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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 396 di mercoledì 17 novembre 2010

Pag. 1

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

La seduta comincia alle 10.

EMILIA GRAZIA DE BIASI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bindi, Bongiorno, Bucchino, Caparini, Centemero, Cirielli, D'Amico, Di Biagio, Gregorio Fontana, Lorenzin, Lusetti, Melchiorre, Ricardo Antonio Merlo, Mura, Narducci, Stucchi e Vegas sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, l'onorevole Giuseppe Angeli, già iscritto al gruppo parlamentare Futuro e Libertà per l'Italia, ha chiesto di aderire al gruppo parlamentare Popolo della Libertà.
La Presidenza di tale gruppo, con lettera in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Su un lutto del deputato Paolo Vella.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Paolo Vella è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.
Al collega la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Sull'ordine dei lavori (ore 10,05).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, il mio intervento non è meramente in relazione al punto all'ordine del giorno che segue, ma riguarda un provvedimento che dovremmo affrontare oggi e nel corso dei prossimi giorni.
Approfitto anche perché so che è stata convocata la Conferenza dei presidenti di gruppo e, quindi, se lei lo ritiene e se è consentito, vorrei sottoporre questa riflessione. Stiamo esaminando la legge di stabilità alla quale vengono applicate le norme del Regolamento che venivano in precedenza applicate per l'esame della Pag. 2legge finanziaria. Parliamo di provvedimenti simili ma ovviamente ciascuno con la sua specificità.
Poiché la Presidenza ci ha informato che, come da prassi e da Regolamento, è stata prevista la restrizione per gli emendamenti presentati, che comunque non sono un numero enorme, e questa restrizione, al di là di quelle che sono le procedure di attuazione pratica, porta ad una forte riduzione degli emendamenti da esaminare, volevo chiederle se nell'ambito delle sue valutazioni, proprio perché stiamo attuando per la prima volta l'applicazione del Regolamento alla legge di stabilità, che comunque è diversa dalla legge finanziaria, fosse possibile individuare, in base alle facoltà che sono nelle sue mani, la possibilità di aumentare anche leggermente il numero degli emendamenti da poter esaminare in Aula. Questo anche in ragione - mi permetto signor Presidente - della dichiarazione che c'è stata da parte di tutte le opposizioni che non c'è alcun intento ostruzionistico e c'è un impegno - mi pare di capire - che sarà ratificato in qualche modo dalla Conferenza dei presidenti di gruppo di chiudere la legge di stabilità entro la metà di dicembre. In questo senso se potessimo avere l'opportunità di aumentare un po' gli emendamenti da sottoporre all'Aula sarebbe utile, non solo per noi, perché vi sono anche emendamenti della maggioranza.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Giachetti. Come lei ha ricordato, è prassi quella di ridurre il numero degli emendamenti da porre in votazione, ed è prassi da parte della Presidenza di aumentare tale numero. Anche in questo caso la Presidenza ha già deciso di aumentare del triplo il numero degli emendamenti che saranno posti al voto.

RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, solo per richiamare per suo tramite l'attenzione del Governo su una situazione che si è venuta a creare proprio ieri soltanto in regione Piemonte riguardante i lavoratori Agile ex Eutelia dove su 1.400 lavoratori 370 verrebbero ceduti ad altre aziende e 1.100 sarebbero «rottamati». La pregherei di richiamare il Ministro dello sviluppo economico su questo tema così delicato o in Aula o in Commissione.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,07).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Dimissioni del deputato Giuseppe Drago.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le dimissioni del deputato Giuseppe Drago.
Come già preannunciato all'Assemblea nella seduta del 9 novembre scorso, è pervenuta alla Presidenza da parte dell'onorevole Drago una lettera del seguente tenore: «Il sottoscritto, onorevole Drago Giuseppe, con la presente rassegna le dimissioni da parlamentare di questa Camera dei deputati».
Ricordo che, in base alla consolidata prassi costituzionale, le dimissioni dal mandato parlamentare, ove non motivate in relazione alla volontà di optare per una carica o per un ufficio con esso incompatibile (ai sensi dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento), devono essere accettate dall'Assemblea con apposita deliberazione, che avrà luogo a scrutinio segreto.
Avverto che ove le dimissioni fossero accolte non si procederà all'esame del punto 2 iscritto all'ordine del giorno recante la relazione della Giunta delle elezioni sull'elezione contestata dallo stesso deputato Giuseppe Drago. Ove invece le Pag. 3dimissioni fossero respinte si passerà direttamente all'esame di tale argomento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, adempio con qualche disagio personale all'incarico conferitomi dal gruppo di esprimere il voto favorevole dell'Italia dei Valori alle dimissioni rassegnate dal collega Drago. Il disagio è solo di carattere personale, perché l'ho conosciuto personalmente quando eravamo entrambi presidenti delle due regioni isolane: ci siamo conosciuti nella conferenza dei presidenti di regione e l'ho potuto apprezzare personalmente. Tuttavia, altra cosa è il profilo istituzionale che qui deve essere osservato. Io ritengo che le dimissioni debbano essere accolte, perché sono frutto e sono segno di un gesto di sensibilità del collega Drago, il quale ritiene evidentemente di doversi sottrarre ad un voto dell'Assemblea che ne dichiari la decadenza per ineleggibilità sopravvenuta.
Voglio soltanto dire questo: l'ineleggibilità sopravvenuta è un istituto giuridico che trova fondamento nella Costituzione e che si desume abbastanza esplicitamente dalla legge elettorale, la quale prevede che possano avere l'elettorato passivo coloro i quali hanno anche l'elettorato attivo, cioè sono iscritti nelle liste elettorali. Ad una condanna, quale quella conseguita dal collega Drago, consegue necessariamente la cancellazione dalle liste elettorali e di conseguenza anche l'impossibilità di avere l'elettorato passivo. Quindi, si tratta di un caso evidente di ineleggibilità sopravvenuta, ragione per la quale ritengo che la Camera dei deputati debba accogliere le dimissioni del collega Drago, anche nel suo interesse, per evitargli diciamo così un affronto o per evitargli comunque un voto dell'Assemblea che potrebbe dichiararne l'ineleggibilità. Ritengo, quindi, che la Camera debba accogliere la motivazione che sta alla base delle dimissioni del collega Drago.
Voglio soltanto sottolineare un'ultima cosa: i fondi riservati sono un'insidia tremenda; anch'io li ho avuti, quando ero presidente della regione, ma appena sono arrivato, poiché le somme erano già iscritte a bilancio, le spese che ho eseguito su quel fondo sono state tutte rendicontate alla Corte dei conti. Successivamente, nell'anno seguente, ho provveduto al prosciugamento dei fondi di quella posta di bilancio e nell'anno ancora seguente ne ho disposto addirittura la cancellazione, cioè non l'ho neanche proposta come posta di bilancio della presidenza della giunta, proprio perché ritengo che anche la gestione dei fondi riservati debba avere la massima trasparenza.
Vi è stata una sentenza della Corte di cassazione molto rigorosa, che ha detto che il delitto di peculato si consuma con la semplice interversione del possesso, cioè con il passaggio del denaro dalla disponibilità pubblica alla disponibilità privata, senza utilizzazione per le finalità istituzionali; quindi, in conseguenza di questo fatto, ritengo che se si dovesse arrivare ad un voto sulla proposta della Giunta di dichiarare l'ineleggibilità, anche in quel caso il gruppo dell'Italia dei Valori voterebbe a favore. Questa è la ragione per la quale dichiaro, a nome del gruppo dell'Italia dei Valori, il voto favorevole alle dimissioni del collega Drago (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giorgio Conte. Ne ha facoltà.

GIORGIO CONTE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, apprezziamo che l'onorevole Drago, con una decisione che definiamo saggia, abbia risparmiato l'Assemblea dal pronunciarsi sulla sua decadenza dalla carica di deputato.
Il gruppo di Futuro e Libertà per l'Italia - è il caso di sottolinearlo - aveva condiviso le conclusioni della Giunta delle elezioni. Oggi, condivide la scelta del collega Drago di sottrarre, possibilmente, alla discussione dell'Assemblea - attraverso una decisione che sarebbe potuta apparire ad alcuni punitiva, mentre ad altri difensiva - un caso che, se non è stato particolarmente controverso dal punto di vista Pag. 4giuridico, avrebbe rischiato, certamente, di diventarlo dal punto di vista politico.
Il collega Drago ha espresso dubbi comprensibili circa la coerenza di una normativa che oggi impone di concludere che l'ineleggibilità sopravvenuta a seguito di una interdizione temporanea dai pubblici uffici comporti la decadenza del deputato, anche quando la durata della legislatura sia eccedente a quella della pena accessoria. Nel caso dell'onorevole Drago, decorreva dal 13 novembre 2009 fino all'agosto 2012, quindi, prima del termine naturale della legislatura.
È un problema serio che, de iure condendo, va sicuramente affrontato e risolto. Ma per quanti, come noi, sarebbero stati chiamati a decidere de iure condito, non vi sarebbero state alternative. Infatti, l'articolo 65 della Carta costituzionale prevede che sia la legge a determinare i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l'ufficio di deputato e di senatore; inoltre, l'articolo 28 del codice penale stabilisce che l'interdizione, ancorché temporanea, privi il condannato della possibilità di esercitare, per la durata della stessa, il diritto di elettorato attivo e passivo.
Peraltro, nella sua relazione all'Assemblea, la Giunta sottolinea, giustamente, che di una norma immediatamente diretta a disciplinare l'ineleggibilità sopravvenuta successivamente all'elezione alla carica, non vi sarebbe, a stretto rigore, neppure bisogno. Infatti, l'articolo 66 della Costituzione, che prevede che ciascuna Camera giudichi dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità, è disposizione di per sé sufficiente e autoconclusiva. È, dunque, la Carta costituzionale a stabilire, in via di principio, che le Assemblee in cui si esprime la sovranità popolare debbano rispettare la legalità elettorale, anche quella che prevede misure interdittive dell'elettorato passivo.
Quindi, nel rinnovare al collega i ringraziamenti per aver scelto una soluzione che evita all'Assemblea inutili divisioni, annuncio il voto favorevole del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia sull'accoglimento delle dimissioni dell'onorevole Drago (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lenzi. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non è mai facile assumere decisioni come quella che siamo chiamati a prendere oggi, e vorrei chiarire che la nostra posizione non è motivo di compiacimento né, tanto meno, motivo e strumento di lotta politica. Noi siamo per l'assunzione di una piena responsabilità di fronte al Paese da parte di chi è chiamato a rispettare le leggi che fa, cominciando, quindi, ad applicare a quest'Assemblea le stesse norme che applichiamo agli elettori e ai cittadini, senza praticare alcuna forma di immunità.
Naturalmente, diamo per scontato che le dimissioni dell'onorevole Drago comportino un'assunzione singola di responsabilità, con cui si riconoscono le ragioni della Giunta delle elezioni e ci si sottrae al giudizio dell'Assemblea con un atto di cui si riconosce la dignità. Ma nel caso in cui questo non sia e si tratti, invece, di un espediente per sottrarsi ad un voto palese, allora siamo chiamati a giustificare la nostra posizione. Quindi, in questo modo e con questo voto, anticipiamo il voto che, poi, dovrebbe riguardare il merito della questione.
Il merito è questo: la Giunta delle elezioni, cioè l'organismo che è chiamato a dare applicazione all'articolo 66 della Costituzione, il quale recita che «Ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti (...)», propone a quest'Aula la decadenza dell'onorevole Drago.
In sostanza, si chiede e si dice: l'onorevole Drago ha i titoli per stare dentro la Camera dei deputati? Un condannato per peculato - condanna che deriva dalla sottrazione, negli ultimi giorni del suo incarico, delle somme contenute nel capitolo delle spese riservate; condanna definitiva, alla quale si aggiunge l'interdizione dai pubblici uffici - ha titolo per stare Pag. 5oggi nell'Aula della Camera dei deputati? Questa è la domanda che ci siamo posti e alla quale noi proponiamo di rispondere con decisione: no, non ha titolo per restare perché mancano le condizioni necessarie di rispetto delle leggi, di onorabilità, dignità e legalità che quest'Aula è chiamata a difendere.
Vi è poi il tema della ricostruzione della fiducia dei cittadini nel Parlamento e nei suoi rappresentanti, i quali devono dimostrare di meritarsi tale fiducia, anche con i propri comportamenti personali.
Non entro nel merito delle motivazioni giuridiche, complesse e articolate, che hanno formato oggetto del confronto in Giunta e che, eventualmente, se si procedesse, saranno oggetto di discussione in quest'Aula. Invito i colleghi ad attenersi alla domanda che ho posto: vi è o non vi è titolo per stare oggi in quest'Aula? Annuncio, infine, il voto di accoglimento delle dimissioni da parte del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stracquadanio. Ne ha facoltà. Onorevole, prego.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, ritenevo dovessimo sentire le ragioni dell'onorevole Drago, per poter discutere meglio delle sue dimissioni, sono, pertanto, sorpreso che mi abbia dato la parola; pensavo, infatti, intervenisse adesso il collega Drago.
Signor Presidente, ci siamo trovati in una situazione imprevista, che ha rivelato un serio problema del nostro ordinamento, e che ha portato a galla anche altre questioni: quella del rapporto tra istituzioni dello Stato e tra la giustizia e la politica. Vorrei affrontare separatamente le due questioni, per motivare perché il gruppo del Popolo della Libertà esprimerà la sua posizione su queste dimissioni in maniera compatta.
Il vulnus dell'ordinamento che ci siamo trovati ad affrontare è molto semplice: siamo in presenza di una sentenza che dispone l'interdizione temporanea dai pubblici uffici che si attiva e si esaurisce nel tempo della legislatura, e più in particolare nell'ambito di un periodo breve della medesima legislatura, e, non essendo previsto nel nostro ordinamento un istituto che è previsto per le assemblee legislative regionali e per gli enti amministrativi locali, non è consentita la sospensione di chi abbia un interdizione temporanea del mandato parlamentare per il periodo dell'interdizione.
Ciò determina, quindi, una sproporzione di effetti, senza precedenti, nei confronti del parlamentare che venga a trovarsi nella condizione in cui si è trovato l'onorevole Drago.
Signor Presidente, questo, per quanto ci forzi in una direzione e abbia spinto la Giunta delle elezioni ad assumere un orientamento favorevole alla decadenza, non è un problema che possiamo sottovalutare o considerare risolto con la semplice decisione della Giunta (ed eventualmente di quest'Aula) di proclamare la decadenza del collega Drago.
Infatti, comunque rimane un problema nell'ordinamento ed il rischio che una volontà popolare, che si esprime attraverso le elezioni di un parlamentare per un mandato pieno, possa venire compromessa da una pena accessoria ad una sentenza i cui effetti siano molto più limitati della durata del mandato medesimo.
Quindi, da questo punto di vista, signor Presidente, credo che la Camera, ma anche il Senato, debbano avviare una riflessione perché nella nostra legislazione si faccia strada, secondo le garanzie dell'ordinamento costituzionale, quell'istituto della sospensione che manca e che avrebbe consentito di affrontare questo tema senza dover mettere il collega Drago di fronte alla necessità di rimettere il proprio mandato e senza trovarci nella decisione di decretarne eventualmente una decadenza definitiva.
Questa è la prima questione e politicamente credo sia meno rilevante della successiva che il collega Drago porrà a quest'Aula...

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PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Stracquadanio, pregherei i colleghi di consentire all'onorevole Stracquadanio di svolgere il suo intervento.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. La ringrazio, signor Presidente, ma comprendo che nelle fasi di preparazione al voto ci possa essere un pochino di brusio e non mi distrae dalla mia esposizione.
Ho avuto modo di parlare con il collega Drago anche al di fuori dei momenti istituzionalmente preposti e al di fuori del dibattito della Giunta delle elezioni e quello che credo lamenterà, non privo di ragioni, sarà l'avere subìto una grande ingiustizia, pur essendo stato il suo procedimento perfettamente regolare, pur essendo stata la sentenza espressa con tutti i crismi dell'ufficialità, pur avendo l'ordinamento funzionato secondo quanto previsto dalle leggi.
Ma dov'è l'ingiustizia che lamenta il collega Drago e sulla quale dovremmo porci delle domande? L'ingiustizia che egli lamenta è che il comportamento che ha tenuto nella sua qualità di presidente della regione siciliana sul tema specifico - per il quale ha subìto una condanna definitiva con una contemporanea temporanea interdizione dai pubblici uffici - non è stato difforme né da coloro i quali lo hanno preceduto in quel ruolo, né da coloro i quali sono succeduti a lui in quel ruolo, avendo questo a che fare con una prerogativa prevista dalle leggi e con una interpretazione delle stesse leggi che è stata abnorme rispetto a tutte le altre interpretazioni che si sono verificate.
Si trattava della materia dei fondi riservati a disposizione della presidenza e dell'obbligo o meno di rendicontazione - che non esiste, tant'è vero che non c'è stato alcun procedimento della Corte dei conti, che avrebbe stigmatizzato, colpito o sanzionato un'eventuale omissione di rendicontazione - che non era dovuta, così come non è dovuta mai quando si ha a che fare con fondi riservati a rappresentanti istituzionali che ne hanno la disponibilità in virtù della legge.
Questo accade anche per i Ministri, per il Capo dello Stato e per una serie di funzioni della Repubblica che devono poter disporre di risorse limitate e per usi strettamente istituzionali, ma che non sono soggette agli obblighi di rendicontazione cui sono soggette tutte le altre somme che le istituzioni trattano.
Ebbene, egli lamenta di avere subìto una disparità totale di trattamento rispetto al passato e rispetto al presente e questo è possibile.
Ma soprattutto lamenta - e in ciò mi unisco a questa sua considerazione - il fatto che il magistrato penale abbia dato un'interpretazione della legge del tutto abnorme rispetto a quella che è sempre stata data, assumendo, per poterlo condannare, una motivazione che non è scritta da nessuna parte nelle leggi, cioè quella per la quale egli avrebbe potuto disporre di quei fondi non rendicontandoli al magistrato contabile, che è quello preposto alla verifica dei fatti contabili e amministrativi, ma avrebbe dovuto conservare le pezze giustificative delle somme spese per un eventuale controllo da parte del magistrato penale. Tutto questo non è scritto nelle leggi ed è derivato per approssimazioni successive e, a mio avviso, insufficientemente motivate per decretare una condanna penale per peculato in assenza degli elementi tipici di questa fattispecie.
Pertanto, signor Presidente, non possiamo ergerci certo a quarto giudice, ma non possiamo non tener conto nelle nostre deliberazioni del fatto che il deputato Drago sta per promuovere un ricorso alla Corte di giustizia di Strasburgo proprio per l'abnormità del procedimento e della sentenza, anomali rispetto a tutti gli altri, e non possiamo non considerare il fatto che è il Parlamento che approva le leggi e non le affida alla libera e autonoma interpretazione dei tribunali, stante il fatto che il nostro è un sistema di diritto positivo e non di common law. Quindi la regola è quella per la quale...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

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GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Concludo, signor Presidente. La regola è quella per la quale il magistrato innanzitutto è soggetto alla legge, sia egli pubblico ministero o giudice. Quindi, signor Presidente, siamo di fronte ad una decisione per la quale non possiamo scegliere e nella quale sono toccati i principi fondamentali dei rapporti tra la giustizia e la politica. Pertanto, credo che proprio per accogliere questi rilievi che il collega Drago ci porrà, il nostro voto sarà favorevole, sottoscrivendo così le motivazione con le quali egli si dimette.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastore. Ne ha facoltà.

MARIA PIERA PASTORE. Signor Presidente, anch'io brevemente vorrei intervenire sulle dimissioni presentate dal deputato Drago. Vorrei in primo luogo sottolineare il lavoro istruttorio che è stato svolto prima dal Comitato per le incompatibilità, ineleggibilità e le decadenze e poi dalla Giunta per le elezioni, organismi che, senza entrare nel merito delle accuse rivolte all'onorevole Drago, hanno cercato di esaminare ciò che il Regolamento della Camera e le leggi dettano in ordine a casi di questo genere, tentando di trovare delle soluzioni interpretative che però non possono essere applicate al caso concreto.
A conclusione di un iter istruttorio in cui la Giunta è arrivata a proporre la decadenza dell'onorevole Drago, il nostro collega presenta invece le proprie dimissioni. Credo che questo costituisca un atteggiamento serio e responsabile. Conclusa un'istruttoria, che l'articolo 66 della Costituzione prevede a garanzia di coloro che occupano la carica di parlamentare, l'onorevole Drago ribadisce le proprie motivazioni, già presentate alla Giunta per le elezioni, e si assume la responsabilità di rinunciare all'incarico di parlamentare dimostrando grande rispetto per quest'Aula.
Quindi, tenuto conto delle considerazioni che sono state svolte, annuncio che anche la Lega Nord appoggerà la richiesta dell'onorevole Drago e voterà a favore delle sue dimissioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Drago. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE DRAGO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho presentato le dimissioni da parlamentare e sono qui davanti a voi per sottoporre alla vostra attenzione - ed anche eventualmente alla vostra riflessione - una questione che ha segnato la mia vita politica, ma anche quella personale. Si tratta di una questione che credo attenga anche alle prerogative della Camera dei deputati.
Come presidente della regione siciliana nel 1998, coerentemente con la mia funzione istituzionale, ho utilizzato il fondo riservato al presidente della regione senza rendicontarlo, o meglio rendicontandolo solo parzialmente (cosa unica, almeno il «parzialmente», perché tutti i miei predecessori non lo avevano rendicontato affatto), così come mi era stato prospettato dai vertici burocratici della regione e con la stessa prassi con cui è stato utilizzato da tutti i miei predecessori. Si tratta di una prassi sempre approvata - lo ripeto: sempre approvata - dalla Corte dei conti.
Per me, nel 1998 presidente della regione siciliana, si trattava di un fondo di 200 milioni delle vecchie lire (precedentemente era sempre di qualche miliardo di lire, mentre per me 200 milioni), che ho utilizzato per compiti istituzionali. Dopo undici anni - undici anni! - di calvario giudiziario, mediatico, politico, familiare e personale, la Corte di cassazione ha confermato le sentenze di primo e secondo grado, non tenendo in nessun conto la mia buona fede, e mi ha condannato per peculato.
Oggi mi trovo qui, onorevoli colleghi, a posto con la mia coscienza, vittima di una iniziativa giudiziaria in cui la mia buona fede viene capovolta da un giudizio di illiceità, senza che, però, allorquando mi venne prospettata questa disponibilità od opportunità per il presidente della regione, potessi avere il minimo sentore di compiere un reato. Insomma, con il mio comportamento Pag. 8non ho disatteso né una norma, né una prassi costituzionale.
Infatti, il fondo riservato al presidente della regione rappresenta una prassi costituzionale perché deriva dallo Statuto autonomistico siciliano, che ha rango costituzionale e che attribuisce al presidente della regione siciliana il rango di Ministro, tant'è che partecipa al Consiglio dei ministri allorquando si tratti di questioni legate alla regione siciliana.
Insomma, colleghi, mi trovo vittima in assoluta buona fede. Lo ripeto: in assoluta buona fede.
Peraltro, se vogliamo cercare dei precedenti, troviamo dei precedenti illustri contrari alla sentenza emessa contro di me. Tra i precedenti, non mi riferisco soltanto ai miei predecessori, non condannati nonostante che il reato non fosse prescritto, ma anche ad altre rilevanti figure istituzionali. Colleghi, chi non ricorda il forte, fortissimo e determinato: «Non ci sto» dell'allora Ministro dell'interno Scàlfaro o del Ministro Mancino, rispetto ai quali - lo voglio ricordare - questa Camera, nel 1994, votò un giudizio di insindacabilità rispetto al fatto che, come tutti, avevano utilizzato i fondi riservati senza rendicontazione.
Invece io, colleghi, mi ritrovo non solo condannato, ma anche, di fatto, espulso da questa Camera con una temporanea interdizione dai pubblici uffici, che - poco importa - mi ha fatto perdere il mio posto di lavoro come medico dipendente dall'ASL, un'interdizione che peraltro, essendo temporanea, scade nel corso di questa legislatura.
Tralascio - perché attiene alla mia persona e alla mia coscienza e credo che poco possa interessare a voi e agli altri - il tormento di questi anni per una condanna di cui ignoro le ragioni, per fatti che attengono alle prerogative costituzionali del presidente della regione siciliana, così come di altri organi e uffici dello Stato, che utilizzano i fondi riservati senza rendicontazione, e per avere svolto la mia attività in ossequio al mio mandato e secondo una prassi, onorevoli colleghi, che mi è stata peraltro riproposta allorquando - già condannato in primo grado - su designazione del mio partito e del suo leader Casini (che mi ha ritenuto sempre innocente, convinto sempre della mia buona fede), fui nominato sottosegretario alla difesa e agli esteri.
In tale circostanza, ho potuto verificare direttamente e di persona, che i fondi riservati non si rendicontano, non necessitando di rendicontazione. Insomma, è chiaro allora che i fondi riservati non si rendicontano. Personalmente, allorquando fui sottosegretario, rifiutai di utilizzare quei fondi.
Onorevole Presidente, mi consenta qualche altro minuto, è l'ultimo discorso che tengo alla gloriosa Camera dei deputati.
Se la sentenza che mi condanna dovesse essere applicata a tutti coloro i quali lo utilizzano senza rendicontare, credo che sarebbe un bel teatrino. Paradossalmente, questa sentenza sembra quasi essere una sentenza ad personam, nel senso che colpisce solo me, perché non produce effetti né prima né dopo di me, colpisce solo me che, avendo un ruolo istituzionale, mi sono trovato ad esercitare un'attività con una prassi precedente al mio mandato, e confermata subito dopo la mia condanna.
È per questo che continuo dopo undici anni a non farmene una ragione, e dico, mi limito solo a questo, che si tratta di errore giudiziario. Sono stato condannato, onorevoli colleghi, per un fatto che non è reato, ma è stato creato un nuovo reato per potermi condannare. La sentenza rappresenta il mutamento di un quadro normativo, da parte di un potere che non ha questo mandato e si sostituisce al Parlamento, come è già accaduto in altri casi. È il Parlamento che può decidere di cambiare le leggi, il fondo riservato questa Camera può abolirlo, può modificarlo, può decidere di non rendicontarlo o di rendicontarlo, ma spetta alla Camera questa decisione. Se questo è possibile, onorevoli colleghi, per i fatti civili, tutto ciò è inconcepibile per i fatti politici.
Onorevole Presidente, concludo, questo tema non può essere utilizzabile come lotta politica, perché semmai attiene al Pag. 9rapporto di garanzia reciproca tra i poteri dello Stato, quello giudiziario e quello legislativo. Non sono stato condannato perché colluso con la criminalità, o perché ho turbato un appalto pubblico o perché ho preso una tangente, ma per un uso di poteri asseverato dalla prassi costituzionale.
Onorevole Presidente, nel ringraziare tutti i colleghi che mi avevano manifestato solidarietà, i gruppi parlamentari del Popolo della Libertà, della Lega Nord Padania, parecchi colleghi del gruppo Misto, che avevano condiviso la mia questione e mi avevano apprezzato, chiedo dunque a questa Camera che mi consenta di uscire a testa alta dal luogo in cui gli elettori mi hanno mandato, accettando le mie dimissioni. Ve lo chiedo, onorevoli colleghi, perché credo che probabilmente questa Camera dei deputati, sgombrata dal peso che mi porto addosso, probabilmente potrà affrontare con maggiore serenità la questione che riguarda tutta l'intera vicenda che mi riguarda (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani, Popolo della Libertà, Lega Nord Padania, Futuro e Libertà per l'Italia e di deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sulle dimissioni del deputato Giuseppe Drago.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli colleghi, per consentire alla Presidenza di verificare che tutti abbiano votato, pregherei di rimanere seduti perché è impossibile vedere se qualche collega non ha esercitato il suo diritto di voto. Onorevoli Leo e Repetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 572
Maggioranza 287
Voti favorevoli 364
Voti contrari 208

La Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani, Popolo della Libertà, Lega Nord Padania, Futuro e Libertà per l'Italia - Vedi votazionia ).

Prendo atto che il deputato Mosella ha segnalato che non è riuscito a votare.
Essendo testé state accolte le dimissioni rassegnate dall'onorevole Drago ed essendo quindi venuta meno la materia del contendere, non si procederà all'esame della relazione della Giunta delle elezioni iscritta al successivo punto all'ordine del giorno.
In conformità a quanto già accertato dalla Giunta delle elezioni nella seduta del 19 novembre 2008, in occasione dello svolgimento della relazione sulla verifica dei poteri nella XXV circoscrizione Sicilia 2, proclamo il candidato Giuseppe Gianni deputato per la predetta circoscrizione.
Si intende che da oggi decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.
Saluto i ragazzi e gli operatori dell'Istituto penale minorile di Airola, in provincia di Benevento, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

STEFANO STEFANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO STEFANI. Signor Presidente, volevo segnalarle che durante le operazioni di voto la luce che si accende al banco del deputato è diversa se ci si astiene o si vota. È diverso il colore. Questo è giusto che lo sappiate. Perciò, l'astensione è individuabile.

PRESIDENTE. Onorevole Stefani, l'astensione è sempre palese. Questa è la ragione per la quale il colore è diverso.

Pag. 10

Seguito della discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (A.C. 3779-A) (ore 10,52).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013. Ricordo che nella seduta del 16 novembre 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali e hanno avuto luogo le repliche.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi relativi al seguito dell'esame del disegno di legge di bilancio è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).
Ricordo che dopo l'esame degli articoli e degli emendamenti ad essi riferiti non si procederà alla votazione finale del disegno di legge di bilancio. L'esame degli ordini del giorno e il voto finale avranno pertanto luogo dopo la conclusione dell'esame del disegno di legge di stabilità.
Ricordo che, come di consueto, nel fascicolo degli emendamenti relativi al disegno di legge di bilancio sono stati pubblicati solo gli emendamenti ammissibili presso la Commissione bilancio in sede referente, purché ivi respinti e ripresentati ai fini dell'esame in Assemblea.
Avverto che il Governo ha presentato l'emendamento Tab. 2.100 che è in distribuzione. Ricordo che il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato per le ore 11 di oggi, mercoledì 17 novembre.

(Esame articoli - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 3779-A), che è distribuito in fotocopia.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1, con l'annessa tabella 1, (Vedi l'allegato A - A.C. 3779-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 con l'annessa tabella 1. Chiedo un attimo di pausa, per consentire agli uffici di rendere possibile all'onorevole Gianni di esercitare il suo diritto di voto.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Strizzolo, Migliori, Traversa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 554
Votanti 552
Astenuti 2
Maggioranza 277
Hanno votato
300
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che il deputato Boccuzzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Cesario ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le chiedo scusa, il mio non è un fatto formale, ma sostanziale. In quest'Aula i membri del Governo hanno il loro posto ai banchi del Governo. Se l'onorevole Gelmini si mette al banco riservato al Comitato dei nove, al posto di deputati della minoranza, e vota a favore Pag. 11dei provvedimenti, ci crea qualche problema. Se gentilmente si accomodasse ai posti riservati ai ministri, ci farebbe un piacere (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, l'onorevole Gelmini ha dato immediatamente corso alla sua preghiera.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2, con l'annessa tabella 2, e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3779-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Coscia. Ne ha facoltà.

MARIA COSCIA. Signor Presidente, volevo portare all'attenzione dell'Assemblea il fatto che in questo articolo si pone di nuovo la questione dell'istruzione, perché, insieme alle considerazioni di carattere generale che già i colleghi del mio gruppo hanno svolto, e cioè che questo bilancio è fortemente contrassegnato dagli effetti del decreto-legge n. 112 del 2008 e del decreto-legge n. 78 del luglio scorso, voglio evidenziare che l'istruzione, in modo particolare, ha subito tagli assolutamente insostenibili, indiscriminati e lineari.
Ricordo che, per quanto riguarda in modo particolare l'istruzione, sono stati tagliati per tre anni ben 8 miliardi, il che comporta il taglio di oltre 132 mila posti di lavoro. Insieme a questa insostenibilità creata nella scuola italiana, fino al punto di mettere in discussione anche il normale funzionamento quotidiano, oltre che, ovviamente, ad abbassare la qualità della nostra scuola pubblica, voglio ricordare che, con il decreto legge n. 78 del luglio scorso, il personale della scuola è stato ulteriormente tartassato.
Infatti, insieme al blocco dei contratti che ha riguardato il pubblico impiego, sono stati anche bloccati gli scatti di anzianità, determinando una situazione veramente insostenibile per riuscire ad arrivare alla fine del mese per centinaia di migliaia di lavoratori, docenti e non docenti. Insomma, la scuola pubblica è stata abbastanza presa di mira da questo Governo, con tutte le difficoltà che sono connesse.
Con questo provvedimento ci troviamo di fronte ad un taglio ulteriore, che colpisce ancora di più e direttamente le famiglie che hanno più difficoltà. Mi riferisco al taglio che viene apportato alle borse di studio; un taglio assolutamente insostenibile, perché è di ben l'80 per cento rispetto alla somma stanziata lo scorso anno. Vengono, cioè, tagliati circa 85 milioni di euro.
Per questo proponiamo un emendamento specifico per ripristinare, almeno, la spesa che era prevista per l'anno in corso.
Tutto ciò - vorrei sottolinearlo - si inserisce in un quadro in cui questo Governo da un lato dichiara di voler sostenere le famiglie, dall'altro, invece, quando si tratta di fare scelte concrete, continua ad accanirsi soprattutto nei confronti delle famiglie meno abbienti; vorrei ricordare che il contributo per le borse di studio viene dato, soprattutto, alle famiglie che hanno una determinata situazione di reddito - ovviamente le famiglie a basso reddito - che vengono quindi colpite, in una situazione nella quale la spesa per sostenere gli studi dei propri figli è diventata sempre più onerosa.
Allora, un taglio di questa entità è veramente insostenibile e mette in discussione la possibilità per centinaia di migliaia di famiglie italiane di fare studiare i propri figli (penso, per esempio, al comune di Roma, dove questo contributo era diretto a circa centomila famiglie e, se moltiplichiamo questo dato per il Paese, si arriva a parlare di milioni di famiglie); per tali famiglie non viene, sostanzialmente, più previsto un contributo per sostenere le spese scolastiche per i propri figli e viene messo in discussione un diritto fondamentale...

PRESIDENTE. La invito a concludere.

