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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 277 di mercoledì 3 febbraio 2010

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 9,35.

MIMMO LUCÀ, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Fitto, Franceschini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Melchiorre, Meloni, Menia, Migliavacca, Molgora, Nucara, Leoluca Orlando, Pescante, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Urso e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di petizioni (ore 9,38).

PRESIDENTE. Invito l'onorevole segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

MIMMO LUCÀ, Segretario, legge:
GIOVANNI BOSCO RESTIVO, da San Michele di Ganzaria (Catania), chiede misure a favore dei disoccupati (857) - alla XI Commissione (Lavoro);
CLAUDIA CORVI CATRICALÀ, da Coira (Svizzera), e numerosi altri cittadini chiedono la revoca del provvedimento di chiusura dell'Agenzia consolare di Coira, in Svizzera (858) - alla III Commissione (Affari esteri);
GIAN LUCA PALMERINI, da Viareggio (Lucca), chiede nuove norme concernenti l'attività dei medici di medicina generale (859) - alla XII Commissione (Affari sociali);
LUIGI RE, da Roma, chiede che non vengano ridotti i termini previsti dalla legge n. 898 del 1970 per chiedere lo scioglimento del matrimonio (860) - alla II Commissione (Giustizia);
DOMENICO MAMMANA, da Lipari (Messina), chiede nuove norme in materia di responsabilità dei magistrati (861) - alla II Commissione (Giustizia);
RENATO LELLI, da San Pietro in Cariano (Verona), chiede nuove norme in materia di diritto di famiglia (862) - alla II Commissione (Giustizia);
SALVATORE MALAFRONTE, da Sona (Verona), chiede la soppressione della possibilità, per i pubblici ministeri, di ricorrere in appello contro le sentenze di assoluzione di primo grado (863) - alla II Commissione (Giustizia);Pag. 2
FRANCESCO DI PASQUALE, da Cancello ed Arnone (Caserta), chiede:
la liberalizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani (864) - alla VIII Commissione (Ambiente);
misure per favorire la rateizzazione del pagamento delle imposte (865) - alla VI Commissione (Finanze);
provvedimenti per aumentare e migliorare le prestazioni del Servizio sanitario nazionale (866) - alla XII Commissione (Affari sociali);
la creazione di strutture specializzate per la cura del diabete (867) - alla XII Commissione (Affari sociali);
l'adozione di un provvedimento di condono fiscale (868) - alla VI Commissione (Finanze);
misure per rafforzare l'effettività e la tempestività della tutela dei diritti individuali dei cittadini (869) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
l'immediata applicazione delle norme in materia di riduzione del numero dei consiglieri e degli assessori negli enti locali (870) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
CARMINE LOMBARDO, da Bonifati (Cosenza), chiede provvedimenti per favorire l'assunzione degli orfani di guerra nelle pubbliche amministrazioni (871) - alla XI Commissione (Lavoro);
PAOLO EUGENIO VIGO, da Genova, chiede:
misure per il contenimento dell'inflazione, per la riduzione della pressione fiscale e per l'incremento del potere di acquisto dei cittadini (872) - alla V Commissione (Bilancio);
norme in materia di fabbricazione degli orologi, al fine di consentire la contestuale visualizzazione dell'ora solare e dell'ora legale (873) - alla X Commissione (Attività produttive);
MICHELE VECCHIONE, da Alatri (Frosinone), chiede una regolamentazione delle caratteristiche dei manifesti di propaganda elettorale (874) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
MARINO SAVINA, da Roma, chiede:
modifiche alla disciplina in materia di imposta sul reddito delle persone fisiche e interventi per contrastare l'evasione fiscale (875) - alla VI Commissione (Finanze);
disposizioni per regolamentare l'esercizio della prostituzione (876) - alla II Commissione (Giustizia).

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Consolo; Biancofiore e Bertolini; La Loggia; Costa e Brigandì; Vietti; Palomba; Paniz: Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza (A.C. 889-2964-2982-3005-3013-3028-3029-A) (ore 9,42).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge di iniziativa dei deputati Consolo; Biancofiore e Bertolini; La Loggia; Costa e Brigandì; Vietti; Palomba; Paniz: Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'emendamento Ferranti 1.277.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

GIANNI FARINA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 3

GIANNI FARINA. Signor Presidente, intendo esprimere la più viva preoccupazione per i ritardi nel cronoprogramma del nuovo traforo del Colle di Tenda. È un'opera attesa da decenni dalla comunità del Piemonte, con particolare riguardo alla provincia di Cuneo e alle zone limitrofe della Provenza in Francia. È un'opera che, una volta realizzata, determinerebbe lo sviluppo nelle regioni interessate, possibilità di nuove collaborazioni macroregionali al di qua e al di là dei vecchi confini nazionali, miglioramento dei collegamenti per l'esteso movimento transfrontaliero. Espletate ufficiosamente, ormai da mesi, le parte iniziali della gara che prevedono la selezione dei consorzi e delle imprese, manca ancora l'invito ufficiale a presentare l'offerta. Pare che tale ritardo sia dovuto a questioni tecniche, a nuove difficoltà rilevate dai sondaggi sul versante francese, a zone impreviste e imprevedibili di sabbia sotto falda. Ci risulta che l'ANAS, cosciente delle difficoltà insorte, abbia provveduto alla rimodulazione del piano finanziario, prevedendo di conseguenza forti risparmi sul versante italiano per consentire l'invariabilità della spesa complessiva dell'opera. Sembra che il tutto, pur essendo all'attenzione dei tecnici francesi, non abbia ancora ricevuto il loro consenso.
È oggettivamente difficile entrare nel merito delle complesse questioni tecniche. A noi, ai comuni, in primo luogo a Limone Piemonte e ai cittadini della provincia di Cuneo, alle comunità interessate il compito di esprimere una profonda preoccupazione per il prolungamento dei tempi previsti con le evidenti gravi ricadute sulle attività economiche delle zone interessate, in particolare per l'insieme del comprensorio sciistico. Non va oltretutto sottovalutato che le imprese interessate alla realizzazione dell'opera, visti i ritardi e la legislazione italiana in merito, possano preliminarmente chiedere la stessa revisione del piano finanziaria: altri possibili ritardi, ulteriori complicazioni, ricadute negative sull'insieme del territorio. Ci risulta che il Ministro delle infrastrutture, Altero Matteoli, abbia visitato la zona nel corso del 2009, incontrato il sindaco di Limone Piemonte, Francesco Revelli, gli amministratori e le autorità locali, ribadendo il suo personale impegno presso tutte le amministrazioni interessate e, in primo luogo, quelle francesi. Siamo di fronte a nuove difficoltà, preoccupazioni impreviste e imprevedibili per le comunità del comprensorio e per il cui superamento chiedo al Ministro Matteoli un ulteriore e immediato impegno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Gianni Farina. La Presidenza si farà carico di sollecitare il Governo e il Ministro secondo le sue richieste.
Pregherei i colleghi del gruppo della Lega Nord Padania di rimuovere le copie dei quotidiani dai relativi scranni.
Se non provvedete voi, farò provvedere i commessi.

DAVIDE CAPARINI. Ma cosa stai dicendo! Tutte le mattine sono così!

PRESIDENTE. Per cortesia, come vedete non succede in altri settori dell'Aula, pregherei di toglierli.

DAVIDE CAPARINI. I simboli non si toccano!

LUISA BOSSA. Toglili!

PRESIDENTE. Per cortesia, Onorevole Caparini, la prego (Commenti del deputato Caparini)! Onorevole Caparini, la prego di non opporre resistenza. Prego i colleghi di togliere i giornali. Non sono ammessi cartelli e simboli esposti in Aula.

DAVIDE CAPARINI. Ma cosa c'entrano i simboli?

LUISA BOSSA. Ci sono minacce!

FABIO EVANGELISTI. Non vogliono fare approvare il legittimo impedimento. Questo è ostruzionismo!

Pag. 4

PRESIDENTE. Sospendo la seduta fino alle ore 10,05. Prima della ripresa della seduta, prego i deputati questori di provvedere a far rimuovere le copie dei quotidiani.

ETTORE PIROVANO. Ma tu sei matta (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,50, è ripresa alle 10,05.

ROBERTO COTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO COTA. Signor Presidente, non ho difficoltà, in apertura, a chiedere anche scusa, se vi è stata qualche intemperanza da parte di qualche deputato del mio gruppo, però devo dire, onestamente, signor Presidente, che lei ci ha messo del suo.
Infatti, noi tutte le mattine leggiamo in Aula e abbiamo in Aula il giornale la Padania: ognuno legge il giornale che vuole; questa è la libertà di stampa! Forse, lei non si è accorta che tutte le mattine i deputati della Lega hanno sul proprio banco, insieme ad altri giornali, ovviamente, il quotidiano la Padania.
Quindi, vedo questa sua posizione - glielo dico con rispetto anche della sua carica istituzionale - come una provocazione e, dato che noi non intendiamo cadere nelle provocazioni, sia che vengano da chi ricopre momentaneamente una carica istituzionale sia che vengano da altri colleghi, stempereremo il clima questa mattina, però mi fa specie che in quest'Aula si utilizzino degli argomenti che non esistono, soprattutto quando vi è un dibattito parlamentare che, di per sé, è già acceso (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Cota, la ringrazio e accolgo volentieri le scuse, soprattutto a nome dell'Assemblea e nei confronti dei commessi, dei questori e della mia persona. Credo che vi sia la possibilità di leggere tutti i giornali, tanto più quello del proprio partito.
Ho soltanto chiesto che si liberassero gli scranni dei parlamentari da un'evidente esposizione di una testata, perché credo che, se questo fosse fatto da tutti i gruppi, trasformeremmo quest'Aula in un'edicola, e credo che il decoro dell'Aula e non lo consenta.
In un'altra circostanza il Presidente Leone, durante una diretta televisiva, chiese di togliere un'evidente manifestazione conseguente all'esposizione di un giornale. Come lei sa, presidente Cota, ormai siamo - penso che tutti noi siamo contenti di questo - una Camera assolutamente trasparente: ogni nostro momento, a questo punto, è in collegamento con tutto il mondo.
Credo che non sia bello assistere a quello spettacolo. Con tutto questo, la ringrazio e credo anch'io che i lavori di questa mattina debbano proseguire; penso che vi sarà la possibilità di un'ulteriore valutazione da parte dell'Ufficio di Presidenza.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 889-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 889-A ed abbinate).
Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.278, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 5

Onorevoli D'Ippolito Vitale, Golfo... L'onorevole Servodio è assistita. Onorevoli Sbai, Calgaro, Mondello, Stradella, Galati, Castellani, Catanoso... È evidente che tutti i ritardatari stanno approfittando di questa situazione, ma non li vediamo né da una parte né dall'altra. L'onorevole Stracquadanio, per esempio, è uno di questi. I colleghi hanno votato? Onorevoli Savino e Simeoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 524
Maggioranza 263
Hanno votato
222
Hanno votato
no 302).

Prendo atto che i deputati Boccia e Mazzarella hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.279, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Mazzarella, Di Virgilio, Vico, Cesare Marini, Corsaro... L'onorevole Mazzarella ha bisogno di assistenza. I colleghi hanno votato? L'onorevole Fava non riesce...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 534
Maggioranza 268
Hanno votato
227
Hanno votato
no 307).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.280, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella, Centemero, Lupi, Vico, Migliori, Bellotti, Della Vedova...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 532
Votanti 530
Astenuti 2
Maggioranza 266
Hanno votato
224
Hanno votato
no 306).

Prendo atto che il deputato Margiotta ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Ascierto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.281.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, prendo la parola per preannunciare il voto favorevole da parte del gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Strizzolo. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, intervengo per dichiararmi favorevole all'emendamento in esame, che cerca quanto meno di mitigare l'effetto devastante che produce il provvedimento.
Approfitto anche per segnalare la drammatica contraddizione che stiamo vivendo in questi giorni. In particolare, ieri sera quando quest'Aula era impegnata a portare avanti un provvedimento palesemente incostituzionale che riguarda l'interesse di una sola persona, sulla piazza qui davanti manifestavano dei lavoratori che chiedevano l'attenzione e l'impegno delle forze politiche per affrontare un problema molto più serio, più importante e dall'effetto sociale devastante, rispetto al Pag. 6quale le forze politiche debbono prestare maggiore attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, preannunzio il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori e mi associo alla protesta e all'indignazione per il fatto che questo Parlamento è bloccato su una legge ad personam mentre vi sono migliaia e migliaia di lavoratori che in tutta Italia combattono per mantenere il posto di lavoro: ma sembra che di questo niente interessi alla politica ed al Governo che la dirige!
In particolare, intendo esprimere, come sardo, la solidarietà piena ai lavoratori dell'Alcoa che fino a ieri notte stavano lottando per mantenere il posto di lavoro e per mantenere all'economia del Sulcis un prodotto interno lordo del 13 per cento che, in caso di chiusura dell'Alcoa, verrebbe drammaticamente meno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, il Presidente del Consiglio vuole il privilegio di avere diciotto mesi di non disturbo e di rinvio dei processi, ma ciò a nostro avviso è troppo comodo, veramente troppo comodo. Per farlo contento oggi il Parlamento varerà una legge-ponte che è incostituzionale. Il fatto è che il Premier non può governare perché i suoi processi lo preoccupano e lo fanno stare in agitazione, però non ci si libera di un problema evitandolo, forse dovrebbe affrontarlo: egli deve affrontare i suoi processi e, se è innocente, sicuramente verrà dichiarato tale.
Non ci può essere in Italia una giustizia che viaggia su un doppio binario: il primo è quello che interessa i processi del Premier e che magari deve anche assolverlo, il secondo è quello che tratta invece i processi dei cittadini italiani. Tutto ciò è troppo facile e troppo comodo, ma evidentemente al Presidente del Consiglio piace vincere facile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, il Presidente del Consiglio dall'inizio della legislatura impegna questo Parlamento su temi che lo riguardano personalmente, distraendosi da quelli che sono i problemi veri del Paese.
Ogni giorno, giorno dopo giorno, davanti a questo Palazzo vi sono state manifestazioni di lavoratori che non hanno più il posto di lavoro (in questo momento sono i lavoratori della Sardegna, ma ricordo anche gli operai della FIAT di Termini Imerese). Vi sono state proteste anche da parte delle forze dell'ordine perché mancano fondi sufficienti. E poi si dice che si vuole combattere la criminalità organizzata: la verità è che non si vuole combattere un bel niente, si vuole solo risolvere un problema di natura personale!

PRESIDENTE. Onorevole Messina, deve concludere.

IGNAZIO MESSINA. Non lo diciamo noi - e concludo - ma l'Associazione nazionale dei magistrati, il Consiglio nazionale forense e tutti coloro i quali, operatori del diritto, si rendono conto di tale situazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, credo sia utile rammentare quale sia la disciplina attuale del legittimo impedimento a comparire, una norma che per l'appunto riguarda e garantisce la partecipazione dell'imputato al suo processo. Pag. 7
In realtà già oggi la disciplina che è stata introdotta con il nuovo codice di procedura penale, nel 1989, prevede che il giudice anche d'ufficio sospenda o rinvii il dibattimento quando risulta che l'assenza sia dovuta - o quando appare probabile che sia dovuta - a caso fortuito o di forza maggiore. Visto che già dal 1988 ebbe inizio un momento di discussione di questo tipo di impedimento, non si capisce perché oggi venga riproposto ribaltandolo per consentire all'imputato di non partecipare al processo che lo riguarda.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fadda. Ne ha facoltà.

PAOLO FADDA. Signor Presidente, intervengo anche io per dichiarare il mio voto favorevole sull'emendamento Ferranti 1.281. Chiedo, inoltre, ai colleghi un attimo di attenzione: il Secolo d'Italia ha pubblicato una nota questa mattina in cui ha descritto la situazione non veritiera dei parlamentari sardi e veneti che hanno assistito gli operai sino alle 2,30 del mattino. È stato scritto che abbiamo espresso la nostra solidarietà mentre ci recavamo al ristorante. Credo che deformare quelli che sono i fatti in questo modo non sia per niente serio.
Chiediamo, inoltre, signor Presidente, affinché lei se ne faccia portavoce anche con il Presidente della Camera, che il decreto-legge che concerne la sicurezza e l'energia elettrica per la Sardegna e la Sicilia, in esame attualmente al Senato, venga posto immediatamente all'ordine del giorno e abbia una rapida approvazione. Il gruppo del PD dichiara la propria disponibilità affinché questo provvedimento venga approvato immediatamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Murer. Ne ha facoltà.

DELIA MURER. Signor Presidente, anch'io intervengo per dichiarare il mio voto favorevole su questo emendamento e per ricordare, come ha fatto il collega, l'iniziativa di parlamentari sardi, veneti e dei colleghi del PD delle Commissioni lavoro e attività produttive che ieri hanno sostenuto i lavoratori dell'Alcoa. Nel decreto-legge varato dal Governo vi è un'ambiguità sullo sconto dell'energia per l'Alcoa di Fusina. Lunedì riprenderà di nuovo una trattativa, mi auguro che ci sia un'azione decisa nei confronti dell'Alcoa affinché non si dismettano queste fabbriche di Fusina e di Portovesme (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Credo che il Governo debba...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Murer.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'unico vero, serio, autorevole, legittimo impedimento non è tanto quello di comparire davanti ai giudici, quanto il fatto che il nostro Presidente del Consiglio non possa farsi gli affari propri sempre e comunque in questo Parlamento. Le opposizioni cercano legittimamente di impedire lo stravolgimento di quello che è un diritto e un dovere di tutti ovvero quello di comparire davanti alla giustizia per rendere conto, a partire da chi, con questo legittimo impedimento, vuole sottrarsi alla legge.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cicu. Ne ha facoltà.

SALVATORE CICU. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto contrario sull'emendamento Ferranti 1.281 e anche per unirmi alle manifestazioni che non sono solo di solidarietà. Soprattutto, intervengo per testimoniare che il Governo ha realizzato in questi mesi, e anche in queste ultime ore, - credo che tutti i parlamentari, anche di centrosinistra, possano condividere - condizioni inimmaginabili a sostegno di una soluzione che Pag. 8ancora, purtroppo, non si intravede. Vi sono migliaia di famiglie sarde e del Veneto che soffrono il dramma della precarietà, dell'incertezza, della non soluzione dei problemi della loro esistenza, del loro progetto di vita.
Il Governo, come ha ricordato il collega Fadda, ha adottato un decreto-legge che ha offerto tutte le soluzioni per la riduzione del prezzo dell'energia, per evitare che l'Unione europea ravvisi un aiuto di Stato in questo tipo di provvedimento e soprattutto per fare sì che i lavoratori possano sentirsi garantiti in ordine al periodo: non più tre mesi o sei mesi, ma tre anni.
Ci uniamo, quindi, con forza alla richiesta che il decreto-legge venga portato in Aula immediatamente, affinché una multinazionale che non risponde a nessuna logica, se non a quella del profitto, sia costretta ad assumersi la responsabilità del profitto che ha realizzato in Sardegna e nel Veneto e a restituisca ai lavoratori la dignità del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Perina. Ne ha facoltà.

FLAVIA PERINA. Signor Presidente, intervengo a titolo personale. Sono lieta che il titolo del Secolo d'Italia di questa mattina abbia suscitato questa breve parentesi nel dibattito dedicata ai lavoratori dell'Alcoa. Quello che volevamo sottolineare ieri giornalisticamente - e penso che sia lecito - è appunto la discrasia tra l'interesse a mio giudizio - a nostro giudizio - ossessivo che talvolta si sta dimostrando nei confronti di alcuni temi della giustizia e i problemi reali del Paese vero, delle persone che spesso vediamo qua fuori, ai quali in tante circostanze non si riesce a dare risposta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mereu. Ne ha facoltà.

ANTONIO MEREU. Signor Presidente, anch'io voterò in senso contrario a questo emendamento e approfitto per aggiungere la nostra voce, del nostro gruppo parlamentare, di solidarietà per i lavoratori dell'Alcoa, e per invitare il Governo a prendere dei provvedimenti ulteriori per quanto riguarda le politiche delle multinazionali, che oggi praticamente sfruttano un mercato senza regole che le favorisce nel poter andar via dai territori che hanno ampiamente sfruttato sino ad oggi.
Quindi, non basta solo la solidarietà, occorre un cambio di politica diretta ad un mercato controllato, affinché le multinazionali trovino delle regole che permettano anche a noi, nei nostri territori, di far sì che ci sia una maggior occupazione (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Saluto i docenti e gli studenti delle classi I e III del Liceo classico «Dante Alighieri» di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.281, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesare Marini, onorevole Cesa, onorevole Pollastrini, onorevole Sardelli, onorevole Migliori, onorevole Lanzillotta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 557
Votanti 556
Astenuti 1
Maggioranza 279
Hanno votato
238
Hanno votato
no 318).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.282.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

Pag. 9

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, colleghi, l'emendamento in esame fa riferimento ad un reato molto grave, reato per il quale in sede di dibattiti pubblici, di conferenze-stampa e di propaganda elettorale sento da parte di tutti - maggioranza e opposizione - una particolare attenzione. Mi riferisco agli omicidi colposi, omicidi che possono derivare da incidenti stradali oppure anche da infortuni sul lavoro.
A tal proposito chiediamo che, in presenza di parti offese, di parti civili normalmente costituite e che non avrebbero voce in capitolo rispetto a questo rinvio automatico derivante soltanto da una rappresentazione di impegni (più o meno istituzionali, più o meno vaghi e riconducibili ad una normativa generica che riguarda sia Presidenti del Consiglio sia Ministri), vi sia un atto di responsabilità.
Vi sottolineiamo l'importanza di dare un segnale in presenza di alcuni reati. Non stiamo parlando di reati contro la pubblica amministrazione, stiamo parlando di reati che riguardano la vita sociale, in situazioni in cui sono presenti parti civili normalmente costituite. In tali ipotesi noi sosteniamo che non può verificarsi la sospensione del processo. L'imputato, anche se Ministro, anche se Presidente del Consiglio, soggetto a dibattimento deve potersi presentare come tutti i cittadini coinvolti in un processo.
Dunque, anche se adesso non sono pendenti queste ipotesi (speriamo di non averle mai: nessuno augura processi a nessuno), ritengo che prevedere che ci si comporti secondo una normativa generale che vale per tutti i cittadini sarebbe un atto di responsabilità civile, politica, un modo di cambiare per la politica. Una politica che non è casta, una politica che è vicina ai cittadini e che è uguale agli altri cittadini. Su questo chiedo il voto favorevole di tutti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, l'Italia dei Valori voterà ancora più convintamente per l'accoglimento di questo emendamento. Ma come si fa a non votare un emendamento quando si tratta di escludere da questo privilegio personale, da questa prerogativa indecente, fatta con legge ordinaria situazioni quali gli incidenti sul lavoro, quali le morti derivanti da imprudenza o incapacità di ordine sanitario? Ma come pensiamo, come pensate voi della maggioranza di poter convincere il popolo che state facendo bene? Il Presidente del Consiglio si appella al consenso del popolo, ma il popolo gli dà il consenso, gli ha dato il consenso - lo sappiamo e speriamo che non glielo confermi - per governare ma non gli ha dato un salvacondotto per tirarsi fuori da tutte le situazioni delle quali ogni cittadino e ancor più il Presidente del Consiglio deve rispondere di fronte alla giustizia.
Badate, che sia una clamorosa bufala quella che il Premier dice, cioè che il consenso del popolo gli dà un salvacondotto nei confronti di tutto, è dimostrato clamorosamente dal fatto che quello stesso popolo che gli ha dato il consenso per governare glielo toglie sul legittimo impedimento: il settanta per cento dei cittadini è contrario al legittimo impedimento. Noi speriamo che lo faccia pagare a tutti i gruppi di maggioranza e a tutti i gruppi che sostengono questo indecente provvedimento. Signor Presidente, concludo dicendo che la solidarietà che il gruppo dell'Italia dei Valori le dà per il modo in cui ella conduce la Presidenza di quest'Assemblea ed anche per l'incidente capitato prima, ci induce a darne una valutazione politica. La Lega, in evidente difficoltà, in evidente crisi (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) in evidente crisi di visibilità, costretta ad accettare un provvedimento indecente come questo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori), cerca incidenti per arrivare sulle televisioni. Anche il vostro popolo ne chiederà conto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

Pag. 10

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, non credo che la politica possa costituire un'esimente per la strage dei principi di diritto, soprattutto nei metri di opportunità pratica nell'ambito del processo. Nei momenti in cui si chiede che le altre parti possano provare che l'impedimento addotto non determina l'assoluta impossibilità si creano almeno due elementi di grave sconcerto nel sistema processuale. Il primo, la prova: infatti ben sanno i miei interlocutori autorevoli che provare non significa nulla se non è collocato in un'attività processuale ben determinata. Dunque è semplicemente una provocazione sul piano processuale ma che non può avere nessun'eco di carattere corrente.
Seconda osservazione: non si può certamente trasferire sul privato una sorta di investigazione privata estemporanea nell'ambito del processo, con un ulteriore scombussolamento delle regole principali che non possono essere turbate da emendamenti che, dal punto di vista tecnico, reputo soltanto provocatori e assolutamente inutili (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, esporrò due brevissimi concetti perché cerchiamo di chiudere la questione nel più breve tempo possibile. Il primo è, come diceva Bertrand Russell, che un fatto ha travolto mille teorie ma mai mille teorie hanno travolto un fatto. Il fatto che vi sia un meccanismo di salvaguardia che vale anche per gli infortuni sul lavoro, di cui tutti abbiamo la massima deferenza, esiste nel nostro ordinamento - nulla da dire - ma esiste nella figura del Capo dello Stato.
Voglio dire che la vostra coerenza e la vostra attività di supporto della magistratura - o meglio di certa magistratura - vi porterebbe a dover dire che, così come il Premier, anche il Capo dello Stato, ove incriminato, dovrebbe rispondere. Questo non lo dite e quindi siete voi i servi di certa magistratura.
Seconda questione: riguardo al fatto della credibilità della Lega, visto che l'onorevole Palomba ha seguito, sta seguendo e parla di percentuali derivate dal consenso secondo sondaggi fatti, la Lega è in aumento verso il 10,5 per cento, mentre l'Italia dei Valori è in caduta libera (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.282, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Repetti? Onorevole Cesa? Onorevole De Micheli? Onorevole Migliori? Onorevole Bellotti? Onorevole Lanzillotta?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 561
Votanti 559
Astenuti 2
Maggioranza 280
Hanno votato
236
Hanno votato
no 323).

Prendo atto che il deputato Bellotti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.284.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rossomando. Ne ha facoltà.

Pag. 11

ANNA ROSSOMANDO. Signor Presidente, volevo intervenire sull'emendamento Ferranti 1.283, quindi in relazione all'articolo 590 del codice penale. Ma intanto mi rivolgo all'onorevole Sisto: ho il dubbio che noi non leggiamo lo stesso codice di procedura penale, che dal 1989 ha introdotto il principio dispositivo della prova e quindi sancisce che solo in maniera residuale la prova è in mano al giudice, di regola la prova sta in mano alle parti.
In secondo luogo, mentre noi giochiamo a fare Indiana Jones sul ponte tibetano, per quanto riguarda l'articolo 590 del codice penale, le vittime di lesioni colpose si troverebbero molto pregiudicate da questi rinvii e se non potessero provare la non sussistenza del legittimo impedimento. Stiamo parlando di incidenti stradali, infortuni sul lavoro, malattie professionali tipo quelle derivanti da amianto, colpa medica: tutte lesioni che provocano grandissime conseguenze e che si aspettano dai tempi del processo un ristoro economico che a volte è la sopravvivenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente e onorevoli colleghi, capisco perfettamente il disagio in quest'Aula che ha la Lega, nel creare momenti di confusione e momenti di diatribe rivolgendosi all'Italia dei Valori e dicendo che siamo in caduta libera (Commenti di deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Ritengo che sarebbe cosa più opportuna e giusta, da parte della Lega - che crea questi momenti di confusione perché non ha la volontà politica di votare il legittimo impedimento, poiché è giusto non votarlo - dirlo chiaramente, senza creare caciara all'interno dell'Aula, e dichiarandosi contrari al legittimo impedimento. Infatti sarebbe più giusto, dal punto di vista politico, esprimersi correttamente e, come è nel modo di pensare e di comportarsi della Lega, senza fare caciara per creare confusione e diatribe che non hanno alcun senso e alcun significato. Perciò responsabilizzatevi al punto tale da non creare confusione in Aula e prendere una posizione chiara e netta, che è la vostra, per non votare il legittimo impedimento. Questa è la cosa più corretta che la Lega, all'interno di quest'Aula, potrebbe fare, cioè avere chiarezza e dire ai cittadini con molta franchezza qual è la sua opinione e qual è il suo atteggiamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

MATTEO BRIGANDÌ. Terrone!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dal Lago. Ne ha facoltà.

MANUELA DAL LAGO. Signor Presidente, forse, l'onorevole Scilipoti questa mattina non era ancora presente. Mi permetto di ribadire, al di là di alcune frasi di cui anch'io mi scuso per conto di coloro che le hanno pronunciate, che per quanto riguarda il resto, forse si è trattato di incomprensioni, di abitudini mattutine della Lega. Pertanto, affinché non sorgano equivoci come sono sorti questa mattina all'inizio della seduta, la inviterei cortesemente a far sì che i parlamentari intervengano in relazione agli argomenti oggetto dei nostri lavori e, quindi, sugli emendamenti.
Siamo sempre felici quando si parla di noi, perché più si parla di noi e più voti ci regalate. Devo anche dire che ne abbiamo abbastanza e, quindi, vi ringraziamo, ma non ne abbiamo bisogno. Restiamo, piuttosto, sul tema in oggetto, che, forse, interessa di più ai cittadini. Signor Presidente, le rivolgiamo un invito in questo senso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Onorevole Dal Lago, i suggerimenti che richiamano all'applicazione del Regolamento sono sempre graditi.
Passiamo ai voti. Pag. 12
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.284, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Migliori... onorevole Berardi... onorevole Volpi... onorevole Vico... i colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 562
Votanti 560
Astenuti 2
Maggioranza 281
Hanno votato
235
Hanno votato
no 325).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.285, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Di Virgilio... onorevole Veltroni... onorevole Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 565
Votanti 563
Astenuti 2
Maggioranza 282
Hanno votato
237
Hanno votato
no 326).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.289.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bossa. Ne ha facoltà.

LUISA BOSSA. Signor Presidente, colleghi deputati, i gentiluomini - si sa - preferiscono i reati economici. Sono, cioè, cittadini moderati, pacifici, con buone maniere e, se devono violare la legge, lo fanno in modo mite e vellutato. Non sono delinquenti brutali, sono piuttosto felpati: corrompono giudici e avvocati, lusingandoli con soldi e regali, tessono trame con finanziatori, evadono il fisco; insomma, delinquono con stile.
Non saranno, quindi, preoccupanti per voi, colleghi della maggioranza, questo e altri emendamenti che il nostro gruppo ha voluto presentare per sancire un principio, che è il seguente: vi sono reati il cui allarme sociale è così alto da chiedere un'attenzione particolare. Vorrei fare un esempio riferendomi all'articolo 600 del codice penale (naturalmente, non è un esempio ad personam, ma è un esempio generico).
La pedofilia è un reato odioso. Se un uomo di Governo fosse accusato di pedofilia, fosse rinviato a giudizio per questo reato e si attaccasse al legittimo impedimento per rinviare il processo, non sarebbe, forse, percepito da tutti - da noi per primi - come un comportamento disdicevole e ripugnante? Non vorremmo tutti che per quel tipo di reato egli si facesse processare in fretta per arrivare subito alla verità e cancellare il solo sospetto di essere governati da un pedofilo? Potremmo dire lo stesso per altri reati che hanno a che fare con la violenza personale e rispetto ai quali è agevole immaginare uno sforzo in più rispetto a reati che generano meno allarme sociale.
Naturalmente, queste e altre proposte sono di resistenza, nel senso che non crediamo a regimi speciali. La legge è uguale per tutti e tutti siamo sottoposti alla legge, ma se proprio si deve derogare a questo sacrosanto principio democratico, allora facciamolo anche e soprattutto nei confronti del sentimento popolare che di fronte ad alcuni reati vuole prima di ogni cosa la verità subito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rampi. Ne ha facoltà.

Pag. 13

ELISABETTA RAMPI. Signor Presidente, intervengo per ricordare che mentre quest'Assemblea si accinge a votare l'ennesimo provvedimento ad personam, concepito per sottrarre il Presidente del Consiglio dai processi a suo carico, derogando con estrema disinvoltura ai principi costituzionali, e mentre siamo costretti, attraverso una serie di emendamenti, in una logica pura di riduzione del danno, a tentare di escludere dall'ombrello protettivo dello scudo almeno i reati più odiosi, come la pedofilia e la riduzione in schiavitù, fuori dal «palazzo» ci sono i problemi reali del Paese. Ci sono i lavoratori di Alcoa che chiedono lavoro, che hanno trascorso questa notte al freddo e che ci hanno dato una grande lezione di solidarietà, perché erano lì a dividersi il pane con i lavoratori del gruppo Omega, Eutelia e Phonemedia, senza stipendio da mesi. Ci sono, inoltre, tutte quelle situazioni che la crisi ha aggravato e che dovrebbero essere la priorità dell'agenda politica, perché una politica che si rispetti deve operare per il bene comune. Invece, ancora una volta, gli interessi particolari hanno il primato sugli interessi del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, siamo impegnati nella discussione di una legge che non esiste nel mondo, con la quale i sostenitori di Berlusconi chiedono che su di lui gravi il dubbio per sempre, con ciò chiedendo un leader che potrebbe essere innocente o mafioso, senza che si debba mai sapere.
Di fronte ad una simile anomalia, signor Presidente, non si può chiedere, come se ci si trovasse in un normale Parlamento a discutere una normale legge democratica, che si debba discutere ogni volta emendamento per emendamento. Qui ogni volta che si interviene, lo si fa per denunciare la violazione gravissima della legge, della Costituzione, del concetto di diritto e del senso di responsabilità nei confronti del nostro Paese. E non si dica che i cittadini chiedono questa legge: io non ne ho mai incontrato nessuno. Portateli qui, i cittadini che vogliono questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.289, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli... i colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 564
Votanti 562
Astenuti 2
Maggioranza 282
Hanno votato
236
Hanno votato
no 326).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.290.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico sugli emendamenti Ferranti 1.290 e Ferranti 1.292.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zampa. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, il reato del quale stiamo parlando, la prostituzione minorile, è di tale gravità che a nessuno di noi può sfuggire che chiunque sia accusato o processato per un'accusa di tale genere, non può avvalersi di alcuna condizione di privilegio, tanto meno questo Pag. 14scudo alla giustizia, che quest'Assemblea e questa maggioranza, con la nostra contrarietà, si appresta ad approvare, può essere utilizzato.
Sono gravi e sono in grande aumento i numeri che ci fanno temere e denunciare la gravità di questo fenomeno. Mi rivolgo a lei, Ministro Carfagna. Nel 2008 lei annunciò e fece approvare dal Consiglio dei ministri un disegno di legge che prevedeva proprio un giro di vite molto severo su questo. Perciò...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zampa.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole dell'Italia dei Valori su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, quello che sta facendo il Governo per la magistratura è veramente deludente e, oltre tutto, non ci dice neanche la verità perché dei 1.590 milioni di euro affluiti nel Fondo della giustizia alla fine soltanto 61 milioni saranno veramente destinati alla giustizia.
In quanto al problema del sovraffollamento delle carceri il signor Ministro oggi ha assunto gli stessi impegni modesti del 2008 e, quindi, molto poco. Forse il Ministro dovrebbe dedicarsi maggiormente alle vere problematiche della giustizia, anche perché la giustizia è amministrata in nome del popolo e non in nome di Berlusconi. Inoltre, è meglio essere al servizio della magistratura che essere servi di Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono pendenti oltre cinque milioni di cause civili e tre milioni e mezzo di processi penali. A fronte di tale straordinaria emergenza il Governo, a dispetto di spot e annunci strabilianti, non ha posto in essere alcun organico intervento normativo ordinamentale e strutturale idoneo a consentire all'apparato giudiziario di risolvere, entro tempi accettabili, questo così grave problema.
L'unica preoccupazione della maggioranza appare quella di evitare al Presidente del Consiglio la partecipazione alle udienze penali, di modo che il Parlamento è occupato nella definizione di questo problema con l'esame di molteplici e concorrenti provvedimenti legislativi, mentre dovrebbe occuparsi della grave crisi economica del Paese e, semmai, della riforma della giustizia per farla funzionare meglio.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paladini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, in questo comma 2 si va, di fatto, ad insistere su tutte le motivazioni del legittimo impedimento del Presidente del Consiglio e si inseriscono anche tutte le attività comunque connesse alle funzioni di Governo.
Voglio ricondurre la vostra memoria al 4 dicembre 2009, quando uno dei legittimi impedimenti del Presidente del Consiglio fu l'inaugurazione di una galleria, o meglio, l'abbattimento di un diaframma nella galleria Barritteri, nel comune di Seminara, sull'autostrada Reggio Calabria-Salerno, con un aereo di Stato a disposizione che dall'aeroporto di Fiumicino lo portò a Reggio Calabria. Questo era il legittimo impedimento del Presidente del Consiglio. Credo che se avesse chiesto di rispondere a qualche esigenza, come a quelle dei dipendenti dell'Alcoa che ieri erano qui fuori, saremmo stati tutti più convinti del legittimo impedimento.

Pag. 15

PRESIDENTE. Prima di passare al voto, saluto gli studenti e i docenti del liceo classico «Quinto Orazio Flacco» di Venosa, che partecipano al programma «Giornata di formazione a Montecitorio», nonché gli studenti e i docenti dell'istituto comprensivo Fanelli-Marini di Ostia Antica, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.290, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesa, Scilipoti, De Micheli... i colleghi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 559
Votanti 557
Astenuti 2
Maggioranza 279
Hanno votato
233
Hanno votato
no 324).

Prendo atto che il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Proietti Cosimi e Colucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.291, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli De Micheli, Sardelli, Frassinetti, Barbareschi, Palumbo, Cesa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 562
Votanti 560
Astenuti 2
Maggioranza 281
Hanno votato
233
Hanno votato
no 327).

Prendo atto che i deputati Calderisi e Buonfiglio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Tenaglia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.292, sul quale l'onorevole Giachetti ha già dichiarato il voto a nome del suo gruppo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Concia. Ne ha facoltà.

ANNA PAOLA CONCIA. Signor Presidente, questo emendamento, come gli ultimi ora esaminati, mira ad escludere dal legittimo impedimento un reato odioso come quello dello sfruttamento della prostituzione minorile. Mi voglio rivolgere soprattutto alle mie colleghe, alle mie colleghe di centrodestra e al Ministro Carfagna, che con noi in questi anni, e anche nelle scorse legislature, stanno conducendo una grande battaglia contro la pedofilia e lo sfruttamento della prostituzione minorile.
Io vi voglio chiedere come fate a prendervi questa responsabilità, ossia la responsabilità di consentire che, se un Presidente del Consiglio o un Ministro è indagato per un reato agghiacciante come questo, possa avere la possibilità di bloccare questo processo? Impediamo ad una creatura di poter essere risarcita in qualche modo? Ci prendiamo la responsabilità di sospendere un processo del genere? Voglio parlare a quelle colleghe e a quei colleghi silenziosi del centrodestra che in questi giorni camminano a testa bassa: io vi chiedo come sia possibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). ..

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Concia. Colleghi, per cortesia. Pag. 16
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, vorrei chiedere ai colleghi come si fa a strumentalizzare per bassi fini politici un reato così infamante: è una vergogna (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)! La politica non avrebbe, forse, la capacità di far dimettere una persona che può commettere un reato del genere? Pensiamo prima di parlare, siamo in un'Aula del Parlamento, dire queste fesserie per strumentalità politiche è davvero vergognoso (Commenti del deputato Polledri)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Samperi. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, vorrei soltanto richiamare l'attenzione anche dell'onorevole Cirielli sul fatto che ciò che chiediamo con questa serie di emendamenti è una maggiore tutela per le parti civili e per le parti offese. Noi stiamo dimenticando che all'interno di un processo, oltre all'imputato e al pubblico ministero, ci sono altre parti processuali: mi riferisco alle parti offese e alla parte civile, che vengono mortificate da questo provvedimento e i cui diritti non vengono tutelati da rinvii continui del processo. Questi emendamenti che sono stati ritenuti una provocazione, in effetti sono un modo per attenuare il sacrificio delle parti civili costituite.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.292, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli De Micheli, Sardelli, Nizzi, Ministro La Russa, onorevoli Conte, Rondini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 555
Votanti 553
Astenuti 2
Maggioranza 277
Hanno votato
232
Hanno votato
no 321).

Prendo atto che i deputati Vannucci e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.293, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Frassinetti, Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 560
Votanti 559
Astenuti 1
Maggioranza 280
Hanno votato
236
Hanno votato
no 323).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.294.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, annuncio il voto favorevole dell'Italia dei Valori su questo emendamento e sul prossimo in quanto sono tra loro legati e attengono a delitti gravi come quello della schiavitù.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.294, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 17

Onorevoli Vico, Milo, Di Virgilio, Leo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 561
Votanti 559
Astenuti 2
Maggioranza 280
Hanno votato
235
Hanno votato
no 324).

Prendo atto che i deputati Lunardi e Marinello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, sottopongo a lei e, se lo ritiene opportuno, al Presidente della Camera, la richiesta a nome del gruppo del Partito Democratico di potere disporre, secondo quanto prevede l'articolo 24 del nostro Regolamento, dei tempi aggiuntivi per la discussione, data l'importanza del tema e data anche la tempistica di lavoro che ci siamo dati. Credo che la disponibilità dei tempi aggiuntivi consenta - comunque questo è l'impegno di tutti - di fare in modo che vengano rispettati i tempi decisi dalla Conferenza dei presidenti di gruppo in ordine allo svolgimento dei nostri lavori, della nostra discussione e delle votazioni.

PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Quartiani. Prendo atto della sua richiesta; intanto le comunico che il suo gruppo ha ancora a disposizione quasi 30 minuti. Quindi, valuteremo la richiesta nel momento in cui il gruppo avrà esaurito tutti i tempi a disposizione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.296, sul quale l'onorevole Palomba ha già dichiarato il voto a nome del gruppo dell'Italia dei Valori.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, il Presidente del Consiglio ha evitato molti dei procedimenti a suo carico, non tanto perché è stata accertata la sua estraneità ai fatti contestati, ma perché egli stesso è intervenuto ad alterare il corso della giustizia, soggiogandola alla discrezionalità della politica.
La questione è un'altra: come può quest'uomo essere coinvolto in tanti processi ed essere Presidente del Consiglio? Troviamo scandaloso che, con i problemi gravi che affliggono il Paese, la Camera debba essere bloccata a discutere affari che riguardano solo il Premier in prima persona. Berlusconi non si appelli troppo al popolo e non sia troppo sicuro che il popolo gli abbia dato il consenso per avere salvacondotti a non governare. Si tratta, infatti, dello stesso popolo in nome del quale i giudici pronunciano le loro sentenze, lo stesso popolo che non vuole l'immunità per i politici e che vuole, invece, che egli si presenti davanti ai giudici della Repubblica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, nessuno vuole negare l'esigenza di consentire al Presidente del Consiglio di esercitare le proprie funzioni, ma per noi è primaria la tutela dell'interesse generale e non, sicuramente, quella dell'interesse particolare. La calendarizzazione con urgenza, invece, di due provvedimenti che interessano personalmente il Presidente del Consiglio - quali quello sul legittimo impedimento alla Camera e quello sul processo breve al Senato - la dice lunga sulla soluzione che si vuole trovare in maggioranza per consentire al Presidente del Consiglio di non essere processato. Queste previsioni fanno comprendere come si intenda tutelare la funzione istituzionale.

Pag. 18

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, credo che impegnare i due rami del Parlamento con provvedimenti come quelli riguardanti il processo breve, il legittimo impedimento e il lodo Alfano e perdere tempo per risolvere i problemi giudiziari del Presidente del Consiglio sia scandaloso, davanti ai problemi che ha questa nazione. I lavoratori bivaccano costantemente nella capitale, per ottenere risposte e soluzioni da questo Governo. Lunedì ci saranno i lavoratori della Merloni di Fabriano della mia regione, in cui sono state «bruciate» migliaia di posti di lavoro e il Governo impegna il Parlamento per una problematica di cui non interessa niente a nessuno, peraltro imponendo e approvando un provvedimento «a tempo» (diciotto mesi), palesemente incostituzionale: al comma 1 dell'articolo 1 della proposta di legge in esame, infatti, ne viene confessata l'incostituzionalità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, come ho fatto nel mio intervento di ieri e nel mio precedente intervento odierno, continuo a svolgere questa breve riflessione. Non vi è un problema riguardante il legittimo impedimento, ma un problema più grosso e più grave, ossia quello che il parlamentare in quest'Aula, in questo momento, non è libero di votare. Lo dico trasversalmente, perché, sin quando la legge elettorale permetterà che all'interno di questo Parlamento non vi siano rappresentanti del popolo, ma soltanto persone che vengono elette in base a scelte personali, sicuramente il parlamentare non sarà libero e, conseguenzialmente, tutte le votazioni che effettuerà saranno solo ed esclusivamente nell'interesse di qualcuno.

MATTEO BRIGANDÌ. Vai a casa!

DOMENICO SCILIPOTI. Allora, credo che all'interno sia della sinistra sia della destra ci voglia buonsenso per mettere mano ad una legge elettorale che ripristini le preferenze e un sistema proporzionale. Questa è la cosa più importante che il Parlamento dovrebbe prendere in seria considerazione e poi potremmo tranquillamente cominciare a legiferare senza avere «padroni».

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volpi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, vorrei ricordare ai colleghi di Italia dei Valori che questo è un Parlamento libero con parlamentari liberi, a differenza del suo partito, che è ormai schiavo dalla corporazione delle toghe (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.296, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Mazzuca, Ravetto, Calderisi, Latteri, Mariarosaria Rossi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 551
Votanti 549
Astenuti 2
Maggioranza 275
Hanno votato
226
Hanno votato
no 323).

Prendo atto che la deputata Braga ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.297, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Pag. 19
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Frassinetti, Vico, Berruti e Mazzuca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 555
Votanti 553
Astenuti 2
Maggioranza 277
Hanno votato
229
Hanno votato
no 324).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.298, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Strizzolo, Vico, Leo, Girlanda, Razzi e Porfidia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 558
Votanti 556
Astenuti 2
Maggioranza 279
Hanno votato
231
Hanno votato
no 325).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.299, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Sardelli e Golfo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 554
Votanti 552
Astenuti 2
Maggioranza 277
Hanno votato
227
Hanno votato
no 325).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.355.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Strizzolo. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, intervengo per un minuto a titolo personale, per dichiarare il voto favorevole su questo emendamento e anche per fare una segnalazione, mentre stiamo approvando un provvedimento così pesante per quanto riguarda i ragionevoli e giusti equilibri tra potere politico e magistratura. Dovrei ricordare agli esponenti della Lega Nord, che abbiamo ascoltato qui oggi rivolgere critiche, riferite in particolare ad una parte di quest'Aula, circa i rapporti con la magistratura, che nel periodo di Tangentopoli, quando la magistratura falcidiava esponenti della DC e del Partito Socialista, c'era qualcuno in quest'Aula che inneggiava alla magistratura, che agitava il cappio e tirava le monetine. Oggi, queste parti politiche sono prone a subire un provvedimento di questo tipo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, a seguito dell'intervento dell'onorevole Strizzolo, che sottoscrivo, voglio precisare che non è l'Italia dei Valori al servizio delle toghe, ma le toghe al servizio dell'Italia dei Valori (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Noi siamo al servizio soltanto della CIA, del KGB, della Stasi ed anche del Mossad, come ben sa qualcuno in quest'Aula, che è stato finora soltanto al servizio del Sismi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

ALFONSO PAPA. Complimenti! Vergogna!

Pag. 20

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volpi. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, intervengo solo per ringraziare per l'ammissione il collega Evangelisti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.355, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Vico, Martella, Sardelli, Razzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 554
Votanti 552
Astenuti 2
Maggioranza 277
Hanno votato
232
Hanno votato
no 320).

Prendo atto che il deputato Sarubbi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Lombardo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.356, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Vico, Sardelli, De Micheli, Bossa, Armosino, Granata, Fogliardi, Simeoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 553
Votanti 552
Astenuti 1
Maggioranza 277
Hanno votato
229
Hanno votato
no 323).

Prendo atto che il deputato Lombardo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.357, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Vico, De Micheli, Consolo, Gava, Di Virgilio, Montagnoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 556
Votanti 554
Astenuti 2
Maggioranza 278
Hanno votato
232
Hanno votato
no 322).

Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Mondello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.358, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Massimo Parisi, Di Virgilio, Madia, Leo, Migliori, Cesario...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 559
Votanti 557
Astenuti 2
Maggioranza 279
Hanno votato
231
Hanno votato
no 326).

Pag. 21

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.359, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Vella, Ravetto, D'Antona, Paniz...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 560
Votanti 558
Astenuti 2
Maggioranza 280
Hanno votato
232
Hanno votato
no 326).

Prendo atto che il deputato Vietti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.360, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Vico, Scilipoti, Di Caterina, Massimo Parisi, Girlanda, Sardelli, De Luca, Graziano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 558
Votanti 556
Astenuti 2
Maggioranza 279
Hanno votato
231
Hanno votato
no 325).

Prendo atto che il deputato Vietti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.306, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Pugliese, Sardelli, De Luca, Leo, Lovelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 560
Votanti 558
Astenuti 2
Maggioranza 280
Hanno votato
234
Hanno votato
no 324).

Prendo atto che il deputato Vietti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.307, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Vella, Vico, Gasbarra, Di Virgilio, Speciale, Montagnoli, Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 558
Votanti 556
Astenuti 2
Maggioranza 279
Hanno votato
232
Hanno votato
no 324).

Prendo atto che i deputati Vietti e Vessa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.308, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Pag. 22
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Tommaso Foti, Mariarosaria Rossi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 563
Votanti 561
Astenuti 2
Maggioranza 281
Hanno votato
234
Hanno votato
no 327).

Prendo atto che i deputati Vietti e Goisis hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Avverto che gli emendamenti da Ferranti 1.309 a Ferranti 1.352 non sono stati segnalati per la votazione. Passiamo, quindi, alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.221.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, signori Ministri, in particolare signor Ministro Alfano, colleghi, siamo arrivati ad un punto che non è certamente il cuore del provvedimento: il cuore risiede semmai nell'obiettivo che con esso vi date; ma sicuramente è un momento di chiarezza, anche un momento, se vogliamo, della verità: lo dico in particolare rivolgendomi all'onorevole Casini, che ieri ha interloquito più volte con l'opposizione, e, quindi, anche con il Partito Democratico.
Signor Presidente, noi ci siamo trovati in queste ore ad ascoltare in Aula considerazioni francamente enormi. Abbiamo ascoltato il collega Contento, che pure è un collega che stimo, prendere la parola nella giornata di ieri e spiegarci che noi dovremmo ringraziare il Popolo della Libertà, anzi il Partito della Libertà e la maggioranza, perché per una volta tanto su una piccola questione marginale relativa alla sentenza della Corte costituzionale viene raccolta in un provvedimento un'indicazione, per l'appunto, della Corte costituzionale stessa; dimenticando quello che non tanto lui, quanto il suo leader e anche alcuni rappresentanti del Governo, tra cui il Ministro Alfano, sono stati capaci di dire nei confronti di essa per un aspetto non marginale, cioè perché ha bocciato il lodo Alfano esattamente come aveva fatto col lodo Schifani. E ciò non tanto per minuzie quali quelle che ieri venivano citate, ma per le stesse ragioni per le quali probabilmente ci troveremo tra qualche mese nella medesima condizione: perché si usa un passaggio che non è quello previsto dalla Costituzione quando la si riforma, cioè l'utilizzo dell'articolo 138, e allo stesso tempo perché si viola l'articolo 3, che vorrebbe che tutti i cittadini siano uguali di fronte alla legge. Prendere a pretesto la Corte costituzionale, dopo averla demolita ed insultata per non so quanto tempo, è abbastanza singolare.
La «parata» delle singolarità è arrivata però ieri ad un certo punto - ma questo credo che lui lo sappia da solo - con la dichiarazione del collega Brigandì quando in Aula ha voluto spiegarci, in un modo che francamente ha suscitato, come è ovvio, ilarità (penso non soltanto in me ma, forse, anche in lui mentre lo diceva) che stiamo affrontando un provvedimento di carattere generico ed astratto. Raramente, sempre più raramente, ci si attiene a questo che dovrebbe il essere precetto del legislatore, ossia quello di occuparsi di materie generiche ed astratte, ma certamente nella presente occasione non possiamo parlare di questo.
Signor Presidente, faccio presente all'onorevole Casini e all'UdC (contemporaneamente rivolgendo, se è possibile, un appello anche ai colleghi della maggioranza) che questo è anche il momento della verità. Onorevole Casini, lei ieri ha parlato di un ponte tibetano (e lascerei da parte il Tibet, che è una causa di spessore importante rispetto alla miseria del provvedimento che stiamo esaminando). Quindi, lei ha parlato di un ponte che si basa sostanzialmente su due principi e su due fatti: il primo è che il processo breve, Pag. 23secondo quanto detto anche dal collega Vietti, si sarebbe avviato su un binario morto; il secondo è che il provvedimento ora al nostro esame è fatto per risolvere definitivamente il problema del Presidente del Consiglio.
Il ponte si regge su due pilastri, ma il primo pilastro cade perché non è vero che il processo breve è su un binario morto (è stato infatti già avviato l'iter delle audizioni, tutto è pronto e poi vedremo se entro febbraio verrà stabilita un'altra data che magari aiuterà a spingerlo sul binario morto); qui però cade anche il secondo pilastro e, se mi consente, onorevole Casini, anche l'alibi che vi siete dati.
Oggi con questo comma 3 - e concludo, signor Presidente - decidiamo che questo provvedimento non è solo per il Presidente del Consiglio ma è per tutti i Ministri. È del tutto evidente quindi che, siccome questo comma secondo cui tale provvedimento è per tutti i Ministri passerà perché la maggioranza è forte, anche l'altro pilone fondamentale del suo ragionamento viene meno.
Quindi se mi consente, onorevole Casini, viene meno sicuramente un bluff da parte della maggioranza che inserisce questo argomento nel testo, ma viene meno anche un alibi per quanto vi riguarda perché difficilmente adesso potrete dimostrare che vi è una sola ragione per la quale votare a favore di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, deve concludere.

ROBERTO GIACHETTI. Vi è invece - e concludo, signor Presidente - una ragione. Non penso che qui siamo figli di padroni, siamo persone libere in grado di ragionare; tuttavia ritengo che questa è l'occasione anche per quei colleghi della maggioranza - che pure mantengono concordia rispetto all'esigenza di tutelare il Presidente del Consiglio in questo modo (è un problema loro, non mio) - di poter però dimostrare che esiste la possibilità e la libertà di guardare in faccia le cose e di sapere che questo comma non ha nulla a che vedere con quell'obiettivo.
Credo che nel mandato popolare che ci viene dato, se vogliamo esercitare questa sovranità anche con responsabilità, qualche volta aprire gli occhi e comportarsi in modo libero, sapendo che quello che abbiamo di fronte è qualcosa che non ha nulla a che vedere con l'obiettivo che ci eravamo proposti, probabilmente ci aiuterebbe anche a compiere meglio il nostro mestiere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ria. Ne ha facoltà.

LORENZO RIA. Signor Presidente, nella giornata di ieri abbiamo avuto modo di spiegare le nostre ragioni, il senso del contributo che come Unione di Centro abbiamo voluto dare a questa vicenda, le ragioni politiche nonché il filo logico che abbiamo voluto seguire.
Il fatto che siamo convinti di aver colpito nel segno lo dimostra la reazione, anche quella di pochi secondi fa dell'onorevole Giachetti che evidentemente non ha voluto comprendere - come penso il Partito Democratico non abbia voluto comprendere - il nostro sforzo, il nostro tentativo che - è evidente - si muoveva nelle maglie strette dei principi fissati dalla nostra Costituzione.
Onorevole Giachetti, sappiamo bene che le prerogative costituzionali devono avere una disciplina costituzionale e che il legislatore ordinario può intervenire solo per attuare il dettato costituzionale, come sappiamo bene quali sono i limiti quantitativi ed anche qualitativi rispetto allo Stato di diritto e all'equilibrio, che pure deve essere cercato, tra i poteri dello Stato.
Sappiamo, però, altrettanto bene, che la Costituzione tutela alcuni valori. Non vi è dubbio, signor Presidente, che un valore da tutelare è il sereno svolgimento delle funzioni. Anche lei, ieri, nella qualità di leader politico, naturalmente non come Vicepresidente della Camera, ha voluto un po' ironizzare su questo concetto che è un valore, come lei sa, sancito anche dalla Pag. 24sentenza della Corte costituzionale sul lodo Alfano.
Naturalmente, il sereno svolgimento delle funzioni non viene in rilievo sotto l'aspetto psicologico, individuale, contingente, della soggettiva serenità del singolo titolare della carica, ma viene in considerazione solo con riferimento all'obiettiva protezione che si vuole dare al regolare svolgimento delle attività connesse.
Allora, le maglie strette sono quelle del ponte a cui noi abbaiamo voluto fare riferimento.
Certo, l'onorevole D'Alema, che è abituato a veleggiare in mare aperto, non può comprendere, o fa fatica a comprendere, che il ponte è qualcosa che unisce, qualcosa che deve unire; questo è il senso della nostra iniziativa.
Onorevoli, D'Alema e Giachetti, un ponte verso il nulla? No, un ponte verso quello che il Presidente emerito della Repubblica Scàlfaro vede nella considerazione che noi diamo all'iniziativa che abbiamo assunto, ovvero un'idea di tipo sospensivo delle procedure penali in corso. Sarebbe illegittima un'idea di altro tipo che portasse, invece, all'immunità.
Certo noi nel testo della nostra iniziativa dicevamo ben altro: non vi era l'impedimento continuativo così prolungato (era limitato soltanto a sei mesi); non era previsto, soprattutto, un impedimento certificato dagli stessi uffici di appartenenza; le cause, soprattutto del legittimo impedimento, non erano individuate in modo generico e, quindi, non era previsto l'automatismo che oggi, invece, viene contemplato dal provvedimento.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

LORENZO RIA. Non erano previsti i Ministri e questo è l'alibi a cui faceva riferimento l'onorevole Giachetti. Noi, se rimane il riferimento ai Ministri non voteremo a favore di questo provvedimento. Né ci possono essere opposte ragioni di carattere costituzionale, in quanto è la stessa sentenza della Corte costituzionale che esclude il riferimento ai Ministri. L'avete sostenuto anche voi del PdL, e ancora meglio il Presidente del Consiglio nella sua memoria: il Presidente del Consiglio ha una sorta di supremazia politica (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro)...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ria.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei innanzitutto dire, affinché lei lo riferisca all'onorevole Giachetti, che non è un'idea mia che questa sia una legge generale e astratta. Intanto, è una legge generale e non generica, che è un concetto totalmente diverso, Non può che essere generale e astratta, perché ove non lo fosse noi non potremo vararla. È un meccanismo di tutta evidenza e di rilevanza costituzionale.
È evidente che le leggi generali e astratte si applicano poi a determinati soggetti concreti. Ed è altrettanto evidente che, trattandosi di una legge che si riferisce alla carica del Premier, non può che applicarsi ad una persona fisica. Questo non significa che non sia una legge generale e astratta, nel senso che quando, prima o poi, mi auguro tra tanti anni, Berlusconi non vi sarà più, ma ci sarà una qualsiasi altra persona a fare il leader del centrodestra, probabilmente anche questa persona avrà gli strali della magistratura nello stesso modo.
Quindi, è evidente che è generale e astratta per fare in modo che ci possa essere un leader del centrodestra che governi senza una parte, ormai al di fuori di ogni schema (basta leggere quanto è stato detto da alcune correnti, mi riferisco a Magistratura democratica), che non esiterei a definire di carattere eversivo. È, dunque, evidente che vi è un attacco di una parte che da ordine è diventata potere politico, e all'interno di questa politica contrasta la politica avversaria, quella del centrodestra. Questo - lo dico senza nessuna ironia - è dovuto al fatto (e me ne dispiace) che il centrosinistra si è disgregato al punto che Pag. 25l'unica costola che gli resta è quella della magistratura.
Bene ha detto il deputato dell'Italia dei Valori quando ha fatto la distinzione tra la magistratura al servizio del partito e il partito al servizio della magistratura. Lui dice - e io ne sono convinto - che la magistratura sia al servizio dell'Italia dei Valori. Ne sono convinto anzitutto perché ho visto i risultati di una serie di inchieste penali nei confronti di esponenti dell'Italia dei Valori, che possono essere unicamente giustificati dal fatto che non si è voluto condannare un ex collega.
Ma sono convinto per una ragione più profonda e politica che la magistratura sia al servizio dell'Italia dei Valori. Faccio un inciso: quando parlo della magistratura parlo soltanto di un numero ristretto di magistrati, che sono quelli che fanno politica e che comandano su tutti gli altri, anche con l'insofferenza degli altri.
Sono convinto di quanto ho detto per un motivo semplice. Attraverso questa azione è stato fatto un salto di qualità. In altre parole la magistratura, se è supportata o supportante la destra, si trova sempre in una situazione marginale, salvi ovviamente quelli che vengono sistematicamente arruolati dalla sinistra per far parte di Assemblee parlamentari.
A parte ciò c'è stato e c'è il passo successivo: che la magistratura (sempre quella parte cui mi sono riferito prima) entri direttamente in Parlamento per tutelare le proprie prerogative, non personali, bensì politiche.
Noi abbiamo - è evidente e condivido quanto detto dal deputato dell'Italia dei Valori - un partito al cui servizio vi è la magistratura e che è qui rappresentato da magistrati i quali fanno la politica della magistratura (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, faccio questo intervento non soltanto per affermare il voto favorevole dell'Italia dei Valori sulla soppressione di questo terzo comma che non c'entra assolutamente niente e che aggrava l'incostituzionalità di questo provvedimento, ma anche per svolgere alcune considerazioni sui rapporti tra magistratura e politica.
La magistratura esercita una funzione sovrana perché è riferita al popolo. Ciò è previsto agli articoli 101 e 1 della Costituzione, piaccia o non piaccia. Noi difendiamo la magistratura come istituzione e ci ribelliamo di fronte alla considerazione che si possa dividere la magistratura in buoni e cattivi, in giudici politici e giudici non politici soltanto a seconda del fatto che si occupino di reati che sono attribuiti a personale politico.
Questo è veramente uno stravolgimento incredibile delle regole costituzionali. Vorrei anche ricordare un aspetto, se qualcuno non lo ricordasse. Se dicono che l'Italia dei Valori è il partito che difende la magistratura, noi ne siamo davvero orgogliosi. Infatti, per noi la legalità, che è lo stesso valore che anima la magistratura, è un valore fondante. Tuttavia, ci fanno un favore anche in un altro senso. Poiché i cittadini italiani, nell'ordine di graduatoria delle preferenze rispetto a istituzioni e a categorie, hanno fiducia nella magistratura al sessanta per cento, noi siamo orgogliosi se siamo identificati con la magistratura e con il sostegno alla stessa.
Vorrei anche ricordare un altro aspetto: benché in questi anni la politica abbia inferto colpi di maglio, abbia cercato in tutti i modi di delegittimare la magistratura, la politica nazionale è all'ultimo posto nella credibilità e nella considerazione degli italiani. Quindi, ciò che avviene in questa sede, in questo teatrino, è completamente diverso da quel che c'è fuori. Gli italiani al settanta per cento non vogliono il legittimo impedimento, gli italiani al sessanta per cento hanno fiducia nella magistratura e - speriamo - in noi, in Italia dei Valori e non negli altri partiti che fanno di tutto per delegittimarla. Questa è la realtà al di fuori, oltre quella rappresentata dall'Alcoa e da Termini Imerese.

Pag. 26

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, l'emendamento sul quale ci accingiamo ad assumere le nostre determinazioni, in realtà, si rivolge esclusivamente all'attività dei Ministri, attività che non può non essere contemplata dal provvedimento, dal momento che - su questo ringrazio per le sue parole l'onorevole Giachetti - ad indicarci questa strada è ancora una volta la Corte costituzionale. Non dobbiamo, infatti, dimenticare che, nella recente sentenza sul lodo Alfano, proprio la Corte costituzionale ci ha avvertito che non è configurabile una preminenza del Presidente del Consiglio dei ministri rispetto ai ministri, perché egli non è il solo titolare delle funzioni di indirizzo del Governo ma si limita a mantenerne l'unità, promuovendo e coordinando l'attività dei ministri e ricopre perciò una posizione tradizionalmente definita di primus inter pares.
È evidente, quindi, che nel preciso istante in cui il legittimo impedimento viene normativamente previsto per le funzioni di Governo e, quindi, con il rinvio a leggi che disciplinano l'attività del Presidente del Consiglio, altrettanto corretto è far sì che l'impedimento sia previsto anche per le attività disciplinate per i Ministri da leggi e regolamenti. Diversamente avremmo una normativa non equilibrata e molto probabilmente - questo sì - potrebbe dar adito anche ad una censura di irragionevolezza della norma proprio perché la nostra Costituzione prevede il Governo nel suo insieme e nella sua complessità.
È evidente, quindi, che i presentatori del provvedimento si sono posti questo problema e lo hanno fatto alla luce degli insegnamenti della Corte costituzionale.
Quanto poi alle questioni dello scontro tra politica e magistratura, mi permetto di dire che le stesse responsabilità vi sono da parte della politica e sotto il profilo critico credo che si possa discuterne; altrettante responsabilità devono essere individuate nell'atteggiamento non di tutti ma di molti magistrati che hanno preferito le trasmissioni televisive al confronto elettorale per esprimere giudizi critici se non addirittura per partecipare a confronti e scontri politici contro esponenti del Governo o contro esponenti della maggioranza.
Non mi risulta che nell'ordinamento giudiziario vi siano prerogative di questo tipo da parte della magistratura (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Allora, cari colleghi dell'opposizione, ritorno - e mi avvio alla conclusione - su un'altra questione di fondo: la questione del rapporto tra politica e magistratura non riguarda la maggioranza e non riguarda il Governo di centrodestra, ma riguarda il Parlamento e riguarda tutti i Governi. Il vostro atteggiamento, in questo momento, indebolisce la politica di fronte a quella parte della magistratura che vorrebbe, coperta dallo scudo di essere soggetta soltanto alle leggi, fare politica e non mandare avanti i processi, come chiede l'opinione pubblica a gran parte di quei magistrati (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sardelli. Ne ha facoltà.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Signor Presidente, intervengo per puntualizzare l'aspetto fondamentale di questa nostra seduta odierna: oggi, con il provvedimento in esame, si cerca di porre freno ad uno strapotere giudiziario, che da 15 anni paralizza il Parlamento, rende difficile l'attività legislativa, confligge costantemente con le nostre attività.
È una storia grave, un fatto grave di questa nostra realtà italiana, ma esiste - ed è chiaro a tutti - un potere giudiziario che non solo si esprime attraverso una persecuzione verso il Presidente del Consiglio dei Ministri, capo della maggioranza, ma si esprime anche con un potere di veto verso l'attività legislativa. Noi assistiamo frequentissimamente ad interventi di giudici e di esponenti del Consiglio superiore Pag. 27della magistratura che accampano un potere di veto verso l'attività del Parlamento e verso le leggi che questo Parlamento approva. Di fronte ad uno scontro di questo livello, ben si comprende che le migliaia di iniziative giudiziarie nei confronti del Presidente del Consiglio fanno parte di questo scontro politico e ne sono l'essenza.
A questo gioco al massacro delle istituzioni partecipa, purtroppo, da 15 anni la sinistra, un grande partito di sinistra che per debolezza politica cerca nel braccio armato della magistratura quella forza che gli potrebbe consentire di ritrovare la via del Governo del Paese. Sono fatti noti, fatti antichi, ed io concordo con l'onorevole D'Alema quando dice che la risposta è solo politica. L'onorevole D'Alema ieri ha posto il problema del primato della politica rispetto alle incursioni della magistratura nel nostro lavoro di governo e di legislazione; quindi concordo su questa impostazione e sul provvedimento in esame perché ci permette di avere il tempo di arrivare ad una riforma costituzionale che riaffermi la centralità del Parlamento e del potere legislativo rispetto a tutti gli altri poteri e a questo strisciante colpo di Stato (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi Sud/Lega Sud Ausonia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, abbiamo precisato ieri che siamo favorevoli al provvedimento in esame per liberare il campo da un problema che altrimenti blocca la vita politica italiana ed impedisce sostanzialmente di affrontare i problemi del Paese.
Votammo a favore del «lodo Alfano» e consideriamo questa legge (o questa leggina, come vogliamo chiamarla) una specie di collegamento - i colleghi dell'UDC hanno parlato di ponte - tra l'attuale situazione e la situazione in cui entrasse in vigore il lodo Alfano attraverso la via costituzionale. Abbiamo espresso una riserva, però, sull'estensione del legittimo impedimento ai Ministri. Pertanto sull'emendamento soppressivo noi ci asterremo, perché riteniamo che estendere ai Ministri questa normativa indebolisca la normativa stessa e la assoggetti ancor di più ad un rischio di incostituzionalità che i colleghi della maggioranza sanno esistere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, vorrei far notare l'evidente imbarazzo di molti colleghi del centrodestra in quest'Assemblea, denunciato dal fatto che la migliore intelligenza giuridica di cui dispongono non ha pronunciato parola sul provvedimento in esame, affidandolo, invece, ad affermazioni molto periferiche dal punto di vista della cultura giuridica.
Due affermazioni attraggono l'attenzione. La prima è che pochi magistrati deviati dall'esposizione televisiva sarebbero i colpevoli; allora, diventa ridicolo che un intero Parlamento si muova contro quattro o cinque magistrati che appaiono in televisione. Invece, subito dopo, ci si dice che vi è un colpo di Stato strisciante e uno strapotere giudiziario; allora, si pone un problema molto più grave che fare stare a casa il Presidente del Consiglio e i suoi Ministri.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

FURIO COLOMBO. Insomma, siamo stati qui per una farsa vergognosa, dalla quale è importante che i cittadini sappiano che questa parte politica si è dissociata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Consolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, sono tra coloro che non sentono imbarazzo di sorta nel votare favorevolmente il provvedimento in oggetto.
Vorrei chiedere ai colleghi che siedono in quest'Aula se sanno perché il legislatore Pag. 28ha voluto prevedere, all'articolo 98, terzo comma, della Costituzione, la possibilità di stabilire limitazioni al diritto di iscriversi a partiti politici per i magistrati. Se i costituenti hanno previsto questa norma - lo ripeto, si tratta dell'articolo 98, terzo comma, della Costituzione - un motivo vi sarà. Non mi si dica che la legge applicativa non è stata istituita, perché lo so da me. L'importante è che si mediti su quanto i padri costituenti hanno voluto statuire. Meditate, meditate colleghi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, credo che per poter esprimere valutazioni di carattere giuridico, come un po' in tutte le materie, sia necessaria una competenza. Con tutta umiltà, nessuno può avventurarsi su terreni che non gli siano consoni e sui quali non sia abituato ad imbattersi; pertanto esprimere un giudizio di non pertinenza giuridica delle osservazioni che sono state formulate in quest'Assemblea, presume una competenza giuridica che - con tutto il rispetto per l'anzianità, per l'esperienza e per la capacità - l'onorevole Colombo mi sembra che non abbia.
La qualità giuridica del dibattito - sarebbe sufficiente leggere i documenti dei lavori che si sono svolti in Commissione - è stata assolutamente eccellente e qualitativa, da una parte e dall'altra, con grande perizia e con grande capacità. Se, poi, la politica deve diventare, tra virgolette, un modo per intervenire a piedi uniti sulla qualità di un dibattito tecnico-giuridico, mi sembra che siamo lontani dai più elementari principi di democrazia.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, vorrei aggiungere - e concludo - che, nella diatriba tra magistratura e potere politico, si dimentica un piccolo avverbio. L'articolo 101, secondo comma, della Costituzione riferisce che i giudici sono soggetti soltanto alla legge. Ebbene, se il costituente ha introdotto l'espressione «soltanto alla legge», vuol dire che la legge costituisce un baluardo insormontabile al quale i giudici devono prestare ossequio. Il termine «soltanto» indica non solo libertà, ma anche un baluardo - lo ripeto - insopprimibile al quale il giudice deve prestare ossequio. Se presta ossequio alla legge, deve prestare ossequio al Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, ringrazio il collega che mi ha preceduto, che, come è ben noto, è l'avvocato del Ministro Matteoli.
Stiamo parlando di un legittimo impedimento per il Presidente del Consiglio: dunque, poiché tutti i cittadini uguali a davanti alla legge, invoco l'articolo 3 della Costituzione.
Perché non estendiamo il legittimo impedimento, oltre che ai Ministri, anche a tutti i parlamentari, ai consiglieri regionali, provinciali e comunali, ai loro mariti e alle loro mogli, agli amanti e agli amici di merenda? Credo che faremmo un bel servizio al Paese estendendolo a tutti (Commenti dei deputati dei gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.221, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Simeoni... onorevole Martinelli... onorevole Scarpetti... l'onorevole Simeoni ancora non ha votato... l'onorevole Cosentino è a posto... onorevole Lo Monte... i colleghi hanno votato? Pag. 29
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 568
Votanti 566
Astenuti 2
Maggioranza 284
Hanno votato
268
Hanno votato
no 298).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 1.353, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Scarpetti... onorevole Martinelli... onorevole Vella... onorevole Ghiglia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 565
Votanti 563
Astenuti 2
Maggioranza 282
Hanno votato
267
Hanno votato
no 296).

Prendo atto che il deputato Ciccanti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.159.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, il comma 3 recita: «Per i Ministri l'esercizio delle attività previste dalle leggi e dai regolamenti che ne disciplinano le attribuzioni costituisce legittimo impedimento (...)».
Tra qualche istante, quando voteremo, o meglio, voterete l'emendamento 1.401 della Commissione, bisognerà aggiungere, dopo le parole «le attribuzioni», le parole «nonché di ogni attività comunque coessenziale alle funzioni di Governo».

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 12)

GIANCLAUDIO BRESSA. Con questa definizione di legittimo impedimento voi stabilite un punto di fondo che si può tradurre così: basta che un Ministro lo voglia, non si presenta davanti al giudice, perché costituisce legittimo impedimento non solo l'esercizio delle attività previste dalle leggi - e noi sappiamo che la legge n. 400 del 1988 tipizza solo poche attività in capo ad un Ministro - ma, voi prevedete, anche quelle previste dai regolamenti.
Vogliamo fare qualche esempio per capire di cosa stiamo parlando. Cito tre regolamenti a caso, ma potrei citarne centinaia. Il regolamento n. 233 del 2001, che riguarda il Ministro degli affari esteri, sostiene che se il Ministro deve nominare, tra i funzionari diplomatici di grado non inferiore a consigliere di ambasciata, su proposta del capo di gabinetto, due vice capi di gabinetto, chiaramente, essendo previsto dal regolamento, può astenersi dal presentarsi al processo.
Prendiamo un altro regolamento, il n. 233 del 2007, che riguarda il Ministro per i beni e le attività culturali. Egli è chiamato a nominare il consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici e il suo presidente: chiaramente, si tratta di un impedimento perché il regolamento lo prevede.
L'ultimo esempio riguarda il Ministro dell'istruzione, che deve nominare il consiglio nazionale per l'alta formazione artistica e musicale; poiché è lui a nominare i componenti, è chiaro che questo, essendo previsto dal regolamento, diventa legittimo impedimento. Siamo alla follia normativa. Se a questo, poi, aggiungiamo che fra qualche minuto voi voterete l'inciso previsto dall'emendamento 1.401 della Commissione, dove c'è scritto: «nonché di ogni altra attività comunque essenziale alle Pag. 30funzioni di governo», il gioco è fatto. Tutto è legittimo impedimento.
La volontà di non presentarsi in giudizio di un Ministro diventa sovrana e assoluta e nulla può impedire che ciò accada. Il giudice, su richiesta della parte - che ovviamente in questo caso è il Ministro - rinvia il processo ad altra udienza. Con questa vostra geniale previsione il giusto processo, previsto dall'articolo 111 della Costituzione, si trasforma per i Ministri in una nuova fattispecie: è giusto il non processo.
È veramente una tristezza vedervi all'opera. Siete degli apprendisti stregoni. Apprendisti perché, nonostante anni di indefessa applicazione, non siete ancora riusciti a fare un provvedimento all'altezza delle vostre inconfessabili aspettative, capace di reggere il vaglio costituzionale; stregoni perché solo una cultura giuridica cabalistica come la vostra può partorire a ripetizione provvedimenti come questo. Ma non fatevi illusioni, perché è solo questione di tempo e anche questa vostra nuova muscolare prestazione giuridica verrà cassata dalla Corte costituzionale.
L'impedimento legittimo per sua natura deve essere qualcosa di puntuale e concretamente localizzato nel tempo. Una presunzione ex lege assoluta di impedimento, sostanzialmente indefinita né tipizzata e continuativa per un lungo periodo di tempo, equivarrebbe ad una norma di status derogatoria, cioè ad una prerogativa. Non si tratterebbe più di una legittima disciplina del processo, rimessa al legislatore ordinario, ma di una forma di deroga al normale esercizio della funzione giurisdizionale, che solo il legislatore costituzionale potrebbe eventualmente stabilire.
Comunque, avete tempo 18 mesi. Fatevi coraggio. Avete qualche mese di tempo per pensarne una nuova. Ma non illudetevi: gli italiani non sono inconsapevoli e l'incantesimo della vostra magia è finito da un pezzo. Quando vi sveglierete anche voi sarà sempre troppo tardi. Intanto ci pensiamo noi, qui oggi in quest'Aula, a tenere sveglia l'attenzione del Paese. Sappiatelo: i vostri numeri così grandi e così inutili vi fanno vincere solo qui dentro e questo per vostra inettitudine non basta, per fortuna del Paese e degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lovelli. Ne ha facoltà.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, con questo emendamento si mettono in evidenza gli effetti distorsivi che questo provvedimento introdurrà nel nostro sistema giuridico e costituzionale. La cosa grave che sta avvenendo in questa legislatura, in cui abbiamo approvato 55 decreti-legge con 27 voti di fiducia, è il fatto che il Parlamento viene marginalizzato e oggi se ne ha una dimostrazione, con un provvedimento che mentre vorrebbe porre rimedio agli effetti della incostituzionalità del lodo Alfano dimentica che la sentenza della Consulta n. 262 del 2009 ha non solo previsto la necessità della copertura costituzionale in materia di prerogative degli organi costituzionali, ma anche il diritto alla difesa, di cui all'articolo 24 della Costituzione, e alla giurisdizione, di cui agli articoli 101 e 111... (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lovelli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rao. Ne ha facoltà.

ROBERTO RAO. Signor Presidente, intendo brevemente riassumere i motivi per cui voteremo a favore di questo emendamento e anche i motivi per cui alla fine voteremo, nostro malgrado, anche a favore del successivo emendamento proposto dalla maggioranza.
I Ministri sono stati ricompresi nel provvedimento - sebbene ne abbiamo cercato di scongiurare l'inserimento - con motivi che richiamano la costituzionalità (e notiamo che in certi casi la Costituzione viene richiamata spesso, mentre in altri casi viene molto sottovalutata). Riteniamo, invece, che sarebbero stati prevalenti i motivi politici che abbiamo illustrato in Pag. 31questi giorni perché i Ministri fossero esclusi dal passaggio su questo stretto percorso che molti, proprio in questi giorni, hanno chiamato ponte tibetano. Se qualcuno avesse acquisito i diritti o il copyright di questo termine, che mi sembra sia stato coniato per la prima volta dell'onorevole Vietti, a questo punto avrebbe potuto pagarsi anche una bella vacanza.
Ebbene, in questi giorni abbiamo ritenuto che fosse opportuno rendere più leggero il carico su questo ponte. A maggior ragione, una volta che si è deciso, secondo noi in maniera sbagliata, di farvi transitare sopra i Ministri sarebbe stato opportuno che i Ministri lo attraversassero in maniera più leggera.
E quindi per questo abbiamo cercato con il nostro precedente emendamento di legare anche le motivazioni agli articoli della Costituzione che richiamano l'attività e le prerogative dei Ministri e adesso votiamo a favore di questo emendamento perché riteniamo che i regolamenti siano un'estensione ingiustificata dei motivi che si possono addurre per il legittimo impedimento a presentarsi nel processo.
Comunque, voteremo a favore di questo emendamento e riteniamo però, contrariamente a quello che diceva l'onorevole Bressa, che se questo emendamento fosse bocciato il fatto di inserire «nonché di ogni altra attività comunque coessenziale alle funzioni di Governo», così come proposto dalla Commissione, sia comunque un miglioramento sensibile rispetto alla genericità della precedente formulazione che, di fatto, ampliava ancora di più la possibilità di passare sul famoso e ormai stranoto ponte tibetano (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale solo per ribadire - avendo un minuto non posso fare diversamente - al collega Rao che quel ponte è crollato, collega Rao. Con il voto che c'è stato prima è crollato: non c'è più il ponte tibetano, c'è una realtà rispetto alla quale voi avete un legittimo atteggiamento, ma non trovate giustificazioni diverse. Quel ponte non c'è più; i due presupposti sono spariti e adesso, se come si dice a Roma «ci accontentiamo dell'aglietto», resta tuttavia il fatto che quel ponte non c'è più.
Questo è il provvedimento che andrete a votare, così com'è delineato. Al collega Contento vorrei semplicemente dire che la Corte costituzionale non si può chiamare in causa come motivo di correttezza del procedimento la mattina e «sderenarla» con insulti ed accuse gravissime in altra occasione, quando magari dichiara incostituzionale un provvedimento non per quelle ragioni, ma perché usate un procedimento che non è costituzionale, esattamente come fate adesso.
Oggi lei dice questo, ma quando la Corte costituzionale, sono sicuro, dichiarerà incostituzionale questo provvedimento, il suo leader dirà esattamente quello che ha detto sei mesi fa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi abbiamo acclarato che si sta sfregiando la Costituzione. Va bene. Voglio adoperare parole moderate e tranquille per dire: transeat, nel senso che si segue un percorso legislativo con il quale si fa una forzatura e si mette in campo questo provvedimento sul legittimo impedimento.
Però, nel momento in cui si sfregia la Costituzione, si sta sfregiando qualcosa di astratto, se così possiamo dire, mentre invece voglio spendere qualche parola stamattina a favore del Presidente Berlusconi, a favore del Presidente del Consiglio dei ministri. Infatti, se si sta sfregiando la Costituzione, ovvero qualcosa di astratto, non voglio che invece venga sfregiato qualcosa di concreto e di tangibile, ovvero il Presidente Berlusconi. Pag. 32
Il Presidente Berlusconi è anche il mio Presidente, è il Presidente del Governo degli italiani e allora, per questa ragione, immaginate quando da domani questo provvedimento del legittimo impedimento sarà legge. Immaginate avere come Presidente del Consiglio un «impedito» (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà); immaginate da domani cosa diranno Le Figaro, The New York Times, e così via discorrendo: che in Italia abbiamo un Presidente del Consiglio che è un «impedito» (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Ho attaccato in lungo e in largo il Presidente del Consiglio per la sua politica, per come sta governando questo Paese. Non condividiamo se da due giorni stiamo parlando di una questione che riguarda il Presidente del Consiglio e non i lavoratori dell'Alcoa, che ieri sera picchiavano il casco sull'asfalto lì fuori, a piazza Montecitorio, o i lavoratori di Eutelia o della Fiat.
Ritenevo più giusto che la politica si concentrasse su questi argomenti, che sono le vere essenzialità ed emergenze del nostro Paese in questo momento, ma va bene, è una scelta che sta facendo la maggioranza ed io esprimo la mia posizione, la posizione del centrosinistra.
Colleghi, non posso consentire che il nostro Paese a livello internazionale abbia un'immagine di un Governo che tiene alla sua guida un «impedito», perché a Napoli si dice che uno fa l'impedito, anzi no, si dice che fa 'o fesso pe nu' ghi a' guerra. Allora, non possiamo arrivare a questa impostazione ridicola del Parlamento che si sta aggrovigliando su questioni che non interessano agli italiani. Lo voglio dire soprattutto perché ho sentito prima l'intervento, in particolare, del collega Ria; ebbene, non riesco proprio a capire tutti questi salti, tutte queste piroette e tutte queste «democristian diavolerie» che servono per mantenere delle leggi che non hanno né testa né coda; uno che è stato eletto nel PD viene a dirci: noi dell'UdC diamo lezioni all'onorevole D'Alema e spieghiamo al PD come si deve fare (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico). Questa è la politica della vecchia Repubblica che dobbiamo mettere in soffitta e soprattutto dobbiamo lasciare questi atteggiamenti veramente da casta, che servono solo a tutelare le persone e non rappresentano gli interessi del Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rubinato. Ne ha facoltà.

SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, intervengo brevemente solo per offrire un contributo alle riflessioni dei colleghi e al dibattito dell'Aula, un contributo che proviene dalla storia della Repubblica serenissima veneta. Leggo testualmente dal testo L'oro di Venezia di René Guerdan che nel capitolo «Una nobiltà che non ha sangue blu» scrive esattamente questo: «A Venezia il potere non è di diritto divino, la classe dirigente non è di origine superiore e la legge e i tribunali sono uguali per tutti. Guai al magistrato che in un processo civile si permettesse di ricevere la visita di una delle parti o tenesse conto di una parola di raccomandazione. In realtà, se esistono privilegi, a Venezia, questi hanno effetto contrario. Una legge del 1376 ha chiaramente stabilito: qualsiasi delitto o scandalo commesso da un nobile sarà doppiamente punito». I dirigenti non devono forse dare l'esempio? (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.159, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Sardelli, Savino, Lo Monte, Vella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 33

(Presenti 564
Votanti 562
Astenuti 2
Maggioranza 282
Hanno votato
268
Hanno votato
no 294).

Il subemendamento Palomba 0.1.401.1 non è stato segnalato, quindi passiamo alla votazione dell'emendamento della Commissione 1.401.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Noi dell'Italia dei Valori voteremo contro questo emendamento e rileviamo la contraddizione in cui è incorsa la maggioranza che prima ha respinto un emendamento dell'UdC, l'emendamento Vietti 1.353, in cui si parlava di coessenzialità e adesso pretenderebbe di farci approvare un emendamento che parla di coessenzialità. Per ragioni di coerenza o di incoerenza, invitiamo anche l'UdC a votare contro tale emendamento, come noi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.401 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Vella, Maria Rosaria Rossi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 564
Votanti 562
Astenuti 2
Maggioranza 282
Hanno votato
328
Hanno votato
no 234).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.171.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cavallaro. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, chi ha dimestichezza con le aule giudiziarie (possibilmente non come indagato o imputato) sa che il legittimo impedimento non è un istituto sconosciuto al nostro ordinamento. Sa, inoltre, che molto spesso gli imputati, attraverso l'esibizione di talvolta discutibili certificati medici, tentano in maniera empirica e non certo giuridicamente raffinata di sfuggire alle maglie della giustizia, di allungarne i tempi, di attendere il tempo che passa. Purtroppo questo provvedimento, che odiernamente consegneremo almeno in parte all'ordinamento giuridico, rappresenta un po' uno di quei certificati medici.
Infatti, il provvedimento annuncia prognosticamente esso stesso la sua incostituzionalità e persegue, anche attraverso alcune dichiarazioni, il sogno di sfuggire ad un principio generale dell'ordinamento, ovvero che le leggi le fa il Parlamento, ma le applicano e le interpretano i giudici, come garanzia dell'ordinamento democratico. Il sogno del cosiddetto automa giuridico, ovvero di colui che applica la legge senza riflettere e senza valutare le condizioni specifiche, è soltanto un sogno degli scienziati e non certo un elemento che può esser utilizzato nelle attività giudiziarie.
Questo emendamento, in particolare, non fa che affermare questo principio perché introduce il concetto che occorra solo e sia necessario un impedimento assoluto e che questa delibazione, previa intesa delle parti processuali che sono un altro elemento ineludibile della nostra architettura giurisdizionale, possa essere assunta dal giudice. Peraltro, ciò accade introducendo un elemento di prudente apprezzamento che si pone più verso l'imputato eccellente (ovvero colui di cui ci occupiamo in questo provvedimento), piuttosto che verso qualunque altro cittadino che non ha diritto a questo trattamento che non è certo di uguaglianza sociale. Pag. 34
Di conseguenza, signor Presidente, non è certo votando questo emendamento che raddrizzeremo le gambe a questo «cane», ovvero a questo procedimento legislativo che noi oggi affrettatamente approviamo. Tuttavia, votando a favore dell'emendamento, miglioreremmo in qualche modo la sua qualità e daremmo mostra di una qualche sensibilità verso il principio costituzionale di eguaglianza e verso quello di parità delle parti processuali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.171, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Bianconi, Reguzzoni, Lo Monte, Andrea Orlando, Barbareschi, Porfidia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 562
Votanti 561
Astenuti 1
Maggioranza 281
Hanno votato
236
Hanno votato
no 325).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
L'emendamento Ferranti 1.160 è stato assorbito dall'emendamento 1.301, pertanto passiamo alla votazione dell'emendamento Palomba 1.68.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, l'Italia dei Valori ha offerto una possibilità di soluzione del problema politico costituito dai problemi giudiziari del Presidente del Consiglio, attraverso una formula che sia rispettosa del principio di pari rango costituzionale tra le funzioni costituzionali del Governo e della giustizia e, contemporaneamente, sulla base del principio di leale collaborazione tra poteri dello Stato.
Sembra l'«uovo di Colombo», ma a voi, evidentemente, le uova non piacciono e forse l'onorevole Colombo non vi è gradito, mentre a noi lo è. In cosa consiste la soluzione? Non nel fatto che la magistratura eserciti un sindacato sui giorni e sui modi in cui il Presidente del Consiglio esercita la sua funzione di Governo (su questi egli risponderà ai suoi elettori), ma nel fatto che il Presidente del Consiglio, attraverso una sua dichiarazione che rende ogni mese al giudice, consente alla giurisdizione di esplicitare la propria funzione, appunto attraverso il principio di leale collaborazione. I giorni vengono indicati dal Presidente del Consiglio o dai Ministri, come nel caso dell'emendamento in esame, e quindi tutti sono contenti e sereni: serena è la funzione di Governo e serena è la funzione della giustizia.
Perché vi opponete a questa soluzione? Perché preferite che il Presidente del Consiglio resti nel sospetto di tutti, con tutto quel fardello, quel bagaglio e quello zaino di pesi giudiziari che si porta sulle spalle? Forse è per questo che il 70 per cento degli italiani non vede bene il legittimo impedimento. La ragione è molto semplice: quando si stipula un contratto e si deve stare insieme è preferibile sapere prima se si abbia a che fare con una persona perbene o con un lestofante. Saperlo dopo è una beffa ed anche un inganno, oltre che un danno. Ecco cosa proponiamo: che vi sia un contestuale esercizio della funzione sovrana della giustizia e della funzione di Governo, attraverso un principio di leale collaborazione.
Perciò proponiamo che il Presidente del Consiglio e i ministri presentino al giudice una dettagliata relazione sui propri impegni di Governo: il magistrato non sta ad esercitare un controllo o una verifica sulle modalità e sui tempi, ma Presidente del Consiglio e ministri gli rappresentano ogni mese la disponibilità a comparire in Pag. 35udienza. Il Presidente del Consiglio lo ha già fatto: è comparso (giustamente, sono affari suoi) nella causa di separazione dalla moglie, quindi vuol dire che c'è una possibilità di dedicare un tempo alla giustizia, che è infinitamente inferiore al tempo del Governo: ciò, però, consente ad entrambi i poteri di esplicare la loro funzione costituzionalmente garantita.
Cosa avete da opporre a questo? Cosa avete da opporre al diritto dei cittadini di sapere se chi li governa sia una persona perbene o un lestofante? È un diritto il saperlo prima o durante e non dopo! Che cosa opponete? Approvando il mio emendamento 1.68 consentirete ad entrambe le funzioni di pari rango costituzionale di esplicitarsi e di svolgere il loro sereno esercizio e farete contenti i cittadini, che al 70 per cento non vogliono il legittimo impedimento, ma al 70 per cento, evidentemente, vogliono sapere se chi li governa - Presidente o ministro - è una persona perbene oppure no.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 1.68, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Abrignani, Mazzuca, Moles, Sardelli, Latteri, Vico, Giammanco, Barba...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 558
Votanti 557
Astenuti 1
Maggioranza 279
Hanno votato
229
Hanno votato
no 328).

Prendo atto che i deputati Razzi e Gnecchi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.172.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fioroni. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FIORONI. Signor Presidente, si chiamava Sergio Marra, aveva trentasei anni, disoccupato, da agosto non prendeva più lo stipendio, domenica si è dato fuoco ed è morto. Mentre noi siamo in quest'Aula a discutere su come fare una legge che preveda un impedimento legittimo, cioè consentito per legge, che consenta al Capo del Governo di non essere sottoposto a procedimenti di legge, qui fuori e nel Paese ci sono i tanti lavoratori dell'Alcoa e della FIAT in preda alla disperazione, insieme a quelle centinaia di altre aziende che chiudono i battenti o che rallentano la produzione, lasciando ogni giorno gente per strada.
A dicembre - è strano che il Ministro Alfano non l'abbia letto - l'ISTAT ha certificato che abbiamo raggiunto i 2 milioni 138 mila disoccupati, 392 mila in più del dicembre 2008, ma la vera disoccupazione - ci ricorda Bankitalia - ha raggiunto il 10 per cento, perché dobbiamo aggiungerci tutti quei cassintegrati che non lo cercano neanche più il lavoro, perché il lavoro non si trova. Il conto della crisi lo pagano soprattutto i nostri giovani: nel 2008 e nel 2009 è stata realizzata la Caporetto del non lavoro per i nostri giovani. Nella fascia tra i quindici e i ventiquattro anni, il numero degli occupati è sceso all'11,6 per cento, tra i venticinque e i trentaquattro anni si è ridotto del 5,5 per cento. Insomma, c'è di che vergognarsi quando il 60 per cento dei disoccupati italiani è rappresentato da giovani che hanno meno di trentaquattro anni. Questo sì ci dovrebbe far tremare le vene ai polsi e non qualche richiesta di interrogatorio in qualche aula di giustizia.
Allora permettetemi che io provi imbarazzo e vergogna di fronte a questi dati, leggendo soprattutto il calendario di quest'Assemblea per questa settimana e per quelle degli ultimi mesi. Eppure, voi andate avanti lo stesso pervicacemente. Le riforme sociali non rivestono carattere di Pag. 36urgenza. Evidentemente gli italiani potrebbero chiedersi se vi interessa la giustizia. Non vi interessa risolvere i problemi della giustizia, vi interessa risolvere il problema di una persona. Allora, se di persone si tratta, in questo caso nel calendario delle nostre priorità avreste ed avremmo avuto il dovere di risolvere prima il problema di un'altra persona, di quel Sergio Marra ad esempio e di tutti quei Sergio Marra che in una crisi grave, come quella che si sta vivendo oggi in Italia, sono spinte verso la depressione, gente che si sente, prima che disoccupata, abbandonata a se stessa, sola, veramente perseguitata dalla situazione e dalla crisi.
Invece, noi siamo qui a discutere di qualcosa che di legittimo non ha proprio nulla, perché è una legge incostituzionale. Siamo qui a cercare scorciatoie istituzionali, invece di lavorare, semmai vi interessasse davvero mettere mano a questa materia e a riforme serie, non creando un sistema di impunità, ma di giustizia certa e giusta. Se davvero vi stesse a cuore garantire un sistema di equilibrio tra politica e giustizia, dovreste pensare ad altro nel solco della Costituzione, evitando abusi, richiedendo serietà e rigore nel metodo e nelle valutazioni.
Perché non avete colto questa occasione per affrontare il tema della giustizia guardando ai bisogni di tutti? In questa legge non c'è un solo accenno a qualcosa che possa aiutare la macchina giudiziaria a camminare meglio, niente che renda più efficace ed efficiente l'organizzazione giudiziaria, niente che semplifichi le procedure. Perché, invece di fare riforme, ci costringete e costringete il Parlamento a firmare continui «salvacondotti»? Stiamo passando dalla certezza del diritto alla certezza del delitto. Mi spiego: come si può chiedere ad un Parlamento di approvare norme che legittimano percorsi diseguali, corsie preferenziali, in aule in cui i cittadini continuano a leggere che, invece, la legge è uguale per tutti. Questo è un delitto. Questo provvedimento è un altro chiodo sulla bara del diritto della nostra Repubblica e non volete neppure che il legittimo impedimento autocertificato sia verificato dalle altre parti.

PRESIDENTE. Onorevole Fioroni, la prego di concludere.

GIUSEPPE FIORONI. Signor Presidente, mi avvio alla conclusione. Follia. Diceva Sant'Agostino: la verità ci rende liberi, è più forte di qualunque ostacolo e trova l'uomo.
Certo, c'è da chiedersi: possibile che ogni volta che la verità viene a cercarvi, vi trova sempre occupati a fare qualcosa d'altro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.172, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Vico, Iapicca, Vitali...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 553
Votanti 550
Astenuti 3
Maggioranza 276
Hanno votato
231
Hanno votato
no 319).

Prendo atto che i deputati Galletti e Pini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prima di passare all'emendamento 1.304 della Commissione, ricordo che, in sede di espressione dei pareri, il rappresentante del Governo aveva espresso su tale emendamento un parere favorevole, a Pag. 37condizione che fosse riformulato nel senso di sostituire la parola: «se» con la parola: «quando». Qual è il parere del relatore sulla riformulazione proposta dal Governo?

ENRICO COSTA, Relatore. Signor presidente, la Commissione accetta la riformulazione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del subemendamento Ferranti 0.1.304.1. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, questo è un subemendamento la cui approvazione consentirebbe sostanzialmente di ricondurre in un ambito di rispondenza ai principi costituzionali questo provvedimento, che, ovviamente, contrasta gravemente, così come è stato formulato, con la Costituzione.
Questo è un provvedimento che non condividiamo, ad personam, ma in più crea quell'automatismo che fa sì che, quando il Presidente del Consiglio o un Ministro adduca, anche tramite una mera certificazione, un impedimento, quale esso sia, comunque ricollegabile alla funzione - ma può essere qualsiasi cosa - il giudice deve automaticamente rinviare l'udienza.
È qui la gravità, tra l'altro, della non rispondenza ai principi della Costituzione; è questo il punto cardine, perché, con questo automatismo, si reintroduce quello che la Corte costituzionale ha già valutato incostituzionale con il lodo Alfano.
Con questo subemendamento vi indichiamo una via, che non migliora definitivamente il testo, ma toglie l'apparenza più evidente. Qualsiasi giurista, qualunque persona che frequenta minimamente le aule di un tribunale - in questa sede si è parlato spesso di tale figura - sa che non esiste un automatismo, che l'esercizio della giurisdizione e il governo del processo implicano comunque una valutazione di qualsiasi istanza delle parti, quali esse siano, che si tratti della parte pubblica, dell'imputato o della parte civile.
Con questo subemendamento si chiede di aggiungere, all'emendamento 1.304 della Commissione, dopo le parole: «commi precedenti» le seguenti parole: «quando si accerti che l'impedimento di governo addotto configura un'assoluta impossibilità per l'imputato di partecipare all'udienza».
Questo riporta l'imputato eccellente su un piano di parità con gli altri cittadini e consentirebbe, almeno, di rispondere al principio di uguaglianza di cui all'articolo 3 della Costituzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Ferranti 0.1.304.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Vico, Simeoni, Mistrello Destro, Verdini, Pecorella... È riuscito?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 562
Votanti 558
Astenuti 4
Maggioranza 280
Hanno votato
233
Hanno votato
no 325).

Passiamo alla votazione del subemendamento Melchiorre 0.1.304.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melchiorre. Ne ha facoltà.

DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, il subemendamento in esame ha lo scopo di riportare nell'alveo dei principi che regolano il processo penale questa legge ad personam: viene riconosciuta comunque, grazie ad esso, la discrezionalità del giudice, cioè quel principio che discende dal comma sesto dell'articolo 111 della Costituzione, che prevede che tutti i provvedimenti giurisdizionali devono essere motivati. Quindi una sorta di implicita assunzione di responsabilità dell'organo giudicante, che nel momento in cui Pag. 38riceve un'istanza, da chicchessia prodotta, deve poter in primo luogo accertare la sussistenza di tutti i requisiti affinché quell'istanza sia accettabile, valutarne il contenuto e decidere quindi se è il caso o meno di dichiarare con ordinanza se esista il legittimo impedimento.
Sappiamo che questo è un principio scontato del nostro ordinamento, almeno così noi continuiamo a credere, e che è contenuto anche nello stesso articolo 420-ter del codice di procedura penale, che regola già nel nostro processo penale l'impedimento dell'imputato, in cui nel comma 2 si dice che la probabilità che sussista l'impedimento è liberamente valutata dal giudice. Ciò avviene in ossequio anche a quel principio del libero convincimento del giudice, che non soltanto garantisce giustizia ed equità ed uguale trattamento di tutti gli imputati, ma che allo stesso tempo costituisce un principio di garanzia dell'imputato, del processo e soprattutto nel processo.
Ecco la ragione per cui, pur trattandosi, e noi ne siamo perfettamente consapevoli, di una legge ad personam, che era forse necessario in questo momento storico introdurre, noi avremmo voluto e desideriamo ancora che sia comunque rispettato un principio che non è di secondaria importanza, anche a titolo di garanzia delle prerogative della difesa degli imputati.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Melchiorre 0.1.304.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Bruno, Sardelli... L'onorevole De Micheli è riuscita a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 568
Maggioranza 285
Hanno votato
238
Hanno votato
no 330).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.304 della Commissione, nel testo riformulato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Scilipoti, Di Virgilio... Ci siamo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 568
Votanti 564
Astenuti 4
Maggioranza 283
Hanno votato
330
Hanno votato
no 234).

L'approvazione dell'emendamento 1.304 della Commissione preclude tutte le altre proposte emendative riferibili al comma 4. Passiamo, pertanto, alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.173.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.173, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mario Pepe (PdL)... onorevole Mondello... l'onorevole Vico ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 568
Votanti 564
Astenuti 4
Maggioranza 283
Hanno votato
234
Hanno votato
no 330). Pag. 39

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Vietti 1.98 e Ferranti 1.128.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Amici. Ne ha facoltà.

SESA AMICI. Signor Presidente, con questo emendamento soppressivo - che va letto contestualmente al testo presentato all'Assemblea - si disvela in un solo attimo il vero obiettivo da parte della maggioranza.
È del tutto evidente che, nella discussione che abbiamo compiuto da ieri ad oggi, anche le motivazioni che hanno ribadito ancora oggi, pochi minuti fa, i colleghi dell'UdC appaiono del tutto deboli di fronte proprio a questo emendamento: siamo di fronte infatti alla lesione di tre principi, perché non si tratta di un legittimo impedimento ma, di fatto, di una vera e propria prerogativa.
Viene rotto quell'equilibrio che deve essere mantenuto tra le esigenze dell'imputato, a cui spetta già adesso la possibilità di opporre il legittimo impedimento, e l'esigenza del processo di andare avanti; si rompe inoltre uno degli altri elementi, quello della leale collaborazione tra organismi e poteri.
Colleghi, non si parla più di ponti: i ponti sono già rotti perché qui viene di fatto applicato uno scudo giudiziario, siamo cioè di fronte al più assoluto arbitrio e sono questi gli elementi sui quali abbiamo imbastito i ragionamenti intorno alla costituzionalità.
Siamo andati oltre anche al lodo Alfano: qui viene data la possibilità concreta agli uffici di appartenenza di produrre in maniera automatica la possibilità del legittimo impedimento per cui il giudice dispone il rinvio ogni sei mesi. Di rinvio in rinvio vi è una sola questione: la sospensione del processo, l'idea che quel processo non si debba fare. Ben strano modo di ragionare dei rapporti tra politica e magistratura!
In quest'Aula sono risuonate in questi giorni tante espressioni, tanti elementi di forza ma quello sui cui è assolutamente impossibile ragionare è che quando la politica pensa di rimettere ordine anche nel rapporto tra giustizia e politica deve avere a cuore un solo elemento: la sua capacità, la sua forza di essere sul serio la politica di tutti. Ma qui noi non siamo di fronte all'idea di una politica forte, bensì di fronte all'idea di una politica che vuole semplicemente asservire (e l'asservimento produce arbitrio, intolleranza nonché l'assoluta incapacità di ascoltare).
Lo abbiamo detto in tutti i modi e lo avevamo già detto durante la discussione del lodo Alfano: con questo provvedimento l'obiettivo politico - questo sì, colleghi dell'UdC e della maggioranza - è chiaro ed è chiarissimo anche l'elemento della nostra conduzione di questa battaglia politica, che è basata sul legittimo sospetto. Siamo di fronte ad un tentativo che è partito al Senato con la discussione del processo breve: quel provvedimento, onorevole Casini, non è fermo, sta lì.
E sta lì pronto ad essere ripreso al momento opportuno. Venite in Aula con un testo sul legittimo impedimento e si discute della possibilità della riproposizione del lodo costituzionale. Si tratta di una triade dentro la quale volete costringere il Paese e quest'Aula a dover ragionare non del tema della giustizia, ma di un tema molto particolare. La giustizia quando parla in maniera alta, parla a tutti, in nome di tutti, e parla nelle sue sentenze perché lì viene espressa in nome della sovranità popolare.
Qui vi è uno strano atteggiamento: qualcuno dice che, sebbene i giudici in base alla Costituzione sottostanno alla legge, la legge la fa il Parlamento. È vero, ma proprio perché la legge la fa il Parlamento, vanno rispettati entrambi quei due grandi valori costituzionali, cosa che con questo provvedimento vi rifiutate di fare.
Lo avete detto in maniera nemmeno tanto implicita, quando pensate che i giudici debbono sottostare al potere politico. Si chiama così: potere politico, asservimento al potere politico. A questo crediamo non sia solo doveroso opporci, ma bisogna aprire una discussione molto forte, perché se si vuole affrontare il tema della giustizia, della magistratura e della politica, occorre che la discussione assuma Pag. 40altri toni, altri atteggiamenti Non vi è alcun elemento di giustizialismo da questa parte, vi è semplicemente l'idea di svelare che, quando volete e siete interessati a mettere mano anche a procedimenti all'interno del processo, lo fate con l'idea di non tener conto della Costituzione e dei principi dell'etica dei valori.
I giudici inglesi, che appartengono ad un'altra grande nazione europea che vanta grandi tradizioni democratiche, nella loro formula di giuramento usavano tre espressioni: non avere paura, non agire secondo rancore, e agisci senza afflizione. Vorrei provare ad usare questo paradosso per dire che quando la politica usa rancore e afflizione non vuole risolvere i problemi, ma esattamente aggravarli in nome e per conto di un aggravamento dell'intera democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, il comma 5 dell'articolo 1 nell'architettura di questo provvedimento è il più costituzionalmente irritante di tutti, se è possibile fare una graduatoria all'interno di un provvedimento complessivamente inaccettabile sotto i profili costituzionali.
È il più costituzionalmente irritante perché la magistratura, ovvero chi esercita una funzione sovrana, riceve un «pezzo di carta» di fronte al quale deve assolutamente stare zitta, prendere atto e basta. È anche giuridicamente irritante perché non specifica chi rappresenta gli uffici di appartenenza. Chi sono gli uffici che possono rilasciare una dichiarazione fidefacente? Chi è? Il capo della segreteria, il segretario particolare, il portiere, il guardiano, il capo di Gabinetto, il capo delle relazioni esterne? Chi è questa persona che ha il potere di imporre alla magistratura di accertare che sussiste illegittimo impedimento automaticamente? Chi è questa persona? Chi è questo funzionario dipendente degli imputati che ha il potere di imporre alla magistratura di accettarne il diktat?
Ci rendiamo conto che l'indeterminatezza del concetto di uffici è significativa del disprezzo che si ha nei confronti della funzione giudiziaria? Per 18 mesi - dicevo ieri - la funzione sovrana della giustizia viene messa in «frigorifero», perché vi è una dichiarazione di volersi avvalere del legittimo impedimento e perché c'è qualcuno che attesta, evidentemente con efficacia fidefacente, che esiste un legittimo impedimento continuativo. È come dire che il furiere, o il sergente, o il caporale, dice che il maresciallo comandante della stazione è sempre in servizio. Ecco perché questo comma è assolutamente inaccettabile sotto il profilo costituzionale.
Speriamo che vi rendiate conto del fatto che questa disposizione, che non è solo scorretta e costituzionalmente inaccettabile, scardina tutti i principi che regolano i rapporti tra poteri dello Stato. Speriamo che ve ne rendiate conto e che vogliate davvero sopprimerla da questo provvedimento già di per sé inaccettabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Strizzolo. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, intervengo per segnalare ancora una volta che, mentre questa Assemblea è inchiodata a discutere di un provvedimento in palese contrasto con la Costituzione, fuori da quest'Aula, oltre alla situazione di grave crisi di tante aziende e di molti lavoratori, nelle stanze ovattate del potere si stanno definendo nuovi equilibri nel mondo della finanza e del potere economico, con pesanti conseguenze sugli autentici spazi di pluralismo per l'informazione.
Basta notare la prima pagina di un grande quotidiano nazionale che ha alle spalle una lunga e solida tradizione di equilibrio e di indipendenza, che tra tante notizie importanti, più importanti a livello nazionale e internazionale, ha scelto di titolare: divisione all'interno dell'opposizione. È la dimostrazione che gli equilibri di potere nuovi incidono significativamente.

Pag. 41

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rao. Ne ha facoltà.

ROBERTO RAO. Signor Presidente, noi voteremo a favore del nostro emendamento, che casualmente è analogo a quello dell'Italia dei Valori e a quello del PD. Questo per dire che la posizione dell'UdC è una posizione molto difficile forse da difendere in questa Aula, perché di fronte a due estremismi che si contrappongono noi abbiamo un'idea che crediamo essere coerente con quello che abbiamo fatto in questi anni, con la nostra politica degli ultimi anni e anche di questa legislatura.
Riteniamo che il comma 5 consenta agli uffici di appartenenza dell'interessato di attestare l'impedimento continuativo in relazione alle funzioni svolte, e quindi che il giudice - e secondo noi è sbagliato - sia costretto ad un rinvio non superiore a sei mesi che configura un vero e proprio blocco delle attività e fa venire meno il carattere occasionale ed eccezionale del legittimo impedimento, almeno per come noi intendiamo questa legge e avremmo voluto che fosse questa legge, che evidentemente non sarà quella che noi volevamo.
Oltretutto questi sei mesi ci sembrano un termine lungo e ingiustificato per un impedimento, per quanto importante e continuativo, dell'attività del Presidente del Consiglio. Ma noi ci ostiniamo a non volere un'Italia divisa, un'Italia contrapposta. Forse gli elettorati e i sondaggi favoriscono l'acuirsi delle contrapposizioni anche su questo tema e sulla giustizia, ma noi ci ostiniamo a non seguirli. Pensiamo che questo non faccia bene al Paese.
Colleghi, ho ascoltato molte vostre critiche in questi giorni. Sappiamo benissimo che questo è un passaggio stretto e difficile per tutti, per la maggioranza e per l'opposizione, e di cui sicuramente l'Unione di centro non sentiva il bisogno. Non ne sentivamo il bisogno, ma abbiamo presentato lo stesso questa proposta di legge perché non possiamo far finta che non vi siano sul nostro cammino i processi del Premier. I processi del Premier ci sono, ci sono - colleghi - e rappresentano un problema da quindici anni per la giustizia in Italia e non solo per la giustizia in Italia.
E c'è anche una maggioranza - forse a qualcuno di voi è sfuggito - che intende su questo far valere, legittimamente da parte loro, i propri numeri.
Abbiamo tentato una mediazione nell'interesse dei cittadini (i fatti diranno se avevamo ragione). Cittadini che aspettano giustizia e per i quali, con un altro provvedimento al momento fermo in Commissione fino a giugno (almeno fino a giugno), questa giustizia sarebbe stata negata.
Comunque, nonostante quello che ci è stato detto in questo dibattito, anche su questo abbiamo una nostra posizione evidentemente autonoma e di cui siamo convinti. Voteremo a favore dell'emendamento insieme all'Italia dei Valori e insieme al PD.
Inoltre, vorrei dire anche all'onorevole Roberto Giachetti che le sue ironie non ci scompongono; noi non ci consoliamo con l'aglietto ma con la nostra politica, e tanto meno ci intimidiscono le aggressioni e le volgarità dell'onorevole «Barbuto».

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Vietti 1.98 e Ferranti 1.128, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Bocchino... onorevole Scalera... onorevole Bernardini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 557
Votanti 555
Astenuti 2
Maggioranza 278
Hanno votato
262
Hanno votato
no 293). Pag. 42

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.175, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione)

Onorevole Vico... onorevole Simeoni... onorevole Vella... onorevole Barani... onorevole Migliori... onorevole Verdini... onorevole Lo Monte... ancora l'onorevole Migliori... ha votato l'onorevole Migliori?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 558
Votanti 556
Astenuti 2
Maggioranza 279
Hanno votato
230
Hanno votato
no 326).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Palomba 1.81.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, con questo emendamento ribadiamo che non si può espropriare la magistratura del potere di compiere una valutazione sugli elementi che vengono addotti come legittimo impedimento. L'emendamento in oggetto prevede che la richiesta di legittimo impedimento deve essere motivata perché, insieme ad essa, il Presidente del Consiglio dei Ministri ed i Ministri devono anche indicare quali sono i giorni nei quali essi ritengono di potersi presentare al dibattimento al fine di consentire alla giurisdizione di svolgere la propria funzione.
A parte il fatto che noi con questo emendamento confermiamo e rafforziamo l'obbligo di un'attestazione veridica e dettagliata che non si limiti soltanto al fatto che l'impedimento è continuativo, affermiamo inoltre che se la richiesta di differimento dell'udienza per il legittimo impedimento non è dettagliatamente motivata il giudice può ugualmente fissare l'udienza alla quale il Presidente del Consiglio dei Ministri o i Ministri si devono presentare.
Ancora una volta con questo emendamento offriamo a questo provvedimento la possibilità di eliminare o di ridurre la distanza che lo separa dalla costituzionalità. Questa separazione si può ridurre soltanto attraverso il riconoscimento alla giurisdizione del potere di governo del processo che non può ovviamente essere demandato all'Esecutivo, ma deve essere lasciata in capo all'unico dominus che è il giudice che procede.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, il provvedimento in esame cerca di individuare l'esercizio delle attribuzioni del Presidente del Consiglio che costituiscono legittimo impedimento tramite richiami normativi, ma poi ne espande irragionevolmente l'ambito di applicazione.
La transitorietà della normativa in oggetto, prevista dal comma 1 dell'articolo 1, non può giustificare l'adozione per legge ordinaria di una disciplina dichiaratamente volta a stabilire una prerogativa che eventualmente solo una legge costituzionale potrebbe stabilire.
Il testo in esame è volto a introdurre nell'ordinamento con legge ordinaria prerogative connesse all'esercizio della funzione politica che conducono ad una sospensione automatica del processo senza alcun spazio per una verifica in concreto della sussistenza del legittimo impedimento da parte del giudice.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

Pag. 43

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, noi crediamo che alla fine, fra legittimo impedimento e processo breve, la giustizia funzionerà, sarà uguale per tutti, vale dire che non funzionerà più per nessuno, mentre l'importante è tutelare le persone offese. Non si può piegare la giustizia agli interessi della politica e dei politici. Poi sono altre le cose legittime per gli italiani: la sicurezza, il lavoro, il benessere, le riforme. Altro che scudo fiscale, legittimo impedimento e processo breve!
Il fatto è che essere colpiti dalla giustizia brucia, brucia parecchio. Per questo qualcuno dice male dei magistrati. Purtroppo, questa vostra visione della giustizia porterà a riempire le carceri soltanto di poveri e di extracomunitari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mura. Ne ha facoltà.

SILVANA MURA. Signor Presidente, la favoletta che raccontate da mesi in base alla quale la giustizia si dovrebbe arrestare per lasciare il passo alla sovranità popolare espressa con il voto democratico non sta in piedi. Infatti, sarebbe grave se vi fosse qualcuno che per qualche motivo viene elevato al di sopra delle leggi.
Ma anche a voler seguire questo ragionamento, un conto è dire che una persona eletta dal popolo deve essere protetta temporaneamente da accuse che nascono dopo la sua elezione, mentre cosa completamente diversa è pretendere che sia l'elezione ad una qualsiasi carica a dover bloccare procedimenti nati prima.
I processi del Presidente del Consiglio non nascono dopo le elezioni dell'aprile 2008, ma vengono da molto lontano e lo dimostra la norma transitoria che avete dovuto inserire nella legge sul processo breve.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 1.81, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lupi, D'Antoni, Vico, Faenzi, Migliori, Vella, Granata, Bosi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 554
Votanti 550
Astenuti 4
Maggioranza 276
Hanno votato
223
Hanno votato
no 327).

Prendo atto che il deputato Viola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.305 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, vorrei parlare con lei e con il banco del Governo del problema del conflitto di interessi. L'emendamento in esame è un monumento al conflitto di interessi. Questo argomento credo che interessi anche i colleghi dell'UdC.
Noi sappiamo che anche la debolissima legge Frattini dice una cosa molto precisa: quando un uomo di Governo si trova in situazioni di conflitto dovrebbe astenersi dal partecipare al voto e non dovrebbe partecipare alle deliberazioni collegiali.
In questi due giorni abbiamo assistito ad un insolito panorama dell'Aula: una presenza massiccia di tutti i parlamentari, una presenza dei membri del Governo e dei Ministri come non si era mai vista, se non nelle votazioni finali dei provvedimenti.
Qui, invece, abbiamo avuto la presenza costante del Governo, che neanche prende posto nei banchi che sarebbero disponibili in Aula, per sottolineare che il provvedimento non è di natura governativa; infatti, Pag. 44se fosse stato un disegno di legge l'avrebbero dovuto votare in Consiglio dei Ministri ed i Ministri avrebbero dovuto compiere un atto che li pone potenzialmente in conflitto di interessi.
So che i Ministri non sono toccati dal provvedimento in esame, che è generale ed astratto, ma se per caso un solo Ministro fosse nella situazione di poter utilizzare il provvedimento sottoposto alla nostra attenzione, la situazione diventerebbe un po' diversa.
Vorrei che riflettessimo su questo fatto. Abbiamo votato quasi sempre con circa cento voti di scarto. Quando, però, abbiamo votato insieme all'Unione di Centro, proprio sulle questioni che riguardavano l'estensione della norma in oggetto ai Ministri, lo scarto è stato di una ventina di voti. Quindi, probabilmente, quelle posizioni sono state decisive.
In altri termini, il famoso «ponte» - scusate, ma ormai vi si fa sempre riferimento - non è più un ponte fragile dove passano in molti, ma è addirittura tenuto in piedi da alcuni ministri attraverso il loro voto. Questo è l'aspetto che deve preoccuparci.
La norma in esame potrebbe essere illustrata tecnicamente, come ha già fatto il collega Tenaglia, dicendo che siamo di fronte all'autocertificazione della situazione di impedimento. Tuttavia, il lodo Alfano, che abbiamo messo fuori dalla porta, rientra dalla finestra in maniera clamorosa. Infatti - come ha spiegato l'onorevole Palomba molto bene - attraverso un'autocertificazione, si consente di stabilire se l'impedimento sia permanente, e il magistrato ne deve prendere atto: se questo non è il lodo Alfano, ditemi voi che cosa altro è.
È inutile evocare il Parlamento inglese o quello di altri Paesi; con riferimento ad un provvedimento di questa natura, non dico nella sua interezza, ma almeno nella parte in oggetto, si dovrebbe dire: sono un Ministro e, forse, sono avvantaggiato da questo provvedimento, pertanto, mi astengo dal votare almeno questo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Se, invece, il Parlamento ritiene che il Ministro di oggi e di domani debba avere questa prerogativa, la voti, la voti la maggioranza parlamentare. Prendete posizione nei posti che vi sono in Aula, ma quello spazio riservato al Governo deve essere simbolicamente vuoto! Questo voglio dire ai colleghi parlamentari (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)!

ANTONIO BORGHESI. Vergogna!

PRESIDENTE. Onorevole Zaccaria, deve concludere.

ROBERTO ZACCARIA. Concludo, signor Presidente. Vi è un problema di moralità pubblica, che dobbiamo dimostrare in questa sede. Quindi, il conflitto di interessi deve essere sentito nell'animo, prima ancora che nella manifestazione finale del voto in Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.305 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Fogliardi... onorevole Miglioli... onorevole Donadi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 560
Maggioranza 281
Hanno votato
289
Hanno votato
no 271).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
A seguito dell'approvazione dell'emendamento 1.305 della Commissione, risulta precluso l'emendamento Ferranti 1.176, Pag. 45nonché gli emendamenti Palomba 1.80 e 1.83 che, comunque, non erano segnalati.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 1.363, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tommaso Foti... onorevole Armosino... onorevole Di Virgilio... onorevole Codurelli.. onorevole Palumbo... onorevole De Micheli... onorevole Polledri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 565
Maggioranza 283
Hanno votato
326
Hanno votato
no 239).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Con l'approvazione di questo emendamento sono preclusi gli emendamenti Vietti 1.219 e 1.361.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.129.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Concia. Ne ha facoltà.

ANNA PAOLA CONCIA. Signor Presidente, con questo emendamento noi cerchiamo di ridurre un danno, certo non ce la facciamo a eliminare la beffa. Nel testo infatti c'è scritto che si ha la possibilità di rinviare il processo addirittura di sei mesi in sei mesi. Noi vi chiediamo di salvare almeno la decenza giuridica e ridurre la possibilità di rinvio almeno a trenta giorni.
Ma il problema ovviamente è un altro, e lo sappiamo tutti. Il problema, care colleghe e cari colleghi, è la quantità di falsità che si stanno dicendo dal centrodestra per giustificare l'approvazione di questo legittimo impedimento. Ve ne ricordo solo alcune: voi ripetete come un mantra quella secondo il quale il povero Presidente del Consiglio invece di occuparsi dell'Italia - io mi auguro del bene dell'Italia - si dovrebbe occupare dei suoi processi. Questa è un'affermazione non solo falsa, ma anche sufficientemente ridicola. Stamattina ne ho sentito un'altra da un giornalista. Il sagace giornalista ha affermato che il legittimo impedimento serve a salvare l'immagine dell'Italia perché ogni volta che il Presidente Berlusconi va all'estero in Italia si parla male di lui e queste affermazioni danneggerebbero l'immagine del Presidente e quindi dell'Italia; ergo il legittimo impedimento serve a questo.
Sommessamente voglio dare una brutta notizia al giornalista e anche voi: il legittimo impedimento non impedirà di parlare del Presidente del Consiglio, perché noi non stiamo votando la censura, ma tant'è, anche questa falsità ci dobbiamo sopportare. Queste affermazioni sono sintomo di un'altra cosa, care colleghe e cari colleghi. Mi rivolgo di nuovo ai colleghi di centrodestra, quelli che camminano sempre a testa bassa in questi giorni (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

ANTONELLO IANNARILLI. Mettiti gli occhiali!

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

ANNA PAOLA CONCIA. Vi siete sentiti offesi e adesso vi spiego il perché. Perché voi, cari colleghi, sapete benissimo che questa norma è odiosa, fastidiosa e ingiusta e fa male alle istituzioni, fa male al Parlamento e fa malissimo a tutti i parlamentari, perché questa norma continua ad alimentare l'odio per la casta, la diffidenza dei cittadini verso le istituzioni e i politici. Voi, cari colleghi e care colleghe, sapete benissimo che la rabbia verso i privilegi dei politici e dei parlamentari colpisce tutti, centrodestra e centrosinistra, ma soprattutto fa male, malissimo, alla democrazia. Questo è il danno più grave, lo sapete benissimo, e per questo camminate ancora a testa bassa, cari colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Pag. 46Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Briguglio. Ne ha facoltà.

CARMELO BRIGUGLIO. Signor Presidente, sono un deputato che ancora non ha perso il vezzo di esercitare il proprio mandato camminando a testa alta, rappresentando la nazione, così come ciascuno di noi. Credo che, al di là delle polemiche e delle appartenenze, un filo di ragionamento e di confronto in quest'Aula bisogna mantenerlo.
Con un tono un pizzico sprezzante credo che ieri l'intervento dell'onorevole D'Alema abbia in qualche modo centrato il cuore vero dell'obiettivo di questa legge che noi, almeno dal mio punto di vista, non dobbiamo celare nella sua finalità essenziale. L'onorevole D'Alema ieri ha detto: è quindici anni che ci provate, ma non ci riuscite e - con una profezia di esito infausto, come dicono i medici - non ci riuscirete nemmeno nei giorni che verranno, con questa legge.
Onorevole D'Alema, il problema che lei pensa di dovere assegnare per la soluzione a questa parte politica e al centrodestra in realtà è un problema di tutto il Parlamento. La questione democratica nel nostro Paese - che oggi veramente stiamo discutendo - è quella se un Presidente del Consiglio, che oggi è Silvio Berlusconi, debba in qualche modo essere al riparo dallo squilibrio tra i poteri dello Stato che si è determinato in questi quindici anni nel nostro Paese e che voi non volete affrontare con nessun tipo di legge.
Oggi vi state rifugiando dietro l'ordinarietà di questa legge. Ma quando pure si dovesse affrontare il problema di una legge che metta al riparo la serenità dello svolgimento delle funzioni delle più alte cariche dello Stato, a cominciare dal Presidente del Consiglio, eccepireste ciò che da quindici anni ininterrottamente eccepite e cioè che possiamo varare questa legge, ma essa non si può applicare ad una sola persona, che è Silvio Berlusconi. Questo è il punto debole del vostro ragionamento e della vostra riflessione.
Ebbene, credo che anche al di là di questa prima riflessione ve ne sia una seconda. Non possiamo fare due pesi e due misure nel ragionare di queste questioni. Siamo alla vigilia di elezioni regionali e credo che il segretario del Partito Democratico, l'onorevole Bersani, abbia enunciato un principio innovatore, che è quello secondo cui è la propria maggioranza e il partito di appartenenza che, in qualche modo, giudicano sulle ipotesi di reato che possono rendere un candidato candidabile o no. Questo è il caso dell'onorevole De Luca e del presidente Loiero, in cui è il Partito Democratico che giudica se i reati per i quali sono accusati li rendano idonei ad essere candidati alle prossime elezioni regionali.
Ebbene, rivendichiamo il diritto di avere la fiducia nel Presidente del Consiglio, che è stato votato dagli italiani, anche sotto questo profilo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Riteniamo che occorra mettere in campo una normativa che non realizza nessun nuovo tipo di immunità nel nostro Paese. Crediamo in una democrazia politica e non in una democrazia giudiziaria e pensiamo semplicemente che sia utile questo provvedimento, che vuole anticipare una legge di rango costituzionale. Vedo che ora vi è una sorta di esaltazione della funzione della Corte costituzionale, ma vorrei sommessamente ricordare...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

CARMELO BRIGUGLIO. Sto per terminare, signor Presidente. Vorrei ricordare che i membri della Corte costituzionale godono delle guarentigie dell'articolo 68 della Costituzione e sono gli unici in questo Paese - qualcuno forse non lo ricorda più - che godono dell'autorizzazione a procedere che abbiamo abrogato per quanto riguarda i parlamentari.
Credo - e mi accingo veramente a terminare - che abbiamo il dovere di approvare questo provvedimento per riaffermare un principio di equilibrio fra la Pag. 47politica e la magistratura e fra il mondo della politica e quello della magistratura. Oggi ci è data questa possibilità con questo provvedimento. In futuro lo faremo - e speriamo con il concorso anche dell'opposizione - con una legge di rango costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.129, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Perina... onorevole De Camillis... onorevole Golfo... onorevole Barani... onorevole La Loggia... onorevole Vella... onorevole Andrea Orlando... ci siamo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 553
Maggioranza 277
Hanno votato
233
Hanno votato
no 320).

