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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 257 di venerdì 11 dicembre 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 9,35.

MIMMO LUCÀ, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Bonaiuti, Brugger, Brunetta, Bruno, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Cota, Crimi, Crosetto, Donadi, Fitto, Franceschini, Frattini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Lusetti, Mantovano, Mazzocchi, Meloni, Menia, Migliavacca, Molgora, Nucara, Palumbo, Prestigiacomo, Roccella, Romani, Rotondi, Paolo Russo, Saglia, Stucchi, Tremonti, Urso, Vietti e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1791 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012 (Approvato dal Senato) (A.C. 2937-A);Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012 (A.C. 2937-bis) (ore 9,39).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012 e della relativa Nota di variazioni.
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione congiunta sulle linee generali ed hanno avuto luogo le repliche dei relatori di maggioranza e del rappresentante del Governo.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi relativi al seguito dell'esame del disegno di legge di bilancio è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).
Ricordo che dopo l'esame degli articoli e degli emendamenti ad essi riferiti non procederemo alla votazione finale del disegno di legge di bilancio. L'esame degli ordini del giorno e il voto finale avranno pertanto luogo dopo la conclusione dell'esame del disegno di legge finanziaria.
Ricordo che, come di consueto, nel fascicolo degli emendamenti relativi al disegno di legge di bilancio sono stati pubblicati solo gli emendamenti ammissibili presso la Commissione bilancio in sede referente, purché ivi respinti e ripresentati ai fini dell'esame in Assemblea.

(Esame degli articoli - A.C. 2937-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione. Pag. 2
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 2937-A) che è distribuito in fotocopia.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,40).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, dopo le agenzie che sono arrivate ieri nel pomeriggio, a cui si è accennato anche in quest'Aula, abbiamo tutti potuto sentire ieri sera dalla viva voce del Presidente del Consiglio le sue dichiarazioni. Il giudizio politico dell'Italia dei Valori su quelle dichiarazioni è che siano state un delirio eversivo anticostituzionale senza precedenti nella storia della Repubblica, e che è molto vicino alla fattispecie dell'attentato alla Costituzione prevista dal nostro codice penale (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Con una spudoratezza ulteriore, il Presidente del Consiglio ha dichiarato che in Italia le leggi le fa il Parlamento, quando da un anno e mezzo il Parlamento è svuotato realmente delle sue funzioni attraverso i decreti-legge e le richieste del voto di fiducia, come capiterà anche per questa finanziaria.
Noi chiediamo, signor Presidente, che il Presidente del Consiglio, che qui non si vede mai, venga a riferire in Aula sulle sue dichiarazioni, e qualora non lo volesse fare il Presidente del Consiglio, che venga comunque il Governo a riferire in Aula sulle dichiarazioni del Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, la Presidenza ha già avanzato la richiesta in quanto era stata formulata ieri dal presidente Franceschini e in altri interventi sullo stesso argomento.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, come lei giustamente ha sottolineato, questo argomento è stato già affrontato ieri in un giro di interventi in cui è intervenuto il capogruppo dell'Italia dei Valori, quindi volevo augurare un buongiorno e un bene alzato all'onorevole Borghesi che evidentemente ieri dormiva (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

MASSIMO VANNUCCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, avrei una domanda da rivolgerle, se possiamo approfittare di questi 20 minuti...

PRESIDENTE. Non di tutti i venti minuti, onorevole Vannucci.

MASSIMO VANNUCCI. No, signor Presidente, è una semplice domanda. Le chiedo, signor Presidente: un parlamentare che offende un collega chiamandolo «pirla» o dicendo di lui che è falso o che è invalido è censurabile?
Penso di sì, se avviene in quest'Aula. Se lo fa attraverso la stampa, è ugualmente censurabile dal Presidente della Camera? Io questo non lo so e, quindi, lo chiedo a lei. Presidente, le chiedo di verificare se l'articolo comparso su il Giornale a pagina 11 del 9 dicembre, a firma Renato Farina, Pag. 3dove si esprimono gli apprezzamenti di cui sopra, che evito per rispetto dell'Aula di ripetere, verso i colleghi Bersani e Di Pietro, verso di lei, Rosy Bindi, che è anche chiamata a presiedere quest'Aula, verso l'onorevole Castagnetti, sia effettivamente opera dello stesso Farina. Se così fosse, come io credo, il collega Farina dovrebbe firmarsi come parlamentare del PdL, posto che è stato espulso dall'ordine dei giornalisti in quanto, meglio noto come agente Betulla, ha ammesso di essere informatore, da giornalista, dei servizi segreti e di costruire e pubblicare dossier falsi attentando, di fatto, alle istituzioni democratiche del nostro Paese. Quindi, signor Presidente, la domanda è di valutare se vi sono gli elementi di censura e se i modi di pubblicazione degli articoli, senza specificazione della qualifica di parlamentare, siano corretti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Vannucci. Come lei sa, la Presidenza può valutare la censurabilità o meno delle espressioni che vengono usate durante i lavori dell'Aula. L'espressione da parte di ciascun parlamentare fuori da questo contesto è valutabile alla luce dell'articolo 68 della Costituzione, a cui ciascun parlamentare, ove si ritenga offeso, può far riferimento.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta che riprenderà alle 10.

La seduta, sospesa alle 9,45, è ripresa alle 10,05.

MAURIZIO PANIZ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO PANIZ. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire perché ieri l'onorevole Minniti ha reagito a fronte del mio intervento. Debbo dire che aveva perfettamente ragione, perché l'informazione che mi era stata data non era corretta e di questo gli do atto pubblicamente. Il rapporto di lealtà impone di riconoscerlo e di questo tengo ad essere protagonista. L'amicizia nei confronti dell'onorevole Minniti c'era, c'è e resterà (Applausi).

MARCO MINNITI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO MINNITI. Signor Presidente, ringrazio di vero cuore l'onorevole Paniz per le parole chiare ed oneste che ha pronunciato stamattina. Penso che tutti noi dobbiamo raccomandarci grande prudenza quando trattiamo di queste questioni e non avevo dubbi che l'onorevole Paniz, valutando la situazione, avrebbe riconosciuto l'errore compiuto. Vedete, cari colleghi, sbagliare è molto semplice, spesso facile, riconoscere l'errore è molto più difficile. Potremmo dire che l'errore è proprio dell'uomo, il riconoscimento dell'errore è virtù del galantuomo. Grazie, onorevole Paniz (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Popolo della Libertà).

ALESSANDRA MUSSOLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, chiedo di intervenire su un argomento che certamente interessa l'intera Aula e soprattutto l'attività dei parlamentari. Noi sappiamo perfettamente che i lavori dell'Aula sono pubblici, ma non è certamente pubblico, perché è un'interferenza nella privacy, zoomare con i teleobiettivi biglietti, foglietti o comunicazioni che un deputato può mandare ad un altro deputato, come è accaduto ieri con un biglietto inviato dal Presidente della Camera all'onorevole Casini.
Questo è un fatto che non può incidere sui lavori parlamentari e non possiamo ritrovare comunicazioni private, che ognuno di noi manda, al telegiornale o su Internet. Questa è una cosa gravissima. Quindi, chiedo all'Ufficio di Presidenza di esaminare ciò che è già accaduto anche Pag. 4altre volte. Un conto è scattare foto quando si espongono cartelli, ma noi non possiamo più scrivere biglietti o accendere il computer per vedere cose che a noi interessano, perché abbiamo il grande fratello lì che ci zooma, legge e lo trasmette in «mondovisione». Questo non è un modo giusto di dare pubblicità all'attività del Parlamento. Questo noi non lo possiamo consentire. Non è così che si fa pubblicità ai lavori dell'Aula, visto che siamo costretti dal sistema di votazione con le impronte digitali a restare nei banchi. Chiedo a lei, Presidente, di porre veramente questa questione come priorità all'Ufficio di Presidenza.

PRESIDENTE. Onorevole Mussolini, riferirò al Presidente, che investirà il Collegio dei questori della questione seria che lei ha posto.

In ricordo di Monica Tavernini.

AMEDEO LABOCCETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ieri è morta a Napoli, all'età di cinquantacinque anni, Monica Tavernini, uno degli ultimi spiriti liberi, come l'ha giustamente definita un giornalista napoletano, Carlo Franco, della sinistra napoletana e direi della sinistra nazionale. Per cortesia, sto ricordando un esponente politico di altissimo livello della città di Napoli.

PRESIDENTE. Onorevole Laboccetta, lei continui.

AMEDEO LABOCCETTA. Monica Tavernini aveva un bagaglio di esperienza politica non comune, che pochi altri esponenti partenopei possono vantare. Da giovanissima, Monica Tavernini aveva lavorato all'Alfasud e fu proprio in quella fabbrica che Enrico Berlinguer le rivolse convinti apprezzamenti politici. Monica Tavernini è stata consigliere comunale di Napoli e per due legislature consigliere regionale della Campania.
Poi nel 1994 si staccò definitivamente dal PDS; considerava, infatti, un cedimento alla retorica il fatto che molti media dell'epoca definissero e dipingessero Napoli come circondata dalla stagione del rinascimento. Riprese dopo molti anni la tessera del partito, come ebbe occasione di dire lei stessa, solo per rendere una testimonianza.
Monica era una donna bellissima, fuori e dentro. Negli ultimi anni il suo impegno è stato rivolto ai movimenti civici della città di Napoli, sempre nell'ambito della sinistra partenopea. Donna di grande spessore culturale, desidero ricordarla in quest'Aula con grande rispetto e, se me lo permettono i suoi antichi compagni di partito, anche con sincero affetto.
Sono stato un suo sincero amico; negli ultimi mesi so che ha sofferto molto a causa di una grave e pesante malattia. Dedico un pensiero a sua figlia, una ragazza che studia all'università di Napoli e che si chiama Giulia, e ai suoi fratelli Davide e Daniele.
Signor Presidente, sono certo che l'Assemblea di Montecitorio, attraverso la Presidenza, farà pervenire alla famiglia di Monica Tavernini la nostra partecipazione e le nostre condoglianze (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Laboccetta, ci uniamo al suo ricordo.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, anche io intendo associarmi al ricordo di Monica Tavernini che ha fatto l'onorevole Laboccetta. Anche io ho avuto l'occasione di conoscerla nella mia esperienza di attività di consigliere comunale a Napoli e ne ho un ricordo perfettamente coincidente con quello che ne ha fatto l'onorevole Laboccetta. Pag. 5
È una figura che ha onorato la politica napoletana e la politica tout court e credo che sia stato doveroso questo ricordo stamani, in un momento così luttuoso per la sua famiglia e per i suoi compagni (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

EUGENIO MAZZARELLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EUGENIO MAZZARELLA. Signor Presidente, intervengo solo per associarmi alle parole di ricordo dell'onorevole Laboccetta e del Ministro Vito. Mi fa piacere che abbiano preso questa iniziativa nel ricordo di una politica napoletana che ha dato prova di sé in lunghi anni di disinteressata militanza politica, in una stagione difficile, ma forse anche più limpida dell'attuale.
Voglio solo ricordare che la sua carriera politica, cominciata all'Alfasud, ebbe un avallo significativo da una personalità che è cara al ricordo di tutta la sinistra italiana, e penso non solo, cioè Enrico Berlinguer.
Vi è una foto di Monica Tavernini, che peraltro è stata compagna di studi proprio di Enrico Berlinguer, alla cui memoria lei è sempre stata legata, anche quando ha lasciato l'impegno politico attivo nei partiti della sinistra, senza, però, far mai mancare la sua libertà, la sua dignità di donna, il suo impegno e il suo amore per la città di Napoli, per la regione, per l'Italia e per il nostro partito (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Popolo della Libertà).

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Avverto che è stato ritirato l'emendamento Terranova Tab. 9.1.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2937-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1, con l'annessa tabella 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2937-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, la manovra di bilancio a cui fa riferimento l'articolo 1 di fatto è già stata anticipata nell'estate, con il decreto-legge n. 78 del 2009 relativo alla programmazione triennale. Questa è un'ottima modalità con la quale questa maggioranza ha cercato di dare stabilità economica allo Stato.
Abbiamo scelto una strada responsabile, ispirata ad una logica di prudenza fiscale, in base alla quale vi è stato l'intento di contrastare gli effetti negativi della crisi economica senza determinare un peggioramento della situazione dei conti pubblici; e ciò lo abbiamo perseguito attraverso una definizione di misure di sostegno articolate, in modo da determinare un impatto quanto più possibile neutrale sulla finanza pubblica.
Ecco quindi che secondo questa logica il nostro approccio è stato quello di una sostanziale prudenza, che tiene prioritariamente conto dei rischi connessi ad un peggioramento del disavanzo per un Paese, quale l'Italia, su cui grava - lo ricordo - un debito pubblico in rapporto al PIL delle dimensioni che purtroppo tutti noi conosciamo.
Comunque, la manovra di bilancio, con la legge finanziaria, riesce a dare sostentamento e sostegno ai territori. Ricordo i quattro «filoni» a cui la Lega Nord crede di più di questa partita economica: i «filoni» delle imprese, della famiglia, dei comuni e della sicurezza.
Per quanto concerne le imprese, è chiaro che voglio riferirmi alla manovra legata agli ammortizzatori sociali: la proroga a tutto il 2010 dell'intero pacchetto degli ammortizzatori deciso per il 2009, nel quale oltre ad una serie di grandi investimenti nel settore vorrei ricordare il prolungamento da 52 a 104 settimane Pag. 6della cassa integrazione guadagni ordinaria, molto richiesta dai territori, dalle associazioni di categoria e dagli industriali, dai sindacati, in modo tale che vi sia la possibilità di estenderla anche per questa annualità; sempre tenendo conto dei fondi dell'accordo di questo febbraio, ricordo anche gli 8 miliardi di euro in parte regionali, in parte statali, che riescono così a coprire anche l'annualità 2010, essendo stati consumati 2,5 miliardi sugli 8 disponibili.
Veniamo alla partita dei confidi. Oltre all'implementazione fatta dall'articolo proposto dal Senato, vi è stato un emendamento della Lega Nord accettato dal Governo, che prevede di estendere le finalità delle risorse che ricevettero nel 2004 determinati confidi legati ai danni alluvionali alle finalità del comma 33 dell'articolo 2, quelle dello sviluppo economico dei territori e dell'occupazione.
Veniamo al Fondo per l'agricoltura. L'agricoltura è comunque sempre un'impresa, un'impresa trainante, la vera multinazione che ha l'Italia, quella degli agricoltori. La Lega Nord ha fortemente voluto il mantenimento e l'implementazione degli stanziamenti: ricordo il Fondo di solidarietà per la partita legata alle assicurazioni, alla compartecipazione statale al pagamento dell'assicurazione contro i danni meteorologici. Ricordo anche il fondo sull'autotrasporto, 400 milioni di euro.
Passiamo poi al DURC. Il DURC è stato una grande partita portata avanti dall'onorevole Fugatti nel decreto-legge n. 78 del 2009, che prevedeva l'esibizione del DURC (una cosa sacrosanta) per tutti coloro che vogliono montare una bancarella nei mercati. Purtroppo al Senato avevano cancellato quanto predisposto nel decreto-legge n. 78, ma noi con grande pervicacia l'abbiamo riproposto: ora sono le regioni che hanno la facoltà, insieme ai comuni, di richiedere l'esibizione del DURC a tutti quegli stranieri, quegli immigrati che, talvolta irregolari, talvolta senza partita IVA, talvolta senza pagare alcun tipo di tassa o di versamento IVA, fanno una concorrenza spietata ai nostri ambulanti. Una volta i mercati erano il cuore pulsante delle tradizioni economiche e sociali delle comunità, ora andiamo nei mercati e vediamo uno stuolo di stranieri che fanno una concorrenza spietata...

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ROBERTO SIMONETTI. Se non ho più tempo, concludo.

PRESIDENTE. Può concludere.

ROBERTO SIMONETTI. Dicevo, le imprese, la famiglia, i libri di testo, le scuole paritarie, il Fondo per l'accesso alla prima casa per le giovani coppie, i soldi per l'università, le detrazioni IRPEF del 20 per cento sull'anticipo, il Patto per la salute, un miliardo e 700 milioni di soldi messi nel campo sanitario. Per i comuni ricordo il ristoro dell'ICI sulla prima casa, il Fondo per le scuole: ogni comune ha delle scuole da mettere a posto. Dieci milioni per la legge sulla montagna, il 5 per mille per l'associazionismo, il Fondo ambiente, per un miliardo.
La sicurezza: più soldi per le carceri.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ROBERTO SIMONETTI. La nostra politica è quella di costruire carceri nuove e non di fare indulti e condoni. Ricordo che tutto questo è avvenuto senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini ma prelevando risorse attraverso lo scudo fiscale, con le rivalutazioni, il risparmio e la minor spesa per gli sprechi di questo Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti della Scuola elementare «Sant'Antonio» di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico. Pag. 7
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, con l'annessa tabella 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sanga, onorevole Coscia, onorevole Vito, onorevole Grassi, onorevole Nannicini, onorevole Graziano, onorevole Zinzi, onorevole Lunardi, onorevole Paolini, onorevole Landolfi, onorevole Di Biagio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 488
Maggioranza 245
Hanno votato
266
Hanno votato
no 222).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2937-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2, con l'annessa tabella 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2937-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Calvisi. Ne ha facoltà.