Pag. 12

MARIA COSCIA. ... e per tale ragione poniamo all'attenzione dell'Aula questo problema.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, vorrei denunciare una manovra scandalosa che ci riporta ad un bilancio di tagli nel campo del sociale. Se ne è parlato poco perché, naturalmente, la maggioranza ha preferito rifugiarsi in un atteggiamento un po' pilatesco nella Commissione affari sociali: ha approvato i nostri emendamenti, salvo poi delegare la Commissione bilancio a dichiararli inammissibili o a bocciarli. Un atteggiamento un po' ipocrita. Voglio dare atto, però, ad alcuni colleghi della Commissione affari sociali di aver, almeno, posto l'attenzione su una politica di tagli totalmente inaccettabile, creando un qualche interesse che ha consentito che gli emendamenti, in quella sede, fossero accolti.
Si fa davvero una strage delle politiche sociali del nostro Paese. Sappiamo che queste erano già fragili perché, nel nostro sistema di welfare, abbiamo il pilastro della sanità che, in verità, poggia si su solidi livelli essenziali di assistenza, ancorché da rivisitare, ripensare, rivedere e rifinanziare. Sappiamo che abbiamo due fragilità: nel campo assistenziale - dove la legge n. 328 aveva avviato un percorso, ma serviva un provvedimento per l'approvazione dei livelli essenziali di assistenza - e nell'ambito del terzo pilastro del welfare, costituito dal Fondo per la non autosufficienza in cui, con i Governi Prodi e i precedenti Governi del 2006 e 2008, era stato avviato un percorso, certamente da irrobustire da un punto di vista normativo e, soprattutto, finanziario.
Con questa legge di bilancio, invece, non solo si azzera totalmente il Fondo per la non autosufficienza, ma si incide anche sulla sanità. Ciò è molto grave perché, azzerando i fondi per l'edilizia sanitaria, di fatto, poniamo le regioni in una condizione di grave difficoltà per realizzare quelle necessarie operazioni di riorganizzazione del servizio sanitario che comportano, come tutti sappiamo, necessità di rendere le strutture ospedaliere più appropriate. Le regioni, quindi, abbisognano di investimenti per le attrezzature, per le nuove tecnologie che avanzano, ma anche per la necessaria operazione di riorganizzazione e di ristrutturazione della rete ospedaliera.
Azzerando il Fondo, creiamo di fatto le condizioni affinché le regioni, prive di finanziamenti, utilizzino in verità un'unica modalità, che è quella del progetto di finanza: progetto di finanza che è già diffuso in qualche regione, che si vuole estendere soprattutto nelle regioni del sud, e che porterà verosimilmente ad una graduale privatizzazione del sistema pubblico. È infatti evidente che le risorse necessarie per garantire i livelli essenziali di assistenza, destinati quindi alla spesa corrente della sanità, dovranno essere decurtati e dirottati per pagare una parte del canone dovuto per i progetti di finanza.
È molto grave questa scelta che compie il Governo, perché di fatto cambia la natura della legge di riforma sanitaria.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Concludo, signor Presidente. In verità, in questo modo i livelli essenziali di assistenza non sono più garantiti in forma universale a tutti i cittadini; e ciò è molto grave, perché si tocca, lo ripeto, anche l'unico pilastro universale per il quale il nostro welfare era riconosciuto nel mondo per qualità e per garanzia dei diritti fondamentali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, anche l'Unione di Centro, che si appresta a votare l'emendamento in discussione, e che insieme ad altri emendamenti costituisce il punto di forza dell'articolo 2 sulle politiche sociali e sul welfare, vuole denunciare questo stato di fatto, che Pag. 13per tenere i conti pubblici in ordine (ammesso poi che siano in ordine) si fa «macelleria sociale», come è stato detto. Vorrei ricordare soltanto alcuni fatti significativi di tagli rilevanti che colpiscono al cuore la condizione delle persone più deboli, soprattutto i disabili, e che vengono definiti con la manovra in esame.
Nel 2011 (è stata pubblicata una tabellina riassuntiva molto significativa da parte dell'Avvenire) il Fondo per la non autosufficienza ha zero euro. Per quanto riguarda le politiche sociali, invece, nel Fondo nazionale per le politiche sociali sono stati reinseriti 200 milioni. Non si tratta di un vanto, perché le somme relative erano state già tagliate; offro un esempio: rispetto al 2008, quando erano previsti oltre 1 miliardo e 500 milioni, il Fondo si è ridotto a 435 milioni, quindi con 200 milioni torna a 635, esattamente un terzo rispetto a quanto era stanziato nel 2008. A ciò si aggiunga il taglio alle regioni e ai comuni, che pure riguarda la sfera dell'assistenza alle famiglie e alle politiche sociali. Vi è quindi un doppio taglio, che incide enormemente sul sistema famiglia, sul sistema dei non abbienti, sul sistema dei non autosufficienti, sul sistema di chi ha bisogno.
Sulle politiche familiari, poi (non parliamo certamente del quoziente familiare: ne parleremo più avanti), si passa da 185 milioni nell'anno in corso (ed è un decimo di quanto spetterebbe a questo settore) a 52 milioni, un terzo di quanto era già stabilito per il 2010.
Vi è poi la vicenda delle politiche giovanili (non capisco perché vi sia ancora un Ministero): si è passati dai 100 milioni che erano stanziati (94 per la precisione) a 12 milioni, perché ulteriori decurtazioni sono state operate con l'emendamento 1.500 del Governo, rispetto ai 33 milioni che erano previsti.
Ci troviamo di fronte a tagli sul soccorso civile, sulla protezione sociale e sulle politiche dell'integrazione per ben l'80 per cento. Il terzo settore è stato tagliato del 90 per cento. Si trattava dei punti di forza della politica del welfare del Popolo della Libertà: avete fatto una campagna elettorale - e lo ricordo al vicepresidente Lupi - proprio a difesa del terzo settore! Vi è una procedura interparlamentare sul terzo settore e sulla sussidiarietà. A questo punto è una finzione, un rito inutile, quello di incontrarci per discutere delle politiche di questo settore, dal momento in cui ne tagliate il 90 per cento.
La coesione sociale subisce un taglio, rispetto al 2010, del 50 per cento. Riteniamo che questa politica, veramente disastrosa per la tenuta della coesione sociale del nostro Paese, debba essere denunciata dentro e fuori quest'Aula, affinché un prossimo Governo - che ci auguriamo si costituisca presto e sia qualificato, anziché ricorrere alle elezione anticipate - possa dare una risposta ai ceti più deboli, dal momento che una politica che non si interessa dei più deboli viene meno non solo ai valori fondamentali della nostra Carta costituzionale, ma anche alle ragioni etiche, per cui una persona, un deputato o un senatore, è impegnato a fare politica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, l'articolo 2 credo segni la cifra delle politiche di questo Governo rispetto alla situazione attuale delle nostre famiglie in relazione alle politiche sociali, dimostrando di non rendersi assolutamente conto di quello che sta avvenendo in questo Paese.
Lo dicevo nella discussione sulle linee generali in Commissione e lo ripeto in questa sede, perché credo che sia significativo ricordare in Aula che, ahimè, questo Governo, di quello che sta avvenendo nel Paese non si rende neanche conto. Usavo allora un'espressione che in qualche modo rende l'idea di quello che sta avvenendo. Signori ministri o ministre, signori sottosegretari o viceministri, è vero che voi per la vostra sicurezza viaggiate con auto blu, con i vetri affumicati o addirittura anche anneriti e quindi non vi rendete conto di quello che vi circonda; se invece qualche volta scendeste da queste auto e faceste Pag. 14anche voi delle passeggiate in mezzo alle vie, alle strade, alle piazze di questo nostro Paese, probabilmente - sì, signor Ministro - vedreste che cosa sta avvenendo. Sta avvenendo che cittadini italiani (lo preciso, perché altrimenti qui, alle mie spalle, potrebbe esserci qualcuno che se ne risente, pensando ai cittadini di nuova generazione arrivati in questo Paese, ma io mi riferisco a quelli autoctoni, originari da sempre di questo Paese), avendo perso il lavoro o avendo una pensione assolutamente non più sufficiente per vivere, vanno nei cassonetti a rovistare per trovare qualcosa per vestirsi o, addirittura, da mangiare. Ecco allora perché credo sia opportuno in questa occasione, discutendo del disegno di legge di bilancio, valutare quali sono le politiche che avete in mente di attuare.
Qualche collega, poco tempo fa, ricordava la fotografia pubblicata da un giornale che, al di là di quanto scriveva il direttore di un'altra testata di famiglia - che dichiarava fosse di parte - credo invece che non lo sia affatto, anzi semmai in qualche occasione ha dimostrato una maggiore attenzione verso la vostra parte. Mi riferisco al giornale della conferenza episcopale italiana, l'Avvenire.
In un articolo di fine ottobre il medesimo quotidiano - le cose non sono cambiate neanche a seguito del maxiemendamento presentato dal Governo - dice testualmente che sono stati per lo più azzerati i capitoli che riguardano il welfare. È stato azzerato il Fondo per la non autosufficienza, è stata annullata la social card, è stato ridotto il finanziamento per le politiche familiari e azzerato sia il Fondo da ripartire per le politiche sociali che quello già assegnato ad hoc alle regioni. Non voglio ripetere la tabella che ha richiamato il collega Ciccanti poco fa ma tornare su un altro dato. Credo che, se volessimo davvero fare dell'Italia un Paese all'altezza del mondo occidentale, rispetto alla situazione degli altri paesi, dovremmo prestare anche un'attenzione particolare - abbiamo presentato molte proposte emendative anche su questo fronte - alle pari opportunità. Non ci si può, signor Ministro, solo sciacquare la bocca, difendendo giustamente le pari opportunità senza mettere le mani nel portafoglio delle finanze pubbliche quando bisogna farlo. Che cosa intendo dire? Come può oggi una mamma immaginare di poter andare a lavorare - sempre ammesso ma non concesso che abbia questa opportunità - se non ha la possibilità di portare il proprio bambino ad un asilo nido? Il rapporto tra il numero dei bambini in età di asilo nido e il numero di posti in Italia è il più basso in Europa. Ci si aspettava allora un segnale forte da parte vostra di incremento delle risorse destinate a questo scopo. Voi rispondete che si tratta di una competenza propria delle regioni. È vero, bravi! Peccato che però abbiate massacrato le regioni con il famigerato decreto-legge n. 78 del 2010, con tagli pesantissimi, pari a 4 miliardi di euro per il 2011 e 4 miliardi e mezzo per il 2012 e a seguire. Dite di voler fare una cosa e poi ne fate un'altra. Dovreste rendere compatibili i vostri pronunciamenti sulle politiche sociali con le vostre azioni. Prima partecipate, con il sottosegretario Giovanardi, alla Conferenza nazionale della famiglia, prendete impegni solenni e poi, quando si arriva qui in Aula non li rispettate. È bene che questa contraddizione venga una volta per tutte sanata. Ecco perché vi chiediamo che le proposte emendative relative all'articolo 2 presentate dal nostro gruppo ma anche dai gruppi del Partito Democratico e dell'Unione di Centro e che verranno poste in votazione siano prese in seria considerazione. Naturalmente sono state dichiarate ammissibili dal momento che, a fronte di maggiori risorse destinate alle politiche sociali, prevedono compensazioni su altri fronti, quindi non determinano una mancanza di copertura. Potete tranquillamente votare a favore.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MARCO MARSILIO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti Pag. 15gli emendamenti ad eccezione dell'emendamento Tab. 2.100 del Governo che è stato presentato questa mattina in sede di Comitato dei nove.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il Governo concorda con il parere espresso dal relatore, precisando che l'emendamento Tab. 2.100 del Governo, presentato questa mattina, serve a correggere il testo in relazione all'autotrasporto e che la relativa somma è recuperata attraverso la proposta emendativa che la Commissione presenterà alla legge di stabilità.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Galletti Tab. 2.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 539
Votanti 537
Astenuti 2
Maggioranza 269
Hanno votato
242
Hanno votato
no 295).

Prendo atto che i deputati Berruti e Reguzzoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bucchino Tab. 2.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 542
Votanti 540
Astenuti 2
Maggioranza 271
Hanno votato
245
Hanno votato
no 295).

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavini Tab. 2.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gava...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 543
Votanti 541
Astenuti 2
Maggioranza 271
Hanno votato
247
Hanno votato
no 294).

Prendo atto che i deputati Milo e Belcastro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bucchino Tab. 2.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Giammanco, Traversa, Cesare Marini, Capodicasa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 16

(Presenti 549
Votanti 547
Astenuti 2
Maggioranza 274
Hanno votato
248
Hanno votato
no 299).

Prendo atto che i deputati Milo e Belcastro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Narducci Tab. 2.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 554
Votanti 552
Astenuti 2
Maggioranza 277
Hanno votato
248
Hanno votato
no 304).

Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rugghia Tab. 2.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 549
Votanti 547
Astenuti 2
Maggioranza 274
Hanno votato
245
Hanno votato
no 302).

Prendo atto che i deputati Oliverio e Sardelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

MARIO LANDOLFI. Presidente, non sono riuscito a votare!

PRESIDENTE. Onorevole Landolfi, ne prendo atto ma non l'ho vista, le chiedo scusa.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rugghia Tab. 2.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Damiano, onorevole Mazzuca, onorevole Scajola, onorevole Cesario, onorevole Guzzanti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 558
Votanti 556
Astenuti 2
Maggioranza 279
Hanno votato
250
Hanno votato
no 306).

Prendo atto che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti Tab. 2.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 11,25)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 17

(Presenti 558
Votanti 556
Astenuti 2
Maggioranza 279
Hanno votato
248
Hanno votato
no 308).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti Tab. 2.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi... onorevole Capodicasa... onorevole Veltroni... onorevole Cesare Marini ... onorevole Sardelli... onorevole Strizzolo... onorevole Petrenga... l'onorevole Servodio ha votato? Onorevole Migliori... onorevole Martinelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 558
Votanti 556
Astenuti 2
Maggioranza 279
Hanno votato
250
Hanno votato
no 306).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano Tab. 2.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Petrenga non riesce a votare? L'onorevole Servodio ha votato... onorevole Migliori... onorevole Martinelli... onorevole Burtone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 552
Votanti 550
Astenuti 2
Maggioranza 276
Hanno votato
248
Hanno votato
no 302).

Prendo atto che la deputata De Torre ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano Tab. 2.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lehner... onorevole Cristaldi... onorevole Craxi... l'onorevole Burtone ha votato? Onorevole Craxi... onorevole Strizzolo... onorevoli Migliori e Martinelli... onorevole Biava... Presidente Casini... l'onorevole Bossa ha votato... aspettiamo l'onorevole Casini... ha votato? Sì.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).
(Presenti 556
Votanti 554
Astenuti 2
Maggioranza 278
Hanno votato
251
Hanno votato
no 303).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bucchino Tab. 2.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Damiano... riesce a votare? Onorevole Ravetto... onorevole Villecco Calipari... onorevole Damiano... onorevole Leo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 557
Votanti 555
Astenuti 2
Maggioranza 278
Hanno votato
251
Hanno votato
no 304). Pag. 18

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Incecco Tab. 2.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca? Onorevole Migliori? Onorevole Martinelli? Onorevole Cesare Marini? Onorevole Gatti? Onorevole Rigoni? Onorevole Di Pietro?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 565
Votanti 563
Astenuti 2
Maggioranza 282
Hanno votato
254
Hanno votato
no 309).

Prendo atto che il deputato Rigoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Burtone Tab. 2.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mantini? Onorevole Vella? Onorevole Benamati? Onorevole Capodicasa?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 563
Votanti 561
Astenuti 2
Maggioranza 281
Hanno votato
255
Hanno votato
no 306).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gianni Farina Tab. 2.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gatti? Onorevole Cesare Marini? Onorevole Bossa? Onorevole Pizzolante?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 564
Votanti 562
Astenuti 2
Maggioranza 282
Hanno votato
254
Hanno votato
no 308).

Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Porta Tab. 2.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gatti? Onorevole De Siano? Onorevole Migliori? Onorevole Anna Teresa Formisano?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 560
Votanti 559
Astenuti 1
Maggioranza 280
Hanno votato
254
Hanno votato
no 305).

Prendo atto che i deputati Ruben e Alessandri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bucchino Tab. 2.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 19

Onorevole Realacci? Onorevole Oliverio? Onorevole Gatti? Onorevole Sbai? Onorevole Nola? Onorevole De Siano? Onorevole Paglia? Onorevole De Torre? Onorevole Barbi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 562
Votanti 560
Astenuti 2
Maggioranza 281
Hanno votato
254
Hanno votato
no 306).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ghizzoni Tab. 2.18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Pasquale. Ne ha facoltà.

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, su questo argomento ha già parlato la collega Coscia, però il tema è talmente importante che ho chiesto di intervenire. In questo disegno di legge di bilancio il Governo taglia 85 milioni di euro al diritto allo studio e sulle borse di studio, in particolare, ben l'80 per cento rispetto alle risorse che erano state stanziate nello scorso anno.
Questa scelta governativa dimostra assolutamente una mancanza di lungimiranza e in qualche modo smaschera le parole vuote, quando il Governo parla di merito. Infatti questa scelta non sostiene le famiglie, soprattutto quelle meno abbienti, e non sostiene il merito. Infatti, impedisce ai nostri ragazzi di studiare al di là delle loro possibilità economiche, così milioni di famiglie non potranno garantire il diritto allo studio ai loro figli.
La scuola, inoltre, con questa scelta governativa, non potrà essere quell'«ascensore» sociale che davvero consentirebbe a tutti i nostri ragazzi, al di là del loro censo, di accedere al diritto a studiare e di crescere anche socialmente secondo le loro reali capacità.
Colleghi, vi chiedo di pensare alle parole che vi ho detto e di votare a favore di questo nostro emendamento, che ripristina le risorse tagliate. Lo ripeto: si tratta dell'80 per cento sul diritto allo studio, rispetto alle risorse dell'anno scorso.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ROSA DE PASQUALE. La copertura c'è, possiamo davvero dimostrare al Governo che teniamo al merito dei ragazzi e che davvero chi studia e chi si impegna può andare avanti, perché il nostro Stato lo consente e garantisce le famiglie meno abbienti che vogliono far studiare i nostri ragazzi. Lo studio deve essere per tutti, al di là del censo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni Tab. 2.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Frassinetti... onorevole Formisano... onorevole Capodicasa... onorevole Laratta... onorevole Nannicini... onorevole Bressa... onorevole Vincenzo Fontana...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 541
Votanti 539
Astenuti 2
Maggioranza 270
Hanno votato
246
Hanno votato
no 293).

Prendo atto che il deputato Delfino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi Tab. 2.19. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

Pag. 20

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, illustrerò i prossimi tre emendamenti, a firma del gruppo dell'Italia dei Valori. Essi sono stati presentati, perché la constatazione, che ho manifestato ieri in sede di replica, fa rilevare che al Ministero del lavoro sono stati sottratti, tra il bilancio assestato del 2010 e quello previsto per il 2011, qualcosa come 4 miliardi di euro. Questo dato qualche significato lo avrà pure.
Per questo motivo, proponiamo tre emendamenti che, in qualche modo, rimpinguano determinate situazioni. In particolare, l'emendamento in oggetto è volto a riassegnare risorse alla social card, i cui stanziamenti sono stati del tutto azzerati. Nel complesso, tale emendamento prevede maggiori finanziamenti a tutto il programma «Protezione sociale per particolari categorie», le cui risorse sono state tagliate, con il provvedimento in esame, di oltre 190 milioni.
Tuttavia, ciò che interessa di più, se consideriamo le funzioni obiettivo, è il seguente dato: tra il bilancio assestato 2010 e il bilancio di previsione 2011 vi è un differenziale di quasi 12 miliardi di euro. Non riesco ad immaginare che questo Paese possa procedere oltre quando, da un anno all'altro, opera dei tagli di questo tipo all'obiettivo «protezione sociale».
Anche con il successivo emendamento, chiediamo di intervenire per il finanziamento del Fondo per le non autosufficienze. Ricordo che, nel 2010, tale Fondo era finanziato con 410 milioni di euro e che ora è completamente azzerato. È inaccettabile che, per il 2011, il Governo non preveda un solo centesimo da destinare alle persone non autosufficienti, le quali nel nostro Paese sono più di 2 milioni su una popolazione di oltre 50 milioni. A tale proposito, abbiamo anche individuato le coperture finanziarie.
Per questo motivo, sollecitiamo il Governo e il relatore a riconsiderare i pareri espressi e l'Assemblea a pronunciarsi, affinché i non autosufficienti non restino senza alcuna protezione, come avverrà dal 1o gennaio prossimo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi Tab. 2.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli La Russa, Mazzuca, Landolfi, Gatti, De Siano, Sardelli, Cesario, Cazzola.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 557
Votanti 555
Astenuti 2
Maggioranza 278
Hanno votato
253
Hanno votato
no 302).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Porcino Tab. 2.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Papa, Ministro Brambilla, Compagnon, Ginoble.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 550
Votanti 548
Astenuti 2
Maggioranza 275
Hanno votato
249
Hanno votato
no 299).

Prendo atto che i deputati Papa e Antonio Pepe non sono riusciti a votare; prendo atto, altresì, che il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Pag. 21
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi Tab. 2.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Letta, Cesario, Traversa, Boniver, Graziano, Fassino.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 557
Votanti 555
Astenuti 2
Maggioranza 278
Hanno votato
254
Hanno votato
no 301).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Zazzera Tab. 2.22.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo la creazione di un fondo di 350 milioni di euro per la gestione del programma di adeguamento degli edifici scolastici, con particolare riferimento agli interventi di mitigazione del rischio e messa in sicurezza statica e alla costruzione di nuovi immobili sostitutivi degli edifici esistenti, dove sia necessario sostituire quelli a particolare rischio sismico e idrogeologico, secondo programmi basati su gradi aggiornati di rischiosità e vulnerabilità.
Non siamo d'accordo sul riparto in briciole che si sta per fare di un fondo per gli edifici scolastici che funziona come una sorta di «legge mancia» applicata agli edifici scolastici, per cui un edificio scolastico è premiato per un intervento che non è di generale ristrutturazione, ma semplicemente di piccola entità, dovuto esclusivamente e basato sulla segnalazione di un parlamentare, con un criterio e un modo di natura assolutamente clientelare.
Noi pretendiamo che gli interventi nell'edilizia scolastica siano basati sulle reali priorità; vi è una commissione che doveva farlo, ma non risulta che ancora l'abbia fatto. Abbiamo edifici che cadono a pezzi, rischiamo di realizzare interventi in edifici che non ne hanno bisogno, peggiorando così la situazione di quelli che ne hanno bisogno.
Non è così che si procede. Votate questo emendamento, perché serve a stanziare 350 milioni di euro per tutte le situazioni in cui vi è rischio idrogeologico o situazioni legate a possibili eventi sismici (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zazzera Tab. 2.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Antonione, onorevole Leone, onorevole Scajola.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 554
Votanti 553
Astenuti 1
Maggioranza 277
Hanno votato
254
Hanno votato
no 299).

Prendo atto che il deputato Brandolin ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Favia Tab. 2.23.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, anche qui parliamo di sicurezza, di contrasto al crimine e tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica. Andiamo a leggere i dati del bilancio e scopriamo che il Pag. 22Ministero dell'interno, tra l'assestato 2010 e la previsione 2011, perde circa 3 miliardi e mezzo di euro. Ripeto la cifra: tre miliardi e mezzo di euro tra assestato 2010 e previsione 2011! Vorrei capire se è così che si tutelano l'ordine pubblico e la sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Per questo motivo, proponiamo con questo emendamento e con un altro che illustrerò dopo di intervenire quanto meno per migliorare questa situazione. In questo caso proponiamo un intervento che destini al programma 3.1 (Contrasto al crimine e tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica) 150 milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Favia Tab. 2.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Barani, Martinelli, Colucci, Damiano, Mazzuca, Rosso, Maran.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 555
Votanti 552
Astenuti 3
Maggioranza 277
Hanno votato
254
Hanno votato
no 298).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tassone Tab. 2.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Mazzuca, Pizzolante, Mondello.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 552
Votanti 550
Astenuti 2
Maggioranza 276
Hanno votato
251
Hanno votato
no 299).

Prendo atto che la deputata Mariani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Pietro Tab. 2.25.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, all'interno dello stato di previsione del Ministero della giustizia si segnala una forte riduzione degli stanziamenti di competenza della missione giustizia. In particolare, si rileva una riduzione di oltre 231 milioni di euro delle spese di competenza per l'anno 2011 e successivi, rispetto alle previsioni assestate per il 2010 che erano già fortemente ridotte rispetto agli anni precedenti.
In particolare, il programma giustizia civile e penale subisce una riduzione degli stanziamenti di competenza rispetto alle previsioni assestate 2010 - che, lo ripeto, erano già molto inferiori rispetto a quelli degli anni precedenti - di circa 138,5 milioni di euro, e ciò rischia di compromettere il minimo funzionamento della gestione.
Come si fa a dire che si vuole riformare la giustizia quando vengono addirittura ridotti i fondi? Come si fa a dire che si vuole la riduzione delle pendenze dei 5 milioni e 300 mila cause civili e dei 3 milioni e 700 mila processi penali pendenti se si riducono le risorse? Infatti, ridurre gli stanziamenti significa ritardo o impossibilità di assunzione di nuovi magistrati e di personale e mancanza di risorse materiali.
Noi crediamo che riformare la giustizia significhi farla funzionare meglio e non mettere gli impicci e le zeppe affinché la giustizia non funzioni. In particolare, riteniamo che riformare la giustizia significhi Pag. 23dare più mezzi e più stanziamenti per farla funzionare meglio, e siamo assolutamente contrari ad ogni altra ipotesi di riforma della giustizia, per la quale, quando vi è un ritardo nelle cause civili e penali, si dice che bisogna magari ridurre l'indipendenza del pubblico ministero, che bisogna modificare la composizione del CSM, che insomma bisogna mettere l'azione penale alle dipendenze dell'Esecutivo.
Noi abbiamo una concezione diversa della riforma della giustizia, che però esige stanziamenti importanti. Il fatto che invece si proceda a riduzioni significa che questo Governo non ha alcuna intenzione di far funzionare meglio la giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro Tab. 2.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Gozi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 562
Votanti 560
Astenuti 2
Maggioranza 281
Hanno votato
259
Hanno votato
no 301).

Prendo atto che la deputata Mariani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rao Tab. 2.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sanga, Mazzuca, Boccuzzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 554
Votanti 552
Astenuti 2
Maggioranza 277
Hanno votato
252
Hanno votato
no 300).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rao Tab. 2.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lehner, Migliori...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 553
Votanti 551
Astenuti 2
Maggioranza 276
Hanno votato
246
Hanno votato
no 305).

Prendo atto che i deputati Rigoni, Mecacci e De Torre hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Compagnon Tab. 2.28, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Galletti, Casini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 552
Votanti 550
Astenuti 2
Maggioranza 276
Hanno votato
252
Hanno votato
no 298).

Pag. 24

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tassone Tab. 2.29, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Gatti, Fadda...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 554
Votanti 552
Astenuti 2
Maggioranza 277
Hanno votato
254
Hanno votato
no 298).

Prendo atto che il deputato Cavallotto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tassone Tab. 2.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Centemero, Mazzuca, Cesa, Casini, Oliverio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 563
Votanti 561
Astenuti 2
Maggioranza 281
Hanno votato
256
Hanno votato
no 305).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tassone Tab. 2.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Mazzuca, Saltamartini, Strizzolo, Carfagna, Rotondi, Oliverio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 561
Votanti 559
Astenuti 2
Maggioranza 280
Hanno votato
254
Hanno votato
no 305).

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Compagnon Tab. 2.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Patarino, Mazzuca, Oliverio, Burtone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 558
Votanti 556
Astenuti 2
Maggioranza 279
Hanno votato
253
Hanno votato
no 303).

Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Libè Tab. 2.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Fallica, Lo Monte, Fogliardi...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 25
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 567
Votanti 565
Astenuti 2
Maggioranza 283
Hanno votato
258
Hanno votato
no 307).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba Tab. 2.34, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 558
Votanti 556
Astenuti 2
Maggioranza 279
Hanno votato
251
Hanno votato
no 305).

Prendo atto che i deputati Rampi e Sani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Antonino Foti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zamparutti Tab. 2.35.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, intervengo per spiegare questo emendamento, relativo alla destinazione di risorse per il dissesto idrogeologico.
Ricordo che questa Assemblea il 26 gennaio scorso ha approvato all'unanimità una mozione che impegnava il Governo a presentare un piano nazionale straordinario per il dissesto idrogeologico, dotandolo delle necessarie risorse finanziarie. Su questo tema nulla si è fatto, ma ancora più grave è che, nonostante nella legge finanziaria per il 2010 approvata nel dicembre 2009 il Ministro Tremonti si fosse impegnato ad assegnare al Ministero dell'ambiente circa un miliardo di euro, abbiamo sentito recentemente il Ministro Prestigiacomo dire che purtroppo queste risorse ancora non sono state assegnate agli appositi capitoli di bilancio del suo Ministero.
Quindi, con questo emendamento proponiamo la destinazione di risorse a questo fine. Senz'altro si può fare di più, ma sicuramente è inaccettabile che in questa legge di stabilità non ci sia assolutamente nulla contro il dissesto idrogeologico, mentre si continuano a spendere miliardi di euro esclusivamente in emergenze. È un problema che riguarda tutto il territorio nazionale da nord (abbiamo visto che cosa è successo in Veneto), fino alla Sicilia.
Quindi, chiedo veramente che questo emendamento sia approvato quanto meno come momento iniziale di un cambio di rotta su una politica inaccettabile, dal momento che è causa di morte costante e continua su tutto il territorio nazionale (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zamparutti Tab. 2.35, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sbai, Cristaldi, Strizzolo, Burtone, Cesare Marini, Lo Monte, Di Biagio, Pianetta, Capodicasa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 560
Votanti 559
Astenuti 1
Maggioranza 280
Hanno votato
256
Hanno votato
no 303).

Pag. 26

Prendo atto che il deputato Berruti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paladini Tab. 2.36.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo emendamento è stato presentato proprio per rifinanziare e aumentare le risorse del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili. Nelle Commissioni - specialmente nella Commissione lavoro - abbiamo cercato di tenere su questo tema una posizione non solo di sensibilità, ma anche di utilità perché pensiamo che il diritto al lavoro dei disabili sia un argomento veramente molto importante.
Qui, invece, la dotazione viene ridotta di 30,24 milioni di euro, a fronte di una previsione assestata di 42 milioni di euro per il 2010, per cui la previsione per il 2011 è pari a 11,76 milioni di euro. Inoltre, sono previsti stanziamenti pari a 11,79 milioni di euro per il 2012 e a 2,73 milioni di euro per il 2013.
Secondo la nota riportata in tabella, il Fondo viene ridotto in applicazione dell'articolo 14, comma 2, del decreto-legge n. 78 del 2010, che contiene disposizioni sul Patto di stabilità interno ed altre disposizioni sugli enti territoriali. Riteniamo che tali disposizioni, anche se entrassero in vigore, non dovrebbero inficiare le prerogative del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini Tab. 2.36, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Gatti, Veltroni, Giro, Sardelli, Casero, Scajola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 557
Votanti 555
Astenuti 2
Maggioranza 278
Hanno votato
255
Hanno votato
no 300).

Prendo atto che il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi Tab. 2.37.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, cercherò di essere breve, tuttavia ritengo che sulla questione alla difesa del suolo e della difesa idrogeologica siamo proprio - se posso permettermi questa espressione - «in mutande». Chiediamo con questo emendamento di destinare 81 milioni in più alla difesa del suolo e, in particolare, alle bonifiche.
In questi ultimi due anni abbiamo visto azzerare questo capitolo e affidarci esclusivamente ai privati. Faccio un solo esempio: a Milano, a Santa Giulia, con il concorso dei privati, sono state fatte per finta delle bonifiche, in seguito sono stati realizzati investimenti e conseguentemente alcuni cittadini sono stati convinti a comprare la loro casa in quei luoghi. Oggi, costoro vedono i loro immobili sotto sequestro e non sanno neanche quando ne ritorneranno in possesso. Tralascio, peraltro, il grave danno che si fa all'ambiente e alla salute dei cittadini.
Credo che sia assolutamente necessario mettere a disposizione queste risorse, colgo l'occasione per fare un appello - senza qui chiedere ulteriori risorse al Ministro dell'economia e delle finanze - affinché quel miliardo messo a disposizione per la difesa idrogeologica, ormai quasi due anni fa, sia effettivamente reso disponibile sui capitoli a disposizione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. In caso contrario, Pag. 27regioni, privati, enti locali e Stato non possono fare niente perché manca la matrice, quel miliardo di euro, annunciato già più di un anno fa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi Tab. 2.37, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Virgilio e Calderisi... abilitiamo il sistema di voto dell'onorevole Di Virgilio?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 553
Votanti 551
Astenuti 2
Maggioranza 276
Hanno votato
252
Hanno votato
no 299).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini Tab. 2.38, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Savino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 554
Votanti 552
Astenuti 2
Maggioranza 277
Hanno votato
252
Hanno votato
no 300).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Libè Tab. 2.39, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Migliori...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 554
Votanti 552
Astenuti 2
Maggioranza 277
Hanno votato
252
Hanno votato
no 300).

Prendo atto che la deputata Mondello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Libè Tab. 2.40, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gatti e Iannarilli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 552
Votanti 549
Astenuti 3
Maggioranza 275
Hanno votato
254
Hanno votato
no 295).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tassone Tab. 2.41, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 28

Onorevoli Migliori, Paolo Russo, Gatti, Burtone, Capodicasa e Calderisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 559
Votanti 557
Astenuti 2
Maggioranza 279
Hanno votato
256
Hanno votato
no 301).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rao Tab. 2.42, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Barani, Ghizzoni e Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 562
Votanti 560
Astenuti 2
Maggioranza 281
Hanno votato
262
Hanno votato
no 298).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Porcino Tab. 2.43, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Traversa, Frassinetti e Gasbarra...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 558
Votanti 556
Astenuti 2
Maggioranza 279
Hanno votato
258
Hanno votato
no 298).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino Tab. 2.44, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Migliori, Stanca, Sani, Pizzolante e Capodicasa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 559
Votanti 557
Astenuti 2
Maggioranza 279
Hanno votato
258
Hanno votato
no 299).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Libè Tab. 2.45, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Concia, Sbai, Golfo, Mazzuca, Di Virgilio e Nastri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 561
Votanti 559
Astenuti 2
Maggioranza 280
Hanno votato
258
Hanno votato
no 301).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pezzotta Tab. 2.46, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 29

Onorevoli Moffa, Migliori, Cesa, Mazzuca, Maroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 562
Votanti 560
Astenuti 2
Maggioranza 281
Hanno votato
257
Hanno votato
no 303).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rugghia Tab. 2.47, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Maroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 547
Votanti 545
Astenuti 2
Maggioranza 273
Hanno votato
249
Hanno votato
no 296).

