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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 525 di martedì 27 settembre 2011

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 11,30.

LORENA MILANATO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bratti, Brugger, Caparini, Castagnetti, Cirielli, Gianfranco Conte, Donadi, Fava, Leo, Lo Monte, Melchiorre, Migliavacca, Nucara, Pecorella, Romano, Stucchi e Tabacci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 11,35).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

(Iniziative volte a garantire alle donne l'utilizzo del contratto di lavoro a tempo parziale (part-time) al fine di assicurare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro - n. 2-01117)

PRESIDENTE. L'onorevole Codurelli intenda la facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01117 concernente iniziative volte a garantire alle donne l'utilizzo del contratto di lavoro a tempo parziale (part-time) al fine di assicurare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sottosegretario, abbiamo presentato l'interpellanza in esame nel giugno scorso, dopo numerosissimi ricorsi alla luce delle revoche del part-time nella pubblica amministrazione, in particolare nella sanità, nella giustizia e nell'Agenzia delle entrate ed altri settori importanti e cruciali per il nostro Paese che sono sicuramente sotto organico, come dimostrano anche numerosi nostri altri atti ispettivi che abbiamo in questi tempi proposto.
La soluzione non è, a nostro avviso, quella di revocare il part-time, con le ripercussioni che potrebbero discendere da questa interpretazione su oltre 172 mila dipendenti pubblici, pari al 4,7 per cento contro il 24,1 per cento dei dipendenti pubblici, che hanno, negli anni scorsi, ottenuto la trasformazione del proprio tempo pieno in part-time secondo le vecchie regole e che rendono la decisione di grande rilievo sociale. Sappiamo infatti cosa significa il forzato ritorno al full timePag. 2dei dipendenti. Si tratta di una questione delicata, che si scarica sui livelli periferici e i ricorsi giudiziari, credo con ripercussioni notevolissime sul funzionamento dei servizi che prima avevo citato, e soprattutto lasciando che il contenzioso e quindi il ricorrere al giudice sia l'unico strumento per risolvere questo problema. Credo che ciò sia un disastroso servizio pubblico soprattutto per le donne.
Va ricordato che in periodi diversi le modalità di intervento non erano le stesse. Cito l'allora Ministro Treu che attraverso il Piano nazionale per l'occupazione del 1999 così recitava: «L'aumento del part-time in Italia costituisce uno degli obiettivi strategici della recente politica pubblica dell'occupazione». Credo che, nonostante gli impegni in questi anni, il nostro Paese è ancora lontano dall'accesso al part-time e infatti è tra quei Paesi che ne fanno un minore utilizzo. Come l'ISTAT ci ricorda, la situazione nel nostro Paese nel 2010 non solo è preoccupante ma addirittura quasi vergognosa rispetto a tutto il resto dei Paesi in merito all'occupazione femminile. Siamo passati dal sessantatreesimo posto nel 2008 - fino a quel momento c'era stato un miglioramento - al settantaquattresimo posto. Ma anche a fronte di tale dato, gli interventi vanno tutti nel senso contrario, come prima ho ricordato, veramente miope, mentre tutti gli indicatori ci dicono che, laddove le economie si vogliano riprendere, devono porre una grande attenzione alla centralità che le donne hanno nell'uscita dalla crisi.
La strategia di Lisbona era stato uno tra i punti più alti per l'Unione europea per immettere un elemento di equilibrio tra le politiche attive del lavoro, fissando per l'Italia l'obiettivo allora del 60 per cento per l'occupazione femminile, che non solo non è stato raggiunto ma addirittura, come denunciamo nell'interpellanza in esame e in numerosissimi altri atti ispettivi presentati, vi sono stati drammatici passi indietro. Non siamo solo la maglia nera in Europa, al punto tale che, avendo raggiunto il settantaquattresimo posto in questa graduatoria al ribasso, siamo preceduti dal Ghana, dalla Repubblica slovacca, dal Vietnam e dalla Repubblica dominicana. Non è una questione di propaganda ma è un esercizio oggettivo di responsabilità da parte di chi fa opposizione denunciare questi dati.
È risaputo che i lavoratori del pubblico impiego titolari di un rapporto di lavoro part-time (in stragrande maggioranza sono donne) scelgano questo istituto perché impegnati nella cura dei figli minori, di anziani, di persone con gravi disabilità per ottemperare ai loro doveri di lavoratrici e familiari. È con l'ultimo provvedimento in materia del Governo Berlusconi, la legge n. 183 del 2010 come posto in rilievo nell'interpellanza, che si stanno avendo grandi ripercussioni proprio di tipo sociale. Il part-time è riconosciuto in tutta Europa come uno strumento efficace. Perché da noi no? Il part-time è una soluzione per permettere a chi lavora di prendersi cura, e invece da noi è ostacolato. In un Paese come il nostro, con un bassissimo tasso di natalità, la revoca del part-time non incentiva la formazione di nuovi nuclei familiari. Una stretta ulteriore nel settore pubblico comporterebbe una contrazione della partecipazione femminile al mercato del lavoro.
La nota ministeriale del 10 febbraio 2010, e anche una recente circolare, non hanno assolutamente fatto in modo di chiarire la problematica del recesso unilaterale da questo strumento, anzi hanno determinato - come dicevo prima - ricorsi al giudice. Quasi un milione di donne - lo ricordo - ha subito il licenziamento negli anni scorsi, o è stato costretto a appunto a dimettersi dopo aver avuto un figlio. Sono 800 mila (pari all'8,7 per cento delle donne che lavorano o hanno lavorato) le madri che hanno dichiarato di essere state licenziate o messe in condizione di doverlo fare. Noi crediamo che anche modalità di questo tipo costringano le donne a dovere fare questa scelta. Solo quattro madri su dieci tra quelle costrette a lasciare il lavoro sono potute rientrare nel mondo del lavoro.
Nel 2010 (e continua tuttora), vista questa grossa e forte crisi in atto, la famiglia (in particolare la donna) per l'ennesima Pag. 3volta ha svolto il ruolo di ammortizzatore sociale nei confronti dei giovani, sempre e solo le donne. Tutto questo non è riconosciuto se non a parole, perché i fatti, appunto, sono questi. Dico solo che attraverso il voto di fiducia dell'anno scorso, attraverso il decreto-legge n. 78 del 2010, in nome della parità è stata innalzata l'età pensionabile per le donne del pubblico impiego. Cito inoltre il decreto-legge n. 112 del 2008, come convertito, che è stato il primo atto che ha introdotto la prima stretta sul part-time. E poi mi riferisco alla legge n. 183 del 2010, il cosiddetto collegato lavoro, che ha compiuto l'opera nel suo complesso. Le manovre tutte, compresa l'ultima appena approvata nei giorni scorsi, hanno tagliato tutte le risorse che erano a bilancio per il sostegno dell'occupazione e per i servizi. Non parliamo poi del taglio veramente lineare e indiscriminato ai comuni, che non permetterà più di garantire i servizi, per non parlare del taglio del tempo pieno e di altro.
Sono le donne che secondo l'ISTAT svolgono in un anno 2,1 miliardi di ore di aiuto ai componenti anche di altre famiglie, non solamente delle proprie, pari a due terzi del totale erogato dei servizi, mentre il programma Italia 2020 stesso cita con preoccupazione che con il rallentamento dell'attività economica, ora crisi conclamata, un'ulteriore limitazione e un taglio delle misure a favore della parità sono un rischio (confermato) che produrrà un danno veramente incommensurabile.
E la conciliazione tanto proclamata? Con quella attuata, quella che avviene in qualche modo a livello periferico con quei fondi miseri che sono stati messi a disposizione, si interviene non per aiutare la conciliazione ma ad excludendum fino ad un anno del bambino e poi più, escludendo le precarie, escludendo le lavoratrici part-time, escludendo, continuamente escludendo, perché le risorse talmente strette devono arrivare dappertutto. Ecco, invece di garantire alle lavoratrici, in questo caso del pubblico impiego, il diritto a conciliare le proprie esigenze lavorative con quelle familiari, no, si fa di tutto per sospendere il part-time. Ricordo, lo cito solamente, lo ricordo al sottosegretario, che l'8 marzo scorso c'è stato un manifesto, perché lo dichiara un manifesto, un accordo per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Il Governo lo ha tanto sbandierato, ma di fatto il risultato che vediamo è questo.
Questo è il piano strategico di azioni per la conciliazione e le pari opportunità che prevede una maggiore inclusione delle donne da parte dei Ministri Sacconi, Brunetta e Carfagna? Nei fatti, purtroppo, sì. Per il Governo Berlusconi quegli atti che prima ho citato, la legge n. 183 del 2010 e il decreto-legge n. 112 del 2008, rappresentano addirittura dei pilastri. Al privato di fatto è esclusa quasi ogni possibilità in questo senso. Questi due provvedimenti - lo ribadisco - bloccano i nuovi part-time e risultano essere in totale contraddizione con l'articolo 9 della legge n. 53 del 2000, anche quella più volte ripresa.
Dopo la legge n. 183 del 2010 e quelle circolari citate per la sospensione del part-time, infatti, vi è stata una sentenza del giudice del lavoro di Trento secondo la quale l'articolo 16 della legge n. 183 del 2010, nel consentire al datore di lavoro pubblico di trasformare unilateralmente il rapporto di lavoro a tempo parziale in rapporto a tempo pieno, contro la volontà del lavoratore, si pone in insanabile contrasto con la direttiva europea 97/81/CE, attuata dall'Italia con il decreto legislativo n. 61 del 2000. Credo che questi siano atti che il Governo assolutamente è tenuto a rispettare. Infatti, tale norma discrimina il lavoratore part-time il quale, a differenza del lavoratore a tempo pieno, rimane soggetto al potere del datore di lavoro.
È anche risaputo perché i lavoratori, in stragrande maggioranza donne - parliamo di donne per il 90, se non 99 per cento del pubblico impiego -, scelgono questo istituto: per problemi di mancanza assoluta di servizi e per poter conciliare il lavoro con la famiglia. In un Paese come il nostro, che ha una bassissima natalità, ciò dovrebbe far riflettere fino in fondo. La diminuzione avvenuta nel 2010 dovrebbe Pag. 4far riflettere sulla diretta correlazione con le misure che si prendono e gli aiuti in questo senso.
Le donne italiane vogliono un diritto al lavoro, lo esigono, e il diritto di poter mettere al mondo i figli e il diritto ad un'immagine di questo Paese diversa da quella attuale che, in base alle notizie scandalistiche, le vogliono rappresentare solo «a disposizione». No, vogliono essere assolutamente protagoniste perché sono altro, perché sono il pilastro, perché i dati ricordati, non dalla sottoscritta, ma da tutti, anche dall'ISTAT, sono ben altri.
Ecco perché chiediamo, da oltre tre anni, al Ministro Carfagna in particolare di battere un colpo perché non è possibile continuare ad avere un Ministero che, ad ogni manovra finanziaria, vede decurtare tutti - e dico tutti - i fondi a disposizione per questi servizi e per il sostegno al lavoro. Rispetto a questa problematica, si sta ancora procedendo nelle revoche con decorrenza dal 1o luglio, nonostante le rassicurazioni date dall'amministrazione, anche sull'opportunità. Chiediamo al Governo e vogliamo capire come esso intenda proseguire e come intenda rispettare le norme vigenti e le direttive europee prima citate in questo mio intervento, ma anche nell'interpellanza stessa.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Bartolomeo Giachino, ha facoltà di rispondere.

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, gentilissima onorevole, vorrei premettere alla risposta che ha preparato il Ministero del lavoro e delle politiche sociali una considerazione di carattere generale: il Governo sta facendo l'impossibile per difendere il Paese, i lavoratori e le donne dagli effetti pesantissimi della crisi economica più grave dell'ultimo secolo. Siamo gravati dall'alto debito pubblico e siamo gravati da una bassa crescita. Noi vogliamo rimuovere le cause che ci hanno fatto crescere di meno facendo le scelte fondamentali, sia in termini di infrastrutture, sia in termini di politiche energetiche, sia in termini di riforma della pubblica amministrazione, per ritornare a crescere di più.
È essenziale crescere di più per poter diminuire il debito pubblico e creare nuovi posti di lavoro per le nuove generazioni e per le donne.
Il suo atto parlamentare si riferisce, in via generale, alla tematica della conciliazione tra tempi di vita e lavoro, con specifico riferimento al settore del pubblico impiego. Al riguardo è opportuno ricordare che - a seguito dell'entrata in vigore della legge n. 183 del 2010 (cosiddetto collegato lavoro) - sono pervenute varie segnalazioni di situazioni di contenzioso aventi ad oggetto l'applicazione dell'articolo 16 della medesima legge, recante disposizioni in materia di rapporto di lavoro a tempo parziale.
L'articolo in questione ha previsto - in via transitoria - la possibilità per le pubbliche amministrazioni di sottoporre a nuova valutazione, nel rispetto dei principi di correttezza e buona fede, i provvedimenti di concessione della trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, già adottati alla data di entrata in vigore del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008. In base a tale disposizione l'Amministrazione potrà procedere - in sede di riesame - alla revoca del part-time solo laddove sia dimostrato che tale regime di lavoro abbia procurato un grave pregiudizio all'efficienza organizzativa dell'ufficio.
La problematica in questione è stata oggetto di alcune riunioni in sede tecnica - alle quali hanno preso parte esperti del Dipartimento della funzione pubblica, del Dipartimento per le politiche della famiglia e del Dipartimento delle pari opportunità - finalizzate all'assunzione di iniziative concertate, volte a garantire che l'applicazione della norma avvenisse effettivamente nel rispetto dei principi di buona fede e correttezza.
In siffatto contesto, nonostante il termine per l'esercizio del potere di revisione fosse oramai decorso, il Ministro per la Pag. 5pubblica amministrazione ed innovazione, unitamente al Ministro per le pari opportunità e al sottosegretario di Stato con delega alla famiglia, ha ritenuto opportuno emanare un'apposita circolare (n. 9 del 2011) volta a fornire delle indicazioni alle amministrazioni al fine di orientarle nella gestione del contenzioso e nella definizione di rapporti ancora non esauriti, evidenziando soprattutto i casi in cui i pubblici dipendenti sono titolari per legge di un diritto alla trasformazione (come nel caso dei malati oncologici) o di un diritto di precedenza alla trasformazione (come nel caso di dipendenti che assistono persone disabili o hanno figli minori di tredici anni).
In particolare, nella predetta circolare viene evidenziata l'attenzione prestata dal Governo al delicato tema della conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare, in conformità - tra l'altro - a quanto stabilito nell'Avviso comune sulle misure a sostegno delle politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro, siglato lo scorso 7 marzo dalle parti sociali, con l'obiettivo primario di sostenere la crescita dell'occupazione femminile.
Nell'intesa, in particolare, Governo e parti sociali si sono impegnati a valorizzare - compatibilmente con le esigenze produttive, organizzative e le dimensioni aziendali - le buone pratiche di flessibilità family friendly e di conciliazioni esistenti, provvedendo a tal fine ad attivare un tavolo tecnico per la verifica delle buone prassi, nonché delle relative azioni di monitoraggio effettuate dalla cabina di pilotaggio istituita nell'ambito del cosiddetto Piano Italia 2020.
Nella circolare viene infine riservato una particolare attenzione ai principi di buona fede e correttezza, richiamati all'articolo 16 della legge n. 183 del 2010, la cui osservanza richiede l'instaurazione di un contraddittorio con l'interessato nonché la valutazione ponderata dell'interesse di cui lo stesso è portatore.
Da ultimo, a testimonianza dell'attenzione riservata alle politiche di conciliazione, ricordo che il Governo - attraverso il Dipartimento per le politiche della famiglia - ha promosso il progetto pilota «Nidi PA» avente ad oggetto la realizzazione di oltre 50 nidi aziendali presso le sedi centrali e periferiche della pubblica amministrazione nazionale. A tale iniziativa - per la quale sono stati destinati, per l'anno 2009, 18 milioni di euro - partecipa anche il Dipartimento delle pari opportunità con un finanziamento di 7,2 milioni di euro.
Il progetto prevede inoltre una seconda fase con la partecipazione di tutte le amministrazioni pubbliche coinvolte e il contributo del Dipartimento per la funzione pubblica che quest'ultimo stima di ricavare dalle risorse finanziarie derivanti dal graduale aumento dell'età pensionabile delle lavoratrici appartenenti al settore del pubblico impiego.

PRESIDENTE. L'onorevole Schirru, cofirmataria dell'interpellanza, ha facoltà di replicare.

AMALIA SCHIRRU. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, a me dispiace dichiarare subito che ci riteniamo insoddisfatte della risposta ed invitiamo lei, in qualità di rappresentante del Governo, ad approfondire meglio l'argomento, in particolar modo mettendo in relazione la tipologia del contratto part-time nella pubblica amministrazione, previsto dalla legge e dall'ordinamento del diritto del lavoro, con l'esigenza di favorire l'inserimento, il mantenimento e il rafforzamento della presenza delle donne nel mondo del lavoro, concretizzando la conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro.
Quest'ultima, oggi più che mai, è una delle questioni più rilevanti della società italiana, dal momento che il lavoro di cura, l'allevamento dei figli, l'assistenza di anziani e disabili e l'organizzazione della casa e della famiglia gravano in modo sempre più pesante sulle donne.
La circolare da voi richiamata è, purtroppo, ancora «carta». Non vi è niente, ancora, che si sia concretizzato. L'interpellanza che abbiamo presentato questa mattina deve servire a riflettere anche sul fatto, però, che il pubblico impiego è Pag. 6diventato, soprattutto in questi ultimi anni, anche nel caso di regolamentazione del part-time, un terreno facile per abusi, punizioni e discriminazioni da parte di dirigenti della pubblica amministrazione a volte poco oculati e contagiati da un'opinione pubblica sempre più esigente e, a volte, dagli stessi colleghi.
Si tratta di una discriminazione, quindi, verso i lavoratori e, in particolar modo, verso le donne che, in questi anni, hanno scelto il part-time, le quali - lo ricordo - costituiscono la stragrande maggioranza di coloro che, nel pubblico impiego, poiché impegnate nella cura dei figli minori, di anziani o di persone con grave disabilità, non ricevendo il dovuto supporto e sostegno da parte dello Stato, scelgono questa tipologia di rapporto di lavoro.
Le due leggi richiamate nell'interpellanza e nell'intervento dell'onorevole Codurelli - il decreto-legge n. 112 del 2008, che non solo ha stabilito l'abolizione delle percentuali di dipendenti part-time, ma ha anche richiamato le amministrazioni pubbliche a rivalutare le vecchie e le nuove richieste di part-time, così come il cosiddetto «collegato lavoro», legge n. 183 del 2010 - hanno significato, di fatto, dai dati che abbiamo, il blocco della concessione di nuovi part-time, in totale contraddizione con l'articolo 9 della legge n. 53 del 2000.
La legge n. 183 del 2010 vuole, quindi, manomettere palesemente, insieme alle regole proprie della pubblica amministrazione, questo tipo di scelta da parte del lavoratore o della lavoratrice.
L'articolo 16 della legge n. 183 del 2010 sembra, inoltre, entrare in conflitto con l'articolo 15 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, che sancisce, ripeto - lo voglio sottolineare - la volontarietà di ogni prestazione lavorativa.
Mi preme, per questo, ribadire come si stia andando contro il trend europeo, che indica nel part-time e nella sua incentivazione lo strumento più efficace per dare impulso a nuova occupazione, soprattutto quella delle donne, consentendo quella conciliazione tra lavoro e famiglia che, nel nostro Paese, è ancora tanto difficile da attuare.
Le donne - lo ricordo anch'io - sono il vero pilastro della società e sopportano il peso maggiore del carico familiare. Esse svolgono un servizio fondamentale per l'economia e la società: in un anno - voglio ricordarlo - 2 miliardi di ore d'aiuto a componenti di altre famiglie, pari ai due terzi del totale erogato.
Le donne, quindi, e la famiglia, che su di loro si regge, sono il vero ammortizzatore sociale verso le giovani generazioni, soprattutto in questi anni di crisi complessa, come è quella italiana.
Questi elementi, tuttavia, sembrano passare inosservati e, noi lo vediamo, vi è un ritorno ad una vera e propria azione di discriminazione. Il 6,8 per cento delle donne nate tra il 1944 e il 1953, sino al 13 per cento di quelle nate dopo il 1973, sono state licenziate, incentivate a dimettersi, a causa di una gravidanza o a seguito della nascita di un figlio. È un panorama desolante, che si sovrappone alla gravissima ondata di tagli che hanno investito lo Stato sociale, i servizi alla persona e ai minori. La revoca del part-time non aiuta di certo la formazione di nuovi nuclei familiari, la popolazione invecchia e cresce la spesa previdenziale e assistenziale; va di conseguenza, questo è certo, aggravandosi e appesantendosi il fardello di responsabilità e di cura sostenuto dalle donne.
Di fatto, le si vuole fare uscire dal mercato del lavoro, in assenza di servizi, di pari opportunità e di politiche concrete di conciliazione; politiche che, lo ripeto, vivono purtroppo sulla carta e non vengano ancora applicate, anzi, si sta andando in direzione decisamente contraria, o almeno questo è quello che noi vediamo. Ci chiediamo spesso, infatti, se si sta trattando di un abuso, di una negligenza o di un mero calcolo, visto anche il recente aumento dell'età pensionabile delle donne a 65 anni. Anche qui, le donne, con il lavoro di cura e di assistenza svolto quotidianamente all'interno delle loro famiglie a favore di anziani, di minori, di disabili gravissimi, sono costrette ad allungare la Pag. 7propria vita lavorativa con grande fatica, pur avendo già sopperito, per tutto l'arco della loro vita, all'assenza di servizi sociali, che abbiamo visto anche ridursi, ampliandosi questo fenomeno.
Per queste ragioni vi chiediamo, ancora, che cosa veramente intendiamo fare: ritorniamoci, riflettiamo e ricostruiamo un sistema per garantire, in particolar modo in questo momento, alle lavoratrici del pubblico impiego il diritto a conciliare le proprie esigenze lavorative con quelle della famiglia, tenuto conto della maggiore inclusione delle donne nel mercato del lavoro contenuta nel programma Italia 2020, che noi abbiamo richiamato anche con una risoluzione approvata all'unanimità in Commissione l'8 giugno 2010, e del protocollo di intesa stipulato tra le parti sociali.
Va ricordato, e mi avvio a concludere, che il risultato di quei provvedimenti, che abbiamo richiamato, ha di fatto bloccato la concessione del part-time; cosa che va in contrasto, lo ripeto, con le opportunità offerte dalle direttive europee che hanno introdotto il tempo parziale anche come sistema di flessibilità per rispondere meglio alle esigenze e ai desideri delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche, ripeto, come moltiplicatore di nuovi posti di lavoro, per esempio nel campo dei servizi.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

AMALIA SCHIRRU. Quello che è più grave è che si palesa, nel blocco di questa scelta da parte del lavoratore, una grave discriminazione nei confronti degli stessi lavoratori, perché si impone un potere unilaterale in capo al datore di lavoro pubblico che fa venire meno il diritto e la libertà di scelta del lavoratore, il principio della volontarietà per coloro che scelgono il tempo parziale per diverse esigenze di studio, di formazione, di famiglia. Si rompe, in particolar modo, il patto tra le parti che è alla base di questo importante rapporto di lavoro, che assicura serenità e benessere per i lavoratori, ma anche per i componenti della famiglia, e garantisce anche una maggiore produttività e risultati alla stessa pubblica amministrazione.
Per questo occorre rivedere seriamente le direttive impartite con le circolari alle pubbliche amministrazioni.

(Iniziative volte a garantire il funzionamento della linea di trasporto ferroviario Cagliari-Carbonia - n. 3-01199 e n. 3-01769)

PRESIDENTE. Avverto che le interrogazioni Mereu n. 3-01199 e n. 3-01769, concernenti iniziative volte a garantire il funzionamento della linea di trasporto ferroviario Cagliari-Carbonia, vertendo sullo stesso argomento, verranno svolte congiuntamente.
Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Bartolomeo Giachino, ha facoltà di rispondere. (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, onorevole Mereu, ritengo opportuno premettere che, come noto, la programmazione dei collegamenti ferroviari regionali è di competenza delle singole regioni.
Il rapporto tra queste ultime e l'impresa ferroviaria è regolato da specifici contratti di servizio, nell'ambito dei quali vengono stabiliti, tra l'altro, il volume e la tipologia dei collegamenti da effettuare sulla base delle risorse economiche rese disponibili. Per quanto riguarda la regione Sardegna, l'offerta ferroviaria è, però, ancora sovvenzionata dal contratto di servizio stipulato da Trenitalia Spa con il Ministero che rappresento.
Tale offerta sarà trasferita alla regione Sardegna, secondo le modalità disciplinate dal recente contratto di programma, unitamente alle relative risorse, allorquando saranno ultimate le procedure per il conferimento delle competenze inerenti al trasporto pubblico locale. Sarà quindi, a breve, ricondotta in ambito regionale la definizione dei collegamenti e degli standard di qualità del servizio attualmente assicurati in regime di proroga dal contratto di servizio pubblico. Pag. 8
Con riferimento ai disagi dell'utenza segnalati nella sua interrogazione, mi preme segnalare che l'offerta ferroviaria regionale, in vigore dal 12 giugno scorso, interessante il territorio del Sulcis Iglesiente, è stata concordata con gli enti territoriali interessati e con l'associazione dei pendolari del Sulcis.
In particolare, essa prevede un sistema di collegamenti basato su un servizio cadenzato orario, potenziato con un treno ogni mezz'ora nelle fasce orarie a maggiore valenza pendolare (primo mattino e pomeriggio). Evidenzio, inoltre, che, a differenza del precedente orario, in base al quale la maggior parte dei collegamenti diretti erano previsti da e per Iglesias, prevedendo il trasbordo per i viaggiatori diretti a Carbonia, con il nuovo orario estivo sono stati riequilibrati, alternandoli, i collegamenti tra Cagliari e i due più importanti centri del Sulcis Iglesiente, Iglesias e Carbonia.
Per di più, nei giorni festivi, l'offerta regionale è stata notevolmente incrementata con un collegamento ogni due ore al mattino ed ogni ora nel pomeriggio. Inoltre, ai fini di una migliore fruibilità della mobilità locale, nel luglio scorso è stato attivato il nuovo terminal intermodale di Carbonia Serbariu, su cui sono stati attestati tutti i servizi ferroviari e su gomma, urbani ed extraurbani.
Alla luce di quanto sopra, è evidente, dunque, che il trasporto ferroviario nell'area in questione risulta oggetto di una serie di iniziative finalizzate a realizzare il progressivo miglioramento dello stesso. Ed infatti, in relazione ad alcuni aspetti specificatamente rilevati da lei, onorevole, faccio presente che con l'attivazione dell'orario del 12 giugno è stato previsto il mantenimento del servizio ferroviario anche per quei collegamenti che nella programmazione estiva degli anni passati venivano sostituiti con servizi gommati. In ogni caso, laddove esigenze contingenti hanno reso necessario la soppressione di alcuni treni, si è provveduto, per la maggior parte, alla loro sostituzione con un servizio bus.
Infine, in relazione al livello di puntualità dei treni sulla linea interessata, nei mesi di giugno, luglio e agosto è stata registrata una percentuale di arrivi entro i cinque minuti dall'orario previsto di circa il 92 per cento. In ogni caso, caro onorevole, sono a disposizione per ogni ulteriore chiarimento con la dirigenza di Ferrovie dello Stato.

PRESIDENTE. L'onorevole Mereu ha facoltà di replicare.

ANTONIO MEREU. Signor Presidente, prendo subito in parola il sottosegretario dicendo che sono disponibile, ovviamente insieme a lui, per vedere come sbrogliare la situazione, perché, dalla sua risposta, sembrerebbe che io venga dalla luna. Se un parlamentare, per diverso tempo e per ripetute volte, pone questo problema, evidentemente è perché è spinto dalla situazione locale e perché ciò sta diventando un'emergenza. Su tutti i giornali, ogni giorno, vi è questo problema.
Quando lei mi dice che vi sono i treni con quegli orari, effettivamente è vero, solo che il treno non parte o, cosa più brutta, parte e non arriva.
Siccome, tra l'altro, siamo anche in Sardegna, quando il treno si ferma in una stazione intermedia, non si ferma vicino Milano, ma in un luogo dove, purtroppo, i servizi non ci sono. Pertanto, i sardi - che lo sanno - hanno il telefonino, ma se arriva uno straniero, come accade, e si ferma in una stazione intermedia, dove non c'è niente vicino, non sa né andare avanti, né tornare indietro. Mi chiedo, dunque, cosa si possa fare.
Il problema non è strutturale - se fosse strutturale potrei anche capirlo - ma è gestionale. Abituato come sono (quando non ero deputato) a lavorare, l'avrei probabilmente risolto - mi scusi la presunzione - in poco tempo, perché lì c'è un problema solo: capire chi gestisce e come. Il problema non è che manca il treno, perché capita a tutti una circostanza occasionale - anche i migliori che lavorano hanno problemi, e questo lo capirebbero la stampa, i giornali e i cittadini - ma Pag. 9poiché questo si verifica continuamente, evidentemente c'è qualcosa che non va.
Per questi motivi, chiedo un aiuto al Governo. Non riesco neanche a contattare i responsabili della Sardegna, che evidentemente - non dico che abbiano paura, perché, se l'avessero, forse il servizio funzionerebbe - si sentono tranquilli; quindi, occorre qualcuno - chi se non il Governo? - che faccia pressioni, soprattutto per capire.
Quindi la inviterei - se vogliamo, possiamo andare insieme - a prendere un aereo e andare a Cagliari con me (non con il treno, perché non ci arriviamo). Prendiamo un taxi insieme per andare da questi signori e vedere che cosa succede. Siamo in un momento di grave difficoltà del Paese, come diceva prima ai colleghi che hanno presentato l'interpellanza precedente. Lei pensa che questi «problemini», rispetto al «problemone», aiutino a far sì che colui che ogni giorno si alza per andare al lavoro abbia verso la politica e verso i problemi un'attenzione positiva?
Credo che questa situazione aggravi nella sua complessità i problemi del Paese, perché la classe politica viene accusata anche di non risolvere i problemi banali. Si tratta infatti, a mio giudizio, di problemi banalissimi: si tratta solo di profondere un impegno maggiore affinché la pubblica amministrazione o chi è responsabile di questo debbano sentirsi effettivamente responsabili.
Chiediamo a tutti oggi di non usare le macchine e di migliorare il trasporto pubblico locale, ma la ferrovia non garantisce il servizio a chi se ne serve e invita praticamente anche coloro che se ne vorrebbero servire, a non farlo, perché è chiaro che se si legge sui giornali e si apprende che addirittura ci si ferma a metà strada, lei pensa che uno che deve andare in un ospedale, un professore che deve insegnare all'università o alle medie, uno studente che deve dare un esame, un avvocato che deve andare in tribunale, possano usare un mezzo che non arriva? Scherziamo davvero!
Io, che vengo qui a segnalarlo, le posso garantire che sono obbligato a farlo, ma l'avrei dovuto fare ogni giorno, perché questa situazione si verifica ogni giorno. I giornali e le televisioni locali ogni giorno la riportano, e questo vuol dire che chi le ha suggerito questo - non so se si possa usare questo termine, perché non lo conosco - lo ha fatto in malafede, perché non è possibile che uno dica di aver aumentato addirittura il numero delle corse dei treni.
Concludo, signor Presidente. Giustamente lei dice che è stato fatto un investimento e che vi è un'infrastruttura nuova e grandissima, ma le posso garantire che il treno non arriva e non parte. Pertanto, la inviterei ancora una volta - ne approfitto, se lo vogliamo fare insieme - ad andare a vedere di persona come stanno le cose. Probabilmente, sarei stato soddisfatto se avesse detto: «mi alzo, vado e risolvo il problema». Era l'unica frase da dire; comunque, vediamo un po' insieme come risolvere finalmente questo problema.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 12,30 con lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo sull'evasione del boss Antonio Pelle dall'ospedale di Locri.

