole Di Vizia, La prego di concludere.

GIANCARLO DI VIZIA. Concludo, signor Presidente, dicendo che abbiamo interessato il Ministro dell'interno e, soprattutto, la sottosegretaria ligure Sonia Viale, la quale ha preso subito contatti con la Protezione civile, il comando dei Vigili del fuoco e la prefettura locale.
Stiamo vivendo questo momento d'ansia. Dobbiamo prima salvare vite umane e poi faremo la prima conta delle opere. Chiediamo la solidarietà del Governo, ma, soprattutto, la solidarietà di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Riferirò al Presidente la richiesta della presenza del Governo in relazione ai gravi fatti che si sono verificati in Toscana e in Liguria.

GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, non tocco questo argomento doloroso della popolazione di La Spezia, alla quale va ovviamente la nostra solidarietà.
Pongo un altro problema, pregando la Presidenza di farsene interprete presso il Governo: sui giornali di oggi, onorevoli colleghi, leggiamo che il Governo italiano ha indirizzato una lettera all'Unione europea, nella quale ha indicato le linee di un programma di cose che esso intenderebbe fare.
La domanda che le rivolgo, signor Presidente, è la seguente: quando il Parlamento verrà informato dei contenuti di questa lettera? Vorrei fare una richiesta precisa nel senso di essere immediatamente informati, perché si tratta di materia che riguarda futura legislazione. Abbiamo il diritto e il dovere di sapere che cosa il Governo dice ai nostri alleati europei.
Nella giornata di lunedì, in apertura dei lavori di questa Camera, ho chiesto che il Governo venisse a riferire alle Camere prima di recarsi - come ha fatto oggi il Presidente del Consiglio - a Bruxelles.
Ieri il Cancelliere tedesco Merkel è andato davanti al Bundestag e in quella sede ha esposto quali linee il suo Governo intende portare nella discussione di oggi al Consiglio europeo. Non capisco per quale ragione il Parlamento italiano debba essere trattato, la maggioranza e l'opposizione, con tale disprezzo dal Governo, che non sente il dovere di informare chi rappresenta la nazione di ciò che si discute a livello europeo.
Aggiungo e concludo, signor Presidente, che molti componenti di questa Camera avevano chiesto, nei mesi scorsi, di essere informati dei contenuti di una lettera che la Banca centrale europea ha inviato su questi temi al Governo italiano. La risposta del Governo è stata che si tratta di una lettera riservata. Noi abbiamo avuto la possibilità di leggere quella lettera sul Corriere della sera. Noi non vogliamo apprendere gli impegni del Governo italiano su un giornale del nostro Paese, per quanto autorevole. Noi chiediamo che il Governo venga qui e riferisca sul Consiglio europeo e ci dia tutti gli elementi per il nostro giudizio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Liberal Democratici-MAIE).

Pag. 6

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, brevemente intervengo in primo luogo per associarmi alle parole di preoccupazione e di cordoglio per le vittime del maltempo. Lo dico da valtellinese, proveniente da una terra che tanti anni fa ha subito devastazioni legate al clima nonché come riflessione sull'impegno che tutti dobbiamo porre nella difesa idrogeologica del territorio.
Ma ho preso la parola, signora Presidente, anche oggi come lunedì scorso, a seguito delle considerazioni che sottoscrivo dell'onorevole La Malfa. Stavo cercando di guardare sui principali siti di informazione italiana per capire il contenuto di questa lettera lunghissima che il Governo sta inviando. Contemporaneamente vedo che da parte del Governatore della Banca centrale europea ci sono parole di preoccupazione. Credo che sia doveroso e necessario, signora Presidente, e le chiedo a nome del gruppo di Futuro e Libertà per il Terzo Polo di riportare questa richiesta alla Presidenza della Camera, che il Presidente del Consiglio venga in quest'Aula per spiegare i contenuti della lettera inviata a Bruxelles, su quale base lui possa ritenere che questa lettera sia credibile e sia il segnale chiesto dalle autorità europee e dai mercati; di spiegare su quale base parlamentare intende portare a compimento, immagino, i provvedimenti legislativi susseguenti; per capire se il Ministro dell'economia Tremonti ha avuto ruolo e quale ruolo nella stesura di questa lettera e per comprendere perché il Ministro Bossi, per pacificare il clima e il rapporto tra Italia ed istituzioni europee, si è sentito in dovere di dire che la lettera della BCE del 5 agosto, cui la lettera di oggi in qualche modo è una risposta, è stata una «fucilata» da parte del Governatore Draghi - da lunedì Governatore della Banca centrale - alle spalle del Presidente del Consiglio.
Noi qui dentro ormai siamo abituati a tutto e se un Ministro della Repubblica dice che il Governatore della Banca centrale europea ha sparato una fucilata al Presidente del Consiglio noi ci ridiamo sopra, comprensibilmente, ma all'estero, all'Eurotower, no. Visto che il momento è drammatico e che la soluzione è stata rabberciata in vertici notturni e varie cene, credo sarebbe necessario e non solo utile per il Governo, per il Parlamento e anche per dare un segnale di coralità, se mai fosse possibile, del Parlamento italiano a Bruxelles, che il Presidente del Consiglio venga al più presto a riferire in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Onorevole Della Vedova, sarà mia cura riferire della sua richiesta al Presidente della Camera. Ricordo inoltre che la sede più opportuna, anche per l'ordine del giorno dei nostri lavori, è la Conferenza dei presidenti di gruppo.

FRANCESCO BOCCIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOCCIA. Signor Presidente, lunedì mattina, in quest'Aula, il gruppo del Partito Democratico e gli altri gruppi di opposizione hanno chiesto alla Presidenza di richiedere al Governo un'informativa urgente sulla condizione generale che regolava i rapporti, dopo un weekend molto complicato e molto tormentato, tra il nostro Governo e l'Unione europea.
Siamo arrivati a mercoledì mattina, sono passate quarantott'ore, e prendiamo atto che il Governo non ha degnato il Parlamento di alcuna risposta; e dobbiamo prendere atto, purtroppo, che, in Italia, le dinamiche riguardanti le vicende economiche, vengono regolate con relazioni epistolari tra il Governo e le istituzioni comunitarie.
Ci auguriamo - e ribadiamo esattamente tutto quello che abbiamo già detto qui in Aula - che i temi a cui abbiamo fatto riferimento vengano discussi in Parlamento e ivi approfonditi. Non è ammissibile Pag. 7che temi che riguardano il futuro del nostro Paese possano essere regolati da lettere i cui contenuti, la cui redazione e le cui caratteristiche vengono comunicate al Parlamento solo attraverso i giornali.
Signor Presidente, riteniamo che, a questo punto, debba essere molto netta la posizione del Parlamento tutto. Ci auguriamo che i gruppi di maggioranza recuperino un minimo di dignità e chiedano al Governo di riferire in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FERDINANDO ADORNATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FERDINANDO ADORNATO. Signor Presidente, non vorremmo che le richieste che i colleghi La Malfa, Della Vedova e Boccia hanno reiterato vengano considerate uno stanco rito di opposizioni che hanno quasi il dovere di lamentarsi del fatto che il Governo non riferisca.
Per quanto ci riguarda - e credo per quanto riguarda anche gli altri colleghi - non è così. Presidente, lo faccia presente al Presidente della Camera, mentre io vorrei farlo presente ai colleghi della maggioranza. In una situazione del genere non dovrebbe essere l'opposizione a chiedere che si svolga un dibattito sulla crisi del Paese e sulle misure necessarie per uscirne, ma dovrebbe essere sentimento, coscienza e dovere della maggioranza trovare nel Parlamento il luogo di confronto e di riflessione su quello che sta accadendo.
Signor Presidente, non è un mistero che il nostro gruppo e il nostro partito immaginano come metodo per uscire da questa situazione assai delicata il ritrovare le ragioni di una concordia e di un'armonia del Paese e anche delle suo forze politiche. Non è un mistero. Noi abbiamo cominciato a dirlo - lo la detto il Presidente Casini - diciotto mesi fa. Credo che se, non diciotto, ma magari quindici o quattordici mesi fa, si fosse andato nella direzione di un Governo di responsabilità nazionale, le cose sarebbero andate meglio.
Tuttavia, chi ha a cuore la concordia e l'armonia non può non trovare come una nota assai stonata l'attacco che è venuto da un partito della maggioranza al Governatore della BCE, Mario Draghi. Perché la lettera famosa di Trichet-Draghi, che Bossi sostiene essere stata una «fucilata», se la si va a leggere bene, non era altro che il programma di Governo della Casa della Libertà negli anni Novanta e nel 2001; solo che questo programma è stato disatteso e, come Draghi ha detto stamane, il rinvio delle riforme per la crescita sta oggi mettendo in discussione la ricchezza degli italiani.
È in discussione la ricchezza degli italiani, è in discussione il futuro del Paese e il Governo non trova il modo di coinvolgere il Parlamento e i cittadini italiani nelle sue scelte. Non ci lamentiamo solo di apprendere delle lettere varie dai giornali (ormai siamo abituati al meccanismo dei media), ma ci lamentiamo dei contenuti di questa lettera e del fatto che, comunque, non si trovi il modo di cercare, come sostiene il Presidente Napolitano, la più vasta coesione politica rispetto alle scelte - anche fosse una sola lettera - che il Governo fa.
Ciò è molto grave, e la maggioranza si sta assumendo una responsabilità storica di fronte agli occhi degli italiani. Quindi, impieghiamo il tempo minore necessario affinché la Camera si convochi per discutere di quello che sta accadendo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Sarà mia cura, come ho già detto, far pervenire al Presidente della Camera le richieste che sono state avanzate da tutti i gruppi dell'opposizione. Ricordo a tutti, però, che la sede nella quale esplicitare tali richieste è la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, la Lega è una forza pacifica e responsabile e non ha mai dato adito ad incidenti di tipo parlamentare o altro però, essendo una forza, non tollera i soprusi e le ingiustizie. Allora, Presidente Fini, è a lui che mi rivolgo: è assolutamente inopportuno il suo comportamento di questi giorni.
È inopportuno che il Presidente della Camera si sieda in uno studio televisivo, come è successo ieri a «Ballarò», alla pari di altri leader politici (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Popolo della Libertà e Popolo e Territorio - Dai banchi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania si scandisce: Dimissioni! Dimissioni!).

PRESIDENTE. Per cortesia, onorevole Reguzzoni, visto e considerato che lei è anche capogruppo, forse può chiedere ai deputati del suo gruppo di consentirle di svolgere l'intervento.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Il mio gruppo è molto attento anche ai suoi richiami, perché lei è autorevolmente il Presidente facente funzioni in questo momento. Ho solo iniziato. È inopportuno che il Presidente della Camera si faccia partecipe di dibattiti in cui vengono espresse valutazioni che sono politiche e politiche devono essere.
Certo, uno fa politica, ha diritto di farla, ma allora non può ricoprire il seggio più alto di rappresentante di un ramo del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Popolo della Libertà e Popolo e Territorio)!
E poi vi è stata la caduta di stile incredibile nel coinvolgere ieri addirittura la moglie di un Ministro, il nostro Ministro Bossi, nel dibattito politico, offendendo in un colpo solo tutti coloro - sono centinaia di migliaia - che usufruiscono di trattamenti pensionistici in regola con le norme vigenti all'epoca (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Popolo della Libertà e Popolo e Territorio). Giuste o ingiuste erano le regole dell'epoca, epoca in cui la Lega in Parlamento non c'era, ma il Presidente Fini sì e non ha fatto nulla per contrastarle (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Popolo della Libertà e Popolo e Territorio)!
È una caduta di stile nei confronti di un movimento politico che, invece, ha sempre portato rispetto, che non è mai sceso nel gossip, che non ha mai fatto il nome della moglie del Presidente della Camera, lei sì, coinvolta in fatti di gossip e giudiziari ben più importanti e ben più pesanti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Popolo della Libertà e Popolo e Territorio)!
Ma ancor di più: di tutto questo noi oggi abbiamo un movimento politico, che mai si è candidato alle elezioni, che ha nel simbolo il nome del Presidente Fini. Questo è completamente inaccettabile (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Popolo della Libertà e Popolo e Territorio - Dai banchi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà si scandisce: Dimissioni! Dimissioni!)!
Noi abbiamo più volte rivolto appelli alla ragionevolezza e al rispetto delle istituzioni perché riteniamo che ci debba essere un modo corretto di fare politica. Purtroppo, questi appelli cadono nel vuoto e non certo per colpa della Lega, ma per colpa di chi, avendo un alto incarico, si preoccupa dei propri interessi politici e personali e non degli interessi dell'istituzione che dovrebbe rappresentare.
Questo per noi è inaccettabile e gli chiediamo di scendere e di dare risposte a questo Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Popolo della Libertà e Popolo e Territorio - Commenti del deputato Lo Presti - Dai banchi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà si scandisce: Dimissioni! Dimissioni!).

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), è veramente anomalo che Pag. 9un capogruppo in Aula affronti questioni politiche trasformandole in modo diverso.
Io credo che il Presidente della Camera abbia tutto il diritto, essendo anche un leader politico, ad esprimere (Vivi commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Scambio di apostrofi tra deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Futuro e Libertà per il Terzo Polo)...

PRESIDENTE. Colleghi, scusate, abbiate pazienza. Scusate! Onorevole Granata, per cortesia!
Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 12,17, è ripresa alle 12,19.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, riprendo la seduta per un minuto. Vorrei chiedere scusa ai ragazzi che stanno seguendo i nostri lavori dalle tribune per lo spettacolo non certo edificante che è stato offerto (Applausi).
Aggiungo che sospendo di nuovo la seduta, che riprenderà alle ore 12,30.

La seduta, sospesa alle 12,20, è ripresa alle 12,40.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

PRESIDENTE. La seduta è ripresa (Dai banchi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania si grida: Dimissioni, dimissioni!).
La seduta è ripresa!
Dobbiamo riprendere i nostri lavori. Ho ascoltato l'intervento dell'onorevole Reguzzoni. Vi sono colleghi che desiderano intervenire o passiamo all'esame dei punti all'ordine del giorno (Dai banchi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà si leva una voce: «Dimettiti!»)? Prendo atto che non vi sono colleghi che intendono intervenire sulla questione che è stata posta...

FABRIZIO CICCHITTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Cicchitto. Se intende intervenire su quanto affermato dall'onorevole Reguzzoni, ha chiesto di parlare anche l'onorevole Bocchino (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Onorevoli colleghi! Allora, può parlare l'onorevole Cicchitto, a seguire l'onorevole Bocchino e poi, eventualmente, gli altri colleghi (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Popolo e Territorio). Onorevoli colleghi! Mettetevi d'accordo, avete entrambi diritto di parlare (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Popolo e Territorio).

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Onorevole Presidente, sono momenti, per il nostro Paese e per le nostre istituzioni, molto delicati, molto particolari e molto preoccupanti. Mentre l'onorevole Reguzzoni poneva un problema che, a nostro giudizio, è di piccolo cabotaggio partitico (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Popolo e Territorio)...

MARIO LANDOLFI. Ma che stai dicendo!

PRESIDENTE. Colleghi!

ITALO BOCCHINO. ... il portavoce della Commissione europea dichiarava che «si attendono decisioni dall'Italia», con la famosa lettera non ancora giunta, «entro le ore 18. Ci aspettiamo una lista di misure concrete, molto dettagliata, con un calendario chiaro, che deve essere seguito dall'applicazione rapida delle nuove misure».
Questo è oggi il problema dell'Italia e degli italiani, che non si riesce a dare una lista di misure concrete. Invece, sembra che qualcuno viva come problema il bisogno di negare, ad un soggetto politico, il diritto a partecipare al dibattito, diritto che è garantito all'onorevole Lupi, che Pag. 10quando presiede l'Assemblea è imparziale, all'onorevole Bindi, che quando presiede l'Assemblea è imparziale, senza che nessuno glielo contesti.
Allo stesso modo, si vuole contestare ad un partito politico di mettere il nome del leader nel simbolo, dimenticando che chi lo contesta ha il nome del Ministro per le riforme per il federalismo, che dovrebbe rappresentare anch'egli tutti gli italiani, all'interno del simbolo. Inoltre, vi è anche la quarta carica della Stato che ha il proprio nome all'interno del simbolo del proprio partito (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Misto-Alleanza per l'Italia).
La verità è un'altra. La verità è che qui vi è una paralisi parlamentare. Siamo qui perché non siete in condizioni di portare provvedimenti per l'economia, non siete in condizioni di portare provvedimenti per il sociale, non siete in condizioni di varare la riforma dell'articolo 41 della Costituzione, che rispedite ogni tanto in Commissione perché non vi mettete d'accordo. Non avete la maggioranza per risolvere il problema delle pensioni, non avete la maggioranza per dar vita ad un decreto sullo sviluppo, non avete la maggioranza per dei provvedimenti a favore dei giovani disoccupati e delle donne disoccupate. Allora, per voi il dibattito parlamentare si deve tenere su una trasmissione televisiva!
Vi sono cose che possono preoccupare, che riguardano alte cariche istituzionali. Ma, sinceramente, tra le cose che devono preoccupare e che riguardano le più alte cariche istituzionali di questo Paese, di certo non vi è il diritto-dovere del Presidente Fini di partecipare al dibattito politico. Guardate ad altre cariche istituzionali, per le quali emergono problemi ben più seri (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

FABRIZIO CICCHITTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, avendo io sollevato più volte il problema, era poi inevitabile che ci trovassimo nella per noi sgradita situazione che l'evocazione di atti politici, fatti dal Presidente della Camera non nell'esercizio delle sue funzioni, ma nell'esercizio della leadership del suo partito, provocasse incidenti di questo tipo.
Questo, Presidente della Camera, onorevole Fini, la dovrebbe far riflettere attentamente, perché lei sta creando una situazione - questa sì - di difficoltà per l'istituzione che lei dovrebbe presiedere imparzialmente, ed il suo nome non dovrebbe provocare incidenti tra i colleghi (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Popolo e Territorio).
Ricordo anche all'onorevole Bocchino che il Presidente della Camera è una figura istituzionale certamente superiore a quella dei Vicepresidenti, perché egli è insediato in questo ruolo e l'articolo 8 del Regolamento della Camera parla chiaro. Il mio non è un riferimento burocratico: il Presidente della Camera rappresenta la Camera nel suo complesso, quindi dovrebbe rappresentare anche noi (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Popolo e Territorio). Ma certamente, se il Presidente della Camera va nelle trasmissioni televisive e, addirittura, arriva ad attaccare la consorte di un Ministro della Repubblica, ecco che veniamo a trovarci in questa situazione (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Popolo e Territorio).
Pertanto, oltre al grido «dimissioni!», qui c'è un problema veramente acuto e drammatico, perché io rovescio il ragionamento fatto da altri colleghi: noi siamo costretti a fare questo tipo di discussione - e nessuno aveva in testa questo tipo di discussione prima di Ballarò -, in un momento in cui vi sono problemi così gravi e drammatici, per questa doppiezza di comportamento che crea una gravissima difficoltà istituzionale (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Popolo e territorio).
Siccome so benissimo che, un po' beffardamente, ci si dice che tanto non si è Pag. 11in condizioni di presentare nessuna mozione di sfiducia, affermo però fin da ora che il nostro gruppo, a questo punto, ha intenzione di investire la massima autorità dello Stato di una situazione di difficoltà assai seria dell'istituzione parlamentare determinata dal suo comportamento (Commenti dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo - Dai banchi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo si grida: Schifani, Schifani!). Le grida ed i comportamenti scomposti non ci intimidiscono affatto (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Popolo e territorio)!

DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, non voglio - perché si confonderebbero i due piani - entrare in nessun modo nel merito delle valutazioni politiche e delle frasi pronunciate nel corso di quella trasmissione televisiva.
Rilevo che non è il primo caso in cui il Presidente della Camera - nonostante dei precedenti in altre fasi della storia italiana che rendevano ciò inimmaginabile - è anche un leader politico. Cito gli ultimi due Presidenti della Camera - ognuno evidentemente con comportamenti, modalità e scelte soggettive - i quali hanno presieduto i nostri lavori mantenendo, contemporaneamente, un ruolo di guida politica del loro partito. Cito il Presidente Casini e il Presidente Bertinotti.
Il Presidente della Camera va valutato esclusivamente per il modo in cui presiede i lavori dell'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Futuro e Libertà per il Terzo Polo - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Da quando il gruppo parlamentare di riferimento dell'onorevole Fini si è collocato all'opposizione, il Presidente della Camera ha continuato a presiedere i lavori dando, alternativamente, delusioni o soddisfazioni alla maggioranza ed ai gruppi parlamentari di opposizione. Noi stessi ci siamo più volte lamentati per alcune scelte che ha fatto nella impostazione dei calendari dei nostri lavori o nella scelta dei provvedimenti da inserire in calendario. Per questo va valutato, tutto il resto fa parte del dibattito politico.
Quello che non dovete fare e che è assolutamente inutile e fuori luogo - mi rivolgo agli esponenti della maggioranza ed al presidente Cicchitto, una volta per sempre, per oggi e per il futuro, perché le maggioranze si alternano, ma le istituzioni restano, e ciò vi può piacere o non piacere - è pensare di coinvolgere il Presidente della Repubblica in una vicenda che riguarda unicamente il rapporto tra Presidente della Camera, gruppi parlamentari ed Aula.
È assolutamente fuori luogo ed è, peraltro, un'iniziativa che non può portare ad alcun tipo di intervento perché, per sua natura, il Presidente della Camera, una volta eletto, indipendentemente dal tipo di maggioranza dalla quale è stato eletto, non è sfiduciabile né politicamente né formalmente. Infatti, se così fosse, è abbastanza ovvio ed evidente che il Presidente della Camera, nell'adottare ogni decisione, dalla più semplice alla più difficile, saprebbe sempre che la maggioranza parlamentare del momento lo può sfiduciare formalmente o può metterlo politicamente in una situazione di difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questo non è possibile.
Quindi, criticate il Presidente Fini per il solo ruolo politico finché volete, ma prendete atto che il Presidente della Camera, dal minuto dopo la sua elezione, non è in alcun modo suscettibile di sfiducia, né politica né formale (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, prima due brevissime repliche al presidente Cota e al presidente Cicchitto (Commenti Pag. 12dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà)... chiedo scusa, al presidente Reguzzoni e al presidente Cicchitto.
Al presidente Reguzzoni, che ha iniziato il suo intervento ricordandoci che la Lega Nord Padania è un gruppo pacifico, vorrei dire che me ne rallegro e me ne compiaccio, anche perché penso a cosa farebbero se non fossero un gruppo pacifico (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).
Al presidente Cicchitto vorrei dire: caro presidente, questo piccolo espediente di trasformare la giornata di oggi nella giornata dell'incidente politico sul Presidente Fini è un tentativo veramente patetico di buttare la palla fuori dal campo di gioco (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Oggi, in Italia, c'è un problema immenso: un Governo latitante, un Governo che da tre anni non gestisce la situazione economica del Paese nel mezzo nella crisi più grave che il Paese conosca. Oggi vi siete ridotti al punto da farvi etero-dirigere della Banca centrale europea e non siete nemmeno in grado di fare le cose che poi la Banca centrale europea vi obbliga a fare.
Il problema dell'Italia è che rischiamo, ancora una volta, stasera, che le politiche balbettanti del vostro Governo siano bocciate oggi dall'Europa e, domani mattina, dai mercati. E voi siete qui a cercare, in modo persino puerile, di trasformare il dibattito politico nel nostro Paese in un dibattito politico sulla Presidenza della Camera.
Ma non avete un po' - almeno un po' - di senso di responsabilità e di misura delle entità che sono in gioco nel Paese in questo momento?
Vorrei anche spendere due parole nel merito del tema che avete sollevato. Credo che il comportamento di un Presidente della Camera si misuri nel modo in cui presiede la Camera (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Futuro e Libertà per il Terzo Polo), e mi sento di poter dire, a nome mio e del mio gruppo, che in tre anni non c'è stata un'occasione, una scelta, un momento in cui il Presidente Fini non sia stato Presidente di tutta la Camera, e in cui con le sue scelte e le sue decisioni non abbia rappresentato e tutelato gli interessi di tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Futuro e Libertà per il Terzo Polo - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Poi voglio dire un'altra cosa: se vivessimo in un'Italia dove, per davvero, chi ricopre incarichi istituzionali di Governo lo facesse portando onore e dignità al Paese, se vivessimo in un Paese dove un Ministro di questo Governo e capo di un partito non si esprimesse quotidianamente a insulti, a gesti dell'ombrello, a dita medie alzate e non avessimo un Presidente del Consiglio che organizza incontri a base sessuale con prostitute minorenni (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)...

MAURIZIO BIANCONI. Vergogna!

MARIO LANDOLFI. Come ti permetti?

MASSIMO DONADI. ...io sarei anche propenso, oggi, a misurarmi con voi su un dibattito che riguardi lo stile con il quale si rappresentano le istituzioni.
Ma di che stile parlate voi? L'unico momento in cui potete dimostrare di avere ancora un po' di stile o un po' di senso della responsabilità delle istituzioni è il giorno in cui vi toglierete di mezzo, perché siete il problema dell'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Futuro e Libertà per il Terzo Polo)!

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Onorevole Presidente, certamente questo dibattito non è proprio il massimo rispetto a ciò cui tutti vorremmo predisporci. Peraltro, essendo stato Presidente della Camera ed Pag. 13essendo anche impegnato con lei in un'azione politica oggi nel Paese, avrei anche qualche motivo di imbarazzo supplementare. Vorrei dire una cosa, però, tenendo un livello un po' basso nella tensione politica che sento in quest'Aula.
Sarebbe fin troppo facile rispondere e si potrebbero dire tante cose. Francamente, lei ieri sera - ho visto solamente quel punto finale - ha più che altro fatto una constatazione, in riferimento ad un fenomeno generale di cui stiamo discutendo nel dibattito politico. Dare lezioni di deontologia, soprattutto venendo da certe esperienze e da certe espressioni, credo sia una cosa molto impegnativa e coraggiosa, anche da parte di chi ha posto questo problema in Aula.
Vorrei dire - e lo dico all'onorevole Cicchitto, con cui mi onoro di avere un'amicizia personale, al di là delle distinzioni politiche - che se noi guardiamo le cose con un po' di obiettività e collochiamo, storicizzandolo, il dibattito di queste ore, rischiamo di essere tutti nella «surrealtà», non nella realtà. In queste ore l'Europa ci ha chiesto di assumere decisioni importanti. Ieri il Consiglio dei ministri si è riunito e si è sconvocato, perché non era in grado di prendere decisioni. Sulle prime pagine di tutti i giornali abbiamo l'annuncio di un accordo e di una decisione. Sono rimasto sbalordito leggendo i giornali, perché quello che viene presentato come un accordo è già legge dello Stato con le manovre di aprile, di luglio e di agosto, per cui di fatto rispondiamo all'Europa gettando la palla in tribuna. Siamo costretti, oggi mercoledì 26 ottobre, a discutere di mozioni del tutto inutili, perché non abbiamo leggi da portare all'attenzione del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo e Partito Democratico), e stiamo discutendo delle trasmissioni televisive di ieri sera.
Amici, credo che siamo su un crinale molto pericoloso, perché qui non si tratta di parlare di quello che ha detto il Presidente Fini ieri sera, ma si tratta di prendere atto dello stato di impotenza del Parlamento, che certo non dipende dai comportamenti del Presidente della Camera, ma da una situazione politica che vede paralizzati il Governo, il Parlamento e le istituzioni e l'Italia affondare, con i sorrisini di qualcuno che pensa anche di poterci prendere in giro.
Ebbene, sul Presidente della Camera vorrei dire una cosa: dall'inizio di questa legislatura il Presidente della Camera è stato oggetto di polemiche politiche. Penso che non ci sia un caso al mondo in cui il Presidente del Consiglio espelle in diretta il Presidente della Camera dal suo partito (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo). Consentitemi di dire che siamo anche figli di una situazione un po' particolare. Non c'è giorno che il Presidente del Consiglio - per carità sarà sua facoltà dire queste cose - non dica che altri poteri dello Stato sono tumori della democrazia.
Non c'è un solo atto che sia stato portato all'attenzione del Parlamento su cui il Presidente della Camera si sia comportato in modo parziale. Il Presidente della Camera sovrintende a una gestione della Camera dei deputati in cui il Collegio dei questori - c'è qui l'onorevole Colucci - si è quasi sempre pronunciato all'unanimità. L'Ufficio di Presidenza della Camera si è quasi sempre pronunciato all'unanimità. Il Presidente della Camera diventa soggetto politico ed è, come tale, oggetto e bersaglio di polemiche politiche legittimamente da parte dei colleghi della Lega e del Popolo della Libertà. Scusate, di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando del nulla. Il Presidente della Camera va a Ballarò, giustamente la collega Gelmini fa polemica con il Presidente della Camera ed è giusto che sia così. Ma come Presidente della Camera egli si è comportato sempre con grande correttezza (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Se mi consentite, in un momento di questo tipo, basta e avanza, visti gli esempi di scarsa serietà istituzionale che tutti i giorni abbiamo (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo, Partito Democratico, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Misto-Alleanza per l'Italia).

Pag. 14

SANTO DOMENICO VERSACE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANTO DOMENICO VERSACE. Signor Presidente, cari colleghi, cari colleghi della maggioranza, non vi sembra più opportuno chiedere le dimissioni di chi ha portato l'Italia alla condizione di essere lo zimbello del mondo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori)? Non vi sembra più opportuno chiedere le dimissioni di un Governo che non è stato capace di dare vita ad una manovra economica adeguata come richiesto dalla crisi e dalla straordinaria forza e capacità di questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori)?

PINO PISICCHIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, devo dire che di questo dibattito trompe l'oeil, nel senso che lo sguardo viene rivolto ad altro rispetto all'oggetto centrale dell'attenzione a cui dovrebbe essere, invece, rivolto il Parlamento, mi ha colpito il riferimento al testo regolamentare fatto dall'onorevole Cicchitto che ha parlato dell'articolo 8 del Regolamento e del ruolo del Presidente della Camera.
In realtà, credo che sia opportuno fare riferimento all'articolo 8, ma anche all'articolo 9 che riguarda i Vicepresidenti della Camera. Allora, attraverso questi articoli, si capisce che l'insieme della Presidenza viene inquadrato in un ruolo: questi articoli definiscono il ruolo della Presidenza della Camera, mi pare evidente. Quindi, il giudizio va espresso con riferimento a ciò che viene compiuto in quest'Aula ai sensi del Regolamento parlamentare. Fuori da quest'Aula, onorevole Cicchitto - al quale esprimo tutta la mia considerazione anche con riferimento alla sua storia, al suo passato e alla sua conoscenza di un'altra storia e di un altro momento politico -, non è possibile né esprimere delle considerazioni trompe l'oeil - mi si consenta di usare ancora questo termine - che sono state espresse questa mattina, né argomentare nel modo in cui si è argomentato, perché l'onorevole Cicchitto sa bene che la Costituzione materiale fa del Presidente del Consiglio qualcosa di più di quello che è definito dal testo costituzionale e, oggi, assegna al Presidente della Camera un ruolo la cui politicità fuori da quest'Aula è evidentemente piena e completa, così come pieno e completo è il ruolo dei Vicepresidenti.
Non sono un grande «compulsatore» del telecomando, non amo particolarmente i talk show, però mi capita di vedere gli onorevoli Lupi e Bindi - così facciamo una dichiarazione bipartisan - in tutti i talk show a sfondo politico che circolano nell'etere. Non mi pare che le loro posizioni siano politicamente meno caratterizzate di quelle dell'onorevole Presidente, anzi, l'onorevole Presidente è molto più parco nelle sue uscite.
Allora, fuori dalle strumentalizzazioni, vorrei dire che concordo con quanti hanno detto che quest'oggi stiamo buttando la palla fuori dal campo. Signor Presidente, vorrei aderire alla richiesta che questa mattina veniva fatta dall'onorevole La Malfa e proporre al Presidente del Consiglio di venire a spiegare in Aula che cosa è scritto nella lettera che quest'oggi viene presentata all'Unione europea e che diventa la lettera sulla quale, evidentemente, questo nostro Paese si gioca il prossimo avvenire. Credo che questo abbia senso molto più di quello che abbiamo ascoltato fino a questo momento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

SILVANO MOFFA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVANO MOFFA. Signor Presidente, colleghi, noi vorremmo porre un problema un po' diverso rispetto alle cose che sono Pag. 15state dette, perché - vede signor Presidente - oggi si pone soprattutto un tema che è quello del profilo istituzionale che dovrebbe avere la terza carica dello Stato (perché di questo si tratta, onorevoli colleghi). E la domanda che pongo a me stesso e che pongo a lei, onorevole Presidente, è se la caduta dello stile di un Presidente della Camera non sta nel fatto di partecipare ad una competizione politica, ma sta soprattutto nel fatto di aver scelto di partecipare a Ballarò. Può un Presidente della Camera partecipare ad una trasmissione televisiva come Ballarò (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo e Territorio, Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Proteste dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo)?

ENZO RAISI. Vergognati! Vergogna!

CLAUDIO BARBARO. Buffone!

SILVANO MOFFA. Vede, noi non staremo qui a rimproverarle che lei in qualche misura ha venduto la sua anima di destra a Nichi Vendola. Non glielo diciamo, ma diciamo qualcosa di diverso rispetto ad alcune considerazioni (Proteste dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo). Capisco che può non piacervi, ma dovete «subire» ed accettare quello che ho il diritto di dire.

