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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 167 di martedì 28 aprile 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 11,30.

GREGORIO FONTANA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 23 aprile 2009.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alessandri, Antonione, Balocchi, Brancher, Brugger, Casini, Cirielli, Di Pietro, Donadi, Fallica, Lo Monte, Marchi, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Molgora, Mura, Pescante, Paolo Russo e Scajola sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente novantatré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni (ore 11,32).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

(Iniziative presso Trenitalia per assicurare un adeguato servizio di trasporto ferroviario nella provincia di Bergamo - nn. 3-00296, 3-00496, 3-00497 e 3-00498).

PRESIDENTE. Avverto che le interrogazioni Pezzotta n. 3-00296, Stucchi n. 3-00496, Misiani n. 3-00497 e Caparini n. 3-00498, concernenti iniziative presso Trenitalia per assicurare un adeguato servizio di trasporto ferroviario nella provincia di Bergamo, vertendo sullo stesso argomento, verranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).
Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Bartolomeo Giachino, ha facoltà di rispondere.

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente,onorevoli interroganti, per quanto riguarda le interrogazioni per cui è stato chiesto l'abbinamento, si fornisce una risposta congiunta. Le difficoltà registrate nel trasporto ferroviario della Lombardia, tra la fine del 2008 e il gennaio 2009, sono conseguenza di una serie di fattori che hanno comportato ripercussioni negative sull'andamento dei servizi, tra cui, in particolare: le rilevanti variazioni d'offerta attuate per realizzare il progetto dei nuovi sistemi cadenzati pianificati dalla regione; la modifica della programmazione di circa 700 treni su 1200 e l'introduzione di 55 treni in più al giorno; le avverse condizioni meteorologiche (nevicate persistenti), che hanno caratterizzato l'ultima parte del 2008 e l'inizio del nuovo anno; il forte ritardo con cui si è pervenuti all'elaborazione definitiva dell'orario, determinato da ripetute richieste di interventi sulla struttura dell'offerta, anche a ridosso dell'entrata Pag. 2in vigore dell'orario, con conseguenti continue modifiche all'organizzazione del servizio, al fine di corrispondere alle istanze avanzate dalle varie realtà territoriali.
Soprattutto la traslazione della chiusura della programmazione troppo a ridosso dell'entrata in vigore dell'orario ha causato criticità nella preparazione dei materiali rotabili, nella gestione dei turni del personale di macchina e di scorta, nei piazzamenti dei treni nelle stazioni di origine corsa: gli effetti sono stati quelli di una irregolarità nel servizio.
In tale contesto, allo scopo di risolvere comunque le problematiche insorte, sono state avviate rilevanti azioni correttive, anche attraverso l'azione di una task force, tempestivamente istituita.
Ciò ha consentito un progressivo miglioramento della situazione a partire dalla seconda metà di gennaio, come emerge dall'andamento dell'indice di puntualità (treni regionali giunti a destinazione entro 5 minuti dall'orario previsto), che è risultato in costante incremento, raggiungendo nei primi quindici giorni di marzo, mediamente, valori superiori all'87 per cento sull'intera regione (contro l'andamento oscillante tra il 59 per cento ed il 76 per cento registrato nei giorni successivi all'avvio del nuovo orario).
Per quanto concerne gli aspetti specifici espressamente richiamati dagli interroganti sugli specifici collegamenti, si precisa che la perdita dei collegamenti diretti Brescia-Bergamo-Milano è stata valutata e condivisa dalla regione Lombardia, assicurando comunque nelle fasce a valenza pendolare nella stazione di Bergamo le coincidenze (entro i 7 minuti) necessarie per raggiungere il capoluogo lombardo.
Analogamente, in accordo con la regione Lombardia, la relazione Milano-Bergamo (via Treviglio) è stata interessata da un sistema di offerta costituito da treni regionali che effettuano tutte le fermate, implementato da ulteriori collegamenti veloci a rinforzo delle fasce orarie di maggior traffico pendolare; ciò a garanzia anche delle esigenze della clientela delle località intermedie tra Treviglio e Milano. La direttrice, nel suo complesso, prevede sei collegamenti in più rispetto alla precedente offerta, di cui uno al mattino ed uno alle sera nelle ore di maggiore affluenza.
I convogli della linea Bergamo-Milano (via Carnate), che nel precedente orario terminavano la corsa nella stazione di Carnate, con il nuovo orario sono stati prolungati su Milano.
Infine, relativamente alle specifiche esigenze di mobilità manifestate dalla clientela pendolare bergamasca, si pongono in rilievo i provvedimenti adottati: i treni in partenza da Milano Porta Garibaldi per Bergamo delle 17,10 e delle 18,10 sono stati velocizzati, dal 22 dicembre scorso, mediante l'eliminazione delle fermate, rispettivamente, di Vignate e di Trecella e Cassano.
Dal 12 gennaio scorso tra Brescia e Bergamo sono stati istituiti due nuovi treni e precisamente: uno con partenza da Brescia alle 6,57 e arrivo a Bergamo alle 7,48, e un secondo con partenza da Bergamo alle 20,40 e arrivo a Brescia alle 21,38. Sempre dal 12 gennaio sulla Treviglio-Bergamo sono stati istituiti due nuovi treni: il primo con partenza da Treviglio alle 7,28 e arrivo a Bergamo alle 7,51, e il secondo con partenza da Bergamo alle 13,30 e arrivo a Treviglio alle 13,53. Il treno Regionale 2606 Bergamo-Milano (via Treviglio), che inizialmente prevedeva tutte le fermate intermedie tra Treviglio e Milano, dal 22 dicembre scorso effettua le sole fermate di Cassano e Melzo, con effetti positivi sulla traccia oraria che risulta pertanto velocizzata.
Si fa presente, infine, che agli inizi del mese di febbraio di quest'anno si sono svolti quattro incontri - uno per ciascuna area geografica della regione - nel corso dei quali sono stati rappresentati gli interventi tecnico-strutturali adottati, nonché recepite le istanze del territorio, con l'obiettivo di valutare, nel rispetto del modello d'esercizio adottato con il nuovo orario, possibili soluzioni atte a soddisfare le diverse esigenze di mobilità manifestate.
Per quanto concerne lo stanziamento di 480 milioni di euro previsti dal decreto- Pag. 3legge n. 185 del 2008, citato nell'interrogazione del deputato Misiani, si conferma che è stato firmato dal Ministro dell'economia e delle finanze il decreto ministeriale di ripartizione di 480 milioni di euro annui per tre anni. Tali importi sono integralmente destinati alle regioni - e, quindi, non direttamente alla società Trenitalia - per il trasporto regionale, con 430 milioni di euro per le Regioni a statuto ordinario e 50 milioni di euro al contratto di servizio nazionale per le regioni a statuto speciale. Attualmente, il decreto è in corso di registrazione.
Da ultimo, si sottolinea che l'avvio del servizio ad alta velocità non ha determinato alcuna ripercussione negativa sul trasporto ferroviario regionale in Lombardia; al contrario, in particolare sulla direttrice sud, ovverosia verso Bologna, si è registrato un miglioramento degli standard di puntualità rispetto ai valori precedenti.
Comunico, inoltre, agli onorevoli interroganti che il mio ufficio è a disposizione per un incontro con i vertici di Trenitalia per verificare ulteriori questioni.

