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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 402 di giovedì 25 novembre 2010

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 9,05.

MIMMO LUCÀ, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Antonione, Bocchino, Brugger, Brunetta, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Gianfranco Conte, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, D'Amico, Dal Lago, Donadi, Fava, Franceschini, Fugatti, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giro, Jannone, Lo Monte, Lo Presti, Maran, Martini, Meloni, Migliavacca, Migliori, Moffa, Mura, Nucara, Leoluca Orlando, Pastore, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Rosato, Paolo Russo, Saglia, Sardelli, Stucchi, Tabacci e Zacchera sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1905 - Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario (Approvato dal Senato) (A.C. 3687-A) e delle abbinate proposte di legge: Tassone ed altri; Ghizzoni ed altri; Barbieri; Grimoldi ed altri; Barbieri; Mario Pepe (PdL); Narducci ed altri; Grassi ed altri; Picierno; Fucci ed altri; Garagnani ed altri; Garavini ed altri; Fioroni ed altri; Goisis; Carlucci; La Loggia ed altri; Lorenzin ed altri; Anna Teresa Formisano (A.C. 591-1143-1154-1276-1397-1578-1828-1841-2218-2220-2250-2330-2458-2460-2726-2748-2841-3408) (ore 9,08).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario; e delle abbinate proposte di legge di iniziativa dei deputati Tassone ed altri; Ghizzoni ed altri; Barbieri; Grimoldi ed altri; Barbieri; Mario Pepe (PDL); Narducci ed altri; Grassi ed altri; Picierno; Fucci ed altri; Garagnani ed altri; Garavini ed altri; Fioroni ed altri; Goisis; Carlucci; La Loggia ed altri; Lorenzin ed altri; Anna Teresa Formisano.
Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso l'ulteriore prescritto parere che è in distribuzione (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A) e che prima della seduta l'emendamento Osvaldo Napoli 21.207 è stato ritirato dal presentatore.

Pag. 2

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta che riprenderà alle 9,35.

La seduta, sospesa alle 9,10, è ripresa alle 9,40.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione del disegno di legge n. 3687-A.

PIER PAOLO BARETTA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, mi rivolgo a lei perché, tramite lei, venga coinvolto il Presidente Fini per una valutazione di quanto è accaduto ieri sera in Commissione bilancio, a fronte del parere reso dalla stessa che, nella parte introduttiva, afferma: «Nel presupposto che il disegno di legge n. 3687-A venga approvato in via definitiva successivamente all'approvazione in via definitiva della legge di stabilità per il 2011». Francamente non si è mai visto che vengano approvati emendamenti la cui copertura è affidata ad una legge che deve essere ancora approvata e che è tra l'altro la legge di stabilità, oggi in discussione al Senato della Repubblica.
È evidente il precedente grave che si apre, è evidente il vulnus nel lavoro della Commissione bilancio innanzitutto, ma direi dell'Aula e della Camera, perché viene meno un presupposto fondamentale di certezza. Questo presupposto è ulteriormente aggravato dal merito di un emendamento, il quale recita: «A valere sulle risorse previste dalla legge di stabilità» e quindi si ritorna a richiamare una legge non ancora approvata «al fondo ordinario è riservata una quota non superiore a 13 milioni di euro per il 2011», il che fa presupporre da 0 a 13 milioni. Quindi, evidentemente non solo questo emendamento non ha una copertura generale perché manca la legge di stabilità che lo finanzia, ma all'interno dell'emendamento stesso siamo di fronte ad un'indeterminatezza della quantità. Poiché si tratta del famoso emendamento che riguarda le assunzioni di cui molto si è parlato ieri ed è stato oggetto dell'interruzione di un'ora, è del tutto evidente che siamo di fronte ad una finzione relativa alle quantità e quindi è un emendamento totalmente scoperto.
Noi chiediamo che il Presidente della Camera valuti l'ammissibilità, che non c'è, di questo emendamento rispetto ai lavori dell'Aula. Le faccio presente, signor Presidente, che questa è l'ennesima dimostrazione che sarebbe stato opportuno ed è tuttora opportuno che il provvedimento in esame ritorni in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, è stato appena ricordato dal collega il parere che la Commissione bilancio ieri sera, in notturna, ha espresso rispetto all'emendamento 25.507 della Commissione. Lo ripeto perché è bene che la Presidenza della Camera, per interposta persona della facente funzione di questa Assemblea mattutina, valuti attentamente il comportamento da tenersi. Come risulta nel testo del parere, la Commissione esprime parere favorevole a condizione che venga approvata in via definitiva la legge in oggetto, cioè la riforma dell'università, successivamente alla legge di stabilità. Pag. 3
Allora, mi chiedo che cosa stiamo a fare, anche perché il presidente della Commissione bilancio - ho qui il verbale del sommario - ha detto testualmente: «La valutazione in ordine all'ammissibilità della proposta emendativa spetta alla Presidenza della Camera». Ecco perché noi le chiediamo, signora Presidente, che la Presidenza della Camera valuti attentamente l'ammissibilità di questo emendamento, che come è stato ricordato si basa, per le coperture finanziarie, su una legge di stabilità che non c'è ancora, mentre invece sappiamo che non solo è prassi, ma è Regolamento di questa Camera e dell'altro ramo del Parlamento che le coperture vengano trovate esclusivamente a normativa vigente, a legislazione vigente.
Ecco perché noi ci siamo permessi di ricordare ieri in Aula - e lo dicevamo rivolti, in particolare, ai parlamentari di Futuro e Libertà per l'Italia - di non fidarsi di coperture che non esistono, di non risolvere i problemi politici sulla testa degli studenti e dei professori universitari. Ci siamo inoltre permessi di ricordare che occorreva individuare delle vere coperture, come noi avevamo indicato, e invece è prevalso l'obiettivo dell'accordo politico, perché altri sono gli interessi e non già una vera riforma dell'università.
Quindi le chiediamo, signor Presidente, se non vogliamo fare violenza, una gravissima violenza, a questo Parlamento, al Parlamento intero, fermiamoci fino a quando siamo in tempo! Non procediamo oltre! Non creiamo un presupposto che poi potrà esser utilizzato in futuro. Quello che stiamo per fare è gravissimo!
Il Presidente della Commissione bilancio dice ancora che l'emendamento non determina nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica e non costituisce un'autorizzazione di spesa ma si limita - attenzione - a finalizzare una quota di uno stanziamento, limitandosi a indicare l'importo massimo. Ma mi vuole spiegare, signora Presidente, visto che compete alla Presidenza della Camera valutare l'ammissibilità di questo emendamento, come si può accogliere un emendamento che non determina una cifra precisa, ma che stabilisce stanziamenti a partire da zero euro o, se preferisce, da zero centesimi di euro a un miliardo o a dieci miliardi di euro. Non si è mai vista una cosa simile. Fermiamoci, perché quello che stiamo per fare è davvero abnorme e gravissimo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

AMEDEO CICCANTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, anche io, a nome dell'Unione di Centro, intervengo sull'emendamento 25.507 della Commissione. Bisogna partire dal presupposto che abbiamo approvato il disegno di legge di stabilità che oggi è in discussione al Senato, e quindi non ha alcuna valenza giuridica. È soltanto un disegno di legge che non esiste nel mondo giuridico. Quindi, per quanto riguarda i vincoli giuridici, è un mero pezzo di carta. Ebbene, questo emendamento fonda la sua validità e il suo valore proprio su quel pezzo di carta che è all'esame del Senato.
Ma vi è di più: questo emendamento prevede, da un accordo politico che è stato fatto all'interno della maggioranza, di fornire una risposta a tutti quei professori di seconda fascia in merito all'aspirazione di tutti gli associati di poter progredire nella carriera, una platea di circa 20 mila soggetti interessati. Di questi - attenzione - soltanto millecinquecento per ogni anno nell'arco di tempo di tre anni, quindi per un totale complessivo di 4 mila e 500 persone, potranno avere la prospettiva di una progressione di carriera. Ma per poter assumere questi 4 mila e 500 soggetti è necessario reperire le risorse. Dove trova il Governo le risorse? Le trova su una legge di stabilità, cioè su un pezzo di carta, che, vi dicevo, è all'esame del Senato, e che potrebbe essere approvato, non approvato, approvato in parte, e comunque sul provvedimento in parola potrebbe anche non riservare risorse.
Ovviamente, in questo emendamento si prevede che potrebbero non essere destinate Pag. 4risorse a queste assunzioni, tanto che: per il 2011 si destinano 13 milioni di euro; tuttavia, mentre si destina fino ad un tetto di 13 milioni di euro per assumere, nel 2011, millecinquecento professori di seconda fascia, la Commissione bilancio, ieri sera, signor Presidente, come veniva ricordato, ha stabilito che questi 13 milioni di euro in realtà non esistono, perché l'emendamento viene approvato dalla maggioranza in quanto non comporta nuovi o maggiori oneri.
Ciò significa che, dei previsti millecinquecento professori di seconda fascia da assumere nel 2011, in base a tale dicitura nemmeno uno verrà assunto, in quanto, in questa Camera, dobbiamo legiferare in base alla legislazione vigente. Ebbene, in base alla legislazione vigente non vi sono risorse. Dunque, legittimamente, la Commissione bilancio ha detto che non si possono prevedere nuovi o maggiori oneri, in quanto questi nuovi o maggiori oneri sono su un pezzo di carta che non ha alcun valore giuridico, come ricordavo.
Pertanto, se è vero questo, si tratta di uno spot, di un manifesto di propaganda nei confronti di decine di migliaia di professori che aspirano ad essere inquadrati in seconda fascia.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Ciccanti.

AMEDEO CICCANTI. Concludo, signor Presidente. Dunque, le chiediamo: è possibile approvare in quest'Aula un emendamento che ha come incipit: a valere sulle risorse previste dalla legge di stabilità per il 2011, cioè su qualcosa che forse non ci sarà? Noi dovremmo approvare un impegno di spesa, quindi...

PRESIDENTE. Onorevole Ciccanti, deve concludere.

AMEDEO CICCANTI. Dunque, questa è la domanda che le poniamo, nonché se può esprimersi sull'ammissibilità di questo emendamento.

PRESIDENTE. In relazione alle questioni poste dagli interventi degli onorevoli Baretta, Ciccanti e Cambursano, tengo a precisare che il Presidente della Camera è a conoscenza del problema da loro sollevato.
Al riguardo, osservo che tale emendamento è volto a finalizzare quota parte di tali risorse, individuando un limite massimo per ciascun anno del triennio 2011-20013 alla chiamata di professori di seconda fascia, prevedendo che ciò avvenga secondo le procedure di cui agli articoli 17 e 21, comma 6, del provvedimento in esame.
L'emendamento in questione non determina, pertanto, l'insorgenza di nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, come precisato nel parere reso ieri dalla Commissione bilancio e non costituisce, pertanto, un'autorizzazione di spesa.
Va, inoltre, ricordato che il disegno di legge di stabilità per il 2011 è destinato ad essere approvato dal Senato prima del provvedimento in esame e, comunque, a terminare il suo iter entro l'anno in corso. Spetterà, pertanto, all'altro ramo del Parlamento procedere, eventualmente, ad un diverso coordinamento delle due disposizioni legislative in questione.
Osservo, peraltro, incidentalmente, che l'emendamento in questione si limita a disporre in ordine all'impiego di risorse che sono state stanziate dal disegno di legge di stabilità per il 2011, proprio in vista della successiva approvazione del provvedimento di riforma del sistema universitario. È evidente che, nel caso in cui fosse soppresso il comma 24 dell'articolo 1 del disegno di legge di stabilità, l'emendamento approvato ieri, e sul quale la Commissione bilancio ha espresso il suo parere, diventerebbe automaticamente inapplicabile.
Sarà il Senato, come ho appena detto, a procedere al coordinamento tra le due norme.

Sull'ordine dei lavori (ore 10).

BARBARA POLLASTRINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 5

BARBARA POLLASTRINI. Signora Presidente, oggi, molti Governi e Parlamenti nel mondo dedicano i loro lavori alla giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Noi no, siamo troppo presi o forse, ahimè, troppo distratti. Il gruppo del Partito Democratico depositerà una mozione per chiedere conto di quel piano d'azione votato all'unanimità in quest'Aula, su nostra iniziativa, per verificare i passi compiuti e quanto, molto, resta da fare. Troppe volte abbiamo sentito, anche qui, invocare una tolleranza zero, chiedere pene più dure e, sia chiaro, noi vogliamo la certezza della pena, mentre vediamo praticare tagli di risorse per la prevenzione, la tutela delle vittime, l'accoglienza, i pronto soccorso medici, la cura del territorio, le forze dell'ordine. Ne discuteremo, ma anticipo, fin d'ora, che chiediamo l'utilizzo del fondo di 18 milioni vincolato al Ministero per le pari opportunità, in accordo con la Conferenza Stato-regioni, per il sostegno ai centri antiviolenza, alle Case delle donne lasciate sole, molto sole, ad aiutare e curare tanta disperazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Certo non basta, perché la prevenzione è fatta di reti di servizi pubblici e voi state strangolando i comuni, è fatta di formazione al rispetto, di quella scuola pubblica che state, oggi, così penalizzando, di giustizia giusta e celere, e vi occupate, invece, solo del salvacondotto per pochi, di civismo. Va costruita la cultura del valore e del rispetto della persona, del valore e del rispetto della donna; i sintomi di regressione sono evidenti. La mancanza di rispetto per l'immagine pubblica delle donne è uno dei segni della dissipazione che avete contribuito a produrre (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Badate, lo voglio ricordare, era una donna anche Eluana, e io non riesco a rimuovere, anche in questa occasione, le espressioni gravi del Premier perché anche le parole, in alcune circostanze, hanno un'etica.

MASSIMO POLLEDRI. Presidente! Presidente!

BARBARA POLLASTRINI. Ma con questa mozione, e mi avvio a concludere, signora Presidente...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, scusatemi, ma l'onorevole Pollastrini si è iscritta a parlare, questa mattina, su un tema, quello della giornata mondiale della violenza sulle donne, che francamente considero un argomento sul quale un attimo di riflessione da parte di questo Parlamento dovrebbe interessare tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). L'onorevole Pollastrini ha del tempo a disposizione, tra qualche secondo terminerà, pregherei di non continuare con questo brusio, soprattutto se fatto da altre donne, francamente non ci fa onore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

BARBARA POLLASTRINI. Grazie, signora Presidente, anche per la sua sensibilità. Come stavo dicendo, con questa mozione noi vogliamo dare una mano, come del resto non abbiamo mancato di fare per la legge contro le molestie e l'omofobia, quando si discute di diritti umani, ogni altra considerazione noi sappiamo metterla da parte.
Sono più di sei milioni le donne, le bambine che in Italia hanno subito il calvario di molestie, di violenze, fino all'annichilimento della vita. L'orrore le coglie sovente tra le pareti familiari o nel proprio quartiere o perché reclamano la propria autonomia come Hina.
Se poi, almeno per un momento, anche oggi in quest'Aula, osiamo alzare lo sguardo oltre i confini di casa nostra, capiamo il senso profondo di ciò di cui parlo: è in corso una vera e propria guerra sparpagliata, che ha come oggetto il dominio proprietario sul corpo delle donne, l'annientamento della loro libertà in nome di vecchi e nuovi fondamentalismi.
Ecco perché classi dirigenti e élite illuminate vedono nei diritti umani, civili, sociali e politici delle donne, la condizione Pag. 6affinché la democrazia recuperi di significato e di credibilità in questo secolo.
Ecco perché abbiamo voluto che, almeno per un momento, ci fosse un pensiero su questi grandi temi, perché noi ci collochiamo dalla parte di chi non rinuncia e vuole vincere nelle coscienze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sull'argomento hanno chiesto di intervenire anche le onorevoli Lorenzin e Sbai, le quali si riservano di farlo però, su espressa richiesta, a fine seduta. Rinvierei quindi - ringraziando per la disponibilità - il seguito della riflessione sull'argomento al termine della seduta.

Si riprende la discussione (ore 10,05).

ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei attirare l'attenzione dell'Assemblea sul fatto che ci apprestiamo a votare una norma manifestamente incostituzionale, perché in contraddizione con l'articolo 81 della Costituzione.
È infatti una norma evidentemente, chiaramente e apertamente non coperta, e il Governo riconosce che questa è una norma non coperta e ci si dice che il Senato provvederà a rimediare a questo difetto. Credo di aver letto la Costituzione, qualche volta, forse non con la stessa acribia con la quale l'hanno letta molti di voi, e non ricordo che la Costituzione preveda che la Camera possa delegare al Senato la propria sovranità e la propria responsabilità verso il bilancio dello Stato (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico). Correggetemi se sbaglio.
Questa norma io non l'ho trovata, e mi pare che la situazione creatasi contrasti col fatto che la Camera è depositaria della sovranità popolare a pari titolo del Senato, ed ha una responsabilità per gli equilibri complessivi del bilancio dello Stato. Tuttavia mi si dice: la norma prevede che nel caso in cui il Senato non provvedesse ad avocare risorse, la norma rimarrebbe vuota di effetti. Questo non vi somiglia un po' al gioco delle tre carte? Lo dico senza timore di offendere i colleghi napoletani, perché l'onorevole Ministro, cui va tutta la mia stima ed ammirazione, è bresciana.
Non vi sembra che sia un gioco per il quale si dice alla Camera che degli effetti ci saranno, mantenendo però la possibilità di annullare questi effetti? Vogliamo procedere davvero con questa votazione, la quale umilia la dignità della Camera e che mi sembra manifestamente incostituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro)?

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, ho letto, credo attentamente, lo speech relativo all'emendamento 25.507 della Commissione. Appurato che questo non costituisca un'autorizzazione di spesa e che però prevede un legame con il fatto che la legge di stabilità trovi la possibilità di vigere nel nostro ordinamento e nella nostra legislazione, è chiaro signor Presidente, che un rinvio all'approvazione del disegno di legge di stabilità da parte del Senato vorrebbe conseguenzialmente che si traesse la conclusione che qui è difficile procedere alla lettura e alla votazione di un provvedimento che è appeso ad una decisione di un altro ramo del Parlamento.
Poiché l'altro ramo del Parlamento non ha costituzionalmente responsabilità di coordinamento di norme, ma semplicemente dovrà, in seconda lettura, votare ed esprimersi sul disegno di legge di stabilità e poiché, da quel che ho potuto sentire dalla lettura dello speach del Presidente, si dice che, nel caso in cui il comma del disegno di legge di stabilità in questione Pag. 7dovesse essere cancellato dalla lettura del Senato, il nostro emendamento sarebbe inapplicabile; allora signor Presidente, è chiaro che non possiamo legiferare in funzione di decisioni future.
Prima devono essere prese le decisioni relativamente ad altre norme alle quali rinviamo la nostra decisione e, quindi, logicamente si dovrebbe prendere atto che questo provvedimento non può proseguire il suo iter in questo ramo del Parlamento, ma si deve attendere il Senato. Pertanto bisognerebbe sospendere la lettura del provvedimento in attesa che il Senato deliberi sul disegno di legge di stabilità.
Conseguentemente, lo dico oggettivamente e con tutta la neutralità del caso e non certamente in funzione di una polemica che non aiuta in una situazione che è già sufficientemente in fibrillazione, nel merito nel procedimento che viene qui proposto è del tutto evidente che non dovremmo decidere che vanno bene la lettura e il voto su questo provvedimento e su questo emendamento, ma semplicemente di rinviare complessivamente la lettura e le votazioni sul provvedimento nel suo complesso, in attesa delle deliberazioni del Senato in ordine al disegno di legge di stabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, dopo darò la parola alla presidente Aprea che l'ha chiesta, ma vorrei soltanto precisare, in maniera particolare al Presidente Buttiglione, se posso, se mi è permesso, che il problema dell'emendamento che ci accingiamo a votare e che riguarda l'articolo 25 non è la violazione dell'articolo 81 della Costituzione, perché non comporta un ulteriore onere.
Assistiamo solo alla destinazione di una parte di risorse a copertura della materia di cui siamo a conoscenza che fa riferimento a risorse che sono stanziate nel disegno di legge di stabilità proprio in funzione dell'applicazione del disegno di legge sull'università.

ROBERTO GIACHETTI. Il disegno di legge di stabilità non è una legge!

PRESIDENTE. Un momento, per favore. Il problema vero, Presidente Buttiglione, sta nel fatto che se il disegno di legge di stabilità non venisse approvato, questo provvedimento sarebbe senza copertura, senza finanziamenti, decadrebbe, sarebbe inapplicabile, sarebbe una norma che non ha effetto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).
Questo è il punto vero, che però è tutto politico se mi consentite e non riguarda lo svolgimento dei nostri lavori. Il punto vero è questo: l'articolo sarà inapplicabile se il disegno di legge di stabilità non sarà approvato (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Presidente Bindi, mi stupisco ancora una volta, perché siamo sull'articolo 11 e dobbiamo rispettare l'ordine degli articoli previsti nel disegno di legge. Abbiamo bisogno di esaminare e votare gli articoli dall'11 al 25.
Peraltro, ricordo al collega Quartiani e al Presidente Buttiglione che questa Commissione si è riunita ieri sera e ha esaminato gli emendamenti proposti. Siamo andati in Commissione bilancio e quest'ultima ha lavorato. Dell'esito dei lavori delle Commissioni cultura e bilancio vi pregherei di parlare quando arriveremo all'esame dell'articolo 25. Ora non è questa la questione, ma di vedere, dall'articolo 11 all'articolo 25, come si va avanti con il disegno di legge in esame (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del provvedimento, quando arriveremo sul punto ne discuteremo.

RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori!

Pag. 8

PRESIDENTE. Sono state poste le questioni, la Presidenza ha dato i suoi chiarimenti. A questo punto riprendiamo il seguito del provvedimento...

RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori!