GIULIO CALVISI. Signor Presidente, in questo intervento mi limiterò a formulare alcune considerazioni. La prima è che colleghi che hanno più esperienza parlamentare di me mi dicono che in passato il bilancio di previsione non avrebbe preso molto tempo nel confronto della discussione parlamentare perché il tempo veniva occupato soprattutto dal confronto e dalla discussione sulla legge finanziaria. In fondo vi era una ragione per questo: il bilancio di previsione non è altro che il documento contabile che certifica le entrate e le spese dello Stato a legislazione vigente e le modificazioni che su tali voci intervengono a seconda degli obiettivi di finanza pubblica o di politica economica che il Governo e la sua maggioranza parlamentare vogliono perseguire.
Dal prossimo anno sappiamo che non sarà più così: la legge finanziaria non ci sarà più, ci sarà la cosiddetta «legge di stabilità» che più che uno strumento di politica economica sarà uno strumento volto alla correzione dei conti pubblici.
Pertanto la discussione vera e propria sugli indirizzi di finanza pubblica la faremo sulla legge di bilancio. Il peso e il ruolo del Parlamento si eserciteranno quindi maggiormente sulla legge di bilancio.
Signor Presidente, vorrei fare riferimento al futuro della discussione parlamentare per comunicare la disponibilità del gruppo del Partito Democratico ad una discussione e ad un confronto serio e di merito sul bilancio, a partire da questo esercizio finanziario. Abbiamo presentato al bilancio di previsione 2010 una serie di emendamenti circoscritti e assolutamente di buon senso. Saranno una decina in tutto e in seguito preciserò quali voci essi riguardino. Siamo costretti a formulare questa proposta alla maggioranza e al Governo perché sulla finanziaria, come è noto, vi apprestate a porre l'ennesima questione di fiducia.
Con questi pochi e sensati emendamenti al bilancio di previsione, un po' vi abbiamo quindi voluto dare una ciambella di salvataggio, un'occasione per non passare alla storia come il primo Governo della storia repubblicana che, a fronte di 2 mila emendamenti presentati da maggioranza ed opposizione in Commissione bilancio per iniziativa dei parlamentari di maggioranza e di opposizione (poi ridotti a qualche centinaia nella discussione in Commissione bilancio, con la disponibilità offerta di ridurli anche ad una decina, per non dire a qualcuno soltanto), per la prima volta nella storia della Repubblica abbia determinato una situazione tale per cui questa maggioranza non permetterà l'approvazione di neanche uno degli emendamenti di iniziativa parlamentare nel corso dell'intera sessione di bilancio (né Pag. 8sul bilancio di previsione, né sulla finanziaria): è uno straordinario record, signor Presidente, che la dice lunga sui rapporti tra Governo e Parlamento!
Siamo in una situazione di commissariamento della maggioranza parlamentare, di annichilimento delle ragioni della funzione esercitata dall'opposizione in un sistema democratico, di riduzione della Commissione bilancio (della prestigiosa Commissione bilancio!) a cassa di risonanza del Governo, e neanche di tutto il Governo, perché almeno quello è un organo collegiale, ma del solo Ministro dell'economia e delle finanze.
Vi siete inventati perfino il voto di fiducia in Commissione, una cosa mai vista e che spero vivamente non costituisca un precedente (e poi vi siete pure sorpresi che non abbiamo partecipato al voto finale!).
Con gli emendamenti presentati alle tabelle dell'articolo 2 vi diamo quindi un'occasione almeno per salvare la faccia.
Come seconda considerazione, la lettura del bilancio di previsione per il 2010 rende molto bene l'idea di che cosa il Governo e la maggioranza parlamentare hanno voluto fare con la finanziaria di quest'anno, ed ancora di più si scorgono gli effetti delle scelte di politica economica e di finanza pubblica che avete compiuto con gli innumerevoli e disorganici interventi di natura economica precedenti a questo disegno di legge del bilancio di previsione e a quello della legge finanziaria.
Signor Presidente, è curiosa l'immagine che viene data di questa nostra discussione: l'operazione di immagine e politica che la maggioranza sta cercando di far passare agli occhi degli italiani, e persino in quest'Aula parlamentare, è davvero intollerabile.
La relazione del relatore Marinello, e ancor prima quella del relatore Corsaro sul disegno di legge finanziaria, costituiscono sotto questo punto di vista dei veri e propri pezzi di bravura. Si dice testualmente che il Governo, in un contesto generale caratterizzato da elevata incertezza in ordine all'intensità e alla durata della prospettiva di ripresa della crescita del prodotto interno lordo, ha scelto una strada responsabile ispirata alla logica di prudenza fiscale, in base alla quale l'intento di contrastare gli effetti negativi della crisi economica senza determinare un peggioramento della situazione dei conti pubblici è stato perseguito attraverso la definizione di misure di sostegno articolate in modo tale da determinare un impatto quanto più possibile neutrale sulla finanza pubblica. E in questo quadro di grande difficoltà ha trovato le risorse (su questo punto è intervenuto proprio ora anche l'onorevole Simonetti) per gli ammortizzatori sociali, il Patto per la salute, le risorse da destinare ai comuni a copertura del mancato gettito ICI, il credito d'imposta per la ricerca delle imprese, i 300 milioni per la messa in sicurezza delle scuole, il 5 per mille, la proroga della sospensione dei tributi per le aree abruzzesi (ma sappiamo che questo è più un millantato credito che altro!), lo stanziamento di oltre un miliardo nel triennio per le forze di polizia, i libri di testo gratuiti, le risorse per le scuole paritarie.
E tutto questo - voi dite (ed è proprio la cantilena che ci suonate in questi giorni) - lo avete fatto senza mettere mano alle tasche degli italiani, lo avete fatto con i proventi dello scudo fiscale e di poche altre voci di spesa. Uno rimane anche sbalordito da tanta capacità, se si ferma a questa manovra; ma poi si ricorda che siete al Governo da un anno e mezzo e che in questo anno e mezzo avete fatto non so quante mini-finanziarie, ma guardando le tabelle ed i numeri di questo disegno di legge di approvazione del bilancio dello Stato ci si accorge che in esso vengono inglobati gli effetti del decreto-legge n. 112 del 2008, che di fatto costituisce la vera manovra economica per il triennio 2009-2011.
Infatti, a fronte di una legge finanziaria che sembra dispensare provvidenze a costo zero, il bilancio fa chiaramente emergere le rilevanti riduzioni di finanziamento di leggi di spesa che hanno inciso sui vari stati previsionali di spesa dei Ministeri, a partire dal bilancio di previsione dello Pag. 9scorso anno e del relativo assestamento. Ci si ricorda dei tagli lineari dello scorso anno e dei loro effetti nel triennio. Voglio ricordare solo qualche voce affinché non ce ne dimentichiamo: 3 miliardi di euro in meno allo sviluppo economico, 1 miliardo e 800 milioni in meno all'istruzione, 500 milioni in meno alle politiche di sicurezza, quasi 3 miliardi in meno alla logistica, infrastrutture e trasporti, 1,5 miliardi di tagli alla difesa, 739 milioni in meno alla competitività e allo sviluppo delle imprese, 2 miliardi in meno in relazione al diritto alla mobilità, 3,5 miliardi in meno rispetto agli investimenti fissi lordi.
Tuttavia, queste misure di cui vi fate belli nella legge finanziaria (partecipazione a banche e a fondi internazionali per 130 milioni, proroga del 5 per mille per 400 milioni, rifinanziamento per la gratuità dei libri di 103 milioni, finanziamento alle università per 400 milioni, finanziamento alle scuole non statali di 130 milioni, e altre misure, come addirittura la proroga nel settore dell'autotrasporto, il Fondo per l'agricoltura, il finanziamento del credito di imposta alle imprese che investono nella ricerca) erano tutte misure contenute nella legislazione precedente e spesso previste da Governi di centrosinistra che vi hanno preceduto e che voi con il decreto-legge n. 112 e con gli altri provvedimenti avevate tagliato. Questa è la verità! Oggi le ripristinate solo parzialmente. Voglio ricordare che i libri di testo gratuiti c'erano già, li avevate tolti voi; i finanziamenti per le scuole paritarie c'erano già, li avevate tolti voi; il turn over dei vigili del fuoco c'era già, lo avevate tolto; i soldi per la sicurezza e per la difesa c'erano, li avevate tolti; questa è la verità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Vi faccio anche un altro appunto: voi tornate parzialmente indietro rispetto alla politica dei tagli lineari, e però lo fate con coperture una tantum, perché questi 8 miliardi e 888 milioni, che è l'ammontare complessivo della manovra, oggi sono coperti dallo scudo fiscale, dal TFR e dall'accordo fatto con le province di Trento e Bolzano; ma domani non si sa. Lo scudo fiscale non ci sarà più. Il TFR nella migliore delle ipotesi è una semplice e mera operazione contabile, un trucco contabile, nella peggiore delle ipotesi, come altri colleghi vi hanno detto in Aula, è un debito che voi prendete e che domani dovrete restituire, e che scaricherete sui Governi e sulle generazioni future. L'unica misura permanente è l'accordo con Trento e Bolzano, il miliardo che ricavate da quell'accordo. È un accordo che oggi vi permette di avere un miliardo, ma che domani sappiamo comporterà un cosa importante: quelle province saranno escluse dalla partecipazione al Fondo perequativo nazionale, quando ci sarà il federalismo fiscale. Il punto, però, è che quelle spese non sono una tantum. Non è che quest'anno ci sono e l'anno prossimo non ci saranno; ci saranno e, quindi, già si prevede un buco per il prossimo anno.
Non è tutto. Come ha scritto l'onorevole Baretta nella relazione di minoranza queste coperture che voi immaginate nella legge finanziaria afferiscono ad un Fondo unico: quello grandi eventi, all'interno del quale vi è il patto per la salute, i comuni, il pacchetto per il lavoro, il Fondo per l'agricoltura, le missioni di pace, l'efficienza, la giustizia e così via. Voi ponete una postilla, scrivete una cosa significativa e emblematica di che cosa volete fare con queste poste di bilancio. Scrivete che queste risorse sono accumulate per coprire spese nella misura massima prevista. Quindi, non è che queste risorse accumulate vanno direttamente trasferite alle voci che ho elencato, e che sono individuate nella legge finanziaria. No, ci vorrà un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, voluto del Ministro Tremonti, per poter finanziare quelle voci, e probabilmente la scuola paritaria, le misure per i comuni, il Patto per la salute non verranno finanziati nella misura indicata in questa legge di bilancio, ma verranno finanziati nella misura massima ivi prevista; non si sa dove né quando.
Allora questo è il punto che noi solleviamo su questa manovra. Terza considerazione: per quanto riguarda le cifre del bilancio di previsione - lo ha detto l'onorevole Marinello nella sua introduzione, Pag. 10quindi cito una fonte non contestabile - vi è una riduzione delle spese correnti al netto di interessi di circa due miliardi di euro e delle spese in conto capitale per circa 8,3 miliardi di euro. La contrazione delle spese in conto capitale principalmente è ascrivibile ai seguenti comparti di spesa: riduzione dei contributi agli investimenti alle imprese, riduzione dei contributi agli investimenti alle amministrazioni pubbliche, riduzione di altri trasferimenti in conto capitale. La riduzione della spesa corrente principalmente è ascrivibile ad una categoria di spese: la diminuzione dei trasferimenti correnti alle famiglie. E grazie! Noi lo sapevamo che questo sarebbe stato il risultato. Quando avete tagliato il bonus straordinario per le famiglie lì sapevamo che andavate a parare. È chiaro che poi c'era una cosa che risultava nelle poste di bilancio che avete previsto. E sulle spese in conto capitale avete tagliato un miliardo e 200 milioni di euro per l'alta capacità ferroviaria, 960 milioni di euro per la gestione ordinaria delle Ferrovie dello Stato (colpendo al cuore i servizi per i pendolari nel nostro Paese), un miliardo e 205 milioni di euro all'ANAS. Lasciamo poi da parte la vicenda delle entrate: le previsioni per il 2010 indicano 27 miliardi in meno rispetto alle previsioni per il 2009; è vero che rispetto all'assestamento del 2009 c'è un recupero, ma il saldo negativo è comunque di 24 miliardi in meno di entrate; crollo dell'IVA (meno 7 miliardi); l'IRE è diminuita di due miliardi e 807 milioni euro, l'IRES addirittura di 4 miliardi.
Allora non entro su questa vicenda delle entrate, ma torno alla vicenda delle spese in conto capitale. Quella riduzione è solo parziale, quegli 8 miliardi sono parziali, perché c'è un taglio più grande, quello che avete fatto alle risorse dei fondi FAS; c'erano 64 miliardi di euro, 37 erano FAS ministeriali e 27 erano FAS delle regioni che non potevate toccare; di quei 37 dei Ministeri ne avete utilizzati 24 (per l'ICI, per Alitalia, per gli ammortizzatori sociali, per finanziare la ricostruzione in Abruzzo) e quindi c'è stata una decurtazione terribile riguardo a spese che dovevano essere aggiuntive per le regioni e per le aree sottoutilizzate. E adesso non potevate toccare i 27 miliardi di euro che erano delle regioni, non li potevate toccare perché altrimenti l'Unione europea avrebbe potuto revocarci i finanziamenti, e avete annunciato qualche mese fa, avete strombazzato questo grande piano per il sud: arrivano i soldi per finanziare i piani attuativi regionali, subito 17 miliardi di euro per opere pubbliche, per infrastrutture nel Mezzogiorno. E poi che cosa vi siete inventati in questa finanziaria? Che quei soldi dei PAR, in accordo con le regioni che hanno l'acqua alla gola (mi rendo conto), possono essere utilizzati per coprire i disavanzi in sanità. Quindi i fondi del Mezzogiorno non arriveranno: ci sarà una dequalificazione della spesa, i PAR non potranno essere finanziati, e finisce l'intervento aggiuntivo per opere pubbliche nel Mezzogiorno. Questa è la verità.
Allora noi abbiamo proposto in questa finanziaria un'idea alternativa perché non c'è niente per gli investimenti, per le infrastrutture, per il lavoro, per le imprese, per la crescita e per la ripresa economica del nostro Paese. Noi abbiamo provato con un emendamento a prima firma Franceschini - concludo Presidente - a pensare ad un'idea alternativa di intervento di finanza pubblica e di politica economica (riprendo solo le argomentazioni che hanno svolto i colleghi su questo punto e non entro nel merito perché ho esaurito il mio tempo). Ora non è stato possibile. Ci avete detto no, siete stati sordi e ciechi. Mi auguro che i pochi emendamenti che abbiamo presentato a queste tabelle al bilancio di previsione siano accolti, emendamenti di buonsenso: scuola, università, tutela del territorio, giustizia, diritto alla mobilità, sicurezza, politiche di integrazione. Si tratta di pochi soldi, non sono molte risorse. Però se siete tornati indietro rispetto alla politica dei tagli lineari va bene - diciamolo - noi avevamo un'altra politica economica, ma almeno se approvate questi nostri emendamenti vi aiuteremo anche noi a tornare indietro rispetto alla politica che voi stessi avete Pag. 11riconosciuto come sbagliata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 2.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. Mi permetto soltanto di far osservare all'onorevole Calvisi che noto una certa contraddizione tra il fatto che si dice che non si riduce la spesa e poi si fa un elenco di riduzioni di spesa. Quindi, effettivamente, forse questo è il primo Governo che è andato seriamente verso la riduzione della spesa pubblica.

ANDREA LULLI. Ma dai!

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ghizzoni Tab. 2.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Coscia. Ne ha facoltà.

MARIA COSCIA. Signor Presidente, chiediamo al Governo e al presidente della Commissione di ripensare il parere contrario espresso sull'emendamento Tab. 2.1 perché ancora una volta emerge la questione dei tagli indiscriminati che sono stati fatti alla spesa per l'istruzione nel nostro Paese. Si tratta di un taglio che, com'è noto, comporta la soppressione di circa 132 mila posti di lavoro e, dunque, una diminuzione della spesa per l'istruzione di circa 8 miliardi nei tre anni a partire da questo anno scolastico. Questo taglio sta provocando situazioni veramente pesanti sul funzionamento ordinario e quotidiano delle scuole del nostro Paese. Da una lettura della previsione di bilancio per il prossimo anno e per il prossimo triennio sembrerebbe che questo taglio in realtà non si stia verificando. Purtroppo da una lettura più attenta, invece, emerge che le previsioni di bilancio sono state ovviamente adeguate a quello che necessariamente deve essere previsto, vale a dire l'adeguamento degli stipendi dei lavoratori, gli scatti contrattuali. Da una lettura più attenta purtroppo non solo vengono confermati quei tagli, ma vengono addirittura introdotti altri tagli che riguardano gli incarichi annuali e i trasferimenti alle scuole: vuol dire aggravare ulteriormente il quadro già complesso che si sta determinando. Cito per tutti il taglio dei trasferimenti di 220 milioni di euro che dovrebbero servire alle scuole per l'offerta formativa, per pagare le brevi supplenze e per garantire il funzionamento delle scuole. Qui si realizza una sorta di gioco delle tre carte perché si tratta di finanziamenti prima attribuiti alle scuole con il decreto anticrisi e adesso con la legge di bilancio vengono di nuovo tagliati. A questi si aggiungono altri tagli che riguardano gli incarichi annuali. Ci troviamo, dunque, di fronte ad un quadro che ancora una volta sta drammaticamente mettendo in discussione la qualità della scuola pubblica del nostro Paese, dell'insieme del sistema pubblico del nostro Paese. Per tale motivo l'emendamento in oggetto pone una questione: almeno restituire alla scuola primaria che è tra quelle più penalizzate e che è fondamentale per creare le condizioni per un investimento sul futuro del nostro Paese che è proprio la formazione dei bambini e dei ragazzi. Chiediamo con questo emendamento che almeno si restituisca alla scuola primaria del nostro Paese la somma di 40.412.510 euro. Per tali motivi chiedo alla Commissione e al Governo di ripensare al parere contrario e di esprimere, piuttosto, un parere favorevole e invito l'Assemblea ad approvare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 12
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni Tab. 2.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... onorevole Nannicini... onorevole Veltroni... onorevole Rampi... onorevole Simeoni... i colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 498
Maggioranza 250
Hanno votato
226
Hanno votato
no 272).

Prendo atto che le deputate Ferranti e D'Incecco hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Pietro Tab.2.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, colleghi e signori del Governo, parliamo di giustizia. Per noi la giustizia è un chiodo fisso, per voi anche è un chiodo fisso, anzi per voi è un'ossessione, nel senso che noi vogliamo far funzionare la giustizia e voi invece volete fare di tutto affinché la giustizia non funzioni: lo fate con le leggi ad personam, lo fate sottraendo i fondi, lo fate dilapidando le risorse per la giustizia. Vi ricordo soltanto una cosa: all'inizio della legislatura avete tolto 55 milioni di euro in tre anni, che erano stati stanziati dal precedente Governo Prodi per l'edilizia penitenziaria e vi siete trovati improvvisamente senza neanche un soldo e con le prigioni che scoppiano. Adesso ci saranno problemi seri per voi: non ci avete ancora detto come intendete risolverli, non ci avete ancora detto come farete fronte al problema drammatico del sovraffollamento penitenziario. Con l'emendamento in esame noi enunciamo una concezione della giustizia diversa dalla vostra, cioè una concezione della giustizia che è volta a stanziare risorse nei relativi capitoli in modo da farla funzionare.
L'emendamento in esame si riferisce esplicitamente ed esclusivamente al problema degli investimenti, cioè a come rendere la giustizia più efficiente e più funzionale in materia di immobili e di strutture. Sarà difficile per il Governo dire di no, considerato che, da un lato, ha proposto una miriade di nuovi lodi per sottrarre il capo del Governo ai processi e quindi alla giustizia ed al Senato ha proposto una legge sul cosiddetto processo breve (che significa un progetto di legge in realtà ammazza-sentenze), dall'altro lato, ha detto che avrebbe potenziato i fondi per la giustizia. Noi lo stiamo facendo, noi ve lo stiamo proponendo e vogliamo vedere se questa maggioranza e questo Governo potranno votare contro tale emendamento.
Qui vi è un problema fondamentale: lo scontro fra poteri dello Stato; anche recentemente e anche dall'estero il capo del Governo lo ha sollevato: accusa gli altri di rovinare l'immagine internazionale dell'Italia, mentre è il primo che lo fa, intervenendo anche fuori dall'Italia per screditare le istituzioni di garanzia.
Noi siamo per potenziare la giustizia, per farla funzionare. Invece, l'unico interesse di questo Governo sembra quello di occuparsi della giustizia soltanto per evitare che il capo del Governo si sottoponga al giudizio come tutti i cittadini. Noi dell'Italia dei Valori vogliamo veramente che la giustizia funzioni e tutte le opposizioni sono in questo senso. Più a noi dell'Italia dei Valori dite che siamo giustizialisti, più a noi è facile rispondervi che allora voi siete ingiustizialisti. È questa la ragione per la quale noi proponiamo l'approvazione dell'emendamento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 13Di Pietro Tab.2.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Versace? Onorevole Marrocu? Onorevole Burtone? Onorevole Nardi?

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 495
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato
225
Hanno votato
no 270).

Prendo atto che i deputati Lulli, Vico, D'Incecco e Motta hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Pietro Tab. 2.3 (ex Tab. 2.47).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, anche con questo ulteriore emendamento, proponiamo un'integrazione di risorse pari a 10 milioni di euro, per intervenire a favore dell'edilizia giudiziaria, penitenziaria e minorile. Il collega Palomba ha appena ricordato come, con i tagli lineari, nel corso dell'esercizio 2008, per il 2009 abbiate provveduto a falcidiare le risorse finanziarie a disposizione del Ministero della giustizia, in particolare rispetto all'edilizia giudiziaria e penitenziaria.
Purtroppo, la realtà è quella davanti ai nostri occhi. Leggo solo alcune cifre, perché credo che parlino più delle parole (che possono sembrare vuote): con il disegno di legge di bilancio e il disegno di legge finanziaria che sono al nostro esame, per quanto riguarda l'amministrazione penitenziaria, voi prevedete di ridurre le risorse per il bilancio 2010 del 6,8 per cento (e questo a seguito di un ulteriore taglio che era stato fatto nell'esercizio precedente addirittura in termini percentuali superiori a questa quota); per quanto riguarda la giustizia minorile, prevedete un taglio netto dell'8,8 per cento (anche in questo caso, un ulteriore taglio rispetto a quello già avvenuto per l'esercizio che sta terminando); sull'edilizia giudiziaria, addirittura, prevedete una riduzione del 18 per cento.
Di questo passo, caro Ministro della giustizia e cari colleghi del centrodestra, il Ministero della giustizia non avrà più le risorse per far funzionare la macchina della giustizia italiana. Tuttavia, questo è l'obiettivo che vi ponete! È esattamente quello che volete! Per quanto riguarda i fondi da ripartire, cioè le spese per il funzionamento della giustizia e il fondo unico di amministrazione, addirittura, con questo disegno di legge di bilancio, provvedete ad un taglio secco, netto, del 51 per cento! Pertanto, gli amici che ci stanno seguendo dall'alto delle tribune e quelli che ci seguono attraverso le televisioni e le radio collegate, con questo elenco di cifre che ho appena ricordato sanno bene a che cosa va incontro la giustizia in Italia.
D'altra parte, non poteva che essere così, visti i messaggi davvero dirimenti e incredibili che vengono lanciati fuori dall'Italia, nella fattispecie nella giornata di ieri, dal Presidente del Consiglio dei ministri, con un attacco duro alla Consulta, alla Corte costituzionale, alla maggiore e più alta magistratura italiana, alla Presidenza della Repubblica, a tutto l'insieme della magistratura italiana, che ha pagato e paga, con il proprio sangue e il proprio sacrificio, con una lotta veramente senza quartiere alla malavita organizzata e alla malavita comune che voi, invece, non volete assolutamente portare avanti. E poi vi vantate di meriti che non sono vostri, ma sono delle forze dell'ordine e dei magistrati, i quali, quotidianamente, si misurano con questi problemi.
Pertanto, noi vogliamo sostenere veramente la macchina della giustizia italiana, garantire che i delinquenti - questo sì, Pag. 14tutti i delinquenti! - vadano in galera e si trovino a pagare, ovviamente seguendo il percorso previsto dalla nostra Carta costituzionale e dalle leggi vigenti, il debito che hanno contratto con le loro attività criminose. E mi riferisco anche a quelle commesse dai colletti bianchi: avete visto cosa hanno trasmesso le televisioni in questi giorni, ossia il tesoro trovato dentro e fuori la casa di Callisto Tanzi, quando abbiamo centinaia e migliaia di famiglie che piangono per i loro risparmi andati in fumo!
Per questo motivo, con questo emendamento, noi proponiamo più risorse per far funzionare la macchina della giustizia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro Tab. 2.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi... onorevole Goisis... onorevole Vico... onorevole Madia... onorevole Lucà... onorevole Vitali... l'onorevole Vitali ha votato... l'onorevole Villecco Calipari sta votando... l'onorevole Mondello ha votato.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 501
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato
234
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che la deputata Siliquini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ghizzoni Tab. 2.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siragusa. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA SIRAGUSA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo emendamento mira a finanziare per 10 milioni di euro la missione «istruzione universitaria», programma «istituti di alta cultura». Si tratta degli investimenti per le istituzioni appartenenti al sistema AFAM che raccoglie le accademie nazionali di arte drammatica e di danza, le accademie di belle arti statali e quelle legalmente riconosciute, gli istituti superiori per le industrie di arti grafiche, i conservatori di musica e gli istituti musicali pareggiati.
Si tratta - lo voglio ricordare - di un sistema che è tutelato dall'articolo 33 della Costituzione della Repubblica italiana che recita che «le istituzione di alta cultura, università e accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato» attribuendo, quindi, pari valore all'AFAM rispetto alle università. Pari noncuranza questo Governo dedica sia alle università sia all'AFAM, con tagli sostanziali sia agli investimenti sia alla spesa corrente e a quella per il personale, che da subito hanno caratterizzato l'azione del Governo. Ricordo, infatti, che già all'inizio di questa legislatura, nel cosiddetto decreto-legge taglia ICI, il Governo ha azzerato lo stanziamento dei fondi aggiuntivi che il Governo precedente aveva stanziato per il sistema dell'alta formazione artistica e musicale, stanziamento fortemente voluto non solo dall'allora sottosegretario Dalla Chiesa, ma anche dall'onorevole Ghizzoni, nostra capogruppo in Commissione cultura.
Già con quel decreto-legge il Governo aveva azzerato quelle risorse aggiuntive e da sempre, a partire da quel momento, ha trascurato gli investimenti necessari per far funzionare un sistema che, a nostro giudizio, assume un valore assai rilevante per l'Italia. Infatti, il sistema dell'alta formazione artistica e musicale è per l'Italia un valore prezioso. Tralascio di dire che la legge quadro n. 508 del 1999 non ha avuto sostanziali modifiche e passaggi ulteriori (tranne i decreti sui settori disciplinari, a luglio) e, quindi, la riforma dell'AFAM è sostanzialmente bloccata e il Governo Pag. 15sembra non curarsene. Almeno cerchiamo di dare risorse - seppure un piccolo segnale, perché 10 milioni sono un piccolo segnale - per assicurare la possibilità dell'adeguamento dell'edilizia alla normativa di sicurezza, dell'adeguamento dei locali al nuovo ruolo che l'AFAM dovrebbe assumere con la riforma, ai laboratori, alle attrezzature nonché alla nuova edilizia. Si tratterebbe di un piccolo segnale.
Sappiamo già che il Governo ha espresso parere contrario e ci stupisce - ma neanche più di tanto - l'incoerenza con il fatto che un ordine del giorno, presentato appunto allora al decreto-legge taglia ICI da parte dell'onorevole Ghizzoni e tendente a restituire questi fondi all'AFAM, sia stato accolto come raccomandazione da parte del Governo. Tuttavia, questo Governo ci ha ormai abituati alla differenza e al «mare» che c'è di mezzo tra il dire e il fare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni Tab. 2.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi... onorevole Nola... onorevole Ravetto... onorevole Vico... onorevole Lo Monte... onorevole D'Antoni... onorevole Sbai...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 499
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
229
Hanno votato
no 270).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Zazzera Tab. 2.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, l'emendamento in questione parte da una riflessione che dobbiamo fare su questo disegno di legge finanziaria che non aggiunge nulla di nuovo, ma che anzi si fonda e si basa su un provvedimento in cui si investono tutte le aspettative e, per l'appunto, gli introiti legati ad un provvedimento criminale come lo scudo fiscale: tutta la manovra finanziaria è legata e aspetta in maniera salvifica che arrivino i soldi di chi ha portato all'estero capitali per immettere nell'economia legale soldi che sono invece criminali.
Ovviamente nell'emendamento in questione ci riferiamo, in modo particolare, al Ministero dei beni culturali e anche su questo vorrei capire quale idea di cultura del Paese abbia il Governo in questo disegno di legge finanziaria. Vi è un'idea di cultura che in questi anni abbiamo solo visto e in questi mesi abbiamo solo riscontrato essere caratterizzata da tagli lineari nell'istruzione, nell'università, nella ricerca, dal taglio dei fondi per lo spettacolo e dal taglio lineare anche dei beni patrimoniali e dei beni culturali del nostro Paese.
Questi ultimi rappresentano la gran parte del patrimonio archeologico mondiale e quindi potrebbero essere il volano di un modello di economia per la creazione di posti di lavoro veri e, invece, questo Governo continua a non stanziare risorse e a tagliare le risorse per la tutela e la valorizzazione del patrimonio archeologico e culturale del nostro Paese. Immagino le difficoltà del sottosegretario Giro, che pure è persona seria, che si vede costretto a bussare alla porta del Ministro Tremonti per cercare risorse per un settore che, invece, dovrebbe essere il volano di questo Paese.
Nello specifico, il Ministero per i beni e le attività culturali subisce un taglio di 20 milioni di euro, un miliardo 700 milioni che in conto capitale corrispondono a circa un miliardo 400 milioni e che per il 2012 scenderanno ancora a un miliardo 500 milioni. Sulla tutela poi dei beni culturali si arriva addirittura a una riduzione di ulteriori 58 milioni e quindi Pag. 16comprendo davvero le difficoltà del sottosegretario Giro che dovrà fare i salti mortali per mandare in giro l'idea della cultura e dei beni archeologici nel nostro Paese. Sulla tutela dei beni architettonici e culturali questo Governo ha deciso di tagliare 8 milioni di euro.
Con questo emendamento chiediamo - sappiamo che sarà difficile, che saremo inascoltati e che non romperemo questo fronte -, invece, di invertire e di non mettere un segno negativo sui beni culturali, bensì un segno positivo, ossia di investire 8 milioni di euro in più per permettere davvero al nostro Paese di cambiare aspetto anche sul piano della cultura e di avere un'idea di cultura reale capace di essere volano per l'economia e anche per l'occupazione. Sappiamo che non ci ascolterà nessuno perché, in fin dei conti, chi decide è un Ministro dell'economia che ha stabilito solo di tagliare tutto in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zazzera Tab. 2.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Vico... onorevole Lo Monte... onorevole Ravetto... onorevole Piso... onorevole Sanga... onorevole Bernardini... onorevole Pini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 497
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato
225
Hanno votato
no 272).

