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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 180 di mercoledì 20 maggio 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 10,05.

RENZO LUSETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Aprea, Brancher, Bratti, Brugger, Cicchitto, Colucci, Coscia, Evangelisti, Gregorio Fontana, Frassinetti, Goisis, Granata, Mazzarella, Milanato, Mura, Mussolini, Pecorella, Ronchi, Rugghia, Soro, Valducci, Vito e Zazzera sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1078 - Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2008 (Approvato dal Senato) (2320-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2008.
Avverto che la Commissione bilancio non ha ancora espresso il prescritto parere sugli emendamenti presentati dalla Commissione politiche dell'Unione europea.
In proposito, ha chiesto di intervenire l'onorevole Giancarlo Giorgetti, presidente della Commissione bilancio. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, su alcuni emendamenti che sono stati ripresentati e riformulati dal Comitato dei nove questa mattina la Commissione non ha potuto riunirsi in quanto non c'era ancora la disponibilità da parte del Governo.
Ora lascio alla sua discrezione se proseguire i lavori su altri punti già istruiti dalla Commissione bilancio, oppure sospendere i lavori in attesa che formuliamo il parere su tutti gli emendamenti presentati.

PRESIDENTE. Onorevole Giancarlo Giorgetti, ritiene sufficiente per la Commissione il tempo eventuale di 20 minuti?

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, per quanto riguarda la Commissione il tempo di mezz'ora può essere congruo. Naturalmente, è subordinato alla presenza del rappresentante del Governo.

PRESIDENTE. La sua risposta mi sembra chiara.
Chiedo al relatore come intenda procedere.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, potremmo proseguire da dove ci siamo Pag. 2fermati ieri sera, cioè dall'articolo 39-quater, e andare avanti perlomeno fino agli articoli aggiuntivi Garavini 46.01 e Garavini 46.02, sui quali la Commissione bilancio, in un caso, ha chiesto una riformulazione, mentre sull'altro ha espresso parere favorevole.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, a me sembra paradossale che, avendo interrotto i nostri lavori ieri sera alle 18,30 per consentire alla Commissione bilancio di esprimere i pareri, con l'ausilio del Governo, relativamente a tutti gli emendamenti che erano stati accantonati e agli articoli eventualmente riformulati che avessero presentato la necessità di un nuovo parere e di una relazione tecnica adeguata da parte del Governo o di un adeguamento alle nuove condizioni che il provvedimento presentava, oggi, alle 10, avendo anche acconsentito a iniziare la seduta con un'ora di ritardo rispetto a quanto previsto, ci troviamo di fronte ad una proposta che, secondo me, è poco praticabile.
Non possiamo chiedere all'Aula di lavorare a singhiozzo, aspettando che, di volta in volta, un ministero comunichi al Governo l'eventuale disponibilità ad assumere emendamenti e poi costringa, all'interno del Governo, il competente Ministero dell'economia e delle finanze a formulare il parere che poi deve essere recepito dalla Commissione bilancio.
La stessa Commissione bilancio credo non possa lavorare a singhiozzo a seconda della disponibilità del Governo. Credo che sia meglio prendere atto del fatto che il Governo ha ancora bisogno di tempo e dare il tempo necessario al Governo e alla Commissione bilancio per lavorare razionalmente, in modo tale che l'Aula, quando riprende la seduta, avvii la sua discussione e le sue votazioni e le possa concludere e portare a termine con una certa razionalità, come si conviene ai lavori dell'Aula.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, mi associo anch'io alla richiesta del collega; tanto più che, a quanto risulta, il Governo non ha detto che non è in grado di rispondere, ma non si è proprio presentato in Commissione. Ciò rende la cosa un po' più grave, perché se si fosse presentato per dire che aveva bisogno di un'ora, di mezz'ora o di due ore, sarebbe stato più chiaro. Però il Governo proprio non si è presentato e ciò rende ancora più evidente la necessità di una sospensione abbastanza lunga dei nostri lavori, per permetterci di tornare in Aula con tutto ciò che è necessario per poter lavorare senza interruzioni.

PRESIDENTE. Siamo di fronte a due ipotesi: vorrei capire come sono orientati anche altri rappresentanti di gruppo, il presidente della Commissione o il relatore. Una è quella di procedere adesso (ovviamente dobbiamo comunque dare il preavviso per le votazioni con procedimento elettronico) per quanto riguarda gli articoli su cui sia la Commissione e il Comitato dei nove sia la Commissione bilancio hanno espresso il parere, e sui quali quindi si può andare avanti; l'altra ipotesi, proposta dall'onorevole Quartiani e condivisa dall'onorevole Borghesi, è quella di fare una sospensione più lunga: la decisione potrebbe essere nel senso di una sospensione fino alle ore 11, per permettere alla Commissione bilancio di lavorare, esprimendo tutti i pareri, ed avere continuità poi nel lavoro dell'Assemblea.

GIACOMO STUCCHI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, la situazione in effetti non è molto complessa: credo che si possa proseguire Pag. 3con gli emendamenti che già sono stati istruiti e che sono pronti per l'esame dell'Aula, e successivamente, quando vi sarà la possibilità di interloquire con il Governo (per un tempo breve, credo, perché comunque anche all'interno della Commissione si è creato un consenso sulle soluzioni emendative di mediazione proposte), si potrà effettuare tale sospensione, che permetterà di interrompere i nostri lavori per un lasso di tempo estremamente breve.
Sicuramente non possiamo permetterci di perdere ulteriore tempo questa mattina: il nostro invito quindi è quello di iniziare dagli emendamenti già predisposti, già pronti per l'analisi dell'Aula.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, mi richiamo all'articolo 8 del Regolamento, che le dà non solo la facoltà, ma anche l'onere di regolare i lavori della nostra Assemblea. La vorrei pregare di considerare lo stato dell'arte. Trovo davvero singolari le parole dell'onorevole Stucchi: sarebbe sufficiente che egli si guardasse intorno per rendersi conto del fatto che vi è una differenza fra l'apparenza e la realtà, fra le buone intenzioni e quel che si materializza qui dentro. Forse qualcuno più fortunato di noi già sapeva che le cose sarebbero andate in un determinato modo e se l'è presa un po' comoda: l'aula è completamente vuota.
Sarebbe forse utile che la maggioranza, il presidente della Commissione e il Governo provassero a ritenere che non sono i padroni di quest'Aula e dei tempi di ciascuno di noi, che vi è una programmazione e che vi sono condizioni minime di vivibilità del nostro lavoro che vanno rispettate anche per la dignità di ciascun parlamentare.
Ieri abbiamo interrotto i lavori alle 18,30 perché il relatore - che poi se ne è dimenticato per ricordarsene solo dopo che ciò era comparso nel resoconto stenografico - aveva chiesto una interruzione per esaminare nel Comitato dei nove gli emendamenti accantonati. Oggi, invece, il relatore e l'onorevole Stucchi annunciano che è tutto semplice; ma, signor Presidente, la storia di questo disegno di legge comunitaria non è stata semplice - anche se sulla carta lo sarebbe stata - per la semplice ragione che non so quanti dei primi articoli sono stati accantonati. Allora quale palla di vetro consente, ad esempio, all'onorevole Pini di escludere la possibilità che altri articoli possano essere accantonati nel prosieguo dei nostri lavori?
Dunque, nel rispetto della dignità dei deputati dell'opposizione, ma anche di quelli della maggioranza - e per questo la chiamo in causa con l'articolo 8, signor Presidente, in quanto lei ha la facoltà di decidere anche a prescindere dalle indicazioni dei gruppi e del presidente della Commissione -, per il buon andamento e per il buon ordine dei nostri lavori, mi sembra che la proposta dell'onorevole Quartiani sia la più sensata, poiché dà la possibilità al Governo di collaborare con la Commissione bilancio e non di boicottarla, e allo stesso tempo dà a tutti noi certezza sui nostri lavori, su quel che dobbiamo fare, e magari anche di quel che possiamo esaminare e modificare senza dover tornare in Commissione.
La pregherei dunque, anche di fronte allo scenario che ha di fronte ai suoi occhi, di prendere una decisione saggia, come sarà senz'altro in grado di fare.

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, dal momento che su questo provvedimento vi è un clima sereno e mi pare che i lavori della Commissione e del Comitato dei nove abbiano portato alla soluzione di gran parte dei nodi che restavano da sciogliere (fatte salve talune questioni delicate, che probabilmente affronteremo Pag. 4e che porteranno inevitabilmente singoli parlamentari ad esprimersi secondo coscienza), probabilmente è opportuna una sospensione un poco più lunga, anche fino alle ore 11, per consentire alla Commissione bilancio di esprimere tutti i pareri, per poi riprendere e procedere fino al termine della seduta antimeridiana con le votazioni di tutti gli emendamenti e per poi magari proseguire nel pomeriggio con le dichiarazioni di voto e il voto finale. Questa mi sembra la soluzione più ragionevole e quella che possa aiutare l'iter di questo provvedimento.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,19).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Credo a questo punto che, per il buon andamento dei lavori, sia opportuno sospendere la seduta per permettere alla Commissione bilancio di riunirsi per esprimere i pareri, in modo da poter poi avere continuità nel nostro lavoro.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 11.

La seduta, sospesa alle 10,20, è ripresa alle 11,05.

PRESIDENTE. Avverto che è giunta comunicazione da parte della Commissione bilancio e del suo presidente circa il fatto che i lavori della Commissione medesima sono ancora in corso e che si stanno elaborando i rispettivi pareri richiesti sugli emendamenti presentati dal Comitato dei nove e dalla Commissione per le politiche dell'Unione europea. Nel frattempo è in corso anche la riunione dei capigruppo e quindi ritengo opportuno sospendere ulteriormente la seduta, che riprenderà alle ore 11,30.

La seduta, sospesa alle 11,06, è ripresa alle 11,50.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

PRESIDENTE. La seduta è ripresa: gratias agimus Domino. Avverto che la Commissione ha presentato gli emendamenti 16.200, 22.201, 22.200, nonché la nuova formulazione dell'articolo aggiuntivo 22.0200, che sono in distribuzione. Avverto che prima della seduta sono stati ritirati dai presentatori gli emendamenti Consiglio 16.54, Damiano 38.21, 38.22, 38.23, 38.25, 38.26, 38.29, 38.12, 38.13, e Lulli 38.24, 38.27, 38.28, 38.30 e 38.14. Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere, contenente una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A). Al fine di recepire tale condizione la Commissione ha presentato il subemendamento 0.38.200.200. Avverto altresì che la I Commissione (Affari costituzionali) ha espresso l'ulteriore prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A). Ricordo che nella seduta di ieri sono stati accantonati gli articoli 6, 9, 16 e 38, unitamente agli emendamenti e articoli aggiuntivi agli stessi riferiti. Sono stati altresì accantonati l'emendamento Consiglio 22.54 e la votazione dell'articolo 22. Nella seduta di ieri sono stati da ultimo svolti gli interventi sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 39-quater. Dovremmo pertanto passare all'esame di tale articolo, a meno che il relatore non proponga di passare all'esame dell'articolo 6, che è il primo degli articoli accantonati nella seduta di ieri. Chiedo pertanto al relatore come intenda procedere.

Pag. 5

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, rimango dell'idea di riprendere l'esame dell'articolo 39-quater.

PRESIDENTE. Sta bene.

(Ripresa esame dell'articolo 39-quater - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 39-quater e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A). Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Gentiloni 39-quater.50.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Gentiloni 39-quater.50. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Meta. Ne ha facoltà.

MICHELE POMPEO META. Signor Presidente, a me spiace che in Aula non sia presente il sottosegretario Romani, che è l'autore della proposta di Governo che a noi sembra davvero l'ennesimo blitz. Di questa materia non si discute più in Parlamento da un anno, e il sottosegretario Romani sembra allergico a qualsiasi tipo di confronto. Noi siamo molto preoccupati perché questa proposta del Governo non solo è una provocazione ma rappresenta anche un maldestro tentativo di riproporre la situazione che riguardava la TV analogica e di trasferirla, pari, pari, nel digitale. È davvero una posizione senza precedenti che umilia il pluralismo. Il passaggio al digitale doveva essere l'occasione per liberare tante frequenze e per mettere in campo nuovi programmi e anche nuove offerte editoriali.
A me sembra che questa occasione sia davvero molto complessa e, inoltre, signor Presidente, ci preoccupa il ruolo regolatore del Governo in una materia così delicata soprattutto in una fase in cui, tempo fa, nel nostro Paese sono stati commissionati studi e ricerche al dottor Caio e tali studi e ricerche su temi delicatissimi giacciono da qualche mese sui tavoli del Consiglio dei Ministri e sono quasi secretate. Il Parlamento non conosce i contenuti di quello studio e di quelle osservazioni. In Inghilterra, per così dire, Caio fece un'altra operazione e quel Parlamento e quell'opinione pubblica fu coinvolta in una discussione davvero molto ampia con risultati per davvero straordinari dal punto di vista industriale e del pluralismo. Da noi questo non si fa. Ci preoccupa, inoltre, quel dibattito un po' strano che si sta sviluppando in questi giorni anche sulla vicenda Telecom.
Questo Parlamento sembra non avere il diritto di discutere liberamente sulle questioni delle comunicazioni e dell'innovazione. Il Governo ancora una volta utilizza queste occasioni per fare dei blitz. Noi abbiamo presentato un emendamento molto semplice e davvero non comprendiamo la sordità del Governo. Il Governo invece di allargare l'offerta attraverso le frequenze che si liberano, si limita in modo anacronistico e odioso a rafforzare il duopolio. Questa vicenda dei multiplex danneggia per davvero l'economia e anche la democrazia nel nostro Paese. Sei multiplex al duopolio - sei a RAI e sei a Mediaset - non hanno uguali precedenti in Europa e nel mondo. Mettere a gara solamente tre multiplex significa davvero non allargare: una gara - come l'ha definita ieri il collega Gentiloni - veramente ridicola, il beauty contest, una sorta di gara-concorso di idee: l'esatto contrario di quello di cui avremmo bisogno. Il Governo, quando vuole, su WiMAX e UMTS fa le gare per reperire le risorse mentre questa volta sceglie un'altra strada: un concorso di idee che alla fine dovrebbe Pag. 6attribuire tre piattaforme multiplex non si sa a chi e non si sa con quale imparzialità.
Vi immaginate un Governo che deve decidere sulla base dei principi della concorrenza sleale se affidare a Sky o ad un altro editore nazionale o internazionale le frequenze che si lasciano libere. Non ci convince. Noi siamo a favore di una gara onerosa e affinché le risorse siano investite soprattutto nella banda larga. Siamo un Paese che detiene un patrimonio di oltre 50 milioni di telefonini ma nel quale per oltre il dieci per cento della popolazione si nega il diritto dell'accesso alla banda larga. I 900 milioni di investimenti sulla banda larga che aveva stanziato il Governo Prodi sono comparsi e riscomparsi. L'intervento di questo Governo si limita soltanto a ordini del giorno e mozioni. Su quel versante non c'è una risorsa e noi riteniamo che il Governo su quel versante debba assumersi fino in fondo le proprie responsabilità. Concludo dicendo che per quanto concerne la gara il Governo dovrebbe mettere paletti.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Meta.

MICHELE POMPEO META. Paletti per quanto concerne le risorse e paletti per quanto concerne la trasparenza e l'allargamento del pluralismo che deve consentire a nuovi operatori e a nuovi editori di allargare il mercato dell'offerta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gentiloni Silveri 39-quater.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Soglia... onorevole Osvaldo Napoli... onorevole Lorenzin... l'onorevole Lorenzin ha votato... l'onorevole Osvaldo Napoli ha votato... onorevole Portas... onorevole Porfidia... onorevole Moroni... onorevole Vico... onorevole Lanzillotta... non riesco a vedere se l'onorevole Lanzillotta ha votato oppure no: sì ha votato. Onorevole Vincenzo Fontana... tutti hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 432
Votanti 430
Astenuti 2
Maggioranza 216
Hanno votato
197
Hanno votato
no 233).

Prendo atto che i deputati Meta e Narducci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo 39-quater.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria.
La richiesta dell'onorevole Zaccaria è stata accolta perché, benché il gruppo del Partito Democratico abbia esaurito i tempi a sua disposizione, la Presidenza tuttavia gli concede, analogamente a quanto fatto in precedenti occasioni, un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.
Prego, onorevole Zaccaria, ha facoltà di parlare.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, in questo momento siamo di fronte a problemi enormi nel settore della ricezione televisiva, con ricadute pesantissime sui cittadini italiani. I cittadini italiani nei prossimi mesi potranno essere costretti a spendere molti soldi; voi parlate spesso di tasse, di metterle o di non metterle, ma vi sono alcune spese imposte, per legge che pesano più delle tasse.
Nei prossimi mesi o settimane accadranno due fatti che riguardano le frequenze e la ricezione televisiva: nel settore Pag. 7del digitale terrestre vi sarà lo switch off o meglio switch over, come si suol definire, in quattro regioni italiane importanti (Lazio, Piemonte, Campania e Trentino Alto Adige). Ciò vuol dire che due reti televisive, Rai Due e Retequattro, non potranno essere più viste sui canali normali - qualcuno dirà che non è un problema immenso, ma io credo che per molti lo sia - a meno di non sopportare spese per comprare decoder per ogni televisore che si ha in casa.
Il problema è accentuato dal fatto che Rai Uno dovrà essere ricanalizzata (cambio di frequenze) e quindi 12 milioni di cittadini italiani, per vedere Rai Uno, dovranno fare ulteriori spese per risintonizzarsi in maniera appropriata: spese di antenna, spese di decoder e in più vi è la battaglia con Sky. La RAI e Mediaset vogliono scendere da Sky. Capisco Mediaset, che sopporta la concorrenza di Sky, capisco meno che la RAI scenda da Sky e costringa i suoi utenti a prendere un altro decoder, perché dovrà esservi una nuova piattaforma e nuovi costi per i cittadini.
Di fronte a questi problemi - badate che saranno 200 o 300 euro per ogni famiglia italiana che voglia continuare a vedere queste cose e 200 o 300 euro non sono poca cosa - noi affrontiamo il problema del digitale terrestre con una norma, l'articolo 39-quater, che è decisamente oscura. L'ha detto Gentiloni, l'ha detto Gozi e l'ha detto ora Meta: è una norma oscura ed equivoca. Ma perché una norma di questo genere di fronte ad un problema che interessa i cittadini italiani? Dedichiamo a questo tema un provvedimento ad hoc, parliamo di queste cose in maniera chiara, misuriamoci apertamente e faremo capire chi è favorevole ad una soluzione e chi ad un'altra. Ripeto, la norma è più volte oscura: compare nella legge comunitaria alla Camera e non vi era al Senato; non ve ne era alcuna necessità, perché si poteva fare prima; è formulata in maniera equivoca e contorta. Consiglio ai colleghi che vogliano perdere un po' di tempo di leggersi l'articolo 39-quater (è una fatica inutile, nessuno ricaverebbe nulla da questa lettura, perché vi è un rinvio prima ad una delibera dell'Autorità per le comunicazioni del 2007, adesso ad un'altra delibera del 2009).
Una legge oscura fatta in maniera equivoca, perché si vogliono nascondere delle decisioni politiche che, invece, dovrebbero essere chiare ed esplicite. Si dice che si fa tutto questo per evitare un'infrazione europea. Ma questo lo abbiamo già detto. E ora io ne dubito.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ROBERTO ZACCARIA. Un anno fa, anzi nell'aprile del 2008, anche in quel caso, si voleva evitare un'infrazione europea, ma non bastò quella formulazione oscura per evitarla. Basterà questa?
Avete bocciato l'emendamento a prima firma dell'onorevole Gentiloni Silveri, che portava chiarezza. In esso si diceva che non è possibile rimediare ad un'infrazione europea negando la concorrenza. Stiamo negando la concorrenza, stiamo evitando che Sky possa entrare con peso nel digitale terrestre, perché anche questo nuovo settore deve restare riservato ai soggetti che operano già nell'analogico. Non credo che l'Europa sarà contenta di una norma di questo genere.
Oscurità e incompatibilità comunitaria sono i motivi per i quali diciamo «no» a questa disposizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, capisco la posizione del collega Zaccaria, tuttavia, credo che per giustificare le proprie posizioni sia necessario sempre raccontare le cose come stanno e, soprattutto, essere un po' più attenti a ciò che accade nella realtà.
Basta entrare in qualsiasi centro commerciale per rendersi conto, ad esempio, che il costo dei ricevitori del digitale terrestre - compresi il cavo scart ed anche la spina tripla per collegare l'apparecchio alla presa della corrente - si aggira attorno Pag. 8ai trenta euro. Parlare di 300 euro significa raccontare una cosa che non sta né in cielo, né in terra (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39-quater.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Hanno votato tutti? Onorevole Calderisi, onorevole Vico, onorevole Lunardi, onorevole Compagnon? Tutti a posto?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 442
Votanti 440
Astenuti 2
Maggioranza 221
Hanno votato
235
Hanno votato
no 205).

Prendo atto che la deputata Pes ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 40 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 40 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Gozi 40.50.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Gozi 40.50 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gozi 40.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Vico è ancora in difficoltà? L'onorevole Compagnon? Hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 439
Votanti 436
Astenuti 3
Maggioranza 219
Hanno votato
202
Hanno votato
no 234).

Prendo atto che la deputata Pes ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole, che il deputato Calearo Ciman ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 40.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Napoli, onorevole Berruti, onorevole Carlucci? Onorevole Compagnon, di nuovo? Onorevole Rampelli? Tutti a posto?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ). Pag. 9

(Presenti 438
Votanti 434
Astenuti 4
Maggioranza 218
Hanno votato
434).

Prendo atto che la deputata Pes ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 41 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 41 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Gozi 41.50 e Favia 41.2.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Gozi 41.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, non riesco a capire il parere contrario del relatore, in particolare, e l'atteggiamento dell'intera maggioranza. Molto brevemente, vorrei spiegare all'Assemblea che si sta trattando dei gruppi europei di cooperazione territoriale, in parole povere della possibilità di creare delle euroregioni, della possibilità per le regioni italiane di cooperare più liberamente con le altre regioni europee nelle materie di loro competenza, che sono in gran parte anche materie di competenza comunitaria.
La proposta del Governo considera tale questione unicamente come una questione di diritto internazionale e quindi prescinde totalmente dalla logica per cui i gruppi europei di cooperazione territoriale sono stati concepiti, logica che non ha nulla a che fare con il diritto internazionale e che è, invece, una logica comunitaria di libera mobilità delle regioni. Tra l'altro, nel contesto comunitario, non è previsto che la collaborazione avvenga unicamente per le regioni di frontiera e confinanti, ma è anche possibile, ad esempio, che cooperino delle regioni del sud d'Italia con regioni del nord del Regno Unito.
L'impostazione del Governo impone alle regioni una serie di modalità, dal punto di vista regolamentare, amministrativo e contabile, che rendono molto più difficile partecipare a questi tipi di cooperazione. Tutto ciò è ancora più grave se si pensa che altre regioni di altri Paesi, invece, dispongono di strumenti molto più flessibili per partecipare alle stesse forme di cooperazione. In questo modo, mettiamo le nostre regioni in una posizione competitiva svantaggiata nella partecipazione ad iniziative che spesso hanno una grande rilevanza dal punto di vista delle infrastrutture e dello sviluppo economico - oltre che della classica cooperazione culturale - per un'impostazione da cui, evidentemente, il nostro Paese non vuole uscire. Infatti, in questo Parlamento continuiamo a trattare gli affari comunitari come affari esteri, quando gli affari comunitari non hanno più nulla a che vedere con gli affari esteri. Nel momento in cui il Parlamento propone - finalmente - di istituire i gruppi europei di cooperazione territoriale, lo fa come se dovessimo siglare dei trattati internazionali. È una logica sbagliata che penalizzerà le nostre regioni, pertanto chiedo alla maggioranza - e in particolare al relatore, conoscendo la sua sensibilità per le questioni relative all'autonomia regionale - di rivedere la posizione assunta, perché stiamo andando Pag. 10contro l'interesse delle nostre regioni e stiamo rendendo loro molto difficile sviluppare delle cooperazioni di grande interesse, innanzitutto dal punto di vista economico e infrastrutturale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale solo per un minuto ribadendo i concetti che molto chiaramente ha espresso il collega Gozi e appellandomi anch'io ad una riflessione da parte del Governo e della maggioranza; in particolare, mi rivolgo al collega Gottardo che conosce tali questioni molto bene. Desidero ricordare che questo meccanismo è atteso dalle regioni da molti anni: io, in particolare, sottolineo le aspettative del Friuli Venezia Giulia - ma anche del Veneto - su questo argomento.
Il nostro emendamento tende a semplificare delle procedure che, così come impostate dal Governo, risulterebbero molto appesantite sotto il profilo burocratico e impedirebbero, di fatto, l'attuazione immediata di una strategia di cooperazione internazionale che, invece, è importante per il nostro Paese e per le regioni di confine.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gottardo. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, ritengo di dover obiettare rispetto alle motivazioni addotte a sostegno di questo emendamento. La norma, così come contenuta nel provvedimento, è assolutamente in linea con lo spirito della politica di coesione e della direttiva che istituisce i GECT, nati come strumento indispensabile per consentire, nella cooperazione transfrontaliera, da un lato di semplificare la gestione dei fondi europei e la loro rendicontazione, dall'altro di creare uno spirito di cooperazione che vada al di là - sia nel merito, sia nei contenuti - della semplice gestione dei fondi comunitari.
È auspicabile che questi GECT, questi gruppi di cooperazione transfrontaliera, abbiano la possibilità di non limitarsi nel loro statuto e nella loro missione alla semplice gestione dei fondi comunitari e possano avere un ruolo - e che lo possano fare è del tutto evidente, di concerto con lo Stato che rinuncia ad alcune competenze - in tutte le materie indispensabili nella politica transfrontaliera: mi riferisco all'ambiente, alla promozione, alla politica di pianificazione, al tema della sanità transfrontaliera e a quello della salute che è oggetto, in questo momento, di una direttiva comunitaria precisa. Si tratta di temi ormai nella coscienza di quelle aree, parlo di comuni e regioni, che li hanno sviluppati negli anni. La politica di cooperazione transfrontaliera, che è stata opportunamente inserita, su proposta e su richiesta del Comitato delle regioni, nell'ultima programmazione, rappresenta la base giuridica di cui si sentiva la necessità per poter semplificare le cose.
Capisco che le regioni auspichino un procedimento indipendente dal controllo dello Stato, però è evidente che il contenuto dello statuto e la missione dei GECT siano gioco-forza legati ad una forma di collaborazione e condivisione da parte dello Stato. Faccio l'esempio di realtà quali quelle del nord est d'Italia: se si istituisse un GECT che comprenda la Slovenia, che è una Repubblica, nessuna regione sarebbe in grado di svilupparne il contenuto senza che il Governo italiano partecipi alla definizione, insieme alla Slovenia, dell'istituzione del medesimo GECT. È la direttiva comunitaria stessa e la politica di coesione che hanno subordinato l'istituzione dei GECT all'autorizzazione degli Stati membri, perché se non fosse stato così si sarebbe potuto, per regolamento, prevederne l'istituzione a prescindere dall'opinione degli Stati e dalla loro autorizzazione.

Pag. 11

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ISIDORO GOTTARDO. Mettiamo in evidenza - ho concluso, signor Presidente - che questo Parlamento, oggi, disciplina, nella legge comunitaria, i GECT, dopo che in precedenza ciò non è stato fatto. Dobbiamo ricordarci che nel Governo precedente, il Governo Prodi - e il collega Rosato che ha parlato prima di me bene lo sa - sono stati fatti tentativi ripetuti e non mancavano le sollecitazioni a recepire la direttiva comunitaria, ma ciò non è stato fatto. Dobbiamo riconoscere che l'attuale Governo lo fa, con questo disegno di legge comunitaria, in maniera, secondo me, adeguata, sviluppando le condizioni per la collaborazione piena tra lo Stato, le regioni e le autonomie locali. Questi GECT non potranno nascere senza una partecipazione attiva del Governo e dello Stato.

PRESIDENTE. Deve concludere.

