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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 488 di lunedì 20 giugno 2011

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 11.

GIANPIERO BOCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 16 giugno 2011.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Angelino Alfano, Berlusconi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brunetta, Caparini, Carfagna, Casero, Catone, Cicchitto, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Donadi, Gianni Farina, Fassino, Fitto, Franceschini, Frattini, Galati, Gelmini, Giro, Jannone, La Russa, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Meloni, Miccichè, Angela Napoli, Leoluca Orlando, Pianetta, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Rigoni, Roccella, Romani, Romano, Rotondi, Saglia, Stefani, Stucchi, Tremonti, Vito, Volontè e Zacchera sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, concernente Semestre Europeo - Prime disposizioni urgenti per l'economia (A.C. 4357-A) (ore 11,02).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, concernente Semestre Europeo - Prime disposizioni urgenti per l'economia.
Ricordo che, nella seduta del 16 giugno 2011, si è conclusa la discussione sulle linee generali, ed i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunziato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 4357-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 4357-A), nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A - A.C. 4357-A).
Avverto che le proposte emendative presentate si intendono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalle Commissioni (Vedi l'allegato A - A.C. 4357-A).
La Commissione Affari costituzionali ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 4357-A), che è distribuito in fotocopia.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7 del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili nelle Commissioni: Rubinato 1.19, Ghizzoni 1.20, 1.21, 1.22 e 9.52, Pag. 2Marchignoli 1.05, 1.06, 6.767, 7.216, e 7.212, Lulli 1.03, 8.98, 8.101, 8.100, 8.95, 8.94, 8.09, 8.010, 10.75, 10.74 e 9.01, Beltrandi 2.01 e 2.02, Codurelli 2.016, 2.017, 2.018, 2.023, 2.019, 2.020, 2.014 e 7.012, Gnecchi 2.021, 2.024, 2.025, 2.026, 2.027 e 2.028, Capodicasa 3.03, Tullo 3.04, Ghizzoni 4.84 e 4.85, Federico Testa 4.136 e 10.99, Soglia 4.154, 6.103, 6.105 e 7.291, Calvisi 4.66, Siragusa 4.121, 9.64 e 9.03, Mario Pepe (IR) 5.122, 6.32, 6.33 e 9.90, Morassut 5.47, 5.59, 5.85 e 5.86, Schirru 5.45 e 6.013, Mariani 5.83, Vannucci 5.35 e 7.193, Motta 5.44 e 5.32, Lovelli 5.87 e 10.022, Bratti 6.52, De Micheli 6.71 e De Micheli 6.010, Zucchi 6.64 e 8.93, Marchignoli 6.77, 7.217 e 7.218, Lo Moro 6.14, Bitonci 6.121, 6.122 e 6.123, Favia 6.312, Realacci 6.45, 7.118 e 7.0400, 6.400 del Governo, Misiani 6.011 e 6.09, Cicu 7.415, Baretta 7.162, 7.247 e 7.013, Brandolini 7.182, Graziano 7.242 e 7.08, Boccia 7.245 e 8.102, Fluvi 7.243, Scilipoti 7.85, 8.57, 8.51, 8.52, 8.56 e 8.53, Moffa 7.82 e Moffa 10.15, Oliverio 7.183, Mattesini 7.175 e 9.04, Froner 7.09, 7.011 e 8.08, Marchioni 8.103, Tabacci 8.9, Servodio 8.82, Sani 8.81, Agostini 8.191, Tabacci 8.13, Grassano 9.36, Bellanova 9.05, Gatti 9.06, Madia 9.07, Levi 9.02, Braga 10.59, Rosato 10.69, 10.68, 10.67, 10.65, 10.64, 10.62, 10.61 e 10.63, Margiotta 10.73, Gianni 10.16 e 10.01, Sposetti 10.012, Graziano 10.019 e 10.020 e Velo 10.021.
Avverto inoltre che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi degli articoli 96-bis, comma 7 e 86, comma 1, del Regolamento, le seguenti ulteriori proposte emendative, non previamente presentate in Commissione, in quanto non strettamente attinenti al contenuto del decreto-legge: Messina 6.323, Stucchi 7.404, Caparini 7.405, Forcolin 7.406, 7.407, 7.408, 7.409 e 7.410, Scilipoti 8.320.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine i gruppi Italia dei Valori e Misto, per la componente politica delle Minoranze linguistiche, sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
Avverto che, con lettera in data odierna, il Ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Vito, ha trasmesso l'emendamento Dis. 1.1, interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, preannunciando l'intenzione del Governo di porvi la questione di fiducia. Dobbiamo ora sospendere la seduta, al fine di consentire alla Presidenza di effettuarne il vaglio di ammissibilità, all'esito del quale il testo sarà trasmesso alle Commissioni Bilancio e Finanze.
Sospendo quindi la seduta che riprenderà alle ore 12,30, una volta conclusi tali adempimenti.

