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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 225 di venerdì 2 ottobre 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 9,05.

MIMMO LUCÀ, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boniver, Jannone, Lamorte, Pecorella e Misiani sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

In morte dell'onorevole Roberto Palleschi.

PRESIDENTE. Cari colleghi, comunico che è deceduto l'onorevole Roberto Palleschi, già membro della Camera dei deputati nella IV e VIII legislatura. La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari l'espressione della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1749 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 agosto 2009, n. 103, recante disposizioni correttive del decreto-legge anticrisi n. 78 del 2009 (Approvato dal Senato) (A.C. 2714) (ore 9,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 agosto 2009, n. 103, recante disposizioni correttive del decreto-legge anticrisi n. 78 del 2009.
Ricordo che nella seduta del 30 settembre 2009 è iniziato lo svolgimento degli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno che è proseguito anche nella seduta di ieri.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2714)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2714).
L'onorevole Quartiani ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2714/154.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, nell'illustrare il mio ordine del giorno vorrei premettere alcuni elementi di valutazione di quanto, sia in quest'Aula, sia fuori di essa, soprattutto alcuni esponenti governativi e della maggioranza di centrodestra, primo tra questi il principale responsabile dell'economia, il Ministro Tremonti, hanno avuto modo di dire relativamente ai passaggi più salienti Pag. 2del provvedimento che oggi, probabilmente, potremmo convertire in legge. Dico probabilmente perché, come si sa, da parte del mio gruppo e da parte dell'opposizione è in corso un dibattito e un confronto parlamentare serrato, per cui io posso sperare ancora che il Governo riconsideri, alla luce del dibattito, le posizioni che in maniera pervicace sono state qui sostenute dopo che al Senato è avvenuto quel che in modo increscioso possiamo definire un ribaltone rispetto al testo che il Presidente della Repubblica aveva sottoscritto il 3 agosto, dopo che erano stati rinvenuti errori di rilievo nel testo del decreto-legge, passato esso stesso con la fiducia alla fine luglio in questa Camera, recante provvedimenti di intervento sull'economia. Quest'ultimo, sostanzialmente, è la vera manovra finanziaria che ha sottratto alla legge finanziaria il compito proprio che sarebbe costituzionalmente ed istituzionalmente dovuto, tant'è vero che andremo a discutere una finanziaria che non solo è povera di contenuti, è riempita di tabelle, ma che non muove un euro per sostenere l'economia, un'economia in crisi, le aziende in crisi, le piccole e medie imprese, le aziende artigianali, nonché per sostenere quelle famiglie che nei prossimi mesi dovranno affrontare un autunno ed un inverno difficili, considerato che una previsione fatta anche da istituti e istituzioni internazionali che si occupano di economia e finanza dice che ovviamente si sta lentamente fuoriuscendo dalla crisi finanziaria, ma che la crisi economica, la crisi della manifattura, delle attività produttive porterà con sé, nel tempo lungo, non nei mesi a venire, bensì negli anni a venire, una forte disoccupazione in Europa e ancor più in Italia.
Bene, di fronte a questa situazione il Ministro dell'economia e delle finanze e i rappresentanti del Governo ci hanno detto che sostanzialmente al Senato non era successo niente.
I colleghi hanno atteso più di un mese prima di affrontare e di votare al Senato il provvedimento, e ce l'hanno consegnato dieci giorni prima della scadenza costituzionale (i 60 giorni previsti per convertire il decreto-legge). Il Governo si è presentato sostenendo che, pur non di propria iniziativa, il testo era stato cambiato profondamente, e dichiarava che era un testo apprezzabile e da sostenere. Un collega di centrodestra, con il parere favorevole del Governo, al Senato, ha fatto approvare con la maggioranza dei voti di centrodestra (del Popolo della Libertà e della Lega Nord) un testo che sostanzialmente garantisce tutti coloro che hanno portato capitali all'estero, coloro che hanno ottenuto capitali e patrimoni attraverso iniziative che sono punite, non solo amministrativamente, ma anche penalmente dal nostro sistema giudiziario e dalla legge vigente nel nostro Paese.
Signor Presidente, il Ministro dell'economia e delle finanze ha affermato, sulla prima pagina de Il Sole 24 ore, nel giorno in cui abbiamo iniziato la discussione: non c'è spazio per i capitali della malavita. È il contrario, stiamo premiando tutti coloro che hanno disatteso la legge, che hanno fatto i furbi, stiamo, invece, mettendo in ginocchio tutti coloro che, pur dentro la crisi economica, fanno il loro dovere verso il fisco e garantiscono il patto sociale e di convivenza di questo Stato e di questa Repubblica. A questo punto, se voi portate a casa dei soldi, peraltro in questo modo, almeno destinatene una parte per la sicurezza alle forze di polizia, visto che gli avete tagliato delle risorse (ovviamente, le risorse reperite attraverso questo provvedimento potrebbero essere destinate anche verso altri settori, come previsto negli altri ordini del giorno).
Tuttavia, ribadisco che questo provvedimento non è né emendabile, né riformabile, c'è ancora tempo perché il Governo riveda la propria posizione, lo ritiri, e si avvii una fase nella quale le risorse previste vengano reperite soprattutto attraverso risparmi di spesa e interventi di risparmio dei Ministeri, della pubblica amministrazione e della burocrazia. Questo Governo e questa maggioranza non sono stati in grado di far risparmiare una lira allo Stato e adesso, anche attraverso il sistema del drenaggio dei capitali provenienti Pag. 3dalla malavita e dalle attività criminose, vengono utilizzate risorse per «rimpolpare» un buco di bilancio che questo Governo e questa destra consegnano al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. L'onorevole Giachetti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2714/103.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, prima di entrare nel merito del mio ordine del giorno, che come tutti gli ordini del giorno presentati dal gruppo del Partito Democratico e dalle opposizioni, mira in qualche modo a cercare di «addrizzare» un provvedimento che certamente non potrà essere ridotto nel suo impatto devastante sul piano della legalità (un ordine del giorno certamente non potrà correggere nulla di quello che, attraverso anche un voto di fiducia, avete voluto stabilire), mi sia consentito, atteso che stiamo andando avanti nell'illustrazione degli ordini del giorno (che per noi è anche un'occasione per illustrare la nostra posizione in modo dettagliato) salutare alcuni amici che ci hanno accompagnato in questa tre giorni in modo particolarmente affezionato: il Governo, attraverso il sottosegretario Giorgetti, i due relatori, tutto il personale della Camera dei deputati, i presidenti che in questi tre giorni hanno pazientemente ascoltato (Commenti del deputato Giancarlo Giorgetti). Una volta tanto onorevole Giorgetti le sto rendendo merito di aver ascoltato pazientemente le nostre ragioni.
Purtroppo dobbiamo esporre le nostre ragioni, ma già il fatto di essere stati ascoltati in questo momento dalla politica non è un fatto marginale. Queste nostre ragioni non hanno portato il Governo ad alcun ripensamento. Voglio dare atto al Presidente della Camera che invece nella sua persona vi è stato un ripensamento rispetto alla decisione assunta precedentemente di strozzare in qualche modo il dibattito nella giornata di ieri, sostanzialmente comprimendo in questo modo solo ed esclusivamente i diritti dell'opposizione. Credo che la decisione assunta dal Presidente della Camera sia comunque una decisione importante al di là del fatto che stiamo continuando con la nostra iniziativa. Infatti riteniamo che questo sia un provvedimento devastante sul piano della legalità, e anzitutto devastante, signor Presidente, sottosegretario, dal punto di vista di qualcosa che dovrebbe essere a cuore a tutti noi, quello della semplice educazione civica. Non so come potrei spiegare ai miei figli (mia figlia ormai da un paio d'anni alla scuola superiore studia educazione civica), o come potrebbe spiegare una qualunque professoressa ad una ragazza di 15-16 anni la ratio di un provvedimento che sostanzialmente nella sua indicazione finale prevede semplicemente che lo Stato, l'amministrazione pubblica, per far pentire in qualche modo coloro che hanno fatto qualcosa di negativo li premia facendo pagare loro solo un piccolo dazio.
Qualcun altro sotto un altro punto di vista potrebbe affermare che questo provvedimento - è stato argomentato molto bene nel corso di queste ore alla Camera - sia una sorta di lavatrice, soprattutto per chi ha evaso il fisco, ma anche una potenziale lavatrice per le organizzazioni criminali che utilizzerebbero questo passaggio, questo cuneo, per poter lavare tutto ciò che di sporco si è fatto in questi anni, reintroducendolo pulito nel nostro Paese, e sapendo che certamente non c'è nulla di pulito dietro quanto è stato fatto dalle organizzazioni criminali. Ma non c'è niente di pulito - noi lo dobbiamo dire, signor Presidente, senza infingimenti e con molta chiarezza - e nulla di pulito ci potrà mai essere da parte di tutti coloro che comunque si sono macchiati rispetto ai tanti cittadini onesti e alle tante persone che lavorano tutti i giorni e che pagano le tasse per contribuire al benessere della collettività e per contribuire a migliorare anche le condizioni drammatiche nelle quali si trova il Paese. Quelle persone che anche semplicemente hanno approfittato per non corrispondere ai loro obblighi fiscali, per nascondere le loro ricchezze all'esterno, devono sapere, anzi dovrebbero sapere, che non c'è nulla che può in Pag. 4qualche modo consentire loro di lavare queste ricchezze impropriamente nascoste. A nostro avviso non ci dovrebbe essere neanche nulla che potesse consentire loro di lavare le proprie coscienze. In realtà con questo provvedimento - concludo signor Presidente - si vogliono fare entrambe le cose. Sia detto in modo chiaro che certamente a lor signori di lavarsi le coscienze non gliene può importare assolutamente nulla, perché persone che si sono comportate in questo modo certamente non hanno un problema di coscienza, né nei confronti dello Stato, né nei confronti della legalità. Tuttavia il problema di quella parte restante che si potrà lavare attraverso questo provvedimento deve stare a cuore e preoccupare tutti, anche coloro che oggi, magari in maniera poco critica, approveranno la conversione in legge di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Constato l'assenza degli onorevoli Pompili, Meta e Madia che avevano chiesto di intervenire per illustrare rispettivamente i loro ordini del giorno n. 9/2714/106, 9/2714/84 e 9/2714/88.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, poiché stiamo entrando in una nuova fase abbastanza complicata dei nostri lavori, per avere chiarezza su come dobbiamo procedere e su come ovviamente si devono comportare i colleghi, in base agli indirizzi che la Presidenza vorrà dare ai lavori dell'Aula, volevo chiederle un chiarimento.
Credo che in una fase successiva, a breve, avranno luogo le dichiarazioni di voto e la verifica sugli ordini del giorno: la Presidenza ritiene più opportuno che si proceda all'esame degli ordini del giorno con una dichiarazione di voto di ciascun collega, se intende farla, e a seguire la votazione, oppure ritiene più opportuno che abbia luogo il complesso delle dichiarazioni di voto per poi procedere alle votazioni? Se non sono indiscreto, le sottoporrei la necessità di avere chiarezza rispetto alle modalità con le quali la Presidenza intende procedere, la ringrazio già in anticipo della risposta.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, come lei immaginerà, la Presidenza aveva circa cinquanta colleghi che avevano chiesto di parlare per l'illustrazione di ordini del giorno, e, quindi, il percorso dei lavori era segnato. A questo punto procederei con la richiesta dell'espressione dei pareri sugli ordini del giorno da parte del rappresentante del Governo, al termine della quale sarò in grado di darle la risposta sulla domanda che lei mi ha rivolto che, se ho capito bene, consiste in questo: o esprimiamo prima il parere sugli ordini del giorno e poi si passa alle votazioni, oppure per ogni ordine del giorno ha luogo una o più dichiarazioni di voto. Vedo che l'onorevole Baldelli è già in azione.

GREGORIO FONTANA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GREGORIO FONTANA. Signor Presidente, volevo un chiarimento: ciò significa che gli iscritti a parlare hanno tutti rinunciato?

PRESIDENTE. Sì, onorevole Gregorio Fontana. I cinquanta iscritti hanno rinunciato all'illustrazione dei relativi ordini del giorno.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, la questione sottoposta alla Presidenza dal collega Quartiani, se non ho compreso male, si sostanzia in questo. Avendo ritirato almeno il gruppo del PD e l'iscrizione a parlare di alcuni deputati, sostanzialmente Pag. 5la richiesta di Quartiani è: qualora adesso ci fosse il passaggio al parere sugli ordini del giorno e si dovesse passare successivamente alla fase delle dichiarazioni di voto sugli ordini del giorno, se si potesse svolgere la fase delle dichiarazioni di voto complessivamente e passare poi successivamente a tutte le votazioni in sequenza (se ho capito bene).
Per quanto mi riguarda credo che si possa procedere chiaramente in questo senso, perché lo abbiamo fatto già altre volte e ciò significherebbe non fare cadere in maniera immediata sull'Assemblea la fase delle votazioni, ma dare la possibilità anche ai colleghi dell'opposizione, che intendano avvalersi della facoltà di intervenire in dichiarazione di voto, di farlo in maniera complessiva per poi porre in votazione tutti gli ordini del giorno uno dopo l'altro.
Il collega Quartiani ovviamente si è rivolto alla Presidenza ma per quanto riguarda il gruppo del PdL ritengo che non vi siano questioni ostative al riguardo, visto che esistono precedenti in tal senso.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, mi riservo di risponderle, anche perché intendo consultare il Presidente.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,30).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

TESTO AGGIORNATO AL 12 OTTOBRE 2009

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2714)

PRESIDENTE. Invito quindi il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati, riservandomi poi al termine dell'espressione dei pareri di rispondere alla domanda che mi è stata rivolta, avendo registrato anche la posizione dell'onorevole Baldelli.

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. L'ordine del giorno Federico Testa n. 9/2714/5 fa riferimento...

PRESIDENTE. Mi scusi, signor sottosegretario, giova ricordare che gli ordini del giorno Catanoso n. 9/2714/1; Di Biagio n. 9/2714/2; Caparini n. 9/2714/3 e Di Pietro n. 9/2714/4 sono stati dichiarati inammissibili. Quindi, iniziamo dall'ordine del giorno Federico Testa n. 9/2714/5.

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sì, signor Presidente, infatti avevo già iniziato da questo. Il Governo accetta l'ordine del giorno Federico Testa n. 9/2714/5 purché sia riformulato sopprimendo nella parte delle premesse l'ultimo capoverso: «è del tutto evidente, pertanto, che la norma se di cui al citato articolo 3, comma 4-quater, si configura come discriminatoria e, al contempo, pone a carico di tutti i consumatori ulteriori, maggiori e ingiustificati oneri tariffari». Con questa riformulazione e con il dispositivo inalterato il Governo accetta l'ordine del giorno in oggetto perché questo riprende un argomento che era entrato nel testo del decreto-legge anticrisi e su cui il Governo era disponibile a lavorare per modificare gli effetti che si sono determinati.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, le chiedo scusa perché sono stata un attimo distratta.

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accetta l'ordine del giorno Federico Testa n. 9/2714/5, purché sia riformulato.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine Pag. 6del giorno Mario Pepe (PdL) n. 9/2714/6: si tratta di materia di IVA che, come sempre, pone problemi di compatibilità comunitaria. Pertanto al di là del merito che viene recepito in questo dispositivo che pone un problema sostanzialmente di sgravio fiscale a vantaggio delle aziende, il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere contrario, perché comunque questa materia è soggetta a valutazione preventiva comunitaria e, quindi, può determinare ovviamente oneri aggiuntivi in capo allo Stato. Pertanto, il Governo esprime un invito al ritiro, altrimenti il è parere contrario.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Marinello n. 9/2714/7: l'impegno è interessante e il Governo lo fa proprio.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pisicchio n. 9/2714/8 limitatamente al dispositivo mentre il Governo non concorda con le premesse.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Mura n. 9/2714/9.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Aniello Formisano n. 9/2714/10 per il fatto che si fa riferimento ad un dispositivo di impegno nei confronti del Governo che quest'ultimo ritiene normalmente di attuare in quanto si richiama alla necessità di rispettare in materia più puntualmente norme contenute nella Costituzione. Il Governo rispetta puntualmente queste norme e, quindi, per noi è ricevibile nel merito. Pertanto, il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il è parere contrario.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Zazzera n. 9/2714/11 limitatamente al dispositivo purché sia riformulato. Il Governo, al contrario, non accetta le premesse. La riformulazione dovrebbe prevedere la soppressione delle seguenti parole: «provvedendo altresì a ripristinare le disposizioni in materia di lotta all'evasione soppresse con i decreti-legge n. 112 e n. 185 del 2008,». Pertanto il Governo accetta l'ordine del giorno Zazzera n. 9/2714/11 con la soppressione di queste parole nel dispositivo.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Razzi n. 9/2714/12 purché sia riformulato in modo che il dispositivo di impegno divenga: «ad adottare ogni iniziativa necessaria a contrastare ulteriormente l'evasione fiscale sia a livello nazionale che internazionale, promuovendo apposite iniziative volte a rafforzare le misure di contrasto e controllo delle operazioni finanziarie illecite». Il Governo non accetta le premesse.
Il Governo accetta limitatamente al dispositivo l'ordine del giorno Porcino n. 9/2714/13, a condizione che la medesima parte dispositiva sia riformulata nel senso di impegnare il Governo: «ad adottare ogni ulteriori opportune iniziative finalizzate a contrastare le operazioni finanziarie illecite anche di natura internazionale».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/2714/14, a condizione che il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: « impegna il Governo a presentare al Parlamento una relazione contenente i dati relativi ai proventi derivanti dall'applicazione della norma sullo scudo fiscale».
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Palagiano n. 9/2714/15, in quanto il dispositivo contiene un impegno che dovrebbe mettere in pratica le premesse, che sono totalmente non condivise dal Governo.
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente alla parte dispositiva, l'ordine del giorno Paladini n. 9/2714/16, purché la stessa sia riformulata nel senso di impegnare il Governo: «a provvedere alla pubblicazione delle statistiche relative alle attività di contrasto all'evasione fiscale condotte dalle Agenzie fiscali e dalla Guardia di finanza».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Barbato n. 9/2714/17, previa riformulazione e solo nella parte dispositiva. Tale riformulazione è la seguente: «impegna il Governo a proseguire nella lotta per contrastare il riciclaggio del denaro proveniente da attività criminali».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Borghesi n. 9/2714/18, mentre formula un Pag. 7invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'ordine del giorno Messina n. 9/2714/19.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cambursano n. 9/2714/20, che inizia ad affrontare, più in generale, gli interventi che prevedono relazioni da parte del Parlamento sulle concrete modalità utilizzate dagli altri Paesi che hanno adottato misure analoghe allo scudo fiscale, relativamente ai costi per il contribuente, alle eventuali sanzioni e all'anonimato. Con l'ordine del giorno in oggetto, inizia una lunga serie di ordini del giorno che, proprio perché così estesi, possono essere accolti come raccomandazione, ma solo per la parte dispositiva, in quanto le premesse non sono condivise.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Monai n. 9/2714/21, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario dell'ordine del giorno Cimadoro n. 9/2714/22, perché è irricevibile nel merito. Infatti, il Governo già svolge un'attività che riteniamo molto efficace per dotare l'amministrazione finanziaria di strumenti adeguati per la lotta all'evasione e all'elusione fiscale.
Il Governo formula, altresì, un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'ordine del giorno Palomba n. 9/2714/23, perché le premesse non sono condivise dal Governo e nel dispositivo si richiama una puntuale applicazione di un'attività, anche legislativa, che scoraggi la commissione di reati previsti nelle premesse, che il Governo ritiene non essere attualmente previste nelle fattispecie dello scudo fiscale.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/2714/24, in quanto la parte dispositiva è irricevibile nel merito. Infatti, risulta evidente, come le normative attualmente vigenti, anche a fronte del varo dello scudo fiscale, consentono un'attività efficace di contrasto alle organizzazioni terroristiche.
Il Governo formula, altresì, un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'ordine del giorno Rota n. 9/2714/25, per le stesse motivazioni di cui sopra, e perché le norme attualmente vigenti riescono a dare copertura adeguata rispetto ai problemi derivanti da iniziative di criminalità organizzata. Quindi, la lotta alla criminalità viene già assicurata dalle normative vigenti anche con il varo dello scudo fiscale.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Piffari n. 9/2714/26, Scilipoti n. 9/2714/27 ed Evangelisti n. 9/2714/28.
Il Governo invita i presentatori al ritiro dell'ordine del giorno Leoluca Orlando n. 9/2714/29, altrimenti il parere è contrario, poiché esso ha chiaramente un'impostazione che - l'onorevole Orlando mi permetta di dirlo - per quanto comporti rispettabili valutazioni e riflessioni attente sull'argomento, l'impostazione politica e - passatemi il termine - «organizzativa» delle scelte adottate dal Governo fino ad oggi vanno in senso diametralmente opposto. Pertanto, nel rispetto dei ruoli e per serietà anche nel rapporto tra maggioranza e opposizione, il Governo non può accogliere questo ordine del giorno, pertanto vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
Il Governo invita i presentatori al ritiro degli ordini del giorno Donadi n. 9/2714/30 e Favia n. 9/2714/31, altrimenti il parere è contrario. Entrambi gli ordini del giorno riguardano, sostanzialmente, i poteri del commissario e i relativi interventi volti a limitare la possibilità di azione del commissario stesso e le relative potenzialità in termini normativi e amministrativi. Tale limitazione porta il Governo ad esprimere un parere contrario, poiché essa significherebbe delimitare lo sforzo di attuazione che, da questo punto di vista, il Governo vuole portare avanti in tempi rapidi e con grande determinazione.
Il Governo invita i presentatori al ritiro dell'ordine del giorno Misiti n. 9/2714/32, altrimenti il parere è contrario.
Ricordo che l'ordine del giorno Reguzzoni n. 9/2714/33 è inammissibile.
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente alla parte dispositiva, gli ordini del giorno De Pasquale Pag. 8n. 9/2714/34, Coscia n. 9/2714/35, De Biasi n. 9/2714/36, Bachelet n. 9/2714/37, De Torre n. 9/2714/38, Ghizzoni n. 9/2714/39, Levi n. 9/2714/40, Lolli n. 9/2714/41 e Mazzarella n. 9/2714/42.
Signor Presidente, vorrei rappresentare le motivazioni per cui il Governo accoglie come raccomandazione la sola parte dispositiva degli ordini del giorno che ho appena citato. Esse si spiegano sia con la non condivisione delle premesse, ma al di là delle premesse stesse, nei dispositivi di impegno si prevede una serie di interventi che non voglio chiamare ostruzionistici, ma è chiaro come intervengano su un universo di tematiche di estremo interesse e rilievo che disperdono la potenzialità degli ordini del giorno. È chiaro, quindi, che il Governo, a fronte di richieste che riguardano la scuola in generale, il personale della scuola, le università e la ricerca, tutti temi in agenda di particolare interesse, alla luce delle condizioni economiche e finanziarie in cui oggi versano i conti pubblici e, più in generale, per la congiuntura economica, il Governo non può esprimere un parere favorevole con un accoglimento tout court di tutti questi ordini del giorno.
Vi è attenzione rispetto a questi argomenti e, in funzione della disponibilità delle risorse e delle priorità che emergeranno anche nei prossimi giorni all'interno del Paese, il Governo deciderà dove concentrare le risorse dello scudo fiscale. Da queste ragioni deriva l'atteggiamento che ha portato ad accogliere gli ordini del giorno come raccomandazioni esclusivamente nella loro parte dispositiva.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordine del giorno Nicolais n. 9/2714/43, Pes n. 9/2714/44, Picierno n. 9/2714/45, Rossa n. 9/2714/46, Antonino Russo n. 9/2714/47, Sarubbi n. 9/2714/48, Siragusa n. 9/2714/49, Bocci n. 9/2714/50, Braga n. 9/2714/51 e Bratti 9/2714/52.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Esposito n. 9/2714/53...

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, sottosegretario. Il Governo intende accogliere come raccomandazione anche l'ordine del giorno Esposito n. 9/2714/53?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. No, signor Presidente, è vero, ho sbagliato ad esprimere il parere. Il Governo formula un invito al ritiro sull'ordine del giorno Esposito n. 9/2714/53, altrimenti il parere è contrario.
A questo punto spiego la ratio dei pareri già espressi. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno che ho appena citato perché si tratta, sostanzialmente, di una serie di ordini del giorno che prevedono, nella parte dispositiva, il coinvolgimento nell'intesa per la costruzione e la realizzazione di nuovi impianti direttamente di enti locali o dei vari organi che fanno riferimento alle autonomie locali e che dovrebbero essere chiamati, quindi, ad un'intesa con il Governo per dare, sostanzialmente, il nullaosta alla realizzazione di questi impianti.
Il Governo, ovviamente, sta cercando una strada prioritariamente legata a una scelta che superi anche quelli che sono, a volte, lacci e lacciuoli determinati dagli enti esponenziali del territorio che pure hanno elementi di ragione nelle loro prese di posizione e nelle loro valutazioni, essendo espressione di un territorio ma che, allo stesso tempo, hanno determinato un grave ritardo nella realizzazione degli impianti per la produzione e la distribuzione di energia. Pertanto, il Governo, nello spirito di raccogliere quello che è un sentimento di rispetto per il territorio valuterà quali possono essere gli elementi di intesa successivi da adottare per la realizzazione di questi impianti e, dunque, accoglie gli ordini del giorno come raccomandazione.
Il Governo non accetta, invece, l'ordine del giorno Esposito n. 9/2714/53 perché in questo ordine del giorno vi è una serie di estensioni dell'intesa ad organi che, francamente, hanno una rappresentatività, una ramificazione e una presenza sul territorio talmente Pag. 9poco significativa da creare, dal punto di vista del Governo, esclusivamente dei problemi che eviterebbero probabilmente tempi certi nella realizzazione e nello stato di avanzamento, anche progettuale, di impianti che faticherebbero a vedere la luce. Pertanto, ribadisco che sull'ordine del giorno Esposito n. 9/2714/53 la richiesta del Governo è quella di un invito al ritiro o, altrimenti, il parere è contrario.
Il Governo formula un invito al ritiro sull'ordine del giorno Ginoble n. 9/2714/54 o, altrimenti, il parere è contrario. In tale ordine del giorno addirittura si coinvolgono le associazioni dei comuni interessate agli interventi relativi alla produzione dell'energia.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Iannuzzi n. 9/2714/55 che riporta ad un parere vincolante della Conferenza unificata. Si tratta di una questione politica interessante e ciò giustifica il fatto che il Governo accolga come raccomandazione tale ordine del giorno.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Marantelli n. 9/2714/56. Anche questo ordine del giorno fa riferimento al parere della Conferenza unificata e, quindi, esso viene accolto come raccomandazione.
Il Governo accoglie altresì come raccomandazione gli ordini del giorno Margiotta n. 9/2714/57 e Melandri n. 9/2714/58.
Il Governo formula un invito al ritiro sull'ordine del giorno Martella n. 9/2714/59 o, altrimenti, il parere è contrario. Tale ordine del giorno, di fatto, va nel senso di un intervento opposto alle iniziative che sono state adottate fino ad oggi dal Governo per ciò che riguarda la realizzazione di impianti di produzione di energia nucleare. Pertanto, il parere è contrario.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sui successivi ordini del giorno Mastromauro n. 9/2714/60, Morassut n. 9/2714/61, Motta n. 9/2714/62, Realacci n. 9/2714/63 e Viola n. 9/2714/64.

PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Zamparutti n. 9/2714/65 è stato ritirato.

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bellanova n. 9/2714/66.
Gli ordini del giorno precedenti sono stati tutti giudicati negativamente dal Governo perché vanno a limitare in maniera significativa l'attività o addirittura il ricorso al commissario straordinario per la realizzazione di impianti di energia nucleare, una strada che invece il Governo intende mantenere e proseguire, per cui formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
Il Governo accoglie come raccomandazione i successivi ordini del giorno Berretta n. 9/2714/67, Bobba n. 9/2714/68, Boccuzzi n. 9/2714/69, Codurelli n. 9/2714/70 e Gnecchi n. 9/2714/71. Sono tutti interventi che puntano a mitigare l'aspetto di valutazione o di impatto ambientale quindi, con una serie di procedure previste nei dispositivi, impegnano il Governo sia al coinvolgimento degli enti locali, sia a garantire alti livelli di valutazione complessiva di impatto ambientale. Per tali motivi il Governo valuta complessivamente con attenzione questi ordini del giorno.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Tullo n. 9/2714/72 ed accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mosca n. 9/2714/73, mentre formula invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sui successivi ordini del giorno Rampi n. 9/2714/74 e Santagata n. 9/2714/75. Quest'ultimo va a limitare in maniera i poteri del commissario straordinario e pertanto si discosta in misura significativa nel dispositivo da quelli precedenti, andando a vanificare la figura del commissario straordinario; per questo motivo il Governo ribadisce l'invito al ritiro dell'ordine del giorno, altrimenti il parere è contrario.
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, i successivi ordini del giorno Schirru n. 9/2714/76, Pag. 10Enzo Carra n. 9/2714/77, Fiano n. 9/2714/78, Gentiloni Silveri n. 9/2714/79, Ginefra n. 9/2714/80, Laratta n. 9/2714/81, Pierdomenico Martino n. 9/2714/82 e Giorgio Merlo n. 9/2714/83.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Meta n. 9/2714/84. I precedenti ordini del giorno, sui quali ho appena dato il parere, sono tutti strumenti di indirizzo che cominciano a destinare le risorse dello scudo, riprendendo la destinazione delle risorse dello stesso su una serie di interventi in varie materie di azione del Governo. L'ordine del giorno Meta n. 9/2714/84 interviene su una questione particolarmente settoriale e quindi il Governo non è disponibile ad accoglierlo nemmeno come raccomandazione, per cui formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, i successivi ordini del giorno Miglioli n. 9/2714/85, Gatti n. 9/2714/86 e Mattesini n. 9/2714/87.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Madia n. 9/2714/88 perché si chiede nel dispositivo che una quota delle risorse vada a stabilizzare personale precario. Capisco il problema, ma si tratta di risorse che sono comunque una tantum e su cui non possiamo contare per stabilizzazioni che sono oneri permanenti.
Quindi, al di là del merito, capisco l'esigenza del tema che abbiamo anche affrontato in altri provvedimenti, ma non abbiamo la possibilità, anche tecnica e dal punto di vista di bilancio, di poter destinare queste risorse a stabilizzazioni.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Lovelli n. 9/2714/89.
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Velo n. 9/2714/90.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Cardinale n. 9/2714/91. Infatti, anche questo ordine del giorno determina oneri comunque in modo permanente e, più in generale, il servizio nei confronti dei pendolari. Si tratta di un tema importante, ma che non possiamo affrontare con risorse derivanti da una tantum.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Boffa n. 9/2714/92. Si richiedono, infatti, azioni volte a limitare la sinistrosità della circolazione stradale. Anche da questo punto di vista, si tratta di risorse che, comunque, dovrebbero funzionare in modo permanente.
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Bonavitacola n. 9/2714/93.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Pedoto n. 9/2714/94.
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, gli ordini del giorno Bossa n. 9/2714/95 e Livia Turco n. 9/2714/96.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Albonetti n. 9/2714/97, Castagnetti n. 9/2714/98, Farinone n. 9/2714/99, Garavini n. 9/2714/100, Gozi n. 9/2714/101, Lucà n. 9/2714/102, Giachetti n. 9/2714/103, Luongo n. 9/2714/104, Merloni n. 9/2714/105, Pompili n. 9/2714/106, Verini n. 9/2714/107, Zampa n. 9/2714/108, Capodicasa n. 9/2714/109, Genovese n. 9/2714/110, Cesare Marini n. 9/2714/111, Nannicini n. 9/2714/112, Carella n. 9/2714/113, Strizzolo n. 9/2714/114, Calvisi n. 9/2714/115 e Agostini n. 9/2714/116.
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo l'ordine del giorno Marco Carra n. 9/2714/117.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cuomo n. 9/2714/118.
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, l'ordine del giorno Capano n. 9/2714/119.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cavallaro n. 9/2714/120.
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, gli ordini del giorno Ciriello n. 9/2714/121, Concia n. 9/2714/122, Cuperlo n. 9/2714/123, Pag. 11Gianni Farina n. 9/2714/124, Ferranti n. 9/2714/125, Melis n. 9/2714/126, Rossomando n. 9/2714/127, Samperi n. 9/2714/128, Tenaglia n. 9/2714/129, Tidei n. 9/2714/130, Touadi n. 9/2714/131, Vaccaro n. 9/2714/132, Amici n. 9/2714/133, Bordo n. 9/2714/134, Bressa n. 9/2714/135, D'Antona n. 9/2714/136, Ferrari n. 9/2714/137 e Fontanelli n. 9/2714/138.
Signor Presidente, tutti questi ordini del giorno sono stati accolti come raccomandazione con riferimento a due questioni. La prima è quella della destinazione ai vari interventi delle risorse dello scudo fiscale che, come dicevo, sono distribuite su talmente tante materie per cui il Governo non può in questo momento assegnare delle priorità rispetto a emendamenti che hanno caratteristica di porre una serie di questioni, ma che non si concentrano su alcuni temi. Pertanto, questi ordini del giorno sarebbero sviliti da un accoglimento pieno. Da ciò deriva l'accoglimento come raccomandazione. Su un'altra serie di ordini del giorno, sempre della stessa tipologia, in realtà abbiamo richieste di informazioni in merito al rimpatrio di risorse che provengono da singoli Paesi.
Da lì la successione di pareri perché il Governo, quando avrà le informazioni disponibili, valuterà se dare, e in che termini, comunicazione al Parlamento del rientro dei capitali da parte dei Paesi che sono stati qui indicati nei vari dispositivi degli ordini del giorno.
Il Governo non accetta le premesse e accoglie come raccomandazione il dispositivo dell'ordine del giorno Giovanelli n. 9/2714/139. Il Governo accoglie come raccomandazione il dispositivo degli ordini del giorno Lanzillotta n. 9/2714/140, Lo Moro n. 9/2714/141, Minniti n. 9/2714/142, Naccarato n. 9/2714/143, Piccolo n. 9/2714/144...

PRESIDENTE. Scusi signor sottosegretario, l'accoglimento del dispositivo è come raccomandazione?

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sì, signor Presidente, l'accoglimento del dispositivo è come raccomandazione.
Il Governo accoglie come raccomandazione limitatamente al dispositivo gli ordini del giorno Pollastrini n. 9/2714/145, Vassallo n. 9/2714/146, Zaccaria n. 9/2714/147, Dal Moro n. 9/2714/148, Lusetti n. 9/2714/149, Marrocu n. 9/2714/150, Mario Pepe (PD) n. 9/2714/151, Scarpetti n. 9/2714/152, Sanga n. 9/2714/153, Quartiani n. 9/2714/154, Portas n. 9/2714/155, Peluffo n. 9/2714/156, Marchioni n. 9/2714/157, Fadda n. 9/2714/158, Colaninno n. 9/2714/159, Calearo Ciman n. 9/2714/160, Benamati n. 9/2714/161, Villecco Calipari n. 9/2714/162, Rugghia n. 9/2714/163, Rosato n. 9/2714/164, Recchia n. 9/2714/165, Mogherini Rebesani n. 9/2714/166, Migliavacca n. 9/2714/167, Laganà Fortugno n. 9/2714/168, La Forgia n. 9/2714/169, Giacomelli n. 9/2714/170, Vernetti n. 9/2714/171, Tempestini n. 9/2714/172, Rigoni n. 9/2714/173 e Porta n. 9/2714/174.
Il Governo accoglie come raccomandazione limitatamente al dispositivo l'ordine del giorno Pistelli n. 9/2714/175, con la seguente riformulazione: sono soppresse le parole da «avuto particolare riguardo» fino alla fine del periodo. Il Governo esprime parere favorevole limitatamente al dispositivo dell'ordine del giorno Arturo Mario Luigi Parisi n. 9/2714/176 e invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, gli ordini del giorno Narducci n. 9/2714/177, Maran n. 9/2714/178, Fedi n. 9/2714/179 e Corsini n. 9/2714/180.
Il Governo accoglie come raccomandazione il dispositivo degli ordini del giorno Colombo n. 9/2714/181, Barbi n. 9/2714/182, Lenzi n. 9/2714/183, Miotto n. 9/2714/184, Sbrollini n. 9/2714/185, Grassi n. 9/2714/186, D'Incecco n. 9/2714/187.
Sono accolti come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, i seguenti ordini del giorno Calgaro n. 9/2714/188, Bucchino n. 9/2714/189, Burtone n. 9/2714/190, Mosella n. 9/2714/191.

PRESIDENTE. Colleghi, pregherei di fare un po' più di silenzio. Il sottosegretario sta leggendo i pareri su 250 ordini Pag. 12del giorno e vi chiedo di seguire e di ascoltare con un po' più di attenzione. Prego sottosegretario, può proseguire.

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Sono accolti come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, i seguenti ordini del giorno: Argentin n. 9/2714/192, Binetti n. 9/2714/193, Murer n. 9/2714/194, Fioroni n. 9/2714/195, Gaglione n. 9/2714/196, Garofani n. 9/2714/197, Ventura n. 9/2714/198, Vannucci n. 9/2714/199, Fogliardi n. 9/2714/200, Duilio n. 9/2714/201, Marchi n. 9/2714/202, Lulli n. 9/2714/203, Ceccuzzi n. 9/2714/204, Cesario n. 9/2714/205, Losacco n. 9/2714/206, Gasbarra n. 9/2714/207 e Pizzetti n. 9/2714/208.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Andrea Orlando n. 9/2714/209, previa seguente riformulazione «impegna il Governo a valutare l'opportunità di porre in essere tale attività».
Signor Presidente, svolgo una rapida riflessione sugli ordini del giorno precedenti. Sono tutti relativi ad argomenti che riguardano temi che vanno dal rafforzamento delle risorse destinate alle forze di polizia, alla sicurezza, ai militari, ad aspetti di carattere sociale di estremo rilievo che, comunque, riguardano varie fattispecie di soggetti deboli. Sono una serie di interventi che, indubbiamente, hanno elementi di priorità e di interesse ma che, è chiaro, il Governo non può soddisfare esclusivamente con lo scudo fiscale su una fattispecie così vasta e così specifica di interventi. Pertanto, il Governo fa propri i temi senza accettare pienamente gli ordini del giorno, in quanto contengono impegni estremamente generici e di difficile attuazione e sarebbero sviliti nella loro eventuale piena accettazione.
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, i seguenti ordini del giorno: Sereni n. 9/2714/210, Misiani n. 9/2714/211, Boccia n. 9/2714/212, De Micheli n. 9/2714/213, Marchignoli n. 9/2714/214, Zunino n. 9/2714/215, D'Antoni n. 9/2714/216 e Froner n. 9/2714/217.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Vico n. 9/2714/218, poiché si riprendere tutto il tema del FAS che è questione di particolare rilievo e si chiede l'impegno specifico di revisione dal 75 all'85 per cento che, in questo momento, non possiamo prendere in piena considerazione.
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, gli ordini del giorno Sposetti n. 9/2714/219, Mariani n. 9/2714/220, e Baretta n. 9/2714/221, mentre accetta l'ordine del giorno Oliverio n. 9/2714/222, limitatamente al dispositivo.
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente al dispositivo, i seguenti ordini del giorno: Zucchi n. 9/2714/223, Fiorio n. 9/2714/224, Trappolino n. 9/2714/225, Servodio n. 9/2714/226, Brandolini n. 9/2714/227, Sani n. 9/2714/228 e Cenni n. 9/2714/229.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Causi n. 9/2714/230, purché nel dispositivo le parole: «a concludere» siano sostituite con le seguenti: «a valutare la possibilità di concludere».
Ricordo che l'ordine del giorno Polledri n. 9/2714/231 è stato dichiarato inammissibile.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Fluvi n. 9/2714/232, purché nel dispositivo le parole: «a presentare» siano sostituite dalle seguenti: «a valutare la possibilità di presentare».
Ricordo che l'ordine del giorno Angeli n. 9/2714/233 è stato dichiarato inammissibile.
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente alla parte dispositiva, gli ordini del giorno Mannino n. 9/2714/234, Ria n. 9/2714/235, Vietti n. 9/2714/236, Tassone n. 9/2714/237, Zinzi n. 9/2714/238, Ruvolo n. 9/2714/239, Romano n. 9/2714/240, Rao n. 9/2714/241, Poli n. 9/2714/242, Pezzotta n. 9/2714/243, Occhiuto n. 9/2714/244, Naro n. 9/2714/245, Mereu n. 9/2714/246, Mantini n. 9/2714/247, Pag. 13Libè n. 9/2714/248, Mondello n. 9/2714/249, Galletti n. 9/2714/250, Anna Teresa Formisano n. 9/2714/251, Drago n. 9/2714/252, Delfino n. 9/2714/253, De Poli n. 9/2714/254, Compagnon n. 9/2714/255, Ciocchetti n. 9/2714/256, Cera n. 9/2714/257 e Capitanio Santolini n. 9/2714/258.
Il Governo accetta, limitatamente alla parte dispositiva, l'ordine del giorno Buttiglione n. 9/2714/259.
Il Governo accoglie come raccomandazione, limitatamente alla parte dispositiva, gli ordini del giorno Bosi n. 9/2714/260, Nunzio Francesco Testa n. 9/2714/261 e Tocci n. 9/2714/262.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/2714/263.

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione, devo dare una risposta alla richiesta di votazione a scrutinio segreto, formulata ieri dall'onorevole Quartiani sia sugli ordini del giorno che sul voto finale.
È stata avanzata la richiesta di procedere allo scrutinio segreto su tutte le votazioni che avranno luogo sul provvedimento in esame. Con riferimento agli ordini del giorno, osservo che nella riunione della Giunta del Regolamento del 7 marzo 2002 il Presidente della Camera ha precisato che non si può dar luogo alla votazione a scrutinio segreto degli atti di indirizzo, in quanto l'oggetto proprio di tali votazioni è la determinazione di indirizzi al Governo che, come tali, non producono immediatamente effetti sui principi e diritti richiamati dal comma 1 dell'articolo 49. Per tale ragione, la richiesta di votazione a scrutinio segreto sugli ordini del giorno non può essere accolta.
Con riferimento alla votazione finale sul provvedimento, ricordo che ai fini dell'ammissibilità dello scrutinio segreto, la Presidenza è chiamata a valutare se il contenuto del provvedimento incida, in base ad un giudizio di prevalenza, su una o più materie tra quelle previste dall'articolo 49, comma 1, del Regolamento. Sulla base dei criteri sopra enunciati, la richiesta di scrutinio segreto non può essere accolta.
Il provvedimento in esame, infatti, reca una serie di disposizioni volte a modificare la disciplina introdotta dal decreto-legge anticrisi n. 78 del 2009 in una pluralità di materie. Si tratta, in particolare, di interventi urgenti per le reti dell'energia, comma 1, lettera a), numeri 1 e 2, della nomina del commissario straordinario della società dello Stretto di Messina, comma 1, lettera a), numero 3, del rimpatrio di attività finanziarie e patrimoniali detenute fuori dal territorio dello Stato, comma 1, lettera b), della disciplina della Corte dei conti con riferimento alla definizione di danno erariale, comma 1 lettera c).
Tali disposizioni per la maggior parte non incidono sui principi e sui diritti richiamati dall'articolo 49, comma 1, del Regolamento, fatta eccezione per la previsione di cui al numero 2 della lettera b) del comma 1, che è volta ad ampliare il novero dei reati penali esclusi dalla punibilità e che incide sull'articolo 25 della Costituzione (principio di legalità).
Alla luce di tale considerazione ed in base ad un giudizio di prevalenza, la Presidenza pertanto non ritiene di poter ammettere lo scrutinio segreto sul voto finale del provvedimento.
Passiamo dunque ai voti sugli ordini del giorno.
Poiché gli ordini del giorno...

BASILIO CATANOSO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Catanoso, per quale motivo? Se è un intervento sull'ordine dei lavori la pregherei di procedere a fine seduta.

BASILIO CATANOSO. Signor Presidente, vorrei solo chiederle di assumere notizie su una situazione molto grave che si verifica in questi momenti in Sicilia, dove sembra che il maltempo abbia provocato più di cinque morti e pare che da qualche minuto abbiano recuperato il corpo di un agente della polizia stradale in servizio sui luoghi del maltempo.

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PRESIDENTE. Onorevole Catanoso, la ringrazio per la notizia, che del resto era già nota alla Presidenza e all'Aula e per la quale ovviamente esprimiamo la nostra solidarietà alle vittime e la nostra preoccupazione per quanto si sta verificando. Vedo che anche l'onorevole Burtone chiede di parlare, però ritengo che per questi interventi si possa procedere alla fine della seduta, come del resto avevo gentilmente richiesto.
Passiamo, dunque, ai voti.
Ricordo che gli ordini del giorno Catanoso n. 9/2714/1, Di Biagio n. 9/2714/2, Caparini n. 9/2714/3 e Di Pietro n. 9/2714/4 sono stati dichiarati inammissibili.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Federico Testa n. 9/2714/5, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Mario Pepe (PdL) n. 9/2714/6 formulato dal Governo.

MARIO PEPE (PdL). Sì, signor Presidente, ritiro il mio ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marinello n. 9/2714/7, accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Pisicchio n. 9/2714/8, accolto dal Governo come raccomandazione limitatamente al dispositivo e non accettato sulle premesse.

PINO PISICCHIO. Sì, signor Presidente, chiedo che sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione ....

GIOACCHINO ALFANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Presidente, ma siamo passati ai voti!

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, mi scusi, capita tante volte che qualcuno alzi la mano un po' più tardi e a tutti permettiamo di intervenire. Vi prego, comunque, di chiedere la parola prima. Prego, onorevole Gioacchino Alfano.

GIOACCHINO ALFANO. Grazie, signor Presidente, mi scuso con l'Aula, cercherò di essere il più possibile veloce.
Non voglio far cambiare idea all'onorevole Pisicchio, però, in effetti, anche questo ordine del giorno parte da un presupposto che nasce da una valutazione dello scudo fiscale.
Non dobbiamo confondere lo scudo fiscale con il condono tombale. È ovvio che le preoccupazioni del collega sono preoccupazioni legittime, perché fanno riferimento al buon andamento dell'attività della magistratura contabile e agli effetti e alle ripercussioni che questo provvedimento può avere su un'attività così importante. Anzi, aggiungo che lo firmerei questo ordine del giorno per la preoccupazione che si possa verificare questo rischio. Ma non è così, perché parliamo della possibilità assicurata ai contribuenti italiani di far rimpatriare capitali che hanno trasferito all'estero.
Se il Governo avesse voluto varare un provvedimento più incisivo avrebbe previsto un condono tombale. Il periodo che una persona ha utilizzato per accumulare una ricchezza, successivamente trasferita all'estero, se viene sanato tout court, non sarebbe sottoponibile ad alcuna indagine; ma così non è. I contribuenti sanno che, se è pur vero che sulle somme che vengono riportate in Italia la magistratura e l'ufficio delle imposte non possono intervenire, tutte le altre attività svolte nello stesso periodo, in quello precedente o in quello successivo, sono accertabili (il Governo ha dato un'interpretazione in linea con quello che sto affermando). Se noi continuiamo a pensare che questo condono interviene su un'attività così importante come quella della magistratura contabile, è ovvio che non solo nascondiamo un condono sotto le sembianze di uno scudo fiscale, ma costruiamo un provvedimento Pag. 15che avrà effetti solo per quelli che hanno interessi, attività e comportamenti sicuramente contestabili.
Signor Presidente, intervengo su un ordine del giorno che non è mio, ma invito l'Aula a valutare il provvedimento che stiamo esaminando. Si tratta di un provvedimento che tende a sanare quei capitali che, pur frutto di evasione, sono andati all'estero, ma che sono stati accumulati con attività meno gravi di quei comportamenti che vengono sanati da altri istituti più complessi che abbiamo conosciuto (non dobbiamo dimenticare che in tutti i Governi di centrodestra e centrosinistra che si sono alternati si sono utilizzati istituti molto più incisivi, come il condono tombale o il risanamento della posizione fiscale). Mi scuso ancora con l'Aula e con il presentatore, ma lo invito a ritirare questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toccafondi. Ne ha facoltà.

GABRIELE TOCCAFONDI. Signor Presidente, mi volevo soffermare su questo ordine del giorno per capire se i proponenti credono davvero alla sua importanza o meno, anche perché - mi riferisco a quanto già detto dal mio collega Gioacchino Alfano - potremmo anche sottoscriverlo per alcune sue affermazioni. Come è scritto nello stesso ordine del giorno, la locuzione inserita nel decreto-legge: «specifica e concreta notizia di danno, con la sua accezione generica» - come gli stessi sottoscrittori e presentatori affermano - «potrebbe essere in grado di ingenerare profonde disparità interpretative sia nei pubblici ministeri contabili, sia nei collegi giudicanti, con conseguenti margini di incertezza sugli esiti dei processi».
Giustamente, lo dicono i presentatori e i firmatari stessi, la nuova locuzione «potrebbe essere in grado», ma questa frase potremo riferirla a qualsiasi nuova locuzione presente nel provvedimento stesso: potrebbe ingenerare un qualcosa ma potrebbe anche non farlo. Mentre non sono, e non siamo d'accordo, su un'altra affermazione dell'ordine del giorno stesso, allorché i firmatari affermano che «il provvedimento in esame danneggia l'autonomia istruttoria dei pubblici ministeri». Questo va in contrasto con quanto affermato dagli stessi presentatori nel periodo precedente, ovvero nel «potrebbe essere in grado di ingenerare». È, quindi, un ordine del giorno interlocutorio di cui non si capisce molto bene il senso.
Questo lo dico anche avendo ascoltato il presentatore nella giornata di ieri, l'onorevole Pisicchio, che nell'illustrazione dell'ordine del giorno più che soffermarsi sul punto centrale dello stesso ha parlato di un aspetto che quest'Aula dovrebbe sicuramente approfondire, importante, ma è relativo non tanto al procedimento legislativo del Parlamento, quanto all'attività - cito le parole del presentatore - «iperprolifica» per quanto riguarda gli ordini del giorno. L'onorevole Pisicchio fa un esempio illuminante. Mentre la media degli ordini del giorno approvati dai Parlamenti precedenti era di 5-6, nelle ultime due legislature - è lo stesso onorevole a dirlo - il ritmo della discussione e dell'approvazione degli ordini del giorno ormai arriva a registrare circa una cinquantina al mese. Questa è stata l'illustrazione dell'ordine del giorno in esame da parte del primo firmatario, che ha parlato poco e niente sul tema dell'ordine del giorno, però ci ha portato a conoscenza di numeri importanti sulla proliferazione degli ordini del giorno di questa Assemblea.
Per questo ho esordito dicendo e chiedendo, in maniera provocatoria ma fino a un certo punto, se gli stessi firmatari proponenti ci credono nell'ordine del giorno firmato, sia perché loro stessi dicono che la nuova locuzione inserita nel decreto potrebbe essere in grado di ingenerare disparità (usando un condizionale assoluto), sia perché nella stessa presentazione ufficiale in Aula dell'ordine del giorno hanno parlato di tutto tranne che dell'ordine del giorno stesso.

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, colleghi, questo ordine del giorno rappresenta per me dei grossi motivi di perplessità, perché credo che forse la Presidenza dovrebbe verificarne l'ammissibilità. In questo ordine del giorno non c'è scritto assolutamente nulla, e quello che c'è scritto è brutalmente sbagliato. Non c'è scritto nulla perché quando si parla di specifica e concreta notizia di danno ci si riferisce al momento oggettivo del reato, anzi al momento oggettivo del reato nel momento in cui dovrebbe iniziare un'indagine. Il danno è la conseguenza dell'azione o dell'omissione cui è legato dal nesso causale. Allora a questo punto - uso il linguaggio dei proponenti - che «c'azzecca» con l'elemento soggettivo? In altre parole cosa c'entra il dolo o la colpa grave con il danno cui si vorrebbe pervenire? Pertanto non si può che dedurre che questo ordine del giorno non possa non essere considerato un anacoluto. Inoltre vorrei ancora capire alcune cose che fanno a pugni con gli elementi basilari del diritto costituzionale, nel senso che se questa cosa l'avesse detta un qualsiasi studente del primo anno di giurisprudenza che studia diritto costituzionale sarebbe stato mandato a casa in malo modo. Apro un inciso signor Presidente: sia cortese, dica alle persone che le scrivono quello che lei legge di non scrivere «reato penale» perché è sbagliato (chiuso l'inciso). Si fa riferimento all'opportunità di porre in essere iniziative anche normative. Orbene signor Presidente, io sarò un po' stupido però mi pare che questo Stato, in ragione del principio proclamato dalla rivoluzione francese, divida la sovranità in tre poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. Mi pare che il potere legislativo sia in capo alla Camera che al Senato, che tutto insieme si chiama Parlamento.
Se guardiamo bene, allora, vorrei capire come si può pensare di impegnare il Governo, che è l'organo su cui risiede il potere esecutivo, a valutare l'opportunità di porre in essere iniziative normative. Il Governo il massimo che può fare è presentare un disegno di legge, al pari di qualsiasi altro deputato in quest'Aula e al pari quindi degli stessi presentatori dell'ordine del giorno.
È inutile dunque richiedere iniziative normative se per iniziativa si intende il momento di inizio del procedimento che porta alla presentazione dei disegni di legge da parte del Governo, perché sarebbe semplicemente stupido che io, che ho ben chiaro in testa - e immagino che coloro che hanno presentato l'ordine del giorno lo avessero ben chiaro - di porre in essere un'iniziativa di legge, la deleghi ad un altro. Presentate una proposta di legge, ci contiamo, sicuramente essa sarà pieno di buon senso e verrà posta in votazione! Ma se per iniziativa si debba intendere, come credo debba intenderlo chiunque, il porre in essere leggi che diano un certo risultato, non potremmo che addivenire al fatto che il Governo abbia in capo un potere legislativo. Ma mi pare che il potere legislativo il Governo non ce l'abbia e per questo motivo chiedo alla Presidenza di dichiarare l'inammissibilità dell'ordine del giorno al nostro esame e a tutti i colleghi di esprimere un voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pisicchio n. 9/2714/8, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Castagnetti... onorevole Cicchitto... onorevole Mazzuca... onorevole Delfino... onorevole Brandolini... onorevole Traversa... onorevole Coscia... onorevole Vico... onorevole Mondello... onorevole Biancofiore... onorevole De Camillis...

Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 17
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori - Vedi votazionia ).

(Presenti 452
Votanti 451
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato
226
Hanno votato
no 225).

Prendo atto che i deputati Catanoso e Vessa hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Mura n. 9/2714/9 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mura n. 9/2714/9, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Castagnetti... onorevole Boccuzzi... onorevole Cesa... onorevole Pini... onorevole Cicu... onorevole De Micheli... onorevole Traversa... onorevole Porfidia... onorevole Perina... onorevole Naccarato... onorevole Vico... onorevole Zampa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 457
Votanti 456
Astenuti 1
Maggioranza 229
Hanno votato
226
Hanno votato
no 230).

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Aniello Formisano n. 9/2714/10 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Aniello Formisano n. 9/2714/10, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Castagnetti... onorevole Lussana... onorevole Sardelli... onorevole Bianconi... onorevole Traversa... onorevole Vico... onorevole Naccarato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 460
Votanti 459
Astenuti 1
Maggioranza 230
Hanno votato
228
Hanno votato
no 231).

Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Zazzera n. 9/2714/11, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, purché riformulato.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Onorevole Zazzera, le ricordo che il suo ordine del giorno è stato accettato limitatamente al dispositivo purché riformulato. Lei insiste per la votazione?

PIERFELICE ZAZZERA. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zazzera n. 9/2714/11, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesa, Fioroni, Boccuzzi, Commercio, Sardella, Pagano, Traversa, Strizzolo, Naccarato, Mura. Pag. 18
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 462
Votanti 461
Astenuti 1
Maggioranza 231
Hanno votato
228
Hanno votato
no 233).

Prendo atto che i deputati Castiello e Di Caterina hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Razzi n. 9/2714/12, accettato dal Governo, purché riformulato limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Porcino n. 9/2714/13, accettato dal Governo, purché riformulato limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/2714/14, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Palagiano n. 9/2714/15, non accettato dal Governo.

ANTONIO PALAGIANO. Sì, insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Palagiano n. 9/2714/15, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Presidente Buttiglione.. onorevole Beccalossi... onorevole Trappolino... onorevole Vico... onorevole Naccarato... onorevole Traversa... onorevole Speciale...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 461
Votanti 460
Astenuti 1
Maggioranza 231
Hanno votato
227
Hanno votato
no 233).

Prendo atto che i deputati Castiello, Lolli e Di Caterina hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Paladini n. 9/2714/16, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato limitatamente al dispositivo.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Barbato n. 9/2714/17, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo, purché riformulato.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, per la verità, su temi di riciclaggio di danaro proveniente dalla criminalità organizzata non ci può essere una politica grigia. Infatti abbiamo visto che oggi la mafia è nell'economia oggi la mafia è l'economia. Proprio ieri abbiamo letto un'analisi fatta dal Censis secondo la quale a Napoli su 100 persone ne vengono uccise 2,6 all'anno. La media nazionale è di 0,2 per cento. In altre parole ci sono zone del territorio che sono completamente controllate dalla mafia. Napoli e Caserta per il 95 per cento del territorio sono controllate dalla camorra. I cittadini abitano per il 95 per cento in un territorio controllato dalla camorra. Quindi quasi tutto il territorio è controllato dalla camorra e i cittadini vivono in un territorio completamente controllato dalla camorra.
Ecco perché dobbiamo essere molto netti su questi temi. L'Italia sta diventando peggio del Liechtenstein, della Svizzera, stiamo diventando un Paese off-shore. Su questo dobbiamo essere molto determinati, altrimenti diventiamo dei criminali Pag. 19innanzitutto noi, perché favoriamo la criminalità. A volte, si fanno delle tempeste in un bicchiere d'acqua. Lo abbiamo visto anche ieri sera: sull'informazione, su Annozero è stata fatta tanta confusione. Alla fine, si è acclarato che abbiamo un Premier «escortiere» e nulla più di tanto.
Però, avere un Premier «escortiere», è una cosa passabile, ma non è passabile che il Parlamento, sui temi della legalità, della difesa dei cittadini, della sicurezza pubblica, del contrasto vero alla mafia e alla criminalità organizzata, che oggi non opera con la coppola e con la lupara, come vi ha fatto vedere simbolicamente ieri Di Pietro.
Oggi la mafia è ben altra cosa, oggi la mafia è economia, è nelle società, è nelle aziende, la mafia determina chi deve aprire negozi di abbigliamento a Berlino. Voi oggi state consentendo anche un saldo alla mafia, perché vi sono delle operazioni di trasferimenti di capitali che vengono chiamate money transfer. Per queste operazioni è necessario pagare una commessa del 10 per cento. Addirittura, oggi fate un bel saldo alla mafia, perché avete previsto un'aliquota del 5 per cento. Lo Stato oggi è in saldi per la mafia.
Questa è la cosa più ridicola di una maggioranza parlamentare, che diventa mafiosa e criminale (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)! Perché, ancora una volta, state dando una mano alla mafia! State aiutando la mafia con atti legislativi...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Barbato...

FRANCESCO BARBATO. ...avete portato la mafia nel Parlamento (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)! Berlusconi non è un Premier «escortiere» e puttaniere...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato...

FRANCESCO BARBATO. ...ma un Premier mafioso e criminale!

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, le tolgo la parola. Onorevole Barbato, la richiamo all'ordine! Le parole che ha usato in quest'Aula non sono consone all'Assemblea, né alla sua dignità, né e a quella delle persone.

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, credo che le parole dell'onorevole Barbato non richiedano soltanto una censura posticipata da parte sua, ma un provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Si è rivolto al Presidente del Consiglio...

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Bocchino, anticipare le sanzioni è un po' difficile, gli interventi anticipati sono un po' complicati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, mi lasci parlare, per cortesia. L'onorevole Barbato ha detto che il Presidente del Consiglio è un mafioso. Questo è reato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Come lei sa, dire questo è reato. Siamo nell'Aula della Camera dei deputati e le chiedo di intervenire utilizzando il Regolamento, e non di dire, alla fine dell'intervento, che le parole usate non sono consone all'Aula. Lei ha il diritto e il dovere di richiamarlo una prima volta, una seconda volta, e di procedere all'espulsione dall'Aula, quando si fanno affermazioni così gravi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), che violano norme, ma, soprattutto, violano le elementari norme comportamentali che devono vigere all'interno di quest'Aula. Non possiamo accettare che un parlamentare dell'opposizione possa dire in un'Aula del Parlamento che il Presidente del Consiglio è mafioso, non possiamo accettare che dica che la maggioranza è mafiosa, e non possiamo accettare che la Presidenza, al termine dell'intervento, dica semplicemente che le parole non sono consone (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

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PRESIDENTE. Onorevole Bocchino, evidentemente nel caos dell'Aula lei non ha compreso perfettamente le mie parole. Io ho espressamente richiamato all'ordine l'onorevole Barbato.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, ovviamente concordo con le parole del collega Bocchino, però volevo far notare che il fatto (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia! Prego, onorevole Reguzzoni.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Credo...(Il deputato Barbato espone un cartello recante la scritta «Agenda rossa di Borsellino» - Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, tolga quel cartello (Dai banchi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania si grida: «Fuori! Fuori!» - Il deputato Zazzera espone un cartello che riproduce un'agenda rossa)! Onorevole Zazzera, per cortesia! I commessi provvedano a requisire i cartelli esposti dagli onorevoli (Il deputato Di Pietro espone un cartello che riproduce un'agenda rossa)... Bene, onorevole Di Pietro, complimenti, complimenti!
Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 10,45 è ripresa alle 10,50.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, dopo quello che si è ulteriormente verificato in quest'Aula, credo che il senso del mio intervento non ci sia più. Ringrazio per non aver consentito a un parlamentare della Repubblica, in questo caso al sottoscritto, di poter svolgere il suo intervento. Chiedo, però, di parlare per chiedere scusa, da parte di tutti noi, a quei bambini che occupavano la tribuna destinata al pubblico a cui è stato dato un esempio veramente pessimo delle istituzioni democratiche (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, se l'Assemblea me lo consente, vorrei ringraziarla e dire con pacatezza all'onorevole Bocchino - rivolgendomi anche, se per una volta fosse possibile, a ciascun deputato - che può prendere il Regolamento, leggerlo e vedere cosa prevede e poi valutare serenamente il comportamento della Presidenza, in questo momento dell'onorevole Bindi.
Il nostro Regolamento, per fortuna, disciplina tutto quello che accade dentro l'Aula. Lo dico all'onorevole Bocchino perché ho stima di lui e credo che questa volta potrà dare un contributo positivo in supporto a quanto fatto dalla Presidenza, invece di attaccarla senza alcuna motivazione.
L'articolo 59 del nostro Regolamento, al comma 1, prevede che se un deputato pronuncia parole sconvenienti oppure turba col suo contegno la libertà delle discussioni o l'ordine della seduta, il Presidente lo richiama nominandolo. Ciò è esattamente quello che ha fatto il Presidente Bindi non appena ha sentito le parole del collega Barbato: lo ha richiamato nominandolo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). Ringrazio, il Presidente per averlo fatto, ma vorrei dire che ha fatto anche di più: ha tolto la parola al collega Barbato, senza che ciò sia previsto dal Regolamento. Pag. 21
Inoltre, vorrei dire al collega Reguzzoni, poiché anch'egli si lamenta, che è disciplinato anche quanto si è verificato. Sa cosa dice il Regolamento, all'articolo 61 comma 1, primo periodo, onorevole Reguzzoni? «Quando sorga un tumulto nell'Aula» - esattamente quello che è accaduto quando il collega Barbato e i colleghi dell'Italia dei Valore hanno esposto i cartelli - «e riescano vani i richiami del Presidente, questi abbandona il seggio e ogni discussione s'intende sospesa». Non c'è mai stata in quest'Aula e in questi giorni un'applicazione più cogente di quello che prevede il nostro Regolamento.

MASSIMO POLLEDRI. Non c'era tumulto!

ROBERTO GIACHETTI. Mi auguro che possa arrivare un applauso da parte di tutta l'opposizione e la maggioranza per il comportamento di un Presidente che ha difeso i diritti dell'Assemblea e di ogni singolo deputato e non vedo per quale motivo ingiustificatamente debba essere messo sotto accusa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro)

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei fare alcune considerazioni. La prima è di condivisione delle parole appena pronunciate dall'onorevole Giachetti. Credo anche l'atteggiamento dell'onorevole Bindi - e lo dico anche da ex Presidente della Camera - sia stato impeccabile nell'applicazione del Regolamento.
La seconda è una considerazione che voglio rivolgere, proprio perché nella contrapposizione politica di queste ore non bisogna mai perdere il senso delle dimensioni, ai colleghi del Popolo della Libertà e al Presidente del Consiglio di solidarietà per le parole inqualificabili che sono state pronunciate dal collega dell'Italia dei Valori (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e di deputati del gruppo Partito Democratico).
L'ultima considerazione la voglio rivolgere ai colleghi dell'opposizione. Colleghi, colleghi dell'opposizione, colleghi che insieme a noi fate opposizione e che pochi minuti fa avete costretto, assieme a noi, sulla difensiva e in minoranza la maggioranza: il fatto che in un momento come questo di massima difficoltà numerica e anche politica della maggioranza l'Italia dei Valori assuma questo atteggiamento è il segno dell'opposizione di comodo e dei grandi favori a Berlusconi che al di là delle affermazioni rituali essi costantemente fanno (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico). Se continua così l'Italia dei valori, Berlusconi rimarrà al Governo per altri sessant'anni, perché questi sono atteggiamenti irresponsabili, irresponsabili e infantili politicamente (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico - l'onorevole Di Pietro espone un cartello riproducente un'agenda rossa)!

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, per favore! Mi consenta di dirle che come capogruppo questo suo atteggiamento è veramente condannabile, più che da parte di qualche altro deputato!

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, vorrei innanzitutto far presente al collega Reguzzoni della Lega, che ha così a cuore la sensibilità dei bambini, che forse se avesse, lui e il suo gruppo, un po' più di sensibilità per quei bambini dei barconi che ogni giorni respingono nelle galere del dittatore libico (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), forse sarebbe un po' meglio, e forse sarebbe qualcosa che farebbe bene alla dignità di questa Paese (Proteste dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà - Dai banchi del gruppo della Lega Nord Padania si grida: «Scemo! Scemo!»)...

Pag. 22

PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Colleghi, per cortesia! Credo che l'onorevole Donadi abbia il diritto di concludere il suo intervento. Prego, onorevole Donadi.

MASSIMO DONADI. Anche se le mie parole fanno male alla Lega, credo di averlo lo stesso questo diritto. All'onorevole Casini, che ha così a cuore, improvvisamente, la fine del Governo di Berlusconi ricordo, al di là del fatto che lo ha sostenuto per quindici anni, che non mi pare che con le azioni politiche sul territorio l'Unione di Centro - guardando un po' di qui e un po' di lì - stia poi dando una gran mano a delineare una possibile alternativa in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
In conclusione, vorrei affermare che se sicuramente mi sento di ringraziare il Presidente della Camera per il suo corretto e attento richiamo al Regolamento, altrettanto sicuramente con questo provvedimento, che stiamo regalando oggi, non gli si potrà dire di più ma Berlusconi sta facendo davvero un grande regalo alla mafia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Del resto, da qualcuno che il procuratore generale di Palermo, pochi giorni fa, ha detto esserci certo uno stalliere che veniva in Brianza dalla profonda Sicilia non perché capiva qualcosa di agricoltura (Proteste dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania), né perché capiva qualcosa di cavalli ma solo perché lì stava per essere funzionale agli interessi della mafia, qualche riflessione, mi consenta, da questi banchi di facinorosi noi la facciamo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 10,50)

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, onorevole colleghi! Invito gli onorevoli colleghi ad assumere un atteggiamento più consono al luogo in cui ci troviamo! Mi riservo di sospendere la seduta se dovessero continuare atteggiamenti che - lo ripeto - offendono, in primo luogo, chi se ne rende responsabile (Commenti del deputato Polledri). Onorevole Polledri, si calmi, si segga e taccia per favore! Questo vale per lei come per altri deputati.
Signori, dopo l'intervento dell'onorevole Donadi credo che sia opportuno ritornare all'ordinato svolgimento dei nostri lavori e prima di passare alla votazione dell'ordine del giorno Barbato n. 9/2714/17, in ragione di quanto è accaduto testé, desidero innanzitutto ribadire quanto già è stato detto da alcuni colleghi circa l'ineccepibile conduzione dei lavori dell'Aula da parte del Vicepresidente Bindi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori), che ha in modo inequivocabile applicato alla lettera il nostro Regolamento. Aggiungo che alcune espressioni che sono state usate dall'onorevole Barbato saranno oggetto delle conseguenti valutazioni da parte dell'Ufficio di Presidenza (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Unione di Centro).
Come sanno tutti i colleghi che conoscono il nostro Regolamento, non è prerogativa del Presidente disporre alcunché, se non nominare il deputato che si rende responsabile di atteggiamenti irriguardosi, se necessario togliergli la parola, e in caso di tumulto sospendere la seduta.
Il Presidente non può fare alcunché. L'Ufficio di Presidenza valuterà la, a mio avviso, oggettiva gravità di quel che è stato detto e deciderà in quella sede gli eventuali necessari provvedimenti di tipo disciplinare.
Passiamo ai voti...

GENNARO MALGIERI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo, onorevole Malgieri?

GENNARO MALGIERI. Per un richiamo al Regolamento.

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PRESIDENTE. Per i richiami al Regolamento concederò la parola al termine della fase relativa agli ordini del giorno (Proteste del deputato Malgieri). Onorevole Malgieri, tra le responsabilità della Presidenza c'è anche quella di rendere possibile l'ordinato svolgimento dei nostri lavori in una fase politica, come è a tutti noto, caratterizzata da una forte e più che legittima dialettica di tipo politico. Quindi la invito a cogliere il senso delle mie affermazioni.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Barbato n. 9/2714/17, non accettato dal Governo.

Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tassone, onorevole Traversa, onorevole Bocchino, onorevole Trappolino.
Dichiaro chiusa la votazione.

MAURIZIO TURCO. Guardi lì!

PRESIDENTE. Ho appena dichiarato chiusa la votazione, onorevole, ma mi segnali... prego i colleghi di stare al posto.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato
238
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che il deputato Lolli ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'ordine del giorno Borghesi n. 9/2714/18.
Come i colleghi sanno, è molto più agevole, con l'introduzione delle nuove procedure di voto, verificare la regolarità delle medesime e la Presidenza non mancherà di farlo. Prego i colleghi tutti di votare seduti al loro posto e di astenersi dalla possibilità di votare in piedi per rendere ancor più agevole il controllo, grazie.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 11)

PRESIDENTE. Prego i colleghi di attendere un momento poiché stiamo facendo una verifica.
Siccome è stato fatto notare che non è apparso il risultato della votazione sull'ordine del giorno Barbato n. 9/2714/17, do lettura del risultato della votazione:

Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato 238
Hanno votato no 245

La Camera respinge (Vedi votazionia ).
Prendo atto che l'onorevole Borghesi non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2714/18, accettato dal Governo.
Chiedo all'onorevole Messina se accede all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 9/2714/19, non accettato dal Governo.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, il direttore generale dell'Agenzia delle entrate, Befera ha dichiarato in questi giorni che sono finiti i paradisi fiscali grazie a questo provvedimento. Ha proprio ragione: con l'approvazione di questo provvedimento, l'Italia è il più grande dei paradisi fiscali: 170 mila contribuenti sono sotto indagine per capitali all'estero. Con questo provvedimento noi chiediamo che questi 170 mila - in quanto indagati dall'Agenzia delle entrate - non possano accedere allo scudo fiscale e ai suoi benefici.
Agli amici della Lega Nord Padania, così attenti in certi casi, vogliamo dire che ai bambini che erano qui dobbiamo spiegare che i loro genitori se guadagnano 15 mila euro all'anno pagano il 23 per cento di IRPEF, ai faccendieri che hanno portato i capitali all'estero fate pagare il 5 per cento. Vergognatevi!

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MARCO MARIO MILANESE. Leggiti la legge!

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Messina insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2714/19, non accettato dal Governo.
Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Messina 9/2714/19, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Golfo... onorevole Franzoso... onorevole Traversa... onorevole Miglioli... onorevole Buttiglione... onorevole Franceschini... onorevole D'Incecco... onorevole Toccafondi... Ministro Alfano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia - Commenti).

(Presenti e votanti 490
Maggioranza 246
Hanno votato
245
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che l'onorevole Cambursano non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2714/20, accolto come raccomandazione limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che l'onorevole Monai insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2714/21 non accettato dal Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Monai n. 9/2714/21, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Barani... onorevole Traversa... onorevole Murgia... onorevole Concia... onorevole Coscia... onorevole Molgora... onorevole Vico... Presidente Buttiglione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 494
Astenuti 1
Maggioranza 248
Hanno votato
246
Hanno votato
no 248).

Chiedo all'onorevole Cimadoro se accede all'invito al ritiro formulato dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/2714/22.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, il parere contrario a questo mio ordine del giorno dimostra la disfatta dell'Esecutivo, che sta raschiando il fondo del barile.
Noi stiamo facendo rientrare dei capitali senza alcun controllo, stiamo facendo rientrare dei soldi alle spalle di chi paga onestamente le tasse e alla fine questi denari che torneranno in Italia, essendo usciti sporchi di sangue, rientreranno belli candidi e puliti e le attività criminose e criminogene ne potranno avere la disponibilità ampiamente.
Io credo che questo sia un segnale anche per il mondo economico mondiale e internazionale, è un altolà alle grandi imprese e alle grandi multinazionali perché non vengano in Italia a fare i loro investimenti. È impossibile, dopo questo condono, dopo il disagio dei bilanci dove non si è mai sicuri della loro serietà, evidentemente queste attività non verranno mai a lavorare in Italia preferendo diverse opportunità (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Pag. 25giorno Cimadoro n. 9/2714/22, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Di Stanislao... onorevole Boccuzzi... onorevole Strizzolo... onorevole Trappolino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 492
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato
243
Hanno votato
no 249).

Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Palomba n. 9/2714/23 formulato dal Governo.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, con questo ordine del giorno ho detto alcune semplici verità, e cioè che lo scudo fiscale ha coperto i seguenti reati: dichiarazione fraudolenta mediante l'utilizzo di fatture false, per qualunque importo; dichiarazione fraudolenta mediante l'utilizzo di fatture indicanti un importo superiore a quello reale; dichiarazione fraudolenta mediante altri artifizi; dichiarazione infedele mediante l'indicazione di elementi attivi inferiori a quelli effettivi; omessa presentazione di dichiarazione quando l'imposta evasa supera 77 mila euro; occultamento o distruzione di scritture contabili al fine di evadere imposte sui redditi o l'IVA; falsità materiale commessa dal privato; falsità ideologica; falsità di registri e notificazioni; falsità in scrittura privata; uso di atto falso ed infine false comunicazioni in bilancio nelle varie forme. Poi ho chiesto che si impegni il Governo ad adottare le opportune iniziative, anche legislative, volte a scoraggiare la commissione dei reati di cui in premessa.
Non capisco su quale base il Governo abbia dato parere contrario. È vera la premessa, e cioè che questo scudo fiscale copre tutti questi reati che sono reati strumento di cui si serve la criminalità organizzata e la criminalità economica, oppure no? Mi deve dire se ho detto cose sbagliate, ma non può esprimere parere contrario se ho detto cose giuste. Infine, il parere contrario sul dispositivo che impegna ad adottare le opportune iniziative volte a scoraggiare la commissione dei reati di cui in premessa è una vera barzelletta. Il ridicolo copre il Governo se esprime parere contrario a questo ordine del giorno. Pertanto ne chiedo la votazione, confidando che l'Aula voglia ripristinare la verità e la giustizia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Palomba n. 9/2714/23, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Reguzzoni... onorevole Veltroni... onorevole Delfino... onorevole Franceschini... onorevole Boccuzzi... onorevole Trappolino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 493
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato
244
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che la deputata Mondello ha segnalato che non è riuscita a votare.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/2714/24 formulato dal Governo.

Pag. 26

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, in questo ordine del giorno si cercava solo di richiamare un collegamento non solo con un connotato etico, ma anche e soprattutto perché in aperto contrasto con la direttiva europea in materia di lotta al terrorismo. Questo provvedimento, così impostato, consentirà, infatti, a gruppi terroristi di costituire legalmente nel Paese fondi destinati a finanziare le proprie attività, con ciò mettendo gravemente a repentaglio l'integrità e la sicurezza dello Stato e dei suoi cittadini. Con questo ordine del giorno, che è di buonsenso, si è cercato di indirizzare il Governo ad adottare le opportune misure al fine di contrastare l'utilizzo dello scudo fiscale da parte di organizzazioni terroristiche. Mi sembrava il minimo indispensabile che si potesse chiedere ad un provvedimento così lacunoso (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Stanislao n. 9/2714/24, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 495
Astenuti 1

Maggioranza 248
Hanno votato
244
Hanno votato
no 251).

Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Rota n. 9/2714/25 formulato dal Governo.

IVAN ROTA. Signor Presidente, vorrei riflettere sull'impegno chiesto con questo ordine giorno, che era di chiarire al più presto i dubbi interpretativi della norma citata, anche al fine di limitarne le conseguenze negative ai fini della lotta alla criminalità organizzata. Voglio ricordare soprattutto agli amici e colleghi che arrivano da un territorio che loro chiamano Padania - ma che grazie al cielo è ancora Italia, magari settentrionale ma sempre Italia - che questo scudo fiscale non porterà beneficio alle centinaia di migliaia di partite IVA di piccoli e medi imprenditori, di lavoratori e di cittadini che onestamente lavorano, pagano le tasse e fanno fatica a guardare il quotidiano.
In ordine a questo scudo fiscale, ci sono le bocciature degli ordini del giorno presentati da un partito che è ancora in mezzo al territorio e che sente ancora le esigenze del cittadino e delle persone per bene e per questo dà fastidio alla Lega, al PdL e a tante altre forze che, invece, non lo vorrebbero. Allora, l'Italia dei Valori - che si fa portavoce di ciò - chiede a questo Parlamento di capire come mai non c'è la volontà di verificare come limitare le conseguenze che questo scudo fiscale può portare alla criminalità organizzata. Quindi, insisto per la votazione del mio ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rota n. 9/2714/25, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Franceschini, Ministro Carfagna, onorevoli Lussana, Coscia, Nannicini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 498
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
248
Hanno votato
no 250).

Passiamo all'ordine del giorno Piffari n. 9/2714/26, accolto come raccomandazione dal Governo.