Prendo atto che i deputati Casini, D'Antoni e Cesa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Carlucci ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rugghia Tab. 2.48, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Casini, Cesa, Gatti, Carlucci, Mazzuca, Nastri, De Girolamo e Farina Coscioni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 564
Votanti 540
Astenuti 24
Maggioranza 271
Hanno votato
238
Hanno votato
no 302).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro Tab. 2.49, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 551
Votanti 549
Astenuti 2
Maggioranza 275
Hanno votato
255
Hanno votato
no 294).

Prendo atto che il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Mazzuca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro Tab. 2.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Brambilla, Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 557
Votanti 555
Astenuti 2
Maggioranza 278
Hanno votato
254
Hanno votato
no 301).

Pag. 30

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Giuseppe Tab. 2.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Fitto, Alfano, Pizzolante, Strizzolo, Servodio, Soro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 563
Votanti 560
Astenuti 3
Maggioranza 281
Hanno votato
260
Hanno votato
no 300).

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Tab. 2.100 del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, devo sottoporre a lei e al presidente della V Commissione, onorevole Giancarlo Giorgetti, un problema sulla praticabilità di questo emendamento. Il Viceministro Vegas ci ha detto, nell'illustrarlo, che il presupposto di questo emendamento sta in un altro emendamento, quello relativo alla detrazione del 55 per cento, o quel che sarà, sull'efficienza energetica.
Il problema è che non conosciamo questo emendamento: non ci è stato dato, non abbiamo verificato gli effetti che potrebbe determinare; mi sembra una questione procedurale, più che di legittimità. Sarebbe opportuno che l'emendamento fosse accantonato e verificato solo dopo la presentazione almeno dell'altro emendamento.
In questa discussione abbiamo già fatto molte forzature, con vari passaggi di poste dalla legge di stabilità a quella di bilancio. Si può dire che era la prima volta che applicavamo la legge n. 196 del 2009. Però, ad esempio, Viceministro Vegas, se i 124 milioni di euro che togliete dall'autotrasporto non si producessero, alla fine, nel percorso di approvazione dell'emendamento, sarebbe un problema. Abbiamo fatto varie ed altre operazioni sul bilancio: non solo questa dell'autotrasporto, ma anche per le ferrovie ed altre poste. Perché abbiamo scelto di ridurre le somme all'autotrasporto? Tutto consiglierebbe, signor Presidente, di verificare la procedura del percorso scelto e, eventualmente, accantonare questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, chiederei al presidente Giorgetti di chiarirci questo aspetto.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, l'emendamento presentato dal Governo si regge autonomamente sotto il profilo tecnico e, come tale, può essere esaminato e votato. È chiaro che, come ha detto il Viceministro Vegas, presentandolo alla Commissione, si tratta di un emendamento che in qualche senso è propedeutico al tema che verrà trattato nella legge di stabilità rispetto alla detrazione del 55 per cento.
Se vogliamo accantonarlo, lo si può fare, però è evidente al Presidente che gli emendamenti sulla legge di bilancio debbano essere votati prima di quelli sulla legge di stabilità.
Non vi è problema ad accantonare l'emendamento in oggetto e porlo come prima votazione, magari della seduta pomeridiana, dopo che il Governo o il relatore avranno presentato alla Commissione e al Comitato dei nove l'emendamento sul 55 per cento. A quel punto, tutta la Commissione ed il Comitato dei nove Pag. 31avrebbero contezza dell'intero intervento che il Governo ha intenzione di fare sul tema, si chiuderebbero le votazioni della legge di bilancio comunque prima di quelle della legge di stabilità e tutti sarebbero, in qualche modo, soddisfatti, rispettando puntualmente quelli che sono i dettati regolamentari.
La proposta a cui, eventualmente, si potrebbe accedere è di accantonare questo unico emendamento sulla legge di bilancio e porlo in votazione nella seduta pomeridiana o domani mattina, ma comunque prima di cominciare l'esame della legge di stabilità.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che, oltre alla questione relativa al fatto che l'emendamento del Governo sia, per così dire, propedeutico alla presentazione di un emendamento che contenga la revisione del testo della legge di stabilità in ordine alla detrazione del 55 per cento per l'efficienza energetica nel settore dell'edilizia, appaia chiaro che la legge di bilancio e gli emendamenti che stiamo discutendo sono strettamente connessi al contenuto della legge di stabilità; non è un caso che in Commissione la discussione sia unica e che anche la discussione sulle linee generali in Assemblea sia unica. Quindi, è del tutto evidente che, benché si debba riconoscere la propedeuticità dell'emendamento del Governo, tuttavia non possiamo sapere se quella somma verrà poi destinata in maniera difforme da quello che è l'intendimento annunciato dal Governo stesso, ossia per il 55 per cento dello «sconto energetico», nella legge di stabilità.
Non si può dare un «ok» su un emendamento che, come dire, è propedeutico ad un altro su un altro provvedimento. Cosa diamo, un parere favorevole alla «cieca»? Non possiamo farlo.
Tuttavia, vi è anche un altro problema: l'emendamento annunciato sulla legge di stabilità deve essere chiaro che non deve comportare variazioni sul bilancio tali da ricondurci all'articolo 10 comma 3 della Decisione di finanza pubblica. Saprò se vengono modificati i saldi - e non so se possono essere cambiati - solo quando verrà presentato l'emendamento del Governo sul 55 per cento al disegno di legge di stabilità, e per tale ragione si pone un altro problema, signor Presidente, e quello che sto dicendo è, esso sì, propedeutico addirittura alla discussione e alla votazione della legge di bilancio. È chiaro che se un emendamento, diciamo così, alla cieca può essere accettabile in virtù di un cambiamento delle poste di bilancio che stiamo discutendo ora, non è accettabile il fatto che possa essere considerato comunque un emendamento al quale affidiamo in futuro un'eventuale variazione di bilancio che interviene addirittura, eventualmente, sui saldi.
Siccome non lo sappiamo io, signor Presidente, le propongo non l'accantonamento dell'emendamento in oggetto, ma la sospensione della discussione della legge di bilancio, in attesa che il Governo presenti l'emendamento alla legge di stabilità, così possiamo proseguire in parallelo e riprendere la seduta alle ore 16, avendo la possibilità sia di votare l'emendamento del Governo Tab. 2.100, sia di disporre di un orientamento della Commissione bilancio sull'emendamento del Governo alla legge di stabilità, che riguarda la questione della detrazione del 55 per cento nel settore dell'edilizia.

PRESIDENTE. Siamo dunque di fronte a due proposte. La prima è quella avanzata dal presidente Giorgetti nel senso di accantonare l'emendamento Tab. 2.100 del Governo, in attesa che venga, come è stato annunciato, presentato l'emendamento da parte di Governo e Commissione e si verifichi la congruità, la corrispondenza, la correlazione tra la previsione della tabella e l'emendamento stesso, essendo correlati nello scopo della destinazione delle risorse, e proseguire però nel frattempo, siccome la materia è totalmente indipendente, nella discussione Pag. 32degli altri articoli: non si voterà ovviamente l'articolo 2, ma si passerà all'esame dell'articolo 3 e successivi.
La proposta dell'onorevole Quartiani è diversa: sospendiamo, nell'attesa, i lavori per riprenderli successivamente.
Che cosa suggerisce il relatore?

MARCO MARSILIO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, sono d'accordo con il presidente della Commissione per andare avanti, accantonando l'articolo 2 con il relativo emendamento.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, lei mantiene la sua proposta? L'osservazione che la Presidenza le muove, riguardo alla seconda parte delle sue obiezioni, è relativa al fatto che comunque non si mutano i saldi: si tratta solo di uno spostamento di risorse da un capitolo all'altro. Non vi è quindi alcun problema rispetto a tale punto specifico; ovviamente lei ha posto una questione diversa. Prego, onorevole Quartiani, ha facoltà di parlare.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, nessun problema se fosse noto il contenuto dell'emendamento del Governo relativamente al 55 per cento, che è di una certa corposità anche dal punto di vista della quantificazione del bilancio. Il nostro suggerimento, quindi, di una sospensione a quest'ora (in realtà andremmo avanti ancora per mezz'ora e comunque riprenderemmo alle 16) risponde all'intendimento di dare il tempo al Governo e alla Commissione di presentare in tempo utile l'emendamento sul 55 per cento: lo valutiamo, e alle 16 si riprende. A me sembra che sia molto più sensato seguire un percorso di questo tipo.

PRESIDENTE. Sta bene. Se poi rimangono queste le posizioni, l'Aula deciderà in merito.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, capisco le ragioni di opportunità politica, e non solo, di sospendere i lavori; però, che si debba sospendere l'esame del bilancio, in attesa dell'emendamento del 55 per cento, non mi sembra risponda ad alcuna correlazione logica. Personalmente, se devo rappresentare l'interesse della Commissione, dico che si può procedere come da proposta che ho formulato precedentemente; se invece le intese tra i gruppi, di ordine diverso rispetto a quello dell'esame puntuale della legge di stabilità e della legge di bilancio, suggeriscono un'altra soluzione, mi ritiro in buon ordine.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei ricordare al presidente Giorgetti che egli può lecitamente proporre di andare avanti serenamente, accantonando l'articolo 2 e l'annesso emendamento del Governo; sul fatto se sia più logico, credo si tratti semmai di una decisione che può interessare al presidente Giorgetti e alla sua maggioranza.
Il presidente Giorgetti ha votato la fiducia a questo Governo e siede nella maggioranza, e nutre fiducia in quello che fa il Governo. Noi invece non nutriamo alcuna fiducia in quello che fa il Governo. Diciamo quindi: è vero che è stato proposto un emendamento che è semplicemente uno spostamento di risorse da un capitolo all'altro; per quanto esso sia propedeutico, tuttavia, è stato detto dal Governo, di cui noi non ci fidiamo, che questi sono soldi che dovrebbero essere stanziati per poi consentire la presentazione di un altro emendamento al provvedimento, che dobbiamo discutere subito dopo, e che riguarda il 55 per cento. Non ci fidiamo neanche di ciò! Secondo la logica del presidente Giorgetti, quindi, si può accantonare; poiché noi non ci fidiamo, abbiamo semplicemente chiesto di aspettare, Pag. 33in maniera che possiamo esaminare i provvedimenti nel momento in cui abbiamo davanti a noi tutte le carte, sia quelle di questa mattina, sia quelle che dovrebbero venire a seguito dell'intervento di questa mattina.

PRESIDENTE. Mi sembrano quindi chiare le posizioni. Come è legittimo che l'onorevole Giachetti non si fidi, è altrettanto legittimo che la Presidenza abbia chiesto un parere al presidente della Commissione in quanto tale sull'andamento dei lavori e sulla correttezza degli stessi, e nel merito egli si è espresso.
Visto che non vi è, mi sembra, un accordo, credo che l'Aula possa autonomamente decidere riguardo alla proposta dell'onorevole Quartiani. È evidente che, laddove essa dovesse essere accolta, si sospenderebbe la seduta e si riprenderebbe alle ore 16; laddove essa non dovesse invece essere approvata dall'Assemblea, si accantonerebbe l'emendamento Tab. 2.100 del Governo e si proseguirebbe fino alla votazione dell'articolo 3 e dove arriveremmo, come era previsto.
Sulla proposta darò la parola ad un relatore a favore e ad uno contrario.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo per un'ulteriore riflessione. Mi sembra che le parole del presidente Giancarlo Giorgetti siano state molto chiare al riguardo. Comprendo che possa esserci una certa diffidenza preventiva dell'onorevole Giachetti nei confronti del Governo, tuttavia, dividersi su una vicenda procedurale in tal modo, non so quanto abbia senso. Intendo dire che il percorso prefigurato dal presidente Giancarlo Giorgetti mi sembra francamente ragionevole, ovvero accantonare questa parte e procedere con il disegno di legge di bilancio. Se dovesse però esserci un elemento pretestuoso, per cui il gruppo dell'onorevole Giachetti altrimenti minaccerebbe di non voler andare avanti sugli altri punti, qualora dovessimo esprimerci con un voto e dovesse prevalere la logica di andare avanti, noi allora, signor Presidente, potremmo anche valutare l'idea di sospendere la seduta, per una questione di serenità dei lavori, e riprendere oggi pomeriggio alle 16.
Tuttavia, signor Presidente - e invito ancora il gruppo del PD e gli altri gruppi di opposizione a pronunciarsi al riguardo - credo di comprendere che la richiesta del presidente Giancarlo Giorgetti, asettica dal punto di vista politico e sicuramente di natura istituzionale, potrebbe essere accolta con grande serenità proprio per una prosecuzione serena dei lavori sulle altre proposte emendative.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Baldelli, è chiara la sua posizione contraria sulla proposta dell'onorevole Quartiani, ovvero di sospendere la seduta e riprendere alle ore 16.

PIER PAOLO BARETTA. Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, sgombrerei la questione da strumentalità o da interpretazioni fuori dal merito. Chiediamo una cosa semplice: poter disporre del testo dell'emendamento per poter valutare il prosieguo dei lavori. Mi pare una proposta semplice, ragionevole e che, pur comprendendo le osservazioni del collega Baldelli, va invece nell'ottica di una normale attività parlamentare.
Credo, quindi, sia opportuno che il Governo presenti questo emendamento e che nel frattempo sospendiamo i lavori.

PRESIDENTE. Le posizioni mi sembrano chiare. Resta solo da conoscere il parere del Governo.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 34

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo solo per dire che adesso si riunisce la Conferenza dei presidenti di gruppo, che non è necessariamente disinteressata a quello che accade e accadrà in Aula. È un argomento ulteriore, a mio avviso, per prendere del tempo in funzione di questo. È un dato che lei conosce benissimo, signor Presidente, e spesso e volentieri succede che, quando si riunisce la Conferenza dei presidenti di gruppo, i lavori dell'Aula si sospendono. Valuti lei, ovviamente anche alla luce di questo.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, mi scusi, ma non vorrei che sorga una questione. Dato il clima generale, dato che il disegno di legge di stabilità va approvato per responsabilità istituzionale e via dicendo, l'opposizione ora chiede di sospendere i lavori per motivazioni che non sono di carattere tecnico, ma per la valutazione di un elemento importante, di cui abbiamo discusso in Commissione, ovvero gli sgravi del 55 per cento; conseguentemente ci dovremmo fermare e bloccare le macchine. Ma avremmo dovuto bloccare le macchine questa mattina alle 10,30 e non cominciare a votare 40 emendamenti; infatti, con la stessa logica avremmo dovuto fermarci prima.
Se c'è una richiesta in tal senso, però, non c'è nessun tipo di problema. L'importante è concludere entro i tempi stabiliti.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni rispetto all'intervento del presidente della V Commissione, possiamo quindi sospendere la seduta per riprendere i lavori alle ore 16, iniziando dal voto sull'emendamento Tab.2.100 del Governo.
Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 12,35, è ripresa alle 16,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Bocchino, Bonaiuti, Brambilla, Brugger, Brunetta, Bucchino, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Casini, Centemero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Di Biagio, Donadi, Fitto, Gregorio Fontana, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giro, La Russa, Leo, Leone, Lo Monte, Lorenzin, Mantovano, Maroni, Martini, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Mura, Narducci, Leoluca Orlando, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Rotondi, Saglia, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Urso, Vegas e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 3779-A.

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Di Giuseppe Tab. 2.51. Avverto che prima dell'inizio della seduta è stato ritirato l'emendamento Di Biagio Tab. 6.1.

Sull'ordine dei lavori.

PAOLO CORSINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO CORSINI. Signor Presidente, ho chiesto la parola per una brevissima riflessione, Pag. 35da condividere con i colleghi e con l'Aula, in ordine a quanto si è consumato ieri nell'aula della Corte d'assise di Brescia: dopo 36 anni da una strage efferata, dopo la quinta istruttoria, la vicenda si conclude con un macigno, sostanzialmente con un nulla di fatto, sostanzialmente con un non luogo a procedere per insufficienza di prove. Ebbene, credo che questa vicenda si concluda con un insulto a quanti sono caduti quella mattina del 28 maggio del 1974 nella efferata strage di Piazza della Loggia. E laddove la verità e la giustizia non si coniugano tra di loro i morti muoiono due volte. Quindi, si tratta di un insulto irreparabile ai morti, ai loro familiari e ai loro congiunti, e nello stesso tempo di un'offesa alla città e alla coscienza pubblica di questo Paese. Un'offesa alla città, la quale è stata capace nelle sue istituzioni, nei suoi mondi vitali, attraverso l'indefessa e coraggiosa opera dell'associazione dei familiari delle vittime, di attribuire linfa e di dare alimento alla durata della memoria. Ora non resta che un'amara constatazione. Da un lato, vi è una giustizia che non è giusta, ma, nello stesso tempo, vi è l'amara constatazione della durata e della capacità di convincimento di una verità storica che è stata - credo - sostanzialmente acquisita, e che in qualche misura riesce ad appagare ed a remunerare la sete di giustizia e l'ansia di verità di quanti non si rassegnano a che la storia del nostro Paese sia una storia di pagine nere non scritte. Credo che appartenga alla memoria condivisa la consapevolezza, acquisita nella coscienza del nostro Paese, che la strage va, appunto, attribuita a quell'universo, a quella miscela esplosiva che è dovuta alle trame eversive promosse dal radicalismo della destra estrema, dalla presenza nel nostro territorio di servizi stranieri che operano in nome di un oltranzismo atlantico, che non riesce ad interiorizzare il fatto compiuto della Costituzione repubblicana, e nel contempo, dall'attività eversiva di apparati dello Stato che sono infedeli alle regole della Costituzione e che non accettano la democrazia come strumento di regolazione della convivenza associata.
Credo e sono certo di interpretare il sentimento di tutta l'Aula se esprimo qui, non dico la rabbia, che non è umana, che appartiene solo agli animali, ma certamente l'indignazione che è propria della coscienza e della sua consapevolezza per i fatti che si sono compiuti e si esprime l'auspicio che, in un secondo grado di giudizio, la verità e la giustizia possano essere finalmente acclarate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

CESARE DAMIANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CESARE DAMIANO. Signor Presidente, ho chiesto di parlare per portare all'attenzione dell'Aula la situazione che si è determinata in un'azienda della quale abbiamo parlato molto nei mesi passati, l'Agile-ex Eutelia. Come lei sa, signor Presidente, a sostegno della lotta di quei lavoratori ci fu uno sciopero a staffetta di circa 120 parlamentari del Partito Democratico che ebbero anche la volontà di sostenere una lotta che avesse un'interlocuzione importante presso la Presidenza del Consiglio, per risolvere problemi di fondo di politica industriale, di commesse, e che fosse in grado di salvaguardare una realtà di forte innovazione industriale e di forte livello professionale. Oltre al fatto che non risulta che, dopo gli incontri alla Presidenza del Consiglio su questi temi di politica industriale e di acquisizione delle commesse pubbliche, ci siano stati dei realistici passi in avanti, delle cose concrete che possano rassicurare quei lavoratori, vorrei portare all'attenzione dell'Aula il fatto che, essendo entrata quell'azienda in amministrazione straordinaria ed essendo quei lavoratori soggetti ad una cassa integrazione che deve essere convertita per l'amministrazione straordinaria, ad oggi ci risulta che manchi il decreto per la cassa integrazione. Non vorremmo che questi lavoratori che hanno subito la lacerazione della scomposizione di questa azienda, il venir meno dell'unità dell'impresa in un settore tecnologicamente avanzato, Pag. 36corressero il rischio di non essere pagati con la cassa integrazione a partire dal mese di novembre.
Chiediamo, quindi, signor Presidente, che lei si faccia interprete presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e la Presidenza del Consiglio affinché sia garantita sicuramente e tempestivamente l'attuazione di questo decreto, perché i lavoratori non devono pagare sulle loro spalle tutto il peso della crisi. Si tratta di più di mille lavoratori che si aggiungono, ovviamente, a quelle decine e centinaia di migliaia di lavoratori che, in Italia, nonostante il fatto che il Governo continui a dire che tutto va bene, soffrono le ripercussioni della crisi economica e industriale che sta mettendo a dura prova i livelli di occupazione e il reddito delle famiglie. Ci aspettiamo, quindi, un atto di comunicazione che renda concreta l'attuazione di questo decreto che riguarda mille famiglie di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ADRIANO PAROLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADRIANO PAROLI. Signor Presidente, ieri ero presente a Brescia, nella mia città, alla lettura del verdetto sulla strage di piazza della Loggia e, in quell'aula, si respirava un senso di impotenza che si accompagnava a quel senso di impunità che, purtroppo, dopo 36 anni è ancora presente per una strage tra le più odiose, una strage che per la mia città, per Brescia, è una ferita ancora aperta, che non si sanerà mai, che vuole nel ricordo ricostruire un'appartenenza ad una città, ad una civiltà, ad un essere uomini, che non può accettare gesti come quello.
La città chiedeva due cose: verità e giustizia. Non ha ottenuto né verità né giustizia. È evidente che dopo trentasei anni un processo doveva essere affrontato in un modo adeguato e riconoscendo sia alla magistratura sia alle parti un atteggiamento per davvero costruttivo. Devo dire che il processo è stato un'appassionata ricerca della verità. La verità non è stata accertata: la strage rimane impunita ma la mia città, Brescia, continuerà a chiedere verità, a chiedere di poter conoscere cosa è accaduto, a chiedere che la ricostruzione dei fatti possa rendere ragione ad un dolore che non avrà mai fine (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, sarò brevissimo. Trenta secondi perché mi è appena giunta una telefonata dalla mia città, Massa, in provincia di Massa Carrara dove gli operai della Eaton, una fabbrica metalmeccanica, 350 operai, che il 15 dicembre vedono scadere la cassa integrazione e saranno poi inseriti nell'elenco dei licenziati, ieri hanno avuto un incontro al Ministero del lavoro che si è chiuso malamente. Quest'oggi stavano manifestando la loro protesta nei pressi del casello autostradale di Massa e mi dicono che siano stati attaccati e picchiati dalla polizia. Le chiedo quindi di poter verificare questo. Inoltre questa mattina a Pisa c'è stato un corteo di studenti così come in tutta Italia e anche a Pisa ci sono state cariche della polizia e ci sono stati due feriti di cui una studentessa. Sarebbe il caso che il Governo prima ancora di riferire all'Aula desse disposizioni per evitare questi incresciosi episodi e rispondesse alle esigenze degli studenti e dei lavoratori.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Evangelisti, porteremo a conoscenza del Ministro dell'interno le sue domande e le sue preoccupazioni.

RAFFAELE VOLPI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, intervengo per associarmi alle parole di rammarico che già sono state espresse dal Pag. 37collega Corsini e dal collega Paroli. Sono parole di rammarico che tuttavia non bastano più perché troppe vicende come queste sono rimaste nel buio di una storia che non è ancora passata. Noi abbiamo vissuto «la strage della Loggia» in quel profondo dolore che non può essere racchiuso nel dolore dei bresciani ma nel dolore di tutti gli italiani perché se non si trovano le verità, restano ferite così profonde che non consentono di guardare oltre quei momenti tragici in un futuro che cambia. O c'è la verità e si esce dall'ipocrisia e qualche volta è necessario anche uscire dalla retorica per chiedere ancora oggi che quelle verità vengano fuori con il coraggio di chiederle insieme bipartisan, non facendo discorsi retorici nelle piazze ma dicendo che deve essere fatta giustizia.

SAVINO PEZZOTTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, anch'io mi associo a quanto è stato detto sulla strage di Piazza della Loggia a Brescia. In molti di noi è ancora vivo lo sconcerto di quelle giornate, di quella iniziativa, di quella manifestazione sindacale che finì nel sangue in una situazione veramente dolorosa e tremenda. Avevo sperato e confidato che potessimo essere giunti a dire qualche parola di verità su quanto era accaduto e sulle responsabilità. Purtroppo non è stato così.
Allora, non bisogna solo pensare a quanto è accaduto a Brescia, ma associare a questo evento quanto è accaduto a Piazza Fontana a Milano ed ad altri attentati terroristici e tentativi di strage che non hanno ancora trovato la verità. Credo che una democrazia non possa, su questioni che la volevano mettere in gioco, non ritrovare la verità, non sforzarsi di ricercare la verità. Ecco perché esprimo questo mio sconcerto e questa mia preoccupazione, ma è anche una volontà e una speranza che queste partite non siano ancora chiuse, ma che si continui a cercare, perché la verità deve venire a galla, perché serve al nostro sistema democratico (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Voglio associarmi, anche a nome di tutta l'Aula, alle cose che sono state dette. Vorrei ricordare una parola detta dall'onorevole Volpi: non è stato un dolore dei bresciani, è stato un dolore di tutti gli italiani, dalle Alpi fino al Lilibeo. Lì la fiducia di una generazione nei confronti dello Stato si è incrinata e noi, per ricostituirla, abbiamo dovuto pagare un prezzo elevatissimo, perché è indubbio che senza questi attentati e queste provocazioni la storia del terrorismo in Italia sarebbe stata diversa o forse questa storia non ci sarebbe stata.
Desidero unirmi al dolore delle famiglie che oggi si rinnova e alla domanda che si faccia chiarezza, perché solo la verità può ricostruire per intero quella fiducia fra i cittadini e lo Stato di cui oggi più che mai il Paese ha bisogno.

VIVIANA BECCALOSSI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Il suo è l'ultimo intervento: le do la parola solo perché la so bresciana e so quanto abbia partecipato alle sofferenze della sua città; dopo però torneremo al punto all'ordine del giorno.
Ne ha facoltà.

VIVIANA BECCALOSSI. Signor Presidente, in coda agli interventi sulla questione della sentenza per la strage di Piazza della Loggia, vorrei dire che io, da cittadina bresciana che ha cominciato a fare politica nel lontano 1985, chiedo che venga fatta giustizia e mi sento ferita almeno tanto quanto le vittime di Piazza della Loggia che, seppure in maniera meno grave, sono anche tutti coloro che per 36 anni hanno dovuto convivere con un'ombra sulla testa, quasi come se fossero tutti responsabili.
Ricordo che, per anni, decine e decine di giovani e di ragazzi che militavano nella destra bresciana non hanno più potuto fare politica, hanno dovuto lasciare la loro Pag. 38città, hanno avuto le case perquisite, sono stati spesso arrestati ingiustamente, qualcuno di loro ha passato anni in galera a 16, 17 o 18 anni, ingiustamente.
Tuttora, nel 2010, vorrei che fosse chiaro a tutti che nessuna forza politica a Brescia, che non sia nell'area di centrosinistra, può permettersi di chiedere spazio politico in piazza della Loggia: viene concessa a Piazza Vittoria, viene concessa a piazza Duomo, ma è come se vi fosse un pudore politico a chiedere Piazza della Loggia per una manifestazione qualsiasi. Noi non abbiamo più avuto agio politico di quella piazza.
Allora io mi sento, da militante della destra italiana, oggi nel Popolo della Libertà, ferita tanto quanto coloro che non hanno avuto giustizia. Chiedo che venga fatta giustizia per piazza della Loggia come per tutte le altre stragi che hanno caratterizzato il nostro Paese negli anni settanta, nessuna delle quali ha avuto una risposta, nessuna delle quali ha avuto giustizia. Chiedo che si ricordino - lo dico ancora una volta - anche coloro che, seppure non fisicamente, sono caduti politicamente su finte verità che qualcuno ha voluto perseguire per 36 anni. Contesto aspramente quanto detto dall'ex sindaco e oggi deputato, professor Paolo Corsini, quando dice sostanzialmente che il teorema di una strage di destra su piazza della Loggia è un teorema ancora valido.
Questo, infatti, è stato sancito ieri in una sentenza, in cui si dice che Pino Rauti e tanti altri sono stati evidentemente accusati del falso. Lo ripeto: sono stati accusati del falso. Probabilmente, se per trentasei anni non avessimo insistito a seguire le indagini solo in una direzione, oggi, la verità sarebbe più vicina per tutti i bresciani (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Colleghi, come si usa in questi casi, ho dato la parola ad un rappresentante per ciascuno dei gruppi. Altri deputati avrebbero voluto intervenire, ma non possiamo proseguire oltre e dobbiamo tornare al provvedimento all'ordine del giorno.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 3779-A (ore 16,25).

(Ripresa esame dell'articolo 2 - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Tab. 2.100 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, qualche ora fa, avevamo chiesto di sospendere la seduta dell'Assemblea per consentire al Governo di predisporre una proposta emendativa relativa alla questione del 55 per cento. Credo che abbiamo fatto bene a chiedere quella sospensione, perché, nel frattempo, il Governo ha presentato un emendamento che abbiamo potuto leggere in Commissione bilancio poco fa.
Signor Presidente, mi limito solo alla parte dell'emendamento riferita a tale argomento - vi sono, infatti, altri temi che andranno affrontati in altra sede - e aspettiamo anche di ricevere da lei i tempi per presentare i subemendamenti.
Il Governo ha sostanzialmente accolto le richieste che, da almeno una settimana, in tutta questa sessione di lavoro, abbiamo portato avanti. Abbiamo fatto bene ad insistere a discutere su questo punto, che è considerato da tutti - non solo all'interno, ma anche all'esterno di quest'Aula - importante per lo sviluppo dell'economia italiana.
Certo, le condizioni dell'emendamento non sono soddisfacenti al 100 per cento, ma si tratta sicuramente di un passo in avanti che ascriviamo alla nostra iniziativa parlamentare. Quindi, per quanto ci riguarda, si può procedere con i lavori così come avevamo annunciato qualora l'emendamento fosse stato presentato. Annuncio già il voto di astensione su questo aspetto specifico che riguarda il bilancio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

Pag. 39

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, abbiamo interrotto i nostri lavori, non solo, per conoscere più nel dettaglio la citata proposta emendativa, ma anche per avere la relazione tecnica di accompagnamento all'emendamento in oggetto. Anch'io, in questo mio intervento, vorrei fare riferimento alla parte che riguarda gli ecoincentivi per le ristrutturazioni edilizie. Giudichiamo positivamente e consideriamo sicuramente in linea la proposta emendativa che il Governo finalmente - sottolineo l'avverbio «finalmente» - ha ritenuto opportuno di «tradurre».
Le sollecitazioni in questa direzione, infatti, sono venute da più parti: all'interno del Parlamento, all'unanimità, maggioranza e opposizione andavano in questa direzione con riferimento ai nostri emendamenti, tuttavia abbiamo trovato, per troppo lungo tempo, il Governo sordo a queste sollecitazioni.
Per fortuna, sono intervenuti anche le imprese ed il mondo del lavoro - sia in forma organizzata, che in modo singolo - per ricordare la bontà dell'emendamento in oggetto. Si tratta, infatti, di una norma con cui si proroga, intanto all'esercizio 2011, la possibilità di detrarre nella misura del 55 per cento le spese sostenute per rendere ecocompatibili le abitazioni dei cittadini italiani. E sappiamo quanto ve ne sia bisogno.
Tale proroga era nell'ordine naturale delle cose: è uno dei pochi interventi che, in questi anni, hanno dato dei risultati positivi, non solo dal punto di vista ambientale - anche quello - ma anche per l'emersione del lavoro nero e che «si paga da solo».
Perché, come è stato dimostrato, ancora una volta, anche dalla relazione di accompagnamento, gli introiti complessivi derivanti dal provvedimento in parola sia a titolo di IVA, che di IRES, che di IRPEF, e che l'Erario nel suo complesso ottiene (nonostante i minori introiti sul fronte IRPEF, se ne ha uno maggiore da altre fonti), non solo equiparano, non solo compensano, ma addirittura sono superiori alle detrazioni previste.
E nel lungo periodo questa maggiorazione di introiti è ancora superiore, perché fa emergere in via definitiva un lavoro nero che invece sarebbe rimasto sommerso. Possibile che questo Governo sia dovuto arrivare a questo punto? Per due volte ha battuto la testa, il naso, i denti contro il muro, perché nella prima versione della legge di stabilità nulla si diceva in questa direzione - e neanche in tante altre. Perché è stato necessario arrivare a un maxiemendamento? E questo provvedimento non è stato inserito neanche nel maxiemendamento. E soltanto ora - ma è meglio tardi che mai - finalmente ce lo troviamo!
Quindi, fatene buona lezione! Anzi, speriamo che non ne abbiate più bisogno, perché vi mandiamo a casa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mariani. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, solo per apprezzare la scelta che il Governo ha fatto riguardo a un nostro appello. Devo dire che, per quanto concerne il Partito Democratico, questo è stato, fin dall'inizio della discussione di questa legge di stabilità, l'elemento preponderante del dibattito riguardo alle possibili modifiche.
Noi riteniamo che questa misura sia fondamentale poiché dà una attenzione specifica al ruolo e al peso che le piccole e medie imprese hanno nel nostro Paese. Non avevamo riconosciuto nei provvedimenti del Governo, né negli inserimenti fatti durante la discussione in Commissione bilancio, alcuna misura che venisse incontro a quelle esigenze, e ritenevamo ciò una grave mancanza rispetto alle esigenze di piccole e medie imprese e artigiani, che molte volte si sono appellati alla nostra attenzione nel corso di questo anno di bilancio.
Se ricordate, il Partito Democratico aveva sollevato la questione anche nell'ambito della discussione della manovra del luglio, in occasione del decreto-legge n. 78 del 2010, e in quella occasione un nostro Pag. 40emendamento fu votato all'unanimità dall'Aula proprio perché il Governo si facesse carico della proroga di questa misura.
Riteniamo che questo sia un segnale positivo, vogliamo attribuirlo al lavoro serio e scrupoloso che il Partito Democratico ha fatto e, rispetto a questa premura e attenzione nei confronti di un tessuto economico così importante per il nostro Paese, vorremmo anche che si trovassero le forze per renderla una misura strutturale. È l'unica misura di sviluppo per quel comparto che noi possiamo mantenere in campo dopo che il Governo Prodi, dalla legge finanziaria del 2008, l'aveva inserita come un supporto fondamentale.
Guardate, è una cosa che non sarebbe stata compresa da nessuno nel nostro Paese e avrebbe restituito ingiuste scelte ad un comparto che è sopravvissuto in una crisi così difficile proprio grazie a misure introdotte all'uopo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, anche l'Unione di Centro, dal primo giorno, ha chiesto questa misura: una delle poche misure di vero sviluppo in questo provvedimento, una misura che ci sembrava quasi una banalità chiedere, perché un Governo avveduto avrebbe dovuto provvedere immediatamente ad inserirla.
Ci meraviglia che, anche questa volta - perché è già successo, ricordiamocelo -, sono state necessarie pressioni dei gruppi parlamentari, pressioni del Paese, pressioni delle associazioni di categoria per una misura che è una delle poche che, anche nel comparto energetico, serve non solo a dare sostegno ma anche sviluppo. Una misura che serve a ridare un poco di vitalità a tutte quelle aziende che operano in questo settore, che sono tantissime e che, a ricaduta, possono contribuire nel loro piccolo - che non è un piccolo, ma è sicuramente «un grande» - a rilanciare un'economia che sta arrancando.
È un'economia - il Ministro Tremonti lo sa molto meglio di noi - che viaggia a rilento, perché questo Paese cresce con un indice di sviluppo dell'1-1,1 per cento. Continuo a ricordare a tutti che non solo la Germania cresce tre volte tanto (3,4 per cento), ma anche un Paese come la Polonia viaggia su questi numeri.
Dunque, dobbiamo iniziare a guardare veramente al futuro di questo Paese e il Governo - che parla tanto - dovrebbe guardarvi da solo, senza aspettare le innumerevoli pressioni dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Vorrei chiedere agli onorevoli che stanno occupando l'attenzione del Viceministro Vegas, di consentirgli di seguire il dibattito, grazie. Chiedo scusa all'onorevole Libè.