La seduta, sospesa alle 12,15, è ripresa alle 12,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

Informativa urgente del Governo sull'evasione del boss Antonio Pelle dall'ospedale di Locri.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sull'evasione del boss Antonio Pelle dall'ospedale di Locri.
Dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, Pag. 10per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

(Intervento del sottosegretario di Stato per la giustizia)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per la giustizia, Alberti Casellati.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, in relazione alle circostanze che hanno condotto all'evasione di Antonio Pelle, posso riferire quanto segue sulla base delle notizie acquisite presso la Procura generale e la corte d'appello di Reggio Calabria, nonché presso la procura della Repubblica di Locri. Il presidente della predetta corte d'appello, II sezione di assise di appello, ha comunicato che Pelle Antonio, nato a San Luca il 4 aprile del 1962, imputato nel processo penale n. 1895 del 2007, cosiddetto processo «Fehida», pendente presso quell'ufficio giudiziario in data 14 settembre 2011 è evaso dal regime degli arresti domiciliari in cui si trovava sottoposto da alcuni mesi in base ad un'ordinanza della predetta corte di assise, allontanandosi dal reparto dell'ospedale di Locri dove era stato ricoverato qualche giorno prima.
Va premesso che il Pelle era stato arrestato dopo un lungo periodo di latitanza ed era detenuto dal 16 ottobre 2008 a seguito di provvedimento del GIP del tribunale di Reggio Calabria del 17 settembre 2007 che, in relazione appunto al processo «Fehida», aveva disposto nei suoi confronti l'applicazione della misura della custodia cautelare in carcere per i reati di cui agli articoli 416-bis del codice penale, agli articoli 10 e 14 della legge n. 497 del 1974, all'articolo 23 della legge n. 110 del 1975 e all'articolo 7 della legge n. 203 del 1991. Nell'ambito di tale procedimento, in primo grado era stato condannato con sentenza del GUP di Reggio Calabria del 19 marzo 2009 alla pena complessiva di anni 13 di reclusione. In appello, il processo è stato sospeso in data 27 settembre 2010 e l'imputato è stato ammesso al regime degli arresti domiciliari per ragioni di salute in data 11 aprile 2011. Ciò premesso, risulta dalla cartella biografica del detenuto che, a distanza di circa tre mesi dalla condanna di primo grado e precisamente il 23 giugno 2009, il Pelle ha riportato, sempre in stato di custodia cautelare in carcere, un'altra pesante condanna alla pena di anni dieci di reclusione ed euro 50 mila di multa, inflitta dal tribunale di Locri per il delitto di associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico e per singoli episodi di spaccio.
Va evidenziato che, iniziatosi in grado di appello il processo «Fehida», la Corte, con la sopra indicata ordinanza del 27 settembre 2010, preso atto che un accertamento peritale aveva diagnosticato anche per questo procedimento l'incapacità del Pelle a presenziare al dibattimento, ha ordinato la separazione della sua posizione da quella degli altri coimputati e ha sospeso nei suoi confronti il procedimento.
Quanto alle determinazioni in tema di custodia cautelare assunte nei confronti del detenuto, nonostante fosse stata prodotta dalla difesa dell'imputato l'ordinanza con cui la sezione penale della corte d'appello lo aveva ammesso agli arresti domiciliari nel processo per associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico e nonostante il magistrato di sorveglianza di Torino avesse trasmesso, con nota del 7 marzo 2011, allarmanti relazioni sanitarie redatte su sua richiesta dalla ASL, dove si dava atto delle gravissime patologie dalle quali risultava affetto il Pelle, in essa compresa anche una metaplasma intestinale, e si concludeva che il Pelle era da considerarsi paziente a rischio della possibile evoluzione sfavorevole delle complicanze legate allo stato di denutrizione, la II sezione della corte di assise di appello, anche sulla scorta di accertamenti peritali direttamente disposti, rigettava inizialmente le richieste di sostituzione della misura carceraria con altre meno afflittive.
Riteneva, infatti, che le condizioni di salute del Pelle medesimo potessero essere seguite in costanza del regime custodiale Pag. 11mediante ricovero in centri clinici annessi ad istituti di pena o mediante ricoveri in luoghi esterni di cura. In proposito, nell'ordinanza del 24 maggio 2010, la corte di assise di appello di Reggio Calabria dà conto dell'attenzione prestata alla circostanza, alla quale dopo l'evasione è stato attribuito significativo risalto, dell'iniziale determinazione del Pelle di procurarsi uno stato di anoressia, al fine di poter fruire di un regime meno rigoroso di quello della custodia cautelare in carcere. In tale provvedimento, infatti, si poneva in evidenza come il Pelle, sin dai primi mesi della sua carcerazione, scientificamente ha programmato ed attuato il proprio calo ponderale con un rifiuto, in una prima fase argutamente nascosto, del cibo e, soprattutto, con ogni probabilità assumendo farmaci o altri preparati chimici di cui il detenuto riusciva ad entrare in possesso anche in carcere.
Nel corso del procedimento d'appello seguivano, così, nuove istanze difensive e nuovi accertamenti sanitari, in esito ai quali il perito concludeva - si veda la relazione depositata il 5 aprile 2011 - che «le condizioni psicofisiche del periziando non sono in atto compatibili con il regime carcerario a cui il periziando è sottoposto». Sicché, la corte, con ordinanza dell'11 aprile 2011, ha sostituito, per ragioni di salute, alla custodia cautelare in carcere quella domiciliare, con divieto assoluto di comunicare, con qualunque mezzo, con persone diverse dai familiari conviventi. Pertanto, in data 14 aprile 2011 il detenuto è stato dimesso dalla casa circondariale di Torino «Lorusso e Cotugno» e, sulla base del citato provvedimento, che ha sostituito la misura della custodia cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari, da eseguirsi presso il domicilio dichiarato in Benestare, contrada Riccioli, n. 32, si è data delega per i controlli ai carabinieri di Careri. A riprova dell'attenzione dell'organo giudicante alla particolare situazione dell'imputato, va ancora precisato che, dopo appena due mesi dell'emissione dell'ordinanza dell'11 aprile 2011, con provvedimento del 29 giugno 2011, è stata disposta una nuova perizia, al fine di accertare se le condizioni di salute di Antonio Pelle avessero o meno avuto un miglioramento e se esse fossero ancora incompatibili con lo stato di detenzione carceraria, nonché se le stesse gli impedissero di partecipare scientemente al processo.
Espletato l'incarico, con perizia depositata il 29 luglio 2011, il dottor Musmeci riconfermava le conclusioni negative sulla possibilità di partecipazione al processo e sull'incompatibilità delle condizioni di salute con lo stato di detenzione carceraria. Dopo il deposito di un elaborato tecnico di parte, redatto da consulenti del procuratore generale, con ordinanza dell'8 agosto 2011 la corte richiedeva al dottor Musmeci un supplemento di perizia - depositato il 18 agosto 2011 - in esito al quale l'organo giudicante, con ordinanza del 25 agosto 2011, deliberava di disporre una nuova perizia da espletarsi a cura del dottor Malara nel termine di giorni 30 a decorrere dalla data di inizio delle operazioni, fissato per l'8 settembre 2011. Ma, come è noto, prima della scadenza di tale termine il Pelle evadeva dagli arresti domiciliari.
Questa è la situazione che ha preceduto quell'evasione e che, sempre limitatamente al solo processo «Fehida», aveva condotto all'applicazione della misura degli arresti domiciliari. Per completezza di informazione va comunque segnalato, per ultimo, che non appena pervenuta la comunicazione dell'evasione, nonché la richiesta della procura generale di un nuovo provvedimento custodiale, la corte di assise è stata convocata con urgenza e ha disposto, nello stesso giorno del 16 settembre 2011, il ripristino della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti del detenuto. Sulla vicenda in questione, il procuratore generale presso la corte d'appello di Reggio Calabria ha posto in evidenza il particolare impegno profuso dallo stesso ufficio requirente nel processo denominato «Fehida», sottolineando come nel caso in esame fosse stato richiesto il rigetto dell'istanza per la concessione degli arresti domiciliari, proponendosi inoltre ricorso per Cassazione avverso l'ordinanza della corte di appello di Reggio Calabria Pag. 12dell'11 aprile 2011 che aveva disposto tale beneficio, richiedendo, nel contempo, una nuova indagine peritale. Ha sottolineato, al riguardo, che a seguito della conferma da parte del perito dello stato di incompatibilità con il regime carcerario, detto ufficio aveva chiesto ed ottenuto una terza indagine medica, che era in via di espletamento all'epoca dell'evasione. In relazione all'allontanamento del Pelle dal luogo di detenzione domiciliare e alle conseguenti indagini in corso di svolgimento, il procuratore della Repubblica di Locri ha precisato che in data 11 settembre 2011, alle ore 7,30, il Pelle, allontanandosi senza dare avviso alle autorità competenti, si presentava al pronto soccorso dell'ospedale civile di Locri ove, successivamente, alle ore 8, veniva ricoverato presso l'unità operativa di medicina generale dello stesso nosocomio; alle ore 1 del 12 settembre 2011, il personale sanitario del reparto constatava l'assenza del paziente ed espletate le ricerche in altri reparti con esito negativo, contattava il numero di pronto intervento del 112.
La procura della Repubblica di Locri, per il momento, procede, attesa la competenza per territorio, in ordine al delitto di cui all'articolo 385 del codice penale, quindi l'evasione, essendosi il detenuto allontanatosi dalla propria abitazione sita nel territorio di Benestare, comune ricadente nel circondario del tribunale di Locri, rendendosi quindi irreperibile. In attesa della conclusione delle indagini, prontamente avviate, appare opportuno precisare che l'istituto degli arresti domiciliari non prevede il piantonamento della persona ristretta, ma consente solamente alle forze di polizia di effettuare periodici controlli, che possono essere eventualmente intensificati qualora si tratti di soggetto di elevato spessore criminale. È doveroso segnalare che, nel caso in esame, i controlli sono stati continui e costanti: basti pensare che, nei 149 giorni di detenzione domiciliare, ossia dal 14 aprile 2011 al 10 settembre 2011, solo dall'Arma dei carabinieri sono stati effettuati ben 172 controlli.

(Interventi)

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI. Signor Presidente, signor sottosegretario, l'evasione del boss Antonio Pelle sicuramente è sembrata una clamorosa beffa nei confronti dello Stato. Il sottosegretario evidentemente ci ha fatto una cronistoria delle vicende che si sono susseguite, ma purtroppo non è che una delle tante storie che si ripetono in alcune zone. Ricordiamo un attimo alcune particolarità e peculiarità che lei stessa, sottosegretario, ha ricordato. Pelle è stato mandato agli arresti domiciliari per uno stato anoressico, con conseguente grave deterioramento delle condizioni psicofisiche.
Il problema è che la stessa polizia, in intercettazioni precedenti, aveva potuto verificare che lo stesso Pelle parlava appunto di come procurarsi tale dimagrimento e quindi di come procurarsi l'occasione per andare agli arresti domiciliari. Ovviamente tali intercettazioni e tale attività investigativa erano state comunicate all'autorità giudiziaria competente, non a caso la procura di Reggio Calabria nonché la procura generale presso la corte d'appello di Reggio Calabria avevano espresso il loro parere contrario alla possibilità che Pelle andasse agli arresti domiciliari.
Andando avanti, è chiaro che lei ci ha spiegato che non si poteva, visto che il Pelle era agli arresti domiciliari, prevedere un controllo fisso nei suoi confronti, ma esclusivamente dei controlli dinamici, mi chiedo però come mai innanzitutto lo stesso Pelle non fosse stato già trasferito in uno dei nosocomi calabresi dove per esempio esisteva un posto fisso di polizia o dei carabinieri e dove quindi i controlli potevano essere di più facile possibilità. Allo stesso tempo, credo che, vista la non secondarietà della famiglia di appartenenza dello stesso soggetto e proprio al fine di garantire, se eventualmente ci fossero delle preoccupazioni particolari nell'autorità Pag. 13giudicante, le condizioni di salute dello stesso Pelle, probabilmente un centro clinico penitenziario più adeguato alle esigenze, come Messina, Pisa e vari altri, poteva fare meglio all'occasione per lo stesso Pelle, ma sicuramente non il nosocomio di Locri che era esattamente la sede precisa di attività della famiglia di 'ndrina di appartenenza del soggetto in questione.
In definitiva, probabilmente ci sarà stata molta buona fede, sicuramente estrema superficialità nel trattare tale vicenda. Catturare un latitante o un mafioso 'ndranghetista costa molta fatica, dispiace e spiace soprattutto perché risulta come beffa ai tanti cittadini che credono in una lotta seria alla 'ndrangheta e alla criminalità, dispiace che poi questi sforzi possano essere vanificati anche e soltanto per pura - mi spiace dirlo - sciatteria (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lo Moro. Ne ha facoltà.

DORIS LO MORO. Signor Presidente, signor sottosegretario, innanzitutto vorrei iniziare proprio da quello che lei ci ha comunicato perché nelle notizie che lei ci ha dato, se le ho ben recepite, c'è qualcosa di inedito rispetto anche alle notizie che si sono lette sui giornali. Sembrerebbe di capire che l'evasione che viene contestata a Pelle sia un'evasione dal suo domicilio, cioè dalla sua abitazione, e che Pelle si sia presentato al pronto soccorso dell'ospedale di Locri senza alcuna autorizzazione. Mi conferma questi dati? Bene. Questi dati sono assolutamente eclatanti, io ovviamente mi ero predisposta in maniera completamente diversa, poi tornerò su questo punto, perché mi sembra il punto decisivo e di maggior criticità.
Vorrei intanto partire - e sarei partita - dal fatto che quando si parla di cattura di latitanti c'è sempre un desiderio, anche del Governo, non dico di intestarsi il discorso, ma di gioire insieme a tutti gli altri, probabilmente con un titolo maggiore, della cattura dei latitanti. Qui siamo davanti ad un latitante catturato che però evade, ed evade in una maniera assolutamente fuori da ogni comprensione e rispetto alla quale anche la buona fede che ognuno di noi è disposto a riconoscere ai singoli non può essere però rintracciata nel sistema. Perché? Intanto perché il latitante in questione - lo diceva prima la collega, su molte cose siamo d'accordo nell'impostazione di fondo - non è un latitante qualsiasi.
Il latitante è conosciuto come «La Mamma» o «Vancheddu», il latitante è il capo di una cosca feroce e sanguinaria, che ha avuto a che fare con la strage di Duisburg e con la decisione che preludeva e che ha causato quella strage, relativa all'omicidio di una donna, sempre della locride, è un latitante che è stato rinvenuto in un bunker superattrezzato con all'interno tanti optional, tra i quali una piccola piantagione di marijuana ed è un latitante attrezzato ad esercitare il controllo sul territorio anche dai luoghi di latitanza e addirittura dal carcere.
Il primo quesito che nella sua relazione non trova risposta, signor sottosegretario, è come mai questo latitante non fosse ristretto con il regime del 41-bis. Infatti, altrimenti non si capisce bene a chi venga applicato tale regime, se non ad un individuo con queste caratteristiche, caratteristiche - quali quella di essere a capo di una cosca locale - che non sono soltanto riferite da autorità di polizia, ma conclamate - come lei stessa ci ha comunicato correttamente -, verificate giudizialmente e quindi accertate in via giudiziaria perché sancite con sentenze di primo grado, in alcuni casi, e di secondo grado in altri casi.
Quindi, ci troviamo davanti ad un caso veramente anomalo. Non capiamo bene, quando il Governo e il Ministro della giustizia - soprattutto Alfano, nel passato - ci dicono che con l'articolo 41-bis si realizza una svolta positiva, nel senso che c'è maggiore controllo e una grande applicazione, se esso non è stato applicato ad Antonio Pelle, a chi altri debba essere applicato. Questo è il primo punto.
Secondo punto della questione: si è parlato - c'è stato un grande dibattito Pag. 14anche sui giornali - del fatto che l'autorità giudiziaria fosse già a conoscenza di un piano di Antonio Pelle finalizzato al recupero e all'utilizzo di farmaci idonei a provocargli un dimagrimento tale da fargli poi ottenere gli arresti domiciliari.
Ebbene, qui ci interroghiamo su un altro problema, c'è un'altra falla molto importante di cui lei non ci ha parlato e che concerne il sistema carcerario. Molto spesso noi denunciamo il sovraffollamento delle carceri e il fatto che ci sono carceri idonee che non vengono utilizzate in modo idoneo e carceri idonee che vengono addirittura chiuse, come è stato di recente. Qui siamo davanti al fatto che nelle carceri che ci sono, che sono ritenute idonee e che sono anche sovraffollate, non c'è un controllo.
Ultimo punto: il controllo in ospedale. Come è possibile che sia stata consentita la permanenza per cinque giorni in un ospedale famoso nelle cronache - e non solo nelle cronache - per essere l'ospedale «sciolto» per mafia per la presenza di personale medico e paramedico in odore di mafia e anche l'ospedale, del quale uno degli infermieri, il famoso Marcianò, è risultato uno dei mandanti dell'omicidio Fortugno?
Tutte queste questioni ci sembra che non siano state risolte nella sua relazione e che dovrebbero essere più accuratamente verificate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per la puntuale relazione che, senz'altro, ci soddisfa sul piano informativo e dà anche conto - e voglio dare qui conto - della grande capacità di contrasto e del lavoro svolto dai magistrati Fimiani, Capano, Gratteri e Pignatore, che si sono battuti con ogni mezzo legale - essendo magistrati in prima linea, che stanno davvero facendo lotta antimafia e un po' meno nei salotti televisivi - in modo encomiabile per impedire che questo ricovero - oggi sappiamo evidentemente preordinato all'evasione - fosse attuato.
Va anche detto che il procuratore Gratteri aveva anche informato le autorità competenti del fatto che si trattava di un'anoressia indotta e quindi, francamente, ci lascia sbigottiti la circostanza che più periti non si siano accorti di questa preordinazione e di questa induzione chimica dell'anoressia.
Su questo punto chiedo che si faccia - anche in via amministrativa e giudiziaria - la massima chiarezza, al fine di accertare eventuali responsabilità, che ricordano da vicino un famoso romanzo noir, nel quale il protagonista evade nello stesso identico sistema.
Un'ulteriore considerazione che rivolgo, in questa sede, al Governo, sperando che i nostri validissimi investigatori possano, al più presto, assicurare alla giustizia questo signore, è che, in casi come questo, appare incredibile come non si sia ritenuto opportuno sì ricoverarlo, ma in una struttura diversa o, quanto meno, piantonarlo in ospedale o, come in casi simili, non si sia neppure ricorsi a sistemi di sorveglianza elettronica da remoto che avrebbero sicuramente avuto giustificazione.
Il guaio è fatto, speriamo si possa al più presto rimediarvi, ma credo che la cosa principale sia introdurre meccanismi che impediscano che ciò avvenga (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, ho ascoltato con molta attenzione la comunicazione del sottosegretario, ma devo svolgere qualche valutazione in aggiunta alle considerazioni già espresse da parte dei colleghi che mi hanno preceduto.
Lei, signor sottosegretario, ha riferito le note che le sono state affidate dalla procura generale della Repubblica presso la Corte di appello di Reggio Calabria, dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria. Non vi è dubbio che questi sono dati ed elementi Pag. 15che avevamo già metabolizzato nel corso dell'evento, il giorno dopo, attraverso i mass media. Avremmo voluto sentire, da parte del Governo, qualche valutazione.
Signor sottosegretario, siamo qui per capire. Qualcosa non ha funzionato, ma lei questo aspetto non lo ha analizzato. Lei ci ha detto chiaramente, facendo la cronistoria, che il Pelle era stato affidato agli arresti domiciliari, dopo una sentenza della Corte d'assise di Reggio Calabria, in seguito ad un riscontro del suo stato di salute, della sua anoressia e del suo deperimento fisico o psicofisico. Non vi è dubbio che questa è una storia. Vi erano state delle intercettazioni. Vi è stato il procuratore aggiunto antimafia Gratteri, persona impegnata in prima fila nella lotta alla criminalità organizzata, che ha detto alcune cose in questi giorni attraverso interviste sulla stampa locale. Se vi erano state delle intercettazioni da cui emergeva un disegno da parte di Pelle di evadere comunque e di svincolarsi, sia pure dagli arresti domiciliari, non vi è dubbio che pure gli arresti domiciliari, non prevedendo un piantonamento, non andavano concessi, bisognava operare un riscontro più puntuale e più preciso, ma, soprattutto, non bisognava trasferirlo presso l'ospedale di Locri che non è soltanto chiacchierato, ma è stato anche il centro di situazioni poco chiare, oscure, attraverso delitti e vicende che, come dicevo poc'anzi, non inducono alcuna tranquillità e serenità. Questo era il posto meno idoneo per ricoverare un personaggio che aveva già il disegno di evadere. Tutto questo non è apparso chiaro. Qualcosa non ha funzionato.
Allora, signor sottosegretario, non vi sono i motivi per mandare un'ispezione a Reggio Calabria, dove la situazione della magistratura non è molto tranquilla - questo è un dato che voglio evidenziare e sottoporre alla sua attenzione - ma bisogna capire cosa non ha funzionato per quanto riguarda il discorso della sorveglianza. I controlli, come lei ha detto, sono 172, ma che tipo di controlli? Poi lei ha parlato dei carabinieri di Careri, altra piccola stazione vicino a Reggio Calabria. Vorrei capire come tutto questo si sia potuto tradurre nella fuga di un boss legato alla 'ndrangheta, coinvolto nelle vicende di Duisburg e che era un riferimento importante nell'attività criminosa in quella zona e in quel territorio.
Io ritengo che un qualcosa in più ci sia da dire in questo momento e glielo chiedo, ovviamente, in termini molto seri e molto sereni. Facciamo le informative per sapere qualcosa che sia più esaustivo e più soddisfacente rispetto agli interrogativi che tutto il Paese si è posto, perché lei mi dice che tutto ha funzionato, ma quello se ne è andato! Se tutto quello che si poteva fare era soltanto questo, allora potevamo già liberarlo tranquillamente, perché avevamo le intercettazioni, c'era stata già una fuga preannunciata e c'erano state delle somministrazioni di medicinali. E chi glieli ha somministrati questi medicinali, quando era in carcere, per dimagrire? Infatti anche su questo non c'è chiarezza.
Ci sono punti oscuri. Lei poteva certamente in questo momento - lo dico con molta amabilità, con molto rispetto e cortesia nei suoi confronti - dire chiaramente che qualcosa non ha funzionato. Non ha funzionato prima, durante e non ha funzionato ovviamente nella fase in cui dovevano essere maturate alcune attività preventive, soprattutto per quanto riguarda l'ospedale. O a monte non ha funzionato un qualcosa - che abbiamo evidenziato tutti quanti - ovvero il perché è stato mandato proprio nell'ospedale di Locri.
Questo credo che abbia veramente il sapore di una provocazione - chiamatela come volete - perché credo che sia questo l'aspetto e il dato più significativo e più importante. Poi se questo personaggio dovesse avere il 41-bis, io ritengo che era meritevole non soltanto degli arresti domiciliari ma anche del 41-bis.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Tassone.

MARIO TASSONE. Quando noi, o meglio la polizia, riacciuffa i latitanti c'è una enfasi. Giustamente io attribuisco un Pag. 16grande riconoscimento alle forze dell'ordine ed ai magistrati, che lottano chiaramente per il contrasto serio, forte ed efficace alla criminalità organizzata.
Questa è una perdita, è una sconfitta dello Stato in questo momento, ma lei non l'ha detto. Ovviamente lei si è rinserrata rispetto alle comunicazioni della magistratura di Reggio Calabria che non ci soddisfano. Lo dico a lei, ma è una insoddisfazione di carattere generale. Non so chi sia il committente di queste sue comunicazioni ma chiunque esso sia certamente non trova né l'approvazione né la soddisfazione.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Tassone.

MARIO TASSONE. A conclusione - ho finito, signor Presidente - si rimane molto più preoccupati e molto perplessi su questa vicenda, che presenta dei lati oscuri e in questo momento io dico anche inquietanti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Angela Napoli. Ne ha facoltà.

ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, la ringrazio per la relazione che ha prodotto in questa sede. Mi consenta di fare alcune valutazioni, che vorrei contribuissero ad aiutare lo stesso Ministero ad un'indagine più approfondita sul tema. Lei, infatti, sicuramente ha letto quello che è pervenuto fino ad oggi, quanto a particolari, da parte delle varie procure reggine, ma all'interno della stessa relazione vi sono, a mio avviso, delle incongruenze e comunque la relazione presenta dei vuoti che non possono non essere colmati, nel senso che Antonio Pelle non era un boss qualsiasi della 'ndrangheta calabrese. Era un boss di primo piano e responsabile della fase di lotta che è culminata nella famosa strage di Duisburg.
Riguardo alle incongruenze delle quali parlavo, lei all'inizio ha detto che il boss era stato ricoverato qualche giorno prima in quel presidio ospedaliero e dopo ha riferito del ricovero, avvenuto l'11 settembre alle ore 7.30, e che l'assenza dello stesso sarebbe stata constatata il 12 settembre all'una. Allora, perché già nella relazione ci si riferisce a qualche tempo prima? Perché dico questo? Perché i giornali subito dopo l'evasione hanno parlato di ricovero addirittura avvenuto cinque giorni prima nel presidio ospedaliero di Locri.
Se è vero che c'è tutta la storia degli arresti domiciliari dati anche in presenza di intercettazioni ambientali che evidenziavano questo piano predisposto da Antonio Pelle, chiedo: chi era preposto a vigilare a casa, perché è andato a vigilare a distanza di quasi ventiquattr'ore dall'avvenuta scoperta dell'evasione? Perché il boss Pelle ha deciso di evadere dal presidio ospedaliero di Locri - e credo che ciò sia significativo - e non direttamente da casa sua? Come è avvenuta questa evasione? Il boss ultimamente non si presentava alle udienze processuali se non sdraiato in lettino: sembra che non fosse nelle condizioni di camminare. È stato aiutato? Ricordiamo che quel presidio ospedaliero, onorevole sottosegretario, è stato fortemente attenzionato subito dopo l'omicidio del vicepresidente del consiglio regionale, onorevole Fortugno. Tale attenzione ha portato alla relazione predisposta dal prefetto Basilone, oggi vice capo della Polizia di Stato la quale ha evidenziato che, all'interno del quel presidio ospedaliero ci sono noti parenti di altrettanto noti boss, che sia tra il personale sanitario che parasanitario ci sono simili personaggi che non sono poi stati assolutamente colpiti da alcun intervento giudiziario - ed è anche questo è grave - e che ci sono convenzioni con persone vicine ad ambienti delle cosche della locride. Come mai, per esempio, quel presidio ospedaliero è dotato di telecamere non funzionanti? Come mai le porte sono aperte ed in qualsiasi ora della notte si può entrare e uscire tranquillamente? Qualche giorno prima, onorevole sottosegretario, in quel presidio ospedaliero, per evidenziare la carenza di sicurezza, era penetrato un Pag. 17giornalista il quale addirittura aveva avuto la possibilità di accedere a documenti riservati.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANGELA NAPOLI. Allora che cosa si nasconde dietro l'evasione del boss Antonio Pelle? Ci rendiamo conto che c'è qualcosa di molto anomalo che incide anche...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANGELA NAPOLI. ... me lo lasci dire e concludo, signor Presidente, sulle procure? Perché la Direzione distrettuale antimafia sostiene di aver avvisato la procura generale della Repubblica del piano precostituito da Antonio Pelle e la procura generale dice di non essere stata messa al corrente? Qui, lei capisce, c'è più di una cosa che non quadra. Vorrei, e concludo davvero, incitare il Ministero della giustizia ad intervenire in maniera adeguata: per favore compia un'ispezione che non sottovaluti più la situazione dell'azienda ospedaliera di Locri e la situazione delle procure di Reggio Calabria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, signor sottosegretario, ho ascoltato con attenzione la sua relazione perché speravo che contenesse risposte alle domande che tutti i colleghi intervenuti prima di me hanno formulato.
La sua relazione si limita soltanto ad un excursus dei fatti, senza però andare ad individuare quelle che sono le cause e le responsabilità, cosa che invece noi oggi siamo chiamati a richiedere. Antonio Pelle (non parliamo di un soggetto qualunque, lo diceva lei stessa), 49 anni, condannato a 13 anni in primo grado, implicato nella strage di Duisburg, evade dall'ospedale di Locri, ospedale noto alle cronache come citavano altri, viene ricoverato per cinque giorni all'ospedale di Locri. Anche questa la dice lunga e deve dare adito a puntuali osservazioni, perché se viene ricoverato d'urgenza all'ospedale di Locri, che è un ospedale che tutti sappiamo essere carente, ci può rimanere qualche ora, un giorno, ma l'indomani si provvede immediatamente a trasferirlo in un ospedale dove ci sia un posto fisso di polizia, dove ci sia un controllo certo. Cosa che non avviene, ci sta cinque giorni in ospedale.
I motivi di salute sono stati creati direttamente dal soggetto che poi è evaso, dal criminale che poi è evaso, e si sapeva. Si sapeva perché nelle intercettazioni - come ha dichiarato il procuratore aggiunto della DDA di Reggio Calabria Nicola Gratteri - durante il periodo di detenzione il detenuto dice sostanzialmente di volere ingerire dei medicinali per poter dimagrire velocemente in maniera tale da farsi ricoverare per anoressia, e chiede di averne. Ottiene questi medicinali da qualcuno (c'è la complicità di qualcuno, evidentemente c'era perché non se li poteva procurare da solo essendo in stato di detenzione) e - guarda caso - va a finire agli arresti domiciliari per un lieve caso di anoressia. È strano che uno cerca di dimagrire e di finire all'ospedale (e di farsi dare i domiciliari) per anoressia, e vi finisca esattamente per questo motivo. Lo sanno tutti, ci sono anche le intercettazioni.
Il procuratore di Reggio Calabria, dottor Pignatone, dice che sta accertando, e bisogna accertare, bisogna che il Ministero intervenga per accertare. Quali misure sono state applicate in concreto per il controllo di questo detenuto? Quali misure sono state eseguite in concreto e chi le ha eseguite? Quali non sono state eseguite? Chi le ha ordinate? Vede, sono tutte domande alle quali ci saremmo aspettati una risposta, e non è - come dice l'onorevole Santelli, intervenuta prima di me che parlava di tanta buona fede - un episodio (se ho capito bene) di sciatteria. Onestamente in questo caso mi pare che la buona fede non ci sia, visti i precedenti che lei stessa ha rilevato, e non vedo cosa c'entri la sciatteria in questo caso.
È emerso che questo detenuto non era sottoposto ad un piantonamento fisso. È emerso che le forze dell'ordine facevano Pag. 18dei controlli periodici, tant'è che l'evasione è stata scoperta dopo, quando sono ritornate le forze dell'ordine e non l'hanno trovato, e nessuno se ne era accorto. È emerso che all'ospedale di Locri per la cosiddetta razionalizzazione dei costi (su questo potremmo anche discutere) manca il posto fisso di polizia. Questi sono dati oggettivi ai quali necessariamente va dato rilievo e dai quali bisogna dedurre delle conclusioni.
Credo quindi che sia un fatto gravissimo quello che è accaduto, perché mette seriamente in discussione e a rischio l'attività quotidiana di magistrati, forze dell'ordine, che lavorano per assicurare alla giustizia pericolosi criminali. Qui invece qualcosa non ha funzionato, qualcuno ha lavorato al contrario per fare in modo che pericolosi criminali venissero messi fuori dallo stato di detenzione.
Signor sottosegretario, credo che sia un dovere nei confronti del Paese, un dovere morale oltre che giuridico, quello di accertare le responsabilità rispetto a ciò che è accaduto, le responsabilità dei singoli, di chi ha ordinato, di chi ha eseguito, del perché non vi sono stati controlli, del perché si è finiti in quell'ospedale. Credo che questo sia necessario. Chiedevano gli onorevoli Tassone, Angela Napoli e Doris Lo Moro un'ispezione immediata, che non finisca a tarallucci e vino, ma che accerti realmente ciò che in questo caso è accaduto. Ne va delle indagini future.
Sono convinto, signor sottosegretario, che rispondere a queste domande è necessario per dare forza all'attività di lotta contro le mafie, contro la 'ndrangheta, la camorra, la criminalità organizzata. Non dare risposta a questa situazione e a questa domanda, non farlo, costituisce colpevole complicità.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo.

