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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 192 di mercoledì 24 giugno 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 9,05.

LORENA MILANATO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Aprea, Bernini Bovicelli, Bongiorno, Borghesi, Brancher, Brugger, Brunetta, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Cesario, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Conte, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Gregorio Fontana, Frassinetti, Gelmini, Gibelli, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Malfa, Lo Monte, Meloni, Menia, Mura, Nirenstein, Prestigiacomo, Romani, Ronchi, Rotondi, Scajola, Soro, Vegas e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente novantuno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (1441-ter-C) (ore 9,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato, n. 1441-ter-C: Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia.
Ricordo che nella seduta del 23 giugno 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed hanno avuto luogo le repliche del relatore e del rappresentante del Governo.

(Esame degli articoli - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge modificati dal Senato, nel testo della Commissione.
Avverto che a norma dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, non saranno posti in votazione gli articoli 11, 13, 40 e 47, in quanto non modificati dal Senato.
Avverto altresì che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C), che sono distribuiti in fotocopia.
Ricordo che a norma dell'articolo 123-bis, comma 3-bis, ultimo periodo, del Regolamento, trattandosi di provvedimento collegato alla manovra di finanza pubblica, gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi dichiarati inammissibili dalla Commissione non possono essere ripresentati in Assemblea (e - ove ripresentati - non sono pubblicati).
Inoltre non sono pubblicati, in quanto non ricevibili, gli emendamenti, non previamente presentati presso la Commissione, riferiti a parti del testo non modificate dalla Commissione stessa.
Comunico che la Presidenza non ritiene ammissibili, a norma dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, le seguenti Pag. 2proposte emendative volte a sopprimere integralmente articoli e commi che sono stati solo parzialmente modificati dal Senato, in tal modo intervenendo su partizioni del testo già consolidate a seguito dell'approvazione da parte di entrambi i rami del Parlamento: gli identici emendamenti Scilipoti 25.1 e Zamparutti 25.2, gli identici emendamenti Scilipoti 26.1 e Zamparutti 26.2, l'emendamento Scilipoti 29.1 nonché gli identici emendamenti Monai 41.1 e Ferranti 41.2, nonché dell'emendamento Monai 41.3 limitatamente alla soppressione del comma 5.
La Presidenza non ritiene altresì ammissibili, sempre a norma dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, che non appaiono consequenziali alle modifiche apportate dal Senato: Fava 1.5, recante disposizioni relative ai contributi a favore dei consorzi monoregionali, laddove il testo dell'articolo 1, come modificato dal Senato, è volto a definire la fattispecie civilistica del contratto di reti di imprese (tale emendamento risulta comunque inammissibile in quanto privo di idonea quantificazione e copertura); Fallica 27.02 e 27.03, riguardanti, rispettivamente, il controllo informativo della tracciabilità dei rifiuti e la semplificazione della gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, laddove il testo del comma 44 dell'articolo 27 si limita ad istituire una cabina di regia per il coordinamento dei piani regionali degli inceneritori; Anna Teresa Formisano 27.05, volto a introdurre disposizioni per la separazione proprietaria tra i gestori della rete elettrica e gli operatori a monte e a valle del mercato, che reca misure per la sicurezza e il potenziamento del settore energetico. Peraltro, tale articolo aggiuntivo reca una delega legislativa priva di principi e di criteri direttivi.
Con riferimento a tutte le predette proposte emendative non vale a modificare il giudizio di inammissibilità la circostanza che le medesime siano state presentate e considerate ricevibili nel corso dell'esame in sede referente.
Comunico che la Presidenza, tenuto anche conto del parere espresso dalla V Commissione (Bilancio), non ritiene ammissibili, a norma dell'articolo 123-bis del Regolamento, in quanto prive di idonea quantificazione e copertura, le seguenti proposte emendative: Fava 27.04 e 42.2; Bellanova 2.3; Monai 2.6, 3.1, 29.3, 44.01 e 49.5; Lulli 6.3; Anna Teresa Formisano 27.20, 30.6 e 42.1; Bratti 27.43, 27.44 e 38.2; Torazzi 38.1; Marchignoli 42.3; Fallica 27.01 e 42.4.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,14).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, anche in considerazione del fatto che il Comitato dei nove ha bisogno di compiere un ulteriore approfondimento, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 9,45.

La seduta, sospesa alle 9,15, è ripresa alle 9,45.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Avverto che gli emendamenti Oliverio 9.1 e Lulli 30.1 sono stati ritirati dai presentatori.
Avverto, altresì, che sono stati presentati gli emendamenti 18.100 e 32.100 della Commissione, nonché l'emendamento 42.200 del Governo, con riferimento ai quali il termine per la presentazione dei subemendamenti è stato fissato alle ore 11.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 3

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, vorrei porre una questione che forse i colleghi della Commissione bilancio e della Commissione di merito potrebbero meglio precisare o, comunque, approfondire. Vorrei sottoporre alla Presidenza una questione in particolare, quella che riguarda le modalità con le quali la Commissione bilancio ha posto una serie di condizioni che credo il Comitato dei nove abbia avuto l'opportunità di considerare (non è la prima volta che avviene ciò, ma oggi stiamo discutendo di un provvedimento di un certo rilievo collegato alla manovra finanziaria che riguarda il sistema energetico italiano in particolare, e altri provvedimenti concernenti il sistema produttivo). Il merito di queste condizioni è del tutto inusuale.
Vorrei portare solo due esempi. Il primo: si sostituisce l'intero comma 3 dell'articolo 3, che prevede letteralmente la dizione: «l'attuazione del criterio di cui al comma 2, lettera l), è condizionata al previo reperimento delle risorse con legge ordinaria» (alla lettera l) si parla delle forme di fiscalità di sviluppo con particolare riguardo alla creazione di nuove attività di impresa nell'ambito delle zone relative all'obiettivo di convergenza europea). La condizione posta dalla Commissione bilancio è che si sostituisca questo comma con una condizione che rafforzerebbe il concetto già previsto nel testo attuale ovvero che la norma diventi un auspicio e non una certezza. La condizione prevede, infatti, le seguenti parole «all'attuazione del criterio direttivo di cui al comma 2, lettera l) si provvede solo successivamente all'entrata in vigore di provvedimenti legislativi che stanzino le occorrenti risorse finanziare». Signor Presidente non è possibile trattare in questo modo questioni che riguardano il bilancio dello Stato ed interventi sul sistema produttivo (ma questo è già il merito dal provvedimento). Soffermandoci alla questione di come la Commissione bilancio deve porre le sue condizioni secondo il Regolamento, mi domando: come è possibile prevedere in una norma un auspicio futuro che potremmo al limite intendere come un indirizzo della Commissione bilancio all'Assemblea da fare proprio con un ordine del giorno? La norma deve essere certa. Che certezza vi è se si scrive che si danno dei soldi e delle risorse alle aree di intervento e di convergenza europea solo a condizione che vi sia una norma futura che stanzi i soldi necessari? Signor Presidente le pare che si possa scrivere una cosa così in un disegno di legge collegato alla manovra finanziaria? Penso che il Parlamento debba essere serio e credibile quando scrive le norme.
Scrivere una norma in questa maniera rende difficile far sì che i cittadini italiani considerino credibile e serio il modo in cui si svolge la legislazione e si legifera in questo Paese . Anche per quanto riguarda l'articolo 27 (sono due esempi ma potrei farne trenta perché le condizioni sono molte), che abroga alcune norme relative a preferenze accordate all'ENI e all'ENEL, si usa una formula fantasiosa. Si dice che non vi devono essere oneri, né diretti né indiretti, per la finanza pubblica. Ciò significa che, se noi dovessimo adottare una formula siffatta in presenza di condizioni per le quali non sono disponibili al momento risorse finanziarie nel bilancio dello Stato, chiunque scriva una norma diventa irresponsabile, e la può scrivere perché questo è sempre un auspicio. È irresponsabilità del Parlamento scrivere che non vi possono essere oneri né diretti né indiretti. Capisco quelli diretti per la finanza pubblica, ma come è possibile comprendere il totalmente quantificabile in termini di oneri indiretti e la quantificazione totale degli oneri indiretti derivanti dall'attuazione di una norma? Come è possibile scrivere una norma di questo tipo? Signor Presidente, penso che bisogna tornare ad una modalità seria e certa di fare le norme, di utilizzare il bilancio dello Stato, e di utilizzare anche le modalità con le quali la Commissione bilancio esercita i propri poteri regolamentari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 4

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, a inizio seduta da parte sua è stato comunicato il parere espresso dalla V Commissione (Bilancio) in ordine ad una serie di emendamenti che sono stati dichiarati inammissibili. Desideriamo segnalare alla Presidenza e quindi alla V Commissione l'emendamento Bellanova 2.3 in quanto il parere ci risulta, dal comunicato stesso che la Presidenza ha reso, non sufficientemente argomentativo della ragione per cui l'emendamento citato è stato dichiarato inammissibile, in quanto invece conseguenziale alle modifiche apportate al Senato.

MASSIMO POLLEDRI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, credo che l'intervento del collega sia lecito, ma sia entrato nel merito delle decisioni della Commissione Bilancio. Ieri vi è stata un'ampia discussione in V Commissione sulla base delle informative e delle istruttorie degli uffici. Si è svolto un dibattito importante sulla base di un carteggio che proveniva da Ministero dell'economia e delle finanze (in due occasioni) e dalla Ragioneria dello Stato, e vi è stata un'ampia discussione con l'opposizione. L'auspicio che viene ricordato era nelle condizioni semplici, e tra l'altro derivava da una preoccupazione e da una prudenza proprio del collega che lei ha di fianco, che voleva rimarcare la possibilità che un eventuale posta in bilancio, già utilizzata per la rottamazione, non venisse utilizzata anche per questo secondo aspetto. Se poi il Comitato dei nove ha scritto «auspicio» piuttosto che qualcosa d'altro è evidente che questo è un fatto semantico che non attiene alla Commissione Bilancio. Tuttavia, Presidente, la inviterei anche a tutelare in qualche modo le decisioni prese dalla Commissione Bilancio perché sono prese dopo un'istruttoria e non hanno una valenza politica ma una valenza riferita alla copertura.

CARLO MONAI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, anche da parte dell'Italia dei Valori viene avanzata la richiesta di riflettere sull'ammissibilità degli emendamenti collegati al parere della Commissione V (Bilancio). In particolare, non si capisce perché l'emendamento Monai 2.6 debba essere dichiarato inammissibile dal momento che non fa altro che aggiungere alla enumerazione dei distretti specificamente in crisi, come quello delle armi di Brescia piuttosto che della illuminazione del Veneto, anche altri distretti tra i quali voglio citare il distretto della sedia del Manzanese in Friuli Venezia Giulia.
Allo stesso modo accade per altre situazioni enumerate in questo emendamento. Vi è anche la previsione di una copertura aggiuntiva rispetto a quella individuata dalla stesura originaria del provvedimento. Non mi spiego come mai venga dichiarata inammissibile questa proposta emendativa che ha tutte le specifiche tecniche per poter invece essere messa in discussione.
Analogo rilievo può esser svolto su altri emendamenti che per altro motivo sono indicati nello speech come inammissibili e sui quali vorrei una rivisitazione da parte della Presidenza.

PIER PAOLO BARETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Baretta, interviene anche lei sullo stesso argomento?

PIER PAOLO BARETTA. Sì, signor Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento. In questo caso, non si tratta di difendere le competenze e tutelare la Commissione Bilancio perché mi sembra che questo tema meriterebbe una discussione molto più ampia per quanto riguarda l'intero andamento di quest'anno di lavori.
Qui siamo di fronte ad un provvedimento che segue un carteggio che è stato Pag. 5ben evidenziato nei giorni scorsi a fronte del quale abbiamo chiesto in Commissione l'audizione dei due Ministri per poter avere un punto di chiarimento.
Il parere emerso ieri - l'abbiamo fatto presente - è coerente con il livello di confusione presente su questo argomento. Adesso ho sentito da parte del Comitato dei nove la richiesta di ulteriori elementi di chiarimento rispetto alle motivazioni. Sottolineo che siamo di fronte ad un esagerato intervento della Commissione bilancio su alcuni elementi: veniva citato quello del gas come esempio per tutti.
Ritengo, quindi, che sia opportuno che il Comitato dei nove abbia a disposizione la possibilità di riprendere in mano questa discussione per argomentare e che eventualmente la Commissione bilancio possa riprendere il tema sulla base dei chiarimenti ulteriori. Infatti, di questo passo, non soltanto travalichiamo le competenze ma, come Commissione bilancio, ci spingiamo a fare politica, quando dobbiamo limitarci in molti casi solo ed esclusivamente all'analisi delle coperture.
Ritengo che questo sia un punto di fondo da chiarire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, com'è ben noto la Presidenza non può sindacare il merito dei rilievi formulati dalla Commissione bilancio. Tuttavia, le condizioni alle quali faceva riferimento in maniera particolare l'onorevole Quartiani non sono state formulate ai sensi dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione e come tali non si trasformano automaticamente in emendamenti per l'Assemblea. Naturalmente, la Commissione e il Governo potranno tenerle in debito conto e, quindi, in questo senso, vi è la possibilità da parte della Commissione e del Governo di consentire all'Assemblea di riprendere la sua sovranità.
Per quanto riguarda, invece, l'emendamento Bellanova 2.3, è inammissibile in quanto sullo stesso è stato espresso un parere contrario della Commissione bilancio e questo, com'è ben noto, nel caso dei collegati comporta l'inammissibilità automatica.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, la ringrazio molto. È chiaro che facevo riferimento ad una serie di condizioni poste dalla Commissione bilancio.
Tuttavia, da parecchio tempo è invalso l'uso secondo cui la Commissione bilancio sta esageratamente svolgendo una funzione abnorme di scrittura delle norme. Infatti, è chiaro che qualsiasi Comitato dei nove di qualsiasi Commissione, di fronte ad una condizione contenuta in un parere della Commissione bilancio, comunque è costretto a considerare la bontà di indicazioni che pervengono da un organo che, nella fase conclusiva, deve esprimere un parere di congruità con le condizioni del bilancio dello Stato.
Quando tale Commissione pone una condizione, benché non lo faccia in base all'articolo per il quale costituzionalmente si è obbligati ad assumere l'emendamento che la riproduca (perché diversamente si andrebbe incontro ad un elemento di contraddittorio che arriverebbe fino alla Corte costituzionale), da questo punto di vista, signor Presidente, vi è non solo una funzione politica esercitata dalla Commissione bilancio, ma una abnorme funzione di legislazione che contrasta anche con altre funzioni proprie delle Commissioni, di questa Camera e del Parlamento. Penso, ad esempio, al Comitato per la legislazione. Nel momento in cui la Commissione bilancio si mette a riscrivere alcune disposizioni, pone condizioni e chiede al Comitato dei nove della Commissione di merito di riscrivere esattamente commi e articoli di una norma, è chiaro che bisognerebbe garantire, almeno dal punto di vista della procedura e del procedimento, che la Commissione di merito, le altre Commissioni cointeressate e anche il Comitato Pag. 6per la legislazione possano esprimere un parere di congruità sul modo in cui viene scritta la norma.
Signor Presidente, non metto in discussione i poteri della Commissione bilancio, e la ringrazio per aver precisato ulteriormente che né la Presidenza né l'Aula e nemmeno chi vi parla sono per mettere in discussione i poteri e le funzioni della Commissione bilancio. Tuttavia, la questione che ho posto concerne il modo con il quale si fuoriesce dalle condizioni specifiche e ordinarie delle modalità con le quali ciascuna Commissione esercita i propri poteri e le proprie funzioni.
Qui siamo di fronte ad una funzione abnorme, di carattere politico e legislativo, che viene esercitata dalla Commissione bilancio. Da questo punto di vista, chiedo allora quale sia il parere del Comitato dei nove su tutte le condizioni poste dalla Commissione bilancio. Infatti, prima di poter entrare nel merito della discussione e delle votazioni relative agli emendamenti ed agli articoli, è bene che l'Aula sia posta nelle condizioni di comprendere cosa stiamo discutendo, cosa è stato accolto delle condizioni della Commissione bilancio e quali siano gli indirizzi esatti del Comitato dei nove.
Se non è possibile comprendere ciò, prendiamoci il tempo necessario, in modo tale che si riapra la discussione in Aula avendo contezza di tutto ciò.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, credo che le sue considerazioni siano assolutamente fondate e importanti e ritengo che non mancherà la possibilità di una riflessione da parte della Commissione bilancio, da parte del Comitato per la legislazione e - perché no? - da parte della Giunta per il Regolamento.
Per quanto riguarda il provvedimento al nostro esame, naturalmente non posso che rimettermi alla Commissione ed al Comitato dei nove, affinché valutino la sua ultima richiesta: non tocca alla Presidenza introdursi in questo senso.
Se il presidente della Commissione intende intervenire, gli do volentieri la parola.

ANDREA GIBELLI, Presidente della X Commissione. Signor Presidente, accolgo il suo invito in realtà per tranquillizzare il collega Quartiani del fatto che la Commissione di merito qualche minuto fa, nel Comitato dei nove, ha affrontato rispettosamente le disposizioni regolamentari che, come la Presidenza ha affermato, rappresentano alcune condizioni svolte in base al Regolamento da parte della Commissione bilancio e quindi vincolanti, nonché una serie di condizioni che sono state poste nel medesimo parere in termini assolutamente pertinenti con quanto una Commissione così autorevole come la Commissione bilancio potrà svolgere.
Naturalmente, il relatore - non sta a me fare la cronaca della riunione del Comitato dei nove - ha accolto le disposizioni vincolanti relative alle richieste della Commissione bilancio. Nell'espressione dei pareri, fra qualche minuto, verrà illustrato l'orientamento della Commissione medesima, secondo le prassi parlamentari consolidate.

ROBERTO ZACCARIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, come i colleghi potranno osservare nelle pagine iniziali del testo del provvedimento al nostro esame, il Comitato per la legislazione ha sollevato molte questioni già nel primo parere che ha espresso.
Non dobbiamo dimenticare che i provvedimenti collegati alla manovra finanziaria sono stati ben tre. Poiché i decreti-legge correvano davanti a loro, essi hanno, via via, imbarcato materie nuove. Quindi, in tali provvedimenti sono state collocate materie molto diverse (vengono definiti «collegati omnibus»). In altri termini, si tratta di provvedimenti che hanno raccolto ciò che rimaneva per strada e in cui il numero di deleghe è cresciuto in maniera molto rilevante.
Tuttavia, alla luce di quanto ha appena affermato il collega Quartiani, e nonostante la risposta che lei, signor Presidente, Pag. 7cortesemente ha dato, mi sembra che si salti un passaggio importante, che già il Presidente Fini, di fronte ad una mia richiesta precedente, aveva, in qualche modo, assicurato.
Quando un provvedimento, esaminato dal Comitato per la legislazione in una certa fase del procedimento, viene fortemente modificato per le ragioni che sono state così bene esposte, a prescindere dalle competenze delle varie Commissioni (e della Commissione bilancio), ne risulta un provvedimento oggettivamente nuovo.
Non intendo svolgere, in questa sede, l'analisi di quante delle numerose condizioni poste dal Comitato per la legislazione siano state accolte. Resta il fatto che, di fronte ad un provvedimento con caratteristiche di novità, il Comitato per la legislazione - se crediamo che questo organo serva - può esprimere un parere.
Vorrei invitarvi a leggere la complessità della normativa che scaturisce dai nostri provvedimenti. Giorni fa, ho provato a studiare una legge francese. La tecnica che usano i francesi, quando modificano le leggi, è di un estremo rigore. Quando viene modificata una norma, il rinvio tecnico, la novella, è estremamente precisa. Non si scherza su questo, fa parte della struttura normativa, è una garanzia per i cittadini, non per noi, altrimenti non capiscono nulla.
Pertanto, dopo ciò che è accaduto, non si faccia soltanto una questione di riti parlamentari. Il Presidente Fini ha detto che la Giunta per il Regolamento avrebbe dovuto esaminare questo problema. L'ha detto con urgenza alcuni mesi fa. Adesso, non possiamo continuare a dire che ciò avverrà in futuro, perché questi provvedimenti hanno una portata enorme.
Quindi, credo che quell'urgenza, segnalata in precedenza dai colleghi della Commissione bilancio e dal collega Quartiani, debba avere una risposta immediata. Non è possibile che il Comitato per la legislazione esprima un parere su un testo, che, poi, giunge in Aula in modo diverso. Penso, che sarebbe più onesto, convocare il Comitato per la legislazione e dire: non servi più (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zaccaria, non mancherò di sollecitare il Presidente Fini a dare attuazione a quanto già preannunciato in sede di Giunta per il Regolamento.

BRUNO TABACCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, vorrei ribadire che le questioni poste dal collega Quartiani hanno una ricaduta pesante sul bilancio dello Stato. In questi mesi, è accaduto, in maniera rituale, che fossero indicate delle coperture assolutamente strumentali ai fini del passaggio legislativo, e non ai fini della tutela degli equilibri del bilancio dello Stato.
Se tutte le proiezioni oggi fanno dire a quelli che vogliono con onestà conoscere l'andamento della spesa pubblica che c'è un incremento rilevante del deficit su base annuale, con conseguenze altrettanto pesanti sul debito pubblico, questo dovrebbe comportare un'attenzione ancora maggiore da parte della nostra Assemblea.
Vorrei ricordare che in diverse occasioni è stato reiteratamente utilizzato quale mezzo di copertura lo strumento dei cosiddetti conti correnti dormienti. Non c'è una lira di quelle previsioni che sia entrata nel bilancio dello Stato. Cosa facciamo, ci prendiamo in giro su questo? Quante spese abbiamo coperto con i fondi dormienti? Non c'è una lira che sia venuta dall'ABI sul bilancio dello Stato.
È chiaro, allora, che i profili di illegittimità in ordine all'articolo 81 della Costituzione prospettati dalla lettera proveniente dal Ministero dell'economia non sono stati sanati con le indicazioni poste dalla Commissione bilancio, anzi, aprono uno squarcio di grande difficoltà in ordine al tema della legittimità di questa procedura.
O la Commissione bilancio svolge il lavoro che gli è proprio, altrimenti non Pag. 8può attenersi ad operazioni di carattere politico. In questo caso, ha svolto un'operazione di carattere politico e non una legata alla sua funzione istituzionale al servizio della tutela del bilancio dello Stato e anche del cammino più corretto della Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati del Partito Democratico).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei richiamare l'articolo 8 del Regolamento in maniera non strumentale, e non per volerla necessariamente tirare dentro in questa vicenda in quanto Presidente.
L'articolo 8 del Regolamento affida al Presidente la vigilanza sul buon andamento dei nostri lavori. Le spiego, quindi, i motivi per i quali ritengo che lei, almeno in termini di moral suasion, possa e forse debba chiedere che l'Assemblea sia messa in condizione di deliberare solo dopo avere effettivamente compreso qual è lo stato dell'arte.
Signor Presidente, il dibattito che si è aperto e che ha coinvolto un po' tutti su una questione che non è di lana caprina e non è irrilevante, merita una riflessione sul modo di proseguire i nostri lavori.
Quello che si configura, sulla base delle parole ora espresse dal collega Tabacci e delle considerazioni svolte all'inizio dal collega Quartiani, è un doppio problema. Da una parte, abbiamo l'intervento della Commissione bilancio che non utilizza la forma regolamentare, anzi costituzionale. Con il suo intervento la Commissione bilancio esula dalle condizioni e dai paletti posti dalla Costituzione e, come hanno spiegato molto bene i colleghi Quartiani e Tabacci, assume un ruolo politico che non le è dato, attraverso un sistema che è quello dei pareri - che sappiamo perfettamente quanto possano condizionare le altre Commissioni -, snaturando e cambiando parti rilevanti di un provvedimento che non è marginale, ma è un provvedimento collegato alla manovra finanziaria e che, pertanto, anche in termini di valenza di bilancio, ha una sua forte connotazione.
Sarei curioso di sapere cosa pensi il Governo di questo parere, considerato che il provvedimento all'esame è di iniziativa governativa, come è noto. Prima che questo arrivasse all'esame dell'Assemblea, si sono già verificate alcune singolari situazioni. Forse lo abbiamo dimenticato, ma un prestigioso dirigente del Ministero dell'economia - come ho detto, prima che il provvedimento arrivasse in Aula - aveva inviato una lettera alla Commissione bilancio, che poi è giunta anche ai singoli commissari, nella quale indicava alcune criticità del provvedimento e, addirittura, indicava delle soluzioni emendative che sarebbero state utili per migliorare il testo e per renderlo accettabile e votabile.
Ora ci troviamo la Commissione bilancio che fa delle incursioni di questo tipo. Chiederei anche il parere del rappresentante del Governo, che ovviamente è impegnato in altre cose, ma sicuramente avrò modo di farsi raccontare da qualcuno le questioni che stiamo trattando che, ovviamente, non lo interessano...

PRESIDENTE. I colleghi sono pregati di non distrarre il rappresentante del Governo.

ROBERTO GIACHETTI. A prescindere da tutto, mi piacerebbe sapere qual è la valutazione del Governo su quello che sta avvenendo.

PRESIDENTE. Onorevole Moroni, il Governo ha bisogno di seguire il dibattito, grazie. Prego, onorevole Giachetti.

ROBERTO GIACHETTI. Il Governo non ha bisogno di seguire il dibattito perché probabilmente qualcuno glielo racconterà. Resta il fatto, però, che sarebbe molto utile, ammesso che il Governo abbia un parere su questa vicenda, sapere qual è, visto che - lo ripeto e concludo - le condizioni poste in un modo irrituale da parte della Commissione bilancio modificano Pag. 9sostanzialmente il testo, o almeno alcune parti importanti del testo, presentato dal Governo.
In sintesi, signor Presidente, a proposito delle considerazioni, messe tutte insieme, che si sono svolte in Aula fino a questo momento, lei non può decidere nulla però, lo ripeto, in termini di moral suasion, forse potrebbe aiutare chi in questo momento è in grado di assumere delle decisioni a farci intervenire su questo argomento quando ci sia qualche filo di chiarezza in più. Lei potrebbe, francamente, aiutare - mettendo insieme tutto quello che accade da giorni, compreso il lavoro in sede di Commissione, per non parlare del rimbalzo che c'è stato di questo provvedimento, nei mesi, tra la Camera e il Senato - a mettere noi in condizione di affrontare un dibattito che sia, al di là delle valutazioni di merito sugli emendamenti, dal punto di vista procedurale e regolamentare nelle condizioni più chiare, cosa che in questo momento non mi pare si stia verificando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, la ringrazio per il richiamo all'articolo 8 del Regolamento, a norma del quale, come lei sa benissimo, spetta al Presidente assicurare il buon andamento dei lavori, facendo rispettare il Regolamento. È emerso con molta chiarezza dal dibattito che si è svolto finora che forse ci sono alcune carenze nello stesso Regolamento, e non a caso abbiamo fatto tutti riferimento alla necessità che sia la Giunta per il Regolamento a prendere in esame tutto ciò. Tuttavia, nel merito della questione, che forse richiede la nostra attenzione oltre le norme regolamentari, invito di nuovo il presidente della Commissione e il relatore a valutare la possibilità che la Commissione, ove lo ritenga opportuno, svolga una valutazione ulteriore sulle condizioni formulate dalla Commissione bilancio.
Avverto che gli emendamenti Margiotta 45.8 e 45.10 sono stati ritirati.

In ricordo di Maurizio Valenzi (ore 10,20).

PIERO FASSINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO. Signor Presidente, chiedo a lei e ai colleghi un momento di attenzione, perché ritengo che la Camera dei deputati debba tributare un ricordo e un omaggio a Maurizio Valenzi, il popolare sindaco di Napoli che la notte scorsa è deceduto nella sua città. Maurizio Valenzi è stato una delle figure più prestigiose della politica napoletana e, per una fase della vita, del nostro Paese e della politica italiana. Avrebbe compiuto cento anni tra qualche mese e in questa lunghissima vita piena di passione, intensità, spirito civile e impegno politico ebbe naturalmente l'occasione di essere protagonista di eventi straordinari.
Nacque a Tunisi da una famiglia appartenente alla comunità ebraica di quella città, una famiglia di piccola borghesia che lo educò immediatamente al gusto delle lettere e della pittura. Fu un uomo particolarmente vivace fin dalla sua giovinezza. L'amore per la pittura lo portò a Roma e a Parigi e in quelle città respirò quel cosmopolitismo e quello spirito libero che avrebbero poi caratterizzato la sua identità, il suo modo di essere e le sue relazioni con gli altri.
A Tunisi, in una temperie politica particolarmente complessa nei difficili anni intercorsi tra le due guerre del Novecento, si avvicinò al Partito comunista tunisino.
Attraverso il Partito comunista tunisino entrò in contatto con uno dei gruppi più importanti e vivaci dell'organizzazione all'estero del Partito Comunista Italiano. Si avvicinò a uomini come Loris Gallico, Velio Spano e con loro diventò uno dei principali dirigenti del centro esteri del PCI di Tunisi, che fu in quell'epoca uno dei motori propulsivi dell'azione antifascista all'estero e di sostegno costante e continuo a chi portava avanti la lotta contro il fascismo nella clandestinità in Italia. Pag. 10
Rientrato, dopo la guerra, a Napoli, fu uno degli uomini su cui puntò Togliatti per rinnovare il Partito Comunista Italiano e per dare corpo e sostanza a quella svolta di Salerno ed alla formazione del partito nuovo che vide un'intera generazione di giovani dirigenti essere protagonisti di una stagione fondamentale per il nostro Paese. Mi riferisco alla stagione della nascita della democrazia, della Repubblica, la stagione nella quale il Partito Comunista Italiano, insieme agli altri partiti antifascisti, gettò le basi di quella convivenza civile e democratica che da sessant'anni caratterizza la vita del nostro Paese.
Maurizio Valenzi insieme a Giorgio Napolitano, Gerardo Chiaromonte e altri dirigenti prestigiosi di quella città fu protagonista della vita politica napoletana e nazionale, sempre ispirando ogni sua azione e ogni sua iniziativa a quello spirito libero, a quella capacità di ascolto e di interlocuzione con l'altro che era uno dei tratti umani e politici della sua personalità.
Ebbe la sua stagione migliore, quella che lo fece diventare un grande personaggio nazionale, alla metà degli anni Settanta, quando tra il 1975 e il 1983 fu sindaco di Napoli in una stagione particolarmente felice per la sinistra e per i sindaci di sinistra di quel tempo. Il tempo di Diego Novelli, di Maurizio Valenzi, il tempo di Elio Gabbuggiani a Firenze e di Petroselli a Roma.
Furono anni in cui i poteri locali tornarono ad essere al centro della vita politica del Paese e furono motore propulsivo di una grande stagione di innovazione della politica e delle istituzioni, un momento felice di rapporto tra i cittadini e la politica. Maurizio Valenzi dedicò se stesso e tutte le sue energie ad un compito immane quale fare il sindaco a Napoli, diventando presto un punto di riferimento straordinario, non solo per i cittadini della sua città, ma per l'intero Paese.
Quella stagione si concluse nel 1983. Di lì a poco Maurizio Valenzi fu candidato al Parlamento europeo ed ebbe una testimonianza di affetto, di popolarità, di simpatia e di fiducia della sua città raccogliendo quasi 100 mila voti di preferenza in quella consultazione elettorale.
Pochi anni dopo, già ormai avanti negli anni, si ritirò dalla politica attiva, ma non si ritirò mai da un impegno civile, dalla sua passione, dalla sua capacità di guardare a Napoli, che era l'oggetto fondamentale del suo amore e di ogni sua azione. Non dimenticò mai il suo essere un dirigente politico che doveva continuare a svolgere una missione culturale e pedagogica anche nei confronti delle giovani generazioni.
Lo ricorderemo così, come un uomo di straordinaria generosità, lo ricorderemo come un uomo di straordinaria passione civile e impegno etico, lo ricorderemo come un riformista vero, quando la parola riformista a sinistra non era una parola così gradita e non aveva la cittadinanza che ha oggi, lo ricorderemo come uno spirito libero e come un educatore.
Lo ricorderemo soprattutto come un uomo che ha illustrato in un modo straordinario Napoli e che non solo viene ricordato oggi dalla sua città come un grande napoletano, ma possiamo dire che certamente appartiene a quella generazione di grandi italiani che ha costruito la Repubblica e ha fatto della democrazia in questo Paese un valore condiviso in cui si riconoscono milioni di italiani. Così lo vogliamo ricordare e vogliamo che la Camera dei deputati gli renda oggi omaggio (Applausi).

AMEDEO LABOCCETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, condivido le considerazioni dell'onorevole Fassino. Maurizio Valenzi è stato un autorevole parlamentare del Partito Comunista Italiano, sindaco della mia città dal 1975 al 1983. Credo di poter dire che è stato l'ultimo sindaco di Napoli a dimensione nazionale. Valenzi ha certamente lasciato il segno del suo passaggio. Io l'ho conosciuto, e l'ho combattuto, nel Pag. 11consiglio comunale di Napoli, ed oggi mi inchino con grande rispetto di fronte alla sua salma. Valenzi è stato un uomo onesto; a novembre avrebbe compiuto cento anni, e per un soffio ha mancato questo appuntamento.
Fu un sindaco, caro Fassino, di minoranza, ma governò per otto anni grazie al voto tecnico della Democrazia Cristiana. Valenzi difendeva e portava avanti le sue idee con grande vigore, ma non è stato mai un fazioso, lui non è stato mai un fazioso, mai, neanche nei momenti di maggiore scontro, e a Napoli ne abbiamo avuti tanti.
Ricordo che, quando vi fu il terremoto, Valenzi telefonò ad Almirante e in quella occasione ci fu una tregua politica, perché evidentemente c'era una questione che andava al di là delle posizioni ideologiche, degli steccati e degli arroccamenti. Nessuno si chiuse nel campo trincerato del proprio orgoglio partitico, e lavorammo insieme per affrontare quella situazione. Ricordo che nel corso del mio primo intervento in consiglio comunale Valenzi mi interruppe e mi contestò aspramente, ma questo non gli impedì, alcuni anni dopo, di inviarmi una lettera, una lettera che conservo tra i miei ricordi più cari, con la quale si congratulava per una mia battaglia sul malaffare partenopeo.
Credo che il Parlamento debba ricordarlo, signor Presidente, con una particolare cerimonia. Nel frattempo, mi permetto di chiederle un minuto di silenzio a ricordo di questo sindaco che la destra ha sempre combattuto, ma ha sempre rispettato (Applausi).

