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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 306 di mercoledì 14 aprile 2010

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 10,35.

MIMMO LUCÀ, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brancher, Brugger, Bruno, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Cirielli, Colucci, Cossiga, Cota, D'Alema, Donadi, Fassino, Gregorio Fontana, Franceschini, Frassinetti, Gibelli, Giancarlo Giorgetti, Giro, Lusetti, Migliori, Mura, Palumbo, Pescante, Ravetto, Romani, Stucchi, Tabacci, Tenaglia, Valducci, Vito e Zeller sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Trasferimento a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n.2587 (ore 10,36).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge della quale la XI Commissione (Lavoro) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:

alla XI Commissione (Lavoro):
STUCCHI: «Modifica all'articolo 1 della legge 3 dicembre 1962, n. 1712, concernente la composizione dei comitati consultivi provinciali presso l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro» (2587) (La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.

(Così rimane stabilito).

Deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte costituzionale dalla Corte di cassazione di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 62 del 2010 (ore 10,38).

PRESIDENTE. Comunico che l'Ufficio di Presidenza, nella riunione del 13 aprile 2010 - preso atto dell'orientamento favorevole espresso dalla Giunta per le autorizzazioni nella seduta dell'11 marzo 2010 - ha deliberato di proporre alla Camera la costituzione in giudizio innanzi alla Corte costituzionale, ai sensi dell'articolo 37 della legge n. 87 del 1953, per resistere al Pag. 2conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sollevato dalla Corte di cassazione, dichiarato ammissibile dalla Corte costituzionale con ordinanza n. 62 del 2010, in relazione alla deliberazione della Camera del 22 febbraio 2000, con la quale è stata dichiarata - ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione - l'insindacabilità delle opinioni espresse dall'onorevole Costantino Belluscio, deputato all'epoca dei fatti, nei confronti del dottor Salvatore Senese, magistrato.
Se non vi sono obiezioni...

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, ritengo che il Parlamento debba rispettare un organo come la Corte di cassazione, quando questa ritiene di chiedere alla Corte costituzionale se esista o meno questo conflitto di attribuzione. Per questa ragione, ritengo improprio che il Parlamento debba mettersi contro la Corte di cassazione e non lasciare, invece, che questa faccia il suo corso autonomamente. Noi, quindi, annunciamo la nostra contrarietà a questa costituzione in giudizio.

PRESIDENTE. È evidente che dopo l'intervento dell'onorevole Di Pietro si debba procedere alla votazione.

Preavviso di votazioni elettroniche senza registrazione di nomi (ore 10,39).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, decorre da questo momento il termine di preavviso di cinque minuti previsto dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Nessun altro chiedendo di parlare, per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,45.

La seduta, sospesa alle 10,40, è ripresa alle 10,50.

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti della scuola media «Niccolò Andria» di Massafra (Taranto), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame della deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte costituzionale dalla Corte di cassazione di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 62 del 2010.
Non essendovi state richieste di intervento, a favore o contro, prima della sospensione della seduta dovremo procedere direttamente al voto. Tuttavia, ha chiesto di parlare l'onorevole Samperi per un breve intervento. Prego, onorevole Samperi, ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, intendo motivare brevemente la contrarietà del gruppo del Partito Democratico alla costituzione della Camera nel giudizio presso la Corte costituzionale. Non si tratta solo della spesa pubblica, che pure è un aspetto da ponderare non in modo disinvolto, giacché se occorre difendere alcuni principi la spesa è necessaria, utile e giustificabile. Ma in questo caso noi riteniamo che non lo sia e voteremo contro per due motivi. Il primo è specifico: l'interrogazione parlamentare del 1987, con cui si ritenne nel 2000 di fondare il giudizio di immunità, non era conferente. So che qualcuno votò per l'insindacabilità, ma nell'arco di questi tredici anni (un lungo tempo è passato) la Corte europea dei diritti dell'uomo ha stabilito per sette volte nel corso di pochi anni che la disinvolta applicazione dell'insindacabilità porta ad una lesione del diritto ad adire un giudice e quindi ad una denegata giustizia per il cittadino terzo che si sente Pag. 3leso. D'altra parte la giurisprudenza della Corte è consolidata in questa direzione, nel senso che non basta un generico richiamo ad un atto parlamentare, ma il richiamo deve essere specifico e conferente.
L'altro motivo è che nonostante la Camera si sia costituita in vari giudizi, per esempio in riferimento alle sentenze n. 10 e n. 11 del 2000, le cause sono andate perdute. Altre cause, invece, sono state vinte in giudizi in cui la Camera non si era costituita. Pertanto, per questi due motivi anticipo la contrarietà da parte del gruppo del Partito Democratico alla costituzione in giudizio della Camera.

PRESIDENTE. Prendo atto che nessun altro chiede di intervenire.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,52).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte costituzionale dalla Corte di cassazione di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 62 del 2010.
Aspettiamo tutti i ritardatari. Ricordo che la votazione è senza registrazione di nomi.
(È approvata).

La Camera approva per 69 voti di differenza.

Organizzazione dei tempi di discussione dei disegni di legge di ratifica (ore 10,55).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dei disegni di legge di ratifica nn. 3211-A, 3236 e 3259.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati all'esame dei disegni di legge di ratifica all'ordine del giorno è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del Protocollo ai sensi dell'articolo 34 del Trattato sull'Unione europea recante modifica, per quanto attiene all'istituzione di un archivio di identificazione dei fascicoli a fini doganali, della Convenzione sull'uso dell'informatica nel settore doganale, fatto a Bruxelles l'8 maggio 2003 (A.C. 3211-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del Protocollo ai sensi dell'articolo 34 del Trattato sull'Unione europea recante modifica, per quanto attiene all'istituzione di un archivio di identificazione dei fascicoli a fini doganali, della Convenzione sull'uso dell'informatica nel settore doganale, fatto a Bruxelles l'8 maggio 2003.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 3211-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, onorevole Pianetta, ha facoltà di svolgere la relazione.

ENRICO PIANETTA, Relatore. Signor Presidente, il Protocollo alla Convenzione sull'uso dell'informatica nel settore doganale, Pag. 4che prevede la creazione di un archivio di identificazione dei fascicoli a fini doganali, concluso a Bruxelles l'8 maggio 2003, è inteso a consentire alle autorità di uno Stato membro che svolgono indagini su persone o imprese di conoscere se autorità di altri Stati membri hanno svolto o stanno svolgendo indagini sugli stessi soggetti, attraverso un'informazione sull'esistenza di fascicoli di indagine.
Attualmente, in ambito comunitario, lo strumento chiave per attuare la cooperazione doganale è rappresentato dal regolamento n. 515/1997 del Consiglio, del 13 marzo 1997, che prevede la mutua assistenza tra le autorità amministrative degli Stati membri e la collaborazione tra queste e la Commissione per assicurare la corretta applicazione delle normative doganale e agricola. Tale regolamento prevede l'assistenza e la cooperazione nell'individuazione e nella ricerca delle infrazioni alle disposizioni doganali comunitarie.
A livello di cooperazione intergovernativa le basi giuridiche sono invece costituite dalla Convenzione di Napoli del 1967 e dalla Convenzione conclusa sulla base dell'articolo K3 del Trattato sull'Unione europea, relativa alla mutua assistenza e alla cooperazione tra amministrazioni doganali, firmata a Bruxelles il 18 dicembre 1997 (cosiddetta «Napoli II»), che disciplina la collaborazione tra le amministrazioni doganali degli Stati membri dell'Unione europea allo scopo di prevenire, accertare e reprimere le violazioni della normativa doganale e che prevede anche forme di cooperazione necessarie nella fase repressiva e sanzionatoria, in particolare anche attraverso la previsione di sanzioni penali nei settori rimasti di competenza dei singoli Stati membri.
Ricordo che la Camera - relatore il collega Picchi - ha esaminato nel dicembre 2008 tale Convenzione, la cui ratifica, rimandata più volte nel passato, è intervenuta con la legge 30 dicembre 2008, n. 217.
Nell'ambito degli strumenti giuridici di cooperazione in materia doganale si colloca, altresì, la Convenzione sull'uso dell'informatica nel settore doganale, fatta a Bruxelles il 26 luglio 1995 e resa esecutiva dalla legge 30 luglio 1998, n. 291, che ha previsto la creazione di un sistema informativo doganale (SID). Il SID è gestito dall'ufficio europeo per la lotta antifrode e permette lo scambio di informazioni a livello comunitario utilizzando la rete del Common communication network/Common system interface, piattaforma comune che ha lo scopo di assicurare tutte le trasmissioni per via elettronica tra le autorità competenti nel settore delle dogane e della fiscalità.
L'accordo in esame potenzia, quindi, il sistema informativo doganale attraverso la creazione di una specifica banca dati per le indagini antifrode ed è di grandissimo rilievo per affrontare i problemi, comuni a tutti gli Stati dell'Unione europea, della lotta alla grande criminalità organizzata. Quando il Protocollo sarà pienamente operativo, l'amministrazione dello Stato membro che sta svolgendo indagini su persone o società per infrazioni della normativa doganale potrà sapere, in tempo reale, se analoghe indagini sono in corso o sono state svolte in altri Paesi dell'Unione europea, al fine di conoscerne gli esiti e di contattare gli investigatori. Tutto ciò rappresenterà una modalità operativa di indubbia importanza per la conduzione delle investigazioni nei confronti della criminalità transfrontaliera.
Il Protocollo si applica alle amministrazioni destinatarie degli Stati membri: nel nostro caso l'autorità responsabile dell'archivio sarà, come riportato nella relazione illustrativa, l'Agenzia delle dogane, anche se l'accesso all'archivio sarà garantito anche al personale della Guardia di finanza, in qualità di polizia economico-finanziaria, nonché alle altre forze di polizia sulla base delle singole competenze.
Per quanto attiene ai criteri d'immissione dei dati d'indagine nel sistema, l'articolo 12 B introdotto dal Protocollo prevede l'inserimento di dai riguardanti persone o società a carico delle quali è stato aperto un fascicolo di indagine in quanto: sono state sospettate di commettere o di avere commesso, a norma della legge nazionale, Pag. 5una violazione grave della legge doganale, direttamente o tramite altri soggetti; sono state oggetto di constatazione di una violazione grave; sono state oggetto di una sanzione amministrativa o penale. Il Protocollo fissa alcuni precisi limiti alla registrazione dei dati nel caso in cui la registrazione stessa possa arrecare pregiudizio all'ordine pubblico o ad altri interessi essenziali dello Stato membro, soprattutto in materia di dati personali (articolo 12 C).
Un ulteriore limite è previsto per la conservazione del singolo fascicolo nella banca dati, conformemente a quanto disposto all'articolo 12 E della Convenzione, introdotto dal Protocollo in esame. I tempi fissati dall'articolo 12 E della Convenzione sono di tre, sei e dieci anni per quanto riguarda, rispettivamente, i fascicoli relativi a indagini in corso, quelli relativi a indagini che hanno portato alla constatazione di una violazione e quelli relativi a indagini da cui è scaturita una condanna o un'ammenda.
In conclusione, signor Presidente, per quanto attiene all'impatto finanziario, in analogia con quanto previsto dalla legge di autorizzazione alla ratifica della Convenzione sull'uso dell'informatica nel settore doganale, l'attuazione del disposto del Protocollo avverrà nell'ambito delle risorse umane e strumentali dell'Agenzia delle dogane o delle altre forze di polizia che saranno individuate dal legislatore, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. A tale riguardo, segnalo che tale circostanza è stata esplicitata con una clausola di neutralità finanziaria introdotta nell'articolato in conformità al parere reso dalla Commissione bilancio che, in sede di Commissione esteri, abbiamo recepito con un emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presente, mi riservo di intervenire in sede di dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Sta bene. È iscritto a parlare l'onorevole Narducci. Ne ha facoltà.

FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il Protocollo che modifica la Convenzione sull'uso dell'informatica nel settore doganale, al nostro esame, ha lo scopo di sviluppare la cooperazione doganale tra le autorità degli Stati membri dell'Unione europea (in Italia, evidentemente, l'Agenzia delle dogane), mediante la creazione di un archivio di identificazione dei fascicoli a fini doganali.
In particolare, il Protocollo consentirà alle autorità nazionali - anche alle autorità di finanza e di polizia - di accedere ad un archivio elettronico contenente le informazioni relative a persone o società a carico delle quali è stato aperto un fascicolo - in quanto sospettate di violazioni gravi alla legge doganale - ed è stata constatata una violazione o irrogata una sanzione amministrativa o penale. Lo strumento risulta di particolare importanza al fine di prevenire, accertare e reprimere le violazioni alle norme doganali e, soprattutto, le frodi commesse da persone e da società operanti sul territorio dell'Unione europea.
La novità principale consiste nella predisposizione di forme di cooperazione, mirate anche ad intensificare gli interventi repressivi, quindi mediante strumenti penali. È appena il caso di rilevare come le tecnologie avanzate, nelle società moderne, siano utilizzate spesso ai fini di circolazione del crimine organizzato, che si avvale sempre più di una rete globale di contatti e di informazioni.
La predisposizione di strumenti di contrasto alle attività illecite, quindi, deve essere almeno in grado di predisporre una Pag. 6rete altrettanto organizzata e sofisticata, se si intende ottenere qualche risultato utile.
Nell'ambito dell'Unione europea, sin dall'adozione del Trattato di Amsterdam, la finalità di realizzare uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia significa, innanzitutto, creare uno spazio giuridico in cui gli ampi margini di libertà offerti ai singoli cittadini e agli operatori economici si svolgano in un contesto in cui, allo stesso tempo, è assicurata la sicurezza delle persone e delle transazioni economiche e delle attività non economiche, in un contesto giudiziario tendenzialmente unificato.
L'eliminazione della suddivisione in pilastri, che era stata introdotta dal Trattato di Maastricht, inoltre, ha reso più omogeneo l'ambito degli interventi, sia in materia civile e commerciale, sia in materia penale, contribuendo ad una razionalizzazione delle azioni e degli strumenti funzionali alla piena ed effettiva realizzazione dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia.
Lo stesso articolo 33, in materia di cooperazione doganale, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, come modificato dal Trattato di Lisbona, è stato modificato al fine di integrare le misure penali e i profili inerenti all'amministrazione della giustizia tra gli strumenti azionabili nell'ambito di tale cooperazione.
La cooperazione doganale e, soprattutto, gli strumenti giuridici e tecnologici previsti dal Protocollo, quindi, signor Presidente, si inseriscono a pieno titolo all'interno del processo in atto, che si propone di affiancare ai principi e agli obiettivi di libertà delle attività economiche e del mercato strumenti volti al rispetto della legalità, in funzione di garanzia della sicurezza e della giustizia per tutti i soggetti appartenenti all'ordinamento dell'Unione europea.
La ratifica del Protocollo costituisce, quindi, ad avviso e a parere del Partito Democratico, una tappa essenziale nella costruzione dello spazio giuridico europeo, fondato su valori condivisi di libertà, sicurezza e giustizia, in risposta alle aspettative dei cittadini, degli operatori economici, degli Stati e delle istituzioni dell'Unione europea.
È con questo spirito, signor Presidente, che il Partito Democratico accoglie con favore la ratifica di questo Protocollo.
Signor Presidente, vorrei aggiungere una nota del tutto personale: credo che occorra assolutamente modificare i regolamenti riguardanti l'approvazione di questi Trattati, importantissimi per il funzionamento delle istituzioni e del nostro Paese, che spesso vengono discussi e poi approvati in quest'Aula tra l'assordante rumore e la mancanza di attenzione da parte di tutti, come se nulla fosse. Quindi, credo che sarebbe assolutamente importante mettere mano a questa prassi e regolare questi Trattati in Commissione o in modo diverso.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signora Presidente, la Convenzione dell'Unione europea di cui stiamo discutendo, relativamente ad un Protocollo di modifica della Convenzione stessa sull'uso dell'informatica nel settore doganale, che è stata recepita dall'Italia sin dal 1998, ha istituito il sistema informativo doganale, con lo scopo precipuo di facilitare la prevenzione e il perseguimento di gravi infrazioni alle leggi nazionali in materia doganale.
In particolare, la normativa ha previsto la realizzazione di un data base centrale, gestito dalla Commissione europea, cui è possibile accedere tramite terminal da ogni Stato membro, per l'utilizzo del quale ciascuno Stato membro è chiamato a sostenere i costi per il funzionamento e l'utilizzazione del sistema nel proprio territorio, mentre le altre spese per l'attuazione della Convenzione restano a carico degli Stati in proporzione al rispettivo prodotto nazionale lordo.
All'interno del sistema informativo doganale viene così istituita una specifica banca dati, denominata «archivio di identificazione dei fascicoli a fini doganali», che ha lo scopo di consentire alle competenti Pag. 7autorità nazionali di prevenire e perseguire le infrazioni doganali, individuando le omologhe autorità degli altri Stati membri che stanno indagando o che hanno indagato sulle medesime persone o imprese.
È prevista anche l'assistenza tra Stati membri nel caso in cui siano necessari ulteriori riscontri sui fascicoli archiviati. Sono infine stabilite norme in ordine al funzionamento e all'utilizzo dell'archivio, inclusi i tempi massimi di conservazione dei dati all'interno dello stesso.
Il testo del Protocollo oggi al nostro esame, che ci accingiamo a ratificare, chiarisce in più - noi come gruppo dell'Italia dei Valori ne condividiamo lo spirito - che le misure in esame si rendono necessarie per il contrasto alle infrazioni doganali, in quanto attualmente, in base alla Convenzione del 1998, l'utilizzo del sistema informativo deve essere limitato all'effettuazione di controlli specifici, mentre non esiste la possibilità di uno scambio di informazioni e di un coordinamento in ordine alle indagini in corso.
La Convenzione, attraverso uno strumento internazionale a carattere cogente, ha riconosciuto l'esigenza - ed è la prima volta che ciò avviene - di proteggere gli individui contro l'utilizzazione abusiva del trattamento informatizzato dei dati personali, anche attraverso la regolamentazione della trasmissione internazionale dei dati stessi. In particolare, la Convenzione vieta, qualora la legislazione di uno Stato non offra le dovute garanzie, il trattamento o la trasmissione internazionale dei cosiddetti dati sensibili, ovvero quelli relativi - una espressione che non mi piace - alla razza, alle opinioni politiche, alla salute, alle convinzioni religiose, alla vita sessuale, e così via.
È altresì riconosciuto il diritto delle persone interessate a conoscere le informazioni raccolte che le riguardano, nonché se del caso ad ottenerne la rettifica. La Convenzione pone soltanto il limite dei superiori interessi dello Stato, quali la sicurezza o la difesa, che se messi a repentaglio prevalgono sulla tutela dei diritti che ho appena esposto.
In ragione di queste considerazioni, per l'importanza della Convenzione del 1998, per l'importanza di questo Protocollo di modifica, preannuncio fin da adesso il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori al provvedimento.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 3211-A)

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore e il rappresentante del Governo rinunciano alla replica.
Saluto gli studenti e i docenti della scuola media Caio Duilio di Ostia Lido, dell'Istituto tecnico commerciale Cecilia Deganutti di Udine e del liceo socio-psico-pedagogico Giosuè Carducci di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

(Esame degli articoli - A.C. 3211-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica, nel testo della Commissione.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 3211-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sanga, Milanese, Vico, Di Virgilio, Bobba, Miglioli, Pollastrini...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 8
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 458
Maggioranza 230
Hanno votato
458).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati Federico Testa, Mazzarella e Nunzio Francesco Testa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 3211-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Tommaso Foti, Gatti, Miglioli, Vico, Pollastrini, Giammanco, Bernardini, De Poli, Cesa, Polledri, Alessandri, Lolli, Porfidia, Aniello Formisano, Ciccanti, Mattesini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 473
Votanti 472
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato
472).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto e che il deputato Nunzio Francesco Testa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 3211-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, D'Antoni, Giammanco, Vico, Pollastrini, Rosso, Miglioli, Valentini, Barbareschi, Marsilio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato
477).

Prendo atto che il deputato Nunzio Francesco Testa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 3211-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Tommaso Foti, Vico, Portas, Miglioli, D'Antoni, Pollastrini, Dal Lago, Traversa, Rosso. L'onorevole D'Antoni adesso ha votato. Onorevoli Concia, Messina. I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato
487).

Prendo atto che il deputato Nunzio Francesco Testa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3211-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo brevemente per ribadire l'importanza Pag. 9del provvedimento in esame: uno strumento chiave di cooperazione doganale in ambito comunitario, che attraverso il SID può rendere anche assolutamente più efficace la lotta antifrode dell'organismo OLAF e consentire a tutti i Paesi di intervenire puntualmente per evitare questi tipi di reati, una mutua assistenza tra autorità amministrative degli Stati membri, e un accordo che potenzia il sistema informativo doganale attraverso la creazione di una specifica banca dati per le indagini, che è di grandissimo rilievo e di grandissima importanza, come già è stato detto. Vale per persone e società che sono state sospettate di commettere, o di aver direttamente commesso, violazioni gravi delle leggi doganali. In questo modo, evidentemente, si potenzia quel sistema di integrazione e di sicurezza a livello europeo di cui si sente parlare molto spesso, e di cui questo strumento è un pilastro fondamentale.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 3211-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3211-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 3211-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Della Vedova, Miglioli, Traversa, Vico, Pollastrini, Giachetti. I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Ratifica ed esecuzione del Protocollo ai sensi dell'articolo 34 del Trattato sull'Unione europea recante modifica, per quanto attiene all'istituzione di un archivio di identificazione dei fascicoli a fini doganali, della Convenzione sull'uso dell'informatica nel settore doganale, fatto a Bruxelles l'8 maggio 2003» (3211-A):

Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato 481.
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Prendo atto che i deputati Minniti e Ferranti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del Trattato per l'assistenza giudiziaria in materia penale tra la Repubblica italiana e la Repubblica del Cile, fatto a Roma il 27 febbraio 2002 (A.C. 3236) (ore 11,25).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione del Trattato per l'assistenza giudiziaria in materia penale tra la Repubblica italiana e la Repubblica del Cile, fatto a Roma il 27 febbraio 2002.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 3236)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente. Il relatore, onorevole Osvaldo Napoli, ha facoltà di svolgere la relazione. Onorevole Osvaldo Napoli la pregherei, come relatore, di accomodarsi presso il tavolo del Comitato dei nove. Grazie.

Pag. 10

OSVALDO NAPOLI, Relatore. Grazie a lei, signor Presidente, a dire il vero era una mia scelta personale. Lo avevo chiesto al presidente ma accetto volentieri quanto da lei osservato.

PRESIDENTE. Onorevole relatore, non dipende da me ma è una prassi che forse deve essere rispettata.

