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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 181 di giovedì 21 maggio 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

La seduta comincia alle 10,05.

RENZO LUSETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bonaiuti, Boniver, Borghesi, Brancher, Cota, Gibelli, Migliavacca, Milanato, Pescante, Ronchi, Soro, Strizzolo, Urso e Valducci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze urgenti (ore 10,07).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Iniziative per la riduzione del carico fiscale, con particolare riferimento ai redditi medio-bassi derivanti da lavoro dipendente e da erogazioni previdenziali, e misure per il contrasto dell'evasione e dell'elusione fiscale - n. 2-00380)

PRESIDENTE. L'onorevole Cambursano ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00380, concernente iniziative per la riduzione del carico fiscale, con particolare riferimento ai redditi medio-bassi derivanti da lavoro dipendente e da erogazioni previdenziali, e misure per il contrasto dell'evasione e dell'elusione fiscale (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Vegas per la bontà, l'accortezza e l'intelligenza che ha dimostrato - peraltro come sempre - in ordine a un suo ripensamento. Approfitto della sua presenza anche per congratularmi pubblicamente in quest'Aula per la nuova responsabilità che assumerà prossimamente.
Ieri, non più tardi delle 20 (per l'esattezza alle 19,40), ho ricevuto una telefonata - credo - dal suo Ministero con la quale mi si chiedeva se era possibile un ulteriore rinvio dello svolgimento di questa interpellanza urgente. Non ho dato la mia disponibilità, e non per infierire su di lei. So bene che i suoi impegni sono tanti, soprattutto oggi, giornata in cui si svolge l'importante appuntamento all'assemblea generale di Confindustria, alla quale, peraltro, avrei dovuto, e potuto, partecipare personalmente. Tuttavia, innanzitutto, viene il dovere di essere presenti in quest'Aula per non sminuire ulteriormente la portata di questo Parlamento e per discutere delle problematiche che riguardano l'intero Paese. Pag. 2
La scorsa settimana già si sarebbe dovuto discutere di questa interpellanza urgente: mi è stato chiesto un rinvio e io ho fornito la mia disponibilità, tant'è che - il Presidente dell'Assemblea lo sa - giovedì scorso il vicecapogruppo dell'Italia dei Valori chiese che fosse garantito lo svolgimento di tale interpellanza in questa settimana; ecco da dove deriva la mia indisponibilità.
Veniamo al merito. Come lei sa, sottosegretario Vegas, ieri quest'Aula ha approvato, con un'ampia maggioranza, la legge comunitaria. Sa, inoltre, che con quel provvedimento, in particolare con l'articolo 22, commi 4, lettera f), e 5, avete assestato un altro colpo, in negativo, alla lotta all'evasione fiscale, eliminando alcune normative antielusive che erano state introdotte dal cosiddetto decreto Bersani. Ecco perché mi sono permesso di presentare un ordine del giorno sul quale sono intervenuto e sul quale il Ministro per le politiche europee, Ronchi, ha espresso un parere contrario.
Mi sono permesso di citarla, sottosegretario Vegas, perché, non più tardi di una ventina di giorni fa, invece, lei, riformulando semplicemente l'incipit del dispositivo, accolse un identico ordine del giorno.
Quindi, da una parte, abbiamo avuto la disponibilità del Ministero dell'economia e delle finanze quantomeno a fornire un segnale di buona volontà (anche se sappiamo che tutti gli ordini del giorno finiscono miseramente come carta che resta alla cronaca, non credo neanche alla storia).
Dall'altra parte, abbiamo un Ministro per le politiche europee, che dovrebbe essere un trait d'union e fungere da collegamento con la normativa europea, che invece non dà altrettanta disponibilità.
Allora, cosa diceva quell'ordine del giorno? Con esso chiedevo semplicemente di impegnare il Governo - leggo testualmente, sottosegretario - a valutare la messa in opera di un ampio programma di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale, anche ripristinando le disposizioni soppresse negli ultimi mesi, al fine di diminuire la pressione fiscale complessiva. Il Ministro ha detto «no».
Allora provo a tradurre, sperando poi che nella sua risposta io venga smentito. Provo a tradurre questo no: non vogliamo abbattere la pressione fiscale, perché intanto questa grava solo e sempre su chi le tasse e le imposte le ha sempre pagate, in particolare i lavoratori dipendenti e i pensionati, ma non soltanto, perché anche nel lavoro autonomo c'è tanta onestà distribuita dal nord al sud del Paese. Noi - sempre secondo questa traduzione - prendiamo voti da chi evade e non siamo mica fessi nel voler mettere a repentaglio questo consenso infierendo e ripristinando norme che avevano dato filo da torcere agli evasori. Mi riferisco - lei lo sa, lo dico nel testo della mia interpellanza - ai provvedimenti assunti dal Governo Prodi nel 2007.
Un'altra traduzione è la seguente: se gli italiani onesti vogliono continuare a pagare anche per i furbi facciano loro, tanto peggio per loro, perché tanto poi noi li tranquillizzeremo con una serie di programmi televisivi che rendono meno pesante ciò che avviene nel Paese (mi riferisco naturalmente al fatto che si addormentano le menti e i cuori qualche volta).
Eppure, invece, l'evasione è ripartita, e a dirlo siete proprio voi con la vostra relazione unificata sull'economia e la finanza pubblica presentata solo nel mese di aprile, quando sappiamo che i tempi previsti almeno dai Regolamenti sono fissati a fine marzo (ma non è questo il problema).
In quella relazione dite che nel 2009 la pressione fiscale raggiungerà il 43,5 per cento. Evidentemente, se fate previsioni di questa natura, è perché avete degli strumenti in mano per quantificarle. Lo ripeto: si tratta del 43,5.
