Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute >>

XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 521 di martedì 20 settembre 2011

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

La seduta comincia alle 12,05.

GIUSEPPE FALLICA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 15 settembre 2011.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bindi, Bratti, Brugger, Castiello, Cesario, Cirielli, Dal Lago, Donadi, Fava, Graziano, Jannone, Libè, Lo Monte, Lombardo, Melchiorre, Migliavacca, Milanato, Mura, Nucara, Pecorella, Paolo Russo, Stucchi, Tabacci e Volpi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori (ore 12,08).

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, in quest'Aula ci siamo occupati nelle ultime settimane, comprensibilmente, della drammatica crisi economico-finanziaria internazionale e del fatto che questa crisi investa con particolare virulenza il nostro Paese. La notizia di questa mattina è che l'agenzia di rating Standard & Poor's ha tagliato il rating, e quindi il giudizio sulla qualità e l'affidabilità del nostro debito pubblico a breve e lungo termine, con un'outlook, e quindi una prospettiva, negativa.
Per alcuni aspetti era un intervento atteso, ma la cosa che mi preoccupa è la valutazione che di questo atto dell'agenzia di rating Standard & Poor's ha inteso dare il Governo con una nota ufficiale di Palazzo Chigi che giudico allarmante, avendo il Governo deciso di intervenire per stigmatizzare la valutazione di Standard & Poor's che sembrerebbe - recita la nota - dettata più dai retroscena quotidiani che dalla realtà delle cose e appare viziata da considerazioni politiche. Si dice poi che il Governo sta predisponendo misure a favore della crescita con un'enfasi che lascerebbe pensare che, invece, nei tre anni e mezzo di legislatura il Governo non abbia lavorato per predisporre misure per favorire la crescita ma abbia fatto altro. Temo che in realtà il giudizio debba essere questo.
Tuttavia, la cosa strana è che contemporaneamente, mentre da Palazzo Chigi usciva questa nota di fuoco, perché dal punto di vista diplomatico di questo si tratta, in modo più misurato, e peraltro mi sembra più intelligente, dal Tesoro il commento è stato che si trattava di una decisione scontata e attesa. Io, signor Presidente, vorrei chiederle, per il tramite della Presidenza della Camera, di sollecitare il Governo a venire in Aula, possibilmente il Presidente del Consiglio, a dare conto della valutazione che attraverso il Pag. 2comunicato di oggi sull'intervento di Standard & Poor's il Governo - e concludo velocemente - dà della situazione. Infatti, credo che in una fase del genere il Governo debba mantenere un canale di comunicazione continuamente aperto con il Parlamento, non è che ci possiamo rivedere per la prossima finanziaria.
Alle accuse che ho sentito da parte di colleghi deputati relative al fatto che sarebbe colpa della politica dell'opposizione, ricordo che l'opposizione ha consentito un'approvazione celere delle manovre; ricordo che un'altra agenzia di rating, Moody's, che pure non ha ancora tagliato il rating del debito, ha fatto delle valutazioni puntuali; ricordo che nella nota di Standard & Poor's non ci sono fumisterie politiche, ma ci sono obiezioni specifiche rispetto alla tenuta dell'ultima manovra che abbiamo approvato e obiezioni sul fatto che i 60 miliardi di euro di risparmi potrebbero non essere realizzati e ci sono elencati i motivi: l'economia che si indebolisce, abbiamo visto i dati sulla crescita; il peso delle entrate, che potrebbe deprimere ulteriormente la crescita anche qualora tutti i dati sull'evasione venissero confermati, e già questo è un esercizio di ottimismo forse esagerato per i tempi; poi, perché aumentano i tassi di interesse.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Della Vedova.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Quindi, qui il rischio - e chiudo, signor Presidente - è che il Governo che guida un Paese che ha la febbre a 40 e forse anche a 41 finisca per prendersela con il termometro. Questa è una cosa che non possiamo accettare e che è rischiosissima. Venga il Governo in Aula (i tempi richiedono un canale di comunicazione continuo con il Parlamento) a riferire innanzitutto qual è la posizione: quella del Tesoro (notizia attesa) o quella di Palazzo Chigi (una sorta di complotto istigato dalle opposizioni e dalla magistratura) (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori)?

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, questa mattina un noto telegiornale nazionale riportava la notizia della drammatica situazione dei prigionieri sequestrati della Savina Caylyn in Somalia. Si tratta di una vicenda già riportata in quest'Aula e più volte è stato richiamato l'impegno del Governo a cercare di fare qualcosa e comunque a spiegare che cosa sta facendo, se sta facendo qualcosa.
La notizia di questa mattina è stata richiamata per la drammaticità di una telefonata che è stata ricevuta da Adriano Bon, padre di uno dei sequestrati Eugenio Bon, la scorsa settimana e per la quale personalmente feci già un intervento, stante la drammaticità della situazione, per sollecitare il Governo. Finalmente anche i media, dopo una mobilitazione pari a zero e un silenzio assoluto, hanno ripreso questo fatto.
Si dice che si richiede che venga pagato il riscatto per salvare la vita di cinque italiani più altre persone, per il fatto che esattamente questa persona non sente più le gambe e sono soggetti a torture. Di fronte a questa drammatica situazione, credo che il Governo non possa, come ha fatto fino ad ora, tenere questo silenzio con questa incomprensibile situazione per cui alcuni familiari vanno alla Farnesina e altri no. Il Governo deve prendere in mano la situazione insieme agli armatori, cercare di capire se ci sono le condizioni o meno per fare qualcosa immediatamente.
Non possiamo - l'ho già detto e lo ripeto - immaginare che per questi cinque italiani (perché pochi e magari non famosi) si possa tenere un atteggiamento diverso da quello che questo Paese e questo Governo hanno giustamente tenuto a fronte di altri sequestri. È una risposta che va data immediatamente. Peraltro, ho presentato un'interrogazione il 23 maggio 2011 su questa vicenda alla quale non è stata data ancora risposta. Si tratta di un insieme di iniziative che sono state assunte, Pag. 3quanto meno da me, incontrando anche fuori Montecitorio i familiari e alle quali non è stata data nessuna risposta.
Quindi, signor Presidente, mi rivolgo a lei affinché sensibilizzi in tempi immediati il Governo al fine di una risposta che credo, come dicevo prima, queste persone meritino perché non possiamo pensare che in Italia ci siano degli italiani sequestrati di «serie A» e altri di «serie B». Abbiamo già troppe diversità, troppe «serie A» e «serie B» in questo Paese.

PRESIDENTE. Onorevole Compagnon, la Presidenza provvederà a portare a conoscenza del Ministro degli affari esteri questa sua domanda, così come ovviamente provvederemo a portare a conoscenza del Capo del Governo la richiesta dell'onorevole Della Vedova.

RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, non perché non tenga in debito conto quanto ha detto poc'anzi il collega Compagnon, ma personalmente occupandomi da sempre di questioni finanziarie economiche come lei ben sa, vorrei ritornare sulla decisione che Standard & Poor's ha preso nei confronti del rating del nostro Paese, abbassando ulteriormente la quotazione della nostra solvibilità rispetto ai titoli sovrani.
Voglio ricordare al Governo, per tramite suo, ma anche dei rappresentanti del medesimo qui presenti, che nei prossimi due anni andranno a scadere qualcosa come 500 miliardi di euro sui 1.912 che compongono il debito italiano.
Stiamo correndo speditamente verso i 2 mila miliardi che arriveranno, purtroppo, molto presto. Ma già solo entro la fine di quest'anno saranno oltre 80 i miliardi in scadenza e, come sa, l'ultima asta, quella del 12 settembre, non è andata meglio né molto bene. Un ulteriore abbassamento del rating da parte anche dell'altra agenzia, Moody's, già preannunciato ma che ha voluto ritardare per non infierire, si potrebbe dire così, è atteso ai primi di ottobre e significherebbe sostanzialmente questo: una discesa del nostro Paese al rating Aa3, perché questo sarebbe l'abbassamento che Moody's ha in mente di fare, equivarrebbe ad una distanza con la Germania che nei momenti di crisi si tradurrebbe - leggo testualmente - «in un fisiologico spread di 150-200 punti». Ma visto che siamo già intorno ai 400 punti, lo spread volerebbe oltre i 500 punti e voglio ricordare che quella è la soglia che la Grecia aveva, non più tardi di due anni fa, quando è cominciato il percorso verso l'inferno. Il nostro debito diventerebbe insostenibile nel medio termine.
Signor Presidente, mi associo e chiedo anche io che i rappresentanti di massimo livello di questo Governo, il Presidente del Consiglio e il Ministro dell'economia e delle finanze, almeno affermino lo stesso. Questo cose erano già previste? Sono solito dire che se prevedo una cosa mi attrezzo perché ciò non accada. L'altro, invece, la smetta, una volta per tutte, di prendersela con i pubblici ministeri, la magistratura, le opposizioni e i complotti internazionali - non solo delle agenzie di rating - ma se la prenda con se stesso.
Per intanto, vengano entrambi qui e ci dicano per davvero come stanno le cose, perché questa è la sede. Non possiamo solo, come Camera dei deputati, tutte le volte con il voto di fiducia ratificare quello che il Governo ha adottato con difficoltà nello spazio di un mese, come è successo con la manovra bis, mentre poi, per questioni di numeri, quelle manovre vanno in prima lettura - l'unica vera lettura - al Senato della Repubblica.
Credo, come già previsto da qualcuno in quest'Aula - e io tra questi, ahimè - ma anche da chi ha più competenza di me, che dovremo assumere un'altra manovra, probabilmente della stessa portata, sempre rispetto al debito sovrano, entro Natale e sarà davvero un inferno ma gelido. Pertanto, chiedo per suo tramite davvero che vengano in questa sede e che ci dicano come stanno le cose e, soprattutto, poi se ne vadano.

Pag. 4

Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 12,18).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

(Iniziative per garantire risorse e un'adeguata pianta organica presso il carcere di Reggio Emilia - n. 3-00211)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Giacomo Caliendo, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Barbieri n. 3-00211, concernente iniziative per garantire risorse e un'adeguata pianta organica presso il carcere di Reggio Emilia (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, con riferimento all'interrogazione dell'onorevole Barbieri posso riferire quanto segue, sulla base delle notizie acquisite tramite il procuratore della Repubblica di Reggio Emilia e il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.
In data 2 agosto 2008 evadeva, dal reparto di malattie infettive dell'ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, il detenuto rumeno Todirascu Neculai, lì ricoverato dal 24 luglio 2008. La sua posizione giuridica, in quel momento, era quella di appellante avverso una sentenza di condanna per il reato di tentato furto aggravato, con fine pena fissata per l'11 novembre 2008.
Il 18 agosto 2008 il Todirascu veniva arrestato dalla questura di Parma per il delitto di rapina aggravata e, in data 17 settembre 2008, allo stesso era nuovamente applicata la misura cautelare della custodia in carcere in relazione all'evasione avvenuta il precedente 2 agosto.
Il procuratore della Repubblica di Reggio Emilia ha al riguardo precisato che per l'evasione dal luogo di cura, ove era temporaneamente custodito, il Todirascu è stato condannato con sentenza emessa a seguito di giudizio abbreviato, divenuta definitiva il 25 marzo 2010, alla pena di mesi sei di reclusione.
Quanto poi al delitto di rapina, commesso nel periodo in cui si era volontariamente sottratto alla custodia, lo stesso è stato condannato dal tribunale di Parma alla pena di anni tre di reclusione ed euro 1.150 di multa, con sentenza divenuta irrevocabile il 30 aprile 2009.
Relativamente alle circostanze che hanno consentito l'evasione del detenuto, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha precisato, a correzione di quanto riferito al quotidiano Il Resto del Carlino da un rappresentante dell'organizzazione sindacale SAPPE, che l'organizzazione del servizio di piantonamento era stata ben pianificata dal responsabile del Nucleo traduzioni e piantonamenti. Questi, infatti, nel caso di specie, aveva disposto l'invio di due unità di polizia penitenziaria (e non di una, come riportato nell'interrogazione), cui era stato affidato il compito di effettuare una bonifica del luogo di ricovero, di verificare la corretta chiusura di tutte le vie di accesso alla camera di degenza e di presidiare due distinti posti di servizio, considerata la particolarità del reparto di malattie infettive, che non consente la sorveglianza all'interno delle stanze.
Ciò premesso, dagli accertamenti svolti è emerso che l'unità più elevata in grado, modificando arbitrariamente le disposizioni ricevute, abbandonava il posto di servizio affidato alla sua responsabilità per recarsi alla mensa unitamente al collega che aveva invece ricevuto apposita sostituzione. È stata così lasciata sola a piantonare il detenuto l'unità che, inviata per dare il cambio ad uno solo dei due colleghi, non si è dimostrata all'altezza del compito, agevolando la fuga del Todirascu con il suo comportamento negligente.
La questione, visti gli evidenti profili di responsabilità in capo al personale, è stata sottoposta all'attenzione della competente direzione generale del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria per le valutazioni di natura disciplinare, fermo restando che degli esiti degli accertamenti Pag. 5esperiti è stata informata anche la locale procura della Repubblica, la quale, tuttavia, non ha ravvisato elementi di responsabilità penale nei confronti degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria coinvolti nella vicenda.
Sotto il profilo amministrativo, invece, la citata direzione ha individuato profili di responsabilità disciplinare in capo a due appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria in servizio di piantonamento, sanzionati con la deplorazione in data 1o giugno 2009.
In linea più generale, va precisato che presso l'ospedale di Santa Maria Nuova vi sono due reparti detentivi ospedalieri per un totale di sei posti letto, dotati di vetri blindati alle finestre e porte di sicurezza non accessibili per altri degenti, mentre deve rammentarsi che tutti gli aspetti organizzativi relativi all'assistenza sanitaria dei detenuti devono essere oggetto di specifico accordo fra le aziende sanitarie di riferimento e l'amministrazione penitenziaria, così come previsto dall'Accordo Stato-Regioni del 20 novembre 2008, in attuazione dell'articolo 7 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'1 aprile 2008.
Infine, con specifico riferimento alla situazione operativa dell'istituto di Reggio Emilia e, in particolare, a quella del personale in servizio presso l'istituto in questione, si rappresenta che sono 105 le unità di polizia penitenziaria maschile presenti, a fronte di una previsione organica di 119 unità, con una percentuale di carenza del personale del ruolo agenti/assistenti del 12 per cento, mentre la popolazione detenuta presso lo stesso istituto è pari a 312 unità e, di esse, 303 sono uomini e 9 sono donne.
Per quanto riguarda, in particolare, la sezione femminile dell'istituto di Reggio Emilia, la cosiddetta sezione Z, deve segnalarsi che questa è operativa dal mese di novembre del 2010, anche se già in precedenza il provveditore regionale aveva consentito l'utilizzo temporaneo della sezione per ospitare i detenuti in soprannumero. Proprio al fine di fronteggiare le esigenze della nuova sezione, il contingente femminile di polizia penitenziaria è stato incrementato di complessive dieci unità, di cui sei assegnate a chiusura del 161o corso per agenti di polizia penitenziaria, in concomitanza dell'apertura della sezione Z, mentre le restanti quattro sono state assegnate nel corso di quest'anno a seguito di apposito interpello straordinario emanato proprio per le esigenze di servizio della suddetta sezione femminile. Allo stato, a fronte di una previsione organica di ventitré unità femminili di polizia penitenziaria, sono presenti, al netto dei provvedimenti di distacco in entrata e in uscita, ventuno unità, diciannove delle quali sono impiegate nella sezione Z.
Tale situazione organica, rapportata ad altre realtà penitenziarie, anche se può far registrare delle difficoltà gestionali a causa dell'elevata presenza di detenuti, non può definirsi critica.
Al riguardo, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha precisato che non risulta possibile assumere ulteriori provvedimenti di sostegno, anche se la situazione operativa dell'istituto di Reggio Emilia è tenuta in evidenza. È da considerare, infatti, che il sovraffollamento in ambito carcerario che, purtroppo, caratterizza la maggior parte degli istituti del Paese, è comunque alla costante attenzione del Dipartimento che interviene, sia a livello regionale che centrale, con periodici interventi deflattivi tesi a distribuire negli spazi disponibili la popolazione detenuta tenendo conto, nei limiti del possibile, delle legittime aspirazioni dei reclusi, delle loro condizioni di salute e del rispetto del più generale principio della territorialità della pena.

PRESIDENTE. L'onorevole Barbieri ha facoltà di replicare.

EMERENZIO BARBIERI. Signor Presidente, devo dire che la risposta del sottosegretario Caliendo è per alcuni versi soddisfacente, nel senso che inquadra la carenza di personale nel più generale contesto del nostro Paese. Egli dice, quindi, che Reggio Emilia non sta peggio di altre realtà. Anzi, sottosegretario, dalle Pag. 6parole che lei ha usato nel rispondere alla mia interrogazione, mi pare di capire che per alcuni aspetti sta meglio di parecchie altre situazioni. Questo può essere soddisfacente, però penso che non le sfugga che anche a Reggio Emilia la situazione è pesante, perché lei sa molto bene, avendo avuto occasione di parlarle anche in altre circostanze della nostra realtà, che accanto a queste carenze di personale ci sono anche altre carenze, direi strutturali, per quanto riguarda il carcere.
Complessivamente, Presidente Buttiglione, mi dichiaro abbastanza soddisfatto della risposta. Vorrei, però, porre un problema di metodo. Credo che non sfugga al sottosegretario Caliendo che oggi c'è questa maggioranza e questo Governo, ma non è che l'undicesimo comandamento preveda che questa maggioranza e questo Governo ci saranno per tutte le legislature a venire. Cosa accadrebbe il giorno in cui su quei banchi sedesse un'altra maggioranza politica e il Governo desse una risposta ad un'interrogazione tre anni dopo? A mio giudizio, sottosegretario Caliendo, non è accettabile che un'interrogazione del 4 novembre 2008 abbia risposta il 20 settembre 2011. Ragioniamo a parti ribaltate.
Nella precedente legislatura ero all'opposizione e quando Mussi - me ne ricordo perché mi occupavo di università - rispondeva in ritardo, alzavamo le barricate. Sottosegretario, le rivolgo una preghiera, conoscendola e sapendo che è una persona seria - ho già avuto occasione di dire in altre circostanze che la stimo - non può accadere che ci siano tre anni di ritardo nel rispondere ad un'interrogazione. Vuol dire che c'è qualcosa che non va nel suo Ministero e quindi bisogna mettere le cose a posto.