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, a nome del gruppo dell'Italia dei Valori mi associo in modo deferente alle parole di commiato dell'onorevole Fassino, perché Maurizio Valenzi, per tanti di noi che hanno fatto i sindaci in provincia di Napoli, è stato un vero punto di riferimento, anche nel decennio successivo e fino a qualche anno fa.
Ricordo quando l'ANCI Campania, in un'occasione celebrativa, distribuì dei quadretti con la dedica di Maurizio Valenzi, perché per tutti gli amministratori della Campania Maurizio Valenzi rappresentava una delle più fulgide e migliori storie di amministratore di enti locali. Egli usava un modo che oggi è difficile ritrovare, con il quale riusciva a coniugare un grande profilo morale congiuntamente alla grande capacità di affrontare le questioni di un comune, degli enti locali e dei cittadini.
Valenzi è stato sindaco di Napoli in momenti martoriati, quando si usciva dal triste periodo del colera e si entrava negli eventi sismici del novembre 1980 e della primavera del 1981, e in momenti burrascosi è venuto fuori il profilo di un grande uomo che ha saputo davvero rappresentare al meglio la cultura di una sinistra democratica, di una sinistra riformista e soprattutto una grande cultura di governo.
Ecco perché oggi ricordiamo con grande rispetto uno dei più grandi uomini di Napoli e del Mezzogiorno. Maurizio, ci lasci e ci mancherai: Napoli e la Campania veramente ti desiderano tantissimo per quello che hai fatto e ti ricordano con tanto piacere. Mancherai tantissimo a Napoli, alla Campania ed al Mezzogiorno d'Italia (Applausi).

PRESIDENTE. La Presidenza ringrazia i colleghi che sono intervenuti e si associa al ricordo, al dolore e anche all'impegno a continuare una testimonianza così importante per la vita del nostro Paese.

Si riprende la discussione (ore 10,30).

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Poiché tutti coloro che avevano chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative riferite all'articolo 1 vi hanno rinunziato, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

Pag. 12

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sugli identici emendamenti Anna Teresa Formisano 1.1 e Froner 1.2 e sugli emendamenti Lulli 1.3 e 1.4, mentre l'emendamento Fava 1.5 è stato dichiarato inammissibile.

PRESIDENTE. Onorevole Raisi, altrimenti il parere è contrario?

ENZO RAISI, Relatore. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Anna Teresa Formisano 1.1 e Froner 1.2.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Froner. Ne ha facoltà.

LAURA FRONER. Signor Presidente, intendo illustrare brevemente questo emendamento per farne capire l'importanza. È evidente che la recente approvazione al Senato di questo disegno di legge, che ha previsto all'articolo 1 le disposizioni per l'operatività delle reti, dimostra la grande attenzione del Parlamento nei confronti del mondo imprenditoriale, che è sempre più impegnato in processi di innovazione, collaborazione e cooperazione tra le imprese, che assumono le modalità più svariate.
Sicuramente le imprese per poter competere debbono aggregarsi attraverso strumenti flessibili ed adeguati come è il caso del contratto di rete, strumento che nasce proprio sulla base di tale fabbisogno. In questo senso, le modifiche che proponiamo all'articolo 1, comma 1, lettera a), numeri 2 e 3, con riferimento alle parti introdotte al Senato, intendono, pertanto, chiarire che il contratto di rete può risolversi nello svolgimento di un'attività di collaborazione, oltre che di esercizio in comune delle attività economiche delle imprese partecipanti alla rete, e che solo dall'istituzione di un'organizzazione comune trovano applicazione le disposizioni sul fondo comune e sulla responsabilità patrimoniale dei consorzi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Anna Teresa Formisano 1.1 e Froner 1.2, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mondello... onorevole Sardelli... onorevole Lo Monte... onorevole Coscia... onorevole Murer... onorevole Castagnetti... onorevole Moroni... onorevole Delfino... onorevole Moffa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 456
Votanti 453
Astenuti 3
Maggioranza 227
Hanno votato
215
Hanno votato
no 238).

Prendo atto che i deputati De Girolamo, Berruti e Moffa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che le deputate Zampa e Villecco Calipari hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Lulli 1.3.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lulli 1.3 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore. Pag. 13
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 1.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Pecorella, Sardelli, Castagnetti, Coscia, Murer, Moroni, Tidei, Moffa, Delfino.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 460
Votanti 458
Astenuti 2
Maggioranza 230
Hanno votato
216
Hanno votato
no 242).

Prendo atto che le deputate Zampa e Villecco Calipari hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Lulli 1.4.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lulli 1.4 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 1.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Castagnetti, Coscia, Moroni, Lo Monte, Sardelli, Delfino, Miotto, Murer, Moffa, Latteri.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 459
Votanti 435
Astenuti 24
Maggioranza 218
Hanno votato
193
Hanno votato
no 242).

Prendo atto che il deputato Lisi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Tassone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, noi su questo articolo avevamo investito moltissimo durante la prima lettura perché riteniamo che le disposizioni per l'operatività delle reti di impresa siano uno dei nodi più importanti che si pone per l'apparato produttivo italiano, la cui struttura ormai registra 4,2 milioni di imprese con meno di dieci addetti che occupano 7,8 milioni di addetti.
Ora cosa accade? Accade semplicemente che sulle reti di impresa il comportamento del Governo in questi sette mesi è stato ondivago, sul filo della confusione. Abbiamo registrato durante il voto di fiducia che ha riguardato il decreto-legge n. 5 del 2009, più noto come «decreto rottamazioni», l'introduzione all'articolo 3 di quel decreto dei commi 4-ter e 4-quater, con la disposizione del cosiddetto contratto di rete tra due o più imprese, disposizione che abbiamo giudicato non efficace.
Il 21 aprile scorso il Governo ha espresso parere positivo alla risoluzione del Parlamento europeo approvata in X Commissione, la small business act, atto sulle piccole imprese, nel cui impegno ha dichiarato l'adozione dei decreti che sono previsti dal programma industria 2015.
Oggi, in seconda lettura del provvedimento in esame, ci troviamo in un aggiustamento che muove esclusivamente all'integrazione del decreto-legge n. 5 con le modifiche previste dall'articolo 1, comma 1, del disegno di legge in esame cosa che ci porta in sede di dichiarazione di voto ad esprimere un voto di astensione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1. Pag. 14
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Martinelli? I colleghi hanno votato?

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 456
Votanti 237
Astenuti 219
Maggioranza 119
Hanno votato
237).

Prendo atto che i deputati Vannucci e Cesare Marini hanno segnalato che avrebbero dovuto astenersi e che i deputati Negro, Cosenza e Abrignani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Fava 2.1 e Monai 2.2. Ricordo che l'emendamento Bellanova 2.3 è inammissibile.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Lulli 2.4 e Lulli 2.5. Ricordo che l'emendamento Monai 2.6 è inammissibile.
La Commissione, infine, formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Lulli 2.7, Lulli 2.8 e sugli identici emendamenti Anna Teresa Formisano 2.9 e Froner 2.10.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Fava 2.1.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

GIOVANNI FAVA. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Monai 2.2.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Monai 2.2 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pisicchio. Ne ha facoltà.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, questo emendamento mira ad introdurre un elemento di specificazione. Dato che il comma 7 di questo articolo non stabilisce criteri certi per l'individuazione delle aree dei distretti in situazione di crisi, la proposta che facciamo mira a realizzare un intervento specificativo per quanto riguarda l'individuazione del tasso di occupazione e di disoccupazione nell'ambito dei distretti presi in considerazione e della loro dinamica, ossia se vi è stato negli ultimi tempi un calo importante dell'occupazione nei territori di riferimento.
Si ricorda, inoltre, che l'obiettivo convergenza riguarda gli Stati membri e le regioni il cui PIL pro capite è inferiore al 75 per cento della media comunitaria ed è dunque volto ad accelerare la convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo.
In Italia parliamo concretamente della Campania, della Puglia, della Calabria, della Sicilia e anche, seppure in una stagione transitoria, della Basilicata. Per questo riteniamo utile approvare questo emendamento, che è migliorativo rispetto all'impianto proposto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

Pag. 15

CARLO MONAI. Signor Presidente, aggiungo alla dichiarazione di voto del collega Pisicchio la notazione che questa proposta emendativa in Commissione aveva accolto un parere favorevole del Governo proprio perché si riteneva che fosse possibile dare una priorità qualificata degli interventi del Governo a sostegno delle crisi aziendali nelle zone di crisi che premiasse le zone in maggiore difficoltà dal punto di vista occupazionale.

Prendo atto che il Governo in Aula ha aderito all'indicazione del relatore, ma chiedo ai colleghi deputati di valutare se non sia il caso di individuare una priorità nella priorità che dia valore alla crisi occupazionale che sappiamo essere un'emergenza nazionale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 2.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Latteri, Lo Monte.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 462
Votanti 458
Astenuti 4
Maggioranza 230
Hanno votato
216
Hanno votato
no 242).

Prendo atto che il deputato Sposetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Bellotti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Lulli 2.4.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lulli 2.4 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Froner. Ne ha facoltà.

LAURA FRONER. Signor Presidente, desidero spiegare brevemente il significato di questo emendamento. Il comma 12 dell'articolo al nostro esame elenca una serie di aree di intervento, fra cui l'internazionalizzazione, l'innovazione industriale, il sostegno alle aree industriali destinate alla dismissione, la valorizzazione della produzione italiana, cui sono destinate le risorse delle economie derivanti dai provvedimenti di revoca totale o parziale delle agevolazioni previste a favore di attività industriali. Con questo emendamento chiediamo che le iniziative per la valorizzazione dello stile e della produzione italiana vadano individuate dal Ministero dello sviluppo economico d'intesa con la Conferenza Stato-regioni e province autonome di Trento e Bolzano.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 2.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Sardelli, Lo Monte, Murer, Coscia, Tassone, Sposetti.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 459
Votanti 456
Astenuti 3
Maggioranza 229
Hanno votato
219
Hanno votato
no 237).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini, Calearo Ciman e Mastromauro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Pag. 16
Prendo atto che il deputato Bellotti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Lulli 2.5.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lulli 2.5 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchioni. Ne ha facoltà.

ELISA MARCHIONI. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo attenzione specifica al tema del turismo, che ci sembra sia troppo frequentemente trascurato, e chiediamo altresì che siano investite risorse vere sul tema della ristrutturazione degli edifici turistici e di tutte le strutture ricettive, con particolare attenzione alla riqualificazione verso tecnologie ecocompatibili. Su questo fronte, fino a questo momento il Governo non ha investito alcuna risorsa, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni. E anche l'ultimo progetto presentato dal Governo, «Italiaturismo», di fatto non è altro che un protocollo perché le banche facciano esattamente quello che sono chiamate a fare: fornire mutui.
Se siamo d'accordo che fluidificare l'accesso al credito è sicuramente una scelta importante, questa non è però una risorsa che possa aiutare il turismo, che ha bisogno di riqualificare e di investire in tecnologie nuove e in innovazione. Con questo emendamento, chiediamo dunque che lo si possa fare attraverso risorse europee. Poiché è davvero importante che il turismo riceva quella attenzione che merita un comparto industriale che fornisce al nostro Paese il 12 per cento del PIL e che finora non ha ricevuto alcuna attenzione in termini di risorse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale. Si tratta di una questione, quella del rilancio del turismo, che si ripropone spesso, ed è in eterno conflitto con le attività che svolge la regione. Credo che sia assolutamente necessario riprendere in mano, come Governo, una partita di questo tipo su delle azioni guida, fra cui anche questa, e sicuramente il sostegno al credito com'era negli anni Sessanta e Settanta, che ha dato un grande impulso al turismo in Italia. Oggi purtroppo le azioni singole delle regioni non sempre riescono a dare un'idea completa di quello che il turismo può offrire in Italia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 2.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Murer? Onorevole Coscia? Onorevole Bocchino? Onorevole Tassone? Onorevole Mondello? L'onorevole Mazzarella ha votato.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 462
Votanti 460
Astenuti 2
Maggioranza 231
Hanno votato
221
Hanno votato
no 239).

Prendo atto che il deputato Giacomoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Lulli 2.7.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 17Lulli 2.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Murer? Onorevole Coscia? Onorevole Mondello? Onorevole Delfino? Onorevole Ginoble?

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 463
Votanti 460
Astenuti 3
Maggioranza 231
Hanno votato
221
Hanno votato
no 239).

Prendo atto che i deputati Giacomoni e Ruben hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Lulli 2.8.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, purtroppo il lavoro svolto al Senato sul disegno di legge in esame ha prodotto risultati negativi.
Vorrei chiedere alla Presidente se richiama l'attenzione del Governo, e anche del relatore, su quanto sto per dire, altrimenti mi fermo.
Siamo in presenza di un'accentuazione della discrezionalità con cui si intende gestire le politiche di reindustrializzazione. Già sono stati respinti altri emendamenti (anche presentati dal gruppo dell'Italia dei Valori; ve ne saranno poi anche altri, presentati dall'UdC), in cui si cerca di definire dei criteri per governare una situazione che oggettivamente è molto difficile nel nostro Paese, e che vede la crisi di interi sistemi industriali e di piccole imprese.
Il Governo, nel provvedimento in esame, ha deciso di intervenire, non si capisce in base a quali priorità, su alcune aree del paese, escludendone altre. Questa è una responsabilità molto seria; in primo luogo perché evidenzia una scelta del Governo: non si capisce in base a quali criteri oggettivi si intervenga in alcune aree in crisi, e altre invece vengano escluse a priori. In secondo luogo si evita in qualsiasi modo di ispirarsi a criteri o di crisi occupazionale o di difficoltà sui mercati, o di problemi seri da parte delle piccole imprese in rapporto al mondo del credito, per cui gli accordi di programma sono definiti in aree precise che non si sa, ripeto, in base a che cosa siano selezionate (forse in base ai rapporti di amicizia che si ha con un'area, invece che con un'altra), e si esclude a priori la possibilità di intervenire con indicatori precisi per dare la possibilità di interventi efficaci, di cui vi è molto bisogno nel nostro Paese in gran parte dei sistemi produttivi locali.
Credo che quello del Governo sia un atteggiamento molto grave che punta, da una parte, a reintrodurre non si sa come un rapporto clientelare con i territori (scusate se uso un vocabolo forte, ma voglio farmi capire) e, dall'altra, continua a ritenere che non vi è bisogno di disporre di indicazioni sulla base delle quali muoversi per la stipula degli accordi di programma.
Per tale motivo, se non sarà accolto almeno questo emendamento (ma anche alcuni altri successivi), il nostro voto non potrà che essere contrario, perché siamo un Paese nel quale tutti dovrebbero avere gli stessi diritti oltre che gli stessi doveri: il fatto che in un disegno di legge dello Stato collegato alla finanziaria vengano stabilite queste parzialità rappresenta un vulnus molto grave, che certamente non costituisce un messaggio di fiducia che trasmettiamo al Paese che lavora e che soffre la crisi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, intendo sottoscrivere l'emendamento Pag. 18in esame per le argomentazioni - a me pare fondatissime - portate dal collega Lulli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, aggiungo la mia firma all'emendamento in esame ed evidenzio, come ha fatto il collega Lulli, che è inutile continuare a parlare in Commissione di accordi di programma e di distretti se poi esistono ancora oggi - e questa ne è la prova - distretti di serie A e distretti di serie B. Noi partiamo dal presupposto che tutti i distretti abbiano una valenza per le cose che realizzano, che producono e per il territorio nel quale lavorano. Atteso ciò, non possiamo fare discriminazioni: questa invece è una discriminazione, e pertanto aggiungo la mia firma e sostengo con forza l'emendamento Lulli 2.8.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per sottoscrivere l'emendamento in esame, che è uguale a quello in precedenza cassato per mancanza di copertura finanziaria. Credo che sia fondamentale valutare i distretti non in base a raccomandazioni interne al Parlamento, ma esclusivamente a criteri seri quali la disoccupazione e l'effettiva crisi che si registra nei vari territori; diversamente, la concertazione non serve.
Nel provvedimento in discussione passano invece alcuni distretti (in questo caso vedo Brescia o un altro nel Veneto) che non si richiamano a numeri né a particolari esigenze rispetto ad altri presenti magari nella stessa Lombardia, nello stesso Veneto (o, come abbiamo segnalato, in Friuli-Venezia Giulia o in Molise), e questo ci dispiace.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 2.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Murer...onorevole Coscia...onorevole Mondello...onorevole Benamati...onorevole Delfino... Osservo che quando i colleghi si intrattengono al telefono, i dispositivi di voto - chissà perché - funzionano peggio.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 472
Maggioranza 237
Hanno votato
232
Hanno votato
no 240).

Prendo atto che l'onorevole Giacomoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo agli identici emendamenti Anna Teresa Formisano 2.9 e Froner 2.10.
Prendo atto che i presentatori degli identici emendamenti Anna Teresa Formisano 2.9 e Froner 2.10 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Froner. Ne ha facoltà.

LAURA FRONER. Signor Presidente, in questo caso si tratta di una proposta che vuole sostenere, in particolare, le piccole imprese. Spesso i meccanismi di attribuzione degli incentivi si sono dimostrati estremamente complessi, tali da escludere le piccole e medie imprese dalla possibilità di partecipare ai relativi bandi.
Un esempio recente è costituito dai bandi rientranti nel programma Industria 2015, che hanno previsto soglie minime degli investimenti richiesti per la partecipazione delle imprese anche di 10 milioni di euro. È evidente che previsioni di questa entità escludono a monte la possibilità - per le imprese di piccola dimensione, Pag. 19anche se con proposte progettuali fortemente innovative - di partecipare ai bandi.
Ecco, quindi, che la proposta emendativa mira ad introdurre un limite, in termini di soglie minime, che i progetti proposti dalle piccole e medie imprese devono avere, per poter accedere agli incentivi; questa soglia si propone che venga ridotta a 300 mila euro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, l'emendamento che mi vede prima firmataria, identico a quello presentato dalla collega Froner, credo che, al di là delle posizioni politiche, sia un emendamento di buon senso. Non possiamo equiparare la media impresa alla microimpresa, perché se per accedere ad un tipo di finanziamenti chiediamo ad una media impresa una partecipazione di un milione di euro, certamente, questo diventa non difficile, ma impossibile, per una microimpresa; noi chiediamo, quindi, di abbassare la soglia a 300 mila euro.
Facciamo prima a dire che cancelliamo le microimprese da questo provvedimento, mi sembrerebbe molto più corretto. Non ci prendiamo in giro, una microimpresa non ha le risorse pari a un milione di euro per accedere ad un consorzio, quindi ad un finanziamento. Variamo, allora, un provvedimento che estrapoli dal testo le microimprese, sarebbe più corretto e onesto, altrimenti non ne parliamo più, perché continuiamo a prendere in giro i titolari delle piccole imprese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Anna Teresa Formisano 2.9 e Froner 2.10, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Murer...onorevole Lo Monte...onorevole Iannarilli...onorevole Delfino.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 472
Maggioranza 237
Hanno votato
229
Hanno votato
no 243).

Prendo atto che i deputati De Poli e De Torre hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Giacomoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, l'insieme del comma 12, dell'articolo 2, ci porterà a votare contro l'articolo stesso, tuttavia desidero argomentare rapidamente la nostra disapprovazione alla struttura del comma 12. Il comma 12 prevede l'assegnazione di risorse finanziarie attraverso delle revoche alle legge n. 488 del 1992. Le economie che derivano da rinunce o da revoche di iniziative agevolate ai sensi della legge n. 488 sono stata accertate dal Ministro dello sviluppo economico, con il decreto-legge 28 febbraio 2008, in una cifra pari a 785 milioni di euro. Tali risorse, però, non sono state mai iscritte in bilancio sull'apposito Fondo, anzi con l'articolo 11 del decreto-legge n. 185 del 2008, il Governo ha stabilito che quelle risorse fossero, invece, destinate al rifinanziamento del Fondo di garanzia. Come se non bastasse, con il cosiddetto «decreto per la rottamazione », (decreto-legge n. 5 del 2009), è stato stabilito, all'articolo 8, che le risorse (785 milioni di euro) venissero poste a copertura di una parte degli oneri derivanti dal decreto medesimo; tutto ciò è certificato, straordinariamente, da una nota della Commissione bilancio del 17 marzo 2009. È da presumere, quindi, che le disponibilità Pag. 20considerate dal comma 12 in esame, siano altre e non quelle a cui si fa riferimento.
Per cui la domanda che abbiamo posto in sede di X Commissione e in sede di V Commissione è stata: «quali sono le disponibilità finanziarie per tale copertura?» Non ci è pervenuta risposta ma la risultante è semplice. La copertura finanziaria non c'è; si modifica esclusivamente il concerto tra Ministro dell'economia e delle finanze e Ministro dello sviluppo economico, il che ci fa ulteriormente pensare che siamo dentro un'operazione dove il Ministro dello sviluppo economico è «sussunto» dal Ministro dell'economia e delle finanze. Di fronte a ciò, ad un evento di mancata copertura ulteriore in un provvedimento di legge, e anche per la vicenda relativa alle lettere h) e g) del comma 12 dello stesso articolo - sono aspetti precedentemente già descritti dall'onorevole Lulli - il nostro voto nei confronti di questo articolo non può che essere contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, come Italia dei Valori noi voteremo contro questo articolo 2 per le motivazioni che in qualche modo ho già esposto nella iniziale discussione sulle linee generali avvenuta ieri e che il collega Vico ha ripreso puntualmente poco fa. In particolare siamo critici rispetto ad un atteggiamento del Governo che con il danaro pubblico gioca un po' come con le tre carte. Oggi individua questa situazione di crisi aziendale diffusa nel Paese e ipotizza la copertura finanziaria di questi accordi di programma tesi a risollevare l'economia di queste zone depresse, riutilizzando le revoche di incentivi adottati in base alla legge n. 488 del 1992; ieri invece aveva disposto che questi stessi fondi fossero a copertura del decreto-legge sulle rottamazioni; l'altro ieri si era ipotizzato e si era deciso di destinare questi fondi a ulteriore implementazione del Fondo di garanzia stabilito dalla legge n. 266 del 2007 a favore delle imprese artigiane. Ora noi siamo contrari a questa politica fatta a spot, per cui gli stessi soldi oggi vengono destinate a questo e ieri sono stati annunciati per altro, per cui oggi si accontentano le imprese in crisi, ieri le imprese artigiane, e l'altro ieri le industrie dell'autoveicolo e della produzione metalmeccanica. Qui i soldi purtroppo sono sempre quelli e le coperture sono molto dubbie. Noi riteniamo che l'approccio del Governo a questa delicata situazione non possa essere condivisa, a maggior ragione se si guardano quei 30 milioni di euro - sottolineo che si tratta di 30 milioni - che secondo l'articolo 3 vengono ad implementare la «legge mancia», cioè la legge deputata a soddisfare gli appetiti dei vari parlamentari. Se i nostri emendamenti (che stabilivano, anche in maniera provocatoria, che accanto alla filiera dell'illuminazione del Veneto, piuttosto che delle armi di Brescia, fossero inclusi anche il distretto della sedia piuttosto che la filiera tessile del Molise, piuttosto che - come Lulli ha proposto - la filiera tessile dell'abbigliamento di Prato) rappresentano sempre iniziative legate a dei territori, noi tuttavia siamo piuttosto per previsioni generali ed astratte che individuino criteri di priorità, invece che per «marchette» per i singoli territori magari più amici politicamente di altri. Quindi il nostro voto sarà contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario dell'Unione di Centro e per motivare anche questo voto contrario. Noi non abbiamo presentato emendamenti spot e tanto meno emendamenti di territorio. Abbiamo presentato emendamenti concreti su ragionamenti concreti, in favore, questi si, di tutti i distretti del nostro Paese, senza fare i distretti di serie A e distretti di serie B. Pag. 21
Abbiamo presentato emendamenti che dessero sostegno alle piccole, reali imprese che, a detta di tutti, costituiscono il tessuto portante della nostra economia, salvo poi a dimenticarcene nel momento in cui andiamo ad approvare un provvedimento, come quello di oggi, che di fatto impedisce alle microimprese di partecipare a questo tipo di investimenti. Dunque su queste basi non si può chiedere il voto favorevole su questo articolo: non stiamo facendo opposizione tanto per farla ma stiamo avanzando proposte costruttive perché l'articolo 2 è la negazione della filosofia di questo decreto-legge.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Murer... onorevole Coscia... onorevole Mondello... onorevole Tassone... Ricordo che stiamo votando l'articolo 2. Onorevole Lussana... onorevole Giammanco... I colleghi hanno votato? Onorevole Rosato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva. (Vedi votazionia ).

(Presenti 471
Votanti 467
Astenuti 4
Maggioranza 234
Hanno votato
241
Hanno votato
no 226).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Lo Presti 3.3. Ricordo che l'emendamento Monai 3.1 è stato dichiarato inammissibile. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 3.300 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, sull'emendamento Monai 3.2.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 3.301 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Lo Presti 3.3 formulato dal relatore.

ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, sull'emendamento 3.3 da me presentato, sicuramente accedo all'invito al ritiro ma vorrei specificare che tale emendamento ha un valore squisitamente tecnico e serve per armonizzare una legislazione che diversamente rischia di essere incomprensibile. Pertanto il Governo probabilmente non ha riflettuto sul fatto che l'emendamento in questione richiama il parere del Comitato per la legislazione, di cui sono stato relatore, e pone la condizione di una modifica dell'articolo 2, lettera l), per scongiurare proprio il possibile intreccio di fonti normative dal momento che la delega che noi oggi confermiamo al Governo con questo articolo è analoga a quella già conferita dalla recente legge 5 maggio 2009, n. 42. Si tratta, dunque, soltanto di trasportare un inciso già contenuto in questo provvedimento nel contesto della normativa oggi in vigore che potrebbe, proprio dal punto di vista della Pag. 22razionalizzazione delle fonti normative, rendere più agevole e comprensibile il lavoro di coloro i quali saranno chiamati non soltanto ad esercitare la delega ma evidentemente a interpretarla.
Comunque accedo all'invito al ritiro ma non posso non rilevare l'incongruenza di questo modo di procedere e di legiferare.

ROBERTO ZACCARIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, il collega Lo Presti sottoscrive un emendamento di natura tecnica e lo dichiara. È il modo per far sì che due deleghe in provvedimenti diversi non dicano cose diverse. In questo caso sarebbe necessario che il relatore potesse spiegarci perché di fronte ad una disposizione di tale buon senso si dice di «no». Diventa infatti veramente difficile capire il senso dell'indifferenza e del rifiuto...

PRESIDENTE. Onorevole Zaccaria, fa dunque suo l'emendamento Lo Presti 3.3?

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, non voglio mettere in difficoltà il collega Lo Presti perché farlo mio..., dico semplicemente che su queste cose sarebbe necessario procedere con un po' di buon senso. Quindi non lo faccio mio soltanto per non mettere in difficoltà il collega Lo Presti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia? Onorevole Mondello? Onorevole Delfino?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva.
(Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 472
Maggioranza 237
Hanno votato
470
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Giacomoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Monai 3.2.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

CARLO MONAI. Signor Presidente, come ho detto poco fa, l'emendamento in esame tende a sopprimere una previsione che sostanzialmente attribuisce ulteriori 30 milioni di euro alla cosiddetta legge mancia, ossia quella legge che abbiamo detto essere finalizzata ad implementare un approccio clientelare da parte delle istituzioni.
Noi riteniamo che in un momento così grave, di crisi economica generalizzata e di aumento della disoccupazione, il Governo e il Parlamento siano chiamati ad evitare di dare anche segnali di questo tipo al Paese. È opportuno che prima di tutto si faccia economia su questo tipo di spese molto discutibili e che i soldi, che sono pochi, vengano destinati alle priorità del Paese.
Pertanto, riteniamo un gesto doveroso quello di chiedere all'Aula di accogliere questo emendamento soppressivo del comma 6 che, se viceversa verrà respinto, indurrà il nostro gruppo a votare contro l'intero articolo.

PRESIDENTE. Prendo atto, pertanto, che lei insiste per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 3.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione). Pag. 23

Onorevole Delfino? Onorevole Mondello? Onorevole Bocciardo? Onorevole Moffa?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge.
(Vedi votazionia ).

(Presenti 474
Votanti 472
Astenuti 2
Maggioranza 237
Hanno votato
228
Hanno votato
no 244).

Prendo atto che i deputati Giacomoni e De Micheli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.301, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Murer? Onorevole Moffa? Onorevole Causi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva.
(Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 473
Maggioranza 237
Hanno votato
469
Hanno votato
no 4).

Prendo atto che il deputato Giacomoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, noi esprimeremo un voto favorevole sull'articolo in esame, perché abbiamo apprezzato e riconosciuto che le fatiche del gruppo del Partito Democratico in Commissione attività produttive e in Commissione bilancio sono infine state riconosciute come tali.
Stiamo parlando sostanzialmente di due coperture finanziarie che nel testo non vi erano né al comma 5 né al comma 6; nonostante fosse intervenuta perfino una nota della Ragioneria generale dello Stato che suggeriva la riformulazione del comma 5 dell'articolo 3, avevamo osservato che tale modifica non era intervenuta.
Vorrei cogliere anche l'occasione per informare la Presidenza e l'Assemblea che il gruppo del Partito Democratico attende ancora, e comunque, la relazione tecnica di accompagnamento al testo licenziato dal Senato, avendo osservato che, negli ultimi giorni (particolarmente dal 17 giugno), ci è stata consegnata una nota molto striminzita a valle di tante incomprensioni.
Pertanto, il comma 5 dell'articolo 3 del provvedimento in esame è stato modificato con una formulazione che dovrebbe prevedere la copertura finanziaria; la stessa cosa, vale per il comma 6, con riferimento ai cosiddetti 30 milioni di euro del Fondo per la tutela dell'ambiente, la promozione dello sviluppo e del territorio. Anche in questo caso, si faceva ricorso ai fondi per l'esclusione sociale, senza definirne forme, né modalità.
Per queste ragioni, voteremo a favore dell'articolo 3.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mondello... Onorevole Lo Monte... Onorevole Mogherini Rebesani... Onorevole Laganà... Onorevole Duilio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 24
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva.
(Vedi votazionia ).

(Presenti 460
Votanti 458
Astenuti 2
Maggioranza 230
Hanno votato
438
Hanno votato
no 20).

Prendo atto che i deputati Anna Teresa Formisano e Granata hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Monai 4.1.

PRESIDENTE. Il Governo? Onorevole Lusetti, non distragga il sottosegretario.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Monai 4.1.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

CARLO MONAI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto, per esprimere quali sono le motivazioni che presiedono a questa proposta emendativa.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, l'articolo 4 prevede che, con propri decreti, il Ministero dello sviluppo economico provveda all'organizzazione e al funzionamento dell'unico organismo nazionale autorizzato a svolgere attività di accreditamento, in conformità del regolamento comunitario n. 765/2008.
Inoltre, sempre con decreto, si provvede alla designazione dell'unico organismo italiano autorizzato a svolgere attività di accreditamento e vigilanza del mercato per la commercializzazione dei prodotti.
Chiediamo la soppressione dell'articolo in oggetto, perché non è possibile dare una delega assolutamente in bianco al Governo, senza alcuna previsione di principi né di criteri direttivi da rispettare, per regolamentare, per di più con un semplice decreto ministeriale, questa materia così delicata, e per istituire il suddetto organismo, senza neanche prevedere un coinvolgimento del Parlamento.
È necessario che l'istituzione di questo organismo avvenga con legge o con decreto legislativo, al fine di consentire al Parlamento di esprimersi in una materia così delicata. Per questo motivo chiediamo la soppressione dell'articolo 4.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 4, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Grassi... Onorevole Mondello... Onorevole Delfino... Onorevole Tassone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 25
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva.
(Vedi votazionia ).

(Presenti 452
Votanti 449
Astenuti 3
Maggioranza 225
Hanno votato
263
Hanno votato
no 186).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini, Moffa, Giulietti e Tocci hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere i pareri della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro degli emendamenti Lulli 5.1 e Monai 5.2.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Lulli 5.1.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scarpetti. Ne ha facoltà.

LIDO SCARPETTI. Signor Presidente, intervengo brevemente, perché il contenuto di questa proposta emendativa è semplice. Essa verte sulla riduzione dei tempi e sulla semplificazione degli adempimenti procedurali applicabili alle imprese.
In particolare, tale proposta consiste nella riduzione da un anno a quattro mesi del tempo per la presentazione dei decreti legislativi in materia da parte del Governo; nella riduzione a un terzo dei tempi dello svolgimento della Conferenza dei servizi, prevedendone l'esecuzione in via telematica, cioè attraverso la predisposizione in formato elettronico e la trasmissione in via telematica delle dichiarazioni e degli atti - con relativi allegati - dell'amministrazione e dei privati; infine, la proposta emendativa prevede anche che i decreti delegati siano adottati previo parere della Conferenza unificata, tenendo presente anche che, in materia di adempimenti necessari, non esiste un mero ruolo di rispetto di questo organo, ma anche un ruolo attivo delle regioni e degli enti territoriali.
In conclusione, si tratta di semplificare e di snellire le procedure e i tempi e non si capisce perché a parole siamo sempre d'accordo (considerato che questo è uno dei temi fondamentali che il mondo delle imprese pone al mondo della politica), però poi, quando si tratta di tradurre la volontà in fatti concreti, non si coglie la volontà del Governo di aderire a proposte molto ragionevoli.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 5.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Delfino?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge. (Vedi votazionia ).

(Presenti 441
Votanti 438
Astenuti 3
Maggioranza 220
Hanno votato
202
Hanno votato
no 236).

