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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 483 di mercoledì 8 giugno 2011

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 9,35.

GIUSEPPE FALLICA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Bernini Bovicelli, Bongiorno, Brugger, Castiello, Catone, Cicchitto, Colucci, Consolo, Cossiga, Crimi, Dal Lago, Della Vedova, Fava, Gregorio Fontana, Franceschini, Frassinetti, Alberto Giorgetti, Lo Monte, Lusetti, Mantovano, Martini, Messina, Migliavacca, Moffa, Palumbo, Polidori, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Sardelli, Tabacci e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Trasferimento a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 1257-B (ore 9,40).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di una proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la sotto indicata Commissione ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:

alla VII Commissione permanente (Cultura)

S. 2281. - LEVI ed altri: «Nuova disciplina del prezzo dei libri» (Approvata dalla VII Commissione permanente della Camera e modificata dal Senato) (1257-B).

RICARDO FRANCO LEVI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICARDO FRANCO LEVI. Signor Presidente, quale primo firmatario della proposta di legge vorrei dire due parole a commento di questa vostra decisione di affidare alla VII Commissione in sede legislativa l'approvazione di questo provvedimento. Infatti, al di là del merito del provvedimento che consente di trovare un punto di equilibrio per riorganizzare, nel rispetto delle competenze e degli interessi di tutti gli operatori, librai, editori e consumatori, il mercato del libro, vorrei soffermarmi solo per trenta secondi sul metodo con il quale si è arrivati alla stesura di questa proposta di legge basato su un ascolto molto largo e protratto nel tempo di tutti gli operatori interessati.
Credo che la politica abbia fatto un buon servizio e mi resta solo da dire che si tratta di una proposta di legge scritta in un buon italiano e credo che anche questo sia un merito del provvedimento.

Pag. 2

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,45).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 10,05.

La seduta, sospesa alle 9,45, è ripresa alle 10,05.

Seguito della discussione della proposta di legge: Guido Dussin ed altri: Sistema casa qualità. Disposizioni concernenti la valutazione e la certificazione della qualità dell'edilizia residenziale (A.C. 1952-A) (ore 10,05).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge di iniziativa dei deputati Guido Dussin ed altri: Sistema casa qualità. Disposizioni concernenti la valutazione e la certificazione della qualità dell'edilizia residenziale.
Ricordo che nella seduta di ieri sono stati accantonati gli articoli 4, 6 ed 8 ed è stato da ultimo approvato l'articolo 11.

(Ripresa esame degli articoli - A.C. 1952-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli articoli della proposta di legge, nel testo della Commissione (Vedi l'allegato A - A.C. 1952-A).
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) e la V Commissione (Bilancio) hanno espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 1952-A). La V Commissione ha in particolare formulato due condizioni riferite agli emendamenti Piffari 8.31 e 8.100 della Commissione, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma della Costituzione. Al fine di recepire tali condizioni, la Commissione ha presentato i subemendamenti 0.8.31.100 e 0.8.100.100.

(Ripresa esame dell'articolo 4 - A.C. 1952-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate, precedentemente accantonati (Vedi l'allegato A - A.C. 1952-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MAURO PILI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Braga 4.32, essendo stato riassorbito dalla modifica concordata in Commissione con i subemendamenti e gli emendamenti all'articolo 6, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 4.100 che riassorbe e modifica le parti integrative dell'articolo 6.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Braga 4.32.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Braga 4.32 formulato dal relatore.

CHIARA BRAGA. Signor Presidente, in un'ottica di riformulazione dell'articolo 6, secondo le proposte che sono emerse in Commissione, accedo all'invito al ritiro dell'emendamento Braga 4.32, sottolineando come rimangano comunque alcune perplessità rispetto ad un dettaglio eccessivo nella definizione dell'articolo 6.

Pag. 3

PRESIDENTE. Sta bene.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Con calma... È il primo voto, vi prego di accomodarvi. Onorevole Tassone... Con calma, vi ho già detto che è il primo voto... Stanno arrivando anche da piazza Venezia... Onorevoli Menia, Giammanco, Motta... Onorevole Motta, ha votato? Onorevoli Farina Coscioni, Sarubbi, Calgaro, Palumbo, Mura, Mondello... L'onorevole Mura ha votato... Onorevole Mondello? L'onorevole Delfino non riesce a votare... Onorevoli Cesare Marini, Rampelli, Mussolini, Del Tenno, Fucci, Moles, Soglia... Siamo agli sgoccioli... È la prima votazione, colleghi... Onorevoli Di Caterina, Gava, Palagiano, La Loggia, Albini, D'Alema... L'onorevole Narducci ha votato? Onorevole Barbato... L'onorevole La Loggia non riesce a votare... Colleghi, pazienza! Onorevoli Lussana, La Loggia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 411
Maggioranza 206
Hanno votato
411).

Prendo atto che i deputati Genovese, De Pasquale, Rivolta, Pini, Grassi e D'Antona hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lo Monte, Barani, Mariarosaria Rossi, Galletti, Cesa, De Poli... Onorevole Lo Monte, ha votato? Onorevole Merloni, ha votato? Onorevole Tabacci... Ci siamo? Onorevole Tabacci, ha votato? Non ancora...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 430
Maggioranza 216
Hanno votato
429
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Brandolini, De Biasi, Rivolta e D'Antona hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1952-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6, precedentemente accantonato, e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1952-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, credo che l'esito di questa discussione in Aula non abbia assolutamente tenuto conto neppure degli impegni della maggioranza, espressi in Commissione, per quanto riguarda la revisione di un articolo, l'articolo 6, che è assolutamente confuso, impreciso e che, proprio per questo, rischia di produrre anche effetti negativi nell'ambito della certificazione «casa qualità» che, di per sé, è indubbiamente un'iniziativa pregevole.
Non credo che le questioni poste in Commissione possano considerarsi risolte sostanzialmente attraverso il cambiamento del titolo dell'articolo 6 che, anziché recitare: «Valutazione del soddisfacimento delle esigenze fisiche e psichiche dei fruitori» ora parla di «comfort». Lo dico facendo presente e cercando di spiegare quelli che questo articolo propone come criteri di valutazione del comfort. Pag. 4
Innanzitutto, parto dalla lettera a) del primo comma dell'articolo 6, dove si introduce la necessità, per poter beneficiare di una certificazione casa qualità, della presenza in questi edifici di sensori per la rilevazione della presenza di fumo. Faccio presente che mantenere una formulazione di questo tipo significa affermare il divieto di avere qualsiasi fiamma libera in casa, dovuta anche semplicemente al fatto che si fuma oppure che si accende un caminetto. Quindi, si tratta di una formulazione che ha anche dei risvolti fortemente proibizionisti e lesivi della libertà che le persone possono esprimere all'interno delle abitazioni.
Questa concezione si ritrova anche nell'ambito della lettera b) del primo comma dell'articolo 6, dove si prevede l'installazione di sistemi di video sorveglianza per poter usufruire della certificazione «casa qualità». Ciò attiene ad una logica securitaria, per cui gli edifici e le residenze anche private dovranno per forza avere sistemi di video sorveglianza che, oltre - lo ripeto - ad obbedire a logiche securitarie, sono anche lesive dei principi della privacy.
La formulazione attuale di questo articolo comporterà anche delle difficoltà e degli aggravi burocratici per i progettisti. Penso ad esempio a quanto contenuto alla lettera d) del primo comma dell'articolo 6, dove si prevede la necessità di valutare anche elementi attinenti all'inquinamento elettromagnetico interno. Questo concerne la presenza, ad esempio, di strumenti elettronici che attengono alla dimensione dell'arredamento edilizio delle residenze private. Quindi, è impossibile per un progettista valutare un dato di questo tipo che - lo ripeto - si tradurrà in una mera complicazione burocratica.
Prendo atto che la stessa maggioranza si è accorta della eccessiva genericità di alcune formulazioni: si è deciso di abolire la lettera f), criticata anche in Commissione per un'eccessiva genericità. Credo che la stessa decisione avrebbe dovuto essere assunta con riferimento al criterio introdotto alla lettera r), che prevede la necessità di elementi di riconoscibilità e di personalizzazione dello spazio per il rilascio di questa certificazione; sarei grato al relatore se potesse spiegarmi in cosa consista un criterio di riconoscibilità e di personalizzazione dello spazio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zamparutti 6.32...
Chiedo scusa, non sono ancora stati dati i pareri sugli emendamenti all'articolo 6.
Revoco l'indizione della votazione e invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MAURO PILI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Zamparutti 6.32, esprime parere contrario sull'emendamento Zamparutti 6.2, raccomanda l'approvazione del suo emendamento 6.100, esprime parere contrario sull'emendamento Zamparutti 6.33, esprime parere favorevole sull'emendamento Guido Dussin 6.31, raccomanda l'approvazione del suo emendamento 6.101, esprime parere contrario sugli emendamenti Zamparutti 6.3 e 6.34, raccomanda l'approvazione del suo emendamento 6.102, esprime parere favorevole sull'emendamento Guido Dussin 6.30 ed esprime parere contrario sull'emendamento Piffari 6.4.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Zamparutti 6.32.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Zamparutti 6.32 formulato dal relatore.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. No, signor Presidente, insisto per la votazione.

Pag. 5

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zamparutti 6.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sbrollini, Gava, Galletti, Mario Pepe (IR), Bossa, Piccolo e Pini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 467
Votanti 278
Astenuti 189
Maggioranza 140
Hanno votato
8
Hanno votato
no 270).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zamparutti 6.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Peluffo, Commercio, Touadi, Stanca, Di Stanislao e Goisis...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 464
Votanti 462
Astenuti 2
Maggioranza 232
Hanno votato
195
Hanno votato
no 267).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.100 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Garagnani e Di Stanislao...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 465
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato
461
Hanno votato
no 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Zamparutti 6.33.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, colleghi, siccome sugli emendamenti all'articolo 6 a volte votiamo a favore, a volte ci asteniamo, a volte esprimiamo voto contrario, vorrei spiegare che il problema non è che abbiamo confusione, ma che dovremmo fare una legge che semplifica, che dà dei paletti, delle indicazioni, lasciando alle linee guida e alle linee tecniche alcuni dettagli. In realtà, invece, con questo articolo abbiamo voluto entrare nel dettaglio, il che non competerebbe al Parlamento. Quindi, si sovrappongono concetti giusti ma che creano confusione del momento di applicarli.
Ecco il perché in alcuni casi ci siamo astenuti, in alcuni abbiamo votato a favore e in altri abbiamo votato contro. Sarebbe stato meglio se questo articolo non fosse stato inserito nella proposta di legge.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zamparutti 6.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mura, Galletti, Iapicca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 6

(Presenti 470
Votanti 278
Astenuti 192
Maggioranza 140
Hanno votato
6
Hanno votato
no 272).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guido Dussin 6.31, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Patarino, Di Biagio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 474
Votanti 276
Astenuti 198
Maggioranza 139
Hanno votato
276).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.101 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Virgilio, Mazzuca, Aniello Formisano, Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 475
Votanti 474
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato
473
Hanno votato
no 1).

L'emendamento Zamparutti 6.3 è assorbito dall'emendamento 6.101 della Commissione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zamparutti 6.34, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Veltroni, Giacomoni, Fioroni, Strizzolo, Calderisi, Cosenza...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 475
Votanti 281
Astenuti 194
Maggioranza 141
Hanno votato
11
Hanno votato
no 270).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.102 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pisicchio, De Nichilo Rizzoli, Marsilio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 480
Maggioranza 241
Hanno votato
479
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guido Dussin 6.30, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli La Morte, Di Stanislao, Paolini, Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ). Pag. 7

(Presenti 482
Votanti 299
Astenuti 183
Maggioranza 150
Hanno votato
281
Hanno votato
no 18).

Prendo atto che il deputato Berruti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Piffari 6.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, l'emendamento in esame richiama l'importanza della valorizzazione dell'uso dell'acqua potabile che, posto su tutti gli edifici, comporterebbe sicuramente un miglior utilizzo delle risorse di un bene primario come l'acqua. Abbiamo inserito questa valorizzazione tra i principi della proposta di legge in oggetto attraverso l'emendamento Piffari 6.4, proposto dal gruppo Italia dei Valori, perché questa sembra essere tralasciata in tutte le indicazioni contenute nel testo.
In questo caso non vi sono delle norme tecniche che impongono lo sdoppiamento e l'uso razionale dell'acqua all'interno degli edifici pubblici e, quindi, inserire un emendamento del genere ha, secondo noi, il suo valore, per cui chiediamo che sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 6.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Pili, Agostini, Baretta, Mantini, Cimadoro, Malgieri, Martini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 434
Astenuti 50
Maggioranza 218
Hanno votato
201
Hanno votato
no 233).

Prendo atto che il deputato Berruti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.

CHIARA BRAGA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Mi scusi. Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA. Signor Presidente, dopo questa lunga serie di votazioni in relazione all'articolo 6 della proposta di legge in esame, il gruppo Partito Democratico voterà comunque a favore dello stesso articolo 6, pur mantenendo, fortemente, alcune riserve che abbiamo cercato di evidenziare nel corso dell'esame del provvedimento.
Pensiamo che sia importante mantenere, all'interno di un provvedimento relativo alla definizione del sistema casa qualità, anche una serie di elementi relativi alle attività di progettazione e di realizzazione edilizia che hanno a che fare con le caratteristiche di comfort e di fruibilità degli alloggi. Pensiamo, però, che all'interno della costruzione del provvedimento stesso, questo articolo avrebbe potuto essere redatto in maniera più snella e più sintetica, tenendo fermo il fatto di essere una norma di principio che demanda alle regioni e agli enti locali la definizione, nel dettaglio, di questi requisiti.
Ci stupisce un poco - e vorrei comunque sottolinearlo - che, quando sentiamo questi continui richiami al rispetto dei ruoli e delle prerogative dei livelli territoriali e regionali, ci sia poi un eccessivo approfondimento, come è stato nel caso di questo articolo 6, in una legge dello Stato. Quindi voteremo a favore con queste riserve, Pag. 8confidando comunque che il passaggio al Senato consenta un ripensamento di tale formulazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pisicchio, Mazzuca, Stradella, Scarpetti... l'onorevole Pisicchio non riesce ancora a votare... onorevole Mario Pepe (IR), Lo Monte, Fedi.... Onorevole Scarpetti, riesce a votare? L'onorevole Scarpetti ha votato... onorevoli Berruti, Giovanelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 463
Astenuti 23
Maggioranza 232
Hanno votato
463).

Prendo atto che il deputato Dell'Elce ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1952-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1952-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MAURO PILI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Piffari 8.30 e formula un invito al ritiro sull'emendamento Braga 8.32, in quanto è stato assorbito dalle proposte emendative presentate successivamente dalla Commissione.
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo subemendamento 0.8.100.100.
La Commissione raccomanda altresì l'approvazione del suo emendamento 8.100, con alcune correzioni formali. Si tratta di errori materiali. Dopo le parole: «scuola di specializzazione dell'ISPRA», sostituire le parole: «e dell'» con le seguenti: «o l'». Ai fini di una migliore riformulazione, dopo le parole: «enti bilaterali del settore edile» sostituire le parole: «tra le associazioni» con le seguenti: «costituiti ad iniziativa delle associazioni».
La Commissione raccomanda altresì l'approvazione del suo subemendamento 0.8.31.100 ed esprime parere favorevole sull'emendamento Piffari 8.31.

PRESIDENTE. Sta bene, si tratta per l'emendamento 8.100 della Commissione di errori meramente materiali.
Il Governo?

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Piffari 8.30.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 8.30, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Concia, Bianconi, Cenni... Ancora l'onorevole Concia non riesce a votare... Onorevoli Vico, Froner...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 489
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato
489). Pag. 9

Prendo atto che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Braga 8.32 accedono all'invito al ritiro formulato dalla Commissione e dal Governo.
Passiamo alla votazione del subemendamento 0.8.100.100 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT. Signor Presidente, il voto sul subemendamento in esame è favorevole anche se con notevoli perplessità e qualche riserva, perché si tratta di un provvedimento che, a questo punto, non prevede alcun sostegno finanziario di tipo pubblico come era previsto nella redazione originaria del medesimo. Quindi, in qualche modo, la parola «sistema qualità» che accompagna il titolo del provvedimento viene meno perché manca un innesco pubblico di risorse.
Quindi, noi votiamo a favore, perché è importante il punto della formazione che viene posto nel subemendamento in oggetto, ma con notevoli perplessità e riserve che poi rilanceremo in un ordine del giorno più avanti per l'assenza di qualunque sostegno di carattere pubblico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.8.100.100 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, onorevole Pisicchio, onorevole Lisi, onorevole Pagano, onorevole Bongiorno, onorevole Rampelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 490
Maggioranza 246
Hanno votato
490).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.100 della Commissione, nel testo corretto come subemendato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi, onorevole Mazzuca, onorevole Trappolino, onorevole Galletti, onorevole Testoni... l'onorevole Trappolino non riesce a votare...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato
489).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.8.31.100 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli, onorevole Castellani, onorevole Rampi, onorevole Pes, onorevole Giachetti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 493
Maggioranza 247
Hanno votato
492
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 10Piffari 8.31, nel testo subemendato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli, onorevole Mazzuca, onorevole Casini, onorevole Ghizzoni, onorevole Anna Teresa Formisano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 489
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato
489).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevole Casini, onorevole Galletti, onorevole Lo Monte, onorevole Leo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 488
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato
488).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1952-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 1952-A). Qual è il parere del Governo?

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Di Stanislao n. 9/1952-A/1 e Braga n. 9/1952-A/2, mentre accetta l'ordine del giorno Cosenza n. 9/1952-A/3, purché riformulato nel senso di inserire nell'incipit della premessa le parole: «In riferimento al sistema casa qualità,». Il Governo, infine, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Zacchera n. 9/1952-A/4.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/1952-A/1, accolto dal Governo come raccomandazione.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, avevamo già presentato degli emendamenti che richiamavano tali questioni concernenti la normativa europea e, quindi, rafforzativi degli intenti della legge. Tali proposte non sono state accolte, né come emendamenti né come ordini del giorno, pertanto chiediamo che sia posto in votazione l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/1952-A/1.

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, visto che ne è stata chiesta la votazione, il Governo accetta l'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/1952-A/1, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Braga n. 9/1952-A/2, accolto come raccomandazione...

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ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, il Governo accetta anche l'ordine del giorno Braga n. 9/1952-A/2.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Braga n. 9/1952-A/2, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cosenza n. 9/1952-A/3, accettato dal Governo, purché riformulato.

AUGUSTO DI STANISLAO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Scusi Presidente, ma non ho capito bene se l'ordine del giorno a mia prima firma sia stato accettato o meno, oppure se sia stato accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Onorevole Di Stanislao, il suo ordine del giorno è stato accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Zacchera n. 9/1952-A/4, accolto dal Governo come raccomandazione.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, non so se in questo momento il Viceministro Castelli sia «in buona» e, quindi, magari accetti anche di andare al di là della raccomandazione. Comunque, non mi viene in mente niente perché il Governo debba essere d'accordo in pieno; noi sottolineiamo soltanto l'importanza, con gli altri firmatari, di mantenere in qualche maniera le provvidenze economiche per le ristrutturazioni e i miglioramenti in campo energetico.
Capisco le difficoltà economiche, ma penso che il nostro Paese debba puntare assolutamente su caratteristiche costruttive, non solo rispettose dell'ambiente, ma incentivanti per consumare sempre di meno. Dopodiché, se non si può altro, accettiamo solo la raccomandazione.

PRESIDENTE. Sta bene. L'ordine del giorno Zacchera n. 9/1952-A/4 si intende, dunque, accolto dal Governo come raccomandazione.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1952-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, stiamo andando al voto finale su un provvedimento che abbiamo voluto denominare «Sistema casa qualità». Ci siamo richiamati alla Costituzione e, in particolare, al titolo V di essa ed al suo articolo 117, laddove si tratta delle materie concorrenti.
Stiamo parlando della programmazione dell'uso del territorio, materia di cui è ormai consolidata da anni anche l'applicazione; ne è l'esempio il Piano casa del Governo Berlusconi che è stato parcheggiato per più di un anno a causa del fatto che vi è la contestazione da parte delle Regioni sulle modalità di applicazione e, quindi, di realizzazione degli obiettivi posti dalla legge.
Inoltre, vi è il problema delle competenze, ossia se esse siano di fatto regionali o statali. Noi ci reinseriamo di nuovo in questa materia e siamo intervenuti anche con un titolo; il Parlamento, però, assume un ruolo più tecnico, ponendosi tra quelli che conoscono benissimo la materia e non vogliono ascoltare o fidarsi delle regioni, degli enti locali, delle imprese e dei cittadini che sul territorio operano e usufruiscono dell'edilizia residenziale. Pag. 12
In realtà, abbiamo affrontato la questione con un provvedimento che, un po' alla volta, abbiamo svuotato nella sostanza, cioè non mettiamo in gioco risorse - «palanche zero» - e senza risorse sappiamo che poco si può fare. E diciamo alla parte concorrente, alle regioni e agli enti locali, che possono trovare le risorse nei loro bilanci, rispettando il Patto di stabilità e crescita, ossia rispettando sempre una di quelle leggi che abbiamo adottato come Parlamento e che vincolano di fatto anche quegli enti locali che hanno le risorse, ma non possono intervenire attraverso l'uso di queste, se non con tentativi o sotterfugi che li portano ad assumere atteggiamenti che vanno contro la legge stessa.
Molti sindaci, caro collega Vanalli, compreso lei, poi adottano provvedimenti che non sempre sono conformi e rispettosi della legge che, invece, come dobbiamo ricordarci, va sempre e comunque rispettata.
È un provvedimento che ha riempito le pagine di richiami quasi come se avessimo copiato qualcosa già inserito sulla carta e nelle norme; però, facendo così, abbiamo di fatto, a nostro avviso, reso complicata la lettura di una legge.
Credo che il compito del Parlamento fosse quello di dare degli indirizzi, pochi, chiari, e mettere in condizione il sistema delle imprese e degli utenti di poter agire ed avere delle certezze in tal senso.
Quali erano gli obiettivi che dovevamo tenere presente e che, tuttavia, ci siamo soltanto ricordati? Sono quelli che l'Europa ci ha dettato, sono quelli che abbiamo già recepito come obiettivi anche nazionali: la necessità di abbattere il CO2 nell'aria; la necessità di togliere dalle nostre città le polveri sottili e, quindi, rendere la qualità della vita migliore e magari incidere anche su quei migliaia e in alcuni casi milioni di morti che l'inquinamento causa alla nostra civiltà e alla nostra umanità. Lo sappiamo bene perché in questo momento di dibattito sui referendum chi ha voluto sostenere il nucleare lo ha fatto affermando anche che l'energia non pulita di fatto crea morti. Sappiamo che l'energia non pulita non è solo quella elettrica purtroppo, ma è l'energia non pulita consumata nelle case e quella consumata anche nei trasporti.
La qualità dell'edilizia, quindi, incide per il 30 per cento in materia e gli obiettivi si dovevano raggiungere, da un lato, sicuramente abbattendo la produzione di fumi, ma nello stesso tempo rendendo confortevole ed efficiente il consumo dell'energia.
Nel sistema casa qualità abbiamo naturalmente inserito altre esigenze come quelle sulla questione dell'uso dell'acqua in modo razionale; e le regioni - devo dire - hanno già recepito nelle loro leggi questa materia. Quando utilizzano risorse strutturali dei fondi europei per rilanciare l'economia, quasi tutte le regioni hanno inserito come elemento di premio o di valutazione l'uso dell'acqua in modo intelligente, quindi il recupero delle acque grigie, il recupero delle acque piovane, la divisione delle acque bianche e delle acque nere, e quindi il fatto di portare alla depurazione non migliaia di metri cubi di acqua ma solo il 10 o il 20 per cento di quello che di fatto si sta facendo, in modo tale che i depuratori lavorino su quantità di acque minori.
Ripeto che le Regioni stanno realizzando questo lavoro ma noi abbiamo quasi avuto timore ad inserire questi come obiettivi reali e concreti. Abbiamo, invece, voluto inserire altri elementi difficili da valutare, come la qualità della vita all'interno delle abitazioni. Ma chi realizza l'investimento sul proprio immobile non può sicuramente incidere sul contesto e, quindi, un conto è avere degli immobili in Alto Adige e un conto è avere il possesso di immobili dentro le grandi città, nelle città metropolitane, dove credo che la qualità dell'aria e la qualità della vita non sia paragonabile. La legge non chiarisce questi elementi, anzi li rende ancora un po' più confusi.
Abbiamo voluto togliere gli incentivi economici, non abbiamo voluto indicare dove andare a prelevare gli incentivi per sostenere un sistema come questo e quindi, di fatto, non ci siamo assunti le Pag. 13responsabilità di un Parlamento che dà indirizzi al Governo il quale naturalmente deve dare risposte e soluzioni. Abbiamo fatto una bella legge manifesto, una bella legge-quadro che è tale non perché raccoglie tutto il sistema dell'edilizia residenziale ma è «quadro» perché la appenderemo nelle nostre pareti o in fondo ai nostri scaffali o negli archivi dei computer ma, in realtà, non darà frutti sul territorio.
Credo che questo lo abbia già dimostrato la legge sulla casa e, quindi, il famoso Piano casa annunciato, promosso e valorizzato attraverso campagne pubblicitarie che, in realtà, non ha dato alcun esito in termini concreti di investimenti e di rivalorizzazione delle nostre aree urbane.
Io credo che bisogna avere il coraggio, quando affrontiamo materie come queste, anziché fare un provvedimento di dieci pagine, di chiedersi: siamo in grado di scrivere anche una paginetta sola, ma di metterci qualcosa di concreto?
Concludo, signor Presidente: l'Italia dei Valori quindi, pur essendo a favore degli intenti annunciati, di fatto su ciò che noi produciamo non possiamo che esprimere un voto di astensione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Biagio. Ne ha facoltà.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente e onorevoli colleghi, saluto con soddisfazione la discussione in Aula del provvedimento in esame dopo oltre due anni di approfondimento presso le Commissioni competenti. È un progetto che ha avuto come obiettivo quello di elevare la qualità dell'edilizia residenziale, intesa come una nuova concezione mirante al risparmio energetico e alla tutela dell'ambiente, interessato agli interventi edilizi ed al benessere degli utilizzatori. Quella in esame è dunque una vera e propria legge quadro, orientata all'ottimizzazione della qualità dell'edilizia residenziale attraverso l'istituzione di un marchio di qualità da applicare agli edifici residenziali che certificano la riduzione dei consumi energetici ed il miglioramento del comfort abitativo.
La mission di fondo del provvedimento in esame è proprio quella di creare una cornice nazionale unitaria entro la quale definire i medesimi strumenti operativi in materia di qualità, un sistema unico e nazionale per la certificazione della qualità dell'edilizia residenziale, una materia che, come è stato ampiamente ricordato, resta di disciplina concorrente Stato-regioni. Infatti in molte realtà italiane è stato già operato un riconoscimento di certificazione obbligatoria. Quindi omologare questa buona prassi a livello nazionale rappresenta un valore aggiunto in termini economici e di diritto al comfort abitativo per i cittadini, indipendentemente dalla loro regione di residenza. Creare le basi normative di un'edilizia sostenibile sul fronte residenziale ritengo possa essere il primo passo per riformare l'intero comparto e introdurre dei vincoli operativi anche su quello pubblico e industriale, ma il riferimento alle poche risorse annoverate nel testo non consente una riflessione di lungo respiro su tale argomento.
In Italia si fa fatica a creare una mentalità di efficienza energetica e tali norme possono sopperire a tali lacune. L'obiettivo è creare la cultura dell'abitazione ecocompatibile attraverso anche l'utilizzo esclusivo di energia da fonti rinnovabili e quindi in riferimento ad impianti di produzione energetica alternativa, una cultura del rinnovabile intesa come premessa di un comfort abitativo, un approccio che può consentire di avvicinarci ai risultati ottenuti dai nostri vicini europei. Tali iniziative rappresentano un approccio concreto allo sviluppo economico del Paese, perché creano occupazione e consentono di far muovere la macchina dell'economia.
Il miglioramento energetico degli edifici può essere un sollecito per le imprese ed essere un traino per la ripresa dei mercati immobiliari. L'efficienza energetica rappresenta un tassello imprescindibile nella politica governativa volto al raggiungimento degli obiettivi sanciti dal protocollo di Kyoto. Utilizzare in maniera efficiente l'energia, riducendo gli sprechi, associandovi Pag. 14un modello abitativo confortevole e creando nel contempo nuove opportunità di mercato, può rappresentare una vera e propria sfida per il modello economico italiano.
Queste norme hanno l'ambizione di creare una nuova mentalità, che valorizzi anche la ricerca e lo studio di nuove ipotesi abitative, dove la sicurezza sia la parola d'ordine, dove comfort abitativo significhi anche poter vivere in sicurezza in una reale struttura antisismica, soprattutto in quelle zone dove il rischio è estremamente elevato, una mentalità purtroppo carente in Italia, come l'attualità ci insegna. Per tale ragione mi preme evidenziare il voto favorevole del gruppo Futuro e Libertà al provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dionisi. Ne ha facoltà.