ISIDORO GOTTARDO. Il fatto che, oggi, il Governo dimostri la volontà di dare il via a questi strumenti è un elemento fortemente positivo. Il fatto quindi che l'emendamento Gozi 41.50 non venga accolto non toglie assolutamente nulla alla validità di questo strumento e alle cose che si possano fare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gozi 41.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calderoli, no, Calderisi, che errore, chiedo scusa... Onorevole Proietti Cosimi? È a posto. L'onorevole Calderisi è a posto. Onorevole Livia Turco? Eccola, anche lei.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 435
Votanti 432
Astenuti 3
Maggioranza 217
Hanno votato
201
Hanno votato
no 231).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Favia 41.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Proietti Cosimi, onorevole Simeoni. Ci siamo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 433
Votanti 430
Astenuti 3
Maggioranza 216
Hanno votato
198
Hanno votato
no 232).

Prendo atto che i deputati Berruti e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 41...
Revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervengo per fare due incisi che derivano da una decisione importante che stiamo assumendo all'interno di un contesto comunque molto complesso (in relazione alle scelte operate dalla maggioranza in mate- ria Pag. 12di GECT) ed anche dalle dichiarazioni che cortesemente il collega Gottardo ha fatto.
Il primo è che l'appesantimento burocratico - che toglie di fatto autonomia alle regioni, che su questa materia invece veniva concessa in maniera più ampia dai nostri emendamenti - risulta evidente e risulterà evidente - mi rivolgo in particolare ai colleghi della Lega di cui conosco la sensibilità almeno su questi temi - in fase applicativa. Tra qualche mese, pertanto, verificheremo le difficoltà burocratiche imposte dai livelli di applicazione che la maggioranza così impone.
La seconda osservazione è relativa alla tempistica di approvazione dei GECT. Non dimentichiamo mai che stiamo affrontando a maggio del 2009 il disegno di legge comunitaria 2008 e non il disegno di legge comunitaria 2009. Tale provvedimento è stato predisposto dal Governo Prodi e per un anno è stato in qualche cassetto. Quindi, evidentemente, i GECT in quella fase erano ben che avviati e c'è stata una scelta politica di frenare questa e tutte le altre norme che in questo provvedimento sono contenute (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gottardo. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, intervengo per dichiarazione di voto per affermare che voteremo convintamente a favore di questo articolo, rivendicando a questo Governo il merito di aver modificato il disegno di legge comunitaria 2008 varato dal Governo Prodi che non prevedeva il recepimento della direttiva comunitaria sui GECT. Nel provvedimento del Governo Prodi del 2008, infatti, non c'erano i GECT.
È stato modificato il disegno di legge comunitaria 2008 e diamo atto al Ministro Ronchi di aver fatto un grande lavoro con questo Governo e di aver introdotto nel provvedimento il recepimento della direttiva comunitaria, che costituisce un successo per le regioni e finalmente per l'Italia che si trovava in ritardo di fronte all'Europa in maniera immotivata.
Quindi, questo Governo conferisce alle regioni uno strumento fondamentale previsto dalla direttiva comunitaria per realizzare la politica transfrontaliera. In Friuli-Venezia Giulia (rivendicata per anni dal centrosinistra) il presidente Illy non era riuscito ad ottenere dal Governo Prodi il recepimento della direttiva comunitaria. Quindi, approviamo convintamente l'articolo in esame, ringraziando il Governo di aver modificato il disegno di legge comunitaria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, chi è in quest'Aula da un po' di tempo e da un po' di tempo si occupa di questioni legate alla legge comunitaria sicuramente non scorderà che il disegno di legge comunitaria per il 2006, predisposto dal Governo Berlusconi, venne approvato nel 2007. Cosa dobbiamo dire allora, che anche il Governo Prodi per tutto il 2006 e per una parte del 2007 lasciò il disegno di legge comunitaria nei cassetti, o dobbiamo prendere atto della complessità di un provvedimento simile?
Quindi, certe osservazioni non possono essere fatte in modo estemporaneo per colpire, lo dico tra virgolette, l'avversario politico senza ricordarsi che la stessa accusa può essere mossa nei confronti di chi la sta formulando in questo momento verso il Governo Berlusconi insediatosi nel 2008.
Si tratta di un provvedimento complesso. Tutti hanno avuto dei problemi, li abbiamo avuti noi e li avete avuti voi. Non dimenticatevi il fatto che pure voi avete avuto molte difficoltà sul disegno di legge comunitaria non più tardi di due anni fa. Certamente esiste un problema di memoria labile, ma ci sono anche i rimedi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

Pag. 13

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, l'onorevole Stucchi segue da tempo le leggi comunitarie, ma secondo me non ha seguito molto questo disegno di legge comunitaria. Se lo avesse fatto, si sarebbe accorto innanzitutto che il Governo l'avrebbe potuta presentare all'inizio della legislatura perché si tratta di un disegno di legge puramente istituzionale, che, quindi, non includeva le cose più politicamente controverse ed era stato predisposto dal Governo Prodi e dal Ministro Bonino ed era pronto per essere presentato. Invece, ha veramente dormito nei cassetti per un anno.
Evidentemente c'è voluto un anno per trovare una soluzione per i GECT. Quindi, da questo punto di vista riteniamo che sia veramente molto importante per il Governo la questione della cooperazione europea territoriale, ma credo che, con buona volontà, ci voglia un giorno e non un anno a trovare una soluzione su questo punto.

PRESIDENTE. Onorevole Gozi, la prego di concludere.

SANDRO GOZI. Quanto alla difficoltà di questo disegno di legge comunitaria, inviterei anche da questo punto di vista il collega Stucchi a non accendere la polemica, perché questa comunitaria presentava talmente tante difficoltà che, senza la cooperazione dell'opposizione, forse avremmo votato in agosto.

MARIO PESCANTE, Presidente della XIV Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO PESCANTE, Presidente della XIV Commissione. Signor Presidente, intervengo brevemente per sollecitare gli amici ad evitare sterili polemiche sulle responsabilità del passato. Si è appena trascurato che vi è stato lo scioglimento delle Camere. Se vogliamo accelerare i tempi, credo che occorra guardare al presente e al futuro, accantonando certe - torno a ripetere - presunte responsabilità che non appartengono né ad un Governo né all'altro, ma comunemente a tutti i Governi che hanno avuto la responsabilità di approvare questa legge comunitaria.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 41.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 434
Votanti 428
Astenuti 6
Maggioranza 215
Hanno votato
428).

Prendo atto che il deputato Sani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 42 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 42 (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 42.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Berruti... Onorevole Giammanco...Onorevole Cicchitto... Onorevole Saltamartini... Onorevole Girlanda... Onorevole Galletti...

Pag. 14

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 434
Votanti 431
Astenuti 3
Maggioranza 216
Hanno votato
431).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 43 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 43 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Garavini 43.1 e 43.2.

PRESIDENTE. Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Garavini 43.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavini. Ne ha facoltà.

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, intervengo per esprimere il nostro dissenso sul fatto che sia stato espresso parere contrario, così come è accaduto anche in Commissione bilancio. La nostra proposta emendativa va nella direzione di recepire una decisione economica che prevede la realizzazione delle squadre investigative comuni. Si tratta di strumenti estremamente utili e necessari, che tra l'altro avrebbero dovuto essere recepiti già nel 2002, dal momento che questa decisione è estremamente datata.
Quindi, siamo in ritardo di ben sette anni nel dare attuazione ad uno strumento che è quanto mai necessario proprio alla luce di quelli che sono gli sviluppi che la criminalità organizzata sta avendo proprio e soprattutto a livello internazionale.
Le mafie non sono più un problema legato soltanto a poche realtà del sud d'Italia, ma sono sempre più presenti ed attive anche nei Paesi dell'Unione europea, come la Germania e l'Olanda. L'arresto di Strangio di poche settimane fa è esemplare di come un calabrese sia stato arrestato in Olanda dopo aver fatto un attentato così drammatico in Germania: è un esempio eclatante di come si possa arrivare ad una lotta concreta contro la criminalità organizzata soltanto nella misura in cui si predispongono degli strumenti di collaborazione a livello internazionale che consentano di fare una lotta concreta.
Il fatto che da parte dell'Esecutivo vi sia non soltanto disinteresse, ma anche la mancanza di uno sforzo per individuare risorse che consentano di mettere in campo degli strumenti di contrasto alla criminalità organizzata non così in ritardo nel tempo è la dimostrazione che, ancora una volta, da parte di questo Governo c'è soltanto la capacità di sbandierare il tema della sicurezza come elemento propagandistico e poi, quando si tratta di andare a trovare risorse per implementare strumenti di concreta realizzazione, è del tutto assente. Esprimo pertanto il nostro dissenso a nome del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavini 43.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Berruti, onorevole Simeoni, onorevole Maria Rosaria Rossi, onorevole Osvaldo Napoli.

Pag. 15

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 430
Maggioranza 216
Hanno votato
199
Hanno votato
no 231).

Prendo atto che i deputati Vico e Cesare Marini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Garavini 43.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garavini. Ne ha facoltà.

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, abbiamo proposto questo emendamento proprio per recepire la decisione quadro in materia di lotta alla criminalità organizzata. Nonostante il relatore abbia espresso parere contrario, ci risulta che intenda recepire il successivo articolo aggiuntivo Garavini 46.01. A questo proposito non possiamo non sottolineare il fatto positivo che in questo senso vi sia l'attenzione a recepire una decisione che ci pone anche come capofila a livello europeo, proprio perché sottolineiamo e andiamo a definire a livello europeo una denominazione omogenea che ci consenta poi di andare a colpire crimini e reati che, altrimenti, correrebbero il rischio di non essere perseguiti, dal momento che la denominazione di criminalità organizzata non sarebbe omogenea.
A questo proposito, sottolineo la capacità del Partito Democratico di rendersi promotore affinché questa volta si vada a recepire - è un elemento esemplare - non in ritardo di anni, ma finalmente in tempi celeri, dal momento che la scadenza naturale sarebbe soltanto nel 2010. Ribadisco pertanto l'invito ad approvare la proposta emendativa 43.2.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Garavini 43.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Berruti, ha tutta la mia solidarietà. L'onorevole Tassone ha votato. Onorevole Causi, onorevole Barbareschi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 436
Maggioranza 219
Hanno votato
204
Hanno votato
no 232).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 43.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Proietti Cosimi, onorevole Consiglio?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 436
Votanti 432
Astenuti 4
Maggioranza 217
Hanno votato
432).

(Esame dell'articolo 44 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 44 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Ferranti 44.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

Pag. 16

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 44.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Giammanco? Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 435
Votanti 433
Astenuti 2
Maggioranza 217
Hanno votato
202
Hanno votato
no 231).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 44.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Simeoni, onorevole Golfo, onorevole Pollastrini? L'onorevole Pollastrini ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 437
Votanti 434
Astenuti 3
Maggioranza 218
Hanno votato
433
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Tocci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 45 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 45 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Ferranti 45.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 45.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Berruti, onorevole Pelino? Hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 437
Votanti 434
Astenuti 3
Maggioranza 218
Hanno votato
201
Hanno votato
no 233).

Prendo atto che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 45.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Berruti, onorevole Calvisi, onorevole Cesare Marini?
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 17
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 438
Votanti 435
Astenuti 3
Maggioranza 218
Hanno votato
435).

Prendo atto che il deputato Borghesi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Bellotti ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 46 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 46 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Ferranti 46.1, 46.2, 46.3, 46.4, 46.5 e 46.6.
Invece, signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Garavini 46.01, purché riformulato come segue: al capoverso: articolo 46-bis, comma 1, sostituire le parole: «Il Governo adotta il decreto legislativo (...)» con le seguenti: «Il Governo adotta un decreto legislativo (...)». Al medesimo comma 1, sostituire le parole da: «principi e criteri direttivi generali» fino alla fine del comma, con le seguenti: «principi e criteri direttivi generali stabiliti dalla presente legge ed adottato con le modalità di cui ai commi 3, 4, 5, 6 e 7 dell'articolo 43».
La Commissione formula un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Garavini 46.02, mentre l'articolo aggiuntivo 46.0200 (Nuova formulazione) della Commissione viene ritirato, in quanto vi è il parere contrario della V Commissione (Bilancio).

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 46.1
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Samperi. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, brevemente, questa è una decisione quadro che prevede l'applicazione del principio del reciproco riconoscimento alle sentenze penali che irrogano pene detentive o misure privative della libertà personale.
Proprio per la delicatezza della materia, questi emendamenti mirano ad introdurre o ad estendere principi di garanzia per tutelare di più il condannato. Per esempio, alcuni emendamenti richiedono che l'esecuzione debba essere finalizzata non solo a favorire il reinserimento sociale della persona, ma anche la sua rieducazione. Sono richiamati i principi ed i diritti fondamentali sanciti nel Trattato sull'Unione europea, così come quelli relativi al nostro ordinamento.
Viene introdotto, poi, attraverso l'ultimo emendamento, un importante principio, che è quello del riconoscimento della riparazione per detenzione illegittima. Con questo emendamento chiediamo che la prevenzione del risarcimento per detenzione illegittima, così come prevista nel nostro codice, venga anche applicata nel caso di reciproco riconoscimento di sentenze straniere.
Se lo Stato italiano fosse costretto, ai sensi della nostra normativa, delle norme del nostro codice, a riparare il danno, non potrebbe rivalersi nei confronti di un'autorità straniera. Si tratta solo dell'estensione di alcuni principi e di alcune garanzie che vorremmo fossero meglio puntualizzate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garavini. Ne ha facoltà.

Pag. 18

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, accetto la riformulazione proposta dal relatore in relazione al mio articolo aggiuntivo 46.01, ribadendo che con il recepimento di questa decisione...

PRESIDENTE. Onorevole Garavini, le darò la parola quando arriveremo a tale articolo aggiuntivo. Non siamo nella fase degli interventi sul complesso degli emendamenti, ma siamo in fase di votazione dell'emendamento Ferranti 46.1. La prego di tenere a mente quello che voleva dire ed esporcelo al momento opportuno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 46.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calderisi, di nuovo? Onorevole Ceroni? L'onorevole Calderisi ha votato e anche l'onorevole Ceroni. Hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 435
Votanti 432
Astenuti 3
Maggioranza 217
Hanno votato
202
Hanno votato
no 230).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 46.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione. Un raro caso di votazione senza inceppamenti delle macchine.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 433
Votanti 430
Astenuti 3
Maggioranza 216
Hanno votato
202
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 46.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Osvaldo Napoli? Ha votato. Onorevole Ruben, in genere funziona sempre! Onorevole Girlanda? Hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 435
Votanti 432
Astenuti 3
Maggioranza 217
Hanno votato
200
Hanno votato
no 232).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini e De Micheli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 46.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 414
Votanti 411
Astenuti 3
Maggioranza 206
Hanno votato
189
Hanno votato
no 222). Pag. 19

Prendo atto che i deputati Cesare Marini, Calearo Ciman, Pes, Poli, Tocci, Tassone e De Torre hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo altresì atto che i deputati Abrignani, Golfo, Testoni e Girlanda hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Villecco Calipari, Lussana e Bellotti hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 46.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Barbareschi. Onorevole Tassone? Ha votato. L'onorevole Abrignani ha votato. Onorevole Poli, non è che la macchina non funzioni, è lei in ritardo. Ha votato anche l'onorevole Poli. Hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 436
Votanti 433
Astenuti 3
Maggioranza 217
Hanno votato
202
Hanno votato
no 231).

Prendo atto che i deputati Bernini Bovicelli e Lehner hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 46.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesare Marini. Onorevole Lehner? Ha votato. Onorevole Proietti, onorevole D'Ippolito Vitale, onorevole Paladini. Bene, ci siamo tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 442
Votanti 439
Astenuti 3
Maggioranza 220
Hanno votato
205
Hanno votato
no 234).

Prendo atto che il deputato Bellotti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 46.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesare Marini, è abbonato, mi dispiace. Onorevole D'Ippolito Vitale, onorevole Ravetto, onorevole Scilipoti, onorevole Lovelli, onorevole Naccarato. Hanno votato. Votazione particolarmente sfortunata.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 441
Votanti 438
Astenuti 3
Maggioranza 220
Hanno votato
437
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Berruti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Garavini 46.01, sul quale vi è una proposta di riformulazione del relatore.
Prego, onorevole Garavini, ha facoltà di parlare.

LAURA GARAVINI. Signor Presidente, in effetti prima ero stata tratta in inganno sul fatto che fosse l'articolo aggiuntivo Garavini 46.01, e non l'emendamento Ferranti 46.1. La ringrazio quindi di avermi ridato la parola. Pag. 20
Accetto la riformulazione del mio articolo aggiuntivo 46.01 proposta dal relatore, sottolineando che è positivo che sia stato espresso un parere favorevole, poiché si tratta di recepire una decisione con la quale si definisce una nozione univoca in materia di criminalità organizzata e dunque si evita quanto è accaduto fino ad oggi, cioè che i reati non fossero perseguibili semplicemente poiché non venivano considerati tali nella legislazione di altri Paesi. Si tratta quindi di un esempio positivo di cui il Partito Democratico si è reso protagonista: rispetto al parere negativo originariamente espresso in Commissione, infatti, per fortuna la maggioranza è ritornata sui suoi passi. In questo modo, l'Italia recepisce una decisione europea con grande anticipo rispetto ai tempi stabiliti (il recepimento è previsto entro il 2010) e si colloca così finalmente in prima fila nel potenziamento della cooperazione fra Stati nella lotta alla criminalità organizzata.
In relazione, invece, alla proposta emendativa relativa alla questione delle squadre investigative comuni, sottolineo ancora una volta che l'esperienza dimostra che la collaborazione operativa fra le strutture investigative dei diversi Stati dell'Unione europea è uno strumento importantissimo nella lotta alla criminalità organizzata. Anche nelle diverse audizioni che abbiamo avuto in sede di Commissione antimafia, abbiamo ascoltato da diversi interlocutori estremamente autorevoli nella lotta alla criminalità organizzata quanto l'istituzione di queste squadre comuni, anche a livello internazionale, possa offrire un grande contributo nella lotta effettiva alla criminalità.
L'invito e l'appello sono dunque a far sì che, in sede dell'esame del disegno di legge comunitaria per l'anno 2009, che ci accingiamo a svolgere nel corso delle prossime settimane in Commissione, vi sia una sensibilità da parte della maggioranza non solo a farne un proclama, ma anche a farsi portatrice e protagonista in prima persona dell'istituzione di queste squadre investigative. Occorrono non solo buoni propositi, ma anche le risorse necessarie per dare attuazione a questo strumento.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Garavini 46.01, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Sottosegretario Bonaiuti, lei è noto per la sua competenza tecnica, non si farà battere da una macchinetta così... Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 427
Votanti 425
Astenuti 2
Maggioranza 213
Hanno votato
425).

Prendo atto che i deputati Reguzzoni e Calearo Ciman hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Garavini 46.02, formulato dal relatore.

LAURA GARAVINI. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6, accantonato nella seduta di ieri, e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

Pag. 21

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 6.200, mentre formula un invito al ritiro sull'emendamento Gozi 6.50, poiché esso è di fatto assorbito dall'emendamento della Commissione. La Commissione raccomanda altresì l'approvazione del proprio subemendamento 0.6.2.200.
La Commissione esprime quindi parere favorevole sull'emendamento Gozi 6.2, a condizione che venga riformulato sostituendo le parole: «dopo l'articolo 7» con le seguenti: «dopo l'articolo 14».

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.200 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, ringrazio il relatore e la Commissione per la disponibilità che hanno dimostrato su questo passaggio (mi riferisco all'emendamento 6.200 della Commissione e a tutte le questioni che lo hanno preceduto).
Vorrei sottolineare molto brevemente all'Assemblea che si tratta di una questione molto rilevante: si tratta, di nuovo, della partecipazione delle regioni ai processi europei e, in particolare, della dimensione parlamentare dei processi europei.
Spesso anche in quest'Aula abbiamo criticato l'Europa per la sua insufficiente dimensione democratica, che dobbiamo certamente colmare a partire dal voto tra due settimane, ma anche con il ruolo dei Parlamenti nazionali.
Non si tratta però di limitarsi solo ai Parlamenti nazionali, ma di tenere in conto anche le assemblee regionali e i parlamenti regionali, che stanno assumendo - a livello di Unione europea - una rilevanza sempre maggiore, tanto che il Trattato di Lisbona (che in Italia abbiamo ratificato e sul quale auspichiamo potrà esservi un voto favorevole anche da parte del popolo irlandese) proprio all'articolo 6 del Protocollo allegato si riferisce, in materia di controllo di sussidiarietà, al ruolo delle assemblee regionali.
Quindi anche in Italia è fondamentale, nel momento in cui si definisce la rappresentanza italiana al Comitato delle regioni, fare riferimento alla possibilità di avere presso il Comitato rappresentanti non solo delle giunte, ma anche delle assemblee regionali.
È importante anche l'accordo che su questo punto abbiamo trovato tra maggioranza, opposizione e Governo, volto ad inserire in questo disegno di legge comunitaria tale modifica, dal momento che la rappresentanza al Comitato delle regioni dovrà essere modificata entro la fine di quest'anno ed è quindi importante che come Italia, anche al fine di anticipare l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, assumiamo un atteggiamento più aperto e più positivo rispetto alla dimensione parlamentare democratica dal punto di vista regionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, intervengo su questa modifica alla legge n. 11 del 2005 che tanto abbiamo discusso qualche anno fa quando lei, Presidente, era allora il Ministro di riferimento di tali tematiche, per sottolineare come l'approvazione di questo emendamento rende in parte giustizia di alcune discussioni svolte allora, in modo particolare in merito alle richieste che allora avanzò la Carle (la Conferenza delle assemblee legislative regionali europee) ed al riconoscimento del ruolo che queste assemblee legislative e questi parlamenti regionali hanno anche a livello europeo all'interno del Comitato delle regioni, il quale ha una sua importanza che non definirei strategica, ma comunque non Pag. 22secondaria, all'interno del funzionamento delle istituzioni europee e quindi della vita delle istituzioni europee, con ciò che ne deriva in termini soprattutto di direttive, intese come provvedimenti finali che poi siamo chiamati a recepire.
Dare spazio alle regioni, con l'individuazione di un percorso che porta alla partecipazione anche di comuni e province, è probabilmente la strada maestra verso cui incamminarci, e quindi ritengo estremamente positiva questa modifica alla legge n. 11 del 2005.

PRESIDENTE. Avverto che l'eventuale approvazione dell'emendamento 6.200 della Commissione precluderebbe la votazione del successivo emendamento Gozi 6.50.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.200 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Berruti, onorevole Livia Turco. Hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 429
Votanti 428
Astenuti 1
Maggioranza 215
Hanno votato
428).

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Ricordo che conseguentemente è precluso l'emendamento Gozi 6.50.
Avverto che, al fine di rispettare l'articolo 81 della Costituzione, l'approvazione del subemendamento 0.6.2.200 della Commissione è indispensabile affinché il parere della V Commissione (Bilancio) risulti favorevole sul successivo emendamento Gozi 6.2, esistendo una connessione tra queste due proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.6.2.200 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Luciano Rossi, onorevole Golfo, onorevole D'Ippolito Vitale. Hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 429
Votanti 428
Astenuti 1
Maggioranza 215
Hanno votato
428).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Gozi 6.2
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta dal relatore.

SANDRO GOZI. Sì, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, questo è un punto sul quale in Commissione abbiamo lavorato molto ed è di grande importanza per gli italiani, in quanto mira ad evitare il pericolo di discriminazioni al contrario.
Il diritto comunitario si applica ai cittadini italiani in Italia solo quando essi esercitano o hanno esercitato una delle libertà fondamentali previste dal Trattato comunitario. Quando questo collegamento con le libertà fondamentali manca, siamo Pag. 23in presenza di una situazione puramente interna, che sfugge, quindi, all'applicazione del diritto comunitario.
Per il diritto comunitario, però, rispetto ai non italiani residenti in Italia, è sufficiente che il cittadino o l'impresa di uno Stato membro non siano trattati peggio dei cittadini o dell'impresa dello Stato ospite. In assenza di discriminazione, il diritto comunitario vieta, tuttavia, anche gli ostacoli all'esercizio di libertà fondamentali. Che cosa può accadere e che cosa è accaduto (vi sono tutta una serie di contenziosi aperti in Italia)? Può accadere un certo requisito imposto dalla legislazione nazionale (un'autorizzazione o un'abilitazione) a tutti coloro, indipendentemente della nazionalità, che esercitano una certa attività, costituisca per il cittadino dell'Unione un ostacolo all'esercizio di una delle libertà previste dal Trattato e debba, quindi, essere disapplicato.
L'italiano che si trovi nella identica situazione, salvo per il fatto che non proviene da un altro Stato membro, non può invece invocare il diritto comunitario.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SANDRO GOZI. In certi casi il requisito risponde a un legittimo interesse, in altri, invece, è sproporzionato e, quindi, si discriminano alla rovescia gli italiani.
L'emendamento che modifica la legge n. 11 del 2005 si basa sulla giurisprudenza della Corte e mira e sanare questa situazione discriminatoria nei confronti dei nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Farinone. Ne ha facoltà.

ENRICO FARINONE. Signor Presidente, intervengo solo a titolo personale perché mi sembra estremamente opportuno sottolineare questo nostro emendamento, perché - come ricordava adesso l'onorevole Gozi - bisogna stare molto attenti ad evitare, in tema comunitario ovviamente, anche le cosiddette discriminazioni a contrario. Infatti, è evidente che - come ci ha ricordato recentemente una sentenza della Corte costituzionale - le norme nazionali, laddove dovessero prescrivere dei requisiti più stringenti rispetto a quelle comunitarie in favore del cittadino o delle imprese non italiane, rappresenterebbero un fatto ovviamente negativo, e quindi dobbiamo porre particolare attenzione su questo campo. Si tratta semplicemente di una sottolineatura rispetto a quanto è stato scritto nel nostro emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gozi 6.2, nel testo riformulato, come subemendamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Stagno D'Alcontres, onorevole Luciano Rossi, ci siamo tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 430
Votanti 429
Astenuti 1
Maggioranza 215
Hanno votato
427
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Marchi, onorevole Barbato, ha votato? L'onorevole Pollastrini adesso ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ). Pag. 24

(Presenti 431
Votanti 430
Astenuti 1
Maggioranza 216
Hanno votato
429
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Barbareschi e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 2320 - A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2320 - A). Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Gatti. Ne ha facoltà, tuttavia devo avvisarla del fatto che il suo gruppo ha esaurito anche i tempi supplementari; io posso concederle non più di un minuto di tempo, però lei può consegnare il testo scritto del suo intervento.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente nell'articolo 9 il Governo doveva presentare la legge-delega sulla direttiva CEE che prevede l'attuazione del principio delle pari opportunità tra le donne e gli uomini nel mondo del lavoro. Ebbene Presidente, abbiamo a che fare con un articolo in cui non sono presenti assolutamente né gli atti di indirizzo né le linee da seguire per l'emanazione della delega, e nemmeno i principi cui bisognerebbe attenersi. Eppure le direttive comunitarie hanno questa caratteristica: sono estremamente larghe per permettere agli Stati nazionali di poterle recepire con particolari caratteristiche, rispettando lo Stato (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Le chiedo soltanto questo, Presidente. Noi abbiamo presentato diversi emendamenti, e se non verranno accettati questi emendamenti noi avremo una delega vuota. Mi chiedo come sia possibile dare a vita ad una delega di questo tipo.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, siccome da ben prima che noi terminassimo i tempi dedicati ai gruppi si sentono delle voci (uso un eufemismo) che lamentano il tempo, vorrei ricordare ai colleghi della maggioranza che se noi siamo arrivati a votare a mezzogiorno e ad affrontare a mezzogiorno questo provvedimento è per i comodi del Governo. Credo che il presidente Giorgetti possa soltanto confermare quello che sto dicendo.
Stiamo lavorando da un'ora. Il fatto che interveniamo soltanto noi non è colpa nostra: evidentemente siamo gli unici interessati a modificare e migliorare il testo di questo provvedimento. Abbiamo ancora un'ora a titolo personale e non soltanto abbiamo il diritto ma abbiamo anche l'intenzione di utilizzare tutto il tempo a nostra disposizione per cercare di migliorare il provvedimento. Sarebbe utile che i commenti riguardo al tempo ve li teneste, perché se all'una stiamo lavorando soltanto da un'ora è grazie al vostro Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, dicevano i romani: qui iure suo utitur, neminem laedit.
Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Damiano 9.50, nonché sull'emendamento Damiano 9.51. Il parere è, altresì, contrario sugli emendamenti Paladini 9.3 e De Biasi 9.4. La Commissione formula un invito al ritiro, sull'articolo aggiuntivo Cazzola 9.050 tuttavia, da quello che ho potuto comprendere nell'interlocuzione con il Governo, vi è la disponibilità ed accettare un ordine del giorno di analogo contenuto.

