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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 212 di giovedì 30 luglio 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

La seduta comincia alle 9,40.

GIUSEPPE FALLICA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brancher, Cicchitto Donadi, Giancarlo Giorgetti, Lo Monte, Milanato, Soro, Stucchi e Vietti sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Discussione congiunta dei disegni di legge: S. 1645 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2008 (Approvato dal Senato) (A.C. 2632); S. 1646 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2009 (Approvato dal Senato) (A.C. 2633).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta dei disegni di legge, già approvati dal Senato: Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2008; Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2009.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta del 29 luglio 2009.

(Discussione congiunta sulle linee generali - A.C. 2632 e A.C. 2633)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione congiunta sulle linee generali.
Avverto che i presidenti dei gruppi parlamentari Partito Democratico e Italia dei Valori ne hanno chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
Avverto, altresì, che la V Commissione (Bilancio) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, onorevole Franzoso, ha facoltà di svolgere la relazione.

PIETRO FRANZOSO, Relatore. Signor Presidente, colleghi, come è noto il rendiconto ci fornisce una fotografia della situazione reale del bilancio dello Stato più attendibile di quella del bilancio di previsione e dovrebbe costituire la base essenziale sulla quale impostare il nuovo ciclo di programmazione economico-finanziaria.
Il rendiconto è, pertanto, un documento contabile che andrebbe assai più valorizzato sul piano parlamentare e in questa prospettiva si inseriscono le novità recentemente introdotte nella struttura di classificazione del bilancio dello Stato, Pag. 2articolato su missioni e programmi. Tale nuova classificazione funzionale del bilancio, concentrando l'attenzione sulle finalità e sui risultati dell'azione amministrativa, favorisce l'auspicata valorizzazione del ruolo del rendiconto, che diventa in tal modo una sede privilegiata per la valutazione delle politiche pubbliche, in quanto consente di tener conto dei risultati della gestione in vista dei processi di autocorrezione e di effettuazione delle nuove scelte.
Fatte queste premesse, ritengo utile, in sede di analisi del rendiconto generale, riepilogare i dati di consuntivo di alcuni saldi di finanza pubblica realizzati nel corso dello scorso esercizio. Ricordo, quindi, che l'indebitamento netto della pubblica amministrazione è passato dall'1,5 per cento del 2007 al 2,7 per cento del 2008.
Nel dettaglio delle componenti, sempre in rapporto al prodotto interno lordo, il risultato del 2008, rispetto all'anno precedente, è interamente ascrivibile all'aumento delle spese correnti, la cui incidenza ha raggiunto il 45,5 per cento. Netta decelerazione ha registrato la spesa per interessi, cresciuta del 4,8 per cento rispetto al 2007, in virtù del repentino calo dei tassi di interesse intervenuto nell'ultima parte dell'anno.
Tuttavia, per effetto della limitata espansione del PIL nominale, il rapporto della spesa per interesse sul PIL è leggermente salito dal 5 per cento del 2007 al 5,1 per cento.
Per quanto concerne l'avanzo primario, esso segna un decremento, passando dal 3,5 per cento del PIL del 2007 al 2,4 per cento.
Passando ai dati di cassa, per quanto concerne il solo settore statale, il relativo fabbisogno si è assestato nel 2008 a 54.287 milioni di euro, quasi raddoppiando il valore attinto nel 2007, che era di 29.528 milioni di euro, e quasi tornando al livello raggiunto nel 2005, che era di circa 60 miliardi.
Per quanto attiene invece al debito pubblico, la sua incidenza sul prodotto interno lordo ha registrato nel 2008 un valore del 105,8 per cento, ritornando così ai livelli del 2005, dopo che nel 2007 tale valore era sceso al 103,5 per cento, livello minimo registrato nel corso del processo di rientro del debito pubblico avviato nel 1995.
Per quanto concerne i risultati differenziali in termini di competenza, il saldo netto da finanziare ha fatto registrare un disavanzo di oltre 37,9 miliardi di euro, come differenza tra l'ammontare complessivo degli accertamenti di entrata finali, che ammontavano a 497,7 miliardi e quello degli impegni di spesa finali che sono di 535,7 miliardi.
Rispetto alle previsioni definitive, tale saldo consuntivo ha fatto registrare un miglioramento di oltre 26 miliardi di euro. Tuttavia, il saldo, rispetto ai risultati positivi registrati nel 2006 - anno in cui si era invertito il trend negativo - e nel 2007, presenta un aumento di oltre 47,3 miliardi rispetto a tale ultimo anno, tornando pertanto ai livelli del 2005. Esso in ogni caso rientra nel limite massimo fissato dalla legge finanziaria per il 2008 pari a 41.905 milioni, di cui 34.000 milioni al netto delle regolazioni debitorie e 7.905 milioni di euro al netto per regolazioni debitorie.
Il saldo delle operazioni correnti - cioè il risparmio pubblico, pari ad oltre 22,8 miliardi nel 2008 - ha fatto registrare una diminuzione in termini assoluti di oltre 33,4 miliardi di euro rispetto al valore del 2007. Tale saldo fa tuttavia registrare un valore maggiore rispetto alle previsioni iniziali e a quelle definitive.
Con riferimento a queste ultime, in particolare si segnala che il risparmio pubblico risulta negativo per oltre tre miliardi di euro. L'avanzo primario di bilancio, cioè vale a dire il saldo netto da finanziare al netto degli interessi, che è pari a oltre 41,8 miliardi, diminuisce di oltre 35,6 miliardi rispetto al 2007, quando era di 77,5 miliardi.
Il ricorso al mercato si è attestato intorno ai 222,8 miliardi di euro, evidenziando un incremento di oltre 67,9 miliardi rispetto al 2007, restando comunque inferiore al limite massimo di 245.000 Pag. 3milioni di euro fissati con la legge finanziaria per il 2008 (legge n. 244 del 2007).
Per quanto attiene alla gestione di competenza e di cassa, gli articoli 2, 3 e 4 stabiliscono, rispettivamente, i risultati delle entrate, con accertamenti per oltre 720.236 milioni di euro, delle spese, con impegni di oltre 720.542 milioni di euro e della gestione di competenza, come differenza tra i predetti risultati, che è pari ad un disavanzo di circa 308 milioni di euro.
I medesimi articoli danno altresì conto della gestione di cassa, da cui risulta che le entrate complessive sono pari ad oltre 677.853 milioni di euro ed i pagamenti a 771.874 milioni di euro. Tali importi sono entrambi inferiori ai corrispondenti valori sia delle previsioni iniziali che di quelle definitive.
Per quanto riguarda la gestione dei residui e la sanatoria di eccedenza di spesa, l'articolo 5 del disegno di legge di rendiconto espone la situazione finanziaria del conto del Tesoro e del conto dei residui attivi e passivi derivanti dall'esercizio 2007. La situazione del conto del Tesoro alla fine dell'esercizio 2008 presenta un disavanzo di 302.578 milioni di euro.
Con riferimento ai residui di nuova formazione derivanti dalla gestione di competenza dell'esercizio finanziario 2008, si evidenzia un rallentamento della formazione dei nuovi residui.
Per i residui passivi di nuova formazione, la riduzione di oltre 1,7 miliardi di euro è da ascrivere, da un lato, al volume raggiunto dagli impegni e, dall'altro, all'incremento dei pagamenti in conto competenza. In rapporto al volume complessivo degli impegni, i residui di nuova formazione rappresentano il 7,9 per cento del totale, percentuale in diminuzione rispetto al precedente esercizio.
Per quanto attiene al disegno di legge di assestamento, ricordo che esso reca le variazioni che, a metà dell'esercizio, il Governo ritiene opportuno adottare in relazione alle previsioni di bilancio, in termini di competenza e di cassa.
Anche in relazione all'assestamento segnalo come questo anno il provvedimento assuma una particolare rilevanza. In esso, oltre a registrare il negativo andamento delle entrate in corso di esercizio, si propone di integrare alcuni fondi di riserva nonché un aumento delle autorizzazioni di cassa relative a spese finali pari a 14.145 milioni di euro, previsioni queste attraverso le quali vengono reperite le risorse necessarie per il pagamento di crediti vantati dalle imprese (articolo 9 del decreto-legge n. 78 del 2009) e per l'esclusione dal patto di stabilità interno dei pagamenti per le spese in conto capitale effettuate da enti locali virtuosi (articolo 9-bis del medesimo decreto).
Passando allo specifico delle variazioni proposte in sede di assestamento, ricordo anzitutto che l'articolo 2, lettera a), del disegno di legge novella l'articolo 2, comma 3, della legge di bilancio per il 2009, aumentando il limite massimo di emissione di titoli pubblici, stabilito nella legge di bilancio, da 23.000 milioni di euro a 90.100 milioni di euro. La lettera b), novellando l'articolo 2, comma 7, della legge di bilancio per il 2009, integra, come sopra accennato, le dotazioni finanziarie dei fondi di riserva del Ministero dell'economia e delle finanze.
Con riferimento ai saldi di competenza del bilancio dello Stato, le previsioni assestate per il 2009, risultanti dalle variazioni apportate per atto amministrativo fino al 31 maggio scorso e da quelle proposte con il disegno di legge di assestamento, evidenziano, rispetto alle previsioni iniziali di bilancio, un aumento del saldo netto da finanziare, al netto delle regolazioni debitorie e contabili, da 32.790 milioni di euro a 69.660 milioni di euro, con un peggioramento di 36.870 milioni di euro, per la gran parte imputabile alle variazioni proposte dal disegno di legge in esame.
Tali variazioni sono in buona parte correlate alla riduzione delle entrate tributarie, che registrano lo sfavorevole andamento del quadro macroeconomico, come rivisto in sede di predisposizione del DPEF per gli anni 2010-2013, presentato il Pag. 415 luglio 2009 e licenziato ieri, il quale stima per l'anno in corso una contrazione del PIL pari al 5,2 per cento.
Un peggioramento si registra altresì per il risparmio pubblico, che espone un valore negativo di oltre 19,6 miliardi di euro e per il ricorso al mercato, che denota un incremento da 255,1 a 292 miliardi di euro. Analogo andamento negativo è riscontrabile per il saldo primario, che passa dai 48,5 miliardi di euro inizialmente previsti, a circa 8,5 miliardi di euro.
Per quanto concerne le spese, l'incremento delle spese finali di oltre 10.670 milioni di euro è essenzialmente legato all'andamento delle spese correnti primarie, che registrano un aumento complessivo di 9.076 milioni di euro, di cui 3.905 milioni derivanti dalla proposta di assestamento. Anche le spese in conto capitale evidenziano un incremento di 4.740 milioni di euro, quasi interamente determinato dalla proposta di assestamento.
Ricordo, infine, che in sede di esame presso il Senato sono stati approvati due emendamenti, recanti variazioni di carattere compensativo, riguardanti gli stati di previsione della spesa dei Ministeri dell'economia e delle finanze, degli affari esteri e delle infrastrutture e dei trasporti.
Nel corso dell'esame in Commissione di bilancio, da alcuni esponenti dell'opposizione, con riferimento al reperimento di risorse finanziarie attraverso l'incremento di alcuni fondi speciali e delle autorizzazioni di cassa, al quale ho in precedenza accennato, è stato sostenuto che il Governo avrebbe inteso attuare in modo surrettizio una manovra finanziaria, compiendo scelte che avrebbe dovuto compiere ricorrendo a strumenti diversi. Per rispondere a tali obiezioni, richiamerò in breve le scelte in questione.
Il disegno di legge di assestamento per il 2009 integra le dotazioni finanziarie di alcuni fondi di riserva e, in particolare: innanzitutto, il Fondo per la riassegnazione di residui perenti delle spese correnti, in termini di competenza e di cassa, per un miliardo di euro; in secondo luogo: il Fondo per la riassegnazione dei residui perenti delle spese in conto capitale in termini di competenza e di cassa per quattro miliardi di euro; in terzo luogo: il Fondo di riserva per le autorizzazioni di cassa in termini di sola cassa per 5,5 miliardi di euro.
Ribadisco come, complessivamente, il disegno di legge proponga aumenti delle autorizzazioni di cassa dell'intero bilancio per 14,145 miliardi di euro (il dato include le risorse destinate al Fondo di riserva per le autorizzazioni di cassa).
Nella relazione che accompagna il predetto disegno di legge viene chiarito che: l'integrazione dei fondi per la riassegnazione dei residui passivi perenti...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

PIETRO FRANZOSO, Relatore. Sto per concludere, Presidente. ...risulta necessaria per il pagamento dei crediti vantati dalle imprese per richieste rimaste inevase nel 2008 a causa dell'esiguità delle risorse disponibili; le integrazioni delle dotazioni di cassa consentiranno il pagamento di una quota considerevole dei residui passivi iscritti in bilancio, accelerando lo smaltimento dei crediti maturati nei confronti delle amministrazioni.
Pertanto, con l'assestamento non si è fatto altro che mettere le amministrazioni nelle condizioni di onorare una serie di debiti pregressi, soddisfacendo crediti liquidi ed esigibili.
Ciò è, inoltre, prevalentemente avvenuto integrando le autorizzazioni di cassa e, quindi, attraverso l'adeguamento al fabbisogno, che è finalità tipica del disegno di legge di assestamento. Le amministrazioni, in altri termini, sono state poste nelle condizioni di spendere somme già iscritte in bilancio sotto forma di residui passivi, ma che erano nell'impossibilità di erogare per carenza delle dotazioni di cassa.
Per quanto riguarda poi l'integrazione dei fondi relativi ai residui passivi perenti, osservo come i ritardi nei pagamenti da parte delle amministrazioni siano in tali casi ancora più accentuati, e persistere nell'inadempimento degli obblighi contratti avrebbe significato determinare oneri aggiuntivi per la finanza pubblica. Pag. 5
Tali operazioni, tra l'altro, sono state effettuate in piena trasparenza e lo stesso decreto-legge n. 78 del 2009, di recente esaminato da questa Assemblea, ne dà conto in due diverse disposizioni. L'articolo 9, comma 1, lettera b), del decreto-legge n. 78, infatti, individua una procedura volta a determinare l'ammontare dei crediti esigibili ...

PRESIDENTE. Signor relatore, è un dolore per il mio cuore interrompere un tema così appassionante, però vorrei invitarla a chiudere o a consegnare la relazione.

PIETRO FRANZOSO, Relatore. Signor Presidente, ancora qualche istante e concludo.
Inoltre, l'articolo 9-bis del decreto-legge n. 78, introdotto nel corso dell'esame presso la Camera dei deputati con il consenso sia della maggioranza che dell'opposizione, e relativo al Patto di stabilità interno per gli enti locali, ha, in particolare, escluso dai vincoli del Patto i pagamenti per spese in conto capitale effettuati nel corso dell'anno 2009 dagli enti locali che abbiano rispettato il Patto nel 2008.
La misura dei pagamenti consentiti in deroga è limitata ad un importo complessivo pari a 2,250 miliardi di euro, corrispondenti al 4 per cento dell'ammontare complessivo dei residui passivi in conto capitale delle province e dei comuni con più di 5 mila abitanti.
La compensazione finanziaria in termini di indebitamento netto e di fabbisogno degli effetti derivanti dalle modifiche del Patto, pari a 2,250 miliardi di euro, è posta a carico di quota parte delle maggiori risorse finanziarie iscritte nel disegno di legge di assestamento ad integrazione dei Fondi per la riassegnazione dei residui passivi perenti.
Vorrei, infine, far rilevare come le variazioni effettuate in sede di assestamento si giustificano alla luce di una crisi economica e finanziaria che nel primo trimestre del 2009 ha, come è noto, toccato il suo apice, creando rilevanti difficoltà al sistema delle imprese che, come sappiamo, sarà il destinatario privilegiato dei pagamenti che verranno effettuati dalle amministrazioni al fine di onorare i debiti pregressi (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. Sta bene.
È iscritto a parlare l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, come italiano mi chiedo come siamo giudicati dagli altri Paesi esteri, noi legislatori italiani quando approviamo delle leggi che poi, qualche ora prima che vengano promulgate, sono immediatamente corrette, o meglio, si anticipa che saranno corrette e modificate. Addirittura siamo sollecitati a farlo dal Presidente della Repubblica: allora si sale al colle più alto, si prendono impegni di correggere le leggi in modo contestuale, ma poi tali impegni vengono smentiti dalle agenzie di stampa che scrivono che si stava scherzando e che sarà fatto la prossima settimana o magari il prossimo mese.
Da italiano davvero mi chiedo come veniamo valutati e cos'è questo Parlamento che fa e disfa a seconda degli input e delle indicazioni che vengono dall'alto, dal Presidente del Consiglio e dal Ministro dell'economia e delle finanze. Se a voi va bene, al sottoscritto e all'Italia dei Valori invece non va assolutamente bene questo metodo che ormai avete adottato da quindici mesi. Siamo alla farsa: errori ed orrori, come scrive qualche quotidiano oggi, ma vediamo se riusciamo a correggerne ancora qualcuno.
I due punti all'ordine del giorno oggi al nostro esame sono il rendiconto per l'esercizio finanziario 2008 e l'assestamento per Pag. 6l'anno finanziario 2009. Per quanto riguarda il 2008 potremmo tranquillamente dire che ci sono due tempi quasi coincidenti con i due semestri. Il primo semestre corrisponde anche al momento elettorale e al cambio di guardia da un Governo di centrosinistra a uno di centrodestra, con un'economia tutto sommato sana. Dico in modo forte e convinto, perché così deve essere ripristinata la realtà e la verità storica, che il Governo Prodi ha lasciato in eredità un Paese in regola con i conti, con la morale e con l'etica pubblica: questa è l'eredità lasciata dal Governo Prodi.
La riprova, signor Viceministro dell'economia e delle finanze, sa bene qual è (così come lo sa chi presiede in questo momento la seduta), ovvero che l'Unione europea proprio alla vigilia dell'insediamento di questo Governo - per i risultati portati a casa dal Governo precedente e lasciati in eredità nel maggio 2008 - ha potuto constatare che gli impegni che il Governo e l'Italia avevano preso con il Presidente del Consiglio Prodi erano stati rispettati. Quale segno di buona volontà l'Unione europea ha revocato la procedura di infrazione avviata nei confronti dell'Italia dopo cinque anni di non governo dell'economia di questo Paese, quando tutti i parametri erano andati sotto. Quindi, in due anni, il Governo Prodi ha rimesso in sesto l'economia, ha rilanciato la produzione e, soprattutto, ha messo in ordine i conti.
Voi avete avuto questa eredità e quando si ha un'eredità positiva (come quella che vi siete trovati nel maggio 2008), i figli corretti ed onesti, che sanno quali sono i sacrifici che i propri genitori hanno fatto, cosa dovrebbero fare? Continuano sulla stessa strada, perseguono gli stessi obiettivi e tengono esattamente gli stessi comportamenti. Voi, invece, avete fatto l'esatto opposto.
A fronte di un deficit che era diminuito, di un debito che aveva fortemente rallentato la sua corsa, di un'occupazione in crescita, avete chiuso l'esercizio 2008, grazie alla vostra politica: si fa per dire politica, perché con questo termine proprio non c'azzecca nulla.
Il mago Tremonti, quello che - ve lo ricordate - aveva previsto tutto, aveva visto lungo, aveva previsto che sarebbe arrivata la grave crisi, aveva immaginato che questa fosse causata dalla speculazione sui prodotti petroliferi e sulle materie prime in generale, puntandovi il dito contro, non si era accorto - lui profeta purtroppo di sventura - e non aveva capito quello che stava veramente capitando, cioè che stava crescendo, perché era in corso già da mesi all'altra sponda dell'oceano, una crisi finanziaria mostruosa.
Di fronte a questo, mi rivolgo a tutti i parlamentari qui presenti, ma soprattutto a quei cittadini che ci stanno seguendo alla radio e alla televisione, per chiedere loro se questo Governo ha visto giusto nei comportamenti che ha adottato sin da subito, quando ha iniziato questa legislatura. La risposta è questa, la scrivete voi nel rendiconto 2008, quando constatate che sono ritornati negativi tutti quei parametri che dovevano essere mantenuti in positivo, mentre sono cresciuti quelli che dovevano invece essere mantenuti in ribasso.
Il deficit ha ripreso la sua corsa, il debito sta galoppando - mi riferisco al 31 dicembre 2008 - si è ridotto l'avanzo primario - l'ha appena detto il relatore in questa relazione burocratica, che non ha pathos, non ha nulla, se non delle cifre aride - cioè quello strumento che alcuni anni fa, nella primavera del 1998, era stato letto da un grande personaggio, che allora governava la grande Germania, Helmut Kohl, essere il delta di verifica della credibilità di un Paese, quando si trovò di fronte due grandi italiani, non due piccoli italiani, Romano Prodi e Carlo Azeglio Ciampi, e disse loro: ho fiducia in voi, perché siete credibili, avete aumentato l'avanzo primario e questo è un segno di cambiamento di rotta, perché così dimostrate di volere il bene del nostro Paese.
Invece, voi l'avanzo primario positivo, altamente positivo, lasciato in eredità il 31 dicembre 2007 - lo ha detto il relatore - al 3,5 per cento, lo avete ridotto al 2,4 a fine esercizio 2008. Pag. 7
Ma non basta: tra i provvedimenti al nostro esame c'è anche l'assestamento del bilancio dello Stato. A proposito di assestamento e di avanzo primario, viene detto che questo sta veleggiando verso la negatività, cioè non avremo più un avanzo, ma un disavanzo primario, cioè una non credibilità internazionale di questo Paese. Il mago cui è affidata la sorte economico-finanziaria di questo Paese cosa ha fatto l'indomani? Ha adottato il decreto-legge n. 112 del 2008 e ha fatto un regalo alle famiglie ricche italiane, quelle che hanno case e che potevano tranquillamente permettersi il lusso di pagare quel differenziale di imposta comunale sugli immobili. Invece, l'ha abolita totalmente, facendo un regalo enorme a chi non ne aveva bisogno, perché chi ne aveva davvero bisogno era già stato sottratto all'imposta comunale locale.
Quell'operazione è costata 3 miliardi di euro, in un momento in cui la crisi economica stava partendo. Sarebbero stati molto utili per il rilancio dell'economia e dell'occupazione, invece vi è stato il regalo agli amici.
Così come ha visto talmente giusto, pensando che ci fosse una crescita dell'occupazione e che fosse necessario ricorrere al lavoro straordinario, che ha detassato lo straordinario, proprio nel momento in cui non ce n'era più, anzi si perdeva occupazione.
Allora, ripeto la domanda: questo Governo ha visto giusto o si è girato dall'altra parte? Delle due l'una: o ha fatto finta di non vedere, pur rendendosi conto, perché doveva fare i regali che voleva fare, oppure proprio non ha visto giusto, e allora giudichino gli italiani.
L'altro grosso regalo lo ha fatto ad un gruppo molto ristretto di amici: agli italiani i costi dell'operazione Alitalia e agli amici di un gruppo ristretto il regalo Alitalia, CAI, che, come leggiamo oggi sui giornali, continua a perdere fior di quattrini.
L'altro più bel regalo lo ha fatto nel corso dell'esercizio che dobbiamo approvare (noi non voteremo, naturalmente, il rendiconto del 2008): si tratta dell'eliminazione degli strumenti che il Governo Prodi aveva messo in campo, con grandi risultati già ottenuti e in corso di ottenimento, per la lotta all'evasione fiscale. Si tratta dell'eliminazione degli strumenti di indagine, di verifica e di controllo sull'operato di coloro che hanno il vizio atavico e continuativo di non pagare le tasse.
Come l'ha chiamata? Non ha neanche avuto il coraggio di chiamarla con il proprio norme: abrogazione di strumenti contro l'evasione fiscale. No, l'ha chiamata semplificazione, cioè ha preso in giro gli italiani onesti; infatti, l'evasione fiscale è ripartita alla grande.
In contemporanea a questi bei regali, sempre il Governo, nel corso dell'esercizio del 2008, ha fatto una serie di operazioni a compensazione, i famosi tagli: tagli all'istruzione, all'università, alla ricerca scientifica, alla sicurezza dei cittadini, alle forze dell'ordine, che dovrebbero avere e che, in base alla Carta costituzionale e alle leggi vigenti in questo Paese, hanno il dovere di garantire la sicurezza dei cittadini. Ad esse sono state tolte risorse; per fare che cosa, poi? Non essendoci il controllo e la sicurezza nel Paese, perché le forze dell'ordine non sono più in grado di garantirle, non avendo strumenti, ecco la soluzione, l'uovo di Colombo: le ronde. Bel risultato le ronde, con quello che sappiamo che è accaduto e che si ripeterà. Sono pronto a dialogare quando volete e anche a confrontarmi.
Quindi, tagli, che dimostrano, se ve ne fosse ancora bisogno, il fallimento pieno e totale della politica economica di questo Governo. I conti pubblici sono gravemente deteriorati, come ha detto il Governatore della Banca d'Italia: gravemente deteriorati; invece, il nostro superministro, ancora oggi, sui giornali ci dice che siamo a posto, «tutto va bene madama la marchesa». Per lui, per i suoi amici, per i pochi amici dei suoi familiari, va bene madama la marchesa.
Vediamo, per esempio, l'altra operazione: l'economia va bene se si fanno investimenti, se si consuma. Le famiglie italiane, nel corso del 2008, hanno aumentato o diminuito i propri consumi? Li Pag. 8hanno diminuiti, e non solo, ma visto che bisogna mangiare se si vuole sopravvivere, sono ricorsi non agli acquisti tradizionali, ma agli outlet e ai discount, dove vi sono prodotti di minore qualità, di qualità più bassa, a costi minori. Questo è l'indice di non credibilità in questo Paese: la povertà crescente degli italiani grazie al vostro operato.
In compenso, però, le spese primarie pubbliche, le spese correnti sono cresciute di 4 punti percentuali. Questo è il dato più alto in assoluto che si sia mai toccato nella storia della Repubblica italiana.
Ma attenzione, questa crescita smisurata delle spese correnti non è giustificata, come invece tentate di fare dicendo che avete messo risorse per gli ammortizzatori sociali e per il rilancio dell'attività produttiva. Nulla di più falso! Ad affermarlo è ancora il Governatore della Banca d'Italia, quando dice che solo un quarto di queste maggiori spese sono giustificate da queste due voci; gli altri tre quarti dove sono andati a finire? Cosa ne avete fatto? Dove li avete messi?
Il saldo netto da finanziare è aumentato a dismisura. Ho già detto dell'avanzo primario, non ci ritorno. È aumentato il ricorso al mercato: è inevitabile quando non vi sono più risorse, ci si indebita ulteriormente; ed ecco perché il debito - e l'assestamento lo certifica - sta veleggiando verso il 118 per cento e tende a fine anno al 120 per cento.
Noi, con gli strumenti che avevamo, nel corso di questi mesi abbiamo tentato di dare suggerimenti, di proporre delle soluzioni alternative: per esempio sul fronte del Patto di stabilità interno, almeno nei confronti dei comuni che sono sani, che hanno governato bene, che non sono in predefault o in default. La risposta è stata «no», e oggi abbiamo un congelamento di 11 miliardi di euro di residui da parte dei comuni che potevano essere utilizzati per fare opere pubbliche.
Avete fatto uno scippo delle risorse finanziarie dei Fondi per le aree sottoutilizzate, e alle istituzioni che hanno come compito-dovere quello di controllare e verificare ciò che accade (per esempio la Corte dei conti), avete pensato bene, con il decreto-legge che è adesso all'esame dal Senato, di mettere il bavaglio; cioè di togliere alcuni poteri alla medesima Corte dei conti, semplicemente perché ha scritto nella sua relazione al rendiconto 2008 delle cose che non vi facevano piacere. Allora, tutti gli italiani devono essere al vostro servizio, altrimenti che cosa fate? Li mortificate? Li cacciate da questo Paese? Questa non è democrazia: voi la democrazia non sapete neanche di averla a casa!
Il Presidente del Consiglio vede tutto rosa: ci credo! Vede rosa come colore fordista, famosa marca di automobili; vede rosa anche quando c'è il buio pesto nel nostro Paese; e ci invita, invita gli italiani a spendere: andate in vacanza e spendete, italiani!