PRESIDENTE. Ne ha facoltà per due minuti.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, credo che sia un problema di giustizia: prima siamo intervenuti come rappresentanti dei tre gruppi di opposizione; poi, dopo il parere che lei ha espresso, sono intervenuti i rappresentati di due gruppi di opposizione. Se mi permette abbiamo pari dignità.
Fatta questa premessa, lei, signor Presidente, sta facendo una cosa abnorme. Come ricordava prima il Presidente Buttiglione, come è possibile che questo ramo del Parlamento approvi un provvedimento in queste condizioni? Signora presidente della VII Commissione, non abbiamo mandato noi in V Commissione (Bilancio) l'emendamento 25.507, ma lo avete mandato voi! La V Commissione (Bilancio) si è espressa con un vulnus enorme nei confronti del Parlamento, perché non viene rispettata la Costituzione. Viene inabissato questo ramo del Parlamento delegando il tutto al Senato della Repubblica, che, come lei ha appena ricordato, nella sua autonomia potrebbe tranquillamente non approvare la legge di stabilità dalla quale vengono attinte le risorse per la copertura di questo emendamento, quindi il medesimo decadrebbe.
Quando mai si è visto che un ramo del Parlamento fa delle cose assolutamente inutili? Lo ripeto per l'ultima volta: fermiamoci, aspettiamo che ci sia la legge di stabilità e le risorse necessarie e poi ritorniamo su questo disegno di legge. Così, infatti, ci troviamo dinanzi ad una violenza che lei, signor Presidente, consente che venga fatta (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Avverto che prima dell'inizio della seduta le proposte emendative Goisis 12.0200, 17.205, 21.206, 21.48, 25.213, 25.211 e Reguzzoni 25.24, nonché Stasi 22.200, Capitanio Santolini 16.20 e 16.23 sono state ritirate dai presentatori.
Ricordo che nella seduta di ieri sono stati accantonati gli emendamenti Latteri 10.1 e 10.200, nonché la votazione dell'articolo 10 e si sono esauriti gli interventi sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 11. In proposito, avverto che l'emendamento Latteri 10.1 è stato ritirato dal presentatore prima dell'inizio della seduta.

(Ripresa esame articolo 10 - A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate, accantonate nella seduta di ieri (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento Latteri 10.200, nonché sull'emendamento 10.500 della Commissione.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, vorrei innanzitutto ringraziare l'onorevole Latteri per aver ritirato il suo emendamento 10.1 che viene assorbito dall'emendamento 10.500 della Commissione, di cui raccomando l'approvazione. Per quanto riguarda l'emendamento Latteri 10.200 esprimo parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 10.200 della Commissione.
Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione elettronica mediante procedimento elettronico. Pag. 9
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Latteri 10.200, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli... Onorevole Tanoni... Onorevole Cera... Onorevole Causi... Onorevole Mazzuca... Onorevole Burtone... Onorevole Capitanio Santolini... Presidente Buttiglione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 525
Maggioranza 263
Hanno votato
525).

Prendo atto che il deputato Ruvolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Stradella, Monai...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 527
Maggioranza 264
Hanno votato
527).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli De Girolamo, Fontana, Nicolucci, Porcino, Buttiglione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 526
Votanti 524
Astenuti 2
Maggioranza 263
Hanno votato
277
Hanno votato
no 247).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Ripresa dell'esame dell'articolo 11 - A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Mazzarella 11.3, nonché sull'emendamento Naccarato 11.200.

La Commissione richiede l'accantonamento dell'emendamento Capitanio Santolini 11.2.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 11.600 della Commissione.

PRESIDENTE. Il Governo?

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Mazzarella 11.3. Pag. 10
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nannicini. Ne ha facoltà.

ROLANDO NANNICINI. Signor Presidente, lei prima non mi ha dato la parola, ma è un problema forte, perché nella proposta di parere iniziale della Commissione bilancio si dichiara che molti articoli e commi predisposti dalla Commissione di merito, non avevano copertura.
Perché recuperare un argomento che fa parte di una riunione di maggioranza e non altri argomenti che interessano ad altri, come per gli articoli 11 e 12? È stata convocata una riunione, poi è stata sospesa, e la maggioranza...

PRESIDENTE. Onorevole Nannicini, la prego di concludere.

ROLANDO NANNICINI. Aspetti signor Presidente (Commenti dell'onorevole Aprea), la Commissione bilancio ha dato parere contrario sul 40 per cento degli argomenti della Commissione di merito per mancanza di copertura, perché se ne prende uno e non si discutono gli altri?
Onorevole Presidente, dà la parola per simpatia, prendo atto che anche la Commissione di merito va per simpatia. Non si va per simpatia, andate contro la regola dell'articolo 81 della Costituzione solo per un argomento. Gli altri? La gente ha bisogno... (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Nannicini, più che per simpatia, vanno per maggioranza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzarella. Ne ha facoltà.

EUGENIO MAZZARELLA. Signor Presidente, intervengo brevemente per dire che questo emendamento riguarda un tema molto delicato. Rimanda alla definizione dei costi minimi standard per la formazione degli studenti su tutto il territorio nazionale la gestione di una quota parte del fondo ordinario delle università. Se non si fa questo, si rischia in realtà di trasferire partite finanziarie da atenei strutturalmente più deboli a pochi atenei, salvo poi scoprire che, in realtà, gli atenei depauperati avevano diritto a quote standard sui finanziamenti che saranno determinate.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzarella 11.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Castagnetti, Cesare Marini, Cristaldi, Traversa, Martinelli e Iannaccone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 523
Votanti 520
Astenuti 3
Maggioranza 261
Hanno votato
245
Hanno votato
no 275).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Saluto la comunità di San Prospero di Correggio, Reggio Emilia, che sta assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 11.600 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, rimango un po' basito rispetto alla formulazione di questo emendamento perché ricordo come la Lega Nord al Senato avesse dato all'articolo 11, così come approvato in quella sede, un valore di cardine di tutto il provvedimento. «Esso assume Pag. 11un carattere strategico e irrinunciabile: si tratta di destinare risorse specifiche al riequilibrio delle università sottofinanziate, che attualmente ricevono meno risorse di quante spetterebbero loro sulla base dei criteri previsti dalla legge». Queste sono parole del senatore Pittoni, che in Commissione cultura al Senato si è fatto paladino di questo provvedimento, che poi è stato approvato dal Senato.
Con l'emendamento che adesso la Commissione propone, di fatto vengono depotenziati questi contributi, tesi a riequilibrare un dato storico di sottofinanziamento. Infatti, nel prevedere che questi contributi vengano proporzionalmente - non si sa in quale proporzione - ridotti rispetto all'applicazione dell'articolo 5, che ha tutt'altra finalità, di fatto viene svuotato il contenuto precettivo di questa norma cardine di sistema che la Lega Nord si è sbracciata nel dichiarare essenziale per la tenuta delle università sottofinanziate. Allora, delle due l'una: o qui la Lega Nord ha abdicato a questo ruolo di difesa delle università del nord sottofinanziate - e ne prendiamo atto - oppure volete giocare con le tre carte, e questo noi vogliamo smascherare, perché è un gioco che non ci piace.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.600 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Mazzuca, Stradella e Belcastro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 517
Astenuti 3
Maggioranza 259
Hanno votato
514
Hanno votato
no 3).

Se non vi sono obiezioni, l'emendamento Capitanio Santolini 11.2 si intende accantonato. Conseguentemente, si intendono accantonati anche l'emendamento Naccarato 11.200 e l'articolo 11.

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, l'emendamento Calgaro 12.200 è assorbito dall'emendamento Calgaro 12.201, sul quale la Commissione esprime parere favorevole. La Commissione esprime, altresì, parere contrario sull'emendamento Tocci 12.202.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Calgaro 12.201, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Mazzuca, D'Antoni, Cesare Marini, Galati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 530
Votanti 526
Astenuti 4
Maggioranza 264
Hanno votato
312
Hanno votato
no 214).

Pag. 12

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Tocci 12.202. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tocci. Ne ha facoltà.

WALTER TOCCI. Signor Presidente, chiedo un minuto di attenzione, soprattutto ai deputati della maggioranza. Il mio emendamento intende tutelare le università non statali: se abbiamo a cuore il prestigio della Bocconi, della Cattolica e della LUISS, dobbiamo votare a favore di questo emendamento. Infatti, vi è il pericolo che il Cepu sia riconosciuto come ateneo pubblico non statale, assumendo, quindi, lo stesso rango di quelle prestigiose università.
Sarebbe una dequalificazione dell'intero sistema universitario italiano. Lo so che questo mio allarme vi sembra incredibile, ma è, purtroppo, vero. Il Ministro, infatti, ha inviato in questi giorni una bozza di decreto alla CRUI per il parere di competenza. In quella bozza di decreto si trasformano le attuali università telematiche in università non statali, con l'autorizzazione a svolgere non soltanto la didattica a distanza, che già svolgono, ma anche la tradizionale didattica frontale, ovviamente con la possibilità di rilasciare il titolo.
Tra le università telematiche vi è l'università E-Campus, che è un'emanazione del Cepu. Quest'ultimo, quindi, tramite questo veicolo, diventerebbe un'università non statale come la Bocconi, la Cattolica e la LUISS.
Ricordo che il Cepu si occupa del recupero degli esami e ha 120 sedi in tutta Italia; sarebbe, quindi, un altro sistema universitario, che ha lo stesso rango del sistema pubblico. Signor Presidente, chiedo di accantonare un attimo questo emendamento, perché vorrei che i deputati di maggioranza avessero la possibilità di controllare l'allarme che sto lanciando.
Chiedo un attimo di sospendere la contrapposizione tra maggioranza e opposizione: facciamoci un'idea su questo argomento. Se il mio allarme è fondato, si possono fare due cose: primo, ho chiesto al Ministro, durante il dibattito, di rinviare quel decreto. Se il Ministro ci risponde, sarei ben felice di ritirare il mio emendamento. Oppure, se il Ministro non chiarisce la questione, vi chiederei di approvare questo emendamento, in maniera tale che mettiamo almeno uno sbarramento al riconoscimento al Cepu dello stesso rango della Bocconi, della LUISS e della Cattolica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole relatrice, accoglie la richiesta di accantonamento formulata dall'onorevole Tocci?

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. No, signor Presidente, intendo procedere con la votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Signor Presidente, intervengo a sostegno di questo emendamento, che affronta la questione delle università telematiche. Ci venite a dire che si tratta di una questione di serietà, che questa riforma interviene nel merito.
Dov'è il merito nel testo dell'emendamento in esame? Questo recita: «Le previsioni di cui al presente articolo non si applicano alle università telematiche». Non vi costa nulla approvarlo, non vi è neppure un problema di bilancio. Approvatelo! È una questione di serietà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO. Signor Presidente, vorrei rivolgermi all'attenzione del Ministro, dei colleghi e del relatore per la maggioranza. L'onorevole Tocci ha argomentato nel merito con spiegazioni serie e di merito. Il fatto che il relatore per la Pag. 13maggioranza si alzi e dica «No, noi vogliamo votare!» mi sembra poco rispettoso di questo dibattito e di quest'Aula. Ci dica, almeno, quali sono le ragioni per cui si deve urgentemente votare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Francamente, esiste un minimo di rispetto tra noi e verso questo dibattito. Si possono avere tutte le opinioni, ma almeno argomentarle, no? (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

PAOLA BINETTI. Signor Presidente, a me sembra che l'emendamento in esame faccia giustizia della qualità del lavoro che si svolge in molte università cosiddette non statali - cosa ben diversa dalle università private - in cui si svolge un lavoro di intensa formazione degli studenti, volte, in molti casi, a ricreare quell'eccellenza a cui questo disegno di legge guarda e che, in qualche modo, pone come uno dei suoi obiettivi privilegiati.
Il lavoro che si fa presso l'Università Cattolica, la Bocconi, la LUISS e il Campus Bio-Medico è un lavoro riconosciuto, di alto prestigio e di grandissimo servizio.
Viceversa, come lei sa bene, nelle università telematiche, molte volte, si creano delle condizioni di «diplomificio». Non vi è garanzia della valutazione dei risultati ottenuti dagli studenti, tant'è vero che vi è stata una proliferazione indebita di tali istituti a fronte di una mancanza concreta del controllo di qualità dei prodotti ottenuti.
Quindi, poter perlomeno distinguere tra chi ha storia, prestigio e risultati concreti e chi, invece, rappresenta un'università virtuale, ma tutt'altro che virtuosa, mi sembra un elemento interessante ed importante per accogliere questo emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico).

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, alla luce del dibattito che si è sviluppato in Aula, chiedo l'accantonamento dell'emendamento Tocci 12.202 (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro, Italia dei Valori e di deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

LUCA GIORGIO BARBARESCHI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA GIORGIO BARBARESCHI. Signor Presidente, sono contento che finalmente qualcuno cominci a ragionare perché paragonare il Cepu all'università Bocconi è un delirio. Vorrebbe dire che ci stiamo dimenticando qual è la tradizione delle università italiane, la qualità che hanno e che, da anni, cerca di andare in una certa direzione. Per cui sono felice che vi sia una marcia indietro. Forse, piano piano, con lo sforzo di tutti, portiamo l'Italia verso l'eccellenza e non verso il rimbecillimento del livello universitario (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia, Partito Democratico e Unione di Centro).

PRESIDENTE. Quindi, accantoniamo l'emendamento Tocci 12.202 e anche l'articolo 12.

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 14

Onorevoli Sereni, Cesare Marini, Cesario, Dima, Mazzuca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 533
Votanti 525
Astenuti 8
Maggioranza 263
Hanno votato
279
Hanno votato
no 246).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Nannicini. Ne ha facoltà.

ROLANDO NANNICINI. Signor Presidente, vorrei riportare un esempio significativo. Il primo parere della Commissione bilancio richiedeva di sopprimere l'articolo 14-bis per mancanza di copertura. Chiedo allora alla Presidenza perché tale articolo viene espunto sulla base del primo parere della Commissione bilancio, e viene reinserita un'altra misura, con il pasticcio che essa sarà ulteriormente finanziata.
Chiedo dunque formalmente alla Presidenza e agli uffici della Camera di verificare il primo parere della Commissione bilancio, sulla base del quale, per una questione di copertura, è stata espunta una buona parte della legge; se ne recupera poi una parte, e non si mantiene invece in vigore quella prevista in precedenza.
Le chiedo allora (e non le ricordo nemmeno i contenuti, perché li dovete conoscere): cosa prevedeva l'articolo 14-bis, espunto sulla base del primo parere della Commissione bilancio? Perché esso viene eliminato, dopo il pasticcio del parere di ieri sera confermato dalla Presidenza? La Presidenza non di maggioranza, bensì di garanzia, deve verificare tutti gli articoli inizialmente espunti dal disegno di legge per mancanza di copertura, e non inserirli in un'altra sezione. Questa sarebbe una Presidenza di garanzia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Onorevole Nannicini, lei si riferiva evidentemente ad un articolo 14-bis presentato in Commissione, che non è stato poi trasmesso all'Assemblea. Sta bene. Acquisiremo gli elementi necessari; intanto proseguiamo con le votazioni.
Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 14 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 14.500, mentre il parere è contrario sugli emendamenti Ghizzoni 14.1 e 14.200.
La Commissione, infine, formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'articolo aggiuntivo Ceccacci Rubino 14.0200.

PRESIDENTE. Il Governo?

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.500 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Cesario, Sardelli, Palumbo, Anna Teresa Formisano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 528
Maggioranza 265
Hanno votato
528).

Pag. 15

Prendo atto che il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ghizzoni 14.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melis. Ne ha facoltà.

GUIDO MELIS. Signor Presidente, il secondo comma dell'articolo 14, che chiediamo di sopprimere, ha una formulazione quanto meno ambigua, che richiede delle precisazioni. A parte che introduce delle deroghe alla disciplina del riconoscimento dei crediti, esso postula un rapporto tra il sistema universitario ed altri istituti ad esso esterni, che svolgano compiti di formazione.
Questo è il problema: nel designare gli altri istituti, l'articolo parla in termini generici di «istituti di formazione della pubblica amministrazione». Chi ha letto il Rapporto annuale sulla formazione nella pubblica amministrazione, che viene approntato dalla Scuola superiore della pubblica amministrazione, che dipende dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, sa che questo campo è una vera e propria giungla: esistono oggi 10-12 scuole ufficiali, censite istituzionalmente a livello centrale. Ogni amministrazione ha la propria scuola, come è nel modello italiano, ove manca invece come in Francia un istituto centrale per tutti.
Ma soprattutto esiste una miriade di istituti privati i quali svolgono compiti di questo genere: il tema quindi è molto delicato. Bisognerebbe a questo punto essere molto cauti perché - ritorna un po' il discorso che l'onorevole Tocci ha introdotto in precedenza riguardo agli istituti universitari telematici - esiste un'ampia platea di scuole che scuole veramente non sono perché spesso non hanno i requisiti previsti. Occorrerebbe, quindi, stabilire in maniera più precisa quali sono gli istituti di formazione della pubblica amministrazione menzionati nel testo in esame dai quali si può attingere e nei confronti dei quali si può procedere ad un riconoscimento di crediti.
Ancora più ambigua è la parte finale della norma in esame che prevede che possano essere riconosciute - sotto la forma del riconoscimento dei crediti - anche altre conoscenze e abilità maturate in attività formative di livello post-secondario, alla cui progettazione e realizzazione l'università abbia concorso. Anche questo secondo punto a me sembra estremamente ambiguo. Insomma, si richiederebbe in questa delicata materia, una maggiore precisione, una determinazione degli istituti che hanno le caratteristiche e i requisiti per concorrere ai compiti formativi riconosciuti dallo Stato ed è per questo che chiediamo la soppressione del comma 2 in oggetto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 14.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'Antoni, onorevole Casini,
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 530
Votanti 528
Astenuti 2
Maggioranza 265
Hanno votato
243
Hanno votato
no 285).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 14.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Napoli, onorevole Mazzuca, onorevole Patarino, onorevole Sardelli, onorevole Cesario, onorevole Miotto.
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 16
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 535
Votanti 533
Astenuti 2
Maggioranza 267
Hanno votato
246
Hanno votato
no 287).

Passiamo alla votazione dell'articolo 14.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ghizzoni. Ne ha facoltà.

MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, intervengo per una breve dichiarazione di voto. Avremmo voluto davvero votare a favore di questo articolo, perché le intenzioni che sono espresse nel primo comma sono meritorie dal momento che, di fatto, si prevede una riduzione dei crediti che vengono riconosciuti, che passano da sessanta a dodici. Anche in questo caso, tuttavia, c'è l'inganno perché nel comma 2 si provvede a definire una scappatoia e cioè le eccezioni ovvero la possibilità di derogare a quanto stabilito nel comma 1. Siamo, quindi, sempre nelle solite condizioni: si fa una cosa con la mano sinistra e con la destra si provvede a ritirarla. Il nostro voto, pertanto, non può essere che contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesa... l'onorevole Cesare Marini ha votato... Osvaldo Napoli, onorevole De Micheli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 533
Votanti 531
Astenuti 2
Maggioranza 266
Hanno votato
283
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che i deputati Gelmini e Angelino Alfano hanno segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
Ricordo che l'articolo aggiuntivo Ceccacci Rubino 14.0200 è stato ritirato.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, ho aspettato per vedere un'eventuale correzione, ma siccome è la seconda volta che il Ministro Gelmini - e oggi è accaduto anche al Ministro Alfano - vota con l'opposizione questo potrebbe sicuramente aiutarci a risolvere i problemi.
Signor Ministro Alfano, noi siamo lieti di questo, perché sappiamo che lei non si sbaglia a votare, e quindi è chiaro che c'è una convinzione di fondo che è riuscito a trasmettere anche alla collega Gelmini. Quelli che sono sui tetti o per strada probabilmente hanno capito che qualche speranza c'è (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, non approfitti della distrazione dei Ministri.

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione Pag. 17formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo?

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Ricordo che ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 15.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 531
Votanti 529
Astenuti 2
Maggioranza 265
Hanno votato
216
Hanno votato
no 313).

Prendo atto che la deputata De Torre ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 15.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Nastri, onorevole Girlanda, onorevole Cesa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 529
Votanti 527
Astenuti 2
Maggioranza 264
Hanno votato
247
Hanno votato
no 280).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesa, onorevole Mondello, onorevole Paolo Russo, onorevole Minardo, onorevole Latteri, onorevole Sbai, onorevole Centemero...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 536
Votanti 531
Astenuti 5
Maggioranza 266
Hanno votato
287
Hanno votato
no 244).

Prendo atto che il deputato Bobba ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Scusi, onorevole relatrice, mi sono distratta io, oppure non ha espresso il parere sull'articolo aggiuntivo Ghizzoni 15.01? Si riferiva anche a questa proposta emendativa?

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Ghizzoni 15.01.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla Commissione.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Ghizzoni 15.01. Pag. 18
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ghizzoni. Ne ha facoltà.

MANUELA GHIZZONI. Signora Presidente, da alcuni decenni almeno si dibatte sullo stato giuridico della docenza universitaria. Lo si è fatto anche in occasione delle molte riforme o dei tentativi di riforma dell'università, naturalmente senza riuscirci. Ciò rappresenta anche la difficoltà della politica di intervenire in questo settore, soprattutto per il fatto che c'è sempre stata l'assenza di un condivisione sulla volontà di affrontare davvero questi problemi.
Anche sul disegno di legge in esame (non è accaduto alla Camera perché di fatto non c'è stato tempo per discuterne, ma forse di più al Senato) la discussione si è un pochino impelagata su questo punto. Ritengo che siano esemplari in questo senso le parole del Ministro pronunciate nella discussione sulle linee generali di lunedì scorso. Il Ministro ha affermato che: «Nell'iter parlamentare» - questo già riconosce il fatto che nel testo originario non si dava soluzione al problema e proseguo la lettura del testo - «abbiamo trovato una soluzione ragionevole anche ad uno dei problemi più spinosi che avevamo ereditato. I ricercatori di ruolo lamentano, a ragione, un ritardo trentennale della politica nel definire chiaramente la loro funzione e i loro compiti. La figura del ricercatore è nata, infatti, nel 1980 senza che venissero definiti con la necessaria chiarezza funzioni e stato giuridico. Gli interventi successivi non hanno fatto che complicare questo quadro già di per sé incerto». Chiudo la citazione.
È abbastanza curioso che il Ministro abbia affermato di avere ereditato una situazione difficile. Vorrei ricordare a questo Governo che, negli ultimi dieci anni, ha condotto il Paese - male, aggiungo io - per otto anni e che certamente la situazione l'ha ereditata dalla sua collega, dal precedente Ministro Moratti.
Riprendo la citazione: «Oggi (...), dopo che il ruolo è stato messo ad esaurimento, ci siamo trovati di fronte all'alternativa di proporre una qualche forma di ope legis, oppure di rendere possibile un avanzamento di carriera basato sul merito, secondo le regole stabilite dal disegno di legge». Mi permetto di aprire una parentesi e di riprendere il tema con cui abbiamo aperto la seduta. In realtà, qui non c'è alcuna prospettiva concreta di avanzamento di carriera perché - lo abbiamo dimostrato - non ci sono le risorse per dar seguito a quegli intenti, a quell'impegno che il Ministro si è preso qui in quest'Aula. Infatti, noi sappiamo che il Fondo di finanziamento ordinario è assolutamente insufficiente, ancorché con l'incremento meritorio di 800 milioni della legge di stabilità, a far fronte a spese che non siano quelle del pagamento delle spese obbligatorie e incomprimibili già presenti a cui devono far fronte gli atenei.
Riprendo ora un altro passo che conferma queste mie parole sempre dall'intervento del Ministro Gelmini di lunedì in Aula. Cito: «Questo significa che non solo tutto il Fondo di finanziamento ordinario se ne va in stipendi» - sono parole del Ministro Gelmini - «ma che anche una parte delle risorse proprie dell'ateneo - penso alla contribuzione studentesca» - vorrei, colleghi della maggioranza, che prestaste attenzione alle parole del Ministro - «ai fondi per la ricerca e ai contratti esterni - viene requisita per far fronte a tali spese». Scusate, di fronte a queste affermazioni del Ministro come potete pensare che quella quota parte, da 0 a 13 milioni, possa essere recuperata nel Fondo di finanziamento ordinario per l'avanzamento di carriera se è il Ministro stesso a dire che il Fondo di finanziamento ordinario è appena sufficiente, anzi è insufficiente a far fronte agli stipendi di quelli che sono già di ruolo? E questo è solo il primo punto.
Vengo al secondo punto che concerne le modalità. Ora, la questione dei ricercatori ci pone di fronte un problema. I ricercatori, secondo il dettato del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382, devono svolgere prioritariamente attività di ricerca e attività didattica che sia solo aggiuntiva...