(Iniziative di competenza con riferimento ad asserite gravi anomalie nell'ambito di un procedimento giudiziario avente ad oggetto un tragico incidente stradale verificatosi a Todi (PG) - n. 3-00606)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Giacomo Caliendo, ha facoltà di rispondere all'interrogazione D'Amico n. 3-00606, concernente iniziative di competenza con riferimento ad asserite gravi anomalie nell'ambito di un procedimento giudiziario avente ad oggetto un tragico incidente stradale verificatosi a Todi (PG) (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, l'episodio riferito dall'onorevole D'Amico nell'atto di sindacato ispettivo in discussione, sebbene datato 13 luglio 2009, appare di indubbia attualità ancora oggi. Siamo di fronte, infatti, all'ennesimo incidente stradale in cui ha trovato la morte un giovane di nemmeno diciotto anni e le cui dinamiche, complicate dallo stato di ebbrezza di uno dei due conducenti, devono essere attentamente vagliate ai fini dell'accertamento delle conseguenti responsabilità penali. Comunico subito che il procedimento penale iscritto dalla procura di Perugia nei confronti del conducente dell'autovettura coinvolto nel sinistro ha portato alla contestazione nei riguardi di quest'ultimo dei reati di guida senza patente ed in stato di ebbrezza, oltre che di omicidio colposo ai sensi dell'articolo 589 del codice penale.
La responsabilità penale dell'imputato è attualmente al vaglio della magistratura giudicante perugina, la quale ha indicato l'udienza del 6 ottobre 2011 per la prosecuzione dell'istruttoria dibattimentale, avviata il 10 febbraio 2011.
È evidente, quindi, che la giustizia sta seguendo regolarmente il suo corso e che la fase preliminare dell'indagine deputata all'acquisizione degli indizi probatori si è funzionalmente esaurita con l'instaurarsi del giudizio dibattimentale.
Ovviamente, i dati sin qui riportati sono stati acquisiti dai competenti dipartimenti di questo Ministero, i quali - tengono a sottolinearlo - già all'indomani della presentazione dell'interrogazione dell'onorevole D'Amico si sono adoperati per appurare la legittimità dell'operato della magistratura procedente, soprattutto sotto il profilo specifico della mancata Pag. 7richiesta di convalida, da parte del sostituto procuratore, del provvedimento restrittivo applicato all'indagato. Ebbene, dalle verifiche disposte sugli atti procedurali, in primis il provvedimento di scarcerazione disposto dal pubblico ministero competente, è emerso che l'operato di quest'ultimo è stato rigoroso e consequenziale alle risultanze fattuali, risultando, peraltro, rispettoso delle norme vigenti.
Il provvedimento in questione è stato, infatti, motivato dal magistrato inquirente sulla base dei primi accertamenti, dovendosi dare atto, conformemente alla relazione degli operanti intervenuti sul luogo del sinistro, che l'indagato non si era dato alla fuga e che, nell'immediatezza del fatto, sussistevano ampi margini di incertezza circa l'effettiva responsabilità del medesimo in ordine all'ipotesi di omicidio colposo.
L'indagato, infatti, pur se astrattamente perseguibile per la condotta colposa di guida senza patente ed in stato di ebbrezza, in quanto risultato privo di abilitazione alla guida e positivo all'alcol test, non appariva in rapporto di reale causalità con la morte del minore, dal momento che proprio la vittima, nell'affrontare una curva, aveva improvvisamente invaso la corsia di marcia opposta alla propria.
Agli aspetti motivazionali evidenziati deve, peraltro, essere aggiunto anche il dato normativo testuale in base al quale non è consentito l'arresto in flagranza né per il reato di guida senza patente, né per quella in stato di ebbrezza.
A riprova, inoltre, del legittimo operare della predetta autorità giudiziaria, segnalo anche la previsione di cui all'articolo 189 del codice della strada, secondo la quale il conducente che si sia fermato mettendosi immediatamente a disposizione degli organi di polizia giudiziaria non è soggetto all'arresto stabilito per il caso di flagranza di reato, quando dall'incidente derivi il delitto di omicidio colposo o di lesioni personali colpose.

PRESIDENTE. L'onorevole D'Amico ha facoltà di replicare.

CLAUDIO D'AMICO. Signor sottosegretario, ho ascoltato la sua risposta. Devo dire che è difficile per un parlamentare di maggioranza dovere dire che non è completamente soddisfatto di una risposta. Lo dico davvero, di cuore. È molto difficile per me dovere dire questo, ma io non sono del tutto soddisfatto di questa risposta, anche se mi rendo conto che non è responsabilità sua o della sua parte politica l'operatività di un magistrato e gli atti che questo porta avanti.
In questo caso, devo ritornare a quel giorno del luglio 2009 nel quale accadde questo fatto tragico. Devo ricordare che, in quel caso, un ragazzo di 17 anni, Riccardo, perse la vita perché un cittadino straniero, ubriaco, alla guida di una macchina non revisionata, senza patente, superando anche il limite di velocità, come risulta appurato, lo ha investito e lo ha ucciso. Di fronte ad un fatto così grave si rimane sconcertati, senza parole, nel vedere che la persona in oggetto, l'autore di questo gravissimo fatto, è stato rimesso in libertà immediatamente.
Poi, si possono trovare tutte le scuse, perché un magistrato, quando motiva una sua decisione, conosce il lavoro che svolge e trova sempre il metodo e la motivazione corretta per giustificare una sua scelta, però, molto spesso, vi è una parte discrezionale e di interpretazione nell'applicazione delle leggi.
Io sono convinto che questa persona la si sarebbe potuta tenere agli arresti e che si sarebbe fatto un qualcosa di molto importante. In primo luogo, perché così si dà la certezza di una pena a qualcuno che commette un reato così grave, come quello di aver ucciso una persona. E tutte le colpe le ha quest'uomo, perché, quando sei ubriaco e non hai la patente, non puoi permetterti di prendere la macchina e di andare in giro come una mina, una bomba vagante, che uccide le persone che incontra per strada.
Non è quindi possibile tollerare cose di questo genere. Noi subiamo l'immigrazione di centinaia e centinaia di migliaia di persone che vengono nel nostro Paese. Se non dimostriamo a queste persone che Pag. 8qui le leggi esistono e che non ci si può permettere di venire nel nostro Paese a compiere azioni di questo tipo, noi stiamo perdendo la battaglia, la battaglia della nostra vita. Qui, infatti, mettiamo in gioco le nostre vite e le vite dei nostri ragazzi.
Ho letto una frase, scritta dai genitori di questo ragazzo, che mi ha colpito: «Il sorriso di nostro figlio Riccardo sarà sempre nella nostra mente». Sottosegretario, io invece non conoscevo questo ragazzo, quindi non posso ricordare il suo sorriso, però ricorderò sempre, per tutta la mia vita, questa situazione di mancata giustizia.
Non è possibile! Non è possibile che sia liberata immediatamente una persona che ha commesso un fatto di questo tipo. Signor sottosegretario, io dico: «attiviamoci», ed anche il Governo si attivi per evitare che succedano più eventi di questo genere. Non è possibile! Ripeto, si sarà anche fermato, non sarà scappato, ma non possiamo tollerare che una persona che uccide un ragazzo guidando un'autovettura, una persona ubriaca e senza patente, sia libera. È intollerabile, è impossibile pensare che non ci sia giustizia, perché anche se il procedimento è iniziato, siamo nel 2011 - questo è un fatto del 2009 - e questa persona è ancora tranquillamente a condurre la sua vita e nulla è cambiato nella sua vita.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole D'Amico.

CLAUDIO D'AMICO. Non è giusto, perché a fronte di un fatto così grave ci deve essere una pena. Qui stiamo perdendo la certezza della pena. Poi possiamo discutere di omicidio doloso o colposo, ma dobbiamo mettere dei paletti, perché sennò non abbiamo più la possibilità di andare avanti. Non vogliamo che il caos si instauri nelle nostre strade e nelle nostre vie e dobbiamo essere rigorosi.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole D'Amico.

CLAUDIO D'AMICO. Dobbiamo cercare di predisporre norme che prevedano che questo rigore non possa essere dimenticato.
Per ultimo devo dire quanto ha già notato il collega che mi ha preceduto nell'interrogazione precedente, l'onorevole Barbieri. Questa è un'interrogazione del 2009, il fatto è accaduto nel luglio del 2009 e siamo a settembre 2011: due anni di attesa per una risposta ad un'interrogazione su un episodio molto grave. Anche qui devo dire che c'è qualcosa che non va, perché, se un parlamentare non ha più la possibilità di avere il rapporto con il Governo e questa risposta viene dopo due anni, probabilmente bisogna affinare meglio le procedure (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

(Iniziative di competenza per favorire l'apertura ed il mantenimento delle linee di credito nei confronti delle piccole e medie imprese, anche in relazione all'accordo «Basilea 2» - n. 3-00413)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per la giustizia, Giacomo Caliendo, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Barbieri n. 3-00413, concernente iniziative di competenza per favorire l'apertura ed il mantenimento delle linee di credito nei confronti delle piccole e medie imprese, anche in relazione all'accordo «Basilea 2» (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, con l'interrogazione dell'onorevole Barbieri si chiede di assumere iniziative di sostegno al credito, in particolare per le piccole e medie imprese, anche intervenendo sul funzionamento del secondo accordo di Basilea.
Al riguardo, sentita anche la Banca d'Italia tramite il Comitato interministeriale per il credito e il risparmio, si fa presente che la regolamentazione di «Basilea 2», che ha natura vincolante per gli Stati membri, prevede un trattamento prudenziale dei rischi di credito più preciso rispetto al precedente accordo «Basilea 1», Pag. 9che avvantaggia le imprese più solide e non penalizza quelle di minori dimensioni.
La regolamentazione riserva, infatti, un trattamento di favore per le piccole e medie imprese, ipotizzando che rispetto alle grandi la loro rischiosità sia influenzata in misura minore dal ciclo economico e in misura maggiore da fattori idiosincratici.
Con riferimento all'ipotesi ventilata nel documento parlamentare di sospensione delle regole di Basilea 2, si precisa che tale misura dovrebbe, in primo luogo, essere concordata in sede internazionale. In secondo luogo, la sospensione potrebbe determinare, in alternativa: un ritorno all'applicazione della normativa precedente, con conseguente incremento dei requisiti patrimoniali e quindi un effetto depressivo sull'economia; la totale eliminazione, sia pure per un tempo limitato, dei requisiti patrimoniali, privando la vigilanza del suo principale strumento per il controllo e il contenimento di tutti i rischi cui sono esposte le banche.
Ciò non solo sarebbe in conflitto con le disposizioni del Testo unico bancario, che prevedono un sistema di regole volte, tra l'altro, ad assicurare l'adeguatezza patrimoniale delle banche e il contenimento del rischio nelle sue diverse configurazioni, ma non consentirebbe alla Banca d'Italia di intervenire in caso di deterioramento delle condizioni di stabilità delle banche. Giova comunque precisare che con l'aggravarsi della crisi si è rafforzata ulteriormente la consapevolezza della necessità di una revisione complessiva del sistema di regole e di controlli, valorizzando le opportunità introdotte da Basilea 2, i cui capisaldi normativi, specie nel campo del rischio di credito, rimangono un elemento centrale delle regole prudenziali. Gli accorgimenti tecnici previsti da Basilea 2, che rendono favorevole il trattamento prudenziale di talune esposizioni, innanzitutto quelle verso le piccole e medie imprese, con il ruolo che esse ricoprono nel finanziamento dell'economia di molti Paesi, continuano a rappresentare un importante riferimento normativo. Anche le banche devono proseguire nel rafforzare i processi di misurazione e gestione del rischio di credito, la capacità di monitorare adeguatamente le posizioni in deterioramento, l'utilizzo delle garanzie e i sistemi dei controlli interni, in modo da affinare ulteriormente la loro capacità di selezionare i progetti meritevoli e fornire il necessario supporto alla clientela, ed in particolare alle imprese.
In linea con quanto esposto il 20 luglio ultimo scorso è stata presentata una proposta di revisione delle citate regole prudenziali, Basilea 3, e nell'ambito di tali lavori il Ministero dell'economia e delle finanze sosterrà l'introduzione di norme che non pregiudichino il flusso di credito all'economia, in particolare alle piccole e medie imprese, che garantiscono, al contempo, la stabilità del sistema finanziario a tutela dei risparmiatori e dei depositanti.

PRESIDENTE. L'onorevole Barbieri ha facoltà di replicare.

EMERENZIO BARBIERI. Signor Presidente, riguardo a questa interrogazione devo ringraziare per la chiarezza della risposta il sottosegretario Caliendo ed è il primo ringraziamento. Il secondo è perché il sottosegretario Caliendo ha dato risposta ad un'interrogazione che non riguardava il Ministero di cui è sottosegretario, e quindi è da apprezzare questo sforzo che il Governo fa di venire incontro alle richieste di sindacato ispettivo dei parlamentari. Segnalo soltanto che quando un Ministero, oltre al Ministro, ha quattro sottosegretari, credo che avrebbe avuto anche la possibilità di mandare uno dei suoi sottosegretari a rispondere. Vede, sottosegretario Caliendo, la Prima Repubblica, di cui mi onoro di essere figlio, aveva tanti errori, ma su queste questioni era rigidissima: i sottosegretari competenti venivano a rispondere alle richieste di sindacato ispettivo, soprattutto quando in un Ministero ce ne sono quattro.

Pag. 10

(Chiarimenti in merito al cosiddetto progetto Civis nella città di Bologna, con particolare riferimento ai rischi per la conservazione del centro storico - n. 2-00799)

PRESIDENTE. L'onorevole Garagnani ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00799, concernente chiarimenti in merito al cosiddetto progetto Civis nella città di Bologna, con particolare riferimento ai rischi per la conservazione del centro storico (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, associandomi a quanto hanno detto i colleghi, ho avuto un trattamento privilegiato, in quanto la risposta alla mia interpellanza risente di un ritardo di un anno e mezzo circa, per cui, rispetto a due anni, credo sia già qualcosa. A parte la battuta, sollecito la Presidenza della Camera a rendersi interprete, presso il Governo, di questo stato di disagio di un parlamentare, a prescindere che appartenga alla maggioranza o alla minoranza, che, quando presenta interpellanze o comunque svolge atti di sindacato ispettivo, lo fa nell'interesse della nazione e della propria circoscrizione elettorale, ponendo all'attenzione del Governo fatti precisi che meritano una risposta.
Detto questo, ringrazio anche il sottosegretario Giro per la sua presenza. Come dicevo, l'interpellanza mantiene in parte una sua validità, anche se è superata da dichiarazioni del Ministro Matteoli che, in merito al progetto Civis, ha detto che difficilmente andrà avanti, proseguirà. A tal riguardo, ho svolto un'altra interpellanza, anzi due, recentemente. Sinceramente, pensavo che mi rispondesse su questo.
Questa parte dell'interpellanza, però - lo ripeto -, mantiene una sua validità in quanto si riferisce ai rischi che questo progetto, cosiddetto Civis, comporta per il centro storico medievale di Bologna; rischi che sono stati evidenziati da vari esperti con riferimento alla valutazione d'impatto ambientale, sottovalutati dalla soprintendenza per i beni artistici e culturali dell'Emilia Romagna e di Bologna, nonostante reiterate richieste di chiarimento da parte del sottoscritto, ed evidenziati in una conferenza stampa, alla quale ho fatto riferimento, dal presidente dell'Istituto italiano di geofisica e vulcanologia. Quest'ultimo, con una dovizia di argomentazioni tecniche, sostiene che gli edifici in centro storico, soprattutto le due torri, che sono l'emblema di Bologna, e il centro medievale, con centinaia di passaggi quotidiani - leggo testualmente -, sommati alla subsidenza, che affonda ogni anno di più l'area di via Zamboni, quella nella quale sono collocate, appunto, le due torri, per effetto del passaggio di questa grossa infrastruttura, di questa metrotranvia, rischierebbero di crollare o, comunque, avrebbero seri problemi di stabilità.
Alla luce di questo e alla luce anche del fatto che vi sono state differenti valutazioni sull'impatto ambientale, risulta all'interpellante - al sottoscritto - che la valutazione d'impatto ambientale sia stata fatta solo sulle opere preliminari e non, come prevede la legge regionale, sul progetto definitivo. Insomma, questa valutazione riguarda un progetto diverso da quello attuale, cosa confermata, poi, anche ultimamente, da una commissione d'inchiesta, che ha evidenziato tutta una serie di difetti in questo progetto, oltre - lo ripeto - l'intervento della magistratura per altri aspetti tecnici che riguardano la gara di appalto, configurando un quadro estremamente preoccupante, drammatico ed anche di violazione ripetuta delle principali disposizioni di legge, su cui credo che il Governo dovrà intervenire per altri aspetti. Ho chiesto l'intervento del Governo: in questa sede, mi limito a fare riferimento a questa parte dell'interpellanza, invitando, però, il Governo a farsi carico, nella sua globalità, del progetto in quanto tale, che è un progetto fallimentare.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Francesco Maria Giro, ha facoltà di rispondere.

