Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute >>

XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 539 di giovedì 20 ottobre 2011

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

La seduta comincia alle 10.

MICHELE PISACANE, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Bernini Bovicelli, Bonaiuti, Bongiorno, Boniver, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Casero, Catone, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Gianfranco Conte, Cossiga, Crimi, Crosetto, Dal Lago, Delfino, Della Vedova, Donadi, Duilio, Fava, Fitto, Franceschini, Frassinetti, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Lo Monte, Mantovano, Martini, Melchiorre, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Migliori, Misiti, Moffa, Mura, Palumbo, Polidori, Prestigiacomo, Rampelli, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Romani, Romano, Rotondi, Stefani, Strizzolo, Stucchi, Tabacci, Tenaglia, Tremonti e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,09).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno avere luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 10,40.

La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 10,50.

Inversione dell'ordine del giorno.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, intervengo per chiedere l'inversione del punto 1 con i punti 2 e 3 all'ordine del giorno, avendo, ovviamente, in maniera informale consultato gli altri gruppi e sperando che questo possa essere un gesto che migliora la qualità del dibattito sull'articolo 41 della Costituzione.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, nessuno chiedendo di parlare, può rimanere così stabilito. Passeremo pertanto alla discussione dei disegni di legge di ratifica. Secondo le intese intercorse, non essendo stata richiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico, procederemo dapprima alla votazione per alzata di mano su tutti gli Pag. 2articoli recati dai disegni di legge di ratifica. Successivamente procederemo con le votazioni finali nominali mediante procedimento elettronico sui provvedimenti di ratifica, ciascuna preceduta dalle relative dichiarazioni di voto. In altre parole, voteremo adesso tutti gli articoli contenuti nei disegni di legge di ratifica, lasciando le votazioni finali, precedute dalla dichiarazioni di voto, alla fine della seduta. Ovviamente le votazioni finali avverranno mediante il procedimento elettronico.

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo euromediterraneo nel settore del trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e il Regno hascemita di Giordania, dall'altro, con Allegati, fatto a Bruxelles il 15 dicembre 2010 (A. C. 4454) (ore 10,52).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo euromediterraneo nel settore del trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e il Regno hascemita di Giordania, dall'altro, con Allegati, fatto a Bruxelles il 15 dicembre 2010.
Ricordo che nella seduta del 17 ottobre 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Non ho capito bene come stiamo per procedere perché mi pare che, se non ho capito male, voteremo per alzata di mano e non con il voto elettronico. E il voto elettronico quando lo faremo? Mi pare ci sia un numero di persone sufficiente per poter procedere con il voto elettronico anche sugli articoli a questo punto, non credo ci siano problemi particolari dato anche il tipo di materia all'ordine del giorno. Mi permetto di osservare che, trattandosi di ratifiche internazionali, non mi risulta ci siano problemi di diverse visioni da parte dei gruppi.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, l'accordo tra i gruppi che mi è stato sottoposto non prevede una richiesta di votazione nominale sugli articoli. Se l'accordo cambia, se qualcuno lo chiede, ne prenderò atto. Lei sta avanzando una richiesta in tal senso?

ANTONIO BORGHESI. No, Presidente.

PRESIDENTE. In tal caso procederemo sulla base dell'accordo precedentemente intervenuto.

(Esame degli articoli - A.C. 4454)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 4454), al quale non sono state presentate proposte emendative. Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 1.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 4454), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 2.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 4454), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 3.
(È approvato).

Pag. 3

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 4454)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 4454)
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4454/1 purché sia accolta la seguente formulazione: nel dispositivo sostituire le parole: «ad impegnarsi» con le parole: «a continuare l'impegno volto».

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4454/1, accettato dal Governo, purché riformulato.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.
Come preannunciato, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale avranno luogo al termine della votazione degli articoli dei disegni di legge di ratifica.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2739 - Modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale e quattordicesimo aumento generale delle quote derivanti dalla risoluzione del Consiglio dei Governatori del Fondo n. 66-2 del 15 dicembre 2010 (Approvato dal Senato) (A.C. 4589) (ore 10,57).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale e quattordicesimo aumento generale delle quote derivanti dalla risoluzione del Consiglio dei Governatori del Fondo n. 66-2 del 15 dicembre 2010.
Ricordo che nella seduta del 17 ottobre 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore ed il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 4589)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 4589), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 1.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 4589), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 2.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 4589), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 3.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 4589), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 4.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A - A.C. 4589), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 5.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A - A.C. 4589), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 6.
(È approvato).

Pag. 4

Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A - A.C. 4589), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 7.
(È approvato).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 4589)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 4589).
Qual è il parere del Governo?

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4589/1.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4589/1, accettato dal Governo.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.
Come preannunciato, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale avranno luogo al termine delle votazioni dei disegni di legge di ratifica.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2741 - Ratifica ed esecuzione degli Scambi di Note tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero relativi alla modifica della Convenzione per la navigazione sul Lago Maggiore e sul Lago di Lugano, con allegati, del 2 dicembre 1992, effettuati a Roma il 23 luglio ed il 24 settembre 2010 (Approvato dal Senato) (A.C. 4590) (ore 11).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione degli Scambi di Note tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero relativi alla modifica della Convenzione per la navigazione sul Lago Maggiore e sul Lago di Lugano, con allegati, del 2 dicembre 1992, effettuati a Roma il 23 luglio ed il 24 settembre 2010.
Ricordo che, nella seduta del 17 ottobre 2011, si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore ed il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica. In proposito, ricordo che il rappresentante del Governo si era riservato di intervenire nella seduta odierna al fine di rispondere ad alcune richieste di precisazione formulate dai deputati Evangelisti e Tempestini nel corso della discussione sulle linee generali.
Prima di passare all'esame degli articoli concederò, pertanto, la parola al rappresentante del Governo, allo scopo di fornire i chiarimenti richiesti. Prego, onorevole Craxi.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, intervengo anche a seguito delle quattro mozioni bipartisan del 7 giugno scorso che impegnavano il Governo a riaprire al più presto il negoziato su scala bilaterale, a tutelare i lavoratori frontalieri e adoperarsi per l'esclusione della Svizzera dalla lista nera, e dell'ordine del giorno approvato all'unanimità dalla Camera il successivo 14 settembre che stabiliva, tra l'altro, il 31 marzo 2012 come termine ultimo per la positiva conclusione del negoziato. Il Ministro degli esteri Franco Frattini ha più volte ribadito alla Presidenza del Consiglio e al MEF l'urgenza di convocare un vero e proprio tavolo con la Svizzera in materia fiscale.
L'esercizio evocato il mese scorso in un incontro a Washington tra il Ministro Tremonti e la sua omologa elvetica Widmer-Schlumpf dovrebbe aprirsi a breve. È, peraltro, di pochi giorni fa la notizia dell'invito a Berna, da parte del negoziatore elvetico, segretario di Stato alle finanze, Ambühl del consigliere diplomatico Pag. 5del Ministro Tremonti proprio al fine di concordare i criteri generali per l'avvio del negoziato formale.
La ripresa del negoziato fiscale appare, in effetti, ancora più urgente a seguito della recente conclusione di due accordi fra Berna e, rispettivamente, Berlino e Londra, concernenti le problematiche fiscali bilaterali, con particolare riguardo ai capitali tedeschi e britannici esportati illegalmente. Su tali accordi non si è, tuttavia, ancora espressa l'OCSE e lo stesso MEF nutre dubbi sul loro allineamento agli standard di tale organismo. Infine, in occasione dell'incontro a Berna il 14 corrente mese tra i segretari generali dei due MAE, ambasciatori Massolo e Maurer, le parti hanno nuovamente convenuto sulla necessità di aprire quanto prima il negoziato il cui risultato non dovrà in alcun modo prestarsi ad essere considerato una sanatoria o un condono, ma consentire, con le dovute formule, di assicurare adeguati rientri per l'erario italiano.

FRANCESCO TEMPESTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, avevamo sollecitato il Governo, in sede di discussione sulla ratifica dell'Accordo con la Svizzera in materia di navigazione sul Lago Maggiore, per una questione - mi si passi - di ben altro rilievo: l'atteggiamento che il Governo aveva assunto nei confronti della possibilità di avviare con la Svizzera una discussione impegnativa per quanto riguarda un contenzioso fiscale sulla base di quanto già altri Paesi europei interessati nello stesso modo all'argomento, come la Germania e l'Inghilterra, avevano prodotto.
Oggi, in questa sede, abbiamo ascoltato il sottosegretario Craxi che ci ha detto che, su impulso del Ministro degli esteri, si sarebbe riavviata la trattativa e sarebbe stata fissata, se ho capito bene, una prima data o, comunque, si sarebbe avviato un calendario di incontri tra il MEF e la controparte Svizzera per affrontare questo tema di grande rilievo e di grande importanza. Nello stesso tempo abbiamo anche ascoltato che permangono tutte le riserve del MEF per il mancato sospetto non allineamento dell'Accordo stipulato da Germania e Gran Bretagna con la Svizzera.
Non vorremmo che questa risposta nascondesse sostanzialmente un ulteriore rinvio, un ulteriore standby di questa materia. Sappiamo che questo argomento è un argomento duro nel senso cioè che comporta assunzioni di responsabilità importanti in materia fiscale. Si tratta, in qualche modo, di regolamentare con la Svizzera, così come hanno fatto gli altri Paesi prima da me citati, una soluzione di natura strutturale e, quindi, si tratta di un tema di grande rilievo. Vorremmo naturalmente che le dichiarazioni del sottosegretario non nascondessero un'ulteriore perdita di tempo, un ulteriore rinvio del problema: per le incombenze finanziarie che ha il Paese non ce lo possiamo per davvero permettere (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

(Esame degli articoli - A.C. 4590)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 4590), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 1.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 4590), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 2.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 4590), al quale non sono state presentate proposte emendative. Pag. 6
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 3.
(È approvato).

Come preannunciato, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale avranno luogo al termine delle votazioni degli articoli dei disegni di legge di ratifica.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2742 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia culturale, scientifica, tecnologica e nei settori dell'istruzione e dell'informazione fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Kuwait, fatto a Kuwait il 7 dicembre 2005 (Approvato dal Senato) (A.C. 4591) (ore 11,09).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia culturale, scientifica, tecnologica e nei settori dell'istruzione e dell'informazione fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Kuwait, fatto a Kuwait il 7 dicembre 2005.
Ricordo che nella seduta del 17 ottobre 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere favorevole sul testo del provvedimento (Vedi l'allegato A - A.C. 4591). Tale parere è distribuito in fotocopia.

(Esame degli articoli - A.C. 4591)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 4591), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 1.
(È approvato).

Invito i colleghi ad alzare la mano una volta sola e non su ognuna delle opzioni che viene prospettata.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 4591), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 2.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 4591), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 3.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 4591), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 4.
(È approvato).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 4591)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 4591).
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Il Governo accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4591/1 purché il dispositivo, dalle parole «a sensibilizzare ulteriormente» sino alla fine, sia riformulato nel modo seguente: «a sensibilizzare ulteriormente il Governo ad uniformare la situazione interna relativa ai cosiddetti Bidun al regime internazionalmente osservato per la tutela degli apolidi».

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine Pag. 7del giorno Di Stanislao n. 9/4591/1, accettato dal Governo, purché riformulato.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.
Come preannunciato, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale avranno luogo al termine delle votazioni degli articoli dei disegni di legge di ratifica.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2743 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Giappone di mutua assistenza amministrativa e cooperazione in materia doganale, fatto a Roma il 15 dicembre 2009 (Approvato dal Senato) (A.C. 4592) (ore 11,13).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Giappone di mutua assistenza amministrativa e cooperazione in materia doganale, fatto a Roma il 15 dicembre 2009.
Ricordo che nella seduta del 17 ottobre 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere favorevole sul testo del provvedimento (Vedi l'allegato A - A.C. 4592). Tale parere è distribuito in fotocopia.

(Esame degli articoli - A.C. 4592)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 4592), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 1.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 4592), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 2.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 4592), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 3.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 4592), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 4.
(È approvato).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 4592)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 4592).
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, stiamo parlando dell'A.C. 4592?

PRESIDENTE. Sì.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4592/1.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4592/1, accettato dal Governo.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato. Pag. 8
Come preannunziato, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale avranno luogo al termine delle votazioni degli articoli dei disegni di legge di ratifica.

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui trasporti aerei tra il Canada e la Comunità europea e i suoi Stati membri, con Allegati, fatto a Bruxelles il 17 dicembre 2009 (A.C. 4564) (ore 11,16).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui trasporti aerei tra il Canada e la Comunità europea e i suoi Stati membri, con Allegati, fatto a Bruxelles il 17 dicembre 2009.
Ricordo che nella seduta del 17 ottobre 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunziato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 4564)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 4564), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 1.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 4564), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 2.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 4564), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 3.
(È approvato).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 4564)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 4564).
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, mi scusi se faccio sempre la verifica, ma si sente poco in Aula. Stiamo parlando dell'A.C. 4564?

PRESIDENTE. Sì.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4564/1.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4564/1, accettato dal Governo.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.
Come preannunciato, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale avranno luogo al termine delle votazioni degli articoli di tutti i disegni di legge di ratifica.

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Georgia, dall'altro lato, con Allegati, fatto a Bruxelles il 2 dicembre 2010 (A.C. 4565) (ore 11,18).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione Pag. 9europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Georgia, dall'altro lato, con Allegati, fatto a Bruxelles il 2 dicembre 2010.
Ricordo che nella seduta del 17 ottobre 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunziato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 4565)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 4565), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 1.
(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 4565), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 2.

(È approvato).

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 4565), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione l'articolo 3.

(È approvato).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 4565)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 4565).
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

STEFANIA GABRIELLA ANASTASIA CRAXI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Il Governo accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4565/1, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel senso di aggiungere, dopo le parole: «impegna il Governo», le seguenti: «a continuare».

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/4565/1, accettato dal Governo, purché riformulato.
È così esaurito l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.
Come preannunziato, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale avranno luogo al termine della votazione degli articoli dei disegni di legge di ratifica.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 4454 (ore 11,21).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4454)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, avevo già preannunziato nella discussione sulle linee generali il voto favorevole dell'Italia dei Valori su questo provvedimento; pertanto, voteremo «sì» a questo disegno di legge di ratifica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo per preannunziare il voto favorevole del gruppo dell'Unione di Centro per il Terzo Polo con riferimento a questo Accordo tra la Giordania e l'Unione europea, il quale riguarda la liberalizzazione dell'accesso al mercato, nonché la creazione di nuove opportunità di investimento per gli Stati membri, garantendo anche i vettori aerei dell'Unione europea. Pag. 10
Questa è una ratifica realizzata nei tempi auspicati, in quanto l'Accordo è stato fatto a Bruxelles solo il 15 dicembre 2010. Pertanto, diversamente da tante altre, questa ratifica va nel senso di essere immediatamente messa nella condizione di operare. Inoltre, non ha costi particolari: non comporta, cioè, nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, in quanto essi, eventualmente, vanno carico dell'Enac. In pratica, questa ratifica consente ai vettori di entrambe le parti di stabilirsi liberamente sui territori, di fornire liberamente i loro servizi e, quindi, di migliorare i rapporti tra l'Europa e la Giordania.
Per questi motivi, come già preannunziato in sede di discussione sulle linee generali, l'Unione di Centro per il Terzo Polo è d'accordo ad approvare questo disegno di legge di ratifica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, il contenuto dell'Accordo in esame è stato ben illustrato nel corso della discussione sulle linee generali ma mi sembra utile, questa mattina, ritornarvi, attirando l'attenzione dell'Aula sull'iter che ha portato alla sigla di questo accordo e di altri che sono stati recentemente messi a punto o sono in via di definizione. Tutto ciò, alla luce del dibattito che, negli ultimi anni, è stato particolarmente acceso nel nostro Paese in merito al trasporto aereo e alle ben note vicende che hanno investito compagnie aeree ed aeroporti importanti con il relativo indotto di servizi, di posti di lavoro, di sviluppo economico e le conseguenze che si sono determinate. Per esempio, per negoziare un accordo con la Giordania, che onestamente non mi sembra nasconda particolari motivi di conflitto, e che presenta un contenuto assolutamente consolidato e condiviso, ci sono voluti ben sei anni: sei anni per i negoziati e per le varie ratifiche.
Nei confronti di una crisi del comparto che ha provocato, solo nel nostro Paese, la perdita di molti posti di lavoro e di molti fondi pubblici e privati, e a cui sono seguiti provvedimenti di emergenza con tutto ciò che ne è conseguito, una delle risposte più efficaci, e cioè la negoziazione di accordi per favorire l'incremento di voli da e per l'estero, richiede, purtroppo, ben sei anni di negoziati. Il negoziato è stato condotto dalla Commissione europea, su mandato dei singoli Stati, da un organo quindi che dovrebbe essere esecutivo, operativo ed efficiente. Anziché procedere in maniera bilaterale, il vantaggio del negoziato dell'Unione europea, oltre al fatto di avere, quest'ultima, un maggiore potere contrattuale e di ottenere una maggiore uniformità, avrebbe dovuto essere quello di ottenere risultati migliori in tempi inferiori; abbiamo visto che, purtroppo, Presidente, così non è. Quindi, credo che questa richiesta vada manifestata chiaramente da parte del Governo in sede comunitaria a valere per tutti i futuri negoziati e alla luce della situazione particolarmente grave che il settore sta attraversando nel nostro Paese. Comunque, il voto della Lega Nord Padania sarà favorevole alla ratifica di questo Accordo con il Regno hascemita di Giordania.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, questo Accordo è stato opportunamente promosso e concluso dalla Commissione europea a seguito della sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea che aveva giudicato alcune clausole in contrasto con il diritto comunitario. Si tratta di un buon accordo tra l'Unione europea, i suoi Stati membri e la Giordania perché sancisce la libertà di operare servizi aerei tra Unione europea e Giordania con tariffe libere; c'è poi un'altra considerazione che mi preme sottolineare, perché questo Accordo promuove la cooperazione tra le varie istituzioni ai fini della sicurezza del traffico aereo e degli aeroporti. Già nel corso della discussione sulle linee generali avevo ricordato che proprio quest'anno Pag. 11cade il decimo anniversario del disastro che si è verificato a Linate l'8 ottobre 2001, un disastro aereo che aveva determinato 118 vittime, con un solo superstite, Pasquale Padovano, che ha dovuto attraversare indicibili sofferenze. Credo, allora, che sulla sicurezza si debba sempre porre tanta attenzione e tanta determinazione e credo anche che, per quanto riguarda questo provvedimento, si debba sottolineare la necessità della salvaguardia ambientale e della protezione dei consumatori. In questo senso, va altrettanto sottolineata l'importanza della normativa relativa al «cielo unico europeo», perché si tratta di affrontare i temi finalizzati al miglioramento del traffico aereo che prevedono, per ciò che concerne il miglioramento delle rotte, un risparmio di carburante con degli effetti benefici anche per quanto riguarda l'ambiente.
Concludo, dicendo che questo Accordo amplia anche l'opportunità, per il trasporto aereo, per quanto attiene gli aspetti collegati alla concorrenza e, conseguentemente, a un miglioramento di tutta l'azione civile. Tende anche a rafforzare la possibilità di ulteriore affermazione commerciale, tecnologica e promozionale dell'industria europea e, quindi, anche della nostra industria.
Concludo dicendo che, in ultima analisi, quando si promuovono e si migliorano gli scambi di persone e di merci si agevolano i vantaggi reciproci. Sono vantaggi economici e sociali per i passeggeri, per i vettori aerei, gli aeroporti, gli spedizionieri e anche per il turismo e l'industria in generale. Quindi, vi sono dei vantaggi anche per quanto attiene ai rapporti bilaterali, perché questo poi è il fine ultimo e principale di questo provvedimento, cioè il miglioramento dei rapporti tra l'Unione europea e il Regno hascemita di Giordania.
Pertanto, in relazione a tutte queste considerazioni, confermo il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, il gruppo del Partito Democratico esprimerà, naturalmente, un voto favorevole. Si tratta di un provvedimento di ratifica che, in un certo senso, consente di consolidare questo approccio euro-mediterraneo in materia di traffico aereo e che va nella direzione giusta.
Già un Accordo con il Marocco è andato e va in questa direzione. Questo Accordo, con la Giordania, segue e persegue un orientamento, che è quello di consentire all'Unione europea di essere l'interlocutore dei Paesi dell'altra sponda del Mediterraneo. Questo naturalmente è importante perché consente, nel campo del trasporto aereo - ma il ragionamento si allargherà ad altri settori -, di avere l'Unione europea come interlocutore e, quindi, di consolidare quel processo verso un'unione del Mediterraneo che, come sappiamo, ha incontrato tante difficoltà, manifesta tante debolezze e deve essere irrobustito proprio attraverso strumenti di questo genere.
Naturalmente, questo è anche il modo giusto per «stare dentro l'idea» di open sky che, da una parte, consente la concorrenza ma naturalmente, dall'altra, è anche in grado di regolamentarla in modo tale che, soprattutto in un settore come questo, la concorrenza non diventi selvaggia, con rischi per gli utenti del traffico aereo.
Queste sono le ragioni di fondo per cui esprimiamo il nostro consenso e preannunziamo, altresì, il nostro voto favorevole su questo provvedimento.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo «Bresadola» di Trento, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Benvenuti, vi ringrazio di questa visita.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 4454)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale. Pag. 12
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 4454, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Traversa, Corsaro, Bianconi, Tortoli, Lusetti, Favia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Ratifica ed esecuzione dell'Accordo euromediterraneo nel settore del trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, ed il Regno hascemita di Giordania, dall'altro, con Allegati, fatto a Bruxelles il 15 dicembre 2010) (4454).
(Presenti e votanti 504
Maggioranza 253
Hanno votato
503
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Ruben, Valentini, De Torre, Velo, Giulio Marini, Samperi, Trappolino e De Pasquale hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Pierdomenico Martino ha segnalato che non è riuscito a votare.
Cari colleghi, non possiamo tenere la votazione aperta per un tempo indeterminato perché alcuni colleghi si assentano dall'Aula e arrivano a tappe successive. Tutto ha un limite: passato un tempo congruo, chi non è arrivato tempestivamente non voterà (Applausi).

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione degli scambi di note tra il Governo della Repubblica italiana ed il Consiglio federale svizzero, relativi alla modifica della Convenzione per la navigazione sul lago Maggiore e sul lago di Lugano, con allegati, del 2 dicembre 1992, effettuati a Roma il 23 luglio ed il 24 settembre 2010.
Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 12)

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per preannunciare il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori. Vorrei però approfittare - a seguito dell'intervento del sottosegretario Craxi, che non vedo più in Aula - per dire che non so se vi sia in Aula qualcuno del Ministero degli affari esteri, che mi aspetterei fosse presente quando si votano ratifiche su trattati internazionali. Comunque prendiamo atto che non c'è nessun rappresentante del Ministero degli affari esteri in questo momento.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, mi sembra che vi siano diversi rappresentanti del Governo.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, ho parlato di Ministero degli affari esteri, dato che si tratta di ratifiche di trattati internazionali.

