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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 494 di giovedì 30 giugno 2011

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

La seduta comincia alle 10.

LORENA MILANATO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Casero, Catone, Cicchitto, Colucci, Crimi, Crosetto, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Fava, Gregorio Fontana, Franceschini, Frattini, Gelmini, Giancarlo Giorgetti, Giro, Martini, Melchiorre, Migliori, Misiti, Mura, Palumbo, Pescante, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Rotondi, Paolo Russo, Saglia, Sardelli, Stefani e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di petizioni (ore 10,05).

PRESIDENTE. Invito l'onorevole segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

LORENA MILANATO, Segretario, legge:
MORENO SGARALLINO, da Terracina (Latina), chiede:
l'introduzione di norme che consentano, nei pagamenti effettuati con carta di credito, di versare l'IVA direttamente all'erario e che una quota degli importi versati a tale titolo sia accantonata a fini previdenziali (1255) - alla VI Commissione (Finanze);
interventi per la riduzione delle spese degli organi costituzionali e l'istituzione di un organo autonomo, costituito dai senatori a vita, per la determinazione del trattamento economico dei parlamentari (1256) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
la soppressione dell'istituto del referendum e la sua sostituzione con forme non vincolanti di consultazione dell'opinione pubblica attraverso la rete internet (1257) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
misure per promuovere una più corretta alimentazione, tramite campagne informative e interventi nelle scuole (1258) - alle Commissioni riunite VII (Cultura) e XII (Affari sociali);
nuove disposizioni per regolamentare lo svolgimento di manifestazioni pubbliche in luoghi di particolare rilevanza simbolica e culturale (1259) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
ANTONIO MINARDI, da Piane Crati (Cosenza), chiede interventi per l'attivazione del servizio dell'unità operativa di genetica medica di Aprigliano da parte dell'azienda sanitaria provinciale di Cosenza (1260) - alla XII Commissione (Affari sociali); Pag. 2
BARBARA FRATICELLI, da Sesto Fiorentino (Firenze), chiede l'abolizione dei termini previsti per richiedere allo Stato l'indennizzo dei danni derivanti da vaccinazioni obbligatorie (1261) - alla XII Commissione (Affari sociali);
CORRADO BARONE, da Brescia, e altri cittadini chiedono la modifica della legge elettorale, per consentire la scelta diretta dei parlamentari, nonché l'istituzione di un'Assemblea di cittadini per la definizione di un ampio programma di riforme economiche e sociali (1262) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
ROSA OLIVA, da Roma, chiede una nuova disciplina delle modalità di sottoscrizione delle lettere di dimissioni volontarie e di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro (1263) - alla XI Commissione (Lavoro);
TEODORO RUSSO, da Quindici (Avellino), chiede:
la modifica della legge elettorale, con la reintroduzione del voto di preferenza e l'abolizione del premio di maggioranza (1264) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
l'elezione diretta da parte dei cittadini dei difensori civici degli enti locali (1265) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
modifiche all'articolo 46 della Costituzione, in materia di partecipazione dei lavoratori agli utili d'impresa (1266) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
norme volte a rendere facoltativa la mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali (1267) - alla II Commissione (Giustizia);
la riduzione da due terzi alla metà più uno del numero di seggi assegnati tramite premio di maggioranza nelle elezioni per i comuni fino a 15.000 abitanti (1268) - alla I Commissione (Affari costituzionali).

Seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge: Mussolini; Bindi ed altri; Palomba e Borghesi; Capano e Ferranti; d'iniziativa del Governo; Binetti ed altri; Brugger e Zeller: Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali (A.C. 2519-3184-3247-3516-3915-4007-4054-A) (ore 10,13).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato dei progetti di legge di iniziativa dei deputati Mussolini; Bindi ed altri; Palomba e Borghesi; Capano e Ferranti; d'iniziativa del Governo; Binetti ed altri; Brugger e Zeller: Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali.
Avverto che, facendo seguito alla richiesta avanzata dal presentatore, la Presidenza ha riconsiderato la dichiarazione di inammissibilità dell'emendamento Montagnoli 3.100, che è pertanto ammesso al voto, e che è in distribuzione.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,14).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,35.

La seduta, sospesa alle 10,15, è ripresa alle 10,40.

Si riprende la discussione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2519-A ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2519-A ed abbinati). Pag. 3
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Palomba 1.3, nonché sull'emendamento Borghesi 1.4. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Palomba 1.6. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Borghesi 1.7, nonché sull'emendamento Palomba 1.8. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Borghesi 1.9, nonché sull'emendamento Palomba 1.10. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Borghesi 1.13, mentre il parere è contrario sull'emendamento Borghesi 1.14. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Capano 1.2, mentre il parere è contrario sull'emendamento Palomba 1.15. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Borghesi 1.16, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Palomba 1.17, nonché sull'emendamento Palomba 1.105. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Ria 1.18, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Borghesi 1.101.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Borghesi 1.102, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Palomba 1.103. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Palomba 1.104, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Palomba 1.22, nonché sugli emendamenti Borghesi 1.23 e Palomba 1.24, perché il loro contenuto è già in delega. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Marchi 1.100, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Borghesi 1.25. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Sisto 1.90, nonché sugli emendamenti Palomba 1.26, Palomba 1.70 e Borghesi 1.27.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario sull'emendamento Palomba 1.3, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Borghesi 1.4 e Palomba 1.6. Il Governo invita i presentatori a trasfondere il contenuto degli emendamenti Borghesi 1.7, Palomba 1.8, Borghesi 1.9 e Palomba 1.10 in ordini del giorno, perché già in delega.
Il Governo esprime parere favorevole sull'emendamento Borghesi 1.13, mentre il parere è contrario sull'emendamento Borghesi 1.14. Il Governo si rimette all'Aula sull'emendamento Capano 1.2, mentre invita i presentatori a trasfondere il contenuto degli emendamenti Palomba 1.15 e Borghesi 1.16 in ordini del giorno.
Il Governo esprime parere contrario sull'emendamento Palomba 1.17, nonché sugli emendamenti Palomba 1.105, Ria 1.18, Borghesi 1.101, Borghesi 1.102, Palomba 1.103, Palomba 1.104 e Palomba 1.22. Il Governo invita i presentatori a trasfondere il contenuto degli emendamenti Borghesi 1.23 e Palomba 1.24 in ordini del giorno, mentre il parere è favorevole sull'emendamento Marchi 1.100. Il Governo invita i presentatori a trasfondere il contenuto degli emendamenti Borghesi 1.25 e Palomba 1.26 in ordini del giorno, mentre il parere è contrario sugli emendamenti Palomba 1.70 e Borghesi 1.27.

FEDERICO PALOMBA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, senza che ciò costituisca un intervento sul complesso degli emendamenti, perché mi Pag. 4riservo di intervenire sui singoli emendamenti. Per rispondere alla relatrice e al sottosegretario, vorrei dire che noi abbiamo presentato oltre trenta emendamenti, senonché siamo stati invitati dal Servizio Assemblea a segnalarne soltanto nove. Su tutti gli altri non c'è un problema di ritiro, perché non li ritiriamo, ma non verranno messi in votazione. Quindi, il sottosegretario stia tranquillo, perché su di essi non si voterà e noi confidiamo che poi saranno recepiti comunque all'interno della delega.

DONATO BRUNO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATO BRUNO. Signor Presidente, credo che per una omissione il Governo non abbia dato il parere sull'emendamento Sisto 1.90.

PRESIDENTE. Onorevole relatrice, può darci il parere sull'emendamento Sisto 1.90?

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Signor Presidente, l'onorevole Sisto ha ritirato il suo emendamento, comunque il parere era contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Sisto, conferma che il suo emendamento 1.90 è ritirato?

FRANCESCO PAOLO SISTO. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del primo degli emendamenti segnalati, Borghesi 1.13, su cui il relatore e il Governo hanno espresso parere favorevole (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Signor sottosegretario, a me risulta un parere favorevole sull'emendamento Borghesi 1.13, è corretto?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì, signor Presidente, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.13, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Giammanco, Lo Presti, Mosella, Rossomando, Ministro Brambilla...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 504
Astenuti 1
Maggioranza 253
Hanno votato
503
Hanno votato
no 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Capano 1.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, questo emendamento interviene relativamente alle dichiarazioni giudiziarie di paternità. Attualmente, è previsto che, quando la paternità è dichiarata successivamente al riconoscimento fatto dalla madre, il figlio naturale può assumere il cognome del padre aggiungendolo o sostituendolo a quello della madre. Invece, con questo emendamento, noi prevediamo che in questi casi il figlio assuma il cognome del padre aggiungendolo a quello della madre.
Lo scopo dell'emendamento tiene conto del fatto che, tutte le volte in cui interviene una dichiarazione giudiziale di paternità a distanza di molti anni, abbiamo un minore che è cresciuto e ha intessuto relazioni sociali con il cognome della madre. Quando arriva la dichiarazione di paternità, molto spesso i tribunali, anche per Pag. 5assecondare il cognome del padre e la stessa normativa sullo stato di famiglia, preferiscono il cognome del padre.
Questo per il minore significa cancellare, in qualche modo, la storia che ha avuto fino a quel momento e lasciare la questione indeterminata; quello che oggi è previsto, significa lasciare la decisione al tribunale, che spesso, appunto, l'assume non relativamente alla storia di quel ragazzo, ma per una mera convenzione sociale.
Riteniamo, quindi, che la nuova formulazione consenta al figlio naturale di continuare a vivere la sua storia in continuità anche dopo la dichiarazione di paternità, mantenendo il cognome della madre e ad esso aggiungendo quello del padre.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, la normativa attuale prevede che il minore, nel caso di riconoscimento successivo, solitamente da parte del padre, possa aggiungere o sostituire il cognome del padre a quello della madre. A me quella attuale pare una disposizione opportuna, perché si può avere un ragazzo o un adolescente, che ha sempre portato il cognome della madre e, che, a 15 anni, quando interviene il riconoscimento da parte del padre, nel caso di una decisione autoritativa, egli potrebbe percepire come una violenza il cambiamento del suo status, anche familiare, sotto il profilo del cognome.
Vi è anche un'altra ragione di perplessità su questo emendamento, e cioè il fatto che in Commissione giustizia, relatrice il presidente Bongiorno, è incardinato un provvedimento di carattere generale sul cognome delle persone, sul rapporto tra il cognome del padre e il cognome della madre, sull'assunzione del doppio cognome del padre e della madre. Mi sembrerebbe, quindi, opportuno riservare a quella sede una determinazione di questo genere.
In questo senso, chiederei ai colleghi se questo problema può essere trasferito da questa sede, attraverso il ritiro, in quell'altra, più opportuna, fermo restando che questo provvedimento dà la base per una decisione successiva, nel senso che la filiazione, che si chiamava naturale, è equiparata a quella che si chiamava legittima: tutti sono figli, e quindi il problema del cognome si porrà in maniera uguale per tutti i bambini, quale che sia la loro origine familiare.
Perciò, penserei che prima si debba approvare un provvedimento che equipara totalmente i figli, che siano nati nel matrimonio o fuori da esso, e che su questa base poi si possa ragionare unitariamente per quanto riguarda l'assunzione del cognome.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, credo che molto opportunamente il sottosegretario si sia rimesso all'Assemblea, e quindi credo che all'Assemblea vada spiegato bene l'emendamento, così come ha già fatto prima di me il collega Palomba. Questo emendamento, a mio modo di vedere, addirittura si porrebbe in contrasto con lo spirito della riforma che stiamo approvando, che vuole parificare le due condizioni di figlio legittimo e di figlio naturale nato fuori dal matrimonio.
Approvando tale emendamento si otterrebbe il seguente effetto: quando la filiazione, come è stato ricordato, da parte del padre fosse accertata o riconosciuta successivamente al riconoscimento da parte della madre, il figlio naturale non potrebbe più sostituire il cognome della madre con quello del padre, ma sarebbe obbligato al doppio cognome.
Ciò, a mio avviso, darebbe luogo ad un'inutile discriminazione tra figlio naturale riconosciuto da entrambi i genitori, che avrebbe, in questo modo, il marchio del doppio cognome, e figlio legittimo, che ha, invece, solo il cognome del padre.
Quindi, in attesa di una riforma complessiva su questa materia, che pure mi Pag. 6sembra sia all'esame dell'altro ramo del Parlamento, il Senato, credo che l'emendamento in oggetto debba essere accantonato. Se si insiste per la votazione (tra l'altro vi è anche il parere favorevole della relatrice), a nome del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo, esprimo voto contrario sull'emendamento Capano 1.2.

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Signor Presidente, vorrei solamente ricordare all'onorevole Ria che avere il doppio cognome non è un marchio, ma un segno di civiltà, perché significa che anche la madre può trasmettere il proprio cognome facendo venire al mondo dei figli.
Vorrei chiedere all'onorevole Capano di riscrivere il suo emendamento, per una riformulazione e lo riesamineremo come Commissione. Le chiedo la riformulazione, non il ritiro, dell'emendamento in oggetto perché concerne un punto delicato rispetto al quale sono favorevole.
La legge stabilisce che quando entrambi i genitori, simultaneamente, riconoscono il figlio egli assume il cognome del padre e questa previsione rimane nel testo del provvedimento in esame. Noi interveniamo nel secondo passaggio: quando il bambino ha già il nome della madre, perché questa l'ha riconosciuto per prima, come sempre accade, ed interviene, successivamente, il riconoscimento da parte del secondo genitore, cioè del padre, è facoltà del figlio aggiungere o sostituire il cognome della madre. In relazione a questo aspetto, crediamo che non sia ovvia ed opportuna la sostituzione, ma l'aggiunta, riconoscendo comunque ampia discrezionalità al figlio.
Un segnale però lo dobbiamo dare. La madre deve potere contare su una normativa puntuale per quanto riguarda la materia del riconoscimento e non vedere, se vi è un secondo riconoscimento da parte del padre, l'eliminazione tout court del suo cognome.
Quindi, invito alla riscrittura dell'emendamento Capano 1.2, al quale tengo molto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, siamo favorevoli alla riscrittura dell'emendamento Capano 1.2 in quanto la ratio è proprio quella di tutelare non solo la madre che ha riconosciuto il figlio, e quindi gli ha dato il suo cognome - spesso il riconoscimento da parte del padre avviene molto dopo -, ma, soprattutto, l'interesse del minore a conservare la propria identità sociale attraverso quel cognome che ha portato per lungo tempo, ossia quello della madre.
L'emendamento in questione aveva avuto un parere favorevole della relatrice in Commissione ed il testo, a nostro avviso, era chiaro. Comunque siamo disponibili a riscriverlo perché vediamo che vi è una convergenza di intenti da parte della Commissione medesima.

GIULIA BONGIORNO, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIA BONGIORNO, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, alla luce di quanto fin qui illustrato, chiedo di accantonare l'emendamento in questione al fine di consentirne la riscrittura per trovare un punto di sintesi.

LORENZO RIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Ria, lei è già intervenuto.

LORENZO RIA. Signor Presidente, sì, sono già intervenuto, ma vorrei intervenire di nuovo perché sono stato chiamato in causa e solo per dire che, se adesso si avverte l'esigenza...

Pag. 7

PRESIDENTE. Onorevole Ria, lei è già intervenuto quindi non posso darle nuovamente la parola.
A questo punto, visto che è stato chiesto l'accantonamento dell'emendamento Capano 1.2, se non vi sono obiezioni, possiamo considerarlo accantonato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Palomba 1.17.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, stiamo discutendo un testo di straordinaria importanza sociale, che credo meriti l'attenzione di tutta l'Aula, perché riguarda i temi della vita ordinaria di tutti i cittadini, la collocazione delle persone all'interno delle relazioni sociali e di queste all'interno della società.
Con questo emendamento, signor Presidente, l'Italia dei Valori intende richiamare all'attenzione dell'Aula e quindi della collettività nazionale esterna un punto molto delicato, cioè, attraverso l'inserimento di un nuovo articolo 315-bis, la riscrittura di alcune norme all'interno delle relazioni familiari. Quelle che sono oggi previste sono, a nostro giudizio, insufficienti, non nel senso che non siano valide, ma nel senso che nuove acquisizioni della psicologia e delle scienze pedagogiche, ma anche la nuova e più matura assunzione di responsabilità da parte degli uomini - e non solo della donna - all'interno delle relazioni familiari, hanno portato a ritenere che vi sono elementi imprescindibili all'interno delle relazioni familiari.
A riguardo vedremo in un altro emendamento la nostra proposta di sostituire il concetto latino di «potestas», che significa potere con responsabilità, mentre in questo emendamento noi inseriamo due punti determinanti e cioè che il bambino non è soggetto di potere da parte di altri, ma è soggetto di diritti all'interno della famiglia, di aspettative. Quindi i due elementi che noi inseriamo sono i seguenti.
In primo luogo vi è il diritto del bambino ad essere ascoltato. Quello di ascolto è un concetto ampio e significa la capacità del genitore o dei genitori di recepire quelle che sono le indicazioni che il bambino dà anche involontariamente, anche senza verbalizzare, nel suo percorso educativo. Il dovere dei genitori di ascoltare il bambino significa che l'educazione è un flusso, una relazione: non va soltanto dai genitori al bambino, ma va anche dal bambino ai genitori, i quali, se non sono capaci di recepire, di ascoltare e di capire quelle che sono le richieste - ripeto - anche non declamate e non espresse, ma derivanti da cenni e da atteggiamenti, la relazione non c'è più. Dunque il primo punto è questo: noi affermiamo il diritto del bambino ad essere ascoltato, diritto del bambino al quale corrisponde un dovere dei genitori di stare in atteggiamento di ascolto nei confronti delle richieste del bambino.
Il secondo punto è questo: il diritto del bambino ad essere informato. Il bambino - naturalmente a seconda dell'età, perché l'educazione è un percorso e un processo che va da 0 a 18 anni - deve essere messo al corrente di quello che accade intorno a lui ed anche delle scelte che lo riguardano. Noi sosteniamo che le proposte e le richieste del bambino devono essere tenute in considerazione, nel senso che i genitori devono spiegare continuamente e costantemente. In una fatica - ma che è anche una grande gioia - devono essere in condizioni e saper spiegare costantemente al bambino tutte quelle che sono le loro decisioni, come genitori, nei suoi confronti. Ciò non significa rifiuto delle responsabilità connesse con la gestione educativa. Anzi, queste responsabilità sono esaltate, sono accresciute dal fatto che il genitore comunque a un certo punto, senza abdicare alle proprie responsabilità, deve decidere su quelle che sono, per così dire, le prospettive, le prospettazioni, le richieste, le tensioni, le tendenze e gli ideali del bambino.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Palomba.

FEDERICO PALOMBA. Per tali ragioni, signor Presidente, abbiamo ritenuto che in Pag. 8un codice civile, che riguarda le relazioni familiari e non soltanto il potere dei genitori, sia necessario inserire queste due riformulazioni.
Siccome nel Comitato dei nove abbiamo parlato del problema dell'ascolto e siamo arrivati ad una determinazione, mi farebbe piacere sentire la relatrice e il Governo su tale punto.

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Signor Presidente, il punto dell'ascolto per noi è fondamentale ed è stato inserito molto chiaramente - lo vorrei leggere all'onorevole Palomba - nell'articolo 315-bis, al terzo comma, che recita: «Il figlio minore che ha compiuto gli anni 12, e anche di età inferiore ove capace di discernimento, ha diritto di essere ascoltato in tutte le questioni e le procedure che lo riguardano».
Chiaramente questo significa che è prioritario l'ascolto del minore in seno alla famiglia, questo è chiaro, e poi si parla anche della questione dell'ascolto procedurale, ma nella famiglia deve esserci l'ascolto del minore. Questa è l'interpretazione che tutta la Commissione ha dato, ove rafforzare quello che ha detto l'onorevole Palomba, completamente inserito ed esplicitato nell'articolo 315-bis del codice civile.

FEDERICO PALOMBA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Palomba, è già intervenuto, non posso darle la parola.

FEDERICO PALOMBA. Ma c'è stata un'interlocuzione...

PRESIDENTE. Onorevole Palomba, esiste un ordine dei lavori.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 1.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Leo, onorevole Sardelli, onorevole D'Anna, onorevole De Micheli, onorevole Franceschini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 517
Votanti 340
Astenuti 177
Maggioranza 171
Hanno votato
20
Hanno votato
no 320).

Ricordo che l'emendamento Ria 1.18 è stato ritirato. Passiamo all'emendamento Palomba 1.104.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, non ho segnalato l'emendamento Borghesi 1.101, relativo all'ascolto del figlio minore, perché sono rimasto contento delle precisazioni affinché negli atti parlamentari, negli atti preparatori, resti precisato che il diritto all'ascolto in tutte le questioni che riguardano il minore deve essere inteso, nella formulazione del testo portata all'attenzione dell'Aula, non soltanto in rapporto alle procedure giudiziarie che lo riguardano (separazione dei genitori), ma con riferimento a tutte le questioni, quindi anche nelle relazioni familiari. Questo è importante che resti stabilito, perché è un'affermazione di principio molto importante.
Invece mantengo questo emendamento, con il quale noi diciamo che il figlio minore ha diritto di ricevere le informazioni e le spiegazioni necessarie per formarsi un'opinione, ha diritto di esprimere liberamente la sua opinione, e che questa venga tenuta in seria considerazione, e ha Pag. 9diritto di essere informato sulle determinazioni che vengono assunte e che lo riguardano.
Crediamo che questo sia un modo di comportarsi corretto da parte dei genitori, e riteniamo che sarebbe scorretto se i genitori non si comportassero in questo modo ed impostassero il rapporto educativo soltanto in termini di potere e d'imposizione delle cose.
Credo che tutti i parlamentari abbiano una sensibilità su questo tema, ma, in modo particolare, credo che ce l'abbiano tutte quelle professionalità, all'interno dell'Aula, che si occupano specificamente dei problemi dei bambini, che li conoscono e sanno che un adulto è il prodotto di un rapporto educativo che non si basa soltanto sull'imposizione. Infatti, noi non vogliamo avere cittadini che a comando di un bottone si comportano in maniera conformista, ma pensiamo che l'educazione debba formare cittadini liberi, responsabili e capaci di formare autonomamente le proprie determinazioni e questo vuole essere un contributo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, si tratta di un emendamento condivisibile nel contenuto che noi avevamo cercato, anche con emendamenti presentati in Commissione, di tradurre proprio nell'ambito dell'articolo 315-bis. È una specifica ulteriore rispetto ad un diritto del minore e, quindi, dovere dei genitori, di ascolto...

PRESIDENTE. Onorevole Ferranti, mi perdoni se la interrompo, ma ho l'impressione che lei non stia parlando sull'emendamento Palomba 1.104, bensì sull'emendamento Borghesi 1.101 che è stato ritirato.

DONATELLA FERRANTI. No, signor Presidente, sto parlando sull'emendamento Palomba 1.104.

PRESIDENTE. Perfetto, onorevole Ferranti, allora continui.

DONATELLA FERRANTI. Il presente emendamento aggiunge una specifica all'articolo 315-bis che, in pratica, fa riferimento ai diritti e doveri dei figli, di tutti i figli. Tale specifica concerne il diritto dei figli di ricevere le informazioni e le spiegazioni necessarie a formarsi un'opinione, di esprimere liberamente la loro opinione e che questa venga tenuta considerazione.
La nostra posizione è sicuramente favorevole alla ratio dell'emendamento, anche se ritenevamo che il principio del diritto all'ascolto e ad essere informato e tenuto in considerazione come personalità che si deve formare all'interno del nucleo familiare, soprattutto, con riferimento al rapporto con i figli, sia stato esplicitato già nell'articolo 315-bis che è stato redatto dalla Commissione attraverso un lavoro che ha portato a vari contributi. In tale articolo, infatti, si esplicita che il figlio ha diritto di essere mantenuto, educato, istruito, assistito moralmente nel rispetto delle capacità, delle inclinazioni e delle aspirazioni e che il figlio minore che ha compiuto 12 anni - ed è qui che siamo intervenuti in Commissione in relazione pure a quello che afferma la Convenzione ONU -, ma anche di età inferiore ai 12 anni quando abbia la capacità di porsi nelle relazioni e di discernimento - quindi, anche molto piccolo - ha il diritto di essere ascoltato in tutte le questioni. Ciò sta proprio nell'articolato che abbiamo tenuto a precisare nell'articolo 1 come norma immediatamente precettiva.
Noi riteniamo che in tutte le questioni che attengono all'ambito dei rapporti familiari e con i genitori, sia compresa quella ulteriore specifica apportata dall'emendamento Palomba 1.104 laddove, appunto, esplicita che il figlio minore ha anche il diritto di essere tenuto in considerazione e di essere informato. Tanti, tuttavia, potrebbero essere gli ulteriori dettagli che, comunque, noi riteniamo abbia già in sé l'articolo 315-bis. Pag. 10
Sul presente emendamento, quindi, il nostro sarà un voto di astensione per questo motivo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 1.104, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Lo Monte, Sardelli, Ceccacci Rubino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 514
Votanti 291
Astenuti 223
Maggioranza 146
Hanno votato
19
Hanno votato
no 272).