Pag. 11

FRANCESCO MARIA GIRO, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, mi riferisco all'interpellanza degli onorevoli Garagnani, Mazzuca, Cazzola e Carlucci relativa al progetto Civis, ovvero al sistema di trasporto pubblico a guida vincolata su gomma, il cui passaggio al centro di Bologna rischierebbe di minare la stabilità degli edifici medievali presenti in centro città. A tale proposito, l'onorevole Garagnani cita nell'incipit del suo intervento, le affermazioni del professor Enzo Boschi in merito al danno che le due torri possono subire per effetto delle vibrazioni da traffico.
Per quanto concerne l'impatto che il passaggio del Civis potrebbe comportare sulla stabilità del patrimonio culturale interessato, la competente Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell'Emilia Romagna, che segue stabilmente, sin dal dicembre 1999, la vicenda della linea tranviaria in parola, ha acquisito ulteriori elementi conoscitivi dall'illustrazione dei risultati dello studio sugli effetti delle vibrazioni sulle due torri, effettuate dal professor Pisani, all'uopo incaricato dall'amministrazione comunale.
La ricerca, ultimata nell'autunno 2010, i cui risultati sono stati riassunti in un documento denominato «Monitoraggio delle vibrazioni dovute al traffico su Strada Maggiore e su Via San Vitale», si basa su misurazioni eseguite in varie condizioni climatiche, vento, escursioni termiche e di traffico, che hanno permesso un controllo strumentale costante e l'acquisizione di una campagna dati illustrativa dei diversi stati di sollecitazione, delle fonti e degli effetti sulle strutture.
Ebbene, gli elementi acquisiti, opportunamente valutati, hanno portato ad alcune interessanti conclusioni sulle problematiche degli effetti da vibrazione sulle torri; in particolare, le rilevazioni hanno mostrato che, in generale, la Torre degli asinelli e la Garisenda sono sottoposte a fenomeni deformativi dovuti a vibrazioni causate da diverse fonti, quali: il vento, escursioni termiche, fenomeni tellurici, traffico veicolare pesante. Lo studio del professor Pisani ha messo in luce che la quantità di vibrazioni, sia essa dovuta alle variazioni climatiche e sismiche, che al traffico pesante, raggiunge livelli non significativi ai fini della produzione di danni alle strutture.
Si segnala, al contrario, che i valori delle vibrazioni, imposti come soglia dalla normativa vigente, per gli edifici tutelati, non sono mai stati raggiunti e che l'entità delle vibrazioni massime registrate sono state inferiori ai suddetti livelli di criticità. Pertanto, nel ricordare che questo Ministero, attraverso la direzione regionale, nel corso dell'approfondita disamina del sistema Civis, ha sempre sottolineato la necessità di realizzare dissipatori di vibrazione lungo il tracciato e che, in ogni caso, è favorevole all'eliminazione o riduzione del traffico da strada Maggiore e via San Vitale, ritiene che quanto dedotto dallo studio effettuato dal comune di Bologna è elemento confortante per la tutela e la conservazione delle due torri.
Per quanto riguarda le osservazioni concernenti la valutazione di impatto ambientale (VIA) del progetto, occorre precisare che, come riferito dall'onorevole Garagnani, essa è stata richiesta, sul progetto generale dall'ente proponente, ovvero dal comune, nel 2002. Il parere reso da questa amministrazione in quella sede, in linea di massima positivo, con prescrizioni per approfondimenti progettuali, rinviava il rilascio di ulteriori pareri di competenza alla successiva progettazione esecutiva. Ed in effetti, nel 2006, in vista della conferenza di servizi conclusiva, relativa alla variante di progetto definitivo del trasporto pubblico a guida vincolata-tram su gomma (TPGV), la direzione regionale, sulla base dei pareri istruttori delle soprintendenze per i beni architettonici e per il paesaggio e per i beni archeologici, rilasciava nuovamente il proprio parere, esprimendosi «in via di massima favorevole», con ulteriori prescrizioni. E successivamente, nel 2008, la stessa direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici, nel tavolo di confronto aperto con tutte le amministrazioni interessate in fase di ulteriore progettazione esecutiva, relativa Pag. 12alle opere necessarie a minimizzare l'impatto delle opere nel contesto monumentale del centro e per restaurare, valorizzare e riqualificare ampi tratti del tessuto urbano coinvolti dall'intervento, ha espresso ulteriori pareri per stralci funzionali distinti, opponendo, in alcuni casi, il proprio diniego, come ad esempio quello espresso al progetto relativo alle opere connesse al passaggio del Civis da strada Maggiore.
La valutazione del progetto esecutivo, infatti, a seguito del parere dei comitati tecnico-scientifici, di approfondimenti nel corso di sette riunioni tra amministrazioni coinvolte e di consulenze esterne, dimostrò l'impossibilità di conciliare le esigenze di tutela e di salvaguardia di strada Maggiore con le opere connesse al passaggio del Civis, quali banchine, asfalto ed elementi accessori, in quanto esse avrebbero determinato una sostanziale perdita dei valori costitutivi dello straordinario interesse storico-artistico dell'asse viario. Concludo sottolineando che, da quanto appena riferito, appare evidente che questa amministrazione ha sempre seguito, con grande attenzione per gli aspetti di competenza, il progetto Civis e continuerà nel costante monitoraggio dell'iniziativa nei suoi eventuali, prossimi sviluppi.

PRESIDENTE. L'onorevole Garagnani ha facoltà di replicare.

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Giro, che so particolarmente attento e impegnato su queste tematiche, avendo anche conosciuto la sua cognizione e il suo interesse negli anni in cui sono stato in Commissione cultura. Tuttavia, debbo dichiarare la mia totale insoddisfazione per questa risposta, che coinvolge non il sottosegretario, ma il Governo medesimo, per come ha affrontato nel passato e per come ancora sta non affrontando il progetto Civis.
Non a caso, oggi, ci troviamo di fronte ad una dichiarazione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteoli, il quale, alla festa de l'Unità di Bologna, ha dichiarato che, a suo parere, difficilmente il progetto Civis andrà avanti, in quanto nel corso degli anni si sono riscontrate una serie di anomalie profonde: oltre l'inchiesta della magistratura, disagi veri e propri di valutazione degli organi tecnici - da ATC ad altri - che hanno evidenziato la pericolosità, per i passeggeri, per i conducenti e per il centro storico, di questo progetto.
Lamento che le mie numerose interpellanze al Governo, credo di averne presentate 12, siano rimaste sempre senza risposta e lamento anche l'abitudine, piuttosto diffusa negli organi periferici dello Stato, di mediare fin troppo nell'assunzione di determinate posizioni per timore di scontentare o l'uno o l'altro, in questo caso subendo il condizionamento degli enti locali: regione e comune di Bologna. Infatti, a parte la difficoltà di ottenere un contatto con i responsabili dei beni culturali dell'Emilia Romagna e di Bologna o di ottenere risposte esaustive, lamento innanzitutto che anche il parere di questo professore Pisani sia stato dato da un tecnico assunto dal comune di Bologna, parte in causa che in quel momento voleva difendere il progetto Civis. Di conseguenza, mi si permetta di dubitare della piena validità di questo parere o della piena obiettività.
In secondo luogo, il comune stesso di Bologna oggi non è più così certo di continuare per la parte di sua competenza, esclusiva o meno, in questo progetto in quanto, lo ha detto lo stesso sindaco Merola in varie occasioni, il progetto Civis, come dicevo all'inizio, ha evidenziato una serie di contraddizioni, di anomalie, di vere e proprie disfunzioni che credo nessuna amministrazione seria possa tranquillamente prendere in considerazione l'ipotesi di continuare nella definizione del medesimo. Non a caso ATC, che ha in carico il progetto e i tecnici di ATC stessi hanno preso le distanze, assieme ai vari sindaci che hanno avuto in carica il progetto che risale alla fine degli anni Novanta, da questo tipo di infrastruttura, ragione per cui mi ricollego a quanto detto all'inizio e lamento il ritardo nella risposta da parte del Governo; non ne faccio una Pag. 13colpa al sottosegretario Giro, ma, Presidente, è un problema di rispetto del ruolo del Parlamento e del parlamentare; fra le poche competenze che ci sono rimaste credo che quella del sindacato ispettivo sia l'unica rimasta che abbia un qualche rilievo; ci resta almeno la possibilità di interloquire con il Governo su argomenti che ci toccano da vicino e che riguardano le popolazioni dalle quali siamo stati eletti.
Detto questo, «ribadisco» il fatto stesso che oggi ci sia una presa di distanza di tutti gli enti interessati e anche del Ministero; tra l'altro, ho chiesto anche il coinvolgimento del Ministero, per la verifica di eventuali responsabilità per quanto riguarda il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, oltre che la responsabilità per danni erariali della regione Emilia Romagna e del comune di Bologna. Alla luce di questo, riconfermo la mia insoddisfazione perché purtroppo, ripeto purtroppo, i fatti mi hanno dato e mi stanno dando ragione.

(Iniziative in relazione al crollo del portale delle Mura dei francesi nel comune di Ciampino e per la salvaguardia del patrimonio archeologico e culturale dei Castelli romani - n. 3-01727)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali, Francesco Maria Giro, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Rugghia n. 3-01727, concernente iniziative in relazione al crollo del portale delle Mura dei francesi nel comune di Ciampino e per la salvaguardia del patrimonio archeologico e culturale dei Castelli romani (Vedi l'allegato A - Interpellanza e Interrogazioni).

FRANCESCO MARIA GIRO, Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, mi riferisco all'interrogazione dell'onorevole Rugghia relativa ai vari beni culturali siti nei comuni di Ciampino, Marino e Frascati. A tale proposito, preciso che la competente soprintendenza archeologica, in forza delle norme tecniche di attuazione della recente variante generale al piano regolatore del comune di Ciampino, esercita una capillare azione di tutela su tutte le nuove edificazioni sul territorio comunale i cui sedimi vengono sottoposti preventivamente ad operazioni di valutazione del rischio, prospezioni e sondaggi archeologici.
In sostanza, sono garantiti, nell'area, livelli di tutela del patrimonio archeologico paragonabili a quelli assicurati sul territorio comunale di Roma. Come posto in evidenza dall'onorevole Rugghia, i tecnici della soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, congiuntamente a tecnici del comune di Ciampino, nonché a tecnici incaricati dalla proprietà, hanno svolto un sopralluogo per un puntuale monitoraggio dello stato di conservazione del bene e per definire eventuali misure atte a garantirne la salvaguardia. Il procedimento, che presenta indubbi profili di complessità tecnica, verrà presto definito anche con l'eventuale imposizione degli interventi attuativi degli obblighi di legge a carico della proprietà.
Su tale punto mi riservo di riferire successivamente non appena il procedimento sarà concluso.
Per quanto concerne i siti nel comune di Marino, si rappresenta che la tutela dei resti del circo di Bovillae è assicurata dal decreto ministeriale 10 novembre 1967, per quanto concerne le arcate superstiti dei carceres, sia dagli strumenti di pianificazione territoriale della regione Lazio (Piano territoriale paesistico e Piano territoriale paesaggistico regionale) per le parti interrate.
Le vestigia in questione sono oggetto di continua cura e considerazione da parte della soprintendenza archeologica che sta orientando la redazione di un progetto di consolidamento e restauro dell'esistente a cura del privato proprietario.
Per i siti in comune di Frascati sono noti i livelli di tutela e attenzione di cui gode l'antica città di Tuscolo, grazie anche al ventennale impegno dell'ente proprietario (la comunità montana dei Castelli romani e dei Monti prenestini) e della scuola spagnola di storia e archeologia, ente concessionario delle ricerche archeologiche. Pag. 14Più in particolare, la zona di Cocciano, interessata dai resti di una imponente villa romana, peraltro da tempo vincolata con decreto ministeriale 1 dicembre 1979 e recentemente acquisita al demanio comunale, è costantemente sottoposta ad attenzione della soprintendenza.
La stessa soprintendenza archeologica ha condotto nel 1997 interventi di scavo e valorizzazione e vi ha fatto eseguire nell'anno 2009 lavori di pulizia superficiale delle strutture emergenti, in collaborazione con il comune di Frascati, dopo le cospicue edificazioni dei decenni passati che, sebbene impattanti dal punto di vista paesaggistico ed ambientale, non hanno riguardato le aree maggiormente sensibili dal punto di vista archeologico.
Le preoccupazioni espresse dall'onorevole interrogante, meritevoli della massima attenzione, sono, allo stato, superabili anche grazie all'impegno e alla costante presenza delle competenti strutture periferiche sul territorio interessato nonché alle opportune sollecitazioni che, in proposito, verranno rinnovate nei confronti della proprietà.

PRESIDENTE. L'onorevole Rugghia ha facoltà di replicare.

ANTONIO RUGGHIA. Signor Presidente, intanto vorrei ringraziare il sottosegretario, per aver risposto alla mia interrogazione del giugno di quest'anno in tempi assolutamente ragionevoli, a differenza di quanto è stato fatto per gli altri colleghi.
Tuttavia, sulla questione specifica, sulla questione principale che è all'oggetto della mia interrogazione, non posso esprimere un giudizio positivo rispetto a quanto detto dal sottosegretario. Mi riferisco al portale della Marcandreola, che è crollato nella notte tra il 27 e il 28 aprile, nel comune di Ciampino. Si tratta di un'opera di grande importanza, realizzata dall'architetto Rainaldi (un grande architetto e scultore del Seicento), che è un capolavoro dell'arte barocca. Il portale della Marcandreola alle Mura dei francesi è un elemento di importanza, non soltanto culturale e artistica, ma storica, che rappresenta anche un elemento identitario per i cittadini di Ciampino e per i cittadini dei Castelli romani.
Il crollo vi è stato nella notte tra il 27 ed il 28 aprile. Il 15 giugno, lo ricordava il sottosegretario, è stato effettuato un sopralluogo, per verificare le necessarie attività di monitoraggio per ricostruire il portale, per la manutenzione e per la messa in sicurezza dello stesso. Siamo al 20 settembre e, purtroppo, con l'arrivo dell'autunno, sono ricominciate le piogge, ed i resti del portale sono ancora lì, dove è avvenuto il crollo e, quindi, soggetti alle intemperie.
Il portale è costruito con la pietra dei Colli Albani, con il peperino di Marino, che è una pietra molto bella, ma assolutamente friabile. Credo vi sia il rischio che con le piogge e con il freddo i resti del portale si sgretolino e che vi sia il disfacimento di quello che è rimasto dopo il crollo, ma con il disfacimento dei resti vi sarà anche il disfacimento delle speranze dei cittadini di vedere ricostruita quest'opera così importante. Questo è il punto. Al di là del valore sicuramente importante che svolge la soprintendenza, non siamo in grado di imporre alla proprietà, evidentemente, un'azione per la ricostruzione.
Non sono ancora stati catalogati i resti, i quali sono rimasti così, all'aria aperta. C'è soltanto una rete di plastica che delimita i resti e quindi l'area del crollo che c'è stato nel mese di aprile. Chiunque può portarne via qualche pezzo e questo è assolutamente grave. Credo che la soprintendenza dovrebbe fare di più e il Governo dovrebbe fare di più, insieme al comune di Ciampino. Infatti, se stiamo soltanto alla disponibilità del proprietario, non ce la faremo mai, perché il proprietario ha permesso che il crollo avvenisse ed ha permesso che nel frattempo degradasse questo importante patrimonio artistico, storico e culturale del nostro territorio.
L'area delle Mura dei francesi ha un'importanza particolare, perché ha a che fare anche con episodi che hanno Pag. 15portato poi all'Unità d'Italia. Lì, nel XIV secolo, ci sono stati due episodi particolarmente significativi. Nei paraggi delle Mura dei francesi, dove si sono attestate le truppe dei mercenari bretoni, c'è stata la battaglia che ha consentito agli «italiani» (ossia a coloro che rappresentavano in quel momento l'Italia che c'era) di sconfiggere i mercenari bretoni e francesi che si erano accampati con i loro eserciti proprio lì, grazie ad Alberico da Barbiano che era riuscito a mettere insieme un esercito che allora difese il territorio «nazionale» (quello che possiamo chiamare così, anche se l'Italia non c'era come nazione). Attraverso il Papato fu condotta questa importante battaglia per la sua difesa.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANTONIO RUGGHIA. Poi lì c'è stato l'episodio di Cola di Rienzo che, sempre da quelle che poi sarebbero diventate le Mura dei francesi, ha condotto l'assedio contro Marino e sappiamo come Cola di Rienzo abbia ispirato Mazzini ed anche gli ideali del Risorgimento. Insomma, si tratta di un'area molto importante, insieme a tutti gli altri monumenti dei Castelli romani. A noi non sembra vi siano quella cura, quell'attenzione e quei finanziamenti necessari per poterne garantire la tutela e la valorizzazione.
La mia interrogazione - e concludo - tra gli aspetti che poi sono stati ripresi dal sottosegretario, cita anche lo stato di un altro portale, quello della tenuta Barberini sulla via Appia. Quel portale è stato messo in sicurezza attraverso l'intervento della provincia di Roma. Se dobbiamo guardare a questi episodi e a quanto avviene nel nostro territorio, posso dire che, se c'è un ente che non dovrebbe essere assolutamente sciolto per quello che riguarda l'intervento a difesa del patrimonio artistico e culturale del territorio, quello è sicuramente la provincia di Roma.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento della interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, il deputato Luca Rodolfo Paolini in sostituzione del deputato Gianluca Buonanno, dimissionario.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 15.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alessandri, Bongiorno, Caparini, Gregorio Fontana, Mazzocchi e Romano sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,01).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle 15,30.