Proviamo a vedere indietro, negli anni recenti, quando è stata raggiunta o anche superata quella soglia: soltanto nel 1997, quando per entrare in Europa, cioè nell'area euro, il primo Governo Prodi fu costretto a introdurre la famigerata (e tanto contestata dal centrodestra di allora) eurotassa che sarebbe servita ed è servita Pag. 3a ridurre dello 0,6 per cento quella parte eccessiva ed eccedente di disavanzo al fine di superare l'esame che si sarebbe fatto nella primavera del 1998 per essere ammessi alla zona euro.
L'Italia fu promossa. Sì, noi il 1o maggio del 1998 fummo promossi. E mi ricordo - e credo lo ricorderà anche lei, sottosegretario Vegas - che un grande Cancelliere della Repubblica tedesca ebbe a dire proprio in quegli anni, in quei mesi e negli stessi giorni, incontrando l'allora Presidente del Consiglio Prodi e l'allora Ministro del tesoro (poi diventato Presidente della Repubblica) Carlo Azeglio Ciampi: io di voi mi fido, mi fido perché siete persone serie e gli impegni che assumete a livello internazionale ed europeo li mantenete.
Aveva ragione. L'eurotassa fu restituita - come lei ben sa - nella misura del 60 per cento non più tardi di due anni dopo (nel 1999).
Ora, invece, mi chiedo: qual è la ragione - nobile? - di tale aumento della pressione fiscale? Ha un obiettivo precostituito, prefissato? O è soltanto il frutto di un Governo che non sa governare l'economia e la finanza, che naviga a vista e che guarda agli interessi propri - me lo permetta - di un gruppo di cittadini, numericamente anche robusto, una sorta di genia di persone che ne approfittano, che esportano valuta illegale e che pagano tangenti e si fanno pagare tangenti?
Rispetto al 2008 l'aumento della pressione fiscale - siete sempre voi a dirlo - è di 0,7 punti percentuali del prodotto interno lordo, addirittura maggiore rispetto alle previsioni che non più tardi di qualche mese fa avete inviato a Bruxelles con il programma di stabilità nel quale l'avevate prevista al 43,3 per cento. Lei mi dirà che una differenza pari a 0,2 è una cifra insignificante: per una pressione fiscale già alta, come vede, non sono quisquilie.
Questo aumento fa pendant con l'altro: le minori entrate. Le entrate tributarie - siete sempre voi a dirlo - segnano una diminuzione di 5 miliardi nel primo trimestre, pari a tre decimi di punto di prodotto interno lordo.
La Banca d'Italia, nel bollettino economico di aprile 2009, segnala che nei primi tre mesi del 2009 le entrate tributarie sono diminuite del 5,4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2008 e, più precisamente - attenzione! - le imposte dirette sono scese del 3,9 per cento (1,8 miliardi) e le imposte indirette del 7,2 per cento (2,8 miliardi). Dove si sono verificate tali diminuzioni? Soprattutto nell'IVA.
Vi è stata una caduta verticale di incassi IVA o, se preferisce, di pagamenti IVA e non è vero - siete sempre voi a dirlo - che è solo frutto della recessione, della crisi. È, in parte anche corposa, dovuta a questa. Non me lo nascondo, non sono così orbo da non vedere. Ma non è tutto lì. È, infatti, la stessa Banca d'Italia a dirlo che il differenziale della caduta delle entrate complessive tributarie e, in particolare, quello delle imposte indirette è superiore.
La nota informativa 2009-2011 sugli andamenti di finanza pubblica che voi avete presentato il 6 febbraio 2009 porta a concludere che per il periodo 2009-2011 la perdita di gettito va molto oltre gli effetti dovuti alla recessione. Questa è la conferma di quanto abbiamo appena detto. In valore assoluto lo scarto tra il gettito potenziale e il gettito previsto dal Ministero dell'economia e delle finanze è pari a quasi un punto percentuale di PIL.
In altri termini - ho già ricordato nella seduta di ieri le cifre che sto per indicare, signor Presidente, ma oggi le voglio comunicare con assoluta precisione - il Ministero dell'economia e delle finanze «sconta» sulle sole imposte indirette un ampliamento dell'evasione e dell'elusione fiscale di 13 miliardi di euro (25-26 mila miliardi di vecchie lire) nel 2008; 16 miliardi nel 2009; 14 miliardi nel 2010 e quasi 16 miliardi nel 2011. La somma di queste quattro cifre ammonta a 69 miliardi di euro.
Se le cose continueranno ad andare così - questa è la ragione dell'interpellanza - che cosa avete in mente di fare Pag. 4per evitare che ciò accada? Infatti questa enorme cifra - circa 70 miliardi di euro (di nuovo, per ricordarlo, 140 mila miliardi di vecchie lire) corrispondenti circa alla manovra di due, tre, quattro leggi finanziarie, vanno ad aggiungersi alla già altissima evasione fiscale presente in questo nostro Paese, che è stata quantificata dal Governo precedente e mai smentita dal Governo attuale, ma poi ripetuta in più occasioni da organismi vari, da Confindustria alla Banca d'Italia, dall'Agenzia delle entrate all'Associazione artigiani e piccole imprese di Mestre, e che ha raggiunto livelli annui intollerabili.
Nelle fonti che ho citato si parla di un minimo di 115 miliardi di euro di evasione annui, fino ad arrivare a chi si spinge ben inoltre. A questi andiamo ad aggiungere i 69 prossimi venturi. Ma dove vogliamo andare? Se non ci fermiamo in tempo utile, vogliamo davvero di nuovo far sì che siano sempre gli stessi fessi (mi riferisco ai cittadini onesti) a pagare?
Attendo da lei, sottosegretario Vegas - che so essere sensibile a questi problemi, ma purtroppo spesso e volentieri è condizionato da chi sta sopra di lei - risposte vere e concrete.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Giuseppe Vegas, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, innanzitutto vorrei rassicurare l'onorevole Cambursano di non essere assolutamente condizionato da nessuno...