ARMANDO DIONISI. Signor Presidente, colleghi, la proposta di legge in approvazione si propone di elevare la qualità dell'edilizia residenziale sia pubblica che privata, di assicurare il risparmio energetico, la tutela dell'ambiente e il benessere dei cittadini. È un buon provvedimento, che abbiamo condiviso in Commissione e contribuito a migliorare con emendamenti. È uno dei pochi provvedimenti di iniziativa parlamentare e, anche per questa ragione, merita il nostro sostegno.
Negli ultimi anni, le attese e i bisogni hanno subito profonde trasformazioni. Nella società di oggi è cresciuta l'esigenza di porre sempre maggiore attenzione al miglioramento della qualità dell'abitare; è cresciuta la domanda di riorganizzare il territorio e le città in maniera diversa; è cresciuta l'esigenza di iniziative rispettose dell'ambiente e del contesto territoriale; è cresciuta la consapevolezza di progettare e realizzare città più vicine all'uomo e alle sue esigenze. Oggi, è interesse di tutti i cittadini, imprese e istituzioni realizzare case di qualità. La qualità non deve essere un obbligo, ma una scelta per l'ammodernamento del settore edilizio e la riqualificazione del patrimonio esistente.
Una politica dell'ambiente e del risparmio energetico deve rivolgere la sua attenzione a queste nuove sfide, che andrebbero adeguatamente sostenute con incentivi e risorse consistenti. L'obiettivo più ambizioso è di spostare il mercato immobiliare dalla quantità alla qualità. In altri termini, se fino a qualche anno fa era sufficiente assicurare un tetto alle persone, oggi, pretendiamo livelli più alti di comfort e di benessere. Non basta una casa qualsiasi: vogliamo un'abitazione tranquilla, sicura, salubre ed ecologica.
L'introduzione di standard minimi di efficienza energetica e di qualità rappresenta un primo passo significativo per ammodernare il settore edilizio. Per semplificare con uno slogan, con questo provvedimento introduciamo il «bollino blu» della casa per certificare le quantità di emissioni di CO2. Nelle nostre abitazioni, ormai, assorbiamo circa il 40 per cento dei consumi energetici e, conseguentemente, contribuiamo in modo consistente al riscaldamento del pianeta.
Il nostro patrimonio abitativo è stato edificato per la gran parte negli anni Cinquanta e Sessanta, quando la domanda imponeva la costruzione di alloggi in gran numero a scapito della qualità. Oggi, gran parte di questo patrimonio, pubblico e privato, è in stato di degrado, con conseguenti aumenti dei consumi energetici.
Gli interventi di manutenzione sono principalmente di emergenza e non rivolti al miglioramento qualitativo. Negli altri Paesi europei, da anni, si segue la linea di legare la riqualificazione edilizia all'obiettivo di migliorare l'efficienza energetica con l'uso di fonti rinnovabili. Anche in Italia, a mio avviso, dobbiamo percorrere questa strada se vogliamo risparmiare energia e migliorare la qualità della vita. Negli ultimi anni, è noto che molte regioni, nel nostro Paese, hanno approvato provvedimenti in questa materia, prevedendo, tra l'altro, agevolazioni per soluzioni ecocompatibili, per il risparmio energetico e per l'uso dei materiali edili.
Pag. 15Il provvedimento in oggetto, tra l'altro, deve cercare di armonizzare la politica della qualità abitativa su tutto il territorio nazionale, salvaguardando alcune specificità locali. Ho già sottolineato che è un buon provvedimento, con alcuni limiti che voglio di nuovo sottolineare: l'assenza di una visione strategica del territorio, la scarsità delle risorse disponibili. Certamente, non è un provvedimento in grado di dare uno «scossone» al settore edilizio.
La crisi delle costruzioni non registra segnali di ripresa, anche nell'anno 2011. L'occupazione ha perso 250 mila posti di lavoro dall'inizio della crisi. Il numero degli iscritti alle casse edili aumenta. Il numero delle imprese che chiudono continua a crescere.
Approvare una buona legge è utile, ma non sufficiente a rilanciare un settore che avrebbe bisogno di altre politiche e di altri sostegni economici. È arrivato il momento di mettere in campo una politica economica che guardi allo sviluppo. Occorre attivare da subito le risorse statali e degli enti locali per le opere cantierabili, rivedendo anche il Patto di stabilità, nonché concertare con le regioni un Piano casa capace di stimolare la crescita e la ripresa economica.
Concludo, signor Presidente, ringraziando il relatore e i colleghi della Commissione, per il lavoro svolto. Per le brevi argomentazioni che ho svolto finora, ritengo che la proposta di legge al nostro esame meriti l'approvazione e a nome del gruppo dell'Unione di Centro dichiaro il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzarin. Ne ha facoltà.

MANUELA LANZARIN. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la presente proposta di legge - Sistema casa qualità - presentata dal gruppo della Lega Nord, in particolare dal collega Guido Dussin, che ringrazio, introduce un sistema unico di certificazione della qualità in edilizia abitativa, intendendo coniugare la certificazione energetica con la sostenibilità ambientale e il benessere dei fruitori finali.
Si tratta di un approccio nuovo all'edilizia, che diventa un vero e proprio incentivo per elevare la qualità dell'edilizia residenziale; un marchio di qualità da applicare in primis agli edifici residenziali, sia pubblici che privati; una risposta valida all'esigenza dell'abitare, che si concretizza, poi, in una migliore qualità della vita all'interno delle proprie abitazioni e, nello stesso tempo, una migliore e più sostenibile qualità ambientale, andando incontro agli obblighi assunti dal nostro Paese in sede internazionale - pensiamo gli accordi del Protocollo di Kyoto - e agli obiettivi comunitari in materia di energia e clima, in primis la diminuzione delle emissioni di CO2 nell'atmosfera, principale causa dei cambiamenti climatici e dell'effetto serra.
Si tratta di una proposta di legge di indirizzo, che vuole promuovere una nuova cultura e sensibilità, che va nella direzione di evitare le speculazioni edilizie che hanno fortemente compromesso il nostro territorio, di rendere più trasparente il mercato immobiliare, riqualificando il nostro Paese, anche attraverso il recupero del patrimonio esistente, pensando ad un'edilizia più ordinata, più sicura e più accessibile.
Riqualificare il patrimonio edilizio esistente e costruire il nuovo con determinati criteri, attraverso l'utilizzo di materiali naturali ecocompatibili; produrre un concreto risparmio ed efficienza energetica tramite l'impiego di energia da fonti rinnovabili, che si traduce poi in risparmio per le tasche dei cittadini; e ancora, miglior comfort abitativo, riduzione delle fonti di inquinamento, ma anche rilancio dell'economia e di un comparto che sta soffrendo molto in questo periodo: sono gli obiettivi previsti con questa proposta di legge.
Al collega Piffari replico che con questo provvedimento, ma anche con quello sulla disciplina del costruttore edile, si è cercato di mettere ordine ad un comparto che non lo aveva, di stabilire regole ben precise, di porre paletti, di incentivare e di responsabilizzare i costruttori e gli utenti finali, Pag. 16ma anche gli enti locali, che sono poi quelli che dovranno applicare, dare gli indirizzi e incentivare: quindi, anche in questo senso, una sorte di federalismo locale nel promuovere le buone pratiche di costruire e di tutelare il nostro territorio.
Per tutte queste considerazioni e per le politiche che la Lega Nord ha sempre portato avanti in ambito energetico e ambientale, dichiaro il nostro voto favorevole, auspicando che rappresenti effettivamente l'inizio di un nuovo modo di progettare, costruire e tutelare l'ambiente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA. Signor Presidente, oggi l'Aula licenzia questo provvedimento - recante il titolo: «Sistema casa qualità. Disposizioni concernenti la valutazione e la certificazione della qualità dell'edilizia residenziale» - e si appresta a farlo con un voto che si preannuncia di ampia, se non di totale, condivisione.
Il dibattito che si è svolto in questi giorni credo abbia confermato come su questa proposta di legge, una delle rare di iniziativa parlamentare di questa legislatura, sia stato positivo lo sforzo di tutti gruppi, di maggioranza e di opposizione, di ricercare, nel corso dell'esame approfondito che è stato svolto in Commissione ambiente, un testo il più possibile equilibrato, in grado di delineare i pilastri fondamentali dell'innovativo sistema di certificazione che viene proposto, salvaguardando, al contempo, le prerogative che spettano alle regioni e agli enti locali nel nostro ordinamento legislativo.
Uno dei pilastri di questa proposta di legge, chiama in causa un tema essenziale, spesso trascurato nel dibattito pubblico, anche in queste settimane in cui parliamo di energia, in vista del referendum del 12 e 13 giugno: quello delle risparmio e dell'efficienza energetica. Molti studi hanno dimostrato come il comparto edilizio sia uno dei settori dell'economia a più elevato impatto in termini di consumi energetici e di emissioni di gas ad effetto serra, sia in fase di produzione del patrimonio immobiliare, pubblico e privato, sia in fase di gestione e manutenzione. In particolare, il nostro Paese si colloca, purtroppo, ai primi posti per consumi energetici dovuti al riscaldamento invernale degli edifici e per le conseguenti emissioni inquinanti. È un primato poco prestigioso, soprattutto se consideriamo che, all'opposto, siamo fanalino di coda in Europa per l'utilizzo e la diffusione di materiali isolanti, che vanno proprio nell'ottica opposta.
Secondo gli ultimi scenari delineati dall'ENEA, per il conseguimento degli obiettivi comunitari di riduzione delle emissioni di gas serra previsti per il 2020, parte integrante degli impegni che ci siamo assunti a livello europeo e internazionale, con interventi di miglioramento dell'efficienza energetica negli usi finali degli edifici si possono raggiungere risultati importanti di riduzione totale delle emissioni di CO2. Il 25 per cento di queste riduzioni si ottiene attraverso interventi nel settore residenziale e terziario. Sappiamo come su questo tema, quello dell'efficienza energetica, il nostro Paese abbia fatto, negli ultimi anni, alcuni significativi passi in avanti: l'introduzione dello strumento delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, il 55 per cento, fortemente voluto dal precedente Governo, ha consentito di realizzare quasi un milione di interventi e di mobilitare nel Paese un volume di affari e di occupazione considerevole, anche in un periodo di crisi come quello che ha colpito l'edilizia in questi anni. Eppure le vicende, che definirei tormentate, del 55 per cento, ci dimostrano quanto sia difficile assumere come priorità questo tema; l'incertezza della stabilità degli incentivi, il cambiamento in corso d'opera delle modalità di erogazione ne sono un esempio. Allora, il sistema «casa qualità» che oggi, con questa proposta di legge, proponiamo, vuole contribuire a rafforzare nel Paese la consapevolezza che da questo passaggio non si può sfuggire e l'estensione di questo sistema Pag. 17alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente va appunto in questa direzione. Oggi non guardiamo più soltanto alla nuova produzione edilizia, ma soprattutto a quanto c'è da recuperare e riqualificare, sia in ambito pubblico che in ambito privato, incentivando quindi, nel medio termine, soprattutto la riqualificazione energetica degli edifici che sono oggi a bassa prestazione e particolarmente energivori.
In questi giorni la Germania, l'abbiamo letto tutti, ha annunciato un piano di uscita dal nucleare entro il 2020 e, insieme a uno straordinario impegno per sostenere il settore delle rinnovabili, ha previsto lo stanziamento annuo di un miliardo e mezzo di euro di investimenti per risanare le abitazioni e gli edifici pubblici, per contenere e risparmiare sulle spese di riscaldamento. Mi domando allora perché il nostro Paese non sappia mettere in campo una scelta altrettanto decisa e lungimirante. Abbiamo chiesto questa attenzione e crediamo che un passo in avanti si possa fare anche con questa proposta di legge, che oggi ci apprestiamo ad approvare, ma non basta. C'è bisogno davvero, in questo caso, di una scelta di campo, di una scelta definitiva. Il gruppo del Partito Democratico continuerà a sostenerla anche nell'esame dei prossimi provvedimenti.
La proposta di legge che oggi approviamo non si occupa soltanto di aspetti energetici e di ecosostenibilità. L'articolo 6, di cui abbiamo discusso ampiamente anche questa mattina, ci parla di requisiti di comfort e di fruibilità degli alloggi. Abbiamo contestato la formulazione dell'articolo 6 credendo che si potesse scrivere e formulare in una maniera più organica rispetto al resto della proposta di legge, ma non abbiamo contestato il senso e il valore dei suoi contenuti.
Questa proposta di legge deve avere anche un valore di stimolo e di promozione nel contribuire a creare, nel nostro Paese, una cultura della progettazione e della realizzazione edilizia prima di tutto più attenta agli obiettivi ed ai requisiti di comfort e di fruibilità degli alloggi a favore degli utenti, ma anche ispirata e orientata alla progettazione avanzata del settore terziario che pur rappresenta un fronte importante di sperimentazione e che, nel provvedimento, abbiamo previsto come possibilità di estensione da parte delle regioni.
Questa proposta di legge che alcuni colleghi correttamente hanno definito una legge-quadro, presenta però, e non possiamo esimerci dall'evidenziarlo come ha già fatto durante la discussione sulle linee generali il collega Morassut, una dissonanza evidente con i contenuti dell'articolo 5 del cosiddetto «decreto sviluppo» di cui discuteremo tra qualche giorno in quest'aula. Tale provvedimento all'articolo 5 mostra, appunto, ancora una volta, l'assenza di una visione organica; è un elenco di misure parziali ispirate ad un generico rilancio del settore edilizio che invece si è già rivelato nella sua fallimentarietà nel Piano Casa 1 e 2 e che si limita ad indebolire il sistema di programmazione e dell'uso del territorio di fatto senza alcuna reale semplificazione a vantaggio e a tutela dei cittadini.
Questa proposta di legge, che anche noi consideriamo positiva nei suoi aspetti complessivi e nei suoi intenti, sconta però anche un altro limite grave che è quello di non poter avere contato, in questi mesi di discussione anche di sostanziale riscrittura nell'ambito della Commissione, su un sostegno più deciso e convinto da parte del Governo, in particolare del Ministero dell'ambiente. Quest'ultimo dovrebbe vedere nell'efficienza energetica e nell'innalzamento della qualità del nostro patrimonio edilizio una straordinaria occasione sia per concorrere al raggiungimento degli obiettivi che sono stati assunti a livello europeo sia per innescare nel Paese, nel settore edilizio e nell'uso del territorio, dei comportamenti virtuosi e orientati appunto alla riduzione dei consumi energetici.
In questa proposta di legge, e concludo, c'è un'altra grande carenza: non c'è alcun sostegno reale, neanche da un punto di vista economico, alla diffusione e all'affermazione neanche per le regioni - almeno per quelle che ancora non lo hanno fatto Pag. 18- che saranno chiamate ad implementare il sistema di certificazione «casa qualità». Non c'è alcuna risorsa.
Attraverso alcune proposte emendative del Partito Democratico, poi condivise, anche grazie alla disponibilità del relatore ed a quella del collega Dussin, primo firmatario del provvedimento, ci siamo in qualche modo battuti affinché venissero perlomeno mantenuti e salvaguardati all'interno della proposta di legge gli aspetti della disciplina di formazione dei certificatori e dell'Osservatorio, uno strumento che ci è stato, in qualche modo, indicato come fondamentale anche nel ciclo di audizioni che abbiamo svolto per verificare l'effettiva attuazione ed efficacia di questo provvedimento.
Purtroppo non vi sono risorse, lo dicevo prima, e vorrei comunque sottolineare, non me ne voglia il Governo, come forse, in maniera un po' strumentale e sicuramente per evitare un voto che avrebbe messo in difficoltà la maggioranza, ha accolto l'ordine del giorno a mia prima firma e a firma di altri deputati del Partito Democratico, con il quale si impegna il Governo a prevedere, nell'ambito dei prossimi provvedimenti, l'individuazione di adeguate risorse finanziarie aggiuntive a quelle previste e speriamo confermate e stabilizzate per la detrazione del 55 per cento in modo da sostenere convintamente la diffusione del sistema «casa qualità» anche attraverso l'introduzione di incentivi ad hoc.
Concludo, signor Presidente, preannunziando il voto favorevole del gruppo Partito Democratico su questa proposta di legge, convinti che vi sia bisogno di intervenire con una legge di indirizzo e di principio nel sostenere e facilitare un processo di innalzamento della qualità edilizia nel nostro Paese. Oltre al voto del Parlamento, chiediamo però, in maniera altrettanto forte, un impegno conseguente da parte del Governo affinché questo ordine del giorno non resti un impegno generico sulla carta, ma si traduca presto in atti concreti per rendere anche in qualche modo onore al lavoro importante che è stato fatto in quest'Aula con l'approvazione di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gibiino. Ne ha facoltà.

VINCENZO GIBIINO. Signor Presidente, non vorrei dilungarmi troppo e quindi consegnerò il mio intervento, vorrei svolgere comunque qualche riflessione perché in Italia la casa e le costruzioni dalla metà degli anni Cinquanta sono diventate l'«essere» del Paese.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
ROSY BINDI (ore 11,30)

VINCENZO GIBIINO. I processi di inurbamento a metà degli anni Cinquanta hanno consentito sia agli italiani dal sud al nord e dalle campagne alle città di poter trovare casa, ma hanno portato anche, da una parte, a considerare la casa come un investimento e, dall'altra, a consentire a tanti di fare speculazione.
Ricordiamo i grandi introiti dei costruttori, che l'85 per cento degli italiani è proprietario almeno di una casa e che la metà di questi ha più di una casa. Però questo ha portato ad uno sviluppo disarmonico del nostro Paese, ha portato a degrado e consumo del territorio, ha portato ad aree che non sono compiutamente infrastrutturate dal punto di vista di una infrastrutturazione primaria e secondaria, ha portato problemi di mobilità e di costi, ha creato case che sono «energivore», cioè fredde di inverno, e quindi costose da riscaldare, e calde d'estate, e quindi costose da raffreddare.
Poi un grande problema di questo Paese è il dissesto idrogeologico. Con questa proposta di legge, che abbiamo chiamato oggi legge-quadro, si cambia passo, non si pensa più al metro cubo su metro quadrato. Devo ringraziare particolarmente la lungimiranza dei presentatori di questa legge, del nostro collega Guido Dussin, ma anche la determinazione, unita Pag. 19alla moderazione, del nostro relatore Mauro Pili, che è riuscito a condurre in porto questa proposta di legge alla prima approvazione in questo ramo del Parlamento con una volontà, da parte della Commissione prima, e dall'Aula dopo, di riconoscersi in questo provvedimento.
Parlare di case, ritornando indietro di qualche anno e oggi parlare di sostenibilità ambientale, di contenimento energetico, di benessere dei fruitori, la dice lunga di come stiamo cambiando il modo di costruire la nostra Italia. L'articolo 5 segnala una serie di classi e categorie per individuare la tipologia di appartamento. Oggi compriamo una casa solo per la vista che ha o per quanti metri quadrati ha; domani ci chiederemo se quella casa consuma o non consuma, se è lontana o vicina al centro abitato.
L'articolo 6 elenca non semplicemente i requisiti che la casa deve avere, ma va oltre, per accedere ad un concetto dell'abitare che ricomprende molto, ma molto di più, di quello che oggi l'italiano valuta nell'acquisto di una casa. L'articolo 9 attribuisce poi a Stato, regioni, province e comuni la possibilità di assegnare a quanti costruiscono in qualità, o riqualificano i beni immobili in qualità, premialità, incentivi finanziari, dando la priorità a programmi di edilizia convenzionata e sovvenzionata perché si rivolgano alla qualità.
In questo senso, parlare di qualità anche per le case di edilizia residenziale pubblica e sociale significa in questo Paese, per la prima volta, legittimare che non esistono cittadini italiani di serie «A», con belle case, e cittadini di serie «B» sfortunati, che abitano case di serie «B», ma che la qualità deve essere per tutti.
In questo senso, non possiamo far sì che gli enti-casa costruiscano case di qualità con un canone locativo basso, ma dobbiamo spingere Stato, regioni, province e comuni a dare premi incentivanti a quanti costruiscono per le persone meno abbienti. Auspichiamo regolamenti comunali che finalmente siano intelligenti e stabiliscano che una casa che ha uno spessore, una camera d'aria, che coibenta e che è più fresca d'estate e più calda d'inverno, non fa cubatura e quindi ciò spinga i costruttori a costruire meglio.
La riduzione di oneri di urbanizzazione poi, di imposte, di tasse comunali, di ICI oggi e di IMU domani, andrà verso la possibilità di consentire al mercato di avere case migliori, anche se più competitive dal punto di vista dell'imposizione fiscale.
L'articolo 3 di questa proposta di legge reca le linee guida, ossia ciò che dovrà immaginare, pensare ed attuare il Ministro dell'ambiente, il suo Ministero e così anche il Ministro delle infrastrutture ed il suo Ministero, di concerto con il lavoro del Parlamento e delle Commissioni competenti che si dovranno occupare di questa materia. Questo la dice lunga sul fatto che questa legge quadro è un cambio di passo, ma è anche un segnale della volontà del Governo e di tutto il Parlamento di andare verso un'Italia nuova, con un nuovo concetto di abitare.
In questo senso poi, rivolgendomi al collega Piffari quando si riferisce ad un piano casa che non decolla, mi piace guardare sempre la bottiglia mezza piena: mi riferisco al Parma social house, il fondo di investimento immobiliare frutto della legge dell'agosto 2008, al piano casa 1 che ha posto la prima pietra. Sono aperti quattro cantieri e gli investimenti ammontano a 130 milioni di euro e non andiamo solamente verso l'edilizia residenziale pubblica e sociale ma verso quella fascia grigia composta da famiglie monoreddito, anziani, immigrati regolari e famiglie monogenitoriali che hanno un solo stipendio e che faticano ad arrivare a fine mese, dovendo pagare un affitto importante.
In questo senso, ribadisco il mio voto favorevole alla proposta di legge in esame e quello di tutto il gruppo del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

Pag. 20

PRESIDENTE. Onorevole Gibiino, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Correzioni di forma - A.C. 1952-A)

MAURO PILI, Relatore. Chiedo di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, vi prego di prestare un attimo di attenzione perché il relatore sta proponendo una correzione formale.