La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 12,35.

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame del disegno di legge Atto Camera n. 4357-A, di conversione in legge del decreto-legge 13 maggio 2011 n. 70, concernente Semestre Europeo - Prime disposizioni urgenti per l'economia. Avverto che la Presidenza ha valutato l'emendamento Dis. 1.1 del Governo e lo ha ritenuto ammissibile (Vedi l'allegato A - A.C. 4357-A).
Tale proposta emendativa è stata altresì esaminata dalle Commissioni bilancio e finanze.

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, intervengo per una precisazione. Avverto che per un mero refuso all'emendamento Dis. 1.1, a pagina 31, all'articolo 8, comma 6, lettera a), le parole: «30 mila euro dalle seguenti» devono Pag. 3intendersi sostituite dalle seguenti: «30 mila euro e sono sostituite dalle seguenti».

PRESIDENTE. Ne prendiamo atto, signor sottosegretario.

(Posizione della questione di fiducia - Emendamento Dis. 1.1 del Governo - A.C. 4357-A)

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente la ringrazio. Considerato l'alto numero degli emendamenti presentati e la data ravvicinata di scadenza del provvedimento, che deve essere ancora trasmesso all'altro ramo del Parlamento, autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'emendamento Dis. 1.1 del Governo, interamente sostitutivo dell'articolo unico del disegno di legge A.C. 4357-A, di conversione in legge del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, concernente Semestre Europeo - Prime disposizioni urgenti per l'economia.