RENATO CAMBURSANO. Spero!

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. ...se non dalla coscienza di ciascuno e da quel poco di conoscenza di cui ciascuno dispone.
Per quanto riguarda la proposta di rinvio della risposta odierna, tengo a precisare che ciò dipende non da fatti extraistituzionali, ma dal fatto che al Senato vi è qualche problema con un decreto-legge in esame; pertanto vi era un'attività parlamentare a cui occorreva in qualche modo corrispondere insieme ad altri colleghi.
Detto ciò, onorevole Cambursano, credo che così come è affrontato nell'interpellanza urgente in esame il problema dell'evasione non sia posto nei termini reali. Innanzitutto perché la rimozione di alcune norme del precedente Governo da parte dell'attuale Governo dipende non da una presunta volontà favorevole all'evasione - ci mancherebbe: poi citerò qualche dato - ma semplicemente dalla necessità di ridurre qualche vessazione che ostacolava l'attività economica. Sappiamo che in questa fase economica è indispensabile cercare il più possibile di far ripartire e di creare un contrasto rispetto all'andamento stagnante dell'economia. Quindi, alcune norme che erano state introdotte in realtà non avevano effetti antielusivi; avevano semplicemente effetti di ostacolo all'attività economica, tant'è vero, onorevole Cambursano, che le semplificazioni introdotte hanno avuto qualche effetto, tant'è vero, inoltre, che le misure di contrasto all'evasione fiscale sono state anche ulteriormente definite nel decreto-legge n. 112 del 2008, che ha migliorato l'attività di controllo e di accertamento, tant'è vero che dagli interventi realizzati al dipartimento delle finanze si stima che nel triennio 2009-2011 possano entrare come recupero di entrate al bilancio dello Stato circa 7,5 miliardi di euro, che è una cifra superiore rispetto alla media negli anni precedenti. Quindi, se fosse vero che sono state adottate misure più favorevoli all'evasione fiscale questi dati non sarebbero realisticamente ottenibili dall'attività di accertamento e di contrasto all'evasione.
In realtà, l'attuale Governo ha cercato di sfoltire alcune inutili vessazioni, concentrando un'attività seria di contrasto all'evasione che sta dando buoni frutti. Quindi, credo che sia esattamente il contrario rispetto a quanto lei stigmatizza nella sua interpellanza urgente in esame.
Peraltro, gli uffici dell'Agenzia delle entrate sono impegnati a consolidare e rafforzare l'azione di contrasto all'evasione Pag. 5per recuperare imponibili non dichiarati e imposte dovute non versate, a bloccare frodi soprattutto in campo IVA nazionale, comunitario e internazionale e a consentire così indirettamente una corretta ripartizione del carico fiscale, secondo principi costituzionali che nessun Governo in questo Paese ha mai inteso voler trascurare.
In particolare, l'Agenzia delle entrate ha rappresentato che nella circolare n. 13 del 9 aprile 2009 sono contenuti indirizzi operativi per lo sviluppo dell'attività di prevenzione e contrasto all'evasione, emanati in attuazione delle linee generali e degli obiettivi contenuti nell'atto di indirizzo del Ministero dell'economia e delle finanze per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale per il triennio 2009-2011. Le strategie di azione dell'Agenzia delle entrate in materia di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale sono volte all'intensificazione di questa azione di contrasto, qualificata da controlli mirati sulle diverse macrotipologie di contribuenti.
L'azione si caratterizza, inoltre, per l'adozione di metodologie di intervento differenziate per ciascuna macrotipologia, coerenti con altrettanti distinti sistemi di analisi e valutazione del rischio di evasione o elusione che tengono altresì conto delle peculiarità che connotano ciascuna realtà territoriale ed economica.
