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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 333 di martedì 8 giugno 2010

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 11,30.

GIUSEPPE FALLICA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 3 giugno 2010.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brancher, Bratti, Brugger, Cirielli, Dal Lago, Donadi, Fava, La Loggia, Lo Monte, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Mura, Nucara, Pecorella, Pescante, Sardelli, Stucchi e Tabacci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni (ore 11,35).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'interpellanza e di interrogazioni.

(Problematiche concernenti l'accorpamento ad altri atenei di alcune scuole di specializzazione medica dell'università politecnica delle Marche e dell'università «Magna Graecia» di Catanzaro - n. 3-00626)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Guido Viceconte, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Ciccioli ed altri 3-00626 riguardante problematiche concernenti l'accorpamento ad altri atenei di alcune scuole di specializzazione medica dell'università politecnica delle Marche e dell'università «Magna Graecia» di Catanzaro (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).

GUIDO VICECONTE, Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca. Signor Presidente, in merito alla problematica illustrata dall'onorevole Ciccioli riguardante i diritti dei medici specialisti che hanno svolto regolari prove concorsuali per l'accesso alle scuole di specializzazione medica federate, si fa presente che si sono verificati eventi successivi che hanno modificato sostanzialmente la situazione descritta.
Infatti, il Ministero ha proposto appello davanti al Consiglio di Stato avverso le ordinanze del TAR Lazio e del TAR Puglia con le quali erano state accolte le istanze di sospensiva, presentate dalle Università di Ancona, Catanzaro e Foggia, dei provvedimenti ministeriali che disponevano l'accorpamento delle Scuole di specializzazione medica.
Il Consiglio medesimo, con ordinanza n. 4312 del 2009, depositata il 26 agosto 2009, ha accolto l'appello del Ministero Pag. 2avverso l'ordinanza di sospensiva concessa dal TAR Lazio sul ricorso proposto dalle Università di Catanzaro e Politecnica delle Marche.
Si fa presente che con la nota ministeriale n. 3383, dell'1o settembre 2009, sono state invitate le Università, sedi amministrative dei concorsi per l'ammissione alle scuole di specializzazione federate, ad immatricolare immediatamente i medici classificatisi in graduatoria utile nei relativi concorsi delle scuole di specializzazione, secondo quanto disposto dal decreto ministeriale 31 marzo 2009.
Successivamente, avendo l'Università di Catanzaro dichiarato di non avere più interesse al giudizio, il TAR Lazio, con sentenza n. 774 del 2010, depositata il 23 gennaio 2010, ha a sua volta dichiarato improcedibile il ricorso delle Università di Catanzaro e di Ancona. Per quanto concerne, infine, l'università di Foggia il Consiglio di Stato, con ordinanza n. 4493 del 2009 ha accolto l'appello dell'amministrazione avverso la sospensiva concessa dal TAR Puglia.

PRESIDENTE. L'onorevole Ciccioli ha facoltà di replicare.

CARLO CICCIOLI. Signor Presidente, in breve ringrazio il sottosegretario per la risposta puntuale. Indubbiamente riporta i fatti. Tuttavia all'interrogazione del 2009 si risponde che tutti gli eventi sono accaduti e, quindi, è una specie di cronaca storica di quanto accaduto. Viceversa, poiché si tratta delle scuole di specializzazione nella facoltà di medicina, un argomento tuttora non evaso completamente, debbo rilevare che all'epoca dei fatti e in parte anche attualmente, pur con una revisione critica che ha dato in parte soddisfazione ad alcune situazioni, si sono verificate circostanze molto approssimative. Cioè nella fase degli accorpamenti delle scuole di specializzazione secondo il principio giusto della razionalizzazione sono state accorpate scuole - cito quella della mia regione - come quella di Ancona con scuole a 300-400 chilometri di distanza. Alcuni specializzandi avrebbero frequentato presso la città di Ancona e poi svolgevano le lezioni e gli esami a Bari o a Modena o addirittura, in un caso, ad Udine: mi sembra che non vi sia alcun principio di razionalità.
Ritengo quindi che nell'ambito della revisione di questi accorpamenti giusti (peraltro alcuni sono stati recuperati tramite le regioni intervenute con alcune borse che hanno consentito di raggiungere il numero minimo di iscritti necessario per svolgere le lezioni) alcune situazioni siano state in qualche modo messe a posto in corso d'opera.
Rimangono alcune anomalie. Credo che con la razionalizzazione degli accorpamenti debbano essere fatti dei bacini territoriali: ha senso accorpare con un'università di una regione limitrofa, non ha senso fare salti da un capo all'altro d'Italia. Spero che il Ministero si ponga questo problema, ormai nel prossimo anno accademico. Noi parliamo per l'anno accademico successivo a quello dell'interrogazione, verso quest'ultimo dobbiamo ovviamente predisporci. Credo che sia importante, perché ormai la formazione specialistica superiore, quella post-universitaria, diventa un passaggio obbligato per tutte le attività, le discipline mediche e per generare eccellenza. Quindi non si tratta più di qualcosa di ulteriore, ma si tratta di qualcosa di ormai assolutamente necessario.
Concludo: sono soddisfatto di quello che è stato detto, perché in parte nel corso del giudizio è stato riparato, quindi alla fine i giudizi e le attività del TAR arrivano sempre successivamente a qualche soluzione che nel frattempo è stata trovata. Tuttavia siamo alla fine di un altro anno accademico e nella predisposizione degli atti del prossimo anno accademico 2010-2011. Questo problema delle scuole va anticipato e costruito in maniera corretta, perché troppo spesso si arriva quando ormai gli atti amministrativi, quelli burocratici, sono stati predisposti, ma non corrispondono alle necessità e alla realtà delle cose. Quindi ringrazio, però vorrei che fosse posta un'attenzione particolare anticipando i problemi che si potrebbero Pag. 3ulteriormente creare il prossimo anno, soprattutto in sinergia con le regioni, le quali, attraverso adeguati finanziamenti in funzione delle esigenze che hanno sul territorio, negli ospedali e nelle aree sanitarie, possono attraverso una sinergia implementare e creare una gestione corretta della specializzazione in materia medica.

(Chiarimenti in merito alla situazione amministrativa nel comune di Licata (Agrigento) - n. 2-00596)

PRESIDENTE. L'onorevole Capodicasa ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00596, concernente chiarimenti in merito alla situazione amministrativa nel comune di Licata (Agrigento) (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni), per 15 minuti.

ANGELO CAPODICASA. Signor Presidente, non utilizzerò tutti i minuti a mia disposizione perché credo che l'interpellanza in esame si illustri abbastanza da sé. Vorrei utilizzare solo qualche minuto per compiere un aggiornamento rispetto al tempo in cui l'interpellanza è stata presentata, cioè il 28 gennaio di quest'anno, rispetto alla paradossale situazione che si è creata nel comune di Licata, che non è esattamente un piccolo comune della Sicilia: è una media cittadina, popolosa, dove fervono tante attività e che si trova in una situazione veramente imbarazzante.
Il 24 novembre 2009 il sindaco di quel comune, il vicepresidente del consiglio comunale e l'assessore comunale ai servizi sociali sono stati tratti in arresto con l'accusa di corruzione aggravata in concorso per atti contrari ai doveri d'ufficio. A seguito di un ricorso presentato dal sindaco, il tribunale della libertà ha disposto il provvedimento di revoca degli arresti domiciliari e il divieto assoluto di soggiorno per il sindaco nel territorio comunale: sussistendo gravi indizi di colpevolezza, il tribunale ha ritenuto di dover infliggere questa sanzione. A seguito di questo provvedimento, il sindaco non ha deciso, come sarebbe stato corretto, di rimettere il mandato e di consentire che la volontà popolare si esprimesse per dare un nuovo capo dell'esecutivo al comune, ma tranquillamente è andato ad installarsi nel territorio di un comune vicino e da lì continua ad amministrare la città, con gravissimo danno non solo di immagine - il che sarebbe la cosa meno grave - ma anche dal punto di vista funzionale e operativo per il comune di Licata. I funzionari sono costretti a fare la spola tra il comune ed il luogo dove risiede il sindaco.
La giunta comunale si è dimessa quasi per intero ed il sindaco ha avuto difficoltà a nominarne una nuova, avendo incontrato un rifiuto da parte di quasi tutti i cittadini interpellati a farne parte. Solo qualcuno ha accolto l'invito, pertanto, egli è dovuto ricorrere a cittadini che non sono del comune di Licata o che, pur essendolo da tanto tempo, risiedono fuori da esso (a Catania, oppure a Modica).
Di recente, il sindaco ha nominato l'ennesimo assessore (credo che ne abbia cambiati ventidue nell'arco di un brevissimo tempo), perché vi è una continua moria - ovviamente, politica ed istituzionale - di assessori; l'ultimo vicesindaco - quello attualmente in carica - è andato a «pescarlo» nel vicino comune di Grotte, non so sulla base di quali rapporti interpersonali. Quindi, il sindaco del comune di Licata è un signore di Grotte: una degna persona, che tuttavia, con quel comune non c'entra nulla.
Pertanto, vi è una giunta che, nella quasi totalità, è ignara dei problemi che vive il comune in oggetto, con un'aggravante: essa non ha alcun contrappeso dal punto di vista istituzionale. Il consiglio comunale si è dimesso in massa e, sulla base della normativa siciliana in materia di enti locali, è stato sostituito da un commissario: in Sicilia, infatti, la dimissione in massa del consiglio comunale non comporta la decadenza del sindaco né della giunta.
Quindi, vi è un consiglio comunale rappresentato da un commissario, il quale, essendo un funzionario della regione, non entra nel merito né esercita alcuna funzione Pag. 4di controllo politico sull'attività della giunta; una giunta, nella quasi totalità, costituita nel modo sopra descritto ed un sindaco che risiede fuori da quel comune. Mi sembra una situazione davvero priva di ogni senso logico.
Nonostante l'interpellanza urgente, il presidente della regione, di recente, ha convocato una riunione per discutere l'argomento e ha assunto impegni nel senso di inviare un commissario e svolgere un'ispezione, al fine di verificare se vi siano ripetuti casi di violazione di legge in modo da disporre l'eventuale sospensione del sindaco. Non so se si arriverà a questa soluzione, ma quel comune, intanto, si trova in tale situazione, ormai, da parecchi mesi.
Vorrei ricordare che si tratta di un comune in cui l'agricoltura intensiva è tra le più sviluppate della Sicilia: un'agricoltura fiorente che dà lavoro a migliaia di agricoltori con un indotto formidabile, perché si producono primizie, in serra ed in tunnel, attraverso un'attività che fornisce un importante reddito per il comune di Licata; inoltre, vi è una fiorente attività di pesca (perché, si tratta di una città peschereccia) ed un'attività imprenditoriale. Non stiamo parlando, dunque, di un «comunello», dove la presenza o meno di un'attività piena da parte del sindaco e della giunta comunale è ininfluente ai fini della vita economica di quel paese: stiamo parlando di una delle medie città siciliane, di importanza notevole nel panorama politico ed istituzionale della Sicilia.
So bene - prevengo già la risposta che mi può dare il rappresentante del Governo - che non abbiamo a disposizione gli strumenti giuridici per intervenire, tuttavia, attraverso l'interpellanza urgente in oggetto, ho voluto, comunque, segnalare il problema. Si tratta, infatti, di una situazione paradossale, in cui ad una paralisi totale di un'istituzione non corrisponde alcuno strumento giuridico affinché lo Stato possa intervenire e rimettere, di nuovo, il mandato nelle mani dei cittadini. Tuttavia, qualcosa bisognerà pur fare.
Pertanto, l'interpellanza urgente in oggetto è volta, soprattutto, a chiedere al Governo se sia a conoscenza della situazione e se non ritenga possibile acquisire ulteriori elementi tramite i canali istituzionali di cui può disporre.
Inoltre, pur non avendo uno strumento giuridico a norma dei testi vigenti per potere intervenire, chiedo al Governo se non ritenga di mandare un segnale, anche simbolico, all'amministrazione comunale e al sindaco perché rimetta il mandato nelle mani dei cittadini e si ritiri avendo la consapevolezza che vi è la presunzione di innocenza - fino a condanna definitiva - anche per il sindaco di Licata. Lo invito a non intralciare la vita amministrativa del suo comune, ma a consentire che la stessa si sviluppi nei modi più opportuni. Questo perché il suo incaponimento a continuare a svolgere una funzione, che di fatto non svolge, è qualcosa che sa di sadico nei riguardi della sua stessa città.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Laura Ravetto, ha facoltà di rispondere.

LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Per disposizione dello Statuto regionale - adottato con legge costituzionale - l'ordinamento degli enti locali della regione siciliana è attribuito alla potestà legislativa esclusiva di quest'ultima. Spetta, altresì, al competente assessorato regionale ogni funzione in materia di controllo sugli organi dei comuni della Sicilia, ad eccezione del caso di cui all'articolo 143 del decreto legislativo n. 267/2000.
Nel caso evidenziato dall'onorevole Angelo Capodicasa, il prefetto di Agrigento, in data 1o dicembre 2009, nel comunicare la cessazione della sospensione ipso iure del sindaco di Licata - precedentemente disposta, ai sensi dell'articolo 59 del Testo unico enti locali, e venuta meno per effetto della revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari - ha rappresentato al competente assessore regionale la possibilità di applicare, per trasposizione, l'orientamento seguito dal Ministero dell'Interno in una fattispecie simile (riguardante il Pag. 5comune di Marano, in provincia di Napoli). In quest'ultimo caso, si era ritenuto che l'applicazione della misura cautelare del divieto di dimora costituisse un impedimento ai sensi dell'articolo 53 comma 2 del testo unico, con la conseguente temporanea sostituzione del vicesindaco nelle funzioni sindacali.
Qualora tale opzione interpretativa fosse stata ritenuta applicabile al comune di Licata, sarebbe stata inevitabile la nomina di un commissario che operasse in sostituzione del sindaco, in considerazione della circostanza che il vicesindaco si era già dimesso.
L'assessore regionale, tuttavia, in data 4 dicembre 2009, ha risposto che, allo stato degli atti e sulla base della normativa regionale vigente in materia, non era percorribile la via della designazione di un commissario straordinario e che, invece, poteva ritenersi legittima l'ipotesi dell'eventuale nomina di un commissario ad acta per il compimento di atti necessari ed urgenti.
Desidero altresì sottolineare che, in seguito alle contestuali dimissioni dalla carica di 24 consiglieri comunali su 30, avvenuta in data 22 dicembre 2009, il competente assessore regionale ha provveduto, ai sensi dell'articolo 11 della citata legge regionale n. 44/1991, alla nomina di un commissario, il quale, conformemente alla peculiare normativa regionale, eserciterà le funzioni consiliari fino al rinnovo degli organi comunali per scadenza naturale.
Alla luce di quanto premesso, è evidente che non sussistono i presupposti di legge per uno specifico intervento del Governo e, per esso, del Ministero dell'interno che, tuttavia, tramite i propri organi periferici e nel rispetto del riparto di competenze fissato dalla legge, eserciterà ogni possibile vigilanza al fine di accertare ogni eventuale violazione di legge che possa rendere necessario l'esercizio dei poteri statali.

PRESIDENTE. L'onorevole Capodicasa ha facoltà di replicare.

ANGELO CAPODICASA. Signor Presidente, risponderò molto brevemente. Ovviamente non mi aspettavo una risposta molto diversa da quella che la rappresentante del Governo mi ha dato. Speravo che, oltre ad una ricognizione normativa su ciò che impedisce un intervento diretto del Governo, ci fosse da parte del rappresentante dell'Esecutivo una maggiore considerazione della situazione di impotenza in cui tutti gli organi dello Stato, sia quelli centrali che quelli periferici, sono caduti.
È una situazione che vede un disagio vero della popolazione. Non c'è sortita pubblica, ristretta o allargata, di un rappresentante della giunta comunale che non sollevi proteste della gente. Mi è capitato di partecipare a due, tre manifestazioni sui più svariati argomenti dove la sola presenza del vicesindaco o di qualche assessore non venisse accompagnata con schiamazzi, fischi e rumori.
È una situazione che sfugge al controllo di tutti: ai cittadini, perché non hanno nessun potere di intervento, e al consiglio comunale, che si è dimesso dopo non essere riuscito ad approvare la sfiducia nei confronti del sindaco. Infatti, il consiglio aveva predisposto la sfiducia per il sindaco e, nell'intervallo tra la richiesta di sfiducia - e rammento che devono intercorrere 15 giorni secondo la legge siciliana - e il giorno in cui il consiglio riunito doveva votarla, il clima è stato turbato dall'invio di una busta con proiettili al presidente del consiglio comunale. Inoltre, alcuni consiglieri si sono dimessi, quelli che li hanno sostituiti poi hanno votato contro la sfiducia al sindaco e due consiglieri, che pure avevano firmato e sottoscritto la richiesta di sfiducia, non si sono presentati.
Vi è qualcosa di torbido in quel clima che ovviamente non favorisce un fisiologico svolgimento delle attività. Pertanto, il rappresentante dello Stato non può ignorare che vi sia una situazione di questo tenore.
Oltre ai motivi di ordine politico e istituzionale su cui grava la responsabilità della regione siciliana che a nostro giudizio ha sottovalutato e forse, in alcune sue Pag. 6parti, è stata anche complice di tutta questa situazione, vi sono motivi di ordine pubblico che suggeriscono un qualche intervento anche simbolico e volto solo a sottolineare l'insostenibilità di questa situazione.
Naturalmente, mi ritengo soddisfatto per la parte che avevo già previsto. Invece, non mi ritengo soddisfatto per la seconda parte della risposta del sottosegretario, perché il Governo ha mantenuto una laconica neutralità che ovviamente non può che essere da me sottolineata in modo critico.

(Iniziative normative in relazione alla definizione di «comune montano» - n. 3-00855)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Laura Ravetto, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Libè n. 3-00855, concernente iniziative normative in relazione alla definizione di «comune montano» (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).

LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, occorre premettere innanzitutto che il comma 1-sexies dell'articolo 1 del decreto-legge n. 2 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla recente legge n. 42 del 2010, ha modificato il testo del comma 187 dell'articolo 2 della legge finanziaria 2010, sostituendo, al secondo periodo, le parole «ai comuni montani» con le parole «ai comuni appartenenti alle comunità montane».
In particolare, è stato soppresso il terzo periodo del predetto articolo che prevedeva che «sono considerati comuni montani i comuni in cui almeno il 75 per cento del territorio si trovi al di sopra dei 600 metri sopra il livello del mare».
Pertanto, la preoccupazione espressa dall'onorevole Libè può ritenersi superata in quanto la normativa ora vigente non prevede più il riferimento al criterio altimetrico. Del resto, già la Corte costituzionale, con la sentenza n. 27 del 2010, nel pronunciarsi sulla costituzionalità dell'articolo 76, comma 6-bis, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, ha dichiarato illegittima la previsione di un criterio altimetrico rigido come strumento per attuare la riduzione dei trasferimenti erariali diretti alle comunità montane, in quanto esorbitante dai limiti della competenza statale.
Voglio, inoltre, precisare che nell'ambito di un più ampio processo di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica, il nuovo testo del comma 187 dell'articolo 2 della legge finanziaria 2010, dispone che «a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, lo Stato cessa di concorrere al finanziamento delle comunità montane previsto dall'articolo 34 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, e dalle altre disposizioni di legge relative alle comunità montane».
La stessa disposizione stabilisce, tuttavia, che nelle more dell'attuazione della legge 5 maggio 2009, n. 42, in materia di federalismo fiscale, il 30 per cento delle risorse finanziarie, di cui al citato articolo 34 del decreto legislativo n. 504 del 1992, è assegnato ai comuni appartenenti alle comunità montane e ripartito tra gli stessi con decreto del Ministro dell'interno, previa intesa sancita in sede di Conferenza unificata, ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.

PRESIDENTE. L'onorevole Libè ha facoltà di replicare.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, ringrazio il rappresentante del Governo; sicuramente c'è una parziale soddisfazione che non deriva però dalle scelte del Governo, bensì da eventi esterni che lo hanno portato a dover rivalutare alcune posizioni che erano sicuramente sbagliate (come mi sembra si deduca non solo dalla sostanza, ma anche dal tono della risposta), scelte che portavano a penalizzare e creare grande preoccupazione.
La risposta non ci soddisfa completamente per un motivo: perché, tolto il vincolo normativo che tagliava con l'accetta Pag. 7l'individuazione di quali fossero o meno le realtà montane, ahimè, da una parte della maggioranza, che insiste molto per ricevere voti al nord e che difende la montagna, non si è levata alcuna voce di dissenso.
Lo dico adesso che siamo alle porte di una manovra finanziaria importante. Bisognerà anche qui valutare come viene applicata questa nuova o diversa modalità di sostegno alla montagna. Anni fa è stata approvata una importante legge di riforma che ha ricevuto il plauso di tutti, ma se poi non ci sono le risorse, qualunque legge rischia di rimanere lettera morta e la mia paura è che questo possa succedere anche adesso.
Avete parlato - lo ha fatto anche nella risposta il sottosegretario - di controlli di spesa, di tagli e di gestione più oculata e questo ci trova d'accordo, nel senso che riteniamo opportuni i tagli alle comunità montane ed il fatto che il sostegno debba derivare da un'altra forma che non è più quella diretta del Governo. Il problema però, a mio avviso, è uno, ossia non da dove vengono questi soldi (che è importante), ma come vengono spesi.
Mi riallaccio all'incipit del mio intervento: il taglio con l'accetta portava a dequalificare e a non sostenere tutti gli amministratori che sono intervenuti con oculatezza e con intelligenza. Non vorrei che, nelle more delle nuove iniziative, si continuasse ad andare su questa strada perché abbiamo visto ieri anche che, per quanto riguarda i comuni capoluogo, lo studio presentato e pubblicato da Il Sole 24 Ore purtroppo dimostra proprio che con i tagli con l'accetta non si risolve il problema della buona amministrazione e che purtroppo chi rischia di lasciarci le unghie - perché è riuscito a risparmiare e a farsele crescere un po' - sono proprio i comuni virtuosi.
Anche sulla gestione dei comuni montani ci auguriamo che il Governo nei prossimi giorni, affrontando questa manovra, possa guardare con oculatezza quali sono i comuni che hanno realmente bisogno di essere sostenuti, secondo certi parametri, e quali sono i comuni che, pur insistendo - e qui è giusto il taglio - all'interno di comunità montane fittizie, non hanno i requisiti (e purtroppo ce ne sono molti).

(Iniziative normative volte a riservare le attività psicologiche non sanitarie in via esclusiva a psicologi regolarmente abilitati dallo Stato - n. 3-00827)

PRESIDENTE. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Laura Ravetto, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Goisis n. 3-00827, concernente iniziative normative volte a riservare le attività psicologiche non sanitarie in via esclusiva a psicologi regolarmente abilitati dallo Stato (Vedi l'allegato A - Interpellanza e interrogazioni).

LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, si fa riferimento all'interrogazione in esame, con la quale l'onorevole Goisis rappresenta che negli ultimi tempi si va moltiplicando l'offerta di prestazioni da parte di una figura denominata counselor.
A tale riguardo l'onorevole interrogante riferisce che la principale associazione dei counselor italiani, ossia la società italiana di counseling (Sico), definisce il counselor una figura professionale in grado di favorire la soluzione di disagi esistenziali di origine psichica che non comportino tuttavia una ristrutturazione profonda della personalità.
Appare chiaro, secondo l'onorevole interrogante, che i counselor danno di se stessi una definizione che potrebbe configurarsi come descrizione dell'attività professionale dello psicologo e pertanto chiede se non ritenga opportuno intraprendere iniziative normative atte a tutelare anche i destinatari di attività psicologiche non sanitarie come quelle svolte in ambito aziendale, scolastico, sportivo e di altro tipo, riservandole in via esclusiva allo psicologo regolarmente abilitato dallo Stato. Pag. 8
Nel merito della problematica posta, si osserva che, allo stato, è ancora scarsa la conoscenza della dimensione del fenomeno relativo alla figura di cui trattasi, della tipologia di prestazioni che essa offre, dell'eventuale contesto lavorativo e, in ultimo, della formazione di base e complementare sulla scorta della quale dette prestazioni sarebbero fornite.
Ciò premesso, si segnala l'intenzione del Ministero della salute di avviare ogni iniziativa utile ad approfondire la dimensione della tematica in esame e l'eventuale impatto sul sistema italiano.
Qualora l'ambito di attività del citato counselor fosse quello definito e prospettato dalla Sico, non potrebbero che condividersi le osservazioni formulate dall'onorevole Goisis in quanto, a parere del Ministero della salute, qualsiasi attività di valutazione e accertamento delle caratteristiche psicologiche degli individui, a prescindere dagli ambiti in cui siano svolte, dovrebbero essere considerate come attività di competenza dello psicologo, cui la norma attribuisce una riserva più volte confermata sia dal giudice ordinario, come segnalato dall'onorevole interrogante, sia dal giudice amministrativo.
Alla luce delle considerazioni svolte e a seguito della presente interrogazione parlamentare, resta comunque ferma la volontà del Ministero della salute di avviare le opportune verifiche, anche con il concorso del comando dei Carabinieri-Nucleo antisofisticazione e sanità, al fine di accertare la portata del fenomeno e di valutare eventuali violazioni della normativa vigente.