Prendo atto che i deputati Amici e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro Tab. 2.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Palomba... onorevole Moles... onorevole Vico... onorevole Ravetto... onorevole Boccia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 499
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
226
Hanno votato
no 273).

Prendo atto che i deputati Amici e Mattesini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mariani Tab. 2.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bonanno... onorevole Ciriello... onorevole Garagnani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 503
Maggioranza 252
Hanno votato
230
Hanno votato
no 273).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Compagnon Tab. 2.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, la disattenzione nei confronti del trasporto pubblico locale ormai è diventata Pag. 17 cronica. Questo emendamento cercava di rimediarvi, ma abbiamo ascoltato come all'inizio il parere negativo sia stato dato su tutti gli emendamenti, a dimostrazione dell'insensibilità assoluta nei confronti di proposte che tutta l'opposizione ha tentato di fare al fine di migliorare questo provvedimento nell'interesse di settori del Paese che sono veramente penalizzati. Questo emendamento cercava di dare una risposta con un impegno economico quanto meno decoroso.
I pendolari italiani stanno vivendo quotidianamente periodi difficili. Ci sono indagini e monitoraggi degli ultimi giorni che hanno cercato di cogliere nel mese di novembre gli ultimi aspetti, che purtroppo sono negativi, del trasporto soprattutto su rotaia dalle 7 alle 9, cioè quando la maggior parte delle persone per motivi di lavoro o per necessità si sposta con i mezzi pubblici. Su quasi 1300 treni monitorati in questi giorni soltanto 370 circa sono risultati in orario, con grandi difficoltà quindi per i passeggeri e per i loro impegni anche in ordine di tempo. Questo monitoraggio, che dimostra la precarietà del servizio, non riguarda una singola città, grande o piccola che sia, ma riguarda Milano, Roma, Palermo, Salerno, Torino, Genova, Messina.
Quindi, su tutto il nostro Paese vediamo che c'è un servizio o meglio un disservizio, in questo senso diffuso, che richiederebbe un'attenzione maggiore di quella che viene data a questo comparto. Va bene l'Alta velocità, va bene andare avanti con tutto ciò che costituisce investimento rispetto alle grandi distanze, ma la quotidianità, quella che serve alle persone che vanno a lavorare, ossia a coloro che ne hanno più bisogno, indubbiamente viene trascurata. Del resto, basta seguire sul web, sui forum le proteste di ogni giorno anche riguardo all'incuria sui vagoni, alla pulizia e quant'altro.
In tal senso pensavamo che questo emendamento potesse in qualche modo dare una risposta a questi problemi, ma evidentemente, ormai, l'impostazione che è stata quasi più ideologico-politica, invece di essere approfondita rispetto ai veri temi, ha portato al parere che abbiamo sentito da parte sia del Governo sia del relatore. Pertanto, anche se con poche speranze, chiedo all'Aula di esprimere un voto favorevole in considerazione di tutte quelle persone che quotidianamente soffrono un disservizio per andare a lavorare pur pagando le tasse per il nostro Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Compagnon Tab. 2.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Cristaldi ha votato. Onorevole Vico, onorevole Latteri, onorevole Germanà...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 494
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato
226
Hanno votato
no 268).

Prendo atto che il deputato Germanà ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Monai Tab. 2.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, intervengo sia sull'emendamento Monai Tab. 2.9 sia sul successivo emendamento Monai Tab. 2.15 in quanto riguardano entrambi la mobilità stradale e il trasporto pubblico locale.
Sebbene nella Tabella F - mi rivolgo al Governo - del disegno di legge finanziaria, che viene ripresa poi ovviamente dalla legge di bilancio, vengano confermati i 110 milioni di euro già previsti con la legge Pag. 18n. 133 del 2008 per il Fondo per la promozione e il sostegno dello sviluppo del trasporto pubblico locale, istituito con decreto-legge n. 112 del 2008, tuttavia spariscono le risorse che la legge finanziaria per il 2009 aveva destinato al miglioramento dei servizi dei pendolari, ovvero 100 milioni di euro, risorse peraltro già previste per l'anno 2010 dalla finanziaria per il 2007 e dalla finanziaria per il 2008 per il medesimo importo. Spariscono anche i 10 milioni di euro per il 2009 previsti, sempre dalla finanziaria per il 2008, dalla Tabella F, per i trasporti rapidi di massa e opere in via di realizzazione o di adempimento di quanto previsto dalla legge n. 296 del 2006, articolo 1, comma 1035.
Non compaiono, inoltre, gli investimenti previsti dalla legge finanziaria per il 2009 nell'ammontare di 10 milioni 876 mila euro per i sistemi ferroviari locali che andavano a finanziare i passanti ferroviari di Milano e di Torino. Si segnala, inoltre, che gli interventi del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per quanto di competenza, ricadono anche nelle seguenti missioni.
Alla missione 13, diritto alla mobilità, vengono assegnati 2.654 milioni di euro, ma sono ben 652 milioni di euro in meno rispetto al 2009. Peraltro, nell'ambito di tale missione il programma 13.6, sviluppo della mobilità locale, ha solo 1 miliardo 389 milioni di euro, quindi si realizza un ulteriore taglio di 380 milioni di euro. Altra riduzione significativa che salta subito agli occhi si ha anche nel programma sviluppo e sicurezza della navigazione e del trasporto marittimo, dove c'è un taglio di 224 milioni di euro.
Ciò avviene in un Paese in cui conosciamo il trasporto pubblico locale e l'inquinamento che ne deriva. La città di Milano è un esempio anche per gli ultimi avvenimenti che sono saliti all'onore della cronaca, i quali sono lì a dimostrare e a confermare che occorrerebbe davvero e finalmente intervenire con investimenti forti e con mano decisa. Bisognerebbe intervenire per favorire la mobilità di chi deve muoversi per motivi di lavoro, per ragioni di studio o anche per diletto, ovvero intervenire in modo tale da evitare che ci sia un ricorso costante e continuo al mezzo privato. Evidentemente, la volontà precisa di questo Governo e di questa maggioranza è di andare nella direzione esattamente opposta, ovvero di incentivare il mezzo proprio e, di conseguenza, di inquinare i paesi e le città della nostra Italia che avrebbero, invece, necessità di ben altra attenzione.
In conclusione, signor Presidente, sappiamo inoltre che sono stati tagliati 1 miliardo 200 milioni di euro per l'alta velocità; sono state tagliate risorse per altrettanti 1 miliardo 200 milioni di euro per l'ANAS. Non parliamo poi di quanto è stato provveduto in termini negativi ulteriori anche per la sicurezza delle strade. Ecco perché noi proponiamo, con questi due emendamenti, di intervenire anche se con risorse non ancora sufficienti, ma sicuramente integrative di quanto questo Governo non abbia fatto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai Tab. 2.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Vico, Rampi, Coscia, Bernardini, Barani, Consolo, Nola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 498
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
227
Hanno votato
no 271).

Prendo atto che i deputati Anna Teresa Formisano e Galletti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti Tab. 2.10. Pag. 19
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, con questo emendamento sostanzialmente cerchiamo in minima parte di trovare una soluzione e di diminuire i danni di un taglio alla giustizia che è sempre più grave. Basti pensare che quest'anno, con questo disegno di legge finanziaria, in realtà vi è stata per il Ministero della giustizia una diminuzione di risorse di 350 milioni circa. Rispetto alle previsione della legge di assestamento, si tratta di una riduzione del 4,7 per cento, tanto più significativa e suscettibile di determinare un forte decremento dello standard qualitativo minimo dell'amministrazione della giustizia. Quindi, tale riduzione è suscettibile anche di realizzare l'inattività e la stasi di programmi cruciali per la funzionalità che sono quelli dell'amministrazione penitenziaria, della giustizia civile, penale e minorile, dell'edilizia giudiziaria, penitenziaria e minorile. In particolare, a questo si rivolge il nostro emendamento che vuole incrementare il programma giustizia civile e penale di 32 milioni 800 mila euro sul capitolo funzionamento. Questo perché proprio il programma giustizia civile e penale, ovvero il cuore del funzionamento dei servizi, subisce i tagli di spesa più gravi, cioè 430 milioni di euro.
Viene colpito così in radice il funzionamento ordinario dell'amministrazione e ciò anche in risposta quasi provocatoria rispetto a quelle promesse che vi erano state proprio a ridosso della presentazione, quasi come sua legittimazione e giustificazione, del disegno di legge sul processo breve. Si disse che era una manovra riguardante l'immediato, il processo breve, ma a fronte di risorse per la giustizia. Sono rimaste solo parole, anzi si sono aggravati i tagli: vi è una forte riduzione degli interventi nell'ambito del programma, con un taglio di 245 milioni di euro delle somme destinate al dipartimento degli affari di giustizia, per le spese. Si tratta del capitolo 1.360, riguardante tante voci, tra cui il gratuito patrocinio, le spese inerenti all'estradizione di condannati e imputati, le traduzioni di atti giudiziari provenienti dall'estero o diretti ad autorità estere, le indennità di trasferta di funzionari, giudici popolari, periti, testimoni, agenti di polizia penitenziaria, quelle relative alla direzionale nazionale e alle direzioni distrettuali antimafia per l'accertamento dei reati dei colpevoli. È un taglio che rischia di paralizzare, come dicevamo prima, il funzionamento ordinario dell'amministrazione, solo in parte compensato dall'istituzione di un autonomo capitolo di spesa per le intercettazioni di conversazioni e comunicazioni. Ma la cosa più assurda è che anche il macroaggregato relativo agli interventi ha avuto una diminuzione di 58 milioni di euro ed è significativo che, proprio in relazione a quello che è poi il vero obiettivo, che non è quello del miglioramento del servizio, ma dello sfascio del servizio giustizia, con riferimento agli obiettivi sono stati stanziati solo 7,5 milioni di euro per la diffusione e la piena attuazione del processo telematico, a fronte dei 26 milioni di euro che erano stati previsti nel bilancio 2009.
Quindi, si tratta di tutta una serie di interventi che, anche con gli ultimi emendamenti del relatore in Commissione, mirano a trovare risorse attraverso la tassazione degli utenti e l'individuazione addirittura di un contributo unificato per i ricorsi in Cassazione nei giudizi di lavoro, che erano per scelta politica e per rispetto del diritto al lavoro e dei diritti dei lavoratori, gratuiti. Quindi, anche questo è un ulteriore aggravio, da cui peraltro torneranno pochissime risorse.
Così come un aumento e una individuazione di risorse si prevede attraverso la vendita dei beni confiscati alla mafia. È un'entrata che non riuscirà a dare risorse al Fondo giustizia, che non riuscirà a portare nulla di concreto, ma a rendere quasi inesistenti gli sforzi che sono stati compiuti nel 1996 per dare un colpo alle organizzazioni criminali, non soltanto attraverso l'aggressione dei patrimoni, ma anche tramite la visibilità sul territorio dei Pag. 20patrimoni ritornati allo Stato e impiegati dallo stesso per fini di utilità sociale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti Tab. 2.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Coscia, Vico, Latteri, Mura, Ravetto, Lo Monte, Boniver e Borghesi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 504
Astenuti 1
Maggioranza 253
Hanno votato
231
Hanno votato
no 273).

Prendo atto che i deputati Galletti e Ferrari hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cimadoro Tab. 2.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, con l'emendamento Cimadoro Tab. 2.11 proponiamo che venga ulteriormente finanziata l'incentivazione per lo sviluppo industriale nell'ambito delle politiche di sviluppo e di coesione. Lo facciamo in modo convinto e determinato perché mai come in questo momento le nostre imprese soffrono tremendamente in termini di risorse per rilanciare la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione e per garantire l'occupazione, quando sappiamo che la disoccupazione sta galoppando verso la doppia cifra.
Siamo oltre l'8 per cento e, ahimè, con le risorse che mettete a disposizione e con le crisi che sono in atto, tutti gli istituti di ricerca sono unanimi nel prevedere che, nel corso del prossimo esercizio 2010, si vada decisamente ben oltre il 10 per cento della disoccupazione.
Ciò perché manca da parte di questo Governo una politica industriale vera, tesa allo sviluppo soprattutto delle piccole e medie imprese, dell'innovazione tecnologica e del made in Italy.
Non esistono garanzie pubbliche e sgravi fiscali per le imprese che realizzano piani di qualità, con investimenti in innovazione, ricerca e formazione, e che si impegnano contemporaneamente a non ridurre o ad allargare il bacino occupazionale.
Gli stanziamenti originariamente previsti per la competitività e lo sviluppo delle imprese subiscono un taglio agghiacciante, per non parlare di quello relativo ai programmi di incentivazione per lo sviluppo industriale nell'ambito delle politiche di sviluppo e coesione e di sostegno all'internazionalizzazione delle imprese e alla promozione del made in Italy.
In particolare, gli stanziamenti che insistono sullo stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico subiscono un taglio netto di oltre 222 milioni di euro nella sola missione competitività e sviluppo; vi sono 57 milioni di euro in meno destinati alla missione commercio internazionale e internazionalizzazione del sistema produttivo, di cui 56 milioni di euro al programma di sostegno all'internazionalizzazione delle imprese.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 11,30)

RENATO CAMBURSANO. Il capitolo relativo alle somme da destinare alla realizzazione di azioni di sostegno di una campagna promozionale straordinaria per il made in Italy subisce un taglio netto di oltre 17 milioni di euro, mentre vengono soppressi interi capitoli di spesa.
Ne cito soltanto tre: vengono soppresse le somme da destinare alle strutture per la formazione del personale operante nel settore dell'internazionalizzazione delle imprese; vengono soppresse le somme per Pag. 21la realizzazione di interventi di internazionalizzazione in applicazione dell'accordo quadro con le università; vengono tolte le somme che erano state messe a disposizione per la realizzazione di interventi pluriennali nell'ambito di accordi di settore relativi a progetti di investimento in tema di internazionalizzazione.
Ancora, viene soppresso il fondo da ripartire per la prosecuzione degli interventi volti alla soluzione delle crisi industriali. Questa è la cosa davvero più grave e più vergognosa! In Italia vi sono decine di migliaia di imprese, soprattutto piccole e medie imprese; sia il presidente delle piccole e medie industrie di Confindustria sia il presidente di Confapi hanno detto che vi sono da 250 mila a oltre mezzo milione di piccole e medie imprese che rischiano di chiudere i battenti. E voi cosa fate? Sopprimete il fondo per la prosecuzione di interventi volti alla soluzione delle crisi.
Allora cosa andate a dire agli operai e agli impiegati che quotidianamente stanno davanti a Palazzo Chigi o davanti al Ministero dell'economia e delle finanze o al Ministero dello sviluppo economico e che vengono a reclamare non uno stipendio, ma un posto di lavoro e soprattutto dignità? Voi togliete dignità agli operai e agli impiegati (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cimadoro Tab. 2.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ravetto, onorevole Vico, onorevole Simeoni, onorevole Gibiino, onorevole Negro?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 506
Astenuti 1
Maggioranza 254
Hanno votato
235
Hanno votato
no 271).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Meta Tab. 2.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Velo. Ne ha facoltà.

SILVIA VELO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in questi giorni tutti i leader mondiali a Copenaghen sono impegnati a discutere dei cambiamenti climatici, del futuro del pianeta, di quali misure i Paesi ricchi possano, e soprattutto debbano mettere in campo per invertire la rapida tendenza alla crescita del riscaldamento globale, una crescita che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di importanti aree del pianeta. La riduzione di emissioni di anidride carbonica in atmosfera è la strada obbligata che il pianeta ha di fronte. Per raggiungere tale obiettivo, uno degli strumenti più rilevanti riguarda la riduzione dell'utilizzo delle auto, del trasporto su gomma sia per il trasporto merci che per il trasporto di persone.
Allo stesso momento, nelle cronache locali del nostro Paese ogni giorno leggiamo di proteste dei pendolari del servizio ferroviario, dei cittadini che ogni giorno prendono il treno e che denunciano l'inadeguatezza del servizio, la presenza di pochi treni, treni obsoleti, vecchi, sporchi, poco puntuali: due facce della stessa medaglia, che cerchiamo di affrontare, anche se in piccola misura, con l'emendamento in esame. Esso prevede infatti l'incremento delle risorse per investimenti a sostegno dello sviluppo del trasporto pubblico locale su ferro. Sarebbe questa una misura importantissima per migliorare le condizioni dei pendolari, per contribuire alla riduzione del trasporto su gomma, per migliorare la qualità della vita del nostro Paese e renderlo almeno un pochino più moderno.
Fra l'altro, le risorse che noi chiediamo di impegnare in questo settore sono risorse che vanno a sostegno di investimenti, Pag. 22quindi risorse produttive, che possono avere un senso anticiclico, anticrisi, perché potrebbero servire ad incrementare la fornitura di treni che vengono realizzati in aziende importantissime del nostro Paese, aziende che stanno attraversando momenti di crisi importante: penso alla Breda, a Pistoia, nella mia regione. Una misura importante a sostegno dell'ambiente, a sostegno della qualità della vita, a sostegno dello sviluppo economico. E nel momento in cui invece ci si appresta a votare una finanziaria che prevede l'utilizzo dei fondi del TFR per la copertura di spese correnti, credo che un segnale in questo senso da parte del Parlamento, un segnale in cui il Parlamento decide di spendere soldi a fini produttivi, sarebbe un piccolo, limitato, ma significativo messaggio di buonsenso e azione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Meta Tab. 2.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi, onorevole Moles, onorevole Simeoni? Ci siamo? Onorevole Mura, prego.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 496
Maggioranza 249
Hanno votato
229
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che i deputati Cuperlo, Ghizzoni, Rugghia e Mazzarella hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Giacomoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Amici Tab. 2.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, questa è la tabella che finanzia la missione per il contrasto al crimine e la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica. A partire dall'ormai mitico decreto-legge n. 112 del 2008, questo Governo si è particolarmente caratterizzato per la capacità di tagliare risorse alle forze dell'ordine. Si potrebbe in qualche modo dire che questo Governo «taglieggia» le forze dell'ordine costringendole ad un'attività più contenuta, ristretta e modesta proprio perché mancano le risorse di base per consentire il dispiegarsi di un'azione vera, coerente, seria e continuativa di contrasto del crimine e a favore dell'ordine pubblico nel nostro Paese.
Questo Governo è stato capace, anche in un provvedimento recente, di inventarsi una cosa che non ha riscontro nel panorama degli Stati occidentali, cioè quella di appaltare una delle cose fondamentali che sono all'origine della nascita dello Stato moderno e cioè il controllo della sicurezza. Ma il Paese, che è molto più avanti di questo Governo, ha fatto fallire l'ipotesi delle ronde.
Ora ci troviamo di fronte alla possibilità simbolica (perché la proposta che noi avanziamo è poco più che simbolica) di restituire una parte dei soldi che nel corso di questo anno e mezzo il Governo ha scientificamente e continuamente tolto alle forze dell'ordine, alla difesa e alla tutela della sicurezza pubblica. La condizione fondamentale perché si possa parlare di sicurezza pubblica è quella di garantire l'operatività alle forze dell'ordine. Se abbiamo ottenuto risultati importanti nel contrasto alla criminalità, questo lo si deve alla capacità, alla serietà e alla professionalità della nostra Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di finanza e di tutte le forze che costituiscono il comparto della pubblica sicurezza nel nostro Paese, non certo ad una visione miope, pericolosa e degradante del Governo che scientificamente Pag. 23e quotidianamente sottrae risorse alle forze dell'ordine e quindi toglie loro possibilità di azione concreta.
Quanto proponiamo, ovvero questo aggiustamento della tabella, ha un significato simbolico ma la vostra irresponsabilità non consente nemmeno di guardare in questo Paese ai simboli né di dare un segnale circa il fatto che la sicurezza nel nostro Paese è qualcosa cui si tiene veramente e proprio per questo si finanzia con soldi veri.
Fino ad ora avete fatto una montagna di chiacchiere ma avete tolto risorse alle nostre forze di polizia. È una cosa che dovrebbe far riflettere questo Parlamento ma ancora di più il Paese che è sempre più insicuro a causa della vostra politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascierto. Ne ha facoltà.

FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, l'intervento del collega Bressa stimola una riflessione in materia di sicurezza, di finanziaria e di tagli. Con il collega Bressa ormai sono anni che ci confrontiamo in questo settore e allora, proprio perché le cose le conosciamo molto bene, è giusto mettere, come si suol dire, i punti al posto giusto.
Caro collega Bressa, penso non ti sfugga il fatto che dal 1o gennaio 2010, grazie alla finanziaria dell'anno scorso, 676 milioni di euro saranno a disposizione del Ministero dell'interno per essere impiegati direttamente e in modo immediato per la funzionalità delle forze dell'ordine e per i loro servizi istituzionali. Per la prima volta nella storia della Repubblica italiana vengono tolti fondi alla criminalità organizzata, quei fondi bloccati nelle banche e dati direttamente alle forze dell'ordine. Si tratta di 676 milioni di euro.
Se non bastasse tutto ciò, in questa finanziaria - cosa che non è stata mai fatta in passato - è prevista la risoluzione del problema del turn over: è vero che sono presenti dei buchi negli organici delle forze dell'ordine, ma a partire dal 1o gennaio per ogni uscita in quiescenza dalle forze dell'ordine e dalle Forze armate è prevista un'entrata, un'assunzione (e quindi non vi sarà più quel blocco che poi, tra l'altro, avete istituito voi nel corso del tempo).
Se tutto ciò non bastasse, già nella scorsa legge finanziaria in base ai tagli che sono avvenuti abbiamo stanziato 300 milioni di euro; quest'anno ne sono stati stanziati 100 al Senato e qualche altra cosa sarà decisa con questa finanziaria: quindi, 676 più 400 fanno mille milioni di euro! Effettivamente i tagli ci sono stati, ma per le forze dell'ordine abbiamo rimesso a posto le cose.
Certo si può dare di più sui contratti perché le forze dell'ordine e le Forze armate meritano sempre attenzione, ma il nostro è solo un percorso: siamo all'inizio, più avanti riteniamo di fare ancora di più anche per migliorare le condizioni economiche delle forze dell'ordine e delle Forze armate (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, sono contento che l'onorevole Ascierto ci abbia praticamente detto come sta funzionando la finanziaria per le forze dell'ordine. Credo che l'onorevole Ascierto menta sapendo di mentire per il semplice motivo che, facendo parte della maggioranza (lo capisco e lo comprendo), cerca di dire quello che può, ma le sue parole - mi dispiace per lui - sono molto distanti dalle problematiche delle forze dell'ordine.
Ma non solo: visto che ha parlato di contratti, vorrei dire all'onorevole Ascierto che i contratti delle forze dell'ordine per questo biennio non sono ancora stati rinnovati, cioè dal momento in cui è entrato in azione il Governo non è stato stanziato un solo euro per le forze dell'ordine. Sono due anni che il contratto è scaduto, ma dirò di più: non solo è scaduto, ma non è stato stanziato un solo euro! Pag. 24
Onorevole Ascierto, è vero, questa è la prima volta che per due anni non viene pagato un contratto delle forze dell'ordine (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico)! Non solo: per il 2010 e il 2011 nel disegno di legge finanziaria non viene stanziato un solo euro per i contratti (e mi smentisca, mi dica qual è il capitolo e dove sono i soldi!).
Le vorrei dire di più: doveva partire quella che viene chiamata la previdenza per le forze dell'ordine, che lei conosce molto bene e che da anni è ferma: è quella previdenza che doveva far sì che il personale delle forze dell'ordine fra pochi anni, con riguardo a coloro che andranno in pensione, non si trovi sulla soglia della povertà dal momento che, non partendo, esso è praticamente ormai arrivato a livelli stipendiali che potrebbero vedere il sistema pensionistico con persone che riceveranno il 50 per cento della loro retribuzione. Di questo volevo sentir parlare lei oggi su questa finanziaria, in questa Camera e in questo momento!
Ma non solo: si è fatta la specificità, di fatto e non di forma, perché anche in questo caso sulla specificità non è stato stanziato un solo euro. Ma parlando anche del riordino delle carriere, pure su questo non è stato messo un solo euro: credo che ve ne sia in abbondanza per andare avanti tutta la giornata! È vero, c'è il provvedimento, di cui parla lei, sul sequestro dei beni della mafia a favore dei fondi che potranno essere utilizzati per la politica della casa, ma anche riguardo alla politica della casa ed al problema delle residenze su questo tema e su queste problematiche il Governo non ha stanziato un solo euro!
Non parliamo poi delle carceri con 50 detenuti, che sono anche antieconomiche e non servono al Paese (sono più di trenta). Potremmo andare avanti così tutta la mattinata. Non riesco a capire come abbia visto l'onorevole Ascierto in questo Governo, in questo modello, con questo provvedimento, un interesse finanziario per il personale delle forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, chiedo di intervenire per dichiarazione di voto sull'emendamento Amici Tab. 2.13 al quale vorrei aggiungere la mia firma.