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, credo che abbia sbagliato l'ordine delle votazioni. Adesso, avremmo dovuto votare il disegno di legge di ratifica n. 4589, concernente il Fondo monetario internazionale, invece siamo passati al punto successivo dell'ordine del giorno. Questo sarebbe stato l'ordine corretto, se poi lo avete volutamente invertito...

Pag. 13

PRESIDENTE. Onorevole Compagnon, lei è attento ed i suoi gesti andavano nella direzione giusta.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 4589.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4589)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, avevo già preannunziato nei giorni scorsi, durante la discussione sulle linee generali, che il gruppo dell'Italia dei Valori avrebbe votato a favore di questo provvedimento, con l'auspicio che possano discenderne maggiori e più corretti frutti per la politica monetaria del nostro Paese, al di là di certi farfugliamenti governativi.
Tuttavia vorrei approfittare del tempo che ho a disposizione per introdurre anche una riflessione a seguito anche di quello che diceva poco fa il collega Borghesi. Non si tratta ovviamente di «contestare» la presenza del Governo ma di un responsabile della Farnesina (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Ieri abbiamo visto in quest'Aula...

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, è arrivato il sottosegretario Scotti.

FABIO EVANGELISTI. L'ho visto e lo saluto, ma mi lasci completare il mio ragionamento. Dicevo che ieri abbiamo visto spesso in Aula anche il Ministro Frattini, mentre non lo vediamo oggi quando appunto si discute di ratifiche internazionali. Non vorrei che fosse ancora impegnato con quel personaggio inquietante che da troppo tempo si sta affacciando sulla scena della politica estera italiana e che grazie proprio al Ministro Frattini alla fine è riuscito davvero ad incontrare il Vicepremier albanese, come si evince dalle insistenti telefonate alla segreteria del Ministro per organizzare un incontro con il Vicepresidente albanese Meta. Il Ministro ha fatto presto a giustificarsi dopo aver più volte smentito e negato di aver partecipato ad un incontro istituzionale con questo personaggio, affermando che se incontro c'è stato - e c'è stato eccome - questo si è svolto in ambienti diversi da quelli istituzionali. Un servizio della televisione albanese Tch, com'è noto, lo ha smentito. Nella corrispondenza da Roma la giornalista Irida Cami ha mostrato una foto dell'incontro del 21 ottobre 2009 in cui...

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, lei sta intervenendo per una dichiarazione di voto sulle modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale e quattordicesimo aumento generale delle quote derivanti dalla risoluzione del Consiglio dei Governatori del Fondo n. 66-2 del 15 dicembre 2010, giusto?

FABIO EVANGELISTI. Assolutamente sì, faccio una divagazione, una digressione.

PRESIDENTE. L'ha presa un po' alla lontana, direi molto alla lontana.

FABIO EVANGELISTI. Una digressione precisa e puntuale perché stiamo parlando di quello che accade al Ministero degli affari esteri, quindi di quanto l'attuale Ministro si dimostri inadatto a guidare la politica estera di questo Paese. È stato più volte evidenziato anche per gli atteggiamenti supini - non soltanto rispetto agli Stati Uniti - e attendisti su qualsiasi situazione internazionale verificatasi. Insomma un Ministro degli affari esteri che pare prendere ordini da soggetti come Lavitola, se non si fosse capito il riferimento, noto per averne dati anche al Premier, un Ministro dunque bugiardo che l'Italia non merita, un Ministro che dovrebbe dimettersi come ha fatto il suo collega Fox...

Pag. 14

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti...

FABIO EVANGELISTI....per le stesse questioni, in Gran Bretagna, per aver detto il falso agli italiani e dovrebbe venire in Parlamento a spiegare quali sono i suoi rapporti con il direttore dell'Avanti! e a quali altri incontri abbia partecipato e perché.
Comunque, il gruppo dell'Italia dei Valori conferma il suo voto favorevole su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà. Atteniamoci al tema.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, voglio attenermi alla ratifica e al suo contenuto perché questo documento mira a dare esecuzione alla risoluzione del Consiglio dei Governatori del Fondo monetario internazionale che ha emendato lo statuto del Fondo stesso. La risoluzione prevede in sintesi un raddoppio complessivo dei contributi al Fondo, insieme ad una redistribuzione delle quote che tiene conto dei cambiamenti dell'economia mondiale. La risoluzione approva inoltre gli emendamenti allo statuto del Fondo, volti a rafforzare soprattutto la rappresentatività dei Paesi emergenti e in via di sviluppo nel consiglio di amministrazione con la contestuale riduzione dei seggi europei e l'eliminazione dei direttori esecutivi nominati a maggioranza degli azionisti.
Questo è in sintesi il contenuto di questo documento che peraltro prevede l'aumento della quota di partecipazione dell'Italia che deve mettere a disposizione una somma pari a 15.070 milioni di euro e fissa delle scadenze al 2013 e 2014 per la revisione delle quote dei singoli Paesi e la revisione generale delle quote stesse. In sintesi, con la nomina dei direttori viene ricomposto il Consiglio con venti membri, tutti eletti.
L'unica cosa... è all'articolo 6 che, nell'eventualità ci dovessero essere degli oneri derivanti dall'attivazione delle garanzie dello Stato per i rischi connessi, questi verranno imputati agli incentivi nell'ambito del programma «Incentivi alle imprese per interventi di sostegno» della missione «Competitività e sviluppo delle imprese». L'unica riflessione è appunto che, nell'eventualità che ci sia necessità di oneri, occorre verificare bene di non andare ad intaccare posizioni già difficili e delicate per la situazione italiana.
Per queste motivazioni, il gruppo dell'Unione di Centro preannunzia il proprio voto favorevole su questa ratifica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, esprimo una motivazione di voto e una considerazione politica sul Fondo monetario. La motivazione è che ci troviamo in qualche modo ad aumentare la nostra presenza e quindi il nostro peso. Ricordiamo che il meccanismo di voto del Fondo monetario è quanto di più coloniale ci fu in passato, cioè «ad ogni dollaro un voto». Quindi, c'è uno stato di squilibrio in favore fondamentalmente degli Stati Uniti. Oggi ci troviamo a contare di più sul piano dei contributi che diamo, ma secondariamente consentiamo una maggiore democraticità in linea con il G20, con l'ingresso di altri Paesi emergenti nel board, e questo è un dato positivo.
Ma una considerazione politica, signor Presidente, credo che il gruppo e la maggioranza debbano farla sulle ricette del Fondo monetario internazionale, che vengono riprese anche oggi dall'Italia dei Valori. Prima si va in piazza e si contestano le banche, si va in piazza e si dice che il capitalismo va riformato, che va posta al centro la persona, che bisogna evitare i licenziamenti e poi si diventa i paladini dei Trichet di turno e del Fondo monetario. Ora scopriamo che l'Italia dei Valori dice che le critiche del Fondo monetario sono buone e che dobbiamo seguirle.
Ebbene, signor Presidente, nella lunga storia di questo Paese e di questo mondo, Pag. 15alcuni Paesi hanno seguito pedissequamente le indicazioni del Fondo monetario internazionale. Nel 1997 incomincia nel mondo una crisi del baht tailandese e vengono applicate le solite ricette. Mi sembra di sentire la Marcegaglia: liberalizzazione dei servizi, liberalizzazione più ampia, apertura dei mercati ai flussi dei capitali, politica deflazionistica, tagli allo Stato. La ricetta è sempre quella ed è stata applicata sempre. È stata applicata con la Corea, che ha eseguito pedissequamente, con l'aumento dei tassi e quant'altro, e con la Tailandia. Alcuni Paesi non l'hanno applicata.
La stessa Argentina in una prima fase era un Paese da dieci e lode. L'Argentina ha aperto giustamente al mercato dei capitali. Peccato che il mercato dei capitali si muova in modo prociclico, cioè se si ha un'economia che funziona i capitali arrivano, altrimenti i capitali scappano. Quindi, l'Argentina svolge il suo compito: liberalizza, apre e fa entrare gli investitori e comincia ad avvitarsi su se stessa. Il risultato è che certamente i fondi guadagnano, ma è oggetto della prima speculazione. Il fondo Toronto Trust Argentina nel 1998 guadagna il 79 per cento nel giro di un anno. Le compagnie francesi che si aggiudicano la liberalizzazione dell'acqua aumentano le tariffe del 400 per cento. Peccato che questo sistema generi inflazione, che i capitali scappino e che l'economia subisca un taglio definitivo. Qualcuno si arricchisce e l'Argentina va in default.
L'Argentina decide di non seguire più il Fondo monetario internazionale e la stessa cosa fanno l'Islanda, la Corea e la Cina. Il risultato è che l'Argentina ha ripreso la sua economia e l'Islanda è ripartita tranquillamente. Oggi l'Argentina non avrà sicuramente una grande fiducia nei mercati, ma gioca a pallone ed è tranquilla.
Quindi, credo che le ricette che arrivano non vadano seguite. Credo che le ricette che arrivano e vengono seguite dalla sinistra, comprese quelle di Trichet, in modo acritico, abbiano già dimostrato storicamente la loro non validità. Invito, e concludo, signor Presidente, a leggere anche altro, perché i fondamentali di questo Paese sono stati oggetti di un articolo sul Financial Times di Erik Nielsen, dove egli spiega concretamente come non vi sia motivo per cui vi sia un tasso di interesse del 5 per cento in Italia e dell'1,5 per cento in Inghilterra.
Invito a tale lettura per segnalare come questo Paese ce la possa fare senza seguire né i consigli di Trichet né i consigli del Fondo monetario internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, meno male che queste considerazioni vengono da un rappresentante di un partito di Governo, ma siamo scesi a questo livello (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Vorrei, invece, sottolineare l'importanza di questo atto che compiamo, perché una delle principali questioni che abbiamo di fronte per affrontare questa crisi sistemica di natura economica e finanziaria, a parte le considerazioni un po' da balera, è quella di affrontare il tema di un'integrazione tra il vecchio mondo dei Paesi emersi e quello dei Paesi emergenti, quelli che si raggruppano attorno all'acronimo BRIC.
Questo è un tema decisivo, perché soltanto nella misura in cui si troverà un punto di integrazione tra questi due mondi, sarà possibile ridurre una dose importante di squilibri di natura economica e finanziaria. Insomma, il tema della governance, da questo punto di vista, emerge in tutta la sua importanza.
Quello che adesso votiamo è un atto che va in questa direzione, con una ridistribuzione delle quote del Fondo monetario internazionale, che, come sappiamo, non è più il portavoce o l'esecutore del Washington consensus, ma è un'istituzione internazionale impegnata. Naturalmente, è possibile - non è certo questa la sede - affrontare tutta una serie di considerazioni, Pag. 16anche critiche, sulle politiche del Fondo, ma certo esso non è più quello di ieri.
Tanto è vero che, in queste settimane, abbiamo dovuto assistere alla non consolante constatazione che vi è, per qualche verso, un'iniziativa più forte, una dichiarazione di disponibilità più forte del Fondo rispetto a quella delle istituzioni dell'Unione europea per affrontare, per l'appunto, la questione economica interna all'Unione europea.
Voglio dire, insomma, che il mondo cambia, cambiano gli atteggiamenti, cambiano le politiche. Il Fondo oggi è uno strumento importante per una politica di costruzione di nuovi equilibri economici e finanziari; quindi, è giusto dare il rilievo che merita a questo provvedimento, che ridistribuisce le quote. Naturalmente, facendo ciò, si compie una seconda operazione: un aumento delle dotazioni generali del Fondo. Questo comporta anche un impegno finanziario in più per il Paese, che lo assolve attraverso una procedura che chiama in causa naturalmente la Banca d'Italia, ma questa seconda parte la lascio agli atti. Mi limito, e concludo, ad osservare, ripeto, che si tratta di un atto importante nel suo significato globale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Picchi. Ne ha facoltà.

GUGLIELMO PICCHI. Signor Presidente, questa ratifica è una ratifica molto importante per la geopolitica mondiale.
Si va a toccare un ordine economico che è stato in vigore fino ad oggi in cui i Paesi occidentali avevano la governance assoluta del Fondo monetario internazionale, per cui vi era sempre la presidenza della Banca mondiale che spettava agli Stati Uniti mentre quella del Fondo monetario internazionale spettava ad un europeo. Con questo, chiamiamolo così, aumento di capitale ed il raddoppio delle quote del Fondo si vanno a ridistribuire tra i Paesi dell'Occidente e i Paesi emergenti le quote in maniera non troppo significativa, ma si intraprende una direzione per riflettere questo nuovo ordine economico.
Vi è da dire che Cina e India faranno la parte del leone in questo momento, aumentando le proprie quote di oltre il 6 per cento. L'Italia, complessivamente, continuerà a mantenere, seppure leggermente ridotto, il proprio 3 per cento. Ciò che però dobbiamo sottolineare è che, per quanto le economie di Cina e India aumenteranno il proprio peso, non si tocca completamente il problema delle valute, valute come quella cinese e indiana che non sono liberamente convertibili sul mercato e, quindi, seppure il peso di queste economie aumenta e si riflette nelle quote, non abbiamo un'equivalente apertura dal lato monetario e, quindi, la possibilità di aprire ad una vera e propria concorrenza tramite la fluttuazione delle monete.
Comunque è un atto che, insomma, come maggioranza appoggiamo interamente, credo che dobbiamo andare avanti. Apre anche la strada ad una considerazione post Trattato di Lisbona: l'Unione europea esiste nel senso che acquista personalità giuridica e, in quanto tale, si può cominciare un processo per cui i Paesi europei potrebbero rinunciare alle proprie singole quote e conferirle all'Unione europea in quanto tale e, quindi, con il 35 per cento delle quote, l'Unione europea avrebbe la possibilità di avere un sostanziale diritto di veto, cosa che oggi è, in realtà, appannaggio solo degli Stati Uniti. Per cui l'importanza di questo provvedimento è assolutamente evidente e va al di là del mero aumento delle quote.
Il Popolo della Libertà appoggia con convinzione la ratifica di questo Trattato e annuncia il proprio voto favorevole.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 4589)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale. Pag. 17
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 4589, già approvato dal Senato, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Sposetti, Mondello, Romele, Cesaro, Bellotti, Polledri, Lusetti, Pelino...
Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(S. 2739 - Modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale e quattordicesimo aumento generale delle quote derivanti dalla risoluzione del Consiglio dei Governatori del Fondo n. 66-2 del 15 dicembre 2010) (4589):

(Presenti e votanti 505
Maggioranza 253
Hanno votato
504
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Samperi, Trappolino, Di Cagno Abbrescia, De Pasquale e Di Vizia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 4590 (ore 12).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4590)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, anche per questo provvedimento avevo preannunciato il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori con due sole osservazioni. La prima, alla quale in qualche modo aveva risposto il relatore ma non il Governo, riguardava il fatto che si è intervenuti sull'utilizzo delle moto d'acqua e dei mezzi assimilabili vietandolo nelle acque svizzere dei laghi Maggiore e di Lugano ma non anche nella parte italiana. Non si capisce perché si debba avere attenzione ambientale soltanto alla parte superiore dei nostri due laghi e non anche alle coste italiane. L'altro aspetto è che questi Scambi di Note tra la Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero è stato fatto il 24 settembre 2010, giusto un anno fa, in contemporanea ad una precisa richiesta del nostro collega, l'onorevole Antonio Borghesi, al Ministro Tremonti. La domanda di Borghesi era la seguente: perché non si fa un accordo con la Svizzera per favorire il rientro dei capitali o quanto meno tassarli, sull'esempio di altri accordi che hanno fatto la Germania ed altri ancora e come si appresta a fare la stessa Grecia? Risposta del Ministro dell'economia e delle finanze: un Paese serio non fa un accordo con un paradiso fiscale. Orbene, questa ne è la riprova: o non eravamo seri un anno fa o non lo siamo in questo momento, andando a ratificare comunque questo accordo con un paradiso fiscale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo brevemente, perché questo Scambio di Note va a superare e sanare la Convenzione del 1992, durante la cui vigenza le innovazioni introdotte nella disciplina italiana della nautica da diporto praticamente avevano messo nella condizione i dipartisti di trovarsi fermati dalle autorità svizzere con conseguenti multe e sanzioni notevoli. Quindi lo Scambio ha armonizzato le innovazioni introdotte nella nostra disciplina della nautica da diporto con la disciplina svizzera e quindi ha sanato, al di là degli altri motivi, un rapporto credo costante e quotidiano per molte persone che fanno diporto sui due laghi Maggiore e di Lugano. Anche questo provvedimento non prevede nessun Pag. 18onere per la finanza pubblica per cui anche su di esso c'è il voto favorevole dell'Unione di Centro per il Terzo Polo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastore. Ne ha facoltà.

MARIA PIERA PASTORE. Signor Presidente, gli accordi con la Svizzera sulla navigazione sui laghi Maggiore e di Lugano risalgono agli anni Novanta e rappresentano un'area di intensa collaborazione più che positiva tra i due Paesi rispetto ad altri elementi di tensione che si sono verificati soprattutto in materia fiscale e finanziaria. Le Note di aggiornamento alla Convenzione sono dovute principalmente al fatto che nel nostro Paese sono state introdotte nuove normative sulla nautica da diporto, ad esempio per quanto riguarda la patente nautica, alle quali gli accordi devono essere armonizzati.
Si tratta quindi di fare in modo che ci sia una maggiore sicurezza per i natanti, ma anche per coloro che guidano i mezzi da diporto. Con autentico spirito collaborativo, nella procedura di riforma sono state coinvolte oltre alla Commissione mista italo-svizzera, già prevista nella Convenzione vigente, anche le regioni Piemonte e Lombardia, che si affacciano sui laghi. Quella con la Svizzera è una collaborazione importante, posto che il Lago Maggiore e le sue sponde continuano a confermare una forte presenza turistica dovuta alle bellezze naturalistiche, paesaggistiche, a importanti testimonianze storiche, ad una sempre continua tradizione enogastronomica e culturale. Ma questa collaborazione deve essere tesa, in generale, anche a incentivare maggiormente il turismo, a far ripartire un'economia che, insomma, la crisi non ha risparmiato. È una collaborazione poi utile anche in prospettiva visti i progetti importanti che ci sono, ad esempio per la navigazione del fiume Ticino. Quindi la Lega Nord conferma il voto favorevole, posto che questo provvedimento non comporta oneri a carico dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Narducci. Ne ha facoltà.

FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in premessa vorrei dire che i rapporti tra Italia e Svizzera sono storicamente caratterizzati da una lunga serie di Accordi in tantissime materie, e non poteva essere diversamente visto che soltanto nel dopoguerra in Svizzera c'è stata una turnazione di oltre due milioni di cittadini italiani che hanno lavorato in quel Paese. Quindi è evidente che c'è una intensità di rapporti che riguarda moltissimi aspetti. La Svizzera è l'unico Paese al mondo che ha la lingua italiana tra le proprie lingue nazionali. Anche questo Accordo tra la Svizzera e l'Italia, che si inserisce in un contesto ad altissimo sviluppo e che riguarda la navigazione sul lago Maggiore e sul lago Lugano, credo che abbia un'importanza di rilievo, anche perché la legislazione, la normativa precedente in materia è stata superata dalle innovazioni introdotte soprattutto da parte italiana nel nostro ordinamento, dalla nuova disciplina della nautica da diporto, che tra l'altro ha abolito l'obbligo di conseguire la patente nautica quando si tratta di condurre natanti da diporto con motore di potenza inferiore a 30 kilowatt.
Per regolare questa complessa materia lo strumento che è stato adottato è quello dello Scambio di Note tra la Confederazione elvetica e l'Italia, adeguando tra l'altro queste norme alla disciplina internazionale per quanto riguarda l'attuazione della medesima. Infatti, per la navigazione nelle acque territoriali dei due Stati contraenti i natanti di lunghezza superiore a 2,5 metri dovranno essere muniti di documenti di bordo e dei contrassegni previsti dal regolamento internazionale allegato alla vecchia Convenzione. Ora, io credo che in questa dichiarazione di voto del Partito Democratico si intende sostanzialmente evidenziare e sottolineare alcune modifiche importanti che riguardano la navigazione nautica in quelle acque territoriali: per Pag. 19esempio la patente nautica per la navigazione nell'altro Stato contraente a bordo di natanti con potenza superiore a 30 kilowatt, mentre la precedente la prevedeva praticamente per natanti di propulsione superiore a 8 kilowatt, e riguardava anche quelli a vela qualora la superficie velica superasse i 15 metri quadrati. Ora si tratta evidentemente di norme di complessa applicazione perché - come detto nella relazione introduttiva - la legge precisa che la Svizzera non ha ritenuto di applicare ai propri cittadini le nuove norme, e dunque esse valgono soltanto per i cittadini di uno dei due Stati nelle acque di pertinenza dell'altro Stato.
Credo che questo è un punto un po' debole del presente accordo fondato su uno Scambio di Note poiché, intanto, bisogna sottolineare che la Svizzera non ha proceduto ad adeguare le proprie norme dell'ordinamento interno, benché sia un Paese che fa parte dell'Accordo di Schengen. Ritengo condivisibili le norme che sono volte, invece, a ridurre il moto ondoso e a disciplinare l'utilizzo delle cosiddette moto d'acqua. Questo è uno degli aspetti un po' controversi, ma che va sicuramente nella direzione giusta. Penso non si debbano confondere accordi di questo tipo, che sono rivolti a facilitare le attività sul lago Maggiore e sul lago di Lugano, con le complesse partite che erano state evocate, sottolineate ed evidenziate anche nel dibattito sulle linee generali di lunedì. Devo dire che ho apprezzato l'intervento del sottosegretario Craxi che ha ristabilito alcune questioni, anche rispetto al tempo, come era stato sollecitato in un ordine del giorno approvato dal Parlamento, su questa vicenda dell'accordo fiscale con la Svizzera. Si tratta di due accordi, quello sulla doppia convenzione fiscale e quello sulla euroritenuta.
Signor Presidente, per concludere occorre considerare che vi sono anche altri aspetti: posti di lavoro, 50 mila frontalieri e, soprattutto, l'esportazione di servizi temporanei, dalla Lombardia verso la Svizzera, che consentono a oltre 4 mila piccole imprese di esportare servizi in Svizzera e che, in questo momento, sono bloccati perché non decolla o non parte il presente negoziato che, invece, questa mattina, qui, è stato illustrato in termini abbastanza positivi. Per tutte queste ragioni, signor Presidente, il Partito Democratico voterà a favore del presente accordo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, il gruppo del Popolo della Libertà voterà a favore di questo provvedimento che è teso sia ad aumentare la sicurezza per chi naviga sui due laghi, sia a preservare meglio l'ecosistema, secondo quanto previsto dalla Convenzione di Helsinki sulla protezione delle acque interne. È già stato particolarmente evidenziato il contenuto dei due Scambi di Note che riguardano norme relative a patenti nautiche, contrassegni, disposizioni sulla circolazione, certificati internazionali e, soprattutto, al divieto di utilizzo di moto d'acqua e, conseguentemente, anche ad una maggiore accuratezza per limitare i moti ondosi. Credo, quindi, che, alla luce degli obiettivi di maggior sicurezza e di preservazione dell'ambiente, le norme contenute nel provvedimento vadano nella direzione giusta. Si tratta di applicarle correttamente, anche laddove queste norme appaiono farraginose e di complessa possibilità interpretativa. Ad esempio, per quanto riguarda i comuni italiani rivieraschi, ad oggi essi sono costretti a ricorrere ad un farraginoso sistema per ovviare alla differente disciplina sull'obbligo di targa per i natanti. Un provvedimento, quindi, che ha questa complessità, però va nella direzione giusta e si tratta di fare in modo che tutto ciò che è alla base di questo provvedimento possa essere applicato correttamente per arrivare ad una maggiore Pag. 20sicurezza e ad una migliore preservazione dell'ambiente (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, semplicemente per ricordare come la ratifica di questi Accordi tra Italia e Svizzera ci consentono di riportare all'interno del dibattito politico dell'Aula la necessità impellente che più volte il gruppo della Lega ha sottolineato di rilanciare i rapporti bilaterali sia da un punto di vista fiscale sia da un punto di vista lavorativo tra l'Italia e la Confederazione elvetica.
Vorrei ricordare come in quest'Aula, il 7 giugno scorso, è stata approvata una mozione su sollecitazione del gruppo della Lega in merito ad alcune questioni pendenti tra lo Stato italiano e la Confederazione elvetica, in modo particolare per quanto riguarda il problema e la tutela dei lavoratori frontalieri.
Vorrei ricordare che oggi ci sono qualcosa come cinquantamila lavoratori italiani che prestano attività lavorative in Svizzera provenienti in modo particolare dalle province di Como, di Sondrio e di Varese. Quindi c'è la questione di voler tutelare e garantire questi lavoratori. C'è il problema del mantenimento da parte del Governo italiano della Svizzera nella black list determinando e causando alle imprese e al territorio elvetico tutta una serie di problemi. C'è il problema dei ristorni cioè dei soldi che vengono riconosciuti e le risorse che vengono riconosciute ai comuni di confine a seguito di una Convenzione del 1974...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Molteni.