Prendo atto che i deputati Compagnon e Anna Teresa Formisano hanno segnalato Pag. 26che non sono riusciti a votare, che i deputati Ferranti, Bratti e Calearo Ciman hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Cicu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Monai 5.2.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro dell'emendamento Monai 5.2 formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 5.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Delfino, Capitanio Santolini, Del Monte e Goisis? Onorevole Tassone? Onorevole Rampelli?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge. (Vedi votazionia ).

(Presenti 446
Votanti 443
Astenuti 3
Maggioranza 222
Hanno votato
209
Hanno votato
no 234).

Prendo atto che il deputato La Loggia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, che i deputati Anna Teresa Formisano e Compagnon hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia? Onorevole Delfino e onorevole Tassone? Onorevoli Lo Monte, Rondini e Strizzolo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva.
(Vedi votazionia ).

(Presenti 451
Votanti 266
Astenuti 185
Maggioranza 134
Hanno votato
265
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Compagnon e Anna Teresa Formisano hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Cesare Marini ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C.1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere i pareri della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario degli emendamenti Monai 6.1, Lulli 6.2, Monai 6.4 e 6.5 e Zunino 6.6.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Ricordo che ove presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà comunque in votazione. Pag. 27
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 6.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bocciardo... Onorevole Lanzillotta... Onorevole Ventucci, ci riesce?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge.
(Vedi votazionia ).

(Presenti 452
Votanti 449
Astenuti 3
Maggioranza 225
Hanno votato
188
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 6.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... Onorevole Delfino... Onorevole Marchignoli... Onorevole Lanzillotta... Onorevole Latteri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge.
(Vedi votazionia ).

(Presenti 452
Votanti 450
Astenuti 2
Maggioranza 226
Hanno votato
191
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 6.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Presidente Casini... Onorevole Lanzillotta... Onorevole Mondello ... Onorevole Leo ... Onorevole Delfino ... Il presidente Casini sta votando.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge. (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 457
Maggioranza 229
Hanno votato
217
Hanno votato
no 240).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 6.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... Onorevole Casini... Onorevole Mondello... Onorevole Delfino... Onorevole Lo Monte... Onorevole Lanzillotta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge. (Vedi votazionia ).

(Presenti 456
Votanti 454
Astenuti 2
Maggioranza 228
Hanno votato
216
Hanno votato
no 238).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emenda mento Zunino 6.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Pag. 28
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lanzillotta... Onorevole Delfino... Onorevole Casini... Onorevole De Poli... Onorevole Galletti... Onorevole Tassone... Mi pare che al centro ci siano un po' di problemi. Onorevole Lo Monte... Onorevole Coscia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge. (Vedi votazionia ).

(Presenti 459
Votanti 457
Astenuti 2
Maggioranza 229
Hanno votato
218
Hanno votato
no 239).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia, onorevole Lo Monte, onorevole Cenni, Onorevole Tassone. Presidente Casini, onorevole Lanzillotta, onorevole Moffa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 459
Votanti 243
Astenuti 216
Maggioranza 122
Hanno votato
242
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata Boniver ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 7 - A.C.1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lanzillotta, onorevole Coscia, onorevole Delfino, onorevole Tassone, Presidente Casini, onorevole Donadi... quando una mano è occupata del telefono c'è sempre qualche problema in più! Onorevole Ruben...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva.
(Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 458
Maggioranza 230
Hanno votato
458).

Prendo atto che la deputata Braga ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro dell'emendamento Lulli 8.1.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 11,38)

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

Pag. 29

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Lulli 8.1.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lulli 8.1 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 8.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lanzillotta, onorevole Lo Monte, onorevole Mondello, onorevole Sanga...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge. (Vedi votazionia ).

(Presenti 457
Votanti 454
Astenuti 3
Maggioranza 228
Hanno votato
213
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che il deputato Tremaglia ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

AUGUSTO DI STANISLAO. Signor Presidente, sospenda la votazione, l'onorevole Scilipoti si è sentito male!

PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione e sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 11,40, è ripresa alle 12,20.

PRESIDENTE. Desidero informare i colleghi che, secondo quanto riferito dal personale medico, il collega Scilipoti ha avuto un fugace malore ed è stato accompagnato, dopo gli interventi del caso, al policlinico Gemelli per ulteriori accertamenti. È vigile, ed è escluso qualche malore di grossa portata; non si è ancora in grado di comprendere le cause, per cui gli accertamenti che verranno svolti al Gemelli daranno risposte più precise. Comunque posso assicurarvi che è vigile ed è stato accompagnato con l'ambulanza, con l'equipe medica a bordo, con tutte le cautele e l'assistenza del caso (Applausi).

ALESSANDRA MUSSOLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, sono ovviamente contenta del suo annuncio, però le volevo dare questo suggerimento: è molto importante che l'equipe medica ed infermieristica venga con il camice e con tanto di cartellino, perché noi non possiamo sapere chi è deputato e chi è medico. Questa è una cosa importantissima nei primi momenti: l'informazione e la competenza, altrimenti addirittura non si stava andando neanche verso il deputato ad aiutarlo. I medici devono avere il camice, come gli infermieri, con il cartellino. E magari sarebbe opportuno spostare il pronto soccorso più vicino, non lasciarlo infilato lì dietro l'arco, ma più vicino (Commenti di deputati dei gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Prego i colleghi di riprendere posto. Dobbiamo votare l'articolo 8.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Coscia, Murer, Tassone, Delfino, Nicola Molteni, Iannarilli, Cicchitto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva. (Vedi votazionia ).

(Presenti 417
Votanti 222 Pag. 30
Astenuti 195
Maggioranza 112
Hanno votato
222).

Prendo atto che i deputati Brandolini, Razzi e De Micheli hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto astenersi e che il deputato Vessa ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e dell'unica proposta emendativa non ritirata ad esso riferita (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Oliverio 9.1...

PRESIDENTE. L'emendamento Oliverio 9.1 è già stato ritirato.

ENZO RAISI, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 9.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Murer, Coscia, Mazzuca, Tassone, Delfino, Porfidia, Guzzanti, Bachelet, Boccia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva.
(Vedi votazionia ).

(Presenti 424
Votanti 226
Astenuti 198
Maggioranza 114
Hanno votato
226).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini e Vessa hanno segnalato che non sono riusciti a votare, che il deputato Mattesini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Germanà ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zucchi. Ne ha facoltà.

ANGELO ZUCCHI. Signor Presidente, voteremo contro l'articolo 9 perché contiene, anche se modificato dal Senato, l'attribuzione ai consorzi agrari della mutualità prevalente a prescindere dal fatto che rispettino i requisiti previsti dall'articolo 2513 del codice civile. L'attribuzione della mutualità prevalente comporta un'agevolazione fiscale ai consorzi agrari che operano in un settore nel quale operano anche altre imprese, sia in forma privata sia in forma di cooperativa.
I consorzi agrari e queste imprese erogano servizi agli imprenditori agricoli, commercializzano prodotti per imprenditori agricoli; non si capisce la ragione per cui si debbano privilegiare solo i consorzi agrari a discapito delle altre imprese e delle altre cooperative.
Creiamo un'alterazione del mercato, generiamo, di fatto, uno squilibrio. Quando si era proceduto a stabilire che i consorzi agrari diventassero cooperative, ci si era immaginati una sorta di riforma, cioè un modo per trovare economie di Pag. 31scala e anche migliori possibilità di intervento nel settore agricolo, ristrutturando interamente il settore.
Con questo articolo si decide di ritornare, in realtà, al passato, ai regimi speciali di antica memoria, che tanto hanno generato disastri in agricoltura e che tanto ci sono costati. Non vi è ragione per privilegiare un settore rispetto ad un altro.
Tengo anche a precisare che oggi i consorzi agrari, in qualche modo, rispondono solo a una parte e non a tutto il mondo agricolo. Sarebbe stato più utile intervenire in modo più ragionevole, con un intervento di riforma, senza, però, generare figli e figliastri e garantendo un'equità in questo settore. Ci dispiace che non si sia accolta questa nostra proposta; per questa ragione, siamo contrari all'articolo 9. (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Coscia, Melandri, Bianconi, Delfino? L'onorevole Bianconi ha votato. Onorevole Mondello? Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva.
(Vedi votazionia ).

(Presenti 436
Votanti 407
Astenuti 29
Maggioranza 204
Hanno votato
231
Hanno votato
no 176).

Prendo atto che il deputato Girlanda ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole, che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati Mattesini e Garavini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, nonostante si preveda ai commi 6, 8 e 12 dell'articolo 10 la sostituzione della pena pecuniaria con l'applicazione della sanzione della sospensione delle attività per le cooperative che non effettuano le comunicazioni di rito, il nostro voto sarà favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Coscia, Delfino, Lussana.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva.
(Vedi votazionia ).

(Presenti 440
Votanti 424
Astenuti 16
Maggioranza 213
Hanno votato
424).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che i deputati Tocci e Garavini hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti. Pag. 32
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Coscia, Delfino, Murer, Mondello.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva.
(Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 443
Maggioranza 222
Hanno votato
443).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini, Di Biagio e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che le deputate Garavini e De Torre hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A - A.C.1441-ter-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mondello, Moroni, Delfino, Latteri, Galletti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva
(Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 450
Maggioranza 226
Hanno votato
450).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che i deputati Garavini, Bocciardo e De Torre hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro sugli identici emendamenti Versace 15.1 e Vietti 15.2 e sugli emendamenti Lulli 15.3 e 15.4, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Versace 15.1 e Vietti 15.2.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Versace 15.1 e Vietti 15.2, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Murer, Coscia, Tassone, Margiotta.
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 33
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge. (Vedi votazionia ).

(Presenti 458
Votanti 456
Astenuti 2
Maggioranza 229
Hanno votato
220
Hanno votato
no 236).

Prendo atto che i deputati Argentin e Di Biagio hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che le deputate Garavini e De Torre hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.

Passiamo all'emendamento Lulli 15.3.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Lulli 15.3 formulato dal relatore.

ANDREA LULLI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, desidero rivolgere al Governo una domanda. Su questo provvedimento per la lotta alla contraffazione noi abbiamo già lavorato in sede di primo esame, inserendo anche talune norme importanti, cosa che abbiamo riconosciuto. E anche ora qualche altra norma degna di rilievo vi è.
Però, mi si permetta di esprimere la mia contrarietà verso la norma che prevede che il reato di contraffazione di marchio o segno distintivo sia perseguito, a condizione che chi riproduce un oggetto lo faccia - così recita la norma al nostro esame - «potendo conoscere dell'esistenza del titolo di proprietà industriale». Ora, se si subordina l'individuazione del reato da parte del soggetto che punta a contraffare alla condizione per cui lui possa essere messo in condizione di conoscere che vi è un titolo di proprietà industriale, si annulla completamente la lotta alla contraffazione.
Vi prego davvero di valutare ciò con grande attenzione. Capisco che dietro questo ragionamento, abbiamo in testa il fatto che il nostro Paese è composto da tante migliaia di piccoli artigiani, che vivono, producono e che possono in qualche modo inconsapevolmente realizzare prodotti che, se non stiamo attenti, possono essere soggetti al reato di contraffazione, e quindi capisco che l'argomento è delicato; ma inserire questa clausola nel codice penale, a meno che - permettetemi la battuta - poi non si faccia distinzione tra chi ha un colore della pelle diverso e chi ha un accento diverso, si rischia di mandare al macero tutta la lotta alla contraffazione, perché vi saranno eserciti di legali che si incaricheranno di dimostrare che non si è in condizione di poter conoscere che esiste il titolo di proprietà industriale.
La polemica sarebbe molto facile. Prego il Governo, il relatore e la maggioranza di accogliere l'emendamento che cancella tale riferimento; altrimenti è inutile inasprire le pene o prevedere nuovi strumenti di contrasto all'illegalità, quando di fatto con questa norma si rende inutile qualsiasi lotta alla contraffazione. Spero che sia un abbaglio, spero che ci si ripensi, altrimenti vi assumete una responsabilità pesantissima di fronte al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, concordo con le obiezioni sollevate dal collega Lulli, e invito anche i colleghi del centrodestra, soprattutto quelli che hanno una sensibilità giuridica per la professione che svolgono magari fuori dall'Aula, di considerare come questa previsione normativa (che stabilisce una sorta di onerosa prova diabolica in capo al pubblico ministero, che per poter portare all'accertamento del reato deve anche dimostrare questa possibilità di cognizione soggettiva dell'autore del crimine di contraffazione, tesa a dimostrare che potesse conoscere la titolarità della proprietà industriale) rischi di svuotare l'efficacia preventiva e repressiva della norma. Pag. 34
Sappiamo peraltro che uno degli elementi costitutivi della fattispecie penale è l'elemento soggettivo; quindi, anche togliendo tale specifico riferimento, l'imputato che dimostri l'errore scusabile per non aver saputo dell'esistenza del brevetto, potrà sempre essere assolto, ma nell'ambito di un onere della prova che veda lui dimostrare l'errore scusabile. Viceversa la previsione di questo specifico presupposto, che impone alla pubblica accusa l'onere di dimostrare tale possibilità, rischia, come dicevo, di svuotare l'elemento cardine su cui si fonda la volontà di repressione della contraffazione nei brevetti. Confido quindi in un voto di accoglimento dell'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 15.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Saltamartini? Onorevole Coscia? Onorevole Murer? Onorevole Cicu? Onorevole Mondello? Onore Rampelli? Onorevole Graziano? Onorevole Bocciardo? Onorevole Leo? Onorevole Moffa? Ci siamo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge.
(Vedi votazionia ).

(Presenti 459
Votanti 458
Astenuti 1
Maggioranza 230
Hanno votato
225
Hanno votato
no 233).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Lulli 15.4.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 15.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Moffa... onorevole Delfino... onorevole Iapicca... onorevole Girlanda... onorevole Cesare Marini... onorevole Oliverio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge.
(Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 463
Maggioranza 232
Hanno votato
226
Hanno votato
no 237).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Miglioli... onorevole Margiotta... onorevole Tassone... onorevole Moffa... onorevole Latteri... onorevole Coscia... onorevole Murer... onorevole Cesare Marini... onorevole Delfino... onorevole Mondello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva. (Vedi votazionia ).

(Presenti 463
Votanti 460
Astenuti 3
Maggioranza 231
Hanno votato
240
Hanno votato
no 220).

Pag. 35

Prendo atto che i deputati Dell'Elce e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Monai 16.1 altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Monai 16.1.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, questo emendamento vuole evitare che venga esclusa dal Fondo unico per la giustizia la gestione delle somme derivanti dai complessi aziendali confiscati o sequestrati, e si propone quindi di ripristinare in questo modo un'importante fonte di finanziamento per le attività del Ministero della giustizia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 16.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Murer... onorevole Cesare Marini... onorevole Delfino... onorevole Latteri... onorevole Tassone... onorevole Moffa... onorevole Mondello... onorevole Martinelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge
(Vedi votazionia ).

(Presenti 462
Votanti 439
Astenuti 23
Maggioranza 220
Hanno votato
199
Hanno votato
no 240).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo 16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole sull'articolo 16, che ha già introdotto nel corso dell'esame al Senato quel principio a noi caro che stabilisce che i beni mobili registrati e sequestrati nel corso dei procedimenti relativi alla repressione dei reati siano affidati all'autorità, come previsto appunto dall'articolo 16.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Delfino... onorevole Leo... onorevole Rampelli...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 36
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva.
(Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 459
Maggioranza 230
Hanno votato
458
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Argentin e Berruti hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che la deputata Garavini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Fava 17.1 e sugli identici emendamenti Versace 17.2 e Vietti 17.3.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Fava 17.1.
Prendo atto che l'emendamento Fava 17.1 è stato ritirato.
Passiamo agli identici emendamenti Versace 17.2 e Vietti 17.3.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

SANTO DOMENICO VERSACE. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.

ANNA TERESA FORMISANO. No, Signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, intervengo per illustrare le motivazioni che spingono i presentatori, tra cui la sottoscritta, a chiedere il voto su questo emendamento. Le modifiche proposte integrano e completano le modifiche alla tutela penale dei diritti della proprietà industriale già introdotte nel testo licenziato dal Senato; in particolare, si propone l'introduzione dell'incidente probatorio per la distruzione delle merci contraffatte. La norma assicura un pieno contraddittorio, la formazione di una prova valida nel dibattimento e si introducono due strumenti investigativi per la lotta alla contraffazione, ovvero la possibilità di eseguire la consegna controllata o il sequestro ritardato; questi strumenti sono veramente importanti. Si chiede la soppressione della disposizione che vorrebbe introdurre modifiche al sistema di tutela penale del made in Italy, trattandosi di materia complessa, che non riguarda la lotta alla contraffazione in senso stretto e che potrà, invece, secondo noi, trovare collocazione in provvedimenti di altra natura.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 17.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesare Marini... onorevole Coscia... onorevole Tassone... onorevole Oliverio.
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 37
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge.
(Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 461
Maggioranza 231
Hanno votato
222
Hanno votato
no 239).

Prendo atto che le deputate Argentin e Livia Turco hanno segnalato che non sono riuscite a votare e che la deputata Garavini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Murer... onorevole Coscia... onorevole Latteri... onorevole Garagnani.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva.
(Vedi votazionia ).

(Presenti 464
Votanti 246
Astenuti 218
Maggioranza 124
Hanno votato
246).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare, e che la deputata Garavini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il voto e che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Sarubbi ha segnalato di aver votato a favore mentre avrebbe voluto astenersi.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, chiedo l'accantonamento dell'articolo 18 in quanto aspettiamo il parere della V Commissione (Bilancio).

PRESIDENTE. Scusi onorevole Raisi, chiede l'accantonamento in attesa del parere...

ENZO RAISI, Relatore. Si, signor Presidente, vi è un emendamento per il quale stiamo attendendo il parere della V Commissione (Bilancio).

PRESIDENTE. Quindi accantoniamo tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 18 e passiamo...

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, comprendo che in precedenza l'opinione del Comitato dei nove probabilmente era difforme da quello che stava preannunciando il collega Raisi, e quindi non penso che la Commissione Bilancio sia stata posta nelle condizioni di poter dare un parere più o meno conforme alla spesa che è prevista (di 3 milioni e duecentomila euro) da questo emendamento. Credo che se vi sono altri emendamenti su cui il relatore cambia opinione sarebbe opportuno che la V Commissione (Bilancio) fosse messa nelle condizioni di poter preventivamente lavorare, e ritengo che, se noi qui facciamo dei lavori a singhiozzo e ci lasciamo alle spalle emendamenti che hanno un valore relativo rispetto al complesso del provvedimento, la razionalità dei nostri lavori viene meno. Quindi le chiederei, Presidente, a questo punto di verificare con il relatore se non vi siano altri emendamenti che non sono stati presi in considerazione dalla Commissione Bilancio. In tal caso possiamo eventualmente utilizzare il tempo da qui al pomeriggio per fare in modo che la V Commissione lavori, altrimenti nel pomeriggio avremo delle difficoltà a proseguire.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, la ringrazio per la richiesta di precisazione, ma il primo emendamento che verrebbe alla nostra attenzione, il 18.100, è un Pag. 38emendamento della Commissione, quindi l'espressione da parte della Commissione già sussiste. Il punto è che manca il parere della V Commissione (Bilancio). È un fatto proprio tecnico, e quindi è stato chiesto l'accantonamento in attesa del parere della Commissione Bilancio.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, questo lo avevamo capito. Il problema è il seguente. Ci sono altri emendamenti sui quali la Commissione Bilancio non ha ancora espresso il parere? Infatti è chiaro che, se nel corso della nostra discussione incontriamo altri emendamenti sui quali la Commissione Bilancio non si è ancora espressa, la mia proposta è che a questo punto si prenda il tempo necessario perché la V Commissione si riunisca e definisca un orientamento complessivo sugli emendamenti sui quali non ha ancora espresso il proprio parere, consentendoci in questo modo di lavorare con razionalità.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, la Commissione Bilancio ha già previsto di riunirsi durante la pausa. Comunque quando arriveremo ad esaminare gli altri emendamenti sui quali non è stato espresso il parere della Commissione Bilancio tali proposte saranno sicuramente accantonate e portate all'attenzione della stessa Commissione.
L'articolo 18 e gli emendamenti ad esso riferiti sono pertanto accantonati.

(Esame dell'articolo 19 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C). Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Monai 19.1, Anna Teresa Formisano 19.2, Lulli 19.3 e 19.4, Monai 19.5, Fava 19.6, nonché sugli identici emendamenti Versace 19.7 e Vietti 19.8.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Avverto che ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative, la Presidenza le porrà comunque in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 19.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesare Marini... onorevole Coscia... onorevole Latteri... onorevole Tassone... onorevole Mondello... onorevole Berardi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge.
(Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 461
Maggioranza 231
Hanno votato
223
Hanno votato
no 238).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che la deputata Garavini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 39Anna Teresa Formisano 19.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tommaso Foti ...onorevole Tassone.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge.
(Vedi votazionia ).

(Presenti 456
Votanti 455
Astenuti 1
Maggioranza 228
Hanno votato
218
Hanno votato
no 237).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che la deputata Garavini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lulli 19.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Froner. Ne ha facoltà.

LAURA FRONER. Signor Presidente, intervengo soltanto per specificare il significato dell'emendamento Lulli 19.3. Ricordo che i commi 10 e 13 dell'articolo 19 istituiscono il Consiglio nazionale anticontraffazione. Con questo emendamento non chiediamo altro che tale consiglio rediga e presenti in Parlamento una relazione annuale entro il 30 giugno sui risultati della lotta alla contraffazione nonché sulla propria attività.
Sarebbe un segno di trasparenza e finalmente anche un appuntamento per fare un resoconto rispetto ad un'attività sulla quale siamo tutti interessati vengano raggiunti i massimi risultati ed eventualmente vengano portate delle misure che possano bilanciare in modo positivo l'attività del Consiglio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 19.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Murer... onorevole Marini Cesare... onorevole Tassone... onorevole Margiotta... onorevole Concia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 459
Maggioranza 230
Hanno votato
225
Hanno votato
no 234).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare, che il deputato Berardi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Garavini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 19.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Murer... onorevole Coscia... onorevole Mondello... onorevole Leo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 459
Maggioranza 230
Hanno votato
223
Hanno votato
no 236).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare. Pag. 40
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 19.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Murer... onorevole Marini Cesare... onorevole Tassone... onorevole Latteri... onorevole Bosi... onorevole Margiotta... onorevole Mondello... onorevole Leo... onorevole Nizzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 457
Maggioranza 229
Hanno votato
223
Hanno votato
no 234).

Prendo atto che il deputato Taddei ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Fava 19.6.

GIOVANNI FAVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Versace 19.7 e Vietti 19.8, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Murer... onorevole Mondello... onorevole Del Tenno... onorevole Latteri... onorevole Tassone... onorevole Ciriello... onorevole Marini Cesare... onorevole Leo... onorevole Benamati.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 464
Votanti 463
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato
225
Hanno votato
no 238).

Passiamo alla votazione dell'articolo 19.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario all'articolo 19 che conferisce diritti esclusivi di patrimonializzazione per lo sfruttamento dell'immagine di beni anche di natura demaniale, senza tuttavia che vi sia alcuna correlazione e regolazione di carattere finanziario nei confronti dello Stato.
Inoltre, nell'articolo in esame - particolarmente al comma 15, lettera e) e lettera f) - vi sono disposizioni in cui si prevede la possibilità per i comuni di ottenere un riconoscimento di marchio o di utilizzarlo per fini commerciali, con l'esito di pregiudicare le prerogative degli altri enti esponenziali delle nostre comunità e della collettività come le regioni, le province, le comunità montane e le città metropolitane. In tal modo si fa prevedere il rischio della proliferazione di richieste emulative, ovviamente con conseguenti oneri di adeguata copertura finanziaria, in netto contrasto, sia per gli enti locali sia per lo Stato, con l'articolo 81 della Costituzione.
Quindi, confermo il voto contrario all'articolo 19 in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Duilio? L'onorevole Capano? Onorevole Berardi?

Pag. 41

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 459
Votanti 456
Astenuti 3
Maggioranza 229
Hanno votato
234
Hanno votato
no 222).

(Esame dell'articolo 20 - A.C.1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Della Vedova? Onorevole Benamati?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 460
Maggioranza 231
Hanno votato
460).

Prendo atto che la deputata Mariani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 21 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro degli identici emendamenti Monai 21.1 e Lulli 21.2, nonché dell'emendamento Lulli 21.3.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative, la Presidenza le porrà comunque in votazione.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Monai 21.1 e Lulli 21.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fluvi. Ne ha facoltà.

ALBERTO FLUVI. Signor Presidente, mi sarei aspettato da parte del relatore una considerazione maggiore rispetto ad un parere che la Commissione finanze ha reso in merito al provvedimento in esame. Vorrei ricordare all'Assemblea e per conoscenza anche al relatore che la Commissione finanze ha subordinato il parere favorevole sul provvedimento in esame alla condizione che venissero cassati appunto i commi 3 e 4, così come abbiamo riportato correttamente con i nostri emendamenti.
Avrei sperato una considerazione maggiore, come ripeto, considerato che il tema delle assicurazioni è di competenza della Commissione finanze. Faccio un unico intervento, illustrando anche l'emendamento Lulli 21.3, quello successivo. Gli emendamenti in esame cercano di impedire di far arretrare il processo di liberalizzazione nel settore delle assicurazioni. Voi sapete e i colleghi ricorderanno che con le famose «lenzuolate» del Ministro Bersani si era avviato nel settore un timido processo di apertura al mercato, attraverso l'introduzione del plurimandato e attraverso l'eliminazione - e qui il nostro emendamento - della poliannualità delle polizze assicurative. Ora al Senato si è cercato da un lato di ripristinare l'esclusività, cioè il monomandato degli agenti di assicurazione e dall'altro di reintrodurre la durata decennale delle polizze di assicurazione. Pag. 42
La nostra opposizione al Senato, insieme all'opposizione delle associazioni dei consumatori e delle organizzazioni sindacali del settore, ha evitato il ripristino della situazione precedente alle liberalizzazioni, salvando, almeno formalmente, il plurimandato. Dico formalmente, perché - credo che i colleghi se ne rendano conto - con la reintroduzione delle polizze poliennali, si limita fortemente la possibilità per il consumatore di scegliere annualmente la polizza e il prodotto assicurativo da sottoscrivere.
Da parte di alcuni gruppi assicurativi (nemmeno il mondo delle compagnie assicurative è univoco su questa posizione), si dice che, così facendo, si fidelizza di più il consumatore. Credo che, forse, sia possibile ragionare di fidelizzazione del consumatore su un terreno diverso, cercando, cioè, di avviare la fidelizzazione sul terreno non tanto dell'obbligatorietà alla sottoscrizione di una polizza pluriennale, quanto della qualità del prodotto assicurativo che si sottopone alla sottoscrizione del cliente.
Inoltre - con questo argomento, concludo - lo stesso Garante della concorrenza e del mercato, il dottor Catricalà, nella sua ultima relazione annuale, non a caso, ha messo in guardia il Parlamento dalle tentazioni protezionistiche di fare marcia indietro rispetto alle timide aperture avviate con le liberalizzazioni del Ministro Bersani. A pagare saranno nuovamente i consumatori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, in primis, vorrei far rilevare un errore nel titolo dell'articolo 21, che reca «Iniziative a favore dei consumatori». L'errore consiste nel fatto che il titolo dovrebbe recare «Iniziative contro i consumatori». Dimostrerò questo per tabulas e attraverso una serie di dati tecnici, perché il titolo dell'articolo 21 del provvedimento in esame è semplicemente uno spot, mentre, ex adverso, è vero che si causa solo un danno ai consumatori.
Da circa tre anni, ovvero dall'avvio delle «lenzuolate» del Ministro Bersani, abbiamo avuto un solo dato certo: che vi è stata una diminuzione delle tariffe assicurative, soprattutto per le RC auto, nella misura dell'8,1 per cento in termini nominali, e del 18 per cento al netto dell'inflazione. Era la prima volta che si verificava una tendenza in tal senso dall'istituzione dell'obbligatorietà dell'assicurazione RC auto, avvenuta con la legge n. 990 del 1969. Con il processo di liberalizzazione avviato da Bersani, infatti, si era messa veramente in moto la concorrenza tra le compagnie di assicurazione e si era sbloccato un mercato che, da cinquant'anni, era rimasto ingessato. Di ciò, ne beneficiavano i consumatori.
Con l'eliminazione delle polizze poliennali, realizzata attraverso le «lenzuolate» di Bersani, si dava la possibilità ai consumatori di tornare, di anno in anno, al libero mercato, cioè di far avvicinare la domanda all'offerta. Pertanto, le compagnie dovevano attrezzarsi con la richiesta che arrivava di anno in anno, dando, quindi, la possibilità ai consumatori di avere prodotti più avanzati e, soprattutto, tariffe più basse. Questo è il libero mercato, questa è la vera concorrenza, questo significa parlare da liberali, questa è la liberalizzazione che si è avuta con il Ministro Bersani.
Paradossalmente, invece, adesso, con un Governo che si professa liberale, un Governo che si definisce liberaldemocratico, assistiamo a un processo esattamente inverso. Questo ha fatto strabuzzare gli occhi, soprattutto, all'intera categoria degli intermediari di assicurazioni.
Sono ben 122 mila gli intermediari assicurativi e finanziari iscritti al RUI, ovvero al registro unico degli intermediari assicurativi. Tra la sezione A e la sezione E sono oltre 120 mila, 122 mila partite IVA che in questo momento, caro Governo Berlusconi, state tradendo, perché state mettendo in moto un meccanismo che Pag. 43danneggia anche queste piccole e medie imprese degli intermediari assicurativi, oltre a danneggiare i consumatori.
I consumatori, infatti, con la polizza poliennale non potranno più rivolgersi al mercato di anno in anno e mettere in concorrenza le compagnie assicurative. Essi dovranno tenersi quel prodotto per cinque anni, nonostante le evoluzioni del mercato.
Consideriamo, ad esempio, la normativa sui lavori pubblici e sulle imprese che lavorano per gli enti pubblici, in particolare quelle che hanno stipulato polizze di responsabilità civile verso terzi, e le conseguenze dell'introduzione della postuma e delle tante altre condizioni che vengono modificate dalle nuove normative (che pure occorrono): di fatto, limitiamo per i consumatori la possibilità di migliorare le loro coperture assicurative.

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, la prego di concludere.