Sull'ordine dei lavori (ore 16,35).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Santelli, che ha una buona notizia da comunicare all'Aula. Ne ha facoltà.
Prego, però, che questi interventi sull'ordine dei lavori siano brevi, poiché abbiamo un denso programma. Prego, onorevole Santelli, ci dia questa buona notizia.

JOLE SANTELLI. Signor Presidente, credo che sia una buona notizia e una vittoria per la sicurezza e per la parte buona - che è tanta - di questo Paese, il fatto che le forze di polizia, in questo caso la Polizia di Stato, dopo 14 anni di latitanza, ha arrestato pochi minuti fa Antonio Iovine, capo clan dei Casalesi a Casal di Principe (Applausi).
Si aggiunge un altro successo delle forze dell'ordine e, mi consenta, anche di questo Governo e del Ministro Maroni, che ringraziamo profondamente per la sua attività (Applausi - Dai banchi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania si grida: Maroni! Maroni!).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Santelli, mi unisco a nome di tutta l'Aula ai complimenti alle forze dell'ordine e al Ministro, Pag. 41che, in questo momento, ha la responsabilità dell'ordine pubblico in Italia.

EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, mi unisco anch'io, a nome del Partito Democratico, al plauso per le forze dell'ordine e la magistratura, per la straordinaria impresa di oggi: l'arresto del latitante Iovine, capo della camorra Casalese. Non ho problemi anche a riconoscere che, nell'azione, della quale ringraziamo tutti i giorni le forze dell'ordine e la magistratura, ci sarà sicuramente anche la serietà del lavoro del Ministro Maroni.
Nel giorno in cui siamo qui a ringraziare, per il loro lavoro coraggioso e per la loro abnegazione, gli uomini e le donne delle forze dell'ordine e della magistratura, signor Presidente, ci colpisce ancora di più - e ne parleremo tra pochi minuti - il fatto che, così come nell'emendamento discusso poc'anzi sono stati trovati di nuovo i fondi per gli sconti e le detrazioni fiscali del 55 per cento sulle ristrutturazioni edilizie (Commenti del deputato Santelli), in questa stessa manovra, signor Ministro (e mi piace che lei sia qui ad ascoltare e ne parlerò tra poco), di nuovo vengano tagliati fondi ad un ufficio, ad un «fondo di costo» del suo Ministero che riguarda la sicurezza e l'ordine pubblico.
A mio avviso, signor Presidente, proprio nel momento in cui ringraziamo le forze dell'ordine per il lavoro svolto, occorre avere un'unica linea di pensiero: se è così importante e serio il lavoro che svolgono le forze dell'ordine e la magistratura per sconfiggere un cancro così penetrato nella società italiana come quello delle mafie (come conferma oggi il lavoro presentato dalla DDA, il quale conferma come anche nel nord del Paese l'infiltrazione mafiosa e della 'ndrangheta è penetrante e pervasiva), non si può, nella stessa giornata, negli stessi giorni, scoprire che di nuovo sono proprio le forze dell'ordine a subire ingiusti tagli dalle vostre manovre finanziarie, come sempre in questi ultimi due anni (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).

PIERLUIGI MANTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, in materia di contrasto alla criminalità e di politiche di sicurezza non condividiamo le strumentalizzazioni e non abbiamo alcun problema ad unirci al plauso per l'azione del Governo, della magistratura, delle forze dell'ordine e, dunque, a far nostri i successi che in questo campo si registrano.
Ci sono naturalmente politiche efficaci nel contrasto alla criminalità; alcune inefficaci, come quelle delle ronde, non le abbiamo condivise, altre le critichiamo, come i tagli in materia di sicurezza.
Ciò non toglie che ci uniamo, ritenendolo un successo dell'intero Paese, al plauso all'azione del Governo, della magistratura e delle forze dell'ordine ogni volta che si arrestano pericolosi criminali e ogni volta che possiamo registrare successi nel campo delle forze dell'ordine. Ma le strumentalizzazioni e le parole di troppo non fanno bene ad una politica che deve essere dell'intero Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, anche noi vogliamo esprimere un compiacimento per la notizia che le forze dell'ordine hanno arrestato il capo camorra Iovine. Vorrei però approfittare della presenza in Aula del Ministro Maroni per rappresentargli che il sito corriere.it, così come tanti altri, ha appena riportato la notizia che la DIA, Direzione investigativa antimafia, ha appena confermato la presenza e l'influenza della 'ndrangheta nella vita politica, sociale ed Pag. 42economica della Lombardia, confermando quello che, pochi giorni fa, aveva portato all'attenzione di tutti gli italiani lo scrittore Roberto Saviano (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Vogliamo quindi approfittare dell'occasione per dire che, così come si è attenti, giustamente, in Campania (e ci auguriamo che la collezione di arresti sia ancora più lunga e più ricca «al collo» del Ministro Maroni), vogliamo che la stessa attenzione venga rivolta alle penetrazioni della 'ndrangheta calabrese che, pur mantenendo la casa madre in Calabria, ha i suoi tentacoli su Milano, sull'Expo e su tutta la Lombardia (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

BENEDETTO FABIO GRANATA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Signor Presidente, signor Ministro, Futuro e Libertà per l'Italia si unisce al plauso al Governo, alla magistratura e alle forze di polizia per una operazione di straordinaria rilevanza; non soltanto non è la prima, ma è l'ultima di una lunga serie che ha assicurato alla giustizia pericolosissimi latitanti.
In un contesto del genere si dovrebbe cercare di evitare qualunque polemica in quest'Aula; questa è una bella notizia per tutto il Parlamento, è un tassello importante per il ripristino della legalità.
Credo che, al di là delle polemiche, nessuno, a iniziare dal Ministro Maroni, non abbia piena consapevolezza che l'infiltrazione mafiosa nell'economia legale è, purtroppo, per tutti noi, una piaga che attraversa l'intera nazione. Il problema vero è quello di porre in essere politiche coerenti anche per quanto riguarda la tracciabilità dei capitali, anche per quanto riguarda i «conti dedicati» negli appalti dei grandi eventi, e so che il Ministro Maroni in questa direzione si è sempre mosso e ha sempre direzionato la sua politica di governo.
Il mio invito al Parlamento è quindi quello di accogliere questa notizia evitando l'ennesima polemica su una questione che dovrebbe far gioire tutte le forze politiche parlamentari (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia, Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Unione di Centro).

CAROLINA LUSSANA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAROLINA LUSSANA. Signor Presidente, anch'io, a nome del gruppo Lega Nord Padania, chiaramente mi unisco alle congratulazioni per questa grandiosa operazione che assicura un pericoloso criminale latitante alla legalità. Mi unisco al plauso all'azione congiunta delle forze dell'ordine, della magistratura e del Governo nella lotta alla criminalità organizzata.
Sono d'accordo con l'intervento che mi ha preceduto dell'onorevole Granata, questo non è il momento della polemica.
Penso che questo sia il segnale importante: il Paese è unito e tutte le forze impegnate contro la criminalità stanno riportando degli importanti risultati (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).
Dobbiamo ringraziare - chiaramente, perché nessuno lo può negare - l'azione forte di questo Governo nella lotta alla criminalità organizzata; azione che, tra l'altro, è stata condivisa da tutte le forze parlamentari qui presenti. Abbiamo trovato un motivo per non dividerci, e vorrei ricordare l'approvazione unanime del codice antimafia, che è stato un segnale importantissimo. Ci ha dotato, infatti, di una legislazione all'avanguardia nel mondo per la lotta alla criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Da ultimo - e concludo -, non volevo polemizzare, ma devo una risposta all'onorevole Pag. 43Evangelisti. Caro onorevole Evangelisti, sono capogruppo della Lega Nord in Commissione antimafia, nonché coordinatrice di un comitato che si occupa proprio del problema delle infiltrazioni mafiose al nord. Noi siamo, quindi, fortemente consapevoli del problema, nessuno lo nega, e dobbiamo dare atto al Ministro Maroni che più volte ha sottolineato come, se al sud la mafia uccide, al nord fa affari.
È grazie al Ministro Maroni - come ricordava l'onorevole Granata - che sono stati adottati importanti provvedimenti per andare a colpire la mafia là dove si fa male, e cioè contrastandoli con il sequestro dei capitali; ricordiamoci dei 15 miliardi di euro confiscati alla mafia grazie all'azione di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Quello che noi contestiamo - anche se, sinceramente, non è questa la sede, ma lo diciamo - allo scrittore Saviano, non è di aver fatto la denuncia, non ha certo scoperto l'acqua calda. Per quanto riguarda le infiltrazioni della mafia al nord, infatti, è stato creato un apposito comitato proprio per vigilare, anche per quanto riguarda i lavori degli appalti dell'Expo.
Quello che noi riteniamo inaccettabile è che, purtroppo, Saviano abbia voluto far passare come un movimento di opinione, di fronte a milioni di telespettatori, l'assioma che le mafie al nord interloquiscono con la Lega Nord. Questo è inaccettabile e vergognoso, offende noi come forza politica e offende l'azione del Governo e del Ministro Maroni (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Popolo della Libertà e Futuro e Libertà per l'Italia).

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 3779-A.

(Ripresa esame dell'articolo 2 - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tab. 2.100 del Governo, accettato dalla Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Migliori, Bocciardo, Della Vedova, Menia, Iannarilli, Ministro Gelmini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 546
Votanti 309
Astenuti 237
Maggioranza 155
Hanno votato
308
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, con l'annessa tabella 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 16,50)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 545
Votanti 540
Astenuti 5
Maggioranza 271
Hanno votato
301
Hanno votato no 239).

Prendo atto che il deputato Mazzarella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

Pag. 44

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3, con l'annessa tabella 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 3779-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 con l'annessa tabella 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Il Ministro Maroni ha votato? Onorevole Mondello.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 551
Votanti 547
Astenuti 4
Maggioranza 274
Hanno votato
301
Hanno votato
no 246).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4, con l'annessa tabella 4, e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3779-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Damiano. Ne ha facoltà.

CESARE DAMIANO. Signor Presidente, vorrei far presente, intervenendo sul complesso degli emendamenti che riguardano l'articolo 4, come da quest'ultimo si ricavi il segno sociale negativo della manovra in esame. In particolare, ci riferiamo a due parti estremamente importanti e sensibili: una riguarda, ancora una volta, ed era già presente nella passata legge finanziaria, la riduzione del Fondo per le pari opportunità.
Crediamo si tratti di un fatto estremamente negativo, perché una considerazione di attualità e di prospettiva per la ricostruzione di una parità effettiva nella società e nel lavoro fra uomini e donne deve essere una prospettiva di tutto il Parlamento. Ci chiediamo come si possa andare in questa direzione, se le azioni di tagli indiscriminati e orizzontali colpiscono parti socialmente così rilevanti e così sensibili.
Il secondo punto, anche questo relativo ad un nostro emendamento, riguarda un altro taglio socialmente rilevante. In questo caso il tema è quello della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Come è possibile tagliare il Fondo per la promozione della cultura e della prevenzione? Non è forse una parte estremamente qualificante del decreto legislativo n. 81 del 2008 la possibilità di diffondere una cultura della prevenzione per quanto riguarda i temi della sicurezza nei luoghi di lavoro?
Non abbiamo fatto di questo l'architrave di un incontro, ad esempio, tra mondo della scuola e mondo del lavoro per istruire le nuove generazioni sul tema della cultura della prevenzione e della sicurezza nei luoghi di lavoro e per impedire questa strage quotidiana che colpisce i lavoratori, anche in un periodo come questo di crisi e di diminuzione delle ore lavorate?
Pensiamo, quindi, di rivolgere a tutto il Parlamento un appello e chiediamo un'attenzione per sostenere questi emendamenti, perché vanno nella direzione di un rifinanziamento oculato, sicuramente moderato, che può dare però il segno di un'inversione di tendenza su temi come quello delle pari opportunità e quello della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Poi, per concludere, signor Presidente, vorrei dire che ciò che colpisce è il segno complessivo di questa manovra, perché - non nascondiamoci - abbiamo colpito sul terreno sociale e dobbiamo interrogarci. So che anche nelle forze di maggioranza c'è chi si chiede se si può porre un rimedio ad esempio ad un tema rilevantissimo, Pag. 45quello delle pensioni. Come Partito Democratico vogliamo insistere su un punto: vorremmo garantire a chi ha quaranta anni di contributi, a chi ha perso il lavoro, a chi ha l'autorizzazione alla prosecuzione volontaria, a chi è in dolorosi processi di mobilità del lavoro il mantenimento dei requisiti previsti precedentemente.
Sarebbe un grave danno sociale costringere queste persone, che non avranno più il lavoro e la tutela della mobilità, a non avere lavoro e retribuzione e a dover aspettare addirittura un anno per avere l'agognata pensione dopo quarant'anni di lavoro e di contributi. Questa è anche una grande ingiustizia sociale. Pertanto, se vogliamo indicare una retromarcia anche parziale, dobbiamo intervenire su questi punti. Per questo, riteniamo opportuno che si tratti di sostenere un'azione sociale che impedisca dei tagli indiscriminati, soprattutto quando facciamo riferimento a questioni socialmente sensibili come quelle che abbiamo descritto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 4 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MARCO MARSILIO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, anche per semplificare i lavori della giornata, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti all'articolo 4 e su tutti gli emendamenti anche ai successivi articoli.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano Tab. 4.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Capodicasa, Tocci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 546
Votanti 543
Astenuti 3
Maggioranza 272
Hanno votato
242
Hanno votato
no 301).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano Tab. 4.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Caterina, D'Amico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 549
Votanti 544
Astenuti 5
Maggioranza 273
Hanno votato
241
Hanno votato
no 303).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Occhiuto ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, con l'annessa tabella 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 46

Onorevole Damiano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 545
Votanti 542
Astenuti 3
Maggioranza 272
Hanno votato
299
Hanno votato
no 243).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5, con l'annessa tabella 5 (Vedi l'allegato A - A.C. 3779-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, con l'annessa tabella 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Della Vedova, Capodicasa, Martino, Girlanda, Rosato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 550
Votanti 546
Astenuti 4
Maggioranza 274
Hanno votato
301
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6, con l'annessa tabella 6, e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3779-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Narducci. Ne ha facoltà.

FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente, questo emendamento è volto a recuperare una parte delle risorse che sono state tolte alla tabella 6 per l'intervento della Direzione generale per gli italiani all'estero. Va ricordato che la tabella 6, nell'arco di solo due anni ha subìto un taglio da 189 milioni di euro agli attuali 59 milioni in sede di previsione per il triennio 2011-2013. Credo che nessuna direzione generale del Ministero degli affari esteri sia stata così pesantemente punita come quella per gli italiani all'estero.
C'è una evidente sproporzione rispetto all'effetto sui tagli lineari applicati al bilancio del Ministero degli esteri e, quindi, credo ed auspico che il Parlamento debba farsi carico di rimettere a posto la situazione per quanto possibile, ricostituendo una parte dei fondi destinati al bilancio della Direzione generale per gli italiani all'estero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianni Farina. Ne ha facoltà.

GIANNI FARINA. Signor Presidente, vorrei fare alcune brevi considerazioni sullo stato attuale dell'intervento del nostro Governo per gli italiani all'estero. Debbo dire che non posso nascondervi un sentimento di amarezza e delusione. In queste ultime settimane sono stato ovunque in Europa. Vengo da quella Lorena che ha conosciuto nel corso della sua storia il protagonismo di migliaia di nostri cittadini nella lotta della Resistenza per dare un contributo alla riconquista della libertà di quel grande paese in cui vivono mezzo milione di nostri cittadini.
Sono stato all'incontro con molti di loro, i quali non capiscono come l'Italia possa essere così ingenerosa, possa aver perso la memoria del patrimonio e di quanto è grande questa nostra comunità e di quanto può ancora rappresentare un insegnamento anche per governare i processi Pag. 47storici dell'immigrazione nel nostro Paese. La nostra Italia, quindi, non attraversa un bel momento e i nostri cittadini lo hanno capito: vivono questo momento.
C'è una crisi politica, sociale, economica e finanziaria e vorrei anche dire che c'è una crisi etica e morale che si è aggravata rispetto agli anni passati e vorrei anche dire che l'immagine del nostro Paese nel mondo ha subìto un durissimo colpo. Noi che viviamo in quel mondo sentiamo tutta l'amarezza dentro di noi e un'immagine che provoca, come d'altronde ha affermato il Ministro Frattini, danni ai cittadini italiani e alle nostre imprese.
Il segretario generale del Consiglio per gli italiani all'estero, che è riunito in queste giornate alla Farnesina, aprendo i lavori di tale consesso, ha ricordato questi fatti e questi avvenimenti. Inoltre, ha opportunamente letto un appello al quale i nostri deputati diedero nel recente passato un grande contributo.
Un appello a che non si chiudessero numerose sedi consolari attraverso il taglio dei finanziamenti, non si impedisse lo svolgimento dei corsi di lingua e di cultura italiana, si tutelassero i cittadini disagiati, in particolare in America Latina, e non si dimezzassero i fondi destinati alla stampa italiana all'estero.
Si rinviano per la seconda volta - e anche questo è un fatto drammatico, sbagliato e un segnale di noncuranza e di mancanza della memoria verso i nostri cittadini - le elezioni dei Comites, i consigli degli italiani all'estero e del Consiglio generale. Le elezioni vengono posticipate perché si vuole ridurre tali organismi a voci inesistenti. Tutto il sistema di rappresentanza degli italiani che vivono e lavorano nel mondo è messo in discussione, la libertà di informazione è limitata e ridotta, l'assistenza ai connazionali bisognosi e alle imprese italiane è peggiorata e destinata ancora a peggiorare, la cultura del nostro Paese è minacciata.
Con le manifestazioni che organizzammo in Europa e nel mondo indicammo un'altra strada, che non è stata seguita. In queste settimane, molti di noi hanno giustamente presentato alcune interrogazioni parlamentari - e mi avvio alla conclusione - per indicare un altro modo di procedere, un'altra strada indispensabile per riaffermare il diritto a partecipare alla vita culturale nei Paesi in cui viviamo, per rivendicare il diritto di accesso alla cultura - che parte dal contributo italiano - e il diritto di contribuire nei Paesi in cui viviamo alla crescita culturale di tutta la società (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mario Pepe (PD). Ne ha facoltà.

MARIO PEPE (PD). Signor Presidente, gli emendamenti che il Partito Democratico propone relativamente all'articolo 6 ribadiscono un'esigenza e una problematica concernente l'aspetto politico-istituzionale che accompagna il bilancio - indifferente e silente rispetto alle grandi questioni che interessano il Paese - unitamente alla legge di stabilità che, pure essendo vissuta in maniera tabellare, non esprime quell'afflato, quella passionalità, quell'esigenza di una trasformazione civile delle nostre comunità.
Mi rendo conto che esiste un disagio profondo nella politica, nei partiti e nelle istituzioni, legato indubbiamente non all'esistenza individuale di ciascuno di noi, ma oggettivo, direi storico, presente nel cuore delle nostre comunità nazionali, ma anche della comunità internazionale. Infatti, sappiamo che il bilancio è scritto per capitoli e articolato per missioni ed è chiaro che - al di là delle missioni che abbiamo sul piano della politica nazionale di grande rilevanza e significato ma comunque bypassate, se non paralizzate, all'interno del bilancio alla nostra attenzione - le missioni per eccellenza, al di là di quelle pacifiche che pure sono vissute talvolta in maniera drammatica dalla comunità nazionale, sono quelle di sostegno, di assistenza e di integrazione del reddito che l'Italia ha svolto in varie circostanze per i nostri concittadini residenti all'estero.
Evochiamo spesso la dimensione globale della comunità alla quale riteniamo Pag. 48di appartenere, tuttavia quando ci accingiamo ad articolare politiche serie di sostegno o ci riferiamo a politiche contingenti, certamente escludiamo la strategia del bilancio, nell'ambito della quale è possibile dare dimora ad istanze forti che pure provengono dai nostri concittadini all'estero, che non hanno fatto solo le comunità ospitanti.
Il lavoro degli italiani all'estero ha avuto un eccezionale significato per la nostra comunità, non solo per l'erogazione e la rimessa delle risorse dei nostri concittadini, ma anche per il contributo sul piano del lavoro, dell'ideazione concettuale, dell'organizzazione della produzione di qualità, in moltissime comunità dell'America Latina.
Oggi i nostri concittadini, in assenza di politiche per i cittadini all'estero, indubbiamente risentono di questa grande difficoltà ed anche dell'assenza del Governo italiano. Mi rendo conto che siamo presi da tanti problemi, da tante circostanze però indubbiamente non possiamo tralasciare un elemento qualificante della nostra attività politica e istituzionale, che trova significato negli emendamenti del Partito Democratico.
Abbiamo chiesto più risorse a questo settore, perché ci consentono non solo di dare un rilievo significativo alle nostre comunità e ai nostri cittadini, ma consentiamo ad essi, in una realtà politica internazionale difficile, di poter sopravvivere, perché molti nostri concittadini hanno sostanziali difficoltà di reddito e sul piano di una vita dignitosa. Ecco perché io mi affido alla sensibilità dei parlamentari; se abbiamo una grande disponibilità a lavorare con i nostri concittadini, non solo quelli che vivono nel nostro Paese, sarebbe giusto e opportuno dare un voto di sostegno ai nostri concittadini su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Porta. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, stiamo parlando dei tagli e della legge di stabilità relativamente alle politiche per gli italiani all'estero, e credo che questi tagli dimostrino forse in una maniera emblematica l'iniquità, l'insipienza ed anche la miopia di questa manovra finanziaria.
In questi giorni, anche il Presidente della Repubblica, con un'autorità sicuramente maggiore di chi vi parla, ha espresso forti preoccupazioni a nome del Paese rispetto a questi tagli cosiddetti lineari, che in maniera assolutamente iniqua non solo incidono pesantemente su politiche estremamente vitali per lo sviluppo del nostro Paese ma mortificano anche, come nel caso delle nostre comunità residenti all'estero, la dignità di tante persone che hanno contribuito direttamente con il loro sacrificio alla costruzione e al benessere del nostro Paese.
Ha ragione il Presidente della Repubblica ad evidenziare che, come alcune voci di spesa dovrebbero essere drasticamente ridotte, altri capitoli andrebbero quanto meno mantenuti se non incrementati. È il caso delle voci che riguardano le nostre comunità all'estero, comunità rispetto alle quali stiamo tagliando e siamo ormai vicini alla totale eliminazione delle due voci principali rimaste, cioè la diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo - il nostro Paese investe cifre irrisorie rispetto a quelle dei nostri grandi partner occidentali - e l'assistenza. Su questo punto stiamo mettendo a repentaglio non soltanto la dignità ma anche la vita di migliaia di nostri connazionali che in alcuni paesi del Sudamerica rischiano, a causa dell'eliminazione nel 2011 di questa importante voce di spesa, di non avere la forza di arrivare non alla fine del mese ma alla fine della loro onorata esistenza.
È un danno sociale gravissimo, ma anche una politica miope, che sta tagliando i rapporti con uno dei pochi elementi di forza e di sviluppo che il nostro Paese ha per la crescita, grazie ad una internazionalizzazione che si potrebbe fondare su comunità radicate, che all'estero sono anche state motivo non solo di orgoglio ma di successo. Parlo delle comunità dell'America del Sud, dell'America Pag. 49del Nord e dell'Australia, rispetto alle quali con questi tagli irrisori per quanto riguarda il bilancio dello Stato, ma significativi per il legame con queste comunità, stiamo dimostrando una pericolosa disattenzione, causando un danno del quale difficilmente riusciremo, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, a recuperare appieno il valore. Stiamo compromettendo l'immagine del nostro Paese all'estero, che già è scarsa in ragione di motivi che non voglio con questo mio intervento elencare.
Stiamo mortificando un passato glorioso di milioni di nostri concittadini che sono andati all'estero anche per aiutare lo sviluppo di questo Paese. Stiamo, infine, distruggendo parte essenziale del nostro futuro, che potrebbe, in ragione di queste comunità e del vitale rapporto con esse, costituire un elemento di speranza per il nostro Paese. Non facciamo quest'errore, non votiamo politiche che mortificano il passato e distruggono il futuro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Garavini. Ne ha facoltà.

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei approfittare della possibilità che mi viene data di intervenire in questa sessione di bilancio per portare la voce dei tanti connazionali che incontro in giro durante le diverse visite che faccio in Europa; in Francia, in Belgio, in Germania, in Svizzera, che ci esprimono le grosse difficoltà e la preoccupazione per la gravità della situazione con la quale si vengono a confrontare relativa alla chiusura delle sedi consolari delle loro località.
Vi racconto, per esempio, l'esperienza di uno dei principali consolati francesi, quello di Lille, dove mi sono recata proprio nel corso della scorsa settimana. Centinaia di nostri connazionali ci chiedono innanzitutto come mai si proceda ad una chiusura senza il coinvolgimento delle rappresentanze locali, Com.It.Es e CGIE, e come faranno i nostri connazionali, spesso anziani, che hanno dato un grande contributo al nostro Paese, anche attraverso ingenti rimesse che hanno inviato spesso al sud del Paese per promuoverne lo sviluppo, a recarsi a centinaia di chilometri di distanza.
Ad esempio, per Lille il consolato di accoglimento diventerà quello parigino: chi vive nella circoscrizione consolare dovrà percorrere centinaia e centinaia di chilometri per poter ottenere i servizi, ad esempio un passaporto o una carta di identità.
La stessa cosa vale per altri consolati, ad esempio per il consolato di Losanna in Svizzera, che è a rischio chiusura, per il consolato di Amburgo che - lo ricordo - è il secondo porto per importanza in Europa, per l'agenzia consolare di Mannheim.
Questi tagli lineari, che non tengono assolutamente conto delle realtà territoriali e che non hanno assolutamente tenuto conto dei rilievi di tutti gli organi di rappresentanza, quali effetti produrranno sui territori, sui nostri connazionali, sul made in Italy, che viene tanto spesso utilizzato per farsi pubblicità, per fare propaganda, per propinare che questa maggioranza è attenta all'immagine degli italiani all'estero?
Ebbene, rispetto a tempi nei quali l'immagine dell'Italia all'estero è purtroppo estremamente degenerata, anche i nostri consolati possono rappresentare un baluardo per il mantenimento del sistema Italia.
In questa finanziaria gli italiani all'estero subiscono, ancora relativamente alla rete consolare, ulteriori tagli, tagli che - se andiamo a sommare anche le misure prese nel corso delle precedenti finanziarie - raggiungono ormai livelli del 50 per cento. Dunque esprimiamo, come gruppo del Partito Democratico, la nostra massima denuncia di queste misure, misure che - come dicevano bene i colleghi Fabio Porta e Gianni Farina - vanno ad interessare anche altri interventi, in particolare quelli della promozione di lingua e cultura italiana. Anche in questo caso vi posso ricordare l'esperienza, ad esempio, di una scuola pubblica in Germania, a Colonia, dove addirittura l'80 per cento delle risorse non sono messe a disposizione dal nostro Paese, sono messe a Pag. 50disposizione dalle autorità locali, dalle autorità tedesche, che capiscono bene quale sia il valore della promozione del multiculturalismo, e dunque anche della promozione di altre lingue (ad esempio quella italiana, grazie al cielo ancora molto apprezzata all'estero). Ebbene, rispetto a realtà di questo tipo, dove addirittura le autorità straniere mettono a disposizione così tante risorse, noi come Paese Italia, come sistema Italia, non siamo neppure in grado di garantire il mantenimento di un solo 20 per cento di risorse per la promozione della lingua e cultura italiana. Dunque Presidente - concludo - denuncio ancora una volta, a nome del Partito Democratico, questi tagli così radicali, che sono stati presentati anche in questa finanziaria, sul capitolo di spesa per gli italiani all'estero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bucchino. Ne ha facoltà.

GINO BUCCHINO. Signor Presidente, approfitto anch'io di questa manovra finanziaria, che ha portato ulteriori incredibili tagli alle politiche di attenzione nei confronti degli italiani all'estero, per richiamare l'attenzione di tutti i colleghi del Parlamento, ma anche e soprattutto l'attenzione dell'Italia intera verso i connazionali che vivono all'estero. Non so quanti di voi e quanti italiani sanno che oltre ai 4 milioni e mezzo di italiani che vivono nel mondo con la doppia cittadinanza, con ancora il passaporto italiano, accanto a questi vivono almeno altri 60 milioni che mantengono nei confronti dell'Italia le loro fortissime radici di attaccamento. Certamente tantissimi dei parlamentari presenti hanno dimenticato gli anni (mi riferisco all'inizio degli anni Cinquanta e Sessanta) in cui si diceva a tanti italiani che avevano bisogno di lavorare: prendete un passaporto, imparate una lingua e andate via dall'Italia. Quanti di voi ricordano che nel 1952 l'Italia riuscì a superare un inverno durissimo dal punto di vista economico, e la prima pagina di un giornale importante, l'Avanti, riportò che l'Italia era stata salvata dalle rimesse dei nostri connazionali all'estero? Ecco, tutti i connazionali all'estero non hanno mai dimenticato l'Italia, non hanno mai dimenticato la certezza e l'orgoglio di aver fatto grande l'Italia nel mondo. Da soli, gli italiani all'estero, hanno saputo anche conquistare delle importanti tappe di rappresentatività, modi di rappresentare i propri interessi: sono stati costituiti i Comites, è stato costituito il Consiglio generale degli italiani all'estero, e adesso gli italiani all'estero, con il diritto di partecipare in loco al voto, hanno anche potuto eleggere dei rappresentanti in Parlamento. Ad oggi, da quattro anni siamo qui in Parlamento italiano per portare la nostra esperienza, un'esperienza che non vuole avere certamente la presunzione di insegnare qualcosa, ma certamente ha la presunzione di ricordare a tutto il Parlamento e all'Italia che la questione emigrazione non è ancora risolta.
Vi è una parola chiave, che è dignità; dignità di certezza dei diritti, come per esempio la cittadinanza, dignità di informazione, dignità di mantenere la nostra lingua e la nostra cultura, dignità di partecipazione, dignità di essere considerati uguali ai nostri concittadini italiani. Per ultimo, inoltre - e, certamente, non è poco e in questo abbiamo forse la presunzione di insegnare qualche cosa -, vi è la dignità di ricordare che i percorsi di emigrazione li abbiamo già fatti noi, li hanno fatti i nostri genitori e i nostri nonni, persone che hanno sofferto tanti decenni or sono, così come soffrono adesso gli immigrati che bussano disperati alle nostre porte. I cittadini italiani che vivono all'estero hanno superato questi percorsi di integrazione e sono adesso riconosciuti cittadini a pari diritto dei Paesi meravigliosi che li ospitano. Credo che abbiamo tutto il diritto-dovere di ricordare ai nostri colleghi parlamentari e all'Italia intera di avere un occhio di attenzione verso questi disperati che bussano alle nostre porte, che portano non solamente colore nel nostro Paese, ma anche tanto calore e certezza di un futuro migliore per tutti.

Pag. 51

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tremaglia. Ne ha facoltà.

MIRKO TREMAGLIA. Signor Presidente, condivido quanto è stato detto sinora su questo emendamento, che voterò favorevolmente, e per il quale ho ascoltato oggi al Consiglio generale degli italiani all'estero, dove mi recherò domani mattina per esprimere il mio parere, l'ottima relazione e la forte disposizione da parte del segretario generale del Consiglio medesimo. È assurdo continuare su questioni di questo genere e, pertanto, ho condiviso quello che ho ascoltato oggi e che ripeterò domani diffusamente a favore degli italiani all'estero, i quali sono stati colpiti in termini pesantissimi dalla presente situazione finanziaria. Per tali motivi, voterò a favore di questo emendamento (Applausi di deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia, Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, esprimo la voce di un friulano a onore di tanti milioni di friulani nel mondo che attendono con trepidazione l'esito di questa nostra discussione, perché anche per questi nostri connazionali, la scure del Governo incombe impietosa. Partecipiamo spesso alle loro manifestazioni in giro per il mondo e posso testimoniare quanto ancora oggi sia vivo il sentimento nazionale di appartenenza che, soprattutto per le nuove generazioni, è difficoltoso a mantenersi vivo. Il Governo nazionale oggi vuole togliere i contributi a questi canali che tendono a mantenere vivo il legame con la piccola patria, con la nostra nazione, rischiando così di rendere ancora più difficoltosi e alquanto aleatori tali legami.
Per cui, l'appello che faccio è quello di non fare una politica dei tagli lineari - l'unica, forse, che avete saputo fare in questi due anni e mezzo, al di là di tutte le promesse elettorali che avete disatteso -, ma di discernere quelle voci di spesa che ancora oggi mantengono una loro ragion d'essere ed evitare, quindi, questo ulteriore draconiano taglio alle politiche degli italiani all'estero. Ve lo chiedono tutti quei milioni di italiani a cui poi andate a chiedere il voto ogni volta che vi sono le scadenze elettorali. Abbiamo modificato la Costituzione per dare dignità al loro contributo verso lo Stato italiano, per la loro rappresentanza in quest'Aula e in quella del Senato. Con tali tagli anche queste simboliche ed importanti conquiste vengono messe in forte discussione e di ciò non vogliamo essere corresponsabili. Per cui, vi invitiamo a modificare questo tipo di approccio e a garantire ai nostri connazionali all'estero la pensione che è loro dovuta (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi sul complesso degli emendamenti.
Ricordo che l'emendamento Di Biagio Tab. 6.1 è stato ritirato.
Come preannunciato dal relatore e dal Governo, il parere è contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 6.
Passiamo all'emendamento Razzi Tab. 6.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Razzi. Ne ha facoltà.