PRESIDENTE. La invito a concludere.

RENATO CAMBURSANO. Ma con quali soldi, i suoi? Visto che tante famiglie non hanno il lavoro, non mettono insieme il pranzo con la cena e la cena con il pranzo! Sarà un autunno nero, sarà la crisi profonda. Allora, ecco che la fine di una certa politica berlusconiana si avvicina. E lascerete solo macerie: macerie finanziarie, macerie sociali, macerie morali, e uno scontro tra nord e sud del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà. Tutti noi conosciamo la profondità e la concisione dei suoi interventi.

MASSIMO VANNUCCI. La concisione non lo so: mi hanno dato venti minuti, spero di rispettarli!
Signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo oggi all'esame provvedimenti molto, molto importanti, che meriterebbero più attenzione e l'attenzione di tutti. Il rendiconto 2008 è un obbligo costituzionale, dettato dall'articolo 81: dà conto della gestione finanziaria dello Stato e delle amministrazioni autonome; l'assestamento Pag. 92009 è l'aggiornamento a metà esercizio, i correttivi che possiamo introdurre in questi anni. L'assestamento 2009 è ovviamente legato all'andamento del 2008: dobbiamo ricavare dal rendiconto le indicazioni per modificare le tendenze per l'anno in corso.
Quest'anno i due provvedimenti sono particolarmente importanti: perché siamo in un periodo di crisi; perché recentemente abbiamo modificato la lettura del bilancio, per missioni; perché con il decreto n. 112 del 2008, con la manovra triennale (la famosa finanziaria che doveva sistemare tutto) abbiamo altri strumenti; e perché in questi giorni stiamo discutendo della nuova legge di contabilità.
Dunque, il rendiconto 2008 e l'assestamento 2009 sono un primo esame sulla politica economica di questo Governo a un anno dal suo insediamento. E il voto su questo primo esame, signor Presidente, è molto basso: l'insufficienza che noi diamo è netta. Dai due provvedimenti emergono infatti prospettive assai preoccupanti. Do qualche dato, cominciando dal rendiconto.
Nel 2008, rispetto al 2007, si è speso l'8,1 per cento in più di spesa corrente (non di spesa per investimenti, ma di spesa corrente). E come l'abbiamo finanziata? Con un ricorso massiccio al debito: siamo ricorsi al mercato dei titoli per oltre 40 miliardi. Ma sul rendiconto vi è anche un giudizio pesantissimo da parte della Corte dei conti, che denuncia incongruenze contabili, anomalie, voci di bilancio di entrata delle quali, se si trattasse di un bilancio privato, si direbbe che sono inesigibili, somme inutilizzate, lungaggini nella spesa, utilizzazioni dei fondi FAS in deroga ai principi contabili, fondi per la finanza d'impresa rimasti bloccati. A questi rilievi della Corte dei conti, signor Presidente, non ha risposto nessuno: non lo ha fatto il sottosegretario Vegas, chiamato a farlo in Commissione; non è stato neppure sfiorato dall'idea. Spero che si possa fare in Aula.
Ma una risposta alla Corte dei conti vi è stata, con il decreto-legge n. 78, il decreto anticrisi: c'è stata con l'ormai famoso «lodo Bernardo», il tentativo cioè di neutralizzare l'azione della Corte dei conti, che - va ricordato ai cittadini - è la magistratura che vigila sulla corretta gestione dei conti pubblici. La risposta, quindi, si è data con il decreto-legge n. 78. Noi abbiamo denunciato, ostacolato e contrastato la scelta di porre ostacoli alla Corte dei conti; fortunatamente, il Presidente Napolitano ha richiamato il Governo alle sue responsabilità.
Questo, signor Presidente, per quanto riguarda il rendiconto. Per quanto riguarda invece l'assestamento 2009, la situazione si aggrava pesantemente. Anzitutto, va detto che questo non è un assestamento. I colleghi del Senato ne hanno chiesto con forza il ritiro, e hanno fatto bene: andava ritirato. Non è un assestamento, non rispetta i vincoli di legge, fa scelte discrezionali che non poteva fare: questa, signor Presidente, è un'altra legge di bilancio, e la Presidenza della Camera dovrebbe occuparsene. Il saldo netto da finanziare, che è stato fissato dalla legge di bilancio, passa da 32,7 miliardi a 69,6 miliardi. Non è mai successo, è inaudito: un peggioramento di 36.870 milioni imputabile alle variazioni proposte dal provvedimento in esame (ho citato testualmente il servizio studi della Camera).
E dove si prendono i fondi? È semplice: si fa ricorso ancora una volta al mercato. Il limite massimo di emissione di titoli pubblici, anche questo, fissato con la legge di bilancio a 23 miliardi, si sposta e passa a 90 miliardi. Che modo è questo di agire, esclusivamente sul debito? Ma io ricordo ai colleghi che il nostro Paese paga ogni anno di soli interessi - non di vera sorte, come si direbbe - 80 miliardi, il 15 per cento della nostra spesa. Va ricordato che ogni anno per mandare a scuola i nostri ragazzi noi spendiamo 44 miliardi: ebbene, il doppio lo spendiamo per gli interessi sul debito. Ogni anno spendiamo 104 miliardi per curare i cittadini, una cifra quasi uguale la spendiamo per pagare gli interessi sul debito.
Con questo disegno di legge di assestamento, visto che ho parlato di scuola, il taglio più pesante viene operato proprio sulla scuola. Ma se non affrontiamo la Pag. 10palla al piede di questo Paese, che è quella del debito pubblico, quale eredità lasciamo ai nostri giovani? Qual è la nostra funzione, se non quella di lasciare un Paese migliore? Qual è questa retorica sui giovani, è la radiolina del Ministro Meloni con il Presidente Berlusconi disc jockey o è affrontare e guardare al futuro e ai problemi strutturali di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?
Da questi due provvedimenti ricaviamo il fallimento della manovra triennale. Noi avevamo iniziato, nei due anni di risanamento dei conti, una rivisitazione della spesa, la cosiddetta spending review; ma voi no, con la manovra triennale avete detto: tagli lineari del 17 per cento su tutti i Ministeri. Lo abbiamo denunciato allora, lo ridiremo fino alla noia: in questo modo avete tagliato indiscriminatamente la spesa buona e la spesa cattiva, affidando ai Ministeri le singole finanziarie. Ma i Ministeri non tagliano la spesa cattiva, mentre poi sulla spesa buona bisogna ritornare e sulla spesa corrente abbiamo questi dati. Ma lo volete un dato, che ricavo dalla relazione del Governatore Draghi? Siamo al massimo storico, il massimo di tutti tempi, per la spesa corrente, che passa dal 40,4 al 43,4 per cento (6 punti in più dell'orribile anno 1991).
Signor Presidente, avevamo proposto un'altra strada per superare la crisi. Avevamo proposto una manovra espansiva e vi avevamo detto: usiamo un punto di PIL, vediamo di selezionare la spesa, diamo priorità alla spesa, diamoci una scaletta; ma ci avete risposto di no: non possiamo farlo, c'è il debito. E intanto il debito nel rapporto con il PIL passa al 105,7 per cento (2 punti in più) ed il DPEF ci ha detto che il prossimo anno avremo un debito pubblico al 115,3 per cento sul PIL (10 punti in più). Vi abbiamo anche detto che, se il problema è quello del debito, contestualmente facciamo sì una manovra espansiva, ma sediamoci intorno ad un tavolo, facciamo un piano serio di rientro e affrontiamo il tema delle riforme strutturali, perché la nostra spesa pubblica è sbilanciata e non risponde al criterio della redistribuzione. Anche su questo ci avete detto no, sottosegretario Vegas: in momenti di crisi non si fanno riforme strutturali, hanno detto i nostri soloni! E la situazione è questo disastro, che oggi è certificato in questi due atti al nostro esame: il disastro dei conti pubblici, una spesa fuori controllo, della quale beneficiano sempre i furbi e non chi ne ha veramente bisogno.
Quali sono, quali sarebbero stati i nostri margini di manovra? Posto il debito, che nessuno nasconde, e posta la pressione fiscale altissima, che dobbiamo assolutamente ridurre, occorre contenere e qualificare la spesa, come ho già detto, e ricavare risorse dalla lotta all'evasione e all'elusione fiscale. Questo è un altro margine di manovra che abbiamo, perché dobbiamo sempre ricordare che la fedeltà fiscale è l'unico parametro che non torna nel confronto con gli altri Paesi europei. Ma anche su questo, dal disegno di legge di assestamento ricaviamo chiare indicazioni: solo nel 2009 abbiamo una contrazione di entrate di 33 miliardi. Certo, la crisi economica ha influito, ma i 13 miliardi in meno che ci arriveranno dall'IVA solo nel 2009 fanno parte della crisi economica?
Se li rapportiamo al calo dei consumi, sono ben più del calo dei consumi. Questo, quindi, sarebbe un campanello d'allarme; ma anche su questo, se ci aveste seguiti sulla nostra proposta di manovra espansiva e se avessimo fatto una vera riduzione della pressione fiscale sui redditi medio-bassi, avremmo favorito la domanda interna e la domanda dei consumi e non avremmo avuto questi dati così devastanti sulle entrate dell'IVA.
Allora, la spesa e la lotta all'evasione sono stati dei fallimenti. Il Viceministro Vegas ci ha detto in Commissione, con molta rilassatezza, che in momenti di crisi aumentare la spesa pubblica è, comunque, un beneficio. Ma dipende da come la si aumenta, dipende dalle tasche in cui entra questa spesa pubblica. Entra ancora e sempre nelle tasche sbagliate: questo è il problema. Pag. 11
Noi abbiamo, quindi, un'altra sola possibilità: quella della crescita, ma il DPEF ci dice che il prossimo anno il nostro prodotto calerà di 5,2 punti. Tuttavia, lo sappiamo, il Paese ce la può fare solo se torna a crescere, ma la condizione per crescere è affrontare questi altri due temi: spesa ed evasione fiscale. Avremmo dovuto prendere la strada che vi proponevamo, non l'attesa, la paura, il tirare a campare, il confidare ed aspettare solo una ripresa internazionale, che quando arriverà ci vedrà fermi, non in grado di ripartire, perché non abbiamo affrontato i problemi. I nostri dati sono i peggiori d'Europa. Non avete fatto tutto ciò, avete prodotto quattro decreti-legge anticrisi. Sarebbe interessante vedere dal primo decreto-legge, quello nel quale avete tolto l'ICI, quante modifiche successive avete fatto, quante volte siete dovuti tornarci sopra. Questa volta avete superato voi stessi. Abbiamo un quinto decreto-legge che verrà emanato contestualmente all'approvazione di un altro decreto-legge al Senato. Si tratta di una modifica contestuale: il decreto «salva-ferie» dei parlamentari della maggioranza, che già danno segni di voglia di vacanze. Non avreste avuto nemmeno il numero per approvare l'ultimo decreto-legge.
Potremmo discutere anche della qualità della crescita, ma non ho tempo. Anche l'assestamento ce lo dice: gli osservatori internazionali stimano che l'Italia sia tra i Paesi che hanno destinato minori risorse allo sviluppo. Potrei citarvi ancora il servizio studi della Camera: nel rendiconto 2008, lo sviluppo economico che era previsto all'1,3 per cento in percentuale sulla spesa, passa con la manovra anticrisi del 2009 all'1,4 per cento: lo 0,1 per cento in più. Il tasso di disoccupazione passa dal 14,8, al 15 per cento: lo 0,2 in più. Questa è la risposta per contrastare la crisi nel nostro Paese.
Presidente, lei mi ha chiesto di essere breve e, quindi, concludo. Voglio, però, dire ai colleghi di maggioranza: da questi dati, cari colleghi, avete gli strumenti per fermare la presunzione di onnipotenza del Ministro dell'economia e delle finanze. L'accentramento nelle sue mani di tutto produce gli effetti contrari. Vedo il ripetersi della precedente esperienza e prevedo già che saremo ancora una volta noi ad essere chiamati a risanare i conti, ma francamente vorremmo tornare al Governo di questo Paese, per una volta, con dei conti che siano a posto e in grado di farci portare avanti le politiche in cui crediamo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Vannucci, per la verità, non l'ho invitata ad essere breve, ho lodato la virtù della concisione, per tutti gli oratori presenti e futuri!
È iscritto a parlare l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, veniamo da una discussione sul decreto anticrisi dove da parte delle opposizioni, ma penso anche, con un certo imbarazzo, da parte della maggioranza, abbiamo assistito ad uno stravolgimento dei Regolamenti interni di questo Parlamento. Abbiamo - diciamocelo con franchezza - legiferato male. Quando si fa una legge e subito dopo si sente il bisogno di fare un decreto correttivo, penso che sia palese che qualcosa non ha funzionato nell'iter legislativo.
Sono preoccupato, perché con l'assestamento di oggi noi stravolgiamo le più elementari regole di contabilità finanziaria dello Stato. Perché dico questo? Perché quello che oggi facciamo non è un assestamento, ma una vera e propria correzione del bilancio. L'assestamento ha una funzione ricognitiva. In pratica con esso si dice: guardate, quest'anno abbiamo avuto maggiori spese e abbiamo avuto minori entrate, dunque facciamo questo assestamento. Ma tale non è la legge che stiamo approvando oggi. Il disegno di legge che stiamo approvando oggi è tutt'altra cosa: oggi stiamo facendo una vera e propria manovra finanziaria, e la facciamo in maniera errata e di importo molto considerevole. Stiamo spostando 34 miliardi di risorse, e non le spostiamo per sistemare il bilancio e renderlo omogeneo alle tendenze Pag. 12macroeconomiche, ma lo facciamo perché vi sono delle vere e proprie decisioni che riguardano il Paese.
Vi faccio l'esempio più lampante: siamo tutti d'accordo che dobbiamo aumentare le risorse agli enti locali, e devo dire che noi oggi con questo provvedimento in effetti stabiliamo di ristornare ai comuni i 1.450 milioni che gli dobbiamo dare in seguito a provvedimenti legislativi che abbiamo emanato negli scorsi mesi. Dico che il fine è buono, ma il problema è di come andiamo a coprire questi 1.450 milioni: infatti, se li mettiamo nell'assestamento, significa che quei 1.450 milioni non trovano una copertura in maggiori entrate o minori spese, ma trovano copertura nel debito.
Badate che il bilancio dello Stato è come il bilancio di una famiglia, se un certo anno quella famiglia guadagna meno ha due alternative: o riduce le spese o prova ad incrementare il proprio lavoro. Se il padre o la madre di quella famiglia non sono responsabili possono fare un'altra cosa: andare in banca e chiedere un prestito. Ma, se fanno questo, sanno che stanno indebitando la propria famiglia per le generazioni future al fine di pagare spese che avranno tutti gli anni, cioè per pagare quella che in contabilità economica-finanziaria si chiama spesa corrente. Noi stiamo facendo questo.
Non siamo riusciti a ridurre le spese, anzi quest'anno le spese sono aumentate rispetto all'anno precedente, e non abbiamo voluto agire sulle maggiori entrate. Questo Governo afferma di non voler aumentare le tasse, e io gioisco di questo. Tuttavia non si possono scaricare queste maggiori spese sul debito: se fa questo, compie un'operazione economicamente, moralmente ed eticamente sbagliata, perché sposta il peso di nostre spese di oggi sulle generazioni future, e noi stiamo facendo proprio questo. Stiamo indebitando le future generazioni per spese e benefici che godiamo oggi, ed è esattamente quanto un buon amministratore e un buon legislatore non deve fare. Di ciò sono preoccupato, da una parte dal punto di vista formale, perché le regole di contabilità finanziaria sono uno dei pochi punti fermi di trasparenza del bilancio. In secondo luogo, perché queste scelte stravolgono la politica economica del Paese, creando danni che saranno difficilmente riparabili.
Quest'anno abbiamo raggiunto un livello di debito pubblico che mai si era toccato in questo Paese. Capisco la crisi economica ma capisco anche che, proprio durante la crisi economica, bisogna fare l'operazione inversa: è necessario diminuire le spese, cosa che voi non siete assolutamente riusciti a fare. Questo è il vero punto di questa manovra. Dico di più: come è aumentata la spesa? C'è una generazione di economisti che ci ha spiegato - io condivido - che effettivamente in un periodo di crisi economica l'aumento della spesa pubblica può essere un dato positivo. Ma attenzione: l'aumento della spesa pubblica è un dato positivo se quella maggiore spesa pubblica aiuta l'economia, e non è il caso specifico di quanto accaduto in questo Paese in quest'ultimo anno. Infatti, ad esempio, la spesa buona e virtuosa in un periodo di crisi è quella in conto capitale, vale a dire quella destinata agli investimenti.
Se andate ad esaminare il rendiconto finanziario, vi renderete conto che la spesa per investimenti è addirittura calata sensibilmente di oltre dieci miliardi di euro rispetto all'anno precedente.
Vi può essere anche della spesa corrente virtuosa, ad esempio quella che va a beneficio dei cittadini. Faccio un esempio: quella dell'istruzione e i trasferimenti agli enti locali, che effettivamente svolgono i servizi più vicini ai cittadini. Queste due tipologie di spesa, quella dell'istruzione e quella dei trasferimenti agli enti locali sono proprio quelle spese che invece in questo bilancio sono in diminuzione. Ciò, colleghi, è il frutto dei famosi tagli lineari, che non hanno fatto selezione fra spesa buona e spesa cattiva.
I disastri si vedono già sul territorio: nei mesi scorsi noi denunciavamo che il taglio all'istruzione avrebbe prodotto un danno per quelle famiglie che non avrebbero avuto o avrebbero avuto meno possibilità di tempo pieno ed i comuni già Pag. 13denunciano che questo capita alla riapertura di settembre. Nel mio comune, a Bologna, avremo 300 posti in meno nella scuola elementare a tempo pieno e, tra l'altro, mi dispiace, perché la mia è una di quelle 300 famiglie che, avendo un bambino che va in prima elementare, sopporterà questo taglio, ma sono più preoccupato per le altre 299. Il calo dei fondi dati all'istruzione alla fine diventa per forza un danno per i cittadini.
La stessa cosa succede per il taglio agli enti locali: meno posti agli asili nido, meno assistenza domiciliare. Questo è il danno che crea il taglio lineare che è stato effettuato con questo bilancio.
Noi vi chiediamo con forza di invertire la rotta e in particolare due cose: la prima è quella di rispettare le regole di contabilità finanziaria nazionale. Ripeto: questa è una vera forzatura, questa è una legge che stiamo adottando al di fuori delle regole di contabilità. Se vi fosse maggior controllo, probabilmente il provvedimento in esame avrebbe difficoltà a superare tutti i vagli di legittimità. Non è una legge di assestamento, ma è una vera legge correttiva dei conti dello Stato.
In secondo luogo, vi chiediamo di reintrodurre nella vostra metodologia di legiferare una parola che è sparita: la spending review, cioè di provare a fare in modo che i tagli alla spesa pubblica non siano lineari ma siano selettivi. Distinguete la spesa cattiva dalla spesa buona, perché solo così vi potrà essere un futuro per questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Grazie onorevole Galletti, efficace e conciso.
È iscritto a parlare l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, non so se sarò altrettanto conciso ed efficace, comunque ci provo. Ci provo, partendo da notizie di questa mattina che mi fanno dire e mi fanno chiedere quale significato possa avere questa manovra di assestamento, atteso che siamo di fronte a dichiarazioni del Presidente del Consiglio che potrebbero in qualche modo modificare radicalmente tutto quello che è scritto nel provvedimento di assestamento e nei conti, così come, a seguito dell'assestamento, dovremmo ritrovarli alla fine dell'anno; infatti, questo è il significato della manovra di assestamento: dirci come stanno andando i dati di bilancio previsti un anno fa per poi determinare in modo più appropriato come saranno alla fine dell'esercizio.
Mi viene in mente che, durante il G8 a L'Aquila, qualcuno faceva notare che una serie di problemi che riguardano il mondo nasce dalle differenze tra nord e sud del mondo, come è evidente, e si faceva notare che, in effetti, gli interventi a favore del sud del mondo da parte del nord ricco sono interventi che, nel tempo, sono stati disattesi. A quell'obiezione il Presidente del Consiglio, che rappresentava tutto il G8, ha detto: sì, è vero, dobbiamo trovare nuove fonti e dobbiamo trovare il modo per dare più risorse, noi Paesi ricchi, a quelli poveri.
In quell'occasione, ha anche dichiarato che l'Italia avrebbe fatto la sua parte e avrebbe immediatamente trovato il denaro che, in questi anni, è stato molto carente. Tuttavia, in seguito, è andato dal vero Presidente del Consiglio - che ha un altro nome - il quale gli ha detto: non ci sono i quattrini, quindi, fai una dichiarazione, che fa sempre bene e ci aiuta, tanto poi non ne diamo seguito.
Oggi, il Presidente del Consiglio ha reso un'altra dichiarazione molto più impegnativa ma, questa volta, l'ha pronunciata insieme al vero Presidente del Consiglio, quindi, è possibile che qualcosa capiti da qui a dicembre, che potrebbe, in qualche modo, modificare il risultato dell'assestamento del bilancio. Ciò anche se sappiamo che, in questo anno, il «mago» ha spostato continuamente fondi da una parte all'altra, andandoli a reperire dove vi erano, senza mai usare risorse fresche.
A me viene veramente da ridere, quando si dice che il nostro Paese sta meglio degli altri Paesi europei, perché essi avranno un indebitamento molto più alto del nostro. Ci credo bene, non mi scandalizzo! Pag. 14Ripeto da tempo la questione relativa alla crescita dell'indebitamento: se si intendono utilizzare risorse nuove per fronteggiare una situazione di crisi, ma non vi sono - e, anzi, calano perché, data la situazione, è anche possibile che diminuiscano le entrate - è evidente, che sarà necessario ricorrere all'indebitamento. Gli altri Paesi hanno fatto proprio questo. Qualcuno grida che la Gran Bretagna ha avuto il 15 per cento di maggiore indebitamento. Caspita! Ha impiegato 80 miliardi di euro di risorse fresche, è evidente che cresca il suo indebitamento!
Ciò che è drammatico, è che in questo Paese, non solo non sono stati impiegati fondi (salvo quei miseri tre miliardi di euro), ma l'indebitamento cresce molto di più. La verità è che ci avevate promesso un intervento che avrebbe ridotto la spesa pubblica, ma non siete stati capaci di farlo. A dimostrazione di ciò, è sufficiente prendere il rendiconto per l'esercizio finanziario 2008, il conto consuntivo che oggi siamo chiamati ad esaminare, confrontarlo con i dati relativi all'assestamento del bilancio, e dividerlo per lo stato di previsione dei Ministeri (in seguito, parleremo anche di qualche dato analitico, che illustra determinati comportamenti di questo Governo, anche in sede di assestamento del bilancio). Cosa scopriamo? Si scopre che in alcuni Ministeri la spesa è stata controllata. Sapete quali sono questi Ministeri? Il primo, e più pesante, dove la citata spesa è stata controllata, è il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, che vede confermato, a fine anno, un calo di 2,5 miliardi di euro. Solo sugli insegnanti e sulla ricerca siete riusciti a controllare la spesa, cioè dove vi era più bisogno di investire per uscire dalla crisi!
A me fa ridere che il nostro Ministro Brunetta e il nostro Ministro Sacconi pubblichino oggi i dati delle specializzazioni che mancano nel nostro Paese e che, invece, dovrebbero essere utili per trovare lavoro in futuro. Ma se non investiamo per permettere ai nostri giovani di prendere quelle specializzazioni, come volete che possano, poi, trovare lavoro come specializzati? Fa ridere che un Ministro si permetta di parlare di infermiere professionali e di esperte di logistica. Ma come pensate che si formi un esperto di logistica, se non permettendo all'università e alle scuole di investire in quei campi? Per investire in quei campi, ci vogliono le risorse! Non vanno tolte, come avete fatto e confermato nel provvedimento concernente l'assestamento del bilancio!
In seguito, avete tolto risorse al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: quasi un miliardo di euro in meno. Lì si che le avete controllate.
Invece, negli altri casi, prevalentemente le spese sono aumentate e ciò che è più drammatico è che sono calate le spese in conto capitale, che avete trasferito alle spese correnti, che sarà difficile controllare, anche in futuro, negli anni prossimi, e che saranno la vera palla al piede nel nostro Paese.
Infatti, nel contempo, l'assestamento del bilancio dimostra l'altro vero dato drammatico, cioè il crollo delle entrate, il crollo dell'IVA, che in due anni ha perso il 12, il 13 per cento e che, evidentemente, di fronte ad un calo dei consumi molto più basso, sta significare che le dichiarazioni sono diventate più infedeli. Di fronte alle dichiarazioni infedeli, voi avete fatto di tutto per permettere che ciò avvenisse. Mi viene da ridere quando si parla di tracciabilità: si vogliono introdurre con legge le tracciabilità su svariati comportamenti della vita economica di questo Paese, ma l'unica vera tracciabilità che permette di scoprire l'evasione fiscale, che è quella dei pagamenti, siete stati pronti ad eliminarla appena siete andati al Governo. È per questo che avete favorito l'evasione, che oggi ci crea un gravissimo problema di caduta delle entrate; certamente essa è in parte spiegabile con l'andamento della crisi economica, ma non è certo con quella misura, non è certo con i condoni che si risolve.
Adesso nasce in me un'altra constatazione. Com'è noto, tra le richieste del Presidente della Repubblica sul decreto-legge che abbiamo approvato pochi giorni fa e che contiene lo scudo fiscale, c'è Pag. 15qualcosa che riguarda anche questo ennesimo condono. Abbiamo detto che quel condono sarà una nuova pietra miliare per favorire gli evasori e per favorire la criminalità organizzata; non a caso, stanno uscendo notizie e si stanno verificando fenomeni che vengono denunciati da qualcuno, in base ai quali sta avvenendo adesso il trasferimento all'estero di somme di denaro ingenti, per poi riportarle in Italia sotto forma di trasferimento e di ripubblicazione attraverso lo scudo fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Ciò al fine di lavare denaro sporco, questo è quello che sta succedendo e che voi avete favorito, oltre al drammatico colpo inferto ad alcuni principi di moralità che avrebbero dovuto imporre di difendere i contribuenti onesti, invece di favorire i disonesti.
Questo è ciò che conseguirà da questo ennesimo condono: certamente non aiuterà la manovra di assestamento e produrrà una serie di ulteriori difficoltà in futuro. Ma vi sono persone oneste, ancora a fatica, che hanno la possibilità di esserlo? È documentato in modo drammatico dall'analisi delle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2008 e relative al 2007, nelle quali vediamo drammaticamente che a sostenere le entrate tributarie del nostro Paese è ormai solo e quasi esclusivamente il lavoro dipendente. Per questi lavoratori dipendenti non prevedete neppure gli ammortizzatori necessari per fronteggiare la crisi; anzi, ad una parte di quei lavoratori dipendenti, che permettono di rendere meno grave la situazione già difficile delle entrate dell'erario, a molti di quei lavoratori non date neanche il sostegno degli ammortizzatori sociali. Sono ormai tre milioni i lavoratori atipici che, in virtù della precarietà della loro attività, quando lavorano, pagano le tasse, ma quando non lavorano non hanno nulla di ritorno e nulla di sostegno da parte dello Stato.
Tornando all'intervento e a ciò che sostenevo all'inizio circa le dichiarazioni del Presidente del Consiglio (questa volta rilasciate insieme al vero Presidente del Consiglio), il quale afferma che si debbano dare più soldi al sud, a me viene da ridere. Volete vedere che questa volta i Fondi FAS vanno davvero dove devono andare? No, perché questa è una storia che fa rabbrividire.
Vorrei citarvi l'elenco delle variazioni, ma è troppo lungo, temo che il Presidente poi mi dirà che non sono stato conciso.
Nel decreto-legge n. 90 del 2008, all'articolo 11, vi sono soldi sottratti al FAS per le bonifiche ambientali; sempre nello stesso provvedimento, all'articolo 17, vi sono 450 miliardi per l'emergenza rifiuti in Campania; nel decreto-legge n. 154 del 2008, vi sono 800 miliardi a copertura di oneri di finanziamento del Servizio sanitario nazionale (questo sul 2008 e, di conseguenza, anche sul 2009); 528 milioni per il servizio sanitario; 500 milioni per il disavanzo di Roma; 140 milioni per il disavanzo di Catania; 900 milioni per la copertura degli oneri adeguamento prezzi materiali da costruzione; nel decreto-legge n. 162 del 2008, 111 milioni per la Sardegna (per la questione del G8 che poi è stato spostato da un'altra parte); sempre nel decreto-legge n. 162 del 2008, vi sono 45 milioni per i terremotati di Umbria e Marche, altri 6 milioni sempre con il medesimo provvedimento; vi sono, inoltre, 65 milioni al Fondo alloggi e residenze universitarie; 405 milioni con il decreto-legge n. 180 del 2008 per le borse di studio agli universitari meritevoli; 5 milioni per la copertura degli oneri relativi all'assunzione di ricercatori universitari (per sopperire ad uno dei tagli lineari sul bilancio dello Stato, quelli che avete fatto e poi non siete stati capaci di rispettare); 385 milioni per la rottamazione dei frigoriferi (mi sembra giusto prenderli dal FAS!); 178 milioni ancora per le agevolazioni dei terremotati del Molise; 960 milioni per il Fondo investimenti delle Ferrovie dello Stato; 480 milioni sempre con il decreto-legge n. 185 del 2008 per il servizio di Trenitalia; 195 milioni sempre nello stesso provvedimento per la privatizzazione della Tirrenia; 400 milioni nel decreto-legge n. 5 del 2009 per l'incremento ai fondi dormienti; 200 milioni sul 2010 per il fondo di garanzia alle piccole e medie imprese. Pag. 16
Tutto questo è a dimostrazione che ne avete fatte di tutte di più. Ma andiamo avanti: anche il rimborso titoli obbligazionari emessi da Alitalia (100 milioni presi sempre da lì); ulteriori 103 milioni al Fondo conti dormienti per il 2009.
Ma ce ne sono ancora! Quindi, come incideranno queste nuove? Può anche darsi, infatti, che non incidano nulla perché finalmente i FAS vanno al Mezzogiorno e, quindi, non si è fatto niente di più. Ma gli avete tolto 18 miliardi! Per rinserirli - se il Presidente del Consiglio «onorario» e il Presidente del Consiglio «effettivo» diranno di sì - evidentemente dovrete reperire 18 miliardi che andranno a cambiare - non si capisce come - l'assestamento che qui è stato fatto.
Vorrei anche rilevare che l'assestamento non è una manovra. Vorrei citare un passaggio dalla Corte dei conti, perché di fatto qui si è fatta una manovra insieme ad un assestamento. Vorrei ricordare quello che dice il giudice contabile nell'approfondire la relazione sul 2008: «Nella vigente disciplina contabile, l'assestamento è configurato avente funzione meramente ricognitiva delle variazioni intervenute nelle esigenze amministrative in corso di gestione». La Corte dei conti ha tuttavia rilevato che «alcune delle più recenti leggi di assestamento hanno portato peggioramento dei saldi finanziari. Tali peggioramenti sono risultati poi riassorbiti a consuntivo (...)» e via seguitando, Ma resta il fatto che evidentemente va benissimo se noi riusciamo a pagare i debiti che lo Stato e le pubbliche amministrazioni hanno nei confronti delle imprese (ci mancherebbe). Se però questo determina un peggioramento di 5 miliardi dei conti dello Stato, bisogna che questo avvenga non con un semplice assestamento, ma con una legge.
Quante volte ve lo abbiamo proposto? Quante volte vi abbiamo proposto di intervenire per favorire il pagamento non solo da parte delle pubbliche amministrazioni, ma anche da parte degli enti locali? Abbiamo fatto fior di emendamenti nei decreti-legge anticrisi che avete presentato, vi abbiamo chiesto di fare degli interventi che avevano un valore diverso, ad esempio utilizzare i soldi che sono depositati presso la cassa depositi e prestiti. Quante volte ve lo abbiamo chiesto e avete detto di «no»? Quello era il luogo per fare una manovra che permettesse il pagamento da parte delle pubbliche amministrazioni dei debiti nei confronti delle imprese!
Poi c'è da dire che la cosa più rilevante è che questo assestamento, oltre a spostare fondi dal conto capitale a spese correnti, ha anche un altro effetto che rende poco trasparente la lettura dell'assestamento anche da parte di noi deputati.
Lo rende poco trasparente perché quasi sempre, Presidente, quegli spostamenti di denaro in sede di assestamento vanno a finire sui cosiddetti fondi da ripartire. Che vuol dire? Se non dite poi nel dettaglio i fondi da ripartire, i deputati di questo Parlamento non possono sapere quale destinazione avrà quel denaro.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANTONIO BORGHESI. Allora è evidente, io non li cito, ma ce ne sono tantissimi. Vede Presidente, questo è il disegno di legge e questi post-it gialli identificano ognuno un trasferimento fatto in sede di assestamento che spesso è oscuro nel contenuto. Noi abbiamo, quindi, anche una manovra di assestamento che non ci dice chiaramente quale sarà la destinazione degli spostamenti di poste di bilancio che avvengono.
Per questo noi esprimiamo già fin d'ora la nostra opposizione a questo disegno di legge di assestamento del bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Misiani. Ne ha facoltà.