Prendo atto che i deputati Galletti e Brigandì hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.217. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che occorra porre un po' di attenzione al comma in esame, perché si tratta di un argomento tecnico, ma non più di tanto. Infatti, ammettiamo che nella logica dei proponenti in realtà si voleva soltanto individuare - voglio un momento seguire il pensiero di chi ha proposto questo provvedimento che non condividiamo - e creare un ponte, ossia una pausa per consentire successivamente una riflessione in sede costituzionale (questo, ovviamente, con riferimento al Presidente del Consiglio).
Ammettiamo che questo sia stato il pensiero originale e ammettiamo la buona fede su questa traccia; allora non si comprende l'inserimento dei Ministri e come in quella che nasce come legge ponte si voglia anche modificare la normativa in tema di prescrizione del reato riferita alle conseguenze del legittimo impedimento e quindi della sospensione.
Certo, si può dire che l'appetito vien mangiando, perché prima il legittimo impedimento assoluto e quindi obbligatorio viene coniato solo per il giorno degli impegni istituzionali, poi si allarga dal Presidente del Consiglio ai Ministri e poi ancora a un periodo continuativo che può arrivare fino a sei mesi (non si tratta quindi più del giorno dell'udienza, ma di un periodo che ricalca la sospensione del processo prevista dal lodo Alfano).
Ora, con questo comma, che non ha nessuna giustificazione nella logica che ho sentito ripetere qui anche prima dal collega della maggioranza che è intervenuto, si dice che si deroga anche al regime della prescrizione previsto per gli altri imputati derivante dall'adozione del legittimo impedimento.
Per gli altri imputati funziona così: se io imputato sono impedito il giorno che chiedo il rinvio, la prescrizione del reato si sospende e così si sospende anche nei 60 giorni susseguenti nei quali il giudice deve fissare l'udienza. Qui, invece, con una tecnica molto capziosa - ha detto ieri bene l'onorevole D'Alema come in realtà nel corso degli anni anche la tecnica giuridica sia un po' scaduta - in realtà che cosa accade? Che si fa riferimento al terzo comma dell'articolo 159, che regola la prescrizione. Questo articolo, che regola la prescrizione per tutti i cittadini normali, che cosa fa? Fa in modo che, quando cessa la causa della sospensione (quindi i sei mesi del rinvio continuativo), subito ridecorre immediatamente il termine. Pag. 48
Ciò vuol dire che non si sospende per 60 giorni come per tutti gli imputati dopo la cessazione della causa del rinvio o, comunque, che si crea quella incertezza interpretativa che fa tanto comodo poi nei ricorsi e nelle impugnazioni per cui si può cercare di trovare un'altra via per dire che il reato nel frattempo, anche se in ogni caso siamo andati avanti di rinvio in rinvio, si è prescritto e quindi non può essere più accertato. Avete visto come qui chiediamo solo la soppressione del comma e non vogliamo aggiungere nulla.

PRESIDENTE. Deve concludere.

DONATELLA FERRANTI. Concludo, Presidente. Noi diciamo: abbiate almeno il coraggio, per quanto riguarda la prescrizione del reato, di dire che nulla cambia rispetto al regime normale di tutti i cittadini, quindi ritorniamo alla disciplina che vale per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.217, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Vella, Sardelli, Vico, Latteri, Servodio, Paniz, Golfo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 547
Maggioranza 274
Hanno votato
231
Hanno votato
no 316).

Prendo atto che il deputato Colucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Barbareschi e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo ora alla votazione degli identici emendamenti Di Pietro 1.16 e Ferranti 1.177, poiché gli altri emendamenti non sono stati segnalati.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, questo è l'ultimo emendamento che la tagliola del contingentamento, sapientemente organizzata da una regia parlamentare, ci ha consentito di discutere. Eppure pensiamo di avere onestamente e seriamente offerto a quest'Aula elementi di valutazione su un provvedimento che a voi stessi presenta elementi di grave criticità. Abbiamo percepito molti silenzi che hanno parlato più delle parole (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia...

FEDERICO PALOMBA. Sì, quelli vostri, non sapete fare altro che dimostrare che esistete non opponendovi ad un provvedimento inaccettabile ma... (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Colleghi, dobbiamo andare avanti con i lavori, per cortesia, è interesse di tutti. Prego, onorevole Palomba, continui.

FEDERICO PALOMBA. Mi rivolgo a lei, Presidente, ma se dietro di me non si fa altro che vociare, devo rispondere ai colleghi. Questi sono i silenzi che abbiamo percepito, ce ne sono anche altri di tanti spiriti liberi che probabilmente avrebbero votato in altro modo o che comunque avranno apprezzato la serietà della collaborazione dell'opposizione ad una decisione che voi avete dovuto assumere, ma della quale probabilmente non siete convinti.
L'emendamento Di Pietro 1.16 tende alla soppressione del comma 7 dell'articolo 1, il quale estende l'efficacia del provvedimento ai procedimenti in corso. Noi ci saremmo aspettati un gesto di Pag. 49eleganza nel senso che se questa è una norma che deve valere in generale, la si approvi come norma generale, ma non come norma speciale che riguarda non tanto una persona, non solo una persona, ma i procedimenti di una singola persona.
Noi dell'opposizione dell'Italia dei Valori pensiamo di avere combattuto una buona battaglia, almeno abbiamo la coscienza di aver rappresentato con onestà, e speriamo con serietà, gli argomenti che è giusto che un'opposizione faccia presente ad una maggioranza attenta, almeno a quella parte della maggioranza che è più attenta e che comunque vuole stare più attenta. Noi speriamo ancora che con l'approvazione di questo emendamento ci sia questo stile, questo garbo per il quale si dica che il provvedimento in esame interviene soltanto su quello che potrebbe accadere in seguito, ma che non ha efficacia su quello che è già accaduto.
In questo senso, senza troppa convinzione ma con il dovere di farlo, rassegniamo a questa maggioranza la richiesta di un sussulto finale di dignità (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, è dall'inizio dei lavori su questo provvedimento che, ogni volta che interviene un parlamentare del mio gruppo, con brusii, frastuono e quant'altro gli viene reso difficile parlare. Questa maggioranza è libera di approvare un provvedimento incostituzionale, indecente e servile, ma almeno non pretenda di farlo nel silenzio dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

Sull'ordine dei lavori (ore 13,35).

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor Presidente, ci sono notizie di stampa di qualche minuto fa che parlano di un attentato contro un Lince italiano presso Shindand, la base operativa avanzata. Vorremmo avere maggiori informazioni dal Governo rispetto a quelle date dalla stampa. Quindi, chiediamo che il Governo ci venga ad informare.

PRESIDENTE. La Presidenza era già a conoscenza di quello che è accaduto. Il Governo è presente e attendiamo ulteriori notizie.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 889-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andrea Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO. Signor Presidente, colleghi, si è scommesso - e l'UdC lo ha rivendicato apertamente - sul fatto che questo provvedimento potesse aprire in qualche modo una fase nuova, un clima addirittura di maggior serenità tra i poteri dello Stato. Penso che stia avvenendo esattamente il contrario e penso anche che sia giusto chiedersi il motivo per cui questa previsione non si realizzerà. Questo provvedimento non è la tessera di un mosaico, ma è l'ennesima pezza che voi mettete sul vestito di Arlecchino. Non c'è solo il carattere ad personam di questa come di altre leggi, ma c'è un modo inaccettabile di legiferare e pesa su tutto l'assenza di un disegno di qualcosa che possa somigliare, anche per chi non la condivide, ad una visione generale dei problemi. Ci sono processi ai quali conviene non presentarsi? Si sforna l'estensione del legittimo impedimento. Processi da azzerare? Ecco il processo breve. Ci Pag. 50sono intercettazioni che non piacciono? Si modifica la legge sulle intercettazioni.
Questa mattina si è parlato molto di silenzi: alcuni silenzi sono imbarazzati, altri invece sono interessati. Vorrei ricordare che nel provvedimento che giace in Commissione (ma non sappiamo per quanto) sul processo breve è prevista l'estinzione di procedimenti contabili che riguardano ex ministri della Repubblica che appartengono a questa maggioranza. Il Ministro Alfano usa spesso metafore viabilistiche quando parla di strade, tracciati e percorsi che conducono inevitabilmente alle riforme. Per parlare di percorso occorrerebbe la guida di un legislatore e non la pressione necessariamente compulsiva di un imputato e dei suoi avvocati. Occorrerebbe che qualcuno sapesse guardare al di là della prossima udienza, ma non c'è nessuno che sia in grado di fare ciò e ne sa qualcosa l'onorevole Vietti, mi dispiace dirlo.
Abbiamo parlato di un ponte crollato e credo che sia stato dimostrato ampiamente, ma prima di noi ne ha parlato lo stesso onorevole Vietti in un'intervista a la Repubblica del 13 gennaio, nella quale spiegava le ragioni per le quali veniva meno il consenso dell'UdC al legittimo impedimento. In quell'intervista l'onorevole Vietti diceva che il ponte ha due pilastri: su una sponda l'accelerazione dei processi, condivisibile ma senza norma transitoria retroattiva (puntualmente approvata dal Senato); dall'altra l'approdo ad una riforma costituzionale sull'immunità, nella formula che la maggioranza si deve assumere la responsabilità di proporre. Noi di questo non abbiamo alcuna notizia.
Il ponte è crollato a meno che non lo si appenda, come ha fatto ieri l'onorevole Buttiglione, alla teoria del complotto. L'onorevole Buttiglione ci ha spiegato che, poiché la maggioranza è convinta che è in atto una congiura nei confronti del loro leader, è per questo opportuno sottrarlo ai processi.
Faccio notare sommessamente che la maggioranza ritiene che anche nei confronti dell'onorevole Cosentino ci sia una persecuzione e per questo si è rifiutata di prendere in considerazione persino l'ipotesi delle dimissioni, nonostante pochi giorni fa la Corte di cassazione abbia ritenuto valida l'ordinanza di arresto spiccata nei suoi confronti. La teoria della persecuzione giudiziaria è utilizzabile sempre e per questo consente alla politica di evitare di fare i conti con sé stessa. È così che perde autorevolezza e si priva della forza necessaria per fare un ragionamento serio sui rapporti che corrono tra politica e giustizia.
Altro, collega Rao, che moderazione: la teoria del complotto impedisce una chiave condivisa della lettura dei fatti avvenuti in questi 15 anni ed è dannosa per il futuro, perché su queste basi non si costruisce una lettura condivisa che è il presupposto per aprire una fase nuova. Se qualcosa non ha funzionato nei rapporti tra i poteri in questi anni non è mettendo una pietra sui processi di Berlusconi che si risolve il problema, ma piuttosto tentando di rimuovere le cause di quegli squilibri.

PRESIDENTE. Onorevole Andrea Orlando, la prego di concludere.

ANDREA ORLANDO. Certamente. Allora diamo un'opportunità a chi ritiene davvero che il tema da affrontare sia quello non già di salvare Silvio Berlusconi, ma di proteggere il Presidente del Consiglio: si eviti che questa legge sia retroattiva, si cancelli la retroattività di questa legge e da ora in poi si discuta su come si svolgono i rapporti tra politica e giustizia. Non (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Andrea Orlando.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare all'onorevole Andrea Orlando e all'Assemblea che, in occasione dell'approvazione della Costituzione della Repubblica italiana, Pag. 51i padri costituenti ritennero opportuno inserire una immunità parlamentare, perché ritennero che non fosse impensabile il fatto che la magistratura facesse uso del suo potere per interferire con il processo politico. L'hanno scritto e votato i padri costituenti della Costituzione italiana. Mi sono limitato a ripetere quel pezzetto di storia (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, stiamo parlando degli stessi padri costituenti che hanno previsto per il percorso di modifica costituzionale una maggioranza diversa da quella con la quale si sta modificando la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Pietro 1.16 e Ferranti 1.177, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lupi... onorevole Sbrollini... onorevole D'Antoni... onorevole Castagnetti... onorevole Sardelli... onorevole Garofani... onorevole Razzi... onorevole Iapicca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 550
Maggioranza 276
Hanno votato
233
Hanno votato
no 317).

Prendo atto che il deputato De Poli ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.178, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesare Marini... onorevole Consolo... onorevole Rossi... onorevole Mazzuca... onorevole Vella... onorevole Lo Monte... onorevole Andrea Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 556
Maggioranza 279
Hanno votato
236
Hanno votato
no 320).

Prendo atto che il deputato De Poli ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 1.179.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tenaglia. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche oggi gira una mistificazione in quest'Aula, che ci accompagna da un po' di anni quando si discute in materia di giustizia. È una mistificazione di cui i furbi e coloro che sono in malafede approfittano, che essi strumentalizzano e alimentano. È la mistificazione di chi ritiene che in materia di giustizia ci sia una parte che vuole il mantenimento dello status quo e una parte che vuole la modernità, l'innovazione, il rafforzamento dell'equilibrio dei poteri. In realtà, non è così: la divisione passa tra coloro che vogliono riforme che servono ai cittadini e coloro che vogliono riforme che servono ad un progetto di rafforzamento del potere politico sulla magistratura e non un rafforzamento di quel ponte di equilibrio dei poteri che è costituzionalizzato nel principio della separazione dei poteri, che per intervenire vede necessaria una riforma costituzionale. Voi state intervenendo Pag. 52su quel ponte con una riforma, come se doveste riformare un regolamento di condominio.
Vi faccio l'elenco: è forse essere per l'innovazione approvare la legge sulle intercettazioni, il lodo Alfano, lo scudo fiscale, il processo breve, il legittimo impedimento? Non una di queste leggi serve ai cittadini. Queste leggi servono solo a chi interessa a voi. Eppure, ci sarebbe molto da fare e in questi due anni ve lo abbiamo indicato e abbiamo proposto questi disegni di legge: c'è molto da fare per rendere trasparente ed effettiva l'obbligatorietà dell'azione penale, per intervenire sull'udienza preliminare, per riformare il processo in Cassazione, per riformare il CSM, per introdurre le pene alternative, per dare una revisione e una geografia giudiziaria moderna a questo Paese. Queste sono le riforme di chi vuole il cambiamento, di chi è per la modernizzazione della giustizia.
Oggi non stiamo intervenendo con un ponte, non stiamo costruendo nessun ponte, perché un ponte si costruisce fra due sponde uguali, fra due sponde di un fiume o di un lago, e non fra due sponde che non portano da nessuna parte. Noi stiamo solo minando ancora una volta il principio di separazione dei poteri, perché in questa vicenda gli unici squilibri che ho visto sono stati gli squilibri di un processo finito diversamente perché un teste è stato corrotto e gli squilibri per i conti e per le entrate dello Stato per un'evasione fiscale di milioni. Questi sono gli squilibri che dovreste aver presenti e che dovremmo riformare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 1.179, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Caterina, Vella, Lo Monte, Migliori, Di Biagio, De Poli e Cesa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 558
Maggioranza 280
Hanno votato
234
Hanno votato
no 324).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Vietti 1.354.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Onorevole Andrea Orlando, la preferisco nella versione pacata e dialogante in cui sono solito incontrarla che non in quella accesa del suo intervento precedente. Lei doveva recitare una parte, e lo ha fatto, però non basta citarsi reciprocamente le interviste per creare la stessa situazione di contraddizione e di imbarazzo.
Dalla mia intervista che lei ha ricordato non traggo alcuna impressione né di contraddizione né di imbarazzo. Dissi esattamente, in quell'occasione, quello che lei ha ricordato, e cioè che il nostro voto favorevole sul legittimo impedimento sarebbe stato condizionato al ritiro del processo breve. Sul processo breve continuiamo a mantenere assolutamente lo stesso giudizio negativo, tant'è che oggi noi non voteremo il legittimo impedimento. Credevo che lei lo avesse capito, perché lo abbiamo anticipato in molti interventi, ma, a scanso di equivoci, lo ribadisco qui: noi non voteremo il legittimo impedimento, sia perché non ci convincono alcune delle modifiche apportate dalla maggioranza e dal Governo in corso d'opera sia perché il processo breve non è stato formalmente ritirato.
Però, onorevole Andrea Orlando e colleghi, non nascondiamoci dietro un dito: qualche cosa sul processo breve è avvenuto, tant'è che siamo qui non a votare il processo breve, come sarebbe probabilmente avvenuto, se non vi fosse stata la proposta del legittimo impedimento, ma il processo breve è finito in Commissione, con la calendarizzazione di una serie infinita Pag. 53di audizioni, a cui si è addirittura dato un termine, che è quello del 30 giugno. Ne parleremo, come minimo, dopo le ferie, ma, non essendoci la formale rinuncia al processo breve da parte del Governo, noi non votiamo questo provvedimento. Se poi lei pretendeva che il Ministro della giustizia venisse qui con il capo cosparso di cenere a dire che il processo breve era una schifezza, credo che anche la politica abbia le sue regole e le sue esigenze.
Colleghi, un attimo di attenzione, per cortesia, su questo emendamento che proponiamo. Il richiamo alle prove urgenti, che questo emendamento chiede di ripristinare, è un richiamo necessario e doveroso, e la sua esclusione rappresenta un'altra delle perplessità che, se non venisse ripristinato, giustificherebbe ancor di più la mancanza di un nostro voto favorevole su questo provvedimento.
Ricordo, come promemoria, che l'articolo 392 del codice di procedura penale, che viene richiamato in questo emendamento, prevede i casi di assunzione di testimonianze di persone: quando vi sia fondato motivo di ritenere che queste non potranno essere esaminate nel dibattimento per infermità o grave impedimento; quando vi è fondato motivo di ritenere che la persona che deve testimoniare sia esposta a violenza, minaccia o promessa di denaro o altra utilità; quando l'esame della persona sottoposta ad indagini riguardi fatti concernenti la responsabilità di altri; quando sia necessario fare un confronto tra persone che fanno dichiarazioni discordanti; quando è necessaria una perizia o un esperimento giudiziale o una ricognizione.
Sono tutti fatti che possono determinare l'impossibilità, se non si consente la loro assunzione in via d'urgenza, di acquisire al processo, durante la fase del rinvio, elementi probatori fondamentali. Per cui faccio un appello anche ai colleghi della maggioranza, perché l'emendamento in esame ripristina la correttezza dei rapporti processuali tra le parti, la correttezza della parità tra accusa e difesa, un normale svolgimento del processo, senza in alcun modo pregiudicare la struttura e l'impianto del provvedimento sul legittimo impedimento.

PRESIDENTE. Deve concludere.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Per questo, signor Presidente, le chiedo, anche per consentire che ciascuno si esprima con la massima libertà di coscienza, il voto segreto sull'emendamento in esame.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, prendo la parola semplicemente per sottoscrivere la richiesta che è stata avanzata dall'onorevole Vietti, di procedere secondo quanto previsto dall'articolo 49 del Regolamento con voto segreto, dato che questa è l'ultima possibilità che è data all'Aula per ridurre il danno del provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, vorrei semplicemente dichiarare, visto che il voto è segreto, che io voterò a favore dell'emendamento Vietti 1.354. Desidero però anche segnalare che il contesto della discussione ha determinato uno scontro assai aspro: vi è infatti chi ritiene di utilizzare questo «veicolo» come una sorta di impunità, perché definisce una traiettoria in base alla quale al Presidente del Consiglio e ai suoi Ministri è riconosciuta una prerogativa che a questo punto è chiaramente incostituzionale sia con riferimento agli altri componenti di questa Camera sia con riferimento al dettato della Carta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

Pag. 54

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, vorrei dire telegraficamente che l'emendamento in esame è molto serio. Parlare infatti di assunzione di prove urgenti significa che il giudice, addirittura in assenza dell'imputato, quindi in assenza delle parti, può assumere un insieme di prove (da una perizia e così via) che sono di estrema gravità per cercare di stabilire quale sia la verità all'interno di un processo; quindi, addirittura, nella fase in cui la presenza dell'imputato ha maggiore valenza, stiamo dicendo: «Togliamolo dai piedi».

PRESIDENTE. È stato dunque chiesto il voto segreto. La Presidenza ritiene che la richiesta sia accoglibile: difatti l'emendamento in questione è volto ad estendere l'applicazione dell'istituto dell'incidente probatorio, attualmente previsto esclusivamente per le fasi dell'indagine e dell'udienza preliminare, anche al dibattimento, nell'ipotesi in cui sia disposto il rinvio dell'udienza per impedimento a comparire del Presidente del Consiglio dei ministri. Come tale, quindi, l'emendamento Vietti 1.354 incide sul diritto di difesa di cui all'articolo 24 della Costituzione, ed è pertanto sottoponibile a scrutinio segreto.
Passiamo ai voti.
Avverto, quindi, che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 1.354, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, De Micheli, Mario Pepe (PdL), Lupi, Barani, Sardelli, Iapicca, Occhiuto, Stanca, Sbai... C'è qualcuno che non riesce ancora a votare?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 556
Maggioranza 279
Voti favorevoli 271
Voti contrari 285

(La Camera respinge - Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Vedi votazionia ).

Colleghi per cortesia, dobbiamo effettuare ancora alcune votazioni, non è finita.

ANDREA ORLANDO. Chiedo di parlare per fatto personale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO. Signor Presidente, devo una risposta all'onorevole Vietti nei confronti del quale (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Chiedo scusa, ma non è che...

ANDREA ORLANDO. Signor Presidente, solo un secondo per far notare all'onorevole Vietti che un conto è la rassicurazione che lui dà, un conto è che dalla maggioranza qualcuno ci dica che il processo breve è morto.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Andrea Orlando.

Sull'esplosione di un ordigno che ha coinvolto militari italiani in Afghanistan.

PRESIDENTE. Colleghi. Il Ministro La Russa è pronto e disponibile a riferire, poi dovremmo ancora effettuare pochissimi voti, due o tre, per concludere l'esame degli articoli del provvedimento.
Poiché il Ministro La Russa deve andare via non apriremo un dibattito sulle sue comunicazioni, limitandoci solo ad apprendere le informazioni di cui il Ministro dispone al momento. Prego, onorevole Ministro.

IGNAZIO LA RUSSA, Ministro della difesa. Signor Presidente, purtroppo vi trattengo solo un minuto e ringrazio la cortesia dei gruppi per aver accolto la Pag. 55richiesta di non aprire un dibattito, anche perché fortunatamente non ve n'è ragione. Posso tranquillizzarvi circa la notizia apparsa su un'agenzia di stampa che faceva riferimento allo scoppio di un ordigno rudimentale nei confronti di nostri soldati in Afghanistan a sud di Herat (nella zona ovest, ma a sud di Herat e comunque nella nostra zona di competenza). La notizia è vera, ma si tratta di un ordigno per fortuna di modesta entità che non ha praticamente quasi danneggiato nemmeno il mezzo (si è verificato solo un danneggiamento molto lieve), i soldati e i militari che erano all'interno del mezzo - Lince - non hanno riportato ferite degne di rilievo, e questa è la notizia buona (Applausi).
Vi è un sospetto trauma non commotivo (in pratica, come una normale botta in testa) per uno soltanto di loro, per il resto gli altri militari sono già in servizio. Credo che questa sia l'occasione giusta perché tutto il Parlamento rivolga un ringraziamento ai nostri ragazzi, dei quali certo ci occupiamo solo in queste occasioni, ma che sono sempre nel nostro cuore, perché sappiano che siamo a loro vicini in ogni momento. Grazie (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole La Russa.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 889-A ed abbinate).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 1. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Soro. Ne ha facoltà.

ANTONELLO SORO. Signor Presidente, i deputati del Partito Democratico voteranno contro questo articolo perché riproduce nella sostanza il lodo Alfano, una legge censurata solo qualche settimana fa dalla Corte costituzionale. I colleghi del mio gruppo hanno chiaramente dimostrato come questa norma stravolge il concetto di legittimo impedimento, un termine disciplinato nel processo penale come un punto di equilibrio tra il diritto alla difesa ed il corretto esercizio della giurisdizione.
Con questo provvedimento il legittimo impedimento per il Presidente del Consiglio - ed ora anche per i Ministri - diventa una condizione indipendente da qualsivoglia giudizio di concreta, effettiva impossibilità a partecipare al processo; un automatismo legato alla funzione che configura appunto una nuova prerogativa: con una legge ordinaria viene modificata la disciplina delle prerogative fissata nella Costituzione (appunto, il lodo Alfano).
Al fondo di questa legge non esiste un'esigenza di giustizia e di tutela dei cittadini. Questa norma non ha un carattere generale ed astratto, è solo un meccanismo artificioso di tutela di una sola persona, un trucco per sottrarla ai procedimenti giudiziari in corso. Questa legge non c'entra niente con la riforma della giustizia e non è affatto - lo voglio dire ai colleghi dell'Unione di Centro - una mediazione pensata come alternativa al processo breve, come ha sostenuto una persona seria come l'onorevole Vietti, perché il processo breve, onorevole Vietti, è ancora all'ordine del giorno.
Lei, Vicepresidente Leone, ieri ha riconfermato che è nelle intenzioni del Governo e della maggioranza approvare il provvedimento sul processo breve.
In realtà questa è la premessa, è la precondizione di quella legge nel percorso indecente ideato da una squadra di avvocati incapaci di esercitare la professione ad armi pari, con gli stessi strumenti, e con le stessi procedure, che il diritto offre ai loro colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
L'onorevole Casini ha voluto giustificare questa legge facendo ricorso alla categoria del minor danno; è un linguaggio inedito per l'onorevole Casini e per il suo partito che registriamo con interesse. Ma la verità è che il danno esiste e che esiste una straordinaria anomalia, un grosso problema, che avvelena il confronto dentro e fuori da questo Parlamento, che penalizza e indebolisce il nostro Paese. Pag. 56
Esiste l'anomalia rispetto alla consuetudine di altre democrazie di un Capo del Governo titolare di uno straordinario conflitto di interessi, oggetto di un numero elevatissimo di procedimenti giudiziari generalmente estranei alla funzione pubblica svolta nelle istituzioni. Esiste l'anomalia di un Capo del Governo che si rifiuta di rispondere nel processo per difendersi dalle accuse, ma pretende di fare leggi per difendersi dal processo. Vi è l'anomalia nel primato che l'agenda politica e parlamentare affida alle questioni giudiziarie del Presidente del Consiglio, rispetto alle emergenze del Paese. Questo è il problema. Questo è un serio problema politico per l'Italia. È un problema che non può essere risolto rovesciando lo Stato di diritto, alterando il profilo della nostra Costituzione.
Il Ministro della giustizia ha più volte, in queste settimane, invocato il principio di sovranità, il largo consenso acquisito dalla maggioranza nelle elezioni politiche. Noi non abbiamo mai negato questo dato, abbiamo fin dal primo giorno di questa legislatura riconosciuto il diritto e il dovere dell'onorevole Berlusconi di governare il Paese. Ma il Governo degli Stati, nelle democrazie liberali, si fonda sul voto e sul diritto; un insieme, il voto e il diritto, che sono inseparabili. Il potere è legittimo quando deriva dal consenso, ma insieme poggia su regole fondamentali che ne stabiliscono la natura e i limiti. Questi limiti sono posti attraverso regole giuridiche fissate nella Costituzione, nel patto fondativo della nostra Repubblica, che la volontà politica di una maggioranza non può da sola sovvertire.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANTONELLO SORO. Passa attraverso questi snodi, signor Presidente, lo voglio dire a tutti i colleghi di questo Parlamento, la nuova linea di faglia negli schieramenti della politica italiana. Passa su questo terreno la prospettiva di costruire in questo Paese un'alternativa riformista e democratica al Governo Berlusconi.
Per queste ragioni votiamo contro questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, il Presidente del Consiglio, parlando da Israele, dove un Presidente del Consiglio si è dimesso per essere stato rinviato a giudizio, ha detto che ha già speso 200 milioni di euro di avvocati.
Ebbene, potrei limitarmi a dire, visto che siamo ancora qui, che si cercasse degli avvocati migliori. Ma io dico: quante centinaia di milioni di euro è costato ai contribuenti italiani l'uso, e l'abuso, che il Presidente del Consiglio ha fatto in modo strumentale dell'intero Parlamento, della Corte costituzionale, per evitare di andare davanti ai suoi giudici (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)? Di questo dovremmo parlare!
Signor Presidente, siamo in presenza di un funzionario che, per quanto alto in grado, con questo provvedimento, deciderà che cosa è il legittimo impedimento.
Potrebbe essere l'inaugurazione di una piccola strada di paese, ma siccome si fa esplicitamente riferimento alla serenità, e ognuno la serenità se la dà come crede, potrebbe essere (beninteso da utilizzatore finale) un incontro con una prostituta, Presidente (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Certo! Certo, colleghi! Ciò che è già successo, Presidente, può succedere ancora!

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi...

ANTONIO BORGHESI. E che civiltà della giustizia ha un Paese nel quale si antepone all'accertamento della verità un incontro con una puttana, scusi Presidente, con una prostituta (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)? Vuol dire che in questo Paese la giustizia è stata calpestata, derisa, vilipesa, macellata, gettata al macero, gettata alle ortiche, Pag. 57cestinata, offesa, sfregiata, violentata, oltraggiata (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. Colleghi per cortesia!

ANTONIO BORGHESI. ...maciullata, saccheggiata, uccisa, signor Presidente! Questo provvedimento è il funerale della giustizia. Per questo l'Italia dei Valori voterà contro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santagata. Ne ha facoltà.

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, in tre secondi vorrei rivolgere un appello ai colleghi della maggioranza per invitarli a pensarci bene prima di rinunciare a quella immunità politica di cui oggi godono attraverso l'alibi raccontato continuamente: non ci fanno lavorare. State attenti che - dai e dai - poi vi toccherà di governare e saranno guai per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli, onorevole Damiano, onorevole De Micheli, onorevole Garavini, onorevole Mondello, onorevole Tommaso Foti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 546
Votanti 509
Astenuti 37
Maggioranza 255
Hanno votato
281
Hanno votato
no 228).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 889-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 889-A ed abbinate).
Poiché l'emendamento Di Pietro 2.1 non è stato segnalato, all'articolo 2 risulta riferito il solo emendamento Ferranti 2.2, soppressivo dello stesso articolo 2. Pertanto, la Presidenza, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, porrà in votazione il mantenimento dell'articolo.
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, l'ora è tarda quindi intendo dire solo una parola, una parola che rivolgo in modo cordiale e in modo particolare ai colleghi del Partito Democratico che si sono sforzati di vedere le ragioni di incostituzionalità e hanno pensato che il ponte che abbiamo cercato di costruire sia crollato.
In effetti questo testo è molto diverso dall'originario testo Vietti, e abbiamo messo in luce nel dibattito le estensioni che non condividiamo.
Resta però il fatto - lo dico al collega Franceschini e agli altri - che un ponte verso le riforme dovremo costruirlo perché questo Paese vuole un momento di pacificazione e vuole un momento di conciliazione tra la politica e la giustizia.
Non è tornando alle litanie delle carte bollate e degli insulti che miglioriamo lo stato di cose presenti e dunque è un impegno che per quanto fragile, con orgoglio, abbiamo indicato.
Siamo orgogliosi della politica indicata, meno del risultato, ma su questo confronto dovremo tutti impegnarci - credo proprio - già dopo il clima elettorale e le elezioni regionali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maran. Ne ha facoltà.

Pag. 58

ALESSANDRO MARAN. Signor Presidente, colleghi, abbiate qualche minuto di pazienza. Come la discussione di questi giorni si è incaricata di dimostrare e come si è capito, in discussione non è il legittimo impedimento, che deriva dall'esigenza di permettere l'esercizio di funzioni pubbliche, ma una tappa di quella che oggi i giornali hanno chiamato l'operazione scudo giudiziario per il Premier.
Se lo scopo del provvedimento fosse stato quello di assicurare la possibilità di difendersi personalmente nel processo senza pregiudicare lo svolgimento delle attività connesse all'ufficio - è un diritto garantito dalla Costituzione...

ANTONIO BORGHESI. Un attimo, è caduto l'onorevole Di Pietro!

PRESIDENTE. Tutto bene? Si è fatto male?

FABIO EVANGELISTI. Ci sperava?

PRESIDENTE. No, assolutamente no. Evidentemente lei è abituato a pensare in altro modo. Tutto bene?
Prego, onorevole Maran.

ALESSANDRO MARAN. Dunque nella legge si dovrebbe contemperare l'esigenza di svolgere la funzione con il corretto andamento della giustizia penale. Ciò comporta che sarebbe necessario rimettere al giudice l'accertamento della assoluta impossibilità di comparire. Ma non si tratta di questo come abbiamo visto. Come è stato detto si vuole tutelare la funzione istituzionale evitando che la mera necessità di difendersi nel processo possa turbare il sereno svolgimento delle attività connesse alla carica.
Ma se è così, è necessario ammettere che l'impedimento può valere a tempo indeterminato e questo provoca in pratica una sospensione del processo che si risolve in una vera e propria immunità. Ma ciò, com'è evidente a tutti, può essere realizzato soltanto con una legge costituzionale che rimane la via maestra.
Dunque, chiamiamo le cose con il loro nome. Così come il processo breve introduce un nuovo istituto di estinzione del processo, cioè un'altra prescrizione, allo stesso modo il legittimo impedimento non è altro che la reintroduzione dell'immunità con altri mezzi.
L'obiettivo di questa manovra a tenaglia è infatti quello di introdurre uno scudo provvisorio per il Premier in attesa che il Ministro della giustizia presenti il lodo Alfano in versione costituzionale per ovviare alla bocciatura della Corte.
La giustizia, cioè il bene pubblico giustizia, non c'entra nulla. Si tratta, come sempre da quindici anni a questa parte, dei guai giudiziari del Premier: la pietra di inciampo che ormai blocca la vita della nazione. Infatti, il provvedimento in discussione non ha nulla a che fare con l'esigenza di provvedere ad un sistema giudiziario ben funzionante. Nonostante la crisi di affidabilità della giustizia sia diventata una vera e propria questione nazionale...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia...

ALESSANDRO MARAN. Lo si ripete soltanto alla vigilia dell'inaugurazione dell'anno giudiziario poi, per il resto, si torna come prima. Una crisi che richiede certamente che si guardi con occhio finalmente critico agli schemi del passato.
Per troppo tempo si è celebrato acriticamente l'assetto che abbiamo ereditato dal passato come il più avanzato. Troppo a lungo si è ritenuto che fosse intoccabile, uno dei migliori del mondo, invidiatoci dagli altri Paesi. Ma i suoi limiti sono sotto gli occhi di tutti ed il primo, quello che interessa più da vicino i cittadini, è la cattiva qualità del servizio che rende.
Il fatto è che il centrodestra, voi, colleghi, non avete mai voluto affrontare seriamente il problema della giustizia. Le tanto annunciate riforme o sono state agitate come possibili ritorsioni verso decisioni non gradite o hanno consentito misure molto limitate intese proprio a risolvere i guai giudiziari del Presidente del Consiglio. In ogni modo, come ha Pag. 59sottolineato uno studioso attento come il professor Guarnieri, con proposte difficilmente realizzabili che tradiscono una sostanziale ignoranza delle reali esigenze del nostro sistema giudiziario al punto che è lecito il sospetto che...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

ALESSANDRO MARAN. Sto per concludere, signor Presidente, abbiate pazienza. Ciò al punto che è lecito il sospetto che non si sia veramente interessati ad una riforma della giustizia, ma che se ne vogliano sfruttare le disfunzioni per alimentare il proprio vittimismo di fronte all'opinione pubblica. Questo è il vero problema! A voi le riforme non interessano, a voi interessa sfangarla!
Ma continuare ad alimentare il proprio vittimismo di fronte all'opinione pubblica senza cambiare le cose ha un prezzo molto alto. Lascia marcire i problemi: processi che in Italia sono più lenti del Gabon pur spendendo per abitante più dell'Olanda, più della Svezia e risorse assai prossime alla Germania. Senza contare che le reciproche accuse, proprio le reciproche accuse tra politica e magistratura, hanno avuto e hanno come principale conseguenza...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Maran.

ALESSANDRO MARAN. Concludo, signor Presidente. Tali accuse hanno avuto e hanno come principale conseguenza quella di intaccare la già debole fiducia degli italiani verso le istituzioni. È questo forse il prezzo più alto che ci lasciate da pagare e la responsabilità più grande che vi assumete di fronte al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Avverto che il seguito dell'esame del provvedimento, con la trattazione degli ordini del giorno sarà ripreso alle ore 15,45, dopo il question time.
Nessun altro chiedendo di parlare, prendo atto che il relatore e il Governo esprimono parere contrario sull'emendamento Ferranti 2.2.
Passiamo ai voti.
Ricordo che, essendo stato segnalato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 2, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Tommaso Foti, Mazzuca, Di Caterina, Golfo, Conte...

ANTONIO BORGHESI. Presidente, guardi da quella parte! Votano per due! Anche per tre!

PRESIDENTE. Ha ragione: per cortesia! I colleghi devono essere in aula quando si vota! Prego!

LUISA BOSSA. Vergogna!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 541
Votanti 506
Astenuti 35
Maggioranza 254
Hanno votato
282
Hanno votato
no 224).

Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nel pomeriggio, subito dopo la conclusione dello svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, alle ore 15,45.

La seduta, sospesa alle 14,20, è ripresa alle 15.

Pag. 60

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per la semplificazione normativa ed il Ministro per i rapporti con il Parlamento.

(Iniziative per l'efficacia delle politiche di semplificazione normativa e di riduzione dei costi, con particolare riferimento alle prospettive relative alla soppressione dei cosiddetti enti «inutili» e alla riduzione della rappresentanza politica locale - n. 3-00886)

PRESIDENTE. L'onorevole Porcino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00886, concernente iniziative per l'efficacia delle politiche di semplificazione normativa e di riduzione dei costi, con particolare riferimento alle prospettive relative alla soppressione dei cosiddetti enti «inutili» e alla riduzione della rappresentanza politica locale (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, secondo i piani annunciati nel 2008 - e messi per iscritto nel decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008 - gli enti cosiddetti «inutili» con meno di 50 dipendenti sarebbero stati soppressi ipso iure in tre mesi, il 20 novembre 2008.
La soppressione - come lei sa - colpiva anche gli enti di maggiori dimensioni, qualora non avessero provveduto, entro il 31 marzo 2009, ad un riordino. Si sarebbero salvati dalla soppressione gli enti dichiarati «non inutili».

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GAETANO PORCINO. Il taglio degli enti cosiddetti «inutili» doveva fruttare oltre 400 milioni di euro per l'anno 2009. La scadenza del 31 marzo 2009 è stata via via prorogata al 31 ottobre 2009; il decreto di assegnazione delle risorse ai Ministeri non ha mai visto la luce, né gli obiettivi di risparmio sono stati conseguiti perché molti enti «inutili» sono diventati, nel frattempo, «utili».
Per l'anno in corso, non si provvederà alla riduzione della rappresentanza politica locale, bensì ad un taglio generalizzato dei trasferimenti ai comuni.

PRESIDENTE. Deve concludere.

GAETANO PORCINO. Signor Ministro, le chiediamo se e come intenda provvedere per dare efficacia alle politiche di semplificazione normativa e riduzione dei costi.

PRESIDENTE. Il Ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, il percorso iniziato con il decreto-legge n. 112 del 2008 non ha consentito di raggiungere i risultati sperati in termini di riduzione del numero degli enti pubblici non economici a causa delle discutibili ma, purtroppo, insindacabili resistenze delle amministrazioni vigilanti che hanno l'onere di dichiarare l'utilità di un ente. Ciò nonostante, si è riusciti a procedere alla loro razionalizzazione attraverso trentacinque regolamenti di riordino.
Tale operazione ha comportato l'eliminazione di 480 componenti di organi collegiali, una razionalizzazione degli organi stessi e una contrazione della spesa strutturale delle amministrazioni vigilanti, con un risparmio complessivo e certo - che confermiamo - per il 2009, pari a 415 milioni di euro.
In relazione alla riduzione dei costi della politica, la legge finanziaria per il 2010 ha anticipato, con efficacia a partire dalla prima tornata elettorale del 2010, misure di razionalizzazione già contenute Pag. 61nel cosiddetto codice delle autonomie. Purtroppo, l'accorpamento delle elezioni amministrative a quelle regionali ha determinato un'anticipazione dell'usuale finestra per il rinnovo degli enti locali.
La riduzione del numero dei seggi, a poche settimane dall'indizione dei comizi elettorali, avrebbe comportato gravi difficoltà organizzative al Ministero dell'interno, con il rischio di una compressione delle prerogative democratiche e del conseguente contenzioso.
Al fine di garantire l'assoluta regolarità delle procedure, il Governo ha conseguentemente emanato un decreto-legge che rinvia alla tornata elettorale del 2011 l'avvio delle misure di razionalizzazione. Tale rinvio ha però consentito di estendere il taglio anche ai consiglieri provinciali e di porre un tetto allo stipendio dei consiglieri regionali, già dal 2010 (quindi, dall'anno in corso), con conseguente ulteriore risparmio di spesa. Altre misure di razionalizzazione verranno proposte dal Governo in sede di conversione del decreto-legge.
In merito ai presunti tagli generalizzati dei trasferimenti ai comuni previsti per l'anno 2010, paventati dagli interroganti, per amore di verità, il taglio per i comuni ammonta a complessivi 12 milioni di euro, che, tenuto conto del numero complessivo di abitanti, comporterà una riduzione, per abitante, pari a 20 centesimi, ovvero per il 70 per cento dei comuni, un taglio pari o inferiore a mille euro.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Sul fronte delle misure di semplificazione normativa, i provvedimenti attuativi hanno ridotto le fonti primarie e vigenti dalle circa 50.000 del periodo antecedente il 2008 alle 10 mila di oggi, consentendo una contrazione della spesa pubblica, per oneri amministrativi, stimata in circa 75 miliardi di euro.
Il Governo, nel mese di marzo, intende procedere poi all'emanazione di un decreto legislativo e di un regolamento che concluderanno il percorso soppressivo, cancellando complessivamente 225 mila norme.
Nel contempo, è stato avviato il lavoro di codificazione delle residue 10 mila leggi, che ha già portato all'approvazione di due codici, quello dell'agricoltura e quello della difesa.
Per concludere, comunico che dal mese di marzo tutte le leggi vigenti saranno, gratuitamente e per la prima volta, consultabili sul primo sito pubblico denominato «Normattiva».