ANTONIO RAZZI. Signor Presidente, con questo emendamento l'Italia dei Valori chiede che si rifinanzino le politiche per gli italiani all'estero. Infatti se vogliamo mantenere alta l'italianità nel mondo c'è necessità di fondi e, proprio come diceva il collega Monai, la scorsa settimana ci siamo trovati a Charleroi e a La Louviere e abbiamo potuto vedere che ci sono tanti italiani che amano sia la lingua sia la cultura sia l'informazione. Per questo chiediamo che si stanzino nuovamente 14 milioni di euro per la lingua, la cultura e l'informazione degli italiani all'estero.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Razzi Tab. 6.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 52

Onorevole Fassino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 542
Votanti 532
Astenuti 10
Maggioranza 267
Hanno votato
248
Hanno votato
no 284).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Narducci Tab. 6.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gianni Farina. Ne ha facoltà.

GIANNI FARINA. Signor Presidente, se, come abbiamo sempre affermato, la comunità italiana all'estero rappresenta una risorsa - come non capirlo e vorrei ripetermi al riguardo -, allora ciò significa che l'intervento italiano all'estero è fondamentale ed è un investimento che si fa per la comunità e per il nostro stesso Paese. Due settimane fa ero a Nizza e il sindaco di quella città nonché Ministro delle infrastrutture mi disse: «Nizza non sarebbe così senza questa straordinaria comunità italiana che è nostro patrimonio e patrimonio anche della nostra città».
Ero poi in Germania e apprendo che i nostri giovani sono in ritardo in quelle scuole speciali tedesche, in cui si mandano quelli che hanno bisogno, che sono handicappati, che hanno bisogno di assistenza e di tutela ogni giorno. Mandano anche i nostri figli perché non sanno il tedesco e non lo sanno perché non hanno appreso la lingua italiana e non sono stati aiutati ad integrarsi in quel Paese con una cultura che sia una cultura multiculturale da cittadini veri e forti, da cittadini protagonisti in quella terra. Ritengo che questo emendamento, se è approvato, è un primo passo per invertire la tendenza e per dire sì, il nostro Governo c'è, e la nostra Italia non si è ancora dimenticata. Per tale ragione invito tutti a votare per l'emendamento in oggetto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Narducci Tab. 6.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pianetta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 542
Votanti 537
Astenuti 5
Maggioranza 269
Hanno votato
242
Hanno votato
no 295).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedi Tab. 6.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Garagnani?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 542
Votanti 537
Astenuti 5
Maggioranza 269
Hanno votato
238
Hanno votato
no 299).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Narducci Tab. 6.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 53

Onorevole Lo Monte?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 543
Votanti 538
Astenuti 5
Maggioranza 270
Hanno votato
241
Hanno votato
no 297).

Prendo atto che il deputato Occhiuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Narducci. Ne ha facoltà.

FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente, anch'io vorrei innanzitutto sottolineare un'evidenza, cioè il fatto che il bilancio del Ministero degli affari esteri - perché di questo stiamo parlando all'articolo 6 - nello stato di previsione del Ministero degli affari esteri e disposizioni relative in questi due anni e mezzo del Governo attualmente in carica è stato preso pesantemente di mira. Si dirà che altri Ministeri hanno subito la stessa sorte, però vorrei ricordare che, durante il Governo Prodi, con l'allora Ministro degli esteri D'Alema, si era registrata per la prima volta un'inversione di tendenza e la percentuale del bilancio dello Stato destinata al Ministero degli affari esteri si era attestata allo 0,45 per cento se ricordo bene. Ora siamo allo 0,4 per cento di un bilancio che in valore assoluto è comunque diminuito.
Credo che un Paese che è la quinta o la sesta potenza mondiale - non si sa bene - fra i Paesi industrializzati non possa fare una politica estera con risorse finanziarie ridotte al lumicino. Le conseguenze le sappiamo: la totale disarticolazione della politica italiana per la cooperazione allo sviluppo e, nonostante ciò, vi sono però «i tagli con l'applauso», come qualcuno li ha definiti, nel senso che si continua a dire che la cooperazione allo sviluppo rimane uno degli assi portanti della politica estera italiana. Io credo che questa invece sia una beffa, perché le risorse destinate, nonostante i proclami fatti anche alla recente assemblea dell'ONU a New York nel mese di settembre dai nostri rappresentanti di Governo, sono talmente ridotte al lumicino che stiamo distruggendo quanto è stato costruito anche con una forte dose di volontariato.
Cosa dire poi della distruzione di una rete relazionale che è stata costruita attraverso un secolo e mezzo di storia delle comunità italiane all'estero?
Signor Presidente, proprio di recente, a villa Manin, nel Friuli, si sono riuniti - a seguito di un'iniziativa, devo dire, lodevole da parte del Governo - oltre settanta imprenditori italiani nel mondo per capire come, nel tempo della globalizzazione, si possano mettere a frutto le sinergie e le potenzialità di una comunità, che è internazionale e che mantiene forte il tratto distintivo dei valori italiani, cioè quelli della solidarietà, dell'attaccamento alla nostra madrepatria e dell'impresa. La stessa cosa è avvenuta per iniziativa del Ministro Fazio, che ha riunito un numero consistente di scienziati e di ricercatori italiani in campo medico residenti all'estero.
Tuttavia, credo che il Ministero dell'economia e delle finanze non abbia contezza di tutto ciò o faccia finta di non voler vedere. Infatti, riducendo così drasticamente le risorse, come si prevede nell'articolo 6 in oggetto, credo che il Ministero degli affari esteri potrà veramente fare poco per la nostra politica estera, per la cooperazione allo sviluppo e, soprattutto, per mantenere saldo quel legame che unisce, storicamente, 60 milioni di italiani di origine. Questa è una stima minima, ma esiste una «meta Italia», che in tanti valutano in oltre 300 milioni di persone, le quali, evidentemente, non sono di origine italiana, ma sono affezionate al nostro Paese e al nostro sistema culturale.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente, per oltre quattro giorni, abbiamo Pag. 54audito gli enti internazionalisti: era vergognoso vedere che il British Council aveva una disponibilità di 220 milioni di euro, il Goethe Institut di 200 milioni di euro e che, man mano, scendendo alla fine di questa lista, vi era la gloriosa Dante Alighieri, con oltre 420 circoli nel mondo che si autofinanziano, con soli 600 mila euro destinati alle attività di coordinamento della sede centrale.

PRESIDENTE. Onorevole Narducci, deve concludere.

FRANCO NARDUCCI. Credo che questo debba farci riflettere - concludo, signor Presidente - e dire che se vi è un ambito nel nostro Paese in cui non temiamo la competizione è quello culturale. Noi lo stiamo distruggendo, sottraendo, con questo tipo di intervento, proprio le risorse minime indispensabili.
Per questo motivo, il Partito Democratico voterà contro l'articolo 6 in oggetto, che colpisce così pesantemente la presenza italiana nel mondo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, con l'annessa tabella 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 543
Votanti 537
Astenuti 6
Maggioranza 269
Hanno votato
295
Hanno votato
no 242).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7, con l'annessa tabella 7, e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 3779-A).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, il fatto che il presidente della Commissione esprima il parere sulle proposte emendative all'inizio della seduta su tutti gli articoli è una sua scelta, non credo che tale scelta sia propriamente debita rispetto all'economia dei nostri lavori.
Tuttavia, poiché esiste anche la possibilità che il relatore di minoranza esprima il proprio parere, forse, potrebbe essere utile che egli possa farlo - prima di passare al complesso delle proposte emendative o quando lo riterrà lei - così come previsto dal Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bachelet. Ne ha facoltà.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Signor Presidente, lascia ogni volta stupefatti l'abilità con la quale il Ministro Gelmini - dal tetto del 30 per cento agli immigrati all'inizio delle scuole il 1o ottobre - inventa a getto continuo mirabolanti iniziative, prendendo due piccioni con una fava: discussioni, critiche e applausi per cose che il Governo non fa e distrazione degli elettori dalle cose che il Governo sta davvero facendo.
Ma lanciare a fine ottobre, con un'intervista, il progetto di rendere pubblica la valutazione di studenti, insegnanti, e dirigenti, proprio negli stessi giorni in cui la legge di stabilità 2011 toglie un milione di euro all'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (Invalsi) e all'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica (ANSAS), due istituzioni che insieme avevano, prima di questo taglio, poco più di quattro milioni di euro, è davvero un capolavoro mediatico. Il Ministro Gelmini strozza le istituzioni deputate Pag. 55alla valutazione e al rilancio della scuola, che dice nell'intervista di voler potenziare.
Il partito Democratico, ai primi di ottobre nell'assemblea di Varese, ha reclamato un sistema di valutazione della scuola di rango europeo, indipendente dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e potenziato con adeguate risorse. Quindi, denuncia questa grossolana mistificazione.
Dopo due anni e mezzo di Gelmini, nell'assenza di qualsiasi sistema e criterio di valutazione del sistema scolastico, arriva ora il colpo di grazia della legge di stabilità 2011: all'unico strumento finora esistente viene tolto un quarto dei fondi.
A Varese l'assemblea nazionale del Partito Democratico ha approvato dieci punti per la scuola di domani. Uno dei dieci punti riguardava appunto l'urgenza di un sistema di valutazione del sistema scolastico di rango europeo, illustrato con chiarezza in uno dei documenti assembleari. Chiediamo l'indipendenza dal Ministero, che oggi non c'è, e molte altre significative ristrutturazioni e innovazioni del sistema attuale, per ottenere una valutazione integrata di docenti, dirigenti, scuole e sistema scolastico nel suo complesso, il cui fine sia migliorare la scuola pubblica, non giustificare come un manganello mediatico il suo smantellamento.
Ma discutiamo anche le risorse necessarie alla valutazione e allo sviluppo dell'autonomia scolastica, stimando in quel documento, che siano significativamente maggiori di quelle attualmente disponibili all'Invalsi e all'ANSAS e indicando voci di bilancio da cui trarre, in futuro, queste risorse aggiuntive.
Invece, il Ministro, che parla sempre di merito e valutazione, non solo si guarda bene dal reclamare maggiori risorse per Invalsi e ANSAS, ma arriva addirittura, con questa legge di stabilità, a ridurre la loro già modestissima dotazione annuale da 4,3 milioni di euro a 3,3 milioni di euro.
Ma una piena realizzazione dell'autonomia, come dice il nostro documento, necessita di un sistema di valutazione di carattere nazionale, che sappia interloquire con i territori, soprattutto con le regioni, che sia indipendente dal Ministero e responsabile verso il Parlamento, in cui anche la valutazione dei docenti avvenga su base volontaria e in relazione all'avanzamento di carriera, ma, per altro verso, avvenga come parte integrante della valutazione complessiva dell'autonomia scolastica.
Questo emendamento si limita, però, a restituire nel bilancio di previsione almeno il milione tolto dal Governo, a consentire che queste due istituzioni possano almeno pagare gli stipendi e finanziare le modeste attività di ricerca, valutazione e sostegno all'autonomia finora possibili. Per realizzare il sistema di valutazione che noi desideriamo, dovremmo vincere, tra poco, le prossime elezioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 7 e sull'unica proposta emendativa ad esso presentata, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

MARCO MARSILIO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Bachelet Tab. 7.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

GIULIO CALVISI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIO CALVISI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, mi consenta di esprimere in pochi minuti le ragioni del nostro giudizio contrario su questo articolo, perché, su questo, noi abbiamo presentato un emendamento, testé illustrato Pag. 56dal collega Bachelet. Però, voglio richiamare l'attenzione dell'Aula su un fatto molto importante.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Calvisi, lei sta esprimendo il parere?

GIULIO CALVISI, Relatore di minoranza. Sto esprimendo il parere positivo sull'emendamento.

PRESIDENTE. Sì, non avevo capito io. Prego.

GIULIO CALVISI, Relatore di minoranza. Vorrei richiamare l'attenzione dell'Aula su un fatto molto importante. Noi stiamo votando lo stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
Quindi, tutti i ragionamenti che abbiamo fatto sui tagli contenuti in questo disegno di legge di bilancio sull'università, la scuola e il diritto allo studio si trovano in questo articolo.
Su questo punto, noi siamo stati molto critici e molto duri, poiché registriamo tagli consistenti, i quali, complessivamente, peggioreranno il sistema dell'istruzione nel nostro Paese, non rappresentano sicuramente un investimento sul futuro di questo Paese e penalizzano fortemente il nostro possibile livello di competitività futura come sistema-Paese.
Voglio citare alcune cifre: rispetto alle previsioni assestate del bilancio del 2010, lo stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca quest'anno registra una riduzione di 2 miliardi e 800 milioni di euro. Si tratta di cifre importanti.
Richiamo l'attenzione dell'Aula sul fatto che noi, con il bilancio per il 2009, con quello per il 2010 e adesso, con questo bilancio di previsione che stiamo approvando per il 2011, vediamo nelle tabelle di bilancio quei famosi 8 miliardi di taglio, disposti con il decreto-legge n. 112 del 2008. Quindi, questa è una cifra che combina le misure del decreto-legge n. 112 del 2008 con le misure del decreto-legge n. 78 del 2010, poiché, in pratica, la legge di bilancio fotografa quanto è già avvenuto con le misure di correzione della finanza pubblica.
Nello specifico, si registra una riduzione di 123 milioni di euro per l'istruzione prescolastica e di 700 milioni di euro, quasi 800, per l'istruzione primaria; l'istruzione secondaria di primo grado e di secondo grado registrano una riduzione, rispettivamente, di 208 e 840 milioni di euro; per le istituzioni scolastiche non statali, le cosiddette parificate, vi è stata una correzione in corso con l'approvazione del maxiemendamento, tuttavia si è partiti da una riduzione di 129 milioni di euro; infine, l'istruzione post-secondaria degli adulti e i programmi di istruzione e lavoro sono stati ridotti di 7,8 milioni di euro.
Inoltre, è stato soppresso un capitolo importante (il 7151), che consentiva di utilizzare residui di bilancio e conteneva la possibilità di attingere da quel fondo, da quel capitolo, per interventi di edilizia e per la messa in sicurezza di edifici scolastici.
Su questo punto dei lavori della Commissione bilancio e, prima ancora, nell'ambito dei lavori della Commissione di merito, abbiamo evidenziato lo stato drammatico in cui versa la condizione di sicurezza dei nostri edifici scolastici. Vi sono studi internazionali che attestano che il 65 per cento degli edifici scolastici italiani ha bisogno di essere messo in sicurezza. Solo il 46 per cento delle scuole italiane ha il certificato di agibilità statica, contro il 98 per cento della Germania, il 93 per cento della Francia, il 92 per cento dell'Inghilterra, l'89 per cento della Spagna e il 77 per cento della Polonia; chiude la classifica, prima di noi, l'Albania, con il 53 per cento.
Con l'approvazione del maxiemendamento, le cose non sono cambiate molto, in quanto vi è stata una correzione significativa solamente per le scuole paritarie (+ 245 milioni di euro e 103 per i libri di testo), la quale, però, non modifica le riduzioni dello stato di previsione di questo Ministero, in quanto si trova in un altro stato di previsione, quello del Ministero dell'interno. Pag. 57
Desidero, inoltre, ricordare ciò che accade in materia di università: infatti, la missione «istruzione universitaria» quest'anno è pari a 7 miliardi e 103 milioni di euro, con una riduzione di ben 821 milioni di euro, pari al 10 per cento rispetto al dato assestato del 2010.
In particolare, vi è una riduzione del sistema universitario e della formazione post universitaria di 726 milioni di euro rispetto all'assestato.
Tale riduzione è soprattutto distribuita sul Fondo di finanziamento ordinario delle università. È vero che nel maxiemendamento vi è stato un ripristino di 800 milioni di euro, però voglio ricordare, come giustamente abbiamo messo in evidenza nel parere di minoranza della Commissione competente, che vi erano due voci che alimentavano quel Fondo: il fondo da destinare all'incremento dell'efficienza e dell'efficacia del sistema universitario statale che era pari a 550 milioni di euro e un altro fondo che era stato disposto dalla finanziaria dell'anno scorso alimentato tramite l'utilizzo dello scudo fiscale. Il Fondo di finanziamento ordinario delle università era quindi pari a oltre mille milioni di euro; voi con il maxiemendamento ne rimettete in circolo 800 milioni, però vi è una riduzione secca di più di 300 milioni di euro.
Sul diritto allo studio siete intervenuti con una forte penalizzazione delle borse di studio; anche in questo caso con il maxiemendamento, grazie all'insistenza dell'opposizione, alla battaglia che abbiamo condotto con tutte le forze di opposizione, anche con quelle che, a breve, lo diventeranno, siamo riusciti a modificare questa posta in bilancio.
Voglio ricordare anche i tagli consistenti alla missione ricerca e innovazione che è ridotta di 70 milioni di euro. Dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione ha parlato adesso il collega Bachelet quindi non ho niente da aggiungere, se non una riduzione che abbiamo verificato sul programma ricerca scientifica e tecnologica di base pari a quasi 100 milioni di euro.
Che cosa dire? Ve lo abbiamo detto sin da quando avete approvato il decreto-legge n. 112 del 2008: non c'è, da parte nostra, nel porre l'attenzione sul problema dell'università, della ricerca, del diritto allo studio e dell'istruzione scolastica a tutti livelli, soltanto l'affermazione di una visione della società diversa dalla vostra per quanto riguarda le pari opportunità di partenza che tutti i cittadini devono avere, l'innesco in Italia di un ascensore sociale, di maggiore mobilità sociale che permetta anche ai poveri, alle fasce meno abbienti della popolazione di raggiungere, come dice la Costituzione, i più alti gradi dell'istruzione. Su questo noi sappiamo di essere diversi rispetto ad una visione del centrodestra che tende a fotografare le distanze sociali ad oggi esistenti nel Paese.
Signor Presidente, è proprio una scelta di politica economica che noi raccomandiamo al Governo perché investire sull'istruzione, sull'università, investire sulla ricerca, investire sul sapere non è soltanto una scelta di giustizia sociale ma una scelta di politica economica. La Germania quest'anno ha fatto una manovra, ancora più della nostra, di lacrime e sangue eppure sull'università, la ricerca e la scuola ha messo il segno «più». Voi continuate a massacrare il nostro sistema di istruzione e su questo emerge una visione profondamente diversa dalla nostra impostazione economica e di governo della finanza pubblica. Voi state facendo del male al futuro di questo Paese ed è per questo, signor Presidente, che abbiamo preso la parola, perché l'approvazione di questo articolo non poteva sicuramente passare sotto silenzio e noi con grande convinzione esprimiamo il nostro parere contrario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ANTONIO BORGHESI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, anche il gruppo di Italia dei Valori dà un parere Pag. 58fortemente negativo su questo articolo. È sufficiente ricordare alcuni dati, in parte ricordati anche dal collega che mi ha preceduto: guardando gli stati di previsione, vi sono quasi tre miliardi in meno tra il bilancio assestato 2010 e il bilancio di previsione 2011.
Se andiamo a guardare le funzioni obiettivo, troviamo che per la «funzione 9» (istruzione), vi sono quasi tre miliardi di euro in meno; guardando poi le missioni: troviamo quasi 2,2 miliardi di euro sull'istruzione scolastica e più di 800 milioni sull'istruzione universitaria.
Come si immagina di far uscire dalla crisi un Paese tagliando in questo modo le risorse all'università? Qualcuno deve ancora riuscire a spiegarmelo, perché non vi è Paese che non immagini, proprio attraverso l'istruzione, la formazione e l'università, di poter usare questi strumenti come veicolo per uscire dalla crisi e per far avanzare la crescita del Paese. Ma voi sul concetto di crescita avete deciso di non investire neanche un centesimo.
Voglio dire di più, e voglio ricordare che vi è una riforma universitaria in discussione, che si è fermata alla Commissione bilancio di questo ramo del Parlamento perché aveva una copertura inesistente. Ebbene, la Conferenza dei presidenti di gruppo di questa mattina ha ritenuto di calendarizzare per la prossima settimana la discussione in Aula di quel provvedimento. È evidente che, così come non vi era copertura prima, non vi è copertura neanche oggi.
Quegli 800 milioni di euro che sono destinati all'università, infatti, sono soldi che serviranno, più che altro, a tappare i buchi dei tagli degli anni precedenti, e non serviranno, in realtà, all'obiettivo principale di quella riforma, che era di far partire dei concorsi da professore associato, in modo da riconoscere a quella quota di ricercatori, che di fatto non fa solo ricerca, ma anche docenza, il giusto raggiungimento della funzione prevista dalle norme, che è quella almeno di professore associato.
Il tema è che con questa legge di stabilità e di bilancio che andremo ad approvare non si potranno fare quelle assunzioni, perché con queste risorse non si raggiunge l'obiettivo che voi stessi volevate raggiungere, e che avete inserito in quel progetto di legge. Ciò perché, se va bene, con questo intervento non esiste che vi siano millecinquecento concorsi all'anno per sei anni; ma ci saranno forse, se va bene, meno della metà di quanto voi avete ritenuto che fosse necessario in quella riforma.
Quello che succederà è che la prossima settimana parleremo del nulla, perché la Commissione bilancio, per mandare in discussione la prossima settimana quel provvedimento, sarà costretta a richiedere il taglio di tutte le norme che sono di spesa.
Quindi, ciò che arriverà in discussione in Aula la prossima settimana sarà un niente, una riforma priva di contenuti di spesa, priva totalmente di contenuti e di risorse; mi chiedo come sia possibile.
Dico sin da oggi: che il Governo non si sogni di dire che la settimana prossima si discuterà la riforma universitaria, perché quello che si fa è uno spot che il Governo vorrà forse usare mediaticamente per dire che lavora. Ma il tempo si avvicina, il tempo è finito, il 14 dicembre è ormai dietro l'angolo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bachelet Tab. 7.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Boniver, Martino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 526
Votanti 522
Astenuti 4
Maggioranza 262
Hanno votato
232
Hanno votato
no 290).

Pag. 59

Prendo atto che la deputata De Torre ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 7, con l'annessa tabella 7. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Pasquale. Ne ha facoltà.

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, intanto voglio premettere che qui abbiamo votato solo un emendamento perché tutti gli altri nostri consistenti emendamenti, sia dal punto di vista del contenuto, sia dal punto di vista numerico, saranno presentati al disegno di legge di stabilità. Voteremo contro questo articolo perché riteniamo che tagliare così pesantemente, come è stato illustrato anche dal collega relatore di minoranza, sulla scuola, sull'università e sull'istruzione non sia davvero una scelta lungimirante.
Infatti, proprio questi sono i settori che potrebbero ridare nuova linfa di crescita e di sviluppo al nostro Paese. Questi tagli, per di più, sono stati operati in una modalità che abbiamo fin dall'inizio contestato. Sono tagli lineari, che colpiscono ugualmente chi è virtuoso e che chi non lo è, mettendo anzi in grossissime difficoltà proprio chi ha già operato ed ha già risparmiato ciò che poteva essere risparmiato e quindi va a mettere in difficoltà proprio chi è virtuoso e chi ha già operato dei risparmi.
Questi tagli, inoltre, si vanno a sommare pesantemente con gli effetti del decreto-legge n. 78 del 2010 che già ha fatto si che il personale della scuola e dell'università fossero colpiti duramente con il blocco degli scatti, con il blocco dei contratti e con la soppressione di importanti enti di ricerca ed enti culturali. Allora assisteremo, come è stato detto - non ripeto le cifre, però voglio ripetere il concetto - ad una riduzione consistente di risorse per le scuole materne, nonostante il numero degli alunni stia crescendo e numerose regioni si stiano facendo carico di consentire a centinaia di famiglie di poter mandare i loro bambini alla scuola materna.
Mentre l'Europa ci chiede di poter arrivare ad aumentare gli asili nido in modo consistente - vi sono regioni che hanno fatto uno sforzo notevole, investendo proprio su questo strumento che consente e dà la possibilità a molte donne di lavorare ed ai bambini, fin dalla tenera età, di socializzare - con questa riduzione sulle scuole materne vediamo bambini che sono andati all'asilo nido non poter poi andare alla scuola materna.
Allora, come dicevo, molte regioni, come per esempio la Toscana, hanno investito milioni di euro proprio per poter consentire a centinaia di famiglie di mandare i loro figli alla scuola materna. È chiaro che le regioni, che già si trovano a dover affrontare tagli terribili da parte di questo Governo, dovendo far fronte anche a questo (che non è una loro competenza), dovranno tagliare da altre parti, e questo è bene che i cittadini lo sappiano, perché la scuola materna è una competenza che dovrebbe essere portata avanti dallo Stato.
Assistiamo così al taglio della scuola primaria, nonostante aumentino il numero dei ragazzi iscritti alla scuola primaria. Abbiamo già detto numerose volte in quest'Aula che cosa succedendo: classi piene come uova che non ottemperano alle misure di sicurezza antincendio. Non abbiamo più gli insegnanti specialisti in lingua inglese, né la possibilità di nuove modalità didattiche come «il tempo pieno».
Non abbiamo più la possibilità, per i ragazzi stranieri e per quelli con handicap, di poter davvero far sì che il loro diritto allo studio sia pieno. Quando vengono ridotte le risorse in maniera così drastica, quelli che soffrono di più sono gli ultimi, ossia quelli che invece avrebbero più necessità di essere sostenuti.
Noi possiamo capire il vero livello di una società se essa è in grado davvero di sostenere i suoi ultimi. Così assistiamo quest'anno...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ROSA DE PASQUALE. Concludo, signor Presidente. Assistiamo ad una riduzione Pag. 60anche in questo caso drastica nella scuola secondaria, di secondo grado. Abbiamo visto la morte di laboratori che faticosamente i nostri enti locali avevano finanziato e fatto crescere, che consentivano agli studenti di poter imparare con nuove modalità didattiche. Mi fermo perché lo abbiamo già detto tante volte, ma noi non ci stancheremo mai di ripeterlo: l'istruzione e la scuola sono il nostro bene primario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, con l'annessa tabella.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Castagnetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 532
Votanti 529
Astenuti 3
Maggioranza 265
Hanno votato
292
Hanno votato
no 237).

Prendo atto che il deputato Scapagnini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Pionati e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8, con l'annessa tabella, e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3779-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Naccarato. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO NACCARATO. Signor Presidente, intervengo sugli emendamenti all'articolo 8, presentati dal gruppo del Partito Democratico. Il provvedimento che stiamo esaminando è un elenco di tagli indiscriminati e lineari - più di 17 miliardi di euro - che incideranno sulla qualità della vita dei cittadini. Tra i settori più colpiti ci sono le autonomie locali - regioni, province e, in particolare, comuni - e le forze dell'ordine.
Nel primo caso, i tagli e i meccanismi previsti dal Patto di stabilità impediranno agli enti locali di svolgere le loro funzioni e succederà esattamente il contrario di quanto il Governo ha raccontato e promesso sul federalismo. Credo che anche con questa manovra si veda con evidenza che da quando si parla di federalismo e da quando la Lega è tornata al Governo del Paese, le regioni, le province e i comuni vengono massacrati in maniera sistematica e hanno perso di fatto gran parte della loro autonomia d'azione. È curioso, quindi, che più si parla di federalismo e più questa parola è entrata nel linguaggio della politica del Governo, più si vedono gli effetti che vanno in direzione diametralmente opposta. L'impressione è quasi che dietro lo slogan del federalismo si coprano i tagli al sistema degli enti locali e delle autonomie locali. Anche ciò che è successo di recente nelle regioni settentrionali, dopo le alluvioni e le calamità naturali, ha dimostrato come i tagli hanno impoverito sistematicamente regioni, province e comuni che non sono più in grado di far fronte a questo tipo di questioni. Poi, magari, si verifica l'emergenza e tutti si accorgono del problema, ma tutto l'impianto di manutenzione ordinaria, che rappresenta la vera prevenzione rispetto alle alluvioni e alle calamità naturali, ormai non viene più svolto da nessuno perché non ci sono le risorse per poterlo fare.
Nel secondo caso, ossia quello delle forze dell'ordine, i tagli delle risorse per il funzionamento dell'intero apparato della pubblica sicurezza produrranno danni molto significativi, con una riduzione dei servizi offerti nel territorio. Anche in tal caso penso ad alcuni strumenti fondamentali che vengono ricordati quando ci sono Pag. 61le emergenze, ma che quando si discute della legge fondamentale di bilancio tutti dimenticano e anzi subiscono ulteriori tagli: le sedi, gli automezzi, i carburanti, la realizzazione e il funzionamento della banca dati del DNA (una delle grandi promesse di questo Governo, ma su cui non ci sono le risorse necessarie per poterla realizzare), le missioni della Polizia di Stato per il contrasto all'immigrazione clandestina (altra grande promessa, ma poi la missione in cui vengono concentrate le risorse per poter svolgere questo tipo di servizi subisce tagli significativi), la prevenzione del rischio e del soccorso pubblico e i vigili del fuoco.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 18,15)