ANTONIO MISIANI. Signor Presidente, c'è un primo dato grave che emerge dall'analisi delle tabelle del rendiconto e dell'assestamento: il deterioramento dei saldi di bilancio che è significativo per il 2008 e diventa drammatico per il 2009. Lo dicono i numeri dell'assestamento, in particolare Pag. 17per quanto riguarda la competenza, con un risparmio pubblico che diventa negativo, a meno 20 miliardi, peggiorando di quasi 47 miliardi rispetto al 2008 e di oltre 32 miliardi rispetto alle previsioni di pochi mesi fa.
Il saldo primario, l'indicatore più efficace per misurare la portata della politica economica e il suo impatto sui conti pubblici, scende nell'anno in corso a poco più di 8 miliardi, sprofondando di quasi 41 miliardi rispetto al 2008 e di 40 miliardi rispetto alle previsioni iniziali del 2009.
Il saldo netto da finanziarie quest'anno andrà a meno 70 miliardi, con un peggioramento di oltre 39 miliardi sul 2008 e di quasi 37 rispetto al bilancio di previsione 2009. I numeri per quanto riguarda la cassa sono simili quando non peggiori.
Sono numeri disastrosi che derivano da tre elementi, signor Presidente. Sul primo di questi elementi il Governo e l'opposizione sono sicuramente d'accordo: la crisi economica, perché quando il prodotto interno lordo si contrae, come sta accadendo per l'anno in corso, di oltre 5 punti percentuali è inevitabile che questa pesante recessione abbia dei riflessi sui conti pubblici e sulle entrate soprattutto, visto che gli stabilizzatori automatici in Italia sono molto deboli e la crisi impatta in misura limitata sulle spese.
Ma ci sono altre due motivazioni su cui il Governo tace e che noi invece abbiamo il dovere di evidenziare con grande forza. La prima è la perdita di controllo che emerge da questi numeri, sia sul versante delle entrate che in materia di spesa. Il secondo elemento che va evidenziato è la manovra anticrisi tardiva che è contenuta nel disegno di legge di assestamento del 2009, con particolare riferimento all'accelerazione dei pagamenti nei confronti dei creditori della pubblica amministrazione.
Il deterioramento delle entrate è assai grave, signor Presidente, ed è quasi interamente dovuto al crollo delle entrate tributarie. I numeri sono veramente molto pesanti: meno 29 miliardi rispetto a quanto si prevedeva inizialmente, il 6,8 per cento in meno; 10 miliardi e mezzo in meno di imposte sui redditi; 4,6 miliardi in meno di IRES, con un calo del 9,4 per cento; vanno male le imposte di registro di bollo, va male l'accisa e l'imposta erariale sugli oli minerali; soprattutto, signor Presidente, l'IVA crolla di 12,4 miliardi rispetto a quanto si prevedeva, con una diminuzione dell'8,5 per cento.
Ci sono solo tre categorie di entrate tributarie che vanno bene: i tabacchi, il lotto, i giochi e le lotterie. Me lo lasci dire, signor Presidente, è un'amara consolazione che le entrate tributarie debbano essere tenute dalle sigarette e dal fatto che gli italiani, in un anno di grave crisi, giocano di più con il gratta e vinci, il lotto e le lotterie.
È una ben magra consolazione rispetto ai numeri profondamente negativi che emergono dall'analisi delle entrate tributarie, perché queste sono cifre pesantissime e sono ancora più pesanti se pensiamo che i decreti-legge anticrisi che avete via via adottato in corso d'anno avrebbero dovuto produrre un impatto positivo sulle entrate per oltre 5 miliardi. Quindi, questi 29 miliardi in meno che prevedete sono, in realtà, 34 miliardi in meno perché voi, con i vari decreti-legge, in realtà avete aumentato l'imposizione rispetto a quanto si prevedeva inizialmente con la manovra estiva ed autunnale.
Ora, la crisi economica indubbiamente spiega tanto di queste dinamiche, ma non ci venite a raccontare che il crollo delle entrate tributarie è esclusivamente derivato dalla recessione perché quando le entrate scendono del 6,8 per cento, in un anno in cui il PIL nominale cala del 3,3 e i consumi del 2,1 per cento (quindi meno della metà per il PIL e meno di un terzo per quanto riguarda i consumi) lì c'è qualcos'altro.
L'andamento dell'IVA, che è stato anche evidenziato dal Governatore Draghi nell'audizione sul Documento di programmazione economico-finanziaria, è l'elemento più grave di queste dinamiche perché l'IVA era già andata male nel 2008, nel 2009 tracolla, accentua questa tendenza negativa e la spiegazione del Governo di un riposizionamento dei consumi verso i Pag. 18beni e i servizi che hanno un'aliquota IVA più bassa - me lo lasci dire, signor Presidente - vale veramente fino ad un certo punto.
È vero, infatti, che l'Italia si sta impoverendo con la recessione, ma questo non è un Paese che è ridotto a pane e acqua; è un Paese che continua a consumare e, quindi, non ci venite a raccontare che il crollo dell'IVA deriva dal fatto che gli italiani hanno ridotto i consumi di beni e servizi di lusso e si sono riposizionati su consumi di dieci o vent'anni fa.
La verità è che i numeri dell'IVA, come di altre categorie delle entrate tributarie, nascondono una netta ripresa dell'evasione e dell'elusione fiscale per miliardi e miliardi di euro e voi con lo scudo fiscale, con il condono delle multe che avete introdotto nel decreto-legge anticrisi, nel corso della discussione parlamentare avete lanciato ai contribuenti italiani un segnale terribilmente sbagliato: il segnale che riparte la stagione dei condoni, il segnale dell'impunità per milioni di contribuenti italiani che sono infedeli nei confronti del fisco. Questi numeri dell'evasione e dell'elusione fiscale, proprio per questo, sono destinati a peggiorare, compromettendo ancora di più, nell'immediato futuro, l'andamento già difficile delle entrate tributarie.
Ricordo che voi contate molto per il 2010 e il 2011 sul recupero dell'evasione fiscale che a questo punto, e a maggior ragione, è scritto sulla sabbia e destinato a non essere realizzato alla luce di quanto sta accadendo nel 2009 e delle scelte che avete assunto con il decreto-legge n. 78, quello anticrisi.
Vengo alle spese, signor Presidente. Le spese finali di competenza dell'assestamento sono superiori di quasi 11 miliardi rispetto a quelle che erano le previsioni iniziali. È un dato che deriva da una somma algebrica perché gli interessi sul debito pubblico sono di 3 miliardi inferiori rispetto alle previsioni, mentre aumenta fortemente la spesa corrente primaria, sono oltre 9 miliardi in più, e quella in conto capitale, quasi 5 miliardi in più rispetto alle previsioni iniziali.
Questi numeri sono ancora più ampi per quanto riguarda la gestione di cassa perché per la cassa le spese finali crescono di oltre 18 miliardi, ci sono sempre i 3 miliardi in meno di interessi, ma ci sono 13 miliardi in più di spese correnti, 8 miliardi in più di spese in conto capitale.
Colleghi, questi sono numeri veramente consistenti, che certificano il fallimento, per quanto riguarda la spesa, della manovra correttiva che avevate messo in campo con il decreto-legge n. 112 del 2008 e con la legge finanziaria per il 2009. Quella manovra è fallita, è fallita per due motivi. Il primo: con il decreto-legge n. 112 avevate l'obiettivo di tagliare la spesa primaria corrente; questo obiettivo, ce lo dicono i numeri dell'assestamento, è stato completamente mancato e lo si vede, innanzitutto, dalla crescita imprevista delle spese per consumi intermedi che è superiore di oltre il 21 per cento rispetto ai numeri che avevate scritto solo pochi mesi fa.
Signor Presidente, uno dei primi atti di questo Governo è stato mandare a casa la commissione tecnica per la finanza pubblica e mettere in un cassetto quanto quella commissione aveva prodotto. Mi riferisco alla spending review e questa è la copertina, ma dietro ad essa c'erano 280 pagine di analisi, di proposte e di suggerimenti per ridurre strutturalmente il peso e la dinamica della spesa primaria corrente che è il vero problema della gestione della finanza pubblica in questo Paese. Voi, invece, avete mandato a casa quella commissione, messo in un cassetto quelle 280 pagine e avete preferito impugnare la mannaia, imponendo con il decreto-legge n. 112 i tagli lineari per miliardi e miliardi di euro che avevate programmato per il 2009 e ancora più pesanti per gli anni successivi, dal 2010 in avanti.
Presidente, quella mannaia non ha tagliato un bel niente. I numeri dell'assestamento, infatti, ci dicono che quella manovra è fallita e che il Governo dovrebbe riflettere e dovrebbe cambiare profondamente rotta, anche perché molti dei vostri programmi per il 2010 e il 2011 dipendono dalla dinamica della spesa primaria corrente. Pag. 19Voi non la state controllando nel 2009 e non riuscirete a controllarla negli anni successivi se non cambiate rotta e approccio nei confronti della gestione della spesa pubblica.
Inoltre, la manovra sulla spesa è fallita perché voi avete dovuto prendere atto finalmente che c'è una gravissima crisi economica e proprio per questo motivo avete dovuto allargare i cordoni della borsa. Questo, infatti, è il senso dell'accelerazione del pagamento dei debiti arretrati alle imprese.
Per mesi e mesi il Partito Democratico ha chiesto una manovra anticrisi di un punto di PIL; per mesi e mesi vi abbiamo chiesto di allentare i vincoli soffocanti del Patto di stabilità interno sui comuni e sulle province; per mesi e mesi vi abbiamo chiesto di dare ossigeno alle imprese di questo Paese che avevano a che fare con le banche che non gli fanno più credito e che avevano e hanno una montagna di crediti nei confronti della pubblica amministrazione.
Ora questa manovra, meglio tardi che mai, è arrivata ma nel peggiore dei modi. È arrivata, infatti, in ritardo di mesi e mesi rispetto alle necessità del Paese ed è stata inserita non in uno dei tanti decreti-legge anticrisi che avete assunto in questi mesi, ma nel disegno di legge di assestamento, ovvero in uno dei provvedimenti meno oggetto di discussione parlamentare che, non a caso, esaminiamo poche ore prima dell'interruzione estiva dei lavori parlamentari. Così non va, signor Presidente.
Anche i numeri del rendiconto (e soprattutto quelli dell'assestamento) confermano un giudizio profondamente negativo sulla conduzione della politica economica da parte del Governo. Gli altri Paesi avanzati hanno risposto alla recessione con prontezza e investendo enormi risorse per rilanciare l'economia e rafforzare le reti di protezione sociale.
L'OCSE ci dice che in media, tra il 2008 e il 2010, i Paesi avanzati hanno messo quattro punti di PIL per sostenere l'economia e questo in Italia si sarebbe tradotto in 64 miliardi di euro. Le stesse tabelle dell'OCSE ci dicono che l'Italia finora ha investito zero risorse per contrastare la crisi economica.
Il nostro Ministro dell'economia e delle finanze si è vantato più volte di essere stato profetico per quanto riguarda la crisi e la sua gravità. In questi mesi i giornali si sono riempiti delle variopinte espressioni di Tremonti per quanto riguarda la crisi, l'armageddon e la fine del capitalismo e tutte le amenità che abbiamo letto nelle varie interviste rilasciate dal Ministro Tremonti. Ma a queste parole non sono seguiti i fatti perché voi avete fatto una manovra restrittiva nell'estate del 2008, quando la recessione era già alle porte nel nostro Paese e in quelli avanzati. Poi vi siete accorti che bisognava in qualche modo rispondere alla recessione e avete adottato una serie di decreti-legge che assomigliano a tanti pannicelli caldi e che sono stati via via dati ad un Paese che si era malato di polmonite, come ci dicono i dati macroeconomici sul reddito, sui consumi e sulla disoccupazione.
Per non parlare dell'ultimo decreto-legge n. 78 del 2009 su cui, come leggiamo oggi sui giornali, si è aperto un vergognoso e inaccettabile tira e molla con il Capo dello Stato per quanto riguarda le correzioni che devono essere adottate rispetto al tema della Corte dei conti e ad altri errori che avete commesso e scritto in quel decreto-legge, contestualmente e non certo puntando a rinviare come sembra emergere dalla lettura dei giornali oggi. Ma questo è il vostro modo di rapportarvi con il Parlamento e con i poteri costituzionali di questo Paese.
Voi avete giustificato questa politica economica attendista con l'elevato livello del debito pubblico e la necessità di tenere sotto controllo i conti. I numeri dell'assestamento ci dicono che i conti di questo Paese non sono per nulla sotto controllo.
Crollano le entrate, anche perché sta riprendendo l'evasione e l'elusione, aumentano le spese, molto più delle vostre previsioni iniziali, perché non riuscite a controllare la spesa primaria, e, meglio tardi che mai, vi siete decisi a dare una mano agli enti locali, alle imprese e ai Pag. 20settori del Paese che stanno soffrendo particolarmente la stretta finanziaria che avevate messo in campo pochi mesi fa.
Sono altrettanti campanelli d'allarme i numeri del rendiconto e, soprattutto, quelli dell'assestamento, che devono indurre il Governo a cambiare drasticamente rotta, per evitare che la situazione della finanza pubblica vada completamente fuori controllo, perché questo è il rischio implicito nelle dinamiche che sono scritte nel disegno di legge di assestamento.
Attenzione, perché, se voi non riportate i conti sotto controllo, questo è un Paese che uscirà debole dalla recessione, con un ritmo di ripresa molto lento, che è scritto anche nei vostri numeri (più 0,5 per cento nel 2010). Ma voi rischiate di dover fare una manovra correttiva per evitare il disastro dei conti pubblici, proprio nel momento peggiore, in cui l'Italia esce faticosamente dalla più grave recessione del dopoguerra.
Se volete scongiurare questo scenario, voi dovete cambiare rotta rispetto alla politica economica che avete seguito dall'estate scorsa ad oggi. Questa è la sollecitazione che vi facciamo con forza, anche in questa sede, come Partito Democratico.
Noi ci auguriamo che la raccogliate e che cambiate strada rispetto alle scelte che avete assunto negli ultimi mesi, per quanto riguarda l'economia del Paese e la gestione della finanza pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, con la presentazione di questo disegno di legge di assestamento di bilancio e, in genere, con il disegno di legge di assestamento - ed è questo soprattutto il tema su cui voglio soffermarmi - il Governo ottempera all'articolo 17 della legge n. 468 del 1978, che prevede l'istituto dell'assestamento per aggiornare, a metà esercizio, gli stanziamenti del bilancio dello Stato, tenendo conto anche di attività e passività e dei relativi residui accertati con il rendiconto di cui discuteremo, che, come si sa, ha termine al 31 dicembre dell'anno precedente.
Così risultano, o meglio risulterebbero o dovrebbero risultare più precisi, i residui attivi e passivi. L'assestamento serve proprio per assestare le previsioni di bilancio relativamente alle entrate e alle relative stime del gettito fiscale, alle spese per esigenze sopravvenute o per scelte del Governo intervenute a mutare i precedenti indirizzi, alle autorizzazioni di pagamento e, dunque, anche di cassa. Per far ciò, occorre però avere attenzione al rispetto della legislazione vigente e, come vedremo, signor Presidente, questo assestamento non si attiene alla legislazione vigente.
Premesso ciò, vorrei aggiungere un'altra considerazione di carattere più politico: il Governo di centrodestra non sta governando la crisi - lo hanno detto anche altri colleghi - ma sta facendosi governare dalla crisi. Questo è il punto. Infatti, quando ai tempi della legge finanziaria e dei primi provvedimenti anticrisi, lo scorso anno, il gruppo del Partito Democratico proponeva una manovra espansiva di un punto di prodotto interno lordo, per sostenere il mercato interno e i settori più deboli, garantendo, anche per rassicurare i mercati finanziari, un rientro nei parametri negli anni seguenti, soprattutto con riforme incisive anche della pubblica amministrazione, a copertura dell'uso di maggiori risorse durante la crisi, come peraltro hanno fatto gli altri Governi e Parlamenti del mondo, il Governo italiano, invece, ha rifiutato questo approccio, che ha considerato catastrofista.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 11,25)