La seduta, sospesa alle 15,02, è ripresa alle 15,30.

Pag. 16

Sull'ordine dei lavori.

MICHELE VENTURA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE VENTURA. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per sollevare una questione che in queste ore sta interessando tutti i commentatori e tutti i gruppi politici. Mi riferisco al declassamento, avvenuto da parte di un'agenzia di rating, del nostro Paese, con la novità che questo declassamento non è tanto il portato di una valutazione esclusivamente economico-finanziaria ma si fa riferimento direttamente alla debolezza politica e, sostanzialmente, all'incapacità del Governo in carica di far fronte all'emergenza finanziaria.
In secondo luogo, abbiamo avuto in questi giorni ministri che hanno inneggiato alla secessione. Anche questo cade nel dibattito politico come un fatto assolutamente normale, mentre in qualsiasi altro Paese avrebbe portato direttamente alle dimissioni di questi ministri e a un'azione del Presidente del Consiglio per estromettere ministri che inneggiano alla secessione dal Governo del Paese.
In terzo luogo, le stime di crescita sono riveste tutte al ribasso il che significa che, dal punto di vista delle politiche di incentivazione allo sviluppo, non vi è niente all'orizzonte.
In quarto luogo, vi sono notizie ulteriori di un coinvolgimento di un ministro su fatti di mafia.
Ci domandiamo: che cosa deve accadere ancora in questo Paese? O vi è un'assuefazione per cui tutti questi elementi sono considerati normali? Sarebbe normale e responsabile che il Governo si dimettesse, perché questa oggi è l'esigenza principale che si avverte in questo Paese. È irresponsabile la permanenza di un Governo così screditato alla guida del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MARIO TASSONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, la scorsa settimana avevo chiesto alla Presidenza un suo intervento presso il Governo, perché venisse qui in Aula a dare delle comunicazioni sull'evasione del boss Pelle dall'ospedale di Locri. Credo che la notizia abbia fatto molto scalpore e in questi giorni stanno emergendo particolari inquietanti, che meriterebbero certamente l'attenzione del Governo e, quindi, anche del Parlamento.
Non so, signor Presidente, se lei sia in condizione di darmi una risposta, visto e considerato che avevo presentato questa richiesta la settimana scorsa. Credo che la situazione sia abbastanza grave. Quest'Aula si è intrattenuta su tanti temi e tanti argomenti certamente ugualmente importanti ma credo che questo tema meriti una particolare attenzione, visto e considerato che un bravo procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria dice chiaramente che questa è stata un'evasione un po' annunciata, che vi sono state delle defaillances e che vi sono delle situazioni estremamente labili e poco chiare.
Per questo, signor Presidente, la presenza del Governo sarebbe oltremodo necessaria. Se non c'è la presenza del Governo e non so a chi rivolgermi certamente è un fatto inquietante perché, mentre noi portiamo avanti un'attività di contrasto alla criminalità organizzata, un boss così pericoloso come Pelle (pericoloso perché coinvolto nella strage di Duisburg), che ha ottenuto la trasformazione della reclusione in carcere negli arresti domiciliari per intervento della Corte d'appello, è uscito impunemente dal carcere di Locri, senza che ci siano stati segnali di una sorveglianza e soprattutto un'attività e un impegno perché questa fuga potesse essere evitata.
Per questo, mi rivolgo pressantemente alla sua attenzione per capire se una richiesta fatta da un parlamentare, quindi proveniente dalla realtà di un gruppo Pag. 17parlamentare, possa avere seguito. Ci si dica chiaramente se il Governo non ha nulla da rispondere o da dire a questo riguardo. In questo caso, ci affideremo semplicemente allo strumento del sindacato ispettivo che - come lei sa - è affidato alle veline degli uffici del Ministero dell'interno. Credo che questo sia poco dignitoso per il Governo e poco rispettoso nei confronti del Parlamento.

PRESIDENTE. Onorevole Tassone, il Presidente della Camera ha sottoposto al Governo il problema da lei sollevato e il Ministro dell'interno si è riservato di rispondere a breve. Comunque, domani riproporrò la questione nell'ambito della Conferenza dei presidenti di gruppo, che molto opportunamente si svolgerà proprio nella mattinata di domani.

GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare
.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, intervengo per un brevissimo richiamo all'ordine dei lavori. Come ha già osservato l'onorevole Ventura, ieri sera, in tarda ora, un'agenzia di rating ha deciso di declassare il merito del credito o del debito italiano. Siccome è stata appena approvata dal Parlamento, su proposta del Governo, una manovra di una certa importanza, credo che la Presidenza della Camera si debba fare interprete con il Governo perché possano intervenire in una seduta dell'Aula il Presidente del Consiglio o il Ministro dell'economia e delle finanze per dire come essi valutano questa situazione, cosa intendano fare e se questa circostanza imporrà o meno nuove manovre.
In altre parole, il silenzio del Governo di fronte a un fatto gravissimo è inaccettabile: la smentita di un'azione che il Governo ha intrapreso dichiarando al Paese e al Parlamento che essa era sufficiente a mettere in sicurezza i conti italiani è un fatto che certamente il Parlamento non può lasciare passare senza ulteriore attenzione.

GIAN LUCA GALLETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, anch'io voglio fare riferimento al fatto accaduto questa notte con il downgrading dell'Italia. Mi rivolgo, in particolare, ai colleghi della maggioranza e al Governo. Con molta sincerità vi dico che avete due strade; la prima: potete nascondere ancora la polvere sotto il tappeto e dire, ancora una volta, che si tratta di un'agenzia di rating comunista che trama contro il vostro Governo e che anche Standard & Poor's fa parte di un complotto internazionale per affondare l'Italia. Così facendo, ancora una volta, nascondereste la verità agli italiani. La verità è che questa manovra è ritenuta insufficiente dai mercati per il contenuto e, in particolare, per l'attore che ha fatto questa manovra perché l'ha fatta in maniera poco credibile, cambiandola cinque volte e con poca credibilità politica.
Le strade che vi restano da percorrere sono poche. Noi ve ne indichiamo una: si tratta della strada della serietà, è la strada che vi porta a prendere atto di non avere la forza politica e la credibilità per poter andare avanti e proporre al Paese alternative rispetto alla vostra. Se avete ancora un po' d'amore per l'Italia imboccate questa seconda strada (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

Seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge: S. 2472 - Cosenza; d'iniziativa del Governo: Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani (Approvato dal Senato) (A.C. 3465-4290-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge di iniziativa del deputato Cosenza e di iniziativa del Governo, già approvato dal Senato: Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani. Pag. 18
Ricordo che nella seduta del 19 settembre 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il rappresentante del Governo è intervento in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.

(Esame degli articoli - A.C. 3465-4290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato della Commissione.
Avverto che la Commissione ha presentato gli emendamenti 1.100 e 4.100 e l'articolo aggiuntivo 3.0100, che sono in distribuzione e con riferimento ai quali risulta alla Presidenza che i rappresentanti di tutti i gruppi abbiano rinunciato alla presentazione di subemendamenti.
Avverto altresì che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A - A.C. 3465-4290-A).

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 3465-4290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3465-4290-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Cosenza. Ne ha facoltà.

GIULIA COSENZA. Signor Presidente, vorrei sottolineare che questo provvedimento ha ricevuto in Commissione una partecipazione molto ampia e tutti abbiamo avuto modo di convenire sull'importanza degli obiettivi.
In merito agli emendamenti presentati, possiamo dire che sono delle dichiarazioni di principio che vanno a supportare ulteriormente la struttura del provvedimento ma che purtroppo non sempre possono essere presi in considerazione in merito al fatto che ci possono essere coperture di bilancio scarse. L'invito e la richiesta è di cercare di ultimare il buon lavoro svolto già al Senato e completato in Commissione, dove davvero la condivisione è stata ampia e tener presente innanzitutto l'obiettivo fondamentale, che era quello di aumentare gli spazi verdi del nostro Paese.
Tutti abbiamo avuto modo di considerare questo tema importante, in quanto le nostre aree metropolitane sono sempre più ingolfate e hanno necessità di sviluppare questo tipo di nuova impostazione, non solo per migliorare la qualità della vita dei cittadini, ma anche e soprattutto per avere una nuova visione della struttura urbana. Questo ci permetterebbe anche di adeguarci rispetto agli impegni europei in merito alle emissioni di CO2, ma allo stesso tempo e soprattutto di sviluppare una nuova cultura che ci porti al pari di altre grandi città europee, che molto prima di noi, già all'inizio del XX secolo, hanno pensato di considerare alla base dello sviluppo urbano l'importanza del verde e dei parchi. Purtroppo l'Italia ha vissuto già questo handicap perché proprio negli anni Cinquanta e Sessanta si è pensato a sviluppare soltanto edilizia e sviluppo selvaggio, ciò soprattutto nell'Italia meridionale, le città meridionali sono una triste dimostrazione di ciò.
Oggi finalmente abbiamo un provvedimento che può invertire questa tendenza concretamente, innanzitutto migliorando gli scempi realizzati fino ad oggi perché in ogni caso prevede la realizzazione di un piano nazionale del verde e un monitoraggio da effettuare ogni anno sull'attuazione della normativa già esistente. Questo ovviamente potrebbe portare nuovo fervore a queste iniziative locali, che restano spesso isolate e fare in modo che ci siano invece iniziative coordinate che possano realmente dare un nuovo volto alle nostre città. In tal senso sugli emendamenti sarebbe molto importante recuperare questo spirito e questo obiettivo di portare avanti questo provvedimento, che già ha avuto modo di avere una condivisione ampia da parte di tutti i gruppi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo provvedimento Pag. 19ha tutta l'aria di essere uno dei classici spot che al di là delle buone intenzioni, un po' stucchevoli, enunciate nelle pieghe di questo articolato ha, come sempre, la cautela di ammonire il lettore che tutto questo sistema normativo teso a festeggiare la natura e gli alberi, a implementare gli spazi verdi e a rendere le nostre città più salubri deve sempre svolgersi senza che ci siano riflessi sulla finanza pubblica, quindi sono le classiche nozze con i fichi secchi.
Al di là delle criticità legate al Titolo V della Costituzione e alla concorrente competenza legislativa regionale - ricordo che molte regioni hanno già adottato provvedimenti che vanno nella direzione di tutelare le essenze arboree monumentali, piuttosto che la presenza del verde pubblico nei loro territori - di questo provvedimento rimane ben poco. Anche norme che enunciano principi categorici, obblighi per i nuovi capannoni, ma anche per quelli esistenti, piuttosto che per gli esercizi commerciali, di dotare le rispettive recinzioni di mimesi arboree e di essenze vegetali tese a mitigarne l'impatto visivo, sia nel testo adottato dalla Commissione sia negli emendamenti che vengono proposti, rimangono precetti senza sanzione. Allora mi domando: cui prodest? Sembrano molto le grida manzoniane, dei grandi imperativi categorici, degli obblighi che si lasciano scrivere facilmente, ma che poi non vengono tradotti in alcun tipo di sanzione e rimangono quindi lettera morta. Sono spot, non abbiamo bisogno di questi annunci.
Vi invitiamo ad essere più concreti e pragmatici, perché il Protocollo di Kyoto non è una barzelletta, impone misure ben più pregnanti, ben più sostenute, ben più coerenti e convinte da parte di uno Stato che non voglia essere, come sta diventando, il pagliaccio della comunità internazionale, a causa dei comportamenti del nostro Presidente del Consiglio. Se vogliamo, almeno in questo Parlamento, riportarci ad una maggiore concretezza e ad una maggiore serietà nell'approcciare tematiche così importanti come quelle della salute pubblica, del verde delle nostre città e del patrimonio boschivo, che nel nostro Paese è stato spesso aggredito da una cementificazione selvaggia, questo è l'ultimo dei modelli cui dobbiamo fare riferimento. Abbiamo proposto alcuni emendamenti, ci sono stati voti contrari. Certamente non è questo il modello di riferimento che l'Italia dei Valori vorrebbe proporre per migliorare la qualità della vita della nostra comunità nazionale e locale (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELO ALESSANDRI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Zamparutti 1.50, parere contrario sull'emendamento Zamparutti 1.51 e raccomanda l'approvazione dell'emendamento 1.100 della Commissione.

PRESIDENTE. Il Governo?

ELIO VITTORIO BELCASTRO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zamparutti 1.50, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Biagio, Cosentino, Gianni, Adornato e Bellotti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 20
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 490
Astenuti 3
Maggioranza 246
Hanno votato
489
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Giacomoni e Boccia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zamparutti 1.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sbai, Pianetta, De Girolamo, Sardelli, Boccuzzi, Castagnetti, Casini, Rao, Scanderebech...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori - Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 504
Maggioranza 253
Hanno votato
258
Hanno votato
no 246).

ANGELO ALESSANDRI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO ALESSANDRI, Relatore. Signor Presidente, alla luce di questa votazione e visto anche che vi erano un po' di ragionamenti anche su altre proposte emendative, chiedo se è possibile tornare in Commissione.

PRESIDENTE. Ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, darò la parola, ove ne facciano richiesta, ad un oratore contro e ad uno a favore.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
Onorevole Giachetti immagino che lei intervenga ai sensi di quanto ho annunciato.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, credo che, senza grandi sforzi, possa anche immaginare qual è la mia posizione. Penso che il lavoro delle opposizioni, come ci chiede anche spesso il Governo, sia anche quello di intervenire per migliorare i testi e questo è anche il compito, diciamo, che si svolge in Aula. Quindi, non crediamo vi sia alcuna ragione, addirittura, per tornare in Commissione, ma neanche di rinviare il dibattito. Vi sono delle proposte emendative che intervengono sul testo, lo migliorano.
Ci vuole anche un modo, come dire, di salvare la forma, lo dico al presidente Alessandri. Questo interesse ad andare in Commissione è solo perché la maggioranza, chiaramente, sta «sotto». Noi pensiamo che vi sia un'ottima occasione per migliorare il testo andando avanti. Quindi, siamo contrari al rinvio in Commissione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore l'onorevole Reguzzoni. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, credo che su un provvedimento del genere non vi sia bisogno di andare, per forza di cose, a «creare» i «puntini sulle i».
Però, il problema non è tanto sull'articolo 1, sul quale siamo favorevoli e voteremo a favore, ma vi sono parecchi punti del testo che, secondo me, richiederebbero un approfondimento più importante. Ne segnalo uno solo: il comma 2 dell'articolo 6, per cui non vi sono proposte emendative, che recita che «le recinzioni in stabilimenti industriali o commerciali di nuova edificazione o esistenti devono prevedere il ricorso a soluzioni che Pag. 21utilizzino, ovvero adeguino, il verde pensile e le pareti rinverdite». Ora, io non so se tutti vivono in una zona industriale come quella da qui veniamo noi, questo è un articolo di difficile attuazione, che mette migliaia di aziende in condizione di essere non rispettose del dettato normativo della legge.
Per cui credo che sia necessario, utile ed opportuno un momento di riflessione in Commissione in modo da poter tutelare meglio nello spirito della legge quella che è l'essenza arborea. Lo dice uno che viene da una provincia che ha grandissime bellezze naturali, per cui abbiamo sempre lavorato per tutelarle. Non si tutelano, però, con una legge nazionale che non è fatta innanzitutto con la concordia di tutti, ma neanche cum grano salis (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio del provvedimento in esame in Commissione. Ovviamente, chi vota «sì» vota per il rinvio in Commissione, chi vota «no» vota contro il rinvio in Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.

Abbiamo votato tutti? Onorevole Lenzi... Onorevoli Scilipoti, Beccalossi, Giorgio Conte, Baccini, Anna Teresa Formisano...
Dichiaro chiusa la votazione.
(È respinta).

La Camera respinge (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Ghiglia, Repetti, Traversa, Ronchi, Ruvolo, Servodio, Soro... Ancora l'onorevole Repetti ...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 517
Votanti 462
Astenuti 55
Maggioranza 232
Hanno votato
460
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cenni, Scilipoti... Onorevole Traversa... Onorevole Stradella... Hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 513
Votanti 462
Astenuti 51
Maggioranza 232
Hanno votato
461
Hanno votato
no 1).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 3465-4290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 3465-4290-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELO ALESSANDRI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Zamparutti 2.50.

Pag. 22

PRESIDENTE. Il Governo?

ELIO VITTORIO BELCASTRO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zamparutti 2.50, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, onorevole Traversa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 519
Votanti 465
Astenuti 54
Maggioranza 233
Hanno votato
464
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Reguzzoni?