NICOLA MOLTENI. Quindi chiediamo al Governo, e al Ministro Tremonti in modo particolare, di farsi carico di rilanciare con un tavolo di concertazione il problema dei frontalieri e del rapporto tra Italia-Svizzera (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 4590)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 4590, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Rosato, ha votato? Non mi sono accorto nella votazione precedente che le stavano sostituendo l'apparecchio e, quindi, non ha potuto votare. Onorevole Orlando... onorevole Tanoni... onorevole D'Amico... onorevole Zinzi... onorevole Orlando... onorevole Repetti... onorevole Froner... onorevole D'Amico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(S. 2741 - Ratifica ed esecuzione degli Scambi di Note tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero relativi alla modifica della Convenzione per la navigazione sul Lago Maggiore e sul Lago di Lugano, con allegati, del 2 dicembre 1992, effettuati a Roma il 23 luglio ed il 24 settembre 2010) (Approvato dal Senato) (4590):
(Presenti 514
Votanti 513
Astenuti 1
Maggioranza 257
Hanno votato
513).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

Pag. 21

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 4591 (ore 12,15).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4591)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, anche in questo caso nessuna difficoltà da parte del gruppo dell'Italia dei Valori ad esprimere un voto favorevole alla ratifica di questo Accordo di cooperazione in materia culturale, salvo una sottolineatura, un'esigenza che vogliamo qui manifestare. Anche in questo Paese, il Kuwait, sebbene risulti essere collocato al primo posto tra i Paesi del Golfo per il rispetto della libertà di stampa e di informazione, comincia ad arrivare timidamente la brezza della «primavera araba» visto che il partito Ummah ha invitato la gente a scendere nelle strade, lo scorso 16 settembre, per chiedere la realizzazione di vere riforme politiche.
Vorremmo che anche sulla base di questo Trattato rimanesse costante, attenta, vigile la partecipazione del nostro Paese a sostegno di una nuova stagione di democrazia e di diritto anche in quella realtà.

PRESIDENTE. La ringrazio anche per la sintesi, onorevole Evangelisti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà. Lei sarà certamente...

ANGELO COMPAGNON. Se poi me lo chiede lei, signor Presidente, sarò brevissimo. Quindi anche da parte nostra ovviamente una valutazione positiva. Questo è un accordo bilaterale con un Paese molto importante. Tocca settori importanti come quello culturale, scientifico, tecnologico, quello dell'istruzione. Quindi evidentemente è tutto un interesse anche per la promozione dell'immagine del nostro Paese.
L'unica nota negativa secondo me, ritenendo questo accordo estremamente utile al nostro Paese, è che si sia aspettato, dato che è stato stipulato nel Kuwait il 7 dicembre 2005 e si è arrivati al 2011. Questo è l'elemento che dovrebbe farci accelerare almeno i tempi, che sono soprattutto nel nostro interesse. Sull'Accordo in esame comunque, come anche su tutti gli altri, preannunzio il voto favorevole del gruppo dell'Unione di Centro per il Terzo Polo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, nell'annunciare il voto favorevole della Lega Nord sull'Accordo in esame, che è un Accordo di contenuto analogo a molti sottoscritti in campo culturale con altri Paesi, richiamo, come diceva il collega Compagnon, l'opportunità di procedere con queste ratifiche con maggiore celerità, visto che come si diceva questo Accordo risale al 2005. Dal 2005 al 2011: sei anni per portare all'esame prima del Senato e poi della Camera un Accordo che in materia di cooperazione ha un fondamento molto serio, perché si tratta di un Accordo bilaterale con un Paese un po' lontano dai nostri schemi culturali, ma che comunque è un Paese con cui abbiamo bisogno di dialogare.
Abbiamo visto che negli articoli, ad esempio per quanto riguarda la cooperazione nel campo della cultura e delle belle arti, vi è anche tutta una serie di questioni per quanto riguarda la prevenzione e la repressione del commercio illegale di opere d'arte e di beni culturali tutelati appunto da leggi e da regolamenti internazionali. Questa è una cosa molto valida, perché sappiamo benissimo che non solo con il Kuwait, ma anche con altri Paesi, la questione del commercio illegale è molto pesante. Pag. 22
Poi vi è tutta una serie di altre questioni nel campo della cooperazione per quanto riguarda l'istruzione, sia secondaria sia accademica, e per quanto riguarda anche la ricerca scientifica e tecnologica, che potrebbe dare ottimi risultati.
L'impegno finanziario è un po' consistente, dato che si parla di circa 240.000 euro per ciascuno degli anni 2011, 2012 e 2013, quindi coloro che saranno chiamati - associazioni, ONG o quant'altro - a portare questa cooperazione, spero che possano poi avere dei risultati validi. Comunque, come detto, preannuncio il voto favorevole della Lega Nord.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Touadi. Ne ha facoltà.

JEAN LEONARD TOUADI. Signor Presidente, annunciando ovviamente il voto favorevole del Partito Democratico, vorrei sottolineare quant'è importante il fatto che questo accordo si basi su una collaborazione scientifica e culturale con un Paese della penisola arabica, con un Paese del Golfo Persico. Se c'è qualcosa che dobbiamo imparare dalla «primavera araba» è che non conosciamo a sufficienza questi Paesi, non conosciamo la loro cultura, non conosciamo i reperti archeologici che hanno, il loro sistema di informazione. Quindi questo Accordo va al di là degli accordi economici basati principalmente sul petrolio con il Kuwait e va nella direzione di intensificare i rapporti euromediterranei anche dal punto di vista della cultura, perché poi che cos'è il Mediterraneo se non questo grande aggregato di culture e di tradizioni che nel corso dei secoli hanno avuto rapporti intensi?
Il Kuwait poi è importante per la sua posizione geostrategica. Ricordo ai colleghi che la guerra dell'Iraq prende le mosse proprio dall'invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein. È un Paese importante negli equilibri regionali e quindi questo accordo è benvenuto. Vorrei solo sottolineare una criticità: per Freedom House il Kuwait è uno Stato semilibero, non in possesso dello status di democrazia elettorale e dal punto di vista della democrazia questo regime è definito regime autoritario.
L'auspicio, visto che l'Accordo comporta anche uno scambio d'informazioni, è che possa aiutare l'implementazione delle riforme in questo Paese in direzione di un'apertura politica, che è necessaria per la stabilità di tutto il Mediterraneo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Picchi. Ne ha facoltà.

GUGLIELMO PICCHI. Signor Presidente, considerato l'ampio dibattito in Commissione e l'ottima relazione del relatore Pianetta, verificando, ancora una volta, l'importanza di questo Accordo per la presenza italiana nell'area del Golfo, annuncio il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 4591)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 4591, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Abrignani... onorevole Brandolini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(S. 2742 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia culturale, scientifica, tecnologica e nei settori dell'istruzione e dell'informazione fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo Pag. 23dello Stato del Kuwait, fatto a Kuwait il 7 dicembre 2005) (Approvato dal Senato) (4591):
(Presenti 494
Votanti 493
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato
493).

Prendo atto che i deputati Graziano, Servodio e Cuomo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Sull'ordine dei lavori (ore 12,25).

ENRICO GASBARRA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO GASBARRA. Signor Presidente, mi scuso con lei e con i colleghi, ma leggiamo adesso dalle agenzia di stampa che, a causa del nubifragio di questa mattina nella nostra città, il sito Internet di la Repubblica riporta la notizia secondo la quale sarebbero morte due persone.
Credo che quest'Assemblea debba esprimere le condoglianze alle famiglie e, soprattutto, debba riflettere su come sia possibile che, nel 2011, a causa di un nubifragio di medie dimensioni, normale, questa mattina, un'intera città - la capitale - sia rimasta paralizzata, con disagi, danni e disastri, e se sia normale che avvenga questo.
Non entro nella polemica della gestione di un'amministrazione di colore politico diverso dal mio, ma entro nella riflessione che, credo, il Parlamento debba svolgere quando, nelle manovre finanziarie, taglia i fondi alle amministrazioni comunali, rovinando, quindi, la vita delle persone, fino alla morte con una semplice pioggia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

MAURIZIO BIANCONI. Vergogna!

ARMANDO DIONISI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, per cortesia.

ARMANDO DIONISI. Signor Presidente, intervengo solo per essere vicino alle famiglie di chi ha perso la vita - una all'Infernetto e forse una a Casalpalocco -, questa mattina, a causa del nubifragio.
È una città paralizzata ancora adesso, in questo momento, con i servizi pubblici che faticano a riattivarsi. Probabilmente, è stato un nubifragio di grandi dimensioni, ma non dobbiamo dimenticarci che, per evitare tutto ciò, bisognerebbe fare manutenzione e, soprattutto, la pulizia dei tombini (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo), in modo da non creare alla città i disagi a cui abbiamo assistito oggi. Inoltre, per oggi pomeriggio, è preannunciato un ulteriore aggravamento della situazione. Pertanto, invitiamo le istituzioni - dal comune di Roma, alla regione, alla Protezione civile - ad evitare che oggi possano ripetersi eventi come quelli di questa mattina (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, ovviamente ci associamo al dolore delle famiglie colpite da questi gravi lutti, ma riteniamo anche che l'intervento che è stato fatto in quest'Aula sia veramente un intervento di sciacallaggio (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà). Vorrei solo ricordare a chi è intervenuto, che la responsabilità nella gestione di un sistema Pag. 24fognario non può essere ricercata nei due giorni antecedenti, ma nei vent'anni precedenti, e credo che due file sotto di lui, vi sia chi ha responsabilità importanti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

ROBERTO MORASSUT. Vergognati!

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Inoltre, vi sono più di 8 mila comuni in questo Paese: l'ultimo che può dire qualcosa sui fondi è proprio il comune di Roma (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. L'Assemblea e la Presidenza esprimono il cordoglio alle famiglie dei cittadini romani scomparsi. Credo che questo sia quello che oggi dobbiamo fare ed è anche il segno e la testimonianza del valore di un'istituzione come questa. Il dibattito politico ci sta, ma lo lascerei ad un altro luogo e ad un altro momento (Applausi).

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 4592 (ore 12,30).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4592)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, l'Accordo che stiamo per ratificare è un classico nelle relazioni tra gli Stati. Si tratta di un Accordo di mutua assistenza amministrativa e cooperazione in materia doganale, ed è stato fatto a Roma il 15 dicembre 2009, come altri della stessa serie e della stessa materia.
Confermo, pertanto, il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori per una celere ratifica di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, quando di solito si discutono queste ratifiche vi è molta disattenzione e si vuole procedere molto velocemente per terminare la seduta. In effetti, se poi si vanno a leggere nel dettaglio, vi sono aspetti molto interessanti, importanti e, soprattutto, utili per il nostro Paese.
Questo è un Accordo di cooperazione doganale che tratta alcuni argomenti che interessano certamente tutti - motivo per cui è fondamentale che venga ratificato - come, ad esempio, gli obblighi internazionali in ordine ai traffici di stupefacenti.
Sappiamo quanto gli stupefacenti incidano sulla società (Il deputato Polledri si avvicina ai banchi dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Compagnon. Che succede (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Onorevole Polledri... Onorevole Polledri... Onorevole Polledri, torni al suo posto. Onorevole Polledri, la sto richiamando (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Onorevole Polledri, vada al suo posto.
Prego, onorevole Compagnon, prosegua.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, speriamo così di «svelenire» un po' il clima (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

SANDRO GOZI. È un deputato, non è un black bloc! Signor Presidente, sospenda la seduta!

PRESIDENTE. Onorevole Polledri, se va avanti, sarò costretto, ovviamente, a chiederle di lasciare l'Aula. Torni al suo posto e continuiamo.
Prego, onorevole Compagnon, prosegua.

Pag. 25

ANGELO COMPAGNON. Come dicevo, sappiamo cosa producono gli stupefacenti nei giovani e nella società. Anche con riferimento alla protezione dei beni culturali - che per l'Italia sono importantissimi e fondamentali - o al controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi, è importante che questi accordi vengano stipulati e fatti rispettare. Per tale motivo, dichiaro il voto favorevole del gruppo dell'Unione di Centro per il Terzo Polo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, questo è un accordo tipico per quanto riguarda la mutua assistenza amministrativa e la cooperazione in materia doganale, in quanto lo abbiamo già utilizzato con altri Paesi. Esso mira essenzialmente a garantire il rispetto della normativa doganale e a prevenire le infrazioni.
In ragione di queste ultime, naturalmente, sono necessari scambi di informazioni volti ad evitare tali infrazioni su tutta una serie di questioni molto importanti: dalla questione delle armi, munizioni e materiale esplosivo, ai rifiuti pericolosi e agli stupefacenti.
Vi è tutta una serie di questioni che, guarda caso, attengono generalmente a scambi tra i Paesi. Allora, l'elemento maggiormente positivo è l'obiettivo di armonizzare e semplificare le procedure doganali appunto per garantire la sicurezza nella catena logistica internazionale. La copertura finanziaria è modesta e, quindi, il gruppo della Lega Nord Padania voterà a favore della ratifica di questo Accordo tra Italia e Giappone.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Narducci. Ne ha facoltà.

FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente, gli animi sono ancora un po' eccitati.

PRESIDENTE. No, sono tranquilli adesso, onorevole Narducci, può proseguire.

FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente, brevissimamente vorrei illustrare alcune note per motivare il voto favorevole del Partito Democratico su questo Accordo in materia di collaborazione amministrativa nel settore doganale; accordo, tra l'altro, compatibile con l'ordinamento comunitario poiché disciplina a livello intergovernativo aspetti in materia doganale.
Vorrei sottolineare che stiamo parlando del Giappone, Paese che ha una rilevanza economica notevole nel nostro sistema ed è una delle potenze mondiali in campo industriale ed economico. Soltanto l'anno scorso, per la prima volta, è stato superato dalla Cina come volume del prodotto interno lordo.
Lo dicono i dati: nei primi sei mesi di quest'anno, l'ICE ci dice che il nostro Paese resta il terzo fornitore europeo con un valore pari a oltre tre miliardi di euro, mentre le esportazioni nipponiche in Italia hanno avuto una contrazione, il che ha portato ad un saldo attivo nella bilancia commerciale a favore del nostro Paese.
Con questo Accordo si garantisce la sicurezza della catena logistica internazionale, si introduce l'obbligo dello scambio di informazioni e dell'assistenza su richiesta spontanea; insomma tutti quegli aspetti, e quegli elementi, signor Presidente, onorevoli colleghi, che servono a dare norme e disciplina al commercio internazionale nel quadro di una globalizzazione che diventa sempre più espansiva. Il Partito Democratico voterà a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, cari colleghi, gli scambi commerciali tra l'Italia e il Giappone sono buoni e in questo momento sono anche favorevoli all'Italia. Questo Accordo che ci accingiamo a votare può contribuire ulteriormente Pag. 26ad incrementare questi scambi in quanto definisce un quadro giuridico appropriato per l'istituzione di idonee forme di collaborazione amministrativa nel settore doganale. Questo è l'obiettivo e senz'altro, attraverso questo Accordo, siamo convinti che miglioreremo gli scambi tra i nostri due Paesi.
Per questo annuncio il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 4592)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 4592, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sbai, Lisi, Sposetti, Savino, Vaccaro, Mereu, Zinzi, Traversa, Fontanelli, Zampa, Cavallaro....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(S. 2743 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Giappone di mutua assistenza amministrativa e cooperazione in materia doganale, fatto a Roma il 15 dicembre 2009) (Approvato dal Senato) (4592):

(Presenti e votanti 502
Maggioranza 252
Hanno votato
502).

Prendo atto che i deputati Piffari, Cesare Marini e Sereni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 4564 (ore 12,40).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4564)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, sarò breve. Questo con il Canada - per il nostro Paese, come Stato membro dell'Unione europea - è un Accordo molto importante sulla liberalizzazione dei trasporti aerei. Pertanto, preannunzio il voto favorevole del gruppo Italia dei Valori.

PRESIDENTE. Prego i colleghi di rimanere al proprio posto, perché votiamo subito.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, è strano che ancora nel 2011 vi siano disposizioni che limitano i diritti delle compagnie aeree delle due parti. Pertanto, questo Accordo è benvenuto, dato che soprattutto va a favore della tutela della sicurezza dei voli e della concorrenza.
Per questo, quindi, preannunzio il nostro voto favorevole e facendo felice lei, signor Presidente, concludo il mio intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Desiderati. Ne ha facoltà.

Pag. 27

MARCO DESIDERATI. Signor Presidente, svolgerò un solo intervento, sia per questo provvedimento sia per il successivo.
Evidentemente, il giudizio della Lega Nord Padania non può che essere positivo su questi provvedimenti, che istituiscono uno spazio aereo liberalizzato tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e il Canada e la Georgia.
Signor Presidente, se mi consente vorrei svolgere una piccola riflessione. Tutti gli studi di settore del trasporto aereo ci dicono che l'Italia ha un potenziale di nuovi passeggeri, nel prossimo decennio, di circa 100 milioni. 100 milioni di nuovi passeggeri in Italia vogliono dire, secondo le stime, 100 mila posti di lavoro, mille ogni milione di posti passeggeri. Tuttavia, vi è un dato di fatto. La nostra ex compagnia di bandiera non sta ordinando nuovi velivoli. Ha acquisito dei velivoli di piccolo raggio che, evidentemente, non saranno sufficienti a coprire le esigenze e le richieste del mercato e, quindi, è chiaro che dovremo guardare anche all'estero e dovremo rivolgerci ad altre compagnie.
È su questo punto, signor Presidente, che ribadendo la soddisfazione della Lega sulla ratifica di questi provvedimenti, chiedo a lei e al Governo, in particolare, una sensibilità più spiccata all'apertura e alla liberalizzazione dei mercati. Non credo che siamo nella condizione di perdere nessuna occasione. Dunque, non perdiamo neanche questa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Touadi. Ne ha facoltà.

JEAN LEONARD TOUADI. Signor Presidente, poche osservazioni per sottolineare che questo Accordo, alla fine, pone il Canada e gli Stati Uniti nello stesso statuto giuridico e prosegue quello sforzo di unificazione degli Accordi, dettati dalle sentenze del 2000 della Corte europea di giustizia.
Aggiungo solo che, considerando la grande e importante comunità italiana in Canada, questo Accordo, molto probabilmente, agevolerà anche loro nei rapporti con l'Italia e con l'Europa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, brevissimamente per dire che questo Accordo va nella direzione giusta. Desidero soltanto sottolineare l'importanza dell'attuazione di estendere il progetto «Cielo unico europeo», perché il sistema dei trasporti aerei prevede la movimentazione di oltre 35 miliardi di euro entro i prossimi vent'anni e la gestione del traffico europeo rappresenta il maggiore investimento attualmente in agenda.
Quindi, «Cielo aperto» ha l'obiettivo di finalizzare i tempi e i costi, attraverso rotte più brevi e attraverso la riduzione dei tempi di attesa in fase di decollo e di atterraggio. Pertanto, dobbiamo augurarci di lavorare affinché vi siano anche delle positive ricadute industriali ed economiche di questo progetto sul sistema Italia.
Dunque, preannunzio il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, sarò telegrafico. Visto che prima sono stato un po' polemico per quanto riguarda la ratifica dell'accordo con la Giordania e i tempi di questa ratifica, è giusto dare atto al Governo che queste due ratifiche - sia quella concernente l'accordo con il Canada, che quella relativa all'accordo con la Georgia, la prima del 2009 e la seconda del 2010 - hanno notevolmente accorciato i tempi di ratifica.
Pertanto, è giusto dare merito al Governo di aver notevolmente accorciato i tempi.

Pag. 28

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 4564)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 4564, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Girolamo, Casini, Ria, Granata, Rampelli, Concia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui trasporti aerei tra il Canada e la Comunità europea e i suoi Stati membri, con Allegati, fatto a Bruxelles il 17 dicembre 2009) (4564):
(Presenti e votanti 503
Maggioranza 252
Hanno votato
503).

Prendo atto che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 4565.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4565)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo soltanto per confermare il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori. Le motivazioni erano già state illustrate durante la discussione sulle linee generali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, confermo il voto favorevole del mio gruppo perché questo trattato, sulla falsariga di quello con il Canada, risponde all'esigenza di liberalizzare l'accesso al mercato.
Per cui mi rifaccio all'intervento precedente, confermando il voto favorevole del mio gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Touadi. Ne ha facoltà.

JEAN LEONARD TOUADI. Signor Presidente, questa ratifica merita due parole. Si tratta di un Paese, la Georgia, con una transizione politica difficile, che si sta avviando lentamente verso un'integrazione sempre più compiuta dal punto di vista politico ed economico con il resto dell'Europa. Penso che questo accordo avvii una normalizzazione dello spazio aereo dei Paesi ex appartenenti all'Unione sovietica in quanto attiene alla sicurezza aerea, alla tutela dei consumatori ed alla gestione del traffico.
Sappiamo bene che gli standard tecnici di volo e di tutela dei consumatori tra l'Europa occidentale e l'Europa dell'est non sono ancora omogeneizzati e questo accordo permetterà - o almeno lo speriamo - che anche questi Paesi possano in qualche modo adeguare i loro standard sia dal lato dei consumatori, sia da quello della tecnica e della sicurezza del volo a quelli dei Paesi occidentali. Tale accordo contribuisce comunque a quel grande progetto di spazio aereo liberalizzato Open Sky che è uno dei punti cardine dei progetti dell'Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 29

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, già in sede di discussione sulla linee generali - dopo l'ampia relazione del relatore Picchi - abbiamo affrontato e sviscerato questo tema così importante e quindi non mi rimane che confermare il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 4565)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 4565, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Giorgetti, Granata, Pizzolante, Traversa, Sposetti, Servodio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Georgia, dall'altro lato, con Allegati, fatto a Bruxelles il 2 dicembre 2010) (4565):

(Presenti e votanti 490
Maggioranza 246
Hanno votato
490).