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Dunque, non ha previsto riforme né ha deciso di fare una politica di bilancio espansiva.
Anzi, ha perseguito una politica di bilancio restrittiva, che andava bene in una fase di crescita, non di riduzione del prodotto e della produzione nazionale. Ora il Paese è in balia della crisi e si Pag. 21prospetta un difficilissimo autunno per le imprese, soprattutto piccole, e per le famiglie italiane. Ma anche il bilancio dello Stato è in balia della crisi o al più, per dirla benevolmente, la accompagna; certo, non la previene né riesce a correggerne le peggiori storture.
Ora il Governo presenta questo disegno di legge di assestamento. Poiché l'assestamento non può cambiare la legge di bilancio, ma deve starvi dell'interno, tuttavia, voglio osservare che il Governo usa questo assestamento per ridefinire il saldo netto da finanziare, che passa dai 32,7 miliardi previsti a 69,6, cioè si raddoppia; dunque, si raddoppia anche lo sforzo che dovremo fare per onorare il debito.
Il risparmio pubblico, che nella legge di bilancio è pari a 12,7 miliardi, peggiora di 32 miliardi e raggiunge un valore negativo di 19,6 miliardi. L'avanzo primario passa da 48,5 miliardi a 8,5, peggiorando di 40 miliardi, pari a una perdita secca dell'80 per cento del tesoretto che servirebbe per interventi strutturali e per fare vere riforme, così compromettendo il futuro.
Signor Presidente, questo non è un assestamento: è un altro bilancio dello Stato. Vi è un problema istituzionale: questa legge di assestamento non rispetta la legge di contabilità, perché riscrive un altro bilancio. Vi è un problema politico: con questo assestamento si dispongono maggiori spese discrezionali, almeno per un punto di prodotto interno lordo, oltre 17 miliardi di euro.
A parte che non si potrebbe fare una manovra di questo tipo con la legge di assestamento, ossia con una legge di contabilità, è evidente che questo è un risultato di emergenze sociali, di emergenze economiche, di settori territoriali non governati, che in modo disordinato premono e hanno premuto sul Governo e sul bilancio dello Stato, che lo stesso Governo ha previsto, come dicevo, non espansivo. Ora non sa come fare a trovare i 17 miliardi che gli mancano. Si tratta esattamente della stessa identica entità di risorse, un punto di prodotto interno lordo, che il Partito Democratico aveva chiesto di impiegare per rilanciare l'economia. Ma ora il Governo le impegna tutte soprattutto per la spesa corrente ordinaria, che è in crescita di 8 punti percentuali, e per spese casuali, che non hanno priorità e non hanno programmazione degli interventi. Si incrementa così certamente la spesa pubblica, ma nel modo peggiore possibile.
Il Governo aveva la possibilità di fare diversamente; il Paese aveva e ha altri interessi rispetto a quello che fa il Governo. Vi è ancora tempo per fare una spesa espansiva ordinata e finalizzata; vi è ancora tempo per poter dare qualche sollievo alla crisi economica, e non solo per intervenire a posteriori sui suoi effetti, se se ne è capaci, almeno negli ultimi cinque mesi dell'anno, se almeno il Governo cambiasse, oltre che l'assestamento, anche in parte, l'indirizzo fin qui seguito di politica economica e di bilancio.
Si pensi al FAS, Fondo per le aree sottoutilizzate. Si potrebbe utilizzare tutto il fondo straordinario previsto nel bilancio per il sostegno all'economia reale soprattutto per il Meridione d'Italia, senza distogliere 4 miliardi di euro previsti nel fondo strategico, che sono ora distolti a copertura degli interventi a favore delle popolazioni colpite dal terremoto.
Ma questi soldi previsti a sostegno dell'economia reale, signor Viceministro, dove sono? Non se ne vede traccia nell'assestamento. Il fondo - questa è la verità - è semplicemente vuoto, anzi, non esiste. Berlusconi promette altri 5 miliardi al sud: ma dove li trova, se non vi è questo fondo e se nemmeno l'assestamento lo prevede?
Signor Presidente, il fatto è che questo Fondo non è reperibile in alcuna norma, a legislazione vigente, né si prevede nel DPEF, né nell'assestamento. Almeno il Governo scriva nell'assestamento con un emendamento, se ne ha la forza, che il Fondo esiste, e lo doti dei restanti 5 miliardi previsti dalla legge di bilancio. Dovrebbe ammettere che vi sono risorse che possono essere reperite altrove, soprattutto dalla previsione di spesa ordinaria corrente, che è delineata in modo abnorme nell'assestamento semplicemente Pag. 22per mantenere la macchina burocratica dello Stato e dei ministeri. Se lo faceste, sarebbe un piccolo passo avanti per l'economia reale e per le sue sofferenze, cioè delle piccole aziende e dei piccoli esercizi artigianali e commerciali, e naturalmente di tutti i loro dipendenti.
Almeno, emendate la copertura prevista per il terremoto, spostandola sulle spese discrezionali, e ridate così fiato al FAS, da cui vengono prelevate le risorse per l'Abruzzo a danno di tutte le popolazioni meridionali e di tutti i contribuenti italiani e della fiscalità generale, del nord, del centro e del sud del Paese, i cui soldi sono quelli che «ballano» nei bilanci e negli assestamenti di bilancio. Anche per ciò, l'assestamento in esame è pessimo, e merita il nostro voto contrario, a meno di un ravvedimento radicale del Governo e della maggioranza, disposti a riscriverlo, e magari a rinviarlo, se volessero, a settembre, per invertire la tendenza e l'impostazione di fondo della politica economica del Governo, come noi del Partito Democratico proponiamo. Torniamo a investire, senza aspettare l'autunno: è ancora possibile!
In fondo, già non potete sottrarvi alla verità dei numeri e agli effetti della crisi sul bilancio dello Stato. Infatti il Governo oggi con il DPEF, il rendiconto e l'assestamento sposa i numeri dei cosiddetti catastrofisti, come noi, che ammettemmo la crisi diversamente dal Presidente del Consiglio, che ha sempre rifiutato di farlo. Ora scrivete anche voi numeri catastrofisti. Ma avete portato avanti anche una politica di bilancio catastrofica; tuttavia avete ancora il tempo per cambiare, proprio per non compromettere tutto quanto, senza aspettare che arrivi la ripresa e senza pensare che tutto si aggiusti da solo: usate questo tempo! Signor Presidente, anche per il Governo non è mai troppo tardi!
Il Ministro Tremonti ieri ha salutato l'ultimo DPEF: così ha detto, ma non ha detto che quella in esame è la prima legge di assestamento che rompe con la legislazione vigente e che, per la prima volta, adotta la manovra finanziaria con una legge di assestamento: anche questa è una deriva istituzionale che l'Italia non si merita e che va arrestata. Il Partito Democratico, signor Presidente, farà di tutto per arrestarla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare, e pertanto dichiaro chiusa la discussione congiunta sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 2632 e A.C. 2633)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, onorevole Franzoso.

PIETRO FRANZOSO, Relatore. Signor Presidente, rinunzio alla replica.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, onorevoli deputati, sull'assestamento in esame si è incentrato un dibattito per certi versi straordinario rispetto alla portata della normativa.
Innanzitutto si è detto che il Governo avrebbe perso il controllo della spesa, assumendo che la spesa è aumentata e che la variazione del rapporto tra debito e deficit-PIL è preoccupante: come se l'attuale circostanza economica si svolgesse in un periodo assolutamente ordinario e anche i conti pubblici e la finanza pubblica non dovessero risentire della pesante crisi che ha colpito l'intero mondo industrializzato.
Questa, a mio avviso, è una prospettiva che non rende ragione alla realtà e che rischia di essere fuorviante anche per l'osservazione dei conti pubblici e per l'assestamento di quest'anno.
In particolare, mi riferisco all'expertise del Servizio del bilancio della Camera, e dunque a un soggetto neutro rispetto al Governo. Basta esaminare i dati dell'assestamento (per quel che riguarda i saldi di competenza) per verificare come nel rendiconto Pag. 232008 la spesa finale equivalesse a 509 miliardi, mentre nelle previsioni assestate per il 2009 (sempre per quanto riguarda la competenza) essa risulta pari a 507: dunque la spesa non presenta alcun trend di galoppo sfrenato verso il baratro, ma resta sotto controllo.
Si lamenta inoltre che l'assestamento non si limita a rendere conto dell'andamento delle entrate, il che peraltro non poteva non essere in un periodo in cui il PIL è calato. In proposito faccio tra l'altro presente che l'entrata è diminuita proporzionalmente all'andamento del PIL e che la diminuzione più che proporzionale relativa all'IVA - che ovviamente è l'imposta che più ha risentito dell'andamento dell'economia - deriva semplicemente dal fatto che molti consumi si sono spostati da beni per così dire più di lusso a beni più di base, che sono colpiti da un'IVA più bassa o ne sono addirittura esenti. Dicevo che si lamenta che l'assestamento, oltre alla diminuzione delle entrate, riscontra anche un necessario aumento delle spese. Questo è però un fenomeno normale. Esso si è verificato in molti casi: ad esempio, nel 2004 le spese aumentarono di 6 miliardi, nel 2005 di 700 milioni, nel 2006 di 3,6 miliardi, nel 2007 di 3,2 miliardi, nel 2008 di 18 miliardi e 129 milioni di euro. È questa dunque una funzione che l'assestamento ha normalmente, tenendo conto che, per sua natura, esso non ha carattere di legge sostanziale, ma deve in qualche modo registrare l'andamento della spesa e, soprattutto per quanto riguarda la cassa, della massa spendibile.
Ora, noi sappiamo che l'assestamento del 2009 presenta un aumento della spesa per la competenza di circa 4 miliardi e per la cassa complessivamente di circa 14 miliardi. Ciò deriva da due fatti fondamentali. Il primo riguarda la competenza, ossia che - com'è noto - due anni fa la legge finanziaria tagliò la durata dei residui, portandola da sette a tre anni, creando così in qualche modo un meccanismo di debiti per certi aspetti sommersi a cui occorreva fare fronte. Il secondo riguarda invece la cassa, ossia che tradizionalmente l'assestamento ha adeguato le dotazioni alla massa spendibile.
Si dice che non lo si poteva fare: in realtà non è così. Basti infatti considerare che, in tutti gli altri anni, anche quando lo strumento dell'assestamento è stato utilizzato di meno, se non altro, per quanto riguarda la spesa per interessi, che veniva appostata in bilancio per una certa cifra, si provvedeva costantemente ad aumentare la stessa spesa per interessi ove aumentasse il servizio del debito. Ciò significa sostanzialmente che l'assestamento presenta di per sé questo potere di modificare, tenendo conto della massa spendibile, il quantum che si va a spendere nel corso dell'anno.
D'altronde, onorevole Quartiani, lei ha citato l'articolo 17 della legge di contabilità, la legge n. 468 del 1978. Mi permetta, come usano gli avvocati di leggerlo per me stesso. Esso recita, al primo comma: «Entro il mese di giugno (...) il Ministro del tesoro (...) presenta al Parlamento un apposito disegno di legge ai fini dell'assestamento degli stanziamenti di bilancio anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto il 31 dicembre precedente». Dunque, è chiaro che la massa spendibile si riferisce anche ai residui dell'esercizio precedente e che quindi è necessario modificarla. Ma non basta. L'ultimo comma del medesimo articolo recita: «Il Ministro del tesoro è altresì autorizzato ad integrare - integrare! - con propri decreti (...) le dotazioni di cassa in correlazione al trasporto all'esercizio successivo dei titoli di spesa rimasti insoluti alla chiusura dell'esercizio precedente, limitatamente ai capitoli di spesa le cui dotazioni di cassa non presentino, nelle more dell'assestamento di cui al precedente primo comma, sufficienti disponibilità per il pagamento dei titoli trasportati».
Ora, cosa è successo, signor Presidente? È successo semplicemente questo: nel corso dell'anno e degli esercizi precedenti si sono accumulati debiti che derivavano Pag. 24in parte dalla cancellazione dei residui e in parte dal fatto che debiti dello Stato non sono stati pagati.
Orbene, questi debiti sono di carattere liquido ed esigibile ed i creditori avrebbero potuto, o potrebbero ancora, attivare delle procedure per ottenerne giurisdizionalmente il pagamento.
È ovvio allora che, essendo debiti dello Stato ed essendo un titolo esistente, comunque un esborso di denaro pubblico sarebbe stato richiesto, e quindi era logico che le risorse destinate a tale fine venissero poste nel disegno di legge di assestamento senza che ciò crei alcun problema di legittimità, visto che, come mi sono permesso di leggere, l'articolo 17 della legge di contabilità consente questo tipo di manovra.
Certo l'opposizione lamenta il fatto che ci siamo tenuti larghi nei bilanci legislativi dell'assestamento, ma posso dire che non siamo andati fuori da questi binari: abbiamo occupato tutti i binari e magari ci siamo anche un po' sporti dal finestrino, ma lo abbiamo fatto perché riteniamo che questo...

MASSIMO VANNUCCI. Avete deragliato!

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Non abbiamo deragliato, onorevole Vannucci, ci siamo tenuti nei binari della legge di contabilità, cercando di utilizzare tutti gli spazi possibili per far fronte ad un'esigenza dell'economia del nostro Paese, che è quella, in qualche modo, di corrispondere a molti titoli di pagamento che lo Stato ha trascurato nel passato. D'altronde, questa posizione che viene lamentata da parte dell'opposizione, in base alla quale sarebbe stato opportuno spendere un punto percentuale del PIL, ma la cosa non si ritiene più opportuna quando il Governo si decide a farlo, è per certi versi assolutamente incomprensibile.
Un'altra questione è stranamente incomprensibile, o forse è comprensibile se vi si ragiona con un approccio critico.
Normalmente il bon ton parlamentare - o, diciamo, la consuetudine - prevedeva che il disegno di legge del rendiconto dello Stato, quando era relativo ad un periodo elettorale, cioè ad un anno in cui cambiava il Governo, venisse approvato da chi aveva fatto parte della maggioranza precedente, perché in fondo il rendiconto si basava sul bilancio che era stato adottato nell'anno precedente. Per molti anni si è osservata tale consuetudine, che è stata interrotta quest'anno, nel 2009, perché per la prima volta i colleghi dell'opposizione - ieri in Commissione, ma penso che ciò accadrà anche in Aula - hanno deciso di votare contro il rendiconto.
Allora mi sono domandato: è solo una questione di bon ton che viene meno o ci sarà qualcosa di sostanziale?
Credo, signor Presidente, che non sia tanto una questione di bon ton, ma semplicemente il fatto che l'attuale opposizione si vergogna di votare a favore di un rendiconto che ratifica un bilancio che era stato approvato spendendo un punto percentuale del PIL (di cosiddetto «tesoretto») in spese assolutamente inutili che - queste sì - hanno aggravato il bilancio dello Stato assolutamente senza alcun motivo, se non quello di fare una campagna elettorale.
Detto questo - e concludo - credo che questo assestamento, che si muove rigorosamente entro i confini della legge di contabilità, svolga forse per la prima volta una funzione molto utile nei confronti dell'economia del Paese in un momento difficile. Comunque l'alternativa è molto semplice, signor Presidente: se il Parlamento ritiene che il Governo abbia malfatto a varare un assestamento che non viene incontro alle necessità del Paese o che va contra legem, può benissimo non approvarlo; se il Parlamento ritiene invece, come personalmente credo, che il Governo abbia bene operato in questa particolare circostanza, esclusivamente nell'interesse del Paese, sostenga il Governo con il suo voto (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,45).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante Pag. 25procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 12,05 con votazioni.

La seduta, sospesa alle 11,45, è ripresa alle 12,05.

(Esame degli articoli - A.C. 2632)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge recante il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2008.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2632), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toccafondi. Ne ha facoltà.