PIER PAOLO BARETTA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, mi rendo conto che nel denunciare l'ennesimo ricorso al voto di fiducia rischiamo di diventare noiosi e ridicoli anche noi, come rischia di esserlo il povero Ministro Vito, al quale ho già espresso in altre analoghe situazioni la mia umana - non politica - solidarietà. Peraltro, quando le cose vanno male è inutile prendersela con l'addetto allo sportello. Devo dire anche che è inutile prendersela con il Presidente della Repubblica, come abbiamo letto in dichiarazioni autorevoli di qualche minuto fa. Infatti, tutto quello che sta accadendo è responsabilità diretta del Governo, che si è assunto l'onere di presentare questo decreto-legge, di discuterlo nelle Commissioni e di arrivare a porre la questione di fiducia. Eppure, dopo quaranta votazioni di fiducia, quasi tutte su provvedimenti economici, appare chiara l'autodenuncia dell'impotenza con la quale ormai gestite il Governo e il Paese.
Non siete più in grado di governare, non tenete più a bada le pulsioni corporative delle vostre componenti politiche, territoriali e lobbistiche, ma quel che è più grave è che non avete più idee. Gestendo una manovra economica pesante, che avrebbe bisogno di solidarietà nazionale, voi vi state trastullate per settimane sulla proprietà del bagnasciuga senza concludere nulla.
Abbiamo bisogno di segnali di ripresa e voi riuscite a cancellare la norma sul credito di imposta con banali scuse, quali quella che non esiste la copertura economica e ciò perché il Fondo per le aree sottoutilizzate non ha più risorse. Allora, dovete dirci dove sono finite queste risorse e dovete dire che, poiché la clausola di salvaguardia sull'intero provvedimento è affidata al FAS, l'intero provvedimento allora appare scoperto.
Infine signor Ministro, questa volta sì mi rivolgo a lei e mi dispiace dirlo, siete inaffidabili perché nelle Commissioni più volte avete dichiarato che il testo su cui avreste posto la fiducia in Aula sarebbe stato esattamente il testo delle Commissioni. Qui non ci sono correzioni formali, alcune sì ovviamente, ma ci sono correzioni sostanziali e politiche, alcune delle quali erano state oggetto anche di confronto diretto tra maggioranza e opposizione nell'ambito del lavoro delle Commissioni.
Il fatto che si concluda il provvedimento con un voto di fiducia su un testo che è politicamente e sostanzialmente diverso da quello delle Commissioni è un atto grave, signor Presidente, che voglio stigmatizzare in quest'Aula, ma che denuncia esattamente lo stato di degrado Pag. 4complessivo al quale siamo arrivati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, mentre attendevo l'intervento del Ministro mi chiedevo se egli non avrebbe cercato di dare una giustificazione a questa richiesta di voto di fiducia perché, quando si arriva a oltre la quarantesima questione di fiducia, credo che questa sarebbe la cosa migliore. Il Ministro ha invece cercato di giustificare questo voto con il numero di emendamenti presentati, ben sapendo che il problema non è lì, ben sapendo che i lavori delle Commissioni si sono ridotti a cinque minuti finali dopo che abbiamo aspettato per ore che la maggioranza si mettesse d'accordo al suo interno e difatti, com'è noto, sul mandato al relatore l'opposizione ha ritenuto di non dover partecipare a quel voto.
Di fatto, complessivamente siamo ad un nuovo, ulteriore, grave schiaffo istituzionale perché la Camera viene scavalcata anche con ben tredici modifiche a quel testo che comunque sia era arrivato alla fine del lavoro delle Commissioni. Allora, a questo punto veramente dico anche a qualche collega illustre che se l'è presa con il Presidente della Repubblica di lasciare stare il Presidente della Repubblica. In questa come in altre vicende, credo che la responsabilità sia in maniera chiara, precisa, completa del Governo, che sta facendo di tutto fuorché affrontare i problemi del Paese.
Penso a quando il Ministro Tremonti fece l'annuncio nel corso di un'audizione della questione del credito d'imposta con il 90 per cento di vantaggio fiscale e tutti noi ci aspettavamo una grande risposta perché l'innovazione e la ricerca sono determinanti. Tutto poi si è rivelato non il topolino, molto peggio del topolino, e con le ultime modifiche addirittura è diventato una larva: il credito d'imposta per l'innovazione è una larva che non servirà certo a risolvere i problemi del Paese. Per questi motivi, credo che questa maggioranza - che ormai è rimasta, forse, vedremo, maggioranza qui dentro, ma com'è ben chiaro non c'è più nel Paese - dovrebbe fare l'unica cosa sensata in questo momento, perché non so come farà ad affrontare una manovra da 40 miliardi di euro da dopodomani, lo vedremo. Noi saremo qui ad incalzarla, abbiamo le nostre proposte da fare che non saranno ovviamente accettate perché vanno a colpire le corporazioni e le lobby che hanno finora permesso a questo Governo di stare in piedi e allora vedremo ciò che succederà. In ogni caso giudico gravissimo anche questo ennesimo strappo istituzionale che viene compiuto qui oggi.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, signor Ministro, il compito di chi viene a porre la questione di fiducia è sempre ingrato e questa volta lo è a maggior ragione per le condizioni in cui è maturata la questione di fiducia su questo provvedimento. Voglio dire alcune cose, anch'io ho letto di questa protesta nei confronti del Quirinale, motivata con le prerogative del Parlamento. Credo che, da una parte, conoscendo, come sicuramente conosce chi ha espresso questa obiezione, la vicenda e la discussione specifica su quanto si debba o si possa aggiungere ai decreti-legge in fase di conversione, forse non scomoderei la questione dei rapporti tra Parlamento e Quirinale su questo specifico episodio. Si può poi naturalmente discutere di tutto, ma si tratta di un tema, come sappiamo bene, già affrontato più volte.
Poi, soprattutto - ed è una delle ragioni per cui arriviamo alla questione di fiducia -, se mai dobbiamo discutere per ciò che concerne il coinvolgimento del Parlamento in questo tipo di provvedimenti, casomai la nostra controparte è il Governo. Nel momento in cui si pone la Pag. 5questione di fiducia, se vogliamo alzare la voce come Parlamento tutti insieme, allora casomai lo facciamo nei confronti del Governo, salvo che in questo caso specifico - e chi è stato in Commissione lo sa benissimo - siamo arrivati a questo risultato poco edificante, con qualche emendamento mandato al relatore e votato senza nemmeno la partecipazione dell'opposizione, anche perché a fare melina in Commissione è stata innanzitutto la maggioranza per il semplice motivo che non c'erano i numeri.
Quindi, si sono passate giornate intere senza mettere in votazione nulla e questo poi ha portato, naturalmente, al precipitare delle cose. Quindi, credo che sarebbe il momento, se ancora dentro la maggioranza qualcuno è in grado di farlo, di tenere i nervi un pochino più saldi.
Concludo anch'io con una notazione, anche se di questo discuteremo domani nei due appuntamenti, voto di fiducia, ordini del giorno e voto finale. Il titolo del provvedimento recita «Prime disposizioni urgenti per l'economia». L'altro rammarico è che con quello che sta succedendo qui a Roma si discute, ma la cittadella dell'economia italiana sicuramente non potrà essere protetta da misure che hanno l'unico obiettivo di tenerci impegnati facendo un po' di ginnastica in vista delle riforme che non arrivano (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