Pag. 19

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Ghizzoni.

MANUELA GHIZZONI. Ho esaurito già il mio tempo? Avevo cinque minuti, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sarebbero trascorsi. Ancora dieci secondi.

MANUELA GHIZZONI. Concludo quanto stavo dicendo, se ho 30 secondi. Il nostro articolo aggiuntivo prefigura per davvero una nuova visione rispetto alla carriera dei docenti e dei professori universitari, carriera che è unitaria durante tutto il periodo perché associa sempre, e ce lo dimostra la stessa storia dei ricercatori, attività di ricerca e attività didattica.
Quindi vi invito a prendere seriamente in considerazione il nostro emendamento, che introduce e introdurrebbe una vera novità nello stato giuridico della docenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 15.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 536
Votanti 533
Astenuti 3
Maggioranza 267
Hanno votato
213
Hanno votato
no 320).

Prendo atto che il deputato Lovelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che la deputata Martini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Nannicini. Ne ha facoltà.

ROLANDO NANNICINI. Signor Presidente, le ripeto la domanda: nello speach ci sono tutti gli articoli e gli emendamenti scomparsi dal provvedimento in esame in seguito al parere della Commissione bilancio. Se la Commissione bilancio ne ha riammesso una parte, dicendo che basta che vi sia un finanziamento, è una norma manifesto. Ma io mi metto nella logica di questa maggioranza, cioè sono d'accordo sul manifesto, ma perché si fa il manifesto solo sull'articolo 25 e non lo facciamo su tutti gli altri, incluso anche l'articolo 16? Quindi, chiedo l'imparzialità della Presidenza, perché non ha rivisto il primo parere della Commissione bilancio sulle ammissibilità: poteva essere un grande manifesto, tutti manifesti, incluso anche l'articolo 16; una parte se ne è andata, perché è chiaro che la norma con riferimento all'articolo 25 scomparirà, perché, se non viene approvata la legge di stabilità, non c'è la norma. Però è un precedente che questa maggioranza pone in essere solo su un articolo. Perché non lo fa su tutti? Spero che la Presidenza mi comprenda, perché noto una contraddizione fra il primo parere della Commissione bilancio e l'altro parere, perché una parte di emendamenti se ne va e una parte entra.
Me lo faccia dire con molta franchezza: ci vuole l'imparzialità da parte della Presidenza in materia di ammissibilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito democratico).

Pag. 20

PRESIDENTE. Onorevole Nannicini, chiamare in causa l'imparzialità della Presidenza, che non è tanto quella di turno ma la Presidenza della Camera, è un problema serio. Con riferimento all'osservazione dell'onorevole Nannicini, decido di rispondere che - come credo che sia già stato comunicato anche in dettaglio per le vie brevi dagli uffici - con riferimento a nessuno degli emendamenti esaminati dalla Commissione bilancio si è posta la medesima questione di cui all'emendamento della Commissione 25.507, dove il problema non è di copertura, ma è eventualmente di non finanziamento che potrebbe verificarsi in caso di mancata approvazione della legge di stabilità. Non vi sono state pertanto valutazioni divergenti su situazioni uguali, almeno dal punto di vista tecnico e formale. È evidente poi che sul piano delle scelte politiche la maggioranza ha fatto le scelte che ha ritenuto di fare.

GIULIO SANTAGATA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, voglio vedere se ho capito bene: lei ha detto che vi sono state scelte politiche diverse su questioni che tecnicamente andavano esaminate allo stesso modo. Ho capito bene?

PRESIDENTE. No, non ha capito bene, infatti ho detto che non si sono usate soluzioni diverse per situazioni uguali, perché non si è presentato nessun caso uguale all'emendamento della Commissione 25.507, che non è una violazione dell'articolo 81 del Regolamento, ma è eventualmente inapplicabile se non sarà adeguatamente finanziato dalla legge di stabilità. Gli altri erano casi di copertura.
Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 16 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 16, mentre esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Siragusa 16.03.

PRESIDENTE. Il Governo?

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Ricordo che, ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito al tal senso, la Presidenza li porrà in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 16.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte... onorevole Franzoso...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 534
Votanti 531
Astenuti 3
Maggioranza 266
Hanno votato
7
Hanno votato
no 524).

Prendo atto che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 16.17.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, prima di discutere dell'emendamento che poniamo in votazione oggi, il mio Pag. 21pensiero va a quelle centinaia di ricercatori che stanno occupando le università e che questa notte, al freddo e sotto la pioggia, sono rimaste a presidiare le università (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Capisco perché li state imbrogliando! Voi siete un Governo di imbroglioni (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) che sta dicendo di dover dare 285 milioni di euro...

RENATO FARINA. Vergognati!

MAURIZIO BIANCONI. Lo faccia smettere!

MICHELE SCANDROGLIO. Buffone!

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

PIERFELICE ZAZZERA. ...per mettere a concorso i ricercatori... (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)

PRESIDENTE. Onorevole Zazzera.

PIERFELICE ZAZZERA. ...e non avete la copertura finanziaria. Siete degli imbroglioni (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Onorevole Zazzera, per cortesia.

PIERFELICE ZAZZERA. Ci state imbrogliando ed è bene che i cittadini sappiano che questo provvedimento va cestinato perché non ha copertura finanziaria (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). In questo provvedimento, arrivo all'emendamento...

PRESIDENTE. Onorevole Zazzera, la prego di moderare il linguaggio.

PIERFELICE ZAZZERA. Non mi sembra di avere insultato nessuno. Ho semplicemente detto che questo Governo sta imbrogliando i ricercatori (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) dicendo che gli dà 285 milioni di euro e non ha la copertura finanziaria. Voglio anche dire agli amici di Futuro e Libertà per l'Italia che stanno imbrogliando anche voi (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Grazie onorevole Zazzera.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 16.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lisi... onorevole Di Virgilio... onorevole Sardelli... onorevole Ria... onorevole Tocci... onorevole Lamorte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 537
Votanti 531
Astenuti 6
Maggioranza 266
Hanno votato
245
Hanno votato
no 286).

Prendo atto che la deputata Mistrello Destro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 16.16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.
Onorevole Zazzera, glielo dico preventivamente, onorevole Zazzera...

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, se vuole impedirmi di esprimere il mio pensiero, me lo dica (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. Le chiedo soltanto di essere rispettoso, onorevole Zazzera. Le chiedo soltanto di esprimere il suo pensiero nel rispetto degli altri.

Pag. 22

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, l'emendamento al nostro esame - che noi chiediamo di votare - riguarda un provvedimento di legge che, ribadisco, sta imbrogliando i ricercatori in quanto non ha copertura finanziaria e che noi contestiamo anche in merito all'articolo 16, che, per noi dell'Italia dei Valori, è irricevibile, in quanto, riguardo al reclutamento dei professori, prevede l'abilitazione nazionale per titoli, che, non essendo direttamente concorsuale, rimette la chiamata ad una sorta di commissione locale, favorendo di fatto gli accordi tra conoscenti e professori che si conoscono e, di fatto, favorendo ciò che, nei princìpi della legge, volete impedire, ossia «parentopoli».
La controproposta dell'Italia dei Valori è quella di istituire un concorso su base nazionale con una graduatoria, un numero di posti messi a bando e un numero di vincitori da cui attingere, senza possibilità di «trucchi e trucchetti». Non solo: prevediamo l'istituzione di una Commissione, che viene individuata con sorteggio puro, quindi garantendo la trasparenza, e in più vi diciamo che, se davvero volete essere contro «parentopoli», non dovete fare altro che votare a favore di questo emendamento, il quale prevede l'impossibilità per i candidati di presentarsi in quelle università dove ci sono parenti fino al terzo grado.
È chiaro che voi, a parole, siete contro «parentopoli», ma poi fate una legge che la favorisce e, ribadisco, imbroglia le centinaia di ricercatori che oggi sono sui tetti.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, lei fa benissimo a condurre con mano ferma l'Assemblea, tuttavia «imbrogliare» non significa offendere qualcuno (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

RENATO FARINA. Imbroglione! Imbroglione!

FABIO EVANGELISTI. ...deriva dal linguaggio marinaro, significa chiudere le vele, confondere le carte, far credere a qualcuno fuori di qua che le cose stanno diversamente e, quindi, denunciare un imbroglio è corretto e legittimo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

AMEDEO LABOCCETTA. Sei un imbroglione!

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.
Onorevole Evangelisti, la ringrazio dell'approfondimento etimologico, lessicale e quant'altro. Voglio, però, farle notare che ripetere in maniera ossessiva, per tre, quattro, cinque volte, la parola «imbroglioni» ha evidentemente un effetto provocatorio e credo che questo non aiuti i nostri lavori (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Come ha visto, non ho tolto la parola all'onorevole Zazzera, però consentitemi di dire che, anche usando la stessa parola, si può esprimere una critica forte, senza provocatoriamente cercare di offendere gli interlocutori (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

GENNARO MALGIERI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GENNARO MALGIERI. Signor Presidente, intervengo soltanto per far notare all'onorevole Evangelisti che, se avesse dimestichezza con il vocabolario della lingua italiana, capirebbe la differenza che passa tra «imbrogliare» ed «imbrigliare»: lui si riferiva ad imbrigliare le vele, non ad imbrogliare (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). La lingua italiana ancora non subisce stupri in quest'Aula e non è doveroso acconciarsi a questo modo di intenderla, facendo finta di niente (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

Pag. 23

PRESIDENTE. Tutto è rinviato all'Accademia della Crusca.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 16. 16, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Stanislao...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 545
Votanti 511
Astenuti 34
Maggioranza 256
Hanno votato
217
Hanno votato
no 294).

FURIO COLOMBO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Colombo, se intende intervenire sul prossimo emendamento le do la parola, se l'intervento è sull'ordine dei lavori e non è strettamente attinente alla materia, ma è un ulteriore approfondimento sulla parola «imbrogliare » non le do la parola.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, voglio parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Le ricordo che ha un minuto di tempo a sua disposizione Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, la ringrazio, ma certo che parlo per un minuto, voglio solo sottolineare che in questo modo non viene assicurato il diritto all'opposizione. Ieri abbiamo ascoltato, in quest'Aula, un collega della Lega Nord Padania scagliarsi con violenza contro l'azione di opposizione che sta facendo questa parte del Parlamento. Non è intervenuto nessuno. E quell'intervento era carico di parole come imbroglione, ne era carico. La seconda cosa che mi permetterei di suggerire, signor Presidente, la riporti al Presidente della Camera: sarebbe opportuno un breve seminario in cui si vedano dei filmati di ciò che accade nel Parlamento inglese e nel Parlamento americano. Nel Parlamento americano, non più di due settimane fa, un senatore ha detto al Presidente Obama: «lei mente», durante un discorso del Presidente degli Stati Uniti (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Le pare più grave di quello che è accaduto qui? Imbrogliare è una tipica attività, purtroppo, della vita politica, perché non si dovrebbe chiamare con il proprio nome (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 16. 200.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Latteri. Ne ha facoltà.

FERDINANDO LATTERI. Signor Presidente, il mio emendamento è ritirato.

PRESIDENTE. Sta bene.
Comunico che l'emendamento Capitanio Santolini 16.20 è stato ritirato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 16. 3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Porcino, Mazzuca, Latteri, Grassi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 540
Votanti 537
Astenuti 3
Maggioranza 269
Hanno votato
249
Hanno votato
no 288). Pag. 24

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 16.201, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cassinelli, Sardelli, Mazzuca, Cesario, sottosegretario Giro, onorevole Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 539
Votanti 537
Astenuti 2
Maggioranza 269
Hanno votato
249
Hanno votato
no 288).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Latteri 16.202.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Latteri. Ne ha facoltà.

FERDINANDO LATTERI. Signor Presidente, questo emendamento fa riferimento a una norma che non è molto chiara, perché, e sembra che un candidato non si possa presentare con meno di 12 pubblicazioni.
Da questo punto di vista credo che vi sia una non chiarezza della norma stessa. Anche ieri abbiamo approvato una proposta emendativa che prevedeva l'interscambio dei docenti, e si parlava della stessa qualifica, che non significa niente. Quindi, da questo punto di vista credo che, specialmente in alcune facoltà, vi sia la difficoltà per la presentazione dei candidati con meno di 12 pubblicazioni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Latteri 16.202, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 536
Votanti 531
Astenuti 5
Maggioranza 266
Hanno votato
11
Hanno votato
no 520).

Prendo atto che il deputato Consolo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Avverto che l'emendamento Barani 16.203 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 16.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Nastri, Paolo Russo, Mondello, D'Antoni, Rigoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 538
Votanti 534
Astenuti 4
Maggioranza 268
Hanno votato
246
Hanno votato
no 288).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 16.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Cassinelli, Froner...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 25

(Presenti 533
Votanti 531
Astenuti 2
Maggioranza 266
Hanno votato
245
Hanno votato
no 286).

Prendo atto che il deputato Delfino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ghizzoni 16.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciriello. Ne ha facoltà.

PASQUALE CIRIELLO. Signor Presidente, vorrei fare due osservazioni su questo emendamento. La prima sta nella cancellazione di quello che mi permetto di definire una vera e propria ossessione di questo Governo: anche l'istituzione di una commissione di concorso dovrebbe avvenire, così come recita il disegno di legge, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e a carico della disponibilità di bilancio degli atenei.
Considerando che questa riforma è la prima che, intervenendo in una condizione di risorse decrescenti, dovrebbe decollare, non in regime di costo zero, ma in qualche modo a costo sotto zero, introdurre una norma, che interpretata rigorosamente rischierebbe di impedire anche la corresponsione di un banale rimborso spese, è veramente un fuor d'opera.
Tanto più che il disegno di legge aggiunge ad abundantiam che la partecipazione alle commissioni di concorso non dà luogo alla corresponsione di compensi, emolumenti e indennità.
La seconda osservazione è di carattere più sostanziale. Il disegno di legge prevede la costituzione di un'unica commissione nazionale di durata biennale, così per le procedure di abilitazione alle funzioni di prima, come per quelle di seconda fascia.
Il nostro emendamento ne prevede due: una per le selezioni di prima fascia, un'altra per quelle di seconda fascia. A me pare che, dopo le tante parole spese contro il regime delle baronie universitarie, creare un solo collegio di cinque persone attributario di un potere assolutamente abnorme sia davvero incomprensibile.
Qui occorre mettersi d'accordo; questa schizofrenica dissociazione, per cui altro è quanto si proclama a parole, altro è quanto si pratica nei fatti, ormai mostra la corda. Noi siamo per una maggiore distribuzione dei compiti e, in ogni caso, per una maggiore coerenza tra parole e fatti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 16.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, onorevole D'Antoni, onorevole Cesare Marini, onorevole Concia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 535
Votanti 532
Astenuti 3
Maggioranza 267
Hanno votato
248
Hanno votato
no 284).

Prendo atto che il deputato Reguzzoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 16.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 26

(Presenti 521
Votanti 519
Astenuti 2
Maggioranza 260
Hanno votato
240
Hanno votato
no 279).

Prendo atto che il deputato Mazzuca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Capitanio Santolini 16.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Codurelli, onorevole Moles, onorevole Fallica.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 534
Votanti 530
Astenuti 4
Maggioranza 266
Hanno votato
244
Hanno votato
no 286).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 16.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Patarino, onorevole Sbai...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 532
Votanti 530
Astenuti 2
Maggioranza 266
Hanno votato
244
Hanno votato
no 286).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 16.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, onorevole Sbai, onorevole Ravetto, onorevole Pizzolante, onorevole Misiti, onorevole Misiani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 536
Votanti 534
Astenuti 2
Maggioranza 268
Hanno votato
247
Hanno votato
no 287).

Prendo atto che il deputato Duilio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Granata 16.204.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, poiché vi è il parere contrario della V Commissione (Bilancio), ribadisco l'invito al ritiro dell'emendamento Granata 16.204.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Granata 16.204 formulato dal relatore per la maggioranza.

BENEDETTO FABIO GRANATA.
Signor Presidente, non ritiro l'emendamento perché non credo sia influente sul piano della spesa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 27
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Granata 16.204, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Patarino... Onorevole Bocchino... Onorevole Mondello... Presidente Lupi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia, Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori - Vedi votazionia ).

(Presenti 546
Votanti 543
Astenuti 3
Maggioranza 272
Hanno votato
282
Hanno votato
no 261).

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire che sull'emendamento appena votato vi era il parere contrario della V Commissione (Bilancio) e che nominalmente non cambia proprio nulla.
Dopo l'approvazione dell'emendamento Granata 16.204 al comma 3, lettera f) sono sostituite le parole: «nuovi o maggiori oneri» con le seguenti: «oneri aggiuntivi». Vorrei sentire i colleghi rappresentanti del Partito Democratico della V Commissione (Bilancio) che prima hanno preso la parola per dire che la Commissione di merito ha presentato emendamenti in contrasto con l'articolo 81 della Costituzione. Quindi, onorevole Naccarato, la prego di non dare lezioni alla Commissione cultura.

PRESIDENTE. Presidente Aprea, mi meraviglio di lei: deve parlare al Presidente, non ai colleghi.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, giustamente lei è stata molto attenta al Regolamento nella fase precedente. Il relatore ha dei compiti ed è pregato di stare ad essi e, soprattutto, di non spiegare a noi cosa capiamo e cosa non capiamo. Abbiamo la sensazione che, di tanto in tanto, sia più difficile che qualcosa non si capisca di là piuttosto che di qua.
Detto questo, vorrei altresì dire che le parole importanti della collega Aprea ci hanno facilmente fatto capire che evidentemente su tutti gli altri emendamenti sui quali c'è il parere contrario della V Commissione (Bilancio), essendo che tanto quel parere ovviamente non cambia nulla rispetto agli effetti degli emendamenti, c'è sostanzialmente un parere favorevole della collega Aprea, quindi c'è un parere favorevole su tutti gli altri emendamenti che noi voteremo molto volentieri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 16.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Antonio Martino... Onorevole Martinelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 535
Votanti 533
Astenuti 2
Maggioranza 267
Hanno votato
249
Hanno votato
no 284). Pag. 28

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 16.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... Onorevole Castiello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 527
Votanti 525
Astenuti 2
Maggioranza 263
Hanno votato
244
Hanno votato
no 281).

Prendo atto che i deputati Farina Coscioni e Maurizio Turco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 16.12 , non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesa... Onorevole Mazzuca... Onorevole Nastri... Onorevole Cristaldi... Onorevole D'Anna... Onorevole Ciccioli... Onorevole Lovelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 535
Votanti 533
Astenuti 2
Maggioranza 267
Hanno votato
247
Hanno votato
no 286).

Prendo atto che la deputata Farina Coscioni e Zamparutti hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ghizzoni 16.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melis. Ne ha facoltà.

GUIDO MELIS. Signor Presidente, l'emendamento che noi presentiamo consta di due parti. Nella prima chiediamo che sia inserito come requisito di accesso per l'abilitazione alla fascia di associato il conseguimento del dottorato di ricerca.
Nella seconda parte, in via transitoria, una tantum, chiediamo che sia concesso di accedere a questa abilitazione anche a una serie di figure, che non esiterei a definire il «proletariato operoso» dell'università italiana. Si tratta dei titolari di assegni di ricerca, dei ricercatori con contratto a tempo determinato, dei titolari di rapporti di collaborazione retribuita per un congruo periodo di tempo. Si tratta di una vasta platea di ragazze e ragazzi, ormai non più giovani purtroppo, visto il filtro che c'è stato negli anni scorsi, i quali presentano in genere caratteristiche di grande operosità scientifica. Si potrebbe eliminare dalla fascia degli ordinari - di cui io faccio parte - qualcuno che da tanti anni non produce titoli e non fa ricerca, questi ragazzi, invece, hanno una grande operosità, anche perché aspirano ad accedere, quindi producono.
Ci sono soltanto negli studi storici di cui mi occupo decine di ricercatrici e di ricercatori che hanno pubblicato due o tre libri con editori nazionali e che appartengono a queste fasce precarie. Il più bel libro sulla storia dell'INPS nell'età fascista, frutto di una ricerca di tre anni negli archivi del grande ente previdenziale italiano, l'ha scritto una ricercatrice che si trova in queste condizioni. Parlo di un fatto che conosco di persona, ma certamente ce ne sono centinaia di casi di questo genere.
Chiediamo che la legge si apra a questo precariato, una tantum, che elimini questa ingiustizia. Pensiamo che debba essere fatta una valutazione severa di questi giovani e che debbano essere selezionati accuratamente, ma non possono essere condannati ad aver sprecato tre, quattro o Pag. 29cinque anni della loro vita nell'età migliore, l'età più produttiva, solo perché la legge non prevede alcun meccanismo per recuperarli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 16.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Antonio Martino, Damiano, Scilipoti, Mondello, Osvaldo Napoli, D'Amico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 495
Astenuti 2
Maggioranza 248
Hanno votato
227
Hanno votato
no 268).