GABRIELE TOCCAFONDI. Signor Presidente, innanzitutto vorrei sottolineare come il rendiconto fornisce una fotografia della situazione reale del bilancio dello Stato ben più attendibile di quella del bilancio di previsione, e, quindi, costituisce la base essenziale sulla quale poter impostare il nuovo ciclo di programmazione economico-finanziaria. È, dunque, la fotografia di un punto di riferimento di tutto il bilancio dell'Italia. Il rendiconto è, pertanto, un documento contabile che andrebbe assai più valorizzato sul piano parlamentare rispetto alla situazione attuale. In questa prospettiva si inseriscono le novità recentemente introdotte nella struttura di classificazione del bilancio dello Stato, articolato in missioni e programmi.
Si tratta, quindi, di una fotografia, ma di una fotografia della nostra nazione che va aggiornata con nuovi strumenti, e questo Governo e questo Parlamento stanno lavorando in questa direzione. Tale nuova classificazione funzionale del bilancio favorisce anche l'auspicata valorizzazione del ruolo del rendiconto - di cui stiamo esaminando l'articolo 1 - che diventa così una sede privilegiata per la valutazione delle politiche pubbliche e consente di tener conto dei risultati della gestione in vista dei processi di autocorrezione ed effettuazione delle nuove scelte.
Sul rendiconto e, in modo particolare, sull'articolo in questione, spiccano alcuni dati come, per esempio, l'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni, che passa dall'1,5 per cento registrato nel 2007 al 2,7 per cento del 2008, come ha giustamente sottolineato anche il relatore, onorevole Franzoso. Il risultato del 2008, rispetto all'anno precedente, è interamente ascrivibile all'aumento delle spese correnti, la cui incidenza ha raggiunto il 45,5 per cento. Segnalo, poi, sempre nell'articolo che stiamo trattando, che la spesa per gli interessi, cresciuta del 4, 8 per cento rispetto al 2007, ha registrato una netta decelerazione, in virtù anche del repentino calo dei tassi d'interesse intervenuto nell'ultima parte dell'anno. Tuttavia, per effetto della limitata espansione del PIL nominale, il rapporto della spesa per interessi sul prodotto interno lordo è comunque leggermente salito dal 5 per cento del 2007 al 5,1 per cento, così come l'avanzo primario. Faccio presente, infatti, che esso segna un decremento, passando dal 3,5 per cento del PIL del 2007 al 2,4 per cento.
Signor Presidente, termino dicendo che la fotografia della nostra finanza pubblica c'è, c'è la consapevolezza che questa va migliorata, e sicuramente in questo senso va la nuova legge, incardinata proprio qualche giorno fa alla Camera, di modifica Pag. 26della legge di bilancio dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PIERGUIDO VANALLI. Bravo Toccafondi!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO SIMONETTI. Signor Presidente, il disegno di legge sull'assestamento è un passaggio importante di questa fase della legislatura, in quanto reca delle variazioni che il Governo ritiene opportuno adottare in termini di competenza e di cassa in relazione alle previsioni di bilancio.
Insieme al rendiconto, l'assestamento diviene, quindi, un momento importante, in quanto con tale provvedimento riusciamo a stanziare somme relative ai comuni, alle imprese e al rifinanziamento di determinati fondi dello Stato. Riguardo ai fondi, ricordo una riassegnazione al Fondo per la riassegnazione dei residui perenti delle spese correnti in termini di competenza e di cassa per un miliardo di euro; al Fondo per la riassegnazione dei residui perenti delle spese in conto capitale in termini di competenza e di cassa per 4 miliardi di euro; al Fondo di riserva per le autorizzazioni di cassa in termini di sola cassa per 5,5 miliardi di euro.
Fra le variazioni proposte nell'assestamento, voglio ricordare la copertura per l'esclusione dal Patto di stabilità interno dei pagamenti di spese in conto capitale effettuati dagli enti locali virtuosi. È una misura fortemente voluta dalla Lega Nord: riuscire ad allentare la morsa del Patto di stabilità, che toglie possibilità di spesa a tutti gli enti locali virtuosi e riduce la possibilità da parte degli enti di creare un indotto virtuoso in termini di risorse da poter spalmare sul territorio.
Ricordo anche l'aumento del limite massimo di emissione di titoli pubblici stabilito nelle leggi di bilancio: da 23 milioni a 90,1 milioni di euro. Sempre nelle variazioni proposte, si integra la dotazione finanziaria dei fondi, come ho già ricordato in precedenza. Quindi, più risorse al territorio tramite il pagamento dei crediti vantati dalle imprese e più possibilità per i comuni virtuosi di poter eccedere rispetto al Patto di stabilità come da legge vigente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione
(Segue la votazione).

Onorevole Tommaso Foti... onorevole Pugliese... onorevole Barani... onorevole Pes... Ministro Bossi... onorevole Cosentino... onorevole Tassone... l'onorevole Ravetto ha votato... anche l'onorevole De Girolamo ha votato... l'onorevole Pisicchio, ha votato? Aspettiamo l'onorevole Cosentino e l'onorevole Bocchino... onorevole Cesario... hanno votato tutti? Sottosegretario Cosentino, ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 446
Votanti 441
Astenuti 5
Maggioranza 221
Hanno votato
247
Hanno votato
no 194).

Prendo atto che i deputati Fucci, Pugliese, sisto e Bernini Bovicelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, e che i deputati Duilio e D'Antoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che le deputate Ferranti e Samperi hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 2632), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti. Pag. 27
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... onorevole Lo Monte... onorevole Pugliese... onorevole Pes... onorevole Rubinato... il sottosegretario Cosentino ha votato? Il Ministro Bossi ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 446
Votanti 441
Astenuti 5
Maggioranza 221
Hanno votato
248
Hanno votato
no 193).

Prendo atto che i deputati Della Vedova, Sisto, Dima e Fucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che i deputati Duilio e Boccuzzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che le deputate Samperi e Ferranti hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 2632), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Casini... onorevole Delfino... onorevole Dima... è riuscito a votare? Onorevole Pugliese, ha votato? Onorevole Ravetto... l'onorevole Casini ha votato... il Ministro Bossi ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 450
Votanti 445
Astenuti 5
Maggioranza 223
Hanno votato
247
Hanno votato
no 198).

Prendo atto che i deputati Sisto, Fucci e Distaso hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che le deputate Samperi e Ferranti hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere il voto.
Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 2632), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Mazzuca... onorevole Leo... onorevole Pugliese... onorevole Paolini... onorevole Boccuzzi... onorevole Vico... onorevole Angeli... onorevole Alessandri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 450
Votanti 445
Astenuti 5
Maggioranza 223
Hanno votato
247
Hanno votato
no 198).

Prendo atto che i deputati Fucci e Distaso hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che le deputate Samperi e Ferranti hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A - A.C. 2632), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Sbrollini... onorevole Scilipoti... onorevole Lo Monte... onorevole Pugliese... onorevole Mazzuca... onorevole Gava... onorevole Vaccaro... Pag. 28
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 453
Votanti 448
Astenuti 5
Maggioranza 225
Hanno votato
250
Hanno votato
no 198).

Prendo atto che le deputate Samperi e Ferranti hanno segnalato che non sono riuscite a a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 6, con il relativo allegato n. 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 2632), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, con il relativo allegato n. 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Melandri... onorevole Scilipoti... onorevole De Micheli... onorevole Codurelli... onorevole Boccuzzi... onorevole Mazzuca... onorevole Palumbo... onorevole Pugliese...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 453
Votanti 448
Astenuti 5
Maggioranza 225
Hanno votato
249
Hanno votato
no 199).

Prendo atto che le deputate Samperi e Ferranti hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A - A.C. 2632), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti... onorevole Moles... onorevole Zorzato... onorevole Casinelli... onorevole Benamati... onorevole Centemero...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 453
Votanti 448
Astenuti 5
Maggioranza 225
Hanno votato
248
Hanno votato
no 200).

Prendo atto che il deputato Rosso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che le deputate Samperi e Ferranti hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A - A.C. 2632), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Mazzuca... onorevole Pugliese... onorevole Scilipoti... onorevole Ceroni... onorevole Traversa... onorevole Lovelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 456
Votanti 451
Astenuti 5
Maggioranza 226
Hanno votato
251
Hanno votato
no 200).

Prendo atto che il deputato Rosso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che le deputate Samperi e Ferranti hanno segnalato che non sono riuscite a votare. Pag. 29
Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A - A.C. 2632), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti... onorevole Mazzuca... onorevole Rampelli... onorevole Leo... onorevole Pugliese... onorevole Misiani... onorevole De Micheli... onorevole Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 457
Votanti 452
Astenuti 5
Maggioranza 227
Hanno votato
251
Hanno votato
no 201).

Prendo atto che le deputate Samperi e Ferranti hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A - A.C. 2632), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti... onorevole Boccuzzi... onorevole Luciano Rossi... onorevole Leo... onorevole Simeoni... onorevole Leone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 454
Votanti 449
Astenuti 5
Maggioranza 225
Hanno votato
249
Hanno votato
no 200).

Prendo atto che i deputati Alessandri e Porcu hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che le deputate Ferranti e Samperi hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A - A.C. 2632), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Patarino... onorevole Moles... onorevole Pugliese... onorevole Boccuzzi... onorevole Damiano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 455
Votanti 450
Astenuti 5
Maggioranza 226
Hanno votato
251
Hanno votato
no 199).

Prendo atto che le deputate Samperi e Ferranti hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A - A.C. 2632), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ravetto... onorevole Barani... onorevole De Girolamo... onorevole Granata ... onorevole Siragusa ... onorevole Boccuzzi...

Pag. 30

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 454
Votanti 449
Astenuti 5
Maggioranza 225
Hanno votato
251
Hanno votato
no 198).

Prendo atto che il deputato Marantelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che le deputate Ferranti e Samperi hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 13 (Vedi l'allegato A - A.C. 2632), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Romani... onorevole Mazzuca... onorevole Barani... onorevole Traversa... onorevole Valentini... onorevole Lo Monte... onorevole Leo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 458
Votanti 453
Astenuti 5
Maggioranza 227
Hanno votato
252
Hanno votato
no 201).

Prendo atto che il deputato Bosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che le deputate Samperi e Ferranti hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A - A.C. 2632), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Valentini ... onorevole Siragusa ... onorevole Mazzuca... onorevole Luciano Rossi... onorevole Barani... onorevole Pelino... onorevole Pugliese... onorevole Cesaro... onorevole Damiano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 460
Votanti 455
Astenuti 5
Maggioranza 228
Hanno votato
252
Hanno votato
no 203).

Prendo atto che le deputate Ferranti e Samperi hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A - A.C. 2632), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Valentini... onorevole Mazzuca... onorevole Granata... onorevole Damiano... onorevole Palumbo... onorevole Ravetto... onorevole Del Tenno... onorevole De Girolamo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 458
Votanti 453
Astenuti 5
Maggioranza 227
Hanno votato
250
Hanno votato
no 203).

Prendo atto che le deputate Ferranti e Samperi hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 16 (Vedi l'allegato A - A.C. 2632), al quale non sono state presentate proposte emendative. Pag. 31
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, onorevole Pugliese, onorevole Volpi, onorevole Formisano.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 458
Votanti 453
Astenuti 5
Maggioranza 227
Hanno votato
250
Hanno votato
no 203).

Prendo atto che le deputate Samperi e Ferranti hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 17 (Vedi l'allegato A - A.C. 2632), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Marinello, non vota? Sì, vota. Onorevole Moles, onorevole Barani, onorevole Cesaro, onorevoli Damiano e Lazzari, onorevole Agostini, onorevole Valducci. Ha votato l'onorevole Lazzari? Perfetto, anche l'onorevole Agostini ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 463
Votanti 458
Astenuti 5
Maggioranza 230
Hanno votato
254
Hanno votato
no 204).

Prendo atto che le deputate Samperi e Ferranti hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Passiamo all'esame dell'articolo 18 (Vedi l'allegato A - A.C. 2632), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Barani, onorevoli Granata e Leo, onorevole Valentini. Onorevole Agostini, provi! Perfetto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 461
Votanti 456
Astenuti 5
Maggioranza 229
Hanno votato
253
Hanno votato
no 203).

Prendo atto che le deputate Ferranti e Samperi hanno segnalato che non sono riuscite a votare.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2632)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, le anticipo da subito che la dichiarazione di voto che svolgerò varrà per entrambi i provvedimenti, quindi sia sul rendiconto, sia sull'assestamento.
Inizio subito, dicendo che lezioni di galateo istituzionale, come ha tentato di fare nella sua replica il viceministro Vegas, non intendiamo assolutamente riceverne, così come affermazioni del tipo: «vergognatevi», per il fatto di non approvare un rendiconto su un esercizio finanziario che voi avete completamente stravolto, non ci Pag. 32mette assolutamente in imbarazzo, signor viceministro, anzi, come lei ha potuto notare, lo facciamo convintamente.
Piuttosto, la vergogna dovrebbe coprire voi che, da una parte, emanate degli atti e, un minuto prima che diventino ufficiali e che vengano approvati da entrambi i rami del Parlamento, dichiarate di volerli correggere. Salite sul più alto Colle, assumendo degli impegni con il Presidente della Repubblica e poi scendete dal medesimo e comunicate, con un'agenzia di stampa, che - siamo alla farsa - tra una settimana o tra un mese adotterete questo provvedimento correttivo. Quindi, avete degli impegni con il Presidente della Repubblica che non volete mantenere.
Veniamo al dunque. Perché votiamo contro il rendiconto? Perché questo Governo, il Governo Berlusconi ha ereditato, nel momento del concambio, cioè quando c'è stato l'insediamento di questo Governo, una situazione assolutamente positiva, sotto ogni aspetto, lo ripeto, sotto ogni aspetto. A certificarlo è stata l'Unione europea, la quale, alla vigilia del vostro insediamento, ha revocato la procedura di infrazione, perché il Governo Prodi aveva messo in ordine tutti i conti. Questa è la verità, può piacervi o «no», ma questa è la verità (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Basta saper guardare dentro le cose e vi accorgerete che c'era un deficit in calo, c'era un debito in forte ridimensionamento, c'era un avanzo primario che, al 31 dicembre 2007, era al 3,5 per cento e voi lo avete portato al 2,4. Vergognatevi, ecco perché non abbiamo imbarazzo (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!
Perché questi dati? Nel momento in cui siete assurti al Governo di questo Paese, avete pensato bene non di continuare l'opera di risanamento per la quale vi siete impegnati, ma avete adottato immediatamente un decreto-legge, il n. 112 del 2008, con il quale, da una parte, facevate regali agli evasori fiscali, eliminando tutta una serie di provvedimenti che andavano nella direzione di cogliere con le mani nel sacco gli evasori per fare loro un regalo.
Avete, inoltre, fatto un regalo ancora più grande ai ricchi di questo Paese, togliendo totalmente l'imposta comunale sugli immobili sui grandi patrimoni immobiliari, quando invece la povera gente già non pagava più tale imposta, proprio perché il Governo Prodi aveva pensato bene di abrogarla. Che cosa avete immediatamente fatto? Quando stava precipitando la crisi economica, anziché guardare dentro quello che stava capitando, il mago Tremonti dichiarava: «Ho visto giusto, so dove stiamo andando». Bene, ma se hai visto giusto e se vedevi dove stava andando l'economia mondiale, avresti dovuto assumere altri provvedimenti, non come quello che avete fatto di semplificazione che altro non era che dare una mano agli evasori.
Dovevate sostanzialmente intervenire a sostegno del lavoro e delle imprese e invece avete pensato bene di defiscalizzare gli straordinari, quando ore di straordinario non se ne facevano più, quando si perdevano posti di lavoro; avete introdotto una tassa sui prodotti petroliferi e sulle banche, guarda caso quando le banche incominciavano a soffrire. Insomma, non ne avete azzeccata una! Ecco perché i risultati a fine esercizio sono quelli che voi stessi avete scritto: il deficit ha ripreso a correre, l'avanzo primario si sta azzerando, anzi addirittura - questo lo evinciamo dall'assestamento - siamo sotto il disavanzo.
Lo voglio ancora ricordare una volta, perché ve lo mettiate nella testa: nel 1998 il cancelliere federale Helmut Kohl si è trovato di fronte a due grandi italiani, Romano Prodi e Carlo Azeglio Ciampi, e ha fatto loro l'esame di ammissione alla moneta unica. Ha detto: sì, vi do il via libera perché voi siete persone per bene e questo lo evinco dall'avanzo primario che voi avete di nuovo fatto crescere.
Invece, voi adesso lo avete azzerato.
Avete pensato bene di provvedere immediatamente, dopo aver fatto regali ai ricchi, di togliere ai poveri, togliendo ai comuni risorse indispensabili per fronteggiare Pag. 33le esigenze che i sindaci avevano, nel momento in cui la crisi sociale ed economica stava mordendo pesantemente. Avete tagliato risorse alla sanità, all'istruzione, alla ricerca scientifica. Avete tagliato risorse alle forze dell'ordine e questo semplicemente per giustificare quello che immediatamente avevate in progetto, cioè togliere risorse non per dare più sicurezza, ma meno sicurezza, per consentire immediatamente dopo di fare le ronde, di consentire la realizzazione di ronde fasciste, verdi e azzurre! Questo è il risultato che avete ottenuto e con meno garanzia!
Quindi, concludo, signor Presidente. I conti sono davvero precipitati, i consumi degli italiani sono crollati e si va ad acquistare negli hard discount, là dove ci sono prodotti di minore qualità. La povertà è in crescita, questo Paese è alla deriva sociale ed economica. Gli investimenti delle famiglie e delle imprese sono crollati, le spese primarie sono aumentate a dismisura, ma non per gli ammortizzatori sociali, né per investimenti alle imprese, ma semplicemente perché avete scialacquato risorse in migliaia di flussi inutili e perdenti.
L'avanzo primario, come dicevo prima, è diventato disavanzo primario e ciò, se sono ancora sempre vere le parole di Helmut Kohl, certifica la vostra inaffidabilità.
Il ricorso al mercato ha ripreso alla grande perché non vi sono più risorse. Andate a chiedere risorse al sistema bancario e creditizio. La vostra testardaggine ha fatto sì che abbiate risposto picche ad ogni nostra sollecitazione, ad ogni nostra indicazione. Avete fatto scippo del fondo per le aree sottoutilizzate, destinandolo a mille rivoli, come ha dimostrato molto bene nel suo intervento nella discussione sulle linee generali il collega Borghesi.
La Corte dei conti ha certificato il vostro fallimento, e voi cosa avete pensato bene di fare? Di mettere la mordacchia alla Corte dei conti con il decreto anticrisi, uno dei temi sul quale il Presidente della Repubblica vi ha richiamato all'ordine. Non accettate coloro che hanno il coraggio di dire come stanno le cose, non volete la verità, volete una verità che vi fa comodo; non volete la democrazia, volete il regime.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

RENATO CAMBURSANO. Il Presidente del Consiglio invita gli italiani a spendere, ad andare in vacanza. Ma con quali risorse? Con quali soldi, i suoi? Vede rosa dappertutto, e ci credo, dalle Escort Ford all'Italia che non c'è. Invece, ci attende un autunno nero dal punto di vista economico, sociale e morale, il Paese soffrirà davvero le pene dell'inferno. Sarà la fine di questa politica, sarà la fine del berlusconismo. Lascerete solo macerie, macerie finanziarie, macerie sociali, macerie morali e uno scontro tra nord e sud (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Al fine di informare i colleghi sull'andamento dei nostri lavori, ricordo che, dopo le dichiarazioni di voto sul disegno di legge di rendiconto, avrà luogo il voto finale dello stesso. Quindi, si svolgeranno le votazioni degli articoli e degli emendamenti riferiti al disegno di legge per l'assestamento e, a seguire, dopo l'esame degli ordini del giorno, previe dichiarazioni di voto, il voto finale del medesimo. Il tutto dovrebbe concludersi entro la mattinata.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, tranquillizzo i colleghi, non occuperò neanche la metà del tempo che avrei a disposizione. Le dichiarazioni in sede di replica del sottosegretario Vegas non ci hanno convinto, anzi ci hanno confortato ancora una volta del fatto che il provvedimento al nostro esame è al di fuori della legislazione contabile del nostro Paese. Non stiamo facendo una manovra di assestamento, ma stiamo facendo una vera e propria manovra correttiva che, per gli importi che mette in gioco, vale quanto una finanziaria.
Spiego brevemente cosa stiamo facendo: stiamo aumentando le spese con l'assestamento, e non copriamo queste Pag. 34spese né con maggiori né con nuove entrate, ma indebitiamo di più questo Paese. È esattamente quello che un buon amministratore non deve fare. Non si pensa alle generazioni future ma al consenso elettorale immediato. Basta questo per dichiarare il nostro voto contrario al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Montagnoli. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Signor Presidente, dopo il primo esperimento del 2007 oggi per la prima volta esaminiamo il disegno di legge sul rendiconto consuntivo del bilancio dello Stato per il 2008 mediante la nuova classificazione articolata su due livelli di aggregati, missioni e programmi, che rendono più comprensibili e trasparenti gli obiettivi che il Governo intende raggiungere, utilizzando le risorse finanziarie del bilancio dello Stato.
Il processo di adeguamento della contabilità pubblica è necessario anche per coordinare in futuro la gestione delle risorse della pubblica amministrazione con le nuove norme attese sul federalismo fiscale.
Ad un esame del rendiconto del 2008, si evidenzia la differenza tra i dati revisionali e quelli consuntivi di gestione di competenza delle entrate e delle spese.
Il 2008, come rilevato dalla Corte dei conti, è stato un anno travagliato rispetto al 2007 a causa della forte recessione internazionale; sembra che solo le opposizioni non si accorgano di quella che è la più grave crisi dal 1929 ad oggi.
Nonostante il contesto negativo, si rileva che l'aumento delle spese complessive pari al 2,4 per cento rispetto a quelle iniziali, è dovuto soprattutto alla restituzione e rimborso di imposte dirette, ai maggiori trasferimenti alle amministrazioni regionali e locali, nonché all'aumento degli interessi passivi. Al contempo, si registra la flessione dei consumi intermedi.
Il totale delle entrate, di 720 miliardi di euro, e delle spese, di 711 miliardi, ci fa riflettere. Se qualcosa bisogna dire di questi anni, in cui si stanno tenendo a freno le spese degli enti locali con i vincoli del Patto di stabilità, così non si può dire per lo Stato. È evidente che tutti devono fare la loro parte nel risanamento della spesa pubblica, ma bisogna anche tenere conto di chi rispetta le regole e chi «no». Pertanto, una scelta importante deve essere fatta sulla virtuosità dei vari livelli di Governo.
L'incidenza delle spese sul PIL si è attestata al 47,6 per cento, un'incidenza sicuramente da ridurre; infatti, il Governo è già intervenuto con tagli alle spese nel corso di quest'anno. Ritengo che molto si possa ancora fare sulla spesa corrente, nella riduzione di varie spese nei vari organi dello Stato. La riforma dell'informatizzazione del Ministro Brunetta, e soprattutto l'attività del Ministro Calderoli nella semplificazione amministrativa, porteranno ad una consistente riduzione dei costi. Altrettanto importante è l'attività che il Ministro dell'interno sta conducendo nella lotta alla criminalità: i beni confiscati nel 2008 sono arrivati a 4 miliardi di euro, mentre quando c'eravate voi erano meno di un terzo e questi sono risultati del nostro Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
È stato comunque rispettato il limite del saldo netto da finanziare fissato nella legge finanziaria per il 2008. Si evidenzia la riduzione dell'avanzo primario in 41.876 milioni di euro a fronte dei 77 del 2007. Tale dato rende ancora più apprezzabile lo sforzo del Governo Berlusconi che, con l'acuirsi della crisi nel corso del 2009, è riuscito a liberare risorse a sostegno delle imprese, delle famiglie, di chi è in difficoltà, di chi perde il posto di lavoro, senza aumentare la pressione fiscale e con ridotte disponibilità finanziarie. Voi, invece, avete sempre aumentato la pressione fiscale, noi non l'abbiamo toccata, questo era un impegno preciso assunto in campagna elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Se andiamo poi a considerare la spesa dei vari Ministeri, con riferimento ad alcuni, come il Ministero del lavoro, della Pag. 35salute e delle politiche sociali, si è passati dai 72 miliardi del 2006 ai 57 del 2007, ai 79 del 2008; così anche nel Ministero dell'interno, dai 27,9 del 2006 e 26 del 2007 si è passati ai 28,8 nel 2008; quindi, anche nel nostro Ministero, quello del Ministro Maroni le spese sono aumentate. Infine, faccio riferimento al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (ho considerato questi tre Dicasteri perché sono importantissimi soprattutto dal punto di vista sociale): si è passati dai 57 del 2006, ai 43 del 2007, ai 58 del 2008. In questi tre Ministeri, come negli altri, le spese sono aumentate, per cui non è assolutamente vero che il Governo ha effettuato dei tagli.
Un'importante parte del bilancio è ascrivibile ai residui che riportano un disavanzo di 302 milioni di euro; il livello è ancora considerevole, specialmente per quelli passivi, per cause sia di natura legislativa che amministrativo-contabile, tra cui le somme destinate al pagamento di rate dei mutui, inutilizzazione di risorse, in particolare, nell'edilizia sanitaria pubblica, nella realizzazione di opere infrastrutturali relative ai porti e ai fondi per il risanamento ambientale. Ritengo che sia fondamentale una gestione corretta dei residui, soprattutto in questi difficili momenti per le casse dello Stato.
Un accenno importante è anche quello al dato dell'evasione fiscale, per contrastare quanto di falso voi state dicendo. Gli incassi erariali da attività di accertamento e controllo nel 2008 sono stati pari a 5,6 miliardi con un incremento dell'8 per cento rispetto al 2007 e ciò quando voi amministravate il Paese. Questa è un'attività che sta realizzando il Governo di centrodestra e ciò, contrariamente a quanto state dicendo da un anno a questa parte, è un segno importante dell'attività di Governo. Bisogna proseguire su questa strada, accelerare il processo e renderlo più snello con una verifica soprattutto in quelle aree e in quei settori in cui sembra chiara una non corretta applicazione delle norme fiscale, quindi specialmente in quelle sei regioni d'Italia: Campania, Puglia, Sardegna, Basilicata, Calabria e Molise, in cui i consumi superano di gran lunga i redditi che in media i cittadini comunicano al fisco. Anche in questo caso, la delibera del federalismo darà una mano a risolvere una piaga che conta il 16 per cento del PIL.
Fa specie sentire l'opposizione parlare di gestione corretta del precedente Governo che ha beneficiato di una situazione economica positiva e non ha mai fatto nulla per tagliare la spesa pubblica.
Anzi, esso si è reso responsabile di buchi di parecchi miliardi di euro come ad esempio nella sanità, invece di provvedere (come sta facendo l'attuale Governo) ad effettuare dei corretti piani di rientro. Avete bloccato completamente le opere pubbliche ed oggi con fatica si stanno rimettendo in piedi i cantieri che metteranno il nostro Paese alla pari degli altri Paesi europei. Su questo aspetto invito il Governo di accelerare la realizzazione delle infrastrutture, o la verifica dei tempi e dei costi dei fondi non utilizzati.
L'aumento dello stock del debito pubblico, pari a 63,6 miliardi di euro e dovuto in particolare all'aumento del fabbisogno (48 miliardi di euro), è un dato preoccupante. Siamo certi che il nuovo assetto federalista dello Stato contribuirà alla riduzione progressiva del debito, obiettivo che si è assunto il Governo nel DPEF per gli anni 2010-2013.
L'unico è il federalismo che farà la differenza in questo Paese dove ci saranno amministrazioni responsabili, e non come le vostre e come la gestione Veltroni o Rutelli che noi abbiamo pagato con 500 milioni di euro. Non la vostra gestione dei rifiuti di Napoli che noi abbiamo risolto mettendoci soldi e il sostegno straordinario per i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Così faremo anche per le risorse del Sud chiedendo un impegno affinché i soldi vengano spesi in modo corretto.
In conclusione, confermo il voto favorevole del gruppo della Lega Nord Padania al rendiconto 2008, con la speranza che le nuove riforme (come il codice dell'autonomia) faranno finalmente cambiare la forma di questo rendiconto del bilancio Pag. 36dello Stato a favore dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ventura. Ne ha facoltà.