PRESIDENTE. L'onorevole Pezzotta ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-00296.

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario, ma non posso dichiararmi soddisfatto perché dall'esame della situazione, nel rapporto che costantemente manteniamo con i lavoratori pendolari, non ci sembra che le questioni che abbiamo sottoposto, dal punto di vista pratico, siano state risolte.
Credo di dover fare alcune precisazioni in merito. Allo stato attuale a noi non risulta che ci sia un reale «cadenzamento» dei treni collegati agli orari di lavoro in essere a Milano. A dicembre i pendolari bergamaschi avevano chiesto per i treni diretti a Milano via Treviglio una composizione ad otto carrozze a doppio piano. Trenitalia ha promesso alla regione una composizione di sette o otto vetture, ma fino ad oggi noi non le abbiamo ancora viste; anzi dobbiamo riscontrare che si viaggia ancora su treni a sei carrozze a doppio piano, e che molte persone sono ancora costrette a viaggiare in piedi, con evidenti disagi e con una situazione che mette anche a rischio la sicurezza personale.
La stessa situazione interessa anche la tratta Bergamo-Milano via Carnate, ma mi sembra che da questo punto di vista vi sia ancora molto da fare.
Inoltre, va rilevato che le condizioni igieniche sui treni in transito da e per Bergamo via Milano sono estremamente critiche per quanto riguarda sedili, pavimenti, vetri, servizi igienici, microclima e sicurezza delle aperture. Tale situazione è stata accertata dall'azienda sanitaria locale di Bergamo che ha denunciato un vero e proprio degrado igienico e l'esigenza di misure di perlustrazione e di sanificazione.
Non si è ancora raggiunta un'auspicata velocizzazione della percorrenza: per tale ragione è ancora difficoltoso soprattutto per i treni che vengono da Brescia, facendo il cambio a Milano, arrivare poi in orario alle stazioni di destinazione.
Ritengo che si proceda troppo lentamente anche alla revisione degli impianti di condizionamento a bordo del treno. È necessario tener presente che ci stiamo avvicinando all'estate e sarebbe ormai la quarta estate che su quei treni si vive come in un forno; e parliamo di persone che si spostano non certo per turismo o per piacere ma per lavorare: e arrivano alla destinazione lavorativa dopo aver subito un viaggio affaticante e difficoltoso. Si procede con lentezza anche su questo terreno. I ritardi concernenti la manutenzione dei vagoni e dei locomotori, che troppo spesso si guastano, creano estreme difficoltà; e, anche sotto questo profilo, rimarchiamo un ritardo.
Auspichiamo una maggiore attenzione alle coincidenze che ruotano attorno al polo bergamasco. Vi sono alcune realtà - penso a Crema - da tenere presenti: soprattutto per gli studenti che frequentano l'università raggiungere Bergamo da Crema diventa oggi una questione estremamente problematica. Pag. 4
Sarebbe necessario anche migliorare il tratto Milano-Lambrate soprattutto per consentire un utilizzo meno dispersivo dei mezzi suburbani. Rimane ancora aperta tutta la questione degli orari così come avevamo evidenziato.
Tali sono ancora le situazioni che pertanto ci fanno dichiarare una insoddisfazione rispetto alle risposte avute e che costituiscono gli elementi di un continuo conflitto tra la regione e Trenitalia. Pertanto, pensiamo che la proposta avanzata dal sottosegretario di un incontro di verifica con Trenitalia a questo punto diventi indispensabile, ma debba coinvolgere la stessa regione e la stessa rappresentanza degli utenti che operano su quel territorio.

PRESIDENTE. L'onorevole Consiglio ha facoltà di replicare per l'interrogazione Stucchi n. 3-00496, di cui è cofirmatario.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, signor sottosegretario, sono parzialmente soddisfatto per la risposta, nel senso che va benissimo l'attenzione da parte del sottosegretario e del Governo a questa problematica, ma è chiaro che le difficoltà che abbiamo sulla tratta Brescia-Bergamo-Milano e sulla situazione dei mezzi su cui viaggiano i nostri lavoratori effettivamente è ancora di là da essere degna di una certa qualità di vita a cui hanno diritto i nostri pendolari che si recano verso le grandi città per lavorare.
Il comitato dei pendolari bergamaschi ha manifestato più volte e con grande forza le difficoltà causate dagli orari e ha diramato anche a mezzo stampa comunicati sulla drammatica situazione dei collegamenti ferroviari nella provincia di Bergamo. La stessa provincia di Bergamo, che peraltro ha una capacità di utenza veramente forte verso le grandi città, soprattutto Milano, è risultata la più penalizzata della Lombardia. Gran parte della linea Brescia-Bergamo ha perso i collegamenti diretti con Milano e tutti coloro che provengono dalla parte est della provincia di Bergamo dovranno inevitabilmente cambiare treno a Bergamo.
Ma non sempre vi è stata attenzione sulla tempistica delle coincidenze e ciò crea grandi difficoltà all'utenza. La linea Treviglio-Bergamo ha perso tantissimi treni, soprattutto purtroppo nella fascia di punta.
Quanto ha affermato il sottosegretario in parte è vero: vi è stata una certa attenzione a verificare alcuni orari e a mettere qualche mezzo in più, però è stato un atteggiamento un po' tiepido nei confronti di una problematica veramente sentita.
Chi dalla zona della bassa bergamasca deve raggiungere Bergamo prima delle ore 8 - e il sottosegretario faceva riferimento al treno delle 7,28 - da Treviglio centrale, ha problemi di questo tipo: o prende quel treno lì, perché non ve ne sono altri, oppure raggiunge il centro di Bergamo e la stazione di Bergamo con mezzi propri.
In Val Seriana è stato inaugurato il trenino delle valli, come lo chiamiamo noi, proprio per far sì che diminuisse l'apporto di inquinamento e l'utilizzo della gomma; invece, parecchi utenti si trovano a dover impiegare l'auto ancora per raggiungere il centro di Bergamo, creando poi difficoltà al traffico piuttosto che problematiche per quanto riguarda il parcheggio.
La linea Bergamo-Lecco ha visto i propri orari aumentare di dieci minuti ha causa di lavori sulle coincidenze a Calolziocorte. Sempre il sottosegretario faceva riferimento alla questione climatica: ebbene, se questo può essere un motivo, credo che comunque affinare certe situazioni in tempi climatici normali possa essere veramente importante e interessante.
La linea Bergamo-Milano è stata declassata a servizio metropolitano, eccezion fatta per alcuni treni in fascia pendolare, che coprono il tragitto senza troppe fermate intermedie. I restanti treni impiegano moltissimo tempo per percorrere i quasi 56 chilometri che separano Bergamo da Milano. Anche questo è oggetto di attuali e sempre più pressanti lamentele, se così le possiamo chiamare, da parte di chi veramente, come diceva prima l'onorevole Pezzotta, non si sposta per turismo Pag. 5(ma anche se lo facessero per turismo, è chiaro che l'attenzione sull'utente deve essere sicuramente importante).
Trenitalia, dopo la firma dell'accordo, ha deciso di modificare ancora i tempi di percorrenza di alcuni treni. Benissimo, ci vuole veramente molta attenzione, perché alcune fasce orarie sono molto critiche. Vi deve essere davvero un'attenzione molto particolare, per far sì che questi utenti e questi pendolari si muovano per andare al lavoro in condizioni dignitose, degne di chi fa dello spostamento un problema di sostentamento della propria famiglia.