PRESIDENTE. Le ricordo che per il suo gruppo è già intervenuto per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini, quindi, il suo intervento è a titolo personale.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, l'onorevole Paladini ha illustrato l'emendamento, io vorrei svolgere una dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. No, onorevole Cambursano, in questa fase è prevista solo la dichiarazione di voto, non vi è l'illustrazione degli emendamenti.
Prego, ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, allora, oltre a sottoscrivere l'emendamento, svolgerò un breve intervento a titolo personale, confermando tutto quello che è stato affermato dal collega Paladini. Credo che sia davanti agli occhi di tutti gli italiani, sia quelli che ci stanno ascoltando, che quelli che non ci ascoltano, e che lo verificheranno direttamente, cosa sta succedendo sul territorio. Questo Governo, questa maggioranza, si vantano di fare una lotta serrata alla malavita e, invece, prevedono dei tagli alle risorse. Basta andare nelle nostre città, nei nostri centri di provincia, nei piccoli centri, per constatare che non vi è più un cittadino che si sente sicuro in casa sua, che si sente sicuro andando a passeggio nelle strade e per le vie della propria città e del proprio paese. Quindi, tutto quello che state facendo è pura propaganda: fate finta di stanziare risorse, ma con l'altra Pag. 25mano ne togliete due volte tanto. Questa è la politica per la sicurezza di questo Governo. Non riuscite a garantire minimamente le promesse elettorali che avete fatto ai vostri cittadini del centro, del sud e, soprattutto, del nord dell'Italia.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Barbato ha dichiarato di voler sottoscrivere l'emendamento Amici Tab. 2.13.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Amici Tab. 2.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Lupi, Osvaldo Napoli, Lo Monte, Latteri, Bernardini, Aracu, Galati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 504
Astenuti 1
Maggioranza 253
Hanno votato
234
Hanno votato
no 270).

Ne approfitto per fare gli auguri al collega Galati e alla collega Lussana per la nascita del piccolo Alessandro (Applausi).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Libè Tab. 2.14.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, condividiamo quando il sottosegretario Vegas dice che bisogna fare una politica accorta e dei tagli. Quello che non condividiamo è il come vengono fatti questi tagli. Noi riteniamo che un Governo che ha la capacità, la voglia e la determinazione di assumersi le proprie responsabilità deve scegliere di decidere.
Dato che continua ormai da tempo a parlare anche dello sviluppo energetico del Paese, della tutela dell'ambiente del nostro Paese, della necessità di intervenire - ahimè purtroppo - sempre in emergenza, noi con questo emendamento abbiamo chiesto un piccolo sforzo, perché è solo un piccolo segnale da dare al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, un piccolo segnale da dare al Paese per stanziare finanziamenti in maniera appena appena più adeguata (ma - lo ripeto - sono cifre irrisorie rispetto alla mole di lavoro da fare) per essere conseguenti a quanto si dice.
Noi stiamo affrontando la Conferenza di Copenaghen. Il Paese - e l'Unione di Centro è stato a fianco del Governo su questo - ha adottato una politica che noi riteniamo giusta: conciliare lo sviluppo con la difesa del territorio e dell'ambiente. Ma se noi non riusciamo a fare questo investendo delle risorse rischiamo di fare solo chiacchiere.
Allora cosa succede? Succede che non si può andare a parlare ad ogni piè sospinto ai cittadini di uno nuovo corso, di politiche energetiche diverse con l'utilizzo del nucleare (e noi siamo a favore, lo voglio ribadire), quando non si danno segnali concreti.
Mi domando come possiamo chiedere ai cittadini di compiere sforzi psicologici - perché sono più psicologici che reali - nell'accettare nuovi impianti quando il Governo non ha nemmeno il coraggio di dare un segnale per la tutela della salute dei cittadini (una delle cose assolutamente più importanti che, finché non viene cambiata, è sancita dalla nostra Costituzione).
Caro rappresentante del Governo, noi chiediamo uno sforzo su questo emendamento, perché è un segnale che va dato a un Ministero che - ahimè purtroppo - rischia di essere ininfluente nella politica di questo Governo. Abbiamo necessità di rassicurare i cittadini del fatto che si vuole fare, ma si vuole fare bene. E quando noi non interveniamo, perché anche gli ultimi soldi - ne parlerò con riferimento ad un emendamento successivo - sono fatti girare tramite il CIPE al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sapete che sono le famose truppe che continuano a girare da una settimana all'altra a seconda delle necessità. Pag. 26
Noi chiediamo su questo, proprio per la difesa della salute dei cittadini, di rivedere la posizione assunta, altrimenti dobbiamo proprio prendere atto che non vi è la disponibilità verso l'opposizione o un'opposizione, ma vi è piuttosto un'indisponibilità totale verso la tutela del futuro del Paese, dei suoi figli e delle generazioni che verranno (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Libè Tab. 2.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi, onorevole Rossi, onorevole Lo Monte, onorevole Gasbarra, onorevole Rampelli, onorevole Pizzolante, onorevole Nizzi, onorevole Pecorella.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato
223
Hanno votato
no 264).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai Tab. 2.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Murer, onorevole Latteri, onorevole Borghesi, onorevole Bernardini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 488
Maggioranza 245
Hanno votato
227
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Mazzarella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Libè Tab. 2.16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, mi riallaccio a quanto detto prima per continuare un po' il mio intervento su un campo che non è più importante ma è ancora più di attualità. Infatti la questione dell'acqua e quella dei rifiuti sono emergenze che continuiamo a vivere da troppo tempo nel nostro Paese. Noi abbiamo chiesto anche in questo caso una cifra che è quella di prima. Signor sottosegretario, se allargasse un attimo i cordoni della borsa per interventi di questo tipo gliene sarebbe grato il Paese perché, come dicevo, viviamo in emergenza da troppo tempo.
Proprio l'assunzione di responsabilità ci porta tutti insieme a dire pubblicamente che vanno superate le emergenze, che bisogna programmare il futuro ma quando si tratta di intervenire sulla programmazione, ahimè, rimaniamo sempre a piedi. Infatti è accaduto e accade - lo sanno bene tutti i colleghi campani ma lo sanno anche quelli di altra area del territorio - che noi continuiamo a gestire l'emergenza. Non c'è una pianificazione futura. Cito la Campania solo come esempio ma, purtroppo, vale per quasi tutto il territorio del nostro Paese. Dei famosi termovalorizzatori, a parte Acerra, non vediamo ancora nemmeno l'ombra. Non abbiamo alcun segnale. Lo stesso sottosegretario Bertolaso continua a lamentare questa mancanza di programmazione.
È vero che con 80 milioni si fa poco ma ritorniamo a quanto abbiamo detto prima: in periodo di vacche magre anche i segnali che si danno al Paese sono importanti. Vale, come dicevo, per la questione dei rifiuti che hanno bisogno di una programmazione che va aldilà della gestione dell'emergenza ma vale anche per un tema che abbiamo trattato in quest'Aula una settimana fa: il problema dell'acqua. Non Pag. 27c'è Governo che faccia investimenti in questo campo. Si pensa di risolvere il problema con la privatizzazione ma noi siamo contrari alla privatizzazione e favorevoli alle liberalizzazioni. Tuttavia diciamo che necessitano di investimenti. Chi per primo se non il Governo deve darci un segnale? Vogliamo un futuro migliore? Parliamo di una qualità della vita migliore? Badi, io in prima persona e il mio partito nella scorsa legislatura ha detto «no» sempre e convintamente al Ministero guidato dal Ministro Pecoraro Scanio perché noi siamo contrarissimi a quella politica. Tuttavia siamo altrettanto contrari ad una politica dell'ambiente che non esiste. Chiediamo tutela e difesa, garanzie per dare sviluppo a questo territorio e allora non possiamo parlare di acqua buona e di tutela delle risorse idriche se non facciamo il benché minimo investimento.
Questo vale in tutti i campi della salute pubblica. Siamo fermi con le grandi opere. Abbiamo una Salerno-Reggio Calabria che è nata un anno dopo di me: ha 47 anni ed è ancora lì che deve essere completata. Dunque non abbiamo una politica vera per dare futuro a questo Paese. Se dobbiamo aspettare cinquant'anni credo che anche i catastrofisti del clima alla fine rischieranno di avere ragione (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Libè Tab. 2.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Patarino... onorevole Di Virgilio... onorevole Di Caterina... onorevole Ravetto... onorevole Garagnani... onorevole Rossi Luciano ha votato... onorevole Lupi... si calmi onorevole Nizzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 490
Maggioranza 246
Hanno votato
223
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che il deputato Genovese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cimadoro Tab. 2.17.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, noi e anche gli altri colleghi dell'opposizione non interveniamo per tatticismo, ma nel merito, perché con gli emendamenti chiediamo cose serie, cose che tutto il Paese si aspetta. Con l'emendamento Cimadoro Tab. 2.17 noi chiediamo un'elemosina su un capitolo troppo importante ed oltretutto è anche un capitolo recente: la promozione del made in Italy e l'internazionalizzazione delle imprese. L'esigua cifra che chiediamo (50 milioni di euro) è per sviluppare un mercato o dar forza ad un mercato nell'internazionalizzazione per le piccole e le medie imprese, che hanno un'assoluta necessità di essere assistite in questo settore e in questo campo. Ricordo - forse i colleghi non lo sanno - che per il provvedimento sul made in Italy che abbiamo approvato l'altro giorno questo Governo non ha messo nemmeno una lira (anzi neanche un euro, ringrazio per il suggerimento la collega Formisano).
Pertanto il tema del made in Italy è un tema importantissimo credo e lo abbiamo votato tutti questo provvedimento, ma comunque porterà all'impresa un onere aggiuntivo, metterà le imprese in difficoltà, perché dovranno mettervi dei soldi per garantire la qualità del proprio prodotto. Il Governo qui non ha messo neanche un soldo, anche perché il provvedimento altrimenti non sarebbe arrivato in aula.
Signor sottosegretario, credo che un'attenzione minima quanto meno di sostegno a questa iniziativa del made in Italy, che credo sia un provvedimento importantissimo, Pag. 28debba essere data, ma fin dall'inizio, non quando le imprese probabilmente non saranno in grado di tutelare loro il proprio made in Italy, perché le loro risorse non saranno sufficienti: dobbiamo metterle adesso, per poter garantire tutte quelle imprese che vogliono mettersi in regola, mettersi in evidenza e stabilire che il proprio prodotto è made in Italy al 100 per cento; se non mettiamo ora queste risorse quando le metteremo? Quando qualcuna di queste imprese si sarà persa per strada, sarà fallita o sarà chiusa? Credo che un minimo di attenzione ad un provvedimento così delicato il sottosegretario forse dovrebbe darla.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cimadoro Tab. 2.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi? Onorevole Lo Monte? Onorevole Ria? Onorevole Garagnani? Onorevole Cirielli? Onorevole Riello?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato
221
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che i deputati Rugghia, Madia e Mazzarella hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vietti Tab.2.18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rao. Ne ha facoltà.

ROBERTO RAO. Signor Presidente, mi rivolgo ai membri del Governo. Abbiamo appena tenuto una conferenza stampa con gli esponenti dell'opposizione, che come noto insieme hanno deciso di ridurre drasticamente gli emendamenti al provvedimento in esame, con un atteggiamento molto responsabile e molto serio. Abbiamo conservato soltanto gli emendamenti che riteniamo utili, indispensabili nella discussione e che riteniamo siano anche ampiamente o parzialmente condivisi da diversi esponenti della maggioranza: non a caso pendono ancora 200 emendamenti della maggioranza non ancora ritirati, quindi un numero maggiore di quattro volte rispetto a quelli presentati da tutte le opposizioni.
Questo nostro emendamento in esame va anch'esso nella direzione di un'opposizione responsabile, perché al di là dei tanti proclami sulla giustizia, al di là di quello che è stato gridato («Basta amnistie!», «Tutti in carcere!», «Costruiamo nuove carceri per mettere dentro i delinquenti!») noi invece ci preoccupiamo di questo: con quali soldi queste carceri vengono costruite e soprattutto come l'amministrazione di queste carceri viene condotta.
Infatti, senza soldi, vi sono persone, e non penso soltanto ai detenuti, ma anche a chi opera con serietà e abnegazione nelle nostre carceri; penso alla polizia penitenziaria, con un organico ormai drasticamente ridotto e destinato a restare tale anche per colpa di questo disegno di legge finanziaria; penso agli operatori, agli psicologi, addirittura a vincitori di concorso che vengono «rimpallati» dall'amministrazione penitenziaria alle regioni, al Ministero, perché non si sa chi debba assumerli, e parliamo di gente che ha vinto il concorso legittimamente tre anni fa!
Pertanto, se ci vogliamo realmente preoccupare del funzionamento di questi organismi, di queste carceri, di tutta l'amministrazione penitenziaria, dobbiamo metterci qualche risorsa! La questione giustizia non può prescindere anche da questo Piano carceri tanto e troppe volte annunciato dal Ministro Alfano. Dunque, l'attribuzione di maggiori risorse per l'organizzazione della giustizia in Italia significa dare gambe all'idea di chi immagina, sbagliando Pag. 29- ripeto, sbagliando, secondo noi - che con risorse invariate i processi possano essere più brevi.
Lo stesso discorso, possiamo fare, per i fondi della giustizia, che, nel disegno di legge finanziaria sono stati individuati - come ci ricordavano esponenti del Governo - nell'ormai famigerata tabella dei 200 milioni. Questo Governo - traduco per chi ci ascolta - tratta la giustizia, la sua necessità di maggiori risorse e la sua riorganizzazione, al pari di musei e fondazioni. Senza nulla togliere alla bontà di queste istituzioni e di queste associazioni inserite in quel contesto, è chiaro a tutti - e a maggior ragione, credo, dovrebbe esserlo agli esponenti del Governo - che un sistema giudiziario più efficiente e rapido dovrebbe essere la priorità, e non basta una posta residuale di bilancio per garantire l'efficienza della giustizia in Italia e, nello specifico, del sistema carcerario. Lo stesso trattamento è stato riservato all'edilizia carceraria: niente più che la ripetizione di semplici, quanto inefficaci, purtroppo, buone intenzioni.
Questo nostro emendamento - e concludo, signor Presidente - è dunque interamente dedicato alla polizia penitenziaria e a coloro i quali abbiamo visto nell'iniziativa svoltasi a Ferragosto, un'iniziativa bipartisan, a cui hanno partecipato esponenti del Popolo della Libertà, esponenti dell'opposizione, credo anche esponenti della Lega: su iniziativa dei Radicali, abbiamo visitato le carceri e abbiamo visto una situazione drammatica, soprattutto per chi opera in queste carceri. Penso a loro, penso ai viceprocuratori onorari, ai giudici onorari di tribunale, ai giudici di pace, a quei giudici onorari, sulle cui spalle grava gran parte del peso della giustizia civile e penale in Italia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti Tab. 2.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi... onorevole Di Caterina... onorevole Frassinetti... onorevole Iapicca...ha votato... onorevole Coscia... onorevole Borghesi... onorevole Compagnon... onorevole Mazzuca... l'onorevole Compagnon ancora non riesce a votare... onorevole Mattesini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato
227
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che il deputato Mazzarella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Tassone Tab. 2.19 (ex Tab. 2.149).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, poco fa, illustrando il suo emendamento, il collega Compagnon affermava che il tutto era affidato ad un'incerta prospettiva, quindi, io aggiungo, come lui diceva, senza alcuna speranza. Noi stiamo illustrando gli emendamenti, dopo averli presentati, anche per porre delle questioni.
Non è tanto un problema di trasferimento di risorse o di aggiungerne altre a quelle che già sono previste, ma credo che sia questa l'occasione per richiamare l'attenzione del Governo - e, quindi, dei colleghi - su problemi che riteniamo importanti e, per alcuni versi, inestricabili e complessi.
Quando chiediamo, con questo emendamento, un aumento di risorse a favore della sicurezza e, quindi, per l'Arma dei carabinieri a tutela dell'ordine pubblico, poniamo una questione fondamentale che, dunque, si accompagna anche ad un quesito che rivolgiamo al Governo. Sono sufficienti le risorse per l'ordine pubblico e per un serio e più efficace contrasto alla criminalità organizzata e non? Certamente Pag. 30in questi giorni abbiamo dovuto verificare e registrare il raggiungimento di traguardi ed obiettivi nella lotta alla criminalità organizzata, con la cattura di alcuni importanti latitanti. Tuttavia, ci si è anche chiesti, in questi giorni, come sia possibile e perché, nonostante la cattura di questi latitanti e di questi boss, poi la criminalità aumenti e si moltiplichi anche all'interno del territorio? Certamente è un interrogativo che ci poniamo anche nella mia regione, la Calabria. Non vi è dubbio che vi sono una serie di interrogativi. Diciamo subito che se non si controlla seriamente ed efficacemente il territorio e, quindi, non vi è un contrasto forte alla microcriminalità, che poi richiama la media e la grande criminalità, tutto questo lavoro e questo grande impegno dei magistrati e delle forze dell'ordine rischia di dissolversi e di essere un dato certamente non realistico rispetto ad una prospettiva che vogliamo perseguire e raggiungere con grande forza.
Per questo il rafforzamento delle risorse per l'Arma dei carabinieri, ma anche per le altre forze dell'ordine - e penso ai compiti che abbiamo attribuito al Corpo forestale dello Stato che ha un organico di 8 mila uomini (9 mila ufficialmente, ma 8 mila effettivi) - certamente ci porta ad una fase semplicemente descrittiva, ma non veritiera rispetto agli obiettivi che intendiamo raggiungere. Pertanto, la questione è questa: perché non stanziamo più fondi per i carabinieri? Pensiamo e immaginiamo che il controllo del territorio possa registrarsi semplicemente con la dislocazione di stazioni dei carabinieri dove molte volte vi sono una, due o tre persone al massimo? Ma vi è un controllo reale del territorio in una stazione dei carabinieri con una, due, tre o quattro persone al massimo? O è una pura finzione, dove certamente vi è l'impegno dei militi dell'Arma dei carabinieri, la grande dedizione, il grande sacrificio - chiamatelo come volete e possiamo ovviamente anche continuare con queste affermazioni - ma certamente la presenza nel territorio è minima rispetto alle situazioni complesse che si verificano e si registrano.
Pertanto, respingere questo nostro emendamento ci fa capire che vi è una politica immobile rispetto ad alcune prospettive serie che esigono un rafforzamento delle strutture speciali, di quelle operative, delle forze di polizia ma anche, molte volte, organicità e coordinamento. Tuttavia, non vi è una visione sul territorio forte che dovrebbe legare le stazioni dei carabinieri ai commissariati di pubblica sicurezza che vivacchiano...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARIO TASSONE. Sto per concludere, signor Presidente. Rispetto a quello che è un dato importante, come dicevo all'inizio esordendo in questa mia dichiarazione, vale a dire un controllo forte sul territorio per battere la microcriminalità che poi richiama la media e la grande criminalità, quella organizzata di cui tutti noi abbiamo contezza (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tassone Tab. 2.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi, onorevole Simeoni, onorevole Golfo, onorevole Scilipoti, onorevole Bressa, onorevole Molgora, onorevole Nannicini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato
221
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che la deputata Rubinato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che la deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita a votare. Pag. 31
Passiamo alla votazione dell'emendamento Amici Tab. 2.20.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Naccarato. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO NACCARATO. Signor Presidente, l'emendamento è molto semplice e, se accolto, contribuirà a governare il fenomeno dell'immigrazione e a evitare l'ennesimo taglio che il Governo vuole scaricare sul sistema degli enti locali. Si tratta di aumentare di 10 milioni la Tabella 8 del Ministero dell'interno per la missione «immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti» nel programma «garanzia dei diritti e interventi per lo sviluppo della coesione sociale».
Bisogna sapere, signor Presidente, che su questo punto, infatti, c'è un ennesimo taglio (che segue quello dell'anno precedente) e che alla fine si scarica sul sistema degli enti locali, nel senso che poi si riversa soprattutto sui comuni il problema di governare i fenomeni di accoglienza e di integrazione dei cittadini stranieri. Ora, questo è un punto che, anche ieri, 500 sindaci che hanno manifestato davanti a Montecitorio hanno provato a sottoporre all'attenzione del Parlamento, ma temo con scarsi risultati, visto che, per ora almeno, pare non volersi modificare in nulla il disegno di legge finanziaria e la manovra di bilancio come approvati dalla Commissione bilancio.
La nostra proposta è molto semplice: si tratta di individuare e destinare risorse a questo tipo di politiche e il punto, signor Presidente, è quello di garantire diritti fondamentali ai cittadini italiani, da una parte, e ai cittadini stranieri immigrati regolarmente, dall'altra, sostenendo politiche di accoglienza e di integrazione. Penso ad esempio alle politiche scolastiche e a quelle piccole politiche di accoglienza che fanno differenza però sul tema dell'immigrazione. Siccome su questo sentiamo spesso manifesti elettorali, programmi e promesse che poi si traducono in un nulla, questa è l'occasione per finanziare interventi semplici e dare la possibilità di governare il fenomeno dell'immigrazione nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Amici Tab. 2.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi, onorevole Sbai, onorevole Vitali, onorevole Lo Monte, onorevole Ravetto, onorevole Borghesi, onorevole Mura.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 484
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato
221
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che i deputati Barbareschi e D'Incecco hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedi Tab. 2.21.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedi. Ne ha facoltà.