ALESSANDRO NACCARATO. Anche in tal caso si va nella direzione opposta a ciò che si dice quando ci si trova di fronte alle emergenze, nel senso che tutta la parte di prevenzione, soccorso pubblico e vigili del fuoco subisce tagli che renderanno pressoché impossibile il mantenimento dei servizi che abbiamo fatto finora.
Anche a questo proposito, le promesse che il Governo aveva fatto, in particolare quest'estate ai sindacati delle forze di polizia in occasione della conversione in legge del decreto in materia economica, sono state tutte sistematicamente disattese. Si trattava di promesse roboanti: si sarebbero trovate le risorse, si sarebbero risolti i problemi, addirittura si erano promessi impegni sui contratti, sulle strutture e sui mezzi. Tuttavia, nella manovra di bilancio non troviamo nemmeno una traccia di quanto si era detto. I nostri emendamenti mirano ad impedire che i tagli abbiano effetti così negativi e ad aumentare le risorse per il comparto della sicurezza e per le autonomie locali.
In particolare, c'è il nostro emendamento Naccarato Tab. 8.2 che destina risorse - solo 22 milioni di euro, quindi non una cifra così clamorosa - per le spese per la costruzione e la manutenzione delle sedi delle forze dell'ordine e delle questure. Conosco diversi casi - in particolare, quello della mia città, Padova - dove esiste l'esigenza e l'opportunità di realizzare queste strutture nuove, rendendo più funzionali le sedi attuali e migliorando i costi rispetto alla gestione di queste sedi perché spesso le forze dell'ordine si trovano ad operare in sedi vecchie dove non riescono poi a mantenere uno standard di servizi adeguati e, anzi, hanno costi crescenti.
Quindi, la realizzazione di nuove sedi e di nuove strutture consentirebbe di utilizzare il servizio, di dotare le forze dell'ordine di strutture più efficienti e anche di diminuire i costi di gestione. Del resto, la vicenda dei tagli è stata evidenziata anche nel parere della I Commissione sul disegno di bilancio. Credo che pochi colleghi abbiano letto i pareri con i quali la I Commissione ha licenziato il provvedimento.
La Commissione, infatti, ha espresso un parere positivo con alcune drammatiche condizioni, che non sono state minimamente considerate dal Governo nella redazione del provvedimento. Ne voglio leggere una perché dà l'idea della situazione drammatica che aspetta le forze dell'ordine nei prossimi mesi. Dando parere favorevole la Commissione ha posto la condizione che siano assicurate al Ministero dell'interno risorse sufficienti a garantire lo svolgimento delle funzioni statali e la tutela della sicurezza e dell'ordine pubblico.
Ciò significa che la Commissione è pienamente consapevole - anche la maggioranza ha ovviamente votato a favore di questo parere - del fatto che oggi non ci sono le risorse per garantire lo svolgimento delle funzioni statali di sicurezza e ordine pubblico. Non aver tenuto conto di questa condizione e delle altre poste la dicono, secondo me, lunga sulla sottovalutazione che vi è del problema. È triste - e, a mio parere, anche grave - che poi si utilizzi la lotta alla criminalità organizzata e il grande tema delle infiltrazioni mafiose nelle regioni del nord come argomento di scontro, polemica e strumentalizzazioni, quasi che la lotta alla criminalità venisse Pag. 62ridotta ad una specie di gara tra chi - naturalmente a suon di proclami - è più bravo e arriva prima.
Siccome si tratta di una questione molto seria, servono da un lato gli indirizzi politici e legislativi (su questo il Governo ha fatto alcune cose, il Parlamento ne ha fatte altre, come l'Agenzia dei beni sequestrati), dall'altra servono però anche le risorse per garantire alla magistratura e alle forze dell'ordine di mettere in atto tali indirizzi, che altrimenti rimangono solo chiacchiere e non vengono seguite da fatti.
Siccome poi sulla strada e sul campo ci sono magistrati e uomini delle forze dell'ordine, che materialmente si trovano a contrastare e prevenire la criminalità organizzata, o li dotiamo di risorse necessarie, sufficienti ed adeguate a svolgere queste funzioni oppure non si riesce a concretizzare neanche su questo versante. Ecco credo che i nostri emendamenti, signor Presidente, vadano in questa direzione e cerchino di risolvere e colmare le lacune che, invece, la manovra economica anche quest'anno contiene: al proclama della maggiore sicurezza corrispondono tagli che peggioreranno lo stato della sicurezza del territorio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, voglio intervenire sull'aspetto dei 34 milioni di euro tagliati all'attuazione da parte delle prefetture e degli uffici territoriali del Governo delle missioni del Ministero dell'interno sul territorio.
Voglio leggere nella tabella a proposito di questi tagli, per i quali noi proponiamo un emendamento - e ovviamente concordo con quanto già detto dal collega Naccarato -, a quali voci nello specifico si riferiscono questi 34 milioni di tagli. Intendo soffermarmi sulla descrizione delle attività, che proviene dalla tabella ministeriale della nota integrativa al bilancio di previsione.
Saranno tagli che incideranno sulla tutela della legalità, sulla salvaguardia dei diritti civili e sulla gestione delle emergenze sociali, sull'azione propulsiva di indirizzo, di mediazione sociale, di intervento, di consulenza anche rispetto agli enti locali, sull'esercizio coordinato dell'attività amministrativa degli uffici periferici del Stato, attività svolte sul territorio inerenti alle missioni di ordine e sicurezza pubblica.
Signor Ministro, quando mi rivolgo a lei - e ribadisco quello che ho detto nell'intervento precedente, nel quale ho ringraziato le Forze dell'ordine per l'eccellente arresto di oggi e ribadendo che ho la convinzione di parlare con un Ministro che si occupa seriamente delle questioni degli interni - ho tuttavia l'impressione di parlare anche con un Ministro dalla «doppia faccia», per quanto riguarda le questioni di finanziamento economico del suo Ministero.
Vorrei citare in questa sede il giudizio che ci proviene dal Ministero dell'interno su questa tabella che viene consegnata oggi nella nota integrativa al bilancio di previsione. Nel parere si dice: «Nella predisposizione delle previsioni si è dovuto tenere conto dell'impatto del decreto-legge n. 78 del 2010 che ha disposto, tra l'altro, nel 2011 la riduzione lineare del 10 per cento delle dotazioni finanziarie iscritte a legislazione vigente nell'ambito delle spese rimodulabili. Pertanto, si sono operate rimodulazioni all'interno di ciascuna missione e tra missioni diverse, ai sensi dell'articolo 2 del citato decreto-legge, nel rispetto del limite complessivo degli stanziamenti di ciascuno di essi. Tale procedura di rimodulazione non è stata però sufficiente a far fronte ai reali fabbisogni di spesa e quindi sono state avanzate richieste incrementative per alcune tipologie di spesa che non - sono parole che provengono dal suo Ministero, Ministro Maroni - risultano comprimibili, ovvero la cui dinamica non è governabile dal CRA».
Vorrei fare un brevissimo elenco, signor Ministro, onorevoli colleghi, signor Presidente, dei tagli operati dal Governo Berlusconi all'ordine pubblico e al comparto sicurezza e ordine pubblico ripartito nei diversi Ministeri perché ci congratuliamo Pag. 63con le Forze dell'ordine e con la magistratura per gli arresti eccellenti, ma non cancelliamo i dati dei tagli che il suo Ministero e la tutela dell'ordine pubblico hanno subito nei tre anni di cui ci occupiamo. Il Ministero dell'interno ha avuto nel 2009 263 milioni 497 mila euro di tagli, nel 2010 283.089, nel 2011 492 milioni 726 mila euro di tagli più altri 64 mila 549, per un totale nel triennio di un miliardo e 103 milioni euro di tagli. Analogamente, nell'ambito dello stesso comparto (sicurezza e ordine pubblico), negli altri ministeri, abbiamo avuto tagli per 190 milioni di euro nel triennio per il capitolo riguardante l'immigrazione, di 58 milioni di euro a carico del Ministero dell'economia, di un miliardo e 187 milioni di euro a carico del Ministero della difesa, di 14 milioni di euro a carico dei Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, di 58 milioni di euro a carico del Ministero dei trasporti, di 789 milioni di euro a carico del Ministero della giustizia e quindi un totale, nel triennio, di 3 miliardi 588 milioni di euro.
Non ci si dica che l'unica cosa a cui dobbiamo guardare dell'attività del Ministero dell'interno - che interessa a noi, come a ciascun italiano, perché il principio della sicurezza è un principio costituzionale, fondamentale da garantire - sono gli arresti eccellenti che vengono compiuti. Guardiamo anche i tagli che sono avvenuti in questi anni sulla questione della sicurezza e della difesa.
È per questo che nel bilancio che stiamo discutendo quest'oggi in quest'Aula introdurremo, con i nostri emendamenti, delle richieste di compensazione dei tagli lineari che il suo Ministero ha subìto. Ovviamente, nelle cifre di cui parlavo prima, intendevo 3 miliardi e non 3 milioni 588 mila tagli complessivi al comparto sicurezza e difesa.
Questa è, onorevoli colleghi, signor Presidente, la fotografia e la qualità con la quale avete trattato le necessità che gli stessi tecnici del suo Ministero riferiscono, giudicando la tabella che le è giunta in questi giorni, nella nota integrativa al bilancio di previsione.
La realtà è una realtà di tagli: a fronte del coraggio, dell'abnegazione, della competenza di quanti ogni giorno nelle strade del nostro Paese - operatori delle forze dell'ordine, della sicurezza, magistrati - si occupano di sconfiggere la mafia, questo Governo ha risposto, in questi tre anni, anche con 3 miliardi 588 milioni di tagli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti dell'Istituto comprensivo Grimaldi di San Paolo di Civitate, in provincia di Foggia, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, signori deputati, parlare di sicurezza significa toccare un nervo scoperto di questo Governo, perché non più tardi di mezz'ora fa c'è stato un momento di grossa esaltazione del Governo e della maggioranza, in ordine al recente arresto del super latitante Antonio Iovine, detto «'O ninno».
Per questa ragione, voglio subito ringraziare due volte, a nome di Italia dei Valori, il questore di Caserta Santi Giuffrè, la direzione distrettuale antimafia di Napoli e le forze dell'ordine che hanno contribuito a quell'operazione.
Perché due volte? L'Italia dei Valori ritiene di dover ringraziare due volte questo presidio della legalità, «lì giù», in Campania. Una prima volta perché sono degli operatori che hanno fatto bene il loro dovere; la seconda volta perché quelle forze dell'ordine, quei poliziotti, quella magistratura hanno operato bene non solo per il lavoro che gli compete, ma hanno anche operato bene una seconda volta perché hanno fatto anche il lavoro che avrebbe dovuto fare il Governo, perché quelle forze dell'ordine, quella polizia, quei magistrati - non lo sanno forse qui i colleghi deputati -, sabato e domenica scorsa i magistrati del pool anticamorra di Napoli, quelli che hanno coordinato l'operazione Pag. 64di cui il Governo si è messo qui la medaglina, trionfando per aver arrestato il governo Iovine, stavano lavorando in procura a Napoli.
La settimana precedente e nel periodo di feste dei morti, il sabato, la domenica, l'uno e il due di novembre, mentre tutti erano in vacanza, i magistrati di Napoli della direzione antimafia stavano lavorando. Voglio ringraziare il procuratore Cantelmo, il procuratore Cafiero de Raho, quello che ha coordinato l'operazione e che il clan dei Casalesi ha minacciato di morte.
Intanto, questo Governo che non fa il suo lavoro sulla sicurezza, non ha dato gli strumenti ed i mezzi, non ha fornito la polizia giudiziaria richiesta dal procuratore della Repubblica di Napoli Lepore.
Ecco perché ci sono queste operazioni, questi magistrati, questi poliziotti, che stanno facendo questo lavoro «a gratis», sì, «a gratis», come hanno fatto l'operazione precedente quando hanno arrestato il sanguinario del clan dei Casalesi, Setola, perché hanno dovuto seguirlo sulla tangenziale di Napoli fino a Fuorigrotta, per due giorni di seguito.
Che dovevano fare? Si dovevano fermare perché erano senza straordinario, senza autorizzazione allo straordinario, senza i mezzi e le risorse sufficienti? Ebbene no: è prevalso il senso del dovere di quei magistrati, di quei poliziotti, di quegli assistenti giudiziari che operano presso il tribunale di Napoli, che stanno lavorando «a gratis» per garantire l'arresto di questi latitanti e di questi camorristi, che è avvenuto solo per il coraggio, la dedizione, il senso del dovere e dello Stato che essi hanno dimostrato.
Ecco perché noi dell'Italia dei Valori li ringraziamo due volte, perché hanno fatto il loro dovere e perché lo hanno fatto senza ricevere da questo Governo mezzi, uomini, supporti, strumenti e tecnologie. Così il Governo, altro che lotta alla camorra e alla criminalità organizzata, aiuta la mafia e la criminalità organizzata, perché non supporta le forze dell'ordine (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, onorevole Barbato...

FRANCESCO BARBATO. Ecco perché - concludo - ritengo che sui temi della sicurezza il Governo Berlusconi abbia fallito (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

RAFFAELE VOLPI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, ho visto che lei ha già fatto la sua azione, però, visto che si reiterano da sempre, da parte dei soliti colleghi, determinati atteggiamenti, le ricordo semplicemente - non perché lei non abbia memoria, ma perché ce lo ricordiamo insieme tutti - che è prevista anche l'espulsione dall'Aula senza richiamo quando si insulta il Governo. Pregherei di prendere atto di questa mia considerazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 8 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

MARCO MARSILIO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti all'articolo 8.

PRESIDENTE. Prendo atto che i relatori di minoranza esprimono parere contrario sulle proposte emendative. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Abbiamo una unanimità di pareri. Pag. 65
Passiamo alla votazione dell'emendamento Amici Tab. 8. 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanelli. Ne ha facoltà.

ORIANO GIOVANELLI. Signor Presidente, parlo ovviamente a favore dell'emendamento. Con questo emendamento, noi proponiamo di mettere a disposizione del Ministero dell'interno risorse perché vengano finalmente attivati e organizzati gli uffici territoriali del Governo, ovvero la trasformazione effettiva delle attuali prefetture in uffici territoriali del Governo. Il Ministro Maroni in questo momento è assente, altrimenti avrei avuto piacere di ricordargli che, nella prima riunione della I Commissione dopo il suo insediamento, alla quale egli partecipò per essere audito, replicando al dibattito nel quale eravamo intervenuti in diversi colleghi, assunse l'impegno di portare avanti il progetto della realizzazione degli uffici territoriali del Governo. Di questo impegno non c'è più traccia, ovvero è rimasta qualche traccia in qualche provvedimento, ma non c'è stata nessuna azione concreta e coerente che ci ponesse di fronte a qualche passo avanti effettivo.
Dove sta l'importanza di questa proposta? Sta nel fatto che voi, portando avanti il discorso di attuazione del Titolo V della seconda parte della Costituzione (il federalismo), in verità ci state costringendo a concentrarci soltanto sulla parte fiscale del federalismo, e avete accantonato qualsiasi attenzione scrupolosa e rigorosa alla parte ordinamentale del federalismo. Quale sarà la conseguenza? La conseguenza è che ci porterete su una strada assolutamente priva di effetti dal punto di vista della riorganizzazione della macchina statale, della riorganizzazione delle funzioni da attribuire alle regioni e alle autonomie locali. Ci porterete cioè su una strada che non ci consentirà di offrire ai cittadini, in vigenza del federalismo, un Paese che funzioni meglio, e soprattutto non ci consentirete di produrre dei risparmi effettivi di spesa nella pubblica amministrazione. Il Ministro Brunetta potrà pure sventolare qualche sua bandierina, qualche suo spot ma, o qui si riorganizza davvero la struttura dello Stato centrale, si riorganizza la modalità con la quale vengono offerti i servizi da parte dello Stato centrale, si riorganizzano le funzioni da attribuire a comuni e province, si realizzano le nuove funzioni delle regioni, oppure non cambierà niente.
Avremo passato tre anni a discutere di federalismo, avrete fatto dei decreti fiscali che non produrranno alcun cambiamento reale. Credo che questa sia un'occasione che noi vi offriamo, perché con gli uffici territoriali del Governo noi potremmo riorganizzare tutti gli uffici periferici dello Stato, salvo quelli per i quali la competenza esclusiva è in capo allo Stato centrale, e consentire quindi una messa a regime di questi uffici dentro le prefetture, ridurre il numero dei dipendenti, ridurre il numero dei dirigenti soprattutto, riorganizzare uno sportello nei confronti delle imprese e dei cittadini, e dare un miglior servizio al Paese. Accogliete questo emendamento. È un investimento per un risparmio effettivo della pubblica amministrazione negli anni a venire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Amici Tab. 8.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Capodicasa, onorevole Barbaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 526
Votanti 524
Astenuti 2
Maggioranza 263
Hanno votato
235
Hanno votato
no 289).

Pag. 66

Prendo atto che i deputati Viola e Calvisi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, considerato che lei ha perfettamente inquadrato la situazione (ci troviamo con una varietà di pareri: quello del relatore di maggioranza, quello del Governo e quello del relatore di minoranza), se (come da Regolamento) dà la parola al relatore di minoranza per esprimere il proprio parere, quando poi ricorda i pareri è opportuno che rammenti sia quello di maggioranza che quello di minoranza. Precedentemente si è verificato un equivoco: il relatore di minoranza, ovviamente, era a favore degli emendamenti, mentre lei lo ha interpretato come se il parere fosse contrario. Per il prosieguo dei nostri lavori la prego, nel momento in cui ricorda i pareri, di farlo sia per quello di maggioranza che per quello di minoranza.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, la Presidenza, infatti, era rimasta stupita dalla convergenza dei pareri sia del relatore di minoranza che del relatore di maggioranza, ma non può sostituirsi ovviamente al relatore di minoranza nell'esprimere il parere.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Naccarato Tab. 8.2. Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Naccarato Tab. 8.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sposetti... onorevole Cesare Marini... onorevole Golfo... onorevole Antonio Martino... onorevole Pili... onorevole Speciale...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 529
Votanti 526
Astenuti 3
Maggioranza 264
Hanno votato
237
Hanno votato
no 289).

Prendo atto che il deputato Mecacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Peluffo Tab. 8.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Peluffo. Ne ha facoltà.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Signor Presidente, colleghi deputati, rappresentanti del Governo, intendo utilizzare questi pochi minuti a disposizione per spiegare il senso dell'emendamento in oggetto di cui sono firmatario insieme al collega Misiani. Per farlo, utilizzo una parte della relazione della Direzione investigativa antimafia riguardo il primo semestre di quest'anno che è stata depositata oggi in Parlamento. Essa ci serve, infatti, per spiegare il contesto nel quale si inserisce la proposta dell'emendamento e, a nostro giudizio, la sua efficacia. Nella relazione si parla del fatto che nel nord Italia, soprattutto in Lombardia, ci sia una costante e progressiva evoluzione della 'ndrangheta che è radicata da tempo su questi territori e interagisce con gli ambienti imprenditoriali lombardi. Come si legge nella relazione, la cosiddetta presenza in alcune aree lombarde di sodali e storiche famiglie della 'ndrangheta ha influenzato la vita economica, sociale e politica di questi luoghi. Sempre la relazione sottolinea il coinvolgimento di alcuni personaggi, rappresentati da pubblici amministratori locali e tecnici del settore, che, mantenendo fede a impegni assunti con talune significative componenti organicamente inserite nelle cosche, hanno agevolato Pag. 67l'assegnazione di appalti e innescato oblique vicende amministrative. Con questa strategia, favorita da una serie di fattori ambientali, si consolida la mafia imprenditrice calabrese che, con propri sfuggenti cartelli di imprese, si infiltra nel sistema degli appalti pubblici nel combinato settore del movimento terra e in alcuni segmenti dell'edilizia privata, come il multiforme compartimento che provvede alle cosiddette opere di urbanizzazione.
Sempre dalla stessa relazione della DIA sul primo semestre del 2010, appare chiaro che il risultato è un vero e proprio condizionamento ambientale da parte della 'ndrangheta teso a modificare sensibilmente le normali dinamiche degli appalti, proiettando nel sistema legale illeciti proventi e ponendo le basi per ulteriori imprese criminali. E, allora, quello che segnala la Direzione investigativa antimafia sono i rischi per l'Expo 2015 e lo fa ricordando l'arresto di amministratori pubblici e imprenditori che collaborano con la 'ndrangheta; inoltre, la DIA mette sull'avviso per il futuro anche il Governo. Si rischia che l'associazione criminale si infiltri con successo negli appalti per l'Expo 2015 e, per evitarlo, occorre un razionale programma di prevenzione. Questo è quello che dice la Direzione investigativa antimafia nella relazione al Parlamento.
Da questo punto di vista, voglio ricordare che è stato lo stesso Ministro Maroni, a gennaio di quest'anno, a Reggio Calabria, a parlare di un'attrazione fatale tra la 'ndrangheta e l'Expo 2015. Mi sembra che questa relazione dimostri le preoccupazioni del Ministro e le preoccupazioni che noi tutti da tempo, in quest'Aula, abbiamo sollevato. La decisione presa dal Ministro è stata quella di istituire, presso la prefettura di Milano, la sezione specializzata del Comitato di vigilanza sulle grandi opere, come è stato fatto per l'Abruzzo. Bene, credo che sia stata una scelta giusta. Abbiamo detto, nel momento in cui è stata istituita, che era necessario il coinvolgimento immediato da subito della DIA e credo che questa relazione dimostri come fosse necessario quell'ulteriore passaggio, ma soprattutto siamo andati a guardare il decreto del Ministro Maroni che istituisce questa sezione specializzata.
Ebbene, questo decreto prevede una dotazione organica soltanto di otto persone per corrispondere a questo impegno di prevenzione. È evidente che non sono sufficienti. Non è sufficiente la dotazione di finanziamenti finora prevista e quindi il senso dell'emendamento è quello di aumentare gli stanziamenti e rendere effettivamente operativa questa struttura. Per questo vi è l'invito al sostegno del presente emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Peluffo Tab. 8.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Santolini, prego vada a votare, non si distragga o non si faccia distrarre. Onorevoli Garagnani. Sposetti, Ravetto, Pecorella... ha votato Sposetti? Onorevole Di Stanislao... Non riesce a votare, onorevole Vernetti? Perfetto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 526
Votanti 522
Astenuti 4
Maggioranza 262
Hanno votato
240
Hanno votato
no 282).

Prendo atto che i deputati Realacci e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Amici Tab. 8.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervengo per illustrare questo emendamento Pag. 68nella speranza di trovare maggiore attenzione rispetto a quelli precedenti da parte di Governo e maggioranza. Siamo intervenuti per lavorare con attenzione a sostegno delle attività del Ministero dell'interno. Siamo intervenuti, con l'intento che si stanzino quelle risorse che questo Governo e questa maggioranza hanno tagliato in maniera indistinta. I tagli orizzontali possono esser fatti il primo anno, possono essere reiterati il secondo. Si può provare a continuare a tagliare i fondi il terzo anno ma siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Il centro di responsabilità amministrativa, quindi un soggetto terzo accreditato a fare questo lavoro, ha descritto così i tagli al dipartimento dei vigili del fuoco. Dice che i tagli che sono praticati, che ormai arrivano al 25 per cento, rendono vano un efficace tentativo di rimodulare le dotazioni di spesa. Questo cosa vuol dire? Che i tagli praticati non consentono più l'ordinaria gestione. Ormai siamo arrivati al punto che nel mese di aprile e di maggio le risorse sono già finite e queste sono le condizioni in cui state ponendo per il prossimo anno il bilancio del Ministero dell'interno.
Con l'emendamento in esame cerchiamo di riportare almeno una parte delle risorse per dare la possibilità al Corpo nazionale dei vigili del fuoco di compiere l'attività ordinaria: nulla di straordinario. Si chiede di poter pagare la benzina, le riparazioni dei mezzi, quel minimo di dotazioni strumentali e strutturali che lo Stato dovrebbe garantire. Di fronte all'indifferenza con cui il Governo sta affrontando questi temi, di fronte all'indifferenza evidenziata, senza che via sia nemmeno una certa interlocuzione su queste materie (né un'interlocuzione con il Ministero, né un'interlocuzione con il Ministero dell'economia e delle finanze), gli enti locali e le regioni si trovano di fronte alla necessità di dare quegli strumenti necessari per poter operare i distaccamenti dei vigili del fuoco. Basta osservare le agenzie: quando i vigili del fuoco scioperano, in tutte le occasioni lo fanno perché non hanno le risorse per gli straordinari. È stato proclamato lo sciopero dei vigili del fuoco in Sicilia perché non vengono pagati gli straordinari dell'alluvione di Messina, non quelli dell'alluvione del Veneto; non sono stati ancora pagati quelli di Messina così come non sono stati pagati gli straordinari per le campagne antincendio boschive dell'anno precedente, non della scorsa estate.
A questo si somma l'indifferenza rispetto al funzionamento ordinario dei fondi. Io credo che su tale aspetto ci debba essere un ripensamento, perché è troppo facile, nel momento in cui ci sono le tragedie, ringraziare gli uomini che, nei vigili del fuoco, svolgono un lavoro straordinario. So che alcuni colleghi del centrodestra sono sensibili e lo dimostrano con attenzione, con la presentazione di determinati emendamenti, con interrogazioni e con atti che intervengono sul Governo per stimolare l'azione, ma poi bisogna essere coerenti. La coerenza questa volta chiama la necessità di votare questo emendamento, così come - e ne discuteremo nel prosieguo della nostra discussione, quando entreremo nel merito dell'articolato della manovra - quando parleremo della stabilizzazione del personale precario, altro grande capitolo che riguarda il Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Le assunzioni non sono sufficienti, perché negli anni precedenti avete impedito in maniera completa il reintegro del turn over e oggi, che è pur possibile farlo per il 100 per cento, questo non consente di continuare a mettere in ordine gli organici dei comandi in giro per l'Italia.
Io credo che vi sia bisogno di un'attenzione diversa che questo Governo deve prestare al comparto sicurezza e al comparto dei vigili del fuoco. Ai comunicati ed alle agenzie che abbiamo letto nell'ultima mezz'ora e che riguardano gli arresti di Iovine e ai complimenti di tutti noi alle forze di polizia, non corrisponde l'attenzione che si sta avendo nella discussione di questa finanziaria, perché diamo loro i ringraziamenti, senza però dare loro i soldi per gli straordinari e per la benzina delle macchine.
Signori del Governo, fate una riflessione seria sulla vostra incoerenza, su un Pag. 69tema che ha la grande attenzione e la sensibilità di tutti i nostri concittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Amici Tab. 8.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sposetti? Onorevole Tortoli? Onorevole Giro? Onorevole sottosegretario allo sport, Rocco Crimi?

SIMONE BALDELLI. E infatti corre!

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 534
Votanti 531
Astenuti 3
Maggioranza 266
Hanno votato
244
Hanno votato
no 287).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Lo Monte Tab. 8.5 e Bressa Tab 8.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Murer. Ne ha facoltà.

DELIA MURER. Signor Presidente, gli emendamenti identici in esame intendono reintegrare, almeno parzialmente, le risorse per il fondo sull'immigrazione del Ministero dell'interno, un fondo rivolto all'accoglienza e alla garanzia dei diritti. Vorrei ricordare che l'azzeramento di questo fondo, insieme all'azzeramento del fondo per le politiche dell'integrazione e al taglio di tantissime risorse al fondo sociale, praticamente azzera le politiche di integrazione del nostro Paese. Credo sia molto grave che, nel momento in cui si dice di voler favorire un'immigrazione regolare, non si ponga in essere poi alcuna azione nei confronti della coesione e dell'integrazione. Tutti noi abbiamo visto i dati di questa immigrazione: conosciamo, grazie ai rapporti della Caritas, ma anche del Censis, la strutturalità del tema. Vi è una grande presenza di lavoratori stranieri, che sono qui con le loro famiglie, di donne, di cittadini di seconda generazione.
Di fronte a tutto ciò, come anche alle novità che il Ministero dell'interno ha posto in essere con il recente provvedimento «sui permessi a punti», non si opera alcun tipo di investimento nei confronti della mediazione culturale e dell'integrazione, né si finanzia alcun programma di conoscenza della lingua italiana, ma si mette, ad esempio, tale conoscenza tra i requisiti che fanno perdere punti; ciò significa anche tornare indietro rispetto alla possibilità di permanere nel nostro Paese attraverso i permessi di soggiorno.
Credo che questo sia un fatto grave: non si fa sicurezza, senza investire nelle risorse sull'integrazione. In precedenza, ho sentito dire che, anche con riferimento alla scuola, vi sono tagli che mettono in discussione l'intervento nei confronti dei ragazzi stranieri. È una situazione molto grave che, anche in questi giorni, ci ha fatto pensare agli accadimenti di Brescia.
La situazione economica del Paese sta portando ad un incremento molto grande delle persone che perdono il lavoro. Ciò significa anche, dopo sei mesi, perdere il diritto al permesso di soggiorno e ricevere un provvedimento di espulsione. Riteniamo che sia un fatto estremamente grave e, per ovviare a questo, avevamo presentato provvedimenti e proposte emendative in vari momenti. Dunque, non si può dire di volere la regolarità, quando persone che lavorano nel nostro Paese da dieci o quindici anni vengono ricondotte in un'irregolarità fittizia.
Vorrei sottolineare un'ulteriore questione. Vi sarà un calo di 1.300 operatori degli sportelli unici istituiti presso le prefetture, che rappresentano uno strumento Pag. 70importantissimo per intervenire sulla durata dei permessi di soggiorno e sulle carte di soggiorno. Credo che sia molto grave. Colleghi, con i provvedimenti di natura finanziaria del mese di luglio si dimezzavano gli operatori degli sportelli unici. Pertanto, cari rappresentanti del Governo, non diciamo di voler sviluppare, in questo Paese, un'immigrazione regolare, perché per essa non si fa nulla.
Vorrei ricordare, inoltre, che il recente provvedimento del Ministro Maroni ha previsto delle nuove attribuzioni nei confronti dell'ANCI e dei comuni in relazione al rinnovo dei permessi di soggiorno. Credo che questa fosse una richiesta avanzata dall'ANCI e dai comuni, tuttavia, in questo momento, rappresenta una vera beffa.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

DELIA MURER. Si tagliano i fondi e i trasferimenti ai comuni, si tagliano le risorse per il sociale e per le politiche di coesione sociale anche del Ministero dell'interno e, poi, si attribuisce una nuova competenza. Si tratta di una vera beffa e, per questo motivo, vi invito a sostenere gli emendamenti in oggetto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lo Monte Tab. 8.5 e Bressa Tab. 8.6, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Volpi, Traversa, Napoli, Aracu...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 531
Votanti 528
Astenuti 3
Maggioranza 265
Hanno votato
248
Hanno votato
no 280).

Prendo atto che il deputato Antonione ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo 8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Grazie, signor Presidente, molto cortese. Signor Presidente, questo articolo 8, in qualche modo, è il paradigma della manovra finanziaria che questo Governo sottopone al Parlamento. È una manovra che è fitta di previsioni improbabili, per non dire assolutamente fasulle, che sono il frutto malato della logica dei tagli lineari, o, meglio potremmo dire, della «non logica» dei tagli lineari.
Un Ministero come quello dell'interno vede, per stessa definizione da parte dei centri di responsabilità amministrativa delle singole missioni del Ministero, garantita la propria funzionalità al mese di maggio, giugno, forse, del prossimo anno. La sicurezza viene intesa con una visione «muscolar-sicuritaria», con gli occhi dello sceriffo, dove qualsiasi riferimento alla garanzia dei diritti e alle politiche di coesione e alle politiche per l'immigrazione sono vissute come un peso insopportabile che deve essere scaricato.
Vogliamo vedere qualche esempio? I miei colleghi hanno illustrato gli emendamenti sulle singole tabelle e sono estremamente significativi i dati che stanno dentro quelle tabelle. Vogliamo prendere la missione «difesa civile»? Il centro di responsabilità amministrativa, che non è un covo di trotskisti, ma è il centro che deve controllare la spesa della difesa civile all'interno del Ministero dell'interno, che cosa ci dice? Che, con i tagli che sono stati fatti, non è assolutamente possibile garantire il funzionamento della difesa civile. E qui sappiamo che stiamo parlando di disastri, di calamità, di vicende drammatiche. Ebbene, ognuno di noi spera che Pag. 71nulla di questo possa accadere, ma se per disgrazia e per sventura dovessero accadere, noi abbiamo un Ministero dell'interno che non sarà pronto a garantire nemmeno il minimo di operatività.
Prendiamo un altro esempio: la missione «prevenzione del rischio e soccorso pubblico». Lo ha ricordato il collega Rosato pochi istanti fa: con il decreto ministeriale di luglio voi avete - perché siete persone serie - deciso di assumere mille nuovi vigili del fuoco. Dopo di che, con questo provvedimento, il centro di responsabilità amministrativa di questa missione dice che l'operatività per queste nuove persone non è garantita. Che cosa faremo di questi nuovi mille vigili del fuoco? Li mettiamo come soprammobili nelle caserme, visto che non avranno la possibilità di uscire dalle caserme, perché non avranno la benzina per le autopompe e non avranno la possibilità di essere vestiti e di essere attrezzati?
Ma la cosa migliore l'avete riservata nella missione per l'accoglienza e la garanzia dei diritti. Qui si tratta delle politiche dell'immigrazione, le politiche di coesione sociale, e fate un taglio di 195 milioni di euro, di cui 194 milioni di euro sono tagliati dal programma per la garanzia dei diritti. E qui, non tagliate solo quelle che sono politiche fondamentali per garantire i diritti degli immigrati, ma, visto che li trovavate per strada, togliete 25 milioni di euro anche per il fondo di solidarietà per le vittime della mafia, quasi a pensare che tutte le volte che scatta la parola solidarietà voi mettete mano alla pistola e avete la necessità di fare fuori fino all'ultimo centesimo quel fondo (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
La sicurezza è fatta sì - e questo è molto importante - di arresti eccellenti e noi tutti abbiamo riconosciuto la capacità delle forze dell'ordine, della polizia nell'azione quotidiana che fanno contro la criminalità organizzata e siamo grati per quello che loro fanno. Ma non può essere fatta solo di arresti eccellenti. Non è fatta e non può essere fatta solo di questo. La sicurezza è anche politica di coesione sociale; è fatta di politiche di accoglienza, è fatta di garanzia dei diritti fondamentali delle persone più a disagio, che vengono nel nostro Paese perché spinte dalla fame e dalla disperazione. Il valore costituzionale della sicurezza è un diritto tra i diritti, e ogni volta che per garantire il diritto alla sicurezza si comprime un diritto fondamentale tagliando risorse, si compie un errore politico grave, e questa legge di stabilità è un vero sabba di errori (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il bilancio è una scelta politica, che, naturalmente, viene compiuta dal Governo. Oggi, in questa sede, in un contesto di scelte, si è visto quello che è stato fatto. Sono contento di quello che è avvenuto oggi: un altro criminale, una persona dedita a determinati comportamenti criminali è stata tratta in arresto dalla capacità delle forze dell'ordine. Tuttavia, penso che questo Governo abbia un «merito essenziale» avere riunito per la prima volta tutti i sindacati delle forze dell'ordine e delle Forze armate, tutti, nessuno escluso, per far capire loro che era stato tagliato tutto. Oggi date loro il colpo finale.
Dunque, vanno bene le forze dell'ordine: bravi! Bravi agenti, bravi sovrintendenti, bravi ispettori, bravi funzionari, bravi dirigenti delle forze dell'ordine, che, nonostante i tagli dei fondi che ogni giorno il Governo vi applica, riuscite a fare queste cose!
Loro vanno bene, nonostante quello che fate voi, che cercate di mettere i bastoni tra le ruote: infatti, vedete, queste attività non sono fatte dai Governi della politica, sono fatte da uomini che tutti i giorni lavorano per le istituzioni, si sacrificano per le istituzioni, muoiono per le istituzioni...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Paladini. Il tavolo del Governo non è il luogo Pag. 72dove svolgere conferenze. Le conferenze si svolgono in un altro luogo. Permettete all'onorevole Paladini di esprimere la sua dichiarazione di voto e al Viceministro di ascoltare con molta attenzione le sue argomentazioni, come sempre del resto.
Prego, onorevole Paladini, può proseguire.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, i tagli fortissimi che sono stati fatti, riguardano la formazione, i mezzi, il turnover, le missioni, gli straordinari; riguardano, naturalmente, la politica della sicurezza fatta, da questo Governo, con gli annunci e fatta, al contrario, dalle forze dell'ordine, con i successi: cosa completamente diversa!
Ebbene, l'articolo 8 vede la logica dei tagli lineari e continua - attraverso il modello dei tagli - a non interessarsi degli idonei non ammessi di tutti Ministeri e di tutte le formazioni; ogni volta si presenta un ordine del giorno e si dice ai Vigili del fuoco, alla Polizia di Stato, ai Carabinieri e a tutti coloro che naturalmente hanno idonei non ammessi, che verranno presi, mentre, sistematicamente, ogni volta, da una parte li fate entrare e dall'altra li fate uscire!
Non parliamo poi del Fondo di solidarietà delle vittime della mafia: caro onorevole, oggi abbiamo naturalmente applaudito una vittoria. Mi auguro che, invece, su questo fondo non verranno sottratti dei soldi, come invece accadrà.
Per quanto riguarda l'azione che è stata compiuta, penso che la politica della vostra sicurezza non sia coerente con quello che oggi avete manifestato in Aula: ossia, da una parte, applaudite le forze dell'ordine, perché hanno la grande capacità di realizzare successi, e, dall'altra parte, togliete e, quindi, sottraete dal bilancio quelle che sono le loro capacità.
In questo modo, voi rafforzate la criminalità organizzata e la mafia, e rendete le forze dell'ordine più povere e naturalmente meno efficaci, poiché accadrà presto che avranno più mezzi quelli che «sguazzano» nella criminalità organizzata, a discapito, naturalmente, delle forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, con l'annessa tabella 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Osvaldo Napoli, Iannarilli, Ciccioli, Traversa, Reguzzoni, Giulietti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 516
Astenuti 4
Maggioranza 259
Hanno votato
281
Hanno votato
no 235).