Per quanto concerne, in particolare, l'andamento delle entrate tributarie nei primi tre mesi del 2009 rilevato nel Bollettino economico della Banca d'Italia, questo istituto ha fatto presente che tale andamento segnalava uno scollamento tra il gettito tributario e le dinamiche stimate in quel momento delle variabili di contabilità nazionale con cui si approssimano le principali basi imponibili.
A questo proposito bisogna tenere presente che la variazione del rapporto tra pressione fiscale e prodotto interno lordo dipende, essendo un rapporto, certamente dal calo in valore assoluto delle entrate, che è sostanzialmente riconducibile alla diminuzione dell'attività economica (poi mi soffermerò sulla questione IVA), ma anche dal fatto che, diminuendo il PIL, varia il denominatore e, quindi, cambia quel rapporto. È quindi ovvio che la pressione fiscale aumentata si riferisce al fatto che è variata l'attività economica. Se l'attività economica fosse proseguita pressoché normalmente avremmo un rapporto più favorevole e quindi la dimostrazione che, a diminuzione di spesa pubblica, diminuisce anche la pressione fiscale.
In realtà la diminuzione deriva, come è ricavabile sia dagli ultimi dati del Bollettino della Banca d'Italia, sia dalle stime fatte dall'Agenzia delle entrate e dal relativo dipartimento, principalmente dalla diminuzione del gettito dell'imposta sulle società e dell'imposta sul valore aggiunto. Se si guardano i dati relativi al primo trimestre di quest'anno - che, tra l'altro, sono difformi, perché i primi due mesi danno un segnale fortemente negativo e nel terzo mese, pur restando la negatività, c'è un certo livello di recupero, il che ci fa ben sperare rispetto anche all'andamento della crisi - riferiti all'IVA (che ovviamente sono quelli che segnano con maggiore immediatezza il rapporto tra tassazione ed attività economica) notiamo che sostanzialmente il calo è minore rispetto al prevedibile e che, tenendo conto del raffronto tra il terzo mese di quest'anno e il corrispondente periodo dell'anno precedente, deriva sostanzialmente dall'andamento dei mercati finanziari ed anche dall'andamento dei beni energetici (principalmente il petrolio: infatti, il prezzo del petrolio l'anno scorso era molto superiore rispetto a quest'anno e quindi l'entrata sotto forma di IVA non poteva che variare). L'andamento dipende dai mercati e principalmente dal prezzo del petrolio, e quindi non c'è nessuna connessione, a mio sommesso avviso, tra una minore attività di lotta all'evasione e gli effetti sulle entrate fiscali.
Tra l'altro, nel supplemento al Bollettino statistico della Banca d'Italia, che è stato diffuso il 13 maggio scorso, è rivista la dinamica del gettito delle entrate tributarie anche con riferimento a una rettifica Pag. 6contabile relativa al 2008 che è stata rivista con un segno negativo, passando dal 5,4 al 4,8 per cento.
Quindi, anche sotto questo profilo, l'andamento delle entrate è certamente preoccupante per l'attività economica, ma non sicuramente per una diminuita azione di contrasto all'evasione, che anzi si è andata razionalizzando in modo da renderla incisiva nei confronti dei contribuenti disonesti ma conferendo al fisco un approccio più amichevole nei confronti della generalità dei contribuenti (infatti, con un approccio troppo scostante forse anche i contribuenti sono indotti ad attuare comportamenti che non sono condivisibili).
D'altronde, onorevole Cambursano, anche la revisione degli studi di settore che viene attuata in questo periodo è proprio finalizzata a rendere il rapporto tra il fisco e il contribuente più adatto anche all'attuale situazione economica, e quindi a disincentivare eventuali comportamenti elusivi od evasivi che non possono essere condivisi, né tanto meno favoriti, dal Governo, il quale non ha assolutamente intenzione di farlo.