PRESIDENTE. L'onorevole Misiani ha facoltà di replicare per la sua interrogazione n. 3-00497.

ANTONIO MISIANI. Signor Presidente, desidero naturalmente ringraziare il signor sottosegretario per la risposta e per la disponibilità ad organizzare futuri momenti di confronto tra le realtà locali, Trenitalia e la regione Lombardia su questo tema molto delicato. Devo dire che non sono soddisfatto dai contenuti della risposta del sottosegretario.
Noi avremmo preferito una vera presa di coscienza da parte del Governo, l'esplicitazione della presa di coscienza del fatto che non siamo di fronte a semplici intoppi congiunturali dovuti al maltempo, alla cattiva organizzazione o alle difficoltà di dialogo tra la regione Lombardia e Trenitalia: il punto è che la vicenda lombarda è paradigmatica del fallimento del modello di trasporto ferroviario locale in questo Paese. Questo è il punto vero che si sta riflettendo negli intollerabili disagi che stanno soffrendo da parecchi mesi - anzi da anni, per la verità, aggravati negli ultimi mesi - i 350.000 pendolari lombardi che quotidianamente si spostano per lavoro o per studio sulle linee ferroviarie regionali.
È un problema nazionale, che deriva dal fatto che dal 1991 in avanti questo Paese ha sostanzialmente abbandonato al suo destino il trasporto ferroviario locale, scegliendo di concentrarsi sull'alta velocità e l'alta capacità a danno di linee e servizi che rappresentano tuttora il 90 per cento del traffico ferroviario e che a livello nazionale coinvolgono 2 milioni di persone.
Il sistema è stato abbandonato al suo destino, con una crescente scarsità di risorse destinate agli investimenti, che viene, peraltro, riconfermata dalle scelte dell'attuale Governo: basta andare a guardare le delibere CIPE e la programmazione della legge obiettivo per verificare quanto si programma di spendere sull'alta velocità e l'alta capacità e quanto - quasi nulla - è in programmazione in termini di investimento sul trasporto ferroviario locale. Basta anche andare a guardare i dati sul materiale rotabile delle ferrovie di questo Paese; un recente articolo pubblicato da L'Espresso fornisce dati impressionanti da questo punto di vista: a livello nazionale, dal 2000 al 2007, il numero delle carrozze è crollato da 86 mila a 58 mila, le motrici da 5.300 a 4.800 e vi è stato un impoverimento complessivo non solo quantitativo, ma anche qualitativo di buona parte del materiale rotabile di Trenitalia che si è riflesso, inevitabilmente e innanzitutto, sulla qualità e sulla quantità dell'offerta di servizio ferroviario a livello regionale; la regione Lombardia, l'area più avanzata del Paese che genera una quantità notevole di questo traffico, ne è stata una delle principali vittime.
Il sottosegretario ha riconosciuto le irregolarità del servizio che si sono manifestate in questi mesi, ma non condivido l'ottimismo - se così si può definire - legato ad un presunto miglioramento degli indici di puntualità nel periodo più recente, perché altri dati resi noti nelle ultime settimane vanno in direzione opposta. Un'indagine di Legambiente sul traffico pendolare lombardo, resa nota poche settimane fa, afferma che il 39 per cento dei treni locali diretti a Milano sono in ritardo; i dati di Trenitalia, divulgati - peraltro, in ritardo - poche settimane fa sull'affidabilità del servizio ferroviario sulle linee locali, sostiene che 15 direttrici su 29 superano i parametri di ritardo e soppressione stabiliti per far scattare il bonus previsto dagli accordi tra la regione Lombardia e Trenitalia, con punte di disagi Pag. 6sulla linea Milano-Bergamo via Carnate, con problemi sulla direttrice Lecco-Bergamo-Brescia e quanto altro viene ricordato nelle interrogazioni.
Vorrei ricordare che il 23 marzo - quindi non secoli fa, ma poche settimane fa - quaranta amministratori locali, tra cui il presidente della provincia di Bergamo e numerosi sindaci, hanno, ancora una volta, verificato di persona gli intollerabili disservizi - treni sporchi, carrozze che mancano, la pulizia assolutamente inefficace, il condizionamento assente - che rappresentano il dato quotidiano che vivono sulla loro pelle 350 mila pendolari lombardi. In Lombardia, così come in tutte le altre regioni italiane, tranne l'Emilia Romagna, si verifica il problema (che deriva da quel modello) dei cattivi rapporti tra la regione e Trenitalia che, come è noto, non hanno ancora firmato il contratto di servizio; anche questo la dice lunga sui limiti e le criticità di un modello di regionalizzazione del trasporto ferroviario che era stato pensato con determinati obiettivi, ma, ad oggi, non li ha raggiunti.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Misiani.

ANTONIO MISIANI. Mi avvio a concludere, signor Presidente. In tal senso, è sufficiente pensare al divario tra gli investimenti, effettuati anche dal Governo nazionale, per raddoppiare la linea Milano-Treviglio e quadruplicare la linea Treviglio-Pioltello, con la promessa - ribadita pubblicamente anche dal presidente Formigoni e dall'assessore Cattaneo - di miglioramento della frequenza e della puntualità dei treni; la realtà è, invece, che su quelle stesse linee il servizio è peggiorato rispetto a qualche tempo fa.
Tutti questi motivi, che vengono richiamati solo parzialmente e in misura non sufficiente nella risposta del sottosegretario, ci fanno ritenere non soddisfatti della risposta e invitiamo nuovamente il Governo - rappresentato qui dal sottosegretario -, il Ministro dei trasporti e anche chi è competente su questo tema in qualità di azionista di Trenitalia, ad attivarsi con sollecitudine sulla vicenda lombarda e bergamasca, ma - ribadisco ancora una volta - la questione è nazionale e riguarda milioni di lavoratori che non appartengono ai privilegiati - mi si passi questo termine - che usano l'alta velocità e l'alta capacità per spostarsi da Milano a Roma, ma che quotidianamente usano il treno per andare a studiare e a lavorare e vivono il calvario che oggi è rappresentato dal pessimo servizio che Trenitalia offre sulle tratte locali.