Prendo atto che i deputati Mazzarella e Barbato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Iannaccone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo 16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Signor Presidente abbiamo sentito in questi giorni continuare a ripetere la parola «baroni». Anche ieri è stata pronunziata dal ministro. Questi sono i due articoli, il 16 e il 17, che riguardano il tema del reclutamento, cioè il punto nel quale più dovrebbe essere alta l'attenzione nei confronti del problema di evitare all'interno dell'università comportamenti non corretti, non attenti al merito, non attenti alla valutazione.
La proposta che noi troviamo, fatta dal Popolo della Libertà e dal Ministro Gelmini, prevede un percorso di abilitazione nazionale. Questo non è un concorso, non c'è graduatoria, non c'è punteggio. È un'abilitazione nazionale. Dopo di questa, in base all'articolo 17, ogni università, anzi per l'esattezza dipartimento, procede alla chiamata diretta. Cosa c'è contro il fenomeno dei baroni nella chiamata diretta da parte delle singole università? Quali sono i punti sui quali il Governo dice che ha sconfitto un fenomeno come quello che vuole denunciare? Noi non siamo contrari a priori a ricorrere a una chiamata diretta, riteniamo però che questo possa avvenire se ci sono quattro condizioni. La prima condizione è che ci sia un sistema di valutazione già attivato e così non è, perché la Ministra ha tenuto l'ANVUR in frigorifero per due anni, forse soltanto per poter dire che l'aveva inventata lei. Il secondo problema è quello delle risorse, perché se non ci sono risorse e ci sono gli abilitati, creiamo soltanto una massa di nuovi precari. Il ricorso previsto a fondi e risorse private rimette la ricerca al controllo degli interessi di una singola impresa, magari farmaceutica. L'ultimo punto è la fiducia, perché bisogna aver fiducia nell'università e nei professori, per poter affidare loro il governo e la scelta. Fiducia e responsabilità, quella che gli avete negato in questi due anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Capano e Ciccioli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 475
Astenuti 7
Maggioranza 238
Hanno votato
259
Hanno votato
no 216). Pag. 30

Prendo atto che i deputati Cimadoro, Naro, Rigoni e Gianni Farina hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Siragusa 16.03, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 486
Maggioranza 244
Hanno votato
482
Hanno votato
no 4).

Prendo atto che i deputati Sposetti, Velo, Cesare Marini, Rota e Berardi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Beltrandi 17.200 e Leoluca Orlando 17.11, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 17.505. Si intendono assorbiti gli emendamenti Mazzarella 17.201 e Vassallo 17.202.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Capitanio Santolini 17.12, a condizione che sia riformulato, mentre esprime parere contrario sugli emendamenti Mazzarella 17.203, Latteri 17.204, Ghizzoni 17.7 e 17.6, Latteri 17.2 e 17.3, Mazzarella 17.5. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Goisis 17.205.

PRESIDENTE. Il Governo?

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Beltrandi 17.200. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.

MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, con questo lungo emendamento si sostituiscono le procedure di reclutamento previste da questo disegno di legge con procedure gestite autonomamente dai dipartimenti, tanto per cambiare, nell'ambito della programmazione di ateneo, secondo le proprie esigenze di copertura delle posizioni da docente o ricercatore con specifici profili e competenze, che spesso trascendono le aree disciplinari o concorsuali.
Le procedure in oggetto sono naturalmente trasparenti e regolamentate nel rispetto di alcuni vincoli imprescindibili, quali la pubblicità degli atti e l'individuazione di linee guida internazionalmente riconosciute. Il principio di fondo deve essere quello della piena responsabilizzazione dei dipartimenti, garantita dagli articoli 5 e 9, e del loro conseguente diritto a fare le scelte ritenute migliori per il conseguimento dei propri fini.
Ovviamente, un dipartimento che farà cattive scelte di reclutamento verrà penalizzato nella distribuzione del fondo premiale e i suoi docenti non riceveranno il premio di produzione. Questo dovrebbe innescare un meccanismo virtuoso, a condizione che non si debba competere per gli spiccioli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 31
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Beltrandi 17.200, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Ronchi, Giulietti, Cesaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 453
Astenuti 54
Maggioranza 227
Hanno votato
19
Hanno votato
no 434).

Prendo atto che i deputati Castagnetti e Vannucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Leoluca Orlando 17.11. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, credo che questo emendamento sia importante, perché non prevede oneri di spesa aggiuntivi, ma fa chiarezza sull'idea di «parentopoli» e sulla possibilità di porre un freno, laddove la stessa Corte costituzionale ci dice che, di fronte al problema della parentopoli nelle università, si possa anche derogare a certi valori o certi elementi dettati dalla stessa Carta costituzionale.
In questo caso, con l'emendamento in esame prevediamo che un candidato che si presenta ad un concorso per chiamata all'interno di un'università, di un dipartimento, sia incompatibile, e quindi non si debba presentare, laddove vi siano suoi parenti fino al terzo grado nella commissione, ma anche fuori di essa, quindi nella stessa università.
Questo è un elemento aggiuntivo rispetto a quello che già prevede la legge: io, parente del candidato, non dovrei essere presente nella commissione. Con questo emendamento diciamo al candidato, per esempio, su Roma, laddove vi sono più università, di non candidarsi dove vi sono suoi parenti fino al terzo grado, ma di andare in altre università.
È un modo per impedire questa logica, che favorisce il «nepotismo» e che, forse, costringe i cervelli migliori di questo Paese, purtroppo, ad andare via e a vincere magari premi Nobel altrove, in Paesi stranieri. Credo che quello in esame sia un provvedimento che l'intero Parlamento dovrebbe condividere e che rientra nello spirito stesso del disegno di legge in discussione e degli obiettivi che lo stesso Ministro Gelmini si pone.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Granata. Ne ha facoltà.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Signor Presidente, credo che, opportunamente, il Ministro Gelmini, per provare a dialogare con gli studenti - che legittimamente e, ovviamente, nelle forme previste, protestano e danno al Paese un segnale di grande attenzione e di partecipazione politica rispetto al grande processo di riforma dell'università - abbia usato, molto spesso, un'immagine dicendo: «La riforma universitaria è contro i baroni e contro parentopoli».
Ritengo che l'emendamento in esame sia coerente con questa direzione perché ritenere una volte per tutte che all'interno di un'università sia possibile partecipare a concorsi, quando nella stessa, per alcuni ruoli, vi sono parenti fino al terzo grado legati al rettorato o a professori ordinari, significa non volere «oltre a reclamarlo», incidere positivamente su questo processo.
Quindi, come gruppo di Futuro e Libertà per l'Italia, riteniamo di sostenere l'emendamento proposto dai colleghi dell'Italia dei Valori (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Reguzzoni. Ne ha facoltà.

Pag. 32

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, l'emendamento in esame ci trova concordi sul principio che ne è alla base. Abbiamo, però, qualche dubbio relativo alla possibilità che possa essere assorbito dall'emendamento successivo.
Quindi, se riteniamo di procedere alla votazione, ci dichiariamo favorevoli all'emendamento in esame Se necessario procediamo, eventualmente e soltanto per qualche minuto, all'accantonamento sia dell'emendamento in oggetto sia di quello successivo, ma lascio alla discrezione della Commissione la decisione al riguardo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mario Pepe (PdL). Ne ha facoltà.

MARIO PEPE (PdL). Signor Presidente, se qualcuno di voi si reca al Policlinico Umberto I di Roma, dove io ho lavorato per tanti anni, provi a chiedere all'usciere informazioni circa la clinica di un tale professore egli vi risponderà: «Chi, il padre o il figlio?». Quindi, ciò sta a dimostrare che padre e figlio sono professori ordinari nello stesso istituto.
Vedete, nel diritto borbonico esisteva una norma che dava facoltà al re di nominare professore universitario il nascituro. Consultando l'elenco dei professori universitari si possono ricostruire intere famiglie i cui componenti sono nell'organico delle università come professori ordinari. Ritengo che sia arrivato il momento di porre fine a questo malcostume. Per questo motivo voterò a favore di questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Antonio Martino. Ne ha facoltà.

ANTONIO MARTINO. Signor Presidente, apprezzo molto le considerazioni che hanno ispirato gli interventi dei colleghi e Zazzera, Granata e Mario Pepe (PdL), ma temo che essi non abbiano riflettuto sulla situazione dell'università italiana.
Vede, signor Presidente, al tempo dei baroni, quando si usava tale termine, la commissione composta da cinque membri nominava tre idonei; se non veniva chiamato il primo non poteva essere chiamato il secondo, se non veniva chiamato il secondo non poteva essere chiamato il terzo. Il potere dei baroni era limitatissimo perché il concorso era per una sola materia e, quindi, era agevole mettere a confronto i titoli di candidati diversi. Essi, inoltre, non potevano procedere alla nomina dei vincitori, dipendeva dalla libera scelta dell'università stabilire se una persona fosse idonea o meno a ricoprire quella cattedra.
Ebbene, quando vigeva questo metodo, nel 1966 mio padre, rettore dell'università La Sapienza di Roma, ricevette un appello dal preside della facoltà di medicina che gli disse «Ma Martino, se arriviamo a quindici professori ordinari, il consiglio di facoltà diventa ingestibile». Nel 1966, quindi, erano quindici, ma sapete quanti sono adesso gli ordinari di prima e seconda fascia all'università La Sapienza di Roma, facoltà di medicina, con i nuovi metodi di chiamata? Sono ottocento!
Non la chiamata diretta è responsabile di questo scempio: ne è responsabile il fatto che i concorsi sono per raggruppamento di materie; ed è assolutamente impossibile mettere a raffronto i titoli di un candidato di economia dei trasporti con quelli di un candidato di economia dello sviluppo (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà)!
Parentopoli? Mio padre era professore universitario di fisiologia umana; io sono stato professore ordinario di economia politica; mio fratello, che è morto da poco, era professore ordinario di clinica medica. Parentopoli? Un accidenti! Sono andato in cattedra nel 1976, mio padre era andato in cattedra nel 1933; mio fratello è andato in cattedra molto dopo di me.
Colleghi dell'Italia dei Valori, non basta che esistano legami di sangue affinché si abbiano delle scorrettezze nelle nostre chiamate universitarie. Le scorrettezze le possono benissimo compiere, e le compiono, i colleghi, gli amici dei colleghi, i Pag. 33parenti degli amici dei colleghi. Bisogna tornare viceversa al concorso per singola materia (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Colleghi, molti di voi hanno chiesto di parlare su questo punto. Ha però chiesto la parola la relatrice per la maggioranza: a questo punto, darei la parola a lei, così ci illumina.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza.
Signor Presidente, su questo argomento fin dall'inizio, quando il provvedimento era ancora all'esame della Commissione, vi è stato molto dibattito tra tutti i gruppi. Si è trovato anche un punto di incontro: la Commissione ha infatti formulato anche un parere favorevole su un emendamento dell'onorevole Mazzarella. Alla luce quindi del dibattito, chiedo un accantonamento, in modo da avere una convergenza su un'esigenza che tutti i gruppi avvertono, di fare chiarezza e trasparenza su un punto così importante (Applausi).
Accantonerei dunque gli emendamenti Leoluca Orlando 17.11 e 17.505 della Commissione, nonché gli emendamenti Mazzarella 17.201 e Vassallo 17.202, che sarebbero stati assorbiti dall'approvazione dell'emendamento 17.505 della Commissione.

PRESIDENTE. Onorevole relatrice, alla Presidenza risulta che anche l'emendamento Mazzarella 17.203 vada accantonato: vi sono dei collegamenti agli altri emendamenti accantonati, che ci consigliano forse di soprassedere. Credo che per l'economia dei nostri lavori sarebbe preferibile accantonare tutto l'articolo, a questo punto, e riprendere dall'articolo 18.
Mi correggo. Possiamo esaminare gli emendamenti riferiti al comma 3, a partire dall'emendamento Ghizzoni 17.7. Gli altri li accantoniamo, fino all'emendamento Mazzarella 17.203. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 17.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Patarino, Cesario, La Loggia, Vassallo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 522
Votanti 518
Astenuti 4
Maggioranza 260
Hanno votato
240
Hanno votato
no 278).

Prendo atto che il deputato Reguzzoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 17.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Ghiglia, Barbi, Piso...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 518
Votanti 515
Astenuti 3
Maggioranza 258
Hanno votato
238
Hanno votato
no 277).

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mazzarella 17.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 34

Onorevole Bossa... l'onorevole Bossa ha votato? Onorevole Ferranti, onorevole Grassi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 525
Votanti 522
Astenuti 3
Maggioranza 262
Hanno votato
242
Hanno votato
no 280).

Prendo atto che l'emendamento Goisis 17.205 è stato ritirato.
Colleghi, dobbiamo accantonare la votazione dell'articolo 17.

(Esame dell'articolo 17-bis - A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sul subemendamento Ghizzoni 0.17-bis.500.1.
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 17-bis.500 (Nuova formulazione), attinente alle indicazioni testuali del Comitato per la legislazione.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Della Vedova 17-bis.200.

PRESIDENTE. Onorevole Frassinetti, l'emendamento Della Vedova 17-bis.200 risulterebbe precluso ove venisse approvato l'emendamento 17-bis.500 (Nuova formulazione) della Commissione.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime infine parere contrario sull'emendamento Nicolais 17-bis.202.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo?

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, non ho compreso esattamente il parere della relatrice sull'emendamento Della Vedova 17-bis.200.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, l'emendamento Della Vedova 17-bis.200 risulterebbe precluso ove venisse approvato l'emendamento della Commissione 17-bis.500 (Nuova formulazione). La Commissione in ogni caso ha espresso un parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Ghizzoni 0.17-bis.500.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pizzolante, onorevole Mazzuca, onorevole Cesario.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 523
Votanti 520
Astenuti 3
Maggioranza 261
Hanno votato
243
Hanno votato
no 277). Pag. 35

Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa, Occhiuto e Viola hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 17-bis.500 (Nuova formulazione) della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gnecchi. Ne ha facoltà.

MARIALUISA GNECCHI. Signor Presidente, vorremmo che si riflettesse sul concetto dell'apprendistato in generale e l'articolo 17-bis in esame ci permette di rivolgere un invito ad una riflessione.
L'apprendistato è un contratto di lavoro che era stato pensato per poter apprendere e lavorare nello stesso tempo. Immaginare che possa essere applicato all'alta formazione e, in particolare, ai dottorati di ricerca va veramente a inficiare l'istituto originario. Infatti, finito il periodo dell'apprendistato e acquisita la qualifica, il datore di lavoro dovrebbe assumere l'apprendista che, grazie all'assunzione con contratto a tempo indeterminato, avrebbe la possibilità dello sconto contributivo.
Questa maggioranza ha già esteso ai dottorati di ricerca l'istituto dell'apprendistato per l'alta formazione con il decreto-legge n. 112 del 2008 (convertito con legge n. 133 del 2008), però bisogna veramente riflettere su come l'istituto dell'apprendistato stia diventando quello che una volta era il normale modo per assumere le persone. Ciò a maggior ragione, se consideriamo quello che è un dottorato di ricerca che consiste nello studio, ma rappresenta anche la possibilità di investire in ricerca e innovazione, la possibilità che le aziende diventino competitive, la possibilità che la pubblica amministrazione migliori, la possibilità di specializzare i propri lavoratori o gli studenti per un futuro migliore, un futuro migliore nel quale investire sia per realizzare un progetto di sé, sia per dare un vero contributo all'ente o all'azienda nei quali si lavora. Allora, ci chiediamo che cosa significhi immaginare i contratti di apprendistato anche per i dottorati di ricerca.
Noi siamo, ovviamente, per valorizzare le borse di studio, siamo per aumentare il numero delle borse di studio, siamo perché le aziende decidano di investire per i propri dipendenti in borse di studio e perché frequentino le università e perché siano nel vero mondo universitario e a contatto con chi fa ricerca.
Ovviamente riteniamo, invece, che ridurre anche i dottorati di ricerca, anche le borse di studio, anche la possibilità che questo spazio permetta veramente nuova ricerca, nuova innovazione e anche formazione, sia veramente sbagliato.
Quindi, siamo contrari a questo articolo 17-bis e invitiamo veramente a riflettere sul come si stiano modificando le regole del mondo del lavoro, dei contratti di lavoro, e in questo caso anche il significato alto di alta formazione che dovrebbero continuare ad avere i dottorati di ricerca (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MANUELA GHIZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANUELA GHIZZONI. Signora Presidente, ho perso il filo dei nostri lavori. A che punto siamo?

PRESIDENTE. Siamo all'emendamento 17-bis.500 della Commissione.

MANUELA GHIZZONI. Allora chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per un minuto, a titolo personale.

MANUELA GHIZZONI. Intervengo per rappresentare il nostro voto contrario, perché abbiamo francamente molte perplessità sul ruolo che il Governo ha previsto per l'ANVUR nell'ambito del dottorato di ricerca.
Vorrei ricordare ai colleghi che l'ANVUR è nata come una agenzia indipendente di valutazione della qualità dei risultati delle attività universitarie e della Pag. 36ricerca, della qualità dei risultati - lo ripeto - quindi della valutazione ex post.
Purtroppo, rappresento a voi colleghi che invece nell'idea del Ministro, del Governo (lo si vede benissimo anche nel testo che stiamo esaminando) c'è molta confusione: all'ANVUR viene affidato un ruolo di consulente, di ufficio studi. Crediamo che sia sbagliato, ed è sbagliata anche questa confusione di ruoli tra esame ex ante ed esame ex post. Pertanto, giustifichiamo anche in questo modo il nostro voto contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, sull'emendamento 17.505 della Commissione chiedo al relatore se sia possibile riformulare l'emendamento, tenendo conto del fatto che non è l'incompatibilità che deve pesare sul soggetto che partecipa...

PRESIDENTE. Onorevole Ciccanti, l'emendamento sul quale lei sta intervenendo è stato accantonato. Lo riprenderemo successivamente.

PIERO FASSINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO. Signora Presidente, mi spiace richiamare l'attenzione dell'Aula ancora su una questione di metodo, ma non è possibile che, mentre s'illustrano gli emendamenti (e quindi si avanzano delle ragioni), il Ministro sia impegnato in una riunione con i suoi collaboratori.
Va benissimo, possiamo sospendere perché il Ministro Gemini si consulti. Sono rispettoso delle prerogative del Ministro, ma il Ministro sia rispettoso delle prerogative dell'Aula per favore!

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fassino. Credo che l'osservazione abbia raggiunto immediatamente l'obiettivo perché il Ministro adesso è rimasta sola.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, evidentemente il percorso che stiamo facendo è intercalato da diversi accantonamenti di una serie di emendamenti. In particolare, vorrei far presente che, nel caso in cui venisse approvato l'emendamento 17-bis.500 (Nuova formulazione) della Commissione, c'è stato detto dalla Presidenza che ne conseguirà la preclusione degli emendamenti Della Vedova 17-bis.200 e Nicolais 17-bis.202.
Ora, poiché mi pare di capire che vi siano alcune necessità da parte della relatrice, della presidente della Commissione e del Governo di fare chiarezza su tutti gli emendamenti che sono stati accantonati, chiederei di accantonare anche questi tre emendamenti. Infatti, non possiamo votare il 17-bis.500 (Nuova formulazione) della Commissione, che comporta la preclusione di altri due emendamenti, nel momento in cui c'è la necessità (penso anche da parte dei gruppi che hanno presentato eventualmente una proposta in tal senso) di concordare con il Governo e con il Comitato dei nove una riscrittura e una riformulazione dello stesso emendamento 17-bis.500 (Nuova formulazione) della Commissione.
Data l'importanza dell'argomento forse converrebbe chiedere alla relatrice e alla Presidenza se non convenga accantonare anche questa parte dell'articolo 17-bis.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, procederei alla votazione di questi emendamenti.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, lei formalizza la richiesta? Perché la relatrice ritiene di non doverla accogliere.

Pag. 37

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Naturalmente, se la relatrice e la presidente pensano che sia opportuno forzare la situazione, faccio presente che gli emendamenti sono presentati uno da un gruppo di maggioranza e l'altro da un gruppo di opposizione.
Credo che vi possano essere le condizioni per poter concordare un testo migliorativo dell'emendamento della Commissione che è stato accettato anche con parere favorevole dal Governo. Se non è così, possiamo anche procedere, dopodiché si rischia un voto contrario sull'intero emendamento della Commissione.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, chiedo di accantonare l'emendamento 17-bis.500 (Nuova formulazione) della Commissione per una questione di raccordo con gli altri emendamenti.

PRESIDENTE. Non essendovi obiezioni, si intendono accantonati gli emendamenti 17-bis.500 (Nuova formulazione) della Commissione, sul quale si sono già svolti interventi e, quindi, Della Vedova 17-bis.200 e Nicolais 17-bis.202, nonché la votazione dell'articolo 17-bis.

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 3687-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 (Vedi l'allegato A - A.C. 3687-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bersani. Ne ha facoltà.

PIER LUIGI BERSANI. Signor Presidente, la mia è una dichiarazione di voto contrario con una precisazione in virtù della quale vorrei rivolgermi al Ministro Gelmini. Vedo che il Ministro non gradisce che io vada sui tetti.
Per prima cosa vorrei confermarle che io vado e andrò davanti ai cancelli di una fabbrica in crisi all'Asinara dove ci sono operai da ascoltare e sui tetti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e ci andavo anche da Ministro.
Secondo punto, vedo che il Ministro Gelmini mi dà dello studente ripetente.
Io domani metterò su Internet i voti di laurea e di tutti gli esami di laurea e mi aspetto che il Ministro Gelmini faccia altrettanto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), compreso il giro turistico a Reggio Calabria (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!
In terzo ed ultimo luogo, siccome il Ministro Gelmini dice che noi non siamo disposti a discutere in Parlamento, mentre voi state espropriando il Parlamento del diritto di legiferare con cognizione di causa...

FABIO GARAGNANI. Basta!

MAURO PILI. Sei un vigliacco!

GENNARO MALGIERI. Vergogna!

RENATO FARINA. Ma smettila!