Pag. 25

PRESIDENTE. Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 9.50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampi. Ne ha facoltà.

ELISABETTA RAMPI. Signor Presidente, per quanto concerne riguarda l'emendamento Damiano 9.50, chiediamo al Governo di rivedere la propria posizione. Infatti non si tratta di promuovere politiche di parte ma politiche di genere. Questo significa dire «no» alle dimissioni in bianco. Questo significa chiedere l'attuazione della direttiva. Quando, ad esempio, diciamo di costruire un fondo finalizzato a finanziare una serie di operazioni che vanno proprio nella direzione delle pari opportunità e del passaggio da una parità formale ad una parità sostanziale, proponiamo un investimento di cui misureremo il ritorno direttamente dal punto di vista economico con l'aumento del prodotto interno lordo...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Rampi.

ELISABETTA RAMPI. ...infatti sappiamo che quando le donne lavorano aumenta il prodotto interno lordo e il benessere di un Paese. Lo misureremo anche in termini sociali con un progresso democratico. Infatti non a caso - mi avvio alla conclusione, signor Presidente - anche per quanto riguarda le elezioni europee ormai imminenti, vediamo un vulnus democratico perché le donne ancora una volta saranno sottorappresentate. Infatti le donne candidate sono poche e in posizioni svantaggiate. Per questo rivedere anche la posizione del Governo significherebbe dare un contributo importante per la democrazia.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Rampi. La sua posizione è chiarissima.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mattesini. Ne ha facoltà.

DONELLA MATTESINI. Signor Presidente, vorrei rilevare come il parere contrario espresso dal centrodestra sull'emendamento Damiano 9.50, presentato dal Partito Democratico, dimostra ancora una volta, al di là delle vuote parole e degli ordini del giorno generici che avete proposto, che siete completamente contro le donne italiane. La direttiva europea indica, tra le altre cose, la necessità di dar vita ad organismi per la promozione e il controllo della parità di trattamento e il primo atto compiuto da questo Governo, ad inizio legislatura, è stato cacciare la dottoressa Guariniello, consigliere nazionale della parità, solo perché aveva osato evidenziare l'incidenza negativa di alcuni provvedimenti quali la detassazione straordinaria dei premi aziendali ad personam che contribuiscono infatti ad accentuare le differenze salariali tra l'uomo e la donna. Avete la possibilità di correggere i grandi errori che avete commesso a partire proprio dall'abrogazione della legge 17 ottobre 2007, n. 188 sulle dimissioni in bianco che costituisce una scelta terribile perché lascia prive di tutela le lavoratrici in un momento critico quale quello della gravidanza e maternità. Avete un'occasione per rimediare altrimenti sarà chiaro a tutte le elettrici italiane come il centrodestra concretamente le vuole relegare in un ruolo di subalternità all'interno della famiglia ossia o veline o disoccupate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Codurelli. Ne ha facoltà.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, dire di «no» a questo emendamento rende chiaro ed evidente - e non si può nascondere - che si è contrari alle politiche attive sul lavoro e ad aiutare e perseguire le direttive che ci vengono imposte dall'Unione europea come le colleghe hanno bene evidenziato. Siamo veramente stanchi di provvedimenti e di annunci e poi quando si tratta di recepire nei fatti si dice «no». Pag. 26
Questa è una chiara scelta contro la famiglia, contro le donne, contro la conciliazione, contro l'inserimento delle donne nel lavoro. Che non si venga a dire che siamo un Paese povero di bambini e che non si fanno figli, perché è una scelta strategica di questo Governo, che ancora una volta si dimostra tale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 9.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sbrollini? Onorevole Pollastrini, di nuovo? No, ha votato l'onorevole Pollastrini. Abbiamo votato tutti? Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 434
Votanti 431
Astenuti 3
Maggioranza 216
Hanno votato
203
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che il deputato Lunardi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, che il deputato Occhiuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 9.51.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Schirru. Ne ha facoltà.

AMALIA SCHIRRU. Signor Presidente, con l'emendamento in esame vogliamo invitare il Governo a mettersi in pari con la direttiva comunitaria n. 2006/54/CE, soprattutto individuando azioni capaci di armonizzare su tutto il territorio nazionale i diritti delle persone. In particolar modo, chiediamo che vi siano interventi per la promozione e la formazione professionale e la possibilità di accesso al lavoro, affinché si realizzi l'effettiva parità tra uomini e donne, in particolare la parità di remunerazione a parità di prestazioni.
In poche parole, con l'emendamento in esame chiediamo di dare l'opportunità alle donne di accedere al lavoro, per superare tutte quelle difficoltà che oggi ancora persistono e che riguardano le donne, soprattutto la precarietà, che è uno dei mali più drammatici per le persone e che genera conseguenze soprattutto sulle famiglie. Infatti, una donna che non lavora riduce il proprio reddito e crea maggiori problemi per i bambini.
Chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.

PRESIDENTE. La Presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente seguiti. Saluto gli studenti della scuola media «Borrelli» di Santa Maria la Carità, in provincia di Napoli, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Un saluto a Napoli, benvenuti: ricordiamo in questa occasione la città di Napoli, che è cara al cuore di tutti noi e di tutti gli italiani (Applausi).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Farinone. Ne ha facoltà.

ENRICO FARINONE. Signor Presidente, intervengo a titolo personale solo per ricordare che con il nostro emendamento in esame vorremmo tra l'altro contrastare l'odioso fenomeno delle dimissioni in bianco, che è un'altra delle modalità che vengono ahimè utilizzate in questo Paese per limitare il lavoro, in modo particolare quello femminile, ed è quindi un attacco sostanzialmente alla famiglia, un attacco alla possibilità delle donne lavoratrici di far coincidere il proprio lavoro con il proprio lavoro anche di madri. Quindi, ciò che è stato fatto in questa legislatura dal Governo attuale e dall'attuale maggioranza, cioè abolire una Pag. 27norma che era stata votata dal precedente Governo, il Governo Prodi, è un fatto di assoluta gravità e noi con l'emendamento in esame cercavamo di porre l'attenzione su questo tema, che riteniamo molto importante nella normativa del lavoro nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Gatti. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, il Corriere della sera di ieri ci dice che il Paese europeo con la più bassa percentuale di donne che lavorano è l'Italia: il 47,2 per cento, rispetto ad una media dell'Unione europea del 59,1. Ci dice che se tutta l'Italia si allineasse agli standard europei la dimensione del PIL aumenterebbe del 6 per cento o più. Questo significa fare lavorare le donne, signor Presidente. Noi invece votiamo una delega assolutamente vuota, che non ha alcuna linea di indirizzo e alcun principio direttivo.
La necessità e l'urgenza di dare attuazione alla citata direttiva viene rafforzata non solo dal ritardo - come emerge dall'articolo del Corriere della sera - sulle politiche di accesso e tutela al lavoro delle donne del nostro Paese. Oggi, con una crisi di cui ancora non si sono dispiegati tutti gli effetti negativi sul fronte occupazionale, che risposta diamo alle donne?

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MARIA GRAZIA GATTI. L'Eurostat prevede che, fino al 2010, 600 mila donne perderanno il lavoro. Questo Governo si sta assumendo una responsabilità grandissima (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gnecchi. Ne ha facoltà.

MARIALUISA GNECCHI. Signor Presidente, anch'io vorrei sottolineare l'importanza dell'emendamento in esame. Quando si parla di disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dalle leggi e dalle direttive comunitarie, spesso, rispetto alle donne, in questo periodo, si parla solo della soglia dei 65 anni come età per la pensione. Invece, varrebbe la pena di favorire, in ogni modo, tutto ciò che l'Europa prevede a favore dell'occupazione femminile: così come la cosiddetta strategia di Lisbona prevede un tasso di occupazione femminile pari al 60 per cento entro il 2010 e così come il Governo precedente era riuscito a lavorare contro le dimissioni in bianco.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MARIALUISA GNECCHI. Quindi, siamo per favorire l'occupazione femminile, le retribuzioni più alte delle donne e la possibilità di fare carriera. Solo in questo modo, esse potranno avere anche delle pensioni un po' più eque, visto che, ancora, il trattamento medio delle pensioni delle donne è del 50 per cento rispetto alle pensioni degli uomini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 9.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cicu, onorevole Sbrollini, onorevole Stagno D'Alcontres, onorevole Proietti Cosimi? Ci siamo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 428
Maggioranza 215
Hanno votato
199
Hanno votato
no 229). Pag. 28

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 9.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cicu, onorevole Golfo, onorevole Sbrollini, onorevole Valentini, onorevole Ravetto, onorevole Gatti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 432
Maggioranza 217
Hanno votato
201
Hanno votato
no 231).

Prendo atto che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento De Biasi 9.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gatti. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, con questo emendamento si chiede l'applicazione del titolo III della direttiva comunitaria in oggetto, in cui è prevista la tutela giurisdizionale delle donne nell'ambiente di lavoro e in cui si parla di risarcimento e riparazione. In particolare, l'emendamento chiede l'istituzione di organismi preposti a promuovere, controllare e monitorizzare gli andamenti dell'accesso al lavoro, delle carriere, della qualità e delle progressioni di carriera delle donne.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MARIA GRAZIA GATTI. Questa è una materia su cui, molte volte, abbiamo tentato di intervenire. Vi è stato un rallentamento su queste questioni. È assolutamente necessario riconfermare una posizione precisa e ferma. Anche in questo caso, non è prevista alcuna linea direttiva con riferimento alla delega.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Biasi 9.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Proietti Cosimi? Onorevole Simeoni? Onorevole Ravetto? L'onorevole Ravetto adesso ha votato. I colleghi hanno votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 434
Maggioranza 218
Hanno votato
203
Hanno votato
no 231).

Prendo atto che la deputata Pes ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che i deputati Rampelli e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Ravetto, di nuovo? No, ha votato. Chi manca?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 435
Votanti 426
Astenuti 9
Maggioranza 214
Hanno votato
232
Hanno votato
no 194). Pag. 29

Prendo atto che i deputati Rampelli e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che i deputati Porcu e Galletti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Cazzola 9.050, sul quale la Commissione ha formulato un invito al ritiro, con la disponibilità ad esaminare favorevolmente un ordine del giorno congruente.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

GIULIANO CAZZOLA. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro. L'articolo aggiuntivo è stato presentato soltanto per ricordare al Governo che esiste un problema aperto e lo ringrazio per la promessa di accettare l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prima di passare all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 16, comunico che, con lettera del 19 maggio 2009, l'onorevole Zamparutti ha contestato l'ammissibilità degli emendamenti Consiglio 16.54, 16.9, 16.14, 16.15 e 16.55, presentati al disegno di legge comunitaria per il 2008, affermando che i medesimi sarebbero da considerare del tutto estranei a procedure di infrazione avviate dalla Commissione europea nei confronti dell'Italia e quindi inammissibili.
In proposito, ricordo che la Presidenza, attenendosi alle disposizioni di cui agli articoli 86, comma 1, e 89 del Regolamento e ai criteri di ammissibilità delineati nel corso dell'esame di precedenti disegni di legge comunitaria, non ha ritenuto ammissibili le proposte emendative estranee all'oggetto proprio della legge comunitaria, come definito dall'articolo 9 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, e quelle non presentate nel corso dell'esame in sede referente che non sono configurabili quale attuazione di obblighi comunitari.
Per quanto attiene, in particolare, all'emendamento Consiglio 16.54, osservo che tale proposta emendativa è volta a ripristinare il testo del provvedimento approvato nel corso dell'esame in prima lettura al Senato e pertanto, in quanto tale, non può che essere considerata ammissibile.
Quanto poi agli emendamenti Consiglio 16.9, 16.14 e 16.15, essi erano stati già presentati nel corso dell'esame in sede referente e dunque la Presidenza si è attenuta, come da prassi, alle valutazioni in materia di ammissibilità già svolte dalla presidenza della Commissione di merito.
Quanto, infine, all'emendamento Consiglio 16.55, non previamente presentato in Commissione, esso è stato già dichiarato inammissibile dalla Presidenza, proprio in quanto il medesimo - come, peraltro, rilevato anche dall'onorevole Zamparutti - non si riferisce a norme per le quali è in corso una procedura di infrazione comunitaria. Con riferimento a tale emendamento il rilievo non ha, quindi, ragione di essere.

(Stralcio dell'articolo 16 - A.C. 2320-A)

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, il nostro gruppo chiede lo stralcio dell'articolo 16. La questione sulle vicende relative alla caccia, che è stata analizzata prima al Senato poi in sede di Commissione alla Camera, in realtà pone alcuni problemi rispetto allo strumento nel quale si è deciso di inserire le nuove norme di cui dovremmo discutere. Pone dei problemi, innanzitutto, nei rapporti con l'UE. Forse non è opportuno inserire le medesime norme all'interno del disegno di legge comunitaria perché potrebbero portarci ad una discussione con l'Unione europea, con una conseguente procedura di infrazione.
Nel frattempo, riteniamo sia più opportuno procedere con lo stralcio. Infatti, il Senato ha già incardinato una proposta di legge per modificare la legge 11 febbraio 1992, n. 157, sulla caccia, mentre la Commissione competente alla Camera ha avviato un'indagine conoscitiva sui danni da fauna selvatica in agricoltura. È in corso, dunque, nelle Commissioni competenti sia al Senato che alla Camera, un dibattito nel Pag. 30merito delle modifiche da apportare alla legge n. 157 del 1992 sulla caccia e anche su una questione più complessa ossia l'indagine conoscitiva alla Camera per quanto concerne i danni da fauna selvatica in agricoltura. Riteniamo siano quelle le sedi opportune, senza entrare ora nel merito per capire chi ha ragione riguardo alle tesi che vengono sostenute. Proponiamo, pertanto, all'Assemblea lo stralcio dell'articolo 16.

PRESIDENTE. Se ho capito bene l'onorevole Bocchino avanza una richiesta di stralcio ai sensi dell'articolo 86, comma 7, del Regolamento. Chiedo, quindi, quale sia il parere del relatore su questa proposta.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, il parere del relatore è assolutamente contrario alla richiesta di stralcio, per vari motivi. Essa è stata avanzata al di là dello strumento della legge comunitaria, il che può anche trovarmi parzialmente d'accordo, ma il fatto è che abbiamo ereditato questo testo dal Senato ed è compito specifico della Commissione XIV e dell'Aula in generale affrontare questi temi così come sono stati votati dal Senato.
In più, signor Presidente, le faccio presente che su molti degli emendamenti presentati a firma Consiglio, Stucchi e Pirovano, che sono firmati anche da altri colleghi, è stato espresso il parere favorevole della Commissione XIV i quali, al contrario di quanto ha cercato di dimostrare con scarsi risultati la collega Zamparutti, hanno piena ammissibilità perché afferiscono proprio alla materia. Al di là del fatto che l'Aula è sovrana nel decidere - perché immagino ci sarà un voto - come relatore esprimo parere contrario relativamente a questa richiesta di stralcio.
Personalmente, lo dico a titolo personale e non in veste di relatore, mi preme lasciare a verbale e far rilevare che, purtroppo, su temi che sono delicati, che parlano comunque di recepimento di direttive comunitarie e di piena attuazione degli obblighi comunitari, purtroppo, anziché ragionare con la testa, si ragiona solo con l'enfasi di quegli ambientalisti da salotto che pochissimo conoscono di attività venatoria (Commenti di deputati del Popolo della Libertà).

MARIO PESCANTE, Presidente della XIV Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO PESCANTE, Presidente della XIV Commissione. Signor Presidente, nel confermare quello che ha detto l'onorevole Bocchino e cioè che non si è entrati nel merito della formulazione di un emendamento che, tra l'altro, avrebbe proposto il relatore, devo precisare altresì che, per quanto riguarda il parere di opposizione allo stralcio, si tratta di un parere personale e rispettabilissimo dell'onorevole Pini che, ovviamente, non è condiviso dalla Commissione. Egli, quindi, è intervenuto a titolo personale - si tratta di un parere rispettabilissimo - ci tengo a precisarlo.

PRESIDENTE. Se ho capito bene, questa proposta dell'onorevole Bocchino raccoglie il parere contrario del relatore a titolo personale, mentre esiste un parere favorevole della Commissione di merito.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, prima vorrei chiederle a che titolo interviene, se sull'ordine dei lavori o sulla proposta di stralcio sulla quale darò la parola ad un oratore a favore e ad uno contro. Il suo è un intervento che rientra in questa procedura oppure è sull'ordine dei lavori in generale?

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Sull'ordine dei lavori e per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che sia intervenuto Pag. 31un fatto nuovo. Abbiamo assistito ad un intervento a titolo personale di un relatore che ha ricevuto il mandato da una Commissione di riferire in Aula relativamente agli indirizzi che si definiscono anche come orientamenti precisi sui singoli passaggi relativamente agli emendamenti e agli articoli. Si tratta di un mandato ricevuto dall'intera Commissione o almeno da una maggioranza della Commissione e dal Comitato dei nove.
A questo punto credo che, prima di intervenire per fare in modo che ci sia (come da Regolamento) un intervento a favore e uno contro alla proposta di stralcio che è stata avanzata dal collega Bocchino, il relatore dovrebbe trarre le conseguenze di questo suo dissenso dalla maggioranza e dalla Commissione rimettendo il mandato, anche perché questo mi sembra il gesto più opportuno e più serio che il relatore possa fare nei confronti dell'Aula e dell'intero Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, mi richiamo al Regolamento per chiedere al relatore di modificare il parere. Infatti, quando il gruppo di maggioranza relativa, d'intesa con la Commissione, fa una proposta di stralcio, il relatore - per chi come noi ha studiato la politica prima di giungere in Parlamento - ha due opportunità: quella di dare il parere favorevole o quella di rimettersi all'Assemblea.
Se il relatore sceglie una terza opportunità - ha ragione il collega Quartiani - essa può essere solo quella di rimettere il mandato ricevuto. Non esiste una quarta opportunità (che è quella del parere contrario) perché il relatore non è il rappresentante del proprio gruppo in Aula, bensì colui che relaziona per conto della Commissione (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico) e pertanto per conto della maggioranza che determina i numeri all'interno della Commissione. Quindi, chiedo al relatore di modificare il parere o di rassegnare le dimissioni da relatore di questo provvedimento (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico).

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, non entro nel merito dell'ultima questione sollevata sia dall'onorevole Quartiani che dall'onorevole Bocchino, ma intendo intervenire sulla proposta di stralcio in quanto la proposta avanzata dall'onorevole Bocchino mi è parsa condivisibile anche perché le motivazioni dello scontro e delle incomprensioni con la Comunità europea sono già tante che ritengo che questo argomento sicuramente vada rivisto in un altro momento, con più calma e certamente in modo più approfondito. Per questi motivi mi dichiaro a favore dello stralcio dell'articolo 16, per tutto quanto riguarda questa materia.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Compagnon, tuttavia vorrei che completassimo gli interventi sull'ordine dei lavori che sono stati iniziati.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, volevo anche rientrare in quelli che sono stati i lavori della Commissione, ringraziando comunque il relatore Pini, e fare alcuni accenni sugli elementi che hanno dettato la linea degli emendamenti in esame. L'attuale disciplina dell'attività venatoria è contenuta nella legge n. 157 del 11 febbraio 1992, norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma...

Pag. 32

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole, ma le ha dato la parola per un intervento sull'ordine dei lavori. Se invece il suo intervento fosse sulla proposta di stralcio, ne parleremo successivamente.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Va bene, signor Presidente.

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, intervengo per fare due brevissime considerazioni. Con la prima intendo dire al relatore che quando parla di ambientalisti da salotto fa una considerazione che può serenamente tenere per sé (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori, di deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Popolo della Libertà) e che non ci appartiene, anche perché difendere la caccia come diritto, ma voler fare in modo che questo avvenga nel pieno e più assoluto rispetto dell'ambiente, ci pare un principio di buon senso che evidentemente egli fatica a comprendere.
In secondo luogo, mi associo a quanto detto prima di me e credo che, stante la sua affermazione chiara e inequivocabile, a questo punto abbia una sola conseguenza da trarre che è quella di dimettersi da relatore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

GIANLUCA PINI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, credo che nel resoconto stenografico risulterà chiarissimo. Concludendo, ho detto chiaramente che il mio intervento era a titolo personale, tant'è che immediatamente dopo di me è intervenuto il presidente della Commissione che ha chiarito la posizione della Commissione stessa, alla quale - è logico, non essendo intervenuto io in qualità di relatore, ma a titolo personale - sono obbligato a rimettermi, come giustamente ha fatto rilevare il presidente Bocchino. Quindi, la mia è una posizione a titolo personale.
Al di là di questo, non faccio fatica a comprendere, non accetto offese collega Donadi. Questa è una valutazione personale, come lei ha le sue, però le offese le tenga per sé (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Sulle proposte di stralcio darò ora la parola ad un oratore a favore e ad uno contrario.

MARINA SERENI. Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARINA SERENI. Signor Presidente, il gruppo del Partito Democratico si esprime favorevolmente sulla proposta del collega Bocchino per lo stralcio di questo articolo 16. Voglio chiarire che il nostro gruppo era e rimane favorevole al testo uscito dalla Commissione. Consideriamo quel testo un punto di equilibrio importante, che superava l'incidente prodottosi al Senato, che corrispondeva alla procedura di infrazione aperta su questa materia e, quindi, per quanto ci riguarda avremmo volentieri votato il testo uscito dalla Commissione a cui abbiamo contribuito sia nella precedente discussione nella Commissione agricoltura, sia nella Commissione competente, ossia la XIV.
Tuttavia, proprio perché la materia è molto complessa e rischia in quest'Aula di vedere un dibattito confuso e ideologico, che non serve né ai cacciatori, né a chi giustamente intende difendere l'ambiente, ricordo che noi stiamo parlando dell'adeguamento delle norme italiane ad una direttiva europea e alla procedura di infrazione aperta nei confronti del nostro Paese, non di ideologia. Credo che sia saggio accettare la proposta avanzata dal gruppo del Popolo della Libertà, rinviare in tempi molto ragionevoli l'esame della Pag. 33questione proprio perché dobbiamo corrispondere ad una richiesta che ci viene dall'Unione europea. Noi pensiamo che a questa richiesta occorra rispondere in quella direzione.
Alcuni degli emendamenti presentati legittimamente avevano una piccola contraddizione: è come se per adeguarci a qualche norma sulla sicurezza stradale, decidessimo di eliminare i limiti di velocità. Ci sembra una contraddizione e un rischio che non possiamo correre. Proprio per questo accettiamo e crediamo sia saggia la proposta del collega Bocchino di rinviare ad un'altra sede e ad un'altra normativa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del Popolo della Libertà e Italia dei Valori).

NUNZIANTE CONSIGLIO. Chiedo di parlare contro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, volevo riportare la questione sulla discussione sugli emendamenti. L'attuale disciplina dell'attività venatoria è contenuta nella famosissima legge 11 febbraio 1992, n. 157, recante norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio, con la quale si passa da una concezione di caccia controllata, così come previsto dalla precedente disciplina legislativa, ad una concezione della caccia programmata nell'intento tra l'altro di tener conto degli interessi connessi con l'ambiente e agricoltura.
La legge 11 febbraio 1992, n. 157, contiene tra l'altro numerosi richiami alla normativa dell'Unione europea e qui avrebbero a inserirsi gli emendamenti che il nostro gruppo ha presentato, sia nelle convenzioni internazionali, sia in materia di protezione della fauna.
Considerato anche, Presidente, il rilievo che l'attività venatoria assume nei Paesi dell'Unione europea, piuttosto vasta è anche la normativa successiva alla legge n. 157. Fra le più rilevanti direttive in materia appare opportuno ricordare la direttiva 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici - prima direttiva comunitaria in materia di caccia - che introduce una serie di divieti ma anche la possibilità di permessi e di un regime in deroga, cioè più permissivo, in quanto ricorrano alcuni presupposti che riguardano la sicurezza, la prevenzione di danni alle culture, al bestiame e ai boschi.
I nostri emendamenti erano rivolti sicuramente ad un atteggiamento di questo tipo verso la normativa europea. Considerando poi i molti appassionati che hanno nell'articolo 19-bis e nell'articolo 30 delle grandissime aspettative, il nostro movimento sicuramente non può accogliere la richiesta di stralcio di questo articolo e di questi emendamenti. Oltre a ringraziare per il lavoro che ha fatto l'onorevole Pini, dichiaro che il gruppo della Lega Nord è contrario allo stralcio (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di stralcio dell'articolo 16 avanzata dall'onorevole Bocchino. (È approvata - Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Partito Democratico).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per un richiamo all'articolo 79 del Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non sono intervenuto prima per evitare di portare disagio al dibattito che stavamo concludendo sul tema dello stralcio, ma, signor Presidente, credo che sia necessario replicare al collega Pini. In realtà, le cose non stanno come dice lui, né dal punto di vista politico, né dal punto di vista formale.
Il relatore, non solo idealmente ma materialmente, nel momento in cui assume un incarico su mandato della Commissione, deve spogliarsi della propria opinione personale nell'esercizio del suo mandato e se sta al tavolo dei nove e Pag. 34interviene come relatore non ha la facoltà di intervenire a titolo personale; può intervenire soltanto in quanto con un mandato espresso della Commissione.
L'onorevole Pini ritiene di dover esprimere una posizione personale o una propria valutazione personale? Ha piena libertà di farlo, ma deve rimettere il mandato alla Commissione, perché in quel momento, nell'esercizio di quello che sta facendo, egli rappresenta la maggioranza della Commissione. Di questo deve prendere atto: non c'è lo spazio politico, prima che formale, per un intervento a titolo personale, se non quello coraggioso e dovuto, di liberarsi di una responsabilità che gli è stata affidata su base fiduciaria dalla maggioranza della Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Paolo Russo, che l'ha chiesta immagino per un intervento di fine seduta, e visto che la seduta non è sospesa, vorrei chiedere il parere del presidente della Commissione.
Onorevole Pescante, vorrei raccogliere il suo parere sull'opportunità di sospendere la seduta, per riprendere alle ore 15, con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata e, alle ore 16, con il seguito dell'esame del suddetto provvedimento.
Si consideri anche che la Commissione ha presentato una nuova formulazione dell'emendamento 22.200, nonché un'ulteriore nuova formulazione dell'articolo aggiuntivo 22.0200, che sono in distribuzione, e che su tali proposte emendative la Commissione bilancio deve esprimere il prescritto parere. Avverto, inoltre, che la Commissione ha presentato una nuova formulazione dell'emendamento 38.200, che è in distribuzione, volto a recepire la condizione formulata dalla Commissione bilancio nel parere espresso nella giornata odierna, al fine di garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione.
Qual è il parere del Presidente della Commissione?

MARIO PESCANTE, Presidente della XIV Commissione. Signor Presidente, in linea di principio, nella nostra comune convivenza ministeriale, mi avevano abituato ad obbedire ai suoi ordini, cosa che mi accingo a fare anche ora. Accettiamo di buon grado e, quindi, rinviamo il seguito della discussione alle ore 16.

PRESIDENTE. La ringrazio molto onorevole Pescante, la sua gentilezza è straordinaria.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,50).

PAOLO RUSSO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, in qualità di presidente della XIII Commissione, intervengo per sollevare una questione di natura procedurale. La Commissione agricoltura, nella seduta del 13 maggio 2009, ha esaminato alcune proposte emendative al disegno di legge comunitaria, trasmesse dalla XIV Commissione. In tale ambito, la Commissione ha espresso parere favorevole sull'articolo aggiuntivo della Commissione 14.03, a condizione che sia coordinato con l'articolo 10-bis del disegno di legge A.S. 1195, approvato dal Senato il 13 maggio 2009, relativamente alle comunicazioni all'AGEA e all'esercizio dei controlli nella lotta alla contraffazione, per garantire una tracciabilità costante del prodotto. In tal modo, si intendeva evitare la contemporanea approvazione di disposizioni pressoché identiche da parte dei due rami del Parlamento. Al riguardo, devo rilevare che la XIV Commissione, nel recepire il parere della Commissione agricoltura, ha tuttavia apportato ulteriori modificazioni all'articolo aggiuntivo, che, a mio avviso, non possono ritenersi riconducibili all'esigenza di coordinamento. Mi riferisco in particolare al comma 6 dell'articolo aggiuntivo 14.03. Sottolineo che questa operazione non poteva considerarsi conseguente al parere della Commissione agricoltura, in quanto sulla materia non si poneva Pag. 35alcuna esigenza di coordinamento con il testo approvato dal Senato, che nulla prevedeva in materia di miscele di oli d'oliva con altri oli vegetali. Devo, perciò, far rilevare con rammarico che la procedura di esame degli emendamenti al disegno di legge comunitaria non è stata osservata con il rigore necessario per assicurare l'effettiva tutela degli ambiti di competenza sul merito, che sono riservati alle singole Commissioni di settore. Escludo che si sia trattato di un'azione tesa a sottrarre competenze e prerogative ai colleghi della Commissione che mi onoro di presiedere. Piuttosto, immagino che la fretta e qualche atteggiamento particolarmente superficiale abbia prodotto un equivoco, un pasticcio, che auspico non si ripeta.