MAURO PILI, Relatore. Signor Presidente, ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento, ai fini del coordinamento formale delle disposizioni contenute nella proposta di legge A.C 1952-A, propongo la seguente correzione di forma:
all'emendamento Piffari 8.30, approvato dall'Assemblea, riferito al comma 1 dell'articolo 8, la parola: «certificazione» deve intendersi sostituita dalla seguente parola: «dichiarazione», poiché il citato comma fa riferimento esclusivamente alla dichiarazione necessaria ai fini dell'inserimento nel sistema «casa qualità».
Colgo l'occasione, signor Presidente, se me lo consente solo per un attimo, per ringraziare davvero l'impegno e la competenza dei funzionari della Commissione ambiente della Camera, il presidente Alessandri per aver voluto concludere in tempi relativamente brevi questo provvedimento in Commissione e anche, mi consenta, i colleghi di maggioranza, il collega Guido Dussin, primo firmatario, e i colleghi della minoranza della Commissione per il lavoro svolto con serietà, buonsenso e, mi sia consentito, anche con lungimiranza.
Questo è un provvedimento di civiltà, di modernità e che sicuramente merita l'attenzione del Governo per gli incentivi necessari per rendere questo provvedimento attuativo e importante per la ripresa economica e sociale del nostro Paese.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la correzione di forma proposta dal relatore si intende approvata.
(Così rimane stabilito).

(Coordinamento formale - A.C. 1952-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1952-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 1952-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzocchi, Paolo Russo, Palmieri, Taddei... Presidente Buttiglione... Presidente Lupi... Onorevole Lazzari... Ancora il Presidente Buttiglione ... I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Sistema casa qualità. Disposizioni concernenti la valutazione e la certificazione della qualità dell'edilizia residenziale» (1952-A):

Presenti 496
Votanti 471
Astenuti 25
Maggioranza 236
Hanno votato 471
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Pag. 21

Prendo atto che il deputato Mazzarella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Melchiorre ed altri; Gozi ed altri; Di Pietro ed altri; Bernardini ed altri: Norme per l'adeguamento alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale (A.C. 1439-1695-1782-2445-A) (ore 11,40).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge di iniziativa dei deputati Melchiorre ed altri; Gozi ed altri; Di Pietro ed altri; Bernardini ed altri: Norme per l'adeguamento alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale.
Ricordo che nella seduta del 27 aprile 2011 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
Avverto che la Commissione ha presentato gli emendamenti 10.100 e 15.100 che sono in distribuzione (vedi allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate) e con riferimento ai quali risulta alla Presidenza che i gruppi abbiano rinunciato ai termini per la presentazione dei subemendamenti.
Avverto, inoltre, che prima dell'inizio della seduta, l'emendamento Di Pietro 15.10 è stato ritirato dai presentatori.

(Esame degli articoli - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato della Commissione.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate).

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO RAO, Relatore. Signor Presidente, il parere sull'articolo aggiuntivo Di Pietro 1.010, nonostante a titolo personale vi sarebbe da fare un ragionamento articolato, è contrario. Infatti, in sede di Comitato dei nove - come i colleghi sanno - si effettua una valutazione ponderata anche sulla base della consistenza dei gruppi. Il relatore si esprime in base a quanto deciso dalla Commissione e pertanto il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Scilipoti, Braga, Ferranti, Mazzarella, Porta, Scandroglio, Dal Lago, Siliquini, Dozzo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 499
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
499).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Di Pietro 1.010.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

Pag. 22

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, intervengo sulla prima proposta emendativa delle numerose che il nostro gruppo ha presentato. Il primo blocco dei nostri emendamenti si riferisce agli adeguamenti di carattere processuale, trattandosi di armonizzare il nostro ordinamento con l'attività della Corte penale internazionale, mentre il secondo blocco riguarda l'adeguamento dell'ordinamento penale interno all'attività della Corte penale internazionale, come richiesto dall'articolo 70 dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale.
La posizione del nostro gruppo è questa: considerato che il Governo ha dichiarato che ci sono tempi necessari per studiare l'adeguamento del nostro ordinamento processuale e del nostro ordinamento sostanziale all'attività della Corte penale internazionale - sono conseguenti all'approvazione di questo testo unificato, che riguarda l'adeguamento minimo del nostro ordinamento all'attività della Corte penale internazionale -, noi potremmo accedere ad una ipotesi di ritiro dei nostri emendamenti, nel caso in cui il Governo accettasse un ordine del giorno che preveda anche l'adeguamento ulteriore e successivo con grande rapidità, per quanto riguarda sia la normativa di carattere processuale, sia la normativa di carattere sostanziale.
Faccio presente che numerosi nostri emendamenti prevedono, ad esempio, che siano puniti in Italia, se commessi da cittadini italiani nel nostro territorio, tutti i reati che sono oggi previsti dal nostro ordinamento a tutela del funzionamento delle nostre corti, ma che non sono estensibili automaticamente alla tutela della Corte penale internazionale, per il divieto di applicazione analogica della legge penale.
Perciò, noi riterremmo opportuno verificare se c'è una disponibilità del Governo a considerare l'esigenza di un adeguamento rapido con un proprio disegno di legge in materia processuale ed in materia sostanziale, alla luce sia delle previsioni normative previste dallo statuto della Corte penale internazionale, sia anche dalle esigenze del nostro ordinamento interno. A questa risposta subordinerei l'ipotesi del mantenimento e quindi della votazione dei due blocchi di emendamenti che l'Italia dei Valori ha presentato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, intervengo soltanto per dire che in sede di Comitato dei nove, ma anche nell'ambito dei lavori di Commissione, il Popolo della Libertà ha già dato la sua disponibilità ad appoggiare un ordine del giorno che vada nella direzione di impegnare il Governo ad inserire nell'ordinamento nazionale quei reati richiamati dallo statuto della Corte penale internazionale che non trovassero eventualmente corrispondenza in norme già previste dal nostro diritto nazionale. Lo stesso ritengo di dover fare di fronte alla richiesta del rappresentante dell'Italia dei Valori, che pone una questione analoga.
Infatti, tra le disposizioni dello statuto della Corte penale internazionale ve ne sono alcune, in particolare l'articolo 70, che pongono analoghe questioni per quanto riguarda le norme dell'ordinamento penale nazionale con riferimento a determinati reati che coinvolgano nella fase delle indagini e nella fase investigativa anche aspetti relativi ai procedimenti davanti alla Corte penale internazionale.
Con queste premesse, signor Presidente, ritenevo, così com'è avvenuto in sede di Commissione, di ribadire anche in questa occasione, formalmente, la nostra disponibilità ad approvare un ordine del giorno che vada in quella direzione, che credo anche il Governo, ragionevolmente, possa accettare senza grossi problemi.

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Pag. 23Presidente, il Governo concorda, in buona sostanza, con quanto prima esternato e sottolinea che è conforme a quanto dichiarato adesso dall'onorevole Contento. Abbiamo lavorato in questi minuti sulla formulazione di un ordine del giorno, sul quale stiamo verificando una vasta convergenza. Credo che anche l'Italia dei Valori possa accettarlo; in quel caso, nulla osta a quanto dichiarato prima dal collega.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siliquini. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, intervengo solo per dire che anche il gruppo di Iniziativa Responsabile, già in Commissione, in sede di Comitato dei nove, aveva dato la disponibilità formale ad assumere questa posizione, che mi sembra di capire adesso si vada a concretizzare con un ordine del giorno, al quale siamo favorevoli. Voglio dirlo e ribadirlo ora, dopo l'intervento del Viceministro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, abbiamo presentato dei successivi emendamenti che riguardano fattispecie incriminatrici specifiche. Sappiamo che non sono sicuramente esaustivi, ma con i nostri emendamenti abbiamo sostanzialmente rappresentato la necessità di un coordinamento della legislazione penale vigente per l'adattamento proprio a quei crimini internazionali e in applicazione, per rendere operativo lo statuto.
Su questo punto noi del Partito Democratico abbiamo già presentato anche un ordine del giorno, su cui, proprio in sede di Comitato dei nove, vi è stata l'adesione da parte del Governo e l'impegno ad una rivisitazione sistematica della legislazione, proprio per evitare questioni attinenti alla vecchia giurisdizione. L'esame dei nostri emendamenti sarà successivo: vediamo adesso l'andamento dei lavori dell'Assemblea.

FEDERICO PALOMBA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, intervengo nuovamente ed eccezionalmente perché ho fatto un interpello al Governo, il Governo ha risposto e devo dire quali sono le conseguenti valutazioni del mio gruppo.
A noi interessavano due cose: in primo luogo, una valutazione non negativa nei confronti dei nostri emendamenti, e cioè una comprensione dell'esigenza di intervenire successivamente su questi punti. Anche noi abbiamo interesse ad approvare rapidamente questo testo base. Constatiamo con favore il fatto che il Governo e le forze di opposizione ritengano necessario una modifica, sotto diversi profili, sia della normativa processuale sia della normativa sostanziale, per l'adeguamento della nostra disciplina penalistica alla tutela della Corte penale internazionale. In questo senso, accolgo positivamente l'intervento del collega Contento, così come l'intervento del Governo.
La seconda questione che ci interessava era un'espressione pubblica di impegno del Governo sotto questo profilo, che è venuta dal Viceministro Castelli; per noi, questo è sufficiente.
Ovviamente, vi sono due punti. Non ci impicchiamo alle parole, non ci impicchiamo al fatto che sia previsto esplicitamente nell'ordine del giorno che si tratti di reati contro l'amministrazione della giustizia, perché tanto, nell'articolo 70, vi è scritto che si tratta di reati contro l'amministrazione della giustizia e che, sotto questo profilo, dobbiamo assolutamente adeguare il nostro ordinamento interno.
Il secondo punto, che emergerà dall'ordine del giorno da noi presentato e sul quale, con contatti informali, il Governo ha già dato la propria disponibilità, concerne il fatto che il Governo presenti un disegno di legge con la necessaria celerità che questo fatto richiede.
Sotto questo profilo, signor Presidente, avute queste assicurazioni pubbliche in Pag. 24Aula, ritiriamo tutti gli emendamenti che abbiamo presentato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.

MATTEO MECACCI. Signor Presidente, non voglio andare contro questa intesa che è emersa adesso tra i gruppi presenti in Aula, però credo sia opportuno fare una riflessione, per onestà intellettuale, su come si è arrivati a questo punto.
Arriviamo all'adozione della normativa interna per rendere applicabili le norme dello statuto di Roma, istituito, appunto, in questa città con iniziative di tutti i Governi di centrodestra e di centrosinistra del nostro Paese, a dieci anni dall'adozione dello statuto stesso. Ora, il Governo oggi dice che occorre ancora tempo per valutare se nel nostro ordinamento si debba o meno intervenire per adeguare la normativa penale alle norme dello statuto di Roma. Questo non è un modo serio di legiferare, signor Presidente, e testimonia anche che la qualità del processo legislativo del nostro Paese è ormai degradata.
Credo che se vi è un impegno previsto in un ordine del giorno si possa chiedere, con tutta tranquillità, al Governo anche di stabilire un termine temporale entro il quale intende presentare alla Commissione giustizia della Camera un progetto di legge di adeguamento normativo sostanziale rispetto alle norme che sono state citate (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, intervengo per dire, a nome del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo, che, in relazione ad alcuni provvedimenti, il lavoro parlamentare fatto di accordi e di intese raggiunte anche in Commissione, deve avere un suo significato. Il lavoro fatto in Commissione, soprattutto dal relatore, onorevole Rao, aveva portato al risultato di riportare alla sintesi di un ordine del giorno anche il contenuto di alcuni emendamenti che non potevano essere approvati.
Per noi del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo va bene l'intesa che è stata raggiunta, anche se l'impegno del Governo deve trovare, anche nella tempistica, modalità di attuazione che siano soddisfacenti.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, non ho capito bene se il relatore abbia pronunciato il parere sulle proposte emendative riguardanti solamente l'articolo 1 o tutti gli articoli del provvedimento in esame. Evidentemente, signor Presidente, vi sarebbe un'incongruenza da verificare nel senso che, se il parere del relatore è negativo su tutte le proposte emendative che riguardano l'intero provvedimento, non si capisce perché stiamo discutendo su una questione che concerne, in realtà, sostanzialmente, un invito al ritiro degli emendamenti. L'invito al ritiro degli emendamenti proviene dal Governo o dal relatore? Dal relatore non l'ho sentito pronunciare.
Vorrei, quindi, che si chiarisse la questione in modo tale che diventi più chiaro come si deve procedere, visto che il gruppo Partito Democratico non ha ancora ritirato le proposte emendative presentate. È chiaro, e lo dico anche al collega Ria, che abbiamo grande rispetto di tutti i lavori che si svolgono in Commissione, ma abbiamo anche grande rispetto del lavoro che svolge l'Aula collegialmente.
Quando sono presentate delle proposte emendative, il merito riguarda le singole proposte e l'effetto che queste producono sul provvedimento complessivo. Non siamo nella fase della discussione sul complesso degli emendamenti, che è già stata superata e che non si è svolta relativamente all'articolo 1. Pag. 25
Quindi chiedo, signor Presidente, che, almeno dal punto di vista regolamentare, si segua la procedura che detta il nostro Regolamento.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, è esattamente così. Infatti, informalmente il relatore ha annunciato un parere contrario su tutte le proposte emendative, ma, come lei sa, formalmente questo parere dovrà essere ripetuto in relazione alle singole proposte emendative presentate, articolo per articolo.

ROBERTO RAO, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO RAO, Relatore. Signor Presidente, intervengo con l'occasione perfettamente in linea con quanto lei ha già detto e con quanto correttamente chiedeva il collega Quartiani.
Avevo espresso una questione di carattere politico generale. Il mio orientamento - colgo l'occasione per dirlo - è che personalmente alcuni emendamenti, dal mio punto di vista personale e politico, sarebbero stati condivisi, ma come relatore ho spiegato sin da adesso il perché, quando lei mi chiamerà ad esprimere i pareri sulle singole proposte emendative, formulerò un invito al ritiro o sarò costretto ad esprimere, a nome del Comitato dei nove, il parere contrario della Commissione.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo solo per un chiarimento perché forse ho fatto confusione. Io ho compreso che alcune proposte emendative verranno ritirate, di volta in volta, e che altre non verranno ritirate. Alcune vengono ritirate in ragione del fatto che il Governo esprimerebbe un parere favorevole rispetto a degli ordini del giorno....
Signor Presidente, se non le interessa posso lasciare perdere.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti...

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, siccome ho sentito che il Governo sarebbe disponibile ad esprimere un parere favorevole su alcuni ordini del giorno che sostituirebbero delle proposte emendative, che vengono ritirate, e siccome ho percepito - può darsi che ho capito male - che vi sono delle proposte emendative simili, se non addirittura identiche, che vengono mantenute, suggerirei alla Presidenza di fare una verifica, nel momento in cui vengono ritirate delle proposte emendative e ne vengono votate altre simili, e di avvisare coloro che pensano che sarà votato l'ordine del giorno di simile contenuto, che quell'ordine del giorno non sussisterà. Infatti, se si vota una proposta emendativa su un argomento, non è più possibile presentare degli ordini del giorno che ne riproducano il contenuto. Suggerisco ciò per evitare che, chi è convinto che poi voterà un ordine del giorno, invece non possa poi votare nulla.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Giachetti, penso che i colleghi sappiano che, quando viene respinto un emendamento, su quel tema non è presentabile l'ordine del giorno, però è bene sempre ricordarlo.
Approfitto per chiedere all'onorevole Palomba se ha ritirato soltanto questo articolo aggiuntivo o tutte le sue proposte emendative.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, ho approfittato della discussione su questo primo articolo aggiuntivo per fare un discorso generale sul riconoscimento da parte del Governo della serietà della nostra proposta e sull'impegno dello stesso Governo a presentare un disegno di legge, entro breve tempo, in relazione al blocco delle proposte emendative che riguardano le questioni processuali e quelle sostanziali in adeguamento all'articolo 70.
Trattandosi di una considerazione generale, ritiriamo tutte le nostre proposte emendative.

PRESIDENTE. Sta bene.

Pag. 26

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate) al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Scilipoti, Mura, Vannucci, Landolfi, Mondello, Vanalli, Porfidia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 504
Astenuti 1
Maggioranza 253
Hanno votato
504).

Sull'ordine dei lavori (ore 12).

DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, sarò brevissimo. Questa mattina è arrivata alla sede torinese del Partito Democratico una busta con minacce e proiettili, ancora nei confronti degli onorevoli Esposito e Giorgio Merlo, che già le avevano ricevute nei giorni scorsi per la loro posizione sulla TAV.
Contemporaneamente, nel piccolo paese di Borgiallo, l'onorevole Morgando, segretario regionale del PD, ha trovato sotto casa delle scritte molto «impegnative». Oltre che ad esprimere la solidarietà dell'Assemblea, chiedo alla Presidenza di attivarsi presso il Ministero dell'interno perché ogni cosa possa essere fatta per tutelare il diritto dei parlamentari di esprimere la propria opinione senza essere oggetto di minacce così violente e preoccupanti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori, Unione di Centro per il Terzo Polo e di deputati del Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Franceschini, la Presidenza si unisce alla solidarietà che l'Aula sta esprimendo con questo applauso. Sarà cura della Presidenza attivarsi presso il Ministero dell'interno perché vengano effettuati gli accertamenti necessari, mentre naturalmente si esprime condanna nei confronti di ogni forma di intimidazione.

Si riprende la discussione (ore 12,05).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3. Avverto che l'unica proposta emendativa ad esso presentata è stata ritirata (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate).
Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Razzi, onorevole Fugatti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 504
Astenuti 1
Maggioranza 253
Hanno votato
504).

Pag. 27

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vignali, onorevole Madia, onorevole Gnecchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 503
Astenuti 1
Maggioranza 252
Hanno votato
503).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Paolini, onorevole Lo Monte... I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 503
Astenuti 1
Maggioranza 252
Hanno votato
503).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calearo Ciman... L'onorevole Madia ha votato. Onorevole Saltamartini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 503
Astenuti 4
Maggioranza 252
Hanno votato
503).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7. Avverto che l'unica proposta emendativa ad esso presentata è stata ritirata (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate).
Passiamo dunque ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Nirenstein ha votato. L'onorevole Dussin ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 502
Astenuti 3
Maggioranza 252
Hanno votato
502). Pag. 28

Prendo atto che il deputato Viola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Miotto, onorevole Mariarosaria Rossi, onorevole Di Biagio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 500
Astenuti 3
Maggioranza 251
Hanno votato
500).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sbai, onorevole Moroni, onorevole Gnecchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 505
Astenuti 3
Maggioranza 253
Hanno votato
505).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO RAO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 10.100.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, il Governo accetta l'emendamento 10.100 della Commissione.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.100 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, onorevole Lo Monte, onorevole Rossomando, onorevole Gentiloni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 506
Astenuti 4
Maggioranza 254
Hanno votato
506). Pag. 29

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gentiloni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 499
Astenuti 5
Maggioranza 250
Hanno votato
499).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, onorevole Merlo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 497
Astenuti 5
Maggioranza 249
Hanno votato
497).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12. Avverto che l'unica proposta emendativa ad esso presentata è stata ritirata (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate).
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Tommaso Foti, Rainieri, Zeller, Fiorio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 503
Astenuti 5
Maggioranza 252
Hanno votato
503).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13. Avverto che l'unica proposta emendativa ad esso presentata è stata ritirata (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate).
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vignali, Baretta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 496
Astenuti 5
Maggioranza 249
Hanno votato
496).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A Pag. 30ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Baretta, Paolini, Boniver...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 495
Astenuti 5
Maggioranza 248
Hanno votato
495).

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate).
Ricordo che l'emendamento Di Pietro 15.10 è stato ritirato.
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO RAO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 15.100 con una piccola precisazione: al comma 2 le parole «unitamente alla traduzione in lingua italiana» devono essere sostituite con le seguenti: «unitamente ad una copia della sentenza e della traduzione in lingua italiana della medesima». Questo perché la richiesta a cui si fa riferimento al comma 2, provenendo da un'autorità italiana è già formulata in lingua italiana e, quindi, rischiava di non essere facilmente comprensibile.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, il Governo accetta l'emendamento 15.100 della Commissione nel testo modificato.

PRESIDENTE. Sta bene.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, se possibile vorrei una precisazione da parte del Governo. Capisco la competenza personale del Viceministro Castelli che sta esprimendo i pareri per il Governo, però non mi pare che il Ministro della giustizia o i sottosegretari della giustizia o chi si occupa dei rapporti con l'Europa non siano al momento in grado di recare un parere in Parlamento.
Capisco che il Viceministro sta dando pareri che, dal punto di vista del merito, sono congruenti, tuttavia vi è un problema che riguarda la delega del Viceministro medesimo, trattandosi di una delega alle infrastrutture.
Poiché fino a poco tempo fa vi era anche il Ministro per i rapporti con il Parlamento e, comunque, c'è il sottosegretario per i rapporti con il Parlamento, vorrei capire, se è possibile - gliene sarei grato, signor Presidente -, su che base il Viceministro sta dando i pareri a nome del Governo e in quale sede, eventualmente, abbia discusso e sia stato delegato a farlo.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, come lei sa è necessaria la presenza del Governo, dopodiché è il Governo stesso a decidere quale Ministro o sottosegretario segue i provvedimenti. La sua obiezione di natura politica evidentemente ha un fondamento, ma la Presidenza non può che constatare che formalmente il Governo sta esprimendo i pareri.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.100 della Commissione, nel testo modificato, accettato dal Governo. Pag. 31
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Rossomando... Onorevole Martinelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 505
Astenuti 2
Maggioranza 253
Hanno votato
505).

Ricordo che l'approvazione dell'emendamento 15.100 della Commissione preclude la votazione dell'articolo 15.

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... Onorevole Portas...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 505
Astenuti 2
Maggioranza 253
Hanno votato
505).

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17. Avverto che l'unica proposta emendativa ad esso presentata è stata ritirata (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate).
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moroni... Onorevole Mazzuca... Onorevole Cuperlo... Onorevole Fogliardi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 503
Astenuti 3
Maggioranza 252
Hanno votato
503).

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi... Onorevole Urso... Onorevole Ferranti... Onorevole Lazzari...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 497
Astenuti 4
Maggioranza 249
Hanno votato
497).

(Esame dell'articolo 19 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19. Avverto che l'unica proposta Pag. 32emendativa ad esso presentata è stata ritirata (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate).
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesa... Onorevole De Poli... Onorevole Calderisi... Onorevole Palumbo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 500
Astenuti 3
Maggioranza 251
Hanno votato
500).

Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 20 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi... Onorevole Vaccaro... Onorevole Piccolo... Onorevole Rossomando... Onorevole Vanalli... Sottosegretario Martini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 504
Astenuti 3
Maggioranza 253
Hanno votato
504).

(Esame dell'articolo 21 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Presidente Casini? Onorevole Libè? Onorevole Scilipoti? Onorevole Simeoni?

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 501
Astenuti 4
Maggioranza 251
Hanno votato
501).

Prendo atto che i deputati Sarubbi e Coscia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 22 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A. C. 1439-A ed abbinate).
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 33

Onorevole Cuperlo?

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 505
Astenuti 4
Maggioranza 253
Hanno votato
505).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo agli articoli aggiuntivi.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ROBERTO RAO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario degli articoli aggiuntivi Ferranti 22.010, 22.011, 22.012, 22.013, 22.014, 22.015 e 22.016.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, se mi è permesso di esprimere il parere.

PRESIDENTE. Certo che le è permesso. Noto una leggera vena polemica.