PRESIDENTE. L'onorevole Porcino ha facoltà di replicare.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio della risposta. Lei ci ha parlato delle cose che farete. Noi, invece, ci aspettavamo di sentire qualcosa sulle cose che avreste già dovuto fare. Era la risposta che mi aspettavo di sentire e, quindi, non sono meravigliato, signor Ministro. Allo stesso modo sono convinto che non si meraviglierà lei se le dico che la sua risposta è insoddisfacente, perché rimane il fatto che per il 2010 il Governo ha deciso di soprassedere ai tagli delle poltrone, così come avevate annunciato.
È insoddisfacente, signor Ministro, perché ormai siamo avvezzi al vostro modo di fare. Abbiamo capito qual è la vostra tecnica e il metodo di Governo. Si fanno annunci e proclami, se possibile con grande enfasi e roboanti, e così si imboniscono gli elettori. Agli annunci che vengono costantemente fatti ad arte per i media, però, mai seguono i fatti conseguenti, come in questo caso o, per meglio dire, i fatti arrivano ma sempre diversi dagli annunci che sono stati fatti.
Come vede si fa poco o nulla per diminuire i costi, signor Ministro, e ancora meno per recuperare le risorse. Poi sistematicamente si dice che mancano i fondi per fare fronte a problemi seri e che non si riesce ad intervenire perché manca la disponibilità e la copertura finanziaria.
Non si affrontano, invece, problemi seri come quello, ad esempio, dei lavoratori dell'Embraco Aspera di Chieri, signor Ministro. Pag. 62A questi signori sono anni che si dice che non ci sono soldi. Per quei lavoratori, esposti per anni al rischio di amianto, continuate a dire che siccome mancano i fondi e le risorse finanziarie - i soldi, detto volgarmente - non potete loro riconoscere il sacrosanto diritto ai benefici previdenziali, che sono previsti da norme già esistenti e riformulati da una proposta di legge presentata dal sottoscritto e da altri parlamentari che giace, da oltre un anno, in attesa di essere discussa. Per recuperare i fondi basterebbe dare corso e realizzare i fatti che avete annunciato e mantenere quello che avevate promesso, come il provvedimento di specie.
Mi sono fatto carico, signor Ministro, e me ne farò carico ancora di dire a tutti questi signori, ai lavoratori, di fronte ai problemi seri che hanno, come stanno i fatti e come si comporta il Governo. Magari loro lo capiranno, ne prenderanno nota e spero che già dalle prossime elezioni amministrative vi diano la risposta adeguata in base a come vi comportate (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Orientamenti del Governo in merito al controllo della rete nazionale di telecomunicazioni, con particolare riferimento all'ipotesi di fusione tra le società Telecom e Telefonica - n. 3-00887)

PRESIDENTE. L'onorevole Lanzillotta ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00887, concernente orientamenti del Governo in merito al controllo della rete nazionale di telecomunicazioni, con particolare riferimento all'ipotesi di fusione tra le società Telecom e Telefonica (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, signor Ministro, forse il Governo convincerà i soci Telecom a rinviare l'operazione di fusione con Telefonica a dopo le prossime elezioni regionali, per evitare a se stesso l'imbarazzo di non riuscire a giustificare come mai, dopo aver speso alcuni miliardi di euro per garantire per pochi anni l'italianità di Alitalia, dove di fatto già ora, come è noto, comanda Air France, non faccia invece nulla per tutelare gli interessi strategici nazionali che sono nelle mani di Telecom.
L'operazione, come il Governo sa bene, alla fine si farà, perché lo vogliono i soci italiani e perché lo impongono le condizioni finanziarie della società. Però già da oggi e non domani, prima di trovarci di fronte al fatto compiuto, il Governo deve dire come e con quali strumenti intende garantire il controllo nazionale della rete di telecomunicazioni, un'infrastruttura strategica per il futuro del Paese, come dimostrano gli enormi investimenti di tutti i Paesi sviluppati in questo settore. Una volta scartato l'impossibile ricorso alla golden share per la quale, come è noto, la Corte di giustizia ha già condannato l'Italia nel marzo del 2009, il Governo - ed è questa la richiesta che facciamo - si deve pronunciare sull'unica soluzione davvero in grado di tutelare gli interessi nazionali, ossia lo scorporo della rete, il suo conferimento a una società partecipata da Telecom e da altri soci industriali, finanziari, privati e pubblici...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

LINDA LANZILLOTTA. ...il cui assetto sia in grado di garantire neutralità, accessibilità e investimenti.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Lanzillotta, le notizie diffuse dalla stampa, secondo cui il Governo avrebbe dato parere favorevole all'operazione di fusione tra la società Telecom e la società Telefonica, sono prive di fondamento. Non vi è né un via libera né un'opposizione da parte del Governo perché non vi è stato ancora nessun contatto formale. Pag. 63
La vicenda sarà attentamente seguita dal Ministro per lo sviluppo economico che ha già programmato una serie di incontri con i vertici di Telecom per discutere diversi temi, ivi compresi quelli strategici. Telecom è una società privata, siamo in una economia di mercato e il nostro Governo rispetta la libertà di impresa.
Tuttavia, la rete Telecom è un asset strategico per il Paese e per il suo sviluppo e l'importanza della rete di telecomunicazioni è d'altra parte dimostrata dall'impegno del Governo per il progetto banda larga, Italia a 20 megabyte, che sta mettendo in moto consistenti investimenti. Vi è un importante contributo quindi al consolidamento dell'industria nazionale delle telecomunicazioni.
Al riguardo, si precisa che il Ministero per lo sviluppo economico sta operando per il completamento del piano nazionale sulla banda larga, messo a punto per azzerare il divario digitale italiano. In attesa delle delibere CIPE si stanno mettendo in campo innovativi strumenti di finanziamento che permetteranno di aggiungere ai quasi 500 milioni di euro oggi disponibili altrettanti da spendere nel corso dei prossimi due anni.
Procedono, inoltre, gli accordi di cofinanziamento con tutte le regioni. Oltre 500 cantieri sono stati già avviati impegnando e assegnando con gara nel corso del 2009 oltre 130 milioni di euro e prevedendo di impegnare nel 2010 ulteriori 200 milioni di euro. Il Ministro Scajola ha inoltre pubblicamente annunciato che si potrebbe promuovere uno strumento che potrebbe assumere la forma di una società ad hoc per la rete in fibra ottica, in grado di coinvolgere il maggior numero di operatori del settore.
Si tratta di una società della rete, quindi, che potrebbe svolgere un ruolo da protagonista nella costruzione delle infrastrutture evolute in fibra di cui il Paese ha bisogno con il coinvolgimento di tutti gli operatori, a partire da Telecom, e di tutte le istituzioni, in particolare, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

PRESIDENTE. L'onorevole Lanzillotta ha facoltà di replicare.

LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, ringrazio il Ministro e sottolineo che, per quanto riguarda il piano a banda larga, sono molto vive le preoccupazioni perché è stato definanziato per 800 milioni e ancora le risorse che erano state promesse per essere reintegrate non ci sono e, come lei sa, dalla banda larga sono esclusi quasi otto milioni di cittadini ed è un'infrastruttura fondamentale per la competitività.
Per quanto riguarda il futuro, prendiamo atto che ci sono delle iniziative in corso. Mi auguro che il Governo vorrà informarne tempestivamente il Parlamento, perché si tratta di un progetto-Paese su cui credo che tutte le forze politiche dovrebbero essere coinvolte perché si tratta di guardare al futuro dell'Italia dopo la crisi.
Voglio sottolineare, infine, che il Ministro Tremonti durante tutta questa crisi ha rivendicato il primato della politica rispetto alle logiche di puro mercato. Ecco, in questo caso c'è da dire: «se non ora, quando?», perché si tratta veramente di fare gli interessi del Paese come in altri Paesi sviluppati si sta facendo. Mi auguro che l'inerzia e le contraddizioni che ci sono nel Governo non ne determinino la paralisi per cui ci troveremo poi di fronte ai fatti compiuti quando sarà troppo tardi.

(Iniziative per una politica industriale organica e sistematica volta ad innalzare il tasso di crescita dell'economia nazionale - n. 3-00888)

PRESIDENTE. L'onorevole Lulli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00888 concernente iniziative per una politica industriale organica e sistematica volta ad innalzare il tasso di crescita dell'economia nazionale (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANDREA LULLI. Signor Presidente, ministro Vito, come appare da qualche Pag. 64tempo in modo evidente e non più celabile, la crisi non è un fatto psicologico. Gran parte della nostra grande industria è in difficoltà, a partire dalla Fiat con Termini Imerese; la questione dell'Alcoa che in questi giorni è nelle cronache, dimostra una drammatizzazione della questione occupazionale. Vi sono poi tante altre vertenze come l'Eutelia (10 mila lavoratori coinvolti) e questa mattina leggiamo che anche le raffinerie hanno 7.500 posti di lavoro a rischio, per non parlare delle aree distrettuali in crisi.
Brilla l'assenza di una politica industriale del Governo e vorremmo che questo ci venisse in qualche modo smentito, ma temo che non sarà così.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Onorevole Lulli, sono in grado di smentirla e mi auguro che vi sia una giudizio oggettivo sulle politiche intraprese dal Governo con il contributo del Parlamento. Dopo mesi di difficoltà cominciano a registrarsi i primi segnali di ripresa e l'Italia è indicata dalle recenti analisi internazionali dell'OCSE come uno dei Paesi con il migliore potenziale di crescita.
Il Governo ha messo a punto una specifica strategia che si basa in particolare su due fondamentali pilastri: azioni a breve termine idonee ad affrontare l'emergenza, riducendo quindi l'impatto della crisi sull'occupazione; e azioni a lungo termine necessarie per il recupero di competitività del sistema Paese. Nel primo pilastro rientrano una serie di interventi sul sistema bancario volti ad agevolare il rientro dei debiti delle imprese in difficoltà; il potenziamento del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, al fine di assicurare alle stesse un accesso al credito e maggiore liquidità; un'ampia copertura, per circa 8 miliardi di euro, di strumenti di estensione della cassa integrazione; interventi puntuali sulle situazioni di crisi d'impresa e l'avvio dell'osservatorio sulle stesse crisi d'impresa.
Nel secondo pilastro, tra le azioni cioè a lungo termine, la politica industriale del Governo ha puntato innanzitutto sul sostegno all'innovazione tecnologica. Nel corso del 2009 sono stati completati i bandi per il sostegno di grandi progetti di innovazione industriale che hanno consentito di attivare investimenti per 380 milioni di euro. La scorsa legge finanziaria ha previsto il rifinanziamento per 200 milioni di euro annui del credito di imposta alla ricerca e allo sviluppo, superando il meccanismo precedente. Da ultimo è stato ristrutturato l'impianto della programmazione negoziata con l'avvio di nuovi strumenti, quali i contratti di innovazione tecnologica e i contratti di sviluppo. Nei prossimi giorni, infine, verrà presentato il piano del Governo per il sud, incentrato in particolare proprio sulle politiche in favore delle imprese.

PRESIDENTE. L'onorevole Lulli ha facoltà di replicare.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, Ministro Vito, avrei preferito, ma non è una sua responsabilità, la presenza del Ministro dello sviluppo economico, dottor Scajola.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. È in Israele.

ANDREA LULLI. Sì, va bene, ma questa mattina era presente ad un altro appuntamento. Quello che però vorrei mettere in evidenza è che le cose che lei ha citato sono frutto di continui annunci ai quali poi non conseguono atti concreti. Da molti giorni leggiamo sulla stampa di interventi, di stanziamenti che, puntualmente, per ora, il Parlamento nelle Commissioni competenti ha potuto visionare. Ma vorrei mettere in rilievo un fatto: cresce la disoccupazione palese e quella occulta, mentre il tasso di attività, di occupazione nel nostro Paese si è ridotto; non solo è aumentato il numero di disoccupati, ma ciò che è più grave è che voi avete smontato la programmazione industriale legata al progetto «Industria 2015» Pag. 65e allo stesso tempo non avete sostanzialmente ripristinato interventi sul piano della ricerca. Oggi leggo sui giornali il recupero di qualche stanziamento, però il credito di imposta per la ricerca non lo avete ripristinato, e questo è un vulnus molto serio che può in qualche modo impedire la riorganizzazione del nostro apparato produttivo. Per non parlare poi della crisi delle aree produttive, per cui si attendono provvedimenti che non ci sono.
In realtà voi continuate su una strada di annunci, mentre, per quanto riguarda il rapporto sulla spesa relativa al Ministero dello sviluppo economico si parla di 10 miliardi di euro di residui accertati nel bilancio dello stesso Ministero; di questi ben 2,8 miliardi di euro di parte capitale non sono stati impegnati. In una situazione di crisi di questo tipo, ciò mette in evidenza la vostra incapacità di gestire una politica industriale che dia uno sviluppo al Paese.

(Iniziative di competenza in merito al progetto di realizzazione di un impianto di rigassificazione nel comune di Rosignano (Livorno) - n. 3-00889)

PRESIDENTE. L'onorevole Faenzi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00889, concernente iniziative di competenza in merito al progetto di realizzazione di un impianto di rigassificazione nel comune di Rosignano (Livorno) (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

MONICA FAENZI. Signor Presidente, signor Ministro, come sa il tema dell'energia è una materia concorrente tra lo Stato e le regioni, così come prevede la nostra Costituzione.
La regione Toscana può contare sull'approvvigionamento di una sola fonte energetica costituita da quella geotermica, che però è del tutto insufficiente per il sistema produttivo della Toscana stessa.
Per questo motivo siamo qui ad interrogarla per conoscere quali provvedimenti di sua competenza il Governo possa adottare in ragione di un fatto che è avvenuto proprio nella regione Toscana. Mi riferisco al diniego espresso dalla giunta alla realizzazione di un rigassificatore in adiacenza della costa di Rosignano, per cui peraltro si prevede un investimento da parte della Edison Solvay di 600 milioni di euro, con una produzione annua di 8 miliardi di metri cubi di gas, pari al 10 per cento del fabbisogno nazionale, e che darebbe occupazione a circa mille dipendenti in fase realizzativa e a cento dipendenti a regime. Di fronte a questo diniego, le chiediamo quali provvedimenti intenda assumere il Governo.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, come ha correttamente ricordato l'onorevole Faenzi, recentemente si è registrato il parere contrario della giunta della regione Toscana in merito alla realizzazione di un impianto di rigassificazione nel comune di Rosignano. Tale parere contrario è stato motivato con riferimento al piano energetico della regione Toscana stessa, che prevede un solo rigassificatore per il quale sono stati già autorizzati e avviati i lavori di costruzione.
Tuttavia, al riguardo occorre ricordare che il procedimento autorizzativo del rigassificatore di Rosignano risulta disciplinato dall'articolo 8 della legge n. 340 del 2000, che subordina l'uso e l'utilizzo dei siti industriali per l'installazione di impianti di rigassificazione all'autorizzazione del Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, d'intesa con la regione interessata.
Si prevede, inoltre, che il Ministero dello sviluppo economico svolga la relativa istruttoria convocando anche un'apposita conferenza di servizi, che per lo specifico caso non si è ancora perfezionata in attesa della conclusione del procedimento di valutazione di impatto ambientale (VIA) da parte del Ministero dell'ambiente. Sarà Pag. 66infatti solo in quella sede che si dovrà acquisire la definitiva posizione della regione Toscana risultando, pertanto, l'attuale parere negativo della giunta non preclusivo dell'ulteriore corso del procedimento.
Inoltre, in base alla normativa vigente, il fatto che il progetto di rigassificatore non sia previsto nel piano energetico regionale non costituisce elemento ostativo alla positiva conclusione del procedimento di autorizzazione. Pertanto, solo in caso di diniego di intesa che sia formalmente espresso da parte della regione nella relativa fase procedimentale potranno valutarsi le azioni del Governo necessarie a superare tale eventuale atto negativo; ma le assicuro sin d'ora, in ogni caso, onorevole Faenzi, l'attenzione dell'intero Governo sulla vicenda, in considerazione della sua rilevanza strategica per tutto il sistema produttivo nazionale con la realizzazione di infrastrutture che consentano la diversificazione e l'ampliamento dell'approvvigionamento energetico (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. L'onorevole Faenzi ha facoltà di replicare.

MONICA FAENZI. Signor Presidente, la risposta del Ministro ci rincuora e ci fa sperare, anche se avanziamo un'ulteriore richiesta: quella di velocizzare la conferenza di servizi. La sua risposta, signor Ministro, ci rincuora perché riteniamo che il piano energetico regionale non sia in linea con i progetti di sviluppo della regione Toscana. Per far ripartire un comparto in crisi, quale quello produttivo, è necessario che anche le fonti energetiche siano competitive; quindi, non poter avere questa fonte alternativa, che costituisce un prezioso contributo allo sviluppo stesso, sarebbe veramente un male per la regione Toscana, che - mi creda, Ministro - soffre già da anni, anzi da decenni, di un arretramento. Ci dia una mano a non far perdere alla regione Toscana questa ulteriore sfida alla modernità (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Stato dei provvedimenti di attuazione della riforma del secondo ciclo di istruzione e correlate iniziative per assicurare l'ordinato avvio dell'anno scolastico 2010-2011 - n. 3-00890)

PRESIDENTE. L'onorevole Goisis ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cota n. 3-00890, concernente lo stato dei provvedimenti di attuazione della riforma del secondo ciclo di istruzione e correlate iniziative per assicurare l'ordinato avvio dell'anno scolastico 2010-2011 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, signor Ministro, come lei sa bene l'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 e il relativo piano programmatico prevedono l'avvio della riforma del secondo ciclo di istruzione dall'anno scolastico 2010-2011. Con una nota circolare del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca del 15 gennaio 2010, il termine di inizio e quello di scadenza per l'effettuazione delle iscrizioni alle istituzioni scolastiche del secondo ciclo è stato fissato rispettivamente al 26 febbraio e al 26 marzo 2010.
Con questa interrogazione chiediamo quali siano lo stato di attuazione dei provvedimenti relativi alla riforma e le correlate iniziative di accompagnamento che il Ministro intende assumere per garantire scelte consapevoli da parte degli studenti e delle famiglie e per assicurare l'ordinato avvio dell'anno scolastico.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Goisis e i presentatori dell'interrogazione a prima firma dell'onorevole Cota che fornisce al Governo l'opportunità di chiarire alcuni aspetti dei provvedimenti che stanno tanto a cuore alle famiglie del nostro Paese. In attuazione dell'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 e del relativo piano programmatico Pag. 67sono stati già predisposti i regolamenti di riforma della scuola secondaria superiore. Sugli schemi di tale regolamento si sono espressi il Consiglio nazionale della pubblica istruzione, la Conferenza unificata, il Consiglio di Stato e le competenti Commissioni parlamentari della Camera e del Senato, che hanno reso articolati pareri in ordine a tutti gli aspetti della riforma. Il Consiglio dei Ministri, pertanto, procederà in tempi strettissimi all'approvazione definitiva dei regolamenti.
Come lei ha correttamente ricordato, onorevole Goisis, il termine per le iscrizioni alle prime classi del secondo ciclo di istruzione è stato fissato al 26 marzo 2010, a differenza del termine previsto per il primo ciclo di istruzione, ciò proprio al fine di attivare le iniziative di informazione e di orientamento delle famiglie e degli studenti nell'individuazione dei percorsi scolastici. La riorganizzazione dell'intero sistema renderà, infatti, più semplice, lineare e trasparente l'informazione alle famiglie che oggi, invece, erano costrette a districarsi tra gli oltre 396 indirizzi sperimentali.
Il Ministero renderà disponibili tutte le informazioni relative ai nuovi licei, istituti tecnici e professionali, i quadri orario, i profili di uscita e le caratteristiche di ciascuna tipologia scolastica. Contemporaneamente, sarà anche resa disponibile una mappa geografica della nuova offerta formativa e, in questo modo, i genitori potranno scegliere avendo una visione complessiva sia delle caratteristiche di ciascun percorso di studi, che della loro collocazione. Apposite tabelle consentiranno, inoltre, di offrire ai genitori, immediatamente dopo l'approvazione dei regolamenti, tutte le informazioni logistiche relative all'offerta formativa dell'anno scolastico 2010-2011. Saranno inviate inoltre, onorevole Goisis, alle famiglie e alle scuole secondarie di primo grado degli opuscoli informativi dettagliati e sarà immediatamente avviata un'opportuna campagna sui mezzi di informazione di massa, sul sito del Ministero e su tutti gli altri siti ad esso correlati.

PRESIDENTE. L'onorevole Goisis ha facoltà di replicare.

PAOLA GOISIS. Signor Presidente, ringrazio il signor Ministro per le delucidazioni appena fornite. D'altra parte, era necessario da parte nostra presentare questa interrogazione, perché è chiaro che le famiglie e gli studenti hanno bisogno di un certo periodo di tempo per orientarsi nei confronti dell'offerta formativa; così come pure il personale scolastico ha bisogno ulteriormente di informazioni chiare e semplici in considerazione della complessità della riforma. Quest'ultima investe infatti la nuova disciplina dei licei, degli istituti tecnici e professionali e comporta una modifica della programmazione dell'offerta formativa.
Sono interessanti le risposte da lei fornite, in modo particolare quelle relative alla mappa geografica per la nuova offerta formativa, che darà la possibilità alle famiglie di sapersi orientare, come pure ciò che ha detto in ordine all'invio di opuscoli informativi; inoltre, auspico che il Consiglio dei Ministri a breve dia le risposte che attendiamo sui regolamenti. Ciò è necessario se vogliamo che l'anno scolastico parta con tranquillità e con serenità, ma soprattutto se vogliamo dare serenità alle famiglie, agli studenti e agli insegnanti in questi mesi che ci separano dall'avvio dell'anno scolastico 2010-2011. Quindi, la ringrazio e mi dichiaro soddisfatta.

(Misure a favore dei lavoratori in cassa integrazione, dei disoccupati e delle famiglie in difficoltà - n. 3-00891)

PRESIDENTE. L'onorevole Pezzotta ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00891, concernente misure a favore dei lavoratori in cassa integrazione, dei disoccupati e delle famiglie in difficoltà (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, poco fa il signor Ministro si è aggiunto a tutte queste dichiarazioni che stanno preconizzando Pag. 68un'uscita dalla crisi in cui ci troviamo. Lo speriamo anche noi, solo che, leggendo la realtà da un altro punto di vista e considerando le difficoltà che le lavoratrici e i lavoratori stanno attraversando, dubitiamo che queste dichiarazioni abbiano una concretezza. Poi lo speriamo, per carità. Se guardiamo a che livello è arrivata la disoccupazione nel nostro Paese, siamo all'8,3 per cento, ma se aggiungiamo altri elementi arriviamo al 10 per cento circa. Se guardiamo alle ore di cassa integrazione, credo che non possiamo dire queste cose.
Inoltre, vorrei sollevare, per evidenziare la drammaticità della situazione, la vicenda emblematica e drammatica di quel lavoratore bergamasco, Sergio Marra, che alla perdita del posto di lavoro ha preferito perdere la vita. Credo che queste cose ci dovrebbero far pensare.
Ciò che chiedo è sapere cosa si farà da qui in avanti rispetto alla cassa integrazione speciale e in deroga, alla mobilità e alla riforma degli ammortizzatori sociali, perché le situazioni drammatiche continueranno ad aumentare.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, non per spirito polemico, ma solo per amore della precisione, mi sono limitato a dire che cominciano a vedersi i primi segnali di ripresa e che l'Italia è indicata come uno dei Paesi con il miglior potenziale di crescita rispetto alla ripresa che si intravede. Naturalmente, ciò non esclude gli interventi che il Governo ha assunto e continuerà ad assumere a sostegno del reddito e il lavoro che è stato già intrapreso per venire incontro, come lei giustamente chiede, alle esigenze dei lavoratori e delle loro famiglie. Anche qui darò alcuni dati specifici e mi auguro che l'oggettività dei numeri e degli interventi possa essere valutata come tale.
Con la legge finanziaria per il 2010 sono state introdotte diverse misure volte a favorire il reinserimento nel mercato del lavoro di coloro che sono stati maggiormente colpiti dall'attuale congiuntura economica e sono state riproposte le misure di tutela dei redditi del lavoro sperimentate nel 2009.
In particolare, per le imprese in crisi sono stati previsti interventi volti a semplificare le modalità di accesso degli ammortizzatori sociali e a riconoscere misure di sostegno al reddito cosiddette in deroga. Si è poi confermata la programmazione degli impegni assunti dal Governo per gli anni 2009-2011 attraverso la proroga di tutti gli strumenti di sostegno al reddito già individuati e previsti da precedenti provvedimenti normativi.
Per quanto poi concerne i lavoratori titolari di un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, si è riconosciuta in via sperimentale nei casi di fine lavoro una somma liquidata in un'unica soluzione pari al 30 per cento del reddito percepito l'anno precedente. Inoltre, è stata disposta in via sperimentale la riduzione contributiva a favore dei datori di lavoro che assumono beneficiari dell'indennità di disoccupazione che abbiano almeno cinquant'anni di età. È stato poi riconosciuto un incentivo ai datori di lavoro che non abbiano effettuato nei dodici mesi precedenti alcuna riduzione di personale.
In conclusione, quindi, onorevole Pezzotta, le assicuro e le confermo che il Governo affronta con grande attenzione l'emergenza economico-sociale che si è determinata per la grave crisi economica internazionale che ha colpito anche il nostro Paese, secondo molteplici linee d'azione volte, nel rispetto naturalmente dei vincoli di finanza pubblica, a garantire e tutelare l'occupazione. L'occupazione, infatti, è un fattore essenziale sia per la stabilità delle famiglie, sia per assicurare il pieno sviluppo della persona umana ai fini della necessaria coesione sociale, sia naturalmente proprio per evitare il ripetersi di tragici eventi, come quello che lei ha ricordato, che colpiscono l'intera comunità Pag. 69e naturalmente anche l'intero Governo, a nome del quale esprimo il cordoglio al quale lei ha fatto riferimento.

PRESIDENTE. L'onorevole Pezzotta ha facoltà di replicare.

SAVINO PEZZOTTA. Signor Ministro, mi scusi, ma mi sarei atteso, anche rispetto alla drammaticità della situazione, una risposta meno formale, perché i provvedimenti del Governo li conosciamo tutti, li abbiamo anche in parte criticati e alcuni anche approvati, ma quello che mi sembra sfugga è che siamo entrati in una nuova fase per quanto riguarda il lavoro e l'occupazione e che i mesi che avremo di fronte non saranno normali. Lo vediamo attraverso le manifestazioni, ho evidenziato il caso del lavoratore bergamasco che si è tolto la vita, per dire qual è il livello di tensione e di drammaticità che abbiamo di fronte.
Il Presidente Obama, nel suo discorso alla Nazione, dopo aver parlato delle banche e di come regolarle, ha detto che la questione degli Stati Uniti è la questione del lavoro. Mi sarei atteso, in questo momento, nella sua risposta, che lei avesse risposto negli stessi termini: la questione di questo Paese è la questione del lavoro e della disoccupazione. Noi non abbiamo mai avuto la possibilità di discutere in quest'Aula, dopo tante discussioni che stiamo facendo su tante cose sicuramente importanti, di una questione che sta angosciando migliaia di famiglie, migliaia di donne, migliaia di giovani e migliaia di persone che lavorano.
Credo che bisogna fare un salto di qualità e pertanto dire: quando arriverà la fine della cassa integrazione in deroga, che succede? Quando finiranno le mobilità, cosa succede? È a questo che voglio una risposta e ribadisco la necessità e l'esigenza di una riforma degli ammortizzatori sociali più orientata al reimpiego e investimenti che aiutino le piccole imprese.
Sono stato a Torino sabato mattina: vi erano migliaia di piccoli imprenditori che non sanno più come uscire dalla crisi e noi discutiamo di tante altre cose. Credo che da questo punto di vista - e la invito caldamente - bisogna determinare un cambio di fase e magari aprire tra di noi, all'interno del Parlamento, una discussione seria e approfondita su cosa si fa per il lavoro, anche per tener fede all'articolo 1 della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15,45.

La seduta, sospesa alle 15,40, è ripresa alle 15,50.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Angelino Alfano, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Cota, Crimi, Donadi, Fitto, Franceschini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Lo Monte, Melchiorre, Menia, Migliavacca, Molgora, Nucara, Leoluca Orlando, Pescante, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Sardelli, Stucchi, Tabacci, Urso e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è concluso l'esame degli articoli e degli emendamenti ad essi riferiti.

Pag. 70

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 889-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 889-A ed abbinate).

MANLIO CONTENTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento. Mi riferisco in particolare agli articoli 88 e 89, che disciplinano la presentazione degli ordini del giorno. All'interno dei numerosi ordini del giorno che sono stati presentati, ve ne sono tanti che impegnano il Governo «ad escludere dalle attività comunque coessenziali alle funzioni di Governo, e come tale idonea a costituire legittimo impedimento a comparire alle udienze dei procedimenti penali, la partecipazione del Presidente del Consiglio dei ministri e dei ministri» stessi a una serie di fiere, sagre o eventi che vengono richiamati dagli estensori.
Posso anche capire che vi sia l'ostruzionismo, o che comunque si vogliano far emergere delle denunce critiche nei confronti di un provvedimento che non si condivide, ma mi lascia assai perplesso che questi ordini del giorno possano essere ritenuti ammissibili. Intanto perché, stando in particolare all'articolo 88, gli ordini del giorno dovrebbero essere rivolti a recare istruzioni al Governo in relazione alla legge in esame, e non mi sembra che questa legge demandi al Governo il potere di individuare se rientra in un'attività coessenziale o meno rispetto a quella di Governo la partecipazione ad una sagra paesana o a una fiera di paese, per quanto nobile. Infatti, il legittimo impedimento è nella disponibilità della parte nel processo che lo avanza, se ritiene opportuno avanzarlo, e sul quale il Governo non può assolutamente intervenire.
Non solo: questi ordini del giorno potrebbero astrattamente anche intervenire in un ambito che è riservato al magistrato. Abbiamo sentito qui più volte invocare il fatto che il magistrato dev'essere libero di valutare se si tratta di legittimo impedimento oppure no; gli ordini del giorno intervengono in una valutazione che non spetta al Governo (lo ripeto, spetta alla parte), e che non spetta, per quanto riguarda la sussistenza o meno del legittimo impedimento, al Governo, perché appartiene esclusivamente al giudice cui eventualmente è sottoposta.
Ma vi è un altro aspetto, signor Presidente. Nel corso dell'esame in Commissione, venne presentato un emendamento che escludeva che potesse costituire attività di Governo la partecipazione a pranzi, cene o eventi mondani. Signor Presidente, ritengo che se un ordine del giorno fosse presentato in linea generale perché non si consideri idonea a costituire legittimo impedimento una tale partecipazione, a prescindere anche dalla sovrapponibilità con l'emendamento che già è stato respinto, e che potrebbe far dubitare dell'ammissibilità dell'ordine del giorno, forse si potrebbe accettare; quello che però è abbastanza singolare è che gli uffici di alcuni gruppi parlamentari presentino ordini del giorno di questo tipo, che sono rivolti ad impegnare l'Aula, che quindi richiedono da parte del Governo l'espressione del relativo parere, e che a mio giudizio, senza voler essere offensivo, portano ancora discredito sull'attività parlamentare.
Ritengo che anche questo aspetto debba essere sottolineato. Quando mettiamo in votazione - e mi avvio alla conclusione - ad esempio degli emendamenti a scalare, lei sa che il Regolamento consente al Presidente di metterne in votazione alcuni ma non tutti. In questo caso ci troviamo invece in una situazione paradossale, in forza della quale dovremmo votare gli ordini del giorno - sempre che questo venga richiesto, e mi rivolgo anche ai presentatori - per evitare che possa essere coessenziale alle funzioni di Governo partecipare alla festa di San Marco e Fortajada a Pordenone o al Rogo de la vecia, sempre a Pordenone. Mi chiedo: ma siccome non è stata prevista né contemplata Pag. 71dagli ordini del giorno - e concludo davvero - la sagra delle patate di Ovoledo, in questo caso il Governo potrebbe ritenerla come legittimo impedimento?
Signor Presidente, le chiedo pertanto di verificare nuovamente l'ammissibilità di questi ordini del giorno ed eventualmente di escluderli.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che nessun collega, nessuno di noi, possa sostituirsi ai poteri che sono propri del Presidente. A me risulta che la Presidenza abbia già dichiarato l'ammissibilità degli ordini del giorno e quindi credo che l'intervento del collega Contento può essere solo interpretato come riempitivo per attendere che i parlamentari di centrodestra raggiungano i loro posti per poter eventualmente votare. Diversamente, infatti, chiedere alla Presidenza di riconsiderare l'ammissibilità è veramente paradossale: in genere - credo - è consentito richiedere che la Presidenza riveda il proprio parere, affinché vengano ammessi degli emendamenti o degli ordini del giorno, non già al contrario che la Presidenza ne riconsideri l'ammissibilità.
Comunque ritengo che sia del tutto fuori luogo mettersi a discutere di ordini del giorno sui quali peraltro il Governo non si è ancora pronunciato; attenderei invece, signor Presidente, di passare veramente alla fase dell'esame degli ordini del giorno per conoscere il parere del Governo sugli stessi.

FEDERICO PALOMBA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, penso che il richiamo al Regolamento svolto dal collega Contento sia irricevibile perché non spetta ad un parlamentare dire alla Presidenza della Camera quello che deve o non deve fare.
Si tratta per giunta di una protesta contro una decisione di ricevibilità ed ammissibilità che non spetta fare ad un collega che non ha neppure presentato quegli ordini del giorno. Comprendo che possa essere avanzata alla Presidenza della Camera una richiesta di revisione per ammettere ordini del giorno che invece sono stati dichiarati inammissibili, ma il contrario mi sembra francamente irritante.
Con tutto il rispetto che abbiamo per le capacità del collega Contento non crediamo che egli o qualcun altro possa sostituirsi alla Presidenza della Camera nelle valutazioni di propria competenza. D'altra parte, non so chi abbia proposto questi ordini del giorno, ma ritengo debba essere consentito all'opposizione svelare, anche attraverso gli ordini del giorno, l'incongruità assoluta di una legge che impedisce alla magistratura di svolgere qualunque valutazione su una dichiarazione resa dagli uffici di appartenenza che dichiara che anche una festa paesana costituisce continuità dell'esercizio della funzione di Governo.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intendo semplicemente sottolineare un elemento di questa discussione, a prescindere dalle considerazioni e dal richiamo al Regolamento che l'onorevole Contento (la cui qualità personale e politica è sotto gli occhi di tutti) ha fatto e su cui si può essere d'accordo o meno.
L'onorevole Contento è un collega di indubbia competenza. Invito, quindi, l'onorevole Quartiani ad evitare di esprimere giudizi, a maggior ragione affermando che il suo intervento sarebbe servito a fare entrare qualcuno in Aula. Dato che siamo nella fase dell'illustrazione degli ordini del giorno, finché non vengono Pag. 72espressi i pareri, caro onorevole Quartiani, non è importante che i colleghi stiano entrando o meno in Aula.
In secondo luogo, mi rivolgo anche al collega Palomba, per sottolineare che l'onorevole Contento, a prescindere dal merito, ha svolto un richiamo al Regolamento. Se viene obiettato il richiamo al Regolamento che l'onorevole Contento ha rivolto alla Presidenza, sarà certo la Presidenza a dover rispondere e non certo i colleghi dell'opposizione. A prescindere da tutto, quindi, con grande rispetto, il collega Contento ha svolto un richiamo al Regolamento e sarà compito della Presidenza rispondergli. Non è il collega Contento che si sostituisce alla Presidenza, ma sembra quasi che siate voi a sostituirvi alla Presidenza nel rispondere al richiamo a cui giustamente la Presidenza avrà facoltà di rispondere.
Dopo di che, affrontiamo la fase degli ordini del giorno con grande serenità e successivamente avranno luogo le dichiarazioni di voto finale con la diretta televisiva. Abbiamo lavorato sul merito del provvedimento, e credo che abbiamo fatto, fino ad ora, un buon lavoro. Sono state sollevate delle obiezioni, credo che la Presidenza non abbia bisogno di avvocati difensori.

PRESIDENTE. Ringrazio, innanzitutto, l'onorevole Contento per il richiamo svolto. Il fatto che le risponda, già le fa intendere che la strada della irricevibilità degli ordini del giorno non è percorribile. L'onorevole Contento ha contestato, attraverso un richiamo al Regolamento, l'operato della Presidenza rispetto ad una sua decisione; il resto rientra nelle questioni di merito. Proceduralmente l'onorevole Contento ha legittimamente posto il problema e legittimamente il Presidente intende rispondergli.
Nel merito osservo che in sede di esame degli emendamenti sono state esaminate sia in Commissione, che in Assemblea, e senza che alcun rilievo venisse avanzato al riguardo, alcune proposte emendative volte a prevedere che la partecipazione a convegni o ad eventi mondani non costituisca attività di governo. Al riguardo, ricordo proprio gli emendamenti Palomba 1.54 e 1.55 che presentavano un contenuto sostanzialmente riconducibile a quello degli ordini del giorno di cui stiamo parlando.
Rilevo, altresì, che a seguito dell'approvazione dell'emendamento 1.305 della Commissione, è la Presidenza del Consiglio dei ministri l'organo chiamato ad attestare che la continuatività dell'impedimento a comparire in udienza del Presidente del Consiglio dei ministri e dei Ministri è correlata allo svolgimento di funzioni di governo. In questo senso, sia da un punto di vista formale, che sostanziale, gli ordini del giorno recano «istruzioni al Governo in relazione alla legge in esame» così come prescrive lo stesso articolo 88, comma 1, primo periodo, del Regolamento che lei stesso, onorevole Contento, ha richiamato. Quanto al carattere asseritamente ironico di alcuni riferimenti contenuti negli ordini del giorno, se così è, ciò non può che imputarsi alla responsabilità dei presentatori dei singoli atti.
Alla luce di queste considerazioni, non posso che confermare la decisione della Presidenza circa l'ammissibilità degli ordini del giorno in questione.
Prendo atto che gli onorevoli Messina e Barbato che avevano chiesto di illustrare i loro rispettivi ordini del giorno n. 9/889-A/70 e n. 9/889-A/89 vi rinunziano.
L'onorevole Favia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/889-A/101.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, siamo nell'imminenza dell'approvazione di una legge ad personam, una legge assolutamente incostituzionale che all'articolo 1, comma 1, concede un tempo di diciotto mesi, proprio confessando la propria incostituzionalità e dicendo che ciò che reca questa stessa legge dovrebbe essere fatto con norma di rango costituzionale. Poiché quindi siamo nell'imminenza dell'approvazione di un mostro giuridico che introduce delle prerogative connesse all'esercizio della funzione politica, che non andrebbero introdotte (e nella migliore delle Pag. 73ipotesi andrebbero introdotte con veste costituzionale), noi, che siamo contrari a questa legge che mira soltanto a tenere il Premier lontano dalle aule di giustizia per un tempo dato (quel tempo che serve per il processo breve, per il terzo lodo Alfano), auspicando che la Corte costituzionale giunga a cassare questa legge nel più breve tempo possibile, ci prefiggiamo con questo ordine del giorno che si possano realizzare da parte del Governo tutte quelle politiche atte a riottenere con ulteriori interventi legislativi un recupero di efficienza, mirando a raggiungere un punto di equilibrio tra l'obiettivo della rapidità e della velocizzazione dei tempi dell'udienza e quello doveroso dell'accertamento dei fatti.
Ovviamente il tutto deve essere nel rispetto delle regole processuali, delle regole costituzionali che temiamo voi vi stiate accingendo a stravolgere, della ragionevole durata del processo che è presente sia nella nostra Costituzione sia nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, e secondo il principio del bilanciamento degli interessi. Siamo certi però che questo non è al centro dei vostri interessi, perché questa legge, che qualcuno molto (troppo) ottimista ha voluto ritenere la meno peggio delle ipotesi o comunque un ponte gettato verso un dialogo per delle oggettive riforme costituzionali, a nostro avviso non rappresenta tutto ciò. Infatti se veramente ci fosse stata la volontà di fare delle riforme in maniera concreta ed oggettiva si sarebbe messo mano ad un corpus unitario, complesso e onnicomprensivo, e non si sarebbe cominciato con questo mostro giuridico che vuole imporre dettami costituzionali attraverso la legge ordinaria.
Noi non crediamo nella volontà di fare delle riforme concordate, perché se il buongiorno si vede dal mattino questo non è altro che un atto di violenza nei confronti della legge, del Parlamento, e dei buoni rapporti tra maggioranza e opposizione, perché non si serve al Parlamento una «polpetta avvelenata» come è una legge ordinaria che reca in sé principi sbagliati di rango costituzionale.

PRESIDENTE. L'onorevole Monai ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/889-A/102.

CARLO MONAI. Signor Presidente, questo ordine del giorno altro non dice se non che ci sono altri sistemi per conciliare le esigenze dello svolgimento sereno delle prerogative del Presidente del Consiglio o dei Ministri e l'eventuale calendario delle udienze di un processo penale in cui costoro possano essere coinvolti. Mi riferisco alla possibilità di concordare - come anche è stato fatto dal collegio difensivo del Premier e dai giudici di Milano - un calendario delle udienze che possa colmare le pause dell'attività frenetica del Presidente del Consiglio. Si dà il caso che anche questa ipotesi di accordo, che pure era stata ufficializzata anche con un'eco sulla stampa e sui media, poi ha trovato un Presidente del Consiglio riluttante, se è vero come è vero che ha preferito un'inaugurazione di un tunnel in Calabria (appuntamento alla fine mancato), per giustificare ulteriormente l'assenza in una delle udienze di Milano per la quale aveva preannunciato la sua presenza.
Invece si sceglie questo colpo di mano, questo pugno battuto sulla scrivania dei giudici e dei cittadini italiani che, nel farsi beffa del principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, impone la sospensione necessaria di questo procedimento e degli altri che seguiranno o che sono coesistenti con questo.
È un processo delicato quello di Mills. È un processo in cui il corrotto è stato condannato in primo grado e in appello e il corruttore, ovviamente indicato nella persona di Berlusconi, vuole evitare la resa dei conti con i giudici. I giudici non sono rossi o neri a seconda delle situazioni, ma sono rossi tutti quelli che si interessano del suo processo ed è invece brava la maggioranza dei giudici, quelli che o lo assolvono o non si interessano dei suoi processi. È un modo assai singolare in una democrazia parlamentare di affrontare le responsabilità dei governanti rispetto alla loro stessa nazione e rispetto ai poteri dello Stato, in primis della magistratura. Pag. 74
È un esempio che si rinnova ormai troppo spesso mentre l'Italia ha ben altri problemi. È un tema che ha già visto nel luglio del 2008 dare i natali alla legge incostituzionale del lodo Alfano, che non più tardi dell'ottobre del 2009 la Corte costituzionale ha decretato illegittima e adesso si ripropone con questo meccanismo del legittimo impedimento e del processo breve. Ma quale processo breve, Presidente del Consiglio, se la sua storia giudiziaria è stata contraddistinta da mille trabocchetti, da mille incidenti, da mille ricusazioni, da richieste di remissione del giudizio, da qualunque espediente per prendere tempo e fare maturare le prescrizioni di cui ella ha già beneficiato? Ebbene, anche il lodo Alfano, anche il legittimo impedimento sono strumenti assai subdoli, non solo per marcare questa tracotanza del potere che se la fa in barba alla Costituzione e alle regole democratiche, ma introduce questa norma della sospensione del corso della prescrizione in un provvedimento che è destinato a decadere con la sentenza di incostituzionalità che già abbiamo sentito nell'ottobre del 2009 per il lodo Alfano e che sentiremo probabilmente tra un anno e mezzo in relazione a questo provvedimento del legittimo impedimento, con la conseguenza - badate bene - che la prescrizione che voi volete formalmente sospesa in realtà correrà e magari maturerà anche in questo ulteriore procedimento.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Monai.