PRESIDENTE. Ovviamente per la Presidenza fa fede ciò che viene trasmesso dalla XIV Commissione. Forse sarebbe stato opportuno un chiarimento fra i presidenti di Commissione. Onorevole Pescante, vuole intervenire?

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, avevo chiesto di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Brigandì, lei vuole intervenire sullo stesso punto? Perché vi è una questione che riguarda due eccellentissimi presidenti di Commissione e, quindi, dobbiamo lasciare che si chiariscano tra di loro. Prego, onorevole Pescante.

MARIO PESCANTE, Signor Presidente in qualità di presidente della XIV Commissione, ho preso atto delle motivazioni che sono alla base delle rimostranze del collega della Commissione agricoltura. Escluderei solo l'aggettivazione superficialità: stiamo lavorando da qualche giorno con grande impegno.
Posso anche condividere il fatto che abbiamo esaminato 124 emendamenti solo in due giorni; quindi, non si tratta di superficialità.
Devo anche dire che, nella fattispecie, per quello che ha segnalato il presidente, vi è stata una riformulazione d'intesa con il Governo. Questo, forse, peggiora la giustificazione che do, ma la prego, presidente Russo, dica quello che vuole, ma non che avremmo usato superficialità nelle nostre valutazioni.

PRESIDENTE. Onorevole Brigandì, finalmente ha facoltà di parlare.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, in realtà intervengo per cercare di capire l'intervento fatto poco fa ai termini del Regolamento, perché sta diventando un meccanismo piuttosto sgradevole quello di insultare la gente e venire a fare delle lezioni di etica.
Qui dentro si fa politica, ognuno agisce in politica secondo la propria etica e ci sarà un giudice supremo, che si chiama popolo italiano, che alla fine valuterà chi ha ragione e chi ha torto.
Non sono i più bravi, i più belli ed i più intelligenti a vincere, ma chi ha più voti. Mi riferisco, ad esempio, al fatto che si diceva che uno non capisce. Sono pronto a sostenere con chiunque, specie con chi lo ha detto, il riferimento al quoziente d'intelligenza.
Torniamo al punto che mi interessava: è stato detto - vorrei imparare - che il relatore non può parlare per sé. È stata fatta una ramanzina che non finiva più; sostanzialmente, il relatore è stato trattato malissimo.
Certamente, l'onorevole Pini non ha bisogno di un difensore, ma vorrei sapere in base a quali norme regolamentari, signor Presidente, se vi sono, è necessario seguire quell'iter. Se non ci sono, pregherei la Presidenza di dire a colui che ha fatto questo intervento, che mi spiace non sia qui, che le sue rampogne e le sue etiche le adoperi per il suo partito, i cui risultati elettorali sono sotto gli occhi di tutti.

PRESIDENTE. Onorevole Brigandì, fermo rimanendo che qui tutti hanno diritto di fare le prediche, ma nessuno ha il dovere di ascoltarle (in questo condivido le sue osservazioni), le leggo il comma 7 dell'articolo 86 del Regolamento: «Il relatore Pag. 36illustra all'Assemblea le proposte, deliberate dalla Commissione, di stralciare parti del progetto di legge o di rinviare il testo alla Commissione medesima; è interpellato su ogni altra proposta attinente l'ordine del lavori che abbia conseguenze sul seguito dell'esame. Sulle proposte di cui al presente comma hanno altresì facoltà di esprimersi i relatori di minoranza per non più di cinque minuti ciascuno».
In questo caso credo che, se vi è stato un equivoco, sia nato semplicemente dal fatto che il relatore, come ognuno, ha diritto di parlare a titolo personale, ma avrebbe dovuto dichiararlo nel momento in cui ha preso la parola.

MATTEO BRIGANDÌ. Lo ha fatto!

PRESIDENTE. Non lo ha fatto in modo sufficientemente chiaro da farsi capire dai colleghi che sono successivamente intervenuti. Come le dicevo prima, onorevole Brigandì, qui ognuno ha diritto di parlare e ha anche il diritto di non capire, questo è inevitabile.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, abbiamo appreso questa mattina dai giornali di una visita a sorpresa del Ministro degli affari esteri Frattini in Iran (è una visita che, in realtà, è stata rinviata), un Paese che rappresenta una teocrazia che costituisce una delle più dure dittature del nostro tempo.
Intervengo per chiederle di avanzare la richiesta che il Ministro Frattini, al suo ritorno, venga a riferire in Aula o alle Commissioni competenti.
Glielo chiedo perché per un Paese come il nostro, che è stato leader di una campagna, quella per la moratoria universale delle esecuzioni capitali, credo che vi sia il dovere, o almeno dovrebbe esservi il dovere, di sollevare la questione della pena di morte; in particolare in un Paese come l'Iran che è secondo dopo la Cina per numero di esecuzioni compiute ogni anno, e che quest'anno registra un aumento del 70 per cento. È un Paese in cui si giustiziano i minorenni: sono stati tredici nel 2008, e già tre in questi primi mesi del 2009; è un Paese dove si eseguono le lapidazioni: due casi nel 2008, uno nel 2009; e solo per attenermi a quanto avvenuto nel mese di maggio, le esecuzioni di massa sono all'ordine del giorno: tra il 2 e l'8 maggio vi sono state 21 esecuzioni, e tra l'11 e il 13 maggio nove.
Inoltre, il Governo italiano è tenuto a seguire con attenzione la situazione dei Mujaheddin del popolo iraniano nel campo di Ashraf, e di tutti questi punti così importanti non trovo traccia negli articoli che descrivono gli obiettivi che il Ministro Frattini si prefigge di conseguire con questo suo viaggio.
In particolare, come radicale vorrei esprimere la non condivisione degli sforzi volti a rendere l'Iran un Paese stabilizzatore di quella regione: è illusorio pensare di poter fare dell'Iran un Paese stabilizzatore di quell'area, quando sappiamo che è invece il Paese destabilizzatore di quell'area, con le influenze sciite che ha all'interno del Governo iracheno, con il sostegno ad Hamas, con il sostegno ad Hezbollah. Sappiamo che anzi questa funzione di destabilizzazione dell'area cosiddetta mediorientale a null'altro serve se non al fine di stabilizzare al proprio interno un regime sempre più opprimente, e per questo ritengo importante che il Ministro venga a riferire ai parlamentari di quanto fatto e/o di quanto non fatto.

PRESIDENTE. Onorevole Zamparutti, la Presidenza provvederà a portare a conoscenza del Ministro Frattini la sua richiesta.
Desidero confermare che siamo molto orgogliosi del ruolo che l'Italia ha avuto nel promuove la moratoria sulla pena di morte alle Nazioni Unite, e riteniamo di avere come italiani un particolare dovere di vigilare su tutte le iniziative che possono dare forza a quella moratoria, così bella Pag. 37nella sua enunciazione teorica ma in realtà poi così poco efficace nella pratica concreta.

MARIO TASSONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, vorrei porle una questione che ritengo della massima importanza: stiamo lavorando con ritmo incessante, anche in questi giorni, su provvedimenti di una certa portata, di una certo significato. In questi giorni, quindi, abbiamo affrontato e stiamo esaminando il provvedimento sulle disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee.
La settimana scorsa abbiamo dedicato tutto il nostro tempo al provvedimento sulla sicurezza. Tutto ciò dovrebbe avere anche una conseguenza logica nell'azione, nell'attività del Governo. Purtroppo, avvertiamo che vi è sempre una contraddizione rispetto all'assicurazione che il Governo dà, anche nel corso dei lavori parlamentari, rispetto a tanti ordini del giorni ma anche rispetto ad una norma scritta. Gli ordini del giorno sono - lo diciamo con estrema chiarezza - degli impegni un po' appesi nell'aria.
La norma scritta invece è una norma scritta, che certamente dovrebbe essere rispettata. Alcuni di questi provvedimenti, signor Presidente, hanno trattato l'importante questione dell'espansione del gratuito patrocinio (penso anche a provvedimenti importanti quali quelli sullo stalking: anche su quel tema si è aperta una discussione con l'approvazione di taluni emendamenti).
Quello del gratuito patrocinio è un tema importante, poiché rafforza i diritti alla difesa ma rafforza anche il funzionamento della giustizia, che abbiamo sempre considerato in termini forti ed intensi.
Ora, però, ci troviamo di fronte ad un atteggiamento clamoroso da parte del Governo, che da molti mesi non paga i patrocinanti del gratuito patrocinio. Questa è una contraddizione in termini: è una beffa. Se il Governo vuole, può prendere in giro, ma qui si sta prendendo in giro anche il Parlamento e il popolo italiano.
Qui non si tratta della rivendicazione di una categoria, ma della smentita di un istituto che è consacrato in Costituzione e che viene confermato giorno per giorno con le nostre leggi. Non è una rivendicazione quella che faccio.
Peraltro, ho presentato anche un'interrogazione su questa materia, e colgo anzi l'occasione per sollecitarla. Il Parlamento, purtroppo - non so per colpa di chi - dedica al sindacato ispettivo solo i ritagli di tempo: al di là del question time e delle interpellanze urgenti, il resto del tempo è lasciato al buon cuore del Governo, quando questo intende rispondere, e ai tempi che noi ci diamo nella programmazione dei lavori parlamentari.
Signor Presidente, la cosa è molto grave: il Governo manca di credibilità. È inutile che discutiamo di istituti importanti e fondamentali per poi non far nulla perché essi vivano. Lo ripeto ancora una volta: abbiamo previsto l'espansione di questo istituto e poi è da quasi un anno che non paghiamo gli avvocati che operano in virtù di esso.
Presidente - e concludo -, credo che sia da considerare questo problema perché in questo modo viene messa in discussione la dignità del Parlamento e alla dignità del Parlamento io ci tengo: la dignità del Governo appartiene ad altri, ma a quella del Parlamento tengo moltissimo.

PRESIDENTE. Onorevole Tassone, la dignità del Parlamento sta a cuore a tutti noi.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15, con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, e alle ore 16 con il seguito dell'esame del presente provvedimento.

La seduta, sospesa alle 14,05, è ripresa alle 15,05.

Pag. 38

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i rapporti con il Parlamento ed il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.

(Motivazioni del rinvio da parte del CIPE del trasferimento alla Sicilia di 4 miliardi di euro derivanti dal Fondo per le aree sottoutilizzate - n. 3-00529)

PRESIDENTE. L'onorevole Commercio ha facoltà di illustrare, per un minuto, la sua interrogazione n. 3-00529, concernente motivazioni del rinvio da parte del CIPE del trasferimento alla Sicilia di 4 miliardi di euro derivanti dal Fondo per le aree sottoutilizzate (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Signor Presidente, signor Ministro, la regione Sicilia da tempo attende che il CIPE trasferisca 4 miliardi di euro derivanti dal Fondo per le aree sottoutilizzate. Ancora una volta, l'8 maggio 2009 il CIPE ha rinviato senza alcuna motivazione plausibile il trasferimento di risorse essenziali per l'avvio o il completamento di interventi strutturali necessari e improcrastinabili per la Sicilia.
Anche per questi motivi interroghiamo il Governo per conoscere quali siano le motivazioni per il rinvio da parte del CIPE del trasferimento di 4 miliardi di euro destinati alla Sicilia dal Fondo per le aree sottoutilizzate e, vista l'improrogabilità del trasferimento delle citate risorse, quale sia la data precisa nella quale i citati fondi saranno trasferiti alla regione Sicilia.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, mi permetta innanzitutto di ringraziare l'onorevole Commercio che ci fornisce l'occasione per poter confermare, ancora una volta, l'impegno del Governo Berlusconi in favore delle popolazioni del Mezzogiorno e degli interventi già previsti e programmati per il suo sviluppo e per la realizzazione delle necessarie infrastrutture, in particolare.
Ringraziatolo quindi per questo e confermato l'impegno del Governo, voglio portarle come prova - se posso usare questa espressione, Presidente - della volontà politica del Governo il «contratto per il sud» che è stato recentemente firmato dal Ministro dello sviluppo economico, onorevole Claudio Scajola, e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al CIPE, onorevole Gianfranco Miccichè. Tale «contratto» rappresenta, a giudizio del Governo, un momento decisivo e determinante per lo sviluppo e la crescita di tutto il Mezzogiorno e principalmente della Sicilia, per il riconosciuto ruolo chiave che questa importante regione del nostro Paese riveste per i rapporti con tutta l'area del Mediterraneo.
Per quanto concerne poi le risorse destinate al programma attuativo FAS 2007-2013 della regione siciliana - alle quali ha fatto riferimento l'onorevole Commercio - per un importo di circa 4 miliardi di euro, le posso confermare che dopo la presa d'atto del CIPE saranno senz'altro trasferite dal Ministero dello sviluppo economico in misura coerente con gli stanziamenti annuali, secondo le modalità e le procedure previste dalla delibera CIPE n. 166 del 2007 e successive modifiche.
Il Ministero dello sviluppo economico ritiene quindi che i fondi FAS saranno presto sbloccati e messi all'ordine del giorno del CIPE per attuare il programma regionale della Sicilia e consentire quindi alla regione l'avvio o il completamento di quegli importanti interventi strutturali che tutto il Governo ritiene essere necessari e indifferibili.

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PRESIDENTE. L'onorevole Commercio ha facoltà di replicare, per due minuti.

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Signor Presidente, replico alla non risposta del Governo. Signor Ministro, la politica del rinvio rappresenta un lusso che né la regione Sicilia né, in particolare, il Mezzogiorno possono permettersi. Nel Meridione vi è un'economia in ginocchio anche a causa del grave deficit infrastrutturale e ribadiamo ancora una volta, in questa sede, che non ci potrà essere sviluppo né competitività per il Paese se non ripartiamo dal sud e se non riduciamo la forbice sud-nord o, se si preferisce, nord-sud.
Il presidente della regione siciliana, onorevole Raffaele Lombardo, ha definito il rinvio del CIPE come un abuso perpetrato nei confronti dei siciliani e debbo dirle, signor Ministro, che avvertiamo, anche sulla scorta di alcune dichiarazioni lette nei giorni scorsi, che spira un clima di poca disponibilità verso il Mezzogiorno.
Peraltro, prendiamo atto del fatto che gli impegni assunti dal Governo (mi riferisco in particolare agli impegni elettorali) e sottoscritti dalle tre forze politiche Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Movimento per l'Autonomia (mi riferisco a quel punto 5, alla voce «sud») ad oggi non sono stati assolutamente rispettati. Ma soprattutto ne prenderanno atto le popolazioni del Meridione, che non sono più disposte, signor Ministro, ad aspettare con il cappello in mano. Per queste ragioni mi dichiaro assolutamente insoddisfatto della risposta del Governo.

(Tempi e modalità per il ripristino del ponte storico sul fiume Po, sulla strada statale n. 9 via Emilia, e realizzazione del secondo ponte a Piacenza - n. 3-00530)

PRESIDENTE. L'onorevole De Micheli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00530, concernente tempi e modalità per il ripristino del ponte storico sul fiume Po, sulla strada statale n. 9 via Emilia, e realizzazione del secondo ponte a Piacenza (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

PAOLA DE MICHELI. Signor Presidente, signor Ministro, il 30 aprile alle ore 12,30 il ponte sul Po della statale n. 9 via Emilia, che collega Piacenza a San Rocco al Porto, in provincia di Lodi, è crollato. Noi chiediamo di sapere con quali tempi e con quali modalità verrà riattivato un collegamento, anche se provvisorio, e vogliamo da voi la garanzia che i costi di tale collegamento provvisorio siano a carico dell'ANAS. Vi chiediamo con quali tempi e con quali modalità verrà ripristinato il ponte crollato. Peraltro, sottolineo che l'evento del crollo di un ponte determina anche una situazione di gravità dello stato delle infrastrutture di questo Paese.
Inoltre, così come da molti anni hanno sostenuto e richiesto gli enti territoriali, anche in accordo con i Governi precedenti, chiediamo di sapere quando e come si darà seguito al finanziamento del progetto e della realizzazione del secondo ponte sul Po.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

PAOLA DE MICHELI. Inoltre, alla luce della dichiarazione di stato di emergenza di Piacenza, chiediamo che anche la vicenda del Po venga inserita nel decreto del 15 maggio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, proverò a rispondere puntualmente alle varie questioni poste dall'onorevole De Micheli. Rispetto alla grave situazione determinatasi il 30 aprile scorso con il crollo di una delle campate del ponte sul fiume Po, ricordo all'onorevole interrogante - che d'altra parte immagino che ne sia già a conoscenza - che le ipotesi di soluzione sono Pag. 40state esaminate e valutate nel corso di riunioni dell'apposito tavolo politico-istituzionale costituitosi con la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni, delle regioni e degli enti locali e faccio quindi riferimento alle decisioni assunte in queste riunioni di coordinamento istituzionale.
Per l'immediato ripristino della viabilità, innanzitutto, si è unanimemente concordato di ricorrere ad un collegamento provvisorio tra le due sponde, con l'installazione di un ponte di barche opportunamente connesso con la viabilità locale. Scartata poi l'ipotesi di una soluzione tampone, consistente nella ricostruzione della sola campata crollata, l'ANAS procederà all'integrale ricostruzione dell'impalcato metallico, che verrà sostenuto dalle pile del ponte storico esistenti, opportunamente rinforzate. Il nuovo impalcato, che si estenderà anche nella tratta dell'attuale viadotto di accesso dal lato di Lodi, verrà realizzato con sofisticate operazioni di montaggio in opera di una moderna struttura reticolare metallica preassemblata in officina. L'altezza ridotta dell'impalcato consentirà di ampliare notevolmente la sezione idraulica di deflusso delle piene del fiume.
Per quanto riguarda, onorevole De Micheli, l'eventuale integrazione del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 maggio 2009, al quale ha fatto riferimento e con il quale è stato dichiarato lo stato di emergenza a seguito delle eccezionali avversità atmosferiche verificatesi nello scorso aprile appunto, il Governo e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in particolare hanno rappresentato che l'evento ha interessato anche l'ambito territoriale della provincia di Lodi, in ordine al quale sinora però non è pervenuta alcuna richiesta, da parte della regione Lombardia, di attivazione delle procedure straordinarie.
Infine, per quanto riguarda il richiesto inserimento nella legge obiettivo delle opere di ricostruzione del ponte, già previsto peraltro nell'intesa generale quadro tra lo Stato e la regione Emilia Romagna del primo agosto 2008, quale infrastruttura aggiuntiva di interesse regionale, per la quale occorra l'interesse nazionale, si potrà prevedere, nell'ambito del DPEF e previo accordo in sede di Conferenza Stato-regioni, all'inserimento anche dei lavori in questione tra quelli a cui applicare il regime previsto dalla legge n. 443 del 2001.
Mi auguro di aver soddisfatto le sue domande.

PRESIDENTE. L'onorevole De Micheli ha facoltà di replicare.

PAOLA DE MICHELI. Signor Presidente ringrazio il Ministro, ma non posso ritenermi completamente soddisfatta, a causa dell'assenza di alcune informazioni che, invece, sono assolutamente importanti.
La prima è la questione dei costi legati alla provvisorietà del ponte di barche. In questo caso, deve farsene carico l'ANAS e non, come qualcuno ipotizzava, gli enti locali, che non si possono permettere un costo di questo tipo.
In secondo luogo, sono soddisfatta della conferma, anche da parte del Governo, dell'intervento che urgentemente verrà predisposto sul vecchio ponte. Sono, però, particolarmente preoccupata rispetto alla genericità della risposta relativamente alla costruzione, invece, del nuovo ponte. Ciò si potrebbe collegare alla situazione che si va a creare sull'autostrada A1, ovvero sul ponte dell'autostrada, che rimarrà l'unica parte del tratto Bologna-Milano a tre corsie, mentre, invece, è già previsto che tutto il resto diventerà a quattro corsie.
Sollecito nuovamente il Ministro Vito nella sua attenzione alla questione infrastrutturale e il Governo tutto, affinché questa vicenda del collegamento tra le due sponde del Po, in una zona strategica per la viabilità di tutto il Paese, venga presa a cuore e si diano risposte più precise e più dettagliate sul presente, sull'immediato futuro e anche sul futuro prossimo. Questa, infatti, è una di quelle zone che, da un punto di vista economico e produttivo, non può permettersi di rimanere troppo a lungo senza un'infrastruttura di questa portata e di questa rilevanza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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(Misure per innalzare il potere d'acquisto del reddito dei lavoratori, con particolare riferimento alle famiglie con figli - n. 3-00531)

PRESIDENTE. L'onorevole Tabacci ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00531, concernente misure per innalzare il potere d'acquisto del reddito dei lavoratori, con particolare riferimento alle famiglie con figli (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, signor Ministro, il progressivo declino dei salari in Italia rispetto ai Paesi europei è stato segnalato dall'OCSE: in media, la busta paga italiana è circa il 17 per cento più leggera di quella europea. Il minor potere d'acquisto penalizza, soprattutto, le famiglie con figli, che aspettano ancora il quoziente familiare che avevate annunciato in campagna elettorale, ma del quale si sono perse le tracce.
Lei poi, signor Ministro, aveva avuto occasione di esprimere un giudizio politico molto netto secondo cui la colpa del mancato adeguamento dei salari è della sinistra e del sindacato ideologizzato, prigionieri di una borghesia parassitaria e cialtrona.
Al di là di queste divagazioni, la questione che si pone è la seguente: quali misure concrete il Governo intenda adottare per sostenere i lavoratori italiani, costretti a fronteggiare la crisi economica, con redditi che sono oggettivamente inferiori rispetto ai loro colleghi europei e con un potere d'acquisto che penalizza, soprattutto, le famiglie con i figli.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, come l'interrogante ben sa, i salari sono essenzialmente determinati dalla contrattazione collettiva e dal regime fiscale. L'osservazione, invero polemica che ho svolto nei giorni scorsi e che l'interrogante ha richiamato, a proposito delle responsabilità dei bassi salari italiani, fa riferimento all'accordo, solo recentemente modificato, tra parti sociali e Governo per quanto riguarda la contrattazione collettiva definita nel 1993.
Allora si ritenne, a mio avviso sbagliando, che il Paese dovesse entrare nei parametri della moneta unica - parametri che invocano stabilità, ma anche crescita delle economie - attraverso la cosiddetta moderazione salariale. Invero, il meccanismo adottato ha generato un andamento piatto e moderato delle retribuzioni, come si può, ancora oggi, constatare. Si adottò, cioè, nel momento sbagliato, quel metodo adottato, invece opportunamente, nel 1984 in presenza di un'elevata inflazione.
Nel 1993, però, mancavano in parte gli strumenti che nel 1984 erano stati utili per la cosiddetta politica dei redditi, cioè per controllare tutti i redditi: mancavano, cioè, le tariffe e i prezzi amministrati. Dall'altro lato, il problema non era più l'inflazione, ma era quello della produttività del lavoro, così abbiamo avuto bassi salari, bassa produttività del lavoro, alto costo del lavoro per unità di prodotto; insomma, tutti gli interessi in gioco - e anche l'interesse comune - non sono stati soddisfatti. Per questo il Governo ha voluto fortemente incoraggiare le parti sociali a realizzare un nuovo modello contrattuale che consenta quanto più ai salari di collegarsi agli utili dell'impresa (arrivo a dire), oltre che agli incrementi di produttività. Inoltre, fin dal primo Consiglio dei Ministri, che si è svolto a Napoli, il Governo ha incoraggiato questa scelta attraverso la detassazione secca al dieci 10 per cento - per ora in via sperimentale, peraltro limitata ai redditi fino a 35 mila euro, cioè essenzialmente comprendendo operai e impiegati - per un valore di 6 mila euro l'anno; una tassazione al solo dieci per cento che è fortemente incentivante, erogazioni che possono essere aggiunte a quanto definito dalla contrattazione collettiva nazionale nella dimensione dell'azienda o - per alcune categorie, come l'edilizia, l'artigianato o agricoltura - del territorio. In quanto tali, queste erogazioni ragionevolmente Pag. 42si collegano ad andamenti virtuosi dell'impresa, soddisfacendo tutti gli interessi in gioco, in primo luogo il potere d'acquisto dei lavoratori.

PRESIDENTE. L'onorevole Tabacci ha facoltà di replicare.

BRUNO TABACCI. Signor Ministro, lei è un uomo colto e studioso di questioni economiche e sociali, per cui la sua illustrazione può essere accettabile, ma lei è anche uomo di Governo. Poiché le avevo posto un problema molto specifico riferito alle iniziative relative al quoziente famigliare, sul quale voi a lungo avete costruito le vostre opzioni elettorali, mi viene da ricordare che alcune di queste le avete mantenute e altre le avete contrastate o avete fatto il contrario, ma quelle che avete mantenuto - guarda caso - sono quelle che oggi incidono di più sulle difficoltà del presente. Vi siete impegnati a togliere l'ICI e oggi ci sono problemi di equilibrio non solo per la finanza locale, ma anche, più complessivamente, per la finanza pubblica. Vi siete poi impegnati sulla vicenda Alitalia, che da sola è costata 4 miliardi di euro che certo avrebbero potuto essere utilizzati in maniera più efficace, non solo per rendere esplicito il quoziente familiare, ma anche per agire in modo equilibrato. Tra l'altro, questa vicenda ha determinato un raggiro evidente sia degli azionisti, sia degli obbligazioni Alitalia, quindi siete anche in difetto nei confronti di una porzione limitata dei risparmiatori italiani che si sono visti, nel caso degli azionisti, totalmente defraudati - se fosse stata ceduta ad Air France, comunque quell'azienda avrebbe avuto un valore - e, nel caso degli obbligazionisti, siete stati in grado di proporre, con la copertura dei cosiddetti fondi dormienti, qualcosa che è inferiore a quello che lo Stato argentino in default ha proposto per la restituzione dei bond argentini. È chiaro, quindi, che se il buongiorno si vede dal mattino, voi siete molto abili come studiosi di questioni economiche e sociale, ma come uomini di Governo lasciate un segno che non è proprio incoraggiante (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

(Iniziative per migliorare i livelli retributivi dei lavoratori attraverso misure di carattere fiscale e in materia di ammortizzatori sociali - n. 3-00532)

PRESIDENTE. L'onorevole Paladini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00532, concernente iniziative per migliorare i livelli retributivi dei lavoratori attraverso misure di carattere fiscale e in materia di ammortizzatori sociali (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, risulta dall'ultimo rapporto dell'OCSE che i redditi da lavoro italiani sono tra i più bassi tra i trenta Paesi più sviluppati, collocandosi al ventitreesimo posto. In Europa occidentale solo in Portogallo esistono salari più bassi dei nostri. Nel 1995 il reddito italiano pro capite era superiore di circa il 4 per cento a quello medio relativo ai 15 Paesi dell'Unione europea. Nel 2008 è, invece, sceso sotto la media di circa il dieci per cento: in pratica, l'italiano medio si è impoverito quasi dell'1 per cento all'anno in rapporto agli altri appartenenti all'Unione europea.
Da anni non viene restituito, neanche parzialmente, il drenaggio fiscale, mentre è stato calcolato che nel 2008 la differenza tra quanto il contribuente paga e quanto pagherebbe, senza l'aumento dell'aliquota media indotto dall'inflazione, è pari a 3,7 miliardi di euro. Incide altrettanto, se non in misura maggiore, l'esteso utilizzo strumentale delle tipologie di contratti di lavoro cosiddetto «flessibile», che hanno reso precarie le condizioni di vita e i salari di milioni di lavoratori subalterni nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Pag. 43Signor Presidente, ribadisco ancora una volta che i bassi salari sono stati soprattutto determinati da una contrattazione collettiva centralizzata che ha inteso l'evoluzione dei salari solo in funzione di una logica solidale, non riconoscendo cioè ai salari la possibilità di riflettere nella dimensione di impresa in modo particolare gli incrementi di produttività e gli utili dell'impresa, come, invece, il nuovo modello contrattuale consente o dovrebbe consentire di realizzare, ancor più incoraggiato dalla detassazione che noi abbiamo introdotto, pari al 10 per cento semplice e secco di tutte le componenti variabili del reddito.
D'altronde, ricordo all'onorevole Paladini che, se è vero che abbiamo un alto livello di pressione fiscale e contributiva, il Governo Prodi vi ha ulteriormente contribuito: avevamo già un altissimo livello di prelievo contributivo pari al 32,7 per cento che è stato incrementato di tre decimali per finanziare la controriforma delle pensioni e portato al 33 per cento. Vi è la possibilità che si debba alzarlo di un altro decimale di punto, se non riusciremo a realizzare le economie che ci sono state consegnate sempre da quella controriforma delle pensioni.
In questi anni non è vero che non si è agito nei limiti delle condizioni di finanza pubblica, in una stagione prima di bassa crescita poi di recessione, perché ricordo che il precedente Governo Berlusconi aveva approvato ben due moduli di riduzione della pressione fiscale.
Rispondo anche implicitamente a quanto considerava prima l'onorevole Tabacci, dicendo che nella nostra tabella di marcia abbiamo dichiarato la volontà in particolare di sostenere le famiglie ritornando a quelle deduzioni fiscali che il Governo Berlusconi aveva introdotto e che il Governo Prodi aveva sostituito con detrazioni fiscali, quelle che cioè lasciano lordo il reddito alla successiva tassazione di carattere locale, così penalizzando soprattutto i nuclei familiari più numerosi.
Ora, nelle condizioni date, non appena ve ne sarà la possibilità, ribadiamo l'impegno di tornare ad una convinzione che è evidentemente nostra, perché si è già tradotta in atti nel passato, e le deduzioni fiscali sono il modo di fatto di introdurre sostanzialmente la logica del quoziente familiare.
Ricordo, infine, all'interrogante l'ingente intervento per proteggere il reddito di coloro che sono costretti all'inattività attraverso i ben 32 miliardi di euro destinati ad ammortizzatori sociali (si tratta di circa 64 mila miliardi di vecchie lire) negli anni 2009-2010, un intervento senza precedenti che ci auguriamo di non utilizzare a pieno perché confidiamo che i primi segnali di ripresa, già manifestatisi, possano ulteriormente consolidare un diverso ciclo dell'economia.