PRESIDENTE. Colleghi, lasciate intervenire l'onorevole Moffa.

SILVANO MOFFA. Noi poniamo una questione fondamentale che va esattamente nella direzione delle considerazioni che sono state fatte proprio dall'opposizione, e in particolare dall'onorevole Franceschini e dall'onorevole Donadi. È vero che il Presidente della Camera deve essere giudicato...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego.

SILVANO MOFFA... per la responsabilità che ha di condurre i lavori del Parlamento (Commenti dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo), garantendo...

PRESIDENTE. Onorevole Raisi, la prego.

SILVANO MOFFA... quell'essere super partes rispetto a tutti i gruppi parlamentari, ma non è vero che non ci siano stati, sopratutto recentemente, episodi che hanno in qualche modo intaccato proprio il ruolo super partes che il Presidente della Camera deve avere (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo e Territorio, Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Ne cito sostanzialmente due, sui quali ritorneremo nelle settimane future, che riguardano la composizione della Giunta del Regolamento e la decisione che è stata assunta in quest'Aula quando si è impedito di andare avanti nell'esame del rendiconto dopo la bocciatura dell'articolo 1. Sono due argomenti che non saranno e non possono essere accantonati (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo e Territorio, Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Vede Presidente, rispetto alle comunicazioni che ella ha dato qualche settimana fa nell'Aula leggendo uno speach nel quel erano contenuti molti condizionali, noi, siccome siamo abituati a guardare le carte e ad approfondire i temi, abbiamo fatto anche una ricerca molto certosina e abbiamo trovato dei precedenti che vanno nel senso opposto rispetto a quello lei ha deciso di fare in quella circostanza. Per la Giunta del Regolamento per esempio c'è un precedente che risale al 1978, dove è vero che per garantire la rappresentatività dei gruppi che si erano nuovamente costituiti nell'Aula parlamentare fu concessa la rappresentanza in quella Giunta, ma contemporaneamente si aumentò la presenza degli altri gruppi per garantire il rapporto proporzionale (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo e Territorio, Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Altro elemento sul quale bisogna ragionare: è vero che, in quella circostanza, lei ha deciso di inviare alla Giunta per il Regolamento il problema del rendiconto, Pag. 16ma vi è stato un precedente del 1978 in cui la Giunta per il Regolamento aveva il compito e, in qualche modo, la funzione di esprimere sempre un parere unanime e non a maggioranza e, quando c'era un parere a maggioranza, i Presidenti andavano in Assemblea e chiedevano all'Assemblea stessa di pronunciarsi. Erano altri tempi dove il Presidente della Camera, onorevole Franceschini, era una signora che si chiamava Nilde Iotti. Altro stile dobbiamo dire (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo e Territorio, Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Non ci sono altri colleghi che desiderano intervenire e, quindi, prima di passare all'esame dei vari punti all'ordine del giorno, vi prego di dedicare soltanto pochi secondi di attenzione.
Ho ascoltato l'intervento dell'onorevole Reguzzoni, anche se non ero fisicamente presente in Aula, e ho successivamente ascoltato gli interventi dei colleghi che hanno parlato dopo l'onorevole Reguzzoni. Credo si possa essere tutti concordi nel dire che si è trattato di osservazioni di carattere squisitamente politico che, come tali, al di là della condivisione o meno delle parole che sono state pronunciate, meritano, come considerazioni di carattere politico, tutte uguale rispetto, perché il presupposto di una democrazia è esprimere le proprie opinioni al di là del fatto che le si condivida o meno.
È altrettanto evidente che non è questa la sede in cui il Presidente della Camera ha la possibilità di rispondere in termini politici a quanto è stato osservato, proprio perché, se lo facessi, finirei in qualche modo per confermare quella, a mio modo di vedere, insussistente accusa di partigianeria che mi è stata mossa. È la ragione per la quale saranno altre le sedi in cui, se lo riterrò, avvalendomi di un pieno diritto costituzionale, eserciterò il mio dovere di replica (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Unione di Centro per il Terzo Polo - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Ringrazio tutti i colleghi, senza eccezione alcuna, per il dibattito che si è svolto.
A questo punto, secondo quanto mi è stato fatto presente dai rappresentanti dei gruppi, vi è un'intesa a riprendere i nostri lavori alle ore 15, con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, e, a partire dalle ore 16, con il seguito della discussione delle mozioni concernenti l'annunciata chiusura dello stabilimento Irisbus di Flumeri.
Sospendo, quindi, la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro della gioventù, il Ministro della salute e il Ministro per i rapporti con il Parlamento.

(Iniziative normative per assicurare la copertura finanziaria per le borse di studio universitarie - n. 3-01908)

PRESIDENTE. L'onorevole Zazzera ha facoltà di illustrare l'interrogazione Di Pietro n. 3-01908, concernente iniziative normative per assicurare la copertura finanziaria per le borse di studio universitarie (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, mi rivolgo al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca perché nell'interrogazione in esame noi dell'Italia Pag. 17dei Valori le chiediamo, rispetto al fondo integrativo nazionale che riguarda le borse di studio per garantire il diritto allo studio degli studenti, sancito peraltro dalla Carta costituzionale, che cosa intendete fare laddove - si legge dai numeri - vi è un'evidente riduzione di risorse.
Voglio ricordarle che, nell'anno accademico 2009-2010, queste risorse ammontavano a 246 milioni di euro; invece, nell'anno accademico 2011-2012, sono diventate 101 milioni, perdendone 144 e lasciando di fatto privi di diritto allo studio 45.366 studenti.
Le chiediamo come intendete garantire il diritto allo studio.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, l'interrogazione in oggetto tratta un tema fondamentale per il Paese, per i giovani italiani e per le famiglie, che in un momento di crisi sono chiamate a sostenere ingenti spese per mantenere i figli alla scuola superiore e poi all'università.
Certamente, una delle più grosse lacune dell'Italia riguarda la modestia degli aiuti e dei servizi agli studenti. Nel tempo, anziché investire nelle borse di studio, nei prestiti d'onore e nelle residenze universitarie, si è preferito aumentare il numero dei corsi di laurea, le sedi distaccate, insomma molti investimenti che hanno prodotto scarsi risultati, posto che nelle prime cento università al mondo non vi è alcuna università italiana.
Con la riforma universitaria abbiamo cercato di cambiare lo stato delle cose ed abbiamo soprattutto cercato di attuare il dettato costituzionale, che recita che gli studenti meritevoli, ancorché privi di mezzi, devono poter raggiungere i livelli più alti dell'istruzione.
In questo senso, non abbiamo voluto far pagare gli sprechi e la spesa improduttiva, che purtroppo esiste all'interno di alcune università, aumentando le tasse, come hanno fatto altri Paesi.
Abbiamo ridotto gli sprechi e ridotto i corsi di laurea inutili ed abbiamo puntato sul diritto allo studio. Non a caso, quest'anno, nella legge di stabilità, abbiamo stanziato 570 milioni di euro per l'università e ben 180 milioni per le borse di studio, a cui bisogna aggiungere la compartecipazione regionale. Con le regioni, infatti, è aperto un tavolo per rivedere il decreto sul diritto allo studio, al fine di tener conto dei diversi costi della vita nelle regioni italiane e poter, quindi, far fronte alle necessità oggettive e concrete di chi vive in determinati territori e paga un affitto piuttosto che spese universitarie che cambiano da città a città.
Abbiamo anche introdotto, con la riforma universitaria, una nuova istituzione: mi riferisco al Fondo per il merito, una fondazione che dovrà attivare anche nel nostro Paese una prassi poco praticata (mi riferisco ai prestiti d'onore e alle borse di studio). Oltre, quindi, ai 180 milioni stanziati per il diritto allo studio, abbiamo stanziato 50 milioni di euro: 10 milioni sono stati stanziati con l'attivazione del fondo, altri 40 all'interno delle risorse contenute nella legge di stabilità. E, comunque, se le regioni non dovessero far fronte totalmente alla compartecipazione a cui sono chiamate, abbiamo anche un fondo integrativo di 60 milioni.
Noi abbiamo calcolato che, attraverso queste risorse, siamo in grado di aumentare - e di molto, rispetto agli anni passati -, le borse di studio, dando, quindi, concretezza al dettato costituzionale.

PRESIDENTE. L'onorevole Zazzera ha facoltà di replicare.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, signor Ministro, la mia impressione è che lei sia costretta ad arrampicarsi sugli specchi, sugli specchi del Ministero dell'economia e delle finanze - cioè quello guidato da Tremonti -, perché, evidentemente, non può garantire numeri e cifre che, in questi tre anni, hanno ridotto la scuola ad un vero e proprio bombardamento. Pag. 18
Signor Ministro, vorrei ricordarle che con la legge che porta il suo nome sono stati tagliati 8 miliardi di euro all'istruzione e che, sempre con una sua legge, è stato tagliato un miliardo di euro al Fondo di finanziamento ordinario delle università.
Certamente, lei oggi viene a dirci che sono stati stanziati 580 milioni di euro per l'università e che 180 milioni di euro sono stati stanziati anche per le borse di studio, che sono importantissime, perché permettono al figlio di un operaio di laurearsi come il figlio di un medico.
Ebbene, signor Ministro, vorrei farle, però, un po' di conti.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Ministro, sa quanto servirebbe per garantire ciò a tutti gli idonei - cioè, a tutti gli studenti che hanno diritto, ma che oggi sono rimasti fuori dalle graduatorie e, quindi, dalla possibilità di ottenere la borsa di studio -, dell'anno accademico 2009-2010? Per garantire a tutti gli studenti meritevoli - perché voi fate del merito il vostro programma - la possibilità di ottenere la borsa di studio servirebbero 585 milioni di euro.
Signor Ministro, sa quanto spende il suo Governo in armamenti? Spende 25 miliardi di euro. Lo ripeto: 25 miliardi di euro.
Pertanto, quando si fanno delle scelte, e si tagliano 8 miliardi di euro all'istruzione, si va persino contro ciò che chiede la stessa Unione europea all'Italia, e cioè più investimenti nell'innovazione e nella ricerca.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Zazzera.

PIERFELICE ZAZZERA. Le chiedo, per esempio, signor Ministro, di togliere la consulenza al dottor Zennaro e di fare delle borse di studio con i suoi rimborsi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Iniziative per dare concreta attuazione al Fondo di garanzia per l'acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie, con particolare riferimento ai titolari di contratto di lavoro a tempo determinato - n. 3-01909)

PRESIDENTE. L'onorevole Toccafondi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Baldelli n. 3-01909, concernente iniziative per dare concreta attuazione al Fondo di garanzia per l'acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie, con particolare riferimento ai titolari di contratto di lavoro a tempo determinato (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

GABRIELE TOCCAFONDI. Signor Presidente, una politica organica di attenzione nei confronti dei giovani non può prescindere dall'affrontare il problema della difficoltà delle nuove generazioni ad accedere ai mutui per l'acquisto della prima casa.
Molte giovani coppie lavorano per anni con contratti a tempo determinato e vedono preclusa ogni possibilità di accedere ai finanziamenti per l'acquisto di un alloggio perché non offrono, a giudizio degli istituti bancari, garanzie sufficienti.
Il Governo, con la legge n. 191 del 2009, ha già istituito un fondo per l'accesso al credito per l'acquisto della prima casa da parte di giovani coppie o nuclei familiari monogenitoriali con figli minori.
Con l'interrogazione odierna si chiede di sapere quali siano le iniziative che il Governo ha adottato, o intenda adottare, per dare concreta attuazione al citato fondo.

PRESIDENTE. Il Ministro della gioventù, Giorgia Meloni, ha facoltà di rispondere.

GIORGIA MELONI, Ministro della gioventù. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Toccafondi e l'onorevole Baldelli, che, con l'interrogazione in oggetto, mi danno la possibilità di comunicare e raccontare all'Aula quale sia l'entità dell'impegno del Ministero della gioventù, e del Pag. 19Governo nel suo complesso, su un tema che, chiaramente, è molto sentito tra le giovani generazioni, e non solo tra di esse, come il tema della casa.
A tal proposito, è proprio di qualche settimana fa l'adozione e la realizzazione da parte del Ministero della gioventù - nell'ambito di un pacchetto più articolato di iniziative, denominato «Diritto al futuro»-, del fondo di garanzia per l'accesso al mutuo per l'acquisto della prima casa, dedicato alle giovani coppie di lavoratori precari.
Sostanzialmente, si tratta di un fondo di 50 milioni di euro, con il quale lo Stato si impegna ad offrire le garanzie per le giovani coppie che abbiano più della metà di reddito derivante da lavoro - diciamo così, per semplificare - precario, che le banche non concedono, in assenza di garanzie che, di solito, vengono date prevalentemente dal tipo di contratto di lavoro che si ha.
Quindi, noi garantiamo fino al 70 per cento un mutuo che può arrivare a 200 mila euro per le giovani coppie sposate di under 35, con o senza figli, oppure per nuclei monogenitoriali che, in questo caso, abbiano dei figli.
È un provvedimento estremamente puntuale che ci consente di rimuovere una discriminazione presente in questa società, per la quale tanti ragazzi che hanno un contratto di lavoro flessibile - perché siamo andati verso il mercato della flessibilità - si trovano per questo esclusi da alcuni diritti e alcune opportunità, come quella di comprare una casa.
Da oltre un mese - a me piace parlare di cose che sono già state fatte - i ragazzi che sono in possesso di questi requisiti si possono rivolgere presso le filiali degli istituti di credito che hanno aderito. Noi abbiamo stipulato per questo un protocollo con l'ABI e ci sono alcuni tra i più importanti istituti di credito che operano sul territorio nazionale: Intesa Sanpaolo, UniCredit, Monte dei Paschi di Siena. L'elenco delle banche che aderiscono e, quindi, alle quali ci si può rivolgere, è costantemente aggiornato sul sito del Ministero della gioventù, che è www.gioventu.gov.it, sul quale chiaramente si trovano anche tutti i requisiti che sono necessari e gli strumenti che servono per fare la domanda.
Si tratta dell'ultimo provvedimento in ordine di tempo che questo Governo ha adottato, perché varrebbe la pena anche di ricordare il Fondo degli affitti under 30, ovvero che abbiamo aumentato di 20 milioni di euro quel Fondo nazionale per il sostegno all'affitto che aiuta i nuclei familiari meno abbienti e, in particolar modo, chi ha meno di trent'anni, che può contare su uno sconto ancora più consistente rispetto alle altre fasce coinvolte dal Fondo sull'affitto.
Ricordo che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, come previsto dal Piano nazionale per l'edilizia abitativa, ha di recente stipulato quindici accordi di programma, con quattordici regioni e con la provincia autonoma di Trento, in forza dei quali vengono mobilitate risorse per 2 miliardi e 700 milioni di euro, che serviranno alla costruzione e alla realizzazione di 15.200 alloggi che, chiaramente a prezzi calmierati, tra i principali destinatari vedono proprio nuclei familiari a basso reddito, giovani coppie e studenti fuori sede. Quindi, si tratta di un impegno complessivo che chiaramente contiamo di portare avanti.

PRESIDENTE. L'onorevole Toccafondi ha facoltà di replicare.

GABRIELE TOCCAFONDI. Signor Presidente, ringrazio il Ministro della risposta. I giovani che vogliono fare famiglia adesso sono quasi sempre definiti dagli istituti di credito come «non bancabili», che è un brutto termine, ma rende bene l'idea: essi, cioè, non hanno e non possono dare garanzie sufficienti. I più fortunati hanno genitori o parenti che garantiscono, ossia mettono una firma per garantire il credito, per tutti gli altri c'è, se va bene, l'affitto.
Diciamo la verità, se non cerchiamo di cambiare le cose, questo Paese sarà sempre di più un Paese per vecchi. Questo Governo sta cercando di cambiare le cose Pag. 20e la sua risposta va in quella direzione. I più giovani, per la maggior parte, non sono «bamboccioni», come qualche Ministro li definì anni addietro. Essi vogliono fare famiglia, voglio mettere su famiglia, vanno nelle banche a chiedere garanzie e le banche li mettono alla porta.
Questo Governo vuole invertire la rotta, vuole aiutare i giovani che mettono su famiglia, che vogliono comprare casa. Le azioni descritte oggi dal Ministro ne sono la dimostrazione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Iniziative di competenza per garantire i livelli essenziali di assistenza con riferimento al recente piano di rimodulazione dei punti nascita ospedalieri nella regione Sicilia - n. 3-01911)

PRESIDENTE. L'onorevole Stagno D'Alcontres ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01911, concernente iniziative di competenza per garantire i livelli essenziali di assistenza con riferimento al recente piano di rimodulazione dei punti nascita ospedalieri nella regione Sicilia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

FRANCESCO STAGNO d'ALCONTRES. Signor Presidente, signor Ministro, intanto la ringrazio per essere venuto. So che era impegnato fuori, grazie per la sua presenza qui. Parliamo di punti nascita nella regione Sicilia, di piano di riordino dei punti nascita.
L'assessore Russo ha presentato un piano di riordino che non prevede e non considera la difficile situazione insulare di alcune parti del nostro territorio - faccio riferimento alle Eolie e a Pantelleria -, prevedendo la soppressione di questi punti nascita e devolvendo le funzioni ad ospedali maggiori.
Noi chiediamo se il Ministro, che è molto attento a questa situazione, non intenda vigilare sulla creazione dei punti nascita di confine e tutelare un diritto dei cittadini eoliani e anche di Pantelleria, che è previsto nell'articolo 32 della Costituzione, che prevede la tutela della salute per tutti i cittadini.
Quindi, chiedo al Ministro di vigilare perché un punto nascita emergenziale di confine comporta chiaramente la creazione di strutture correlate quali un centro sangue, un'unità di anestesiologia e rianimazione e una UTIN (unità di terapia intensiva neonatale).

PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Ferruccio Fazio, ha facoltà di rispondere.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, onorevole D'Alcontres, nel dicembre 2010 la Conferenza Stato-regioni ha approvato un documento tecnico recante: «Linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità, della sicurezza e della correttezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita per la riduzione del taglio cesareo». Credo che sia una grande conquista di questo Paese. Secondo questo documento, approvato dalla Conferenza Stato-regioni, si afferma di fatto che i parti sono sicuri e, quindi, sono ammessi solo se avvengono in strutture con almeno 1.000 parti l'anno o 500 in casi particolari. Ciò perché queste strutture possono avere l'ostetrica e l'anestesista 24 ore su 24, le cure, l'unità intensiva per i natali e i centri sangue.
La regione siciliana ha implementato, considerato il documento approvato dalla Conferenza Stato-regioni, nel decreto di riordino la razionalizzazione dei punti nascita. Tuttavia, nell'ambito degli obiettivi di piano del Fondo sanitario nazionale, è stato approvato anche uno degli obiettivi di piano che riguarda, in particolare, le isole minori: una sorta di deroga, quanto meno temporanea, per le isole minori che presentano delle problematiche socio-sanitarie e delle logiche molto diverse. A seguito, infatti, della richiesta pervenuta dai sindaci di Pantelleria e di Linosa di confrontarsi con il Ministero della salute, ho incontrato personalmente i sindaci e i direttori delle ASL di Trapani e Messina e ho chiarito che esistono delle risorse specifiche Pag. 21previste e vincolate dal Fondo sanitario nazionale finalizzate proprio ai progetti dedicati alle isole minori.
In questa occasione, ho anche sottolineato come questi finanziamenti possono consentire le condizioni necessarie non già per una deroga che permanga per sempre, ma per applicare gradualmente il decreto di riconversione dei punti nascita e di tenere conto di specifiche esigenze rappresentate da questi comuni. Naturalmente, è una situazione particolare. Sono delle realtà complesse e, quindi, credo si tratti di una situazione di cui si debba tener conto. Di fatto, è avvenuto che, a seguito di tutto ciò, in data 25 ottobre 2011 la Commissione sanità dell'ARS, in accordo con il governo regionale, ha spostato, come è noto, l'esecutività (proprio ieri) del decreto sulla rete dei punti nascita dal 1o luglio al 1o ottobre 2012. Entro il 1o ottobre dovrà essere realizzato un potenziamento strutturale e organizzativo dei reparti di ostetricia.

PRESIDENTE. Ministro Fazio, la prego di concludere.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. L'augurio di questo Ministero è che il riordino dei punti parto della Sicilia venga adottato quanto prima, limitando le deroghe a quelle realmente necessarie come quelle relative alle isole minori.

PRESIDENTE. L'onorevole Stagno D'Alcontres ha facoltà di replicare.

FRANCESCO STAGNO d'ALCONTRES. Signor Presidente, signor Ministro, è vero che ieri la Regione siciliana ha bloccato il piano per il riordino dei punti nascita e promette di valutare successivamente eventuali deroghe per determinati territori difficilmente raggiungibili. Chiedo di vigilare perché allo stato attuale l'ospedale di Lipari, per esempio, si trova con reparti rimodulati e chiusi che afferiscono solo ad aree mediche o chirurgiche. Quindi, troviamo il reparto di pediatria trasferito nel reparto di lungodegenza con anziani e, quindi, non vi è un'assistenza adeguata.
Inoltre, le voglio ricordare soltanto che, data l'insularità di Lipari e di Pantelleria in particolare, sappiamo benissimo che il sistema di trasporto assistito materno non è in grado di garantire il trasferimento in condizioni emergenziali di una puerpera con gravi problemi legati chiaramente al parto del nascituro e dello stesso neonato. Quindi, è necessario - secondo noi di Grande Sud - vigilare affinché le strutture di confine che verranno create e valutate dalla Regione siciliana siano dotate di quei reparti che devono essere necessariamente attinenti e correlati all'attività di ostetricia e ginecologia, perché indubbiamente un neonato deve essere assistito in tempi rapidi, senza aspettare l'elicottero che lo trasporti in un ospedale superiore.
Ritengo, pertanto, che il Ministero della salute intervenga, sebbene non abbia un ruolo di gestione diretta, perché sappiamo benissimo che la sanità, dal punto di vista organizzativo, viene gestita assolutamente dalle regioni. Chiediamo soltanto al Ministro, come ci ha sempre dimostrato, una particolare attenzione nello sviluppo di questa problematica che, tra l'altro, ci sta molto a cuore (Applausi di deputati del gruppo Misto).

(Chiarimenti in ordine a sospetti condizionamenti dell'azione del Governo desumibili da intercettazioni di conversazioni telefoniche del signor Lavitola diffuse da organi di stampa - n. 3-01910)

PRESIDENTE. L'onorevole Di Biagio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01910 concernente chiarimenti in ordine a sospetti condizionamenti dell'azione del Governo desumibili da intercettazioni di conversazioni telefoniche del signor Lavitola diffuse da organi di stampa (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, sui quotidiani nazionali impazzano le intercettazioni telefoniche tra membri del Governo e delle istituzioni e il latitante Valter Lavitola, indagato per induzione a Pag. 22rendere false dichiarazioni e per associazione a delinquere. Le intercettazioni rivelano una rete discutibile ed equivoca di intermediazioni tra politica e affari, diretta e condizionata dalle azioni istituzionali. Ricordiamo la nomina del commissario per la ricostruzione de L'Aquila o i vertici della Guardia di finanza o la legge sull'editoria o il «lodo Alfano». Si tratta di un quadro gravissimo, che mette in seria discussione la correttezza della vita istituzionale del nostro Paese.
Ancor più grave e preoccupante è la facilità con cui il Lavitola abbia potuto avere libero accesso agli alti ambienti istituzionali, muovendosi a nome e per conto o, quanto meno, con l'avallo del Presidente del Consiglio e dei ministri, anche nelle istituzioni pubbliche in Italia e all'estero.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Di Biagio.

ALDO DI BIAGIO. Concludo, signor Presidente. Chiedo, pertanto, al Governo se e quali elementi sia in grado di fornire per fugare preoccupazioni o sospetti circa il condizionamento operato del signor Lavitola sulle scelte del Governo.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Di Biagio, do lettura della risposta fornita dalla Presidenza del Consiglio.
La Presidenza del Consiglio fa presente che la vicenda delle intercettazioni telefoniche pubblicate, senza alcun controllo, neppure nella loro completezza, da parte di alcuni quotidiani, tra il signor Lavitola ed esponenti politici e della pubblica amministrazione, è attualmente al vaglio della magistratura. Pertanto, appare doveroso attendere la conclusione delle inchieste in corso prima di affermare responsabilità a qualunque livello.
Comunque, secondo la Presidenza del Consiglio, il Governo non può essere accusato di subire condizionamenti sulla base di stralci di conversazioni telefoniche, spesso caratterizzate da presunte capacità di influenza su esponenti del Governo di cui, però, gli accadimenti successivi hanno dimostrato la reale inconsistenza.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Biagio ha facoltà di replicare.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio per la bizzarra interpretazione che, tuttavia, non risponde alla nostra richiesta di chiarimento e di rassicurazione. Al di là del fatto che il Lavitola e le persone da lui raccomandate abbiano ottenuto o meno i «famosi» favori, ciò che veramente imbarazza e sconvolge è la facilità con cui questo individuo abbia avuto la possibilità di condizionare l'attività istituzionale e governativa, operando per tentare di delegittimare gli avversari politici, attraverso il dossieraggio o altre deplorevoli strategie, per tentare di influire su provvedimenti legislativi o nomine del Governo, per condizionare la politica estera sulla base di presunti e non chiari interessi e vantaggi sui quali, si spera, si arrivi presto a un po' di chiarezza. Tutto ciò rappresenta un gravissimo vulnus per la correttezza della vita istituzionale del nostro Paese. Mi auguro che il Governo se ne renda conto, anche perché questa faccenda ci sta ulteriormente ridicolizzando a livello internazionale.
Non dimentichiamo poi la familiarità del Lavitola con esponenti delle istituzioni, la sua libertà di muoversi nei palazzi istituzionali e nelle sedi di Governo e la familiarità con il Presidente del Consiglio dei ministri, tanto da poter dire di agire per conto suo. Sono tutti elementi che testimoniano l'inadeguatezza e la leggerezza con cui esponenti pubblici valutano la convenienza e l'opportunità di certe frequentazioni. Si tratta di elementi gravi, non solo perché danneggiano la credibilità del nostro Paese e rischiano di generare il disprezzo nei confronti delle istituzioni, ma anche perché mettono in seria discussione, per l'inaccettabile leggerezza dei Pag. 23vertici, il livello di sicurezza di cui le nostre istituzioni possono farsi garanti.
Il Governo deve fornire rassicurazioni in tal senso, cosa che non ha fatto qui oggi, e deve fugare le preoccupazioni ed i sospetti circa i condizionamenti operati dal signor Lavitola sulle sue scelte di rilievo istituzionale.
Gentile Ministro - e termino - è arrivato il momento di chiarire i punti oscuri della vicenda Lavitola. I cittadini hanno il diritto di sapere e non potete sfuggire ancora alle vostre inderogabili responsabilità.

(Iniziative per garantire la continuità della produzione presso lo stabilimento Firema di Caserta e misure a favore del settore dei trasporti - n. 3-01912)

PRESIDENTE. L'onorevole Porfidia ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01912, concernente iniziative per garantire la continuità della produzione presso lo stabilimento Firema di Caserta e misure a favore del settore dei trasporti (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, signor Ministro, la Firema trasporti è una società per azioni italiana del settore metalmeccanico operante nella progettazione, costruzione e riparazione di locomotive, treni, metropolitane e tram. Solo poco tempo fa, la Firema di Caserta veniva indicata da un importante quotidiano nazionale tra le dieci eccellenze imprenditoriali campane. L'azienda poi è stata colpita da una crisi finanziaria - anzi più precisamente da una crisi di liquidità - in quanto il precedente management ha incamerato anticipi sui treni da produrre - non producendoli per tempo e quindi facendo scattare delle penali - e nel contempo ha ceduto crediti ad altre aziende partner, circostanza che in pratica si è tradotta nel paradosso che Firema produce, ma non incamera profitto.
A partire dal 2 agosto 2010, la Firema è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria. La Firema, del resto, rappresenta per dimensioni e potenzialità forse una delle grandi realtà produttive della provincia di Caserta, probabilmente una delle ultime realtà.
Tenendo conto della centralità del settore trasporti per l'Italia e per il Sud chiediamo al Ministro quali provvedimenti ha intenzione di prendere per garantire il futuro lavorativo della Firema e di rilanciare nel contempo l'intero settore a livello nazionale e internazionale.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Porfidia, do lettura della risposta fornita dal Ministero dello sviluppo economico. Per quel che riguarda la società Firema, il Ministero evidenzia che - a fronte di un grave dissesto economico e finanziario che stava portando l'azienda verso la bancarotta, con conseguente interruzione dell'attività produttiva - esso ha accolto immediatamente l'istanza dell'azienda per l'ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria, prevista dalla cosiddetta legge Marzano.
Il Ministero comunica che la società è al momento attiva e, in particolare, il commissario nominato è impegnato nel mantenimento delle commesse in corso di esecuzione che sono state rinegoziate (Trenitalia, regione Campania, regione Lombardia e regione Sardegna) al fine di salvaguardare l'operatività dell'azienda in vista della ricollocazione sul mercato.
Il Ministero dello sviluppo economico fa presente che il 18 marzo 2011 è stata autorizzata l'esecuzione del programma di cessione del complesso aziendale, che ha la durata di un anno eventualmente prorogabile. La procedura di vendita delineata nel programma nelle forme dell'evidenza pubblica e riferita al complesso aziendale nel suo insieme - costituito dai rami di azienda operanti nelle sedi di Caserta, Milano, Tito, Spello e da alcuni cantieri utilizzati per la manutenzione da Pag. 24parte dello stesso - è stata avviata mediante la pubblicazione di un invito a manifestare interesse, in esito al quale sono state formulate otto manifestazioni di interesse.
Il Ministero dello sviluppo economico rappresenta che successivamente il commissario ha ricevuto quattro offerte preliminari non vincolanti - tra cui quella formulata congiuntamente da Finmeccanica Spa e Arnaldo Breda Spa - e, pur rappresentando il sussistere di aspetti di criticità di tali offerte, peraltro già segnalate agli interessati con una richiesta di precisazioni, ha chiesto l'autorizzazione ad acquisire dai potenziali acquirenti, alla fine del periodo di accesso alla data room, eventuali offerte di acquisto definitive e vincolanti.
Parallelamente, a supporto dell'attività del commissario, il Ministero dello sviluppo economico ha già notificato alla Commissione europea la richiesta di garanzia pubblica sui finanziamenti bancari, che possono garantire la liquidità necessaria per la continuità produttiva. Inoltre, il Ministero, in accordo con quello del lavoro, sta operando per garantire la continuità degli ammortizzatori sociali per i lavoratori attualmente non impegnati nelle attività produttive.
Il Ministero dello sviluppo economico poi ricorda che, presso di esso, si sono svolte numerose riunioni - l'ultima in data 28 settembre - cui hanno partecipato, oltre alle organizzazioni sindacali, anche i rappresentanti degli enti locali, a cui sono stati forniti tutti gli aggiornamenti richiesti sullo stato della procedura in corso.
Il Ministero dello sviluppo economico rappresenta infine che continuerà a monitorare attentamente l'intera vicenda della Firema, conscio dell'importanza di questa realtà industriale in termini occupazionali e di indotto economico per l'Italia e, in particolare, per il Mezzogiorno.

PRESIDENTE. L'onorevole Porfidia ha facoltà di replicare.

AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, signor Ministro, grazie soprattutto per le belle parole che alla fine ha speso per questa bella realtà, quindi vedo che c'è coscienza che effettivamente è una realtà che può dare molto allo sviluppo di tutta Italia.
Ho posto il problema della Firema come esempio della crisi che in questo momento attanaglia tantissime altre realtà della provincia di Caserta, perché rappresenta proprio un paradosso, cioè la Firema è una realtà che produce - come lei ha detto - ma che per una sorta di gioco di scatole cinesi ha dovuto dare dei crediti agli altri partner per cui in questo momento non ha liquidità, è questo il problema della Firema. Quindi non è una realtà in declino, anzi è un vero e proprio fiore all'occhiello che può rappresentare un volano per la nostra provincia di Caserta. Tra l'altro ricordiamoci che è un marchio made in Italy, questa secondo me è una cosa fondamentale.
Ho portato ad esempio la Firema ma voglio ricordare anche altri problemi, quali Irisbus, Alenia, FIAT, Fincantieri. Noi di Noi Sud crediamo che a questo punto la strategia del Governo deve essere ben precisa nell'aiutare queste realtà del Sud, perché dobbiamo evitare che accada quello che è previsto nell'ultimo e recente rapporto Svimez, cioè che a breve i giovani del Meridione siano costretti ad abbandonare le loro terre per andare al Nord. Questo noi del Sud non lo permetteremo, non lo vogliamo e non lo accetteremo in nessun modo.
Noi vorremmo che ci fosse una strategia, come abbiamo detto, che possa rilanciare e ridurre quel gap che esiste tra il Sud e il Nord, perché è solo in questo modo che noi riteniamo che l'Italia possa uscire da questa crisi, e per finire, signor Ministro, non vorremmo noi della Costituente per il Sud-Noi Sud che ci fosse una strategia dietro tutto questo. È un appello che rivolgo al Governo, perché non vorremmo che il federalismo fiscale richieda ancora maggiori sacrifici ai nostri giovani del Sud, l'utilizzo delle risorse del Meridione per portare le ricchezze al Nord. Faremo di tutto per evitare ciò.