CARLO MONAI. Infatti, nelle leggi che voi state facendo la foglia di fico di questa norma della sospensione della prescrizione cadrà insieme alla legge che la porta con sé con dichiarazione di incostituzionalità. Pertanto penso che l'Italia abbia bisogno di un altro profilo istituzionale, di lealtà nei confronti degli elettori che hanno dato a voi la fiducia per fare ben altre cose, per ridurre le tasse...

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Messina n. 9/889-A/70, Barbato n. 9/889-A/89, Favia n. 9/889-A/101, Monai n. 9/889-A/102, Cambursano n. 9/889-A/103, Di Stanislao n. 9/889-A/104, Palomba n. 9/889-A/105...

PRESIDENTE. Chiedo scusa, sottosegretario. Dobbiamo andare per ordine, a cominciare dall'ordine del giorno La Forgia n. 9/889-A/1 in poi. Oppure, se vuole procedere per esclusione, vada un po' più lentamente.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. È preferibile considerato che gli ordini del giorno sono 110 come dicevo, il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Messina n. 9/889-A/70, Barbato n. 9/889-A/89, Favia n. 9/889-A/101, Monai n. 9/889-A/102, Cambursano n. 9/889-A/103, Di Stanislao n. 9/889-A/104, Palomba n. 9/889-A/105, Cimadoro n. 9/889-A/106, Aniello Formisano n. 9/889-A/107, Zazzera n. 9/889-A/108 e Palagiano n. 9/889-A/109.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Contento n. 9/889-A/110, perché il provvedimento in oggetto è un provvedimento ponte e non può che condurre ad una riforma di rango adeguato - quello costituzionale - a presidio della normalità nei rapporti tra politica e magistratura.
Ho provato davvero imbarazzo nell'esame degli altri ordini del giorno - sono circa altri cento - che ho trovato inutilmente provocatori, fuori luogo, ma, soprattutto, fuori tema. Il legittimo impedimento è legato esclusivamente ad attività connesse a ruoli di Governo. Proprio perché gli ordini del giorno in oggetto stabiliscono situazioni che fuoriescono dall'ambito della previsione normativa del legittimo impedimento, li accolgo tutti favorevolmente.

Pag. 75

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno La Forgia n. 9/889-A/1, Giacomelli n. 9/889-A/2, Garofani n. 9/889-A/3, Fiano n. 9/889-A/4, Dal Moro n. 9/889-A/5, Concia n. 9/889-A/6, Argentin n. 9/889-A/7, Vaccaro n. 9/889-A/8, Samperi n. 9/889-A/9, Mogherini Rebesani n. 9/889-A/10, Marchioni n. 9/889-A/11, Bellanova n. 9/889-A/12, Zucchi n. 9/889-A/13, Agostini n. 9/889-A/14, Vico n. 9/889-A/15, Velo n. 9/889-A/16, Trappolino n. 9/889-A/17, Sarubbi n. 9/889-A/18, Tidei n. 9/889-A/19, Strizzolo n. 9/889-A/20, Servodio n. 9/889-A/21, Baretta n. 9/889-A/22, Berretta n. 9/889-A/23, Boffa n. 9/889-A/24, Bossa n. 9/889-A/25, Bratti n. 9/889-A/26, Calvisi n. 9/889-A/27, Cardinale n. 9/889-A/28, Causi n. 9/889-A/29, Cenni n. 9/889-A/30, Codurelli n. 9/889-A/31, De Micheli n. 9/889-A/32, De Pasquale n. 9/889-A/33, Gianni Farina n. 9/889-A/34, Ferrari n. 9/889-A/35, Fluvi n. 9/889-A/36, Froner n. 9/889-A/37, Ghizzoni n. 9/889-A/38, Gnecchi n. 9/889-A/39, Iannuzzi n. 9/889-A/40, Lolli n. 9/889-A/41, Marchignoli n. 9/889-A/42, Mariani n. 9/889-A/43, Melis n. 9/889-A/44, Morassut n. 9/889-A/45, Murer n. 9/889-A/46, Pedoto n. 9/889-A/47, Pes n. 9/889-A/48, Rampi n. 9/889-A/49, Rugghia n. 9/889-A/50, Benamati n. 9/889-A/51, Boccuzzi n. 9/889-A/52, Bordo n. 9/889-A/53, Bressa n. 9/889-A/54, Burtone n. 9/889-A/55, Capano n. 9/889-A/56, Marco Carra n. 9/889-A/57, Cavallaro n. 9/889-A/58, Ciriello n. 9/889-A/59, Cuomo n. 9/889-A/60, De Torre n. 9/889-A/61, D'Incecco n. 9/889-A/62, Losacco n. 9/889-A/63, Giovanelli n. 9/889-A/64, Gasbarra n. 9/889-A/65, Fogliardi n. 9/889-A/66, D'Antoni n. 9/889-A/67, Corsini n. 9/889-A/68 e Bonavitacola n. 9/889-A/69, accettati dal Governo.
Chiedo all'onorevole Messina se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/889-A/70, non accettato dal Governo.

IGNAZIO MESSINA. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, è veramente sconvolgente assistere all'enunciazione delle valutazioni da parte del Governo sugli ordini del giorno presentati. Credo che la valutazione sia stata meramente politica o, addirittura, meramente partitica.
È veramente singolare che tutti gli ordini del giorno presentati da più parti siano stati tutti accettati senza nemmeno riformulazioni e, stranamente, tutti quelli presentati dai parlamentari dell'Italia dei Valori non sono stati accettati dal Governo. Invitiamo, dunque, il Governo a dare una valutazione più tecnica e meno politica rispetto a ciò che è stato detto con chiarezza nei nostri ordini del giorno.
In particolare, nel mio ordine del giorno si chiede al Governo di intervenire affinché vengano tutelati i due principi costituzionalmente garantiti: da un lato, la possibilità per chi riveste un ruolo di componente di un organo costituzionale di esercitare le proprie funzioni in modo che queste vengano garantite; dall'altro, la necessità che la giustizia possa fare il suo corso e che non venga, al contrario, assoggettata alle esigenze particolari di chi, in un dato momento storico, riveste una particolare qualifica. L'estensione, infatti, dei casi in cui il legittimo impedimento può essere applicato la dice lunga su quelle che sono le vere intenzioni del provvedimento. Basti dire che il legittimo impedimento rimesso, peraltro, direttamente alla determinazione della Presidenza del Consiglio dei ministri si estende anche ad attività preparatorie e consequenziali a quelle che rivestono prerogative costituzionali, nonché all'esercizio di ogni attività comunque coessenziale alle funzioni di Governo.
Queste norme sostanzialmente finiscono per introdurre una vera e propria prerogativa, un vero e proprio status rispetto a ciò che la norma di carattere generale prevede e cioè non solo un impedimento vero e proprio, ma anche il contorno all'impedimento che, in definitiva, serve per raggiungere un obiettivo, ossia permettere a chi è sottoposto ad Pag. 76indagine di non essere sentito, di non partecipare e, quindi, alla fine di non essere processato.
Per questo motivo avevamo chiesto l'impegno del Governo affinché provvedesse ad adottare ulteriori iniziative normative, al fine di operare un equo bilanciamento. Non chiediamo molto, ma un equo bilanciamento degli interessi costituzionalmente protetti che vengono in rilievo nel processo penale, a cominciare da quelli delle parti processuali, dal momento che le ragioni delle parti offese e delle parti civili non vengono tenute nella dovuta considerazione, così come risultano lesi e compressi i diritti degli imputati che intendano difendersi non dal processo - si badi bene - ma, come vorremmo noi dell'Italia dei Valori, nel processo.
Signor Presidente, ho terminato il mio intervento. Mi lamento, però, con forza perché illustrare un ordine del giorno in questa situazione è francamente disdicevole.

PRESIDENTE. Questo è vero, onorevole Messina. Colleghi, per cortesia, un po' di silenzio per rispetto del collega e anche dell'onorevole Vannucci, che non riesce a telefonare.
Può proseguire il suo intervento, onorevole Messina.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, pensiamo di estendere prerogative e legittimi impedimenti, ma cerchiamo anche di garantire il legittimo diritto a illustrare la propria attività parlamentare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Messina n. 9/889-A/70, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Onorevole Lusetti... onorevole Vitali... onorevole Servodio... onorevole Bellotti... ancora l'onorevole Servodio... onorevole Scilipoti... onorevole Calearo Ciman... onorevole Cuomo... onorevole Pionati... onorevole Sardelli...
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 528
Votanti 495
Astenuti 33
Maggioranza 248
Hanno votato
222
Hanno votato
no 273).

Prendo atto che il deputato Boccia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i deputati Crosio e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno Sanga n. 9/889-A/71, Viola n. 9/889-A/72, Motta n. 9/889-A/73, Miotto n. 9/889-A/74, Coscia n. 9/889-A/75, Zampa n. 9/889-A/76, Verini n. 9/889-A/77, Tullo n. 9/889-A/78, Touadi n. 9/889-A/79, Federico Testa n. 9/889-A/80, Siragusa n. 9/889-A/81, Schirru n. 9/889-A/82, Antonino Russo n. 9/889-A/83, Recchia n. 9/889-A/84, Picierno n. 9/889-A/85, Peluffo n. 9/889-A/86, Mosca n. 9/889-A/87 e Naccarato n. 9/889-A/88 non insistono per la votazione dei loro ordini del giorno, accettati dal Governo.
Chiedo all'onorevole Barbato se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/889-A/89, non accettato dal Governo. Ricordo che il gruppo dell'Italia dei Valori ha terminato tutti i tempi, tuttavia concederò un minuto di tempo per il suo intervento, onorevole Barbato. Prego, ha facoltà di parlare.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, oggi purtroppo si sta violando la Costituzione, ma soprattutto oggi si sta facendo perdere la credibilità alle istituzioni e soprattutto ad un'istituzione importante quale la Presidenza del Consiglio dei ministri. Immagino le consultazioni tra i capi di Governo europei, immagino il Presidente francese che, interloquendo con il Cancelliere tedesco dica, a proposito di Pag. 77iniziative da prendersi: «Sentiamo anche il Presidente del Consiglio italiano». La Cancelliera Merkel probabilmente dirà: No, ma guarda, è un impedito, il Presidente del Consiglio italiano. Che significa impedito? In Italia hanno creato una nuova categoria: lì fanno spesso le categorie di invalidi civili...

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Barbato n. 9/889-A/89, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Granata, onorevole Barbareschi, onorevole Castellani, onorevole Golfo, onorevole Sardelli, onorevole Calearo, onorevole Vico, onorevole Martinelli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 536
Votanti 513
Astenuti 23
Maggioranza 257
Hanno votato
203
Hanno votato
no 310).

Prendo atto che i deputati Ruvolo e Siliquini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

ILEANA ARGENTIN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, intervengo soltanto un minuto per una questione personale. Conosco il collega Barbato e la sua sensibilità, ma credo che questo sia un luogo di cultura, per cui vorrei che non fosse definito in modo negativo, né penalizzante, il termine di invalido, né tanto meno di disabile (Applausi). Cortesemente, dobbiamo partire dal principio che non deve esistere nessun termine che venga utilizzato e reso demagogico soltanto per fini politici; anche se dalla stessa parte, non credo che sia culturalmente giusto, né corretto (Applausi).

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Farinone n. 9/889-A/90; Fiorio n. 9/889-A/91; Fontanelli n. 9/889-A/92; Gatti n. 9/889-A/93; Ginefra n. 9/889-A/94; Graziano n. 9/889-A/95; Laratta n. 9/889-A/96; Madia n. 9/889-A/97; Margiotta n. 9/889-A/98; Mattesini n. 9/889-A/99; Miglioli n. 9/889-A/100, accettati dal Governo.
Chiedo all'onorevole Favia se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/889-A/101, non accettato dal Governo.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, mi permetterei di chiedere al rappresentante del Governo, la collega Alberti Casellati, di riconsiderare il parere contrario dato al mio ordine del giorno, accettandolo almeno come raccomandazione. Mi permetto di leggerne il dispositivo che impegna il Governo: «a valutare l'opportunità di realizzare, attraverso ulteriori interventi legislativi, un recupero di efficienza, mirando a raggiungere il giusto punto di equilibrio tra l'obiettivo della rapidità e della velocizzazione dei tempi dell'udienza e quello dell'accertamento dei fatti, nel rigoroso rispetto delle regole processuali, ma anche secondo il principio costituzionale della ragionevole durata del processo, presente nella nostra Costituzione e richiamato nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e secondo il principio del bilanciamento degli interessi».

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il testo in discussione non realizza affatto una sovraordinazione della funzione di Governo rispetto a quella giurisdizionale o uno Pag. 78sbilanciamento delle posizioni a favore dell'Esecutivo. Per contro, invece, garantisce il sereno svolgimento della prima senza alcun pregiudizio per l'altra. Quindi, confermo il parere contrario espresso precedentemente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Favia n. 9/889-A/101, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calearo Ciman... onorevole Ciccanti... onorevole Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 543
Votanti 511
Astenuti 32
Maggioranza 256
Hanno votato
229
Hanno votato
no 282).

Chiedo all'onorevole Monai se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/889-A/102, non accettato dal Governo.

CARLO MONAI. Signor Presidente, dissento rispetto alle indicazioni del sottosegretario Alberti Casellati, perché effettivamente vi è solo la corsia preferenziale per il Governo, imbrigliando e paralizzando l'azione giudiziaria. Pertanto, non è proprio come ci è stata esposta la questione.
Modulandoci sull'esempio del processo breve, si imporrebbe quasi una modifica regolamentare perché vorremmo anche il «Parlamento breve»: visto che abbiamo finito i tempi, ci vorrebbe una norma sulla base della quale leggi di questo tipo, una volta conclusi i tempi, si accantonano e si archiviano, come volete fare con i processi brevi così congeniali al Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Monai n. 9/889-A/102, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli... onorevole Pionati... onorevole Calearo Ciman... onorevole Napoli... onorevole Maccanti... onorevole Lanzarin... onorevole De Micheli... onorevole Mannino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 544
Votanti 507
Astenuti 37
Maggioranza 254
Hanno votato
228
Hanno votato
no 279).

Prendo atto che la deputata Goisis ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Chiedo all'onorevole Cambursano se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/889-A/103, non accettato dal Governo.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, sottosegretario Alberti Casellati, mi auguravo e speravo proprio tanto che ci spiegasse le ragioni del suo parere contrario espresso esclusivamente nei confronti di tutti gli ordini del giorno presentati dal gruppo dell'Italia dei valori. Tuttavia, non ce l'ho con lei, anzi la ringrazio, perché è stata proprio simpatica: concentra tutta l'attenzione di questa nostra opposizione che facciamo in Assemblea dall'altro ieri, che abbiamo fatto ieri e oggi e continueremo a fare nel Paese. Infatti, questa è una vera legge vergogna ed è un pugno in faccia ai giudici della Corte costituzionale; è vero che li avete definiti di sinistra, e dopo che loro hanno bocciato il lodo Schifani e il lodo Alfano Pag. 79adesso voi gli sottraete la competenza in attesa di poter tradurre un lodo Alfano bis in una legge...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Cambursano.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cambursano n. 9/889-A/103, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Virgilio... onorevole Mazzuca...onorevole De Micheli... onorevole Calearo Ciman... onorevole Miglioli... onorevole Cera... onorevole Cesario... onorevole Scilipoti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 549
Votanti 513
Astenuti 36
Maggioranza 257
Hanno votato
230
Hanno votato
no 283).

Chiedo all'onorevole Di Stanislao se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/889-A/104, non accettato dal Governo.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, gentile sottosegretario, non la volevo e non la voglio convincere di nulla, ma la invito ad una lettura più oggettiva e meno politica soprattutto dell'ultimo capoverso che è il cuore del mio ordine del giorno, che poi termina chiedendo un impegno al Governo a prevedere la possibilità e a valutare. Credo non si possa parlare di impegno in questo ordine del giorno, poiché è solo un invito, la promozione di una attività nelle mani di un Governo culturalmente al passo con l'innovazione di cui tanto parlate.
Non mi sembra così disdicevole perché credo che sia nell'ordine naturale delle cose. Non approvarlo mi sembra sia più sconveniente per voi, piuttosto che una sconfitta per me e per l'Italia dei Valori.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere è contrario perché non vi è alcun pregiudizio per la parte civile, attesa la sospensione dei termini di prescrizione per l'intero periodo. Inoltre, la necessità di citare nuovamente le parti e anche i testimoni deriva proprio dal carattere dell'istituto che non realizza alcuna sospensione automatica del processo ed opera udienza per udienza, come in tutte le ipotesi ordinarie.

PRESIDENTE. Il Governo pertanto conferma il parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/889-A/104, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calearo Ciman... onorevole Pionati... onorevole Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 542
Votanti 507
Astenuti 35
Maggioranza 254
Hanno votato
225
Hanno votato
no 282).

Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Palomba n. 9/889-A/105, non accettato dal Governo.

Pag. 80

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, vorrei dire all'illustre sottosegretaria, con la quale abbiamo avuto tante occasioni di collaborare e ne avremo ancora, così come al Ministro, che i nostri ordini del giorno, quelli che sono stati considerati da lei non accettabili - tutti e solo quelli dell'Italia dei Valori - non diciamo che sono i più seri perché rispettiamo anche gli altri dell'opposizione, ma sono tutti molto seri e tutti incentrati su considerazioni di carattere politico e di carattere tecnico. Quando il sottosegretario diceva che era rimasta un pochino male nel vedere alcuni ordini del giorno provocatori con riferimento a sagre eccetera, sia certa che nei nostri ordini del giorno non trova alcun accenno a questi temi. Noi abbiamo posto questioni politiche e registriamo che non c'è una condivisione su di esse...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palomba.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Palomba n. 9/889-A/105, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calearo Ciman... onorevole Mazzuca... onorevole Centemero... onorevole Pili... onorevole Migliori... onorevole Pionati... onorevole De Micheli... onorevole Vitale...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 545
Votanti 508
Astenuti 37
Maggioranza 255
Hanno votato
228
Hanno votato
no 280).

Prendo atto che i deputati Madia e Gianni Farina hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Cimadoro n. 9/889-A/106, non accettato dal Governo.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, il testo in esame è volto ad introdurre nell'ordinamento, con legge ordinaria, delle prerogative connesse all'esercizio della funzione di governo, che conducono di fatto ad una sospensione del processo, senza nessuno spazio per una verifica in concreto della sussistenza del legittimo impedimento da parte del giudice.
Questo provvedimento si definisce transitorio, in quanto efficace nel tempo per un periodo massimo di diciotto mesi dalla sua entrata in vigore, in previsione dell'approvazione di una legge costituzionale, che al momento non risulta neppure depositata in Parlamento come semplice proposta. Ragion per cui questo provvedimento si pone come un ponte che si protende verso il nulla.
L'articolo 96 della Costituzione già prevede le garanzie necessarie al Presidente del Consiglio e ai Ministri per svolgere serenamente...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Cimadoro.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cimadoro n. 9/889-A/106, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Pionati, Centemero, Frassinetti ... L'onorevole Vella ha bisogno di soccorso...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 549
Votanti 514
Astenuti 35
Maggioranza 258
Hanno votato
231
Hanno votato
no 283). Pag. 81

Prendo atto che la deputata Lo Moro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Aniello Formisano n. 9/889-A/107, non accettato dal Governo.

ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, il mio ordine del giorno, quello che voi non accogliete, cerca di porre qualche rimedio all'obbrobrio che state consumando in queste ore in quest'Aula. Il dispositivo dell'ordine del giorno consta di poche righe, che per comodità di tutti rileggo: «impegna il Governo a prevedere il deposito presso la procura generale della Corte di Cassazione, ogni sei mesi, di un elenco degli impegni del Presidente del Consiglio dei ministri e dei Ministri che costituiscono legittimo impedimento a comparire nei processi penali in cui sono coinvolti».
Signor Ministro, signor sottosegretario, non dovrebbe essere molto difficile redigere questo elenco, atteso che tutte le feste, le fiere e le sagre le già avete accettate e pertanto restano solo pochi impedimenti che non sono ricompresi tra ciò che già da voi è stato accettato. Non capiamo, perciò, perché diventi difficoltoso redigere questo elenco (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Aniello Formisano n. 9/889-A/107, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Murer, Zazzera ...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 552
Votanti 516
Astenuti 36
Maggioranza 259
Hanno votato
232
Hanno votato
no 284).

Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Zazzera n. 9/889-A/108, non accettato dal Governo.

PIERFELICE ZAZZERA. La ringrazio, signor Presidente. Signor sottosegretario, credo che siamo davvero davanti ad una pagina nera per il Paese, però la invito a riconsiderare la sua posizione su questo ordine del giorno che non usa termini perentori sul legittimo impedimento; vi chiede solo un po' di buon senso. Se ci sono impegni che il Presidente del Consiglio può anticipare o posticipare, se le sue funzioni possono essere sostituite da altro Ministro o da altri soggetti facenti funzione degli organi dirigenti, cosa prevale: l'interesse del Presidente o l'interesse della ricerca della verità processuale?
Credo che se voi non siete neppure in grado di accettare questo ordine del giorno, significa che voi state calpestando non solo i diritti della Costituzione, ma i diritti del cittadino.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zazzera n. 9/889-A/108, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Mazzuca, Pionati, Sardelli, Migliori, Ravetto, De Micheli, Gava...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 550
Votanti 511
Astenuti 39
Maggioranza 256
Hanno votato
229
Hanno votato
no 282).

Pag. 82

Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Palagiano n. 9/889-A/109, non accettato dal Governo.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, le do simpaticamente l'ultima chance e la prego davvero di ascoltarmi. Proprio in relazione a questo provvedimento che di fatto introduce una sospensione del processo e che non consente nessuna possibilità di verifica da parte dei magistrati, abbiamo chiesto almeno di restituire al Parlamento un ruolo di controllo. Non c'entra la magistratura, in quanto abbiamo chiesto soltanto che il Governo presenti una relazione che contenga il numero semestrale dei procedimenti per restituire proprio quella dignità che il Parlamento ha almeno in termini di controllo. È l'ultima proposta che facciamo e non penso che sia scandaloso, in quanto i cittadini non hanno i privilegi dei politici e questa è l'ultima occasione; altrimenti dovremmo considerare un onore per l'Italia dei Valori non aver avuto l'accoglimento di nessun ordine del giorno perché unica forza politica dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo conferma il parere contrario perché la richiesta di relazione al Parlamento crea un'impropria commistione tra funzioni politiche e funzioni giudiziarie e non è in grado in alcun modo di incidere sulla natura e sulla portata del testo in discussione.

PRESIDENTE. Onorevole Palagiano?

ANTONIO PALAGIANO. Onorevole sottosegretario, non si tratta di una commistione, ma riguarda il Presidente del Consiglio e i Ministri. Che si sapesse almeno e si rendesse pubblico quali sono i provvedimenti che hanno determinato la sospensione dei processi; di fatto, credo sia un diritto del Parlamento. Non dobbiamo saperlo dalla stampa o dai media, ma credo che sia un dovere del Presidente del Consiglio e dei Ministri riferire al Parlamento quando effettivamente ricorrono le necessità di non andare al processo.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Palagiano n. 9/889-A/109, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo Ciman, Mantini, Cesario, Mazzuca, Mario Pepe (PD), De Micheli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 550
Votanti 543
Astenuti 7
Maggioranza 272
Hanno votato
251
Hanno votato
no 292).

Prendo atto che il deputato Brigandì ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Contento n. 9/889-A/110, accettato dal Governo.
Si è così concluso l'esame degli ordini del giorno presentati.
Ricordo che la ripresa televisiva diretta sulle dichiarazioni di voto finale è prevista alle 17. Sospendo, quindi, la seduta fino a tale ora.

La seduta, sospesa alle 16,50, è ripresa alle 17.

Pag. 83

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 889-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa, al quale ricordo che ha 3 minuti di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, signor Ministro della giustizia, noi stiamo per votare una legge speciale e non ho difficoltà a dire con chiarezza che avremmo preferito non dover esaminare una legge speciale in materia di giustizia. È una legge che non riguarda il funzionamento della giustizia per i cittadini italiani (un problema serio in campo civile, in campo penale e in campo amministrativo, di cui si parla da molto tempo senza risolverlo, senza avviarlo a soluzione). È una legge - e lo dice il testo che ci apprestiamo a votare - che riguarda la serenità. È una legge forse un po' ironica in questo testo: il «sereno» svolgimento delle funzioni attribuite al Presidente del Consiglio e ai Ministri nello svolgimento delle loro funzioni. «Cielo!» hanno detto molti colleghi nel dibattito, uno scontro nel Paese sui temi della giustizia. Non è uno scontro fra tutta la politica e tutta la magistratura, ci mancherebbe! C'è un caos di azioni e di reazioni, una violenza negli attacchi politici ai magistrati, ma anche magistrati che spesso si comportano come esponenti di forze politiche: colpisce molto, per un repubblicano, vedere magistrati con le loro toghe alzarsi e uscire dalle aule dei tribunali come se fossero manifestanti di una manifestazione di un'impresa, e diciamo francamente che a noi repubblicani questo clima dell'Italia non piace affatto.
Noi abbiamo votato l'anno scorso per il lodo Alfano proprio perché esso prevede il rinvio dei procedimenti a carico delle alte cariche dello Stato, non la loro soppressione. Non voteremo il processo breve, che sopprime dei procedimenti a cui i cittadini hanno diritto. Votiamo a favore di questa legge proprio perché, forse, può dare serenità allo svolgimento delle funzioni di governo del Presidente del Consiglio dei ministri, ma in ogni caso - e qui mi rivolgo al Governo e ai colleghi della maggioranza - restituita la serenità al Governo, vorremmo che il Governo, attraverso la soluzione dei problemi pressanti della vita italiana, dell'economia in primo luogo, desse il suo contributo per restituire serenità ai cittadini del nostro Paese, che in questo momento non hanno questa serenità. È questo, signor Presidente, l'augurio e il significato del nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zeller. Ne ha facoltà.

KARL ZELLER. Signor Presidente, i deputati del Südtiroler Volkspartei esprimeranno un voto di astensione sul provvedimento in esame. Non siamo contrari al fatto che siano affrontati i temi del giusto processo, della ragionevole durata del processo, delle garanzie delle parti e della semplificazione delle norme che regolano il processo. Esiste una domanda di giustizia nel Paese che è reale e diffusa e che dovrebbe essere la ragione di una riforma organica della giustizia che dia attuazione ai principi costituzionali.
Alle ragioni e alla natura della riforma della giustizia la Corte costituzionale ha richiamato costantemente il legislatore e la realtà attuale del processo rappresenta l'urgenza di intervenire in un sistema giudiziario in cui la regola imposta al cittadino è quella dei diritti sepolti dal processo negato.
Una cosa dobbiamo però sempre tenere presente: non può chiedersi un processo veloce senza mettere i magistrati materialmente nelle condizioni di poter raggiungere tale obiettivo, il che esclude certamente l'applicazione retroattiva del processo breve ai procedimenti in corso. Di Pag. 84misure che potenziassero l'organico dei tribunali e semplificassero le procedure, oggi molto farraginose, finora abbiamo visto ben poco, anzi spesso abbiamo l'impressione che le priorità del Governo siano ben altre.
Noi sosteniamo incondizionatamente tutti i provvedimenti che, in prospettiva, diano effettive e maggiori garanzie. Siamo, invece, contrari all'adozione di provvedimenti ad personam, il cui obiettivo non sia di riformare, ma, incidendo sui processi in corso, di sottrarsi al processo. Un altro confronto sarebbe stato possibile e - riteniamo - indispensabile sia sui tempi del processo, sia sul legittimo impedimento, se il confronto in Parlamento fosse stato su norme di sistema e non contingenti nell'interesse di una determinata persona. La materia del legittimo impedimento può e deve essere disciplinata, purché siano riconosciuti al giudice quei margini di discrezionalità nella valutazione che segnano la differenza tra le norme che regolano il legittimo impedimento e le misure che altrimenti, se prive di questa discrezionalità, sarebbero tali da configurare un sistema di immunità priva di adeguati profili costituzionali.
Il nostro voto di astensione è un ulteriore atto di fiducia nell'opportunità di discutere riforme indispensabili della giustizia e riforme istituzionali e costituzionali relative al nostro sistema parlamentare, per un nuovo rapporto tra i poteri, al di fuori di quella contrapposizione pregiudiziale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melchiorre. Ne ha facoltà.

DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, noi Liberal Democratici-MAIE con questa dichiarazione annunciamo il nostro voto di astensione sull'odierno provvedimento di legittimo impedimento a comparire. Ci asteniamo perché la ratio ispiratrice della norma, ossia introdurre una misura salvacondotto per il Presidente del Consiglio, è stata tradita dall'inopportuna estensione anche ai Ministri di questo Governo.
Abbiamo il coraggio di dire, infatti, che il legittimo impedimento avrebbe dovuto limitarsi ad essere una vera e propria legge ad personam che noi, pur non avendo mai approvato leggi di questo tipo, nel rispetto del principio di uguaglianza sancito dall'articolo 3 della Costituzione, avremmo ritenuto opportuno introdurre in questo momento storico come soluzione intermedia che, sebbene a beneficio esclusivo di un individuo, il Premier, avrebbe avuto due aspetti favorevoli per la collettività: in primo luogo, chiudere una volta per tutte la stagione dello scontro tra Governo e magistratura e lasciare che il Governo inizi finalmente a occuparsi dei problemi pressanti che affliggono il nostro Paese. Pensiamo alla crisi economica, all'occupazione, alla casa, alle imprese e alle famiglie in difficoltà, a dimostrazione che anche noi che siamo all'opposizione riteniamo che la politica non si possa fare a colpi di giustizia, ma che debba dare risposte concrete ed efficaci alle esigenze degli italiani.
Il secondo aspetto favorevole è che, in virtù di questa apertura, ci aspettiamo che il Governo e la maggioranza, con senso di responsabilità, arrestino o modifichino strutturalmente lo scellerato provvedimento in tema di cosiddetto processo breve, che consiste, in realtà, in un inganno finalizzato ad azzerare migliaia di processi e quindi in una vera e propria legge contra multitudinem.
Signor Presidente, noi Liberal Democratici non siamo giustizialisti, ma crediamo nella giustizia e non taceremo di fronte allo scempio che si vuole farne. Daremo il nostro contributo perché si facciano riforme volte realmente ad accelerare i suoi tempi e a garantirla in maniera uguale per tutti. Per queste ragioni, oggi avremmo votato in senso favorevole, anche in considerazione del fatto che questa sarebbe potuta essere una legge ad personam insolita. Infatti, se riferita solo al Premier, sarebbe stata l'unica, tra quelle approvate in questi anni dal centrodestra, a privilegiare una sola persona, Pag. 85senza danneggiare la collettività, a differenza di tutte le circa venti precedenti leggi contra multitudinem, che hanno creato un vero e proprio vulnus alla giustizia, per aver contribuito, tra l'altro, a dilatarne strumentalmente i tempi e a negare la certezza della pena.
Purtroppo, l'estensione del legittimo impedimento anche ai Ministri ha trasformato di fatto un provvedimento ad personam in una sorta di immunità nascosta per tanti, troppi, soggetti, usando impropriamente lo strumento della legge ordinaria, anziché quello della legge costituzionale.

PRESIDENTE. Onorevole Melchiorre, la prego di concludere.

DANIELA MELCHIORRE. Pertanto, non può che essere da noi Liberal Democratici-MAIE rispedita al mittente. Questi sono i motivi che ci inducono ad esprimere un giudizio critico nei confronti di questo provvedimento, confermando il nostro voto di astensione (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Liberal Democratici-MAIE e Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Monte. Ne ha facoltà.

CARMELO LO MONTE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, come Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud siamo convinti che, se il dibattito su questo provvedimento fosse stato depurato dai toni demagogici e populisti e, al contempo, non vi fossero stati, dall'altra parte, toni da ultima spiaggia, ci saremmo trovati di fronte ad una normale proposta di legge tendente a favorire la continuità dell'azione di Governo, oggettivamente ostacolata.
È una proposta di legge che, di fatto, rinvia la celebrazione di alcuni processi, ma che non fa estinguere i reati, poiché viene esplicitamente ed espressamente prevista l'interruzione dei termini di prescrizione; è una proposta temporanea, perché è a tutti evidente che si tratta di un provvedimento-ponte nell'attesa dell'approvazione di una modifica costituzionale che preveda la sospensione dei processi nei confronti delle più alte cariche dello Stato.
Sono norme che non liberano nessuno dai processi, ma che semplicemente consentono lo slittamento del loro svolgimento, quando chi è coinvolto occupa importanti cariche istituzionali, che richiedono, come sappiamo, serenità e continuità nell'interesse del Paese.
Credo che l'interesse di approvare queste norme dovrebbe riguardare tutti i settori di questo Parlamento, al di là dei toni drammatici che vengono usati, in quanto, superata la situazione di stallo determinata dalle contingenze giudiziarie, si potrà insieme finalmente affrontare, con il contributo di tutti, l'urgente riforma della giustizia, comprendendovi la necessaria riduzione dei tempi processuali, nonché la carenza di personale e strutture per il buon funzionamento degli uffici giudiziari.
Colleghi, è importante procedere mettendo al bando alcune ipocrisie che caratterizzano il nostro dibattito e parlare in modo chiaro. Il nostro Paese ha bisogno di chiarezza e di uscire per sempre da un dibattito che si è avvitato attorno ai problemi giudiziari.
Il compito di giudicare spetta senz'altro alla magistratura nei limiti della legge.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

CARMELO LO MONTE. Il compito di governare spetta al Consiglio dei ministri e al proprio Presidente. I compiti legittimi della magistratura non possono in ogni caso e non devono svolgersi in tempi e modi tali da impedire al Governo di esercitare i propri con l'autorevolezza e la serenità indispensabili.
Per questo, come Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud, dichiariamo con convinzione il nostro voto favorevole al presente provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud).

Pag. 86

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Belcastro. Ne ha facoltà.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, solo pochi giorni fa l'inaugurazione dell'anno giudiziario è stata caratterizzata dalle polemiche sollevate dalla frangia militante della magistratura dell'Associazione nazionale magistrati.
Abbiamo dovuto assistere, infatti, all'ennesima plateale ingerenza del potere giudiziario, che pretende di dettare la linea al Parlamento, di decidere quali riforme vadano discusse e quali no, quali leggi vadano approvate e quali no, e che si arroga il diritto di esercitare il potere legislativo, che invece la nostra Costituzione attribuisce al Parlamento, diretta derivazione del popolo e della sua sovranità. È un'ingerenza che per ben quindici anni si è concretizzata nella persecuzione giudiziaria alla quale è stato ed è tuttora sottoposto il nostro Presidente del Consiglio: centinaia sono i procedimenti conclusi con la sua assoluzione.
Nel frattempo, la giustizia «ordinaria», quella, cioè, che riguarda prevalentemente i comuni cittadini, è lasciata nel dimenticatoio, trascurata da giudici che si adoperano con solerzia solo quando si tratta di perseguire Berlusconi, i suoi sostenitori e gli amici.
Assumono particolare interesse i dati diffusi dalla Banca Mondiale, in virtù dei quali la giustizia italiana è considerata una delle peggiori del mondo. In quanto a giustizia civile, su 181 Paesi esaminati, l'Italia è collocata al 156o posto, dietro Angola, Gabon, Guinea-Bissau.
Eppure, stando ai dati del Consiglio europeo, l'Italia ha stipendi alti rispetto agli altri Paesi europei per quel che riguarda i giudici e i procuratori, Paesi nei quali esiste un controllo e un incentivo alla produttività dei magistrati.
Sul versante penale il discorso è il medesimo: siamo il Paese che ha ricevuto il maggior numero di condanne dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. Nonostante questi dati desolanti, vi sono processi che battono ogni record di efficienza: solo quelli che riguardano il Premier. Silvio Berlusconi è l'unico italiano al quale è garantita una giustizia efficientissima, penale o civile che sia.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Presidente del Consiglio e i Ministri hanno il dovere e anche il diritto di governare questo nostro Paese, senza interferenze da parte dei poteri esterni.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Non è la nostra opinione, ma è quanto sancisce la Costituzione: una Costituzione garantista a tutela delle libertà individuali e di gruppo, sancite contro il possibile arbitrio delle autorità, identificabili al momento con il non ufficiale partito dei magistrati giustizialisti. Per questo motivo noi voteremo a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi Sud/Lega Sud Ausonia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, fuori di qui, nel Paese, vi è grande preoccupazione per la durezza della crisi, che mette a repentaglio posti di lavoro, talvolta senza alcuna forma di ammortizzazione sociale. Fuori di qui, nel Paese, vi può essere preoccupazione per una giustizia che funziona male per i cittadini, e non solo quella penale, ma anche quella civile, amministrativa e fallimentare, le quali richiederebbero una riforma organica della giustizia, fatta esclusivamente nell'interesse dei cittadini.
Qui dentro, nel Palazzo, da anni si pensa solo alle questioni giudiziarie del Presidente del Consiglio, che probabilmente continua ad accumularne in relazione alla molteplicità dei suoi interessi: non si tratta quasi mai di questioni legate all'attività di Governo, per le quali uno scudo potrebbe essere ragionevole, ma di fatti connessi ai suoi interessi privati. E allora lo si vuole porre sopra la legge. Pag. 87
Perché i cittadini italiani lo hanno votato e continuano a riconoscergli un ampio consenso, lui non li ricambia essendo al di sopra di ogni sospetto nel rispetto della legge, ma cambia la legge, incurante dell'equilibrio tra i poteri e del giuramento costituzionale. È questa una visione malata della democrazia. Il risveglio, per i nostri concittadini e per il nostro Paese, sarà molto amaro: non si può dare l'esempio di stracciare la regola della convivenza civile e poi meravigliarsi che la gente sia tentata di seguirlo. Ma un Paese senza spessore civico, senza l'orgoglio di una cultura etica, finisce fuori strada e voi gli fornite un esempio negativo.
Stamani qualcuno ha scritto che l'opposizione può scegliere: un nuovo lodo costituzionale per Berlusconi o una nuova immunità per tutta la casta, una sorta di chiamata di correità, uno scudo per tutti i parlamentari. Ma non basta la tutela per le opinioni espresse e per i voti dati in quest'Aula? Il buon legislatore, che opera nell'interesse generale, ne dovrebbe avere più che a sufficienza, non avrebbe bisogno di ulteriori sostegni. Chi, invece, pensa di curvare il corpo delle leggi nell'esclusiva difesa di interessi particolari, richiede uno scudo totale, penale, fiscale ed economico.
Cosa può pensare il cittadino, alle prese con una crisi che ne mette in discussione il lavoro e la sicurezza? Pensa che il Parlamento, più che servire il Paese, vuole servire se stesso! Che la politica, più che un esercizio di alto servizio civile, è una modalità di affermazione dell'arroganza del potere: esattamente il contrario di quello che noi dovremmo testimoniare.
Personalmente mi auguro che nel Paese sorga un'opposizione morale forte e consapevole. Credo che questa sia la speranza di molti colleghi e mi auguro sia una speranza diffusa nella coscienza generale del Paese.
Ci sono dei valori che non possono essere trattati con la logica del danno minore. Il collega Vietti aveva immaginato una sospensione degli effetti giudiziari per il Presidente Berlusconi, e penso che si sarebbe potuto fare. Ma il Governo e la maggioranza affermano per se stessi una prerogativa che è chiaramente incostituzionale, quella della loro impunità, e non credo che l'UdC possa far finta di non vedere, perché questi della maggioranza e del Governo continueranno con il processo breve, con le intercettazioni e magari anche nel regolare i conti con i pentiti (ho sentito oggi una presa di distanza non del tutto convincente da parte del Ministro della giustizia).
Vorrei poi rivolgermi ai colleghi della maggioranza perché nei giorni scorsi ho sentito un'adesione molto «pelosa» alle vicende giudiziarie dell'amico Mannino: non tirate fuori i casi di mala giustizia che hanno colpito alcuni di noi. Noi abbiamo rispettato lo Stato di diritto ed abbiamo piegato la testa di fronte alla legge, difendendoci nei processi: è stato durissimo, ma era doveroso farlo.

PRESIDENTE. Onorevole Tabacci, deve concludere.