PRESIDENTE. L'onorevole Paladini ha facoltà di replicare per due minuti.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, il signor Ministro è informato, ma dimentica che i 10 miliardi sono stati investiti dal Governo Prodi per ridurre il cuneo fiscale. La politica dei bassi salari legata alla politica di deregolamentazione e di precariato di questo Governo ha, di fatto, dimenticato gli investimenti per gli ammortizzatori sociali così come li aveva delineati Biagi, senza parlare poi del Libro bianco di Biagi, che è stato dimenticato. Questo ha provocato l'abbassamento del reddito e la contrazione dei consumi e degli investimenti che è un problema molto importante.
I lavoratori dipendenti pagano troppe tasse, il fiscal drag non è stato restituito e in Italia pagano questa incapacità politica solo i lavoratori dipendenti.
Per mettere riparo alla crisi finanziaria a tutti gli Stati è stato richiesto un grande intervento.
Noi siamo stati, invece, quelli che hanno fatto l'intervento più ridotto in Europa e nel mondo, senza preoccuparci della redistribuzione del reddito che è una cosa assolutamente sostanziale. Nell'ambito dell'OCSE solo i redditi dei salariati dell'est Europa, dei messicani e dei turchi sono al di sotto dei nostri salari. Credo che queste siano le cose importanti che si devono dire. Pag. 44
Vorrei terminare con una considerazione molto importante. Visto che anche loro sono sicuramente assimilabili al concetto di basso reddito, vorrei portare la mia solidarietà e la vicinanza del mio partito e del nostro gruppo al personale delle forze dell'ordine che ieri è rimasto ferito a Torino nell'esercizio del proprio dovere, e anche al di là e al di sopra di esso (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Iniziative per il collegamento del reddito dei lavoratori ai risultati economici conseguiti dalle imprese - n. 3-00533)

PRESIDENTE. L'onorevole Saltamartini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cicchitto n. 3-00533, concernente iniziative per il collegamento del reddito dei lavoratori ai risultati economici conseguiti dalle imprese (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

BARBARA SALTAMARTINI. Signor Presidente, Ministro, ovviamente non mi ripeterò rispetto ai dati dell'OCSE che ci pongono al ventitreesimo posto nella classifica relativa ai salari medi netti dei lavoratori. Infatti, è ben chiaro il motivo per cui ci troviamo di fronte a questa situazione relativamente ai salari medi, agli errori e alle scelte errate che sono state compiute nel passato.
Credo che la cosa importante, invece, è avere da parte del Governo risposte sulle possibili soluzioni che sono state ipotizzate anche in questi ultimi giorni. A tal proposito, credo assuma particolare rilievo soprattutto quella di individuare delle forme di partecipazione da parte dei dipendenti agli utili di impresa che consentirebbero, tra l'altro, ai lavoratori stessi di vedere riflessa in misura significativa (positivamente parlando) nel proprio salario anche la crescita dell'azienda stessa.
In tal senso, signor Ministro, le chiediamo di conoscere quali sono le iniziative che il Governo intende assumere in tal senso, partendo dalla consapevolezza che sicuramente, legando il salario alla produttività dell'azienda, si può costruire un volano per lo sviluppo del nostro Paese.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, il Governo concorda assolutamente con l'interrogante. D'altronde, ebbi già modo di dichiarare nei primi giorni dell'attività di Governo nella qualità di Ministro del lavoro di ritenere necessaria l'introduzione di una disciplina di favore relativa alla partecipazione dei lavoratori ai destini dell'impresa.
La partecipazione dei lavoratori è stata oggetto di alcuni disegni di legge, uno in particolare (quello della senatrice Bonfrisco) ha ripreso il testo che io ebbi modo di presentare nella scorsa legislatura, così come anche un altro testo (quello del senatore Castro) ha completato convincimenti che sono dell'intero Governo.
Tra poco mi recherò presso la Commissione lavoro del Senato e affermerò la volontà del Governo di accompagnare con la migliore tempestività l'approvazione di una legislazione di sostegno alla diffusione delle forme partecipative dei lavoratori alla vita dell'impresa. Tra queste sottolineo in modo particolare una finalità principale rispetto alla quale mi permetto di ritenere che tutte le altre in qualche modo siano funzionali, ovviamente nella libertà responsabile delle parti in ciascun ambito aziendale di individuare le soluzioni migliori.
Mi riferisco, cioè, alla partecipazione dei lavoratori agli utili dell'impresa. I lavoratori spesso ci dicono, nel contesto di questa grande crisi, che quando le cose andavano bene loro non se ne accorgevano. Hanno ragione a segnalarci ciò perché, per le ragioni che prima abbiamo ricordato, la contrattazione centralizzata non ha consentito ai lavoratori di partecipare agli incrementi di produttività e tanto meno agli utili dell'impresa.
Dobbiamo favorire la condivisione non solo delle fatiche necessarie per agganciare Pag. 45la ripresa che siamo convinti si stia ormai determinando, ma dobbiamo affermare anche la condivisione da parte dei lavoratori dei risultati dei loro sforzi e degli sforzi collettivi degli attori coinvolti nella vita dell'impresa.
Quindi, la partecipazione agli utili diventa fondamentale per costruire quella complicità tra capitale e lavoro che sola può consentirci di generare nei prossimi anni, nonostante il declino demografico che caratterizza il nostro Paese, alti livelli di crescita.
Per questa partecipazione agli utili vi possono essere diverse soluzioni, ma quando questa diventa erogazione sulla base di accordi già trova la detassazione che il Governo, dal primo Consiglio dei ministri, ha varato nella misura secca del 10 cento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. L'onorevole Saltamartini ha facoltà di replicare.

BARBARA SALTAMARTINI. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio e non posso che essere soddisfatta della sua risposta, soprattutto perché è in linea con gli impegni da lei assunti in quest'Aula e nella Commissione lavoro di cui faccio parte, nel rispetto anche delle tante iniziative legislative che nella stessa Commissione lavoro della Camera sono attualmente depositate proprio sul tema della partecipazione.
Pertanto, aspetteremo ovviamente che dal Senato si licenzi il testo e si possa iniziare anche in quest'Aula la discussione.
Credo però, signor Ministro, che l'aspetto più importante della sua risposta sia finalmente questo passaggio definitivo, che segna anche il tema della partecipazione, dal welfare State alla welfare community.
Finalmente, parliamo di un sistema di welfare in cui il lavoratore non è più la parte che subisce solo gli effetti negativi (penso ai licenziamenti e alla cassa integrazione), ma che può percepire anche gli aspetti positivi della crescita di un'azienda e degli utili che da essa ovviamente derivano, dando grande valore al lavoratore come persona inserita in una comunità lavorativa molto più vasta e che va oltre la propria rispettiva busta paga (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Congratulazioni).

(Misure per il sostegno della natalità e della famiglia - n. 3-00534)

PRESIDENTE. L'onorevole Munerato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cota n. 3-00534, concernente misure per il sostegno della natalità e della famiglia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

EMANUELA MUNERATO. Signor Presidente, l'articolo 16 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo definisce la famiglia nucleo fondamentale della società e dello Stato e, come tale, deve essere riconosciuta e protetta.
In senso analogo, si esprimono anche gli articoli 29 e 31 della Costituzione.
Anche l'obiettivo della riforma del federalismo fiscale è di ridurre la burocrazia, riequilibrare le ingiustizie e restituire così risorse per la famiglia.
Nel nostro Paese, però, il fisco ignora ancora le presenze di figli o di madri lavoratrici, mentre questo non avviene in molti altri Stati europei. Quindi, auspichiamo che il sistema di tassazione venga riformulato sulla base del quoziente familiare, lasciando alle famiglie una maggiore disponibilità di reddito.
A fronte di tutto ciò, signor Ministro, le chiedo quali misure concrete intenda prendere in tempi brevi per il sostegno della natalità e della famiglia.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, il Libro bianco sul futuro del modello sociale in Italia, recentemente varato dal Consiglio dei ministri a Pag. 46seguito di un'ampia consultazione pubblica cui hanno partecipato circa mille soggetti collettivi e individuali, ha riconosciuto innanzitutto la centralità della persona in sé e nelle sue fondamentali proiezioni relazionali. Ciò significa soprattutto la famiglia e, quindi, la comunità territoriale di appartenenza.
Il favore nei confronti della famiglia e della natalità è ulteriormente poi sostenuto dall'esigenza di incrementare l'equilibrio demografico, posto che, come rilevavo poco fa, la crescita dell'economia e della società italiana sarà appesantita proprio dallo squilibrio demografico che ancora pesantemente registriamo, né questo squilibrio potrà essere risolto dal contributo di flussi migratori ordinati.
Il Governo intende sostenere il reddito delle famiglie, le famiglie stesse e la natalità attraverso servizi. Sono recenti gli interventi che si sono definiti come bonus per le famiglie più bisognose, una sorta di quattordicesima che è intervenuta all'inizio dell'anno in corso in favore di queste.
O come altri interventi a favore dei mutui per la casa delle giovani coppie o in funzione di tariffe agevolate per luce e gas delle famiglie ancora più bisognose. Così come ancora gli interventi prossimi ad essere erogati per latte e pannolini di nuclei familiari disagiati.
Ancora, la carta acquisti che è stata avviata ha consentito, per la prima volta, di organizzare un canale di comunicazione tra le amministrazioni pubbliche, i donatori privati e le persone in condizioni di maggiore disagio, tra le quali sono stati considerati i minori in contesti familiari particolarmente difficili. Si tratta di un primo intervento, ma come non apprezzare il fatto che si sia dato vita per la prima volta ad una strumentazione che raggiunge gli ultimi e tra questi, insisto, i nuclei familiari con figli che sono in condizione di maggior bisogno.
È necessario, altresì, irrobustire i servizi alla famiglia e alla natalità e tra questi - come anche gli interroganti sottolineano - quegli stessi servizi gestiti dalle famiglie e che la stessa regolazione del rapporto di lavoro mediante il semplice buono prepagato, il cosiddetto voucher, consentirà ulteriormente di promuovere.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Infine, la diffusione di servizi domiciliari per la non autosufficienza. La disabilità è stato un parametro già considerato all'interno dei buoni per le famiglie, ma questa assistenza domiciliare alla famiglia con non autosufficienti purtroppo oppone un nord organizzato a un sud nel quale si spende di più e si dà di meno, soprattutto con riferimento a questi primari bisogni.

PRESIDENTE. L'onorevole Munerato ha facoltà di replicare.

EMANUELA MUNERATO. Signor Presidente, signor Ministro, noi della Lega Nord ci dichiariamo soddisfatti della risposta. La famiglia, nonostante in questi ultimi anni abbia subito gli attacchi di una politica tesa alla sua disgregazione, rappresenta il pilastro su cui si fondano le comunità locali, la scuola, le imprese e anche il contenimento di forme di disagio sociale.
Il gruppo parlamentare della Lega Nord ha presentato una proposta di legge (A.C. n. 664) che ha l'obiettivo di incentivare la natalità con una serie di strumenti che intervengono nella fascia di età più delicata del bambino, fino a tre anni. Inoltre, ha l'obiettivo di sostenere la famiglia quale nucleo fondamentale della società, di incentivare la natalità attraverso strumenti di sostegno economico, affermare il ruolo delle associazioni familiari.
Siamo chiamati a prendere esempio dalle politiche messe in atto da altri Paesi europei. Tra tutti la Francia che in pochi anni è riuscita a invertire il trend demografico negativo grazie ad interventi mirati a mettere la famiglia al centro di una politica di sicurezza sociale.
Il nostro obiettivo, signor Ministro, è quello di fare cose concrete, magari semplici, Pag. 47ma concrete per aiutare le mamme e i papà di tutto il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
È notizia di questi giorni che qui abbiamo i salari più bassi di Europa e questa, signor Ministro, è una notizia che conferma le difficoltà che attraversano le famiglie, in particolare dove c'è una donna che lavora. Chi, come me, ha lavorato in fabbrica sa come ogni giorno il costo della vita aumenta e lo stipendio non basta mai, anzi sembra quasi che diminuisca.
Questo è vero per tutto il Paese, ma si aggrava ulteriormente al nord dove il costo della vita è più alto e dove ci sono più donne che lavorano. È per tutte le mamme, per tutte le donne che lavorano e per tutte le famiglie che deve essere alta l'attenzione del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bonaiuti, Brancher, Brugger, Caparini, Carfagna, Cicchitto, Conte, Cota, Gregorio Fontana, Gibelli, Jannone, Lucà, Migliori, Milanato, Romani, Saglia, Soro, Valducci, Vegas e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 2320-A

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta l'Assemblea ha da ultimo approvato la proposta di stralcio dell'articolo 16 del provvedimento.
Dobbiamo quindi riprendere l'esame dell'articolo 22 e delle proposte emendative allo stesso riferite. Avverto che in proposito la Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).

(Ripresa esame dell'articolo 22 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo quindi l'esame dell'articolo 22 e delle proposte emendative ad esso riferite (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 22.201 e del suo emendamento 22.200 (Nuova formulazione) sul quale è stato appena acquisito anche il parere favorevole della Commissione bilancio, nonché dell'articolo aggiuntivo 22.0200 (Ulteriore nuova formulazione) che contiene la previsione della copertura richiesta dalla Commissione bilancio e sul quale quest'ultima ha espresso parere favorevole.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Pini, qual è parere della Commissione sull'emendamento Consiglio 22.54?

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, l'emendamento Consiglio 22.54 è ritirato.

PRESIDENTE. Diciamo che c'è un invito al ritiro...

GIANLUCA PINI, Relatore. Mi scusi, signor Presidente, l'emendamento Consiglio 22.54 è ritirato perché il suo contenuto Pag. 48è stato recepito dalla Commissione nell'emendamento 22.200. L'emendamento in questione è stato ritirato perché su di esso la V Commissione aveva espresso parere contrario e la Commissione XIV ha riformulato un nuovo testo che è contenuto nell'emendamento 22.200.

PRESIDENTE. Sarebbe dunque assorbito dall'emendamento 22.200 della Commissione.
In ogni caso, sull'emendamento Consiglio 22.54 vi è un invito al ritiro, quando arriveremo all'esame di tale emendamento vedremo se l'invito al ritiro verrà accolto o meno dall'onorevole Consiglio. Stiamo alle procedure che non sono solo forma, ma anche sostanza.

GIANLUCA PINI, Relatore. Presidente, solo per chiarezza: a me risultava ritirato in Commissione.

PRESIDENTE. Alla Presidenza non risulta, dunque lei formula, a nome della Commissione, un invito al ritiro.
Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 22.201 della Commissione.
Chiedo ai colleghi che stanno entrando in Aula di prendere posto. Onorevole Realacci, vada pure al suo posto. Onorevole Giachetti, vede che c'è qualcuno che entra a sinistra?
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.201 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole De Girolamo, faccia pure con calma... l'onorevole Osvaldo Napoli ha votato... onorevole Nola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 295
Maggioranza 148
Hanno votato
295.
Sono in missione 84 deputati).

Prendo atto che i deputati Abrignani, Consolo, Biava e Laratta hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Consiglio 22.54.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, accedo a tale invito e ritiro l'emendamento 22.54 a mia firma.

PRESIDENTE. Sta bene.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.200 della Commissione (Nuova formulazione), accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Marinello... onorevole Bianconi... onorevole Corsaro... onorevole Vignali...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 312
Votanti 311
Astenuti 1
Maggioranza 156
Hanno votato
311.

Sono in missione 84 deputati).

Prendo atto che i deputati Consolo, Vico, Biava, Scelli e Tassone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione. Pag. 49
(Segue la votazione).

Onorevole Bocciardo... onorevole Consolo... onorevole Nola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 325
Maggioranza 163
Hanno votato
325).

Prendo atto che il deputato Scelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 22.0200 della Commissione (Ulteriore nuova formulazione), accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi... onorevole Sposetti... onorevole Sbrollini... onorevole Rampi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 333
Maggioranza 167
Hanno votato
333).

Prendo atto che i deputati Centemero e Scelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Ripresa esame dell'articolo 38 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 38 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Ricordo che gli emendamenti Damiano 38.21, 38.22 e 38.23, Lulli 38.24, Damiano 38.25 e 38.26, Lulli 38.27 e 38.28, Damiano 38.29, Lulli 38.30, Damiano 38.12 e 38.13, Lulli 38.14 sono stati ritirati.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Torazzi 38.7, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Torazzi 38.6. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 38.200 (Nuova formulazione) che ha avuto il parere favorevole della V Commissione (Bilancio) e che recepisce una parte dell'emendamento Damiano 38.21, di cui abbiamo discusso ieri.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Torazzi 38.5, mentre formula un invito al ritiro sugli emendamenti Torazzi 38.3. e 38.4.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Torazzi 38.7.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito formulato dal relatore.

ALBERTO TORAZZI. Signor Presidente, accedo a tale invito e ritiro l'emendamento a mia firma 38.7.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo alla votazione dell'emendamento Torazzi 38.6.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Torazzi 38.6, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Saltamartini... onorevole Sposetti... onorevole Corsaro... onorevole Peluffo...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 50
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 351
Votanti 349
Astenuti 2
Maggioranza 175
Hanno votato
183
Hanno votato
no 166).

Prendo atto che la deputata Mastromauro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 38.200 (Nuova formulazione), della Commissione accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Corsaro, deve rimanere al posto per votare... onorevole Luciano Rossi....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 348
Votanti 347
Astenuti 1
Maggioranza 174
Hanno votato
347).

Prendo atto che il deputato Polledri ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Torazzi 38.5, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 361
Votanti 358
Astenuti 3
Maggioranza 180
Hanno votato
188
Hanno votato
no 170).

Prendo atto che l'onorevole Torazzi accede all'invito al ritiro dei suoi emendamenti 38.3 e 38.4, formulato dal relatore.
Passiamo alla votazione dell'articolo 38.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 38, nel testo emendato.
Chiedo scusa, revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Farinone. Ne ha facoltà.

ENRICO FARINONE. Signor Presidente, ho chiesto di parlare per evidenziare il buon lavoro che abbiamo svolto su questo articolo, che garantisce sostanzialmente un maggiore equilibrio complessivo e cerca di conciliare la libera prestazione dei servizi con le esigenze di tutela sociale, in modo da evitare una concorrenza al ribasso che era temuta dai più. Penso, quindi, che il lavoro che abbiamo svolto in Commissione e oggi in Aula sia da evidenziare positivamente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 38, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi... onorevole Proietti... onorevole Luciano Rossi... onorevole Sbrollini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 372
Votanti 371
Astenuti 1
Maggioranza 186
Hanno votato
371). Pag. 51

Chiedo al relatore di esprimere il parere sull'articolo aggiuntivo Poli 38.02.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Poli 38.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Rossi, onorevole Sbrollini, onorevole Corsaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 376
Votanti 374
Astenuti 2
Maggioranza 188
Hanno votato
176
Hanno votato
no 198).

Prendo atto che la deputata Golfo ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Avverto che è in distribuzione la nuova formulazione degli ordini del giorno Mussolini n. 9/2320-A/20, Marinello n. 9/2320-A/22 e Sbrollini n. 9/2320-A/45.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti ordini del giorno: Razzi n. 9/2320-A/8, concernente la trasmissione televisiva in chiaro di eventi sportivi di particolare importanza, e Nola n. 9/2320-A/47, relativo all'attività venatoria e alla tutela della fauna selvatica, materia oggetto di una deliberazione di stralcio da parte dell'Assemblea nel corso della seduta odierna e, quindi, non più ricompresa nel provvedimento in esame.
L'onorevole Gozi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2320-A/15, per un minuto.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, l'ordine del giorno a mia firma invita il Governo a procedere rapidamente all'attuazione della comunicazione della Commissione sugli aiuti di Stato. Non si tratta di un'attuazione tecnica, in quanto la comunicazione consente più flessibilità nell'interpretazione degli aiuti di Stato. Da gennaio, il Governo avrebbe dovuto procedere e ancora non l'ha fatto. In tempi di crisi economica sono chiari gli interessi in gioco, soprattutto per il settore delle piccole e medie imprese. Quindi, noi invitiamo il Governo ad adoperarsi e ad agire rapidamente, per impartire le necessarie direttive, affinché la disciplina degli aiuti sia attuata nella maniera più flessibile, così come concordato dalla Commissione europea.

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Il Governo accetta l'ordine del giorno Cazzola n. 9/2320-A/1, a condizione che il dispositivo venga riformulato, sostituire le parole: «ad adottare al più presto e comunque entro l'anno» con le seguenti: «a valutare l'adozione al più presto di».
Il Governo invita al ritiro dell'ordine del giorno Catanoso n. 9/2320-A/2, accetta l'ordine del giorno Zeller n. 9/2320-A/3, invita al ritiro dell'ordine del giorno Ceccacci Rubino n. 9/2320-A/4, accoglie come Pag. 52raccomandazione l'ordine del giorno Tommaso Foti n. 9/2320-A/5, non accetta l'ordine del giorno Pili n. 9/2320-A/6, accetta l'ordine del giorno Saltamartini n. 9/2320-A/7, non accetta l'ordine del giorno Razzi n. 9/2320-A/8.

PRESIDENTE. Ricordo che l'ordine del giorno Razzi n. 9/2320-A/8 è inammissibile.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Contento n. 9/2320-A/9, non accetta gli ordini del giorno Evangelisti n. 9/2320-A/10, Di Giuseppe n. 9/2320-A/11, Misiti n. 9/2320-A/12, Cambursano n. 9/2320-A/13 e Scilipoti n. 9/2320-A/14.
Il Governo accetta gli ordini del giorno Gozi n. 9/2320-A/15 e Polledri n. 9/2320-A/16, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Di Biagio n. 9/2320-A/17, non accetta gli ordini del giorno Brugger n. 9/2320-A/18 e Fedriga n. 9/2320-A/19, accetta gli ordini del giorno Mussolini n. 9/2320-A/20 (Nuova formulazione), Caparini n. 9/2320-A/21 e Marinello n. 9/2320-A/22 (Nuova formulazione).
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Torazzi n. 9/2320-A/23, accetta gli ordini del giorno Scalia n. 9/2320-A/24 e Cosenza n. 9/2320-A/25, non accetta gli ordini del giorno Cenni n. 9/2320-A/26, Marco Carra n. 9/2320-A/27, Tassone n. 9/2320-A/28, Poli n. 9/2320-A/29, Sani n. 9/2320-A/30, Zaccaria n. 9/2320-A/31, Margiotta n. 9/2320-A/32, Realacci n. 9/2320-A/33, Mariani n. 9/2320-A/34 e Bratti n. 9/2320-A/35, accetta l'ordine del giorno Fugatti n. 9/2320-A/36, non accetta gli ordini del giorno Marsilio n. 9/2320-A/37, Santelli n. 9/2320-A/38, Compagnon n. 9/2320-A/39, Duilio n. 9/2320-A/40 e Pianetta n. 9/2320-A/41, accetta l'ordine del giorno Biancofiore n. 9/2320-A/42, non accetta l'ordine del giorno Biava n. 9/2320-A/43, invita al ritiro dell'ordine del giorno Bellotti n. 9/2320-A/44, non accetta gli ordini del giorno Sbrollini n. 9/2320-A/45 (Nuova formulazione) e Schirru n. 9/2320-A/46.

PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi di prendere posto.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cazzola n. 9/2320-A/1, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Catanoso n. 9/2320-A/2 formulato dal Governo.

BASILIO CATANOSO. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zeller n. 9/2320-A/3, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Ceccacci Rubino n. 9/2320-A/4 formulato dal Governo.

FIORELLA CECCACCI RUBINO. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Tommaso Foti n. 9/2320-A/5, accolto dal Governo come raccomandazione.

TOMMASO FOTI. No, signor Presidente, non insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Pili n. 9/2320-A/6, non accettato dal Governo.

MAURO PILI. No, signor Presidente, non insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Saltamartini n. 9/2320-A/7, accettato dal Governo. Pag. 53
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Contento n. 9/2320-A/9, accolto dal Governo come raccomandazione.

MARIA GRAZIA GATTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Saltamartini n. 9/2320-A/7 e vorrei sottolineare con questo il fatto che abbiamo appena votato una delega assolutamente vuota sull'applicazione della parità nel lavoro tra uomini e donne.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che anche gli onorevoli Gnecchi, Mattesini, Lo Moro e De Pasquale chiedono di aggiungere la propria firma all'ordine del giorno Saltamartini n. 9/2320-A/7.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Evangelisti n. 9/2320-A/10, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Evangelisti n. 9/2320-A/10, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 377
Votanti 374
Astenuti 3
Maggioranza 188
Hanno votato
177
Hanno votato
no 197).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini, Boccuzzi e Rampi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/2320-A/11, non accettato dal Governo.

ANITA DI GIUSEPPE. Sì, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, avrei preferito sinceramente ringraziare il Governo per avere eventualmente accettato il mio ordine del giorno. Purtroppo, ancora una volta, ha mostrato una scarsa sensibilità su questo problema delle pari opportunità, anche perché con questo ordine del giorno volevamo impegnare il Governo a presentare un programma pluriennale soprattutto per gli asili nido.
Già precedentemente il Governo ha respinto degli emendamenti relativi proprio alla parità tra uomo e donna. Chiaramente, vi è un certo dissenso da parte del gruppo dell'Italia dei Valori, perché non si dà la giusta importanza al lavoro femminile, alla realizzazione delle donne nella società e alle competenze che le donne possono offrire alla società stessa.
Vorrei invitare il Governo a ripensarci, ma lo vedo in tutt'altre faccende affaccendato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Giuseppe n. 9/2320-A/11, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 386
Votanti 384
Astenuti 2
Maggioranza 193 Pag. 54
Hanno votato
184
Hanno votato
no 200).

Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Misiti n. 9/2320-A/12, non accettato dal Governo.