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(Chiarimenti in merito allo stato dei conti della RAI, con particolare riferimento all'ipotesi di ulteriori trasferimenti di risorse statali - n. 3-01913)

PRESIDENTE. L'onorevole Crosio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Reguzzoni n. 3-01913, concernente chiarimenti in merito allo stato dei conti della RAI, con particolare riferimento all'ipotesi di ulteriori trasferimenti di risorse statali (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

JONNY CROSIO. Signor Presidente, con questa interrogazione vogliamo chiederle, signor Ministro, di chiarire quanto riportato da diversi quotidiani nazionali, sui quali viene messa in evidenza la grave crisi che coinvolgerebbe la RAI e, in modo particolare, vorremmo capire se risulta fondata la notizia che sempre la RAI vanterebbe nei confronti dello Stato, cioè del contribuente, un credito pari a un miliardo e mezzo di euro, almeno da quanto appare da notizie di stampa che tra l'altro non sono mai state smentite.
Abbiamo speso per il servizio pubblico un miliardo e mezzo in più di quanto ricevuto dallo Stato. La RAI a nostro parere è l'unico caso nel settore commerciale mondiale dove al cliente che paga - il cittadino contribuente - è preclusa la possibilità di conoscere il prodotto che compra.
Chiediamo quindi al signor Ministro di sapere quali iniziative intenda assumere e di fare definitivamente chiarezza sullo stato dei conti della RAI, rigettando chiaramente al mittente un ventilato aumento del canone.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Crosio, anche in questo caso do lettura della risposta fornita dal Ministero dello sviluppo economico.
Il Ministero fa presente che il contratto di servizio stipulato fra il Ministero dello sviluppo economico e la RAI definisce gli obblighi del concessionario del servizio pubblico sotto il profilo della qualità dei programmi, stabilendo un insieme di obiettivi, di indirizzi operativi, di parametri di qualità e di tecnologie dei programmi medesimi.
Il contratto da ultimo stipulato per il triennio 2010-2012, nel definire gli obblighi di servizio pubblico, ha posto particolare accento sul profilo della qualità, richiamando il rispetto delle regole di condotta contenute nel codice etico e nella carta dei doveri degli operatori del servizio pubblico ed impegnando la concessionaria ad evitare scene ed espressioni volgari, violente e di cattivo gusto. In tal modo si è potuta rafforzare la tutela dell'utente. Il Ministero ricorda che la realizzazione dei programmi, d'altra parte, non può che essere affidata all'autonoma capacità editoriale della società concessionaria del servizio pubblico.
Quanto ai criteri di determinazione dell'importo del canone, il testo unico dei servizi dei media audiovisivi e radiofonici impone alla RAI di tenere, per quanto concerne l'attività riconducibile al servizio pubblico, una contabilità separata.
In particolare, si prevede che in tale contabilità siano registrati i ricavi derivanti dal gettito del canone e gli oneri sostenuti nell'anno solare precedente per la fornitura del suddetto servizio, sulla base di uno schema approvato dall'Autorità, imputando o attribuendo i costi sulla base di principi di contabilità applicati in modo coerente e obiettivamente giustificati, definendo con chiarezza i principi di contabilità analitica secondo cui vengono tenuti i conti separati. La contabilità separata è soggetta a controllo da parte di una società di revisione. Il Ministero dello sviluppo economico, in base al contratto di servizio, può avvalersi dell'apposita commissione paritetica recentemente nominata, per verificare i contenuti delle attività di servizio pubblico, il loro adempimento da parte della concessionaria e i profili relativi al finanziamento. Pag. 26
Sotto il profilo quantitativo, il Ministero rappresenta che la RAI segnala che la contabilità separata ha messo in evidenza in modo sistematico uno squilibrio tra i costi per lo svolgimento delle attività di servizio pubblico realizzate dalla RAI e i ricavi dal canone di abbonamento, imponendo il funzionamento di una parte del servizio pubblico attraverso i ricavi pubblicitari. Per quanto riguarda quest'ultimo aspetto, il Ministero dello sviluppo economico sottolinea che, a partire dal 2004, per quanto il testo unico faccia riferimento anche ad altri parametri, quali la copertura dei costi e l'esigenza di sviluppo tecnologico delle imprese, gli aumenti del canone sono stati effettuati esclusivamente per adeguarlo all'incremento del tasso di inflazione. Non sono stati applicati altri criteri di aumento e non vi sono stati trasferimenti aggiuntivi.

PRESIDENTE. L'onorevole Crosio ha facoltà di replicare.

JONNY CROSIO. Signor Presidente, Ministro, la ringrazio della risposta e della sua difesa d'ufficio, ma credo che nei fatti abbia parzialmente fugato le nostre perplessità. Noi continuiamo a credere che qualcuno in questo Paese pensi di sanare una gestione infelice della RAI chiedendo ancora una volta ai cittadini di pagare. Inoltre, non ci trova d'accordo un servizio pubblico rispetto al quale nulla si sa dei contratti, dei compensi, dei criteri di scelta e delle modalità di individuazione degli artisti e dei criteri di selezione delle società, per non parlare del fatto, signor Ministro, che alla televisione pubblica, la RAI, lavora il doppio della gente impiegata mediamente nelle altre televisioni europee.
Il paradosso sulla questione della gente che lavora in RAI, signor Ministro, è che, malgrado tutto questo personale, le produzioni incredibilmente sono ancora affidate quasi tutte all'esterno, oltre a tutto il palinsesto che vediamo quotidianamente, dalle 19 alle 21, con programmi che vengono prodotti all'estero, come l'ispettore Derrick e tutte queste varie produzioni.
Pertanto, per essere chiari, signor Ministro, il servizio pubblico e il pluralismo televisivo nell'era digitale è condizione sicuramente preliminare e imprescindibile per la crescita democratica e culturale del nostro Paese. La RAI, quindi, è patrimonio di tutti. Pensare di continuare la sua gestione in questo modo infelice, per usare un termine gentile, non ci troverà assolutamente d'accordo. In modo particolare, non ci troverà d'accordo se si pensa ancora una volta di sanare il tutto sulla pelle dei cittadini, magari con l'aumento del canone RAI.
Concludo chiarendo che non condividiamo e non accettiamo tutto questo, in particolare per quanto riguarda il canone RAI, senza se senza ma (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Intendimenti del Governo in merito a misure volte ad assicurare la piena operatività della Direzione investigativa antimafia - n. 3-01914)

PRESIDENTE. L'onorevole Villecco Calipari ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fiano n. 3-01914, concernente intendimenti del Governo in merito a misure volte ad assicurare la piena operatività della Direzione investigativa antimafia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor Presidente, signor Ministro, con tutto il rispetto nei confronti della sua persona, ci aspettavamo il Ministro Maroni - avevamo visto anche il sottosegretario Mantovano - ma ci aspettiamo ora da lei una risposta chiara su quali sono le intenzioni del Governo in merito al futuro della Direzione investigativa antimafia.
È da troppo tempo che stiamo assistendo a tagli crescenti e ingiustificati che di fatto stanno compromettendo, forse irreparabilmente, la piena funzionalità della DIA. Siamo di fronte ad una progressiva riduzione dei finanziamenti, che sono passati da 28 miliardi di euro nel 2001 a 15 miliardi di euro attuali, che non coprono neanche le spese correnti, con Pag. 27inevitabili ripercussioni sulla qualità e l'efficienza delle strutture, degli strumenti e dei mezzi a disposizione.
Assistiamo alla riduzione significativa del personale, che viene utilizzato in gruppi di lavoro superflui. Da ultimo, vi è il prossimo taglio del trattamento economico aggiuntivo ai dipendenti. Tutto questo per noi è inaccettabile, soprattutto in considerazione del fatto che la DIA, fin dalla sua nascita, ha rappresentato il cardine della lotta alla criminalità organizzata e che, tra l'altro, è un'azienda attiva: ha sequestrato 5,7 miliardi di euro di beni...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Villecco Calipari.

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor Presidente, mi perdoni, solo un attimo. Signor Ministro, ci spieghi in maniera chiara perché non desiderate che la DIA operi pienamente e in maniera efficiente per contrastare la criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, ricordando che il Ministro dell'interno proprio ieri ha svolto un'informativa alla Camera, che è sempre disponibile e che i sottosegretari non possono rispondere al question time, do lettura all'onorevole Villecco Calipari e all'onorevole Fiano della risposta fornita dal Ministero dell'interno: «Quella di oggi è un'altra bella giornata nella lotta alla mafia. Questa notte, infatti, la squadra mobile di Catania ha catturato il super latitante Giovanni Arena, ricercato da 18 anni e inserito nell'elenco dei latitanti di massima pericolosità del Ministero dell'interno. Un ringraziamento va al Capo della polizia per questo ulteriore colpo inferto alla criminalità organizzata».
In ordine al quesito specifico degli onorevoli interroganti sulla pienezza della capacità operativa della DIA, il Ministero precisa subito che nessun taglio ha interessato le spese di funzionamento di questa struttura. Sotto l'aspetto operativo, resta invariato lo stanziamento di circa 4 milioni 900 mila euro. Di fronte alla urgente necessità di operare dei tagli, con il disegno di legge di stabilità si è ritenuto di intervenire sul trattamento economico aggiuntivo, ristabilendo un principio di equità fra gli operatori di polizia.
Gli appartenenti alle strutture territoriali delle forze di polizia, infatti, non godono del trattamento economico accessorio percepito dal personale interforze della DIA. Il Ministero dell'interno intende, inoltre, contestare quanto sostenuto dagli onorevoli interroganti, che qualificano come incomprensibile la creazione di sempre più numerosi settoriali gruppi di lavoro, chiamati ad occuparsi di singole realtà criminali interessate alla ricostruzione post terremoto in Abruzzo, all'Expo 2015 di Milano e alla TAV.
I gruppi sono stati istituiti presso la direzione centrale della polizia criminale in attuazione di specifiche norme approvate dal Parlamento. Di fronte ad opere straordinarie era necessario prestare un'attenzione speciale per evitare infiltrazioni della criminalità organizzata. Questi gruppi interforze svolgono una strategica funzione di cerniera rispetto alla raccolta e verifica delle informazioni provenienti da altre province relative a interferenze mafiose nei territori interessati, anche al fine di rendere più celeri i controlli antimafia.
Questi gruppi, pertanto, non possono essere considerati superflui, come ritenuto, invece, dagli onorevoli interroganti; anzi, consentono un più penetrante controllo antimafia sul territorio. A questi desk interforze partecipano, oltre al personale della DIA, appartenenti alla Polizia di Stato, all'Arma dei carabinieri, alla guardia di finanza, al Corpo forestale dello Stato e a esperti in materia di contrasto alle infiltrazioni mafiose nelle opere pubbliche. Nessuno di questi «specialisti» percepisce un trattamento economico accessorio come il personale della DIA.

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PRESIDENTE. L'onorevole Fiano ha facoltà di replicare.

EMANUELE FIANO. Signor Ministro, non posso che ritenermi insoddisfatto, a nome del Partito Democratico, della sua risposta. Il taglio all'indennità percepita dai circa 1.300 operatori della DIA, inserito in un comma molto criptico, all'articolo 4, comma 21, di un disegno di legge in un contesto che nulla ha a che vedere con il comparto sicurezza, non è che l'ultimo degli attacchi alla DIA che noi riscontriamo.
È bene ricordare che dall'anno 2001 ad oggi si è passati da un finanziamento di 28 milioni di euro agli attuali 15 milioni, cinque dei quali accordati in un secondo momento ed attinti dal Fondo spese impreviste. Purtroppo, non è qui con noi Giovanni Falcone, al quale va il nostro perenne e deferente saluto, che avrebbe modo di spiegare a lei e al Governo il perché della necessità e della specificità della DIA, che egli per primo immaginò, perché la lotta alla mafia non può prescindere da un effettivo coordinamento unico delle indagini.
Il poco tempo che mi rimane mi permette, però, di citare solo alcune delle più importanti inchieste che passano e che sono passate dalla DIA.
L'inchiesta che ha indagato su Marcello Dell'Utri, senatore della Repubblica, e sui suoi rapporti con il criminale mafioso condannato per omicidio Mangano, il sequestro, l'anno scorso, di 550 milioni di euro al cassiere del boss Matteo Messina Denaro, la disarticolazione dell'organizzazione della 'ndrangheta operante a Torino con centoquarantadue arresti, il sequestro, l'anno scorso, di 700 milioni di euro al clan dei Casalesi, che ha poi condotto all'operazione di Padova dove sono state arrestati ventidue camorristi dediti all'usura e, infine, l'operazione Tedra che ha portato alla richiesta di arresto dell'onorevole Cosentino.
Io mi chiedo - e lascio questo punto di domanda sospeso in quest'Aula - se vi sia un collegamento tra le fondamentali inchieste che sta seguendo la DIA, che riguardano anche l'appartenenza di alcuni personaggi della nostra politica, e il disegno chiaro ed evidente, contro il quale oggi protestiamo insieme agli operatori della DIA che sono qua fuori a manifestare, che il Governo, anche con quest'ultimo provvedimento, ha messo in atto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative di competenza nei confronti di Trenitalia per garantire collegamenti adeguati tra la capitale e il Mezzogiorno - n. 3-01915)

PRESIDENTE. L'onorevole Cera ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01915 concernente iniziative di competenza nei confronti di Trenitalia per garantire collegamenti adeguati tra la capitale e il Mezzogiorno (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANGELO CERA. Signor Presidente, signor Ministro, da alcuni giorni si è dovuta registrare la soppressione degli Eurostar ES9352 e ES9359 che collegano la Puglia e la Campania a Roma. Trattasi di corse di treni in partenza da Foggia alle ore 11,23 e in partenza da Roma alla volta di Lecce che collegano la Puglia e la Campania con la capitale, in una fascia oraria ad alta frequenza di utenza.
Ora, le uniche corse utili che sono rimaste a questi cittadini sono quelle da Foggia alle 8,23 con arrivo a Roma alle ore 11,15 e l'ultima corsa di ritorno da Roma alle ore 16,45 che consentono agli utenti solo alcune ore utili per sbrigare le commesse legate ai loro bisogni.
Si chiede, pertanto di capire questa demenziale decisione di Trenitalia e quali supporti ha avuto.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, la ringrazio. Pag. 29
Onorevole Cera, infine do lettura della risposta fornita dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Il Ministero ritiene opportuno premettere che i collegamenti riguardanti la coppia di treni Eurostar ad alta velocità ES9352 e ES9359, Bari-Roma e viceversa, non sono regolati con contratto di servizio e sono dunque gestiti dall'impresa ferroviaria in regime di autonomia commerciale, senza competenze dirette da parte del Ministero in ordine alla declinazione dell'offerta.
Tuttavia, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, da informazioni assunte da Ferrovie dello Stato italiane, fa presente che Trenitalia sta attualmente eseguendo interventi indifferibili di manutenzione e implementazione delle tecnologie di bordo sui convogli della flotta Frecciargento (ETR600, ETR610 e ETR485) a seguito dei quali si è determinata una minore disponibilità di materiale rotabile di tali tipologie che ha reso necessaria la sospensione della coppia di collegamenti del prodotto Frecciargento.
Pertanto il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti rappresenta che dal 3 ottobre scorso è stata soppressa la coppia di eurostar ad alta velocità (ES9352 ed ES9359), della tratta Bari-Roma e viceversa, che presentava in assoluto il più basso indice di frequentazione della categoria Frecciargento, con una percentuale di occupazione dei posti disponibili inferiore al 40 per cento e, pertanto, con un rapporto costi e ricavi pesantemente negativo.
Per quanto concerne, poi, il rilievo circa la qualità del materiale rotabile, impiegato per i treni in partenza da Roma per la Campania e la Puglia alle ore 14,45 e 16,45 (treni 9355 e 9357), il Ministero informa che per i suddetti collegamenti è attualmente programmato l'utilizzo di convogli ETR485. Al riguardo il Ministero comunica che Trenitalia Spa ha assicurato che tali convogli sono regolarmente manotenuti e sottoposti ai previsti interventi di pulizia.
In ogni caso, onorevole Cera, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti avrà cura di sollecitare ulteriori verifiche e, allorquando il suddetto materiale rotabile tornerà disponibile, porrà la dovuta attenzione affinché l'impresa ferroviaria individui idonee soluzioni, atte a far fronte ai disagi dell'utenza.

PRESIDENTE. L'onorevole Cera ha facoltà di replicare.

ANGELO CERA. Signor Presidente, signor Ministro, sono tremendamente insoddisfatto. Nei «carri bestiame» che Trenitalia Spa mette a disposizione dei cittadini del sud (quelli che partono alle 14,45 e alle 16,45) vorrei metterci il signor responsabile di Trenitalia Spa, così si renderebbe conto in quale situazione igienica e soprattutto in quale presenza ci troviamo.
Il problema è sapere se un cittadino, dopo avere speso tantissimi soldi, può rimanere a Roma solo due ore utili. Un cittadino che arriva da Foggia alle ore 12 non può stare fino alle 16 per ritornare, sapendo che in quelle ore deve pure sopportare il fatto che i ministeri hanno il break della colazione.
Se Trenitalia Spa vuole spingere i cittadini delle regioni meridionali a passare una giornata in più a Roma e, quindi, sobbarcarsi anche alle spese di albergo, tutto ciò va bene pure.
Ma «Cristo non si è fermato a Eboli » diciamo a Moretti. Noi non vogliamo raggiungere il nord: noi del sud vogliamo raggiungere la capitale, vogliamo raggiungere Roma!
Quantomeno lasciateci quest'ultimo sacrosanto diritto (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo)!

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16 con lo svolgimento del seguito della discussione delle mozioni, concernenti iniziative in relazione all'annunciata chiusura dello stabilimento Irisbus di Flumeri (Avellino).

La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16,05.

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ferranti, Jannone e Vitali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di novembre 2011 e conseguente aggiornamento del programma.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di novembre 2011:

Mercoledì 2 novembre (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
disegno di legge n. 4624 - Ratifica ed esecuzione dello Statuto dell'Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) (ove concluso dalla Commissione);
proposta di legge n. 98-B - Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese (approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (ove concluso dalla Commissione).

Discussione sulle linee generali della mozione Nunzio Francesco Testa ed altri n. 1-00725 concernente iniziative in relazione all'annunciato piano industriale di Alenia Aeronautica s.p.a., con particolare riferimento alle prevedibili ricadute sull'economia del Mezzogiorno.

Giovedì 3 novembre (antimeridiana e pomeridiana) (con votazioni)

Seguito dell'esame:
disegno di legge n. 4624 - Ratifica ed esecuzione dello Statuto dell'Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) (ove concluso dalla Commissione);
proposta di legge n. 98-B - Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese (approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (ove concluso dalla Commissione).

Seguito dell'esame della mozione Nunzio Francesco Testa ed altri n. 1-00725 concernente iniziative in relazione all'annunciato piano industriale di Alenia Aeronautica s.p.a., con particolare riferimento alle prevedibili ricadute sull'economia del Mezzogiorno.

Potrà altresì avere luogo l'eventuale seguito dell'esame di mozioni previste nell'ultima settimana di ottobre e non concluse.

Lunedì 7 novembre (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 4707 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2010 (Approvato dal Senato).

Discussione sulle linee generali delle mozioni:
Damiano ed altri n. 1-00745 concernente iniziative relative all'accesso al trattamento previdenziale per i lavorati in mobilità;
concernente l'attuazione della legge n. 55 del 2010 (in corso di presentazione da parte del gruppo Lega Nord Padania).

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Martedì 8 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 9 e giovedì 10 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 11 novembre) (con votazioni)

Seguito dell'esame disegni di legge n. 4707 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2010 (Approvato dal Senato) e n. 4622 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2011 (Approvato dal Senato).

Seguito dell'esame delle mozioni:
Damiano ed altri n. 1-00745 concernente iniziative relative all'accesso al trattamento previdenziale per i lavorati in mobilità;
concernente l'attuazione della legge n. 55 del 2010 (in corso di presentazione da parte del gruppo Lega Nord Padania).

Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 14 novembre (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
proposta di legge n. 3811 ed abbinate - Disposizioni per la ricostruzione, il recupero e lo sviluppo economico-sociale dei territori abruzzesi colpiti dal sisma del 6 aprile 2009;
disegno di legge n. 4434 ed abbinate - Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione (Approvato dal Senato);
proposta di legge n. 4534 ed abbinate - Istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani (approvata dal Senato) (ove concluso dalla Commissione e ove non trasferito in sede legislativa);
proposta di legge n. 225 ed abbinata - Regolamentazione del mercato dei materiali gemmologici;
disegno di legge costituzionale n. 4620 ed abbinate- Introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale (ove concluso dalle Commissioni).

Martedì 15 (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 16 e giovedì 17 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 18 novembre) (con votazioni)

Seguito dell'esame dei progetti di legge:
proposta di legge n. 3811 ed abbinate - Disposizioni per la ricostruzione, il recupero e lo sviluppo economico-sociale dei territori abruzzesi colpiti dal sisma del 6 aprile 2009;
disegno di legge n. 4434 ed abbinate - Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione (Approvato dal Senato);
proposta di legge n. 4534 ed abbinate - Istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani (approvata dal Senato) (ove concluso dalla Commissione e ove non trasferito in sede legislativa);
proposta di legge n. 225 ed abbinata - Regolamentazione del mercato dei materiali gemmologici;
disegno di legge costituzionale n. 4620 ed abbinate- Introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale (ove concluso dalle Commissioni).

Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi. Pag. 32

Lunedì 21 novembre (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali dei progetti di legge:
proposta di legge n. 2844 ed abbinate - Disposizioni per favorire lo sviluppo della mobilità mediante veicoli che non producono emissioni di anidride carbonica;
disegno di legge n. 4567 - Delega al Governo per l'istituzione e la disciplina della Conferenza permanente dei livelli di governo;
proposta di legge n. 2094 - Modifiche al codice di procedura penale per la definizione del processo penale nei casi di particolare tenuità del fatto;
proposta di legge n. 4294 ed abbinata - Modifica dell'articolo 14 della legge 21 marzo 1990, n. 53, in materia di soggetti competenti all'autenticazione delle firme per la presentazione di liste elettorali e candidature e per la richiesta di referendum (ove concluso dalla Commissione).

Martedì 22 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 23 e giovedì 24 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 25 novembre) (con votazioni)

Seguito dell'esame dei progetti di legge:
proposta di legge n. 2844 ed abbinate - Disposizioni per favorire lo sviluppo della mobilità mediante veicoli che non producono emissioni di anidride carbonica;
disegno di legge n. 4567 - Delega al Governo per l'istituzione e la disciplina della Conferenza permanente dei livelli di governo;
proposta di legge n. 2094 - Modifiche al codice di procedura penale per la definizione del processo penale nei casi di particolare tenuità del fatto;
proposta di legge n. 4294 ed abbinata - Modifica dell'articolo 14 della legge 21 marzo 1990, n. 53, in materia di soggetti competenti all'autenticazione delle firme per la presentazione di liste elettorali e candidature e per la richiesta di referendum (ove concluso dalla Commissione);
proposta di legge n. 627 ed abbinate - Disposizioni concernenti il divieto di indossare indumenti o utilizzare altri mezzi che impediscono il riconoscimento personale, l'introduzione del reato di costrizione all'occultamento del volto e modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di cittadinanza.

Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 28 novembre (pomeridiana)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 3466 ed abbinati - Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte delle regioni e degli enti locali.

Martedì 29 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 30 novembre e giovedì 1o dicembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 2 dicembre) (con votazioni)

Seguito dell'esame dei progetti di legge:
proposta di legge n. 3466 ed abbinati - Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte delle regioni e degli enti locali;
disegno di legge costituzionale n. 4144 ed abbinate - Modifiche agli articoli 41, 45, 97 e 118, comma quarto, della Costituzione;
disegno di legge n. 1415-B - Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica della Pag. 33disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato).

Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Nel corso della settimana sarà altresì inserito l'esame della mozione preannunciata dal gruppo Lega Nord Padania su
Malpensa - Singapore Airlines, una volta presentata.
Nel corso del calendario di novembre potrà essere inserita la votazione per l'elezione di un componente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa.
Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15), a partire da mercoledì 9 novembre.
Lo svolgimento di interrogazioni e di interpellanze avrà luogo (salvo diversa previsione) il martedì (antimeridiana); lo svolgimento di interpellanze urgenti il giovedì o il venerdì, secondo l'andamento dei lavori.
Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
Dopo l'inizio della sessione di bilancio non potranno essere esaminati dall'Assemblea provvedimenti che comportino nuove o maggiori spese o diminuzioni di entrate, con l'eccezione dei progetti di legge indicati nell'articolo 119, comma 4, del Regolamento.
L'organizzazione dei tempia per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori sarà pubblicata in calce al Resoconto stenografico della seduta odierna.
Per quanto riguarda la discussione del disegno di legge n. 4434 ed abbinate, della proposta di legge n. 2094, della proposta di legge n. 4294 ed abbinata e della proposta di legge n. 3466 ed abbinati, l'organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalle rispettive Commissioni di merito.
Il programma si intende conseguentemente aggiornato.
Saluto gli studenti e i docenti della Scuola media della città di Riccia, in provincia di Campobasso, che sono in visita alla Camera e stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Seguito della discussione delle mozioni Iannaccone, Landolfi, Desiderati ed altri n. 1-00701, Di Pietro ed altri n. 1-00732, Nunzio Francesco Testa ed altri n. 1-00735, Di Biagio ed altri n. 1-00736, Lulli ed altri n. 1-00738, Lombardo ed altri n. 1-00739 e Mosella ed altri n. 1-00744 concernenti iniziative in relazione alla annunciata chiusura dello stabilimento Irisbus di Flumeri (Avellino) (16,15).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Iannaccone, Landolfi, Desiderati ed altri n. 1-00701, Di Pietro ed altri n. 1-00732, Nunzio Francesco Testa ed altri n. 1-00735, Di Biagio ed altri n. 1-00736, Lulli ed altri n. 1-00738, Lombardo ed altri n. 1-00739 e Mosella ed altri n. 1-00744 concernenti iniziative in relazione alla annunciata chiusura dello stabilimento Irisbus di Flumeri (Avellino) (Vedi l'allegato A - Mozioni). Ricordo che nella seduta di lunedì 24 ottobre 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

AURELIO SALVATORE MISITI, Vice Ministro delle infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, il dibattito che ha preceduto questa fase ha dimostrato un insieme di convergenze che ci aiutano Pag. 34adesso a dare non solo il nostro parere, ma forse anche ciò che riguarda le approvazioni. Per quanto riguarda la mozione Iannaccone, Landolfi, Desiderati ed altri n. 1-00701, il parere del Governo è positivo sia per quanto riguarda le premesse che per quanto riguarda il dispositivo (gli impegni del Governo). Per quanto riguarda la mozione Di Pietro ed altri n. 1-00732 propongo una piccola modifica. Essa consiste nel sostituire nel dispositivo, al secondo capoverso, le parole «già con le prossime iniziative di natura finanziaria, 700 milioni di euro per il 2012 ed il 2013 e 600 milioni per il 2014» con le parole «le risorse necessarie». Con la riformulazione testé illustrata il parere del Governo è favorevole sul dispositivo. Ribadisco invece che sulle premesse - sostanzialmente su tutte, compresa questa - c'è un parere positivo, malgrado qualche frase (tuttavia penso si possa dare un parere favorevole). Invece, per quanto riguarda il dispositivo di questa mozione - lo ripeto - il parere è positivo qualora sia accettata la riformulazione appena illustrata, altrimenti il Governo si può rimettere all'Assemblea, però penso sia giusto dare un parere favorevole per andare nella direzione di avere quasi un'unica mozione, perché sostanzialmente i dispositivi sono tutte abbastanza coincidenti.
Per quanto riguarda le mozioni Nunzio Francesco Testa ed altri n. 1-00735 e Di Biagio ed altri n. 1-00736, il Governo esprime parere favorevole. Circa la mozione Lulli ed altri n. 1-00738, analogamente a quanto dicevo per la mozione Di Pietro ed altri n. 1-00732, ho coinvolto il primo firmatario, onorevole Lulli appunto, il quale ha accettato di apportare una riformulazione, sostanzialmente su due punti del dispositivo: eliminare, al secondo capoverso, le parole: «pari ad almeno 700 milioni di euro annui per il triennio 2012-2014» e, come conseguenza, eliminare il terzo capoverso. Con questa riformulazione, accolta dal primo firmatario - e credo anche dagli altri -, il Governo esprime parere favorevole. Il Governo esprime, infine, parere favorevole sulle mozioni Lombardo ed altri n. 1-00739 e Mosella ed altri 1-00744.
Queste mozioni meritavano un unico testo, tuttavia il Governo esprime parere favorevole su tutte con le modifiche menzionate.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mosella. Ne ha facoltà.

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, quello che è accaduto negli ultimi mesi e i fatti che hanno accompagnato la drammatica vicenda della prossima chiusura dello stabilimento dell'Irisbus di Flumeri sono un'ennesima dimostrazione, se ancora ve ne fosse bisogno, dell'assoluta assenza del Governo. È mancato un interlocutore autorevole, che fosse in grado di gestire la crisi fino in fondo, è mancata una politica industriale seria, capace di garantire nuova linfa per l'economia italiana, ed è del tutto assente una visione di insieme sul futuro e sulle prospettive di una ripresa economica così difficile da avviare su un territorio, quale quello campano, già martoriato dalle continue emergenze. Vi è un elemento che, più di ogni altro, ci indigna e sul quale non possiamo tacere oltre: è l'intero Mezzogiorno ad essere stato cancellato dall'agenda politica del Governo, che pare aver spostato - dico pare - il baricentro delle sue azioni altrove e su questioni che ben poco interessano le reali esigenze dei lavoratori, delle aziende e delle imprese del Sud, un Sud che oggi appare del tutto abbandonato a se stesso. Si sommano i ritardi atavici alle nuove emergenze. L'Irisbus, Fincantieri ed Alenia sono solo alcune delle grandi aziende strategiche per lo sviluppo del Paese che, tuttavia, oggi, versano in una situazione di crisi tale da comprometterne la loro stessa sopravvivenza. I dati relativi alla crisi in Campania sono impressionanti. Nella sola provincia Pag. 35di Avellino si contano ben 83 vertenze industriali in atto e sono 14.426 gli addetti che rischiano il posto di lavoro. La decisione della FIAT di chiudere lo stabilimento dell'Irisbus in particolare aggrava le difficoltà di un territorio che stenta a ripartire.
Proprio lì, dove altissimi sono i livelli di disoccupazione, la chiusura dell'Irisbus provocherebbe un ulteriore aumento delle tensioni sociali, mettendo in discussione il futuro di circa 700 dipendenti, oltre alle numerose imprese dell'indotto, anch'esse coinvolte indirettamente nelle vicende dello stabilimento campano, per un totale di circa 2.000 posti di lavoro a rischio. Accanto al problema occupazionale si colloca inoltre un aspetto che acuisce la criticità di questa vicenda: Irisbus rappresenta l'unica realtà in Italia che da anni produce autobus per il trasporto urbano ed il rischio che questa realtà venga ora cancellata è imminente. Sappiamo che da questo punto di vista il Governo si è mostrato del tutto sordo agli appelli lanciati dagli amministratori locali sul pericolo di un vero e proprio collasso del trasporto pubblico locale. La continua riduzione dei trasferimenti alle regioni ed agli enti locali ha avuto come unico risultato quello di mettere in ginocchio un settore fondamentale che - è inutile negarlo - ha avuto evidenti e pesanti ricadute sulla produzione e sugli investimenti, pregiudicando, forse in modo irreversibile, la capacità produttiva dell'Irisbus. Verrebbe da dire che per salvare l'Irisbus occorre salvare il trasporto pubblico locale. Quello che oggi chiediamo, pertanto, è un intervento serio, puntuale - facciamo veramente appello a lei, signor Viceministro - che abbia in oggetto la soluzione della controversa vicenda di un'azienda strategica per il Paese. Lei che conosce la realtà del Mezzogiorno e che conosce le tecnicalità che stanno dietro a questo settore può e deve in questo momento onorare la sua posizione con una soluzione che si inserisca nel quadro più ampio di una politica industriale di lungo periodo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà, per 2 minuti.

FRANCESCO BARBATO. Non sono 10 minuti, signor Presidente?

PRESIDENTE. A me risultano 2 minuti, onorevole Barbato, quindi li ha esauriti nell'esposizione quando ha avuto a disposizione 28 minuti. Mi dispiace, ma è così. Quindi ha 2 minuti, durante i quali la prego anche di annunciare se accoglie la riformulazione che ha proposto il Viceministro per dare parere favorevole sulla mozione da voi presentata.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, leggo i giornali di ieri, che titolavano: «La FIAT e Marchionne: manterremo i posti di lavoro in Italia» su Il Sole24ore; sul Corriere della Sera: «Marchionne e la crisi dell'auto: in Italia non licenzieremo». Se fosse così sarebbe inutile la mozione nostra e degli altri. Ma la verità è un'altra, noi la conosciamo perché stiamo davanti ai cancelli degli stabilimenti. La verità è che nel corrente mese è partita una lettera di avvio della procedura di mobilità da parte della FIAT di Marchionne e Montezemolo per i 684 lavoratori dell'Irisbus di Avellino. Poi, il 20 ottobre, l'altro giorno, è partita addirittura una contestazione ai lavoratori che si sono permessi di scioperare, di manifestare. Voglio ricordarli qui i loro nomi: Meninno, RSU della FIOM, Lello Colella, RSU della UIL, Steriti, D'Adamo, Palmarozza, Ianniciello, Lepore, Raduazzo, Vitale. Infatti, noi vogliamo essere davvero vicino a questi lavoratori. La verità è che la FIAT non può permettersi di fare queste cose in Francia, dove ci ridono addosso, ed hanno ragione, perché lì ci sono altri due stabilimenti dell'Irisbus, con 1.300 lavoratori. Non hanno chiuso quello stabilimento, non hanno licenziato un lavoratore ad Annonay e a Lione, mentre qui in Italia succede, perché qui non c'è una politica seria. Non accettiamo neanche la proposta che ci viene fatta dal Governo, perché 600 milioni di euro per il 2014 e 700 milioni per Pag. 36il 2012 e per il 2013 significa prendere impegni seri e non fare proposte vaghe ed utili. A meno che in quest'Aula questo Parlamento non abbia alcun interesse per i lavoratori dell'Irisbus e si distragga per parlare delle dimissioni di Fini o del «bunga-bunga». A noi invece interessano i lavoratori, Italia dei Valori è sui temi occupazionali e del lavoro e per questa ragione difendiamo l'Irisbus con la mozione in esame e con le sue motivazioni, così interamente presentate (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Da quanto capisco, onorevole Barbato, prendo atto che non accetta la riformulazione proposta dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Muro. Ne ha facoltà.