PRESIDENTE. L'onorevole Goisis ha facoltà di replicare.

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, questa interrogazione - come si è ben capito anche dalla precisazione fatta dal sottosegretario - è stata mossa proprio dall'esigenza di tutelare i destinatari delle attività psicologiche non sanitarie come quelle svolte in ambito aziendale, scolastico, sportivo e di altro tipo, riservandole in via esclusiva allo psicologo regolarmente abilitato dallo Stato. Ciò è stato previsto contro l'esercizio abusivo della professione.
In risposta alla prima esigenza di tutelare i destinatari delle prestazioni psicologiche in ogni ambito applicativo, la sentenza della Corte di cassazione n. 767 del 2006, riguardante le prestazioni psicologiche, ha sancito l'obbligatorietà dell'iscrizione all'albo degli psicologi per i professionisti che svolgono attività di diagnosi psicologica in genere, specificando quindi i criteri di applicazione di una delle voci già comprese nell'articolo 1 della legge 18 febbraio 1989, n. 56. La diagnosi psicologica non è più, quindi, da leggersi limitatamente all'ambito clinico, ma ricomprende l'analisi delle caratteristiche di personalità entro qualsiasi ambito applicativo.
Nella sua pronuncia del riconoscimento della riserva dell'esercizio dell'attività di diagnosi psicologica ai soli professionisti regolarmente iscritti all'ordine degli psicologi, la sopra menzionata sentenza della Corte di cassazione rimanda espressamente a due delle aree citate all'articolo 1 della «legge Ossicini». La pronuncia depone in favore dell'interpretazione dell'articolo 1 nel senso della riserva allo psicologo dell'esercizio delle attività relative anche alle rimanenti aree elencate (la prevenzione, l'attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico), rendendo quindi opportuno e doveroso nei confronti sia dell'utenza sia degli psicologi regolarmente abilitati un riconoscimento anche formale di tale principio.
La citata sentenza della Corte di cassazione precisa, infatti, che l'esercizio abusivo della professione si realizza anche qualora l'agente compia saltuariamente o anche in una sola occasione alcune delle attività riservate dalla legge esclusivamente ai soggetti in possesso di una speciale abilitazione dello Stato. Tale affermazione è riferita all'esercizio di attività di diagnosi psicologica, che sono quindi riconosciute come riservate dalla legge esclusivamente agli psicologi. Se tale riserva è valida per la diagnosi, in quanto menzionata dall'articolo 1 della legge n. 56 del 1989, si può Pag. 9ritenere con certezza che anche l'esercizio delle rimanenti attività, parimenti menzionate al predetto articolo di legge, sia riservato in via esclusiva allo psicologo.
Qualsiasi prestazione psicologica d'altra parte è finalizzata al conseguimento del benessere psicologico che rientra fra i requisiti dello stato di salute come stabilito dall'Organizzazione mondiale della sanità nella Carta di Ottawa, che ha definito la salute come stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non come mera assenza di malattia o di infermità.
La Carta afferma, anzi, che la promozione della salute non è una responsabilità esclusiva del settore sanitario, ma va al di là degli stili di vita e punta al benessere. Pertanto, l'attività dello psicologo è tesa a favorire la soluzione di disagi esistenziali che non comportino - come anche lei ha ricordato - la ristrutturazione profonda della personalità, materia riservata allo psicoterapeuta.
Quindi, alla luce delle sue riflessioni e delle sue affermazioni mi ritengo soddisfatta e la ringrazio. Naturalmente rimango in attesa di vedere come verrà esercitato il controllo di cui lei ha parlato, proprio perché sappiamo quanto la disciplina della psicologia sia estremamente delicata e quanto l'errore di mandare un bambino dallo psicoterapeuta possa comportare dei gravi danni alla personalità di questi nostri bambini, degli studenti o anche dei lavoratori.

(Chiarimenti e iniziative in merito al trasferimento al servizio sanitario nazionale delle funzioni in materia di sanità penitenziaria - n. 3-00910)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Laura Ravetto, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Andrea Orlando n. 3-00910, concernente chiarimenti e iniziative in merito al trasferimento al Servizio sanitario nazionale delle funzioni in materia di sanità penitenziaria (Vedi l'allegato A - Interpellanza e Interrogazioni).

LAURA RAVETTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, con riferimento all'interrogazione presentata dall'onorevole Andrea Orlando, in via preliminare e a carattere generale, si ricorda che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1o aprile 2008 ha trasferito al Servizio sanitario nazionale tutte le funzioni sanitarie svolte in precedenza dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e dal Dipartimento della giustizia minorile del Ministero della giustizia. Compete, pertanto, alle regioni l'espletamento delle funzioni trasferite con il decreto sopracitato attraverso le ASL competenti per territorio.
Lo stesso provvedimento ha trasferito anche le risorse finanziarie, per le quali si fa riferimento all'ultima intesa espressa dalla Conferenza unificata sulla proposta del Ministero della salute nella seduta del 26 novembre 2009.
Nel merito della problematica, per quanto attiene all'impegno del miglioramento del Servizio sanitario penitenziario, si ribadisce che, essendo stata trasferita la competenza al Servizio sanitario nazionale, questa è affidata alla responsabilità delle regioni, che tuttavia debbono fornire elementi informativi ai competenti ministeri nell'ambito della verifica annuale sugli adempimenti regionali.
Si comunica che tale attività di verifica e monitoraggio viene svolta dal tavolo per le verifiche degli adempimenti e dal comitato per la verifica dell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA), di cui agli articoli 9 e 12 dell'intesa tra Stato e regioni del 23 marzo 2005. I suddetti organismi sono coordinati rispettivamente dal Ministero dell'economia e delle finanze e dal Ministero della salute.
Il tavolo permanente di cui sopra, insediato il 12 febbraio 2009, ha elaborato un programma completo di interventi. Nello specifico sono stati già approvati: un documento per le convenzioni dei locali per le attività sanitarie all'interno delle carceri; uno schema per le convenzioni medico-legali in favore della Polizia penitenziaria; un accordo sulle forme di collaborazione Pag. 10tra le amministrazioni sanitarie della giustizia sia regionale che territoriale; un documento per la ricognizione e la riorganizzazione delle strutture sanitarie dei vari istituti penitenziari; un protocollo per definire i flussi informatizzati per la cartella clinica unitaria; le linee di indirizzo riguardanti la salute dei minori nell'ambito della giustizia minorile.
Inoltre, sono stati recentemente attivati due gruppi di lavoro: uno per le problematiche dei detenuti tossicodipendenti e un altro per la problematica dei suicidi nelle carceri (linee di indirizzo per la prevenzione dei suicidi nelle carceri). È altresì in corso di approvazione un documento per il monitoraggio sistematico sull'organizzazione dei servizi sanitari e del personale dedicato.
Dagli esiti della verifica annuale 2008 da parte del tavolo per la verifica degli adempimenti più volte citato risulta che tutte le regioni - ad eccezione della Campania - hanno attivato, come previsto dall'allegato A al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1o aprile 2008, l'Osservatorio permanente sulla sanità penitenziaria.
Si fa, inoltre, presente che la Commissione paritetica per l'attuazione dello statuto di autonomia della regione Friuli Venezia Giulia ha definito uno schema di decreto in materia nella seduta tenutasi in data 6 novembre 2009. Sul testo, trasmesso alle amministrazioni interessate per acquisire il definitivo parere di competenza, sono state formulate alcune osservazioni che la Commissione dovrà valutare.
Per quanto riguarda le regioni Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige e Sardegna, si rende noto che, al fine di giungere a una definizione della questione in tempi brevi, le relative commissioni paritetiche hanno formulato un testo normativo che è stato sottoposto alle amministrazioni competenti per il relativo parere. Allo stato attuale la commissione paritetica per l'attuazione dello Statuto speciale della regione siciliana non ha ancora provveduto a formulare uno schema di norma in materia, pur avendo già inserito tale questione tra gli argomenti da trattare.
Si segnala inoltre l'accordo del 20 novembre 2008 in Conferenza unificata, tra il Ministero della giustizia, il Ministero della salute, le regioni e le province autonome concernente la definizione delle forme di collaborazione relative alle funzioni della sicurezza ed i principi di collaborazione tra l'ordinamento sanitario e l'ordinamento penitenziario e della giustizia minorile. Nel rispetto del citato accordo ciascun organismo istituzionale, nell'ambito delle proprie competenze e rispettive autonomie, si è impegnato, in base al principio della leale collaborazione interistituzionale, a garantire tramite interventi, la tutela della salute, il recupero sociale dei detenuti, degli internati adulti e dei minori sottoposti a provvedimenti penali, stabilendo nell'ambito dello stesso accordo strumenti di collaborazione con specifico riferimento alla tutela della salute e al monitoraggio e valutazione degli interventi attuativi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1o aprile 2008.
Da ultimo si informa che sono state ripartite le somme del 2008 e 2009, rispettivamente 35 milioni di euro per il periodo ottobre-dicembre 2008 per il trasferimento alla competenza regionale della sanità penitenziaria a far data dal 1o ottobre 2008, e 135 milioni di euro per l'anno 2009. I suddetti riparti sono stati effettuati a favore delle regioni a statuto ordinario atteso che, per le regioni a statuto speciale, è necessaria l'adozione dei regolamenti di attuazione. Per maggiore precisione si comunica che, per la ripartizione delle somme per il 2009, è già intervenuta nel mese di maggio 2010 l'approvazione finale da parte del CIPE.

PRESIDENTE. L'onorevole Melis, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

GUIDO MELIS. Signor Presidente, ringrazio molto la sottosegretaria per l'accuratezza con cui ha risposto all'interrogazione, ma devo dichiararmi almeno parzialmente insoddisfatto. Quello del trasferimento della sanità penitenziaria al Pag. 11Servizio sanitario nazionale è un tema antico perché, come la sottosegretaria ha ricordato, fa data dall'aprile del 2008; sono passati dunque due anni. In questi due anni a me personalmente è capitato di sollevare la questione almeno due volte perché nelle carceri italiane riscontriamo una grave sofferenza dei detenuti rispetto a questo passaggio di funzioni. È un esempio di come una politica virtuosa - perché certamente è virtuoso dare ai detenuti la stessa assistenza che si dà a tutti i cittadini italiani - può provocare, per lungaggini burocratiche e ritardi, degli effetti gravemente deleteri. Mi permetto di ricordare che in un'interrogazione precedente ho portato il caso di un detenuto a Rebibbia (nuovo complesso) che addirittura, essendo affetto da una forma abbastanza grave di cancro, ha visto interrotte le cure perché, nel passaggio di queste funzioni, i medicamenti e le cure prescritte non potevano più essere assicurate. Questo passaggio si sta protraendo per troppo tempo.
Per quanto riguarda le regioni a statuto ordinario mi compiaccio del fatto che le somme relative al 2009, somme che provengono dal Fondo sanitario nazionale, siano finalmente erogabili, a quanto mi pare di aver capito, e dunque siano utilizzabili. Naturalmente però bisognerebbe procedere rapidamente anche per l'anno in corso provvedendo ad assicurare altrettanta cura nel periodo di transizione che si va purtroppo protraendo.
Sono anche molto preoccupato per le regioni a statuto speciale. Anche questo è un tema di cui mi ero occupato interrogando il Ministro Alfano ancora nel 2008. Ricordo che in Sardegna, la regione da cui provengo, era ancora al governo la giunta Soru quando me ne occupai. Sono passati anche in questo caso degli anni e siamo ancora ai regolamenti generali dei comitati istituiti dalle regioni a statuto speciale. È un caso un po' singolare in cui la specialità, che dovrebbe precostituire per queste regioni un di più di diritti, si traduce in un di meno di diritti e in una situazione di disagio rispetto alle regioni a statuto ordinario.
Naturalmente non dico che il Governo abbia tutte le responsabilità di questa situazione, capisco che esistono anche dei ritardi da parte delle regioni e che quando si prefigura una sinergia tra più enti e più istituzioni tutto si fa più complesso, ma il Governo di questa partita ha in qualche modo il timone e, a mio avviso, dovrebbe imprimere una direzione a tutta l'attività di regolamentazione. Insomma, signor sottosegretario, qui sostanzialmente si sono creati i prerequisiti affinché l'assistenza sanitaria venga erogata, ma ancora siamo fermi, diciamo così, ad uno stadio pre-partita, mentre naturalmente nelle carceri italiane esistono delle impellenti e dolorose esigenze che ci suggeriscono di essere più rapidi e più tempestivi.
Mi auguro che questa interrogazione valga almeno a suonare un campanello d'allarme e che esauriti gli atti, i pre-requisiti, come li ho chiamati, si possa passare ad una normalità di prestazioni, ad un automatismo di erogazione delle somme, insomma, ad una prassi nella quale la sanità normale, la sanità ordinaria possa essere assicurata anche a queste persone che vivono in stato di detenzione.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento di una interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Cessazione dal mandato parlamentare del deputato Edoardo Rixi.

PRESIDENTE. Comunico che in data 7 giugno 2010 è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera dell'onorevole Edoardo Rixi:

«Illustrissimo Presidente, come da precedente comunicazione, essendo stato eletto consigliere della regione Liguria, ed essendo i due incarichi incompatibili, con la presente sono a dimettermi dalla carica di deputato della Repubblica.
In fede
Firmato: Edoardo Rixi».

Trattandosi di un caso di incompatibilità, la Camera prende atto, a norma Pag. 12dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, di questa comunicazione e della conseguente cessazione del deputato Rixi dal mandato parlamentare.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15.

La seduta, sospesa alle 12,25, è ripresa alle 15,10.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bongiorno, Buttiglione, Caparini, De Biasi e Gregorio Fontana sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Proclamazione di un deputato subentrante.

PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito della presa d'atto, nella seduta odierna, delle dimissioni del deputato Edoardo Rixi, comunico che, in data odierna, la Giunta delle elezioni, ai sensi dell'articolo 86, comma 1, del testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, ha accertato che il candidato che, nell'ordine progressivo della stessa lista n. 8 - Lega Nord nella X circoscrizione Liguria, segue immediatamente l'ultimo degli eletti, risulta essere Giancarlo Di Vizia.
Do atto alla Giunta di questo accertamento e proclamo deputato, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento, per la X circoscrizione Liguria, Giancarlo Di Vizia.
Si intende che da oggi decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.

Modifica nella composizione di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che il deputato Giancarlo Di Vizia, proclamato in data odierna, ha dichiarato di aderire al gruppo Lega Nord Padania.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica Amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione (Testo risultante dallo stralcio degli articoli 14, 25 e 27 del disegno di legge n. 3209, disposto dal Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 2 marzo 2010) (A.C. 3209-bis-A/R) (ore 15,13).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica Amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione (Testo risultante dallo stralcio degli articoli 14, 25 e 27 del disegno di legge n. 3209, disposto dal Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 2 marzo 2010).
Ricordo che nella seduta del 26 maggio 2010, dopo il passaggio alla fase di esame degli articoli e la comunicazione delle proposte emendative ritenute inammissibili dalla Presidenza, l'Assemblea aveva deliberato di rinviare il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta. Pag. 13
Ha chiesto di parlare il relatore, onorevole Orsini. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, nella seduta del 18 maggio scorso l'Assemblea, come convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, ha deliberato il rinvio del provvedimento in Commissione. Tale rinvio è stato un atto utile, non un atto solo formale o un adempimento tecnico, ma credo sia stato l'occasione, considerata molto opportuna da tutti e, senz'altro, dal relatore, per poter approfondire con tutti i colleghi, di opposizione e di maggioranza, il testo.
Devo dare atto che i contributi provenuti dai colleghi sia dell'opposizione sia della maggioranza hanno consentito di apportare, già in Commissione, alcuni significativi miglioramenti. Altri nasceranno dal lavoro emendativo sul quale il Comitato dei nove ha avuto modo di pronunciarsi. L'Assemblea, quindi, attraverso il lavoro emendativo, avrà modo di migliorare ulteriormente il testo.
Questo è un dato di sensibilità politica e di approccio costruttivo, del quale credo vada dato atto a tutti i colleghi. Credo che questo sia un buon esempio del modo in cui il lavoro parlamentare, quando è svolto con questo spirito e con questo approccio, può essere utile a svolgere un servizio importante per il Paese. È bene ricordarsene in un momento in cui, troppo spesso, la politica e l'attività parlamentare sono oggetto di accuse a volte ingiuste o preconcette.
Tornando al merito dell'attività della Commissione, la I Commissione, nella seduta del 20 maggio, ha approvato una serie di proposte emendative proposte sia dal relatore sia da diversi parlamentari.
In primo luogo, sono state recepite le condizioni poste dalla Commissione bilancio per il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione. Sono stati così soppressi l'articolo 17, in materia di ricetta medica elettronica, e l'articolo 21-bis, in materia di formazione continua dei dipendenti, richiesto da emendamenti sia del Governo sia di parlamentari. Sono state, altresì, effettuate modifiche parziali di altri articoli.
Sono state accolte altre condizioni poste dalla Commissione bilancio.
In particolare, è stato soppresso l'articolo 9-bis, come richiesto anche dal Governo, articolo che concerneva la riduzione e la trasparenza degli adempimenti amministrativi a carico di imprese e cittadini.
La Commissione ha, inoltre, recepito quasi integralmente le condizioni e le osservazioni poste dal Comitato per la legislazione, modificando, tra gli altri, l'articolo 1-bis e l'articolo 6. Riguardo alle condizioni e alle osservazioni poste da altre Commissioni competenti in sede consultiva, la Commissione, recependo il parere della Commissione affari sociali, ha modificato l'articolo 4 e, recependo il parere sia della Commissione lavoro che della Commissione agricoltura, ha aggiunto un comma all'articolo 7-quater, concernente gli elenchi agricoli.
Relativamente alla condizione posta dalla Commissione giustizia di soppressione dell'articolo 19-bis, relativo ai criteri di determinazione delle spese nelle cause davanti al giudice di pace, si è preferito modificare l'articolo. In relazione alle altre modifiche apportate, sono stati soppressi gli articoli 8-ter, 10-bis e 20-quater. Relativamente all'articolo 1-ter, che apportava modifiche ai termini di delega al Governo per il riassetto normativo delle prescrizioni e degli adempimenti procedurali applicabili alle imprese, la Commissione ha ridotto a ventiquattro mesi il termine previsto dalla lettera a) del comma 1.
Nella seduta del 25 maggio 2010, la Commissione ha preso in esame i pareri espressi dalle altre Commissioni, accogliendo naturalmente le condizioni poste dalla Commissione bilancio, ai fini del rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, e accogliendo anche alcune delle altre condizioni poste dalla medesima Commissione bilancio. Sono stati così soppressi gli articoli 6-ter e 20-sexies e sono stati modificati gli articoli 1-bis, 5-ter, 7-ter e 24-bis.Pag. 14
Riguardo alle altre osservazioni e condizioni poste dalle altre Commissioni competenti in sede consultiva, la Commissione ha convenuto sulla proposta del relatore di approfondirle in sede di Comitato dei nove. In tale sede, il 25 maggio si è convenuto di recepire i rilievi del Comitato per la legislazione e della Commissione politiche dell'Unione europea, sopprimendo l'articolo 1-quinquies, riguardante il Sistri, considerato anche che sulla materia è stato recentemente presentato un decreto che affronta la questione.
Ricordo, infine, che nella giornata odierna il Comitato dei nove si è nuovamente riunito, deliberando di presentare all'Assemblea alcuni nuovi emendamenti. In particolare, si è ritenuto opportuno proporre la soppressione dell'articolo 5-bis, in materia di conferenza dei servizi, in considerazione del fatto che l'articolo 49 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 - per intenderci la manovra finanziaria - interviene con una disposizione che verte sulla medesima materia.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,17).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, in questi giorni ho finalmente ricevuto risposta ad una serie di interrogazioni a risposta scritta che avevo depositato in verità molti mesi fa ed indirizzate al Ministro Brunetta.
Tra i quesiti che ponevo, vi era anche quello relativo al suo atteggiamento in Consiglio dei ministri sullo scioglimento del comune di Fondi. Ebbene, signor Presidente, il Ministro sul punto si è rifiutato di rispondere, sostenendo in buona sostanza che quel che accade in Consiglio è riservato ed esula dal potere di controllo parlamentare. Sul tema, signor Presidente, ho consegnato una lettera. Lei non può consentire che sia un Ministro unilateralmente a stabilire cosa rientri e cosa fuoriesca dal sindacato ispettivo parlamentare. Ne va dell'autonomia e della dignità di questa Assemblea. Sono certo, signor Presidente, che ella prenderà i provvedimenti adeguati.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, lei stesso ha ricordato di aver posto la questione all'attenzione del Presidente della Camera, che non mancherà sicuramente di fornirle la risposta.

Si riprende la discussione.

LINDA LANZILLOTTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, ci tengo a far constare a verbale che, nell'esame di questo provvedimento, non risultano i miei emendamenti - e di ciò mi rammarico molto - pur avendo io concorso al lavoro di elaborazione del testo in Commissione.
Ciò è avvenuto perché il termine per la presentazione degli emendamenti al provvedimento rinviato in Commissione è stato fissato la sera del 18 maggio - e comunicato alle 19,30 - per la mattina successiva alle 11. Per un disguido questa comunicazione non mi ha raggiunto e, quindi, oggi non sono stata in grado di presentare i miei emendamenti.
Questa procedura è formalmente corretta, tuttavia mi permetto di sottolineare l'anomalia di una situazione per la quale Pag. 15dal 18 maggio si comincia a discutere l'8 giugno e non vi è stato uno spazio per ripresentare questi emendamenti.
Ciò detto, prendo comunque atto che le conseguenze di questo disguido sono ormai ridotte visto che - come ha sottolineato il relatore - tra le condizioni poste dalla Commissione bilancio e le disposizioni assorbite nel decreto-legge, ormai, il contenuto del provvedimento si è molto ridotto e, quindi, la materia in discussione è limitata. Tuttavia volevo far constare il motivo dell'assenza dei miei emendamenti.

PRESIDENTE. Anche noi prendiamo atto del disguido.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle 15,35.

La seduta, sospesa alle 15,20, è ripresa alle 15,35.

(Ripresa esame degli articoli - A.C. 3209-bis-A/R)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione (Vedi l'allegato A - A.C. 3209-bis-A/R).
Avverto che la Commissione ha presentato gli emendamenti 4-bis.200, 4-bis.201, 5-bis.200 e 30.201, che sono in distribuzione. Con riferimento a tale ultima proposta emendativa, il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato per le 16,15.
Avverto, altresì, che la Commissione ha ritirato l'emendamento 30.200. Ricordo, inoltre, che la Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 3209-bis-A/R).
Avverto, infine, che, sulla base di tale ultimo parere, la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 3-bis, del Regolamento, il subemendamento Favia 0.4-bis.200.1.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 3209-bis-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1, al quale non sono state presentate proposte emendative (Vedi l'allegato A - A.C. 3209-bis-A/R).
Passiamo dunque ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sposetti, Mazzuca, Cesare Marini, Martella, Costa, Casini, Vella, Cesa, Cera, Nirenstein, Laboccetta, Pittelli, Commercio, Laganà Fortugno, Franceschini, Palomba, Beltrandi, Fogliardi (Commenti)... Colleghi, aspettiamo che arrivino tutti. È il primo voto, per cortesia! Onorevoli D'Antoni, Sani, Vico, Bachelet, Paolo Russo, Lovelli (Commenti)... Pazienza, colleghi. È il primo voto, per cortesia! Onorevole Ciccanti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 486
Maggioranza 244
Hanno votato
486).