BRUNO TABACCI. Voi che avete a suo tempo agitato cappi, manette e televisioni non avete il diritto di citare le nostre storie; a ben vedere è una forzatura anche l'accostamento tra la storia di Craxi e quella di Berlusconi. Per queste ragioni, costituzionali e morali, l'Alleanza per l'Italia è contro questa legge (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Alleanza per l'Italia, Partito Democratico e Italia dei Valori - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente del Consiglio che non c'è, oggi lei e la sua maggioranza vi accingete ad approvare una «leggina» con cui stabilite che lei e i suoi ministri, per il semplice fatto che ricoprite tali cariche, potete decidere a vostro piacimento di non recarvi in tribunale se un giudice penale vi chiama a rendere conto del vostro operato.
Si vergogni, signor Presidente del Consiglio che non c'è, per la sua ennesima Pag. 88scelta immorale e incostituzionale: solo in un Paese barbaro e dittatoriale si può immaginare che un Presidente del Consiglio, in quanto egli stesso sotto processo, si faccia fare una legge apposita per non farsi processare. Ma che dico, si fa fare decine e decine di leggi a seconda della bisogna raggirando di volta in volta la Costituzione italiana e la buona fede degli elettori. È proprio vero che al peggio non c'è mai fine e lei, Presidente del Consiglio che non c'è, rappresenta il peggior Capo di Governo che la storia repubblicana italiana possa ricordare.
Lei, signor Presidente del Consiglio che non c'è, ha utilizzato e utilizza i canali televisivi che ha avuto come grazioso dono per confondere e illudere gli elettori italiani e così venire in Parlamento con un manipolo di suoi sodali e qui farsi le leggi che le sono servite e le servono per risolvere i suoi guai giudiziari e per manipolare le sue fortune finanziarie (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Sono oramai numerose le leggi personali che lei si è fatto fare ed altre le ha già fatte mettere in cantiere dalla sua asservita maggioranza, pronta ancora una volta ad abbassare il livello della propria dignità per non perdere la poltrona. Mi riferisco all'odierna «doppietta» che avete messo in cantiere: la legge sul legittimo impedimento qui alla Camera e la legge sul processo breve al Senato.
Anche i bambini possono rendersi conto che il processo è breve se in breve tempo si fa, non se dopo breve tempo non si fa (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori); se invece si decide che dopo un certo tempo non si deve più fare non si chiama processo breve, si chiama processo interrotto, con buona pace di tutti coloro che chiedono ed ottengono giustizia. Se davvero volete che il processo sia breve allora date più mezzi, più strutture e più risorse alla giustizia invece di togliergli anche il minimo essenziale.
Ma oggi in quest'Aula sta succedendo qualcosa di più e di veramente umiliante per le istituzioni. Già il processo breve è umiliante perché non «salva» soltanto i processi della «casta», ma «salva» migliaia di processi con migliaia di delinquenti che vanno fuori e milioni di cittadini onesti, parti lese, che non possono avere giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Prima si dice che devono aspettare anni, con il processo breve dovranno aspettare la morte. Oggi, però, signor Presidente del Consiglio che non c'è, lei sta chiamando in correità rispetto al suo progetto criminoso anche tutti i suoi ministri. Lei ha chiesto ai suoi ministri di venire qui, tutti in Aula, per votare anche loro questa legge, ma stiamo parlando di una legge che riguarda proprio i ministri, oltre a lei Presidente Berlusconi, una legge che in futuro permetterà anche a loro di sfuggire ai processi penali durante il loro mandato.
In un Paese serio, e in uno Stato di diritto, sarebbe uno scandalo assistere alla presenza di ministri che non si vedono mai in Aula, e voi ministri del Governo Berlusconi non venite quasi mai in Parlamento, salvo presentarvi proprio oggi a votare la norma che interessa voi stessi. Tutto ciò non è solo una manifestazione plateale di un evidente conflitto di interessi, ma anche la riprova di una malattia etica che, sulla scia del cattivo esempio offerto dal Presidente Berlusconi, sta contagiando tutto il Governo e rischia di contagiare tutto il Paese. Lei Presidente Berlusconi è il responsabile e il mandante di tutto ciò. Lei sta ballando sul fuoco della disperazione e della rivolta sociale (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Mentre lei se la ride, alla «Nerone maniera», milioni di persone stanno perdendo tutti i giorni il proprio lavoro e migliaia di aziende stanno chiudendo i battenti. Ma il tempo della resa dei conti, per fortuna, si avvicina anche per lei, Presidente Berlusconi (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), perché sia pur certo che il morso della fame e dell'incertezza sta inducendo milioni di italiani a ripensare e considerare mal riposta la fiducia che hanno avuto nei suoi confronti. Pag. 89
Noi, può starne certo, faremo il possibile per risvegliare le coscienze e accrescere la conoscenza degli italiani sulla sua persona, affinché possano impegnarsi per disarcionarla dalla sedia di comando prima che sia troppo tardi. E quando dico noi, non mi riferisco a fantomatici ed inesistenti servizi segreti stranieri che avrebbero mosso o muoverebbero le nostre mani per far cadere ora il suo Governo, e prima quello del suo «padrino» politico Craxi. Mi riferisco a tutti quei cittadini italiani che non vogliono abboccare più all'amo dei ricatti e dei «dossieraggi» che lei, Presidente Berlusconi, è tanto bravo ad ordinare e a sfruttare per raggiungere i suoi privati obiettivi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico), obiettivi che, anche questa volta, abbiamo capito per tempo e che sventeremo con forza, perché sappiamo dove lei vuole arrivare.
Lei, grazie alla sua falsa informazione, vuole alzare un polverone di fango sull'inchiesta «mani pulite» per fare ingoiare all'opinione pubblica il ripristino del famigerato articolo 68 della Costituzione, in modo da garantire per sempre l'impunità a tutti parlamentari passati, presenti e futuri (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). No, Presidente Berlusconi, noi non ci arrendiamo, neanche ai ricatti, ed è per questo che votiamo convintamente «no» a questa altra legge «porcata» che umilia le istituzioni, che offende il Parlamento, il Paese e che ha un unico e solo mandante ed esecutore che è lei, Presidente del Consiglio Berlusconi, una persona che il Paese farebbe bene, democraticamente, a mandare a casa quanto prima (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'UdC non voterà a favore di questo provvedimento, pur non rinnegandone la paternità, sia pure in una versione che si è «geneticamente modificata». L'UdC si asterrà. Nonostante ciò, rivendichiamo alla nostra iniziativa politica l'aver offerto una via d'uscita rispetto ad una situazione di stallo indotta dall'iniziativa della maggioranza sul processo breve.
Abbiamo individuato un passaggio, nelle pieghe delle pronunce della Corte costituzionale, stretto che ha consentito di costruire un ponte stretto tra legittimo impedimento da un lato, tassativamente e transitoriamente normato, e riforma costituzionale dall'altro. Il rischio era quello di precipitare nel burrone del processo breve. Le perplessità sul merito del provvedimento rimangono. Sul ponte si è cercato di far transitare qualcosa di più e di diverso da Berlusconi, e solo grazie all'Unione di Centro si è evitato di caricare quel ponte di pesi impropri che lo avrebbero messo a rischio di crollo immediato. Non c'è stata - lo lamentiamo - una formale rinunzia del processo breve, anche se non possiamo ignorare che la sua calendarizzazione a lungo termine ne lasci intendere l'accantonamento che avevamo fortemente richiesto.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, non abbiamo difficoltà a dire che questo provvedimento non ci entusiasma. In un Paese normale non se ne discuterebbe, ma questo, ahimè, non è un Paese normale; questo è un Paese in cui il Presidente del Consiglio, al centro di una intricata rete di interessi talora confliggenti con il suo ruolo istituzionale, si considera, a torto o a ragione (dico a torto o a ragione, sul punto ciascuno ha le sue opinioni), vittima di una sistematica e annosa persecuzione giudiziaria. Perciò Governo e maggioranza sono continuamente stressati dalle pressioni per inseguire i processi del Premier con soluzioni che a loro volta stressano continuamente il sistema giudiziario. L'ultima trovata è appunto quella del processo breve, processo che a dispetto del nome «breve» ha solo la prescrizione, prescrizione che condanna a morte migliaia di processi per colpirne uno, in barba ai Pag. 90colpevoli impuniti, agli innocenti beffati, alle parti offese dimenticate, alle pendenze scaricate sul versante civile, all'incentivo a non ricorrere più ai riti alternativi e ad appellare sempre per non arrivare mai alla fine.
Allora, colleghi dell'opposizione - lo dico facendomi carico anche della dialettica che c'è stata in questo dibattito - vi chiedo: voi preferireste oggi essere qui a votare, soccombendo visti i numeri, il processo breve e a lamentarvi retoricamente dei disastri che il processo breve provoca sull'intero sistema giudiziario, oppure preferite essere qui a lamentarvi - giustamente, come facciamo - sul fatto che rinviamo due soli processi sospendendo la loro prescrizione e consentendone la ripresa al termine del mandato? Non è, colleghi, una domanda retorica.
Per quanto ci riguarda, la logica del «tanto peggio, tanto meglio» non ci appartiene (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro), e anche a costo di incomprensioni e di attacchi concentrici di cui anche in questa occasione (evidentemente è il nostro destino, è il destino dei centristi) siamo stati fatti oggetto (ma a cui abbiamo fatto ormai le ossa), anche a costo di non lucrare sulla demagogia di un giustizialismo a buon mercato, di cui l'onorevole Di Pietro ci ha appena dato un esempio di scuola, ebbene noi ci siamo assunti le nostre responsabilità e abbiamo detto in pubblico quello che tutti dicono in privato: il «re è nudo», il re sotto processo mette sotto scacco le istituzioni, e la paralisi che ne deriva danneggia il Paese.
La rimozione di quello che l'onorevole Casini ha chiamato il macigno dei processi di Berlusconi, che qui vengono accantonati e non cancellati, consente di rimuovere gli alibi che ammantano questa paralisi che fa da anni del nostro Paese una sorta di bosco della bella addormentata, in cui tutti dormono e nulla si muove. Senza l'alibi dei processi Berlusconi deve governare, deve dimostrare di saper affrontare i problemi gravi dell'Italia, deve offrire soluzioni senza scappare dalla crisi con la scusa di scappare dai giudici. Senza l'alibi dei processi Governo e maggioranza devono affrontare i nodi delle riforme uscendo dalla spirale perversa per cui non si fanno le riforme costituzionali, perché non si può fare contestualmente la riforma della giustizia e non si fa la riforma della giustizia perché si interferirebbe con i processi di Berlusconi: spirale perversa. Senza l'alibi dei processi di Berlusconi la maggioranza deve uscire dalla retorica degli annunci sull'immunità e deve formulare finalmente una proposta su cui discutere.
Tutti siamo consapevoli che l'abolizione dell'autorizzazione a procedere ha lasciato la politica esposta alle iniziative giudiziarie, anche le più infondate e destabilizzanti senza filtri e senza garanzie. La reintroduzione di un ammortizzatore tra ordine giudiziario e rappresentanza popolare è un'esigenza non di Berlusconi, ma del sistema democratico. È inutile piangere lacrime di coccodrillo sul calvario giudiziario di uomini come il nostro Mannino, se poi non si fa nulla per evitare che si ripetano (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro). È inutile, colleghi, ripetere la litania della ragionevole durata dei processi, se poi ci si culla nel sortilegio del bosco incantato in cui, finché non si risveglia Berlusconi dall'incubo dei suoi processi, tutti sono legittimati a dormire.
La nostra iniziativa non è solo un'iniziativa di limitazione del danno. Vuole essere anche una provocazione a svegliarci, a fare il nostro dovere di legislatori, di riformatori, di uomini solleciti del bene comune in un Paese finalmente normale (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.

ROBERTO COTA. Signor Presidente, colleghi, in Francia il Presidente della Repubblica, che è anche Capo dell'Esecutivo, durante il suo mandato non può essere processato e non può neppure essere parte in un procedimento civile. Tutte le azioni che sono state eventualmente Pag. 91intentate o che devono essere intentate contro di lui vengono rimandate alla scadenza del mandato.
Negli Stati Uniti il Presidente degli Stati Uniti, che è anche Capo dell'Esecutivo, durante il suo mandato non può essere oggetto di procedimento penale se non attraverso la messa in stato d'accusa da parte del Congresso.

FURIO COLOMBO. Falso, falso!

ROBERTO COTA. In Germania... chiedo scusa...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

ROBERTO COTA. La verità fa male, però è la verità.
In Germania il Capo dell'Esecutivo, il Cancelliere, se è anche parlamentare, è assoggettato all'autorizzazione a procedere da parte del Parlamento.
In Spagna il Capo dell'Esecutivo, se è anche parlamentare, è sempre assoggettato all'autorizzazione a procedere da parte del Parlamento.
Da noi accade una cosa strana: il Presidente del Consiglio è inseguito dalle udienze e i giudici, in base alla legge attuale, valutano se l'impegno addotto per spostare un'udienza sia importante o meno. Lo decide un giudice, non lo decide un altro organo. Questo è ridicolo. Se vi è un incontro internazionale, oppure una riunione che si rende necessaria, il Capo del Governo, o anche un Ministro, rischiano di non potervi partecipare.
Colleghi, si tratta di contemperare due esigenze: da un lato, l'esigenza che chi viene eletto dal popolo possa governare e, quindi, rispettare il mandato popolare, dall'altro lato, l'esigenza che la magistratura possa svolgere le proprie inchieste e fare il suo corso.
Queste due esigenze vengono bilanciate in modo corretto anche attraverso il provvedimento in oggetto. Voglio ricordare - perché non si parla mai del merito delle cose, ma si fanno sempre polemiche strumentali - che esso non introduce alcuna forma di immunità (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Questo provvedimento, semplicemente, specifica quando deve sussistere un legittimo impedimento, tale da poter differire la data di un'udienza.
Ritengo che sia giusto che la certificazione del legittimo impedimento venga fatta dagli uffici competenti, per esempio, dalla Presidenza del Consiglio. Vorrei ricordare a tutti che la Presidenza del Consiglio è un'istituzione, è la più alta istituzione eletta dal popolo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Tante volte si sente parlare, e ci si riempie la bocca, di rispetto istituzionale, ma mi chiedo: perché il rispetto non deve valere per tutte le istituzioni, ma deve valere soltanto per alcune di esse?
In un Paese normale, il provvedimento in oggetto sarebbe stato votato in cinque minuti, senza un particolare dibattito parlamentare, proprio perché è giusto che il Parlamento si occupi dei problemi del Paese, e proprio perché tale provvedimento garantisce che il Governo possa occuparsi, durante lo svolgimento del mandato, dei problemi del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Invece, accade qualcosa di diverso e tutte le volte vi è una polemica. Vi sono polemiche in relazione alle quali si avverte una certa stanchezza nel Paese. Siamo stufi di sentirci continuamente parlare addosso con le solite argomentazioni trite e ritrite, anche perché, poi, parlando, ci si smaschera.
Ho sentito dire in quest'Aula che la norma in oggetto, in sé, andrebbe bene, ma non va bene per un unico motivo: perché il Presidente del Consiglio si chiama Berlusconi. Il ragionamento è sempre lo stesso: la sovranità, in teoria, appartiene al popolo, ma per qualcuno non appartiene al popolo se viene eletta una determinata maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). In questo caso, la sovranità non appartiene più al popolo, ma deve appartenere a qualcun altro, che gestisce e determina le cose dall'esterno. Pag. 92
Abbiamo visto questo tipo di ragionamento e queste argomentazioni anche durante la discussione del provvedimento che voi chiamate «processo breve». In realtà, non è tanto breve il processo che emerge da quel provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania): è semplicemente la codificazione del fatto che il processo debba avvenire in tempi ragionevoli.
Il testo che è stato presentato e discusso in Senato, rispetto al punto di partenza (poi, è stato modificato e sono stati dilatati i tempi del cosiddetto processo ragionevole), era uguale, identico ad un provvedimento presentato, per ben due volte, nella passata legislatura, dalla sinistra, dalla senatrice Finocchiaro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Come mai in quel caso i processi dovevano svolgersi in tempi ragionevoli e in questo caso il processo, invece, non deve svolgersi in tempi ragionevoli? Perché forse in alcuni processi vi è una persona, appunto, che si chiama Berlusconi. Però, questo non è un modo corretto di ragionare. Se vogliamo affrontare, a viso aperto e sulle varie questioni, un dibattito parlamentare ci vuole l'onestà intellettuale di affermare che le regole devono valere per tutti, proprio per tutti, per tutti ed indipendentemente dal fatto che il Presidente del Consiglio possa piacere o non piacere all'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Dunque, ne sentiamo di tutti i colori. Sentiamo invocare una presunta incostituzionalità e devo dire che il fatto che si invochi sempre la incostituzionalità di provvedimenti che non si condividono è un po' anacronistico. Però, viviamo anche in un Paese dove ci sono sentenze singolari, dove vi è una Corte costituzionale che, per esempio, cambia opinione. Questo non dovrebbe succedere, perché più diventa importante il giudice e più il valore dei precedenti dovrebbe essere fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Invece, qui è accaduto che nel giro di quattro anni si è detto che era sufficiente la legge ordinaria e poi, invece, che era necessaria la legge costituzionale.
Così, come non vi consiglierei di introdurre nel dibattito a sproposito una supposta questione morale, perché quando si parla di questione morale poi vi ritrovate nel Paese la gente che dice: «guarda, proprio chi predica bene poi razzola male!» (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Potrei farvi tanti esempi a questo proposito e non mi basterebbero i pochi minuti di tempo che ho a disposizione. La verità è che vi è qualcuno che in effetti introduce l'istituto della morale - della doppia morale - e quello che non è morale per alcuni, poi diventa morale quando è coinvolto evidentemente qualcuno di voi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Ma preferiamo restare ai fatti e diciamo che questo è un provvedimento equilibrato e che si rende necessario per garantire un principio sacrosanto, ossia il principio della sovranità popolare, che appartiene al popolo. Chi è eletto dal popolo deve essere in grado di governare e deve essere giudicato dal popolo. Questo principio non può essere cancellato ed è a fondamento di tutte le democrazie.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ROBERTO COTA. Per tali ragioni voteremo a favore di questo provvedimento, anche con la speranza domani di poterci occupare dei problemi concreti del Paese, di cui ci stiamo occupando, e di cui questo Governo si sta occupando in maniera efficace (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bersani. Ne ha facoltà.

PIER LUIGI BERSANI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, siamo qui a parlare in diretta televisiva del legittimo impedimento e dobbiamo chiederci quanti dei cittadini che stanno ascoltando sappiano cosa sia questo famoso legittimo impedimento. Del resto, dobbiamo confessare Pag. 93che anche molti di noi, prima di questa discussione, ne avevano una conoscenza vaga. Quindi, dobbiamo spiegarci davanti ai cittadini. Cosa è questa legge e cosa vuole dire? Questa legge vuol dire che fino ad oggi un Presidente del Consiglio e un Ministro imputato, che non si fossero presentati in tribunale ad un processo, dovevano, per così dire, portare una giustificazione valida. Da domani la giustificazione il Presidente del Consiglio e i Ministri se la faranno da soli e potranno non andare mai in tribunale. Perché? Perché fanno un lavoro importante, hanno molte cose da fare e hanno bisogno di stare sereni. Così si è detto e si è scritto. Ci vadano gli altri in tribunale, quelli che possono consentirsi un po' di nervoso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Questo è il concetto di fondo. Ma perché mai va approvata subito subito questa legge? Perché non si parla di processi per dire dei processi in generale, ma si parla dei processi per dire di quei processi lì, quelli che sono in corso adesso e che bisogna scantonare.
Ci si può chiedere: è possibile fare leggi del genere? Non c'è la Costituzione? C'è. La Corte costituzionale potrà non «approvare» questa legge, ma c'è bisogno di tempo - almeno qualche mese - perché la Corte decida e così parte subito questa scialuppa, poi questa verrà caricata su un bastimento, una legge costituzionale in grado di reggere il giudizio della Corte e, se non ci sarà una coincidenza fra scialuppa e bastimento, è pronto un barcone che si chiama «processo breve» per ovviare alla bisogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Processo breve; anche questo bisogna spiegarlo, perché immagino che qualcuno che ci guarda si chieda: ma perché, c'è forse qualcuno che lo vuole lungo il processo? E che cosa vuol dire discutere di «salva processi», e che cosa vuol dire «lodo Alfano 1» e «lodo Alfano 2», e cosa è mai un'ipotetica legge «salva pentiti»?
Credo che la gente del merito ci capisca poco, ma abbia compreso l'essenziale: sono tutte cose complicate che hanno dentro una cosa semplice che capiamo tutti: c'è di mezzo Berlusconi, un Presidente del Consiglio che non vuole farsi giudicare e tiene ferma su questo punto l'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Il Paese è incagliato. Viene sospinto per quella ragione ad un confronto aspro ed estenuante fra Governo e magistratura, un confronto che viene fatto tracimare strumentalmente in una folle guerra fra politica e giustizia, fino a intaccare i pilastri del nostro sistema costituzionale.
Vi chiedo una cosa: è ora che prendiate atto che grande parte del Paese che governate - voi tutti, Lega compresa - non è disposta a chiamare riforme delle norme che cambiano le regole in corso d'opera, a partita in corso, a processi in corso (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Si tratta di norme che non hanno carattere di generalità e di astrattezza, se non in modo ipocrita e fittizio, norme che oscurano il principio di uguaglianza e, mentre tutti invocano una giustizia più efficiente e moderna, le scorciatoie per uno o per pochi suscitano in tanti repulsione e indignazione e creano un solco e un'incrinatura non componibile non solo fra le forze politiche, ma nella coscienza del Paese, un Paese che peraltro ha in testa ben altre priorità.
Allora, se governate per tutto il Paese, Lega compresa, dovete prendere atto di questo e preoccuparvi di fermare questa corsa dissennata di cui il fatto di oggi è solo il primo passo. Stiamo parlando di legittimo impedimento come di un ponte, si è detto, verso un «lodo Alfano 2», ma l'impegno in questa mirabile opera di ingegneria, questo ponte, non ci esenterà dal dover discutere del cosiddetto «processo breve», che non rimuovete - lo ricordo al collega Casini -, che non abbandonate e che avete orgogliosamente rivendicato.
Si tratta di norme che sfidano un elementare senso di giustizia che fanno dire a chiunque: finché non ci sono regole nuove per tutti, si va tutti con regole vecchie (Applausi dei deputati dei gruppi Pag. 94Partito Democratico e Italia dei Valori), norme che distruggerebbero migliaia di processi che sono in corso. Come si fa, per salvare uno solo, fare un'amnistia per tutti i colletti bianchi, dare uno schiaffo all'esigenza di giustizia di tante vittime del reato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)?
Allora, vi dico così: se farete questo e se chiamerete tutto questo «riforme», allungherete ancora questa eterna transizione che ci impedisce da vent'anni di avere una politica normale. Se aveste, invece, la forza di rinunciare a tutto questo, potrebbe esserci una svolta. Questa, all'essenziale, è la vostra responsabilità.
Il Presidente del Consiglio, a questo punto della sua quindicennale vicenda politica, potrebbe compiere un atto di responsabilità: mettere davanti a sé l'Italia (dirci: «prima di tutto l'Italia»), affrontare a viso aperto la sua situazione, fruendo dell'attuale quadro di garanzia, che vale per tutti i cittadini, per i tanti che percorrono le strade tortuose e lunghe della giustizia, magari pensando di aver avuto un torto, così come - cara Lega - fanno tutti i nostri amministratori e tutti i nostri governanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Non perché noi pensiamo di non avere il peccato originale, non perché pensiamo di essere perfetti, ma perché pensiamo di essere corretti e mettiamo le regole davanti al consenso anche dove lo abbiamo. E si informi meglio Cota: il Presidente degli Stati Uniti (sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti: 9 giudici a 0 sul caso Clinton) non ha diritto a nessun legittimo impedimento per essere giudicato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Noi non udremo quelle parole da statista, non le udremo, non udremo uno statista che dice: «Io affronto a viso aperto da cittadino i miei problemi e voi, intanto, in Parlamento fate le riforme per tutti e lì dentro risolvete le cose che vanno risolte anche nei rapporti tra magistratura, politica e Governo». Noi sentiremo la solita musica e ci direte: «Ma che regole e regole, abbiamo il consenso e fateci governare». Ma chi vi ha impedito di governare? In nove anni, voi avete governato per sette: in che cosa è migliorata l'Italia? Chi vi impedisce di governare adesso la crisi? Da quando voi avete detto che la crisi non c'è, è psicologica e ce l'abbiamo alle spalle, noi abbiamo - vi informo - 700 mila disoccupati in più, un milione di persone sotto ammortizzatori, migliaia di piccole imprese che chiudono (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Allora, vi dico: volete darcela - dopo venti mesi che ve la chiediamo - l'occasione di fare una discussione in diretta televisiva sui problemi reali degli italiani? Ce la volete dare questa occasione o volete farci sempre parlare di queste leggi che noi rifiutiamo e per le quali voteremo contro (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Congratulazioni - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cicchitto. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, se vogliamo andare al fondo della questione, dobbiamo dire che il legittimo impedimento va inserito in una vicenda politica più generale che si dipana da molti anni a questa parte. Essa è cominciata negli anni Sessanta-Settanta, e poi è esplosa negli anni 1992-1994 e non si è più smorzata, malgrado alcuni sforzi generosi: quelli fatti da un lato dal Presidente Cossiga, dall'altro lato anche da parte di alcuni esponenti della sinistra. In primo luogo, voglio ricordare Gerardo Chiaromonte, che disse parole chiarissime proprio negli anni 1991-1992. Poi, specie sul terreno delle analisi, ciò che ha scritto il senatore Pellegrino, presidente della Commissione stragi, e in diverse occasioni, al di fuori della contingenza politica, in termini assai netti, come nella sua lettera alla Pag. 95signora Anna Craxi, sul tema si è sviluppata anche la riflessione del Presidente Napolitano.
Questa questione si chiama: uso politico della giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Un settore della magistratura, un settore della sinistra, un settore dei media pensano di avere un'arma in più per liquidare l'avversario politico. Nel nostro caso, dal 1994 in poi, Silvio Berlusconi, mai prima toccato da vicende giudiziarie (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

ANTONIO BORGHESI. È falso!

FABRIZIO CICCHITTO. Da allora invece egli è stato oggetto di un attacco giudiziario permanente che si sviluppa su più vari terreni. Di conseguenza, non si tratta di sue vicende giudiziarie private (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori), ma di una drammatica vicenda politico-giudiziaria pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

FABRIZIO CICCHITTO. Non a caso il leader di un partito che sta all'opposizione, ma che ha una chiara posizione garantista, l'onorevole Pier Ferdinando Casini, ha detto qualche giorno fa: un certo accanimento giudiziario verso Berlusconi - lo pensavo negli anni scorsi, lo penso anche oggi - c'è. Lei, onorevole D'Alema, ha avuto meno bisogno di avvocati dell'onorevole Berlusconi, sia per un diverso atteggiamento nei suoi confronti di molti magistrati, a partire da Di Pietro quando era pubblico ministero (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Dai banchi del gruppo Italia dei Valori si grida: «Buffone!»), sia perché nel passato lei ha potuto usufruire dell'immunità che vale a livello del Parlamento europeo, e in quella sede anche del voto a suo favore dei parlamentari del centrodestra che non sono a senso unico come lei (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Detto questo, non vogliamo imitarvi e fare di ogni erba un fascio; non tutto il Partito Democratico è sulla linea giustizialista, ma purtroppo esso è trascinato da una deriva assai forte. A me dispiace, ma malgrado il suo lessico solitamente soffice, pastoso e accattivante, purtroppo oggi anche l'onorevole Bersani, dopo Veltroni e Franceschini, è risultato strattonato, trascinato ed egemonizzato da Di Pietro e dalle sue sottili e sofisticate argomentazioni politico-culturali, come quelle che abbiamo ascoltato poco fa (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Applausi polemici dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
In questo contesto la ragione elementare del provvedimento che stiamo per approvare è stata sottolineata fra gli altri dall'onorevole Contento. Egli ha ricordato che nei prossimi 72 giorni il tribunale di Milano ha fissato 22 udienze per i due processi a carico di Berlusconi, cioè in media un'udienza ogni tre giorni, calcolando le domeniche: ciò comporta l'impossibilità di governare (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). Un'ulteriore testimonianza delle aberrazioni praticate sta nell'episodio FAO: se il Presidente è impegnato per il vertice FAO, è il giudice che si arroga il potere di decidere a che ora il Presidente del Consiglio si deve presentare; il vertice dura tre giorni, il giudice decide che il Presidente del Consiglio può andare solo per tre ore, perché deve recarsi in udienza per un giorno e mezzo.
La proposta di introduzione dell'istituto del legittimo impedimento mira a superare il conflitto fra la tutela dell'organizzazione e dell'esercizio dell'attività del Presidente del Consiglio e dei membri del Governo, espressione di una maggioranza legittimata dal voto popolare, e l'attività giurisdizionale diretta ad accertare la responsabilità delle stesse cariche istituzionali per eventuali reati. Come non fare riferimento, come ha fatto poco fa il presidente Cota, ad esempi analoghi di Paesi europei Pag. 96come la Francia che ha disciplinato tale materia per consentire il corretto e sereno svolgimento delle sue funzioni. La dimostrazione è data dal fatto che, cessato il mandato, sono riprese le attività giurisdizionali nei confronti di Jacques Chirac che era stato Presidente della Repubblica.
In sostanza, se si vuole interrompere la spirale dell'imbarbarimento della vita politica, di cui l'uso politico della giustizia, combinato con la sistematica violazione del segreto istruttorio e con il linciaggio mediatico, è una delle cause fondamentali, allora questo provvedimento è un'anticipazione, un elemento di una linea più generale che ci deve riportare all'equilibrio tracciato dalla Costituzione nel rapporto fra politica e magistratura. Quell'equilibrio si fondava su due pilastri: la totale autonomia della magistratura e la tutela del potere politico con l'articolo 68.
Diversamente da quello che ci viene raccontato, la Costituzione non fu scritta da angeli, essa fu redatta con il contributo essenziale di due partiti contrapposti, la DC e il PCI, che si combattevano, che si temevano e che in alcuni degli articoli della Costituzione hanno voluto, proprio per questo, reciprocamente garantire alcuni fondamentali poteri dello Stato. In questa mediazione e reciproca garanzia c'era anche la definizione di un delicato equilibrio fra politica e magistratura (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Questo equilibrio, reso sempre più precario nel corso degli anni per la politicizzazione di una parte della magistratura, è saltato a causa della deriva eversiva verificatasi nel 1992-1994. Questo equilibrio da allora non è stato più ricomposto; noi lavoriamo per ricomporlo, perché solo da questa ricomposizione può derivare la possibilità non di un ritorno al consociativismo, che è la negazione del corretto e civile bipolarismo, ma anche della fine della versione barbarica di esso, la cui esplicitazione abbiamo ascoltato nell'intervento dell'onorevole Di Pietro (Applausi polemici dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Questo recupero di un bipolarismo fisiologico è la condizione essenziale per poter riprendere il discorso sulle riforme costituzionali e per portare avanti una riforma globale della giustizia su cui è impegnato il Ministro Alfano.
Nel corso di questo dibattito, cari colleghi dell'UdC, è emerso che, mentre in nome di una tattica politica un po' spericolata potete anche fare alleanze a pelle di leopardo nelle regioni, quando però si discute degli aspetti fondamentali dello Stato e del diritto, voi, da un lato, come è avvenuto ieri, venite sottoposti al fuoco ad alzo zero dei giustizialisti del Partito Democratico e dell'Italia dei Valori e, dall'altro lato, vi ritrovate comunque schierati, al di là delle modalità del voto, dal lato del garantismo che costituisce uno dei vostri valori di fondo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Quanto al problema del numero di coloro che vengono abilitati a percorrere il ponte tibetano, di cui hanno parlato gli onorevoli Casini e Vietti, la scelta, come ha spiegato l'onorevole Costa, discende essenzialmente da una valutazione di costituzionalità. Per quanto ci riguarda, questo testo unificato, quindi, è un primo tassello di un edificio da ricostruire, quello dello stato di diritto e della corretta divisione dei poteri (Prolungati applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud/Lega Sud Ausonia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale a nome dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo misto per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, la delegazione radicale eletta nelle liste del Partito Democratico non può che manifestare profondo disagio e perplessità per il modo in cui, sino a questo momento, la maggioranza e il Governo si sono mossi sul fronte della riforma della giustizia. La giustizia non può continuare a subire Pag. 97ulteriormente una situazione di tale sfascio, che è lo sfascio che si riversa nella vita quotidiana dei cittadini. Non servono - lo abbiamo detto - interventi settoriali di basso profilo, che non possono far altro che risultare improduttivi ed anzi forieri di ulteriori effetti negativi.
Si cominci, dunque, a dare finalmente concreta e immediata esecuzione agli impegni che i membri del Governo, che il Governo tutto, si è assunto in questo Parlamento con la risoluzione sulle riforme organiche liberali della giustizia promossa dai radicali e approvata a larghissima maggioranza da questo ramo del Parlamento per ben due volte, di cui l'ultima appena qualche settimana fa. Noi riteniamo, infatti, che questa sia la strada maestra anche per porre fine alle ingerenze in politica delle organizzazioni sindacali della magistratura organizzata. Questo non ce lo possiamo nascondere ed è una realtà che anche la sinistra deve ammettere (Applausi del deputato Brigandì). Tutto il resto, a partire da provvedimenti come quello di oggi in discussione sul legittimo impedimento, rappresentano un drammatico errore e noi radicali eletti nelle liste del PD di questi errori non vogliamo essere complici (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, intervengo per l'utilità dei verbali di quest'Aula e per ciò che rimane nei documenti di quest'Aula, e per ricordare che il presidente del gruppo Cota, come ha già osservato l'onorevole Bersani, sugli Stati Uniti si è sbagliato. Ha dimenticato, infatti, due situazioni abbastanza interessanti che forse potevano rimanere impresse, benché il collega sia così giovane. La prima è quella del Presidente Nixon: gli hanno arrestato tutti i suoi avvocati «Ghedini», mentre lui era Presidente. Il giudice Sirica, un grande italiano americano della cui immigrazione andiamo orgogliosi (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) ha condotto un'inchiesta ininterrottamente, mentre Nixon apriva alla Cina e conduceva la grande politica che conduceva. È stato pure un grande Presidente, ma sotto processo e senza esenzioni. Il Presidente Clinton ha avuto sette inchieste, quattro parlamentari e tre giudiziarie: si è presentato, ha giurato, ha testimoniato e sempre con le telecamere, sempre in diretta. Non esistono esenzioni per i Presidenti degli Stati Uniti, tanto per la verità (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santagata. Ne ha facoltà.

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, posso perfino accettare che l'onorevole Cicchitto dia a me del giustizialista, ma mi risulta difficile accettare che lui dia del garantista a chi, non tanto tempo fa, in quest'Aula sventolava il cappio contro il suo partito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, vorrei dire velocemente due cose. La prima è che in America c'è una selezione dei reati per i quali c'è o non c'è la possibilità di presentarsi davanti al giudice (Dai banchi del gruppo dell'Italia dei Valori si grida: «Cappio!»).

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

MATTEO BRIGANDÌ. La seconda è che in America la suprema Corte è nominata dal Presidente, che è il capo dell'amministrazione. È come se la Corte di cassazione venisse nominata da Berlusconi (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). Credo che a questo punto verrebbe a cadere tutto. Un'ultima considerazione, Presidente. La Lega è ed è sempre stata garantista, Pag. 98quindi, quando si sventolava il cappio, è stato ad opera di un unico deputato e certamente non condiviso dal partito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Alema. Ne ha facoltà. Colleghi, per cortesia, fate completare gli interventi a tutti coloro che intendono farli.

MASSIMO D'ALEMA. Signor Presidente, allo scopo di favorire la civiltà del dibattito che da più parti viene auspicata, vorrei cogliere l'occasione per dire due cose in linea di fatto. Innanzitutto, non mi sono mai avvalso di alcuna immunità (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Come è noto, la magistratura milanese aveva fatto richiesta di utilizzare intercettazioni in un procedimento contro terza persona e il Parlamento europeo ha rifiutato tale autorizzazione.
Sono stato indagato per otto anni dalla procura della repubblica di Venezia ad opera del giudice Nordio e questo periodo di otto anni ricopre anche i periodi in cui sono stato Presidente del Consiglio. Sono stato indagato, ho risposto alle domande del giudice, l'ho incontrato, pur essendo segretario del maggior partito di Governo e poi Presidente del Consiglio. Dopo otto anni sono stato prosciolto, senza alcuna legge di protezione e grazie all'assistenza del professor Calvi. Questi sono i fatti; poi il dibattito si sviluppi, ma la deformazione calunniosa dei fatti non aiuta con ogni evidenza la civiltà del dibattito (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lehner. Ne ha facoltà.

GIANCARLO LEHNER. Signor Presidente, sine ira et studio, vorrei porre all'onorevole D'Alema una domanda: come mai ha candidato Di Pietro al Mugello nel 1997 (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)? Quale espressione culturale, quale esperienza di sinistra aveva? Inoltre, non è vero che è stato prosciolto; è vero che il pm Nordio si è dimenticato nel cassetto l'intera inchiesta; lei è stato favorito da una dimenticanza...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lehner.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 889-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

Prima di passare al voto, ricordo che, successivamente a questa votazione, i nostri lavori proseguiranno con l'esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge in materia di funzionalità della giustizia. Quindi, andremo avanti con un altro provvedimento altrettanto importante.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 889-A ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge n. 889-A ed abbinate, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calearo, Ravetto, Nicolucci, Bruno...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 99
Comunico il risultato della votazione:
«Consolo; Biancofiore e Bertolini; La Loggia; Costa e Brigandì; Vietti; Palomba; Paniz: Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza» (A.C. 889-2964-2982-3005-3013-3028-3029-A):

Presenti 595
Votanti 555
Astenuti 40
Maggioranza 278
Hanno votato 316
Hanno votato no 239

(La Camera approva - Vedi votazionia - Deputati del gruppo Italia dei Valori espongono cartelli recanti le scritte: «Leggina monouso in nome del re sovrano», «Casta di intoccabili», «Costituzione violata, giustizia calpestata», «La casta esulta, l'Italia affonda», «Legittimo impedimento = illegittima impunità», «La legge non è uguale per tutti» e un cartello recante un'immagine raffigurante il Presidente del Consiglio dei ministri e la scritta: «Gli intoccabili» - Dai banchi dei deputati del gruppo Italia dei Valori si grida: «Vergogna! Vergogna!»).

I soliti cartelli, per cortesia, colleghi del gruppo Italia dei valori. I soliti cartelli, volete riporli? Prego i commessi di provvedere al ritiro dei cartelli (I commessi ottemperano all'invito del Presidente - Deputati del gruppo Popolo della Libertà lanciano fogli accartocciati).

LEOLUCA ORLANDO. Presidente, chiami i commessi! (Dai banchi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà si grida: «Contrada! Contrada!»).

PRESIDENTE. Invito anche a non fare lancio di oggetti. Per cortesia! Colleghi! Onorevole Mussolini! Per cortesia, colleghi, smettetela! Colleghi, non mi costringete a sospendere i lavori! (Commenti del deputato Borghesi).
Onorevole Borghesi, per cortesia: vuole che le restituisca il foglio accartocciato che ha lanciato addosso all'onorevole Lussana?
Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Nannicini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2009, n. 193, recante interventi urgenti in materia di funzionalità del sistema giudiziario (A.C. 3084-A) (ore 18,25).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2009, n. 193, recante interventi urgenti in materia di funzionalità del sistema giudiziario.
Ricordo che nella seduta del 22 gennaio 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed hanno avuto luogo le repliche del relatore e del Governo.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, l'articolo aggiuntivo Paolo Russo 4-bis.01, non previamente presentato in Commissione, recante disposizioni in materia di sospensione del giudizio di responsabilità innanzi alla Corte dei conti e di definizione di danno erariale. Tale proposta emendativa è da considerarsi estranea e non strettamente attinente rispetto agli argomenti già considerati nel testo o negli emendamenti presentati e giudicati ammissibili in Commissione.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 3084-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 3084-A), nel testo della Commissione (Vedi l'allegato A - A.C. 3084-A). Avverto che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo della Commissione (Vedi l'allegato A - A.C. 3084-A).Pag. 100
Avverto altresì che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A - A.C. 3084-A).
Avverto che il Governo ha presentato l'emendamento 3-quater.300, che è in distribuzione, in relazione al quale risulta alla Presidenza che i gruppi abbiano rinunciato al termine per la presentazione di eventuali subemendamenti.
Avverto, inoltre, che gli emendamenti Zeller 3-bis.101 e 3-bis.102 sono stati ritirati dal presentatore.
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, sul tema che riguarda l'organizzazione della giustizia credo che ci sia stata anche, al di là della discussione e dell'impegno in Commissione giustizia e in Aula in sede di discussione sulle linee generali, un'eco molto forte e significativa dopo le vicende di Reggio Calabria. C'è stata poi una coda all'inaugurazione dell'anno giudiziario, sia nella corte d'appello di Reggio Calabria, sia nella corte d'appello di Catanzaro.
Il problema dei trasferimenti dei giudici pone una questione molto seria, che abbiamo affrontato anche in questi giorni con il provvedimento che abbiamo licenziato qualche minuto fa. La questione è quella di assicurare certamente l'indipendenza e l'autonomia dei giudici, ma anche di superare quello che fu un provvedimento, ritenuto importante secondo alcuni, che bloccava l'assunzione di responsabilità nelle procure da parte dei giudici di prima nomina. Trovare anche un equilibrio su questo aspetto credo sia importante e da valutare seriamente, anche perché certamente si deve trovare una soluzione al superamento di una vecchia legislazione, che certamente ha trovato e trova dei limiti oggettivi rispetto alle procure e alla copertura dei posti.
Come si risolve tutto questo, signor Presidente? Occorre assicurare l'indipendenza dei magistrati e riempire le procure, però il Consiglio superiore della magistratura, nel momento in cui lo chiediamo - abbiamo anche una riforma del Consiglio superiore della magistratura -, deve accettare il trasferimento di magistrati di procure e, quindi, di sostituti procuratori della Repubblica.
Abbiamo in Calabria, ad esempio, delle procure con un solo sostituto: vi è il capo dell'ufficio e un solo sostituto, oppure, c'è un'insufficienza degli organici, però il Consiglio superiore della magistratura accetta il trasferimento.
Ritengo che anche le promesse e gli impegni che sono stati assunti da parte del Ministro Guardasigilli a Reggio Calabria non verranno mantenuti. Si è enfatizzata la copertura dei posti anche nella procura di Reggio Calabria e si è detto chiaramente che bisogna assegnare ulteriori posti (si è parlato di sei posti), però vi è un problema che riguarda il Consiglio superiore della magistratura.
L'onorevole Vietti ha anche presentato degli emendamenti per quanto riguarda la possibilità, come dicevo poc'anzi, di consentire agli uditori giudiziari e ai magistrati di prima nomina, dopo un tirocinio, di coprire i posti liberi. Questo può essere un fatto importante e significativo, ma non è la soluzione dei mali delle procure, anche perché, quando fu adottata quella norma, certamente esisteva la preoccupazione di affidare posti di responsabilità ai giudici di prima nomina.
Se però non c'è un altro mezzo, se non c'è un'altra soluzione, se non c'è una riforma complessiva di tutta la materia della giustizia, non vi è dubbio che questa possa essere una soluzione contingente e limitata per dare una risposta alla precarietà e alle difficoltà della magistratura.
Ma il problema non può finire qui: anche quando parliamo di sedi disagiate (abbiamo approvato una legge al riguardo, per invogliare i magistrati di prima nomina, e non soltanto essi, ad occupare quei posti), il Consiglio superiore della magistratura dovrebbe regolamentare la materia e dovrebbe essere molto più impegnato a dare una risposta seria alla penuria di procuratori e di sostituti procuratori della Repubblica. Pag. 101
Il fatto vero è che si impone una riforma forte del Consiglio superiore della magistratura. Ritengo che questo sia il problema che oggi emerge in termini molto forti e molto imperiosi. Si è fatto riferimento anche alla protesta dell'Associazione nazionale magistrati nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario; certamente, siamo convinti che l'occupazione di posti a livello di procure della Repubblica possa determinarsi anche attraverso una contrattazione all'interno delle correnti presenti nel Consiglio superiore della magistratura. È tutto un problema, certamente.
Mi auguro che questo provvedimento possa dare una risposta, anche relativamente all'organizzazione giudiziaria: vi è una duplicazione di tribunali e ritengo che bisogna operare una razionalizzazione. Il fatto vero è che, molte volte, alcuni uffici giudiziari costituiscono rendite di posizione e, soprattutto, rendite di potere. Ritengo che bisogna compiere una riflessione forte: queste leggi, che sembrano essere il toccasana e, soprattutto, poter risolvere i mali della giustizia o parte di essi, sono invece «leggine tampone», che non danno una prospettiva e una soluzione.
Certo, rettifichiamo e modifichiamo la filosofia di questo provvedimento rispetto all'ossequio, che più volte abbiamo registrato e conclamato, come dicevo prima, dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura, ma soprattutto come valore istituzionale e culturale, visto e considerato che molto cammino e molto percorso bisogna fare, perché l'autonomia e l'indipendenza della magistratura sono valori di civiltà giuridica che un Paese moderno deve acquisire e salvaguardare.
Credo che questa sia la prospettiva che abbiamo dinanzi a noi; ci deve essere un impegno forte per evitare che anche questo provvedimento, dopo due giornate tumultuose, impegnate e impiegate per quanto riguarda la legge sul legittimo impedimento, possa essere un orpello, una coda minimale e marginale. Invece, questo doveva essere anche il momento forte per affrontare i problemi delle procure, delle sedi vacanti, dei posti vuoti e di una criminalità organizzata che spadroneggia rispetto all'inanità dell'impegno delle procure stesse.
Ma vi è un altro problema: i posti vuoti dei GIP e dei GUP. Possiamo infatti coprire quei posti con magistrati di prima nomina, e quindi di primo avvio nel percorso della carriera della magistratura, ma il problema emerge a proposito dei GUP e dei GIP. Abbiamo saputo che vi sono molte pratiche inevase a Reggio Calabria, dove vi sono richieste di custodia cautelare che giacciono da molti mesi, anche per reati di criminali mafiosi (che si riferiscono quindi alla criminalità organizzata) e che non sono evase. Questo è un fatto grave!
È il tempo, è il momento, è questa l'occasione per discutere? Certamente non ci soddisfano. I trionfalismi e i percorsi che sono stati scelti nella regione calabrese e in altre regioni da parte del Ministro Guardasigilli e del Ministro dell'interno, non ci soddisfano. Ritengo che dobbiamo profondere un impegno forte. Non so se il Governo dovrà replicare o non replicare, ma certamente quando, dopo una giornata convulsa come questa, si passa a questo provvedimento, vi saranno risposte stereotipate e ci si collocherà pregiudizialmente a favore o contro gli emendamenti in discussione.
Ritengo invece che questa dovrebbe essere un'occasione per dare significato ad un impegno forte e ad una lotta seria ed incisiva contro la criminalità organizzata. Con questi provvedimenti, a cui certamente noi siamo contrari, la lotta si fa sempre più impervia, più complicata e più inane rispetto alla gravità della situazione (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ALFONSO PAPA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Zeller 1.2, mentre accetta l'emendamento 1.300 del Governo. Pag. 102
Il parere è, altresì, contrario sugli emendamenti Vietti 2.1, Laganà Fortugno 2.100, Di Pietro 3.13, Vietti 3.12, Di Pietro 3.20, 3.19 e 3.15, Ferranti 3.100, 3.101 e 3.1, Di Pietro 3.18, Ferranti 3.102, Di Pietro 3.14, Ferranti 3.103 e Di Pietro 3.17.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Torrisi 3.7 e Ferranti 3.5. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Ferranti 3.104, parere favorevole sull'emendamento 3.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, mentre accetta l'emendamento 3-bis.300 (Nuova formulazione) del Governo.