PRESIDENTE. Come da intese intercorse, dovremmo a questo punto sospendere la seduta che riprenderà alle 15,30 per lo svolgimento di interpellanze urgenti.

Sull'ordine dei lavori (ore 12,50).

MARIO LOVELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, vorrei comunicare a lei e all'Aula, perché se ne faccia interprete nei confronti del Governo, il fatto che si sta determinando una situazione preoccupante nel settore dei servizi ferroviari legati ai trasporti notturni di Trenitalia Spa a causa della ristrutturazione di questi servizi che Trenitalia Spa ha messo in campo e che sta causando, oltre alle disfunzioni per gli utenti che ovviamente si servono di questi servizi che, fra l'altro, ricordo, rientrano nel perimetro dei servizi di utilità sociale, anche delle ripercussioni per quanto riguarda le società che lavorano in appalto per il servizio ferroviario notturno. A questo proposito è in atto proprio oggi una manifestazione con presidio davanti alla sede delle Ferrovie dello Stato in cui viene denunciata la possibilità che nei prossimi giorni, entro dicembre, si registri addirittura un migliaio di licenziamenti nelle società che svolgono questo tipo di servizio per Trenitalia Spa, nell'ambito del servizio ferroviario notturno.
Si tratta di un fatto che avrebbe delle ripercussioni sociali molto forti. Fra l'altro proprio ieri su questo la mia regione, la regione Piemonte, ha ricevuto una delegazione di questi lavoratori ed ha preso posizione a difesa del posto di lavoro.
Chiedo che il Governo, in particolare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per le loro competenze, riferiscano in merito e a tal proposito faccio notare all'Aula che ho già chiesto in Commissione trasporti che questo avvenga urgentemente. Quindi ribadisco l'auspicio affinché, il Governo e la società Ferrovie dello Stato rendano un chiarimento al Parlamento su quello che sta succedendo perché ne vanno di mezzo i servizi per gli utenti del trasporto ferroviario notturno e i posti di lavoro per molti lavoratori che Pag. 30operano in questo settore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAOLA FRASSINETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI. Signor Presidente, con questo intervento vorrei sollecitare l'esame della proposta di legge da me presentata il 20 ottobre dell'anno scorso per l'istituzione del giorno del ricordo della strage dei piccoli martiri di Gorla.
Oggi a Milano si celebra come tutti gli anni il ricordo di questi centonovantaquattro bambini della scuola elementare Crispi, morti sotto un bombardamento americano nel 1944. Questa ricorrenza, purtroppo dimenticata ancora da troppi, nella scuola diverrebbe l'occasione non solo per ricordare con memoria condivisa questo eccidio ma anche per parlare della sicurezza nelle scuole e negli edifici scolastici, un momento di riflessione molto importante perché ancora adesso purtroppo per motivi diversi da quelli bellici abbiamo avuto delle vittime all'interno delle scuole.
Sollecito quindi l'avvio dell'iter di questa proposta e oggi che è 20 ottobre credo sia importante ricordare questi duecento bambini morti (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sospendiamo la seduta, che riprenderà alle 15,30.

La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 15,35.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Belcastro, Bernini Bovicelli, Brugger, Brunetta, Caparini, Gianfranco Conte, Crosetto, D'Alema, D'Ippolito Vitale, Dal Lago, Della Vedova, Fava, Franceschini, Garavini, Genovese, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Granata, Laboccetta, Marchi, Martini, Mecacci, Messina, Misiti, Moffa, Angela Napoli, Nucara, Andrea Orlando, Paolini, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Stucchi, Tassone e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori (ore 15,37).

FRANCESCO TEMPESTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per chiedere al Governo di venire al più presto in Aula per dirci quello che sa sulla morte del colonnello Gheddafi. Le notizie di agenzia che abbiamo sono ancora frammentarie e ci dicono, con certezza, che il corpo del colonnello Gheddafi starebbe per essere portato a Misurata. Abbiamo elementi molto confusi di ricostruzione su come si sono svolti i fatti da questo punto di vista e dal punto di vista più generale delle prospettive che si aprono nell'immediato nella situazione libica.
Credo che sia opportuno che il Governo venga al più presto in Aula per riferire. Naturalmente - questa è la coda che voglio fare alla mia naturale richiesta di informativa del Governo - questo evento, se, da un punto di vista pratico, chiude la partita, nel senso che, con la chiusura delle ostilità a Sirte, la guerra di Libia molto probabilmente è conclusa, resta il fatto che il Governo nei nostri confronti - parlo del Partito Democratico, ma oserei dire di tutto il Parlamento - è debitore di Pag. 31una reticenza e di una inazione in relazione al modo con il quale in queste settimane la nostra partecipazione alle missioni della NATO, alla missione Unified Protector, è stata gestita.
Abbiamo lamentato, con un'interrogazione parlamentare e con interventi analoghi anche al Senato della Repubblica, l'assoluta reticenza del Governo sul fatto che, a nostro giudizio - lo voglio riconfermare qui - il Governo doveva venire e chiedere una nuova approvazione del Parlamento per la proroga dei tre mesi che sono stati concessi dal Consiglio atlantico alla missione. Ciò non è accaduto. Oggi, probabilmente, questo tipo di ragionamento può apparire, per ragioni pratiche, ormai chiuso. Ci auguriamo, per altro verso, che sia così, nel senso che si chiuda la partita militare in Libia, ma resta il vulnus, a nostro giudizio, della mancata iniziativa rispettosa da parte del Governo delle prerogative del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Tempestini, la Presidenza provvederà a sollecitare il Governo.

GABRIELE CIMADORO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, se possibile, naturalmente anche con il consenso dei colleghi che prima di me sono iscritti a parlare per illustrare i loro atti di sindacato ispettivo, faccio presente che l'interpellanza urgente di cui sono cofirmatario è iscritta per quinta nell'elenco delle interpellanze all'ordine del giorno.
Ho il problema di un'assemblea pubblica in provincia di Bergamo: se riuscisse a far slittare la mia interpellanza o a saltare l'ordine, naturalmente con il consenso dei colleghi, le sarei grato.

PRESIDENTE. Onorevole Cimadoro, prendo atto della sua richiesta, ma ho bisogno della presenza del Governo, del suo consenso, ovviamente, e anche del consenso dei colleghi. Temo di doverle dire che forse sarebbe meglio che lei si preoccupasse di ottenere il consenso degli altri protagonisti della vicenda, dopodiché non avremo alcuna difficoltà a dare corso alla variante da lei richiesta.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, il Governo nella persona di chi?

PRESIDENTE. Il Governo vuole dire il sottosegretario competente, l'onorevole Ravetto in questo caso. Dobbiamo chiederle di cercare di aggregare il consenso necessario a questa delicata operazione. Intanto, ovviamente, procediamo.

Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 15,40).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Rinvio dell'interpellanza urgente Bossa n. 2-01229)

PRESIDENTE. Avverto che, su richiesta dei presentatori e con il consenso del Governo, lo svolgimento dell'interpellanza urgente Bossa n. 2-01229 è rinviato ad altra seduta.

(Elementi e iniziative in merito alla tutela della libertà religiosa, anche con riferimento alla situazione delle minoranze copte nell'ambito della transizione politico-istituzionale in Egitto - n. 2-01225 e n. 2-01239)

PRESIDENTE. Passiamo alle interpellanze urgenti Renato Farina n. 2-01225 e Tempestini n. 2-01239 concernenti elementi e iniziative in merito alla tutela della libertà religiosa, anche con riferimento alla situazione delle minoranze Pag. 32copte nell'ambito della transizione politico-istituzionale in Egitto (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).
Avverto che le interpellanze, vertendo sullo stesso argomento, verranno svolte congiuntamente.
L'onorevole Renato Farina ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01225. Prendo atto che vi rinunzia.
Prendo atto che anche l'onorevole Tempestini rinunzia ad illustrare la sua interpellanza n. 2-01239.
Il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, onorevole Scotti, ha facoltà di rispondere.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, nonostante le importanti tematiche affrontate nelle due interpellanze urgenti in oggetto finiscano per intrecciarsi inevitabilmente, intenderei comunque illustrare la mia risposta in tre parti per favorire maggiore chiarezza. La prima parte verterà sulla tutela della libertà religiosa nel senso più generale, la seconda sulla situazione dei copti in Egitto e la terza sugli sviluppi del processo democratico, sempre in Egitto.
Per quanto riguarda la tutela della libertà religiosa, i ripetuti attentati ai danni di minoranze religiose rappresentano una tendenza che mette in pericolo i principi della libertà di religione e, talvolta, l'esistenza stessa di comunità religiose in alcuni Paesi. I sanguinosi incidenti avvenuti a Il Cairo lo scorso 9 ottobre, a seguito dei quali hanno perso la vita ventisette persone e ne sono rimaste ferite altre trecentotrenta, non fanno, purtroppo, che confermare questa tendenza. Questi fatti vanno inseriti in un contesto di eventi preoccupanti che negli ultimi mesi hanno coinvolto gruppi di minoranze religiose in diversi Paesi, eventi che sembrano mettere in discussione non solo i principi della libertà di religione, ma la stessa esistenza delle comunità cristiane, in particolare, in alcuni paesi mediorientali. Tale quadro preoccupante risulta molto ben riflesso nel rapporto sulle libertà religiose pubblicato dal Dipartimento di Stato americano il 13 settembre scorso. Esprimiamo, quindi, un generale apprezzamento per gli obiettivi generali di tale rapporto.
Come è noto, la libertà religiosa e di culto e la tutela degli appartenenti a minoranze religiose, che non è limitata ad una specifica confessione, né ad una specifica religione nel mondo, ma che negli ultimi tempi sta colpendo soprattutto le minoranze cristiane, costituiscono da tempo una delle principali priorità della politica estera italiana nel campo dei diritti umani. Confortato dalla forte sensibilità che il Parlamento ha sempre dimostrato in materia, il Governo si muove da tempo con determinazione affinché le libertà di religione e di culto e la tutela degli appartenenti a minoranze religiose siano fatte oggetto di una rinnovata attenzione sul piano internazionale e di una azione più efficace da parte di tutte le istanze che possono svolgere un ruolo a questo fine, a cominciare dall'Unione europea.
In ambito europeo, già alla fine del 2009, l'Italia aveva promosso l'adozione da parte del Consiglio di conclusioni sulla libertà di religione. A queste nel giugno 2010 è seguito il piano di azione della task force UE sulla libertà di religione per dare impulso a varie misure di tutela della libertà religiosa da parte dell'Unione europea. Al fine di diffondere, quindi, i punti essenziali e caratterizzanti la posizione europea in materia di libertà di religione, ci siamo anche preoccupati di favorire l'elaborazione di linee guida ad uso, soprattutto, delle delegazioni dell'Unione europea nei Paesi terzi. Il Ministro Frattini ha promosso al Consiglio affari esteri del 21 febbraio scorso, non senza difficoltà, una nuova condanna dell'Unione europea per il crescente numero di atti di intolleranza compiuti ai danni di cristiani e di altre comunità religiosa e dei loro luoghi di culto.
L'Unione europea ha quindi avviato un esercizio di monitoraggio, finalizzato all'elaborazione periodica di un rapporto sullo stato della libertà religiosa nel mondo. Questo risultato contempera le posizioni di tutti i 27 su una questione per Pag. 33noi di massima priorità, ma che richiede equilibrio tra diverse sensibilità, senza però attenuare la gravità né la natura dei fatti, che hanno colpito diverse minoranze religiose nel mondo, in modo particolare quelle cristiane.
Quanto descritto rappresenta una base di partenza, e non certo un punto di arrivo, di un processo al cui sviluppo l'Italia sta continuando a lavorare e che dovrà portare l'Unione europea ad un ancor più efficace coinvolgimento in materia di protezione dei diritti delle minoranze religiose nel mondo. Le immediate dichiarazioni a favore della libertà di culto dell'Alto rappresentante Asthon, dopo gli episodi del 9 ottobre che hanno riguardato i copti in Egitto, rappresentano una conferma di quanto tale tema venga ormai considerato prioritario anche in sede europea.
La nostra azione, peraltro, non si esaurisce a Bruxelles. In ambito Nazioni Unite abbiamo contribuito in modo sostanziale all'adozione della risoluzione contro ogni forma di intolleranza e discriminazione religiosa, promossa dalla stessa Unione europea e adottata dall'Assemblea generale nel dicembre 2010. La risoluzione contiene elementi specifici sull'aumento degli episodi di violenza contro gli appartenenti a minoranze religiose ed il dovere di ogni Stato di esercitare la massima vigilanza per prevenirli e punirne i responsabili.
Analoga iniziativa è stata adottata dal Consiglio dei diritti umani a seguito del rapporto del relatore speciale dell'ONU sulla libertà di religione. Ci auspichiamo, quindi, che anche l'Assemblea generale, che si è aperta qualche settimana fa, possa far segnare ulteriori progressi su questa strada.
Il secondo punto riguarda la situazione dei copti in Egitto. Venendo ora al particolare caso della minoranza copta in Egitto, il Governo, anche alla luce dell'articolato impegno che vi ho appena descritto, non può che esprimere la sua più profonda preoccupazione. Le ripetute tensioni a sfondo religioso sembrano essersi accentuate nel quadro di crescente incertezza e di insicurezza venutosi a formare sulla scia della rivoluzione egiziana.
Gli ultimi scontri innescati dalle manifestazioni di protesta contro la distruzione della chiesa copta ad Assuan, non fanno purtroppo che confermare tale tendenza. Il Governo italiano resta fermamente impegnato a promuovere il rispetto della libertà di culto e la tutela della minoranza cristiana in Egitto. A seguito dell'episodio di domenica 9 ottobre, il Ministro Frattini ha immediatamente espresso la sua costernazione per le violenze, che hanno colpito la comunità copta in Egitto. Ha quindi espresso allarme per l'esodo dei cristiani copti dal Paese, il quale rischia di gettare un'ombra sulla transizione democratica di uno Stato a noi amico e punto di riferimento centrale per la stabilità nel Medio Oriente.
Il Ministro degli affari esteri ha pertanto chiesto al Governo transitorio una punizione dei responsabili delle violenze ed energiche misure di prevenzione. Una rapida ed efficace azione delle autorità egiziane appare indispensabile in una fase di protratta instabilità e di incertezza per il futuro.
Il Governo italiano è, peraltro, da tempo impegnato, con stretti contatti sia a livello tecnico che politico, a sensibilizzare la leadership egiziana circa l'importanza di un completo ripristino dell'ordine e della sicurezza del Paese oltre che del completamento del processo di transizione democratico. Questo richiede un deciso rilancio economico, che l'Italia sta promuovendo su tutti i piani, in particolare con iniziative relative alla ripresa del turismo e degli investimenti in Egitto e con il rilancio del nostro programma di conversione del debito.
Per far fronte alla ondata di critiche, il Consiglio dei ministri egiziano si è riunito in emergenza il 10 ottobre, decretando l'istituzione di una Commissione di inchiesta, volta ad accertare la verità dei fatti e ad individuare i responsabili. Ha inoltre deciso di presentare due disegni di legge sul riconoscimento dei luoghi di culto Pag. 34copti non autorizzati e per parificare il regime sull'edificazione di moschee e chiese copte.
Inoltre è stato emendato il codice penale prevedendo pene molto più severe per chi commette il reato di discriminazione o cerca di fomentare l'odio interreligioso, con sanzioni pecuniarie per atti di discriminazione basata su genere, appartenenza a gruppo etnico, lingua, religione e fede. È stata inoltre prevista la condanna alla reclusione per un periodo non inferiore a tre mesi se a compiere atti discriminatori sono pubblici ufficiali o persone che svolgono un servizio pubblico.
In terzo luogo, quanto agli sviluppi del processo democratico in Egitto, le iniziative intraprese dal Governo egiziano hanno fatto l'oggetto, lo scorso 13 ottobre, di una nota dettagliata del Ministro degli esteri egiziano, Kamel Amr, indirizzata al Ministro Frattini. Il Governo egiziano assicura che è seriamente impegnato ad adottare misure volte a rafforzare la sicurezza del Paese e ad eliminare qualunque trattamento differenziato e discriminatorio nei confronti dei copti, definiti «una parte indivisibile del tessuto del popolo egiziano». Il Governo egiziano informa poi che sta mettendo a punto le misure per rafforzare la sicurezza delle elezioni previste a partire dal 28 novembre. La nota del Ministro degli esteri egiziano si conclude con l'impegno a tenere le prossime elezioni nei tempi previsti, al fine di porre le basi di un vero Governo democratico in Egitto, che consenta il rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà fondamentali.
Le nostre speranze di frenare il deterioramento della situazione della comunità religiosa in Egitto sono ancorate, quindi, alla sensibilità più volte dimostrata dalle autorità egiziane per queste tematiche, ad un processo di transizione democratica ordinato, nonché al prevalere di una visione moderata dei rapporti interreligiosi. Guardiamo con fiducia agli annunciati contatti tra i massimi leader delle comunità religiose copta e musulmana, che auspichiamo possano contribuire a rafforzare il dialogo interreligioso e a ridurre la tensione. È confortante come le tre più alte autorità religiose egiziane, il Grande Imam di Al Azhar, il Gran Muftì d'Egitto e il Papa copto Shenouda III, si assestino su posizioni di grande moderazione ed equilibrio.
Sul piano politico le autorità egiziane si trovano, invece, sempre più esposte alle crescenti critiche, sia dei Fratelli musulmani che dei partiti laici e liberali, per i ritardi nel completamento della rivoluzione. Esse hanno, tuttavia, voluto riconfermare la propria volontà a passare il potere all'autorità civile, riconfermando la road map stabilita per la transizione democratica, che ha preso l'avvio il 27 settembre con l'apertura delle registrazioni dell'elettorato. Le consultazioni elettorali, come detto, sono previste dal 28 novembre al 4 gennaio per l'Assemblea del popolo e dal 22 gennaio al 4 marzo per il Consiglio della shura. Rimane immutata l'intenzione del Governo di attuare, dopo le legislative, la riforma della Costituzione, per giungere infine alle presidenziali non prima, probabilmente, della seconda parte del 2012.
Il Governo egiziano ha inoltre smentito le voci secondo cui starebbe per adottare misure volte alla rinazionalizzazione di imprese privatizzate, esprimendosi con decisione nel senso di un forte impegno nei confronti dell'economia di mercato e della tutela dei diritti di proprietà. Sono anche in discussione misure per attirare nuovi investimenti nel Paese e favorire la normalizzazione dei flussi turistici, necessari per rilanciare l'economia del Paese, mentre è stato finalmente accettato il prestito offerto dal Fondo monetario internazionale.
La situazione politica e di sicurezza rimane molto fragile. Il rispetto della legalità e dell'ordine risulta estremamente affievolito, oltre che aggravato dalla perdurante crisi economica e dal diffuso fenomeno della disoccupazione giovanile, che accentua il malcontento e facilita la mobilitazione di manifestanti, anche sulla base di pericolosi slogan antioccidentali. In tale contesto il Governo italiano conferma il proprio impegno per assistere il popolo egiziano a portare a compimento la transizione Pag. 35democratica, il rafforzamento istituzionale e l'affermazione di uno Stato di diritto che ponga la protezione della libertà religiosa tra i suoi elementi fondamentali.

PRESIDENTE. L'onorevole Renato Farina ha facoltà di replicare per la sua interpellanza n. 2-01225.