Prendo atto che il deputato Zazzera ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Marchi 1.100.

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Marchi 1.100 purché sia riformulato dal momento che la legge sta eliminando la discriminazione tra figlio legittimo e figlio naturale e quindi dobbiamo eliminare questa parola dal testo che viene modificato nel modo seguente: «Il figlio, anche adottivo, e, in sua mancanza, i discendenti prossimi, non sono tenuti all'adempimento dell'obbligo di prestare gli alimenti al genitore nei confronti del quale è stata pronunciata la decadenza della potestà, e, per i fatti che non integrano i casi di indegnità di cui all'articolo 463 possono escluderlo dalla successione».

PRESIDENTE. Onorevole Marchi, accetta la riformulazione dell'emendamento 1.100 proposta dal relatore?

MAINO MARCHI. Signor Presidente, ringrazio la relatrice e il Governo e accetto la riformulazione. Ne approfitto anche per fare la dichiarazione di voto su questo emendamento che riprende i contenuti di un articolo di una proposta di legge presentata nelle ultime tre legislature: nella XIV, dai deputati Montecchi, Magnolfi, Castagnetti e Lucidi e, nella precedente e in questa, oltre che dal sottoscritto dai deputati Castagnetti, Samperi e Velo. Ritengo che si inserisca molto bene nella proposta di legge al nostro esame dopo il comma che introduce nel codice civile l'articolo 315-bis sui diritti e i doveri dei figli. Anche con questo emendamento si introduce un nuovo articolo nel codice civile, l'articolo 448-bis, che affronta una materia che non ha attualmente previsione normativa.
L'articolo tratta dell'estinzione dell'obbligo degli alimenti e dell'esclusione dalla successione nel caso di decadenza dalla potestà sui figli. Infatti il nostro ordinamento, in materia di filiazione, assicura l'intervento del giudice minorile nel rapporto tra genitore e figlio al fine di porre rimedio ad una condotta pregiudizievole del primo a tutela del preminente interesse del secondo che si traduce nei casi più gravi in una pronuncia di decadenza dalla potestà sulla prole. Non si riscontra tuttavia alcuna previsione normativa che riconosca al figlio la facoltà di sottrarsi all'adempimento dell'obbligo degli alimenti richiesto dal genitore nei cui confronti sia intervenuta una pronuncia di decadenza dalla potestà, nonché di escluderlo dalla successione.
L'assenza di una fattispecie in tal senso determina in ipotesi così delicate la permanenza comunque di un obbligo giuridico di natura alimentare in capo al figlio e di una capacità successoria in capo al genitore nonostante il venir meno in passato Pag. 11della titolarità della potestà genitoriale funzionale alla formazione del minore e persino in quelle situazioni in cui la mancanza di un legame affettivo sia protratta negli anni.
L'emendamento è finalizzato a riconoscere ai figli la possibilità di scegliere sulla base di valutazioni del tutto personali e che poco hanno a che fare con adempimenti imposti da disposizioni normative se fare fronte o meno ai bisogni del genitore e prevede altresì la possibilità di escludere il genitore dalla successione quando i fatti per i quali lo stesso è decaduto dalla potestà non integrano i casi di indegnità ai sensi dell'articolo 463 del codice civile in presenza dei quali l'ordinamento già ne sancisce l'esclusione.
Ringrazio ancora per il parere favorevole sull'emendamento nella riformulazione che è stata proposta dalla relatrice (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marchi 1.100, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione.
Revoco l'indizione della votazione.
Chiedo il parere del Governo sulla riformulazione proposta dal relatore.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marchi 1.100, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Anna Teresa Formisano?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 484
Astenuti 21
Maggioranza 243
Hanno votato
484).

Prendo atto che il deputato Brandolini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Palomba 1.70.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, noi pensiamo che l'approvazione di una riforma, anche se parziale, ma così importante del diritto di famiglia avrebbe potuto e dovuto costituire un'occasione per chiarirsi su quale concezione abbiamo delle relazioni familiari: se sono delle concezioni che con una parola complicata vengono definite «adultocentriche», cioè fondate sugli adulti, sul loro potere, sulla loro potestà, sul loro potere di imposizione di quelle che sono le loro decisioni oppure se sono concezioni che vengono definite «puerocentriche», anche qui con una parola un po' complicata, ma che significa che il soggetto più debole, il bambino, che non ha chiesto di venire al mondo, ma che ha diritto ad essere assistito in maniera adeguata alle sue esigenze, deve essere al centro della relazione familiare e delle attenzioni familiari.
L'attuale disciplina parla della potestà di genitori. La potestas è un concetto di derivazione latina, esprime essenzialmente un potere ed è poco idoneo ad espandersi fino al concetto della responsabilità, della cura. Il potere è potere di decidere e la patria potestas si esercitava anche nei confronti dei servi o degli schiavi, fino a quando non fossero emancipati. È una concezione che anche lessicalmente è antica, appartiene ad altri tempi e non si adatta a rendere in maniera precisa il concetto della relazione.
La relazione non è né un potere né solo una responsabilità: è una relazione. L'educazione è il derivato di un rapporto tra genitori e figli. Noi dunque pensiamo che sia Pag. 12opportuno sostituire il concetto di potestas con il concetto di responsabilità. Noi non siamo d'accordo sul fatto che la potestas includa anche il concetto di responsabilità. Crediamo invece che la responsabilità genitoriale includa anche il concetto della potestas, nel senso che esercitare la responsabilità nei confronti dei figli non deresponsabilizza i genitori e nello stesso tempo però, in questo modo, lasciando una facoltà decisionale ai genitori su quella che è la vita dei figli, comprende anche il concetto di potere e il concetto di potestas.
Quindi la sostituzione del concetto di responsabilità a quello di potestà è una concezione che è gravida di conseguenze ulteriori: i bambini e gli adolescenti non basta averli messi al mondo, bisogna anche occuparsene.
Il concetto di responsabilità include anche il fatto che i genitori possano essere chiamati ad essere responsabili di eventuali comportamenti dannosi dei propri figli; non possono scaricarli, dicendo: sono stati loro a commetterli, noi ci siamo fatti gli affari nostri e non ci siamo occupati dei nostri figli.
Signor Presidente, mi sembra assolutamente in linea con le moderne concezioni pedagogiche e psicologiche di coloro che si occupano delle relazioni familiari, tra genitori e figli, prevedere una sostituzione del concetto di potestà con il concetto di responsabilità, che esprime anche il concetto di solidarietà. La famiglia, infatti, è una compagine sociale all'interno della quale deve innanzitutto vigere la solidarietà, di cui la responsabilità è elemento essenziale.
Questo è il motivo per il quale noi dell'Italia dei Valori affidiamo all'Assemblea una riflessione di questo genere, che non solo non sconvolge l'ordinamento giuridico, ma introduce e rafforza, all'interno delle relazioni familiari, tutti i concetti che sono possibili e che sono in esso compresi: l'ascolto, la cura, l'attenzione alle inclinazioni dei figli ed anche la decisione sulle questioni che riguardano tutti i figli.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, ho espresso parere contrario sulla sostituzione del termine «potestà» con il termine «responsabilità», perché è vero che, come diceva Terenzio, il nome è voce significante per convenzione, tuttavia, in questo caso, non si tratta soltanto di una questione nominale. Qui, il problema consiste nel fatto che, mentre la potestà, in sé, racchiude il concetto di diritti e di doveri, la responsabilità richiama soltanto il concetto dei doveri e, quindi, si pone in maniera poco equilibrata nel rapporto fra genitori e figli.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 11,30)

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. È proprio per questo che noi riteniamo che sostituire il termine «potestà» con il termine «responsabilità» significhi, in realtà, delegittimare il ruolo dei genitori, limitandolo troppo soltanto ad una parte di quello che è il compito che ad essi viene richiesto di esplicitare, e squilibrare il rapporto con i figli. Per questo motivo, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il nostro voto contrario sull'emendamento in oggetto. Infatti, l'esercizio della potestà è anche un concetto tecnico: si dice che viene attribuito al genitore l'esercizio dei diritti, oltre che dei doveri del figlio.
Noi riteniamo che il concetto di potestà debba essere arricchito con quello di responsabilità genitoriale e, per questo, abbiamo Pag. 13proposto un emendamento, che riguarderà il prossimo articolo, in cui, nell'ambito della delega al Governo, si chiede di declinare il concetto di potestà dei genitori all'insegna del concetto di responsabilità.
Non è possibile operare una sostituzione, perché, sostituendo oggi il concetto di potestà con quello di responsabilità, cadremmo nell'incertezza giuridica. In altre parole, nel caso in cui vi siano dei minori, non sapremmo da parte di chi i diritti di tali minori dovrebbero essere effettivamente esercitati. Tutta la disciplina del diritto di famiglia poggia, nel caso dei minori, sull'esercizio della potestà. Non si può procedere ad una sostituzione sic et simpliciter.
Sono vere tutte le cose che diceva prima il collega Palomba, che io condivido, ma dovrà essere compito del Governo, in sede di delega, riuscire a coniugare il concetto di potestà, depotenziando gli aspetti di autorità e potenziando, invece, quelli di responsabilità nell'interesse del minore. Ciò può essere fatto in sede di delega e non modificando, ad oggi, tutta una serie di norme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 1.70, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Iannarilli, Toto, Tortoli, Pescante e Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 513
Votanti 511
Astenuti 2
Maggioranza 256
Hanno votato
22
Hanno votato
no 489).

Ricordo che l'emendamento Capano 1.2 è stato accantonato.
Chiedo al relatore, onorevole Mussolini, come intenda procedere.

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Signor Presidente, vi è stata la seguente riformulazione dell'emendamento Capano 1.2 (lo leggo tutto): Al secondo comma dell'articolo 262 del codice civile, le parole: «il figlio naturale può assumere il cognome del padre aggiungendolo o sostituendolo a quello della madre» sono sostituite dalle seguenti: «il figlio naturale può assumere il cognome del padre aggiungendolo a quello della madre». Se così riformulato, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, se così riformulato, il parere del Governo è favorevole.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Capano 1.2 accetta la riformulazione proposta dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Antonio Pepe. Ne ha facoltà.

ANTONIO PEPE. Signor Presidente, intervengo solo a titolo personale per dire che, a mio parere, la riformulazione, così come proposta, non supera le eccezioni che erano state avanzate dai colleghi Ria e Palomba. A legislazione vigente, infatti, il figlio naturale può assumere il cognome del padre o aggiungendolo o sostituendolo a quello della madre. Se noi diciamo che il figlio naturale può assumere il cognome del padre soltanto aggiungendolo a quello della madre, noi impediamo al figlio naturale di conservare solo il cognome del padre.
In altre parole, noi creiamo una discriminazione tra figli naturali e figli legittimi, nel senso che il figlio con il doppio cognome è sicuramente un figlio naturale: è quindi un segno distintivo che si è in Pag. 14presenza di un figlio naturale, cosa che noi vogliamo impedire con questo provvedimento.
È vero che vi è all'esame del Parlamento una proposta di legge che vuole consentire a tutti i figli di assumere - come in Spagna - sia il cognome del padre, sia quello della madre, ma questa modifica andrebbe fatta in quel provvedimento, non sicuramente in questo, perché l'interesse che questo provvedimento vuole tutelare è l'interesse del figlio, non certo l'interesse della madre di vedere conservato nel figlio il proprio cognome.
Ecco perché io, a titolo personale, dico che non voterò questo emendamento, perché lo ritengo proprio in contrasto con lo spirito del provvedimento che stiamo approvando.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Angelis, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

MARCELLO DE ANGELIS. Signor Presidente, impiegherò anche meno tempo, perché sostanzialmente voglio ribadire quello che ha detto il mio collega, col quale sono d'accordo, ricordando che, nel caso in cui, in realtà, il riconoscimento avvenga quando c'è la maggiore età, attualmente il figlio ha addirittura tre opzioni: cambiare il nome della madre in quello del padre, aggiungerlo o addirittura sostituirlo.
Ebbene, io credo che, in presenza di un cittadino di maggiore età, limitargli le scelte - in una società in cui, effettivamente, una volta arrivati alla maggiore età, si può cambiare non solo il cognome, ma anche il nome e anche il sesso - sia una limitazione della libertà e del diritto del figlio.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, se fosse possibile, poiché le obiezioni che sono state avanzate corrispondono ad una interpretazione della riformulazione di un certo tipo, forse sarebbe utile che il Governo o la Commissione che ha proposto la riformulazione, rispondesse ad alcune questioni che non sono del tutto campate per aria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, la discussione che stiamo svolgendo è la prova che il problema che avevo sollevato non era così peregrino come la relatrice ha voluto far credere nell'intervento precedente. Il fatto che l'emendamento sia stato riformulato vuol dire che il problema esiste. A mio modo di vedere, il problema viene superato perché viene meno l'automatismo e quindi sostanzialmente rimane e viene confermata la normativa attuale e la possibilità che qui viene data. In attesa di una riforma complessiva che possa mettere tutti i figli sullo stesso piano, al momento, per ciò che riguarda i figli naturali, è questa una formulazione che può andare bene.

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Signor Presidente, per fare chiarezza vorrei sottolineare che noi, con questo emendamento riformulato, dove c'è scritto: «il figlio naturale può assumere il cognome del padre aggiungendolo a quello della madre», evitiamo, nel caso del secondo genitore che riconosca il figlio, che il cognome della madre venga sempre eliminato; questo è il punto. Noi non vogliamo che il cognome della madre sia eliminato per una questione di civiltà, per una questione che riguarda il figlio e abbiamo quindi inserito il termine «può»; in tal modo c'è una autodeterminazione ma il cognome della madre non viene eliminato.

Pag. 15

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Briguglio. Ne ha facoltà.

CARMELO BRIGUGLIO. Signor Presidente, credo che la riformulazione che noi condividiamo sia abbastanza chiara. Voglio portare un esempio molto pratico; credo che contrasti anche con il senso comune: il figlio naturale per anni porta, non solo il cognome della madre, ma viene educato, allevato, in qualche modo messo sulle spalle soltanto dalla madre, anche dal punto di vista economico, e, ad un certo punto, anni dopo, in seguito al riconoscimento da parte del padre, la madre non soltanto come cognome, non soltanto concettualmente, viene cancellata dall'identità del figlio. Ritengo, invece, che sia molto equilibrato che il cognome del padre possa aggiungersi senza cancellare quello della madre (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, credo sia opportuno un momento di chiarimento. Di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando solo di alcuni casi: quando il figlio naturale è riconosciuto da entrambi i genitori, rimane la normale disciplina e quindi se il riconoscimento è stato effettuato contemporaneamente, il figlio assume il cognome del padre. Qui stiamo esaminando il caso in cui sia dichiarata giudizialmente la paternità, cioè siamo in una situazione in cui il figlio è stato cresciuto dalla madre e rifiutato dal padre e per poter ottenere una dichiarazione di paternità, la madre, nella sua qualità di rappresentante dell'interesse del figlio, ha dovuto agire giudizialmente. In questo caso, noi riteniamo che sia giusto che il figlio possa scegliere se mettere il cognome del padre accanto a quello della madre, ma che non sia più possibile sostituirlo, perché non si può espellere il ruolo di chi ha curato e cresciuto quel figlio.

PRESIDENTE. Mi sembra molto chiaro, poi ovviamente ognuno deciderà nel merito.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, intervengo brevemente per sottolineare che le obiezioni che l'onorevole Ria ed io avevamo formulato a questo emendamento erano fondate sul fatto che l'automatismo di assunzione del cognome del padre non fosse giustificabile alla luce di situazioni particolari come nel caso in cui il padre si risveglia a un certo punto e pretende che il suo cognome sia automaticamente assunto dal figlio. Questa discrezionalità, cioè la possibilità o meno di assumerlo, è un correttivo importante ad un emendamento che come tale non sarebbe potuto passare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capano 1.2, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'Amico, onorevole Iannuzzi, onorevole Calderisi, onorevole Peluffo, onorevole De Luca, onorevole Di Centa, onorevole Barba, onorevole Aniello Formisano, onorevole Braga.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 512
Votanti 505
Astenuti 7
Maggioranza 253
Hanno votato
489
Hanno votato
no 16).

Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bindi. Ne ha facoltà.

Pag. 16

ROSY BINDI. Signor Presidente, intervengo per preannunziare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico su questo articolo, nonché per manifestare una certa soddisfazione perché questo provvedimento, dopo un lavoro svolto anche nella legislatura precedente, finalmente arriva a termine.
Penso che questa legislatura verrà ricordata soprattutto per l'esiguo numero di leggi di iniziativa parlamentare che sono state approvate, ma se riusciremo ad approvare nei due rami del Parlamento questo provvedimento nel suo articolato, che, già con l'articolo 1, immediatamente entra a riformulare il codice civile ed, inoltre, conferisce una delega al Governo, credo che potremo iscrivere al nostro merito un capitolo importante, che definirei di civiltà giuridica, nella vita del nostro Paese.
Penso che, soprattutto con l'approvazione di questo articolo, andiamo a colmare una carenza molto grave anche del nostro diritto di famiglia. Il legislatore del 1975 fu un legislatore innovatore, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra i coniugi. Non si può dire altrettanto per quanto riguarda il rapporto tra genitori e figli e, in modo particolare, per quanto riguarda lo statuto dei figli.
Con questo primo articolo creiamo una uguaglianza vera tra tutti i figli. I figli sono tutti uguali, potremmo dire con la terminologia usata dalle madri e dai padri. Sono tutti uguali, sia quelli che sono stati generati da una coppia che è unita in matrimonio, sia quelli che sono stati generati da una coppia che non ha contratto matrimonio, sia i figli adottati.
Credo che i bambini, i ragazzi, i figli abbiano pagato in questi anni, in virtù dell'arretratezza del nostro diritto di famiglia, i prezzi più alti nel cambiamento di una società che l'ordinamento giuridico si ostina a non riconoscere, quasi come se le nuove situazioni di fatto fossero clandestine per l'ordinamento giuridico, ma questo appartiene alle nostre impostazioni culturali e politiche e non è giusto che, al di là delle nostre differenze su questo punto, i figli paghino i prezzi più alti.
Oggi colmiamo davvero una carenza molto grave. Pensate che, fino a quando questo provvedimento non sarà legge dello Stato, i figli che sono nati fuori dal matrimonio non hanno una famiglia, non hanno una parentela, non hanno fratelli, non hanno sorelle, non hanno zii, non hanno cugini, non hanno nonni e non hanno nonne, tant'è vero che, nel momento in cui vengono a mancare i loro genitori, si apre per questi bambini un processo di adozione, come se non avessero famiglia.
Penso che questo sia un atto di civiltà che oggi compiamo: i figli sono tutti uguali per l'ordinamento giuridico.
La II Commissione (Giustizia) ha svolto, anche dal punto di vista tecnico, un ottimo lavoro che ha visto l'unità delle forze politiche. Credo che vada riconosciuto anche questo.
Inoltre, c'è un altro aspetto culturale molto importante che va sottolineato: nell'articolo 3 della nostra Costituzione, nel declinare l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, si fa riferimento alla religione, al sesso, ma non all'età. I cittadini sono tutti uguali anche senza distinzione di età.

PRESIDENTE. Onorevole Bindi, la prego di concludere.

ROSY BINDI. Sto terminando, signor Presidente. Credo che con le modifiche apportate con questa proposta di legge (soprattutto con la delega, ma anche con questo primo articolo) noi riconosciamo ai bambini e ai figli il loro status di persona completa e totale anche nel rapporto educativo con i genitori che fino a questo momento nel nostro ordinamento giuridico non sussisteva. È giusto anche che il termine «potestà» venga chiarito e spiegato, perché richiama un atteggiamento nel rapporto educativo che non vede il figlio totalmente protagonista.

PRESIDENTE. Onorevole Bindi, dovrebbe concludere....

ROSY BINDI. Per questo motivo, credo che dobbiamo essere soddisfatti del lavoro Pag. 17svolto e penso che, al di là della quantità delle proposte di legge approvate, questa può aumentare davvero la qualità del lavoro del nostro Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, malgrado l'accoglimento di alcuni nostri emendamenti, noi abbiamo il rimpianto e il rammarico per il fatto che il testo sia arrivato sostanzialmente blindato per successive stratificazioni, senza una sostanziale apertura rispetto a quelli che potevano essere dei concetti innovativi, che rispondono all'interesse dei bambini oltre che a quello dei genitori.
È vero, stiamo decidendo che i figli sono tutti uguali e questa è una straordinaria conquista sulla quale noi siamo pienamente d'accordo. Tuttavia, dobbiamo lamentare una chiusura rispetto ad altre proposizioni che abbiamo fatto e che non sono soltanto nostre, ma il frutto del recepimento di indicazioni della magistratura minorile e degli operatori socio-psicopedagogici. Sono indicazioni recepite anche dalla nuova maturazione della società. Ci dispiace molto aver riscontrato una chiusura addirittura con voti contrari su concetti importanti come la responsabilità genitoriale e il diritto dei minori alla relazione familiare. Ce ne dispiace molto.
Tuttavia, noi non siamo vendicativi e non svolgiamo attività d'Aula per contrastare taluni o altri. Siccome ci sono alcuni punti importanti in questo articolo 1, pur richiamando l'inadeguatezza della formulazione (sulla quale naturalmente apriremo nella società un forte dibattito), voteremo comunque a favore di questo articolo 1.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, intervengo per confermare il nostro voto favorevole sull'articolo 1 di questa proposta di legge. Vorrei però sottolineare due aspetti che mi sembrano importanti. In questo articolo 1, da un lato, noi riusciamo a compensare quello che restava dei residui di differenza nel modo di trattare figli nati «nel matrimonio» da quelli nati «al di fuori del matrimonio». Distinguere i figli naturali ci sembra improprio perché i figli sono tutti naturali e nati in un certo senso all'interno di una relazione che vuole essere una relazione possibilmente di accoglienza, di amore e di accettazione.
Però è chiaro che il principio è quello di equiparare i diritti dei figli e le responsabilità dei genitori nei confronti di tutti i figli. Mentre questo asse generazionale resta un asse che si consolida, si rafforza e rimuove qualunque tipo di ostacolo, non vorremmo che questa interpretazione venisse assunta come una sorta di equiparazione, invece, sul piano orizzontale tra diverse relazioni, vale a dire il matrimonio e la vita di una coppia di fatto o comunque una relazione il cui figlio è nato fuori dal matrimonio.
Vorremmo che fosse chiaro come questo articolo vada verso il riconoscimento dei diritti dei figli, ma sottolinei contestualmente la diversità delle relazioni esistenti nell'ambito delle modalità con le quali i figli vengono accolti, nelle diverse modalità con le quali una famiglia organizza la propria vita e quelle invece con le quali una coppia che sceglie di vivere in un modo diverso organizza la propria.
Da questo punto di vista, ci sembra che il concetto di potestà - trattato nel dibattito che si è svolto pochi minuti fa - sia un concetto di grande valore, perché non c'è potestà senza responsabilità, non c'è potestà senza relazione di accoglienza e di cura, sarebbe inimmaginabile l'esercizio del potere che fosse esclusivamente autoreferenziale o che - peggio ancora - fosse una sorta di autoritarismo agito non nell'interesse del minore, ma soltanto nell'interesse di chi in qualche modo gestisce il potere in quel momento.
Quindi, il nostro parere è favorevole, con il desiderio che resti chiaro che il Pag. 18riconoscimento consiste nel riconoscimento dei diritti dei figli e non nell'equiparazione dei modelli delle relazioni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lorenzin, Crosetto, Adornato, Vaccaro, Lo Monte, Cimadoro, Pezzotta, Marsilio, Bruno.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 497
Astenuti 2
Maggioranza 249
Hanno votato
497).

Prendo atto che il deputato Vessa ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Tassone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2519-A ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2519-A ed abbinati).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Ria 2.1, Palomba 2.5, nonché sugli emendamenti Borghesi 2.103 e 2.4. Il parere è invece favorevole sugli emendamenti Palomba 2.104 e Capano 2.102. La Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Palomba 2.12 e Capitanio Santolini 2.106, nonché sull'emendamento Borghesi 2.13.
Il parere è favorevole sull'emendamento Borghesi 2.14, mentre è contrario sugli emendamenti Palomba 2.105, Capano 2.15, Capitanio Santolini 2.107, Palomba 2.16 e 2.18 e Borghesi 2.19.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Ria 2.1 è stato ritirato.
Ricordo che gli emendamenti Palomba 2.5, Borghesi 2.103 e 2.4 non sono stati segnalati, pertanto non verranno posti in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 2.104, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cimadoro, Golfo, Veltroni, Bonaiuti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 484
Astenuti 2
Maggioranza 243
Hanno votato
484).