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, avevo chiesto di parlare sull'articolo 2 per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, non avevo notato la sua richiesta. Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Reguzzoni. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, con l'articolo 2 introduciamo una complicazione nel nostro sistema amministrativo che chiedo ai colleghi di poter valutare, perché se è condivisa da noi, ad esempio, l'iniziativa meritoria di piantare un albero per ogni neonato, qui andiamo a complicare la vita nel modo che segue: non entro sei mesi ma entro tre mesi il comune deve farlo, per ogni neonato e anche per ogni bambino che viene adottato. Bisogna stabilire che l'ufficio comunale deve fare una serie di aggravi burocratici, per esempio fornire informazioni dettagliate circa la tipologia dell'albero e il luogo dove l'albero è stato piantato alla persona che ne farà richiesta. Il comune deve presentare, due mesi prima della scadenza del mandato, un «bilancio arboreo». Se sono tutte cose che possono essere simpatiche, poi esse creano nei nostri comuni un aggravio di costi e di burocrazia, di cui, soprattutto in questo momento in cui si cerca di eliminare gli sprechi, davvero non si sente il bisogno. Pertanto noi voteremo contro l'articolo 2 (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, capisco che la confusione regni nella maggioranza e di conseguenza finisca anche nella Lega. Vorrei solo ricordare al Presidente del gruppo della Lega, onorevole Reguzzoni, che il Presidente della Commissione Ambiente, della Lega, Alessandri, è anche, relatore del provvedimento e l'intervento che ha fatto il collega Reguzzoni indubbiamente esplicita qualche problema che esiste all'interno della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 nel testo emendato. Pag. 23
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Castagnetti, onorevole Grassi, onorevole Froner, onorevole Palumbo, ancora l'onorevole Froner... Si affretti l'onorevole di Pietro. Onorevole D'Anna...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 517
Astenuti 4
Maggioranza 259
Hanno votato
452
Hanno votato
no 65).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 3465-4290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3465-4290-A).
Nessuno chiedendo di parlare sull'articolo 3 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELO ALESSANDRI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Zamparutti 3.50, nonché sugli articoli aggiuntivi Morassut 3.01 e 3.050. La Commissione raccomanda invece l'approvazione del suo emendamento 3.0100.

PRESIDENTE. Il Governo?

ELIO VITTORIO BELCASTRO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zamparutti 3.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Il Ministro Meloni? Ha votato. Onorevole Barbi, onorevole Traversa, onorevole Goisis. L'onorevole Rossomando ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo) (Vedi votazionia ).

(Presenti 525
Votanti 524
Astenuti 1
Maggioranza 263
Hanno votato
268
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Traversa, Grassi, Scilipoti, Caparini, Pedoto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 512
Astenuti 8
Maggioranza 257
Hanno votato
458
Hanno votato
no 54).

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita a votare. Pag. 24
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Morassut 3.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gianni, Scilipoti, Repetti, Ravetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori) (Vedi votazionia ).

(Presenti 522
Votanti 520
Astenuti 2
Maggioranza 261
Hanno votato
265
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita a votare.
A seguito dell'approvazione dell'articolo aggiuntivo Morassut 3.01, risultano assorbiti gli articoli aggiuntivi Morassut 3.050 e 3.0100 della Commissione.

ANGELO ALESSANDRI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO ALESSANDRI, Relatore. Signor Presidente, chiedo la sospensione per dieci minuti, se possibile, per valutare l'effetto di questo voto.

PRESIDENTE. Forse è opportuno riunire il Comitato dei nove per valutare. Accordo la sospensione della seduta.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, siccome mi pare che le questioni principali siano poste dall'articolo 6, possiamo procedere fino all'articolo 6 medesimo e a quel punto consentire al Comitato dei nove di valutare anche quelle che sono le nuove condizioni poste da una serie di emendamenti. Mi pare la cosa più seria, altrimenti tra un po' dobbiamo di nuovo interrompere perché è l'articolo 6 che pone gli ostacoli principali.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, comprendo le sue ragioni, ma stavamo già sospendendo la seduta valutando che ci sia una questione politica - mi permetto di immaginare - che vada al di là del problema relativo all'articolo 6.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, volevo sapere per quanto tempo intenda sospendere la seduta e pregarla che, però, il tempo che lei ha stabilito sia rispettato e non ci si debba trovare, come al solito, in un teatrino che ci porta ad arrivare a fine seduta in quanto di dieci minuti in dieci minuti arriva qualche altra richiesta di sospensione.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, condivido il suo auspicio. Farò quanto possibile perché esso venga realizzato. Lei sa che non sono onnipotente. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,20.

La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,25.

AGOSTINO GHIGLIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA. Signor Presidente, vorrei chiedere un'ulteriore sospensione Pag. 25almeno di un quarto d'ora, anche trenta minuti, per poter continuare in ambito di Comitato dei nove a cercare di trovare una soluzione.

PRESIDENTE. Onorevole Ghiglia, la richiesta è a nome dell'intero Comitato dei nove?

AGOSTINO GHIGLIA. Signor Presidente, ero al Comitato dei nove e si è concordato di fare così.

PRESIDENTE. All'unanimità?

AGOSTINO GHIGLIA. Adesso, sì. Non si è opposto nessuno, signor Presidente, poi se hanno cambiato idea in corridoio non sono in grado di saperlo. Nella sala dei Ministri, dove era riunito il Comitato dei nove, è stato deciso così tant'è che mi sono alzato e sono venuto in Aula, altrimenti non lo avrei fatto.

PRESIDENTE. Come sempre ascolteremo un intervento a favore e uno contro.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, prima di procedere, vorrei fare una precisazione: infatti non possiamo dare per scontato che arriva qui un qualunque deputato, dice qualcosa e ciò risponde al vero. Anzitutto la richiesta dovrebbe farla o il presidente o il relatore: l'onorevole Ghiglia rispettabilissimo non è né presidente né relatore della Commissione. Peraltro l'onorevole Ghiglia viene qua e fa un'affermazione falsa perché non è vero che nel Comitato dei nove erano tutti d'accordo al rinvio. Quindi la pregherei anzitutto di valutare se quello che dice l'onorevole Ghiglia va verificato perché non è vero che c'era questo accordo nel Comitato dei nove. Le faccio altresì presente, prima che ritorniamo a deliberare sulla questione che abbiamo già deliberato, che è stata chiesta una riunione del Comitato dei nove per fare una verifica. I membri del mio gruppo mi dicono che la verifica è stata fatta e che noi siamo per andare avanti: quindi non si capisce assolutamente per quale ragione non si può procedere andando avanti nei lavori, considerato poi, come abbiamo capito, che tutti i problemi arriveranno all'articolo 6. Quindi, in via preliminare, vogliamo chiarire che non è vero che il Comitato dei nove era tutto d'accordo sul chiedere un ulteriore rinvio e, nella fattispecie, siamo anche contrari a ritornare in Comitato dei nove perché se, strada facendo, incontriamo un problema, si può pure ragionare se è utile o meno ritornare in Comitato dei nove ma al momento possiamo tranquillamente andare avanti con gli articoli e gli emendamenti che abbiamo.

PRESIDENTE. Ho la massima fiducia nelle parole dell'onorevole Ghiglia. D'altro canto mi sembra corretto che venga qui il presidente della Commissione ad esprimere il parere della Commissione.
Eccolo, è già arrivato. Onorevole Morassut, se mi permette di dare immediatamente la parola al presidente poi la darò anche a lei. Prego onorevole Alessandri, ha facoltà di parlare.

ANGELO ALESSANDRI, Relatore. Signor Presidente, chiedo un rinvio di mezz'ora. Stiamo ancora valutando gli effetti e, infatti, stavo ragionando con rappresentanti del gruppo Partito Democratico proprio degli effetti e di cosa poter fare. Quindi mezz'ora serve abbondantemente.

ROBERTO MORASSUT. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT. Signor Presidente, volevo chiarire. Infatti l'onorevole Ghiglia ha sostenuto che il Comitato dei nove si è espresso sul ritorno in Commissione. Non c'è stato alcun pronunciamento del Comitato dei nove. Abbiamo chiesto dieci minuti di interruzione per riunire il Pag. 26Comitato dei nove al fine di valutare politicamente la proposta che ci è stata avanzata. Quindi che l'onorevole Ghiglia venga qui a dire «abbiamo deciso» è un errore dovuto alla buona fede, voglio sperare.

AGOSTINO GHIGLIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA. Signor Presidente, comprendo il momento, comprendo la tattica d'Aula, comprendo le ragioni dell'opposizione, comprendo le peggiori questioni strumentali, però non posso accettare che si dica che ho detto una cosa falsa. Comprendo anche che qualche collega non capisca quando si parla e probabilmente ho equivocato un inequivocabile gesto di alcune teste che indicandosi quando con il presidente Alessandri si era chiesto di chiedere un'ulteriore proroga del tempi.
Che si possa cambiare idea in dieci metri è assolutamente possibile, ma che si dia ad altri del falso per aver interpretato in maniera corretta la volontà della Commissione, quando è riferito a me stesso, non è accettabile.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, la prego vivamente di metterci nelle condizioni di poter svolgere un dibattito regolare, secondo quanto prevede il nostro Regolamento. Capisco che l'onorevole Ghiglia sia arrivato dal Comitato dei nove e abbia interpretato o meno ciò che vuole, ma qui non spetta a lui la parola. Signor Presidente, lei giustamente ha consentito dieci minuti - che poi sono diventati venti minuti - di sospensione, al fine di valutare politicamente - così lei si è espresso - gli effetti della votazione che aveva messo in minoranza il Governo e la maggioranza.
Il Comitato dei nove non è rappresentato da uno qualsiasi: per il Comitato dei nove può parlare il presidente della Commissione o il relatore. Quindi, adesso, l'onorevole Ghiglia non aveva nemmeno la possibilità di replicare e lei, signor Presidente, con magnanimità, gli ha dato la possibilità di spiegarsi ulteriormente. Ed egli ci ha spiegato che aveva equivocato alcuni cenni del capo.
Poiché questa non è politica, è chiaro che non è emersa, invece, da chi doveva esprimere un parere su quanto era accaduto dal punto di vista politico, traendone le conclusioni - cioè, dal presidente della Commissione, che è anche relatore del provvedimento - alcuna valutazione; infatti, il presidente ora chiede, di nuovo, un supplemento di sospensione. Signor Presidente, credo che, se si è seri in quest'Aula, le conclusioni politiche dovrebbero già trarle: dovrebbero dare la possibilità a quest'Assemblea di proseguire nella valutazione delle proposte emendative, come ha detto anche l'onorevole Giachetti.
Tutti sappiamo che, politicamente e tecnicamente, incontreremo problemi sull'articolo 6, come ha già preannunciato il capogruppo della Lega, quando è stato chiesto il rinvio in Commissione del provvedimento. Da questo punto di vista, signor Presidente, posso dirle che noi siamo disponibili ad una sospensione dei lavori per valutare politicamente e tecnicamente le condizioni nelle quali si troverà questo provvedimento, quando arriveremo all'articolo 6. Ma non ora, perché ora è del tutto capzioso pretendere che l'Aula non prosegua nella discussione, quando vi sono emendamenti che non hanno incidenza alcuna, né dal punto di vista politico né dal punto di vista dell'effettualità tecnica dei mutamenti in senso quantitativo e qualitativo in grado di cambiare il provvedimento da qui all'articolo 6.
Quindi, signor Presidente, la pregherei di valutare, se vuole, può anche chiedere al presidente della Commissione. Noi possiamo dire anche anticipatamente che, quando si arriverà all'esame dell'articolo 6, si potrà provvedere ad una sospensione dei lavori, per avere, poi, una valutazione Pag. 27complessiva da parte del relatore, del presidente della Commissione, del Comitato dei nove; ma non ora.

PRESIDENTE. Chiedo un attimo di attenzione. Onorevole Alessandri, per favore, un attimo di attenzione.
L'onorevole Quartiani formula una proposta nel senso di proseguire i lavori e di procedere ad una sospensione immediatamente prima di passare all'esame dell'articolo 6, che è quello che contiene maggiori difficoltà. Io intendo chiedere se egli voglia ritirare la sua proposta e preannuncio che, qualora non venisse ritirata, mentre prima mi è sembrato giusto, sulla base dei poteri che mi sono dati dal Regolamento, concedere una sospensione di dieci minuti, adesso la questione diventa tale da influire in modo pesante sui lavori dell'Aula e, pertanto, rimetterò la decisione ad una votazione dell'Assemblea. Prego, onorevole Alessandri, ha facoltà di parlare.

ANGELO ALESSANDRI, Relatore. Signor Presidente, io non ho particolari problemi, tuttavia, le ricordo che, proprio perché la richiesta dell'onorevole Ghiglia è arrivata durante il Comitato dei nove in corso, che non si è concluso, non stavamo valutando - lo dico anche all'onorevole Quartiani - l'articolo 6, che è stato citato, ma che potrebbe essere oggetto di una sospensione di dieci minuti prima di votarlo. Stavamo esaminando, invece, l'ultima proposta emendativa, che è stata approvata, che cambia radicalmente il quadro economico del provvedimento in oggetto, con il parere contrario della V Commissione. Su questo stavamo ragionando e la discussione non è finita.
Dopodiché io credo che, al di là di proseguire con la votazione o meno, la riunione del Comitato dei nove sarebbe da concludere, per valutare gli effetti su questo argomento che era il motivo per cui avevo chiesto la sospensione; se la sospensione non può essere di mezz'ora, sia di quindici minuti, però una sospensione ci vuole per poter concludere il discorso in Comitato dei nove. Ciò su un altro argomento, non sull'articolo 6.

PRESIDENTE. A questo punto chiedo se rimane l'obiezione, e se rimane l'obiezione che un oratore parli a favore della sospensione e un oratore parli contro la sospensione. Onorevole Quartiani, rimane la sua obiezione?

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, le chiedo semplicemente se lei metterebbe in votazione la proposta del presidente Alessandri o la mia proposta, perché queste non sono in contrapposizione. Io ho proposto al presidente Alessandri di proseguire siccome gli emendamenti che ci sono dopo non mettono in discussione nulla e non hanno la stessa portata della proposta emendativa di cui parlava testé il presidente, mentre una serie di ostacoli all'articolo 6 probabilmente hanno bisogno di una ulteriore valutazione; se il presidente acconsente, io penso che possiamo votare gli emendamenti che mancano e valutare l'effetto dell'articolo aggiuntivo Morassut 3.050 nel momento in cui discutiamo anche l'articolo 6. Facciamo cioè una cosa complessiva, diversamente dovremmo sospendere di nuovo fra mezz'ora. Mi sembra razionale, più che altro; non è un accanimento terapeutico sulla maggioranza che non ha i numeri per poter reggere.
Peraltro mi pare che gli emendamenti a seguire abbiano ricevuto pareri sostanzialmente favorevoli persino da parte del relatore, altri possono persino essere ritirati qui o più avanti, quindi mi pare più razionale la mia proposta. Se il presidente e relatore Alessandri pensa che sia opportuno procedere alla sospensione non ho nulla in contrario ma mi sembra che non ci sia nulla in contrapposizione, se si può arrivare ad un accomodamento dal punto di vista della modalità di funzionamento noi diamo all'Aula la possibilità di votare e al Comitato dei nove poi di valutare complessivamente tutto ciò che incontrerà nel percorso del provvedimento, dall'articolo 6 in poi.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, la sua proposta è già stata fatta però non ha avuto fino ad ora l'assenso dell'onorevole Pag. 28Alessandri, a cui adesso darei la parola per vedere se questa proposta viene accettata.

ANGELO ALESSANDRI, Relatore. Signor Presidente, onorevole Quartiani, a me va benissimo tutto, ma mi darà atto, e lo dico formalmente, che stavamo ancora discutendo una cosa, non l'abbiamo conclusa, mi sembrava giusto concluderla. Se poi c'è questa necessità di andare avanti, nulla osta, ci fermeremo prima dell'articolo 6, non cambia nulla. Da un punto di vista formale mi sembra abbastanza sbagliato, però se è questo che volete possiamo andare avanti, non cambia nulla, alla fine.

PRESIDENTE. Quindi, se ho capito bene, lei ritira la proposta di sospensione immediata.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, credevo anch'io che fosse un metodo corretto e diverso, ma apprezzo la proposta dell'onorevole Quartiani; mi compiaccio anche che l'onorevole Quartiani e il suo gruppo abbiano capito che all'interno del provvedimento ci sono delle criticità che potrebbero essere dannose per il sistema del Paese. Quindi, ben venga la proposta, andiamo avanti fino a completare l'articolo 5 e poi sospendiamo o rinviamo, come sarà deciso, in modo da approfondire quello che è il contenuto dell'articolo 6, che ci sembra obiettivamente molto critico. Di questo comunque lo ringrazio, perché ha tenuto conto del problema da noi sollevato.

CARMEN MOTTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARMEN MOTTA. Signor Presidente, vorrei solo fare una puntualizzazione: l'onorevole Reguzzoni ha detto che sull'articolo 6 effettivamente ci sono delle criticità. Ecco, vorrei ricordare all'Aula, e proprio all'onorevole Reguzzoni, che è stato il gruppo del Partito Democratico che ha segnalato al presidente la criticità dell'articolo 6. Tutti abbiamo convenuto che fosse necessario fare un approfondimento. Lo dico perché resti agli atti, il gruppo del Partito Democratico è stato il primo a segnalare la necessità di un approfondimento sull'articolo 6, poi anche gli altri gruppi hanno concordato su questo punto.

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 3465-4290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3465-4290-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELO ALESSANDRI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Piffari 4.1, e raccomanda l'approvazione del suo emendamento 4.100.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Piffari 4.2, a condizione che sia accolta la riformulazione.

PRESIDENTE. Onorevole Alessandri, può per favore leggere la riformulazione?

ANGELO ALESSANDRI, Relatore. Signor Presidente, la riformulazione è la seguente: «Al comma 1, aggiungere, in fine, i seguenti periodi: "Fermo restando quanto previsto dalla normativa generale in materia di sponsorizzazioni, nonché i vincoli per la tutela dei parchi e giardini storici e le altre misure di tutela sulle aree di verde urbane, lo sfruttamento da parte dello sponsor di aree verdi pubbliche, a fini pubblicitari o commerciali, anche se concesso in esclusiva, deve aver luogo con modalità tali da non compromettere, in ogni caso, la possibilità di ordinaria fruizione delle stesse da parte del pubblico"».