Pag. 27

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno Piffari n. 9/2714/26 e per chiedere scusa a tutti gli italiani se sono un deputato mafioso. Chiedo scusa perché sono io un deputato mafioso e, poiché sono un deputato mafioso, chiedo perdono a Giovanni Borsellino (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Sono un deputato mafioso e chiedo perdono a Giovanni Falcone (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Sono un deputato mafioso perciò chiedo perdono a Giancarlo Siani (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Sono un deputato mafioso perciò chiedo perdono al capitano Basile.
Sono un deputato mafioso, perciò chiedo perdono a Carlo Alberto Dalla Chiesa...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, penso che le sue parole non possano essere ricondotte ad una dichiarazione di voto, quindi le tolgo la parola (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico, Lega Nord Padania e Unione di Centro).
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Piffari n. 9/2714/26, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Scilipoti n. 9/2714/27, accolto dal Governo come raccomandazione.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, capisco perfettamente la politica attuata da questo Governo, che vuole recuperare soldi e, tra le altre cose, spendere di meno, però, da parte mia, e credo del partito che rappresento, non è condivisa per tutte le motivazioni che sono state esposte all'interno di quest'Aula. Il mio ordine del giorno cerca di portare alla vostra attenzione un sistema che consenta di recuperare e risparmiare qualche lira.
Voglio fare una riflessione, rivolta in modo particolare a quei rappresentanti che sono stati eletti nel Meridione: ieri sera, si è verificato un fatto sgradevole e veramente mortificante e, con la morte nel cuore, oggi noi parlamentari, all'interno di questo Parlamento, ci accingiamo a fare queste affermazioni. In Sicilia, a Messina, cinque persone sono morte, perché era stato dichiarato lo stato di emergenza nel 2007, poi revocato nel 2008, con la motivazione che non c'era la disponibilità finanziaria, né mezzi, né fondi. Oggi, muoiono cinque persone per la sciaguratezza nel modo di comportarsi di coloro i quali dovevano essere responsabili per garantire la sicurezza di queste persone che vivono in Sicilia e nel Meridione.
Allora, oggi voglio chiedere a quest'Aula, che professa di amare l'essere umano, che vuole fare battaglie per ricostruire e far sì che il sud e il nord vengano unificati, perché avete fatto la scelta di togliere lo stato di emergenza con la motivazione più sciocca e banale che potesse esistere, quella di dire che non c'erano né disponibilità né fondi? Mi rivolgo, in modo particolare, a coloro i quali sono stati eletti in questa terra, che sono stati conniventi nel fare questo tipo di scelta. Non tocca a me dare dei giudizi, ma tocca a me dal punto di vista politico, dichiarare quanto sto per dire, perché ognuno di voi ha le responsabilità che merita su questo argomento. Ognuno di voi è chiamato a dare una giustificazione del perché ha avallato determinati comportamenti. Il sangue di queste morti qualcuno ce l'ha sulla coscienza, non so chi, non tocca a me giudicare né indicare, ma sicuramente qualcuno è responsabile di ciò che è successo oggi in Sicilia e il responsabile...

PRESIDENTE. Onorevole Scilipoti, insiste per la votazione del suo ordine del giorno.

DOMENICO SCILIPOTI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione.

Pag. 28

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Scilipoti n. 9/2714/27, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Trappolino, Delfino, Tassone, De Micheli, Ministro Carfagna...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 498
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
246
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Evangelisti n. 9/2714/28, accolto dal Governo come raccomandazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Evangelisti n. 9/2714/28, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Boccuzzi, Coscia, Oliverio, Murgia, Marco Carra, Traversa, Migliori, Costa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 499
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
247
Hanno votato
no 252).

Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Leoluca Orlando n. 9/2714/29, formulato dal Governo.

LEOLUCA ORLANDO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi permetto di richiamare la vostra attenzione su questo ordine del giorno. Il rappresentante del Governo, in modo molto moderato e soft ha detto una cosa molto grave: ha confermato che la scelta del Governo è il nucleare e che per quanto riguarda la possibilità di realizzare centrali nucleari si possa fare ricorso a procedure d'urgenza attraverso la nomina di commissari. È una disposizione gravissima perché salta ogni strumento di garanzia e di controllo, estendendo una normativa prevista per casi limitati in cui si procede per commissario a riattivare una linea elettrica interrotta, piuttosto che produrre con un generatore energia in via di emergenza, e la si applica anche alle installazioni e alla rete nucleare nel nostro Paese. Ecco la ragione per la quale, richiamando l'attenzione dell'Aula, chiedo che questo ordine del giorno venga votato.

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che l'onorevole Leoluca Orlando insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Leoluca Orlando n. 9/2714/29, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti, onorevole Sardelli, onorevole Castagnetti, onorevole Traversa, onorevole Coscia, onorevole De Micheli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 487
Astenuti 2
Maggioranza 244
Hanno votato
239
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che i deputati La Loggia e Castiello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

Pag. 29

Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Donadi n. 9/2714/30 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Donadi n. 9/2714/30, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte, onorevole Oliverio, onorevole Boccuzzi, onorevole Strizzolo, onorevole Rivolta, Ministro Carfagna, onorevole Saglia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 493
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato
239
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che la deputata Castiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Favia n. 9/2714/31 formulato dal Governo.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, capisco che questo ordine del giorno possa sembrare piccola cosa davanti ad una legge che oggettivamente è gravissima perché favorisce la criminalità organizzata e davanti ad un Governo che, purtroppo - è notizia fresca - ha respinto, ancora una volta, la proposta del Ministro dell'interno di sciogliere il consiglio comunale di Fondi a fronte della richiesta, avanzata da più di un anno, dal prefetto di Latina di scioglierlo in quanto inquinato dalla criminalità organizzata. Il Governo ha respinto, dunque, la proposta, conforme a quella del prefetto, del Ministro Maroni, del quale, a questo punto, dobbiamo chiedere le dimissioni perché si vede respingere una sua proposta riguardante un fatto gravissimo.
Quindi, capisco cosa è successo, ma chiedo di riflettere, vi chiediamo di rivedere la norma che consente alla procura della Corte di conti di avviare il procedimento per il risarcimento del danno all'immagine degli enti pubblici, solo quando vi sia una sentenza penale passata in giudicato. Intanto, vi è un grandissimo problema di tempi che rende già impossibile il recupero del danno nel caso previsto dalla legge; inoltre, ci chiediamo cosa ne sia del danno che oggettivamente può esserci all'immagine dell'ente pubblico non conseguente al reato. Si tratta di una norma veramente assurda contro l'interesse pubblico e dei cittadini. Chiedo, dunque, che l'ordine del giorno venga posto in votazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno n. 9/2714/31 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Favia n. 9/2714/31, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... Onorevole Bocchino... Onorevole Coscia.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 499
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
246
Hanno votato
no 253).

Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Misiti n. 9/2714/32 formulato dal Governo.

Pag. 30

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, volevo esprimere stima e apprezzamento nei confronti del Presidente della Camera, Gianfranco Fini che, come riportato pochi minuti fa dalle agenzie, pur indagato in un procedimento penale in relazione ad affermazioni rilasciate tempo fa nella trasmissione Porta a Porta, ha annunciato attraverso il suo legale di rinunciare al lodo Alfano (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico). Credo che questo sia il comportamento di un galantuomo, di chi sa di non avere nulla da temere andando davanti al suo giudice. Ritengo che, invece, chi a qualcosa da temere si fa il lodo Alfano, e dice che se anche il lodo Alfano venisse cancellato se ne farebbe un altro in cinque minuti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Donadi, quindi, insiste per la votazione?

MASSIMO DONADI. Sì, Signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Misiti n. 9/2714/32, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Scilipoti... onorevole Coscia... onorevole Mondello... onorevole Miglioli... onorevole Murer... onorevole Lolli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 496
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato
242
Hanno votato
no 254).

Ricordo che l'ordine del giorno Reguzzoni n. 9/2714/33 è stato dichiarato inammissibile.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno De Pasquale n. 9/2714/34, accolto dal Governo come raccomandazione, limitatamente al dispositivo.

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, signori Ministri, sottosegretari, onorevoli colleghi, oltre all'inganno la beffa. Il Governo sta varando un provvedimento che bonifica situazioni fuorilegge, e riporta in Italia il frutto sicuramente dell'evasione fiscale, ma anche di inganni, malversazioni, latrocinii. Ora il Governo stesso non riesce, per mancanza di risorse economiche nel paese - così ha giustificato il sottosegretario Giorgetti la non accettazione dell'ordine del giorno da me presentato -, a trovare le disponibilità necessarie per mettere in sicurezza i nostri edifici scolastici, quindi, per far studiare sicuri i nostri ragazzi.
Da una parte abbiamo giustamente condannato, e condanniamo, l'operato del Governo, per l'approvazione della normativa sullo scudo fiscale. Dall'altra abbiamo, per profondo senso di responsabilità, utilizzato gli unici strumenti democratici messi a nostra disposizione, dopo che il Governo ha posto la questione di fiducia. Guardando la situazione catastrofica a cui avete portato la nostra scuola, abbiamo comunque cercato di trovare in questo provvedimento un senso di utilità finanziaria per raggiungere un obiettivo indispensabile: scuole sicure, attrezzate, adatte alla formazione, alla crescita e all'educazione delle nostre generazioni future.
Con onestà intellettuale e sguardo rivolto verso il vero bene comune debbo riconoscere che il trattamento che riservate a questo mio ordine del giorno mi solleva, ed è per me un segno positivo perché non posso pensare che il futuro delle prossime generazioni debba essere costruito utilizzando mezzi e strumenti che questo stesso futuro hanno già consapevolmente privato di onestà, di moralità, Pag. 31di solidarietà e di legalità. Non sono questi i mezzi di cui ha bisogno la scuola, per cui non accetto la disponibilità a vedere accolto come raccomandazione il mio ordine del giorno.
L'unica raccomandazione che mi sento di rappresentare al Governo e alla maggioranza è che queste responsabilità verranno alla luce, manifestando alla storia che la moralità del fare è un inganno populista, capace di giustificare superficialmente labili personalità, ma non si venga a spacciarla come strada per raggiungere una crescita corretta della persona nella prospettiva del vero bene comune. Ed il tempo in questo darà le giuste dimensioni di quanto oggi voi scientemente state facendo, e di quali danni state arrecando al Paese.
Per questo chiedo di mettere ai voti l'ordine del giorno in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole De Pasquale, le ricordo che il suo ordine del giorno era stato accolto come raccomandazione. Lo vuole far votare ugualmente?

ROSA DE PASQUALE. Si signor Presidente, insisto per la votazione dell'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Pasquale n. 9/2714/34, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Barani... onorevole Mondello... onorevole Bocchino... onorevole Miglioli... onorevole De Micheli... onorevole Leo... onorevole Lolli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 497
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato
244
Hanno votato
no 253).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, a nome del gruppo Partito Democratico, le comunico per l'andamento dei nostri lavori che i deputati del gruppo non insistono per la votazione di tutti gli ordini del giorno che il Governo ha accettato o accolto come raccomandazione, anche se limitatamente al dispositivo e anche se per gli stessi vi è stata una proposta di riformulazione. Apro e chiudo una parentesi - mi fa piacere farlo pubblicamente a prescindere dal nostro giudizio sul merito del provvedimento - per esprimere un ringraziamento particolare al sottosegretario Giorgetti, anche per l'attenzione con la quale ha voluto intervenire sui nostri ordini del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Non insistiamo - lo ripeto - per la votazione degli ordini del giorno accettati o accolti come raccomandazione, anche di quelli per i quali il parere ha riguardato solo il dispositivo e di quelli per i quali è stata proposta una riformulazione. Ovviamente è fatta salva la libertà di ciascun deputato di intervenire, ma sugli ordini del giorno che ho indicato non richiederemo di intervenire per dichiarazione di voto, mentre invece chiediamo che siano posti in votazione - e su questi ci riserviamo di intervenire per dichiarazione di voto - i rimanenti ordini del giorno non accettati dal Governo.

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, anche i deputati del gruppo Unione di Centro non insistono per la votazione e Pag. 32rinunciano ad intervenire sugli ordini del giorno da loro presentati. Sono peraltro tutti ordini del giorno che il Governo ha accolto come raccomandazione salvo uno sul quale ha espresso persino un parere favorevole. Quindi - lo ripeto - rinunciamo ad intervenire, a parte un intervento personale che un nostro parlamentare vorrà fare.

PRESIDENTE. Colleghi, secondo le indicazioni ricevute dall'onorevole Compagnon e dall'onorevole Giachetti procediamo prendendo in esame l'ordine del giorno Esposito n. 9/2714/53 per il quale il Governo ha espresso l'invito al ritiro.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Esposito n. 9/2714/53 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Esposito n. 9/2714/53, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Strizzolo... onorevole Mondello... onorevole Lo Monte... onorevole De Micheli... onorevole Rossomando... onorevole Lolli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 501
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato
247
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Ginoble n. 9/2714/54 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ginoble n. 9/2714/54, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Luciano Rossi? Onorevole Di Caterina? Onorevole Miglioli? Onorevole Boccuzzi? Onorevole Verini? Onorevole Lolli?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 498
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
245
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Martella n. 9/2714/59 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Martella n. 9/2714/59, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia? Onorevole Traversa? Onorevole Miglioli? Onorevole Boccuzzi? Onorevole Tassone? Onorevole Gasparri? Onorevole Martinelli? Onorevole Lo Monte? Onorevole Gasbarra? Onorevole Lolli?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 500
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato
245
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che la deputata Goisis ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che la deputata Sbai ha segnalato che non è riuscita a votare. Pag. 33
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Mastromauro n. 9/2714/60 accede all'invito al ritiro formulato dal Governo e non insiste per la votazione.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Morassut n. 9/2714/61 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Morassut n. 9/2714/61, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia? Onorevole Miglioli? Onorevole Traversa? Onorevole Boccuzzi? Onorevole Lolli? Onorevole De Micheli? Onorevole Bitonci?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 500
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato
244
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che il deputato Piso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Motta n. 9/2714/62 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Motta n. 9/2714/62, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia? Onorevole Traversa? Onorevole Pedoto? Onorevole Carlucci? Onorevole Lolli? Onorevole Vico?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 497
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato
244
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che i deputati Marinello e Nizzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Realacci n. 9/2714/63 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Realacci n. 9/2714/63, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Luciano Rossi? Onorevole Traversa? Onorevole Boccuzzi? Onorevole Coscia? Onorevole Naccarato? Onorevole Lolli? Onorevole Miglioli? Onorevole Paladini? Onorevole Palagiano? Onorevole Ciccioli?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 497
Astenuti 1

Maggioranza 249
Hanno votato
241
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Viola n. 9/2714/64 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Pag. 34giorno Viola n. 9/2714/64, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia? Onorevole Boccuzzi? Onorevole Gatti? Onorevole Damiano? Onorevole Strizzolo? I colleghi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 499
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
244
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Tullo n. 9/2714/72 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tullo n. 9/2714/72, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ceroni... onorevole Strizzolo... onorevole Lolli... onorevole Veltroni... onorevole Di Stanislao... onorevole Lo Monte...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 499
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
242
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Rampi n. 9/2715/74 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rampi n. 9/2714/74, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ceroni... onorevole Della Vedova... onorevole Gioacchino Alfano... l'onorevole Di Girolamo sarebbe pregata di non telefonare mentre vota, grazie... onorevole Lolli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 501
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato
245
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Santagata n. 9/2714/75 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Santagata n. 9/2714/75, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Delfino... onorevole Iapicca... onorevole Murer... onorevole Miglioli... onorevole Foti... onorevole Traversa... onorevole Damiano... onorevole Bocchino... onorevole Calderisi... l'onorevole Paladini ancora non riesce a votare...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 479
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato
231
Hanno votato
no 248). Pag. 35

Prendo atto che il deputato Raisi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Meta n. 9/2714/84 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Meta n. 9/2714/84, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tommaso Foti... onorevole Lolli... onorevole Trappolino... onorevole De Biasi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 496
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato
241
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che il deputato Pizzetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno Madia n. 9/2714/88. Constato l'assenza dell'onorevole Madia: il suo ordine del giorno è da intendersi decaduto.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Lovelli n. 9/2714/89 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lovelli n. 9/2714/89, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 496
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato
243
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che il deputato Tassone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Cardinale n. 9/2714/91 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cardinale n. 9/2714/91, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Lo Monte... onorevole Tassone... onorevole Sardelli... onorevole Castagnetti... onorevole Anna Teresa Formisano... onorevole Lolli... l'onorevole Bocchino adesso ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 501
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato
245
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che il deputato Duilio ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Boffa n. 9/2714/92 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti. Pag. 36
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Boffa n. 9/2714/92, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Foti... onorevole Frassinetti... onorevole Boccuzzi... onorevole Calgaro... onorevole Lolli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 501
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato
244
Hanno votato
no 257).

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo modifica il parere espresso sull'ordine del giorno Pedoto n. 9/2714/94 e, in particolare, il Governo accoglie come raccomandazione tale ordine del giorno limitatamente alla parte dispositiva.

PRESIDENTE. Prendo atto dunque che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pedoto n. 9/2714/94, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Narducci n. 9/2714/177 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Narducci n. 9/2714/177, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sanga... onorevole Coscia... onorevole Lolli... onorevole Traversa... onorevole Boccuzzi... onorevole Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 500
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato
241
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che la deputata Goisis ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Maran n. 9/2714/178 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Maran n. 9/2714/178, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Lusetti... onorevole Miglioli... onorevole Calgaro... onorevole Lolli... onorevole Vico... onorevole Mondello... onorevole Strizzolo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 497
Astenuti 1
Maggioranza 249
Hanno votato
242
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fedi n. 9/2714/179. Pag. 37
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fedi n. 9/2714/179, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa... onorevole Cesa... onorevole Mazzarella... onorevole Boccuzzi... onorevole Vico... onorevole Giacomelli... onorevole Paladini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 498
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
242
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Corsini n. 9/2714/180 non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Corsini n. 9/2714/180, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Murer... onorevole Montagnoli... onorevole Concia... onorevole Trappollino... onorevole Lolli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 501
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato
242
Hanno votato
no 259).

Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Vico n. 9/2714/218 formulato dal Governo.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, l'invito al ritiro da parte della Governo è persino coerente con l'ordine del giorno da me presentato perché nella sostanza il Governo dice che non è disponibile ad accettare un ordine del giorno che recita quanto segue: «impegna il governo a finalizzare un'adeguata quota del gettito che si produrrà dall'applicazione dello scudo fiscale al ripristino delle originarie dotazioni finanziarie per il Mezzogiorno a partire dal FAS confermando la destinazione dell'85 per cento di tali risorse alle aree meridionali».
Pertanto, invito il Governo a ripensare al parere espresso. Se non vi sarà tale ripensamento, insisto per la votazione del mio ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo è disponibile ad accogliere come raccomandazione l'ordine del giorno in oggetto, ma solo nella parte dispositiva.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Vico non insite per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2714/218, accolto come raccomandazione dal Governo, solo nella parte dispositiva.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Maurizio Turco n. 9/2714/263, non accettato dal Governo.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, ho trovato incomprensibile la motivazione secca del parere contrario, rispetto ad un impegno che mi sembra quasi un atto dovuto. Ho piacere che sia presente anche il Ministro Frattini, che è stato commissario europeo e che, quindi, potrà comprendere di cosa stiamo parlando. Pag. 38
Impegnare il Governo ad effettuare una ricognizione degli accordi internazionali in essere con Stati terzi che risultino ancora paradisi fiscali, mi sembra un atto quasi più scontato, che dovuto. I trattati del Consiglio d'Europa, già firmati dalla Repubblica italiana, inerenti al riciclaggio, alla ricerca, al sequestro e alla confisca dei proventi di reato e ai protocolli sulle convenzioni penali e civili sulla corruzione - lo ripeto, già firmati dalla Repubblica italiana - devono essere unicamente ratificati.
Ritengo che questa sia l'occasione anche per mettere a tacere alcune voci malevole sulle intenzioni che vi sarebbero dietro al provvedimento in oggetto (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBERTO GIORGETTI, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno in oggetto, ma solo nella parte dispositiva (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Maurizio Turco non insite per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2714/263, accolto come raccomandazione dal Governo, solo nella parte dispositiva.

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2714)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baccini, al quale ricordo che ha tre minuti di tempo. Prego, onorevole Baccini, Ne ha facoltà.

MARIO BACCINI. Signor Presidente, il mio intervento è legato, anche alla luce di questo dibattito, ai veri intendimenti che il provvedimento presentato dal Governo vuole raggiungere. La mia è una considerazione legata al cambiamento di rotta che, in questi anni, il nostro Paese ha portato avanti, un cambiamento legato ad una crisi veramente grave che sta penalizzando le imprese, le nostre aziende, le famiglie italiane e i lavoratori.
Su questo anche le forze sociali hanno posto un accento importante nel senso di cambiare rotta, superando il fallimento che il mercato ha causato in questi anni. Mi riferisco al mercato inteso come la presunzione che lo stesso potesse risolvere anche i problemi degli ultimi, di chi è rimasto indietro. Un mercato inteso come capitalismo rapace, e non come capitalismo intelligente che crea ricchezza. Pertanto, il cambiamento di rotta serve a stabilire che un'economia etica, sociale e di mercato è sicuramente la soluzione, non è la panacea dei mali, ma è una soluzione per poter rimettere la persona al centro delle nostre politiche.
Quindi, è giusto che il Governo assuma le opportune responsabilità e che il Parlamento, altrettanto, possa assumere le stesse responsabilità, portando avanti provvedimenti idonei per drenare risorse necessarie - magari, sottraendole anche a quei settori poco raccomandabili dal punto di vista dell'etica - affinché le fasce più deboli del nostro Paese possano essere sostenute dall'iniziativa della politica.
Vedete, colleghi parlamentari, se la politica non governa questi problemi, li subisce.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARIO BACCINI. Concludo, signor Presidente. Pertanto, il mio voto favorevole all'iniziativa del Governo è il tentativo di segnare l'ingresso ad una nuova fase di economia etica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone, Pag. 39al quale ricordo che ha sei minuti di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevole colleghi, svolgo una prima riflessione sull'andamento dei nostri lavori parlamentari per richiamare tutti ad un'esigenza che non è più rinviabile: modificare il nostro Regolamento. Infatti, se un'azienda privata dovesse funzionare con i ritmi scanditi dal nostro Regolamento parlamentare, non avrebbe vita lunga, non sarebbe in grado di affrontare la sfida della competizione; un Parlamento che funziona così lentamente, sicuramente non aiuta il Paese ad affrontare le grandi sfide che sono davanti a noi.
L'altro giorno la componente politica Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud ha votato la fiducia al Governo. L'ha votata in quanto noi facciamo parte della coalizione che ha vinto le elezioni, tuttavia, come ha ricordato il nostro presidente, l'onorevole Lo Monte, la nostra è una fiducia propositiva, che impegna il Governo a fare di più per il Mezzogiorno e ad affrontare la drammatica situazione nella quale versa il sud, la quale, come ha ricordato recentemente Monsignor Crociata, il Segretario generale della CEI, è l'unica vera grande questione nazionale.
Noi utilizziamo questa opportunità per ricordare in modo particolare alle forze della maggioranza che davanti a noi vi è, anche in questa situazione di crisi, questa grande sfida, che è un dovere, il vero impegno che questo Governo e questa maggioranza devono affrontare: ossia, consentire al sud di superare il divario storico rispetto alle aree più avanzate del Paese. Come un corpo non può vivere se una metà è sana e l'altra metà è malata, perché la metà sana subirebbe le conseguenze della parte malata, così la nostra economia non potrà riguadagnare competitività, se non si metterà seriamente mano alla questione meridionale.
In questi giorni abbiamo visto scendere in campo tanti campioni di moralismo e, questa mattina, anche tanti campioni di teppismo politico e parlamentare. Si è voluto mettere la maggioranza sul banco degli imputati, sostenendo che questo è un provvedimento che lede l'etica. Vai a scomodare l'etica! Ricordo ai miei colleghi parlamentari che chi infrange il Regolamento di questa Camera non è, né più né meno, come quelli che delinquono all'esterno di questa Camera! Noi per primi dovremmo rispettare l'etica parlamentare che ci impone e ci richiama ai nostri doveri.
Ebbene, come è stato ricordato autorevolmente, questo provvedimento può essere l'arma in più degli Stati europei contro i paradisi fiscali. Per noi del Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud, questo è un provvedimento legato all'eccezionale situazione che vive il nostro Paese e riteniamo che sia meglio far rientrare i capitali - certo, illegalmente portati all'estero - piuttosto che aumentare le tasse e far gravare questa crisi sulle spalle dei ceti più deboli!
Questo è il significato che noi diamo al provvedimento che è stato proposto dal Governo e che così viene considerato dai tanti Paesi europei che questo provvedimento hanno approvato o stanno per approvare e dove certamente non c'è stata questa sceneggiata di chi all'interno e all'esterno di questo Parlamento ha voluto far credere che fosse una sorta di amnistia o una sorta di incitamento ad evadere le tasse.
In questo momento desidero chiedere se è più immorale questo o è più immorale dare fiato agli imbonitori televisivi che con i soldi pubblici infangano le istituzioni e infangano il Governo. Noi abbiamo alto il senso del dovere, il senso dell'etica e il senso della moralità, ed è per questo che invitiamo il Governo, signori Ministri, a fare di più per il sud, per il Mezzogiorno del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà per dieci minuti.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, stiamo per approvare un provvedimento Pag. 40di favoreggiamento degli evasori fiscali, dei corruttori e della criminalità organizzata. È un'amnistia, un provvedimento ben più grave di quell'indulto che fu approvato qualche anno fa in questa Camera e contro il quale combatté una parte dell'attuale maggioranza.
Voglio ricordare che in quell'occasione Alleanza Nazionale, oggi Popolo della Libertà, così come la Lega Nord, insieme a noi condusse una battaglia contro l'indulto perché considerato un atto vergognoso che andava contro gli interessi del nostro Paese.
Ora votiamo una vera e propria amnistia e devono ricordarsi i colleghi della maggioranza di oggi che in quell'occasione condussero quella battaglia che questo provvedimento va a danno di milioni di italiani; quegli italiani onesti che pagano le tasse e che lavorano dieci ore al giorno, operai, impiegati, lavoratori, piccoli imprenditori e artigiani, quelli che ogni giorno fanno fatica dalla mattina alla sera per mandare avanti la loro impresa pagando allo Stato quello che lo Stato richiede con le tasse.
Oggi, lo ripeto, i colleghi ex AN, come i colleghi della Lega Nord, oggi schiaffeggiano questi italiani, li prendono a pugni con un provvedimento che favorisce gli evasori fiscali, i grandi evasori fiscali. Gli italiani onesti all'estero semmai ci vanno in vacanza quando non c'è la crisi, ma mai ci vanno a portare i soldi frutto dell'evasione, i soldi che servono per la corruzione, i soldi della mafia.
Voglio ricordare che la Corte dei conti ha stimato in 60 miliardi di euro il denaro destinato alla corruzione e gran parte di quel denaro viene portato all'estero attraverso il falso in bilancio. Ecco l'amnistia che in ben altro modo avrebbe dovuto essere approvata dal Parlamento.
Per questo motivo io accuso politicamente questo Governo, per le azioni che ha compiuto in questo anno e mezzo, di essere un Governo al servizio degli evasori fiscali, al servizio dei corruttori e al servizio della criminalità organizzata.
C'è una gran quantità di provvedimenti che sono stati adottati: quelli che eliminano la tracciabilità dei pagamenti, ad esempio, o quelli che permettono agli evasori totali di mettersi in regola pagando poche tasse e prevedendo pochissime sanzioni. È veramente ridicolo! Questo Governo ha fatto scappare i buoi e poi ha dichiarato a gran voce che avrebbe colpito chi porta i capitali all'estero.
Mi fa un pochino ridere un Presidente del Consiglio che all'ONU dichiara di combattere contro i paradisi fiscali, un Presidente del Consiglio che nella sua storia, come gli atti giudiziari hanno dimostrato, ha utilizzato a man bassa i paradisi fiscali per portare soldi all'estero attraverso il falso in bilancio e per corrompere interi Governi, a partire dal conto All Iberian in avanti.
Noi vogliamo veramente condurre una battaglia contro chi fa passare questo tipo di legge. Il Ministro Tremonti, il Ministro genio della lampada di Aladino, parla di Ali Babà e della caverna di Ali Babà e dei 40 ladroni e dice: abbiamo chiuso la caverna. Ma nella caverna non c'è più niente, signor Presidente, la caverna è già stata svuotata.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 12,05)