OSVALDO NAPOLI, Relatore. Non vi è dubbio. Egregio Presidente, l'Accordo al nostro esame mira al potenziamento della collaborazione tra Italia e Cile nelle attività di prevenzione e lotta contro il crimine, ed ha lo scopo di estendere a tutta la materia penale la reciproca assistenza giudiziaria, già in atto per i soli settori della lotta contro il terrorismo, la criminalità organizzata e il traffico della droga, ai sensi dell'Accordo del 16 ottobre 1992, ratificato con la legge 26 ottobre 1995, n. 477.
Le Parti si impegnano infatti a prestarsi ampia assistenza nella notificazione degli atti giudiziari, nell'interrogatorio d'indagati e d'imputati, nelle attività d'acquisizione probatoria, nel trasferimento di persone a fini probatori e nello scambio d'informazioni di carattere penale.
A quest'ultimo proposito si prevede l'invio annuale delle sentenze emesse dall'autorità giudiziaria di una Parte nei confronti di cittadini dell'altra Parte che risiedono nel proprio territorio e delle notizie del casellario giudiziario.
Venendo sinteticamente ai contenuti dell'articolato, particolare rilievo assume l'articolo II, che obbliga le Parti all'assistenza anche quando i fatti non costituiscono reato per la Parte richiesta, salvo che si tratti di esami sulle persone, di perquisizione e di sequestro; in caso di intercettazioni è richiesta la reciprocità normativa.
L'articolo III disciplina i casi in cui è possibile rifiutare l'assistenza: si tratta delle consuete clausole in materia, quali la contrarietà ai principi generali della Parte richiesta, il pregiudizio alla sua sovranità e sicurezza, i casi di reati politici e militari, le discriminazioni di razza, religione, sesso, nazionalità, lingua, opinioni politiche e di condizioni personali o sociali.
Un'articolata disciplina è prevista in caso di comparizione di persone, prevedendosi: nel caso di comparizione nella Parte richiesta, la possibilità d'applicare misure coercitive secondo la normativa di questa stessa Parte (articolo XII); nel caso di comparizione nella Parte richiedente, l'impossibilità di sottoporre l'interessato a misure coercitive o sanzioni (articolo XI). Tuttavia, se si tratta di persona già privata della libertà personale, essa è provvisoriamente trasferita se vi acconsente e il trasferimento non prolunga la privazione della libertà. La persona trasferita non può essere assoggettata a misure restrittive.
L'onere finanziario dell'Accordo, valutato in 30.890 euro a partire dal 2010, sarà coperto mediante una corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3 della legge n. 170 del 1997, recante ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta contro la desertificazione nei Paesi gravemente colpiti dalla siccità o dalla desertificazione, in particolare in Africa, con allegati, fatta a Parigi il 14 ottobre 1994 (al riguardo, ricordo come in più occasioni il Governo abbia chiarito come il ricorso a tale norma di copertura finanziaria non pregiudichi in alcun modo il raggiungimento delle finalità della Convenzione, limitandosi ad incidere sui residui di natura amministrativa).
Conclusivamente, auspico un veloce iter del provvedimento e colgo l'occasione per rinnovare i sentimenti di solidarietà al popolo cileno per il recente evento sismico, ricordando l'intensa cooperazione esistente anche sul piano interparlamentare nel cui ambito ho avuto modo di rappresentare, unitamente al presidente Castagnetti e a lei Vicepresidente, onorevole Bindi, la Camera a Santiago del Cile in una precedente legislatura.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito. Pag. 11
È iscritto a parlare l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, il Trattato per l'assistenza giudiziaria con il Cile, stipulato a Roma il 28 ottobre del 1998 è finalizzato a rafforzare la cooperazione italo-cilena nella lotta alla criminalità. La relazione del collega Osvaldo Napoli è stata puntuale ed esaustiva. Si tratta, quindi, di un Trattato che, da una parte, garantisce i cittadini, secondo la normativa del proprio Paese di origine, ma al tempo stesso, sia per l'ampliamento delle specifiche materie rispetto al precedente Accordo, sia per la regolamentazione di modalità operative più strette, permetterà di intensificare la lotta al crimine. Al riguardo, è significativa la definizione di una collaborazione per uno scambio di informazioni con frequenza annuale relativa alle sentenze emesse dall'autorità giudiziaria di una parte nei confronti dei cittadini dell'altra parte che risiedono nel proprio territorio, nonché delle notizie del casellario giudiziario.
Quindi, signor Presidente, questo Trattato conferma la volontà di una più ampia e stretta collaborazione tra l'Italia e il Cile. Si tratta di una collaborazione che si realizza in tanti settori che rinsaldano ulteriormente i rapporti di amicizia tra i due popoli.
Anch'io ribadisco la solidarietà al popolo cileno per i recenti eventi sismici, come ha sottolineato il relatore. In considerazione di queste valutazioni preannunzio già fin d'ora il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Porta. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, ancora una volta siamo chiamati a ratificare un importante Accordo di cooperazione, questa volta in campo giudiziario, tra l'Italia ed un Paese con il quale sono forti e consolidati nel tempo i rapporti di amicizia e di solidarietà. Il Cile è una delle principali economie del contenente latinoamericano, è un Paese al quale siamo, infatti, legati da tante vicende di natura umana oltre che politica. Mi riferisco alla presenza di una forte collettività di origine italiana, ma anche ai tragici eventi legati alla dittatura che negli anni Settanta ha insanguinato quel Paese, contribuendo indirettamente a rafforzare i legami di solidarietà con le organizzazioni che difendevano la libertà e la democrazia, ed anche, come è stato detto dal collega Pianetta e dal collega Osvaldo Napoli, al recente drammatico terremoto che ha causato quasi un migliaio di morti. Si tratta di vittime, le famiglie e la popolazione cilena, che meritano non soltanto il nostro cordoglio, ma anche la nostra solidarietà attiva, e non soltanto istituzionale, ma economica e sociale.
Venendo brevemente ai contenuti del Trattato per l'assistenza giudiziaria in materia penale tra la Repubblica italiana e la Repubblica del Cile vi è da rilevare che l'Accordo in esame mira al potenziamento della collaborazione tra i nostri Paesi nelle attività di prevenzione e lotta contro il crimine, con l'obiettivo di estendere a tutta la materia penale la reciproca assistenza giudiziaria (un'assistenza che attualmente è limitata ai soli settori della lotta contro il terrorismo, la criminalità organizzata, il traffico di droga, ai sensi dell'Accordo con il Cile del 16 ottobre del 1992 da noi ratificato con legge n. 477 del 1995).
Con questo Accordo le parti si impegnano a prestarsi ampia assistenza nella notificazione degli atti giudiziari, nell'interrogatorio di indagati e di imputati, nelle attività di acquisizione probatoria, nel trasferimento di persone, nello scambio di informazioni di carattere penale. A tale proposito si prevede l'invio delle sentenze emesse dall'autorità giudiziaria di una parte nei confronti dei cittadini dell'altra parte e che risiedono nel proprio territorio, e delle notizie del casellario giudiziario. Il disegno di legge di ratifica contiene quattro articoli: i primi due l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione; l'articolo 3 la norma di copertura finanziaria. A questo proposito vorrei ribadire ancora una volta, con un certo disappunto, Pag. 12come la copertura di un importante accordo bilaterale del nostro Paese avvenga attingendo ad un Fondo altrettanto importante, rispetto al quale l'Italia ha assunto un obbligo non soltanto di natura economico-finanziaria ma anche morale, quello della lotta alla progressiva desertificazione del sud del mondo e quindi alla morte per fame e disidratazione di milioni di persone. Rinnovo in questo senso al Governo un appello affinché si adoperi per evitare il ripetersi di tali improprie coperture, anche se lo stesso sottosegretario Scotti ci ha assicurato che ad essere intaccata sarà soltanto la parte del Fondo che è riferita ai costi di gestione amministrativa. In conclusione voglio affermare il parere favorevole mio e del gruppo del Partito Democratico all'approvazione di tale disegno di legge di ratifica con un'ultima breve ma significativa osservazione. Esiste un altro accordo con il Cile, ugualmente firmato nel 1998, che attende la ratifica da parte di questo Parlamento. Si tratta dell'accordo bilaterale di sicurezza sociale, atteso in particolare con ansia e trepidazione da migliaia di nostri connazionali residenti in quel Paese. Sarebbe non soltanto urgente e doveroso ma anche un segno di rispetto e di attenzione ad una popolazione recentemente colpita dal devastante terremoto procedere all'approvazione rapida da parte del nostro Parlamento anche di questo accordo.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signora Presidente, l'iter parlamentare di questo disegno di legge non è stato completato, non si era riusciti a completarlo nel corso della precedente legislatura, ma questo evidenzia soltanto l'importanza che al più presto noi si possa ratificare il provvedimento in entrambi i rami del Parlamento. Questo Accordo disciplina infatti la cooperazione giudiziaria in campo penale tra il nostro Paese e il Cile; in particolare dispone che ciascuna parte contraente si impegna a prestare all'altra la più ampia assistenza per i procedimenti penali condotti da un'autorità giudiziaria della parte richiedente. Il Trattato per l'assistenza giudiziaria con il Cile, che - ricordo - è stato stipulato a Roma ben dodici anni fa (e non è mai abbastanza il richiamo che il gruppo dell'Italia dei Valori ritiene di dover fare ogni volta che trattiamo con tanto ritardo la ratifica di Accordi o Protocolli che siano), è finalizzato a rafforzare la cooperazione italo-cilena nella lotta alla criminalità, ampliando l'ambito di intervento dell'Accordo del 1992 riguardante le specifiche materie del terrorismo, della criminalità organizzata e dei traffici di droga. Nell'articolato che compone il testo del Trattato si sanciscono due importanti punti (più di due in verità). In primo luogo voglio sottolineare e richiamare l'obbligo dell'assistenza reciproca per i procedimenti penali condotti da un'autorità giudiziaria nella parte richiedente; nella mutua assistenza oggetto dell'accordo in esame sono ricomprese la notifica di documenti, l'interrogatorio degli indagati, il trasferimento di persone private della libertà ai fini probatori, l'informazione sui precedenti penali, mentre non è compresa invece l'esecuzione dei provvedimenti restrittivi della libertà personale, così com'è l'esecuzione di condanne.
In secondo luogo, vorrei sottolineare che l'assistenza viene prestata anche per fatti che non costituiscono reato nella parte richiesta.
Terzo aspetto è che l'assistenza giudiziaria può essere rifiutata qualora gli atti richiesti siano contrari ai principi fondamentali dell'ordinamento giuridico della parte richiesta ovvero se vi è il sospetto di pregiudizi politici, di pregiudizi razziali, di sesso, di nazionalità o di religione verso le persone accusate o se l'accusato è già stato giudicato ed ha eventualmente scontato la pena per lo stesso reato nel territorio della parte richiesta. Infine, se quest'ultima ritiene che l'assistenza possa recare pregiudizio alla sovranità o alla propria sicurezza.
Insomma, un Trattato che noi valutiamo con favore e per il quale chiediamo soltanto una rapida approvazione. Pag. 13
Vorrei, tuttavia, soltanto evidenziare, da ultimo, il problema della copertura finanziaria di questo Trattato così com'è evidenziato nel parere espresso dalla Commissione bilancio. Infatti, la Commissione al riguardo afferma che, con riferimento alla formulazione dell'autorizzazione di spesa in termini di limiti massimi di spesa, giudica opportuno acquisire l'avviso del Governo in ordine all'opportunità di riformulare le disposizioni in termini di previsione e di corredarla di una specifica clausola di salvaguardia che, in conformità alla nuova legge di contabilità e finanza pubblica, presenti i requisiti dell'effettività e dell'automaticità.
In particolare, ritiene necessario tale chiarimento in considerazione del fatto che dall'attuazione del provvedimento derivino, come indicato nella relazione tecnica, spese con carattere di onere inderogabile e funzionali ad assicurare il diritto alla difesa nei procedimenti giurisdizionali.
Per tale motivo chiedo a lei, signora Presidente, di poter rivolgere un invito al Governo perché chiarisca questo punto interrogativo posto dalla Commissione bilancio della Camera dei deputati e, se il chiarimento sarà sufficiente, posso preannunciare sin d'ora il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori, altrimenti mi riservo di intervenire nella fase delle dichiarazioni di voto finale.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 3236)

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore rinuncia alla replica.
Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo. Onorevole Scotti, intende replicare magari per rispondere ai chiarimenti richiesti dall'onorevole Evangelisti?
Prendo atto che il rappresentante del Governo rinuncia alla replica.

(Esame degli articoli - A.C. 3236)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 3236), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Luciano Rossi... onorevole De Micheli... onorevole Vico... onorevole Vitali... onorevole Marco Carra... onorevole Traversa... onorevole Codurelli... onorevole Versace... onorevole Taglialatela... onorevole Abrignani... onorevole Santelli... onorevole Simeoni... onorevole Miglioli... onorevole Esposito... onorevole Iannaccone... onorevole Rossomando... i colleghi hanno votato.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 492
Maggioranza 247
Hanno votato
492).

Prendo atto che il deputato Scalia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 3236), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Follegot... onorevole Cesa... onorevole Torazzi... onorevole Miglioli... onorevole Gatti... onorevole Fontanelli... onorevole Vitali...

Pag. 14

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 495
Maggioranza 248
Hanno votato
495).

Prendo atto che il deputato Naro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 3236), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca? Onorevole De Micheli? Onorevole Miglioli? Onorevole Girlanda? Onorevole Gatti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 498
Maggioranza 250
Hanno votato
498).

Prendo atto che i deputati Traversa e Naro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 3236), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca? Onorevole Miglioli? Onorevole Vico? Onorevole Girlanda? Onorevole Papa? Onorevole Lo Monte? Onorevole Traversa? Onorevole Concia? Onorevole Gregorio Fontana?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 498
Maggioranza 250
Hanno votato
498).