RENATO FARINA. Signor Presidente, sono soddisfatto della risposta del sottosegretario Scotti a nome del Governo, non solo per le parole dette ma anche per l'evidente intenzione che, caratterizzando la sua risposta, caratterizza l'azione del Governo, sia nel campo della tutela della libertà religiosa contro la cristianofobia nel mondo sia nella sua specifica situazione in Egitto.
Io credo di poter dare due tipi di risposte e di commenti rispetto a quanto ha detto il sottosegretario.
La prima è semplicemente fornire l'elenco che, secondo il Dipartimento di Stato americano, riguarda i Paesi dove più forte è la preoccupazione per la libertà religiosa e dove la situazione è peggiorata. Sono: Birmania, Cina, Eritrea, Iran, Corea del Nord, Arabia Saudita, Sudan e Uzbekistan. La Commissione parlamentare, sempre degli Stati Uniti, ha rimproverato poi il Dipartimento di Stato per non aver incluso nella lista dei Paesi che destano particolare preoccupazione l'Egitto, l'Iraq, la Nigeria, il Pakistan, il Turkmenistan e il Vietnam.
In particolare, il Pakistan è stato oggetto in questo Parlamento di una grande attenzione, ma nelle more tra il deposito di questa interpellanza e la risposta nuovi fatti gravi sono accaduti in Pakistan: tra l'altro, si è saputo che Asia Bibi è stata torturata in carcere in attesa dell'esecuzione della sua sentenza capitale per cosiddetta blasfemia, e ci sono stati nuovi rapimenti di ragazze cristiane costrette ad unirsi a musulmani e, quindi, a convertirsi forzatamente (sempre in Pakistan).
Lo stesso tipo di persecuzione, in altro modo, si è verificato ancora in Iraq, dove continua l'uccisione sistematica e puntuale di cristiani man mano che vanno verso nord dai luoghi di origine per indurli ad emigrare. Così pure vi sono episodi che riguardano il Vietnam e così via.
La cosa che credo importante, e che sottolineo essere stata l'intenzione del nostro Parlamento nella sua mozione unitaria che il Governo ha preso a cuore, è l'idea che la libertà religiosa non è un'aggiunta alle libertà fondamentali, ma rappresenta il cuore della libertà, è la madre di tutte le libertà perché sorprende quel momento della coscienza di ciascun uomo in cui decide qual è il suo Dio, fosse pure l'ateismo, o fosse pure una scelta diversa da quella delle religioni tradizionali; è il momento del nostro rapporto con la verità, e questo è evidentemente decisivo.
Riguardo all'Egitto, gli avvenimenti de Il Cairo, con la repressione e il massacro dei copti da parte dell'esercito e della polizia egiziani (perché di questo si è trattato), dicono la verità su quanto sta accadendo non solo in Egitto, ma in tutto il Medio Oriente.
Nella confusione dominante - ci giungono anche adesso notizie dall'Africa del Nord che sono ancora confuse - l'unica cosa certa è che si vogliono cacciare via i cristiani, ammazzarne con criterio alcuni e, se non capiscono, aumentare il volume di sangue versato per spaventarli, costringerli a emigrare o, se proprio restano, ridurli a ciarpame umano impaurito. Questo sta succedendo.
Si tratta di capire questo: c'è un disegno riguardo a questo o è l'inerzia della storia che inesorabilmente va verso questa divisione dei mondi impropriamente detta tra religioni e, in realtà, tra sfere di potere? C'è stato un tentativo di lettura di questi fatti che ha le sue ragioni, ma fa riferimento a criteri sorpassati che sono quelli dello scontro tra religioni. In Egitto, in realtà, in questo momento, non c'è scontro di religioni. Non lo dice una mia analisi più o meno superficiale, lo dicono le testimonianze che ci arrivano dai protagonisti della vita culturale, politica e religiosa dell'Egitto.
Leggo, ad esempio, quanto dichiarato dal portavoce cattolico copto dell'Egitto: Pag. 36quanto avvenuto a Il Cairo non è la conseguenze del caso, ma il frutto di una strategia precisa da parte di esercito e di polizia egiziana.
Le forze dell'ordine hanno organizzato un gruppo di criminali di strada a cui è stato affidato il compito di provocare i tumulti in modo da avere la giustificazione per aprire il fuoco contro i manifestanti inermi. Per quanto avvenuto, la Chiesa cattolica d'Egitto chiede che il Consiglio militare ed il Governo si dimettano il prima possibile.
Sembra questo in contrasto con quanto affermato dal sottosegretario Scotti, che ha ripreso alcune delle decisioni positive adottate dal Governo; la questione, però, è che le parole ed i decreti del Governo sono come le grida manzoniane, ossia restano lettera morta rispetto alle vere intenzioni. Ed in questo momento chi ha il potere - cioè i militari - tende a dividere surrettiziamente i cristiani e i musulmani per avere un gioco più facile nella presa del potere ed eventualmente nel giustificare atti d'imperio e nuove forme di dittatura.
Ciò che credo sia auspicabile per l'Egitto è che quello che è già iniziato, cioè la fioritura di un diverso modo di rapportarsi tra le presenze egiziane nel campo della cultura, della politica e della religione - penso ai musulmani di ogni tipo, ma anche ai cristiani copti che sono una robusta minoranza -, trovi la maniera di dare una forma democratica forte a questo grande Paese.
Ci sono le premesse, ma di certo non deve prevalere la religione come ideologia perché, se prevale una visione della religione come ideologia, allora l'Egitto sarà preda di tanti fanatismi e, quindi, sarà ancora una volta il luogo dell'emarginazione dei cristiani e delle altre minoranze.
Così concludeva il portavoce della comunità cattolica egiziana, anche a nome dei musulmani: noi speriamo che le cose vadano meglio. Il Cristianesimo, del resto, riguarda sempre la speranza.
Questo non toglie che deve esserci, da parte dell'opinione pubblica occidentale e di una parte della nostra opinione pubblica, una maggiore attenzione, perché la questione non è che i Governi o le istituzioni europee fanno poco, ma è che noi siamo assai più preoccupati - e non dico ingiustamente, ma con ragioni parziali - di quanto riguarda le nostre crisi e i nostri problemi locali, e dimentichiamo di alzare lo sguardo sul mondo, cosa che, invece, ci implica fortemente, sia dal punto di vista morale, sia dal punto di vista proprio del futuro concreto dei nostri popoli e dei nostri figli (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. L'onorevole Tempestini ha facoltà di replicare per la sua interpellanza n. 2-01239.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, accetto volentieri la tripartizione che ha proposto il sottosegretario e seguirò anch'io questo schema per dire qualche parola sulla questione della libertà religiosa che, naturalmente, richiede, anzitutto dalle grandi organizzazioni internazionali, una vigilanza e un'azione forti.
Parto dal presupposto - questo lo dico tenendo conto che bisogna convincere anche qualche strato di alcune opinioni pubbliche europee - che la questione delle libertà religiosa è strettamente parte e interconnessa con quella della tutela dei diritti umani. Non ci può essere, quindi, nessuno scarto dal punto di vista teorico e dal punto di vista della cognizione del fenomeno e, naturalmente, poi non può esservi, di conseguenza, nessuno scarto dal punto di vista dell'azione.
Penso che l'Unione europea si sia mossa nel modo giusto avviando quel monitoraggio, cui faceva riferimento il sottosegretario Scotti, che, però, naturalmente, deve avere un seguito, e su questo tema, probabilmente, dovremo tornare quando potremo fare un punto.
Infatti, il monitoraggio ha un senso se seguono iniziative concrete e coerenti con quest'attenzione che viene riproposta in materia.
Penso che questo assunto generale e questo approccio generale valgano in una situazione come quella egiziana che segna Pag. 37punti di altissima preoccupazione per tutti noi.
Lì è in discussione la libertà religiosa, lì è in discussione - diciamolo pure - un tentativo di repressione che naturalmente ci auguriamo non sia nelle corde degli attuali governanti e - debbo dire - da questo punto di vista non abbiamo naturalmente alcun elemento che confermi un'ipotesi del genere.
Quindi, per quanto ci riguarda, non stiamo indicando gli attuali governanti egiziani come coloro i quali hanno o sono promotori di questa iniziativa, ma certo frange del mondo islamico, tutt'altro però che irrilevanti, molto probabilmente lavorano in Egitto, come lavorano in altre realtà del Medio Oriente, per una semplificazione del panorama sociale, culturale e religioso di questi Paesi e, in questo caso, proprio dell'Egitto.
Questo è l'elemento di maggiore gravità che naturalmente poi ha determinato un allarme ulteriore se considerato insieme al fatto che sarebbero alcune decine di migliaia - si dice 100 mila - i copti che si predisporrebbero o avrebbero già lasciato l'Egitto.
Quest'idea di un mondo arabo chiuso in se stesso, uniforme nelle sue presenze, ci spaventa e credo che debba essere questo il punto di partenza di qualunque ragionamento. Infatti, è chiaro che ipotesi estreme di questo genere sono l'esatto contrario di qualunque processo che va nel senso della democrazia, del pluralismo e quant'altro.
Dico che questo aspetto dobbiamo tenerlo sullo sfondo, ma rappresenta certamente un pericolo su cui si stanno attivando le frange salafite e fondamentaliste le quali, come sappiamo, hanno ingaggiato un confronto rispetto a un processo non di laicizzazione, ma certo di moderazione che contraddistingue anche la stessa evoluzione dei fratelli musulmani.
Qui naturalmente ogni semplificazione è sbagliata. Già ho commesso un errore ad addentrarmi in questa descrizione della quale non abbiamo gli elementi ma, certo, questa può essere una tendenza e, quindi, una chiave di lettura dei fenomeni, un tentativo di condizionamento rispetto al quale - qui vengo ad una prima considerazione - l'atteggiamento del Governo egiziano in questo momento è apparso assolutamente reticente, assolutamente insufficiente, per non fare riferimento alle denunce del mondo copto, che hanno parlato esplicitamente di un'iniziativa del Governo totalmente di parte, un'iniziativa contro la comunità copta.
Penso che il Governo egiziano in questa difficilissima fase di transizione si trovi in difficoltà e, come dire, ha scelto una strada sbagliata dalla quale si deve sottrarre, che è quella di incoraggiare e di seguire un po' la corrente, la pressione dell'estremizzazione, perché in questo caso saremmo di fronte al peggior esito di quella che vogliamo continuare a definire una speranza della rivoluzione della «primavera araba».
Anch'io penso che non bastano le parole, anche se naturalmente le parole e i primi atti del Governo provvisorio vanno in una direzione che dobbiamo apprezzare, per carità. Sono state assunte alcune iniziative: in primo luogo, l'avvio dei lavori di una Commissione d'inchiesta e, inoltre, tutta una serie di iniziative che vanno nella direzione di regolare in modo legale la necessaria, insostituibile convivenza tra le religioni nella vita quotidiana dell'Egitto, in particolare di quell'Egitto profondo dove la gran parte di questi fenomeni di intolleranza si verifica. Questo, naturalmente, è un aspetto al quale dobbiamo guardare con soddisfazione o, comunque, con animo aperto.
Ma naturalmente non basta, perché occorre che la comunità internazionale segua con assoluta continuità i fatti. Prendiamo atto che il Governo, nelle sedi internazionali e nel rapporto diretto con il Governo provvisorio, si è mosso nella direzione giusta.
Naturalmente, qui non valgono né gli elementi di soddisfazione, né i giudizi positivi, né il contrario, nel senso cioè che occorre effettivamente ad horas tenere un atteggiamento vigile rispetto a questi temi. Penso, per esempio, ad un lavoro che non solo il Governo, ma anche gli ambienti più Pag. 38disparati, soprattutto quelli che hanno attinenza con il mondo della cultura e dell'informazione, devono e possono fare; da parte dei Paesi dell'Occidente, per un dialogo serrato, che va portato avanti in queste settimane ed in questi mesi. Ciò affinché, anche dal punto di vista dell'evoluzione politica, pesi il giudizio del nostro mondo, un mondo che deve avere naturalmente un approccio rispettoso, ma che deve «intrecciare», sul futuro costituzionale per esempio dell'Egitto, un dialogo che è possibile, perché vi sono forze ed ambienti importanti in Egitto sensibili a questi ragionamenti, affinché il percorso costituzionale dell'Egitto vada in una direzione giusta.
Vi è, ad esempio, un tema di enorme peso: quale sarà il ruolo della sharia nel nuovo profilo costituzionale dell'Egitto, tema che non è affatto lontano e separato dalla discussione che stiamo facendo oggi. Occorre una mobilitazione generale, occorre un avvicinamento di mondi in questo momento, che è più difficile naturalmente, ed io penso che dobbiamo fare uno sforzo in tutti i sensi affinché questo si determini.
Io penso che, anche da questo punto di vista, bisogna fare in modo - e il Governo deve essere da questo punto di vista molto attivo - che, per esempio, le iniziative imprenditoriali non subiscano un arretramento, cosa che è richiesta anche dal Governo provvisorio e dagli ambienti più aperti all'internazionalizzazione.
Insomma, da ogni punto di vista, dobbiamo determinare una mobilitazione che porti questa non breve fase di transizione dell'Egitto verso degli equilibri, verso una sponda positiva.
Non dobbiamo, insomma, guardare ai fatti che hanno attraversato la questione copta, agli elementi di violenza e alle difficoltà a cui ho fatto riferimento con un occhio ed una prospettiva pessimistica.
Dobbiamo mantenere un approccio ottimista. Ce lo ricordava qualche giorno fa un illustre orientalista come Olivier Roy, il quale dice esplicitamente che noi dobbiamo guardare all'evoluzione di questo mondo come a qualcosa che, in un senso o nell'altro, non è affatto ineluttabile: insomma, è nella possibilità dell'Egitto che si affermi uno spazio di pluralismo, che riguarda innanzitutto la convivenza religiosa, e che si affermi uno spazio di pluralismo nell'impianto costituzionale di quel Paese, e via discorrendo.
Non è affatto detto, insomma, che la partita debba finire nel modo negativo a cui quella brutta giornata del 9 ottobre ci ha fatto pensare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti dell'Istituto tecnico industriale Marconi di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

(Iniziative per una corretta interpretazione della normativa sui livelli essenziali di tutela nella promozione e realizzazione dei tirocini formativi e d'orientamento - n. 2-01228)

PRESIDENTE. L'onorevole Gatti ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01228, concernente iniziative per una corretta interpretazione della normativa sui livelli essenziali di tutela nella promozione e realizzazione dei tirocini formativi e d'orientamento (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, l'interpellanza urgente in oggetto vuole sollecitare il Governo ad adottare iniziative urgenti, anche di tipo normativo, in grado di risolvere l'estrema confusione che si è generata, nelle diverse regioni, nella gestione dei tirocini, a seguito dell'emanazione, il 13 agosto 2011, del decreto-legge n. 138 e, in particolare, dell'articolo 11, e, successivamente, della circolare datata 12 settembre 2011, relativa al predetto articolo. In tale circolare, si dice di voler dare i primi chiarimenti sui livelli essenziali in materia di tirocini formativi ma, nei fatti, si interviene in modo sostanziale sul provvedimento, creando immediatamente un problema di gerarchia delle fonti. Pag. 39
Faccio notare che, in quest'Aula, abbiamo approvato la legge di conversione del decreto-legge n. 138 il 13 settembre 2011, quindi, il giorno dopo l'emanazione della circolare. Questo significa che vi era stato un grande dibattito, una grande riflessione: si era ipotizzata una soluzione che poteva essere una soluzione normativa, senza ulteriori ingarbugliamenti né problemi di gerarchia delle fonti.
Quali sono i problemi? In primo luogo, la competenza regionale. I tirocini formativi sono di competenza regionale.
In secondo luogo, la necessità di avere, oltre all'accordo della Conferenza Stato-regioni, l'accordo delle parti sociali. Era stato promesso loro, alla fine del procedimento che aveva portato, in modo molto positivo, alla sottoscrizione dell'avviso comune sull'apprendistato, che lo stesso tipo di percorso sarebbe stato fatto in relazione ai tirocini formativi. Questo non è stato.
Il terzo problema è quello che mi sembra più pesante. È come se questa norma fosse stata scritta da qualcuno che conosce solo teoricamente i tirocini formativi e che non ha idea di quale sia la realtà. Provo a dare alcune indicazioni ed alcuni elementi, che sono, fra l'altro, il frutto dell'indagine conoscitiva che stiamo svolgendo presso la Commissione lavoro, in relazione alla difficoltà di accesso dei giovani al mondo del lavoro.
Quanti sono gli stagisti e i tirocinanti? L'ultimo rapporto Excelsior ne censisce 310 mila nel settore privato. Non si sa quanti ne sono stati attivati nel pubblico impiego: avevamo chiesto, anche attraverso un'interrogazione a prima firma dell'onorevole Mattesini, in primavera, di avere informazioni a questo proposito dal Ministro Brunetta, ma ancora non ci è stata data risposta. Tuttavia, alcuni dati di Alma Laurea, alcune stime, parlano di un numero variabile tra i 150 mila e i 200 mila. Quindi, stiamo parlando di circa 500 mila persone ogni anno.
L'utilizzo: sono utilizzati pochissimo per i giovanissimi. I progetti di alternanza scuola-lavoro sono molto pochi e, molto spesso, relegati agli istituti professionali; vengono, invece, molto utilizzati su persone già adulte. È molto frequente lo stage post laurea o post master, fra l'altro, non previsto assolutamente dal provvedimento; vi è, inoltre, una fascia non piccola di trenta-quarantenni, soprattutto, nelle fasi successive alla perdita del posto di lavoro. Si tratta di un altro buco enorme nel provvedimento: sicuramente non è possibile svolgere, entro un anno dalla laurea, uno stage di questo tipo. Esso viene utilizzato per tutti i generi di lavoro, dall'ingegnere alla commessa, al barista, passando per i giornalisti: noi ne abbiamo contezza semplicemente attraversando il «Transatlantico» molto spesso.
Tra l'altro, con riferimento agli stage gratuiti, la situazione è assolutamente sfuggita di controllo: vi sono diverse centinaia di enti promotori che non sono in grado di monitorare gli abusi, che non sono in rete, che non hanno alcun contatto fra di loro.
Qui, permettetemi di riportare una riflessione che la dottoressa Eleonora Voltolina, direttore della testata online Repubblicadeglistagisti.it, ha esposto in una audizione in Commissione lavoro: «Si è creata in Italia una situazione non più sostenibile. Si è spezzato il legame fra lavoro e retribuzione. Ora qualcuno potrà dire: ma gli stagisti e i praticanti non sono lavoratori e per questo non hanno diritto ad una retribuzione? A una retribuzione forse no, è vero. Ma ad un compenso sì. Perché ogni persona che dedichi tempo ed energia ad una attività e che contribuisca attraverso il suo apporto alla quotidianità e al profitto di una organizzazione ha diritto di vedere riconosciuto, anche economicamente, questo apporto». E aggiungeva: «La questione della remunerazione quindi è centrale per ripartire. Non è più accettabile che i giovani passino mesi e mesi devolvendo il loro tempo gratis come se fosse volontariato. Tra l'altro gli stage gratuiti sono pericolosi anche perché alimentano la già preoccupante immobilità sociale del nostro Paese permettendo che soli i figli delle famiglie abbienti possano affrontare periodi di formazione aggiuntiva non pagata». Pag. 40
Ho citato la dottoressa Voltolina perché lei ha rilevato come l'intervento normativo a cui si fa riferimento nell'interpellanza urgente, sul punto del compenso non dice nulla e lei precisa e pensa che sia una mancanza grave. In relazione alla circolare dice che questa in pratica smentisce i paletti posti dalla legge attraverso una sorte di escamotage. Si afferma cioè che quei paletti valgono solo per i tirocini formativi e di orientamento e si pretende che ne esistano altri definiti di cosiddetto inserimento o reinserimento lavorativo per i quali dovrebbero valere altre regole. Quali regole, non è dato sapere, in quanto nell'ordinamento si è sempre e soltanto parlato di tirocini formativi intendendo con questa definizione tutti i tirocini. Questa distinzione rischia di creare una sorta di scappatoia per utilizzare i tirocini ad libitum, anche per persone adulte e che da tempo hanno concluso gli studi. Del resto il provvedimento aveva innescato molte polemiche, sia con le regioni, come dicevo prima, sia con le parti sociali. A questo proposito riporto anche qui le dichiarazioni dell'assessore Simoncini, assessore al lavoro della regione Toscana e coordinatore degli assessori al lavoro nella Conferenza Stato-regioni, che ha dichiarato in un'intervista che contro l'articolo 11 della manovra faranno, come annunciato, ricorso alla Corte costituzionale.
Non possiamo che confermare un parere negativo sia nel metodo che nel merito. Nel metodo perché si tratta di una competenza delle regioni, nel merito perché si rischia di vanificare l'obiettivo di riportare questo strumento ad un corretto uso. Anche la circolare emanata qualche giorno fa dal Ministero del lavoro non rimedia ai limiti inseriti dalla legge, è soltanto una toppa che salvaguarda, è vero, i tirocini attivati in Toscana da giugno fino all'entrata in vigore della legge, ma non basta a mitigare i limiti introdotti nella manovra.
Vi è poi un problema di natura giuridica che appare insormontabile visto che una circolare non può contraddire quello che è sancito da una legge. Per quanto riguarda le parti sociali, sottosegretario, e mi avvio a concludere l'illustrazione, riporto la dichiarazione di Guglielmo Loy, segretario confederale UIL: «La riforma ha ingessato l'istituto» (...), sarebbe stato saggio concludere il dibattito fra Governo, regioni e parti sociali iniziato all'indomani dell'intesa sull'apprendistato (...)». In attesa di delucidazioni, il mondo imprenditoriale potrebbe ridurre il ricorso allo strumento. In effetti, a quanto mi risulta sta succedendo proprio questo. È per questo, sottosegretario, che abbiamo chiesto al Governo se, vista la situazione di estrema confusione provocata dalla coesistenza di diverse e contrastanti disposizioni normative di differente livello gerarchico relativa alla disciplina dei tirocini, non intenda intervenire per chiarire, anche attraverso un'iniziativa urgente, anche normativa, le disposizioni più controverse del suddetto articolo 11 che sono in contrasto con le normative regionali vigenti e stanno provocando gravi disagi per l'attivazione dei tirocini.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Laura Ravetto, ha facoltà di rispondere.

LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, l'interpellanza urgente presentata dall'onorevole Gatti concede di precisare le ragioni del recente intervento normativo varato nel contesto della manovra estiva a proposito dei tirocini formativi. In merito, vado a leggere quanto trasmesso dal Ministero competente.
L'articolo 11 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, disciplina soltanto i tirocini formativi e di orientamento, legati alla transizione dalla scuola al mercato del lavoro, mentre non si rivolge ai tirocini che possono essere utilizzati per reimpiegare adulti nel mercato del lavoro.
In questo senso i limiti che vengono introdotti (la durata massima, comprese le proroghe, non superiore a sei mesi; la fruibilità esclusivamente da parte di neo Pag. 41diplomati o neo laureati entro e non oltre dodici mesi dal conseguimento del relativo titolo di studio) sono funzionali a rendere il tirocinio strettamente correlato all'attività di apprendimento, nonché a evitare quegli abusi che Governo, regioni, province autonome e parti sociali hanno stigmatizzato in occasione della sottoscrizione dell'intesa del 27 ottobre 2010 allorquando, fra i compiti assegnati al tavolo tripartito, hanno demandato la «definizione di un quadro più razionale ed efficiente dei tirocini formativi e di orientamento al fine di valorizzarne la potenzialità in termini di occupabilità».
Tali limiti, però, non operano nei confronti di alcune determinate categorie di tirocinanti, elencate in modo non esaustivo dall'articolo 11, cui continuano ad applicarsi norme speciali. È il caso, ad esempio, delle convenzioni previste al fine di favorire l'inserimento lavorativo dei disabili ex articolo 11, comma 2, della legge n. 68 del 1999. È il caso, altresì, dei richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale ai quali è possibile accedere ad iniziative di formazione qualificabili come tirocini, soltanto che ad essi si applica la disciplina speciale recata dal decreto legislativo 30 maggio 2005, n. 140.
Conseguentemente, può allo stato affermarsi che l'attuale formulazione dell'articolo 11 non preclude a tali categorie di soggetti, evidentemente meritevoli di particolari tutele, di accedere a tirocini formativi. Più semplicemente, la nuova disciplina introdotta nel corso del 2011 lascia inalterata la possibilità di accedere a forme di tirocini già previste dalla pregressa normativa.
Con riferimento al rispetto degli impegni contenuti nell'ordine del giorno Madia n. 9/4612/105 che possono essere conseguiti attraverso forme di cooperazione istituzionale e non attraverso strumenti normativi (si tratta, infatti, di intese e best practice), segnalo che sono state avviate, nello spirito di leale collaborazione interistituzionale, talune interlocuzioni fra le competenti strutture ministeriali e il coordinamento delle regioni finalizzate a stilare delle linee guida per l'individuazione dei livelli essenziali di tutela in materia di tirocini formativi e di orientamento.
Per quanto concerne, poi, i chiarimenti relativi alla disciplina dei tirocini, si fa presente che le competenti direzioni generali del Ministero del lavoro, già lo scorso 12 settembre hanno emanato una circolare, richiamata dall'onorevole interpellante, nonché hanno attivato un servizio di risposta ai quesiti più frequenti pubblicati e implementati settimanalmente sul sito istituzionale.
Per quanto concerne, infine, l'ipotizzata adozione di un'iniziativa urgente, anche normativa, volta a dirimere le principali questioni interpretative poste dall'attuale formulazione dell'articolo 11, si conferma che è intenzione del Governo assicurare la coerenza ed organicità del quadro normativo in materia, ma che, allo stesso tempo, non appare opportuno porre in essere continue modifiche normative non adeguatamente ponderate nelle loro complesse implicazioni sistematiche.