AURELIO SALVATORE MISITI. Sì, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, chiedo al Governo di dare la motivazione, perché mi sembrava una cosa talmente superflua che quasi non volevo presentare questo ordine del giorno, perché credo che quello che c'è scritto in questo ordine del giorno sia obbligatorio da parte del Governo.
Vi è solo la questione della data, entro il 2009. La questione si poteva pure rivedere, ma mi sembra assurdo che si dia un parere contrario.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo conferma il parere negativo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Misiti n. 9/2320-A/12, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Luciano Rossi? Onorevole Proietti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 385
Votanti 383
Astenuti 2
Maggioranza 192
Hanno votato
181
Hanno votato
no 202).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini, Morassut e Mariani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Proietti Cosimi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

Onorevole Cambursano, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2320-A/13, non accettato dal Governo?

RENATO CAMBURSANO. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Ministro, sono qua. Signor Ministro? Sono da questa parte, mi guardi. Mi permetta una domanda... Eccolo qua. Sono piccolino, non è colpa mia (Commenti). Questo è anche vero, ma non ho nessuna presunzione di misurarmi con lei, nonostante il successo che ho.

PRESIDENTE. Parli al Presidente, onorevole Cambursano.

RENATO CAMBURSANO. Signor Ministro, le faccio una domanda: prima di dare il parere, ha letto l'ordine del giorno in esame?
Sa perché le faccio questa domanda? Perché il sottosegretario, oggi Viceministro Vegas non più tardi di dieci giorni fa a proposito del medesimo ordine del giorno - cambiavano solo le prime due premesse, perché erano riferite al provvedimento in discussione - ha dato parere favorevole sul dispositivo, pregando semplicemente di cambiare la parte introduttiva del dispositivo, e cioè «impegna il Governo a valutare, eccetera».
Lei non ha fatto neanche questo sforzo. Ne desumo, signor Ministro Ronchi, che lei - visto che è Ministro, teoricamente dovrebbe contare molto di più di un già sottosegretario - non sia per una vera lotta all'evasione e all'elusione fiscale, perché - lo ha detto lei, non l'ho detto io - Pag. 55non accettando questo ordine del giorno, non si impegna ad un programma di contrasto dell'evasione fiscale.
Eppure in questo Paese ve n'è molto bisogno; e a dirlo non sono io: è il Ministro dell'economia e delle finanze, dal quale lei in qualche modo dipende; per ragioni diverse quasi tutti i componenti del Governo Berlusconi dipendono da lui, nel senso letterale del termine, nel momento in cui abbisognano di risorse finanziarie. Queste mancano. E sa perché mancano? Lo dice il Ministro Tremonti: perché nelle sole imposte indirette vi è un'evasione fiscale in crescita nel corso del 2009, se l'andamento continuerà ad essere questo, di ben 13 miliardi; e a seguire così negli anni a venire, per altri tre anni, di cifre addirittura superiori. Il totale dell'evasione fiscale passerebbe quindi, a queste condizioni, dai 120-130 miliardi di euro annui ad un ulteriore 13-14-16 miliardi all'anno. Ma dove vogliamo andare? Far pagare sempre i soliti stupidi? Pensi almeno un po' ai lavoratori dipendenti, ai pensionati! Legga gli ordini del giorno, prima di dire «no»; e non si faccia distrarre dai suoi colleghi di partito (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cambursano n. 9/2320-A/13, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesare Marini? Onorevole Calderisi? Onorevole Corsaro? Onorevole Leo? Onorevole Pizzolante? Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 390
Votanti 389
Astenuti 1
Maggioranza 195
Hanno votato
185
Hanno votato
no 204).

Onorevole Scilipoti, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2320-A/14, non accettato dal Governo?

DOMENICO SCILIPOTI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, colleghi e rappresentanti del Governo, intervengo sull'ordine del giorno in esame; e non vorrei ripetere quanto detto dal collega precedentemente, cioè chiedere se il Ministro ha guardato attentamente gli ordini del giorno oppure no. Ritengo di sì.
Però, visto che li ha guardati attentamente, non riesco a capire come mai non si accoglie come raccomandazione né si accetta l'ordine del giorno, che parla, per quanto riguarda le direttive delle Comunità europee, della qualità dell'aria, e chiede una riduzione dell'emissione in atmosfera di sostanze altamente tossiche.
Quando parliamo di sostanze altamente tossiche, ci riferiamo particolarmente a sostanze - come il Ministro sa meglio di me - quali CO2, ammoniaca, anidride solforosa, IPA (Idrocarburi policiclici aromatici), che determinano alti tassi di malattie degenerative. Con questo ordine del giorno noi non chiedevamo al Governo altro che di dare maggior stimolo affinché all'interno della Comunità europea si tenesse nella giusta attenzione quanto si denunzia giornalmente da parte dei nostri colleghi parlamentari, della cittadinanza e della Comunità europea stessa: e cioè che i tassi di inquinamento da talune sostanze determinano malattie gravissime. Perché, signor Ministro, vi sono realtà, quali la Valle del Mela, per le quali la Comunità europea interviene per sanzionare l'Italia e per chiedere agli italiani di rispondere per l'inquinamento da SO2, cioè da una sostanza velenosa che determina la morte: un inquinamento così alto che non può essere negato!
Signor Ministro, con questo ordine del giorno noi non chiedevamo niente di particolare: volevamo spingere lei e i colleghi Pag. 56a prendere conoscenza di questo problema e a tenerlo nella giusta considerazione. Si tratta di sostanze, come il CO2 o il monossido di carbonio, che, se presente nella percentuale di 0,2 per cento dell'aria, determina dopo 15 minuti difficoltà respiratorie e morte! E vi sono siti in Italia - quali, lo denuncio nuovamente, la Valle del Mela - per le quali la Comunità europea ha già sanzionato l'Italia per essere fuori dai parametri della normalità.
Attraverso questo ordine del giorno noi chiediamo di prendere in seria considerazione questo problema attraverso un'analisi attenta, e di rivalutare la possibilità di imporre su questi temi normative restrittive a tutela della salute. Non credo che chiedessimo qualcosa di anormale! Perciò, signor Ministro, noi chiediamo a lei e ai colleghi presenti in Aula che questo argomento sia valutato e che se ne prenda seria coscienza, così da esprimersi in senso positivo. Ma nel caso in cui lei non volesse farlo, mi appello agli onorevoli presenti in Aula affinché votino per far sì che si tuteli la vita e che si tuteli l'ambiente, perché, con l'attuale normativa, vi sono tassi di inquinamento più alti del normale e che mettono a rischio le vite.
Allora, signor Ministro, ha ragione il collega onorevole Cambursano quando dice non già che lei non ha letto questi ordini del giorno, ma che li ha letti partendo da una posizione preconcetta, e cioè che tutto ciò che viene dall'opposizione, giusto o sbagliato, non deve essere messo in discussione!

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Non è vero (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

DOMENICO SCILIPOTI. Questo è un fatto veramente grave! Perché, signor Presidente, signor Ministro, è importante che, sia da parte della maggioranza che da parte dell'opposizione, su taluni temi non vi siano posizioni preconcette, ma vi sia una vera discussione e che si trovino soluzioni nell'interesse della collettività del Paese e dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Applausi polemici dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Scilipoti n. 9/2320-A/14, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 390
Votanti 383
Astenuti 7
Maggioranza 192
Hanno votato
180
Hanno votato
no 203).

Prendo atto che il deputato Proietti Cosimi ha segnalato che non è riuscito a votare.

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Gozi n. 9/2320-A/15 e Polledri n. 9/2320-A/16, accettati dal Governo. Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Di Biagio n. 9/2320-A/17, accolto dal Governo come raccomandazione.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, accetto ovviamente l'accoglimento come raccomandazione, ma chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Di Biagio, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Brugger n. 9/2320-A/18, non accettato dal Governo.

Pag. 57

SIEGFRIED BRUGGER. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Brugger n. 9/2320-A/18, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesare Marini, la aspettiamo... onorevole Lorenzin... l'onorevole Corsaro è riuscito a votare... il Ministro Ronchi invece non riesce a votare... onorevole Tommaso Foti provi, guardi che ce la fa adesso... ha visto?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 389
Votanti 387
Astenuti 2
Maggioranza 194
Hanno votato
186
Hanno votato
no 201).

Prendo atto che il deputato Simeoni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'ordine del giorno Fedriga n. 9/2320-A/19.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, per quanto riguarda l'ordine del giorno Fedriga n. 9/2320-A/19 vi era stato un errore, ma il parere del Governo era favorevole.

PRESIDENTE. Prendo atto dunque che il parere del Governo sull'ordine del giorno Fedriga n. 9/2320-A/19 è favorevole e che il presentatore non insiste per la votazione. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Mussolini n. 9/2320-A/20 (Nuova formulazione), Caparini n. 9/2320-A/21 e Marinello n. 9/2320-A/22 (Nuova formulazione), accettati dal Governo.
Prendo atto che l'ordine del giorno Torazzi n. 9/2320-A/23, non accettato dal Governo, è stato ritirato. Prendo altresì atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Scalia n. 9/2320-A/24 e Cosenza n. 9/2320-A/25, accettati dal Governo.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cenni n. 9/2320-A/26, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cenni n. 9/2320-A/26, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Simeoni... onorevole Torrisi... l'onorevole Corsaro ha votato, mentre l'onorevole Cesare Marini non riesce a votare... provi adesso, onorevole Cesare Marini. Perfetto!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 390
Votanti 389
Astenuti 1
Maggioranza 195
Hanno votato
182
Hanno votato
no 207).

Prendo atto che il deputato Vico ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Mario Pepe (PD) e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marco Carra n. 9/2320-A/27, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti. Pag. 58
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marco Carra n. 9/2320-A/27, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calderisi... l'onorevole Cesare Marini invece è riuscito a votare... il Ministro Ronchi e l'onorevole Calderisi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 390
Votanti 389
Astenuti 1
Maggioranza 195
Hanno votato
187
Hanno votato
no 202).

Prendo atto che i deputati Toccafondi e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Dima ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Tassone n. 9/2320-A/28, non accettato dal Governo.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, volevo richiamare l'attenzione del Ministro Ronchi, che solitamente - lo conosco - è una persona diligente, almeno nell'attività parlamentare nella quale abbiamo consumato esperienza anche in quest'Aula. Ma questa sua posizione mi fa quanto meno dubitare che questa diligenza abbia avuto un'estensione comportamentale nella nuova esperienza di Governo.
Signor Ministro, vorrei capire perché lei ha detto in termini trancianti «no» a questo mio ordine del giorno. Io lo consideravo di una grande ovvietà. Non le sto chiedendo di rivedere la sua posizione, prendo atto che lei, a nome del Governo, è contro ogni impegno a sollecitare le istituzioni europee...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Tassone, prima che lei vada avanti mi ascolti un attimo: forse vi è stato un equivoco da parte della Presidenza o da parte del Ministro, perché il Ministro dice che è favorevole e non contrario. Prego, signor Ministro.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Probabilmente ci siamo capiti male, perché io avevo espresso parere favorevole.

PRESIDENTE. Io avevo segnato un parere contrario. Detto ciò, il suo intervento ha convinto il Ministro. Signor Ministro, qual è il parere sull'ordine del giorno Tassone n. 9/2320-A/28?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Probabilmente, nella foga di parlare mi sono confuso, ma nel fascicolo ho segnato un «sì».

PRESIDENTE. Comunque, signor Ministro, il suo parere è favorevole. Onorevole Tassone?

MARIO TASSONE. Prendo atto di questa posizione, ma avevo sentito un «no» e credo che anche dalla registrazione dei resocontisti possa emergere. Comunque, non c'è dubbio che ne prendo atto (Commenti). Potrei anche ritirarlo; vi è comunque una comprensione del contributo che noi abbiamo dato in questo particolare momento. Soprattutto vorrei accompagnare questo mio intervento da una sollecitazione affinché l'ordine del giorno in esame non rimanga un semplice ordine del giorno, ma sia un impegno molto forte da parte del Governo e si assuma come un forte atto di indirizzo parlamentare, perché qui si gioca la fisionomia e l'identità dell'Unione europea e del ruolo dell'Italia.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 59

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, capisco che vi possano essere errori di fascicolazione e quindi non vi è alcun problema, però qui si hanno due lingue e due uditi differenti, per cui quando il Governo dice «sì» l'opposizione comprende «no» e trasforma il «sì» in «no», ma la Presidenza, che è neutra, dovrebbe ricondurre all'Aula esattamente ciò che è avvenuto, anche perché risulta e risulterà dal verbale. Il Governo ha dato un «no», dopodiché se cambia parere ha tutto il diritto di farlo, anzi lo ringraziamo perché ciò significa che la discussione parlamentare ha un senso. Ma se il Governo insiste nel dire che siamo noi a sbagliare perché siamo per l'appunto opposizione del «no» e lui è sempre per il «sì», credo che da questo punto di vista dovremmo ideologizzare un po' troppo anche le regole del Parlamento.

PRESIDENTE. Anche la Presidenza aveva ribadito che era stato espresso parere contrario.
Prendo atto che l'onorevole Tassone non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2320-A/28, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Poli n. 9/2320-A/29, non accettato dal Governo. L'onorevole Poli vuole convincere il Governo.

NEDO LORENZO POLI. Signor Presidente, non è che voglio convincere il Governo, ma insisto per la votazione. Non so se il Governo abbia letto l'ordine del giorno in esame, perché il regolamento già esiste e nell'ordine del giorno in esame si chiede di procedere in tempi rapidi alla costituzione dell'ente. Non capisco perché abbia espresso parere contrario nei confronti di un regolamento già esistente; chiediamo l'accelerazione dei tempi per arrivare prima possibile al nuovo regolamento che, dal 1o gennaio 2010, entrerà in vigore. Non capisco perché abbia detto di «no», quindi non so se il Governo lo abbia letto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Poli n. 9/2320-A/29, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione
(Segue la votazione).

Onorevole Turco?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 386
Votanti 384
Astenuti 2
Maggioranza 193
Hanno votato
182
Hanno votato
no 202).

Prendo atto che i deputati Vannucci, Garavini, e Galletti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che il deputato Reguzzoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione del suo ordine del giorno Sani n. 9/2320-A/30, non accettato dal Governo.

LUCA SANI. Signor Presidente, vorrei intervenire per chiedere al Ministro di riconsiderare il parere contrario sull'ordine del giorno in esame, in quanto con l'approvazione dell'articolo 14-bis noi abbiamo ottenuto un risultato importante per l'agricoltura italiana e cioè l'indicazione in etichetta di origine degli oli extravergini di oliva e degli oli di oliva vergini, rimandando poi a specifico decreto del Ministro le indicazioni necessarie all'etichettatura.
Con questo ordine del giorno si voleva impegnare il Governo ad indicare, nel decreto che verrà adottato, la provenienza e la tracciabilità delle olive.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

Pag. 60

LUCA SANI. Infatti, vi è il rischio che le olive vengano importate da uno Stato terzo, trattate in un frantoio italiano e che quell'olio venga commercializzato come olio extravergine italiano, mentre invece, l'oliva è di provenienza straniera. Su questo aspetto chiediamo una riconsiderazione a tutela degli ulivicoltori italiani e, soprattutto, della sicurezza alimentare dei nostri consumatori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sani.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sani n. 9/2320-A/30, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Proietti Cosimi? Mi scusi, non l'avevo vista.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 388
Votanti 385
Astenuti 3
Maggioranza 193
Hanno votato
187
Hanno votato
no 198).

Prendo atto che i deputati De Micheli e Cesare Marini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che i deputati La Loggia e Moffa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Zaccaria n. 9/2320-A/31, non accettato dal Governo.

ROBERTO ZACCARIA. Sì, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per un minuto.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, credo che oggi vi siano dei problemi di incomprensione: probabilmente, anche in questo caso, il Ministro ha detto «no», ma voleva dire «sì». Infatti, abbiamo votato l'articolo 6, che prevede già che vi siano rappresentanti dei consigli regionali in questi organismi. Trovo che, avendo deliberato... Il Ministro non mi ascolta ma, almeno, resterà agli atti... Come dicevo, abbiamo già deliberato che i rappresentanti dei consigli regionali siano presenti in questi organi.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ORE 16,55)

ROBERTO ZACCARIA. Vi sono delle nomine alla fine dell'anno e si predispone un ordine del giorno per sollecitare una partecipazione più ampia delle assemblee regionali, oltre che delle giunte regionali.
Quindi, sinceramente, non riesco a capire se vi è un errore di comunicazione tra i banchi del Governo e le nostre postazioni qui in Aula, oppure se vi è un atteggiamento un po' schizofrenico: nella legge comunitaria si dice «sì», nell'ordine del giorno si dice «no». Il Ministro non mi ha ascoltato, i resocontisti certamente «sì». Chiedo, pertanto, che il mio ordine del giorno venga posto in votazione, perché mi sembra un'incongruenza fuori ogni luogo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zaccaria n. 9/2320-A/31, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 61

(Presenti 386
Votanti 384
Astenuti 2
Maggioranza 193
Hanno votato
180
Hanno votato
no 204).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini, Peluffo e Mario Pepe (PD) hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Stagno D'Alcontres ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Chiedo all'onorevole Margiotta se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2320-A/32, non accettato dal Governo.

SALVATORE MARGIOTTA. Sì, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per un minuto.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, intervengo solo per esprimere meraviglia, perché il Governo non ha accolto un ordine del giorno, che richiede al Governo stesso di garantire la costruzione di un quadro normativo organico e caratterizzato da stabilità nel tempo in materia di rifiuti.
Si va avanti con normative che si accavallano l'una sull'altra, sempre spinti dall'emergenza. Si è in presenza di numerose procedure di infrazione da parte dell'Unione europea. Chiediamo semplicemente al Governo di lavorare per programmare una seria gestione della politica dei rifiuti in tutta Italia. Il Governo non ritiene di accogliere ciò, nemmeno come raccomandazione. È davvero una cosa che stupisce molto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Margiotta n. 9/2320-A/32, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lazzari?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 389
Votanti 387
Astenuti 2
Maggioranza 194
Hanno votato
183
Hanno votato
no 204).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che l'onorevole Realacci insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2320-A/33, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Realacci n. 9/2320-A/33, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Turco? Onorevole Di Caterina?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 386
Votanti 384
Astenuti 2
Maggioranza 193
Hanno votato
183
Hanno votato
no 201).

Prendo atto che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare. Pag. 62
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Mariani n. 9/2320-A/34, non accettato dal Governo.

RAFFAELLA MARIANI. Signor Presidente, questo ordine del giorno impegnava il Governo ad introdurre una disciplina riguardante le emissioni prodotte dall'attività geotermoelettrica. Si tratta di un tema che ci interessa molto, che riguarda soprattutto la regione Toscana e che richiedeva un approfondimento da parte del Governo in tema di regolamentazione delle emissioni di sostanze inquinanti nei campi geotermici. Quello che non riusciamo a capire nell'atteggiamento del Governo è il rifiuto di fronte all'individuazione di una normativa che possa tranquillizzare circa la salute dei cittadini e che possa anche fornire una garanzia, per le aziende che della geotermia fanno un'attività economica importante, nel rapporto con le istituzioni locali e l'amministrazione regionale. Non credo che vi siano particolari oneri da parte del Governo, se non quello di trovare una regolamentazione, che al momento ancora non recepisce fino in fondo questa esigenza, ma che è richiesta con grande forza.
A rafforzare quanto chiediamo con questo ordine del giorno c'è stato anche un impegno della nostra Commissione - la Commissione ambiente - in merito al territorio, con una richiesta ulteriore al Governo.

ROBERTO TORTOLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO TORTOLI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno Mariani n. 9/2320-A/34 e per esprimere anche la mia meraviglia circa il fatto che il Governo non abbia espresso parere favorevole. Capisco che, evidentemente, non c'è alcun collegamento tra i vari Ministeri e questo, come al solito, finisce per danneggiare noi parlamentari.

ROSA DE PASQUALE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, chiedo anche io di apporre la mia firma all'ordine del giorno Mariani n. 9/2320-A/34. Non comprendo davvero come il Governo non possa accogliere questo ordine del giorno, che diventa un'esigenza per regolamentare meglio qualcosa che in questo momento non ha alcuna regolamentazione.

LUCA SANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA SANI. Signor Presidente, anch'io desidero aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Mariani n. 9/2320-A/34, per le stesse motivazioni apportate dai colleghi che mi hanno preceduto.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mariani n. 9/2320-A/34, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole De Camillis ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 382
Votanti 378
Astenuti 4
Maggioranza 190
Hanno votato
186
Hanno votato
no 192).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare. Pag. 63
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bratti n. 9/2320-A/35, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bratti n. 9/2320-A/35, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calderisi, attendiamo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 388
Votanti 385
Astenuti 3
Maggioranza 193
Hanno votato
182
Hanno votato
no 203).

Prendo atto che i deputati Tocci e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fugatti n. 9/2320-A/36, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Marsilio n. 9/2320-A/37 e Santelli n. 9/2320-A/38, di analogo contenuto, non accettati dal Governo.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Compagnon n. 9/2320-A/39, non accettato dal Governo.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, vorrei leggere il dispositivo di questo ordine del giorno, non tanto al Ministro - che sicuramente, avendo espresso un parere negativo, lo avrà letto - ma a quest'Assemblea. Si chiede soltanto di impegnare il Governo «a sollecitare una valutazione di tale problematica», parliamo degli shoppers, «da parte delle autorità europee competenti in materia di tutela della concorrenza e mercato, al fine di eliminare l'addebito sul consumatore finale del costo degli shoppers con appositi marchi o emblemi pubblicitari».
Quindi, non impegnava il Governo, ma chiedeva al medesimo di sollecitare le autorità competenti in Europa e neanche questo è stato accettato. L'emendamento che avevo presentato è stato dichiarato inammissibile - e va bene -, ma credo che non accettando questo ordine del giorno si sia persa un'occasione. Vuol dire che, non accogliendolo, questo Governo non ha lontanamente la voglia di tutelare il consumatore finale.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Compagnon n. 9/2320-A/39, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Compagnon n. 9/2320-A/39, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole De Camillis, onorevole Cicu, onorevole Calderisi, onorevole Andrea Orlando. A posto?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 388
Votanti 384
Astenuti 4
Maggioranza 193
Hanno votato
182
Hanno votato
no 202).

Prendo atto che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Duilio n. 9/2320-A/40, non accettato dal Governo.

Pag. 64

LINO DUILIO. Signor Presidente, mi rivolgo al signor Ministro. Capisco che quando si esprime un parere, poi è difficile che il Ministro cambi opinione, ma, sinceramente, in questo caso avevo informalmente cercato di approfondire la questione con il sottosegretario, in precedenza. Nell'ordine del giorno in esame si dice, richiamando peraltro l'emendamento 6.200 della Commissione, che è stato approvato, che nella segnalazione dei membri ivi previsti da parte del Presidente del Consiglio, all'interno della comunità in rappresentanza delle regioni, si agisca in armonia con le indicazioni delle assemblee regionali, non tenendo quindi semplicemente conto del parere delle Giunte. Sappiamo che il Ministro è sinceramente democratico per cui, poiché la formula «in armonia con le indicazioni delle assemblee legislative regionali» credo non confligga, diciamo così, con quelle che sono... Va bene, il Ministro se ne va, pertanto, signor Presidente, non so, se il Ministro se ne va...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Duilio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, su questo ordine del giorno, forse, sarebbe il caso che il Governo formulasse una valutazione diversa rispetto al parere espresso perché, alla luce dell'emendamento 6.200 della Commissione, approvato questa mattinata, che tratta dello stesso argomento e che prevede il coinvolgimento delle regioni, qui c'è una definizione maggiore del loro ruolo. Si dà quindi soddisfazione ad un'aspettativa dei rappresentanti delle assemblee legislative regionali che sono in attesa di poter svolgere un ruolo pieno, che riconosceremo loro in virtù dell'emendamento approvato questa mattina e con una maggiore definizione dello stesso tramite questo ordine del giorno.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Onorevole Stucchi, prendo atto delle sue considerazioni ma vorrei soltanto ricordarle che, rispetto a questo ordine del giorno, come ad altri, si è svolta un'ampia e approfondita discussione. Prendo atto del suo cambio di parere per cui posso certamente anch'io adeguarmi. Tenga presente che ne abbiamo - come ovviamente per tutti gli argomenti - abbastanza discusso.

PRESIDENTE. Allora, se ho ben compreso, il Governo muta il suo parere da parere contrario a parere favorevole (Commenti).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, siamo veramente stupiti e commossi del momento particolarmente felice del Governo, a cui basta semplicemente che un deputato solleciti il cambio di un parere per prendere atto del cambio del parere del singolo deputato e cambiare il proprio. Vorrei dire, a nome del gruppo del Partito Democratico, che noi gli chiediamo la possibilità di rivedere il parere su tutti i prossimi ordini del giorno all'esame. Credo che la titolarità del collega Stucchi sia pari a quella di qualunque altro collega, visto che il Ministro è sollecitato da un intenso rapporto con un particolare collega. Siamo un po' tutti uguali qua dentro.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, lei sa che l'Aula è sovrana e quindi le sollecitazioni dell'onorevole Duilio e dell'onorevole Stucchi hanno indotto il Governo a valutare in modo difforme il parere precedentemente espresso.

SANDRO GOZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 65

SANDRO GOZI. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Duilio n. 9/2320-A/40. Non capisco bene le ragioni del parere contrario sull'ordine del giorno Zaccaria n. 9/2320-A/31, che andava nella stessa direzione ed aveva le stesse motivazioni; in tal caso, la richiesta di modificare il parere era stata avanzata dall'onorevole Zaccaria del Partito Democratico e, purtroppo per noi, questo non è stato considerato sufficiente.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, siamo veramente ad un livello di grande singolarità, per così dire (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Il Ministro ha espresso un parere favorevole sull'ordine del giorno della collega Saltamartini che richiamava l'agenda di Lisbona sul lavoro femminile e su un ordine del giorno praticamente identico presentato dalla collega Di Giuseppe (che richiamava anche questo l'agenda di Lisbona) invece è stato dato un parere contrario.
Questa è la dimostrazione che, forse, il Ministro ha avuto poco tempo per riflettere sugli ordini del giorno, ma di fronte a questo atteggiamento chiediamo che si riformuli per Regolamento il metodo di espressione del parere sugli ordini del giorno presentati.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Duilio n. 9/2320-A/40, accettato dal Governo.

ISIDORO GOTTARDO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, intervengo per dire che, a mio giudizio, aveva perfettamente ragione il Governo ad esprimere un parere contrario sull'ordine del giorno Duilio n. 9/2320-A/40. Il parere può essere anche modificato, ma se si legge bene questo ordine del giorno esso non ha nulla a che fare con la norma che abbiamo approvato, visto che si prevede la Conferenza unificata ed è lì che deve essere trovata l'intesa fra il Cinsedo e la Conferenza delle Assemblee regionali.

ROBERTO ZACCARIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, non voglio infierire, però chiedo solo di spostare la mia firma dall'ordine del giorno di analogo contenuto che è stato respinto all'ordine del giorno Duilio n. 9/2320-A/40, che evidentemente ha maggiori chance essendo stato presentato dal presidente del Comitato per la legislazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Pianetta n. 9/2320-A/41, non accettato dal Governo.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, posso anche ritirare l'ordine del giorno da me presentato, però vorrei che il Governo lo valutasse perché riguarda la sicurezza dei cittadini fruitori di servizi di progettazione, di strutture e di infrastrutture. La libera circolazione dei prestatori di servizi forniti da prestatori stabiliti in un altro Stato membro non deve ridurre l'attuale livello di sicurezza garantito ai cittadini italiani.
Quindi, chiedo di tener conto di questa esigenza di sicurezza e vorrei sentire, a questo proposito, il Governo.
Tuttavia, se il parere rimane contrario, ritiro il mio ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Pianetta n. 9/2320-A/41, non accettato dal Governo, lo ritira. Pag. 66
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Biancofiore n. 9/2320-A/42, accettato dal Governo.
Prendo atto che l'ordine del giorno Biava n. 9/2320-A/43 è stato ritirato dal presentatore.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Bellotti n. 9/2320-A/44 accede all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Sbrollini n. 9/2320-A/45 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.