MARCO FEDI. Signor Presidente, ci accingiamo a votare un emendamento finalizzato a recuperare 6 milioni di euro. Più che di un taglio si tratta quasi di un azzeramento della dotazione del capitolo per l'assistenza ai cittadini italiani che vivono all'estero in condizioni di profonda indigenza. Tale dotazione era stata già ridotta da precedenti provvedimenti del Governo e dalla precedente legge finanziaria.
Rispetto alla precedente legge finanziaria voglio ricordare a quest'Aula, alla maggioranza e al Governo, che vi era stata una positiva azione di recupero rispetto a questa dotazione di bilancio svolta sia in sede parlamentare, grazie al lavoro di opposizione e maggioranza, sia attraverso un Pag. 32positivo lavoro svolto dal Governo per recuperare risorse da destinare a questo capitolo.
Quindi, questo taglio appare ancora più contraddittorio e - lo ripeto - avrà conseguenze molto negative nei confronti dei cittadini italiani che, lo voglio ribadire, vivono in condizioni di emarginazione sociale, povertà, ma che hanno davanti alla nostra Carta costituzionale eguali diritti e doveri.
Riteniamo particolarmente grave - lo abbiamo detto durante la discussione sulle linee generali - che l'Italia destini solo lo 0,4 per cento del prodotto interno lordo alla politica estera. Ancor più gravi sono i tagli, scelta che appare - voglio ricordare anche questo - l'unico percorso che questo Governo vuole intraprendere per quanto riguarda le comunità italiane nel mondo, poiché avevamo avuto, con un numero notevole di provvedimenti e con legge di bilancio, solo tagli e non vi è stato da parte del Governo un singolo provvedimento di riforma su questioni che, invece, abbiamo rappresentato in sede parlamentare.
Si tratta di un taglio ai capitoli di bilancio del Ministero degli affari esteri che riguarda la scuola, la cultura e l'assistenza. Guardate che tutelare l'immagine dell'Italia all'estero è un dovere, ci riguarda tutti. Lo si fa rispettando le istituzioni e tutti i poteri dello Stato, questo complesso e difficile equilibrio tra poteri dello Stato. Lo si fa con la nostra politica estera, con la cooperazione allo sviluppo e con la solidarietà internazionale. In questo caso, stiamo parlando di una solidarietà che riguarda i cittadini italiani che vivono all'estero. Invitiamo la maggioranza ad accogliere questo invito e a votare a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, intervengo brevemente. Al di là dell'esito della votazione dell'emendamento, non posso però che condividere la preoccupazione del collega Fedi, anche perché ricordo che nel 2009 abbiamo recuperato delle risorse rinviando le elezioni dei Comites, ma questo non si può fare all'infinito e si dovrà procedere l'anno prossimo a tali elezioni. Mancherà la possibilità poi di recuperare parzialmente risorse su questo capitolo di bilancio.
Quindi, prego veramente il Governo di tenere in considerazione queste cose, perché il problema esiste, è sensibile e interessa una larga parte delle nostre comunità all'estero. Sono convinto che, nei limiti del possibile e con successivi provvedimenti, si procederà a recuperare un poco questi fondi perché sono veramente necessari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Strizzolo. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'emendamento illustrato un attimo fa dal collega Fedi e per sottolineare l'importanza di questa proposta, tenendo anche conto che molto spesso anche i rappresentanti del Governo, quando partecipano a manifestazioni internazionali, richiamano sempre l'importante contributo dato dalle comunità degli italiani all'estero nei diversi paesi per il progresso delle nazioni che li hanno ospitati. Quindi, un segno maggiore di attenzione è assolutamente doveroso nei confronti degli italiani all'estero, soprattutto quando dovessero trovarsi in condizioni di disagio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bosi. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, anch'io vorrei apporre la mia firma a questo emendamento, ricordando che gli italiani all'estero sono una grande risorsa per il nostro Paese. Sono un po' gli ambasciatori dell'Italia nel mondo. Francamente, questa riduzione progressiva di attenzione e, quindi, anche di un minimo di risorse crea davvero uno stato di difficoltà e si percepisce quasi - magari Pag. 33infondatamente - una sottovalutazione di questo ruolo importante che viene svolto. Quindi, lo ripeto, appongo anche la mia firma a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'emendamento in esame e per ricordare in quest'Aula che ieri abbiamo approvato il provvedimento sul made in Italy all'unanimità. Bene, i nostri emigranti e i nostri italiani all'estero sono, a mio avviso, il miglior made in Italy che noi possiamo mostrare al mondo.
Mi dispiace che oggi non ci sia l'onorevole Tremaglia, che è stato colui che ha fatto del voto degli italiani all'estero e della forza delle comunità italiane all'estero un suo cavallo di battaglia e una sua personale attenzione.
Ritengo che diminuire le risorse su questo Fondo significhi, in sostanza, che il Parlamento della Repubblica italiana dice agli italiani che risiedono all'estero: di voi non ci interessa nulla. Non credo che questa sia l'espressione di quest'Aula, e quindi prego il Governo di prestare bene attenzione a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO. Signor Presidente, anch'io vorrei chiedere l'attenzione del Governo su questo emendamento perché la questione non è marginale né banale, come hanno già ricordato i colleghi.
Sappiamo di essere un Paese che, per un lungo periodo, ha avuto flussi di emigrazione nel mondo che hanno fatto sì che, oggi, nel mondo ci sia una comunità di italiani o di discendenti di italiani quantitativamente di dimensioni pari alla popolazione che vive nel nostro Paese. Ai sessanta milioni di cittadini italiani che vivono in Italia si devono aggiungere tra i cinquanta e i sessanta milioni di cittadini, una parte dei quali ancora cittadini italiani, altri discendenti di italiani, ma che mantengono un rapporto con l'Italia molto stretto.
Anzi, direi di più: fino a quando i mezzi di comunicazione non erano quelli di oggi i vincoli, i legami che una parte di questa emigrazione manteneva con il Paese con il tempo venivano allentandosi, ma oggi, nell'epoca di Internet, con una comunicazione in tempo reale, con tutti gli strumenti di relazione e di rapporto che legano il mondo globale, queste comunità hanno ritrovato spesso negli ultimi anni un nuovo rapporto con l'Italia che è un dato significativo.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Fassino.

PIERO FASSINO. Vorrei richiamare l'attenzione del Governo e dei colleghi sul fatto che questo patrimonio di donne e di uomini che vivono nel mondo e che mostrano la loro identità italiana, pur essendosi integrati nelle nuove società di residenza, è una ricchezza straordinaria per il nostro Paese.
Considerare l'emigrazione italiana un problema e non una risorsa è un errore strategico per un Paese che, invece, può far valere questa presenza nel mondo, ed anzi, l'immagine dell'Italia e degli italiani...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole...

PIERO FASSINO. ... è rispettata nel mondo anche grazie alla dignità di milioni e milioni di persone che hanno lasciato questo Paese, si sono integrate nelle nuove società di residenza ed hanno conquistato per sé e per il nostro Paese rispetto e riconoscimento.

PRESIDENTE. La ringrazio...

PIERO FASSINO. Credo quindi che bisogna tenerne conto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 34

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Jannone. Ne ha facoltà.

GIORGIO JANNONE. Signor Presidente, dal momento che è stato evocato l'onorevole Tremaglia e tutti sappiamo quanto tempo abbia dedicato a questo tema, intervengo solo per dire che oggi l'onorevole ex Ministro Tremaglia non è presente perché la moglie ha avuto un incidente domestico di una certa rilevanza, e quindi è a casa per questo motivo. Come è noto, l'onorevole Tremaglia ha condotto per una vita la battaglia di cui ora si discute e certamente condividerebbe almeno alcuni temi che sono stati affrontati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Malgieri. Ne ha facoltà.

GENNARO MALGIERI. Signor Presidente, mi lasci dire che sono alquanto stupito e meravigliato che una battaglia di questo genere debba essere sentita e portata avanti dalla sinistra; meravigliato in senso positivo, naturalmente, come uomo che ha sempre militato a destra e che si è riconosciuto in battaglie di questo genere portate avanti non soltanto da Mirko Tremaglia, ma anche da una pattuglia di deputati che dal 1948, in quest'Aula, si è battuta per questi stessi temi.
Temo per l'inesistenza o la «insostenibile leggerezza» di quel che rimane della destra in questo Parlamento ed annuncio il mio voto favorevole su questo emendamento (Applausi di deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole di Biagio. Ne ha facoltà.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per unire la mia preoccupazione alle preoccupazioni di molti miei colleghi e dell'onorevole Marco Zacchera e dichiaro la mia astensione su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ciocchetti. Ne ha facoltà.

LUCIANO CIOCCHETTI. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, credo che questo emendamento sia importante e debba vedere un'approvazione trasversale, perché riguarda una delle grandi battaglie fatte per la tutela del ruolo degli italiani all'estero. Ci sono stati esponenti che fanno parte di questa maggioranza che nel primo Governo Berlusconi hanno previsto la presenza di un Ministro per gli italiani all'estero per una forte necessità di dare una risposta a questi problemi. Al contrario, si tagliano le risorse e non si dà continuità all'attività avviata qualche anno fa; quindi, credo che dobbiamo costruire una proposta che sia in grado di dare continuità al sostegno delle attività per gli italiani all'estero.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

LUCIANO CIOCCHETTI. Credo che sia una importante battaglia di civiltà su cui tutti dovremmo, al di là della casacca che in qualche modo tutti quanti noi abbiamo indossato e indossiamo, dare una risposta forte, ovvero una risposta importante e di civiltà. Credo che anche gli interventi fatti da alcuni esponenti della maggioranza, come l'onorevole Malgieri, siano importanti e diano il segnale di una forte considerazione che quest'Aula deve dare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, forse alcuni colleghi ricorderanno che ho partecipato, insieme all'onorevole Tremaglia a suo tempo, alla battaglia affinché ci fosse la legge sugli italiani all'estero. Quindi, sostengo ciò che ha detto e che sostiene il mio gruppo in questo momento e, soprattutto, mi associo e sono onorato di associarmi e di esprimere il mio sostegno al sostegno ricevuto dall'onorevole Malgieri. Ciò ci dice che esistono nobili Pag. 35battaglie per le quali davvero si può essere insieme e volere il bene del Paese insieme. Vorrei ricordare che sono stato italiano all'estero per decenni (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). So, dunque, cosa vuol dire privare all'improvviso i nostri connazionali del sostegno e della rappresentanza che questo Parlamento ha cercato di dare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pezzotta. Ne ha facoltà.

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, intervengo per offrire la mia piena adesione a questo emendamento e richiamare il Governo sulla necessità e sull'urgenza di dare un segnale a quelle migliaia di persone che, per una serie di motivi, sono dovute emigrare dal nostro Paese e andare a lavorare all'estero, dove hanno costituito delle comunità. Dico ciò da lombardo e da bergamasco, proprio tenendo conto di quante persone dalla mia terra sono emigrate in altri luoghi dove continuano a vivere e a dare dimostrazione di un senso civile e di un'identità chiara dal punto di vista lavorativo e civile. Pertanto, esprimo la mia piena adesione a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porta. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA. Signor Presidente, aggiungo la mia firma all'emendamento in discussione, ricordando che la maggioranza degli italiani vive in condizioni di indigenza nei Paesi dell'America latina, soprattutto in Argentina. Ricordo, inoltre, che gli italiani all'estero non hanno nessuna forma di assistenza anche quando hanno piena cittadinanza, a differenza di chi è residente in Italia. Ringrazio il mio collega Marco Zacchera che è il presidente - e lo voglio ricordare a quest'Aula - del Comitato per gli italiani all'estero, e anche il collega Aldo Di Biagio che è responsabile per il Popolo della Libertà degli italiani nel mondo.
Chiedo a questo Parlamento che faccia arrivare, in maniera unitaria e democraticamente, ma anche con l'orgoglio e la dignità che noi abbiamo, a tutti gli italiani all'estero un messaggio di unità rispetto a persone, cittadini e lavoratori che portano alti ogni giorno la bandiera, i colori e la dignità dell'essere italiani nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, affinché l'intervento non passi per azione ostruzionistica in quanto tutti i colleghi dell'UdC hanno volontà di intervenire su questo tema, aggiungo le firme dei deputati di tutto il gruppo a questo emendamento.
Sottolineo una cosa: per adesso il coraggioso intervento solitario di Malgieri sta a dimostrare che in quest'Aula il dibattito e il confronto sono strozzati. Infatti, se fosse permesso di approfondire le tematiche importanti, come quelle della legge finanziaria, probabilmente questi provvedimenti uscirebbero molto migliorati dopo l'esame parlamentare nell'interesse del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Onorevole Compagnon, l'apposizione delle firme per conto dell'intero gruppo ha un significato politico, ma le firme agli emendamenti devono essere apposte singolarmente.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rubinato. Ne ha facoltà.

SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, intervengo solo per cogliere l'occasione di ricordare un emendamento che ho presentato al disegno di legge finanziaria proprio su questo tema: quello dei Pag. 36cittadini italiani che svolgono all'estero attività di tipo missionario o comunque umanitario, che si trovano nelle condizioni reddituali per avere l'assegno sociale, ma che non sono residenti in Italia. Questo emendamento è stato dichiarato inammissibile per materia, ma credo che anche il dibattito che si sta svolgendo in questo momento suggerisca al Governo di pensare a forme di sostegno e di solidarietà nei confronti di questi nostri concittadini italiani. Signor Presidente, voglio solo ricordare che in Veneto si è appena verificato un caso che, da questo punto di vista, meriterebbe l'attenzione del Governo per un suo intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Rubinato, la prego di concludere.

SIMONETTA RUBINATO. Un missionario salesiano di settantotto anni, che in questo momento risiede in Venezuela per ragioni di servizio, come missionario umanitario, si è visto accertare e revocare dall'INPS l'assegno sociale. Non ha altre forme di sostegno al reddito all'estero e, quindi, ritengo che un intervento urgente in questo senso sia importante.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, riserverei le categorie della destra, della sinistra e dei valori per altre e altrettanto nobili battaglie. Qui stiamo parlando semplicemente di un emendamento che aumenta gli stanziamenti per la cooperazione per i nostri italiani all'estero. Vorrei soltanto fare una considerazione: ieri tutti insieme abbiamo approvato in quest'Aula un provvedimento che riguardava il made in Italy. Ebbene, il migliore made in Italy che abbiamo trasferito all'estero in tutto il secolo scorso sono i nostri figli, i nostri nipoti e i nostri pronipoti. Siccome, c'è sempre molta enfasi su questo e sul made in Italy, adesso sarebbe opportuno che tutti insieme votassimo questo emendamento, che corregge alcune scelte più recenti del Governo, che ha messo in discussione anche la rete consolare, per quanto riguarda sicuramente l'Europa, ma non soltanto. In questo senso aggiungo la mia firma all'emendamento, ma con il significato politico che ha, parlando io a nome del gruppo dell'Italia dei Valori.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'emendamento in questione è assolutamente analogo all'emendamento già presentato in Commissione anche da nostri parlamentari. Mi riferisco, in particolare, all'onorevole Di Biagio. Tra l'altro, durante i lavori in Commissione abbiamo esaminato una serie di emendamenti che trattavano una questione della cui importanza abbiamo assolutamente contezza. Proprio perché ne abbiamo avuto contezza durante i lavori in Commissione, nella nostra attività di sintesi abbiamo recepito questa questione. Tra i pochissimi emendamenti inseriti nell'emendamento del relatore c'è proprio una posta in bilancio in aumento che riguarda il Ministero degli affari esteri, con la particolare finalizzazione agli italiani all'estero.
Quindi, rivolgendomi in particolare ai colleghi della maggioranza, già c'è stato un segnale in questa direzione. Quindi, invito con determinazione e con forza i colleghi della maggioranza a non votare questo emendamento, che in questa fase ci appare soltanto strumentale e può semplicemente servire a destabilizzare l'assetto complessivo del bilancio, così com'è uscito dai lavori della Commissione, e a crearci problemi in questa sede.
Ciò non toglie che in momenti successivi si potrà ritornare sulla questione e darle l'attenzione che merita (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

Pag. 37

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, ritengo di dover intervenire non tanto nella mia qualità di relatore per la maggioranza sul disegno di legge finanziaria, perché nel merito mi riconosco totalmente nell'intervento che è stato fatto dal relatore per la maggioranza sul disegno di legge di bilancio, onorevole Marinello, quanto per la mia personale esperienza di componente di una storia politica che ha visto e che vede nella figura dell'onorevole Mirko Tremaglia un punto di riferimento per tanti di noi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Signor Presidente, voglio dire che siamo stati tutti testimoni, dentro e soprattutto fuori da quest'Aula, di una battaglia che l'onorevole Tremaglia ha saputo compiere per troppo tempo in splendida solitudine; solo la sua pervicace determinazione gli ha consentito di arrivare alla fine con l'ottenimento di qualcosa per cui è stato a lungo avversato: il riconoscimento del diritto di voto per gli italiani all'estero.
Mi spiace che questa mattina il collega onorevole Tremaglia non sia in Aula; so per certo, conoscendone la rettitudine morale e la capacità di discernere la passione politica dalla strumentalizzazione degli argomenti, che l'onorevole Mirko Tremaglia per primo avrebbe ascoltato con sospetto, con estremo sospetto, la voce di chi, dopo averlo avversato per qualcosa come 40 anni - questa è stata la lunghezza del tempo della battaglia dell'onorevole Mirko Tremaglia - oggi strumentalmente sta cercando di condizionare la maggioranza utilizzando il suo nome, dimenticando o volendo dimenticare ciò che l'onorevole Marinello ha testè affermato riguardo non solo alla capacità del lavoro della Commissione prima, del Governo poi, di accogliere già in questo senso un emendamento presentato dal collega Di Biagio, ma soprattutto una storia che vede questa maggioranza e questo Governo certamente a fianco delle battaglie per il riconoscimento dei diritti degli italiani nel mondo e per la possibilità che essi siano considerati parte integrante della nostra comunità nazionale.
Mi rivolgo ai colleghi della maggioranza perché non accettino questa indegna strumentalizzazione della figura dell'onorevole Mirko Tremaglia, che per noi è figura di nobile riferimento (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico - Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, io semplicemente non accetto che si utilizzino, per un argomento così serio e delicato, sul quale vi è stato un dibattito per nulla strumentale, termini come «strumentalità», «indegno» e così via. Questo è un argomento serio, che non abbiamo posto con atteggiamento di parte, tant'è che, come veniva ricordato, vi sono emendamenti di tutte le parti politiche sullo stesso tema. Va, quindi, rifiutata la definizione di strumentalità e il termine indegno.
Quello che è stato accolto dal relatore è insufficiente e per questo è bene che questo emendamento trovi una risposta positiva, perché sarebbe un segnale a quei milioni di persone che guardano a questo Parlamento dal resto del mondo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, credo che sia lampante quello che sta avvenendo in questo momento: il relatore ha detto che ha destinato qualcosa, un milione e mezzo di euro. Questo emendamento ne chiede sei; il relatore ha detto che sarebbe destabilizzante per il bilancio.
Credo che questa sia la prima dimostrazione che il Governo e la maggioranza non vogliono assolutamente neppure discutere Pag. 38dei problemi, come è già accaduto in Commissione, e quindi che sia vera l'affermazione di stamattina, ribadita, che anche sulla finanziaria andranno al voto di fiducia. Vedremo se ne saranno capaci (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PIERO FASSINO. Chiedo di parlare per fatto personale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO. Signor Presidente, voglio dire che sono abbastanza sconcertato dall'intervento dell'onorevole Corsaro. Non so neanche se egli si renda conto di quello che ha detto e se abbia le informazioni necessarie.
L'idea che un tema così rilevante come la condizione degli italiani all'estero sia un tema che appartiene ad un solo partito, e non all'insieme della classe dirigente di questo Paese, è un'idea sbagliata (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. Onorevole Fassino, però...

PIERO FASSINO. ...non è radicata nella realtà. A me spiace che le condizioni (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

FABRIZIO CICCHITTO. Non è per fatto personale!

PIERO FASSINO. Provate ad ascoltare, per favore!

PRESIDENTE. Onorevole Fassino, lei ha chiesto di parlare per fatto personale.

PIERO FASSINO. Sì, per fatto personale.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Fassino, perché non sta...

PIERO FASSINO. No, non concludo, perché il fatto personale richiede una spiegazione. A me dispiace che non vi sia qui l'onorevole Tremaglia, che potrebbe essere buon testimone di come insieme abbiamo lavorato per anni su questo tema; e vorrei ricordare che l'iter legislativo della legge che concede il voto degli italiani all'estero è iniziato quando io ero sottosegretario agli affari esteri con delega agli italiani nel mondo.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fassino.

PIERO FASSINO. Respingo quindi l'accusa di strumentalità dell'onorevole Corsaro...

PRESIDENTE. Grazie.

PIERO FASSINO. ...la ritengo offensiva per me e per tutti quelli che per anni si sono occupati di questo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Narducci. Ne ha facoltà.

FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Colleghi, ma vi sembra il modo (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Il deputato Fassino si avvicina al banco del Comitato dei nove)!

PIERO FASSINO. Sei un buffone! Sei un buffone!

PRESIDENTE. Onorevole Fassino (Vivi commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Vi prego! Onorevole Fassino, ritorni al suo posto, per cortesia (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Colleghi (Dai banchi del Pag. 39gruppo Popolo della Libertà si grida: Scemo! Scemo!) Colleghi! Vi prego, l'onorevole Narducci vuole parlare, per cortesia (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Colleghi! Onorevole Narducci, prego.

FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente, vorrei invitare (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. Prego, lasciate parlare l'onorevole Narducci, per cortesia.

FRANCO NARDUCCI. Vorrei invitare i colleghi a mettere da parte queste manifestazioni poco edificanti, e a riflettere pacatamente su alcune questioni. Sono stati molti gli emendamenti presentati sul tema degli italiani all'estero, sia dalla maggioranza che dall'opposizione. Il relatore Marinello ha citato, ed ha acceso la miccia per questo intervento, l'accoglimento di un emendamento di un milione e mezzo o due milioni di euro destinati al Ministero degli affari esteri, finalizzato ad aumentare le risorse per i corsi di lingua e cultura italiana, anche se finiscono tutti nello stesso bilancio della Direzione generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie.
Signor Presidente, nella legge finanziaria 2009 (Commenti)...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia!

FRANCO NARDUCCI. ...il bilancio del Ministero degli affari esteri, e soprattutto quello della Direzione generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie, la Dgit, è stato decurtato del 40 per cento. Trovo allora che veramente...

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Narducci.

FRANCO NARDUCCI. Vorrei però dire che l'argomento addotto dal relatore Marinello nulla ha a che vedere con l'emendamento in esame, che riguarda l'assistenza agli italiani indigenti come risulta da una mappatura dei consolati in Sudamerica; e soprattutto vorrei ricordare che qui non vi è contezza di un dato: l'Ufficio italiano cambi, caro relatore Marinello, signor Presidente...

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Narducci. È andato oltre di un minuto.

FRANCO NARDUCCI. ...calcola in 60 miliardi di euro il flusso dell'indotto dall'Italia all'estero, verso quei Paesi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garavini. Ne ha facoltà.

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, vorrei da un lato ringraziare i tanti colleghi che quest'oggi in Aula si sono occupati di tematiche riguardanti gli italiani all'estero. Questa è una seduta che viene seguita, ma che verrà anche raccontata tra le nostre comunità all'estero, le assicuro, in modo molto intenso, perché una cosa che noi lamentiamo all'estero è quella purtroppo di non trovare riscontro nelle politiche che il nostro Paese compie, e negli ultimi mesi purtroppo l'abbiamo dovuto verificare in modo particolarmente duro.
Ma oggi siamo vicini a dare un segnale importantissimo per i tanti connazionali che sono ancora legatissimi al nostro Paese, che guardano alle decisioni che prendiamo per loro con grandissima attenzione. Vi assicuro che ciascuno degli oltre 3 milioni di italiani che sono all'estero sono la prima testimonianza di quello che è il nostro Paese nel mondo e quindi faccio appello affinché oggi diamo un segnale unitario, chiaro...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Garavini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nannicini. Ne ha facoltà.