PRESIDENTE. L'onorevole Gatti ha facoltà di replicare.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, sottosegretario, in effetti, le mie richieste nell'interpellanza erano due. In primo luogo, come avesse intenzione il Governo di dare attuazione a due ordini del giorno, uno relativo al fatto che nell'elenco delle categorie speciali contenuto nell'articolo 11 non erano previsti i rifugiati, l'altro relativo alla richiesta di trasmissione di buone pratiche, che sono presenti in molte regioni.
La mia regione, in modo particolare, la Toscana, ha adottato una serie di delibere, una Carta dei tirocini ed è partito un progetto, «Giovani sì», che prevede, assieme ad un'altra serie di interventi, la possibilità di attivare stage e tirocini con una serie di caratteristiche e a cui viene anche riconosciuto un compenso.
Per la prima fase metà di questo compenso (200 euro) viene messo dall'impresa che attiva lo stage e altri 200 euro vengono dati dalla regione Toscana, ristabilendo Pag. 42quella sorta di forma di compenso a cui faceva riferimento anche la dottoressa Voltolina di cui ho riportato le considerazioni.
Però, sottosegretario, ero perfettamente a conoscenza del fatto che fosse stata emanata la circolare, conosco perfettamente l'articolo 11 e ho posto un problema relativamente al fatto che c'è una situazione di confusione. Infatti, non è possibile dare delle correzioni sostanziali, per esempio aggiungendo un elemento a un elenco contenuto in una norma con una circolare, oppure, come ha fatto il Ministero con quella circolare, dare una definizione molto fantasiosa di tirocinio.
È veramente molto difficile ritrovare quali siano le norme a cui ci si deve riferire per attivare questi tirocini. Vi chiederei veramente di assumere un atteggiamento più concreto e orientato alla soluzione dei problemi.
Siccome lo spirito originario (cancellare gli abusi nell'utilizzo dei tirocini) è veramente meritorio - penso che ci sia una situazione di estrema confusione e di estremo abuso - la cosa da fare in modo molto esplicito, signor sottosegretario, e che vi chiedo di fare è di riaprire il confronto con la Conferenza Stato-regioni e con le parti sociali e, al prossimo provvedimento, fare un emendamento all'articolo 11 che raccolga gli avvisi comuni e gli accordi fatti nella Conferenza Stato-regioni.
Fra l'altro, nell'intervista che ho letto dell'assessore Simoncini c'è anche una disponibilità in questo senso. Evitate di dare risposte così burocratiche, perché si torna sempre a sottolineare quella cosa che dicevo prima. È come se ci fosse una conoscenza teorica delle cose e non una conoscenza materiale dei processi.
In una situazione di crisi come quella che stiamo vivendo, con la disoccupazione giovanile a questi punti e con la disoccupazione a questi tassi, c'è un rischio concreto di abuso. Ci sono lavoratori in mobilità a cui vengono prospettati gli stage perché sono l'unica cosa che passa il convento (è questo che gli viene detto dalle agenzie), per cui non è possibile dare una risposta ti questo tipo.
Bloccare questo tipo di intervento e non affrontare il problema del compenso, a mio avviso, è molto grave e quindi sono insoddisfatta della sua risposta signor sottosegretario, mi dispiace (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative di competenza per la ricerca di un nuovo acquirente interessato a consolidare la filiera di produzione del polimero del cloruro di vinile (PVC) a Marghera (Venezia) e in Sardegna - n. 2-01214)

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Vico ha rinunciato ad illustrare la sua interpellanza n. 2-01214, concernente iniziative di competenza per la ricerca di un nuovo acquirente interessato a consolidare la filiera di produzione del polimero del cloruro di vinile (PVC) a Marghera (Venezia) e in Sardegna (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).
Il sottosegretario Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Laura Ravetto, ha facoltà di rispondere.

LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, la situazione di crisi in cui versa la Vinyls nasce, come noto, dalla decisione della società madre, la multinazionale britannica Ineos, di fermare le attività di produzione nel settore del CVM-PVC in Italia, negli impianti di Porto Torres, Porto Marghera e Ravenna. In merito all'interpellanza urgente vado quindi a leggere quanto trasmetto per iscritto dal Ministero competente.
Nonostante il profuso impegno del MiSE per l'acquisizione della società da parte di un imprenditore italiano, la Vinyls è stata dichiarata insolvente dal tribunale di Venezia in data 19 giugno 2009. Successivamente, in data 7 agosto 2009, è stata aperta la procedura di amministrazione straordinaria, attualmente ancora in corso, proprio allo scopo di reperire possibili Pag. 43soggetti interessati alla continuazione delle attività caratteristiche di Vinyls, tra cui quella di produzione del PVC.
Tra i tentativi sin qui attuati per perseguire tale obiettivo, con l'espletamento di tre bandi di gara, nessuno ha avuto esito, eccezion fatta per quanto attiene allo stabilimento Vinyls di Ravenna. In particolare, si segnala che, a seguito della seconda pubblicazione del relativo bando di gara, con provvedimento in data 24 giugno 2011, i commissari sono stati autorizzati ad accettare l'offerta presentata dalle Industrie Generali Spa per l'acquisto del complesso industriale PVC e CVM di Ravenna, facente capo alla Vinyls Italia Spa in amministrazione straordinaria.
Per quanto attiene agli impianti di Porto Marghera e Porto Torres, a seguito dell'infruttuoso esperimento di vendita svolto dalla procedura, tra la seconda metà del 2010 e l'inizio del corrente anno, con decreto del 25 luglio scorso è stata autorizzata la modifica del programma di cessione, nel senso di consentire la vendita degli asset aziendali anche per attività industriali e produttive diverse da quelle esposte nel programma, ma pur sempre compatibili con le finalità, anche di riconversione, proprie della procedura di amministrazione straordinaria.
All'esito di un nuovo bando, finalizzato alla raccolta di eventuali offerte d'acquisto per i due siti di Porto Torres e Porto Marghera, sono pervenute alla procedura, come riferito dallo stesso interpellante, le seguenti offerte: innanzitutto, da parte di Oleificio Medio Piave, società che svolge attività di estrazione dell'olio vegetale da semi oleosi, interessata all'acquisto di alcuni terreni del sito di Porto Marghera, non comprensivi degli impianti PVC, ai fini di consentire lo sbarco dei semi sulla banchina ex Syndial e di trasferire a destinazione il prodotto finito, evitando rotture di carico. L'offerta è condizionata alla possibilità di ottenere la piena disponibilità di altri terreni limitrofi di proprietà ENI, le concessioni e le autorizzazioni da parte degli enti locali, necessarie per svolgere l'attività aziendale, nonché la disponibilità dell'uso della ferrovia presente sul sito. L'offerente si impegnerebbe ad assumere tutti i dipendenti del sito di Porto Marghera.
In secondo luogo, è pervenuta l'offerta da parte di SGI PV1, società veicolo controllata al 100 per cento dalla Sardinia Green Island, operante nel settore delle energie rinnovabili, interessata all'acquisto del sito di Porto Torres, in un'ottica di riconversione industriale. L'offerta si presenta suscettibile di miglioramenti, come precisato dallo stesso imprenditore, sotto il profilo del livello occupazionale e del corrispettivo.
Le altre due offerte pervenute riguardano lo smontaggio e l'asportazione degli impianti di CVM e di PVC presenti in entrambi i siti. Attualmente si è in attesa di conoscere le determinazioni dei commissari, all'esito delle valutazioni tuttora in corso, sulle offerte pervenute. Si segnala, peraltro, che l'amministrazione straordinaria, per la denegata ipotesi in cui anche dette offerte non dovessero essere positivamente valutate dagli organi della procedura, non potrebbe svolgere ulteriori tentativi di vendita delle attività, ma solo dei residui cespiti all'attivo nell'ambito della fase liquidatoria, conseguente alla scadenza del programma di cessione.
In riferimento al ruolo dell'ENI, nella difficile situazione che si è venuta a creare, la stessa ha continuato a fornire materie prime alla Vinyls fino al momento dello stop degli impianti, malgrado l'ingente credito dalla stessa accumulato (100 milioni di euro), e si è resa disponibile a cedere a qualunque potenziale acquirente tutti gli impianti e infrastrutture necessari all'integrazione della filiera produttiva.
Si fa presente, infine, che ENI Spa è una società quotata in borsa partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze con una quota pari al 3,93 per cento. Ai sensi di legge, il Ministero di cui sopra non svolge attività di indirizzo e coordinamento delle proprie partecipate e non interferisce nella gestione operativa.

PRESIDENTE. L'onorevole Vico ha facoltà di replicare.

Pag. 44

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, gli interpellanti hanno posto al Ministero, e quindi alla sottosegretaria che riferisce in Aula, sostanzialmente due quesiti: uno afferente allo stato dell'arte nel sito di Porto Torres e di Porto Marghera e l'altro, in ordine al quale rilevo immediatamente dalla risposta un'omissione totale da parte del Governo, che attiene a quali iniziative eventualmente il Governo intende assumere in riferimento a questa parte della chimica italiana e del ciclo del CVM e PVC.
Quindi, andrei per gradi al fine di esprimere l'opinione sulla qualità della risposta che è stata offerta agli interpellanti.
Intanto, la vicenda Vynils è abbastanza complicata. Comincia nel 2008, è stata parzialmente riferita dalla sottosegretaria. Ha avuto passaggi dal punto di vista commerciale, della gestione della procedura, degli affidamenti e dei memorandum triangolari intervenuti tra il Governo, ENI e presunti acquirenti oserei dire abbastanza inquietanti per alcuni aspetti.
Mi basterà citare la vicenda Ramco e Gita, che è l'ultima vicenda di una holding, anzi in verità di una Srl qualificata con 20 mila euro, che aveva avanzato l'ipotesi di acquisizione dell'intero ciclo compreso Sindyal ovvero ENI.
Ma, detto ciò, mi permetterò di rappresentare le seguenti valutazioni: sulla possibilità che possano essere realizzati i progetti per la produzione di oli vegetali a Marghera, simpaticamente oggi una organizzazione sindacale, a fronte dell'incontro che si è svolto ieri presso il Ministero dello sviluppo economico, ha dichiarato che presentare il progetto dell'oleificio è suggestivo, ma ancora pieno di incognite. Insisto: data la possibilità che venga realizzato anche il progetto a Porto Torres, i quesiti rimangono intatti.
In primo luogo, si profila una conversione o forse una iniziativa industriale di chimica verde che non riusciamo a comprendere noi, il sistema delle imprese, i sindacati dei lavoratori, le comunità e le istituzioni dove si allocano questi processi di conversione nei confronti dei quali non siamo contrari, questo sia è chiaro. Ci è poco chiara la natura e il percorso industriale di questi nuovi insediamenti.
Ma tornerò alla seconda domanda omessa: che fine fa in Italia il ciclo del cloro? Che fine fanno gli impianti ancora non dismessi, ma che evidentemente si intende dismettere di Porto Torres e Porto Marghera, le interconnessioni con Ferrara, Ravenna e Cagliari? Quindi, il Ministro dello sviluppo economico e il Governo sono a conoscenza che tutti i paesi industrializzati ospitano impianti di produzione di polimero del cloruro di vinile? È una cosa complicatissima: PVC. Sono a conoscenza che in Italia operano 1.200 imprese trasformatrici che occupano 24 mila addetti?
Ma questa parola complicata «polimero del cloruro di vinile» nella produzione industriale a che cosa serve? Serve nell'edilizia per produrre telai di porte e finestre, persiane avvolgibili, sedili per stadi; nel settore degli imballaggi serve per tappi, contenitori per prodotti non alimentari come cosmetici e detersivi; nel settore medicale per le sacche di plasma, blister per farmaci ed altro; nel settore dell'auto per tappetini, intelaiature dei finestrini e altro; e, inoltre, nei settori dell'informatica, della telefonia, dell'abbigliamento, degli elettrodomestici, dei trasporti; con il polimero del cloruro di vinile (PVC) si producono finanche le carte di credito. Di questo stiamo parlando, cioè di cose che, quando non hanno queste sigle complicate, rappresentano un tratto del manifatturiero italiano e del consumo italiano.
È un tratto dove l'Italia e le sue imprese, nonostante la crisi attuale, hanno un consumo di PVC che è di circa un milione di tonnellate e, a fronte di un esito positivo delle opzioni di Porto Marghera e di Porto Torres, avremo una riduzione della produzione nazionale del 60 per cento.
Vuole dire che si vuole dismettere il ciclo del cloro? Se si dismette il ciclo del cloro italiano, si indebolisce l'impianto di cracking di Marghera. Vuole dire che si vuole dismettere il cracking di Marghera? Poiché il ciclo del cloro assorbe significative Pag. 45quantità di etilene, in mancanza di tali produzioni, l'equilibrio del cracking è destinato a peggiorare e a ripercuotersi immediatamente su Ferrara, Mantova e Ravenna, che sono approvvigionate via pipeline.
Quali sono la traccia e lo straccio di politica industriale che il Governo intende assumere? Questa interpellanza non è l'unica: sono tre anni che il gruppo del Partito Democratico, ai diversi livelli e per ogni comunità che rappresenta, presenta interpellanze, interrogazioni, mozioni, interrogazioni a risposta immediata, per chiedere qual è il tratto possibile di iniziativa industriale in direzione del ciclo del cloro.
Si continua a non avere risposta, perché non è una risposta neanche la riunione di ieri svoltasi al Ministero dello sviluppo economico. Signor rappresentante del Governo, la nostra insoddisfazione non è pregiudiziale, soprattutto in ordine alle soluzioni alternative, non solo occupazionali, ma anche volte ad affrontare le questioni che chiamiamo della chimica verde.
A noi pare, però, che non vi sia né capo né coda, cioè che gli impianti e i suoli - esiste anche l'aspetto immobiliare - vengano venduti a qualunque offerente. Eppure noi, come Partito Democratico, ci permettiamo di dire: perché non si rende disponibile una quota parte significativa dei dividendi che il Ministero dell'economia e delle finanze ricava dall'ENI affinché sia destinata al settore per nuovi investimenti e produzioni, e comunque a quelle che consideriamo eccellenze di mercato, come il polietilene, come gli elastomeri, come gli stirenici? Sono parole che sono complicatissime, ma che fanno riferimento a quanto ho detto prima, se si pensa alla moda, alla gomma, al manifatturiero italiano.
Per quale motivo si continua a non predisporre un impegno massiccio di investimenti nella ricerca scientifica e nell'innovazione, estendendo senza complicazioni, ora che siamo alla vigilia del «decreto sviluppo», il Programma Industria 2015?
Auspichiamo, come abbiamo detto, misure fiscali e di vantaggio non solo per il Mezzogiorno, ma anche, temporaneamente, per le piccole e medie imprese, che sono il 92 per cento del tessuto produttivo della chimica secondaria. Insomma, qui stiamo parlando di una parte che è decisiva e fondamentale, insieme a tutto il resto, per l'economia italiana. Qui richiamiamo il sistema delle piccole e medie imprese. Guardate che la vita di quelle imprese sta svanendo, con un danno senza precedenti che potrebbero subire non solo le generazioni attuali, ma anche quelle future, in misura ancora maggiore.
Abbiamo posto richieste anche in sede europea per interventi legislativi a sostegno di quei poli chimici che rispettano le norme ambientali, operando una selezione tra chi rispetta le norme e chi non le rispetta. Abbiamo sollevato la grande questione di incentivare fusioni e accorpamenti per favorire la crescita dimensionale delle piccole e medie imprese, per accrescerne la massa critica e la competitività, per utilizzare le risorse provenienti dalla Cassa depositi e prestiti, che è l'unica «cassaforte» di cui questo Governo continua a non fare menzione.
E poi occorre sviluppare le nuove tecnologie ambientali per bonificare. Perché vi è un altro aspetto, che in altre sedi, come gruppo Partito Democratico, abbiamo posto, che riguarda il capitolo delle bonifiche per un recupero dei siti e anche perché la chimica sia sempre più verde e attenta alla qualità di vita dei territori.
Ecco, onorevole sottosegretario, avevamo posto due quesiti. Riguardo al primo, eravamo a conoscenza delle dinamiche dei territori, in particolare quelli di Venezia e di Sassari, ma in verità del Veneto e della Sardegna nel loro insieme, che continuano ad esprimere preoccupazioni anche sui progetti alternativi e sugli accordi che propugnano. L'altro quesito riguardava il fatto che questo Governo continua a non offrire uno straccio di politica industriale in un settore che si chiama chimica, chimica moderna, la chimica del nostro Paese. Pag. 46
Perciò desidero rappresentare la mia insoddisfazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative per garantire la prosecuzione dei servizi forniti dalla rete degli uffici IPR desk all'estero - n. 2-01237)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Borghesi n. 2-01237, concernente iniziative per garantire la prosecuzione dei servizi forniti dalla rete degli uffici IPR desk all'estero (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).
Prendo atto che l'onorevole Vico, che ha sottoscritto l'interpellanza in data odierna, rinunzia ad illustrarla.
Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Laura Ravetto, ha facoltà di rispondere.

LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, gli onorevoli interpellanti hanno affrontato in questo atto di sindacato ispettivo un tema di grande importanza per le aziende italiane che operano all'estero.
In primis, infatti, si tratta della tutela del made in Italy a fronte del rischio di contraffazione del marchio, ma anche del supporto, in termini di assistenza e consulenza alle imprese. In merito vado a leggere quanto trasmesso dal Ministero competente.
Il Governo è perfettamente consapevole che il ruolo delle aziende all'estero è prezioso sia sotto il profilo strettamente economico, e per questo esse meritano tutto il sostegno da parte del sistema Paese, sia sotto quello della proiezione oltre i confini nazionali dell'immagine dell'Italia in un'era di globalizzazione in cui sempre più assume importanza il fattore qualità ed è fondamentale garantire assistenza a chi produce sviluppo.
Il Ministero dello sviluppo economico, quindi, garantirà, anche alla luce delle ultime disposizioni normative citate dagli onorevoli interpellanti, ossia il decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011, la prosecuzione delle funzioni di assistenza alle aziende italiane all'estero in materia di protezione dei diritti di proprietà intellettuale e di problemi connessi alla lotta alla contraffazione nelle aree geografiche di maggiore interesse, individuate in stretta collaborazione con il Ministero degli affari esteri, con il Consiglio nazionale anticontraffazione e con le competenti forze di polizia.
Questo proprio alla luce della validità del progetto IPR desk e del gran numero di assistenze garantite alle aziende italiane in aree in cui il rischio contraffazione rappresenta un fenomeno maggiormente diffuso.

PRESIDENTE. L'onorevole Vico ha facoltà di replicare.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, sono un po' perplesso proprio riguardo alla qualità della risposta ad un'interpellanza urgente di per sé anche semplice. In fondo, con l'atto ispettivo in oggetto si chiede se il Governo intenda assumere delle iniziative. Allora, anche a nome dei colleghi con i quali ho condiviso poi questa interpellanza, vorrei esporre un ragionamento rapido e semplice.
Fin dal 2004, con il loro Governo in carica, i due rami del Parlamento assumono un'iniziativa molto importante che fu quella di potenziare e tutelare il made in Italy in Europa e nel mondo e furono adottate, allora, delle misure altrettanto importanti. Fra quelle misure, sto parlando del lontano, ma vicino, 2004, ve ne fu una, quella richiamata dagli interpellanti, che fu chiamata la rete degli uffici dell'Istituto nazionale per il commercio estero, quattordici uffici, sinteticamente denominati IPR desk proprio perché avevano l'obiettivo di offrire alle imprese italiane all'estero un insieme di servizi di assistenza e di consulenza in materia di proprietà intellettuale.
Desidero qui richiamare - dato che il Governo neanche a suo vanto ha inteso farlo - che questi IPR desk sono stati attivati soprattutto in quei Paesi dove è Pag. 47stata ed è più intensa la diffusione del fenomeno della contraffazione, sia sotto il profilo della produzione di beni contraffatti sia sotto quello della distribuzione: Cina, Taiwan, India, Corea del Sud, Vietnam, Emirati Arabi, Turchia, Russia, Stati Uniti e Brasile.
Quella rete, fino a prova contraria, ha assistito negli ultimi quattro anni gratuitamente, signor Presidente e onorevole rappresentante del Governo, circa 1.500 aziende, a cui è stata appunto fornita una validissima azione di protezione, difesa e supporto dei marchi italiani. Voglio qui richiamare anche tutta la vicenda dell'italian sounding, che è stato per così dire oggetto di quei desk con largo anticipo anche su alcune ritardate posizioni che l'Unione europea continua a non assumere.
A certificare ciò, non solo è intervenuto il Consiglio nazionale anticontraffazione prima della decisione di chiudere l'ICE, rivolgendo un caloroso appello al Governo affinché si mantenessero i desk e comunque, anche successivamente, perché se ne garantisse la prosecuzione nei loro servizi. Sono intervenute anche le imprese e non solo le grandi associazioni, che sono state abbastanza titubanti. Sicuramente le imprese sono intervenute presso il Ministro dello sviluppo economico e presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Anche gli europarlamentari sono intervenuti in questa direzione fino alla giornata di avantieri.
Come dicevo, dopo queste iniziative, il Ministro Romani, senza pericolo di essere smentito, con una dichiarazione alcuni giorni fa ha persino invitato tutti ad una riflessione. Poi i giornali e le agenzie hanno parlato di marcia indietro, ma io mi limiterei alla prima parte della dichiarazione. Dico ciò perché è stato lo stesso Ministro Romani, che ha per così dire annunciato una «fantomatica» - la chiamo così fra virgolette - agenzia da far risorgere sotto le spoglie dell'ICE. Ma di questo progetto, tuttavia, come spesso accade nel rapporto tra Parlamento e Governo, non se ne sa quasi niente. Comunque la fiducia e la speranza sono gli ultimi sentimenti che le persone perbene, come noi e come tutti, non smarriranno mai.
Avantieri però, onorevole sottosegretaria, ovvero il 18 ottobre, è avvenuto un colpo di scena, che è stato ovviamente omesso nella sua risposta. Il colpo di scena è il seguente - mi permetterò, quindi, di informare il Governo - ovvero che l'ICE è stato classificato al primo posto di una graduatoria composta su tutta la pubblica amministrazione (Ministeri ed enti pubblici). L'attribuzione di questo primo posto in graduatoria è stata effettuata dalla CiVIT (Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche nazionali), che riconosce all'ICE l'elevata qualità della strategia adottata dal punto di vista della completezza, della comprensibilità e, in particolare, dell'adeguatezza. Si è trattato cioè di un servizio offerto in corrispondenza con le esigenze espresse dalle piccole e medie imprese italiane per le loro strategie di internazionalizzazione, in virtù del piano triennale 2011-2013 adottato a gennaio 2011 - ovvero sei mesi prima della soppressione dell'ICE - per sostenere le esportazioni con procedure e piani operativi improntati alla massima efficienza, efficacia ed economicità. Mi consentirà, onorevole sottosegretario di informare, come dicevo prima, ufficialmente il Governo di questa valutazione della CiVIT.
A questo punto gli interpellanti e chi parla riterrebbero opportuno che si qualifichi meglio quella riflessione del Ministro e del Governo in ordine alla chiusura dell'ICE e che, a questo punto, il Governo faccia una cosa giusta rispetto alle diverse richieste e ovviamente ripensi alla disciplina prevista dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, che ha convertito il decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, da lei citato, anche perché, come rileva recentemente un comunicato del sindacato CGIL Funzione Pubblica, l'alternativa potrebbe essere solo il licenziamento dei componenti la CiVIT, questa volta, e non la soppressione dell'ICE.
Detto ciò, vorrei cogliere anche l'occasione di offrire la possibilità al Governo e Pag. 48al Ministro Romani, non più tardi del 29 ottobre prossimo, di spiegarci qualcosa rispetto a quanto gli interpellanti hanno chiesto, dato che il Ministero ha convocato a Roma, presso il Palazzo dei Congressi dell'Eur, il 28 e 29 ottobre prossimi, gli stati generali del commercio estero senza che l'Italia abbia una straccio di agenzia o di istituto.
Dopo di che, con tono rispettoso verso il Governo, rimango fiducioso che, di qui a una settimana, ci sia una qualche risposta. Ricordo l'invito rivolto a tutti i parlamentari, particolarmente a una parte di noi della X Commissione permanente (Attività produttive), a partecipare a questi stati generali del commercio estero.
La Viceministra Catia Polidori, che ci ha rivolto l'invito, ha affermato che si tratta di un importante esercizio di sistema finalizzato ad accrescere la competitività delle nostre imprese nel mercato globale, a rendere più efficace la funzione di indirizzo o di coordinamento dei soggetti nazionali a sostegno dell'internazionalizzazione e, quindi, per tale motivo siamo stati invitati.
Io rinnoverò questa fiducia nel ripensamento rispetto al fatto che quella sede sia la più opportuna per dare una soluzione alle questioni del commercio estero e, in attesa del prossimo 29 ottobre, desidero rappresentare la mia più totale insoddisfazione per la risposta qui ricevuta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Attività di bonifica delle aree precedentemente destinate a siti militari nell'arcipelago de La Maddalena - n. 2-01227)