PIER LUIGI BERSANI. ...le faccio una proposta: lei ritiri il provvedimento in esame e io sono pronto - perché qui non siamo agitatori - a discutere con lei e con il Ministro Tremonti su come correggere alcune delle distorsioni del provvedimento in esame e su come trovare risorse finanziarie per sostenere diritto allo studio e ricerca (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cicchitto. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, capisco che l'onorevole Bersani, per Pag. 38inseguire il carisma di Vendola, sia costretto anche a salire sui tetti (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) e ci congratuliamo con lui per il fatto che, oltre ad essere salito, sia anche sceso.
Voglio anche dire che un titolo di laurea - qui vi è stata veramente una caduta di stile - vale sia se conseguito a Milano sia se conseguito a Reggio Calabria (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
In secondo luogo, voi state «lisciando il pelo» ad un movimento minoritario ed estremista, che provocherà danni seri a questo Paese, come ha dimostrato quello che è successo ieri al Senato: ci aspettavamo un po' più di riformismo e molta meno demagogia (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, io credo che vada chiarito in quest'Aula che, al di là delle scelte che ciascuno compie, nessuno fa e nessuno può essere imputato di fare, a mio avviso, collateralismo con episodi di violenza che vanno credo da tutti condannati.
Poi se si sceglie - come qualcuno legittimamente può fare - di incontrare o ascoltare pacificamente chi fa cose pacifiche, credo che non vadano confuse due cose che non c'entrano niente, come la protesta civile non violenta e gli assalti squadristi a cui abbiamo assistito ieri al Senato, che come tali vanno condannati, ma nella capacità di distinguere le cose.
Sul merito - e lo dico al collega Bersani - credo che ieri siano stati fatti passi avanti importanti proprio rispetto ai temi sollevati, alla disponibilità delle risorse e alla qualità dell'indicazione di come queste risorse devono essere spese.
Credo che, quindi, da questo punto di vista, l'esame che l'Aula ha condotto e sta conducendo del provvedimento in esame renda merito anche alla capacità del Parlamento tutto di spingere il Governo a fare quelle scelte che magari fino all'altro giorno in finanziaria non sono state fatte.
Quindi, credo che, più che la polemica, serva in questo momento concentrarsi, come facciamo, sulla capacità che abbiamo avuto di spingere nella direzione giusta, affinché una riforma come questa vi sia nei fatti e venga finanziata come è necessario che sia.
Questa credo che sia la migliore risposta anche a chi fuori protesta: chi protesta non ha ragione per definizione, ma ascoltare le proteste e i loro argomenti, quando non sono squadrismo, credo sia utile da parte di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Reguzzoni. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, non voglio cadere nel tranello di Bersani che, chiaramente, ha un obiettivo: quello di tenere ferma l'Aula e contemporaneamente sobillare la piazza. Mi sembra che ciò sia di tutta evidenza.
Noi siamo qui per migliorare l'università e per favorire un provvedimento che introduce finalmente il merito. Prima sono anche stato ripreso dal collega Fassino. Mi scuso però, stavamo discutendo con il Ministro Gelmini di come rendere più efficace ed incisiva finalmente una norma che stronchi le «parentopoli», che sono un disastro della nostra università. Quindi noi siamo qui per lavorare e vogliamo continuare a farlo. Per questo non voglio rispondere a tutte le cose che sono state dette e invito anche i colleghi a proseguire (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, ve lo dico con il cuore in mano. È il momento della responsabilità. Queste Pag. 39scaramucce in Parlamento non aiutano nessuno: non aiutano il centrosinistra, non aiutano il centro e non aiutano il centrodestra. Credo che oggi dobbiamo dare un esempio vero al Paese e fare le cose che servono al Paese. Chi va sui tetti in questo momento rischia di dare maggiore spazio a manifestazioni che possono sfociare, nei prossimi mesi, in conflitti sociali forti; chi, dall'altra parte, con autosufficienza pensa di poter far approvare questa riforma contro tutti, contro il mondo dell'università e contro l'opposizione del Parlamento andrà poco avanti.
Noi diciamo semplicemente che bisogna che il Parlamento cominci da oggi ad affrontare i veri temi del Paese, perché la primavera che ci aspetta non è una primavera semplice (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, l'onorevole Bersani ha parlato anche a nome del mio gruppo, se posso dirlo «impropriamente», perché credo che in un momento in cui il Paese guarda, un po' allibito e molto distaccato, quanto avviene in queste Aule, cercare momenti di ascolto, punti di incontro con quella parte del Paese che in questo momento protesta perché si ritiene vittima di provvedimenti ingiusti, sia la cosa più importante e più utile che un politico, tanto più se un politico di opposizione, deve fare: saper ascoltare la gente, saper tenere vicina la politica alla società civile credo che sia il nostro primo compito. Quindi ringrazio l'onorevole Bersani per le sue parole.
Non me ne voglia il collega dell'Unione di Centro, ma non credo proprio che ascoltare i ricercatori universitari, che pacificamente protestano, possa dare in alcun modo la stura o adito a chi si comporta in modo intollerabile, facinoroso e violento di trovare un qualche riscontro nei propri comportamenti, che devono essere - quelli sì giustamente - condannati da tutti. Credo che se ci fossimo approcciati a questa riforma con uno spirito diverso da quello puramente propagandistico cercato dalla maggioranza, ma con la volontà vera di dare una riforma della quale l'università italiana ha uno straordinario bisogno, ben diverso sarebbe stato il risultato di quella che resterà una «riformicchia gattopardesca» che finge di cambiare tutto perché tutto rimanga come prima (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e docenti dell'istituto tecnico industriale «Enrico Mattei» di Urbino, che hanno assistito dalle tribune a questo momento vivace della seduta e dei nostri lavori (Applausi).
Se non vi sono altre richieste di intervento sull'ordine dei lavori, chiedo se qualcun altro intenda chiedere di parlare per dichiarazioni di voto sull'articolo 18.

PIERFELICE ZAZZERA. Chiedo di parlare per dichiarazioni di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, noi dell'Italia dei Valori voteremo contro l'articolo 18 di questo provvedimento, che fa parte di un disegno di legge che non aiuta l'università, che non ha risorse per l'università e che si sta dimenticando di quei ricercatori e di quelle persone che oggi stanno protestando per chiedere legittimi diritti: il diritto allo studio, il diritto di poter lavorare perché sancito dall'articolo 1 della Costituzione, il diritto di dare dignità a questo Paese attraverso i cervelli e i saperi liberi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Stanislao, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, intervengo solo per significare che questa riforma rischia di essere una grande occasione perduta. Io sono d'accordo Pag. 40con il collega Reguzzoni che occorre fare qualcosa, ma occorre farla bene, assolutamente, altrimenti andiamo contro gli interessi del sistema universitario, dei ricercatori e di tutti gli studenti.
Noi stiamo cercando, come Italia dei Valori, di dare un'anima, un senso e una concretezza a questo provvedimento e stiamo cercando soprattutto di dare grande dignità, profondità e prospettiva a tutto il sistema universitario. Ci dispiace che la maggioranza e il Governo non stiano cogliendo questa grande unica opportunità. Mi auguro che lungo il prosieguo del dibattito qualcuno se ne ravveda e si realizzi, tutti insieme, una grande opera di sistematicità di cui hanno bisogno questo Governo, ma, soprattutto, questo Paese e la nostra università.

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Signor Presidente, intervengo solo perché vedo che il dibattito si sta infiammando. Tra l'altro, vi è stato un intervento autorevolissimo dell'onorevole Bersani su questo articolo 18 e vorrei ricordare all'Aula che è stato votato all'unanimità al Senato, su proposta del senatore Ignazio Marino. Quindi, il mio intervento era solo per ricordare che questa modifica è stata accolta dal Ministro Gelmini su proposta, credo, di un altro autorevole esponente del Partito Democratico al Senato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale l'onorevole Nicolais. Ne ha facoltà.

LUIGI NICOLAIS. Signor Presidente, facendo riferimento a quanto il segretario del Partito Democratico ha poc'anzi espresso, debbo dire che - anche se condividiamo il contenuto dell'articolo 18, che, sicuramente, è stato condiviso anche al Senato - tuttavia riteniamo che questo disegno di legge non ha avuto lo spazio sufficiente di discussione e non ci ha permesso veramente di esprimere i nostri principi. Ritengo che tanti di quei punti che abbiamo presentato (anch'io stesso) nella relazione introduttiva ci costringano - poiché necessario - a votare anche contro l'articolo 18.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, vorrei partire dalle parole dell'onorevole Cicchitto, che ha detto: più riformismo e meno demagogia. Certo, c'è veramente da sorridere, se non da ridere, rispetto a questo. Ma qual è il riformismo? Avere tolto i fondi del 5 per mille? Qual è il vostro riformismo? Tagliare gli aiuti alle imprese e ai Fondi FAS? Qual è il vostro riformismo? Fare lo scudo fiscale? Qual è il vostro riformismo? Fare leggi ad personam e lodi Alfano? Questo è il vostro riformismo? Per quello che ci riguarda, noi preferiamo continuare a fare la nostra demagogia.
Dopodiché, signor Presidente, credo che il legittimo diritto di protestare pacificamente dei ricercatori dovrebbe essere un campanello d'allarme per voi, per capire che probabilmente c'è un problema e che dovreste risolverlo, e non trincerarvi dietro spot inutili che serviranno per la vostra campagna elettorale perdente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, intervengo in dissenso e a titolo personale rispetto alle cose che abbiamo sentito quest'oggi anche dai banchi di coloro che non hanno ancora capito se stare con l'opposizione in via definitiva o avere un piede ancora nel Governo. Mi riferisco a Futuro e Libertà per l'Italia. È stato appena detto dal collega Della Vedova Pag. 41che sono stati fatti passi avanti con questo provvedimento perché sono state trovate risorse. Quali? Abbiamo discusso a lungo che qui non ci sono risorse a disposizione, non ne sono state trovate: innanzitutto, perché non c'è una legge di stabilità «pronta», dalla quale attingere; e poi perché le risorse che sono dentro la legge di stabilità - quando sarà tale - saranno appena sufficienti per l'ordinaria amministrazione.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

RENATO CAMBURSANO. Quindi, signora Ministro, non è con questa legge che si cancelleranno e si apriranno le sacche del feudalesimo che voi avete voluto e che continuate a volere, anche in questo Parlamento, perché...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cambursano.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, non so se il Ministro Gelmini riceve sulla sua posta elettronica, non dico cento volte tanto, ma almeno la stessa quantità di posta che sto ricevendo io, o i colleghi del mio gruppo e tanti altri colleghi con i quali ci siamo consultati. Riceviamo centinaia di mail al giorno da parte dei ricercatori, da parte degli studenti, da parte di tutto l'ambito del mondo universitario. Voi non tenete conto di nulla, non tenete conto delle proteste, non tenete conto delle necessità, non tenete conto neanche delle coperture di bilancio. Ci state facendo andare avanti, con questa discussione, su una norma che non si sa poi come andrà a finire perché ancora dobbiamo capire se nelle sedute del Senato si troveranno quei fondi che avete promesso ma che, al momento, non si capisce se effettivamente ci saranno o meno. Per cui procediamo così, «a spanne», su un provvedimento che giudichiamo non utile, per poi andare a vedere se questo provvedimento, alla fine, si riuscirà a chiudere e se sarà possibile coprirlo con i finanziamenti dovuti oppure no.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, forse per placare il pandemonio che c'è nel centrodestra dovreste prendere esempio da questa legge che è riuscita a mettere d'accordo tutti contro, sia con riferimento alla riforma della scuola, sia alla riforma dell'università. Alcuni giornali di destra hanno avuto il coraggio di dire che dare la solidarietà ai precari - voi avete esteso il precariato a tutta la società italiana - dell'università italiana, agli studenti, significa stare dalla parte dei baroni. Ma non fateci ridere, dalla parte dei baroni ci state voi che non avete avuto il coraggio di affrontare il problema del reclutamento. C'è una normativa sul reclutamento che continua a dare la possibilità ai baroni di perpetuarsi e che continua a mandare le nostre intelligenze all'estero dove vengono apprezzate; mentre l'Italia rimane depauperata dei propri cervelli migliori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, uno dei problemi dell'università italiana è sicuramente il familismo; si parla di merito, di valutazione ma su questo siamo tutti d'accordo. Il problema è che mancano purtroppo le risorse, lo hanno affermato tutti i gruppi in Aula. Il merito dovrebbe comunque dare forza, veramente, ai più meritevoli ma quando non ci sono risorse sono proprio i più meritevoli a non avere queste opportunità e, allora, per giustificare i tagli al sistema scolastico si usa questa parola magica: il merito. È chiaro a tutti che l'università italiana ha bisogno sicuramente di riforme ma anche di risorse, e queste purtroppo non ci sono. La conclusione cui si è portati Pag. 42a giungere è che questa riforma non riesca a portare nulla di buono all'università italiana.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole di Giuseppe.

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Signor Presidente, vorrei solo dichiarare che, dopo aver fatto delle consultazioni informali al tavolo dei Comitato dei nove e aver sentito il Governo, vorremmo immediatamente riprendere la questione di «parentopoli», con l'emendamento che abbiamo lasciato in sospeso. Se possibile, votato l'articolo 18, vorremmo ritornare sull'articolo 17.

PRESIDENTE. Presidente Aprea, immagino che questa decisione, adottata senza una riunione del Comitato dei nove, abbia il consenso di tutti gli altri gruppi perché, altrimenti, lei sa che non possiamo procedere in tal modo.

MANUELA GHIZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, come diceva la relatrice poco fa, abbiamo discusso molto in Commissione su questo tema. Si è arrivato ad un testo. Credo che non si possa mettere in contraddizione il nostro testo con quello presentato dai colleghi dell'Italia dei Valori. Credo che ci sia lo spazio, poiché vogliamo tutti arrivare allo stesso risultato, di determinare, di scrivere un testo condiviso. Io credo che si possa sospendere cinque minuti per trovare quella convergenza che pure è presente nella nostra intenzione.

PRESIDENTE. Onorevole Ghizzoni, concludiamo gli interventi sull'articolo 18; dopo la votazione dello stesso, affinché abbiate tempo per altre consultazioni, accoglierei la richiesta di sospensione dei lavori, presupponendo che vi sia un accordo all'interno del Comitato dei nove. Nel frattempo, vi pregherei di procedere per trovare l'accordo stesso.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, chiedo scusa, ma l'unica cosa sicura è che non vi è accordo all'interno del Comitato dei nove a votare subito. La richiesta rivoltale è un'opinione della presidente della Commissione, ed è rispettabile, ma rimane tale.
Quindi, se si vuole procedere all'esame della proposta emendativa accantonata, si deve riunire il Comitato dei nove.

PRESIDENTE. Mentre procediamo con gli interventi in dichiarazione di voto a titolo personale, avete tutti gli elementi...

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, vi è stata una richiesta - e penso che essa avesse la veste dell'ufficialità - per una sospensione dei lavori di cinque minuti. Noi siamo d'accordo per sospendere la seduta per cinque minuti, in modo che il Comitato dei nove si possa riunire.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, concludiamo gli interventi per dichiarazione di voto che il suo gruppo ha chiesto e poi votiamo l'articolo 18, oppure il suo gruppo rinuncia ai preannunciati interventi per dichiarazione di voto a titolo personale?

FABIO EVANGELISTI. No.

PRESIDENTE. Allora, onorevole Evangelisti, lei ha chiesto di intervenire.

Pag. 43

FABIO EVANGELISTI. Mi scusi, ma intervengo sempre sull'ordine dei lavori. È stata chiesta la sospensione per decidere se procedere o meno alla votazione dell'articolo 18.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, prima votiamo l'articolo 18, perché stiamo discutendo su tale articolo. La sospensione riguarda l'articolo 17.

FABIO EVANGELISTI. C'era stata una richiesta di accantonamento.

PRESIDENTE. No, onorevole Evangelisti, non vi siete capiti. Scusate, colleghi, abbiate pazienza, sospendo la seduta immediatamente se si continua con questo modo di lavorare. O sospendiamo immediatamente, o procediamo con i lavori: bisogna votare l'articolo 18.

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Votiamo l'articolo 18.

FABIO EVANGELISTI. C'era stata una richiesta di accantonamento!

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, riguarda l'articolo 17.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, può anche darsi che io sia un tantino tardo, ma vi è stato un intervento che chiedeva di poter sospendere per cinque minuti, comunque, non voglio discutere di questo. Andiamo avanti con gli interventi a titolo personale, però, sia la maggioranza che l'opposizione si decidano.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, mi è stato chiesto di sospendere dopo la votazione dell'articolo 18, non prima!

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per concordare con la Presidenza esattamente su quello che lei ha testé detto, e cioè che l'onorevole Aprea, in maniera un po' affrettata, è intervenuta mentre si stavano svolgendo le dichiarazioni di voto sull'articolo 18, ed ha preannunciato la richiesta di poter tornare sull'emendamento cosiddetto «parentopoli».
È chiaro che, anche da parte nostra, così come espresso dall'onorevole Ghizzoni del nostro gruppo, vi è una richiesta affinché il Comitato dei nove si riunisca, ma ciò ad esaurimento degli interventi per dichiarazione di voto sull'articolo 18 e una volta votato l'articolo 18.
Aggiungo anche che a me sembra limitativo chiedere di far riunire il Comitato dei nove solo sull'emendamento di «parentopoli». Abbiamo accantonato tanti altri emendamenti e, a questo punto, non si sospenda solo per cinque minuti, ma per un quarto d'ora o venti minuti, in modo tale che si possa apprezzare l'insieme degli accantonamenti e si possa poi procedere con una certa razionalità.
Peraltro, la Conferenza dei presidenti di gruppo è riunita; un volta sospeso per venti minuti può darsi che possiamo anche apprezzare le determinazioni della Conferenza medesima.

PRESIDENTE. Sottolineo che nessuno mi ha chiesto la sospensione dei lavori prima della votazione dell'articolo 18.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, purtroppo devo ammettere di non essere riuscito Pag. 44ad ascoltare completamente quanto detto dall'onorevole Quartiani, quindi da questo punto di vista sono in difetto rispetto a quanto affermato. Cerco di formulare una proposta di buonsenso.
Intanto ricordo, signor Presidente, che già dall'intervento dell'onorevole Bersani formalmente eravamo nella fase della dichiarazione di voto sull'articolo 18, quindi ritengo che si possa procedere alla votazione di tale articolo.
Dopo di che, per quanto riguarda la prosecuzione dei nostri lavori, abbiamo accantonato la questione relativa a un emendamento sull'articolo 17, così come abbiamo accantonato altre questioni, ma in particolare su questa, signor Presidente, credo si debba riuscire a trovare un'intesa all'interno del Comitato dei nove.
È possibile trovare questa intesa magari adesso, ma anche, visto che ci sono altri accantonamenti, nella fase che separerà il termine di questa seduta - nella quale ritengo sia doveroso riuscire a portarci il più possibile avanti, signor Presidente - e la seduta successiva in cui si affronterà il seguito dell'esame di questo provvedimento.
Mi sembra una proposta ragionevole e in questo senso faccio appello, in particolare, ai colleghi dell'Italia dei Valori, i quali hanno la titolarità di questo emendamento che, peraltro, è relativo alla stessa materia di un emendamento della Commissione e quindi si sta cercando di valutare la compatibilità, la sovrapponibilità o la preclusività del rapporto tra questi due emendamenti che si è scelto di comune accordo di accantonare.
La mia proposta quindi, signor Presidente, sommessamente, se i colleghi sono d'accordo, sarebbe quella di andare avanti procedendo alla votazione dell'articolo 18. Tutto ciò, fermo restando che vi è una questione di opportunità anche per riuscire a venire incontro, nel distinguo delle posizioni, a tutta una quantità di esigenze che il mondo dell'università ci chiede con l'approvazione di questa riforma, a maggior ragione su un punto, quello relativo ai parenti e ai concorsi, su cui c'è una convergenza sostanziale.
Quindi credo di fare una proposta di buonsenso nel dire, al netto, lo ripeto, delle parole dell'onorevole Quartiani che non sono riuscito ad ascoltare...

PRESIDENTE. Non erano molto distanti dalle sue, onorevole Baldelli.

SIMONE BALDELLI. A questo punto, signor Presidente chiedo di procedere alla votazione dell'articolo 18 e di accantonare il punto controverso per la seduta successiva.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Signor Presidente, ho precedentemente espresso, alla luce degli emendamenti presentati, un giudizio favorevole rispetto all'emendamento Leoluca Orlando 17.11. Dato per scontato che è emersa - ed è fatto estremamente positivo - una univoca volontà da parte del Parlamento di approvare una norma molto rigida per ostacolare quel fenomeno che tutti, a parole, condanniamo indicato come «parentopoli», ritengo che l'unico modo per farlo, visto che emergono anche profili di dubbia costituzionalità, sia di arrivare, dopo la votazione dell'articolo 18, ad una sospensione di venti minuti per scrivere un articolo che abbia il profilo di costituzionalità adeguato e che affronti radicalmente il problema (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, intendo procedere alla votazione dell'articolo 18, perché questa mi sembra la volontà di tutti, a meno che l'onorevole Evangelisti non formuli una richiesta di sospensione dei lavori in questo momento, proposta che porrò in votazione. Va bene onorevole Evangelisti? Non c'è altra strada. Le faccio notare che tutti i gruppi si sono espressi per votare prima l'articolo 18 e poi valutare l'eventualità di una sospensione. Se lei Pag. 45intende sospendere adesso la seduta, formuli la richiesta. Prendo atto che non intende avanzare tale richiesta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor presidente, noi siamo qua a discutere di questa sedicente riforma universitaria mentre in giro nel Paese a Firenze, a Roma, a Pisa gli studenti (non i baroni, ma gli studenti) stanno protestando e i ricercatori (non i baroni) salgono sui tetti, così come lo hanno fatto prima gli operai di Termini Imerese e come tutti coloro che legittimamente e drammaticamente intendono manifestare la loro preoccupazione e il loro disagio per la perdita del posto di lavoro.
Con questa riforma si precarizza a vita l'esistenza dei ricercatori e qualcuno non troverà mai una risposta, dopo anni, dopo aver garantito il 40 per cento dell'attività didattica con il proprio ruolo all'interno dell'università. Per cui noi siamo contro questa presunta riforma e lo manifestiamo dando voce in quest'Aula ai precari e agli studenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, anch'io l'anno scorso sono salito sui tetti dell'ISPRA. Ve la ricordate quell'agenzia per la ricerca ambientale? Anche lì c'era una protesta molto vivace per i tagli che allora il Governo aveva deciso rispetto a questi importanti istituti di ricerca e di tutela ambientale. I conflitti sociali, cari colleghi del Popolo della Libertà e della maggioranza, non nascono per facinorose agitazioni dei manigoldi.
Oggi c'è una generale contestazione di studenti, ricercatori e rettori per questa riforma dell'università, dei lavoratori per la crisi economica, a Terzigno per i rifiuti, a L'Aquila per le carriole. Potrebbero essere i nostri figli, i nostri amici, perché sono persone che vivono drammaticamente le criticità di queste scelte che voi state attuando in maniera poco dialettica e poco condivisa. Quindi, l'invito dell'onorevole Bersani...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Monai.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, visto che in quest'aula il termine «imbrogliare» a qualcuno non piace utilizzerò il termine «manipolare». Quindi, credo che in questo momento siamo in presenza di una maggioranza che - ormai da due anni e mezzo ci sta abituando a questo - cerca di manipolare i cittadini. In questo caso cerca di manipolare la realtà del settore che attiene all'istruzione, cercando di carpire un consenso attraverso i soliti spot utilizzando l'appropriazione indebita del vocabolario italiano: prima le parole «forza Italia», poi le parole «libertà» e «amore», ora la parola «riforma», che dovrebbe essere qualcosa che va in una direzione positiva. Invece, ci troviamo dinanzi all'affossamento di una prospettiva per chi lavora e per chi sta studiando oggi nel mondo della scuola. Se ci sono centinaia e migliaia di persone che si stanno lamentando e non fanno parte della piccola élite, forse dovremmo interrogarci se finalmente la politéia, ovvero i cittadini, si stia muovendo...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rota.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, come i colleghi che mi hanno preceduto vorrei evidenziare una questione molto semplice: su questo provvedimento vi è forte dissenso. Ci sono delle manifestazioni studentesche in atto. C'è un conflitto sociale che nasce anche nelle piazze e naturalmente nelle università e nessuno se ne è accorto. Credo che in un Paese democratico e civile, quando ci sono manifestazioni di dissenso così forte, Pag. 46se ne debba capire la natura. Soprattutto nelle migliaia di e-mail inviate a tutti i deputati e parlamentari questo dissenso si fa sentire.
Infatti, c'è una riforma dell'università senza soldi. C'è un problema del precariato che non è stato risolto, c'è un falso merito, c'è naturalmente il problema dei ricercatori. Poi c'è il problema essenziale e più importante, quello che necessita della relativa copertura. Gli emendamenti purtroppo ne sono sprovvisti. Tutto per le scelte molto opinabili...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paladini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, sulle vette della facoltà di architettura ci sono il disagio e la disperazione di studenti e di docenti. Sulle gru di Brescia o sulla torre di Milano c'è la disperazione di lavoratori che perdono il lavoro. Sui tetti degli stabilimenti industriali e dei capannoni ci sono il disagio, la paura e la disperazione di tanti uomini e di tante donne. Questo è quello che non capisce più il centrodestra, che è lontano. Queste sono le nuove vette della nuova disperazione del terzo millennio dalle quali siete distanti e alle quali non date ascolto!
Ecco perché fa bene oggi il centrosinistra, anzi, ci debbono essere altre dieci, cento, mille vette da scalare! Non dobbiamo essere gli scalatori che vanno a sostegno e in soccorso di questa Italia che è disperata e che ha bisogno di aiuto dalla politica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, un minuto per dire che voterò contro a questo articolo, però voglio dirle chiaramente che dietro a questo c'è solo una giustificazione politica, ma io sono personalmente d'accordo sul contenuto e credo che tutti i miei colleghi lo condividano in quanto tale.
Il vero problema è che abbiamo deciso di assumere la linea politica del nostro segretario, quindi come tale voteremo contro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesario, Lussana, Biasotti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 498
Astenuti 8
Maggioranza 250
Hanno votato
268
Hanno votato
no 230).