MICHELE VENTURA. Signor Presidente, vorrei prima di tutto rispondere ad un'affermazione del Viceministro, onorevole Vegas, il quale ha affermato che noi ci dovremmo vergognare per il voto contrario che ci apprestiamo a dare sul rendiconto.
Onorevole Vegas, non so di cosa ci dobbiamo vergognare. Se dobbiamo usare questa espressione e se qualcuno si deve vergognare, si deve vergognare un Governo che ci porta provvedimenti incompleti e che vengono corretti attraverso conferenze stampa dopo ventiquattr'ore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi, infatti, ci troviamo esattamente in questa situazione.
Se vogliamo andare nel merito del rendiconto, voi avete stravolto il rendiconto e le previsioni sul 2008 immediatamente dopo l'insediamento del Governo. A tal proposito si ricordi il decreto-legge sull'ICI e la mancata verifica nel giugno per quella clausola che nella finanziaria era prevista e che poteva portare ad un aumento del reddito per i lavoratori e per i pensionati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Questo è ciò che ci porta ad esprimere il voto contrario.
Onorevole Vegas, sono d'accordo con quanto affermato dai colleghi del mio gruppo, che hanno parlato prima, e con l'onorevole Galletti. Noi ci troviamo di fronte a cifre che dimostrano in realtà una situazione estremamente grave. Voi avete diminuito - e lo si evince dalla lettura dei dati - gli stanziamenti per il conto capitale per gli investimenti e c'è una esplosione della spesa corrente primaria delle pubbliche amministrazioni pari al 4,9 per cento (si parla di 38 miliardi di euro).
In sostanza voi fate un'operazione che è una manovra tra rendiconto e assestamento e non avete avuto il coraggio, proprio per i tempi ristretti che il rendiconto e l'assestamento comportano, di portare in Parlamento una manovra vera e propria: voi avete agito su una manovra.
Avete chiesto un aumento del limite massimo di emissione dei titoli pubblici da 23 miliardi di euro a 90 miliardi di euro. Il che ci dice della precarietà e della gravità della situazione. Il risparmio pubblico peggiora di 32 miliardi di euro. Noi non neghiamo ovviamente che ci sia un elemento legato anche alla crisi internazionale, ma siamo in presenza del riemergere di una vecchia cultura che non porta ad un contrasto efficace nella lotta all'evasione e all'elusione fiscale perché questa è stata una delle componenti storiche sulle quali si è basato il sistema della nostra competitività. Noi non possiamo essere d'accordo su ciò.
Vi vorrei porre una domanda, colleghi, visto che ci criticate tanto facilmente: perché potete ancora prevedere l'emissione di titoli pubblici di questa portata? Perché, nonostante tutto, l'Italia regge, perché è avvenuto qualcosa, durante un Governo di centrosinistra, che voi in quel momento avete contrastato, ossia lo sforzo che il Governo di centrosinistra chiese agli italiani per entrare nell'euro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che è la nostra ancora di salvezza, senza la quale noi avremmo conti allo sbando e una situazione del Paese che non sarebbe sicuramente in grado di tenere.
Noi vi vogliamo fare un'altra osservazione: voi fate una manovra di un punto - lo ha detto il collega Quartiani - per coprire la spesa corrente. Noi vi avevamo chiesto un punto di PIL per politiche di sviluppo e sostegno ai lavoratori e ai pensionati, ma avete risposto di «no» e non siete stati in grado di tenere la spesa corrente sotto controllo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Ieri, il Viceministro Vegas ci ha detto che, in realtà, ciò era dovuto all'aumento della spesa sanitaria, ma è stato giustamente ricordato che la spesa sanitaria è un trasferimento diretto e automatico dallo Stato alle regioni e non c'entra niente con l'andamento dell'aumento della Pag. 37spesa corrente primaria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Infine, su questa parte di rendiconto e assestamento, vorrei chiamarvi anche ad una riflessione: voi ci avete lungamente criticato e voi siete tornati ai tagli lineari. Colleghi, i tagli lineari non funzionano: voi siete voluti tornare ad essi per rifinanziare poste di bilancio, che noi avevamo detto fin dall'inizio che non avrebbero tenuto, perché avrebbero messo in crisi punti fondamentali dell'attività dello Stato.
Vorrei, però, richiamarvi su una questione: sono andato a vedere i settori dove avete colpito e non capisco una cosa: voi ce l'avete in particolare con l'arte e la cultura, e ci si chiede il perché. Sono un superfluo? Si sostengono quando i soldi avanzano? Approfittate della rotonda bonomia del Ministro Bondi? Berlusconi dice che darà 60 milioni al Fondo unico per lo spettacolo, ma è stata necessaria la minaccia che non si sarebbe tenuto il Festival internazionale del cinema di Venezia.
Un Paese che non ha chiaro che deve investire in cultura, in ricerca, sul grande patrimonio artistico, un Paese come l'Italia che non ha questa consapevolezza, è destinato a non andare molto lontano e noi, colleghi, vorremmo richiamarvi su questo.
L'ultimo richiamo a proposito del sapere riguarda ciò che avete combinato al Ministero dell'istruzione. Avete tagliato per supplenze oltre 500 milioni di euro per questi quattro mesi e per il prossimo anno e avete bloccato le risorse per l'immissione di ricercatori nell'università per tutto il 2010. Le speranze dei nostri giovani come possono concretizzarsi quando non c'è la sensibilità minima di dare uno sbocco in questa direzione?
Ma la perla - mi rivolgo a tutti i colleghi del Parlamento, non solo a quelli del Mezzogiorno - è il preannunciato provvedimento per il sud previsto per la giornata di domani.
Quando ho visto un'agenzia ieri e ho letto che il Governo si stava orientando verso una fiscalità di vantaggio, ho pensato a un sogno, ma è quello che avete smantellato e che noi vi avevamo lasciato. Avete smantellato il credito di imposta, l'incentivazione automatica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Avete eliminato quella formidabile leva che avevamo individuato per le politiche di sviluppo nell'Italia meridionale. Si potrebbero fare molti esempi, onorevoli colleghi, ne abbiamo fatti nel corso di tutte queste giornate.
Vorrei, e mio avvio alla conclusione, signor Presidente, richiamare però un punto: una classe dirigente deve stare un passo avanti al cosiddetto senso comune della società; una classe dirigente deve sapere che non può assistere inerte a questi localismi che riesplodono; una classe dirigente deve sapere interpretare le esigenze fondamentali del Paese.
Vorrei rivolgere un invito, e con questo concludo, signor Presidente, all'onorevole Cicchitto. Ieri ho ascoltato la dichiarazione di voto dell'onorevole Simonetti per la Lega, che, rispondendo al collega Tabacci a proposito dell'unità nazionale, si è chiesto: chi la paga questa unità nazionale? Lo ripeto - ha aggiunto - il problema è chi la paga.
Onorevole Cicchitto, mi rivolgo a lei, perché proviene da un partito storico, il cui ultimo leader, l'onorevole Bettino Craxi...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MICHELE VENTURA. ...credo non solo per folklore, raccoglieva cimeli garibaldini, per indicare una delle personalità che avevano contribuito all'unità di questo Paese. Lo ricordi ai colleghi della Lega: l'unità nazionale non ha un prezzo, ma un valore in assoluto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Traversa. Ne ha facoltà.

MICHELE TRAVERSA. Signor Presidente, il disegno di legge di rendiconto fotografa fedelmente la situazione reale del bilancio dello Stato e, con riferimento Pag. 38al 2008, evidenzia il peggioramento del quadro macroeconomico determinatosi nell'ultima parte dell'anno, che si è inevitabilmente riflesso sull'andamento dei conti pubblici.
In particolare, l'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni è passato dall'1,5 per cento del 2007 al 2,7 per cento del 2008. La spesa per interessi è cresciuta del 4,8 per cento rispetto al 2007 e l'avanzo primario è passato dal 3,5 per cento del PIL del 2007 al 2,4 per cento.
Una buona notizia riguarda, invece, i residui passivi di nuova formazione, per i quali si registra una riduzione di oltre 1,7 miliardi di euro, da attribuire sia al volume degli impegni sia all'incremento dei pagamenti in conto competenza.
I residui di nuova formazione ammontano, quindi, al 7,9 per cento del volume complessivo degli impegni, facendo segnare una percentuale inferiore a quella registrata nel precedente esercizio.
Invece, il disegno di legge di assestamento è di norma un provvedimento che si limita a prevedere limitate proposte di adeguamento e delle variazioni di bilancio in termini di competenza e di cassa, in relazione all'andamento della gestione e ad eventuali situazioni impreviste verificatesi successivamente all'approvazione del bilancio di previsione.
Quest'anno, tuttavia, l'assestamento assume una rilevanza del tutto particolare a motivo della virulenza della crisi economica e finanziaria in atto, che ha raggiunto il suo culmine proprio nel primo trimestre del 2009, condizionando in maniera fortemente negativa le previsioni di bilancio.
L'assestamento deve così, in primo luogo, registrare il negativo andamento delle entrate, connesso a una significativa contrazione del prodotto interno lordo. Ne consegue una variazione in aumento del saldo netto da finanziare, nonché un peggioramento del risparmio pubblico e un andamento anch'esso negativo del saldo primario.
I dati che ho ora menzionato non sono, con tutta evidenza, il risultato di scelte politiche compiute dal Governo né la conseguenza dell'azione amministrativa, ma appaiono come le inevitabili ripercussioni sui conti pubblici di una crisi economica e finanziaria che ha improvvisamente mutato le prospettive di crescita dell'economia internazionale, determinando un peggioramento di tutti gli indicatori.
Va, tuttavia, sottolineato come il Governo abbia colto l'occasione rappresentata dall'assestamento per dare un impulso positivo al sistema economico, e in particolare al sistema delle imprese, proponendo aumenti delle autorizzazioni di cassa per oltre 14 miliardi di euro, nonché un incremento del Fondo per le riassegnazioni dei residui perenti delle spese correnti in termini di competenza e di cassa per un miliardo di euro, e un incremento del Fondo per la riassegnazione dei residui perenti delle spese in conto capitale in termini di competenza e di cassa nella misura di 4 miliardi di euro.
Le risorse in essere in tal modo disponibili con le modalità proprie della legge di assestamento consentiranno di accelerare lo smaltimento dei crediti maturati nei confronti delle amministrazioni, e di procedere al pagamento dei crediti vantati dalle imprese e rimasti inevasi nel 2008 a causa dell'esiguità delle risorse disponibili.
Ricordo che in seguito all'emendamento approvato dalla Camera al decreto-legge n. 78 del 2009, anche gli enti locali potranno beneficiare in quota parte di tali risorse nella misura di oltre 2 miliardi di euro, procedendo in deroga al Patto di stabilità interno a pagamenti per spese in conto capitale corrispondenti al 4 per cento dell'ammontare complessivo dei residui passivi iscritti al bilancio.
Nel sottolineare, quindi, che il Governo ha colto anche l'occasione rappresentata dall'assestamento per incentivare la ripresa economica, e in particolare per dare sostegno al sistema delle imprese, dichiaro convinto il voto favorevole del gruppo Popolo della libertà sul disegno di legge di assestamento oggi all'esame dell'Assemblea.
Dichiaro, inoltre, convinto voto favorevole del gruppo Popolo della libertà anche sul disegno di legge recante il rendiconto per l'esercizio finanziario 2008 che, pur Pag. 39registrando gli effetti sul bilancio dello Stato della crisi economica, mostra tuttavia anche i positivi risultati raggiunti dal Governo nei primi mesi della sua azione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2632)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2632, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Traversa, onorevole Leo, onorevole Barani. L'abbiamo vista, onorevole Barani. Onorevole Pugliese, onorevole Boccuzzi. Provi, onorevole Boccuzzi, che adesso funziona, vede? Onorevole Vico? L'onorevole Vico ha votato. Tutti hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 1645 - «Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2008» (Approvato dal Senato) (2632):

Presenti 450
Votanti 447
Astenuti 3
Maggioranza 224
Hanno votato 247
Hanno votato no 200
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Prendo atto che i deputati Ferranti, Razzi e Rigoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Berardi ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi.

(Esame degli articoli - A.C. 2633)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2009.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 2633).

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2633)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1, con le annesse tabelle, e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2633).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

PIETRO FRANZOSO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Garavini Tab. 6.1, Porta Tab. 6.3, Narducci Tab. 6.2, Di Biagio Tab. 6.10 e Fedi Tab. 6.4.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, invitando l'onorevole Di Biagio a trasfondere in un ordine del giorno il contenuto del suo emendamento Tab. 6.10, sulla scorta della considerazione che quest'anno, per la prima volta da molti anni, si approverà l'assestamento prima delle ferie estive, e ciò consentirà ai creditori dello Stato di avere la liquidità necessaria per poter mandare avanti le loro attività.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Garavini Tab. 6.1. Pag. 40
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavini. Ne ha facoltà.

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, desidero illustrare brevemente questo emendamento, soprattutto per invitare i colleghi della maggioranza a votare in favore. Con questo emendamento, in qualità di deputati del Partito Democratico eletti all'estero, chiediamo di ripristinare la somma di 9 milioni di euro, che per il bilancio dello Stato è irrisoria, ma che per le comunità italiane e per la proiezione all'estero del nostro Paese può invece determinare un riscontro estremamente positivo.
Con la legge finanziaria si è operato un taglio delle risorse per gli italiani all'estero di oltre il 50 per cento, che ha interessato soprattutto i corsi di lingua e cultura italiana, che spesso vengono offerti da istituzioni scolastiche straniere: dunque, gli investimenti da parte dello Stato italiano sono irrisori, poiché essi si affiancano alle risorse dei Paesi nei quali i corsi sono offerti. Se non vi fosse più questa copertura da parte del nostro Paese, ci troveremmo in una situazione di grande imbarazzo: infatti, gli enti e le scuole, che, pur di fronte a tagli così consistenti subiti nel bel mezzo dell'anno scolastico, per la prima parte dell'anno hanno garantito il normale svolgimento dei corsi di lingua e cultura italiana, si vedrebbero nella seconda metà dell'anno completamente impossibilitati a riaprirli.
Dunque - come dicevo - da un lato si rischia di creare una situazione di grande imbarazzo, che attiene proprio al nostro essere italiani all'estero, nei confronti delle autorità scolastiche che investono sulla possibilità di offrire tali corsi. Dall'altro lato, non dobbiamo dimenticare che i nostri connazionali, nella misura in cui possono far apprendere la lingua italiana ai propri figli, rappresentano - e potrebbero rappresentare ancor più di quanto già oggi non sia - delle «antenne» e degli ambasciatori del nostro essere italiani all'estero, divenendo quindi una risorsa per la valorizzazione del nostro Paese: ciò, ad esempio, in quanto consumatori del made in Italy o anche in termini di presenze, cioè di soggetti che vengono in Italia a godere delle bellezze del nostro paesaggio e della cultura del nostro Paese. Rivolgiamo pertanto un invito e un appello a votare in favore di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tremaglia. Ne ha facoltà.

MIRKO TREMAGLIA. Signor Presidente, desidero aggiungere la mia firma a questo emendamento e dichiarare il mio voto favorevole.

GIUSEPPE ANGELI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE ANGELI. Signor Presidente, desidero anche io aggiungere la mia firma a questo emendamento.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, se non erro, mi pare di avere compreso che vi fosse una disponibilità del relatore ad accogliere uno di questi emendamenti proposti dai colleghi eletti all'estero.

PRESIDENTE. No...

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. A me risulta così: non so se il Governo...

PRESIDENTE. No: se poi si è cambiata idea, ci mancherebbe altro...

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Desideravo solo segnalarle la questione prima di procedere al voto.

PRESIDENTE. Il relatore conferma il parere?

Pag. 41

PIETRO FRANZOSO, Relatore. Signor Presidente, confermo i pareri contrari, poiché mai ho dato la minima disponibilità in questo senso.

PRESIDENTE. Prendo atto che anche il Governo conferma il parere espresso.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavini Tab. 6.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Barani, Leo, Boccuzzi, Andrea Orlando, Piffari...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 447
Votanti 440
Astenuti 7
Maggioranza 221
Hanno votato
203
Hanno votato
no 237).

Prendo atto che i deputati Razzi e Rigoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Berardi ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Porta Tab. 6.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Porta. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche questo emendamento, come gli altri presentati dai miei colleghi, è relativo al bilancio del Ministero degli affari esteri, alla missione «l'Italia in Europa e nel mondo», un bilancio, quello del Ministero degli affari esteri che è ben al di sotto del minimo dignitoso per un Paese come l'Italia, che pretende di avere un ruolo centrale nello scenario internazionale.
Questo emendamento mira a ripristinare i livelli minimi di assistenza garantiti ai nostri connazionali residenti all'estero che si trovano in particolari difficoltà socio-economiche. Mi riferisco specialmente a migliaia di persone anziane che in America latina spesso non hanno nemmeno la possibilità di comprarsi i medicinali per la loro sopravvivenza o di accedere a prestazioni sanitarie indispensabili alla loro cura.
A questi cittadini italiani indigenti che vivono all'estero il nostro Paese ha garantito negli ultimi anni un livello minimo di copertura sanitaria di base o un'assistenza minima attraverso la nostra rete consolare.
Onorevoli colleghi, come è stato detto dalla mia collega Garavini, la nostra emigrazione all'estero rappresenta oggi per l'Italia un motivo di orgoglio, perché nella maggior parte dei casi questi cittadini e i loro discendenti hanno contribuito in maniera determinante alla crescita e allo sviluppo di questi Paesi, ma anche perché sono loro a rappresentare - e questo, in un momento di crisi, dovrebbe essere ancora più importante - un supporto formidabile per l'internazionalizzazione delle nostre imprese e per la nostra presenza in quei mercati.
Non tutti questi italiani hanno avuto la stessa fortuna, non tutti vivono in Paesi che garantiscono loro un livello di copertura socio-assistenziale adeguato.
Con la legge finanziaria per il 2009 i fondi destinati all'assistenza per gli italiani all'estero sono stati ridotti in maniera drammatica, una misura aggravata dalla norma che ha elevato a dieci gli anni di residenza minima in Italia per l'accesso alla pensione sociale, negando quindi tale diritto a quegli emigrati che rientrano nel nostro Paese per trascorrere serenamente gli ultimi anni della loro esistenza.
Onorevoli colleghi, mi rivolgo quindi alla sensibilità di tutti voi, in particolare ai deputati dell'opposizione che so essere sensibili, in tanti, a questi problemi (è infatti una realtà che loro conoscono e che meriterebbe un rispetto ed una attenzione maggiori da parte di questo Parlamento). E al Governo, che si ricorda degli italiani all'estero soltanto quando vuole condonare Pag. 42i capitali italiani all'estero, chiedo una maggiore attenzione e ricordo che esiste anche un'Italia fatta di tanta gente onesta che vive nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tremaglia. Ne ha facoltà

MIRKO TREMAGLIA. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'emendamento in esame e per dire che condivido questa impostazione, che risolleverò alla ripresa insieme agli altri deputati eletti all'estero: è una vergogna (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico)!

DOMENICO SCILIPOTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma all'emendamento Porta Tab. 6.3.

GIUSEPPE ANGELI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE ANGELI. Signor Presidente, chiedo di aggiungere anch'io la mia firma all'emendamento Porta Tab. 6.3.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Porta Tab. 6.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Valentini... onorevole Calderisi... onorevole Lo Monte... l'onorevole Boccuzzi ha votato... onorevole Volpi... onorevole Iapicca... onorevole Vitali... l'onorevole Tassone ha votato... altri colleghi devono votare?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 449
Votanti 442
Astenuti 7
Maggioranza 222
Hanno votato
201
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che i deputati Razzi e Rigoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo all'emendamento Narducci Tab. 6.2.