PRESIDENTE. L'onorevole Pes ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01227, concernente attività di bonifica delle aree precedentemente destinate a siti militari nell'arcipelago de La Maddalena (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

CATERINA PES. Signor Presidente, signora sottosegretario, onorevoli colleghi, ciò che stiamo per raccontare è uno dei tanti fatti poco chiari e rimasti segreti che costellano la storia del nostro Paese e che ha a che fare con la fine di una lunga servitù militare in Sardegna durata trentacinque lunghi anni: parlo della servitù della Marina militare a La Maddalena.
Dopo trentacinque anni, infatti, nel gennaio 2008, la Marina degli Stati Uniti ha lasciato l'isola de La Maddalena definitivamente. Prima di fare ciò la stessa Marina militare ha condotto, nei mesi tra giugno e settembre 2007 e su propria iniziativa, un'imponente operazione di pulizia dei fondali prospicienti l'isola di Santo Stefano, raccogliendo detriti e rifiuti per centinaia di tonnellate.
Stando a quanto riferito da un report della stessa Marina militare americana, sono state riportate in superficie circa 550 tonnellate di materiale di scarto per un fondale vasto quasi quanto otto campi di calcio. Come si può ben capire si è trattato di una raccolta straordinaria, evidentemente di un'operazione di bonifica piuttosto imponente direi e anche complessa, al punto che si è reso necessario l'intervento di sommozzatori di altre unità della Navsea e di imprese specializzate in interventi sottomarini sempre provenienti dagli Stati Uniti.
Nei fondali dell'isola di Santo Stefano è stato trovato di tutto: pezzi di motori, tubi, valvole, plastiche, barattoli, finanche blocchi di acciaio di oltre due tonnellate ciascuno.
Come vi dicevo e come si può ben capire, si è trattato di una raccolta straordinaria e svela quanto pesante e - devo dire - anche impattante sia stata sotto il profilo ambientale la presenza dei sottomarini nell'arcipelago de La Maddalena. Qui, però, inizia il primo mistero. Di questa bonifica e del suo esito nulla è stato richiesto dal Governo italiano. Ma andiamo avanti.
Nel medesimo periodo in cui la Marina militare americana lascia l'arcipelago e inizia l'opera di bonifica nell'isola di Santo Stefano, il Governo italiano predispone, insieme alla Protezione civile e in accordo con la regione Sardegna e gli enti locali, Pag. 49un progetto di risanamento a terra e a mare del territorio antistante l'ex arsenale militare. La bonifica si sarebbe dovuta svolgere tra il 2008 e il 2009 in vista del G8 imminente. Ho detto «si sarebbe dovuta svolgere», perché in realtà questa bonifica non è mai giunta a conclusione.
Questo Parlamento ha avuto modo di sentire, nel luglio del 2008 in audizione (il 10 luglio esattamente), un rapporto dettagliato dell'allora Commissario della Protezione civile, Guido Bertolaso. Anche dalla testimonianza di Bertolaso sappiamo che l'opera di bonifica dell'ex arsenale fu intrapresa ed attivata sotto il vigile controllo dell'ISPRA e dell'ARPA Sardegna, e degli organi locali di controllo.
Furono recuperati allora copertoni e munizioni, fusti e sedimenti vari. Vennero attivate importanti operazioni di dragaggio che evidenziarono alte concentrazioni di molecole killer, vorrei dire ben oltre i limiti di legge.
Tuttavia, sappiamo anche come è andata a finire quella storia. Il G8 a La Maddalena non si fece più e venne spostato a L'Aquila, e con ciò subì un rallentamento anche l'intervento di bonifica dell'isola che venne dimenticato, mentre nel frattempo alcuni dei protagonisti di questa storia (dal presidente del Consiglio dei lavori pubblici Angelo Balducci a Bertolaso) venivano indagati dalla procura della Repubblica per i costi gonfiati del G8.
Intanto, nei mari dell'isola i livelli di concentrazione delle molecole nocive erano rimasti intatti. Come testimoniò allora un interessante reportage de l'Espresso, sono rimasti nei fondali gran parte dei derivati del petrolio e dei residui di combustione, sostanze scaricate in mare per decenni durante il lavaggio di serbatoio delle navi, quando l'arsenale era gestito dalla Marina militare italiana.
Ecco, quindi, la seconda questione che vorrei evidenziare. Come dicevo prima, ad oggi, a distanza di anni, la bonifica non è ancora giunta a conclusione. L'ex arsenale non è mai stato completamente bonificato, ed oggi la procura della Repubblica di Tempio Pausania indaga su 45 milioni di euro che sono stati spesi con i fondi del G8, poi spostato a L'Aquila. Sono così stati messi sotto sequestro probatorio 60 mila metri quadrati di mare davanti al main center de La Maddalena nell'ex arsenale, e i dubbi sono tanti. Intanto, sulle modalità dello smaltimento: tutte le discariche sono state autorizzate? E poi dove si trovano le discariche, dove sono stati portati questi rifiuti? Qualcuno sostiene addirittura che molti di questi materiali tossici siano rimasti nell'isola. Noi, ad oggi, non sappiamo dove si trovino. Inoltre, vi sono dubbi sui motivi per i quali le bonifiche si sono interrotte o sono state condotte solo in parte.
Quindi, arriviamo al punto della questione, signor sottosegretario. Oggi, tra bonifiche annunciate, bonifiche false, bonifiche truffaldine e direi anche bonifiche top secret, resta aperta la voragine del risanamento a mare. I veleni, forse, sono ancora lì nelle acque dell'isola. Restano bonifiche da eseguire per milioni di euro. Gli appalti per poter terminare le opere iniziate sono bloccati oggi dalle inchieste.
Nella popolazione maddalenina - veda sottosegretario - i 35 anni di presenza dei sottomarini a propulsione nucleare hanno sempre suscitato una grande preoccupazione. È forte e sentita in tutta l'isola la necessità di una particolare attenzione per l'ambiente, anche in considerazione dell'elevato valore naturalistico del territorio che - non dimentichiamo - ospita un parco nazionale di grande pregio.
Riteniamo, quindi, urgente che il Governo risponda ai dubbi sinora emersi e, in particolare, che chiarisca il perché delle mancate bonifiche in una terra, come la Sardegna, che già troppo ha dato in fatto di servitù militari e di veleni prodotti da queste. In particolare, chiediamo: qual è stato il ruolo del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nella bonifica dell'isola di Santo Stefano? Perché l'autorità italiana non ha mai certificato e verificato l'attività di bonifica della Marina militare statunitense? Per quale motivo le bonifiche predisposte dall'unità di missione della Protezione civile nell'ex arsenale non sono poi state portate a Pag. 50compimento? E in ultimo, ma non meno importante, quali risorse il Governo intende mettere a disposizione per il completamento di tale bonifica in una terra che è stata fin troppo abusata e violentata?

PRESIDENTE. Saluto gli studenti dell'Istituto comprensivo statale N. 1 di Sulmona (L'Aquila), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Non stupitevi nel trovare l'Aula deserta, non stiamo discutendo di leggi. Quando si discute di leggi e quando si votano le leggi, l'Aula è piena, tutti sono presenti. Stiamo, invece, vivendo un momento in cui i singoli parlamentari chiamano il Governo a rispondere su questioni importanti per il loro collegio, le più varie e le più svariate possibili, come vedrete se vi fermerete più a lungo. Allora, in questi casi, in Aula sono presenti, in genere, il rappresentante del Governo e i parlamentari che hanno da fare domande al rappresentante del Governo medesimo.
Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Laura Ravetto, ha facoltà di rispondere.

LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, con riferimento all'interpellanza urgente presentata dagli onorevoli Pes ed altri e riguardante la bonifica dell'area ex arsenale di La Maddalena, vado a leggere quanto trasmesso dal competente Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sulla base delle informazioni pervenute dal Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, dalla regione Sardegna, dall'ARPA Sardegna, dalla provincia di Olbia-Tempio e dal comune di La Maddalena. Preliminarmente, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare evidenzia che, in base alle comunicazioni fornite dal comune di La Maddalena, la situazione ambientale esistente a seguito del rilascio della base statunitense dell'isola di Santo Stefano fu esaminata, in sede di apposito tavolo tecnico promosso dalla Marina militare italiana. A tale tavolo tecnico, riunitosi da ultimo in data 8 febbraio 2008, hanno partecipato, tra gli altri, in diverse riprese, la provincia di Olbia-Tempio, il comune anzidetto e ARPA Sardegna. Non fu coinvolto il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in quanto, in materia di bonifica di siti contaminati, ai sensi del combinato disposto degli articoli 242 e 252 del decreto legislativo n. 152 del 2006, esso è competente esclusivamente per i siti di interesse nazionale per i quali approva il progetto definitivo-operativo di bonifica, restando demandati alla provincia e all'ARPA regionale competente i controlli nella successiva fase esecutiva, ai sensi dell'articolo 248 del citato decreto legislativo, ai fini dell'effettuazione della verifica della conformità degli interventi ai progetti approvati. L'area marina antistante l'ex arsenale militare de La Maddalena è stata classificata come SIN con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3716 del 19 novembre 2008 (si cita l'area dell'arsenale compresa tra il molo, le banchine antistanti all'autoreparto, cala Camiciotto, molo Carbone, la banchina ex deposito cavi Telecom e l'antistante specchio d'acqua individuata come sito di interesse nazionale). Nel periodo aprile-ottobre 2008, gli interventi di bonifica delle aree a terra, i cui progetti erano stati presentati e approvati sotto il coordinamento della struttura di missione G8, da conferenze di servizi svoltesi in ambito locale, erano già stati sostanzialmente conclusi. L'ARPA Sardegna, in data 2 ottobre 2009, ha fornito la relazione di fine attività, valutando idonei gli interventi attuati e prescrivendo un programma di monitoraggio dello specchio acqueo di medio-lungo termine, al fine di verificare eventuali impatti sull'area marina. La provincia di Olbia-Tempio, recependo la certificazione dell'ARPA Sardegna e sentito ISPRA, ha proceduto ad emettere, in data 26 ottobre 2009, la certificazione del completamento degli interventi di bonifica a terra, comprensivi della cassa di colmata, ritenendo che le opere effettuate fossero conformi ai progetti approvati e che le Pag. 51aree a terra dell'ex arsenale militare fossero idonee per essere restituite agli usi legittimi.
L'ISPRA, riguardo alla bonifica a mare, ha predisposto nel settembre 2008 un «Piano di caratterizzazione ambientale dei fondali dell'area marina antistante l'ex Arsenale» in conformità a quanto previsto dalla normativa vigente e aggiornandolo con le procedure consolidate e utilizzate nelle caratterizzazioni ambientali di siti contaminati di interesse nazionale. La caratterizzazione è stata eseguita dalla Protezione civile, e i risultati sono stati analizzati e riportati in apposito documento dell'ISPRA (recante: «Risultati della caratterizzazione ambientale dei fondali prospicienti il sito denominato "ex Arsenale" nel comune di La Maddalena») inviato alla Presidenza del Consiglio dei ministri e al Ministero dell'ambiente in data 28 novembre 2008.
È emersa, nell'area interna di Cala Camicia, una contaminazione, limitata ai primi 50 centimetri di spessore di sedimento, di metalli (arsenico, mercurio, rame, piombo e zinco), idrocarburi pesanti e policlorobifenili con concentrazioni superiori alla colonna B) di cui alla tabella 1 dell'allegato 5 al titolo V alla parte IV del decreto legislativo n. 152 del 2006. Nello strato successivo, fino a 1 metro, sono stati determinati, invece, superamenti dei valori di riferimento sito-specifici per alcuni parametri: arsenico, piombo, zinco e idrocarburi policiclici aromatici. Tali risultanze non hanno evidenziato la presenza di sedimenti con concentrazioni tali da essere classificati, ai sensi della normativa vigente (allegato D, parte IV del decreto legislativo n. 152 del 2006, come previsto dall'articolo 1, comma 996, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 - Legge finanziaria 2007), come «pericolosi».
Il progetto definitivo di dragaggio e di adeguamento della portualità, è stato presentato agli enti competenti nella conferenza di servizi istruttoria del 19 dicembre 2008, poi approvato con prescrizioni nella conferenza di servizi decisoria del 28 gennaio 2009. Al progetto di dragaggio sono state imposte numerose prescrizioni per coniugare le esigenze di escavo con finalità infrastrutturali con quelle del ripristino ambientale dei fondali, minimizzando, al contempo, i possibili impatti derivanti dalla movimentazione dei fondali stessi, nonché le future attività di bonifica.
A tale proposito il Ministero dell'ambiente ha fornito puntuali prescrizioni in merito alla rimozione uniforme e successiva gestione degli strati di sedimento superficiali (50 centimetri), risultati più contaminati con concentrazioni superiori ai valori di riferimento, stimati in circa 15.000 metri cubi, e soprattutto per i sedimenti con concentrazioni maggiori ai valori della colonna B della tabella 1 dell'articolo 5 al titolo V alla parte quarta del decreto legislativo n. 152 del 2006 (stimati in circa 25.000 metri cubi). È stata altresì prescritta l'adozione, in fase esecutiva, di tecnologie di dragaggio di tipo ambientale e di opportune misure di mitigazione, quale l'utilizzo di veri e propri schermi protettivi galleggianti (silt screen) al fine di minimizzare, durante le fasi di escavo, lo spostamento del materiale risospeso e quindi di impatti sull'ambiente marino.
Infine, la conferenza di servizi ha richiesto, secondo quanto indicato all'articolo 5 del decreto attuativo 7 novembre 2008, recante «Disciplina delle operazioni di dragaggio nei siti di bonifica di interesse nazionale, ai sensi dell'articolo 1, comma 996, della legge 27 dicembre 2006, n. 296», che al termine delle operazioni di dragaggio fosse effettuata l'analisi del fondo scavo per la verifica della qualità dei sedimenti riportati in superficie a seguito dell'intervento di dragaggio.
Le operazioni di dragaggio si sono concluse a maggio 2009. Dopo di che si è dato corso al completamento delle operazioni di monitoraggio controllo e verifica del fondo scavo, in ottemperanza a quanto stabilito nell'ordinanza n. 3716 del novembre 2008 e nella conferenza decisoria di gennaio 2009.
L'analisi dei risultati, riportati nell'apposito documento ISPRA «Verifica di fondo scavo dei fondali dell'ex Arsenale nel comune di La Maddalena. Risultati Pag. 52della caratterizzazione ambientale», inviato alla Presidenza del Consiglio dei ministri e al Ministero in data 5 maggio 2010, ha evidenziato una contaminazione residua nei sedimenti superficiali (0-50 centimetri) dei fondali, dovuta principalmente a mercurio e idrocarburi C>12.
Per tale ragione, il Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare, in data 17 maggio 2010, ha chiesto all'ISPRA e all'ARPA Sardegna di indicare gli eventuali approfondimenti e le necessarie misure da intraprendere per la conclusione degli interventi di dragaggio con finalità ambientale dello specchio d'acqua interno all'ex Arsenale militare. Nel corso della conferenza di servizi istruttoria del 14 luglio 2010 il Ministro dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare ha sollecitato alla Protezione civile la presentazione di un progetto definitivo di bonifica per l'area marina.
In data 20 luglio 2010, l'ISPRA ha disposto che occorreva effettuare una indagine geofisica, quale necessaria attività prioritaria per una definizione corretta dell'assetto e dell'estensione del substrato roccioso, funzionale alla definizione dello spessore di sedimento incoerente presente ed alla pianificazione di un'adeguata strategia di bonifica finale dell'area marina.
Tali indagini geofisiche («Rilievi di geofisica/geologia marina nelle aree Arsenale e Porta Chiara nell'isola di La Maddalena Rapporto definitivo») eseguite dalla università La Sapienza e trasmesse alla Protezione Civile, all'ISPRA, all'ARPA Sardegna e alla Provincia di Olbia Tempio in via definitiva il 22 dicembre 2010, hanno prodotto risultati che hanno implicato ulteriori indagini integrative per la definizione puntuale degli spessori di sedimento da sottoporre a bonifica.
A seguito di ciò, l'ISPRA e l'università La Sapienza hanno redatto un documento contenente tali integrazioni, inviato alla Protezione civile il 17 novembre 2010 ed illustrato nel corso della conferenza di servizi istruttoria del 18 novembre 2010.
Le attività di campionamento affidate dalla Protezione civile alla Sapienza sono state effettuate in data 20, 21 e 23 gennaio 2011, con la supervisione di personale dell'ISPRA e dell'università La Sapienza e la presenza di personale della Protezione civile, dell'ARPA Sardegna e dell'ente parco di La Maddalena.
Contemporaneamente alle attività di campionamento dei sedimenti, con il supporto del reparto ambientale marino del Corpo della Capitaneria di porto, sono state effettuate verifiche subacquee sullo stato dei fondali dell'ex Arsenale alla luce di quanto evidenziato dalle indagini geofisiche eseguite dalla Sapienza nell'ottobre 2010. Le indagini geofisiche e le integrazioni di caratterizzazione sui sedimenti dei fondali dell'ex Arsenale di La Maddalena hanno consentito di individuare lo spessore di sedimento incoerente e l'assetto del substrato roccioso presente, di caratterizzare in tutta l'area l'intero spessore di sedimento incoerente e di individuare lo strato di sedimento contaminato su cui procedere alla bonifica.
Sulla base di ciò, in data 13 giugno 2011, il Dipartimento della protezione civile ha trasmesso al Ministero dell'ambiente il progetto preliminare di «completamento della bonifica dell'area ex Arsenale» che è stato sottoposto ad istruttoria tecnica, congiuntamente all'ISPRA. Il relativo parere dell'ISPRA, in data 18 agosto 2011, acquisito dal Ministero dell'ambiente è stato trasmesso a tutti i soggetti interessati.
In data 7 settembre 2011, presso il Ministero si è tenuta una conferenza di servizi, al fine di valutare le problematiche relative al progetto preliminare «completamento bonifica darsena ex Arsenale Marina militare» predisposto dal Dipartimento della protezione civile, finalizzato alla predisposizione del progetto definitivo di bonifica dell'area marina. All'esito della riunione è stato trasmesso a tutti i soggetti interessati il relativo verbale contenente le prescrizioni/osservazioni, che dovranno essere considerate nella stesura del progetto definitivo.
Dette prescrizioni/osservazioni sono state recepite dal Dipartimento di protezione civile in data 21 settembre 2011. Alla luce di quanto emerso dal tavolo tecnico, Pag. 53il medesimo Dipartimento si è impegnato a presentare, nei minimi tempi tecnici necessari e in raccordo con l'ISPRA, il progetto definitivo di bonifica, tenendo conto delle osservazioni sopra formulate.
In riferimento alle risorse finanziarie stanziate dallo Stato per le attività di bonifica, si rappresenta che, oltre alle risorse assentite con OPCM in occasione del noto evento G8, questo Ministero, nelle more della definizione del costo complessivo degli interventi che sarà individuato nel progetto definitivo di bonifica di prossima acquisizione, ha già reso disponibile la somma complessiva di 4.182.914 euro.
Il Dipartimento della protezione civile ha, da ultimo, evidenziato che presumibilmente, la rimozione di tutti i sedimenti contaminati dalla darsena antistante l'ex Arsenale militare, con successivo totale conferimento in discarica, potrebbe venire a costare una cifra non inferiore a 10 milioni di euro circa.
Da ultimo, in ordine alle indagini giudiziarie in corso di cui si parla nell'atto di sindacato ispettivo, il procuratore della repubblica del tribunale di Tempio Pausania ha rappresentato che presso lo stesso ufficio requirente sono in corso indagini preliminari alle quali hanno collaborato sia i carabinieri del NOE di Sassari, sia la Capitaneria di porto di La Maddalena, anche tramite sommozzatori appartenenti ad entrambe le forse di polizia giudiziaria. L'attività investigativa è diretta ad accertare se i lavori di bonifica della zona stessa siano stati effettuati conformemente al capitolato d'appalto e se sul fondale marino vi sia presenza di materiali pericolosi smaltiti in modo irregolare.
Trattandosi di indagini che comportano valutazioni tecniche estremamente delicate è stata disposta una consulenza tecnica collegiale affidata ad un geologo sottomarino e ad un ufficiale della Capitaneria di porto, anch'egli geologo.

PRESIDENTE. L'onorevole Calvisi, cofirmatario dell'interpellanza, ha facoltà di replicare.