LUIGI MURO. Signor Presidente, la vicenda dell'Irisbus si inserisce in un contesto più ampio di decadimento e di difficoltà di interpretare i problemi della nostra realtà, soprattutto, nel Meridione. Nella discussione sulle linee generali, il collega Di Biagio ha già illustrato la situazione; a me spetta esprimere il parere sul voto da parte del gruppo di Futuro e Libertà.
È una situazione che riguarda l'intero territorio e che aspetta risposte efficaci e concrete, ma, a giudicare da quello che sta accadendo, abbiamo molti dubbi e molte riserve in merito. Non possiamo sottacere le ricadute economiche e sociali sull'intero Paese: non si parla di una piccola cosa, ma di una grandissima realtà, che interessa tutta la nostra nazione.
L'azione politica e di programmazione è stata carente fino ad oggi. È certo che, oggi, dobbiamo ribadire, in questa sede, che qualsiasi decisione che il Governo assumerà, sarà importante e determinante. Non è possibile che, su una questione del genere, il Governo non prenda una posizione chiara e non è possibile che si rifugi dietro ad una non azione. In ogni caso, è necessario che sul territorio irpino e su tutto il territorio della Campania e del Mezzogiorno d'Italia vi sia un intervento importante.
Tutti noi diciamo - ormai, è acclarato dalle forze politiche - che se cresce il Sud, se cresce il Mezzogiorno, cresce l'Italia. Ma come vogliamo noi che cresca il Mezzogiorno e, quindi, l'Italia, se un poco alla volta stiamo sempre di più impoverendo questa nostra realtà? Se davanti alle necessità di una politica che guarda avanti, guardiamo sempre il contingente ed anche le ultime vicende più generali, che riguardano i nostri impegni internazionali, lo dimostrano? Sarà un'ennesima sconfitta del Governo, ma a noi, in questo caso, interessa di più la sconfitta del territorio, delle nostre realtà.
Allora, se è vero che questo concetto di crescita del Mezzogiorno deve riguardare tutta l'Italia, e non può riguardare solo il Mezzogiorno, allora è anche evidente che una politica in tal senso deve essere presa anche con questi atti, anche attraverso il voto di una mozione, di un impegno da parte del Governo.
Come dicevo, le necessità sono state esposte dal collega Di Biagio: serve un piano strutturale per il trasporto pubblico, serve un piano finanziario, serve una strategia di impiego dei fondi FAS, di quelli residui e di quelli non utilizzati. C'è la necessità di coinvolgere tutte le istituzioni interessate, l'azienda, la FIAT, e così via. Non è possibile che, stancamente, il Parlamento affronti un problema così importante. Noi del Terzo Polo saremo sempre disponibili, se il Governo si assumerà in tal senso responsabilità concrete e costruttive.
Per questo, dichiariamo il voto favorevole sulle mozioni in esame e aspettiamo dal Governo un intervento forte, tempestivo ed efficace, che, ahimè, qualche dubbio in proposito ci lascia, ma che, in una situazione così importante per il nostro Mezzogiorno, credo sia doveroso da parte di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà, per quattro minuti.

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ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Vice Ministro, la mozione in oggetto si è discussa in questi giorni e viene all'approvazione del Parlamento in virtù di un impegno del gruppo di Popolo e Territorio, di cui la componente Noi Sud fa parte. Tale mozione è stata firmata dai colleghi del Popolo della Libertà, attraverso l'onorevole Landolfi, e dai colleghi della Lega, attraverso l'onorevole Desiderati. Ringrazio tutti per le firme che hanno apposto alla mozione: il collega capogruppo Moffa, l'onorevole Porfidia, l'onorevole Paolo Russo.
È la testimonianza che, quando viene all'attenzione del Parlamento un problema di interesse generale, che riguarda il futuro del nostro Paese e il futuro di tanti lavoratori e di tante lavoratrici, questo Parlamento, che sembra sempre sull'orlo di divisioni insanabili, trova un filo conduttore comune. Quindi, anche quella distinzione, che a volte emerge nel confronto politico, tra territori, trova la sintesi nell'interesse generale.
Io chiedo al Vice Ministro che, dopo l'approvazione di queste mozioni, i vertici FIAT vengano convocati. Infatti, se accadrà - come io auspico - che queste mozioni vengano approvate all'unanimità dal Parlamento, vuol dire che, essendo il Parlamento espressione del popolo italiano, il nostro popolo vuole che la FIAT mantenga gli impegni nei confronti dell'Italia, dei nostri territori e, in modo particolare, di quello di Avellino.
Quindi, noi chiediamo, annunciando il voto a favore, che il Governo convochi, alla luce dell'approvazione di queste mozioni, immediatamente i vertici FIAT e i sindacati per approvare un piano dei trasporti e per chiedere alla FIAT di mantenere la proprietà dello stabilimento Irisbus perché, come ricordava il collega che mi ha preceduto, l'Italia verrebbe privata di un pezzo importante di produzione industriale.
In Italia non si produrrebbero più autobus e questo sarebbe per il Paese un grave danno (Applausi dei deputati del gruppo Popolo e Territorio).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nunzio Francesco Testa. Ne ha facoltà.

NUNZIO FRANCESCO TESTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il tema che affrontiamo è di una delicatezza estrema e ha una valenza così importante che merita di ragionarci sopra con grande responsabilità e serietà.
Oggi, in un momento così critico per il panorama economico-sociale dell'Occidente intero e del nostro Paese, dobbiamo discutere l'ennesima tragica vicenda della chiusura di uno stabilimento, peraltro produttivo, e della messa in mobilità di tutti i suoi lavoratori, come se non si possa fare niente per fronteggiare il problema e trovare soluzioni che permettano la continuazione del ciclo industriale.
Eppure, si discute di un'azienda che, fino a poco tempo fa, rappresentava il fiore all'occhiello nazionale nella produzione di autobus adibiti sia a trasporto pubblico che a quello turistico.
Noi, sinceramente, siamo molto preoccupati per l'ennesima vertenza irrisolta, per l'ennesima passività e inadeguatezza di questo Governo rispetto alle esigenze del Paese e dei suoi cittadini, per l'incapacità che la politica ha di risolvere le problematiche economiche e dare rilancio al sistema produttivo nazionale e permettere, quindi, alle svariate aziende, che soffrono il carico di una profondissima crisi economica, di rispondere e di recuperare con competitività e sviluppo.
Questo è il vero problema. Questo è il problema ed è la vera questione nazionale, che certifica poi la paralisi della politica e le responsabilità di questo Governo.
Irisbus chiude perché in Italia la crisi del mercato degli autobus urbani è precipitata vertiginosamente. Pensate che i 1.400 dipendenti di Irisbus sono già stati dimezzati a 700 dopo la prima fase di depotenziamento e, in più, tutto l'indotto si ritrova per strada, alimentando poi una crisi che ad Avellino è già molto grave: si contano più di 80 mila persone non occupate. Pag. 38
Irisbus chiude perché la FIAT - il ramo Iveco che controlla l'azienda - inopinatamente e senza lasciare spazio a ripensamenti, decide di chiudere la produzione di autobus, ma in Italia, e di rimanere invece attiva e operativa in tutte le altre sedi internazionali in cui l'Iveco è presente.
Irisbus chiude perché un Governo, come quello nostro, irresponsabile non mette in atto un vero piano nazionale dei trasporti che possa dare respiro alle aziende del comparto, non investe in qualità e miglioramento del settore e costringe milioni di cittadini a non poter più nemmeno usufruire di quel diritto alla mobilità, costituzionalmente garantito.
I tagli che questo settore sta subendo di anno in anno e di provvedimento in provvedimento, in ragione della razionalizzazione delle spese e in virtù della crisi economica che sta fortemente colpendo il nostro Paese, non sono degni di un Paese civile.
Mi auguro che, con questa occasione di dibattito, si apra un confronto, che spero possa essere proficuo, con il Governo sul settore del trasporto pubblico locale. Credo e spero, a questo punto, che l'Esecutivo abbia preso coscienza delle difficoltà che i tagli della manovra provocano ad un settore fondamentale per i lavoratori e per i cittadini. Questa emergenza rischia di diventare un'emergenza nell'emergenza, soprattutto alla luce dei primi interventi delineati per la riduzione anche del trasporto ferroviario.
Oggi si è svolto un question time dell'onorevole Cera: ci sono tanti treni con orario fisso che sono stati soppressi dalle Ferrovie dello Stato. Servono risorse, c'è poco da fare. A tal fine, il Governo non deve fare altro che rispettare l'intesa di qualche mese fa per la fiscalizzazione del trasporto pubblico locale, che è tra l'altro l'unico modo per riorganizzare il settore. A noi interessa soprattutto che il Governo riconosca che la situazione creata dalla manovra non è gestibile.
La fiscalizzazione deve partire dai trasferimenti precedenti che rappresentavano la vera anima del federalismo. Lo dico ai colleghi della Lega: se si tagliano i trasferimenti non c'è più nulla da fiscalizzare e se si toglie il 75 per cento delle risorse al trasporto pubblico locale, il Governo deve sapere che i treni, i tram e gli autobus non gireranno più e i cittadini vedranno venire meno l'offerta di un servizio primario e fondamentale per l'espletamento delle proprie esigenze.
I numeri fanno rabbrividire: più di un miliardo e mezzo di risorse tolte dai capitoli di bilancio del settore. Sono numeri che giustificano il collasso del sistema, le enormi difficoltà degli enti locali e delle regioni costrette a sopperire alla mancanza di fondi con l'aumento delle tariffe - alla fine è sempre il cittadino che paga - e con anticipazioni di cassa che oggi, alla luce dei successivi tagli intervenuti, non sono più sostenibili. Il Governo aveva anche promesso la restituzione di almeno una parte delle risorse, ma ad oggi queste promesse non sono state rispettate.
È necessario un intervento concreto e risolutore. Le risorse, in qualche modo, debbono essere trovate. Un Paese civile non può non basare il suo sviluppo sull'incremento delle reti infrastrutturali e garantire standard di servizio pubblico efficienti.
In questo contesto si inquadra la tragica vicenda che stiamo trattando oggi, perché, oltre alle scelte inopportune della FIAT - che, utilizzando danaro pubblico (che all'epoca fu utilizzato) per sostenere l'attività industriale a Flumeri, oggi decide di chiudere lo stabilimento - si aggiunge una netta responsabilità del Governo che ha assistito inerte alla vertenza e non ha posto condizioni che imponessero alla FIAT di ritornare sui suoi passi e di continuare a rilanciare un settore strategico, come quello della produzione di autobus, funzionale anche al miglioramento di tutto il sistema del trasporto pubblico locale.
Oggi la gravità della vicenda impone un intervento chiaro, un'azione diretta del Governo per pervenire alla risoluzione positiva della vicenda e per garantire la vocazione industriale del sito di Flumeri e il mantenimento soprattutto dei livelli occupazionali. Pag. 39Si può partire, ad esempio, dall'impegno per la realizzazione di politiche di riqualificazione del trasporto pubblico, disponendo, ad esempio, il rinnovo di tutto il materiale dei mezzi circolanti.
Attendiamo, insieme ai lavoratori dell'Irisbus, che sono i primi a subire tragiche conseguenze, e ci aspettiamo di ricevere risposte al più presto.
Come diceva questa mattina il presidente Casini, in quest'Aula non si approvano più leggi. Quindi, cerchiamo, attraverso delle mozioni, di risolvere qualche problema e facciamo in modo che non accada quanto si verifica per le «lettere morte» degli ordini del giorno. Abbiamo bisogno di risposte subito, perché altrimenti non vi sarà più tempo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, possiamo anche sottolineare, quando si dice che la Lega Nord non si interessa del Sud, che l'esame di questa mozione è un evidente episodio che fa capire che, invece, non è così.
Parlando più specificamente del problema dell'Irisbus di Flumeri, in provincia di Avellino, anche noi sottolineiamo il fatto che la FIAT, in tanti anni, ha preso fior di soldi dallo Stato e molto spesso ha socializzato le perdite e ha privatizzato, invece, quelli che erano i guadagni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Ora sarebbe il caso di vedere che, in situazioni come questa, la FIAT facesse quello che deve fare, cioè uno sforzo per salvaguardare centinaia e centinaia di persone che rischiano di perdere il posto di lavoro, senza contare il fatto che tanti lo hanno già perso, perché questa azienda aveva circa 1.400 dipendenti e adesso se ne ritrova circa 700.
Proprio qualche settimana fa, chi vi parla, passando davanti al Parlamento, è stato, in un certo senso, chiamato dai tanti lavoratori che protestavano per avere un'attenzione su questo problema. Sono andato a parlare con loro e ho notato quanto sia viva la preoccupazione di poter mantenere tante famiglie e quanto sia importante anche il problema relativo all'indotto di tutto questo territorio, che in quella zona conta poi circa 80 mila persone disoccupate.
Se pensiamo che questo Paese possa uscire dalle difficoltà che vediamo tutti i giorni, non possiamo sempre e solo pensare che la cassa integrazione sia la panacea di tutti i problemi, perché poi, comunque, la cassa integrazione fa parte del «borsellino» - chiamiamolo così - dello Stato, e dunque, se si spendono sempre più soldi per la cassa integrazione, ve ne saranno sempre di meno per gli investimenti.
Quindi, è giusto che la FIAT investa in un settore come questo. Paradossalmente, poi, in Italia, tolto questo stabilimento, non vi è più niente. Pertanto, se si vogliono acquistare i prodotti Irisbus si deve andare in Francia o nella Repubblica Ceca (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Ma questo è fare gli interessi del Paese? Questo è fare gli interessi di «casa sua»!
Quindi, è evidente che la Lega, in questo caso, sottolinea che si deve intervenire. Il Governo deve intervenire per fare in modo che vengano tutelate le centinaia e centinaia di lavoratori, ma che anche la FIAT capisca, per intero, che questo non è il Paese dove si munge e basta, ma questo è il Paese dove, oltre a mungere, bisogna dare (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Questo voglio dirlo anche a un collega che nella FIAT ha ricoperto un ruolo importante e che qui, in Parlamento, ogni tanto parla solo per aprire la bocca. Si tratta dell'onorevole Colombo, che quando era in FIAT ha succhiato per intero tante di quelle risorse (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Onorevole Buonanno!

GIANLUCA BUONANNO. ...proprio perché la FIAT ha fatto tutto quello che Pag. 40voleva e lui ne era un componente importante.
Dunque, concludo questo intervento, signor Presidente. Le voglio anche dire, signor Presidente, che l'ho sognata stanotte, sebbene non sia una notizia importantissima; ma gliela voglio ugualmente dire, perché mi è venuta in mente adesso. La Lega chiede al Governo ...

PRESIDENTE. Onorevole Buonanno, non vada oltre nel raccontare il sogno!

GIANLUCA BUONANNO. Il sogno mi è venuto in mente perché l'ho guardata, signor Presidente.
Chiedo, dunque, al Governo di fare in modo che si intervenga su una situazione difficile, in una provincia difficile, che ha anche vissuto, negli anni Ottanta, un terremoto devastante, affinché tale vicenda non si concluda nello stesso modo del terremoto, per cui dopo decenni e decenni siamo ancora lì a discutere cosa si è fatto e cosa non si è fatto.
Facciamo qualcosa di concreto per il governo di quel territorio e per i tanti lavoratori che meritano di essere salvaguardati, per tutte le famiglie e per tutto l'indotto del territorio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.
Chiedo, altresì, all'onorevole Lulli se accetti la riformulazione della sua mozione n. 1-00738, proposta dal Governo.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, come ho fatto ieri, nell'illustrazione della mozione del gruppo del Partito Democratico, voglio esordire inviando un messaggio di solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori Irisbus di Flumeri, che da 108 giorni stanno presidiando l'azienda per garantire un futuro alle loro famiglie e a quel territorio.
Intendo, altresì, salutare tutti quei sindaci che accompagnano questa battaglia giusta per il lavoro, per la democrazia e per lo sviluppo di un'area importante del nostro Paese, che merita più attenzione, perché è proprio dalla valorizzazione delle risorse del Meridione che possiamo trarre spunto, anche per affrontare la grave crisi che abbiamo presente.
Se il Meridione non fosse stato depredato in tutti questi anni dal taglio dei fondi FAS, forse oggi avremmo una situazione economica e anche delle finanze pubbliche migliori nel nostro Paese.
Naturalmente - come ho fatto notare ieri - pur salutando la presenza del Viceministro dei trasporti, non posso che stigmatizzare l'assenza del Ministro dello sviluppo economico che, come tale, avrebbe il dovere di seguire questa vertenza, che è importante non solo per quella parte del Paese, ma anche perché riguarda l'apparato produttivo dell'industria, della mobilità, dell'automotive - così si chiama - e che ha anche un riflesso rispetto alla stessa strategia «del 20-20-20» sulla mobilità sostenibile e sulla sostenibilità dello sviluppo. Questo avrebbe tutto da guadagnare con una politica seria dal punto di vista industriale, che avvantaggia i mezzi di trasporto pubblico nella logica di un'innovazione legata al fatto che in questo Paese abbiamo una grande necessità di rinnovare il nostro parco di mezzi pubblici di trasporto, mediamente molto più vecchio che nel resto dei Paesi d'Europa.
Del resto, anche la maggioranza si accorge di questo: basti leggere la mozione a prima firma dell'onorevole Iannaccone, dove si lamenta l'assenza del Ministro dello sviluppo economico; ciò non può che trovarci d'accordo.
Tuttavia, vorrei ricordare ai colleghi di maggioranza - e da ultimo, ora al collega della Lega - che certamente piangere sul latte versato può essere facile, ma in tre anni e mezzo il Governo Berlusconi-Bossi non ha stanziato un euro per il Piano del trasporto pubblico. Questo ha contribuito in modo determinante alla decisione di mettere in crisi lo stabilimento di Irisbus.
Cari colleghi, credo che il gruppo del Partito Democratico oggi accoglierà le proposte di riformulazione del Viceministro, perché noi non vogliamo strumentalizzare Pag. 41la situazione, ma ci interessa creare le condizioni politiche perché ci si possa avviare verso una soluzione certa. Infatti, con la lotta dei lavoratori e con la vita delle loro famiglie non si può fare propaganda e scherzarci sopra.
Però, una cosa deve essere chiara: la convergenza che si realizza in quest'Aula del Parlamento non può che essere foriera di risposte che il Governo, prima di tutti, deve dare. FIAT ha le proprie responsabilità - e siamo d'accordo - ma è il Governo principalmente che deve guidare le linee di politica industriale. Non si può essere latitanti su questa vertenza, come su tante altre vertenze che insistono sul Ministero dello sviluppo economico. Quando si chiede un impegno al mondo imprenditoriale - FIAT compresa - si deve essere in grado di fornire il contesto nel quale questi impegni possono realizzarsi, perché altrimenti si fanno chiacchiere.
Siccome voi, cari colleghi della maggioranza e soprattutto della Lega Nord, condividete esperienze di Governo, non potete accontentarvi delle chiacchiere. Dovete assumervi le responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Per questo, sono grato al Viceministro per l'accoglimento anche del quarto capoverso del dispositivo della mozione del Partito democratico, nel quale chiediamo al Governo di assumere un impegno ulteriore rispetto a quello di garantire, in qualche modo, la possibilità della continuazione produttiva dello stabilimento Irisbus e di reperire le risorse necessarie. Noi, a tal proposito, avevamo inserito la cifra perché volevamo significare il problema che esiste rispetto al Piano del trasporto pubblico che non è finanziato, però siamo disponibili - come ho già detto - ad addivenire alla riformulazione suggerita dal Governo.
C'è però un problema che riguarda anche gli impegni che la FIAT e l'amministratore delegato della FIAT hanno preso con i lavoratori italiani e con il proprio Paese, perché non è possibile che non si sappia che fine hanno fatto i 20 miliardi di investimento annunciati e non è neanche possibile che l'unica a chiedere chiarimenti al di là delle organizzazioni sindacali, che lo stanno facendo, e dei lavoratori che hanno accettato molti sacrifici - e credo che li abbiamo accettati anche quelli che hanno votato no in occasione del referendum - sia stata solo la Consob.
Qui c'è un ruolo del Governo, che deve chiedere come si realizza quel piano e quali sono le condizioni e gli impegni che lo stesso Governo in materia di politica industriale assume per rendere possibile l'attuazione di quel piano di investimenti.
Ritengo - lo voglio dire al collega Barbato - importante che oggi nell'Aula si registri l'unanimità su queste mozioni. Quindi vi chiedo di ripensarci rispetto all'invito che il Governo ha fatto, perché è molto importante che l'Aula di questa Camera possa esprimere con un voto unanime la propria vicinanza ai lavoratori e alle lavoratrici di Irisbus e allo stesso tempo possa dare una spinta importante al Governo, perché eserciti fino in fondo la propria responsabilità di dare una soluzione positiva alla vertenza Irisbus (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Caterina. Ne ha facoltà.

MARCELLO DI CATERINA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la dichiarazione di voto del gruppo Popolo della Libertà su questa mozione non può che essere in linea con chi ha a cuore il destino di migliaia di persone che direttamente o indirettamente lavorano per la FIAT nello stabilimento Irisbus in provincia di Avellino.
Spiace sentire da alcuni banchi dell'opposizione, pur avendo avuto dal Governo parere favorevole su questa mozione sulla quale il Governo ha dichiarato di volersi impegnare e di assumersi le proprie responsabilità, che sulla mozione sulla quale ci auspichiamo di raggiungere l'unanimità si possa trovare il modo per attaccare un Governo che in questo momento invece sta esprimendo esattamente il senso della responsabilità Pag. 42e dell'impegno nei confronti di questi lavoratori.
Tornando alla questione Irisbus, ritengo di fare alcuni passaggi importanti. Grave è infatti l'ipotesi da parte della FIAT di dismettere lo stabilimento in questione, scelta che porterebbe a sottrarre un'altra realtà industriale dalla Campania a danno non solo della regione dove mi onoro di vivere ma a danno dell'intero Paese. Grave è che tutto ciò si verifichi dopo gli annunci dell'amministratore delegato della FIAT, Marchionne, che ha fortemente pubblicizzato invece aumenti di produzione fino a portare l'intero gruppo FIAT al quinto posto nella produzione mondiale e che sia nell'intento di Marchionne stesso una precisa volontà di mantenere posti di lavoro in Italia.
Questo stabilimento, ricordo ai colleghi tutti, signor Presidente, è stato insediato agli inizi degli anni Settanta nella provincia di Avellino in virtù di un intervento pubblico di particolare rilievo, perché esso insiste su un milione di metri quadrati di superficie. Si tratta di terreni agricoli, sottratti alla produzione agricola e agli agricoltori con un impegno ben preciso: costruire in quell'area il futuro di intere generazioni su un progetto industriale che, oggi, rischia di essere disintegrato da logiche aziendali che meritano analisi molto profonde.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, migliaia di giovani hanno deciso di abbandonare i lavori più vicini alle loro tradizioni locali e artigianali per legarsi ad un progetto di speranza che si chiama sviluppo industriale, che si chiama Mezzogiorno, che si chiama semplicemente Italia.
Ora cosa succede: dobbiamo sentire dai dirigenti dell'Irisbus che l'Italia non è più competitiva nella vendita degli autobus, in virtù delle condizioni che vengono previste dai bandi di gara europei. Se ciò accade, bisognerebbe cercare di capirne le cause, investendo in innovazione e ricerca e garantendo continuità ai cicli produttivi italiani, piuttosto che trasferirli, come diceva qualche collega, in altri Paesi. Un concetto appare chiaro: la FIAT continuerà a produrre autobus. Allora perché non farlo dove già esiste una realtà industriale che avrebbe dovuto rappresentare il motore di uno sviluppo «a raggiera» di un indotto ancor più vasto?
Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, sono sicuro, come detto in premessa, che il Governo garantirà massima attenzione al problema, tutelando le migliaia di famiglie che vedono compromessa la speranza ed il futuro. Per quanto predetto, annuncio, onorevole Presidente, onorevoli colleghi, il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pugliese. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCO PUGLIESE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il mio intervento è a sostegno di questa mozione, che riguarda la vertenza Irisbus. Naturalmente, il mio intervento è anche in nome e per conto di tutti i miei colleghi della componente Grande Sud. È dall'8 luglio che 690 lavoratori sono in sciopero. È dall'8 luglio che 690 lavoratori della Irisbus non percepiscono uno stipendio. Da circa un mese addirittura 690 lavoratori hanno ricevuto una lettera di messa in mobilità. Questa è l'ennesima mozione. Abbiamo presentato interrogazioni e interpellanze sulla vertenza Irisbus, ma il Governo fino ad oggi non ci ha dato nessuna risposta.
Dunque, l'appello che voglio rivolgere in questi minuti è al Governo: cosa intende fare, con quali strumenti vuole intervenire? Al di là delle belle parole e dei grandi interventi, la situazione, realmente parlando, è critica e difficile. Signor Presidente, io vivo ad un chilometro da Flumeri, conosco tutti i dipendenti e conosco il tessuto sociale della realtà irpina. Vi assicuro che si vive un dramma socio-economico non indifferente.
Chiedo al Ministro Romani, che non c'è, come dice un mio collega: Ministro Romani, il tempo sta passando, la prego di fare qualcosa per questi lavoratori, perché Pag. 43con la lettera di messa in mobilità, tra qualche mese, al di là di quello che annuncia Marchionne sui giornali di non licenziare nessuno, questi lavoratori saranno licenziati in massa. Dunque, prego il Governo di intervenire celermente su questa situazione, altrimenti potrà essere messo in discussione, anche da parte mia, il voto sul decreto-legge per lo sviluppo (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mario Pepe (PD). Ne ha facoltà.

MARIO PEPE (PD). Signor Presidente, essendo dell'area territoriale del Sannio e dell'Irpinia, un'area sensibile e coinvolta nella questione dei lavoratori per la chiusura della FIAT, devo aggiungere la mia firma alla mozione del Partito Democratico. Essendo nell'area del loggione non sempre siamo coinvolti.
Vorrei chiedere in conclusione al Viceministro Misiti di non fermarsi all'«accademia» delle mozioni, ma di tradurre in scelte, in finanziamenti e in interventi seri e determinati gli intendimenti non solo dei parlamentari dell'area, ma anche dei lavoratori, perché si possa finalmente risolvere il problema che è a cuore delle comunità della Campania interna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Iannaccone, Landolfi, Desiderati ed altri n. 1-00701, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Ronchi, Traversa, Cesare Marini, Mondello, Menia, Paolo Russo, Sereni, Franceschini, Lamorte, Presidente Buttiglione, Ministro Rotondi... Siamo tutti in attesa del Ministro di Avellino.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva
(Vedi votazionia ).

(Presenti 545
Votanti 543
Astenuti 2
Maggioranza 272
Hanno votato sì 543).

Prendo atto che i deputati Anna Teresa Formisano e Pionati hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che la deputata Cosenza ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione della mozione Di Pietro ed altri n. 1-00732.
Poiché i presentatori di tale mozione non hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo, devo ritenere che il parere del Governo su tale mozione sia contrario?

AURELIO SALVATORE MISITI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, prego di verificare sul resoconto perché il viceministro, al momento in cui ha espresso il parere del Governo, ha dichiarato di rimettersi all'Assemblea. Se ha cambiato parere, lo dica, però prima ha dichiarato di rimettersi all'Assemblea.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, il viceministro ha proposto una riformulazione Pag. 44della mozione. Si intende che, se la riformulazione non viene accettata, il parere è negativo.
Prendo atto che il viceministro non intende intervenire ulteriormente, e quindi il parere del Governo resta contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Di Pietro ed altri n. 1-00732, non accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Pizzolante, Traversa, Servodio, Di Virgilio, Grimaldi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori - Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 547
Maggioranza 274
Hanno votato
275
Hanno votato
no 272).

Prendo atto che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nunzio Francesco Testa ed altri n. 1-00735, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti, Ministro La Russa, onorevoli Cesa, Desiderati, Moroni, Strizzolo, Sposetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 546
Votanti 541
Astenuti 5
Maggioranza 271
Hanno votato
541).

Prendo atto che il deputato Pionati non è riuscito ad esprimere il voto, che la deputata Cosenza ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che la deputata De Girolamo ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Di Biagio ed altri n. 1-00736, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Giacomoni, Cesaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 546
Votanti 532
Astenuti 14
Maggioranza 267
Hanno votato
528
Hanno votato
no 4).

Prendo atto che la deputata Cosenza ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lulli ed altri n. 1-00738, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Bocciardo, Lusetti, De Girolamo, Fontanelli, Fiorio, Cosenza...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 548
Votanti 545
Astenuti 3
Maggioranza 273
Hanno votato
545).

Pag. 45

Prendo atto che il deputato Di Stanislao ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata Lussana ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lombardo ed altri n. 1-00739, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Zazzera, Cesa, Concia, Di Stanislao, Biasotti, Scanderebech...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 547
Votanti 545
Astenuti 2
Maggioranza 273
Hanno votato
545).

Prendo atto che il deputato Calgaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mosella ed altri n. 1-00744, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Cesare Marini, De Girolamo, Scanderebech, Calderisi, Pedoto, Fontanelli, Belcastro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 550
Maggioranza 276
Hanno votato
550).

Prendo atto che il deputato Grassi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Mazzarella ha segnalato che non è riuscito a votare.

In ricordo di Marco Simoncelli (ore 17,10).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, nel corso della seduta di ieri numerosi deputati, appartenenti a diversi gruppi parlamentari, hanno ricordato la figura del campione del mondo di motociclismo Marco Simoncelli (applausi), scomparso la scorsa domenica 23 ottobre, a seguito di un tragico incidente verificatosi nel corso del Gran Premio della Malesia, alla giovanissima età di 24 anni.
La Presidenza in questa triste circostanza desidera esprimere, rendendosi interprete del cordoglio del Paese, i sentimenti della più affettuosa e solidale partecipazione al dolore dei familiari e al mondo dello sport.
Invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea e i membri del Governo - l'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Generali applausi).

Sull'ordine dei lavori (ore 17,12).

CESARE MARINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, ma le ricordo che gli interventi sull'ordine dei lavori sono previsti a fine seduta.

CESARE MARINI. Signor Presidente, lei apprezzerà quello che sto per dire. Chiedo un attimo di attenzione.
Senza nulla togliere alla memoria del campione scomparso, vorrei ricordare con poche parole che negli stessi giorni un bambino di 13 anni, un extracomunitario, un tunisino, che si trovava in un barcone, una «carretta del mare», è stato ritrovato morto su una spiaggia. È un sogno infranto.
Credo che tutti, dobbiamo, commossi, ricordare questo evento (Applausi).

Pag. 46

Seguito della discussione delle mozioni Boccia ed altri n. 1-00714, Evangelisti ed altri n. 1-00722, Nunzio Francesco Testa, Toto ed altri n. 1-00734, Valducci, Desiderati, Pionati ed altri n. 1-00737, Commercio ed altri n. 1-00740 e Pisicchio ed altri n. 1-00743 concernenti iniziative volte a garantire un adeguato risarcimento a favore delle persone che hanno subito danni da incidenti stradali (ore 17,12).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Boccia ed altri n. 1-00714, Evangelisti ed altri n. 1-00722, Nunzio Francesco Testa, Toto ed altri n. 1-00734, Valducci, Desiderati, Pionati ed altri n. 1-00737, Commercio ed altri n. 1-00740 e Pisicchio ed altri n. 1-00743 concernenti iniziative volte a garantire un adeguato risarcimento a favore delle persone che hanno subito danni da incidenti stradali (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 24 ottobre 2011, sono state presentate le mozioni Commercio ed altri n. 1-00740 e Pisicchio ed altri n. 1-00743, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

STEFANO SAGLIA, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo si rimette all'Assemblea per la mozione Boccia ed altri n. 1-00714.
Per quanto riguarda la mozione Evangelisti ed altri n. 1-00722, il Governo si rimette all'Assemblea per i primi due capoversi del dispositivo, mentre esprime parere favorevole sul terzo capoverso.
Il Governo si rimette all'Assemblea per la mozione Nunzio Francesco Testa, Toto ed altri n. 1-00734.
Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Valducci ed altri n. 1-00737 mentre sulle mozioni Commercio ed altri n. 1-00740 e Pisicchio ed altri n. 1-00743 il Governo si rimette all'Assemblea.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pisicchio. Ne ha facoltà.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, uno degli indicatori più efficaci dell'indice di civiltà di uno Stato democratico è indubbiamente rappresentato dalla capacità di esprimere gesti di solidarietà nei confronti di Paesi e popoli in condizioni di sottosviluppo. Tali gesti si traducono nella cooperazione allo sviluppo, considerata, in coerenza con i principi cardine del nostro assetto costituzionale, un pilastro della politica estera italiana così come viene affermato dalla legge 26 febbraio 1987, n. 49 e da altri più recenti provvedimenti come la legge 13 agosto 2010, n. 149, che il Parlamento ha approvato in questa legislatura per migliorare la qualità e l'efficacia gestionale dei fondi per la cooperazione.
Ma la politica per la cooperazione allo sviluppo, per poter esplicare un'efficacia apprezzabile rispetto agli obiettivi che si propone, deve poter contare sull'elemento della trasparenza dei suoi interventi, attraverso meccanismi che consentano la massima attingibilità delle informazioni relative ai target cui sono destinati, alle modalità di erogazione e ad ogni altra utile informazione volta a consentire una buona capacità di programmazione da parte dei governi, di verifica da parte dei Parlamenti dei Paesi danti causa e della stessa pubblica opinione, anche al fine di contrastare episodi di corruzione e di spreco. Come è stato ricordato nel corso del dibattito tenutosi qualche mese fa in quest'Aula, molti Paesi donatori si sono fatti carico della questione fondamentale della trasparenza in occasione del terzo Pag. 47forum sull'efficacia degli aiuti di Accra, nel 2008, dando vita allo IATI (International Aid Trasparency Initiative). La singolarità della condizione del nostro Paese, che pure vanta una tradizione importante sul piano della solidarietà internazionale, è dovuta al fatto che, per ragioni inesplicabili, non ha ancora scelto di partecipare a questa iniziativa internazionale sulla trasparenza, circostanza che probabilmente non si connota con caratteri di deliberata volontà omissiva che francamente sarebbe incoerente con gli atti compiuti...