In morte dell'onorevole Stella Vecchio Vaia.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduta l'onorevole Stella Vecchio Vaia, già membro della Camera dei deputati nella I legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, è scomparsa Stellina Vecchio; era nata nel 1921 nel centro di Milano, allora ancora molto popolare, e fu stratega partigiana. Ricordiamo qui la grande partigiana con il nome di battaglia Lalla. Lo dico perché particolarmente significativo per quest'Aula, per me e per lei, signora Presidente, perché Lalla era l'amica della partigiana Lia che noi abbiamo ricordato con un importante spettacolo teatrale proprio qui, alla Camera dei deputati, l'anno scorso.
Lalla scampò a quel terribile attentato proprio l'ultimo giorno prima della Liberazione; Gina Bianchi, detta Lia, morì sotto i colpi dei tedeschi in fuga mentre - e lo voglio ricordare - aspettava un bambino. Lalla, Stellina, ce la fece, scampò e dedicò tutta la sua vita alle battaglie per l'emancipazione, non solo delle donne, ma per l'emancipazione umana. Era una donna molto ferma, molto coraggiosa; fu, per esempio, la prima donna ad entrare nella segreteria della Camera del lavoro di Milano. Fu una dirigente del Partito Comunista Italiano dell'alta Italia e prima, nella Resistenza, operò nei gruppi di difesa della donna.
Da dirigente del Partito Comunista Italiano dell'alta Italia si occupò a lungo, nell'immediato dopoguerra, dei bambini orfani di guerra e dei bambini scossi che avevano bisogno di essere rimessi in sesto. Per questo si stabilì un rapporto e un collegamento con l'Emilia Romagna, con Reggio Emilia, dove i bambini non andavano solo a sfollare, ma andavano, come si diceva a quei tempi, a ricostituirsi. In Pag. 19seguito, fu dirigente del PCI a Cremona e a Brescia e, in particolare, seguì le lotte dei braccianti. Un impegno antifascista che ha segnato tutta la sua vita nelle battaglie contro il franchismo morente e, contemporaneamente, nell'impegno internazionalista nel comitato Italia-Vietnam che fu l'ultima delle sue occupazioni pubbliche.
Voglio qui ricordare certamente una donna molto di parte, una donna comunista, una donna con principi molto legati ad un'ideologia e ad una storia che ha fatto grande però il Novecento, tra i grandi valori e le grandi prospettive del Novecento stesso. Ma voglio ricordare in particolare la donna, la partigiana, la donna coraggiosa che non ha mai lasciato per un momento il pensiero e l'azione nei valori che, ancora oggi sono validi, di emancipazione e liberazione umana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole De Biasi. A nome anche della Presidenza, ci uniamo a questo significativo ricordo.

Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 13,20).

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la Presidenza affinché il Governo venga qui a riferire su un'interrogazione che ho presentato nei giorni scorsi e che fa riferimento ai problemi presenti nella scuola catanese. Infatti, oltre alle note questioni relative al precariato e alla perdita di posti di lavoro, si sono aggiunte anche le discutibili decisioni del dirigente scolastico regionale della Sicilia che, nell'attribuire incarichi dirigenziali, ha portato avanti modalità molto criticabili tanto da formulare graduatorie che sono state più volte rivisitate, riviste e considerate ancora poco trasparenti.
Ecco perché nell'interrogazione ho chiesto anche una verifica da parte degli ispettori. Tra l'altro proprio l'altro giorno vi è stata una denuncia da parte di due presidi molto coraggiosi presenti nelle scuole e nei territori più difficili di Catania, Santo Molino e Cristina Cascio, che hanno posto anche il tema relativo alla limitatezza delle risorse per la pulizia.
Questa interrogazione potrebbe essere, signor Presidente, un'occasione per porre in maniera decisa il tema della qualità della scuola in Sicilia e in modo particolare a Catania, perché è fondamentale per la riscossa della nostra terra.

PRESIDENTE. Onorevole Burtone, lei può naturalmente integrare la sua interrogazione con gli elementi nuovi che si sono aggiunti o trasformarla anche in un atto ispettivo che abbia un'urgenza maggiore rispetto a quella del suo primo intervento.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 13,20, è ripresa alle 15,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Buttiglione, Gregorio Fontana, Jannone e Mura sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Pag. 20

Sull'ordine dei lavori (ore 15,06).

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, chiediamo credibilità del piano industriale, certezza delle procedure e garanzie per tutti i lavoratori dello stabilimento e dell'indotto. Sono questi i punti fermi di qualunque ipotesi per il dopo FIAT a Termini Imerese. Con queste motivazioni, oggi, hanno manifestato i lavoratori FIAT di Termini Imerese, qui a Roma, in piazza Montecitorio.
Per parte nostra ribadiamo che Termini Imerese non può cessare l'attività e che si deve trovare una soluzione per dare continuità a 2.200 lavoratori, per la più grande industria di Sicilia. La FIAT continua a dire di voler chiudere l'attività entro fine anno, ma non si può fare questo senza prospettare soluzioni alternative, e il Governo deve svolgere un ruolo per trovare quelle soluzioni. Tra pochi minuti, inizierà l'incontro presso il Ministero dello sviluppo economico, nonostante in questi mesi non sia accaduto nulla. Noi auspichiamo che all'incontro il Ministro si presenti con proposte concrete e convincenti, che diano una prospettiva allo stabilimento di Termini Imerese. Ci attendiamo soluzioni concrete per l'occupazione e per lo sviluppo futuro di quella terra, ma, in assenza di proposte e di soluzioni credibili da parte del Governo, noi riteniamo che spetterà alla FIAT mantenere, comunque, le sue responsabilità, anche oltre le scadenze già annunciate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 15,07).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la risposta ad una mia interrogazione, che ho presentato, in effetti, non molto tempo fa, il 7 settembre, la n. 4-13141, perché si riferiva ad una situazione che si sta verificando in un Paese membro dell'Unione europea, l'Ungheria. La sollecitazione, come dicevo, si rivela necessaria perché, qualche giorno fa, è stato reso noto che, in quel Paese, sono stati tributati ad un criminale di guerra nazista i funerali con gli onori militari. Si tratta - si trattava - di Sandor Képiro, un ufficiale della gendarmeria ungherese, collaborazionista, morto qualche settimana fa, che si era reso responsabile della deportazione e dell'assassinio di 1.200 ebrei durante la Seconda guerra mondiale.
Purtroppo - ed era il senso della mia interrogazione -, in Ungheria, ultimamente, l'antisemitismo, l'intolleranza etnica, la persecuzione politica dei dissenzienti proseguono indisturbati. A nostro avviso, a mio avviso, l'Europa deve cercare, in qualche modo, di intervenire e di rimediare ad una difficile situazione economica, ma non può certamente trascurare il fatto che, all'interno dei suoi confini - si potrebbe dire nel cuore della sua composizione -, si sia ridestato un cancro, un virus, quello del nazifascismo e dell'antisemitismo, che deve preoccupare tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

Seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo per il riassetto della normativa in materia di sperimentazione clinica e per la riforma degli ordini delle professioni sanitarie, nonché disposizioni in materia sanitaria (A.C. 4274-A) (ore 15,08).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo per il riassetto della normativa in materia di sperimentazione clinica e per la riforma degli ordini delle professioni sanitarie, nonché disposizioni in materia sanitaria. Pag. 21
Ricordo che nella seduta del 19 settembre 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che nella seduta del 21 settembre 2011 l'Assemblea è passata alla fase di esame degli articoli e degli emendamenti. In tale ultima seduta la Commissione ha presentato gli articoli aggiuntivi 10.0100, 11.0100 e 16.0100 che la Presidenza ritiene ammissibili.
Avverto, altresì, che prima dell'inizio della seduta sono stati ritirati dai presentatori gli emendamenti Miotto 0.1.0100.1, nonché Lenzi 6.35, 6.36, 6.40 e 6.43.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 15,40.

Si riprende la discussione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 4274-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 4274-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Patarino. Ne ha facoltà.

CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, partirò, nel mio intervento, da una premessa che può sembrare certamente ovvia e scontata, ma è al tempo stesso necessaria ai fini di una corretta, seppure molto sintetica, analisi da cui è opportuno muoversi per affrontare una questione di così grande attualità come quella della sperimentazione clinica. Vi è nel mondo, e quindi anche in Italia, un aumento della richiesta di sperimentazione clinica che si è fatta sempre più evidente e pressante fin dagli inizi di questo nuovo secolo e tale aumento è dovuto, tra gli altri motivi, fondamentalmente all'allungarsi dell'età media e delle donne e degli uomini e conseguentemente alla crescita del bisogno di nuove e più adeguate cure.
Dal 1951 - ha detto in una intervista al Corriere della Sera della scorsa settimana il presidente di Farmindustria - ogni quattro mesi la vita media si è allungata di un mese, un miglioramento che, secondo lui, oltre ad essere dovuto al nostro sistema sanitario per un 40 per cento si deve anche all'industria farmaceutica, la quale ogni anno esporta il 56 per cento della propria produzione, che vale oltre 25 miliardi di euro. Egli si lamenta, in quell'intervista, perché l'industria farmaceutica viene vista come una spesa da tagliare e non come fonte di sviluppo ed aggiunge che molti manager del settore si chiedono se valga la pena investire in Italia o è meglio andare altrove. È un chiaro segnale di allarme, che non può assolutamente cadere nel vuoto. L'approvazione di questo provvedimento può essere l'occasione di una inversione di tendenza nei confronti dell'industria non solo perché oggi in Italia essa dà lavoro a 60 mila persone e promuove il 90 per cento della ricerca del nostro Paese, ma anche perché quando la sperimentazione clinica viene svolta in ambito ospedaliero l'industria paga naturalmente le strutture coinvolte.
Tutto ciò se non avviene nel pieno rispetto dei diritti, ma anche nella rigorosa osservanza dei doveri da parte dello Stato nei confronti dei privati può comportare, come è abbondantemente dimostrato dall'esperienza, che talvolta si trascuri o passi in secondo ordine il principio fondamentale secondo il quale al centro di ogni scelta, di ogni decisione, di ogni attenzione ci deve essere il benessere dell'uomo, e Pag. 22venga dato invece maggiore spazio a tutto un insieme di interessi economici che non di rado, intrecciandosi in vari modi, si prestano facilmente alla speculazione e alimentano addirittura il fiume della corruzione e del malaffare. Sarebbe sufficiente allora questa sola preoccupazione, di carattere morale, per richiamarci tutti quanti, Parlamento, Governo e istituzioni varie, alle proprie responsabilità.
C'è tuttavia un'altra ragione, che è politica, a giustificare l'esigenza dell'approvazione di questo disegno di legge, che ha lo scopo di mettere finalmente ordine in una materia assai delicata e certamente tra le più importanti, che riguarda, come dicevo prima, la persona umana, per la tutela della sua salute, del suo benessere fisico e psichico attraverso lo studio, gli approfondimenti e le verifiche di tutti gli strumenti e di tutti materiali che nel continuo processo evolutivo della scienza da sempre quella salute e quel benessere garantiscono. E il progresso medico secondo i principi etici adottati e ribaditi in varie occasioni dall'associazione medica mondiale è fondato sulla ricerca, la quale a sua volta si deve basare sulla sperimentazione che coinvolga soggetti umani il cui benessere, mi piace ripeterlo, deve avere la precedenza sugli interessi, sia quelli economici privati e pubblici e anche su quelli della scienza stessa.
Per queste ragioni di fondo, mettere mano ad una normativa riguardante la sperimentazione clinica era un obbligo morale e politico, ed ogni ulteriore rinvio sarebbe stata colpevole omissione da addebitare al Governo e all'intero Parlamento.
Vale così la pena ricordare che una questione di così primario interesse nazionale, pur ufficialmente assente dalle agende dei Governi negli anni passati, aveva fatto la sua apparizione nel dibattito politico-istituzionale sin dagli inizi degli anni Novanta, come ricorda un collega in una proposta di legge riguardante la sperimentazione clinica sull'uomo presentata nel maggio del 1996, in cui riporta un'affermazione dell'allora Ministro della sanità in risposta ad una interrogazione parlamentare. Dice il Ministro, il 12 febbraio 1990: circa il problema della sperimentazione clinica si fa presente che attualmente non esiste una normativa che la disciplini completamente, sebbene in passato siano state presentate diverse proposte di legge.
Come si vede da questa piccola indagine storica, già a quel tempo vi fu da parte della più alta carica istituzionale in campo sanitario quasi un'ammissione di colpevolezza, certamente una dichiarazione di assunzione di responsabilità per la mancanza di provvedimenti legislativi già da allora ritenuti necessari e ai quali invece non si era provveduto. Si sarebbe dovuto attendere circa un ventennio per colmare la lacuna, come correttamente riportato nella presentazione di questo disegno di legge, ove si cita testualmente: la vigente normativa in materia di sperimentazione clinica di medicinali per uso umano è il risultato di una progressiva diversificazione di fonti diverse ed eterogenee succedutesi negli anni Novanta fino ad oggi. Appare pertanto necessario il riassetto della materia, da realizzarsi in conformità alle disposizioni dell'Unione europea e con l'emanazione di decreti legislativi diretti alla riforma delle norme vigenti. E l'obiettivo, sia pure con qualche piccola riserva, si può dire essere stato raggiunto, anche nel rispetto dei principi etici elaborati dall'associazione medica mondiale e adottati nelle varie assemblee, da quelle di Helsinki del 1964 a quella di Edimburgo del 2000.
Si sarebbe potuto fare di più, certo. Si sarebbe potuto, per esempio, fare uno sforzo maggiore riguardo all'impiego delle risorse che, come ognuno di noi sa, non sono mai troppe quando vengono destinate alla tutela della salute e al benessere dell'uomo. Leggendo questo disegno di legge si trova spesso ripetuta una formuletta: senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Quest'ultima, in alcuni casi, può anche essere giustificata e condivisa, a causa delle note ristrettezze economiche con cui è costretto a fare i conti il nostro Paese, ma in tanti altri casi diventa di difficile comprensione, soprat Pag. 23tutto quando si tratta di assegnare fondi alla ricerca, cui sono interessati i giovani sotto i quarant'anni (vedi articolo 2), o quando si tratta di aggiornamento e formazione (vedi articolo 6) e quando si tratta di dare al Ministero della salute i mezzi necessari per avviare con le regioni un tavolo tecnico per l'incrementazione e l'omogeneizzazione sul territorio nazionale dell'attività di telemedicina, teleconsulto e così via.
Noi di FLI, riconoscendo al Ministro Fazio e alla relatrice De Nichilo Rizzoli una grande disponibilità al confronto, abbiamo finora dato il nostro contributo e vogliamo continuare a darlo anche qui in Aula, in sede di approvazione del provvedimento. Abbiamo presentato pochissime proposte emendative che, pur non prevedendo l'impiego di risorse oltre il previsto e, quindi, in linea con quella formuletta, possono migliorare il testo, soprattutto riguardo alla completezza delle informazioni da offrire ai cittadini di ogni parte d'Italia.
Ciò per evitare che le regioni più ricche e meglio organizzate in campo sanitario rispondano con maggiore efficienza e trasparenza ai propri cittadini e quelle più povere e meno attrezzate, continuando a pagare lo scotto di ritardi accumulati non sempre per colpa loro, non si dimostrino al passo in quanto a capacità informative con altre zone del Paese.
Voglio allora concludere questo mio intervento richiamando proprio uno degli emendamenti. Mi riferisco alla proposta emendativa che riguarda l'istituzione di un portale online da trasmettere a quotidiani, giornali specializzati e presso le ASL, università e istituti di ricerca, con l'attività svolta dai reparti ospedalieri e universitari, i nomi dei medici e loro casistica, le patologie trattate con relativi tempi medi di degenza, il numero di complicanze, la mobilità, la mortalità e le liste d'attesa, al fine di determinare una reale libertà di scelta da parte del paziente del luogo di cura, come avviene in altri sistemi sanitari.
Ho voluto citare questo emendamento, che spero venga accolto, perché riguarda la libertà di scelta che in campo sanitario mette in condizione qualsiasi cittadino del Nord, del Centro e del Sud di venire in possesso di tutti gli elementi necessari per poter decidere con serenità e sicurezza quando si trova a dover scegliere su dove andare e nelle mani di chi affidare la propria salute e la propria vita (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà. Approfitto per invitare i colleghi a tentare di essere un po' più parsimoniosi nei colloqui, perché non so come abbia fatto l'onorevole Patarino a portare a termine il suo intervento.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, porteremo a termine anche questo intervento. Caro Ministro, onorevoli colleghi, oggi discutiamo di un provvedimento che si occupa appunto di sperimentazione clinica che viene intesa per la sperimentazione di quei farmaci che poi dovranno essere utilizzati sull'uomo per le cure e per verificarne l'efficacia.
Parliamo di un argomento che rientra nel funzionamento del Servizio sanitario nazionale che è un tema cruciale e sensibile della vita del Paese. Da anni si discute su come conciliare il buon funzionamento del Servizio sanitario con un controllo maggiore della spesa e quindi la discussione oggi su questo provvedimento è di estrema importanza perché prova a mettere le mani all'interno del funzionamento del Sistema sanitario.
È un provvedimento che non si occupa solo di sperimentazione clinica, ma possiamo definirlo un provvedimento omnibus e che voi stessi definite omnibus. Credo invece che questo potrebbe essere un primo passo, signor Ministro, per avviare un ragionamento, una messa a punto su una legge-quadro che riveda il funzionamento del Servizio sanitario nazionale e soprattutto la sua efficacia, la sua funzionalità, la sua efficienza e l'esigenza di controllo della spesa.
Certo, in una situazione come quella attuale, dove c'è carenza di risorse, è Pag. 24difficile - e comprendo che sia difficile (a cominciare dagli enti istituzionali e dalle regioni) - garantire quei servizi minimi di assistenza a fronte di costi che, invece, continuano a non scendere. Nel disegno di legge in discussione, oltre alla sperimentazione clinica e alla ricerca, si interviene anche sugli ordini professionali, sul funzionamento degli istituti di ricerca e credo - cosa importantissima - sulla sanità elettronica. Sono tutti temi che devono e possono rientrare in un'idea di buon funzionamento della sanità.
Soprattutto quando parliamo appunto di sanità elettronica credo che sia, signor Ministro, questo un primo passo importante per portare sempre di più all'interno della sanità innovazione e tecnologia, che significa migliore qualità terapeutica, prevenzione in termini di diagnosi, anche rispetto dell'ambiente perché riduciamo la produzione di carta, migliore efficienza perché dovremmo cominciare a introdurre la certificazione online. Si guadagna tempo, si guadagna denaro e si rispetta - come dicevo - anche il sistema ambientale.
Il nostro Paese ha investito sempre poco nella ricerca e nella sperimentazione clinica, che è diventato un meccanismo lento, un meccanismo farraginoso che, rispetto alla competizione di altri Paesi europei e di altri Paesi internazionali più all'avanguardia in termini di ricerca, spesso ci trova indietro. Mentre loro hanno già terminato le ricerche, noi dobbiamo ancora cominciare il percorso. Quindi mi sembra che il contenuto del provvedimento, e in modo particolare l'articolo 1, laddove si decide di intervenire sul meccanismo della sperimentazione clinica riducendo i comitati etici, vada nella direzione giusta, anche se ritengo che in quest'Aula oggi vi chiediamo di fare un passo ulteriore. Non basta il buon proposito di ridurre i comitati etici, vi chiediamo di fare qualcosa di più attraverso un nostro emendamento, ossia di ridurli in maniera consistente perché il paragone tra il nostro Paese e i Paesi che possono essere considerati alla stessa stregua dell'Italia, penso alla Francia, ne hanno appena quaranta di comitati etici.
Prendiamo atto - e lo dico in senso positivo - della volontà che il Governo ha avuto di recepire buona parte degli emendamenti presentati dall'Italia dei Valori. Noi oggi ne ripresentiamo alcuni importanti.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Zazzera.

PIERFELICE ZAZZERA. Ci auguriamo che il Governo non sia insensibile e recepisca questa nostra volontà di contribuire ad un progetto di legge che può essere un progetto del Parlamento e per il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il disegno di legge presentato dal Ministro della salute, di concerto con il Ministro per i rapporti con le regioni e il Ministro dell'economia e delle finanze, scaturisce dall'esigenza di determinare un riassetto della normativa in materia di sperimentazione clinica e per la riforma delle professioni sanitarie. È evidente, cari colleghi, che anche questo provvedimento si inserisce sulla scia di leggi approvate da quest'Aula e che servono a risolvere i problemi che i cittadini italiani sono chiamati ad affrontare quotidianamente.
Se, da un lato, le opposizioni si distinguono per irresponsabilità e per disfattismo, abbiamo un Governo che si fa carico con costanza delle esigenze concrete dei cittadini. Il Governo del fare, cari colleghi, che si contrappone alle politiche delle polemiche, ben coadiuvate dall'azione, in qualche caso eversiva, di alcune procure pronte a fare un uso strumentale della funzione giurisdizionale. Il disegno di legge che ci accingiamo a votare punta a garantire una maggiore funzionalità del nostro Servizio sanitario nazionale. Pag. 25
Purtroppo, cari colleghi, siamo chiamati a fare i conti con le ripercussioni che la grave crisi economica sta avendo sulla erogazione dei servizi sanitari. Ad esempio nella mia regione, la Campania, la scarsa disponibilità di risorse ha provocato notevoli conseguenze sui cittadini che sono stati privati di servizi fondamentali, come l'assistenza ospedaliera e ambulatoriale, soprattutto per i tagli a cui la regione ha dovuto provvedere per esigenze di economia e di bilancio.
Con il disegno di legge a firma dei Ministri Fazio, Fitto e Tremonti, il Governo punta ad un'ulteriore valorizzazione della ricerca, che non solo costituisce un elemento importante per il progresso scientifico, ma può ben rappresentare una opportunità di crescita occupazionale e di valorizzazione della intelligenza di tanti giovani. Mi riferisco in modo particolare ai giovani meridionali, che, come ha dimostrato il rapporto Svimez, sono costretti ad emigrare per trovare una opportunità di impiego.
In tempi come quelli che stiamo attraversando, caratterizzati dall'incremento della disoccupazione e della fuga dei cervelli dall'Italia, è un segnale quindi da non sottovalutare. Apprezzabile, infine, è la delega al Governo che finalmente si fa carico di riordinare le professioni sanitarie ponendo fine ad una situazione che si può anche definire caotica e di difficile gestione. Quindi, il gruppo di Popolo e Territorio sostiene questo disegno di legge ed è impegnato a condurlo all'approvazione in modo tale da dare un segnale forte alle nostre popolazioni e alla nostra gente, che ritiene il Servizio sanitario pubblico un bene assoluto e fondamentale, che non va mai messo in discussione e, quindi, tutte le iniziative che andranno in questa direzione, portate avanti dal Ministro della salute professor Fazio, troveranno da parte del nostro gruppo parlamentare il pieno appoggio e la piena condivisione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo e Territorio).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Incecco. Ne ha facoltà.

VITTORIA D'INCECCO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, il Partito Democratico ha avuto fin dall'avvio della discussione in XII Commissione (Affari sociali) un atteggiamento collaborativo, propositivo e aperto su questo provvedimento. Non ci siamo barricati, come mai abbiamo fatto, su posizioni precostituite, ma abbiamo guardato al merito delle proposte. Ci siamo confrontati, abbiamo discusso e abbiamo sostenuto gli aspetti che ci sembravano positivi. Abbiamo provato a correggere quelli che, invece, ritenevano sbagliati.
La nostra posizione, quindi, in Commissione come qui in Assemblea, è priva di qualunque strumentalità politica, ma si nutre esclusivamente di valutazioni nel merito. Noi condividiamo le linee generali del disegno di legge in esame. Esso ha delle forti ambizioni: una grossa varietà di temi affrontati, interviene su rilevanti settori della materia sanitaria in continua evoluzione come la sperimentazione clinica dei medicinali, la ricerca sanitaria, la sicurezza delle cure, le professioni sanitarie, la sanità elettronica.
Vanno stigmatizzati però fortemente due aspetti: il primo è il ritardo con cui questa proposta arriva all'attenzione del Parlamento; il secondo è il ricorso alla delega. Si poteva fare tutto prima e anche meglio. Il meccanismo delle deleghe riduce fortemente lo spazio del confronto parlamentare e lascia a noi, che pure abbiamo avuto tutta la volontà di dare un contributo positivo, solo la possibilità di intervenire su alcuni aspetti.
L'uso e l'abuso del ricorso alla delega legislativa è un altro degli strumenti, come già i decreti-legge e il continuo ricorso alla questione di fiducia anche sulla conversione dei decreti-legge stessi, con cui si svuota il Parlamento delle sue peculiarità e si sposta l'asse della funzione legislativa. Noi non siamo d'accordo e lo abbiamo detto anche nelle Commissioni. Il dibattito parlamentare è un arricchimento della norma, non una perdita di tempo. È un luogo dove la proposta cresce, migliora, Pag. 26arriva ad esprimere il meglio di sé nella ricerca di una condivisione e del contributo di tutti.
Vediamo nel merito. Nel merito il provvedimento presenta diversi punti critici, su cui si concentra la nostra contrarietà. Lo diranno anche poi i colleghi quando si parlerà dell'esclusività del rapporto di lavoro e di altri aspetti. L'obiettivo condivisibile è quello di semplificare una normativa stratificatasi nel corso del tempo con un quadro delle regole sulle sperimentazioni che oggi è particolarmente complesso. Si razionalizzano le procedure di autorizzazione all'avvio di nuove sperimentazioni che oggi, nel nostro Paese, registrano tempi purtroppo molto lunghi e procedure farraginose che spesso scoraggiano gli investimenti. L'Italia oggi è assai poco competitiva nella ricerca sanitaria proprio a causa sia della riduzione delle risorse pubbliche destinate alla ricerca, sia della complessità della procedura autorizzatoria. La ricerca, inoltre, è appannaggio pressoché esclusivo delle multinazionali, i cui interessi non sono necessariamente coincidenti con quelli delle comunità. Quindi, rendere più fluide le procedure, senza abbassare le garanzie, può dare una spinta al settore.
Siamo favorevoli alla riduzione del numero dei comitati etici, con l'utile specifica che deve essere garantito almeno un comitato etico per regione. Tutto il riordino deve comunque avvenire nel rispetto dell'autonomia regionale. Tale ultima specificazione condivisibile è stata introdotta al fine di recepire una delle condizioni della Conferenza Stato-regioni che, pur condividendo nel merito la proposta di riduzione del numero dei comitati, sottolineava, però, l'esigenza di lasciare alle singoli regioni il compito di individuarne il numero.
Siamo favorevoli poi a una ridefinizione dei ruoli delle autorità competenti, in analogia con tutti gli altri Paesi dell'Unione europea. Ci piace il riferimento della medicina di genere. Condividiamo l'esigenza di riordinare i meccanismi di aggiornamento, di qualificazione e di servizio al cittadino. Quello che ci sarebbe piaciuto, però, è un po' di coraggio in più nell'esaminare e nel riordinare il rapporto tra il medico e le case farmaceutiche che è un punto su cui sarebbe utile fare un po' di chiarezza, mettere un po' di ordine e fissare qualche regola in più.
Dunque, siamo pronti a collaborare e lo dimostra anche - lei lo sa, signor Ministro - l'atteggiamento che abbiamo avuto in Commissione, perché si arrivi a un documento condiviso, utile e prezioso per i nostri cittadini e per i nostri professionisti, per un miglior funzionamento della sanità nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Farina Coscioni. Ne ha facoltà.

MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, al Capo I, quando si parla, in questo disegno di legge, di sperimentazione clinica e innovazione in sanità, apprezzo gli sforzi del Governo e del Ministro Fazio e la buona fede dello stesso Ministro Fazio. Comincio proprio da un punto che trovo un po' in contraddizione con la linea che, dal suo primo insediamento, il Ministro Fazio ha voluto prendere, cioè snellire un processo di conoscenza e chiarire un processo di informazione, soprattutto per quanto riguarda l'informazione e la comunicazione in tema di salute e in tema di sanità.
La lettera g) dell'articolo 1 del provvedimento in esame prevede l'istituzione, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di un Comitato nazionale delle politiche in materia di sperimentazione clinica dei medicinali, il quale stabilisce indirizzi generali coerenti e promuove lo scambio di informazioni anche in riferimento alle disposizioni nazionali e dell'Unione europea in corso di approvazione, prevedendo, nell'ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente e nel rispetto della legge, ossia di quanto previsto dall'articolo 6, comma 1, del decreto-legge 31 maggio 2010 n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010 n. 122, la realizzazione di una rete di comitati etici, nel rispetto delle Pag. 27competenze delle regioni e delle province autonome di cui all'articolo 117 della Costituzione; fanno parte del Comitato nazionale delle politiche in materia di sperimentazione clinica dei medicinali anche rappresentanti delle regioni e delle province autonome. Ai componenti del predetto Comitato nazionale non sono corrisposte indennità, emolumenti o rimborsi spese.
Quindi, si crea, ai sensi dell'articolo 1, in tema di sperimentazione clinica e innovazione in sanità, un'altra organizzazione tra le altre numerose, tendendo dunque a burocratizzare quel processo di informazione e comunicazione attuale.
Signor Ministro, vorrei citare un caso concreto: parto da una risposta che lei ha fornito ad alcune interrogazioni parlamentari, a me care per l'oggetto e soprattutto per i destinatari di queste informazioni, sulle sperimentazioni cliniche dei medicinali in ordine ad una patologia: la sclerosi laterale amiotrofica. Al riguardo ho presentato tre interrogazioni (ho presentato in realtà una serie di interrogazioni, ma queste tre riguardano questa patologia ad oggi inguaribile che interessa la sensibilità non solo di noi parlamentari, ma di tanti cittadini italiani affetti da sclerosi laterale amiotrofica) in particolare sulle sperimentazioni aperte, concluse e in fase di approvazione. Da brava studiosa - o comunque spero di esserlo - sono andata sul sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica dei medicinali e ho preso visione dei dati relativi a tutte le sperimentazioni aperte riguardo alla sclerosi laterale amiotrofica (che attualmente sono nove), alle sperimentazioni concluse (che ad oggi sono sette) e alle sperimentazioni in fase di approvazione (che attualmente sono quattro). Ovviamente ho fatto riferimento a quanto previsto sul sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica dei medicinali.
Lei, signor Ministro, mi ha risposto, riferendosi all'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica dei medicinali, cioè ad un organismo già esistente. Che bisogno c'è allora di creare un altro organismo che prende il nome di Comitato nazionale delle politiche in materia di sperimentazione clinica dei medicinali? Lei mi ha risposto che questo Osservatorio ha il compito di raccogliere le informazioni di base relative alle ricerche cliniche sui farmaci in Italia, secondo quanto già previsto da un decreto legislativo che attua la direttiva europea n. 20 del 2001, relativa all'applicazione della buona pratica clinica nell'esecuzione delle sperimentazioni cliniche di medicinali e per uso clinico. Lei mi ha risposto che tali informazioni di base fanno riferimento ad una serie di documenti standardizzati a livello europeo, tra i quali in particolare il protocollo, i centri di sperimentazione coinvolti, il disegno dello studio, la raccolta dei dati clinici e non clinici sul medicinale ed il consenso informato. Ha aggiunto, in particolare, che, per quanto riguarda le sperimentazioni cliniche segnalate nelle interrogazioni parlamentari, l'AIFA precisa che è compito dei comitati etici delle strutture dove si effettuano le sperimentazioni assumersi la responsabilità dell'approvazione delle sperimentazioni stesse e seguire l'iter relativo alle singole sperimentazioni.
Inoltre, ha aggiunto che l'AIFA, l'Agenzia italiana del farmaco che sappiamo tutti essere un ente pubblico sotto la direzione del suo Ministero, sotto la vigilanza del suo Ministero e del Ministero dell'economia e delle finanze, non è a conoscenza delle fasi in cui si trovano attualmente le sperimentazioni in questione, né dei protocolli approvati dai comitati etici né dei tempi previsti per la conclusione delle stesse. Mi scusi, signor Ministro, se io, come parlamentare, ma invito tutti i cittadini a farlo, vado a consultare il sito www.agenziafarmaco.gov.it: mi rendo conto, tra le altre voci, quindi tra i vari osservatori, che gli osservatori e le banche dati sono quegli strumenti essenziali tramite i quali l'AIFA controlla e analizza i dati (sono quindi strumenti essenziali per il controllo e l'analisi del consumo dei farmaci a livello nazionale, regionale e locale), operando inoltre il monitoraggio delle sperimentazioni cliniche approvate dai comitati etici locali. Invece lei cosa Pag. 28dice? Che l'AIFA non è a conoscenza delle fasi in cui si trovano attualmente le sperimentazioni concluse, quelle aperte e quelle in fase di approvazione.
Signor Ministro, con la lettera g) lei intende creare un'altra struttura, ma per fare cosa? Ma faccia funzionare la struttura già esistente! Ma si coordini con l'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica dei medicinali! Già esiste, è inutile creare sovrastrutture, è inutile creare altri organismi senza peraltro sapere chi andrà a finire in questo Comitato nazionale. Lei mi dice semplicemente che in questo Comitato nazionale delle politiche in materia di sperimentazione clinica dei medicinali ci vanno a finire dei rappresentanti delle regioni e delle province autonome, e gli altri chi sono? Chi farà parte di questo Comitato e che funzione avrà questo Comitato se lei risponde che l'AIFA non ne saprà nulla e non è a conoscenza né è compito dell'AIFA conoscere tutte queste sperimentazioni?
Conclude in questa interrogazione che il compito del promotore della sperimentazione clinica riguarda invece l'avvio, la gestione e il finanziamento della medesima e la relativa presentazione dei risultati, mentre il titolare dei dati finali e del processo di pubblicazione di eventuali utilizzi ai fini registrativi della nuova molecola è il promotore della sperimentazione, mentre tutti i dati scaturiti dalle fasi sperimentali di un nuovo prodotto confluiscono in un dossier che viene poi inviato alle autorità regolatorie coinvolte in questa sperimentazione.
Signor Ministro, credo che c'è da lavorare perché bisogna fare chiarezza; ministro Fazio, come fa lei a voler creare una nuova organizzazione, ripeto, come il Comitato nazionale delle politiche in materia di sperimentazione clinica dei medicinali, se non riesce a far funzionare un osservatorio già esistente, ovvero l'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica dei medicinali?
Concludo, ponendole una domanda, signor Ministro: se un cittadino vuole conoscere l'esito delle sperimentazioni che si sono concluse ad esempio per quanto riguarda la sclerosi laterale amiotrofica o le sperimentazioni in fase di approvazione, per poter accedere a queste sperimentazioni o alle sperimentazioni ancora aperte, a chi si deve rivolgere? Io pensavo che si dovesse rivolgere a quell'informazione, a quella trasparenza, a quei criteri che lei vuole far mettere online, mi riferisco quindi alla sanità online.
Mi rivolgo a lei: forse in fase di replica riuscirà a dirci come fanno i cittadini italiani a conoscere, in questo caso per quanto riguarda le sperimentazioni sulla sclerosi laterale amiotrofica, l'esito di sperimentazioni concluse o in fase di approvazione o ancora aperte (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Laura Molteni. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante LAURA MOLTENI. Signor Presidente, questo disegno di legge è finalizzato ad assicurare una maggiore funzionalità del Servizio sanitario nazionale, adottando misure incisive e significative in diversi settori. Oltre a delegare il Governo al riassetto e alla riforma delle disposizioni in materia di sperimentazione clinica dei medicinali per uso umano, il disegno di legge reca disposizioni in materia di ricerca sanitaria, contiene disposizioni sul rapporto di lavoro del direttore scientifico degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, reca una delega al Governo per la riforma degli ordini delle professioni sanitarie di medico chirurgo, odontoiatra, medico veterinario e farmacista, detta disposizioni in materia di sicurezza delle cure per prevenire il verificarsi di eventi avversi, disciplina il fascicolo sanitario elettronico istituito dalle regioni nel rispetto delle norme in tema di protezione dei dati personali, promuove l'implementazione delle attività di telemedicina e teleconsulto e istituisce sistemi di sorveglianza e registri di mortalità, di patologia e di impianti protesici, a fini di ricerca scientifica in ambito medico, biomedico ed epidemiologico, allo scopo di istituire un sistema attivo di raccolta delle informazioni di rilevante interesse e di impatto sul governo sanitario. Pag. 29
Voglio sottolineare che, grazie agli interventi in Commissione della Lega nord, sono stati approvati emendamenti importanti, riferiti a quello che le regioni, a seguito delle modifiche intervenute nel 2001 relative al Titolo V della Costituzione, stante il proprio ruolo, esprimono oggi in materia di organizzazione e gestione della sanità.
Durante il dibattito di questo provvedimento, qui in Aula, discuteremo anche un nostro emendamento, che è stato presentato dalla Commissione, grazie al quale verrà introdotta una norma cedevole relativamente alle disposizioni in materia di sicurezza delle cure, all'istituzione di sistemi di sorveglianza e registri di mortalità, di patologia e di impianti protesici, per la qual cosa si applica la normativa statale solo fino alla data di entrata in vigore delle disposizioni adottate dalle regioni in attuazione dei principi fondamentali disciplinati da questa legge.
Questo è un decreto omnibus della legislazione sanitaria ed è, in sostanza, un intervento di manutenzione legislativa, in quanto, da un lato, si interviene per correggere alcuni profili settoriali, dall'altro, si fa promotore di iniziative di riordino della normativa di settore vigente. Più volte in quest'Aula abbiamo parlato della carenza dei medici che a breve termine interesserà il nostro Paese ed anche in questa prospettiva si può leggere la preannunciata riforma dei predetti ordini professionali come un'opportunità per una migliore pianificazione del numero degli operatori richiesti dal sistema assistenziale nazionale al fine di offrire un'adeguata e calibrata offerta di servizi sanitari ai cittadini e ai loro bisogni di salute.
Quanto votiamo oggi non chiude le porte a una futura più ampia ed organica riforma della legislazione sanitaria, animata da un approccio sistematico, organico e funzionale, anche per promuovere una definitiva rilettura del riparto di competenze tra lo Stato e le regioni. In XII Commissione, con convinzione, abbiamo poi inciso significativamente con riferimento al passaggio della categoria professionale di psicologo dal Ministero della giustizia al Ministero della salute. Con altrettanta convinzione abbiamo sostenuto il passaggio della categoria professionale di biologo dal Ministero della giustizia a quello della salute. Con altrettanta convinzione abbiamo sostenuto la necessità di confisca delle cose e degli strumenti che sono serviti a coloro che commettono il reato di esercizio abusivo della professione sanitaria.
Invece, per quanto riguarda la professione degli odontoiatri, si elimina il requisito della specializzazione quale requisito per l'accesso ai concorsi di primo livello per odontoiatri del Servizio sanitario nazionale.
La modifica è giustificata dall'esigenza di adeguare la normativa concorsuale del Servizio sanitario nazionale al superamento del cosiddetto doppio canale di accesso alla professione di odontoiatra che, per lungo tempo, ha caratterizzato il nostro Paese. In Italia, infatti, la professione poteva essere esercitata sia dai medici chirurghi ai quali, in un secondo momento, veniva richiesta una specializzazione di settore, sia dai laureati in odontoiatria.
L'esigenza di adeguare il nostro ordinamento alla normativa europea in materia, che prevede la netta separazione delle due carriere, ha imposto di prevedere, quale unico canale di accesso alla professione, la laurea in odontoiatria, ferme restando le norme transitorie sul riconoscimento dei medici che per un determinato periodo di tempo hanno svolto l'attività di odontoiatra.
Per quanto riguarda gli errori sanitari, nel tempo troppi fatti di cronaca hanno evidenziato come luoghi di cura possano trasformarsi in luoghi di morte. Per questo si è resa necessaria, da parte nostra, un'attenzione particolare al rischio clinico. Questo è un tema che ci è caro in quanto riteniamo necessario tutelare al massimo la salute dei cittadini, il che significa evitare il verificarsi di eventi avversi, individuando preventivamente gli eventuali eventi critici sui quali intervenire.
Il rischio clinico è un tema che ci è molto caro in quanto devono essere attuate Pag. 30tutte le misure di cautela, di prevenzione e di rimozione di cause, o di possibili cause, che possano determinare eventi infausti. Pertanto, in materia di sicurezza delle cure, con altrettanta convinzione, abbiamo ottenuto che siano le regioni a definire gli obblighi informativi a carico delle strutture sanitarie sugli eventi avversi verificatisi nella struttura, sulle relative cause determinanti, nonché sugli interventi messi in atto, in quanto le disposizioni contenute nell'articolo 9 sono finalizzate a garantire un maggior livello di sicurezza delle cure, attraverso un'attività capillare di prevenzione del rischio clinico e un sistema di gestione degli eventi avversi.
Inoltre, in attesa dell'adozione di una disciplina organica in tema di rischio clinico, le strutture sanitarie promuoveranno la comunicazione trasparente degli eventi avversi sulla base delle linee guida prodotte dal Ministero della salute, ma, per volontà della Lega Nord, tutto ciò avverrà previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano. A questo proposito ribadiamo il ruolo centrale che le regioni sono chiamate a svolgere in questo settore per la quale cosa le disposizioni relative a questo articolato di legge sono concordate e adottate, sempre grazie ad una proposta emendativa della Lega Nord, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano.
Altrettanto importante è l'informatizzazione del Sistema sanitario nazionale che va dal fascicolo sanitario elettronico, che segue il paziente nei suoi bisogni di cura, all'istituzione di registri di mortalità, di patologia e di impianti protesici. Inoltre, al fine della determinazione del fabbisogno standard e della rimodulazione dell'offerta assistenziale più rispondente e congrua ai bisogni effettivi dei cittadini e della popolazione, riteniamo importante che siano potenziate le conoscenze epidemiologiche affinché venga migliorata l'efficienza e l'efficacia della nostra assistenza sanitaria (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Testo sostituito con errata corrige volante LAURA MOLTENI. Signor Presidente, questo disegno di legge è finalizzato ad assicurare una maggiore funzionalità del Servizio sanitario nazionale, adottando misure incisive e significative in diversi settori. Oltre a delegare il Governo al riassetto e alla riforma delle disposizioni in materia di sperimentazione clinica dei medicinali per uso umano, il disegno di legge reca disposizioni in materia di ricerca sanitaria, contiene disposizioni sul rapporto di lavoro del direttore scientifico degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, reca una delega al Governo per la riforma degli ordini delle professioni sanitarie di medico chirurgo, odontoiatra, medico veterinario e farmacista, detta disposizioni in materia di sicurezza delle cure per prevenire il verificarsi di eventi avversi, disciplina il fascicolo sanitario elettronico istituito dalle regioni nel rispetto delle norme in tema di protezione dei dati personali, promuove l'implementazione delle attività di telemedicina e teleconsulto e istituisce sistemi di sorveglianza e registri di mortalità, di patologia e di impianti protesici, a fini di ricerca scientifica in ambito medico, biomedico ed epidemiologico, allo scopo di istituire un sistema attivo di raccolta delle informazioni di rilevante interesse e di impatto sul governo sanitario. Pag. 29
Voglio sottolineare che, grazie agli interventi in Commissione della Lega nord, sono stati approvati emendamenti importanti, riferiti a quello che le regioni, a seguito delle modifiche intervenute nel 2001 relative al Titolo V della Costituzione, stante il proprio ruolo, esprimono oggi in materia di organizzazione e gestione della sanità.
Durante il dibattito di questo provvedimento, qui in Aula, discuteremo anche un nostro emendamento, che è stato presentato dalla Commissione, grazie al quale verrà introdotta una norma cedevole relativamente alle disposizioni in materia di sicurezza delle cure, all'istituzione di sistemi di sorveglianza e registri di mortalità, di patologia e di impianti protesici, per la qual cosa si applica la normativa statale solo fino alla data di entrata in vigore delle disposizioni adottate dalle regioni in attuazione dei principi fondamentali disciplinati da questa legge.
Questo è un decreto omnibus della legislazione sanitaria ed è, in sostanza, un intervento di manutenzione legislativa, in quanto, da un lato, si interviene per correggere alcuni profili settoriali, dall'altro, si fa promotore di iniziative di riordino della normativa di settore vigente. Più volte in quest'Aula abbiamo parlato della carenza dei medici che a breve termine interesserà il nostro Paese ed anche in questa prospettiva si può leggere la preannunciata riforma dei predetti ordini professionali come un'opportunità per una migliore pianificazione del numero degli operatori richiesti dal sistema assistenziale nazionale al fine di offrire un'adeguata e calibrata offerta di servizi sanitari ai cittadini e ai loro bisogni di salute.
Quanto votiamo oggi non chiude le porte a una futura più ampia ed organica riforma della legislazione sanitaria, animata da un approccio sistematico, organico e funzionale, anche per promuovere una definitiva rilettura del riparto di competenze tra lo Stato e le regioni. In XII Commissione, con convinzione, abbiamo poi inciso significativamente con riferimento al passaggio dell'alta vigilanza professionale dell'ordine degli psicologi dal Ministero della giustizia al Ministero della salute. Con altrettanta convinzione abbiamo sostenuto il passaggio dell'alta vigilanza professionale dell'ordine dei biologi dal Ministero della giustizia al Ministero della salute. Con altrettanta convinzione abbiamo sostenuto la necessità di confisca delle cose e degli strumenti che sono serviti a coloro che commettono il reato di esercizio abusivo della professione sanitaria.
Invece, per quanto riguarda la professione degli odontoiatri, si elimina il requisito della specializzazione quale requisito per l'accesso ai concorsi di primo livello per odontoiatri del Servizio sanitario nazionale.
La modifica è giustificata dall'esigenza di adeguare la normativa concorsuale del Servizio sanitario nazionale al superamento del cosiddetto doppio canale di accesso alla professione di odontoiatra che, per lungo tempo, ha caratterizzato il nostro Paese. In Italia, infatti, la professione poteva essere esercitata sia dai medici chirurghi ai quali, in un secondo momento, veniva richiesta una specializzazione di settore, sia dai laureati in odontoiatria.
L'esigenza di adeguare il nostro ordinamento alla normativa europea in materia, che prevede la netta separazione delle due carriere, ha imposto di prevedere, quale unico canale di accesso alla professione, la laurea in odontoiatria, ferme restando le norme transitorie sul riconoscimento dei medici che per un determinato periodo di tempo hanno svolto l'attività di odontoiatra.
Per quanto riguarda gli errori sanitari, nel tempo troppi fatti di cronaca hanno evidenziato come luoghi di cura possano trasformarsi in luoghi di morte. Per questo si è resa necessaria, da parte nostra, un'attenzione particolare al rischio clinico. Questo è un tema che ci è caro in quanto riteniamo necessario tutelare al massimo la salute dei cittadini, il che significa evitare il verificarsi di eventi avversi, individuando preventivamente gli eventuali eventi critici sui quali intervenire.
Il rischio clinico è un tema che ci è molto caro in quanto devono essere attuate Pag. 30tutte le misure di cautela, di prevenzione e di rimozione di cause, o di possibili cause, che possano determinare eventi infausti. Pertanto, in materia di sicurezza delle cure, con altrettanta convinzione, abbiamo ottenuto che siano le regioni a definire gli obblighi informativi a carico delle strutture sanitarie sugli eventi avversi verificatisi nella struttura, sulle relative cause determinanti, nonché sugli interventi messi in atto, in quanto le disposizioni contenute nell'articolo 9 sono finalizzate a garantire un maggior livello di sicurezza delle cure, attraverso un'attività capillare di prevenzione del rischio clinico e un sistema di gestione degli eventi avversi.
Inoltre, in attesa dell'adozione di una disciplina organica in tema di rischio clinico, le strutture sanitarie promuoveranno la comunicazione trasparente degli eventi avversi sulla base delle linee guida prodotte dal Ministero della salute, ma, per volontà della Lega Nord, tutto ciò avverrà previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano. A questo proposito ribadiamo il ruolo centrale che le regioni sono chiamate a svolgere in questo settore per la quale cosa le disposizioni relative a questo articolato di legge sono concordate e adottate, sempre grazie ad una proposta emendativa della Lega Nord, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano.
Altrettanto importante è l'informatizzazione del Sistema sanitario nazionale che va dal fascicolo sanitario elettronico, che segue il paziente nei suoi bisogni di cura, all'istituzione di registri di mortalità, di patologia e di impianti protesici. Inoltre, al fine della determinazione del fabbisogno standard e della rimodulazione dell'offerta assistenziale più rispondente e congrua ai bisogni effettivi dei cittadini e della popolazione, riteniamo importante che siano potenziate le conoscenze epidemiologiche affinché venga migliorata l'efficienza e l'efficacia della nostra assistenza sanitaria (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
LAURA MOLTENI. Signor Presidente, questo disegno di legge è finalizzato ad assicurare una maggiore funzionalità del Servizio sanitario nazionale, adottando misure incisive e significative in diversi settori. Oltre a delegare il Governo al riassetto e alla riforma delle disposizioni in materia di sperimentazione clinica dei medicinali per uso umano, il disegno di legge reca disposizioni in materia di ricerca sanitaria, contiene disposizioni sul rapporto di lavoro del direttore scientifico degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, reca una delega al Governo per la riforma degli ordini delle professioni sanitarie di medico chirurgo, odontoiatra, medico veterinario e farmacista, detta disposizioni in materia di sicurezza delle cure per prevenire il verificarsi di eventi avversi, sancisce e legittima il fascicolo sanitario elettronico istituito dalle regioni nel rispetto delle norme in tema di protezione dei dati personali, promuove l'implementazione delle attività di telemedicina e teleconsulto e istituisce sistemi di sorveglianza e registri di mortalità, di patologia e di impianti protesici, a fini di ricerca scientifica in ambito medico, biomedico ed epidemiologico, allo scopo di istituire un sistema attivo di raccolta delle informazioni di rilevante interesse e di impatto sul governo sanitario. Pag. 29
Voglio sottolineare che, grazie agli interventi in Commissione della Lega nord, sono stati approvati emendamenti importanti, riferiti a quello che le regioni, a seguito delle modifiche intervenute nel 2001 relative al Titolo V della Costituzione, stante il proprio ruolo, esprimono oggi in materia di organizzazione e gestione della sanità.
Durante il dibattito di questo provvedimento, qui in Aula, discuteremo anche un nostro emendamento, che è stato presentato dalla Commissione, grazie al quale verrà introdotta una norma cedevole relativamente alle disposizioni in materia di sicurezza delle cure, all'istituzione di sistemi di sorveglianza e registri di mortalità, di patologia e di impianti protesici, per la qual cosa si applica la normativa statale solo fino alla data di entrata in vigore delle disposizioni adottate dalle regioni in attuazione dei principi fondamentali disciplinati da questa legge.
Questo è un decreto omnibus della legislazione sanitaria ed è, in sostanza, un intervento di manutenzione legislativa, in quanto, da un lato, si interviene per correggere alcuni profili settoriali, dall'altro, si fa promotore di iniziative di riordino della normativa di settore vigente. Più volte in quest'Aula abbiamo parlato della carenza dei medici che a breve termine interesserà il nostro Paese ed anche in questa prospettiva si può leggere la preannunciata riforma dei predetti ordini professionali come un'opportunità per una migliore pianificazione del numero degli operatori richiesti dal sistema assistenziale nazionale al fine di offrire un'adeguata e calibrata offerta di servizi sanitari ai cittadini e ai loro bisogni di salute.
Quanto votiamo oggi non chiude le porte a una futura più ampia ed organica riforma della legislazione sanitaria, animata da un approccio sistematico, organico e funzionale, anche per promuovere una definitiva rilettura del riparto di competenze tra lo Stato e le regioni. In XII Commissione, con convinzione, abbiamo poi inciso significativamente con riferimento al passaggio della categoria professionale di psicologo dal Ministero della giustizia al Ministero della salute. Con altrettanta convinzione abbiamo sostenuto il passaggio della categoria professionale di biologo dal Ministero della giustizia a quello della salute. Con altrettanta convinzione abbiamo sostenuto la necessità di confisca delle cose e degli strumenti che sono serviti a coloro che commettono il reato di esercizio abusivo della professione sanitaria.
Invece, per quanto riguarda la professione degli odontoiatri, si elimina il requisito della specializzazione quale requisito per l'accesso ai concorsi di primo livello per odontoiatri del Servizio sanitario nazionale.
La modifica è giustificata dall'esigenza di adeguare la normativa concorsuale del Servizio sanitario nazionale al superamento del cosiddetto doppio canale di accesso alla professione di odontoiatra che, per lungo tempo, ha caratterizzato il nostro Paese. In Italia, infatti, la professione poteva essere esercitata sia dai medici chirurghi ai quali, in un secondo momento, veniva richiesta una specializzazione di settore, sia dai laureati in odontoiatria.
L'esigenza di adeguare il nostro ordinamento alla normativa europea in materia, che prevede la netta separazione delle due carriere, ha imposto di prevedere, quale unico canale di accesso alla professione, la laurea in odontoiatria, ferme restando le norme transitorie sul riconoscimento dei medici che per un determinato periodo di tempo hanno svolto l'attività di odontoiatra.
Per quanto riguarda gli errori sanitari, nel tempo troppi fatti di cronaca hanno evidenziato come luoghi di cura possano trasformarsi in luoghi di morte. Per questo si è resa necessaria, da parte nostra, un'attenzione particolare al rischio clinico. Questo è un tema che ci è caro in quanto riteniamo necessario tutelare al massimo la salute dei cittadini, il che significa evitare il verificarsi di eventi avversi, individuando preventivamente gli eventuali eventi critici sui quali intervenire.
Il rischio clinico è un tema che ci è molto caro in quanto devono essere attuate Pag. 30tutte le misure di cautela, di prevenzione e di rimozione di cause, o di possibili cause, che possano determinare eventi infausti. Pertanto, in materia di sicurezza delle cure, con altrettanta convinzione, abbiamo ottenuto che siano le regioni a definire gli obblighi informativi a carico delle strutture sanitarie sugli eventi avversi verificatisi nella struttura, sulle relative cause determinanti, nonché sugli interventi messi in atto, in quanto le disposizioni contenute nell'articolo 9 sono finalizzate a garantire un maggior livello di sicurezza delle cure, attraverso un'attività capillare di prevenzione del rischio clinico e un sistema di gestione degli eventi avversi.
Inoltre, in attesa dell'adozione di una disciplina organica in tema di rischio clinico, le strutture sanitarie promuoveranno la comunicazione trasparente degli eventi avversi sulla base delle linee guida prodotte dal Ministero della salute, e, per volontà della Lega Nord, tutto ciò avverrà previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano. A questo proposito ribadiamo il ruolo centrale che le regioni sono chiamate a svolgere in questo settore per la quale cosa le disposizioni relative a questo articolato di legge sono concordate e adottate, sempre grazie ad una proposta emendativa della Lega Nord, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano.
Altrettanto importante è l'informatizzazione del Sistema sanitario nazionale che va dal fascicolo sanitario elettronico, che segue il paziente nei suoi bisogni di cura, all'istituzione di registri di mortalità, di patologia e di impianti protesici. Inoltre, al fine della determinazione del fabbisogno standard e della rimodulazione dell'offerta assistenziale più rispondente e congrua ai bisogni effettivi dei cittadini e della popolazione, riteniamo importante che siano potenziate le conoscenze epidemiologiche affinché venga migliorata l'efficienza e l'efficacia della nostra assistenza sanitaria (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 1 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MELANIA DE NICHILO RIZZOLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Palagiano 1.1 e 1.2. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Lenzi 1.34 purché riformulato nel modo seguente: Al comma 2, lettera d), dopo le parole: «su volontari sani» aggiungere le seguenti: «equamente ripartiti tra i due generi».
La Commissione esprime altresì parere favorevole sull'emendamento Binetti 1.30.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Mario Pepe (Misto) 1.31 se riformulato nel senso di mantenerne invariata la formulazione sino alla parola: «terapeutiche», espungendo la restante parte.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Lenzi 1.35 se riformulato nel senso di sostituirne le ultime parole: «ed ancestralità» con le seguenti: «e familiarità».
La Commissione esprime, inoltre, parere favorevole sull'emendamento Palagiano 1.33, mentre formula un invito al ritiro sull'emendamento Mario Pepe (Misto) 1.32. La Commissione esprime, altresì, parere favorevole sull'emendamento Lenzi 1.36, mentre formula un invito al ritiro sugli emendamenti Palagiano 1.7 e Pedoto 1.11, perché vi è anche il parere contrario della V Commissione (Bilancio). Il subemendamento Miotto 0.1.0100.1 è ritirato.
Infine, la Commissione esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo 1.0100 del Governo, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione formale: al comma 3, dopo le parole «tutti i dispositivi medici» aggiungere le parole: «nel rispetto delle disposizioni previste dal decreto legislativo 24 febbraio 1997, n. 46, di Pag. 31attuazione della» e prosegue con la parola «direttiva».