DONATELLA FERRANTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, ritiro i miei articoli aggiuntivi 22.010 e 22.011. Sull'articolo aggiuntivo 22.012 vi sarà un intervento del collega Touadi.

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo Ferranti 22.012. Chiedo ai presentatori se accedono all'invito al ritiro.

JEAN LEONARD TOUADI. Signor Presidente, come è stato anticipato noi avevamo grande interesse all'approvazione del provvedimento in esame, approvazione tardiva, ma importante per adeguare la nostra legislazione sotto il profilo procedurale e sostanziale alle indicazioni dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale. Signor Presidente, il diritto internazionale è un diritto a sé, perché nell'articolazione tra norma e sanzione le fonti giuridiche internazionali emanano norme che non sono in grado di sanzionare, perché manca proprio l'impianto sanzionatorio a competenza internazionale, a competenza planetaria. È un diritto quindi che si appoggia sulla volontà degli Stati. La Corte ha dunque una competenza complementare, come si dice. Ecco perché le norme di adeguamento devono essere precise, aderenti cioè allo spirito e alla lettera dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale, onde evitare lo stallo dei procedimenti in mancanza dei requisiti della doppia incriminazione.
Signor Presidente, la norma penale, come si sa, non ammette indeterminatezza, non ammette genericità, quindi i nostri emendamenti vanno nel senso di adempiere a questo sforzo di coincidenza tra le norme dello statuto e il diritto interno, anche perché siamo in presenza di fattispecie di reato assai estranee agli scenari di vita individuali e collettivi dei nostri Paesi e dei nostri ordinamenti.
Quindi, il ritiro delle proposte emendative, che è stato preannunciato dal rappresentante di gruppo del Partito Democratico in Commissione giustizia, non può e non deve rappresentare un impegno minore da parte del Governo, proprio perché le norme di adeguamento sono tardive. Infatti, sono passati tanti anni dal varo della Corte penale internazionale e solo oggi il nostro ordinamento interno si adegua.
Proprio a causa di questo adeguamento tardivo, un ulteriore rinvio sine die del Governo, senza una tempistica chiara, sarebbe una penalizzazione, in primo luogo, perché la norma rimarrebbe indeterminata e, quindi, inapplicabile; in secondo Pag. 34luogo, perché, signor Presidente, nel mondo, vi sono milioni di vittime che sono state torturate, i bambini soldato, lo stupro utilizzato come arma di guerra e milioni di persone che guardano all'Europa e all'Italia come patria dei diritti umani e che aspettano giustizia. Essi aspettano, soprattutto, che, nell'agenda internazionale, vi sia la prevenzione dei reati, che avviene anche attraverso il fatto di punirli severamente. Un ulteriore rinvio significherebbe rendere queste vittime due volte tali, togliendo senso all'espressione «comunità internazionale».
Ecco perché l'ordine del giorno che abbiamo presentato chiede al Governo, nel più breve tempo possibile, di accogliere queste norme sostanziali per adeguare le fattispecie di reato del nostro ordinamento interno alle fattispecie contenute nello statuto istitutivo della Corte penale internazionale (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che i presentatori dell'articolo aggiuntivo Ferranti 22.012 lo ritirano.
Prendo atto altresì che i presentatori dei successivi articoli aggiuntivi Ferranti 22.013, 22.014 e 22.015 li ritirano.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Ferranti 22.016 formulato dal relatore.

PASQUALE CIRIELLO. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo mira a colpire il fenomeno dei mercenari, di quanti, cioè, in cambio di danaro o di altra utilità, prendono parte ad un conflitto armato senza appartenere alle Forze armate di alcuna delle parti belligeranti.
Direi che, a parte il profilo etico, che pure è importante, ma è affidato alla coscienza di ciascuno di noi, l'articolo aggiuntivo potrebbe produrre un salutare effetto dissuasivo, essendo noto a tutti che, nei diversi focolai di guerra attivi nel mondo, le truppe mercenarie svolgono un ruolo tutt'altro che secondario.
A chi eccepisse nella norma una qualche venatura utopica, obietterei che chi conosce e ha cuore il tema della tutela dei diritti umani sa bene che questa materia non può viaggiare disgiunta da un pizzico di sana utopia - se mi si passa l'ossimoro, da un pizzico di ragionata utopia -, dovendosi sistematicamente scontrare con il principio di non ingerenza negli affari interni di uno Stato. Diversamente, vi è il rischio di ritrovarci di qui ad altri dieci anni - quanti ne sono trascorsi dall'istituzione della Corte penale internazionale - a declamare l'ennesimo catalogo dei diritti umani debitamente arricchito, ma puntualmente sprovvisto di strumenti concreti di garanzia e di tutela.
Direi che in questo sta il significato dell'articolo aggiuntivo, che noi ritiriamo, ma che affidiamo al Governo attraverso lo strumento dell'ordine del giorno, nell'auspicio che dimostri verso il provvedimento una sensibilità, magari, maggiore di quella dimostrata oggi in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che i presentatori dell'articolo aggiuntivo Ferranti 22.016 lo ritirano.

(Esame dell'articolo 23 - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli La Loggia, Garavini, D'Ippolito Vitale.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ). Pag. 35

(Presenti 497
Votanti 493
Astenuti 4
Maggioranza 247
Hanno votato
493).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 1439-A ed abbinate).
Qual è il parere del Governo?

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, nell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/1439-A/1, ci si riferisce al cyber-crime. Il Governo conviene assolutamente sul fatto che si tratti di una fattispecie di reato che va assolutamente combattuta. Tuttavia, vorrei ricordare che questo tema è stato affrontato sia nel 1998, in sede di costituzione della Corte penale internazionale, sia nella Conferenza di Kampala del 2010, e non si è addivenuti ad alcuna formulazione, in quanto non vi era un accordo tra gli Stati membri.
Pertanto, suggerisco al presentatore dell'ordine del giorno in esame di riformulare il dispositivo - laddove reca: «a farsi portavoce con gli altri Stati della necessità di introdurre tra le competenze della Corte (...) il terrorismo e, nello specifico, il cyber terrorismo (...)» - nel modo seguente: sostituire la parola «con» con la parola «presso», perché in realtà si tratta di convincere gli altri Stati della necessità di introdurre questo reato. Pertanto, premesso che il Governo è favorevole, occorre riformularlo in tal senso.
Su questo tema, se mi consente, signor Presidente, vorrei dire una cosa: con una costanza pari alle fasi lunari, sui nostri giornali compare la critica che questo Governo utilizza troppo i voli di Stato. Noi usiamo i voli di Stato per lavorare. Vorrei che quest'Aula avesse contezza che, se noi approviamo questo ordine del giorno, dovremmo volare nei vari Stati per convincere i Paesi membri della bontà di questa affermazione e, quindi, avremmo un aumento ulteriore dei voli.
Pertanto, con questa avvertenza, e laddove riformulato nel modo indicato, il Governo accetta l'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/1439-A/1.
Il Governo, inoltre, accetta l'ordine del giorno Bernardini n. 9/1439-A/2.
Per quanto concerne i restanti tre ordini del giorno - Ferranti n. 9/1439-A/3, Gozi n. 9/1439-A/4 e Palomba n. 9/1439-A/5 - sostanzialmente si tratta dello stesso testo, diversamente articolato in alcuni particolari.
Il Governo, pertanto, conviene sull'ordine del giorno Ferranti n. 9/1439-A/3 - la cui formulazione ci sembra più adeguata e più logica - e, dunque, lo accetta; invita invece i presentatori degli ordini del giorno Gozi n. 9/1439-A/4 e Palomba n. 9/1439-A/5 a ritirarli, altrimenti non siamo in grado di...

PRESIDENTE. Signor Viceministro, non credo che questo sia possibile. Esprima il suo parere: è contrario?

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, il parere è il seguente: il Governo accetta l'ordine del giorno Ferranti n. 9/1439-A/3, sul quale siamo favorevoli...

PRESIDENTE. Quindi sugli ordini del giorno Gozi n. 9/1439-A/4 e Palomba n. 9/1439-A/5 il parere è contrario?

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. No, signor Presidente, gli ordini del giorno sono gli stessi, ma formulati in maniera diversa. Non credo che possiamo affrontarne tre diversi.

PRESIDENTE. Signor Viceministro, tecnicamente il parere è contrario.

Pag. 36

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Tecnicamente, il parere è contrario, ovviamente.

PRESIDENTE. La qual cosa è abbastanza singolare, trattandosi degli stessi contenuti.
Passiamo alla votazione degli ordini del giorno.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/1439/1, accettato dal Governo, purché riformulato.

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, rimetto la decisione all'Aula. Noi abbiamo tre ordini del giorno che sostanzialmente dicono la stessa cosa, ma in tre modi leggermente diversi. Segnalo questo: noi preferiamo l'ordine del giorno Ferranti n. 9/1439-A/3, altrimenti se l'Aula ritiene che tutti e tre siano accoglibili, possiamo accoglierli. A questo punto però la decisione spetta all'Aula.

PRESIDENTE. Sta bene, il Governo si rimette all'Aula.
Faccio notare però che dalla lettura degli ordini del giorno, si tratta della stessa materia, ma non si può assolutamente dire che siano gli stessi ordini del giorno. Ci sono termini diversi e quant'altro.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non è che l'Aula può dare un parere. Il Governo ha dato il parere su un ordine del giorno, dice che gli altri due sono praticamente identici, sono solo formulati in termini diversi. Il Governo dà un parere su di uno e sugli altri due si rimette all'Aula. Che senso ha? Che il Governo dia il parere, si prenda la responsabilità del parere, e votiamo, così la finiamo con questa roba.

PRESIDENTE. Formalmente il Viceministro può anche rimettersi all'Aula, onorevole Giachetti, ma dal punto di vista del merito delle questioni, l'Aula valuterà.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, mi permetta di dire che trovo gravissimo quanto sta avvenendo. Prima, l'onorevole Palomba ha ritirato tutti gli emendamenti chiedendo prima la disponibilità del Governo ad accettare il suo ordine del giorno e adesso il Governo dice «no». È una cosa di una scorrettezza assoluta (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, voglio precisare che l'accordo con l'onorevole Palomba era stato raggiunto su di una formulazione. Successivamente all'intervento del Governo e successivamente al ritiro degli emendamenti - almeno questo è quello che è accaduto su questo banco - a me è pervenuta la terza formulazione dell'onorevole Palomba, successivamente alla discussione sul ritiro, sull'accettazione. C'è però questo fatto, che mi sembra abbastanza anomalo: ci sono tre ordini del giorno che partono dallo stesso testo, ma vengono formulati, in alcuni punti, diversamente. Io credo che per logica l'Aula dovrebbe accettarne uno e non tutti e tre. Il Governo si rimette all'Aula, l'Aula è sovrana e fa come crede.

Pag. 37

MANLIO CONTENTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, mi picco di appartenere a quella schiera che ritiene che gli accordi politici vadano rispettati. Siccome, quindi, a nome del Popolo della Libertà noi abbiamo preso un impegno nei confronti di Italia dei Valori e anche nei confronti dell'onorevole Palomba, noi chiediamo al Viceministro di esprimere un parere favorevole anche sull'ordine del giorno Palomba n. 9/1439-A/5 e sull'ordine del giorno Gozi n. 9/1439-A/4, perché non abbiamo alcuna difficoltà a dire che quell'ordine del giorno è il frutto di un confronto avvenuto in Commissione e avvenuto in sede di Comitato dei nove. Siccome il Popolo della Libertà ha voluto, lo ribadisco, portare a compimento questo provvedimento che attende da dieci anni, noi, coerentemente con le premesse, come sempre abbiamo fatto, voteremo a favore, se verrà richiesto il voto, su tutti gli ordini del giorno che sono stati presentati (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Italia dei Valori e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

FEDERICO PALOMBA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, evidentemente il Viceministro Castelli è stato catapultato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti direttamente in quest'Aula e parla di cose che evidentemente conosce sommariamente (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), è così. Io ringrazio il collega Contento, che è sempre assolutamente leale nelle sue manifestazioni e che quando impegna il suo gruppo mantiene la promessa.
Signor Viceministro Castelli, avevamo deciso che avremmo rinunciato alla formulazione «Reati contro l'amministrazione della giustizia» per fare riferimento all'articolo 70 e che avremmo rinunciato alla proposizione di un termine di tre mesi, sostituendolo e che tutto il resto sarebbe rimasto uguale.
Noi abbiamo mantenuto il nostro impegno con questo ordine del giorno e non le consentiamo, signor Viceministro, (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) di dire che noi abbiamo cambiato le carte in tavola perché è stato lei a cambiarle.

MASSIMO POLLEDRI. Ma stai calmo!

SANDRO GOZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, anch'io ringrazio il collega Contento e sono molto perplesso per la risposta del Governo. Infatti l'accordo politico si basa su un punto e mi consenta di entrare nel merito. Sono dieci anni che aspettiamo questa normativa e sappiamo tutti che oggi questa normativa è incompleta perché non prevediamo delle fattispecie di reato che sono previste nello statuto della Corte e non sono previste nel codice penale italiano.
L'ordine del giorno a mia firma impegna, sulla base dell'accordo raggiunto, il Governo, a fare le proposte per introdurre queste fattispecie di reato e indica un termine, quello di sei mesi, che credo che, se si sommano ai dieci anni che abbiamo atteso, non sia così eccessivo pretendere che sia rispettato dal Governo. È bene quindi che la maggioranza sostenga il mio ordine del giorno e male che il Viceministro non sia stato in grado di accettarlo così come era naturale nella logica delle cose (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 38

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente credo che siamo di fronte ad un equivoco e credo che l'onorevole Ferranti lo possa confermare. Prima, partendo dall'ordine del giorno che era stato visto anche dall'onorevole Palomba, abbiamo parlato con l'onorevole Ferranti che aveva proposto una riformulazione. Avevamo però capito che quella fosse una riformulazione condivisa da tutta l'opposizione. Apprendo che così non è, ne prendiamo atto e mi dispiace per l'equivoco perché non c'è assolutamente alcuna volontà di addivenire ad un accordo diverso da quello che avevamo preso. Resterà agli atti che però ci sono tre ordini del giorno che da un punto di vista meramente semantico dicono sostanzialmente tre cose diverse. Tutto qua.
Dunque non c'è alcuna volontà di essere in disaccordo con le decisioni prese e credo che a questo punto l'unica cosa che il Governo possa fare è rimettersi all'aula; l'Assemblea è sovrana e voterà nel modo migliore. Mi dispiace che sia nato questo equivoco.

PRESIDENTE. Dunque il Governo resta del parere di rimettersi all'Aula.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, non ho capito se il Viceministro Castelli si rimette all'Aula anche sull'ordine del giorno Ferranti n. 9/1439-A/3 o meno.

PRESIDENTE. No, il parere del Governo sull'ordine del giorno Ferranti n. 9/1439-A/3 è favorevole.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Il Viceministro ha parlato di tre ordini del giorno sui quali il Governo si rimetterebbe all'aula; dunque si rimetterà all'aula solo due ordini del giorno. Tra l'altro su questi due ordini del giorno il Governo ha assunto un impegno sulla base del quale sono stati anche ritirati degli emendamenti da parte dei gruppi e quindi vorrei fare presente che almeno dal punto di vista politico l'incongruenza e la contraddizione sta dalla parte del Governo, non certo dalla parte dei gruppi (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) che hanno collaborato a costruire l'impianto unitario di questa proposta di legge che peraltro è stata inserita all'ordine del giorno del Parlamento su iniziativa dei gruppi di opposizione.
La seconda questione che vorrei affrontare è che non ho capito se il collega Contento come commissario, quindi come portavoce del PdL in Commissione, ha espresso un parere nel senso che si orienterà a dare indicazione di voto favorevole anche sull'ordine del giorno Gozi n. 9/1439-A/4 oppure se su quello c'è un orientamento del PdL contrario.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Basta! Zitto!

PRESIDENTE. Onorevole Siliquini!

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Stiamo parlando del nulla!

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Dunque questa è semplicemente una richiesta di precisazione perché non mi è stata data la possibilità di comprendere esattamente se l'onorevole Contento ha dato la disponibilità al voto favorevole anche sull'ordine del giorno Gozi n. 9/1439-A/4.

PRESIDENTE. L'onorevole Contento ha dato indicazione favorevole anche sull'ordine del giorno Gozi n. 9/1439-A/4.

GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Ah Beh!

PRESIDENTE. Onorevole Siliquini! Per cortesia!

Pag. 39

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, non capisco cosa dica esattamente il Governo perché gli ordini del giorno si rivolgono al Governo e questi deve avere un'opinione, deve accettarli, accoglierli come raccomandazione, accettarli se riformulati nel senso da esso proposto oppure non accettarli.
Rimettersi all'Aula è curioso da parte di un Governo, il quale sta per ricevere un'indicazione dal Parlamento. Quindi, credo che il Governo debba dare un'indicazione, che poi l'Assemblea è libera di attendere o disattendere come crede. Se il Governo non è in condizioni di dare un parere su un ordine del giorno, non è un Governo, e tanto vale che se ne vada (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CASTELLI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, l'onorevole La Malfa è stato anche mio collega di Governo ed è troppo esperto per non sapere che dal punto di vista regolamentare esiste anche questa fattispecie.
Qui ci troviamo di fronte ad un caso curioso: in vent'anni di Parlamento - perché, non so se purtroppo o per fortuna, sono vent'anni che calco questi pavimenti - mi è capitato raramente di trovare una situazione del genere. Mi fa piacere che l'onorevole Ferranti - che mi sembra una persona di buonsenso - faccia segni di assenso. Ci troviamo di fronte ad una questione meramente semantica, lo ribadisco.
Siamo assolutamente d'accordo sulla ratio dell'ordine del giorno, ma ci troviamo di fronte a tre ordini del giorno che dicono la stessa cosa, ma in maniera lessicale leggermente diversa. Il Governo è d'accordo sulla ratio, ma come fa a scegliere uno dei tre? A questo punto scelga e decida il Parlamento cosa fare.

PRESIDENTE. Colleghi, un attimo di pazienza. Il Ministro può rimettersi all'Aula, però mi corre l'obbligo, poiché a questo punto l'Assemblea deve decidere senza un parere del Governo, di far presente le differenze tra i tre ordini del giorno (su uno di questi è stato dato parere favorevole) che consistono nelle seguenti parole: l'ordine del giorno Ferranti n. 9/1439-A/3, sul quale c'è il parere favorevole, usa l'avverbio «celermente», ossia il Governo deve procedere celermente.

GIANPAOLO DOZZO. Sappiamo leggere tutti!

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Palomba n. 9/1439-A/5 usa l'espressione «con grande sollecitudine» e nell'ordine del giorno Gozi n. 9/1439-A/4 si dice: «entro sei mesi».

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo per ringraziarla e per dire che la domanda che aveva posto all'inizio l'onorevole Quartiani, e cioè su chi dà i pareri, non era retorica. Probabilmente, se vi fosse stato un sottosegretario competente, avremmo risparmiato mezz'ora (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/1439-A/1, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bernardini n. 9/1439-A/2, accettato dal Governo.
Prendo atto altresì che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ferranti n. 9/1439-A/3, accettato dal Governo.

Pag. 40

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gozi n. 9/1439-A/4.
Passiamo al voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gozi n. 9/1439-A/4, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moles, onorevole D'Amico, onorevole Di Centa, onorevole Capano.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 485
Astenuti 12
Maggioranza 243
Hanno votato
483
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Palomba n. 9/1439-A/5, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 482
Astenuti 15
Maggioranza 242
Hanno votato
476
Hanno votato
no 6).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito a votare.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, ai colleghi che faranno prevalere l'interesse ad ascoltare le dichiarazioni di voto rivolgerò solo alcune considerazioni rivolte a loro e a tutti coloro che ci ascoltano per radio.
L'inserimento nel nostro ordinamento del riconoscimento della straordinaria importanza dell'attività della Corte penale internazionale trova noi, dell'Italia dei Valori, pienamente d'accordo. Ricordiamo che abbiamo presentato una proposta di legge, firmata da tutti i componenti del gruppo, già nell'ottobre 2008. Da questo si può capire quale sia l'importanza che diamo all'approvazione di questo provvedimento. D'altra parte, i crimini contro l'umanità si stanno susseguendo e avvengono in molte parti del mondo. L'ultimo caso è quello che riguarda un ex leader serbo, che è stato recentemente arrestato e sottoposto al giudizio della Corte penale internazionale per crimini contro l'umanità. Quindi, siamo assolutamente d'accordo che anche nel nostro ordinamento debba essere riconosciuta l'importanza straordinaria di questo organismo internazionale.
Pensiamo che se vi deve essere un ordine penale internazionale, come riteniamo, vi debba essere un organo che lo fa rispettare e, dunque, siamo totalmente d'accordo sull'approvazione di questo provvedimento. Semmai, possiamo lamentare due inconvenienti: il primo è quello che riguarda il ritardo con cui si è arrivati a questa approvazione. Oggi dire, come fanno il Governo e la maggioranza, che non vi sarebbe stato il tempo per fare altre modifiche ci fa veramente un po' ridere. Se si fosse voluto trovare il tempo, questo si sarebbe trovato. Quindi, ci rammarichiamo del fatto che il Governo e la Pag. 41maggioranza non abbiano spinto perché questo provvedimento venisse approvato in un tempo molto più ristretto.
Il secondo rammarico che abbiamo è il fatto che, adducendosi immotivatamente il poco tempo a disposizione, non si è voluto scendere all'esame di due blocchi di emendamenti che l'Italia dei Valori aveva presentato. Il primo è quello che riguarda la procedura. Vi è l'esigenza di adeguare una procedura nuova alla normativa italiana. Faccio solo un esempio: si può applicare all'attività della Corte penale internazionale anche ciò che riguarda i testimoni e i collaboratori di giustizia? Riteniamo di sì, ma riteniamo che sia necessaria una norma esplicita. Riteniamo che vi sia una specialità nella consegna? Riteniamo di sì, perché una cosa è la detenzione di un cittadino italiano, che deve essere giudicato alla luce della normativa nazionale, e altro è, invece, la consegna di un cittadino italiano o straniero alla Corte penale internazionale. Sono problemi e principi in discussione che a nostro avviso sarebbe stato opportuno definire da subito. Questo non è accaduto e ce ne dispiace, perché crediamo che sia necessario un adeguamento della normativa processuale rispetto all'attività della Corte penale internazionale.
Il secondo punto, che ritenevamo da subito essenziale adeguare, riguarda l'applicazione dell'articolo 70 dello Statuto istitutivo della Corte penale internazionale. Questo articolo invita gli Stati ad adeguare il loro ordinamento penale a tutela dell'attività della Corte penale internazionale.
Perciò, abbiamo proposto una serie di emendamenti che tendevano ad estendere la disciplina di tutela delle Corti della giustizia amministrata in Italia all'attività della Corte penale internazionale. Quindi, abbiamo previsto una serie di reati, quali, ad esempio, la falsa testimonianza, l'intralcio alla giustizia della Corte penale internazionale, la calunnia nei confronti dei giudici o dei funzionari che si occupano di giustizia penale internazionale e altri delitti riguardanti l'amministrazione della giustizia, come la corruzione in atti giudiziari e così via.
Noi ritenevamo che ciò dovesse essere fatto subito e, tutto sommato, poteva essere fatto subito perché non si trattava di prevedere nuove fattispecie di reato, ma semplicemente di estendere la tutela penale che riguarda i nostri organi giurisdizionali anche all'attività della Corte penale internazionale. Non lo si è voluto fare e, per questo, abbiamo ritirato questi due blocchi di emendamenti in funzione della celerità dell'approvazione perlomeno del testo base. Tuttavia, abbiamo preteso dal Governo una manifestazione di interesse verso questa normativa e l'impegno a presentare il proprio disegno di legge entro tempi molto ravvicinati. Noi vigileremo e questo impegno del Governo non ci esimerà dal presentare una nuova proposta di legge, che riguardi le parti che oggi non hanno trovato applicazione. Incalzeremo il Governo per il mantenimento dell'impegno che ha assunto affinché il quadro normativo complessivo sia completato. Lo faremo perché riteniamo l'attività della Corte penale internazionale come estremamente necessaria ai fini di garantire un nuovo ordine penale internazionale, che non significa ingerenza negli Stati sovrani, ma soltanto perseguimento dei crimini contro l'umanità, che in nessuno Stato, tra gli oltre duecento che fanno parte dell'Organizzazione delle Nazione Unite, possono perpetrarsi.
Questa è la ragione per la quale noi oggi convintamente votiamo a favore di questo provvedimento, ma altrettanto convintamente vigileremo affinché il Governo mantenga il proprio impegno di completare il quadro complessivo della disciplina ordinamentale, processuale e sostanziale, affinché l'attività della Corte possa avere pieno dispiegamento anche nel nostro territorio e nel nostro ordinamento giuridico (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Angela Napoli. Ne ha facoltà.