Prendo atto che i deputati Volontè, Mazzarella e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 1-bis - A.C. 3209-bis-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3209-bis-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

Pag. 16

ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Lulli 1-bis.1, sugli identici emendamenti Giovanelli 1-bis.2 e Tassone 1-bis.3, sugli identici emendamenti Giovanelli 1-bis.4 e Tassone 1-bis.5, sugli identici emendamenti Giovanelli 1-bis.6 e Tassone 1-bis.7, nonché sugli identici emendamenti Giovanelli 1-bis.8 e Tassone 1-bis.9.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Lulli 1-bis.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scarpetti. Ne ha facoltà.

LIDO SCARPETTI. Signor Presidente, con l'emendamento in esame vogliamo sostituire l'articolo 1-bis, che ci pare poco chiaro nelle finalità e nei contenuti.
La riscrittura del comma 1, per quanto ci riguarda, punta a rendere chiaro che lo sportello unico deve trasmettere, nella forma di un fascicolo informatico per ciascuna impresa, al registro delle ditte tenuto dalla camera di commercio, ai fini del loro inserimento nel REA, i documenti attestanti atti, fatti, qualità, stati soggettivi, certificazioni, nonché atti di autorizzazione, licenza, concessione, permesso o nulla osta comunque denominati rilasciati dallo stesso sportello unico oppure acquisiti da altre amministrazioni, ovvero comunicati dalle imprese o dalle agenzie per le imprese accreditate ai sensi dell'articolo 38, comma 4, del decreto-legge n. 112 del 2008, ossia del regolamento approvato con parere della X Commissione.
Il comma 2, inoltre, chiarisce che le certificazioni di qualità e ambientali relative all'esercizio di attività produttive e di prestazioni di servizi sono presentate allo sportello unico o al registro delle ditte al fine del loro inserimento nel REA.
Dico questo per quanto riguarda nello specifico l'emendamento; più in generale, c'è da rilevare che la parte relativa alla semplificazione delle procedure per il rilascio delle certificazioni e delle documentazioni di impresa è quanto meno disorganica nell'impostazione del Governo. Infatti, in primo luogo si legifica nuovamente su materia già definita dal decreto-legge n. 112 del 2008, che aveva delegato la regolamentazione a decreti, in secondo luogo - e mi pare il fatto più importante - non si capisce bene quale sia il punto di approdo nelle intenzioni del Governo. Infatti, al di là dell'atto che discutiamo oggi, che è di grande importanza, le dichiarazioni del Governo stesso sembrerebbero vanificare i nostri sforzi: da un lato si tende a regolamentare e, dall'altro lato, in base a dichiarazioni autorevoli, addirittura anche attraverso la proposta di abolizione dell'articolo 41 della Costituzione, si vuole arrivare al punto che le autorizzazioni per l'apertura o per l'inizio di attività di imprese non siano più necessarie. Quindi il Governo dovrebbe fare innanzitutto chiarezza su cosa intenda effettivamente fare, se vale ciò che stiamo discutendo o quanto viene annunciato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 1-bis.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Tommaso Foti, Perina, Dal Lago, Pizzolante...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 504
Maggioranza 253
Hanno votato
239
Hanno votato
no 265).

Prendo atto che i deputati Mazzarella e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Pag. 17
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Giovanelli 1-bis.2 e Tassone 1-bis.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, questi emendamenti sono di facilissima comprensione perché stiamo esattamente formando il fascicolo informatico per la trasmissione di certificazioni di qualità o ambientali e chiediamo che la stessa avvenga per via telematica. Si tratta di rendere più forte una best practice, che però deve diventare anche un'indicazione normativa di legge e dunque rimaniamo meravigliati dal parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Giovanelli 1-bis.2 e Tassone 1-bis.3, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Nizzi, Mazzuca, Latteri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 505
Maggioranza 253
Hanno votato
243
Hanno votato
no 262).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Giovanelli 1-bis.4 e Tassone 1-bis.5, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Luciano Rossi, Mazzuca, Trappolino, Lolli, Damiano, Moffa, Nizzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 508
Maggioranza 255
Hanno votato
245
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che i deputati Realacci e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Giovanelli 1-bis.6 e Tassone 1-bis.7, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Della Vedova, Tommaso Foti, Di Stanislao e Moffa... Onorevole De Luca, ha votato? Onorevoli Laratta e Vaccaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 515
Maggioranza 258
Hanno votato
250
Hanno votato
no 265).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Giovanelli 1-bis.8 e Tassone 1-bis.9, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Luciano Rossi, Moffa, Santelli, Simeoni, Ravetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 513
Maggioranza 257
Hanno votato
250
Hanno votato
no 263).

Passiamo alla votazione dell'articolo 1-bis.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

Pag. 18

ANDREA LULLI. Signor Presidente, il fatto che non sia stato approvato il mio emendamento 1-bis.1 ci induce ad astenerci sulla votazione dell'articolo 1-bis.
Avevamo presentato questo emendamento sostitutivo scrivendo il testo in maniera chiara. Dal momento che vedo qui in Aula il Ministro per la semplificazione normativa, vorrei ricordare che nell'articolo in questione, la cui ratio può essere condivisibile, è però evidente una questione di complessità di interpretazione della norma. Voi avete rifiutato un emendamento che riscriveva, a nostro modesto parere, in modo comprensibile la questione. Ci dispiace, riteniamo giusta l'impostazione, ma non è chiaro l'articolato su cui chiedete il voto. Per questo vi sarà l'astensione del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1-bis.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Fitto, Margiotta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 513
Votanti 301
Astenuti 212
Maggioranza 151
Hanno votato
300
Hanno votato
no 1).

(Esame dell'articolo 1-ter - A.C. 3209-bis-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1-ter e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3209-bis-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Lulli 1-ter.1, Zaccaria 1-ter.2, Lulli 1-ter.3, Mantini 1-ter.4 e Zaccaria 1-ter.5. La Commissione raccomanda invece l'approvazione del suo emendamento 1-ter.200.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Lulli 1-ter.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scarpetti. Ne ha facoltà.

LIDO SCARPETTI. Signor Presidente, con questo emendamento intendiamo riportare i termini per il riassetto normativo delle prescrizioni e degli adempimenti procedurali applicabili alle imprese a quanto previsto dall'articolo 5 della legge 23 luglio 2009, n. 99, che appunto prevedeva una delega al Governo affinché adottasse uno o più decreti legislativi per il riassetto delle prescrizioni normative e degli adempimenti procedurali entro un anno dall'entrata in vigore della legge, ovvero entro il luglio 2010.
L'articolo 1-ter sposta questo termine di un anno e noi riteniamo che sia da sopprimere in quanto è necessario ed urgente addivenire a un alleggerimento complessivo degli oneri burocratici a carico delle imprese. Riteniamo pertanto che sia necessario sopprimere la lettera a) del comma 1 di tale articolo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 1-ter.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 19

Onorevoli Latteri, Baccini, Causi, Cesario, Versace...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 515
Maggioranza 258
Hanno votato
246
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che il deputato Sarubbi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zaccaria 1-ter.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, l'articolo 1-ter prevede un'estensione dei termini di esercizio di una delega ed apparentemente sembrerebbe un elemento di funzionalità. Ricordo che la delega di un anno era stata prevista nel 2009, praticamente meno di un anno fa. Il Governo è venuto da noi e ha detto: datemi un anno di tempo per esercitare la delega e per varare un decreto legislativo su una materia che riguarda la semplificazione delle prescrizioni riguardanti le imprese.
Mi permetta di dire che, confrontando il numero delle deleghe - vorrei dare questi dati perché credo sia utile conoscerli - al 14 maggio, il Governo aveva ottenuto dal Parlamento 272 deleghe, il che vuol dire 11 deleghe ogni mese. Noi stiamo dando una quantità di deleghe rilevantissima, che non ha precedenti. Ricordo che nella scorsa legislatura, nello stesso periodo, il Parlamento aveva concesso 160 deleghe, quindi siamo a oltre 100 deleghe di differenza. Ma la cosa preoccupante, onorevoli colleghi, è che il Governo non esercita queste deleghe. Dovrà esserci qualcuno in quest'Aula che si preoccupa del fatto che il Governo continua a chiedere deleghe che non esercita!
Sapete quante sono le deleghe esercitate nella legislatura? Sono solo 39, se si sommano quelle collegate alla precedente legislatura si arriva ad un'ottantina. Noi «viaggiamo» ad 11 deleghe al mese, e ne vengono sostanzialmente attuate 3. Questo vuol dire che qui non si semplifica l'attività delle imprese, ma l'attività del Parlamento! Deve preoccupare il fatto che diamo deleghe con tanta facilità e che il Governo, una volta che ha chiesto un anno per esercitarla, si prende poi una proroga di due anni, arrivando alla fine della legislatura. Cominciamo a porci il problema che il Parlamento regala al Governo la potestà legislativa e spesso lo fa con criteri insufficienti. Questo dovrebbe preoccupare chi si pone il problema se il Parlamento lavora o meno. Non diamo quindi deleghe, soprattutto proroghe di deleghe, con grande disinvoltura.
Questo emendamento non nega la delega, ma restringe il periodo di esercizio: 18 mesi anziché 24. Credo che sarebbe stato bene accettare questo emendamento, perché è ragionevole prevedere 18 mesi per esercitare una delega che originariamente prevedeva il termine di un anno. Signor Presidente, mi permetto di sottolinearlo perché questa è materia che viene sottratta al Parlamento.

ANDREA ORSINI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, intervengo solo per fare osservare al collega Zaccaria e per informare doverosamente l'Assemblea che la preoccupazione da lui sollevata in ordine alla durata delle deleghe è stata condivisa sia dal relatore, sia dalla Commissione, sia dallo stesso Governo, tant'è vero che già in sede di Commissione si è deciso, con l'accordo del Governo, di ridurre il termine di 30 mesi indicato originariamente, a 24 mesi, anche proprio nella prospettiva di non scavalcare la fine della legislatura, per cui lo spirito della richiesta del collega Zaccaria, che è corretto, è già stato fatto proprio dalla Commissione.

Pag. 20

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 1-ter.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ceroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 518
Maggioranza 260
Hanno votato
247
Hanno votato
no 271).

Prendo atto che i deputati Mazzarella e Occhiuto hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lulli 1-ter.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, vorrei interloquire con il Governo, ma anche con la maggioranza, perché la delega sulla semplificazione di adempimenti amministrativi per le imprese della legge n. 99 del 2009, vide il concorso fattivo prima della Commissione attività produttive e, poi, di tutta l'Assemblea nel determinare di andare nella direzione di approntare semplificazioni per la vita delle imprese. Il collega Zaccaria, correttamente, ha fatto menzione del numero di deleghe e del fatto che così si prolunga il tempo. Vorrei, però, qui, ricordare una questione: cari colleghi del Governo, attraverso il Ministro dell'economia e delle finanze, ci avete detto che volete modificare l'articolo 41 della Costituzione sulla libertà di impresa ma, poi, ci si accorge che già ci sono provvedimenti in itinere in Parlamento, che avevano visto il concorso di tutti, per semplificare la vita alle imprese. E allora cosa fate? Chiedete il prolungamento a trenta mesi che, poi, sarà ridotto a ventiquattro. Vi chiedo sostanzialmente di assumervi delle responsabilità, perché non si può prendere in giro il Paese, non si possono prendere in giro artigiani e piccoli imprenditori, ponendo la questione della riforma dell'articolo 41 della Costituzione e, nello stesso tempo, allungare i tempi di adempimenti che porterebbero un miglioramento serio in questa situazione di crisi per le imprese.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 16,05)

ANDREA LULLI. Ma, in questo emendamento, che cosa vi proponiamo di aggiungere, visto che avete il tempo per esercitare la delega? Vi proponiamo di aggiungere una norma che consenta al Governo di emanare un decreto delegato in cui sia chiaro quali sono gli adempimenti per cui il silenzio-assenso, oppure la DIA, non possono essere fermati. Sapete benissimo cosa accade oggi: spesso si interrompono i termini per la presentazione della domanda per l'autorizzazione per vari motivi, perché non vi è un disciplinare che indichi con chiarezza quali sono i procedimenti sulla base dei quali non è possibile interrompere la procedura e far passare mesi e mesi di tempo. Sarebbe stato più giusto attuare la delega com'era, ma non l'avete fatto. Evidentemente, la propaganda vi è molto familiare, il legiferare molto meno, soprattutto quando si tratta di semplificare la vita alle imprese in un momento così difficile per la nostra economia. Almeno, se prendete più tempo, cercate di rendere più precisa la delega, in modo tale che il provvedimento finale sia efficace e non propagandistico per la vita quotidiana di imprese, di artigiani e di lavoratori autonomi.
Probabilmente il relatore non ci ripenserà, probabilmente il Governo non ci ripenserà: questo ci dispiace, tuttavia mette in evidenza quanto sia distante la vostra propaganda sia sulla semplificazione sia sulla libertà di impresa dagli atti concreti che esercitate giorno dopo giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 21

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 1-ter.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pugliese... onorevole Migliori... onorevole Iapicca... i colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 516
Maggioranza 259
Hanno votato
251
Hanno votato
no 265).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Mantini 1-ter.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, con questo emendamento proponiamo la soppressione della lettera b) del comma 1. Il gruppo dell'UdC è assolutamente favorevole a tutte le serie politiche di semplificazione ma - riprendo i temi ora svolti - che senso ha attribuire una delega di trenta mesi? Ringrazio il relatore Orsini, che si è fatto carico di spiegare che questa preoccupazione è stata parzialmente condivisa: da trenta mesi siamo passati a ventiquattro. Ma poi si dice «entro i due anni successivi alla data di entrata in vigore dei decreti legislativi» cioè ventiquattro mesi. Ci prendiamo altri due anni per emanare i decreti legislativi correttivi o integrativi cioè abbiamo un'espropriazione del Parlamento per un tempo di ventiquattro mesi più altri ventiquattro che forse sono un po' troppi sia per le esigenze di semplificazione delle attività produttive del Paese che soffre una crisi fatta anche di norme incongrue e di procedure insostenibili sia - pure - per un corretto rapporto tra Governo e Parlamento.
Peraltro che queste deleghe espropriative siano fatte così, un po' per principio cioè per un principio sbagliato, doppiamente sbagliato, è dimostrato dal fatto che con il decreto-legge sulla manovra economica sono state istituite le «zone a burocrazia zero» che dovrebbero rispondere esattamente, in qualche modo, ad un sistema di semplificazione degli adempimenti per le imprese in un modo di cui certamente discuteremo a ora e tempo, se sarà possibile, ma che davvero è inconciliabile con questi principi di delega.
Si commissaria a priori il Mezzogiorno non nei comuni inefficienti o dimostratisi tali per i quali si potrebbe comprendere l'intervento di un commissario ad acta ma si dice per tutte le iniziative produttive fatte in certe zone (vi diremo dopo quali) del Meridione manderemo i commissari di Governo da Roma. Ora credo di dover obiettivamente chiedere ai colleghi di tutti i gruppi un po' più di serietà sia rispetto all'urgenza di queste misure sia rispetto alla necessità che delle scelte vengano fatte. In seguito diremo meglio qual è la nostra proposta di semplificazione: una proposta che non insegue i procedimenti e l'amministrazione «fai da te» ma cerca di fissare termini unitari sviluppando la legge n. 241 e non abrogandola.
Ma soprattutto non è sopportabile un'espropriazione del Parlamento su una materia come questa per un tempo così lungo. Credo che l'emendamento in esame obiettivamente si possa accogliere, che 24 mesi di estensione della delega siano sufficienti e vorrei chiedervelo anche con un voto coerente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mantini 1-ter.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Miglioli? Onorevole Latteri?
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 22
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 516
Maggioranza 259
Hanno votato
253
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zaccaria 1-ter.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, vorrei riprendere le considerazioni che faceva il collega Lulli e rinforzarle. Prima parlavamo di deleghe e ci siamo resi contro - Lulli lo ha detto in maniera molto chiara - che in realtà questo è un escamotage per dare la sensazione di risolvere un problema e rimandarlo nel tempo. Anzi, viene per così dire rimandato due volte, perché nel 2009 si diceva un anno, poi si è detto 30 mesi. Ricordo che il collega Orsini ha voluto benevolmente far presente che hanno fatto lo sconto, ma erano partiti da una delega che si sviluppava per 30 mesi, andava al di là della fine della legislatura, tanto per dire. Quindi, si dice: «Noi semplifichiamo adesso, ve lo comunichiamo, però lo faremo tra 24 mesi». Perché l'emendamento di cui ora parlo peggiora le cose? Perché sostanzialmente, oltre ai 24 mesi gentilmente concessi dal relatore e dal Governo, si fa una cosa molto chiara: si prendono altri due anni per fare decreti integrativi e correttivi. Quindi il discorso di Lulli vale al quadrato, mi pare che si moltiplichi.
Chiariamoci una cosa (so che non interessa a nessuno, lo dico perché così magari qualche affezionato potrà andare a leggere): i decreti integrativi e correttivi non esistono nella Costituzione. So che è un argomento che non ha un grande peso, ma se voi leggete e rileggete l'articolo 76 della Costituzione vedete che si parla di deleghe al Governo con principi e criteri direttivi, ma non si parla di decreti integrativi e correttivi. In altre parole, questo è un arricchimento al di fuori della Costituzione e la Corte ha detto di usarlo con grande prudenza. Allora, la grande prudenza ve la ricordo ancora con i numeri, perché può essere utile ricordare che il Governo in questa legislatura ha chiesto ben 151 volte disposizioni di decreti integrativi e correttivi. Voi direte: «per esercitarle». No, perché vi è un solo decreto di attuazione di 151 disposizioni. Allora, quello che dice Lulli è questo: il Governo si ingolfa da solo. Vi è una sorta di bulimia normativa, cioè chiede deleghe e decreti correttivi e su 270 deleghe ne fa 40, su 151 decreti integrativi e correttivi ne fa uno. Ecco perché dovete chiedere proroghe, perché non siete in grado di onorare neppure quelle deleghe che voi stessi chiedete. Quindi, un po' di buon gusto dovrebbe portarvi a ridurre queste cose (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 1-ter.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Miglioli... onorevole Veltroni... onorevole Motta... i colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 513
Maggioranza 257
Hanno votato
248
Hanno votato
no 265).

Prendo atto che il deputato Occhiuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-ter.200 della Commissione, accettato dal Governo. Pag. 23
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Centemero... onorevole Landolfi... onorevole Grassi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 513
Maggioranza 257
Hanno votato
495
Hanno votato
no 18).

Prendo atto che la deputata Samperi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1-ter, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesario... onorevole Amici...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 518
Maggioranza 260
Hanno votato
267
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che il deputato Malgieri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 1-quater - A.C. 3209-bis-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1-quater e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3209-bis-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Favia 1-quater.1, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1-quater.200.
La Commissione esprime parere contrario sui successivi emendamenti Bressa 1-quater.3, Mantini 1-quater.4, Borghesi 1-quater.5, Mantini 1-quater.6, Borghesi 1-quater.7 e Favia 1-quater.8.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALDO BRANCHER, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Favia 1-quater.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, nel provvedimento in esame è stata inserita una proroga di diciotto mesi per l'esercizio della delega in materia di riordino della disciplina degli incentivi per lo sviluppo del territorio e per le aree in crisi, della programmazione negoziata e degli incentivi per la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione. La differenza non è di poco conto rispetto al testo originario della delega. Inoltre, nel testo in esame, insieme alla semplificazione e alla razionalizzazione, obiettivo della delega era il rilancio dei distretti in crisi e, in particolare, delle zone del Mezzogiorno.
Ora rischia di essere in primo piano la riduzione degli interventi: sono stati inseriti criteri e principi che rischiano di configurare una delega in bianco. Il Governo, infatti, potrà operare sulla normativa dei settori citati - in particolare, quelli di competenza del Ministero dello sviluppo economico - formalmente e sostanzialmente a piacimento, utilizzando, grazie alle modifiche introdotte, i criteri e i principi di cui all'articolo 20 della cosiddetta legge Bassanini, nel testo modificato dal Governo Berlusconi nel dicembre del 2005. Pag. 24
Inoltre, sparisce anche il prescritto parere parlamentare sui decreti legislativi per correggere il testo emanato in prima battuta dal Governo.
Crediamo, pertanto, che questo articolo vada soppresso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Favia 1-quater.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Caterina... onorevole Veltroni... onorevole Ghiglia... onorevole Perina... onorevole Pugliese... onorevole Concia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 518
Maggioranza 260
Hanno votato
252
Hanno votato
no 266).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1-quater.200 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, desidero far presente all'Assemblea che questo emendamento nasce da un'osservazione del Comitato per la legislazione. Il Comitato, infatti, aveva sollevato una serie di osservazioni legate soprattutto alla chiarezza del testo, ma anche ad alcuni aspetti sostanziali, laddove si inventavano delle forme di pareri favorevoli abbastanza discutibili dati in mancanza dell'espressione del parere.
Il relatore e la Commissione, in questa occasione, hanno appoggiato la proposta di recepire l'indicazione che appare provenire dalla Commissione stessa, ma che, in realtà, trae origine dalle osservazioni del Comitato. Il mio intervento è volto, in questo caso, ad esprimere il mio apprezzamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1-quater.200 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Veltroni... onorevole Latteri... onorevole Vico... onorevole Esposito...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 524
Maggioranza 263
Hanno votato
523
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata Zamparutti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 1-quater.200 della Commissione, risultano preclusi i restanti emendamenti riferiti all'articolo 1-quater e non si procederà alla votazione dell'articolo stesso.

(Esame dell'articolo 1-quinquies - A.C. 3209-bis-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1-quinquies e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3209-bis-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Mariani 1-quinquies.1, Fallica 1-quinquies.2 e 1-quinquies.200 della Commissione. Pag. 25
La Commissione esprime, invece, parere contrario sugli emendamenti Zaccaria 1-quinquies.3 e Fallica 1-quinquies.5.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALDO BRANCHER, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Mariani 1-quinquies.1, Fallica 1-quinquies.2 e 1-quinquies.200 della Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Mariani 1-quinquies.1, Fallica 1-quinquies.2 e 1-quinquies.200 della Commissione, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Martella... onorevole Pugliese... onorevole Palagiano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 523
Maggioranza 262
Hanno votato
523).

Avverto che a seguito dell'approvazione degli identici emendamenti Mariani 1-quinquies.1, Fallica 1-quinquies.2 e 1-quinquies.200 della Commissione, risultano preclusi i restanti emendamenti riferiti all'articolo 1-quinquies e non si procederà alla votazione dell'articolo stesso.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 3209-bis-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3209-bis-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 2.200 ed esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Lulli 2.01.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALDO BRANCHER, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.200 della Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.200 della Commissione accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesa, onorevole Ceroni, onorevole Stradella, onorevole Mazzuca, onorevole Martinelli, l'onorevole Ceroni non riesce a votare, onorevole Stefani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 523
Maggioranza 262
Hanno votato
523).

Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Mi scusi onorevole Lanzillotta, non avevo notato che voleva intervenire. Pag. 26
Poiché la votazione, per un disguido tecnico, risulta già chiusa, la annullo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzillotta. Ne ha facoltà.

LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, noi voteremo a favore di questo articolo perché si basa su un principio molto importante che è quello della fiducia nel rapporto tra imprese e Stato, costruito intorno all'autocertificazione. Tuttavia, c'è un principio che deve bilanciare quello di fiducia ed è il principio di legalità: la fiducia tra cittadino e Stato deve voler dire il rispetto delle regole e della legalità da parte del cittadino nei confronti dello Stato. E perché ciò avvenga, un principio deve essere fondamentale: chi viola le regole non può avere perdono da parte dello Stato, ma deve essere sanzionato.
Mi domando se, quando il Governo e la maggioranza vorranno costituzionalizzare il principio della fiducia tra Stato e cittadini, vorranno anche costituzionalizzare il principio che a ciò corrisponde, e cioè che non saranno mai più consentiti i condoni. Se, infatti, l'autocertificazione non è corredata dall'idea della certezza delle regole, si rompe il meccanismo della fiducia reciproca tra cittadini e Stato.
Per questo motivo noi voteremo a favore, ma voteremo contro qualsiasi ipotesi che rompa il meccanismo, accettando la violazione delle regole e della legalità, che invece è esattamente quello che il Governo, da un'altra parte, si appresta a fare con il condono sulle legalità catastali e forse anche urbanistiche (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Caterina, Miglioli, Vella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 520
Maggioranza 261
Hanno votato
520).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Lulli 2.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scarpetti. Ne ha facoltà.