DANIELA SBROLLINI. Signor Presidente, signor Ministro, intervengo solo per chiederle questo: siccome anche il nostro ordine del giorno è molto simile nella sostanza all'ordine del giorno Mussolini n. 9/2320-A/20, le chiediamo un ripensamento sul parere contrario.
Si tratta, infatti, anche in questo caso di adottare iniziative normative volte a rafforzare ulteriormente la tutela dei bambini e dei minori nell'ambito della programmazione televisiva a carattere di intrattenimento e di informazione e, in più, ad informare il Parlamento con relazione annuale riguardo alle sanzioni erogate in applicazione di quanto previsto dalla normativa vigente.
Quindi, mi pare veramente nella sostanza che non si venga a modificare di molto quanto era previsto nell'ordine del giorno Mussolini n. 9/2320-A/20.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Sbrollini n. 9/2320-A/45 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sbrollini n. 9/2320-A/45 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 371
Votanti 367
Astenuti 4
Maggioranza 184
Hanno votato
175
Hanno votato
no 192).

Prendo atto che il deputato Tassone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole, che il deputato Bellotti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Schirru n. 9/2320-A/46, non accettato dal Governo.

AMALIA SCHIRRU. Signor Presidente, chiedo al Ministro di rivedere il suo parere su questo ordine del giorno, che in effetti non chiede altro che impegnarsi a mantenere e dare piena applicazione al principio di continuità territoriale, che è stata una conquista negli anni per la Sardegna.
Nell'ordine del giorno si chiede di adoperarsi per incrementare i voli, per assicurare delle rotte, avere maggiori frequenze, proprio per dare la possibilità ai sardi di muoversi con più libertà, così come prevede la Costituzione.
Inoltre, si chiede, in particolar modo, di dare certezza e sicurezza alla continuità territoriale per il trasporto delle merci, oggi continuamente messa in discussione dalle azioni dei vettori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Siragusa. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA SIRAGUSA. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno della collega Schirru e per chiedere un ripensamento. Il principio di continuità territoriale che riguarda non solo la Sardegna, ma tutte le isole minori italiane, dalla Sicilia, alla Pag. 67Toscana e alla Campania, è pienamente riconosciuto dall'Unione europea ed è principio di democrazia.
Il diritto alla mobilità, all'istruzione, allo sviluppo, al lavoro diventa per gli abitanti delle piccole isole italiane diritto alla sussistenza.
Quindi, in questo momento, in cui peraltro il Governo ha deciso la privatizzazione di Tirrenia e deve provare a condurre in porto l'affermazione di questo principio, questo ordine del giorno è particolarmente importante per tutti gli isolani della nostra nazione.
Per questo chiediamo al Governo di ripensarci e chiediamo ai colleghi parlamentari un'attenzione particolare a questi principi.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, mi scuso con lei se ho chiesto la parola in ritardo, però mi pare di aver capito prima (quando il Governo ha dato il parere anche su un altro ordine del giorno che trattava della stessa materia e che era stato firmato da colleghi della maggioranza) che ci fosse una formula dubitativa relativamente alla disponibilità del Governo ad apprezzare con atteggiamento favorevole l'ordine del giorno Pili n. 9/2320-A/6.
È del tutto evidente che, se il Governo volesse riformulare questo ordine del giorno, anche ricomprendendo alcuni dei punti compresi nell'ordine del giorno Pili n. 9/2320-A/6, possiamo sospendere i nostri lavori per tre minuti, in modo tale che si possa alla fine compiere un lavoro comune dell'Assemblea attorno ad un tema così importante come quello della continuità territoriale. Se il Governo è d'accordo, noi non abbiamo nulla in contrario a sospendere cinque minuti.

PRESIDENTE. Il Ministro?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. No, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calvisi. Ne ha facoltà.

GIULIO CALVISI. Signor Presidente, voglio solo mettere in evidenza che, di fronte alla proposta ragionevole adesso avanzata dall'onorevole Quartiani, il Governo dice di no, così come prima ha detto «no» ad un ordine del giorno dell'onorevole Pili sulla continuità territoriale firmato da altri deputati sardi (e non solo) a sostegno di questo ordine del giorno. Lo stesso «no» lo ha detto all'ordine del giorno presentato dalla collega Schirru e firmato da tutti noi deputati sardi del Partito Democratico.
A questo punto, ci poniamo il problema se il Governo vuole togliere la continuità territoriale ai sardi perché questo ci sembra il punto fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Schirru n. 9/2320-A/46, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Gianni Farina...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 384
Votanti 380
Astenuti 4
Maggioranza 191
Hanno votato
179
Hanno votato
no 201).

Prendo atto che la deputata Mastromauro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Ricordo che l'ordine del giorno Nola n. 9/2320-A/47 è inammissibile. Pag. 68
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, a parte il rilievo di un atteggiamento leggermente schizofrenico del Governo, come si è dimostrato sugli ordini del giorno: ad uno soltanto, perché lo si chiede, si cambia il parere da contrario a favorevole; mentre a due ordini del giorno con lo stesso... Presidente, vorrei che il Governo fosse presente, non c'è più nessuno! Scusi Presidente, se il Governo non è al banco io mi fermo!

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Sono qua!

PRESIDENTE. Proceda, proceda onorevole.

ANTONIO BORGHESI. Il Ministro stava uscendo, benissimo. Come dicevo, a parte questo atteggiamento un po' strano per cui ordini del giorno con lo stesso impegno per il Governo, se arrivano dalla maggioranza, hanno parere favorevole, se arrivano dall'opposizione hanno parere contrario, normalmente una legge che recepisce direttive della Comunità europea dovrebbe essere una di quelle leggi che trovano l'approvazione completa e favorevole del Parlamento, trattandosi di recepire direttive di un'entità sovranazionale come l'Unione europea.
Tuttavia, c'è un «però» anche in questo caso perché in realtà, benché questa legge comunitaria fosse stata impostata dal precedente Governo e si sia atteso molto perché giungesse in questo Parlamento, non è arrivata più com'era stata concepita, ma modificata in molte parti. Ci sono, da un lato, elementi interni al recepimento, ma soprattutto è ciò che manca che desta riserve e perplessità.
C'erano due nodi particolarmente rilevanti: uno riguardava la questione della caccia, e questo nodo è stato sciolto attraverso lo stralcio che oggi questa Camera ha votato; ce ne era un altro che riguardava le frequenze radiotelevisive. Mi pare di poter dire che si tratta di una questione che troviamo in altre situazioni e che è alla base della nostra decisione del gruppo dell'Italia dei Valori di astenersi, benevolmente diciamo, su questo provvedimento, anziché votare a favore, come si dovrebbe fare normalmente di fronte al recepimento di normative comunitarie.
La sensazione è che questo Governo faccia delle selezioni sulle norme. Il relatore intervenendo oggi ha detto che il Governo ha fatto tantissimo per recepire le normative comunitarie, ma la mia sensazione è che, quando una direttiva comunitaria va a vantaggio di un qualcosa che sta bene al Governo, allora la si recepisce, quando invece la direttiva comunitaria impone qualcosa che dà fastidio al Governo, oppure a coloro che esso ritiene di difendere tra i cittadini, allora ci si dimentica e non la si recepisce. Ad esempio, sulla questione delle frequenze radiotelevisive, non si può dire che questo Governo stia facendo di tutto per recepire le normative comunitarie: aveva un anno di tempo per recepire addirittura una decisione della Corte di giustizia, quella su Retequattro, e non lo ha fatto. Allora, mettiamoci d'accordo!
Così, in questo caso, noi abbiamo proposto di includere, e quindi di ricomprendere nell'adeguamento agli atti comunitari, alcune direttive rilevanti. Mi riferisco alla direttiva 2006/54/CE, che riguarda l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego che, a tutta evidenza, è di grandissima rilevanza; eppure, questa direttiva non la ricomprendiamo e se l'opposizione propone che si deliberi, invece, nel senso del suo recepimento la Commissione esprime un parere contrario. Pag. 69
Ma accade di peggio, signor Presidente. Ad esempio, quando si devono recepire normative di natura fiscale allora ci fermiamo perché, evidentemente, c'è invece da difendere l'evasione fiscale, come questo Governo sta facendo dall'inizio della legislatura. Infatti, il Governo che è colluso con gli evasori fiscali non recepisce direttive come quella che, ad esempio, prevede una maggiore condivisione delle informazioni, della vigilanza e delle attività di contrasto all'evasione fiscale e dice che è troppo presto per essere recepita nel nostro ordinamento.
Inoltre, si usa un'altra direttiva, che deve essere recepita alla scopo di eliminare una delle norme antievasione che erano contenute nel cosiddetto pacchetto Bersani, che riguardava la disciplina della rettifica delle dichiarazioni e la veridicità delle scritture contabili e che oggi viene allentata, fortemente allentata. Ciò addirittura provocherà non solo maggiore evasione ma, come conseguenza di essa, anche un minor gettito proprio in un momento in cui questo già discende in modo verticale.
Guarda caso, se andiamo a considerare dove e perché questo accade, con un'IVA che si riduce al 10 per cento mentre i consumi non si riducono di altrettanto, ciò sta a dimostrare che è ripresa una larga fascia di evasione, anche perché uno dei primi provvedimenti assunti da questo Governo è stato quello di ridurre fortemente la verifica della tracciabilità dei pagamenti e con ciò, quindi, di favorire l'area dell'evasione.
Queste sono le ragioni complessive per cui il gruppo dell'Italia dei Valori non può, nonostante su molti articoli abbia votato a favore, esprimere un voto favorevole sul provvedimento nel suo complesso; quindi, confermo che ci asterremo nella votazione finale (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, intervengo a nome del gruppo UdC per sottolineare come il dibattito odierno abbia rappresentato l'ennesima occasione mancata per discutere sul modo con cui si procede all'approvazione del disegno di legge comunitaria.
Abbiamo esaminato una Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita al 2007 e votiamo un disegno di legge comunitaria per il 2008: siamo di fronte ad un ritardo inaccettabile se consideriamo che proprio i Parlamenti nazionali dovrebbero essere, secondo i trattati e ancor di più per il Trattato di Lisbona non ancora in vigore, uno dei principali strumenti di compensazione del cosiddetto deficit democratico del sistema europeo.
Il nostro Parlamento è invece all'inseguimento, esaminando un provvedimento omnibus, complesso e tardivo che in larga parte non adempie agli obblighi, ma rinvia l'adempimento stesso all'emanazione di decreti delegati. Infatti, anche se la percentuale dell'Italia è migliorata negli anni, secondo il rapporto pubblicato dal Segretariato generale della Commissione europea sull'attuazione delle direttive comunitarie ad aprile 2009, l'Italia si pone ancora come fanalino di fanalino di coda al ventiquattresimo posto della classifica, seguita solo da Lussemburgo, Portogallo e Grecia.
Non entrerò nel merito dell'articolato del provvedimento limitandomi a svolgere alcune considerazioni di carattere generale che credo sia opportuno porre all'attenzione del Governo e di questo Parlamento.
Sul piano strategico riteniamo che sia giunto il momento di prevedere finalmente una sessione comunitaria così come si fa per il bilancio, collocandola all'inizio dell'anno, in raccordo con la Presidenza o le Presidenze di turno europee, in cui affrontare la discussione sulle problematiche europee. La sessione diventa uno strumento utile di ricognizione della situazione e di definizione delle strategie per qualificare la nostra presenza in Europa, ma non è l'unico strumento su cui agire. La legge comunitaria, come strumento omnibus, deve essere considerata un rimedio Pag. 70estremo. L'attuazione delle direttive deve avvenire con tutti gli strumenti ordinari e con l'intervento di tutti i livelli di produzione normativa abilitati ad adempiere.
Per evitare i ritardi è opportuno agire con altri strumenti, come ad esempio l'istituzione presso ogni Ministero che siede ad un tavolo europeo, o che partecipa al Comitato interministeriale, di un nucleo che segua sia la fase ascendente, sia quella discendente. Ciò si rende necessario per poter trasmettere al Parlamento analisi di conformità dell'ordinamento, per stimolare atti di indirizzo nella fase ascendente ed, infine, per facilitare la scrittura della delega nella fase discendente.
Nell'affrontare l'esame del disegno di legge comunitaria è opportuno valutare con attenzione gli spazi di discrezionalità che vengono lasciati per la sua attuazione, facendo ricorso, ad esempio, allo strumento della delegificazione. Rispetto alle deleghe, invece, occorrerebbe stabilire dei criteri di massima validi ogni anno, ricorrendo invece a criteri specifici solo (e solo quando) le condizioni ne postulassero l'esigenza.
La direttiva dettagliata è diventata di fatto una patologia del sistema, nonostante essa sia già una sorta di delega. Una volta scelta la strada della delega legislativa, occorre evitare di portare tutte le direttive nell'allegato B, aggravando di conseguenza il procedimento. Il parere si deve prevedere solo nei casi in cui si rende veramente necessario il controllo parlamentare. La discussione del disegno di legge comunitaria è sconosciuta alla maggior parte dei deputati - e questa è una verità, purtroppo - e solo quando impatta su temi sensibili li coinvolge. Se il provvedimento è formulato affastellando le direttive, il parlamentare vota su cose che non conosce e, quindi, viene meno la possibilità di una discussione seria. È necessario, evidentemente, un cambiamento.
Molti si lamentano anche della latitanza italiana presso le istituzioni europee e, purtroppo, anche questo è vero. Anche qui occorre fare qualcosa. Sarebbe allora opportuno inviare a Bruxelles persone professionalmente preparate che possano presenziare alle Commissioni e svolgere con mandato pieno il proprio lavoro e che al termine della missione mettano il loro bagaglio di esperienza a disposizione dei nuclei degli affari comunitari presso i Ministeri, oppure, utilizzarli in rappresentanza dell'Italia, del nostro Paese, così come fanno peraltro Francia e Germania, per i concorsi banditi dalla Commissione.
Onorevoli colleghi, è evidente la necessità di qualche correttivo, anzi più di qualche correttivo. Oggi stiamo approvando un provvedimento concepito in una fase totalmente cambiata per effetto della crisi: è cambiato il quadro di riferimento senza che ci sia stato un adeguamento degli strumenti. Se queste sono le premesse, non possiamo che constatare e rappresentare il pericolo di un progressivo allontanamento dell'attività normativa dalle istituzioni europee, percepite come un apparato burocratico distante dai bisogni dei cittadini e, soprattutto, dalla vita reale del Paese. Questa è, purtroppo, un'altra verità.
Per questo motivo, per quanto ci riguarda come UdC, non vogliamo che ciò accada. In quest'ottica, l'UdC presenterà a breve una proposta di legge sul punto, proprio volta a creare maggiori condizioni di vicinanza con i cittadini. Approfitto dell'occasione di questa dichiarazione di voto per manifestare anche tutto il mio disappunto nei confronti della decisione del Governo di non accogliere il mio ordine del giorno che andava proprio in tal senso, ovvero quello di tutelare il consumatore finale nei mercati europei. Si tratta di un'occasione persa a tutela dei consumatori, anche a fronte della crisi che stiamo attraversando.
La mia parte politica, cioè l'UDC, con un'opposizione costruttiva e di responsabilità nazionale, annuncia in ogni caso un voto favorevole, sottolineando la circostanza che la discussione della legge comunitaria ci ha consentito, comunque, di dare un contributo critico ma costruttivo, che purtroppo di solito non ci è permesso, per i troppi voti di fiducia che sono diventati la regola e non l'eccezione e che troppo spesso hanno stroncato il dibattito Pag. 71in Parlamento. Siamo convinti con la nostra posizione, anche stavolta, di aver dato un segnale di grande responsabilità e coerenza e di disponibilità, soprattutto, ad intervenire in tutto quello che può essere prima di tutto e soprattutto l'interesse del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, stiamo parlando di legge comunitaria e cerchiamo, dunque, di tenere tempi europei: lei che è stato al Parlamento europeo sa che i tempi sono abbastanza ridotti e, sicuramente, inferiori rispetto ai nostri. Si tratta di un provvedimento importante. Non è una definizione generica, che si suole utilizzare in fase di dichiarazione di voto: è un provvedimento importante perché consente di recepire delle direttive che sono un po' l'asse portante della nostra legislazione ormai da qualche anno. Si tratta di un provvedimento che dovrà essere esaminato dal Senato e che permetterà comunque di recuperare una sorta di ritardo che esiste nel recepimento delle direttive da parte del nostro Paese, nonché di sanare delle procedure di infrazione.
Spesso la legge comunitaria è un provvedimento sottovalutato, che non viene analizzato e affrontato con la dovuta attenzione nei lavori dell'Aula; eppure, dalle direttive europee e dalle norme europee discende più della metà dell'impianto legislativo del nostro Paese. Si parla di lontananza dei cittadini dall'Europa, o meglio di lontananza dell'Europa rispetto ai cittadini, e forse anche noi dovremmo fare un esame di coscienza a questo proposito. Il gap democratico, sottolineato dal collega Compagnon, effettivamente è una realtà, e bisogna porvi rimedio.
Credo che, anche in attuazione del principio di sussidiarietà, l'Europa dopo il Trattato di Lisbona debba essere un'Europa vera, fatta di poche direttive, ma di peso, e di nessuna direttiva di dettaglio, lasciando la piena libertà a livello locale di decidere i dettagli della normativa da attuare nel proprio Paese. Ritengo, dunque, che sia necessario ed opportuno esprimere un voto favorevole sul provvedimento al nostro esame, augurandoci che non accada più di doverci ritrovare con un anno di ritardo alla discussione in Aula, sottolineando, però, che, se questo è vero, è altrettanto vero che nel frattempo sono intercorse delle elezioni politiche, che hanno costretto quest'Aula ad una sosta e a ripartire da zero rispetto al disegno di legge approvato all'inizio del 2008 dal vecchio Governo Prodi. Quindi, esprimiamo un voto favorevole, con l'auspicio di continuare sulla strada del recepimento veloce delle direttive.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, la legge comunitaria rappresenta certamente un atto fondamentale nei rapporti istituzionali tra Italia e Europa. È un atto da cui dipende la stessa credibilità ed il peso politico del nostro Paese nei confronti delle istituzioni comunitarie e dei nostri partner europei. Sappiamo tutti, infatti, che il modo in cui ci si adegua agli impegni europei è parte della sostanza. Al riguardo, voglio sottolineare l'ottima cooperazione che abbiamo avuto da parte del relatore, l'onorevole Pini, che ha svolto un difficile lavoro di preparazione, e apprezzare anche l'atteggiamento del Ministro Ronchi, durante l'ultima fase di questo lavoro, e la cooperazione che abbiamo sempre avuto da parte del presidente Pescante. Ciò detto, non possiamo omettere in questa sede di menzionare quelli che sono stati i ritardi accumulati.
È sufficiente pensare che nel maggio 2009, a meno di venti giorni dalla prossima scadenza elettorale per il rinnovo dei rappresentanti al Parlamento europeo, stiamo ancora discutendo della legge comunitaria 2008, impostata dal precedente Governo. Noi abbiamo voluto comunque svolgere un ruolo costruttivo, contribuendo Pag. 72con il lavoro dei vari colleghi nelle Commissioni di merito al miglioramento del testo in discussione.
In particolare, vorrei ricordare l'importanza di alcuni punti di questo provvedimento, che permetteranno di migliorare e rendere più efficiente il rapporto tra l'Italia e l'Unione europea. Cito, ad esempio, il principio di parità tra cittadini italiani e cittadini comunitari, volto a prevenire le cosiddette discriminazioni a contrario a danno di cittadini e imprese italiane, o la modifica collegata alla direttiva servizi, che permette l'applicazione della normativa sul lavoro del Paese di provenienza, nel caso consenta un trattamento più favorevole, che ci permette un recepimento più equilibrato tra esigenze di libera prestazione dei servizi e imprescindibili tutele sociali. Abbiamo giustamente deciso lo stralcio della questione sulla caccia, che merita una trattazione separata ed approfondita, ma ora dobbiamo anche attivarci per evitare la sentenza di condanna da parte della Corte di giustizia, dopo il ricorso della Commissione presentato il 22 dicembre 2008.
Molto importante è anche la presa d'atto del ruolo delle regioni e delle assemblee regionali nella costruzione di una dimensione democratica e parlamentare dell'Unione europea, prevista tra l'altro dal Trattato di Lisbona. Avremmo voluto trovare un accordo positivo anche in materia di pari opportunità, ma in questo caso, nonostante le nostre proposte, diamo in sostanza al Governo una delega senza alcuni criteri.
Perché noi abbiamo lavorato in questo modo? L'abbiamo fatto perché sulla legge comunitaria occorre dare prova di senso di responsabilità e tutelare l'interesse nazionale. Con questo stesso atteggiamento continueremo a osservare da vicino l'azione del Governo, a cominciare dalle azioni più urgenti. Mi riferisco alla legge comunitaria 2009, di cui questa volta, senza ulteriori ritardi, dovremo subito cominciare l'esame in questa Camera.
Alla luce di questa cooperazione, avremmo voluto votare a favore. Purtroppo, il modo in cui il Governo ha utilizzato nuovamente un processo comunitario per proseguire la sua strategia in materia televisiva ci porta, invece, all'astensione. L'atteggiamento tenuto ieri dall'onorevole Romani, in rappresentanza del Governo, sull'emendamento sulle frequenze è molto indicativo.
Onorevoli colleghi, saremmo di fronte ad una grande occasione per aprire il nostro sistema chiuso delle frequenze televisive e per distribuire un importante dividendo digitale. L'Italia è un caso unico nel panorama europeo. Lo sappiamo tutti: in Italia, le frequenze non sono una questione semplicemente tecnica o di semplice adeguamento agli obblighi comunitari, ma una questione eminentemente politica, e sappiamo tutti perché è così. L'elevatissimo tasso di concentrazione del mercato televisivo italiano non è eguagliato in nessun Paese avanzato, anche al di là dell'Unione europea. Gli assetti attuali del mercato televisivo italiano sono fondati sulla negazione dei principi e degli obiettivi proclamati e perseguiti in Europa. Anche la soluzione che il Governo propone, al di là degli aspetti legati all'infrazione, non garantirà un vero pluralismo. Ma di nuovo il Governo usa l'Europa per intervenire e regolare arbitrariamente sul mercato televisivo, con seri danni al pluralismo e all'apertura del mercato ai nuovi soggetti nella transizione al digitale terrestre.
Da circa un anno, il Governo nega una discussione di merito approfondita e necessaria sul sistema radiotelevisivo. Si limita a proporre interventi isolati, che incidono sul settore in una delicatissima fase di passaggio al digitale terrestre. Signor Presidente, abbiamo aperto la legislatura salvando Retequattro. Oggi, ci agganciamo alla legge comunitaria in modo strumentale, riconfermando di fatto l'anomalia italiana. Anche un eventuale parere favorevole, strappato forse in futuro alla Commissione europea, dopo una trattativa che già si annuncia lunga e difficile, non cambierà la sostanza. Noi del Partito Democratico abbiamo chiesto di evitare la riproposizione del duopolio dall'analogico al digitale e di garantire una gara per Pag. 73l'assegnazione delle frequenze liberate che faccia reperire risorse da reinvestire nel settore, anche per lo sviluppo della banda larga nei nuovi servizi televisivi, ma il Governo non ci ha ascoltato e le ragioni di questo sono a tutti molto chiare.
In materia televisiva per il Governo l'Europa è un'Europa usa e getta: va bene se può venire strumentalizzata per ragioni di parte, in questo caso di parte forse più privata che pubblica, o per aumentare, senza tutelare i minori, la pubblicità televisiva, come prevede un altro punto del disegno di legge comunitaria in seguito ad altri emendamenti del Governo presentati ieri dall'onorevole Romani. Questa Europa non va più bene, invece, se critica la mancanza di pluralismo e se ci condanna per assenza di vera concorrenza. L'Europa non va più bene se indica i nodi più critici del nostro Paese legati al mercato, al pluralismo, alla libertà di informazione, legati, dopotutto, in sostanza, alla qualità della nostra democrazia. Sappiamo benissimo che oggi l'Italia è un Paese a libertà di informazione limitata per questa situazione, come anche gli ultimi studi di organi indipendenti hanno dimostrato.
Ecco la vera differenza tra la nostra politica europea e la vostra. Il caso delle frequenze lo conferma: per il Governo l'Europa sembra solo un impiccio con il quale dover fare i conti o uno strumento per fini interni. Per contare come Paese in Europa, invece, e per rafforzare l'Europa, occorre dimostrare una forza ideale e un progetto che mobiliti i cittadini, come noi facemmo, ad esempio, con l'unione economica e monetaria, con l'euro, che avete tanto criticato e che anche voi oggi apprezzate tanto.
Serve una politica europea in senso forte, capace di suscitare energie sociali individuali e collettive al servizio di un ruolo più forte del nostro Paese in Europa e non di interessi di parte, o meglio, di interessi particolari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Formichella. Ne ha facoltà.

NICOLA FORMICHELLA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il disegno di legge comunitaria che andiamo ad approvare costituisce un passaggio molto significativo e importante per diversi profili, sia di merito che di metodo.
Per quanto riguarda il merito, voglio ribadire che non ci siamo limitati alla mera trasposizione o riproduzione in norme nazionali di precetti comunitari, secondo una prassi spesso seguita in passato, ma abbiamo, piuttosto, utilizzato tutti i margini consentiti dall'ordinamento comunitario per assicurare che l'attuazione dei precetti comunitari tenesse conto della realtà economica, sociale e giuridica del nostro Paese.
Ancora, mi preme dire che nel corso del dibattito, e questa è la questione di metodo, alcuni rappresentanti dell'opposizione hanno accusato il Ministro Ronchi di aver presentato con eccessivo ritardo alle Camere il disegno di legge comunitaria, anziché ripresentarlo non appena insediato. Si tratta, ovviamente, di un argomento privo di fondamento: il Ministro Ronchi, secondo evidenti criteri di diligenza e rigore metodologico, ha operato, non appena insediato e prima di presentare il disegno di legge alle Camere, un'approfondita valutazione dello stato di conformità dell'ordinamento nazionale a quello europeo.
In tal modo, è stato possibile includere già nel testo trasmesso al Senato in prima lettura tutti gli obblighi comunitari scaduti o in scadenza, la cui assenza sarebbe stata altrimenti stigmatizzata, e non a torto, dai competenti organi parlamentari. Ancora, il ritardo incolpevole accumulato nell'esame del disegno di legge comunitaria costituisce anche, però, il sintomo e la conseguenza dell'inadeguatezza sia del quadro legislativo sia di quello regolamentare vigente. Nel considerare l'esperienza presente, ci sembra opportuno rivedere anche i regolamenti parlamentari in materia, perché si possa avere per la legge comunitaria una sessione simile alla sessione di bilancio, in modo tale da dare importanza ai precetti europei. Pag. 74
In conclusione, l'esame di questo disegno di legge comunitaria conferma la forte attenzione del Governo e della maggioranza per il raccordo con l'Unione europea e, ribadendo l'apprezzamento per il lavoro svolto dal Governo e dalla Commissione per le politiche dell'Unione europea, preannuncio il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

GIANLUCA PINI, Relatore Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI, Relatore Signor Presidente, voglio brevemente ringraziare, non con una semplice formula di rito, ma con tutta sincerità, tutti i colleghi per l'ottima collaborazione che si è registrata nel dibattito sia in Commissione sia in Aula relativamente al disegno di legge comunitaria. Ringrazio il Ministro Ronchi per la fiducia, perché mi ha lasciato gestire partite molto delicate, il presidente e, in particolare, tutti gli uffici, anche per aver sopportato, a volte, certi miei eccessi, nel tentativo di trovare una soluzione che potesse mettere tutti quanti d'accordo. Grazie di cuore.

(Coordinamento formale - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2320-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 1078 - «Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2008» (Approvato dal Senato) (2320-A):

Presenti 354
Votanti 200
Astenuti 154
Maggioranza 101
Hanno votato 198
Hanno votato no 2
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Prendo atto che i deputati Pagano, Simeoni, Sammarco, Piso, Castiello e Orsini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Viola e Razzi hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi.

Modifica nella costituzione di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che il presidente del gruppo parlamentare Popolo della libertà, con lettera pervenuta in data odierna, ha reso noto che la deputata Chiara Moroni è stata nominata tesoriere del gruppo in sostituzione del deputato Gianfranco Conte.

Seguito della discussione del documento: Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2007 (Doc. LXXXVII, n. 1) (ore 17,55).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della relazione Pag. 75sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2007.
Ricordo che nella seduta del 18 maggio 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali, svolta congiuntamente a quella sul disegno di legge comunitaria 2008, e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
Ricordo altresì che, nel corso della stessa seduta del 18 maggio 2009, sono state presentate le risoluzioni Centemero ed altri n. 6-00021 ed Evangelisti n. 6-00022 (Vedi l'allegato A - Risoluzioni).
Avverto che la risoluzione Evangelisti n. 6-00022 è stata ritirata dal presentatore.