PRESIDENTE. L'onorevole Consiglio ha facoltà di replicare per l'interrogazione Caparini n. 3-00498, di cui è cofirmatario.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, ringrazio di nuovo il sottosegretario per essere intervenuto. La risposta non è chiaramente soddisfacente ma sicuramente, con l'utilizzo di questa task force della quale si è dotata Trenitalia, si potrebbe avere la possibilità di capire in che termini continuare veramente a migliorare il servizio, aumentando un po' tutti gli sforzi che stanno compiendo il Governo e Trenitalia.
Per tornare alla questione degli orari, nel 2008 sono entrati in vigore i nuovi orari ferroviari per la regione Lombardia la quale, lo ricordo, ha perso anche sulla tratta Brescia-Bergamo parecchi collegamenti. Tale soppressione coincide con un evidente ridimensionamento quantitativo e qualitativo del servizio ferroviario locale. Ne sono prova anche le attenzioni che hanno ricevuto parecchi amministratori locali che hanno effettuato di persona alcuni viaggi sulla tratta Bergamo-Milano. Ci sono state molte variazioni d'orario apportate da Trenitalia, in modo difforme, tra l'altro, da quanto concordato con le regioni interessate. Ciò è discretamente grave, per non dire molto grave, perché alcuni accordi e verifiche puntuali poi non si sono trasformati in qualcosa di pratico che portasse ad ottimizzare gli orari.
Il nuovo orario di Trenitalia non ha tenuto conto delle reali esigenze di una linea che conta sulla sua direttrice la Pag. 7stazione di Bergamo, che è al quinto posto in Italia in termini di flusso di passeggeri (questo crea sicuramente qualche problema per quanto riguarda l'organizzazione ma deve essere anche di stimolo per quanto riguarda l'attenzione che a questa tratta occorre dedicare) e che garantisce un importante contributo in termini di fatturato, perché si tratta forse di una delle poche tratte molto utilizzate. Trenitalia, nonostante ciò, non ha mantenuto gli impegni assunti nell'incontro del 28 novembre 2008.
Secondo quanto riportato dagli organi di informazione, l'assessore alle infrastrutture della regione Lombardia avrebbe dichiarato che se Trenitalia ha deciso che se Frecciarossa deve correre passando davanti a tutti gli altri treni e sulle spalle dei pendolari, può darsi che saremo costretti a dimostrare a Trenitalia che può anche rimanere in stazione. Non credo che questo sia l'atteggiamento migliore che tutti auspichiamo verso un tipo di trasporto diverso da quello su gomma, ma sicuramente queste due situazioni vanno ottimizzate. Frecciarossa va benissimo e così il tema dell'alta velocità, ci mancherebbe altro, però per i pendolari, che effettivamente utilizzano questo mezzo per spostarsi da casa ai posti di lavoro, non deve trattarsi di un calvario, come diceva l'onorevole Misiani prima, ma di uno spostamento in tempo breve e in grado di garantire una certa soddisfazione anche per quanto riguarda la qualità del posto dove ci si siede o della cabina che si occupa.
La task force va benissimo, perché vi porterà a capire in che termini sia migliorabile il servizio, ma è anche chiaro che l'atteggiamento alla base di tali verifiche deve essere diretto ad accertare effettivamente la capacità di trasporto dei pendolari e l'attenzione sugli orari e deve essere concordato con la regione Lombardia ed esteso poi alle altre regioni, Veneto e Piemonte: questo problema infatti non riguarda solamente la Lombardia o la tratta Brescia-Bergamo-Milano ma tutto il nord Italia.
È stata presentata un'interpellanza anche dall'onorevole Montagnoli che dà conto di molteplici criticità generate dal cambio orario del 14 dicembre 2008.
Signor sottosegretario direi che né come gruppo parlamentare né come pendolari possiamo ritenerci pienamente soddisfatti della sua risposta e credo che si possa fare veramente di meglio.
Questa è l'attenzione che una tratta veramente importante e una parte del nostro Paese molto interessata a questo mezzo di trasporto possono, non dico pretendere, ma quanto meno richiedere al massimo livello.

(Iniziative presso Trenitalia per il potenziamento degli scali merce ferroviari di Comiso e Ragusa - n. 2-00182)

PRESIDENTE. L'onorevole Causi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00182, concernente iniziative presso Trenitalia per il potenziamento degli scali merce ferroviari di Comiso e Ragusa (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