Prendo atto che i deputati Pianetta, Realacci, Gatti, Pini e Tassone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Vessa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Capano 2.102. Pag. 19
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, intervengo soltanto per sottoscrivere l'emendamento Capano 2.102 e per esprimere il voto favorevole del gruppo dell'Unione di Centro su questo emendamento perché presenta il medesimo contenuto di un emendamento a mia firma, successivamente ritirato.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capano 2.102, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lo Monte, Sardelli, Farina Coscioni, Mondello, Moffa, Caparini, Grassano, Rosato, Misiti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 497
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato
495
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Giancarlo Giorgetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Vessa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 2.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, molto brevemente: apprezziamo il parere favorevole espresso sul successivo emendamento Borghesi 2.14, mentre chiediamo il voto favorevole dell'Aula sull'emendamento Borghesi 2.13 perché per noi sarebbe più ... migliore (Commenti) dell'altro. Signor Presidente, mi dicono che ho commesso una svista...

PRESIDENTE. Onorevole Palomba, ci si può sbagliare, vada avanti... ha tutta la comprensione della Presidenza!

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, ritiro la svista ma non l'emendamento!

PRESIDENTE. Ritira la svista e non l'emendamento, ma anche il Presidente ha commesso una svista, prima dell'emendamento Borghesi 2.13 c'è l'emendamento Capitanio Santolini 2.106! Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 2.106, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Giammanco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 301
Astenuti 201
Maggioranza 151
Hanno votato
42
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che il deputato Vessa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 2.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Osvaldo Napoli, Valentini, Giammanco, Sardelli, Moffa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 20

(Presenti 500
Votanti 300
Astenuti 200
Maggioranza 151
Hanno votato
42
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che il deputato Crosetto non è riuscito a votare e che il deputato Vessa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 2.14, accettato dalla Commissione e dal Governo. Ricordo che l'eventuale approvazione dell'emendamento Borghesi 2.14 precluderebbe la votazione degli emendamenti Palomba 2.105 e Capano 2.15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Crosetto, Sardelli, Lo Monte, Barani, Granata...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 499
Astenuti 8
Maggioranza 250
Hanno votato
489
Hanno votato
no 10).

Prendo atto che la deputata D'Antona ha segnalato di essersi astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole e che il deputato Vessa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 2.107, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gava, Lehner, Sardelli e Moffa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 331
Astenuti 172
Maggioranza 166
Hanno votato
70
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Vessa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 2.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Revoco l'indizione della votazione, perché prima dobbiamo votare l'emendamento Palomba 2.16.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 2.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Marchioni e Crosetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 327
Astenuti 175
Maggioranza 164
Hanno votato
25
Hanno votato
no 302).

Prendo atto che il deputato Vessa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 2.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scanderebech e Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 21
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 329
Astenuti 174
Maggioranza 165
Hanno votato
25
Hanno votato
no 304).

Prendo atto che il deputato Galletti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, la mia dichiarazione di voto è favorevole e sarà brevissima. Intendo soltanto testimoniare che il lavoro parlamentare su un testo e una materia molto importanti ci ha visto favorevoli alla delega al Governo. Nell'iter in Commissione, abbiamo però ribadito la necessità che nella prima parte di questo provvedimento uscisse dal Parlamento un articolato che riaffermasse principi fondamentali rispetto alla parità dei figli, di tutti i figli riguardo ai genitori, in attuazione finalmente dell'articolo 30 della Costituzione.
Quanto alla delega contenuta nell'articolo 2, che ci apprestiamo a votare, proprio il lavoro in Commissione, anche con il Governo, ha consentito di correggere, indicare e specificare meglio l'oggetto della delega. È una delega comunque necessaria, stante l'esigenza di un coordinamento della materia e di norme di dettaglio, che rivendichiamo di essere riusciti a modificare nei punti salienti, soprattutto con riguardo al diritto dei figli, alla potestà dei genitori, ma anche con riferimento al concetto di responsabilità genitoriale, al concetto di abbandono nei confronti dei minori che devono essere adottati e anche ai poteri di intervento e segnalazione del tribunale dei minori. Quindi è un sì convinto, soprattutto in attesa di una attuazione della delega che sia tempestiva e coerente con i principi che sono emersi dal dibattito parlamentare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 482
Astenuti 10
Maggioranza 242
Hanno votato
479
Hanno votato
no 3).

Invito, quindi, il relatore ad esprimere il parere della Commissione sugli articoli aggiuntivi all'articolo 2, tenendo conto che è stato ritirato l'articolo aggiuntivo Capano 2.0100.

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Paniz 2.0102 ed esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Capano 2.0101, a condizione che sia riformulato introducendo il principio del contraddittorio, come nel caso dell'articolo aggiuntivo precedente.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo si rimette all'Assemblea, perché, pur riconoscendo il merito di questi due articoli aggiuntivi, che migliorano la procedura davanti al tribunale per i minorenni, tuttavia devo far presente che esiste un disegno di legge in Commissione giustizia, proveniente dal Senato, che avoca gran parte delle competenze del tribunale per i minorenni al tribunale ordinario. Soltanto per questo il Governo si rimette all'Assemblea.

Pag. 22

PRESIDENTE. Se ho ben compreso, dopo la richiesta di riformulazione dell'articolo aggiuntivo Capano 2.0101, quest'ultimo diventerebbe uguale all'articolo aggiuntivo Paniz 2.0102, e quindi i due articoli aggiuntivi sarebbero votati insieme.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'articolo aggiuntivo Capano 2.0101, proposta dal relatore.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, accetto la riformulazione, e quindi anche di votare insieme il mio articolo aggiuntivo e quello dell'onorevole Paniz, su cui, però, interverrò successivamente per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici articoli aggiuntivi Paniz 2.0102 e Capano 2.0101, nel testo riformulato. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, annunzio il nostro voto favorevole, anzi, chiedo di poter aggiungere la mia firma a questi due articoli aggiuntivi, perché fanno salvo, comunque, il principio della competenza del tribunale per i minorenni e tolgono altri grilli dalla testa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, intervengo per fare alcune osservazioni in merito agli articoli aggiuntivi Paniz 2.0102 e Capano 2.0101. Condividiamo le sollecitazioni che sono state avanzate dal Governo. Voteremo favorevolmente rispetto all'articolo aggiuntivo Paniz 2.0102 per una motivazione di carattere e di natura tecnica, perché riteniamo opportuno che, nel caso della competenza di fronte al tribunale per i minorenni per quanto riguarda l'affidamento dei figli naturali non coniugati, sia necessario e doveroso che la procedura venga definita, proprio per evitare che vi sia un'eccessiva discrezionalità del tribunale per i minorenni in merito a questa pratica.
Ciò detto, però, rimangono due considerazioni. La prima è quella che formulava correttamente il Governo, nel momento in cui riferiva che al Senato è stata approvata una proposta di legge, precisamente la n. 3755, tra l'altro approvata con un largo consenso da parte delle forze politiche di maggioranza e di opposizione, in cui vi è una rivisitazione, nel tentativo di fare chiarezza, rispetto alle competenze tra il tribunale ordinario e il tribunale per i minorenni, avocando, come giustamente ha detto il sottosegretario, gran parte delle competenze in capo al tribunale ordinario.
Con riferimento a questa proposta di legge, che condividiamo e sosteniamo, l'augurio e l'auspicio è che la Commissione giustizia - tra l'altro ne abbiamo già parlato con il presidente Bongiorno - possa rapidamente dare avvio all'esame di questa proposta di legge anche in Commissione, per portarla nel più rapido tempo possibile all'attenzione dell'Assemblea, proprio per fare chiarezza sulla ripartizione delle competenze, da un punto di vista procedurale, tra il tribunale ordinario e il tribunale per i minorenni.
Detto questo, rimane poi una posizione storica, ribadita oramai nel corso degli anni, già nel 2001 con l'allora Ministro della giustizia Roberto Castelli, in merito alle forti perplessità che la Lega ha nei confronti del tribunale per i minorenni rispetto al tribunale ordinario, proprio perché nel tribunale per i minorenni il contraddittorio, e quindi l'applicazione del principio del giusto processo, a nostro avviso, e non solo, non viene pienamente rispettato.
Quindi, a tutela della famiglia, ma, soprattutto, dei minori, riteniamo che sia il tribunale ordinario, o quanto meno una sezione specializzata all'interno di questo con riferimento al diritto di famiglia, l'organo giudiziario più competente a disciplinare questa materia.
Siamo consapevoli che, già oggi, la competenza in merito a questa materia è ad appannaggio del tribunale dei minori, ma Pag. 23ribadiamo la nostra contrarietà rispetto alle competenze del tribunale stesso.
Siamo favorevoli ad una disciplina organica. Da questo punto di vista, l'articolo aggiuntivo Paniz 2.0102 corregge l'articolo aggiuntivo Capano 2.0101 prevedendo, tra l'altro, il contraddittorio tra le parti e, quindi, la presenza anche dei genitori che possono dire la loro in merito all'affidamento, senza basarsi esclusivamente sulle perizie degli psicologi o dei servizi sociali che non sempre dimostrano di essere attendibili.
Esprimiamo, quindi, voto favorevole sull'articolo aggiuntivo Paniz 2.0102 esclusivamente da un punto di vista tecnico e procedurale, mantenendo, però, tutte le nostre riserve e il nostro diniego evidente rispetto alla competenza del tribunale dei minori in materia, ovviamente nell'auspicio che la proposta di legge, approvata dal Senato, che condividiamo, possa essere rapidamente portata all'attenzione della Camera anche con l'obiettivo di fare finalmente chiarezza non solo dal punto di vista sostanziale, ma anche procedurale, per quanto riguarda la competenza degli organi giudiziari in merito alle evidenti discriminazioni, che oggi vengono eliminate, tra figli naturali e figli legittimi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo in questione rappresenta un passo molto importante perché dà ulteriore attuazione all'articolo 111 della Costituzione. Consente cioè, anche davanti al tribunale dei minori, lo svolgimento di un processo con delle regole predeterminate, davanti ad un giudice, peraltro, specializzato. Supera, quindi, quei problemi, evidenziati prima dal collega Nicola Molteni, presenti nei tribunali dei minori dove, a fronte della specializzazione del giudice, vi è un'assoluta carenza di regole processuali, mentre sappiamo che la regola processuale rappresenta l'attuazione del principio di uguaglianza nel processo.
Allora, l'introduzione di regole processuali operata dall'articolo aggiuntivo in oggetto in quei procedimenti che oggi hanno una portata molto ampia, proprio perché la filiazione naturale è in realtà molto più numerosa che in passato, rappresenta un intervento che potrebbe avere la dignità di essere definito «riforma per la giustizia» poiché introduce degli strumenti che servono a dare maggiore effettività ai diritti dei cittadini.
Quindi, credo che l'articolo aggiuntivo in esame oggi riporti il concetto di regola processuale in un ambito nel quale era stato, forse, lasciato uno spazio troppo ampio alla discrezionalità non tanto e non solo dei giudici, quanto di soggetti diversi, come i giudici onorari o le figure ausiliarie del giudice stesso, e riconduca tutti al rispetto della regola processuale. È un fatto che completa quel processo di procedimentalizzazione dei giudizi davanti al tribunale dei minori avviato con la nuova legge sulle adozioni all'inizio del 2000. Ciò è un ulteriore passo avanti. Credo, quindi, che, quando arriveremo a parlare delle competenze del tribunale dei minori, questo ci consentirà di discutere in maniera assolutamente più serena.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Briguglio. Ne ha facoltà.

CARMELO BRIGUGLIO. Signor Presidente, intervengo per apprezzare il valore tecnico dell'articolo aggiuntivo in questione che semplifica le procedure e dà attuazione al principio del giusto processo anche in capo al tribunale dei minori, conservando la competenza di quest'ultimo.
Per noi questo rappresenta un valore positivo, per cui ribadiamo il voto favorevole al suddetto articolo aggiuntivo del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, intervengo per esprimere una Pag. 24considerazione partendo da questa norma, che io considero un inizio di una riflessione che andrebbe fatta - e spero si faccia al più presto - sulla funzione e sul ruolo del tribunale dei minori. Mi riferisco ad un aspetto particolare che voglio così sollevare all'interno di quest'Aula.
Vi sono in Italia migliaia di coppie dichiarate in grado di adottare un bambino, che combattano ogni giorno con montagne di carte. Allora noi dovremmo rivedere tutta la legge sulle adozioni - perché ovviamente il limite di età stabilito prima non risulta più attuale rispetto alla nuova società nella quale viviamo - per dare una mano a questi bambini che cercano una famiglia ed ai genitori che vogliono adottarne uno e non scontrarsi quotidianamente con un tribunale dei minori, che a volte vede fin troppo bene e a volte non vuole vedere.
Pertanto mi auguro che questo sia un «apripista», perché questo è un Paese nel quale adottare un bambino è la cosa più complicata del mondo, quando ci sono centinaia, migliaia di bambini che aspettano una famiglia e ai quali noi abbiamo l'obbligo morale e politico di dare una risposta. Quindi invito tutti coloro che fanno parte della Commissione a prendere a cuore questa situazione, perché credo che in materia il Parlamento potrebbe scrivere una bellissima pagina per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per un minuto.
Nel nostro Paese con grande facilità - ovviamente nei limiti della facilità, come notava la collega precedente - concedono l'adozione dei bimbi, ma c'è la possibilità di avere bimbi in adozione, quando si è disabili, soltanto se si è disabili in qualità di padre. Proprio per la cultura che esiste, una mamma disabile con una padre normodotato non può adottare. Parlo di un'esperienza di vissuto personale e non solo. Sostengono, infatti, che per l'accudimento dei bimbi il ruolo è quello della madre.
Trovando questa situazione vergognosa, mi permetto di chiedere se la Commissione - e non solo - può trattare una legge che permetta alle madri che siano in grado di autodeterminare se stesse e le persone che in qualche modo dovrebbero accudire - al di là di poter mettere il pannolone o meno - di avere la possibilità di prendere in adozione dei bambini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Paniz 2.0102 e Capano 2.0101, nel testo riformulato, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 479
Maggioranza 240
Hanno votato
479).

Prendo atto che i deputati Marantelli e Rubinato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2519-A ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2519-A ed abbinati).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Montagnoli 3.100.

Pag. 25

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Montagnoli 3.100, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vaccaro, De Micheli, Granata, Stasi, Ravetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 450
Astenuti 46
Maggioranza 226
Hanno votato
262
Hanno votato
no 188).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scanderebech...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 494
Astenuti 2
Maggioranza 248
Hanno votato
491
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che il deputato Aniello Formisano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2519-A ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 2519-A ed abbinati), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti, onorevole De Micheli, onorevole Calvisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato
491).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2519-A ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2519-A ed abbinati). Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo accetta tutti gli ordini del giorno presentati. Tra l'altro, per quello che riguarda la Convenzione de L'Aja, già ieri ho risposto (sia in una mozione al Senato sia in Commissione affari esteri alla Camera) che il Governo provvederà al più presto.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Di Stanislao n. 9/2519-A/1, Sisto n. 9/2519-A/2, Scilipoti n. 9/2519-A/3, Zacchera n. 9/2519-A/4 e Di Biagio n. 9/2519-A/5, accettati dal Governo. Pag. 26
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2519-A ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mosella. Ne ha facoltà.

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, un importante indicatore del livello di civiltà di un Paese è la sua capacità di promuovere e tutelare i diritti dei minori senza distinzioni di sorta.
L'attenzione che va riservata ai bambini, ai loro bisogni, alle loro necessità fondamentali è un atto di doverosa sollecitudine verso i cittadini più indifesi, ed - ancora - è lo sguardo della collettività rivolto alle nuove generazioni; è un investimento significativo sul futuro che non possiamo permetterci di trascurare. L'articolo 3 della Convenzione sui diritti dell'infanzia sancisce il principio che in ogni decisione, azione legislativa, provvedimento giuridico, iniziativa pubblica o privata di assistenza sociale, l'interesse superiore del bambino deve essere una considerazione preminente.
Il provvedimento che ci accingiamo a votare va in questa direzione poiché è mirato ad eliminare eventuali disparità di trattamento per i figli nati fuori dal matrimonio, affinché lo status di figlio legittimo e quello di figlio naturale vengano equiparati sotto ogni profilo. Si tratta di un atto dovuto, e noi di Alleanza per l'Italia voteremo a favore. Era tempo che si compisse un ulteriore deciso passo in avanti dopo la riforma del 1975 con un intervento legislativo volto a perfezionare l'affermazione che i figli sono tutti uguali, che siano nati all'interno del matrimonio oppure no, anche ai fini della parentela e delle conseguenze in materia di successione. Seppure negli anni si sono affermati principi e regole della giurisprudenza grazie agli interventi sulla materia della Corte di Cassazione e della Corte costituzionale non era più accettabile che il legislatore rimanesse silente, anche a fronte di progressi compiuti dagli altri Paesi europei già intervenuti da tempo a riformare il diritto di filiazione.
Una riflessione attenta sul riconoscimento dei diritti dei figli naturali non può prescindere da una riflessione sulle relazioni familiari e le loro dinamiche e, più in generale, sul ruolo significativo della famiglia. Famiglia che la Corte europea dei diritti dell'uomo delinea, nelle sue decisioni, come un organismo che presuppone lo sviluppo della personalità dei suoi componenti sulla base dei principi di pari dignità, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà, il che richiama, tra gli altri, il principio dell'uguaglianza dei figli che le definizioni «naturale» e «legittimo» non possono e non devono porre su piani diversi.
Anche la nostra Costituzione, però, richiama questo principio di uguaglianza evidenziando diritti e doveri dei genitori senza discriminazioni. Era doveroso intervenire, come fa il provvedimento, per riformare l'istituto della parentela, abrogando l'istituto della legittimazione, poiché non è accettabile che si neghi il legame di parentela tra il figlio riconosciuto nato al di fuori del matrimonio e i parenti del genitore. Allo stesso modo, va superato il meccanismo consentito dal cosiddetto diritto di commutazione per il quale i figli legittimi hanno la facoltà di corrispondere ai figli naturali la parte di eredità che spetta loro in denaro o in beni immobili, escludendoli, in tal modo, dalla comunione ereditaria. La parità tra i figli deve essere attuata in modo pieno e totale e, per questo, era importante anche adeguare il nuovo impianto normativo alle disposizioni concernenti il concorso di coniuge e figli, la successione dei figli, nonché la successione dei genitori al figlio.
Indubbiamente, è importante che, in nome del principio di uguaglianza, si introduca finalmente nel nostro sistema l'equiparazione in materia di parentela e l'abbassamento a 14 anni di età per l'assenso al proprio riconoscimento ed anche che, Pag. 27con la modifica dell'articolo 315 del codice civile, si preveda lo stato giuridico della filiazione, un unico stato di figlio. Apprezzabile anche il lavoro svolto dai colleghi in Commissione per introdurre nel provvedimento il tema delicato dell'ascolto del minore, un obbligo posto con riferimento ai minori di età pari o superiore ai 12 anni, che recepisce uno dei principi fondamentali della Convenzione dell'ONU sui diritti dell'infanzia. Crediamo che il provvedimento potesse e dovesse terminare il suo iter con un articolato completo, invece...

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Mosella.

DONATO RENATO MOSELLA. ... che prevedere una delega al Governo. Il compito che viene demandato all'Esecutivo è delicato. Vigileremo affinché sia svolto con il rigore e l'attenzione dovuti e in tempi rapidi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è una giornata importante questa per la nostra civiltà giuridica. Applichiamo pienamente l'articolo 3 della Costituzione, cioè la rimozione di tutti gli ostacoli alla piena ed uguale espressione della personalità, e riconosciamo ed affermiamo che i bambini, quando vengono al mondo, non hanno chiesto di farlo, ma, nel momento in cui vengono, sono persone irripetibili, originarie e tutti hanno diritto di avere pari opportunità e di essere parificate. Non ci devono essere bambini naturali e bambini non naturali o bambini legittimi; i bambini sono tutti uguali e, quindi, lo stato di filiazione deve essere uguale per tutti. Questa è l'intuizione di origine, molto importante, di questo provvedimento.
Noi, come ho detto, avremmo preferito che questo provvedimento fosse diverso, per esclusione di alcune cose e per inclusione di altre. L'inclusione era quella che riguardava un'accentuazione della concezione della famiglia come rivolta alla cura degli interessi dei bambini piuttosto che rivolta alla libertà, alla potestà e al potere dei genitori di disporre anche dei figli. E avremmo preferito anche che qui venisse accentuata la situazione di rispetto del bambino all'interno della relazione familiare e che questa venisse cambiata, da potestà, intesa come potere, in responsabilità, che include anche, naturalmente, il potere. La soluzione di compromesso che è venuta fuori non ci soddisfa. L'abbiamo votata perché è un male minore, è una riduzione del danno, ma non ci soddisfa perché ricomprende la responsabilità all'interno della potestà. Per noi era il contrario, cioè la potestà doveva essere ricompresa all'interno della responsabilità, ma l'abbiamo votata perché è un male minore. Ciò non ci impedirà, comunque, di esprimere un parere favorevole sull'intero provvedimento.
Inoltre non ci lascia soddisfatti per disposizioni che vi sono contenute e che, a nostro avviso, non avrebbero dovuto esserci. Per esempio, era molto rischiosa la lettera o) della delega, che riguarda l'adozione, perché riaffermava una concezione di prevalenza dei diritti e del potere dei genitori anche contro il diritto originario di ogni bambino ad essere educato nella propria o comunque in un'altra famiglia se la proprio non è adeguata. Così com'era formulato c'era il rischio molto forte che venisse riaffermato un diritto assoluto dei genitori sui figli e che quindi l'adozione diventasse praticamente impossibile. Abbiamo proposto diversi emendamenti uno dei quali era più radicale, l'altro era comunque accettabile ed è stato accolto dal Governo.
Vogliamo significare l'aspetto importante che comunque c'è un momento nella vita e nella formazione del bambino oltre il quale non si può andare, cioè bisogna scegliere in quel momento. È come quando un aereo deve decollare: raggiunge il punto di non ritorno in cui si deve alzare per forza in volo altrimenti si sfracella. Per il bambino è la stessa cosa: Pag. 28c'è un punto nel loro percorso educativo, di formazione della personalità, oltre il quale non è possibile andare se non si vuole pregiudicare in maniera irrimediabile e irrecuperabile la loro formazione in una famiglia. Abbiamo inteso in questo modo emendare e modificare la lettera o) della delega così come abbiamo ritenuto di dover affermare che l'indigenza economica non rappresenta di per sé un ostacolo al diritto del bambino ad essere educato in un'altra famiglia. Infatti c'era poi la lettera p), che riguardava il dovere di intervento dei servizi sociali per eliminare le condizioni di svantaggio dei genitori indigenti.
Un'ultima notazione che mi fa piacere sottolineare è l'articolo aggiuntivo finale che riguarda la procedura. Noi l'abbiamo votato, ho chiesto di aggiungere la mia firma per diverse ragioni. Infatti tale proposta raggiunge un equilibrio importante tra la procedura camerale, che è quella che con maggiore celerità è idonea a tutelare l'interesse dei bambini, con un residuo di officialità cioè di intervento d'ufficio, e tuttavia contempera con le esigenze del giusto processo, con i diritti delle parti e, quindi, con una terzietà maggiore del giudice minorile.
Ma soprattutto per noi è assolutamente importante perché conferma la competenza del tribunale per i minorenni. Sappiamo che ci sono tendenze che mirano in senso contrario. C'è tra l'altro un disegno di legge approvato dal Senato che va in senso contrario. Avere riequilibrato questa situazione ed avere sventato queste minacce e questo pericolo riteniamo che sia un fatto di grande importanza.
I tribunali per i minorenni sono organi altamente specializzati in cui il collegio di quattro componenti è costituito addirittura da due componenti privati che sono specializzati; quindi riteniamo che sia una professionalità da non disperdere. Ai colleghi della Lega che sono ancora affezionati ad un disegno di legge di dieci anni fa vogliamo ricordare che quel disegno di legge fu bloccato da tutta l'Aula, malgrado si fosse allora in maggioranza, con una pregiudiziale di costituzionalità che affossò decisamente la soppressione del tribunale per i minorenni e l'attribuzione di tutte le competenze ad una sezione specializzata del tribunale ordinario.
Siamo di una diversa opinione e stiamo anche per presentare una proposta di legge in questo senso. Siamo dell'opinione che dobbiamo andare al contrario verso un organo specializzato più generale che si occupi dei problemi dei minori, della famiglia e della persona. In questo senso riteniamo che questo emendamento presidi e preservi dai rischi di una deriva che per noi sarebbe assolutamente contraria. Per tale ragione prevalendo gli aspetti positivi e sperando che ci possano essere fasi successive in cui si può intervenire, l'Italia dei Valori esprimerà il voto favorevole all'intero provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Briguglio. Ne ha facoltà.