PRESIDENTE. Il Governo?

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, si è assistito a una modalità non usuale dell'espressione del parere da parte del relatore su proposte emendative presentate dal Governo. Benché questo dal punto di vista regolamentare possa funzionare, si tratta però di una riformulazione da parte del relatore di una proposta emendativa del Governo (l'articolo aggiuntivo 1.0100).
Siccome non disponiamo del testo della riformulazione, a noi tutti deve essere chiaro che la stessa non sia fatta in modo tale che il testo della proposta del Governo si riproponga sotto una forma diversa, per cui diventa un nuovo emendamento che può essere sottoposto a subemendamenti da parte dell'Aula.
Le chiedo, quindi, di sospendere la seduta per cinque minuti, di dare la possibilità di avere il testo per poterlo valutare, perché se si dovesse verificare la condizione che le ho precedentemente posto evidentemente si tratterebbe semplicemente di stabilire i tempi che ci consentirebbero di subemendarlo.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, mi sembra comunque trattarsi proprio di una precisazione tecnica.

GIUSEPPE PALUMBO, Presidente della XII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE PALUMBO, Presidente della XII Commissione. Signor Presidente, vorrei precisare - come ha già detto, del resto, il relatore - che si tratta di una precisazione tecnica; è, dunque, una riformulazione formale che specifica meglio la procedura, ma non cambia il contenuto della proposta del Governo.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, si tratta dell'indicazione del decreto legislativo che recepisce la direttiva. Sono quattro o cinque parole di precisazione.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, le chiedo se questa riformulazione è stata posta all'interno del Comitato dei Nove, ed eventualmente chiedo al relatore o al presidente della Commissione di capire qual è stato l'orientamento all'interno dello stesso; infatti, se si tratta di una questione su cui vi è stata l'unanimità, non ho alcun problema a rimettermi a quello che è l'indirizzo del Comitato dei Nove.

PRESIDENTE. Presidente Palumbo?

GIUSEPPE PALUMBO, Presidente della XII Commissione. È stata approvata all'interno del Comitato dei Nove all'unanimità.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'emendamento Palagiano 1.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, l'emendamento in esame riguarda la riduzione dei comitati etici. Devo ricordare che in Italia il numero dei comitati etici è estremamente elevato. Basta confrontarsi con gli altri Stati. In Italia ce ne sono 254, nonostante siano stati accorpati nel 2009, mentre in Austria ce ne sono soltanto 26, 30 in Olanda, 40 in Francia, 53 in Germania, 54 in Polonia.
L'emendamento riguarda la riduzione, che noi vogliamo sia consistente. Ricordo che, in Italia, la ricerca scientifica viene bloccata per i tagli delle risorse che vi Pag. 32sono stati, ma anche per la burocratizzazione di quelle procedure che, poi, portano ai nulla osta. I comitati etici, in Italia, non solo sono tanti, ma immaginate che, negli studi multicentrici, quelli internazionali, in cui sono, per esempio, interessate le università di Londra, Parigi, Bologna e Milano, ci vorranno due comitati etici che dovranno intervenire per dare un parere. Basta che un solo comitato etico dia un parere in difformità con l'altro che la ricerca si blocca.
Con questo emendamento, quindi, chiediamo, non solo la riduzione del numero, ma una riduzione consistente e questi comitati etici dovranno dare, comunque, delle risposte in tempi rapidi e certi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palagiano 1.1, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Razzi, Goisis, Nirenstein, Oliverio, Porcino, Giammanco, Gregorio Fontana, Biava, Boccuzzi, Rubinato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 523
Votanti 522
Astenuti 1
Maggioranza 262
Hanno votato
522).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Palagiano 1.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, questo emendamento riguarda la sperimentazione in fase zero e in fase uno. Mi riferisco, cioè, agli studi preclinici e agli studi sull'uomo sano. Il testo prevede che le forme di sostegno siano, alternativamente, o all'attivazione o all'ottimizzazione di questi centri clinici. Al contrario, con questo emendamento vogliamo che la forma di sostegno sussista, sia per l'attivazione, che per l'ottimizzazione, dei centri clinici dedicati agli studi in fase zero e in fase uno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palagiano 1.2, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Laboccetta, Mazzuca, Veltroni, Gasbarra, Cuperlo, Mario Pepe (PD)...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 520
Astenuti 1
Maggioranza 261
Hanno votato
520).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Lenzi 1.34.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'emendamento Lenzi 1.34 proposta dal relatore.

DONATA LENZI. Signor Presidente, accetto la riformulazione. Questo è il primo di tre emendamenti che riguardano lo stesso tema. Mi riferisco agli emendamenti Lenzi 1.34, 1.35 e 1.36. Con riferimento a due emendamenti è stata proposta una riformulazione e dico subito che la accetto poiché la trovo migliorativa.
Voglio cogliere l'occasione per sottolineare ai colleghi e soprattutto alle colleghe presenti in Aula che, in questo modo, noi inseriamo per la prima volta in un testo di legge il tema della medicina di genere, che Pag. 33ha visto molte di noi coinvolte anche in iniziative bipartisan, riconoscendo che la differenza, nel momento della sperimentazione, non può essere solo misurata in diversità di peso, di chilogrammi, ma attiene bene ad un complesso del corpo umano.
Dobbiamo smettere di ritenere che la tipologia alla quale ci si rivolge è quella dell'uomo di età media, dobbiamo tenere conto dell'effetto dei farmaci sulle donne, ma anche nei confronti dei bambini.
Quindi, va bene la proposta di riformulazione, seguendo peraltro le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità del 2002, che su questo ha avviato proprio la costituzione di un dipartimento per la medicina di genere. Ritengo, quindi, che sia un importante passo avanti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, chiedo di apporre la mia firma all'emendamento in esame ed annuncio che il gruppo Italia dei Valori voterà a favore di esso per la grande sensibilità che ha nei confronti della medicina di genere.
Credo che il fatto di introdurre nel provvedimento in esame la possibilità che la sperimentazione avvenga anche sulle donne sia un grande passo in avanti.
Ricordo che esistono degli studi della British Columbia University fatti su 23 trials che interessano 100.000 donne, in cui un farmaco molto semplice, l'aspirina, che ha come sapete un potere di prevenire l'infarto o comunque di migliorare la prognosi, nell'organismo femminile è praticamente molto meno efficiente. Vi sono altrettanti studi sugli oppioidi.
Insomma, non è detto che il farmaco sperimentato sul maschio agisca o non faccia male alla donna. È un emendamento sacrosanto, vi apponiamo la nostra firma e dichiariamo il voto favorevole del nostro gruppo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lenzi 1.34, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sanga? Onorevole Simeoni? Onorevole Pisicchio? Onorevole Granata? Onorevole Lo Presti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 525
Votanti 524
Astenuti 1
Maggioranza 263
Hanno votato
524).

Prendo atto che il deputato Giachetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Binetti 1.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, l'emendamento in esame si inserisce in un punto particolarmente interessante del disegno di legge sottoposto alla nostra attenzione, che tende a semplificare i rapporti tra i centri di ricerca, le case farmaceutiche, spessissimo committenti della ricerca e quelli che sono i comitati etici.
Cosa accade, però? Accade che molte volte i risultati negativi - i cosiddetti eventi avversi - servono a tacitare la ricerca stessa, probabilmente anche a chiudere quel canale di ricerca, ma non entrano a far parte del canale della comunicazione scientifica.
Sicuramente le case farmaceutiche hanno molto spesso interesse a che non si renda noto al grande pubblico o comunque al pubblico della comunità scientifica che cosa è accaduto, come è accaduto e perché è accaduto, e preferiscono avviare su di un binario morto quella ricerca. Pag. 34
L'emendamento in esame tende invece a dare un risultato positivo, una visibilità concreta anche all'insuccesso, cercando in qualche modo di introdurre una cultura della pedagogia dell'errore, per cui ciò che non è andato secondo un valore atteso può comunque diventare oggetto di esperienza e anche oggetto di arricchimento del mondo scientifico, oltre che un dato evidentemente di prudenza nei confronti dei pazienti, se questo viene assunto e posto all'attenzione di tutti e diventa, quindi, un dato trasparente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Binetti 1.30, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Petrenga... onorevole Desiderati... onorevole D'Anna... onorevole Scilipoti... onorevole Letta... onorevole Piccolo... onorevole Barbaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 528
Votanti 527
Astenuti 1
Maggioranza 264
Hanno votato
526
Hanno votato
no 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Mario Pepe (Misto-R-A) 1.31.
Chiedo all'onorevole Mario Pepe (Misto-R-A) se accetti la riformulazione del suo emendamento 1.31 proposta dal relatore.

MARIO PEPE (Misto-R-A). Signor Presidente, qual'è la riformulazione?

PRESIDENTE. Onorevole Mario Pepe (Misto-R-A), la riformulazione è stata letta in precedenza. Onorevole relatore, può ripeterla?

MELANIA DE NICHILO RIZZOLI, Relatore. Signor Presidente, la riformulazione è stata letta prima. Si propone di fermarsi alla parola «terapeutiche», espungendo la parte restante dell'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Mario Pepe (Misto-R-A) accetta la riformulazione del suo emendamento 1.31 proposta dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mario Pepe (Misto-R-A) 1.31, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Laboccetta... onorevole Mazzuca... onorevole D'Anna... onorevole Reguzzoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 530
Votanti 318
Astenuti 212
Maggioranza 160
Hanno votato
318).

Prendo atto che il deputato Brandolini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lenzi 1.35.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'emendamento Lenzi 1.35 formulata dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lenzi 1.35, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione). Pag. 35

Onorevole Veltroni... onorevole Goisis... onorevole Mondello... onorevole Buonanno... onorevole Granata... onorevole Cesaro... onorevole Cossiga...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 529
Votanti 516
Astenuti 13
Maggioranza 259
Hanno votato
516).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palagiano 1.33, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Laboccetta... onorevole Mazzuca... onorevole Dionisi... onorevole Pisicchio... onorevole Granata... onorevole Nola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 526
Votanti 524
Astenuti 2
Maggioranza 263
Hanno votato
524).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Mario Pepe (Misto-R-A) 1.32.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro...

MELANIA DE NICHILO RIZZOLI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MELANIA DE NICHILO RIZZOLI, Relatore. Signor Presidente, l'emendamento in esame è decaduto, perché con il precedente emendamento è stato soppresso, al comma 2, lettera i), il numero 2). L'emendamento Palagiano 1.33 chiedeva, infatti, la soppressione, al comma 2, lettera i), del numero 2).

PRESIDENTE. L'emendamento Mario Pepe (Misto-R-A) 1.32 è pertanto precluso.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lenzi 1.36.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, ovviamente noi voteremo a favore di questo emendamento.
Il motivo per cui, fino ad ora, le coorti di pazienti sottoposte alla sperimentazione erano prevalentemente di sesso maschile, teneva conto del fatto che è vero che c'è una diversità specifica tra le donne e gli uomini; ma è anche vero che c'è un'età delle donne, la cosiddetta età fertile, in cui essere sottoposte a sperimentazioni di farmaci che non si conoscono, potrebbe dare luogo ad effetti, da questo punto di vista, che interferiscono su quella che è la fertilità femminile. Noi, quindi, votiamo a favore di questo emendamento perché riteniamo che, da questo punto di vista, la medicina di genere possa fare chiarezza su questo, ma non solo perché si aprano alla possibilità di sperimentare, ma anche perché diventi più vigilante il controllo sul momento in cui, invece, non conviene inserire le donne in queste coorti di sperimentazione. Quindi il mio intervento è diretto a sottolineare l'attenzione e la delicatezza che si deve prestare a questo tema e che di fatto ha caratterizzato finora l'orientamento che preferiva che fossero gli uomini ad essere sottoposti a sperimentazione e non le donne.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole dell'Italia dei Valori e per sottoscrivere questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 36
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lenzi 1.36, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cassinelli, Della Vedova, Braga, Beccalossi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 526
Votanti 525
Astenuti 1
Maggioranza 263
Hanno votato
524
Hanno votato
no 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Palagiano 1.7.
Chiedo all'onorevole Palagiano se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 1.7, formulato dal relatore.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, purtroppo devo andare avanti, nonostante l'invito al ritiro perché credo che l'emendamento che noi proponiamo sia un emendamento a favore dei giovani e che va in perfetta sintonia con quello che è l'indirizzo del provvedimento. Il disegno di legge in esame Atto Camera n. 4274-A prevede, infatti, all'articolo 2, comma 1, che siano privilegiati i progetti di ricerca presentati dai ricercatori di età inferiore ai quaranta anni. Con questo emendamento noi proponiamo che la violazione delle norme che regolamentano questa legge e che prevedono sanzioni pecuniarie da ventimila a centomila euro siano destinati, non in generale al Ministero della salute, ma per favorire la ricerca dei giovani al di sotto dei quaranta anni. Chiedo quindi all'Aula di dare un segnale ai giovani ricercatori italiani che vanno all'estero consentendogli di avere più risorse attraverso l'approvazione di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, ovviamente ribadisco che la Commissione in un primo momento aveva accolto favorevolmente questo emendamento però il parere contrario della V Commissione, dato anche all'emendamento successivo, comporta che, non essendoci la copertura finanziaria, è inutile che stiamo a discutere di delega al Governo per il riassetto della normativa in materia di sperimentazione clinica e per la riforma degli ordini delle professioni sanitarie, nonché disposizioni in materia sanitaria, perché questo andrebbe in un binario morto e non riusciremmo a portare avanti fino all'approvazione il grosso lavoro che la Commissione da mesi ha fatto su input del Ministro e del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, intervengo su questo emendamento, simile per contenuto al successivo, per interloquire con il relatore, ma anche con il collega Barani, che è appena intervenuto. Le osservazioni che sono state fatte a proposito dei rilievi mossi dalla Commissione Bilancio possono essere prese in considerazione se non facciamo riferimento all'emendamento, che è già contenuto nel testo, che ha modificato il punto 3) della lettera o) dell'articolo 1.
Vorrei far rilevare al relatore che il numero 3) prevede che gli introiti derivanti dalle sanzioni pecuniarie siano riassegnati, entro i limiti previsti dalla legislazione vigente, ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della salute. Quindi, questo numero 3) è stato già emendato prevedendo la destinazione delle sanzioni pecuniarie.
Con la proposta emendativa a prima firma del collega Palagiano, che anche noi sottoscriviamo, e il successivo emendamento Pedoto 1.11, diamo semplicemente Pag. 37una indicazione più precisa sulla destinazione, ma non modifichiamo in nulla né gli importi né il fabbisogno di risorse. Semplicemente finalizziamo le sanzioni pecuniarie ad una destinazione già individuata e peraltro già ricompresa nella stesura del numero 3) della lettera o) che come è chiaro già individua lo stato di previsione del Ministero della salute. Pertanto si tratta di una indicazione che non contrasta con l'originaria previsione e dunque non capisco l'insistenza per un voto contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Patarino. Ne ha facoltà.

CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, questa proposta emendativa che può essere condivisa nello spirito non può essere approvata perché la Commissione bilancio ha espresso un parere contrario. Votarla significherebbe inficiare il lavoro che è stato fatto.
Per quanto ci riguarda proprio perché condividiamo lo spirito, ma non possiamo riaprire qui una discussione su quanto è stato stabilito dalla V Commissione, in quanto non è competenza dell'Aula, noi ci asterremo dalla votazione proprio perché vogliamo ribadire che l'emendamento merita attenzione ma la V Commissione ha espresso parere contrario e noi non possiamo fare diversamente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, vorrei dire che da un certo punto di vista tutto il disegno di legge ha uno dei suoi punti qualificanti nella possibilità di rafforzare l'attività di ricerca di tutta la struttura del Sistema sanitario e in particolare uno sguardo peculiare a quelli che sono i giovani. Di fatto poi troveremo delle proposte emendative che addirittura già destinano una parte dei fondi alla ricerca dei giovani.
Ecco la ragione per la quale ci asteniamo su questa proposta emendativa: non perché siamo contrari, figuriamoci, a destinare fondi alla ricerca dei giovani, ma perché ci sarà un articolo specificatamente dedicato a questo punto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, non nascondiamoci dietro un dito: non è la V Commissione che non dà la copertura a una proposta emendativa di questo tipo, è il Governo che decide di non dare copertura a quanto richiesto da questo emendamento, per cui l'Aula può tranquillamente votarlo e sarà preoccupazione del Governo reperire successivamente una copertura adeguata perché si possa dare attuazione ad un intervento che riguarda la ricerca, che riguarda l'innovazione, che riguarda il futuro del Paese. Altrimenti continuiamo a parlare di sviluppo e di crescita e non facciamo nulla perché questo avvenga.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Reguzzoni. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, ci saremmo volentieri risparmiati l'ultimo intervento dell'onorevole Borghesi, anche perché è assolutamente contrario al fatto di cui stiamo discutendo.
Anche noi, onorevole Palagiano, condividiamo lo spirito dell'emendamento, ma tecnicamente, così come è formulato, non è proprio accoglibile perché le entrate devono andare a bilancio dello Stato e il testo, così come modificato giustamente dalla Commissione e dalla relatrice, va in questa direzione, ossia dando priorità per l'assegnazione dei fondi a quanto tutti noi auspichiamo.
Noi esprimeremo quindi un voto contrario sull'emendamento pur apprezzandone il principio.

Pag. 38

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, poiché in maniera un po' strumentale si fa riferimento al parere della Commissione bilancio, deve essere chiaro che il parere contrario della Commissione bilancio non è dato in funzione di un richiamo dell'articolo 81 della Costituzione, ma è semplicemente un parere di merito.
Quindi, evidentemente, spetta all'Aula decidere se l'emendamento debba o non debba essere votato, con l'eventuale possibilità che ottenga la maggioranza dei consensi e, dunque, vada ad emendare la norma. Non è, da questo punto di vista, vincolante il parere della Commissione bilancio. Non dovremmo considerare intangibile il parere della Commissione bilancio quando è espresso non in funzione dell'articolo 81 della Costituzione, ma semplicemente in funzione di un giudizio per cui si dice che, probabilmente, una norma è suscettibile di maggiori oneri o determina nuovi oneri. Il Governo ha fatto una relazione tecnica: se nella relazione tecnica vi è scritto che questo emendamento comporta una maggiorazione delle poste di bilancio che non sono coperte, evidentemente, siamo di fronte ad una questione; altra questione è invece dire che probabilmente si fa presente che una norma potrebbe comportare un aumento dei costi e, quindi, a questo punto, la Commissione bilancio consiglia l'Aula di non votarlo. Lo vorrei dire anche ad alcuni amici dell'opposizione, che si nascondono dietro questo elemento, mentre in realtà sostengono che altri emendamenti similari possono essere sostenuti e votati, anche se probabilmente comportano maggiori oneri a giudizio della Commissione bilancio.
Signor Presidente, in questo caso la Commissione bilancio non ha dato parere contrario secondo l'articolo 81 su nessuna delle proposte emendative presentate. Vorrei capire dal Governo, in via un po' chiarificatoria, se esso considera che un emendamento di questo tipo comporta una sostanziale differenziazione rispetto alla norma così come è stata presentata.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, per dovere di chiarezza, devo dire che il parere dato dalla Commissione bilancio si richiama proprio all'articolo 81. Infatti, leggo testualmente: in quanto suscettibile di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Questo lo debbo rappresentare all'Aula.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, il presidente della Commissione bilancio, quando fa riferimento all'articolo 81, lo deve fare espressamente, come quando vi si fa riferimento in altri richiami. In questo caso, nella pagina che anche lei sta leggendo, vi è scritto: sul testo del provvedimento della Commissione di merito, parere favorevole; sugli emendamenti trasmessi dall'Aula, parere contrario agli emendamenti Palagiano 1.7, Pedoto 1.11 e così via, in quanto suscettibili di determinare maggiori oneri...

PRESIDENTE. In quanto suscettibili...

ERMINIO ANGELO QUARTIANI....non richiamandosi alla norma costituzionale né a quella regolamentare. Siccome, formalmente, questo richiamo deve essere fatto, pregherei la Commissione bilancio di essere più chiara e, formalmente, di attenersi a quelle che sono le condizioni che a noi consentono di leggere adeguatamente i pareri.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, Pag. 39credo che questo punto meriti chiarezza. La Commissione bilancio dà sempre consigli, non può sostituirsi all'Aula.
Quando esprime i propri pareri sul testo che ci perviene, esprime dei pareri condizionati, talvolta con condizioni «articolo 81», talvolta con condizioni «semplice articolo 81». Ai sensi del Regolamento, quando la condizione è posta secondo l'articolo 81 vi è, in sede di votazione, l'avviso di particolare condizione di voto.
Per quanto riguarda gli emendamenti al testo, di fatto non vi è questa previsione regolamentare, non vi è mai una distinzione fra «articolo 81» e «semplice articolo 81», ma essa è, evidentemente, implicita, nel fatto e nel modo tale che, quando sosteniamo che è suscettibile di ingenerare oneri non coperti per la finanza pubblica, facciamo riferimento ad una violazione dell'articolo 81, articolo 81 che - sottolineo -, proprio in questo periodo in qualche modo, viene rafforzato dalla comune consapevolezza della necessità di introdurre il pareggio di bilancio in Costituzione. Comune consapevolezza che, evidentemente, non è patrimonio di questa Assemblea, se osservo che l'Assemblea sovrana, nelle settimane scorse, ha più volte ovviato al parere contrario della Commissione bilancio approvando testi di provvedimenti in aperta, direi io, violazione dell'articolo 81 medesimo.
Se mi posso permettere di fare questa osservazione, credo che coerenza vorrebbe che ai pronunciamenti pubblici facesse conseguentemente ricorso un uso del voto più appropriato da parte dei nostri colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palagiano 1.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 17,05)

PRESIDENTE. Onorevole Di Biagio... onorevole Trappolino... onorevole Di Pietro... onorevole De Torre... onorevole Portas... onorevole Leone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 532
Votanti 471
Astenuti 61
Maggioranza 236
Hanno votato
213
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che la deputata Mogherini Rebesani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Chiedo all'onorevole Pedoto se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 1.11, formulato dal relatore.

LUCIANA PEDOTO. Signor Presidente, questo è l'altro dei due emendamenti «che fine fanno i soldi delle sanzioni?». La legge dice che i soldi delle sanzioni verranno assegnati ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della salute. Noi avevamo detto qualcosa in più, chiedendo non un'assegnazione generica, ma di destinarli al Ministero della salute, e senza nuovi oneri, specificando che questa destinazione fosse finalizzata alla formazione del personale.
Come detto a questo emendamento è stato dato parere contrario dalla Commissione bilancio con la spiegazione che ciò comportava nuovi o maggiori oneri. Noi ci permettiamo di insistere che non è così. Chiediamo soltanto di destinare le risorse alla formazione del personale. Se però, come mi sembra, c'è una sensibilità da parte del Governo a considerare comunque come prioritaria la formazione del personale e considerarla anche come irrinunciabile, ritiro l'emendamento. Verrà poi presentato un ordine del giorno in tal senso.

Pag. 40

PAOLA BINETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, non ho ben capito se la collega Pedoto intende ritirare il suo emendamento 1.11.

PRESIDENTE. Sembrerebbe di sì, onorevole Binetti.

PAOLA BINETTI. Vorrei sottolineare che, poiché la prassi in Italia de facto è che non ci sono quasi mai introiti derivanti dalle sanzioni pecuniarie, perché le sanzioni pecuniarie non ricordo averle viste comminare per motivi di questo tipo, questo sarebbe praticamente un fondo meramente virtuale.
Viceversa, poiché credo che la formazione sia un obiettivo importante e vada raggiunto con un'intenzionalità precisa, con una destinazione di fondi, con un ragionamento concreto che vincoli tutte le istituzioni alla formazione dei giovani, ma anche alla formazione in itinere, se si voterà su questa proposta emendativa, ci asterremo, ma non perché non condividiamo fino in fondo il valore della formazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Pedoto 1.11 lo ritirano.
Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Incecco. Ne ha facoltà.

VITTORIA D'INCECCO. Signor Presidente, annuncio l'astensione del Partito Democratico sull'articolo 1.
Si tratta di un'astensione che è conseguenza di quello che dicevo prima nel mio discorso sul complesso degli emendamenti, cioè della maniera costruttiva con cui abbiamo affrontato questo provvedimento e abbiamo partecipato a questa discussione. Purtroppo anche l'articolo 1 reca una delega e questo - lo ribadisco - non ci piace. Tuttavia riteniamo utile e necessario procedere ad un riassetto, un riordino e una semplificazione della normativa in materia di sperimentazione clinica dei medicinali per uso umano perché questo potrebbe produrre ricadute positive sul piano occupazionale e sulla qualità della ricerca nel nostro Paese, oltre che razionalizzare le procedure di autorizzazione all'avvio di nuove sperimentazioni che oggi, come abbiamo detto prima, in Italia sono chilometriche e complesse.
Rimane quindi, purtroppo, come ho già detto, il giudizio negativo solo per il ricorso alla delega. È uno strumento che non ci convince. La riforma si poteva fare in Parlamento. Tuttavia anche sulla delega apprezziamo lo sforzo fatto sui tempi e anche su alcune modalità di esercizio della stessa. Quindi ci auguriamo che si trovi effettivamente lo spazio per consentire alle competenti Commissioni parlamentari di confrontarsi e di esprimere pareri sugli schemi di decreto legislativo dentro una discussione libera dal condizionamento delle appartenenze, che si concentri sul merito e sui temi, sui bisogni del settore e sulle necessità dell'utenza, e che si apra quindi a suggerimenti, a correttivi e a delle proposte. Intanto, confermo l'astensione del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Farina Coscioni. Ne ha facoltà per un minuto.

MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, coerentemente alle motivazioni che ho espresso con il mio intervento sul complesso degli emendamenti all'articolo 1, i deputati radicali voteranno contro questo articolo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Boniver, Lorenzin, Testoni, Scelli, Oliveri... Pag. 41
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 311
Astenuti 209
Maggioranza 156
Hanno votato
304
Hanno votato
no 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.0100 del Governo, come nel testo riformulato, accettato dalla Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pili, Scilipoti, Pini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 328
Astenuti 192
Maggioranza 165
Hanno votato
327
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Alessandri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 4274-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 4274-A).
Avverto che l'emendamento Mosella 2.30 è stato ritirato.
Passiamo, dunque, direttamente alla votazione dell'articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Veltroni... Onorevole Rao... Onorevole Martino... Questore Colucci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 312
Astenuti 209
Maggioranza 157
Hanno votato
311
Hanno votato
no 1).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 4274-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 4274-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Farina Coscioni. Ne ha facoltà.

MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, intervengo solo perché insieme ai colleghi deputati radicali ho presentato un emendamento a mia prima firma all'articolo 3. Si tratta di un emendamento molto semplice: chiediamo che i direttori scientifici degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico non possano essere a «mezzo servizio» nei ritagli di tempo da altri incarichi.
Chiediamo che questo ruolo, questo incarico sia un impegno a tempo pieno. Si tratta di un emendamento molto semplice e invito i colleghi deputati a riflettere su questo punto.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 3 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

MELANIA DE NICHILO RIZZOLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Farina Coscioni 3.30.
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 3.100.

Pag. 42

PRESIDENTE. Il Governo?

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Farina Coscioni 3.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, la preoccupazione che ha espresso l'onorevole Farina Coscioni ha animato il dibattito all'interno della Commissione. È per questo che l'articolo ha subito una sua riformulazione d'accordo con tutta la Commissione e, in modo particolare, con i membri del Comitato dei nove. Nel testo si dice che l'incarico di direzione di struttura complessa e l'esercizio dell'attività libero professionale vanno effettuati nella medesima struttura sanitaria di appartenenza.
Il punto è che non si può molte volte distinguere e separare così nettamente (soprattutto a livello di attività di ricerca clinica) l'attività clinica dall'attività di ricerca. Quindi, la compatibilità delle due attività è resa possibile nel momento nel quale queste vengono esercitate nella stessa struttura. Mi sembra che questo, che è stato il frutto di un dibattito molto acceso che si è svolto nella Commissione, rappresenti un più che onorevole compromesso per poter garantire quanto richiesto con questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, voglio sottolineare che questo nobile compromesso di cui parlava l'onorevole Binetti è frutto di un emendamento approvato dalla Commissione su proposta dell'Italia dei Valori. Con la formulazione presente del testo dell'A.C. 4274-A si cancella quella odiosissima norma che conferiva al nominato ministeriale il dono dell'ubiquità, nel senso che un professore ordinario di Milano poteva, per esempio, fare il direttore scientifico all'IRCCS di Castellana.
Il compromesso è di accorpare perché nell'ambito della stessa struttura è possibile svolgere questo compito. Si avrà anche un risparmio di tipo economico e, quindi, voteremo contro questo emendamento proprio perché il testo di legge è stato frutto di un emendamento dell'Italia dei Valori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, la originaria stesura dell'articolo 3 aveva incontrato la nostra fermissima opposizione. Il Governo lo sa bene. Avevamo chiesto lo stralcio e poi abbiamo presentato l'emendamento soppressivo. Riteniamo che il principio dell'incompatibilità per queste funzioni sia importante.
Certo, apprezziamo anche la disponibilità a trovare un punto d'incontro con l'emendamento che ha consentito di cambiare l'articolo 3. Tuttavia, riteniamo che l'emendamento Farina Coscioni 3.30 corrisponda meglio agli orientamenti che un sistema sanitario efficiente ed efficace deve avere, un sistema sanitario che non può ammettere alcun conflitto d'interessi al suo interno, soprattutto fra organi della dirigenza strategica delle aziende così importanti nel garantire un servizio di qualità.
Pertanto, preannunzio il nostro voto a favore sull'emendamento Farina Coscioni 3.30.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 3.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Paolini, D'Anna, Picierno, Ventucci... Sottosegretario Roccella... Onorevole Alfano... I colleghi hanno votato? Pag. 43
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 522
Votanti 518
Astenuti 4
Maggioranza 260
Hanno votato
196
Hanno votato
no 322).