PRESIDENTE. L'onorevole Cambursano ha facoltà di replicare.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, intanto bisogna capirci sulle cose che diciamo, se utilizziamo lo stesso linguaggio. Io stesso ho affermato che la recessione e altri eventi e fenomeni successi nel corso di questo anno (non solare, ma di governo) hanno inciso, ma a dire che non è tutto dovuto al differenziale non sono io, ma lo stesso Ministero. Poi vorrei anche che, quando si parla di recessione che rallenta, ci capissimo una volta per tutte. È vero, speriamo che sia per davvero così, ma è un po' come quando c'è una discesa: magari è meno ripida, ma sempre discesa è, per cui alla fine dell'esercizio, quindi al 31 dicembre 2009, a queste condizioni non sappiamo dove andremo a fermarci, se riprenderemo oppure no.
Quindi, il messaggio principale che volevo dare a quest'Aula, che è vuota, e al Governo, che è qui ed è ben rappresentato, è che è ora di finirla che a pagare siano sempre gli stessi. A dirlo non è Renato Cambursano, non è un eversivo di sinistra (non lo sono mai stato), ma il Governatore della Banca d'Italia, Draghi, quando afferma che la pressione fiscale, su quelli che pagano nella vasta categoria di persone, di enti e di società che scontano anche per quelli che non pagano, schizza al 51,8 per cento. Ma vi rendete conto? Nove punti percentuali in più di pressione fiscale che gli onesti debbono pagare perché gli altri non pagano! E lei mi dice che avete smontato con delle semplificazioni - o con la rimozione di vessazioni - provvedimenti che non davano gli effetti sperati. Non è così!
Lei ha citato maggiori entrate dalla lotta all'evasione pari a 7,5 miliardi. Sottosegretario Vegas, solo nel 2006 e 2007 (mi consenta di proiettarlo anche sul 2008, dal momento che i risultati arrivano a scivolamento almeno su una parte di tale anno) quella lotta e quelle vessazioni, da voi definite tali, hanno portato nelle casse dell'erario 23 miliardi in più. Con il decreto-legge n. 112 del 2008 avete provveduto a smantellarli. Vogliamo ricordarne solo i titoli? Eliminazione dell'elenco dei clienti fornitori, della tracciabilità dei compensi nell'anagrafe dei conti correnti bancari, dell'obbligo di allegare alla dichiarazione IVA gli elenchi dei clienti fornitori, delle limitazioni dell'utilizzo di contanti e assegni, della tracciabilità dei pagamenti, dell'obbligo di tenuta da parte dei professionisti di conti correnti dedicati, dell'obbligo di comunicazione preventiva per compensare i crediti di imposta superiori a 10 mila euro.
Onorevole Vegas, le cito un caso personale: da contribuente stupido, da cittadino stupido, avendo provveduto a ristrutturare la casa paterna, ho ricevuto la proposta di pagamento in nero e sono stato sollecitato in questo senso. Non ho sentito quella campana. Glielo assicuro, sto parlando di una vasta gamma di operatori, persone perbene e altri che ci Pag. 7provano. Occorre considerare che c'è anche una cattiva educazione, che deriva da una serie di provvedimenti, dal momento che prima o poi arriva sicuramente un Governo che cancella e che ci è più amico, arriva sempre un condono o magari uno scudo, come quello del rientro dei capitali esportati clandestinamente all'estero. Ma dove vogliamo andare? Far sempre pagare questi signori? Che me ne dice, signor sottosegretario Vegas, della mancata restituzione del fiscal drag? Nella mia interpellanza si parlava anche di questo, e risposte in merito non ce ne sono state.
Sa quanto devono recuperare i lavoratori dalla mancata attivazione del recupero del fiscal drag? 3,7 miliardi, quando glieli diamo questi soldi? Soprattutto alla luce delle cose che sono state pubblicate, non più tardi di due giorni fa, sul mancato recupero degli emolumenti, dei salari e degli stipendi dei lavoratori dipendenti. Mentre invece sappiamo quale diverso trattamento hanno subito le rendite finanziarie.
Occorre davvero, sottosegretario Vegas, che si cambi registro, perché altrimenti quella forbice che era già ampia, ma che si sta allargando, tra chi faticava e adesso sta cadendo nella povertà e chi ne aveva di più e sta guadagnando sempre di più, nonostante la crisi o forse anche grazie ad essa, arriverà prima o poi al redde rationem, che qualcuno teme. Io per primo l'ho detto in quest'Aula, credo fosse giugno o luglio 2008: attenzione che le vere paure sono quelle dell'insicurezza sociale, perché potrebbero portare nel prossimo autunno a mobilitazioni di piazza e sappiamo cosa vogliono dire e quali conseguenze possono avere. Ma sa perché questo accade? - e chiudo davvero - perché chi non ha da mangiare per i suoi figli o per la sua signora resiste un po', magari va a bussare al vecchio genitore, vergognandosi; ma poi, quando anche quella fonte di finanziamento si azzera, - non lo giustificheremo mai, ma come si fa a campare? - temo che tutti gli strumenti possano diventare utili alla bisogna.

(Problematiche conseguenti alla costituzione di una società consortile da parte del gruppo Intesa Sanpaolo, in relazione all'evoluzione della normativa comunitaria - n. 2-00386)

PRESIDENTE. L'onorevole Calgaro ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00386, concernente problematiche conseguenti alla costituzione di una società consortile da parte del gruppo Intesa Sanpaolo, in relazione all'evoluzione della normativa comunitaria (Vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti).