ANTONIO BORGHESI. È inutile fare provvedimenti. È tutta l'estate che sta facendo dire al direttore dell'agenzia delle entrate che 180 mila italiani sono sotto inchiesta per i soldi all'estero. Tuttavia, nessuno di essi pagherà e tutti saranno protetti da questa legge ingiusta e iniqua nei confronti degli italiani onesti, perché basterà pagare il 5 per cento, una somma ridicola. E non si dica che è stata l'Europa a volere questo provvedimento. È facile da dire, signor Presidente. Anche altri Stati hanno messo in opera un provvedimento per il rientro dei capitali all'estero ma negli Stati Uniti per cento dollari che rientrano se ne pagano 44, in Inghilterra se ne pagano 49, in Germania 44. Nulla a che vedere con una ridicola somma che viene oggi chiesta agli italiani che hanno commesso i reati di cui ho parlato prima. Pag. 41
Ma non è solo questo, perché vi è una marea di consulenti che è già pronta. Alcuni hanno anche dei nomi ed alcuni sono stati allievi di un impareggiabile maestro come il Ministro dell'economia e delle finanze Tremonti che, in questo caso, si trova in un evidente conflitto di interessi perché, fino a quando non era Ministro, ha aiutato le banche e le grandi imprese a non pagare le tasse e anche ad utilizzare questi strumenti che oggi permetteranno loro di ripulire e di riciclare denaro sporco. Si stanno già facendo valutazioni gonfiate di beni patrimoniali, di case, di gioielli e di opere d'arte per far rientrare falsamente persino denaro che all'estero non è mai stato.
Si tratta, pertanto, di un atto che è contrario all'Europa, né in linea con quello che l'Europa chiede. Vi è qualcuno che immagina che non avvenga quello che è successo con l'indulto? Come avevamo detto - e come anche parte di questa maggioranza sosteneva - dopo un anno da quel provvedimento le carceri erano di nuovo piene e, in larga parte, delle stesse persone. Ma davvero pensate che le persone che approfitteranno di questo scudo fiscale subito dopo non si rimetteranno allo stesso modo a commettere gli stessi reati? Ci sarà l'evasione fiscale e di nuovo soldi verranno portati all'estero; corruzione e falso in bilancio e di nuovo soldi all'estero; criminalità organizzata e di nuovo costituzione di fondi all'estero. Non smetteranno e continueranno come prima, alla faccia di tutti gli italiani onesti!
Signor Presidente - e con questo mi avvio alla conclusione - credo che si tratti di un atto sporco, grave e criminogeno perché favorisce quelli che i crimini gli hanno commessi e invita chi non li ha fatti a farne in futuro. Mi dovete dire quanti italiani, che in questi anni hanno pagato con onestà le tasse, non saranno tentati in futuro di compiere questi atti visto che un condono c'è sempre e, in qualche modo, vi è sempre la possibilità di non pagare nulla. È un atto sporco e grave. Andremo sulle piazze a denunciarlo. Lo denunceremo agli elettori dell'allora Alleanza Nazionale e oggi Popolo della Libertà, lo denunceremo agli elettori della Lega, che si sta compiendo un atto contro gli italiani puliti, che lavorano e che fanno fatica.
Per concludere, signor Presidente, ci rivolgiamo, ancora una volta, e facciamo, ancora una volta, un ultimo appello al Presidente della Repubblica. Signor Presidente, ci rifletta perché in questa sede si sta approvando un'amnistia mascherata che avrebbe bisogno sia delle maggioranze previste dalla Costituzione sia di una legge ordinaria e non certo di un decreto-legge per essere approvata. Ci rifletta perché anche lei, signor Presidente, rappresenta tutti gli italiani e rappresenta, in particolare, gli italiani onesti che pagano le tasse, che lavorano e che oggi sono presi in giro da questo Governo e da questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, se vi fosse una lista dei parlamentari peones probabilmente sarei tra quelli. I parlamentari peones sono quelli che lavorano in Commissione, che vengono spesso in Aula ma che non compaiono mai sui giornali. Devo dire che dopo lo spettacolo di questa mattina sono contento di essere un parlamentare peones (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro). Se per andare sui giornali ormai è diventata una gara a chi la spara più grossa e a chi alza più i toni, allora quella politica non ci interessa più (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati del gruppo Popolo della Libertà). Ci interessa, invece, la politica dei contenuti e siamo qui per fare questa.
Signor Presidente, se ci fosse un clima parlamentare normale in cui i provvedimenti si discutono e si approfondiscono, se in quest'Aula ci si confrontasse, se avessimo una maggioranza di Governo normale che reputa che l'opposizione non è solo un impiccio pronto a far perdere tempo, ma casomai una risorsa per potersi confrontare e per poter migliorare i provvedimenti, Pag. 42se non fossimo alla venticinquesima richiesta di voto di fiducia, se non avessimo avuto su questo provvedimento una discussione confusa, frammentata e condizionata anche dalla minaccia di un'alchimia parlamentare che non è mai stata utilizzata in questo Parlamento e che è venuta meno solo grazie alla nostra opposizione e anche alla nostra responsabilità sul rispetto dei tempi, se non fosse successo tutto questo, avremmo voluto fare quattro semplici domande di merito al Ministro e al Governo e forse avremmo avuto una risposta che invece, purtroppo, non avremo.
La prima è la seguente: vorrei chiedere al Ministro come si concilia questo provvedimento con l'etica, la responsabilità ed il rispetto delle regole che avete chiesto a tutto lo Stato in questi ultimi mesi? Mi ricordo bene quando andavate in tutti i convegni nazionali e internazionali a dire che la crisi era il frutto di mancanza di etica, di responsabilità e di certezza delle regole.
Oggi stiamo approvando un provvedimento che viola tutto questo: l'etica, la responsabilità e la certezza delle leggi. Dopo l'approvazione di questo provvedimento sarà veramente difficile spiegare alle banche, agli imprenditori e a chi fa finanza che ci vuole etica e responsabilità, perché siamo noi i primi a violarle.
L'esempio è importante e conta più di tanti fatti, chi ha famiglia lo sa. Chi ha famiglia sa che, nel confronto dei figli, è molto più importante l'esempio di tutti i giorni che tutte le parole che possiamo dire loro. Ebbene, nei confronti dei cittadini, stiamo dando un esempio sbagliato che loro copieranno.
Quelli che hanno evaso oggi con questo provvedimento non sono solo graziati, ma anche premiati. Cosa spingerà il contribuente italiano ad essere onesto domani con un esempio di questo genere? Uno Stato che non dà il buon esempio non può imporre niente a nessuno; uno Stato che per soldi è disposto a cancellare reati odiosi e pericolosi come il falso in bilancio non è uno Stato civile.
Stiamo barattando le regole con i soldi e non c'è peggior insegnamento di questo. Il falso in bilancio è un reato ad alta pericolosità sociale. Il falso in bilancio lo commettono quelle persone che frodano i piccoli risparmiatori e i soci di minoranza. Una volta che sarà passato questo provvedimento questi evasori non avranno più nessun obbligo di restituire alcunché ai piccoli risparmiatori che non potranno intraprendere alcuna azione di responsabilità.
La seconda domanda è la seguente: signor Ministro, cosa è cambiato rispetto a luglio, quando quest'Aula approvò uno scudo fiscale - che non avevamo osteggiato perché lo ritenevamo anche equilibrato se connesso a quella politica di attacco ai paradisi fiscali che a livello internazionale stavano facendo tutti i Governi - che non comprendeva la copertura dei reati che invece introduciamo oggi?
Non posso credere che ci sia un'inesperienza così forte da parte di questo Governo da non aver saputo valutare allora che l'esclusione di quei reati avrebbe sicuramente ridotto gli introiti per il nostro Stato. Che cosa è successo da allora? Se volete un consiglio, per paradosso (ma solo per paradosso) vi dico che se ampliate questo scudo fiscale mettendoci dentro anche l'omicidio, probabilmente prenderete molti più soldi di quanti ne prendete oggi. Se portate l'aliquota dal 5 per cento all'1 per cento prenderete molti più soldi di quanti non ne prendete oggi.
Ma non si può fare tutto per soldi: a un certo punto l'asticella della moralità e dell'etica bisogna fissarla (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro) perché se andiamo sotto quel livello non diventiamo uno Stato credibile. Oggi abbiamo abbassato sotto quel livello lo stato dell'etica. Perché non avete voluto introdurre quei meccanismi che abbiamo proposto noi - questa è la terza domanda - tesi a far rimanere il capitale che arriverà in Italia nel nostro Paese?
Guardate che è vero. Prendo la stima minore di rientro di capitali che viene fatta in questi giorni. Prendo i 100 miliardi. Con 100 miliardi entreranno nelle Pag. 43casse dello Stato 5 miliardi, ma coloro che hanno esportato quel denaro su quei 100 miliardi ne hanno risparmiati 50. Ciò significa che con questo provvedimento gli stiamo regalando 45 miliardi!
Avevamo fatto una proposta molto semplice: quei soldi che rientrano facciamo in modo che restino da noi in Italia e che vadano ad alcune azioni sociali. Avevamo proposto gli ammortizzatori sociali, il sostegno del reddito delle famiglie, la ricapitalizzazione delle imprese, avevamo individuato il meccanismo di una emissione straordinaria di buoni ordinari del tesoro in maniera che i predetti potessero andare a sottoscrivere questi buoni ordinari e rimanere anche in Italia. Avevamo proposto di alzare un po' l'aliquota ordinaria, portandola al 7 per cento e coloro che avessero sottoscritto questi titoli avrebbero avuto uno sconto e pagato il 5 per cento. Solo così quei capitali potevano rimanere in Italia.
Vede, signor Ministro Tremonti, vedete signori del Governo, quando andate alla televisione a dire che quei capitali che rientreranno rimarranno in Italia, voi chiedete agli italiani un dogma di fede, perché non sta scritto da nessuna parte che quei capitali resteranno qui. Quei capitali il giorno dopo, una volta puliti e lavati, che non avranno più nessun problema per il contribuente, torneranno nei paesi esteri in maniera pulita e non rimarranno in Italia. A questo avremmo voluto una risposta.
La quarta ed ultima domanda è: scusate, ma mi spiegate la logica per la quale il reato più grave è quello che viene più fortemente depenalizzato? Questo a me davvero sfugge. Se io prendo due contribuenti, entrambi hanno evaso e commesso reato. Uno di questi, però, almeno non li ha esportati all'estero, ha fatto il suo bel falso in bilancio, la sua distruzione di documenti, quindi è andato in azienda la notte a bruciare i documenti perché la finanza non li trovi la mattina, ma alla fine in uno scatto di orgoglio e moralità non ha portato i capitali all'estero. C'è invece chi alla mattina si è svegliato ha preso quei soldi e li ha portati disonestamente all'estero. Il secondo contribuente si vede sanato tutto: il falso in bilancio, la distruzione dei documenti, può spendere quel denaro come vuole. Il primo contribuente, invece, non può fare assolutamente nulla. Quindi, io non avrei dato questa possibilità a nessuno dei due, è chiaro. Però se la date almeno ci vuole una certa equità, altrimenti questo provvedimento rischia di diventare anche incostituzionale. Non potete premiare i più disonesti fra i disonesti (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro)!
Signor Presidente, signor Ministro, noi avremmo voluto una risposta a queste quattro semplici domande. Non le abbiamo avute. I nostri dubbi e le nostre perplessità restano, anzi siamo ancora più convinti oggi che questo provvedimento rappresenti una brutta pagina per il nostro Paese.
Pagare le tasse non piace a nessuno, ma in uno Stato civile purtroppo è un atto di giustizia sociale, soprattutto nel momento in cui tutti sono chiamati a pagare le tasse con regole chiare, valide e inderogabili per tutti.

PRESIDENTE. Onorevole Galletti, la prego di concludere.

GIAN LUCA GALLETTI. Dopo questo ennesimo condono i cittadini onesti si sentiranno abbandonati, truffati, non solo dagli evasori, ma anche dallo Stato. Uno Stato che si dimostra forte con i deboli e debole con i forti è senza futuro. Queste sono le ragioni che ci spingono fortemente e convintamente a votare contro questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, il decreto-legge n. 103 del 2009, sul quale stiamo discutendo, apporta alcuni aggiustamenti al decreto-legge n. 78 del 2009, giustificati dalla necessità e dall'urgenza Pag. 44di adottare misure correttive per superare i possibili dubbi interpretativi. Per questo si è resa necessaria l'emanazione del secondo decreto-legge contemporaneamente alla promulgazione della legge di conversione del decreto-legge n. 103 del 2009.
Tratta quattro argomenti: il primo riguarda l'energia, reca modifiche che riguardano l'articolo 4 e interessano le misure di semplificazione per gli interventi di produzione, trasmissione e distribuzione di energia. Si tratta di un argomento cruciale per la politica di questo Governo.
Infatti, dall'inizio della legislatura lo sviluppo delle reti e degli impianti per la produzione e il trasporto dell'energia è stato considerato dal Governo come l'elemento base, non solo per svincolare progressivamente il Paese dalla dipendenza nei confronti dei Paesi terzi per l'approvvigionamento energetico, ma soprattutto per sostenere l'apparato produttivo e imprenditoriale incidendo, in questo modo, sulla riduzione dei costi di produzione.
In riferimento al secondo punto, la società Stretto di Messina, il comma 1 è volto a modificare la norma riguardante la nomina di un commissario straordinario delegato, ai sensi dell'articolo 20 del decreto-legge n. 185 del 2008, con il compito di rimuovere gli ostacoli frapposti all'avvio dell'attività della società Stretto di Messina, eliminando il riferimento specifico all'amministratore delegato della società in carica. La precedente formulazione prevedeva infatti che venisse nominato commissario l'amministratore delegato della società Stretto di Messina in carica all'entrata in vigore del decreto-legge.
In riferimento alla Corte dei conti, questo decreto introduce elementi correttivi che recepiscono in larga misura le osservazioni a suo tempo formulate in sede consultiva dalla Commissione giustizia del Senato. In particolare, il comma 30-ter dell'articolo 17, che disciplina l'esercizio dell'azione di risarcimento da parte delle procure regionali della Corte dei conti, era incorso in una seria di rilievi critici della Commissione giustizia, in quanto la sua formulazione appariva nel complesso foriera di determinare una tendenziale paralisi delle azioni di risarcimento stesse. La formulazione proposta dal decreto in esame modifica la definizione della notizia di danno che deve essere specifica e concreta, e non già specifica e precisa, facendo comunque salva l'azionabilità relativamente a fattispecie direttamente sanzionate dalla legge. Inoltre, il decreto-legge in esame elimina la previsione che la procura regionale possa esercitare l'azione di responsabilità solo in casi in cui il danno sia stato cagionato con dolo o colpa grave, elimina la definizione di danno erariale, prevede che in caso di azione per il risarcimento del danno all'immagine della pubblica amministrazione, ferma restando la condizione che sia intervenuta condanna definitiva, sia però sospeso il termine della prescrizione dell'azione di responsabilità amministrativo contabile fino alla conclusione del processo penale.
Per quanto riguarda invece il comma 30-quater, che nell'originaria formulazione del decreto-legge reca l'esclusione della responsabilità contabile se il danno tragga origine dalla emanazione di un atto dell'amministrazione dello Stato vistato o registrato in sede di preventivo controllo di legittimità, la norma in esame precisa che l'esclusione della gravità della colpa è limitata ai profili presi in considerazione nell'esercizio del controllo da parte della Corte dei conti attribuito alla sezione centrale.
In riferimento invece al rimpatrio delle attività finanziarie, le ampie e articolate discussioni su quello che erroneamente chiamiamo scudo fiscale si devono necessariamente inserire in un quadro generale che vede l'Italia ancora ad un livello di tassazione superiore al 40 per cento. Questo dato di fatto costituisce uno dei gravi motivi di evasione e di elusione fiscale e di fughe dei capitali dal nostro Paese. Ci troviamo nella condizione di avere un debito pubblico di molto superiore al PIL e anche quel 40 per cento di tassazione è in realtà purtroppo più alto, perché tutti noi ci rendiamo ben conto che il livello di Pag. 45evasione oggi presente porta per chi paga le tasse ad un livello di tassazione superiore al 43 per cento.
Un primo risultato che il rimpatrio ci consente di ottenere è di fare entrare fondi nelle casse dello Stato, senza aumentare quindi ulteriormente la pressione fiscale sui cittadini onesti, ma colpendo chi non ha pagato precedentemente. Il secondo risultato è quello di ottenere capitali da investire immediatamente: se le stime dell'Agenzia delle entrate si confermassero nei fatti, le entrate per l'erario potrebbero attestarsi attorno ai 15 miliardi di euro. Tali entrate sono senza dubbio un fondamentale aiuto per la ripresa economica del Paese e consentiranno - è importante ripeterlo - di non aumentare la pressione fiscale che è la linea maestra che questo Governo ha attuato in tutti i suoi provvedimenti economici dall'inizio della legislatura ad oggi. Tutte le finanziarie, compresa quella futura, reperiscono risorse dal taglio delle spese, evitando una nuova imposizione fiscale per il raggiungimento del pareggio.
Bisogna dire però che questo provvedimento deve essere propedeutico ad una serie di interventi che creino le condizioni perché sia fermata la fuga dei capitali all'estero. Anzi l'azione del Governo e del Parlamento deve essere mirata a creare le condizioni per attrarre capitali esteri nel nostro Paese, creando così nuove occasioni di occupazione e condizioni migliori di sviluppo per il Paese.
Altro problema tipicamente italiano, oltre la pressione fiscale, è di avere un sistema normativo complesso fatto da provvedimenti che spesso si sovrappongono, generando nei cittadini, ma soprattutto negli operatori economici, confusione e sconcerto. Fondamentale è, quindi, l'azione che stanno compiendo il nostro Ministro per la semplificazione Calderoli e il Ministro Bossi per il discorso legato alla grande riforma del federalismo fiscale e istituzionale. Dovere del Parlamento, quindi, è di creare norme chiare e proprio nel senso della chiarezza va visto questo provvedimento correttivo del decreto-legge anticrisi.
Sul tema, da ultimo, bisogna fare una precisazione. La inutilizzabilità a sfavore del contribuente introdotta non opera per i procedimenti aperti con la giustizia alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge n. 78 del 2009. In conclusione, è dovere di ogni Governo e di ogni maggioranza parlamentare, oltre a formulare una strategia complessiva di medio e lungo periodo, di saper leggere la realtà con pragmatismo e concretezza, di adeguare la propria linea ai mutamenti del sistema economico ormai mondializzato.
È proprio in tal senso, alla luce della più grave crisi che il nostro Paese sta attraversando negli ultimi ottant'anni, che questo provvedimento deve essere letto. Annunciando, quindi, il nostro voto favorevole, ricordo che il nostro Governo si sta dimostrando a livello internazionale uno dei più efficienti nell'azione contro la crisi, come dimostrano anche i segnali di ripresa che già vengono rilevati dagli indicatori economici, come la modifica del DPEF che andrà in discussione al prossimo punto dei lavori di quest'Aula parlamentare e, soprattutto, come la fiducia che le famiglie ripongono in quest'azione di Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fluvi. Ne ha facoltà.

ALBERTO FLUVI. Signor Presidente, non riesco a trovare un altro aggettivo se non quello di vergognoso per definire un provvedimento che permette a chi ha frodato il fisco, a chi ha evaso le tasse e a chi ha fatto il furbo in barba ai cittadini onesti di condonare la propria posizione pagando una misura del 5 per cento. Penso anche che quella che stiamo scrivendo sia una pagina buia per il Governo, il quale su un provvedimento come questo non solo ha avuto l'ardire di dare il via libera, ma ha avuto anche il coraggio di porre la questione di fiducia.
In questi giorni la Guardia di finanza ha diffuso una stima sui capitali esportati Pag. 46illegalmente all'estero e si parla di circa 350 miliardi di euro. Pochi giorni fa, inoltre, sul Corriere della sera abbiamo letto che nelle dichiarazioni dei redditi del 2008 appena l'1 per cento dei redditi superano i 100 mila euro e il 50 per cento delle società di capitali ha fatto denunce in perdita. Se i poli sono questi, ma chi lo tiene insieme un Paese? Chi li tiene insieme i cittadini se continuiamo a comportarci così?
Voi avete, inoltre, avuto il coraggio di porre la fiducia su un provvedimento che alimenta sfiducia nella certezza del diritto e nelle istituzioni. Dobbiamo avere il coraggio di dire che ciò rappresenta uno schiaffo alla gente onesta e a quei milioni di cittadini che hanno un rapporto corretto con il fisco e con l'amministrazione finanziaria. Non è moralismo affermare che non è attraverso provvedimenti come questi che si fortifica lo spirito di comunità che motiva un Paese a rinnovare ogni giorno le ragioni dello stare insieme. Queste considerazioni, valide di per sé in generale, sono tanto più valide oggi in un momento in cui l'Italia sta attraversando uno dei periodi più difficili della sua storia e non solo per quanto riguarda l'economia.
Avete detto che lo scudo fiscale è uno strumento necessario per partecipare, assieme agli altri Paesi, alla lotta ai paradisi fiscali e per fare cassa. Guardate, anche noi siamo convinti che occorra alzare il tiro contro i paradisi fiscali, così come siamo convinti che, per fare questo, occorra un forte coordinamento a livello internazionale. Ma il punto è proprio questo, sta proprio qui. Il Ministro Tremonti ci ha sempre detto che l'Italia sta facendo come gli altri Paesi. Niente di più falso: non era vero ieri, non è vero oggi, soprattutto dopo l'allargamento delle maglie del condono al falso in bilancio ed alle società estere. Non solo: state vanificando, come abbiamo cercato di illustrare nel dibattito che abbiamo fatto, tutta la normativa sul contrasto ai patrimoni mafiosi, con l'eliminazione dell'obbligo di segnalazione delle operazioni sospette in materia di antiriciclaggio e di finanziamento al terrorismo.
Allora, viene spontaneo chiedere al Ministro dell'economia e delle finanze, Tremonti, che fine abbiano fatto quegli standard legali internazionali annunciati con tanto clamore al vertice de L'Aquila e le sue considerazioni sull'etica, sulla necessità di nuove regole, sulla trasparenza e sulla vigilanza. Ma torniamo al confronto con gli altri Paesi, voglio attenermi al merito. Le dichiarazioni di rimpatrio dei capitali in tutti i Paesi sono sottoscritte dal soggetto interessato. In l'Italia, invece, è garantito l'anonimato. Guardate, il tema dell'anonimato non è una questione secondaria. È attraverso la trasparenza e la tracciabilità che si acquisiscono informazioni, che ci si attrezza per futuri accertamenti e per condurre una lotta contro l'evasione fiscale.
Negli altri Paesi, poi, non si condona il falso in bilancio, non ci si sogna di condonare la distrazione di documenti contabili. Infine, qui da noi si paga un obolo del 5 per cento, negli altri Paesi, invece, prima di tutto si pagano le imposte, semmai c'è una sanzione ridotta, che comunque varia da un 10 per cento dell'Inghilterra a un massimo del 40 per cento in Francia.
Allora, cari colleghi, Ministro Tremonti, dove sono le similitudini fra il nostro provvedimento e quello in atto negli altri Paesi? La verità, cari colleghi, è che gli altri Governi non hanno ritenuto di accedere all'idea dell'anonimato o di allargare in questo modo le maglie del condono, perché hanno ritenuto di affermare una cosa semplice: la legalità non è in vendita. Abbassare l'asticella della legalità rischia di avere un prezzo troppo alto da pagare, soprattutto per le giovani generazioni e per le generazioni future.
La verità, allora, è che avete bisogno di fare cassa subito, senza preoccuparsi troppo della provenienza dei denari. La verità è che questo condono altro non è che lo specchio del fallimento della vostra politica economica. Ma non ci avete sempre detto - lo ha ripetuto ora il collega Pag. 47della Lega nel suo intervento - che la crisi è ormai alle nostre spalle, che i conti pubblici sono stati messi in sicurezza dalla manovra economica triennale approvata lo scorso anno?
Purtroppo, cari colleghi, i risultati sono sotto gli occhi di tutti: il PIL sta crollando, siamo a meno cinque per cento, il deficit e il debito hanno ripreso a crescere, è esplosa la cassa integrazione, per quei lavoratori che ce l'hanno, il tasso di disoccupazione si appresta purtroppo a superare il 10 per cento.
È l'esito fallimentare - dovete prenderne atto - di una politica che ha rinunciato a sostenere i redditi e gli investimenti, in maniera particolare quelli di comuni e province, che sono immediatamente cantierabili.
È l'esito fallimentare di una politica che ha rinunciato a rilanciare la domanda interna a fronte del crollo di quella internazionale. No, signor Presidente del Consiglio, non è catastrofismo questo, noi vogliamo troppo bene all'Italia per scommettere sulla crisi. Non si tratta di essere ottimisti o di essere pessimisti; una classe dirigente responsabile ha, prima di tutto, il dovere di dire la verità, dire la verità per chiamare tutte le risorse di cui un Paese dispone ad essere protagoniste di un nuovo patto per lo sviluppo.
Allora, questo condono si rende necessario per coprire le vostre responsabilità in politica economica. Il Ministro Tremonti si ingegna ad accusare a destra e a sinistra, ad affibbiare responsabilità a questo o a quello per la crisi economica; meglio farebbe a guardarsi allo specchio per riflettere sulle responsabilità, quelle responsabilità che oggi vi costringono, pur di fare cassa, ad abbassare l'asticella della legalità. Sono distorsioni che alimenteranno sfiducia nella certezza del diritto e nelle istituzioni.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ALBERTO FLUVI. Concludo, signor Presidente. Non so quanto entrerà nelle casse dello Stato, il gettito potrà essere anche significativo, ma sicuramente il sistema fiscale apparirà ancora più iniquo e distante dai cittadini. Sono queste le ragioni che ci portano a dire con forza il nostro «no» al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Saluto gli insegnanti e gli allievi della scuola elementare «Città dei bambini» di Mentana, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bocchino. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, il gruppo del Popolo della Libertà ovviamente dichiara il proprio voto favorevole a questo provvedimento, ma prima di entrare nel merito della questione che ha tenuto l'Aula impegnata come se fosse l'unico argomento legato a questo provvedimento, cioè lo scudo fiscale, vogliamo ricordare che stiamo parlando di un decreto-legge che è la «coda» per completare il provvedimento anticrisi che il nostro Governo aveva sottoposto all'esame del Parlamento e che Camera e Senato hanno approvato prima dell'estate. È opportuno riportare nei giusti binari la discussione perché inquinare il tutto parlando solo dello scudo fiscale tende a non far conoscere agli italiani cosa abbiamo fatto e cosa stiamo facendo per combattere una crisi internazionale che certamente non è dipesa dal nostro Paese e tanto meno dal nostro Governo.
L'Italia è stato uno dei Paesi che è intervenuto prima e meglio per contrastare questa crisi economica: abbiamo fatto immediatamente un provvedimento per mettere in sicurezza gli istituti di credito e non è un caso se nessun istituto di credito in Italia ha rischiato il fallimento, mentre in giro per l'Occidente le banche fallivano. L'Italia ha tranquillizzato i risparmiatori, ha fatto capire che non correvano alcun rischio, nessuno è stato preso dal panico ed è andato a ritirare i suoi risparmi e non ci sono stati problemi per le nostre banche. Pag. 48
Abbiamo messo a disposizione denaro per le banche per poter poi finanziare la piccola e media impresa, abbiamo aiutato le famiglie più deboli, le imprese, chi ha i redditi bassi, abbiamo aiutato, senza precedenti, chi con la crisi perde il posto di lavoro. Abbiamo stanziato 34 miliardi di euro - una cifra senza precedenti - per gli ammortizzatori sociali per fare in modo che chiunque perda il posto di lavoro a causa della crisi non sia lasciato solo, continui a percepire un reddito, a garantire la sussistenza della propria famiglia, finché l'impresa da cui dipende non riesca a uscire dalla crisi e reintegrarlo.
I numeri ci stanno dando ragione. I dati dell'OCSE, i dati degli osservatori internazionali, dicono che l'Italia sta invertendo la tendenza, e che, insieme con la Francia, è il Paese che sta invertendo prima e meglio di tutti la tendenza rispetto ai partner europei. Questo è un nostro merito, così come è nostro merito aver sottoposto adesso al Parlamento una legge finanziaria snella costituita da tre articoli, che non aumenta le tasse neanche di un euro ai cittadini, ma che cerca di ridurre la spesa per fronteggiare la situazione economica del Paese.
In merito allo scudo fiscale, state cercando di far credere all'Italia che stiamo aiutando i delinquenti con lo scudo fiscale a prezzo stracciato: una misura mai vista in tutto il mondo. Innanzitutto, lo scudo fiscale si è fatto in quasi tutti i Paesi occidentali: in Lussemburgo, in Francia, in Gran Bretagna, in Svizzera, in Germania. È stato fatto dai Governi di centrodestra e da quelli di centrosinistra, ma c'è una piccola novità: mai un rientro di capitali dall'estero era stato così oneroso nella tassazione in Europa come con la tassa del 5 per cento prevista dallo scudo fiscale che stiamo approvando (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Questa è la verità.
Con la presunzione che chi ha portato i soldi all'estero abbia guadagnato almeno il 2 per cento l'anno, chiediamo il 5 per cento per il quinquennio passato, che è una percentuale che risulta essere la più alta tra gli scudi fiscali approvati in Europa. Il Presidente Obama, che avete magnificato, che quando ha vinto le elezioni sembrava che le avesse vinto il Partito Democratico in Italia, che considerate il modello di Governo a cui ispirarvi, ve lo dico con grande chiarezza, ve lo anticipo, ha annunciato al Congresso degli Stati Uniti che presenterà un provvedimento che si chiama Tax Amnesty, dove è previsto, non solo il rientro dei capitali, ma anche l'amnistia per i reati che possono essere stati commessi nel portare all'estero i capitali.
Allora non si capisce se, a vostro dire, ciò in Italia rappresenta un aiuto alla criminalità organizzata, per quale ragione in Gran Bretagna, quando l'ha fatto il Governo da voi magnificato, o quando lo fanno gli Stati Uniti, si tratta invece di un provvedimento necessario per contrastare la crisi? È meglio che somme rilevanti della ricchezza italiana siano all'estero a produrre ricchezza ed occupazione in altri Paesi o che rientrino in Italia per pagare le tasse (al 5 per cento), per far pagare le tasse anno dopo anno, per creare ricchezza e occupazione in Italia? Voi siete antitaliani anche in questo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Come ha detto D'Alema, cui facciamo positivamente riferimento, il vostro antiberlusconismo è ormai diventato un sentimento antitaliano, e quando si ha un sentimento antinazionale non si è in condizioni di valutare positivamente quello che il Governo porta in Parlamento. Noi vogliamo che questi soldi rientrino in Italia, che si paghino le tasse, che questi imprenditori che hanno portato i soldi all'estero, rimettano i soldi nelle loro aziende, ed evitino di licenziare per colpa della crisi i loro dipendenti. Questo provvedimento salva decine di migliaia di posti di lavoro che altrimenti nei prossimi mesi perderemmo, e voi siete contrari a questa scelta. Sono risorse che servono per la ripresa (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Pregherei i colleghi di consentire all'onorevole Bocchino di svolgere Pag. 49il suo intervento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