Prendo atto che il deputato Beltrandi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

Irrogazione di sanzioni a deputati (ore 12,45).

PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di Presidenza nella odierna riunione ha preso in esame gli episodi avvenuti nel corso della seduta dell'Assemblea del 24 novembre 2010, in occasione dell'esame del disegno di legge recante norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario (A.C. 3687-A), nonché durante la sospensione della seduta medesima.
L'Ufficio di Presidenza, visti gli articoli 12 e 60 del Regolamento della Camera dei deputati, ha deliberato di irrogare ai deputati di seguito indicati le seguenti sanzioni, con decorrenza immediata nella Pag. 47giornata di oggi: all'onorevole Francesco Barbato la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di sei giorni di seduta (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania); all'onorevole Carlo Ciccioli la sanzione della censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo di due giorni di seduta (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Ricordo che, ai sensi dell'articolo 60, comma 3 del Regolamento, le decisioni in tema di sanzioni adottate dall'Ufficio di Presidenza sono comunicate all'Assemblea e in nessun caso possono essere oggetto di discussione.
Invito gli onorevoli Francesco Barbato e Carlo Ciccioli, ove siano presenti, di lasciare l'Aula in ottemperanza alle decisioni adottate dall'Ufficio di Presidenza.
Onorevole Barbato, la prego (Il deputato Barbato esibisce una copia di un giornale)!

FRANCESCO BARBATO. La monnezza sta ancora nelle strade di Napoli e della Campania (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Onorevole Barbato...

FRANCESCO BARBATO. Avete trasformato l'Italia in un Paese di «monnezza» (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Onorevole Barbato! Onorevole Barbato, la prego. Onorevole Ciccioli?Onorevole Barbato, la prego. Invito i Questori a far allontanare dall'Aula l'onorevole Barbato.

FRANCESCO BARBATO. Chi parla dei problemi del Paese viene Cacciato (Dai banchi dei deputati del gruppo del Popolo della Libertà si scandisce: Scemo, scemo!).

PRESIDENTE. Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 12,50, è ripresa alle 12,55.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Chiedo alla presidente Aprea come proseguiamo nei lavori.

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Signor Presidente, vorrei sentire prima i gruppi della Lega Nord e dell'Italia dei Valori, poi riferirò.

PIERFELICE ZAZZERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, credo che la posizione dell'Italia dei Valori sia molto chiara. Ringrazio anche il Parlamento che ha preso atto e si è messo a discutere animatamente e seriamente. Ringrazio i gruppi di Futuro e Libertà e della Lega Nord che vogliono condividere questo passaggio. Noi riteniamo, come primo elemento essenziale, di dover mettere ai voti l'emendamento Leoluca Orlando 17.11, che riguarda «parentopoli» ed è una proposta per arginare il nepotismo nell'università.
Se questo passa o meno attraverso la sospensione dei lavori, perché tecnicamente si deve riunire il Comitato dei nove per rimettere in votazione l'emendamento, a noi non interessa. Nel frattempo, fino a quando l'emendamento Leoluca Orlando 17.11 non verrà messo ai voti, l'Italia dei Valori proseguirà con l'azione ostruzionistica in Parlamento.

CAROLINA LUSSANA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, già in precedenza il nostro capogruppo, onorevole Reguzzoni, si è espresso dimostrando apprezzamento per questo emendamento e per la questione. Noi sappiamo che la riforma che stiamo discutendo e che è stata voluta dal Ministro Gelmini ha come cardine proprio cercare di evitare la «parentopoli» nell'università Pag. 48e cioè che solo i figli di qualche professore illustre vincano i concorsi. Quindi, chiaramente concordo con la proposta procedurale che è stata avanzata dalla presidente Aprea e penso che ci possano essere le condizioni per tornare sul punto accantonato in precedenza e per procedere alla votazione di questo emendamento.

PRESIDENTE. Presidente Aprea... Per cortesia onorevole Barbieri, Ministro... Presidente Aprea, voleva sentire prima i due gruppi. Si sono espressi, qual è la proposta?

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Signor Presidente, ho sentito anche la relatrice e a questo punto chiedo di sospendere la seduta per dieci minuti per una riunione del Comitato dei nove.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Colleghi, devo dare la parola per un richiamo al Regolamento all'onorevole Evangelisti e poi all'onorevole Quartiani. Successivamente, accederò alla richiesta che è stata formulata. Prego onorevole Evangelisti, ha facoltà di parlare.

FABIO EVANGELISTI. Signora Presidente, mi dispiace doverle ricordare che l'articolo 41 del Regolamento recita, al comma 1, che i richiami al Regolamento o per l'ordine del giorno o per l'ordine dei lavori o per la posizione della questione o per la priorità delle votazioni hanno la precedenza sulla discussione principale. Le avevo chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori e lei non mi ha concesso la parola. La questione riguarda il provvedimento, che per noi non è sindacabile, assunto dall'Ufficio di Presidenza.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, non si discute. L'ho appena letto...

FABIO EVANGELISTI. E io non lo discuto.

PRESIDENTE. Le tolgo la parola, perché ho appena letto: ricordo che ai sensi dell'articolo 60, comma 3, del Regolamento le decisioni in tema di sanzioni adottate dall'Ufficio di Presidenza sono comunicate all'Assemblea e in nessun caso possono essere oggetto di discussione. Quindi, non le do la parola.

FABIO EVANGELISTI. Si chiama premessa. Ho detto che non sono sindacabili.

PRESIDENTE. E allora?

FABIO EVANGELISTI. Non le voglio sindacare, le voglio commentare.

PRESIDENTE. Non le può commentare.

IVAN ROTA. Ma come fa a sapere cosa sta per dire?

PRESIDENTE. Prego, onorevole Evangelisti.

FABIO EVANGELISTI. La premessa è che non è sindacabile quello che ha deciso...

PRESIDENTE. Ma neanche commentabile!

FABIO EVANGELISTI. Mi fa fare la premessa? Quello che ha deciso l'Ufficio di Presidenza non è sindacabile...

PRESIDENTE. Ma neanche oggetto di discussione...

FABIO EVANGELISTI. Non è sindacabile e neanche oggetto di discussione, va bene! Però, quando l'onorevole Barbato è uscito dall'Aula, un coro da stadio, al grido di «Scemo, scemo», lo ha accompagnato e lei non è intervenuta per zittirlo!

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, ho sospeso la seduta!

Pag. 49

FABIO EVANGELISTI. Le chiedo di prendere provvedimenti... (Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ho sospeso la seduta!

FABIO EVANGELISTI. Ora stanno continuando e la seduta non viene sospesa!

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, ho sospeso la seduta! Ho sentito benissimo il coro e ho sospeso la seduta, proprio per questo! È chiaro? Ho sospeso la seduta (Applausi)! Dopodiché, ritengo che il comportamento di chi ha gridato e ha fatto quel coro sia un comportamento deprecabile; proprio per questo, ho sospeso la seduta. Non posso sospendere un gruppo!

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, dopo la sospensione della seduta, nel merito del provvedimento, avevo chiesto la parola. La ringrazio per avermela data, anche se qualcuno che ci sta seguendo può pensare che chi mi ha preceduto stesse discutendo del provvedimento sull'università. Non è così! Pensavo non si potesse intervenire sulla decisione dell'Ufficio di Presidenza di sospensione di alcuni colleghi. Siccome quella questione è chiusa, siamo tornati al provvedimento. Volevo esprimermi sulla proposta della collega Aprea.
Precedentemente avevo suggerito e chiesto - se fosse possibile avere una risposta, gradirei che l'onorevole Aprea me la desse - che il Comitato dei nove non affrontasse esclusivamente uno degli emendamenti accantonati. Infatti, non è vi è una sola questione di un certo rilievo, che abbiamo accantonato, su cui il Comitato dei nove ci deve dire come procedere.
Il Comitato dei nove è nelle condizioni, e spero che lo sia anche il Governo, di affrontare gli altri quattro o cinque emendamenti accantonati, di modo che noi si proceda con il voto sugli articoli 17 e 17-bis e si vada avanti con regolarità nell'esame del disegno di legge e nelle votazioni.
Andiamo avanti a singhiozzo: adesso l'onorevole Aprea chiede dieci minuti perché il Comitato dei nove si pronunci sulla «parentopoli», poi facciamo un'altra sospensione di altri dieci minuti o un quarto d'ora per capire se vi è una proposta del Comitato dei nove adeguata a recepire gli emendamenti che riguardano l'Agenzia nazionale di valutazione e ricerca, l'ANVUR, e così via. Signor Presidente, capisce che diventa difficile da parte dei colleghi seguire un andamento dei lavori che abbia una certa razionalità e una precisa idea di programmazione e conclusione. Se possibile, chiedevo all'onorevole Aprea di riferire in merito alla mia proposta.

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA, Presidente della VII Commissione. Signor Presidente, le chiedo nuovamente di concederci una sospensione di dieci minuti, perché il Comitato dei nove si è già trasferito nella Sala del Governo.

PRESIDENTE. Presidente Aprea, questo è accaduto prima che la Presidenza della Camera dichiarasse di avere accolto la sua proposta. Mi consenta di dirle che, per quanto mi riguarda, il Comitato dei nove potrebbe anche ritornare in Aula, nel caso in cui decidessimo il contrario. Questa mattina mi sembra che vi siete presi tutti qualche libertà in più!

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, in ordine alla richiesta di sospensione e di riunire il Comitato dei nove e a quanto richiede l'onorevole Quartiani, è evidente Pag. 50che la sospensione è stata causata da elementi di disturbo esterni alla richiesta del Comitato dei nove.
Signor Presidente, la richiesta del Comitato dei nove cercava di sminare una questione sollevata dal gruppo Italia dei Valori che, come tutti hanno potuto vedere, chiedeva con forza, all'interno dello stesso Comitato la posizione in votazione delle questioni relative all'emendamento accantonato concernente l'articolo 17 e stava iscrivendo i colleghi a parlare a titolo personale, quindi utilizzando un tempo che comunque è previsto e che rischia di rallentare i nostri lavori. Dunque, la decisione di richiedere la sospensione è stata una presa d'atto in relazione ad un'utilizzazione di questi tempi in maniera più proficua.
Credo, signor Presidente, che, al di là delle questioni sollevate dall'onorevole Quartiani sull'accantonamento di altri punti, la questione posta dal gruppo Italia dei Valori era proprio su tale argomento e su questo il Comitato dei nove si riunirà per verificare la compatibilità tra l'emendamento presentato dal gruppo Italia dei Valori e quello della Commissione, considerare un'eventuale sovrapponibilità, preclusione o altro, fermo restando che anche alcuni colleghi hanno sollevato dubbi di costituzionalità sul testo dell'emendamento in oggetto, ma questa è una questione di merito. Ritengo, quindi, che il Comitato dei nove abbia diritto di riunirsi sulla questione sollevata in Aula dal gruppo Italia dei Valori.
Per quanto riguarda poi l'opportunità di riprendere i lavori entro dieci minuti, signor Presidente, se la questione si risolve a breve, è ovvio che i lavori possono proseguire. Peraltro, è in corso la Conferenza dei presidenti di gruppo che dovrebbe essere in via di conclusione, e dunque, anche a seguito di ciò, potremo avere una visione più chiara in ordine al prosieguo dei nostri lavori.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, consideriamo chiuso l'argomento.
Siamo di fronte ad una situazione di fatto che potremmo anche interrompere, ma, obiettivamente, devo dare atto alla di presidente Aprea di aver risposto ad una richiesta esplicita formulata dal gruppo di Italia dei Valori, oltre che dal gruppo della Lega Nord, che considera l'approvazione dell'emendamento all'articolo 17 una questione fondamentale, e per tale motivo ha chiesto la sospensione.
A questo punto, poiché tale sospensione è, di fatto, in atto da circa cinque minuti, credo che la presidente Aprea debba andare a seguire i lavori del Comitato dei nove cosicché alle ore 13,15 possano riprendersi i lavori in Assemblea.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare per fatto personale.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, le chiedo di specificare l'oggetto di tale fatto, così come prevede il Regolamento.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, l'oggetto del fatto personale è costituito dall'offesa che mi è stata recata, nel corso della mattinata, da parte dell'onorevole Gennaro Malgieri oltre che dai... come li devo chiamare?

PRESIDENTE. Non li chiami in nessun modo onorevole Evangelisti, la prego!

FABIO EVANGELISTI. Ma non posso ascoltare gli ululati (Commenti del gruppo Popolo della Libertà) di buoi, bisonti e bufali. Con le «scimmie» mi sono preso dieci giorni di sospensione!

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, la prego...

FABIO EVANGELISTI. Dunque, l'onorevole Gennaro Malgieri ha affermato che non conosco la lingua italiana. Leggo dal vocabolario Devoto-Oli il significato dell'espressione imbrogliare: «Confondere qualcosa o qualcuno, essere di ostacolo, impacciare (ad esempio, il cappotto mi imbroglia nella guida), raggirare o ingannare. In marina: chiudere le vele o ridurle per sottrarle tempestivamente all'impeto del vento». Aggiungo che in marina le funi Pag. 51si chiamano cime, nel caso specifico quelle che servono per imbrogliare si chiamano imbrogli. Da qui l'espressione gergale «Sbrogliare la matassa». Conosco la lingua italiana. Signor Presidente, per cortesia, lo riferisca all'onorevole Malgieri.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, devo darle atto che anche dalla mia consultazione risultava esattamente lo stesso significato che è risultato a lei. «Imbrogliare: chiudere rapidamente le vele».

RAFFAELE VOLPI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, grazie a tutti per la lezione di termini nautici. Ho inteso, in alcune parole dell'onorevole Evangelisti, una serie di ingiurie verso una parte dell'Aula e dei colleghi. Le chiederei di prendere atto di ciò, e di applicare, come lei ritiene meglio, l'articolo 60 del Regolamento.

PRESIDENTE. Vi sarebbero numerosi casi a cui applicare l'articolo 60 del Regolamento, stamattina!

SETTIMO NIZZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SETTIMO NIZZI. Signor Presidente, intervengo soltanto per far presente a chi mi ha preceduto nell'intervento che non solo lui dispone del Devoto-Oli sul cellulare, e che, imbrogliando, ha volutamente omesso di leggere anche una delle tante spiegazioni che dà il Devoto-Oli. Se è vero infatti che al primo punto esso riporta: «confondere qualcosa o alterarne la disposizione», al secondo anche «essere di ostacolo, impacciare» e al terzo «raggirare o ingannare, per lo più come espediente abituale». Più di questo... bisogna allora dare tutte, tutte le spiegazioni, non soltanto la prima e l'ultima, perché fa parte della parte (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sospendo la seduta fino alle 13,15.

La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 13,25.

PRESIDENTE. Avverto che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito che il seguito e la conclusione dell'esame del disegno di legge n. 3687-A in materia di università avrà luogo nella seduta di martedì 30 novembre 2010.

Modifica nella costituzione del Comitato per la legislazione.

PRESIDENTE. Comunico che in data odierna viene a scadenza il turno di presidenza del Comitato per la legislazione del deputato Nino Lo Presti. A decorrere dal 26 novembre, ai sensi dell'articolo 16-bis, comma 2, del Regolamento, e sulla base dei criteri stabiliti dalla Giunta per il Regolamento nella seduta del 16 ottobre 2001, le funzioni di presidente del Comitato per il quarto turno di presidenza sono assunte dal deputato Roberto Zaccaria, e quelle di vicepresidente dall'onorevole Carolina Lussana, cui spetterà il successivo turno di presidenza. Le funzioni di segretario restano affidate al deputato Roberto Occhiuto. Buon lavoro a tutti.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,26).

RENATO WALTER TOGNI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO WALTER TOGNI. Signor Presidente, intervengo per segnalare un grave fatto accaduto a Torino. Abbiamo appena saputo che praticamente dei manifestanti hanno bloccato il palazzo della regione Piemonte, da più di un'ora, costringendo tutti i presenti a rimanere praticamente nel palazzo. Ci sono diversi agenti di Pag. 52polizia feriti negli scontri a causa di lanci di pietre e di altri oggetti contundenti. Ritengo che sia un fatto gravissimo (lo volevamo denunciare), e dico che questo è il risultato di quella politica di responsabilità che la sinistra ci sta chiedendo.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,30...

BEATRICE LORENZIN. Presidente, avevamo chiesto di intervenire!

PRESIDENTE. Chiedo scusa, avevo assicurato all'onorevole Lorenzin e all'onorevole Sbai che, a fine seduta, sarebbero intervenute (così come l'onorevole Di Giuseppe) sulla Giornata contro la violenza alla donna. Penso che per una volta possiamo fare «violenza» al Regolamento e consentirci di riprendere nel merito la riflessione. Prego, onorevole Lorenzin ha facoltà di parlare.

BEATRICE LORENZIN. Signora Presidente, grazie per questa irritualità, ma credo che il tema valga la pena. Oggi si celebra una giornata di riflessione in Italia e in altri Paesi sulla questione della violenza sessuale e della violenza, tutta, contro le donne.
Ho sentito prima l'intervento dall'onorevole Pollastrini, e vorrei rispondere su alcuni temi, su alcuni punti che lei ha sollevato, anche perché dispiace che una questione come questa, che riguarda quasi 9 milioni di donne nel nostro Paese, sia purtroppo tematizzata all'interno di uno scontro politico e partitico, che nulla ha a che fare con la questione in sé, anche perché, se c'è un argomento che ci ha trovato sempre tutti quanti uniti, al di là del genere e delle appartenenze politiche in questo Parlamento, questo è il tema della violenza.
Il Governo si è distinto in modo egregio. Ricordo all'onorevole Pollastrini il fatto che in una mozione da noi presentata e discussa prima del G8 del 2009 abbiamo affrontato in modo unitario il tema della violenza. Non solo, ma l'Italia si è fatta protagonista all'interno del contesto internazionale di uno di quegli argomenti che erano divenuti e sono stati uno dei mantra dell'OMS, cioè dell'Organizzazione mondiale della sanità: far diventare il tema della violenza di genere e della violenza contro le donne un tema all'interno delle agende programmatiche dei Governi non soltanto europei ovviamente, ma parliamo dei Governi del mondo.
A Roma noi ci siamo fatti portatori di un evento epocale, storico nella storia delle donne, che ha portato all'interno dei Paesi del G20 il tema della violenza sessuale, delle mutilazioni genitali, della violenza di genere, delle molestie e delle violenze domestiche che rimangono oggi purtroppo una delle ferite, dei vulnera più grandi che le donne devono affrontare. Le donne che le subiscono in prima persona e le generazioni successive hanno ripercussioni nella propria azione educativa, formativa e personale per anni nei casi in cui abbiano subìto una violenza all'interno delle mura domestiche.
Ora, questi non sono fatti estemporanei ma fanno parte di una strategia complessa e strutturata che ha visto il Governo e il Ministero per le pari opportunità protagonisti sin dal giorno successivo all'insediamento di questo Governo. L'approvazione della legge sullo stalking è stata un passo estremamente importante nella lotta contro la violenza nei confronti delle donne e delle molestie che le donne sono costrette a subire ancora oggi in questo Paese; così come i protocolli di intesa stipulati dal Governo con la Conferenza Stato-regioni e con gli enti locali. Ci rendiamo tutti conto della necessità di potenziare i centri antiviolenza nelle regioni così come le case di accoglienza.
Tuttavia, signori, non è con mere contrapposizioni di parte che riusciamo a risolvere un problema complesso che anzitutto è di tipo culturale. Guardate, le norme ci sono, le istituzioni sono vicine alle donne che hanno questo tipo di problematiche. Quello che manca è l'informazione e la cultura, e non è facendo disinformazione sistematica che aiutiamo le donne che oggi soffrono o che si trovano in difficoltà in questo Paese. Le possiamo Pag. 53aiutare facendo sapere a tutte, con un'unica voce, che in Italia le donne che subiscono molestie, violenze o angherie sono difese, sono tutelate dallo Stato, hanno il patrocinio gratuito, hanno una legge che le tutela, hanno call center a cui fare riferimento, hanno centri in ogni istituzione nel nostro Paese a cui potersi rivolgere. Questo è estremamente importante perché soltanto costruendo una cultura che deve appartenere a tutte quante noi possiamo raggiungere le donne e le famiglie che spesso non hanno gli strumenti anche culturali per potersi difendere o per poter avere accesso alle informazioni da sole.
Detto questo, vorrei anche consegnare una nota positiva al nostro dibattito. Abbiamo affrontato in questi anni in questo Parlamento almeno tre leggi estremamente importanti che riguardano la violenza: la legge sullo stalking, la legge sulla violenza sessuale e, in ultimo nel pacchetto sicurezza, la legge sulla prostituzione su strada. Sono conquiste fatte in due anni e mezzo, conquiste serie per le donne italiane. Ricordiamoci qual è stato il dibattito sulla legge contro la violenza sessuale in questo Paese e in questo Parlamento e, quindi, quanto siano pronti e maturi i tempi per portare nuove norme a favore delle donne e rompere alcuni soffitti, alcuni tipi di violenze psicologiche che ancora devono essere affrontate nel mondo del lavoro così come nel mondo delle professioni.
Dunque, approfitterei di queste giornate più che per far polemica o rivendicazioni di successi ottenuti, per mettere punti comuni su una strada che ci vede ancora come minoranza almeno culturale, perché non lo siamo sicuramente dal punto di vista numerico, per rivendicare ancora conquiste che sicuramente sono alla nostra portata, ma che dobbiamo raggiungere.