FRANCESCO BARBATO. Concludo, signor Presidente. Al di là di questo fatto specifico, in questo modo ci avviamo verso un meccanismo illiberale. Cui prodest tutto ciò? Solo ad alcune compagnie di assicurazione che vengono poste in una posizione di retroguardia, cioè di salvaguardia delle loro nicchie, mettendo così in atto una sorta di protezionismo che è esattamente la cura opposta a quella che occorre nel momento in cui ci troviamo in un mercato globalizzato e in cui si parla solo di globalizzazione.
Tornando alla questione che ci riguarda, sarebbe assurdo modificare il primo comma dell'articolo 1899 del codice civile con codesto articolo 21, perché esso è totalmente illiberale e perché si muove nella direzione totalmente opposta a quella necessaria ai consumatori e al mondo assicurativo.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, intervengo per fare alcune precisazioni, perché mi sembra, anche alla luce degli interventi precedenti, che si sia poco compreso quello di cui stiamo parlando ed è giusto che cerchi di spiegarlo.
In primo luogo, la poliannualità di cinque anni introdotta dal Senato è facoltativa, per cui il consumatore non è obbligato a sottoscriverla, ma su di essa si basa uno sconto che l'assicurazione potrà applicare. Non c'è nessun obbligo nei confronti del consumatore, al quale rimane la facoltà di decidere se stipulare una polizza annuale più cara o una quinquennale con uno sconto.
Mi piacerebbe anche che qualcuno verificasse quanto è accaduto nel mercato delle assicurazioni, perché non mi sembra che i premi siano calati in seguito alla scelta di qualche anno fa sulle «lenzuolate».
Oltretutto, si fa confusione - mi riferisco all'ultimo intervento del collega Barbato - quando si parla di RC auto. Sono anni che non sono più previste le polizze poliennali della RC auto, da molto prima di Bersani, quindi non so di cosa stia parlando il collega. Egli si sta riferendo ad un settore assicurativo che - lo ripeto - da almeno 10-15 anni non prevede la poliannualità.
È inutile affermare che poliannualità ha avuto un effetto positivo sulla RC auto, se prima della scelta di Bersani era già annuale e non poliennale. Tutti sanno che chiunque lo desidera, può stipulare una polizza assicurativa a scadenza annuale con qualsiasi altra compagnia assicurativa, tanto che le compagnie hanno l'obbligo di consegnare l'attestato di rischio.
Con tutto il rispetto e senza entrare nel merito, mi sembra che si sia trattato di interventi sopra le righe, perché non entrano nel merito del provvedimento stesso. Pertanto, confermo il parere contrario della Commissione su queste proposte emendative.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

Pag. 44

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, il gruppo dell'UdC si asterrà su questi identici emendamenti con la seguente convinzione: è vero che la stipula di polizze e mandati poliennali, che viene reintrodotta - come ricordava poc'anzi il collega - viene affidata alla libera scelta del consumatore e del cittadino, che può optare per una formula diversa. Tuttavia, è anche un'occasione per creare quella sterilizzazione delle condizioni contrattuali e sottrarle, quindi, ad una maggiore concorrenza derivante dal confronto tra le evoluzioni e le offerte che si verificano nel mercato negli anni successivi. È una libera scelta che certamente viene affidata al cittadino consumatore, però è anche un meccanismo che in qualche modo ricorda quello del rapporto tra tassi fissi e tassi variabili e che congela le dinamiche di concorrenza.
Tuttavia, questa occasione è veramente opportuna per dire che, sia pure con strumenti aperti a diverse interpretazioni, in questa sede nel complesso stiamo compiendo dei passi indietro sul tema delle liberalizzazioni.
Solo pochi giorni fa l'Autorità garante ha ricordato, in questa Camera, i numeri, le cifre, i ritardi, le omissioni e anche qualche peccato che nella legislazione recente si sta manifestando proprio sul tema dello sviluppo della concorrenza e della politica di abbassamento delle tariffe che riguarda molti settori, come sappiamo, ma in modo principale banche, assicurazioni e servizi pubblici locali.
Vorremmo davvero che questi temi tornassero al centro di politiche di liberalizzazione con una convinzione da parte della maggioranza di Governo di cui non troviamo traccia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale. Trovo singolare che il relatore ci richiami in nome di non so quale libertà di mercato. A me pare del tutto evidente che l'introduzione della facoltà di stipulare contratti poliennali contrasti con la possibilità che era stata data dalla norma che, tuttora vigente, resterà in vigore finché questo provvedimento non sarà formalizzato ovvero non troverà il percorso compiuto per diventare norma.
Evidentemente, stiamo parlando dell'introduzione di una norma nel settore assicurativo che è lesiva di un elemento di concorrenza e che ingessa sostanzialmente il mercato. Stiamo parlando, cioè, di qualcosa che favorisce le grandi compagnie e impedisce di fare in modo che la competizione sull'annualità possa comportare dei costi inferiori, dal momento che, dal contratto poliennale cui si vincola, l'utente non potrà recedere se non dopo cinque anni.
Quindi, è del tutto evidente che l'introduzione della poliennalità contrasta con la possibilità di libera scelta del consumatore relativamente all'adozione delle polizze.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Contento. Ne ha facoltà.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, vorrei affrontare brevemente la questione sotto un altro profilo, approfittando della presenza del rappresentante del Governo. Secondo me, la questione non è relativa alla possibilità o meno di vincolare, con il contratto, l'assicurato per cinque anni. La questione vera sotto il profilo della concorrenza è quella di verificare che questo meccanismo non comporti un aumento dei costi assicurativi, allo scopo di spingere il consumatore a sottoscrivere un contratto poliennale.
Quindi, mi rivolgo al Governo per richiedere, in buona sostanza, che vi sia un accertamento dei prezzi o dei corrispettivi dei contratti assicurativi, che può essere tranquillamente effettuato o dal Governo stesso o attraverso l'ISTAT. Infatti, solo in questo modo potremmo verificare che l'opportunità data alle compagnie assicurative di offrire uno sconto ai consumatori in forza di un accordo contrattuale di durata poliennale venga rivolta a favore Pag. 45del consumatore e non delle medesime società.
Noi del Popolo della Libertà intendiamo questa disposizione in questi termini e pertanto chiediamo al Governo di essere, sotto questo profilo, attento al fatto che questa disposizione vada nella direzione da noi indicata e, cioè, esclusivamente a favore dei consumatori (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, apprezzo l'invito testé rivolto dal collega Contento al Governo, ma temo che sia un'intenzione soggettiva del collega piuttosto che una volontà politica di chi, al Senato, ha proposto questo emendamento e di chi al Governo oggi lo avalla.
Il secondo pacchetto Bersani aveva consentito una liberalizzazione delle assicurazioni comportando il diritto di recesso annuale per l'assicurato.
Con questa norma noi assicuriamo gli assicuratori e garantiamo una poliannualità di minimo sei anni (non di cinque, perché se leggete bene la norma la possibilità di recesso scatta dopo il quinto, ma vale per il sesto).
Inoltre, non vi è alcun criterio perché sia verificabile e verificato l'effettivo sconto del premio della polizza; tutto è affidato al libero mercato, ad un mercato sempre più sproporzionato e sperequato a danno del consumatore.
Quella divergenza che il collega Barbato ha evidenziato tra la rubrica dell'articolo...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

CARLO MONAI... e il contenuto dello stesso non era così evidente, se legata alla stesura iniziale del provvedimento.

PRESIDENTE. Grazie...

CARLO MONAI. Il Governo aveva contestualmente inserito delle previsioni a tutela del consumo nella materia dell'energia...

PRESIDENTE. Grazie.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, se bastasse invocare il controllo del Governo perché i costi delle polizze di assicurazione si abbassino sarebbe tutto molto più semplice. In realtà, bisogna chiamare le cose con il loro nome. Qui si dà un'altra picconata alle tasche dei consumatori perché reintrodurre la poliannualità (peraltro la disdetta, come giustamente ha detto il collega Monai, di fatto sarà possibile dopo sei anni, secondo quanto scritto nel provvedimento in esame) è chiaramente un invito a dare più forza alle assicurazioni nei confronti dell'utente finale.
Credo che sarebbe opportuna una riflessione...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANDREA LULLI... e vorrei rivolgermi al relatore e al Governo affinché si accantoni la norma e si svolga una valutazione al riguardo. Infatti, se l'intento è quello di favorire il consumatore, queste norme non vanno bene.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Antoni. Ne ha facoltà.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, mi riferisco alle parole dell'onorevole Contento che mi sembrano sagge. Quando sapremo dal Governo come vanno le cose? Tra sei anni? Lo sapremo, cioè, a danno consumato?
Vorrei rivolgere una domanda all'onorevole Contento: sono state le assicurazioni a chiedere questa norma o le associazioni dei consumatori? Sono state le assicurazioni perché volevano la fine del mandato plurimo ed in cambio gli avete Pag. 46concesso questo. Le associazioni dei consumatori non la vogliono, questa norma danneggia i consumatori!
Se volete riflettere, date le parole dell'onorevole Contento, dovete accantonare la norma; se, invece, dite una cosa e ne fate un'altra, allora votatela! Come sempre: dite una cosa e ne fate un'altra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, vorrei interloquire con il relatore e con gli interventi finora svolti sulla base di ragionamenti semplici.
Siamo giunti all'esame dell'articolo 21, il cui titolo è «Iniziative a favore dei consumatori e della trasparenza dei prezzi», al quale, al Senato, sono stati aggiunti i commi 3 e 4.
Ci dice il servizio studi della Camera che con l'introduzione dei commi 3 e 4 si è modificato l'articolo 1899 del codice civile, una modifica portentosa, oserei dire, in un'Aula del bicameralismo imperfetto dove si va in prima lettura. Tuttavia, senza alcuna polemica, il punto che si pone, dice il servizio studi della Camera, è che la durata dell'assicurazione pone dei limiti alla facoltà di esercizio del recesso da parte dell'assicurato.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

LUDOVICO VICO. Concludo, signor Presidente. Penso che questa valutazione obiettiva possa consentire una possibilità di accantonamento, come è stato suggerito dall'onorevole Lulli, e una riflessione da parte dell'intero Parlamento.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, mi pare che sia emersa una richiesta di accantonamento che come gruppo formalizziamo, ovviamente rivolgendoci al relatore. Abbiamo già accantonato altri emendamenti che sono vincolati dalle decisioni della Commissione bilancio.
Certe volte un po' di buon senso ed anche la politica potrebbero aiutarci, atteso che non costa nulla accantonarlo, per vedere se anche le parole dell'onorevole Contento magari riescono a spingere il Governo e la Commissione ad intervenire in questo senso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale. Credo che con questo provvedimento restituiamo con molti interessi una parte di quei soldi tolti con la «Robin tax». Credo che siamo anche in un conflitto di interessi con questo Governo e sono convinto che in questo momento il Presidente del Consiglio sta provando a mettermi le mani in tasca, perché credo che questo stia facendo con le assicurazioni e questo tipo di contratti. Pensiamo se dovessimo applicare una simile misura ad altri settori, come la sanità o il turismo, se un venditore di un'agenzia viaggi potesse garantirsi i propri clienti con contratti quinquennali: sarebbe un'assurdità in termini di liberalizzazione del mercato, ripensateci.

PRESIDENTE. Onorevole relatore, c'è una richiesta di accantonamento.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, vorrei ricordare a tutti che siamo alla terza lettura. Il provvedimento è già passato al Senato (dove è stato votato questo articolo) e stiamo parlando di un emendamento che vuole sopprimerne una parte. Il suggerimento che posso fare è il seguente: l'accantonamento in questo caso mi sembra alquanto inutile; piuttosto, sulla base anche del dibattito in Aula, trovo corretto che eventualmente si presenti un ordine del giorno (questo suggerisco al dibattito parlamentare), affinché Pag. 47siano avanzate alcune istanze motivate. Ricordo anche vi sono due letture diverse nell'interpretazione della misura: c'è chi dice che si tratti di uno strumento per aiutare il consumatore ad avere maggiori sconti e chi invece dice che lo vincola. È chiaro che il problema è tutto lì. Credo che l'intervento dell'onorevole Contento sia quello che ha centrato veramente il problema, ossia che ci deve essere un monitoraggio da parte del Governo. È chiaro che per fare questo si dovrà impegnare il Governo, e credo che ciò possa avvenire con un ordine del giorno.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, trovo poco sensibile la replica del relatore ad una proposta di accantonamento. Chiediamo, siccome la discussione non riguarda solo l'opposizione e mi sembra una cosa seria, perché stiamo parlando dell'RC auto, che riguarda la maggior parte dei cittadini italiani, anche in funzione del fatto che il servizio studi della Camera ci ha consegnato dei dati, che su questi dati l'Aula potesse riflettere e che lo facesse anche il Comitato dei nove.
Rilancio la palla al relatore e chiedo che si possa fare un ragionamento più specifico su tale questione e che quindi si accolga la richiesta di accantonamento, visto che non è l'unico emendamento su cui è possibile rinviare la discussione, procedendo alla votazione di altri emendamenti. Se così non fosse, le chiedo, signor Presidente, di valutare l'opportunità di mettere in votazione la richiesta di accantonamento.

AMEDEO LABOCCETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, credo che sia estremamente responsabile la posizione del relatore che abbiamo ascoltato qualche minuto fa e che si richiamava un po' alla, seppur breve, interessante discussione che si è fatta sull'argomento delle assicurazioni. Credo che noi dovremmo tentare di arrivare, collega Quartiani, ad un ordine del giorno unitario su questa specifica questione. Infatti, abbiamo un comune interesse, ovvero la tutela del consumatore, però vorremmo anche far capire - lo dico molto chiaramente - alle grandi compagnie di assicurazione che in questo Parlamento non vi sono degli sprovveduti.
Questioni tecniche non possono colpire l'utenza, soprattutto quella del Mezzogiorno d'Italia, cari colleghi. Quindi, l'ANIA, che è una potente associazione datoriale, deve essere messa in condizioni di comprendere le ragioni dell'Assemblea. Tali ragioni le ha ben sintetizzate il collega Contento e mi pare che in questa fase sia utile non arrivare ad una polemica e, quindi, ad uno scontro e ad una votazione sull'accantonamento, ma se vogliamo veramente far comprendere che in questo Parlamento c'è voglia di costruire un nuovo percorso anche con l'ANIA, forse è utile tentare di arrivare ad un ordine del giorno unitario.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, porrei in votazione la richiesta di...

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, noi avevamo rimesso alla sua valutazione perlomeno la cortesia di informarci se lei ritiene di non mettere in votazione la richiesta...

PRESIDENTE. Se lei mi fa finire di parlare, allora può darsi che comprenda quello che voglio fare. Intendo porre in votazione la richiesta di accantonamento. Darò la parola a un oratore a favore e ad uno contro.

Pag. 48

ALBERTO FLUVI. Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALBERTO FLUVI. Signor Presidente, vorrei invitare l'Assemblea ad una riflessione. Faccio un esempio: è vero, come dice il relatore, che è opzionale, però io faccio una domanda. Se sottoscrivo una polizza poliennale, che dura sei anni, sono obbligato a quel contratto. Se nel frattempo, per esempio, le condizioni di mercato cambiano o io, singolo consumatore, non sono soddisfatto di quel prodotto, per quale motivo non posso cambiare assicurazione, polizza assicurativa e via dicendo? Perché debbo essere obbligato a mantenere quel contratto per sei anni? La concorrenza non può essere sull'obbligatorietà annuale, ma sulla qualità del prodotto che assicura il consumatore finale, il singolo imprenditore e il singolo cittadino, cui conviene la qualità del prodotto e non l'obbligatorietà del contratto poliennale stipulato con la compagnia, che pensa in questo modo di fidelizzare il cliente. Credo che la strada sia un'altra, ovvero quella della concorrenza sulla qualità e non della fidelizzazione con la durata poliennale del contratto.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare contro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, richiamo brevemente le ragioni espresse in maniera molto chiara dal relatore. Visto che siamo in una terza lettura, invito i colleghi che hanno proposto questi emendamenti soppressivi a valutare l'ipotesi, che poi sarebbe preclusa col voto di questi emendamenti, di presentare un ordine del giorno che accolga queste ragioni. Per questo motivo, il nostro gruppo è contrario all'accantonamento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta, avanzata dal gruppo del Partito Democratico, di accantonare l'esame degli identici emendamenti Monai 21.1 e Lulli 21.2. Preciso che l'eventuale accantonamento coinvolgerebbe tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 21, nonché l'articolo stesso.
(È respinta).

Passiamo dunque alla votazione degli identici emendamenti Monai 21.1 e Lulli 21.2.
Indìco la votazione...

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

FRANCESCO BARBATO. Vorrei illustrare l'emendamento...

PRESIDENTE. Lei è già intervenuto per dichiarazione di voto. Stiamo votando gli emendamenti su cui sia lei che l'onorevole Fluvi avete già parlato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Monai 21.1 e Lulli 21.2, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Murer, Cesare Marini, Bosi, Ciriello...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 432
Votanti 412
Astenuti 20
Maggioranza 207
Hanno votato
190
Hanno votato
no 222).

Prendo atto che il deputato Lunardi ha segnalato che non è riuscita a votare. Pag. 49
Passiamo all'emendamento Lulli 21.3.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, si sta andando avanti come al solito, forse senza neanche sapere quello che si fa, perché quando mi viene detto che è il Governo che deve verificare ovvero che prima della stipula di un contratto assicurativo occorre fare delle verifiche, forse non si sa che oggi i consumatori, gli assicurati, prima di stipulare una polizza, devono firmare quintali di carte: modelli per la congruità del prodotto, modelli sulla trasparenza, ci sono venti modelli con decine e decine di firme che devono mettere su quintali di carta inutile.
Adesso ci state proponendo un'ulteriore burocratizzazione, senza invece tenere presente la strada maestra: quella della liberalizzazione vera. Io, che mi richiamo a livello europeo ai liberaldemocratici riformisti, vi invito a fare ciò, nel senso che non è possibile parlare di congruità, perché è già prevista, nell'attuale normativa, prima della stipula di un contratto. Una cosa è certa, con la durata pluriennale che state rimettendo in circuito di fatto rimettete in circuito anche l'altra porcata che il senatore Gasparri con i suoi due emendamenti aveva proposto al Senato: quella di eliminare il plurimandato (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, moderi i termini, per cortesia.

FRANCESCO BARBATO. Perché con le polizze pluriennali che si rimettono in circuito di fatto il cliente, l'assicurato, è legato per un lungo periodo con un determinato assicuratore, per cui nel momento in cui gli intermediari assicurativi intendono cambiare compagnia assicurativa hanno il portafoglio bloccato. In questo modo, con questa norma si svuota anche l'altra che era stata ritirata, ovvero il plurimandato. Di fatto state rimettendo il monomandato in circolo, ovvero state danneggiando i 122 mila intermediari assicurativi che operano in Italia. E questo con un metodo totalmente illiberale, perché si ingessano i contratti ad una determinata compagnia assicurativa, per cui se un intermediario intende passare da una compagnia all'altra, come è possibile oggi con il plurimandato, di fatto non lo potrà fare più, perché non può portare con sé il suo portafoglio, perché il portafoglio, vigente la pluriennalità, resta legato a quella compagnia.
Ecco il sistema con il quale non si vuole mettere in moto una concorrenza leale tra le compagnie, non si vuole realizzare la concorrenza tra le compagnie. Ecco perché vi è questa sorta di lobby che state portando in Aula e in Parlamento, che semplicemente è a favore di qualche compagnia di assicurazione, calpestando gli interessi dei consumatori, degli assicurati, di 122 mila partite IVA di intermediari assicurativi.
Manco a farlo apposta, chi fa da contraltare da quella parte? L'onorevole Laboccetta! Perché non ci parla dei milioni di evasione fiscale della società di cui lei era presidente nelle isole Azzorre (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)? Questo volete fare! Voi...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, non le è consentito!

FRANCESCO BARBATO... siete rappresentanti di questo tipo di interessi; volete fare questo tipo di interessi nel Parlamento, gli interessi delle lobby! Ci dica questa roba qua, della società di cui lei è concessionario! Ecco perché stiamo dalla parte degli assicurati e degli italiani, come sempre (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, intervengo solo per invitare il collega Barbato, Pag. 50ma credo tutti quanti noi, a un maggior rispetto dei colleghi e delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Infatti, criticare nel merito il lavoro del Senato e dei senatori credo che non abbia precedenti. Una delle prime regole di chi entra in quest'Aula è il rispetto dei colleghi, ed è venuto meno da parte del collega Barbato nei confronti del collega Laboccetta, e il rispetto nei confronti dell'altro ramo del Parlamento. Non è accettabile che ci mettiamo a criticare il lavoro dell'altro ramo del Parlamento. La prego, signor Presidente: la ringrazio per la fermezza con cui è intervenuto, però prego la Presidenza di mettere in campo la moral suasion necessaria per evitare che accadano di nuovo questi episodi.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Bocchino. Devo dire che ha perfettamente ragione. Non è consentibile usare certi toni in quest'Aula nei confronti di colleghi o nei confronti dell'altro ramo del Parlamento. La prego, onorevole Barbato, la prossima volta la prego di essere più cauto.

AMEDEO LABOCCETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Laboccetta, se vuole intervenire per fatto personale, potrà farlo a fine seduta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 21.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mondello, Murer, Tassone, Delfino, Favia, Gatti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 419
Votanti 400
Astenuti 19
Maggioranza 201
Hanno votato
177
Hanno votato
no 223).

Prendo atto che i deputati Poli e Ruggeri hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Tassone, Delfino, Rampelli, Capano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 417
Votanti 415
Astenuti 2
Maggioranza 208
Hanno votato
224
Hanno votato
no 191).

Prendo atto che il deputato Ruggeri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 22 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Marini, Scalera, De Camillis, Berardi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 414
Maggioranza 208
Hanno votato
414).

Pag. 51

(Esame dell'articolo 23 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 (Vedi l'allegato A - A.C.1441-ter-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mondello, Berardi, Martino, Speciale, Laboccetta.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 416
Maggioranza 209
Hanno votato
416).

(Esame dell'articolo 24 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 (Vedi l'allegato A - A.C.1441-ter-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mondello, Berardi, Martino, Speciale, Laboccetta.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 417
Maggioranza 209
Hanno votato
417).

Prendo atto che l'onorevole Zamparutti ha segnalato che non è riuscito a votare.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, desidero fare una proposta: se ella è d'accordo, potremmo sospendere l'esame del provvedimento, anche perché alle 14 ricominciano i lavori delle Commissioni.

PRESIDENTE. Onorevole Raisi, ritengo di poter accedere alla sua richiesta.
Avverto che l'emendamento Lo Presti 27.49 è stato ritirato dal presentatore.

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo.

LINO DUILIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LINO DUILIO. Signor Presidente, intervengo per sollecitare il Governo a fornire una risposta a talune interrogazioni. Utilizzo il plurale perché non si tratta di una sola.
Mi riferisco ad una interrogazione presentata il 4 marzo 2009 sui disservizi postali nel comune di Solaro; ad una seconda presentata il 29 aprile 2009 sugli archivi di Stato e rivolta al Presidente del Consiglio e al Ministro per i beni culturali; a una terza presentata il 14 maggio 2009, sempre sui disservizi postali ma in un'area più ampia del nostro Paese. Su tutte e tre, il Governo non ha fornito alcuna risposta.
Peraltro, anche se in maniera forse un poco irrituale, mi permetto di riferire alla Presidenza che mi risulta da colleghi che non è la prima volta che ciò accade. Sembra che il Governo abbia preso l'abitudine di non rispondere alle interrogazioni, il che mi pare un comportamento non molto rispettoso del Parlamento. La ringrazio, Presidente, se vorrà pare farsi parte diligente affinché si abbia una risposta su queste questioni.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,52).

PASQUALE CIRIELLO. Chiedo di parlare.

Pag. 52

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PASQUALE CIRIELLO. Signor Presidente, intervengo solo per sottoporre all'attenzione sua e a quella dei pochi colleghi ancora presenti in Aula un episodio assai spiacevole verificatosi avantieri a Napoli, ove, in una piazza del centro storico, purtroppo non nuova a episodi di questo genere, taluni ragazzi omosessuali sono stati prima dileggiati e poi minacciati da una «squadraccia» che i giornali definiscono di «naziskin». Ma il particolare più increscioso è che una ragazza presente sul posto che aveva trovato il coraggio, solo lei, donna, di intervenire in aiuto di questi giovani omosessuali, è stata picchiata selvaggiamente ed è ancora in dubbio che possa recuperare la funzionalità di un occhio.
Credo che questo episodio ci debba dare almeno due insegnamenti. Il primo, l'indicazione di quanto lavoro ci sia ancora da fare, anche qui dentro, da tutte le parti politiche per dare la possibilità a tutti i cittadini italiani di esercitare con pienezza i propri diritti, ivi incluso quello al proprio orientamento sessuale: per esempio, provando ad accelerare l'approvazione della legge contro l'omofobia. In secondo luogo, al di là di tutta la propaganda che è stata spesa, verificare come si possa realmente garantire la sicurezza a tutti i cittadini. Credo che, piuttosto che sulla base di tanta spazzatura che ancora circola, sarà dalle risposte che sapremo dare a questi problemi che verremo giudicati dall'opinione pubblica alla conclusione di questa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

GIUSEPPE GIULIETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE GIULIETTI. Signor Presidente, prendo la parola solo per portare una cifra. Lei sa che oggi si è svolta in questo palazzo la relazione annuale dell'INAIL, svolta per la verità con molta puntualità dal commissario straordinario, ed è intervenuto il Presidente Fini. Mentre discutevamo di tutto ciò, il «contatore della morte» ha toccato quota 500, 500 morti dall'inizio dell'anno, e il Presidente della Camera, con un intervento devo dire di grande attenzione e puntualità, di cui vorrei ringraziarlo pubblicamente, ha ricordato che 500 sono i morti, ma per ogni morto sul lavoro 4 o 5 sono i morti per malattia professionale. È un numero spaventoso, signor Presidente.
Mi sono permesso di segnalarlo perché in questi giorni si è parlato molto di ciò che è notizia o non è notizia. Non voglio discutere di questo, ma 500 morti non sono un gossip, 500 morti non sono una finzione, non sono puntata televisiva. Le chiederei, anche attraverso la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, di chiedere al sistema radiotelevisivo, in primo luogo pubblico, di dare rilievo alla strage sul lavoro; non per una polemica di basso livello, ma perché, come è stato detto anche oggi nella relazione del presidente dell'INAIL, si sposti l'attenzione sulla prevenzione, sulla grande alleanza civile, al di là delle parti, che su un tema come questa dica: ci vuole una grande campagna per la prevenzione. Bisogna avvertire la vittima come un dato reale, e non come un dato di una statistica!
So che su questo vi è una grande convergenza da parte di molti e che molti non intendono cedere alla cultura dell'illegalità. Sul terreno del lavoro vorrei che in Aula si potesse discutere di queste cifre, di questa relazione, ma si potessero assumere anche le misure immediate, signor Presidente, per dare a tale questione la grande dimensione di una questione nazionale, che certo non può essere inserita nella categoria del pettegolezzo, e avrebbe la necessità di un'attenzione e di un'illuminazione che è attualmente ancora insufficiente. Vorrei che ci ricordassimo che parliamo di vite vere, e non di una puntata del Grande fratello, o del «piccolo cugino» (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

Pag. 53

PRESIDENTE. Onorevole Giulietti, ritengo che il suo intervento servirà proprio a portare all'attenzione non solo della Commissione per l'indirizzo generale e la vigilanza dei sistemi radiotelevisivi, ma anche delle coscienze di tutti, la riflessione che ha svolto.
La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 13,55, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione e il Ministro dell'interno.

(Dati sulla riduzione delle assenze nel pubblico impiego e relativi effetti finanziari - n. 3-00562)

PRESIDENTE. L'onorevole Laffranco ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cicchitto n. 3-00562. concernente dati sulla riduzione delle assenze nel pubblico impiego e relativi effetti finanziari (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

PIETRO LAFFRANCO. Signor Presidente, l'interrogazione del gruppo del Popolo della Libertà fa riferimento alla politica del Governo volta a ridurre le assenze nel pubblico impiego. Siamo in attesa dei dati definitivi della Ragioneria generale dello Stato, ma intanto abbiamo potuto visionare e valutare i dati della commissione incaricata dal Ministero per la pubblica amministrazione e l'innovazione in relazione al monitoraggio del fenomeno dell'assenteismo che, come noto, era particolarmente diffuso e di particolare gravità.
Secondo questi dati per ora a nostra disposizione vi sarebbe una notevolissima riduzione delle assenze, soprattutto nel quarto trimestre (dato molto significativo, anche perché è quello in cui invece le assenze sarebbero dovute aumentare, anche alla luce di fattori epidemiologici).

PRESIDENTE. Onorevole Laffranco, deve concludere.

PIETRO LAFFRANCO. Per questo chiediamo di sapere se e in quali settori la riduzione delle assenze nel pubblico impiego comporti un risparmio per le casse dello Stato ed eventualmente a quale fine verranno utilizzate tali risorse.

PRESIDENTE. Il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, Renato Brunetta, ha facoltà di rispondere.

RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Signor Presidente, l'articolo 71 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge n. 133 del 2008, dispone che per i periodi di assenza per malattia, di qualunque durata, ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni nei primi giorni di assenza è corrisposto il trattamento economico fondamentale con esclusione di ogni indennità o emolumento, comunque denominati, aventi carattere fisso e continuativo, nonché di ogni altro trattamento accessorio. Lo stesso articolo 71 indica che i risparmi derivanti dall'applicazione del comma 1 costituiscono economie di bilancio per le amministrazioni dello Stato e concorrono per gli enti diversi dalle amministrazioni statali al miglioramento dei saldi di bilancio.
Successivamente, con la legge finanziaria per il 2009, all'articolo 2, comma 33, si stabilisce che, ove in sede di verifica venga riscontrato il conseguimento di economie aggiuntive rispetto a quelle già considerate ai fini del miglioramento dei saldi di finanza pubblica, sono definiti con decreto Pag. 54del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, i limiti percentuali e le modalità di destinazione delle predette risorse aggiuntive al finanziamento della contrattazione integrativa.
Visto che i risultati della norma sull'assenteismo hanno prodotto effetti eclatanti, nell'ordine del 40 per cento medio dal mese di luglio 2008 al mese di maggio 2009, si può ritenere che quanto fissato all'interno del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008, in termini di risparmio sia stato di molto superato, e che pertanto possa scattare l'eventualità prevista dalla legge finanziaria, di destinare cioè le ulteriori risorse alla contrattazione integrativa.
Con particolare riferimento ai settori con maggiore presenza front office, ad esempio quello della scuola, si è stimato per essa un risparmio in termini di supplenze per la maggior presenza degli insegnanti attorno ai 300 milioni di euro su base annua.

PRESIDENTE. Ministro Brunetta, la invito a concludere.

RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Pertanto stiamo verificando con gli uffici del Tesoro, sulla base di quanto previsto dalla legge finanziaria per il 2009, gli ulteriori risparmi e stiamo definendo quanto di questi ulteriori risparmi possa andare alla contrattazione integrativa nei settori che hanno prodotto tali risparmi.
La risposta è dunque nel senso che i risparmi ulteriori rispetto a quanto previsto dal decreto-legge n. 122 del 2008 verranno destinati ai settori nei quali si sono registrati i maggiori incrementi di risparmio (e quindi minore spesa) e saranno destinati alla contrattazione integrativa.

PRESIDENTE. Ministro Brunetta, deve concludere.

RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Renderò conto a questo Parlamento dei risultati di questa verifica e ciò sarà poi portato, sia in sede di Governo sia in sede di contrattazione, nei comparti e nei settori definiti.

PRESIDENTE. L'onorevole Laffranco ha facoltà di replicare.

PIETRO LAFFRANCO. Signor Ministro, siamo soddisfatti della sua risposta, perché riteniamo che combattere l'assenteismo rientri a pieno titolo in un generale disegno di modernizzazione della pubblica amministrazione. Si tratta di una battaglia assolutamente giusta, perché significa ridurre i costi della macchina dello Stato e ridare smalto ai servizi per i cittadini e le imprese. Si tratta, soprattutto, di un problema di giustizia ed equità nei confronti di quei tanti lavoratori che, invece, lavorano con impegno e serietà, e la cui immagine è stata seriamente danneggiata da chi, invece, abusava della possibilità di usufruire di assenze assai poco giustificate.
Per questo, siamo lieti che queste risorse risparmiate possano tornare per davvero a chi se lo merita. Il concetto del merito è una delle cifre più significative dell'azione di questo Governo, e il gruppo parlamentare del Popolo della Libertà è pienamente soddisfatto (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Iniziative per la corretta applicazione della disposizione prevista dal comma 5-bis dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 286 del 1998, in materia di locazione di immobili a immigrati clandestini - n. 3-00563)

PRESIDENTE. L'onorevole Bitonci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cota n. 3-00563, concernente iniziative per la corretta applicazione della disposizione prevista dal comma 5-bis dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 286 del 1998, in materia di locazione di immobili a immigrati clandestini (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

Pag. 55

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, Signor Ministro, il testo unico sulla disciplina dell'immigrazione prevede che chiunque a titolo oneroso, al fine di trarre ingiusto profitto, dà alloggio a uno straniero privo di titolo di soggiorno in un immobile di cui abbia disponibilità, ovvero lo ceda allo stesso anche in locazione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni; la condanna comporta la confisca dell'immobile, salvo che appartenga a persona estranea al reato. Nei lavori preparatori del citato provvedimento si evince chiaramente che il legislatore intendeva punire tutte le fattispecie di cessione in uso, ivi compresa la locazione di immobili ai clandestini, lasciando fuori dall'operatività della norma le sole ipotesi di chi ospitasse in casa propria lo straniero irregolare (il tipico caso è quello delle badanti). Come lei ben sa, signor Ministro, nonostante la chiarezza della citata disposizione, non sono mancate interpretazioni giurisprudenziali che hanno limitato l'operatività della norma, escludendo, in particolare, la ricorrenza del reato nei casi in cui il canone di locazione richiesto alla straniero clandestino fosse giudicato equo o di mercato.

PRESIDENTE. Onorevole Bitonci, deve concludere.

MASSIMO BITONCI. In questo senso si è espressa la Corte di cassazione in una sentenza dello scorso 7 maggio. Il gruppo della Lega Nord le chiede, signor Ministro, se non ritenga opportuno assumere iniziative, anche di carattere legislativo, volte ad assicurare l'efficace applicazione delle norme citate.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Roberto Maroni, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO MARONI, Ministro dell'interno. Signor Presidente, la norma che è stata citata, che ha introdotto sanzioni penali nei confronti di coloro che a titolo oneroso danno alloggio, o cedono in locazione, i propri immobili a cittadini stranieri privi di permesso di soggiorno, è una norma che è stata fortemente voluta dal Governo, proprio per incrementare l'efficacia dell'azione di contrasto nei confronti dell'immigrazione clandestina, innalzando, quindi, il livello di sicurezza dei cittadini. Non è un caso che questa norma è stata approvata nell'ambito di un provvedimento legislativo più ampio, con il quale il Governo ha voluto introdurre misure urgenti in materia di sicurezza. L'aver previsto sanzioni penali, e - voglio ricordarlo - la confisca dell'immobile di proprietà a carico di coloro che traggono ingiusto profitto dallo sfruttamento dei clandestini, soddisfa anche l'esigenza di prevenire e reprimere situazioni di vero e proprio ingiusto sfruttamento. È molto elevata, quindi, l'importanza che il Governo attribuisce a questa norma. Dalla sua entrata in vigore sono state 793 le persone denunciate per questo reato (533 nel 2008 e 263 nel 2009, fino ad oggi).
Di esse, diciannove sono state arrestate e le operazioni hanno interessato non soltanto le grandi aree metropolitane (Milano, Roma, Bergamo, Torino, Napoli) ma anche le città più piccole (Sassari, Caserta, Pesaro, Reggio Calabria, Varese). Il decremento del dato è da ricondurre all'efficacia che la norma ha sviluppato in termini di deterrenza e conferma che il fenomeno è tutt'altro che secondario.
Per tali motivi intendo seguire con grande attenzione l'evoluzione e l'attuazione giurisprudenziale di tale norma e, se sarà necessario, intendo assumere tutte le iniziative, anche di carattere legislativo, per assicurare l'efficace attuazione e applicazione di queste norme, secondo la ratio ispiratrice che è proprio quella che gli interroganti hanno citato poco fa.

PRESIDENTE. L'onorevole Bitonci, ha facoltà di replicare.