MARCO CAUSI. Signor Presidente, intendo avvalermi della facoltà di illustrare questa interpellanza perché essa è datata 20 ottobre 2008 ed è stata inviata al Governo in seguito alla chiusura della divisione cargo di Trenitalia negli scali di Ragusa e di Comiso. In quell'occasione ci preoccupammo molto e per questo presentammo l'interpellanza, perché quella zona della Sicilia sudorientale con quelle decisioni di Trenitalia aveva perduto i suoi due scali merci.
Si tratta di un territorio per il quale il trasporto merci riveste un'importanza strategica e non soltanto perché parliamo di un territorio fortemente produttivo, uno dei principali distretti agroalimentari italiani. Chiudere, depotenziare il servizio merci della provincia di Ragusa ha creato e crea grandi preoccupazioni per quanto riguarda la capacità di questo territorio di avere una connessione con i mercati nazionali ed internazionali. Pag. 8
Dal 20 ottobre ad oggi, tuttavia, sono cambiate, purtroppo in peggio, numerose altre circostanze. A poco a poco è stato smantellato l'intero trasporto merci della Sicilia: dopo quelli di Comiso e di Ragusa sono stati chiusi gli scali di Palermo Brancaccio, di Alcamo, di Siracusa, di Dittaino e di Fiumefreddo. L'unica base cargo rimasta in funzione in Sicilia è quella di Catania Bicocca.
Non siamo preoccupati solo perché si stanno perdendo posti di lavoro e servizi per i cittadini e per le imprese, ma perché viene meno il ruolo che Ferrovie dello Stato deve assolvere come azienda al servizio della collettività per garantire servizi di continuità territoriale al territorio siciliano.
La Sicilia viene così marginalizzata in modo drastico dai traffici merci e il trasporto ferroviario in Sicilia è stato ridotto a meno che trasporto pubblico locale. Ciò avrà una conseguenza diretta sull'aumento del divario in termini di infrastrutture di servizi e, dunque, di riduzione dei traffici per il nord e per il sud e aumenterà il progressivo calo della redditività dei servizi ferroviari.
Inoltre, ulteriori ridimensionamenti infrastrutturali derivano dai tagli disposti dalla legge finanziaria. Ricordiamo che con il voto contrario del Partito Democratico sono stati tagliati 256 milioni a Trenitalia e 317 per RFI sulla Sicilia e tutto ciò provoca un'inammissibile, iniqua situazione di progressivo distaccamento della Sicilia dal continente.
Onorevole sottosegretario, gli annunci sul ponte non sono un'alternativa, anche perché rischiano di restare solo annunci per le note problematiche tecniche ed economiche di realizzazione del ponte sullo stretto. La Sicilia deve, invece, avere un trasporto merci efficiente, sostenibile ed equo: si tratta di un fatto di competitività e di sostegno ai sistemi produttivi regionali.
Il Governo nazionale e il governo regionale siciliano devono porsi questo problema, devono evitare il disimpegno delle Ferrovie dello Stato in Sicilia e fare in modo che Ferrovie dello Stato e Trenitalia sospendano i provvedimenti adottati da RFI e Trenitalia in Sicilia.
Concordo con quanto diceva l'onorevole Misiani prima di me: siamo di fronte al fallimento complessivo delle politiche di trasporto ferroviario regionale e locale di questo Paese negli ultimi vent'anni.
Siamo di fronte a responsabilità rilevanti anche da parte delle regioni e non soltanto da parte dello Stato, ovvero degli operatori ferroviari nazionali. Le regioni, che hanno competenza diretta in questa materia, trascurano fortemente questa competenza e si occupano molto di più, ad esempio, di sanità o di assistenza - ed è giusto che sia così - ma troppo poco del trasporto regionale, che è un elemento fondamentale, non soltanto per la qualità della vita dei lavoratori, ma anche per la competitività dei sistemi economici e mi riferisco qui al trasporto merci.
Abbiamo avuto un esempio di questo anche durante la discussione sul federalismo fiscale, perché l'Assemblea ha respinto un emendamento del Partito Democratico tendente a inserire il trasporto regionali fra i servizi essenziali delle regioni mentre ha accettato di inserirlo fra le funzioni fondamentali dei comuni. Pertanto, di nuovo e anche in futuro, dal punto di vista normativo salvaguardiamo un po' di più il trasporto locale di ambito urbano ma rischiamo che il trasporto regionale di aria vasta (metropolitana regionale) rimanga «figlio di nessuno», un orfano di cui non si occupa lo Stato né le regioni.
Pertanto, tornando alla Sicilia, manifesto con questa interpellanza, insieme all'altro collega firmatario, una grande preoccupazione e la richiesta che il Governo dello Stato, insieme al governo regionale, e quindi anche stimolando in modo adeguato il governo della regione siciliana, diano alla Sicilia un'alternativa modale su rotaia. Insieme alle autostrade del mare, l'alternativa modale su rotaia serve a ridurre anche, sulle strade siciliane, il carico ambientale causato dall'elevatissima percentuale di mezzi che viaggiano su gomma.

Pag. 9

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Bartolomeo Giachino, ha facoltà di rispondere.

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, divido la risposta in due parti, di cui la prima di natura tecnica e la seconda un po' più complessiva.
La questione attinente agli scali merci operati da Trenitalia riguarda il contratto di servizio per il trasporto ferroviario di merci. Allo stato è in vigore il contratto di servizio 2004-2006, in virtù della clausola di continuità nello stesso contenuta. Tra gli obblighi di servizio regolati è incluso il trasporto merci da e per la Sicilia, che comporta anche il mantenimento in esercizio di alcuni scali. Lo sbilancio derivante dall'erogazione dei servizi inclusi nel contratto di servizio si è rilevato sistematicamente inferiore, di anno in anno, rispetto agli stanziamenti di bilancio. Si consideri che per l'anno 2009 sono stati stanziati 112 milioni di euro (inclusa IVA) e che in base all'ultimo rendiconto certificato disponibile lo sbilancio determinato dal complesso degli obblighi di servizio per il trasporto merci ammonta a circa 150 milioni di euro, oltre IVA.
Ad oggi è in corso di definizione il nuovo contratto di servizio per il trasporto merci e il correlato perimetro che è funzione, innanzitutto, dei fondi pubblici all'uopo disponibili. A maggior ragione, in condizione di risorse limitate appare ineludibile la necessità di razionalizzare l'offerta.
In relazione ai trasporti da e per la Sicilia la riduzione delle risorse pubbliche disponibili per il finanziamento degli obblighi di servizio merci, operata dalle leggi finanziarie per gli anni 2008 e 2009, e la contrazione della domanda conseguente alla nota situazione di congiuntura economica, rendono necessaria una riorganizzazione dei servizi ferroviari merci sulla base delle reali esigenze e dimensione del mercato. Tale esigenza di riorganizzazione emerge soprattutto per il traffico cosiddetto diffuso (a carro singolo o a gruppi di carri), per il quale Trenitalia vuole mantenere tutte le attuali destinazioni dei trasporti ed ha progettato una nuova modalità complessiva di inoltro al cliente che prevede l'attestamento ferroviario di questo tipo di trasporti su alcune piattaforme logistiche, dalle quali sarà possibile prevedere soluzioni modali alternative di inoltro alla destinazione finale per la presa e riconsegna, nelle località di origine e destinazione, dei trasporti. Pertanto, non è prevista una chiusura di scali merci, bensì una rimodulazione dell'offerta per adeguarla al volume e alle caratteristiche della domanda e renderla economicamente sostenibile per l'azienda.
Trenitalia sarà disponibile, su richiesta dei clienti, a organizzare tali soluzioni alternative e a proporre le relative condizioni in termini di tempi, costi e standard qualitativi. In tutta Europa, peraltro, già da tempo i principali operatori ferroviari hanno avviato iniziative di razionalizzazione e concentrazione del traffico ferroviario delle merci, in particolare per il traffico diffuso, finalizzate ad efficientare il sistema e, nel contempo, a ridurre i costi di gestione. Nessuna modifica commerciale o produttiva è invece prevista per i trasporti a treno completo.
Vorrei rilevare che l'aver messo da parte, nella scorsa legislatura, il piano della logistica approvato nel 2006 per redigere un nuovo piano della mobilità ci ha fatto perdere, di fatto, per quanto riguarda il trasporto merci, due anni di tempo.
Oltre a dichiarare la disponibilità ad un incontro con gli operatori e con Trenitalia - che ho già organizzato recentemente, ma sono disponibile a organizzarne un altro, perché l'interesse strategico del Paese è utilizzare sempre di più il trasporto su ferro in alternativa alla gomma - voglio rilevare altresì che è stata rimessa in funzione la Consulta dei trasporti e della logistica. Il primo impegno sarà l'aggiornamento del piano della logistica del 2006, all'interno del quale un ruolo fondamentale è rivestito dal trasporto merci ferroviario. Pag. 10
Sottolineo, inoltre, che è stata sbloccata nei mesi scorsi, dopo cinque anni, l'operatività delle cosiddette autostrade del mare, con l'ecobonus, e che abbiamo sbloccato i pagamenti per l'ecobonus per i viaggi del 2007 e stiamo esaminando le pratiche dei viaggi del 2008. Questa operazione è volta a incentivare gli operatori ad utilizzare sempre di più le autostrade del mare come mezzo di trasporto delle merci che arrivano dalla Sicilia verso il nord del Paese.
Concludo confermando la disponibilità ad un incontro con Trenitalia, con gli interpellanti e con gli operatori siciliani.