Pag. 42

ANGELA NAPOLI. Signor Presidente, il testo unificato in esame è giunto in quest'Aula dopo due anni di approfondimento e di discussione presso le Commissioni competenti.
Come è stato ampiamente evidenziato, le disposizioni in oggetto hanno l'ambizione di colmare una lacuna del nostro ordinamento al fine di consentire una piena affermazione del diritto in ambito internazionale.
Nello specifico, le disposizioni mirano ad introdurre proprio nell'ordinamento italiano alcune norme di diritto di procedura penale indispensabili per una reale quanto fattiva collaborazione del nostro Paese nell'ambito della giurisdizione della Corte penale internazionale.
Si tratta dunque di un doveroso quanto indifferibile adeguamento a quello che è il riconosciuto funzionamento della Corte.
Anche se il provvedimento ha ancora alcune lacune, che spero e mi auguro il Governo possa colmare in adeguamento agli ordini del giorno approvati oggi da quest'Aula, sicuramente vi è l'urgenza che venga approvato.
È stato ricordato che il nostro Paese ha ratificato lo statuto di Roma solo nel 1999 ed è rimasta finora in sospeso l'approvazione della legge di attuazione dello statuto della Corte. È un provvedimento, come dicevo, imprescindibile che riconosce ai tribunali italiani gli strumenti oltre che la legittimazione a procedere per perseguire i responsabili dei crimini annoverati nello statuto. È opportuno ricordare in questa sede che la collaborazione e l'adeguamento tra gli Stati aderenti rappresenta la premessa irrinunciabile per il corretto funzionamento della Corte internazionale, non sussistendo in capo a questa una propria struttura carceraria, né tanto meno un sistema di polizia giudiziaria. Non possiamo dunque legittimare altri ritardi su questo fronte.
È opportuno dare attuazione all'impegno del nostro Paese sul fronte internazionale, affinché l'Italia possa approdare ad una rapida rettifica del nostro ordinamento, attualmente ancora contraddistinto da un ritardo in termini di adeguamento legislativo ed operatività giudiziaria.
Futuro e Libertà, tra l'altro, reputa importante l'approvazione di questo adeguamento dell'ordinamento interno per dare attuazione allo statuto della Corte entro il nono anniversario dell'entrata in vigore dello statuto di Roma, che ricorrerà il 2 luglio 2011, in modo, così come ho già detto, da porre l'Italia nelle condizioni di collaborare pienamente con la Corte penale internazionale.
In virtù di tali aspetti, naturalmente annuncio il voto favorevole di Futuro e Libertà sul provvedimento in esame.

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Siliquini, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: s'intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, il testo della proposta di legge sull'adeguamento dell'ordinamento interno alle disposizioni dello statuto della Corte penale internazionale è di fondamentale importanza non solo per quanto riguarda la legislazione interna, ma anche e soprattutto perché rappresenta un segnale forte del nostro Paese nei confronti dell'intera comunità internazionale. Sappiamo infatti come il diritto globale deve crescere per qualità e strumenti e il ruolo delle corti e dei giudici è essenziale, come è stato dimostrato in Italia da studiosi della materia. Questo provvedimento, quindi, è necessario ed è un ormai improrogabile atto concreto di adesione e di attuazione dell'Italia allo statuto di Roma del 1998, che ha istituito la Corte penale internazionale.
A distanza di più di dieci anni, come è stato più volte ricordato, dalla firma del trattato istitutivo, grazie anche all'impulso che il relatore, onorevole Rao, ha voluto dare a questa proposta di legge delle opposizioni, anche alla luce di ciò che è successo di recente in Libia e dei fatti tornati di attualità della ex Jugoslavia, siamo giunti finalmente ad un testo che Pag. 43rende certamente attuabili le linee normative sottoscritte in quella sede.
Sappiamo che alla Corte sono riconosciuti fondamentali poteri di giurisdizione complementare a quella dei singoli Stati in materia di crimini gravissimi. La Corte giudica su fatti di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra, previsti sin dal 1949 dalla Convenzione di Ginevra.
Gli Stati firmatari hanno espresso la volontà comune di affidare alla Corte il giudizio su fatti così gravi, in attuazione del diritto penale internazionale. Stante la nazionalità tipica del diritto penale, il riconoscimento di un diritto penale internazionale di per sé esprime uno sforzo di civiltà da parte dei singoli Stati.
Di fronte a fatti gravissimi, spesso collegati a macro contesti di guerra, di contrasti internazionali o interculturali, si ammette l'opportunità di rinunciare alla propria potestà punitiva in funzione di un diritto comune esercitato dalla Corte. Noi dell'Unione di Centro ci sentiamo di condividere appieno questo sforzo di civiltà, i cui precedenti, peraltro, sono tristemente noti: si va dal processo di Norimberga ai tribunali speciali istituiti per l'ex Jugoslavia, come già ricordato, e per il Ruanda.
Da tali esperienze è emersa l'esigenza di istituire un organo stabile, cui fare riferimento in occasione del verificarsi di fatti molto gravi, contrari ai principi umanitari riconosciuti in ambito internazionale per i contesti di guerra e non solo. Certamente, le esigenze esterne necessitano di un filtro attraverso il quale garantire che non vengano violati i principi fondamentali dell'ordinamento interno: prima di tutto, la tutela verso l'imputato, al quale devono essere riconosciuti il diritto di difendersi durante il processo, nonché l'applicazione del nostro diritto penitenziario interno durante la fase esecutiva della sanzione penale, quando questa avvenga nel nostro Paese.
Il testo che abbiamo portato in Aula ci sembra rientrare nel solco di tale indirizzo ed è, al contempo, funzionale alle esigenze di cooperazione internazionale sottese allo statuto di Roma. Abbiamo guardato con particolare attenzione a questa proposta di legge, poiché diretta a sanare un grave vuoto legislativo interno rispetto ad impegni che il nostro Stato ha assunto con gli altri Paesi.
La sola ratifica, infatti, non era sufficiente a dare piena attuazione agli obblighi di consegna e agli altri aspetti concreti che caratterizzano l'operatività della Corte. In tal modo, si definiscono le autorità preposte alla cooperazione internazionale secondo modalità individuate dalla stessa legge e si disciplinano, nello specifico, le modalità di consegna di soggetti presenti sul nostro territorio, nonché i casi e le modalità di esecuzione dei provvedimenti della Corte penale internazionale.
Il nostro massimo impegno è stato rivolto a migliorare e ad integrare fino all'ultimo il testo della proposta di legge; ciononostante, il provvedimento va ulteriormente integrato, così come stabilito negli ordini del giorno approvati all'unanimità dall'Assemblea, atteso che alcune disposizioni incriminatrici non trovano disciplina nel testo che pure stiamo approvando.
Riteniamo, comunque, che il provvedimento, così com'è stato sottoposto al voto dell'Assemblea, dia voce ad esigenze normative essenziali e fondamentali che nobilitano il nostro Paese. Del resto, ritengo che ciò sia dimostrato pure dall'iter seguito in Commissione e anche in Aula, caratterizzato da una certa condivisione e anche da un impegno che, alla fine, è stato unanime da parte di tutta l'Assemblea.
Per tali ragioni, non posso che esprimere con determinazione il voto favorevole del gruppo dell'Unione di Centro alla proposta di legge in questione (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Follegot. Ne ha facoltà.

FULVIO FOLLEGOT. Signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo in approvazione in Aula le norme per l'adeguamento alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale, Pag. 44ratificato dall'Italia con legge 12 luglio 1999, n. 232, ed entrato in vigore il 1o luglio 2002 a seguito delle 60 ratifiche necessarie.
Dopo la fine del secondo conflitto mondiale e subito dopo il processo di Norimberga si sentì la necessità di avere una giurisdizione internazionale e un codice penale internazionale che sancissero la forza del diritto contro crimini perpetrati nei confronti dei popoli e dell'umanità.
Tale obiettivo, complice anche la Guerra Fredda, non fu raggiunto nei decenni successivi e riprese vigore solo alla fine degli anni Novanta, soprattutto ad opera di associazioni pacifiste consapevoli che pace e giustizia camminano insieme. Il Governo italiano fu promotore di tale iniziativa, tanto che la Conferenza per l'istituzione della Corte penale internazionale si tenne a Roma nel giugno-luglio 1998. L'Italia è stata poi tra i primi Paesi a ratificare lo statuto istitutivo per renderlo esecutivo. Non hanno, peraltro, aderito allo statuto, tra gli altri, gli Stati Uniti e la Cina. Questo dovrebbe far riflettere, non solo per le motivazioni che hanno indotto questi importanti membri della comunità internazionale a non parteciparvi, ma anche per il fatto che le decisioni della Corte penale non hanno efficacia internazionalmente riconosciuta da tutti. Tuttavia, il risultato è sotto gli occhi del mondo intero.
La Corte penale internazionale è la prima giurisdizione internazionale istituita per giudicare reati gravissimi come il genocidio, i crimini di guerra e quelli contro l'umanità. Ha ricevuto oltre un centinaio di denunce per reati di sua competenza, aprendo quattro inchieste riguardanti le drammatiche vicende del nord Uganda, della Repubblica democratica del Congo, della Repubblica centro africana e del Darfur-Sudan. Non è un caso che le richieste di democrazia arrivino in maniera forte da parte di popolazioni del nord Africa governate con metodi dittatoriali e oggetto di soprusi.
Il caso Libia non è estraneo alla forte accelerazione per l'approvazione della proposta di legge di adeguamento dell'ordinamento interno alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte. Cosa succederebbe, infatti, se i leader libici o i semplici esecutori materiali si rifugiassero nel nostro Paese e fossero oggetto di mandato di cattura da parte della Corte penale internazionale? L'Italia sarebbe in grado di dar seguito alle richieste? La domanda non è assolutamente fuori luogo perché il nostro ordinamento prevede che una persona possa essere privata della libertà personale solo nei casi previsti dalla legge.
Ricordiamo che l'azione della Corte penale internazionale ha carattere complementare, interviene solo quando lo Stato interessato non vuole o non è nelle condizioni di intervenire. Non è un tribunale ad hoc creato per esigenze particolari, ma ha carattere permanente. È un giudice naturale precostituito per legge e, oltre a reprimere i reati, svolge, dunque, funzione di prevenzione. Vi sono, perciò, le condizioni perché si possa parlare di un processo equo a cui devono essere sottoposti coloro che compiono gravi delitti che offendono la comunità internazionale.
Bisogna poi ricordare che la Corte non ha una propria polizia giudiziaria, né una struttura carceraria. Deve quindi affidarsi alla volontà politica di ciascuno Stato per la ricerca della verità e per l'applicazione delle proprie decisioni. È per questo che diventa assolutamente indispensabile la collaborazione degli Stati che hanno ratificato lo statuto istitutivo. È necessario, quindi, adeguare l'ordinamento interno, cosa che l'Italia non ha ancora fatto. Questa è una lacuna da colmare se si crede in questo lungo percorso giuridico e politico che metterà fine all'impunità di coloro che si sono macchiati del reato di genocidio o di altri atroci delitti contro l'umanità.
Si è dibattuto a lungo se l'Italia sia in grado di adempiere ai suoi obblighi derivanti dall'adesione allo statuto anche senza norme di adeguamento interno. Ritengo, come ho già detto, che, trattandosi di norme che possono incidere sulla libertà delle persone, sia necessaria una previsione di legge. Secondo taluno le Pag. 45decisioni della Corte sono comunque immediatamente applicabili e, qualora vi fosse un Capo del Governo colpito da un ordine di cattura internazionale, vi sarebbe l'obbligo di eseguire l'arresto anche in assenza di una normativa interna di riferimento. Il come fare ciò è però ancora tutto da inventare. Allora, sarebbe meglio approvare subito la normativa necessaria.
In Commissione, anche per accelerare i tempi, si è deciso di non discutere la parte relativa al diritto penale sostanziale, ma di procedere all'esame delle disposizioni di natura processuale, rimandando ad una fase successiva l'introduzione di nuove fattispecie di reato.
Nei primi tre anni di questa legislatura la maggioranza e la minoranza hanno raramente condiviso gli obiettivi, spesso vi è stato uno scontro pesante al di là di ogni logica, eppure in tema di lotta alla criminalità organizzata e di tutela dei diritti umani si è riusciti a fare fronte comune, consapevoli tutti della necessità di difendere le istituzioni e di dare risposta alla richiesta di pace e di legalità. Oggi, finalmente, adeguiamo l'ordinamento interno allo Statuto della Corte penale internazionale per garantire la tutela dei diritti umani e assicurare alla giustizia chi si è macchiato di delitti come il genocidio o altri crimini contro l'umanità.
Per questi motivi preannuncio il voto favorevole della Lega Nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'Italia è sempre stata in prima linea nella battaglia dei diritti umani. Spesso però ai proclami non sono seguiti i fatti e, nonostante il nostro Paese abbia ospitato nel 1996 la Conferenza che ha portato poi allo statuto della Corte penale internazionale nel 1998, a nove anni dall'entrata in vigore dello statuto della Corte non abbiamo ancora adottato le norme che rendano effettiva questa nostra scelta.
Oggi, di fronte ai grandi mutamenti mondiali, di fronte alla primavera araba, non c'è più tempo e non possiamo aspettare oltre, perché non c'è pace durevole - a partire dal Mediterraneo - senza giustizia e il nostro Paese deve diventare protagonista di questa nuova domanda di diritti e giustizia universali.
Permettetemi, onorevoli colleghi, di ringraziare certamente i Governi che si sono susseguiti in questo impegno, ma di ringraziare in particolare Emma Bonino per l'impegno che sin dall'inizio degli anni Novanta ha profuso e che è stato decisivo per avviare la Conferenza e per arrivare al risultato che abbiamo nel mondo ottenuto. Voglio ringraziare anche il relatore Rao, che ha svolto certamente un ottimo lavoro con grande apertura e dialogo. Avrei voluto ringraziare il Ministro della giustizia Alfano, ma la sua assenza dall'Aula - che onestamente per un provvedimento così importante non riesco proprio a capire - mi impedisce di farlo.
Non posso ringraziare invece il Viceministro Castelli che ha innanzitutto un'astratta idea di «semantica», perché ha tentato per mezzora, facendo perdere tempo all'Aula, di spiegarci che il termine «celermente» e i termini «entro sei mesi» siano la stessa cosa. Oltre che di semantica mi sembra che vi sia un'idea approssimativa anche della lingua italiana, vista la netta differenza tra un impegno ad adottare un provvedimento celermente o a farlo entro sei mesi. Capisco anche che essere catapultato dalle infrastrutture alla Corte penale internazionale non sia facile, neppure se si ha calpestato questo pavimento, come diceva il Viceministro, per più di vent'anni. Forse sono troppi, Viceministro.
Quindi, colmare le lacune del Viceministro Castelli mi sembra impossibile, ma vediamo almeno perché è importante colmare le lacune del nostro ordinamento. Se c'è un problema oggi centrale in materia di diritti umani, infatti, non è tanto la loro affermazione quanto la loro effettiva tutela. Dobbiamo contrapporre a livello nazionale e a livello sovranazionale la forza del diritto al diritto del più forte. Oggi, Pag. 46grazie allo statuto della Corte, agli Stati non è più permesso di trattare i propri cittadini a loro piacimento né di farsi scudo del principio di non ingerenza negli affari interni. È un grande passo di civiltà. E quindi la capacità dei sistemi giuridici interni nei Paesi democratici a giudicare i crimini internazionali è una delle chiavi di successo della Corte.
Soprattutto dobbiamo darci in Italia gli strumenti per cooperare pienamente e tempestivamente con la Corte penale internazionale ed è per questo che annuncio su questo provvedimento il voto favorevole del nostro partito. Del resto all'inizio siamo stati i propulsori di questo processo che dopo due anni porta questo risultato nell'Aula.
Il testo che ci accingiamo a votare è quindi fondamentale per una cooperazione concreta ed effettiva con la Corte penale internazionale. Occorre però che il Governo e la maggioranza rispettino l'impegno assunto con l'ordine del giorno. Ricordo di nuovo al Viceministro Castelli - che ovviamente non sta neppure ascoltando - che il Governo ha assunto l'impegno a presentare il provvedimento volto a introdurre le fattispecie di reato non previste dal codice penale e previste invece dallo statuto della Corte entro sei mesi. Vi sono infatti delle fattispecie di reato nuove. Penso, ad esempio, al reato dei mercenari, alla sterilizzazione o all'arruolamento forzati, ai danni ambientali: soprattutto i primi tre rischiano di non essere previsti nella doppia incriminazione e, quindi, rischiano di non poter essere perseguiti gli autori di tali crimini nel nostro Paese, finché il Governo non introduce questi reati.
Signor Presidente, nel mondo è nato e sta nascendo ancora di più una consapevolezza nuova della tutela dei diritti umani, una tutela negli Stati e anche contro gli Stati. Sapere e pur tacere, sapere e non agire, rende corresponsabili sul piano morale, ma anche su quello giuridico grazie allo statuto della Corte. Una democrazia, come la democrazia italiana, non è legittimata a voltare le spalle di fronte a tali crimini e a non assumersi tutte le sue responsabilità.
Io lo ricordo perché abbiamo appreso dalla stampa, lunedì scorso, dalle parole del Ministro Frattini, che il nostro Governo sta raccogliendo prove per una nuova seconda denuncia di Gheddafi al Tribunale internazionale. Stando a quanto riferito dal Ministro alla stampa, l'esodo dei disperati con i barconi nel Mediterraneo sarebbe forzato e obbligato dal regime libico, in segno di rappresaglia contro l'Italia e l'Europa.
Credo che, se tali notizie del Ministro, signor Presidente, fossero confermate, la piena cooperazione con la Corte diventi ancora più urgente e indispensabile.
Onorevoli colleghi, al di là delle divisioni politiche dobbiamo insieme lottare contro l'impunità oltre i confini. La recente estradizione a L'Aja di Ratko Mladic è un'importantissima vittoria della giustizia internazionale.
So che all'onorevole Borghezio della Lega questa vittoria non è piaciuta. Io però, vorrei dire qualcosa, signor Presidente: ho lavorato per tre anni in Bosnia Erzegovina durante e dopo la fine del conflitto e non dimenticherò mai gli occhi gonfi di disperazione di tante madri di Sarajevo e di Srebrenica, occhi che però speravano che un giorno ci sarebbe stata giustizia per i terribili crimini subiti.
Gli 8.372 musulmani trucidati nel massacro di Srebrenica, le oltre 10 mila vittime dei bombardamenti e dell'assedio di Sarajevo avranno ora una postuma giustizia.
Allora, è un momento particolare e simbolico direi, cari colleghi, quello in cui votiamo questo provvedimento. La fuga di Mladic ha avuto fine dopo 16 anni. Ci auguriamo che Gheddafi e Al Bashir e tanti altri autori presunti o provati di crimini contro l'umanità siano processati a L'Aja molto prima.
Dobbiamo insieme riconoscere i valori universali, al di là dei sovranismi, dei confini e dei nazionalismi. Dobbiamo costruire una reale comunità internazionale che protegga i diritti inviolabili e i valori Pag. 47essenziali, e oggi in quest'Aula stiamo mettendo insieme un altro mattone a questo edificio di pace e di giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Vedo che l'onorevole Siliquini è in Aula. L'avevo dichiarata decaduta, tuttavia ha facoltà di intervenire brevemente.

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, intervengo solo per dichiarare il voto favorevole del gruppo di Iniziativa Responsabile e chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Siliquini, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signora Presidente, anche oggi la Camera dei deputati si accinge a sancire con un voto unanime un altro tassello importante per quanto riguarda la giustizia internazionale e per quanto concerne la risposta - non ho difficoltà a dirlo - intervenuta in ritardo da parte del nostro Paese ad una Convenzione internazionale di cui l'Italia è stata promotrice nel 1998 e che ha provveduto a ratificare l'anno successivo.
Verrebbe da chiedersi che cosa è accaduto in tutto questo arco di tempo che ha in qualche modo ritardato l'adeguamento dell'ordinamento nazionale nell'andare di pari passo con quelle intenzioni che in senso politico erano state espresse e, poi, in senso giuridico erano state oggetto di ratifica.
Credo che in questo abbiano influito soprattutto alcuni aspetti che hanno destato perplessità in molti di quei Paesi che si erano lanciati in questa avventura interessante in un primo tempo e che avevano dovuto registrare, purtroppo, la mancata adesione alla sottoscrizione di nazioni importanti e potrei dire decisive per quell'equilibrio che da molte parti si invoca e per quell'ordine che da molte parti si auspica anche a livello internazionale.
Le preoccupazioni espresse da alcuni Paesi come gli Stati Uniti, la Cina e Israele erano legate al timore che questi organismi possano in realtà essere condizionati nel loro decidere e nel loro promuovere eventuali azioni anche da aspetti politici che mai dovrebbero interferire con la giustizia anche a livello internazionale.
Sta a queste istituzioni fare in modo che la Corte penale internazionale sia effettivamente indipendente da ogni condizionamento, sia all'altezza del suo compito, perché soltanto un'autorevole indipendente istituzione è in grado di assicurare quella giustizia e contribuire così anche al raggiungimento della pace.
L'Italia sicuramente ha avuto alcune perplessità in questi dieci anni, e sotto questo profilo intendo anche fare un'osservazione a chi, in sede di discussione generale, ha voluto attribuire questa responsabilità a dei condizionamenti derivanti da chi aveva assunto la responsabilità della guida di una nazione importante come quella degli Stati Uniti, quasi a voler - attraverso questo richiamo - dare una responsabilità esclusiva ai Governi di centrodestra che si sono susseguiti alla guida di questo Paese.
Sarebbe facile ricordare a chi ha aperto le ostilità (in senso benevolo) con questi richiami, che in realtà nel 1999 viene ratificata la Convenzione che porta all'istituzione della Corte penale internazionale, ma che dal 1999 al 2001 sicuramente non c'è un Governo di centrodestra che ha la responsabilità di adeguare l'ordinamento interno a quello internazionale, ma ci sono Governi che hanno una diversa impronta. Di talché, se fosse vera quell'obiezione del condizionamento, potremmo tranquillamente dire che quel condizionamento ha origini lontane e riguarda anche, quanto meno, il centrosinistra e gli schieramenti avversi al centrodestra. Ma in realtà questi aspetti sarebbero soltanto delle discussioni di carattere ideologico che nascondono la Pag. 48vera questione che è emersa anche in sede di confronto per l'adeguamento che oggi siamo chiamati a votare.
La questione vera è come dare attuazione a quello statuto della Corte internazionale e come recepire alcune norme sostanziali che introducono determinate fattispecie penali - ed è vero - oggi non presenti all'interno dell'ordinamento nazionale italiano. Vi è in questo una prudenza che io credo sia dovuta, per evitare che un adeguamento irrispettoso anche dei principi costituzionali del nostro Paese possa portare a trasferire aspetti di sovranità al di fuori dello Stato italiano anche con riferimento (ecco un altro occhio di riguardo che mi preme sottolineare) delle importanti missioni di pace che sono chiamati a svolgere i nostri militari, i nostri ragazzi in divisa all'estero.
Chi non si rendesse conto che, in mancanza di un'autonomia vera e sincera da parte di quelle istituzioni, potrebbero esserci anche delle conseguenze nei confronti di quei giovani che oggi rappresentano l'Italia all'estero in quelle importanti missioni di pace, rischia di chiudere gli occhi di fronte a quel pragmatismo che invece chiede agli Stati nazionali di tutelare sicuramente questi interessi di rilevanza internazionale, ma di farlo con quell'intelligenza, con quella prudenza, con quel pragmatismo che distingue anche altri Paesi che hanno scelto strade diverse.
Ecco, io credo che questa prudenza, che questa attenzione, che questo voto unanime che il Parlamento oggi sancirà abbiano consentito di fare un altro passo avanti attribuendo alla Corte internazionale il rispetto, l'importanza dovuti anche dall'Italia, e di farlo in un ambito in cui l'Italia è protagonista.
A chi ha avuto occasione di dire che questi ritardi fanno venire meno, o rischiano di far venir meno, la nostra posizione a livello internazionale vorrei ricordare con soddisfazione che tra i 21 candidati che nel 2009 erano stati segnalati alla Assemblea dell'ONU per quanto concerne la designazione come giudici della Corte penale internazionale vi è un giudice italiano, a dimostrazione che, nonostante il ritardo nell'adeguamento dell'ordinamento nazionale, il valore e anche il rispetto di cui gode questo Paese all'estero passano anche attraverso quell'indicazione che è stata accolta dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
È, quindi, con questo riferimento, signor Presidente, che concludo, auspicando un voto unanime, come sono convinto che sarà, e dando appuntamento a questa Camera a quelle ulteriori disposizioni a cui abbiamo rinviato, con la soddisfazione - consentitemi una battuta - che, ancora una volta, un adempimento internazionale viene varato con i voti determinanti del centrodestra e, in particolare, del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.