COSIMO VENTUCCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

COSIMO VENTUCCI. Signor Presidente, intervengo in maniera veramente breve. Intanto, voglio rinnovare la fiducia al Ministro Vito, che non è assolutamente un povero Ministro né tanto meno un «addetto allo sportello». So perfettamente, per essere stato sottosegretario di quel Ministero, quanto è duro il lavoro che svolge il Ministro Elio Vito.
Per quanto riguarda poi la questione di fiducia, mi sembra abbastanza ovvia. Comprendo l'euforia dei colleghi dell'opposizione, perché dopo Milano e Napoli sembra che tutto quanto sia sconquassato, ma se si va a riflettere non credo che questo vento che cambia sia tale ma credo che sia qualcosa di molto diverso che investe il Parlamento. Mi auguro, pertanto, che il Parlamento costituisca la centralità di questo nostro Paese e che altri soggetti ovviamente non intervengano.
Dunque, rinnovo la fiducia al Ministro e sono pienamente convinto che l'iter già previsto per questo provvedimento, che è corposo e che credo dia una ventata positiva alle nostre imprese e alla nostra economia, possa essere portato a compimento.

PRESIDENTE. A seguito della decisione del Governo di porre la questione di fiducia, secondo quanto stabilito dalla Conferenza dei presidenti di gruppo svoltasi giovedì 16 giugno, le dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto, ai sensi dell'articolo 116, comma 3, del Regolamento, avranno inizio a partire dalle ore 10,30 di domani, martedì 21 giugno, e al termine delle medesime, intorno alle ore 12, avrà luogo la votazione per appello nominale.
Seguirà quindi l'esame e la votazione degli ordini del giorno, per la cui presentazione il termine è fissato alle ore 9,30 di domani. Dalle ore 18,30 avranno luogo le dichiarazioni di voto finale, cui seguirà la votazione finale.
Preciso che il seguito della discussione del provvedimento è rinviato alla seduta di domani, a partire dalle ore 10,30, quando avranno inizio le dichiarazioni di voto.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Mario Pepe (IR), già iscritto al gruppo parlamentare Iniziativa Responsabile (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione), ha Pag. 6dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritto.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Martedì 21 giugno 2011, alle 10,30:

Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, concernente Semestre Europeo - Prime disposizioni urgenti per l'economia (C. 4357-A).
- Relatori: Marinello, per la V Commissione; Fugatti, per la VI Commissione.

La seduta termina alle 12,50.