MARCO CALGARO. Signor Presidente, vorrei in primo luogo fare un breve cenno, non polemico, al rifiuto della richiesta di rinvio dell'interpellanza. Sono stato avvertito ieri del fatto che la risposta alla mia interpellanza sarebbe stata fornita questa mattina ed ho rinviato una serie di impegni che avevo a Torino. Alle venti sono stato contattato per la richiesta di rinvio dell'interpellanza, senza una motivazione o spiegazione particolare. In passato, ho fatto il vicesindaco di Torino - per carità un incarico di ben minore importanza rispetto al suo - però quando mi trovavo a dover rinviare la risposta a qualche interpellanza o a qualche interrogazione all'ultimo secondo, in genere mi facevo carico di telefonare personalmente a colui che attendeva una risposta da me, per spiegargli le mie motivazioni e in genere ricevevo un assenso alla richiesta di rinvio. Secondo me anche le forme hanno un loro significato ed una loro importanza.
Ringrazio molto il sottosegretario di essere presente qui oggi, capisco che possa aver fatto un sacrificio.
Passando al merito dell'interpellanza, il gruppo Intesa Sanpaolo, in data 23 marzo 2009, ha costituito una società consortile denominata Intesa Sanpaolo group service per superare la soppressione avvenuta con la legge finanziaria per il 2008, quindi a partire dal primo gennaio 2009, della Pag. 8precedente esenzione IVA sui servizi finanziari all'interno di gruppi bancari e assicurativi. Tale agevolazione tuttavia è stata ripristinata per le attività di consorzi e società consortili a favore dei consorziati. A questo proposito, la conferenza di Bruxelles, tenutasi il giorno 11 maggio 2006, ha proposto di modificare la direttiva 2006/112/CE per obbligare gli Stati membri a esentare, entro il 31 dicembre 2009, le prestazioni di servizi finanziari all'interno di gruppi bancari e assicurativi.
Purtroppo, i tempi di recepimento della suddetta proposta non saranno magari brevissimi e richiederanno alcuni mesi.
Quindi, secondo la normativa vigente, in attesa di un adeguamento del trattamento tributario a livello comunitario, la gestione dei servizi di cui si parla attraverso lo strumento del consorzio o della società consortile si ritiene adatta al perseguito scopo di economicità imprenditoriale, dunque su questo non c'è nulla da dire. Tuttavia, le aziende che attualmente prestano i servizi accessori (compresi, quindi, i lavoratori che ne fanno parte) verrebbero cedute al costituendo consorzio o società consortile e dal gruppo Intesa Sanpaolo non sono state fornite spiegazioni in merito alla mancata scelta delle possibili alternative a questa operazione, ossia alla cessione d'azienda prospettata, che potrebbero essere il distacco di personale o l'affitto di un ramo d'azienda. La prima alternativa, fra l'altro, è prevista dall'articolo 16 del contratto nazionale del credito, rinnovato in data 8 dicembre 2007.
In pochi giorni è stata firmata una petizione che suggeriva di accedere a una delle due eventuali alternative che ha raccolto oltre 8 mila adesioni di lavoratori del gruppo. Queste due alternative potrebbero ritenersi più adatte alla situazione di provvisorietà della norma fiscale in vigore, vista la previsione di temporaneità dell'obbligo di conferimento dei servizi al costituendo consorzio o società consortile per l'ottenimento dell'esenzione dell'IVA. Quindi, tali alternative si ritengono forse più confacenti alla tutela dei lavoratori coinvolti nell'operazione di riorganizzazione aziendale.
Per tali motivi, gli interpellanti chiedono quale sia lo stato dell'iter di approvazione della sopra citata modifica della direttiva CE, che risolverebbe a monte il problema; quali siano i tempi previsti di attuazione della suddetta direttiva, che una volta applicata non giustificherebbe la prosecuzione della società consortile Intesa Sanpaolo group services; di quali ulteriori elementi disponga il Governo in merito a quanto segnalato in premessa.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Giuseppe Vegas, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, onorevole Calgaro, per quanto riguarda lo stato dell'iter di approvazione delle modifiche della direttiva 2006/112/CE e i relativi tempi di attuazione, faccio presente che gli uffici dell'amministrazione finanziaria hanno osservato che la previgente disciplina esentativa, applicabile ai fini IVA a favore delle prestazioni infragruppo di servizi aventi carattere ausiliario, bancario, assicurativo, erogati nell'ambito di gruppi bancari e assicurativi è stata abrogata, come è noto, per effetto delle previsioni introdotte dalla legge n. 244 del 2007 (legge finanziaria per il 2008).
L'articolo 1, comma 262, di tale legge ha più precisamente abrogato la disciplina esentativa contenuta nell'articolo 6, commi da 1 a 3-bis, della legge n. 133 del 1999; la decorrenza di quella abrogazione, inizialmente prevista al 1o luglio 2008, è stata successivamente differita al 1o gennaio 2009 per effetto dell'articolo 82, comma 16, del decreto-legge n. 112 del 2008. Parallelamente a questo intervento normativo è stato introdotta ad opera della medesima legge finanziaria per il 2008 una specifica previsione esentativa a favore dei servizi prestati da consorzi o società consortili nei confronti dei propri consorziati o soci (articolo 10, comma 2, del decreto Pag. 9del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, così come modificato dall'articolo 1, comma 261, della legge n. 244 del 2007). Ciò per evitare aggravi dovuti all'indetraibilità dell'imposta relativa ai servizi esternalizzati verso strutture collegate.