LIDO SCARPETTI. Signor Presidente, con gli articoli dal 2-bis fino al 2-quinquies interveniamo per quanto riguarda la trasparenza e la semplificazione del procedimento autorizzatorio. Come veniva ricordato in precedenza, al di là di norme manifesto e di buone intenzioni preferiamo fatti concreti. Con questi articoli aggiuntivi riteniamo di dover porre termini perentori circa i tempi di rilascio delle autorizzazioni, di convocazione delle conferenze di servizi e del conseguente rilascio dei pareri nonché dell'istruttoria definitiva per l'autorizzazione.
Inoltre, modifichiamo anche la normativa che disciplina la conferenza di servizi, così come determinata dalla legge n. 241 del 1990, precisando ed estendendo i soggetti terzi che hanno diritto alla partecipazione appunto per favorire la trasparenza degli atti amministrativi.
Con questi provvedimenti cerchiamo anche di mettere ordine rispetto a una confusione della disciplina della normativa che viene a più riprese riprodotta e che più che accorciare i tempi nel rilascio delle autorizzazioni rischia, al contrario, di provocare un'eccessiva burocratizzazione dei processi. Con queste proposte emendative puntiamo, dunque, a rendere più trasparente e a semplificare di più il procedimento autorizzatorio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, abbiamo l'occasione per passare dalla propaganda Pag. 27ai fatti. Del resto, la norma che abbiamo riprodotto nell'articolo aggiuntivo Lulli 2.01 è una norma che nella scorsa legislatura quest'Aula aveva già approvato e semplifica la vita alle imprese e trasforma molti elementi da autorizzazioni ad autocertificazioni.
Vorrei capire perché la maggioranza si ostina a non scegliere in concreto la strada dell'autocertificazione. Forse vi fa male passare dalla propaganda ai fatti concreti? Inoltre, mi duole che il Ministro per la semplificazione normativa sia così disattento su una materia così importante per tante imprese e per tante aziende artigiane che attendono un segnale concreto di fronte alle crisi che stanno vivendo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lulli 2.01, non accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Fioroni, Boniver, Mazzuca, Giulietti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 519
Votanti 518
Astenuti 1
Maggioranza 260
Hanno votato
249
Hanno votato
no 269).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 3209-bis-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3209-bis-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare sull'articolo 3 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Tassone 3.1, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Bressa 3.2.
Il parere è, altresì, contrario sull'emendamento Zeller 3.3, mentre è favorevole sull'emendamento Giovanelli 3.4.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALDO BRANCHER, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Tassone 3.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, non capisco perché il Governo abbia espresso parere contrario su questo nostro emendamento che era un contributo, come abbiamo fatto del resto di fronte ad una serie di norme in Commissione, per prevedere una vera semplificazione in questo provvedimento. Non c'è dubbio, infatti, che il disegno di legge in esame, come è stato detto anche dall'onorevole Mantini, rischia di accrescere uno stato di confusione e di complicazione nella gestione dell'attività della pubblica amministrazione.
Con questo emendamento che concerne una fase delicata nella quale emerge anche un profilo che concerne la pubblica sicurezza, tant'è vero che l'articolo 3 interviene nel campo del testo unico della pubblica sicurezza, proponevamo di andare nella direzione di un'ulteriore articolazione e semplificazione, di un alleggerimento dei compiti e delle responsabilità di gestione degli esercizi pubblici, soprattutto per quanto riguarda le complicazioni e le incombenze che sono attribuite ai gestori di questi esercizi pubblici e delle attività ricettive. Il parere non favorevole certamente esprime un sentimento, ma soprattutto un atteggiamento da parte del Governo rispetto a tutto l'articolato. Noi stiamo andando avanti nell'esame del provvedimento con un atteggiamento costruttivo Pag. 28e di grande attenzione, un'attenzione che però il Governo non ha posto in uguale misura.
Ritengo che anche questo provvedimento, al di là delle dichiarazioni di principio, della pubblicizzazione che è stata fatta, non vada nella direzione della trasparenza, non vada incontro a un'esigenza che noi avvertivamo in misura sempre più forte, cioè quella di dare attuazione alla legge n. 241 del 1990 per quanto riguarda la trasparenza, perché credo che anche con riferimento all'attività ricettiva degli alberghi e quant'altro non ci sia stata l'attenzione dovuta.
Noi avevamo tentato, anche in piccola parte, di dare il nostro contributo, ma questo contributo non ha ricevuto l'apprezzamento del Governo, e quindi della maggioranza; ne prendiamo atto, come ne abbiamo preso atto in Commissione, con la speranza che nel corso dell'attività emendativa che stiamo svolgendo ci possa essere qualche resipiscenza del Governo e un atteggiamento più consono, più «attenzionato» rispetto al contributo e soprattutto all'esigenza oggettivamente avvertita di realizzare una semplificazione reale, che non sia semplicemente contenuta nel testo del provvedimento, ma che sia «vita vissuta» nella pratica di ogni giorno per dare una prospettiva seria ai cittadini e al nostro Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tassone 3.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Miglioli, Iapicca, Giulietti, Pagano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 521
Maggioranza 261
Hanno votato
255
Hanno votato
no 266).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bressa 3.2, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Antonio Martino, Traversa, Berardi, Codurelli, Andrea Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 521
Maggioranza 261
Hanno votato
519
Hanno votato
no 2).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Zeller 3.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zeller. Ne ha facoltà.

KARL ZELLER. Signor Presidente, non comprendo il parere contrario della Commissione e del Governo sul mio emendamento 3.3, perché esso, conformemente allo spirito del provvedimento, andrebbe proprio nella direzione di semplificare. Oggi è prevista un'ammenda per chi omette o comunica tardivamente i dati dei clienti alloggiati. Aprire un procedimento penale per un'infrazione così lieve non mi sembra molto ragionevole e per tale motivo abbiamo proposto la sanzione amministrativa. Inviterei quindi i colleghi o anche il Governo a riconsiderare il parere negativo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 3.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 29

Onorevoli Mazzuca, Simeoni, Vella, Stradella, Armosino, Piso...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 521
Maggioranza 261
Hanno votato
249
Hanno votato
no 272).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giovanelli 3.4, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Stradella, Codurelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 522
Maggioranza 262
Hanno votato
522).

Passiamo alla votazione dell'articolo 3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchioni. Ne ha facoltà.

ELISA MARCHIONI. Signor Presidente, come ha espresso poco fa anche il collega Lulli, noi, come Partito democratico, siamo favorevoli alla semplificazione che liberi il lavoro dalla burocrazia e siamo favorevoli a tutte le semplificazioni che diano ossigeno a tutti i lavoratori.
Siamo anche estremamente favorevoli ai provvedimenti che vengano incontro al mondo del turismo e a tutto il comparto economico del turismo e, pertanto, siamo favorevoli ad un articolo che miri a semplificare gli adempimenti proprio per tutti coloro che operano nel settore della ricezione turistica. Tra l'altro, questa è una delle richieste che fortemente provengono anche dal mondo delle categorie.
Proprio questa mattina ho seguito i lavori di Federalberghi, che celebrava i sessant'anni dell'associazione. Nel corso dell'incontro, il fatto che la burocrazia venisse semplificata ed abbattuta - per il lavoro di tutti coloro che operano in questo settore - è stata una delle richieste arrivate in modo più forte.
Sull'articolo 3, tuttavia, ci asterremo, perché avrebbe potuto essere steso meglio ed essere privo delle ambiguità che lo accompagnano: vi è tutta una serie di norme stese, appunto, in un modo insoddisfacente. Ad esempio ne cito una, ossia la semplificazione della comunicazione delle generalità delle persone che alloggiano nelle strutture ricettive anche per via informatica o telematica: non si capisce che fine faranno le schede cartacee che finora sono sempre rimaste negli alberghi, cosa che, invece, non dovrebbe essere più consentita perché contravviene a quanto prevede il Garante della privacy. Vi è, pertanto, una serie di punti approfonditi in modo insoddisfacente.
Pertanto, ci asterremo, perché in questo modo segnaliamo di sospendere il giudizio, in quanto l'articolo rimanda ad un decreto del Ministero dell'interno, che auspichiamo fortemente ridefinisca le modalità di applicazione, proprio in modo da risolvere le ambiguità e gli aspetti che in questo articolo non riteniamo siano affrontati a sufficienza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, la semplificazione per una categoria di imprenditori, come in questo caso, sulla carta è molto interessante, però, caro Ministro, manca un aspetto: se le questure non vengono dotate di risorse e degli strumenti informatici necessari, credo che non sarà mai applicabile. La comunicazione funziona con due soggetti: chi trasmette e chi riceve. In questo momento, chi riceve non ha le risorse per poter applicare questa normativa. Spero Pag. 30che, da qui al 31 dicembre 2011, ciò avvenga; tuttavia, considerato, che con provvedimenti varati nel corso degli anni precedenti si auspicava questo, temo che, non facendovi cenno in questo processo di semplificazione, non troveremo le soluzioni neanche in futuro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Pionati, Pelino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 513
Votanti 314
Astenuti 199
Maggioranza 158
Hanno votato
314).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 3209-bis-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3209-bis-A/R).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, cari colleghi, come sappiamo, nel campo dell'innovazione tecnologica per la sanità abbiamo molta strada da fare. Una recente indagine condotta da Federsanità ci consegna una situazione che non è certamente lusinghiera. Il pagamento del ticket via web è disponibile solo nel 7 per cento delle aziende sanitarie, prenotare gli esami su Internet è possibile solo nel 22 per cento delle aziende, spesso per alcune tipologie di prestazioni non è proprio prevista e solo nel 19 per cento dei casi i pazienti possono accedere on line ai referti digitali.
Nel testo di questo provvedimento erano previste almeno due norme che potevano avviare un processo dignitoso di innovazione tecnologica: una riguardava la digitalizzazione della cartella clinica ed una seconda la ricetta elettronica. Ebbene, è rimasta solo la digitalizzazione della cartella clinica, che peraltro, come molti colleghi sanno, è già presente in molte aziende del nostro Paese. A dire il vero, con questo articolo abbiamo complicato notevolmente la procedura, perché è previsto che vi sia un regolamento adottato dai Ministri della salute e per la pubblica amministrazione e l'innovazione, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze, della difesa e per la semplificazione normativa, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. Inoltre, con un emendamento presentato dal nostro gruppo, esso deve ottenere il parere del Garante per la protezione dei dati personali.
Signor Presidente, penso che sarebbe stato opportuno - mi rivolgo al Governo e al relatore - eliminare almeno il vincolo di fare tutto questo a costo zero, perché è chiaro che non mancano le capacità e le professionalità per fare ciò. Servono alcune semplici infrastrutture: insomma, una qualche decina di scanner da distribuire alle aziende sanitarie. Poi occorre anche non bloccare il turn over del personale, perché come dice questa indagine, alla quale ho fatto riferimento, non manca la capacità delle aziende di fare tutto ciò, ma vi sono problemi concreti che riguardano la possibilità vera di realizzare questi processi di innovazione. Spesso tutto questo è dovuto all'assenza di personale.
Detto questo naturalmente siamo d'accordo nel diffondere l'innovazione tecnologica nella sanità, proprio perché abbiamo un gap importante da recuperare, innanzitutto nell'interesse dei cittadini, oltre che per un'utilità, anche sul piano della spesa. Pag. 31
Voteremo, quindi, a favore dell'articolo 4, ma chiediamo anche al Governo di valutare l'emendamento presentato dal collega Bressa e dal nostro gruppo.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 4 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dell'emendamento 4.200 della Commissione ed esprime parere favorevole sull'emendamento Bressa 4.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALDO BRANCHER, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.200 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Tommaso Foti, Terranova, Dal Lago...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 508
Astenuti 2
Maggioranza 255
Hanno votato
508).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bressa 4.1, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pionati, Laganà Fortugno, De Angelis...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 515
Maggioranza 258
Hanno votato
515).

Prendo atto che il deputato Rao ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 516
Maggioranza 259
Hanno votato
516).

Prendo atto che i deputati Libè e Barbato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 4-bis - A.C. 3209-bis-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3209-bis-A/R).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, non siamo d'accordo con l'articolo 4-bis perché il provvedimento in esame riguarda la semplificazione e non capisco perché, con questo articolo, vogliamo complicare la vita a tante aziende.
Mi spiego: attualmente i siti di produzione delle aziende farmaceutiche, che Pag. 32producono farmaci autorizzati all'immissione in commercio, sono autorizzati alla produzione da uno specifico decreto dell'AIFA. L'autorizzazione discende da un'ispezione svolta dal corpo ispettivo dell'Agenzia stessa. Ciò è garanzia dell'idoneità delle strutture, degli impianti e delle norme di buona fabbricazione.
In verità, con riferimento alla lettera a), primo comma dell'articolo 4-bis, si prevede che l'autorizzazione alla produzione e l'osservanza delle norme di buona fabbricazione sia prevista separatamente per i farmaci impiegati nelle sperimentazioni cliniche, mentre oggi l'autorizzazione dell'AIFA serve sia per la produzione dei farmaci sia per la fase della sperimentazione.
Non è chiaro per quale ragione si vuole introdurre un'ulteriore complicazione, con una nuova ispezione da parte dell'AIFA. Non è assolutamente chiaro perché questo debba avvenire, o meglio, non è evidente quale sia l'utilità di questo ulteriore adempimento richiesto all'AIFA, che peraltro, avendo un personale estremamente ridotto, verosimilmente rallenterà l'attività di istituto, e quindi rischia di ritardare ancora di più le autorizzazioni per le sperimentazioni cliniche in corso.
Alla luce di queste valutazioni, voteremo contro taluni emendamenti presentati all'articolo 4-bis e l'articolo 4-bis nella sua interezza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 4-bis e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Giovanelli 4-bis.1 e raccomanda l'approvazione dei suoi emendamenti 4-bis.200 e 4-bis.201.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giovanelli 4-bis.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Formisano, Dal Lago, Costa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 514
Maggioranza 258
Hanno votato
256
Hanno votato
no 258).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis.200 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Simeoni, Latteri, Vico, Moroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 520
Maggioranza 261
Hanno votato
263
Hanno votato
no 257).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4-bis.201 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Margiotta, Pionati, Miotto, Veltroni, Andrea Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 33
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 519
Maggioranza 260
Hanno votato
261
Hanno votato
no 258).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4-bis, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Simeoni, Pionati, Ravetto, Franceschini, Piso e Corsini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 522
Maggioranza 262
Hanno votato
264
Hanno votato
no 258).

(Esame dell'articolo 5-bis - A.C. 3209-bis-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3209-bis-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Giovannelli 5-bis.1 e 5-bis.200 della Commissione. Essendo questi emendamenti interamente soppressivi dell'articolo, su tutti gli altri emendamenti il parere è naturalmente contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALDO BRANCHER, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Giovanelli 5-bis.1 e 5-bis.200 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, purtroppo l'articolo 5-bis viene soppresso solo perché è già riproposto nella manovra finanziaria: diventa infatti, senza alcuna modifica, l'articolo 49 di tale manovra. Dico purtroppo, perché esso contiene molte inesattezze, tante che meriterebbe una soppressione senza riproposizione.
Pur partendo da un obiettivo condivisibile, quello di snellire l'iter di pianificazione, programmazione, progettazione e realizzazione di un'opera pubblica, che, se coniugato con trasparenza, correttezza e tutela delle risorse naturali, è ovviamente non solo condivisibile ma anche auspicabile, l'articolato contiene tutta una serie di inesattezze, superficialità e previsioni dannose, che preoccupano il PD. Ne faccio solo due esempi: esso prevede che si imponga l'obbligo di utilizzare, nell'ambito della procedura di valutazione d'impatto ambientale, risultati e prescrizioni della valutazione ambientale strategica. Chi conosce i due strumenti sa che si tratta di procedure distinte, perché incidono su ambiti distinti: la VAS su piani e programmi, la VIA su progetti e opere. Inoltre, spesso l'amministrazione procedente sull'una è differente da quella procedente sull'altra e non si vede come un'amministrazione possa essere obbligata a seguire regole e orientamenti che vengono definiti da un'altra amministrazione e nell'ambito di un'altra procedura.
Ma vi sono elementi anche più gravi, più pericolosi: penso alla lettera f) del comma 2. Essa nella sostanza prevede il silenzio assenso non solo delle sovrintendenze, ma anche di tutte le amministrazioni preposte alla tutela del patrimonio Pag. 34storico-artistico, alla tutela della salute e della pubblica incolumità e alla tutela ambientale, qualora in sede di conferenza non abbiano espresso definitivamente la propria volontà. Anche in questo caso, in linea di principio si potrebbe essere d'accordo, ma è ben noto che tutte le amministrazioni a cui ho fatto riferimento non sono dotate di organici in grado di esprimersi nei tempi stabiliti in conferenza di servizi in modo definitivo.
Questo elemento che cosa produrrà? Produrrà due diversi atteggiamenti altrettanto sbagliati, altrettanto gravi e dannosi: il primo è quello di una valutazione positiva e magari superficiale, dati i tempi esigui disponibili; il secondo, ancora più grave, o almeno altrettanto grave, è quello di una valutazione a priori negativa. È ben noto infatti che è più facile, in una situazione di incertezza, avere un atteggiamento negativo, conservativo e di chiusura, rispetto a quello invece di apertura e di approvazione, anche soltanto perché ciò diminuisce le responsabilità di chi è preposto ad assumersele.
Ancora una volta, allora, ci troviamo di fronte ad un articolo mal scritto e superficiale, che contiene incongruenze e previsioni che inficeranno persino la possibilità di tutelare l'ambiente da parte degli enti che sono nati per farlo.
Per tale motivo, non solo censuriamo ovviamente l'articolo, ma ancora di più l'intenzione del Governo di volerlo riproporre attraverso la manovra finanziaria con quell'articolo 49 che vedrà il gruppo del PD, nel momento in cui la manovra verrà al nostro esame, dare battaglia affinché sia cassato anche da quella previsione normativa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, voteremo a favore di questi emendamenti soppressivi dell'articolo 5-bis, pur sapendo - a malincuore - che si tratta di una soppressione tecnica, in quanto questa normativa, quanto stabilito in quello che sarà l'ex articolo 5-bis di questo provvedimento è contenuta altrove, come si ricordava prima, nell'articolo 49 del decreto-legge sulla manovra finanziaria.
Dico che purtroppo è contenuto in altra normativa perché si tratta di un vero e proprio attacco all'ambiente, non fosse altro che per due concetti che erano contenuti in questo articolo e che sono stati ripresi. Il sovrintendente, ad esempio, dovrà dare il proprio parere definitivo nell'ambito della conferenza dei servizi in tempi brevissimi, senza avere margini di ripensamento; inoltre, la VAS vincolerà la valutazione di impatto ambientale.
Riteniamo che questa non sia una semplificazione, ma null'altro che una soppressione delle tutele minime ed elementari del processo amministrativo in settori particolarmente sensibili, come quello dell'ambiente.
Voteremo quindi a favore della soppressione dell'articolo 5-bis, ma ci ritroveremo - se ce ne sarà data la possibilità e se non verrà posta la questione di fiducia - a fare battaglia contro l'approvazione dell'analoga previsione contenuta nel decreto-legge in materia finanziaria.

PRESIDENTE. A nome dell'Assemblea saluto i rappresentanti del consiglio comunale dei ragazzi del comune di Terranuova Bracciolini in provincia di Arezzo, che sono in visita al Parlamento e che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Granata. Ne ha facoltà.

BENEDETTO FABIO GRANATA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per motivare invece positivamente, sulla base di ragioni speculari a quelle che sono state indicate, il sostegno all'emendamento soppressivo presentato dalla Commissione ed accettato dal Governo. Del resto anche in Commissione cultura vi sono temi legati ad un meccanismo che rischierebbe, attraverso il silenzio-assenso, di far venir meno alcune fondamentali questioni legate alla tutela paesaggistica ed Pag. 35ambientale (le soprintendenze non possono infatti materialmente partecipare a tutte le conferenze di servizi).
Vogliamo sottolineare positivamente il fatto che tale previsione venga soppressa da queste proposte emendative, dopodiché è chiaro che nel corso dell'esame della manovra finanziaria avremo il tempo di approfondire questo ragionamento per porre in essere le opportune cautele a tutela del patrimonio, così come sancito dall'articolo 9 della Costituzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Giovanelli 5-bis.1 e 5-bis.200 della Commissione, accettati dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Stradella, Dal Lago... Chiedo scusa, ma accanto all'onorevole Aprea c'è una luce accesa, ma non c'è nessuno che sta votando... La prego di stare seduto al suo posto, onorevole... Onorevole, la prego di stare seduto al suo posto!

MARIO LANDOLFI. Signor Presidente, guardi l'onorevole Gianni Farina!

PRESIDENTE. L'onorevole Gianni Farina è semplicemente voltato verso il suo posto e sta votando, l'onorevole Pili era da un'altra parte... Mi dispiace colleghi, abbiate pazienza...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 508
Astenuti 1
Maggioranza 255
Hanno votato
507
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata Mondello ha segnalato che non è riuscita a votare.
Avverto che, a seguito dell'approvazione degli identici emendamenti Giovanelli 5-bis.1 e 5-bis.200 della Commissione, integralmente soppressivi dell'articolo 5-bis, sono preclusi tutti i restanti emendamenti riferiti a tale articolo.

(Esame dell'articolo 5-ter - A.C. 3209-bis-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5-ter e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3209-bis-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALDO BRANCHER, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giovanelli 5-ter.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Golfo... Ma, scusate, chi sta votando lì in fondo? Perché l'onorevole Iannarilli non va al suo posto? Onorevole Iannarilli, la prego di mettersi al suo posto: glielo chiedo per una questione di correttezza.

ANTONELLO IANNARILLI. Mi fa male la schiena...

Pag. 36

PRESIDENTE. La invito nuovamente a sedersi.

ANTONELLO IANNARILLI. Io non posso stare al mio posto perché ho mal di schiena! Capito? Ho mal di schiena!

PRESIDENTE. Va bene, onorevole Iannarilli, va bene! Dunque non può sedersi al suo posto?

ANTONELLO IANNARILLI. Io voto con le impronte digitali! Non sta scritto da nessuna parte che devo stare seduto!

PRESIDENTE. Onorevole Iannarilli, la richiamo all'ordine. Può stare in piedi, ma al suo posto!

ANTONELLO IANNARILLI. Per quale motivo mi richiama all'ordine (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Per il modo con il quale si sta rivolgendo alla Presidenza, onorevole Iannarilli (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). La richiamo all'ordine, onorevole Iannarilli!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 513
Maggioranza 257
Hanno votato
252
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Braga 5-ter.2 e Favia 5-ter.3.

ANTONELLO IANNARILLI. Chiedo di parlare! Chiedo di parlare! Chiedo di parlare! Mi faccia parlare!

PRESIDENTE. A fine seduta, onorevole Iannarilli...

ANTONELLO IANNARILLI. Mi faccia parlare!

PRESIDENTE. A fine seduta!

ANTONELLO IANNARILLI. Lei non può impedirmi di parlare! Allora, mi faccia parlare per un richiamo al Regolamento (Commenti)!

PRESIDENTE. Onorevole Braga...

ANTONELLO IANNARILLI. Mi faccia parlare per un richiamo al Regolamento!

PRESIDENTE. Parli pure, allora, per un richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà.