MATTEO MECACCI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale, ma, me lo consenta, anche a titolo e a nome della forza politica che più si è battuta per l'istituzione della Corte penale internazionale, non solo in Italia, ma anche nel mondo, con decine di attivisti, di organizzazioni non governative che, all'inizio degli anni Novanta, cominciarono questa campagna. Fu, fin dal principio, una campagna pienamente politica che ha come orizzonte quello dell'ottenimento della pace nel mondo, non come petizione di principio o petizione ideologica, ma come organizzazione di strutture e di norme di diritto che consentano alle persone di avere un rimedio quando sono vittime di violazione dei diritti umani.
Tutti noi come cittadini, come politici, quando ci troviamo di fronte a gravi crimini contro l'umanità, a crimini di guerra, pronunciamo un impegno morale affinché questo non accada più. Credo che oggi facciamo un passo avanti in questa direzione, un fatto di cui il nostro Parlamento deve andar fiero.
Voglio anche sottolineare, però, che ci sono altri impegni internazionali rispetto ai quali il nostro Paese è ancora indietro, Pag. 49basti pensare al Protocollo opzionale alla Convenzione contro la tortura, per cui non si consente, nel nostro Paese, che vi siano, ad esempio, verifiche internazionali sulla situazione delle nostre carceri che sappiamo, purtroppo, essere in uno stato di completa ed assoluta illegalità al momento.
Credo che, come delegazione radicale, ma con tanti altri colleghi che hanno a cuore queste tematiche, possiamo prendere l'impegno, fin da subito, affinché l'Italia sia in linea con gli standard internazionali di democrazia e di rispetto dei diritti umani, non solo per i crimini che accadono lontano da noi, ma anche per i reati ed i crimini che accadono all'interno del nostro Paese (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

ROBERTO RAO, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO RAO, Relatore. Signor Presidente, intervengo brevemente - poi consegnerò una parte del mio intervento - come relatore perché avrei voglia di svolgere tre brevi considerazioni su questo provvedimento. Il testo che abbiamo approvato - dobbiamo ricordarlo oggi - è di iniziativa parlamentare. Già questo lo rende una cosa rara ed apprezzabile, soprattutto in tempi in cui il ruolo del Parlamento, in termini di efficienza e produttività, è sottoposto a diverse critiche ed opposte valutazioni, e deve essere motivo di orgoglio per tutti.
È una mosca bianca ancora di più, questo provvedimento, perché è d'iniziativa dei colleghi dell'opposizione. Vorrei, quindi, ringraziare i proponenti di questo provvedimento, i primi firmatari, tra cui la collega Bernardini, il collega Gozi e la collega Melchiorre. Vorrei ringraziare il Governo per la disponibilità e la collaborazione che ha mostrato nel seguire questo provvedimento, nel non sostituirlo con un suo provvedimento, e vorrei richiamare la disponibilità e la competenza con cui il collega Contento, come spesso accade, si è adoperato per comporre le diverse posizioni e le tecnicalità dell'articolato.
Signor Presidente, ancora una volta il frutto di questa Commissione verrà approvato all'unanimità, come altri provvedimenti riguardanti la difesa dei diritti civili, la lotta alla criminalità organizzata. Quando non vi sono norme riguardanti, anche incidentalmente, i processi del Premier, in Commissione, avvocati, magistrati e giuristi e, poi, in Aula, tutti i colleghi di maggioranza e di opposizione, collaborano con grande serietà e competenza.
È stata dimostrata una grande attenzione del Governo a questa iniziativa parlamentare. Avremmo voluto certo inserire, come hanno ricordato i colleghi, reati particolarmente odiosi come lo stupro etnico, la tortura, la sterilizzazione forzata, l'arruolamento forzato dei bambini. Questo non è stato possibile per un po' di timidezza, ma ci è stato assicurato dal Governo che, nei prossimi sei mesi, si potrà prendere in considerazione una norma che tratti questi reati in maniera specifica e li inserisca nel nostro ordinamento.
L'ultima considerazione: lo statuto della Corte penale internazionale, firmato proprio a Roma, ha 13 anni. Oggi abbiamo compiuto un passo importante, per certi versi tardivo, perché sono passati molti anni, ma tempestivo.
Infatti, avendo seguito le vicende della ex Jugoslavia, che hanno portato recentemente all'arresto del boia di Sebrenica, Ratko Mladic, e soprattutto alla luce di quello che sta avvenendo oggi in Libia e con la figura del dittatore Gheddafi e dei suoi aguzzini, avremo oggi la certezza - dopo che questo provvedimento sarà stato votato anche dal Senato - che chi si è macchiato o è sospettato di essersi macchiato di crimini orrendi, civili o di guerra, contro la popolazione civile possa essere giudicato dalla Corte penale internazionale de L'Aja e, quindi, estradato e processato Pag. 50se cerca di trovare asilo o rifugio nel nostro Paese oppure semplicemente vi transita.
Signor Presidente, concludo. Con il voto finale di oggi compiremo un decisivo passo in avanti per sanare un vulnus che durava da 13 anni e speriamo che il testo possa essere presto esaminato ed approvato anche nell'altro ramo del Parlamento diventando immediatamente efficace (Applausi).

(Coordinamento formale - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1439-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge n. 1439-A ed abbinate, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Landolfi... Onorevole Molteni... Onorevole Andrea Orlando... Onorevole De Angelis...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva all'unanimità (Vedi votazionia ).

Norme per l'adeguamento alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale) (A.C. 1439-1695-1782-2445-A):

(Presenti 474
Votanti 471
Astenuti 3
Maggioranza 236
Hanno votato
471).

Prendo atto che la deputata Rampi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Dovremmo ora passare al seguito della discussione della proposta di legge costituzionale A.C. 1990-A-R, recante modifiche al titolo V della parte II della Costituzione in materia di soppressione delle province e delle abbinate proposte di legge. Mi sembra che vi sia un'intesa unanime tra i gruppi nel senso di rinviare il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta. Se così è, il provvedimento si intende rinviato alla prossima settimana.
Ricordo che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata domani, giovedì 9 giugno, alle ore 10 proprio per definire i lavori della prossima settimana.
Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle 15,30 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo e sull'ordine dei lavori (ore 13,40).

LUCIA CODURELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, cercherò di essere veloce, ma non potevo assolutamente non intervenire: mi appello per l'ennesima volta alla Presidenza di questa Camera in merito ad alcune interrogazioni (ma le lascio circoscritte) che riguardano purtroppo il comportamento del Ministro Brambilla. Ricordo che una prima interrogazione, che è stato il suo biglietto da visita di esordio da Ministro, risale al 10 giugno 2009, e ad essa ancora oggi non è stata data risposta. Ne esistono anche altre due che riguardano abusi perpetuati con «auto blu» sulla strada.
Intervengo perché, nonostante queste interrogazioni, che non hanno mai avuto Pag. 51risposta, sui giornali locali oggi con molta indignazione si legge che il ricorso presentato dalla Presidenza del Consiglio avverso una multa comminata in data 28 settembre all'auto blu dove si trovava il Ministro è stato accolto da parte del prefetto a livello provinciale.
Questo è un modo di procedere assolutamente inaccettabile per il fatto che in Parlamento non si risponde alle interrogazioni in cui sono certificate delle circostanze ripetute (perché ciò non è avvenuto solo una volta) e, però, dall'altra parte, i ricorsi vanno avanti senza tenerne conto.
Io ribadisco e chiedo assolutamente che il Parlamento faccia rispettare le proprie prerogative verso il Governo, perché si tratta di un abuso di potere assolutamente non accettabile e non più prorogabile. Io mi sento di rappresentare i cittadini del lecchese e di rappresentare quell'indignazione, perché non si può pensare di girare sulle strade non una volta, ma sempre con questo comportamento da parte di un Ministro di cui poi diventa difficile anche capire effettivamente il ruolo che svolge per il nostro Paese.
Io le chiedo allora di avere una risposta che possa a mia volta girare ai cittadini della nostra provincia e avere risposta alle numerose interrogazioni che ho presentato presso questo Parlamento, non dico in strada, ma presso questo Parlamento della Repubblica italiana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Codurelli, la Presidenza si farà carico di sollecitare il Ministro per le risposte alle sue interrogazioni.

MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, introduco una questione abbastanza importante relativa ai referendum: stamattina si è riunito il Comitato parlamentare per gli italiani nel mondo. Oggi era l'ultimo giorno praticamente per i nostri connazionali residenti all'estero per esprimere il voto per i referendum di domenica e sono state segnalate delle gravi irregolarità di voto, è opportuno dirlo.
Ieri, è stata fatta una battuta dal collega Evangelisti, fra l'altro in aula - poi io ho chiesto la parola ma non ero stato visto dalla Presidenza - quando diceva che ha fatto male il consolato di mar de La Plata a chiudere: uno era là che voleva imbucare la scheda elettorale e non ha dato il permesso. No, ha fatto benissimo il consolato, perché se anziché una persona, come è successo, arriva gente con un camioncino, è evidente che è meglio che non ci sia questa accoglienza.
Ma i problemi sollevati oggi in Comitato, ad esempio dalla collega Garavini, sono gravi e diffusi: molta gente anche in questo caso non ha ricevuto le schede elettorali; in Germania pare che un consolato abbia in buona parte mandato delle buste bianche, anziché la busta con l'intestazione del consolato al quale rimandare il voto; in Germania soprattutto sono stati diffusi gli invii dei plichi con il solo cognome in italiano: si tratta di una questione annosa, ma che adesso sta diventando sempre più grave. Se voi mandate una lettera per votare, quindi i plichi elettorali, alla signora Anna Rossi in Klaus, dove abita il signor Klaus, la trovano, ma se è indirizzata soltanto ad Anna Rossi non la trovano di sicuro. Quindi molta gente poi non riesce a votare.
Poi c'è la questione del quesito sul nucleare, formulato per gli italiani all'estero con un quesito diverso da quello che troveremo domenica in cabina.
Tutto questo per dire che è necessario che il Parlamento affronti seriamente il problema del voto degli italiani nel mondo sia in occasione dei referendum sia in occasione delle elezioni politiche. Il nostro Comitato cerca di fare quello che può, ma signor Presidente, riferisca al Presidente della Camera che è intollerabile che il Comitato nostro sia un sottocomitato della Commissione esteri, mentre al Senato il Comitato per gli italiani nel mondo ha una vera e propria rilevanza, come se fosse una Commissione permanente. Ci sta Pag. 52creando anche dell'imbarazzo personale questa situazione, perché siamo veramente molto al di sotto dell'attività che fanno i colleghi senatori.

PRESIDENTE. Trattasi evidentemente di una norma regolamentare, onorevole Zacchera.

SOUAD SBAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SOUAD SBAI. Signor Presidente e cari colleghi, l'articolo 13 della Costituzione italiana afferma: «La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione, di perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge».
Prendo la parola per denunciare ancora una volta - già l'ho fatto, sullo stesso caso - e con ancora più indignazione l'ennesimo caso di discriminazione e di segregazione ai danni di una ragazzina straniera, marocchina. A Reggello, in provincia di Firenze, accade che un padre venga assolto anche se, per obbedire al suo fanatismo religioso, tiene segregata la figlia per non farle ascoltare la lezione di musica, perché la musica è per infedeli.
Le fa perdere un anno scolastico e la costringe, una volta tornata a lezione, a indossare cuffie isolanti per non sentire la musica. Posso definire questa vicenda solo in un modo: scandalosa. Parliamo dei fratelli musulmani, di moschee, di rischio di estremismo, di terrorismo, di tante altre questioni, ma non riusciamo nemmeno a difendere una ragazzina dalla follia oscurantista di un padre padrone. Si continua a confondere la diversità culturale con l'oppressione. Il fallimento culturale è avvenuto.
Cari colleghi, nessuno ha il coraggio di alzare la voce, così un padre si permette indisturbato di segregare la figlia, e un giudice gli dà anche ragione.
Chiedo al Ministro della giustizia e al Ministro per le pari opportunità di intervenire immediatamente su questa vicenda e di valutare un'azione disciplinare in merito a questa vicenda allucinante (Applausi).

FABIO GARAGNANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per denunciare in questa sede l'atteggiamento che vi è stato in alcuni istituti - ho qui, ovviamente, anche il volantino che è stato diffuso - di Bologna. Vorrei denunciare ciò che è accaduto durante l'orario scolastico in coincidenza con le elezioni amministrative recentemente tenutesi e con i prossimi referendum.
Mi riferisco a volantini distribuiti in alcune scuole superiori e primarie in cui, da un lato, si accusa in modo estremamente politicizzato il Governo di una serie di inadempienze per quanto riguarda l'elaborazione della politica scolastica e di una serie di presunte compressioni dei diritti degli studenti e dei docenti, e, dall'altro lato, si fa propaganda a favore dei referendum. Questo è un fatto particolarmente grave che non può essere circoscritto alla realtà bolognese o emiliano-romagnola. Ho interessato della questione, per l'ennesima volta, il Governo, senza avere un'incisiva risposta: auspico che ciò avvenga al più presto possibile.
Credo, però, di dover porre un problema in questa sede: nessuno nega a nessuno, tanto meno al docente, la libertà di avere proprie opinioni politiche, ci mancherebbe. Tuttavia, credo che il dovere di lealtà verso lo Stato e verso gli studenti affidati al docente debba prevalere sull'appartenenza politica o ideologica. Questo è un confine che deve essere segnato in modo netto, anche con interventi decisi da parte dello Stato, che non sono rivolti a comprimere la libertà di espressione, ma a garantire quella separatezza di funzioni fra l'imparzialità della pubblica amministrazione e, soprattutto, della formazione e dell'educazione dei giovani Pag. 53studenti, e quella che è la legittima opzione politica, che però deve essere estranea alla scuola.
Guai il giorno in cui noi legittimassimo, come già sta avvenendo, nelle varie realtà, la possibilità per qualunque docente - di centrodestra o di centrosinistra, non è questo il problema - di far prevalere la propria appartenenza politica sul suo legittimo dovere di insegnare la materia nella quale è specialista, a prescindere da condizionamenti politici di parte. Poiché questo sta avvenendo da sempre nella mia regione, ma anche in altre parti d'Italia, credo che debba essere denunciato con forza.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

FABIO GARAGNANI. Il sottoscritto possiede documenti chiari ed espliciti al riguardo, affinché non solo il Governo se ne faccia carico adeguatamente con provvedimenti esemplari, ma anche l'Assemblea prenda atto, una volta per tutte, della necessità, all'interno della scuola, di separare i due aspetti: il confronto interno, legittimo e doveroso, anche fra varie opzioni culturali, da quella che è un'opera di politicizzazione, funzionale soltanto ad obiettivi che sono estranei alla scuola medesima.

ANNA PAOLA CONCIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANNA PAOLA CONCIA. Signor Presidente, è di ieri la notizia che è stata sequestrata la blogger Amina Araf in Siria.
Amina Araf - che aveva un blog: « la ragazza gay di Damasco» - è stata sequestrata ieri dalla polizia segreta ed è stata portata in una località sconosciuta. Era diventata - è diventata, mi auguro - uno dei nomi più noti della rivolta dei giovani siriani.
Non si sa ancora nulla di dove sia stata portata, se stia bene e quali siano le sue sorti. Sul web e in tutto il mondo è partita una campagna per la liberazione.
Voglio chiedere alla Presidenza della Camera di attivarsi presso il Ministero degli affari esteri e presso il Ministro Frattini, affinché si acquisiscano tutte le informazioni sul suo stato e si chieda immediatamente la sua liberazione.

MANLIO CONTENTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, mi perdoni se abuso della sua pazienza, ma vorrei sollecitare la risposta all'interrogazione n. 5-03106, che ho presentato in Commissione.
All'epoca chiedevo al Ministro dello sviluppo economico di sapere - in relazione all'attivazione del Service delivery platform da parte di Poste italiane Spa - se corrispondesse al vero che da tempo si susseguivano interruzioni di servizio e disagi all'utenza di Poste italiane; chiedevo, altresì, di sapere in che cosa consistesse concretamente questo nuovo sistema denominato Service delivery platform e quali ricadute avrebbe avuto nella gestione degli uffici postali; chiedevo, inoltre, naturalmente, ulteriori informazioni sull'affidamento di questo servizio; infine, chiedevo al Ministro di sapere quali interventi intendesse adottare per scongiurare ulteriori problemi alla clientela e agli operatori di Poste italiane, e, in particolar modo, se non ritenesse necessario che Poste italiane accertasse l'effettiva funzionalità del sistema prima di estenderlo a livello nazionale.
Le segnalo solo la data, così capirà: mercoledì 23 giugno 2010. Ritengo quindi, visto quello che sta accadendo, dopo esattamente un anno, forse utile sapere qualcosa in più su questo sistema può essere utile anche alla Camera.

PRESIDENTE. Indubbiamente. La ringrazio, onorevole Contento.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,30 con lo svolgimento interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,55, è ripresa alle 15,30.

Pag. 54

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Bongiorno, Brugger, Brunetta, Casero, Cicchitto, Colucci, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Fava, Gregorio Fontana, Franceschini, Frassinetti, Alberto Giorgetti, Giro, La Russa, Lo Monte, Lusetti, Martini, Messina, Migliori, Moffa, Mura, Polidori, Ravetto, Reguzzoni, Sardelli, Tabacci e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dello sviluppo economico ed il Ministro per i rapporti con il Parlamento.

(Iniziative del Governo per promuovere la più ampia partecipazione dei cittadini alla consultazione referendaria di domenica 12 e lunedì 13 giugno 2011 - n. 3-01691)

PRESIDENTE. L'onorevole Messina ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01691, concernente iniziative del Governo per promuovere una più ampia partecipazione dei cittadini alla consultazione referendaria di domenica 12 e lunedì 13 giugno 2011 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata). Le ricordo che ha un minuto di tempo a sua disposizione.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, signor Ministro, il 12 e il 13 giugno c'è un appuntamento importante per l'Italia, l'appuntamento referendario, peraltro previsto dalla nostra Costituzione, all'articolo 75.
I quesiti come tutti sanno, ormai, sono tre: il primo per impedire la costruzione di centrali nucleari nel nostro Paese, il secondo per impedire la privatizzazione dell'acqua e il terzo per affermare che la legge, nel nostro Paese, è uguale per tutti.
Il Governo ha osteggiato in tutti i modi questi referendum, prima con un «no» all'election day, che non ha concesso, creando un costo di circa 300 o 400 milioni di euro che, alla faccia dei tagli di Tremonti, potevano essere tranquillamente risparmiati agli italiani; una finta moratoria di un anno; una finta abrogazione delle norme per evitare i referendum. Come era ovvio, il maldestro tentativo è stato smascherato fortunatamente, prima dalla Corte di cassazione e, dopo dalla Corte costituzionale. Si interroga pertanto per sapere se il Governo non voglia invitare una volte per tutte i cittadini, come sarebbe doveroso, ad andare a votare nel rispetto dell'articolo 75 della Costituzione.

PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, ha facoltà di rispondere.
Ha tre minuti di tempo a sua disposizione.

PAOLO ROMANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, dopo l'incidente di Fukushima, il Governo e il Parlamento hanno bloccato le procedure di definizione ed attuazione del programma di rilancio del nucleare, abrogando definitivamente le norme che dal 2009 ad oggi sono state emanate a tal fine.
L'Italia partecipa alla strategia europea sulla sicurezza nucleare contribuendo alla scelta dei parametri per lo svolgimento degli stress test delle centrali, alcune delle quali a pochi chilometri dai nostri confini.
In questi mesi il Governo ha avviato la definizione di una nuova strategia energetica nazionale. Abbiamo completamente Pag. 55ridisegnato il sistema di incentivazione delle rinnovabili attraverso, ad esempio, il decreto-legislativo n. 28 del 2011, riconosciuto da tutti gli operatori come strumento efficace per creare le basi per la nascita di una nuova filiera industriale. Sul fotovoltaico il lavoro è già concluso e ad oggi risulta una potenza installata di oltre 6 mila megawatt, quota seconda solo alla Germania. Entro l'estate adotteremo i provvedimenti relativi alle altre fonti verdi. Abbiamo consolidato nuovi modelli di gestione delle reti di distribuzione del gas e dell'energia elettrica; abbiamo il know-how e le basi industriali per costruire un futuro energetico più sicuro per il Paese e questo dovrebbe essere un grande tema bipartisan per tutte le forze politiche. Il Governo ragiona e agisce da tempo oltre la scelta nucleare.
Per quanto riguarda il referendum vorrei ricordare che, alla luce della decisione della Corte di cassazione, i cittadini saranno chiamati ad abrogare i seguenti commi: il comma 1 dell'articolo 5, che prevede: «al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche (...) sui profili relativi alla sicurezza nucleare (...), non si procede» - ribadisco, non si procede - «alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare». Si chiede poi l'abrogazione del comma 8 dell'articolo 5 che recita testualmente: «entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Consiglio dei ministri (...) adotta la strategia energetica nazionale che individua le priorità e le misure necessarie al fine di garantire la sicurezza nella produzione di energia, la diversificazione delle fonti energetiche» e così via; non si parla mai di energia nucleare. Lasciamo quindi che i cittadini scelgano liberamente se abrogare o meno queste norme.
Per quanto riguarda la comunicazione istituzionale, la concessionaria del servizio pubblico ha significativamente aumentato la programmazione dedicata ai referendum, sia sotto il profilo dell'informazione e dell'approfondimento, sia della comunicazione politica con tribune referendarie e messaggi autogestiti. Il tutto, ovviamente, in incoerenza con le disposizioni previste dal regolamento attuativo che è stato approvato dalla Commissione parlamentare di vigilanza, il 4 maggio scorso.

PRESIDENTE. L'onorevole Messina ha facoltà di replicare. Ricordo che può farlo in due minuti.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, la verità è che questo Governo osteggia i referendum, perché sono un programma alternativo di governo del Paese, ma il voto referendario significa rispetto dei cittadini. Non è vero, Ministro, che questo Governo, dopo Fukushima, ha abrogato le norme sul nucleare, lo hanno detto la Cassazione e la Corte costituzionale, tant'è che il referendum, fortunatamente, si svolgerà.
Questo Governo sta andando avanti in questa direzione proprio per proteggere accordi economici di dubbia natura presi dal Premier, che non esita ad attentare alla salute dei cittadini pur di mantenere gli accordi - quelli con Sarkozy sono evidenti - tra ENEL ed EDF. Questo Governo ha provato ad evitare lo svolgimento del referendum e non ce l'ha fatta. Dopo Fukushima i Paesi più evoluti puntano ad energie alternative: la Germania dismette il nucleare, così l'Austria, la Svizzera, e in Spagna la prima fonte energetica è l'eolico. Noi invece pensiamo di comprare e costruire centrali nucleari. Praticamente, è come comprare macchine messe fuori uso per difetto e pagarle per nuove, mettendo l'incolumità dei passeggeri in grave rischio.
È scandaloso, tra l'altro, Ministro, che numerosi rappresentanti del Governo, dal Premier Berlusconi ai Ministri Frattini, La Russa e Meloni, dicano e invitino i cittadini a non andare a votare. Si tratta dell'esercizio di un diritto e credo sia doveroso farlo. Noi, per non farla lunga, lo diciamo con molta chiarezza: il 12 e il 13 giugno, per il nostro futuro, per il futuro dei nostri figli e per il rispetto delle istituzioni, andremo a votare. Diciamo, con il Presidente della Repubblica, Giorgio Pag. 56Napolitano: siamo elettori che fanno sempre il loro dovere. Invitiamo per questo i cittadini italiani a fare altrettanto e a votare quattro volte «sì».

(Iniziative di competenza nei confronti di Poste italiane Spa per il rispetto degli obblighi previsti dal contratto di programma in ordine ai livelli di qualità dei servizi e al soddisfacimento delle esigenze degli utenti - n. 3-01692)

PRESIDENTE. L'onorevole Buonanno ha facoltà di illustrare l'interrogazione Reguzzoni n. 3-01692, concernente iniziative di competenza nei confronti di Poste italiane Spa per il rispetto degli obblighi previsti dal contratto di programma in ordine ai livelli di qualità dei servizi e al soddisfacimento delle esigenze degli utenti (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, caro Ministro, in questi giorni vi è stato uno stillicidio sui servizi postali, in tutta Italia. Se le cose vanno così, tra un po', magari, Poste italiane faranno tornare i piccioni viaggiatori, perché se questo è l'andazzo di una società per azioni che ha 1 miliardo di utili - e sottolineo, 1 miliardo di utili - e alla quale lo Stato dà 300 milioni di euro l'anno per garantire il servizio universale - cioè che vi siano ancora servizi postali anche nei piccoli comuni, soprattutto in quelli di montagna, e faccio l'esempio del mio territorio, la Valsesia - credo che il Governo debba intervenire per garantire tutti i clienti e gli utenti che si vedono, invece, «erogare» tramite gli uffici postali, disservizi e non servizi, a fronte di - lo ribadisco - utili da 1 miliardo di euro. Però, se per fare utili dobbiamo tagliare il personale e creare disservizi, anche mio figlio, che ha otto anni, sarebbe capace di farlo.

PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, ha facoltà di rispondere.