PRESIDENTE. Ricordo che gli emendamenti Zeller 3-bis.101 e Zeller 3-bis.102 sono stati ritirati.

ALFONSO PAPA, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Zeller 3-bis.100 e Ferranti 3-ter.100.
La Commissione accetta l'emendamento 3-quater.300 del Governo e formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Ferranti 3-quater.3, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Contento 3-quater.100.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 3-quater.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e sull'emendamento Contento 3-quinquies.100. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Ferranti 4.1 e 4.4. La Commissione raccomanda inoltre l'approvazione del suo emendamento 4.400 ed esprime parere favorevole sugli emendamenti 4.200, 4.201 e 4.202 (emendamenti da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento). La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Ferranti 4.100 ed esprime parere contrario sull'emendamento Naccarato 4-bis.100. La Commissione infine formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Ferranti 4-bis.101.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, però se mi consente vorrei invitare i presentatori degli emendamenti a ritirarli, in quanto il Governo si è fatto carico, nel corso della discussione e dell'esame in Commissione, di una serie di indicazioni. Il Governo ha accettato con una riformulazione l'emendamento dell'onorevole Rao per quanto riguarda la possibilità di copertura delle sedi con gli uditori del concorso 2009, accettando che fossero condizionate dagli elementi indicati nell'emendamento dell'onorevole Ferranti; per quanto concerne le scuole e i corsi di formazione per i dirigenti, ha invece tenuto conto delle osservazioni dell'onorevole Palomba dell'Italia dei Valori, dell'onorevole Ferranti del Partito Democratico e dell'onorevole Rao dell'UdC.
Credo che, a questo punto, se effettivamente vogliamo dare a questo provvedimento una forza che garantisca la copertura delle sedi disagiate, sarebbe opportuno - non è necessario distinguersi, gli emendamenti sono stati presentati - ritirare gli emendamenti, perché vi sono state accettazioni successive e l'intero provvedimento potrebbe essere votato all'unanimità con l'accoglimento degli emendamenti sui quali sono stati espressi dei pareri favorevoli già indicati dal relatore, che tengono conto di due questioni.
Una questione riguarda l'interpretazione autentica della disciplina per i giudici della provincia di Bolzano, l'altra riguarda invece l'interpretazione autentica degli esperti presso il tribunale per i minorenni.
Con questo auspicio, mi auguro che tutti i gruppi ritirino gli emendamenti e possano votarsi solo gli emendamenti sui quali è stato espresso parere favorevole e che hanno già ottenuto parere favorevole in Commissione.

PRESIDENTE. Avverto che l'emendamento Zeller 1.2 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.300 del Governo. Pag. 103
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tidei. Ne ha facoltà.

PIETRO TIDEI. Signor Presidente, intervengo brevemente solo per ricordare che l'anno scorso nella stessa occasione vi fu un impegno formale del Governo ad evitare proroghe per i giudici di pace e a presentare nel 2010 una proposta organica di riforma, che peraltro hanno chiesto i giudici di pace e la magistratura ordinaria.
Oggi, purtroppo, dobbiamo rilevare per l'ennesima volta che siamo di fronte ad un'altra proroga e che di riforma non se ne parla: questo sicuramente danneggia il funzionamento del sistema giudiziario e soprattutto tutti quei magistrati onorari che aspettano da anni una risposta adeguata e definitiva a questa situazione di precarietà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, ecco la dimostrazione di come, laddove vi siano delle esigenze specifiche, gli interventi sono un po' - fatemi passare questa citazione di Aristotele - da regolo di Lesbo, ovvero volta per volta vi è la capacità e la possibilità di adattare gli interventi a quella che è la concreta situazione. Nel caso di specie, non sfugge ai colleghi che l'intervento di questo emendamento differenzia la situazione dei giudici onorari presso il tribunale per i minorenni, perché certamente la particolare situazione, il clima, i numeri, e la necessità di mantenere un assetto costante in questa giurisdizione davvero particolare, legittimano un intervento di questo genere capace di creare una differenza utile per l'ottenimento di un risultato.
Ancora una volta, si tratta di piccole riforme utili, capaci, con maggior «flusso sanguigno» nell'ambito del sistema giudiziario, di garantire risultati più utili.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, intervengo solo per correggere dal punto di vista formale i due emendamenti 1.300 e 3-bis.300 (nuova formulazione) del Governo che avevamo già corretti in Commissione. Nel testo dell'emendamento 1.300 le parole: «va interpretato» vanno sostituite con le seguenti:«si interpreta». Lo stesso nel testo dell'emendamento 3-bis.300 (nuova formulazione), le parole: «va interpretato» vanno sostituite con le seguenti:«si interpreta».
Per quanto concerne ciò che ha affermato l'onorevole Sisto, non si tratta di una differenziazione, questa misura è già prevista nell'ordinamento solo che vi è stato un errore. Nel 2007 è stato varato un decreto che prorogava i giudici di pace e gli altri giudici onorari, compresi gli esperti del tribunale per i minorenni. Il Consiglio superiore della magistratura, con una sua circolare, ha posto un limite che la legge non prevede. È questa la ragione della nuova interpretazione autentica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola, ma il mio intervento era proprio rivolto a suggerire questa nuova formulazione che il Governo ha già anticipato per ragioni di tecnica legislativa. Sotto questo profilo, anche per stemperare un po' il clima che vi è stato nel corso dell'ultima votazione sul precedente provvedimento, mi sembra di poter ribadire il fatto che questo è un provvedimento su cui opposizione e maggioranza si sono confrontati e hanno trovato delle soluzioni, pur rimanendo su alcune questioni orientamenti e punti di vista diversi, che credo vadano tutti nella direzione di rispondere ad alcuni problemi che il settore della giustizia ha anticipato. Con questo spirito, signor Presidente, posso anticipare il nostro voto favorevole all'emendamento del Governo.

Pag. 104

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.300 del Governo, nel testo corretto, accettato dalla Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Nicolucci, Calearo Ciman, Castagnetti, Vico, Bernardini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 480
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato
480).

Prendo atto che il deputato Proietti Cosimi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 2.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'Ippolito Vitale, onorevole Pionati, onorevole Sardelli, onorevole Calearo Ciman, onorevole Castagnetti, onorevole Andrea Orlando, onorevole De Micheli, onorevole Vico, onorevole Trappolino, onorevole Lovelli, onorevole De Micheli, onorevole Valducci.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato
239
Hanno votato
no 252).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Laganà Fortugno 2.100, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli, onorevole Della Vedova, onorevole Barani, onorevole Di Caterina, onorevole Veltroni, onorevole Mondello, onorevole Vico, onorevole Gasbarra, onorevole Scarpetti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 493
Maggioranza 247
Hanno votato
241
Hanno votato
no 252).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Pietro 3.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, l'Italia dei Valori ha affrontato questo provvedimento con spirito altamente collaborativo. Però su questo articolo 3 abbiamo espresso delle riserve, anche con una questione pregiudiziale di costituzionalità, che riguardano il trasferimento d'ufficio. Abbiamo rilevato dei vizi ai sensi dell'articolo 3 della Costituzione (cioè l'irragionevolezza della disposizione perché si scoprono altre sedi) ed il rischio di violazione dell'articolo 107 della Costituzione (quello che riguarda l'inamovibilità dei magistrati).
Allora, Presidente, noi abbiamo offerto un'altra possibilità, e cioè anche le sedi disagiate di cui all'articolo 2 non rimarrebbero scoperte se si facesse riferimento all'assegnazione da parte del Consiglio superiore della magistratura anche dei magistrati - chiamiamoli per semplificazione e per semplicità - di prima nomina. Noi con questo emendamento proponiamo l'abrogazione del comma 2 dell'articolo 13 del decreto legislativo n. 160 del 2006, quello che non è stato neppure realizzato dal Governo in carica ma dalla maggioranza precedente, perché riteniamo che i magistrati di prima nomina debbano essere Pag. 105magistrati a tutti gli effetti. Hanno superato un concorso, il concorso è di secondo grado nel senso che vengono ammessi soltanto coloro che hanno raggiunto una certa pregressa formazione e un certo pregresso titolo; hanno svolto un tirocinio, quindi non c'è ragione per la quale i magistrati stessi non siano assegnati anche a funzioni monocratiche.
Con questo emendamento noi proponiamo una radicale alternativa al trasferimento d'ufficio nel senso della utilizzazione anche di magistrati di prima nomina. Abbiamo sentito l'invito del Governo a ritirare degli emendamenti. Noi alcuni li manterremo, e su alcuni emendamenti di principio chiediamo il voto dell'Assemblea, prospettando questa situazione: piuttosto che rischiare un vulnus ai precetti costituzionali di inamovibilità e di ragionevolezza è possibile, forse è preferibile, ricorrere a quell'altro strumento dell'abrogazione.
Siamo consapevoli che il Governo ha recepito questi problemi e con un emendamento presentato, d'accordo tra tutti, ha consentito, seppur in via transitoria, che i magistrati del concorso in atto possano essere assegnati anche alle sedi disagiate di modo che si superi di fatto la situazione. Tuttavia chiediamo all'Aula un voto su una questione di principio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 3.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole D'Ippolito Vitale... onorevole Coscia... onorevole De Micheli... onorevole Pionati... onorevole De Camillis... onorevole Lenzi... onorevole Brancher.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 509
Maggioranza 255
Hanno votato
250
Hanno votato
no 259).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 3.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Nicolucci... onorevole Barani... onorevole Di Virgilio... onorevole Mazzuca... onorevole Foti Tommaso... onorevole Coscia... onorevole Vico... onorevole Brancher... onorevole Consolo... onorevole Madia... onorevole Rossi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 504
Maggioranza 253
Hanno votato
247
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 3.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Rossi Luciano... onorevole Moles... onorevole Porcino... onorevole Granata... onorevole Mazzuca... onorevole Vico... onorevole Trappolino... onorevole Romani... onorevole Brancher...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 509
Maggioranza 255
Hanno votato
249
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che i deputati Monai e Zampa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Pag. 106
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Di Pietro 3.19 lo ritirano.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Pietro 3.15.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, inviterei l'onorevole Palomba a ritirare l'emendamento Di Pietro 3.15 perché è ai limiti dell'ammissibilità nel senso che non esiste un bando per la copertura dei posti delle funzioni monocratiche e quindi tale bando non può andare deserto. Vi sarebbe una norma del tutto inapplicabile e in contrasto con la disciplina vigente.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedono all'invito al ritiro.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, annuncio il ritiro dell'emendamento Di Pietro 3.15.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.100.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Stiamo mettendo mano a misure ragionevoli e il clima che vi è sul provvedimento in esame dimostra che, quando ci occupiamo della giustizia come servizio ai cittadini, il dialogo nasce spontaneo. Pertanto, mi rivolgo, soprattutto, al sottosegretario Caliendo.
Sappiamo che introdurre il trasferimento d'ufficio, in qualche modo, intacca il principio di inamovibilità, anche se è vero che vengono trasferiti d'ufficio quei magistrati che non abbiano proposto domanda di trasferimento alla scadenza del termine massimo per il mantenimento di quel posto. Credo che si potrebbe avere un fenomeno per cui tutti, per evitare il trasferimento, propongono domande ad altre sedi. Questo renderebbe più complicato per il Consiglio superiore della magistratura individuare il soggetto più idoneo a ricoprire quella funzione.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 19)

CINZIA CAPANO. L'emendamento in oggetto limita, sostanzialmente, il tempo. In altri termini, si opera la sperimentazione non fino al 2014, ma fino al 2011. Probabilmente, con il concorso che abbiamo espletato, con quello che è stato bandito il 29 dicembre, e con quelli che il direttore del Ministero, dottor Birritteri, ha detto di avere in animo di bandire entro la fine di quest'anno, saremo in grado di assicurare la copertura delle sedi disagiate - e, quindi di intervenire, in termini residuali, con il trasferimento d'ufficio - già con i magistrati di prima nomina.
L'abbreviazione del termine consente di limitare nel tempo la sperimentazione, e di verificare, da qui a due anni, al termine del 2011, se i provvedimenti che oggi adottiamo sono stati in grado di riequilibrare le risorse ed eliminare il problema delle sedi giudiziarie.
Ove mai, al dicembre 2011, ciò non fosse accaduto, nulla ci impedirà di prorogare quel termine oppure di adottare ulteriori e diversi provvedimenti, perché questi due anni di tempo ci avranno anche reso evidente qual è il problema di funzionalità su cui dovremo specificamente intervenire.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, insisto affinché i presentatori ritirino l'emendamento in oggetto. Infatti, l'emendamento presentato in Commissione dall'onorevole Rao è stato accolto con riformulazione: in via eccezionale, si procede alle sedi disagiate, si danno gli incentivi ai Pag. 107magistrati, si procede al trasferimento d'ufficio e, eccezionalmente, si inviano gli uditori del concorso di cui al decreto ministeriale del 2009. Una volta che le sedi sono tutte coperte, limitare il termine al 2011, significa non avere più alcuna possibilità di intervento.
Pertanto, ritengo che l'emendamento in esame, che era stato scritto prima del citato emendamento a firma dell'onorevole Rao, non sia più pertinente e, proprio perché l'altro è stato accolto, dovrebbe essere ritirato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, comprendo l'aspirazione del sottosegretario Caliendo a che non si discuta oltre, rispetto al punto di mediazione che è stato trovato in Commissione. Tuttavia, una cosa sono le mediazioni, una cosa sono le posizioni di principio.
L'Unione di Centro si è fatta promotrice di un emendamento di mediazione che prevede la possibilità di assegnazione in via transitoria - come lei sa bene, signor sottosegretario - per quanto riguarda gli uditori di questo concorso e, comunque, non a regime. Rimaniamo, però, convinti della nostra posizione di principio, espressa nella nostra proposta di legge, che vada modificato il decreto legislativo e che vada abolito il divieto di destinazione agli uffici di procura in via definitiva per i magistrati di prima nomina.
Tuttavia, signor sottosegretario, lei ci deve consentire di mantenere una disponibilità di mediazione per trovare una via di uscita che, ancora una volta, abbiamo offerto al Governo rispetto al cul de sac in cui si era cacciato da solo, con una versione di deportazione d'ufficio dei magistrati per coprire le sedi disagiate. Abbiamo fatto questo come sempre con senso di responsabilità e, dunque, abbiamo votato e sosteniamo quella soluzione di mediazione.
Ciò detto, lei ci consenta, però, di tener ferma la nostra posizione di principio, ossia che questa destinazione deve andare a regime in via definitiva. Poi, se la maggioranza e il Governo riterranno di non accoglierla, la respingeranno. Tuttavia, credo che almeno dal punto di vista della testimonianza questo ci deve essere consentito.

PRESIDENTE. Onorevole Ferranti, aderisce all'invito al ritiro del suo emendamento 3.100 formulato dal rappresentante del Governo?

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, signor sottosegretario, vorrei spiegare perché non ritiriamo l'emendamento in esame. Evidentemente non siamo riusciti a far capire quale sia l'obiettivo di questo ridimensionamento della data ultima del trasferimento coatto.
Con questo decreto-legge accanto al trasferimento d'ufficio con disponibilità, che è già previsto dalla legge del 1998 e che è stato poi rivisitato con decreto del Ministro nel 2008, si introduce un altro tipo di trasferimento, quello coatto. Tuttavia, non ha più senso mantenerlo in vita fino al 2014, perché proprio grazie a un'attività di costruzione che si è svolta in Commissione si è data la possibilità ai magistrati di prima nomina, nominati nell'ottobre del 2009, di prendere le funzioni direttamente nelle procure a fine anno. Pertanto, al massimo andranno nelle sedi disagiate nel luglio 2011.
Per questo diciamo che se il Governo ha bisogno, da qui al 2011, di utilizzare lo strumento del trasferimento coatto verremo incontro alle esigenze di funzionalità del Ministro ma non oltre, perché dopo il 2011 sarà a regime la norma di cui parlava anche l'onorevole Vietti che consentirà - e deve consentire - di utilizzare nuove energie. Le nuove forze, sia pure assistite e formate, andranno utilizzate al meglio, ma uscendo dall'emergenza. Pertanto, si tratta solo di un correttivo funzionale all'emendamento approvato in Commissione e riformulato dal Governo, su proposta dell'Unione di Centro e del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 108
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.100, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Onorevole Vella... onorevole Vico... onorevole Mosca... onorevole Di Virgilio... onorevole De Camillis... onorevole Luciano Rossi... onorevole Mosca... onorevole De Camillis... onorevole Vella.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 507
Astenuti 1
Maggioranza 254
Hanno votato
246
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Granata ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.101. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, capisco che alla fine interessa a pochi, però penso che sia un dovere di chi sta qua. Stavo parlando fuori microfono con la presidente della Commissione giustizia perché oggi abbiamo sentito la commissione che si occupa di organizzazione, oltre che il capo del DOG (dipartimento dell'organizzazione giudiziaria) del Ministero. L'emendamento in esame fotografa sostanzialmente una parte delle esigenze che sono state rappresentate come suggerimenti di funzionalità anche dello strumento approvato dal Governo e che il Ministro ha voluto sul trasferimento a consenso o a disponibilità con gli incentivi.
Qui abbiamo detto: ma se il Governo - mi sembra una questione di razionalità e di ragionevolezza - deroga per il trasferimento di ufficio coatto alla questione della distinzione delle funzioni nel distretto per agevolare proprio la copertura delle sedi disagiate, allora tanto più - e qui interviene il nostro emendamento che non cambia nulla e non è nulla di sconvolgente, ma è un principio organizzativo - diamo la possibilità a un decreto del Governo di dare incentivi a chi vuole andare a ricoprire sedi disagiate ad alta densità di lavoro e di disagio anche all'interno del distretto.
Forse si avrà qualche volontario in più, perché si potrà utilizzare anche l'ambito del distretto che normalmente ha sede regionale. Ecco, sotto questo profilo pensiamo di aver dato un ulteriore suggerimento che finora non è stato compreso. Oggi è stato riaffermato come una possibilità condivisa anche dal capo del DOG del Ministero e non capiamo come mai un suggerimento costruttivo abbia avuto un freno, ma noi continueremo a provarci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.101, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Codurelli, onorevole Sbai.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 513
Maggioranza 257
Hanno votato
251
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che l'emendamento Ferranti 3.1. è stato ritirato dai presentatori.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Pietro 3.18. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

Pag. 109

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, preannuncio che ritirerò i prossimi due emendamenti a mia firma, ma su questo vorrei richiamare un attimo l'attenzione. Infatti, con l'emendamento in esame proponiamo una parziale deroga, anche se non l'abrogazione - sottosegretario, mi consenta un attimo - che già non è stata accettata dalla Camera, al comma 2 dell'articolo 13 dell'ordinamento giudiziario vigente, nel senso che almeno agli uffici di procura della Repubblica, anche se non alle altre funzioni monocratiche, possano essere assegnati anche magistrati che non hanno ancora avuto la prima valutazione di idoneità dopo i primi quattro anni.
Perché facciamo questo ragionamento? Perché gli uffici di procura della Repubblica sono uffici a organizzazione fortemente gerarchizzata e nei quali il capo della procura ha la possibilità di selezionare gli affari da assegnare, di seguire gli affari da trattare, così come nell'emendamento in deroga è stato già previsto, ossia che l'assegnazione degli affari non deve riguardare determinati affari giudiziari di un certo peso. Allora, ci stiamo ponendo in una dimensione assolutamente collaborativa.
Non era stato così un anno fa quando il Governo ci aveva proposto gli incentivi come soluzione alla scopertura delle sedi disagiate. Vi avevamo detto che la cosa non avrebbe funzionato e, difatti, non ha funzionato.
Quindi, vorremmo interloquire positivamente col Governo, vorremmo che l'Esecutivo accettasse almeno questo principio, almeno con riferimento agli uffici di procura in cui comunque l'aggiunto che arriva dopo ha la possibilità di inserirsi all'interno di una organizzazione e di una cultura generale dell'ufficio gerarchizzata. Pensiamo che il Governo possa accettare questo, perché non scardina affatto il principio generale che il Governo, invece, vuole mantenere. Per questo, pensiamo che questa sia la chiave di volta per risolvere qualche problema delle procure nelle quali non ci sono vocazioni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 3.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Migliori... onorevole Frassinetti... onorevole Leo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 512
Votanti 511
Astenuti 1
Maggioranza 256
Hanno votato
250
Hanno votato
no 261).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.102.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, annuncio il ritiro dei miei emendamenti 3.102 e 3.103.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Pietro 3.14.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, ritiro questo emendamento, così come l'emendamento Di Pietro 3.17.

PRESIDENTE. Prendo atto che anche l'emendamento Torrisi 3.7 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Samperi. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, intervengo brevemente. Succede spesso che vengano ricoperte le sedi attraverso e con magistrati che provengono Pag. 110dalle stesse regioni o da regioni limitrofe assolutamente carenti di magistrati. Spesso è successo che i magistrati calabresi abbiano lasciate sguarnite le loro sedi per trasferirsi in Sicilia e magistrati siciliani abbiano lasciato sguarnito le proprie sedi per essere trasferiti in Calabria. Noi volevamo ampliare la possibilità ad altre regioni e, quindi, individuare altre regioni che potessero cedere i loro magistrati e che non avessero carenza di organico così elevata come le sedi più disagiate, che, tranne alcune eccezioni che si riscontrano anche nel nord, sono quasi tutte concentrate nel sud.
Il nostro emendamento tendeva proprio ad ampliare la possibilità di prelevare magistrati da sedi che non avevano questa carenza per trasferirli in altre sedi. Vorrei ricordare al Governo alcune cifre che abbiamo anche rilevato in alcune interrogazioni che il Partito Democratico ha presentato. Per esempio, dei quarantotto magistrati trasferiti a sedi disagiate quattordici prestavano già servizio in sedi del sud d'Italia e lì sono rimasti, mentre solo nove magistrati provenienti dal nord Italia e otto del centro sono stati trasferiti. Vorremmo, invece, che il Governo avesse una maggiore elasticità nell'individuare gli ambiti da cui possano prelevarsi magistrati.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Mazzuca... onorevole Binetti... onorevole Palagiano... Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 512
Votanti 511
Astenuti 1
Maggioranza 256
Hanno votato
248
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Ferranti 3.104 lo ritirano.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vella... onorevole Mazzuca... onorevole Vico... onorevole Conte... onorevole Lanzarin...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 513
Votanti 510
Astenuti 3
Maggioranza 256
Hanno votato
510).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento del Governo 3-bis.300 (Nuova formulazione), nel testo corretto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zeller. Ne ha facoltà.

KARL ZELLER. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole e per ringraziare il Governo per aver risolto il problema della procura presso il tribunale di Bolzano estendendo la deroga anche alla copertura dei posti in procura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Biancofiore. Ne ha facoltà.

MICHAELA BIANCOFIORE. Signor Presidente, intervengo per aggiungermi ai ringraziamenti ma soprattutto per sottolineare quanto fatto dal Ministro Alfano e dal sottosegretario Caliendo, avendo colto la peculiarità degli uffici giudiziari e della Pag. 111procura di Bolzano. Dopo la recente visita presso la procura di Bolzano è stata data attuazione a quanto promesso, avendo colto quanto evidenziato dalla sottoscritta e dalla stessa procura di Bolzano (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento del Governo 3-bis.300 (Nuova formulazione), nel testo corretto, accettato dalla Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Trappolino... onorevole Migliori... onorevole Vico... onorevole Bellotti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 514
Votanti 513
Astenuti 1
Maggioranza 257
Hanno votato
505
Hanno votato
no 8).

Comunico che a seguito dell'approvazione dell'emendamento del Governo 3-bis.300 (Nuova formulazione), nel testo corretto, volto a prevedere che ai magistrati assegnati alla sede giudiziaria della provincia autonoma di Bolzano non trovi applicazione il divieto di svolgimento tra l'altro delle funzioni requirenti anteriormente alla prima verifica di professionalità, risulta sostanzialmente assorbito l'emendamento Zeller 3-bis.100, recante una disposizione di analogo tenore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 3-ter.100.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore ed insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 3-ter.100, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pionati, De Micheli, Pompili, Zamparutti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 514
Maggioranza 258
Hanno votato
251
Hanno votato
no 263).

Passiamo all'emendamento Ferranti 3-quater.3.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Ferranti 3-quater.3 formulato dal relatore.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, ritiro l'emendamento d'intesa con quanto accaduto oggi in Commissione, in quanto il Governo e il Ministro hanno preso atto che la norma così com'era formulata, per quanto riguarda il giudizio di valutazione con riferimento alle nomine dei capi degli uffici da parte della Scuola superiore della magistratura, costituiva un vulnus importante al principio di autonomia e indipendenza della magistratura, all'articolo 105 della Costituzione. In un rapporto di costruzione, quando la finalità è quella di far funzionare il sistema e non di creare degli ostacoli, si è trovata un'intesa sull'emendamento del Governo 3-quater.300, e quindi conseguentemente ritiro volentieri l'emendamento a mia prima firma 3-quater.3.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'emendamento 3-quater.300 del Governo, presentato all'articolo 3-quater, sul quale do la parola al sottosegretario per la riformulazione.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, la riformulazione è semplice: all'articolo 3-quater, comma 1, lettera b), capoverso articolo 26-bis, sostituire al comma 3 le Pag. 112parole: «La valutazione è comunicata» con le seguenti: «Gli elementi di valutazione sono comunicati» e, al comma 4, sostituire le parole: «La valutazione positiva di idoneità conserva» con le seguenti: «Gli elementi di valutazione conservano», perché sono conseguenti alla modifica apportata al comma 1, lettera b).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-quater.300, nel testo riformulato, del Governo, accettato dalla Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Maria Rosaria Rossi, D'Ippolito Vitale, Andrea Orlando, Frassinetti ...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 512
Votanti 510
Astenuti 2
Maggioranza 256
Hanno votato
508
Hanno votato
no 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 3-quater.100, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Osvaldo Napoli, Ravetto, Pionati, Murgia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 297
Astenuti 211
Maggioranza 149
Hanno votato
296
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3-quater.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Servodio, Di Virgilio, Trappolino ...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 496
Astenuti 4
Maggioranza 249
Hanno votato
496).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 3-quinquies-100, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Luciano Rossi, D'Ippolito Vitale, De Micheli, Trappolino, Pionati, Leoluca Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 505
Astenuti 3
Maggioranza 253
Hanno votato
504
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Ferranti 4.1.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore ed insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 4.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Pag. 113
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Ceroni, Coscia, De Micheli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 510
Maggioranza 256
Hanno votato
250
Hanno votato
no 260).

Passiamo all'emendamento Ferranti 4.4.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore ed insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 4.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Barani, Scilipoti, Vella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 501
Maggioranza 251
Hanno votato
245
Hanno votato
no 256).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.400 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 508
Maggioranza 255
Hanno votato
508).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 511
Votanti 510
Astenuti 1
Maggioranza 256
Hanno votato
510).

Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lo Monte, Esposito, Veltroni, Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 506
Astenuti 1
Maggioranza 254
Hanno votato
504
Hanno votato
no 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.202, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo. Pag. 114
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Nicolucci, Rosso, De Micheli, Di Virgilio, D'Ippolito Vitale, Pionati e Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 505
Maggioranza 253
Hanno votato
505).

Passiamo all'emendamento Ferranti 4.100. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

DONATELLA FERRANTI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, credo che questo emendamento sia importante e colgo l'occasione della presenza del Ministro per ricordare che in realtà noi non ci opponiamo al fatto che appunto vi sia un'organizzazione e una comunicazione di dati al Ministro, ma chiediamo che ci sia anche la possibilità che i dati statistici circolino tra gli uffici giudiziari. Questo noi chiediamo, ossia che i dati siano trasmessi all'amministrazione giudiziaria ma anche - perché ci sono le difficoltà di comunicazione dei dati - ai capi degli uffici. Se poi questi ultimi devono anche provare o comunque dare conto del loro rendimento e di quello del proprio ufficio hanno bisogno di conoscere i dati. Io non confido sul fatto che venga approvato in questo momento, però auspico che si ponga mente a tale questione.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, credo che ci sia un equivoco, perché i dati che pervengono all'amministrazione della giustizia al Ministero provengono dai capi degli uffici. Tali dati sono disponibili ai capi degli uffici e arrivano al Ministero. Noi dovremmo trasmettere, se ho capito bene, i dati negli altri uffici in tutta Italia. Credo che proprio sia una cosa assurda.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 4.100, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Nicolucci, Pescante, Scarpetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 503
Astenuti 2
Maggioranza 252
Hanno votato
246
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che il deputato Trappolino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Naccarato 4-bis.100, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Franzoso, Rossi, Fioroni, Ceroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 489
Astenuti 11
Maggioranza 245
Hanno votato
235
Hanno votato
no 254). Pag. 115

Prendo atto che il deputato Trappolino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Ferranti 4-bis.101. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, questo è un emendamento molto delicato: gli uffici giudiziari sono in sofferenza, e non solo per la carenza di risorse e di mezzi di cui soffrono da lungo tempo, ma anche perché il Governo ha sottoscritto un contratto integrativo che ha danneggiato molto il personale degli uffici giudiziari. Ha sottoscritto un contratto integrativo con pochissime organizzazioni sindacali, le meno rappresentative, ignorando quelle più rappresentative del personale e demansionando, schiacciando verso il basso e rompendo l'unità delle figure professionali.
Dopodomani, il 5 febbraio, vi sarà uno sciopero generale indetto proprio dagli operatori degli uffici giudiziari. È uno sciopero nazionale proprio perché questi operatori chiedono che venga ricomposto il profilo professionale, così come è previsto nel contratto collettivo nazionale 2006-2009.
Non possiamo scardinare e snaturare il senso dei contratti collettivi nazionali attraverso la stipula di contratti integrativi, che spesso sono fatti ai sensi della legge Brunetta, con i sindacati di comodo che sorgono sui territori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 4-bis.101, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Di Virgilio, Pionati, Pelino, Mondello, Cicu, Simeoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 502
Maggioranza 252
Hanno votato
245
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che il deputato Sarubbi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Iannaccone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3084-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 3084-A).
Qual è il parere del Governo?

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, anche se nelle motivazioni alcune cose non le condivido, il Governo accetta gli ordini del giorno Caparini n. 9/3084-A/1, Palomba n. 9/3084-A/2, Aniello Formisano n. 9/3084-A/3, Zazzera n. 9/3084-A/4, Scilipoti n. 9/3084-A/5, Porcino n. 9/3084-A/6 e Messina n. 9/3084-A/7.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno Vietti n. 9/3084-A/8, inviterei il presentatore a ritirarlo, però il Governo può anche accettarlo come auspicio, perché, avendo votato l'emendamento dell'onorevole Rao, questo ordine del giorno è in contraddizione con quello, in quanto, a regime, dal 2014 questo problema delle sedi disagiate, grazie a questa legge, non esisterà più.

PRESIDENTE. Sottosegretario Caliendo, le chiedo scusa, l'auspicio corrisponde all'accettazione o all'accoglimento come raccomandazione?

Pag. 116

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Vietti n. 9/3084-A/8.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Caparini n. 9/3084-A/1, Palomba n. 9/3084-A/2, Aniello Formisano n. 9/3084-A/3, Zazzera n. 9/3084-A/4, Scilipoti n. 9/3084-A/5, Porcino n. 9/3084-A/6 e Messina n. 9/3084-A/7, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Vietti n. 9/3084-A/8, accolto dal Governo come raccomandazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vietti n. 9/3084-A/8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Barani, Tommaso Foti, Lo Monte, Boccuzzi e Zazzera...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 265
Astenuti224
Maggioranza 133
Hanno votato
238
Hanno votato
no 27).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Il seguito dell'esame è rinviato alla seduta di domani, a partire dalle ore 10, con le dichiarazioni di voto e il voto finale.

Sull'ordine dei lavori (ore 19,43).

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, per chiudere l'incidente di questa mattina, ma anche per consigliare una lettura che spero le faccia piacere, sono a nome di tutto il gruppo ad omaggiarla di una copia de la Padania.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Reguzzoni. È graditissima. Se fosse stata l'edizione di domani sarei stata ancora più contenta. La ringrazio molto.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 4 febbraio 2010, alle 10:

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2009, n. 193, recante interventi urgenti in materia di funzionalità del sistema giudiziario (3084-A).
- Relatore: Papa.

(al termine delle votazioni)

2. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 19,45.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. t.u. pdl 889-A e abb. - em. 1.278 524 524 263 222 302 35 Resp.
2 Nom. em. 1.279 534 534 268 227 307 34 Resp.
3 Nom. em. 1.280 532 530 2 266 224 306 34 Resp.
4 Nom. em. 1.281 557 556 1 279 238 318 31 Resp.
5 Nom. em. 1.282 561 559 2 280 236 323 29 Resp.
6 Nom. em. 1.284 562 560 2 281 235 325 29 Resp.
7 Nom. em. 1.285 565 563 2 282 237 326 29 Resp.
8 Nom. em. 1.289 564 562 2 282 236 326 27 Resp.
9 Nom. em. 1.290 559 557 2 279 233 324 25 Resp.
10 Nom. em. 1.291 562 560 2 281 233 327 25 Resp.
11 Nom. em. 1.292 555 553 2 277 232 321 26 Resp.
12 Nom. em. 1.293 560 559 1 280 236 323 26 Resp.
13 Nom. em. 1.294 561 559 2 280 235 324 26 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.296 551 549 2 275 226 323 26 Resp.
15 Nom. em. 1.297 555 553 2 277 229 324 26 Resp.
16 Nom. em. 1.298 558 556 2 279 231 325 26 Resp.
17 Nom. em. 1.299 554 552 2 277 227 325 26 Resp.
18 Nom. em. 1.355 554 552 2 277 232 320 26 Resp.
19 Nom. em. 1.356 553 552 1 277 229 323 26 Resp.
20 Nom. em. 1.357 556 554 2 278 232 322 25 Resp.
21 Nom. em. 1.358 559 557 2 279 231 326 25 Resp.
22 Nom. em. 1.359 560 558 2 280 232 326 25 Resp.
23 Nom. em. 1.360 558 556 2 279 231 325 25 Resp.
24 Nom. em. 1.306 560 558 2 280 234 324 25 Resp.
25 Nom. em. 1.307 558 556 2 279 232 324 25 Resp.
26 Nom. em. 1.308 563 561 2 281 234 327 25 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 1.221 568 566 2 284 268 298 23 Resp.
28 Nom. em. 1.353 565 563 2 282 267 296 23 Resp.
29 Nom. em. 1.159 564 562 2 282 268 294 22 Resp.
30 Nom. em. 1.401 564 562 2 282 328 234 22 Appr.
31 Nom. em. 1.171 562 561 1 281 236 325 22 Resp.
32 Nom. em. 1.68 558 557 1 279 229 328 22 Resp.
33 Nom. em. 1.172 553 550 3 276 231 319 22 Resp.
34 Nom. subem. 0.1.304.1 562 558 4 280 233 325 22 Resp.
35 Nom. subem. 0.1.304.3 568 568 285 238 330 23 Resp.
36 Nom. em. 1.304 rif. 568 564 4 283 330 234 23 Appr.
37 Nom. em. 1.173 568 564 4 283 234 330 23 Resp.
38 Nom. em. 1.98, 1.128 557 555 2 278 262 293 23 Resp.
39 Nom. em. 1.175 558 556 2 279 230 326 23 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 1.81 554 550 4 276 223 327 22 Resp.
41 Nom. em. 1.305 560 560 281 289 271 21 Appr.
42 Nom. em. 1.363 565 565 283 326 239 21 Appr.
43 Nom. em. 1.129 553 553 277 233 320 21 Resp.
44 Nom. em. 1.217 547 547 274 231 316 21 Resp.
45 Nom. em. 1.16, 1.177 550 550 276 233 317 21 Resp.
46 Nom. em. 1.178 556 556 279 236 320 21 Resp.
47 Nom. em. 1.179 558 558 280 234 324 21 Resp.
48 Segr em. 1.354 556 556 279 271 285 21 Resp.
49 Nom. articolo 1 546 509 37 255 281 228 20 Appr.
50 Nom. mantenimento articolo 2 541 506 35 254 282 224 20 Appr.
51 Nom. odg 9/889-A/70 528 495 33 248 222 273 39 Resp.
52 Nom. odg 9/889-A/89 536 513 23 257 203 310 37 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. odg 9/889-A/101 543 511 32 256 229 282 36 Resp.
54 Nom. odg 9/889-A/102 544 507 37 254 228 279 36 Resp.
55 Nom. odg 9/889-A/103 549 513 36 257 230 283 36 Resp.
56 Nom. odg 9/889-A/104 542 507 35 254 225 282 34 Resp.
57 Nom. odg 9/889-A/105 545 508 37 255 228 280 34 Resp.
58 Nom. odg 9/889-A/106 549 514 35 258 231 283 33 Resp.
59 Nom. odg 9/889-A/107 552 516 36 259 232 284 33 Resp.
60 Nom. odg 9/889-A/108 550 511 39 256 229 282 32 Resp.
61 Nom. odg 9/889-A/109 550 543 7 272 251 292 31 Resp.
62 Nom. t.u. pdl 889-A e abb.- voto finale 595 555 40 278 316 239 7 Appr.
63 Nom. Ddl 3084-A - em. 1.300 481 480 1 241 480 8 Appr.
64 Nom. em. 2.1 491 491 246 239 252 8 Resp.
65 Nom. em. 2.100 493 493 247 241 252 8 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 3.13 509 509 255 250 259 8 Resp.
67 Nom. em. 3.12 504 504 253 247 257 8 Resp.
68 Nom. em. 3.20 509 509 255 249 260 8 Resp.
69 Nom. em. 3.100 508 507 1 254 246 261 9 Resp.
70 Nom. em. 3.101 513 513 257 251 262 9 Resp.
71 Nom. em. 3.18 512 511 1 256 250 261 9 Resp.
72 Nom. em. 3.5 512 511 1 256 248 263 9 Resp.
73 Nom. em. 3.200 513 510 3 256 510 9 Appr.
74 Nom. em. 3-bis.300 514 513 1 257 505 8 9 Appr.
75 Nom. em. 3-ter.100 514 514 258 251 263 9 Resp.
76 Nom. em. 3-quater.300 rif. 512 510 2 256 508 2 9 Appr.
77 Nom. em. 3-quater.100 508 297 211 149 296 1 9 Appr.
78 Nom. em. 3-quater.200 500 496 4 249 496 9 Appr.
INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 89)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. em. 3-quinquies.100 508 505 3 253 504 1 9 Appr.
80 Nom. em. 4.1 510 510 256 250 260 9 Resp.
81 Nom. em. 4.4 501 501 251 245 256 9 Resp.
82 Nom. em. 4.400 508 508 255 508 9 Appr.
83 Nom. em. 4.200 511 510 1 256 510 9 Appr.
84 Nom. em. 4.201 507 506 1 254 504 2 9 Appr.
85 Nom. em. 4.202 505 505 253 505 8 Appr.
86 Nom. em. 4.100 505 503 2 252 246 257 8 Resp.
87 Nom. em. 4-bis.100 500 489 11 245 235 254 8 Resp.
88 Nom. em. 4-bis.101 502 502 252 245 257 8 Resp.
89 Nom. odg 9/3084-A/8 489 265 224 133 238 27 8 Appr.