ANTONELLO IANNARILLI. Onorevole Presidente, vorrei sapere le sue motivazioni, ovvero se è previsto dal Regolamento che lei mi possa richiamare perché io sono in piedi a un metro dalla mia postazione di voto. Io voto con le mie impronte digitali. Non posso far votare i miei amici, perché opera il sistema dell'impronta digitale. Vorrei quindi sapere per quale motivo lei mi richiama! Sto in piedi perché ho mal di schiena, quindi, lei non ha il diritto di richiamarmi all'ordine (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Onorevole Iannarilli, come le ho già spiegato, l'ho pregata di sedersi. Lei mi ha detto che deve stare in piedi perché ha mal di schiena e io l'ho pregata di stare in piedi al suo posto. Dopo di che, lei si è rivolto alla Presidenza in maniera assolutamente inadeguata e per questo l'ho richiamata all'ordine (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA. Signor Presidente, intervengo per illustrare il mio emendamento 5-ter.2 soppressivo del comma 1 di questo articolo, che prevede, tra i provvedimenti e gli adempimenti di semplificazione Pag. 37in materia ambientale e paesaggistica, la possibilità che le strutture di interesse turistico e ricreativo dedicate alla nautica da diporto siano realizzabili in presenza di una concessione demaniale marittima o lacuale, anche provvisoria, in assenza di un ulteriore titolo abilitativo edilizio e demaniale.
Questa norma presenta alcuni profili di criticità, innanzitutto perché il decreto del Presidente della Repubblica n. 616 del 1977 ha delegato alle regioni le funzioni amministrative di competenza sulle aree demaniali e sul demanio lacuale e fluviale quando l'utilizzazione prevista abbia finalità turistiche e ricreative (sarebbe opportuno, quindi, come è stato sollecitato anche in Commissione ambiente, una riflessione in relazione alla normativa regionale vigente) e anche perché questa norma mette insieme i due aspetti della concessione demaniale e del titolo abilitativo edilizio, che hanno chiaramente per oggetto beni e interessi giuridici di natura diversa, facendo riferimento anche a provvedimenti amministrativi strutturalmente diversi.
Dal momento che, in molte occasioni e nella maggior parte dei casi, questi interventi hanno a che fare con aree particolarmente fragili e delicate dal punto di vista paesaggistico, un'ulteriore verifica, che si somma a quella dell'autorizzazione o concessione demaniale, con il rilascio di un permesso di costruire o di un titolo abilitativo edilizio, risulta necessaria per garantire una corretta realizzazione di tali strutture. In questa logica proponiamo la soppressione del comma 1 di questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, l'articolo 5-ter è un altro articolo terribile contro l'ambiente, come lo era il precedente, riacquisito dal decreto-legge citato.
Il comma 1 è volto ad assicurare che la realizzazione delle strutture di interesse turistico ricreativo dedicate alla nautica da diporto non necessiti di alcun ulteriore titolo abilitativo edilizio e demaniale qualora sia stata rilasciata una concessione demaniale marittima e lacuale, anche se provvisoria. Per strutture di questo tipo si intendono non solamente le aree demaniali destinate all'ormeggio, all'alaggio, al vario rimessaggio di piccole imbarcazioni e natanti da diporto, ma anche i pontili galleggianti a carattere stagionale con impianti di ancoraggio con corpi morti e catenarie, collegamento con la terraferma ed apprestamento di servizi complementari. Per tutte queste strutture non è più necessario alcun titolo abilitativo per la loro realizzazione. In pratica, si potranno realizzare decine o centinaia di nuovi punti di ormeggio estivi per le barche, lungo le nostre coste, con tanto di pontili e di accessori necessari, senza che siano richiesti i titoli edilizi.
Tra l'altro, si ricorda che l'articolo 59 del decreto del Presidente della Repubblica n. 616 del 1977 ha delegato alle regioni le funzioni amministrative sul litorale marittimo, sulle aree demaniali immediatamente prospicienti, sulle aree del demanio lacuale e fluviale, qualora l'utilizzazione prevista abbia finalità turistiche e ricreative. La norma rischia, quindi, di essere incostituzionale in quanto lesiva delle specifiche competenze regionali.
Non crediamo che con normative di questo tipo si aiuti il turismo, perché lo si può fare in altra maniera, ma che così si attacchi in maniera devastante l'ambiente, anche se poi queste strutture sono rimovibili. Per cui chiediamo la soppressione del comma 1 dell'articolo 5-ter.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzillotta. Ne ha facoltà.

LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, voteremo a favore dell'emendamento e contro questo articolo. Tuttavia, penso che, nella sostanza, questa normativa è ormai coerente con l'ordinamento e non credo che chi ha sostenuto e votato a favore del federalismo demaniale oggi Pag. 38possa lamentarsi, perché c'è un'unica autorità in questo campo, essendo ormai il demanio marittimo passato alle regioni, competenti sia per quanto concerne le concessioni che per le altre autorizzazioni. Unificare, dunque, in capo allo stesso soggetto è esattamente la conseguenza diretta dell'approvazione del federalismo demaniale. Per cui siamo e resteremo contro, ma penso che su questo punto occorra coerenza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, siamo a favore, invece, del testo proposto e di questo articolo 5-ter che, naturalmente, poteva anche essere scritto in modo più accurato, ma, tuttavia, una relativa semplificazione di questa materia è necessaria. Stiamo parlando di ormeggi, di corpi morti, di boe, riguardo ai quali, forse, il provvedimento di permesso edilizio è un po' troppo; non è che la modifica di un campo-boe debba essere soggetta ad una variante urbanistica, né a un nuovo permesso edilizio, però le norme di semplificazione in materia di strutture leggere, di nautica, vertono pur sempre su iniziative soggette al rispetto della concessione demaniale che, come adesso ricordava la collega Lanzillotta, sono interamente di competenza delle regioni (per il vero, lo erano anche prima, perché tale era la gestione, ma adesso c'è anche la proprietà). Comunque, ciò che voglio evidenziare è che non siamo in presenza di una deregulation, che, certamente, non sarebbe in questi termini accettabile, ma ad una semplificazione che, francamente, depotenzia il lato edilizio cioè quello concernente il titolo edilizio - che poco vi ha a che fare - e che, tuttavia, impegna il concessionario ad attenersi alle autorizzazioni fondamentali rilasciate in materia di paesaggio e alla concessione demaniale che è rilasciata sulla base di un progetto. Tutto ciò a condizione, naturalmente, che vi sia quel patto di fiducia necessario per tutte le iniziative. Dobbiamo, però, ritenere che la norma di semplificazione sia ragionevole, utile e, dunque, il gruppo dell'UdC la voterà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, intervengo solo per dire che questo appartiene ad una maniera di fare leggi casuale, sciatta e confusa, perché è da tempo in discussione, in seconda lettura, alla Commissione VIII della Camera dei deputati, un provvedimento, esattamente sullo stesso tema, di cui è relatore l'onorevole Bonciani, che semplifica fortemente l'utilizzo delle boe mobili come forme di ancoraggio in maniera molto chiara e molto rispettosa dell'ambiente. Inserire, all'improvviso, provvedimenti di questa natura dentro temi diversi - e lo dico anche al collega Granata, visto che lo stesso accadrà anche per la legge finanziaria per quanto riguarda le norme di cui parlava -, ci porta a fare delle cattive leggi, non controllate e senza un rapporto serio con quelle che sono le esigenze del Paese. Per cui penso che questa non sia la sede per affrontare tale tema.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Braga 5-ter.2 e Favia 5-ter.3, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Della Vedova... onorevole Stradella... onorevole Rubinato... onorevole Pirovano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 511
Maggioranza 256
Hanno votato
221
Hanno votato
no 290).

Pag. 39

Prendo atto che la deputata Goisis ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Favia 5-ter.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, con questo emendamento vorremmo che fosse esclusa la possibilità di realizzare strutture dedicate alla nautica da diporto senza titolo abilitativo e demaniale qualora queste strutture ricadano all'interno di aree di particolare pregio quali le aree protette e le aree marine di reperimento. Queste ultime - ricordo - sono quelle di elevato pregio naturalistico che possiedono tutti i requisiti per la loro futura trasformazione in aree marine protette. Quindi riteniamo che l'approvazione di questo emendamento riduca lo scempio introdotto dall'articolo 5-ter.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Favia 5-ter.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Perina... onorevole Anna Teresa Formisano... onorevole Carlucci... onorevole Commercio... onorevole Osvaldo Napoli... onorevole Di Stanislao...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 516
Maggioranza 259
Hanno votato
215
Hanno votato
no 301).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Favia 5-ter.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo che gli interventi dedicati alla nautica da diporto che - ricordo - potranno essere effettuati senza alcun titolo abilitativo, edilizio o demaniale debbano rispettare non solo la normativa statale in materia di tutela dell'ambiente e i regolamenti relativi alle aree naturali protette, ma anche la normativa regionale in materia qualora questa sia più restrittiva. Potrebbe essere ovvio, ma è bene ricordarlo in quanto le regioni hanno il diritto di vedere rispettate le norme da loro emanate. Peraltro, come dicevo prima, le regioni ora sono titolari delle funzioni amministrative sui litorali sulle aree demaniali e sulle aree del demanio lacuale e fluviale qualora l'utilizzazione prevista abbia finalità turistiche e ricreative.
Ricordo che la norma introdotta potrebbe essere incostituzionale e, quindi, riteniamo che porre un minimo di restrizione possa essere positivo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Favia 5-ter.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ceroni... onorevole Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 515
Maggioranza 258
Hanno votato
251
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che il deputato Cazzola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare. Pag. 40
Passiamo alla votazione dell'emendamento Favia 5-ter.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, con l'emendamento in esame chiediamo almeno che la realizzazione di queste strutture sia sottoposta al preventivo parere della locale capitaneria di porto, la quale peraltro provvede con ordinanza per gli aspetti relativi alla necessaria sicurezza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Favia 5-ter.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca? Onorevole Perina? Onorevole Ghiglia? Onorevole Andrea Orlando? Onorevole Zamparutti? Onorevole Capodicasa?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 482
Astenuti 39
Maggioranza 242
Hanno votato
208
Hanno votato
no 274).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mariani 5-ter.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, ci aspettavamo una valutazione diversa da parte del relatore sull'emendamento in esame, che integra, completa e non stravolge il testo così come esso è stato licenziato dalla Commissione. Infatti, il comma 2 dell'articolo 5-ter è di buon senso: esso prevede che qualora il piano urbanistico sia stato sottoposto a valutazione ambientale strategica, lo strumento attuativo di tale piano urbanistico, se non comporta variante, non deve essere sottoposto nuovamente alla procedura di VAS. È una previsione, dal nostro punto di vista, sensata, che evita una lungaggine ed evita un passaggio di troppo. È però necessario, a questo punto, poiché si salta un passaggio, rafforzare la procedura di valutazione ambientale strategica che si fa per così dire al primo turno, cioè sul piano urbanistico di carattere più generale e questo noi chiediamo che avvenga con l'emendamento in esame, attraverso modalità stabilite dalle regioni, che cerchino di integrare le procedure, le norme e i criteri di valutazione ambientale strategica con le disposizioni che regolano le leggi di governo del territorio. È una previsione sensata rafforzativa e che completa il comma 2 dell'articolo 5-ter, così come è stato scritto dalla Commissione. Ecco perché ci aspettavamo anche su questo un atteggiamento differente, ma ancora una volta notiamo una preclusione a discutere nel merito emendamenti che migliorerebbero il testo del provvedimento senza stravolgerlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mariani 5-ter.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Garagnani? Onorevole Della Vedova? Onorevole Briguglio? Onorevole Bernardini? Onorevole Bressa? Onorevole Lussana?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 524
Maggioranza 263
Hanno votato
251
Hanno votato
no 273).

Pag. 41

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento. Mariani 5-ter.8
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mariani. Ne ha facoltà.

RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, con l'emendamento in esame abbiamo provato ad introdurre un meccanismo che potesse andare incontro alle esigenze di semplificazione, ma allo stesso tempo anche di efficienza nel meccanismo autorizzativo. Si è detto molte volte in quest'Aula e anche nelle discussioni sui decreti precedenti, in riferimento al tema delle soprintendenza e al valore che il parere di quelle amministrazioni detiene riguardo alla tutela del paesaggio, ai beni culturali, ma anche riguardo all'organizzazione delle competenze in quel settore, che era necessario trovare una forma di collaborazione tra le regioni e gli uffici territoriali dello Stato.
Questo è stato oggetto di discussione e di proposta da parte della Conferenza delle regioni e delle province autonome, anche in attuazione del codice del paesaggio.
Colleghi, oggi proponiamo ciò attraverso l'emendamento in oggetto, che richiama le questioni già discusse nella valutazione in ordine alla soppressione dell'articolo 5-bis del provvedimento in oggetto - che torneranno in discussione nella manovra economica - e attiene ad un migliore funzionamento ad una migliore collaborazione che devono coesistere tra le soprintendenze, il Ministero per i beni e le attività culturali e gli uffici delle nostre regioni. Per far ciò è necessario assicurare un'efficace azione di tutela del paesaggio nel rispetto anche dei criteri di leale collaborazione tra il Ministero per i beni e le attività culturali, le regioni e gli enti locali.
In questo senso, abbiamo previsto anche una tempistica definita, affinché si potesse venire incontro alle esigenze di molti enti locali, che chiedono pareri certi ed espliciti, ma sicuramente afferibili a quelle competenze che - come ribadiscono la Corte costituzionale, fin dal 1997, e la normativa comunitaria - restano preciso obbligo ed espressione esplicita di essi.
Vorremmo ovviare al tema (in questo senso, il richiamo all'efficienza è più che legittimo), tuttavia, dobbiamo trovare anche le condizioni, affinché le amministrazioni collaborino. A tale proposito, gli accordi di programma possono prevedere a monte la definizione di misure che evitino, in seguito, la discussione volta a protrarre per lungo tempo anche il regime autorizzatorio di molte opere di cui riteniamo necessaria l'attuazione.
Pensiamo che solo in questo modo - è questa la «mano tesa» delle regioni, che hanno espresso il concetto anche durante la discussione concernente il codice del paesaggio - possa essere fatto un utile riferimento ad una maggiore celerità nell'applicazione delle norme; non certo ovviando attraverso un silenzio-assenso, che richiamerà molti ricorsi e molte preoccupazioni da parte di chi, nelle scelte programmatiche, ha fatto un riferimento molto netto al tema dei beni culturali, della tutela del paesaggio e di tutto ciò che attiene al rispetto - lo ripeto - della normativa comunitaria.
Come fa un Governo che ha anticipato e voluto l'applicazione del codice del paesaggio a non tenere conto che bisogna anche fornire gli strumenti necessari, affinché tutti gli enti competenti possano dichiarare espressamente, con espliciti riferimenti alle questioni in oggetto, il proprio punto di vista?
Questa materia riguarda non solo la semplificazione, ma anche l'efficienza della pubblica amministrazione e il risparmio di risorse: pertanto, ritengo che tutti dovremmo fare lo sforzo e fare in modo che gli enti in oggetto, che, comunque, esistono e devono svolgere fino in fondo il proprio dovere, possano farlo, collaborando e non contrapponendosi, come è avvenuto fino ad oggi in molti casi, anche importanti e determinanti, nella programmazione delle opere, delle infrastrutture, anche con riferimento a molte questioni Pag. 42che hanno riguardato la vita concreta dei nostri enti locali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, vorrei svolgere una rapidissima osservazione. Siamo qui, positivamente impegnati per semplificare la materia urbanistica nel rispetto dei valori fondamentali del paesaggio e dell'ambiente.
Voteremo a favore dell'emendamento in oggetto, tuttavia, mi permetto di far notare a tutti, e, in particolare, alla collega Mariani, quanto sia vaga ed impotente la nostra condizione. Infatti, al fine di assicurare un efficace coordinamento tra le autorità che si occupano di paesaggio e quelle che si occupano di territorio, stiamo proponendo, con una norma di legge, che le autorità coinvolte stipulino in sede di Conferenza unificata un accordo volto a rafforzare le modalità di cooperazione. Qualcuno avrebbe detto che sono «corde di sabbia». Auspichiamo che si possa raggiungere un accordo, al fine di realizzare un coordinamento.
La vogliamo fare una norma di principio fondamentale su questi temi? Vogliamo farla una riforma del governo del territorio che contenga pochi principi e stabilisca poche cose che valgono su tutto il territorio nazionale, o vogliamo fare norme che auspichino accordi volti a realizzare migliori coordinamenti tra soggetti terzi? Questa è una condizione di federalismo impotente che non semplifica e, francamente, non aiuta nemmeno il razionale governo del territorio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT. Signor Presidente, l'intervento dell'onorevole Mantini merita un breve approfondimento. È chiaro che stiamo discutendo di questa materia in una situazione nella quale il governo del territorio, che è il tema centrale di questa discussione, viene sostanzialmente evaso dalla discussione in Commissione e in Assemblea. Purtroppo, sia in Assemblea, sia negli altri organi parlamentari questa materia si sta affrontando un po' troppo sporadicamente, troppo per parti e per stralci, per approssimazioni successive. Siamo di fronte a norme che vengono introdotte in questo provvedimento di semplificazione; in altre parti del Parlamento si stanno discutendo provvedimenti che prevedono l'accelerazione delle procedure previste nella legge n. 241 del 1990 e degli accordi di programma per obiettivi specifici, quali, ad esempio, la realizzazione di impianti sportivi attraverso corpose valorizzazioni immobiliari, oppure per realizzare opere pubbliche. In altri comparti dell'amministrazione si sta discutendo, invece, di come realizzare istituti di pena attraverso le valorizzazioni immobiliari.
La questione posta dall'onorevole Mantini riguarda un tema che spero prima o poi il Parlamento si deciderà ad affrontare organicamente: si tratta del tema di una riforma urbanistica nazionale del governo del territorio che affronti organicamente questi argomenti, a partire dalla grande e urgente questione dell'emergenza abitativa e di come mettiamo i comuni e le amministrazioni locali in condizione di disporre di suoli a costo basso e a valore gratuito per rispondere alla grande emergenza abitativa dei ceti medi e popolari.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mariani 5-ter.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Caterina... onorevole Capodicasa... onorevole Barbaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 43
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 483
Astenuti 38
Maggioranza 242
Hanno votato
215
Hanno votato
no 268).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che la deputata Pedoto ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5-ter.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Capodicasa... onorevole Polidori...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 528
Maggioranza 265
Hanno votato
306
Hanno votato
no 222).

Prendo atto che i deputati Zaccaria e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 3209-bis-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 3209-bis-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 6.200.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALDO BRANCHER, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.200 della Commissione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.200 della Commissione accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ravetto, è riuscita a votare?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 526
Maggioranza 264
Hanno votato
525
Hanno votato
no 1).

Passiamo alla votazione dell'articolo 6.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bosi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 517
Maggioranza 259
Hanno votato
517).

Pag. 44

(Esame dell'articolo 6-bis - A.C. 3209-bis-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3209-bis-A/R).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, intervengo per dire che si tratta di una modifica che non dovrebbe andare bene a questa Camera. Si tratta, infatti, di una modifica dell'articolo 140 del codice degli appalti, il decreto legislativo n. 163 del 2006, nel quale si afferma che le stazioni appaltanti «prevedono nel bando di gara che» in caso di fallimento o di risoluzione del contratto il primo, il secondo, il terzo o il quarto, fino al quinto dei soggetti che hanno formulato la migliore offerta possano sostituire i vincitori; naturalmente a giudizio della stazione appaltante, «potranno interpellare».
Con questo articolo si cancellano queste due frasi e tutto avviene a scapito della trasparenza perché, se ci sono cinque imprese che si mettono d'accordo vince sempre una; e il tutto è stabilito già da prima. Capite bene che in alcune zone del Paese questo accordo è anche un accordo con costrizione e vince sempre il quinto.
Faccio un esempio: se ci fossero cinque imprese, una fa il ribasso del 20, l'altra del 15, l'altra del 10, l'altra del 5 e la quinta dello 0,5, vincerebbe sempre quella che fa il ribasso dello 0,5 perché è l'impresa dell'uomo della 'ndrangheta o della mafia che sconsiglia gli altri, e arrivano sempre a lui automaticamente, senza che la stazione appaltante possa dire una parola.
Ritengo quindi che bisogna lasciare l'articolo così com'è ed eliminare l'articolo 6-bis perché, altrimenti, in certe zone si consegnerebbero tutti gli appalti alla 'ndrangheta e alla mafia. In altre zone, poi, grazie alla corruzione, sarebbero consegnati alle aziende corruttrici che sono diffuse anche nel nord del Paese. Sono pertanto convinto che l'emendamento Mariani 6-bis.2 soppressivo della lettera b) dell'articolo 6-bis debba essere approvato da quest'Aula.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 6-bis e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Margiotta 6-bis.1, nonché sull'emendamento Mariani 6-bis.2.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALDO BRANCHER, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Margiotta 6-bis.1
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, ancora una volta abbiamo cercato di dare un contributo per migliorare un testo di legge, ma troviamo una chiusura da parte della maggioranza e del relatore.
Noi riteniamo giusto dare la facoltà alle amministrazioni di scorrere la graduatoria nei due casi indicati dall'articolato, e cioè quando vi sia risoluzione del contratto o quando vi sia il fallimento dell'impresa nel corso dei lavori. Anzi, abbiamo chiesto che vi sia questa possibilità anche nel caso in cui sia dichiarata la decadenza dell'attestazione di qualificazione. Abbiamo inoltre chiesto, con questo emendamento, che la previsione sia estesa anche ai contratti di servizi e forniture.
È evidente che in caso di fallimento di un'impresa, di risoluzione del contratto o di decadenza dell'attestazione di qualificazione, Pag. 45poter scorrere la graduatoria o, meglio, avere la facoltà e non l'obbligo di scorrerla, può essere un vantaggio in termini sia di costo che di tempi.
Da questo punto di vista vi è stata un'apertura anche del gruppo del Partito Democratico sul tema, cui corrisponde, ancora una volta, una chiusura, invece, rispetto ai correttivi che vogliamo suggerire.
Colgo anche questa occasione per sottolineare che non procediamo, in materia di appalti e soprattutto in un momento come questo, a piccole modifiche e ad interventi utili quanto, piuttosto, a spot e a interventi discontinui come questo e come gli altri provvedimenti che pure stiamo esaminando sia in Commissione sia in Assemblea. Invece, questo Parlamento dovrebbe porsi l'obiettivo, ben più ambizioso, di arrivare a un disegno organico di modifica del codice degli appalti che, solo per fare alcuni esempi, introduca requisiti reputazionali per la qualificazione delle imprese, ampli trasparenza e informazione, potenzi il ruolo, le competenze e i compiti dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici. Una materia complessa e delicata come questa non merita interventi discontinui, un po' di qua e un po' di là, quanto, piuttosto, interventi coordinati e mirati ad un approccio organico, intelligente e di struttura e non di congiuntura che questo Paese necessita per affrontare il rilancio delle politiche infrastrutturali anche in un momento di crisi economica come questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Margiotta 6-bis.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Ceroni, Damiano, Stradella, Leone... il Vicepresidente Leone non riesce a votare...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 501
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato
245
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che i deputati Zaccaria, Vico e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Goisis ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mariani 6-bis.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, questa volta sarò brevissimo perché ho già detto tutto ciò che pensavo in ordine all'emendamento precedente. Nell'emendamento in esame vi è la differenza sostanziale tra la posizione del gruppo del Partito Democratico e quella della maggioranza. Noi riteniamo giusto che le amministrazioni abbiano la facoltà di scegliere in quei casi se scorrere progressivamente la graduatoria e non ne abbiano, invece, l'obbligo, sia perché è giusto che sia salvaguardata l'autonomia della stazione appaltante e dell'amministrazione sia, appunto, per evitare alcune di quelle negatività cui faceva riferimento prima il collega Misiti.
Naturalmente, anche in questo caso non abbiamo trovato accoglienza da parte del relatore e della maggioranza e ce ne dogliamo perché avremmo potuto dare un contributo serio per migliorare questo testo di legge.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 46
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mariani 6-bis.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Ceroni... l'onorevole Ceroni non riesce a votare... forse si dovrebbe provvedere... onorevole Armosino.... i colleghi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 509
Astenuti 1
Maggioranza 255
Hanno votato
246
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6-bis.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sbai... l'onorevole Vico ha votato... onorevole Perina, il presidente Cicchitto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 513
Maggioranza 257
Hanno votato
270
Hanno votato
no 243).