ITALO BOCCHINO. Capisco che dopo quello che i colleghi hanno detto su un provvedimento che, dati alla mano, si dimostra un ottimo provvedimento legislativo sia difficile non contestarci. Il Ministro Tremonti ha già detto come saranno spesi questi soldi. Questi soldi non andranno ad alimentare chissà quale rivolo di spesa, quali sprechi. Questi soldi serviranno per finanziare la scuola, l'università, la ricerca. Questi soldi dobbiamo investirli per ripensare la nostra cooperazione, per aiutare i Paesi poveri lì sul loro territorio, per creare un patto di sangue con quei popoli ed evitare grandi migrazioni, devono servire al sociale e alla sicurezza.
Dobbiamo aiutare chi ne ha bisogno. Non è vero che il provvedimento aiuta i criminali, aiuta solo ed esclusivamente chi ha portato i soldi all'estero e li riporta in Italia per creare, qui, ricchezza. Chi è sotto accertamento non potrà usare questo provvedimento.
Vi ricordo, cari amici, che se la famiglia Agnelli, di cui da due anni, dalle denunce di Margherita Agnelli, si sapeva che aveva portato i soldi all'estero, è sotto accertamento, è perché questo Governo lo ha voluto, perché quando c'era Visco al Governo non vi eravate permessi di far fare la verifica alla famiglia Agnelli (Applausi dei deputati del gruppo popolo Popolo della Libertà), perché il vostro legame con i poteri forti di questo Paese è troppo forte per permettervi di contrastare chi realmente porta i soldi all'estero (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi facciamo riportare i soldi in Italia a quel piccolo imprenditore che li potrà reinvestire nella propria azienda. I delinquenti sono delinquenti, non potranno riportare i soldi.
Per questo noi riteniamo che questo provvedimento sia utile al Paese, sia necessario a contrastare la crisi, sia in linea con l'Europa e con gli altri Paesi occidentali, e che abbia due qualità più degli altri provvedimenti presi in altri Paesi. È più oneroso, quindi chiediamo più soldi a chi riporta i capitali in Italia, e oltre ad essere più oneroso mi riferisco al fatto che abbiamo già detto che destineremo i fondi derivanti dallo scudo fiscale, non per coprire i debiti che ci avete lasciato e gli sprechi che avete generato in questo Paese, ma per finanziare quelle attività che hanno bisogno di attenzione, quelle attività che i cittadini ci chiedono di guardare con maggiore attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà per due minuti.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, vedo che questa mattina al voto finale parteciperanno molti esponenti del Governo e molti Ministri, ma non vedo il nostro collega, l'onorevole Tremonti.

MARCO MARIO MILANESE. Leggi il giornale!

Testo sostituito con l'errata corrige del 12 OTTOBRE 2009 GIORGIO LA MALFA. E la ragione per la quale non c'è il Ministro dell'economia e delle finanze è che la votazione di un condono è la sanzione del fallimento di una politica economica e del Ministro dell'economia e delle finanze che la rappresenta (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Repubblicani, Regionalisti, Popolari, Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro). È la conferma, signor Presidente, onorevoli colleghi, che il Governo fa una politica del giorno per giorno, perché un provvedimento di condono non è che un modo per coprire giorno per giorno i buchi del bilancio, ovverosia la sanzione ufficiale del fallimento di un'impostazione di politica economica. Se un Governo ha una maggioranza così ampia e di legislatura ha il dovere di un'impostazione di politica economica, non cercando i soldi giorno per giorno. Questa è la parte della considerazione che mi condurrebbe a votare contro.
Ma ce n'è una che mi conduce al voto di astensione, e la ragione è che quando un Governo è nelle condizioni che ha Pag. 50descritto l'onorevole Bocchino (c'è bisogno di un provvedimento per affrontare i problemi della scuola, dei fondi per il Mezzogiorno, del contratto degli statali) allora il Parlamento, secondo me, non gli può dire «no».
E per quanto negativo possa essere sul piano politico il giudizio per un'impostazione di questo genere il mio sarà un voto d'astensione, che evidenzia il giudizio di fondo che ho dato e anche la comprensione per i problemi del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Repubblicani, Regionalisti, Popolari).
GIORGIO LA MALFA. E la ragione per la quale non c'è il Ministro dell'economia e delle finanze è che la votazione di un condono è la sanzione del fallimento di una politica economica e del Ministro dell'economia e delle finanze che la rappresenta (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro). È la conferma, signor Presidente, onorevoli colleghi, che il Governo fa una politica del giorno per giorno, perché un provvedimento di condono non è che un modo per coprire giorno per giorno i buchi del bilancio, ovverosia la sanzione ufficiale del fallimento di un'impostazione di politica economica. Se un Governo ha una maggioranza così ampia e di legislatura ha il dovere di un'impostazione di politica economica, non cercando i soldi giorno per giorno. Questa è la parte della considerazione che mi condurrebbe a votare contro.
Ma ce n'è una che mi conduce al voto di astensione, e la ragione è che quando un Governo è nelle condizioni che ha Pag. 50descritto l'onorevole Bocchino (c'è bisogno di un provvedimento per affrontare i problemi della scuola, dei fondi per il Mezzogiorno, del contratto degli statali) allora il Parlamento, secondo me, non gli può dire «no».
E per quanto negativo possa essere sul piano politico il giudizio per un'impostazione di questo genere il mio sarà un voto d'astensione, che evidenzia il giudizio di fondo che ho dato e anche la comprensione per i problemi del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà per due minuti.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, prendo la parola non per discostarmi dalla dichiarazione di voto dell'onorevole Galletti, che io condivido e sottoscrivo pienamente. Vi è stato un errore di comunicazione con la Presidenza quando dovevo intervenire sull'ordine del giorno da me presentato, che il Governo ha accolto come raccomandazione. Si tratta di un dato importante, fondamentale, perché mi riferivo in quell'ordine del giorno alla vicenda di Crotone, della bonifica di Crotone, la vicenda della navi del Tirreno cosentino.
Nel momento in cui si parlava ovviamente di destinare delle risorse, considerato che questo provvedimento non è valutato positivamente per le ragioni che abbiamo espresso in più occasioni, sarebbe stato importante che il Governo avesse assunto una posizione molto diversa rispetto alla solita routine, alla solita liturgia dell'accoglimento come raccomandazione.
Credo quindi che il Governo avrà anche altre occasioni per fare valutazioni diverse. Abbiamo discusso anche in Aula su Crotone, è venuto il sottosegretario dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, però non vi sono state una valutazione ed una strategia importante e fondamentale.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MARIO TASSONE. Galletti parlava di abbassamento del livello dell'asticella; ritengo che questo è un discorso molto forte e credo che il Governo abbia perso un'occasione per cogliere un momento delicato nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, la delegazione radicale all'interno del gruppo del Partito Democratico voterà contro la conversione del decreto-legge. Voi state votando un'amnistia, l'amnistia del condono fiscale, accettate quella delle prescrizioni, 200 mila all'anno: l'unica amnistia che non tollerate è quella prevista dalla Costituzione, che servirebbe innanzitutto ai magistrati e alla giustizia italiana oggi allo sfascio. State uccidendo lo Stato di diritto, state uccidendo la Costituzione, state uccidendo la democrazia (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2714)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di conversione n. 2714, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Piso, ha votato? Non c'è fretta, prego. Onorevole Lo Monte, non riesce a votare. Onorevole Franzoso? L'onorevole Lo Monte ha votato. L'onorevole Lovelli non riesce. Ha votato. Che succede?

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Presidente, guardi da quella parte!

Pag. 51

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, la prego di votare unicamente per se stesso. Perfetto.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, stanno preparando degli striscioni!

PRESIDENTE. Ricordo preventivamente ai colleghi che non è consentito dar vita a manifestazioni in Aula con cartelli, striscioni, bandiere e quant'altro. Lo ricordo preventivamente, onorevole Barbato.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 1749 - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 agosto 2009, n. 103, recante disposizioni correttive del decreto-legge anticrisi numero n. 78 del 2009» (Approvato dal Senato) (2714):

Presenti 522
Votanti 520
Astenuti 2
Maggioranza 261
Hanno votato 270
Hanno votato no 250.
(La Camera approva - Vedi votazionia - I deputati del gruppo Italia dei Valori espongono agende di colore rosso e cartelli recanti le scritte: «La mafia ringrazia», «Riciclaggio di Stato» ed «Evasione legalizzata» - Dai banchi del gruppo Italia dei Valori si grida: «Fuori la mafia dallo Stato»).
Prego i commessi di togliere i cartelli (I commessi ottemperano all'invito del Presidente).
Prendo atto che il deputato Colombo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

Sull'ordine dei lavori (ore 13).

GIUSEPPE NARO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE NARO. Signor Presidente, credo che in situazioni tragiche come quella che stanno vivendo Messina e la Sicilia, le parole siano assolutamente...

PRESIDENTE. Prego i colleghi dell'Italia dei Valori di astenersi dal proseguire. I fotografi hanno già fatto tutte le fotografie necessarie.
Come dicevo, signor Presidente, in vicende tragiche come quelle che sta vivendo la città e la provincia di Messina (ma più in generale, la Sicilia) le parole sono inadeguate per esprimere i sentimenti che si provano, così come credo non vi possa essere spazio per dichiarazioni o retorica. Molto brevemente desidero chiedere che il Governo venga urgentemente alla Camera per riferire sullo stato delle cose. Voglio anche aggiungere che i primi passi compiuti sono stati positivi, nel senso che gli interventi sono stati immediati. Il Governo ha adottato il provvedimento per dichiarare lo stato di emergenza a Messina, ma tutto questo non basta perché la situazione che il territorio vive è particolare.
L'orografia di Messina e dei comuni vicini è infatti del tutto particolare, stretta da un lato dal mare e, dall'altro, da colline prevalentemente di argilla. Questa città e questa provincia sono dunque predisposte alle calamità naturali: ricordo il terremoto, i recenti nubifragi, le morti avvenute negli anni recenti, gli incendi boschivi. Tutto questo deve indurre il Governo ad adottare una politica adeguata di difesa del territorio: il senso del mio intervento è questo e chiedo che il Governo possa riferire al più presto (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, questa mattina avevo chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori, ma poi erano in corso le votazioni Pag. 52e quindi colgo l'occasione per testimoniare la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime: già si contano sei morti, ma ci sono anche venti dispersi. Voglio esprimere a nome del Partito Democratico la solidarietà alle comunità pesantemente colpite da questo ulteriore evento calamitoso che sta creando numerosi danni alle comunità della provincia di Messina.
Vorrei anche aggiungere una sollecitazione al Governo affinché, attraverso la Protezione civile, possa mettere in campo ogni azione utile per fronteggiare i gravi problemi che stanno affliggendo le comunità sottoposte a questo evento calamitoso. Senza alcuna polemica strumentale, vogliamo inoltre sottolineare che anche l'anno scorso queste stesse aree della provincia di Messina hanno vissuto durante il periodo invernale simili problematiche: si tratta di territori con gravi problemi idrogeologici, spesso dovuti alla urbanizzazione selvaggia ma anche ad alcuni interventi pubblici errati, come l'imbrigliamento di alcuni fiumi.
Pertanto chiediamo che il Governo si attivi per fronteggiare l'emergenza, ma anche per predisporre un piano serio - molto serio - per la prevenzione, la tutela e la protezione del territorio.

DOMENICO SCILIPOTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, voglio ricordare - lo ho ricordato anche poco fa - ciò che è successo a Messina ed in Sicilia. Sono riflessioni che vengono spontanee dal cuore quando si vede un Governo che trova 300 milioni per darli all'Alitalia o che celermente si mette in movimento per reperire i fondi per il vaccino dell'H1N1 (che ha una validità che non serve - o che serve relativamente a ben poco - e che viene somministrato solo ai primi di gennaio quando la pandemia si riscontra invece nel mese di novembre), ma che non trova i soldi per prorogare lo stato di emergenza che era stato dichiarato nel 2007 per la provincia di Messina a causa dei drammatici eventi allora accaduti.
Era stato detto allora con forza che lo stato di emergenza doveva continuare oltre il 2008, in considerazione delle tante zone che erano veramente a rischio. Ma il Governo, ed altri esponenti non di Governo, hanno detto che non era opportuno che si continuasse con lo stato di emergenza, perché mancava la disponibilità dei fondi. Ed oggi che si è verificata questa tragedia, con chi dobbiamo parlare, a chi dobbiamo rivolgerci, a chi dobbiamo chiedere la responsabilità del verificarsi di tale situazione?
Questi cinque morti può darsi che domani siano anche sei: a chi dobbiamo chiederne conto, vale a dire a coloro che rappresentavano il Governo, a coloro che stavano dall'altra parte della barricata? Hanno detto che non era più importante prolungare lo stato di emergenza ma tutti conoscevano la realtà dei fatti. Nessuno è intervenuto, nessuno ha sentito il dovere di dire e di chiedere che si continuasse a stare attenti e in allerta su quel territorio che è massacrato e ha tante difficoltà. Sono intervenuto poco fa sull'argomento in discussione, il decreto-legge anticrisi e lo scudo fiscale in particolare, con il quale il Governo cerca di dire che è importante risparmiare e incamerare denari e soldi - concludo signor Presidente - per aiutare la popolazione italiana ma perché non si è ricordato negli anni passati e nei mesi scorsi che anche quel territorio doveva essere salvaguardato? Quando noi l'abbiamo chiesto con forza e a viva voce abbiamo ribadito quanto sto dicendo all'interno di quest'Aula. Lo abbiamo chiesto al Governo e ai parlamentari ma questi avevano altri interessi che non erano tutelare il cittadino, tutelare questa gente che da un momento all'altro rischiava la vita. Oggi chi paga la vita che è stata persa? Chi è che deve rispondere di questo delitto, di questa morte che era stata preannunciata? Dunque si dice che è necessaria una grande solidarietà ma a che cosa serve? Dobbiamo cercare di dare immediatamente il supporto, di dichiarare Pag. 53quanto dichiarato nel 2007 vale a dire mettere mezzi e forze a disposizione della collettività e dichiarare lo stato di emergenza.

ANTONINO SALVATORE GERMANÀ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONINO SALVATORE GERMANÀ. Signor Presidente, anch'io intendo richiamare l'attenzione dell'aula e soprattutto quella del Governo sul violento nubifragio che si è abbattuto su alcuni villaggi della nostra città, della città di Messina, e anche su alcuni comuni della riviera ionica. Sono messinese e insieme all'onorevole Garofalo, anche lui messinese come me, abbiamo rivolto un'interrogazione alla Presidenza del Consiglio. So già che il sottosegretario Bertolaso è sui luoghi e sono certo che il Governo con prontezza, come già dimostrato in altre emergenze, saprà affrontare questa ennesima situazione di emergenza. Quindi intendo esprimere il mio cordoglio e certamente quello dei colleghi dell'Aula ai familiari della vittima sperando che almeno davanti alle vittime si fermi un'azione speculativa contro il Governo.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Germanà. A lei e a tutti colleghi che sono intervenuti sulle tragiche vicende messinesi, comunico che la Presidenza ha già preso contatto con il Governo e che il sottosegretario Bertolaso renderà un'informativa alla Camera nella giornata di mercoledì mattina.

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, per rispetto dei lavori dell'Assemblea non sono intervenuto dopo che lei ha segnalato che porterà di fronte all'Ufficio di Presidenza il caso dell'onorevole Barbato e delle dichiarazioni da lui rese. Tuttavia ora che non ci sono telecamere né è in corso un momento tanto delicato quale quello delle votazioni, mi consenta e mi permetta di aggiungere qualcosa in modo che resti agli atti.
Noi dell'Italia dei Valori ribadiamo anche in questo caso che rispettiamo il suo ruolo, signor Presidente. Confidiamo nella sua indipendenza tuttavia le chiediamo di rispettare anche il ruolo di un gruppo politico quale l'Italia dei Valori che svolge la sua politica in nome degli elettori che l'hanno eletto e che può anche non piacere, può essere anche odiata, disprezzata, derisa e irrisa per questo ma non per questo deve essere messa in condizione di tacere. È un gruppo politico che rivendica il suo ruolo all'interno di questo Parlamento perché è qui presente per il voto dei suoi elettori. Dunque la prego, signor Presidente, di iscrivere anche il mio nome dietro a quello dell'onorevole Barbato perché io penso esattamente ciò che pensa l'onorevole Barbato. Infatti ritengo che oggi in quest'Aula oggi sia stata commessa un grave ingiustizia per votare un provvedimento che aiuta i mafiosi, i criminali e i delinquenti e per questa ragione, quando riunirà l'Ufficio di Presidenza, la prego di prendere per me le stesse sanzioni che prenderà per l'onorevole Barbato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

FILIPPO ASCIERTO. Vergognati! (Commenti dei deputati dei gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, lei sa che l'Ufficio di Presidenza è organo collegiale e sa che, per prassi, sarà il Collegio dei Questori a riferire all'Ufficio di Presidenza quanto è accaduto e a proporre al medesimo le eventuali sanzioni ai sensi del nostro Regolamento.
Sono spiacente di non poter accogliere la sua richiesta, perché non esiste - mi perdoni il paragone - un registro degli indagati. Fino a quando lei non pronuncerà parole offensive nei confronti della reputazione del Parlamento e del Governo o, più generale delle istituzioni, come il Pag. 54nostro Regolamento espressamente prevede, non è certo potere del Presidente accogliere la sua richiesta (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

FILIPPO ASCIERTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, questa mattina è morto il maresciallo capo dei Carabinieri Angelucci. Ieri, insieme ad alcuni colleghi, effettuava un posto di blocco e una macchina ha investito sia lui che altri carabinieri. La macchina, poi, è risultata rubata.
Vorrei esprimere il cordoglio alla famiglia e all'Arma dei carabinieri, augurando ai feriti una pronta guarigione (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie onorevole Ascierto, la Presidenza, credo a nome di tutti i colleghi, si associa alle sue parole, esprimendo il cordoglio alla famiglia del carabiniere che è rimasto ucciso e all'Arma.

CARMELO LO MONTE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARMELO LO MONTE. Signor Presidente, vorrei associarmi ai colleghi che hanno voluto mettere in evidenza il grande disagio della Sicilia e, particolarmente, della provincia di Messina. Oltre ad esprimere il cordoglio per le famiglie toccate da un lutto così pesante ed improvviso, vorrei rivolgermi al Governo, anche se, purtroppo, tra i banchi, non vedo alcun componente.
Nel Mezzogiorno, nella Sicilia, nelle regioni di questo sud, non si può intervenire soltanto quando avvengono fatti così brutti e così negativi. Purtroppo, invece, ci stiamo abituando ad avere una grande voglia di fare le cose quando si verifica un terremoto, quando in Campania non si riesce a smaltire i rifiuti; adesso, probabilmente - come spero - vi sarà un intervento forte anche per la mia provincia, la provincia di Messina. Tuttavia, al Governo chiediamo di far uscire il Mezzogiorno dalla logica dell'emergenza.
Vogliamo, quindi, che lavori di più sulla prevenzione, proprio perché questo territorio, queste popolazioni e queste persone possano vivere più tranquillamente, non correre rischi e, il più delle volte, contare anche gravi lutti.