Prendo atto che i deputati Morassut, Monai e Naro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Saluto gli studenti della classe seconda media dell'Istituto Gesù e Maria di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3236)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, questo Trattato per l'assistenza giudiziaria penale tra la Repubblica italiana e quella del Cile potenzia la forte collaborazione che già esiste fra questi due Paesi nella prevenzione e lotta contro il crimine ed ha lo scopo diretto di ampliare questa cooperazione anche alla materia penale ed alla reciproca assistenza giudiziaria fra questi due Paesi.
Evidentemente, nello specifico, vi è un'assistenza nella notificazione degli atti giudiziari, nell'interrogatorio degli indagati e degli imputati, nelle attività di acquisizione probatoria, nel trasferimento di persone a fini probatori e nello scambio di informazioni di carattere penale, tutto ciò corredato dall'invio annuale delle sentenze emesse dall'autorità giudiziaria di una parte nei confronti dei cittadini dell'altra parte e che risiedono nel proprio territorio e delle notizie del casellario giudiziale.
È una disciplina importante, rafforza questa cooperazione con il Cile e rende più adeguato il nostro rapporto anche nel campo dell'assistenza giudiziaria, in questo caso in materia penale, fra le nostre due Repubbliche.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

Pag. 15

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, più che una dichiarazione di voto reitero una richiesta al Governo, che probabilmente nella fase precedente sarà stato distratto, e cito le parole del collega Claudio D'Amico, della Lega Nord, relatore in Commissione bilancio, che ha rivolto esplicitamente una richiesta al Governo. Con riferimento alle risorse utilizzate per la copertura finanziaria di questo provvedimento egli ricorda che le stesse sono scritte in uno specifico piano di gestione del capitolo 23.02 dello stato di previsione del Ministero degli affari esteri relativo a spese per contributi obbligatori ad organismi internazionali. In proposito, rileva che il suddetto capitolo è iscritto in bilancio tra quelli aventi natura obbligatoria e per i quali in caso di necessità è possibile prevedere il reintegro del relativo stanziamento mediante prelievo dal fondo di riserva.
In considerazione della particolare natura del capitolo giudica, quindi, opportuno che il Governo confermi, come ha già fatto nel corso dell'esame di diversi provvedimenti di ratifica che hanno previsto l'utilizzo delle suddette risorse, che l'ulteriore riduzione dell'autorizzazione di spesa in questione è compatibile con le esigenze finanziarie già programmate a legislazione vigente».
Pertanto, immagino che il Governo possa intervenire in qualsiasi momento e, se potesse fornire questo genere di risposta, il nostro voto a favore sarebbe, come dire, confortato da questa rassicurazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baccini. Ne ha facoltà.

MARIO BACCINI. Signor Presidente, prendo la parola per esprimere soddisfazione in ordine alla ratifica ed esecuzione del Trattato con la Repubblica del Cile in materia di lotta alla criminalità organizzata perché questo Trattato porta la mia firma, a nome della Repubblica italiana. Con grande soddisfazione oggi approviamo, alla Camera dei deputati, la ratifica di un Trattato per combattere la criminalità organizzata e intensificare i rapporti con tutta l'area latino-americana.
Per questo motivo, signor Presidente, esprimo viva soddisfazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, intervengo per esprimere ovviamente il voto favorevole su questo provvedimento del gruppo del Popolo della Libertà con una raccomandazione: estendere e velocizzare il moltiplicarsi di questi Trattati bilaterali e fare in modo che vi sia, però, anche poi un accordo affinché le autorità di quel Paese accettino i detenuti condannati in Italia (non è il caso del Cile, ma lo è stato recentemente, la scorsa settimana, per un Paese caraibico, la Repubblica dominicana), anche perché questo sarebbe un deterrente a non commettere delitti per quelle persone che poi preferiscono rimanere detenute nel nostro Paese, piuttosto che tornare nel Paese d'origine.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3236)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 3236, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Lo Monte... onorevole Mazzuca... i colleghi hanno votato? Onorevole Nola... onorevole Gava, ritardatario... onorevole Vincenzo Fontana...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 16
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva all'unanimità (Vedi votazionia ).

(Ratifica ed esecuzione del Trattato per l'assistenza giudiziaria in materia penale tra la Repubblica italiana e la Repubblica del Cile, fatto a Roma il 27 febbraio 2002) (3236):

(Presenti e votanti 497
Maggioranza 249
Hanno votato
497

Prendo atto che il deputato Giacomoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo multilaterale tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, la Repubblica di Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Repubblica di Bulgaria, la Repubblica di Croazia, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, la Repubblica d'Islanda, la Missione delle Nazioni Unite per l'amministrazione ad interim nel Kosovo, la Repubblica di Montenegro, il Regno di Norvegia, la Romania e la Repubblica di Serbia, relativo all'istituzione di uno Spazio aereo comune europeo, con Allegati, fatto a Lussemburgo il 9 giugno 2006 (A.C. 3259) (ore 11,50).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo multilaterale tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, la Repubblica di Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Repubblica di Bulgaria, la Repubblica di Croazia, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, la Repubblica d'Islanda, la Missione delle Nazioni Unite per l'amministrazione ad interim nel Kosovo, la Repubblica di Montenegro, il Regno di Norvegia, la Romania e la Repubblica di Serbia, relativo all'istituzione di uno Spazio aereo comune europeo, con Allegati, fatto a Lussemburgo il 9 giugno 2006.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 3259)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente. Il relatore, onorevole Tempestini, ha facoltà di svolgere la relazione.

FRANCESCO TEMPESTINI, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, a partire dalla sentenza cosiddetta «open sky» della Corte di giustizia del Lussemburgo del 2002 l'Unione europea ha avviato una nuova politica nel settore delle relazioni esterne nel campo dell'aviazione, definendo un piano di azione globale non soltanto per assicurare certezza giuridica alle intese bilaterali, ma anche per un ampliamento dell'accesso al mercato.
L'obiettivo finale era quello di determinare entro quest'anno lo spazio aereo comune, uniforme ed integrato aperto agli Stati del sud-est europeo e da estendere a tutti quelli ricompresi in prospettiva nella politica europea di vicinato, con vantaggi evidenti sia per quanto riguarda l'eliminazione della congestione dei traffici aerei, sia per quello che riguarda le principali regole relative alla libertà di concorrenza, di stabilimento, di interscambio commerciale ed altro.
Abbiamo già evidenziato nel luglio scorso, a proposito del disegno di legge di ratifica dell'Accordo con il Marocco, che questa tipologia di accordi segna il definitivo superamento della dimensione bilaterale ed apre, quindi, la strada ad una regolamentazione multilaterale che integra alcuni significativi profili dell'acquis comunitario ed è, oltretutto, un importante passo avanti nel processo di integrazione comunitaria dei Paesi dell'Europa sud-orientale.
L'attuazione è articolata in tre fasi; i tempi di transizione dall'una all'altra differiranno a seconda del periodo di tempo impiegato dal singolo Paese firmatario a raggiungere un determinato grado di recepimento e di adeguamento in materia di acquis dell'Unione europea. Pag. 17
Per quanto concerne i profili identificati basilari e per quanto riguarda lo specifico dettaglio dell'Accordo, signor Presidente, mi rimetto alla lettura della relazione scritta e con questo concludo.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito.
È iscritto a parlare l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, questo Accordo è simile all'Accordo euromediterraneo (Unione europea-Marocco) che, oltre ad aprire gradualmente i rispettivi mercati del trasporto aereo, si pone l'obiettivo di allineare progressivamente le parti contraenti nei confronti di alcuni elementi fondamentali di base della legislazione comunitaria quali la sicurezza dei voli, la tutela della concorrenza, la gestione del traffico aereo, la tutela dei consumatori, la tutela dell'ambiente.
Tutto ciò è stato particolarmente evidenziato in maniera puntuale dal relatore Tempestini e queste considerazioni, queste valutazioni e queste modalità sono in previsione della creazione di uno spazio aereo comune europeo, di un cielo unico europeo, armonizzato sia negli aspetti di progettazione che di gestione e di regolazione.
Quindi, questo Accordo multilaterale, relativo all'istituzione di uno spazio aereo comune europeo, coinvolge Paesi dei Balcani occidentali (quali Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Croazia, la ex Repubblica iugoslava di Macedonia, la Serbia, il Montenegro ed anche il Kosovo sotto la gestione Unmik) e pertanto l'avvicinamento alla normativa europea in materia di aviazione costituisce un percorso anche verso le tappe per una futura adesione di questi Paesi.
Con l'entrata in vigore di questo Accordo lo spazio aereo comune europeo coinvolgerà 35 Paesi, oltre 500 milioni di persone e oltre 400 aeroporti.
Si è detto che il trend di crescita del traffico aereo è di oltre il 6 per cento in questi anni e, quindi, si tratta di un'area e di un settore di grande rilievo a livello mondiale.
L'Accordo, per i principi e le modalità, è pertanto fondamentale per lo sviluppo e l'integrazione di questo nostro continente. Un efficiente e sicuro settore come quello del traffico aereo può contribuire ad un'Europa più competitiva e anche capace di sviluppare una politica europea di vicinato (ad esempio - come ho citato prima - il Marocco, e come ci si accinge a fare per l'Ucraina).
Quindi, si tratta di un provvedimento estremamente importante che va a salvaguardare e a potenziare la capacità dell'Unione europea in campo internazionale. Credo, pertanto, che esso debba essere approvato tempestivamente proprio per conseguire questi risultati fondamentali.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signora Presidente, l'accordo di cui stiamo per avviare il processo di ratifica si riferisce all'istituzione dello spazio aereo comune (ECAA), tra la Comunità europea e i suoi Stati membri oltre all'Islanda, alla Norvegia e gli Stati balcanici occidentali; il Kosovo è - diciamo così - rappresentato dalla missione ONU-UNMIK in qualità di amministrazione ad interim. Rappresenta senza dubbio un significativo superamento della precedente dimensione bilaterale ancora vigente nel campo degli accordi sui servizi aerei.
Infatti, oltre ad aprire gradualmente i rispettivi mercati del trasporto aereo, questo Accordo prevede l'allineamento progressivo delle parti contraenti ad alcuni elementi di base della legislazione comunitaria, come la sicurezza dei voli, la tutela della concorrenza, la gestione del traffico aereo, la tutela del consumatore e dell'ambiente. Va anche segnalato che tra gli Stati balcanici contraenti dell'Accordo in esame, come controparte della Comunità europea, figurano anche la Romania e la Bulgaria divenuti intanto membri dell'Unione europea a tutti gli effetti.
È stato già segnalato nella relazione introduttiva al disegno di legge che, essendo Pag. 18impossibile un adeguamento contemporaneo di tutti i Paesi del sud-est europeo coinvolti nell'Accordo in esame agli standard di sicurezza, controllo e gestione del traffico aereo e degli aeroporti, è stato previsto che i successivi accordi separati potranno integrare quello in esame l'applicazione del quale è, infatti, suddivisa in tre fasi sottoposte al vaglio della Commissione europea e degli Stati membri.
Il passaggio da una fase all'altra dunque avverrà in tempi diversi tra i differenti Paesi balcanici. Propedeutica al passaggio alla prima fase è la firma, da parte di ciascun Paese, di un Protocollo indicativo dell'Accordo in esame che specifica, caso per caso, il cammino da compiere. La piena integrazione del mercato potrà, dunque, realizzarsi soltanto nella terza fase, con pieno diritto di stabilimento e di esercizio del trasporto aereo di cabotaggio all'interno dell'Unione europea.
L'Accordo in esame, dunque, si configura alla stregua di una cornice preliminare di un processo di integrazione ancora piuttosto lungo. Allo scopo di giungere in ogni caso alla conformità degli Accordi bilaterali vigenti nel settore tra ciascuno Stato membro e i Paesi terzi con la normativa comunitaria in vigore, nel contesto di ampliamento dell'accesso al mercato, l'Accordo in esame fa riferimento alle linee guida inaugurate dalla Commissione europea nel marzo del 2005 e fatte proprie successivamente dal Consiglio dell'Unione europea.
Nello stesso alveo di questo Accordo si pone l'Accordo Euromediterraneo (Unione europea-Marocco), il primo con un Paese non europeo quale estensione dello spazio aereo comune agli Stati interessati dalla politica di vicinato. Si tratta di un Accordo che abbiamo ratificato - qualcuno lo ricorderà - nello scorso 2009.
Come già accaduto con provvedimenti di eguale portata, vorrei segnalare che anche questo appartiene alla categoria dei cosiddetti «Accordi misti» in quanto esso, oltre a disposizioni più strettamente economico-commerciali da tempo delegate alla Comunità europea contiene anche ulteriori previsioni di competenza del diritto all'interno degli Stati membri, i quali pertanto devono ratificare l'Accordo.
Considerata la durata delle procedure di ratifica necessarie per il perfezionamento degli Accordi misti, è prassi che la Comunità europea concluda contestualmente i cosiddetti Accordi interlocutori o interinali che contengono le disposizioni commerciali e dai quali vengono scorporate le parti politiche che comportano le ratifiche da parte dei singoli Stati membri, nonché il parere conforme del Parlamento europeo.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, la prego di concludere.