CARMELO BRIGUGLIO. Signor Presidente, intervengo brevemente per annunciare il voto favorevole e convinto del gruppo parlamentare Futuro e Libertà al provvedimento in esame, che ha intanto un valore politico e direi anche istituzionale, perché - posso dirlo? - riscatta questo Parlamento da tante cose: credo che sia una delle poche «carte di credito» che potremo esibire collegialmente e complessivamente in questa legislatura e ovviamente mi auguro che possiamo, nel tempo che ci rimane, recuperare il tempo perduto. Inoltre ha un valore per noi anche culturale, perché riscatta una visione per noi sbagliata dei diritti civili, molto spesso di tipo fondamentalista.
Col provvedimento in esame si vanno a coniugare quelli che possono essere due mondi lontanissimi: la famiglia da un lato e i diritti civili dall'altro. Spesso ci si occupa di diritti spacciati come diritti civili, anche lontanissimi dal senso comune, comunque certamente di grado inferiore rispetto ai diritti dei figli naturali. Vi è un dato dell'ISTAT che ci colpisce molto: il 20 per cento dei figli in Italia è composto da figli naturali. Spesso ci occupiamo Pag. 29dei diritti degli animali, di sfere giuridiche molto subordinate rispetto a questo e io credo che noi riconciliamo, in una visione corretta, quelli che sono i diritti civili con la famiglia. Ciò quindi per noi è estremamente importante.
Cosa accomuna forze politiche e visioni culturali molto diverse nel provvedimento in esame? Il valore della persona, la visione della famiglia ispirata ad una laicità positiva e all'attuazione della Costituzione. Pertanto noi riconosciamo un valore veramente di eccellenza al provvedimento in esame.
Vogliamo precisare qualcosa ovviamente e vorrei dirlo ai colleghi che sono intervenuti: anche il codice teodosiano dava della potestas una nozione esatta. Sostanzialmente al padre non veniva riconosciuto il diritto di vita e di morte, vitae ac necis dicevano i romani, ma soltanto uno jus corrigendi, quindi non caricherei di particolari significati questa nozione che si voleva introdurre della responsabilità al posto della potestà. Poi la potestas o il potere comunque implicano sempre un livello di responsabilità.
Per il resto è importante che si sia data attuazione intanto all'equiparazione fra figli legittimi e figli naturali. Abbiamo cancellato nel nostro ordinamento una sorta di inferiorità giuridica - perché di questo si tratta - dei figli naturali, i cui diritti venivano sacrificati, fino all'approvazione e all'entrata in vigore del provvedimento in esame, a parenti lontani e spesso anche lontanissimi.
Credo anche che sia estremamente importante che l'attuazione dell'articolo 30 della Costituzione con il provvedimento in esame diventi veramente concreta e credo che si sia fatto un buon lavoro, cioè che si sia riconosciuto ai figli naturali il loro status per se stessi, quindi come valore della persona, in quanto individui nati e che hanno pari dignità con i figli nati all'interno del matrimonio. Credo che il Parlamento italiano, tutto sommato, col provvedimento in esame si sia allineato ai trattati internazionali e alle moderne Costituzioni europee.
Quindi, credo che sia stato fatto un buon lavoro. Questo dimostra che possono esservi anche leggi senza spesa e senza grandi oneri finanziari, che possono influire sull'evoluzione dei rapporti sociali e costituire anche un punto di incontro fra visioni non soltanto della politica, ma anche della famiglia e dell'esistenza in momenti qualificati. Questo è certamente un momento qualificato e qualificante per il Parlamento della Repubblica (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stasi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA STASI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo di Iniziativa Responsabile voterà per l'approvazione del testo unificato contenente le disposizioni necessarie ad attuare il dettato costituzionale, che assicura ai figli nati fuori dal matrimonio ogni forma di tutela giuridica e sociale compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima. Si tratta di norme che vanno nella direzione di un'ulteriore applicazione di quanto sancito dall'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e di ogni altra disposizione comunitaria ed internazionale, a cui, come ben sappiamo, il nostro ordinamento deve costantemente adeguarsi.
Con l'introduzione del principio di unicità dello stato giuridico dei figli viene meno, dunque, l'odiosa distinzione tra figli legittimi e figli naturali, che ha caratterizzato finora la normativa in materia di filiazione.
Condividiamo, inoltre, la delega al Governo, che dovrà adeguare le disposizioni vigenti, appunto, al principio dell'unicità dello stato giuridico dei figli, riferendosi alla disciplina del possesso di stato e della prova della filiazione, alle azioni relative al riconoscimento e al disconoscimento dei figli, alla presunzione di paternità del marito, alla disciplina delle successioni e delle donazioni. Pag. 30
Si tratta, cari colleghi, di uno di quegli impegni assunti dal Governo, inserito nel programma presentato agli elettori ed ora definitivamente mantenuto. Un altro obiettivo raggiunto, un'altra concreta riforma che si aggiunge al già lungo elenco di realizzazioni di questa maggioranza. È evidente che, al di là delle polemiche sterili e strumentali poste in essere dalle opposizioni, questo si conferma essere il Governo «del fare», il Governo che affronta e risolve concretamente i problemi degli italiani. Tutto ciò, nonostante la difficile situazione nella quale questa maggioranza si è venuta a trovare per via della crisi finanziaria, prima, e congiunturale, dopo.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, nel ribadire il voto favorevole del gruppo di Iniziativa Responsabile al provvedimento ora all'esame dell'Assemblea, riconfermiamo al Governo la nostra fiducia nella consapevolezza di aver garantito al Paese un periodo di stabilità e di riforme indispensabili per rilanciare la nostra economia e per modernizzare il nostro Paese.
Con quest'ultima riforma, per certi versi anch'essa epocale, l'Italia compie un ulteriore passo in avanti verso l'integrazione europea e verso l'affermazione di principi fondamentali che sono alla base della nostra Carta costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Iniziativa Responsabile Nuovo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

NICOLA MOLTENI. Signor Presidente, anticipo fin da subito il voto favorevole del gruppo della Lega Nord su questo provvedimento. Tra l'altro, vorrei ricordare che la Lega, già nella passata legislatura, in merito alla proposta di legge dell'ex Ministro della famiglia Bindi, aveva dato il proprio contributo e aveva condiviso tale provvedimento.
Si tratta di un provvedimento importante, frutto di una rilevante collaborazione tra maggioranza e opposizione. Colgo anche l'occasione per ringraziare, da un lato, il sottosegretario per la sensibilità dimostrata, e dall'altro lato, anche il relatore per aver saputo coniugare e unire visioni che, magari, erano partite in maniera parzialmente divisa, ma che poi hanno trovato una convergenza importante nell'interesse, non solo, del Paese, ma anche, in modo particolare, dei figli e dei bambini.
Mi piace ricordare come, per l'ennesima volta, quest'Aula si trovi a dover discutere dei diritti dei minori: ricordo già il provvedimento concernente le detenute madri con prole. Quindi, questo Parlamento dimostra una particolare sensibilità ed una particolare inclinazione alla tutela e alla salvaguardia dei diritti dei minori.
Con questo provvedimento, sostanzialmente, si pone fine a quelle ultime discriminazioni residue tra figli naturali e figli legittimi, andando, a completare la riforma del diritto di famiglia iniziata nel 1975 e, quindi, a riconoscere lo status di figlio e basta, senza ulteriori aggettivazioni e qualificazioni. Credo che questo sia un aspetto estremamente importante.
In tale direzione si è mosso, pertanto, l'articolo 1 di questa proposta di legge. Segue, quindi, l'articolo 2, con una delega - importante e ampia, ma, al tempo stesso, chiara e definita - al Governo, con una riserva, da parte delle Commissioni parlamentari, di verifica rispetto ai decreti che il Governo farà.
Si tratta, dunque, di un provvedimento importante. Mi rifaccio integralmente a quanto avevamo già sostenuto in sede di discussione sulle linee generali. L'unico aspetto che aggiungo, ad integrazione di quanto detto, riguarda un'esigenza, per noi oggi assolutamente necessaria e doverosa, anche riprendendo le parole del sottosegretario Alberti Casellati nell'intervento relativo agli articoli aggiuntivi Paniz 2.0102 e Capano 2.0101, per quanto riguarda la parte più prettamente procedurale.
Ebbene, oggi noi abbiamo la necessità di porre fine a questa discriminazione tra figli naturali e figli legittimi, non solo da un punto di vista sostanziale - e questo provvedimento va esattamente nella direzione Pag. 31di porre fine a questa discriminazione -, ma io sono assolutamente convinto che questa discriminazione debba essere cancellata anche dal punto di vista procedurale.
Riprendo quanto detto prima in sede di dichiarazione di voto sull'articolo aggiuntivo Paniz 2.0102: noi oggi avvertiamo tale esigenza, anche alla luce del fatto che il Senato ha già approvato una proposta di legge relativa, da un lato, alla potestà genitoriale e, dall'altro lato, alla filiazione, proprio per chiarire e porre fine alle divergenze procedurali fra il tribunale dei minori e il tribunale ordinario per quanto riguarda la materia della famiglia.
Noi riteniamo che - e non abbiamo dubbi al riguardo, visto il lavoro importante che la Commissione giustizia sempre svolge, grazie all'operato del suo presidente - ci sarà l'opportunità, nel più rapido tempo possibile, di portare anche in discussione quell'altra proposta di legge, proprio per creare, in merito al rapporto figli naturali-figli legittimi, una normativa chiara, organica e completa.
Credo che il nostro Paese abbia bisogno di chiarezza e il combinato disposto di entrambe le proposte di legge andrà, ovviamente, in questa direzione, fermo restando che, nella divaricazione di competenze tra il tribunale ordinario e il tribunale dei minori, la nostra preferenza - come abbiamo sempre espressamente chiarito - va al tribunale ordinario, proprio per il maggior contraddittorio e per l'applicazione dell'articolo 111 della Costituzione sul giusto processo che, giustamente, la collega Capano prima faceva presente. Dunque, da parte nostra c'è una maggiore propensione affinché questa materia venga disciplinata dal tribunale ordinario, quanto meno da sezioni specializzate all'interno del tribunale ordinario.
Ciò nell'ottica di arrivare a quello che tutte le forze politiche - tanto di maggioranza, quanto di opposizione - hanno sempre sostenuto e che anche il sottosegretario Casellati ha sempre auspicato: un tribunale della famiglia che rappresenterebbe, da un punto di vista di razionalità, di chiarezza procedurale e di semplificazione del rito, l'organo giurisdizionale migliore possibile. Ripeto, è una disciplina importante che riguarda famiglie, figli e tutto ciò che ad essa è collegato, è una necessità che il nostro Paese attende.
Credo che, da parte delle forze politiche, ci sia piena condivisione. Sicuramente vi è condivisione ed un'inclinazione positiva in tal senso da parte del gruppo della Lega Nord, che, da anni, da sempre, conduce una battaglia politica in tale direzione.
Pertanto, riconfermando il voto positivo del gruppo della Lega, dichiaro il voto favorevole a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.
Tocca a lei: era un auspicio affinché il suo gruppo diventasse numeroso, per questo abbiamo posticipato il suo intervento.

LORENZO RIA. Signor Presidente, questo è il suo auspicio di un Partito popolare europeo, che, comunque, è materia di grande discussione politica, mentre invece ci occupiamo d'altro in questa sede.

PRESIDENTE. Il Presidente non può fare considerazioni di tipo politico. Prego, svolga il suo intervento.

LORENZO RIA. Soprattutto ci occupiamo di una materia oggetto di varie proposte di legge (ma anche di un disegno di legge governativo) trasferite, poi, in un testo unificato, sottoposto all'esame dell'Aula. Comunque, ci occupiamo di una materia che rappresenta, senza dubbio, una necessità sociale, oltre che - e io credo, prima ancora - politica.
L'esigenza di adattare le disposizioni del codice civile, in materia di filiazione naturale, alle mutate esigenze sociali per le quali la condizione di figlio naturale merita una sostanziale equiparazione a quella di figlio legittimo, è espressione del sentire comune del quale oggi il Parlamento Pag. 32prende atto, ratificando, per così dire, una situazione di fatto già sedimentata.
Abbiamo lavorato su un provvedimento che mira ad integrare la Costituzione alla luce delle novità sociali che emergono sempre più insistentemente negli ultimi anni e che affronta le tematiche connesse alla filiazione, partendo da una riflessione sul contemporaneo sistema di relazioni familiari, sempre meno corrispondenti al modello tradizionale. Se anche l'articolo 30, terzo comma, della Costituzione già assicura la dovuta tutela ai figli nati fuori dal matrimonio, il requisito della compatibilità con i diritti dei membri della famiglia legittima comporta la necessità di una analisi attenta da parte del Parlamento poiché non deve causare né conflitti tra diritti di pari grado né discriminazioni. È stato dunque un atto doveroso quello di accostarsi ad una riforma in questo senso, adeguando la normativa ad una visione nuova della parentela e dell'istituzione famiglia in cui si intrecciano vincoli sempre nuovi dalla natura complessa e controversa.
Proprio per queste emergenti problematicità è opportuno, da parte nostra, mettere in campo ogni sforzo per individuare politiche di rafforzamento dei rapporti interfamiliari ed è un bene dunque che il Parlamento si trovi ad occuparsi di un argomento delicato che coinvolge tutti i cittadini. Il tema trattato, infatti, non si sarebbe prestato ad una totale regolamentazione in via di delega governativa così come pure è apparso in un determinato momento dell'iter in Commissione. È il Parlamento, così com'è accaduto, a dover individuare direttamente la disciplina applicabile in materie così incidenti nella sfera dei diritti inviolabili delle persone e quindi anche in materia di riconoscimento dei figli naturali. Certo, l'articolo 2 del progetto di legge contiene la delega al Governo per la revisione delle disposizioni vigenti in materia di filiazione; il compito di uniformare la normativa residuale alle nuove norme del codice civile è stato dunque affidato ad una delega per l'adozione di decreti legislativi ma crediamo che tale formula non contrasti con lo spirito di base da cui abbiamo preso le mosse. Riteniamo anzi giusto che l'adeguamento formale delle disposizioni codicistiche avvenga in via di delega poiché ciò può andare a vantaggio di una maggiore uniformità della normativa, una volta approvati dal Parlamento i principi cardine della riforma che fungano anche, con la necessaria riformulazione, da principi quadro entro cui delimitare la successiva emanazione dei decreti legislativi.
Il testo unificato cui siamo giunti e che stiamo per approvare oggi, ci sembra rispettoso delle esigenze emerse dalla base dei consociati ed è stato redatto con l'ausilio tecnico, lo voglio qui ricordare, delle audizioni svolte in Commissione. È un testo che disciplina nel dettaglio il riconoscimento del figlio nato fuori dal matrimonio ed i suoi effetti affermando, finalmente, che tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico; un principio questo la cui chiara affermazione era ormai indispensabile e improcrastinabile nel nostro ordinamento. In una società in cui i rapporti familiari si fanno sempre più fragili e in cui tante difficoltà minano la solidità dei nuclei di base per lo sviluppo della personalità di ogni uomo, il legislatore deve orientarsi verso una netta affermazione del principio di tutela dei figli in quanto persone, al di là delle condizioni di nascita e quindi con pari dignità tra i figli naturali e i cosiddetti figli legittimi.
Oltre alla normativa di dettaglio, il testo unificato, come ho già ricordato, prevede, nell'ambito della delega, l'uniformazione ai principi che abbiamo stabilito. Non entro nello specifico e mi rimetto all'intervento che mi riservo di consegnare.
Alla luce di tutto questo e per le ragioni che ho illustrato non posso che esprimere dunque il voto favorevole del gruppo dell'Unione di Centro per il Terzo Polo sul progetto di legge in esame che ci sembra costituire un'apprezzabile sintesi delle molteplici esigenze, sia politiche, ma anche culturali e giuridiche, emerse nel corso dell'iter in Commissione.
Esso rappresenta un ulteriore passo in avanti nella completa affermazione dei Pag. 33principi di uguaglianza, di solidarietà ed anche di giustizia sanciti dalla nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, è già stato sottolineato anche da altri colleghi il valore politico del provvedimento in esame. Oggi il Parlamento approva una legge, come dice l'articolo 30 della Costituzione, che assicura ai figli nati fuori dal matrimonio ogni tutela giuridica e sociale. Siamo un po' in ritardo: sono passati più di sessant'anni dalla Costituzione e già dagli inizi degli anni Novanta la Corte costituzionale ci invita a colmare questo ritardo.
Sono passati, inoltre, quasi quarant'anni dalla riforma del diritto di famiglia dove era contenuta la promessa di procedere alla totale unificazione dello stato di figlio. Oggi questo provvedimento ci dice una cosa di straordinaria importanza: possono esistere tante forme di relazioni familiari, ma esiste e deve esistere uno ed un unico statuto del figlio. Il figlio può essere concepito solo in termini di unicità e irripetibilità.
Questo provvedimento elimina quella ipocrisia con cui abbiamo vissuto negli ultimi quarant'anni e che consentiva, nonostante la dichiarazione di assoluta uguaglianza tra filiazione naturale e legittima contenuta nella riforma del diritto di famiglia, di mantenere in qualche modo in vita le differenti discipline e quindi anche le discriminazioni.
Tra tali discriminazioni, che non erano solo a fini successori, quella più grande atteneva alle relazioni parentali. Prima, con il testo ancora vigente dell'articolo 258 del codice civile che questo provvedimento ha mutato, non si consentiva al figlio naturale di acquisire il rapporto di parentela con i parenti del genitore naturale.
Si isolava il figlio, nel senso che gli si dava lo statuto di figlio, ma gli si negava quello di nipote, di cugino e lo si ghettizzava in qualche modo. Oggi, con questo intervento, restituiamo quel figlio alla ricchezza delle relazioni parentali e questo dimostra anche un altro fatto: che ci si può occupare nello stesso tempo di diritti civili e di relazioni familiari, arricchendo sia gli uni che le altre.
Prima, quando quel figlio naturale rimaneva solo e magari rimaneva orfano, doveva andare subito in adozione perché, anche se vi fossero stati parenti pronti ad occuparsi di lui, il fatto di non riconoscere la relazione di parentela lo metteva immediatamente ed automaticamente in una condizione di abbandono.
Quel 20 per cento di figli naturali era destinato - in caso fossero rimasti orfani - ad andare in adottabilità, a perdere ogni relazione familiare, quand'anche ne avessero maturate nella loro storia di significative.
Questo è il grande valore del provvedimento in esame, che interviene a modificare la disciplina con una logica importante di doppio binario: sceglie di intervenire immediatamente su alcune normative per renderle immediatamente più confacenti allo statuto di unicità del figlio. Sull'altro versante, sceglie una legge delega che affida al Governo il compito di omogeneizzare l'intera disciplina codicistica a questo nuovo statuto.
In questo senso, l'articolo 315 del codice civile, che oggi abbiamo modificato, è la norma guida, il faro che dovrà guidare non solo il Governo nell'attuazione della delega (con questo principio tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico), ma anche questo Parlamento. Infatti, da oggi qualunque legge questo Parlamento approverà in tema di filiazione dovrà essere un intervento che non potrà in alcun modo riservare un trattamento diverso ai figli naturali piuttosto che ai figli legittimi e noi dovremo - io per prima - dimenticarci anche di usare questi aggettivi. Da oggi non ci sono più un figlio legittimo e uno naturale, c'è solo ed unicamente il figlio.
Si interviene, quindi, con la delega a disciplinare anche situazioni che meritano una maggiore stabilità. Per esempio, si disciplina diversamente l'azione di impugnazione Pag. 34del riconoscimento del figlio naturale o legittimo che sia e, mentre questa azione prima era prevista come imprescrittibile per tutti, oggi la si riconosce imprescrittibile solo per il figlio, e la delega ha il compito di porre un termine di decadenza quando essa venga azionata da terzi.
Ciò al fine di garantire la certezza di quelle relazioni familiari che devono stare intorno al figlio, al minore.
L'aspetto sul quale si interviene in maniera - mi si passi il termine - rivoluzionaria è che si afferma il principio per cui, se ci deve essere una unicità di stato giuridico, deve esserci anche una unicità di trattamento giuridico, cioè anche di tutela processuale dei propri diritti. Ciò è avvenuto attraverso l'emendamento che oggi è stato chiamato Paniz-Capano. Ringrazio il collega Paniz di aver voluto condurre la mia stessa battaglia su questo terreno. Noi oggi diciamo che c'è un piano dell'effettività dei diritti che non ammette discriminazioni. Portiamo dentro al processo minorile le regole previste per l'affidamento dei figli nati nel matrimonio nel 2006 proprio con una legge dell'onorevole Paniz e questo ci imporrà negli atti successivi di scegliere sempre di più forme che unifichino a tutti gli effetti la tutela processuale.
Noi ci auguriamo che l'esito di questo processo possano essere i tribunali della famiglia, come i tribunali specializzati che possono avere un giudice specializzato e le stesse regole processuali, che non siano magari né del tribunale ordinario, né del tribunale per i minori (così usciamo da questa diatriba forse un po' inutile), e che vi siano soprattutto tribunali con un giudice speciale e con regole processuali predeterminate.
Abbiamo inserito nella delega il concetto di responsabilità genitoriale, lasciando al Governo la possibilità di coniugarlo con l'esercizio dei poteri che, invece, è nel concetto di potestà.
Sono d'accordo con quanto affermato prima dall'onorevole Briguglio. Credo che questo provvedimento esprima un messaggio anche molto simbolico, ossia che è utile che il concetto di potestà venga sempre più coniugato nell'ambito della responsabilità genitoriale.
Pertanto credo - e concludo, signor Presidente - che il provvedimento di oggi sia una bella pagina di attività parlamentare perché l'abbiamo scritta tutti insieme e a favore dei soggetti più deboli, ossia i figli (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paniz. Ne ha facoltà.

MAURIZIO PANIZ. Signor Presidente, questo testo unificato si inserisce nel percorso avviato alcuni anni fa e culminato con l'approvazione della legge sull'affidamento condiviso nel 2006. È una pagina che scriviamo in maniera costruttiva con la collaborazione di tutti, come spesso - anzi sempre - dovrebbe avvenire, soprattutto nel settore della giustizia.
Di questo nessuno parla mai: nessuno sottolinea come si lavora spesso in maniera unitaria, convinta e congiunta per arrivare a testi che hanno un rilievo sociale assolutamente significativo, e questo testo ha un rilievo sociale di grande spessore.
I figli naturali, per la prima volta, ricevono il riconoscimento di un rapporto parentale che era assolutamente precluso in passato; per la prima volta, questo riconoscimento viene codificato in un testo legislativo e, per la prima volta, si stabiliscono regole processuali che consentono al tribunale dei minori, al quale in questo momento, per decisione della Suprema Corte (a seguito della diatriba in ordine al riparto di competenza tra l'autorità giudiziaria ordinaria e il tribunale dei minori), spetta la competenza, di intervenire su questa materia.
Ci si allinea ad una normativa di livello internazionale in maniera costruttiva e si porta l'Italia all'avanguardia anche in questo settore.
Mi piace ricordare i meriti dell'opposizione con riferimento alla soluzione processuale che è stata adottata e non ho nessuna difficoltà a dare il diritto di Pag. 35primogenitura all'onorevole Capano e all'onorevole Ferranti, che si sono impegnate nel farci comprendere come questa normativa processuale dovesse essere introdotta in tempi brevi nel nostro Paese.
Ringrazio la presidente della Commissione e la relatrice per l'apporto costruttivo che hanno dato ad un testo che, una volta di più, disciplina la normativa in un settore di ampia rilevanza sociale (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Concia. Ne ha facoltà.

ANNA PAOLA CONCIA. Signor Presidente, naturalmente voterò a favore di questo provvedimento, ma questo mio intervento è volto a sottolineare un problema. Questo provvedimento è molto importante, supera un'odiosa discriminazione nell'ottica di tutela dei minori ed equipara i figli naturali ai figli legittimi.
Questa ottica di salvaguardia dei minori è un principio fondamentale che ci mette al passo con le grandi democrazie europee. Ma se questo principio è giusto e sacrosanto, questo Parlamento deve sapere che esistono nel nostro Paese 100 mila bambini che non sono come tutti gli altri figli e che sono ancora molto discriminati: si tratta dei figli delle famiglie omosessuali, che hanno un solo genitore naturale, pur crescendo con due figure genitoriali. Quello che non è il genitore naturale non ha non solo diritti, ma neanche doveri verso il figlio.
Questi bambini non sono come tutti gli altri, ma sono esposti a rischi grandissimi: se il genitore naturale dovesse morire possono essere affidati, o meglio verrebbero certamente affidati, ai servizi sociali e verrebbero sradicati totalmente dalla loro famiglia d'origine. Credo che questa - e lo capiscono tutti - sia una violenza inaccettabile.
Ho presentato una proposta di legge in tal senso tre anni fa, firmata da molti miei colleghi del Partito Democratico - che istituisce la figura del cogenitore, a totale salvaguardia del minore, come questo provvedimento che ci apprestiamo a votare oggi.
Vi chiedo quindi, cari colleghi, dopo aver approvato questo testo unificato, di affrontare con altrettanta concretezza e con altrettanto rispetto dei più elementari diritti umani i problemi di questi minori, che sono bambini come tutti gli altri.
Il principio, cari colleghi, è lo stesso: i figli sono tutti uguali e non devono essere discriminati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole De Angelis. Ne ha facoltà.