MASSIMO BITONCI. La ringrazio, signor Ministro, per la risposta, estremamente esauriente. Devo dire che non è la prima volta che modifiche legislative attuate da questo Governo, soprattutto quelle che volgono al contrasto dell'immigrazione clandestina, vengono osteggiate Pag. 56ancor prima della loro approvazione o interpretate in maniera fantasiosa da parte della magistratura. In questo caso direi che la norma citata è estremamente chiara e leggibile. La volontà del legislatore va nella direzione di colpire tutte quelle situazioni di degrado e di illegalità oramai all'ordine del giorno nelle nostre città, come l'occupazione di edifici, magazzini trasformati in fatiscenti alloggi e affittati ai clandestini.
Le porto a titolo di esempio i laboratori di clandestini cinesi dove, negli stessi locali, regolari e irregolari dividono angusti spazi, magari lavorando ventiquattro ore su ventiquattro. Ci sono stato, insieme ai carabinieri e alla Guardia di finanza, e devo dire la verità: ho visto scene raccapriccianti. Questi disgraziati vivono in condizioni disumane che non possiamo tollerare e sulle quali speculano anche molti italiani. Ed è proprio per questo che la norma va fatta rispettare e i proprietari devono essere pesantemente sanzionati anche con la confisca dell'immobile, dal momento che non possono non sapere cosa accade all'interno di quegli immobili. Quei proprietari pur di lucrare un maggior affitto, magari in nero, signor Ministro, sono disposti a violare la legalità rispetto all'uguaglianza e ai diritti dell'uomo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

(Iniziative per l'integrazione dell'organico della cosiddetta «polizia di prossimità» e per la sua piena operatività - n. 3-00564)

PRESIDENTE. L'onorevole Libè ha facoltà di illustrare l'interrogazione Vietti ed altri n. 3-00564, concernente iniziative per l'integrazione dell'organico della cosiddetta «polizia di prossimità» e per la sua piena operatività (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, la nostra interrogazione prende spunto da una relazione della Corte dei conti che rileva che a sei anni dall'avvio dell'istituzione del poliziotto di quartiere, come si dice in modo più semplice, non siamo ancora arrivati a regime. Secondo i dati forniti dalla Corte i poliziotti di prossimità sarebbero nel numero di 3.900 contro le 5.900 unità previste. Dato che noi siamo convinti che - lo dice la stessa Corte - si tratta di un'iniziativa che può esprimere molte capacità per il funzionamento del controllo del territorio, siamo qui a chiedere al signor Ministro quali sono le iniziative che il Governo intende attuare per arrivare al completamento e, aggiungiamo noi, per andare anche oltre l'attuazione di una norma che riteniamo - come la stessa Corte dei conti ritiene - non rinviabile.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Roberto Maroni, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO MARONI, Ministro dell'interno. Signor Presidente, colleghi, il modello operativo denominato «polizia di prossimità» non si esaurisce con il servizio del poliziotto e del carabiniere di quartiere ma definisce piuttosto una filosofia di impiego delle forze di polizia con l'obiettivo di dare rassicurazione e vicinanza nei confronti dei cittadini.
È questo un obiettivo che attraversa l'intero comparto delle forze di polizia, interessa la polizia locale, trova attuazione nei piani coordinati di controllo del territorio, in specifici servizi della Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri, nella utilizzazione del web attraverso il commissariato on line e la denuncia telematica, nel servizio di raccolta di denunce a domicilio, con particolare riguardo agli anziani e alle persone con difficoltà. Si tratta, quindi, di due cose distinte, il progetto «polizia di prossimità» e il poliziotto o il carabiniere di quartiere. Quest'ultimo servizio, nell'ambito dell'attività di prevenzione generale sul territorio, è parte di questa filosofia della prossimità.
L'attivazione di questo servizio si è svolta in più fasi, come è stato ricordato dagli interroganti, prevedendo una progressiva estensione delle aree interessate e, conseguentemente, del numero di operatori Pag. 57di polizia da impiegare. Durante la fase sperimentale, che è stata avviata nel dicembre 2002, e per circa un anno, si è reso necessario definire preliminarmente la funzione di prossimità e identificare la tipologia e le esigenze delle aree urbane oggetto degli interventi. Questo obiettivo può oggi dirsi raggiunto, visto che i 3.900 uomini impiegati nel servizio del poliziotto e del carabiniere di quartiere sono presenti in tutti i capoluoghi di provincia e in gran parte delle realtà urbane con una popolazione superiore ai 30 mila abitanti e sono sufficienti a coprire le esigenze programmate.
Il numero di 5.900 operatori, cui fa riferimento l'interrogante, trae origine da un'indagine conoscitiva svolta dalla Corte dei conti nel 2008 e rappresenta un organico ideale ipotizzato dalla Corte, un numero che però non è previsto nei programmi definiti dal Ministero. La Corte ha rilevato che l'organico effettivo odierno di 3.900 operatori è funzionale all'obiettivo prefissato, in considerazione di tanti parametri, e ha formulato un giudizio di piena efficienza dell'azione svolta.
Ciò detto, concludo confermando l'impegno a potenziare il servizio di poliziotto e di carabiniere di quartiere - perché è un servizio che funziona - aumentando gli organici, in dipendenza delle risorse a disposizione e delle risorse umane derivanti dai prossimi arruolamenti.

PRESIDENTE. L'onorevole Libè, ha facoltà di replicare.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, ringrazio il signor Ministro per la risposta e ne voglio dare atto, perché credo nella volontà del Ministro di impegnarsi su questo tema, un tema molto sentito da tutti cittadini, di qualunque schieramento e di qualunque idea politica. Credo, però, che la risposta non possa farci ritenere soddisfatti. Forse ho percepito male, ma ho l'impressione che l'impegno sulla carta ci sia e che sia compatibile con le risorse, ma fino ad oggi abbiamo visto che queste risorse sono state ridotte e continuano a ridursi.
Noi crediamo e continuiamo a ribadire che bisogna dare atto in modo formale di tale esigenza, e non solo come intendimento o come filosofia. Condividiamo totalmente la filosofia di dare rassicurazioni, ma siamo convinti che bisogna rafforzare un'istituzione come questa, condivisa dalla maggioranza e da una parte dell'opposizione - parlo per quanto riguarda l'Unione di Centro -, però rafforzarla significa stanziare risorse.
Come non abbiamo condiviso la soluzione delle ronde, che significa, secondo noi, abdicare dicendo ai cittadini «arrangiatevi», riteniamo invece che il Governo e il signor Ministro, della quale buona fede non abbiamo il minimo dubbio, debbano iniziare a dare dei segnali concreti su questa linea, perché se i segnali concreti ci saranno, l'Unione di Centro la sosterrà.

(Iniziative per una politica europea comune di contrasto all'immigrazione clandestina e per la stipula di trattati bilaterali che assicurino respingimenti nel pieno rispetto della dignità umana e del diritto internazionale - n. 3-00565)

PRESIDENTE. L'onorevole Rota ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00565, concernente iniziative per una politica europea comune di contrasto all'immigrazione clandestina e per la stipula di trattati bilaterali che assicurino respingimenti nel pieno rispetto della dignità umana e del diritto internazionale (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

IVAN ROTA. Signor Presidente, signor Ministro, le premesse di questa interrogazione muovono da quanto sancito dall'articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani, pongono l'attenzione sulla segnalazione di sevizie inflitte presso i centri di raccolta in Libia e sulla mancanza delle basilari norme igieniche, evidenziano come la lotta alla clandestinità non può coincidere con la violazione dei diritti umani e portano a chiederle, signor Ministro, se non ritenga necessario chiarire Pag. 58l'origine dei flussi di clandestinità nel nostro Paese, evidenziando il legame strettissimo tra clandestinità e lavoro nero, promuovere una politica comune a livello europeo di contrasto alla clandestinità e stipulare trattati bilaterali che permettano di operare respingimenti nel pieno rispetto della dignità umana e dei trattati internazionali, rinunciando ad azioni condotte in maniera sporadica e disorganica, in evidente contrasto con il diritto con finalità esclusivamente propagandistiche e demagogiche.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Roberto Maroni, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO MARONI, Ministro dell'interno. Signor Presidente, devo dire che sono assolutamente d'accordo con gli interroganti. Faccio mia la conclusione dell'interrogazione: è necessario promuovere una politica comune a livello europeo di contrasto alla clandestinità. Certamente lo abbiamo fatto e per la prima volta a livello europeo il Consiglio europeo ha deciso di sviluppare un'azione specifica di contrasto all'immigrazione clandestina nel Mediterraneo. Questo è avvenuto grazie all'iniziativa del Governo italiano.
In merito alla stipula di trattati bilaterali che permettano di operare respingimenti nel piano rispetto della dignità umana, è esattamente quello che abbiamo fatto: nell'accordo con la Libia, il rispetto dei diritti umani è tra i presupposti del Trattato di amicizia tra l'Italia e la Libia (articolo 6). Peraltro, la Libia ha ratificato la maggior parte degli strumenti internazionali per la tutela dei diritti umani. È vero che non è parte della Convenzione di Ginevra del 1951, ma ha firmato e ratificato la Convenzione dell'Unione africana del 1969, di ben più ampia portata rispetto agli impegni previsti dalla Convenzione di Ginevra.
Quanto alla necessità di rinunciare ad azioni condotte in maniera sporadica e disorganica in evidente contrasto con il diritto internazionale e con finalità esclusivamente propagandistiche e demagogiche, sono assolutamente d'accordo. Abbiamo svolto in questi mesi un'intensa attività diplomatica e di confronto con tutti i Paesi del Maghreb, stipulando laddove non ci fossero o rafforzando gli impegni e gli accordi bilaterali e siamo arrivati a definire una politica, che funziona, non di respingimenti ma di contrasto e di controllo dell'immigrazione clandestina. La cooperazione non solo con la Libia ma anche con la Tunisia, l'Algeria, il Marocco e l'Egitto funziona. Del resto, tutti i Paesi europei mettono in atto simili operazioni: l'Italia ha respinto 500 clandestini all'inizio di maggio, mentre la Spagna, l'anno scorso, ne ha respinti 10 mila e non mi pare che nessuno si sia scandalizzato o abbia chiesto conto alla Spagna di questo comportamento.
Questa cooperazione funziona, mostra un effetto deterrente molto importante che si sta facendo sentire e spero che quest'azione sia rafforzata con l'intervento, finora solo promesso da parte dell'Unione europea.

PRESIDENTE. L'onorevole Rota ha facoltà di replicare.

IVAN ROTA. Signor Presidente, signor Ministro, prendiamo atto che, a parole, lei e il suo Governo siete d'accordo con l'interrogante e l'Italia dei valori ma la sua risposta non può convincere noi dell'Italia dei valori né quegli italiani che hanno a cuore i principi cardine del rispetto della persona. L'Italia dei Valori è favorevole a contrastare la clandestinità ma non solo quella che trova una presa mediatica nelle inquadrature di gommoni carichi di disperati da rispedire al mittente: altri e ben più pericolosi ne arrivano via terra, incontrollati e incontrollabili.
L'Italia dei valori non è ideologicamente contro il respingimento ma, al contempo, sappiamo che molti arrivano da Paesi di guerra e, attesa tale condizione, devono poter beneficiare del diritto internazionale che prevede l'asilo politico. Signor Ministro, la sua risposta e soprattutto le azioni fin qui - speriamo che in futuro sia diverso - messe in atto da questa maggioranza non possono ottenere l'assenso Pag. 59dell'Italia dei Valori né trovare il consenso di quanti abbiano chiari i valori della solidarietà e della carità umana.
Signor Ministro, quanto state facendo non contrasta la clandestinità ed è invece in contrasto con le principali e basilari norme del diritto internazionale.
Vi abbiamo chiesto e ribadiamo la necessità di promuovere una politica comune europea abbandonando finalità propagandistiche e demagogiche e vi chiediamo di stipulare trattati bilaterali rispettosi della dignità umana.
Ci rendiamo conto che la pessima immagine internazionale del Presidente del Consiglio e l'interesse propagandistico della Lega Nord non consentono di trovare le giuste soluzioni. Confidiamo, a fronte delle sue parole, che questo possa avvenire concretamente quanto prima (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Orientamenti del Ministro dell'interno in tema di verifica delle condizioni di soggiorno degli studenti stranieri che frequentano regolarmente corsi di studio - n. 3-00566)

PRESIDENTE. L'onorevole Garavini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bucchino n. 3-00566, concernente orientamenti del Ministro dell'interno in tema di verifica delle condizioni di soggiorno degli studenti stranieri che frequentano regolarmente corsi di studio (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, signor Ministro illustro questa interrogazione che abbiamo presentato unitariamente come deputati del Partito Democratico eletti all'estero perché siamo particolarmente sensibili laddove riteniamo che ci siano casi di discriminazione nei confronti dei migranti essendo noi stessi migranti, avendolo vissuto noi stessi in prima persona.
Abbiamo appreso da alcuni mezzi di stampa che alcuni dirigenti scolastici, in periodo di pre esami, hanno fatto ricerca tra i propri studenti e hanno verificato se fossero clandestini o meno compromettendo la loro partecipazione agli esami.
Come lei ben sa, la nostra Costituzione e anche la Convenzione internazionale dei diritti dell'infanzia garantiscono il diritto di studio a tutti bambini indipendentemente dalla provenienza e dalla ricchezza. Riteniamo, quindi, che sia un segnale di degrado morale promosso proprio dalla politica di questo Governo che vede gli stranieri come minaccia, come rischio.
Anche se sappiamo che il Ministro dell'istruzione ha emesso una nota di agenzia su questa vicenda, chiediamo se siano state però emanate anche le relative circolari e quant'altro proprio per evitare che casi questo tipo, così incresciosi, si possano ripetere.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Roberto Maroni, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO MARONI, Ministro dell'interno. Signor Presidente, questi episodi non sono fondati su alcuna norma giuridica. Il diritto allo studio del minore straniero trova ampia tutela nel nostro ordinamento. Mi riferisco in particolare all'articolo 38 del testo unico sull'immigrazione che disciplina l'istruzione degli stranieri e prevede l'obbligo scolastico per tutti i minori stranieri presenti sul territorio che, lo ricordo, in base all'articolo 19 dello stesso testo unico, non sono espellibili.
Questa tutela è rafforzata dall'articolo 45 del regolamento di attuazione che stabilisce che i minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto all'istruzione indipendentemente dalla regolarità del soggiorno e, qualora siano privi di documentazione anagrafica o in possesso di documentazione irregolare o incompleta, sono iscritti con riserva senza pregiudizio per il conseguimento dei titoli conclusivi dei corsi di studio.
Il Governo ha inteso proseguire il cammino intrapreso nel preminente interesse dei minori stranieri con la volontà di assicurare la piena integrazione nel tessuto sociale. Infatti, il disegno di legge in Pag. 60materia di sicurezza che è all' esame del Senato prevede espressamente che non vi è obbligo di esibizione del documento di soggiorno per i provvedimenti attinenti alle prestazioni scolastiche obbligatorie. Più chiaro di così mi pare impossibile.
A questo riguardo voglio ricordare che alla Camera il Governo ha già accolto, peraltro, l'ordine del giorno che lo impegna ad adottare, prima delle prossime iscrizioni scolastiche, ulteriori iniziative per far sì che la norma che ho appena citato includa i percorsi scolastici di ogni ordine e grado.
Alla luce di queste norme che mi paiono di una chiarezza esemplare non risulta necessario intervenire con direttive né è necessario adottare disposizioni particolari o impartire istruzioni da parte del Ministro dell'interno più di quanto non abbia fatto il collega dell'istruzione.

PRESIDENTE. L'onorevole Garavini ha facoltà di replicare.

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, signor Ministro, il fatto che la normativa sia tranquillizzante non esclude però che ci siano stati casi di questo tipo che, per l'appunto, sono quanto mai deprecabili. Alla luce proprio della nostra esperienza le possiamo ribadire che il percorso scolastico ed anche la possibilità per gli studenti di concluderlo è fondamentale per la capacità di integrazione e per il fatto che l'integrazione possa avere un successo concreto da parte dei migranti.
Ancora oggi, a distanza di cinquant'anni dalle prime ondate migratorie dei nostri connazionali ed ancora nel cuore dell'Europa (nella stessa Germania, così vicina), vi sono tanti nostri connazionali che, proprio a causa del fatto che non sono riusciti a terminare l'iter scolastico, vivono ancora oggi situazioni di mancata integrazione e di fallimento, appartenendo proprio ai falliti della società tedesca, nel cuore dell'Europa.
Quindi, anche questa esperienza, che tanti italiani hanno vissuto e continuano purtroppo a vivere nella loro vita quotidiana, credo debba servire di esempio anche al nostro Paese proprio per evitare che, invece, vi possano essere casi di discriminazione soltanto per il fatto che i ragazzi siano stranieri (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,30, è ripresa alle 16.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Boniver, Brugger, Caparini, Castagnetti, Cicchitto, Cirielli, Cota, Donadi, Gregorio Fontana, Gibelli, Alberto Giorgetti, Lo Monte, Lucà, Saglia, Soro e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente novantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

In morte dell'onorevole Elio Colosimo.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Elio Colosimo, già membro della Camera dei deputati nella XII e XIII legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni Pag. 61per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia.
Ha chiesto di parlare il relatore, onorevole Raisi. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, nel Comitato dei nove stiamo vagliando un ulteriore emendamento, per cui chiederei la cortesia di una sospensione di 15-20 minuti per, diciamo così, chiudere quest'ultima pratica.

PRESIDENTE. Sta bene.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,30.

La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,35.

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato accantonato l'articolo 18 con le relative proposte emendative e che è stato da ultimo approvato l'articolo 24.

(Esame dell'articolo 25 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, colleghi, l'esame in Aula del provvedimento ricomincia da una previsione considerata strategica, ossia quella relativa alla ripresa dell'attività nel campo nucleare. Secondo noi dell'Italia dei Valori vi è una forzatura nel voler rilanciare un settore con tecnologia ormai superata e con dei costi a carico della collettività elevatissimi rispetto al costo dell'energia, pur cara, in Italia.
Noi comprendiamo la necessità di differenziare la produzione di energia nei vari settori, ma l'accelerazione viene compiuta su centrali nucleari definite ancora di terza generazione, ma che ormai appartengono a una tecnologia superata e che comunque, come più volte abbiamo ribadito, non dà certezze né sotto il profilo della sicurezza né dello smaltimento dei rifiuti nucleari.
In realtà, il vero problema che vorremmo porre alla vostra attenzione è l'approccio che questo disegno di legge ha con il territorio, ossia la mancanza di fiducia verso le decisioni assunte sul territorio da parte delle regioni, delle province e degli stessi comuni. Più volte abbiamo ribadito la necessità di andare verso un federalismo non solo fiscale, ma anche nelle decisioni, ma mai come in questo provvedimento il federalismo è assolutamente dimenticato, anzi, è assente nell'individuazione delle zone sia per l'insediamento delle future centrali nucleari, sia per le discariche o per lo stoccaggio di rifiuti nucleari o di scorie o, ancora, nella localizzazione dei siti di produzione del materiale nucleare. In questo caso non ci sono scelte da compiere se non quelle dettate dal fatto che si scava laddove c'è il materiale, e quindi le zone sono già state individuate da precedenti ricerche.
L'altro grosso problema non è solo dove produrre il nucleare, ma anche dove ammucchiare tonnellate o migliaia o milioni di metri cubi di materiale inerte che per migliaia di anni emetterà radiazioni. Noi non abbiamo assolutamente definito criteri e modalità per affrontare questo rischio, l'unica cosa che siamo capaci di prevedere è che, essendo questi siti di interesse strategico, gli stessi verranno controllati e (lo possiamo dire tranquillamente) militarizzati: i militari, infatti, controlleranno queste aree come fanno in Libano o in Afghanistan e vi sono altri Stati in cui, in questo momento, il nostro esercito opera in termini di sicurezza.
Questo è sicuramente un modo improprio di dibattere e di affrontare con la popolazione e nei territori tali problemi. L'approccio dell'Italia dei Valori alla questione, che vede anche da parte nostra la volontà di affrontare il nucleare come soluzione dei problemi energetici, è di puntare allo sviluppo di centrali nucleari Pag. 62della quarta generazione, che è un modo di sfruttare energia nucleare non tra decenni e decenni, ma tra 10-15 anni.
Questa potrebbe essere la soluzione del futuro: innanzitutto in Italia si rilancerebbe l'ingegneria e la ricerca, che è stata abbandonata a sé, mentre lo sfruttamento della terza generazione di fatto compra modelli già sfruttati e messi sul mercato da altri Governi, con tutte le problematiche legate a questo aspetto. L'ultimo esempio è quello della Finlandia, dove i costi si sono decuplicati e i tempi di consegna della centrale vanno in là nel tempo proprio per le problematiche connesse alla sicurezza. Eppure continuiamo ad insistere con questo programma.
Ancora una volta, ci accorgiamo e lamentiamo che il Governo dà risposte a lobby forti e di nicchia e non alle esigenze del territorio in Italia, a cui non stiamo assolutamente rispondendo. Pensiamo, per esempio, all'ipotesi di dare delle indennità solo ai comuni dove vi è il sito, ma non ai comuni e alle province limitrofi, anche se sappiamo che molti insediamenti sono a cavallo dei confini di diverse province.
Ancora una volta, il territorio viene assolutamente scavalcato e i comuni verranno coinvolti solo in azioni di marketing e di informazione, come se non fosse l'intera popolazione dei territori coinvolti a dover essere informata. È come se dovessimo fare azioni di informazione mirate sulla raccolta differenziata o sull'incenerimento solo nei comuni dove c'è l'inceneritore e non, invece, dove tutti producono i rifiuti. Qui siamo nella stessa situazione. L'energia, infatti, è una necessità per tutti, per le famiglie, per le imprese e per l'industria, ma è una risorsa che va assolutamente condivisa e, in particolare, espressamente valutata.
Ci dispiace che, invece, con molta enfasi si rilanci il nucleare dopo che abbiamo investito parecchie risorse attraverso il pagamento di bollette e sovraccarichi sull'energia elettrica per dismettere e risanare alcuni siti. Ancora oggi non abbiamo completato questo risanamento, ma attraverso il provvedimento in esame spostiamo 150 milioni di euro che paghiamo attraverso le bollette, non solo come sovraccarico di tariffa, ma anche come IVA addizionale (quindi, si tratta di due tasse) al bilancio dello Stato. Non abbiamo il coraggio di dire agli italiani che queste non sono fiscalità e tasse aggiuntive, quindi debbono tenerle loro, perché sono le prime risorse che dovrebbero rimanere nelle tasche degli italiani.
Invece, attraverso questo imbroglio, effettuiamo dei prelievi dalle bollette e sulle tariffe dell'energia elettrica e spostiamo quelle risorse nel bilancio dello Stato per poi destinarle a questa nuova avventura. Si tratta di un'avventura che ha di fatto azzerato l'esperienza dell'ENEA e dei centri di ricerca sul nucleare in Italia in termini di sfruttamento delle nuove tecnologie, ma anche in termini di sicurezza sul territorio. Ci dispiace che con questa forzatura venga affrontato un tema così importante che vedrà coinvolta l'Italia nei prossimi trenta o quarant'anni.
L'Italia dei Valori farà tutto il suo lavoro anche sul territorio per portare a conoscenza questa nuova avventura che il Governo Berlusconi ha voluto affrontare senza rendersi conto che oggi nel mondo occidentale e nel «mondo intelligente» l'energia deve venire dalle fonti alternative ed eventualmente dalla quarta generazione di centrali nucleari, che almeno non produce scorie radioattive e non consuma un'eccessiva quantità di materia prima, di uranio.
Oggi, anche attraverso le proteste da parte dei Governi occidentali, ci lamentiamo dell'avventura nel nucleare del Governo in Iran, dicendo che dal civile è facile passare al militare. Lo abbiamo ribadito in quest'Aula, però noi vogliamo intraprendere la stessa avventura. Ci consideriamo maggiorenni, più esperti e più garantisti, ma queste scorie, questi depositi, queste centrali, queste sedi di produzione del nucleare sono anche facilmente attaccabili da terroristi, che non sono solo di fabbricazione nazionale, ma internazionale.
Credo che stiamo affrontando con troppa velocità, attraverso un disegno di legge, una questione che dovrebbe invece Pag. 63essere affrontata con più serenità dal Parlamento attraverso una legge ad hoc, che valorizzi effettivamente le nostre risorse energetiche e indirizzi gli sforzi dell'intera nazione nei prossimi quarant'anni. In realtà, il lavoro di lobbying di alcune imprese del settore, che già stanno investendo all'estero in queste vecchie tecnologie nucleari, ha fatto sì che anche il Governo italiano si riconvertisse a questa energia.
Lo ripeto: noi faremo il nostro lavoro e il nostro dovere sul territorio, ma invitiamo ancora una volta il Parlamento a rivedere la propria posizione su una tematica così delicata e strategica per il futuro della nazione (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, premesso che gli identici emendamenti Scilipoti 25.1 e Zamparutti 25.2 sono stati dichiarati inammissibili, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Lulli 25.3, Bratti 25.4, Monai 25.5, Bratti 25.6, Monai 25.7 e Lulli 25.8, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 25.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e formula infine un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Monai 25.9, Scilipoti 25.10 e 25.11 e Bratti 25.12 e sugli identici emendamenti Monai 25.13 e Graziano 25.14.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Lulli 25.3.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lulli 25.3 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benamati. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BENAMATI. Signor Presidente, l'emendamento in oggetto è in sé molto semplice. L'articolo 25, come è già stato richiamato, è un po' il cuore del processo di ritorno al nucleare nel nostro Paese. Con questo emendamento, chiediamo una cosa molto semplice, ossia di inserire al comma 1 dopo le parole: «nel territorio nazionale», le seguenti: «da realizzare di intesa con gli enti locali interessati».
Di cosa si tratta, signora Presidente? L'articolo 25 stabilisce, nel suo comma 1, che il Governo è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, decreti legislativi che rechino la disciplina per la localizzazione sul territorio nazionale di impianti per la produzione di energia elettrica nucleare, di impianti per la fabbricazione del combustibile nucleare e dei sistemi di stoccaggio per il combustibile irraggiato e, come aggiunto al Senato, di sistemi per il deposito definitivo dei materiali e dei rifiuti radioattivi.
Al comma 2, vengono definiti i criteri per l'esercizio di questa delega, fra cui si segnala la possibilità di dichiarare questi siti aree di interesse nazionale soggette a speciali forme di vigilanza. Inoltre, sempre nell'ambito di questa delega, si prevede la determinazione delle modalità di esercizio del potere sostitutivo del Governo in caso di mancato raggiungimento delle intese con gli enti locali coinvolti.
Si tratta, quindi, onorevoli colleghi, di una delega che prevede già in premessa l'uso di coercizione nell'identificazione dei siti e misure speciali per la loro difesa. Noi crediamo, colleghi, che ciò sia profondamente errato. Sul nucleare da fissione, infatti, indipendentemente dal giudizio di merito che ognuno di noi può esprimere, c'è una cosa su cui penso che in quest'Aula siamo tutti d'accordo: nulla - lo ripeto: Pag. 64nulla - si potrà fare in maniera unilaterale, se non vi sarà il concorso cosciente e convinto della popolazione italiana e delle comunità locali.
Chi pensa qualcosa di diverso produrrà gravi danni, anche economici, al nostro Paese. D'altro canto, ciò è dimostrato anche dal fatto che autorevoli esponenti della maggioranza e del Governo, incluso l'onorevole Presidente del Consiglio dei ministri, hanno di recente e più volte dichiarato che si procederà d'intesa con la popolazione e con le comunità locali nelle scelte in materia di nucleare e di localizzazione.
Bene, con questo emendamento non chiediamo molto, ma solo di scrivere questa enunciazione. Chiediamo di collegare la localizzazione all'intesa con le comunità locali e non chiediamo nulla di più e nulla di meno di questo. Rimettiamo questo emendamento al voto dell'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo solo per una precisazione doverosa da parte del gruppo dell'UdC, perché voteremo «no» su questo emendamento, ma non perché non vogliamo che siano coinvolti gli enti locali.
Lo abbiamo già detto ormai da tanto tempo e lo abbiamo formalizzato quando abbiamo discusso questo provvedimento al primo passaggio in quest'Aula: siamo convinti che non sia assolutamente possibile far sì che l'Italia entri nel nucleare senza condividere questi passaggi, i passaggi più tecnici, le localizzazioni e tutto il resto, con gli enti locali.
Votiamo «no» perché siamo altrettanto convinti che non vi debba essere una specifica norma di legge, perché la norma c'è già. Continuiamo a dire al Governo che, se vuole realmente fare il passaggio al nucleare, una scelta di modernità, una scelta che serve al Paese, alle imprese e alle famiglie, deve rimuovere l'ostacolo del Titolo V della Costituzione, perché (lo ribadiamo un'altra volta, ma ci sembra giusto precisarlo) oggi stiamo ancora - lo abbiamo detto: sosterremo il Governo su questa strada, solo che il Governo ci sembra troppo timido - nella fase degli spot.
La competenza sull'energia, infatti, nonostante l'approvazione di questo provvedimento, resta in capo alle regioni. Ripeto: se un presidente di regione che stimiamo, ma che deve la sua elezione e il suo consenso a una campagna forte del Presidente del Consiglio (parlo del presidente Cappellacci), dopo cinque giorni ha detto di non volere il nucleare, immaginiamoci le regioni guidate da presidenti che hanno anche preclusioni ideologiche verso questa strada, così com'è stato ribadito anche da tanti altri presidenti che condividono la valutazione politica del Governo.
Dunque ci sembra quasi pleonastico, perché siamo convinti che sarà impossibile il reingresso nel nucleare senza la condivisione con gli enti locali, ma non vogliamo dare nessun alibi, perché di alibi ne avete già troppi; per questo, il nostro voto su questo emendamento sarà contrario (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma a questo emendamento e ne spiego le ragioni. Le ragioni per le quali l'Italia dei Valori è radicalmente contraria al nucleare, a questo nucleare, sono ragioni di carattere economico: il costo delle centrali, il costo della disponibilità dell'uranio (saremo sempre dipendenti da chi lo produce). Questa si manifesta come una colossale speculazione economica, esattamente uguale a quella che è stata fatta per l'Alitalia e che si vuol fare per il Ponte sullo Stretto. Sarà un modo per costruire impianti costosi e per affidarne la costruzione e la gestione ai soliti amici.
Vi sono ragioni di sicurezza (queste centrali di terza generazione non sono Pag. 65sicure, bisogna aspettare quelle di quarta generazione e fare ricerca) e ragioni tecniche (ci vuole molta acqua). Infine, siamo per la scelta delle energie alternative.
Relativamente alla localizzazione dei siti, si parla di siti che sono destinati alle centrali per la produzione di energia nucleare e di siti destinati al deposito di scorie radioattive.
L'articolo 25 del provvedimento in esame è assolutamente ipocrita, perché dice che entro sei mesi il Governo provvederà a individuare i siti. In realtà, in sei mesi il Governo non potrà fare assolutamente niente, perché un'indagine seria non si fa in sei mesi, e sarà giocoforza che ci dicano: ricorriamo agli studi già fatti, agli studi che sono stati periodicamente aggiornati.
Perché dico questo? Perché in realtà il Governo ha già deciso dove mettere i siti nucleari. L'ho chiesto in un'interrogazione, mi è stato risposto che la scelta sarà fatta insieme alle comunità locali: non è vero, è una balla colossale. Tra questi siti voi avete già individuato la Sardegna come uno dei luoghi di stoccaggio delle scorie radioattive e della collocazione delle centrali nucleari. Noi sardi vi diciamo: siete troppo buoni, no grazie! Sappiate che noi non ci stiamo, ad una scelta imposta dall'alto. Noi siamo energeticamente autosufficienti: dalla Sardegna, figuriamoci, passerà anche il Galsi, cioè il gasdotto dall'Algeria. Abbiamo il territorio gravato dall'80 per cento delle servitù militari. Ci avete testè scippato il G8. State mandando a ramengo il nostro apparato industriale. Noi esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori chimici che protestavano stamattina di fronte a Palazzo Chigi, perché la disoccupazione incalza in quanto questo Governo non fa quello che dovrebbe fare.
Ora ci vorreste scaricare il nucleare, cioè gli impianti di produzione e lo stoccaggio. Ve lo sognate, noi non ve lo permetteremo. È vero che il Presidente del Consiglio ha detto che ci manderà l'esercito, che imporrà, che costringerà; sono quindi tutte balle, che la definizione e l'individuazione dei siti saranno affidate ad un confronto con le comunità locali. Anche l'UdC dovrebbe votare a favore dell'emendamento in esame, se veramente crede che le comunità locali debbano essere effettivamente coinvolte. Noi abbiamo una certa consuetudine con le invasioni; ne abbiamo respinte altre: abbiamo respinto anche le invasioni dei romani, e dei «barbareschi».
Signor Presidente, noi vogliamo dire con molta nettezza al Governo: se ci vuole prendere in giro non ci riuscirà, perché sappiamo leggere dietro le cose, e sappiamo come le cose sono state fatte. Non pensiate che la Sardegna possa essere la pattumiera nucleare dell'Italia: noi sardi vogliamo essere attivi sì, ma radioattivi no (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, prendo la parola per sottoscrivere a nome mio e dei colleghi del PD della Commissione ambiente l'emendamento in esame; e per dire una sola cosa: in nessun Paese dell'Occidente esiste una norma in base alla quale un Governo può insediare un impianto nucleare contro la volontà dei territori interessati. È una norma che ha le gambe corte, come le bugie, perché poi, quando ci sono state le elezioni in Sardegna (lo ricordava il collega Benamati), il Presidente del Consiglio per prendere i voti si è dovuto impegnare sul fatto che in Sardegna giammai si farà; ma la Sardegna, lo ricordava il collega Palomba, è per esempio uno dei luoghi, dal punto di vista sismico, più sicuri d'Italia. È meglio che diamo sicurezza alle istituzioni e alle popolazioni che non vi saranno forzature, altrimenti il clima peggiorerà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, Pag. 66vorrei ribadire a nome del Governo in questa sede un punto, come abbiamo fatto anche recentemente al Senato, quando alcuni parlamentari si sono alzati per dire: sappiamo che i siti nucleari saranno in Puglia (oggi: sappiamo che i siti nucleari saranno in Sardegna; dipende ovviamente dalle zone in cui si vota e delle zone che si vuole allarmare). Non è così: non è così per la Puglia, non è così per la Sardegna. Il Governo non ha preso alcuna decisione, perché vuole rispettare in maniera scrupolosa quanto il Parlamento sta decidendo, in una procedura che garantisca tutti, sia per quanto riguarda le tecnologie nucleari prescelte, sia per quanto riguarda la localizzazione dei siti, sia per quanto riguarda la partecipazione alle decisioni delle comunità locali.
Volevo ribadirlo qui in maniera chiara affinché non si crei inutile allarmismo, soprattutto alla luce di quello che è ampiamente documentato nel testo parlamentare. Questo è il testo legislativo, e questo è il testo che il Parlamento si appresta a votare: ad esso noi scrupolosamente ci atterremo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, il sottosegretario Urso è una persona seria, che sa che lo stimo, e che è sinceramente convinto che questo nucleare serva all'Italia. Noi pensiamo di no, anche perché è molto costoso. Però, sottosegretario, torno a dire quello che dicevo prima: in nessun paese dell'Occidente - e lei è persona che conosce bene il mondo - esiste una norma sulla base della quale un Governo può decidere di insediare un impianto nucleare contro la volontà dei territori. Per questo, noi chiediamo - lo ha detto bene il collega Benamati - che con questa norma si escluda la possibilità che ciò accada. Altrimenti quello che lei dice - e cioè il gioco facile di dire «lo vogliono mettere qui», «lo voglio mettere là»: del resto, ma da qualche parte andrà poi messo - diviene un meccanismo per creare anticorpi nei confronti di questa scelta. Allora, decidiamo come Parlamento, e il Governo lo accetti, che queste decisioni non possano essere prese contro la volontà delle istituzioni locali. Altrimenti, quel gioco che lei dice rimarrà in vita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, se ho ben capito, il sottosegretario D'Urso ha detto che in Sardegna non verranno collocati né impianti nucleari né siti di stoccaggio delle scorie radioattive. Ho capito bene, signor sottosegretario? Lei ha detto: in Sardegna no, in Puglia no. È così? Vorrei aver capito bene, perché se è così il mio intervento è stato efficace, nel senso che ha costretto il Governo a dire che in Sardegna tutto questo non sarà fatto. Comunque, invito il Governo ad esprimere parere favorevole su questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, pur apprezzando le dichiarazioni del sottosegretario Urso, dopo le sue dichiarazioni responsabili, sono obbligato a citare una dichiarazione del Presidente del Consiglio Berlusconi resa a Bari nel corso di una conferenza stampa del 31 maggio 2009. Il Presidente afferma: «Il Governo guarda al nucleare come a qualcosa di necessario; certamente, una volta che abbiamo deciso di fare investimenti nel nucleare, auspico che si possa cominciare a farli in qualche Paese estero, magari nei Balcani, con cui abbiamo aperto un discorso al riguardo». Egli aggiunge poi che quelle relative a centrali da realizzare in Puglia sono solo fantasie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

Pag. 67

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, non credo di aver capito male, ma se la questione del nucleare viene messa nei termini in cui la ha messa il sottosegretario, che dice che non vuole creare inutili "allarmismi" rispetto alla collocazione delle centrali, questo mi fa capire che vi è già da parte di chi la propone una preoccupazione rispetto a questa tecnologia: una preoccupazione che dovrebbe far ripensare lo stesso Governo. Se infatti la proposta di centrali nucleari provoca allarmismi, vuol dire che non si tratta di una tecnologia così sicura.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Calvisi. Ne ha facoltà.