PRESIDENTE. Onorevole Pisicchio, non per entrare nel merito del suo intervento, ma vorrei ricordarle che la mozione che stiamo per mettere in votazione è quella concernente iniziative volte a garantire un adeguato risarcimento a favore delle persone colpite da incidenti stradali.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, abbiamo avuto un mutamento e se lei non mi toglie la parola vorrei dire qualcosa al riguardo.

PRESIDENTE. Onorevole Pisicchio, non le toglierò la parola e, perché resti agli atti, è stato cambiato talmente tante volte il cosiddetto accordo tra i gruppi che è possibile lei non abbia sentito bene.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, quest'oggi abbiamo avuto qualche cambio di programma. Torniamo allora alla mozione oggetto della nostra attenzione, che concerne questioni che si impongono per la loro palmare evidenza. In realtà la questione è molto semplice: una sentenza della Corte di Cassazione stabilisce che, per effettuare la valutazione relativa all'entità del danno biologico per la menomazione all'integrità psicofisica, occorrerà far riferimento ad una tabella valida per tutto il territorio nazionale. La stessa sentenza, peraltro, indica anche un modello, ovvero le tabelle applicate dal tribunale di Milano, ritenute più equilibrate e congrue rispetto a quelle di ogni altro tribunale. Bisogna peraltro rammentare che l'esigenza di una tabella unica nazionale del danno biologico si impone, oltre che per ragioni di logica e di coerenza con i principi costituzionali che fanno tutti i cittadini italiani uguali nei loro diritti, anche in ragione di uno specifico dispositivo di legge contenuto nell'articolo 138 del codice delle assicurazioni del 2005. Dunque uniformità delle tabelle parametrata ai criteri del tribunale di Milano.
Cosa fa invece il Consiglio dei Ministri? Modifica al ribasso, nella misura del 40-50 per cento, i valori risarcitori determinando una grave condizione di pregiudizio nei confronti dei cittadini colpiti da sinistri. È stato calcolato che, alla stregua del nuovo criterio, un ragazzo di trenta anni costretto ad una sedia a rotelle a seguito di un incidente stradale vedrebbe ridotto il suo risarcimento da 868 mila a 495 mila euro. Perché di questo si tratta in massima parte, di vittime di incidenti stradali colpite due volte, dalla disgrazia dell'incidente e dalla disgrazia del provvedimento del Consiglio dei ministri. Per questa ragione le mozioni chiedono il ritiro del provvedimento, e per questa ragione chiediamo semplicemente che sia applicata la sentenza della Corte di Cassazione, che impone come riferimento i valori previsti nelle tabelle del tribunale di Milano. La ringrazio Presidente, chiedo scusa all'Aula per quel misunderstanding sulla mozione.

PRESIDENTE. Non si preoccupi onorevole Pisicchio, la responsabilità sta nel cambio di programma. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo della scuola media statale Alfonso Gatto di Battipaglia (in provincia di Salerno), che sono in visita alla Camera e che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori membri del Governo, ho discusso lunedì l'illustrazione di questa mozione e ho ascoltato la replica del sottosegretario Pizza che ha difeso questo provvedimento al nostro esame, Pag. 48cioè lo schema di decreto attuativo dell'articolo 138 del codice delle assicurazioni, evidenziando come questa ipotesi di lavoro fosse anche stata caldeggiata dal comitato ANIA-consumatori che, a suo dire, rappresenta otto associazioni di consumatori maggiormente rappresentative nel Paese. Voglio dare comunque conto che così proprio non è, perché quel comitato ANIA-consumatori si è ben guardato dall'entrare nel merito dell'attuazione che il Governo, in periodo agostano (il 3 agosto), ha adottato con questo schema di decreto, evidenziando delle tabelle che falcidiano del 40-50 per cento i criteri liquidativi del danno biologico enunciati dalle tabelle del tribunale di Milano e fatti valere a livello nazionale dalla sentenza della Cassazione del 7 giugno scorso, e perché quel forum ANIA-Consumatori si è limitato esclusivamente a chiedere l'attuazione dell'articolo 138 del codice delle assicurazioni, mentre giammai ha dato parere favorevole a quel contenuto di schema di decreto che invece è oggetto delle nostre censure.
Che cosa è successo colleghi? Che il Governo, evidenziando una volta di più il conflitto di interessi che alligna in queste pieghe del provvedimento, non ha tutelato e non tutela i consumatori, gli utenti della strada, le vittime degli incidenti stradali, ma solo ed esclusivamente le compagnie di assicurazione, tra queste anche la Mediolanum assicurazioni che - guarda caso - fa capo al Presidente del Consiglio. Allora, colleghi, dobbiamo interrogarci se vi siano ragioni oggettive che il Governo possa invocare per questo dimezzamento dei criteri di liquidazione dei sinistri, che - badate bene - si applicherebbe solo all'infortunistica stradale e non anche a tante altre branche del diritto che hanno a che fare con il danno biologico (dagli incidenti sul lavoro a tutti gli altri incidenti che abbiano i loro effetti sull'integrità psicofisica della persona).
E queste ragioni non ci sono perché, se escludiamo il fatto di voler contenere l'onere dei premi assicurativi per l'RC auto obbligatoria, non vi è ragione giuridica per contenere il risarcimento del danno che ha avuto una lunga elaborazione giurisprudenziale, arrivando, in quarant'anni, a stabilire quale debba essere, dal punto di vista dell'equità, che fa richiamo all'articolo 3 della Costituzione, secondo la Cassazione, quell'equo risarcimento del danno all'integrità psicofisica. Le tabelle del tribunale di Milano, come si è detto, sono state individuate come le tabelle più eque dalla Cassazione e non si vede per quale motivo oggi ci si debba discostare da questo criterio, pacificamente acquisito, del diritto vivente, per indulgere a queste lobby assicurative che vanno a penalizzare i cittadini italiani e coloro che hanno, appunto, la sventura di trovarsi vittime della strada. Badate bene che questo schema di decreto, ove venisse effettivamente emanato, si applicherebbe, non solo per il futuro, ma anche per tutti quelli che sono incidenti pendenti, con le cause aperte e, quindi, con un ulteriore stravolgimento del diritto in favore delle assicurazioni.
Un'ultima annotazione, cari colleghi: vi è un profilo, che riguarda la stessa illegittimità, sia dello schema di decreto, ma anche dell'articolo 138 del codice delle assicurazioni private. Vi potrebbe essere un eccesso di delega in riferimento alla legge che ha consentito al Governo di regolare la materia delle assicurazioni che è la legge n. 229 del 29 luglio 2003, il paradigma di legittimità del decreto delegato. Sapete che, ovviamente, l'articolo 76 della Costituzione impone al Governo di attenersi ai paletti, ai vincoli e ai criteri che la legge delega del Parlamento conferisce al potere esecutivo. La legge delega, all'articolo 4, prevedeva la tutela dei consumatori e, in generale, dei contraenti più deboli, sia nelle condizioni contrattuali, che nelle informative, ma anche nel processo di liquidazione dei sinistri. Non si capisce per quale motivo il codice delle assicurazioni private, emanato dal Governo su delega del Parlamento, abbia trattato anche, agli articoli 138 e 139, la diversa materia della liquidazione del danno biologico che non era oggetto di delega. Ma se anche volessimo, con una forzatura, riportarci a questa locuzione Pag. 49della liquidazione dei sinistri, vi sarebbe, non solo un eccesso di delega, ma, addirittura, una contravvenzione alla delega, una violazione della delega. Infatti, la tutela dei consumatori verrebbe messa sotto i tacchi a vantaggio della tutela delle assicurazioni. E, allora, di fronte a tutto questo, non possiamo che invitare a votare per la nostra mozione che chiede, così come le altre dello stesso segno, ad eccezione della mozione Valducci ed altri n. 1-00737, per la quale fin da ora dichiaro il nostro voto contrario, al Governo di arrestare questa scriteriata posizione che favorisce esclusivamente i grandi poteri ed i poteri forti a scapito degli utenti della strada e dei consumatori.
Un'ultima annotazione su questo aspetto: il Governo dovrebbe interessarsi ben di più e ben meglio ai problemi delle frodi assicurative che nel nostro Paese sono la metà di quelle che vengono accertate in Paesi ben più rispondenti ai criteri di legalità come l'Inghilterra e la Francia. Forse è proprio lì che dobbiamo insistere nelle politiche di contrasto alle frodi assicurative, sapendo che le nostre assicurazioni non hanno interesse a reprimere questa casistica perché tanto scaricano sull'aumento dei premi assicurativi l'onere di questi risarcimenti. E se è vero che c'è stato, nel solo 2009-2010, come ci ha ricordato l'Antitrust con il professor Catricalà al Senato pochi giorni fa, un aumento del 25 e, a volte, anche del 75 per cento dei premi assicurativi e dei risarcimenti, questo è dovuto esclusivamente o prevalentemente alle frodi che vengono perpetrate impunemente nel nostro Paese. E, allora, vi è un bisogno di legalità maggiore. Il presente Governo, impostando tutta l'attività sulla furbizia, sui condoni, sugli scudi fiscali, sull'illegalità diffusa, certamente non potrà essere maestro su questa strada che noi indichiamo e che prediligiamo che è quella dell'equità, della giustizia sostanziale e della tutela dei più deboli (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toto. Ne ha facoltà.

DANIELE TOTO. Signor Presidente, la ratio della mozione è insita nello schema di regolamento licenziato dal Consiglio dei ministri in data 3 agosto 2011 e contenente le tabelle per le menomazioni dell'integrità psicofisica. Queste tabelle vanno ad abbattere di circa il 50 per cento il danno cosiddetto non patrimoniale, quello biologico, rispetto alle tabelle precedenti, che per giurisprudenza erano state elaborate dal tribunale di Milano, che era stato interessato rispetto alla necessità di mettere ordine in un sistema. Tali tabelle precedenti del tribunale di Milano erano state avallate dalla Corte di cassazione e dalle associazioni dei parenti delle vittime sulla strada. Tali associazioni hanno pesantemente criticato l'adozione di tali tabelle, appunto licenziate dal Consiglio dei ministri, perché oltre naturalmente a prevedere senza dubbio un ristoro meno importante per le vittime della strada e quindi a dare dei valori insufficienti, provocano la possibilità anzi la necessità da parte del contraente più debole di utilizzare il ricorso giurisdizionale per vedere tutelati i propri diritti. Quindi, comprendiamo la difficoltà, oltre all'ingolfamento di cause giudiziarie legate a questo tema.
Inoltre, senza dubbio il provvedimento va a ledere la dignità, e la norma si pone in contrasto con l'innalzamento dei livelli di massimale europei relativi all'RC auto, arrivati a cinque milioni di euro. Poi senza dubbio va contro il principio costituzionale del risarcimento integrale del danno alla persona. Infine, vi è da considerare come il provvedimento in esame qualifichi il Governo come forte con i deboli, ma debole con i forti, perché senza andare a scomodare il principio della parte contraente più debole, è chiaro che le assicurazioni sono assolutamente più forti rispetto al cittadino. In un momento in cui vi è un aumento dei premi RC, in un momento in cui le assicurazioni hanno così tante difficoltà a licenziare gli indennizzi dovuti agli utenti, credo che da Pag. 50questo punto di vista il Governo avrebbe fatto migliore figura a fare un provvedimento più a favore di quelli che sono appunto gli utenti più deboli ed i contraenti più deboli. La ratio della mozione è quindi quella di chiedere al Governo di tornare alle tabelle precedenti, sostituendo l'atto licenziato il 3 agosto 2011 ed in questo senso esprimo il parere favorevole del mio gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, le ragioni di questa nostra mozione sono state ampiamente illustrate anche dagli altri colleghi presentatori, anche perché le mozioni ricalcano lo stesso tema e lo stesso argomento. Signor Presidente, le mozioni devono servire a qualcosa nell'economia anche dei nostri lavori. Queste nostre proposte e queste nostre sollecitazioni riguardano l'adeguamento di un risarcimento rispetto all'invalidità e rispetto ai danni biologici subiti negli incidenti stradali, anche perché l'articolo 138 del decreto legislativo n. 209 del 2005, provvedimento che va sotto il nome di codice delle assicurazioni private, indicava un trattamento tabellare uguale su tutto il territorio nazionale. Finalmente si è arrivati ad una predisposizione del regolamento, il 3 agosto 2011, anche perché fino a quella data era prevalsa un'indicazione del tribunale di Milano, che veniva ad essere accettata anche da parte dell'associazione vittime della strada e da parte della Cassazione. Con questo regolamento del 3 agosto 2011 si passa ad una penalizzazione e ad un abbassamento del totale dell'ammontare del risarcimento nei confronti delle vittime. Il rappresentante del Governo, di fronte a questa nostra sollecitazione, già ampiamente illustrata nella fase di discussione sulle linee generali - la mozione ha come primo firmatario l'onorevole Nunzio Francesco Testa -, dice che si rimette all'Aula.
Tuttavia, vorrei l'attenzione del viceministro Misiti... signor Presidente, vorrei l'attenzione del viceministro Misiti, altrimenti, questo nostro discorso è un rituale inutile, tanto per intenderci.

PRESIDENTE. C'è riuscito, onorevole Tassone.

MARIO TASSONE. Viceministro Misiti, vi è un deliberato del Consiglio dei ministri, che abbassa quello che è il livello di trattamento economico previsto dal tribunale di Milano, che era stato recepito anche dall'Associazione vittime della strada. Cosa significa rimettersi all'Assemblea? Il Governo prende una posizione oppure accetta, comunque, il responso dell'Aula? Vorrei capire questo, perché ci troviamo sempre di fronte a due filosofie: da una parte, vi sono gli interessi economici che, purtroppo, sopravanzano e hanno cittadinanza anche di fronte a fatti e vicende drammatiche come quelle degli incidenti stradali, e vi sono...

PRESIDENTE. Prego, onorevole Tassone.

MARIO TASSONE. Grazie, signor Presidente. E, dall'altra parte, vi sono, invece, altri tipi di interessi che riguardano le vittime e l'Associazione delle vittime della strada.
Il Governo - non lo dico in termini polemici -, su una situazione di questo genere, in cui c'è lo scontro tra gli interessi delle assicurazioni - parliamoci con molta chiarezza - e gli interessi dei cittadini e delle vittime, non può uscire con una posizione pilatesca. Non dico questo per il Viceministro, perché so quanto lavora e qual è il suo impegno, tuttavia, ritengo che ci debba essere una posizione, perché è un dato di sensibilità, è un dato di umanità.
Qui non c'è un problema semplicemente economico: questo è un problema di civiltà ed è un problema, ovviamente, di valori che devono essere rispettati, anche per capire dove si colloca questo Governo, dove si colloca questa maggioranza, dove si colloca ovviamente l'azione di questo Governo rispetto alle sensibilità che noi richiamiamo e che vogliamo che ci siano e Pag. 51che si affermino nel Parlamento... Posso anche fermarmi, signor Presidente, se il collega continua con il Viceministro, posso aspettare.

PRESIDENTE. Prego di non disturbare il viceministro Misiti. Prego, onorevole Tassone, continui.

MARIO TASSONE. Allora, non vi è dubbio che dobbiamo avere una risposta, signor Presidente. Voglio capire cosa significa rimettersi all'Assemblea. Credo che questo sia il dato.
Intanto, poiché siamo in sede di dichiarazioni di voto, con il conforto e l'adesione del primo firmatario e del mio gruppo, noi certamente auspichiamo che l'Aula voti a favore di questa nostra mozione; auspichiamo, inoltre, che il Governo sciolga i suoi dubbi, sciolga i suoi equivoci ed esprima un parere favorevole su tutte quelle mozioni con riferimento alle quali si è rimesso all'Assemblea, affidandosi al voto e al giudizio dell'Aula. Io ritengo che questo sia il dato in questo particolare momento, anche per capire che le mozioni che presentiamo non servono per coprire il tempo nei nostri lavori, ma sono un fatto di cultura, di civiltà, di scelte politiche fondamentali su cui ci dobbiamo misurare e su cui dobbiamo declinare pienamente le nostre generalità, senza nasconderci e senza essere ovattati e ai margini del dibattito e del confronto politico, sociale e civile del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Desiderati. Ne ha facoltà.

MARCO DESIDERATI. Signor Presidente, questo decreto, che è certamente perfettibile, interviene, però, su un tema assolutamente giusto ed inequivocabile. Interviene stabilendo una tabella per le vittime della strada per quanto riguarda i loro rimborsi. Questa tabella si è resa necessaria per il fatto che questa, signor Presidente, è una nazione un po' strana: facciamo fatica a votare il federalismo nelle istituzioni, però, abbiamo fatto il federalismo dei tribunali, per cui ogni giudice valuta l'invalidità permanente come gli pare o come decide quel giorno. Quindi, anche per una questione di equità sul territorio e tra le vittime danneggiate, è giusto introdurre una tabella che equipari tutti su tutto il territorio.
L'altra questione, signor Presidente, molto importante è che l'Italia è un Paese che ha tante eccellenze: una di queste, purtroppo, è che siamo campioni del mondo delle frodi assicurative.
Abbiamo, in Europa, circa il 10 per cento di incidenti con vittime, o comunque con danni alle persone; in Italia la media sale al 21,1 per cento. Abbiamo città come, secondo le ultime statistiche, Napoli e Taranto che, all'interno della nazione campione del mondo, sono le campioni in assoluto, con una percentuale di frodi assicurative elevatissima. È evidente che una tabella uguale su tutto il territorio va ad intervenire e un po' a calmierare anche questo malcostume italiano.
Devo anche dire che la frode assicurativa, Presidente, già solo per il fatto della sua definizione, genera spesso un errore di interpretazione. La frode non va a danno dell'assicurazione, perché l'assicurazione, se paga più danni, non fa altro che ribaltare il costo di quei danni sui premi di tutti i cittadini dell'anno successivo. Allora, l'esigenza di intervenire e calmierare le frodi assicurative è per fare in modo che tutti gli italiani abbiano anche dei premi assicurativi corretti rispetto alla loro classe di rischio. Abbiamo posti in Italia dove, nonostante l'obbligo della RC auto, le compagnie alzano talmente tanto i premi da far diventare quasi impossibile assicurarsi. Pertanto, credo che questo decreto vada - lo ripeto, se pur perfettibile - nella direzione giusta. È giusto che i danneggiati sappiano quanto gli spetta in caso di danno, ma è giusto anche che gli italiani paghino dei premi assicurativi corretti per rispetto alla loro classe di rischio.

Pag. 52

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOCCIA. Signor Presidente, la mia, più che una dichiarazione di voto finale, è un appello ai deputati di maggioranza. Mi spiace prendere atto che, in quest'ultimo intervento, il collega della Lega Nord abbia confuso le cause che portano il costo della RC auto ad essere così molto alto con l'oggetto di un decreto che non avremmo mai voluto discutere in quest'Aula. Ciò semplicemente perché non avremmo mai pensato che il Governo potesse intervenire, in un giorno di agosto, in un periodo in cui sono avvenute quasi sempre delle cose molto sgradevoli rispetto alla capacità del Governo stesso di legiferare su alcuni i temi. In una giornata di agosto, il Governo all'improvviso ha scoperto un'emergenza, cioè quella di normare le modalità con cui vengono erogati gli indennizzi alle vittime degli incidenti stradali e alle persone che subiscono danni molto seri.
Purtroppo l'incidenza sulla RC auto è causata soprattutto dai piccoli incidenti, dalle frodi, dalle truffe, da una serie di cose che sono state richiamate nell'intervento precedente e che nulla hanno a che fare con l'oggetto di questo decreto. Che lo dicano le compagnie assicurative - per la verità, solo alcune -, nel tentativo disperato di fare profitti attraverso sopravvenienze attive che verrebbero fatte semplicemente alle spalle delle famiglie che hanno subito vittime per incidenti stradali, non è giustificabile né comprensibile, ma in qualche modo fa parte delle posizioni che compagnie che devono fare profitto sono tenute a prendere. Ma che lo si dica in quest'Aula, falsificando la realtà, deve non solo fare indignare, ma anche far vergognare chi lo dice.
Tutti gli incidenti che producono lesioni fino a dieci punti non sono normati da questo decreto. Il Partito Democratico ha fatto di tutto, signor Presidente, per evitare che si arrivasse ad un voto su questo tema, perché abbiamo sperato che fosse il Governo ad assumersi la responsabilità di fare un passo indietro rispetto al decreto approvato il 3 agosto. Quindi, con interpellanze urgenti, in un question time, al quale ci ha risposto, senza in realtà convincerci, il Ministro della salute, abbiamo chiesto più volte in quest'Aula, dal 3 agosto scorso, un'assunzione di responsabilità.
Ciò non è avvenuto e l'unica strada che abbiamo per evitare questo danno a decine di migliaia di famiglie italiane è l'assunzione di responsabilità del Parlamento con un voto preciso sulla nostra richiesta. Noi, onorevoli colleghi, soprattutto di maggioranza, stiamo chiedendo al Governo di ritirare il decreto del Presidente della Repubblica che dimezza i risarcimenti per le vittime della strada e per le vittime con lesioni gravi avvenute fin qui. Il decreto del Presidente della Repubblica è ancora al vaglio del Consiglio di Stato, entrerà presumibilmente in vigore tra pochissimo. Quest'Aula oggi si assume una responsabilità: avallare la posizione del Governo, che chiaramente non si occupa né delle persone, né delle vittime, né di coloro che in qualche modo sono finiti in queste controversie con le assicurazioni, ma si occupa semplicemente - direttamente o indirettamente, questo dipenderà dalle valutazioni che ognuno di voi e ognuno fuori di quest'Aula farà - dei conti economici delle compagnie di assicurazione.
Allora, signor Presidente, noi in discussione sulle linee generali, con gli interventi dei colleghi Ginefra e Pedoto, abbiamo rappresentato al Parlamento casi specifici che accadrebbero con l'entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica e che esemplificano come una vittima o i suoi eredi si ritroverebbero ad ottenere, a controversia in corso, il 50 per cento in alcuni casi, il 38 per cento in altri, di indennizzo in meno. Per questa ragione, la mozione che abbiamo sottoposto alla vostra attenzione e che in qualche modo viene ricalcata anche dalle altre mozioni presentate dai gruppi di opposizione, chiede il ritiro del provvedimento, in vista dell'adozione di una nuova tabella delle menomazioni all'integrità psico-fisica che Pag. 53risulti più equilibrata e rappresentativa dei valori presi a riferimento dalla giurisprudenza al riguardo. Ricordo all'Aula, semplicemente per rispolverare le coscienze di chi fa finta di essere distratto, che l'ISTAT ha diramato, qualche mese fa, il numero aggiornato degli incidenti stradali con lesioni a persone e con decessi aggiornato alla fine del 2010. Gli incidenti sono stati oltre 207 mila. Dico al collega Desiderati che in questi incidenti, siccome ci sono dei morti e delle lesioni gravi, non ci sono truffe, non ci sono raggiri. I tamponamenti a cui fa riferimento in alcune città che ha richiamato - poi, guarda caso, tutte del Mezzogiorno, ma ci risultano raggiri e truffe in giro per l'Italia - fanno riferimento a tamponamenti che nulla hanno a che vedere con questo decreto. Per la verità, per intervenire sul costo della RC auto, la norma prevista nel 2005 aveva poi successivamente introdotto, negli interventi successivi, anche la cosiddetta patente a punti che, ricordo a tutti noi, è stata fatta non per creare un nuovo business per le scuole guida, ma per correlare la responsabilità del guidatore al valore della RC auto. Purtroppo, dopo sei anni tutto questo non è avvenuto.
Concludo, signor Presidente, ricordando a tutti noi che nel 2010 le lesioni a persone sono state 207 mila, i morti vittime di incidenti stradali 3.998 e 296 mila i feriti con lesioni di diversa gravità che rientrano in questa fattispecie. Moltiplichiamo questo dato per gli anni che abbiamo alle spalle e che caratterizzeranno la disciplina e la regolamentazione ex post delle controversie in atto, e non è molto difficile capire qual è l'oggetto di questo decreto. Inutile dirvi che tutte le associazioni delle vittime della strada, le organizzazioni dei consumatori e, per la verità, anche l'ordine degli avvocati hanno protestato più volte per questo decreto.
Ma al Governo, come sempre, non interessa il giudizio di chi subisce, in qualche modo, l'impatto di un provvedimento, ma semplicemente l'impatto economico sulle compagnie assicurative dei propri interventi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Valducci. Ne ha facoltà.

MARIO VALDUCCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei cercare di chiarire esattamente qual è il contenuto di questo schema di decreto del Presidente della Repubblica, approvato dal Consiglio dei Ministri il 3 agosto. Innanzitutto, questo è un provvedimento che viene preso in ottemperanza a quanto già previsto dall'articolo 138 del codice delle assicurazioni private. Si tratta di un provvedimento che è stato in gestazione per ben cinque anni e, quindi, è un provvedimento ampiamente dibattuto, che ha visto coinvolti il Ministero della giustizia, il Ministero della salute e quello dello sviluppo economico.
Pertanto, tutte queste lamentele, rispetto ad un provvedimento che ha già prodotto dei danni nei confronti di chi ha subito un incidente stradale grave, sono tutte da verificare, perché, come veniva ricordato anche dallo stesso onorevole Boccia, siamo in attesa del vaglio del Consiglio di Stato e, quindi, stiamo parlando di un provvedimento che, sebbene sia stato approvato dal Consiglio dei Ministri, non è ancora efficace.
Per spazzare il campo dalla demagogia e, devo dire, anche dalla facilità con cui si affronta questo argomento - seguendo ormai da più di tre anni il tema della sicurezza stradale - vi posso garantire una cosa: ai familiari che hanno avuto un fratello, una sorella, un figlio o una figlia uccisi da chi al volante guida in modo spericolato o è in condizioni di non guidare, non interessa tanto l'indennizzo monetario, ma interessa molto di più il fatto che chi si macchia di questi reati sia in galera e che, alla sera, non vada nei bar a discutere con gli amici su come è andato quell'incidente mortale che ha provocato questi morti (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Questo ve lo posso garantire, perché ho incontrato molti familiari delle vittime e nessuno di loro mi ha mai posto un problema economico, ma mi ha sempre posto il problema che queste persone, Pag. 54drogate, ubriache e che molto spesso guidavano al doppio della velocità consentita, il giorno dopo aver commesso questo reato, erano libere, circolavano, facevano battute e scherzavano su quanto accaduto il giorno prima. Pertanto, questo è il termine del provvedimento che stiamo considerando.
Ricordo, inoltre, che vi sono alcuni fatti che ritengo determinanti. In primo luogo, è corretto che a livello nazionale un danno biologico, conseguente ad un incidente, sia considerato uguale a Bolzano, a Milano, a Roma, a Napoli, a Palermo o a Catania, e che, quindi, non sia ogni singolo tribunale a decidere quanto valgono, ad esempio, 20 punti di invalidità, in termini di indennità, a Milano, rispetto a Roma o a Torino.
Allo stesso modo, trovo sbagliato che si debbano applicare le tabelle di Milano perché quello di Milano è il foro che ha applicato le tabelle più alte.
Con questo decreto, invece, abbiamo applicato delle tabelle che sono in media con la tanto declamata e decantata Europa. Sono in media con la Francia e con la Germania e si basano, evidentemente, anche sull'età di chi viene colpito da questo tipo di invalidità.
Quello che vogliamo dire è di attendere l'applicazione del decreto. Vediamo quali sono gli effetti che produce, partendo dal presupposto che queste tabelle sono minimali, di base. È ovvio che poi il tribunale competente, che esaminerà il singolo caso, chiaramente deciderà in modo diverso se quell'invalidità, rispetto a quel soggetto, cagiona un particolare e ulteriore danno economico. È ovvio che il caso del violinista, cui viene amputato un braccio, è ben diverso da quello di chi svolge un altro tipo di attività.
Dunque, questa è una tabella economica di base e non riguarda il comparto nella sua globalità né è in grado di definire, aprioristicamente, quanto effettivamente deve essere risarcito a quella persona che ha subito un incidente stradale.
Voglio aggiungere anche che in Italia, come purtroppo spesso accade nel comparto della responsabilità civile automobilistica, vi è l'obbligo a contrarre da parte di tutti i cittadini, e ciò va a colpire, quasi sempre, l'esagerata mole che vi è in questa grande torta dei costi dei sinistri.
Ricordo che i costi dei sinistri in Italia ammontano a circa 16 miliardi di euro. È chiaro che, rispetto a tutta questa torta, chi ci rimette di più sono le fasce sociali più deboli, che sono costrette a rinnovare ogni anno la polizza assicurativa, che spesso si vedono disdetta all'ultimo momento la polizza assicurativa e che, quando vanno a cercare una nuova polizza assicurativa, pagano il doppio, o magari di più, per rinnovarla.
Questo perché - aumentando e lievitando sempre di più il costo del sinistro, anche per tante piccole frodi e truffe e modi di arrotondare tra assicurato ed assicuratore - succede che in questo comparto specifico, con riferimento alle tabelle, che vanno dai dieci ai cento punti di invalidità, l'Italia ha una percentuale pari al 22 per cento del totale dei sinistri a fronte di una media europea valutata intorno al 10 per cento.
Ricordo come, per quanto riguarda i danni alle persone, nel nostro Paese, su quei 15 miliardi di cui parlavo prima, ben oltre 5 miliardi riguardano tutte le invalidità superiori ai 9 punti: sono escluse, evidentemente, le microlesioni ed i cosiddetti colpi di frusta.
Con ciò voglio dire che sarebbe più logico e più corretto vedere cosa succede con questo decreto del Presidente della Repubblica e valutare dopo un anno - come abbiamo affermato nella nostra mozione - quali saranno gli effetti di questo provvedimento per giungere eventualmente ad una revisione di queste tabelle qualora esse non siano idonee.
Mi avvio alla conclusione dicendo che voteremo contro la mozione che chiede il ritiro di un provvedimento che - come ho detto - non ha avuto ancora efficacia. Penso che i provvedimenti debbano essere valutati dopo che hanno avuto efficacia.
Voteremo contro le mozioni che riguardano la richiesta di ritiro del provvedimento, così come voteremo a favore di quelle parti delle mozioni che vogliono andare a colpire le truffe nei confronti del Pag. 55mondo assicurativo. Voteremo a favore della mozione presentata dal Popolo della Libertà, che chiede un'eventuale revisione, dopo un anno dall'entrata in vigore effettiva di questo provvedimento, valutando se effettivamente esso avrà comportato le eventuali problematiche ricordate dai promotori della mozione che vuole il ritiro immediato del provvedimento, ovvero se invece il decreto dovrà solamente essere rettificato in alcune parti (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, solamente un minuto perché - in qualità di responsabile nazionale del Partito Democratico sulla disabilità - credo che sia necessario parlare dell'importanza di questa norma e ricordare quanti sono i paraplegici ed i tetraplegici nei nostri territori.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 18)

ILEANA ARGENTIN. È assurdo anche immaginare che tutto questo venga sottovalutato, considerandolo quasi come un esperimento da vedere o da portare avanti. C'è troppa gente che soffre e non ha avuto alcun indennizzo; i servizi sono sempre meno, per lo meno date quel che è dovuto alla gente che ha avuto un incidente e non dimenticatevi mai delle loro famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Boccia ed altri n. 1-00714, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli La Russa, Martinelli, Rosso, Razzi, Pionati, De Camillis, Luongo, Rosato, Stucchi, Cimadoro, Belcastro, Mancuso, Raisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 559
Maggioranza 280
Hanno votato
279
Hanno votato
no 280).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Evangelisti ed altri n. 1-00722, in quanto non assorbita dalla precedente votazione e su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea, ad eccezione del terzo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Nirenstein, Mondello, Goisis...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 558
Maggioranza 280
Hanno votato
279
Hanno votato
no 279).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nunzio Francesco Testa, Toto ed altri n. 1-00734, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 56

Onorevoli Cesare Marini, Sposetti, Servodio, D'Anna, Mondello, Tommaso Foti, Bruno, Galati, Franceschini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 561
Maggioranza 281
Hanno votato
280
Hanno votato
no 281).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Valducci, Desiderati, Pionati ed altri n. 1-00737, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli D'Amico e Saltamartini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia - Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Unione di Centro per il Terzo Polo).