MARCELLO DE ANGELIS. Signor Presidente, quando si tratta di queste materie è inevitabile farsi condizionare dalle proprie esperienze personali, che potrebbero effettivamente forse essere anche un arricchimento nel dibattito.
Nella dichiarazione di voto favorevole che il Presidente Bindi ha fatto sull'articolo 1 ha riferito a questo provvedimento due principi dai quali mi sento nella necessità di prendere le distanze, innanzitutto quando ha equiparato di fatto i figli naturali agli orfani, sostenendo che prima di questo provvedimento i figli naturali non avessero riconosciuti i vincoli familiari. Credo che se in quest'Aula ci fosse un figlio naturale avrebbe la necessità e anche effettivamente l'obbligo di ricordare che così per fortuna in Italia non è mai stato, perché per il principio per cui mater semper certa est anche i figli naturali non erano figli di nessuno, ma appartenevano alla famiglia della madre, con gli stessi obblighi e gli stessi diritti.
Ha anche sostenuto di ritenere che in questo provvedimento si faccia un passo avanti verso il riconoscimento della totale eguaglianza dei cittadini anche non discriminando in base all'età, di conseguenza di fatto sostenendo un'equiparazione, almeno teorica, tra i minori e i maggiorenni. Credo che invece la differenza per età fra i cittadini, e in particolare quella che mette un tetto alla minore età, sia per una società una garanzia inevitabile proprio Pag. 36nei confronti dei minori e che questo concetto non debba neanche essere ventilato.
Mi rendo conto che avrei dovuto e avrei potuto dare il mio contributo in Commissione alla formulazione di questo provvedimento, ahimè non si può fare tutto, mi assumo le mie colpe, ma anche in virtù di ciò ritengo che questo non sia un testo soddisfacente e anzi credo che abbia delle lacune che comporteranno il fatto che tra qualche anno bisognerà presentare un altro progetto di legge per emendare o completare questo, di conseguenza mi asterrò dal voto finale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Bindi. Ne ha facoltà.

ROSY BINDI. Signor Presidente, consento al collega di dissentire da me, ma non da quello che non ho detto e soprattutto di non prendere le distanze da una realtà che purtroppo esiste nel nostro Paese. È chiaro che un figlio nato fuori dal matrimonio, riconosciuto dalla madre e finanche dal padre ha una madre e un padre, ma non ha vincoli parentali e vincoli familiari, non ha sorella, non ha fratello, non ha cugino, non ha zio, non ha zia e non ha nonni. Mi dispiace doverlo dire, ma è così (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Futuro e Libertà per il Terzo Polo)!
Il problema non è la «roba» a fini di successione, il problema sono i rapporti affettivi e parentali che non esistono, esistono in natura ma sono giuridicamente negati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Futuro e Libertà per il Terzo Polo)! Con questo provvedimento colmiamo un'arretratezza e attenti colleghi, nel passato erano pochi casi, oggi, giustamente ha detto l'onorevole Paniz, diamo una risposta sociale perché sono molti i figli che si trovano in queste condizioni perché sono cambiate le modalità con le quali le persone si vogliono bene, stanno insieme e mettono al mondo i figli.

GIANFRANCO CONTE. Tempo!

ROSY BINDI. Queste sono situazioni di fatto di cui gli adulti si assumono le responsabilità, ma che non possono ricadere sui figli e con questo provvedimento saniamo una situazione, prendiamo atto dell'atto di civiltà che stiamo compiendo, e non ho mai detto che il minore è uguale al maggiorenne, ma anche il minore ha una sua soggettività ed è persona anche un bambino minore. Da questo punto di vista, i processi educativi familiari, scolastici e nella società hanno bisogno di riconoscere ed affermare che protagonista della propria crescita resta comunque la persona, anche in età minore, e l'interpretazione della responsabilità educativa non può prescindere da questo dato.
Non ho detto che i minori sono uguali ai maggiorenni, ma l'idea che un bambino non è persona e lo diventerà quando glielo consente il codice civile ha portato nella famiglia e nella scuola a delle - qualche volta - mostruosità educative di cui si pagano le conseguenze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Per conoscenza del Regolamento da parte di tutti, l'onorevole Bindi aveva diritto a parlare. Il provvedimento non è contingentato, quindi invito tutti i colleghi a rileggersi il Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Correzioni di forma - A.C. 2519-A ed abbinati)

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Chiedo di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI, Relatore. Signor Presidente, nell'esprimere l'enorme soddisfazione per l'approvazione di questo testo, ringrazio la Commissione giustizia, i Pag. 37commissari, la presidente, i funzionari e, non ultimo, il Governo per l'estrema collaborazione e il contributo che ha dato.
Ai fini del coordinamento formale delle disposizioni contenute nel testo unificato dei progetti di legge n. 2519-A ed abbinate, propongo le seguenti correzioni di forma:
Al capoverso della lettera c-bis) del comma 2 dell'articolo 1, introdotto dall'emendamento Borghesi 1.13, si debbono intendere apportate le seguenti modificazioni: al secondo periodo «il secondo genitore che vuole riconoscere il figlio, qualora il consenso sia rifiutato» sono sostituite dalle seguenti: «il genitore che vuole riconoscere il figlio, qualora il consenso dell'altro genitore sia rifiutato»; al terzo periodo le parole «autorizza il secondo riconoscimento» sono sostituite dalle seguenti: «decide con sentenza che tiene luogo del consenso mancante»; al quinto periodo le parole «con il provvedimento di autorizzazione al riconoscimento» sono sostituite dalle seguenti: «con la sentenza che tiene luogo del consenso mancante» e le parole: «dell'articolo 317-bis» sono sostituite dalle seguenti: «dell'articolo 315-bis».

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, le correzioni di forma proposte dal relatore si intendono approvate.
(Così rimane stabilito).

(Coordinamento formale - A.C. 2519-A ed abbinati)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2519-A ed abbinati)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato dei progetti di legge n. 2519-A ed abbinati, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Granata, Crosetto, Madia e Scajola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali» (2519-3184-3247-3516-3915-4007-4054-A):

Presenti 477
Votanti 476
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato 476
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Prendo atto che i deputati Argentin e Cardinale hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 13,20).

RICCARDO MIGLIORI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICCARDO MIGLIORI. Signor Presidente, vorrei informare l'Aula che un'ora fa la Segreteria generale della OSCE a Vienna ha comunicato che i cinquantasei Paesi che articolano questa organizzazione, che è la più grande organizzazione al mondo per la sicurezza dopo le Nazioni Unite, ha nominato l'ambasciatore Lamberto Zanier come Segretario generale dell'organizzazione. Pag. 38Si tratta del primo italiano che ricopre questo prestigiosissimo incarico.
Si tratta di un successo particolare del Ministro Frattini, che è stato ideatore instancabile di questa iniziativa meritoria, che ha trovato, proprio nelle ultime ore, dei problemi, anche perché l'ambasciatore Zannier, che è l'attuale - non dimentichiamolo - segretario per le Nazioni Unite nel Kosovo, ha sostituito l'ambasciatore francese de Brichambaut.
Questo è accaduto nell'ambito e in un contesto nel quale, come tutti sanno, un francese veniva sostituito da un italiano alla guida della Banca centrale europea. È un successo della nostra diplomazia, alla quale ha dato un piccolo contributo anche la nostra piccola diplomazia parlamentare - parlo soprattutto, in questo caso, come capo della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'OSCE - ed è la riprova del crescente peso internazionale del nostro Paese, a parte la propaganda. Spero che anche la Presidenza voglia inviare all'ambasciatore Zannier le congratulazioni di tutta la nostra Assemblea e del Parlamento italiano (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Certamente, presidente Migliori, anche la Presidenza si farà parte attiva per fare i migliori auguri anche da parte della Presidenza della Camera.

AMEDEO LABOCCETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, devo denunciare una vicenda gravissima. Oggi la magistratura partenopea ha assunto un provvedimento che giudico molto discutibile, censurabile e, dal mio punto di vista, sbagliato nei confronti di uno dei migliori poliziotti d'Italia, il capo della squadra mobile di Napoli, il dottor Vittorio Pisani.
Vittorio Pisani è un simbolo e un baluardo della lotta alla camorra. Vi è un'indagine a Napoli, che rispetto, che oggi ha prodotto una valanga di arresti, ma con questa sporca vicenda il dottor Pisani non ha nulla a che vedere e Napoli non può perdere un poliziotto come Vittorio Pisani.
Nei suoi confronti, signor Presidente, è stata fatta una vera e propria porcata. Pisani che va via da Napoli...

PRESIDENTE. Onorevole Laboccetta, la pregherei di usare un linguaggio più consono.

AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, quella che è stata fatta è una carognata! Se Pisani va via da Napoli, facciamo un regalo alle organizzazioni criminali. Mi rivolgo anche ai colleghi della Commissione antimafia, che spero vorranno prendere posizione e intervenire su questo argomento. Chiedo all'Assemblea, e soprattutto al Governo, in questo momento rappresentato dal Ministro Frattini, al quale mi rivolgo...se può prestarmi un attimo di attenzione, anche se l'Aula, ovviamente, prima della sospensione dei lavori è sempre ridotta a pochi interessati.
Un Governo che ha raggiunto grandissimi risultati contro la mafia, soprattutto grazie a poliziotti come Vittorio Pisani, non può consentire che, a seguito di un provvedimento sbagliato, per la parte che lo riguarda, egli venga trasferito ad horas, come si chiede nel provvedimento, dalla città di Napoli.
Già il Capo della polizia è intervenuto. Chiedo che il Governo trovi una soluzione, senza, ovviamente, violare alcuna legge, perché Napoli possa ancora vedere impegnato sul territorio un uomo come Vittorio Pisani. Se, invece, non dovesse trovarsi una soluzione, sicuramente la camorra napoletana oggi sta già brindando per questo provvedimento.
Non accuso nessuno: rispetto la magistratura, ma a volte anche la magistratura può commettere degli errori, e credo che in questa circostanza, ferma restando la bontà dell'inchiesta in corso, per Pisani abbia commesso un errore grave. Noi andremo a fondo in Commissione antimafia, per quanto mi riguarda, su questa vicenda. Signor Presidente, rivolga anche lei Pag. 39un appello all'Aula, che in questo momento vede pochi presenti, perché si assuma una posizione su questa vicenda inquietante e opaca.

DANIELE MARANTELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DANIELE MARANTELLI. Signor Presidente, nei mesi scorsi i frontalieri italiani che lavorano in Svizzera hanno subito numerosi attacchi ai loro diritti e sono stati oggetti, addirittura, di campagne razziste, organizzate dall'UDC ticinese. Ciò è dipeso anche dalle decisioni del nostro Governo relative allo scudo fiscale. La gestione non proprio saggia di questa vicenda delicata ha innescato ritorsioni che rischiano di essere pagate a caro prezzo dai lavoratori transfrontalieri e dai comuni di confine. Per questa ragione, il gruppo del Partito Democratico nello scorso aprile aveva presentato una mozione che impegnava il Governo italiano a riprendere la via del dialogo con il Governo svizzero (sono contento che alla seduta sia presente anche il Ministro Frattini). La nostra iniziativa è stata condivisa da tutto il Parlamento, che ha approvato una mozione nella quale si invitava il Governo a riallacciare il dialogo con la Svizzera per tutelare gli interessi dell'Italia.
Perché ho chiesto di intervenire oggi? Perché l'altro ieri il Consiglio di Stato ticinese ha rinviato la decisione del Governo di Bellinzona di ridurre le quote che la Svizzera deve versare ai comuni italiani di confine, una cifra pari a circa 53 milioni di franchi svizzeri. Tale rinvio è dipeso dalla condizione di perfetta parità che ha visto i due consiglieri leghisti, sostenitori della linea dura contro il nostro Paese, fermati dagli altri due consiglieri, Laura Sadis e Manuele Bertoli, quest'ultimo esponente del Partito Socialista.
Oggi pomeriggio è convocato di nuovo il Consiglio di Stato ticinese e vi sono alte probabilità che venga approvata la linea della ritorsione perché dovrebbe essere presente il consigliere del PPD, assente nella seduta dell'altro giorno. Tale grave decisione non sarebbe priva di conseguenze per noi. La preoccupazione dei comuni di confine è, giustamente, alta e diffusa. Ulteriori ritardi comporterebbero drastiche riduzioni ai servizi dei cittadini.
Non sottovalutiamo la complessità dell'intera vicenda. Si intrecciano tra loro problemi legati al segreto bancario, alla black list, ai ristorni, ai diritti dei frontalieri, ma se i problemi non si affrontano con decisione e realismo sono destinati ad incancrenirsi. Per questo il Governo deve, secondo noi, attivarsi con maggiore energia e tempestività. Non escludiamo di presentare nei prossimi giorni un'interrogazione qualora dovessimo constatare l'insufficiente iniziativa dei Ministri competenti, che so essere più di uno.
I legami sociali e economici e culturali con il Canton Ticino sono robusti, la globalizzazione ha messo in discussione rapporti consolidati con gli amici svizzeri e, forse, anche il tradizionale ruolo della Svizzera nel nuovo contesto internazionale. Ecco perché è necessario, e ho concluso, che nel tavolo aperto tra noi e gli svizzeri il Governo italiano cerchi la via maestra del dialogo sì, avendo però ben chiaro che i diritti dei 55 mila frontalieri e dei comuni di confine siano tutelati con più serietà e concretezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, approfitto anch'io della presenza del Ministro Frattini e del discorso del collega deputato Marantelli, che condivido, perché la preoccupazione è che, a fronte di problemi che esistono, come normalmente esistono nei rapporti tra Stati, a farne le spese, questa volta, siano davvero i nostri lavoratori frontalieri e i nostri comuni di confine che sono comuni piccoli, spesso montani, con diversi problemi di gestione ai quali rischierebbero di venire Pag. 40a mancare delle cifre significative, valutabili intorno ai 45 milioni di euro, se dovessero essere sospesi in maniera integrale i ristorni, oppure intorno ai 30-35 milioni di euro, se dovessero essere sospesi in modo parziale. Direi comunque che si tratta di cifre molto importanti per delle realtà locali che si troverebbero veramente in condizioni di estrema difficoltà. Credo che il nostro compito sia quello di preservare gli ottimi rapporti con la Confederazione elvetica e di tutelare, al contempo, i più deboli che, in questo caso, sono i lavoratori frontalieri e i piccoli comuni.
Chiedo anche che si faccia una riflessione perché, mentre noi siamo uno Stato ancora oggi centralista, lo Stato svizzero, che è non solo uno dei più longevi del mondo, ma anche dei più pacifici e dei più ricchi, è da centinaia di anni uno Stato federale. Qui il rapporto non è tanto con Berna, perché il Presidente della Confederazione elvetica si è già dichiarato contrario all'abolizione di questi ristorni. Il problema è che, essendo la Svizzera uno Stato federale, non è Berna che decide, ma Bellinzona. Quindi, dobbiamo avere uno sguardo attento all'organizzazione interna della Confederazione elvetica, che sinceramente invidiamo perché è bene che possano essere decise queste cose a livello locale, ma uno sguardo che possa favorire, anche nel prosieguo dei rapporti con la Confederazione elvetica, lo sviluppo ed il sostegno di quelle iniziative bilaterali, come ad esempio la Regio Insubrica, che servono proprio a trattare e a discutere di questi problemi. Quindi, al di là del fatto contingente che sottolineiamo, vi è un discorso prospettico per cui è opportuno che il Governo nazionale dia invece potere e sostegno ai governi locali, alla provincia di Varese, alla provincia di Como, a tutte le province riunite nella Regio assieme agli enti locali, di modo che possa esservi la possibilità di risolvere sul territorio i problemi del territorio stesso.
In conclusione, noi abbiamo approvato in questo Parlamento da pochissimi giorni una mozione proprio su questo argomento. Credo possa essere un segnale importante che il Governo proceda senza indugio, immediatamente - e quindi nelle prossime 48-72 ore - per dare attuazione a quella mozione, almeno nella parte in cui si dice di togliere la Svizzera dalla black list, fatto che è già stato recepito da tutti i più importanti Paesi occidentali, per esempio dall'Australia e dagli Stati Uniti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Anche noi come Parlamento lo abbiamo chiesto al Governo, ed il Governo è d'accordo. Allora, se siamo d'accordo, diamo agli svizzeri dei tempi che siano «svizzeri» e quindi agiamo subito e senza indugi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

LUCIA CODURELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, due giorni fa abbiamo approvato in questo Parlamento una legge, di cui la maggioranza si è definita orgogliosa, sulle cosiddette quote rose, che rappresentano un passaggio importante. Purtroppo, il mio intervento di oggi vuol mettere in evidenza un atto che, come rappresentato dalla stampa di oggi e dalle agenzie di ieri sera, rappresenta una discriminazione e una violazione delle leggi che non ha eguali.
Le rappresento che siamo nel profondo Nord - questo lo aggiungo io - e che si tratta dell'intervento di un'azienda, la Ma-Vib di Inzago, nell'est milanese, per giustificare l'annuncio di ieri di volere licenziare 10-13 dipendenti su trenta. Si tratta di dipendenti da parte dell'azienda - così è rappresentato dagli articoli dei giornali - da licenziare, rigorosamente ed esclusivamente donne, perché l'azienda attraversa un periodo di crisi. A denunciare tale discriminazione è stata la Fiom-CGIL, discriminazione che è avvenuta in quest'azienda durante una trattativa, ma presso un'associazione sindacale dell'Api. È un'azienda che è stata fondata nel 1965, produce motori elettrici per impianti di condizionamento ed ha alle dipendenze 30 operai, di cui 12 uomini e 18 donne. La Pag. 41notizia ripresa, appunto, è che saranno licenziate - io dico «saranno» perché mi riferisco ai giornali - 10 o 13 lavoratrici, con questa motivazione: si scelgono rigorosamente di sesso femminile, perché possano tornare e stare a casa, curare bambini e poi, comunque, «quello che portano a casa» è il secondo stipendio.
Io credo che questa sia un'offesa inaudita, una discriminazione senza precedenti, un atteggiamento da definire assolutamente inaccettabile, lesivo delle leggi sulle pari opportunità tra le donne e gli uomini. Io ribadisco in quest'Aula - e a proposito ho fatto riferimento alla legge approvata appena due giorni fa - che l'uguaglianza tra le donne e gli uomini rappresenta uno dei principi fondamentali sanciti dal diritto comunitario, dall'articolo 3 della nostra Costituzione che recita che «tutti i cittadini (...) sono uguali davanti alla legge», dall'articolo 37 della Costituzione che recita che «la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano alla lavoratore».
Ecco perché sono qui a chiederle, signor Presidente, affinché si faccia tramite presso il Ministro del lavoro e il Ministro delle pari opportunità affinché verifichino se quanto rappresentato oggi dalla stampa succeda e sia veritiero, e se sia il solo caso. Se così fosse, come purtroppo viene rappresentato, chiedo che i ministri si attivino affinché queste violazioni siano assolutamente bloccate proprio nel diritto costituzionale e delle nostre leggi approvate in questo Parlamento.

PRESIDENTE. Onorevole Codurelli, lei ovviamente può anche presentare atti di sindacato, che vanno nella direzione da lei auspicata

ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervengo proprio per sollecitare una risposta ad un atto di sindacato ispettivo. In particolare, insieme al collega Giacomelli, abbiamo presentato un'interrogazione relativa al tema delle nostre aziende coinvolte nelle vicende libiche e comunque nei Paesi del Mediterraneo interessati dalla cosiddetta Primavera araba, su cui il Governo si era impegnato ad attivare alcuni canali di protezione e di tutela delle nostre aziende.
Nulla è stato fatto, purtroppo, e comunque nulla è a conoscenza della aziende interessate; forse alcune grandi aziende hanno sentito la vicinanza del Governo (ed è normale che sia così), ma tantissime piccole e medie aziende invece questa vicinanza non l'hanno sentita. Ci sono vari temi su cui intervenire. Noi abbiamo cercato di riepilogarne alcuni, con anche delle soluzioni, all'interno del nostro atto di sindacato ispettivo. Ce ne sono altri su cui anche il Governo, con interventi di moral suasion, e di politica attiva, potrebbe dare risposte a imprese italiane che oggi falliranno, o stanno fallendo, o sono fallite, perché i loro crediti sono bloccati in Libia, perché i loro cantieri sono bloccati in Libia (vi sono coinvolti lavoratori italiani), perché le loro fideiussioni sono bloccate paradossalmente in banche libiche, a loro volta, paralizzate nella loro attività dall'embargo.
Credo sia necessario un intervento urgente. Mi dispiace che il Ministro Frattini non ci sia più, ma pregherei comunque di mandargli questo sollecito, perché c'è un interesse nazionale importante che viene minato da questa disattenzione.

EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, le agenzie di pochi minuti fa anticipano un articolo che uscirà domani sul settimanale l'Espresso nel quale si dà, per l'appunto, notizia che tra le pieghe del bilancio dello Stato si è scoperto che vi sono 50 milioni di euro per un simpatico regalo per il Presidente del Consiglio che compirà a settembre 75 anni. Il regalo consisterà nella consegna di due nuovi elicotteri AgustaWestland AW139 del costo totale di Pag. 4250 milioni, che, nella situazione florida, pacifica, e serena nella quale si trovano il nostro Stato e i suoi cittadini, abbiamo pensato bene di portare come innovazione al sistema di trasporto del Presidente del Consiglio, che oggettivamente è uno dei primi problemi di questo Paese.
Vorrei chiedere alla Presidenza - se potesse farsi parte diligente - di inviare una lettera ai circa novantamila poliziotti dello Stato, ai circa 110 mila carabinieri, ai 450 mila complessivi componenti del comparto sicurezza dello Stato, dando notizia di questa decisione, di questo simpatico regalo di cui parla il giornalista de l'Espresso (che ovviamente si prende la responsabilità di questa notizia), e di informarli che purtroppo per questo anno non potremo fare niente per il circa 50 per cento degli elicotteri della polizia di Stato (su circa 63) che sono a terra - signor Presidente - perché non possono volare, non ci sono soldi per la loro manutenzione e non ci sono ormai soldi neanche per il carburante di circa il 50 per cento degli elicotteri della polizia di Stato; oppure le chiedo di informarli che purtroppo per adesso non potremo in alcun modo ovviare ai circa 12 mila agenti di polizia dello Stato mancanti alla «chiusura» della pianta organica.
Ricordo che con circa 50 milioni noi potremmo assumere mille-millecinquecento agenti in più, invece che comprare due inutili elicotteri, e potremmo forse dare soldi (faccio solo alcuni esempi) a un settore che - come lei sa benissimo meglio di me - è stato oberato da quasi due miliardi di euro di tagli negli ultimi tre anni e si prepara a subire un ulteriore taglio (dipenderà dal Parlamento, ma per adesso comunque è previsto dalla manovra che verrà votata oggi dal Governo) di circa il 10 per cento ulteriore. Credo che dovremmo per l'appunto - con il diligente contributo della Presidenza della Camera - informare tutti i 450 mila addetti, lavoratori, operatori delle forze dell'ordine, della sicurezza e della difesa del nostro Paese, che purtroppo per adesso non avremo i soldi da dare all'incremento dei finanziamenti per le squadre mobili, per le squadre investigative, che stanno purtroppo diminuendo le possibilità di accertamento e di investigazione nel nostro Stato, e nulla potremo fare per l'avanzamento di carriere, per il fondo di riordino che è congelato perché mancavano per l'appunto 80 milioni al bilancio del patrimonio del comparto sicurezza e difesa.
Infine un'ultima richiesta alla Presidenza della Camera: se potesse cortesemente avvisare il Ministro Maroni (che recentemente ha scritto una lettera formale pubblicata al Presidente del Consiglio e al Ministro Tremonti), dicendo che manca un miliardo per l'operatività di ciò che è sottoposto come struttura al Viminale, pena il collasso della struttura della sicurezza in Italia; manca un miliardo, ha scritto il Ministro Maroni, occorre avvisarlo che da oggi mancano un miliardo e 50 milioni; 50 milioni in più che sono impiegati per due «necessarissimi» elicotteri di lusso per i viaggi del nostro Presidente del Consiglio. Auguri di buon compleanno.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, in Campania una parte delle istituzioni di ogni ordine e grado, senza eccezione alcuna, è pervasa dalla criminalità organizzata. Ciò lo leggiamo su Il Mattino di oggi. Questa situazione, come denunciano i magistrati della procura di Napoli, fa molto comodo ad una certa politica. Questo intreccio perverso, soprattutto in occasione dell'emergenza rifiuti, ha, purtroppo, trasformato la Campania in un vero verminaio. Succede, addirittura, che un poliziotto della Polizia giudiziaria tenga una riunione elettorale, in occasione delle ultime elezioni amministrative, nell'agro-sarnese-nocerino, in provincia di Salerno, presso l'azienda di un signore che è agli arresti domiciliari; azienda che è una delle ditte di trasporti di rifiuti, la ditta Adiletta. Su di questo signore grava Pag. 43un'interdittiva antimafia, è agli arresti domiciliari, impegnato per il trasporto rifiuti in Sicilia.
Le istituzioni lì si muovono così. Questo poliziotto faceva campagna elettorale in un comizio presso tale azienda, presso il suddetto signore che era agli arresti domiciliari. Questa è la vera camorra, la camorra che si è insediata ed inserita, purtroppo, nelle istituzioni in Campania. Resto davvero sbigottito quando, in questo Parlamento, ci sono parlamentari che intervengono per contrastare un'iniziativa che è stata presa con la quale si chiede ad horas il trasferimento di un poliziotto, che ha un avviso di garanzia a Napoli, il capo della squadra mobile di Napoli. Ebbene, vogliamo detergere, pulire, bonificare, le vene delle nostre istituzioni in Campania o bisogna far quadrato, bisogna tenere queste zone oscure, queste zone d'ombra, che, purtroppo, sono proprio nelle istituzioni? Ed è grave che succeda ciò nella Polizia di Stato, anzi essa immediatamente, per sgomberare ogni sospetto, deve assecondare e facilitare questi accertamenti che ci sono stati. Altro che far quadrato, forse sarebbe meglio continuare in questa purificazione delle nostre istituzioni, cominciando dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, dove mi meraviglia che vi sia l'onorevole Laboccetta che era stato inquisito. Come fa ad essere in tale Commissione dove vi è un codice etico che prevede l'esclusione dei soggetti che hanno carichi di questo tipo?