GIULIO CALVISI. Signor Presidente, intervengo a proposito delle dichiarazioni fatte dal rappresentante del Governo, che ringrazio per quello che ha detto. Del resto, lo aveva detto anche Senato: non si faranno centrali nucleari senza il coinvolgimento degli enti locali e delle popolazioni interessate. Anzi, aveva già anche aggiunto che non si faranno centrali nucleari in Sardegna. Anche altri esponenti del Governo hanno smentito questa voce secondo cui la Sardegna potrebbe essere sede di una centrale nucleare o di depositi per le scorie (poiché è chiaro che, dotandosi l'Italia di un sistema di produzione dell'energia nucleare, si deve pensare sia alle sedi per le centrali, sia a quelle dove allocare eventuali residui della produzione).
Però sappiamo, signor Viceministro, che i siti vengono studiati e che la Sardegna è oggetto di studio e di attenzione da parte dei tecnici del Ministero e dell'Agenzia preposta all'individuazione dei siti delle centrali nucleari. Prendiamo quindi atto della sua smentita - e ne siamo anche contenti - però non siamo del tutto soddisfatti, né fiduciosi.

PRESIDENTE. Onorevole Calvisi, deve concludere.

GIULIO CALVISI. Non vi è infatti alcuna garanzia per il futuro e quindi continueremo a vigilare affinché il Governo davvero sia coerente rispetto a ciò che ha già affermato, non solo in questa occasione, ma non siamo per niente rassicurati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, sull'effettiva volontà di coinvolgere gli enti locali e le popolazioni vorrei ricordare le parole del Premier Berlusconi all'assemblea di Confesercenti del 29 maggio di quest'anno, quando ha detto che i militari saranno mandati a presidiare i siti scelti per costruire le centrali difendendoli dalle scontate proteste dei locali. Lo Stato è tornato a fare lo Stato e così come è successo con la questione dei rifiuti in Campania, qualora dovessero esservi tensioni useremo ancora l'Esercito.
Non mi sembra davvero degno di attenzione e di considerazione l'impegno verbale di un maggior coinvolgimento degli enti locali, quando il nostro Premier afferma che l'Italia avrà il suo nucleare a costo di ricorrere all'Esercito (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, ritengo che l'emendamento Lulli 25.3 necessiti dell'approvazione da parte dell'Aula anche per non umiliare quel voto degli italiani che nel 1987 hanno detto «no» al nucleare: la ragione dei vent'anni e più passati da allora non è sufficiente per fare strame di un'indicazione popolare a cui l'articolo 1 della nostra Carta fondamentale attribuisce la sovranità della nazione.
Se vogliamo almeno coinvolgere gli enti locali rappresentativi degli interessi di quelle comunità, ciò mi pare che sia il minimo per evitare che di quel referendum Pag. 68vada persa qualunque memoria e qualunque dignità. Ma poi non dobbiamo lamentarci se nei referendum cresce l'astensionismo, così come hanno dimostrato alcune esperienze passate (mi riferisco al caso del Ministero dell'agricoltura rimasto in auge nonostante il referendum abrogativo o a quello del finanziamento pubblico ai partiti poi surrogato dai rimborsi elettorali).
Perlomeno, l'audizione degli enti locali o un'intesa con gli stessi valorizzerebbe il dato del consenso popolare piuttosto che quello del cesarismo imperante.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che discutendo di questo emendamento stiamo discutendo in realtà dell'impianto complessivo con il quale il Governo si presenta, con il provvedimento in esame, rispetto al tema del nucleare.
Diciamo allora chiaramente che le logiche dirigiste hanno le gambe corte tanto quanto le bugie: se si pensa di poter imporre il nucleare al Paese senza che abbia luogo nello stesso un dibattito e senza che vi sia il consenso delle popolazioni, sicuramente tra qualche anno dovremmo prendere atto non del fatto che, come ha detto il Ministro Scajola, nel 2013 verrà posta la prima pietra del nucleare, bensì del fatto che in Italia il nucleare non sarà praticabile, e non già per l'opposizione complessiva dei cittadini ma perché non risultano chiari gli elementi della sicurezza, non c'è il consenso e non si interviene con un processo che consenta di definire, insieme tra le diverse istituzioni, un percorso comune per assicurare al sistema energetico un futuro che possa comprendere anche il nucleare.
Ma questo è un grave errore che il Governo sta facendo e sta pervicacemente riproponendo: lo ha fatto in questa Camera in prima lettura, lo ha fatto al Senato in seconda lettura e lo sta ora rifacendo in terza lettura. C'è ancora la possibilità di ravvedersi, soprattutto facendo in modo che possa essere approvato questo emendamento proposto dal gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 25.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Bachelet... onorevole Nunzio Francesco Testa. Qualcuno provveda per l'onorevole Bachelet... onorevole Trappolino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge(Vedi votazionia ).

(Presenti 456
Votanti 450
Astenuti 6
Maggioranza 226
Hanno votato
193
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che il deputato Trappolino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Bratti 25.4. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ALESSANDRO BRATTI. No, Signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, prima di addentrarmi specificatamente nel merito dell'emendamento volevo fare alcune considerazioni, in parte già svolte nella discussione sulle linee generali, che credo possano essere utili, se non a far decidere in maniera diversa quest'Aula, almeno a portare qualche elemento conoscitivo nella nostra discussione. Oltre a Pag. 69tenere presente le considerazioni precedentemente svolte da tanti colleghi, non ultimo dall'onorevole Quartiani, rispetto alle modalità e all'ampiezza della delega che il Governo si prende su un tema di questo genere, volevo sottolineare alcuni recentissimi studi. Ne cito uno che mi sembra molto autorevole, quello del Massachusetts Institute of Technology che aggiorna un report mondiale sul nucleare fino al 2009, e che afferma sostanzialmente che lo sviluppo del nucleare a livello mondiale è in calo, ad eccezione dell'Asia. Complessivamente vi sono 44 impianti attualmente in costruzione e di questi solo quattro sono nei Paesi dell'Unione europea, di cui due in Bulgaria. Negli Stati Uniti, non vi è attualmente alcun cantiere aperto e il lento sviluppo del nucleare, rispetto agli annunci e alle previsioni, rende meno probabile lo scenario ipotizzato nel 2003, dove probabilmente le condizioni di mercato erano molto differenti. Viene, dunque, ribadito un concetto chiave che credo sia fondamentale e che, in realtà, non integra questa tecnologia con le altre di produzione energetica, ma le mette in concorrenza: in un'economia di mercato, oggi, il nucleare non è competitivo rispetto al gas o al carbone. I costi finanziari delle centrali continuano ad essere, infatti, significativamente incerti. Dal 2003 i costi di costruzione delle centrali sono aumentati drasticamente, con una media del 15 per cento l'anno. Nel 2007 - sempre secondo i dati riportati da questo studio - realizzare una centrale costa 4 mila dollari per kilowattora contro i 2 mila di quattro anni prima.
Quindi, si tratta di un aumento molto più consistente di quanto è accaduto nel carbone e nel gas dove si stima attualmente un costo di 2.300 dollari e 850 dollari per kilowatt/ora contro i 1.300 e i 500 del 2003. In buona sostanza, affinché oggi il nucleare sia competitivo deve essere incentivato quasi al pari delle energie rinnovabili. Quindi, di fatto, diviene una tecnologia, soprattutto in un Paese come il nostro, in concorrenza con le fonti rinnovabili. Ritengo che questa sia una considerazione da tener presente. Inoltre, se vogliamo rimanere a casa nostra, nel contesto europeo, la stessa Commissione europea riporta nei documenti ufficiali come le prospettive di investimento nella tecnologia del nucleare siano più interessanti se si pone l'attenzione non su nuovi impianti ma sulla sostituzione ed estensione della durata di vita delle centrali nucleari che raggiungeranno il termine della loro vita utile originariamente al 2020. Quindi, si afferma che è meglio investire su quelle già esistenti, prolungandone la vita piuttosto che avventurarsi nella costruzione di nuovi impianti. Fatto sta che ad oggi ne abbiamo soltanto due: uno finlandese, con tutte le difficoltà del caso, e uno in Francia. Altri non ne abbiamo.
Riguardo poi al grado di accettabilità che veniva ricordato prima presso le popolazioni, al di là del fatto che si preferisce una soluzione altamente dirigista, si ribadisce anche da sondaggi fatti che l'accettazione che è una delle condizioni fondamentali perché questa tecnologia si sviluppi - non allarmismi ma accettazione - è legata alla disponibilità di soluzioni sicure e permanenti per la gestione dei rifiuti radioattivi, che è una questione non risolta nel nostro Paese.
Proprio ieri, parlando della centrale di Caorso, l'assessore regionale dell'Emilia Romagna metteva in evidenza come queste scorie che, peraltro, costano nel riprocessamento centinaia di milioni di euro, ritorneranno poi nel sito di Caorso stesso. Pertanto, non esiste un deposito e ci riprenderemo queste scorie.
Per ritornare all'emendamento Bratti 25.4, sostanzialmente in esso si chiede di seguire almeno nell'applicazione della delega in materia nucleare direttamente le direttive, cercando di non ampliare ulteriormente la delega che già il Governo si è attribuito ed è già molto vasta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 70Bratti 25.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tassone... onorevole Margiotta... onorevole Tidei... onorevole Latteri... i colleghi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 453
Votanti 448
Astenuti 5
Maggioranza 225
Hanno votato
218
Hanno votato
no 230).

Prendo atto che il deputato Tassone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 17,20)

PRESIDENTE. Saluto una delegazione dei componenti della parrocchia di Marsaglia e Sant'Albano, capitanata dal sindaco di Marsaglia, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo all'emendamento Monai 25.5.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Monai 25.5 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente e colleghi, quello in esame è un emendamento che mira quanto meno a coinvolgere le popolazioni in termini di risarcimento e di compensazione economica, senza limitarsi, come prevede il disegno di legge in esame, al comune dove vi è l'insediamento produttivo o il deposito di produzione o ai comuni limitrofi confinanti, ma estendendone la portata di applicazione, quanto meno in linea di misure chilometriche, fino ai 10 chilometri dall'impianto medesimo ed eventualmente anche agli enti locali, non solo ai comuni confinanti, quindi anche alle province.
Ricordo che per qualcosa di molto più semplice, nel caso di linee elettriche che collegano impianti di energia alternativa, nello stesso disegno di legge in esame si coinvolgono fino a tre comuni confinanti in termini di competenze.
Quindi, credo che sia necessario pensare che quando si parla di nucleare non vi è solo chi sta sulla turbina o sul reattore, ma bisogna coinvolgere la popolazione, che nel comprensorio è la prima che subirebbe danni. Non vorrei richiamare episodi di incidenti, non solo all'est, ma anche in Occidente, per dire come viene coinvolta la popolazione in caso di incidenti stessi o anomalie nel funzionamento di queste centrali e di questi siti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 25.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia? Onorevole Murer? Onorevole Delfino? Onorevole Mondello? Onorevole Latteri? Onorevole Casini? Onorevole Benamati? Onorevole Palumbo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 456
Votanti 453
Astenuti 3
Maggioranza 227
Hanno votato
223
Hanno votato
no 230).

Prendo atto che la deputata Garavini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Mazzuca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Pag. 71
Passiamo all'emendamento Bratti 25.6.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mastromauro. Ne ha facoltà.

MARGHERITA ANGELA MASTROMAURO. Signor Presidente e onorevoli colleghi, nonostante le rassicurazioni apprezzabilissime del sottosegretario Urso, sul piano normativo una delle questioni più importanti che il disegno di legge pone con questo articolo in esame - e che resta - è il fatto che il Governo esautora il ruolo delle regioni, un fatto tanto grave quanto contraddittorio per un Governo che ha ideato, professato e sbandierato ai quattro venti il federalismo, che ha fatto della politica federalista il suo cavallo di battaglia e che ora invece toglie alle regioni ogni potere di veto. Si tratta di una conferma, qualora ve ne fosse stato bisogno, dell'opportunismo e del calcolo politico che sottende alla logica federalista portata avanti da questa maggioranza, che delega alle autonomie locali quando le conviene e che invece accentra quando delegare non le fa più comodo.
Bene allora fanno quelle regioni come la Puglia, che è la regione dalla quale provengo, a battersi in ogni modo e con ogni mezzo, ad opporre resistenza, a creare veri e propri movimenti di dissenso contro l'ipotesi che una centrale nucleare possa essere impiantata nei suoi territori. Tali movimenti sono per fortuna forti, perché politicamente trasversali.
Infatti, non è accettabile, signor sottosegretario, anzi è da condannare una maggioranza di Governo che non tiene conto della volontà delle singole regioni, che le esclude da qualsiasi decisione, che non istituisce tavoli di confronto ed anzi ipoteca il futuro di questi territori, privandoli della libertà di decisione e della libertà di scegliere una produzione di energia nucleare o invece un futuro con le energie alternative.
Per la verità vi è anche un'altra questione importante che si pone con il disegno di legge in esame.
Sappiamo che le centrali entreranno in funzione non prima del 2030 e sappiamo che ci si muoverà sulla scorta di un'intesa che prevede l'installazione di centrali EPR, cioè di reattori come quelli che oggi sono in uso in Francia. È un clamoroso errore anche questo, cari colleghi, perché si tratta di reattori di terza generazione, cioè di reattori tecnologicamente vecchi già oggi e vecchissimi quando entreranno in funzione. Comprendete bene che non si può parlare più di energia pulita e sicura con impianti così obsoleti.
Ma veniamo al nostro emendamento. Esso pone una questione più specifica, che riguarda la previsione di un'autorizzazione semplificata, non solo per la costruzione e l'esercizio di impianti per la produzione di energia nucleare, di impianti per la messa in sicurezza di rifiuti radioattivi e per lo smantellamento di impianti nucleari a fine vita, ma anche per le cosiddette opere connesse, senza precisare a quali opere ci si riferisca e senza, quindi, garantire che trattasi di attività di preminente interesse statale, come richiederebbe il ricorso alla procedura semplificata.
Il nostro è un emendamento soppressivo, relativamente ad alcune parole del comma 2, lettera g), ma qualora non fosse approvato, in alternativa, riteniamo che sarebbe opportuno approvare i due successivi emendamenti, Monai 25.7 e Lulli 25.8, che, almeno, precisano a quali opere ci si riferisce, prevedendo anche quell'intesa preventiva con gli enti locali che per noi è e resta imprescindibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bratti 25.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Guzzanti? Onorevole Mondello? Onorevole Bocciardo? Pag. 72
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 455
Votanti 451
Astenuti 4
Maggioranza 226
Hanno votato
189
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che i deputati Garavini, Mazzarella e Vannucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Monai 25.7.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 25.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tassone? Onorevole Barani? Onorevole Gasbarra? Onorevole D'Incecco?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 451
Votanti 447
Astenuti 4
Maggioranza 224
Hanno votato
220
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che i deputati Vannucci, Garavini e Mazzarella hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Lunardi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Lulli 25.8.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Federico Testa. Ne ha facoltà.

FEDERICO TESTA. Signor Presidente, vorrei riprendere, seppur brevemente, quanto affermato dai colleghi Benamati e Mastromauro. La tecnologia di produzione di energia tramite il nucleare è certamente una tecnologia complessa, che ha un impatto importante sul territorio. Si tratta, cioè, di una tecnologia che si vede, non di una tecnologia soft. Certamente, nella nostra storia - non lo dobbiamo dimenticare - si è svolto un referendum ed è comprensibile, anche alla luce di quanto è accaduto negli anni scorsi, che vi siano preoccupazioni legittime ed ansie da parte dei cittadini rispetto a questa scelta.
D'altra parte, le esperienze di altri Paesi - proprio qui, alla Camera, abbiamo avuto un incontro con alcuni esperti francesi che ci hanno raccontato la loro esperienza - ci dimostrano come essi adottino procedure estremamente precise e definite, proprio per favorire l'accettazione, da parte della popolazione e dei territori, di impianti di questo genere. Allora, se si vuole fare davvero questo passo, è innanzitutto necessario procedere con serietà.
Quindi, veramente, senza alcuno spirito polemico, le dichiarazioni estemporanee di Ministri in gita o in campagna elettorale nei vari territori che, di volta in volta, dicono: «il nucleare qui non lo facciamo, ma lo facciamo da un'altra parte», lasciano trasparire che si tratta di una sorta di premio per quel territorio. Se gli stessi Ministri fanno ciò, è evidente che diventa difficile poi non aspettarsi reazioni di un certo tipo da parte dei territori stessi. Anche le prove muscolari, l'evocazione dell'esercito e dell'uso della forza non aiutano assolutamente a procedere nella direzione, anzi si rivelano completamente controproducenti. Invece, cosa serve? Occorre, se si vuole fare, dare segnali concreti su temi come il decommissioning, rispetto al quale noi siamo ragionevolmente fermi e anzi le risposte che si danno sono quelle di commissariamento degli enti che ci stanno lavorando, nonché Pag. 73procedere tempestivamente all'individuazione del deposito di superficie. Infatti, comunque, che facciamo o meno il nucleare, come già veniva ricordato, le scorie dei precedenti impianti ci torneranno nel 2012 e nel 2020 e dovremo collocarle da qualche parte. Quindi, occorre dare segnali concreti che si vuole procedere con serietà e in questo ambito, coinvolgere le amministrazione e i cittadini: questo se, lo ripeto, si vuole fare davvero. Se, invece, si vuole fare solo propaganda di corto respiro, allora mi viene da dire, mi scuso per la polemica: andiamo avanti così ma tutto ciò non produrrà i risultati richiesti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 25.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Murer... onorevole Granata... onorevole Cesare Marini... onorevole Mazzocchi... onorevole Lunardi... onorevole Benamati... Ci siamo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 460
Votanti 454
Astenuti 6
Maggioranza 228
Hanno votato
194
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che la deputata Garavini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 25.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, si tratta di uno di quei casi che ho lamentato all'inizio della seduta. Si tratta di un emendamento proposto dalla V Commissione (Bilancio) che riscrive il testo di un'intera lettera, relativamente ai principi ai quali si deve attenere il Governo nell'esercizio della delega legislativa. Non si comprende per quale motivo si cancella il testo che era stato inserito al Senato relativamente al decommissioning, cioè ai costi per lo smantellamento degli impianti nucleari e delle opere connesse anziché mantenere la scrittura della lettera n) che indicava abbastanza chiaramente il riferimento alle raccomandazioni della Commissione europea, relativamente al trattamento e allo smaltimento finale dei rifiuti radioattivi e all'osservanza degli standard internazionali in materia, e che definiva anche le modalità con le quali le risorse finanziarie per il decommissioning si sarebbero dovute indirizzare ovvero verso le province e i comuni interessati da centrali nucleari ma anche verso i comuni confinanti con quelli ospitanti gli impianti.
Vorrei ricordare, ed apro una parentesi, che relativamente al nostro decommissioning delle centrali nucleari che stiamo ancora smantellando, ad esempio a Caorso, i comuni confinanti non hanno ancora preso il becco di un quattrino. Allora era scritta una norma evidentemente onerosa, ma non vorrei che il Ministro dell'economia pensasse che il decommissioning del nucleare non abbia alcun costo perché il decommissioning è uno di quei costi che deve essere incorporato nei prezzi e nei costi dell'energia nucleare.
Diversamente, se ciò non venisse fatto in Francia o in altri Paesi, i costi della sicurezza e del decommissioning nucleare a chi devono fare capo? Non al mercato come era scritto qui, dove si diceva che i costi dovevano essere a carico della contribuzione e dei produttori.
Se cancelliamo questa norma la Commissione bilancio non fa un'operazione relativa alle proprie funzioni e ai propri poteri, cioè quella di dire che il provvedimento, ed in questo caso la lettera n), deve stare all'interno delle indicazioni di bilancio a legislazione vigente. La Commissione Pag. 74bilancio fa un'altra operazione: riscrive la norma e la rende talmente generica che non è un principio a cui il Governo si può attenere perché è talmente discrezionale e generico che la norma reciterebbe esattamente che il Governo, nell'emanare suoi decreti sulla localizzazione delle centrali e sul decommissioning deve prevedere le modalità attraverso le quali i produttori di energia elettrica nucleare dovranno provvedere alla costituzione di un fondo per il decommissioning.
A quanto deve ammontare? Chi lo deve pagare? Lo devono pagare in bolletta i contribuenti, lo deve pagare la fiscalità generale, lo deve pagare il bilancio dello Stato ? Non lo si dice.
A lei pare, signor Presidente, che una Commissione bilancio di un Parlamento serio possa scrivere e riscrivere una norma di questo genere e noi dobbiamo votarla in virtù del fatto che addirittura si fa riferimento alla norma costituzionale in materia?
Signor Presidente siamo seri! Rivediamo la questione, accantoniamo la discussione di questo emendamento e riprendiamola dopo un serio esame in Commissione bilancio e nella Commissione di merito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, anche noi come gruppo di Italia dei Valori siamo molto critici e diffidiamo dalla formulazione propostaci da questo emendamento che di fatto toglie alla delega legislativa che ci accingiamo ad attribuire qualsiasi specificità di criteri e di modalità per la costituzione di questo fondo.
La questione era stata trattata dal Senato in maniera più perspicua ed erano state individuate delle modalità, per la creazione di questo fondo, a carico delle imprese con il richiamo a direttive comunitarie che adesso verrebbero assolutamente obliterate.
Con questa norma si dà una delega in bianco al Governo di cui non conosceremo e non conosciamo i contenuti, le garanzie e le modalità. Pertanto esprimeremo voto contrario su questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato della Commissione dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Jannone? Onorevole Calderisi? Onorevole Paladini? Onorevole Sardelli? Onorevole Benamati? Chi manca?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 459
Votanti 454
Astenuti 5
Maggioranza 228
Hanno votato
230
Hanno votato
no 224).

Prendo atto che il deputato Calgaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, che la deputata Pelino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Bellotti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Avverto che a seguito dell'approvazione dell'emendamento 25.300 derivante da una condizione della Commissione bilancio risultano preclusi gli emendamenti Monai 25.9 e Scilipoti 25.10.
Passiamo all'emendamento Scilipoti 25.11.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, siamo sempre nel campo di considerare il territorio dove vive la popolazione non come un'area da occupare e quindi da sfruttare, ma di considerare la gente come qualcuno che subisce una Pag. 75forzatura e una violenza perché questi impianti produttivi vengono posizionati, in molti casi, senza la volontà delle popolazioni.
Continuiamo a chiedere la possibilità di prevedere quanto meno delle fasce definite in modo preciso, chilometrico. Ricordo che nella precedente lettura avevamo chiesto che tali fasce avessero estensioni anche di 20-50 chilometri. In questo caso ci siamo limitati a chiedere un'estensione di dieci chilometri alle province limitrofe, qualora coinvolte. Invece si vuole continuare a voler creare un capitolo nebuloso che non definisce né le risorse, né le certezze di smaltimento dei siti residui e ce ne dispiace.
Chiediamo al Governo e ai colleghi in Parlamento di fare un piccolo sforzo su queste questioni. Qui non si va ad intaccare la sostanza del provvedimento, ma si chiede quantomeno di rispondere ad un minimo di tutela e di garanzia delle popolazioni coinvolte.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scilipoti 25.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bocciardo... Onorevole Beccalossi... Onorevole Rampelli... Onorevole Abrignani... Onorevole Cazzola... Onorevole Cuperlo...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 458
Votanti 455
Astenuti 3
Maggioranza 228
Hanno votato
223
Hanno votato
no 232).

Prendo atto che i deputati Anna Teresa Formisano e Martella hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Bellotti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'emendamento Bratti 25.12.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bratti 25.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.

CARMEN MOTTA. Un momento, Signor Presidente...

PRESIDENTE. O chiede di parlare per tempo, prima dell'indizione della votazione, oppure...
Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Motta. Ne ha facoltà.

CARMEN MOTTA. Signor Presidente, avevo chiesto di parlare, forse c'è stata un'incomprensione, comunque la ringrazio.
Questo emendamento si riferisce alla lettera q), comma 2, dell'articolo 25, inserita nella discussione avvenuta in Senato che ha tenuto conto evidentemente delle osservazioni pertinenti e non strumentali che sono state fatte in quella sede.
La lettera q), in sostanza, prevede un'opportuna campagna di informazione alla popolazione italiana sull'energia nucleare, con particolare riferimento alla sua sicurezza e alla sua economicità. Con l'emendamento in esame proponiamo di sostituire la parola «economicità» che, come hanno detto altri colleghi precedentemente, in realtà è tutta da dimostrare relativamente all'energia nucleare e alle centrali che si intendono costruire nel Paese.
Chiediamo, relativamente all'energia nucleare prevista nel testo, di fare riferimento non solo alla sua sicurezza, ma anche ai rischi intrinseci ed estrinseci, ivi compresi quelli relativi alle operazioni di gestione e smaltimento delle scorie radioattive. Pag. 76Perché proponiamo questo emendamento? Perché è indispensabile, colleghi, una campagna informativa adeguata ad una scelta così impegnativa per il futuro energetico del Paese e perché sono indispensabili percorsi decisionali trasparenti, come hanno detto in altri interventi alcuni colleghi che mi hanno preceduto.
Noi stiamo parlando del rientro nel nucleare nel nostro Paese e, al di là del fatto di essere d'accordo o meno sul nucleare (su questa scelta ognuno ha le proprie idee in proposito), è fuori dubbio che da fonti autorevoli provenienti da studi scientifici viene ribadito come l'opzione nucleare - comunque la si pensi - presenti rischi di carattere economico e di sicurezza.
Quindi, la proposta del Governo in questo testo non tiene conto di indicazioni europee e propone un percorso inadeguato per garantire non solo agli enti preposti alla decisione, ma soprattutto ai cittadini e alle comunità locali, la partecipazione ad un processo decisionale trasparente.
Guardate colleghi, sono le direttive europee che lo indicano e a questo proposito ricordo all'Assemblea quanto precisato dal dossier degli uffici della Camera, laddove si legge che il 28 giugno 2006 la Commissione europea ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia della Comunità europea. La Commissione contesta all'Italia di essere venuta meno agli obblighi imposti dalla direttiva 96/29/EURATOM che stabilisce le norme di sicurezza relative alla protezione sanitaria della popolazione contro i pericoli delle radiazioni ionizzanti e alla direttiva 86/618/EURATOM concernente l'informazione della loro popolazione su provvedimenti di protezione sanitaria applicabili e sul comportamento da adottare in caso di emergenza radioattiva.
In sostanza, la Commissione contesta all'Italia di non aver adottato i decreti di attuazione necessari a garantire un'effettiva applicazione delle due direttive in esame. Quindi, tenuto conto di questo...

PRESIDENTE. Onorevole Motta, la prego di concludere.

CARMEN MOTTA. Concludo, signor Presidente. Nel tema «sicurezza del nucleare» rientra in modo assolutamente determinante il problema dello smaltimento delle scorie radioattive. Colleghi, su questo aspetto l'Italia è un Paese che ancora non ha risolto il trattamento dei vecchi impianti e questo si collega al problema dello smaltimento delle scorie fin qui prodotte.
Abbiamo ancora dell'arretrato, quindi, da risolvere. Le nuove scorie - è inutile minimizzare - saranno un serissimo problema e per questo non si può procedere con un'impostazione che veda fortemente centralizzate le decisioni sugli interventi da intraprendere sui territori. Così non si garantisce né la trasparenza, né il coinvolgimento e la partecipazione delle comunità locali al processo decisionale.
È fuori discussione che il grado di accettabilità della tecnologia nucleare presso i cittadini è inscindibilmente legata alla disponibilità di soluzioni sicure e permanenti, soprattutto per quanto riguarda proprio la gestione dei rifiuti radioattivi.

PRESIDENTE. Grazie...

CARMEN MOTTA. Ho finito, signor Presidente. Per questo il nostro emendamento è da accogliere. Senza alcun allarmismo ribadisce che ai cittadini non si deve nascondere nulla, si debbono, al contrario, esplicitare i rischi che sono oggettivi, si deve garantire un'informazione trasparente sui problemi aperti quale quella delle scorie radioattive.

PRESIDENTE. Grazie onorevole...

CARMEN MOTTA. Lo scopo dell'emendamento, portate pazienza, è questo. Mi auguro che l'Assemblea non voglia negare la necessità di garantire più sicurezza al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 77
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bratti 25.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Nizzi... Onorevole Zorzato... Onorevole Codurelli... Onorevole Speciale... Onorevole Damiano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 445
Votanti 416
Astenuti 29
Maggioranza 209
Hanno votato
194
Hanno votato
no 222).

Passiamo agli identici emendamenti Monai 25.13 e Graziano 25.14.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, già è significativo aver introdotto l'era del nucleare in un provvedimento già così complicato di per sé. Credo sarebbe valsa la pena fare un ampio dibattito per affrontare questo tema, visto che l'Italia esce da un silenzio rispetto al nucleare di trent'anni e un po' più di coinvolgimento sarebbe stato più opportuno. Credo anche che sia stato affrontato nel modo sbagliato, con mille difficoltà rispetto al territorio e, come abbiamo sentito, con i vari emendamenti mai accolti e sempre un po' quasi derisi.
Non è il modo migliore per affrontare questo tema. Io credo e sono sinceramente convinto, anzi, ero sinceramente convinto che il nucleare potesse essere una delle fonti alternative per risolvere il problema drammatico rappresentato dall'energia nel nostro Paese. Oggi, a fronte di un dibattito ormai quasi giunto alla fine su questo tema, sono convinto che il nucleare diventerà un'emergenza nonché una questione drammatica in mano a voi.
Allora, rispondiamo quanto meno ad una delle esigenze importanti che anche l'ANCI ci ha posto, ossia ricoverare e sistemare i siti che fino ad oggi sono stati abbandonati e non ancora bonificati. Credo che questa sia un'opportunità unica prima di trovarci ad affrontare un problema che diventerà un doppio problema. Questa è una necessità da affrontare subito: stanziare le risorse necessarie per poter mettere in sicurezza i territori che già hanno sofferto per anni tale situazione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Graziano. Ne ha facoltà.

STEFANO GRAZIANO. Signor Presidente, vorrei soltanto ribadire che questo emendamento è di buonsenso perché chiede semplicemente che nei siti che già sono stati utilizzati ci sia una dismissione accelerata e una nuova bonifica, per cui non si comprendono le motivazioni per le quali il Governo chiede di ritirare l'emendamento. Ancora una volta manca il buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Monai 25.13 e Graziano 25.14, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca, onorevole Corsaro, onorevole Lunardi, onorevole Nicolais...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 452
Votanti 447 Pag. 78
Astenuti 5
Maggioranza 224
Hanno votato
216
Hanno votato
no 231).