PAOLO ROMANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, sono pienamente consapevole che i disservizi denunciati nell'interrogazione presentata hanno creato a un gran numero di cittadini gravi disagi e difficoltà. Il Governo è immediatamente intervenuto, sollecitando Poste italiane a porre tempestivo rimedio alla grave situazione, ripristinando la regolarità dei servizi e tutelando l'utenza, tenuto anche conto del disagio e dei problemi derivati dai tempi di attesa.
Tali disservizi incidono su aspetti fondamentali della vita di tutti giorni, come il pagamento delle pensioni o dei bollettini delle utenze. Il guasto sulla rete postale ha avuto ripercussioni sicuramente molto pesanti per gli utenti.
A seguito di tali richieste, Poste italiane ha comunque garantito alla clientela una dichiarazione di mancata fruizione del servizio nei casi in cui il cliente sia stato impossibilitato ad attendere per l'espletamento del servizio stesso. Quanto agli strumenti di intervento di cui dispone, il Ministero, nell'ambito della sua attività di vigilanza, oltre all'applicazione delle sanzioni pecuniarie fino a 1 milione e mezzo di euro previste dal contratto di programma in caso di violazione degli obblighi, ha immediatamente predisposto un'attività straordinaria di verifica ispettiva tramite gli organi territoriali, per accertare la precisa entità dei disservizi verificatisi sull'intero territorio nazionale e l'effettivo ripristino delle funzionalità degli uffici postali, nonché il monitoraggio sugli standard di qualità.
Nei casi in cui la società non dovesse raggiungere gli obiettivi fissati dal programma, sarà chiamata a risponderne. Per quanto riguarda il problema più generale della fornitura dei servizi su tutto il territorio, il decreto ministeriale del 7 ottobre 2008 fissa i criteri di distribuzione e i punti di accesso della rete postale pubblica, con riferimento sia agli uffici postali che alle cassette di impostazione.
Gli uffici postali, che sono unico presidio di comune, non possono essere mai chiusi e devono comunque sempre garantire un orario di apertura minimo di tre Pag. 57giorni e 18 ore settimanali. Va sottolineato, inoltre, che la fornitura del servizio universale su tutto il territorio nazionale è particolarmente onerosa, sia per le condizioni demografiche e territoriali, sia per la scarsa densità abitativa di alcune zone.
La difficoltà di saturazione della rete comporta un livello strutturale dell'onere del servizio universale particolarmente alto, mentre i trasferimenti statali a favore di Poste italiane a copertura degli oneri derivanti dal servizio universale coprono la metà dello stesso servizio.
Consapevole comunque della rilevanza del problema dal punto di vista sociale, il Ministero ha instaurato, e sta oltremodo sviluppando, un costruttivo rapporto di collaborazione con l'ANCI, area piccoli comuni, per intervenire sulle aperture giornaliere orarie degli uffici postali situati nelle zone montane riferite a particolari situazioni di criticità nell'erogazione del servizio segnalate dalla stessa associazione.
Infine, ritornando alla questione specifica dei disservizi, ritengo meriti sottolineare che il Ministero ha assicurato, in occasione del tavolo di conciliazione previsto per domani, la piena collaborazione alle associazioni dei consumatori e degli utenti, rendendosi disponibile a fornire ogni informazione utile acquisita nella propria attività di vigilanza per agevolare la risoluzione delle controversie con l'utenza in caso di rimborso di danni ed indennizzi.

PRESIDENTE. L'onorevole Buonanno ha facoltà di replicare.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio perché è stato esaustivo, però visto che lei fa l'amministratore locale come lo faccio io, sa che contano il contenuto vero e la concretezza. Ebbene, di tutto quello che ha detto, una parte non sta così, nel senso che sul territorio queste cose non accadono.
Innanzitutto, secondo me le Poste italiane dovrebbero fare un corso accelerato a coloro che stanno allo sportello di educazione verso i clienti, di educazione verso gli anziani, di educazione verso chi va a ritirare la pensione e fa anche fatica ad andarci e magari poi si ritrova con un cartello con scritto che l'ufficio è chiuso solo perché magari si sono inventati qualcosa da fare in precedenza. Non è così che si organizza un servizio pubblico e ribadisco che, siccome lo Stato e il Ministero dell'economia e delle finanze pagano 300 milioni di euro, cioè 600 miliardi delle vecchie lire, ogni anno per fare in modo che le Poste funzionino, non vedo perché ci siano questi tipi di problemi. Paghiamo dei manager molto profumatamente, quindi vediamo di farli lavorare bene.
Chi ha sbagliato in questa situazione - perché i «cervelloni» delle Poste italiane non è che si sono svegliati al mattino e al pomeriggio hanno deciso di fare questi cambiamenti - deve pagare, perché in questo Paese non c'è mai nessuno che paga (Applausi del deputato Di Biagio) e adesso vengo anche alla proposta. Credo che sia giusto anche fare una specie di moratoria di 15 giorni - magari se il collega spegne il telefono mi fa una cortesia e lei, signor Presidente, mi controlli il tempo, per favore -, mi riferisco al fatto che dal 1o al 15 di giugno ci sia una specie di moratoria che permetta a tutti quelli che dovevano pagare la «multa», che dovevano fare un versamento e che poi magari si ritrovano la «multa» raddoppiata perché non sono riusciti a fare quello che dovevano fare, non debbono subire un ulteriore danno. Questo significherebbe avere uno Stato serio, uno Stato che quando spende i soldi vuole avere anche un servizio, e per i comuni di montagna, come quello in cui abito, ma ce ne sono tanti anche in periferia, chiediamo che questi servizi rimangano e che i postini, quando vengono scelti, non siano cambiati ogni tre mesi, perché il tempo di capire qual è il quartiere e dove sono le vie e li mandano a casa, tanto che ne arrivano altri che non sanno nemmeno dove sono.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Buonanno.

Pag. 58

GIANLUCA BUONANNO. Diamo un servizio pubblico vero. Chiedo a lei, signor Ministro, e al Governo di intervenire come si deve.

(Iniziative in merito ai recenti disservizi verificatisi negli uffici postali, in relazione all'aggiornamento del software per le operazioni di sportello - n. 3-01693)

PRESIDENTE. L'onorevole Lusetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01693 concernente iniziative in merito ai recenti disservizi verificatisi negli uffici postali, in relazione all'aggiornamento del software per le operazioni di sportello (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

RENZO LUSETTI. Signor Presidente, signor Ministro, la questione che noi poniamo è un po' diversa da quella del collega Buonanno, perché stiamo assistendo da una settimana a gravi e intollerabili disagi negli uffici postali italiani a causa di un blackout, se mi consente incomprensibile, del sistema informatico. Migliaia, dico migliaia, di persone, non hanno potuto pagare «multe» e bollettini in scadenza, trovandosi costrette a pagare una mora. Soprattutto molti anziani non hanno potuto ritirare la pensione, già di per sé molto misera per tanti di loro, e molti disagi e danni economici ai cittadini sono derivati perché ci sono state molte code, senza nemmeno informazioni. Ora, la questione che poniamo è molto semplice, signor Ministro. In primo luogo: di chi è la responsabilità di questo disservizio?
In secondo luogo, quando riprenderà la piena funzionalità del servizio postale e, infine, chi vigila e come vigila sui rimborsi per i danni recati alla clientela?

PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, ha facoltà di rispondere.

PAOLO ROMANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, ad integrazione degli elementi già forniti nella risposta alla precedente interrogazione, segnalo che i disservizi postali dei giorni scorsi sono stati causati da un guasto per problemi di software sui sistemi IBM e HP che gestiscono l'operatività della rete postale. Ciò ha causato rallentamenti e blocchi nell'operatività di sportello, tanto che circa 4 mila dei 13 mila uffici abilitati all'erogazione dei servizi non hanno completato le normali procedure di chiusura dell'attività pur avendo previsto il prolungamento dell'orario di apertura al pubblico.
Poste italiane è pervenuta con i tecnici delle società in questione per ripristinare la regolare fruibilità dei servizi da parte della clientela. Gli esperti sono tuttora al lavoro per la piena funzionalità del software da loro sviluppato e necessario per il funzionamento dei 60 mila sportelli postali. Ribadisco che il Governo è ben consapevole dei disagi e dei danni che da questa situazione sono derivati a un gran numero di utenti che sono stati costretti a lunghe attese o addirittura non hanno potuto fruire dei servizi necessari, in molti casi connessi a termini di adempimento obbligatori. Ribadisco altresì che il Governo, con gli strumenti che ha a disposizione, si sta adoperando per pervenire quanto prima a una regolare ripresa della funzionalità del servizio postale.
Per quanto riguarda l'accertamento delle responsabilità e del rispetto degli obblighi di servizio universale previsti nel contratto di programma, il Ministero ha attivato - come ricordato poc'anzi - un'attività straordinaria di verifica ispettiva tramite gli organi territoriali. In ogni caso, a partire dallo strumento del tavolo di conciliazione già previsto per domani, il Governo si farà parte attiva per assicurare agli utenti adeguate misure di compensazione per i disagi subiti.
L'onorevole interrogante, nelle premesse del proprio atto di sindacato ispettivo, fa riferimento anche all'Agenzia per la regolamentazione del settore postale. Al riguardo, ritengo opportuno segnalare che il decreto legislativo n. 58 del 2011, che prevede l'istituzione dell'Agenzia, è stato Pag. 59pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 29 aprile 2011. Già nel Consiglio dei Ministri del 5 maggio sono stati designati i tre membri del collegio dell'Agenzia. La procedura di nomina prevede il parere delle Commissioni parlamentari e stamani, dopo il parere favorevole della competente Commissione della Camera, è stato espresso anche quello della competente Commissione del Senato. È ora possibile, quindi, concludere in tempi rapidi la procedura di nomina e di costituzione dell'Agenzia e pervenire sollecitamente a porre l'Agenzia stessa nelle condizioni di essere operativa. Resta fermo che, fino al momento in cui l'Agenzia non è operativa, le funzioni di regolamentazione e vigilanza del settore postale continuano ad essere svolte dal Ministero che - come ho indicato - non si sottrarrà in alcun modo rispetto a quanto è accaduto in questi giorni e ai propri compiti di sollecitare un pieno ristabilimento della regolarità dei servizi, verificare la responsabilità e tutelare gli utenti che hanno sofferto disagi.
Posso anche aggiungere, onorevole Lusetti, che nell'ultima informativa di pochi minuti fa, che ho voluto prendere proprio nel momento in cui arrivavo qui, stamattina i servizi e le transazioni che sono state effettuate sono arrivati a circa sei milioni, quindi con una previsione di chiusura entro la giornata di circa otto milioni di transazioni, contro una media del periodo precedente all'installazione del nuovo software di circa sei milioni, sei milioni e mezzo. Quindi, a quanto dice Poste italiane, da questa mattina siamo tornati in una situazione di regolarità, anzi in una situazione migliore rispetto a prima perché finalmente, attivando questo software più moderno, le Poste si sono finalmente messe nelle condizioni di fornire un servizio più adeguato e migliore rispetto a quello che c'era prima.

PRESIDENTE. L'onorevole Lusetti ha facoltà di replicare.

RENZO LUSETTI. Signor Ministro, noi siamo veramente insoddisfatti di questa sua risposta perché non ci sono certezze. Comunque la risposta è inadeguata, comunque la riteniamo insufficiente, la riteniamo anche per certi versi imprecisa e soprattutto, se mi consente, un po' troppo burocratica. Allora, a questo punto, lo faccio a nome del gruppo parlamentare che rappresento, l'Unione di Centro per il Terzo Polo, è doveroso ringraziare i dipendenti dei 14 mila uffici postali che hanno compiuto in questa settimana grandi sforzi per smaltire le code, lavorando ben oltre l'orario lavorativo e, in alcuni casi, gli uffici hanno aperto anche alle sette del mattino. Quindi, è evidente che da parte nostra c'è bisogno di ringraziare queste persone e meno male che l'Italia c'è e che gli italiani ci sono, altrimenti saremmo in grosse difficoltà. È opportuno enfatizzare anche il grande lavoro che hanno fatto le associazioni dei consumatori che si stanno adoperando per avviare tante, tantissime procedure di rimborso. Infine, anche un apprezzamento dovuto, non formale, non di circostanza, al senso di responsabilità che hanno mostrato in questo caso le organizzazioni sindacali. Per questo credo che sia necessario andare al nocciolo del problema.
Lei ha proposto, nella sua risposta, il problema del controllo del mercato liberalizzato dei servizi postali. Tuttavia, questo controllo del mercato, nonostante ci sia la supplenza del Ministro, è da tempo scarsa e assente: non c'è.
Secondo me, il grande errore che ha fatto il Governo è quello di aver costituito in forte ritardo l'ennesima mini autorità garante che ha più di 60 dipendenti, ma non ha ancora il vertice perché il Parlamento non ha ancora approvato la proposta della maggioranza e di questo Governo e, soprattutto, non è ancora funzionante. Forse, signor Ministro, io mi sarei anche interrogato: bastava probabilmente affidare queste competenze all'Agcom o all'Antitrust e magari si faceva un po' prima.
Chiudo dicendo che sarà anche colpa dell'informatica, però il 1o giugno non si cambia la piattaforma perché si pagano le pensioni, soprattutto in prossimità di un ponte di festività. Per questo noi vogliamo Pag. 60che voi abbiate più buonsenso di quello che avete (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

(Chiarimenti in merito alla procedura di accesso alla tariffa incentivante a favore dei produttori di energia elettrica da fonte fotovoltaica - n. 3-01694)

PRESIDENTE. L'onorevole Sardelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01694, concernente chiarimenti in merito alla procedura di accesso alla tariffa incentivante a favore dei produttori di energia elettrica da fonte fotovoltaica (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

LUCIANO MARIO SARDELLI. Signor Presidente, pregiatissimo Ministro, ho apprezzato la necessità che il Governo ha avuto di regolamentare il settore delle energie rinnovabili in questi ultimi mesi, però ascolto la denuncia del mondo imprenditoriale e sindacale circa gli effetti sugli investimenti e sull'occupazione dovuta al «quarto conto energia», ma soprattutto quanto alla fortissima incertezza che è scaturita per le contraddittorie indicazioni del gestore del servizio elettrico che ha indicato differentemente dalla determinazione ministeriale e dal decreto relativo al «quarto conto energia» con il conseguente blocco già denunciato dagli investitori bancari delle pratiche di finanziamento degli impianti.
Quindi, chiedo al Ministero di intervenire sul gestore del servizio elettrico che impropriamente ha male interpretato l'indicazione stessa del Ministro e ha creato un sistema di incertezza che ha paralizzato un settore strategico per il Paese che negli ultimi anni ha creato migliaia di posti di lavoro.

PRESIDENTE. Il Ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, ha facoltà di rispondere.

PAOLO ROMANI, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, la ratio della norma citata dall'onorevole Sardelli è quella di garantire il controllo della spesa negli anni 2011-2012 attraverso limiti di costo per i grandi impianti. Ciò per riservare le riserve economiche che garantiscono un ampio orizzonte di sviluppo per il settore, assicurando le tariffe incentivanti fino al 2016, anno del raggiungimento previsto della cosiddetta grid parity. Il decreto ministeriale del 5 maggio 2011 all'articolo 6 - recante condizioni per l'accesso alle tariffe incentivanti - dispone: «Gli impianti accedono alle tariffe incentivanti con le modalità e nel rispetto delle condizioni fissate dal presente decreto». Al comma 3 le condizioni per i grandi impianti sono identificate, negli anni 2011 e 2012, con l'iscrizione al registro in posizione utile e il rinvio al GSE della certificazione di fine lavori entro termini prefissati. Tale norma costituisce il principio generale entro il quale si colloca il sistema dell'incentivazione degli impianti fotovoltaici.
Quindi, il citato comma 4 non è altro che una disposizione di dettaglio intesa a chiarire che la tariffa incentivante è quella della data di entrata in esercizio, fermo restando il rispetto nel biennio 2011-2012 delle condizioni del comma 3. La lettura ipotizzata dall'interrogante consentirebbe, invece, ai grandi impianti di accedere alle tariffe incentivanti per gli anni 2011 e 2012 senza alcun limite, salvo dover attendere il 1o gennaio 2013 per l'erogazione delle stesse.
Tale impostazione vanificherebbe la portata della norma mettendo a rischio l'equilibrio economico stabilito dal decreto nell'assegnazione delle risorse negli anni con probabili effetti in termini di forte aumento della spesa per gli anni 2011 e 2012 e conseguente riduzione della spesa destinabile agli anni successivi. Si ritiene corretta, dunque, l'impostazione del GSE, atteso che i grandi impianti non essendo iscritti al registro non soddisfano la condizione prevista dalla norma e non possono pertanto accedere alle tariffe del biennio.
Da quanto detto, discenderebbe o l'ipotesi di una esclusione tout court dagli Pag. 61incentivi dell'impianto non iscritto in posizione utile nel registro o l'ipotesi di dare accesso all'incentivo a tale impianto attribuendo la tariffa corrispondente alla prima data utile del periodo non sottoposto a registro. Relativamente poi all'articolo 12, comma 5, del decreto ministeriale si fa notare che il termine entro il quale il GSE deve emanare le ulteriori regole tecniche ricade all'interno del periodo di apertura del registro.
Non sussisteranno dunque problemi per gli operatori ai fini dell'iscrizione o dell'eventuale aggiornamento della documentazione già presentata atteso che, fino alla data di chiusura del registro, è possibile per gli stessi aggiornare o trasmettere ulteriore documentazione.
Più in generale, si fa notare che la norma e le regole tecniche definite dal GSE sono volte esclusivamente a contrastare il fenomeno del frazionamento, ovvero il caso in cui uno stesso impianto sia artatamente diviso in più parti per poter accedere ad una tariffa incentivante maggiore, configurandosi anche in tale caso un'elusione del dettato normativo.
Comunque, data la complessità della questione portata all'attenzione dell'onorevole Sardelli, gli uffici competenti del mio Ministero rimangono a disposizione per approfondimenti ed eventuali chiarimenti sulle procedure amministrative.

PRESIDENTE. L'onorevole Sardelli ha facoltà di replicare.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Signor Presidente, sono soddisfatto della puntualità e della precisione che caratterizza sempre i suoi interventi. Evidenzio un punto soltanto, ossia che - come anche il Ministro ha ribadito - l'entrata in esercizio, così come nel decreto-legge, dovrebbe corrispondere con l'assegnazione della tariffa incentivante. Inoltre, faccio una riflessione più complessiva su questo settore: credo che le energie rinnovabili siano un patrimonio di questo Paese - sono un'energia nostra - e, in un Paese nel quale diciamo, da una parte, «no» al nucleare, «no» ai rigassificatori, «no» ai sondaggi per la ricerca di idrocarburi nei nostri mari e «no» al carbone, apprezzo la politica verso le energie rinnovabili e chiedo che venga seguita con la massima attenzione. Poi, presso il Ministero, mi periterò di approfondire ulteriormente (Applausi dei deputati del gruppo Iniziativa Responsabile).

(Chiarimenti in merito alla sperimentazione della cosiddetta social card in favore degli enti caritativi - n. 3-01689)

PRESIDENTE. L'onorevole Miotto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lenzi n. 3-01689 concernente chiarimenti in merito alla sperimentazione della cosiddetta social card in favore degli enti caritativi, (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata) di cui è cofirmataria.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, è noto che l'Italia spende meno di tutti gli altri Paesi europei per quanto riguarda il contrasto alla povertà, meno dello 0,1 per cento del reddito nazionale, eppure anche in Italia ci sono 3 milioni di poveri. Le statistiche ci consegnano 8 milioni di persone sotto la soglia della povertà: 3 milioni si trovano in una situazione di povertà assoluta.
Di fronte a questo fenomeno cosa fa il Governo? Il Ministro Tremonti nel 2009 vara la più grande riforma della storia - disse così - ossia quella concernente la social card, della quale beneficiavano solo 600 mila persone. Il secondo annuncio è dell'inizio di quest'anno: una sperimentazione per le città che superano i 250 mila abitanti. Questa sperimentazione doveva essere seguita da un decreto-legge da adottare entro la fine di marzo. Non è stato adottato alcun decreto-legge, però vi sono le interviste del Ministro Sacconi alla trasmissione Report di domenica scorsa.
Cosa scopriamo? Concludo subito, signor Presidente: non si sa cosa siano questi enti caritativi, che sono un'innovazione assoluta nel nostro ordinamento, ma addirittura diminuisce l'importo di accesso a 3 mila euro all'anno. Si aggiungono cioè Pag. 62nuovi poveri ai poveri che abbiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, rispondo all'onorevole Miotto sulla base degli elementi forniti dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali il quale precisa preliminarmente che gli aspetti che saranno ora illustrati troveranno puntuale disciplina in un regolamento in corso di adozione.
Il Ministero del lavoro comunica che il precedente programma Carta acquisti continua a operare anche nei comuni coinvolti nell'attuale sperimentazione secondo le modalità precedentemente definite, tuttavia i due benefici non saranno tra loro cumulabili.
Il Ministero fa presente che, ad oggi, risultano possedere valide dichiarazioni sostitutive uniche con ISEE inferiori a tremila euro circa 285 mila cittadini residenti nei comuni con più di 250 mila abitanti, il che già pone problemi di compatibilità con le risorse finanziarie disponibili per la sperimentazione.
Per enti caritativi, definizione utilizzata dal regolamento comunitario n. 3149 del 1992 per l'attuazione del programma europeo di distribuzione di prodotti alimentari agli indigenti, sono da intendersi organismi senza scopo di lucro le cui finalità statutarie siano il contrasto alla povertà e all'esclusione sociale, la promozione delle inclusioni sociali quali ONLUS, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, associazioni di promozione sociale, enti costituiti e approvati dalle autorità ecclesiastiche e iscritti ai relativi registri.
Per poter partecipare alla sperimentazione, gli enti caritativi dovranno aver gestito con regolarità servizi di presa in carico quali supporto psicologico specialistico, educativo, economico, di orientamento e di inserimento lavorativo, mensa e distribuzione alimenti, accoglienza notturna.
I comuni che aderiranno alla sperimentazione mediante stipula di appositi protocolli di intesa con i ministeri competenti provvederanno a: selezionare gli enti caritativi destinatari della carta acquisti secondo modalità e criteri da loro eventualmente stabiliti; scambiare dati sui beneficiari di prestazioni sociali con l'INPS, al fine di integrare gli interventi della sperimentazione con interventi di cui il comune è titolare; promuovere specifici accordi di collaborazione con gli enti caritativi per favorire l'attuazione del principio di sussidiarietà, rafforzare il sistema integrato di interventi e servizi sociali e impedire sovrapposizioni e settorializzazioni delle risposte; integrare il fondo di cui al decreto-legge n. 112 del 2008, vincolando l'utilizzo dei propri contributi a specifici usi in favore dei residenti nel proprio ambito di competenza territoriale.
Infine, onorevole Miotto, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali sottolinea che le risorse del programma di sperimentazione andranno per intero a beneficio dei destinatari finali e non a beneficio delle casse degli enti caritativi. Questi ultimi, avendo la capacità di individuare le persone in condizioni di maggior bisogno (nuclei monoparentali, famiglie con tre o più minori o minori disabili, famiglie in cui nessuno lavora e siano presenti minori disabili e persone senza dimora), elaboreranno per loro un progetto individuale di presa in carico, finalizzato al superamento della condizione di povertà, emarginazione ed esclusione sociale.

PRESIDENTE. L'onorevole Lenzi ha facoltà di replicare.

DONATA LENZI. Signor Ministro, non posso che dichiararmi insoddisfatta, oltre che - lei mi scuserà - rimpiangere l'assenza del Ministro Sacconi, con cui avremmo voluto interloquire. Devo dire che, intanto, sui numeri alcune cose non mi tornano, perché, se vi sono 285 mila persone con un ISEE sotto i 3 mila euro annui, queste sono comunque un sottoinsieme del blocco di quelli che sono sotto Pag. 63i 6 mila euro l'anno, che avevano già diritto alla carta.
Quindi, non si comprende quale sia l'aumento di spesa (dovrebbero essere una categoria particolare). È evidente che si pensa a persone che non è stato possibile avvicinare: penso, addirittura, ai barboni, ai senza casa, ai senzatetto, che, probabilmente, non hanno neanche l'ISEE, come non hanno un reddito.
Avendo lavorato in gioventù diversi anni come volontaria proprio in una mensa, so bene che quelli sono i posti nei quali la burocrazia è ridotta al minimo. Devo dirle che mi desta una certa perplessità il fatto che siano gli enti caritativi i soggetti chiamati a svolgere questa funzione, anche burocratica, oltre che di garanzia dei diritti delle persone, di individuazione dei casi.
Meglio sarebbe stato, in un rapporto di collaborazione tra pubblico e privato e in un rapporto corretto di sussidiarietà, che fosse il comune a individuarli e, insieme agli enti, costruire il progetto di inserimento. Almeno, questa è la nostra opinione. Devo poi dirle che 50 milioni di euro per questa sperimentazione sono molto pochi: le città individuate sono quelle più grandi e rimane fuori una gran parte di popolazione indigente, che si trova nel resto del territorio.
Ma noi continuiamo ad avere una perplessità di fondo sulla social card. Mi permetto di rappresentarla con un esempio: se entro in un negozio e pago con una carta di credito VISA Oro, godo di una certa considerazione; se pago in quel negozio esponendo la social card, la carta acquisti azzurra, sono etichettato come povero. Beh, anche la povertà ha diritto alla dignità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Saluto gli studenti della Villanova University di Philadelphia, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune. L'Assemblea, anche se a ranghi ridotti, vi saluta (Applausi).