PRESIDENTE. L'onorevole Causi ha facoltà di replicare.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario Giachino per la risposta puntuale di cui, però, sono solo parzialmente soddisfatto. Accolgo l'apertura del sottosegretario, e avrei comunque chiesto un incontro. Se le chiusure degli scali merce rappresentano, come sosterrebbe Trenitalia (ma va verificato), il mezzo per una modifica del servizio, ma non per l'annullamento dello stesso, su questo dobbiamo vigilare, a livello di autorità di vigilanza, di Ministero e di Regione siciliana, con molta attenzione.
Quindi, affinché questa vigilanza possa essere esercitata - in modo tale che un operatore economico che ha bisogno non di un treno, ma di un vagone, possa trovare un servizio efficiente - è necessario riattivare e tenere aperto in modo permanente un tavolo a cui chiamare anche la Regione siciliana, le forze imprenditoriali e gli operatori economici. Di questo do atto al sottosegretario.
Naturalmente, resta il nodo infrastrutturale e, in generale, la necessità che il Governo, tramite i suoi poteri istituzionali, e Trenitalia, tramite il ruolo che ha come principale operatore, riescano a modernizzare il più possibile i contenuti dei contratti di servizio che vengono firmati anche con la Regione siciliana.
L'impressione che hanno molti, compresi gli operatori economici, è che ci sia una grande lentezza e dimenticanza da parte della Regione siciliana circa la necessità che questi servizi si evolvano secondo modelli moderni. Se da parte di Trenitalia si tratta di una mera operazione di modernizzazione e di efficientamento lo vedremo, ma dovremo vigilare affinché non venga dato un ennesimo ulteriore colpo alle capacità produttive di distretti produttivi molto importanti.
Voglio ricordare al sottosegretario che alcuni distretti produttivi siciliani hanno avuto negli ultimi quindici anni delle performance, dal punto di vista delle esportazioni, che sono tra le principali d'Italia. Quindi rischiamo, peggiorando il servizio del trasporto merci, di dare un colpo alla competitività di importanti distretti dell'isola.

(Iniziative per la piena funzionalità e la messa in sicurezza della strada statale 575, itinerario Troina-Paternò, e della strada statale 120, itinerario TroinaCesarò - n. 2-00316)

PRESIDENTE. L'onorevole Berretta ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00316, concernente iniziative per la piena funzionalità e la messa in sicurezza della strada statale 575, itinerario Troina-Paternò, e della strada statale 120, itinerario Troina-Cesarò (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede di replica.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Bartolomeo Giachino, ha facoltà di rispondere.

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, onorevole interpellante, con riferimento all'interpellanza urgente relativa ai danni causati nella Sicilia orientale, con particolare riguardo alle strade statali 575 e 120, si fa Pag. 11presente che l'ANAS ha avviato immediatamente gli interventi di ripristino delle condizioni di transitabilità. Nei casi più gravi si è demandato ad idonei interventi la ricostruzione delle opere irrimediabilmente danneggiate, mentre per altri si è reso necessario procedere all'interdizione totale al traffico per garantire la sicurezza pubblica, anche se ciò ha comportato qualche disagio all'utenza.
Di seguito, si illustra in dettaglio la situazione sulle singole statali. Lungo la strada statale 120, dal chilometro 156 al chilometro 183,600, si sono verificati smottamenti delle pendici della pertinenza stradale, con frane che hanno determinato il danneggiamento delle reti paramassi, delle barriere di protezione ed il crollo di parti del muro di controripa. Nel tratto compreso tra i comuni di Troina e Cesarò, ove diversi movimenti franosi hanno riversato sul piano viabile materiale detritico, sono stati prontamente effettuati gli interventi necessari al ripristino della circolazione ai chilometri 155,200, 148, 142,800 e 139,800. In corrispondenza dei chilometri 139,600, 145,500, 146,900 e 147 della strada statale 120 si sono determinati restringimenti di carreggiata a causa delle frane abbattutesi sul corpo stradale, per ovviare ai quali sono stati periziati lavori di ripristino, in attesa di finanziamenti specifici, stimati in oltre 3 milioni di euro.
La strada statale 575 «di Troina», dal chilometro 3,250 al chilometro 23,250, è stata interessata, in tratti saltuari, da alcuni smottamenti, per i quali sono state previste opere di difesa a protezione del piano viabile, la bonifica delle pendici e la posa di rete parietale armata. Tali lavori rientrano nell'ambito di un più ampio intervento complessivo che prevede anche la sistemazione della strada statale 284 «Occidentale etnea» dal chilometro 8 al chilometro 38, per un importo stimato di 1 milione 391 mila euro.
La strada statale 121 «Catanese» dal chilometro 7,330 al chilometro 83,736, compreso il tratto nel comune di Paternò, è stata anch'essa interessata dai fenomeni alluvionali che hanno provocato smottamenti, deformazione del piano viabile, ostruzione di opere idrauliche, per i quali si prevedono interventi di manutenzione straordinaria, di consolidamento delle pendici, di ripristino delle opere idrauliche e di riparazione del piano viabile a valere su specifici finanziamenti. Tutti i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria che sono stati qui elencati verranno appaltati entro il corrente anno 2009.

PRESIDENTE. L'onorevole Berretta ha facoltà di replicare.