Prendo atto che i deputati Samperi, Nicolais e De Micheli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 25.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intervengo per annunciare, a nome del gruppo del Partito Democratico, il voto contrario all'articolo 25, perché si è voluto ancora escludere una qualunque intesa con gli enti locali eventualmente interessati alla localizzazione di un impianto energetico nucleare di terza generazione ovvero di un impianto alimentato da uranio arricchito.
È un voto contrario anche per tutti i commi che hanno riguardato la cosiddetta vicenda decommissioning. Onorevoli colleghi, lo smantellamento degli impianti e delle opere connesse, lo smaltimento finale delle scorie che chiamiamo decommissioning è una storia antica, forse non è solo quella del futuro. Infatti, con il meccanismo prima dei produttori e poi del fondo a carico degli utenti si continua ad omettere che, allo stato attuale, secondo le fonti di Sogin e del Ministero dello sviluppo economico, occorrono 4 miliardi di dollari per lo smantellamento e la messa in sicurezza delle centrali di Trino, di Caorso, di Latina e del Garigliano nonché per la rispettiva messa in sicurezza di Saluggia, di Bosco Marengo e di Rotondella e sapendo che (lo dirò così, in maniera impropria) sono ancora vaganti 6 mila metri cubi di scorie nazionali in attesa del deposito, almeno provvisorio, italiano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, noi radicali voteremo contro questo articolo. Si era detto e scritto nella legge, ormai più di un anno fa, che l'elaborazione di una strategia energetica nazionale doveva avvenire anche attraverso la convocazione di una Conferenza nazionale dell'energia e dell'ambiente che avrebbe consentito almeno un po' di dibattito pubblico e, non a caso, non mi risulta vi sia traccia di questa Conferenza.
In compenso, abbiamo sentito le parole di Berlusconi, secondo il quale l'Italia avrà il suo nucleare a costo di ricorrere all'esercito; lo abbiamo sentito equiparare il referendum e il suo esito al fanatismo ideologico di una parte politica. Sono parole che Berlusconi ha pronunciato mentre concludeva accordi sul nucleare con la Francia, prima ancora che fosse definito il quadro normativo di riferimento che stiamo discutendo oggi, con quella Francia e con quel Sarkozy che nel frattempo ha lanciato la «rivoluzione verde» paragonandola a quella sul nucleare che fece De Gaulle negli anni Sessanta.
In una materia così delicata state procedendo per deleghe, decreti, delibere CIPE e senza coinvolgere gli enti locali. Ma le ragioni vere della nostra contrarietà sono quelle legate al fatto che il nucleare che proponete è antieconomico.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. È un nucleare sonoramente bocciato dal mercato, è possibile solo con ingenti investimenti pubblici e il braccio di ferro tra Scajola e Tremonti ha dimostrato le difficoltà in cui state già incappando. Noi non chiudiamo la ricerca, ma rifiutiamo di ragionare da vecchi per soluzioni vecchie e, proprio perché questo nucleare non conviene, lo dovete imporre non potendo - perché non ci riuscireste mai - farlo scegliere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Granata. Ne ha facoltà.

Pag. 79

BENEDETTO FABIO GRANATA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo solo per preannunciare la mia astensione e quella dei colleghi Rampelli e Marsilio sugli articoli 25 e 26 coerentemente a come ci siamo astenuti su tutti gli emendamenti. Noi abbiamo sottoscritto un pubblico documento di contrarietà al ritorno al nucleare ad inizio legislatura. Quindi, la nostra astensione è un atto di coerenza con questa posizione (peraltro rafforzata da ciò che è emerso da questo dibattito parlamentare) e, allo stesso tempo, di rispetto per la stragrande maggioranza dell'indirizzo politico del gruppo del PdL, che è favorevole a questo ritorno e a quest'opzione. Quindi, ci limitiamo ad astenerci sugli articoli 25 e 26 (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, anche il gruppo dell'Italia dei Valori voterà contro l'articolo 25, denunciando come questo Governo voglia militarizzare i siti nucleari, compulsare le popolazioni residenti, prendere queste decisioni sulla testa degli enti locali senza consultazione e senza intesa con loro. Il Governo, inoltre, condisce questa campagna di autorità per l'insediamento del nucleare con una campagna pubblicitaria non di informazione (che in qualche modo doveva essere garantita da trasparenza e imparzialità), ma volta a far vedere alla popolazione quanto è bello e pulito il nucleare. Ben altra doveva essere l'informazione garantita ai cittadini.
Ricordo che le direttive n. 96/29/EURATOM e n. 89/618/EURATOM hanno portato l'Italia ad essere oggetto di procedura d'infrazione da parte della Commissione europea proprio per questo difetto di informazione sui rischi del nucleare in questo Paese. Voi oggi, invece, volete imporcelo con i militari, farlo sulla testa della gente e ancora condire il tutto con una campagna pubblicitaria edulcorata da false informazioni. Noi siamo contro questo tipo di politica (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, all'atto della votazione di questo articolo che dà la delega al Governo, noi dell'UdC vorremmo precisare un'altra volta la nostra posizione. Io condivido, infatti, un passaggio del collega Monai poco fa, ovvero che state cercando un altro spot pubblicitario. Tuttavia, sul resto noi la pensiamo al contrario. Abbiamo incalzato il Governo dal primo giorno e continuiamo a sostenere che vi è la necessità di prendere delle decisioni. Avete portato questo provvedimento in Aula alla fine dell'anno scorso; ci avete raccontato (e ne eravamo convinti anche noi) che dovevamo votarlo con rapidità, in quanto il Paese aveva bisogno di scelte energetiche coerenti con un'Europa che marcia più veloce di noi e lo abbiamo votato e vi abbiamo sostenuto. Tuttavia, il provvedimento è stato quattro mesi fermo al Senato, non per colpa dell'opposizione, ma per colpa della maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e di deputati del gruppo Italia dei Valori).
Noi siamo qui oggi a dare ancora fiducia, perché crediamo nel Paese, non perché crediamo nel Governo. È per questo che su questo articolo ci asterremo, ma una cosa dobbiamo dirla: voi per ora non ci avete ancora dato una garanzia che il vostro percorso sia limpido, con una volontà chiara e con il coraggio di assumersi delle responsabilità. Il mio timore l'ho già detto e lo ripeto: non vorrei che si realizzasse, non vorrei che questo Paese decidesse di entrare nel nucleare da pavido, scegliendo magari di fare le centrali all'estero, senza averne un domani il controllo sulla sicurezza, sulla gestione e sull'economia. Magari qualche Paese dove la democrazia non è ancora così evoluta come la nostra, dopo un mese ci dice: grazie dell'impianto, adesso lo gestiamo noi e vi vendiamo l'energia come decidiamo noi. Pag. 80
Noi vogliamo sviluppo ed è per questo che continuiamo a tenere un piccolo filo aperto, un'apertura di credito, però non chiedeteci troppo. Noi continuiamo ad astenerci su questo articolo, ma - lo ripeto - perché crediamo in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Saltamartini, Granata, Patarino, Palagiano, Mattesini, Lunardi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 453
Votanti 421
Astenuti 32
Maggioranza 211
Hanno votato
234
Hanno votato
no 187).

Prendo atto che la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

Sull'ordine dei lavori (ore 18).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, dalle agenzie di stampa apprendiamo che le forze di sicurezza iraniane hanno aperto il fuoco sui manifestanti radunati fuori dal Parlamento di Teheran. Lo hanno riferito alcuni testimoni alla CNN. È un genocidio, un massacro. Una donna intervistata da un network americano ha detto: questo è Hitler. Le milizie hanno cominciato a colpire chiunque, alcuni sono stati gettati da un ponte (ci sono delle testimonianze).
Credo che la situazione, come era facilmente prevedibile, stia diventando drammatica. So che c'è un orientamento del Governo ad intervenire, a seguito delle richieste che sono già state avanzate da tutti i gruppi del Senato e della Camera nei giorni scorsi, il 1o luglio presso le Commissioni esteri riunite di Camera e Senato, ma credo che queste notizie probabilmente impongano - ovviamente è una richiesta che avanziamo, ma penso che sia ragionevole prenderla in considerazione - che l'informativa del Governo sia resa in tempi più rapidi e probabilmente anche alla luce di quanto sta accadendo, che credo sia davvero preoccupante (Applausi).

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, mi associo alle dichiarazioni del collega Giachetti. Sappiamo che è prevista la convocazione delle Commissioni esteri riunite per il 1o luglio con la presenza del Governo. Avremmo preferito modalità diverse, ma, come il mio gruppo ha comunicato alla Presidenza, non ci sembra il caso di sollevare oggi una questione tra maggioranza e opposizione sul problema di quando e come riferire, che tutto sommato può essere anche secondario.
Invece, non è secondaria una richiesta che sottoponiamo al Governo in diretta (non abbiamo bisogno delle Commissioni esteri, lo possiamo fare oggi nel Parlamento): noi chiediamo che il Governo italiano compia un atto formale immediato di convocazione dell'ambasciatore per esprimere lo stato d'animo di tutto questo Parlamento e del popolo italiano. Non possiamo accettare un macello di studenti, donne e uomini, e ci risulta anche che in queste ore si stia sparando davanti al Parlamento iraniano (Applausi)!

Pag. 81

PRESIDENTE. Onorevole Casini, la ringrazio. La richiesta del collega Giachetti naturalmente sarà rappresentata al Presidente.

Si riprende la discussione.

(Esame dell'articolo 26 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, gli identici emendamenti Scilipoti 26.1 e Zamparutti 26.2 sono stati dichiarati inammissibili; la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Scilipoti 26.3.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo sull'emendamento Scilipoti 26.3 è favorevole, purché riformulato. L'ipotesi di riformulazione è la seguente: al comma 1, dopo le parole: «presente legge», aggiungere le seguenti: «e previa consultazione con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, la quale dovrà esprimersi entro e non oltre sessanta giorni dalla richiesta. Trascorso tale termine, il parere si intende per acquisito».

PRESIDENTE. Qual è il parere della Commissione sulla riformulazione proposta dal Governo?

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori dell'emendamento Scilipoti 26.3 se accettino la riformulazione proposta dal Governo.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, accetto la riformulazione del Governo.

PRESIDENTE. Onorevole Monai, ha chiesto di intervenire?

CARLO MONAI. Signor Presidente, in qualità di cofirmatario di questo emendamento, accetto anch'io la riformulazione del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, sull'articolo 26 e su questo emendamento soppressivo ...

PRESIDENTE. Onorevole Tabacci, chiedo scusa se la interrompo, ma gli identici emendamenti soppressivi Scilipoti 26.1 e Zamparutti 26.2 sono inammissibili. È rimasto solo l'emendamento Scilipoti 26.3, di cui è stata richiesta la riformulazione da parte del Governo, che è stata accettata dai presentatori.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, l'emendamento Scilipoti 26.3, riferito alla Conferenza unificata, va alla sostanza dello stesso problema. Volevo cogliere questa occasione per ricordare che quando abbiamo discusso il testo in prima lettura era presente il Ministro Scajola.
In quell'occasione, poiché sono convinto che il nostro Paese debba seguire tutte le strade delle possibili scelte di approvvigionamento energetico senza precluderne alcuna, come più volte il nostro presidente Casini ha sottolineato, volevo segnalare il fatto che ho avuto modo di prospettare al Ministro Scajola l'opportunità che il Governo si facesse promotore, attraverso un'iniziativa dei cinque consigli Pag. 82regionali come richiesto dalla legge istitutiva del referendum, perché si ponesse questo quesito al Paese.
Invece di perdere tempo attorno a dei quesiti che non hanno alcun significato, sarebbe molto importante che si chiamasse il Paese a discutere su questa materia, aggiornando l'atteggiamento che assunse nel 1987. Questo eviterebbe tutto il contenzioso che si sta aprendo con le regioni in ordine al problema della localizzazione.
Signor sottosegretario, continuate con questi «effetti annuncio», perché attorno alla questione del nucleare avete fatto una serie di spot incredibili, come se domani si dovesse aprire l'opzione del nucleare in Italia. In realtà, il Presidente del Consiglio è tornato negli ultimi giorni a più miti consigli e ha detto che forse si tratta di fare il nucleare all'estero.
Il tema del nucleare all'estero è già stato risolto con la legge del 2003, quando si consentì di superare l'esito referendario attraverso un'iniziativa di legge che consentiva di assumere partecipazioni nel nucleare all'estero: solo grazie a quell'iniziativa legislativa, assunta tra l'altro nella nostra Commissione, la X Commissione, che lei ben conosceva e frequentava, fu possibile all'ENEL di affrontare il nodo della presenza nel nucleare in Slovacchia.
A voi, signori del Governo, vorrei dire che è bene che questa materia sia definita in maniera chiara e seria (coinvolgete i cittadini, coinvolgete le regioni), o diversamente lasciate perdere, perché se si tratta di comprare un po' di nucleare dall'Albania, non è poi un grande sforzo: avete partorito davvero un topolino! Intanto il Paese si abitua all'idea che può continuare a consumare energia nucleare, purché venga prodotta nel giardino del vicino. Non è così che si organizza un modo moderno di governare un Paese! Lo volevo dire perché diversamente sembra che tutte le volte dobbiamo riprendere daccapo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati del gruppo Partito Democratico).

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, prendo la parola per apporre la mia firma all'emendamento Scilipoti 26.3.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intervengo solo per porle un interrogativo: lei ha chiesto il parere della Commissione sulla riformulazione. Ovviamente, trattandosi di un emendamento, la riformulazione è accettata dal presentatore; però, forse lei si riferiva alla necessità che la Commissione bilancio esprimesse un parere, perché non so se questa riformulazione debba essere vagliata alla luce della compatibilità finanziaria dalla Commissione bilancio. Altrimenti, credo che il parere della Commissione di merito su una riformulazione non abbia titolo; quindi il problema era probabilmente rivolto alla Commissione bilancio.

PRESIDENTE. No, onorevole Giachetti: la richiesta alla Commissione di merito era finalizzata alla condivisione o meno della riformulazione. Ritengo che la Commissione bilancio non abbia titolo trattandosi soltanto di uno spostamento di termini. Prego, onorevole Giachetti.

ROBERTO GIACHETTI. Solo per capire, signor Presidente: so che quando vi è un emendamento e il Governo propone una riformulazione, la valutazione, se accettarla o meno, la dà chi ha presentato l'emendamento e la Commissione non ha alcun titolo. Quindi, siccome tra l'altro il relatore della Commissione di merito è intervenuto sulla riformulazione e non doveva farlo, mi sono posto il problema. Però - le chiedo scusa - sarebbe utile saperlo, perché se ritiene che la Commissione bilancio non abbia alcuna competenza oppure se lei ci assicura che l'emendamento non ha alcuna valenza finanziaria, siamo a posto e non chiediamo neanche Pag. 83il parere della Commissione bilancio. Ripeto, però, che siccome ho sentito il parere di una Commissione, che non dovrebbe darlo sulla riformulazione di un emendamento, pensavo fosse riferito alla Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Si trattava solo di uno scrupolo. Prima l'onorevole Borghesi e poi l'onorevole Monai mi hanno dato l'assenso alla riformulazione. Per evitare diversificazioni tra il parere del Governo e il parere della Commissione di merito, ho acquisito il parere anche della Commissione di merito.
Poiché l'emendamento non reca nessuno «spostamento» di oneri, per quanto riguarda le competenze della Commissione bilancio, ritengo che si possa tranquillamente porlo in votazione così come riformulato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scilipoti 26.3, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Murer e Tassone.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 445
Maggioranza 223
Hanno votato
445).

Prendo atto che la deputata Bertolini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 26. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intervengo per preannunciare il voto contrario del gruppo del Partito Democratico su questo articolo.
Anzitutto, desidero che resti agli atti che, nel corso dell'esame in Commissione di questo articolo, vi è stata una lunga discussione sul comma 3, sul quale era intervenuto un compendioso carteggio fra il Ministero dell'economia e delle finanze, il Ministero dello sviluppo economico, con infine la valutazione del Ragioniere Generale dello Stato e quindi il parere della Commissione bilancio. Il problema era quello del costo tariffario A2 o MCT a carico dell'utenza ovvero se la compensazione in favore dei siti che ospitano le centrali nucleari dovesse essere più a carico della componente tariffaria dell'utenza italiana, con sigla MCT, o se il rimborso per gli oneri di smantellamento delle centrali dovesse essere più a carico delle compensazioni, con sigla A2. Il Ministro Tremonti ha sostenuto che tali oneri non potevano essere a carico della A2; la cancellazione del comma - lo dico perché resti agli atti - riporta tutto indietro: ma questo andar tutto indietro, e concludo su questo punto, significa che restano per intero a carico della componente tariffaria degli italiani sia la compensazione in favore dei siti che ospitano le centrali (per una parte dei 100 milioni annui pari al 40 per cento), sia, sotto la sigla A2, il rimborso per gli oneri dello smantellamento delle centrali nucleari affidati alla Sogin.
La seconda questione - e concludo - è che al comma 1 dell'articolo in esame, già in prima lettura e di nuovo oggi, abbiamo reiterato la proposta di un principio che non è stato accolto. Mentre si prevede che il Governo decida la tipologia degli impianti, noi abbiamo affermato l'opinione contraria, evidenziando che nel mondo libero le tipologie degli impianti industriali sono decisi dal mercato: e su questo punto, nel corso delle varie letture, ci siamo permessi di proporre emendamenti che non sono stati accolti. Per queste ragioni, esprimeremo il nostro voto contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.

Pag. 84

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, il Ministro Scajola ci ha spiegato che con il nucleare si coprirà il 25 per cento degli attuali consumi elettrici, il che significa - teniamo ben presente - copertura del 4 per cento dei consumi totali di energia. Ora, questo è un progetto che - ben che vada - comporterà un costo fra i 20 e i 25 miliardi di euro e che non darà i suoi frutti prima del 2020. Ma allora, se l'obiettivo è quello di coprire il 4 per cento dei consumi totali di energia, a fronte di simili costi, io dico che esistono studi che documentano come una politica di efficienza energetica, ad esempio nel solo settore delle costruzioni, che apparentemente vi sta tanto cuore, consentirebbe di coprire il 4 per cento del nostro consumo nazionale. Ora, noi non abbiamo una contrarietà ideologica al nucleare: ma poiché vi è un modo di procedere che manca di serietà, di chiarezza, di trasparenza e di coinvolgimento dell'opinione pubblica, noi proponiamo un'alternativa al nucleare: quella dell'efficienza energetica. Perciò, noi votiamo contro questo articolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, come gruppo dell'Italia dei Valori mentre esprimiamo soddisfazione verso l'atteggiamento, questa volta costruttivo, del Governo che ha voluto, sia pur riformulando la proposta emendativa, raccogliere l'invito ad una consultazione della Conferenza permanente Stato-regioni nell'individuazione delle modalità di insediamento delle eventuali centrali nucleari nel nostro Paese, manteniamo una perplessità di fondo su quella componente tariffaria che già grava sulle tasche dei nostri utenti dell'energia elettrica e del gas per una somma considerevole e che di fatto, nel momento in cui viene attribuita al bilancio dello Stato, diventa una tassa occulta sul consumo che in qualche modo dovrebbe essere evidenziata in maniera costituzionalmente più corretta.
Ricordo che l'Autorità per l'energia elettrica ed il gas, con una segnalazione al Parlamento ed al Governo in merito alla legge finanziaria per il 2005 che modulava analogo meccanismo, ha sottolineato come questo balzello non fosse corretto e costituisse sostanzialmente un prelievo fiscale occulto. Consideriamo appunto questa operazione ancor più vessatoria e subdola rispetto ad un concetto di trasparenza e di fiscalità che il Governo Berlusconi vorrebbe ridimensionare e rendere più leggero ma che, di fatto, anche con questi meccanismi, inasprisce, alle spalle dei cittadini e degli utenti. Quindi, pur con quella benevola considerazione che il Governo ci ha dato, esprimeremo un voto contrario sull'approvazione di questo articolo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 438
Votanti 411
Astenuti 27
Maggioranza 206
Hanno votato
234
Hanno votato
no 177).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, ho la presunzione di ritenere che non incontro grandi obiezioni da parte dell'intera Aula nel chiederle, atteso che abbiamo davanti a noi altri centottanta minuti, se fosse possibile stabilire una sospensione di dieci minuti o un quarto d'ora per cercare di risolvere qualche Pag. 85problema. Credo che a tale proposito vi sia una disponibilità abbastanza generalizzata.

PRESIDENTE. Mi sembra di registrare al riguardo un accordo generale e dunque sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 18,35.

La seduta, sospesa alle 18,20, è ripresa alle 18,45.

PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione della seduta è stato da ultimo approvato l'articolo 26.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, chiedo di accantonare l'esame degli articoli 27 e 30 e per passare all'esame dell'articolo 28.

PRESIDENTE. Sta bene. Gli articoli 27 e 30 ed i relativi emendamenti sono pertanto accantonati.

(Esame dell'articolo 28 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Monai 28.1 e Anna Teresa Formisano 28.2.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico.
Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dei successivi emendamenti Monai 28.1 e Anna Teresa Formisano 28.2 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 28.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Landolfi... onorevole Cicchitto... onorevole Corsaro... onorevole Misiani... onorevole D'Antoni... onorevole Piccolo... onorevole Sbai... onorevole Oliverio... onorevole Velo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 403
Votanti 261
Astenuti 142
Maggioranza 131
Hanno votato
20
Hanno votato
no 241).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anna Teresa Formisano 28.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Murer... onorevole Grassi... onorevole Di Caterina...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 402
Votanti 261
Astenuti 141
Maggioranza 131
Hanno votato
36
Hanno votato
no 225). Pag. 86

Prendo atto che il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo 28.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Chi non riesce a votare? Onorevole Mannucci... non si agiti, prego. Volete aiutare l'onorevole Mannucci?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 408
Votanti 246
Astenuti 162
Maggioranza 124
Hanno votato
225
Hanno votato
no 21).

Prendo atto che il deputato Germanà ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 29 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, ricordo che l'emendamento Scilipoti 29.1 è stato dichiarato inammissibile.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Bratti 29.2.
Ricordo che l'emendamento Monai 29.3 è stato dichiarato inammissibile.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Fava 29.4; Scilipoti 29.5; Anna Teresa Formisano 29.6 e Lulli 29.7.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Ove i presentatori non comunichino il ritiro delle proposte emendative per le quali è stato proposto il ritiro da parte del relatore e del Governo la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bratti 29.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, affrontiamo un argomento molto importante collegato alla scelta di entrare nel nucleare e ritengo che verrà ricordato in sede di dichiarazione di voto che l'Agenzia è stata voluta fortemente dal nostro partito - ritengo - assolutamente a ragione, in quanto un tassello fondamentale della politica energetica legata al nucleare non può essere dissociato da un'altrettanta costituzione di un'Agenzia o di organismi preposti alla sicurezza.
Detto questo, è riconosciuto anche che al Senato sono stati introdotti tutta una serie di interventi migliorativi molti dei quali, tra l'altro, erano stati proposti da noi in prima lettura in questa Camera: non si capisce per quale motivo in questa sede ce li avete rifiutati per poi approvarli e introdurli nel testo al Senato. Tuttavia se rimaniamo alla sostanza dei fatti, giudichiamo assolutamente positiva la modifica apportata al Senato. Ci sono dei «però»: se guardiamo le Agenzie di sicurezza dei Paesi come la Francia ci si rende conto che ci troviamo di fronte ad una proposta assolutamente carente.
Volevo anche richiamare alcuni obblighi che forse non sono stati del tutto recepiti all'interno di questo provvedimento che riguardano la direttiva Euratom che è stata la prima richiamata, dove, all'articolo 9, si sottolinea la necessità di avere a disposizione esperti della materia, ricordando che nei decenni passati Pag. 87non è stato fornito un numero di specialisti e che, quindi, in questo settore sussiste il problema dell'invecchiamento del personale e degli ispettori. È una considerazione che viene svolta a livello europeo e vale molto di più per il nostro Paese poiché, essendo uscito dal nucleare nel 1987, come veniva ricordato, oggi, negli organismi che si occupano di nucleare e che sono l'ISPRA e l'ENEA, il personale è molto vicino al pensionamento senza considerare il fatto che una parte di personale si trova in situazioni di precariato. Sarebbe, quindi, opportuno rivedere questa proposta, che sia in termini di qualificazione di personale sia in termini di finanziamenti economici non sarà sicuramente all'altezza di ciò che viene scritto all'articolo 29.
Per quanto riguarda anche il punto di vista della sussistenza economica-finanziaria, mentre da un lato si provvederà a finanziare nel personale l'Agenzia per la sicurezza, dall'altro questi soldi verranno presi dall'Istituto per la ricerca ambientale. Quindi alla fine, come nel gioco dei tre bussolotti, si buttano via finanziamenti per un organismo preposto alla sicurezza ambientale ma, in realtà, si mette in difficoltà un altro organismo preposto all'autorizzazione e alla sicurezza ambientale su altri fronti.
Quindi, ritengo che questa proposta, per quanto assolutamente indispensabile e necessaria, dal mio punto di vista sia totalmente carente sia per quanto riguarda l'aspetto economico sia per quanto riguarda la qualificazione del personale.
Per quanto riguarda poi l'emendamento specifico Bratti 29.2, si chiede di allargare, così come succede per altre agenzie per la sicurezza nucleare, anche alle funzioni e ai compiti di salvaguardia e di protezione fisica passiva degli impianti e dei materiali nucleari le competenze dell'Agenzia per la sicurezza nucleare. Quindi, si chiede ovviamente un voto favorevole all'emendamento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bratti 29.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Murer? Onorevole Iapicca? Onorevole Bocciardo? Onorevole D'Incecco?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 415
Votanti 413
Astenuti 2
Maggioranza 207
Hanno votato
184
Hanno votato
no 229).

Prendo atto che la deputata Garavini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Fava 29.4.

STEFANO ALLASIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scilipoti 29.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Barani? Onorevole Causi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 414
Votanti 412
Astenuti 2
Maggioranza 207
Hanno votato
186
Hanno votato
no 226). Pag. 88

Passiamo alla votazione dell'emendamento Anna Teresa Formisano 29.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo solo per chiedere al Governo di rivedere la sua posizione, anche perché noi abbiamo sostenuto l'idea che è poi quella alla base della delega al Governo, cioè l'idea di istituire l'Agenzia. Non capiamo il motivo per cui l'Agenzia non possa avere il potere di proporre alle altre istituzioni l'avvio di procedure sanzionatorie, anche perché crediamo che il nucleare sia, come abbiamo detto, una risorsa importante per il nostro Paese, ma va realizzata nella completa trasparenza. Dunque, crediamo che proporre l'avvio di procedure sanzionatorie sia il minimo per dare anche ai cittadini e alle istituzioni un minimo di garanzia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere l'emendamento Anna Teresa Formisano 29.6, perché credo che sia uno dei passaggi più importanti attraverso i quali si dimostra l'indipendenza di giudizio e l'autonomia tecnico-scientifica dell'Agenzia, la quale non può essere considerata semplicemente alla stregua di un prolungamento delle strutture ministeriali.
Da questo punto di vista, credo che abbiamo fatto un passo avanti, proponendo l'Agenzia: quando alla Camera discutemmo del provvedimento in esame non era nemmeno prevista. La discussione in prima lettura alla Camera introdusse l'Agenzia, ma sarebbe stato molto meglio introdurre l'Autorità, che ha propri poteri autonomi ed indipendenti, alla stregua dell'Autorità francese. Abbiamo svolto una lunga discussione su questo aspetto e non vi è stata disponibilità del Governo. Devo dire che vi è stata una disponibilità maggiore da parte del Ministero per lo sviluppo economico e assai meno, ahimè, da parte del Ministero dell'ambiente.
La mediazione è stata l'Agenzia.
A questo punto, credo che almeno un lumicino di razionalità dovrebbe farci dire che un emendamento di questo tipo rappresenta un passaggio importante. Esso, infatti, non implica alcun rivoluzionamento dell'Agenzia e le conferisce non tanto un potere autonomo sanzionatorio - considerato che si tratta di un'agenzia -, ma la possibilità di proporre ad altre istituzioni e ad altre autorità di intervenire attraverso sanzioni da comminare a coloro che contravvengono alle norme e alle leggi in materia nucleare e di sicurezza nucleare.
Chiedo, pertanto, al Ministro Scajola, che segue l'andamento dei nostri lavori, di esprimere un parere positivo su questo emendamento, che certamente non mette in discussione l'indirizzo, ma lo corregge e ci consente di avere un'agenzia che, operativamente, sia in grado di intervenire non solo, dicendo «sì» o «no», ma facendo in modo che i «sì» e i «no» siano corroborati da possibili sanzioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per sottoscrivere l'emendamento Anna Teresa Formisano 29.6.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo accoglie la richiesta di una più ampia e significativa riflessione, in segno di apertura anche alle proposte che provengono dai parlamentari dell'opposizione, modificando il parere sull'emendamento Anna Teresa Formisano 29.7 che diventa favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. La Commissione?

Pag. 89

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, il parere diventa favorevole anche per la Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anna Teresa Formisano 29.6, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Barani? Onorevole Grassi? Onorevole Calvisi? Onorevole Mura? Onorevole Paglia?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 417
Votanti 416
Astenuti 1
Maggioranza 209
Hanno votato
406
Hanno votato
no 10).

Prendo atto che i deputati Pelino e Dell'Elce hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lulli 29.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Federico Testa. Ne ha facoltà.

FEDERICO TESTA. Signor Presidente, il comma 14, nella sua formulazione attuale, recita: «Per almeno 36 mesi dalla cessazione dell'incarico, il presidente, i membri dell'Agenzia e il direttore generale non possono intrattenere, direttamente o indirettamente, rapporti di collaborazione, di consulenza o di impiego con le imprese operanti nel settore di competenza, né con le relative associazioni (...)»
Questo significa che chi viene chiamato a svolgere un ruolo importante nell'autorità - e noi vogliamo che sia una persona di alta professionalità, quindi che abbia conoscenze ed esperienza nel settore - si impegna, per i tre anni successivi, a restare disoccupato, oppure a dedicarsi ad un ambito di lavoro completamente diverso da quello per il quale lo abbiamo scelto. Speriamo, infatti, di inviare all'autorità persone che vantino un'elevata professionalità nel campo del quale l'autorità si occupa.
Evidentemente, siamo assolutamente a favore dell'indipendenza dell'autorità e della sua terzietà, ma chiedere di rimanere disoccupati per i tre anni successivi può significare due cose: o che mandiamo all'autorità soltanto persone che poi vanno in pensione e che quindi smettono di lavorare, oppure che gli diamo così tanti soldi nel periodo di permanenza all'autorità che poi possono tranquillamente andare in pensione, anche se sono giovani, perché li paghiamo anche per i tre anni successivi.
Ci sembrava che la formulazione adottata alla Camera di prevedere il termine di dodici mesi fosse sufficiente e che non vi fosse bisogno di aumentarlo a trentasei mesi.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, anche in questo caso il Governo, in linea con quanto abbiamo fatto fin dall'inizio in merito alla costituzione dell'Agenzia, che è stata realizzata in ambito parlamentare con il pieno supporto di tutte le forze politiche, rivede la propria posizione ed esprime un parere favorevole. Spero questo possa aiutare nell'ulteriore esame del provvedimento.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, anche la Commissione esprime parere favorevole.

Pag. 90

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, francamente non condividiamo tale emendamento per il seguente motivo: trentasei mesi forse sono eccessivi ma dodici mesi, in un campo del genere, ci sembrano molto pochi. Con l'Agenzia in questione andiamo a controllare un mercato che, diciamolo chiaramente, è molto corposo. Lasciare che chi lo controlla possa rientrare nel mercato dopo dodici mesi, francamente ci sembra molto poco.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, anche al nostro gruppo pare che i tre anni siano un termine minimo a fronte di incarichi di questa rilevanza. Il medesimo termine è previsto per altre Authority ed è giustificato, altrimenti andremmo a creare le premesse per conflitti di interesse e credo che questo Paese di conflitti di interesse ne abbia abbastanza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non penso che questo argomento possa essere minimizzato, perché in Italia c'è stata la cultura delle Authority, basata sul presupposto che si trattasse di una cosa seria, di un'autorità terza e che non fosse possibile circuitare il passaggio dalle aziende, private o pubbliche che fossero, al posto di rilevanza terzo sotto il profilo istituzionale, all'autorità di garanzia. Allora, non si tratta di un emendamento come tanti altri e francamente mi meraviglia la disinvoltura con la quale si propone di ridurre il periodo prescritto di tre anni ad un anno: questo indebolisce l'Autorità di vigilanza ma non c'è dubbio che questo è un problema che non si pone solo per questa autorità. Mi sembra che si stia ponendo per altre autorità che, progressivamente, stanno riducendosi o ad un ruolo di consulenza dell'Esecutivo o comunque stanno perdendo quella natura, quella fattispecie giuridica istituzionale che dovrebbero salvaguardare con grande forza. Mi permetto di far riflettere i colleghi e il Governo sull'indebolimento evidente dell'Autorità che si ottiene con la riduzione del termine di tre anni a un anno (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Onorevole Raisi, la prego di indicare se il parere espresso prima coinvolge tutto il Comitato dei nove.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, ovviamente confermo il parere favorevole, ma vorrei far presente, riguardo all'ultimo intervento, per onore di cronaca, che si tratta di un'Agenzia e non di un'Authority. C'è quindi un distinguo rispetto a quanto ho affermato.

PRESIDENTE. Dunque il parere è a nome del Comitato dei nove.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo sia inutile polemizzare in merito a questioni sulle quali il dibattito parlamentare dovrebbe soffermarsi relativamente ad una revisione complessiva del sistema delle Authority. Non è però il caso dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas che è l'unica vera autorità indipendente e autonoma che funziona. Qui stiamo parlando di un'Agenzia. Nel corso della discussione sulle linee generali avevamo proposto l'istituzione di un'Autorità autonoma e indipendente.
L'Agenzia ha una funzione propria indicata dal Governo ed è di nomina governativa ed è evidente che, di fronte ad un istituto di questo tipo, è eccessivo pensare che si adottino tempi di decantazione, per quanto riguarda l'assunzione di responsabilità pubbliche, nella stessa misura che si applica per le Autorità. Pag. 91
Credo, avendolo anche sottoscritto, che questo sia un emendamento rispetto al quale, così come l'Agenzia rappresenta una soluzione mediana in ordine ad un'esigenza che, a nostro modo di vedere, si sarebbe dovuta adeguare ad una certa modalità di funzionamento dei sistemi di sicurezza, di monitoraggio e di controllo nucleare (così come avviene in tutto il mondo, ma si è decisa una soluzione mediana), così pure deve essere mediana la soluzione che riguarda le modalità che si applicano alle astensioni dalla responsabilizzazione in ambiti similari da parte di coloro che ricoprono responsabilità. Spesso si tratta di responsabilità dentro il circuito della ricerca, di enti di ricerca pubblici quali l'ENEA o altri organismi e non si capisce perché per 36 mesi si debbano astenere da responsabilità dirigenziali coloro che hanno una carriera all'interno del settore pubblico solo perché vengono spostati momentaneamente all'interno di un'Agenzia che certo non è servente ai Ministeri, ma tuttavia non è esattamente altra cosa dai ministeri.
Poiché abbiamo sostanzialmente messo insieme un'Agenzia che è una specie di animale anfibio teniamo conto che non stiamo discutendo del sistema delle Authority, ma di qualcosa di diverso.
Credo quindi che 12 mesi di sospensione da responsabilità pubbliche, soprattutto da parte di coloro che stanno dentro la carriera pubblica e che sono chiamati dai Ministri ad esercitare responsabilità nell'Agenzia sia un tempo sufficiente di astensione da responsabilità, anche dentro lo Stato, che riguardano il settore dell'energia nucleare.