(Parere del Governo - Doc. LXXXVII, n. 1)

PRESIDENTE. Chiedo al rappresentante del Governo se intenda accettare la risoluzione Centemero ed altri n. 6-00021.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Il Governo accetta la risoluzione Centemero ed altri n. 6-00021.

(Dichiarazioni di voto - Doc. LXXXVII, n. 1)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Constato l'assenza dell'onorevole Buttiglione, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: s'intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo solo per motivare il ritiro della nostra risoluzione. Noi l'avevamo predisposta; abbiamo successivamente valutato che, almeno sulla relazione, sia giusto che tutto il Parlamento si esprima in modo unanime, come avverrà ora. Questo è il motivo per cui noi voteremo la relazione che è stata accolta dal Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stucchi. Ne ha facoltà.

GIACOMO STUCCHI. Signor Presidente, aggiungo anche la mia firma alla risoluzione in esame, e dichiaro il voto favorevole del gruppo Lega Nord Padania.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, noi ovviamente annunciamo il voto favorevole sulla risoluzione in esame, che avanza tutta una serie di proposte per migliorare il modo in cui il Parlamento lavora, e il modo in cui esso si rapporta all'Europa.
Mi permetta però di prendere pochissimo tempo per sottolineare che certamente è molto importante cambiare le procedure e il funzionamento, e giustamente noi abbiamo sostenuto le proposte della collega Centemero, molte delle quali sono suggerimenti che anche noi abbiamo avanzato in passato. Però, una volta cambiate le procedure, e su questo tutti noi siamo d'accordo, forse è meglio invitare il Governo (in questo caso devo dire più il Ministro della difesa o il Presidente del Consiglio che il Ministro per le politiche europee, ma il Governo tutto) a tenere un atteggiamento più positivo, nell'interesse del nostro Paese, rispetto all'Europa: possiamo cambiare tutte le procedure che vogliamo, possiamo cambiare tutti i regolamenti che vogliamo, ma se poi, quando si tratta di questioni fondamentali per l'interesse del Paese, come la questione dei flussi migratori nel Mediterraneo, il Ministro della difesa pensa che sia un atteggiamento utile quello di insultare l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati o quello di insultare l'Unione europea, da questo punto di vista cambiare le procedure serve a molto poco. Pag. 76
Io non ho ancora capito per quale ragione il Ministro della difesa, La Russa, sia intervenuto in materia di immigrazione, e forse non lo ha capito neppure il Ministro Maroni. Ancor meno ho capito perché lo abbia fatto insultando l'Unione europea o le Nazioni Unite.
Ed è chiaro che si rimane sbigottiti quando il Presidente del Consiglio, in una conferenza stampa con al fianco il Presidente della Commissione europea, dopo averci proposto di allungare il tempo di permanenza nei CPT, invocando la direttiva «rimpatri» dell'Unione europea, dichiari che i CPT sono come lager e che dunque facciamo meglio a respingere gli immigrati. Non so se i colleghi in quest'Aula si rendano conto di quanto la credibilità e l'immagine del nostro Paese vengano colpite da questo genere di dichiarazioni e di atteggiamenti.
Sul diritto di asilo noi abbiamo manifestato la nostra posizione in maniera molto netta, sottolineata bene da Dario Franceschini e Antonello Soro: noi riteniamo che, sia dal punto di vista politico che dal punto di vista giuridico (poiché siamo in pieno diritto comunitario), il Governo abbia violato una serie di norme. Mi riferisco in particolare alla questione dei 277 immigrati clandestini. Per questo, signor Presidente, abbiamo scritto al commissario europeo Barrot per chiedere quale sia il parere della Commissione su questa vicenda. Ricordo infatti che, dato che questi 277 immigrati sono saliti su una nave del Governo italiano, si trovavano in territorio italiano, e trovandosi in territorio italiano automaticamente si applica il diritto comunitario, incluso il diritto di asilo. Attendiamo dunque con fiducia una presa di posizione molto netta da parte della Commissione europea su questo punto.
Ecco, oggi noi dovremmo dibattere di questo: non di cose che sono accadute nel 2007, quando vi era un precedente Governo, quando non vi era ancora stata la crisi finanziaria, quando ancora non vi era il presidente Obama negli Stati Uniti. Insomma, parliamo di cose che sono accadute ormai un'era geologica fa.
Credo dunque che queste procedure dovranno permetterci, il prossimo anno, di dibattere di cosa il Governo avrà fatto nel 2009 e di cosa starà facendo nel 2010. Perché non siamo affatto convinti di quello che il Governo sta facendo nel 2009 e lo invitiamo dunque ad una inversione di rotta molto netta, perché il nostro isolamento in Europa sta crescendo e la nostra credibilità si sta molto abbassando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.

ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto e preannuncio il voto favorevole del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Centemero, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazione - Doc. LXXXVII, n. 1 )

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Centemero ed altri n. 6-00021, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 356
Maggioranza 179
Hanno votato 356
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Pag. 77

Prendo atto che i deputati Livia Turco, Ferranti e Bruno hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Modifica del vigente calendario dei lavori dell'Assemblea e conseguente aggiornamento del programma (ore 17,58).

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, i lavori per la prossima settimana sono stati riorganizzati secondo le seguenti modalità:

Martedì 26 maggio (antimeridiana):

Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:
n. 2259 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla Forza multinazionale di pace per l'Europa Sud-orientale, con cinque annessi, firmato a Skopje il 26 settembre 1998, del Protocollo aggiuntivo firmato ad Atene il 12 gennaio 1999, del secondo Protocollo aggiuntivo, con annessi, firmato a Bucarest il 30 novembre 1999, del terzo Protocollo aggiuntivo firmato ad Atene il 21 giugno 2000, del quarto Protocollo aggiuntivo, con allegati (ove concluso dalla Commissione);
n. 2384 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno dell'Arabia Saudita nel campo della difesa (ove concluso dalla Commissione).

Martedì 26 (votazioni dalle 14,30 alle 20,30) e mercoledì 27 maggio (votazioni dalle 9,30 alle 14):

Seguito dell'esame delle mozioni:
Franceschini ed altri n. 1-00161, Iannaccone ed altri n. 1-00168, Vietti ed altri n. 1-00170, Cicchitto, Cota ed altri n. 1-00171 e Di Giuseppe ed altri n. 1-00172 concernenti iniziative volte a favorire l'inserimento dei giovani del Mezzogiorno nel mercato del lavoro;
Mancuso ed altri n. 1-00136, Farina Coscioni ed altri n. 1-00133, Livia Turco ed altri n. 1-00166, Nunzio Francesco Testa ed altri 1-00167 e Palagiano ed altri n. 1-00173 concernenti iniziative per la prevenzione e la cura dell'AIDS;
Franceschini ed altri n. 1-00165, Vietti ed altri n. 1-00178, Cota ed altri n. 1-00179, Cicchitto, Iannaccone ed altri n. 1-00180 e Borghesi ed altri n. 1-00181 concernenti iniziative a sostegno del settore manifatturiero.

Seguito dell'esame dei disegni di legge:
n. 2259 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla Forza multinazionale di pace per l'Europa Sud-orientale, con cinque annessi, firmato a Skopje il 26 settembre 1998, del Protocollo aggiuntivo firmato ad Atene il 12 gennaio 1999, del secondo Protocollo aggiuntivo, con annessi, firmato a Bucarest il 30 novembre 1999, del terzo Protocollo aggiuntivo firmato ad Atene il 21 giugno 2000, del quarto Protocollo aggiuntivo, con allegati (ove concluso dalla Commissione);
n. 2384 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno dell'Arabia Saudita nel campo della difesa (ove concluso dalla Commissione).

Esame del doc. IV-quater, n. 12 - Deliberazione in materia d'insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nei confronti di Francesco Caruso (deputato all'epoca dei fatti).

Seguito dell'esame delle mozioni Cota ed altri n. 1-00076 e Evangelisti ed altri n. 1-00169 concernenti una moratoria per la costruzione di nuove moschee e centri culturali islamici.

Mercoledì 27 maggio (dalle ore 15) avrà luogo lo svolgimento di interrogazioni a Pag. 78risposta immediata (question time) e quindi di interpellanze urgenti.

L'organizzazione dei tempia per l'esame dei disegni di legge di ratifica nn. 2259 e 2384 sarà pubblicata in calce al Resoconto stenografico della seduta odierna.

Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 21 maggio 2009, alle 10:
Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 18.

Pag. 79

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO AMALIA SCHIRRU SULL'EMENDAMENTO DAMIANO 9.51 RIFERITO AL DISEGNO DI LEGGE N. 2320-A

AMALIA SCHIRRU. Signor Presidente, con l'emendamento Damiano 9.51 intendiamo porre l'attenzione sull'articolo 9 che prevede la delega al Governo per l'attuazione della direttiva 2006/54/CE ossia l'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego.
I temi della parità e delle pari opportunità sono scottanti in un paese come l'Italia nel quale le disparità di genere sono purtroppo la consuetudine ed emergono prepotenti quando ci si confronta con il mondo del lavoro.
Invitiamo il Governo a «mettersi in pari» con la direttiva comunitaria armonizzando sul territorio nazionale ciò che deve essere davvero «per tutti». Quindi la promozione e formazione professionale, la possibilità d'accesso al mondo del lavoro, l'effettiva parità di remunerazione a parità di prestazione e una degna rappresentanza dei generi in tutte le sue forme, attraverso un piano articolato composto da azioni positive che portino all'effettiva realizzazione della parità e che non dimentichino la sicurezza sociale.
Si tratta, primo fra tutti, di garantire alle donne l'accesso al lavoro. Un compito difficile, ma non impossibile, nel nostro paese chiamato a rispettare e raggiungere gli obiettivi di Lisbona per il 2010, che sono ancora molto lontani. La difficoltà d'accesso, come la precarietà, del lavoro femminile è un male che si aggiunge alla crisi odierna che, di conseguenza, arriva a colpire le famiglie. Donne che non possono concorrere al benessere della propria vita e della propria famiglia: le famiglie monoreddito, quello dell'uomo, sono più esposte al rischio di povertà e a farne le spese sono soprattutto i bambini. Una donna che lavora riduce di tre o quattro volte la povertà dei bambini. Incentiviamo - con azioni positive - il sostegno all'imprenditoria femminile, aiutiamo le piccole e medie aziende, freniamo quell'emorragia di donne, neolaureate capaci, potenziali imprenditrici che vanno a portare linfa vitale alle università, alle aziende, ai territori oltralpe e al di là dell'Oceano.
Chiediamo inoltre misure per garantire continuità di reddito ed il reimpiego delle donne in condizione di disoccupazione e a rischio di espulsione dal mercato del lavoro; iniziative legislative per sostenere la condivisione dei carichi di cura tra uomini e donne e azioni finalizzate a superare gli svantaggi ai quali sono esposte le carriere delle lavoratrici, non ultimo quello della cura ai figli e il sostegno agli anziani della famiglia.
Perché sono le donne (e non gli uomini) a prendersi cura in famiglia di un disabile, spesso grave, dei più piccoli, degli anziani e sono sempre le donne a lasciare il lavoro se nessuna alternativa si propone, soprattutto quando si affronta la maternità e quando aleggia lo spettro delle dimissioni in bianco.
Un fenomeno questo che si manifesta soprattutto in concomitanza con le gravidanze e che invitiamo il Governo a voler contrastare, dando piena attuazione all'articolo 14 della direttiva 2006/54/CE, e ripristinando la norma della legge approvata nella precedente legislatura.
Noi sia convinti cari colleghi, che proprio in questi momenti di difficoltà come li ho per brevità esposti, il supporto forte al lavoro femminile sia determinante. Aiutare una donna a stare sul mercato del lavoro produce ricchezza e incentiva altra occupazione perché crea un circuito virtuoso anche sul tema dei servizi e della sicurezza sociale. Potenziare i servizi all'infanzia rendendoli di più facile accesso significa per le donne la possibilità concreta di mantenere il lavoro, dunque maggior benessere e di conseguenza aumento dei consumi.
Di nuovo, in special modo il consumo dei servizi sociali come gli stessi asili nido, i servizi educativi e di socializzazione per minori e di assistenza domiciliare per gli anziani. Per ogni cento donne che entrano nel mercato del lavoro si creano in potenza Pag. 80fino a 15 posti aggiuntivi nei diversi rami dei servizi. Tutti servizi che creano a loro volta occupazione e sviluppo, contribuendo ad una vita serena e di qualità.
A tal fine, si investa in più anche su quelle iniziative che promuovono l'utilizzo pieno dei congedi dal lavoro per gli impegni di cura dei figli e i congedi per la cura di altri congiunti. Perché, lo ribadisco, il non poter usufruire dei congedi porta all'abbandono del lavoro, davanti alla difficoltà o impossibilità per le donne, soprattutto, di prendersi cura di chi sta male. E spesso si tratta di figli, di familiari, disabili gravi o gravissimi che solo in famiglia trovano l'assistenza totale e dedita che non riescono a trovare in altre strutture. E, sovente, è per tutta la vita.
Alla luce di ciò e per concludere, chiediamo che il Governo intervenga fattivamente con le politiche necessarie di conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa, per entrambi i coniugi. Solo mediante 'un piano straordinario di servizi che tenga conto delle esigenze e dei tempi di vita delle donne, con ricadute anche ai fini dell'organizzazione e dell'offerta formativa nella scuola per l'infanzia e nella scuola primaria e secondaria di primo grado' si arriva a superare lo squilibrio di genere.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO ALDO DI BIAGIO IN SEDE DI ESAME DEGLI ORDINI DEL GIORNO RIFERITI AL DISEGNO DI LEGGE N. 2320-A

ALDO DI BIAGIO. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, l'articolo 10 del disegno di legge in esame reca principi e criteri direttivi per il recepimento della direttiva 2008/50/CE in materia di qualità «dell'aria e ambiente» e per un' aria più pulita in Europa.
Le disposizioni contenute nella citata direttiva richiamano il contenuto del sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente, adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio.
Il programma sancisce la necessità di ridurre l'inquinamento a livelli tali che limitino al minimo gli effetti nocivi per la salute umana, con particolare riferimento alle popolazioni sensibili, e per l'ambiente nel suo complesso.
Il programma sancisce inoltre l'esigenza di migliorare le attività di monitoraggio e di valutazione della qualità dell'aria, compresa la deposizione degli inquinanti, e soprattutto di informare correttamente i cittadini.
In armonia con quanto sancito dalla direttiva, sarebbe opportuno intensificare e migliorare la normativa in materia di sostegno alla produzione energetica alternativa, segnatamente sul versante della bioenergia.
Parliamo di una risorsa importante e certamente non trascurabile per il futuro energetico ed ecocompatibile della nostra economia e della nostra società.
Per tali ragioni, con questo ordine del giorno, ho inteso chiedere all'Esecutivo di predisporre adeguati strumenti legislativi che recepiscano quanto tracciato nella direttiva citata, e che consentano, in armonia con le disposizioni di questa, la valorizzazione e lo sviluppo della cultura delle forme di produzione energetica alternative al fine di rendere concreto il raggiungimento dell'obiettivo di qualità dell'aria in modo tale da prevenire o ridurre gli effetti nocivi per la salute delle persone e per l'intero ecosistema.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO ELENA CENTEMERO SUL DOC. LXXXVII, N. 1

ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'esame della relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea costituisce uno dei principali strumenti a disposizione delle Camere sia per intervenire nella fase ascendente del processo decisionale comunitario sia per acquisire elementi di informazione e valutazione sulle posizioni assunte e gli obiettivi conseguiti dal
Governo nelle competenti sedi europee.
In base all'articolo 15 della legge n. 11 del 2005, la relazione deve distinguere Pag. 81chiaramente i resoconti delle attività svolte e gli orientamenti che il Governo intende assumere per l'anno in corso, illustrando: gli sviluppi del processo di integrazione europea; la partecipazione dell'Italia al processo normativo comunitario; l'attuazione in Italia delle politiche di coesione economica e sociale, l'andamento dei flussi finanziari verso l'Italia e la loro utilizzazione; i pareri, le osservazioni e gli atti di indirizzo delle Camere.
La relazione assume dunque un estremo rilievo per il raccordo tra Parlamento e Governo in materia europea e nella definizione degli orientamenti e delle posizioni che il nostro Paese dovrà assumere per partecipare in modo efficace e coerente alle varie fasi di elaborazione delle decisioni comunitarie.
La relazione inoltre costituisce uno strumento di individuazione, informazione e da ultimo di valutazione delle posizioni politiche e degli obiettivi conseguiti dal Governo nelle competenti sedi europee.
L'analisi della relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2007 ha fatto emergere alcune criticità. La tempistica: la relazione è giunta all'esame del Parlamento ben oltre l'anno di presentazione ed è dunque obsoleta e non fornisce indicazioni di merito; la modalità di redazione: troppo ampia e dunque di difficile leggibilità e fruibilità per il Parlamento; i contenuti: si riduce ad un resoconto disomogeneo a volte eccessivamente dettagliato - dunque dispersivo - delle attività svolte e, solo in limitati casi, presenta l'indicazione di orientamenti per il futuro (elemento questo che deve essere centrale nella definizione delle politiche europee del Governo e per il Parlamento).
L'attività di partecipazione alle politiche dell'Unione europea della Camera ha inoltre incrementato, nella legislatura in corso, l'esame di progetti ed atti comunitari. Rispetto allo stesso periodo della legislatura precedente i documenti e i progetti di atti della Commissione europea esaminati sono passati da 3 a 29 e sono state esaminate tre risoluzioni del Parlamento europeo. Questo esame va reso ancora più tempestivo e sistematico.
Per quanto riguarda la coerenza con il contenuto della legge n. 11 del 2005 e feed-back, va pertanto richiamata l'attenzione del Governo sulla necessità che le prossime relazioni, in conformità al dettato dell'articolo 15 della legge n. 11 dei 2005, siano presentate entro il 31 gennaio e siano redatte secondo criteri più omogenei ed in forma sintetica ed espongono gli orientamenti che il Governo intende assumere per l'anno in corso per ciascuna politica o tema; diano conto degli interventi adottati dal Governo per attuare gli indirizzi definiti dalle Camere su singoli atti o progetti di atti dell'Unione europea.
Questo perché si possa promuovere una partecipazione più attiva del Parlamento italiano al processo di formazione delle politiche e della normativa europea, aspetto che il Governo Berlusconi con la già citata legge n. 11 del 2005 ha voluto affrontare con decisione e determinazione. Occorre poi garantire una informazione adeguata e mirata, ma anche procedere ad una riforma regolamentare che consenta la creazione di una vera e propria fase ascendente, collegando la Relazione al Programma legislativo della Commissione europea e al programma dei 18 mesi.
Fase ascendente e fase discendente. Abbinando l'esame della relazione a quello di questi strumenti di programmazione legislativa e politica dell'Unione europea si concentrerebbe pertanto in un'unica fase, collocata ad inizio d'anno, l'analisi e il confronto tra le linee d'azione del Governo e delle istituzioni europee e la conseguente definizione degli indirizzi di carattere generale da perseguire nella formazione delle politiche dell'Unione europea, configurando così una vera e propria sessione di fase ascendente cui potrebbe accompagnarsi, attraverso le necessarie modifiche regolamentari, la definizione di una sessione di fase discendente, incentrata sull'esame del disegno di legge comunitaria secondo modalità più agili e soprattutto con tempi di approvazione certi.
Da ultimo per rendere più efficaci alcuni principi e capisaldi delle politiche europee è necessario incrementare presso il CIACE (Comitato interministeriale per Pag. 82gli affari comunitari), presso i ministeri, presso la rappresentanza italiana all'Unione europea, servizi competenti per i rapporti con l'Unione europea, accrescendo la presenza di funzionari e di risorse adeguate.
I valori dell'Europa. L'Europa è infatti una grande opportunità, forse ancor di più in un momento di crisi come l'attuale. È un'opportunità dal punto di vista del lavoro, dell'occupazione, delle infrastrutture, ma anche della formazione, dell'ambiente e delle politiche energetiche. Ma è soprattutto un'opportunità ideale e valoriale, come ricordava lei, Ministro Ronchi, perché l'Unione Europea vuole costituire e costruire una società fondata sulla libertà, sulla democrazia, sulla solidarietà, sul rispetto dei diritti e dei valori dell'uomo, sulla coesione e sulla solidarietà.
A trent'anni dalla prima elezione del Parlamento europeo e a vent'anni dalla caduta del muro di Berlino, l'Europa è il luogo, lo spazio fisico e geografico, reale ed ideale, dove il futuro incontra il passato e il passato incontra il futuro. E costruire questo spazio reale significa accrescere e rendere più efficace la partecipazione del nostro Parlamento e del nostro Governo al processo decisionale europeo. In una parola bisogna tracciare una nuova strada che passi attraverso l'utilizzo al meglio degli strumenti legislativi a disposizione, attraverso la revisione dei regolamenti di Camera e Senato e della procedura annuale di analisi dell'attività svolta e degli indirizzi di Governo, attraverso la valorizzazione della Commissione delle Politiche europee, ma soprattutto attraverso il miglioramento dell'informazione dei cittadini sul processo di integrazione europea.
Migliorare l'informazione dei cittadini sull'integrazione europea sta a cuore anche al Ministro Ronchi, al Presidente della Commissione politiche dell'Unione europea, l'onorevole Pescante, a tutti i membri della Commissione, ma dovrebbe stare a cuore a tutto il Parlamento e a tutti i cittadini. Non esiste Europa se non si conosce l'Unione europea, le sue politiche, i suoi valori.
Certamente, come sottolineava lunedì in aula il Ministro, vi è un deficit di conoscenza da parte dei cittadini italiani ed europei rispetto alle opportunità dell'Europa. Ma per diminuire il distacco che si registra nel Paese rispetto alle istituzioni europee - come in altre nazioni - per bloccare il rischio di uno stop repentino e pericoloso del processo di formazione europeo il nostro compito è, lo ribadisco, costruire una nuova strada, fatta del cemento del consenso rispetto all'Europa nel sentimento degli italiani. E questo non può che partire dall'informazione, dal miglioramento dell'informazione.
Dunque bisogna avviare specifiche iniziative di formazione e comunicazione volte a promuovere la conoscenza dell'ordinamento e delle politiche europee, del loro impatto sulla vita dei comuni cittadini e non certo nei termini di una rappresentazione di obblighi, limiti, coercizioni, ma nei termini di opportunità per tutti e bisogna iniziare un lavoro specifico, anche con gli organi di informazione, per portare ad una più diffusa conoscenza dell'Europa, dei suoi valori e della sua potenzialità perché essa diventi realmente motore di sviluppo, soprattutto in questa delicata fase di crisi economica e finanziaria.
Per questo motivo, annuncio il voto favorevole del Popolo della Libertà alla risoluzione da me presentata, sottolineando che ha trovato ampio consenso in tutti i gruppi parlamentari qui presenti ed ha avuto la loro sottoscrizione.

Pag. 83

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEI DISEGNI DI LEGGE DI RATIFICA NN. 2259 E 2384

Tempo complessivo: 2 ore per ciascun disegno di legge di ratifica.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 17 minuti (con il limite massimo di 4 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 23 minuti
Popolo della Libertà 22 minuti
Partito Democratico 23 minuti
Lega Nord Padania 11 minuti
Unione di Centro 10 minuti
Italia dei Valori 9 minuti
Misto: 8 minuti
Movimento per l'Autonomia 2 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 2 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2320-A - em. 39-quater.50 432 430 2 216 197 233 68 Resp.
2 Nom. articolo 39-quater 442 440 2 221 235 205 68 Appr.
3 Nom. em. 40.50 439 436 3 219 202 234 68 Resp.
4 Nom. articolo 40 438 434 4 218 434 68 Appr.
5 Nom. em. 41.50 435 432 3 217 201 231 67 Resp.
6 Nom. em. 41.2 433 430 3 216 198 232 67 Resp.
7 Nom. articolo 41 434 428 6 215 428 67 Appr.
8 Nom. articolo 42 434 431 3 216 431 67 Appr.
9 Nom. em. 43.1 430 430 216 199 231 67 Resp.
10 Nom. em. 43.2 436 436 219 204 232 67 Resp.
11 Nom. articolo 43 436 432 4 217 432 67 Appr.
12 Nom. em. 44.1 435 433 2 217 202 231 67 Resp.
13 Nom. articolo 44 437 434 3 218 433 1 67 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 45.1 437 434 3 218 201 233 67 Resp.
15 Nom. articolo 45 438 435 3 218 435 67 Appr.
16 Nom. em. 46.1 435 432 3 217 202 230 67 Resp.
17 Nom. em. 46.2 433 430 3 216 202 228 67 Resp.
18 Nom. em. 46.3 435 432 3 217 200 232 67 Resp.
19 Nom. em. 46.4 414 411 3 206 189 222 67 Resp.
20 Nom. em. 46.5 436 433 3 217 202 231 67 Resp.
21 Nom. em. 46.6 442 439 3 220 205 234 67 Resp.
22 Nom. articolo 46 441 438 3 220 437 1 67 Appr.
23 Nom. articolo agg. 46.01 rif. 427 425 2 213 425 67 Appr.
24 Nom. em. 6.200 429 428 1 215 428 66 Appr.
25 Nom. subem. 0.6.2.200 429 428 1 215 428 66 Appr.
26 Nom. em. 6.2 rif. 430 429 1 215 427 2 66 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo 6 431 430 1 216 429 1 66 Appr.
28 Nom. em. 9.50 434 431 3 216 203 228 66 Resp.
29 Nom. em. 9.51 428 428 215 199 229 65 Resp.
30 Nom. em. 9.3 432 432 217 201 231 65 Resp.
31 Nom. em. 9.4 434 434 218 203 231 65 Resp.
32 Nom. articolo 9 435 426 9 214 232 194 65 Appr.
33 Nom. em. 22.201 295 295 148 295 84 Appr.
34 Nom. em. 22.200 n.f. 312 311 1 156 311 84 Appr.
35 Nom. articolo 22 325 325 163 325 84 Appr.
36 Nom. articolo agg. 22.0200 u.n.f. 333 333 167 333 84 Appr.
37 Nom. em. 38.6 351 349 2 175 183 166 83 Appr.
38 Nom. em. 38.200 n.f. 348 347 1 174 347 83 Appr.
39 Nom. em. 38.5 361 358 3 180 188 170 83 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo 38 372 371 1 186 371 82 Appr.
41 Nom. articolo agg. 38.02 376 374 2 188 176 198 82 Resp.
42 Nom. odg 9/2320-A/10 377 374 3 188 177 197 81 Resp.
43 Nom. odg 9/2320-A/11 386 384 2 193 184 200 80 Resp.
44 Nom. odg 9/2320-A/12 385 383 2 192 181 202 80 Resp.
45 Nom. odg 9/2320-A/13 390 389 1 195 185 204 80 Resp.
46 Nom. odg 9/2320-A/14 390 383 7 192 180 203 79 Resp.
47 Nom. odg 9/2320-A/18 389 387 2 194 186 201 79 Resp.
48 Nom. odg 9/2320-A/26 390 389 1 195 182 207 79 Resp.
49 Nom. odg 9/2320-A/27 390 389 1 195 187 202 79 Resp.
50 Nom. odg 9/2320-A/29 386 384 2 193 182 202 79 Resp.
51 Nom. odg 9/2320-A/30 388 385 3 193 187 198 79 Resp.
52 Nom. odg 9/2320-A/31 386 384 2 193 180 204 80 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 61)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. odg 9/2320-A/32 389 387 2 194 183 204 80 Resp.
54 Nom. odg 9/2320-A/33 386 384 2 193 183 201 80 Resp.
55 Nom. odg 9/2320-A/34 382 378 4 190 186 192 80 Resp.
56 Nom. odg 9/2320-A/35 388 385 3 193 182 203 80 Resp.
57 Nom. odg 9/2320-A/39 388 384 4 193 182 202 80 Resp.
58 Nom. odg 9/2320-A/45 n.f. 371 367 4 184 175 192 80 Resp.
59 Nom. odg 9/2320-A/46 384 380 4 191 179 201 79 Resp.
60 Nom. Ddl 2320-A - voto finale 354 200 154 101 198 2 77 Appr.
61 Nom. Ris. Centemero e a. - 6-00021 356 356 179 356 77 Appr.