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, signor sottosegretario, esprimo la mia soddisfazione per la prontezza con cui l'ANAS ha saputo venire incontro alle esigenze di mobilità di un vasto territorio siciliano e per la sensibilità che hanno mostrato il prefetto di Enna e le autorità che sono intervenute prontamente, con riferimento alle questioni che abbiamo sollevato e che sono state qui elencate in una sorta di bollettino di guerra. In realtà, non c'è stata nessuna guerra, ma si è trattato di semplici eventi atmosferici piuttosto ordinari. Quindi, se degli acquazzoni, per quanto intensi, determinano tutte queste problematiche, evidentemente c'è l'esigenza di affrontare con attenzione tali questioni.
D'altra parte, esprimo insoddisfazione per la scelta che questo Governo ha compiuto fino ad ora per l'infrastrutturazione della Sicilia. Questa vicenda mette a nudo l'estrema fragilità di un sistema complessivo di mobilità interna. La viabilità della zona di Troina è paradigmatica dello stato di dissesto diffuso e di persistente pericolosità della viabilità siciliana, che diventa insostenibile quando si verificano eventi climatici di qualche rilievo. Questi interventi, peraltro, di cui il sottosegretario ci ha parlato, erano già previsti dal piano regionale dell'ANAS e già finanziati.
Non si tratta, quindi, di risorse aggiuntive. I collegamenti viari con la città di Troina sono insicuri a causa dei numerosi restringimenti di carreggiata. Quindi, bisognerebbe accelerare sulle procedure necessarie a realizzare una viabilità vera e in grado di offrire un servizio ai cittadini di questa importante città siciliana. Pag. 12
Peraltro rimane totalmente fuori dagli interventi di sistemazione il tratto franato tra Nicosia e Gangi: è un tratto aggiuntivo che avrebbe bisogno di interventi strutturali.
Inoltre, la viabilità interna pesa sulle strade provinciali, che sono anch'esse inadeguate. Per quelle strade provinciali, signor Presidente, signor sottosegretario, il Governo Prodi aveva previsto interventi ingenti: per la sola provincia di Enna erano previsti 38 milioni di euro all'anno per tre anni, per la provincia di Catania 52 milioni di euro all'anno per tre anni. Questi fondi, come ben sappiamo, sono stati tagliati con il primo provvedimento di questo Governo. Il Presidente del Consiglio aveva garantito al presidente della Regione siciliana che questi fondi sarebbero stati ripristinati: è passato un anno dal decreto con cui questi fondi sono stati dirottati altrove, ma non un euro dei soldi sottratti alla Sicilia è stato ripristinato.
La viabilità siciliana, signor sottosegretario, signor Presidente, ha bisogno di risorse vere, straordinarie e aggiuntive. Gli ordini di grandezza delle risorse di cui stiamo parlando sono quelli previsti originariamente dal Governo Prodi. In mancanza di risorse di questo tenore tutto il resto appare perlomeno inadeguato.

(Iniziative per un adeguato servizio di trasporto aereo tra Milano Linate e Olbia, nell'ambito della continuità territoriale - n. 3-00401)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Bartolomeo Giachino, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Compagnon n. 3-00401, concernente iniziative per un adeguato servizio di trasporto aereo tra Milano Linate e Olbia, nell'ambito delle continuità territoriale (Vedi l'allegato A - Interpellanze e interrogazioni).

BARTOLOMEO GIACHINO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, onorevole Compagnon, il prezzo dei biglietto del collegamento aereo Milano Linate-Olbia-Milano Linate è sottoposto ad una diversa tipologia di tariffazione, a seconda che rientri o meno nel sistema di imposizione di oneri di servizio pubblico.
La comunicazione della Commissione europea, ai sensi del Regolamento 2408/92 del Consiglio, al punto 5.1 del decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 5 agosto 2008, n. 103, di imposizione di oneri di servizio pubblico, prevede per tutte le rotte che collegano Olbia, Cagliari e Alghero con gli aeroporti di Fiumicino e Linate l'applicazione di due tipi di tariffa.
Una prima tariffa è quella onerata agevolata massima che è applicabile alle categorie agevolate: disabili, giovani dai 2 ai 21 anni, anziani al di sopra dei 70 anni e studenti universitari fino al compimento del ventisettesimo anno di età. Una seconda tariffa è invece quella cosiddetta libera ed è applicata a tutti i passeggeri non appartenenti alle categorie agevolate e quindi, in sostanza, ai non residenti. Va specificato che il decreto sopra richiamato prevede inoltre che gli oneri di servizio pubblico possano essere accettati dai vettori senza compensazione finanziaria e, quindi, senza esclusiva.
Per coloro i quali, invece, non rientrano nelle predette categorie, il prezzo del collegamento in parola è sottoposto alle leggi di mercato, essendo i vettori aerei comunitari liberi di fissare le tariffe aeree passeggeri e merci per i servizi aerei intracomunitari, a norma dell'articolo 22 del Regolamento CE n. 1008/2008 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 24 settembre 2008.
Si deve osservare che la tariffa coperta da oneri di servizio pubblico sulla rotta Linate-Olbia-Linate è stata accettata unicamente dalla compagnia Meridiana ma, come detto, qualsiasi altro vettore può, all'inizio di ogni stagione aeronautica, accettare gli oneri di servizio pubblico.
Nello specifico delle tariffe libere, quelle quindi non coperte da oneri di servizio pubblico, la compagnia Meridiana offre una gamma diversificata di tariffe, tasse comprese, che vanno da un minimo Pag. 13di 79,34 euro ad un massimo di 320,69 euro. La disponibilità di tali tariffe varia a seconda dell'anticipo con cui la tariffa viene prenotata. Conseguentemente, una prenotazione effettuata a ridosso della data di partenza può comportare il rischio di trovare esauriti i biglietti a costo più basso.
Si informa, infine, che, a seguito dell'istruttoria effettuata congiuntamente dall'ENAC e dalla regione Sardegna, prevista dal punto 5.6 del citato decreto ministeriale ed intesa a modificare le tariffe in caso di rilevanti scostamenti, rilevati trimestralmente, del costo del carburante e/o del rapporto di cambio euro-dollaro USA, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, senatore Matteoli, procederà ad aggiornare in riduzione la tariffa sulla tratta da o per Milano Linate dai precedenti 59 euro (IVA inclusa) a euro 50. In data 3 aprile, il Ministro Matteoli ha firmato la lettera indirizzata alla Commissione europea e all'ENAC per la riduzione di tale tariffa, che verrà conseguentemente applicata sulla tratta in parola.