La previsione da ultimo menzionata stabilisce, più precisamente, che «sono altresì esenti dall'imposta le prestazioni di servizi effettuate nei confronti dei consorziati o soci da consorzi, ivi comprese le società consortili e le società cooperative con funzioni consortili, costituiti tra soggetti per i quali, nel triennio solare precedente, la percentuale di detrazione di cui all'articolo 19-bis (...) sia stata non superiore al 10 dieci per cento, a condizione che i corrispettivi dovuti dai consorziati o soci ai predetti consorzi di società non superi i costi imputabili alle prestazioni stesse». La decorrenza di tale ultima disposizione è stata prevista a far data dal 1o luglio 2008, in base alla legge finanziaria per il 2008.
Gli interventi normativi illustrati si sono resi necessari per garantire la conformità dell'ordinamento nazionale a quello comunitario, atteso che la previsione esentativa riferita alle operazioni infragruppo recata all'articolo 6, comma 1, lettera a, della legge n. 133 del 1999, non trovava piena rispondenza con le ipotesi di esenzione IVA previste nella direttiva 2006/112/CE.
La nuova disciplina è stata oggetto d'interpretazione da parte dell'Agenzia delle entrate, la quale con circolare n. 23 dell'8 maggio 2009 ha chiarito che il secondo comma dell'articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 (poi modificato) stabilisce testualmente: «a differenza di quanto previsto dalle legge n. 133 del 1999, non interessa le operazioni infragruppo, ma ricalcando l'articolo 132 della direttiva 2006/112/CE circoscrive l'ambito di esenzione alle prestazioni rese da particolari strutture associative». In proposito, il gruppo Intesa Sanpaolo ha costituito un gruppo consortile secondo i dettami previsti da questa normativa.
Con riferimento agli sviluppi della normativa comunitaria, faccio presente che in data 28 novembre 2006 la Commissione dell'Unione europea ha presentato una proposta di direttiva 2007/747/CE concernente la modifica della direttiva 2006/112/CE per quanto attiene al trattamento ai fini IVA dei servizi finanziari e assicurativi. Tale proposta di direttiva è stata successivamente ripresentata con taluni aggiornamenti in data 20 febbraio 2008. Il principale obiettivo della proposta è quello di ridurre per gli operatori del settore finanziario e assicurativo il costo dell'IVA indetraibile dovuta all'esercizio di attività prevalentemente esenti.
Per il conseguimento di tale obiettivo sono previste due misure. La prima è l'adempimento dell'opzione per la tassazione ai servizi finanziari e assicurativi esenti prevista dall'articolo 137, paragrafo 1, lettera a) della direttiva IVA, mediante il trasferimento del diritto di opzione dagli Stati membri agli operatori, attraverso l'inserimento di un nuovo articolo 137-bis nel corpus della menzionata direttiva. La seconda è l'introduzione di un meccanismo di condivisione dei costi che consenta agli operatori del settore di effettuare in comune gli investimenti e di ridistribuire i costi di tali investimenti in esenzione IVA attraverso l'insediamento di un nuovo articolo 137-ter.
In particolare, l'articolo 137-ter della proposta di direttiva stabilisce che un gruppo di soggetti passivi, ad esempio un consorzio, renda servizi esenti ai suoi membri alle seguenti condizioni: il gruppo e i suoi membri sono stabili e residenti nella Comunità; il gruppo esercita un'attività autonoma e agisce come soggetto indipendente nei confronti dei suoi membri; i membri prestano servizi finanziari e assicurativi esenti ai sensi dell'articolo 135 della direttiva IVA; i costi dei servizi resi dal gruppo sono distribuiti tra i suoi membri e non contengono un profitto; le prestazioni sono rese dal gruppo soltanto ai suoi membri e sono necessarie per questi ultimi alla fornitura di servizi finanziari e assicurativi esenti. Le predette misure possono coesistere in quanto, ai Pag. 10sensi dell'articolo 137-ter della proposta di direttiva, può beneficiare del centro di condivisione dei costi anche un soggetto che svolga solo parzialmente attività esente e che abbia optato, ai sensi dell'articolo 137-bis per la tassazione di taluni servizi.
Gli uffici dell'amministrazione finanziaria hanno fatto presente che la proposta è attualmente in fase discussione in seno al gruppo questioni fiscali del Consiglio dell'Unione europea, il quale l'ha esaminata in dettaglio senza convenire ad un orientamento unanime in ragione di alcune incertezze sulle modalità applicative. Fermo restando l'interesse del Consiglio alla prosecuzione dei lavoro tecnici sulla proposta per ulteriori approfondimenti, non sussiste al momento una chiara intenzione al raggiungimento di un compromesso sulla proposta nel breve e medio termine. Al termine della discussione in sede tecnica, tale proposta normativa dovrà passare al vaglio del Comitato dei rappresentanti permanenti presso il Consiglio dell'Unione europea e da ultimo all'esame del Consiglio stesso. Solo al termine dell'iter di approvazione previsto potrà essere recepita all'interno dell'ordinamento nazionale.