Pag. 29

PRESIDENTE. Il Governo?

ELIO VITTORIO BELCASTRO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 4.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pianeta, Sardelli, Pisicchio, Boccuzzi, Misiani, Traversa, Scilipoti, Rossomando, Marchignoli, Martinelli, Melandri, Bocchino, Della Vedova...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori - Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 532
Maggioranza 267
Hanno votato
270
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che il deputato Calderisi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Stasi, Sardelli, Traversa, Veltroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 531
Votanti 526
Astenuti 5
Maggioranza 264
Hanno votato
516
Hanno votato
no 10).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Piffari 4.2.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dalla Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 4.2, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Girolamo, Della Vedova, Mazzuca, Traversa, Cuomo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 533
Votanti 524
Astenuti 9
Maggioranza 263
Hanno votato
521
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che il deputato Cimadoro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

ELIO VITTORIO BELCASTRO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELIO VITTORIO BELCASTRO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il Governo, mettendo in evidenza che, con riferimento agli emendamenti, vi sono motivi di finanza pubblica per il loro finanziamento, si rimette all'Aula. Questa è la posizione che il Governo intende mantenere d'ora in avanti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Futuro e Libertà per il Terzo Polo), Pag. 30cercando di responsabilizzare tutti i colleghi deputati che si sta votando qualcosa senza copertura finanziaria, per cui ognuno faccia quello che crede più opportuno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calearo... onorevole Stefani... onorevole D'Anna... onorevole Zeller... onorevole Gnecchi... onorevole Boccuzzi... onorevole Tanoni... onorevole Corsaro....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 538
Votanti 520
Astenuti 18
Maggioranza 261
Hanno votato
517
Hanno votato
no 3).

Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'articolo aggiuntivo Piffari 4.050.

ANGELO ALESSANDRI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo ha già dichiarato che si rimette all'Aula.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Piffari 4.050, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea e la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Laboccetta... onorevole Buonanno... onorevole Traversa... onorevole Della Vedova... onorevole Beltrandi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 536
Votanti 438
Astenuti 98
Maggioranza 220
Hanno votato
412
Hanno votato
no 26).

GIAN LUCA GALLETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, intervengo solo per far rilevare all'Assemblea un'anomalia molto grave. Da mesi stiamo discutendo in questo Parlamento la necessità di prevedere in Costituzione il pareggio di bilancio ed il Governo si presenta davanti a quest'Aula e, per responsabilità della sua maggioranza e delle assenze della sua maggioranza, si rimette all'Assemblea, dicendo che abbiamo approvato un emendamento senza copertura finanziaria.
Questa è una cosa non da Paese che vuole avanzare, ma da Paese del Terzo mondo! E poi ci meravigliamo se questa mattina Standard & Poor's ci declassa. Altro che declassamento ci meriteremmo con un Governo di questo genere (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Futuro e Libertà per il Terzo Polo)!

SERGIO MICHELE PIFFARI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, vorrei solo ricordare al Governo e alla maggioranza che abbiamo ripristinato in parte un fondo di 50 milioni Pag. 31di euro per il 2008, per il 2009 e per il 2010 per incentivare la realizzazione di boschi urbani, andando quindi effettivamente incontro all'obiettivo di questo disegno di legge. Il problema è che senza soldi non si fa niente, quindi, se non abbiamo le risorse, non portateci queste leggine in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 3465-4290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3465-4290-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELO ALESSANDRI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Morassut 5.50, Mariani 5.54, Zamparutti 5.52, Piffari 5.1, Bocci 5.3, Piffari 5.2 e Zamparutti 5.53.

PRESIDENTE. Ricordo che il Governo ha già preannunziato di rimettersi all'Assemblea e mi pare che non abbia cambiato la sua posizione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Morassut 5.50, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea, mentre la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Razzi... onorevole Miotto... onorevole Granata... onorevole Traversa... onorevole Ronchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 535
Votanti 402
Astenuti 133
Maggioranza 202
Hanno votato
365
Hanno votato
no 37).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, capisco che in una situazione di questo tipo il Governo si rimetta all'Aula. Mi riesce molto meno comprensibile che, di fronte ad un'indicazione di voto espressa dai colleghi che stanno al banco del Comitato dei nove, la maggioranza riesca ad essere totalmente divisa con tre forme di voto diverse. Mi pare che riveli lo stato confusionale totale in cui si trovano ormai questa maggioranza e il Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Mariani 5.54.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT. Signor Presidente, voglio soltanto sottolineare un aspetto. A parte il dato politico che emerge chiaramente da questo voto, c'è un aspetto di merito. Non solo questa legge è stata completamente stravolta, con la previsione anche di risorse (da ultimo mi riferisco all'emendamento presentato dall'onorevole Piffari, che ripristina il fondo per la forestazione), ma sono state introdotte, con l'emendamento approvato circa mezz'ora fa, dei radicali cambiamenti nella finanza locale. Non so se è stato colto dalla maggior parte dei colleghi, ma l'emendamento che ripristina l'utilizzo degli oneri concessori per le licenze edilizie e li concentra sulle spese per investimenti (che è una cosa giustissima perché consente ai comuni di fare le opere pubbliche in cambio delle concessioni edilizie) cambia Pag. 32radicalmente il regime della finanza locale che oggi basa le entrate per i comuni essenzialmente sulle concessione edilizie che vanno a finanziare la spesa corrente.
Quindi si è aperto un problema finanziario importantissimo del quale credo il Governo dovrebbe prendere atto, nel merito e anche politicamente, perché questo provvedimento ha notevolmente varcato il senso per il quale era nato, e forse qualche conseguenza anche la maggioranza e il relatore dovrebbero trarla sull'andamento di questa discussione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mariani 5.54, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli... onorevole Crimi... onorevole Cesaro... onorevole Garagnani... onorevole Berruti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 537
Votanti 420
Astenuti 117
Maggioranza 211
Hanno votato
394
Hanno votato
no 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zamparutti 5.52, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea mentre la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Sardelli, Buonanno, Esposito, Calvisi, Fioroni...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 537
Votanti 394
Astenuti 143
Maggioranza 198
Hanno votato
339
Hanno votato
no 55).

Prendo atto che la deputata Goisis ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 5.1, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea, mentre la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Traversa, Razzi, Granata, Speciale, Veltroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 370
Astenuti 150
Maggioranza 186
Hanno votato
302
Hanno votato
no 68).

Prendo atto che la deputata Martini ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi e che il deputato Grasso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bocci 5.3, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea, mentre la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lussana, Porta, Armosino, Stradella, Rossomando...

Pag. 33

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 533
Votanti 388
Astenuti 145
Maggioranza 195
Hanno votato
306
Hanno votato
no 82).

Passiamo all'emendamento Piffari 5.2.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, ritiro l'emendamento Piffari 5.2.

MASSIMO POLLEDRI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, solamente per fare notare all'Aula e magari alla casalinga di Voghera che ci sta ascoltando che il Parlamento oggi, con questo emendamento che è stato approvato del collega Bocci, ha aumentato la tassa sui superalcolici del 5 per cento.

DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, il prossimo voto è probabilmente l'ultimo sul provvedimento dato l'impegno a fermarsi prima dell'articolo 6. Quindi, credo che, molto brevemente, una riflessione su quanto è avvenuto in Aula questo pomeriggio sia politicamente giusto farla.
Il tabellone luminoso in aula, bianco, rosso e verde su tutti gli emendamenti, nella parte che riguarda la maggioranza, a cui ha contribuito anche la Lega, è davvero la prova visibile che, se si tolgono le situazioni obbligate e, cioè, il voto di fiducia o i provvedimenti che hanno una qualche attinenza con le vicende del Presidente del Consiglio, la maggioranza non c'è più. Siamo convinti che sul provvedimento delle intercettazioni e, probabilmente, sull'autorizzazione a procedere di giovedì prossimo non vi saranno questi banchi vuoti nella maggioranza. Tuttavia, tolte quelle occasioni, la maggioranza non c'è più. Non solo non c'è più nel Paese, ma non c'è più neanche in Parlamento. C'è soltanto quando si tratta di garantire a se stessa la sopravvivenza, ma non c'è più per affrontare l'ordinarietà dell'azione legislativa o i problemi che attraversano quotidianamente la vita delle famiglie e delle imprese italiane.
Lo abbiamo sottolineato più volte ed è difficile davvero immaginare che i singoli componenti della maggioranza continuino a far finta di non vedere quello che tutto il mondo sta vedendo. Le dichiarazioni di oggi di Standard and Poor's sono la prova esatta che la fragilità di Governo è diventata un elemento di valutazione, non soltanto la finanza pubblica o le manovre finanziarie. È difficile e irresponsabile, nei confronti del Paese, pensare di tirare a campare in questo modo.
Noi, in Parlamento, continueremo, come è nostro dovere, a incalzare la maggioranza, a cercare di fare esplodere le contraddizioni, a migliorare - ma è veramente raro - dove è possibile ancora migliorare. Tuttavia, vorremmo davvero che ogni singolo parlamentare della maggioranza si ponesse oggi questa domanda: è più importante la fedeltà al proprio Paese o è più importante la fedeltà al proprio capo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, intervengo per una constatazione Pag. 34che rivolgo ai colleghi membri del Governo e al Ministro Vito. Abbiamo di fronte un Governo «agnostico» che forse, come è stato detto, su qualche provvedimento ha la maggioranza, ma che si rimette all'Assemblea. Per amor del cielo, sappiamo che questo è un provvedimento che ha una sua portata, naturalmente. Peraltro, questo provvedimento è stato proposto dalla maggioranza ed è strano vedere che il Governo si rimetta all'Assemblea anche, come sottolineava il collega Galletti, su punti di merito che non potrebbero essere valutati «agnosticamente» dal Governo, quali i problemi di copertura o di spesa. I soldi ci sono o non ci sono: decidete. L'idea che si arrivi in quest'Aula e ci si rimetta all'Assemblea dà l'idea di un Governo che, tranne che su alcuni provvedimenti, è agnostico rispetto a quello che succede in Parlamento e credo che questo, per un regime parlamentare come resta il nostro, non costituisca una bella pagina.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, all'inizio di questo pomeriggio di lavoro avevamo fatto una proposta di buon senso, evidenziando dei punti su cui poi tutti hanno concordato, ossia che vi è la necessità di un miglior ragionamento e di migliorare il testo. Ebbene, voi, però, avete risposto all'inizio di «no», perché vi interessa semplicemente la questione politica. Avete votato - e qui la domanda dovreste farla a voi stessi - emendamenti senza copertura, proprio in un momento in cui il nostro Paese di tutto ha bisogno tranne che di emendamenti senza copertura (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Vogliamo ragionare per migliorare il testo e non ci interessano i ragionamenti che fate, perché denotano anche una scarsa educazione civica, mi permetta onorevole Franceschini (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Sì, proprio così, perché il Parlamento se deve esistere deve essere luogo di discussione e di dibattito. Lei non può pensare che in Parlamento, sempre e costantemente, siano approvate tutte le proposte emendative su cui il Governo esprime parere favorevole, perché se così fosse vorrebbe dire che il Parlamento non ha ragione di esistere e, allora sì, quelli che si scagliano contro la casta avrebbero ragione. Il Parlamento è un luogo di dibattito e il Governo può - e lo ha dimostrato diverse volte - cambiare idea. Noi, colleghi parlamentari, abbiamo il dovere di rappresentare le nostre opinioni anche sui singoli punti. Così ha fatto la Lega oggi e avendo ragione, perché sospenderemo l'esame del provvedimento proprio sul punto più critico.
Ma, onorevole Franceschini, lei mi ha rivolto una domanda ma io gliene rivolgo un'altra: vi siete comportati oggi nell'interesse del Paese o, ciechi nel vostro odio, solo per dimostrare e per avere un piccolo successo parlamentare su un provvedimento di poco conto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)?
Lo sa che cosa succede se il provvedimento venisse approvato così com'è stato modificato? Vi sarebbero oneri maggiori per le imprese, per tutti coloro che hanno un'abitazione e devono ristrutturarla e per i nostri comuni che sono già in difficoltà. È questo che volete? Sono convinto di no. Se non lo volete, lavoriamo senza fare queste demagogie. Standard & Poor's chiede la riduzione della burocrazia nel nostro Paese, non l'aumento nel senso previsto dagli emendamenti che oggi avete proposto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per associarmi alle considerazioni del presidente Reguzzoni. Il dibattito parlamentare segue delle «liturgie»: è abbastanza Pag. 35ordinario e giusto che, quando la maggioranza subisce degli incidenti di percorso a causa di colpevoli assenze, i rappresentanti dell'opposizione rimbrottino e sottolineino la negligenza di una parte dei componenti della maggioranza, che ha improvvidamente deciso oggi di essere assente dai lavori dell'Assemblea. Va detto però che un conto è la speculazione politica, altro è il tentativo di assurgere a «bacchettatori» formali, morali ed etici degli atteggiamenti che sarebbero incoerenti da parte di una maggioranza che su certi temi si ritrova unita e su altri no.
La coerenza per poter essere predicata deve essere consuetudine abitudinaria di chi la invoca presso terzi. Abbiamo ascoltato, per esempio, il presidente Franceschini, nel corso delle ultime ore, anticipare la sua volontà di utilizzare in una votazione prossima ventura prevista nel calendario di questa settimana da parte di questo Parlamento una modalità di votazione che, non più tardi di qualche seduta fa, aveva cercato, strillando, di additare alla responsabilità di questa maggioranza di voler coprire chissà che cosa. Un minimo di coerenza, per esempio, vorrebbe che il presidente Franceschini ci spiegasse perché, a seconda delle umoralità che egli avverte sull'iter parlamentare, ritenga che un sistema di votazione segreto debba essere fischiato in una circostanza ed evocato in un'altra identica, solo perché si vuole fare una strategia politica di convenienza.
L'ultima notazione che vorrei rivolgere all'onorevole Franceschini è che non deve ascrivere alle forze della maggioranza il nuovo deputato, signor Standard & Poor's, come l'ha definito lui, perché il signor Standard & Poor's che non è un signore, ma un'agenzia di rating - che oggi ha ritenuto di dover esprimere una valutazione certamente confortata da qualche digressione politica più che sostanziata da valutazioni di carattere economico-finanziario, essendo l'Italia il Paese che, prima e più degli altri, ha avvertito la necessità di approvare anche con la responsabile partecipazione dell'opposizione manovre che hanno rimesso in corsa i nostri conti - è esattamente la stessa agenzia che la mattina alle otto di un giorno di un anno fa aveva detto che Lehman Brothers meritava la tripla A per poi scoprire che, qualche ora dopo, sarebbe cambiato il mondo non per colpa evidentemente di tutti gli investitori che avevano deciso di ascoltare le premonizioni di Standard & Poor's (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

AGOSTINO GHIGLIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA. Signor Presidente, intervengo per dichiarazione di voto sull'emendamento.

PRESIDENTE. Onorevole Ghiglia, il suo gruppo ha già espresso una dichiarazione di voto sull'emendamento. È già intervenuto a questo titolo l'onorevole Corsaro. Semmai le do la parola per dichiarazione di voto a titolo personale per un minuto.

AGOSTINO GHIGLIA. Va bene, signor Presidente. Intervengo per dichiarare che, nella prossima votazione, il gruppo del Popolo della Libertà si asterrà.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non sta a me difendere i diritti della maggioranza, ma vorrei farle presente che lei non ha fatto intervenire l'onorevole Ghiglia per dichiarazione di voto perché è intervenuto al medesimo titolo l'onorevole Corsaro. Tuttavia vorrei farle presente che prima è intervenuto per dichiarazione di voto per il gruppo della Lega Nord l'onorevole Polledri e poi lei ha fatto parlare, sicuramente più di un minuto, l'onorevole Reguzzoni.
Pertanto, in questo caso, si poteva anche garantire un po' di parità.

Pag. 36

PRESIDENTE. Credo di aver garantito parità, onorevole Giachetti, perché l'onorevole Reguzzoni ha svolto una dichiarazione di voto mentre l'intervento precedente è stato sull'ordine dei lavori, come dimostrato anche dalla sua brevità, è stato un inciso nel dibattito. È invece anomalo che l'onorevole Ghiglia abbia dichiarato il voto del gruppo, questa è un'obiezione che lei avrebbe potuto avanzare e che mi avrebbe costretto a scusarmi perché evidentemente non ho ben compreso il rapporto fra i due interventi, ma lei non ha obiettato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zamparutti 5.53.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zamparutti 5.53, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Porfidia, Traversa, Ravetto, Berruti, Gelmini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 533
Votanti 295
Astenuti 238
Maggioranza 148
Hanno votato
266
Hanno votato
no 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Ferranti, Scilipoti, Di Stanislao...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 528
Votanti 427
Astenuti 101
Maggioranza 214
Hanno votato
417
Hanno votato
no 10).

Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Dovremmo ora passare all'esame dell'articolo 6 ma esiste un'intesa nel sospendere i lavori. Chiedo all'onorevole relatore come intenda procedere.

ANGELO ALESSANDRI. Relatore, Signor Presidente, visto che gli emendamenti che adesso dovremmo esaminare - a parte il primo che era abbastanza problematico - sono altri quattro o cinque, io credo che avremo bisogno di mezz'ora almeno, forse anche qualcosa in più.

PRESIDENTE. Anticipo l'intervento dell'onorevole Giachetti proponendo di raddoppiare il tempo della sospensione, invitando però ad osservare esattamente il tempo indicato.
Sospendiamo dunque la seduta per un'ora, che riprenderà alle ore 18,15.