ROLANDO NANNICINI. L'atteggiamento del relatore verso la finanziaria è veramente incomprensibile. Vorrei tuttavia ricordare l'esame della legge finanziaria per l'anno 2007, quando siamo stati un'intera Pag. 40nottata, costretti dall'opposizione del centrodestra, su un emendamento che finanziava gli interventi per gli italiani all'estero per 14 milioni di euro nel 2007, 2008 e 2009. Il centrodestra ci costrinse a fare le 9 di mattina dalle 23 della sera. Si può chiedere ai colleghi Armosino, Moroni e ai tanti che erano presenti. Anche lei, signor Presidente, era presente in quelle sedute. Pertanto strumentalizzare una nostra iniziativa costituisce un elemento grave perché non sempre il centrodestra è stato coerente su simili iniziative. Si trattava di una proposta emendativa presentata dall'onorevole Pallaro che prevedeva finanziamenti su questo capitolo di bilancio e ci teneste dodici ore di notte facendo ostruzionismo al riguardo. Pertanto è molto grave questa strumentalizzazione permanente nel dibattito sui fatti finanziari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Nannicini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, vorrei sottolineare come questo capitolo sugli italiani all'estero sia molto più che simbolico nel senso che dobbiamo dare attenzione e prestigio a questa realtà, che ha anche visto assurgere a dignità istituzionale, con il voto degli italiani all'estero il contributo e l'appartenenza alla nostra nazione. Vengo dal Friuli-Venezia Giulia dove i friulani nel mondo sono una moltitudine cinque volte superiore alla popolazione residente nella mia terra. Abbiamo i giuliani e i dalmati, le comunità italiane nella Croazia e nella Dalmazia che reclamano maggiore attenzione anche in considerazione del fatto che la regione Friuli-Venezia Giulia, stretta dalla crisi economica, ha apportato sensibili tagli su questi capitoli. Pertanto è opportuno che almeno a livello nazionale l'attenzione sia mantenuta alta e desta su questo importante settore della nostra comunità nazionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, come esponenti dell'UdC siamo già intervenuti abbondantemente e la sottoscrizione testimonia e conferma la nostra attenzione. Volevo solo aggiungere, signor Presidente, che sono stato testimone in quest'Aula, in questi anni, di una grande passione e di una larga condivisione quando affrontavamo il tema degli italiani all'estero. Credo quindi sia veramente singolare che oggi, davanti a un'espressione di forze politiche che dentro, esternamente e intimamente condividono il fatto che questo piccolo taglio non abbia alcuna logica di buon senso, non si voglia prender atto, da parte del Governo e del viceministro Vegas, che questo è un errore e che emerge un'esigenza e una volontà, anche dal momento che ci saranno decreti-legge che il Governo varerà prima della fine dell'anno. Altrimenti siamo davanti, sto per concludere signor Presidente, ad una logica ragionieristica che non dà decoro e dignità a questo Parlamento, che sempre su questo tema ha mostrato una grande sensibilità. Pertanto ci affidiamo al Governo per una risposta...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Delfino. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, vorrei rilevare che il comportamento dell'onorevole Corsaro, che è il relatore per la maggioranza del disegno di legge finanziaria, è quanto meno discutibile.
Ovviamente ha tutto il diritto di esprimere giudizi negativi rispetto all'emendamento, però non è il guardiano della maggioranza: il compito del relatore è quello di interloquire con il Parlamento e di mostrare, per il ruolo che svolge, un atteggiamento rispettoso più di qualche altro deputato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori). Pag. 41
Devo testimoniare questo fatto perché francamente è molto discutibile ciò che è avvenuto.
Aggiungo inoltre che quanto al voto degli italiani all'estero - una modifica costituzionale che ci ha visti insieme - è di cattivo gusto imbastire una polemica su tale tema: si può non essere d'accordo sull'emendamento, a torto, e quindi esprimere un parere contrario, però bisogna mantenere - soprattutto quando si svolge il ruolo di relatore - un atteggiamento di rispetto nei confronti del dibattito parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Antonio Martino. Ne ha facoltà.

ANTONIO MARTINO. Signor Presidente, mi duole dover essere in disaccordo con il collega ed amico Gennaro Malgieri, ma onestamente non me la sento di approvare questo emendamento: voterò contro e con convinzione. Ricordo che fui l'unico del centrodestra a prendere la parola contro la modifica della Costituzione che ha concesso il voto agli italiani all'estero: trovo che sia stata una scelta sbagliata che abbia causato imbrogli elettorali (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania), e credo anche che tale misura costi eccessivamente all'erario.
Vorrei permettermi di offrire un suggerimento ai colleghi: fate pure del bene se volete, ma fatelo a spese vostre; smettetela di essere altruisti spendendo denaro altrui (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa? Lei è già intervenuto.

FABIO EVANGELISTI. Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, capisco che la passione politica qualche volta ci porta a travalicare (da ultimo l'intervento dell'onorevole Martino), ma non stiamo parlando degli italiani eletti all'estero, bensì di un'altra questione.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, lei non sta intervenendo sull'ordine dei lavori, ma nel merito.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, le dico cosa stiamo per votare...

PRESIDENTE. Se me lo fa capire quando ha finito di parlare però...

FABIO EVANGELISTI. La riforma della rete consolare all'estero: si tratta di 6 milioni di euro; c'è l'imbarazzo del Governo e del senatore Mantica su tale punto, ma in questo modo si risolve la questione: chiedo pertanto al Governo di esprimersi su questo punto.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedi Tab. 2.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Coscia ha votato... onorevoli Vico, Duilio... l'onorevole De Micheli ha votato... onorevoli Lo Monte, Leo, Borghesi, Sbai, Grassi...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 507
Astenuti 2
Maggioranza 254
Hanno votato
241
Hanno votato
no 266). Pag. 42

Passiamo alla votazione dell'emendamento Narducci Tab. 2.22.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbi. Ne ha facoltà.

MARIO BARBI. Signor Presidente, il tema riguardante questo emendamento - lo dico anche correndo il rischio di essere accusato di qualche enfasi - è la credibilità e l'affidabilità internazionale del nostro Paese. Dico questo perché la proposta che avanziamo di integrare il fondo per la cooperazione allo sviluppo - questo sostanzialmente è l'oggetto dell'emendamento in esame - interviene per porre un argine ed invertire la tendenza introdotta da questo Governo che, con la legge finanziaria dello scorso anno e gli interventi di quest'anno, ha più che dimezzato quel fondo.
Il fondo per la cooperazione allo sviluppo è fondamentale per la nostra presenza nel mondo e per il mantenimento degli impegni internazionali che il nostro Paese ha assunto in sedi multilaterali e bilaterali.
Ogni taglio alla cooperazione allo sviluppo è, in qualche modo, un arretramento, un ostacolo all'avvicinamento, al raggiungimento degli obiettivi del millennio, quali la lotta alla povertà, la lotta per l'istruzione e per la salute, nei Paesi poveri e sottosviluppati.
Risparmiare su questi aspetti, come questo Governo ha deciso di fare, è miope, poco lungimirante e presenta due conseguenze gravi. Una è quella di disattendere degli impegni che abbiamo assunto; ci allontaniamo, anziché avvicinarci, al raggiungimento di quegli impegni. Lo ricordo: noi nel corso dell'anno prossimo dovremmo raggiungere per la cooperazione lo 0,50 per cento del PIL, e lo 0,7 per cento nel 2015, mentre ci troviamo ad avere praticamente dimezzato queste somme. Se nel 2008 eravamo arrivati allo 0,2 per cento, quest'anno, in ragione dei tagli effettuati (e la situazione non migliorerà), ci troveremo di poco sopra allo 0,10 per cento. Siamo davvero arretrati rispetto agli impegni che avevamo preso.
Questo arretramento significa che il nostro Paese non è affidabile e credibile. La proposta che facciamo di reintegrare il fondo con 400 milioni di euro è, innanzitutto, una proposta che va incontro alla necessità di mantenere in qualche misura sopra il livello della sufficienza (non dico a pieni voti) il voto che il nostro Paese può pretendere di avere a livello internazionale.
Naturalmente, non vi è soltanto questo aspetto di mantenere gli impegni assunti con gli altri, esiste anche un problema di interesse, di visione di quelli che sono i nostri interessi, di una visione del mondo che corrisponda a questi interessi che non sono soltanto nostri, ma certamente di tutte le economie avanzate e sviluppate. Questi interessi richiedono un mondo stabile e sicuro, ma un mondo stabile e sicuro richiede che le piaghe più gravi del pianeta siano contrastate in modo attivo. Esiste un programma delle Nazioni Unite che si chiama «Obiettivi del millennio» che tende proprio a contrastare queste piaghe. Sarebbe utile che prendessimo atto dello scostamento che c'è tra gli impegni e le promesse che abbiamo fatto e le cose che effettivamente manteniamo.
Tra l'altro, quest'Aula dovrebbe averne una consapevolezza anche vivida e ravvicinata, perché, non più di alcune settimana fa, ha votato in modo unanime delle mozioni che riguardavano la cooperazione allo sviluppo. Certamente non inserendo fondi precisi, ma riconoscendo che lì andava effettuata un'inversione di tendenza e un «riallineamento». Questo è il momento di dare tale segnale. Effettuiamo questo riallineamento, e facciamolo per essere coerenti con le decisioni che abbiamo assunto; facciamolo affinché il Governo, sollecitato anche dal Parlamento, faccia a livello internazionale ciò che ha detto che farà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, ho chiesto di parlare a Pag. 43titolo personale per apporre la mia firma all'emendamento Narducci Tab 2.22 e anche per rispondere a quanto prima ha avuto modo di dire il Viceministro Vegas che ha affermato che questo è l'unico Governo che riesce a fare i tagli alla spesa.
In effetti, il Governo è riuscito a realizzare dei tagli alla spesa, e, innanzitutto, ha tagliato i fondi per la cooperazione allo sviluppo e per la cooperazione internazionale. Questo emendamento si ripromette, almeno, di riportare in capo al bilancio alcuni fondi che consentano alla nostra cooperazione di essere nel mondo. Naturalmente non si tratta di un taglio a una spesa corrente, perché dovremmo considerare questo tipo di spesa come un investimento a favore della comunità nazionale.
Il Governo è talmente in grado di tagliare la spesa che i tagli lineari hanno prodotto quest'anno un aumento dell'8 per cento della spesa corrente ordinaria.
Ed è chiaro che - siccome quando si fa una proposta di utilizzo di fondi (in questo caso per la cooperazione internazionale e per la cooperazione allo sviluppo) si indicano anche le modalità con le quali si intende coprirla - qui c'è una copertura precisa. In altre parole si sottraggono ai fondi destinati alla spesa corrente ordinaria dei Ministeri e della burocrazia gli equivalenti fondi per poterli destinare ad una iniziativa che è assolutamente prioritaria e decisiva per il nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mogherini Rebesani. Ne ha facoltà.

FEDERICA MOGHERINI REBESANI. Signor Presidente, intervengo per chiedere di apporre la mia firma all'emendamento in esame, e anche per dire che effettivamente temiamo - almeno temo - che vi sia un disegno ben preciso del Governo se è vero - come è vero - che è il secondo anno (e non è il primo provvedimento con il quale si compie questa operazione) che si tagliano i fondi alla cooperazione allo sviluppo.
Ricordo che soltanto un anno fa alcuni Ministri, in sede di Commissioni riunite esteri e difesa, avevano addirittura teorizzato il fatto che la cooperazione fosse una sorta di optional rispetto allo sviluppo della pace e della sicurezza nel mondo e avevano messo in discussione l'efficacia dello strumento della cooperazione, poi smentiti chiaramente e immediatamente dalle affermazioni di alcuni sottosegretari che evidentemente si occupano più da vicino della materia e quindi forse sanno meglio di cosa si sta parlando.
Vorrei semplicemente invitare la maggioranza ed anche il Governo ad una maggiore coerenza su questo tema, perché soltanto ieri abbiamo sentito nella riunione congiunta delle Commissioni esteri e difesa di Camera e Senato il Ministro Frattini ricordarci come nel mondo, in particolare in Afghanistan (era il tema di cui stavamo discutendo), non si risolvono e non si prevengono i conflitti se non con un impegno civile e di cooperazione.

PRESIDENTE. Deve proprio concludere.

FEDERICA MOGHERINI REBESANI. Ecco, farlo senza prevedere che ci debbano essere dei fondi è assolutamente assurdo.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mogherini Rebesani.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Mattesini. Ne ha facoltà.

DONELLA MATTESINI. Signor Presidente, intervengo solo per chiedere di apporre la mia firma all'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pezzotta. Ne ha facoltà.

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, intendo aggiungere la mia firma all'emendamento in esame ricordando che vi è una contraddizione nei comportamenti, perché, da un lato respingiamo gli immigrati Pag. 44e, dall'altro, togliamo i soldi per aiutarli a casa loro. Credo che questa contraddizione vada risolta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Narducci Tab. 2.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia, onorevole Landolfi, onorevole Mazzuca, onorevole Vito, onorevole Boniver, onorevole Negro, onorevole Anna Teresa Formisano.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 483
Astenuti 1
Maggioranza 242
Hanno votato
220
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che la deputata Ravetto ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che i deputati Misiti e Barbato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Compagnon Tab. 2.23.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, ascoltando questo dibattito - se escludiamo l'emendamento Fedi Tab. 2.21, già posto in votazione, che ha creato un po' di movimento - sembra che questa finanziaria (in particolare ascoltando i relatori di maggioranza e i pochi interventi venuti dalla maggioranza stessa) non abbia fatto tagli, e che anzi abbia messo in tutti i capitoli qualcosa in più. Quindi, dovremmo essere tutti felici, dire viva il decreto-legge n. 112 del 2008, viva i tagli lineari, perché hanno prodotto finanziamenti maggiori a favore della famiglia, della scuola, della sicurezza.
Ecco, io credo invece che in questa Aula o ci sono due finanziarie - una per la maggioranza e un'altra diversa per l'opposizione - o veramente continuiamo a creare aspettative e a vendere fumo, come purtroppo ultimamente accade molto spesso.
Ciò avviene anche a fronte del ritiro di tantissimi emendamenti da parte delle opposizioni affinché qualche proposta emendativa venga accolta nell'interesse del Paese.
Per quanto riguarda la sicurezza stradale, con l'emendamento in questione intendiamo sottolineare quanto sia più facile riempirsi la bocca di paroloni, fare conferenze stampa, far passare anche in questa Assemblea la sede legislativa per le modifiche del codice stradale, salvo poi, una volta fatti i primi passi, e non creare le condizioni affinché nuovi finanziamenti per la sicurezza vengano impiegati.
Se noi pensiamo che la sicurezza stradale, riguardo agli incidenti mortali, incide per oltre il 90 per cento sul numero delle vittime tanto non per i decantati motivi di superamento del tasso alcolico ma per motivi riconducibili a problemi di manutenzione stradale, di segnaletica, di strutture vetuste; se noi pensiamo che queste sono le vere percentuali, vale a dire che oltre il 90 per cento delle morti sulle strade sono causate dalla sicurezza stradale, ci ritroviamo poi a veder togliere o comunque a non disporre di alcun tipo di finanziamento al fine di affrontare questi problemi.
Ecco allora che diventa difficile capire e anche ascoltare i tanti amici della maggioranza, con i quali certamente c'è un buon rapporto, dire che le cose vanno bene. Con questo provvedimento si compie veramente un tentativo di far apparire all'esterno ancora di più le cose come veramente non sono. Anche sapendo che il prossimo anno si voterà mi preoccupa il fatto che questo atteggiamento possa continuare in una lunga campagna elettorale sino alle regionali. Pag. 45
Un'ultima considerazione e concludo, signor Presidente. Con riferimento all'emendamento Fedi Tab 2.21 abbiamo assistito ad un attimo di effervescenza che ha ridestato, al di là del contenuto e della validità dell'emendamento, qualche orgoglio di parlamentare. Ma sentirsi dire che un emendamento presentato è un'indegna strumentalizzazione indipendentemente dal contenuto, credo che questo non si debba permettere in un'Aula dove il confronto (almeno per quanto riguarda chi vi parla, il nostro gruppo, ma anche tutti gli altri) è teso soltanto a costruire proposte nell'interesse del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Compagnon Tab. 2.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Baretta... onorevole Coscia... onorevole Grassi... onorevole Borghesi, ha votato? Onorevole Boccuzzi... onorevole Boniver... onorevole Corsini...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 486
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato
218
Hanno votato
no 268).

Prendo atto che i deputati Barbato e De Pasquale hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Tassone Tab. 2.24.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, come dicevo poc'anzi, quando ho avuto modo di illustrare un precedente emendamento, noi stiamo ponendo delle questioni. Per questo motivo mi è sembrato un po' strano quando sull'emendamento riguardante gli italiani all'estero qualcuno ha definito questi atteggiamenti strumentali.
Certamente non credo che il mio amico Corsaro avesse questo tipo di obiettivo: oltraggiare i colleghi e il Parlamento. Infatti il tema che noi abbiamo affrontato in precedenza, largamente e lungamente, e che dovrebbe essere affrontato con grande razionalità è quello di rivedere anche la legge sull'esercizio del diritto di voto degli italiani residenti all'estero. Se questo Parlamento avesse motivo di resipiscenza e, quindi, maggiore equilibrio, la dovrebbe rivedere interamente anche per assicurare un diverso rapporto tra istituzioni parlamentari del nostro Paese e i nostri connazionali all'estero.
Detto questo, con l'emendamento in questione, signor Presidente, noi affrontiamo il problema della sicurezza, della prevenzione, del soccorso e, quindi, di una prevenzione a rischio. Molte volte ci rendiamo conto di quali siano le debolezze del nostro Paese per quanto riguarda la protezione civile.
Noi interveniamo quando il danno si è verificato, quando la calamità si è abbattuta sul nostro territorio, facciamo i conti con il dispendio delle risorse umane ed economiche, facciamo i conti delle vite che vengono tranciate. Ma vi è un problema forte, che è quello della prevenzione, che non viene affrontato organicamente. Il problema della prevenzione si affronta attraverso un'integrazione di tutte le risorse, non soltanto quelle economiche. Certo noi discutiamo di un emendamento con un'impostazione che guarda all'aumento delle spese, ma non è questo il problema: il problema è capire come vogliamo affrontare il tema della prevenzione.
Occorre, come dicevo, un'integrazione di tutte le risorse, anche quella della ricerca scientifica, anche quella della politica dello spazio e del controllo del nostro territorio dall'alto alla terra, anche attraverso il satellite Cosmo-Skymed. Ritengo che questo sia anche un serio e forte Pag. 46impegno per quanto riguarda la Protezione civile. Non si dice «no» ad un emendamento senza capire cosa vi è dietro, senza capire qual è la politica che si chiede, senza capire che vi è una sollecitazione forte.
Per quanto riguarda il problema dei vigili del fuoco: certamente sono osannati, giustamente e ovviamente viene riconosciuto il loro impegno generoso, sempre utile, importante e fondamentale, ma credo che vi sia bisogno di un'attenzione maggiore; noi chiediamo risorse - come le abbiamo chieste per le forze di polizia ora lo facciamo per i vigili del fuoco - che siano legate alla particolarità e alla pericolosità delle loro funzioni, del loro impegno, del loro servizio e della loro professionalità. Non si esalta la professionalità, senza che questa professionalità sia riconosciuta tangibilmente attraverso un impegno corrente da parte delle istituzioni del Paese.
Ecco perché noi chiediamo una valutazione serena da parte del Governo e del relatore sull'emendamento in esame. Sarà bocciato? Questa è una valutazione che verrà fatta da parte dell'Aula e poi dalle considerazioni politiche si trarranno conseguenze più utili ed importanti per quanto riguarda la politica che faremo nel futuro. Certo noi poniamo oggi il problema della prevenzione, della sicurezza, dell'impiego razionale ed utile dei vigili del fuoco attraverso una messa in atto di risorse adeguate. Vi è tutta una politica che richiamiamo ed a cui ci richiamiamo semplicemente attraverso uno strumento che abbiamo in questo momento nelle mani, che è quello dell'attività emendativa che svolgiamo sul testo sottoposto alla nostra attenzione.
Questo credo che sia il nostro impegno, che è un impegno di grande coerenza, perché anche i temi che abbiamo summenzionato ed abbiamo trattato attraverso gli altri emendamenti riguardano la sicurezza, l'uomo nella sua centralità, il presente ed il futuro di questo nostro Paese. Se tutto ciò dovessimo tradurlo in cifre, in aumenti e soprattutto in diminuzioni, sarebbe poca cosa. Certamente ci si trincera dietro la legge ferrea dei numeri, ma nella legge ferrea dei numeri non vi è alcuna fantasia, alcuno slancio. Noi chiediamo slancio, fantasia, ma soprattutto coerenza rispetto anche alle esperienze che abbiamo consumato e che abbiamo vissuto nel passato: la prevenzione e la sicurezza del nostro territorio e dell'uomo certamente sono esigenze non inventate, ma imperiose, che devono trovare adeguate risposte da parte di questo Parlamento e di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tassone Tab 2.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Di Caterina? Onorevole Lo Monte? Onorevole Goisis?

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 480
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato
213
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Tassone Tab. 2.25.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, intervengo con poche battute perché ho già svolto un ragionamento illustrando l'emendamento precedente. Questo emendamento - che noi poniamo all'attenzione dell'Aula e che ha ricevuto, ovviamente, parere non favorevole da parte del Governo - pone un problema forte per Pag. 47quanto riguarda l'organizzazione e la gestione del sistema nazionale di difesa civile; esso riguarda anche il mondo del volontariato e, quindi, della sussidiarietà.
Ritengo che il mondo del volontariato sia importante e fondamentale nell'azione della prevenzione e del soccorso. Desidero anche fare riferimento alle inadempienze, che più volte abbiamo denunciato, rispetto alla legge quadro sulla protezione civile: mancano le mappature, mancano i piani regolatori, manca un coordinamento, manca una rete che possa creare le condizioni per fronteggiare eventi calamitosi, i quali hanno bisogno di impegno rapido ma, soprattutto, coordinato, efficiente e razionale.
Con questo emendamento, poniamo la questione del volontariato, il problema del soccorso, il collegamento e il coordinamento tra le forze dell'ordine e le forze di polizia. Credo che il volontariato abbia un ruolo importante: abbiamo verificato in molte occasioni come esso abbia avuto qualche difficoltà ad organizzarsi, e non per responsabilità del volontariato stesso, ma vi è stato, ovviamente, qualche momento di incertezza e, soprattutto, vi è stata qualche difficoltà.
Vogliamo richiamare tutto questo, anche attraverso la nostra proposta emendativa, la quale prevede una variazione di «+ 5 milioni di euro»: lo ritengo un impegno e, ovviamente, anche un dato importante per richiamare un fatto politico che dev'essere certamente e continuamente all'attenzione di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tassone Tab. 2.25 (ex Tab. 2.145), non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Migliori... onorevole Savino... onorevole Lo Monte.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 482
Maggioranza 242
Hanno votato
216
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che il deputato Allasia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ria Tab. 2.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Della Vedova... onorevole Scilipoti.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato
215
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che i deputati Barbato e D'Antona hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Amici Tab. 2.27 (ex Tab. 2.5).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, ho l'impressione che questa possa essere l'unica occasione di discussione sui temi del disegno di legge finanziaria in quest'Aula; la colgo, dunque, per introdurre un tema già affrontato in parte dal collega Tassone: quello dei vigili del fuoco e del sistema di protezione civile e difesa civile in questo Paese. Pag. 48
Con questo emendamento abbiamo voluto richiamare l'attenzione del Governo sulle sue disattenzioni: si tratta di disattenzioni che non sono evidenziate solo nell'ambito della discussione di questo disegno di legge finanziaria, ma durano dall'insediamento di questo Governo, il quale, sul comparto sicurezza, difesa civile e vigili del fuoco, ha fatto molte promesse che non ha mai mantenuto. Non sono stati ancora pagati nemmeno gli straordinari ai vigili del fuoco che sono intervenuti in Abruzzo: questo alla luce di tutte le cose che sono state dette e ridette, in quest'Aula e fuori da quest'Aula, da Porta a porta a tutte le trasmissioni televisive. Non sono state allocate le risorse necessarie per intervenire rispetto a quel ripiano del turn over indispensabile agli uomini che si occupano del soccorso nel nostro Paese.
Insomma, si tratta di tutte quelle misure minime che erano necessarie in questo... signor Presidente, ho cinque minuti... Signor Presidente, la vedevo giustamente affamato come noi. Non utilizzerò tutto il tempo a mia disposizione, ma voglio solo richiamare...