FABIO EVANGELISTI. Concludo, signor Presidente. Infine, come è già stato sottolineato in sede di esame in Commissione, l'Accordo potrà conoscere ulteriori ampliamenti nella sua sfera di intervento basati sulla progressiva estensione dell'acquis communautaire a tutti i Paesi coinvolti nel settore della sicurezza e della navigazione aerea e della gestione del traffico, con particolare riferimento ai diritti del consumatore e alla tutela ambientale.
Sono questi i motivi che portano il gruppo dell'Italia dei Valori a preannunciare fin da adesso il voto favorevole alla ratifica di questo Accordo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 3259)

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore, onorevole Tempestini, e il rappresentante del Governo rinunciano alle repliche.

Pag. 19

(Esame degli articoli - A.C. 3259)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 3259), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi... onorevole Delfino... onorevole Torazzi... onorevole Trappolino... onorevole Romele... onorevole Lo Monte... onorevole Malgieri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato
485).

Prendo atto che i deputati Volontè, De Poli, Cesa e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 3259), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Livia Turco... onorevole Lo Monte... onorevole Traversa... onorevole Di Virgilio... onorevole Tanoni... onorevole Rampi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato
491).

Prendo atto che i deputati De Poli, Cesa e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 3259), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Rampi... onorevole Lo Monte... onorevole D'Incecco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato
489).

Prendo atto che i deputati Rigoni, Picierno, De Poli, Cesa e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 3259)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 3259).
Nessuno chiedendo di intervenire per illustrare l'unico ordine del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno Di Biagio n. 9/3259/1 purché le premesse siano riformulate. Si chiede, in particolare, al primo capoverso di espungere le parole: «, entro il 2010,», nonché le parole: «, cominciando con i Paesi del Sud-Est europeo». Pag. 20Il secondo capoverso, inoltre, deve essere riformulato nel modo seguente: «tale accordo mira in sostanza ad un maggiore coordinamento tra tutti i Paesi coinvolti attraverso l'estensione ai Paesi del Sud-Est europeo dell'acquis comunitario nei settori (...)» e così via. Con queste riformulazioni il Governo, lo ripeto, accetta l'ordine del giorno Di Biagio n. 9/3259/1.

PIERGUIDO VANALLI. Bravo Scotti!

PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Di Biagio se accetti la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3259/1, accettato dal Governo, purché riformulato.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, accetto la riformulazione e non insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene. È così concluso l'esame dell'unico ordine del giorno presentato.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3259)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, innanzitutto sottolineo l'importanza dell'Accordo multilaterale tra la Comunità europea ed i suoi Stati membri, la Repubblica di Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Repubblica di Bulgaria, la Repubblica di Croazia, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, la Repubblica di Islanda, la Missione delle Nazioni Unite per l'amministrazione ad interim nel Kosovo, la Repubblica di Montenegro, il Regno di Norvegia, la Romania e la Repubblica di Serbia, volto ad ampliare l'istituzione dello Spazio aereo comune europeo.
Nel campo dell'aviazione sono stati fatti passi da gigante in questa direzione da parte dei Paesi dell'Unione europea e l'obiettivo finale anche di questo Accordo multilaterale è quello di creare entro quest'anno uno Spazio aereo comune, uniforme, integrato, aperto agli Stati del sud-est europeo tale da estenderlo anche a quelli ricompresi nella politica europea di vicinato.
È del tutto evidente che questo Accordo coinvolge ben 414 aeroporti operanti anche nell'area del sud-est del continente europeo rispetto ai quali si registra una previsione di crescita annuale di oltre il 6 per cento. Quindi, si tratta di uno strumento concreto della nostra politica estera e anche della politica estera europea, che ha sempre guardato al ritorno all'Europa di tutta quell'area geopolitica, in base ad un'idea che è stata convintamente sostenuta dal nostro Paese e anche dal nostro Parlamento. Seguiranno poi fasi progressive di integrazione di questo Accordo multilaterale.
In conclusione, questo disegno di legge di ratifica ed esecuzione di Accordo multilaterale che approviamo oggi è un importante successo della politica di integrazione aerea del continente europeo; un successo anche della passione dell'Italia nei confronti di questi Paesi del sud-est dell'Europa e consentirà ai nostri concittadini, oltre che alle nostre nazioni, di potersi trovare in un settore, almeno quello europeo, con un maggiore grado di integrazione, maggiore grado di sicurezza per i passeggeri e maggiore grado di praticità anche per gli operatori di questo settore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Reguzzoni. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, intervengo brevemente per sottolineare che l'importanza di questo Accordo è sicuramente significativa perché, come hanno già detto anche in modo autorevole i colleghi che mi hanno preceduto e il relatore, questo è un processo che sposa e identifica bene la filosofia del Governo tesa alla liberalizzazione dei cieli, a questi open sky, ossia ai cieli aperti che caratterizzano la nuova politica nel campo del trasporto aereo e quindi questo Accordo rappresenta un risultato molto positivo. Pag. 21
Mi sembra giusto anche citare e complimentarmi con il Governo, con i Ministeri degli affari esteri e delle infrastrutture, in particolare, per i tanti accordi bilaterali che si stanno finalmente muovendo, per le tante revisioni alle restrizioni di mercato che finalmente riusciamo a smuovere.
Corre l'obbligo di svolgere una sola osservazione all'articolo 3 dell'Allegato 3 dove si ribadisce che gli Stati che sottoscrivono l'Accordo, tra cui il nostro, si impegnano ad evitare l'abuso da parte di una o più imprese di una posizione dominante nei territori del proprio Paese. Ebbene, alla fine del periodo di moratoria attualmente in corso, credo che dovremmo stare attenti alla tratta Linate-Fiumicino che in questo momento obiettivamente vede un operatore in una posizione dominante. Noi, invece, riteniamo che ci debba essere una vera e propria liberalizzazione e credo che questo vada veramente a favore di tutti, non solo di Malpensa che per noi è una risorsa imprescindibile ed importante, ma di tutti gli aeroporti del Paese.
Mi piace qui rivolgere un'osservazione, relativa al numero degli aeroporti coinvolti, a coloro che dicono che in Italia ci sono troppi aeroporti. Noi abbiamo sempre sostenuto che questo non è vero, che le singole realtà dei propri territori possono, e anzi debbono, sostenere le infrastrutture aeroportuali. Questo Accordo coinvolge 414 aeroporti su 500 milioni di persone, quindi abbiamo circa un aeroporto ogni milione di abitanti, per cui i 10-15 aeroporti principali del nostro Paese, ossia quelli che hanno una vocazione di tipo internazionale, paiono assolutamente adeguati non solo alle dimensioni del nostro Paese, che è territorialmente vasto e lungo, ma anche alla densità di abitanti e all'attività economica che in particolari regioni si svolge.
Perciò questo Accordo, anche per i territori coinvolti, per i Paesi coinvolti, è sicuramente importante, non solo per Malpensa, ma anche per tutti quegli aeroporti, da Rimini a Torino, a Palermo ed inoltre, in particolare, Verona, con l'aeroporto «Villafranca», Venezia, con l'aeroporto «Marco Polo», Trieste, con l'aeroporto «Ronchi dei Legionari», che per vocazione territoriale, culturale ed economica sono più affini ai territori coinvolti.
Per questo motivo, noi esprimeremo volentieri un voto favorevole, incitando il Governo ad andare avanti su questa strada (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampi. Ne ha facoltà.

ELISABETTA RAMPI. Signor Presidente, intervengo per rilevare che in ambito europeo mancano ancora, purtroppo, standard omogenei sull'utilizzo di determinate forme tecnologiche di controllo dei passeggeri. Inoltre, intervengo per richiamare l'attenzione dell'Assemblea sulla decisione unilaterale del nostro Paese di utilizzare, pur in via sperimentale, il body scanner negli aeroporti di Malpensa, Fiumicino e Venezia. Ciò accade mentre l'Europa auspica un'azione comune dei Paesi membri ed è in attesa di un rapporto, affidato alla Commissione europea, per l'analisi degli aspetti legati alla tutela della privacy, ai rischi per la salute e all'efficacia dei macchinari. Inoltre, non c'è ancora un pronunciamento chiaro su questo argomento da parte dell'autorità sanitaria internazionale. Ritengo che sarebbe stato più opportuno adottare il principio di precauzione ed, altresì, appare del tutto evidente che, per garantire l'efficacia di queste tecnologie nello spazio comune, risulta necessario un approccio coordinato con gli altri Paesi europei: più Europa significa anche questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3259)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno Pag. 22di legge di ratifica n. 3259, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Vico, Miglioli, Paolo Russo, Agostini, Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Ratifica ed esecuzione dell'Accordo multilaterale tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, la Repubblica di Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Repubblica di Bulgaria, la Repubblica di Croazia, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, la Repubblica d'Islanda, la Missione delle Nazioni Unite per l'amministrazione ad interim nel Kosovo, la Repubblica di Montenegro, il Regno di Norvegia, la Romania e la Repubblica di Serbia, relativo all'istituzione di uno Spazio aereo comune europeo, con Allegati, fatto a Lussemburgo il 9 giugno 2006» (3259):

Presenti 486
Votanti 485
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato 485

(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Sospendo, quindi, la seduta che riprenderà alle 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 12,15, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Bossi, Brugger, Caparini, Cirielli, Colucci, Cota, Donadi, Gregorio Fontana, Franceschini, Frassinetti, Gibelli, Lo Monte, Lo Presti, Martini, Migliavacca, Pescante, Stefani, Stucchi e Tabacci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro per i rapporti con il Parlamento, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali e il Ministro della salute.

(Iniziative in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, con particolare riferimento alle attività di controllo, vigilanza ed ispezione - n. 3-01008)

PRESIDENTE. L'onorevole Melchiorre ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01008, concernente iniziative in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, con particolare riferimento alle attività di controllo, vigilanza ed ispezione (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, signor Ministro, l'incidente sul lavoro verificatosi a Civitavecchia sabato 3 aprile ultimo scorso presso la centrale elettrica Enel Torrevaldaliga Nord, che ha causato la morte di un operaio ed il ferimento di altri tre, e gli altri incidenti mortali sul lavoro accaduti, con drammatica escalation, nei giorni immediatamente Pag. 23successivi, impongono una doverosa riflessione sul tema della prevenzione degli infortuni sul lavoro, in particolare sull'applicazione dei controlli previsti dal decreto legislativo n. 81 del 2008. Signor Ministro, le chiediamo come sia stato possibile che dal 2007 ad oggi, pur essendosi verificati nella centrale di Civitavecchia già tre decessi e altri gravi incidenti ed essendo state contestate - come segnalato dalla procura di Civitavecchia - numerose e rilevanti violazioni della normativa antinfortunistica in quella sede, non si sia provveduto ad un monitoraggio e ad una più attenta vigilanza e se, più in generale, non ritenga necessario aumentare il numero degli ispettori e vi sia necessità di un maggiore coordinamento tra i controlli ad opera dell'ispettorato del lavoro e delle ASL.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, il Governo ribadisce anche in questa sede la partecipazione di tutti i suoi componenti, a partire dal Presidente del Consiglio, al dolore della famiglia e dei tanti amici e collaboratori di Sergio Capitani. Invero, è un incidente molto significativo, che deve indurre a riflessioni. In primo luogo, ricordo che sta operando la magistratura, la quale ha chiamato a collaborare anche la direzione provinciale del lavoro che, come subito dirò, peraltro non è competente per la verifica circa il rispetto delle regole nell'ambito della centrale nella quale si è svolto l'infortunio. Le norme che si devono applicare sono quelle previste dall'articolo 26 del recente testo unico, le quali dicono che il datore di lavoro committente nei confronti di una società in appalto deve accertarsi che questa impresa appaltatrice abbia la professionalità per svolgere quel compito, per scambiare informazioni sulle elaborazioni e sullo stato dei luoghi con l'impresa o con i lavoratori autonomi che sceglie, e deve coordinarsi con l'impresa stessa o con i lavoratori autonomi per evitare soluzioni di pericolo per le loro maestranze.
Inoltre, un lavoro del tipo di quello in atto presso la centrale Enel di Torrevaldaliga Nord, cioè di Civitavecchia, richiede la redazione del cosiddetto documento unico di valutazione dei rischi, in modo che siano considerati in essi anche i contratti stipulati dalle parti sui costi relativi alla sicurezza. Insomma, le regole ci sono e sono chiare. La magistratura accerterà le responsabilità e, come ho detto, la nostra direzione provinciale sarà chiamata a collaborare. Che cosa si è fatto rispetto a questo cantiere? Sono state fatte molte ispezioni per diversi profili, non soltanto per quello relativo alla salute e alla sicurezza. Operano in esso circa trecento imprese per tremila dipendenti e sono stati prodotti oltre cento verbali di contravvenzione e prescrizione in ambito penale, con successiva denuncia di circa un centinaio di datori di lavoro. Altre attività sono in corso proprio in questo momento, anche attraverso opportuni incroci con la Guardia di finanza. Ma qual è il problema? È quello che lei opportunamente ha sollevato.
La competenza in materia di salute e sicurezza, con l'eccezione dell'ambito ferroviario e di quello edile (in questo caso si tratta di una azienda metalmeccanica, di manutenzione), è delle Aziende sanitarie locali; la competenza delle attività ispettive del Ministero del lavoro è residuale appunto solo per quei due ambiti: ferrovie e cantieri edili.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Noi stiamo cercando di realizzare (e mi avvio alla conclusione) opportune integrazioni. Lo stesso testo unico le ipotizza, ma parliamo di comitati consultivi, parliamo di comitati di indirizzo, di commissioni: abbiamo bisogno, penso, di qualcosa di più. Sapete che il precedente Governo Berlusconi aveva voluto cambiare la Carta costituzionale, riportando al centro le competenze in materia di salute e sicurezza; poi la bocciatura di quel cambiamento della Carta costituzionale ha mantenuto le competenze Pag. 24totalmente in capo alle regioni. In ogni caso, penso sia opportuno (e mi adopererò in questo senso, anche in termini concertati con le regioni) che l'attività ispettiva sia condivisa. Questa situazione è insufficiente.