(Iniziative urgenti per garantire il diritto di voto ai cittadini italiani residenti all'estero in relazione alle prossime consultazioni referendarie - n. 3-01695)

PRESIDENTE. L'onorevole Di Biagio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01695, concernente iniziative urgenti per garantire il diritto di voto ai cittadini italiani residenti all'estero in relazione alle prossime consultazioni referendarie (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, voglio evidenziare tutta l'attenzione e la condivisione che ha caratterizzato l'atto di sindacato ispettivo in esame, questa interrogazione a risposta immediata che ha trovato la condivisione dei colleghi dell'opposizione eletti all'estero, che hanno a cuore la partecipazione democratica, e in particolar modo gli onorevoli Garavini, Fedi e Narducci.
Essi, con senso di responsabilità, hanno inteso richiedere, insieme al sottoscritto, in che modo questo Governo vuole regolare l'impasse di questi quesiti referendari tra i nostri connazionali all'estero. Segnale, questo, che, dinanzi alle gravi lacune organizzative ed amministrative del nostro Governo, le persone di sano e buon senso rispondono in maniera unanime e concorde.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, le rispondo, onorevole Di Biagio, sulla base degli elementi forniti dal Ministero dell'interno.
A seguito della sentenza della Corte costituzionale che ha confermato l'ammissibilità del referendum in materia di energia nucleare, il Ministero precisa che, al fine di garantire il regolare svolgimento delle operazioni, sono in corso di stampa Pag. 64e distribuzione in tutto il Paese le schede referendarie di colore grigio nella nuova formulazione del quesito disposta con ordinanza del 1o giugno 2011, depositata il 3 giugno, dell'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione.
Agli elettori italiani residenti all'estero, secondo quanto previsto dall'articolo 12, comma 3, della legge n. 459 del 2001 recante norme per l'esercizio del diritto di voto ai cittadini italiani all'estero, sono stati inviati dai consolati italiani, entro il 25 maggio scorso, i plichi elettorali con le quattro schede referendarie, ivi compresa la scheda grigia relativa al predetto referendum nella vecchia formulazione del quesito. Tali elettori, secondo il comma 6 del suddetto articolo 12, potevano esprimere il proprio voto e rispedire il plico con le schede votate al consolato competente entro il 2 giugno scorso. In ogni caso, solo le schede che perverranno ai consolati entro le ore 16, ora locale, del prossimo 9 giugno potranno, ai sensi del comma 7 del medesimo articolo 12, essere inviate dai consolati medesimi in Italia per il successivo scrutinio da effettuarsi a partire dalle ore 15 di lunedì 13 giugno prossimo, contestualmente allo spoglio dei voti espressi nel territorio nazionale.
Attesa la tempistica prevista dalle disposizioni vigenti del voto per corrispondenza, il Ministero dell'interno comunica che risulta, pertanto, impossibile procedere ad una nuova stampa e distribuzione agli elettori residenti all'estero delle schede con il nuovo quesito sull'energia nucleare. In merito ai voti già espressi dagli elettori italiani residenti all'estero il Ministero dell'interno fa presente che ogni decisione resta riservata agli uffici competenti per legge. In particolare, mentre i voti espressi in Italia ai sensi dell'articolo 21 della legge n. 352 del 1970 sono sommati sulla base dei verbali trasmessi dai presidenti di seggio e dagli uffici provinciali per il referendum presso i tribunali, viceversa, per il voto postale all'estero, le funzioni svolte dagli uffici provinciali per il referendum sono esercitate, in base all'articolo 21 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 104 del 2003, dall'Ufficio centrale per la circoscrizione estero presso la Corte d'appello di Roma. L'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione, ai sensi dell'articolo 36 della citata legge n. 352 del 1970, appena pervenuti i verbali delle suddette operazioni, procede all'accertamento, per ogni referendum, della partecipazione alla votazione e della somma dei voti validi favorevoli e dei voti validi contrari e alla conseguente proclamazione dei risultati referendari.
Per quanto riguarda, poi, l'inconveniente tecnico che ha determinato la restituzione dello 0,8 per cento dei circa 485.000 plichi inviati in Germania, il Ministero degli affari esteri fa sapere di essere immediatamente intervenuto dando puntuali istruzioni ai consolati interessati per risolvere il problema. I plichi restituiti dalle poste tedesche sono stati quindi prontamente registrati in un apposito elenco e, dopo la sostituzione della busta esterna e l'apposizione del corretto cognome del coniuge delle elettrici, sono stati nuovamente recapitati alle destinatarie in tempo utile per la restituzione entro il termine del 9 giugno.
Al Ministero degli affari esteri, infine, non risulta che problematiche analoghe siano emerse in Belgio e in Australia.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Biagio ha facoltà di replicare.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, ringrazio il Ministro per il riscontro alla relazione.
Il tema del voto oltre confine è delicato, sebbene non gli sia stato dato adeguato risalto nel nostro Paese. Circa 4 milioni di nostri connazionali iscritti all'AIRE, nonché cittadini temporaneamente all'estero, si sentono piuttosto confusi, molti non sapevano che fine avrebbero potuto fare le loro preferenze già espresse per il referendum. In questo, però, bisogna dire che anche il sistema di comunicazione della nostra rete consolare oltre confine è stato poco efficiente. Non si contano in questi giorni le richieste di informazioni, e in Pag. 65alcuni casi di aiuto, giunte presso i miei uffici. In nessun Paese democratico moderno si verifica quanto discusso oggi. La scelta del suo dicastero di annullare il terzo quesito solleva, a mio parere, un dubbio di legittimità che meriterebbe di essere doverosamente approfondito in questa sede.
In questo modo il Governo ha inteso sistematicamente umiliare i nostri connazionali, riconoscendo loro prima il voto e poi annullandolo, perché non è possibile modificare il quesito originario per mancanza di tempo.
Il diritto di voto costituzionalmente sancito viene prima di tutto: prima delle esigenze e dei tatticismi politici, e questo dovrebbero saperlo. Il Governo sembrerebbe aver scelto la strada più facile, mortificando un diritto costituzionale pur di raggiungere lo scopo di avvilire il referendum ed il quorum necessario per la sua validità.
Questa esperienza sarà un riferimento per noi e per quanti hanno a cuore il legittimo diritto degli italiani all'estero, per quanti credono sia doveroso garantire ogni fase dell'esercizio del voto dei nostri connazionali e che avvenga in maniera corretta senza alcun tipo di refuso. Ed è opportuno che non si sacrifichi mai, in nessuna occasione, il diritto cogente dei nostri connazionali in nome di tempi ristretti o errori amministrativi.
Tutto questo è vergognosamente illegittimo e incostituzionale, e mi auguro che il Governo sia consapevole della gravità di quanto illegittimamente legittima in queste ore.

(Iniziative per accelerare la crescita dell'economia italiana - n. 3-01696)

PRESIDENTE. L'onorevole La Malfa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01696, concernente iniziative per accelerare la crescita dell'economia italiana (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, la riforma fiscale e, in particolare, la riduzione delle imposte era nel programma di questo Governo fin dal 2008 ed è ovvio che una riduzione delle imposte avrebbe aiutato - e aiuterebbe tuttora - la crescita economica del Paese. Ora se ne continua a parlare al futuro, anche in questi giorni.
È il Governo in grado di rispondere con chiarezza a tre domande semplici e dirette che le pongo, signor Ministro? Primo: il Governo è o no in grado di fare una riforma fiscale nel corso di questa legislatura? Se sì, quando verranno presentati i relativi documenti e quando pensate possano essere approvati? Se no, che altro intendete fare per sostenere la crescita dell'economia italiana, che è immobile e stagnante ormai da troppi anni?

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole La Malfa, do lettura della risposta fornita dal Ministero dell'economia e delle finanze al quale è rivolta la sua interrogazione.
Al riguardo il Ministero dell'economia e delle finanze premette che il 24 e il 25 marzo il Consiglio europeo dei Capi di Stato e di Governo ha approvato il Piano per l'euro. Gli Stati membri partecipanti si impegnano ad adottare tutte le misure necessarie per realizzare gli obiettivi seguenti: stimolare la competitività; stimolare l'occupazione; concorrere ulteriormente alla sostenibilità delle finanze pubbliche; rafforzare la stabilità finanziaria.
In questa logica l'Italia si è impegnata in parallelo e in sincronia con gli altri Paesi dell'Unione a confermare e sviluppare la politica di bilancio ed economica e a confermare ed articolare tanto la documentazione politica nazionale quanto il processo politico, a partire proprio dal Documento di economia e finanza 2011.
Stabilità e solidità della finanza pubblica sono essenziali per lo sviluppo economico. Nel Programma nazionale di riforma del Documento di economia e finanza Pag. 662011, presentato nell'aprile scorso, sono indicati gli interventi che il Governo ha assunto e intende assumere per garantire nel breve periodo una crescita potenziale del PIL maggiore di quella attuale.
Le principali riforme dell'Italia riguardano: il mercato del lavoro; povertà (mediante la sperimentazione di nuove modalità di attribuzione della carta acquisti della durata di 12 mesi); ricerca, sviluppo e innovazione; istruzione; riforma scolastica (già attuata) e universitaria (in corso di attuazione); economia eco-efficiente e cambiamenti climatici; fondo rotativo per il finanziamento delle misure finalizzate all'attuazione del Protocollo di Kyoto; consolidamento fiscale; mercato dei prodotti e pubbliche amministrazioni; disparità regionali e politiche di sviluppo.
Il Ministero dell'economia e delle finanze stima che le misure oggetto del Programma nazionale di riforma possono avere un effetto di crescita media annuale di PIL tra lo 0,2 e lo 0,4 per cento annuo. In linea con quanto esposto è stato presentato il decreto-legge n. 70 del 2011 recante «Semestre europeo - prime disposizioni urgenti per l'economia», attualmente all'esame del Parlamento.
In particolare esso riguarda: credito di imposta per la ricerca scientifica con università ed enti di ricerca; credito di imposta per le assunzioni a tempo indeterminato nel sud; reti di imprese; zone a burocrazia zero; distretti turistico-alberghieri; costruzione delle opere pubbliche; costruzioni private; semplificazione fiscale e amministrativa; banche; università e fondo per il merito; titoli di risparmio per l'economia meridionale.
Per dimostrare un reale impegno a favore del cambiamento ed assicurare lo slancio politico necessario per raggiungere gli obiettivi comuni, ogni anno gli Stati membri partecipanti converranno al massimo livello una serie di azioni concrete da realizzare nei dodici mesi.
La scelta delle misure specifiche da attuare resterà di competenza di ciascun Paese ma sarà orientata in particolare dall'esame delle questioni sopra indicate. Questi impegni si rispecchieranno anche nei programmi nazionali di riforma e di stabilità presentati ogni anno che la Commissione, il Consiglio e l'Eurogruppo valuteranno nell'ambito del semestre europeo.

PRESIDENTE. L'onorevole La Malfa ha facoltà di replicare.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, signor Ministro, le avevo posto cortesemente le seguenti tre domande: la prima, se il Governo aveva ancora intenzione di realizzare la riforma fiscale presente nel suo programma dal 2008 e che ovviamente aiuterebbe la ripresa dell'economia italiana e migliorerebbe le condizioni di vita di molti lavoratori; la seconda, quando aveva intenzione di realizzare la medesima riforma; la terza, cosa avreste fatto di diverso in caso contrario.
Abbiamo ascoltato un elenco di propositi che con la riforma fiscale nulla hanno a che fare e credo di essere nel giusto se concludo che il Governo, per la prima volta, dice con chiarezza che la riforma fiscale spetterà, se ci sarà, alla prossima legislatura.
Dice anche che ci sono una serie di provvedimenti confusi, se lei mi consente, il cui effetto complessivo è pari allo 0,2 per cento della crescita del reddito. Sostanzialmente il Governo confessa, con la sua cortese risposta, signor Ministro, di avere praticamente tolto le mani dal volante, abbandonato l'acceleratore e, quindi, la guida dell'economia italiana.
Ritengo, pertanto, che serva cambiare strada e serva quindi una nuova iniziativa politica.

(Ritiro dell'interrogazione Baldelli n. 3-01690)

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'interrogazione Baldelli 3-01690. Avverto che in data odierna l'interrogazione è stata ritirata dai presentatori.
È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Pag. 67

Annunzio della nomina di un Vicepresidente nonché del conferimento del titolo di Vicepresidente ad un giudice della Corte costituzionale.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 7 giugno 2011, il Presidente della Corte costituzionale, con due distinte lettere, ha comunicato di aver nominato Vicepresidente della Corte il giudice costituzionale professor Paolo Maddalena e che la Corte costituzionale ha deliberato di conferire al dottor Alfio Finocchiaro, quale giudice più anziano che in assenza del Presidente e del Vicepresidente professor Paolo Maddalena presiede la Corte, il titolo di Vicepresidente.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 9 giugno 2011, alle 9,30:

Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 16,20.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO VINCENZO GIBIINO SULLA PROPOSTA DI LEGGE N. 1952-A

VINCENZO GIBIINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi la Camera approva in prima lettura un provvedimento importante finalizzato a migliorare la qualità dell'edilizia residenziale. Si introduce, infatti, un sistema unico per la certificazione della qualità dell'edilizia residenziale, il sistema «casa qualità», allo scopo di armonizzare le norme nazionali, regionali e degli enti locali concernenti la valutazione dei requisiti delle costruzioni per assicurarne la sostenibilità ambientale, il contenimento energetico e idrico e il benessere dei fruitori. Sul provvedimento la Commissione ambiente ha svolto un'approfondita istruttoria anche attraverso un ciclo di audizioni informali, che hanno consentito di acquisire elementi di valutazione in ordine al contenuto della proposta di legge. Nel corso dell'esame si è peraltro registrato un orientamento condiviso su talune questioni e ciò ha consentito di addivenire alla formulazione di un testo con il contributo fattivo dei deputati della maggioranza e dei deputati dell'opposizione.
Ricordo, inoltre, che la Commissione ambiente ha approvato lo scorso anno un documento conclusivo di un'importante indagine conoscitiva sul mercato immobiliare in cui ha segnalato le proposte prioritarie e strategiche per migliorare la qualità dell'edilizia, la qualità architettonica e i livelli di innovazione tecnologica del prodotto edilizio rivolto alle famiglie, in cui ha incluso anche la proposta di legge di cui stiamo discutendo. Il mercato delle costruzioni è stato colpito da una pesante crisi e la qualità nell'edilizia è una risposta concreta, che può fornire un contributo importante a questo settore. La qualità dell'edilizia, inoltre, è cruciale per la realizzazione di quegli interventi di recupero e di riqualificazione di aree urbane degradate o dismesse, che oggi appaiono sempre più urgenti e in questo senso, peraltro, vanno anche le misure previste dal decreto legge n. 70 del 2011, che provvede a introdurre un vero e proprio Piano per le città.
Migliorare la qualità dell'edilizia residenziale per assicurare il risparmio energetico, la sostenibilità ambientale e il benessere fisico e psichico dei fruitori è l'obiettivo della proposta di legge. In particolare, l'articolo 4 disciplina l'oggetto della certificazione del sistema «casa qualità». Gli articoli 5, 6 e 7, poi, dettano i criteri e le modalità in base ai quali valutare rispettivamente l'efficienza energetica, il soddisfacimento dei requisiti di eco-compatibilità e delle esigenze di comfort, alla luce delle modifiche apportate dall'articolo 6.
Quanto all'ambito di applicazione della proposta di legge, che riguarda gli interventi relativi agli edifici residenziali, sottolineo Pag. 68l'importanza di avere ricompreso in tale ambito l'edilizia residenziale pubblica, sulla base delle modifiche apportate dalla Commissione in sede referente. Si tratta di una disposizione importante perché consente l'attivazione degli interventi di ristrutturazione o riqualificazione energetica anche del patrimonio di edilizia residenziale pubblica. Al riguardo, con riferimento all'edilizia pubblica e sociale rilevo l'importanza a livello statale, regionale e locale di misure premiali, di aumento di cubatura nonché l'importanza di incentivi fiscali per la riqualificazione energetica e dell'esenzione dal pagamento dell'imposta municipale propria, che sarà applicata dal 2014. Segnalo, inoltre, che il comma 6 dell'articolo 2 consente alle leggi regionali di estendere l'applicazione del sistema «casa qualità» agli edifici ad uso direzionale e per uffici, nonché ad edifici con altre destinazioni d'uso, il che può consentire in futuro un'applicazione a tutto campo del sistema di certificazione nel rispetto ovviamente delle competenze di tutti i livelli di governo, che sono chiamati in un quadro di leale collaborazione a tradurre concretamente il provvedimento e a garantire la sua efficacia. Non va dimenticato, infatti, che la proposta di legge si pone come legge quadro nel rispetto delle competenze costituzionalmente stabilite.
In conclusione, consentitemi un'ultima considerazione in prospettiva: il sistema di cui oggi discutiamo necessita, per un verso, di misure premiali e, per l'altro, di detrazioni fiscali che possano dare alle misure di cui discutiamo la massima concretezza ed efficacia.
Ribadisco quindi il mio voto favorevole e quello di tutto il gruppo e auspico che la proposta di legge possa al più presto essere approvata definitivamente.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO MARIA GRAZIA SILIQUINI SUL TESTO UNIFICATO DELLE PROPOSTE DI LEGGE N. 1439-A ED ABBINATE

MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci accingiamo a votare una norma di straordinaria importanza, poiché essa colma una lacuna presente nel nostro ordinamento da troppo tempo, ovvero attua il principio di certezza e stabilità della giurisdizione internazionale, inserendo nel nostro ordinamento le norme necessarie per attuare lo statuto della Corte Penale Internazionale.
Un provvedimento, a nostro avviso, assai urgente e non oltre procrastinabile, in primis alla luce degli impegni assunti a livello internazionale dal nostro paese, e inoltre anche ai fini della credibilità della nostra nazione sul piano internazionale.
L'Italia, infatti, con l'approvazione odierna di questa norma, pur nel rispetto rigoroso dell'autonomia legislativa, conferma la propria capacità esecutiva nel rendere effettivamente operativi gli impegni sottoscritti con gli altri paesi tramite azioni normative concrete ed efficaci come quella odierna.
Il risultato è il sicuro aumento della stima e della reputazione del nostro ordinamento presso la comunità internazionale che - come noto - sin dal 1998 sta lavorando, con grande sinergia, per la realizzazione di questo progetto unitario che oggi vede completarsi un tassello importante.
La Corte penale internazionale è la prima giurisdizione internazionale creata per giudicare dei crimini gravissimi quali i crimini di guerra, i crimini contro l'umanità e il genocidio. Crimini purtroppo attuali se si pensa alla situazione libica ed in altri paesi e alla feroce repressione in atto degli insorti in quel paese, attuata da Gheddafi.
L'obiettivo della comunità internazionale è quello di arrivare ad una stabile giurisdizione internazionale rispetto ai diversi e non omogenei tribunali che erano, invece, in passato creati ad hoc per punire determinati crimini.
L'impegno del nostro paese, sotto questo profilo, è stato primariamente politico poiché si è raggiunto un virtuoso bilanciamento tra l'esigenza politica di onorare un impegno internazionale assunto, e la necessità Pag. 69di andare a verificare e superare - punto per punto in commissione - tutte le criticità emerse.
Ma questa norma, frutto del' adozione di un testo unificato condiviso e approvato in commissione Giustizia, è anche la prova che il nostro Parlamento è sensibile e aperto ad ogni modifica e miglioramento dei provvedimenti quando queste vanno nella direzione propositiva di ulteriormente affinare e rendere migliore l'efficacia dell'impianto normativo.
Il testo, infatti, si limita ai due aspetti essenziali dei rapporti tra l'Italia e la Corte Internazionale, relativamente alla cooperazione giudiziaria e all'esecuzione dei provvedimenti adottati dalla Corte, tralasciando la parte relativa al diritto penale sostanziale che verrà - come emerso durante i lavori del Comitato dei nove della Commissione Giustizia - affrontata nel dettaglio in un secondo momento, quando saranno disciplinati nel merito singoli aspetti, quali le modalità di convalida dell'arresto, la competenza dell'organo e l'eventuale impugnazione.
Proprio per superare e risolvere le criticità incontrate, è stato predisposto il provvedimento che oggi ci accingiamo a votare: un provvedimento nel solco dell'ammodernamento del nostro Paese, volto a migliorare la qualità del «sistema giustizia internazionale», e quindi delle condizioni di civiltà giuridica e civica della nostra comunità internazionale.
Credo quindi - e mi avvio alla conclusione - che il lavoro svolto di approfondimento e anche, in quest'ultimo passaggio, tra le Commissioni competenti e l'Assemblea, possa certamente preludere ad un bilancio positivo - con l'approvazione di questa norma sulla corte penale internazionale - per quanto riguarda 1a nostra credibilità internazionale.
Con queste convinzioni e con questi argomenti il Gruppo di Iniziativa Responsabile annuncia il voto finale favorevole nei confronti del provvedimento all'esame dell'Aula.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Pdl 1952-A - em. 4.100 411 411 206 411 63 Appr.
2 Nom. articolo 4 430 430 216 429 1 60 Appr.
3 Nom. em. 6.32 467 278 189 140 8 270 58 Resp.
4 Nom. em. 6.2 464 462 2 232 195 267 58 Resp.
5 Nom. em. 6.100 466 465 1 233 461 4 58 Appr.
6 Nom. em. 6.33 470 278 192 140 6 272 58 Resp.
7 Nom. em. 6.31 474 276 198 139 276 58 Appr.
8 Nom. em. 6.101 475 474 1 238 473 1 58 Appr.
9 Nom. em. 6.34 475 281 194 141 11 270 58 Resp.
10 Nom. em. 6.102 480 480 241 479 1 58 Appr.
11 Nom. em. 6.30 482 299 183 150 281 18 58 Appr.
12 Nom. em. 6.4 484 434 50 218 201 233 58 Resp.
13 Nom. articolo 6 486 463 23 232 463 57 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 8.30 490 489 1 245 489 57 Appr.
15 Nom. subem. 0.8.100.100 490 490 246 490 56 Appr.
16 Nom. em. 8.100 489 489 245 489 56 Appr.
17 Nom. subem. 0.8.31.100 493 493 247 492 1 56 Appr.
18 Nom. em. 8.31 490 489 1 245 489 56 Appr.
19 Nom. articolo 8 489 488 1 245 488 56 Appr.
20 Nom. Pdl 1952-A - voto finale 496 471 25 236 471 51 Appr.
21 Nom. T.U. Pdl 1439-A e abb. - articolo 1 500 499 1 250 499 51 Appr.
22 Nom. articolo 2 505 504 1 253 504 50 Appr.
23 Nom. articolo 3 505 504 1 253 504 50 Appr.
24 Nom. articolo 4 504 503 1 252 503 50 Appr.
25 Nom. articolo 5 504 503 1 252 503 50 Appr.
26 Nom. articolo 6 507 503 4 252 503 50 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo 7 505 502 3 252 502 50 Appr.
28 Nom. articolo 8 503 500 3 251 500 50 Appr.
29 Nom. articolo 9 508 505 3 253 505 50 Appr.
30 Nom. em. 10.100 510 506 4 254 506 50 Appr.
31 Nom. articolo 10 504 499 5 250 499 51 Appr.
32 Nom. articolo 11 502 497 5 249 497 50 Appr.
33 Nom. articolo 12 508 503 5 252 503 50 Appr.
34 Nom. articolo 13 501 496 5 249 496 51 Appr.
35 Nom. articolo 14 500 495 5 248 495 50 Appr.
36 Nom. em. 15.100 507 505 2 253 505 50 Appr.
37 Nom. articolo 16 507 505 2 253 505 50 Appr.
38 Nom. articolo 17 506 503 3 252 503 50 Appr.
39 Nom. articolo 18 501 497 4 249 497 50 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 47)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo 19 503 500 3 251 500 50 Appr.
41 Nom. articolo 20 507 504 3 253 504 50 Appr.
42 Nom. articolo 21 505 501 4 251 501 50 Appr.
43 Nom. articolo 22 509 505 4 253 505 50 Appr.
44 Nom. articolo 23 497 493 4 247 493 50 Appr.
45 Nom. odg 9/1439-A/4 497 485 12 243 483 2 51 Appr.
46 Nom. odg 9/1439-A/5 497 482 15 242 476 6 51 Appr.
47 Nom. T.U. Pdl 1439-A - voto finale 474 471 3 236 471 50 Appr.