SOUAD SBAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SOUAD SBAI. Signor Presidente e cari colleghi, la giornata del 25 novembre è celebrata in tutto il mondo come la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Essa vuole ricordarci che i soprusi, la sottomissione e la violenza contro le donne devono essere banditi.
Per questo vogliamo dedicare a due donne simbolo questa giornata di oggi: ad Asia Bibi, condannata a morte per blasfemia (Applausi) e a Begh Schnez, pakistana, uccisa a sassate a Novi di Modena per avere difeso la figlia dal tentativo di un matrimonio forzato imposto dal padre, lo scorso 3 ottobre (Applausi).
I dati presenti oggi portano alla nostra attenzione un fenomeno allarmante: sono 115 le donne vittime di violenze da parte di uomini partner solo nel 2010.
L'articolo 1 della Convenzione ONU sull'eliminazione di tutte le discriminazioni contro le donne del 1979, già ratificata dall'Italia, afferma che l'espressione «discriminazione» nei confronti della donna concerne ogni distinzione, esclusione o limitazione basata sul sesso, che abbia come conseguenza o come scopo di compromettere o distruggere il riconoscimento, il godimento o l'esercizio da parte delle donne, quale che sia il loro stato matrimoniale, dei diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale, culturale e civile o in ogni altro campo, su basi di parità tra l'uomo e la donna.
L'imposizione del velo integrale si iscrive in tale forma di discriminazione, poiché distrugge non solo la dignità della donna, ma il suo stesso essere donna. Rappresenta una gravissima offesa e un'odiosa forma di discriminazione e sottomissione, nonché un'esplicita violazione dei diritti umani. Essa, infatti, è l'espressione di un retaggio medievale di tradizione tribale, che trova il suo fondamento in Afghanistan, retaggio che è lo specchio di un atteggiamento misogino e discriminatorio che intende relegare la donna, considerata essere inferiore, dietro una cappa nera che la annulla fisicamente e psicologicamente.
Noi - come associazioni e anche come società civile - ci troviamo di fronte a Pag. 54storie quotidiane drammatiche di sopruso, segregazione, umiliazione, specie da parte di alcuni esponenti delle moschee «fai da te», che tentano di indottrinare e imbarbarire la comunità che vive nel nostro Paese.
Il burqa e il niqab rappresentano il simbolo di una strategia politica di matrice estremistica tesa ad imporre un Islam violento e brutale, che non ha niente a che vedere con l'Islam né con la Costituzione italiana - questo è importante - né con la grande tradizione dei diritti dell'uomo che si è sviluppata a partire da Cesare Beccaria.
Sappiamo bene che vi sono alcune amministrazioni locali che prestano il fianco a gruppi estremisti, allettate da promesse di cospicuo denaro. Questa che facciamo è veramente una denuncia e sollecitiamo il Ministro Maroni affinché ci risponda anche su questo tema. Tutto questo si gioca sulla testa di donne innocenti immolate per il conseguimento di questo obiettivo politico.
Cara collega Pollastrini, mi dispiace che non c'è, lei ha nominato Hina Saleem questa mattina, ma al riparo da qualsiasi polemica vorrei ricordarle che noi non dimentichiamo, cara ex Ministra. Mai. Non dimentichiamo, anche come donne immigrate, il fatto che, dopo l'omicidio di Hina Saleem, quando lei era Ministro per le pari opportunità, non si è presentata come parte civile al processo e ha permesso che i corsi di alfabetizzazione finanziati dall'ex Ministro Ferrero si svolgessero nelle moschee dove era previsto un programma differente, uno per gli uomini e uno per le donne.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Sbai.
La presidenza autorizza la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del suo intervento.

SOUAD SBAI. Donne costrette a indossare il velo quando prima non lo avevano mai fatto. Mi scusi, signor Presidente, ma è un tema così importante e ci sta molto a cuore.
Il Governo italiano ha adottato il parere sul provvedimento contro il velo integrale proposto dal Comitato per l'Islam italiano istituito presso il Viminale. Secondo quanto stabilito, sulla scia di quello che sosteniamo da molto tempo, l'uso di tali indumenti - che taluni, erroneamente o furbescamente, hanno tentato di giustificare come pratica da attribuire al corretto esercizio di culto della religione islamica - non ha alcuna origine religiosa, ripeto, non ha alcuna origine religiosa e non viene richiamato nel Corano. Non vi è, quindi, alcun margine di incostituzionalità della norma.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sbai.

SOUAD SBAI. Ha lasciato spazio più di mezz'ora alla collega Pollastrini.

PRESIDENTE. Mi dispiace molto, onorevole Sbai, ma adesso mi faccio portare i tempi e le faccio vedere che lei ha parlato un minuto in più dell'onorevole Pollastrini. Va bene?

MASSIMO POLLEDRI. In un altro contesto!

PRESIDENTE. Vorrei, per cortesia, il rispetto dei tempi. Ho appositamente riaperto la seduta.

GIOVANNA NEGRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNA NEGRO. Signor Presidente, le garantisco che sarò molto sintetica, anche perché sono convinta che, più che parole, servano i fatti. Fatti per rispettare la vita dal momento del concepimento al momento della morte, e quindi le persone, sia uomini che donne, devono essere rispettate e dobbiamo esserne pienamente convinti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Questo è il primo passaggio che, come donna e come cristiana, ritengo doveroso sottolineare.
L'altro passaggio che mi preme sottolineare, anche come mamma, è che io, che sono donna, rispetto altre donne nella Pag. 55medesima situazione. Ciò significa anche confrontarsi con altre culture senza avere la paura di essere né superiori né inferiori, e quindi senza abbattere i muri. Ma ciò soprattutto significa che nei confronti dell'Islam ci si pone confrontandoci, ma non in posizione di inferiorità, e questo è fondamentale soprattutto per chi è anche amministratore locale.
A questo proposito c'è un passaggio fondamentale: il discorso dei crocifissi che devono essere tenuti nei luoghi pubblici (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) e il discorso del burqa. Noi come Lega Nord Padania siamo stati i primi a sottolineare l'importanza di vietarlo se obbligatorio, ma non invece se indossato per scelta personale.
L'altro discorso fondamentale che abbiamo fatto è stato quello di sottolineare il fatto delle mutilazioni genitali, che purtroppo vengono eseguite in alcune culture, soprattutto alla donna. Dobbiamo essere coscienti che queste torture subìte dalle donne non devono essere perpetrate in un Paese civile come l'Italia e, se fatte in altri Paesi, dovremmo adottare dei sistemi per tutelare le donne ovunque esse siano, ma non accettarle nella nostra Italia.
Mi chiedo come donna, ma anche come persona che ha lavorato nel mondo della sanità, dove sono le femministe quando le donne si trovano per strada costrette a prostituirsi? Dove sono le femministe quando le donne sono costrette da mariti alcolisti o drogati a spacciare per poter mandare avanti la famiglia e molto spesso sono picchiate e quant'altro? Dove sono le femministe quando le mamme sono costrette a vendere i figli?
Allora, per cortesia, non facciamo dietrologia e non dobbiamo essere ipocriti quando i valori in ballo sono importanti come il valore della vita (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

ANITA DI GIUSEPPE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, questo è un discorso serio e preoccupante. Il dato, infatti, in Italia, è che oggi una donna su tre, di età compresa tra i sedici e settant'anni, subisce violenza - fisica e psicologica - ed è un dato sicuramente preoccupante, ma che fa paura, moltissimo, a noi donne.
La legge vigente e anche gli interventi che sono stati predisposti hanno fatto passi avanti, tuttavia non bastano a combattere la violenza contro le donne.
Occorre riuscire a contrastare soprattutto quei modelli maschilisti - io non sono femminista, sono una donna e mi basta - che oggi sono ancora insiti nel tessuto sociale e, per far questo, sicuramente, necessitano interventi culturali che si possono svolgere soprattutto all'interno della scuola, una scuola - questo bisogna anche ricordarlo - che è molto penalizzata, che ha subìto tagli e che deve educare i nostri giovani ad una diversa prospettiva del rapporto donna-uomo.
Il problema è che l'intensità di questo fenomeno cresce, cresce ancora e rappresenta un peso, non soltanto per la donna, per la vita della donna, ma anche per la famiglia. Ed è un peso anche per la società, per il tessuto sociale. Ecco perché è grave che non vi sia ancora una forte disponibilità di servizi.
Le donne hanno paura di denunciare, di chiedere assistenza, ma, soprattutto, di chiedere aiuto. Credo che chiedere aiuto sia la cosa più importante, perché le donne devono essere aiutate a capire che chiedere aiuto è fondamentale nel lavoro di contrasto alla violenza contro le donne. Quindi, occorrono politiche, progetti, che riescano soprattutto a sfondare quel muro di silenzio che c'è ancora attorno a questo problema, e in Italia - occorre ammetterlo - le strutture sono ancora inadeguate. Sono stati compiuti dei passi avanti, ma le strutture sono purtroppo inadeguate, se veramente si vuole sconfiggere questa violenza contro le donne.
Mancano anche le risorse per fronteggiare l'emergenza. Questo è un invito che rivolgo al Ministro per le pari opportunità. Occorrono risorse, risorse e risorse per contrastare il fenomeno. Non basta soltanto la sensibilizzazione, come non basta l'attenzione. Pag. 56Occorre, soprattutto, una rete che realizzi un insieme di azioni in grado di contrastare il fenomeno.
Infatti, il contrasto alla violenza contro le donne si fa, soprattutto, investendo risorse da destinare alle forze di polizia, alle associazioni, agli operatori sanitari che devono lavorare in sintonia, tutti insieme, per tutelare le donne. Quindi, se vogliamo che vi sia un'uguaglianza fra donne e uomini, signor Presidente, dobbiamo fare in modo, soprattutto, che si ponga fine alla violenza contro le donne. Quest'ultima ritengo sia uno degli ostacoli, anzi il maggiore degli ostacoli per la scomparsa di quella che è la disuguaglianza di genere. Concludo qui, signor Presidente, i diritti delle donne non possono essere calpestati e oggi siamo vicini a tutte le donne, vicini, quelle poche che siamo rimaste in Aula, quei pochi che siamo rimasti, a tutte le donne di qualsiasi razza, di qualsiasi Paese, di qualsiasi continente, perché non dobbiamo lasciarle sole, ma soprattutto non dobbiamo farle sentire sole (Applausi).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, è stata una seduta un po' faticosa, può darsi che degli errori siano stati commessi, però sul piano dell'imparzialità, ci tengo a precisare, e lo dico all'onorevole Sbai, con tanto rispetto soprattutto per la sua battaglia che è anche la nostra battaglia, che l'onorevole Pollastrini ha parlato tre minuti e 15 secondi e l'onorevole Sbai ha parlato sei minuti e 31 secondi. Ora, spero che tutto questo non mi crei problemi con il mio gruppo di appartenenza... da questo punto di vista mi rassicura l'onorevole Amici. Desidero anche far notare che, per quanto mi riguarda, avrei decisamente preferito che questo tema fosse stato affrontato nel momento in cui l'Aula era gremita di tutti i componenti. È stata la necessità di procedere velocemente nei lavori di approvazione del provvedimento sull'università che ha fatto sì che il gruppo di maggioranza relativa chiedesse che si rinviasse a fine seduta questa discussione.
Ringrazio tutti e ci auguriamo che tutto questo, incomprensioni comprese, possa aiutare a risolvere il problema vero che è appunto quello della violenza che in ogni parte del mondo si continua ad esercitare contro le donne. Grazie a tutti, la seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 16,45.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Bocchino, Bonaiuti, Brambilla, Brugger, Brunetta, Caparini, Cicchitto, Colucci, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Di Biagio, Donadi, Franceschini, Fugatti, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Lo Monte, Mantovano, Martini, Meloni, Leoluca Orlando, Reguzzoni, Roccella, Paolo Russo, Sardelli, Stucchi e Tabacci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 16,46).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Problematiche relative alla assegnazione delle frequenze alle regioni adriatiche nell'ambito del piano nazionale di assegnazione delle frequenze, con particolare riferimento alle emittenti locali - n. 2-00876)

PRESIDENTE. L'onorevole Favia ha facoltà di illustrare l'interpellanza urgente Pag. 57n. 2-00876 concernente problematiche relative alla assegnazione delle frequenze alle regioni adriatiche nell'ambito del piano nazionale di assegnazione delle frequenze, con particolare riferimento alle emittenti locali (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti), di cui è cofirmatario.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, signora rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, non è la prima volta che come Italia dei Valori ci facciamo carico di questo argomento estremamente importante e rilevante, perché concerne più problematiche, sociali e socio-economiche.
Purtroppo le risposte che abbiamo ottenuto finora sono estremamente vaghe e poco concrete. Mi auguro che grazie al sottosegretario presente - purtroppo non competente per materia, ma credo che leggerà una risposta proveniente dal Ministero competente - almeno oggi ci giunga qualche rassicurazione.
Come è noto il piano nazionale di assegnazione delle frequenze, che pianifica per le emittenti televisive il passaggio dalla tecnologia analogica a quella digitale terrestre, assegna in ciascuna area tecnica 25 frequenze ad emittenti televisive nazionali ed almeno 13 ad emittenti locali. Il problema è che in base all'Accordo di Ginevra del 2006 sono state assegnate a livello internazionale le frequenze relative alle emittenti nazionali, mentre, per le emittenti locali, rimangono frequenze assegnate ad altri Paesi, il cui libero utilizzo non è assolutamente garantito, in quanto gli accordi internazionali le hanno attribuite agli Stati esteri affacciati sull'Adriatico, in particolare: Slovenia, Croazia, Bosnia, Albania e Montenegro, e tale sovrapposizione, indipendentemente dalla legittimità, comporta un rischio di interferenze.
Poiché il calendario per il completamento del passaggio al digitale terrestre si concluderà entro il 2012, ci sembra sia necessario che le frequenze destinate alle emittenti locali siano conosciute, e conosciute per tempo, e verificate sul loro effettivo utilizzo.
Mi faccio carico della preoccupazione delle regioni adriatiche, dei CORECOM di quest'ultime e del coordinamento nazionale dei CORECOM, in particolare di quelli adriatici, e, ovviamente, delle maestranze e della libera informazione.
Come è noto, infatti, le emittenti locali forniscono una poderosa informazione locale e danno lavoro a tantissime persone: tecnici, giornalisti e quant'altro.
Questa problematica quindi, nel caso in cui non venisse risolta positivamente, potrebbe portare, oltre al danno relativo ad una restrizione del già ristretto ambito informativo italiano, anche un danno economico in termini di massa critica, di volume d'affari e di occupazione.
La materia della comunicazione, come è noto, è una delle materie di legislazione concorrente tra Stato e regioni; quest'ultime però, nonostante l'approvazione dello strumento di pianificazione, non sono state portate a conoscenza delle frequenze sulle quali l'informazione televisiva locale potrà operare.
Per le regioni adriatiche, come dicevo e come ribadisco, le emittenti locali rappresentano un importante patrimonio per la loro identità culturale ed economica, indispensabile per un sistema radiotelevisivo pluralistico e democratico.
I CORECOM, della cui preoccupazione accennavo poc'anzi, hanno approvato un documento che sottolinea l'assoluta necessità di garantire alle emittenti locali la riserva di almeno un terzo delle frequenze pianificabili ed effettivamente fruibili in modo da rispondere alle esigenze di tutte le emittenti delle regioni che si affacciano sull'Adriatico.
Analoga istanza hanno avanzato anche le organizzazioni di categoria, segnalando le difficoltà in particolare per quanto riguarda le aree di confine. Come è noto l'Adriatico non rappresenta una barriera fisica per il segnale televisivo e quindi ci sono disturbi notevoli, soprattutto dalla prospiciente Croazia.
A pochi mesi dallo switch off molte delle regioni adriatiche non sono ancora a conoscenza delle frequenze che verranno attribuite alle emittenti locali del proprio territorio, né siamo a conoscenza Pag. 58delle frequenze che saranno assegnate alle altre regioni italiane, ancora in attesa di switch off.
Quindi, questo scenario, per cui si rischia l'oscuramento (direi anche l'oscurantismo) del segnale, andrebbe a ledere in modo sostanziale il pluralismo, l'economia e l'occupazione locale.
Gradiremmo sapere, come scritto nella nostra interpellanza urgente, se e quali iniziative il Ministro interpellato abbia intrapreso o intenda intraprendere a livello nazionale per scongiurare il manifestarsi di uno scenario che porterebbe alla morte del sistema radiotelevisivo locale italiano; se il Ministro interpellato sia a conoscenza di quali siano le frequenze che il piano nazionale di assegnazione delle frequenze assegna alle regioni adriatiche, con adeguato anticipo rispetto alla data dello switch off, in modo da poter consentire a ciascuna regione e agli altri enti locali lo studio di possibili soluzioni e, infine, se il Ministro interpellato intenda costituire e convocare un tavolo tecnico delle regioni adriatiche per rafforzare, in modo condiviso e coordinato, la questione dell'assegnazione delle frequenze alle emittenti locali, in modo da avviare un confronto e un processo di armonizzazione delle frequenze tra le regioni interessate e tra queste ultime ed i Paesi esteri che si affacciano sull'Adriatico, come previsto dalle direttive europee.
Da ultimo voglio segnalare alla rappresentante del Governo che è in atto la costituzione della regione Adriatico-ionica (attualmente si chiama IAI iniziativa adriatico ionica che ricomprende proprio tutti i paesi dei quali sto parlando) e quindi segnalo che potrebbe esserci anche un coinvolgimento del Ministero degli esteri che è interessato alla costituzione della regione Adriaco-ionica.
Sarebbe ridicolo che uno dei primi problemi fosse dato dalla sovrapposizione delle emittenti televisive mentre, come uno dei problemi da risolvere, non ci si possa mettere d'accordo perché ci sia un condiviso e concordato pluralismo dell'informazione che fa bene all'economia e all'occupazione.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Laura Ravetto, ha facoltà di rispondere.

LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, come correttamente intuito dal collega vado ad illustrare gli elementi forniti dal Ministero competente e, segnatamente, dal Ministero dello sviluppo economico.
Nel nostro Paese l'elaborazione e l'approvazione dei piani nazionali di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione sonora e televisiva spettano all'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), che ha redatto e approvato (con delibera n. 300 del 2010) il piano nazionale di assegnazione delle frequenze televisive, con l'obiettivo di massimizzare l'uso di tutte le risorse frequenziali disponibili sul territorio nazionale.
Il piano, predisposto a seguito di una fase di consultazione avviato con la RAI, le associazioni di categoria delle emittenti locali maggiormente rappresentative e le eminenti nazionali, tiene conto degli specifici obblighi di servizio pubblico, dell'articolazione regionale di Rai Tre e dell'informazione, nonché dello sviluppo dei servizi innovativi, riservando oltre un terzo delle frequenze pianificabili alle emittenti televisive locali.
In questo processo, il Ministero dello sviluppo economico, sulla base delle risorse disponibili individuate dall'Agcom a seguito dell'attività di pianificazione, effettua l'assegnazione del diritto d'uso delle frequenze agli operatori che ne hanno i requisiti.
Per consentire un pieno, efficiente e pluralistico utilizzo della risorsa radioelettrica e pianificare il maggior numero di reti televisive possibile in ogni area territoriale da suddividere tra reti nazionali e reti locali, in base alla delibera n. 181/09/CONS, è previsto l'utilizzo della tecnica SFN (single frequency network), che garantisce anche coperture subregionali o provinciali di un'area tecnica. Pag. 59
Viste le peculiarità di ciascuna area e la complessità dell'assegnazione delle frequenze, il piano individua, dunque, le frequenze destinate alle reti nazionali, rimandando l'identificazione di dettaglio delle reti da destinare all'emittenza locale in ciascuna area tecnica ad un tavolo tecnico, per garantire in ciascuna area un terzo - minimo 13 - di frequenze alle emittenti televisive locali, con copertura regionale, e identificare le frequenze attribuibili alla pianificazione subregionale o provinciale.
In relazione al quesito riguardante le regioni adriatiche, secondo quanto indicato dall'Agcom, va notato che l'intera risorsa è stata sostanzialmente suddivisa dall'Accordo di Ginevra (2006) tra l'Italia e i Paesi balcanici. In particolare, si precisa che la scelta di assegnare una buona parte delle frequenze coordinate a livello internazionale alle emittenti nazionali non costituisce un danno nei confronti delle emittenti locali, ma solo un'opportuna valutazione di natura tecnica ingegneristica, in quanto le prime hanno un obbligo di copertura imposto dalla normativa vigente (80 per cento del territorio e tutti i capoluoghi di provincia).
Si aggiunge che, oltre ai tavoli tecnici previsti dall'Agcom, il Ministero dello sviluppo economico ha già avviato degli incontri bilaterali con i Paesi radioelettricamente confinanti, per concordare un utilizzo condiviso delle frequenze assegnate in esclusiva ai singoli paesi dall'Accordo di Ginevra (2006). In particolare, si sono tenuti nel mese di novembre due incontri bilaterali con le amministrazioni slovena e croata al fine di ottimizzare l'uso delle risorse radioelettriche sulla base del principio di accesso equo a suddette risorse.
La trattativa è sostenuta dall'interesse comune dei Paesi confinanti di assistere ad un incremento dei canali televisivi utilizzabili ed è facilitata dalla proprietà della tecnica digitale di essere meno sensibile ai disturbi, ovvero di sopportare valori di campo elettromagnetico interferente superiori a quelli sopportati dalla tecnica analogica.
In conclusione, alla luce delle considerazioni espresse dall'Agcom, si conferma che, con la pianificazione adottata, in ciascuna area tecnica, almeno 13 frequenze (un terzo delle risorse) sono state pianificate per l'assegnazione all'emittenza locale, garantendo la copertura dell'intera area tecnica di riferimento, mentre altre risorse sono disponibili localmente per la realizzazione di reti provinciali o pluriprovinciali.
Secondo quanto indicato dall'Agcom, la pianificazione adottata non comporta e non prevede, dunque, penalizzazioni specifiche per l'emittenza locale, in quanto i criteri utilizzati rispondono ad un oggettivo adattamento alla realtà definitasi a seguito della redistribuzione dell'utilizzo delle risorse frequenziali operata in ambito europeo dall'entrata in vigore del nuovo Accordo. Tale principio è stato affermato dall'Agcom nel corso del tavolo tecnico convocato dalla stessa il 12 novembre 2010, durante il quale sono state illustrate le scelte di pianificazione effettuate, che saranno ribadite nella delibera di pianificazione delle aree tecniche 5, 6 e 7 in corso di pubblicazione.
Si segnala, infine, che il piano di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione televisiva prevede comunque la possibilità di rivedere l'elenco delle frequenze previste dalla delibera n. 300/10/CONS, così come le frequenze che saranno assegnate alle emittenti locali a seguito della pianificazione delle singole aree tecniche, alla luce delle eventuali necessità di compatibilità derivanti dall'evoluzione delle trattative di coordinamento internazionale e del completamento della digitalizzazione delle reti televisive terrestri su tutto il territorio nazionale. In tale occasione, sarà certamente possibile risolvere eventuali problemi che dovessero insorgere nella fase successiva allo switch-off, ipotesi nella quale si conferma la completa disponibilità del Ministero a garantire tutta l'assistenza che si rendesse necessaria.