FRANCO NARDUCCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente, fra pochi giorni, l'8 agosto, sarà celebrata la giornata del sacrificio italiano nel mondo e il Presidente della Camera, Fini, sarà a Marcinelle per ricordare le vittime italiane nel mondo; questa non è retorica. Vorrei ricordare a questo Parlamento e al Paese che vi sono milioni di cittadini italiani nel mondo che costituzionalmente hanno gli stessi doveri e diritti degli italiani che vivono in questo Paese.
Allora, proprio mentre gli altri Paesi (la Spagna, la Francia, l'Inghilterra, e la Germania) investono nella cultura come strumento di accompagnamento del proprio sistema economico nell'internazionalizzazione, l'Italia ha tagliato il 50 per cento dei pochi investimenti previsti in questo settore. Basti pensare che l'istituto «Cervantes» ha un bilancio di 60 milioni di euro, mentre il «Dante Alighieri» ha a disposizione 1 milione e 600 mila euro. Eppure, secondo l'UNESCO, deteniamo il 60 per cento del patrimonio culturale mondiale. Di questo patrimonio fanno parte anche gli italiani all'estero, che trasmettono la nostra lingua, la nostra cultura e i nostri valori in ogni parte del mondo. Pag. 43
Allora, visto che abbiamo già votato l'emendamento della collega Garavini e che il mio emendamento presentato in Commissione affari esteri mira allo stesso obiettivo di ridare pochi «spiccioli» alla tabella 6 del Ministero degli affari esteri, chiedo al rappresentante del Governo, il Viceministro Vegas, di accettare un ordine del giorno che recepisca il contenuto di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e del deputato Di Biagio).

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, come avevo già detto sull'emendamento Di Biagio Tab. 6.10, non ho alcuna difficoltà ad accettare un ordine del giorno che recepisca il contenuto dell'emendamento Narducci Tab. 6.2.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Narducci Tab. 6.2 lo ritirano.
Passiamo all'emendamento Di Biagio Tab. 6.10.
Ricordo che anche sull'emendamento Di Biagio Tab. 6.10 vi era un invito del Governo a ritirarlo ed a trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.
Chiedo pertanto al presentatore se acceda a tale invito.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, signor Viceministro Vegas, la stimo molto e stimo molto il suo lavoro. Dichiaro che intendo ritirare il mio emendamento presentato insieme ai colleghi del PdL eletti all'estero, poiché abbiamo apprezzato la correzione migliorativa che il Governo ha inteso sostenere durante la discussione del provvedimento al Senato (in modo particolare nel capitolo «italiani nel mondo e politiche migratorie e sociali»).
Il nostro auspicio è che il Governo possa perseverare in questa prospettiva con maggiore attenzione nei prossimi provvedimenti legati alla legge finanziaria. In questo senso, sarà forte il nostro impegno affinché questa attenzione possa evidenziarsi in interventi puntuali e concreti a sostegno delle comunità italiane all'estero.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Di Biagio Tab. 6.10 lo ritirano.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedi Tab. 6.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedi. Ne ha facoltà.

MARCO FEDI. Signor Presidente, anche l'assestamento di bilancio entra nelle logiche politiche di questo Governo e la maggioranza in quest'Aula non riesce a trovare il coraggio di fare uno sforzo comune per recuperare risorse verso i capitoli che riguardano le nostre comunità nel mondo: recupero di risorse verso settori importanti della nostra economia, verso i capitoli di spesa falcidiati dalla legge finanziaria e rispetto ai quali i segnali sono negativi, a partire dallo stesso Documento di programmazione economico-finanziaria, sul quale tutti, dai banchi dell'opposizione, siamo intervenuti. Ci troviamo di fronte ad un Documento di programmazione economico-finanziaria che penalizza nuovamente la politica estera italiana e in cui sono sostanzialmente assenti gli indirizzi programmatici e di spesa per il Ministero degli affari esteri. Inoltre, esso penalizza anche la promozione economico e commerciale del sistema Italia verso l'estero e - lo abbiamo ricordato nella illustrazione degli emendamenti dei colleghi Garavini, Narducci e Porta - le comunità italiane nel mondo.
Lo ha ricordato l'onorevole Di Biagio: qualche timido segnale è arrivato dal Senato, ma sono timidi segnali che non ci convincono sulle reali intenzioni del Governo. Anche rispetto agli impegni presi con gli ordini del giorno dovremo misurare la disponibilità a compiere azioni concrete per recuperare risorse ai comitati degli italiani all'estero e, quindi, alla rappresentanza, Pag. 44all'assistenza e all'indigenza nel mondo, e soprattutto alla promozione e diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo.
Quando le leggi di bilancio sono pessime, gli assestamenti di bilancio o le confermano o cercano di fare disperatamente quello che avete cercato di fare voi, cioè rifare il look alla legge di bilancio: non ci siete riusciti. Credo che sulle politiche per gli italiani nel mondo - lo diciamo da tempo in quest'Aula - è necessario avere chiarezza di idee e condurre un'azione seria allo scopo di recuperare risorse e la scelta coraggiosa di coinvolgere di più e di rendere davvero protagonista le nostre comunità italiane nel mondo, ma soprattutto di rendere più vicini gli italiani nel mondo a questo Paese e alle reali opportunità che esistono di valorizzare le intelligenze, le professionalità e le capacità di tanti italiani che hanno stabilito la loro vita l'estero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Tremaglia e l'onorevole Angeli chiedono di aggiungere la loro firma all'emendamento Fedi Tab. 6.4.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedi Tab. 6.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tommaso Foti... Onorevole Traversa... Onorevole Leone... Aspettiamo l'onorevole Vitali e l'onorevole Guzzanti... Hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 441
Votanti 432
Astenuti 9
Maggioranza 217
Hanno votato
198
Hanno votato
no 234).

Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, con le annesse tabelle.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lo Monte, onorevole Boccuzzi, onorevole Coscia, onorevole Vico, onorevole Volpi, onorevole Romele. L'onorevole Paroli ha votato? L'onorevole Ravetto ha votato... L'onorevole Vitali ha votato... Hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 443
Votanti 439
Astenuti 4
Maggioranza 220
Hanno votato
241
Hanno votato
no 198).

Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2633)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 2633), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cicchitto, onorevole Mazzuca, onorevole Foti Tommaso, onorevole Boccuzzi, onorevole Lo Monte, Manca l'onorevole Tommaso Foti. Ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 442
Votanti 438
Astenuti 4
Maggioranza 220
Hanno votato
242
Hanno votato
no 196).

Pag. 45

Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2633)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3, con il relativo allegato (Vedi l'allegato A - A.C. 2633), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Boccuzzi... onorevole Lo Monte... onorevole Vitali... onorevole Cosentino... onorevole Raisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 444
Votanti 440
Astenuti 4
Maggioranza 221
Hanno votato
242
Hanno votato
no 198).

Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2633)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C.2633).
Avverto che è stato presentato l'ordine del giorno Narducci n. 9/2633/8, che è in distribuzione.
Qual è il parere del Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Il Governo accetta l'ordine del giorno Contento n. 9/2633/1, purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di (...)».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Quartiani n. 9/2633/2. Il Governo accetta l'ordine del giorno Bernardo n. 9/2633/3, purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di (...)».
Il Governo accetta l'ordine del giorno Fogliato n. 9/2633/4. Il Governo accetta l'ordine del giorno Simonetti n. 9/2633/5. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Borghesi n. 9/2633/6. Il Governo accetta l'ordine del giorno Di Biagio n. 9/2633/7. Il Governo accetta l'ordine del giorno Narducci n. 9/2633/8.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Contento n. 9/2633/1, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Quartiani n. 9/2633/2, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bernardo n. 9/2633/3, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fogliato n. 9/2633/4, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Simonetti n. 9/2633/5, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/2633/6, accolto dal Governo come raccomandazione.

ANTONIO BORGHESI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, ancora una volta ci troviamo di fronte ad una strana situazione: a tutti gli Pag. 46ordini del giorno il Governo è favorevole, mentre ve ne è uno solo accolto come raccomandazione, il nostro (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), nel quale chiediamo solo che il Governo si impegni ad estendere o a trovare forme di estensione degli ammortizzatori sociali per i lavoratori precari. Se il Governo non ritiene di poter neanche accogliere una proposta, che mi sembra assolutamente ragionevole, di questo tipo, insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sentiamo il Governo, sollecitato dal suo intervento. Prego, Viceministro Vegas.

GIUSEPPE VEGAS, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, faccio presente all'onorevole Borghesi che il Governo ha già dotato di ulteriori 8 miliardi il fondo, quindi credo che sia sufficiente (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Mi sembra che il Governo non cambi parere, quindi passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/2633/6, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Lo Monte... onorevole Causi... onorevole Coscia... onorevole Vico... onorevole Donadi... onorevole Zamparutti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 435
Votanti 430
Astenuti 5
Maggioranza 216
Hanno votato
184
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che il deputato Lisi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Di Biagio n. 9/2633/7, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Narducci n. 9/2633/8, accettato dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2633)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, visto l'atteggiamento del Governo, mi verrebbe voglia di intervenire, ma rinuncio, ribadendo soltanto che il nostro voto sarà ancora più negativo, se possibile, rispetto a quello appena espresso sul rendiconto, che era molto negativo. Ci offrite un presente peggiore rispetto a quello di prima e dal vostro Governo possiamo aspettarci solo un futuro ancora peggiore del presente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Forcolin. Ne ha facoltà.

GIANLUCA FORCOLIN. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Forcolin, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Prendo atto che l'onorevole Gioacchino Alfano, che aveva chiesto di parlare per Pag. 47dichiarazione di voto, si riserva di consegnare il testo del suo intervento per la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna, per la quale si intende sin d'ora autorizzato.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2633)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2633, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pelino... onorevole Barbi... onorevole Tassone... onorevole Vico... onorevole Zamparutti... onorevole Fadda... onorevole Ravetto... onorevole De Girolamo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 1646 - «Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2009» (Approvato dal Senato) (2633):

Presenti 434
Votanti 430
Astenuti 4
Maggioranza 216
Hanno votato 240
Hanno votato no 190
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato D'Antoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Augurando buone vacanze a coloro che non si trattengono, dovremmo ora passare allo svolgimento di interpellanze urgenti.

Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 13,35).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, pur nella concitazione del momento, chiedo che la Presidenza si faccia promotrice dell'invito al Governo a rispondere ad una mia interrogazione - esattamente la n. 4-02948 del 7 maggio 2009 - che riguarda i soggetti appartenenti al sesto concorso pubblico con il quale era previsto il transito nella Polizia di Stato, dopo tre anni trascorsi nelle varie Forze armate. Si tratta di agenti che sono risultati idonei e che in parte sono stati chiamati, tuttavia 308 attendono ancora di passare nelle forze della Polizia di Stato. Si tratta di giovani che riteniamo ne abbiano il diritto, pertanto chiediamo al Governo di rispondere alla suddetta interrogazione.

PRESIDENTE. Onorevoli Borghesi, la Presidenza, come suo dovere, solleciterà la risposta.

Sull'ordine dei lavori e per un richiamo al regolamento.

LUCIA CODURELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Avendo dato la parola all'onorevole Borghesi, dovrò concedere la parola anche agli altri colleghi che chiedono di intervenire, sebbene gli interventi dovrebbero essere tutti svolti a fine seduta. Pertanto, chiederei di essere sintetici.
Onorevole Codurelli, ne ha facoltà, in via eccezionale.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, vorrei solo segnalare un fatto grave, a mio avviso, sul comportamento del Governo nei confronti del Parlamento. Oggi doveva essere calendarizzata anche una mia interpellanza urgente; tuttavia, ieri sera sono Pag. 48stata chiamata dal Ministero competente, perché il Governo non aveva a disposizione alcun sottosegretario per rispondere in Parlamento. Dunque, il mio atto di sindacato ispettivo doveva essere rinviato. Di fronte ad una mia rimostranza - perché sappiamo tutti che il rinvio sarebbe stato non di qualche giorno, ma di oltre un mese e mezzo - alla fine l'impegno è stato nel senso di farmi avere una risposta scritta.
Questa mattina, poi, ho visto che all'ordine del giorno di interpellanze ce ne sono. Non riesco a capire - per questo mi rivolgo a lei, signor Presidente - per quale ragione il sottosegretario non poteva fornire la risposta in Aula anche alla mia interpellanza.

PRESIDENTE. Onorevole Codurelli, sarà cura della Presidenza verificare quanto da lei chiesto.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento. Non è la prima volta che ciò che viene segnalato dall'onorevole Codurelli accade, vale a dire che il Governo, nonostante il considerevole numero di sottosegretari a disposizione, non ottemperi a un impegno che non è solo di carattere regolamentare.
In questo caso l'onorevole Codurelli sta parlando di un'interpellanza che non è solo d'iniziativa dei singoli deputati, ma che reca la firma dei delegati d'Aula, quindi è un'interpellanza di tutto il gruppo del Partito Democratico, ma non è la prima volta che, a fronte della necessità di intervenire a giorni su questioni che riguardano le interpellanze urgenti e che riguardano emergenze - in questo caso, si tratta dell'emergenza alluvione e dello stato di calamità che avrebbe dovuto essere già stato dichiarato da tempo dal Governo per le province lombarde di Lecco, Bergamo, Varese e per altre province colpite dall'alluvione della scorsa settimana - il Governo chiama il primo firmatario per fargli presente che, non avendo sottosegretari a disposizione, non viene a rispondere. Lo ha fatto anche in altri casi, persino per il question time nelle Commissioni.
Signor Presidente, credo che ora non si possa passare allo svolgimento delle interpellanze urgenti se non c'è a disposizione almeno un sottosegretario di quelli che rispondono ad altre interpellanze, che, con un testo scritto da parte della Presidenza del Consiglio - che era l'articolazione del Governo interpellata - sia in grado almeno di leggere agli interpellanti qual è la risposta del Governo sul comportamento e sulle decisioni che ha assunto in merito all'emergenza alluvione in Lombardia e nelle province del nord lombardo e della fascia pedemontana lombarda. Credo che, da questo punto di vista, non chiediamo molto di più di quello che il Governo deve osservare nel rispetto di questo Parlamento.

PRESIDENTE. La Presidenza aveva già sottolineato nella risposta alle osservazioni dell'onorevole Codurelli che interverrà in merito.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Che cosa vuol dire interverrà in merito?

PRESIDENTE. Solleciterà. Non ci sostituiamo al Governo, come lei sa, onorevole Quartiani.

MARIO TASSONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, vorrei richiamare brevemente la ratio del sindacato ispettivo. Questa Assemblea si è interessata, in questi giorni, a due situazioni, a due servizi molto importanti e significativi per il nostro Paese: quello dell'Alitalia e quello di Telecom.
Su Alitalia leggiamo oggi una serie di interviste e di «chiarimenti» da parte del management di Alitalia. A fronte di una Pag. 49situazione molto preoccupante, per alcuni versi anche drammatica, il management di Alitalia cerca di sminuire la portata del fallimento rispetto al progetto CAI. Ci sono dei numeri, ma c'è soprattutto un'offensiva mediatica.
Ho presentato un'interpellanza - certamente avremo modo di discuterla alla ripresa dei lavori parlamentari - in cui faccio riferimento ad una situazione di grande disagio, evidenziando, soprattutto, che se si va avanti in questa situazione, in cui esistono difficoltà di manutenzione e turni molto onerosi per gli equipaggi e il per personale addetto ad altri tipi di servizi, andremo incontro ad un abbassamento dei livelli della sicurezza.
Forse non si è detto mai a voce molto chiara che c'è questa preoccupazione e deve esserci questa preoccupazione: non è soltanto un disservizio o la violenza che si consuma nei confronti dei passeggeri, ma una messa in discussione per il futuro se si continua con questo andazzo verso un affievolimento dei livelli standard della sicurezza.
Un altro dato - sto per concludere, signor Presidente - per quanto riguarda Telecom. Anche tale argomento è stato oggetto di un'interpellanza: c'è in corso un licenziamento di 470 lavoratori eccedenti. Si cerca di compensare il tutto per quanto riguarda alcuni contratti limitati nel tempo, non si dà alcuna sicurezza per quanto riguarda il futuro, così come si evince dal responsabile delle risorse umane, Antonio Migliardi, che risponde che non c'è futuro per quanto riguarda questi contratti. Questo è un problema molto grave, che è stato oggetto di interrogazione.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARIO TASSONE. Signor Presidente - sto per concludere - si tratta di un rilievo: ci sono risposte per quanto riguarda interpellanze e interrogazioni. Le derubrichiamo come un fatto tecnico-amministrativo, però esiste una disinvolta dicotomia tra quello che si dice nell'Aula e gli impegni che vengono assunti e le cose reali. Credo che questo sia un problema che riguarda noi e il ruolo del Parlamento: è sempre lì il discorso, è la centralità del Parlamento, sulla quale volevo richiamare la sua attenzione, perché la so persona molto sensibile ed ecco perché l'apprezzo.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, intervengo brevemente, perché il fatto che il Governo lavori credo sia sotto gli occhi di tutti per cui, per quanto ci riguarda, non possiamo che manifestare e ribadire il nostro apprezzamento. Su alcuni temi toccati in quest'Aula ci sono anche interrogazioni del nostro gruppo, in particolare sull'alluvione che ha colpito la Padania e in specie la zona di Varese. Ci sono interrogazioni molteplici e numerose che riguardano l'Alitalia, quindi sono temi che ci sono molto cari e sui quali mi permetto anch'io di ribadire che ci vorrebbero maggiori attenzione e rapidità nelle risposte agli atti di sindacato ispettivo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 13,45).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Misure a favore del personale del Corpo forestale dello Stato assunto con contratto di diritto privato - n. 2-00433)

PRESIDENTE. L'onorevole Pezzotta ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00433, concernente misure a favore del personale del Corpo forestale dello Stato assunto con contratto di diritto privato (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

Pag. 50

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali, onorevole Antonio Buonfiglio, ha facoltà di rispondere.

ANTONIO BUONFIGLIO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, in riferimento all'interpellanza in esame, si forniscono i seguenti elementi. Il Corpo forestale dello Stato, ai sensi della legge 5 aprile 1985, n. 124, assume, con contratto di lavoro di diritto privato, gli operai necessari ad assicurare, tra l'altro, la gestione delle riserve naturali e la difesa dagli incendi delle aree naturali protette affidate al medesimo Corpo, in armonia con quanto previsto nella legge 6 febbraio 2004, n. 36. A tale personale, in base alla norma anzidetta, si applica il contratto collettivo nazionale di lavoro degli addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria che, in sede di relativo recepimento da parte del Corpo forestale dello Stato, prevede un secondo livello di contrattazione da attuarsi mediante protocollo aggiuntivo. La durata del contratto collettino di lavoro attualmente in essere va dal 1o gennaio 2006 al 31 dicembre 2009. Il personale interessato ammonta a circa 1.500 unità, delle quali 1.007 stabilizzate nel mese di novembre 2008, ai sensi della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria 2007). A questi si aggiunge il personale assunto a tempo determinato ai sensi della recente legge 18 giugno 2009, n. 69.
Grande attenzione è stata riservata nei confronti di questi lavoratori, manifestatasi, tra l'altro, nella rapidità con la quale sono state concluse le procedure di stabilizzazione e dall'impegno a garantire posti di lavoro a personale a tempo determinato non stabilizzato, attraverso provvedimenti legislativi mirati, tra cui la succitata legge n. 69 del 2009, che ha consentito, come è stato detto, di assumere 184 lavoratori, per una spesa pari a 3 milioni di euro, pur in un contingente periodo di crisi.
Peraltro, gli aumenti retributivi stabiliti in sede di contrattazione di primo livello sono stati regolarmente corrisposti dall'Amministrazione.
Le ristrettezze finanziarie non hanno ancora, invece, consentito di dare soluzione alla problematica riguardante la contrattazione di secondo livello, ma è tutt'ora in corso un confronto con il Ministero dell'economia e delle finanze e il Dipartimento della funzione pubblica al fine di trovare, entro l'anno, idonee soluzioni alle problematiche evidenziate.
Per quanto riguarda il rinnovo della piattaforma contrattuale presentata dalle organizzazioni sindacali di categoria (nella quale sono richieste, tra l'altro, integrazioni salariali e la concessione dei buoni pasto, da erogare secondo le stesse condizioni previste per il personale di ruolo del Corpo forestale dello Stato, per un importo complessivo stimabile in 3,7 milioni di euro annui), anche sotto questo punto di vista il Ministero sta lavorando per reperire le risorse e per uno strumento normativo appropriato per liberarle.
Il Ministero, coerentemente con quanto sino ad oggi fatto, continuerà a ricercare soluzioni nel brevissimo periodo, al fine di fornire al personale operaio risposte concrete alle problematiche sollevate.
Si rappresenta altresì che per il personale assunto ai sensi della citata legge n. 124 del 1985 è garantito il rispetto delle vigenti normative sulla sicurezza e sulla salute, ivi compresa la disponibilità di dispositivi di protezione individuale - anche per le squadre specificatamente addestrate allo svolgimento dell'attività antincendio boschivo - e peraltro la differente tutela rispetto al personale di ruolo discende dalla peculiarità della tipologia di impiego.
Rispetto alla richiesta delle organizzazioni sindacali di convocare un tavolo presso il Ministero del lavoro al fine di sbloccare la vertenza concernente il rinnovo del CCNL si fa presente che il predetto Ministero provvederà a convocare al più presto le parti interessate.

Pag. 51

PRESIDENTE. L'onorevole Pezzotta ha facoltà di replicare.

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, signor sottosegretario, devo dire con molta onestà di non essere soddisfatto della risposta, anche perché questi lavoratori da troppo tempo attendono che una serie di loro questioni sia risolta. Credo che si ragioni molto, almeno stando a quanto il sottosegretario ha dichiarato, in termini di rinviare, dilazionare e poi vedremo. Credo che in qualche modo però debba essere garantito il rispetto dei diritti dei lavoratori, eliminando quelle che a lungo andare possono sembrare delle discriminazioni tra chi gode delle tutele e chi invece ne è sprovvisto, in virtù delle differenze tra chi ha un rapporto di lavoro pubblico ed i lavoratori assunti con rapporti di natura privata.
Credo che questo sia un elemento da superare. Inoltre, faccio rilevare che il personale di ruolo, in divisa e non (cioè gli operai civili), vede rispettate alcune scadenze contrattuali, ed il percepimento dei buoni pasto (da poco è stato aumentato l'importo) gode di tutele certe come il pagamento della malattia dal primo giorno di assenza.
Nessuno contesta che esistano differenze - anche retributive - tra il personale pubblico e quello privato, ma proprio perché queste esistono, almeno deve essere rispettata una congruità, una parità, altrimenti veramente ci troviamo che, pur facendo più o meno lo stesso lavoro, intervenendo sulle stesse situazioni, lamentiamo una serie di disparità.
Occorre anche tenere conto della pazienza e della buona volontà dei lavoratori, visto che l'impegno sottoscritto il 16 gennaio 2009 dal Capo del Corpo forestale dello Stato (dottor Cesare Patrone) prevedeva l'erogazione dei buoni pasto a partire dal mese di maggio 2008. Tale impegno non è stato rispettato - si dice - per mancanza di risorse, che al momento della firma sembravano invece fossero disponibili. Tali ticket peraltro sono stati concordati nel precedente rinnovo del protocollo (sottoscritto il 6 febbraio 2003) e non erogati per mancanza di finanziamenti.
Non va dimenticato inoltre che la legge n. 124 del 1985 prevede solo la figura dell'operaio, ma tra questi lavoratori ci sono laureati che esplicano compiti importanti e che fanno fare bella figura all'azione e al lavoro del Corpo forestale dello Stato anche in una situazione come quella a cui stiamo assistendo adesso, con l'esplosione degli incendi in diverse parti del Paese.
Ecco perché credo che si debba fare uno sforzo maggiore, perché i problemi aperti da parecchi mesi dovrebbero trovare una soluzione. Per questo dichiaro la mia insoddisfazione rispetto alla risposta del sottosegretario: siamo ancora in una situazione di stallo che, data anche l'emergenza che si è profilata e che si profila, avrebbe bisogno di essere risolta per motivare di più questi lavoratori proprio in una fase in cui il Corpo forestale dello Stato rispetto agli incendi che si stanno propagando avrebbe bisogno anche di qualche motivazione in più.