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Barbato.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, concludo dicendo una sola cosa: abbiamo bisogno soprattutto di maggiore trasparenza nelle istituzioni. Abbiamo bisogno di ridare credibilità alle istituzioni e questo è un compito innanzitutto della politica. Altro che coprire queste zone d'ombra e questi intrecci perversi tra la politica e la camorra. Purtroppo questa è una miscela indifferenziata e micidiale per il nostro Stato e per le nostre istituzioni. Noi dell'Italia dei Valori continueremo ad essere i guardiani della legalità che significa comportarsi bene, soprattutto nelle istituzioni. Per cui, chi ha una responsabilità, deve avere ancora maggiore attenzione e rispetto delle regole.

MANLIO CONTENTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Prima di darle la parola, onorevole Contento, vorrei che la Presidenza si impegnasse poi a fare una riflessione complessiva sull'utilizzo degli interventi sull'ordine dei lavori alla fine dell'Aula. È certamente diritto e dovere di tutti potersi esprimere, ma trasformare - lo dico per tutti - l'intervento sull'ordine dei lavori a fine Aula come una giusta possibilità di intervenire su «n» argomenti ci deve far riflettere. Non mi rivolgo a lei, ovviamente, onorevole Contento, anche perché non so ancora che cosa vuole dire, ma svolgo semplicemente una considerazione di ordine regolamentare che credo sia utile da parte della Presidenza affrontare. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, volevo sottoporre alla sua attenzione il dibattito che sta maturando in queste ore in relazione ad un provvedimento dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e che è rivolto in maniera nobile a combattere le violazioni del diritto d'autore. Lo stesso sta suscitando anche molte perplessità in relazione agli effetti che può avere nei confronti di molti cittadini privati che attraverso il provider mettono in rete loro produzioni di carattere, più o meno artistico, sollevando anche polemiche.
Vorrei segnalare e far sì che lei possa interpretare queste sensazioni nel dibattito che si sta avviando per valutare, magari attraverso un passaggio in Commissione dei Ministri competenti e coinvolti, la possibilità di verificare quali saranno i contenuti ipotizzabili di questo provvedimento, possibilmente prima che esso venga adottato anche per consentire al Pag. 44Parlamento di comprendere quali potranno essere effettivamente gli effetti denunciati o magari esclusivamente valutati in maniera più o meno eccessiva.

SOUAD SBAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SOUAD SBAI. Signor Presidente, intervengo oggi per denunciare un episodio dai contorni paradossali. Leggendo le dichiarazioni a mezzo stampa scritta e TV che il signor Maher Selmi, mediatore culturale magrebino di Padova, parrebbe di essere a Kabul o a Islamabad perché questo signore si è permesso di elogiare la lapidazione e di affermare che segue nel nostro territorio soltanto la legge islamica. Istigare alla lapidazione integra gli estremi dell'apologia di reato: delitto per il quale abbiamo provveduto a denunciarlo alla procura di Padova. Non sottovalutiamo il pericolo di questi oscuri istigatori dell'estremismo che sfruttano il falso buonismo di certe amministrazioni locali per infondere nelle seconde generazioni l'odio e il rigetto dei diritti fondamentali. Oggi stesso ho presentato un'interrogazione al Ministro Maroni affinché si vada a fondo su questa vicenda e da qui si prenda spunto per una ricostruzione del ruolo e dei controlli sui mediatori culturali. Faccio altresì presente che si è formata una federazione dell'islam marocchino composta da novanta associazioni i cui membri sono di provenienza controversa e con rischio enorme per la comunità magrebina e per tutto il Paese. Chiedo pertanto al Ministro Frattini di fare in modo che venga istituita al più presto una Commissione di inchiesta su tale fenomeno le cui fonti finanziarie lasciano piuttosto perplessi.

ISIDORO GOTTARDO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà per un minuto.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, per ricordare brevemente che almeno da due mesi ci stiamo occupando in maniera molto intensa del problema delle imprese che operavano nel mare Mediterraneo in particolare in Egitto, Tunisia e Libia. Tale situazione si è molto aggravata con il conflitto in Libia. Sono circa cento le imprese italiane anche piccole e medie che stavano operando in quell'area. Abbiamo depositato due proposte di legge: la prima a firma Gidoni, l'altra a firma mia e di altri colleghi del Popolo della Libertà e il Governo, soprattutto nella figura del Ministro Frattini, del Ministro Romani e dello stesso Ministro Tremonti, con incontri è stato sensibilizzato al problema di queste imprese.
Il problema in questo momento è quello anzitutto di agire tempestivamente e si auspica già con la manovra, che è in corso di presentazione, per quanto riguarda il problema dei versamenti dei tributi delle imprese che operavano in quell'area e, in secondo luogo, con le leggi presentate per potere risolvere il problema dei crediti e dei risarcimenti di queste imprese.
Ringrazio il Governo per l'attività che ha svolto e la sollecitazione è di adempiere alle questioni più urgenti.

GIANLUCA BUONANNO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, intervengo per qualcosa che riguarda il Parlamento, perché io un anno e mezzo fa sottolineai una cosa che può sembrare stupida, ma a mio giudizio non lo è, anche perché si tratta di soldi. È mai possibile che nel Parlamento, in tutti gli uffici, dal mattino alla sera vi siano tutte le luci accese, anche quando non c'è dentro nessuno? Un anno e mezzo fa lo dissi, i questori mi diedero delle risposte e non è cambiato praticamente niente. Se uno a casa sua quando esce lascia tutte le luci Pag. 45accese è un cretino; quindi, non vedo perché noi qua dobbiamo avere centinaia di uffici - perché non si tratta solo di Montecitorio, ma anche di palazzo Marini piuttosto che di altri luoghi - con tutte le luci accese, costantemente, per decine di ore al giorno e intanto c'è Pantalone che paga.
La stessa cosa riguarda tutti quelli che lavorano in questi uffici, perché sono venuto a sapere che alla fine del loro orario di lavoro non hanno neanche la cognizione né di spegnere le luci dove lavorano né di spegnere la stampante con cui lavorano e molto spesso neanche il computer, perché poi ci sono quelli che sono qua a guardare i lavori del Parlamento e a verificare che tutto proceda per il meglio che devono farsi un giro ogni sera per andare a spegnere e a controllare che tutto sia a posto.
Se questa è l'efficienza di un Parlamento che deve fare la morale ai cittadini, mi sento male. Io, come sindaco di una piccola città, quando nel mio municipio ci sono delle luci accese e non c'è dentro nessuno, io - mi scusi il termine - mi incazzo, perché la bolletta del municipio di Varallo la pagano i cittadini.
Lei è qui a fare il Presidente ed io le chiedo per cortesia di dare disposizione, visto che c'è a quanto pare una direttiva, affinché ogni ufficio sia responsabile di spegnere le luci e quando non c'è nessuno per ore negli uffici e nelle sale che le luci non siano accese, perché questa è una vergogna piccola, ma che fa capire come questo Stato deve cambiare, altrimenti i cittadini ci prendono a calci nel sedere.

PRESIDENTE. La Presidenza informerà il Collegio dei questori del contenuto del suo intervento.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta, sospesa alle 13,55, è ripresa alle 15,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Bonaiuti, Bongiorno, Brambilla, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Casero, Catone, Cicchitto, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, Dal Lago, Della Vedova, Fava, Fitto, Gregorio Fontana, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Leo, Lo Monte, Maroni, Martini, Meloni, Migliori, Misiti, Mura, Pescante, Ravetto, Reguzzoni, Romani, Romano, Rosso, Rotondi, Saglia, Sardelli e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 15,07).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Ritiro dell'interpellanza urgente Franzoso n. 2-01110)

PRESIDENTE. Avverto che in data odierna l'interpellanza urgente Franzoso n. 2-01110 è stata ritirata dai presentatori, che contestualmente hanno presentato un'interrogazione a risposta scritta di analogo contenuto.

(Rinvio dell'interpellanza urgente Iannaccone n. 2-01119)

PRESIDENTE. Avverto che, su richiesta dei presentatori e con il consenso del Governo, lo svolgimento dell'interpellanza urgente Iannaccone n. 2-01119 è rinviato ad altra seduta.

Pag. 46

(Iniziative volte a ripristinare nel porto di Pescara condizioni di agibilità e sicurezza e misure a favore delle imprese dell'area - n. 2-01112)

PRESIDENTE. L'onorevole D'Incecco ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01112, concernente iniziative volte a ripristinare nel porto di Pescara condizioni di agibilità e sicurezza e misure a favore delle imprese dell'area (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

VITTORIA D'INCECCO. Signor Presidente, signor sottosegretario, presento questa interpellanza urgente e ringrazio i colleghi che l'hanno sottoscritta, rendendo possibile questo passaggio in Aula, perché la situazione che si è determinata nel porto della mia città - la città di Pescara in Abruzzo - è davvero insostenibile.
Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza, di cui avevo delineato i contorni in una precedente interrogazione dell'aprile scorso, a cui, purtroppo, non ho avuto risposta. La situazione di estremo disagio riguarda la marineria della città di Pescara, che è mobilitata e in agitazione a causa delle condizioni di quasi inaccessibilità del porto canale di Pescara per i fondali bassi e sabbiosi, causati dal mancato dragaggio del fiume.
Il porto di Pescara, in queste settimane, appare in condizioni sempre più gravi. Lo confermano i risultati dei rilievi batimetrici che l'Arta ha effettuato all'interno dello scalo. La profondità dei fondali è talmente bassa da consentire l'ingresso solo alle piccole imbarcazioni. La parte più a nord è invasa addirittura dalle secche. La stessa barca Sirmione, utilizzata dai tecnici dell'Arta per effettuare le misurazioni, non sarebbe riuscita, addirittura, a raggiungere alcune zone del porto, perché l'acqua è troppo bassa.
Un porto in queste condizioni rende impossibile, ovviamente, le attività. Questo è il motivo per il quale il comandante della Capitaneria di porto è stato costretto, con ordinanza, a limitare l'utilizzo dello stesso, conseguente appunto all'insabbiamento dei fondali.
La situazione mette a dura prova il lavoro dei pescatori, costretti quotidianamente a fare i conti con incidenti, rifornimenti difficili, fango e difficoltà di ogni tipo. La marineria pescarese sta subendo enormi danni economici da una situazione per la quale i pescatori non hanno responsabilità e per la quale gli interventi posti in essere, purtroppo, fino ad ora si sono dimostrati insufficienti, nonostante la recente nomina di un commissario.
La marineria pescarese si trova in una fase di stallo e si è innescata una grave crisi del settore e del mercato del pesce, che è uno dei cardini dell'economia cittadina. Si calcola che siano almeno 300 i posti di lavoro a rischio a causa di questa crisi; le imprese sono ferme e alcune lettere di licenziamento sono state già recapitate. I danni ammonterebbero a decine di milioni di euro per tutti i soggetti attivi del porto, aziende petrolifere, agenzie marittime, spedizionieri doganali, ormeggiatori e pescatori.
Allora, qual'è la ragione di questa interpellanza? La ragione è duplice: da una parte, intende chiedere al Governo se e come intenda attivarsi, per quanto di sua competenza, per garantire in tempi rapidi la soluzione di questa emergenza; dall'altra, chiede di avviare subito un programma di aiuti alle imprese che lavorano nel porto di Pescara e che stanno subendo danni gravissimi a causa di inefficienze ripetute della pubblica amministrazione. So che il Trattato istitutivo dell'Unione europea vieta gli aiuti concessi dagli Stati alle imprese sotto qualsiasi forma, in quanto incompatibili con il mercato comune. Esistono, tuttavia, delle eccezioni a tale divieto ed esse sono rappresentate, fra le altre, dagli aiuti destinati ad ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali oppure da altri eventi eccezionali (come spero vogliate considerare questo).
Mi sembra che siamo di fronte a chiarissimi danni causati da eventi eccezionali, peraltro conseguenza di una chiara inefficienza della pubblica amministrazione che non ha fatto una corretta manutenzione del porto e ha portato le attività economiche, purtroppo, alla paralisi.

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PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture ed i trasporti, Mario Mantovani, ha facoltà di rispondere.

MARIO MANTOVANI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, il porto di Pescara è da tempo soggetto, come giustamente fatto rilevare dagli interroganti, al continuo insabbiamento dei fondali a causa dei detriti che dal fiume confluiscono nel bacino portuale abbassandone la batimetria. Il fenomeno si è intensificato per l'effetto distorsivo esercitato sul ciclo delle correnti marine litoranee a seguito della realizzazione di opere foranee di protezione del litorale dalle mareggiate.
In vista dell'avvio degli interventi di dragaggio, già nel novembre del 2009, l'Agenzia regionale per la tutela del territorio Abruzzo avviava la campionatura dei materiali di dragaggio per verificarne la compatibilità con il fondale marino di previsto scarico. La qualità del sedimento permetteva tuttavia solo lo scarico in cassa di colmata, infrastruttura che peraltro risulta non disponibile. Il provveditorato interregionale alle opere pubbliche redigeva pertanto un progetto di preliminare bonifica dei sedimenti finalizzata a poterne effettuare lo scarico in mare. Espletata nel giugno 2010, da parte dello stesso provveditorato, la gara per l'assegnazione delle opere di dragaggio, le nuove analisi dei campioni di materiale effettuate, quale adempimento preliminare all'inizio dei lavori, conducevano a risultati discordanti rispetto ai dati iniziali acquisiti dall'Agenzia regionale per la tutela del territorio Abruzzo. Tale divergenza comportava ritardi sull'inizio del dragaggio a causa della necessità di redigere una variante tecnica che ha comportato una notevole riduzione della quantità di materiale da dragare.
Il 21 gennaio 2011, stante l'urgenza degli interventi per riportare i fondali del fiume ad una profondità adeguata, la regione Abruzzo dichiarava lo stato di emergenza per il porto di Pescara. Il protrarsi della situazione di sensibile limitazione dell'agibilità del porto e le problematiche insorte nella avviata attività di dragaggio, hanno determinato l'acuirsi delle proteste dei pescatori del luogo a causa delle crescenti difficoltà correlate all'utilizzo delle banchine portuali. Infatti, lo scorso primo giugno, una manifestazione è sfociata in episodi di vandalismo con la concomitante protesta di sette pescherecci che hanno stazionato presso l'imboccatura portuale, ostacolando l'accesso al porto canale.
Sul versante delle misure per far fronte alla situazione di emergenza faccio presente che, dopo una prima riunione urgente del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, indetta il 3 giugno dal prefetto di Pescara, il 6 giugno scorso si è tenuta una riunione presso la prefettura di Pescara presieduta dal sottosegretario del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Nell'occasione si decideva prima di tutto di demandare al Provveditorato interregionale alle opere pubbliche la redazione di un piano di dragaggio che porti il fondale portuale del canale a 4,50 metri e del molo di levante a 6,50 metri, come richiesto dalla Capitaneria di porto. Secondariamente di affidare all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ed all'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente della regione Abruzzo le analisi dei fanghi da dragare. Infine, di definire quindi le modalità di svolgimento delle operazioni di dragaggio e dello smaltimento dei relativi materiali di risulta, sulla base delle attività progettuali e di analisi svolte.
In merito alle iniziative intraprese dal Ministero che rappresento, faccio presente che, la capitaneria di porto di Pescara, nel corso di quest'anno, richiedeva alla agenzia regionale Arta l'effettuazione in via continuativa di rilievi all'interno di tutto il bacino portuale, allo scopo di poter monitorare costantemente l'evolversi della situazione. Lo scorso 19 maggio, l'Arta effettuava nuovi rilievi batimetrici dai quali si evinceva un incremento dell'insabbiamento con spostamento della secca in corrispondenza dell'imboccatura del porto canale tale da precludere, di fatto, la navigazione anche ad unità che in precedenza, sia pure con difficoltà, potevano transitare nel porto canale. Pag. 48
In virtù dell'ulteriore diminuzione dei fondali, delle conseguenti difficoltà di manovra evidenziate dal servizio di pilotaggio portuale, degli esiti delle riunioni tenutesi in prefettura nonché delle specifiche e pressanti esigenze manifestate dall'utenza, la capitaneria di porto di Pescara, nell'ottica di adottare urgenti misure di polizia amministrativa atte a fronteggiare la situazione, emanava: il 3 giugno scorso, l'ordinanza n. 36 del 2011, con la quale si interdiceva temporaneamente la navigazione del porto canale a tutte le unità da pesca, e segnatamente alle unità il cui pescaggio non consentiva l'effettuazione delle manovre in sicurezza in relazione agli ultimi dati di fondale disponibili; il 4 giugno scorso, in esito alla richiesta della società API di poter continuare l'approvvigionamento di carburante mediante allibo in rada, una seconda ordinanza, la n. 37 del 2011 e relativo regolamento attuativo, con la quale si è disciplinato il rifornimento di carburante tramite operazioni di allibo.
La regione Abruzzo, con nota del 6 giugno scorso, richiedeva la documentazione afferente alle unità da pesca di stanza nel porto di Pescara al fine di poter individuare i beneficiari di un eventuale aiuto economico da erogare, in regime de minimis, alle imprese armatrici, quale risarcimento dei danni patiti dagli operatori del settore, per la grave situazione di emergenza.
Evidenziato quanto sopra comunico che, in data 8 giugno, si è tenuta, presso il dipartimento di Protezione civile, una riunione operativa di coordinamento presieduta dal capo della Protezione civile a cui hanno partecipato il sottosegretario all'ambiente e i rappresentanti di tutte le amministrazioni comunque coinvolte.
Il capo della Protezione civile, nel corso di tale riunione, ha annunciato la prossima nomina del presidente della provincia quale nuovo commissario per l'emergenza al quale è stato affidato il compito di proseguire le operazioni di dragaggio con le risorse finanziarie tuttora disponibili.
Inoltre, il Ministero dell'ambiente e la regione Abruzzo hanno assunto l'impegno di reperire ulteriori risorse finanziarie - circa, fino ad ora, 18 milioni di euro - onde consentire il dragaggio di ulteriori 200 mila metri cubi di fanghi.
Il presidente della provincia e commissario delegato per l'emergenza si è riservato di comunicare se intenderà avvalersi o meno del provveditorato interregionale alle opere pubbliche quale soggetto attuatore delle operazioni di dragaggio.
Il Ministero che rappresento, tramite la capitaneria di porto di Pescara, proseguendo la costante azione finalizzata ad attenuare, per quanto possibile, i disagi connessi alle difficoltà di ormeggio delle unità da pesca di maggiori dimensioni e pescaggio, ha individuato, nell'ambito di altri porti della zona marittima - Ortona, Vasto e Giulianova - un numero complessivo di 12 posti di ormeggio, dandone notizia al «ceto» marittimo interessato.

PRESIDENTE. L'onorevole D'Incecco ha facoltà di replicare.

VITTORIA D'INCECCO. Signor Presidente, ringrazio il rappresentante del Governo per la risposta cortese e puntuale; aspettiamo di vedere questi risultati concreti che, fino ad oggi, però, sono mancati. Come ricordavo, la marineria della città di Pescara è fortemente mobilitata - come ha detto lei, è esasperata - fino ad arrivare ad atteggiamenti forse esagerati.
Le condizioni di quasi inaccessibilità del porto canale di Pescara per i fondali bassi e sabbiosi causati dal mancato dragaggio del fiume Pescara però, ci tengo a precisare, non sono arrivate all'improvviso. Il problema si poteva affrontare e risolvere se, chi di competenza, si fosse attivato in tempo. E di chi sono le responsabilità? Il sindaco di Pescara, di fronte alla gravità della questione, ha dichiarato: sono pronto ad incatenarmi al porto, questo scandalo deve finire; chiamando in causa il Governo e la giunta regionale abruzzese, e dichiarando che il comune non è stazione appaltante per il dragaggio e che la competenza è del provveditorato Pag. 49alle opere pubbliche e, quindi, di una struttura riconducibile al Governo.
Quale sia la verità non è mai facile appurarlo. La responsabilità si scarica di soggetto in soggetto fino a che non si capisce più da dove si era partiti. In questo modo, tutti si assolvono e nessuno è colpevole. Di certo però, signor sottosegretario, non sono colpevoli quei pescatori e quegli operatori che oggi pagano la crisi duramente.
L'intervento necessario per mettere in sicurezza il porto appare complesso e costoso. Secondo i tecnici non basterebbe una piccola draga, ma un intervento di almeno 10 milioni di euro per portare a compimento in due anni la prima fase più urgente con il dragaggio, la deviazione del fiume al nord attraverso la costruzione di un molo che raggiunga l'attuale diga foranea est e che accompagni l'acqua del Pescara verso il largo.
Intanto, però, si potrebbe tamponare l'emergenza e consentire almeno il lavoro dei pescatori che sono stremati da mesi di problemi. A loro andrebbe riconosciuto quello che spetta di diritto a chi viene colpito da eventi di cui non ha responsabilità e ne subisce un danno. Non ho capito dalla sua risposta se questo sarà concesso oppure no. È necessario risarcirli dei danni subiti e poi possono ripartire. Speriamo che lei e le autorità in tutte le loro articolazioni facciate la vostra parte e capiate l'estrema gravità della situazione.