CARMELO BRIGUGLIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARMELO BRIGUGLIO. Signor Presidente, anche io mi associo ai colleghi - e non è un fatto rituale - per esprimere solidarietà alle famiglie sia delle vittime che dei feriti.
In questo momento, dobbiamo avere la responsabilità, come classe dirigente, di dire che, per quanto ci riguarda, il Governo sta intervenendo tempestivamente. Credo che il bilancio delle vittime sarà molto più alto rispetto a quello attuale. La Protezione civile sta facendo il proprio dovere.
Tuttavia, credo che non possano esserci vincoli politici e di appartenenza di nessun tipo che possano coprire responsabilità eventuali, sia a livello di enti locali, sia a livello di chi doveva realizzare interventi preventivi e piani di protezione del territorio. Infatti, le emergenze che si ripetono negli stessi luoghi non sono emergenze.
Se, per caso, l'autorità giudiziaria dovesse convincersi ad aprire un'inchiesta anche sotto questo profilo, incontrerebbe il nostro plauso. Nei prossimi giorni, vi sarà tempo e spazio per fare delle riflessioni. Credo anche che quanto ha detto poco fa il Presidente della Camera, cioè che il Governo verrà mercoledì prossimo a riferire in Aula, sarà un'occasione utile a questo scopo.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 55

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo in ordine a due questioni.
In una momentanea assenza dall'aula, ho mancato un duetto che vi è stato l'altro giorno tra lei e il collega Giachetti. Ho avuto modo di ascoltare la registrazione ieri mattina alla radio. Ci tenevo a dirglielo. Lei, ovviamente, come ciascuno di noi in questa sede, è libero di esprimere qualsiasi opinione, tuttavia dire a un deputato «ha perso un'occasione per stare zitto» non fa onore al ruolo e soprattutto al suo stile.
La seconda questione: poco fa lei ha voluto ricordare all'onorevole Barbato che sarà opportuno ed anche necessario un deferimento all'Ufficio di Presidenza. In quella espressione era implicita un'intimidazione in quanto l'onorevole Barbato - il quale dice spesso cose che non condivido, al pari di quelle che sento spesso in quest'aula (a volte addirittura a me stesso capita di dire cose che non condivido) - ha tuttavia tutto il diritto di dirle! E se egli ha espresso un giudizio politico in quest'aula, non era soltanto il suo giudizio, era il giudizio di un gruppo: il gruppo dell'Italia dei Valori, per cui «tutto» il gruppo dell'Italia dei Valori. Come ha già fatto poco fa l'onorevole Di Pietro, l'onorevole Evangelisti si associa a quelle espressioni e, quindi, chiede di essere deferito all'Ufficio di Presidenza. Ovviamente, mi rivolgo a lei e le sarei grato se vorrà riferirne al Collegio dei Questori che dovranno provvedere ove necessario. Ad ogni modo, qui non passerà alcuna intimidazione o tentativi di dividere il gruppo dell'Italia dei Valori.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, in ordine a quanto sostenuto adesso dal collega Di Pietro ed anche dal collega Evangelisti, mi sembra fuor di dubbio, come la stessa Presidenza ha precisato, che non esiste un «registro degli indagati» in questo senso. Tuttavia, ci tengo a rilevare che, al netto della differenza di posizioni politiche e del contrasto anche netto e forte, vi sono elementi che il buon andamento di questa Assemblea impone non vadano travalicati.
La Presidenza (peraltro, la Presidenza di turno non era neanche svolta in quel momento dal Presidente Fini ma dal Vicepresidente Bindi) ha mosso un intervento e il Presidente Fini, una volta assunta la Presidenza della seduta, ha ribadito quanto previsto nel Regolamento; vorrei ricordare ai colleghi l'articolo 60 che recita nel primo comma: «Dopo un secondo richiamo all'ordine avvenuto nello stesso giorno ovvero, nei casi più gravi, anche indipendentemente da un precedente richiamo, il Presidente può disporre» - anche, ricordo, in assenza di precedenti richiami - «la esclusione dall'aula per il resto della seduta, se un deputato ingiuria uno o più colleghi o membri del Governo»: questo era esattamente il caso in oggetto, viste le dichiarazioni dell'onorevole Barbato.
Evidentemente, non si è scelta la strada dell'esclusione dall'aula, la Presidenza ha scelto un'altra strada, sempre prevista dall'articolo 60, ossia quella di adire l'Ufficio di Presidenza per valutare se vi siano elementi di censura per poi procedere ad eventuali sanzioni. Al netto di questo, ritengo che debbano contraddistinguere l'andamento dei nostri lavori un buon senso, un buon gusto ed uno stile civile che troppo spesso il collega Barbato travalica.
Per quello che riguarda il mio gruppo, ritengo che sia di buon senso evitare di cedere a questo genere di provocazioni, anche perché sappiamo qual è l'origine di questo genere di iniziative: cercare di attirare l'attenzione, di provocare il tumulto in aula, di attirare l'attenzione della stampa e delle telecamere. Io ritengo censurabili, nel metodo e nel merito, le parole dell'onorevole Barbato...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SIMONE BALDELLI. Ritengo che questo sia l'ennesimo tentativo di creare un Pag. 56incidente di percorso regolamentare per cercare di montare un caso sul modo che, in maniera sistematica, l'onorevole Barbato utilizza per cercare di ottenere notorietà e cercare di provocare tumulto in quest'aula.

PRESIDENZA VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 13,15)

SIMONE BALDELLI. Credo che sarebbe un atto di assoluto buon senso affidarsi alle decisioni sagge che la Presidenza saprà prendere al riguardo.

AUGUSTO DI STANISLAO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, colleghi, intervengo in quanto è inaccettabile ed inammissibile che si utilizzino in quest'aula, da parte del Presidente della Camera, due pesi e due misure. Evidentemente è successo qualcosa, oggi, in aula, che ha un precedente che risale all'altro giorno, quando l'onorevole Cicchitto si è riferito al presidente Di Pietro con frasi vergognose, ingiuriose e false, e nessuno ha pensato di andare a sanzionare, a sancire o a parlare con l'Ufficio di Presidenza.

Attenzione, siccome quello che è successo oggi in Aula da parte dell'onorevole Barbato è un fatto politico e non personale, evidentemente, il Presidente della Camera deve chiedere all'Ufficio di Presidenza che tutto il gruppo dell'Italia dei Valori venga sanzionato, oppure sanzioni il presidente del gruppo del Popolo della Libertà.
Nell'esercizio delle nostre funzioni possiamo rappresentare tutto ciò che vogliamo e tutto ciò che i nostri elettori - e non solo - vogliono che si dica in quest'Aula e non c'è nessuno che ce lo possa impedire, altrimenti, evidentemente, non ci sarebbe possibilità di informazione né all'interno, né all'esterno dell'Aula. Questo non lo possiamo permettere, perché siamo in libertà e fin quando sarà così, vorremmo richiamare soprattutto la Presidenza ad assumere comportamenti adeguati, affinché vi sia linearità dei comportamenti e non disparità, perché questo per noi è assolutamente inammissibile.

IVAN ROTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, due pesi e due misure. Come ricordava anche il collega Di Stanislao, abbiamo sentito in quest'Aula non solo il fastidio per la presenza dell'Italia dei Valori, ma anche le parole offensive rivolte nei nostri confronti e nei confronti dell'onorevole Di Pietro.
Quando parla l'Italia dei Valori in quest'Aula c'è un inaccettabile attacco verbale e, ancor peggio, fuori da qui c'è un oscuramento mediatico sulle televisioni pubbliche. L'Italia dei Valori ha cercato, cerca e cercherà in tutti i modi in quest'Aula di entrare nel merito delle questioni; lo sta facendo, inascoltata, da tempo, dall'inizio di questo legislatura e continuerà a farlo, anche nelle forme che purtroppo l'oscuramento mediatico ci impone di attuare per potere entrare all'interno delle case dei cittadini e per poter dire quello che non funziona e che non va.
L'onorevole Barbato a suo modo, alla sua maniera, ha detto delle cose condivise da tutto il gruppo dell'Italia dei Valori, condivise dal sottoscritto, condivise da milioni di cittadini. Ha detto delle cose a suo modo, condivise non solo da quanti ho già citato, ma anche dagli stessi attori di questa maggioranza di Governo che nel passato recente sostenevano gli stessi argomenti, in maniera anche più dura, nei confronti delle stesse persone o meglio della stessa persona, il Capo del Governo. Allora andava bene, perché era conveniente, ma oggi, poiché gli stessi argomenti sono sostenuti da un'unica forza, l'unica che potrebbe sostenere con merito - e che così ha cercato di farlo in tutte le maniere, anche con la presentazione degli ordini del giorno e con le sue dichiarazioni di voto - Pag. 57che un provvedimento del genere non porta alcun beneficio per i cittadini, ma va a favorire sempre i soliti furbi e i mafiosi che hanno realizzato in maniera illecita. Se ciò non è coinvolgimento diretto da parte di questi esponenti della maggioranza, quanto meno è connivenza, è irresponsabilità e non è la lungimiranza che è invece dovuta da chi ricopre un ruolo istituzionale e il ruolo di parlamentare.
Questo è il motivo per cui il sottoscritto fermamente e convintamente aderisce a quella che è una sottoscrizione delle parole dell'onorevole Barbato.

PIERFELICE ZAZZERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, faccio mie le dichiarazioni di Franco Barbato, le faccio mie perché credo che in quest'Aula e in questo Parlamento non si possa comprimere la libertà di espressione del pensiero di tutti noi e che affermare che Berlusconi è un mafioso, non credo sia un reato. Non mi risulta, infatti, che lo stesso trattamento riservato a Franco Barbato sia stato poi riservato a chi solo ieri (l'onorevole Cicchitto) in Aula definiva il nostro presidente del gruppo Italia dei Valori, l'onorevole Di Pietro, un ladro. Non mi risulta che lo stesso trattamento sia stato riservato a quei parlamentari che dalla maggioranza ci hanno definito in malo modo insultandoci.
Credo, allora, che occorra usare un metro di giudizio uguale per tutti e se dobbiamo andare davanti all'Ufficio di Presidenza dobbiamo farlo tutti, noi e anche chi, dall'altra parte, ha usato termini insultanti nei nostri confronti.
Pertanto, la vicenda non è personale ma politica. A tal fine faccio mie, riportando in quest'Aula quello che solo qualche anno fa, sulla prima pagina del la Padania, scrivevano i leghisti. Lo riporto così, perché vorrei essere giudicato anch'io insieme a Barbato: «Berlusconi è un mafioso» (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

IGNAZIO MESSINA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, innanzitutto non possiamo non rilevare l'assenza del Presidente Fini, assolutamente inopportuna. Prima abbiamo riconosciuto che ha rinunziato ai benefici del lodo Alfano. Tuttavia, con la stessa onestà dobbiamo dire che forse era meglio che rimanesse in Aula visto che il problema lo ha creato e posto lui e poi è andato via, con un'aria di grande sufficienza.
Ha creato un problema politico e non personale, perché sicuramente l'intervento del parlamentare Barbato dell'Italia dei Valori è di natura politica e non personale ed è condiviso dal gruppo. Si è trattato, quindi, di un intervento politico che condividiamo in pieno.
Né il Presidente Fini né nessun altro si possono permettere di fare due pesi e due misure nei confronti di chi siede in quest'Aula, tentando magari di intimidirlo. Poco fa il Presidente Fini, con aria quasi di sufficienza, ha detto: «Abbassate quelle agende perché tanto le telecamere non ci sono più». Non è un problema di telecamere ma di diversa natura, perché si tratta di esercitare democraticamente una protesta all'interno di quest'Aula. Oppure bisogna per forza condividere quello che fa il Governo per poter sedere in quest'Aula?
Dicevo di due pesi e due misure. Ricordo, per esempio, quando l'onorevole Brigandì si alzò per prendere a legnate l'onorevole Borghesi, che aveva espresso la sua opinione. Non mi pare che qualcuno lo abbia deferito. Allo stesso modo ieri l'onorevole Cicchitto ha definito con parole ingiuriose l'onorevole Di Pietro e nessuno ha pensato minimamente a deferirlo. Per essere deferiti si deve appartenere a qualche gruppo particolare? Allora noi dell'Italia dei Valori intendiamo essere deferiti tutti davanti all'Ufficio di Presidenza della Camera, perché sia qui sia fuori non rinunzieremo mai ad esprimere liberamente la nostra opinione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

Pag. 58

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, sommessamente ma con fermezza credo di dover dire e ricordare che le modalità con cui ciascuno di noi si esprime qui, quando compie ragionamenti politici, non dovrebbero costituire motivo per alcun deferimento. Poiché si trattava di ragionamento politico ciò che l'onorevole Barbato stava facendo, ritengo francamente che intervenire con le modalità con cui si è intervenuti nei suoi confronti sia sbagliato. A tal proposito, voglio ricordare, riportandolo in modo testuale, ciò che ho affermato durante le dichiarazioni di voto. In tale occasione dissi: «Accuso politicamente questo Governo, per le azioni che ha compiuto in quest'anno e mezzo, di essere al servizio degli evasori fiscali, al servizio dei corruttori, al servizio della criminalità organizzata». In un intervento che ho compiuto l'altro ieri - si potrà andare sui resoconti stenografici e controllare - ho accusato il Governo di connivenza e correità con gli evasori fiscali e i mafiosi.
È evidente che qui dobbiamo poterci esprimere e francamente ho trovato anche poco appropriato che dopo quell'episodio all'onorevole Barbato sia stata tolta la parola mentre faceva una dichiarazione di voto, con un giudizio di merito sul contenuto di ciò che stava affermando. Credo che questo non sia legittimo perché, per prassi consolidata, è noto a tutti che si chiede la parola sull'ordine dei lavori per poi dire qualunque cosa possibile, indipendentemente dal fatto che si parli dell'ordine dei lavori. Pertanto, in ragione delle mie dichiarazioni e di quelle dell'onorevole Barbato, che sottoscrivo anch'io, chiedo di essere deferito insieme a lui all'Ufficio di Presidenza della Camera (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

DAVID FAVIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, le procedure si fanno e non si annunciano, quindi mi sembra molto grave quello che ha fatto il Presidente, perché se questa azione voleva e doveva essere fatta, la si doveva fare senza annunciarla, perché l'annuncio assume il sapore dell'intimidazione.
Non abbiamo gradito che il Presidente Fini se ne sia andato mentre si stava discutendo di un suo comportamento come, in riferimento a lei, francamente non ho gradito che il Presidente Fini per pochi minuti abbia assunto la Presidenza al suo posto, quasi che ci fosse la necessità di un tutoraggio in un momento di difficoltà. Credo sia stato un atto sgarbato e scortese anche questo da parte del Presidente Fini che invece, per altri versi, abbiamo avuto modo di apprezzare.
L'onorevole Barbato ha svolto un'azione politica, ha parlato con terminologia politica e quindi l'Italia dei Valori tutta (il gruppo ed io personalmente) condivede quello che ha detto e non credo che ciò possa essere passibile di sanzione, in quanto facente parte di una valutazione e di un giudizio politico.
Penso che sia gravissima un'altra cosa, che non è stata affatto rilevata: lei, Presidente Bindi, ha dovuto sospendere la seduta perché c'è stato una sorta di tumulto. Una parte della maggioranza ha ingiuriato il gruppo dell'Italia dei Valori e ha impedito lo svolgimento della seduta. Questo è assolutamente grave.
Allora che vengano sanzionati coloro che hanno impedito il regolare svolgimento dei lavori, perché non sono certo le parole che fanno parte di un'azione politica che turbano lo svolgimento dei lavori dell'Aula. Diceva il Presidente Fini prima, quando mostravamo l'agenda rossa, di smetterla perché non c'erano più le telecamere.
Ebbene, noi dell'Italia dei Valori diciamo che per noi le telecamere non ci sono più da un pezzo, perché le nostre percentuali di presenza nei telegiornali sono crollate al di sotto dell'uno per cento, Pag. 59quindi questo è grave e di questo dobbiamo parlare. Dobbiamo parlare di quello che la Lega diceva ieri del Presidente Berlusconi ed oggi non dice più e di quello che ha detto il capogruppo della PdL Cicchitto del presidente Di Pietro, di cui non si preannuncia, in maniera intimidatoria, che sarà portato avanti all'Ufficio di Presidenza per una sanzione.
Non si possono usare due pesi e due misure; non si può intimidire, un gruppo, un partito che a nome dei propri elettori riporta i propri principi politici in Aula che sono proprio le idee dei propri elettori. Quindi, noi tutti (e io personalmente) chiediamo, se andrà avanti la procedura nei confronti dell'onorevole Barbato, di essere giudicati assieme a lui per gli stessi motivi.
Chiediamo che venga giudicato chi oggi ha fatto interrompere per tumulto la seduta e che venga giudicato l'onorevole Cicchitto per ciò che ha detto nei confronti dell'onorevole Di Pietro ieri. Penso che sia il caso di pensare a cose più importanti: sciogliete il comune di Fondi, non tentate di sciogliere l'Italia dei Valori (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori )!

GAETANO PORCINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, volevo ricordare solo per memoria, al di là di quello che prevede il Regolamento, giusto per fare memoria a tutti della gerarchia delle fonti, l'articolo 68 della Costituzione che recita (leggo soltanto il primo capoverso): «I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse».
Oggi l'Italia dei Valori, che è un partito politico, ha espresso opinioni politiche, non opinioni personali. L'Italia dei Valori è un gruppo politico legittimato, signor Presidente, da una elezione democratica e legittimato a rappresentare milioni di elettori. Quello che oggi ha sostenuto politicamente l'IdV in altri tempi, come tutti sanno, è stato sostenuto da altri gruppi che adesso siedono nei banchi della maggioranza.
Quindi, anche per questo, crediamo che non ci possa essere una disparità di trattamento. In ogni caso non può essere impedito a un gruppo parlamentare di sostenere una posizione politica. Può non essere condivisa, ma non può essere in ogni caso negata, questo mi pare che sia il minimo, il sale della democrazia.
Ci sottoponiamo al giudizio degli italiani, non al giudizio di alcuni. Saranno loro a decidere se il provvedimento di oggi - che abbiamo sostenuto e sosteniamo sia un provvedimento indegno di un Paese civile e democratico - è tale oppure no. Se gli italiani decideranno che abbiamo ragione nel sostenere le tesi che abbiamo sostenuto saranno loro a premiarci.
Se decideranno che non è così, saranno loro a condannarci, ma non di certo alcuni esponenti della maggioranza.
Noi non possiamo accettare, signor Presidente, che altri trentino di impedirci di poter esprimere la nostra libera opinione per rispetto del Parlamento, delle istituzioni e, in particolare, per rispetto del mandato che gli italiani hanno a noi conferito per rappresentarli qui in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

SERGIO MICHELE PIFFARI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, credo che le intimidazioni che il Presidente Fini ha fatto in quest'aula al gruppo dell'Italia dei Valori e, in particolare, a un suo rappresentante che in una dichiarazione ufficiale, a nome e per conto del gruppo politico, stava intervenendo, sono assolutamente da stigmatizzare. Intanto, ricordiamo al Presidente Fini che le istituzioni sono di tutti.
Qui mi pare che esprimere un giudizio contro qualcuno diventi una questione da sanzionare e limitare. Mi pare che ci sia un istinto forte in questa maggioranza. Pag. 60Domani a Roma ci sarà una grande manifestazione a difesa della libertà di stampa e Barbato criticava il Presidente Berlusconi per alcune cose. Anche in quel caso l'intimidazione è stata forte, nei confronti dei giornalisti e della stampa: invitare le imprese a non pagare la pubblicità ad alcuni giornali e magari pagarla ad altri; invitare le imprese a non pagare la pubblicità alla RAI e magari pagarla alla Fininvest spostando centinaia di milioni non sul mercato libero, ma spostandoli con queste intimidazioni.
Noi ci opporremo sempre qui e anche nelle piazze, non solo a Roma, ma in tutta Italia. Caro Presidente Fini, continui a fare il Presidente ma con un'attenzione: quando qui si fanno delle battaglie politiche a non volerle trasformare in questioni personali e di tribunali. Qui dentro i tribunali non esistono, le istituzioni sono di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

MATTEO BRIGANDÌ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, mi sono sentito chiamare in causa, quindi non posso non prendere la parola. La prendo dall'ultima espressione fatta dal deputato che mi ha preceduto, quando dice che qui i tribunali non esistono. Può essere che sia così, ma è altrettanto vero che c'è qualcuno in quest'Assemblea che, quando ha visto che un deputato votava doppio, voleva l'interruzione della seduta perché venisse condannato in maniera formale (cioè proprio con una sentenza che avrebbe potuto e dovuto avere l'effetto di giudicato) per un fatto di truffa nei confronti dello Stato. Quindi, occorre cercare di essere un pochino coerenti con se stessi.
Sono stato chiamato in causa quando si è detto che volevo andare a prendere a legnate il deputato di cui non ricordo il nome. Sicuramente questa cosa non avrei potuto farla per il semplice motivo che non avevo un bastone per poterlo prendere a legnate. Avrei voluto sculacciarlo sulla faccia e, in quel caso, fui insultato in maniera talmente grave che lo stesso capogruppo di quel deputato chiese scusa subito dopo.
Per l'esattezza, mi si disse - non era la prima volta quando io aprivo bocca - che avevo fatto qualche mese nelle patrie galere per essere stato accusato e condannato per truffa, quando tutti sanno che non solo non era vero che ero stato in galera qualche mese. Purtroppo ho dovuto subire l'onta del carcere domiciliare per una cosa dalla quale sono stato assolto con formula piena. Evidentemente perché attaccato da una certa magistratura che non aveva mai fatto nulla contro di me e con cui sono sempre stato amico per trent'anni di esercizio onorato della professione e con cui sono diventato automaticamente nemico nel momento in cui ho avuto una collocazione partitica che evidentemente non era corretta.
Fatta questa premessa voglio dire una cosa, signor Presidente, che è evidente: per questo problema forse sarebbe opportuno che qualcuno si rivolgesse ad un laureato in giurisprudenza per poter capire come funzionano le cose. Il provvedimento disciplinare nasce da un comportamento costituito da due elementi, uno soggettivo e uno oggettivo. Il condividerlo ex ante avrebbe potuto portare in maniera fattiva ad un'ipotesi di concorso morale; il condividerlo ex post è una manovra del tutto politica che vuole servire ad annacquare la responsabilità che c'è. Se qualcuno volesse essere deferito all'attenzione disciplinare di questa Camera si dovrebbe alzare e fare degli insulti precisi e diretti, come quelli che sono state fatti al Premier e all'intera maggioranza.
Mi spiego. Il fatto che il provvedimento che è stato approvato oggi non piaccia è evidente, c'è stata una battaglia dura e acerrima fino a mezz'ora fa. Il fatto che questo provvedimento possa favorire i mafiosi è un'opinione legittima all'interno di questa Camera. Ma sostenere direttamente che qualcuno è un mafioso vuol dire accusare una persona di un'attività ben precisa e connotata dal codice penale. Per Pag. 61cui se qualcuno volesse essere imputato, fra virgolette, dello stesso fatto per cui ci sarà l'attenzione disciplinare per il deputato Barbato, si deve alzare, deve avere coraggio, e deve dire esattamente la stessa cosa, salvo ovviamente che il Presidente non lo fermi prima. Questo parere è gratis.

IGNAZIO MESSINA. Ce lo poteva risparmiare!

ANITA DI GIUSEPPE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, sono alla prima legislatura e quindi non ho da raccontare fatti personali, ahimè, ma forse è meglio così. Dato che provengo dal mondo della scuola metto in evidenza sempre i lati positivi delle persone e adesso voglio evidenziare un suo lato positivo, se me lo consente. Lei è autorevole, ha un modo di condurre questo ramo del Parlamento con buonsenso: è autorevole, ma non autoritaria. Perché dico questo? Perché poco fa il Presidente Fini, che avrei gradito fosse rimasto in Aula anche ad ascoltare quello che il gruppo parlamentare dell'Italia dei Valori aveva da dirgli, purtroppo è stato autoritario, ma non molto autorevole. Ha creduto di essere ironico quando ci ha invitato a mettere da parte i cartelli, ma per un'amante come me di Italo Calvino, vi assicuro che quella non era ironia, l'ironia è anche molto piacevole. Con cattivo gusto ci ha anche derisi.
Noi vogliamo lo stesso rispetto degli altri gruppi, soprattutto perché ognuno manifesta le proprie opinioni a modo suo: lo abbiamo fatto in maniera vivace, è vero, ma questo è il modo del gruppo dell'Italia dei Valori di manifestare il proprio dissenso. Pochi giorni fa, di fronte alle contestazioni dell'onorevole Giachetti, qualcuno dalla maggioranza ha urlato: rispetta le istituzioni! Noi del gruppo dell'Italia dei Valori rispettiamo le istituzioni, però esigiamo dalle istituzioni lo stesso rispetto, vogliamo le stesse opportunità, gradiamo manifestare le nostre opinioni. Obtorto collo, questa è l'opposizione, stiamo rappresentando una parte degli elettori italiani che ci ha votato ed è evidente che questi elettori vogliono che all'interno del Parlamento vengano riportate le loro opinioni e noi lo stiamo facendo. Pertanto vi chiediamo un maggior rispetto come gruppo dell'Italia dei Valori per il nostro presidente, per i nostri vicecapogruppo e per ciascuno degli onorevoli dell'Italia dei Valori (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

ANIELLO FORMISANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, credo che ognuno di noi in quest'Aula sia mosso da motivazioni di carattere politico nel suo agire e nel suo fare politica, in virtù di un mandato ricevuto dal popolo sovrano. Credo, inoltre, che ognuno di noi, quando prende la parola su qualunque questione, lo faccia mosso dal sacro fervore politico e mai da questioni interpersonali.
È del tutto evidente che ognuno di noi lo fa secondo il proprio costrutto, la propria storia, la propria cultura e secondo le caratteristiche di ognuno. Credo che proprio ciò si sia verificato sulla vicenda della quale stiamo discutendo e credo di poter condividere con convinzione il fatto che si sia trattato, si tratti e si tratterà di una vicenda interamente politica. Sono queste le considerazioni sulla base delle quali chiedo di potere interamente sottoscrivere l'intervento del mio leader politico, il presidente Antonio Di Pietro, e del mio capogruppo in quest'Aula, l'onorevole Fabio Evangelisti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 62

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione gli interventi fino adesso svolti dai colleghi dell'Italia dei Valori in questa fase e voglio rivolgere loro alcune considerazioni. Non spetta a me difendere la Presidenza, che non ha bisogno di difensori, ma vorrei ricordare loro che il Presidente Fini, quando ha richiamato il collega Barbato informandolo che eventualmente sarebbero state prese misure disciplinari rispetto a quanto lui aveva detto, era stato a seguito della decisione della Presidente Bindi di togliergli la parola, richiamandolo al fatto che il linguaggio non era consono all'istituzione. Quindi, era stata contestata al collega Barbato un'infrazione alla deontologia di comportamento che verrà valutata successivamente. In questo, quindi, non c'è alcuna disparità di trattamento e non ci sono intimidazioni o minacce, se non il richiamare le nostre procedure.
Tanto è vero che, anche se da parte di qualche collega si è invocata l'adozione di altri articoli del Regolamento, siccome la Presidenza è sovrana nella valutazione, adotta i provvedimenti che in quel momento ritiene di dover adottare. La Presidente Bindi ha prima richiamato all'ordine il collega Barbato, poi a seguito del tumulto (utilizzo la stessa parola riportata nel Regolamento), o possiamo dire della confusione che si era creata, ha, io credo saggiamente, interrotto la seduta per evitare che questa proseguisse e interferisse nei nostri lavori, portando elementi diversi da quelli che stavamo trattando, ovvero l'approvazione o meno di un provvedimento.
Vorrei aggiungere, inoltre, alcune considerazioni. Credo che dall'inizio di questa legislatura i deputati dell'Italia dei Valori, così come tutti gli altri gruppi parlamentari e i singoli deputati presenti in quest'Aula, abbiano goduto in qualunque contesto delle massime garanzie di espressione delle loro posizioni politiche. Hanno avuto a disposizione anche estensioni di tempi laddove i tempi contingentati erano finiti e ogni altra forma di possibilità di manifestazione del pensiero tale per cui qualunque polemica politica legittima potesse trovare la giusta eco sui mezzi di comunicazione e nell'ambito della normale dialettica politica, anche quando questa sia la più dura. Quindi, non credo che si possa accusare la Presidenza di avere mai limitato i diritti del gruppo, che oggi lo stesso gruppo sembra voler rivendicare, come se ci fosse stata mai una compressione. Colleghi dell'Italia dei Valori, tale compressione non c'è stata mai e di questo dobbiamo andare tutti fieri perché la rappresentanza popolare, che ciascuno di noi ha, deve potersi esprimere nel massimo possibile di discussione, di dissenso e anche di dura polemica politica. Vi è, però, un punto che dovrebbe essere un faro per tutti noi: intanto distinguere quello che si dice nell'Aula da quello che si dice fuori.
Perché, come ha richiamato uno dei colleghi dell'Italia dei Valori, l'articolo 68 della Costituzione offre ai parlamentari alcune guarentigie rispetto alle opinioni espresse nell'ambito del loro mandato, che sono diversamente configurate se le parole sono pronunciate in quest'Aula e nelle Commissioni o sui giornali e altrove, tant'è vero che i riferimenti, per esempio, ai titoli de la Padania e ai pronunciamenti dell'onorevole Bossi, che non si erano tenuti nell'Aula parlamentare, ma in comizi, hanno portato a processi penali nei confronti dell'onorevole Bossi per diffamazione. Quindi, è molto diverso...