(Presenti e votanti 561
Maggioranza 281
Hanno votato
280
Hanno votato
no 281).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Commercio ed altri n. 1-00740, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli D'Anna, Scanderebech, Centemero e Bocciardo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 555
Votanti 513
Astenuti 42
Maggioranza 257
Hanno votato
478
Hanno votato
no 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Pisicchio ed altri n. 1-00743, in quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Miotto, Scanderebech, Di Girolamo e Cenni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 551
Votanti 434
Astenuti 117
Maggioranza 218
Hanno votato
428
Hanno votato
no 6).

Prendo atto che il deputato Misiti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Seguito della discussione delle mozioni Di Pietro ed altri n. 1-00391, Tempestini ed altri n. 1-00621, Pezzotta ed altri n. 1-00623, Antonione, Dozzo, Sardelli ed altri n. 1-00625, Pisicchio ed altri n. 1-00629, Di Biagio e Della Vedova n. 1-00712 e Oliveri ed altri n. 1-00726 concernenti iniziative per garantire la trasparenza delle informazioni relative all'aiuto pubblico allo sviluppo (ore 18,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Di Pietro ed altri n. 1-00391, Tempestini ed altri n. 1-00621, Pezzotta ed altri n. 1-00623, Antonione, Dozzo, Sardelli ed altri n. 1-00625, Pisicchio ed altri n. 1-00629, Di Biagio e Della Vedova n. 1-00712 e Oliveri ed altri n. 1-00726, concernenti Pag. 57iniziative per garantire la trasparenza delle informazioni relative all'aiuto pubblico allo sviluppo (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 18 aprile 2011, sono state presentate le mozioni Pisicchio ed altri n. 1-00629, Di Biagio e Della Vedova n. 1-00712 e Oliveri ed altri n. 1-00726, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, onorevole Stefania Craxi, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, nell'ambito della cooperazione allo sviluppo si parla sempre più di efficacia e di trasparenza: sono due concetti strettamente legati. Il principio di efficacia si basa sulla necessità di aumentare l'impatto dell'aiuto pubblico, migliorandone, altresì, la qualità. Ciò implica che i Paesi donatori prestino crescente attenzione a spendere meglio il denaro dei contribuenti destinato ai Paesi in via di sviluppo, secondo il principio value for money.
L'Italia riconosce nel principio di trasparenza un elemento essenziale degli interventi di cooperazione. Fin dal 2008, in linea con gli impegni sottoscritti al III Forum di alto livello sull'efficacia degli aiuti di Accra, il nostro Paese ha intrapreso le azioni di sistema. Lo ha fatto pur in un quadro di limitate risorse umane e finanziarie e di assetti normativi...
Signor Presidente, se all'Aula non interessa, posso passare direttamente al parere sulle mozioni (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia! Signor sottosegretario, vada avanti. Colleghi, per cortesia! Prego, signor sottosegretario, vediamo se riusciamo ad andare avanti.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Il nostro Paese ha intrapreso le azioni di sistema. Lo ha fatto pur in un quadro di limitate risorse umane e finanziarie e di assetti normativi e amministrativi che certo non ne favoriscono l'azione. Lo ha fatto in aggiunta a quanto la legge n. 49 del 1987 già prevede: la trasmissione delle informazioni sulle attività della direzione generale al Parlamento, quali la relazione previsionale programmatica e la relazione annuale al Parlamento sulle attività di cooperazione.
A fianco della relazione previsionale programmatica e della relazione annuale al Parlamento sulle attività di cooperazione, la Farnesina ha dato forma concreta agli impegni sottoscritti ad Accra attraverso la messa a punto di un programma con un orizzonte triennale, ma aggiornato ogni anno.
È stato il nostro Governo ad avviare per primo questo importante strumento. Nel luglio 2009 il Comitato direzionale per la cooperazione allo sviluppo ha infatti approvato le prime linee guida 2009-2011, come frutto di un largo processo di consultazione tra i diversi attori, istituzioni e società civile. Tale strumento è stato regolarmente aggiornato l'anno successivo, con l'approvazione delle linee guida relative al triennio 2011-2013, in corso di aggiornamento per il triennio 2012-2014. Si tratta di un documento programmatico che non solo esplicita le priorità geografiche e settoriali, ma definisce chiaramente il volume delle risorse finanziarie a disposizione per la realizzazione delle attività, nonché gli strumenti di cui si dispone per perseguire gli obiettivi nei relativi Paesi e settori prioritari.
Credo, e ci è stato riconosciuto nel corso della discussione sulle generali, che questo sia un importante passo avanti nel senso di una maggiore trasparenza delle attività della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo della Farnesina. Pag. 58Le linee guida, lungi dall'essere un punto di arrivo, sono state, al contrario, una solida base per una serie di passi avanti. L'operazione di trasparenza è proseguita, infatti, con l'approvazione del primo Piano programmatico nazionale per l'efficacia degli aiuti da parte del Comitato direzionale del luglio 2009.
Con questo «Piano efficacia» la Farnesina si è prefissata il raggiungimento dei principali obiettivi previsti dalla Dichiarazione di Parigi del 2005 e dall'Agenda di Accra del 2008. Tra le azioni del Piano, al cui perseguimento hanno lavorato vari gruppi ad hoc creati nella direzione generale per la cooperazione, ve ne sono alcune mediante le quali è stato garantito un migliore accesso alle informazioni relative all'aiuto pubblico allo sviluppo gestito dalla direzione e una maggiore trasparenza dello stesso Aps.
Ciò in piena coerenza con quanto raccomandato anche dal Comitato aiuto pubblico dell'OCSE nell'ambito dell'esercizio di peer review italiana 2009.
In base al «piano efficacia 1», la Direzione generale per la cooperazione italiana allo sviluppo del MAE ha definitivamente approvato le linee guida sulle valutazioni e ha varato un primo piano annuale delle valutazioni stesse. Il primo piano efficacia si è concluso a dicembre 2010 e, sempre al fine di una maggiore trasparenza si è data anche diffusione dei risultati con esso raggiunti sul portale della cooperazione italiana allo sviluppo.
In un'ottica di continuità dell'azione della Farnesina in vista del IV Forum di alto livello sull'efficacia degli aiuti, che si terrà a Busan, è stato approvato, all'inizio di marzo, il secondo piano programmatico nazionale per l'efficacia degli aiuti. Esso prevede, tra le numerose attività, di aumentare il grado di trasparenza delle iniziative della cooperazione italiana allo sviluppo pubblicando online e rendendo accessibile a tutti i principali documenti relativi alle singole iniziative di cooperazione allo sviluppo approvate.

PRESIDENTE. Onorevole Craxi, le chiedo scusa, ma siamo nella fase nella quale il Governo deve fornire i pareri sulle mozioni in oggetto che possono essere integrati con qualche motivazione, ma deve dare i pareri.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. D'accordo, signor Presidente.
Negli ultimi tre anni si è dunque compiuto uno sforzo significativo per rendere le informazioni sulle attività di cooperazione trasparenti, chiare ed accessibili, nonché per assicurare una maggiore consapevolezza del singolo contribuente ed il pieno coinvolgimento della società civile.
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna di considerazioni integrative del mio intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Craxi, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti. Le ricordo, però, che deve dare i pareri del Governo in relazione alle mozioni in oggetto.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, sostanzialmente, tutte le mozioni in oggetto sono accettate dal Governo, qualcuna con riformulazione.
Per quanto riguarda la mozione Di Pietro ed altri n. 1-00391 (Nuova formulazione) il Governo esprime parere favorevole sul primo capoverso del dispositivo purché riformulato nel seguente modo: «a pubblicare online in un unico sito tutte le valutazioni prodotte dalla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo; a pubblicare online, dopo la presentazione in Parlamento, le relazioni del dipartimento del Tesoro relativamente all'azione verso banche e fondi di sviluppo e documenti strategici come le programmazioni pluriennali per Paese (stream)».

PRESIDENTE. Onorevole Craxi, ha intenzione di esprimere anche gli altri pareri o solamente questo?

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Pag. 59Presidente, posso leggere i pareri o consegnare il testo del mio intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Craxi, questo non è possibile, i pareri devono essere dati singolarmente.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Per quanto riguarda la mozione Di Pietro ed altri n. 1-00391 il Governo esprime parere favorevole sul secondo capoverso del dispositivo purché riformulato nel seguente modo: «a pubblicare online, subito dopo la loro approvazione, tutte le iniziative di cooperazione allo sviluppo».
Per quanto riguarda il terzo capoverso della suddetta mozione il Governo esprime parere favorevole purché riformulato nel seguente modo: «a sostenere, in linea con gli orientamenti a livello dell'Unione europea, l'adozione di misure per ottimizzare la trasparenza e assicurare il massimo accesso alle informazioni sulle risorse di cooperazione allo sviluppo, facendo ricorso al consolidato sistema di rapportistica internazionale «Creditor Reporting System» che costituisce lo standard internazionalmente accettato in ambito OCSE/DAC e all'Iniziativa internazionale per la trasparenza dell'aiuto (IATI), compatibilmente con la disponibilità di adeguate risorse umane per adempiere alle necessarie competenze statistiche».
In relazione alla mozione Tempestini ed altri n. 1-00621 il Governo esprime parere favorevole sul primo capoverso del dispositivo purché riformulato nel seguente modo: «a sostenere, in linea con gli orientamenti a livello dell'Unione europea, l'adozione di misure per ottimizzare la trasparenza e assicurare il massimo accesso alle informazioni sulle risorse di cooperazione allo sviluppo, facendo ricorso al consolidato sistema di rapportistica internazionale «Creditor Reporting System» (che costituisce lo standard internazionalmente accettato in ambito OCSE/DAC) e all'iniziativa internazionale per la trasparenza dell'aiuto (IATI), compatibilmente con le disponibilità di adeguate risorse umane per adempiere alle necessarie competenze statistiche».
Per quanto riguarda il secondo capoverso del dispositivo della suddetta mozione il Governo esprime parere favorevole purché riformulato nel seguente modo: «a pubblicare, subito dopo la loro approvazione, tutte le iniziative di cooperazione; a pubblicare online, dopo la presentazione in Parlamento, le relazioni del dipartimento del tesoro relativamente all'azione verso banche e fondi di sviluppo».
Il Governo propone inoltre esprime parere favorevole sul terzo capoverso del dispositivo purché riformulato nel seguente modo: «a prevedere, nell'ambito dello stato di previsione del MAE, risorse appositamente dedicate a garantire trasparenza e accessibilità delle informazioni sull'APS».
Il Governo esprime parere favorevole sul quarto capoverso quattro del dispositivo purché riformulato nel seguente modo: «a verificare, in occasione del IV Forum ad alto livello sull'efficacia degli aiuti previsto per il prossimo autunno in Corea del Sud, i risultati ottenuti in materia di trasparenza degli aiuti».
Per quanto riguarda la mozione Pezzotta ed altri n. 1-00623, il Governo esprime parere favorevole sui primi tre capoversi del dispositivo, purché siano così riformulati: «a destinare, compatibilmente con i noti vincoli del bilancio pubblico, una adeguata quota di risorse ai Paesi poveri e a continuare ad agevolare gli interventi delle organizzazioni non governative nei Paesi in via di sviluppo» (primo capoverso); «a pubblicare online, dopo la presentazione in Parlamento, le relazioni del dipartimento del Tesoro relativamente all'azione verso banche e fondi di sviluppo» (secondo capoverso); «a partecipare puntualmente, insieme agli altri Stati membri, al meccanismo di monitoraggio, introdotto dal Consiglio europeo nel giugno 2010, tendente a verificare l'attuazione degli impegni, in materia di aiuti allo sviluppo, assunti entro il 2015 dall'Unione europea e dai suoi membri» (terzo capoverso). Pag. 60
Il Governo esprime parere favorevole sul quarto capoverso del dispositivo, mentre esprime parere favorevole sul quinto capoverso, purché riformulato come segue: «a sostenere, in linea con gli orientamenti a livello UE, l'adozione di misure per ottimizzare la trasparenza ed assicurare il massimo accesso alle informazioni sulle risorse di cooperazione allo sviluppo, facendo ricorso al consolidato sistema di rapportistica internazionale Creditor reporting system plus plus (che costituisce lo standard internazionalmente accettato in ambito OCSE e DAC) e all'iniziativa internazionale per la trasparenza dell'aiuto (IATI), compatibilmente con la disponibilità di adeguate risorse umane per adempiere alle necessarie competenze statistiche». Il Governo infine esprime parere favorevole sull'ultimo capoverso (sesto capoverso) del dispositivo.
Il Governo esprime, poi, parere favorevole sulla mozione Antonione, Dozzo, Sardelli ed altri n. 1-00625.
Il Governo esprime altresì parere favorevole sui primi due capoversi del dispositivo della mozione Pisicchio ed altri n. 1-00629, mentre il Governo esprime parere favorevole sul terzo capoverso, purché riformulato come segue: «ad ampliare il numero di informazioni rese accessibili al pubblico anche tramite il sito web della Cooperazione italiana, relativamente alle iniziative di cooperazione allo sviluppo finanziate dall'Italia». Il Governo esprime inoltre parere favorevole sul quarto capoverso del dispositivo della mozione.
Per quanto riguarda la mozione Di Biagio e Della Vedova n. 1-00712, il Governo esprime parere favorevole sul primo capoverso del dispositivo, purché così riformulato: «a continuare ad assumere ogni iniziativa utile a rilanciare la politica di cooperazione, incrementando, compatibilmente con i vincoli di bilancio, la percentuale di risorse destinate all'aiuto pubblico allo sviluppo».
Il Governo esprime invece parere favorevole sul secondo capoverso del dispositivo, mentre esprime parere favorevole sul terzo capoverso del dispositivo, purché così riformulato: «a sostenere, in linea con gli orientamenti a livello UE, l'adozione di misure per ottimizzare la trasparenza ed assicurare il massimo accesso alle informazioni sulle risorse di cooperazione allo sviluppo, facendo ricorso al consolidato sistema di rapportistica internazionale Creditor reporting system plus plus (che costituisce lo standard internazionalmente accettato in ambito OCSE e DAC) e all'iniziativa internazionale per la trasparenza dell'aiuto (IATI), compatibilmente con la disponibilità di adeguate risorse umane per adempiere alle necessarie competenze statistiche». Il Governo esprime infine parere favorevole sul quarto capoverso del dispositivo della mozione.
Per quanto riguarda la mozione Oliveri ed altri n. 1-00726, il Governo esprime parere favorevole sul primo capoverso del dispositivo. Il Governo invece esprime parere favorevole sul secondo capoverso, purché riformulato come segue: «a sostenere, in linea con gli orientamenti a livello UE, l'adozione di misure per ottimizzare la trasparenza ed assicurare il massimo accesso alle informazioni sulle risorse di cooperazione allo sviluppo (Commenti)...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi! È già complicato, per cortesia!

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri.... facendo ricorso al consolidato sistema di rapportistica internazionale Creditor rapporting System plus plus (che costituisce lo standard internazionalmente accettato in ambito OCSE e DAC) e all'iniziativa internazionale per la trasparenza dell'aiuto (IATI), compatibilmente con le disponibilità di adeguate risorse umane per adempiere alle necessarie competenze statistiche».
Il Governo, come al secondo punto della mozione Tempestini, esprime parere favorevole sul terzo capoverso del dispositivo, purché riformulato come segue: «a pubblicare, subito dopo la loro approvazione, tutte le iniziative di cooperazione...

PRESIDENTE. Colleghi!

Pag. 61

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. ... a pubblicare online, dopo la presentazione in Parlamento, le relazioni del dipartimento del Tesoro relativamente all'azione verso banche e fondi di sviluppo».
Il Governo esprime parere favorevole sul quarto capoverso del dispositivo, purché riformulato come segue: «a continuare ad assumere ogni iniziativa utile a rilanciare la politica di cooperazione, incrementando, compatibilmente con i vincoli di bilancio e con il momento di forte difficoltà dei conti pubblici, la percentuale di risorse destinate all'aiuto pubblico allo sviluppo».
Signor Presidente, ho concluso. Comunque il Governo si rimette all'Assemblea.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, questo mio intervento prescinde e quindi non voglio minimamente creare problemi a coloro che dovranno stabilire se accettare o meno le riformulazioni del Governo. Le chiedo però, signor Presidente, se sul dizionario della lingua italiana la parola «riformulazione» corrisponda alla parola «riscrittura», perché quello che è accaduto qui, soprattutto per alcune mozioni, non è la riformulazione ma è la riscrittura sostanziale.
Signor Presidente, capisco che abbiamo problemi perché magari la maggioranza va sotto e non vuole voti contrapposti, ma non possiamo fare un teatrino nel quale una mozione A diventa B con una totale riscrittura da parte del Governo, perché le mozioni sono a carico dei parlamentari. Il Governo può esprimere un parere, non riscriverle per farle tornare a proprio comodo.
Quindi la pregherei, signor Presidente, alla luce forse anche di quello che ha ascoltato, di valutare se effettivamente, a prescindere lo ripeto, dalle decisioni che assumeranno i gruppi, se quella che è stata proposta può davvero essere considerata una riformulazione o se invece è una mozione ex novo e in questo caso le mozioni non le presenta il Governo ma, fino a prova contraria, le presentano i deputati.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, innanzitutto nella sostanza il Governo accetta le mozioni. Abbiamo proposto delle riformulazioni che le rendono credibili e compatibili con gli ordinamenti che esistono. Quindi - ripeto - nella sostanza le mozioni sono accettate, non si tratta di una riscrittura. Comunque mi rimetto all'Assemblea su tutte le mozioni.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, se il Governo si rimette all'Assemblea su tutte le mozioni, non ha senso che ne chieda la riformulazione. La Presidenza non è in grado di comprendere qual è l'atteggiamento del Governo sulle mozioni in esame: o le accetta così come sono oppure, con una riformulazione direi forse un po' più ristretta, chiede che le riformulazioni vengano accettate. Nel caso in cui la riformulazione non venga accettata, quali sono l'atteggiamento e la posizione del Governo?

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, si tratta di riformulazioni brevi ma tutte uguali, tant'è che io ho proposto di consegnarne il testo, visto che i presentatori le conoscevano in anticipo. Ho ripetuto la stessa riformulazione dieci volte ed era lunga. Chiedo dunque ai presentatori se la accettino. Se non la accettano il Governo si rimette all'Assemblea.

Pag. 62

PRESIDENTE. Prendo atto che i sottoscrittori sono in grado di valutare le riformulazioni al fine della loro accettazione o meno.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ricordo che ove i presentatori non accettino le riformulazioni proposte, il Governo si rimette all'Assemblea.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pisicchio. Ne ha facoltà.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, ora che sembra che l'ordine del giorno abbia ottenuto una sua stabilità e che quindi abbiamo certezza dell'oggetto del nostro intervento, facendo anche economia di parole perché sono stati già svolti alcuni concetti, vorrei fare solo delle sottolineature con riferimento alla mozione che abbiamo presentato.
La politica per la cooperazione allo sviluppo, per poter esplicare un'efficacia apprezzabile rispetto agli obiettivi che si propone, deve poter contare sull'elemento della trasparenza dei suoi interventi attraverso meccanismi che consentano la massima «attingibilità» delle informazioni relative ai target a cui sono destinati, alle modalità di erogazione, ad ogni altra utile informazione volta a consentire una buona capacità di programmazione da parte dei Governi, di verifica da parte dei Parlamenti dei Paesi danti causa, e della stessa pubblica opinione anche al fine di contrastare episodi di corruzione e di spreco.
Molti Paesi donatori si sono fatti carico della questione fondamentale della trasparenza in occasione del III Forum sull'efficacia degli aiuti di Accra nel 2008 dando vita allo IATI. La singolarità della condizione del nostro Paese, che ha una grande e importante tradizione sul piano della solidarietà internazionale, è dovuta al fatto che per ragioni inesplicabili non ha ancora scelto di partecipare a questa iniziativa internazionale, circostanza che probabilmente non si connota con caratteri di deliberata volontà omissiva, che francamente sarebbe incoerente con gli atti concreti di politica della cooperazione allo sviluppo storicamente fatti registrare dall'Italia; appare piuttosto una intempestività che però non si configura meno colpevole e perciò stesso necessita di un intervento di correzione assai urgente, anche perché la classifica internazionale sulla trasparenza dei donatori - come è stato opportunamente ricordato - non ci vede decisamente al vertice, ma al contrario ci annovera tra il fanalini di coda.
Onorevoli colleghi, in questa stagione difficile per le condizioni economico-finanziarie dell'intero mondo occidentale può essere forte la tentazione dei Governi europei di ridimensionare l'aiuto pubblico allo sviluppo, e in effetti così è stato negli ultimi anni che hanno visto una riduzione dell'intervento dell'Unione europea del 18 per cento rispetto agli obiettivi che si era prefissata della devoluzione dello 0,56 per cento della ricchezza prodotta nei 27 Paesi. Ma in questa non commendevole mancanza l'Italia ha fatto peggio, collocandosi con Germania e Francia tra i Paesi meno adempienti.
Occorre pertanto correggere il tiro rammentando, quanto alla necessità di consentire l'accesso ai dati pubblici sulla cooperazione allo sviluppo caratterizzati da chiarezza, comprensibilità ed affidabilità, che la trasparenza è il fondamento dei regimi democratici e che l'informazione è lo strumento attraverso il quale le scelte dei cittadini si fanno consapevoli. Questo è il senso delle mozioni convergenti per contenuto e senso politico, fra cui quella di Alleanza per l'Italia, che quest'oggi i gruppi parlamentari stanno per votare credo con una convergenza molto larga in questa Aula. Queste sono le motivazioni con cui dichiariamo la nostra impostazione favorevole al loro accoglimento nella formula che avevano originariamente, anche perché - onorevole Presidente - ad essere sincero non si è molto compreso quale fosse, per ognuna di esse, la modifica proposta dal sottosegretario.

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PRESIDENTE. Onorevole Pisicchio, le chiedo umilmente scusa. Per quanto riguarda la riformulazione?

PINO PISICCHIO. Presidente, ho detto che chiedo l'impostazione originaria della mozione anche perché la riformulazione proprio non si è compresa.

PRESIDENTE. Quindi non accetta la riformulazione. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

EMERENZIO BARBIERI. Consegna!

GABRIELE CIMADORO. Signore Presidente - non posso, onorevole Barbieri, consegnare il testo dell'intervento, abbiamo una motivazione - questa mozione è l'unica sulla quale il sottosegretario ha espresso poche righe e molto concise, per cui ha di fatto accettato la riformulazione proposta della nostra mozione, ma per noi è diventata una sorpresa questa vicenda, perché pensavamo alla vigilia che addirittura il nostro Paese non volesse partecipare all'incontro di Busan, ed eravamo abbastanza stupiti soprattutto per un Paese come il nostro dove la corruzione è uno dei fenomeni più diffusi su tutto il territorio nazionale (addirittura in Europa abbiamo il primato e siamo solo inseguiti dalla Cina, che a livello mondiale sicuramente ci batte).
Al di là della corruzione, al di là della contraffazione, al di là del lavoro nero, al di là di tutto quello che succede in Italia, noi dovremmo essere in prima linea su queste vicende e spenderci pure delle risorse, perché dove c'è un mercato trasparente, dove c'è la possibilità anche per le piccole e medie imprese di arrivare ad una soluzione e vedere cose chiare, l'attività di sviluppo e l'attività economica possono avere dei grandi benefici. Per cui, siamo rimasti leggermente sorpresi quando il Governo ha detto che accettava la nostra mozione. Mi pare, inoltre, di aver capito - e vorrei saperlo ed averne conferma - che di fatto il Governo manderà qualcuno a Busan, sarà presente. Se sarà presente, saremo anche soddisfatti. Mi pare di aver sentito anche dal sottosegretario che sono stati messe delle risorse in questi ultimi tre anni; tuttavia, mi sembra che, dall'inizio, da quando è stato istituito, le risorse sono state anche tagliate, per cui ci risulta in percentuale che l'Italia abbia fatto un passo indietro rispetto alle risorse messe inizialmente, non come l'Inghilterra che, invece, ha mantenuto le sostanze impiegate all'inizio. Ringrazio, comunque, il sottosegretario per l'accettazione e svolgo di fatto l'intervento.
A sei anni dalla firma della dichiarazione di Parigi, la trasparenza è ormai considerata un prerequisito per raggiungere una maggiore efficacia degli aiuti pubblici allo sviluppo. Nel 2008, ad Accra, tutti i Paesi presenti avevano sottoscritto alcuni importanti impegni su questo tema, ma i progressi in questo ambito sono stati valutati ancora troppi modesti dall'OSCE, come è stato anche più volte segnalato in quest'Aula da tutti quanti noi che, di volta in volta, ci siamo occupati, in differenti occasioni e con diversi atti di indirizzo al Governo, di cooperazione e di aiuto allo sviluppo. In Corea del Sud il prossimo novembre - e qui vorrei ancora una conferma da parte del Governo - si terrà a Busan un forum di alto livello che può davvero costituire una tappa per rifondare il sistema degli aiuti qualora, però, includerà concretamente obiettivi chiari e misurabili. In questo senso, la trasparenza degli aiuti rappresenta certamente uno dei temi su cui i Paesi europei potranno dimostrare la volontà di fare progressi tangibili, accettando di utilizzare uno standard comune sulla trasparenza valido per tutti, anche per i Paesi in via di sviluppo. Sto parlando proprio dell'International aid transparency initiative (IATI), oggetto di uno dei dispositivi della mozione che abbiamo presentato da molto tempo e che - ci lasci stigmatizzare - è stata calendarizzata questa settimana dopo che si è affrontato l'argomento in discussione sulle linee generali il 18 aprile. I Paesi in via di sviluppo sono i primi a chiedere, nella futura dichiarazione di Busan, che ci sia Pag. 64un impegno condiviso e specifico a costituire meccanismi che assicurino una maggiore trasparenza e la massima compatibilità tra l'assistenza esterna da parte dei Paesi donatori e i bilanci dei Paesi in via di sviluppo affinché questi ultimi possano assicurare la massima efficienza nella loro programmazione e permettere lo scrutinio pubblico su tutte le risorse finanziarie investite per la lotta alla povertà. Il tema della trasparenza è percepito come centrale, anche dell'opinione pubblica globale, come dimostra l'impegno delle ONG internazionali che, su questo argomento, come sappiamo, sollecitano puntualmente di non abbassare l'attenzione.
Tutti i Governi saranno chiamati ad assumere una posizione concreta sulle riforme nel sistema degli aiuti che intendono sostenere. Il sostegno dell'Italia in tal senso è importante a livello internazionale ed europeo e non può mancare, soprattutto nel senso di garantire un sistema degli aiuti più trasparente ed essenziale. Per quanto riguarda il tema della trasparenza, questo presuppone, come già espresso nella mozione, che tutti i donatori pubblichino puntualmente i dati previsionali comparabili sui flussi di aiuto, utilizzando lo standard IATI entro il dicembre 2015, e che l'informazione pubblica utilizzi definizioni comuni così da permettere la comparabilità automatica con le voci di bilancio dei Paesi partner. Ecco le ragioni che ci hanno indotto per tempo a presentare questa mozione sulla quale crediamo che il Governo si debba esprimere positivamente, anche con l'impegno ad essere presente a Busan con una presenza di alto livello perché gli impegni sulla trasparenza e l'aiuto vengano riaffermati e siano resi concreti. Occorre anche un cambio di marcia rispetto alle posizioni assunte in questi tre anni di Governo nei confronti della cooperazione allo sviluppo, massacrata, come sappiamo, di volta in volta, nelle finanziarie approvate in quest'Aula.
Il nostro Paese deve finalmente dimostrare concretamente la volontà di migliorare l'efficacia dell'aiuto, che potrà contribuire a ridurre la corruzione e ad aumentare il consenso da parte dei contribuenti per l'aiuto allo sviluppo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Mi sembra di comprendere che accetta la riformulazione. È così?

GABRIELE CIMADORO. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Biagio. Ne ha facoltà.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente e onorevoli colleghi, la cooperazione allo sviluppo costituisce un impegno che l'Italia si è assunta in sede internazionale e che ormai rappresenta un tratto distintivo della nostra azione in politica estera. Essa si rende ogni giorno più necessaria: ne abbiamo avuto esempi nelle scorse settimane, quando ci siamo trovati a discutere in quest'Aula sulla difficile situazione nel Corno d'Africa.
Il progetto di cooperazione nasce anche dall'esigenza di aiutare, attraverso interventi strutturali, i Paesi che si trovano in una situazione di criticità sul fronte dello sviluppo, per scongiurare che si determinino situazioni analoghe a quelle già viste per la Somalia, per l'Etiopia, per Gibuti e per il Kenya, e nasce da una fondamentale esigenza di tutela della dignità umana. Questo progetto ha poi un ruolo essenziale sia per quanto riguarda il sostegno ed il mantenimento dei processi di pace, sia per quanto riguarda la difficile ed annosa gestione dei flussi migratori. Proprio di queste ore sono le notizie sulla critica situazione dei centri di prima accoglienza di Lampedusa, una questione sulla quale il nostro Paese deve adottare misure concrete ed opportune, intensificando gli sforzi, dando segnali di responsabilità e dimostrando un'effettiva e seria presa in carico del problema.
Le stime che in questo quadro ci arrivano dallo stato della cooperazione italiana allo sviluppo non sono tuttavia migliori e pongono seri dubbi sulla capacità di questo Governo di mantenere il livello Pag. 65europeo e la nostra credibilità, proprio in un settore dove l'Italia è sempre stata in prima linea. Tuttavia le cifre parlano chiaro e testimoniano l'incapacità del nostro Paese di mantenere fede agli impegni presi già per il 2010 in sede europea. Se poi si vuol dire che le cifre non corrispondono alla realtà dei fatti, si pone un problema di trasparenza dei dati, cosa che ancora di più richiede un impegno forte da parte del Governo, un impegno che è anche nella direzione di un'adesione alle iniziative internazionali di trasparenza sugli aiuti elaborate in sede europea.
Oltre a questo auspichiamo che il Governo intraprenda le dovute misure di rilancio della cooperazione allo sviluppo, sia con l'incremento dei finanziamenti sia garantendo la massima accessibilità ai programmi intrapresi a livello di aiuti pubblici. Su tutto questo riteniamo sia doveroso che il Governo riferisca al Parlamento dando indicazioni precise sullo stato di partecipazione dell'Italia agli obiettivi dell'ONU in materia e sull'effettiva attuazione dei programmi di cooperazione predisposti e tanto esaltati.
Quindi per questo, gentile sottosegretario, non accetteremo la riformulazione ed il mio gruppo darà voto favorevole a tutte le mozioni (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Sardelli, che aveva chiesto di parlare; s'intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Enzo Carra. Ne ha facoltà.