PRESIDENTE. L'onorevole Melchiorre ha facoltà di replicare.

DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, signor Ministro, desidero in primis esprimere apprezzamento per la sua presenza oggi in Aula, in considerazione del fatto che il tema oggetto dell'interrogazione e della sua risposta impegna la coscienza di tutte le forze politiche. E la ringrazio anche per aver evidenziato il cuore del problema: al di là del singolo tragico caso del 3 aprile, purtroppo i morti sul lavoro in Italia sono ancora troppi. Nei primi due mesi dell'anno vi sono state 69 vittime.
Il problema allora qual è? Il problema è quello dei controlli. Sì, è vero, vi sono competenze specifiche, vi sono quelle del Ministero e dell'Ispettorato del lavoro, quelle previste dall'articolo 13 del testo unico in materia di salute e sicurezza del lavoro; ma non possiamo dimenticare che tutte le competenze previste dalla normativa in capo alle regioni e quindi alle ASL, in capo al Ministero, in capo ai vigili del fuoco eccetera, necessitano di un'attività di coordinamento, ed è la stessa legge, sempre all'articolo 13, che prevede la possibilità che vi sia tale attività di coordinamento, tale riordino di tutta la disciplina, che purtroppo ancora non è stato compiuto.
Il nostro intervento va in questa direzione: non si può non considerare che bisogna battere il ferro sull'anello debole di tutta la procedura, a parte l'attività sanzionatoria nei confronti di coloro che contravvengono alle leggi e alle disposizioni normative, e che quindi evidentemente saranno sanzionati in un secondo momento: sull'attività di prevenzione, che è quella che noi riteniamo essere più importante.
E vorrei anche sottolineare che è vero, sì, esistono anche le Commissioni, esiste il Comitato per l'indirizzo e la valutazione delle politiche attive in materia di salute e sicurezza sul lavoro; però, purtroppo, anche questo Comitato non lavora a nostro avviso come dovrebbe: si è insediato in ritardo, il 26 maggio 2009, e ad oggi non sta ancora lavorando, a fronte invece di un lavoro della Commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza che sta facendo passi avanti. Quanto quindi noi ci auguriamo è che tale attività di controllo sia concretamente messa in campo, attraverso una disciplina organica che renda i controlli effettivi e non capziosi.

(Dati relativi al piano straordinario di verifica delle invalidità civili previsto per l'anno 2009 e iniziative per l'applicazione uniforme sul territorio nazionale delle recenti disposizioni concernenti il riconoscimento e la concessione dell'invalidità civile - n. 3-01009)

PRESIDENTE. L'onorevole Mottola ha facoltà di illustrare l'interrogazione Baldelli n. 3-01009 concernente dati relativi al piano straordinario di verifica delle invalidità civili previsto per l'anno 2009 e iniziative per l'applicazione uniforme sul territorio nazionale delle recenti disposizioni concernenti il riconoscimento e la concessione dell'invalidità civile (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), che ha sottoscritto in data odierna.

GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Signor Presidente, Ministro, colleghi, la spesa per l'assistenza per le invalidità civili ha fatto registrare negli ultimi cinque anni un aumento addirittura del 25 per cento. Le norme quindi introdotte dal Governo per verificare la correttezza di tali indennizzi hanno una rilevanza ed un'importanza notevole, che immagino dia già un'indicazione di quale sia la situazione. Per questo penso sia il caso di sapere dal Governo quali sono i risultati di tali accertamenti, e cosa intende fare il Governo per omogeneizzare e per rendere uguale Pag. 25su tutto il territorio nazionale l'applicazione di dette norme.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, gli interroganti hanno opportunamente sottolineato l'incredibile dimensione che ha assunto la spesa per prestazioni in favore dell'invalidità civile, condizione che merita la più forte attenzione da parte delle funzioni pubbliche, ma ovviamente senza sprechi e senza prestazioni che possono rivelarsi non effettivamente corrispondenti, come spesso accaduto, ai bisogni. Basti pensare a questo: negli ultimi cinque anni la spesa complessiva è aumentata del 36,4 per cento, cioè siamo a oltre 16 miliardi di euro, ovvero un punto del prodotto interno lordo. Questo balzo della spesa è coinciso sostanzialmente con il passaggio della competenza alle regioni. Prima la legge «Bassanini I», poi il nuovo Titolo V della Carta costituzionale, varato nel 2001, hanno consolidato questa competenza, con l'effetto che per anni coloro che accertavano e concedevano questi benefici non erano quelli che pagavano, perché continuava a pagare invece l'INPS, l'Istituto nazionale. Noi siamo intervenuti e abbiamo cominciato a chiedere anche alle regioni di riconoscere in convenzione all'INPS la capacità di accertamento e anche di concessione. La prima attività dell'INPS ha dato esiti già significativi, già fortemente positivi, perché attraverso un programma di azioni ispettive nel 2009, che ha visto svilupparsi un piano straordinario di 200 mila accertamenti di verifica, si è ottenuto un primo risultato per cui per 175 mila si è avuta la non conferma dei requisiti sanitari ovvero per l'11 per cento dei casi si è avuta la non conferma dei requisiti sanitari originali, con percentuali variabili dal 5,81 per cento della Toscana al 19,2 per cento della Campania. Si è prodotto così o la revoca del beneficio o la sua trasformazione in una prestazione economica meno favorevole. Ma la riflessione, ovviamente, deve essere probabilmente più ampia, perché queste prestazioni spesso sono indipendenti dal reddito (come nel caso dell'indennità di accompagnamento) e sono cumulabili in presenza di due o più invalidità. Quindi, è necessario certamente omologare i criteri di accertamento e confermare che devono essere in capo allo stesso soggetto che poi eroga effettivamente quelle prestazioni e che, quindi, si trova in una condizione di maggiore responsabilità rispetto alle regioni, che poi non erogavano. Ma dovremmo anche ripensare la qualità complessiva di questa spesa con l'obiettivo di garantire prestazioni efficaci nei confronti di persone che si trovano in una condizione di invalidità e, quindi, di bisogno, contrastando quelle anomalie che rileva anche lo studio della CGIA di Mestre quando ci dice che nel Lazio, tra il 2005 e il 2009, la sola pensione di invalidità civile ha avuto un costo accresciuto del 52,1 per cento o in Campania del 41,4 per cento. Insomma, il conto non torna (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. L'onorevole Mottola ha facoltà di replicare.

GIOVANNI CARLO FRANCESCO MOTTOLA. Signor Presidente, mi dichiaro chiaramente soddisfatto dell'iniziativa del Governo, ed esprimo un invito a proseguire sicuramente su questa strada, perché proprio gli scandali che sono esplosi in maniera così clamorosa, in questi tempi, nel campo della sanità delle regioni lasciavano intendere che qualcosa poteva non funzionare, anzi, che vi fossero delle grosse responsabilità. L'invito è proprio quello di proseguire e fare in modo che non vi sia una guerra tra poveri e che si possa colpire nella maniera più pesante un reato così grave che non va a colpire solo la collettività, ma proprio chi ha bisogno (perché poi toglie mezzi e soldi a chi ha bisogno). Invito il Governo magari anche a ridurre le procedure (che sono state sicuramente semplificate per via telematica) il più possibile, a farlo nella maniera più pressante Pag. 26possibile e che i risparmi vadano a vantaggio di chi ha diritto veramente a questi indennizzi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Iniziative per ridurre i tempi di pagamento dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione e dei privati - n. 3-01013)

PRESIDENTE. L'onorevole Vietti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01013 concernente iniziative per ridurre i tempi di pagamento dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione e dei privati (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, signor Ministro, come è noto molte associazioni imprenditoriali (di commercianti, di artigiani) lanciano ormai ripetutamente gridi di allarme per i ritardi sistematici nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione di forniture di beni e servizi. Il nostro Paese ha la maglia nera in Europa sui ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione. Sappiamo che in parte le pubbliche amministrazioni si giustificano adducendo il taglio dei trasferimenti che lo Stato ha fatto nei loro confronti, ma anche di questo in qualche modo è il Governo che deve rispondere. Sappiamo che le pubbliche amministrazioni si giustificano anche adducendo i vincoli del Patto di stabilità, ma anche qui tante volte inutilmente abbiamo chiesto un allentamento che consenta almeno agli enti locali di effettuare i pagamenti con le disponibilità di cassa che hanno. Ebbene, tutto questo ingenera un effetto perverso che si riverbera anche sui ritardi nei pagamenti dei privati.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, anzitutto vorrei confermare all'onorevole Vietti quello che in realtà anche nella sua interrogazione viene riconosciuto, cioè come il Governo abbia già adottato dei provvedimenti volti ad affrontare la questione dei crediti vantati dalle aziende nei confronti della pubblica amministrazione. Ricordo in particolare l'articolo 9 del decreto-legge n. 78 del 2009 convertito con la legge n. 102 del 2009, che ha dettato proprio specifiche misure organizzative e procedurali per garantire la tempestività dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni sia per prevenire la formazione di nuove situazioni debitorie che in relazione alle situazioni debitorie poste già in essere. Per quanto riguarda naturalmente l'efficacia di tali atti, trattandosi di interventi molto recenti, è difficile avere adesso una loro quantificazione, e naturalmente queste misure - come l'onorevole Vietti ben sa - sono da intendersi come integrative della direttiva dell'Unione europea, che è all'esame in sede comunitaria, come anche qui richiama correttamente la sua interrogazione.
Sarà la direttiva e sarà la sede comunitaria che dovrà compiutamente risolvere il problema, e solo qualche giorno fa, proprio all'assemblea di Confindustria, lo stesso Vicepresidente della Commissione europea (l'onorevole Tajani) si è detto fiducioso che la direttiva europea possa essere definita prima dell'estate. Si tratta quindi di tempi assai ravvicinati. Rispetto poi all'esperienza di altri Paesi europei che l'onorevole Vietti cita nella sua interrogazione, Presidente, mi permetta di osservare che le valutazioni non sono univoche. In Spagna infatti pare che permanga il problema dell'effettivo rispetto dei termini anche in presenza di scadenze che sono state portate da 60 a 30 giorni. In Francia il termine ultimo per l'entrata in vigore della riduzione dei tempi di pagamento da parte della pubblica amministrazione è il 1o luglio 2010, mentre le misure del Governo italiano sono entrate già in vigore nel 2009. Comunque concludo dicendo che tutto il Governo, e il Ministero dell'economia e delle finanze per primo, è consapevole dell'importanza della problematicità Pag. 27segnalata con l'interrogazione parlamentare presentata dal gruppo dell'Unione di Centro e assicura che continuerà ad esaminare la questione al fine di ricercare soluzioni nuove, che possano essere comunque compatibili con l'attuale situazione finanziaria.