PRESIDENTE. L'onorevole Favia ha facoltà di replicare.

Pag. 60

DAVID FAVIA. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Ravetto per la risposta fornita dal Ministero. È chiaro che c'è stato qualche avanzamento dei lavori rispetto alle notizie che avevamo in precedenza, se non altro perché ci sono stati addirittura dei tavoli in questo mese (il 12 novembre).
Ho sentito però purtroppo parlare molto di garanzia per le frequenze delle televisioni nazionali. Mi auguro che gli incontri tecnici con le associazioni di categoria e con i Paesi che condividono con la nostra nazione il mare Adriatico portino ad un'effettiva soddisfazione di tutti coloro che lavorano e informano in questo ambito. Siamo ancora, ovviamente, in una situazione in evoluzione. Ne prendiamo atto. Pertanto non possiamo dichiarare la nostra soddisfazione perché non c'è una decisione definitiva e satisfattiva. Prendiamo atto, tuttavia, che si sta lavorando, anche se forse non con la progressione che ci vorrebbe perché ricordo che la scadenza è estremamente vicina. Non mancheremo di formulare ulteriori quesiti al Governo e di pressarlo perché questa importantissima e delicata questione sia risolta nel miglior modo possibile per le emittenti locali.

(Iniziative per la salvaguardia dei livelli occupazionali presso la società Engineering.it - n. 2-00880)

PRESIDENTE. L'onorevole Nicco ha facoltà di illustrare l'interpellanza Madìa n. 2-00880, concernente iniziative per la salvaguardia dei livelli occupazionali presso la società Engineering.it (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti), di cui è cofirmatario.

ROBERTO ROLANDO NICCO. Signor Presidente, faccio una breve illustrazione. Onorevole sottosegretario Ravetto, a maggio con un'interrogazione a risposta immediata abbiamo già portato all'attenzione di quest'Assemblea la vicenda di Engineering.it, chiedendo sin da allora al Ministro come intendesse intervenire per favorire un'intesa tra le parti, che consentisse il reintegro dei lavoratori in cassa integrazione. Da allora, non vi sono purtroppo stati passi positivi per la soluzione della vertenza, perciò abbiamo presentato questa seconda iniziativa, nella preoccupazione che avvenisse ciò che poi è puntualmente accaduto, con l'avvio a fine ottobre della procedura per la riduzione di personale per 112 lavoratori.
La situazione di Engineering.it è nota: riassumo in poche parole quella che a noi sembra francamente un'inaccettabile anomalia. L'azienda ha attraversato una fase assai critica nel triennio 2005-2007, con pesanti passività nei bilanci; è stata poi ceduta e la nuova proprietà ha varato un piano di riorganizzazione, che prevedeva un esubero strutturale di 236 unità per le quali - a seguito dell'accordo sottoscritto, in sede ministeriale, tra l'azienda e le organizzazioni sindacali il 22 dicembre 2008 - si decise il ricorso a 24 mesi di cassa integrazione guadagni straordinaria.
Oggi, in questo momento - questo è il punto sul quale richiamo la sua attenzione -, la situazione finanziaria di questa azienda, di Engineering, è radicalmente e positivamente mutata dato che - pure in presenza di una situazione generale di crisi che ha avuto ricadute evidenti anche sul settore informatico pari ad una riduzione del mercato dell'8,1 per cento nel 2009 e ad una ulteriore contrazione del 2,5 per cento nel primo semestre del 2010 - Engineering.it, nel trimestre luglio-settembre 2010, ha saputo incrementare i ricavi del 7,1 per cento. Diamo atto con soddisfazione all'azienda di questo percorso. Si tratta di una azienda che peraltro - in qualità di partner del consorzio Panopolis - ci risulta che abbia recentemente vinto un importante appalto, una maxi commessa per lo sviluppo di servizi informatici per la Commissione europea, cosa che ha delle importanti ricadute occupazionali. Quindi, l'anomalia a cui mi riferivo è questa: come è possibile che, in tale contesto aziendale, non vi sia altra soluzione se non l'avvio delle procedure di licenziamento? Pag. 61
Da qui la richiesta che rinnoviamo al Ministro per conoscere quali iniziative specifiche siano state messe in atto in questi mesi e soprattutto quali iniziative intenda mettere in atto per una positiva soluzione della vicenda.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Laura Ravetto, ha facoltà di rispondere.

LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, sulla base di quanto comunicato dai competenti uffici del Ministero del lavoro e delle politiche sociali faccio presente che - con decreto del mese di marzo 2009 - è stato approvato il programma di riorganizzazione aziendale (in ordine al quale il Governo ha già relazionato in sede di risposta al question time dell'esponente odierno, l'onorevole Nicco, citato nel presente atto parlamentare) per il periodo 19 gennaio 2009-18 gennaio 2011.
Contestualmente è stata autorizzata la concessione del trattamento straordinario di integrazione salariale, per il semestre 19 gennaio 2009-18 luglio 2009, in favore di 52 lavoratori in forza presso l'unità produttiva di Pont-Saint-Martin, in provincia di Aosta, di 55 lavoratori in forza presso lo stabilimento di Assago, in provincia di Milano, di 12 unità lavorative impiegate presso la sede di Pozzuoli, in provincia di Napoli, di 51 lavoratori in forza presso l'unità produttiva di Torino e di 66 lavoratori in forza presso quella di Roma.
Successivamente, con un nuovo provvedimento emanato nel febbraio 2010, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha autorizzato la concessione della proroga del trattamento straordinario di integrazione salariale - per il semestre dal 19 luglio 2009 al 18 gennaio 2010 - in favore dei lavoratori in forza presso le predette unità produttive.
Informo inoltre che è attualmente in fase istruttoria una nuova richiesta relativa all'ulteriore proroga del trattamento straordinario di integrazione salariale, per il periodo 19 gennaio 2010-18 gennaio 2011.
Al riguardo, preciso che la normativa vigente subordina l'eventuale proroga del trattamento straordinario di integrazione salariale per riorganizzazione aziendale all'acquisizione degli esiti delle necessarie verifiche ispettive che, nel caso di specie, stante il numero delle unità produttive interessate sul territorio nazionale, risultano essere ancora in fase di completamento.
I competenti uffici hanno altresì reso noto che lo scorso 29 ottobre la società Engineering.it ha avviato una procedura di mobilità - allo stato in fase sindacale - nei confronti di 112 lavoratori dichiarati in esubero.
In siffatto contesto, pur considerando che rientra nella determinazione imprenditoriale valutare l'opportunità di ricorrere agli strumenti previsti dal legislatore al fine di incentivare la conservazione e la valorizzazione del capitale umano, non posso che confermare la piena disponibilità del Governo a valutare, qualora richiesto, ogni possibile soluzione volta a tutelare la posizione dei lavoratori della società in questione e delle loro famiglie.

PRESIDENTE. L'onorevole Nicco ha facoltà di replicare.

ROBERTO ROLANDO NICCO. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Ravetto: in un'ottica di collaborazione e di fronte a una questione così delicata, tralascio ogni polemica politica, come si potrebbe fare e prendo invece atto dell'impegno odierno del Governo.
Lei ha parlato di piena disponibilità del Governo ad attivarsi per una soluzione della vertenza. A noi pare che Engineering.it, purtroppo, consideri i lavoratori direi come dei numeri o degli oggetti da spremere quando servono e da sacrificare quando non servono più, in quanto, come si legge nel linguaggio burocratico dell'azienda, strutturalmente in esubero. Per noi non sono numeri, sono persone dietro le quali ci sono famiglie, con tutte le angosce del caso, specie quella dei figli a Pag. 62cui non sanno se potranno assicurare una qualche certezza.
Il tema dell'occupazione - lei converrà sicuramente con me, onorevole sottosegretario - è diventata la questione centrale su cui porre la nostra attenzione, come ci ha recentemente ricordato con parole preoccupate anche il Presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Bagnasco, sollecitando un piano emergenziale sull'occupazione messo a punto congiuntamente dal Governo e dalle forze politiche e sociali.
Le stesse preoccupazioni sono state espresse sul caso specifico dal vescovo di Ivrea, monsignor Miglio, in un incontro con i lavoratori.
Su questa specifica vicenda siamo in una fase molto delicata e credo decisiva.
Il 12 novembre si è avviato a Roma il confronto tra le organizzazioni sindacali e l'azienda, in applicazione della legge n. 223 del 1991, sulla procedura di licenziamento. In quella sede le organizzazioni sindacali hanno chiesto di bloccare la procedura di licenziamento e di riaprire il confronto su soluzioni alternative, per consentire il rientro in fabbrica di quei lavoratori che non hanno accettato la mobilità volontaria definitiva, che sono 64.
Ma l'azienda, a quanto ci risulta, almeno per ora, ha confermato le sue posizioni. Il 2 dicembre - signor sottosegretario, richiamo la sua attenzione su questa data - vi sarà un secondo incontro. Ecco perché riteniamo necessario un intervento forte e deciso del Governo, chiaramente nelle forme e nei modi che riterrà più opportuni, ora, in questi giorni, sull'azienda.
Se poi anche questo secondo incontro non darà esito, la procedura, come lei sa, prevede un'estrema mediazione diretta del Ministero. Anche lì, se si giungerà a questo punto - ma ci auguriamo che non sia così - il Governo dovrà ancora di più fare sentire tutto il proprio peso e non limitarsi ad un ruolo notarile. Signor sottosegretario, glielo chiediamo a nome di quei lavoratori, perché, francamente, è inaccettabile che un'azienda, nelle condizioni economiche e finanziarie che ho ricordato, non sia in grado di riassorbire quei lavoratori nel processo produttivo.

(Rinvio dell'interpellanza urgente Minniti - n. 2-00890)

PRESIDENTE. Avverto che, su richiesta dei presentatori e con il consenso del Governo, lo svolgimento dell'interpellanza urgente Minniti n. 2-00890 è rinviato ad altra seduta.
È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

Modifica del vigente calendario dei lavori dell'Assemblea e conseguente aggiornamento del programma.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito che i lavori dell'Assemblea nella prossima settimana (29 novembre-3 dicembre) si articoleranno secondo le seguenti modalità:

Lunedì 29 novembre (ore 15, con prosecuzione notturna):

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3857 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 novembre 2010, n. 187, recante misure urgenti in materia di sicurezza (da inviare al Senato - scadenza: 11 gennaio 2011).

Martedì 30 novembre, mercoledì 1o e giovedì 2 dicembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 3 dicembre) (con votazioni):

Seguito dell'esame dei disegni di legge:
n. 3687 ed abbinate - Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario (approvato dal Senato) (con l'impegno dei gruppi di concluderne l'esame entro la seduta di martedì); Pag. 63
n. 3857 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 novembre 2010, n. 187, recante misure urgenti in materia di sicurezza (da inviare al Senato - scadenza: 11 gennaio 2011).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2424 ed abbinata - Interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito;

Seguito dell'esame delle mozioni:
Di Pietro ed altri n. 1-00475 concernente revoca di deleghe al Ministro per la semplificazione normativa, senatore Roberto Calderoli;
Bocchino ed altri n. 1-00436, Giulietti, Zaccaria, Tabacci, Evangelisti, Nicco ed altri n. 1-00441, Sardelli ed altri n. 1-00496, Lo Monte ed altri n. 1-00503 e Cicchitto ed altri n. 1-00504 concernenti iniziative per la tutela della qualità e del pluralismo dell'informazione nel servizio pubblico radiotelevisivo, con particolare riferimento al contratto di servizio;
Bersani ed altri n. 1-00471, Borghesi ed altri n. 1-00497, Cicchitto ed altri n. 1-00499, Galletti ed altri n. 1-00500, Reguzzoni ed altri n. 1-00501, Commercio ed altri n. 1-00502, Sardelli ed altri 1-00505 e Tabacci ed altri n. 1-00507 concernenti iniziative in materia di riforma del sistema fiscale.

Seguito dell'esame delle proposta di legge costituzionale n. 1990 ed abbinate - Modifiche agli articoli 114, 117, 118, 119, 120, 132 e 133 della Costituzione, in materia di soppressione delle province.

Esame della mozione Ghizzoni, Zazzera ed altri n. 1-00491 presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del regolamento, nei confronti del Ministro per i beni e attività culturali, senatore Sandro Bondi (la Conferenza dei presidenti di gruppo tornerà a riunirsi nella mattinata di mercoledì 1o dicembre per valutare, alla luce dell'andamento dei lavori, i tempi di esame di tale mozione).

Venerdì 3 dicembre:

Svolgimento di interpellanze urgenti.

Non avrà, invece, luogo, su richiesta delle Commissioni, nella prossima settimana l'esame del disegno di legge n. 3703 ed abbinate - Disposizioni in materia di sicurezza degli impianti protesici mammari; della proposta di legge n. 3572 - Disposizioni per il trasferimento a Milano delle sedi della Commissione nazionale per le società e la borsa e dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato; e della proposta di legge n. 2754 ed abbinate - Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese.

Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 29 novembre 2010, alle 15:

Discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 12 novembre 2010, n. 187, recante misure urgenti in materia di sicurezza (C. 3857-A).
- Relatori: Santelli, per la I Commissione; Sisto, per la II Commissione.

La seduta termina alle 17,15.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO SOUAD SBAI SULL'ORDINE DEI LAVORI

SOUAD SBAI. Onorevoli colleghi, la giornata del 25 novembre è celebrata in tutto il mondo come giornata internazionale Pag. 64per l'eliminazione della violenza contro le donne: essa vuole ricordarci che il sopruso, la sottomissione e la violenza contro le donne devono essere bandite. Per questo vogliamo dedicarla a due donne simbolo: Asia Bibi condannata a morte per blasfemia e Begn Shnez, pakistana uccisa a sassate a Novi di Modena per aver difeso la figlia dal tentativo di un matrimonio forzato imposto dal padre lo scorso 3 ottobre. Di più, i dati presentati oggi portano alla nostra attenzione un fenomeno allarmante: sono 115 le donne vittima di violenza da parte degli uomini nel 2010. Cresciuti costantemente i femminicidi: 101 nel 2006, 107 nel 2007, 112 nel 2008, 119 nel 2009. Responsabili i parenti.
L'articolo 1 della Convenzione ONU sull'Eliminazione di tutte le discriminazioni contro le donne del 1979 già ratificata dall'Italia afferma che «l'espressione 'discriminazione nei confronti della donna' concerne ogni distinzione esclusione o limitazione basata sul sesso, che abbia come conseguenza, o come scopo, di compromettere o distruggere il riconoscimento, il godimento o l'esercizio da parte delle donne, quale che sia il loro stato matrimoniale, dei diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale, culturale e civile o in ogni altro campo, su base di parità tra l'uomo e la donna».
L'imposizione del velo integrale si iscrive in tale forma di discriminazione poiché distrugge non solo la dignità della donna, ma il suo stesso essere donna, rappresentando una gravissima offesa e un'odiosa forma di discriminazione e sottomissione, nonché una esplicita violazione dei diritti umani. Esso infatti è l'espressione di un retaggio medievale di tradizioni tribali che trovano il loro fondamento in Afghanistan, retaggio che è lo specchio di un atteggiamento misogino e discriminatorio che intende relegare la donna, considerata essere inferiore, dietro una cappa nera che la annulla fisicamente e psicologicamente.
Noi ci troviamo di fronte a storie quotidiane drammatiche di sopruso, segregazione, umiliazione, specie da parte di alcuni esponenti delle moschee fai da te che tentano di indottrinare e imbarbarire la comunità che viene nel nostro paese. Il burqa e il niqab rappresentano il simbolo di una strategia politica di matrice estremistica tesa a imporre un Islam violento e brutale che nulla ha a che vedere, né con la Costituzione italiana, né con la grande tradizione dei diritti dell'uomo che si è sviluppata a partire da Cesare Beccaria. Sappiamo bene che ci sono alcune amministrazioni locali che prestano il fianco a gruppi estremisti allettate da promosse di cospicuo denaro. Tutto questo si gioca, inesorabilmente, sulla testa di donne innocenti immolate per il conseguimento di questi obiettivi politici.
Cara collega Pollastrini, lei ha nominato Hina Saleem ma, al riparo da qualsiasi polemica, vorrei ricordarle che noi non dimenticheremo mai, come donne immigrate, che dopo l'omicidio di Hina, quando lei era ministro delle pari opportunità, non si è presentata parte civile al processo e ha permesso che i corsi di alfabetizzazione finanziati dall'ex ministro Ferrero si svolgessero nelle moschee dove era previsto un programma differente per gli uomini e uno per le donne. Donne costrette pertanto a indossare il velo, quando prima non l'avevano mai fatto.
Il Governo italiano ha adottato il parere sul provvedimento contro il velo integrale proposto dal Comitato per l'islam italiano istituito presso il Viminale: secondo quanto stabilito, sulla scia di quello che sosteniamo da molto tempo, l'uso di tali indumenti che taluni, erroneamente e furbescamente, hanno tentato di giustificare come pratica da attribuire al corretto esercizio di culto della religione islamica, non hanno alcuna origine religiosa e non vengono richiamati nel Corano. Non vi è quindi alcun margine di incostituzionalità della norma che violi il dettato costituzionale in materia di libertà religiosa.
Le nostre forze armate sono impegnate in Afghanistan contro il regime dei talebani che offende e umilia le donne. I nostri ragazzi rischiano ogni giorno la vita per difendere la democrazia e i diritti, compresi quelli delle donne. In Italia invece Pag. 65non solo esistono donne, come a Novara, Bergamo, Brescia, Milano, eccetera, che sono costrette dentro le mura domestiche a subire violenze di ogni sorta, ma ancora ci interroghiamo sull'opportunità di bandire il burqa e il niqab. Vi sono ancora tante, troppe donne immigrate in Italia, che vivono come quelle in Afghanistan senza diritti. Oggi presenteremo duemila firme raccolte a sostegno della legge contro l'uso del velo integrale in luoghi pubblici o aperti al pubblico.
Crediamo che lo Stato che giunge a legiferare su una tale materia porti al culmine un processo di maturazione culturale che vede le sue radici in un centinaio di anni di lotte per la parità dei sessi, che ha alle spalle una storia che si è nutrita e ha prodotto un processo culturale. Questo significa esprimere la propria cultura, affermare la responsabilità individuale della persona, la sua riconoscibilità e il suo diritto/dovere ad essere individuo che si autodetermina come persona, e non come membro che trova il suo senso nella sua comunità di appartenenza.
È ora di svestire i panni del perbenismo politico e di assumere scelte coraggiose in nome della libertà, del principio della sacralità della vita e dei diritti umani, perché onorevoli colleghi, se questo è un tema che vediamo limitato alle donne immigrate, domani toccherà tutti noi. L'estremismo sa essere paziente e ha strategie a lungo termine.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3687-A - em. 10.200 525 525 263 525 47 Appr.
2 Nom. em. 10.500 527 527 264 527 47 Appr.
3 Nom. articolo 10 526 524 2 263 277 247 47 Appr.
4 Nom. em. 11.3 523 520 3 261 245 275 46 Resp.
5 Nom. em. 11.600 520 517 3 259 514 3 46 Appr.
6 Nom. em. 12.201 530 526 4 264 312 214 46 Appr.
7 Nom. articolo 13 533 525 8 263 279 246 45 Appr.
8 Nom. em. 14.500 528 528 265 528 42 Appr.
9 Nom. em. 14.1 530 528 2 265 243 285 40 Resp.
10 Nom. em. 14.200 535 533 2 267 246 287 40 Resp.
11 Nom. articolo 14 533 531 2 266 283 248 40 Appr.
12 Nom. em. 15.200 531 529 2 265 216 313 39 Resp.
13 Nom. em. 15.1 529 527 2 264 247 280 39 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. articolo 15 536 531 5 266 287 244 39 Appr.
15 Nom. articolo agg. 15.01 536 533 3 267 213 320 37 Resp.
16 Nom. em. 16.25 534 531 3 266 7 524 37 Resp.
17 Nom. em. 16.17 537 531 6 266 245 286 37 Resp.
18 Nom. em. 16.16 545 511 34 256 217 294 36 Resp.
19 Nom. em. 16.3 540 537 3 269 249 288 36 Resp.
20 Nom. em. 16.201 539 537 2 269 249 288 36 Resp.
21 Nom. em. 16.202 536 531 5 266 11 520 36 Resp.
22 Nom. em. 16.21 538 534 4 268 246 288 36 Resp.
23 Nom. em. 16.4 533 531 2 266 245 286 36 Resp.
24 Nom. em. 16.6 535 532 3 267 248 284 36 Resp.
25 Nom. em. 16.7 521 519 2 260 240 279 36 Resp.
26 Nom. em. 16.22 534 530 4 266 244 286 36 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 16.8 532 530 2 266 244 286 36 Resp.
28 Nom. em. 16.9 536 534 2 268 247 287 36 Resp.
29 Nom. em. 16.204 546 543 3 272 282 261 35 Appr.
30 Nom. em. 16.10 535 533 2 267 249 284 36 Resp.
31 Nom. em. 16.11 527 525 2 263 244 281 36 Resp.
32 Nom. em. 16.12 535 533 2 267 247 286 36 Resp.
33 Nom. em. 16.13 497 495 2 248 227 268 36 Resp.
34 Nom. articolo 16 482 475 7 238 259 216 35 Appr.
35 Nom. articolo agg. 16.03 486 486 244 482 4 35 Appr.
36 Nom. em. 17.200 507 453 54 227 19 434 35 Resp.
37 Nom. em. 17.7 522 518 4 260 240 278 35 Resp.
38 Nom. em. 17.6 518 515 3 258 238 277 35 Resp.
39 Nom. em. 17.5 525 522 3 262 242 280 35 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 41)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. subem. 0.17-bis.500.1 523 520 3 261 243 277 35 Resp.
41 Nom. articolo 18 506 498 8 250 268 230 35 Appr.