La seduta, sospesa alle 17,15, è ripresa alle 18,25.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione della seduta è stato da ultimo approvato l'articolo 5.
Avverto che gli emendamenti Bratti 7.51 e Piffari 7.7 sono stati ritirati dai presentatori.
Avverto inoltre che la Commissione ha presentato l'emendamento 6.100 soppressivo dell'articolo 6, che è in distribuzione.

Pag. 37

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 3465-4290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata.
Nessun chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELO ALESSANDRI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 6.100.

PRESIDENTE. Il Governo?

ELIO VITTORIO BELCASTRO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Prima di passare al voto, avverto che all'articolo 6 è riferito un unico emendamento soppressivo, su cui il relatore e il rappresentante del Governo hanno espresso parere favorevole. Ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, porrò dunque in votazione il mantenimento dell'articolo. Chi è favorevole alla soppressione dell'articolo dovrà quindi votare «no», chi è contrario alla soppressione dovrà invece votare «sì».
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gasbarra, Marsilio, Golfo, Scilipoti, Cesare Marini, Concia, Iapicca, Brugger, Moffa, Grassi, Murgia, Aprea, Capitanio Santolini, Lanzillotta, Portas, Iannarilli, Pili, Briguglio, Favia, Vaccaro, La Morte, Miotto, Beccalossi, Brancher, Nicolucci, Cosentino, Luongo, Pedoto, Corsaro, Laffranco, Mario Pepe (Misto-R-A), Turco e Donadi...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 499
Astenuti 4
Maggioranza 250
Hanno votato
no 499).

Prendo atto che la deputata Miotto ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 3465-4290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3465-4290-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANGELO ALESSANDRI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Motta 7.2 e Piffari 7.3.
Il parere della Commissione è contrario sull'emendamento Zamparutti 7.50.

PRESIDENTE. Il Governo?

ELIO VITTORIO BELCASTRO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore sugli identici emendamenti Motta 7.2 e Piffari 7.3, mentre si rimette all'Assemblea sull'emendamento Zamparutti 7.50, sul quale la Commissione ha espresso parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Motta 7.2 e Piffari 7.3, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 38

Onorevoli Rota, Giancarlo Giorgetti, Servodio, Di Centa, Laganà Fortugno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 513
Votanti 503
Astenuti 10
Maggioranza 252
Hanno votato
495
Hanno votato
no 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zamparutti 7.50, non accettato dalla Commissione e sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Barani, Traversa, D'Antoni, Zeller...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 512
Votanti 210
Astenuti 302
Maggioranza 106
Hanno votato
200
Hanno votato
no 10).

Prendo atto che i deputati Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni e Maurizio Turco hanno segnalato di essersi astenuti mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Barani, Mazzuca, Lehner, Veltroni, Sbai...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 495
Astenuti 13
Maggioranza 248
Hanno votato
492
Hanno votato
no 3).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 3465-4290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A - A.C. 3465-4290-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Dima, Grassi, Mazzuca... L'onorevole Grassi ha votato? Onorevole Consiglio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 457
Astenuti 52
Maggioranza 229
Hanno votato
453
Hanno votato
no 4).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3465-4290-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 3465-4290-A).
Qual è il parere del Governo?

ELIO VITTORIO BELCASTRO, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Il Governo accetta Pag. 39gli ordini del giorno Burtone n. 9/3465-A/1, Zamparutti n. 9/3465-A/2 e Di Stanislao n. 9/3465-A/3.

PRESIDENTE. Onorevole Burtone, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3465-A/1, accettato dal Governo?

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. No, signor Presidente, non insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Onorevole Zamparutti, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3465-A/2, accettato dal Governo?

ELISABETTA ZAMPARUTTI. No, signor Presidente, non insistiamo per la votazione.

PRESIDENTE. Onorevole Di Stanislao, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/3465-A/3, accettato dal Governo?

AUGUSTO DI STANISLAO. No, signor Presidente, non insistiamo per la votazione.

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3465-4290-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, io credo che quello che è avvenuto oggi per fortuna è avvenuto su un provvedimento di questo tipo perché più volte, in Commissione e ancora ieri anche in sede di discussione sulle linee generali in Aula, abbiamo cercato di far ragionare la maggioranza e il Governo su questo provvedimento.

PRESIDENTE. Onorevole Realacci, per cortesia...

SERGIO MICHELE PIFFARI. Grazie signor Presidente. Io capisco che forse in questo provvedimento c'era di importante il 21 novembre, la giornata dell'albero, e che quindi bisognava correre ad istituirla, sapendo che avevamo previsto i tre mesi, i sei mesi di correzione, perché poi magari sulle alpi o in alcune parti degli appennini per quella ricorrenza c'è la neve e il ghiaccio e non si può fare la festa dell'albero, in altre parti invece non si può fare in altre date. L'Italia, infatti, ha anche questa caratteristica.
Dico ciò perché ormai è un po' di anni che, in una maniera o nell'altra, tutti ci diciamo che andiamo verso l'autonomia dei territori: abbiamo fatto delle riforme, dal titolo V della Costituzione ad una serie di passaggi, e ci siamo dati l'autonomia nelle istituzioni scolastiche. E, tuttavia, noi siamo arrivati invece con questo provvedimento a dire: mah, siccome non funziona questa legge di messa a dimora degli alberi quando nascono dei figli nei propri territori e comuni, ci inventiamo la giornata dell'albero, facendo la stessa cosa e «rivestiamo», come ho già detto in precedenti interventi, quella che era la giornata prevista nel regio decreto del 1923.
Poi ci siamo inventati un altro articolo sulla questione del registro anagrafico, cioè abbiamo scoperto che abbiamo anche altri figli legittimi, adottati o in altre forme, e che quindi vanno considerati anche questi. E il Parlamento si è impegnato anche a riconoscere anche a questa categoria di figli il proprio alberello.
Poi ancora, approfondendo la questione - grazie anche magari ad un lavoro di parlamentari e colleghi - quantomeno abbiamo inventato un altro comitato (perché non ne mancano!), il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, naturalmente sempre a zero costi.
Tutte le macchine costano poco, tutti i carrozzoni poi con il tempo si ingrassano e non capiamo perché costano così tanto. Abbiamo deciso di fare degli interventi sacrosanti e necessari perché si è scoperto Pag. 40che nelle nostre città non per alcuni giorni ma per decine di giorni superiamo i limiti di CO2 e di polveri sottili: si tratta di parametri definiti dall'Unione europea ma accettati naturalmente anche dal Parlamento italiano per garantire la salute di chi vive nelle città. Per fare questo si è fatta una serie di azioni forti con delle leggi a difesa del territorio dal punto di vista idrogeologico e invece con questo Governo è sparita qualsiasi azione di salvaguardia dal punto di vista idrogeologico. Si erano fatte leggi a tutela e salvaguardia del patrimonio arboreo, valorizzando anche i territori della pianura e delle città e quindi sostenendo anche economicamente, con dei fondi - vedi la finanziaria del 2007 del Governo Prodi - la realizzazione dei boschi nelle grandi città e ciò in un provvedimento precedente è stato azzerato. Oggi il Parlamento e il Governo hanno approvato delle modifiche sostanziali stanziando con una disposizione 15 milioni di euro, con l'altra 20 milioni di euro, pur sapendo che non c'è copertura finanziaria. Tuttavia il Governo si rimette all'Aula e accetta che il principio di programmazione e valorizzazione del territorio, che era inserito in leggi dello Stato, del Parlamento italiano e quindi in programmazioni che i comuni e i territori già avevano messo in atto, venga salvaguardato e credo che, a prescindere, il provvedimento in esame, se dovrà camminare, non potrà più dimenticare questa necessità e questa realtà. Ma non solo. Ci siamo anche preoccupati di trasformare in verde i terrazzi dei nostri condomini, i giardini pensili, con una legge dello Stato. Ci siamo anche preoccupati di utilizzare il Corpo forestale dello Stato per gestire un registro nazionale degli alberi monumentali o secolari - immaginatevi se quei 50 o 60 milioni di ulivi che stanno solo nella regione Puglia dovessero essere censiti uno a uno dal Corpo forestale dello Stato - dimenticando che al medesimo Corpo forestale abbiamo chiesto di censire le aree a bosco che si incendiano ogni anno, perché lì una legge dello Stato vieta poi l'edificazione e la speculazione. Quello non è importante, il registro degli alberi monumentali invece sì e quindi dobbiamo tenere in piedi il Corpo forestale per questi grandi obiettivi. Sette o otto mila persone specializzate e qualificate per censire questo tipo di monumenti! La cultura dell'ambiente, la cultura che deve salvaguardare i luoghi dove abitiamo, non può essere ormai imposta o indirizzata attraverso le leggi dello Stato ma dobbiamo solo sperare che le amministrazioni locali e i territori, nella propria autonomia, riescano a capire che attraverso la salvaguardia del territorio passa la promozione e la valorizzazione anche di questi temi. Non può essere lo Stato che passa attraverso questa norma e questa legge. Abbiamo detto più volte che questa legge non andava portata avanti, che senza risorse era meglio soprassedere, però era importante perché il 21 novembre due milioni di euro fossero, l'anno prossimo, a disposizione del Ministro del territorio e dell'ambiente. Cosa facciamo con due milioni di euro? Una bella brochure da spedire in tutte le scuole italiane, pensando che, anziché dotare le scuole, i nostri allievi, i nostri alunni, i nostri figli, del diritto alla scuola con i propri libri, noi li dotiamo di una bella brochure che spiega loro perché va salvaguardato l'albero monumentale o l'albero secolare lungo le strade.
Poi, però, nascono i comitati sui territori che sostengono che quelle statali e quegli alberi sono pericolosi. Abbiamo le file di croci e di lapidi che ricordano incidenti mortali. Noi, però, approviamo delle leggi che, magari, impediscono all'ente locale di intervenire su situazioni di questo tipo. In compenso, alcuni nostri sindaci non si sono preoccupati di salvaguardare i viali delle rimembranze e si sono preoccupati di costruire i parcheggi interrati rasando così al suolo questi alberi collocati a dimora per ricordare a tutti noi e ai nostri figli chi ha sofferto e ha dato la propria vita per questa Italia. Ebbene, a volte un po' di umiltà non fa male. Non so se il Governo avrà il coraggio al Senato di portare avanti questo provvedimento. Se ha il coraggio, trovi delle risorse con tutte le complicazioni che vi sono oggi naturalmente nel reperire risorse e, Pag. 41quindi, compia azioni concrete e credibili, altrimenti lo lasci morire lì. Il Governo oggi ha già preso uno schiaffo; per fortuna, non l'ha preso su qualcosa di più importante per gli italiani, ma, o si dimette il Ministro, oppure non presentatevi più in Parlamento con queste stupidate (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Biagio. Ne ha facoltà.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, quanto avvenuto oggi in Aula sul provvedimento in esame ci ha lasciato un po' tutti allibiti. Abbiamo assistito a modifiche e stravolgimenti del testo di partenza. Il Governo si è rimesso all'Aula, si è astenuto, ha mostrato totale mancanza di compattezza, anche su punti importanti del provvedimento stesso. Certo, potremmo considerarlo un fatto positivo, indice di una capacità di lavoro, ma la sensazione che abbiamo avuto in molti è stato, piuttosto, l'indice della totale assenza di una linea di riferimento sul provvedimento. Allo stesso tempo, il fatto che siano emerse fino all'ultimo le criticità del provvedimento, conferma una convinzione che avevamo avuto già nel merito. Il provvedimento, senz'altro, prende atto dell'esigenza di qualità ecologica della nostra città. Lo sviluppo strutturato degli spazi verdi urbani e la loro cura sono elementi chiave di una città sostenibile, nella quale un parametro essenziale sia la vivibilità. È, quindi, fondamentale che la previsione degli spazi verdi trovi un'adeguata formulazione nella pianificazione del tessuto urbano. Questo all'interno di un quadro giuridico appropriato e valido e nel rispetto del patrimonio esistente ed in linea con gli obiettivi europei.
Non vogliamo togliere nulla al lavoro della Commissione o dei colleghi, sia al Senato che qui alla Camera, tuttavia mi preme ribadire, come anticipato da alcuni colleghi, che una legislazione in tal senso è già presente. Ciò che si rischia, quindi, è un surplus di norme che può essere considerato rischioso. Lo sviluppo del verde urbano è una questione che ricade nella stesura del piano regolatore di ciascuna città e per il quale il decreto interministeriale n. 1444 del 1968 ha definito precisi standard urbanistici che definiscono la quantità di verde in relazione agli abitanti, ai servizi e a vari altri parametri. Esiste una normativa, sia a livello nazionale che regionale, molto ricca in materia, forse troppo. Un aumento incontrollato di leggi e leggine spesso determina zone grigie, adatte alla speculazione o all'accumulamento delle responsabilità. Esso può determinare, inoltre, notevoli difficoltà per gli attori coinvolti se la conseguenza dei provvedimenti non è approfondita in maniera opportuna. Di questa preoccupazione condivisa abbiamo avuto un esempio con gli altolà lanciati dai colleghi anche del Partito Democratico e della Lega Nord Padania sull'articolo 6. Si è detto di fare attenzione perché si rischia di mettere in condizione di difficoltà centinaia di realtà imprenditoriali. Tuttavia, tornando al provvedimento, in senso più generale si sente l'esigenza di un aggiornamento della normativa. Viene da chiedersi il perché di tale esigenza. Mi unisco in questo senso a quanto evidenziato da alcuni colleghi: il punto cruciale si trova nell'applicazione delle norme e nella modalità di gestione e intervento sul verde pubblico e, soprattutto, nella carenza di adeguati controlli in materia.
Il problema della sostenibilità ambientale è giustamente lasciato agli enti locali nei piani regolatori ma la realtà è che tale tema viene spesso piegato ad interessi di parte che, in sede locale, si manifestano più forti e più facili da accomodare. Un inciso poi sulle emissioni di CO2: va senz'altro bene incrementare il verde pubblico ma, se non si affiancano misure più strutturali, si rischia di non arrivare ad effetto. Il problema delle emissioni si contrasta anche con l'attuazione di un piano strategico per il trasporto pubblico richiesto da più parti che risolva il problema delle vetture vecchie inquinanti. Di fronte a tutto questo, il testo che abbiamo sotto Pag. 42gli occhi presenta degli aspetti interessanti ma temo che non colga nel segno delle necessità. Il coinvolgimento dei privati, le iniziative culturali, il monitoraggio della legge n. 113 del 1992 sono sicuramente misure importanti ma, ad esempio, occorrerebbe anche un monitoraggio ben più forte sul rispetto degli standard urbanistici e, come dicevo, un intervento strutturale sul trasporto pubblico. Si tratta di una norma di buon senso che poteva dare un segnale positivo, anche tenendo conto che, da mesi, in quest'Aula non si conclude nulla di sostanziale per il Paese. È un segnale che però la discussione di oggi ha reso abbastanza critico anche perché fa emergere forti perplessità sul modo in cui si è presentato il provvedimento: è stato detto senza maggiori oneri per la finanza pubblica, che, nella forma, rispetta il momento di criticità economica ma, nella sostanza, conferma l'idea di un Governo dei buoni propositi per i quali manca la reale volontà di sostegno.
Tutto ciò è veramente difficile da poter sostenere e accettare, tuttavia riteniamo che vi siano elementi da valorizzare e riteniamo che il Paese abbia bisogno di segnali positivi da parte delle istituzioni. Esprimo perciò il voto favorevole del gruppo Futuro e Libertà sul provvedimento in esame ma auspico che a questo segnale possa seguire un ulteriore approfondimento che risponda con serietà alle reali necessità dei nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mondello. Ne ha facoltà.

GABRIELLA MONDELLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è stata una giornata particolarmente densa di approfondimenti su questo progetto di legge. Dobbiamo dire che come gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo eravamo già convinti di esprimere un voto favorevole su questo provvedimento riguardante il potenziamento e il miglioramento del verde pubblico ma, cammin facendo, sono emerse proprio durante la discussione in Aula alcune problematiche che avrebbero potuto essere anche affrontate e risolte in Commissione. Detto questo, riteniamo che il lavoro svolto oggi sia di grande utilità e soprattutto migliorativo di un provvedimento che - devo dirlo - all'inizio mi sembrava particolarmente pleonastico perché in effetti esiste già una legislazione in materia e, di conseguenza, poteva sembrare una disciplina normativa fatta tanto per farla. In realtà, applicando e studiando la problematica, ci siamo veramente convinti che si tratta di un provvedimento quanto mai utile perché, se non mancano in effetti le leggi che riguardano il verde pubblico, è molto carente la loro applicabilità. Nel 2009 difatti la densità di verde urbano percentuale sulla superficie comunale relativa al complesso dei comuni capoluogo di provincia si attestava al 9,3 per cento e quindi molto bassa. In effetti, il verde pubblico, soprattutto urbano, ha un'importanza veramente straordinaria perché contribuisce a mitigare il clima urbano, alla filtrazione, alla purificazione dell'aria dalle polveri e dagli inquinanti, all'attenuazione dei rumori e delle vibrazioni oltre che alla protezione del suolo.
La parte critica che ci appariva, in effetti, era che per quanto riguardava il progetto di legge, da un punto di vista finanziario, appariva assolutamente carente.
A questo punto, credo che quanto è stato proposto e votato oggi con gli emendamenti che sono stati accolti, dia la possibilità a questo provvedimento di diventare veramente operativo ed utile. Penso che una sua rivisitazione lo renda veramente applicabile, e non si tratta soltanto di una dichiarazione di begli intenti come poteva apparire nella prima stesura. Noi riteniamo, infatti, che vi sia la possibilità di prevedere stanziamenti, anche finanziari, per un provvedimento che effettivamente afferisce al Ministero dell'ambiente, che, sicuramente, può indirizzare i fondi di cui dispone in modo oculato e veramente utile alla collettività, come in questo caso. Pag. 43
Noi riteniamo, come gruppo dell'Unione di Centro per il Terzo Polo che, effettivamente, grazie a come abbiamo lavorato oggi - sospendendo più volte la seduta, ma lavorando seriamente ed interpellandoci -, sia stato realizzato un prodotto di buona qualità, che, sebbene rinvii, penso, l'applicazione e l'approvazione definitiva di questo provvedimento, effettivamente non può che renderlo migliore.
Sicuramente, vi sarebbero molte osservazioni da fare su come siamo arrivati a mettere insieme il progetto di legge in oggetto, consultandoci tra colleghi; ringraziamo, anche per quanto mi riguarda, l'Aula e parte della maggioranza per aver comunque compreso e, quindi, per aver accolto, al di là di ciò che veniva suggerito dal Governo o da altri, gli emendamenti proposti.
Pertanto, pur con alcune criticità che risultano ancora presenti, riteniamo, come gruppo dell'Unione di Centro per il Terzo Polo, di esprimere un voto favorevole sul provvedimento in oggetto (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzarin. Ne ha facoltà.