PRESIDENTE. L'onorevole Calgaro ha facoltà di replicare.

MARCO CALGARO. Signor Presidente, essendo la mia una domanda sostanzialmente tecnica, ritengo di aver avuto una risposta soddisfacente. Naturalmente, invito il Governo, per quanto è in suo potere, a velocizzare il più possibile il disbrigo di tutte le procedure a livello europeo, che mi rendo conto non dipendono direttamente dal Governo italiano e non prevedono una durata così breve nel tempo.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di un disegno di legge.

PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della prossima seduta l'assegnazione, in sede legislativa, del seguente disegno di legge, del quale la sotto indicata Commissione permanente, cui era stato assegnato in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che propongo alla Camera a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:

alla I Commissione (Affari costituzionali):

S. 1107 - «Modifica della legge 5 ottobre 1993, n. 409, di approvazione dell'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e la Tavola valdese, in attuazione dell'articolo 8, terzo comma, della Costituzione» (Approvato dalla 1a Commissione permanente del Senato) (2321).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 26 maggio 2009, alle 12:

1. - Discussione dei disegni di legge (per la discussione sulle linee generali):
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla Forza multinazionale di pace per l'Europa Sud-orientale, con cinque annessi, firmato a Skopje il 26 settembre 1998, del Protocollo aggiuntivo firmato ad Atene il 12 gennaio 1999, del secondo Protocollo aggiuntivo, con annessi, firmato a Bucarest il 30 novembre 1999, del terzo Pag. 11Protocollo aggiuntivo firmato ad Atene il 21 giugno 2000, del quarto Protocollo aggiuntivo, con allegati, firmato a Roma l'11 dicembre 2002 (2259).
Relatore: Renato Farina.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno dell'Arabia Saudita nel campo della difesa, firmato a Roma il 6 novembre 2007 (2384-A).
Relatore: Barbi.

(ore 14).

2. - Assegnazione a Commissione in sede legislativa del disegno di legge n. 2321.

3. - Seguito della discussione delle mozioni Franceschini ed altri n. 1-00161, Iannaccone ed altri n. 1-00168, Vietti ed altri n. 1-00170, Cicchitto, Cota ed altri n. 1-00171 e Di Giuseppe ed altri n. 1-00172 concernenti iniziative volte a favorire l'inserimento dei giovani del Mezzogiorno nel mercato del lavoro.

4. - Seguito della discussione delle mozioni Mancuso ed altri n. 1-00136, Farina Coscioni ed altri n. 1-00133, Livia Turco ed altri n. 1-00166, Nunzio Francesco Testa ed altri 1-00167 e Palagiano ed altri n. 1-00173 concernenti iniziative per la prevenzione e la cura dell'AIDS.

5. - Seguito della discussione delle mozioni Franceschini ed altri n. 1-00165, Vietti ed altri n. 1-00178, Cota ed altri n. 1-00179, Cicchitto, Iannaccone ed altri n. 1-00180 e Borghesi ed altri n. 1-00181 concernenti iniziative a sostegno del settore manifatturiero.

6. - Seguito della discussione dei disegni di legge:
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla Forza multinazionale di pace per l'Europa Sud-orientale, con cinque annessi, firmato a Skopje il 26 settembre 1998, del Protocollo aggiuntivo firmato ad Atene il 12 gennaio 1999, del secondo Protocollo aggiuntivo, con annessi, firmato a Bucarest il 30 novembre 1999, del terzo Protocollo aggiuntivo firmato ad Atene il 21 giugno 2000, del quarto Protocollo aggiuntivo, con allegati, firmato a Roma l'11 dicembre 2002 (2259).
Relatore: Renato Farina.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno dell'Arabia Saudita nel campo della difesa, firmato a Roma il 6 novembre 2007 (2384-A).
Relatore: Barbi.

7. - Discussione di un documento in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione:
Applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti di Francesco Caruso, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-quater, n. 12).
Relatore: Maurizio Turco.

8. - Seguito della discussione delle mozioni Cota ed altri n. 1-00076 e Evangelisti ed altri n. 1-00169 concernenti una moratoria per la costruzione di nuove moschee e centri culturali islamici.

Pag. 12

DISEGNO DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA

alla I Commissione (Affari costituzionali):
S. 1107 - «Modifica della legge 5 ottobre 1993, n. 409, di approvazione dell'intesa tra il Governo della Repubblica italiana e la Tavola valdese, in attuazione dell'articolo 8, terzo comma, della Costituzione» (approvato dalla 1a Commissione permanente del Senato) (2321).

La seduta termina alle 10,55.