PRESIDENTE. Onorevole Rosato, se vuole non faccio più smorfie. Rimango fermo, così non può interpretare in maniera diversa.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, capisco la difficoltà di questa mattinata...

PRESIDENTE. Può andare avanti!

ETTORE ROSATO. ... che è difficile per tutti noi, anche perché non abbiamo ottenuto nessun tipo di risposta rispetto alle questioni che abbiamo posto all'attenzione del Governo. Non vi è stata nessuna risposta su tutte le questioni che abbiamo posto. Ci piacerebbe avere un'interlocuzione di tipo diverso, perché questo dibattito, che non è un dibattito ma una nostra illustrazione dei problemi del Paese che non sono affrontati dal disegno di legge finanziaria, è la riproposizione dello stesso dibattito che si è prodotto in Commissione, ossia temi posti dall'opposizione, silenzio da parte del Governo e, soprattutto, nessuna risposta.
Pertanto, richiamo l'attenzione di questa Assemblea, dei colleghi, per rispetto nei confronti di un Corpo, quello dei vigili del fuoco, e delle sue funzioni (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico), quelle di soccorso pubblico e di difesa civile, sulla necessità di fornire delle risposte, che sono state promesse, ma non sono mai arrivate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Amici Tab. 2.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calderisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 480
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato
216
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, credo che l'Assemblea e i parlamentari debbano sapere, in modo trasparente, anche quello che è avvenuto al di fuori di quest'Aula. Questa mattina i gruppi di opposizione, congiuntamente e in una conferenza stampa, hanno illustrato la disponibilità dell'opposizione non Pag. 49solo ad una riduzione del numero degli emendamenti, ma ad una riduzione del numero degli emendamenti accompagnata dalla disponibilità di fissare una data certa per il voto finale del disegno di legge finanziaria, senza bisogno di ricorrere ad un voto di fiducia, restando negli stessi tempi che sarebbero tecnicamente necessari anche in presenza di un voto di fiducia sul maxiemendamento per arrivare all'approvazione finale.
Nonostante tutto il percorso cui è stata costretta la Commissione bilancio e un'altra volta il Parlamento complessivamente, privato di una possibilità di incidere sul merito del disegno di legge finanziaria, abbiamo ritenuto di riconfermare in quest'Aula questa disponibilità che - lo ripeto - è di tutti i gruppi di opposizione e che è accompagnata da un atto preciso, perché sono stati già ridotti a 49 i nostri emendamenti e non vi sono precedenti di disegni di legge finanziaria con un numero di emendamenti così ridotto, mentre gli emendamenti che sono stati presentati da tutte le opposizioni al disegno di legge di bilancio sono 33. Pertanto - e lo ripeto in quest'Aula, perché resti agli atti e perché non vi siano dubbi - l'atteggiamento dell'opposizione si limita a chiedere semplicemente che il Parlamento faccia la propria parte e che possa discutere ed esprimersi votando su un numero limitato di emendamenti nei quali, ovviamente, vi sono tutti i contenuti di merito su cui abbiamo svolto la nostra battaglia in Commissione e che vorremmo fare anche in questa Aula. Se anche di fronte a questa disponibilità, vale a dire certezza dei tempi (votare il disegno di legge finanziaria entro giovedì prossimo come, comunque, verrebbe fatto con il voto di fiducia) e riduzione del numero degli emendamenti, non vi fosse la volontà della maggioranza e del Governo di rinunciare al voto di fiducia, cadrebbe ogni alibi e sarebbe ancora più evidente quale è la considerazione che il Governo ha del nostro sistema parlamentare e, soprattutto, il fatto che la questione di fiducia viene posta non contro le opposizioni ma per impedire anche ai parlamentari di maggioranza di svolgere il loro legittimo dovere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, votiamo adesso l'articolo 2 del disegno di legge di bilancio. Ricordo ai colleghi parlamentari che si tratta forse dell'articolo più importante perché relativo allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze. Incidono su questo articolo le entrate e i vari fondi e infatti lo abbiamo visto anche dalla mole di emendamenti poiché i più numerosi sono proprio quelli riferiti all'articolo 2.
Molti colleghi chiedevano di spostare poste e risorse da questo articolo per molte cause condivisibili. Abbiamo proposto modifiche - lo ha ricordato adesso l'onorevole Franceschini -, ridotte all'osso, per aumentare le risorse in alcuni settori: dal sistema della giustizia alla scuola, alla sicurezza, al sistema imprenditoriale che guarda al nuovo, alla ricerca, all'innovazione, all'ambiente, ai beni culturali, alla infrastrutturazione del Paese, alla cooperazione internazionale, alla protezione civile, ai fondi per le calamità in Abruzzo, a Messina e a Viareggio.
Nemmeno la posta di 6 milioni per gli italiani nel mondo, che pure ha avuto discussione ampia in quest'Aula, è stata accolta. Credo che in quel momento si sia volutamente e deliberatamente - l'onorevole Corsaro è il nostro algido relatore «mi spezzo, ma non mi piego» - portare alla baruffa l'argomento per non consentire ai colleghi di maggioranza di approcciarsi serenamente alla questione. Il tutto è avvenuto per sei milioni di poste di bilancio: questo è lo spirito con il quale si viene e si entra in quest'Aula a discutere di questo problema.
Certo, non ci aspettavamo che tutti venissero accolti, però prendiamo atto che abbiamo un diverso ordine di priorità. È Pag. 50evidente, lo sapevamo, abbiamo visto il disegno di legge finanziaria e quel che dovremo fare nei prossimi giorni. Ma se questo è lo spirito con il quale approcciamo la questione, Presidente Leone, anche il nostro lavoro di aver ridotto all'osso il numero degli emendamenti avrà lo stesso effetto? Purtroppo credo di sì, ma stiamo scrivendo una triste pagina per questo Parlamento.
Dobbiamo cercare però, nel momento in cui parliamo del bilancio di previsione annuale e triennale e della prossima legge finanziaria, di cercare di capire dove sta il problema. Credo che lo abbiamo fatto emergere nel dibattito che in questa Aula si è svolto in sede di discussione sulle linee generali. I disegni di legge finanziaria e di bilancio tamponano soltanto i disastri che il decreto-legge n. 112 del 2008 ha fatto e dobbiamo quindi, attraverso questi, mettere in discussione criticamente e pesantemente la politica economica di questo Governo.
Perché dico che si tamponano solo i disastri? Il disegno di legge finanziaria che ci apprestiamo a votare vale 8.800 milioni di euro. Ho sfidato il Governo a dirci di questi 8.800 milioni quanti corrispondono a misure strutturali. Ieri il sottosegretario Vegas mi ha risposto citando due misure strutturali: i 10 milioni della montagna e i 16 milioni di tagli agli enti locali che ci saranno il primo anno, su 8.800 milioni. Questo è quanto è avvenuto.
Ma perché è avvenuto? Quando avete deciso di procedere a tagli lineari del 17 per cento vi abbiamo detto che in tal modo avreste tagliato la spesa buona e anche la spesa cattiva, rimandando a ciascun Ministero il compito di fare la sua finanziaria. Tuttavia, i Ministeri non la faranno, taglieranno solo la spesa buona, perché sanno che poi sulla spesa buona bisognerà tornarci e che ciò avverrà tamponando.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MASSIMO VANNUCCI. Ho dieci minuti, signor Presidente.
Come si può dire di no alle poste che avete messo comunque una tantum su questa suddivisione, come quelle che avete posto per la distribuzione dei 2.100 milioni di euro dello scudo fiscale? È chiaro che dovete coprire dei buchi, ma lo dovete fare perché avete fatto scelte sbagliate sull'ICI per i ricchi, avete fatto scelte sbagliate sui condoni delle quote latte e avete fatto scelte sbagliate sull'operazione Alitalia.
È qui il problema...

PRESIDENTE. Onorevole Vannucci, lei deve concludere, aveva a disposizione cinque minuti, non dieci.

MASSIMO VANNUCCI. Ho sbagliato e me ne scuso. La mia conclusione è un voto convintamente contrario. Questo è l'articolo più importante perché elude le due sfide che avevamo, anzi l'unica - le possiamo mettere insieme - ovvero coniugare rigore e sviluppo: qui non c'è rigore - perché la spesa corrente è fuori controllo - e non c'è sviluppo. Il nostro voto quindi sarà contrario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, è appena stato ricordato che l'articolo 2 del disegno di legge di bilancio è sicuramente quello più importante. Lo dimostrano la quantità di emendamenti, ma soprattutto perché riguarda il Ministero dell'economia e delle finanze. Gli emendamenti presentati e illustrati - sono i numeri che parlano chiaro - erano davvero pochi e riguardavano però alcuni settori significativi, come la giustizia, l'ambiente, la crescita e la tenuta delle nostre piccole e medie industrie, il trasporto pubblico, le infrastrutture e la sicurezza.
Non solo li avete bocciati tutti, ma vi siete sottratti anche al confronto. Guarda caso, sull'unico emendamento sul quale vi è stato un vero confronto la stessa maggioranza ha tremato, salvo poi rientrare nei ranghi. Questa è la risposta, nel vostro comportamento che avete dato in risposta alla disponibilità delle minoranze di ridurre Pag. 51il numero degli emendamenti sia per il disegno di legge di bilancio che per il disegno di legge finanziaria.
Sappiamo già che cosa ci aspetta - ahimè collega Franceschini - per la prossima settimana: la paura fa «novanta» e, quindi, hanno timore di confrontarsi e di votare per evitare che ci siano al loro interno delle sorprese. Non è solo il Presidente del Consiglio a confondere leadership e monarchia, ma l'intero Governo e l'intera maggioranza: il monarca con il proprio editto ha detto che i disegni di legge finanziaria e di bilancio non si toccano ed ecco che tutti voi siete supini, obbedite all'ordine che arriva dal monarca.
Il Presidente del Consiglio ha definito questo bilancio e questa finanziaria un cambiamento epocale. Certamente ha ragione, è vero. Si tratta di un cambiamento epocale. Spremete i poveri per dare ai ricchi: usate i soldi provenienti dal riciclaggio di Stato di denaro di origine criminale per coprire alcuni tagli che voi stessi avete fatto nell'esercizio precedente e anche in questo esercizio, salvo poi coprirli in modo molto parziale, per esempio a valere sulla sanità, sui tagli che avete fatto con il decreto-legge n. 112 del 2008.
Utilizzate poi i soldi degli operai e dei lavoratori dipendenti per coprire i buchi di una sanità malata. Agli stessi lavoratori dipendenti poi chiederete di ripianare questo debito di 3 miliardi e 100 milioni che prelevate dal TFR per poter coprire per l'appunto questo maggior debito. Peraltro, signor Viceministro dell'economia, che è distratto, in mattinata lei ha detto che questo è l'unico Governo che ha avuto il coraggio di fare tagli alla spesa. Finalmente una voce di verità: ha ragione. Avete tagliato 922 milioni di euro di spese correnti sulla carta, perché basta andare a vedere quali sono le previsioni di bilancio e gli assestamenti, ma in compenso avete tagliato 8.348 milioni a valere sulle spese in conto investimenti, in particolare per quanto riguarda le iniziative a favore delle imprese, dell'infrastrutturazione (lo ricordo ancora una volta: all'alta velocità, alle ferrovie e all'ANAS).
Ecco perché il debito di questo Paese, anche a valere sull'esercizio 2010, continuerà a crescere e il semaforo giallo dell'infrazione annunciata, che l'Unione europea ci sta per attivare, avverrà sicuramente perché nessuno dei parametri dentro i quali dovremmo rientrare secondo i suggerimenti-imposizioni dell'Unione europea riusciremo a rispettarlo. Siete un Governo solo fatto di parole vuote (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, la ringrazio di avermi dato la parola, anche se vedo che è in corso una riunione, non so se è solo della maggioranza o della maggioranza e del Governo. Capisco che anche l'onorevole Vegas è interessato però...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, al banco del Governo... onorevole Zorzato, onorevole Cicchitto, per cortesia... onorevole Quartiani, su cosa ha chiesto di parlare? Sull'articolo?

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Il mio intervento è una dichiarazione di voto a titolo personale perché vorrei, nonostante l'ora, intervenire nel merito di una discussione e di un voto, a cui ci accingiamo, che riguarda un articolo importantissimo del bilancio perché stiamo parlando delle poste di bilancio, che sono di primaria responsabilità del Ministero dell'economia e delle finanze.
Sappiamo, ad esempio, che all'articolo 2, comma 7, si definiscono gli impegni relativi agli importi dei fondi che concernono gli oneri comuni di parte corrente e gli oneri comuni di conto capitale: parliamo di una ventina di miliardi che vengono definiti con decreti propri a cui è autorizzato il Ministro dell'economia e delle finanze. Basterebbe parlare anche solo su questo aspetto per indicare le Pag. 52ragioni che portano il nostro gruppo, in maniera convinta, a votare contro questo articolo.
Signor Presidente, prima il Viceministro Vegas ci ha ricordato che questo è l'unico Governo - non so se sia l'unico, ma lui si è espresso così - che è in grado di ridurre la spesa. Gli faccio presente che almeno dal 1992-1993 ci sono stati parecchi Governi...

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Quartiani.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. ...soprattutto di centrosinistra, qualcuno anche di centrodestra, che hanno portato avanti una grande iniziativa di riduzione della spesa e di riorganizzazione della finanza pubblica...

PRESIDENTE. La ringrazio...

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Scusi, signor Presidente, ho qualche difficoltà a parlare perché lì, davanti a lei, c'è sempre il Governo con i capigruppo della maggioranza che stanno...

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, per cortesia...

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Mi scusi, signor Presidente, non è possibile...

PRESIDENTE. Vada avanti, onorevole Quartini, però deve concludere, ha già sforato di un minuto.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Io concludo, però allora diciamo che invece che interloquire con il Governo, io - lo faccio volentieri - interloquisco con lei, cioè con la Presidenza. È anche mio dovere interloquire con la Presidenza, però non è lei che deve rispondere alle questioni che sto ponendo al Governo, soprattutto relativamente al fatto che il Governo ha la responsabilità di aver aumentato la spesa corrente ordinaria (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, riprendo il filo dell'intervento dell'onorevole Quartiani per ricordare che l'azione di «pulizia» dei conti pubblici e l'azione di tagli della spesa pubblica non possono essere assunte senza una discrezionalità che guardi a quello che si taglia e agli effetti che ciò produce sulla collettività e sui servizi che eroghiamo ai cittadini.
In questo articolo i tagli prodotti dalla finanziaria alle risorse relative ai temi della sicurezza interna, a quelli dell'ambiente e del territorio, della cultura, della scuola, della giustizia, della lotta alla povertà, l'incidere sulle nostre relazioni internazionali rispetto a impegni che abbiamo assunto in tutte le sedi per sottoscrivere accordi con i Paesi terzi, non portano ad un risparmio per la finanza pubblica, ma ad un impoverimento della società italiana...

PRESIDENTE. Onorevole Rosato...

ETTORE ROSATO. Certo, Presidente, concludo. Stavo dicendo che i tagli suddetti porteranno ad un impoverimento della società italiana, un impoverimento dei servizi che vengono erogati ed un calo della credibilità del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei semplicemente ricapitolare la situazione, atteso che sono le 13,50 e sta per terminare la parte antimeridiana della seduta, e credo che dovremmo poi organizzare eventualmente i nostri lavori nel pomeriggio. Ritengo che sia giusto, invece, per tutti quanti, sia per i colleghi della maggioranza, sia per quelli dell'opposizione, Pag. 53metterci nelle condizioni di organizzare anche le nostre esistenze in ragione degli impegni parlamentari.
Poiché mi pare di aver capito - su questo chiedo se sia possibile avere anche una conferma - che c'è un'intesa tra i gruppi per concludere entro la parte antimeridiana della seduta di oggi l'esame e l'approvazione degli articoli del disegno di legge di bilancio, fatta salva la votazione finale, che notoriamente si farà successivamente. Quindi, si rinvia a martedì mattina l'esame del disegno di legge finanziaria e, ovviamente, ribadiamo l'auspicio che ci sia da parte del Governo la giusta e dovuta considerazione delle nostre indicazioni. Ovviamente, valuteranno ciò anche gli altri gruppi di opposizione, ma per quanto ci riguarda, in questo quadro e considerando utile il tempo che ci rimane a disposizione affinché il Governo maggiormente rifletta sulle proposte avanzate dall'opposizione, noi siamo disponibili a utilizzare i dieci minuti rimanenti per concludere le votazioni sul disegno di legge di bilancio.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, anche noi siamo d'accordo, con la speranza che il Governo rifletta approfonditamente prima di prendere eventuali decisioni sulla posizione della questione di fiducia.

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, anche il gruppo dell'UdC rispetto alle proposte avanzate è d'accordo, in quanto riteniamo di dover continuare a votare fino alla fine dell'approvazione degli articoli del disegno di legge di bilancio, senza sospendere in nessun modo in questo momento i lavori dell'Aula e concludendo la votazione su tutto l'articolato. Ciò con la speranza - la speranza è l'ultima a morire e credo che sperare sia ancora lecito - che la prossima settimana possano trovare accoglienza le proposte fatte prima in conferenza stampa da tutti i gruppi di minoranza.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, mi sembra assolutamente ragionevole proseguire adesso con la votazione dei pochissimi emendamenti sul disegno di legge di bilancio e dell'intero articolato che segue, fermo restando che la votazione finale avverrà insieme alla votazione finale sul disegno di legge finanziaria. Quindi, rimane aperta l'altra partita sul disegno di legge finanziaria.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, con l'annessa Tabella 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Gasbarra, Scilipoti...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato
258
Hanno votato
no 223).

(Esame dell'articolo 3- A.C. 2937-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3, con l'annessa Tabella 3, e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2937-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

Pag. 54

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Cimadoro Tab. 3.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cimadoro Tab. 3.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Boniver, Borghesi, De Micheli, Fogliardi...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato
224
Hanno votato
no 260).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, con l'annessa Tabella 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Boniver, Scilipoti, Servodio...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato
262
Hanno votato
no 221).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2937-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4, con l'annessa Tabella 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 2937-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, con l'annessa Tabella 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Reguzzoni, Aprea, Murer, Mura, Consolo, Lo Monte e De Camillis...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 486
Maggioranza 244
Hanno votato
263
Hanno votato
no 223).

Prendo atto che la deputata Rampi ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 2937-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5, con l'annessa Tabella 5 (Vedi l'allegato A - A.C. 2937-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, con l'annessa Tabella 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Di Caterina, Simeoni, Rossi e Compagnon...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato
261
Hanno votato
no 224).

Pag. 55

Prendo atto che il deputato Rosso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 2937-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6, con l'annessa Tabella 6 (Vedi l'allegato A - A.C. 2937-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, con l'annessa Tabella 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Scilipoti, Gatti, Consolo, Rampi, Borghesi, Tenaglia e Raisi...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato
261
Hanno votato
no 224).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 2937-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7, con l'annessa Tabella 7 (Vedi l'allegato A - A.C. 2937-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7, con l'annessa Tabella 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Vico, Mura e Scilipoti...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 482
Maggioranza 242
Hanno votato
260
Hanno votato
no 222).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 2937-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8, con l'annessa Tabella 8 (Vedi l'allegato A - A.C. 2937-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, con l'annessa Tabella 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Mazzuca, Vitali, Vico e Codurelli...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato
259
Hanno votato
no 222).

Prendo atto che la deputata Castellani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 2937-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9, con l'annessa Tabella 9 e dell'unica proposta emendativa ad esso riferita (Vedi l'allegato A - A.C. 2937-A).
Avverto che l'emendamento Terranova Tab. 9. 1. è stato ritirato.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, con l'annessa Tabella 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).Pag. 56
Onorevoli Laboccetta, Della Vedova, Vico, Lo Monte, Rampi, Fogliardi, Ciccioli, Golfo e Mondello...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato
260
Hanno votato
no 223).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 2937-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10, con l'annessa Tabella 10 (Vedi l'allegato A - A.C. 2937-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, con l'annessa Tabella 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, D'Ippolito Vitale, Cassinelli, Boniver, Vella, Renato Farina, Tempestini e Minasso.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 484
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato
261
Hanno votato
no 223).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 2937-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11, con l'annessa Tabella 11 (Vedi l'allegato A - A.C. 2937-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, con l'annessa Tabella 11.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Della Vedova, Mazzuca, Sbrollini, Tempestini, Gioacchino Alfano e Borghesi.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 482
Maggioranza 242
Hanno votato
260
Hanno votato
no 222).

Prendo atto che il deputato Rigoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 2937-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12, con l'annessa Tabella 12 (Vedi l'allegato A - A.C. 2937-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, con l'annessa Tabella 12.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Tempestini, Moffa, Vico, Martini e Raisi.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 486
Maggioranza 244
Hanno votato
262
Hanno votato
no 224). Pag. 57

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 2937-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13, con l'annessa Tabella 13 (Vedi l'allegato A - A.C. 2937-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, con l'annessa Tabella 13.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Luciano Rossi, Mazzuca, Vico, Speciale, Tempestini e Golfo.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato
261
Hanno votato
no 222).

Prendo atto che il deputato Ciccanti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 2937-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14, con l'annessa Tabella 14 (Vedi l'allegato A - A.C. 2937-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14, con l'annessa Tabella 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Coscia, Nicolais, Golfo, Renato Farina e Fogliato.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato
259
Hanno votato
no 224).

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 2937-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A - A.C. 2937-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Ceroni, Golfo, Montagnoli, Agostini, Andrea Orlando, Mosca e Quartiani.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 484
Maggioranza 243
Hanno votato
260
Hanno votato
no 224).

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 2937-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 (Vedi l'allegato A - A.C. 2937-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Golfo, Ceroni, Mazzuca, Montagnoli, Borghesi, Andrea Orlando, Iannuzzi, Mosca e Simeoni.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 482
Maggioranza 242
Hanno votato
259
Hanno votato
no 223).

Pag. 58

Prendo atto che le deputate Ravetto e Castellani hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 2937-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17, con l'annessa Tabella A (Vedi l'allegato A - A.C. 2937-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17, con l'annessa Tabella A.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Della Vedova, Ravetto, Mazzuca, Tommaso Foti, Montagnoli, Mondello e Andrea Orlando.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 481
Maggioranza 241
Hanno votato
260
Hanno votato
no 221).

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 2937-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 (Vedi l'allegato A - A.C. 2937-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Tempestini, Bianconi, Nizzi, Saltamartini, Leo e Bianconi.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 482
Maggioranza 242
Hanno votato
262
Hanno votato
no 220).

Essendosi concluso l'esame degli articoli e degli emendamenti riferiti al disegno di legge di bilancio, sospendiamo l'esame del provvedimento.
Come già ricordato, l'esame degli ordini del giorno ed il voto finale sul disegno di legge di bilancio avranno luogo dopo la conclusione dell'esame del disegno di legge finanziaria.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, il seguito dell'esame del disegno di legge finanziaria è rinviato alla seduta di martedì 15 dicembre 2009.

Per fatto personale (ore 14,05).