MANUELA LANZARIN. Signor Presidente, onorevoli colleghi, premetto già che il voto della Lega Nord sarà di astensione, vista l'evoluzione che ha avuto il provvedimento nel corso della giornata. È stata una giornata sicuramente frenetica, che ha stravolto l'impianto del provvedimento che era stato licenziato dal Senato - com'è stato ricordato - con un consenso bipartisan.
È stata, però, una giornata che ha portato, comunque, miglioramenti al testo: basti pensare alla soppressione dell'articolo 6, che è stata, fin dall'inizio, fortemente richiesta e voluta da parte della Lega. Fortemente voluta, perché non vogliamo appesantire gli oneri e i balzelli già a carico degli enti locali, oppure dei singoli cittadini o delle imprese. Quindi, è in questa direzione che vi sono state tali spinte, che poi sono andate a buon fine con la soppressione dell'articolo 6.
Va ricordato, nel merito, che il provvedimento sicuramente voleva cercare di andare nella direzione di migliorare la qualità della vita dei cittadini, aumentando gli spazi verdi e le aree verdi urbane, cercando anche di andare incontro alle esigenze dettate dalla comunità europea e dagli impegni che abbiamo assunto per quanto riguarda la riduzione di emissioni di CO2. Tuttavia, è chiaro che questi miglioramenti possono essere apportati senza andare a pesare sugli enti locali, sulle strutture, sull'imprenditoria, sulle imprese e sui cittadini, che, come sappiamo benissimo, stanno attraversando un momento molto difficile.
Chiaramente, il testo ha avuto un'evoluzione, uno stravolgimento radicale, anche con previsioni di copertura che, come sappiamo, non vi sono. In questo tempo, è difficile parlare di impegni economici in questi settori, con riferimento a provvedimenti, che sicuramente sono importanti per il benessere di noi tutti, per una migliore qualità della vita, ma che sicuramente non coincidono con le esigenze dei cittadini e dei nostri territori.
È per queste motivazioni che il voto della Lega Nord su questo provvedimento sarà un voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT. Signor Presidente, oggi, come hanno ricordato altri colleghi, si è verificata, ancora una volta, una sconfitta della maggioranza su un provvedimento che poi è stato radicalmente modificato. Sconfitta che segue tanti altri episodi ma che è tanto più grave perché avviene su un provvedimento di merito. Qui qualcuno ha sottovalutato quanto accaduto perché si partiva da una posizione di convergenza fra le varie forze politiche su questo provvedimento; il fatto Pag. 44grave è proprio questo e cioè che si sia data per scontata l'approvazione burocratica di un provvedimento importante - importante perché aveva una denominazione significativa: il verde pubblico - sottovalutando completamente il ruolo dell'Aula e del Parlamento. Questo è da considerarsi ancor più grave: l'idea che sulla base di un accordo di vertice tra intese politiche il provvedimento potesse filare liscio sottovalutando il ruolo dell'Aula, degli emendamenti presentati dai parlamentari e di una discussione politica di merito che comunque non bisogna mai dare per scontata. Quindi, quanto accaduto è grave anche per questo, perché segnala un'idea del Parlamento, una concezione dell'Aula parlamentare, una sensazione di vuoto di quanto si fa in quest'Aula che è assolutamente da criticare.
Noi, comunque, voteremo a favore del provvedimento tanto più che è stato modificato, secondo il nostro punto di vista, in modo nettamente positivo. L'avremmo votato lo stesso, anche se il titolo conteneva un'enfasi: spazi verdi urbani, che francamente il merito del provvedimento non meritava. C'erano, e sono rimaste anche tante cose positive che riguardano il problema delle piantumazioni, la giornata dell'albero, le iniziative nelle scuole; si è molto discusso, per esempio, di questo articolo 6 di cui la Lega Nord Padania si è un po' arrogata il merito della cancellazione, ma vorrei ricordare che, in Commissione, è stato il Partito Democratico, attraverso l'onorevole Motta, a segnalare l'inadeguatezza di questo articolo e la necessità di stralciarlo. Siamo stati noi a sollevare il problema di riconoscere che era quanto meno inopportuno che ai capannoni industriali, ai centri commerciali, già edificati, o anche a quelli di nuova edificazione, si imponesse, attraverso una legge, l'applicazione di piantumazioni per il verde pensile o il rinverdimento della facciate.
La cosa che però mi preme sottolineare è che, nonostante questo, il provvedimento era molto scarno e invece il tema del verde nei grandi spazi urbani è un grande tema civile e sociale che riguarda le nostre città, riguarda come si vive nelle nostre città e soprattutto riguarda la dimensione pubblica delle nostre città, dimensione che sta morendo. Oggi la città pubblica, quella dei servizi, del verde, delle scuole, delle grandi infrastrutture metropolitane è quella parte di città che sta deperendo. È il capitale fisso dei nostri servizi, dei servizi collettivi che sta invecchiando rapidamente e che non viene sostituito. Questo è un grande tema sociale, civile drammatico di cui si parla poco. È di oggi una indagine conoscitiva che segnala come quasi l'80 per cento del patrimonio scolastico italiano sia un patrimonio scolastico a rischio. Questo tema è un tema centrale per la vita civile, per la vita sociale ma anche per la vita economica. All'interno di questo è iscritto il tema del verde che è fatto di tre cose; non tanto degli alberi, delle coperture, del verde pensile, del rinverdimento delle facciate, ma di tre problemi: come si pianifica il verde pubblico, come si prevede l'attribuzione di verde pubblico nelle città; come si acquisisce al bene patrimoniale pubblico cioè come quelle previsioni divengono bene di tutti, bene collettivo, come vengano acquisite e, terzo, come si gestisce il verde pubblico per evitare che diventi area di degrado e di insicurezza urbana. Il tema del verde pubblico si racchiude in questi tre temi, in questi tre problemi. In Italia c'è una legge del 1968, frutto delle grandi battaglie ambientaliste degli anni Sessanta che cercarono di riequilibrare le città pianificate negli anni Trenta senza verde, che stabiliva, ben 43 anni fa, che ogni abitante dovesse avere 18 metri quadri di verde. Invece in Italia, oggi, a 43 anni di distanza, la media è di 11 metri quadri per abitante. Siamo poco oltre la metà di quanto stabilisce una legge di 43 anni fa. Tutti in capoluoghi del Mezzogiorno hanno mediamente due o tre metri quadri di verde per abitante e forse vanno oltre quella cifra dei 18 metri quadri alcuni capoluoghi del Centro-Nord. Il problema è questo: non tanto come si abbellisce il patrimonio edilizio, che pure è un tema importante, ma come si dà spazio pubblico, come si rafforza la dimensione pubblica delle città. Pag. 45
Abbiamo preso talmente sul serio questo provvedimento che abbiamo voluto presentare alcune proposte emendative, con riferimento alle quali adesso si vuole discutere strumentalmente dicendo che non hanno copertura finanziaria (su alcune vi sarà, certo, un problema di copertura finanziaria), tuttavia, l'emendamento più importante, quello centrale, che è stato introdotto nel corso della discussione, riguarda alcuni aspetti: in primo luogo, il fatto che si debba fare annualmente un monitoraggio sullo stato del verde pubblico nelle grandi città; in secondo luogo, che vi sia l'obbligo, per i comuni che non hanno gli standard previsti dalla normativa del 1968, di prevedere varianti urbanistiche per dare ai cittadini e ai ragazzi nelle scuole il verde di cui hanno bisogno; in terzo luogo, vi è una modifica sostanziale. Infatti, con questo provvedimento e con l'emendamento approvato, come ho già ricordato nel corso della discussione, gli oneri concessori derivanti dal rilascio delle concessioni edilizie non saranno più spendibili - come accade da qualche anno in modo abbastanza barbaro - per la spesa corrente dei comuni. I comuni rilasciano cioè le concessioni edilizie e fanno costruire, aumentano così il suolo occupato dal cemento, e con gli oneri pagati dai costruttori pagano gli stipendi e li usano per le spese comunali e le città restano senza servizi.
Questo dramma, questa incredibile decisione che qualche anno fa è stata assunta, ritorna oggi nell'alveo delle regole: quelle risorse debbono essere spese per fare le opere, per dare i servizi, per fare le strade e per fare le urbanizzazioni, come è giusto che sia di fronte alla crescita della città, e come è giusto che sia anche per dare fiato alla crescita economica, perché è giusto che quelle risorse siano spese per gli investimenti e si trasformino in economia. Si discute della manovra finanziaria e ci si imputa che abbiamo presentato degli emendamenti che non hanno copertura finanziaria, ma l'emendamento approvato non toglie un euro ai comuni, ma favorisce la crescita e consente ai comuni di riprendere un'azione di investimenti per fare opere pubbliche e infrastrutture e offrire servizi per le città.
Infine, l'ultimo aspetto importante che ci convince ancor più ad esprimere un voto favorevole è il tema della gestione. Gestire il verde, gestire le opere pubbliche e gestire gli spazi pubblici costa venti o trenta euro a metro quadrato per il verde campagna, cioè per il verde libero, e costa ai comuni esattamente il doppio, cioè tra i quaranta ed i sessanta euro per il verde attrezzato. Quindi, per ogni mille metri quadrati di verde pubblico un comune deve spendere tra i 40 mila ed i 60 mila euro di risorse al mese. I comuni non avranno mai queste risorse, è del tutto evidente, e questo è il motivo per cui tanti spazi pubblici e tanti giardini sono aggrediti dalla sporcizia e dalle erbacce, e vi è anche il problema dello sfalcio dell'erba.
L'emendamento propone di affidare a consorzi di cittadini, riuniti in cooperativa o in consorzio, o addirittura ad imprese sociali, la cura del verde, affiancando il ruolo della società civile organizzata dei cittadini al ruolo delle istituzioni, un po' quello, cari colleghi del PdL, che in Inghilterra stanno facendo i conservatori, che hanno lavorato e lanciato questo grande tema della big society, cioè la società civile che si organizza al fianco delle strutture dello Stato per far vivere meglio i cittadini. Si tratta di un grande tema sociale ed economico che però sfugge completamente alla visione culturale della destra italiana e che attraverso questo piccolo emendamento, ma importante, consente di essere introdotto anche in Italia, con una modalità di gestione della cosa pubblica che non ha soltanto il ruolo burocratico ed amministrativo dello Stato.
Per questi motivi voteremo a favore del provvedimento e siamo tanto più convinti di farlo dopo le modifiche di merito e dopo che la battaglia politica di oggi ha dimostrato, ancora una volta, la difficoltà e la crisi di questa maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ghiglia. Ne ha facoltà.

Pag. 46

AGOSTINO GHIGLIA. Signor Presidente, intervengo brevemente per esprimere, alla fine di questa giornata strana e stramba, il voto favorevole del PdL sul provvedimento, con l'auspicio che l'altra Camera ci metta più buon senso e ci metta una «pezza» rispetto alle manovre strumentali che oggi sono state operate dalla sinistra, che, infischiandosene del merito del provvedimento, ha giocato sulla mancanza dei numeri - questo occorre anche dirlo - nelle file della maggioranza.
Si sarebbe potuti arrivare ad un provvedimento condiviso, soprattutto su un tema che non ha una grande rilevanza sostanziale, ma che simbolicamente avrebbe rappresentato un bel segnale di attenzione nei confronti dell'ambiente, un bel segnale di attenzione nei confronti del territorio, un bel segnale nei confronti del decoro delle nostre città e dei nostri comuni. Così non è stato a causa di una tattica d'Aula politicamente comprensibile, ma sostanzialmente sconsiderata portata avanti dal Partito Democratico.
Noi, nel dare il nostro voto favorevole, auspichiamo che il Senato possa meglio riflettere su questo provvedimento, che il Senato possa apportare quei miglioramenti e quelle modifiche che ritenevamo fondamentali e che erano state anche votate e licenziate dalla Commissione di merito e con questo spirito e con questo auspicio ribadiamo il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 3465 - 4290-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3465-4290-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato dei progetti di legge n. 3465-4290-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Versace... onorevole La Morte... onorevole La Loggia... onorevole Gelmini... onorevole Pionati... onorevole Stagno D'Alcontres...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 2472 - Cosenza; d'iniziativa del Governo: Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani (Approvato dal Senato) (3465-4290-A):

Presenti 497
Votanti 412
Astenuti 85
Maggioranza 207
Hanno votato 409
Hanno votato no 3
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Verini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Secondo le intese intercorse, la trattazione degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno è rinviata alla seduta di domani.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 21 settembre 2011, alle 9:

1. - Informativa urgente del Governo sulle conseguenze dell'incidente occorso presso un sito nucleare nel sud della Francia.

Pag. 47

(ore 10 e ore 16)

2. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Delega al Governo per il riassetto della normativa in materia di sperimentazione clinica e per la riforma degli ordini delle professioni sanitarie, nonché disposizioni in materia sanitaria (C. 4274-A).
- Relatore: De Nichilo Rizzoli.

3. - Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale:
Partecipazione dei giovani alla vita economica, sociale, culturale e politica della Nazione ed equiparazione tra elettorato attivo e passivo (C. 4358).
e delle abbinate proposte di legge costituzionali: PISICCHIO; LENZI ed altri; VACCARO; GOZI ed altri (C. 849-997-3296-4023).
- Relatore: Laffranco.

4. - Seguito della discussione delle mozioni Di Pietro ed altri n. 1-00391, Tempestini ed altri n. 1-00621, Pezzotta ed altri n. 1-00623, Antonione, Dozzo, Sardelli ed altri n. 1-00625, Pisicchio ed altri n. 1-00629 e Di Biagio e Della Vedova n. 1-00712 concernenti iniziative per garantire la trasparenza delle informazioni relative all'aiuto pubblico allo sviluppo.

5. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
BITONCI ed altri; CERONI ed altri; VANNUCCI ed altri: Disposizioni concernenti la ripartizione della quota dell'otto per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche devoluta alla diretta gestione statale (C. 3261-3263-3299-A).
- Relatore: Ceroni.

(ore 15)

6. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta termina alle 19,15.

ERRATA CORRIGE

Nel resoconto stenografico della seduta del 19 settembre 2011, a pagina 1, prima colonna, alla ventottesima riga il nome «Stefano» deve essere sostituito dal seguente: «Stefani».

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. T.U. 3465-4290-A - em. 1.50 493 490 3 246 489 1 54 Appr.
2 Nom. em. 1.51 504 504 253 258 246 51 Appr.
3 Nom. em. 1.100 517 462 55 232 460 2 49 Appr.
4 Nom. articolo 1 513 462 51 232 461 1 49 Appr.
5 Nom. em. 2.50 519 465 54 233 464 1 46 Appr.
6 Nom. articolo 2 521 517 4 259 452 65 46 Appr.
7 Nom. em. 3.50 525 524 1 263 268 256 46 Appr.
8 Nom. articolo 3 520 512 8 257 458 54 46 Appr.
9 Nom. articolo agg. 3.01 522 520 2 261 265 255 46 Appr.
10 Nom. em. 4.1 532 532 267 270 262 40 Appr.
11 Nom. em. 4.100 531 526 5 264 516 10 39 Appr.
12 Nom. em. 4.2 rif. 533 524 9 263 521 3 39 Appr.
13 Nom. articolo 4 538 520 18 261 517 3 39 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. articolo agg. 4.050 536 438 98 220 412 26 39 Appr.
15 Nom. em. 5.50 535 402 133 202 365 37 39 Appr.
16 Nom. em. 5.54 537 420 117 211 394 26 39 Appr.
17 Nom. em. 5.52 537 394 143 198 339 55 39 Appr.
18 Nom. em. 5.1 520 370 150 186 302 68 39 Appr.
19 Nom. em. 5.3 533 388 145 195 306 82 39 Appr.
20 Nom. em. 5.53 533 295 238 148 266 29 39 Appr.
21 Nom. articolo 5 528 427 101 214 417 10 39 Appr.
22 Nom. mantenimento articolo 6 503 499 4 250 499 38 Resp.
23 Nom. em. 7.2, 7.3 513 503 10 252 495 8 38 Appr.
24 Nom. em. 7.50 512 210 302 106 200 10 38 Appr.
25 Nom. articolo 7 508 495 13 248 492 3 38 Appr.
26 Nom. articolo 8 509 457 52 229 453 4 38 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 27)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. T.U. 3465-4290-A - voto finale 497 412 85 207 409 3 38 Appr.