GIOVANNI PALADINI. Ma come sono finiti? Dica come sono finiti!

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Non importa!

PRESIDENTE. Onorevole Paladini, per cortesia. Avrà la parola subito dopo.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, interloquisco volentieri con i colleghi se le interruzioni non sono...

PRESIDENTE. Onorevole Stracquadanio, proceda pure, termini il suo intervento, perché sta esaurendo il tempo a sua disposizione.

Pag. 63

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, molti colleghi hanno parlato a lungo, sono questioni delicate. Non importa come siano finiti, ma quali siano le leggi e le procedure. Purtroppo, però, colleghi dell'Italia dei Valori, quando voi adottate nei confronti nostri, dei parlamentari, dei membri del Governo e dei colleghi, un linguaggio da codice penale, invece di usare un linguaggio politico, non potete dire che si tratta di critiche politiche. L'accusa di mafiosità non è un'accusa politica generica, perché nel codice penale sono scritte queste parole: l'accusa di connivenza e di collaborazione con mafia, organizzazioni di riciclaggio e altro è un'accusa da codice penale.

FABIO EVANGELISTI. Che si riferisce ai comportamenti che voi assumete, non alle parole!

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, la iscrivo a parlare?

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Onorevole Evangelisti, mi perdoni. Accetto l'interruzione: si riferisce non a comportamenti che mettiamo in atto, ma a procedimenti legislativi. Potete dire tutto quello che volete sulle leggi e sui rischi che intravedete in esse, ma non potete accusare di un'intenzione, di una dolosità, di una connivenza o partecipazione, perché questa è diffamazione. Siccome qui si gode di una guarentigia, prevista dall'articolo 68 della Costituzione, non invoco il giudice per giudicare questo, ma la civiltà dei rapporti politici. Tutte le polemiche sono legittime, ma cambiate il vocabolario. Assumete il vocabolario della politica e lasciate che il linguaggio del codice penale si utilizzi nelle aule di tribunale. È un appello a che la rappresentanza che volete rivendicare ed esprimere sia consona a quanto la Costituzione prescrive (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

FURIO COLOMBO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, intervengo per dire che io ho votato «no», ero presente ed ho votato «no». L'ho detto ai resocontisti, ma purtroppo non risulta dal tabulato. Quindi, la prego vivamente di proteggere questo dato, in modo che risulti.

PRESIDENTE. Onorevole Colombo, dal tabulato può figurare solo il voto espresso elettronicamente, mentre dal verbale risulterà la sua dichiarazione.

GIOVANNI PALADINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, sono stato molto attento e ringrazio anche i due avvocati nell'Aula, che ci hanno dato dei consigli molto interessanti. Vorrei dire che i regolamenti sono regolamenti, perché devono essere uguali per tutti. Qui stamattina abbiamo assistito a due pesi e due misure. Intanto, proprio ieri c'è stata la stessa identica cosa da parte del presidente di gruppo nei confronti del nostro presidente. La stessa cosa, identica, ma nessuno si è permesso di dire niente su questo. L'offesa, il modello e il comportamento erano gli stessi.

SIMONE BALDELLI. Non è vero!

GIOVANNI PALADINI. Intanto faccio gli auguri al nostro presidente, perché oggi è il giorno del suo compleanno.
Quello che mi sorprende è che dopo tre giorni di opposizione dentro quest'Aula su temi veramente importanti, su un modello veramente importante, sentiamo illustri colleghi che ci vengono a dire che un fatto espresso qua dentro costituisce reato, quando noi abbiamo le quattro prime cariche dello Stato - vedasi il lodo Alfano - che possono fare quello che gli pare in questo Stato senza avere alcun tipo di problema giudiziario (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). È veramente una cosa incredibile. Mi auguro che la Corte costituzionale dica che in questa Pag. 64Italia siamo tutti cittadini di serie A, e non che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B. Credo che questo sia un problema importante.
Signor Presidente, è vero, forse molte volte qualcuno di noi nel suo modo di fare, nel suo modo di esprimersi eccede, ma certe volte anche perché i temi sono importanti, fondamentali, essenziali, come quello di oggi. Tuttavia, nessuno ha fatto caso oggi agli insulti, alle intimidazioni, alle aggressioni sia verbali, sia anche addirittura di altro tipo, se non ci fossero stati i commessi, che ci sono stati rivolti. Nessuno ha visto questo comportamento e invece ci si rifà ad un fatto politico detto dall'onorevole Barbato che in quest'Aula per tre giorni continuamente è stato detto da tantissimi altri deputati; quindi credo che occorra attuare lo steso peso e la stessa misura per ognuno di noi. Ritengo, come hanno già detto altri deputati in quest'Aula, che questo sia fondamentale: essere tutti uguali anche qua dentro, non che vi sia una diversità anche qua dentro. Mi associo, inoltre, alle parole che ha pronunciato il mio leader, il presidente Di Pietro, perché ritengo che siano state fondamentali e importanti poiché i comportamenti politici devono avere, all'interno almeno di questo Parlamento, una riserva uguale per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

ANTONIO PALAGIANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, proprio questa mattina ho letto dalle agenzie di stampa che il Capo dello Stato rimpiange il vecchio modo di fare politica, quando c'era una contrapposizione tra maggioranza e opposizione, una contrapposizione dura, ma comunque corretta. Anch'io rimpiango quel periodo, a tutti noi caro, in cui c'era una forma di rispetto. Ho ascoltato l'intervento dell'onorevole Stracquadanio che si augura un linguaggio più consono; ma credo davvero che sia difficile, perché oggi ho dovuto reagire a degli attacchi della Lega: mi hanno lanciato penne, monetine e pallottole di carta, sono accadute cose inaudite in questo Parlamento e non ho visto nessuno scampanellare.
L'onorevole Barbato si sarà espresso con tanta enfasi - lo conosciamo, ha un suo modo di esprimersi, una sua passione per la politica e lo dice ad alta voce, cosa che io non riesco a fare - ma trovandomi vicino all'onorevole Barbato ho ricevuto un sacco di roba che proveniva dai banchi della Lega, quindi anch'io ho perso la pazienza e credo che questo sia legittimo. Non condivido, invece, gli inviti ad uno stile migliore di fare la politica che provengono dall'onorevole Brigandì che non si è mai...

MATTEO BRIGANDÌ. Io ho detto queste cose qui?

ANTONIO PALAGIANO. Sì, mi rivolgo proprio a lei, onorevole Brigandì. Non condivido le lezioni di stile di vita, perché quando lei parla di «sculacciare sulla faccia», in qualche maniera sta offendendo. Quando al mio collega di gruppo Scilipoti ha detto: «Si alzi in piedi» per sottolineare che è basso o quando l'onorevole Luciano Dussin, il vicecapogruppo della Lega, ha detto all'onorevole Donadi che ha la testa vuota, penso che queste siano le cose da censurare.
Credo che le opinioni dell'onorevole Barbato per quanto riguarda il comportamento di un Governo che ha proposto delle norme che consentono di far rientrare dei capitali sottratti, anche se a delle tangenti ridicole, nel momento in cui non vengono prese delle contromisure nei confronti della malavita, è chiaro che questo Governo e chi ha inventato questa legge ha un comportamento di tipo mafioso o paramafioso. Ritengo che questo sia un dato politico che sicuramente si deve poter dire in quest' Aula.
Quindi, non capisco perché non c'è lo scampanellio quando definiscono il mio capogruppo «testa vuota» o quando si dice a Scilipoti: «si alzi in piedi», mentre lo stesso non avviene quando l'onorevole Pag. 65Barbato si riferisce ad un comportamento evidente a tutti gli italiani, ovvero che il Governo può varare quello che crede, ma deve offrire delle contromisure per evitare che la criminalità organizzata recuperi e faccia rientrare capitali all'estero. Ebbene, allora, iscrivete anche me, anche io penso che questo Governo abbia avuto un comportamento di tipo mafioso: lo si metta pure agli atti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

FEDERICO PALOMBA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, non è la prima volta che ci troviamo, che mi trovo, in quest'Aula a difendere il collega Barbato dalle becere accuse che gli vengono rivolte dai banchi della destra. Ricordo che, in una precedente occasione, fu aggredito verbalmente dall'onorevole Laboccetta che pochi argomenti aveva, se non quelli di offendere e insultare. La realtà è che noi - e l'onorevole Barbato ha seguito questa linea - stiamo facendo una proposta politica, stiamo dicendo ai cittadini italiani che questo decreto-legge, questo rovinoso provvedimento che avete da poco votato favorisce la criminalità organizzata, la mafia, la criminalità dei colletti bianchi. Non so se la maggioranza si sia resa conto di quale enormità ha fatto con questo provvedimento. Io ho presentato un ordine del giorno in cui ho dimostrato che vi sono ben otto tipologie di reati, tutti molto gravi, che sono praticamente amnistiati in contrasto con la Costituzione che prevede delle forme diverse di applicazione dell'amnistia. Noi questo abbiamo detto, questo ha detto il collega Barbato ovvero che è un comportamento che favorisce la mafia, è un comportamento da mafiosi. Non vedo di cosa ci si debba scandalizzare di fronte ad una proposizione politica molto chiara e netta. Questo è ciò che diciamo ai cittadini italiani e agli organi di garanzia e di controllo: attenzione, questa legge, oltre che essere una legge che vulnera profondamente il costume degli italiani e che induce alla violazione della regola piuttosto che al suo rispetto, è un provvedimento che, per la nostra economia, oltre per la nostra civiltà, sarà davvero una catastrofe tombale.
Signor Presidente, in Italia si aggira un uomo che pensa di avere il monopolio delle aggressioni contro tutti gli altri. È un uomo che si permette di dare del farabutto a chi non la pensa come lui, dicendo sostanzialmente che è farabutto chi dice le cose che non vanno fatte e non invece chi fa cose che non si devono fare. Noi la pensiamo nel modo esattamente opposto. Pensiamo che un grande farabutto sia quello che fa le cose che non si devono fare e non chi, giornalista o parlamentare, le rivela e le denuncia all'opinione pubblica e agli organismi di controllo e di garanzia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e del deputato Brigandì).

FABIO EVANGELISTI. Si associa anche l'onorevole Brigandì.

FEDERICO PALOMBA. Francamente, in quest'Aula si è consumata un'aggressione poco democratica. Non ce la saremmo aspettati soprattutto dalla Lega che, nella precedente legislatura, non trovò di meglio che salire con i piedi sui banchi del Governo. Allora, che cosa è peggio: tenere questo comportamento ovvero esprimere una posizione politica forte, ferma di mafiosità del comportamento del Governo? Crediamo che non ci siano paragoni. Piuttosto suscita meraviglia, non tanto i comportamenti concreti, quanto il fatto che oggi la Lega, che ha sempre fatto professione di legalità, di rispetto e di attenzione nei confronti delle persone oneste, del popolo delle partite IVA, di quelli che pagano le tasse fino all'ultimo euro e che non hanno neanche un euro da esportare all'estero, abbandoni la tutela di queste categorie per assumere quella dei colletti bianchi, dei grandi capitalisti che solo, a parole, vogliono combattere, ma che nei fatti agevolano e favoriscono fortemente.
Ecco la ragione, Presidente, per cui noi siamo qui: per rappresentare la dignità del Pag. 66Parlamento e di ogni parlamentare, che secondo la Costituzione rappresenta tutta la nazione e rappresenta tutta la Repubblica, e per difendere e presidiare la libertà di espressione del nostro parere di fronte a scempi come quelli che oggi si sono consumati (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

LEOLUCA ORLANDO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LEOLUCA ORLANDO. Signor Presidente, vorrei trovare il tono giusto per comunicare quale momento di gravità stia vivendo questo Parlamento. Noi siamo in presenza non di un episodio che riguarda un parlamentare, ma della conferma di un atteggiamento nei confronti di un gruppo politico del quale il parlamentare fa parte (oltre che nei confronti di un singolo parlamentare).
L'Italia dei Valori sostiene, va sostenendo e ripete che è in atto nel nostro Paese un processo di eversione costituzionale, democratica, legale, e giudiziaria, un processo eversivo che noi denunciamo - e continuiamo a denunciare - e che sta sostanzialmente modificando la nostra Costituzione materiale senza modificare la Costituzione formale.
Vengono così modificati articoli fondamentali come l'articolo 1 e il diritto al lavoro, l'articolo 3 e il diritto di eguaglianza, l'articolo 21 e il diritto d'informazione (mi fermo a questa elencazione).
Quello che è grave è che stiamo assistendo in questo momento ad una sorta di coinvolgimento dei diritti dei parlamentari da parte di questo slalom istituzionale del crimine legalizzato. Infatti, siamo esattamente in presenza di uno slalom istituzionale del crimine legalizzato. Lo stiamo vivendo con riferimento alla vicenda dei fondi, lo stiamo vivendo con riferimento alla vicenda del lodo Alfano, lo stiamo vivendo con riferimento allo scudo fiscale. Siamo, cioè, in presenza di una catena di avvenimenti che si collegano fra loro e che vanno a creare lo scenario nel quale si cerca di intimorire e di zittire un parlamentare e un gruppo parlamentare.
È per questo che noi reagiamo uniti nel ricordare come in questo momento, nonostante da oltre un anno un prefetto abbia chiesto lo scioglimento di un consiglio comunale per gravi infiltrazioni mafiose, Ministri sicuramente conniventi di una politica sicuramente non corretta stanno evitando lo scioglimento.
Ed è notizia di queste ore che l'anno di ritardo è servito per consentire ai consiglieri comunali (che da un anno avrebbero dovuto essere sciolti) di dimettersi, perché così, quando poi arriverà lo scioglimento del consiglio, potranno da mafiosi ricandidarsi in consiglio comunale. È francamente un uso perverso delle prerogative di un Consiglio dei Ministri, e credo che se si dice che siamo in presenza di un vero e proprio reato ministeriale nessuno possa offendersi, perché è esattamente la fattispecie prevista dalla Carta costituzionale.
Cosa dire del lodo Alfano, che consente la non punibilità delle alte cariche dello Stato e la non punibilità del mandante di queste aggressioni? Infatti, il mandante di queste aggressioni ha un nome e un cognome: si chiama Silvio Berlusconi. Non c'è dubbio che quello che viene fatto in quest'Aula - e non più soltanto fuori da quest'Aula - ha un mandante, e noi denunciamo questo mandante, così come denunciamo questo scudo che consideriamo il nuovo papello, il nuovo accordo scellerato tra mafia e Stato.
Per questo vorremmo con molta serenità ricordarvi che non ci dividerete. Noi pronunceremo a inizio di ogni seduta le dichiarazioni che eventualmente verranno censurate dell'onorevole Barbato, tutti e ventinove (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Cominceremo tutti i nostri interventi con le dichiarazioni dell'onorevole Barbato qualora dovessero essere censurate, e lo faremo ricordando che in quest'Aula si è consentito di definire il nostro presidente di gruppo «testa vuota». Se si può chiamare «testa vuota» il capo di un gruppo parlamentare sarà pure Pag. 67consentito ripetere agli inizi di ogni seduta le espressioni usate dal collega Barbato.
Voglio ancora ricordare - è triste farlo in un'aula parlamentare - le parole di Bertolt Brecht, che valgono come ammonimento nei confronti degli altri parlamentari e degli altri gruppi parlamentari. Bertolt Brecht ci ricorda: vennero uomini violenti a prendere dei rom, e nessuno reagì, perché tanto io non sono rom, e poi i rom un poco puzzano.
Poi vennero a prendere i fascisti, e nessuno reagì, perché tanto noi non siamo fascisti. Poi vennero a prendere i comunisti, e che ho a che fare io con i comunisti? Non ho reagito perché non ero comunista. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e io non sono omosessuale, e non ho reagito perché tanto non lo sono. Poi vennero a prendere gli africani, e non ho reagito perché non sono africano. Poi vennero a prendere me, e non era rimasto più nessuno che potesse reagire e difendermi.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

LEOLUCA ORLANDO. Non vi illudete che, isolando l'Italia dei Valori, fate un buon servizio alla democrazia, al Parlamento, perché dopo Barbato verranno gli altri esponenti dell'Italia dei Valori, e dopo l'Italia dei Valori gli altri partiti, se ancora ve ne saranno, che faranno opposizione a questo regime (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

CARLO MONAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, sono molto preoccupato per quanto sta avvenendo in Aula e fuori dall'Aula. Conosciamo il deputato Barbato e le sue manifestazioni talvolta ruvide, che hanno spesso sortito reazioni di colleghi in Aula, ma l'onorevole Barbato si è limitato a manifestare in maniera arcigna, polemica, documentata e motivata il suo pensiero politico su un provvedimento di legge, sui suoi proponenti, sulle responsabilità politiche del Governo che ha avallato inizialmente il decreto-legge e adesso l'emendamento salvacondotto penale per i grandi evasori all'estero, e ha usato l'espressione «mafioso» per la quale il Presidente della Camera ipotizza l'avvio di un procedimento disciplinare.
È una cifra, questa, che ci fa preoccupare, perché cozza contro quei principi cardine della democrazia, di una Costituzione repubblicana che, all'articolo 21, sancisce il diritto di libera manifestazione del pensiero e di parola a qualunque cittadino; e sappiamo come la giurisprudenza su questo principio abbia espresso un tasso di tolleranza e di liceità nei confronti dell'uso delle espressioni ingiuriose e offensive quando l'argomento trattato è politico, soprattutto se sono rese da esponenti politici, perché l'interesse alla dialettica politica, alla verità delle opposizioni, al loro confronto è prevalente e prioritario rispetto alla tutelabilità dell'onore o del decoro di chi ha scelto di mettere in pubblica piazza le sue opinioni, le sue posizioni, scegliendo di entrare nell'agone politico.
Se questa è la garanzia che spetta a qualunque cittadino, che fuori dall'Aula può legittimamente criticare (lo hanno fatto non solo dei sostenitori dell'Italia dei Valori, ma anche molti sostenitori della Lega Nord, hanno detto «mafiosi» a molti dei politici che prima di noi qui erano seduti), mi domando come si possa immaginare che questo livello di salvaguardia del proprio pensiero, della propria possibilità di interloquire nell'agone politico non sia garantita in quest'Aula, che deve essere il santuario della democrazia, il santuario della libertà di manifestazione del pensiero!
Non è infatti mafioso il tentativo di mettere il bavaglio all'informazione che sta avvenendo in queste ore, in questi giorni? Ieri ero davanti alla sede della RAI dove stava per essere mandata in onda la trasmissione Annozero. E perché ero lì? Perché il partito stava paventando la possibilità, che era stata già messa in atto dal Governo o dai suoi fiduciari, di bloccare quella trasmissione. Non è mafioso forse Pag. 68consentire o impedire, meglio, di squarciare il velo sull'informazione in questo Paese? Tutto il mondo ci guarda con preoccupazione, con disappunto, perché una grande democrazia occidentale come quella italiana sta attraversando questo momento di grande crisi dei diritti e dei doveri!
E allora dobbiamo per forza perdere il nostro tempo a difendere l'onorevole Barbato? Io stesso, signor Presidente, sottoscrivo le sue dichiarazioni: lo farò ogni volta che ci sarà bisogno di farlo, non solo per l'onorevole Barbato, ma anche per l'onorevole Stracquadanio e per chiunque altro in Aula abbia il coraggio delle sue posizioni e delle sue idee.
Inoltre, voglio ricordare anche un aspetto regolamentare. L'articolo 60 del nostro Regolamento stabilisce una serie graduale e graduata di iniziative che il Presidente della Camera può intraprendere quando vi siano situazioni di questo tipo. Secondo l'impianto dell'articolo 60 l'Ufficio di Presidenza può essere attivato se avvengono tumulti, minacce o vie di fatto verso qualsiasi collega o membro del Governo, ma prima è previsto che il Presidente della Camera debba invitare e richiamare il collega che usi parole sconvenienti, eventualmente invitandolo a lasciare l'Aula. Solo come estrema ratio, se costui non obbedisce all'invito di lasciare l'Aula, si ipotizza il ricorso all'Ufficio di Presidenza.
Tutto questo mi pare una forzatura regolamentare e, prima ancora, delle basi della nostra democrazia e del rispetto che ognuno di noi e il Paese devono riconoscere a quest'Aula. Invito pertanto la Presidenza a meditare nuovamente su questa posizione, che ritengo molto censurabile e criticabile (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

SILVANA MURA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVANA MURA. Signor Presidente, intervengo per esprimere anche io il mio pensiero circa le parole dell'onorevole Barbato.
Innanzitutto, posso non condividere i toni o i modi in cui l'onorevole Barbato esprime il suo giudizio (i miei modi possono essere diversi), però ci tengo in quest'Aula a dire che anche io la penso esattamente come l'onorevole Barbato. Questo è un Governo mafioso e ne spiego anche il motivo. A detta di tutti, questo è un provvedimento criminale e mi spiace che gli onorevoli avvocati che erano prima presenti in Aula ora non ci siano.
Se questo politicamente per noi è un provvedimento criminale, per proprietà transitiva chi elabora ed approva un provvedimento criminale altro non può essere che un criminale. Ma questa non è un'offesa alle istituzioni, secondo me, è un giudizio politico, espresso appunto perché noi riteniamo che chi aiuta i mafiosi sia a sua volta mafioso. Pertanto, magari i miei toni possono essere diversi da quelli dell'onorevole Barbato, ma anche io la penso esattamente come lui.
Mi permetta poi, signor Presidente - e questo mi dispiace perché dovremmo chiaramente fare una battaglia nell'Ufficio di Presidenza -, di evidenziare la censura che lei ha mosso nei confronti dell'onorevole Barbato togliendogli la parola. Lei, infatti, non ha applicato lo stesso peso che applica in quest'Aula: l'onorevole Barbato è intervenuto con una motivazione che gli permetteva chiaramente di parlare e lei poteva effettivamente evitare di togliergli la parola. Questa è una censura che non esiste, anche perché sono certa che, se si fosse trattato di un qualsiasi altro deputato - indipendentemente dal fatto che fosse del suo partito piuttosto che dell'UdC, del Popolo della Libertà o della Lega - lei non avrebbe usato questo atteggiamento.
Pertanto, faremo una discussione anche su questo nell'Ufficio di Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Non vi sono altre richieste di intervento. Pag. 69
Desidero formulare gli auguri di buon compleanno all'onorevole Di Pietro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 5 ottobre 2009, alle 16:

1. - Discussione dei disegni di legge:
S. 1750 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Regno dell'Arabia Saudita per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio e prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Riad il 13 gennaio 2007 (Approvato dal Senato) (2718).
- Relatore: Stefani.
S. 1554 - Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno Hascemita di Giordania per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta ad Amman il 16 marzo 2004 (Approvato dal Senato) (2719).
- Relatore: Stefani.
Adesione della Repubblica italiana alla Convenzione sulla responsabilità civile per i danni dovuti a inquinamento da combustibile delle navi, con allegato, fatta a Londra il 23 marzo 2001, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno (2540).
- Relatori: Maran, per la III Commissione; Iapicca, per la IX Commissione.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e le Nazioni Unite sullo status dello Staff College del Sistema delle Nazioni Unite in Italia, fatto a Torino il 16 settembre 2003, con Emendamento fatto a Torino il 28 settembre 2006 (2674).
- Relatore: Renato Farina.

2. - Discussione delle mozioni Lolli ed altri n. 1-00244 e Mantini ed altri n. 1-00247 concernenti misure a favore delle popolazioni colpite dal sisma in Abruzzo.

La seduta termina alle 14,20.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2714 - odg 9/2714/8 452 451 1 226 226 225 59 Appr.
2 Nom. odg 9/2714/9 457 456 1 229 226 230 58 Resp.
3 Nom. odg 9/2714/10 460 459 1 230 228 231 58 Resp.
4 Nom. odg 9/2714/11 462 461 1 231 228 233 58 Resp.
5 Nom. odg 9/2714/15 461 460 1 231 227 233 58 Resp.
6 Nom. odg 9/2714/17 483 483 242 238 245 56 Resp.
7 Nom. odg 9/2714/19 490 490 246 245 245 54 Resp.
8 Nom. odg 9/2714/21 495 494 1 248 246 248 51 Resp.
9 Nom. odg 9/2714/22 493 492 1 247 243 249 50 Resp.
10 Nom. odg 9/2714/23 494 493 1 247 244 249 50 Resp.
11 Nom. odg 9/2714/24 496 495 1 248 244 251 49 Resp.
12 Nom. odg 9/2714/25 499 498 1 250 248 250 49 Resp.
13 Nom. odg 9/2714/27 499 498 1 250 246 252 47 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. odg 9/2714/28 500 499 1 250 247 252 47 Resp.
15 Nom. odg 9/2714/29 489 487 2 244 239 248 47 Resp.
16 Nom. odg 9/2714/30 494 493 1 247 239 254 46 Resp.
17 Nom. odg 9/2714/31 500 499 1 250 246 253 45 Resp.
18 Nom. odg 9/2714/32 497 496 1 249 242 254 45 Resp.
19 Nom. odg 9/2714/34 498 497 1 249 244 253 44 Resp.
20 Nom. odg 9/2714/53 502 501 1 251 247 254 44 Resp.
21 Nom. odg 9/2714/54 499 498 1 250 245 253 44 Resp.
22 Nom. odg 9/2714/59 501 500 1 251 245 255 44 Resp.
23 Nom. odg 9/2714/61 501 500 1 251 244 256 44 Resp.
24 Nom. odg 9/2714/62 498 497 1 249 244 253 44 Resp.
25 Nom. odg 9/2714/63 498 497 1 249 241 256 44 Resp.
26 Nom. odg 9/2714/64 500 499 1 250 244 255 44 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 38)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg 9/2714/72 500 499 1 250 242 257 44 Resp.
28 Nom. odg 9/2714/74 502 501 1 251 245 256 44 Resp.
29 Nom. odg 9/2714/75 480 479 1 240 231 248 44 Resp.
30 Nom. odg 9/2714/84 497 496 1 249 241 255 44 Resp.
31 Nom. odg 9/2714/89 497 496 1 249 243 253 44 Resp.
32 Nom. odg 9/2714/91 502 501 1 251 245 256 44 Resp.
33 Nom. odg 9/2714/92 502 501 1 251 244 257 44 Resp.
34 Nom. odg 9/2714/177 501 500 1 251 241 259 43 Resp.
35 Nom. odg 9/2714/178 498 497 1 249 242 255 43 Resp.
36 Nom. odg 9/2714/179 499 498 1 250 242 256 43 Resp.
37 Nom. odg 9/2714/180 502 501 1 251 242 259 43 Resp.
38 Nom. Ddl 2714 - voto finale 522 520 2 261 270 250 37 Appr.