GIULIO CALVISI. Signor Presidente, nel ringraziare il sottosegretario Ravetto non posso dichiararmi soddisfatto della risposta.
Mi dichiaro neanche insoddisfatto, ma semplicemente deluso, perché avevamo posto due questioni: una questione si riferiva alle bonifiche di terra e di mare nell'area prospiciente l'isola di Santo Stefano in seguito al ritiro della Marina militare americana; l'altra questione riguardava l'area dell'ex arsenale.
Il sottosegretario, in ordine al ruolo del Governo italiano - non tanto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ma del Governo italiano in genere - riguardo alle operazioni di bonifica nell'isola di Santo Stefano, in pratica, non ha dato risposta, confermando tutte le nostre preoccupazioni. Con riferimento all'area dell'ex arsenale ha dato - la ringrazio per questo, sottosegretario Ravetto - qualche dettaglio in più, ma non ha fugato i nostri dubbi e le nostre preoccupazioni. Immagino che non abbia fugato i dubbi e le preoccupazioni neanche degli enti locali e della popolazione de La Maddalena.
Anche per quanto concerne la voce del finanziamento, mi sembra che lei, signor sottosegretario, abbia detto che per completare quest'opera di bonifica siano necessari 10 milioni di euro, secondo i dati forniti dall'ISPRA e dalla Protezione civile. Tuttavia, mi sembra che a disposizione vi siano solo 4 milioni di euro.
Vorrei riprendere nel dettaglio la vicenda delle bonifiche nell'isola di Santo Stefano e nell'area dell'ex arsenale. Sottosegretario Ravetto, vorrei dirle una cosa: questi due problemi apparentemente diversi sono naturalmente collegati. Essi, infatti, si collegano ad un'idea che il Governo italiano - prima il Governo Prodi e, successivamente, sin dal suo insediamento, il Governo Berlusconi - aveva sull'isola de La Maddalena.
L'isola de La Maddalena, infatti, a fronte di un ritiro progressivo della presenza militare, sia italiana che statunitense, necessitava di un intervento per riconvertire la propria economia. Essa Pag. 54doveva diventare un luogo, un sito, che faceva della valorizzazione del suo straordinario patrimonio ambientale il motore dello sviluppo. Si disse: faremo de La Maddalena una grande capitale del turismo internazionale, faremo de La Maddalena la Davos del Mediterraneo. Il G8 era una tappa fondamentale per realizzare quest'obiettivo. Il G8, poi, non si è svolto, ma in più vi erano tutte le opere di bonifica: vi erano le opere che dovevano essere realizzate nell'isola de La Maddalena, vi era il processo di dismissione dei beni della Difesa.
In seguito, il G8 non si è svolto, la «cricca», come sappiamo, ha fatto affari a La Maddalena, il processo di dismissione si è interrotto ed oggi, addirittura, gran parte della stampa nazionale descrive La Maddalena come una discarica. Tutto ciò con il paradosso, sottosegretario Ravetto, che, se il Governo non darà risposte in tempi brevi sulle bonifiche, l'isola de La Maddalena non solo non diventerà la Davos del Mediterraneo, non solo non trarrà vantaggio dai 400 milioni di euro dello Stato spesi nell'isola stessa - che, in molti casi sono stati uno spreco -, ma, addirittura, avrà un danno rispetto non solo a ciò che poteva essere, ma a ciò che era già e che è stata.
In altri termini, oggi, La Maddalena dall'investimento del Governo è colpita nella sua immagine per quanto riguarda il suo posizionamento nel mercato turistico internazionale. E questo, sottosegretario Ravetto, coincide con l'avvento del Governo Berlusconi e della giunta Cappellacci in Sardegna. I maddalenini dovrebbero chiedere i danni a questo Governo.
Con riferimento alle due questioni che abbiamo sollevato, presso l'isola di Santo Stefano - lo ricordava l'onorevole Pes -, è stata realizzata un'operazione di bonifica da parte della Marina militare statunitense. Il Governo italiano, la regione Sardegna, la provincia di Olbia-Tempio, che ha la competenza per dare la certificazione sull'avvenuta bonifica, e il comune de La Maddalena dovevano dire: bene, quella bonifica è andata a buon fine.
Vi sono state delle riunioni, lei giustamente le ha ricordate, è stata costituita una commissione tecnica con le agenzie del Ministero della difesa preposte a vigilare sui lavori di bonifica, con l'ARPAS, con il comune de La Maddalena, con il CISAM, l'APAT, insomma è stato costituito un gruppo di lavoro che doveva analizzare il risultato di quella bonifica. Quel gruppo di lavoro, lo ha sempre ricordato lei, ha smesso di riunirsi poco dopo, il 2 febbraio del 2008.
Quindi, al momento, noi non abbiamo nessun giudizio di nessuna autorità italiana su quello che gli americani hanno fatto, sulla caratterizzazione, sui carotaggi, sul dragaggio, sul prelievo di rifiuti, sullo smaltimento; noi non abbiamo nessuna dichiarazione del Governo italiano, di alcuna autorità italiana. In pratica, gli americani se ne sono andati, hanno bonificato, hanno detto arrivederci e grazie, ma nessuna autorità italiana ha potuto controllare quello che hanno fatto. Purtroppo la sua risposta, è su questo, molto, molto insoddisfacente.
Peraltro era stato previsto tutto un processo da parte di questa commissione tecnica: dovevano essere rifatti i lavori di caratterizzazione, doveva essere prevista una responsabilità degli americani, una sorta di clausola di salvaguardia dicendo: va bene, adesso voi ve ne siete andati, avete bonificato, però in un periodo di tempo stabilito, le autorità italiane devono fare le verifiche, e verificato se quella bonifica è andata a buon fine, esprimeranno un giudizio; se ci sono ulteriori lavori da fare, li pagherete voi. Li pagheranno gli americani. Su questo è tutto bloccato e purtroppo, le ripeto, lei conferma questa nostra idea.
Sulla questione dell'area dell'ex Arsenale, lei ha fornito dei dettagli molto importanti sul lavoro che adesso si sta facendo. La ringrazio per questo, perché ci ha dato delle notizie che, personalmente, immagino neanche l'onorevole Pes conoscesse. Però li ora c'è una questione: sono stati spesi 31 milioni di euro per fare queste bonifiche, sono stati prelevati e smaltiti veleni come amianto, mercurio, Pag. 55idrocarburi, cadmium, piombo, rame e altri agenti inquinanti. Tuttavia quello specchio d'acqua di 60 mila metri quadri non è stato ancora bonificato.
C'è un'indagine della magistratura su tutta la procedura delle bonifiche, dalla caratterizzazione, ai carotaggi, al materiale di riempimento utilizzato per saturare le vasche di colmata, allo smaltimento e ci sono alcune questioni che non tornano. Sono state prelevate 65 mila tonnellate - ci ha detto Bertolaso lo scorso anno durante una audizione in Commissione Ambiente - poi dalle carte che sono state rese pubbliche ne risultano prelevate 74 mila. Ci era stato detto che gran parte dei rifiuti tossici più nocivi erano stati sostanzialmente smaltiti in gran parte nelle discariche del nord d'Italia e che poco era stato smaltito in Sardegna; invece dalle carte risulta il contrario. Addirittura, nelle discariche risultano rintracciate soltanto 45 mila tonnellate; ne mancano all'appello più di 30 mila. Dove sono finite queste 30 mila tonnellate di rifiuti?

PRESIDENTE. La prego di concludere.

GIULIO CALVISI. Mi avvio a concludere signor Presidente. Allora, adesso c'è questa indagine della magistratura e i reati ipotizzati sono molto gravi: abbandono di rifiuti, abuso di ufficio, frode in pubbliche forniture ma anche inquinamento ambientale marino e terrestre.
La provincia di Olbia Tempio ha dato la certificazione e quindi il via libera sulle attività di bonifica effettivamente svolte soltanto per quella a terra, non per quelle a mare. Adesso ci viene detto che quelle a mare devono essere completate. Noi auspichiamo che il lavoro che il Governo dichiara di voler portare avanti non si fermi; però, c'è un grande problema di copertura delle risorse. L'anno scorso, infatti, è venuto il dottor Bertolaso in audizione in Commissione ambiente e ci ha detto che per completare la bonifica ci voleva un milione e mezzo di euro; poi questi milioni erano 6 - c'è una dichiarazione riportata dal Ministero dell'ambiente qualche mese fa che diceva che erano 6 - adesso lei ci dice che sono 4.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Calvisi.

GIULIO CALVISI. Concludo, Presidente. Quindi, i milioni di euro sono quattro, ma ce ne vorrebbero altri dieci. Penso che questo sia un punto che il Governo debba chiarire al più presto. Le ricordo una definizione: noi parliamo di bonifiche ma, da un punto di vista tecnico, la bonifica è l'ultima fase di un lungo processo di azione, che va dalla caratterizzazione al dragaggio e allo smaltimento. Sino a quando non vi sarà una certificazione della provincia, o di altra autorità italiana - ma per legge è competente la provincia - non possiamo dire che la bonifica sia avvenuta.
Quindi, noi - in quanto penso di interpretare anche il pensiero dell'onorevole Pes - continueremo a vigilare sulle azioni e sulle attività che questo Governo, in particolare attraverso il Ministero dell'ambiente e il Ministero della difesa, intende portare avanti sull'isola de La Maddalena.

(Intendimenti del Governo in merito ad eventuali cambiamenti del gruppo dirigente e ad un'eventuale nuova mission di Cinecittà Luce Spa - n. 2-01205)

PRESIDENTE. L'onorevole Carlucci ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01205 concernente intendimenti del Governo in merito ad eventuali cambiamenti del gruppo dirigente e ad un'eventuale nuova mission di Cinecittà Luce Spa (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

GABRIELLA CARLUCCI. Signor Presidente, sottosegretario Giro, devo intanto dire che mi dispiace molto aver sottoposto al Governo, al Ministro per i beni e le attività culturali, questa interpellanza che, peraltro, è stata sottoscritta da tutti i gruppi parlamentari, non solo dai capigruppo in Commissione cultura, ma da moltissimi altri parlamentari, che condividono il contenuto di questa interpellanza urgente che, allo stato attuale, poiché era stata presentata un mese fa, è in parte superata. Pag. 56
Ciò perché le nostre preoccupazioni, espresse all'interno dell'interpellanza, riguardavano voci che erano giunte alla Commissione cultura in merito a cambiamenti societari e anche di mission di Cinecittà Luce Spa. In effetti, questi cambiamenti sono avvenuti e, quindi, per la prima parte dell'interpellanza, concernente le preoccupazioni espresse dalla Commissione cultura, il Ministro è venuto in Commissione e ha spiegato in cosa è cambiata la mission di Cinecittà e che molti cambiamenti sono stati dettati dalla necessità di ridurre il costo del personale e, quindi, di ridurre la parte che riguarda l'amministrazione e la gestione di Cinecittà, mentre rimane comunque intera la preoccupazione contenuta nella nostra interpellanza in merito alla figura professionale di Luciano Sovena.
Quest'ultimo era stato nominato presidente dell'istituto Luce nel 2003. L'istituto Luce si era successivamente fuso con Cinecittà e, quindi, Luciano Sovena era diventato amministratore della nuova società, che si chiama, infatti, Cinecittà Luce Spa. Si tratta di una società che in questi anni, dal 2003 ad oggi, ha operato molto, molto bene, ed è questo il motivo per cui abbiamo inteso rivolgere il nostro quesito al Ministro per i beni e le attività culturali.
Luciano Sovena, da amministratore della società Luce, considerato che l'istituto Luce poteva produrre film, oltre che distribuirli, ha portato dei risultati eclatanti, visto che parliamo di una società pubblica. Per esempio, ha coprodotto un film molto importante, Il mercante di Venezia, che ha incassato più di cinque milioni di euro. Devo parlare di risultati eclatanti perché mai una società dello Stato, e tanto meno di una di quelle che si occupano di attività culturali, aveva potuto incassare cifre di questo genere.
Cifre che sono state poi reinvestite, tant'è vero che con parte di quei soldi l'istituto Luce, che poi è diventato Cinecittà Luce Spa, ha realizzato in Marocco degli studi cinematografici e una scuola di arti e mestieri del cinema, partendo dal presupposto che noi vogliamo che gli immigrati non vengano Italia, ma possano rimanere nel loro Paese. Tuttavia, nel loro Paese devono poter fare qualcosa, e quella era stata una bellissima idea realizzata grazie a Luciano Sovena.
In quella struttura, non solo sono stati formati i giovani marocchini che sono poi diventati operatori del settore cinematografico, ma sono state realizzate tante produzioni cinematografiche e coproduzioni che, di nuovo, hanno portato successo all'Italia, perché questi film sono stati venduti in tutto il mondo, in quanto coproduzioni internazionali, e hanno portato anche soldi nelle casse di Cinecittà Luce Spa.
Non voglio fare l'elenco dei premi vinti dai film prodotti e distribuiti in tutto il mondo. Infatti, una delle mission di Cinecittà è quella di promuovere il cinema italiano in tutto il mondo, di realizzare coproduzioni con strutture importanti in tutto il mondo e di vendere i nostri film in tutto il mondo.
Ebbene, questo obiettivo è stato completamente realizzato da Luciano Sovena, quindi possiamo dire che egli non solo ha svolto perfettamente il suo mestiere, prima all'interno dell'Istituto Luce e poi come amministratore delegato della nuova società Cinecittà Luce, ma ha anche operato - è stata anche questa un'operazione molto importante - la fusione delle due società.
Ovviamente la fusione prevedeva un taglio di dipendenti ed il riordino di una serie di strutture. Tutto questo è avvenuto in maniera indolore: tutti i dipendenti che potevano restare all'interno dell'Istituto Luce Cinecittà sono rimasti, gli altri sono stati riassorbiti dalla pubblica amministrazione.
Abbiamo, quindi, a che fare con un manager che ha delle grandissime caratteristiche sia dal punto di vista gestionale e amministrativo, sia dal punto di vista tecnico in senso stretto per quanto riguarda il settore del cinema. Abbiamo parlato di produzione, coproduzione, distribuzione e promozione del cinema italiano all'estero. Ebbene, questa persona, da un giorno all'altro, viene mandata via. Pag. 57
Lo ripeto: il Ministro ha spiegato che la nuova mission della nuova società prevede meno personale, tanto è vero che il consiglio di amministrazione è composto solo da tre persone, però non si capisce come sia possibile ciò. Tra l'altro, in questo Paese si parla di meritocrazia e ogni tanto si fa un tentativo. Il Ministro Gelmini ha tentato, nella sua riforma, di mettere al centro meritocrazia e trasparenza per i nostri ragazzi. In effetti la politica dovrebbe avere anche questo significato: lasciare qualche cosa ed insegnare qualcosa ai nostri figli.
Lo scriviamo nelle leggi, in Commissione cultura parliamo quotidianamente del merito da applicare ai professori e agli studenti, e poi una persona che ha solo meriti, che ha dimostrato con una vita professionale perfetta di avere meriti, come ho già detto, sia gestionali che anche di competenza specifica del settore, viene mandata via.
Non voglio indagare i motivi per cui viene mandata via, però ciò viene fatto. La mission non è cambiata, le strutture si sono ridimensionate, ma abbiamo detto che Luciano Sovena ha già dimostrato di essere in grado di riuscire a governare anche dei processi di ridimensionamento e di aver fatto tutto questo nel migliore dei modi.
Pensate che il budget di Cinecittà è stato ridimensionato di cinque o sei volte. Egli si è trovato in questa congiuntura e, nonostante questo, è riuscito a produrre film che hanno vinto premi nei vari festival internazionali, da Venezia a Cannes, e che continuamente riescono ad ottenere riconoscimenti, distribuzioni e, lo ripeto, successi in tutto il mondo.
Quindi, la domanda di tutti noi - perché questa interpellanza è stata firmata da tutti i gruppi parlamentari e da tanti parlamentari di tutti i gruppi - è la seguente: perché tutto questo? Il Ministro ha spiegato già che è stata cambiata la mission, che è stata ridimensionata la parte che riguarda il consiglio di amministrazione, però una figura professionale così importante, a mio giudizio, poteva continuare a dare il suo contributo fattivo al successo della nuova mission che prosegue quella precedente di Cinecittà.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Francesco Maria Giro, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO MARIA GIRO, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, con l'articolo 14, comma 6, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, è stata costituita la società Istituto Luce Cinecittà Srl. Il Ministero dell'economia e delle finanze ha assunto la titolarità della relativa partecipazione che non può formare oggetto di diritti a favore di terzi e il Ministero per i beni e le attività culturali esercita i diritti del socio, sentito il Ministero dell'economia e delle finanze per quanto riguarda i profili patrimoniali, finanziari e statutari.
Il Ministro Galan ha avviato le procedure per nominare il consiglio di amministrazione della nuova società Istituto Luce Cinecittà Srl designando Rodrigo Cipriani in qualità di presidente, Roberto Cicutto amministratore delegato e Riccardo Tozzi consigliere di amministrazione.
La riforma introdotta dalla citata normativa permette, con la costituzione della società a responsabilità limitata Istituto Luce Cinecittà, una razionalizzazione delle spese e una migliore attuazione della sua mission rispetto alla precedente configurazione societaria.
Proprio a tale riguardo, il comma 9 del predetto articolo 14 della normativa in parola prevede l'adozione annuale da parte del Ministro per i beni e le attività culturali di un atto di indirizzo contenente gli obiettivi strategici della suddetta società.
In particolare, le principali attività e i servizi di interesse generale perseguiti dalla società attengono alla conservazione, al restauro e alla valorizzazione dell'archivio Pag. 58storico dell'Istituto Luce, alla conseguente produzione di documentari, alla distribuzione di opere prime e seconde e cortometraggi di interesse culturale, nonché a compiti quali la promozione del cinema italiano all'estero, sostanzialmente in linea con la mission assegnata alla precedente società Cinecittà Luce Spa.
Nessuna modifica, quindi, riguarda la governance di Cinecittà Luce Spa, società quest'ultima che, all'esito dei passaggi previsti nella normativa sopra indicata, sarà posta in liquidazione, così come previsto dal comma 11 dell'articolo 14 sopra menzionato.

PRESIDENTE. L'onorevole Carlucci ha facoltà di replicare.

GABRIELLA CARLUCCI. Signor Presidente, caro sottosegretario Giro, lei mi ha dato una risposta burocratica. Lei ha spiegato quello che ci aveva spiegato appunto il Ministro in Commissione, ovvero, per motivi di razionalizzazione delle risorse, la trasformazione di questa società in una società di fatto più piccola dal punto di vista solo delle strutture amministrative, ma che di fatto continua a svolgere gli stessi compiti di prima.
Lei ha affermato che una delle missioni fondamentali è la digitalizzazione e la conservazione del patrimonio filmico dell'Italia, ed è quello che Sovena ha fatto per tutti questi anni. Ricordo solo, fra i tanti suoi successi in questo senso, che, fino a prima dell'arrivo di Luciano Sovena, tutto il patrimonio filmico di Roberto Rossellini giaceva inutilizzato e non digitalizzato per una serie di problemi, molti dei quali legati, per esempio, alla titolarità di diritti. Ebbene, Luciano Sovena, che è anche un avvocato, ha risolto questo problema circa, per esempio, la titolarità dei diritti e quindi lo sfruttamento delle opere di Roberto Rossellini, ha digitalizzato tutto l'intero patrimonio filmico di uno dei più grandi registi italiani, che oggi è a disposizione di tutti.
Quindi, questo per dire che la mission di Cinecittà e dell'Istituto Luce, che ad un certo punto è diventato un tutt'uno con Cinecittà, è stata perfettamente realizzata da Luciano Sovena, addirittura conseguendo qualcosa che difficilmente riescono a perseguire le società pubbliche, che sono sempre in perdita, motivo per il quale spesso vengono chiuse o accorpate. Il Ministero per i beni e le attività culturali sa bene di cosa parliamo perché alcune società che facevano capo a tale Ministro sono state chiuse perché erano un buco nero. Ebbene, è stato quindi mandato via uno dei pochi manager che ha le competenze specifiche nel settore del cinema e che riesce anche a realizzare interamente la mission. Lei, sottosegretario, ha parlato di distribuzione, coproduzione e valorizzazione del cinema italiano all'estero: ciò è tutto quello che è stato fatto da Luciano Sovena.
Non sono, pertanto, soddisfatta in quanto la risposta sul perché sia stato mandato via Luciano Sovena non è stata data. È stato semplicemente spiegato - e noi lo sapevamo dalle parole del Ministro - che la società è stata ridimensionata e che ci sarà un ulteriore risparmio per il socio privato e lo Stato che sostengono Cinecittà Luce. Tuttavia, una professionalità così importante, che ha dimostrato di riportare degli utili a Cinecittà, di essere in grado di portare in giro per il mondo il nome del cinema italiano, che è il nostro biglietto da visita, della nostra cultura nel modo - e Luciano Sovena lo ha fatto molto bene, portandolo in giro per il modo nel migliore dei modi e al più alto dei livelli -, una professionalità di questo genere è stata accantonata.
Quindi, non sono soddisfatta. Resta la domanda posta all'interno di questa interpellanza.

(Rinvio delle interpellanze urgenti Antonino Russo n. 2-01230, Coscia n. 2-01231 e Capitanio Santolini n. 2-01238)

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare alle interpellanze urgenti Antonino Russo Pag. 59n. 2-01230, Coscia n. 2-01231 e Capitanio Santolini n. 2-01238.
Avverto che, su richiesta dei presentatori e con il consenso del Governo, lo svolgimento delle interpellanze è rinviato ad altra seduta.
È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

Sull'ordine dei lavori (ore 17,48).

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera del 18 ottobre 2011, i presidenti delle Commissioni IX (Trasporti) e X (Attività produttive) hanno rappresentato l'esigenza che l'inizio della discussione in Assemblea delle proposte di legge recanti «Disposizioni per favorire lo sviluppo della mobilità mediante i veicoli che non producono emissioni di anidride carbonica», già previsto per lunedì 24 ottobre 2011, sia differito ad altra data.
Comunico altresì che, con lettera in data odierna, il Presidente della I Commissione (Affari costituzionali), acquisito l'orientamento dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha rappresentato l'esigenza che l'inizio della discussione in Assemblea della proposta di legge recante «Disposizioni per il trasferimento a Milano delle sedi della Commissione nazionale per le società e la borsa e dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato», già previsto per lunedì 24 ottobre 2011, sia differito ad altra data.
L'esame di tali provvedimenti non sarà, pertanto, iscritto all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana.

Annunzio di una informativa urgente del Governo.

PRESIDENTE. Comunico che martedì 25 ottobre 2011, alle ore 15, avrà luogo un'informativa urgente del Governo sui gravi incidenti verificatisi a Roma il 15 ottobre 2011.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 24 ottobre 2011, alle 13,30:

1. - Discussione delle mozioni Boccia ed altri n. 1-00714 ed Evangelisti ed altri n. 1-00722 concernenti iniziative volte a garantire un adeguato risarcimento a favore delle persone che hanno subito danni da incidenti stradali.

2. - Discussione del testo unificato delle proposte di legge:
BINETTI ed altri; SBAI e CONTENTO; COTA ed altri; MANTINI e TASSONE; AMICI ed altri; LANZILLOTTA; VASSALLO ed altri; VACCARO ed altri; REGUZZONI ed altri; GARAGNANI; BERTOLINI: Disposizioni concernenti il divieto di indossare indumenti o utilizzare altri mezzi che impediscono il riconoscimento personale, l'introduzione del reato di costrizione all'occultamento del volto e modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di cittadinanza (C. 627-2422-2769-3018-3020-3183-3205-3368-3715-3719-3760-A).
- Relatore: Sbai.

3. - Discussione delle mozioni Iannaccone ed altri n. 1-00701 e Di Pietro ed altri n. 1-00732 concernenti iniziative in relazione alla annunciata chiusura dello stabilimento Irisbus di Flumeri (Avellino).

La seduta termina alle 17,50.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 7)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 4454 - voto finale 504 504 253 503 1 47 Appr.
2 Nom. Ddl 4589 - voto finale 505 505 253 504 1 46 Appr.
3 Nom. Ddl 4590 - voto finale 514 513 1 257 513 46 Appr.
4 Nom. Ddl 4591 - voto finale 494 493 1 247 493 46 Appr.
5 Nom. Ddl 4592 - voto finale 502 502 252 502 46 Appr.
6 Nom. Ddl 4564 - voto finale 503 503 252 503 46 Appr.
7 Nom. Ddl 4565 - voto finale 490 490 246 490 46 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.