Prendo atto che il deputato Tenaglia ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata Samperi ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario e che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 3209-bis-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3209-bis-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 7, non senza sottolineare, peraltro, che la Commissione ha già accolto una giusta sollecitazione venuta dall'opposizione, e in particolare dall'onorevole Pedoto, abrogando la lettera a) del comma 1 del testo originario, e quindi reinserendo l'obbligo della denuncia per quanto riguarda gli incidenti sul lavoro con prognosi superiore a quindici giorni. Ciò testimonia che per tutto il Parlamento, maggioranza e opposizione, la questione della sicurezza sul lavoro è una priorità che sta particolarmente a cuore e su questo devo dire che il Governo è pienamente d'accordo.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALDO BRANCHER, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Favia 7.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccuzzi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BOCCUZZI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'articolo 7 in sé apporta importanti e pericolose modifiche al decreto del Presidente della Repubblica n. 1124 del 30 giugno 1965; rappresenta l'ennesima dimostrazione di come il decreto legislativo n. 81 del 2008 abbia avuto un andamento nevrotico durante tutto il Pag. 47suo iter e anche dopo, considerato che dopo l'emanazione di quel decreto legislativo quasi in ogni provvedimento giunto all'esame di questa Assemblea abbiamo avuto appunto una modifica, un'integrazione o una correzione del decreto legislativo n. 81 del 2008. Viene da sé il mio convincimento che il provvedimento in oggetto proprio non vi piaccia, o meglio, non piaccia a chi vi sollecita e vi solletica rispetto a modifiche incomprensibili e deleterie per il rispetto della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e soprattutto per il rispetto dei lavoratori.
Vi prodigate in attestati di solidarietà e condivisione del dolore quando capitano gli incidenti, ma per evitare che gli stessi si verifichino proprio non volete impegnarvi in percorsi virtuosi. Semplificazioni e deroghe: vi nascondete dietro questi sostantivi, tentate di celare ciò che in realtà preparate e somministrate a chi lavora, a chi ogni giorno si suda il salario. Anche in questo testo ne abbiamo una dimostrazione, e mi auguro che il Governo faccia un passo indietro e riconsideri parte di questo articolo e di questo provvedimento, magari attraverso gli emendamenti che abbiamo proposto.
Con la precedente normativa, infatti, il datore di lavoro al verificarsi di infortuni molto gravi alle comunicazioni agli enti competenti abbinava anche la comunicazione all'autorità di pubblica sicurezza. Con questa norma, invece, il datore di lavoro nel caso degli infortuni molto gravi effettua la comunicazione solo all'INAIL; è quindi scomparsa la comunicazione all'autorità di pubblica sicurezza. Se volevamo semplificare il lavoro di comunicazione per il datore di lavoro, forse potevamo prevedere qui la digitalizzazione, anziché annullare la comunicazione e far diventare in questo modo l'infortunio un fatto amministrativo, perché è scomparsa la comunicazione all'autorità giudiziaria.
Se l'intento del Governo è solo quello di semplificare gli oneri delle aziende, senza contare che non si tratta di adempimenti così onerosi perché la denuncia veniva fatta per via telematica, la soluzione prospettata dall'articolo 7 è drastica, pericolosa, quanto meno insensata poiché non corrisponde ad un intento e ad un'esigenza reale. La battaglia sulla sicurezza deve essere una battaglia di civiltà e di rispetto della dignità della persona, della sua vita, della sua salute e della sua integrità fisica e psichica.
L'obiettivo del decreto legislativo n. 81 è stato quello di razionalizzare gli interventi riformando l'assetto normativo in vigore attraverso non solo il riordino, ma anche l'innovazione, la semplificazione - quella vera - la razionalizzazione. Penso che l'obiettivo perseguito sia stato ampiamente raggiunto con il provvedimento originale, da molti indicato come il provvedimento in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro più avanzato in Europa. Però, da quando è iniziata questa legislatura è stato evidente il cambiamento di rotta: il cambiamento degli obiettivi e i continui rinvii che non ne consentono la piena applicazione sono lo specchio dei nuovi intenti.
Tornando all'articolo 7 del provvedimento in esame, stupisce che la comunicazione sia inviata all'INAIL e non anche all'ASL, che è l'organo competente per la vigilanza ai sensi del decreto legislativo n. 81 del 2008, e agli altri organi previsti dall'articolo 13 dello stesso provvedimento.
Viceversa, la disposizione sarebbe chiaramente in conflitto normativo ed anche operativo con l'attività di vigilanza, mutandone l'efficacia e la tempestività, che sono il cuore del testo unico.
Nel pieno di questa gravissima crisi economica e produttiva, può darsi che ritorni in essere, prevalente, quella consuetudine di considerare la sicurezza un orpello possibile solo se vi sono risorse in surplus per poterla migliorare. Contro questo pessimo orientamento culturale, va rigorosamente condotta una battaglia, non solo per la salute e la sicurezza dei lavoratori operanti in Italia, ma anche per la produttività del Paese in tutte le sue espressioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ANDREA ORSINI, Relatore. Chiedo di parlare.

Pag. 48

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, onorevole Boccuzzi, intervengo solo per precisare, come peraltro avevo già anticipato, che lei ha affermato quanto meno un'inesattezza nei fatti, ossia che l'articolo in discussione abolirebbe l'obbligo di denuncia all'autorità giudiziaria nel caso di incidente sul lavoro.
Proprio su sollecitazione, giusta, dell'opposizione e accogliendo una proposta emendativa presentata in Commissione proprio da un deputato del suo gruppo, onorevole Boccuzzi, abbiamo adottato una formulazione equilibrata in cui l'obbligo di denuncia all'autorità giudiziaria permane, ma viene semplicemente spostato da incidenti con prognosi di tre giorni a incidenti con una prognosi di quindici giorni e, quindi, significativa. Evidentemente, per una slogatura ad una caviglia che richiede tre giorni di riposo, credo sia fatto di buon senso e non di tutela o meno dei lavoratori prevedere che essa non comporti la denuncia automatica all'autorità giudiziaria. Credo, anzi, che questo miglioramento del testo, emerso in accordo fra maggioranza e opposizione e che in Commissione ha trovato una valutazione di convergenza unanime, sia un fatto positivo, di cui anche lei dovrebbe prendere atto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, la tribolata storia dell'articolo 7 in Commissione dimostra come questa normativa non sia una semplificazione, ma rappresenti un vero e proprio attacco ad alcuni diritti fondamentali, quali quello dell'ambiente, come abbiamo visto prima, e quello del lavoro.
Fortunatamente, come ricordava il relatore, dando atto al lavoro di interdizione dell'opposizione, quest'ultima è riuscita a sminare un pericolo non indifferente, ossia quello dell'abolizione, inizialmente prevista dal testo originario dell'articolo 7, della denuncia degli infortuni. Ora, praticamente, siamo tornati alla previsione del vecchio articolo 54 del testo unico delle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, ma la denuncia diventa obbligatoria soltanto se gli infortuni provocano un danno e una malattia guaribili in oltre quindici giorni.
Ebbene, noi crediamo che non sia decoroso nei confronti dei lavoratori nemmeno questo allungamento del termine da tre a quindici giorni e, quindi, con la richiesta di soppressione dell'articolo, chiediamo il ripristino della dizione originaria dell'articolo 54 citato, ossia che sia obbligatoria la denuncia per infortuni superiori a tre giorni, anche perché la differenza tra un infortunio che comporti l'inabilità al lavoro per tre giorni ed uno che comporti l'inabilità per quindici giorni non è proprio poca: dodici giorni di malattia in più sono sicuramente un termine sensibile.
Pertanto, chiediamo alla maggioranza di fare uno sforzo ulteriore: non crediamo che ci si possa «attaccare» al dettato dell'articolo 7 e che si possa tranquillamente tornare alla vecchia dizione dell'articolo 54 menzionato, per rispetto ai lavoratori in un momento in cui gli infortuni sul lavoro, anche quelli non gravi, sono veramente troppi, e in un momento in cui la tematica del lavoro è simbolica nella nostra società.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gatti. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, intervengo soltanto per chiarire una questione. Quando un lavoratore subisce un infortunio, anche se si tratta di un infortunio di tre giorni, come nel caso di una caviglia o di un braccio slogati, il punto è che va comunque avvisata l'autorità giudiziaria. Infatti, la causa dell'infortunio può essere una causa gravissima, alla quale va posto riparo immediatamente. Non si può valutare il contesto semplicemente dal fatto che, fortunatamente, quella volta, il lavoratore ha avuto Pag. 49soltanto una distorsione. In queste situazioni, vanno assolutamente assunti criteri di attenzione. Quindi, il punto non riguarda tanto la gravità dell'infortunio relativamente agli effetti, ma relativamente alle cause che lo hanno determinato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Madia. Ne ha facoltà.

MARIA ANNA MADIA. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere, rispetto alle considerazioni dell'onorevole Gatti, che siamo contenti che la ragione della semplificazione, quindi il fatto che vi debba essere una sola denuncia che poi venga comunque trasmessa all'autorità giudiziaria, venga mantenuta.
Pensiamo, però, che le garanzie dei lavoratori non possano andare a scapito della semplificazione e che portare i giorni da tre, perché attualmente i giorni di inabilità sono tre, a quindici potrebbe diminuire troppo la casistica degli incidenti che verrebbero poi denunciati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Favia 7.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pionati, Garavini, Maria Rosaria Rossi e Aniello Formisano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 522
Maggioranza 262
Hanno votato
256
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che i deputati Ruvolo e Ciccanti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bressa 7.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Antonio Martino, Montagnoli, Damiano e Andrea Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 531
Maggioranza 266
Hanno votato
260
Hanno votato
no 271).

Prendo atto che il deputato Ciccanti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pedoto 7.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Palumbo, Armosino, Ciccanti, Codurelli e Andrea Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 525
Maggioranza 263
Hanno votato
255
Hanno votato
no 270).

Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 50Favia 7.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Simeone, Vico, Damiano, Andrea Orlando, Villecco Calipari, Sbai e Giulietti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 534
Maggioranza 268
Hanno votato
263
Hanno votato
no 271).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pedoto 7.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Andrea Orlando, Damiano, Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 533
Maggioranza 267
Hanno votato
261
Hanno votato
no 272).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pionati, Damiano, Albonetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 536
Maggioranza 269
Hanno votato
308
Hanno votato
no 228).

(Esame dell'articolo 7-bis - A.C. 3209-bis A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7-bis (Vedi l'allegato A - A.C. 3209-bis A/R), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7-bis.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pugliese, Capodicasa, Pionati, La Loggia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 536
Maggioranza 269
Hanno votato
532
Hanno votato
no 4).

(Esame dell'articolo 7-ter - A.C. 3209-bis-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7-ter e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3209-bis-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 7-ter.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALDO BRANCHER, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 51
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Favia 7-ter.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Porcino, Damiano, Granata, Leone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 537
Maggioranza 269
Hanno votato
262
Hanno votato
no 275).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Favia 7-ter.2 e Damiano 7-ter.3, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Renato Farina, Pionati, Damiano, Centemero, Cicchitto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 539
Maggioranza 270
Hanno votato
263
Hanno votato
no 276).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Favia 7-ter.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Murer, Pionati, Armosino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 539
Maggioranza 270
Hanno votato
265
Hanno votato
no 274).

Prendo atto che i deputati Ciccanti e Cesa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 7-ter.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Damiano. Ne ha facoltà.

CESARE DAMIANO. Signor Presidente, penso che stiamo compiendo un atto molto grave con l'approvazione di questo articolo 7-ter, perché la parola semplificazione è una parola che tutti condividono, una parola affascinante, che ci dà l'idea di uno sveltimento e di un'attenzione al modo di procedere della società e del Paese reale, ma, ancora una volta, in nome della semplificazione, viene meno la tutela dei diritti dei lavoratori.
Nel corso di questa legislatura, il Governo ha portato avanti un preciso processo di depotenziamento delle tutele dei lavoratori, un'azione chirurgica, direi, e di sostanziale dequalificazione del fattore lavoro, con una concomitante deresponsabilizzazione dello Stato e del sistema delle imprese.
Si è assistito, infatti, ad un sistematico intervento sul decreto legislativo n. 81 del 2008 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Diciamo che questo testo unico sulla salute e sicurezza non ha avuto pace da quando c'è questo Governo e questi interventi hanno rimandato l'entrata in vigore di norme importanti per la sicurezza, una volta, con il pretesto dell'urgenza e, un'altra volta, con quello della semplificazione.
Infatti, da quando questo Governo si è insediato, ogni occasione è stata buona per intervenire peggiorando questo decreto legislativo, che è stato - vorrei ricordarlo - il frutto di un lungo e laborioso lavoro durante il Governo Prodi, che ha visto un confronto serrato con le organizzazione sindacali e datoriali per arrivare ad un testo il più possibile condiviso. Pag. 52
Non possiamo dimenticare che l'Esecutivo, oltre ad interventi di modifica continui del decreto legislativo n. 81 del 2008 con decine di provvedimenti diversi, ogni volta che si presentava l'occasione, ha modificato ben 136 articoli su 306 con il decreto correttivo dello scorso anno e ha continuamente prorogato l'entrata in vigore di norme importanti sulla sicurezza nei luoghi di lavoro con la scusa della semplificazione.
Con l'articolo 7-ter, che dobbiamo adesso votare, ancora una volta si interviene contro la tutela dei lavoratori. Il decreto legislativo n. 81 del 2008 aveva previsto, questo è vero, l'abrogazione del registro degli infortuni, ma soltanto dopo l'introduzione, con un apposito decreto, di un sistema informatizzato capace di mettere in rete tutti i dati relativi alla prevenzione, alla sicurezza e agli infortuni.
Oggi, il Governo e la maggioranza, se si vota questo articolo, vogliono abolire il registro degli infortuni, senza sostituirlo con niente.
Non è stato introdotto il sistema informativo nazionale per la prevenzione, ma è stato, come ho detto, depotenziato il livello delle tutele: sono state ridotte le sanzioni e prorogati i termini per l'introduzione di norme estremamente importanti per i lavoratori nei luoghi di lavoro. Questa operazione non può trovarci d'accordo: per questo il nostro gruppo voterà contro l'articolo in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7-ter.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Frassinetti, Giulietti, Pelino, Santelli, Pagano e Mazzuca.
Dichiaro chiusa la votazione (Commenti).
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 508
Maggioranza 255
Hanno votato
266
Hanno votato
no 242).

Prendo atto che il deputato Taglialatela ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Colleghi, mi pare di aspettare sempre molto i ritardatari, oltre che stare molto attenta a quelli che non votano, però (Commenti)...

(Esame dell'articolo 7-quater - A.C. 3209-bis-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7-quater e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 3209-bis-A/R).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANDREA ORSINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALDO BRANCHER, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giovanelli 7-quater.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Centemero, Mazzuca e Vico.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 53

(Presenti 514
Votanti 512
Astenuti 2
Maggioranza 257
Hanno votato
210
Hanno votato
no 302).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 7-quater.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Nizzi e Cesa.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 508
Maggioranza 255
Hanno votato
238
Hanno votato
no 270).

Prendo atto che il deputato Poli ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 7-quater.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gnecchi. Ne ha facoltà.

MARIALUISA GNECCHI. Signor Presidente, avevamo presentato sull'articolo in esame un emendamento soppressivo. Vogliamo però ricordare che questa non era solo una richiesta del PD perché si tratta di disposizioni quasi identiche a quelle presenti nel testo unificato recante misure straordinarie per il sostegno del reddito e per la tutela di determinate categorie di lavoratori, approvato dalla Camera il 27 aprile 2010 ed ora all'esame del Senato.
Pertanto, le Commissioni XI (Lavoro) e XIII (Agricoltura) hanno chiesto la soppressione dell'articolo 7-quater o almeno il coordinamento tra i due testi. Noi quindi, a firma Giovanelli, Bressa, Amici, Zaccaria, Fontanelli, Naccarato e Vassallo, ne avevamo proposto la soppressione; vorremmo però ricordare a tutti i colleghi che si trattava di una richiesta del PD, ma anche di due Commissioni, della XI e della XIII.
Preciso, inoltre, il motivo per cui complessivamente non siamo d'accordo e vorremmo far riflettere i colleghi nel momento in cui si vota l'articolo.
Siamo di fronte ad un provvedimento che vorrebbe semplificare la pubblica amministrazione, e quindi ad un provvedimento di semplificazione; però, quando si tratta di notifiche di lavoro oppure di segnalazione ai lavoratori ed alle lavoratrici della contribuzione alla quale hanno diritto, la semplificazione dovrebbe mettere i lavoratori e le lavoratrici nella condizione di capire se sono o meno assicurati.
Per quanto riguarda i lavoratori agricoli, vorrei ricordare che fino al 2008 l'INPS addirittura spediva a casa il modulo per presentare la domanda di indennità di disoccupazione. Questa ovviamente era una condizione per facilitare e mettere i lavoratori e le lavoratrici nella condizione di presentare la domanda di disoccupazione, ma nello stesso tempo consentiva anche di segnalare agli stessi che erano stati assicurati, come e per quante giornate, e così ogni lavoratore ed ogni lavoratrice aveva la possibilità di controllare personalmente una comunicazione che arrivava direttamente a casa.
Adesso, invece, ci accorgiamo e ci rendiamo conto che, sotto la finta semplificazione, si cerca di utilizzare lo strumento telematico e quindi di informare i lavoratori con notifiche mediante pubblicazione telematica effettuata dall'INPS sul proprio sito Internet entro il mese di marzo dell'anno successivo. In pratica si tratta solo di una pubblicazione sul proprio sito Internet e sono i lavoratori che debbono attivarsi per verificare se siano stati assicurati o meno.
Questi elenchi nominativi del resto, se andiamo a vedere le istruzioni presenti sul sito dell'INPS, ad oggi vengono comunque mandati ai comuni e devono essere affissi all'albo pretorio per la durata di almeno quindici giorni. Praticamente si era passati Pag. 54dalla comunicazione diretta a casa alla comunicazione almeno in termini di affissione all'albo pretorio, che per tutti i piccoli comuni rappresentava comunque un sistema che poteva sollecitare i lavoratori e le lavoratrici ad andare a verificare la propria situazione.
Con questo articolo, il fatto di pubblicare questi elenchi solo ed esclusivamente nel sito Internet dell'INPS peggiora ovviamente molto la situazione; se solo andiamo a vedere cosa gli ispettori dell'INPS hanno trovato in particolare per quanto riguarda il lavoro agricolo, osserviamo che questa rappresenta l'area di maggior lavoro nero.

PRESIDENTE. Onorevole Gnecchi, deve concludere.

MARIALUISA GNECCHI. Già ci troviamo in una situazione nella quale, purtroppo, anche 444 unità ispettive, che hanno sostenuto il concorso nel 2006 e che avrebbero dovuto essere assunte nel 2007-2008 e hanno ora la speranza di essere assunte per gli anni 2010-2011, non vengono neanche assunte e, oltretutto, gli ispettori del lavoro continuano a fare domanda di pensionamento: praticamente l'INPS si ritroverà quindi con una forza di ispettori del lavoro sempre ridotta e senza possibilità di una verifica costante. Pertanto chiediamo di respingere questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7-quater.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Berardi, Bosi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 528
Votanti 526
Astenuti 2
Maggioranza 264
Hanno votato
312
Hanno votato
no 214).

Prendo atto che i deputati Oliverio e Barbato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Di Biagio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Onorevoli colleghi, come previsto dall'ordine del giorno, dobbiamo passare ora all'esame della questione pregiudiziale Donadi ed altri n. 1, riferita al disegno di legge di conversione del decreto-legge recante la temporanea sospensione di talune demolizioni disposte dall'autorità giudiziaria in Campania.
Il seguito dell'esame del disegno di legge n. 3209-bis-A/R riprenderà dopo la votazione della questione pregiudiziale.

Discussione del disegno di legge: S. 2144 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 aprile 2010, n. 62, recante temporanea sospensione di talune demolizioni disposte dall'autorità giudiziaria in Campania (Approvato dal Senato) (A.C. 3514) (Esame e votazione di una questione pregiudiziale) (ore 18,35).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 aprile 2010, n. 62, recante temporanea sospensione di talune demolizioni disposte dall'autorità giudiziaria in Campania.

(Esame di una questione pregiudiziale - A.C. 3514)

PRESIDENTE. Ricordo che è stata presentata la questione pregiudiziale Donadi ed altri n. 1 (vedi allegato A - A.C. 3514).
Avverto che a norma del comma 3 dell'articolo 40 e del comma 3 dell'articolo 96-bis del Regolamento, la questione pregiudiziale può essere illustrata per non più Pag. 55di dieci minuti da uno solo dei proponenti. Può altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di cinque minuti.
L'onorevole Borghesi ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Donadi ed altri n. 1, di cui è cofirmatario.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, la questione riguarda il disegno di legge di conversione del decreto-legge 28 aprile 2010, n. 62, già approvato dal Senato.
In pratica, tale disegno di legge sana abusi edilizi commessi in una situazione di piena illegalità. Si tratta di un'illegalità non, per così dire, di principio, ma accertata giudiziariamente e che quindi porta ad una interferenza del legislatore su sentenze già passate in giudicato e dunque contro ogni principio di certezza del diritto e della pena.
È evidente, pertanto, che ci troviamo di fronte a una palese violazione del principio di separazione dei poteri, che è a fondamento della nostra Costituzione, finché la nostra Costituzione resta quella attuale.
In particolare, vorrei richiamare il fatto che il Presidente della Repubblica, in data 6 febbraio 2009, ebbe ad inviare una lettera al Presidente del Consiglio dei ministri, prima dell'approvazione da parte dello stesso Consiglio dei ministri di un decreto-legge in relazione alla vicenda di Eluana Englaro. In tale lettera egli rilevava come il fondamentale principio della distinzione e del reciproco rispetto tra poteri e organi dello Stato non consenta al legislatore di disattendere la soluzione che sia già stata individuata da una decisione giudiziaria definitiva, sulla base dei principi, anche costituzionali, desumibili dall'ordinamento giuridico vigente.
Presidente, capisco che tale questione interessi a pochi. Presidente... Capisco che la questione interessi a pochi, però se potesse chiedere a chi non vuole ascoltare...

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, la votazione di questa pregiudiziale avviene dopo tante votazioni e quindi c'è un momento di rilassamento. Lei ha ragione, però anche lei sia comprensivo.
Onorevoli colleghi, chi vuole riposarsi lo faccia, in silenzio o fuori dall'Aula, così l'onorevole Borghesi può svolgere il suo fondamentale intervento.