Prendo atto che i deputati Razzi, Genovese e Calvisi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Alessandri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9, con l'annessa tabella 9 (Vedi l'allegato A - A.C. 3779-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, le politiche ambientali sono per noi non solo politiche tese a difendere il bene comune ma le consideriamo anche, e lo dirò più tardi, delle politiche per fare sviluppo; rappresentano, quindi, una grande opportunità per il rilancio industriale di questo Paese. Le energie rinnovabili, la gestione dei parchi, la gestione dei rifiuti, la mobilità sostenibile e l'edilizia Pag. 73sono settori che oggi possono costituire una vera spina dorsale per un nuovo sistema industriale.
Probabilmente il taglio che subisce il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (mi dispiace che non ci sia il Ministro che, tra l'altro, non può essere sostituito dall'onnipresente sottosegretario Menia) è evidentemente uno dei tagli più drastici che sia stato eseguito da parte di questa manovra. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare già si trovava in crisi sia dal punto di vista della disponibilità delle risorse economiche che dal punto di vista dell'organizzazione del personale. Non va dimenticato che solo da poco alcuni dirigenti hanno preso possesso definitivamente delle loro competenze.
I temi su cui andare a ragionare rispetto a questi tagli sono tanti, però vorrei fare alcuni esempi che considero abbastanza significativi e anche preoccupanti. Innanzitutto, per quanto riguarda le risorse che sono state tolte ai fondi destinati al grande tema delle bonifiche relativamente ai siti di interesse nazionale (che, ricordo, oggi sono circa 53), bisogna rilevare come ormai da diversi anni, dalla definizione di questi siti, ci troviamo in presenza di diversi studi, di numerosi approfondimenti, ma purtroppo pochissimi territori sono stati restituiti nelle condizioni iniziali o in condizioni tali da attivare dei processi di reindustrializzazione. Questo vale per tutti. Voglio ricordare l'esempio emblematico di Crotone: il sito di Pertusola sud aspetta da anni dei finanziamenti che solo in minima parte sono stati erogati per far avere a quella città uno sviluppo per il futuro. Questo sito si trova nel pieno dell'area cittadina crotonese e costituisce non solo un grande pericolo dal punto di vista ambientale ma anche una grande ipoteca per il futuro di quel territorio.
A proposito dei rifiuti, anche qui, al di là di quei pochi finanziamenti che il Ministero destina per incentivare la raccolta differenziata, voglio ricordare una cosa: la grande tragedia in cui oggi ancora siamo immersi in Campania è figlia, proprio all'inizio, di un tradimento da parte dello Stato, così l'ha definito ieri l'assessore all'ambiente della regione Campania. Quest'ultimo ha affermato che di tradimento si tratta perché, di quei fondi (ben 260 milioni di euro) che dovevano essere destinati ad opere di compensazione ambientale per quelle comunità e dovevano rappresentare il ristoro così concordato per le comunità che ospitano gli impianti, nemmeno un euro è arrivato a quelle realtà. Anzi, per tutta risposta, la proposta avanzata da questo Governo è quella che conosciamo tutti: raddoppiare la discarica in questa zona nel Parco vesuviano di Cala Vitiello.
Non solo quindi il danno, ma anche la beffa. Non solo non è stato dato un euro per la bonifica del vecchio, ma addirittura, per legge (che noi non abbiamo votato), gli è stata imposta una nuova discarica, che poi, come sappiamo tutti, il Presidente del Consiglio ha detto che non si farà, sancendo di fatto l'emergenza vera della regione Campania.
Anche con riferimento al taglio pesantissimo alle regioni per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, lo voglio ricordare, si dice che si vogliono fare battaglie per l'inquinamento atmosferico, ma in realtà è evidente che, tagliando pesantemente questi fondi per il trasporto pubblico locale, nulla si fa a questo riguardo. Vedremo come si concluderà questo tira e molla; credo positivamente, rispetto agli incentivi del 55 per cento.
Signor Presidente, riguardo al tema del dissesto idrogeologico - e concludo - noi speriamo che quei pochi fondi promessi siano davvero messi a disposizione da parte del Ministero, ma, ad oggi, questa diatriba tra i Ministri Prestigiacomo e Tremonti non sappiamo ancora come andrà a finire.
Insomma, noi voteremo contro questo articolo, rimarcando ancora una volta la differenza tra le nostre politiche e quelle di questo Governo: noi consideriamo l'ambiente non un balzello inopportuno - come invece viene considerato dal Governo - ma una grande opportunità di Pag. 74sviluppo per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, con l'annessa tabella 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Bocchino, Di Caterina, Cesare Marini, Andrea Orlando, Piso, Scajola, Ciccioli, Peluffo, Pescante.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 515
Votanti 511
Astenuti 4
Maggioranza 256
Hanno votato
279
Hanno votato
no 232).

Prendo atto che la deputata Lo Moro ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10, con l'annessa tabella 10 (Vedi l'allegato A - A.C. 3779-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, con l'annessa tabella 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Virgilio, Gatti, Lorenzin.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 516
Votanti 513
Astenuti 3
Maggioranza 257
Hanno votato
277
Hanno votato
no 236).

Prendo atto che la deputata Lo Moro ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11, con l'annessa tabella 11, e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 3779-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

MARCO MARSILIO, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Invito i relatori di minoranza ad esprimere il loro parere.

GIULIO CALVISI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, esprimo il parere sia per me che per l'altro relatore di minoranza, onorevole Borghesi: per entrambi il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Il parere del Governo è contrario.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Rugghia Tab. 11.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rugghia. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. No, signor Presidente, l'onorevole Rugghia aveva chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti.

PRESIDENTE. A me non risulta. Onorevole Rugghia, intanto intervenga sul suo emendamento Tab. 11.1, poiché hanno già espresso i pareri, poi chiariremo.

Pag. 75

ANTONIO RUGGHIA. Signor Presidente, con il nostro emendamento proponiamo di variare i programmi e le tabelle della proposta di bilancio per il Ministero della difesa, chiedendo in sostanza di votare 250 milioni di euro di stanziamento all'anno nel triennio per l'esercizio, la pianificazione generale delle Forze armate e gli approvvigionamenti militari.
Chiediamo all'Aula di sostenere questo emendamento perché i continui tagli all'esercizio che il Governo Berlusconi ha attuato negli anni scorsi e che continua ad attuare con questa manovra, hanno avuto, ed hanno, effetti devastanti sullo stato delle Forze armate e sull'efficienza dello strumento militare.
Non lo diciamo solo noi, ma è la stessa nota del Ministero della difesa che accompagna la manovra economica che afferma come sia necessario un intervento correttivo per garantire la prontezza operativa dello strumento militare che, altrimenti, rimarrà al livello minimo, con il rischio di vedere aumentare le criticità che lo caratterizzano.
Quindi, per lo stesso Ministero della difesa siamo oltre il livello di guardia, in una situazione che non solo mette in forse l'operatività e l'efficienza delle Forze armate, le attività di formazione ed addestramento, i necessari approvvigionamenti e la manutenzione delle scorte e dei mezzi, ma in cui ormai sono a rischio anche le attività di supporto e assistenza che garantiscono la sicurezza dei nostri soldati impegnati in missioni internazionali.
Soprattutto, che ci sia bisogno di maggiori risorse da destinare all'esercizio della difesa lo ha affermato anche la maggioranza con il voto favorevole «a condizione», con il quale la Commissione ha approvato la manovra. Si tratta di condizioni che non sono state accettate e che consistono, comunque, nella richiesta di aumentare le risorse di (per lo meno) 320 milioni di euro per l'esercizio, di aumentare gli stanziamenti per il reclutamento e di aumentare le spese per gli arsenali militari.
Insomma, una maggioranza che anche in Commissione vuole apparire di lotta e di governo, che ha trovato un modo originale di esprimere, con un parere sostanzialmente contrario, un voto favorevole, con un gioco delle parti che non servirà però né alle Forze armate, né al Paese.
Oltre ai tagli all'esercizio sono stati confermati i tagli agli arruolamenti (meno 300 milioni). Questi porteranno al blocco generalizzato degli arruolamenti e delle progressioni dei volontari nel servizio permanente, con conseguente perdita di professionalità qualificate.
Ciò che è più grave è che voi chiudete la porta alle speranze di stabilizzazione di ragazzi e ragazze che per molti anni sono stati impegnati in difficili missioni internazionali, con mansioni e in situazioni le più disparate, come il programma di sicurezza per le città, l'emergenza per il terremoto, l'emergenza per i rifiuti a Napoli, in Campania, e così via.
Sono quei giovani in divisa che il Ministro La Russa chiama con benevolenza «i nostri ragazzi» e che però non vengono trattati con benevolenza dal Governo. Meriterebbero un'altra considerazione, e invece il Governo dà loro il benservito, impedendo loro di uscire dalla precarietà.
Con la manovra, poi, non ci sono soldi che servirebbero a dare un senso, con gli adeguamenti sugli stipendi e sul trattamento accessorio, alla legge sulla specificità del comparto sicurezza e difesa che avete approvato con grande enfasi, senza però mantenere gli impegni assunti con i poliziotti e con i militari.
L'unica voce in aumento è quella di spesa per maggiori finanziamenti per l'acquisizione di sistemi d'arma (266 milioni di euro in più rispetto al 2010). Il Governo ha dichiarato che queste spese sono obbligatorie per il pagamento di programmi acquisiti negli anni precedenti, però pochi giorni fa sono stati presentati 7 nuovi programmi d'arma che verranno finanziati a partire già dal 2011.
Il tema dell'acquisizione dei sistemi d'arma è direttamente collegato al modello difesa e ormai è evidente come sia urgente una discussione in Parlamento su questo tema per capire quali risorse, come Paese, possiamo o vogliamo destinare alla difesa, Pag. 76quale modello efficiente dobbiamo costruire con tali risorse. Questa esigenza di programmazione è avvertita negli altri Paesi, ma non da noi che, a differenza di altri Paesi europei, non investiamo sufficientemente sulla cooperazione per dare forza al processo di integrazione delle politiche di sicurezza e di difesa europee.
Non possiamo permetterci, senza un nuovo modello di difesa, che siano i tagli a determinare le scelte che poi inevitabilmente portano all'inefficienza e allo spreco delle risorse, come avviene anche con questa ulteriore e deludente manovra finanziaria. Vi chiediamo di dare un segno di coerenza e di responsabilità votando i nostri emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rugghia Tab. 11. 1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Scajola, Dussin...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 519
Votanti 517
Astenuti 2
Maggioranza 259
Hanno votato
234
Hanno votato
no 283).

Passiamo alla votazione dell'articolo 11, con l'annessa tabella 11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Forgia. Ne ha facoltà.

ANTONIO LA FORGIA. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il nostro voto contrario, e non ho bisogno di troppe parole e di troppe argomentazioni per presentarlo alla vostra attenzione. L'onorevole Rugghia un attimo fa ha motivato le ragioni che ci hanno spinto a presentare l'emendamento che è stato appena respinto dall'Aula e dunque la nostra conclusione non può che essere un voto negativo.
Ho chiesto la parola anche - vorrei dire, soprattutto - per aggiungere che questo voto negativo non lo esprimiamo a cuor leggero perché siamo perfettamente consapevoli del valore grande che l'unità del Parlamento ha in relazione a tutte le questioni che riguardano l'impiego dello strumento militare. È vero che non stiamo discutendo puntualmente in questo momento delle missioni che impegnano le nostre Forze armate su diversi teatri nel mondo, ma è altrettanto vero che vi è un rapporto stretto e inevitabile tra il funzionamento ordinario, le risorse disponibili per le attività di esercizio delle Forze armate, le risorse disponibili per la qualità del reclutamento alle nostre Forze armate nonché l'efficienza e l'efficacia presente e futura delle nostre Forze armate in tutte le situazioni nelle quali più direttamente, più duramente e più rischiosamente viene impegnato lo strumento militare.
Per questo - lo ripeto - non votiamo contro a cuor leggero, ma perché siamo convinti che si debba segnalare che lungo questa strada non possiamo proseguire se non al rischio, che non ritengo che alcuno possa essere disposto a correre e a sottoscrivere in quest'Aula, di mettere effettivamente a repentaglio, oltre che il presente, il futuro dell'efficacia delle Forze armate italiane. Consideratelo quindi un segnale, un allarme e considerate anche il nostro voto contrario come un promemoria. Proprio oggi il Ministro Frattini e il Ministro La Russa, in un incontro con le Commissioni affari esteri e difesa di Camera e Senato, hanno informato per questa via il Parlamento che si sta arrivando ad un punto di caduta nella ridefinizione del concetto strategico della NATO.
A valle di tale ridefinizione - anzi direi di un processo che è inestricabilmente connesso a questa ridefinizione - dovremmo Pag. 77andare ad affrontare in chiaro, come diceva l'onorevole Rugghia, la questione del nostro modello di difesa. Infatti, noi non abbiamo dubbi che si debba spendere di più per la difesa, ma siamo anche convinti che vi siano spazi per spendere meglio e più efficacemente. Considerate, lo ripeto, il nostro voto contrario come un promemoria rispetto a questi due temi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, con annessa tabella 11.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pizzolante... onorevole Migliori... onorevole Rossi... onorevole Romani... onorevole Mondello... onorevole Capodicasa... onorevole Fontanelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 522
Votanti 519
Astenuti 3
Maggioranza 260
Hanno votato sì 282
Hanno votato no 237).

Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12, con annessa tabella 12 (Vedi l'allegato A - A.C. 3779-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zucchi. Ne ha facoltà.

ANGELO ZUCCHI. Signor Presidente, noi voteremo contro l'articolo 12 sullo stato di previsione del Ministero delle politiche agricole e forestali. Basta guardare i recenti dati di Ismea per comprendere come la produzione agricola e il valore aggiunto agricolo siano in profonda flessione. È prevista una flessione anche per il terzo trimestre del 2010 di oltre il 3 per cento. Per comprendere ciò è possibile anche notare che i consumi interni non mostrano ancora alcun segno di ripresa oppure bastano le organizzazioni agricole che dicono che la crisi in cui versa l'agricoltura è la peggiore dal dopoguerra ad oggi.
Del resto, le dichiarazioni sono in linea con la mobilitazione che in questi due anni le organizzazioni agricole hanno tenuto in tante piazze d'Italia: mai come in questi due anni abbiamo assistito ad un numero così forte e crescente di manifestazioni degli agricoltori che, peraltro, non terrebbero affatto a manifestare nelle piazze italiane se qualcuno desse loro retta e li ascoltasse. L'articolo 12 è la parte del bilancio dell'agricoltura, che anche in questa legge finanziaria subisce un taglio di 217 milioni, che corrisponde ad una ulteriore riduzione del 15 per cento.
Voglio ricordare che già nella scorsa legge finanziaria l'agricoltura subì un taglio del 25 per centro. Mentre il Ministero delle politiche agricole e forestali nel 2008 rappresentava lo 0,3 per cento del volume complessivo del bilancio dello Stato, siamo ora allo 0,17 per cento. Vi sono cioè un incremento dei tagli e una riduzione degli investimenti e risorse che stanno mettendo il settore dell'agricoltura sempre più in difficoltà. Né basta mettersi la coscienza a posto con il fatto di aver approvato e inserito in questo provvedimento la proroga fino al 2010, e poi per il 2011, delle agevolazioni fiscali nelle aree svantaggiate e montane.
Infatti, abbiamo inseguito tale proroga per tutto l'anno insieme alle aziende, alle società e alle associazioni agricole attraverso le loro manifestazioni. L'abbiamo inseguita noi dell'opposizione, ma anche molti colleghi della maggioranza, anche attraverso emendamenti e ordini del Pag. 78giorno. Tuttavia, tale proroga non è sufficiente a dare un po' di ossigeno a questo settore profondamente in crisi.
Mancano all'appello ancora troppi provvedimenti significativi. L'agricoltura soffre di aumenti di costi di produzione e di prezzi degli agricoltori che non riconoscono e non remunerano i loro costi. Voglio ricordare che nell'ultimo anno il reddito degli agricoltori ha subito un calo del 25 per cento.
Non esiste alcun comparto economico che possa dirsi toccato in questo modo.
Mancano, dicevo, ancora troppi provvedimenti, uno fra tutti: la riduzione dell'accisa del gasolio, che è un elemento molto importante per l'aumento dei costi di produzione. Si tratta di un provvedimento diventato strutturale nel corso degli anni, ma che non ha trovato copertura in questo disegno di legge di stabilità, così come non ha trovato copertura neanche il Fondo per sostenere il settore lattiero-caseario.
Voglio ricordare che quando in quest'Aula approvammo la legge n. 33 del 2009 sulle quote latte, un regalo ai furbi, a coloro che non avevano rispettato e non intendevano - così come non intendono neanche adesso - rispettare le regole di questo Paese, in quella legge vergognosa fu inserito un fondo che doveva risarcire gli allevatori che avevano, invece, tenuto fede agli impegni e rispettato le regole che questo Paese si era dato. Quel fondo doveva servire a loro, a coloro che avevano affittato le quote e che avevano investito nelle stesse per garantirsi la produzione. Quel fondo naturalmente è sparito, non abbiamo più traccia di questo e neanche del fatto che molti dei produttori furbi abbiano aderito a quel processo di risanamento della situazione.
Mancano troppe cose nel settore agricolo: interventi per aggregare le imprese e per garantire l'accesso al credito. Del resto - e concludo, signor Presidente - nel dibattito aperto nell'ambito della PAC nel 2013, la politica agricola comune, l'Italia non è riuscita a portare la propria proposta. Perfino Malta - che naturalmente rispetto - è riuscita ad esprimere il proprio punto di vista sulla riforma della politica agricola comune, mentre l'Italia non c'è riuscita. Ciò la dice lunga su ciò che pensiamo dell'agricoltura, su ciò che questo Governo pensa dell'agricoltura.
Noi voteremo «no» molto convintamente perché voi dell'agricoltura pensate tutto il male possibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanelli. Ne ha facoltà.

ORIANO GIOVANELLI. Signor Presidente, chiedo scusa anche al mio gruppo se intervengo in modo così estemporaneo, ma mi è giunta notizia che la Corte costituzionale ha appena dichiarato illegittima la legge finanziaria dello scorso anno che ha tagliato il Fondo ordinario delle comunità montane.
Questo significa che dovrete tornare a farvi carico dei mutui e che dovrete concordare con le regioni la diminuzione progressiva del Fondo, man mano che le regioni si faranno carico della loro parte. Questa è una nostra piccola soddisfazione perché ve l'avevamo detto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Vi invito a tenerne conto nei documenti di bilancio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, vorrei far notare che, per quanto riguarda il disegno di legge di stabilità, nelle tabelle che riguardano il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, ricorrono molto spesso i termini «soppressione» e «riduzione». In questo modo, a forza di ridurre e di sopprimere, di certo, non si prospetta un bel futuro per l'agricoltura, un'agricoltura che è in forte difficoltà, ma che presenta anche un'instabilità che aumenta di giorno in giorno.
Sicuramente sono positive le agevolazioni agricole contributive e le misure volte a favorire la proprietà coltivatrice, ma occorrono anche altre misure. Pag. 79
Abbiamo chiesto da tanto tempo - sono più di due anni che lo chiediamo - che vengano ristabilite le risorse di 86 milioni di euro, ad oggi, per il settore bieticolo-saccarifero, ma anche misure quali la reintroduzione del bonus gasolio proprio per fare in modo che l'agricoltura prenda una boccata di ossigeno. Occorrono soprattutto risposte concrete alle difficoltà che le imprese agricole stanno attraversando.
Non si può ancora, con questa politica che sta mettendo in atto il Governo, mettere in ginocchio migliaia di imprese agricole, anche se c'è da dire che tante imprese agricole ormai hanno chiuso i battenti. Pensiamo anche ai tagli agli enti locali, che cominceranno ad avere anche effetti soprattutto sui servizi nelle aree rurali e di campagna.
Nel frattempo, voglio ricordare che si registra un calo dei redditi degli agricoltori italiani del 25 per cento. Occorrono quindi misure tangibili e reali, non basta l'etichettatura. Un mese fa abbiamo votato il provvedimento riguardante l'etichettatura, ma questa soluzione e quel provvedimento non bastano per risollevare l'agricoltura italiana.
Bisogna anche incentivare le imprese, l'imprenditoria giovanile e femminile, e, perché no, anche il settore ittico. L'agricoltura italiana ha subìto un taglio di oltre un miliardo di euro. Se vengono tolte in continuazione risorse è chiaro che questo settore primario dell'economia italiana non potrà mai risollevarsi.
Questo essere in coma irreversibile della maggioranza sta facendo sentire i suoi effetti negativi anche sull'agricoltura italiana. Noi voteremo contro questo articolo, lo faremo in maniera convinta perché è un «no» che l'agricoltura italiana vuole dire a questo Governo. Non è questo il modo di portare avanti la politica agricola, non c'è il Ministro Galan, in Commissione agricoltura non facciamo altro che ripeterlo, ci auguriamo che il Governo prima che succeda quello che deve succedere, si convinca di aver sbagliato completamente la politica nei riguardi dell'agricoltura italiana.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12 con l'annessa Tabella 12.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sereni, Traversa, Scandroglio, Capodicasa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 519
Astenuti 2
Maggioranza 260
Hanno votato
288
Hanno votato
no 231).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, lei precedentemente ha, con una certa rapidità, chiuso la discussione che invece secondo me si potrebbe e si dovrebbe aprire, non tanto con interventi a fiume in quest'Aula, che non serve, ma una discussione con il Governo relativamente alla questione che è stata aperta dal collega Giovanelli in precedenza.
Il collega Giovanelli ha ricordato che oggi la Corte costituzionale ha sancito che la norma che era stata introdotta con l'emendamento Calderoli alla finanziaria del 2010, che azzerava i fondi delle comunità montane per il 2010, deve essere sostanzialmente ricostituita in termini di risorse, in modo tale che ne possano disporre le regioni e, soprattutto, venga ricostituita quella parte che riguarda i mutui accesi dalle comunità montane.
Stiamo parlando di circa cento milioni di euro che in questa legge di stabilità vengono a mancare dal punto di vista della previsione di bilancio, credo quindi che sia opportuno capire se il Governo, in sede ovviamente di legge di stabilità, ma prevedendolo Pag. 80anche nel momento in cui eventualmente si farà la nota di variazione al bilancio - quindi prevedendolo anche rispetto al bilancio - intenda prendere subito buona nota della sentenza per evitare che poi si debba produrre in qualche equilibrio strano - nel futuro, sempre che ci sia tempo nel futuro per fare qualche proroga dei termini - quando in realtà abbiamo l'occasione della legge di stabilità per restituire alle comunità montane e ai comuni montani quei cento milioni di euro che lo scorso anno sono stati sottratti alla possibilità di interventi, soprattutto sul piano degli investimenti nelle realtà e nei territori montani non solo del nord Italia e delle Alpi, ma anche dell'Appennino e delle montagne insulari della Sardegna e della Sicilia.
Quindi, signor Presidente, è stata posta una questione. Se fosse possibile, visto che abbiamo anche un amico della montagna che siede nel Governo ancora oggi - se assumerà altri incarichi da domani in poi gli faremo tutti gli auguri - chiederei al collega Vegas almeno di dire, se è in grado di farlo, o comunque di verificare, se non sia opportuno, così come è già stato fatto su altre questioni, predisporre, almeno per la giornata di domani, prima che inizi la discussione sulla legge di stabilità, un emendamento adeguato che faccia seguito alla sentenza della Corte costituzionale.

PRESIDENTE. Ovviamente, quando il Governo lo riterrà, potrà intervenire per dare una risposta all'onorevole Quartiani.
Permettetemi a nome di tutta l'Assemblea di fare gli auguri ad una collega che si è appena sposata, l'onorevole Carmen Motta, che è tornata ed è qui. La ringraziamo. Non è uno scherzo, è vero. L'applauso di simpatia nei suoi riguardi è sincero (Applausi). Non è assolutamente diventata rossa e la ringraziamo ancora. Ringrazi anche i suoi amici che le vogliono bene e che lo hanno comunicato alla Presidenza.

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13, con l'annessa tabella 13, e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 3779-A).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ceccuzzi. Ne ha facoltà.

FRANCO CECCUZZI. Signor Presidente, con questa legge di bilancio e con questa legge di stabilità l'Italia affronta il 2011 senza una direzione di marcia, senza una politica di bilancio e senza una politica economica. In questi provvedimenti non c'è nessuna misura di stimolo all'economia e di sostegno al potere d'acquisto in chiave redistributiva ed anticiclica. Ci sono coperture aleatorie, come hanno detto i miei colleghi anche nel corso della discussione sulle linee generali di ieri, che riapriranno molto presto, già dai primi mesi dell'anno, la necessità di manovre correttive. Purtroppo, ci sono prospettive di intervento a forte impatto di riduzione del debito pubblico per onorare i nuovi vincoli europei appena contratti. Per le coperture si è fatto abbondantemente ricorso ai giochi ancora una volta, anche per finanziare settori molto delicati, come quello delle missioni internazionali. I giochi purtroppo sono passati dai 15 miliardi di entrate del 2003 ai 55 miliardi di entrate del 2009, rappresentando una delle prime aziende per fatturato nel nostro Paese. In presenza purtroppo di circa 100 mila soggetti ludopatici, cioè ammalati gravemente di dipendenza dal gioco, il Governo fa ricorso massicciamente a questa entrata per le coperture.
Non c'è nessun indirizzo strategico per lo sviluppo del Paese, salvo l'opzione ideologica e del tutto velleitaria del nucleare. Il Governo ha dimostrato così di non avere imparato nulla dalla lezione della crisi globale, che ha tra le sue cause più rilevanti un modello di sviluppo insostenibile per ingiustizie sociali e consumi ambientali. L'assenza fino a pochi minuti fa del 55 per cento dell'efficienza energetica ed i tagli alla cultura di cui voglio parlare in quest'intervento sono due prove significative di miopia politica nella conduzione del Paese. La prima misura del 55 per cento, che è stata recuperata grazie anche al nostro impegno, aveva prodotto, Pag. 81nel triennio 2007-2010, 850 mila interventi di riqualificazione energetica, per un valore di circa 11 miliardi di euro.
Per quanto riguarda la cultura, siamo in tutte le televisioni e in tutti i telegiornali del mondo per la tragedia del crollo di Pompei, eppure non vi è nemmeno lo stanziamento per questo settore fondamentale. Anche qui vi sono soltanto tagli lineari, esattamente 300 milioni di euro rispetto al 2010, pari al 16,8 per cento. Siamo così scesi drammaticamente allo 0,3 per cento del prodotto interno lordo per quanto riguarda l'investimento in cultura. Per la tutela e la valorizzazione dei beni e delle attività culturali e paesaggistiche siamo a meno 15,6 per cento.
Questa è la miopia politica di un Governo che afferma, con il Ministro dell'economia e delle finanze, che con la politica non si mangia, che sta in un Paese che dispone di un grande patrimonio culturale, artistico, storico e monumentale. A questa miopia si unisce l'occasione perduta del federalismo demaniale, che è stata una grande opportunità perduta per sottrarre al degrado e al pericolo di crolli, per l'appunto, grandi tesori che lo Stato non riesce a tutelare. L'esclusione di tutti i beni del Ministero per i beni e le attività culturali dal passaggio al demanio dei comuni è stato un errore strategico, perché le comunità locali, perché la sussidiarietà espressa dall'associazionismo e dalle fondazioni avrebbe e potrebbe tutelare meglio e valorizzare questo patrimonio, molto meglio di uno Stato che ha ampiamente dimostrato di non sapervi provvedere. L'Italia si può fregiare di ben 44 siti riconosciuti dall'UNESCO patrimonio dell'umanità, ben due più della Spagna che ne ha 42, ben più della Cina che ne ha 40. Questo straordinario patrimonio in realtà è abbandonato a se stesso in larga parte del Paese: primo, perché lo Stato non destina risorse sufficienti alla sua cura e manutenzione; secondo, perché lo Stato non li ha trasferiti con lungimiranza ai comuni; terzo, perché lo Stato blocca i comuni nell'uso di risorse proprie, perché la Corte dei conti li richiama al danno erariale se spendono soldi su beni che non gli appartengono; quarto, perché lo Stato blocca i comuni perché non consente loro di scomputare almeno gli investimenti nei siti UNESCO dal tetto relativo al Patto di stabilità. Vi chiediamo pertanto di cambiare rotta perché non vogliamo più leggere un titolo come questo, con il quale concludo il mio intervento: Pompèi s'effondre, symbole d'une Italie en état de catastrophe culturelle. Questo lo ha pubblicato Le Monde il 15 novembre di quest'anno, due giorni fa. Perché questo non accada mai più vi invitiamo caldamente per quanto riguarda la cultura a cambiare rotta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Partito Democratico ha esaurito il tempo a disposizione. La Presidenza, analogamente a quanto ha fatto in precedenti analoghe circostanze, essendo stata avanzata specifica richiesta, concede a tale gruppo un ampliamento dei tempi pari ad un terzo di quelli originariamente previsti dal contingentamento. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 13, e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

MARCO MARSILIO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Ceccuzzi Tab 13.1.

PRESIDENTE. Il parere del relatore di minoranza?

GIULIO CALVISI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, il parere del relatore di minoranza sull'emendamento Ceccuzzi Tab. 13.1 è favorevole. Mi consenta di utilizzare gli ultimi minuti a disposizione del relatore di minoranza per dire qualcosa a proposito di questo articolo 13. Anche questo è un articolo molto importante, perché vorrei che l'Aula avesse coscienza del fatto che stiamo votando gli stati di previsione per il 2011 del Ministero per i beni e le attività culturali. A tutti i colleghi vorrei consigliare, quando Pag. 82avranno un po' di tempo, la lettura delle schede di lettura (scusate il bisticcio di parola) del bilancio che gli uffici della Camera ci hanno fornito. Andate a pagina 90 e troverete appunto la tabella relativa allo stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali.
Guardando questa tabella mi sono ricordato di una frase che ha utilizzato molto, ultimamente, il Ministro Tremonti proprio quando ci ha portato la decisione di finanza pubblica e poi anche quando ci ha portato le decisioni della legge di stabilità e della legge di bilancio. Ci ha detto spesso: attenzione, oggi sono i conti a fare la politica. Ebbene se sono i conti a fare la politica, andate a leggervi questa tabella, e vedrete come la politica della cultura in Italia sia, più che ridimensionata, quasi massacrata, per non dire azzerata. Noi abbiamo un decremento di quasi 290 milioni di euro (circa il 16,8 per cento) per quanto riguarda lo stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali.
Oggi arriviamo a coprire lo 0,3 per cento del nostro prodotto interno lordo per le spese per la cultura a fronte del fatto che siamo il Paese che ha il 52 per cento del patrimonio artistico mondiale. Le misure per il sostegno, la valorizzazione e la tutela del settore dello spettacolo vedono una riduzione di 153 milioni di euro rispetto al dato assestato del 2010; il Fondo unico per lo spettacolo, quindi, viene ridotto del 36,6 per cento; le fondazioni lirico-sinfoniche vengono tagliate di quasi 9 milioni di euro. Inoltre, è importante sottolineare che il Fondo unico per lo spettacolo, a conti fatti, oggi, ha un valore che è meno della metà del valore reale che aveva nel 1985.
Il programma a tutela dei beni librari, promozione e sostegno dei libri e dell'editoria, ha avuto una riduzione di 21,3 milioni di euro e tale taglio comprende le somme destinate al funzionamento della Biblioteca nazionale di Firenze, della Biblioteca nazionale di Roma, dell'Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane, del Museo dell'audiovisivo, del Centro per il libro, dell'Accademia nazionale dei lincei. Lo stesso avviene per il programma a tutela delle belle arti, dell'architettura e dell'arte contemporanea e a tutela e valorizzazione del paesaggio che ha avuto la riduzione di più di 30 milioni di euro. Per la tutela del patrimonio culturale, a proposito di Pompei, vengono stanziati 63 milioni in meno e per quanto riguarda la ricerca in materia di beni e attività culturali, registriamo un decremento di 66 milioni di euro.
Questi conti fanno la politica dell'attuale Governo. Voglio richiamare questi dati assieme a quelli che abbiamo richiamato prima sui tagli all'istruzione, all'università, al sapere. Questa pesante operazione di taglio che fate sulla cultura e sull'investimento per il futuro di questo Paese mi ha ricordato una frase di uno scrittore inglese - non molto conosciuto, ma è uno scrittore di cui vi consiglio la lettura perché ha iniziato il filone della fantascienza -, Herbert George Wells, il quale disse significativamente che la storia del genere umano diventa sempre di più una guerra tra l'istruzione e la catastrofe. Ora, è chiaro che il centrosinistra sta dalla parte dell'istruzione ed è molto sospetto il fatto che oggi come oggi, con le misure che intende portare avanti, questo centrodestra spinge il Paese in direzione della catastrofe, Viceministro Vegas.
La cultura per noi non è un lusso, ma una necessità, un investimento centrale per il futuro del Paese. Potete dire che la cultura non si mangia, che dobbiamo farci un panino con la Divina Commedia; insomma, potete continuare a dire queste cose ma almeno fate dimettere il Ministro dei beni e delle attività culturali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è contrario.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ceccuzzi Tab. 13.1. Ricordo che i relatori di minoranza hanno espresso parere favorevole. Pag. 83
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ceccuzzi Tab. 13.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sbai... onorevole Veltroni... onorevole Pezzotta... onorevole Boniver... onorevole Miccichè... onorevole Romani... onorevole Carfagna... onorevole Gelmini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 493
Astenuti 4
Maggioranza 247
Hanno votato
216
Hanno votato
no 277).