PRESIDENTE. L'onorevole Vietti ha facoltà di replicare.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la sua risposta. Sappiamo bene che è in fase di elaborazione l'aggiornamento della direttiva europea del 2000, ma sappiamo altrettanto che Paesi come la Francia e la Spagna ne hanno in parte anticipato i contenuti. Si potrà discutere sull'efficacia di queste misure, ma certamente rispetto alla situazione drammatica che c'è in Italia questi Paesi qualche cosa hanno fatto. Mi permetto però di raccomandare al Governo anche di non rimanere in un'attesa passiva di quello che l'Unione europea farà, ma di intervenire, perché la direttiva nella sua attuale versione di bozza di proposta della Commissione va migliorata e va corretta. Bisogna che il termine di 30 giorni ivi previsto per i pagamenti venga reso inderogabile, perché se no (se rimane un termine, per così dire, auspicato) si traduce di fatto in un termine canzonatorio che non risolve il problema della tempestività dei pagamenti.
Bisogna che si precisi che quella penale del 5 per cento del valore dell'intero contratto, che si applica nel caso di ritardo del pagamento rispetto al termine prefissato, valga nel caso di subappalti anche per l'intera filiera.
Tuttavia ritengo che, nell'attesa che la direttiva venga emanata dall'Unione europea e venga - spero - tempestivamente recepita dall'Italia, il Governo possa fare qualcosa. Mi permetto di suggerire una estensione delle ipotesi di compensazione tra debiti e crediti nei confronti della pubblica amministrazione che in parte è stata introdotta ma in modo troppo limitato e, dunque, poco efficace.
Mi permetto anche di suggerire che nel cosiddetto DURC, che le imprese devono esibire per partecipare agli appalti, oltre alla compensazione dei crediti contributivi che oggi viene ammessa, si introduca una più ampia compensazione dei crediti certificati nei confronti della pubblica amministrazione.
Mi permetto, inoltre, di dire che è necessario che il Governo studi qualche iniziativa specifica per le piccole imprese perché è evidente che queste patiscono non soltanto i ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione ma anche i ritardi dei pagamenti delle grandi imprese che, attraverso queste dilazioni estreme, finiscono per trovare forme surrettizie di autofinanziamento. Tutto questo tempestivamente prima che sia troppo tardi, cioè prima che il nostro sistema imprenditoriale rischi il collasso (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

(Dati relativi agli stanziamenti del fondo di solidarietà nazionale-incentivi assicurativi e misure per il rilancio del settore agricolo ed agroalimentare - n. 3-01010)

PRESIDENTE. L'onorevole Fogliato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cota n. 3-01010, concernente dati relativi agli stanziamenti del fondo di solidarietà nazionale-incentivi assicurativi e misure per il rilancio del settore agricolo ed agroalimentare (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

SEBASTIANO FOGLIATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, tra le tante e scomode eredità lasciate dal Governo di centrosinistra ve ne erano molte anche riguardanti l'agricoltura. Tra queste una delle più gravi era sicuramente quella relativa alla mancata disponibilità di risorse per finanziare il Fondo di solidarietà nazionale.
Il Ministro Zaia, nell'anno del suo insediamento, tra i tanti problemi ereditati trovò anche quello di non poter fornire una risposta agli agricoltori che, come ogni anno, attendevano di poter contare sul supporto pubblico per la sottoscrizione dei contratti di assicurazione. Pag. 28
L'aspetto paradossale di questa vicenda è che il Ministro Zaia è stato oggetto di violenti e volgari attacchi che, oltre ad accusarlo di responsabilità non sue, lo definivano incapace di risolvere un problema che era indicato come semplice ma che nella realtà dei fatti semplice non era nonché, giova ricordarlo, fu determinato da altri.
Noi pensiamo che la risposta fornita dal Governo e dal Ministro Zaia, peraltro alla prima occasione utile, ossia la legge finanziaria 2010, abbia fornito uno dei più chiari esempi del senso di responsabilità...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Fogliato.

SEBASTIANO FOGLIATO. ...dell'attenzione e della capacità operativa con cui in questi due anni sono stati affrontati i problemi dell'agricoltura italiana.

PRESIDENTE. Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Luca Zaia, al quale porgiamo i nostri auguri per l'elezione a «governatore» del Veneto, ha facoltà di rispondere.

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. La ringrazio, Signor Presidente, anche per la sua visita in Veneto.
Ringrazio l'onorevole Fogliato, l'onorevole Cota e tutti i firmatari perché mi danno l'opportunità di parlare di un tema che è diventato oggetto di molte polemiche sui territori, come diceva l'onorevole Fogliato.
Sin dall'insediamento come Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ho dovuto affrontare la mancanza di risorse finanziarie per il Fondo di solidarietà nazionale-settore assicurazioni per un fabbisogno di 230 milioni di euro. Tale era la cifra che ci siamo trovati a dover finanziare.
La legge finanziaria 2008 del Governo Prodi stanziava 188 milioni per l'esercizio 2008 senza prevedere nulla per il 2009 e per il 2010. Di questi, 119 milioni di euro dovevano coprire parte della spesa assicurativa degli anni precedenti.
La soluzione che ho trovato stanzia per il triennio 2010-2012 un pacchetto minimo di 725,3 milioni di euro (90 milioni l'anno minimo) di risorse provenienti dalla PAC e le restanti dal bilancio dello Stato.
In questo modo ritengo di aver raggiunto lo scopo di dare risposta concreta agli impegni finanziari inevasi dal precedente Governo e di garantire per tre anni un quadro certo ad un settore che ne aveva assolutamente bisogno.
In relazione alle altre iniziative messe in atto in quest'ultimo anno e mezzo, al fine di affrontare la crisi e di rilanciare la competitività del settore agroalimentare nazionale, mi limito ad elencare sinteticamente le principali e ne approfitto, anche perché la finanziaria non è stata solo una finanziaria del fondo di solidarietà.
Infatti, la finanziaria 2010 prevede: la proroga delle agevolazioni previdenziali per le aziende agricole ubicate in aree svantaggiate (le famose SCAU), 120 milioni di euro; il plafond di 100 milioni di euro nell'ambito delle risorse CIPE per il sostegno ai programmi nel settore agroalimentare; il sostegno a favore dei prodotti agroalimentari a lunga stagionatura per 10 milioni di euro (stiamo parlando dei formaggi piuttosto che dei prosciutti); ricordo ancora l'estensione a tutto il 2010 delle agevolazioni per la legge della formazione della piccola proprietà contadina contenuta nel decreto-legge milleproroghe, con uno stanziamento di altri 40 milioni di euro.
Tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010 ho attivato due bandi di incentivo per la realizzazione di impianti di produzione per l'energia elettrica e di calore con utilizzo delle biomasse agricole, stanziando 40 milioni di euro; entro il prossimo autunno verranno attivati piani di settore per 42 milioni di euro.
Nel decreto incentivi ora in conversione ho presentato tre interventi agricoli per uno stanziamento di 126 milioni di euro: il rifinanziamento del fondo bieticolo saccarifero, anche questo lasciato scoperto dal Governo Prodi (le famose due annualità 2009-2010), l'introduzione dell'accisa Pag. 29ridotta per il gasolio serra, l'istituzione del fondo per il rimborso dell'IVA nella programmazione dello sviluppo rurale.
Potrei continuare, ma ho sentito il richiamo del Presidente e lo ringrazio per la cortesia, ricordando, quindi, che abbiamo tutta un'altra serie di interventi per il comparto e con totale tranquillità possiamo rassicurare gli agricoltori circa il fatto che esiste un Ministro dell'agricoltura, esiste una maggioranza ed esiste un Governo in grado di dare puntuale risposta ad ogni bisogno degli agricoltori (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. L'onorevole Fogliato ha facoltà di replicare.

SEBASTIANO FOGLIATO. Signor Presidente, mi dichiaro pienamente soddisfatto della risposta ricevuta e colgo l'occasione, visto che il Ministro Zaia è assurto alla presidenza della regione Veneto, per fargli i complimenti e per esprimere il più sincero apprezzamento per l'operato che egli ha svolto in questi due anni alla guida di un dicastero importante come quello agricolo.
Il Ministro Zaia assume la presidenza della regione Veneto e di questo noi siamo i primi a rallegrarci, ma anche paradossalmente i primi ad essere dispiaciuti, in quanto consapevoli che verrà meno la presenza - anche se mi auguro possa andare ancora avanti - di un grande Ministro, che ha saputo restituire dignità e centralità ad un settore spesso ingiustamente bistrattato e sottovalutato come quello agricolo.
Signor Ministro, è con un sentimento di profondo e sincero orgoglio che il gruppo della Lega Nord in Commissione agricoltura desidera oggi ringraziarla per la competenza, la disponibilità e la partecipazione con le quali ha recato il suo contributo alla nostra agricoltura. È un ringraziamento al quale siamo sicuri si assoceranno tutti gli agricoltori del nostro Paese, che mai come in questi anni avevano potuto contare su una presenza attenta, competente e operativa come quella assicurata da Luca Zaia. Grazie Ministro e auguri per il nuovo incarico (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

(Iniziative per l'uniformità della distribuzione e somministrazione sul territorio nazionale della pillola abortiva RU486 - n. 3-01011)

PRESIDENTE. L'onorevole Palagiano ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01011, concernente iniziative per l'uniformità della distribuzione e somministrazione sul territorio nazionale della pillola abortiva RU486 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANTONIO PALAGIANO. Signor Ministro, come lei sa, la pillola RU486 è una pillola abortiva che è stata utilizzata da oltre un ventennio in gran parte dei Paesi europei. La sua commercializzazione in Francia, ma anche negli Stati Uniti, non si è associata ad un aumento significativo delle interruzioni di gravidanza, ma ha evitato alle donne che ne hanno fatto uso inutili sofferenze ed inutili rischi connessi all'aborto chirurgico. Impedirne la commercializzazione in Italia equivale a privare le nostre donne, le nostre concittadine, di un sacrosanto diritto: quello di scegliere un aborto meno invasivo e meno doloroso.
Tra l'altro, la legge n. 194 del 1978 prevede che siano istituite tutte le novità da un punto di vista medico ma anche chirurgico per salvaguardare la tutela della donna.
Oggi, con l'interrogazione in oggetto, l'Italia dei Valori chiede al Ministro quali iniziative prenderà per consentire un'omogenea distribuzione sul territorio nazionale e la reale fruibilità della pillola RU486 da parte delle cittadine italiane (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Ferruccio Fazio, ha facoltà di rispondere.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, onorevole Palagiano, Pag. 30ai fini di quanto da lei richiesto, in data 6 aprile, ho insediato una commissione ministeriale per predisporre linee guida sulle modalità di utilizzo del farmaco RU486, che recepiscano i tre pareri espressi dal Consiglio superiore di sanità nel marzo 2004, nel dicembre 2005 e nel marzo 2010 (vi è stata, quindi, una continuità nell'espressione di tali pareri da parte del Consiglio).
La commissione sta già lavorando dal momento dell'insediamento e la prossima seduta è prevista per il 15 aprile. Oltre alle linee guida, la commissione si occuperà anche di espletare un monitoraggio a questo riguardo.
Una volta emesse le linee guida, esse verranno portate all'attenzione della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, dove verranno discusse proprio al fine di garantire - come l'interrogante chiede - un'omogenea applicazione della normativa.
Quanto alla distribuzione sul territorio nazionale, ricordo che la pillola RU486 è classificata come «medicinale soggetto a prescrizione medica limitativa, utilizzabile esclusivamente in ambito ospedaliero» e che, quindi, come tale, deve essere distribuita e resa disponibile nelle strutture sanitarie pubbliche del nostro Paese.