RENATO FARINA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO FARINA. Signor Presidente, sono stato tirato in ballo stamattina dal collega Vannucci, che ha chiesto un intervento di censura nei miei confronti per quanto avevo scritto in un articolo di giornale, precisamente il 9 dicembre su il Giornale. Dividerei in due parti le mie considerazioni.
Mi preme un punto innanzitutto: non vi sono né intendevano esserci nei miei articoli espressioni offensive verso il Presidente Bindi, né verso altri esponenti politici citati; se vi fosse un dubbio su questo aspetto, io qui, se a loro importa, testimonio ogni stima morale e personale.
Chi in Aula si senta diffamato dai miei articoli scritti fuori di qui può querelarmi: non intendo avvalermi rispetto ai colleghi dell'insindacabilità. Invito però chiunque a leggere l'articolo e sfido a trovarci l'espressione «pirla» che Vannucci assicura di Pag. 59avervi letto: non c'è, l'ha inventata. Semmai chiedo scusa ai finti ciechi e ai falsi invalidi per averli citati come termine generico di paragone, sia pure per satira.
Quanto alle altre considerazioni espresse dall'onorevole Vannucci penso questo: è ovvio, egli ha diritto di criticarmi anche duramente, ma mi viene un po' da sorridere per il modo in cui lo fa, in un primo senso, quando dice che se scrivo su un giornale dovrei metterci sotto l'espressione: «deputato del PdL», quasi che un cittadino in quanto tale debba essere iscritto in qualche albo o essere membro del Parlamento o far parte di qualche associazione per potersi esprimere liberamente su un giornale. Basta il nome e il cognome. È scritto da qualche parte, nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo o nella Costituzione che occorre specificare qualche cosa oltre al nome e al cognome per avere il diritto di esprimersi? Occorre una patente rilasciata dall'onorevole Vannucci? Non esiste, basta così!
Quanto all'invito rivolto alla Presidenza della Camera perché prenda provvedimenti contro di me per aver scritto l'articolo, dal momento che non esiste alcun precedente al riguardo e Vannucci non è un «pivello», è troppo evidente che questo è un puro pretesto per lanciarmi ingiurie gravissime e così intimidirmi. È una tecnica che insegnavano all'università Lumumba di Mosca: colpire a freddo il presunto avversario. Troppo onore, compagno Vannucci, lei mi sopravvaluta.
Veniamo allo specifico: sono stato definito (leggo testualmente dal resoconto stenografico): «meglio noto come agente Betulla». È una citazione testuale di Marco Travaglio, ognuno ha i maestri che si merita. Poi sono stato letteralmente accusato di «attentato alle istituzioni democratiche del nostro Paese». Non mi spiace tanto per quello che ha detto Vannucci, che non conosco se non dagli interventi in Aula, ma per il silenzio della Presidenza della Camera e per gli applausi corali del gruppo del Partito Democratico e dell'Italia dei Valori.
C'è un ingiuria più grave che accusare qualcuno di tradimento. Questo attacco è gravissimo e infamante. Essendo la seconda volta che sono citato in quest'Aula con simili accuse e non avendo risposto per inesperienza la prima volta che accadde, l'anno scorso, chiedo un giurì d'onore. Lo faccio anche perché né la Presidenza né alcun collega ha inteso difendermi o almeno sollevare un dubbio. Prima ancora del giurì, se l'onorevole Vannucci ha questa certezza, e cioè che io abbia attentato alle istituzioni democratiche, vada in procura a denunciarmi: sono certo che lì troverà molti amici. Nel frattempo, chiedo di essere audito dal Copasir su tutte queste vicende. Già nella scorsa legislatura lo domandai, ma mi fu negato. Ora lo domando formalmente.

MASSIMO VANNUCCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Alla Presidenza risultano ancora sette interventi sull'ordine dei lavori. Non ho intenzione di non far parlare nessuno, ma visto che la seduta prende questa piega, eventualmente sospenderei la seduta per un'ora.
Prego, onorevole Vannucci, ha facoltà di parlare.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, formulo una brevissima replica perché l'articolo in questione è stato citato ed è a disposizione di tutti i parlamentari che lo avevano nella loro rassegna stampa. Ho sostenuto semplicemente che posso capire se a un parlamentare esca qui, in Aula, un'offesa verso un collega, sono un uomo di mondo, Presidente Leone, ho fatto il militare a Cuneo! Ma che lo si faccia a freddo, il giorno dopo, in un giornale con nomi e cognomi ed accuse precise, che basta leggere di «pirla», «falso», «invalido», questo è grave!

RENATO FARINA. «Pirla» non l'ho scritto!

MASSIMO VANNUCCI. Dopodiché signor Presidente, io ho richiamato una Pag. 60vicenda a tutti nota, che è sui giornali, ammessa dall'onorevole Renato Farina nel procedimento per il quale è stato sospeso dall'albo dei giornalisti o non so cosa. Se vuole il giurì d'onore sono qui a disposizione.

PRESIDENTE. Sono affollati i giurì d'onore...

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 14,15).

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, visto che c'è stato un gran dibattere oggi di italiani che sono all'estero, mi sembra giusto volgere un pensiero di ringraziamento per una piccola cosa che il Governo ha fatto per gli italiani che invece lavorano all'estero, quindi i transfrontalieri. L'Agenzia delle entrate ha concesso una proroga di quattro mesi (quindi dal 29 dicembre 2009 al 30 aprile 2010) per le scadenze relative alla messa in regola dei lavoratori transfrontalieri. Si tratta di una richiesta che era stata avanzata dalla Lega insieme ad altri.
Ringrazio il Ministro Tremonti e il sottosegretario Molgora per l'attenzione concreta e fattiva alle esigenze di chi lavora all'estero.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, il collega Vannucci adesso è uscito, ma volevo richiamarlo al fatto che non si può pensare di trasformare l'Aula del Parlamento in un'aula di tribunale: se qualcuno si ritiene diffamato può rivolgersi all'autorità giudiziaria, presso la quale può godere di tutta la tutela giurisdizionale in questo senso, e può querelare il collega Renato Farina, perché, se ha compiuto diffamazione a mezzo stampa, per questo può venire sicuramente processato (e non gode su questo di alcuna insindacabilità).
È ora di smetterla, signor Presidente, di utilizzare l'Aula del Parlamento come strumento di accusa giudiziaria nei confronti dei membri del Parlamento stesso. Avere citato episodi che attengono all'espulsione del collega Renato Farina da un ordine professionale, tacciandoli di essere reati perseguiti in quanto tali (cosa questa che non è vera), significa aver compiuto un grave atto - questo sì - di diffamazione dentro l'Aula, che richiederebbe un giurì d'onore a difesa e tutela del collega (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

FILIPPO ASCIERTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, volevo sollecitare la risposta ad un'interrogazione parlamentare da me presentata il 19 ottobre 2009, la n. 4-04587.
Si tratta di un'interrogazione per la quale ritengo urgente avere una risposta, perché riguarda poliziotti, carabinieri, militari non più idonei al servizio, perché malati, che vengono assegnati in sede distante da quella presso cui svolgono servizio; così alla malattia si aggiunge anche il disagio di uno spostamento, che per la famiglia è troppo.

SAVINO PEZZOTTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, intervengo solo per denunciare un episodio di estrema gravità, sul quale presenterò un'interrogazione al Ministro competente. Nella giornata di ieri una manifestazione di protesta dei lavoratori della Dalmine-Tenaris, gruppo multinazionale Pag. 61dell'acciaio, contro gli esuberi di 836 persone, non poche, ha rischiato di degenerare.
Quando la polizia ha cercato di impedire lo svolgimento di questa manifestazione, sono volate manganellate ed un paio di operai sono stati buttati per terra. Credo che sia un episodio sul quale occorra richiamare una grande attenzione, perché credo sia ormai nell'aria il fatto che queste situazioni si stanno estendendo e che il grado di esasperazione dei lavoratori sta sicuramente aumentando, come sta aumentando quello dei lavoratori della Dalmine, i quali da parecchi mesi vogliono capire qual è la soluzione e la prospettiva per il loro posto di lavoro (836 persone solo a Dalmine, ma altre ve ne sono a Piombino e nelle altre sedi in cui questa azienda opera, tutte famiglie che rischiano di trovarsi domani mattina senza una opportunità e senza una possibilità). Credo che bisogna rendersene conto e pertanto agire di conseguenza, anche nel rispetto delle forze dell'ordine che svolgono il loro dovere, facendo sì che agiscano con molta attenzione, con prudenza e - aggiungerei - anche con un po' di tolleranza, perché le persone che vivono in una situazione di questo genere possono presentare anche degli elementi di esasperazione.
Credo però che ciò costituisca un'altra evidenziazione di come il malessere sociale sia diffuso e di come stia precipitando verso una vera tensione sociale, i cui effetti ancora non siamo in grado di calcolare, ma sui quali credo che il Governo debba prestare grande attenzione.
Credo che sia dovere del Governo intervenire per fare presente a questa multinazionale che non può limitarsi ad annunciare quanti licenziamenti o esuberi intenda fare, ma che ha anche il dovere (anche perché ha le disponibilità economiche ed è dentro una tradizione) di proporre delle soluzioni alternative.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, per la verità, ho molto apprezzato questa mattina l'intervento dell'onorevole Paniz il quale ha ammesso di aver sbagliato nell'accusare l'onorevole Minniti, sostenendo che quest'ultimo avesse procedimenti penali in corso e che non si era dimesso; ho apprezzato veramente questo gesto.
Gradirei che la stessa cosa la facesse il sottosegretario, onorevole Mantovano, rispetto a ciò che affermato nella giornata di ieri in replica a quanto sosteneva l'onorevole di Pietro, ovvero che noi nell'Italia dei Valori, se ci sono delle «mele marce», le poniamo fuori dal partito perché vogliamo dare un vero senso alla politica: siamo un partito che da solo si riforma e fa pulizia al suo interno, senza aspettare né provvedimenti giudiziari, né sentenze. Ebbene, a questa considerazione dell'onorevole Di Pietro, ha replicato il sottosegretario Mantovano dicendo: perché l'onorevole Aniello Formisano è in Parlamento? Su ciò voglio intervenire proprio io che ho avuto un rapporto dialettico con lo stesso onorevole Aniello Formisano (è una cosa normale e giusta che avvenga nei partiti) per sostenere e dichiarare che l'onorevole Aniello Formisano non ha alcun procedimento penale in corso, non è mai stato inquisito, mai condannato e, quindi, per quale ragione dovrebbe essere escluso dall'Italia dei Valori o dal Parlamento così come affermato dall'onorevole Mantovano?
Mi farebbe piacere, quindi, come ha fatto questa mattina l'onorevole Paniz, che, nel corso della prossima seduta, la stessa cosa la facesse l'onorevole Mantovano rispetto alle dichiarazioni rese in danno dell'onorevole Aniello Formisano.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, volevo intervenire in ordine ad un fatto che si è verificato nel corso della discussione sul disegno di legge di bilancio, non più di qualche decina di minuti fa. Nel Pag. 62corso di questa seduta, allorché abbiamo affrontato un emendamento che riguardava i cittadini italiani all'estero (su cui vi è stato un momento di tensione e una discussione piuttosto ampia), vi sono stati gli interventi sia del relatore per la maggioranza sul disegno di legge di bilancio (quindi del disegno di legge che si stava trattando in quel momento), onorevole Marinello, sia del collega Massimo Corsaro, relatore per la maggioranza sul disegno di legge finanziaria, che ha svolto un intervento con contenuti che peraltro condivido perfettamente e, visto l'esito del voto, condivisi anche dall'intero gruppo del PdL e dell'intera maggioranza con pochissime e rare eccezioni di colleghi che lo hanno manifestato con i loro interventi e i loro voti a titolo personale.
In quel momento della seduta, successivamente all'intervento dell'onorevole Corsaro, vi è stato un intervento dell'onorevole Fassino, a suo dire per fatto personale (ma evidentemente non a titolo personale), a seguito del quale lo stesso onorevole Fassino, con fare minaccioso, con il dito alzato, e urlando parole che io da qui non ho ascoltato (quindi non entro nel merito di ciò che urlava), si è diretto verso l'onorevole Corsaro tanto da impensierire e indurre all'intervento i commessi.
In questa sede tengo, non ad entrare nel merito della questione, ma a stigmatizzare questo genere di atteggiamenti in Aula, e ad esprimere a nome del gruppo del PdL la totale e affettuosa solidarietà ad un collega stimato e preparato come l'onorevole Corsaro, che sta svolgendo un ottimo lavoro in materia di finanziaria, in questa fase della legislatura; un collega stimato da tutti, che noi apprezziamo e del quale abbiamo condiviso l'intervento in Aula. Ribadiamo nei suoi confronti la più piena e affettuosa solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, non abbiamo bisogno di interpreti dei fatti.

SIMONE BALDELLI. È di quelli che vi dovete vergognare!

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Sono i fatti medesimi che possono essere apprezzati se la Presidenza lo ritiene opportuno nei luoghi a ciò dedicati anche dal punto di vista regolamentare. Penso che occorre, invece, riportare ad una seria valutazione, se lei lo riterrà opportuno, signor Presidente, il merito dell'intervento svolto da un relatore.
Penso che il relatore...

SIMONE BALDELLI. Il relatore ha detto un'altra cosa!

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Penso che il relatore, essendo un membro di questa Camera, porti la responsabilità di ciò che dice, però è bene che si sappia che il relatore si sia rivolto ai colleghi dell'opposizione e in particolare al collega Fassino parlando di una strumentalizzazione ignobile di una questione che riguarda i parlamentari all'estero e gli elettori all'estero che hanno diritto di voto. Tutto ciò non può essere semplicemente un'affermazione fatta dal relatore che aleggia leggermente nell'aria del Parlamento. Evidentemente ha avuto bisogno di una specificazione e di una precisazione da parte di chi veniva accusato di strumentalizzazione ignobile. Dico che questa affermazione è stata fatta dal relatore per la maggioranza sul disegno di legge finanziaria. Quindi, signor Presidente, è del tutto evidente che se vuole la Presidenza può apprezzare i fatti e assumere ogni deliberazione in merito.
Ritengo che non si sia trattato di un atteggiamento inconsulto da parte di nessuno, né da parte dell'onorevole Fassino, né da parte del relatore. Si tratta di un'opinione politica secondo me sbagliata e anche in qualche modo poco rispettosa dei colleghi espressa dal relatore per la maggioranza, della quale ovviamente lo Pag. 63stesso relatore porta la piena responsabilità e per la quale evidentemente ha anche la mia totale disapprovazione.

PRESIDENTE. Colleghi, è chiaro che la Presidenza autonomamente non può entrare nel merito della questione. Se ci sono sollecitazioni ad usare strumenti che esistono allora si proseguirà in tal senso.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, intervengo per pochissimi secondi solo per far presente al collega Quartiani che non è che nel momento in cui un deputato è nominato relatore su un provvedimento venga spogliato delle sue prerogative di discussione nell'ambito del dibattito politico che in quest'Aula si determina (questo sarebbe un bizzarro modo di concepire l'attività parlamentare), né per questa ragione può essere oggetto di minacce da parte di un collega che si avvicina al banco dove siede l'altro collega con tono arrogante, costringendo i commessi ad intervenire. Che poi lo abbia fatto un collega notoriamente mite come il collega Fassino ci fa intendere che forse l'aria che si respira da quelle parti gli crea tensioni di cui il collega Quartiani farebbe meglio a preoccuparsi invece di stigmatizzare il comportamento lineare del collega Corsaro.

GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI. Signor Presidente, intervengo solo per sollecitare la risposta a due interrogazioni molto delicate riguardanti il mio territorio. Nello specifico una riguarda l'Azienda Casa Emilia Romagna in cui, a dire anche degli attuali soci, quindi principalmente i comuni di Forlì e di Cesena, il presidente Morgagni ha svolto il proprio mandato in maniera assolutamente difforme rispetto a quello che era lo scopo sociale di questa importantissima azienda pubblica che gestisce l'edilizia residenziale.
La seconda interrogazione riguarda una questione collegata con il provvedimento sul made in Italy votato ieri, ovverosia la problematica della concorrenza sleale soprattutto di aziende formate da lavoratori irregolari, clandestini, soprattutto cinesi, nel territorio forlivese e cesenate sulla quale avevo presentato un'interrogazione specifica chiedendo quanti e quali tipi di controlli fossero stati fatti negli anni passati da parte degli enti preposti. La sollecito perché si stanno creando delle tensioni sociali forti sul territorio su entrambe le questioni. Non è mio uso abusare del tempo della Camera, però sta veramente diventando necessaria una risposta da parte del Governo.

FULVIO BONAVITACOLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FULVIO BONAVITACOLA. Signor Presidente, solo questa mattina ho avuto modo di rendermi conto che dal resoconto stenografico non risulta la mia partecipazione alla decima votazione della seduta antimeridiana di ieri in tema di autorizzazione a procedere nei confronti dell'onorevole Cosentino. Risultano viceversa le mie votazioni sia prima che dopo la decima, e - come i colleghi vicini a me si sono resi conto - io sono stato presente in Aula. D'altronde, non avrebbe senso logico non partecipare peraltro ad una votazione delicata a scrutinio segreto. Volevo precisare che io ho partecipato a questa votazione (credo che si tratti di un mero disguido tecnico) per evitare che questo possa essere fonte di un possibile equivoco su un argomento sul quale ritengo invece di dover assumere una posizione di massima chiarezza.

DONATA LENZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 64

DONATA LENZI. Signor Presidente, non avrei ritenuto opportuno intervenire se non vi fosse stato l'ulteriore intervento dell'onorevole Stracquadanio che ha prolungato la discussione ritornando a ciò che è avvenuto nel corso dell'esame del disegno di legge di bilancio.
Avendo assistito a qualche altra discussione in sessione di bilancio, ritengo che per la delicatezza del tema qualche volta si giustifica la durezza dello scontro politico. Ritornando su quell'episodio vorrei ricordare che i nostri resoconti, che pur spesso tentano di rappresentare anche il clima, non possono rappresentare i gesti anche perché questi non sempre sono rappresentabili. Chi guardava verso il banco del Comitato dei nove, ha visto che vi è stato uno scambio di gesti tra il relatore, in particolare, e l'onorevole Fassino: ciò inquadra in qualche modo la questione di quello che poi è accaduto.
Vorrei ricordare che se è vero che essere in quel banco non diminuisce le tutele, però aumenta tuttavia le responsabilità e, com'è stato peraltro ricordato nell'intervento dell'onorevole Lulli, la responsabilità del relatore, durante la discussione congiunta del disegno di legge di bilancio e di legge finanziaria, rivolgendosi ai colleghi, dovrebbe richiamare anche da parte sua un certo stile. Lo stile non ha bisogno di giurì d'onore, ma è il comportamento di ciascuno.

VINCENZO BARBA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Spero che gli interventi vadano ad esaurirsi. Altrimenti, come ho già anticipato, sospendo la seduta adesso e riprendo tra un'ora. Non è possibile fare così! Ciò sarà oggetto di attenta riflessione anche all'interno della Giunta per il Regolamento. La sospensione è dovuta, considerato, tra l'altro, che sono le 14,30. Prego, onorevole Barba, ne ha facoltà.

VINCENZO BARBA. Signor Presidente, vorrei puntualizzare come il collega che mi ha preceduto, che anch'io poc'anzi ho verificato la mancata registrazione della mia votazione sull'autorizzazione alla custodia cautelare dell'onorevole Cosentino. Confermo di essere stato in Aula ieri dalle 8,30 del mattino, ho partecipato a tutte le votazioni in perfetta sintonia con la linea del gruppo. Quindi se non è stata rilevata la mia votazione è solo a causa di qualche errore o disguido tecnico. La prego, quindi, di registrare la mia puntualizzazione.

PRESIDENTE. Ne prendo atto.

SANDRA ZAMPA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRA ZAMPA. Signor Presidente, ho chiesto di intervenire per pregarla di sollecitare la risposta all'interrogazione a risposta orale n. 3-00468 che ho presentato il 31 marzo 2009 e, quindi, ritengo che sia tempo di avere risposta. Si tratta di un'interrogazione al Ministro dell'interno sul caso di un ragazzo afghano respinto pur essendo di minore età e del quale, essendo stato respinto in Grecia, ormai si sono perse le tracce.
Immagino che il Governo non voglia attendere un anno esatto prima di dare risposta a questa interrogazione. Ritengo che sia venuto il momento che dal Ministero dell'interno arrivi questa risposta.

PRESIDENTE. Onorevole Zampa, la Presidenza si farà carico di trasmettere la sua richiesta al Governo.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 15 dicembre 2009, alle 10:

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1790 - Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale Pag. 65dello Stato (legge finanziaria 2010) (Approvato dal Senato) (2936-A).
- Relatori: Corsaro, per la maggioranza; Baretta e Borghesi, di minoranza.

2. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1791 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012 (Approvato dal Senato) (2937-A).
Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012 (2937-bis).
Relatori: Marinello, per la maggioranza; Baretta, di minoranza.

La seduta termina alle 14,30.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2937-A - articolo 1 488 488 245 266 222 42 Appr.
2 Nom. em. Tab. 2.1 498 498 250 226 272 40 Resp.
3 Nom. em. Tab. 2.2 496 495 1 248 225 270 41 Resp.
4 Nom. em. Tab. 2.3 502 501 1 251 234 267 40 Resp.
5 Nom. em. Tab. 2.4 500 499 1 250 229 270 39 Resp.
6 Nom. em. Tab. 2.5 498 497 1 249 225 272 38 Resp.
7 Nom. em. Tab. 2.6 500 499 1 250 226 273 38 Resp.
8 Nom. em. Tab. 2.7 503 503 252 230 273 38 Resp.
9 Nom. em. Tab. 2.8 495 494 1 248 226 268 38 Resp.
10 Nom. em. Tab. 2.9 499 498 1 250 227 271 38 Resp.
11 Nom. em. Tab. 2.10 505 504 1 253 231 273 38 Resp.
12 Nom. em. Tab. 2.11 507 506 1 254 235 271 38 Resp.
13 Nom. em. Tab. 2.12 496 496 249 229 267 38 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. Tab. 2.13 505 504 1 253 234 270 38 Resp.
15 Nom. em. Tab. 2.14 487 487 244 223 264 38 Resp.
16 Nom. em. Tab. 2.15 488 488 245 227 261 38 Resp.
17 Nom. em. Tab. 2.16 490 490 246 223 267 38 Resp.
18 Nom. em. Tab. 2.17 487 487 244 221 266 38 Resp.
19 Nom. em. Tab. 2.18 491 491 246 227 264 38 Resp.
20 Nom. em. Tab. 2.19 485 485 243 221 264 37 Resp.
21 Nom. em. Tab. 2.20 485 484 1 243 221 263 37 Resp.
22 Nom. em. Tab. 2.21 509 507 2 254 241 266 36 Resp.
23 Nom. em. Tab. 2.22 484 483 1 242 220 263 36 Resp.
24 Nom. em. Tab. 2.23 487 486 1 244 218 268 35 Resp.
25 Nom. em. Tab. 2.24 481 480 1 241 213 267 35 Resp.
26 Nom. em. Tab. 2.25 482 482 242 216 266 35 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. Tab. 2.26 481 481 241 215 266 35 Resp.
28 Nom. em. Tab. 2.27 481 480 1 241 216 264 35 Resp.
29 Nom. articolo 2 481 481 241 258 223 35 Appr.
30 Nom. em. Tab. 3.1 484 484 243 224 260 35 Resp.
31 Nom. articolo 3 483 483 242 262 221 35 Appr.
32 Nom. articolo 4 486 486 244 263 223 35 Appr.
33 Nom. articolo 5 485 485 243 261 224 35 Appr.
34 Nom. articolo 6 485 485 243 261 224 35 Appr.
35 Nom. articolo 7 482 482 242 260 222 35 Appr.
36 Nom. articolo 8 481 481 241 259 222 35 Appr.
37 Nom. articolo 9 483 483 242 260 223 35 Appr.
38 Nom. articolo 10 485 484 1 243 261 223 35 Appr.
39 Nom. articolo 11 482 482 242 260 222 35 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 46)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo 12 486 486 244 262 224 35 Appr.
41 Nom. articolo 13 483 483 242 261 222 35 Appr.
42 Nom. articolo 14 483 483 242 259 224 35 Appr.
43 Nom. articolo 15 484 484 243 260 224 35 Appr.
44 Nom. articolo 16 482 482 242 259 223 35 Appr.
45 Nom. articolo 17 481 481 241 260 221 35 Appr.
46 Nom. articolo 18 482 482 242 262 220 35 Appr.