Prendo atto che la deputata Carlucci ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Repetti, Girlanda, D'Anna, Volontè, Pollastrini, Bonaiuti... L'onorevole Pollastrini ha votato... L'onorevole Volontè non riesce a votare... L'onorevole Bonaiuti sta arrivando adesso... Hanno votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 524
Votanti 517
Astenuti 7
Maggioranza 259
Hanno votato
516
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pedoto. Ne ha facoltà.

LUCIANA PEDOTO. Signor Presidente, questo è l'articolo sul rapporto di lavoro del direttore scientifico degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico che continua a creare, nonostante tutto, un po' di confusione. Crediamo che il dibattito, che si è svolto in Commissione, abbia portato a una formulazione che possiamo definire accettabile.
Sappiamo che l'attività di ricerca, che si svolge negli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, è una ricerca transnazionale ed effettivamente la norma, così come è formulata oggi, può limitare questa attività di ricerca in senso stretto e può anche limitare l'attività clinica. Questo perché?
Perché la norma, così com'è formulata oggi, rende possibile che le persone maggiormente interessate ad accedere a questo ruolo di direttore degli IRCCS siano, per lo più, persone in pensione e quindi figure che sono al di fuori della piena attività clinica e scientifica, quindi i pensionati. Stiamo parlando non di cliniche private convenzionate, ma di istituti di ricovero e cura di carattere scientifico, quindi di qualcosa di molto delicato. Si tratta di strutture di eccellenza, che ottengono il riconoscimento scientifico da parte del Ministero e riteniamo che questa sia una delle ragioni principali che hanno indotto il relatore, anzi il Governo, ad inserire questa norma.
Ricordiamo molto bene il dibattito precedente all'approvazione della legge n. 288, riguardo alla riorganizzazione di questi IRCCS: a quel tempo, si convenne che la natura ed il carattere esclusivo del rapporto di lavoro fosse peculiare alle funzioni ed ai compiti che svolge il direttore scientifico.
A questo aggiungo anche che il gestore di tutti i finanziamenti di ricerca ha un rapporto fiduciario con il Ministero e ne rappresenta la promanazione. Tutto questo per dire che il direttore scientifico degli IRCCS non può avere un altro rapporto di lavoro.
Crediamo che le nostre convinzioni e il dibattito che si è aperto in Commissione, più che altro per amor di chiarezza, abbiano ben indotto il relatore ad una riformulazione che riteniamo - insisto - più accurata e quindi possiamo ribadire che il rapporto di lavoro del direttore scientifico debba essere unico, con una possibilità - che non è una prescrizione Pag. 44obbligatoria, ma solo una possibilità definita e ben delineata - che prevede l'esercizio della professione medica o della direzione di struttura complessa, ma - lo ripeto - solo come possibilità e comunque all'interno della stessa struttura sanitaria. Posso aggiungere anche - per amor di completezza e di chiarimento - che anche in altri Paesi europei si accoglie, più o meno, una soluzione similare, per la quale in istituti omologhi ai nostri effettivamente il direttore sanitario è un professionista, che svolge la sua attività all'interno della struttura.
Quindi, in conclusione, la nuova riformulazione del testo così com'è, e frutto di punti di incontro accettabili induce il Partito Democratico ad astenersi nella votazione sull'articolo 3 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pianetta, Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 522
Votanti 324
Astenuti 198
Maggioranza 163
Hanno votato
314
Hanno votato
no 10).

Prendo atto che il deputato Reguzzoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 4274-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 4274-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, con questo articolo 4 vengono introdotte disposizioni in materia di impignorabilità dei fondi destinati alla ricerca sanitaria.
Questo articolo fa seguito a norme introdotte via via in varie manovre che hanno addirittura bloccato gli atti di pignoramento delle ASL: ciò è assolutamente contrario ad uno stato di diritto. Di solito i pignoramenti vengono concessi ai creditori che non hanno visto onorati i propri crediti; ora noi comprendiamo il fine primario della ricerca sanitaria ma comprendiamo anche che la normalità di un Paese e di una pubblica amministrazione è pagare i creditori e non approvare norme di legge affinché i creditori non possano usare gli strumenti del codice civile per vedere onorati i propri crediti.
Questo è stato fatto per le ASL che non pagavano i creditori e addirittura, di fronte ad atti di pignoramenti esecutivi con norma di legge, abbiamo interrotto l'esecutività di quegli atti. Oggi diciamo, per tutelare la ricerca sanitaria, che non sono pignorabili, ma, se il pignoramento è concesso perché vi è un creditore che vanta crediti legittimi, approvare norme di questo tipo è contrario allo Stato di diritto. Perciò, pur comprendendone la ratio, noi non possiamo che astenerci.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Picierno, Lovelli, Galati, Sisto, Grassano, Brugger, Calderisi, Piccolo, Cesaro, Carfagna, Strizzolo, Antonio Pepe, Perina...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ). Pag. 45

(Presenti 538
Votanti 344
Astenuti 194
Maggioranza 173
Hanno votato
334
Hanno votato
no 10).

Prendo atto che il deputato Mosella ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 4274-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A - A.C. 4274-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli La Forgia, Miglioli, Stucchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 533
Votanti 517
Astenuti 16
Maggioranza 259
Hanno votato
517).

Prendo atto che i deputati Borghesi e Mosella hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 4274-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 4274-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Farina Coscioni. Ne ha facoltà.

MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, gli emendamenti che i deputati radicali presentano all'articolo 6 sono semplici.
Un emendamento vuole sopprimere l'articolo 6, perché si basa sulla ridefinizione complessiva della disciplina degli ordini per tutte le professioni sanitarie, e non per quelle di medico, odontoiatra, veterinario e farmacista. Questo consentirebbe di avere un'omogenea strutturazione futura per tutte le professioni sanitarie, sia che attualmente vedano la presenza di ordini professionali, come i medici, la presenza di collegi, come per esempio gli infermieri, gli ostetrici e i tecnici di radiologia, o l'assenza di qualsiasi tipo di organizzazione e di tutela del cittadino di natura ordinistica, come per esempio i fisioterapisti, gli ortottisti e i tecnici della prevenzione.
Questi emendamenti consentirebbero, tra l'altro, se fossero approvati, di provare a dare una definitiva attuazione a quanto già previsto dalla legge (mi richiamo alla legge n. 43 del 2006), dando una disciplina organica del settore. In questo modo, sarebbero ridotti i diversi punti di disallineamento attualmente presenti nella disciplina ordinistica delle diverse professioni, presenti nell'ambito dei decreti legislativi da emanare in base all'articolo 6 di questo disegno di legge n. 4274.
Inoltre, l'auspicio di avere una disciplina unica in materia consentirebbe di avere nel campo sanitario la piena integrazione multidisciplinare anche nel settore ordinistico e nel fondamentale ramo della deontologia. Infatti, sappiamo bene che gli ordini professionali servono per tutelare gli iscritti e troppo spesso per creare ulteriori privilegi, piuttosto che andare incontro alle esigenze dei cittadini che si rivolgono a quei professionisti. Quando l'iscrizione ad un ordine è obbligatoria per l'esercizio della professione, non si salvaguarda la serietà dei professionisti, ma si blocca l'accesso al mercato del lavoro e, nei fatti, si impedisce il principio della libera concorrenza, come è stato già denunciato nel 2004 dall'Antitrust. Pag. 46
Quindi, lobbies e corporazioni, che nel nostro Paese continuano a non essere regolamentate, hanno sempre fatto sentire il loro peso sul legislatore, il cui compito, invece, dovrebbe essere quello di tutelare gli interessi della società in generale. Con riferimento alle professioni sanitarie, quindi, il mio appello a votare a favore di questi emendamenti va nella direzione di un'unica spiegazione: è davvero paradossale che, in questo momento di difficoltà economica, mentre si parla di fare riforme strutturali, addirittura costituzionali, per cercare di rivedere l'impianto della nostra economia e ridare slancio al Paese, che tutti riconosciamo essere frenato e bloccato da vincoli e proprio dalle corporazioni, alla Camera deleghiamo il Governo per la riforma degli ordini di alcune professioni sanitarie, lasciando fuori tutte le altre.
L'ordine professionale garantisce, innanzitutto, la sua esistenza e l'iscritto. La formazione e anche il libero accesso alla professione, invece, sono a tutela e a garanzia dell'utente, di chi si troverà ad avere a che fare con questi professionisti.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Farina Coscioni.

MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Le liberalizzazioni, che si elogiano nei decreti a Ferragosto - lo abbiamo ascoltato - e poi si smentiscono nei fatti in quest'Aula parlamentare il giorno dopo, così come stiamo facendo approvando questo disegno di legge, non devono avvenire sempre a casa di un altro.
Sembra che qui siamo tutti per le liberalizzazioni, ma poi, se le si attuano nel mercato dei taxi, i tassisti si ribellano, se si fanno per le farmacie, i farmacisti scendono in piazza, se si fanno, per esempio, per gli avvocati - concludo, signor Presidente - questi ci hanno mostrato, di fronte alla riforma della professione forense, cosa sono in grado di fare.
Quello che in questo momento, con questo mio intervento, voglio dire è che dobbiamo pensare che votare la soppressione dell'articolo 6 confermerebbe quanto anche all'interno del gruppo del Partito Democratico abbiamo sempre voluto sostenere. Invito, quindi, a votare favorevolmente e ad andare in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bosi. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, svolgo un brevissimo intervento per richiamare l'attenzione, anche se, mi rendo conto, un po' tardivamente, del Ministro e dei colleghi che seguono il provvedimento in esame sul fatto che, quando parliamo delle professioni sanitarie, ha ragione la collega, bisogna elencarle tutte. Nel testo del disegno di legge in oggetto vi sono spezzoni di professioni sanitarie, ma non nella loro interezza. Quindi, vorrei che il Governo si impegnasse, visto che parliamo di una delega, ad elaborare un provvedimento che le elenchi tutte.
Per esempio, ho notato con piacere che, tra le professioni sanitarie, è inserita anche quella del tecnico della riabilitazione (fisioterapia, riabilitazione motoria). Ormai, le facoltà di medicina, che determinano il conseguimento a volte di lauree brevi, a volte nemmeno con la specializzazione nel secondo livello, prevedono una serie di attività che sono chiaramente sanitarie e non è possibile che queste non si ritrovino nel testo del provvedimento in esame.
Comunque sarò contento se il Ministro, al termine degli interventi, dirà che il Governo si farà carico di questo problema nell'attuazione della delega. Saremmo tutti molto più contenti.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 6 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MELANIA DE NICHILO RIZZOLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Farina Coscioni 6.32 e 6.33.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Lenzi 6.37, a Pag. 47condizione che sia accolta la seguente riformulazione formale: sostituire le parole «disciplinare il sistema di informazione dell'attività»: con le parole: «disciplinare il sistema di informazione sull'attività».
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Palagiano 6.31, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: Al comma 2, lettera f), aggiungere, in fine, le parole: «tenendo conto anche della formazione acquisita all'estero».
Il parere della Commissione è favorevole sull'emendamento Palumbo 6.38.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Lenzi 6.39, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: dopo la parola: «assoggettabilità», sostituire le parole «ad esame della mera» con le seguenti: «a sanzione dei comportamenti adottati in».
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Lenzi 6.41, a condizione che sia riformulato nel senso di sostituire le parole: «di due mandati»; con le parole: «dei mandati».
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Lenzi 6.42, mentre invita al ritiro dell'emendamento Lenzi 6.44. Raccomanda l'approvazione del suo emendamento 6.100, mentre invita al ritiro dell'emendamento Barani 6.30.

PRESIDENTE. Il Governo?

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Farina Coscioni 6.32.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Signor Presidente, intervengo in dichiarazione di voto, perché l'emendamento dell'onorevole Farina Coscioni e degli altri colleghi della componente Radicale in realtà, differentemente da come è stato illustrato, non sopprime gli ordini. Adesso stiamo affrontando l'articolo molto importante che delega al Governo la riforma degli ordini e delle professioni sanitarie di medico, di odontoiatra, di veterinario e di farmacista. La posizione rappresentata dalla collega però non sopprime l'ordine, sopprime la delega, quindi ci riporterebbe all'attuale situazione, che è quella della normativa del 1946. Questa è la ragione per la quale noi voteremo contro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 6.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti, onorevole Nola, onorevole Sbai, onorevole Crosio, onorevole Goisis, onorevole Laboccetta, onorevole Esposito, onorevole Pezzotta, onorevole Conte, onorevole Zampa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 518
Votanti 515
Astenuti 3
Maggioranza 258
Hanno votato
17
Hanno votato
no 498).

Prendo atto la deputata Zampa ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Reguzzoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Colleghi, prima di passare al voto sul prossimo emendamento, vorrei darvi una bella notizia. La nostra collega Marianna Madia ha dato alla luce il piccolo Stefano (Applausi). Facciamo tanti auguri al bambino e alla mamma (Commenti). Poiché conosciamo la mamma, è per questo... (Commenti). Diciamo che è una predilezione, una volta tanto femminile. Consentitecelo.
Passiamo ai voti. Pag. 48
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 6.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pionati, onorevole Zampa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 522
Votanti 520
Astenuti 2
Maggioranza 261
Hanno votato
10
Hanno votato
no 510).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Lenzi 6.37.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lenzi 6.37 accettano la modifica proposta dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lenzi 6.37, nel testo modificato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Della Vedova, Andrea Orlanda, Gava, Servodio, Cicchitto, Giammanco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 529
Votanti 528
Astenuti 1
Maggioranza 265
Hanno votato
526
Hanno votato
no 2).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Palagiano 6.31.
Chiedo ai presentatori dell'emendamento Palagiano 6.31 se accettano la riformulazione proposta dal relatore.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, non posso accogliere la riformulazione proposta dal relatore perché è una riformulazione nettamente peggiorativa.
Vorrei che si capisse di cosa stiamo parlando: nel riordino delle professioni, agli ordini dei medici, per esempio, viene demandato anche quello che è l'aggiornamento professionale, i crediti formativi professionali, gli ECM.
Ebbene, forse non tutti sanno che, in Italia, i crediti maturati all'estero non valgono e, quando valgono, valgono molto poco. Questo, ovviamente, favorisce i localismi di certe ASL che hanno interesse a realizzare i crediti localmente.
Credo che, invece, questo emendamento vada nella direzione opposta: chi si reca all'estero, ma in certi particolari Stati qualificati (Stati Uniti d'America, Canada, altre regioni europee e in Australia), deve essere premiato, i crediti devono valere altrettanto, anzi dovrebbero valere qualcosa in più.
Non si può parlare, nella riformulazione, di crediti maturati all'estero. Una cosa è il credito che viene acquisito negli Stati Uniti d'America e altro quello che viene acquisito in Etiopia, in Costa d'Avorio o a Capo Verde.
Occorre, quindi, identificare effettivamente le sedi specifiche in cui i crediti formativi professionali hanno maggiore valore e far sì che i medici d'Italia possano andare all'estero ed acquisire dei titoli e dei punteggi che valgano anche in Italia.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, il Governo non accetta l'emendamento Palagiano 6.31 nel testo riformulato e si rimette all'Assemblea.

Pag. 49

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, l'osservazione svolta dal collega Palagiano rispetto alle necessità di dover in un certo senso verificare sia la qualità sia la quantità di questa formazione maturata all'estero mi sembra trovi la sua corrispondenza nel sistema stesso. Noi abbiamo tutto il sistema formativo, nelle nostre scuole di specializzazione e nei corsi di laurea, che è misurato dai crediti che sono, in un certo senso, la misura quantitativa del quanto.
Parlare semplicemente di formazione svolta all'estero, senza specificare di che tipo, dove e quanto, impoverisce notevolmente la formazione medesima.
Voterò a favore dell'emendamento del collega Palagiano, ma c'è un'altra considerazione che voglio però aggiungere: l'unica cosa che mi sembra manchi in questo emendamento è il riferimento ai Paesi orientali, al Giappone, alla Cina, alla Corea, che pure costituiscono luoghi in cui la formazione che attualmente si può acquisire presenta delle punte di eccellenza che, forse, in Italia, ancora non è possibile raggiungere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, ovviamente di questo emendamento ne avevamo già parlato in Commissione e la relatrice aveva dato parere favorevole con la riformulazione cercando di adottare una formula che ricomprendesse tutti i Paesi.
Infatti, l'onorevole Binetti ha testé fatto un'osservazione giusta: e perché il Giappone no? E perché un Paese caro all'opposizione come la Russia no (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Ma sì, andavano sempre lì a formarsi i vostri medici!
Allora, noi riteniamo che questo sia il gioco delle tre carte: non si vuole fare una legge per l'interesse effettivamente della formazione e dei crediti formativi acquisiti all'estero, ma si vuole, per una questione di ripicca come si suol dire, per «fare dispetto a», tagliarsi eccetera eccetera..., con tutto il rispetto (Commenti).
Noi riteniamo che questo modo non sia assolutamente da condividere, pertanto dichiaro il voto di astensione del Popolo della Libertà.

PRESIDENTE. L'onorevole relatrice ha qualcosa da aggiungere? Prendo atto che ritira la riformulazione.
Il parere del relatore è contrario, il Governo si rimette all'Aula.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palagiano 6.31, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'Amico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 532
Votanti 324
Astenuti 208
Maggioranza 163
Hanno votato
311
Hanno votato
no 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palumbo 6.38, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Iannarilli... Onorevole Bonanno... Onorevole Volontè...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ). Pag. 50

(Presenti 535
Votanti 335
Astenuti 200
Maggioranza 168
Hanno votato
334
Hanno votato
no 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Lenzi 6.39.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lenzi 6.39, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Simeone... Onorevole Granata... Onorevole Caparini... Onorevole Agostini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 533
Votanti 527
Astenuti 6
Maggioranza 264
Hanno votato
527).

Ricordo che l'emendamento Lenzi 6.40 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lenzi 6.41.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lenzi 6.41, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Laboccetta... Onorevole Vella... Onorevole Agostini... Onorevole Sanga... Onorevole Froner... Onorevole Cicu... Onorevole Servodio... Onorevole Borghesi... L'onorevole Cicu non riesce a votare... Stiamo aspettando l'onorevole Cicu...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 534
Votanti 533
Astenuti 1
Maggioranza 267
Hanno votato
533).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Lenzi 6.42.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Signor Presidente, in questo emendamento, ci si riferisce e si propone di sopprimere, al comma 2 dell'articolo 6, la lettera s), la quale prevede la conferma, per gli esercenti delle professioni di cui stiamo parlando - medici, farmacisti, veterinari, eccetera -, degli obblighi di iscrizione alle gestioni previdenziali, cioè alle casse autonome. Vi ricordo che per i medici è l'ENPAM.
Votare a favore dell'emendamento in esame e, quindi, sopprimere questa conferma, non significa toccare l'attuale normativa, ma chiedere e riconoscere che il tema delle casse previdenziali non possa essere affrontato in questo modo, settore per settore. Esso richiede una visione complessiva, soprattutto, nel momento in cui parliamo di pensioni e di allungamento dell'età pensionabile.
Vi ricordo che, all'interno di questo tema, vi è la situazione, per i medici maggioritaria, dei professionisti che sono dipendenti del Servizio sanitario nazionale e che sono obbligati a versare non solo all'INPDAP, ma anche all'ENPAM. Probabilmente, sono i lavoratori italiani a cui è chiesto in assoluto il maggior versamento contributivo. Tutta questa materia merita un approfondimento: non può essere affidata ad un comma all'interno di un disegno di legge di delega. Pag. 51
Colgo l'occasione per dire che sarebbe cosa buona se la Commissione bicamerale che si occupa degli enti previdenziali volesse riferire a quest'Aula quali sono la sua attività e il suo impegno e quali sono le considerazioni che ha tratto da questi tre anni di lavoro, perché anche il tema delle casse si trova all'interno della grande riforma del sistema pensionistico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lenzi 6.42, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ghiglia... Onorevole Rossomando... Onorevole Oliverio... Onorevole Isidori...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 515
Votanti 513
Astenuti 2
Maggioranza 257
Hanno votato
513).

Prendo atto che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Lenzi 6.44.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Lenzi 6.44 formulato dal relatore.

DONATA LENZI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Signor Presidente, con il disegno di legge di delega in oggetto, incarichiamo il Governo di riformare quattro ordini professionali in materia sanitaria che esistono già.
Tuttavia, proponiamo anche di costituirne uno nuovo: l'ordine professionale dei dentisti, o per meglio dire degli odontoiatri, estrapolandolo, togliendolo da dove si trova attualmente, sezione a parte dell'ordine dei medici, per dargli invece una sua autonomia.
Nel momento in cui bisognerebbe discutere se al giorno d'oggi esiste ancora una utilità degli ordini professionali nelle materie sanitarie, nel momento in cui le ragioni che sono portate alla base del mantenimento degli ordini in questo settore sono quelle deontologiche e disciplinari, il ragionamento che giustifica la creazione di un nuovo ordine degli odontoiatri, sinceramente, colleghi, non regge!
Si dice che noi dobbiamo costituire l'ordine professionale degli odontoiatri perché adesso c'è la laurea. È come se dicessimo che tutte le volte che c'è un corso di laurea dobbiamo automaticamente dare vita a un ordine autonomo. Io ritengo che non si possa procedere così...

PRESIDENTE. Un po' di acqua per l'onorevole Lenzi, per cortesia.

DONATA LENZI. Credo di avere spiegato con chiarezza qual è il mio pensiero e quale è la nostra proposta. Non è il momento di fare dei nuovi ordini professionali. Quello che c'è, quello dei medici è perfettamente in grado di affrontare le questioni deontologiche anche dei dentisti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, il rapporto tra medici e dentisti è un rapporto che ha una storia lunga e per un certo periodo di tempo prevedeva che qualunque medico potesse esercitare anche la professione di dentista; prevedeva anche che la successiva specializzazione in odontoiatria, al pari delle altre specializzazioni, si innestasse al termine del corso di studi in medicina. Come dire, quindi, che il dentista diventava tale dopo dieci anni di percorso di formazione.
Attualmente, esiste un corso di laurea a parte, il corso di laurea per dentisti, al Pag. 52punto tale che non c'è nemmeno la necessità di creare una specializzazione per i dentisti perché la loro laurea è già una laurea magistrale. Questa è la storia.
Attualmente i dentisti sono compresi all'interno dell'ordine dei medici con una registrazione, con una classificazione che ne prevede dei punti di contatto e ne prevede anche dei punti di distinzione. Come dire che sono all'interno di una stessa classe però conservano dei caratteri di autonomia. Questi mi sembrano già sufficienti a garantire, a questa professione, i margini necessari e sufficienti della sua autonomia nella condivisione di quello che è il codice deontologico e nella condivisione di quelli che possono essere i criteri sia di formazione e poi, tutto sommato, anche di esplicitazione del lavoro professionale. Noi, quindi, in realtà, non voteremo a favore di una autonomizzazione dell'ordine dei dentisti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lenzi 6.44, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Miglioli, D'Anna, Franceschini, Agostini, De Luca, Della Vedova, Crimi, Raisi, Milo, Piccolo, Stefani, Ministro Meloni, onorevole Baccini.... Colleghi, per cortesia, cos'è questa confusione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori - Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 532
Maggioranza 267
Hanno votato
273
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.100 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Ghiglia, Mondello, Scanderebech, Veltroni, Bonaiuti, Gozi, Scilipoti...
Lo hanno capito tutti che l'onorevole Scilipoti deve votare! Onorevole Scilipoti dov'è?
Ha votato? Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 535
Votanti 528
Astenuti 7
Maggioranza 265
Hanno votato
527
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Minasso ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole e che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Chiedo all'onorevole Barani se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 6.30, formulato dal relatore.

LUCIO BARANI. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro del mio emendamento 6.30. Vorrei però far presente che avevo presentato questo emendamento, ma vista la conversione del decreto-legge sui conti pubblici, la norma che prevede l'incompatibilità tra l'essere componente dell'organo amministrativo nella commissione albo dei medici e nella commissione albo degli odontoiatri e componente dell'organo disciplinare e visto che la legge vigente impone il rinnovo degli ordini stabilendo che il potere disciplinare sia esercitato dagli eletti dalle commissioni, propongo uno slittamento, con il mantenimento in carica, della data di Pag. 53svolgimento dei rinnovi a dopo la promulgazione dei decreti delegati di attuazione della legge delega.
Lo slittamento delle elezioni ad opera dei decreti delegati di attuazione non lascerebbe vuoti normativi che adesso ci saranno. Si tratta di un riallineamento dei rinnovi secondo le nuove norme, che tra l'altro prevedono anche, per gli ordini con più di duemila iscritti, anche un cambio di modalità elettive volte a tutelare minoranze qualificate.
Quindi presenterò un ordine del giorno in proposito e inviterò il Governo ad accettarlo.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, lo abbiamo detto in occasione della discussione sulle linee generali e l'abbiamo sostenuto in vari interventi: siamo contro la delega. Su questi temi così importanti il Governo e la maggioranza avrebbero dovuto presentare dei disegni di legge per permettere un dibattito aperto, approfondito e ampio.
Pur mantenendo, però, questa posizione di partenza, abbiamo lavorato per migliorare il provvedimento, evitando anche la nascita di nuovi ordini professionali. Su questo articolo, però, noi non ci siamo lasciati immobilizzare dal dibattito generale presente nel Paese e in questo Parlamento sul ruolo delle professioni intellettuali, abbiamo colto l'esigenza e l'urgenza di una riforma dell'ordine dei medici e degli odontoiatri, di una professione alle prese con una società nella quale il diritto alla salute deve continuare a rappresentare un bene primario.
È opportuno ricordare che la legge istitutiva degli ordini dei medici risale al decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato del 1946, e riprende la disciplina del 1910 e che è stato solo parzialmente modificato nel 1985. Si tratta, dunque, di norme ormai arcaiche, di fronte ad uno scenario in cui l'evoluzione tecnologica e scientifica dà origine a complesse e a volte inquietanti problematiche sulla vita, che interrogano ed impegnano la coscienza, non solo dei medici, ma di larga fascia della società. La nuova normativa, dunque, deve proiettarsi verso la società, per coglierne le attese e le speranze e deve riscrivere il rapporto medico-paziente. L'ordine dei medici deve essere geloso custode delle regole deontologiche, in una fase di grande evoluzione scientifica che non può che confrontarsi costantemente con la bioetica.
All'ordine dei medici va dato un impegno contro l'abusivismo, non solo con un controllo dei titoli all'accesso, ma anche con la regolamentazione del tirocinio e dell'abilitazione. Inoltre, deve essere garantita la qualità della preparazione professionale in un rapporto con l'università e vi deve essere un impegno serio per mantenere questa professionalità nel tempo, con l'acquisizione dei crediti formativi. Infine, vanno rafforzati i poteri disciplinari e bisogna essere nei confronti di tutti i medici giusti, imparziali, severi tutori della dignità della professione. Il processo riformatore, dunque, signor Presidente, deve muoversi lungo questo solco, noi lo auspichiamo, dovendo però mantenere la pregiudiziale che fa riferimento alla delega del Governo e, quindi, su questo articolo 6, annunzio l'astensione del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzillotta. Ne ha facoltà.

LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, i deputati di Alleanza per l'Italia voteranno contro questo articolo, perché non basta non aumentare il numero degli ordini. Questo articolo conferma quattro ordini ed il successivo ne istituisce, in ambito medico, altri due, ma ciò che è più grave è che questa riforma non fa evolvere il ruolo degli ordini professionali, che continuano ad essere non forme sussidiarie e autonome della società, ma enti pubblici economici, strutture burocratiche Pag. 54che moltiplicano gli apparati e che sottopongono gli iscritti ad obbligo contributivo per mantenere questi carrozzoni burocratici. Essi conservano la loro funzione di barriera all'accesso, perché gestiscono la funzione di abilitazione alla professione; non aprono, ma mantengano un controllo monopolistico sulla formazione, che oggi, proprio perché siamo in un mondo globale e tecnologico, dovrebbe essere aperta al mondo e alle esperienze scientifiche più avanzate, non essere chiusa da barriere. Vi è in quest'Aula uno strano strabismo, perché mentre fuori tutti noi continuiamo a sottolineare la necessità di aprire, di liberalizzare, di creare opportunità di lavoro, di farvi immettere i giovani e di fare emergere il merito, quando siamo qui dentro, invece, confermiamo barriere e chiusure. Credo che ciò sia molto grave.
Anche perché, dopo che avremo approvato questo disegno di legge e questo articolo 6, voglio sapere: come faremo a dire «no» alle più di 25 richieste di istituzione di ordini professionali paramedici? Invece di ridurre le barriere, le aumentiamo ed è quello che non serve all'Italia in questo momento, perché continuiamo a segnare il suo declino, la sua decrescita ed il fatto che i migliori andranno via (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, a nome dei deputati radicali dichiaro che voteremo contro questo articolo che, anche in base alle considerazioni che ha avuto l'opportunità di svolgere la collega Lanzillotta, è un articolo non di riforma, ma di controriforma rispetto ad una situazione di per sé già molto grave. La settimana scorsa abbiamo aperto virtualmente le porte del Parlamento ai giovani, oggi chiudiamo le porte del mercato a quegli stessi giovani. Forse dovremmo avere un po' più di coerenza rispetto a quella che è la nostra visione. Quindi, spero che siano diversi i colleghi a voler avere un voto di coerenza con quello che la stragrande maggioranza di noi ha detto durante la campagna elettorale e che oggi ha l'opportunità di far valere attraverso un voto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'Anna... Aspettiamo che alcuni colleghi intanto prendano posto. Intanto l'onorevole Fioroni ha votato. Onorevole Pionati, onorevole Morassut, onorevole Romano, onorevole Casini, onorevole Vella, onorevole Mazzarella, onorevole Servodio, onorevole Rampelli... I colleghi hanno votato tutti, anche il collega Reguzzoni? L'onorevole Terranova non ha ancora votato. Onorevole Pisacane... Chiedo di affrettarvi. Onorevole Barbaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 533
Votanti 336
Astenuti 197
Maggioranza 169
Hanno votato
308
Hanno votato
no 28).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 4274-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 4274-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.