ENZO CARRA. Signor Presidente, l'Unione di Centro non accetta la riformulazione e credo che vi sia anche un motivo di metodo, oltre che di merito: non si può vedere stravolto un proprio documento, un documento che è stato presentato alcuni mesi fa, il 18 aprile, ed al quale viene data risposta oggi e viene data risposta alla luce di cose che sono accadute, che sono moltissime, come noi sappiamo. Si può dire che è cambiato ulteriormente il mondo.
Siamo di fronte ad una visione diversa della cooperazione allo sviluppo da parte nostra ed oggi veniamo anche bacchettati dal Governo perché ci vuole rivedere le virgole. Questo se permettete non è accettabile. Ci deve essere anche in questi casi in Parlamento un «galateo» diverso. Forse sarà bene che tutti quanti cominciamo almeno a rivedere i fondamentali in queste situazioni. Non è possibile così, non è possibile continuare in un rapporto fra Governo e Parlamento così slabbrato e privo di comprensione e di ascolto.
Da quando l'Unione di Centro per il Terzo Polo ha presentato questa mozione, sono accadute molte cose, non c'è bisogno di dirlo e, purtroppo, anche da noi, anche al nostro interno. Le mobilitazioni popolari in molti Paesi del nord, la tragedia della Libia, tutto questo ci dà il quadro di come la cooperazione internazionale esca dallo schema solidaristico classico o, qualche volta, perché no, semplicemente affaristico - e sappiamo bene a che cosa ha portato questo schema - per assumere sempre di più un valore strategico, non soltanto per la politica estera, ma anche per il nostro Paese.
Vediamo, constatiamo e soffriamo tutto ciò, adesso soprattutto, nei sorrisini degli altri, nell'ignoranza totale del nostro Paese da parte non soltanto delle grandi potenze, ma anche di quelle medie e piccole. Certo, non si pensi allo smart power degli Stati Uniti, perché pochi giorni fa, poche settimane fa, si sono alzati gridi di smarrimento e polemiche forti per i tagli operati a questo settore, a questo comparto negli Stati Uniti. Non pensiamo a questo, non pensiamo agli Stati Uniti, non pensiamo alla loro forza, ma pensiamo soltanto a limitare i danni.
Nelle pieghe delle manovre economiche del Governo - le numerose manovre economiche - vi sono state, ovviamente, e lo sappiamo tutti, quelle devastanti rispetto a ciò che resta della cooperazione allo sviluppo, che un tempo era considerata come parte integrante della politica estera italiana. Lo recita, anzi, lo recitava, l'articolo 1 della legge n. 49 del 1987. Ma la vera questione di questo triennio, è che le varie Pag. 66manovre messe in campo nel tagliare il bilancio generale del Ministero hanno finito per sottrarre buona parte delle risorse alla cooperazione.
Recentemente, il Ministro Frattini è stato costretto a riconoscere che i tagli operati al bilancio della cooperazione non giovano alla nostra posizione. È una posizione - si guardi il caso della Libia - vincolante e compromessa, anche a prescindere dai tagli di bilancio. A tal riguardo, ci sarebbe soltanto da dire che le settimane trascorse hanno fatto sì che non vi sia soltanto un problema di tagli di bilancio, bensì un problema di presenza dell'Italia sulla scena internazionale.
Potrei chiedere al Ministro come possa affermare che per l'Italia la lotta alla povertà rappresenta una priorità in queste condizioni. Come si può ridurre il bilancio della cooperazione e, nel frattempo, impegnarsi per l'acquisto di 131 bombardieri che costano 13 miliardi di euro, una cifra che, da sola, vale mezza manovra finanziaria?
Ai colleghi della Lega chiederei: è ancora vero che bisognerebbe aiutare gli altri a casa loro? Perché se è ancora vero, qui, bambole, non c'è una lira, non li aiutiamo più! Poi, non ci sorprendiamo se arrivano da qualche parte. A questo dovrete pur dare una risposta ai vostri elettori. Quando dite loro: ci pensiamo lì, ebbene, lì non ci pensiamo più, ma da un pezzo! Le mie sono domande che potranno essere considerate retoriche, ma non posso non porle, perché rispondono alle nostre profonde convinzioni.
Vogliamo anche accogliere le esigenze e le idealità di tanto mondo, che sul fronte della cooperazione allo sviluppo si è impegnato in tanti anni. Mi riferisco non soltanto al mondo cattolico, ma anche al mondo laico, persone che spendono la propria vita e il proprio impegno su questo terreno. Sono voci ed aspirazioni che arricchiscono il nostro Paese e la sua dimensione morale. Ancora oggi, anzi ieri, vi è stato lo smarrimento di una nostra cooperante. Dunque, quanti italiani lavorano con passione in questo territorio? Quanto li lasciamo soli, e non soltanto perché ogni tanto vengono rapiti?
Certo, avere cura dei poveri, a cominciare naturalmente da quelli che stanno in Italia e che, grazie anche a questo Governo, aumentano di giorno in giorno, e della libertà a partecipare alla costruzione di processi democratici dovrebbe essere quanto di meglio un Paese sappia fare sulla scena internazionale. Tuttavia, ho la sensazione che le contingenze del tempo ci costringano a non pensare più ai nostri impegni, a quelli che avevamo assunto insieme a tanti altri Paesi, tra cui quello di destinare agli Obiettivi di sviluppo del millennio lo 0,7 per 100 del PIL; ci siamo arrestati allo 0,1 per cento, che con i tagli si avvia allo zero, nonostante le promesse fatte al G20.
Voi lo sapete, la cooperazione internazionale significa meno immigrazione clandestina, più sinergia sociale con i popoli che si affacciano alla democrazia, riduzione della fame e dell'uso delle armi e pertanto più scuole, più ospedali, più salute. Tutto questo contribuisce al riscatto umano di molte popolazioni che, come quelle che oggi si agitano a Lampedusa e come la situazione libica ci insegna, fanno parte di quei dannati della terra di cui ancora qualcuno, forse, si ricorda, perché Fanon non è naturalmente un giocatore di calcio.
I dati forniti dall'OCSE sulla cooperazione italiana allo sviluppo mettono in evidenza una situazione drammatica: l'aiuto italiano sarebbe sceso dallo 0,16 per cento al 0,15 per cento del PIL, siamo sotto la media europea. Anche qui, veniamo dopo la Grecia, ma siamo lì, siamo ormai in quella fascia, in quel range, ricordiamolo. Nel dicembre 2010 il Ministro britannico per lo sviluppo ha esortato l'Unione europea ad adottare la Garanzia per la trasparenza degli aiuti, organismo fondato dal Regno Unito che impegna i Paesi partecipanti a fornire informazioni sui flussi degli aiuti, e incoraggerà i partner internazionali ad aderirvi.
È vero, vi è la necessità di rendere chiara e trasparente la spesa sugli aiuti, in Pag. 67modo che ai contribuenti sia garantito come viene speso il loro danaro, soprattutto in tempi di difficoltà economiche. La questione della trasparenza dunque, e concludo, signor Presidente, è essenziale ma dobbiamo rilevare che nonostante gli sforzi fatti per aumentare la trasparenza della direzione generale per la cooperazione allo sviluppo si registra anche l'interruzione della pubblicazione dei bollettini elettronici della cooperazione dall'inizio del 2010 e il blocco dell'aggiornamento delle delibere elettroniche. Questo, insieme ad altro, ci porta a chiedere alle altre forze politiche presenti in quest'Aula di votare la nostra mozione e di comprendere il motivo per il quale non accettiamo la riformulazione proposta (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, dal momento che ho dato la mia parola alla collega Binetti che il mio intervento non supererà i cinque minuti, le sarei grato se potesse richiamarmi nel caso li superassi.

PRESIDENTE. Sarà fatto.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, dal nostro punto di vista, il tema della trasparenza nella cooperazione allo sviluppo, trattandosi in gran parte di fondi pubblici, è di importanza fondamentale. Trasparenza significa, in generale, la fruibilità ad un vasto pubblico dei dati relativi agli interventi di cooperazione, alle azioni intraprese e, naturalmente, all'impiego dei fondi.
L'impegno alla trasparenza implica anche un grande sforzo di gestione dei dati relativi e di riorganizzazione ai fini della fruibilità e quindi presuppone una pianificazione sistematica, un aggiornamento costante dei dati e dei materiali, un'analisi a consuntivo. Se fatto con reale spirito di efficientamento, l'impegno alla trasparenza corre di pari passo con l'efficacia gestionale degli interventi e con la valutazione rispetto ai risultati raggiunti. Inoltre, la divulgazione dei dati e della programmazione degli interventi di cooperazione potrebbe essere visionata da altri Paesi e da altri operatori della cooperazione, sia per un confronto sia per cercare integrazioni comuni ed evitare sovrapposizioni. Infine, può innescare un circolo virtuoso nei confronti dei Paesi beneficiari, che ancora, in moltissimi casi, non offrono sufficienti garanzie sull'effettiva destinazione dei fondi alle popolazioni, evitando i rivoli della corruzione o le casse dei vari Governi.
La trasparenza è, dunque, un pilastro fondamentale della linea di pensiero che da sempre cerchiamo di sostenere a fronte di chi, in maniera semplicistica, riduce la valutazione dell'impegno nella cooperazione ad una questione di cifre pure: quanti soldi sono stati stanziati o, al massimo, quanti progetti sono stati programmati oppure quanto personale ne è stato coinvolto.
La Lega Nord ha una visione diversa: non credo sia utile ragionare solo in termini di risorse stanziate. A volte può essere addirittura controproducente perché, senza una riflessione propedeutica sul come le risorse vengono impiegate, si rischia di sprecare fondi: una cosa che davvero non possiamo permetterci.
Una riforma sarebbe auspicabile non solo a livello nazionale, ma soprattutto a livello internazionale sulla scelta degli interventi, dei Paesi beneficiari, dei metodi utilizzati, e dovrebbe innescare sviluppo autoctono e non limitarsi al dono a fondo perduto o ad iniziative sterili perché isolate, microsettoriali o a pioggia, non inserite in un quadro più ampio che inneschi un circolo virtuoso; e, ancora oggi, i summit internazionali sul tema si riducono a vuote dichiarazioni di intenti.
Abbiamo avuto negli ultimi mesi, dopo l'inizio delle cosiddette primavere arabe, se ancora ce ne fosse stato bisogno, dimostrazione di quanto gli aiuti alla cooperazione debbano essere necessariamente legati ad una chiara visione di politica Pag. 68estera del nostro Paese, che è un concetto molto ampio e, allo stesso tempo, molto concreto legato agli aspetti sociali, economici e strategici di determinate scelte.
Credo, dunque, che la scelta più opportuna non sia quella di aderire a mille iniziative internazionali proposte da gruppi di Paesi a geometria variabile, quanto piuttosto focalizzarci su quelle che sono oggi già delle valide iniziative portate avanti dal Ministero degli affari esteri, razionalizzando al meglio le risorse disponibili e facendo un ulteriore sforzo per rendere evidente quanto già di buono viene fatto.
Quindi, preannuncio il voto favorevole sulla mozione Antonione, Dozzo, Sardelli ed altri n. 1-00625 e l'astensione su tutte le altre mozioni presentate (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbi. Ne ha facoltà.

MARIO BARBI. Signor Presidente, signor sottosegretario, il nostro tema è la cooperazione allo sviluppo e la trasparenza.
Signor sottosegretario, noi accettiamo la riformulazione che lei ci ha proposto. La consideriamo un passo avanti rispetto alla sordità che avevamo riscontrato in interlocuzioni precedenti.
Tuttavia, rileviamo anche che il forte condizionamento che c'è in questa riformulazione sulle risorse disponibili dimostra quanto fragile e in quale grave difficoltà si ritrovi la nostra cooperazione. Peraltro, non è la prima volta che lo diciamo, né che ne parliamo.
Quindi, mentre accogliamo la sua proposta, noi non possiamo e non vogliamo astenerci dal fare osservazioni critiche, anche severe, ma che riteniamo doverose, e non ci pare che il suo intervento introduttivo le abbia dissipate.
Peraltro, in sede di discussione sulle linee generali, che risale al 18 aprile scorso (vorrei farlo notare), ebbi occasione di illustrare i motivi della nostra sollecitazione al Governo affinché, da un lato, rendesse più accessibili e chiare le informazioni sui progetti di cooperazione e, dall'altro, si impegnasse per risalire la china della classifica internazionale che ci vede fanalino di coda nella trasparenza e affinché aderissimo agli standard più avanzati adottati a livello internazionale.
Il caso vuole che ci soffermiamo di nuovo su questo tema, a poche settimane dalla conferenza internazionale che si terrà in Corea del Sud a fine novembre sul tema della qualità e dell'efficacia degli aiuti. È anche in vista di questo quarto forum di alto livello di Busan che ha senso trattare la questione. Sarebbe stato utile trattare la questione anche ed unicamente avendo presente questa scadenza.
Mi dispiace molto constatare - ho già avuto modo di dirlo in Commissione - che il Governo ha preparato in modo non dico clandestino, rispetto al Parlamento, ma certamente non tenendo informato, come avrebbe dovuto, il Parlamento stesso, sulle azioni che ha condotto nei lavori preparatori del vertice, tanto che quello che sappiamo della posizione italiana, nella preparazione di questo vertice, lo sappiamo più dalle organizzazioni non governative, che sono incluse nel processo negoziale, che dal Governo. Quello che sappiamo lo siamo venuti a sapere più dalla Commissione europea e dalla sua comunicazione sull'argomento, adottata lo scorso settembre, che abbiamo discusso in Commissione. Tale comunicazione indica gli obiettivi del forum, effettuando un bilancio critico delle riforme in corso della cooperazione allo sviluppo, al fine di assicurare una migliore efficacia dell'aiuto.
Abbiamo discusso in Commissione di quella comunicazione e abbiamo fatto tesoro, maggioranza e opposizione, del bilancio che individua le criticità dell'aiuto pubblico allo sviluppo, sia nella frammentazione degli aiuti sia nella scarsa prevedibilità e trasparenza degli aiuti stessi. In quella comunicazione l'Unione europea si propone di agire a Busan - e vogliamo sperare che anche il Governo italiano si muova in questo solco - per mantenere il ruolo guida nel promuovere l'efficacia degli aiuti perseguendo, tra l'altro, nel solco Pag. 69dei precedenti incontri di Parigi e di Accra, questi obiettivi, che enuncio sinteticamente: la titolarità democratica, la trasparenza e la prevedibilità, la riduzione della frammentazione della proliferazione, l'allineamento e la responsabilità dei risultati. Ovviamente, vi è il tema del monitoraggio, del coordinamento tra i Paesi donatori e dell'inclusione tra i Paesi donatori dei Paesi emergenti, riluttanti ad accettare vincoli e principi consolidati nel mondo dell'OCSE.
Non sappiamo cosa pensi il Governo italiano di tutto questo e la discussione sulla mozione concernente la trasparenza della cooperazione allo sviluppo è un'occasione per richiamare l'attenzione anche su questo. L'impegno per la trasparenza non dovrebbe essere considerato un fastidio o un aggravio burocratico, ma una precondizione per una maggiore e migliore efficacia dell'aiuto e anche un antidoto efficace alla corruzione. Vi sono, peraltro, studi che lo dimostrano. Per esempio, vi è uno studio sull'Uganda, dove nel 1995 solo il 20 per cento dell'assistenza esterna a sostegno dell'istruzione raggiungeva il suo scopo. Sei anni dopo, adottando principi di trasparenza rigorosi, quella percentuale era salita all'80 per cento. A livello internazionale vi sono anche degli indici di trasparenza. In testa vi è la Banca mondiale e in coda il Giappone, che è in trentesima posizione. La cooperazione pubblica dell'Italia è al ventisettesimo posto. Noi chiediamo al Governo italiano di fare di meglio e questo era anche uno dei sensi della nostra mozione.
D'altra parte, è noto quanto il nostro Paese sia in difetto sul tema della quantità degli aiuti. Si potrebbe almeno investire sulla qualità e, quindi, anche sulla trasparenza. Sappiamo che anche questo comporta investimenti e risorse. Invece, anche qui, nonostante sforzi, talvolta ammirevoli, di alcuni uffici e dirigenti, facciamo passi indietro. Non mi soffermo su questo. Vi sono stati esempi e ne abbiamo fatti alcuni. Naturalmente, poiché trasparenza non significa soltanto rendere pubbliche e accessibili le informazioni sugli impegni in corso e sulle procedure adottate per assegnare incarichi e acquisire servizi e forniture, ma anche informazioni sugli impegni futuri, è chiaro che il nostro Paese parte con un handicap notevole, poiché anticipazioni sugli impegni futuri non vuole e non è in grado di prendere. Infatti, dovrebbe prima di tutto sapere e volere pianificare e, quindi, correggere l'attuale imprevedibilità ed erraticità delle decisioni relative agli stanziamenti per la cooperazione.
Anche a tal proposito, è fin troppo facile ricordare il quadro generale della riduzione degli stanziamenti per l'aiuto pubblico allo sviluppo e la distanza siderale tra gli impegni che, a parole, vengono confermati dello 0,51 per cento del PIL che doveva essere raggiunto quest'anno e dello 0, 7 nel 2015, mentre attualmente è allo 0,12 o allo 0,13. Non facciamoci troppo male, lo accenniamo soltanto. Comunque, un elemento l'abbiamo respinto già in discussione sulle linee generali e vogliamo ripeterlo ora: si tratta dell'impostazione del Ministro dell'economia e delle finanze, Tremonti, che sostanzialmente proponeva di eliminare l'aiuto pubblico allo sviluppo, equiparandolo e accostandolo alla corruzione, come se fosse una cosa sola e indicava come alternativa la benevolenza e la carità privata.
Noi non siamo d'accordo, siamo favorevoli a favorire le iniziative delle ONG e di tutte le forme di aiuto allo sviluppo finanziato dai privati, ma ciò detto vogliamo anche sottolineare che siamo contrari a smantellare l'aiuto pubblico allo sviluppo. Siamo per migliorarlo e quindi per adottare tutte le misure necessarie a migliorarne l'efficacia per ridurre i rischi di corruzione e di distrazione delle risorse destinate allo sviluppo. A questo serve la trasparenza negli aiuti, una condizione necessaria ed un mezzo indispensabile per il buon funzionamento del sistema internazionale della cooperazione.
Nel quadro di questo sforzo congiunto, la comunità internazionale, per migliorare la qualità e rendere più stabile, largo e consapevole il consenso agli aiuti nelle società nostre dei Paesi donatori ha assunto un'iniziativa, concernente l'International Pag. 70Aid Transparency Iniziative, IATI, alla quale noi avevamo chiesto che il Governo aderisse e sulla quale il Governo ha detto di essere disposto a prepararsi ad aderire ancorché a condizione che vi siano le risorse per farlo.
Questo è il passo avanti che riteniamo positivo anche se non lo riteniamo sufficiente. Ci soddisfa che venga fatto riferimento nella riformulazione alla comunicazione dell'Unione europea che citavo prima, di cui cito soltanto una frase in conclusione: "il risultato più significativo in termini di trasparenza ottenuto dopo ACRA è l'iniziativa per la trasparenza degli aiuti internazionali, IATI, approvata e attuata da venti firmatari attuali, tra cui nove dell'Unione europea».
Noi speriamo che il Governo si muova in questa direzione ed in questo solco e che in futuro tenga informato il Parlamento in modo più tempestivo, più preciso e più cooperativo sulle azioni che compie a livello internazionale, nei fori che riguardano la cooperazione allo sviluppo e gli impegni del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio è a rischio - lo sappiamo - e ne abbiamo discusso anche nel Comitato appartenente a questo ramo del Parlamento. Al di là delle risorse economiche stanziate a favore della cooperazione, si pone quindi la questione dell'efficacia e della trasparenza della comunicazione dell'attività di cooperazione.
Infatti, nel definire gli obiettivi di sviluppo del millennio, la comunità internazionale ha tenuto conto dei principali orientamenti emersi negli ultimi anni. In particolare, i principi di efficacia degli aiuti allo sviluppo: si è così passati da una concezione quantitativa ad una più consapevole dimensione qualitativa degli aiuti. Tra i principi di efficacia degli aiuti vi è una particolare enfasi sia sulla necessità di una sempre più trasparente comunicazione, sia sull'opportunità di garantire una maggiore prevedibilità dei flussi di aiuto verso i Paesi in via di sviluppo. In tal senso, il 2011 costituisce un anno fondamentale per un pubblico bilancio dei risultati sinora ottenuti nel miglioramento della qualità delle politiche pubbliche dei donatori e dei riceventi. Si terrà infatti a novembre di quest'anno la riunione di Busan in Corea del sud, che chiuderà il ciclo dei fori sull'efficacia degli aiuti. In quella sede si valuteranno i progressi realizzati a partire dal 2005 rispetto ai principi di Parigi e di Accra e l'Italia - insieme agli altri Paesi donatori - sarà chiamata a dare conto di quanto fatto anche nel campo della trasparenza e della valutazione dei risultati della propria attività di cooperazione.
Si tratta dunque di un importante passo in avanti nel senso di una migliore comunicazione dell'informazione. Sulla scia di tali progressi va menzionato anche il piano programmatico sull'efficacia degli aiuti della Farnesina che ha tenuto conto della Dichiarazione di Parigi e della Dichiarazione di Accra. Certo questi passi devono spingere il Ministero degli affari esteri a progredire su questa strada al fine di rendere sempre più nota all'opinione pubblica italiana l'azione del sistema di cooperazione allo sviluppo per una maggiore trasparenza.
Ecco, queste sono le osservazioni che ho ritenuto importante sottolineare e alcuni margini di un possibile ulteriore miglioramento nell'attività della cooperazione italiana sotto il profilo della trasparenza, obiettivi che sono contenuti nella mozione Antonione, Dozzo, Sardelli ed altri n. 1-00625, per la quale annuncio il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà e altresì annuncio che sulle altre mozioni il Popolo della Libertà si asterrà.

In ricordo delle vittime dell'alluvione verificatasi in alcune aree della Toscana e della Liguria (ore 19,15).

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Pag. 71
Onorevoli colleghi, prima di passare al voto, vi chiedo un attimo di attenzione. Dalle ultime notizie disponibili si apprende che a seguito dell'alluvione che ha colpito la provincia di La Spezia e la Lunigiana sono morte almeno cinque persone, mentre altre dieci potrebbero essere disperse. So che è stato già richiesto che il Governo venga in Aula a riferire sulla vicenda, tuttavia sono sicuro di interpretare in questo momento i sentimenti di tutta l'Assemblea esprimendo il cordoglio per la morte di questi nostri concittadini. Vi invito ad osservare un minuto di silenzio.

(L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Generali applausi cui si associano i membri del Governo).

Si riprende la discussione.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che ove venisse approvata la mozione Di Pietro ed altri n. 1-00391 (Nuova formulazione), il terzo capoverso del dispositivo della stessa, come riformulato su richiesta del Governo, assorbirebbe il secondo capoverso del dispositivo della mozione Oliveri ed altri n. 1-00726, come riformulato anch'esso su richiesta del Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Di Pietro ed altri n. 1-00391 (Nuova formulazione), come riformulata su richiesta del Governo, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mondello, Verini, Alessandri, Lusetti, Crosetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 536
Votanti 317
Astenuti 219
Maggioranza 159
Hanno votato
312
Hanno votato
no 5).

Passiamo alla mozione Tempestini ed altri n. 1-00621.
Avverto che, ove venisse approvata tale mozione, il secondo capoverso del dispositivo della stessa, come riformulato su richiesta del Governo, assorbirebbe il terzo capoverso del dispositivo della mozione Oliveri ed altri n. 1-00726, come riformulato anch'esso su richiesta Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Tempestini ed altri n. 1-00621, come riformulata su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesa, Lussana, Calearo, Mario Pepe (Misto-R-A), Brandolini, Follegot, Cesaro, Cesare Marini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 531
Votanti 321
Astenuti 210
Maggioranza 161
Hanno votato
320
Hanno votato
no 1).

Passiamo alla votazione della mozione Pezzotta ed altri n. 1-00623. Avverto che, ove venisse approvata tale mozione: il quinto capoverso del dispositivo della stessa assorbirebbe il terzo capoverso del dispositivo della mozione Di Biagio e Della Vedova n. 1-00712; il sesto capoverso del dispositivo della stessa assorbirebbe il Pag. 72quarto capoverso del dispositivo della mozione Di Biagio e Della Vedova n. 1-00712.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Pezzotta ed altri n. 1-00623, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sbai, Murer, Lussana, Brandolini, Goisis, Della Vedova, Golfo, Cesare Marini, Ravetto, Scanderebech, Mondello, Cesaro, Buttiglione e Cicchitto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 537
Votanti 294
Astenuti 243
Maggioranza 148
Hanno votato
292
Hanno votato
no 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Antonione, Dozzo, Sardelli ed altri n. 1-00625, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Vella, Scanderebech e Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 533
Votanti 320
Astenuti 213
Maggioranza 161
Hanno votato
316
Hanno votato
no 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Pisicchio ed altri n. 1-00629, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Lehner, Cesa e Gianni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 526
Votanti 307
Astenuti 219
Maggioranza 154
Hanno votato
304
Hanno votato
no 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Di Biagio e Della Vedova n. 1-00712, per le parti non assorbite, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesa, Dionisi, Tommaso Foti, Goisis, Mondello e Di Stanislao...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 535
Votanti 315
Astenuti 220
Maggioranza 158
Hanno votato
282
Hanno votato
no 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Oliveri ed altri n. 1-00726, per le parti non assorbite, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesa, Patarino, Moles, Vella, Tanoni e Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 73
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 525
Votanti 322
Astenuti 203
Maggioranza 162
Hanno votato
320
Hanno votato
no 2).

Secondo le intese intervenute in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, ulteriormente perfezionate nel corso della seduta, lo svolgimento del seguito della discussione delle due mozioni che risultano ancora iscritte all'ordine del giorno della seduta odierna è rinviato alla seduta di domani, giovedì 27 ottobre, a partire dalle ore 10.
Sempre secondo le predette intese, saranno esaminate per prime le mozioni concernenti misure a favore del trasporto pubblico locale e successivamente le mozioni concernenti iniziative relative alle procedure per il voto degli italiani all'estero alla luce delle ultime consultazioni referendarie.

Approvazione in Commissione.

PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta di oggi, mercoledì 26 ottobre 2011, la II Commissione permanente (Giustizia) ha approvato, in sede legislativa, la seguente proposta di legge:
Senatore CENTARO: «Disposizioni in materia di usura e di estorsione, nonché di composizione delle crisi da sovraindebitamento» approvata dal Senato (2364), con modificazioni e con l'assorbimento delle seguenti proposte di legge: LA RUSSA ed altri: «Modifiche all'articolo 20 della legge 23 febbraio 1999, n. 44. Interpretazione autentica della nozione di evento lesivo per l'ammissione ai benefici della sospensione o della proroga di termini in favore delle vittime di richieste estorsive e di usura» (728); LOSACCO ed altri: «Disposizioni per il superamento delle situazioni di sovraindebitamento delle famiglie, mediante l'istituzione della procedura di concordato delle persone fisiche insolventi con i creditori» (1944); VOLONTÈ: «Disposizioni per il superamento delle situazioni di sovraindebitamento delle famiglie, mediante l'istituzione della procedura di concordato delle persone fisiche insolventi con i creditori» (2564), che pertanto saranno cancellate dall'ordine del giorno.

Sull'ordine dei lavori (ore 19,20).

AMEDEO LABOCCETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per tre minuti.

AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, i lavoratori della società Milano 90, che da anni affiancano i dipendenti della Camera nello svolgimento di tante mansioni e che ricevono stipendi modesti, sono da tempo in agitazione. Oggi hanno effettuato uno sciopero, signor Presidente, per richiamare la nostra attenzione sulla loro situazione.
La società Milano 90 ha avviato le procedure relative alla messa in mobilità di circa 350 persone. È una vicenda che potrebbe avere ricadute molto pesanti sui livelli occupazionali e che abbiamo il dovere, come rappresentanti del popolo, di scongiurare. Credo che non possiamo rimanere insensibili rispetto a questa vertenza, anche perché questo sciopero, di fatto, crea delle problematiche alla nostra attività. In questo momento gli uffici dei deputati nei vari palazzi Marini 1, 2 e 3 credo che siano chiusi. Evidentemente, quindi, vi è una difficoltà obiettiva a svolgere anche la nostra normale attività.
So che i lavoratori e i sindacati hanno chiesto da tempo al Presidente, onorevole Fini, di ricevere una delegazione delle organizzazioni sindacali di questa categoria. Finora questo incontro non vi è stato. Attraverso la sua persona, signor Presidente, sollecito il Presidente della Camera, che sarà impegnato sicuramente in tanti salotti televisivi. Spero che potrà trovare il Pag. 74tempo di ricevere i lavoratori, 350, quanto meno una loro rappresentanza, per ascoltare le loro ragioni.

PRESIDENTE. Onorevole Laboccetta, la questione da lei sollevata sarà rappresentata al Collegio dei questori, principalmente, al quale sarà trasmesso anche il suo intervento.

GIAMPAOLO FOGLIARDI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAMPAOLO FOGLIARDI. Signor Presidente, intervengo per denunciare un fatto grave, che viene riportato dalla stampa veronese sul giornale L'Arena di oggi: il ritrovamento di posta suddivisa per vie e legata con elastici in un fosso a Castelnuovo del Garda, posta che non è stata, ovviamente, consegnata e che conteneva fatture, bollette ed altro. Il fatto è grave, perché non è la prima volta che questo accade. Disservizi di questo tipo ne sono accaduti e ancora continuano a succederne. Sono successi anche al sottoscritto, per cui posta spedita dagli uffici di questa Camera non è mai stata recapitata agli interessati.
Ma ciò che più è grave in questo episodio è che il cacciatore che ha trovato la posta si è trovato a dover girare per due giorni tra uffici postali che declinavano la responsabilità e se la rimpallavano uno sull'altro. Credo che fatti di questo genere debbano essere denunciati e debbano essere portati a conoscenza del Ministro competente, perché assuma le dovute e necessarie informazioni, assuma i necessari provvedimenti, e fatti del genere non debbano più accadere, essendo il servizio delle poste, al di là delle nuove metodologie in uso, ancora un servizio fondamentale per un Paese civile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

GUIDO MELIS. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GUIDO MELIS. Signor Presidente, vorrei ricordare all'Aula che il 22 ottobre scorso è scomparso a Firenze il professor Antonio Cassese, nato ad Atripalda nel 1937, giurista, docente universitario, prestigioso studioso del diritto internazionale. Si era laureato presso l'Università di Pisa, in quella che poi è diventata la Scuola superiore di Sant'Anna, protagonista di una rapida e brillante carriera accademica si era però dedicato soprattutto, mettendo a disposizione la sua esperienza scientifica, alle istituzioni, in particolare quelle internazionali. Era stato nominato da Kofi Annan alla Presidenza della Commissione internazionale d'inchiesta ONU sui crimini della guerra del Darfur, Commissione conclusa nel 2005 con il deferimento dei responsabili alla Corte internazionale penale, nel 2009 ha presieduto il Tribunale speciale per il Libano, è stato Presidente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura, primo Presidente del Tribunale internazionale per l'ex Jugoslavia. Cassese è stato uno studioso tipico di una fase specifica degli studi giuridici internazionalistici, una fase che potremmo compendiare così: «Dal diritto degli Stati e dei loro reciproci rapporti al diritto degli uomini, delle persone, nell'ambito di un contesto internazionale». Fondamentale il suo contributo nel settore delle giurisdizioni internazionali per affermare l'autodeterminazione dei popoli, i diritti dei perseguitati, la tutela dei deboli e degli oppressi.
L'Italia, signor Presidente, perde un grande intellettuale, l'Europa un convinto europeista e la comunità internazionale un esemplare cittadino del mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Deputato Presidente, oggi in Commissione finanze, nell'esaminare l'Atto Camera n. 4707, recante l'approvazione del Rendiconto generale Pag. 75dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2010, ho fatto notare, già in quella circostanza, quanto avevo rilevato stamattina nel recarmi in ufficio a piazza San Claudio. Lì, sono stato chiamato da tantissimi lavoratori, dipendenti che lavorano presso palazzo Marini, che stamattina avevano avviato uno stato di agitazione perché il 31 dicembre prossimo rischiano il posto di lavoro. Si tratta di circa 250 o 300 dipendenti, non conosco con precisione il numero esatto di questi lavoratori che operano presso palazzo Marini. Già nel corso della suddetta discussione in Commissione avevo fatto notare che è giusto e sacrosanto tagliare i costi inutili della politica e i costi inutili anche del Parlamento, però dobbiamo fare attenzione a non buttare il bambino con l'acqua sporca.
Poiché noi dell'Italia dei Valori siamo molto sensibili e attenti alle questioni occupazionali e del lavoro, immediatamente ho preso a cuore le ragioni di quei lavoratori che stavano lì, manifestando in piazza San Claudio, e già al Presidente della Commissione finanze avevo evidenziato la necessità di approfondire la questione e di sottoporla all'attenzione del Presidente della Camera perché, se è vero che è giusto ridurre i costi del Parlamento, della Camera e del Senato, dobbiamo però stare molto attenti a non scaricare questi tagli, attraverso questi interventi che facciamo sul bilancio dello Stato come al solito, sulla pelle dei lavoratori.
Quindi, rinnovo a lei, signor Presidente, come accaduto già poco fa in un precedente intervento, la preghiera di sottoporre all'attenzione del Presidente della Camera, non solo la vicenda di quei lavoratori che operano presso palazzo Marini e che hanno sollevato il problema in piazza stamattina, con un gesto pubblico e anche clamoroso, nella qualità di dipendenti della Camera, ma anche la considerazione che, come Camera dei deputati - mi avvio alla conclusione - noi dobbiamo essere attenti e sensibili sulle problematiche del lavoro.
Infatti, perdere un posto di lavoro oggi è una cosa che non possiamo permetterci.

PRESIDENTE. Prima di concedere ulteriormente la parola su altri argomenti, vorrei rispondere all'onorevole Barbato e, prima ancora, all'onorevole Laboccetta.
I deputati questori hanno già incontrato una delegazione dei lavoratori, dipendenti non certo della Camera, ma di un'azienda che lavora per la Camera. Quella decisione è stata presa dall'Ufficio di Presidenza, a seguito dell'approvazione di ordini del giorno da parte dell'Assemblea, quando è stato portato alla nostra attenzione il bilancio interno della Camera.
Comunque riferirò i vostri interventi ai deputati questori. Ho voluto solo precisare l'antefatto ed i presupposti che hanno condotto all'adozione di quella soluzione.

GABRIELLA MONDELLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELLA MONDELLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, desidero intervenire sui gravissimi fatti che sono avvenuti nella regione Liguria, innanzitutto per esprimere solidarietà a quelle popolazioni ed in particolare ai congiunti e familiari di coloro che sono morti o risultano dispersi.
Effettivamente quanto si è verificato nella provincia di La Spezia, nella zona delle Cinque Terre, nella Val di Vara e anche in Lunigiana, nell'alta Toscana, nella zona di Aulla con centinaia di persone sfollate, è veramente un fatto che non si verificava da anni.
Devo anche fare una considerazione. Non si tratta soltanto di uno stop alle cementificazioni, anche se da sempre io ho sostenuto e sostengo che bisogna riservare una particolare attenzione a zone delicate come quelle liguri. Dico ciò perché sono state duramente colpite, ad esempio, le Cinque Terre, dove tranne in pochissimi singoli casi non vi è stato nessuno abuso edilizio.
Questo deve anche farci riflettere sulle modifiche del clima e indurre soprattutto ad approfondire questa tematica. Ne parlo in quanto anche componente della Commissione Pag. 76ambiente. Penso che si debba veramente dedicare particolare attenzione ai mutamenti del clima, perché stanno procurando in Italia effettivamente disastri che si susseguono con una frequenza impressionante.
Pertanto ho presentato con il gruppo UdC della Commissione ambiente un'interpellanza urgente al Governo affinché si affronti questa emergenza - come è già stata comunque affrontata - ma soprattutto si continui a monitorarla e in particolare si sblocchino quei fondi che erano stati stanziati per l'alluvione del 2010 di Sestri Ponente (una parte di questi fondi è arrivata e l'altra dovrebbe arrivare). Se fosse possibile aumentare lo stanziamento, anche in momenti così difficili per l'economia italiana, si potrebbe disporne per andare in soccorso di queste sfortunate popolazioni, tenendo anche presente che la zona colpita ha visto l'interruzione di linee di comunicazione di primaria importanza, come l'autostrada Genova-Livorno e la ferrovia Genova-Roma.
Quindi, fiduciosa, spero che il Governo si faccia interprete di tali richieste.