ANTONIO BORGHESI. La ringrazio, signor Presidente.
È un principio consolidato in tutti gli ordinamenti democratici che la legge sopravvenuta non possa e non debba influire sul diritto sul quale un magistrato si sia già pronunciato con un provvedimento diventato definitivo, ovvero passato in giudicato. Così come, evidentemente, il giudice non può sovrapporsi alla legge, attribuendo o negando beni giuridici che l'ordinamento non consente di attribuire o di negare.
Quindi, non si dovrebbe impedire al giudice di assicurare l'effettiva tutela di quegli interessi che la legge dichiara meritevoli di protezione.
Vi è poi un altro fatto assai grave, ovvero che questo provvedimento riguarda una sola regione, la Campania, e ciò determina un'evidente disparità di trattamento e viola un altro principio della nostra Costituzione, quello di uguaglianza. Anche per questo aspetto, solleviamo la palese illegittimità costituzionale del provvedimento con riguardo all'articolo 3 della nostra Carta costituzionale.
Inoltre, non possiamo non rilevare che il provvedimento interviene con norme agevolative per la regione Campania relativamente ad abusi edilizi accertati, molti dei quali gravi, per fattispecie che vengono perseguite penalmente e che sono vietate in altre regioni del nostro Paese. Siccome si dice che queste norme di favore siano una sorta di anticipazione, di una riapertura dei termini per il condono edilizio relativamente alla regione Campania (questo viene indicato dal relatore del provvedimento al Senato nella seduta del 5 maggio 2010 della XIII Commissione), se questo dovesse risultare vero, vi è da sottolineare l'inapplicabilità di tale norma di condono in conseguenza dell'indeterminatezza Pag. 56e dell'impossibilità pratica di individuare il momento effettivo degli abusi stessi e se i medesimi siano stati realizzati, come il decreto-legge prevede, prima o dopo il 31 marzo del 2003 (quella è la data alla quale fa riferimento il condono).
Inoltre, non ci pare che vengano soddisfatti quei requisiti di necessità ed urgenza che l'articolo 77 della Costituzione richiede, perché, se è vero che vi è una situazione di emergenza abitativa in Campania e di disagi sociali conseguenti, ciò non giustifica una decretazione d'urgenza come quella in esame. La decretazione d'urgenza infatti non fa altro che sospendere l'esecuzione di natura penale con una motivazione che appare del tutto pretestuosa e indicata dal Governo nel decreto-legge, per cui le demolizioni aggraverebbero il già pesante deficit abitativo.
In realtà, è evidente che una soluzione alla crisi degli alloggi, così come il problema del diritto alla casa, andrebbero evidentemente affrontati con altri strumenti, come avviene nel resto del Paese, con idonee e organiche politiche abitative e con provvedimenti legislativi di natura ordinaria, certamente, non attraverso dei decreti-legge. L'abusivismo di necessità non è un fenomeno imprevedibile, ma è una piaga che in questa regione si ripropone da decenni, senza mai essere stata affrontata con determinazione.
Per questi motivi, chiediamo di non procedere all'esame del disegno di legge n. 3514 (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, non mi soffermo sulle questioni di merito, che pure vengono trattate nella questione pregiudiziale che è stata illustrata (si tratta di questioni di merito, alcune delle quali vanno approfondite), perché la posizione del gruppo dell'Unione di Centro rispetto a questo provvedimento verrà espressa in sede di esame del provvedimento stesso.
Tuttavia, alcune di queste questioni le condividiamo e posso già anticipare che, per esempio, condividiamo i rilievi circa il fatto che il provvedimento sia limitato ad una sola regione, che vengano sospese sentenze penali, soprattutto che il provvedimento che ci viene proposto non affronta l'emergenza abitativa del nostro Paese, che è un'emergenza che non riguarda soltanto la regione Campania, in quanto non ci viene proposta alcuna politica per risolvere l'emergenza in molte aree del nostro Paese.
Il fatto è che le questioni di merito che, però, vengono trattate nella pregiudiziale proposta dal gruppo dell'Italia dei Valori hanno un taglio che non ci piace. I riferimenti, per esempio, al profilo del rapporto tra la legislazione e il giudicato, o il riferimento al fatto che questo decreto-legge sia, in qualche modo, il preludio di una riapertura dei termini per la sanatoria in quella regione o, forse, anche per una sanatoria edilizia da estendere all'intero Paese. Il modo in cui vengono affrontate queste questioni non ci piace, perché ripropone, in termini impropri, il rapporto tra politica e magistratura, visto, appunto, da una visuale che non condividiamo. Comunque, tralasciando questi aspetti, che sono di merito, sui quali, indubbiamente, torneremo in maniera più puntuale e approfondita nel corso della discussione che seguirà, vorrei soffermarmi soltanto su un aspetto e mi riferisco, in particolare, alla carenza dei presupposti di straordinaria necessità ed urgenza che, nella fattispecie, il decreto-legge sembra non avere o non avere appieno, per rispondere a quelli che sono i presupposti previsti per la decretazione d'urgenza, in particolare dalla legge n. 400 del 1988 che, pur essendo una legge ordinaria, ha un valore ordinamentale in quanto norma preposta dal legislatore all'ordinato impiego della decretazione d'urgenza.
Da ciò, secondo noi, discende un'evidente violazione, posta dalla questione che è stata illustrata, dell'articolo 77 della Costituzione, perché questo provvedimento è sprovvisto dell'indicazione dei requisiti di straordinaria necessità ed urgenza che legittimano l'esercizio di tale potere da parte del Governo, quello, appunto, di Pag. 57adottare provvedimenti aventi forza di legge. È vero che, qui, le motivazioni non sarebbero proprio quelle indicate nella questione - e pure sotto questo aspetto non condividiamo il taglio che viene dato alla questione pregiudiziale -, però, per noi, sono prevalenti le ragioni a cui prima ho fatto riferimento, in particolare la mancanza dei requisiti previsti dall'articolo 77 della Costituzione. Per cui, annuncio che il gruppo dell'Unione di Centro voterà a favore della questione pregiudiziale proposta dal gruppo dell'Italia dei Valori (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, la questione pregiudiziale proposta contesta la legittimità del decreto-legge in esame, evidenziando come il medesimo determini una violazione del principio di separazione tra poteri e lamentando l'introduzione di norme agevolative per la regione Campania in rapporto ad abusi edilizi accertati. È innegabile che la situazione patologica venutasi a creare costituisce la risultante di una pluralità di fattori di diversa natura, con anche evidenti responsabilità politiche, che solo attraverso un provvedimento di straordinaria necessità ed urgenza è possibile cercare di contenere. Come è noto, il decreto-legge prevede una sospensione a carattere temporaneo, fino al 30 giugno 2011, di alcune demolizioni disposte a seguito di sentenza dell'autorità giudiziaria in Campania, che interessino immobili destinati a prima abitazione e occupati da soggetti sforniti di altra abitazione e che riguardino abusi realizzati entro il 31 marzo 2003.
Oltre all'esigenza di fronteggiare questa grave situazione abitativa nella regione Campania, obiettivo del provvedimento è quello di consentire una ricognizione dei vincoli di tutela paesaggistica chiarendo così una volta per tutte la situazione di incertezza in relazione agli abusi sanabili venutisi a creare a causa della mancata operatività per la Campania del condono edilizio e dei conseguenti interventi della Corte costituzionale. È stata infatti la Corte costituzionale a dichiarare che non spettava alla regione Campania adottare un atto che di fatto privava di efficacia il condono edilizio previsto dal legislatore statale.
Tale pronuncia ha posto le basi per il decreto-legge in esame finalizzato a regolare gli effetti di tale sentenza con l'intento di porre la regione nelle condizioni di fare chiarezza sulla situazione giuridica e di fatto relativa agli abusi edilizi non condonati. Inoltre, vorrei ribadire la temporaneità della sospensione, che ovviamente è una cosa diversa dal condono mascherato che si vuol far credere sia contenuto in questo decreto-legge. Tale decreto-legge ha lo scopo di consentire alla regione Campania una più puntuale ricognizione dei vincoli gravanti sugli abusi interessati dai provvedimenti di demolizione adottando i provvedimenti che riterrà più opportuni per porre fine a questa annosa questione. Per tali motivi il gruppo della Lega Nord respingerà la questione di pregiudizialità (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Amici. Ne ha facoltà.

SESA AMICI. Signor Presidente, i colleghi dell'Italia dei Valori, l'onorevole Borghesi, e l'onorevole Ria hanno già evidenziato gli elementi di violazione grave, a nostro giudizio, di due punti fondamentali della nostra Carta costituzionale: l'articolo 3, relativo al principio di uguaglianza, e l'articolo relativo al conflitto di attribuzione tra i poteri.
Poiché sono stati molto precisi da questo punto di vista, vorrei utilizzare questi cinque minuti per intervenire non solo sugli aspetti costituzionali, ma anche su quelli di merito. Noi siamo di fronte ad un ennesimo provvedimento che è un decreto-legge che invoca la necessità e l'urgenza per porre una sanzione, per spostare i termini dell'esecuzione di una sentenza di demolizione di immobili abusivi nella regione Campania di oltre quasi un anno. Pag. 58
Questa invocazione, riportata nella relazione, viene dettata dal fatto che vi è un deficit abitativo della regione Campania e, in secondo luogo, dalla necessità di sanare tutta una serie di questioni relative ad una sentenza della Corte costituzionale. Solo questo già spiegherebbe che non c'era la necessità e l'urgenza ma si tratterebbe di un provvedimento volto sul serio ad identificare le vere politiche che possono soddisfare un deficit del disagio abitativo. Qui siamo di fronte ad un decreto-legge che crea l'illusione di partire da questo caso particolare, come diceva il collega Luciano Dussin, temporaneo: non si può parlare di condono, ma di fatto è esattamente la riapertura di un condono, negando la certezza del diritto e della legalità in una delle regioni dove più sentite sono le questioni relative agli assetti idrogeologici, ai gravi rischi sismici, alle questioni che hanno determinato e a volte hanno visto anche in quest'Aula parole di grande emozione di fronte alle tragedie, ad esempio, dell'isola di Ischia a forte intensità abusiva. Ciò testimonia che si potrebbe fare ben altro ragionamento intorno a tali questioni.
Noi voteremo a favore della pregiudiziale di costituzionalità non solo per la violazione di questi principi, ma soprattutto per affermare un elemento: quando si costruisce un abuso e lo si costruisce in una regione che vive quegli elementi di drammaticità anche sulla propria pelle è evidente che dovremmo avere il coraggio di parlare in nome della verità.
Non si tratta di sanare temporaneamente chi è privo di un'abitazione, perché ci dovreste spiegare attraverso quali certezze e con quali accertamenti verificherete due condizioni: che sia la prima abitazione e non sia speculazione edilizia e, in secondo luogo, se effettivamente quell'abuso è stato commesso prima del marzo del 2003. Vi sono troppi elementi di incertezza e di indeterminatezza per favorire ancora una volta una situazione di profonda ineguaglianza. Inoltre, di fronte a sentenze della magistratura si decide che quelle sentenze vengono temporaneamente spostate nel tempo e si fa valere come forza di legge un atto tipicamente amministrativo. Credo che di fronte a queste violazioni noi dovremmo avere un sussulto, il sussulto di una Camera che se sul serio vuole affrontare la questione del deficit abitativo deve mettere in discussione il mercato degli affitti, la qualità ambientale, il rispetto dell'ambiente e il danno di costruire nel nostro Paese zone franche, dove non vige il diritto della certezza, ma il diritto dell'illegalità e dell'abusivismo edilizio, che in quella regione ha grande connivenza con la criminalità organizzata. Sono questi gli elementi per i quali con grande convinzione voteremo a favore della questione pregiudiziale presentata dai colleghi dell'Italia dei Valori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stasi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA STASI. Signor Presidente, la questione pregiudiziale appare, come quasi sempre avviene per questo tipo di atti presentati dall'opposizione, palesemente infondata, il che sta a dimostrare che la loro presentazione rappresenta ormai un fatto rituale, portato avanti solo per onor di firma e per porre inutili e pretestuosi ostacoli alla normale attività parlamentare.
Esaminiamo le obiezioni contenute nella questione pregiudiziale: viene eccepita una violazione dell'articolo 3 della Costituzione, che sancisce formalmente che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, in quanto il provvedimento si riferisce al solo territorio della regione Campania, introducendo norme agevolative solo per gli abusi edilizi accertati in tale regione, mentre i cittadini di altre regioni che sono nelle medesime condizioni non possono usufruire di tali facilitazioni. Al riguardo, occorre sottolineare prima di tutto che la sospensione delle demolizioni, così come è già stato ricordato, è solo temporanea, in quanto si riferisce al periodo di tempo che viene a scadere il 30 giugno 2011. Inoltre, tutto questo dipende dal rifiuto della regione Pag. 59Campania, allora guidata dalla giunta Bassolino, di attuare nel proprio territorio le disposizioni del condono edilizio previste da una legge dello Stato (articolo 32 del decreto-legge n. 269 del 30 settembre 2003). È noto che la sentenza della Corte costituzionale n. 199 del 28 giugno 2004, già ricordata dal collega Luciano Dussin, ha stabilito che non spetta certo alla regione Campania adottare un atto con il quale si nega l'efficacia nel proprio territorio di una legge dello Stato, il che ha determinato una situazione di incertezza in relazione ad abusi riguardanti edifici realizzati fino al 31 marzo 2003 e quindi sanabili in base a disposizioni legislative statali.
Per tali ragioni non siamo affatto di fronte ad una violazione dell'articolo 3, poiché i cittadini campani interessati alla sanatoria erano stati penalizzati da una disposizione della giunta regionale campana, successivamente dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale. Il presente provvedimento, per questi motivi, sana una disparità di trattamento operata dalla regione Campania in danno dei propri cittadini e quindi ripristina il rispetto dell'articolo 3 della Costituzione e certamente non lo viola, come affermano invece i sottoscrittori della questione pregiudiziale.
Viene inoltre eccepita la violazione dell'articolo 77 della Costituzione, che prevede requisiti di straordinaria necessità ed urgenza come presupposti per il varo dei decreti-legge, ma qui siamo evidentemente in presenza di tali requisiti, in quanto numerosi alloggi siti in Campania sono passibili di demolizione a seguito di sentenza penale e pertanto era ed è urgente fronteggiare questa situazione, anche in considerazione della grave situazione abitativa che si riscontra nel territorio di quella regione. Questo rilievo è quindi assolutamente infondato.
Va, infine, rilevato che la sospensione delle demolizioni riguarda solo gli immobili destinati a prima abitazione e non si applica se si è accertata la violazione di vincoli paesaggistici previsti dalla normativa nazionale vigente.
È del tutto evidente, quindi, che siamo di fronte ad una questione pregiudiziale totalmente priva di fondamento e che, per tale ragione, deve essere nettamente respinta (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale Donadi ed altri n. 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lanzillotta... onorevole Germanà... onorevole Vico... onorevole Farina... onorevole Moroni... onorevole Mantini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vive proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro - Dai banchi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania si grida: Vergogna, vergogna!

Presenti 481
Votanti 480
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato
249
Hanno votato
no 231

I deputati Berruti, Beccalossi, Lussana, Gava, Orsini, Proietti Cosimi, Urso, Paolo Russo, Lo Presti, Scalia, Castellani, Simeoni, Barbaro, Castiello, Dima, Pittelli, Di Virgilio, Fugatti, Martinelli, Di Caterina, Fucci, Crosio, Carlucci, Laffranco, Piso, Costa, Biava, De Girolamo, Iannarilli, Alberto Giorgetti, Chiappori, Polledri, Polidori, Leo, Siliquini, Cicchitto, Vignali, Pugliese, Stagno d'Alcontres, Antonino Foti, Barbato, Tidei, Scarpetti e Cera hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il voto).

FABRIZIO CICCHITTO. Chiedo di parlare.

Pag. 60

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, a me dispiace molto, ma devo dirle che lei ha surrettiziamente e forzatamente chiuso la votazione e questo suo comportamento è assolutamente inaccettabile (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Dai banchi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania si grida: Vergogna, dimissioni!).

DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Colleghi, per cortesia... sospendo la seduta... Onorevole Cicchitto, le chiedo scusa, non avevo capito, avevo pensato che avesse finito di parlare. La prego di terminare il suo intervento. Colleghi, fate silenzio.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, le faccio osservare che non ha chiesto il parere del Governo, quindi, la votazione che ha dichiarato chiusa è assolutamente indebita (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Onorevole Cicchitto, non è richiesto che il rappresentante del Governo esprima il parere. Le chiedo scusa (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, lei deve ripetere la votazione per la legittimità dei lavori di questo Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Onorevole Cicchitto, le chiedo scusa, ma il parere del Governo non è richiesto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori - Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Anche il fatto di accusare me... onorevole Cicchitto... ha terminato?

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, lei non poteva chiudere la votazione...

PRESIDENTE. Perché?

FABRIZIO CICCHITTO. ...come tante volte è avvenuto in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, è capitato altre volte in quest'Aula che si sia votato con contestazioni mentre i parlamentari entravano in Aula. È successo in questo momento che la votazione sia stata dichiarata chiusa, mentre stavano entrando in Aula parlamentari della maggioranza e dell'opposizione. La votazione era stata stabilita ad ora fissa. Capisco che ci possano essere delle rimostranze, perché alcuni parlamentari - lo ripeto, della maggioranza e dell'opposizione - stavano recandosi nei loro banchi a votare, ma è del tutto evidente innanzitutto che non è possibile ripetere una votazione già effettuata e pertanto la richiesta non può esistere da un punto di vista formale; inoltre, per quanto ci possano essere delle critiche alla conduzione dei lavori dell'Assemblea, non è accettabile che dai banchi della maggioranza si sollevi un coro di insolenze guidato dal capogruppo del primo partito contro il Presidente di turno (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 61

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, la situazione è un tantino concitata e se ne comprendono bene i motivi. Ritengo che presiedere l'Assemblea in giornate come queste non sia oggettivamente facile. Lei ha sempre dimostrato equilibrio e serietà (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania), lo stesso equilibrio e la stessa serietà che, devo riconoscere, hanno usato sempre anche gli altri Vicepresidenti e lo stesso Presidente Fini.
Come è già stato ricordato, è successo anche in altre situazioni, in altri momenti, che ci fosse stata la chiusura di una votazione che vedeva correre i colleghi a votare. Nel caso specifico, però, voglio ricordare ai colleghi della maggioranza - che, giustamente, dovranno sentire le reprimende per questo voto - che è tutto il giorno che la maggioranza è sul filo dei numeri: un voto, due voti o tre voti (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Quello che è successo, quindi, non è da imputarsi alla Presidenza, ma alla non previdenza dei gruppi della maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

FABRIZIO CICCHITTO. Chiedo di parlare per fatto personale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, respingo nel modo più assoluto quanto ha detto l'onorevole Franceschini, nel senso che io non l'ho insolentita, ho soltanto sollevato un problema di legittimità di comportamento in quest'Aula e le chiedo formalmente di sospendere la seduta e di convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo, perché noi non accettiamo la prevaricazione di cui lei si è resa responsabile (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

LUCIANO DUSSIN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, mi associo alla richiesta che ha appena formulato il presidente Cicchitto. Aggiungo, poi, che le difese d'ufficio che abbiamo sentito finora circa la conduzione dell'Assemblea che vede lei come protagonista, sono patetiche e le rinviamo a chi le ha proferite (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Mi auguro che in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo ci sia la possibilità di guardare il filmato di quello che è successo, dopo di che lei ne prenderà atto e mi auguro che si dimetta, perché c'erano almeno venti parlamentari del Popolo della Libertà che erano pronti per votare e lei ha chiuso deliberatamente la votazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Pertanto, o qua ci sono seicento deputati che non contano assolutamente nulla, o è lei che dà tempi, indirizzi, modi e modalità di voto ed entra anche nel merito delle questioni che deve discutere il Parlamento, e non deve affrontarle con atti di furbizia maldestra come questo. Per quanto mi riguarda, se dopo aver visto il filmato lei si dimettesse, ne guadagnerebbe il Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

DONATO BRUNO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATO BRUNO. Signor Presidente, è capitato più volte quello che è avvenuto oggi ma - a mia memoria, soprattutto sotto la Presidenza Violante - ricordo che si usava contare i deputati che erano in Aula. Lei, forse, avrebbe potuto fare questo perché, se avesse avuto la bontà di contare sia i colleghi dell'opposizione sia della maggioranza, probabilmente il numero non sarebbe stato quello che purtroppo emerge dalla votazione.
Per questo motivo la prego di riconsiderare questa posizione perché - se lei è nella condizione, con gli uffici, di poter Pag. 62calcolare le persone che erano in Aula - certamente la votazione potrà essere considerata valida; se così non fosse credo che lei abbia l'obbligo di ripeterla (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Presidente Bruno, la ringrazio innanzitutto per la sua pacatezza. Non devo ricordarglielo io che la conta dei deputati in Aula vale al fine del numero legale, non può valere al fine della votazione perché altrimenti non ci sarebbe certezza in nessuna votazione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

MAURIZIO LUPI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI. Signor Presidente, credo che in questo momento ci voglia molta responsabilità. Devo dire che anch'io ho presieduto quest'Assemblea e ci sono stati momenti peggiori di quelli che sta attraversando lei, e mi rivolgo ai colleghi Franceschini e Soro: ho sentito rivolgere alla Presidenza, quando io presiedevo, peggiori frasi e peggiori insulti; addirittura è stata scritta una lettera, rivolta al Presidente della Camera, in cui si metteva in discussione la mia buona fede (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
In questi casi dobbiamo usare molta responsabilità e porci un problema serio che qualcuno di noi aveva posto anche in sede di Ufficio di Presidenza, oltre che in quest'Aula, nel momento in cui si è introdotto questo sistema. Nel momento in cui è accertato - e si possono vedere i filmati - che ci sono dei deputati in Aula, presenti, molti deputati in Aula, sia di maggioranza che di opposizione, in una votazione delicatissima come quella di una questione pregiudiziale, è diritto del parlamentare presente in Aula votare? È un diritto costituzionale? È un diritto che viene affidato ad ognuno di noi da chi ci ha eletto (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)?
Qui non è un problema di maggioranza e opposizione ma di responsabilità che noi ci prendiamo. È evidente, lo dico, ci sono stati altri momenti cui ho assistito - sia da deputato che da Presidente pro tempore della Camera - in cui il problema era un altro: la maggioranza non aveva le persone, si era sul filo di un voto, di due, non c'erano i deputati presenti in Aula.
La situazione che noi stiamo attraversando - con il caso che si è verificato - non è un problema di responsabilità personale ma un'altra e ben diversa: c'erano - e le riprese delle telecamere lo possono ovviamente testimoniare - molti deputati presenti in Aula che non hanno potuto votare. Il fatto è stato che il risultato della votazione - con molti deputati presenti in Aula - ha visto approvare una pregiudiziale importante per il percorso di un provvedimento.
Noi qui in Parlamento, possiamo assumerci la responsabilità di non far andare avanti una legge piuttosto che di bloccarla avendo, di fatto - non colpevolmente ma di fatto -, impedito l'esercizio del voto di ogni singolo parlamentare? Qui c'è in gioco la democrazia del Paese. C'è in gioco la rappresentatività di un Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori), ma, ancora di più, c'è in gioco la mia prerogativa personale: io ci sono, io ho diritto di votare; con questo sistema, con un altro sistema, alzando la mano o abbassandola, ma ho il diritto di votare.
Per questo motivo rivolgo un appello alla responsabilità di maggioranza ed opposizione: in questi casi è giusto confrontarci ma credo che la votazione, verificando che i deputati fossero in Aula, si possa e si debba assolutamente ripetere.
Altra strada non c'è se non quella, poi, di creare un precedente per cui la discrezionalità, giusta o sbagliata, del Presidente di turno - a seconda che una parte o l'altra sia presente - decida immediatamente di chiudere le votazioni e impedire un voto o orientarlo in una direzione piuttosto che in un'altra. Faccio appello a Pag. 63lei e ai colleghi dell'opposizione affinché si usi responsabilità (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Vicepresidente Lupi, la ringrazio anche perché naturalmente dalle sue parole penso di poterle chiedere scusa se qualcuno del mio gruppo l'ha offesa come lei lo farà nei miei confronti, visto che stasera lo sono stata. Tuttavia, ciò detto mi consenta di respingere, per me e per qualunque Presidente pro tempore, il dubbio che si possa esercitare questa funzione in nome dell'appartenenza ad una o all'altra parte del Parlamento (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Detto questo, faccio presente un altro aspetto. Per quanto riguarda il diritto a votare con questo sistema chi si trova in questo posto ha il dovere di assicurare che chiunque è seduto possa votare (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) ed è chiamato a verificare l'eventuale non funzionamento del meccanismo di votazione.
Per quanto riguarda i ritardatari, sia dell'una sia dell'altra parte, mi consenta di dire - e la prego di andare a controllare - che ho aspettato abbastanza tempo (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania), molto più tempo rispetto ad altre votazioni. Il problema è che il diritto al voto non può essere esercitato prendendosi delle pause più lunghe di quelle previste dall'ordine del giorno.

DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, credo che il Vicepresidente Lupi ricordi bene che l'episodio cui faceva riferimento - e che è stato oggetto di contestazione da parte dei deputati dell'opposizione - era in un caso esattamente opposto, ossia un caso in cui vi è stato un tempo molto lungo di attesa che ha consentito a deputati che erano fuori dall'Aula di rientrare, votare e salvare la maggioranza per alcuni voti.
Ritengo che sia corretto, dato il nuovo sistema di votazione di cui disponiamo, individuare delle regole che tolgano, fin dove sia possibile, ogni margine di discrezionalità alla Presidenza e al Presidente di turno per stabilire quali sono i deputati che possano votare. Vi sono due porte in quest'Aula, per esempio, e penso che quelle potrebbero essere, nel momento in cui è indetta la votazione, il confine che non si può più varcare se la votazione è aperta. È giusto discutere di tutte queste cose. Discutiamole nella Conferenza dei presidenti di gruppo perché è interesse di tutti. Dico questo perché capisco che sia sgradevole essere battuti per diciotto voti su una questione pregiudiziale (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Tra l'altro, faccio presente che i deputati che erano nei corridoi e stavano salendo in Aula non erano diciotto. Questo è evidente a tutti (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Pertanto, ritengo sia utile fare una discussione per il futuro, ma è altrettanto chiaro a chiunque che nemmeno se tutti i 630 deputati fossero ora d'accordo potremmo ripetere una votazione il cui risultato è stato già proclamato. Pertanto, ritengo che questa discussione possa concludersi qui (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

AMEDEO LABOCCETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà per un minuto.

AMEDEO LABOCCETTA. Un minuto?

PRESIDENTE. Sì, onorevole Laboccetta. Hanno già parlato ampiamente i membri del suo gruppo.

AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, allora cominci subito a conteggiare il tempo: sessanta secondi esatti. Pag. 64
Signor Presidente, la seduta di oggi è stata aperta dall'onorevole Leone. Era una situazione tranquilla. Vi doveva essere una votazione con il voto favorevole da parte di tutta l'Assemblea. Ebbene, il Vicepresidente Leone ha atteso sette minuti - e forse anche di più - perché si completasse quella votazione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Ha concesso a tutti i parlamentari la possibilità di votare e si trattava di una votazione «tranquilla».
Lei oggi non è stata offesa. Lei oggi ha offeso il Parlamento con questo atto (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Italia dei Valori) perché ha messo in atto un blitz. Le voglio far notare solo una cosa e poi mi toglierà la parola: tra i tanti colleghi... Come è bravo Franceschini che ne ha contati meno di diciotto: erano ventisette. Ve lo dico io! Dicevo che tra quei ventisette vi era un collega, l'onorevole Pittelli, che si era allontanato poco fa per andare in infermeria e, benché questo collega avesse avuto dal medico dell'infermeria la possibilità di non rientrare in Aula, perché non sta bene, è ugualmente rientrato in Aula. Era tra quei ventisette che volevano esercitare il diritto di voto e lei glielo ha impedito.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signora Presidente, con molta tranquillità, intervengo solo per ricordarle che non più tardi di un'ora fa, mentre stavamo svolgendo operazioni di voto dopo una lunga dichiarazione di voto e alcuni colleghi avevano sottolineato il fatto che stavano accorrendo ai loro banchi, lei ha detto espressamente: voi, colleghi, sapete che io attendo sempre che possiate raggiungere i banchi per esercitare il vostro diritto. Sono le sue parole e le può rintracciare sul resoconto stenografico della seduta.
Ora, signora Presidente, dato che lei ha una postazione che le consente di vedere bene quello che accade, non può non aver visto il grande numero di colleghi che stava rientrando tempestivamente ai banchi e che si aspettavano che la sua dichiarazione di un'ora e mezza fa avesse lo stesso valore in quel momento, ma se, signora Presidente, il valore delle sue dichiarazioni muta con il mutare del significato del voto, è legittimo ritenere, in qualche misura, che da parte sua ci sia stata una svista ...

PRESIDENTE. Onorevole Stracquadanio, non glielo consento, questo non glielo consento.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Presidente, una svista...

PRESIDENTE. Onorevole Stracquadanio, il suo tempo è terminato. Non le consento di dire che cambio opinione in base alla votazione in corso. Il suo tempo è trascorso, ha parlato venti secondi in più.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Non ho terminato!

PRESIDENTE. Va bene, finisca.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Una svista per la quale la prego di riflettere rivedendo anche le immagini e facendo ammenda di un errore, che è compiuto probabilmente anche in buona fede, ma che è stato tale da doverlo riconoscere lei stessa per quello che ha detto in questa stessa seduta. Se lei non lo farà, Presidente, noi non sappiamo come far valere il nostro diritto di parlamentari di fronte a un suo alternare di giudizio che va di voto in voto, e siccome la certezza del diritto è alla base delle decisioni, anche la certezza dei comportamenti e la sua continuità è alla base del buon funzionamento di questa Assemblea (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). La mia è un'accorata preghiera: la prego di considerare quello che è accaduto.

GIUSEPPE CONSOLO. Chiedo di parlare.

Pag. 65

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, con profondo rispetto, ma con altrettanta fermezza... Attenderò che lei finisca di parlare al telefono...
Presidente, con profonda umiltà mi rivolgo a lei quale Presidente della Camera e mi rivolgo a lei con altrettanta fermezza. L'articolo 8 del Regolamento le impone, signor Presidente, di gestire in modo proprio i lavori di quest'Aula. Lei sa, per averlo verificato e avendone avuto la prova successivamente, che qualche decina di colleghi, io ne ho contati più di trenta stavano (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)... Colleghi, vi prego, voi sapete che sono nel giusto.
Io le formalizzo, signor Presidente, l'istanza di ripetere la votazione, come già è stato fatto da suoi predecessori e come già è stato fatto da lei, signora Presidente; io lo ricordo e non punto il dito contro di lei perché non mi permetterei mai. Le chiedo, quindi, signora Presidente, di consultare gli uffici...

PRESIDENTE. L'ho già fatto, onorevole Consolo.

GIUSEPPE CONSOLO. ...e di dichiarare la votazione nulla come già...

PRESIDENTE. La ringrazio.

GABRIELLA CARLUCCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELLA CARLUCCI. Signor Presidente, desidero che venga messo a verbale che io ero qui, ho cercato di votare, il sistema elettronico non ha funzionato, mi sono sbracciata, ma lei non mi ha visto.

PRESIDENTE. Onorevole Carlucci, prendo atto che non è riuscita a votare.

GABRIELLA CARLUCCI. Sì, signor Presidente, perché io ero qui e non ha funzionato il sistema elettronico.

PRESIDENTE. Onorevole Carlucci, lei ha ragione.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo intanto per esprimerle tutta la mia solidarietà, anche a nome del mio gruppo, per le offese che le sono state recate questa sera di fronte ad un comportamento che non è stato affatto di parte (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Vorrei ricordare che vi sono colleghi, i vostri, che sono entrati in Aula dieci minuti dopo il fatto e sono andati al banco a far registrare il loro voto. Aggiungo, signora Presidente, con riferimento al caso di cui ha parlato l'onorevole Lupi, che mi sono preso la briga di andare a misurare il tempo delle votazioni. In quel caso, per dieci votazioni, fino a quella in cui la maggioranza è andata sotto, il voto è stato chiuso tra i venticinque e i trentacinque secondi. In quella di cui si parla, la votazione è stata tenuta aperta per tre minuti e quaranta secondi, cosa verificabile con i filmati (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intanto vorrei rilevare pacatamente che stare qui a fare il conteggio dei secondi della durata della votazione non fa molto onore a noi stessi. In questo caso, si tratta di un fatto di diritto costituzionale, come altrettanto pacatamente ha rilevato l'onorevole Lupi, con molta competenza e anche con molto garbo, oltre che con molta precisione. Vale a dire che vi sono stati trentaquattro colleghi, trentacinque con l'onorevole Carlucci (che ha testé fatto presente alla Presidenza di non essere riuscita a votare) che hanno fatto presente Pag. 66agli uffici di essere stati in Aula, ma di non aver fatto in tempo a votare nella loro postazione.
Signora Presidente, è evidente che questo per noi è un fatto politico importante. Ora possiamo stare qui a discutere del sesso degli angeli o dell'opportunità o meno di questo sistema di voto, ma credo che siamo di fronte ad un fatto di natura politica evidente. Signor Presidente, lei ha chiuso una votazione in presenza di deputati in Aula. Vi sono state votazioni - lo dico all'onorevole Franceschini - in cui la maggioranza è andata sotto perché magari vi sono stati colleghi che hanno votato in maniera difforme o perché c'era una colpevole assenza. Questo fa parte del confronto parlamentare e lo accettiamo, perché il confronto parlamentare è anche questo. Quanto è accaduto è più difficile da accettare. Per questo motivo, chiedo alla Presidenza di valutare attentamente, magari anche considerando l'ipotesi avanzata dal presidente Cicchitto di svolgere una Conferenza dei presidenti dei gruppi immediatamente successiva a questi interventi, di annullare questa votazione.
Questa non è una sconfitta di natura parlamentare, ma una sconfitta dovuta ad una chiusura anticipata delle votazioni, che non voglio neanche immaginare sia di natura dolosa o colposa della Presidenza. Però, sta di fatto - il numero di coloro che sono andati a registrarsi parla da sé ed è un numero superiore alla differenza che c'è stata nella votazione - che colleghi che erano presenti in Aula non hanno potuto votare.
Non si trattava di una votazione normale. È chiaro che, quando vi è unanimità, la Presidenza chiude la votazione più rapidamente, ma questa era una votazione contrapposta: la votazione della questione pregiudiziale conta di più del voto finale di un decreto-legge, ha di fatto la stessa effettività.
Dunque, signor Presidente, credo che il buonsenso vorrebbe, onorevole Franceschini e onorevole Borghesi, in una dialettica onesta tra maggioranza e opposizione, che si dicesse serenamente che la maggioranza questa volta in Aula c'era. Se non vi fosse stata, non avremmo avuto motivo di protestare così tanto - anche sopra le righe forse e me ne scuso - ma era una protesta legittima, signor Presidente, perché la maggioranza in Aula c'era.
Di fronte a questo, signor Presidente, poniamoci il problema - già giustamente sollevato sia dal presidente del nostro gruppo, onorevole Cicchitto, che dal Vicepresidente Lupi - del diritto sacrosanto dei deputati presenti in quest'Aula di votare e, conseguentemente, ragioniamo sull'ipotesi di annullare la votazione.
Signor Presidente, in un Parlamento come quello inglese, di antichissima tradizione, tanto è il rispetto della maggioranza e dell'opposizione, così come sono uscite dalle urne, che, a volte, l'opposizione, quando vede che la maggioranza è in difficoltà, fa uscire i propri parlamentari per rispettare la volontà degli elettori.
Questa volta è sorta una questione che pone la Presidenza di fronte ad una scelta difficile. Credo che ripetere questa votazione con l'assenso di tutti, per dimostrare che i deputati che sono in Aula hanno il diritto di votare, farebbe onore non solo alla maggioranza, ma soprattutto all'opposizione perché sarebbe una scelta da galantuomini. Farebbe onore anche alla Presidenza, che potrebbe aver commesso l'errore umano, comprensibile, di aver chiuso la votazione prima di aver permesso a tutti colleghi di entrare.
Si tratterebbe di un errore molto più perdonabile rispetto a quello in cui la Presidenza incorrerebbe con il rifiuto di ripetere una votazione, annullandone ovviamente l'esito, e di permettere a tutti colleghi, che adesso si trovano in quest'Aula, di pronunciarsi effettivamente su un decreto-legge che, in questo momento, è in vigore.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli - come ho affermato precedentemente - penso che abbia diritto a votare chi sia seduto al proprio posto (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Poi vi è la disponibilità: chiedo scusa, per esempio, all'onorevole Carlucci che mi ha Pag. 67detto che stava votando, perché normalmente aspetto tutti. Ci tengo, comunque, a precisare che ho aspettato cinquantuno secondi (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Credo, da questo punto di vista, per quanto mi riguarda, di non aver commesso irregolarità. Tutti i gruppi si sono espressi. Ritengo che, sulla validità della votazione, la Conferenza dei presidenti di gruppo non abbia nessun potere, ciononostante è stata richiesta la riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, e, di ciò, non posso non informare il Presidente, perché a lui spetta la convocazione della medesima. Allo stesso modo credo che debba essere recepita la richiesta dell'onorevole Franceschini, il quale chiede regole più certe per tutti.
Per questo motivo sospendo la seduta e sarà il Presidente a decidere se convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo, fermo restando che - a norma del Regolamento - non spetta a tale organismo stabilire la validità dei voti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

La seduta, sospesa alle 19,30, è ripresa alle 19,55.

PRESIDENTE. Durante la sospensione della seduta, ho avuto modo di sentire il Presidente della Camera, cui ho riferito quanto è accaduto e le posizioni dei gruppi. Il Presidente della Camera, accogliendo la richiesta del presidente Cicchitto, ha convocato per domani mattina alle 8,30 la Conferenza dei presidenti di gruppo. A questo punto, il seguito dell'esame dei punti all'ordine del giorno è rinviato alla seduta di domani.

Sull'ordine dei lavori (ore 19,57).

NUNZIA DE GIROLAMO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NUNZIA DE GIROLAMO. Signor Presidente, intervengo solo per dirle che il mio caso era analogo a quello dell'onorevole Carlucci: ero nel banco, ho alzato la mano e non mi ha visto.

PRESIDENTE. Sta bene.

GIULIANO CAZZOLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, vorrei ricordare che in questi giorni un giudice di primo grado ha assolto Lorenzo Necci, dopo 14 anni dalla vicenda che portò all'arresto e alle dimissioni da amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato e dopo 4 anni dalla morte. Il caso di Lorenzo Necci fu uno dei primi in cui le intercettazioni telefoniche svolsero un ruolo a mio avviso anche nel presentare sotto una cattiva luce Lorenzo Necci e alcuni suoi familiari. Credo che questo fatto vada ricordato in Aula come caso in cui ad una persona non è stata resa giustizia se non dopo anni ed anni intollerabili e dopo la sua morte; e credo che vada ricordato proprio in un momento in cui la questione delle intercettazioni telefoniche è all'ordine del giorno dei lavori delle Camere (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

RITA BERNARDINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, vorrei richiamare la sua attenzione e quella dell'Assemblea sul fatto che si è verificato a partire dal 24 aprile scorso, quando ho iniziato a compiere tutta una serie di accessi agli atti a nome della delegazione radicale che fa parte del gruppo del Partito Democratico. Le diverse richieste di accesso agli atti sono state Pag. 68avanzate in base all'articolo 68, comma 4, del regolamento di amministrazione e contabilità della Camera, che stabilisce che i deputati possono avere accesso alla lista dei fornitori e dei consulenti ed ai contratti, oltre che ai verbali delle sedute dell'Ufficio di presidenza e delle riunioni dei questori.
Dal 29 aprile, data della prima richiesta in cui chiedevo una serie di atti riguardanti l'agenzia del Banco di Napoli all'interno della Camera dei deputati, e poi per le richieste successive, non abbiamo mai ricevuto risposta, nemmeno circa i motivi - a nostro avviso inspiegabili - per cui si negava ad un deputato facente parte di quest'Assemblea la possibilità di accedere a tali atti.
Signora Presidente, siccome ciò è scritto piuttosto chiaro nel regolamento di amministrazione e contabilità della Camera dei deputati, la prego di far sapere a me e agli altri deputati della delegazione il motivo in base al quale ci si nega questo accesso, tenuto presente che alcune delle richieste erano particolarmente importanti ai fini della trasparenza della Camera. Ad esempio, si chiedeva di accedere al contratto (e ai vari rinnovi che si sono tenuti in questi anni) fatto e stipulato con la società Milano 90 per gli affitti che vengono pagati per gli uffici dei singoli deputati della Camera e per il servizio di ristorazione: volevamo semplicemente accedere a questi contratti per poterli esaminare.
Allo stesso modo ci è stata finora negata la possibilità di visionare con congruo anticipo (e non come è stato fatto negli ultimi due anni, ma non so in precedenza) il bilancio interno di previsione della Camera dei deputati. Non vorrei che accadesse, ad esempio, quello che è accaduto negli ultimi anni in cui questo bilancio viene reso disponibile solamente poche ore prima dell'approvazione così che i deputati non hanno il tempo di esaminarlo.
Concludo dicendo che, proprio per tale motivo, ho di nuovo iniziato un'azione non violenta di sciopero della fame, fino a quando non mi sarà data risposta rispetto alle richieste che sono state avanzate. Credo che tutto questo sia necessario in un momento in cui si chiedono ai cittadini grandi sacrifici: noi dobbiamo rispondere con la trasparenza degli atti che si compiono in quest'Aula. Grazie (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Bernardini, sono lieta di comunicarle che l'Ufficio di Presidenza ha esaminato le sue richieste di accesso che erano state precedentemente esaminate dal Collegio dei questori ed ha approvato la relazione del Collegio, in base alla quale una serie di atti è stata considerata accessibile, mentre per tutti gli altri si è rinviato al riesame dell'articolo del regolamento riguardante l'accessibilità dei dati in maniera tale da poter ampliare lo stesso. Peraltro, sempre in sede di Ufficio di Presidenza si è convenuto sull'opportunità di rivedere appunto l'articolo 68 e comunque di rendere pubblico, attraverso anche una revisione del regolamento di amministrazione e contabilità, lo stesso progetto di bilancio della Camera. Verrà pubblicato nei prossimi giorni e mi auguro che ciò serva a lei per non iniziare lo sciopero della fame - o, se lo ho già iniziato, ad interromperlo, onorevole Bernardini - perché credo che ve ne siano tutti gli elementi.

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 20,06).

LUCIA CODURELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la risposta a numerose interrogazioni a risposta scritta che in più occasioni sono state sollecitate per iscritto ed ho visto che la Presidenza Pag. 69ha svolto le sollecitazioni perché ne ho avuto un riscontro (ma ciò rimane incredibile e pertanto ritorno verbalmente sulla questione).
Le interrogazioni cui mi riferisco sono le seguenti: l'interrogazione a risposta scritta n. 4-03224 del 10 giugno dell'anno scorso sul saluto fascista del Ministro Brambilla e la n. 4-02525, sull'INAIL, del 12 marzo 2009.
Ricordo inoltre l'interrogazione n. 4-03356 del 24 giugno 2009 sulle contestazioni ai ministri Gelmini e La Russa; l'interrogazione n. 4-04616 del 20 ottobre 2009 sulla «microchippatura» dei cani; la n. 4-05186 del 26 novembre 2009 sugli spedizionieri doganali; la n. 4-05228 del 1o dicembre 2009 sulle protesi dei malati oncologici e poi ancora la n. 4-05567 del 22 dicembre 2009, relativa ad una richiesta di mobilità, per capire per quali regioni viene negata; e ultima l'interrogazione sulle dichiarazioni del viceministro Castelli sulle risorse ai soli comuni leghisti.
Faccio presente il problema in quest'Aula, signor Presidente, perché nonostante le numerose sollecitazioni per iscritto, che ho avuto riscontro che la Presidenza abbia fatto, mi domando se le interrogazioni a risposta scritta dopo più di un anno possano non avere una risposta che credo sia doverosa. Le interrogazioni a risposta in Commissione hanno risposta in tempi molto, molto più stretti. Credo che ciò sia una mancanza di rispetto nei confronti del Parlamento, altrimenti chiedo quali siano le motivazioni per cui non vi è una risposta rispetto a interrogazioni che risalgono addirittura a marzo dell'anno scorso.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Codurelli, la sua sollecitazione verrà recepita.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 9 giugno 2010, alle 10:

(ore 10 e ore 16)

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica Amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l'emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche e per la codificazione in materia di pubblica amministrazione (Testo risultante dallo stralcio degli articoli 14, 25 e 27 del disegno di legge n. 3209, disposto dal Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento, e comunicato all'Assemblea il 2 marzo 2010) (C. 3209-bis-A/R).
- Relatore: Orsini.

2. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge (previo esame e votazione della questione pregiudiziale di costituzionalità presentata):
FARINA COSCIONI ed altri; ANGELA NAPOLI; LIVIA TURCO ed altri; DI VIRGILIO e PALUMBO; MURA ed altri; MINARDO ed altri; DI PIETRO ed altri; SCANDROGLIO ed altri; ZAZZERA; DE POLI ed altri: Principi fondamentali in materia di governo delle attività cliniche per una maggiore efficienza e funzionalità del Servizio sanitario nazionale (C. 278-799-977-ter-1552-1942-2146-2355-2529-2693-2909-A).

- Relatore: Di Virgilio.

3. - Seguito della discussione della mozioni Reguzzoni, Bernardo ed altri n. 1-00375, Lulli ed altri n. 1-00377, Borghesi ed altri n. 1-00378, Misiti ed altri n. 1-00380 e Vietti ed altri n. 1-00382 concernente il rafforzamento del contrasto all'evasione contributiva e fiscale, con particolare Pag. 70riferimento al settore del commercio ambulante.

4. - Seguito della discussione delle mozioni Boniver ed altri n. 1-00338, Mecacci ed altri n. 1-00344, Evangelisti ed altri n. 1-00376, Misiti ed altri n. 1-00379, Tempestini ed altri n. 1-00381 e Vietti ed altri n. 1-00383 concernenti iniziative per la tutela dei diritti umani a Cuba, con particolare riferimento ai dissidenti politici e ai detenuti per reati di opinione.

(ore 15)

5. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta termina alle 20,10.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3209-bis-A/R - articolo 1 486 486 244 486 54 Appr.
2 Nom. em. 1-bis.1 504 504 253 239 265 51 Resp.
3 Nom. em. 1-bis.2, 1-bis.3 505 505 253 243 262 51 Resp.
4 Nom. em. 1-bis.4, 1-bis.5 508 508 255 245 263 51 Resp.
5 Nom. em. 1-bis.6, 1-bis.7 515 515 258 250 265 51 Resp.
6 Nom. em. 1-bis.8, 1-bis.9 513 513 257 250 263 51 Resp.
7 Nom. articolo 1-bis 513 301 212 151 300 1 50 Appr.
8 Nom. em. 1-ter.1 515 515 258 246 269 50 Resp.
9 Nom. em. 1-ter.2 518 518 260 247 271 50 Resp.
10 Nom. em. 1-ter.3 516 516 259 251 265 50 Resp.
11 Nom. em. 1-ter.4 516 516 259 253 263 50 Resp.
12 Nom. em. 1-ter.5 513 513 257 248 265 48 Resp.
13 Nom. em. 1-ter.200 513 513 257 495 18 48 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. articolo 1-ter 518 518 260 267 251 48 Appr.
15 Nom. em. 1-quater.1 518 518 260 252 266 48 Resp.
16 Nom. em. 1-quater.200 524 524 263 523 1 48 Appr.
17 Nom. em.1-quinquies.1, .2, .200 523 523 262 523 48 Appr.
18 Nom. em. 2.200 523 523 262 523 48 Appr.
19 Nom. Votazione annullata Annu.
20 Nom. articolo 2 520 520 261 520 48 Appr.
21 Nom. articolo agg. 2.01 519 518 1 260 249 269 48 Resp.
22 Nom. em. 3.1 521 521 261 255 266 48 Resp.
23 Nom. em. 3.2 521 521 261 519 2 48 Appr.
24 Nom. em. 3.3 521 521 261 249 272 48 Resp.
25 Nom. em. 3.4 522 522 262 522 48 Appr.
26 Nom. articolo 3 513 314 199 158 314 48 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 4.200 510 508 2 255 508 48 Appr.
28 Nom. em. 4.1 515 515 258 515 48 Appr.
29 Nom. articolo 4 516 516 259 516 48 Appr.
30 Nom. em. 4-bis.1 514 514 258 256 258 48 Resp.
31 Nom. em. 4-bis.200 520 520 261 263 257 48 Appr.
32 Nom. em. 4-bis.201 519 519 260 261 258 48 Appr.
33 Nom. articolo 4-bis 522 522 262 264 258 48 Appr.
34 Nom. em. 5-bis.1, 5-bis.200 509 508 1 255 507 1 48 Appr.
35 Nom. em. 5-ter.1 513 513 257 252 261 46 Resp.
36 Nom. em. 5-ter.2, 5-ter.3 511 511 256 221 290 44 Resp.
37 Nom. em. 5-ter.4 516 516 259 215 301 44 Resp.
38 Nom. em. 5-ter.5 515 515 258 251 264 42 Resp.
39 Nom. em. 5-ter.6 521 482 39 242 208 274 42 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 5-ter.7 524 524 263 251 273 42 Resp.
41 Nom. em. 5-ter.8 521 483 38 242 215 268 42 Resp.
42 Nom. articolo 5-ter 528 528 265 306 222 42 Appr.
43 Nom. em. 6.200 526 526 264 525 1 42 Appr.
44 Nom. articolo 6 517 517 259 517 42 Appr.
45 Nom. em. 6-bis.1 502 501 1 251 245 256 41 Resp.
46 Nom. em. 6-bis.2 510 509 1 255 246 263 41 Resp.
47 Nom. articolo 6-bis 513 513 257 270 243 41 Appr.
48 Nom. em. 7.1 522 522 262 256 266 40 Resp.
49 Nom. em. 7.2 531 531 266 260 271 40 Resp.
50 Nom. em. 7.3 525 525 263 255 270 40 Resp.
51 Nom. em. 7.4 534 534 268 263 271 40 Resp.
52 Nom. em. 7.5 533 533 267 261 272 40 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 62)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. articolo 7 536 536 269 308 228 38 Appr.
54 Nom. articolo 7-bis 536 536 269 532 4 37 Appr.
55 Nom. em. 7-ter.1 537 537 269 262 275 36 Resp.
56 Nom. em. 7-ter.2, 7-ter.3 539 539 270 263 276 36 Resp.
57 Nom. em. 7-ter.4 539 539 270 265 274 36 Resp.
58 Nom. articolo 7-ter 508 508 255 266 242 36 Appr.
59 Nom. em. 7-quater.1 514 512 2 257 210 302 36 Resp.
60 Nom. em. 7-quater.2 508 508 255 238 270 36 Resp.
61 Nom. articolo 7-quater 528 526 2 264 312 214 34 Appr.
62 Nom. Ddl 3514 - Questione pregiudiziale 481 480 1 241 249 231 32 Appr.