MELANIA DE NICHILO RIZZOLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione Pag. 55esprime parere favorevole sull'emendamento Palumbo 7.31. Il parere è contrario sull'emendamento Palagiano 7.30, mentre è favorevole sull'emendamento Palumbo 7.32.

PRESIDENTE. Il Governo?

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Palumbo 7.31.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palumbo 7.31, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'Anna... Onorevole Mazzuca... Onorevole Perina... Onorevole Laganà Fortugno... Onorevole Goisis....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 531
Votanti 515
Astenuti 16
Maggioranza 258
Hanno votato
514
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Reguzzoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

MELANIA DE NICHILO RIZZOLI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MELANIA DE NICHILO RIZZOLI, Relatore. Signor Presidente, vorrei formulare un invito al ritiro dell'emendamento Palagiano 7.30, anziché esprimere un parere contrario. È stato un mio errore.

PRESIDENTE. Vi è pertanto un invito al ritiro dell'emendamento Palagiano 7.30. Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Palagiano 7.30 accede all'invito al ritiro formulato dal relatore. Scusate, ma vi era un problema di interpretazione ed un eventuale rischio di preclusione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palumbo 7.32, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Granata, Anna Teresa Formisano, Oliveri, Reguzzoni, Aniello Formisano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 534
Votanti 524
Astenuti 10
Maggioranza 263
Hanno votato
523
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Speciale, Milo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 531
Votanti 527
Astenuti 4
Maggioranza 264
Hanno votato
520
Hanno votato
no 7).

Pag. 56

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 4274-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A - A.C. 4274-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Miotto per sette minuti. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, noi abbiamo presentato, in sede di esame del provvedimento in Commissione, un emendamento che è stato accolto (mi riferisco all'articolo 8 all'attenzione oggi dell'Aula) e che prevede la confisca delle attrezzature che i dentisti utilizzano allorché viene accertata un'azione abusiva. Sappiamo tutti che l'abusivismo ha un grande impatto di natura sociale; se poi l'abusivismo si realizza in campo sanitario, dobbiamo essere un po' più rigorosi.
Credo, quindi, che sia stato giusto che la Commissione abbia preso in considerazione questa che è una richiesta che da anni viene avanzata dagli odontoiatri nel nostro Paese. Oggi la professione esercitata in forma abusiva è sottoposta ad una sanzione di 500 euro. Pertanto la sanzione in questi casi, come si comprende bene, corrisponde ad un decimo della prestazione esercitata in forma abusiva. È, quindi, una sanzione che non ha alcun effetto di deterrenza nei confronti di questa attività che invece - lo ripeto - è pericolosa per la salute delle persone.
Abbiamo perciò presentato questo emendamento, che corrisponde peraltro ad impegni assunti dal Governo precedente, ma anche dall'attuale. In più occasioni e circostanze è stato affermato solennemente che codificare la confisca dei beni utilizzati per l'esercizio abusivo della professione sanitaria costituisce un impegno per il Parlamento.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 18,30)

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Con l'approvazione dell'articolo 8 adempiamo a questa attesa. Credo che ciò consentirà di contenere una pratica così diffusa e pericolosa per la salute dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, l'articolo 8 sull'esercizio abusivo della professione sanitaria è un po' il cuore del dibattito di questo disegno di legge, nel senso di come garantire il diritto alla salute dei cittadini. D'altra parte, garantire che non ci sia esercizio abusivo della professione, significa garantire un iter di studi, un esame di accesso alla professione che abbia davvero il carattere abilitante e che definisca i parametri dal punto di vista delle abilità, delle conoscenze e delle competenze che il professionista in questione deve raggiungere.
Questa è una delle ragioni da cui deriva il significato degli ordini e della garanzia che gli ordini danno ai loro iscritti e la necessità di garantire che si possano iscrivere all'ordine soltanto coloro che posseggono determinati requisiti. Ciò diventa garanzia davvero per tutti i cittadini. Quindi, siamo contenti anche che siano entrati a far parte di questo disegno di legge, come abbiamo votato all'articolo precedente, anche biologi, psicologi eccetera: per garantire la dimensione di salute e di qualità della salute a tutti coloro che - a titolo diagnostico e terapeutico - intervengono nel rapporto con il cittadino sotto il profilo del rapporto salute/malattia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

LAURA MOLTENI. Signor Presidente, voglio sottolineare che anche noi abbiamo fatto la nostra parte in Commissione nel sostenere la necessità di meglio salvaguardare la salute dei cittadini, anche attraverso l'imposizione della confisca di cose e strumenti che servirono a chi abusò della professione medica. Questa è una cosa Pag. 57importante, perché noi pensiamo che già in campo sanitario si verifichino parecchi errori e i giornali e la cronaca dei quotidiani ne è piena. Oltre agli errori sanitari, c'è anche chi abusa della professione medica non solo in campo odontoiatrico, ma anche in quello della chirurgia estetica e in altri settori della medicina.
Credo che sia importante intervenire in questo caso e che la confisca dei beni e degli strumenti che servirono ad esercitare abusivamente la professione è la base per aprire un ragionamento più alto che può tradursi anche in un progetto di legge più specifico in modo da andare a colpire non solo con il sequestro dei beni destinati a commettere reato, ma in modo più ampio chi commette un abuso della professione medica. Infatti, la salute dei cittadini non ha prezzo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Virgilio. Ne ha facoltà.

DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, intervengo per pochi secondi per dire non solo che dobbiamo approvare questo articolo ed essere durissimi con chi esercita abusivamente una professione. Voglio anche ricordare a tutti i colleghi che in Italia circa dieci milioni di persone ricorrono alle medicine alternative e una parte di queste lo fa proprio perché sono sfiduciati da personaggi che esercitano abusivamente la professione. Quindi, occorre un richiamo fortissimo agli ordini dei medici affinché possano vigilare e perché i cittadini siano garantiti nella loro buona salute.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Fate con comodo... Onorevoli Garagnani, Repetti, Concia, Servodio, Bonaiuti, Scanderebech, Froner, D'Antoni, Genovese, Cicu, Mazzocchi, Mazzuca... Ci siamo? Onorevoli Graziano, Laboccetta, De Micheli, Lulli, Duilio, Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 508
Astenuti 2
Maggioranza 255
Hanno votato
508).

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, ho tutto il rispetto per il suo equilibrio, dovuto al ruolo che ricopre, ma anche rispetto verso tutti quei parlamentari che, non alla prima, ma alla ventesima votazione rimangono in Aula ad aspettare che si torni a votare. Ebbene, questi non possono stare qui cinque minuti ad aspettare quelli che vanno a bere il caffè e che poi tornano indietro (Applausi).
Per l'amor di Dio! Capisco tutto. Alla prima votazione va bene, ma dopo metà giornata di votazioni se uno vuole uscire la Presidenza dovrebbe chiudere la votazione dopo trenta secondi.

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 4274-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 4274-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MELANIA DE NICHILO RIZZOLI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Farina Coscioni 9.31.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Palagiano 9.2 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: «Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Le linee guida indicano, tra l'altro, la metodologia da Pag. 58seguire relativamente all'accertamento, alla rilevazione, alla raccolta dei dati sugli eventi avversi, nonché all'indicazione delle cause che hanno portato all'evento avverso».
Il parere è, altresì, favorevole sugli emendamenti Lenzi 9.8 e Laura Molteni 9.30.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Binetti 9.6 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: al comma 2, aggiungere, in fine, i seguenti periodi: «Le strutture sanitarie verificano costantemente ritmi e tempi di lavoro, al fine di assicurare l'adeguatezza del carico di lavoro rispetto al personale in servizio».
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Lanzillotta 9.32 a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: Al comma 3, dopo le parole «programmi di formazione»...

PRESIDENTE. Chiedo scusa. Sta parlando dell'emendamento Lanzillotta 9.32?

MELANIA DE NICHILO RIZZOLI, Relatore. Sì, signor Presidente, sto parlando dell'emendamento Lanzillotta 9.32.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Lanzillotta 9.32, purché riformulato nel senso di aggiungere al comma 3, dopo le parole: «programmi di formazione» le seguenti: «di ricerca e innovazione», sopprimendo la parte restante, perché già contenuta nell'attuale comma 3; ciò al fine di alleggerire il testo.

PRESIDENTE. Onorevole De Nichilo Rizzoli, qual è il parere della Commissione sull'articolo aggiuntivo Barani 9.030?

MELANIA DE NICHILO RIZZOLI, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Barani 9.030.

PRESIDENTE. Il Governo?

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Farina Coscioni 9.31.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Farina Coscioni. Ne ha facoltà.

MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, l'emendamento che ho presentato insieme ai colleghi radicali, è davvero molto semplice e non capisco il parere contrario del Governo. Con questo emendamento chiediamo di disporre di un'unità di gestione del rischio clinico: ogni azienda sanitaria ospedaliera deve disporre di un'unità di gestione del rischio clinico. Si tratta di un emendamento che dice «basta» alla sottovalutazione del rischio clinico a scapito della salute dei pazienti perché sappiamo bene come il rispetto della sicurezza e della salute dei pazienti debba essere obbligatorio e sanzionato e non possa essere un semplice invito. Per rischio clinico si intende la probabilità che un paziente sia vittima di un evento avverso, cioè che subisca un qualsiasi danno o disagio imputabile, anche se in modo involontario, alle cure mediche prestate, ovvero ad un errore nel processo di cura.
Questo fenomeno è presente nei sistemi sanitari di tutti i Paesi, anche se solo in alcuni sono stati effettuati studi, misure e stime quantitative e quindi sono state assunte misure idonee a governare e a limitare tale fenomeno.
Da una rilevazione condotta proprio dal Ministero della salute emerge che il 28 per cento delle aziende sanitarie è dotato di un'unità di gestione del rischio e che esse sono concentrate prevalentemente nelle regioni del centro nord che, autonomamente, hanno promosso iniziative anche legislative in merito. Ma non solo: presentando questo emendamento, signor Presidente e signor Ministro, abbiamo fatto riferimento all'intesa della Conferenza Stato-regioni del 20 marzo 2008, che, al secondo punto, ha evidenziato come le regioni si erano impegnate ad attivare presso le aziende sanitarie pubbliche e le strutture private accreditate una funzione aziendale permanentemente Pag. 59dedicata alla gestione del rischio clinico e alla sicurezza dei pazienti e delle cure, incluso il monitoraggio, l'analisi degli eventi avversi e l'implementazione di buone pratiche di sicurezza.
Quindi, le unità di gestione del rischio sono delle vere e proprie unità operative: c'è un responsabile del personale stabile e dedicato, che deve fare delle mappe del rischio, formazione e sensibilizzazione di tutto il personale sul rischio e gli errori sanitari, ma soprattutto mettere in pratica in modo sistematico e diffuso processi operativi per limitare o impedire possibili errori e situazioni di rischio clinico per il paziente tramite procedure obbligatorie, adozione di tecnologie e di nuovi processi organizzativi.
Quindi, considerando che la sicurezza dei pazienti assistiti dal sistema sanitario nazionale è una precondizione di qualsiasi intervento volto alla tutela e alla cura della salute delle persone, per questo e per tutti i motivi che ho cercato di esporre per motivare la presentazione di questo emendamento, vi invito a riflettere e a votare a favore. Quindi, vorrei sentire la relatrice ed il Ministro nel merito.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Farina Coscioni 9.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli D'Anna, Goisis, Fugatti, Scalera...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 516
Votanti 514
Astenuti 2
Maggioranza 258
Hanno votato
214
Hanno votato
no 300).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Palagiano 9.2.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palagiano 9.2, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Osvaldo Napoli, Buonanno, De Micheli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 511
Votanti 510
Astenuti 1
Maggioranza 256
Hanno votato
506
Hanno votato
no 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Lenzi 9.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Signor Presidente, nell'articolo 9 viene affrontato un tema molto importante, come si è visto anche dalla cronaca degli ultimi mesi: il tema della sicurezza delle cure, definito «rischio clinico». Il mio emendamento concentra l'attenzione sul comma 2, quando dice - e affronta il tema del verificarsi di eventi avversi - che le attività delle strutture sanitarie messe in atto per analizzare il rischio clinico, le iniziative di promozione della sicurezza delle cure, gli interventi nei momenti di difficoltà sono coperti dal segreto professionale di ufficio, il che implicherebbe un segreto che viene mantenuto anche nei confronti di eventuali commissioni di indagine o di intervento della magistratura.
È vero da un lato che il segreto può permettere ad un professionista di andare a riferire senza preoccuparsi magari di Pag. 60mettersi in conflitto con un altro, però vista la materia, l'importanza, la tutela dell'interesse che è quello della salute pubblica, ritengo debba essere fatto prevalere non il segreto professionale ma la necessità di conoscere per poter prevenire al meglio gli eventi che possono capitare in strutture ospedaliere.
Mi sembra che il parere dato sia un parere positivo, nulla cambia al senso dell'articolo ed è bene che lo abbiamo affrontato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lenzi 9.8, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lusetti, Costa, Farina Coscioni, Sereni, De Micheli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 516
Votanti 515
Astenuti 1
Maggioranza 258
Hanno votato
507
Hanno votato
no 8).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Laura Molteni 9.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laura Molteni. Ne ha facoltà.

LAURA MOLTENI. Signor Presidente, faccio presente che in attesa dell'adozione di una disciplina organica in tema di rischio clinico, le strutture sanitarie a seguito di questo articolato promuoveranno la comunicazione trasparente degli eventi avversi da una parte sulla base delle linee guida prodotte dal Ministero della salute ma previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano.
A questo proposito, voglio ribadire il ruolo centrale che le regioni sono chiamate a svolgere in questo settore, tant'è che il provvedimento è pervaso dal fatto che le disposizioni sono concordate e adottate previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano.
In particolare, in materia di sicurezza delle cure riteniamo che siano le regioni a dover definire gli obblighi informativi a carico delle strutture sanitarie sugli eventi avversi verificatisi nella struttura, sulle relative cause determinanti, nonché sugli interventi messi in atto in tema di disposizioni in materia di sicurezza delle cure, in quanto queste disposizioni sono finalizzate a garantire un maggior livello di sicurezza delle cure attraverso un'attività capillare di prevenzione del rischio clinico e di un sistema di gestione degli eventi avversi.
Ribadiamo, infine, il ruolo centrale che le regioni svolgono oggi in tema di gestione e organizzazione della sanità, che è loro proprio a seguito delle modifiche del Titolo V della Costituzione intervenute nel 2001 (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laura Molteni 9.30, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Golfo, Mura...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 517
Votanti 516
Astenuti 1
Maggioranza 259
Hanno votato
516). Pag. 61

Prendo atto che i deputati Gianni Farina e Coscia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Binetti 9.6.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal relatore.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, accetto senz'altro la riformulazione. Voglio soltanto richiamare l'attenzione su questo emendamento, che mette l'accento sul fatto che gli errori e i rischi che si corrono sono molto spesso legati a un sovraccarico di lavoro. Il lavoro che si svolge in un ospedale, chiunque siano gli operatori che se ne fanno carico (medici, infermieri, collaboratori sanitari a qualunque titolo), è fondamentale che possa essere affrontato in condizioni di perfetta forma fisica, ossia è fondamentale che tutte quelle circostanze che creano una condizione di stress siano rimosse.
Non è responsabilità del singolo operatore, del medico o dell'infermiere, se l'errore in cui si incorre è legato ad un aspetto dell'organizzazione che impone ritmi di lavoro eccessivamente pesanti, come spesso accade in alcune strutture.

DONATO BRUNO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATO BRUNO. Signor Presidente, non me ne vogliano la collega Binetti e la relatrice. Leggo che nell'emendamento si fa riferimento a: «ritmi e tempi di lavoro». Per l'interprete, probabilmente, il termine «ritmi» crea qualche difficoltà. Suggerisco, se lo ritenete opportuno, signor Presidente, onorevole relatrice, Governo, di sostituire tali parole con le seguenti: «orari e giornate di lavoro», perché la parola «ritmi», probabilmente, non coglie esattamente il concetto che la collega Binetti ha spiegato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, io e l'onorevole Piffari ci ponevamo delle domande, mentre si procedeva con l'esame degli emendamenti. Ma è possibile che un disegno di legge di questo tipo entri addirittura nel merito e nello specifico dello stress dell'operatore sanitario, dell'infermiere, del medico o di chi per esso? Non si tratta di contratti di lavoro di categoria, che magari contraddistinguono o regolano queste vicende interne? Credo che il Ministero della semplificazione, probabilmente, qui si perderebbe.

PRESIDENTE. Ringrazio il presidente Bruno, ma la proposta di riformulazione non può venire da un deputato: o la fa il Governo o la fa il relatore.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, il Governo propone di riformulare la proposta emendativa come suggerito dal presidente Bruno.

PRESIDENTE. Vi è una proposta di un'ulteriore riformulazione dell'emendamento Binetti 9.6, nel senso indicato dal presidente Bruno, a completamento di una riformulazione già prospettata.
Prendo atto che il relatore concorda.
Prendo altresì atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Binetti 9.6, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Onorevoli Bressa, Sanga...

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

Pag. 62

(Presenti 519
Votanti 513
Astenuti 6
Maggioranza 257
Hanno votato
512
Hanno votato
no 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Lanzillotta 9.32.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 9.32, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gava, Granata, Goisis, D'Anna, Mondello, Mosca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 519
Votanti 515
Astenuti 4
Maggioranza 258
Hanno votato
514
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
Onorevoli Duilio, Farina Coscioni, Bruno, Golfo, Buonanno, Scanderebech, Scilipoti, Beltrandi, Motta...
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 516
Votanti 331
Astenuti 185
Maggioranza 166
Hanno votato
325
Hanno votato
no 6).

Prendo atto che la deputata Zamparutti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Barani 9.030, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Onorevole Laboccetta...
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 513
Votanti 496
Astenuti 17
Maggioranza 249
Hanno votato
491
Hanno votato
no 5).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 4274-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A - A.C. 4274-A) e degli articoli aggiuntivi ad esso presentati.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Maran, Veltroni, Miglioli, Scanderebech, Della Vedova, Golfo, Rosato, Buonanno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 516
Votanti 512
Astenuti 4
Maggioranza 257
Hanno votato
506
Hanno votato
no 6). Pag. 63

Secondo le intese intercorse interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 10.

Annunzio di una informativa urgente del Governo (ore 19).

PRESIDENTE. Avverto che sarà iscritto all'ordine del giorno della seduta di domani, mercoledì 28 settembre 2011, a partire dalle ore 9, lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sui recenti disordini verificatisi nell'isola di Lampedusa.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera in data odierna, il deputato Deodato Scanderebech, già iscritto al gruppo parlamentare Unione di Centro per il Terzo Polo, ha chiesto di aderire al gruppo parlamentare Futuro e Libertà per il Terzo Polo. La presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di ottobre 2011, programma dei lavori dell'Assemblea per il periodo novembre-dicembre 2011 ed annunzio della convocazione del Parlamento in seduta comune (ore 19,02).

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di ottobre 2011:

Lunedì 3 ottobre (pomeridiana)

Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

Martedì 4 ottobre (ore 15)

Convocazione del Parlamento in seduta comune per procedere alla votazione per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale e alla votazione per l'elezione di un componente del Consiglio superiore della magistratura.
La chiama inizierà dai senatori.

Martedì 4 (pomeridiana, al termine delle votazioni del Parlamento in seduta comune, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 5 e giovedì 6 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 7 ottobre) (con votazioni)

Seguito dell'esame dei seguenti argomenti, ove non conclusi nella settimana in corso:

disegno di legge n. 4274 - Delega al Governo per il riassetto della normativa in materia di sperimentazione clinica e per la riforma degli ordini delle professioni sanitarie, nonché disposizioni in materia sanitaria;

mozioni Di Pietro ed altri n. 1-00391, Tempestini ed altri n. 1-00621, Pezzotta ed altri n. 1-00623, Antonione, Dozzo, Sardelli ed altri n. 1-00625, Pisicchio ed altri n. 1-00629 e Di Biagio e Della Vedova n. 1-00712 concernenti iniziative per garantire la trasparenza delle informazioni relative all'aiuto pubblico allo sviluppo;

mozioni Garavini ed altri n. 1-00655, Di Biagio ed altri n. 1-00663 e Zacchera ed altri n. 1-00672 concernenti iniziative relative alle procedure per il voto degli italiani all'estero, alla luce delle vicende delle ultime consultazioni referendarie;

proposta di legge n. 3261 ed abbinate - Disposizioni concernenti la ripartizione della quota dell'otto per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche devoluta alla diretta gestione statale;

disegno di legge n. 1415-B - Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica della disciplina Pag. 64in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (previo esame e votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità e della questione pregiudiziale di merito presentate);

proposta di legge n. 2984 ed abbinate - Disposizioni in materia di attribuzione delle funzioni ai magistrati ordinari al termine del tirocinio.

Lunedì 10 ottobre (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione congiunta sulle linee generali dei disegni di legge n. 4621 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2010 (Approvato dal Senato) e n. 4622 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2011 (Approvato dal Senato).

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 4434 ed abbinate - Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione (Approvato dal Senato).

Discussione sulle linee generali delle mozioni Borghesi ed altri n. 1-00713 e Meta ed altri n. 1-00715 concernenti misure a favore del trasporto pubblico locale.

Martedì 11 ottobre (ore 11)

Discussione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2011 (Doc. LVII, n. 4-bis).

Martedì 11 (dalle ore 15, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 12 e giovedì 13 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 14 ottobre) (con votazioni)

Seguito dell'esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2011 (Doc. LVII, n. 4-bis).

Seguito dell'esame dei disegni di legge n. 4621 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2010 (Approvato dal Senato) e n. 4622 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2011 (Approvato dal Senato).

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 4434 ed abbinate - Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione (Approvato dal Senato).

Seguito dell'esame delle mozioni Borghesi ed altri n. 1-00713 e Meta ed altri n. 1-00715 concernenti misure a favore del trasporto pubblico locale.

Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 17 ottobre (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 3811 ed abbinate - Disposizioni per la ricostruzione, il recupero e lo sviluppo economico-sociale dei territori abruzzesi colpiti dal sisma del 6 aprile 2009.

Discussione sulle linee generali dei disegni di legge di ratifica:

n. 4454 - Accordo euromediterraneo nel settore del trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e il Regno hascemita di Giordania, dall'altro;

n. 4589 - Modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale e quattordicesimo aumento generale delle quote Pag. 65derivanti dalla risoluzione del Consiglio dei Governatori del Fondo n. 66-2 del 15 dicembre 2010 (Approvato dal Senato - ove concluso dalla Commissione);

n. 4590 - Scambi di Note tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero relativi alla modifica della Convenzione per la navigazione sul Lago Maggiore e sul Lago di Lugano (Approvato dal Senato - ove concluso dalla Commissione);

n. 4591 - Accordo di cooperazione in materia culturale, scientifica, tecnologica e nei settori dell'istruzione e dell'informazione fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Kuwait (Approvato dal Senato - ove concluso dalla Commissione);

n. 4592 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Giappone di mutua assistenza amministrativa e cooperazione in materia doganale (Approvato dal Senato - ove concluso dalla Commissione);

n. 4564 - Accordo sui trasporti aerei tra il Canada e la Comunità europea e i suoi Stati membri (ove concluso dalla Commissione);

n. 4565 - Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Georgia (ove concluso dalla Commissione).

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 4207 (approvata dal Senato) ed abbinate - Disposizioni per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva.

Martedì 18 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 19 e giovedì 20 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 21 ottobre) (con votazioni)

Seguito dell'esame del disegno di legge costituzionale n. 4144 ed abbinate - Modifiche agli articoli 41, 45, 97 e 118, comma quarto, della Costituzione (ove non concluso nel mese di settembre).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 3811 ed abbinate - Disposizioni per la ricostruzione, il recupero e lo sviluppo economico-sociale dei territori abruzzesi colpiti dal sisma del 6 aprile 2009.

Seguito dell'esame dei disegni di legge di ratifica:

n. 4454 - Accordo euromediterraneo nel settore del trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e il Regno hascemita di Giordania, dall'altro;

n. 4589 - Modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale e quattordicesimo aumento generale delle quote derivanti dalla risoluzione del Consiglio dei Governatori del Fondo n. 66-2 del 15 dicembre 2010 (Approvato dal Senato - ove concluso dalla Commissione);

n. 4590 - Scambi di Note tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero relativi alla modifica della Convenzione per la navigazione sul Lago Maggiore e sul Lago di Lugano (Approvato dal Senato - ove concluso dalla Commissione);

n. 4591 - Accordo di cooperazione in materia culturale, scientifica, tecnologica e nei settori dell'istruzione e dell'informazione fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Kuwait (Approvato dal Senato - ove concluso dalla Commissione);

n. 4592 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Giappone di mutua assistenza amministrativa e cooperazione in materia doganale (Approvato dal Senato - ove concluso dalla Commissione);

Pag. 66

n. 4564 - Accordo sui trasporti aerei tra il Canada e la Comunità europea e i suoi Stati membri (ove concluso dalla Commissione);

n. 4565 - Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Georgia (ove concluso dalla Commissione);

n. 2451 (approvata dal Senato) ed abbinate - Ratifica ed esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi (ove non concluso nel mese di settembre).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 4207 (approvata dal Senato) ed abbinate - Disposizioni per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva.

Nel corso della settimana potrà avere luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 24 ottobre (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 2844 ed abbinate - Disposizioni per favorire lo sviluppo della mobilità mediante veicoli che non producono emissioni di anidride carbonica.

Discussione sulle linee generali della mozione Boccia ed altri n. 1-00714 concernente iniziative volte a garantire un adeguato risarcimento a favore delle persone che hanno subito danni da incidenti stradali.

Discussione sulle linee generali delle proposte di legge:

n. 627 ed abbinate - Disposizioni concernenti il divieto di indossare indumenti o utilizzare altri mezzi che impediscono il riconoscimento personale, l'introduzione del reato di costrizione all'occultamento del volto e modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di cittadinanza;

n. 3572 - Disposizioni per il trasferimento a Milano delle sedi della Commissione nazionale per le società e la borsa e dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato (ove concluso dalla Commissione).

Discussione sulle linee generali della mozione Iannaccone ed altri n. 1-00701 concernente iniziative in relazione alla annunciata chiusura dello stabilimento Irisbus di Flumeri (Avellino).

Martedì 25 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 26 e giovedì 27 ottobre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 28 ottobre) (con votazioni)

Seguito dell'esame di argomenti previsti nel calendario di ottobre e non conclusi.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2844 ed abbinate - Disposizioni per favorire lo sviluppo della mobilità mediante veicoli che non producono emissioni di anidride carbonica.

Seguito dell'esame della mozione Boccia ed altri n. 1-00714 concernente iniziative volte a garantire un adeguato risarcimento a favore delle persone che hanno subito danni da incidenti stradali.

Seguito dell'esame delle proposte di legge:

n. 627 ed abbinate - Disposizioni concernenti il divieto di indossare indumenti o utilizzare altri mezzi che impediscono il riconoscimento personale, l'introduzione del reato di costrizione all'occultamento del volto e modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di cittadinanza;

n. 3572 - Disposizioni per il trasferimento a Milano delle sedi della Commissione nazionale per le società e la borsa e Pag. 67dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato (ove conclusa dalla Commissione).

Seguito dell'esame della mozione Iannaccone ed altri n. 1-00701 concernente iniziative in relazione alla annunciata chiusura dello stabilimento Irisbus di Flumeri (Avellino).

Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).

Lo svolgimento di interrogazioni e di interpellanze avrà luogo (salvo diversa previsione) il martedì (antimeridiana); lo svolgimento di interpellanze urgenti il giovedì o il venerdì, secondo l'andamento dei lavori.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

Per quanto riguarda la discussione del disegno di legge n. 4434 ed abbinate, l'organizzazione dei tempi sarà valutata sulla base del testo che verrà licenziato dalle Commissioni.

È stato altresì predisposto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, terzo periodo, del regolamento, il programma dei lavori per i mesi di novembre e dicembre 2011:

Novembre

Esame della proposta di legge n. 3466 ed abbinate - Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte delle regioni e degli enti locali.

Esame della mozione Della Vedova ed altri sull'attuazione dell'articolo 54 della Costituzione (in corso di presentazione).

Esame del disegno di legge n. 4566 - Delega al Governo per la riforma fiscale e assistenziale.

Esame dei disegni di legge costituzionale:

n. 4620 - Introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale (ove concluso dalla Commissione);

n. 4275 ed abbinate - Riforma del Titolo IV della Parte II della Costituzione.

Esame della mozione Damiano ed altri concernente l'accesso al trattamento previdenziale per i lavoratori in mobilità (in corso di presentazione).

Esame dei progetti di legge:

proposta di legge n. 607-A/R ed abbinata - Incentivi per favorire, nelle regioni dell'arco alpino, il reclutamento di militari volontari nei reparti delle truppe alpine;

proposta di legge n. 2094 - Definizione del processo penale nei casi di particolare tenuità del fatto;

proposta di legge n. 4534 - Istituzione della Commissione nazionale per la promozione e la protezione dei diritti umani (approvata dal Senato - ove concluso dalla Commissione);

disegno di legge n. 4567 - Delega al Governo per l'istituzione e la disciplina della Conferenza permanente dei livelli di governo.

Dicembre

Esame dei disegni di legge di stabilità e di bilancio (una volta trasmessi dal Senato).

Pag. 68

Esame dei progetti di legge:

disegno di legge n. 4623 - Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2011;

proposta di legge n. 1934 ed abbinate - Disciplina delle professioni non regolamentate;

disegno di legge n. 4399 - Misure per lo sviluppo della mobilità ciclistica (ove concluso dalla Commissione);

proposta di legge n. 841 ed abbinate - Disposizioni per l'introduzione della patente nautica a punti e del patentino nautico a punti e delega al Governo in materia di sanzioni per le violazioni commesse dai conducenti di imbarcazioni.