(Iniziative di competenza per la realizzazione di un raccordo tra il casello autostradale di Rioveggio nel comune di Monzuno (Bologna) e la variante di valico - n. 2-01134)

PRESIDENTE. L'onorevole Raisi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01134, concernente iniziative di competenza per la realizzazione di un raccordo tra il casello autostradale di Rioveggio nel comune di Monzuno (Bologna) e la variante di valico (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

ENZO RAISI. Signor Presidente, ci troviamo di fronte all'ennesima opera infrastrutturale di questo Paese che va avanti da decenni. Non è forse la Salerno-Reggio Calabria, ma simile per tempi e modi in cui questa variante di valico che congiunge il nord del Paese con il sud del Paese si sta sviluppando. Sono ormai anni che attendiamo la fine lavori.
Pare - dico «pare» perché tante volte è stato detto e tante volte è stato rinviato - che ci stiamo avvicinando effettivamente alla possibilità di ultimare questi lavori. Ora, a cosa serve la variante di valico? Serve in qualche modo ad alleggerire sulla Bologna-Firenze il passaggio del trasporto merci e a farlo convogliare in questa variante che dovrebbe servire al trasporto merci per le imprese (ma non solo quelle che da nord si spostano a sud e viceversa, ma anche per le imprese del territorio).
La prima stranezza, che trovo veramente inspiegabile - sono cose che accadono credo solo nel nostro Paese - è che abbiamo l'autostrada originaria che ha un casello che passa a Rioveggio. È questa una zona importante, perché ancora sussistono presidi di imprese che, se vogliono sopravvivere, necessitano per l'appunto di un collegamento attraverso questa infrastruttura, altrimenti i costi sarebbero lievitati per quanto riguarda il trasporto merci e le aziende dovrebbero inevitabilmente (le poche che sono rimaste) spostarsi da quell'area.
Non avremmo alcuna possibilità di incentivare gli insediamenti di aziende in quell'area, che è un'area di montagna e che, lo ricordo, in questi ultimi anni, è stata molto depauperata proprio per motivi logistici, ossia per la difficoltà che si ha di arrivare in quelle zone. Ebbene, è evidente che è importante che vi sia una connessione tra questo importante casello e la variante di valico.
Orbene, Società autostrade e ANAS insistono nel dire che non vi sarebbe, a loro dire, un ritorno economico nella congiunzione tra il comune di Monzuno e il casello di Rioveggio e la realtà della variante di valico. Dicono che solamente 400 veicoli al giorno non garantirebbero il rientro degli investimenti. Pag. 50
Vorrei premettere che forse è bene che chi ha dei monopoli pensi anche un po' di più all'interesse del Paese, una volta ogni tanto guadagnando meno, ma lavorando anche affinché questo Paese diventi più uniforme nello sviluppo imprenditoriale. Infatti, noi abbiamo il problema della montagna che attraversa tutta la nostra struttura territoriale. Al limite, potrebbero anche fare qualche intervento in perdita.
Peraltro, è evidente che, nel momento in cui si fanno questi collegamenti, si può pensare che in futuro possano avvenire degli investimenti da parte delle imprese sul territorio. Infatti, se si taglia fuori il territorio, evidentemente non solo non si avranno imprese che si vanno a collocare in quel territorio, ma oltretutto quelle poche che ci sono penseranno ad allontanarsi e a mollare quell'area, che è un area di presidio importante, perché le nostre montagne sono ovviamente abbandonate per mancanza di infrastrutture e di collegamenti.
Quindi, giustamente, il Ministro Matteoli, che è venuto sul territorio portato da rappresentanti del suo partito, ha espresso la volontà di procedere in questo collegamento tra il casello di Rioveggio e la nuova variante di valico.
Non solo: negli accordi che la società aveva siglato con gli enti locali interessati da questo passaggio era anche prevista la costruzione di un nuovo ponte in località Molino Cattani a Rioveggio, con una spesa stimata in euro 4 milioni (cioè, non si tratta nemmeno di un'opera faraonica). L'importanza di questo ponte è evidente per alcuni collegamenti tra le infrastrutture del territorio che consentono poi alle realtà, ad esempio, di Monzuno di andare a Grizzana Morandi dove c'è la stazione ferroviaria.
Quindi, appare evidente che, nonostante le promesse del Ministro (non ho dubbi a credere che il Ministro le abbia fatte con la più benevola intenzione), non ci sia una risposta da parte dei soggetti che debbono costruire queste opere (ANAS e Società Autostrade). Sembra quasi che vogliano dire: «Lasciate pure parlare il Ministro, che tanto deve trovare consenso e nulla di più. Le opere spettano a noi, che siamo quelli che le realizzano, e se non c'è un interesse economico noi non facciamo nulla».
Do per scontata la buona fede del Ministro che conosco e so che è una persona corretta e onesta. Non ho dubbi che, quando ha espresso questa sua volontà, fosse una volontà che andava nel senso di voler soddisfare una necessità fondamentale del territorio. Da una parte, però, la Società risponde in questo modo - mi si consenta - anche con un po' di arroganza. Dall'altra parte, abbiamo anche alcune realtà locali, l'assessore regionale e il vicepresidente della provincia di Bologna, che fondamentalmente non hanno insistito più di tanto con la società per andare avanti.
Da questo punto di vista, auspico e spero che oggi il Governo dia una risposta ufficiale di buon senso, perché il territorio della montagna bolognese sta soffrendo molto e si aspetta delle risposte dopo decenni che in quella realtà non si stanno realizzando infrastrutture. Bologna, nella sua realtà provinciale, è ormai ferma alle infrastrutture di trent'anni fa. La variante di valico è l'unica che si è in qualche modo concretizzata negli ultimi anni. Abbiamo la tangenziale degli anni Sessanta, uno dei punti nodali di questo Paese. Addirittura abbiamo fatto l'alta velocità a Bologna e ancora dobbiamo costruire la stazione ferroviaria dell'alta velocità: questo per dire come quella città sia in sofferenza.
La variante di valico è effettivamente una risposta al nodo dell'autostrada Bologna-Firenze, che viene usato da tutta Italia per andare da nord a sud e da sud a nord. Si tratta di un appuntamento importante. Cerchiamo, una volta che chiudiamo un'opera, di farlo seriamente attraverso quei collegamenti necessari per il mondo delle nostre imprese che anche a Bologna sta soffrendo.
Quindi, auspico che il Governo mi dia in questo senso una risposta positiva, come ha già fatto quando è venuto il Ministro sul territorio, sperando che oggi lo Pag. 51possa ribadire in modo che poi la società Autostrade e l'ANAS debbano fare il loro dovere.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Mario Mantovani, ha facoltà di rispondere.

MARIO MANTOVANI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, in risposta ai quesiti posti dagli interpellanti e sulla scorta delle notizie fornite da ANAS, faccio presente che il sito di prevista ubicazione del nuovo casello di Rioveggio, risulta contiguo alla Al e localizzato nelle immediate vicinanze dell'allacciamento Al/Variante di Valico.
La richiesta avanzata dal comune di Monzuno, in provincia di Bologna, non appare realizzabile in quanto, detto nuovo svincolo, prevede già le manovre sia da e per Bologna, che da e per Firenze e, inoltre, la presenza del doppio tracciato non pregiudicherà la viabilità di quello originario, che sarà mantenuta in perfetta efficienza.
La realizzazione del nuovo svincolo di Rioveggio sulla Al, in sostituzione di quello esistente, è stata prescritta dalla regione Emilia-Romagna e dal comune di Monzuno in sede di conferenza di servizi.
In fase di approvazione di tale progetto, lo stesso comune ha richiesto ad Autostrade per l'Italia Spa alcuni studi di fattibilità, tra i quali il collegamento con la variante di valico, senza tuttavia prescriverne la realizzazione alla società concessionaria. Da tali studi di fattibilità è emerso che l'opera, a fronte di limitati benefici funzionali, risulta di difficile realizzazione oltre che particolarmente impattante per il fiume Setta e, non da ultimo, economicamente non sostenibile visti gli esigui flussi di traffico che interessano l'attuale svincolo.
A tal proposito, evidenzio che i transiti complessivi sull'attuale svincolo di Rioveggio, risultano essere complessivamente pari a circa 3.600 veicoli al giorno di cui circa 3.200 in direzione Bologna e solamente 400 in direzione Firenze.
In merito poi alla realizzazione del nuovo ponte in località Molino Cattani preciso che esso si rendeva necessario per garantire il collegamento di cantiere tra le opere da eseguire in sinistra idraulica del torrente Setta e l'area di rimodellamento ambientale. Lo stesso si inseriva, pertanto, nell'ambito più generale delle opere relative alle viabilità di servizio del lotto 5A e, in particolare, rientrava in una serie di interventi a carattere ambientale - opere Prevam - propedeutici e collaterali ai lavori di realizzazione della variante di valico, per i quali la società concessionaria aveva richiesto a tutti gli enti territorialmente competenti di fornire un parere formale.
Al riguardo, la Regione Emilia-Romagna, in sede di conferenza dei servizi, pur non opponendosi alla realizzazione del nuovo ponte, ha respinto la viabilità di collegamento in destra idraulica facendo venire meno la continuità dell'itinerario in questione e, quindi, l'approvazione per la sua realizzazione.
Conseguentemente, la giunta regionale ha rilevato, con delibera n. 74 del 25 gennaio 2005, che il progetto della variante Molino Cattani non poteva essere realizzato con il procedimento in corso, relativo alla viabilità di cantiere della variante di valico.
Di fronte a tali prescrizioni, la società concessionaria, dovendo procedere all'affidamento dei lavori del lotto 5A, ha fatto ricorso a piste interne alle aree di lavoro, oltre che ad un guado provvisorio sul torrente Setta. È stata assicurata, in tal modo, la continua operatività del cantiere e si è isolato completamente il traffico dei mezzi operativi dalla viabilità ordinaria transitante in località Molino Cattani, con evidenti benefici in termini di impatto sul territorio nel pieno rispetto delle prescrizioni del Servizio tecnico bacino Reno.
Si evidenzia, infine, che in occasione della conferenza di servizi sullo svincolo di Rioveggio, il comune di Monzuno non ha confermato la richiesta di esecuzione del ponte in argomento.

PRESIDENTE. L'onorevole Raisi ha facoltà di replicare.

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ENZO RAISI. Signor Presidente, se gli italiani sono un po' arrabbiati con la classe politica, qualche ragione ce l'hanno. Cosa si evince dalla risposta che mi ha dato il sottosegretario, che ringrazio? In primo luogo, che chi comanda per quanto riguarda il tema della bretella è società autostrade. Nella mia nota le ho fatto presente che, due volte, nel novembre 2010 e il 16 febbraio 2011, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, onorevole Matteoli, alla presenza di alcuni esponenti del suo partito, ma anche del sindaco di Monzuno, quindi dei rappresentanti degli enti locali, aveva promesso che si sarebbe impegnato affinché questa bretella fosse realizzata. Dalla risposta che lei mi ha dato, in cui giustamente e correttamente mi ha detto che si tratta di una nota dell'ANAS e della società autostrade, ho capito che il Ministro non è intervenuto, ma semplicemente ha fatto del cinema. Questo mi dispiace, perché mi devo rimangiare quello che ho detto all'inizio della mia illustrazione. Pertanto, prendiamo atto che non comanda il Ministro, ma comandano le società che dovevano svolgere i lavori e che ovviamente hanno un interesse a non fare i lavori. Questi lavori infatti costano, hanno una utilità pubblica, ma purtroppo, trattandosi di società che perseguono il proprio interesse e i propri guadagni, ad esse dell'utilità pubblica poco importa. Importava al Ministro, che giustamente si era speso sul territorio, e questo lo ritengo molto grave. Ma vedo che anche gli enti locali hanno fatto la loro parte per quanto riguarda la seconda vicenda, che è quella del ponte. Il fatto che la regione abbia detto di no e che il sindaco di Monzuno non abbia dato risposta alla società (non so se quando apprenderanno questa notizia vorranno poi smentire sui giornali, però non ho dubbi che quello che lei mi dice sia la verità, ne sono convinto) è grave. Vuol dire che anche gli esponenti degli enti locali parlano bilingue, cioè sul territorio dicono una cosa ben diversa, mentre qui si scopre che la verità è un'altra. Sono contento di aver fatto comunque la mia parte, perché essendo rappresentante del Parlamento eletto in quel territorio - non appartengo né a una parte né all'altra, sono in mezzo - posso comunque dire e farò sapere ai cittadini che abitano sul territorio quali sono stati i comportamenti reali e il perché. Purtroppo, si troveranno senza alcun vantaggio per quanto riguarda il collegamento con la variante di valico, che era importantissima per i paesi di quel territorio. Spero veramente che, dopo questa interpellanza, vi sia un ripensamento anche da parte del Ministro in ordine ad un effettivo intervento. D'altra parte, il loro sindaco e il loro rappresentante della regione si sono disinteressati, anzi hanno in qualche modo ostacolato la realizzazione di quel ponte, che era un'altra opera importante, perché così poteva essere più facilmente accessibile la realtà di Grizzana Morandi, che è quella che dà in qualche modo la possibilità dell'acquisizione del collegamento con il sistema ferroviario.

(Chiarimenti in merito alla sottoscrizione dell'accordo tra Italia e Francia sulla ripartizione dei costi per la realizzazione della tratta ad alta velocità Torino-Lione e in ordine alle necessarie compensazioni territoriali - n. 2-01137)

PRESIDENTE. L'onorevole Esposito ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01137, concernente chiarimenti in merito alla sottoscrizione dell'accordo tra Italia e Francia sulla ripartizione dei costi per la realizzazione della tratta ad alta velocità Torino-Lione e in ordine alle necessarie compensazioni territoriali (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, è noto a tutti che lunedì 27 in Val di Susa lo Stato è intervenuto in maniera autorevole e anche con grande correttezza e determinazione per ristabilire la legalità, la legalità che era ormai stata violata da molto tempo con la costituzione della libera Repubblica della Maddalena, che era stata costituita sul terreno interessato dall'apertura del cantiere per il tunnel geognostico funzionale alla realizzazione Pag. 53della Torino-Lione. Quello che è successo lunedì 27 è purtroppo un esempio che spero non sia necessario ripetere in questo Paese, ma lo Stato ha dato una grande prova di serietà. A questo naturalmente bisogna aggiungere che purtroppo la storia non è finita. Colgo l'occasione per segnalare al Governo che domenica è prevista una manifestazione. Le manifestazioni pacifiche sono sempre occasione di arricchimento per la democrazia. Purtroppo questa manifestazione è convocata pubblicamente con uno slogan: riprendiamoci il cantiere della Maddalena. Attualmente, stanno lavorando circa 150 operai, che sono costretti a farlo con la garanzia della presenza di un numero consistente di poliziotti, carabinieri, finanzieri e della guardia forestale.
Il solo fatto di convocare una manifestazione, domenica, con lo slogan «Riprendiamoci il cantiere», significa avere intendimento di andare ad una prova di forza nei confronti dello Stato. Quindi, la legalità ripristinata viene messa in discussione in maniera pubblica. Sono estremamente colpito dal fatto che in questi giorni, su tutti i mezzi di informazione, questa notizia venga fatta rimbalzare.
Vengono fatte rimbalzare notizie che riguardano come si stanno organizzando le frange estreme di questo Paese, i centri sociali, gli anarco-insurrezionalisti, appelli rivolti ai black block di Francia, Spagna e Grecia perché arrivino dotati di maschere antigas per raggiungere l'obiettivo.
Questo è un problema che riguarda lo Stato democratico. In questa fase il Governo ha una responsabilità, ma questo non ci esime da un'altra questione, che è altrettanto rilevante per il Governo e per lo Stato, cioè dare le risposte che sono state in questi anni promesse e garantite a quei cittadini della Val di Susa preoccupati di un intervento importante e invasivo, soprattutto in termini di cantieri, come la realizzazione del tratto italiano della Torino-Lione.
Per questo nella mia interpellanza pongo alcune questioni. La prima è relativa ad un fatto recente: in quest'Aula abbiamo approvato poco meno di una settimana fa il decreto sviluppo. In esso è inserito un articolo, che modifica il Codice dei contratti pubblici di lavori, forniture e servizi, che riduce la percentuale di risorse disponibili per le compensazioni territoriali in sede di realizzazione di grandi infrastrutture: si passa dal 5 al 2 per cento.
Questo è già un problema in sé, ma io sono all'opposizione. Non abbiamo condiviso questa norma, ma nello specifico vorrei che il Governo garantisse che da questa norma non è interessato il progetto in questione, perché questo vorrebbe dire una presa in giro, vorrebbe dire mettere in discussione il lavoro fatto finora e vorrebbe dire non poter garantire quelle risorse su cui tutte le istituzioni si sono impegnate, a tutti i livelli, per garantire l'intervento del piano strategico che è stato condiviso dagli enti locali e dal Governo.
Stiamo parlando di una differenza importante. Con il progetto attuale, che costa circa 5 miliardi, il 5 per cento significa 250 milioni: se si dovesse passare al 2 per cento, staremmo parlando di circa 100 milioni, una cifra irrisoria per gli interventi che sono stati concordati e condivisi.
A questo si aggiunge il fatto che il Governo deve impegnarsi subito a garantire una cifra altrettanto consistente - anche questa è stata una delle cose più volte promesse ai tavoli istituzionali convocati presso la Presidenza del Consiglio - in modo da poter avere un plafond complessivo di partenza di 500 milioni per poter davvero, contestualmente all'apertura del cantiere della Torino-Lione, partire sul territorio con le cosiddette opere di compensazione e sviluppo.
Esiste poi un altro problema: l'ultimatum dell'Unione europea. L'apertura del cantiere è un primo segnale, ma l'Unione europea ci ha chiesto con chiarezza di concludere e sottoscrivere l'accordo tra Italia e Francia sulla ripartizione dei costi. Anche su questo spero oggi di avere delle risposte puntuali.
So che la discussione è in corso e so che la trattativa tra i Governi non è semplice. Vi è però l'interesse dei Governi italiano e francese a realizzare quest'opera. Pag. 54Il Governo italiano ha messo in campo tutte le risorse necessarie, come si è dimostrato anche lunedì 27. Ora si tratta di dare una scadenza certa e rispondere alle preoccupazioni dell'Unione europea; quindi, su questo spero che vi sia una risposta e un termine per questa sottoscrizione.
Vi è un'ultima questione (mi riaggancio all'inizio del mio intervento): domenica sarà una giornata cruciale. Sarà una giornata cruciale per la Torino-Lione, per la Val di Susa, per Torino, per il Piemonte, ma anche per questo Paese. Sappiamo che vi sono molti sindaci che si sono schierati testardamente, anche sbagliando, contro la Torino-Lione e che hanno scelto di non partecipare ai tavoli come l'Osservatorio diretto dall'architetto Virano, che ha migliorato e accolto molte delle preoccupazioni che quei sindaci avevano espresso.
Quei sindaci, dopo gli avvenimenti di lunedì scorso e in vista della manifestazione di domenica, sembrano avere preso conoscenza che i violenti che si infiltrano in quel movimento possono danneggiare anche la loro stessa credibilità. Vi sono dichiarazioni delle ultime ore nelle quali essi dicono che non sono intenzionati a partecipare ad una manifestazione che voglia attaccare il sito di Chiomonte, che se così fosse si dissocerebbero immediatamente e chiedono la riapertura di un tavolo politico.
Signor sottosegretario, non sono ingenuo e so che questa potrebbe essere l'ennesima boutade e le ennesime parole al vento, ma credo che vi sia la necessità di dimostrare di avere fatto tutto quello che era davvero possibile affinché anche quelle situazioni locali trovino una sede nella quale esprimere la loro opinione, anche se contraria. Quindi, chiedo al Governo di non lasciare passare troppo tempo per verificare se queste parole corrispondono alla realtà o sono bugia.
A nome dei sindaci ha parlato il Presidente della comunità montana Plano. Chiedo al Governo di assumersi la responsabilità di chiamare questi amministratori e di verificare fino in fondo i loro intendimenti. Se non lo facessimo, poiché questa è un'opera sulla quale questo Parlamento ha votato all'unanimità una mozione indicandola come opera strategica, mancheremmo nel nostro lavoro e nel nostro compito. Domenica vi sono due alternative: o la manifestazione sarà pacifica, partecipata e democratica, e allora nulla vi sarà da dire, o, come io temo, spero di essere smentito, ma uso questa sede perché venga lasciata traccia di questa opinione, vi saranno frange non interessate alla realizzazione della tratta ad alta velocità Torino-Lione, ma al modello di abbattimento di questo regime, come lo chiamano loro, che si attrezzano con pullman di militanti con l'unico interesse di fare quello che è capitato, purtroppo, in altre situazioni. In quel caso, dovremmo fare un'altra discussione che riguarderà solo in piccola parte il cantiere, ma soprattutto la credibilità e l'autorevolezza di questo Stato. Credo quindi che dovremmo metterci dalla parte della ragione.
Le domande che ho posto nell'interpellanza in oggetto richiedono una risposta oggi, spero non dilatoria, perché altrimenti non sarebbe solo il Governo a mettersi in una condizione difficile, ma sarebbero messe in una condizione difficile tutte le istituzioni e quelle persone che, al di là dello schieramento politico, hanno condotto una battaglia, esponendosi anche direttamente in una condizione non semplice. Penso alle istituzioni, al Presidente Cota, al Presidente Saitta, al sindaco Chiamparino e oggi al sindaco Fassino.
Quindi, spero che la risposta a questi miei quesiti possa essere trasmessa in maniera forte e chiara, senza alcun infingimento, a quei territori, in vista della manifestazione di domenica.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture ed i trasporti, Mario Mantovani, ha facoltà di rispondere.

MARIO MANTOVANI, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, in merito alla nuova sottoscrizione del Trattato intergovernativo sulla ripartizione dei costi dell'opera, come richiesto dalla Commissione europea, Pag. 55preciso che, insieme all'incaricato dei trasporti francese monsieur Mariani, abbiamo dato grande impulso ai lavori del tavolo che segue una simile rinegoziazione e nella seduta del 24 maggio a Parigi la componente italiana ha presentato una proposta di ripartizione dei costi su cui si attende la risposta da parte francese. Su tutti gli altri punti dell'accordo vi è perfetta intesa tra l'Italia e la Francia.
Quanto al riconoscimento del progetto quale infrastruttura strategica, faccio presente che il progetto preliminare è pervenuto all'esame del Dicastero che rappresento prima dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 70 del 2011 e, quindi, come tutti i progetti pervenuti prima di quella data, non è sottoposto a tale vincolo.
Ritengo opportuno ribadire, anche in questa sede, che il Governo manterrà gli impegni finora assunti con la regione Piemonte.
Come è ampiamente noto, il Governo ha dato sempre la piena disponibilità al confronto, soprattutto quando finalizzato a superare incomprensioni e a garantire l'evoluzione delle attività anche attraverso la convocazione del tavolo interistituzionale.

PRESIDENTE. L'onorevole Esposito ha facoltà di replicare.

STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, ringrazio intanto il sottosegretario Mantovani per avere chiarito sul punto delle compensazioni in maniera chiara, netta e non discutibile che questa è un'opera che non rientra nella nuova formulazione del piano previsto nel decreto-legge sviluppo. Questo è già un fatto importante.
Sul mantenimento degli impegni, signor sottosegretario, le confesso che mi sarei aspettato qualcosa in più, anche perché la mia domanda era estremamente chiara e le voglio sottolineare che gli impegni assunti con la regione Piemonte finora hanno prodotto una disponibilità di 20 milioni di euro per i lavori di compensazione. Lei non può non sapere che con una cifra come questa a mala pena - e dico «a mala pena» - si riuscirà a dare un'imbiancata alle stazioni ferroviarie della Val di Susa. Non è più tempo di risposte burocratiche, signor sottosegretario, ed io la prego di trasmettere questa mia considerazione anche al Ministro.
Noi non possiamo, nei telegiornali della sera e sui giornali, raccontare e offrire delle disponibilità e poi, quando si tratta di mettere mano al portafogli, essere, come si dice, un po' tirchi. C'è la necessità immediata di uno stanziamento consistente di almeno 100 milioni di euro per dare un segnale, signor sottosegretario. Non bastano 20 milioni di euro senza un impegno preciso e scadenzato delle risorse che il Governo affiancherà a quelle che per legge sono chiamate compensazioni. Non è altrimenti possibile, non si sta lavorando perché quest'opera possa essere davvero realizzata in un clima diverso e si rischia di scaricare esclusivamente sulle forze dell'ordine - che non lo meritano - una gestione complicata. Noi abbiamo bisogno di risorse, di risorse con le quali dimostrare ai cittadini - quelli più scettici, ma che non partecipano alle manifestazioni capeggiate dai centri sociali e dagli anarchici - che lo Stato mantiene i propri impegni.
Sul tavolo istituzionale lei mi ha dato una risposta molto burocratica. Io le ricordo che da quel tavolo istituzionale, al momento, sono esclusi quei comuni che reggono la comunità montana. Si è aperto uno spiraglio. Penso che il Governo dovrebbe assumersi una responsabilità, magari ponendo anche una condizione e cioè che quelle istituzioni insieme ai violenti non si mischino, ma questo è un lavoro che va fatto stabilmente, signor sottosegretario, non si può continuare a dare risposte di maniera. La politica ha il dovere di riprendersi la partita pienamente nelle mani.
Ribadisco in questa sede che le forze dell'ordine hanno fatto un lavoro straordinario. Ci sono 62 feriti, alcuni di questi anche in maniera seria, ma noi non possiamo gestire la situazione in questo modo e l'unico modo per gestirla diversamente è quella di dare gambe ai progetti ai quali abbiamo lavorato, che richiedono risorse, Pag. 56che richiedono un impegno. Io mi auguro che questo venga fatto a cominciare dalla prossima manovra finanziaria, perché o le infrastrutture sono un elemento centrale nell'azione di questo Governo o non lo sono. Non le si può solo evocare a parole, ma bisogna che vi seguano anche i fatti.
Le dico un'ultima cosa che non era contenuta nell'interpellanza. Ci vogliono interventi forse addirittura più straordinari, compresa la possibilità per quel territorio di diventare una zona franca fiscale per alcuni anni. Io però non so se l'interlocutore con il quale cerco un rapporto - al di là della diversità delle posizioni politiche che mi vedono collocato in questa fase all'opposizione - sia reale. Le dico in base alla sua risposta che, su quattro domande, lei mi ha risposto sostanzialmente ad una. È già un fatto positivo: si toglie un elemento di polemica. Ne rimangono tuttavia altre tre, sulle quali lei mi dà una risposta di forma. Io avevo chiesto al Governo una risposta di sostanza.
Ovviamente continuerò e anche il gruppo del Partito Democratico continuerà in questo ruolo di stimolo e di battaglia politica nei confronti dell'attuale Governo, perché anche le altre tre domande abbiano una risposta. Però sottosegretario si ricordi che noi, dopo la manifestazione di domenica che - voglio continuare a sperare - sarà una manifestazione pacifica, dovremo lavorare seriamente per le risposte, che non sono più risposte rinviabili.
Io, in accordo col mio gruppo, farò in modo che ogni settimana il Governo sia chiamato su questa infrastruttura strategica a dare delle risposte. Purtroppo nella giornata di oggi ne ho ricevuta solo una (ne rimangono almeno altre tre, e forse mi sto tenendo basso) senza una chiara presa di posizione. Comunque la ringrazio intanto per l'attenzione e le auguro buon lavoro.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
Sospendo la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 17,10.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di luglio 2011 e programma dei lavori (agosto-settembre 2011).

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo è stato predisposto, ai sensi dell'articolo 24, comma 3, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di luglio 2011:
Martedì 5 luglio (ore 11,30):
Discussione sulle linee generali delle mozioni:
Donadi ed altri n. 1-00670 concernente iniziative urgenti sull'emergenza rifiuti a Napoli;
Gnecchi ed altri n. 1-00583 concernente iniziative relative alla disciplina dei contributi pensionistici.