PRESIDENTE. L'onorevole Palagiano ha facoltà di replicare.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, signor Ministro, a mio avviso, non bastano le linee guida. È necessaria davvero una monitorizzazione forte, perché le prime esternazioni fatte dai governatori del centrodestra, appena andati al potere, sono state molto poco rassicuranti, lei lo sa bene: lasceremo le vostre pillole RU486 nei magazzini e, invece, costringeremo le pazienti ad avere una degenza obbligatoria di tre giorni.
Lei è un medico, è un Ministro: a mio avviso, deve avere l'onestà intellettuale di dire che nessuna legge e nessuna persona potranno obbligare le donne a restare segregate nei nostri ospedali.
Signor Ministro, gli ospedali non sono carceri e lei deve dire forte e chiaro che le donne potranno andare via, apponendo una firma come qualunque cittadino.
Signor Ministro, il problema non è tanto quello di essere a favore o contrari all'aborto: ancora una volta, in Italia, vi è uno scontro di posizioni, vi è soltanto uno scontro fra due idee diverse. Credo che ogni cittadino abbia le proprie idee e risponda alla propria coscienza e al proprio Dio: non deve essere lo Stato ad imporre una morale propria.
Ritengo che la domanda che dovremmo fare noi del Parlamento - ma siete voi a legiferare - è se realmente offrite alle cittadine italiane tutte le garanzie e le opportunità per interrompere la gravidanza come accade nel resto d'Europa. Ho un'impressione, un sospetto molto forte: che qualcuno voglia imporre a queste donne sofferenze inutili, rischi inutili, interventi chirurgici inutili ed anestesie inutili per pagare il peccato.
Vi sono dei precedenti: ad esempio, quello della procreazione assistita, con l'esodo delle donne italiane all'estero. Inoltre, vi è il tema, che state discutendo in questi giorni, relativo al testamento biologico, con riferimento al quale, per legge, volete imporre sofferenze e malattie più lunghe e morti più lente. Pertanto, credo che abbiamo dei sospetti più che fondati.
Ritengo che questo Governo voglia limitare o impedire l'impiego della pillola RU486 attraverso campagne mediatiche ostili, attraverso una disinformazione sistematica che si adopera facendo firmare dei consensi informati pazzeschi, che esaltano gli effetti collaterali ed omettono, invece, i benefici di questo metodo di abortire, se lo si paragona alla forma chirurgica. Inoltre, vi è lo scandalo del ricovero.
Signor Ministro, lei è un medico e deve dire la verità: deve avere l'onestà intellettuale di dire che nessuna legge e nessun Governo potranno costringere le donne e le cittadine italiane ad un carcere nei nostri ospedali, ma che potranno andare Pag. 31via quando vorranno, apponendo una firma (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Iniziative per la revoca del decreto del commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi sanitari della regione Lazio, che prevede un ticket sui trattamenti di mantenimento a favore dei disabili - n. 3-01012)

PRESIDENTE. L'onorevole Argentin ha facoltà di illustrare l'interrogazione Livia Turco n. 3-01012, concernente iniziative per la revoca del decreto del commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi sanitari della regione Lazio, che prevede un ticket sui trattamenti di mantenimento a favore dei disabili (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, mi rivolgo al signor Ministro: sono qui per avere chiarimenti su questa vergognosa situazione che si è creata nel Lazio. Si è emanato un atto per cui le persone con disabilità, che vivono in regime semiresidenziale o residenziale (cioè, le persone con deficit fisici, ma soprattutto con ritardo mentale o cognitivo), sono oggi costrette al pagamento di un ticket. Lo erano dal 1o aprile, sappiamo che tale termine è stato spostato al 30 aprile e sappiamo che il costo aggiuntivo per ogni famiglia di questi disabili arriverà intorno ai mille euro.
Il commissario Guzzanti fa anche un accenno al fatto che devono essere sottoposti a questo decreto anche i minori. Mi permetta di dirle: è necessario ritirare questo atto perché i bimbi di oggi saranno gli adulti di domani e se noi leviamo la logopedia, lo sport ai ragazzini che si trovano in uno stato di mantenimento oggi, probabilmente nel domani avremo disabili con costi aggiuntivi maggiori e con la negazione di un diritto - quello alla salute - riconosciuto dalla Costituzione.

PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Ferruccio Fazio, ha facoltà di rispondere.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, onorevole Argentin, in riscontro a questa interrogazione parlamentare a risposta immediata, vorrei ribadire quanto già asserito rispetto a una precedente interrogazione: esiste una normativa nazionale, ossia ci si riferisce al DPCM sui LEA del novembre 2001. Questa normativa prevede che una quota della retta corrisposta alle strutture residenziali e semiresidenziali per disabili gravi sia posta a carico della regione e l'altra a carico del comune e/o dell'assistito, nel caso in cui sia al di sopra di un certo reddito.
Vorrei significare in questa sede che il Lazio è l'ultima delle regioni italiane che non hanno applicato questa normativa. Tutte le altre regioni italiane - comprese la Calabria, la Sicilia e la Liguria (che è stata la penultima) - hanno applicato questa normativa che, di fatto, sanciva un'inadempienza.
Vorrei anche ricordare che, essendo un DPCM del 2001, vi è stato anche un Governo intermedio in cui si sarebbe potuto al limite pensare di revocare questo tipo di norma, la quale - come vorrei ribadire - è di fatto ora implementata in tutte le regioni italiane. Pertanto, il Lazio non ha creato un'anomalia, ma si è semplicemente messo in regola.
Se si ritiene che questa sia una «stortura», naturalmente gli onorevoli interroganti possono presentare una proposta di legge per cambiare la legge dello Stato italiano.

PRESIDENTE. L'onorevole Livia Turco ha facoltà di replicare.

LIVIA TURCO. Signor Presidente, quando si parla di disabilità e riabilitazione, non si può fare lo «scaricabarile» e soprattutto non possono farlo le istituzioni tra di loro. Non è vero che quel DPCM impone un onere a carico delle famiglie; esso, semmai, chiede un'assunzione di responsabilità da parte dei comuni.
Sono stata Ministro, so cosa vuol dire risanare la tremenda sanità della regione Pag. 32Lazio e cosa significa fare il piano di rientro. Non si capisce quale rapporto vi sia tra questa misura del piano di rientro e come questa misura, che è stata emanata dal commissario, possa dare un suo contributo al ripiano del piano di rientro, poiché non vi è rapporto tra quanto ciò costi alle famiglie e il contributo che, in termini reali, può portare al piano di rientro.
Non facciamo lo «scaricabarile» tra istituzioni. Non si tratta dell'esecuzione di una normativa nazionale, perché non è vero che in tutte le regioni italiane la regione Lazio sarebbe «buona ultima» a far pagare un ticket così pesante per la riabilitazione. Lei, signor Ministro, sa che cosa vuol dire riabilitazione: è una prestazione essenziale, essenzialissima, una di quelle che attengono davvero alla dignità delle persone, una di quelle prestazioni che possono far uscire le persone dalle condizioni di minorità in cui si trovano e che possono dare benessere.
La riabilitazione è condizione fondamentale per combattere l'assistenzialismo. Pertanto, gli oneri di tale misura, la riabilitazione, non devono essere totalmente a carico delle famiglie. La regione e il commissario avevano la responsabilità, eventualmente, di costruire un tavolo tecnico e di chiamare in causa il comune. Comunque, le ultime che dovevano pagare rette così pesanti, che non vi sono in altre parti d'Italia, davvero sono le famiglie.
Per questo trovo stupefacente che si risponda richiamando un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sui LEA che è del tutto estraneo rispetto al piano di rientro. Questa misura è stata adottata in relazione al piano di rientro e, quindi, pensiamo davvero che l'unico modo sia quello di ritirarlo, di organizzare un tavolo istituzionale con Governo e comuni e, comunque, fare in modo che una misura così pesante non sia a carico delle famiglie.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16.

Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge.

PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani l'assegnazione, in sede legislativa, della seguente proposta di legge, della quale la sottoindicata Commissione, cui era stata assegnata in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che proporrò alla Camera a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento: alla VII Commissione (Cultura):
GRIMOLDI ed altri: «Aumento del contributo dello Stato in favore della Biblioteca italiana per ciechi Regina Margherita di Monza e modiche all'articolo 3 della legge 20 gennaio 1994, n. 52, concernenti le attività svolte dalla medesima Biblioteca» (2064) (La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

Modifica del vigente calendario dei lavori dell'Assemblea e conseguente aggiornamento del programma (ore 16,04).

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito che all'ordine del giorno della seduta di domani, giovedì 15 aprile (ore 9,30 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni), sarà iscritto, dopo l'assegnazione in sede legislativa della proposta di legge n. 2064, l'esame della domanda di autorizzazione a procedere all'acquisizione di tabulati telefonici del deputato Bocchino (nella sua qualità di persona offesa nel procedimento penale n. 1039/10 RGNR/I) (Doc. IV, n. 7) e della proposta di legge n. 3394 - Salvaguardia Pag. 33degli effetti prodotti dal decreto-legge 5 marzo 2010, n. 29, recante interpretazione autentica di disposizioni del procedimento elettorale e relativa disciplina di attuazione, non convertito in legge. Seguirà lo svolgimento di interpellanze urgenti.
L'organizzazione dei tempia per l'esame della proposta di legge n. 3394 e del doc. IV, n. 7, sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 15 aprile 2010, alle 9,30:

1. - Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge C. 2064.

2. - Discussione della domanda di autorizzazione a procedere all'acquisizione di tabulati telefonici del deputato Bocchino (nella sua qualità di persona offesa nel procedimento penale n. 1039/10 RGNR/I) (Doc. IV, n. 7-A).
- Relatore: Castagnetti.

3. - Discussione della proposta di legge:
BRUNO e LUCIANO DUSSIN: Salvaguardia degli effetti prodotti dal decreto-legge 5 marzo 2010, n. 29, recante interpretazione autentica di disposizioni del procedimento elettorale e relativa disciplina di attuazione, non convertito in legge (C. 3394).
- Relatore: Bruno.

(al termine delle votazioni)

4. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

PROPOSTA DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA

alla VII Commissione (Cultura):
GRIMOLDI ed altri: «Aumento del contributo dello Stato in favore della Biblioteca italiana per ciechi "Regina Margherita" di Monza e modifiche all'articolo 3 della legge 20 gennaio 1994, n. 52, concernenti le attività svolte dalla medesima Biblioteca» (C. 2064).

(La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

La seduta termina alle 16,05.

ERRATA CORRIGE

Nel resoconto stenografico della seduta del 13 aprile 2010, a pagina 55, seconda colonna, alla seconda riga le parole «a favore», si intendono sostituite dalla parola: «contro».

Pag. 34

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 3394 E DEL DOC. IV, n. 7

Pdl n. 3394 - Salvaguardia degli effetti prodotti dal decreto-legge n. 29/2010

Tempo complessivo: 8 ore e 30 minuti, di cui:

  • discussione generale: 5 ore;
  • seguito dell'esame: 3 ore e 30 minuti.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 15 minuti
Governo 20 minuti 15 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   15 minuti
Interventi a titolo personale 43 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 28 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 3 ore e 27 minuti 2 ore e 7 minuti
Popolo della Libertà 41 minuti 38 minuti
Partito Democratico 39 minuti 31 minuti
Lega Nord Padania 33 minuti 17 minuti
Unione di Centro 32 minuti 15 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 13 minuti
Misto 31 minuti 13 minuti
Alleanza per l'Italia 10 minuti 3 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 7 minuti 2 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti 2 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti 2 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti 2 minuti
Repubblicani, Regionalisti,
Popolari
3 minuti 2 minuti
Pag. 35

Doc. IV, n. 7 - Domanda di autorizzazione all'acquisizione di tabulati telefonici del deputato Bocchino

Tempo complessivo: 2 ore (*).

Relatore 10 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 18 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 22 minuti
Popolo della Libertà 23 minuti
Partito Democratico 19 minuti
Lega Nord Padania 11 minuti
Unione di Centro 9 minuti
Italia dei Valori 8 minuti
Misto 12 minuti
Alleanza per l'Italia 2 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 2 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati
per il Sud
2 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 10 minuti per il gruppo di appartenenza del deputato interessato.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3211-A - articolo 1 458 458 230 458 64 Appr.
2 Nom. articolo 2 473 472 1 237 472 62 Appr.
3 Nom. articolo 3 477 477 239 477 62 Appr.
4 Nom. articolo 4 487 487 244 487 61 Appr.
5 Nom. Ddl 3211-A - voto finale 481 481 241 481 61 Appr.
6 Nom. Ddl 3236 - articolo 1 492 492 247 492 60 Appr.
7 Nom. articolo 2 495 495 248 495 59 Appr.
8 Nom. articolo 3 498 498 250 498 59 Appr.
9 Nom. articolo 4 498 498 250 498 58 Appr.
10 Nom. Ddl 3236 - voto finale 497 497 249 497 58 Appr.
11 Nom. Ddl 3259 - articolo 1 485 485 243 485 58 Appr.
12 Nom. articolo 2 491 491 246 491 58 Appr.
13 Nom. articolo 3 489 489 245 489 58 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 14)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. Ddl 3259 - voto finale 486 485 1 243 485 57 Appr.