(Iniziative per la difesa dei diritti umani e delle libertà democratiche in Iran - n. 2-00427)

PRESIDENTE. L'onorevole Ciccioli ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00427, riguardante iniziative per la difesa dei diritti umani e delle libertà democratiche in Iran (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

CARLO CICCIOLI. Signor Presidente, il testo dell'interpellanza è agli atti e quindi il sottosegretario e comunque il Ministero degli affari esteri hanno valutato per intero quanto esposto dai circa 40 firmatari appartenenti a tutte le aree e ai gruppi politici di questo Parlamento. Primo firmatario è il sottoscritto, secondo un parlamentare del Partito Democratico aderente al Partito radicale, poi ci sono firmatari aderenti all'UdC, all'IdV e ovviamente al PdL e a tutti gli altri gruppi. Si premette che l'oggetto dell'interpellanza è l'attuale situazione in Iran e l'atteggiamento Pag. 52del Governo italiano e in particolare dei Governi dell'Unione europea sulle vicende iraniane.
Tutti sanno che il 12 giugno si sono svolte le elezioni per il rinnovo del presidente della Repubblica iraniana. È stato immediatamente proclamato il vincitore; addirittura un'ora prima del termine delle operazioni di voto è stata indicata la quantità dei voti del vincitore; comunque, dopo qualche giorno, nonostante le proteste dei candidati sconfitti che hanno denunciato gravissimi brogli, è stato proclamato eletto vincitore il presidente uscente Ahmadinejad.
Che di elezioni truccate si tratta è emerso successivamente, in particolare c'è una testimonianza molto importante: un funzionario del ministero addetto alle operazioni elettorali della Repubblica islamica dell'Iran ha comunicato all'esterno che i voti di Moussavi erano 19 milioni, i voti dell'altro candidato Karrubi 13 milioni e i voti di Ahmadinejad solo cinque milioni. C'erano inoltre molti milioni di votanti in più, perlomeno in voti espressi, rispetto a coloro che si erano recati alle urne.
Malgrado ciò, ovviamente le elezioni non sono state ripetute, anzi il 5 agosto sarà proclamato ufficialmente presidente della Repubblica il candidato che aveva preso neanche un quinto dei voti espressi ed il funzionario che ha reso noti i voti ufficiali è stato trovato morto, due giorni dopo la dichiarazione, in un incidente stradale. Tutti sanno delle manifestazioni che si sono svolte: in queste manifestazioni ufficialmente ci sono stati 20 morti, compresi 8 miliziani della milizia islamica Basiji. In realtà oggi si sa che i morti sono stati una trentina, 1.032 gli arresti ufficiali, di questi a detta delle autorità 100 sarebbero state rilasciati, ma sarebbero oltre duemila gli arrestati, alcuni sono deceduti in carcere dopo terribili torture.
L'Iran è il secondo Paese al mondo per esecuzioni della pena capitale, addirittura tra essi nel 2008 vi sono 13 minorenni, 13 ragazzi sotto i diciotto anni per colpe varie, alcuni per reati comuni altri «no». È una situazione incredibile, addirittura è ancora in vigore la lapidazione.
Qualche giorno fa, esattamente il 5 marzo 2009, è stato lapidato, come metodo di punizione, un uomo di trenta anni, in carcere, in una città del Paese. Credo che si tratti di una situazione in cui l'Occidente non può limitarsi genericamente a condanne della violazione gravissima di diritti umani e, sostanzialmente, poi praticare una forte attività di commercio, di scambio con questo Paese.
Con l'atto di sindacato ispettivo in discussione gli interpellanti chiedono di sostenere i gruppi di opposizione, ovviamente senza ingerenze negli affari interni del Paese, ma con dichiarazioni, supporto e sostegno reale dal punto di vista delle idee; che si contribuisca all'informazione, che è stata totalmente censurata - sono stati espulsi, infatti, tutti i corrispondenti stranieri dei giornali e sono state oscurate addirittura le comunicazioni su Internet - attraverso il finanziamento a programmi e trasmissioni radiotelevisive per l'Iran libero e la traduzione di libri in lingua farsi.
Si chiede, inoltre, al Governo se non ritenga opportuno farsi interprete presso i Ministri degli esteri dell'Unione europea, nonché attraverso l'organismo internazionale delle Nazioni Unite, di un cambiamento di linea, una linea che sia più incisiva nella pressione alle autorità locali.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

CARLO CICCIOLI. Concludo il mio intervento dicendo che se fino a qualche mese fa, poteva non essere chiara la mancanza di sostegno popolare, sostegno vero, al regime iraniano, oggi è assolutamente chiaro che milioni e milioni di iraniani sono all'opposizione, sfilano per le strade, a costo anche del sacrificio della vita, o protestano dai tetti quando vengono bloccate le manifestazioni, e forse solo il 10 per cento della popolazione sostiene il regime.
In questo momento, presso il cimitero principale di Teheran, è in corso una manifestazione sulle tombe delle trenta vittime delle manifestazioni dei giorni scorsi, e in particolare di Neda, la ragazza simbolo della rivoluzione. Credo che un Pag. 53impegno da parte dei Paesi dell'Occidente ci debba essere e ritengo che tutto questo Parlamento, al di là della prudenza dei Governi, si esprima in questa direzione.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Enzo Scotti, ha facoltà di rispondere.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, l'Italia ha manifestato fin da subito viva preoccupazione per gli episodi di violenza occorsi in Iran dopo le scorse elezioni ed ha chiesto che venisse posta fine alla repressione delle libertà civili praticata dalle autorità iraniane.
Questa posizione è stata espressa in tutti i congressi internazionali in cui l'Italia ha partecipato e, in particolare, nel Consiglio dei Ministri degli esteri dell'Unione europea del mese di giugno, nella Ministeriale esteri G8 svoltasi a Trieste pochi giorni dopo, durante la riunione OSCE di Corfù e, da ultimo, nel corso del vertice G8 a L'Aquila.
La posizione del Governo italiano si è riflessa pienamente nella dichiarazione del vertice de L'Aquila - che abbiamo contribuito in modo significativo a modulare - con cui i leader del G8 hanno espresso la loro riprovazione per le violenze post-elettorali.
Fin dai giorni immediatamente successivi alle elezioni abbiamo chiesto alle autorità iraniane di agire affinché la volontà del popolo iraniano venisse effettivamente rispettata, secondo le procedure e le regole previste della legislazione iraniana. Ciò nella piena consapevolezza del fatto che l'organizzazione delle elezioni, le procedure interne di verifica della trasparenza del voto e le modalità di formazione dei Governi nazionali costituiscono materia di esclusiva sovranità statale.
Come l'onorevole interpellante ben sa, il Consiglio dei Guardiani, dopo un riconteggio parziale delle schede, ha confermato la vittoria del Presidente uscente. Il rispetto per la sovranità dell'Iran non ci ha impedito, ad ogni modo, di esprimere con forza la nostra preoccupazione per le violenze occorse all'indomani delle elezioni. Non vi è alcuna contraddizione, infatti, fra la piena accettazione del principio di non ingerenza ed il richiamo alla tutela dei diritti fondamentali enunciati da quegli stessi strumenti internazionali, come il Patto sui diritti civili e politici, che l'Iran ha sottoscritto.
Abbiamo appreso che la Suprema Guida ha deciso in questi giorni di chiudere il centro di detenzione di Kahrizak (a sud di Teheran) per accertata inadeguatezza delle condizioni della struttura e consideriamo molto favorevolmente la decisione di liberare 140 iraniani (su un totale di 300, secondo fonti ufficiali) che, secondo quanto è stato affermato, si trovavano in stato di detenzione per aver preso parte alle manifestazioni post-elettorali. Ci sembra che tale evento possa essere interpretato come un segnale di distensione dato dalla Suprema Guida alla popolazione iraniana.
Come lo stesso Ministro Frattini ha avuto modo di sottolineare non più tardi di tre settimane fa, di fronte alle Commissioni affari esteri di Camera e Senato, riteniamo che, senza rinunciare alla difesa dei nostri principi fondamentali, occorra tenere aperta la porta del dialogo con l'Iran. Siamo però consapevoli che questa porta non potrà rimanere aperta a tempo indeterminato e che sarà necessario, nei prossimi mesi, verificare sul terreno la disponibilità dell'Iran ad avviare un dialogo costruttivo con la comunità internazionale.

PRESIDENTE. L'onorevole Ciccioli ha facoltà di replicare.

CARLO CICCIOLI. Signor Presidente, pur ringraziando il sottosegretario delle buone notizie (i rilasciati sarebbero 140 e non 100), le persone scomparse sono più di mille e la maggior parte di queste dovrebbero essere ospitate nelle carceri. È ben vero che le notizie ci dicono che è stato chiuso un carcere a sud della capitale, ma perché all'interno di quel carcere erano avvenuti vari decessi in seguito alle torture prodotte dalle forze speciali del regime. Pag. 54
Quindi, certamente ringrazio delle notizie e anche del tono con cui vengono portate, ma sono insufficienti. Già una grande opposizione era in atto, ben cinque milioni di iraniani vivono in esilio già da anni, in questi trenta anni di regime cinque milioni di abitanti hanno lasciato il Paese. Ci sono i voti recepiti da Mussavi e Karrubi (i due principali candidati della cosiddetta opposizione), tenendo presente che su 430 candidature presentate solo quattro erano state ammesse dalla Guida Suprema. Si è avuta, quindi, una strana campagna elettorale in cui è stata valutata l'ammissibilità delle candidature indipendentemente dai curriculum. Dei quattro candidati autorizzati è stata fatta vincere una persona, attraverso ovviamente falsi conteggi, che non ha la maggioranza del consenso degli elettori. Grandi esponenti di primo piano ed ex Capi dello Stato come Rafsanjani ed altri si sono pronunciati ufficialmente contro l'attuale blocco del regime di Teheran; addirittura il successore di Khomeini, l'ayatollah Montazeri che ha più di ottanta anni e vive nella città religiosa di Qom, insieme ad altri cinque ayatollah ha condannato il regime. A questo punto gli interlocutori non sono quelli al vertice dello Stato, ma dobbiamo prepararci a parlare con nuovi interlocutori.
Quindi, io auspico che la posizione del Governo italiano sia più decisa e più forte perché è evidente che siamo di fronte ad un declino irreversibile del regime ed a un cambiamento. Tuttavia, quali saranno i tempi del cambiamento nessuno può saperlo ed è importante che il Governo italiano partecipi a favorire questa via democratica, speriamo non macchiata di sangue, del cambiamento.
Mi sento di dire - perché il sottosegretario non lo ha detto - che vi è stato un gesto italiano molto forte e per questo mi sento di ringraziare il Governo. L'ambasciata italiana di Teheran è stata l'unica ambasciata dei Paesi occidentali che ha aperto le porte agli studenti e ai feriti durante le manifestazioni dei giorni scorsi. Questo è stato un gesto che il popolo iraniano ha molto apprezzato e sulla rete Internet è stato sottolineato praticamente da tutti. Sono grato di ciò ed evidentemente le indicazioni della Farnesina al personale dell'ambasciata sono state di ospitare feriti e manifestanti in fuga. Quindi, come ho già detto, sono grato di ciò, ma sottolineo la volontà di tutti i quarantadue sottoscrittori dell'interpellanza urgente di essere più incisivi sia nelle relazioni con gli altri Paesi e con gli altri Ministri degli affari esteri dell'Unione europea per una linea comune verso il regime iraniano (che è quella più importante e vincente), sia come Governo nazionale.

(Rinvio dell'interpellanza urgente Ruvolo n. 2-00442)

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'interpellanza urgente Ruvolo n. 2-00442, concernente dati in possesso del Governo circa l'agibilità dell'ospedale di Agrigento San Giovanni di Dio e iniziative di competenza al riguardo.
Avverto che, su richiesta del Governo e con il consenso dei presentatori, lo svolgimento dell'interpellanza urgente è rinviato ad altra seduta.
È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze all'ordine del giorno.

Sull'ordine dei lavori (ore 14,08).

LUCA RODOLFO PAOLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, intervengo brevemente per informare l'Assemblea che al carcere di Pesaro, in una situazione di grave carenza di personale, è stato erroneamente rilasciato un pericoloso detenuto. Vorrei sapere dal Ministro, che non c'è, che cosa intenda fare per evitare il ripetersi di situazioni simili e mi riservo di depositare specifica interrogazione.

Pag. 55

PRESIDENTE. Onorevole Paolini, credo che sia utile che lei trasformi la richiesta che oggi ha fatto in Aula in uno strumento di sindacato ispettivo, in modo che la Presidenza della Camera possa poi sollecitarne la risposta da parte del Governo.

Modifiche nella composizione di gruppi parlamentari.

Comunico che, con lettera pervenuta in data 29 luglio 2009, il deputato Giuseppe Giulietti, già iscritto al gruppo parlamentare Italia dei Valori, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritto.
Comunico che, con lettera in data 29 luglio 2009, l'onorevole Gabriella Mondello, già iscritta al gruppo parlamentare Popolo della Libertà, ha chiesto di aderire al gruppo parlamentare Unione di Centro.
La presidenza di tale gruppo, con lettera in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea (ore 14,09).

PRESIDENTE. A seguito della riunione di ieri della Conferenza dei presidenti di gruppo, la Camera riprenderà i propri lavori, dopo la pausa estiva, il 7 settembre. In quella settimana sono infatti previste le riunioni delle Commissioni, mentre l'Assemblea sarà convocata il 14 settembre.
Lunedì 14 settembre (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) avranno luogo la discussione sulle linee generali delle proposte di legge n. 624 e abbinate - Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alle terapie del dolore e la discussione congiunta sulle linee generali del disegno di legge n. 2449 - Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2009 e del Doc. LXXXVII, n. 2 - Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2008. Il seguito dell'esame degli argomenti, con votazioni, avrà luogo nelle giornate successive, secondo il consueto schema.
La Conferenza dei presidenti di gruppo tornerà a riunirsi alla ripresa dei lavori a settembre per la definizione del calendario del restante periodo del mese.
L'organizzazione dei tempi per la discussione dei progetti di legge nn. 624 ed abbinate e 2449 sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Prima di dare lettura dell'ordine del giorno, avverto che, ove si rendesse necessario convocare anticipatamente la Camera, a ciò si provvederà secondo le consuete modalità seguite in tali circostanze.
Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 14 settembre 2009, alle 16,30:

1. - Discussione del testo unificato delle proposte di legge:
BINETTI ed altri; POLLEDRI e RIVOLTA; LIVIA TURCO ed altri; FARINA COSCIONI ed altri; BERTOLINI ed altri; COTA ed altri; DI VIRGILIO ed altri; SALTAMARTINI ed altri: Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alle terapie del dolore (624-635-1141-1312-1738-1764-ter-1830-1968-ter-A).
- Relatore: Palumbo.

2. - Discussione congiunta del disegno di legge e del documento:
Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2009 (2449-A).
- Relatore: Formichella. Pag. 56
Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2008 (Doc. LXXXVII, n. 2).
- Relatore: Centemero.

La seduta termina alle 14,10.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO GIANLUCA FORCOLIN SUL DISEGNO DI LEGGE N. 2633

GIANLUCA FORCOLIN. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il disegno di legge di assestamento - oggi in esame - quest'anno assume una particolare rilevanza in quanto il decreto-legge anticrisi ha demandato proprio a questo provvedimento il reperimento delle risorse finanziarie necessarie a dare una risposta sia politica che economica. Mi riferisco in particolare alle risorse necessarie per il pagamento dei crediti vantati dalle imprese e per l'esclusione dal patto di stabilità interno dei pagamenti per spese in conto capitale effettuati da enti locali virtuosi.
È dunque un impegno di grande rilievo per il Governo che dà nuove autorizzazioni di cassa per 18 miliardi, mediante la smobilitazione dei residui passivi, per consentire di immettere nel sistema economico la conseguente necessaria liquidità. Di questa rilevante somma oltre 14 miliardi dovrebbero consentire il pagamento di una quota considerevole di residui passivi iscritti in bilancio e lo smaltimento dei crediti, andando nell'auspicata direzione della tempestività dei pagamenti della pubblica amministrazione. Parimenti importanti le misure in materia di patto di stabilità interno dove si liberano maggiori risorse nel limite massimo di 2.250 milioni di euro.
Già per tali motivazioni è auspicabile una rapida approvazione del presente disegno di legge.
Ma come ha sottolineato la Corte dei conti, lo strumento dell'assestamento dovrebbe essere utilizzato come ricognizione delle variazioni amministrative intervenute durante i primi sei mesi di gestione dell'anno finanziario. Le autorizzazioni di cassa suddette determinano invece effetti espansivi sui saldi, variazioni che dovrebbero essere assunte solo in sede di legge finanziaria.
La necessità di tale forzatura è dovuta alla significativa contrazione delle entrate e alla gravità del contesto economico di crisi, che ha determinato il Governo ad adottare i provvedimenti urgenti contenuti nel decreto-legge n. 78 del 2009.
Apprezzabile, dunque, l'intervento del Governo, che, attribuendo flessibilità allo strumento dell'assestamento, ha adattato il rigido bilancio dello Stato alle esigenze provenienti dal settore produttivo del Paese a fronte della persistente crisi economica.
Dall'esame del peggioramento dei saldi pubblici (il saldo netto da finanziare peggiora di circa 36.870 milioni di euro, il risparmio pubblico diventa negativo e peggiora di 32.356 milioni di euro, il ricorso al mercato aumenta di circa 37.000 milioni di euro) si evince come il difficile contesto economico e la flessione in negativo del PIL abbia interrotto il processo di risanamento definitivo dei conti pubblici, che nel DPEF, approvato lo scorso anno, aveva come obiettivo di azzerare il deficit nel 2011.
La flessione delle entrate finali (-26.200 milioni di euro e assestate a 32.091 con le variazioni assestate), correlata alla mancata crescita del PIL, non potendo assolutamente essere compensata con un aumento della pressione fiscale, è stata forzatamente affrontata con una immissione di liquidità a carico dei conti pubblici e contestuale riduzione della spesa pubblica.
Il maggiore indebitamento della pubblica amministrazione è necessario, almeno per il momento, per sostenere il settore delle imprese fino a quando non ci siano segnali di effettiva ripresa.
Dopo il 2009, è impegno del Governo e della maggioranza che lo sostiene, riprendere il processo di risanamento della finanza pubblica, che consentirà al nostro Paese di essere competitivo a livello europeo Pag. 57ed internazionale anche grazie all'entrata in vigore dei primi decreti attuativi in materia di federalismo fiscale che vedranno responsabilizzare anche gli amministratori locali a meglio allocare le proprie risorse così da contribuire al contenimento complessivo della spesa pubblica. E naturalmente non possiamo dimenticare l'auspicata semplificazione normativa ed amministrativa che con la revisione del codice delle autonomie vedrà eliminati molti enti intermedi con una consistente riduzione degli oneri connessi. E dunque proseguirà la stagione delle riforme già avviate con sollecitudine da questo Governo per modernizzare questo paese passando sempre più da una inefficiente spesa centralista ad una sempre maggiore spesa decentrata e responsabile.
Per quanto suesposto preannuncio il voto favorevole del gruppo Lega Nord al provvedimento in esame.

Pag. 58

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Pdl n. 624 e abb. - Cure palliative e terapie del dolore

Tempo complessivo: 15 ore di cui:

  • discussione generale: 6 ore;
  • seguito dell'esame: 9 ore.
  Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici   1 ora
Interventi a titolo personale 56 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) 1 ora e 21 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 14 minuti 5 ore e 49 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 3 minuti 1 ora e 45 minuti
Partito Democratico 57 minuti 1 ora e 30 minuti
Lega Nord Padania 37 minuti 48 minuti
Unione di Centro 34 minuti 42 minuti
Italia dei Valori 33 minuti 39 minuti
Misto: 30 minuti 25 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 15 minuti 13 minuti
Liberal Democratici - MAIE 5 minuti 4 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti 4 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 5 minuti 4 minuti
Pag. 59

Ddl n. 2449 - Legge comunitaria per il 2009 e Doc. LXXXVII, n. 2 - Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2008

Discussione congiunta sulle linee generali

Tempo complessivo: 6 ore e 30 minuti

Relatori 20 minuti (complessivamente)
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 2 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 38 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 13 minuti
Partito Democratico 1 ora e 6 minuti
Lega Nord Padania 39 minuti
Unione di Centro 36 minuti
Italia dei Valori 34 minuti
Misto: 30 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 15 minuti
Liberal Democratici - MAIE 5 minuti
Minoranze linguistiche 5 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 5 minuti

Ddl n. 2449 - Legge comunitaria per il 2009

Seguito dell'esame: 8 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora e 10 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore
Popolo della Libertà 1 ora e 23 minuti
Partito Democratico 1 ora e 26 minuti
Lega Nord Padania 43 minuti
Unione di Centro 35 minuti
Italia dei Valori 32 minuti
Misto: 21 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 9 minuti
Liberal Democratici - MAIE 4 minuti
Minoranze linguistiche 4 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 4 minuti
Pag. 60

Doc. LXXXVII, n. 2 - Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2008

Seguito dell'esame: 3 ore.

Relatore 10 minuti
Governo 10 minuti
Richiami al Regolamento e tempi tecnici 10 minuti
Interventi a titolo personale 28 minuti (con il limite massimo di 4 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 2 ore e 2 minuti
Popolo della Libertà 37 minuti
Partito Democratico 32 minuti
Lega Nord Padania 17 minuti
Unione di Centro 14 minuti
Italia dei Valori 13 minuti
Misto: 9 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 3 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 2 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2632 - articolo 1 446 441 5 221 247 194 48 Appr.
2 Nom. articolo 2 446 441 5 221 248 193 48 Appr.
3 Nom. articolo 3 450 445 5 223 247 198 48 Appr.
4 Nom. articolo 4 450 445 5 223 247 198 48 Appr.
5 Nom. articolo 5 453 448 5 225 250 198 48 Appr.
6 Nom. articolo 6 453 448 5 225 249 199 48 Appr.
7 Nom. articolo 7 453 448 5 225 248 200 48 Appr.
8 Nom. articolo 8 456 451 5 226 251 200 47 Appr.
9 Nom. articolo 9 457 452 5 227 251 201 47 Appr.
10 Nom. articolo 10 454 449 5 225 249 200 47 Appr.
11 Nom. articolo 11 455 450 5 226 251 199 47 Appr.
12 Nom. articolo 12 454 449 5 225 251 198 47 Appr.
13 Nom. articolo 13 458 453 5 227 252 201 47 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. articolo 14 460 455 5 228 252 203 47 Appr.
15 Nom. articolo 15 458 453 5 227 250 203 47 Appr.
16 Nom. articolo 16 458 453 5 227 250 203 47 Appr.
17 Nom. articolo 17 463 458 5 230 254 204 47 Appr.
18 Nom. articolo 18 461 456 5 229 253 203 47 Appr.
19 Nom. Ddl 2632 - voto finale 450 447 3 224 247 200 45 Appr.
20 Nom. Ddl 2633 - Tab. 6.1 447 440 7 221 203 237 45 Resp.
21 Nom. Tab. 6.3 449 442 7 222 201 241 45 Resp.
22 Nom. Tab. 6.4 441 432 9 217 198 234 45 Resp.
23 Nom. articolo 1 443 439 4 220 241 198 45 Appr.
24 Nom. articolo 2 442 438 4 220 242 196 45 Appr.
25 Nom. articolo 3 444 440 4 221 242 198 45 Appr.
26 Nom. odg 9/2633/6 435 430 5 216 184 246 45 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 27)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. Ddl 2633 - voto finale 434 430 4 216 240 190 45 Appr.