Martedì 5 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 6 e giovedì 7 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 8 luglio) (con votazioni):
Seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 1900-A/R ed abbinate - Modifiche agli articoli 114, 117, 118, 119, 120, 132 e 133 della Costituzione, in materia di soppressione delle province.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2350 ed abbinate - Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento (Approvata dal Senato).
Seguito dell'esame delle mozioni:
Donadi ed altri n. 1-00670 concernente iniziative urgenti sull'emergenza rifiuti a Napoli; Pag. 57
Reguzzoni ed altri n. 1-00609, Poli ed altri n. 1-00620, Di Stanislao ed altri n. 1-00622, Miotto ed altri n. 1-00626, Iannaccone ed altri n. 1-00627, Cazzola ed altri n. 1-00628 e Mosella ed altri n. 1-00630 concernenti iniziative per l'incremento dei controlli relativi alle pensioni di invalidità;
Gnecchi ed altri n. 1-00583 concernente iniziative relative alla disciplina dei contributi pensionistici.

Lunedì 11 luglio (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 4449 - Conversione in legge del decreto-legge 23 giugno 2011, n. 89, recante disposizioni urgenti per il completamento dell'attuazione della direttiva 2004/38/CE sulla libera circolazione dei cittadini comunitari e per il recepimento della direttiva 2008/115/CE sul rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi irregolari (da inviare al Senato - scadenza: 22 agosto 2011).
Discussione sulle linee generali delle mozioni:
Nirenstein ed altri n. 1-00669 concernente iniziative relative alla crisi siriana;
Reguzzoni ed altri n. 1-00671 concernente iniziative volte a contrastare il fenomeno della contraffazione e ad assicurare il rispetto dei requisiti di sicurezza e di conformità dei prodotti all'ordinamento comunitario.

Martedì 12, mercoledì 13 e giovedì 14 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 15 luglio) (con votazioni):
Seguito dell'esame dei progetti di legge:
disegno di legge n. 4449 - Conversione in legge del decreto-legge 23 giugno 2011, n. 89, recante disposizioni urgenti per il completamento dell'attuazione della direttiva 2004/38/CE sulla libera circolazione dei cittadini comunitari e per il recepimento della direttiva 2008/115/CE sul rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi irregolari (da inviare al Senato - scadenza: 22 agosto 2011);
proposta di legge n. 2802 - Norme per la tutela delle vittime di reati per motivi di omofobia e transfobia (previo esame e votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità e della questione sospensiva presentate).
Seguito dell'esame delle mozioni:
Nirenstein ed altri n. 1-00669 concernente iniziative relative alla crisi siriana;
Reguzzoni ed altri n. 1-00671 concernente iniziative volte a contrastare il fenomeno della contraffazione e ad assicurare il rispetto dei requisiti di sicurezza e di conformità dei prodotti all'ordinamento comunitario.
Nel corso della settimana avrà luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 18 luglio (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna):
Discussione sulle linee generali dei disegni di legge di ratifica:
n. 4142 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Qatar sulla cooperazione nel settore della difesa;
n. 4143 - Protocollo emendativo della Convenzione del 1988 tra gli Stati membri del Consiglio d'Europa ed i Paesi membri dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico - OCSE - sulla reciproca assistenza amministrativa in materia fiscale;
n. 4192 - Accordo quadro di partenariato globale e cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Indonesia dall'altra; Pag. 58
n. 4201 - Accordo tra la Comunità europea e i suoi Stati membri da un lato e la Repubblica sudafricana dall'altro, che modifica l'Accordo sugli scambi, lo sviluppo e la cooperazione;
n. 4388 - Accordo di mutua assistenza amministrativa per la prevenzione, l'accertamento e la repressione delle infrazioni doganali tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica argentina (approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione);
n. 4373 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno Hascemita di Giordania sulla cooperazione e sulla mutua assistenza in materia doganale (ove concluso dalla Commissione);
n. 4374 - Accordo che modifica per la seconda volta l'Accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro (ove concluso dalla Commissione);
n. 4433 - Accordo nel campo della cooperazione militare tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Regno del Marocco (Approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione).
Discussione sulle linee generali della mozione Cesa, Franceschini, Della Vedova, Di Pietro, Tabacci ed altri n. 1-00607 concernente iniziative in relazione ai danni causati dall'eccezionale ondata di maltempo che ha colpito le Marche nel mese di marzo 2011.
Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 4290 ed abbinata - Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani (Approvato dal Senato).

Martedì 19 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna), mercoledì 20 e giovedì 21 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 22 luglio) (con votazioni):
Seguito dell'esame dei disegni di legge di ratifica:
n. 4142 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Qatar sulla cooperazione nel settore della difesa;
n. 4143 - Protocollo emendativo della Convenzione del 1988 tra gli Stati membri del Consiglio d'Europa ed i Paesi membri dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico - OCSE - sulla reciproca assistenza amministrativa in materia fiscale;
n. 4192 - Accordo quadro di partenariato globale e cooperazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Indonesia dall'altra;
n. 4201 - Accordo tra la Comunità europea e i suoi Stati membri da un lato e la Repubblica sudafricana dall'altro, che modifica l'Accordo sugli scambi, lo sviluppo e la cooperazione;
n. 4388 - Accordo di mutua assistenza amministrativa per la prevenzione, l'accertamento e la repressione delle infrazioni doganali tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica argentina (Approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione);
n. 4373 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno Hascemita di Giordania sulla cooperazione e sulla mutua assistenza in materia doganale (ove concluso dalla Commissione);
n. 4374 - Accordo che modifica per la seconda volta l'Accordo di partenariato tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro (ove concluso dalla Commissione);
n. 4433 - Accordo nel campo della cooperazione militare tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Regno del Marocco (Approvato dal Senato) (ove concluso dalla Commissione). Pag. 59
Seguito dell'esame della mozione Cesa, Franceschini, Della Vedova, Di Pietro, Tabacci ed altri n. 1-00607 concernente iniziative in relazione ai danni causati dall'eccezionale ondata di maltempo che ha colpito le Marche nel mese di marzo 2011.
Seguito dell'esame dei progetti di legge:
proposta di legge n. 169 ed abbinate - Disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici e dei borghi antichi d'Italia;
disegno di legge n. 4290 ed abbinata - Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani (Approvato dal Senato).
Nel corso della settimana avrà luogo il seguito dell'esame di argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Lunedì 25, martedì 26, mercoledì 27 e giovedì 28 luglio (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nelle giornate successive) (con votazioni):
Nella settimana è previsto, oltre all'eventuale seguito dell'esame di argomenti inseriti in calendario e non conclusi, l'esame dei seguenti argomenti:
disegno di legge di conversione del decreto-legge recante disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria (ove trasmesso in tempo utile dal Senato);
proposta di legge n. 607-A/R ed abbinata - Incentivi per favorire, nelle regioni dell'arco alpino, il reclutamento di militari volontari nei reparti delle truppe alpine (seguito dell'esame);
conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2010 (Doc. VIII, n. 7) e progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2011 (Doc. VIII, n. 8);
disegno di legge n. 1415-B - Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica della disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (seguito dell'esame, previo esame e votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità e della questione pregiudiziale di merito presentate).
Nel corso del calendario di luglio sarà inserito, una volta concluso l'esame da parte della Giunta per le autorizzazioni (il termine previsto dal Regolamento scadrà il 15 luglio), l'esame del doc. IV, n. 18 - Domanda di autorizzazione a eseguire la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti del deputato Papa.
Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time) avrà luogo il mercoledì (dalle ore 15).
Lo svolgimento di interrogazioni e di interpellanze avrà luogo (salvo diversa previsione) il martedì (antimeridiana); lo svolgimento di interpellanze urgenti il giovedì o il venerdì, secondo l'andamento dei lavori.
Il Presidente si riserva altresì di inserire nel calendario l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di ulteriori documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.
L'organizzazione dei tempia per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario dei lavori sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
È stato altresì predisposto, ai sensi dell'articolo 23, comma 6, terzo periodo, del Regolamento, il programma dei lavori per i mesi di agosto e settembre 2011:

Agosto:
Seguito dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge recante disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria, nonché esame di eventuali ulteriori argomenti che potranno essere stabiliti dalla Conferenza dei presidenti di gruppo.

Pag. 60

Settembre:
Esame congiunto del Programma di lavoro della Commissione europea per il 2011, del Programma di 18 mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o luglio 2011 - 31 dicembre 2012) delle future presidenze polacca, danese e cipriota e della Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2011 (Doc. LXXXVII-bis, n. 1).
Esame dei disegni di legge:
n. 3209-bis-B - Disposizioni per la codificazione in materia di pubblica amministrazione (collegato) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato);
n. 4434 - Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione (Approvato dal Senato - ove concluso dalle Commissioni).
Esame delle mozioni:
Esposito, Ghiglia, Allasia, Cambursano, Calgaro ed altri n. 1-00638 concernente iniziative per destinare le risorse disponibili presso l'Agenzia olimpica Torino 2006 a favore della regione Piemonte;
Di Pietro ed altri n. 1-00661 sulle prospettive dell'impegno italiano in Libia ed in Afghanistan.
Seguito dell'esame della proposta di legge n. 3261 ed abbinate - Disposizioni concernenti la ripartizione della quota dell'otto per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche devoluta alla diretta gestione statale.
Esame dei progetti di legge:
proposta di legge n. 3222 ed abbinata - Modifiche al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di sicurezza sul lavoro per la bonifica degli ordigni bellici;
proposta di legge n. 4019 ed abbinate - Norme in materia di previdenza e di tutela della maternità per gli atleti non professionisti;
disegni di legge di rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2010 e di assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2011 (ove trasmessi dal Senato);
proposta di legge n. 3081 ed abbinate - Disposizioni concernenti la riorganizzazione dell'assetto societario e delle funzioni della società ANAS Spa;
disegno di legge n. 2451 (Approvato dal Senato) ed abbinate - Ratifica ed esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi.
Seguito dell'esame delle mozioni Di Pietro ed altri n. 1-00391, Tempestini ed altri n. 1-00621, Pezzotta ed altri n. 1-00623, Antonione, Dozzo, Sardelli ed altri n. 1-00625 e Pisicchio ed altri n. 1-00629 concernenti iniziative per garantire la trasparenza delle informazioni relative all'aiuto pubblico allo sviluppo.
Nell'ambito del programma è inoltre previsto lo svolgimento di atti del sindacato ispettivo e potrà aver luogo l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica licenziati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Luciano Sardelli ha reso noto che l'assemblea del gruppo parlamentare Iniziativa Responsabile Nuovo Polo (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione) ha designato, a far data dal 1o luglio 2011, il deputato Silvano Moffa quale presidente del medesimo gruppo.

Pag. 61

Dimissioni del Presidente e cessazione della Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'Unione dell'Europa occidentale (UEO).

PRESIDENTE. Con lettera in data 15 giugno 2011, l'onorevole Giampaolo Dozzo ha rassegnato, a far data da oggi, le dimissioni dalla carica di Presidente della Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'Unione dell'Europa occidentale (UEO).
A seguito delle decisioni adottate dal Consiglio permanente della UEO, con la data di oggi viene meno l'operatività del Trattato istitutivo della stessa UEO, la quale conseguentemente cessa, insieme con la sua Assemblea parlamentare.
Deve pertanto intendersi cessata, con la data di oggi, la Delegazione italiana, i cui componenti restano comunque membri dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

Modifica nella composizione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

PRESIDENTE. Comunico che in data 28 giugno 2011 il Presidente del Senato ha chiamato a far parte del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica il senatore Felice Belisario, in sostituzione del senatore Pasquale Viespoli, dimissionario.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 5 luglio 2011, alle 11,30:

1. - Discussione della mozione Donadi ed altri n. 1-00670 concernente iniziative urgenti sull'emergenza rifiuti a Napoli (per la discussione sulle linee generali).

2. - Discussione della mozione Gnecchi ed altri n. 1-00583 concernente iniziative relative alla disciplina dei contributi pensionistici (per la discussione sulle linee generali).

(ore 15)

3. - Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale:
DONADI ed altri: Modifiche agli articoli 114, 117, 118, 119, 120, 132 e 133 della Costituzione, in materia di soppressione delle province (C. 1990-A/R).
e delle abbinate proposte di legge costituzionale: SCANDROGLIO ed altri; CASINI ed altri; PISICCHIO; VASSALLO (C. 1836-1989-2264-2579).
- Relatore: Bruno.

4. - Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 10-51-136-281-285-483-800-972-994-1095-1188-1323-1363-1368 - d'iniziativa dei senatori: IGNAZIO ROBERTO MARINO ed altri; TOMASSINI ed altri; PORETTI e PERDUCA; CARLONI e CHIAROMONTE; BAIO ed altri; MASSIDDA; MUSI ed altri; VERONESI; BAIO ed altri; RIZZI; BIANCONI ed altri; D'ALIA e FOSSON; CASELLI ed altri; D'ALIA e FOSSON: Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (C. 2350-A).
e delle abbinate proposte di legge: BINETTI ed altri; ROSSA ed altri; FARINA COSCIONI ed altri; BINETTI ed altri; POLLASTRINI ed altri; COTA ed altri; DELLA VEDOVA ed altri; ANIELLO FORMISANO ed altri; SALTAMARTINI ed altri; BUTTIGLIONE ed altri; DI VIRGILIO ed altri; PALAGIANO ed altri (C. 625-784-1280-1597-1606-1764-bis-1840-1876-1968-bis-2038-2124-2595).
- Relatori: Di Virgilio, per la maggioranza; Palagiano, di minoranza.

Pag. 62

5. - Seguito della discussione della mozione Donadi ed altri n. 1-00670 concernente iniziative urgenti sull'emergenza rifiuti a Napoli.

6. - Seguito della discussione delle mozioni Reguzzoni ed altri n. 1-00609, Poli ed altri n. 1-00620, Di Stanislao ed altri n. 1-00622, Miotto ed altri n. 1-00626, Iannaccone ed altri n. 1-00627, Cazzola ed altri n. 1-00628 e Mosella ed altri n. 1-00630 concernenti iniziative per l'incremento dei controlli relativi alle pensioni di invalidità.

7. - Seguito della discussione della mozione Gnecchi ed altri n. 1-00583 concernente iniziative relative alla disciplina dei contributi pensionistici.

La seduta termina alle 17,20.

Pag. 63

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Mozione n. 1-00670 - Emergenza rifiuti a Napoli

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 3 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 24 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 23 minuti
Iniziativa Responsabile Nuovo Polo 23 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 19 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione. Pag. 64

Mozione n. 1-00583 - Disciplina dei contributi pensionistici

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 3 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 24 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 23 minuti
Iniziativa Responsabile Nuovo Polo 23 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 19 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pdl cost. n. 1990-A/R e abb. - Soppressione delle province

Seguito dell'esame: 8 ore e 30 minuti (*).

Relatore 30 minuti
Governo 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 50 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 13 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 17 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 16 minuti
Partito Democratico 1 ora e 10 minuti
Lega Nord Padania 35 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 30 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 28 minuti
Iniziativa Responsabile Nuovo Polo 28 minuti
Italia dei Valori 26 minuti
Misto: 24 minuti
Alleanza per l'Italia 8 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 6 minuti
Liberal Democratici - MAIE 5 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nelle sedute del 18 gennaio e del 15 giugno 2011. Pag. 65

Pdl n. 2350 e abb. - Alleanza terapeutica, consenso informato e dichiarazioni anticipate di trattamento

Seguito dell'esame: 18 ore.

Relatore di maggioranza 40 minuti
Relatore di minoranza 30 minuti
Governo 40 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora e 30 minuti
Interventi a titolo personale 2 ore e 43 minuti (con il limite massimo di 28 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 11 ore e 47 minuti
Popolo della Libertà 2 ore e 48 minuti
Partito Democratico 2 ore e 36 minuti
Lega Nord Padania 1 ora e 18 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 1 ora e 6 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 1 ora e 2 minuti
Iniziativa Responsabile Nuovo Polo 1 ora e 2 minuti
Italia dei Valori 59 minuti
Misto: 56 minuti
Alleanza per l'Italia 19 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 15 minuti
Liberal Democratici - MAIE 11 minuti
Minoranze linguistiche 11 minuti

Mozione n. 1-00609 e abb. - Incremento controlli pensioni di invalidità

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 3 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 24 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 23 minuti
Iniziativa Responsabile Nuovo Polo 23 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 19 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 18 aprile 2011.

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Mozione n. 1-00669 - Crisi siriana

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 3 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 24 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 23 minuti
Iniziativa Responsabile Nuovo Polo 23 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 19 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Mozione n. 1-00671 - Misure anticontraffazione

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 3 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 24 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 23 minuti
Iniziativa Responsabile Nuovo Polo 23 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 19 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 67

Pdl n. 2802 - Norme per il contrasto dell'omofobia e transfobia

Tempo complessivo: 14 ore, di cui:

  • discussione generale: 7 ore (*);
  • seguito dell'esame: 7 ore.
Discussione generale Seguito esame
Relatore di maggioranza 20 minuti 20 minuti
Relatore di minoranza 10 minuti 10 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 6 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 1 minuto (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 54 minuti 4 ore e 29 minuti
Popolo della Libertà 50 minuti 1 ora e 4 minuti
Partito Democratico 48 minuti 1 ora
Lega Nord Padania 35 minuti 30 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 33 minuti 25 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 33 minuti 24 minuti
Iniziativa Responsabile Nuovo Polo 33 minuti 24 minuti
Italia dei Valori 32 minuti 22 minuti
Misto: 30 minuti 20 minuti
Alleanza per l'Italia 10 minuti 7 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 8 minuti 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 6 minuti 4 minuti
Minoranze linguistiche 6 minuti 4 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 23 maggio 2011.

Pag. 68

Ddl di ratifica nn. 4142, 4143, 4192, 4201, 4388, 4373, 4374 e 4433

Tempo complessivo: 2 ore per ciascun disegno di legge di ratifica.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 18 minuti (con il limite massimo di 3 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 22 minuti
Popolo della Libertà 20 minuti
Partito Democratico 18 minuti
Lega Nord Padania 9 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 7 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 7 minuti
Iniziativa Responsabile Nuovo Polo 7 minuti
Italia dei Valori 6 minuti
Misto: 8 minuti
Alleanza per l'Italia 2 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 2 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Pag. 69

Mozione n. 1-00607 - Danni per eccezionale maltempo nelle Marche

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 3 minuti
Partito Democratico 58 minuti
Lega Nord Padania 29 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 24 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 23 minuti
Iniziativa Responsabile Nuovo Polo 23 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 19 minuti
Alleanza per l'Italia 6 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati
per il Sud
5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pag. 70

Ddl n. 4290 e abb. - Sviluppo spazi verdi urbani

Tempo complessivo: 13 ore, di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 7 ore.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 15 minuti 20 minuti
Governo 15 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 58 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 4 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 22 minuti 4 ore e 36 minuti
Popolo della Libertà 40 minuti 1 ora e 1 minuto
Partito Democratico 35 minuti 1 ora e 8 minuti
Lega Nord Padania 33 minuti 30 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 31 minuti 26 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 31 minuti 24 minuti
Iniziativa Responsabile Nuovo Polo 31 minuti 24 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 22 minuti
Misto: 30 minuti 21 minuti
Alleanza per l'Italia 10 minuti 7 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 8 minuti 6 minuti
Liberal Democratici - MAIE 6 minuti 4 minuti
Minoranze linguistiche 6 minuti 4 minuti
Pag. 71

Pdl n. 169 e abb. - Riqualificazione e recupero dei centri storici

Seguito dell'esame: 6 ore e 30 minuti.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 57 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 13 minuti
Popolo della Libertà 1 ora
Partito Democratico 56 minuti
Lega Nord Padania 28 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 24 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 22 minuti
Iniziativa Responsabile Nuovo Polo 22 minuti
Italia dei Valori 21 minuti
Misto: 20 minuti
Alleanza per l'Italia 7 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti
Pag. 72

Pdl n. 607-A/R e abb. - Reclutamento di militari volontari nei reparti delle truppe alpine

Seguito dell'esame: 6 ore (*).

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 20 minuti
Interventi a titolo personale 54 minuti (con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 3 ore e 56 minuti
Popolo della Libertà 56 minuti
Partito Democratico 52 minuti
Lega Nord Padania 26 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 22 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 21 minuti
Iniziativa Responsabile Nuovo Polo 21 minuti
Italia dei Valori 20 minuti
Misto: 18 minuti
Alleanza per l'Italia 7 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 9 marzo 2011.

Pag. 73

Doc. VIII, nn. 7 e 8 - Conto consuntivo e bilancio della Camera dei deputati

Tempo complessivo: 15 ore, di cui:

  • discussione congiunta: 7 ore e 30 minuti;
  • seguito dell'esame congiunto: 7 ore e 30 minuti.
Discussione congiunta Seguito esame congiunto
Deputati questori 1 ora e 30 minuti 40 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 4 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 12 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 46 minuti 5 ore e 13 minuti
Popolo della Libertà 47 minuti 1 ora e 14 minuti
Partito Democratico 46 minuti 1 ora e 9 minuti
Lega Nord Padania 34 minuti 35 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 33 minuti 29 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 32 minuti 28 minuti
Iniziativa Responsabile per il Terzo Polo 32 minuti 28 minuti
Italia dei Valori 32 minuti 26 minuti
Misto: 30 minuti 24 minuti
Alleanza per l'Italia 10 minuti 8 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 8 minuti 6 minuti
Liberal Democratici - MAIE 6 minuti 5 minuti
Minoranze linguistiche 6 minuti 5 minuti
Pag. 74

Ddl n. 1415-B e abb. - Intercettazioni telefoniche

Tempo complessivo: 21 ore, di cui:

  • discussione generale: 7 ore (*);
  • seguito dell'esame: 14 ore.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 30 minuti
Governo 20 minuti 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 2 ore
Interventi a titolo personale 23 minuti 2 ore e 2 minuti (con il limite massimo di 20 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 47 minuti 8 ore e 48 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 14 minuti 1 ora e 57 minuti
Partito Democratico 1 ora e 8 minuti 2 ore e 9 minuti
Lega Nord Padania 40 minuti 57 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 37 minuti 50 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 30 minuti 46 minuti
Iniziativa Responsabile Nuovo Polo 30 minuti 46 minuti
Italia dei Valori 34 minuti 43 minuti
Misto: 34 minuti 40 minuti
Alleanza per l'Italia 11 minuti 13 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 9 minuti 11 minuti
Liberal Democratici - MAIE 7 minuti 8 minuti
Minoranze linguistiche 7 minuti 8 minuti

(*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 30 luglio 2010.

Pag. 75

Doc. IV, n. 18 - Domanda di autorizzazione a eseguire la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti del deputato Papa

Tempo complessivo: 3 ore (*).

Relatore per la maggioranza 15 minuti
Eventuali relatori di minoranza 10 minuti
Relatore per la maggioranza 15 minuti
Eventuali relatori di minoranza 10 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 26 minuti (con il limite massimo di 4 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 59 minuti
Popolo della Libertà 28 minuti
Partito Democratico 26 minuti
Lega Nord Padania 13 minuti
Unione di Centro per il Terzo Polo 11 minuti
Iniziativa Responsabile Nuovo Polo 11 minuti
Futuro e Libertà per il Terzo Polo 11 minuti
Italia dei Valori 10 minuti
Misto: 9 minuti
Alleanza per l'Italia 3 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 2 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 10 minuti per il gruppo di appartenenza del deputato interessato.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. T.U. pdl 2519-A e abb - em. 1.13 505 504 1 253 503 1 29 Appr.
2 Nom. em. 1.17 517 340 177 171 20 320 24 Resp.
3 Nom. em. 1.104 514 291 223 146 19 272 24 Resp.
4 Nom. em. 1.100 rif. 505 484 21 243 484 24 Appr.
5 Nom. em. 1.70 513 511 2 256 22 489 23 Resp.
6 Nom. em. 1.2 rif. 512 505 7 253 489 16 23 Appr.
7 Nom. articolo 1 499 497 2 249 497 23 Appr.
8 Nom. em. 2.104 486 484 2 243 484 24 Appr.
9 Nom. em. 2.102 498 497 1 249 495 2 24 Appr.
10 Nom. em. 2.106 502 301 201 151 42 259 24 Resp.
11 Nom. em. 2.13 500 300 200 151 42 258 24 Resp.
12 Nom. em. 2.14 507 499 8 250 489 10 24 Appr.
13 Nom. em. 2.107 503 331 172 166 70 261 24 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 21)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 2.16 502 327 175 164 25 302 24 Resp.
15 Nom. em. 2.19 503 329 174 165 25 304 24 Resp.
16 Nom. articolo 2 492 482 10 242 479 3 23 Appr.
17 Nom. articolo agg. 2.0101 rif., 2.0102 479 479 240 479 23 Appr.
18 Nom. em. 3.100 496 450 46 226 262 188 23 Appr.
19 Nom. articolo 3 496 494 2 248 491 3 23 Appr.
20 Nom. articolo 4 491 491 246 491 23 Appr.
21 Nom. T.U. pdl 2519-A e ab - voto finale 477 476 1 239 476 23 Appr.