Prendo atto che i deputati Mosella e De Biasi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Biasi. Ne ha facoltà.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, i miei colleghi hanno già detto molto sui dati. Vorrei dire che è davvero impossibile dare una valutazione positiva di questo articolo e della tabella. Infatti c'è una prima novità che non viene considerata mai e cioè che il Ministero per i beni e le attività culturali è diventato un Ministero senza portafoglio perché, come avete visto, non vi è stata una parola del Ministro Bondi per tutelare un bilancio che è stato decurtato fino all'inverosimile e che non consentirà la sopravvivenza di interi settori del mondo della cultura. Rispetto alle previsioni assestate - lo vedremo poi nella legge di stabilità - noi abbiamo un calo del 16,8 per cento della spesa sulla cultura. Questo è gravissimo nel momento in cui, in tutto il mondo, i beni immateriali cioè i beni che hanno a che fare con le idee e con le intelligenze (problema evidentemente per qualcuno) sono i beni che portano sviluppo, crescita economica ed umana. Ritengo che sia impossibile per un Paese civile vivere senza una cultura degna della sua identità e della sua storia. I finanziamenti sono importanti, badate, perché se non c'è un investimento pubblico in nessun Paese del mondo c'è l'investimento privato. Voi questo lo dovete capire e se il pubblico non finanzia, il privato finanzia ancora meno, come stiamo vedendo. Ed è stata la grande illusione che avete avuto, a voler essere benevoli, quella di pensare di poter sostituire l'intervento privato a quello pubblico e per di più senza dare le defiscalizzazioni, senza rendere conveniente e virtuoso l'intervento tra pubblico e privato. Guardate i cittadini italiani hanno voglia di cultura, hanno voglia di andare a teatro, hanno voglia di andare al cinema, non hanno più voglia di stare solo seduti in poltrona a casa loro, nella loro vita privata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
La cultura è socialità, la cultura è bellezza, un museo, un'opera d'arte non potrà mai essere sostituita da una fotografia della stessa opera. È l'emozione stessa che ha fatto crescere ciascuno di noi anche in quest'Aula. E allora per davvero chiedo al Governo di tornare indietro e di ripensare alla volgarità secondo cui la cultura non si mangia perché ci sono 250 mila lavoratori solo nel mondo dello spettacolo e di tornare indietro sulla volgarità per cui la cultura è solo il puro divertimento perché sono idee, sono fatiche, è libertà. Questa parola così grande che voi state buttando nel cestino. La state buttando nel cestino perché vi interessa un assurdo pareggio di bilancio che non sarà mai un pareggio di bilancio con la civiltà del Paese. Voi avete portato il debito pubblico e l'intelligenza di questo Paese ad un limite non ulteriormente sopportabile.
È per questo che penso che tutti noi dovremmo avere un momento di ripensamento ed io vi invito fin d'ora a votare gli emendamenti affinché nel nostro Paese la cultura sia foriera di futuro e non sia solo Pag. 84ormai la Cenerentola, unica in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, intervengo per la dichiarazione sull'articolo 13 dell'Italia dei Valori. Noi dell'Italia dei Valori non possiamo che votare contro questo articolo 13, che è l'espressione del crollo, esattamente come il crollo della casa dei gladiatori di Pompei, del Governo. È il crollo della politica culturale che avete messo in campo in questi due anni e mezzo e sta nei 200.000 studenti universitari, Ministro Gelmini, che oggi vi hanno mandato letteralmente a quel paese. Vi invito a ritirare il disegno di legge sull'università: evidentemente ancora non vi basta quello che sta accadendo nel Paese.
Io credo che la politica della cultura che voi volete propinare a questo Paese sia quella appunto di asservire i cervelli, di asservire la possibilità di essere l'ultimo spazio per essere liberi in questo Paese. Quanto è accaduto a Pompei e quanto accade nella conservazione dei beni archeologici nel nostro Paese grida vendetta davanti al mondo. Vi dovreste vergognare per quello che è accaduto, vi dovreste vergognare perché avete un Ministro Bondi che non è stato capace, nei confronti del Ministro Tremonti, di mettere un centesimo di investimento sul settore dei beni culturali e sul settore dei beni archeologici. Di fronte ad un Ministro che è incapace di trattare col proprio Ministro dell'economia, l'unica risposta da dare è che avete un Ministro Bondi incapace, incompetente ed inetto, che vi manderemo a casa il 29 novembre (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Granata. Ne ha facoltà.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Signor Presidente, il gruppo Futuro e Libertà per l'Italia ha molto chiaro che molti degli argomenti che sono stati sollevati in quest'Aula hanno un fondamento forte ed è molto perplesso rispetto ad una determinata declinazione delle politiche culturali e ad una sostanziale abdicazione da parte del Ministero rispetto alle stesse. Così com'è scritto nel bilancio, si tratta di una certificazione di questo atteggiamento.
Nonostante questo, noi abbiamo assunto l'impegno solenne, anche davanti al Presidente della Repubblica e tra le forze politiche, di dare al Paese lo strumento di stabilità finanziaria e di approvare il bilancio. Certamente comunque le questioni aperte troveranno altra sede, dove Futuro e Libertà crede di dover dare un contributo che va in una direzione diversa da ciò che questi tagli assolutamente indiscriminati comportano (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barani. Ne ha facoltà.

LUCIO BARANI. Signor Presidente, mi volevo rivolgere al collega di prima: noi siamo orgogliosi di avere il Ministro Bondi, che è uno dei Ministri più capaci e competenti che abbia mai avuto la Repubblica italiana (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Quindi, semmai, le parole ingiuriose che ha rivolto al Ministro lei dovrebbe vedersele allo specchio (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Commenti del deputato Granata).

BENEDETTO FABIO GRANATA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Per che cosa onorevole Granata? L'onorevole Barani non si rivolgeva a lei.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 85

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, se mi è consentito, volevo solo suggerire all'onorevole Granata, al quale ovviamente si rivolgeva l'onorevole Barani (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) che, volendo, esiste un modo per estrinsecare i suoi giudizi, che ha riversato in tale maniera: magari, può votare a favore delle proposte emendative che abbiamo presentato al bilancio con riferimento alla cultura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, con l'annessa tabella 13.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Fugatti e Castellani... Hanno votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 493
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato
276
Hanno votato
no 217).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 con l'annessa tabella 14 (Vedi l'allegato A - A.C. 3779-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, di fronte all'offensiva del Governo contro le politiche sociali in questo bilancio di previsione per il 2011, che sono state praticamente azzerate, è passato quasi inosservato l'uso, anch'esso davvero dissennato, delle forbici per la sanità. Uso il termine «dissennato», perché, ormai, la spesa sanitaria è incomprimibile ed è oggetto di un atto pattizio fra Stato e regioni, e non può essere unilateralmente tagliata.
Dove sono stati fatti i tagli? Sono stati tagliati i fondi per il San Gallicano, che si occupa di popolazioni migranti e di contrasto alla povertà; è stato tagliato il fondo per la ricerca e le sperimentazioni in sanità; sono stati tagliati i fondi alla Lega italiana per la lotta ai tumori; sono stati congelati i fondi per l'indennizzo ai danneggiati dalle vaccinazioni sbagliate, agli emotrasfusi, che hanno protestato sino a qualche settimana di fronte al Parlamento, ai quali era stato promesso che gli stanziamenti sarebbero stati adeguati e, invece, così non è stato; sono stati tagliati i fondi alla Croce rossa italiana e i fondi per la sanità veterinaria: mi rivolgo alla sottosegretaria che su questo tema sta conducendo una campagna che può essere anche ammirevole, ma che, tuttavia si è fatta sottrarre almeno l'80 per cento dei fondi che aveva a disposizione nel 2008; sono stati tagliati i fondi, perfino, per l'applicazione della legge sulla procreazione medicalmente assistita; sono stati tagliati i fondi per l'Agenzia italiana del farmaco e, perfino, per l'acquisto dei defibrillatori semiautomatici da installare nei luoghi pubblici, che sono stati dimezzati. Inoltre, sono stati tagliati i fondi per l'edilizia sanitaria, ne abbiamo già parlato.
Dunque, non sono credibili i piani di rientro nelle regioni «in rosso», quando servono risorse per consentire di riprogrammare l'offerta ospedaliera sulla base degli effettivi bisogni di salute, se poi lo stanziamento per l'edilizia sanitaria è di 236 milioni di euro, cioè l'equivalente di 450 posti letto per tutto il Paese. È una cosa pressoché ridicola.
Ma non bastano i tagli: abbiamo assistito anche ad una plateale incoerenza fra le affermazioni pronunciate al mattino da parte dei Ministri e ciò che, poi, viene approvato nel pomeriggio. Penso al Ministro Fazio, che troviamo oggi sulla rassegna stampa: passando da Genova, egli ha detto che, naturalmente, in tutto il mondo si tende a costruire ospedali nuovi e che Pag. 86per il nuovo ospedale Galliera, costerebbe molto meno una ricostruzione ex novo di un rifacimento. Immagino che dirà la stessa cosa quando passerà da Bergamo e immagino che non potrà non dirlo se passerà da Potenza.
Ebbene, sfido a dare seguito a questa affermazione con 236 milioni di euro rispetto ai 2 miliardi e 100 milioni di euro dell'anno scorso. Ma in quanto ad affermazioni contraddette, noi ci aspettavamo, finalmente, il finanziamento dei nuovi livelli essenziali. Sono stati anch'essi concordati con le regioni due anni fa, mancano di finanziamento, erano necessari 600 milioni di euro, ma di tutto questo non c'è traccia nel bilancio 2011. Peggio, c'è la beffa, cari colleghi perché...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Miotto.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Concludo subito, signor Presidente. Oggi leggiamo sui giornali che il Ministro fa un nuovo piano per i punti nascita, dice che garantirà l'anestesia epidurale. Oggi è garantita per il 6-7 per cento dei parti in Italia, ma non c'è un centesimo per finanziarla per il 100 per cento delle donne che vogliono accedervi.
Non solo, oggi nei giornali troviamo l'accordo con i malati di sclerosi laterale amiotrofica. Il ministro Tremonti promette 100 milioni di euro, viene distribuito l'emendamento che abbiamo sui nostri tavoli, cari colleghi, e i 100 milioni di euro non ci sono!
Ecco, questo modo di disattendere i diritti dei cittadini contraddicendo l'articolo 32 della Costituzione non va bene, perché toglie un diritto fondamentale, e per questo votiamo contro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14, con l'annessa Tabella 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Chiedo scusa all'onorevole Di Virgilio, che non ho visto... onorevole Granata... onorevole Mannucci... onorevole Sposetti, non si addormenti... onorevole Meloni, vuole votare, Ministro? Allora la aspettiamo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 485
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato
276
Hanno votato
no 209).

Prendo atto che i deputati Mazzarella e Capitanio Santolini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Per dare ordine ai lavori, avverto che voteremo l'articolo 15 e l'articolo 16, mentre sospenderemo la seduta dopo la votazione dell'articolo 16, per rimandare l'esame dell'articolo 17, con gli interventi sul complesso degli emendamenti, alla seduta di domani, perché avevamo detto che alle otto e mezzo finiva la seduta.

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A - A.C. 3779-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Micheli. Ne ha facoltà.

PAOLA DE MICHELI. Signor Presidente, l'articolo 15 riporta il totale generale della spesa della legge di bilancio e da detto totale si ricavano i numeri fondamentali. Preso atto di tali numeri, siamo contrari all'impostazione generale della legge di bilancio e anche, successivamente, alla legge di stabilità.
Dicevo che bastano pochi numeri e, nel caso specifico, mi concentrerò sulla riduzione relativa alla spesa in conto capitale, Pag. 87per motivare l'impressione, che ormai è maturata in questi due anni e mezzo di provvedimenti economici, di un Governo che, di fatto, sulle politiche economiche sceglie di non scegliere. La scusa è quella del rigore, peraltro parola a noi straordinariamente nota, perché ben prima di voi ci siamo cimentati in gravose politiche di rigore. Un rigore che, secondo alcuni importanti esponenti del Governo, dovrebbe vedersi contrapposto a quelle che sono le politiche di sviluppo. Beh, noi siamo, invece, convinti che le politiche di sviluppo, dentro ad un quadro di oggettiva necessità di rigore, siano da ricollegarsi alla capacità di scegliere e all'idea di dare un'identità alla politica economica, all'idea di decidere che Paese vogliamo essere da qui ai prossimi dieci anni.
Il numero di cui volevo parlare sono i 6 miliardi 590 milioni di euro di riduzione di spesa in conto capitale, di cui 4 miliardi sono esclusivamente riferibili agli investimenti degli enti locali. Vi segnalo che l'ISTAT ha rilevato una riduzione degli investimenti pubblici complessivi in dodici mesi del 20 per cento, in due anni del 30 per cento.
Gli enti locali, i comuni e le province sono passati da un'incidenza totale degli investimenti in questo Paese, dal 58 per cento al 46 per cento. Dentro questi numeri si nasconde un intervento di fatto prociclico, che non aiuta lo sviluppo di questo Paese.
Pensiamo alle politiche delle infrastrutture, che non solo servono per muovere di fatto l'economia del Paese, ma che sono straordinariamente necessarie in tutte le zone del Paese, in particolar modo al sud, per rilanciare in termini competitivi tutta la filiera dell'impresa italiana, non solo quella manifatturiera, ma anche l'impresa del terziario e dei servizi, che oggi prende preponderanza sulla produzione della ricchezza del nostro Paese.
Dunque, questo è uno dei numeri più significativi, che chiarisce, a questo Parlamento e agli italiani, che questo Governo ha deciso di non decidere; esso chiarisce che questo Governo non ha pensato politicamente a quale Paese vuole vedere tra dieci anni.
Durante la discussione sulle linee generali del precedente decreto-legge, quello della manovra, mi sono soffermata sul confronto con la politica economica tedesca: se dovessi trovare una parola per descrivere la manovra che in Germania ha tenuto insieme il rigore con lo sviluppo, probabilmente utilizzerei la parola identità.
Forse, oggi più che mai, è chiaro che decidere di non decidere è il segnale del canto del cigno di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cazzola... onorevole Naccarato... onorevole Stefani... onorevole Saltamartini... hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 484
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato
280
Hanno votato
no 204).

Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 3779-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 (Vedi l'allegato A - A.C.3779-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.

Pag. 88

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, credo che lei e i colleghi vi chiederete: perché intervenire anche sul quadro generale riassuntivo, sul riepilogo finale? Invece, proprio... signor Presidente, per cortesia, può chiedere un po' d'ordine?

ROBERTO GIACHETTI. Che c'è un congresso?

PRESIDENTE. Non c'è nessuno davanti ai banchi del Governo.

MASSIMO VANNUCCI. Adesso no.

PRESIDENTE. C'è l'onorevole Casero, ma fa parte del Governo, non lo avete ancora dimesso!

MASSIMO VANNUCCI. Dunque, come dicevo, non si tratta di un semplice riepilogo, signor Presidente.
I colleghi dovrebbero ricordare che il nostro bilancio è articolato in trentaquattro missioni: trentatré missioni sono emendabili e, quindi, nel bilancio abbiamo visto che i colleghi si sono cimentati per cercare di modificare qualche missione, qualche programma.
Ve ne è una, l'ultima, la trentaquattresima, che non è emendabile ed è quella relativa al debito pubblico. Dunque, io intervengo a tal riguardo, perché ritengo che la previsione che è stata fatta sul costo del debito pubblico sia sovrastimata.
Abbiamo speso nel 2010 circa 74 miliardi di euro, prevediamo di spendere nel 2011 84 miliardi di euro e nel 2013 addirittura 94 miliardi circa, 20 miliardi di euro in più. Si potrebbe dire che questa è cautela, le assicurazioni del Viceministro Vegas non ci hanno convinto e allora bisogna lasciare agli atti di quest'Aula che qui c'è una furbizia. Ma come? Voi ottimisti da sempre, secondo cui la crisi non c'era, è finita, va tutto bene, poi iscrivete a bilancio 20 miliardi di euro in più nel triennio, una posta assolutamente pessimistica che non riusciremo a sopportare in questo Paese. Perché lo fate? Qual è il vostro obiettivo? L'obiettivo è nascondere poste di bilancio per avere poi discrezionalità nella spesa. È successo l'anno scorso, un risparmio rispetto a quello previsto di cinque miliardi e mezzo, dov'è finito? È finito a coprire spese correnti, lo ha detto adesso l'onorevole De Micheli, voglio ripeterlo anch'io, perché c'è il Ministro Matteoli. Ministro, le cito un articolo di oggi de Il Sole 24 Ore, secondo cui l'ANCE scenderà in piazza il primo di dicembre, tutte le imprese assieme ai lavoratori delle stesse, per denunciare il calo del 30 per cento delle spese in conto capitale nel triennio 2009-2011. Questo va sommato a tutte le rapine che sono state fatte nel FAS. Dov'è il rigore? Il rigore è nella spesa in conto capitale, non nella spesa corrente che coprite in questo modo, con questa discrezionalità. Presidente Lupi, le annuncio che molto presto documenteremo quante e quali risorse sono passate in due anni in fondi discrezionali, sono oltre venticinque miliardi. Sedici miliardi in un fondo che addirittura ha preso il nome del sottosegretario Letta, nove miliardi attraverso il fondo dell'economia reale sono stati dispersi in mille rivoli impropri e improduttivi. Voi state togliendo il futuro al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale e lo faccio di proposito prima dell'ultimo voto previsto per stasera, siccome leggendo alcune agenzie di oggi, ci è parso di capire che l'onorevole Vegas non è detto che domani sarà qui in Aula a seguire i lavori perché probabilmente sarà impegnato in qualcos'altro, e non ne cito la ragione per scaramanzia soprattutto, volevo approfittare, visto che ci ha seguito sia in Commissione che in Aula, per salutarla caramente. Ovviamente se poco poco quello che abbiamo letto dovesse avvenire (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)....

Pag. 89

PRESIDENTE. Immagini se questo non dovesse accadere che cosa diremmo di lei noi tutti. Un precedente di questo genere, a proposito di atti parlamentari, credo che sia ...

ROBERTO GIACHETTI. Lei che è persona colta sa che c'è un bellissimo libro di Pirandello che si chiama «La patente». Magari a fine legislatura avrei trovato anch'io qualcosa da fare.
Signor Presidente, volevo semplicemente salutare il collega Vegas e approfittarne per ricordare che questo è l'ultimo voto e che poi il seguito del dibattito proseguirà domani mattina.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gatti, Martinelli, Migliori, Raisi, Bonaiuti ...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 477
Astenuti 3
Maggioranza 239
Hanno votato
278
Hanno votato
no 199).

Prendo atto che il deputato Borghesi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Il seguito dell'esame del provvedimento è rinviato alla seduta di domani.

Modifica del vigente calendario dei lavori dell'Assemblea e conseguente aggiornamento del programma.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito che la prossima settimana (22-26 novembre) il seguito dell'esame della mozione Di Pietro ed altri n. 1-00475, concernente revoca di deleghe al Ministro per la semplificazione normativa, senatore Roberto Calderoli, sarà collocato al posto del seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale n. 1990 ed abbinate - Modifiche agli articoli 114, 117, 118, 119, 120, 132 e 133 della Costituzione, in materia di soppressione delle province, che invece slitterà all'ultimo punto dell'ordine del giorno.
È stato altresì stabilito che lunedì 29 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) avrà luogo la discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 3857 - Conversione in legge del decreto-legge 12 novembre 2010, n. 187, recante misure urgenti in materia di sicurezza (da inviare al Senato - scadenza: 11 gennaio 2011) e della mozione Ghizzoni ed altri n. 1-00491, presentata a norma dell'articolo 115, comma 3, del Regolamento, nei confronti del Ministro per i beni e le attività culturali, senatore Sandro Bondi, quest'ultima in luogo della proposta di legge n. 2011 ed abbinate - Disposizioni a tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori, che sarà valutata ai fini della predisposizione del calendario di dicembre.
Il seguito dell'esame, con votazioni, del disegno di legge di conversione del decreto-legge avrà luogo da martedì 30 novembre, prima degli altri argomenti, la cui discussione sulle linee generali, già prevista per lunedì 29, sarà anticipata a venerdì 26 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna). Il seguito dell'esame della mozione sarà collocato al posto della proposta di legge n. 2011 ed abbinate.
Dopo l'approvazione definitiva dei disegni di legge di stabilità e di bilancio, lunedì 13 dicembre (pomeridiana) avrà luogo alla Camera l'esame della mozione Franceschini, Donadi ed altri n. 1-00492 di sfiducia al Governo (illustrazione, discussione e replica del Governo). Il giorno Pag. 90successivo avrà luogo la votazione per appello nominale (le dichiarazioni di voto avranno inizio attorno alle 10,30).
L'organizzazione dei tempia per la discussione della mozione Ghizzoni ed altri n. 1-00491 sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Convalida di deputati.

PRESIDENTE. Comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta del 17 novembre 2010, ha verificato non essere contestabili le elezioni dei seguenti deputati subentranti:
Pietro Marcazzan, proclamato dal Presidente della Camera nella seduta del 15 settembre 2010, in sostituzione della deputata Anna Teresa Formisano per la lista n. 15 - Unione dei democratici cristiani e democratici di centro, nella V Circoscrizione Lombardia 3;
Domenico De Siano, proclamato dal Presidente della Camera nella seduta del 22 settembre 2010, in sostituzione del dimissionario deputato Marcello Taglialatela per la lista n. 9 - Popolo della Libertà nella XIX Circoscrizione Campania 1.
Comunico, inoltre, che la Giunta delle elezioni, nella medesima seduta del 17 novembre 2010, ha verificato non essere contestabile, limitatamente al profilo della eleggibilità, l'elezione della deputata Anna Teresa Formisano, già deputato in carica dall'inizio della legislatura per la V Circoscrizione Lombardia 3, proclamata dal Presidente della Camera nella seduta del 15 settembre 2010, in sostituzione del dimissionario deputato Luciano Ciocchetti per la lista n. 1 - Unione dei democratici cristiani e democratici di centro, nella XVI Circoscrizione Lazio 2 ed optante per tale ultima circoscrizione.
Concorrendo negli eletti le qualità richieste dalla legge, la Giunta ha deliberato di proporne la convalida.
Do atto alla Giunta di questa proposta e dichiaro convalidate le suddette elezioni.

Modifica nella composizione di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che il deputato Giuseppe Gianni, proclamato in data odierna, ha dichiarato di aderire alla componente del gruppo Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari d'Italia Domani.

Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (20,35).

EUGENIO MAZZARELLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EUGENIO MAZZARELLA. Signor Presidente, tramite la sua cortesia vorremmo sollecitare il Governo per una risposta ad una interpellanza presentata in data 2 novembre da tutti i deputati campani del PD sulla questione dei rifiuti a Napoli.
In realtà, è notizia di oggi l'aggressione al sindaco di Boscoreale e, con essa, l'aggravarsi della tensione. La crisi dei rifiuti a Napoli è vista come il collasso irreversibile della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, con danni che sono difficilmente immaginabili: si prefigura una situazione non solo di rischio sanitario, ma anche di ordine pubblico.
Tant'è vero che il prefetto di Napoli, Andrea De Martino, in modo molto meritorio, è fortemente impegnato a tentare di sostenere lo sforzo delle istituzioni nel risolvere le criticità più urgenti di una situazione che ha certo bisogno di tempo per essere effettivamente risolta in tutti i suoi risvolti.
In realtà, ha ritenuto di doversi esprimere pubblicamente sui quotidiani, aggiungendo la sua autorevole voce affinché si prendano decisioni conseguenti ed operative.
Nella sostanza, la messa in mora alle amministrazioni locali, ma soprattutto al Governo, alla regione Campania e alla provincia che hanno in carico l'effettiva gestione dello smaltimento e l'effettiva Pag. 91chiusura del ciclo - perché lo spazzamento si fa, ma non si sa dove portare i rifiuti che si accumulano per tonnellate sia a Napoli che nella sua provincia - esprime la nostra esigenza che il Governo, nel più breve tempo possibile, non solo ci risponda, ma magari quando ci risponderà, ci dica che cosa ha fatto in ordine a questa emergenza che rischia davvero di andare nella sfera dell'incontrollabilità rispetto a qualsiasi buona volontà di governo che venisse successivamente e troppo tardi.

PRESIDENTE. Sarà premura della Presidenza sollecitare in merito a quanto da lei richiesto.

Sull'ordine dei lavori (ore 20,40).

ANDREA RIGONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA RIGONI. Due anni fa, senza alcun preavviso, nella mia città, la città di Massa, nella provincia di Massa Carrara, la società multinazionale Eaton, specializzata in produzioni e punterie per automobili settore automotive ha chiuso la fabbrica, mettendo in cassa integrazione più di 300 dipendenti, delocalizzando la produzione fuori dei confini nazionali e dichiarando in modo puntuale ed esatto la disponibilità a cedere le aree interessate e ad adoperarsi per favorire un processo di reindustrializzazione.
Da lì è nata una lunga fase di ricerca di soluzioni che consentissero un nuovo insediamento industriale per recuperare occupazione ai lavoratori Eaton e per dare dignità e speranza di un futuro alle loro famiglie. Nelle scorse settimane, su impulso delle istituzioni del territorio, ma soprattutto per volontà della regione toscana, e principalmente del suo presidente Rossi, si è intravista una possibilità di soluzione per immaginare un nuovo insediamento industriale nel settore della filiera del carbonio anche per aiuto e sostegno fondamentale della Fidi Toscana, società finanziaria della regione.
Alla luce di queste positive iniziative, che possono fare intravedere una soluzione positiva al dramma dei lavoratori Eaton, ma anche al dramma dell'intera città, ieri pomeriggio, presso il Ministero dello sviluppo economico si è tenuto un incontro - al quale ho partecipato anche io come rappresentante parlamentare di quella città - tra i rappresentanti del Ministero dello sviluppo economico, le rappresentanze sindacali dei lavoratori dell'azienda, la stessa azienda e le istituzioni del territorio.
Il tema dell'incontro è stato verificare se, dopo quasi due anni di cassa integrazione ordinaria, vi era la possibilità di ottenere, alla luce di queste prospettive positive, la cassa integrazione in deroga, speranza andata delusa per volontà negativa dell'azienda, ma anche e soprattutto per l'insipienza del ruolo del Governo che si è limitato al ruolo di notaio, ossia di colui che scriveva il verbale di chiusura della riunione.
La società Eaton ha infine annunciato l'intenzione di licenziare 296 dipendenti, mettendo sul lastrico e nella disperazione 300 famiglie. Ma la novità è questa, signor Presidente: oggi si ha notizia - ed è il motivo del mio intervento - che la polizia ha caricato un pacifico corteo dei lavoratori Eaton che protestavano contro il disinteresse del Governo e contro le lettere di licenziamento dell'azienda, ma soprattutto perché vedevano infrangere il futuro di una vita possibile e di una vita migliore per loro e per le loro famiglie.
Tale inspiegabile e immotivata carica, cosiddetta di alleggerimento, ha causato contusi e cinque feriti, di cui uno più grave, l'amico Gioacchino Pitanti, componente della RSU dell'azienda, ricoverato in ospedale presso la città di Massa. È necessario - lo dico a lei, signor Presidente - che il Governo si attivi e che lei attivi il Governo per verificare in maniera rigorosa ed accertare le responsabilità di questi fatti incresciosi ed infine perché tali gravi episodi non abbiano più a ripetersi.
I lavoratori - credo che lei la pensi come me, signor Presidente -, viva Dio, nel nostro Paese, e specialmente i lavoratori Pag. 92che perdono il lavoro, hanno il diritto di poter manifestare la propria protesta e la disperazione per un futuro che vedono buio ed incerto per loro e per le proprie famiglie. Dobbiamo ciò a questo Paese, alla Resistenza che ha fatto questo Paese, ma lo dobbiamo alla nostra Costituzione.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Rigoni.

ANDREA RIGONI. Credo che lei condivida con me queste preoccupazioni e credo anche che il Governo, a questo punto, debba attivarsi per trovare una soluzione stabile per un nuovo insediamento produttivo che ridia occupazione e certezza di futuro ai 300 lavoratori della Eaton e alle loro famiglie.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 18 novembre 2010, alle 10:

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (C. 3779-A);
Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013.
- Relatori: Marsilio, per la maggioranza; Calvisi e Borghesi, di minoranza.

2. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2011) (C. 3778-A).
- Relatori: Milanese, per la maggioranza; Baretta e Cambursano, di minoranza.

3. - Discussione del disegno di legge:
Ratifica ed esecuzione del Protocollo che modifica il Protocollo sulle disposizioni transitorie allegato al Trattato sull'Unione europea, al Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e al Trattato che istituisce la Comunità europea dell'energia atomica, fatto a Bruxelles il 23 giugno 2010. Procedura per l'assegnazione all'Italia del seggio supplementare nel Parlamento europeo (C. 3834-A).
- Relatori: Calderisi, per la I Commissione; Migliori, per la III Commissione.

La seduta termina alle 20,40.

Pag. 93

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA MOZIONE N. 1-00491.

Mozione n. 1-00491 - Sfiducia Ministro per i beni e attività culturali, sen. Bondi

Tempo complessivo: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore 21 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 7 minuti
Partito Democratico 1 ora e 1 minuto
Lega Nord Padania 31 minuti
Futuro e Libertà per l'Italia 26 minuti
Unione di Centro 26 minuti
Italia dei Valori 24 minuti
Misto: 26 minuti
Noi Sud Libertà e Autonomia,
I Popolari di Italia Domani
8 minuti
Alleanza per l'Italia 5 minuti
Movimento per le Autonomie -
Alleati per il Sud
4 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Azionisti,
Alleanza di Centro
3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Segr Dimissioni deputato G. Drago 572 572 287 364 208 18 Appr.
2 Nom. Ddl 3779-A - articolo 1 554 552 2 277 300 252 17 Appr.
3 Nom. Tab. 2.1 539 537 2 269 242 295 19 Resp.
4 Nom. Tab. 2.2 542 540 2 271 245 295 19 Resp.
5 Nom. Tab. 2.3 543 541 2 271 247 294 20 Resp.
6 Nom. Tab. 2.4 549 547 2 274 248 299 20 Resp.
7 Nom. Tab. 2.5 554 552 2 277 248 304 20 Resp.
8 Nom. Tab. 2.6 549 547 2 274 245 302 20 Resp.
9 Nom. Tab. 2.7 558 556 2 279 250 306 20 Resp.
10 Nom. Tab. 2.8 558 556 2 279 248 308 19 Resp.
11 Nom. Tab. 2.9 558 556 2 279 250 306 19 Resp.
12 Nom. Tab. 2.10 552 550 2 276 248 302 19 Resp.
13 Nom. Tab. 2.11 556 554 2 278 251 303 18 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. Tab. 2.12 557 555 2 278 251 304 18 Resp.
15 Nom. Tab. 2.13 565 563 2 282 254 309 18 Resp.
16 Nom. Tab. 2.14 563 561 2 281 255 306 17 Resp.
17 Nom. Tab. 2.15 564 562 2 282 254 308 17 Resp.
18 Nom. Tab. 2.16 560 559 1 280 254 305 17 Resp.
19 Nom. Tab. 2.17 562 560 2 281 254 306 17 Resp.
20 Nom. Tab. 2.18 541 539 2 270 246 293 17 Resp.
21 Nom. Tab. 2.19 557 555 2 278 253 302 17 Resp.
22 Nom. Tab. 2.20 550 548 2 275 249 299 17 Resp.
23 Nom. Tab. 2.21 557 555 2 278 254 301 17 Resp.
24 Nom. Tab. 2.22 554 553 1 277 254 299 17 Resp.
25 Nom. Tab. 2.23 555 552 3 277 254 298 17 Resp.
26 Nom. Tab. 2.24 552 550 2 276 251 299 17 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. Tab. 2.25 562 560 2 281 259 301 17 Resp.
28 Nom. Tab. 2.26 554 552 2 277 252 300 17 Resp.
29 Nom. Tab. 2.27 553 551 2 276 246 305 17 Resp.
30 Nom. Tab. 2.28 552 550 2 276 252 298 17 Resp.
31 Nom. Tab. 2.29 554 552 2 277 254 298 17 Resp.
32 Nom. Tab. 2.30 563 561 2 281 256 305 17 Resp.
33 Nom. Tab. 2.31 561 559 2 280 254 305 17 Resp.
34 Nom. Tab. 2.32 558 556 2 279 253 303 17 Resp.
35 Nom. Tab. 2.33 567 565 2 283 258 307 17 Resp.
36 Nom. Tab. 2.34 558 556 2 279 251 305 17 Resp.
37 Nom. Tab. 2.35 560 559 1 280 256 303 17 Resp.
38 Nom. Tab. 2.36 557 555 2 278 255 300 15 Resp.
39 Nom. Tab. 2.37 553 551 2 276 252 299 15 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. Tab. 2.38 554 552 2 277 252 300 15 Resp.
41 Nom. Tab. 2.39 554 552 2 277 252 300 15 Resp.
42 Nom. Tab. 2.40 552 549 3 275 254 295 16 Resp.
43 Nom. Tab. 2.41 559 557 2 279 256 301 16 Resp.
44 Nom. Tab. 2.42 562 560 2 281 262 298 15 Resp.
45 Nom. Tab. 2.43 558 556 2 279 258 298 15 Resp.
46 Nom. Tab. 2.44 559 557 2 279 258 299 15 Resp.
47 Nom. Tab. 2.45 561 559 2 280 258 301 15 Resp.
48 Nom. Tab. 2.46 562 560 2 281 257 303 15 Resp.
49 Nom. Tab. 2.47 547 545 2 273 249 296 16 Resp.
50 Nom. Tab. 2.48 564 540 24 271 238 302 15 Resp.
51 Nom. Tab. 2.49 551 549 2 275 255 294 15 Resp.
52 Nom. Tab. 2.50 557 555 2 278 254 301 15 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. Tab. 2.51 563 560 3 281 260 300 15 Resp.
54 Nom. Tab. 2.100 546 309 237 155 308 1 37 Appr.
55 Nom. articolo 2 545 540 5 271 301 239 35 Appr.
56 Nom. articolo 3 551 547 4 274 301 246 35 Appr.
57 Nom. Tab. 4.1 546 543 3 272 242 301 34 Resp.
58 Nom. Tab. 4.2 549 544 5 273 241 303 34 Resp.
59 Nom. articolo 4 545 542 3 272 299 243 34 Appr.
60 Nom. articolo 5 550 546 4 274 301 245 33 Appr.
61 Nom. Tab. 6.2 542 532 10 267 248 284 27 Resp.
62 Nom. Tab. 6.3 542 537 5 269 242 295 27 Resp.
63 Nom. Tab. 6.4 542 537 5 269 238 299 27 Resp.
64 Nom. Tab. 6.5 543 538 5 270 241 297 27 Resp.
65 Nom. articolo 6 543 537 6 269 295 242 27 Appr.
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. Tab. 7.1 526 522 4 262 232 290 28 Resp.
67 Nom. articolo 7 532 529 3 265 292 237 28 Appr.
68 Nom. Tab. 8.1 526 524 2 263 235 289 27 Resp.
69 Nom. Tab. 8.2 529 526 3 264 237 289 27 Resp.
70 Nom. Tab. 8.3 526 522 4 262 240 282 27 Resp.
71 Nom. Tab. 8.4 534 531 3 266 244 287 26 Resp.
72 Nom. Tab. 8.5, 8.6 531 528 3 265 248 280 26 Resp.
73 Nom. articolo 8 520 516 4 259 281 235 27 Appr.
74 Nom. articolo 9 515 511 4 256 279 232 27 Appr.
75 Nom. articolo 10 516 513 3 257 277 236 27 Appr.
76 Nom. Tab. 11.1 519 517 2 259 234 283 27 Resp.
77 Nom. articolo 11 522 519 3 260 282 237 26 Appr.
78 Nom. articolo 12 521 519 2 260 288 231 25 Appr.
INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 83)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. Tab. 13.1 497 493 4 247 216 277 23 Resp.
80 Nom. articolo 13 495 493 2 247 276 217 22 Appr.
81 Nom. articolo 14 486 485 1 243 276 209 22 Appr.
82 Nom. articolo 15 485 484 1 243 280 204 22 Appr.
83 Nom. articolo 16 480 477 3 239 278 199 22 Appr.