Nell'ambito del programma è inoltre previsto lo svolgimento di atti del sindacato ispettivo e potrà aver luogo l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Sull'ordine dei lavori (ore 19,05).

ALESSANDRA SIRAGUSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA SIRAGUSA. Signor Presidente, vorrei rendere noto all'Aula e a lei di essermi recata ieri, nel tardo pomeriggio, a visitare le navi ferme al porto di Palermo dove sono stati tenuti gli stranieri immigrati che sono stati prelevati da Lampedusa.
Ho trovato una situazione molto difficile. Si tratta di un centinaio di immigrati che bivaccano tutto il giorno nella sala bar della Moby Vincent che è la nave che normalmente effettua la tratta da Livorno a Bastia. Altri 100 immigrati sono divisi in gruppi di 50 sulla nave Audacia nella saletta delle poltrone. Sale molto piccole, quindi. Si tratta di un gran numero di persone chiuse in spazi angusti, ristretti, senza ricambio d'aria, alcune delle quali sono state allontanate ieri mattina dalle navi e, probabilmente, rimpatriate senza che risulti a nessuno che vi siano stati dei provvedimenti di rimpatrio.
Al di là di questo e al di là del fatto che queste persone vengono ben trattate dalle forze di polizia e dal personale di bordo, si tratta di una situazione difficile oggettivamente.
Tra gli immigrati, peraltro, risultano esserci cinque minori: Chiheb Ayari, nato il 7 dicembre del 1993; Mabrouk Rarras, nato il 9 dicembre del 1993; Osama Joj, nato l'8 novembre del 1994; Marwen Kelgi, nato il 5 marzo del 1995; Abeo Ahfidh Jonaidi, nato nel 1994. In più vi è anche una donna che vive con il marito, ma con altri 49 uomini, rinchiusi in un'unica stanza.
Per quanto sia possibile l'assistenza del personale di bordo e delle forze di polizia, si tratta di una situazione di degrado difficilissima in sé, che rischia di esplodere da un momento all'altro.
La prego, quindi, signor Presidente, non soltanto di aiutarci a verificare se si tratta, come sembra, di minori presenti sulla nave, ma anche di chiedere - è quello che faccio - di rispettare leggi, che pure non condivido, ma che prevedono delle norme di garanzia che, nel presente momento, a questi immigrati non vengono applicate.
Credo sia una situazione umanamente e civicamente intollerabile che ho creduto e credo opportuno continuare a denunciare, non soltanto in quest'Aula, ma anche fuori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

GIOVANNA MELANDRI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNA MELANDRI. Signor Presidente, ieri si è spenta in Kenya la signora degli alberi, Wangari Maathai, la prima donna africana ad ottenere, nel 2004, il Pag. 69premio Nobel per la pace. Mi sembrava giusto ricordarla anche in quest'Aula.
Molti ricordano Wangari Maathai per il suo impegno ambientalista, per quel suo Green Belt Movement che portò letteralmente migliaia di donne africane ad abbracciare gli alberi, a salvarli, a piantare oltre 40 milioni di alberi per combattere l'erosione in Africa.
Ma Wangari Maathai, che è stata più volte in Italia, non era solo un'ambientalista; la sua persistente battaglia per la democrazia, per la riforma costituzionale in Kenya, per i diritti umani, per le donne, l'hanno resa un leader incontrastato nei movimenti di sviluppo e nella ricerca della sostenibilità in Africa.
La battaglia per lo sviluppo, per la lotta contro la povertà, per la lotta contro la fame, per la democrazia e per l'empowerment delle donne era per lei un'unica battaglia, tanto che trasformò ben presto il Green belt movement, movimento appunto nato nel suo Paese d'origine, in un movimento panafricano che ha travalicato i confini del suo Paese natale, tanto da farle vincere l'Africa Prize per la lotta contro la fame e farle ottenere il prestigioso riconoscimento del premio Nobel.
Wangari Maathai si è battuta con i mezzi della lotta non violenta, contro gli abusi del Governo di Arap Moi e ha pagato per tanti anni questa sua ostinata lotta e questo suo ostinato anelito di libertà e giustizia.
In seguito, nel 2002, fu eletta nel Parlamento kenyano con una percentuale di voti altissima ed ha anche ricoperto un importante incarico di Governo con il Presidente Kibaki.
Ho avuto il grande privilegio di conoscere Wangari Maathai quando si allestiva, nel 1992, il primo Vertice mondiale della terra a Rio de Janeiro, quel World Summit di cui ricorre il prossimo anno il ventennale. Non posso dimenticare il suo sorriso ed il suo volto forte ed ispirato quando, nel febbraio del 2006, portò insieme ad altri celebri donne la bandiera olimpica, in occasione della cerimonia di apertura dei Giochi invernali di Torino.
Si è spenta una grande donna. Io credo che noi dobbiamo ricordarla e voglio concludere ricordando le sue parole, che ho attinto dal suo ultimo libro, La religione della terra, in cui spiegava come piantare gli alberi in Africa voleva dire molto più del semplice gesto: voleva dire spargere semi di tanti tipi, il primo dei quali era curare le ferite inflitte alle comunità, depredate soprattutto della loro autostima.
Nel vocabolario di Wangari Maathai troviamo spesso la parola gratitudine: gratitudine per la terra, per le donne, per il cielo che, per quanto si oscuri, cela sempre il rosa che Wangari cercava. Oggi siamo noi a dirle, con infinita gratitudine, che possa dormire laddove piove e che possa il suo messaggio continuare al di là ed oltre la sua vita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, oggi la Svimez ha presentato i dati sulla realtà del Mezzogiorno: sono dati molto gravi, preoccupanti, sulla disoccupazione, sul precariato, sulla crescita della povertà. Il Mezzogiorno non è più da considerare una realtà economica in ritardo e da recuperare, ma sta diventando un altro Paese, con una diversa qualità della cittadinanza e del futuro.
Il percorso di convergenza, che è stato la speranza del XX secolo - si sono battute tante generazioni di intellettuali, di politici e di cittadini - viene visto come una battuta d'arresto. Non c'è più forte quel movimento meridionalista e ci sono molte responsabilità da parte del Governo, che accetta questa secessione morbida.
Noi pensiamo che il Paese, invece, abbia bisogno di un Nord capace di trascinare complessivamente la comunità, ma anche di un Mezzogiorno che ha le carte in regola per integrarsi con il resto della comunità, che ha forze intellettuali giovani capaci di poter dare il proprio contributo per la rinascita della nostra comunità. Pag. 70
Signor Presidente, lei è meridionale: le chiedo di trasmettere al Governo, questo Governo che ha trascurato il Mezzogiorno, questa preoccupazione, e le chiedo di far venire il Governo per riferire su questa condizione gravissima che vive una parte importante del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MATTEO MECACCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO MECACCI. Signor Presidente, torno a prendere la parola in quest'Aula per cercare di portare l'attenzione dei colleghi su quanto sta nuovamente accadendo in Tibet.
Infatti, nella giornata di ieri, nonostante ci fossimo già occupati nei mesi scorsi di questa vicenda, cioè dell'assedio che circonda il monastero di Kirti, vi sono stati due teenager di circa diciotto anni che si sono nuovamente dati fuoco; si sono immolati, dicendo «lunga vita al Dalai Lama», come fece, alcuni mesi fa, un giovane monaco di venti anni, Phuntsok, che rimase, purtroppo, senza vita dopo questo episodio.
Signor Presidente, intervengo perché la risposta che abbiamo avuto dal Governo nel corso dell'atto di sindacato ispettivo, che fu presentato da oltre quaranta colleghi di tutti i gruppi, è stata insufficiente; si faceva richiamo alla necessità che vi fosse un intervento da parte dell'Unione europea.
In questi giorni e in queste settimane, si è tornati a parlare di Cina nel nostro Paese per quanto concerne le vicende economiche e, in particolare, per la crisi finanziaria che attraversiamo, ignorando una realtà: quella di un Paese che vede oppressi centinaia di milioni di persone e che, in particolare, vede la regione del Tibet essere sottoposta ad un tipo di controllo, sostanzialmente, di legge marziale e militare, che impedisce il godimento di alcune libertà civili fondamentali.
Io credo che un episodio come quello di alcuni giovani che, neanche diciottenni, si danno fuoco per chiedere il rispetto delle loro libertà, a partire dalla libertà religiosa, sia una vicenda che non può che interrogare tutti, non può che interrogare chi si occupa di politica e cerca di portare avanti la causa del rispetto dei diritti umani.
Credere che avere rapporti privilegiati dal punto di vista economico con la Cina, ignorando questi aspetti, sia una garanzia di sicurezza per il nostro Paese, è purtroppo un'illusione, perché questi Paesi, quando sono retti da questo tipo di Governi, applicano al loro interno questi modi di gestire il consenso e le relazioni tra le persone, e rischiano di fare lo stesso anche nelle relazioni internazionali.
Pertanto, signor Presidente, le chiedo di voler, quanto meno, segnalare al Governo che, in quest'Aula, qualcuno chiede che si faccia qualcosa o, comunque, di segnalare alle autorità cinesi rappresentate nel nostro Paese di intervenire. A tal riguardo, mi riservo anche di presentare atti di sindacato ispettivo al Governo (Applausi della deputata Sbai).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mecacci. Comunque, le ricordo che la strada prevista è quella del sindacato ispettivo.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor deputato Presidente, intervengo a nome del gruppo parlamentare dell'Italia dei Valori per porre alla sua attenzione e all'attenzione dell'Aula la presenza di lavoratori della FIAT di Termini Imerese, che questa mattina erano qui davanti a Montecitorio. Essi rivendicavano dei sacrosanti diritti e manifestavano per sane ragioni, perché sono circa 2 mila lavoratori, che, ormai, sono cittadini senza un futuro.
Per questa ragione, noi dell'Italia dei Valori vi abbiamo chiesto più volte che la politica, in questo momento, metta al primo posto della sua agenda le questioni del lavoro e dell'occupazione.
In questo momento, i lavoratori stessi si trovano presso il Ministero dello sviluppo Pag. 71economico. Sono stato anche lì con loro e ho registrato davvero sui volti di quegli uomini e di quelle donne la disperazione e la paura, perché ormai è una situazione insopportabile.
Nei giorni scorsi, in quest'Aula, Di Pietro ha pronunciato la frase «qui ci scappa il morto», proprio per evidenziare che vi è una forte tensione sociale nel Paese. È compito della politica non solo registrare questa situazione, ma cercare anche di dare delle soluzioni, perché lì fuori dicono che il grande assente è soprattutto la politica.
Questo vogliamo portare all'attenzione di quest'Aula, che è il più alto consesso della Repubblica italiana, dove dovrebbe esservi il massimo della politica. Tuttavia, non solo questo, signor Presidente: poiché abbiamo sentito in questi giorni che il Presidente Berlusconi sta mettendo a regime un piano per lo sviluppo e per la crescita, le rinnovo la richiesta che si faccia interprete e portavoce, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, del fatto che noi chiediamo, come ho già fatto precedentemente per Irisbus, di incontrare il Presidente Berlusconi, la Presidenza del Consiglio. Noi riteniamo infatti che Berlusconi debba governare e debba fare il Presidente del Consiglio a tempo pieno.
Ecco perché, noi dell'Italia dei Valori, cerchiamo di stare sul pezzo, di stare sul territorio, soprattutto per riuscire ad interpretare le esigenze che provengono oggi dai cittadini, le domande che ci vengono poste dai cittadini. Noi dobbiamo fornire anche delle risposte perché vogliamo avere una funzione attiva ed utile nella politica; così vuole muoversi Italia dei Valori. Noi riteniamo che oggi la politica davvero non stia facendo bene il suo mestiere ma soprattutto i partiti non stiano lavorando nell'interesse del Paese e soprattutto il Governo sia il grande assente. A noi manca una politica industriale in questo Paese; per quanto riguarda Termini Imerese, ad esempio, vi sono alcuni imprenditori che erano stati coinvolti per poter dare continuità di lavoro ai duemila lavoratori che sono in Sicilia; ebbene, tra questi imprenditori c'era anche Di Risio, un imprenditore che è stato individuato anche per rilevare un'azienda, sempre della FIAT, in provincia di Avellino: l'Irisbus. Ebbene, questi sembrano più «prenditori» che imprenditori, perché si avviano a portare a rottamazione queste industrie, questi stabilimenti e quindi il lavoro di questi italiani e di queste italiane. Non abbiamo bisogno di questo tipo di scelte industriali, noi, invece, vogliamo mantenere in piedi quelle industrie manifatturiere di cui il Paese ha bisogno perché in Italia abbiamo bisogno, e mi avvio a concludere signor Presidente, di industrie che producono e queste sono aziende che hanno produttività.
Rinnovo l'attenzione dell'Aula ma rinnovo anche la richiesta, se è possibile, di incontrare il Presidente del Consiglio perché avevamo anche avuto la sua disponibilità; aveva detto infatti di voler incontrare il Parlamento e i parlamentari e di voler venire più spesso qui in Parlamento. Noi lo auspichiamo perché in questo momento è dovere preciso della politica dare risposte sui temi del lavoro e dell'occupazione. Termini Imerese è una piaga grave per il nostro Paese, piaga cui dobbiamo dare oggi risposte e a cui dobbiamo trovare un rimedio (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 28 settembre 2011, alle 9:

1. - Informativa urgente del Governo sui recenti disordini verificatisi nell'isola di Lampedusa.

(ore 10)

2. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Delega al Governo per il riassetto della normativa in materia di sperimentazione clinica e per la riforma degli ordini delle professioni sanitarie, nonché disposizioni in materia sanitaria (C. 4274-A).
- Relatore: De Nichilo Rizzoli.

Pag. 72

3. - Seguito della discussione delle mozioni Di Pietro ed altri n. 1-00391, Tempestini ed altri n. 1-00621, Pezzotta ed altri n. 1-00623, Antonione, Dozzo, Sardelli ed altri n. 1-00625, Pisicchio ed altri n. 1-00629 e Di Biagio e Della Vedova n. 1-00712 concernenti iniziative per garantire la trasparenza delle informazioni relative all'aiuto pubblico allo sviluppo.

4. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
BITONCI ed altri; CERONI ed altri; VANNUCCI ed altri: Disposizioni concernenti la ripartizione della quota dell'otto per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche devoluta alla diretta gestione statale (C. 3261-3263-3299-A).
- Relatore: Ceroni.

5. - Seguito della discussione delle mozioni Garavini ed altri n. 1-00655, Di Biagio ed altri n. 1-00663, Zacchera ed altri n. 1-00672, Tassone ed altri n. 1-00716, Leoluca Orlando ed altri n. 1-00717 e Mosella ed altri n. 1-00718 concernenti iniziative relative alle procedure per il voto degli italiani all'estero, alla luce delle vicende delle ultime consultazioni referendarie.

6. - Seguito della discussione del disegno di legge (previo esame e votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità e della questione pregiudiziale di merito presentate):
Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica della disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (C. 1415-C).
- Relatore: Bongiorno.

7. - Seguito della discussione della proposta di legge:
VIETTI e RAO: Disposizioni in materia di attribuzione delle funzioni ai magistrati ordinari al termine del tirocinio (C. 2984-A).

e delle abbinate proposte di legge: FERRANTI ed altri; PALOMBA (C. 3046-4619).
- Relatore: Rao.

8. - Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale:
Modifiche agli articoli 41, 45, 97 e 118, comma quarto, della Costituzione (C. 4144-A).

e delle abbinate proposte di legge costituzionali: VIGNALI ed altri; VIGNALI ed altri; BELTRANDI ed altri; MANTINI ed altri (C. 3039-3054-3967-4328).
- Relatore: Bruno.

9. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1474 - Ratifica ed esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi con annessi, fatta a Salisburgo il 7 novembre 1991 (Approvato dal Senato) (C. 2451-A).

e delle abbinate proposte di legge: ZELLER ed altri; FRONER (C. 12-1298).
- Relatore: Dozzo.

(ore 15)

10. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

(ore 16)

11. - Discussione della mozione Franceschini ed altri n. 1-00694, presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, onorevole Francesco Saverio Romano.

La seduta termina alle 19,25.

Pag. 73

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Ddl n. 4274 - Sperimentazione clinica e riforma ordini professioni sanitarie

Seguito dell'esame: 8 ore e 30 minuti (*).

Relatore 25 minuti
Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora e 13 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 17 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 9 minuti
Partito Democratico 1 ora e 18 minuti
Lega Nord Padania 34 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 30 minuti
Popolo e Territorio 28 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 27 minuti
Italia dei Valori 26 minuti
Misto: 25 minuti
Alleanza per l'Italia 7 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 6 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti
Repubblicani - Azionisti 4 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 27 settembre 2011.

Pag. 74

Mozione n. 1-00391 e abb. - Trasparenza informazioni aiuto pubblico allo sviluppo

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 2 minuti
Partito Democratico 59 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 24 minuti
Popolo e Territorio 23 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 20 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani - Azionisti 3 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 18 aprile 2011.

Pag. 75

Mozione n. 1-00655 e abb. - Voto degli italiani all'estero in relazione alle ultime consultazioni referendarie

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 2 minuti
Partito Democratico 59 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 24 minuti
Popolo e Territorio 23 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 20 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani - Azionisti 3 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 26 settembre 2011.

Pag. 76

Pdl n. 3261 e abb. - Ripartizione otto per mille gettito imposta sul reddito delle persone fisiche a diretta gestione statale

Seguito dell'esame: 6 ore e 30 minuti.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 57 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 13 minuti
Popolo della Libertà 59 minuti
Partito Democratico 56 minuti
Lega Nord Padania 28 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 24 minuti
Popolo e Territorio 23 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 20 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani - Azionisti 3 minuti
Pag. 77

Ddl n. 1415-B - Intercettazioni telefoniche

Tempo complessivo: 21 ore, di cui:

  • discussione generale: 7 ore (*);
  • seguito dell'esame: 14 ore.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 30 minuti
Governo 20 minuti 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   2 ore
Interventi a titolo personale 23 minuti 2 ore e 2 minuti (con il limite massimo di 21 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 47 minuti 8 ore e 48 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 14 minuti 1 ora e 55 minuti
Partito Democratico 1 ora e 8 minuti 2 ore e 8 minuti
Lega Nord Padania 40 minuti 57 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 37 minuti 50 minuti
Popolo e Territorio 30 minuti 46 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 30 minuti 46 minuti
Italia dei Valori 34 minuti 44 minuti
Misto: 34 minuti 42 minuti
Alleanza per l'Italia 9 minuti 12 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 7 minuti 9 minuti
Liberal Democratici - MAIE 6 minuti 7 minuti
Minoranze linguistiche 6 minuti 7 minuti
Repubblicani - Azionisti 6 minuti 7 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 30 luglio 2010.

Pag. 78

Pdl n. 2984 e abb. - Funzioni magistrati ordinari al termine del tirocinio

Seguito dell'esame: 6 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 55 minuti (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 5 minuti
Popolo della Libertà 58 minuti
Partito Democratico 55 minuti
Lega Nord Padania 27 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 23 minuti
Popolo e Territorio 22 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 21 minuti
Italia dei Valori 20 minuti
Misto: 19 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 4 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani - Azionisti 3 minuti
Pag. 79

Ddl n. 4621 - Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per il 2010 e ddl n. 4622 - Assestamento del bilancio dello Stato per il 2011

Tempo complessivo: 13 ore, di cui:

  • discussione generale congiunta: 7 ore;
  • seguito dell'esame: 6 ore.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 15 minuti 15 minuti
Governo 15 minuti 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 10 minuti (con il limite massimo di 16 minuti per ciascun deputato) 58 minuti (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 10 minuti 4 ore e 12 minuti
Popolo della Libertà 55 minuti 56 minuti
Partito Democratico 53 minuti 1 ora e 1 minuto
Lega Nord Padania 37 minuti 27 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 34 minuti 24 minuti
Popolo e Territorio 33 minuti 22 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 33 minuti 22 minuti
Italia dei Valori 33 minuti 21 minuti
Misto: 32 minuti 19 minuti
Alleanza per l'Italia 9 minuti 5 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 8 minuti 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 5 minuti 3 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 3 minuti
Repubblicani - Azionisti 5 minuti 3 minuti

Mozione n. 1-00713 e abb. - Trasporto pubblico locale

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 2 minuti
Partito Democratico 59 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 24 minuti
Popolo e Territorio 23 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 20 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani - Azionisti 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

Pag. 80

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2011

Tempo: 2 ore e 30 minuti (*).

Gruppi
Popolo della Libertà 28 minuti
Partito Democratico 27 minuti
Lega Nord Padania 18 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 16 minuti
Popolo e Territorio 16 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 16 minuti
Italia dei Valori 15 minuti
Misto: 14 minuti
Alleanza per l'Italia 5 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 3 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Repubblicani - Azionisti 2 minuti

(*) Il tempo complessivo è stato ripartito attribuendo a ciascun gruppo una quota fissa pari a 10 minuti e una quota proporzionale alla consistenza degli stessi.

Pag. 81

Pdl n. 3811 e abb. - Disposizioni per la ricostruzione in Abruzzo

Tempo complessivo: 13 ore e 30 minuti, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 7 ore e 30 minuti.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 15 minuti 20 minuti
Governo 15 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   45 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 6 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 22 minuti 4 ore e 49 minuti
Popolo della Libertà 38 minuti 1 ora e 7 minuti
Partito Democratico 38 minuti 1 ora e 5 minuti
Lega Nord Padania 32 minuti 32 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 31 minuti 27 minuti
Popolo e Territorio 31 minuti 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 31 minuti 25 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 24 minuti
Misto: 30 minuti 24 minuti
Alleanza per l'Italia 8 minuti 7 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 7 minuti 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 5 minuti 4 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 4 minuti
Repubblicani - Azionisti 5 minuti 4 minuti
Pag. 82

Ddl di ratifica nn. 4454, 4589, 4590, 4591, 4592, 4564 e 4565

Tempo complessivo: 2 ore per ciascun disegno di legge di ratifica.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 18 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 22 minuti
Popolo della Libertà 17 minuti
Partito Democratico 19 minuti
Lega Nord Padania 8 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 7 minuti
Popolo e Territorio 7 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 7 minuti
Italia dei Valori 7 minuti
Misto: 10 minuti
Alleanza per l'Italia 2 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 2 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Repubblicani - Azionisti 2 minuti
Pag. 83

Pdl n. 4207 e abb. - Partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva

Tempo complessivo: 12 ore, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 6 ore.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 15 minuti 15 minuti
Governo 15 minuti 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   20 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 55 minuti (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 22 minuti 4 ore e 5 minuti
Popolo della Libertà 38 minuti 58 minuti
Partito Democratico 38 minuti 55 minuti
Lega Nord Padania 32 minuti 27 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 31 minuti 23 minuti
Popolo e Territorio 31 minuti 22 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 31 minuti 21 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 20 minuti
Misto: 30 minuti 19 minuti
Alleanza per l'Italia 8 minuti 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 7 minuti 4 minuti
Liberal Democratici - MAIE 5 minuti 3 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 3 minuti
Repubblicani - Azionisti 5 minuti 3 minuti

Ddl cost. n. 4144 e abb. - Modifiche articoli 41, 97 e 118, comma quarto, della Costituzione

Seguito dell'esame: 12 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 50 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 56 minuti (con il limite massimo di 20 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 8 ore e 24 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 48 minuti
Partito Democratico 2 ora e 2 minuti
Lega Nord Padania 55 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 48 minuti
Popolo e Territorio 45 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 43 minuti
Italia dei Valori 42 minuti
Misto: 41 minuti
Alleanza per l'Italia 11 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 9 minuti
Liberal Democratici - MAIE 7 minuti
Minoranze linguistiche 7 minuti
Repubblicani - Azionisti 7 minuti
Pag. 84

Ddl n. 2451 e abb. - Ratifica Convenzione protezione Alpi

Tempo complessivo: 4 ore (*).

Relatore 10 minuti
Governo 10 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 10 minuti
Interventi a titolo personale 37 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 2 ore e 43 minuti
Popolo della Libertà 35 minuti
Partito Democratico 39 minuti
Lega Nord Padania 18 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 16 minuti
Popolo e Territorio 14 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 14 minuti
Italia dei Valori 14 minuti
Misto: 13 minuti
Alleanza per l'Italia 4 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 3 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Repubblicani - Azionisti 2 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 26 settembre 2011.

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Pdl n. 2844 e abb - Sviluppo della mobilità mediante veicoli che non producono emissioni di anidride carbonica

Tempo complessivo: 15 ore, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 9.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   20 minuti
Interventi a titolo personale 55 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 28 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 15 minuti 6 ore e 22 minuti
Popolo della Libertà 35 minuti 1 ora e 30 minuti
Partito Democratico 35 minuti 1 ora e 26 minuti
Lega Nord Padania 31 minuti 42 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 31 minuti 36 minuti
Popolo e Territorio 31 minuti 34 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 31 minuti 33 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 31 minuti
Misto: 30 minuti 30 minuti
Alleanza per l'Italia 8 minuti 8 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 7 minuti 7 minuti
Liberal Democratici - MAIE 5 minuti 5 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 5 minuti
Repubblicani - Azionisti 5 minuti 5 minuti
Pag. 86

Mozione n. 1-00714 - Adeguato risarcimento a favore delle persone che hanno subito danni da incidenti stradali

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 2 minuti
Partito Democratico 59 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 24 minuti
Popolo e Territorio 23 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 20 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani - Azionisti 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 87

Pdl n. 627 e abb. - Divieto di indossare indumenti o utilizzare altri mezzi che impediscono il riconoscimento personale

Discussione generale: 6 ore.

Relatore 15 minuti
Governo 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 22 minuti
Popolo della Libertà 38 minuti
Partito Democratico 38 minuti
Lega Nord Padania 32 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 31 minuti
Popolo e Territorio 31 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 31 minuti
Italia dei Valori 31 minuti
Misto: 30 minuti
Alleanza per l'Italia 8 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 7 minuti
Liberal Democratici - MAIE 5 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti
Repubblicani - Azionisti 5 minuti
Pag. 88

Pdl n. 3572 - Trasferimento a Milano della CONSOB e dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato

Tempo complessivo: 14 ore, di cui:

  • discussione generale: 6 ore e 30 minuti;
  • seguito dell'esame: 7 ore e 30 minuti.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 30 minuti
Governo 20 minuti 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 2 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 5 minuti (con il limite massimo di 11 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 38 minuti 4 ore e 45 minuti
Popolo della Libertà 44 minuti 1 ora e 6 minuti
Partito Democratico 43 minuti 1 ora e 3 minuti
Lega Nord Padania 34 minuti 32 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 32 minuti 27 minuti
Popolo e Territorio 32 minuti 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 32 minuti 25 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 24 minuti
Misto: 30 minuti 23 minuti
Alleanza per l'Italia 8 minuti 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 7 minuti 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 5 minuti 4 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 4 minuti
Repubblicani - Azionisti 5 minuti 4 minuti

Mozione n. 1-00701 - Chiusura stabilimento Irisbus di Flumeri
Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 2 minuti
Partito Democratico 59 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 24 minuti
Popolo e Territorio 23 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 20 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani - Azionisti 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 4274-A - em. 1.1 523 522 1 262 522 42 Appr.
2 Nom. em. 1.2 521 520 1 261 520 42 Appr.
3 Nom. em. 1.34 rif. 525 524 1 263 524 41 Appr.
4 Nom. em. 1.30 528 527 1 264 526 1 40 Appr.
5 Nom. em. 1.31 rif. 530 318 212 160 318 40 Appr.
6 Nom. em. 1.35 rif. 529 516 13 259 516 40 Appr.
7 Nom. em. 1.33 526 524 2 263 524 40 Appr.
8 Nom. em. 1.36 526 525 1 263 524 1 40 Appr.
9 Nom. em. 1.7 532 471 61 236 213 258 36 Resp.
10 Nom. articolo 1 520 311 209 156 304 7 37 Appr.
11 Nom. articolo agg. 1.0100 rif. 520 328 192 165 327 1 37 Appr.
12 Nom. articolo 2 521 312 209 157 311 1 37 Appr.
13 Nom. em. 3.30 522 518 4 260 196 322 37 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 3.100 524 517 7 259 516 1 36 Appr.
15 Nom. articolo 3 522 324 198 163 314 10 36 Appr.
16 Nom. articolo 4 538 344 194 173 334 10 35 Appr.
17 Nom. articolo 5 533 517 16 259 517 35 Appr.
18 Nom. em. 6.32 518 515 3 258 17 498 35 Resp.
19 Nom. em. 6.33 522 520 2 261 10 510 35 Resp.
20 Nom. em. 6.37 rif. 529 528 1 265 526 2 35 Appr.
21 Nom. em. 6.31 532 324 208 163 311 13 34 Appr.
22 Nom. em. 6.38 535 335 200 168 334 1 34 Appr.
23 Nom. em. 6.39 rif. 533 527 6 264 527 34 Appr.
24 Nom. em. 6.41 rif. 534 533 1 267 533 34 Appr.
25 Nom. em. 6.42 515 513 2 257 513 34 Appr.
26 Nom. em. 6.44 532 532 267 273 259 32 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 6.100 535 528 7 265 527 1 32 Appr.
28 Nom. articolo 6 533 336 197 169 308 28 32 Appr.
29 Nom. em. 7.31 531 515 16 258 514 1 32 Appr.
30 Nom. em. 7.32 534 524 10 263 523 1 32 Appr.
31 Nom. articolo 7 531 527 4 264 520 7 32 Appr.
32 Nom. articolo 8 510 508 2 255 508 32 Appr.
33 Nom. em. 9.31 516 514 2 258 214 300 32 Resp.
34 Nom. em. 9.2 rif. 511 510 1 256 506 4 32 Appr.
35 Nom. em. 9.8 516 515 1 258 507 8 32 Appr.
36 Nom. em. 9.30 517 516 1 259 516 32 Appr.
37 Nom. em. 9.6 rif. 519 513 6 257 512 1 32 Appr.
38 Nom. em. 9.32 rif. 519 515 4 258 514 1 32 Appr.
39 Nom. articolo 9 516 331 185 166 325 6 32 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 41)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo agg. 9.030 513 496 17 249 491 5 32 Appr.
41 Nom. articolo 10 516 512 4 257 506 6 32 Appr.