DANIELE MOLGORA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANIELE MOLGORA. Signor Presidente, volevo solo esternare soddisfazione da un lato e i complimenti dall'altro, al comando provinciale della Guardia di finanza di Brescia per una brillantissima operazione portata a termine nel bresciano che ha portato alla scoperta di un laboratorio cinese di contraffazione di prodotti di abbigliamento e tessili, con il sequestro di oltre 200 mila capi d'abbigliamento recanti la contraffazione di grandi firme. C'erano lavoratori cinesi totalmente in nero e si tratta di un intervento che a me pare opportuno sottolineare per ciò che determina, o almeno dovrebbe essere un'iniezione di fiducia anche per gli imprenditori, nel senso che gli interventi della Guardia di finanza che vanno nella direzione di scovare la contraffazione determinano l'eliminazione di una concorrenza sleale particolarmente attiva in questo momento di economia in crisi. Quindi, mi pare che la Guardia di finanza stia dimostrando sensibilità sotto questo aspetto e che questo sia un elemento importante da dover sottolineare soprattutto in questo momento di crisi economica.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 27 ottobre 2011, alle 10:

1. - Seguito della discussione delle mozioni Borghesi ed altri n. 1-00713, Meta ed altri n. 1-00715, Mereu ed altri n. 1-00723, Valducci, Desiderati, Pionati ed altri n. 1-00724, Commercio ed altri n. 1-00728 e Mosella ed altri n. 1-00729 concernenti misure a favore del trasporto pubblico locale.

2. - Seguito della discussione delle mozioni Garavini ed altri n. 1-00655, Di Biagio ed altri n. 1-00663, Zacchera ed altri n. 1-00672, Tassone ed altri n. 1-00716, Leoluca Orlando ed altri n. 1-00717, Mosella ed altri n. 1-00718 e Lo Monte ed altri n. 1-00727 concernenti iniziative relative alle procedure per il voto degli italiani all'estero, alla luce delle vicende delle ultime consultazioni referendarie.

(al termine delle votazioni)

3. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 19,40.

Pag. 77

CONSIDERAZIONI INTEGRATIVE DELL'INTERVENTO DEL SOTTOSEGRETARIO DI STATO PER GLI AFFARI ESTERI, STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, IN SEDE DI PARERE SULLE MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE PER GARANTIRE LA TRASPARENZA DELLE INFORMAZIONI RELATIVE ALL'AIUTO PUBBLICO ALLO SVILUPPO

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario per gli affari esteri. Nell'ambito della cooperazione allo sviluppo si parla sempre più di efficacia e trasparenza: due concetti strettamente legati. Il principio di efficacia si basa sulla necessità di aumentare l'impatto dell'aiuto pubblico, migliorandone altresì la qualità. Ciò implica che i Paesi donatori prestino crescente attenzione a spendere meglio il denaro dei contribuenti destinato ai Paesi in via di sviluppo secondo il principio «value for money»
Dare «valore» al denaro significa innanzitutto comunicare in modo chiaro e accessibile ad ogni cittadino come, per quale scopo e con quali reali risultati è impiegato il denaro pubblico. In una parola: trasparenza. Trasparenza da parte dei Paesi donatori che devono impegnarsi a comunicare all'opinione pubblica in che modo vengono utilizzate le risorse del contribuente, e trasparenza da parte dei Paesi partner che devono intensificare la lotta alla corruzione in loco ed essere sempre più responsabili dei propri processi di sviluppo. La trasparenza, dunque, è un tassello fondamentale che costruisce un circolo virtuoso, una relazione di fiducia tra il Paese donatore e il Paese partner, tra i cittadini dell'uno e i cittadini dell'altro, contribuendo così all'efficacia, alla prevedibilità e alla continuità dell'aiuto.
L'Italia riconosce nel principio di trasparenza un elemento essenziale degli interventi di cooperazione. Fin dal 2008, in linea con gli impegni sottoscritti al III Foro di Alto Livello sull'Efficacia dell'Aiuto di Accra, il nostro Paese ha intrapreso un'azione di sistema. Lo ha fatto pur in un quadro di limitate risorse umane e finanziarie e di assetti normativi ed amministrativi che certo non ne favoriscono l'azione. Lo ha fatto in aggiunta a quanto la legge n. 49 del 1987 già prevede: la trasmissione delle informazioni sulle attività della Direzione Generale al Parlamento, quali la Relazione previsionale e programmatica e la Relazione annuale al Parlamento sulle attività di cooperazione.
A fianco della Relazione previsionale e programmatica e della Relazione annuale al Parlamento sulle attività di cooperazione, la Farnesina ha dato forma concreta agli impegni sottoscritti ad Accra attraverso la messa a punto di un programma con un orizzonte triennale, ma aggiornato ogni anno. È stato il nostro Governo ad avviare, per primo, questo importante strumento. Nel luglio 2009, il Comitato Direzionale della Cooperazione ha infatti approvato le prime Linee guida 2009-2011, come frutto di un largo processo di consultazione tra i diversi attori, istituzioni e società civile. Tale strumento è stato regolarmente aggiornato l'anno successivo, con l'approvazione delle Linee guida relative al triennio 2011-2013 - in corso di aggiornamento per il triennio 2012-2014 -. Si tratta di un documento programmatico che non solo esplicita le priorità geografiche e settoriali, ma definisce chiaramente il volume delle risorse finanziarie a disposizione per la realizzazione delle attività nonché gli strumenti di cui si dispone per perseguire gli obiettivi nei relativi Paesi e settori prioritari. Credo - e ci è stato riconosciuto nel corso del dibattito sulle linee generali - che questo sia un importante passo avanti nel senso di una maggiore trasparenza delle attività della Direzione Generale della Cooperazione della Farnesina.
Le Linee Guida, lungi dall'essere un punto d'arrivo, sono state al contrario una solida base per una serie di passi in avanti. L'operazione di trasparenza è proseguita, infatti, con l'approvazione del primo Piano Programmatico Nazionale per l'efficacia degli aiuti, da parte del Comitato Direzionale nel luglio 2009. Con questo «Piano Efficacia», la Farnesina si è prefissata il raggiungimento dei principali obiettivi previsti Pag. 78dalla Dichiarazione di Parigi del 2005 e dall'Agenda di Accra del 2008. Tra le azioni del Piano, al cui perseguimento hanno lavorato vari gruppi ad hoc creati nella Direzione Generale della Cooperazione, ve ne sono alcune mediante le quali è stato garantito un migliore accesso alle informazioni relative all'Aiuto Pubblico allo Sviluppo gestito dalla Direzione ed una maggiore trasparenza dello stesso APS. Ciò in piena coerenza con quanto raccomandato anche dal Comitato Aiuto Pubblico (DAC) dell'OCSE nell'ambito dell'esercizio di Peer Review italiana del 2009.
In base al Piano Efficacia Uno, la Direzione Generale della Cooperazione del MAE ha definitivamente approvato le Linee guida sulle valutazioni e ha varato un primo Piano annuale delle valutazioni.
Alle valutazioni che saranno svolte dalla Cooperazione italiana si affiancheranno, laddove siano state previste nell'ambito del singolo progetto/iniziativa, eventuali ulteriori valutazioni congiunte, da realizzarsi con altri Paesi donatori ovvero con alcune organizzazioni internazionali. In entrambi i casi, si tratta di un notevole progresso in termini di trasparenza e di «accountability», per l'Aiuto allo Sviluppo italiano e di un fondamentale strumento di conoscenza le cui risultanze saranno costantemente tenute presenti nella programmazione geografica e settoriale della nostra Cooperazione.
Il primo Piano Efficacia si è concluso a dicembre 2010 e, sempre al fine di una maggiore trasparenza, si è data ampia diffusione dei risultati con esso raggiunti sul Portale della Cooperazione italiana. In un'ottica di continuità dell'azione della Farnesina e in vista del IV Foro di Alto Livello sull'Efficacia degli Aiuti di Busan, è stato approvato, all'inizio di marzo, il secondo Piano programmatico nazionale per l'Efficacia degli aiuti. Esso prevede, fra le numerose attività, di aumentare il grado di trasparenza delle iniziative della Cooperazione, pubblicando on line e rendendo accessibili a tutti, i principali documenti relativi alle singole iniziative di cooperazione allo sviluppo approvate.
Tutti questi sforzi non sono dunque rimasti un «esercizio di palazzo», chiusi all'interno della Farnesina, ma sono stati resi pubblici attraverso il Portale della Cooperazione allo Sviluppo italiana, in costante aggiornamento. Sul Portale sono state pubblicate le Linee Guida della Cooperazione italiana, in versione italiana e in lingua inglese, nonché tutte le Linee Guida settoriali approvate dal Comitato Direzionale. È stata realizzata un'apposita sezione dedicata ai Piani Efficacia, entrambi disponibili on-line, al pari delle Programmazioni Pluriennali per Mozambico, Senegal e Vietnam. Sul Portale vengono inoltre pubblicate tutte le delibere del Comitato Direzionale e sono disponibili informazioni dettagliate sui progetti della Cooperazione italiana suddivisi per aree geografiche e tematiche.
Infine, attraverso la Relazione annuale al Parlamento - completa di sintesi, schede, tabelle, cifre - anch'essa disponibile sul Portale della Cooperazione, ogni utente può avere accesso ai «numeri» della Cooperazione italiana, dai Paesi d'intervento della Direzione Generale per la Cooperazione allo sviluppo, al numero di progetti promossi dalle ONG e sostenuti dalla Cooperazione italiana, che dal 2008 ad oggi sono stati oltre 200, ai dati aggregati sull'impegno dell'Italia per progetti legati al raggiungimento degli Obiettivi del Millennio sino ai dati relativi all'Aiuto Pubblico allo Sviluppo italiano. La Relazione al Parlamento 2010 è stata finalizzata ed è in corso d'invio al Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE). Il Comitato provvederà a inserire la sua approvazione all'ordine del giorno di una delle prossime sedute e, una volta approvata, la Relazione sarà trasmessa alle Camere, in linea con quanto previsto dalla Legge 49 del 1987. È chiaro che tale complesso iter può determinare uno sfasamento temporale tra i tempi di finalizzazione della Relazione da parte della Cooperazione Italiana e quelli di invio al Parlamento.
Nella prospettiva del quarto Foro di Alto Livello sull'efficacia degli aiuti (che avrà luogo a Busan, in Corea del Sud, a Pag. 79novembre prossimo), la Direzione Generale della Cooperazione ha inoltre concordato un calendario di consultazioni con le rappresentanze di ONG, regioni ed enti locali, nonché con il Comitato Obiettivi del Millennio della Commissione Esteri della Camera. Scopo del Governo, proprio nello spirito di maggiore trasparenza e condivisione, è quello di portare al Vertice in Corea posizioni italiane maturate e approfondite nel confronto più ampio. A Busan, si valuteranno i progressi realizzati a partire dal 2005 rispetto ai principi di Roma, Parigi ed Accra e tutti i Paesi - donatori e riceventi - che avevano aderito alla Dichiarazione di Parigi e all'Agenda di Accra saranno chiamati a manifestare i risultati, anche nel campo della trasparenza e della valutazione dei risultati della propria attività di cooperazione.
Negli ultimi tre anni, si è dunque compiuto uno sforzo significativo per rendere le informazioni sulle attività di cooperazione trasparenti, chiare e accessibili nonché per assicurare una maggior consapevolezza del singolo contribuente e il pieno coinvolgimento della società civile.
D'altra parte, la trasparenza e l'efficacia degli aiuti si sostengono a vicenda. L'impegno per l'efficacia degli aiuti è cruciale soprattutto alla luce del fatto che l'attuale architettura dello sviluppo destina risorse economiche che non hanno - ancora nel 2010 - avuto un impatto significativo sul progresso dei Paesi più poveri e sulle loro popolazioni, come messo in evidenza nel recente Rapporto 2011 del Segretario Generale dell'ONU sullo stato di avanzamento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
Il panorama continua, insomma, ad essere caratterizzato dalla limitata incisività dell'aiuto pubblico sui processi di sviluppo dei PVS, anche in ragione di una diffusa frammentazione degli aiuti che mina un efficace impatto sul benessere dei PVS, nonché dall'emergere di nuovi attori internazionali non ancora pienamente partecipi dello sviluppo dei Paesi meno avanzati.
Si avverte, in altre parole, un bisogno forte di mettere ordine nell'architettura complessiva dello sviluppo e soprattutto di razionalizzare l'aiuto, migliorando l'allocazione delle risorse.
Le linee sono, del resto, tracciate. L'agenda internazionale dell'efficacia degli aiuti, avviata a Roma nel 2003 con il Foro sull'armonizzazione degli aiuti e approfondita nel 2005 con il secondo Foro di Alto Livello di Parigi, si fonda, ricordiamolo, su 5 principi fondamentali: titolarità dei propri processi di sviluppo da parte dei PVS, allineamento alle strategie di sviluppo dei PVS da parte dei donatori, armonizzazione tra donatori nelle loro attività di sviluppo, gestione delle politiche di sviluppo basata sui risultati e responsabilità reciproca tra donatori e PVS per lo sviluppo.
Alla Dichiarazione di Parigi ha fatto seguito, come noto, l'«Agenda di Accra» del 2008, che ha introdotto altri principi che attengono alla prevedibilità finanziaria dei flussi di aiuto dai Paesi donatori per un'effettiva programmazione della spesa pubblica e dei piani di lotta alla povertà, alla condizionalità degli aiuti legata ai risultati, all'uso dei sistemi locali dei PVS da parte dei donatori, alla divisione del lavoro in ambito internazionale e allo slegamento degli aiuti allo sviluppo.
Attraverso tale orientamento, la Comunità internazionale ha inteso migliorare la qualità degli aiuti, integrando di fatto questi principi nei principali obiettivi politici di cooperazione che la Comunità internazionale intende raggiungere: gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
Significativa è stata, a questo proposito, l'evoluzione nel modo d'intendere gli stessi Obiettivi del Millennio nel corso degli anni: concepiti come meri traguardi quantitativi (nei settori ritenuti prioritari, quasi in via esclusiva, all'inizio del 2000: istruzione, genere, sanità, ambiente), agli Obiettivi è appunto oggi sottesa anche la fondamentale dimensione qualitativa dell'aiuto.
Fornito questo quadro complessivo, vorrei ora cercare di riassumere i principali argomenti toccati dalle varie mozioni. Pag. 80Su queste mie considerazioni si basano i pareri che il Governo esprimerà sui vari punti dei dispositivi.
Come ho avuto modo di ricordare, la Cooperazione italiana è già impegnata in uno sforzo costante teso a rendere sempre più trasparenti i propri interventi, peraltro già ampiamente accessibili. Questo impegno si concretizza sia attraverso la Relazione annuale al Parlamento e la Relazione Previsionale e Programmatica, previste dalla legge n. 49 del 1987, che attraverso strumenti innovativi, quali le Linee Guida della Cooperazione, il Piano Efficacia, la pubblicazione delle delibere del Comitato Direzionale della Cooperazione, tutti documenti disponibili sul Portale della Cooperazione.
Il Bollettino della Cooperazione del Ministero degli Esteri (DIPCO), che aveva subito una sospensione forzata a cause di controversie giudiziario sull'aggiudicazione della gara per la sua redazione, a breve riprenderà ad essere i pubblicato in una veste rinnovata, con il titolo «La Cooperazione italiana informa».
Il nuovo bollettino verrà predisposto in formato elettronico e diffuso per via telematica ad un numero di destinatari molto più ampio rispetto al passato, oltre naturalmente ad essere inserito nel sito della Cooperazione. Al suo interno troveranno spazio le delibere del Comitato Direzionale (come già avveniva in passato) e, come novità, gli altri documenti prodotti dalla DGCS aventi un rilievo pubblico, e verranno altresì approfondite varie tematiche di cooperazione, con una particolare attenzione alle entità e alle persone che ne sono i principali attori. La Farnesina intende inoltre pubblicare sia le valutazioni che i documenti strategici come le programmazioni annuali per Paese.
Per quanto riguarda la parte di competenza MEF, è opportuno ricordare che, secondo quanto prevede la stessa legge n. 49 del 1987 (all'articolo 4), la Relazione annuale viene presentata al Parlamento in allegato alla Relazione sulla cooperazione allo sviluppo, nell'ultimo trimestre dell'anno, con riferimento alle informazioni relative all'anno precedente. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze fa quindi presente che la normativa e la procedura vigente implicano automaticamente un ritardo nell'informazione di almeno nove mesi. Nel caso della Banca Mondiale, lo sfasamento dell'anno fiscale, che termina a giugno, fa aumentare il ritardo a più di un anno, in quanto i dati e le informazioni dell'esercizio che si chiude nell'anno della Relazione non sono ancora ufficiali al tempo della presentazione in Parlamento. Le informazioni relative all'attività di Banche e Fondi di Sviluppo sono peraltro disponibili, praticamente in tempo reale, nei siti delle Istituzioni stesse. Un eventuale sito unificato potrebbe quindi fornire un collegamento con tali siti. Nulla impedisce, aggiunge il MEF, la pubblicazione on-line della Relazione su Banche e Fondi di Sviluppo, ma questa non potrebbe peraltro avvenire prima della presentazione della stessa al Parlamento.
Sotto il profilo della trasparenza, è opportuno sottolineare un punto essenziale per quanto riguarda il sistema SIC99, ovvero la banca dati interna della DGCS relativa ai progetti di sviluppo il cui software è in corso di ammodernamento in un'ottica di maggiore efficienza amministrativa. L'eventuale pubblicazione di dati provenienti dal SIC99 o la pubblicazione di documenti di progetti non ancora approvati dal Comitato Direzionale - prima che un intervento di cooperazione abbia corso - potrebbe ledere obblighi e opportunità di riservatezza sui dettagli tecnici e finanziari, legati anche al rigoroso rispetto della normativa e delle garanzie per i successivi procedimenti di gara, nonché inficiare questi ultimi.
Alcune mozioni citano la IATI, «Iniziativa internazionale per la trasparenza dell'aiuto».
Al riguardo, vorrei sottolineare che, per garantire la trasparenza, l'Italia aderisce già ad un consolidato sistema di rapportistica internazionale certificato dal Comitato Aiuto Pubblico allo Sviluppo (DAC) dell'OCSE noto con la sigla «CRS Plus Plus» (Creditor Reporting System).
Si tratta del più importante sistema di trasparenza internazionalmente riconosciuto, Pag. 81certificato da un'organizzazione internazionale quale l'OCSE, e che detta dei principi standard comuni a tutti i donatori.
I dati forniti dalla Farnesina nel quadro Creditor Reporting System confluiscono, infatti, nelle elaborazioni statistiche di carattere generale che l'OCSE periodicamente realizza e puntualmente pubblica sul proprio sito web.
La IATI, che nasce da un'iniziativa inglese, non ha invece un fondamento «istituzionale» collegato ad organizzazioni internazionali. L'adesione alla IATI avviene inoltre su base esclusivamente volontaria e un'eventuale partecipazione comporterebbe, oltretutto, la necessità di disporre di personale esperto in materia di statistica e rapportistica.
Mentre al CRS Plus Plus aderiscono più di 60 donatori (tutti i membri del DAC, molti altri Paesi non DAC, le principali Organizzazioni internazionali, le fondazioni private tra cui la Gates foundation), la IATI è sostenuta ad oggi solo da 3 agenzie di donatori (l'inglese Agenzia per la Cooperazione DFID, l'australiana AUSAID, il Dipartimento di Cooperazione del Ministero degli Esteri olandese), una sola istituzione multilaterale (ovvero la World Bank) e due fondazioni private.
La IATI costituisce quindi un'iniziativa a sé stante sul piano multilaterale che, non agganciandosi a chiari e tradizionali standard internazionali, come tale, rischia di non assicurare la complementarietà e la coerenza dei dati sulle risorse per lo sviluppo.
A fronte del forte invito rivolto dai gruppi parlamentari, la Farnesina è comunque pronta ad approfondire - in linea con gli orientamenti che sono in corso di definizione a livello europeo in vista del prossimo quarto Foro di alto livello sull'efficacia degli aiuti che si terrà a Busan il prossimo novembre - la possibilità di aderire al sistema IATI, compatibilmente con la disponibilità di adeguate risorse organiche necessarie a dar corso agli adempimenti statistici collegati all'adesione alla stessa IATI.
Riguardo, infine, all'esigenza di un generale coordinamento nell'ottica di un vero e proprio sistema Italia della cooperazione, si ricorda che il Ministero degli Esteri, insieme con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, ha avviato, dallo scorso anno, un Tavolo interistituzionale che riunisce, a livello alti funzionari, le Amministrazioni centrali, le rappresentanze regionali e degli enti locali, il mondo imprenditoriale, le rappresentanze ONG e sindacali della società civile, le Università e le Fondazioni bancarie. Il 7 giugno scorso si è, infatti, tenuto un seminario al quale hanno partecipato tutti i membri del Tavolo, ospitato presso la Confindustria, che ha avuto un ottimo successo quanto a contributi in termini di idee e proposte per alimentare il documento di «visione strategica della cooperazione italiana».

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ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Ddl di ratifica n. 4624 - Statuto Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA)
Tempo complessivo: 2 ore.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 18 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 22 minuti
Popolo della Libertà 17 minuti
Partito Democratico 19 minuti
Lega Nord Padania 8 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 7 minuti
Popolo e Territorio 7 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 7 minuti
Italia dei Valori 7 minuti
Misto: 10 minuti
Alleanza per l'Italia 2 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati
per il Sud
2 minuti
Liberal Democratici-MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Repubblicani-Azionisti 2 minuti
Pag. 83

Pdl n. 98-B - Statuto delle imprese

Tempo complessivo: 12 ore, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 6 ore.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 15 minuti 15 minuti
Governo 15 minuti 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   20 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 56 minuti (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 22 minuti 4 ore e 4 minuti
Popolo della Libertà 38 minuti 58 minuti
Partito Democratico 38 minuti 55 minuti
Lega Nord Padania 32 minuti 27 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 31 minuti 23 minuti
Popolo e Territorio 31 minuti 21 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 31 minuti 21 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 20 minuti
Misto: 30 minuti 19 minuti
Alleanza per l'Italia 8 minuti 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 7 minuti 4 minuti
Liberal Democratici-MAIE 5 minuti 3 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 3 minuti
Repubblicani-Azionisti 5 minuti 3 minuti
Pag. 84

Mozione n. 1-00725 - Piano industriale di Alenia Aeronautica S.P.A.

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 2 minuti
Partito Democratico 59 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 24 minuti
Popolo e Territorio 23 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 20 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti
Liberal Democratici-MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 85

Ddl n. 4707 - Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per il 2010

Discussione generale: 7 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 10 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 10 minuti
Popolo della Libertà 55 minuti
Partito Democratico 53 minuti
Lega Nord Padania 37 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 34 minuti
Popolo e Territorio 33 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 33 minuti
Italia dei Valori 33 minuti
Misto: 32 minuti
Alleanza per l'Italia 9 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 8 minuti
Liberal Democratici-MAIE 5 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti
Repubblicani-Azionisti 5 minuti

Mozione n. 1-00745 - Accesso al trattamento previdenziale per i lavoratori in mobilità

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 2 minuti
Partito Democratico 59 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 24 minuti
Popolo e Territorio 23 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 20 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti
Liberal Democratici-MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 86

Ddl n. 4707 - Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per il 2010

Ddl n. 4622 - Assestamento del bilancio dello Stato per il 2011

Seguito dell'esame: 6 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 10 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 12 minuti
Popolo della Libertà 56 minuti
Partito Democratico 1 ora e 1 minuto
Lega Nord Padania 27 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 24 minuti
Popolo e Territorio 22 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 19 minuti
Alleanza per l'Italia 5 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti
Liberal Democratici-MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti
Pag. 87

Pdl n. 3811 e abb. - Disposizioni per la ricostruzione in Abruzzo

Tempo complessivo: 13 ore e 30 minuti, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 7 ore e 30 minuti.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 15 minuti 20 minuti
Governo 15 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   45 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 6 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 22 minuti 4 ore e 49 minuti
Popolo della Libertà 38 minuti 1 ora e 7 minuti
Partito Democratico 38 minuti 1 ora e 5 minuti
Lega Nord Padania 32 minuti 32 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 31 minuti 27 minuti
Popolo e Territorio 31 minuti 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 31 minuti 25 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 24 minuti
Misto: 30 minuti 24 minuti
Alleanza per l'Italia 8 minuti 7 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 7 minuti 5 minuti
Liberal Democratici-MAIE 5 minuti 4 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 4 minuti
Repubblicani-Azionisti 5 minuti 4 minuti
Pag. 88

Pdl n. 4534 e abb. - Istituzione Commissione nazionale per i diritti umani

Tempo complessivo: 13 ore e 30 minuti, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 7 ore e 30 minuti.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 15 minuti 20 minuti
Governo 15 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   45 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 6 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 22 minuti 4 ore e 49 minuti
Popolo della Libertà 38 minuti 1 ora e 7 minuti
Partito Democratico 38 minuti 1 ora e 5 minuti
Lega Nord Padania 32 minuti 32 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 31 minuti 27 minuti
Popolo e Territorio 31 minuti 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 31 minuti 25 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 24 minuti
Misto: 30 minuti 24 minuti
Alleanza per l'Italia 8 minuti 7 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 7 minuti 5 minuti
Liberal Democratici-MAIE 5 minuti 4 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 4 minuti
Repubblicani-Azionisti 5 minuti 4 minuti
Pag. 89

Pdl n. 225 e abb. - Regolamentazione settore gemmologia

Tempo complessivo: 13 ore, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 7 ore.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 15 minuti 20 minuti
Governo 15 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   30 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 3 minuti (con il limite massimo di 11 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 22 minuti 4 ore e 37 minuti
Popolo della Libertà 38 minuti 1 ora e 5 minuti
Partito Democratico 38 minuti 1 ora e 2 minuti
Lega Nord Padania 32 minuti 31 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 31 minuti 26 minuti
Popolo e Territorio 31 minuti 24 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 31 minuti 24 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 23 minuti
Misto: 30 minuti 22 minuti
Alleanza per l'Italia 8 minuti 5 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 7 minuti 5 minuti
Liberal Democratici-MAIE 5 minuti 4 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 4 minuti
Repubblicani-Azionisti 5 minuti 4 minuti
Pag. 90

Ddl cost. n. 4620 e abb. - Introduzione del pareggio di bilancio nella Costituzione

Discussione generale: 8 ore.

Relatori 30 minuti (complessivamente)
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 18 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 42 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 5 minuti
Partito Democratico 1 ora e 6 minuti
Lega Nord Padania 39 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 36 minuti
Popolo e Territorio 34 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 35 minuti
Italia dei Valori 34 minuti
Misto: 33 minuti
Alleanza per l'Italia 8 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 7 minuti
Liberal Democratici-MAIE 6 minuti
Minoranze linguistiche 6 minuti
Repubblicani-Azionisti 6 minuti
Pag. 91

Pdl n. 2844 e abb. - Sviluppo della mobilità mediante veicoli che non producono emissioni di anidride carbonica

Tempo complessivo: 15 ore, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 9.
  Discussione generale Seguito esame
Relatori 20 minuti (complessivamente) 20 minuti (complessivamente)
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   20 minuti
Interventi a titolo personale 55 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 28 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 15 minuti 6 ore e 22 minuti
Popolo della Libertà 35 minuti 1 ora e 30 minuti
Partito Democratico 35 minuti 1 ora e 26 minuti
Lega Nord Padania 31 minuti 42 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 31 minuti 36 minuti
Popolo e Territorio 31 minuti 34 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 31 minuti 33 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 31 minuti
Misto: 30 minuti 30 minuti
Alleanza per l'Italia 8 minuti 8 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 7 minuti 7 minuti
Liberal Democratici-MAIE 5 minuti 5 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 5 minuti
Repubblicani-Azionisti 5 minuti 5 minuti

Ddl n. 4567 - Istituzione Conferenza permanente dei livelli di governo

Tempo complessivo: 12 ore e 30 minuti, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 7 ore e 30 minuti.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 15 minuti 20 minuti
Governo 15 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   30 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 9 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 22 minuti 5 ore e 1 minuto
Popolo della Libertà 40 minuti 1 ora e 5 minuti
Partito Democratico 35 minuti 1 ora e 13 minuti
Lega Nord Padania 33 minuti 33 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 31 minuti 28 minuti
Popolo e Territorio 31 minuti 27 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 31 minuti 26 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 25 minuti
Misto: 30 minuti 24 minuti
Alleanza per l'Italia 8 minuti 7 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 7 minuti 5 minuti
Liberal Democratici-MAIE 5 minuti 4 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 4 minuti
Repubblicani-Azionisti 5 minuti 4 minuti
Pag. 92

Pdl n. 627 e abb. - Divieto di indossare indumenti o utilizzare altri mezzi che impediscono il riconoscimento personale

Seguito dell'esame: 7 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 4 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 36 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 5 minuti
Partito Democratico 1 ora e 2 minuti
Lega Nord Padania 31 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 26 minuti
Popolo e Territorio 24 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 24 minuti
Italia dei Valori 23 minuti
Misto: 21 minuti
Alleanza per l'Italia 7 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti
Liberal Democratici-MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani-Azionisti 3 minuti
Pag. 93

Ddl cost. n. 4144 e abb. - Modifiche articoli 41, 97 e 118, comma quarto, della Costituzione

Seguito dell'esame: 12 ore (*).

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 50 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 56 minuti (con il limite massimo di 20 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 8 ore e 24 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 48 minuti
Partito Democratico 2 ore e 2 minuti
Lega Nord Padania 55 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 48 minuti
Popolo e Territorio 45 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 43 minuti
Italia dei Valori 42 minuti
Misto: 41 minuti
Alleanza per l'Italia 11 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 9 minuti
Liberal Democratici-MAIE 7 minuti
Minoranze linguistiche 7 minuti
Repubblicani-Azionisti 7 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nelle sedute del 18 e del 19 ottobre 2011.

Pag. 94

Ddl n. 1415-B - Intercettazioni telefoniche

Seguito dell'esame: 14 ore.

Relatore 30 minuti
Governo 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 2 ore
Interventi a titolo personale 2 ore e 2 minuti (con il limite massimo di 21 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 8 ore e 48 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 55 minuti
Partito Democratico 2 ore e 8 minuti
Lega Nord Padania 57 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 50 minuti
Popolo e Territorio 46 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 46 minuti
Italia dei Valori 44 minuti
Misto: 42 minuti
Alleanza per l'Italia 12 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 9 minuti
Liberal Democratici-MAIE 7 minuti
Minoranze linguistiche 7 minuti
Repubblicani-Azionisti 7 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nelle sedute del 6 ottobre 2011.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Moz. Iannaccone e a 1-701 545 543 2 272 543 29 Appr.
2 Nom. Moz. Di Pietro e a 1-732 547 547 274 275 272 29 Appr.
3 Nom. Moz. Testa N. F. e a 1-735 546 541 5 271 541 28 Appr.
4 Nom. Moz. Di Biagio e a 1-736 546 532 14 267 528 4 28 Appr.
5 Nom. Moz. Lulli e a 1-738 rif. 548 545 3 273 545 27 Appr.
6 Nom. Moz. Lombardo e a 1-739 547 545 2 273 545 27 Appr.
7 Nom. Moz. Mosella e a 1-744 550 550 276 550 26 Appr.
8 Nom. Moz. Boccia e a 1-714 559 559 280 279 280 25 Resp.
9 Nom. Moz. Evangelisti e a 1-722 558 558 280 279 279 25 Resp.
10 Nom. Moz. Testa N. F. e a 1-734 561 561 281 280 281 25 Resp.
11 Nom. Moz. Valducci e a 1-737 561 561 281 280 281 25 Resp.
12 Nom. Moz. Commercio e a 1-740 555 513 42 257 478 35 26 Appr.
13 Nom. Moz. Pisicchio e a 1-743 551 434 117 218 428 6 26 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 20)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. Moz. Di Pietro e a 1-391 n.f. rif. 536 317 219 159 312 5 23 Appr.
15 Nom. Moz. Tempestini e a 1-621 rif. 531 321 210 161 320 1 23 Appr.
16 Nom. Moz. Pezzotta e a 1-623 537 294 243 148 292 2 23 Appr.
17 Nom. Moz. Antonione e a 1-625 533 320 213 161 316 4 23 Appr.
18 Nom. Moz. Pisicchio e a 1-629 526 307 219 154 304 3 23 Appr.
19 Nom. Moz. Di Biagio e a 1-712 535 315 220 158 282 33 23 Appr.
20 Nom. Moz. Oliveri e a 1-726 rif. 525 322 203 162 320 2 23 Appr.