MAURO LIBÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Libè lei è già intervenuto.

MAURO LIBÈ. Le chiedo solo un minuto per una precisazione, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, chiedo scusa per la mia insistenza, ma vorrei precisare un aspetto. Sarà pure nominalmente un'Agenzia, ma invito tutti i colleghi a leggere l'articolo 29 e ad esaminare le sue competenze. Ne cito almeno due: quella di cui alla lettera b), ossia la responsabilità del controllo e della verifica ambientale sulla gestione dei rifiuti radioattivi; quella di cui alla lettera c) vale a dire lo svolgimento di ispezioni sugli impianti nucleari nazionali e le loro infrastrutture al fine di assicurare che le attività che non producano rischi per le popolazioni e via dicendo.
È quello che chiedete dall'inizio del dibattimento; mi sembra strano...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Libè.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, signor sottosegretario, trattandosi di un'Agenzia particolarmente importante che svolge compiti delicati in un settore assai complesso che spesso suscita allarme, è necessario evitare che vi sia un circuito che potrebbe determinarsi in modo molto perverso tra aziende del settore e pubblica amministrazione.
È vero che non è un'Autorità, ma è un'Agenzia che ha un ruolo molto specifico e particolare, per cui credo che sia molto prudente mantenere delle clausole di salvaguardia sufficientemente elevate. Trovo improprio che si arrivi a proporre una riduzione a 12 mesi che mi pare del tutto incongrua.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 29.7, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Margiotta? Onorevole Della Vedova? Onorevole Servodio?

Pag. 92

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 410
Votanti 405
Astenuti 5
Maggioranza 203
Hanno votato
355
Hanno votato
no 50).

Passiamo alla votazione dell'articolo 29.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Federico Testa. Ne ha facoltà.

FEDERICO TESTA. Signor Presidente, voglio preannunciare il voto di astensione del gruppo del Partito Democratico sull'articolo 29. L'Agenzia non era prevista, come ci ricordiamo, nel testo originario in prima lettura; è stata inserita alla luce di una discussione proficua che si è svolta in Commissione e poi in Aula. Ci sono alcune cose che ancora vorremmo fossero migliorate, un tema relativo ai poteri reali di proporre sanzioni - che è stato in parte risolto con l'accoglimento di un emendamento precedente, ma che in qualche modo resta sul fondo - e il tema molto significativo di finanziamento dell'Agenzia.
Se si vuole che l'Agenzia possa davvero funzionare, bisogna dire esplicitamente che pensare che funzioni con 500 mila euro di budget per il primo anno, e con un milione e mezzo di budget nei due anni successivi, significa svuotare il ruolo che può avere. Inoltre, collegato al tema del finanziamento c'è il discorso delle professionalità.
Se si vuole che l'Agenzia abbia la possibilità di svolgere fino in fondo il suo ruolo è necessario che abbia la possibilità di recuperare professionalità. In prima lettura avevamo proposto un bando europeo di ricerca di professionalità elevate per implementare la dotazione professionale dell'Agenzia. Con questi finanziamenti evidentemente la cosa non è possibile, e quindi riteniamo che sia stato fatto abbastanza (per alcuni versi molto), ma che manchino ancora delle cose da fare. Per questo ci asterremo su questo articolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, noi radicali voteremo contro l'istituzione dell'Agenzia per la sicurezza nucleare perché troviamo che sia letteralmente infeudata nel Governo e quindi priva di quei caratteri di indipendenza e autonomia che dovrebbero connotare un ente preposto ai controlli sulla sicurezza nucleare ed anche perché rappresenta un'involuzione rispetto alla legge n. 61 del 1994 che, a seguito di un referendum, istituiva i controlli ambientali, risolvendo la convivenza delle funzioni di controllo con quelle di promozione, ricerca e sviluppo del nucleare in un medesimo soggetto.
D'altro canto, questa Agenzia si inserisce in un impianto, quello del ritorno al nucleare che, anche per quello che ho detto precedentemente, non condividiamo per ragioni di metodo e di merito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, su questo articolo rimaniamo un po' con l'amaro in bocca perché, lo dico sinceramente, sull'Agenzia avremmo voluto votare a favore, ma per i motivi che hanno portato all'istituzione dell'Agenzia, un organo di garanzia per le aziende, e prima di tutto per i cittadini ed il Paese, ed un organo che deve essere sicuramente in sintonia con il Governo, perché deve lavorare con il Governo, ma che deve dare garanzia ed essere sopra le parti.
Dunque, mi sarei aspettato anche dall'altra opposizione una battaglia per aumentare le risorse, per mettere i membri dell'Agenzia nelle condizioni di operare in una maggiore sicurezza e tranquillità anche Pag. 93psicologica, e non sicuramente l'abbassamento del limite dell'incompatibilità.
Condividiamo signor Ministro - gliene abbiamo dato atto da sempre - che manca molta concretezza e continueremo a ripeterlo (lo dico adesso perché lei è presente), però il nucleare non si fa con i proclami, né scrivendo nelle leggi «coinvolgimento» o meno, ma attuandolo realmente. È questo che chiediamo al Governo.
L'unica vera garanzia è quella dell'Agenzia anche se abbiamo un po' smontato il tutto con questo ultimo voto. Su questo articolo ci asterremo per questo motivo e ci raccomandiamo che l'Agenzia sia un organo di garanzia non per il Parlamento, non per il Governo, ma per il Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, il gruppo dell'Italia dei Valori voterà contro questo articolo per due ragioni. Da una parte contestiamo questa attenuazione del limite del periodo di tempo entro il quale i dirigenti dell'Agenzia possono assumere rapporti di lavoro con società o enti concorrenziali rispetto all'attività dell'Agenzia medesima.
In secondo luogo, abbiamo deplorato la reiezione di un nostro emendamento. Infatti, sul delicato tema delle modalità con le quali l'Agenzia deve provvedere a sorvegliare lo smaltimento delle scorie radioattive, avete voluto bocciare la proposta di assicurare in questa delicata materia l'informazione ai cittadini sulla gestione delle scorie.
Noi vorremmo un'agenzia trasparente, un palazzo di cristallo, non il porto delle nebbie quando si discutono temi così delicati come quelli della salute pubblica e dell'ambiente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca... Onorevole Tommaso Foti... Onorevole Pili... Onorevole Corsaro...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 402
Votanti 250
Astenuti 152
Maggioranza 126
Hanno votato
219
Hanno votato
no 31).

Prendo atto che i deputati De Pasquale e Ruggeri hanno segnalato che non sono riusciti a votare, mentre avrebbero voluto astenersi.
Ricordo che l'articolo 30 è stato accantonato.

(Esame dell'articolo 31 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Monai 31.1, Bratti 31.2, Anna Teresa Formisano 31.3 e Froner 31.4.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, i pareri del Governo sono conformi a quelli espressi dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Monai 31.1. Pag. 94
Chiedo ai presentatori se accedono all'invito al ritiro o insistono per la votazione.

CARLO MONAI. Signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Questo articolo, di cui proponiamo la soppressione, amplia le ipotesi per cui il contribuente non è obbligato ad acquisire la certificazione energetica dell'edificio al fine di beneficiare delle detrazioni fiscali previste. Oltre ad alcuni interventi per cui era prevista l'esenzione dell'acquisizione della certificazione, viene ora aggiunto l'intervento per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaia a condensazione e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione. A nostro giudizio, questa semplificazione rischia così di avere degli effetti elusivi. Da ciò deriva la proposta di sopprimere questo articolo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 31.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Miglioli... Onorevole Gasbarra... Onorevole Bocciardo... Onorevole Brancher...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 405
Votanti 404
Astenuti 1
Maggioranza 203
Hanno votato
181
Hanno votato
no 223).

Prendo atto che i deputati Vannucci e Mura hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Ruggeri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Bratti 31.2.
Chiedo ai presentatori se accedono all'invito al ritiro.

SALVATORE MARGIOTTA. No, signor Presidente e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, la nostra proposta emendativa va nella direzione di semplificare le procedure autorizzative relative agli impianti di energia alimentati da fonti rinnovabili.
Questo perché nel nostro Paese viviamo una situazione paradossale, più volte denunciata dal Partito Democratico, per la quale un Paese particolarmente vocato per le energie rinnovabili, in particolare per quella eolica e solare, in realtà ha produzioni che derivano da queste fonti assolutamente inferiori a quel che accade in una serie di Paesi europei, quali la Spagna e la Germania, per fare solo alcuni esempi. Ma vi è anche un altro esempio, assolutamente di solare evidenza (è il caso di dire), che è quello dell'Austria: un Paese molto più piccolo e molto meno esposto al sole dell'Italia, in cui vi sono pannelli di solare termico con superficie molto maggiore a quella del nostro Paese. In ogni caso, le produzioni di energia da fonti rinnovabili sono ben distanti da quegli standard di 20-20-20 entro il 2020 che l'Unione europea ci impone.
Uno dei motivi per cui siamo ben lontani da tali quantitativi va, ancora una volta, individuato nelle difficoltà e nelle lungaggini amministrative che stanno dietro a una serie di procedure autorizzative. Per la verità, nella precedente legislatura molto fu fatto per arrivare ad alcune semplificazioni, in questo caso proviamo a proporne altre. In maniera particolare, chiediamo che per i piccoli impianti, che Pag. 95hanno una produzione compresa tra 20 chilowatt e 1 megawatt, e quelli che hanno addirittura una produzione inferiore a 20 chilowatt, si preveda rispettivamente che i primi possano essere realizzati mediante la disciplina della cosiddetta DIA e che i secondi siano considerati alla stregua di interventi di manutenzione ordinaria, che quindi possano superare la stessa DIA.
Si tratta di un emendamento che non costa e aiuta l'ambiente e l'economia. Infatti, non ci stancheremo mai di dire che, contemporaneamente, attraverso queste procedure, si riesce a rispettare l'ambiente e a riattivare un'economia che, in momenti di crisi come questa, abbisogna di interventi che nella green economy trovino il proprio fondamento, la propria ragion d'essere e la propria forza.
Ci aspetteremo, dunque, una riconsiderazione del parere considerato che l'emendamento aiuta a risolvere alcuni problemi di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bratti 31.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cota.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 405
Votanti 404
Astenuti 1
Maggioranza 203
Hanno votato
185
Hanno votato
no 219).

Passiamo all'emendamento Anna Teresa Formisano 31.3.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Anna Teresa Formisano 31.3 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo solo per lasciare agli atti che anche noi, con il nostro emendamento, chiediamo una semplificazione proprio per la realizzazione di quegli impianti che dovrebbero contribuire ad aumentare l'energia prodotta da fonti rinnovabili nel nostro Paese.
Noi non siamo mai stati pasdaran del nucleare, siamo sempre stati convinti che questo Paese possa risorgere, anche economicamente, riequilibrando il mix energetico. Pertanto, chiediamo di percorrere le varie strade per riequilibrare il mix energetico del quale lo stesso Ministro parla spesso e a ragion veduta.
Qui ci sono degli atti, noi abbiamo questa necessità perché in giro per il Paese, in tanti comuni, in tante città capoluogo ci troviamo subissati di richieste a fronte della poca possibilità, anche da parte degli stessi comuni, di dare il via libera per poter realizzare veramente anche quegli impianti piccoli e medi che daranno la possibilità di pagare un po' meno l'energia, quando è possibile, e di averne un po' di più.
Dunque chiediamo al Governo di riconsiderare il parere, ma sicuramente anche questo sarebbe un passo avanti verso un migliore contributo alle necessità energetiche del nostro Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Anna Teresa Formisano 31.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Margiotta, Mazzuca, Rampelli, Sardelli, Duilio, Razzi, Servodio...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 96
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 409
Votanti 407
Astenuti 2
Maggioranza 204
Hanno votato
185
Hanno votato
no 222).

Ricordo che le Commissioni affari costituzionali e bilancio hanno espresso il prescritto parere sugli emendamenti 18.100 e 32.100 della Commissione e 42.200 del Governo, che è in distribuzione.
Con particolare riferimento all'emendamento 18.100 della Commissione, la Commissione bilancio ha espresso due condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione. Al riguardo, avverto che la Commissione, al fine di recepire le predette condizioni, ha presentato una nuova formulazione del suo emendamento 18.100.
Avverto, altresì, che la Commissione ha presentato l'emendamento 27.100 ed una nuova formulazione dell'emendamento 32.100. Le predette proposte emendative sono in distribuzione.
Passiamo all'emendamento Froner 31.4.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Froner 31.4 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, volevo chiedere semplicemente che si definissero i tempi per la presentazione dei subemendamenti agli emendamenti che lei ora ha riferito all'Aula essere in distribuzione.

PRESIDENTE. Le comunico i tempi. Intanto do la parola all'onorevole Froner, che ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto sul suo emendamento. Ne ha facoltà.

LAURA FRONER. Signor Presidente, anche questo emendamento si propone di semplificare il regime autorizzatorio a cui sono sottoposti gli impianti per la produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili. Sono misure che tendono a rimuovere gli ostacoli all'accesso al mercato delle fonti rinnovabili rappresentati, in particolar modo, dai tempi fin troppo lunghi connessi alla procedura di concessione dell'autorizzazione.
Attualmente, questa procedura, alla cui gestione partecipano anche le regioni in quanto contitolari della competenza in materia, implica tempi di attesa che, se pure diversi da regione a regione, sono mediamente molto lunghi. In questo modo si violano le regole della concorrenza e si causa un danno ingente alle imprese che si vedono negata la possibilità di operare in un settore economico il cui sviluppo contribuirebbe a distribuire benefici anche al consumatore finale. Ecco, quindi, che con la nostra proposta ci proponiamo un regime semplificato e diversificato di autorizzazione, al quale restano comunque esclusi i grandi impianti. A questi ultimi, considerati tali se con capacità di potenza superiore ai 200 chilowatt, continuerebbe ad essere applicata la disciplina attuale, così come definita all'articolo 12, comma 3 del decreto legislativo n. 387 del 2003. Quindi, in riferimento agli impianti con capacità di potenza compresa tra i 20 e i 200 chilowatt, si prevede che per queste strutture si escluda il regime autorizzatorio di cui al citato articolo 12, comma 3, e si applichi la disciplina della dichiarazione di inizio attività. Si tratta di una disciplina che consentirebbe l'abbattimento dei tempi di attesa, passando dagli attuali tre-cinque anni - necessari in questo momento per l'ottenimento dell'autorizzazione - all'avvio immediato dell'impianto.
Le semplificazioni proposte, quindi, tendono a determinare certezza di comportamento da parte delle amministrazioni Pag. 97e conseguente sicurezza operativa da parte dei soggetti che intendano realizzare impianti alimentati da fonti rinnovabili, mettendo il mercato dell'energia nella condizione di decollare effettivamente e di raggiungere rapidamente gli obbiettivi di produzione di energia da rinnovabili fissati nell'ambito del piano strategico energetico nazionale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Froner 31.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Tommaso Foti, Tortoli?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 408
Votanti 406
Astenuti 2
Maggioranza 204
Hanno votato
183
Hanno votato
no 223).

Prendo atto che il deputato Giulietti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Mottola ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 402
Maggioranza 202
Hanno votato
401
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Ferranti, Strizzolo, Lunardi e Tocci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 32 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita i presentatori al ritiro dell'emendamento Lulli 32.1.
L'emendamento 32.100 della Commissione viene così riformulato: «Al comma 6, ultimo periodo, dopo la parola: «misure» aggiungere le seguenti: «individuando nel contempo le modalità di riequilibrio a favore dei clienti finali diversi da quelli selezionati degli eventuali vantaggi originati dalle predette misure nell'ambito del periodo ventennale di esenzione di cui al precedente comma 3». Devo ringraziare l'onorevole Bocchino per il sostegno.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Il Governo accetta il testo dell'emendamento 32.100 della Commissione così come riformulato dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Lulli 32.1.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Testa. Ne ha facoltà.

FEDERICO TESTA. Signor Presidente, alla luce della riformulazione presentata dal relatore, ritiriamo l'emendamento Lulli 32.1.

PRESIDENTE. Passiamo di voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 32.100 della Commissione, nel testo riformulato, accettato dal Governo. Pag. 98
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 403
Maggioranza 202
Hanno votato
401
Hanno votato
no 2).

Passiamo alla votazione dell'articolo 32.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Federico Testa. Ne ha facoltà.

FEDERICO TESTA. Signor Presidente, questo articolo prevede la realizzazione di interconnessioni con l'estero, sostanzialmente con project financing, a carico di consumatori importanti di energia, che poi hanno diritto all'uso esclusivo dell'energia per un certo periodo di anni successivi. I problemi di questo articolo erano sostanzialmente due. Il primo è stato risolto con l'emendamento della Commissione, nel testo riformulato, ossia quello di non scaricare su tutti i clienti civili o di piccole imprese, diverse dalle grandi imprese energivore, il minor prezzo cui questi utilizzatori hanno diritto sin dal giorno della presentazione della domanda. Con l'emendamento della Commissione, come riformulato, è ora previsto che vengano recuperati costi che sono stati caricati sulla collettività.
Resta un altro problema, che è quello relativo ad evitare che chi ha presentato la domanda, e che quindi si vede riconosciuto questo diritto ad avere l'energia ad un prezzo più basso fin dal momento di accoglimento della domanda, poi non porti a buon fine l'interconnessione e questo dia luogo a contenziosi.
Da questo punto di vista, presenteremo - lo abbiamo concordato con il Governo - un ordine del giorno che invita il Governo a porre particolare attenzione alle procedure atte a vigilare che non si mettano in atto abusi di questo genere. Per questo motivo, votiamo sì all'articolo 32.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Giachetti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 403
Maggioranza 202
Hanno votato
403).

(Esame dell'articolo 33 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Cesare Marini, D'Ippolito?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 401
Votanti 400
Astenuti 1
Maggioranza 201
Hanno votato
398
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che i deputati Brigandì, Oliverio e D'Incecco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Pag. 99

(Esame dell'articolo 34 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Tommaso Foti, D'Ippolito, Barani, Golfo? Onorevole Barani, insista.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 406
Votanti 405
Astenuti 1
Maggioranza 203
Hanno votato
405).

(Esame dell'articolo 35 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 35 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Ventucci?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 406
Maggioranza 204
Hanno votato
406).

(Esame dell'articolo 36 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 36 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 36.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cesare Marini, Torrisi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 402
Maggioranza 202
Hanno votato
402).

Prendo atto che i deputati Oliverio e Rampi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 37 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 37 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, in questo caso ci troviamo di fronte al commissariamento di uno degli enti di ricerca più importanti del nostro Paese in tema di ambiente ed energia. Vorrei dire che ancora una volta ci troviamo di fronte ad un commissariamento, dopo che abbiamo già assistito, dall'insediamento di questo Governo, a diverse operazioni che hanno previsto questi commissariamenti.
Faccio riferimento all'Agenzia per l'ambiente APAT, che è stata commissariata con un provvedimento contenuto in uno dei due decreti-legge sui rifiuti per la Campania ed è a tutt'oggi commissariata. Pag. 100Era un'Agenzia tecnica, così come sono agenzie tecniche per l'ambiente tutte quelle agenzie che operano in Europa, e il Governo l'ha trasformata, almeno sulla carta, in un istituto per la ricerca.
Ad oggi questa Agenzia è ancora commissariata, non si capisce quale sarà il suo futuro; è un'agenzia che ha moltissimi problemi legati al precariato, mantiene il contratto della ricerca ma in realtà non si sa di che cosa esattamente si occuperà nell'ambito della ricerca ambientale.
Abbiamo poi assistito allo scioglimento di commissioni tecniche importanti, la Commissione valutazione di impatto ambientale, la Commissione autorizzazione integrata Ambientale, anche queste con una logica molto da spoil system. Poi, ancora, abbiamo assistito in un provvedimento recente alla trasformazione del Coviri, altro comitato, anche questo commissariato. Ci troviamo però qui di fronte ad una situazione veramente preoccupante, perché questo ente, che era un istituto di ricerca tra i più prestigiosi, e che negli ultimi anni, soprattutto sul tema ambiente ed energia, aveva costituito un punto di riferimento per le politiche di sviluppo sostenibile del nostro Paese, viene trasformato in un'Agenzia tecnica, che sicuramente si occuperà ancora parzialmente di ricerca, ma in realtà viene assoggettata di fatto ad un unico Ministero, quello dello sviluppo economico.
A questo punto la domanda che noi ci poniamo, al di là del fatto che siamo contrari a tali operazioni di commissariamento e di spoil system mascherato, è: quei 400 ricercatori che oggi si occupano di problematica ambientale, dove andranno ad essere collocati? In quanto se va avanti, come noi ormai pensiamo e crediamo, questa proposta, di ambiente, in realtà, in questa ENEA si parlerà molto poco.
Noi siamo quindi fermamente contrari alla proposta dell'articolo 37, proprio perché ci pare da un lato uno spoil system mascherato, dall'altro un accaparrarsi da parte del Ministero dello sviluppo economico di un istituto di ricerca che fino a ieri si occupava anche di questioni ambientali, ed era anche molto legato al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Per cui il nostro giudizio è assolutamente negativo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Centemero? Onorevole Golfo? Onorevole Bocciardo? Onorevole Sardelli? Onorevole Oliverio? L'onorevole Leo ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 394
Votanti 370
Astenuti 24
Maggioranza 186
Hanno votato
220
Hanno votato
no 150).

Prendo atto che il deputato Pini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 38 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 38 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Ricordo che tutte le proposte emendative presentate all'articolo 38 sono state dichiarate inammissibili.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 38.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Barani? L'onorevole Ascierto ha votato.

Pag. 101

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 392
Votanti 369
Astenuti 23
Maggioranza 185
Hanno votato
219
Hanno votato
no 150).

(Esame dell'articolo 39 - A.C. 1441-ter-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Monai 39.1, Villecco Calipari 39.2 e Bratti 39.3.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Monai 39.1. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Monai 39.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Colucci, onorevole Frassinetti, onorevole Ghedini, onorevole Bocciardo.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 396
Votanti 394
Astenuti 2
Maggioranza 198
Hanno votato
151
Hanno votato
no 243).

Passiamo all'emendamento Villecco Calipari 39.2. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, con questo emendamento anche in Commissione abbiamo posto un problema sia alla Commissione che al Governo. Sosteniamo una cosa semplicissima. Gli impianti militari e gli impianti della giustizia che vanno in dismissione, com'è noto, si trovano prevalentemente nel centro delle città (penso a Torino, Mantova, Roma, Firenze, Bari, Palermo, eccetera). Con questa modifica noi suggeriamo che le produzioni cui destinare tali impianti dimessi siano quelli delle fonti rinnovabili - e sembra che su questo siamo d'accordo anche in Commissione. Ci permettiamo però di escludere le fonti cosiddette «assimilate», poiché immagino che tutti noi converremo che avere negli ex impianti della Difesa al centro della città una produzione di CDR o un inceneritore crea solo grandi problemi; mentre invece si può utilizzare in maniera proficua tali impianti - che saranno e sono già da tempo oggetto di dismissione - per le fonti rinnovabili. Questa è la ragione del nostro emendamento e continuerò dunque a rivolgere appello al Governo perché esprima su di esso parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

Pag. 102

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, mi rivolgo al Viceministro Urso e al Ministro Scajola. Come sapete, io non ho una posizione contraria ai termovalorizzatori per i rifiuti urbani quando sono alla fine del ciclo; ma pensare che impianti di questa natura possano essere collocati in edifici pubblici che sono siti in gran parte in aree urbane mi sembra un controsenso. Questo mi sembra dunque un emendamento assolutamente di buonsenso, ed invito pertanto ad accoglierlo. Personalmente, lo sottoscrivo e chiedo che venga sottoscritto - credo - anche a nome degli altri colleghi della Commissione ambiente del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villecco Calipari 39.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Paniz... onorevole Ventucci... onorevole Cicchitto... onorevole Milanese... onorevole Ghedini... onorevole Sardelli... onorevole Naro... Chiedo scusa, onorevole Sardelli, vuole controllare la tessera? Abbiate pazienza, tutti hanno diritto di votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 396
Votanti 393
Astenuti 3
Maggioranza 197
Hanno votato
174
Hanno votato
no 219).

Passiamo all'emendamento Bratti 39.3. Prendo atto che i presentatori non accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bratti 39.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Miglioli... onorevole Fogliato... onorevole Mariarosaria Rossi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 393
Maggioranza 197
Hanno votato
154
Hanno votato
no 239).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Granata... onorevole Girlanda...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 389
Votanti 260
Astenuti 129
Maggioranza 131
Hanno votato
241
Hanno votato
no 19).

Prendo atto che il deputato Agostini ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 10. L'esame delle mozioni concernenti i diritti delle donne e la parità di genere in vista del prossimo vertice del G8 è rinviato alla seduta di domani.

Pag. 103

Proposta di assegnazione a Commissione in sede legislativa di una proposta di legge (ore 19,58).

PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani l'assegnazione, in sede legislativa, della seguente proposta di legge, che proporrò alla Camera a norma del comma 1 dell'articolo 92 del Regolamento:

alla VII Commissione (Cultura):

RUBEN ed altri: «Concessione di un contributo in favore della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea - CDEC - organizzazione non lucrativa di utilità sociale» (2500) - Parere delle Commissioni I e V.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 25 giugno 2009, alle 10:

1. - Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 2500.

2. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (1441-ter-C).
- Relatore: Raisi.

3. - Seguito della discussione delle mozioni Villecco Calipari ed altri n. 1-00182, Saltamartini ed altri n. 1-00193, Di Giuseppe ed altri n. 1-00194 e Capitanio Santolini ed altri n. 1-00195 concernenti iniziative per l'affermazione dei diritti delle donne e per la parità di genere in vista del prossimo vertice del G8.

(al termine delle votazioni)

4. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

PROPOSTA DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA

alla VII Commissione (Cultura):
RUBEN ed altri: «Concessione di un contributo in favore della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea - CDEC - organizzazione non lucrativa di utilità sociale» (2500) - Parere delle Commissioni I e V.

La seduta termina alle 20.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. ddl 1441-ter-C - em. 1.1, 1.2 456 453 3 227 215 238 80 Resp.
2 Nom. em. 1.3 460 458 2 230 216 242 80 Resp.
3 Nom. em. 1.4 459 435 24 218 193 242 80 Resp.
4 Nom. articolo 1 456 237 219 119 237 80 Appr.
5 Nom. em. 2.2 462 458 4 230 216 242 80 Resp.
6 Nom. em. 2.4 459 456 3 229 219 237 80 Resp.
7 Nom. em. 2.5 462 460 2 231 221 239 80 Resp.
8 Nom. em. 2.7 463 460 3 231 221 239 80 Resp.
9 Nom. em. 2.8 472 472 237 232 240 79 Resp.
10 Nom. em. 2.9, 2.10 472 472 237 229 243 79 Resp.
11 Nom. articolo 2 471 467 4 234 241 226 78 Appr.
12 Nom. em. 3.300 472 472 237 470 2 78 Appr.
13 Nom. em. 3.2 474 472 2 237 228 244 78 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 3.301 473 473 237 469 4 79 Appr.
15 Nom. articolo 3 460 458 2 230 438 20 79 Appr.
16 Nom. mantenim. articolo 4 452 449 3 225 263 186 79 Appr.
17 Nom. em. 5.1 441 438 3 220 202 236 79 Resp.
18 Nom. em. 5.2 446 443 3 222 209 234 79 Resp.
19 Nom. articolo 5 451 266 185 134 265 1 79 Appr.
20 Nom. em. 6.1 452 449 3 225 188 261 79 Resp.
21 Nom. em. 6.2 452 450 2 226 191 259 79 Resp.
22 Nom. em. 6.4 457 457 229 217 240 79 Resp.
23 Nom. em. 6.5 456 454 2 228 216 238 79 Resp.
24 Nom. em. 6.6 459 457 2 229 218 239 79 Resp.
25 Nom. articolo 6 459 243 216 122 242 1 79 Appr.
26 Nom. articolo 7 458 458 230 458 79 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 8.1 457 454 3 228 213 241 79 Resp.
28 Nom. articolo 8 417 222 195 112 222 78 Appr.
29 Nom. em. 9.300 424 226 198 114 226 78 Appr.
30 Nom. articolo 9 436 407 29 204 231 176 78 Appr.
31 Nom. articolo 10 440 424 16 213 424 78 Appr.
32 Nom. articolo 12 443 443 222 443 78 Appr.
33 Nom. articolo 14 450 450 226 450 78 Appr.
34 Nom. em. 15.1, 15.2 458 456 2 229 220 236 78 Resp.
35 Nom. em. 15.3 459 458 1 230 225 233 78 Resp.
36 Nom. em. 15.4 463 463 232 226 237 77 Resp.
37 Nom. articolo 15 463 460 3 231 240 220 77 Appr.
38 Nom. em. 16.1 462 439 23 220 199 240 77 Resp.
39 Nom. articolo 16 459 459 230 458 1 77 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 17.3 461 461 231 222 239 77 Resp.
41 Nom. articolo 17 464 246 218 124 246 77 Appr.
42 Nom. em. 19.1 461 461 231 223 238 77 Resp.
43 Nom. em. 19.2 456 455 1 228 218 237 77 Resp.
44 Nom. em. 19.3 459 459 230 225 234 77 Resp.
45 Nom. em. 19.4 459 459 230 223 236 77 Resp.
46 Nom. em. 19.5 457 457 229 223 234 77 Resp.
47 Nom. em. 19.7, 19.8 464 463 1 232 225 238 77 Resp.
48 Nom. articolo 19 459 456 3 229 234 222 77 Appr.
49 Nom. articolo 20 460 460 231 460 77 Appr.
50 Nom. em. 21.1, 21.2 432 412 20 207 190 222 77 Resp.
51 Nom. em. 21.3 419 400 19 201 177 223 77 Resp.
52 Nom. articolo 21 417 415 2 208 224 191 77 Appr.
INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. articolo 22 414 414 208 414 77 Appr.
54 Nom. articolo 23 416 416 209 416 77 Appr.
55 Nom. articolo 24 417 417 209 417 77 Appr.
56 Nom. em. 25.3 456 450 6 226 193 257 79 Resp.
57 Nom. em. 25.4 453 448 5 225 218 230 79 Resp.
58 Nom. em. 25.5 456 453 3 227 223 230 79 Resp.
59 Nom. em. 25.6 455 451 4 226 189 262 78 Resp.
60 Nom. em. 25.7 451 447 4 224 220 227 78 Resp.
61 Nom. em. 25.8 460 454 6 228 194 260 76 Resp.
62 Nom. em. 25.300 459 454 5 228 230 224 75 Appr.
63 Nom. em. 25.11 458 455 3 228 223 232 75 Resp.
64 Nom. em. 25.12 445 416 29 209 194 222 75 Resp.
65 Nom. em. 25.13, 25.14 452 447 5 224 216 231 74 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. articolo 25 453 421 32 211 234 187 73 Appr.
67 Nom. em. 26.3 rif. 445 445 223 445 72 Appr.
68 Nom. articolo 26 438 411 27 206 234 177 72 Appr.
69 Nom. em. 28.1 403 261 142 131 20 241 72 Resp.
70 Nom. em. 28.2 402 261 141 131 36 225 72 Resp.
71 Nom. articolo 28 408 246 162 124 225 21 72 Appr.
72 Nom. em. 29.2 415 413 2 207 184 229 72 Resp.
73 Nom. em. 29.5 414 412 2 207 186 226 72 Resp.
74 Nom. em. 29.6 417 416 1 209 406 10 72 Appr.
75 Nom. em. 29.7 410 405 5 203 355 50 72 Appr.
76 Nom. articolo 29 402 250 152 126 219 31 72 Appr.
77 Nom. em. 31.1 405 404 1 203 181 223 72 Resp.
78 Nom. em. 31.2 405 404 1 203 185 219 72 Resp.
INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. em. 31.3 409 407 2 204 185 222 71 Resp.
80 Nom. em. 31.4 408 406 2 204 183 223 71 Resp.
81 Nom. articolo 31 402 402 202 401 1 71 Appr.
82 Nom. em. 32.100 rif. 403 403 202 401 2 71 Appr.
83 Nom. articolo 32 403 403 202 403 71 Appr.
84 Nom. articolo 33 401 400 1 201 398 2 71 Appr.
85 Nom. articolo 34 406 405 1 203 405 71 Appr.
86 Nom. articolo 35 406 406 204 406 71 Appr.
87 Nom. articolo 36 402 402 202 402 71 Appr.
88 Nom. articolo 37 394 370 24 186 220 150 71 Appr.
89 Nom. articolo 38 392 369 23 185 219 150 71 Appr.
90 Nom. em. 39.1 396 394 2 198 151 243 71 Resp.
91 Nom. em. 39.2 396 393 3 197 174 219 71 Resp.
INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 93)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. em. 39.3 393 393 197 154 239 71 Resp.
93 Nom. articolo 39 389 260 129 131 241 19 71 Appr.