PRESIDENTE. L'onorevole Compagnon ha facoltà di replicare.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, innanzitutto ringrazio il sottosegretario per la risposta: visti i tempi medi, posso definire questa una risposta in tempi brevi, se pensiamo che la scorsa settimana sono intervenuto su un'interrogazione presentata un anno fa.
La preoccupazione maggiore è che, purtroppo, dalla sua risposta, seppur compiuta e seppur con degli impegni in prospettiva, non viene meno quella che è stata la motivazione della presentazione della mia interrogazione, e cioè che vi sono costi anche pari a 650 euro per la tratta in oggetto (Milano Linate-Olbia e ritorno). Peraltro, vorrei far presente che questa mia interrogazione non è un'interrogazione di regione o di campanile: in Sardegna non ci vado da 25 anni (purtroppo: è una splendida isola, con un mare favoloso). Mi preoccupa il principio che determinati monopoli, perché tali sono, possano permettersi di creare condizioni di tariffe che, indubbiamente, sono a scapito del fruitore e del consumatore, e quindi degli utenti. Tenendo presente che fruitori e consumatori sono comunque i contribuenti, credo che l'attenzione maggiore debba essere rivolta a che le tariffe siano quanto meno calmierate.
Capisco e sono d'accordo che il mercato risponde a determinate regole, però c'è un limite a tutto; se pensiamo che con 650 euro possiamo tranquillamente andare in America e tornare, forse anche pernottare un paio di notti, vien da sé che l'esempio della tratta Linate-Olbia (come ce ne sono altri a livello nazionale, purtroppo, che non ho menzionato) è la dimostrazione che il nostro è un sistema di piccolo monopolio, che è voluto, è volutamente concordato. Dobbiamo cercare in qualche modo di creare le condizioni affinché i consumatori e i fruitori possano essere trattati nel modo migliore.
Vi sono dimostrazioni palesi che determinate tratte sono previste anche in orari incomprensibili, magari vicine le une con le altre. Anche la nuova compagnia Alitalia (d'altronde la tratta Milano-Olbia è in accordo con essa) tiene in piedi tratte, anche vicine, che non hanno senso apparentemente, se non quello di tenere occupati gli slot, in modo tale che nessun'altra concorrenza possa entrarci; e quando non ci entrano le concorrenze, chiaramente il costo, il prezzo dei biglietti non viene diminuito, Di conseguenza, tutto è a carico degli utenti, degli italiani, che sono anche, come dicevo, e prima di tutto i contribuenti del nostro Paese. Salvo poi - apro e chiudo parentesi - ogni tanto, quando l'utenza non c'è, dire che è soppresso il volo per questioni tecniche. Succede molto spesso ultimamente: le questioni tecniche sono che non c'è un sufficiente numero di passeggeri. Ciò, è comprensibile nella logica del mercato, incomprensibile quando siamo in regime di monopolio, perché di ciò si tratta, in quasi la stragrande maggioranza delle situazioni. Pag. 14
Per cui, signor sottosegretario, che conosco attento e sensibile a tutta questa materia, spero che la sua sensibilità sia e diventi azione nei confronti del Ministro, come ho ascoltato, che ha intenzione di fare alcune cose affinché, al di là di questa tratta, la si smetta come principio di creare dei piccoli o grandi monopoli che poi ricadono sui costi degli utenti, dei nostri contribuenti e dei fruitori del servizio. E potremmo anche con questo riallacciarci - e concludo, signor Presidente - alla questione più generale delle liberalizzazioni, dove se queste sono fatte bene non solo fanno funzionare i servizi, ma creano le condizioni di un costo inferiore per i nostri cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 12,35, è ripresa alle 14.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boniver, Caparini, Castagnetti, Conte e Lombardo sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente novantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 1441-bis-C) (ore 14,01).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato: Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, nonché in materia di processo civile.
Ricordo che nella seduta del 23 aprile 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali ed hanno avuto luogo le repliche dei rappresentanti del Governo, mentre i relatori vi hanno rinunciato.

(Esame degli articoli - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge modificati dal Senato, nel testo delle Commissioni.
Ricordo che, a norma dell'articolo 123-bis, comma 3-bis, ultimo periodo, del Regolamento, gli emendamenti e gli articoli aggiuntivi dichiarati inammissibili dalle Commissioni riunite non possono essere ripresentati in Assemblea e - ove ripresentati - non sono pubblicati.
Inoltre non sono pubblicati, in quanto non ricevibili: gli emendamenti già presentati presso le Commissioni riunite, ma in quella sede ritirati; i nuovi emendamenti, non previamente presentati presso le Commissioni riunite, riferiti a parti del testo non modificate dalle Commissioni stesse; a norma dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, gli emendamenti presentati direttamente in Assemblea non riferiti a parti modificate dal Senato.

Modifica del vigente calendario dei lavori dell'Assemblea e conseguente aggiornamento del programma (ore 14,03).

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, i lavori dell'Assemblea Pag. 15per la settimana in corso sono stati rimodulati secondo le seguenti modalità:

Martedì 28 aprile (votazioni dalle 14,30 alle 20,30):

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1441-bis-B - Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile (collegato alla manovra di finanza pubblica) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato).

Mercoledì 29 aprile (votazioni dalle 9,30 alle 14 e dalle 16 alle 21):

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1441-bis-B - Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile (collegato alla manovra di finanza pubblica) (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato).

Esame della proposta di legge n. 907 e abbinata - Modifiche all'articolo 1 del decreto-legge 3 gennaio 2006, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 22, in materia di ammissione al voto domiciliare di elettori affetti da infermità che ne rendano impossibile l'allontanamento dall'abitazione.

Seguito dell'esame delle mozioni:
Franceschini ed altri n. 1-00148, Pezzotta ed altri n. 1-00153 e Cicchitto, Cota, Lo Monte ed altri n. 1-00155 concernenti iniziative per il contrasto della povertà e dell'emarginazione;
Volontè ed altri n. 1-00152, Cicchitto, Cota, Lo Monte ed altri n. 1-00154 e Maurizio Turco ed altri n. 1-00156 concernenti iniziative in materia di parità scolastica.

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1415 ed abbinate - Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica della disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche.

Giovedì 30 aprile (antimeridiana e pomeridiana, con votazioni dalle 9,30 alle 14,30):

Eventuale seguito degli argomenti previsti per la settimana e non conclusi.

Al termine delle votazioni avrà luogo la discussione sulle linee generali del disegno di legge 2180 - Disposizioni in materia di sicurezza pubblica (Approvato dal Senato).

La discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2042 ed abbinata - Ratifica del Trattato di Prüm (Approvato dal Senato) avrà luogo lunedì 4 maggio.

L'organizzazione dei tempi relativi all'esame della proposta di legge n. 907 sarà pubblicata in calce al Resoconto stenografico della seduta odierna.

Restano ferme le sedute di sindacato ispettivo già previste.

Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

La Conferenza dei presidenti di gruppo tornerà a riunirsi giovedì 30 aprile, alle ore 12,30, per la predisposizione del calendario di maggio.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli articoli - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Avverto che la Presidenza, fermo restando che la questione dovrà comunque essere approfondita, in via generale, in sede di Giunta per il Regolamento, ha ritenuto di ammettere alla votazione, analogamente a quanto avvenuto, da ultimo, nella seduta del 10 febbraio 2009, gli emendamenti Zaccaria Pag. 1627.10, 37.1 e 45.17 e Gibiino 27.11, 37.2 e 45.16 che, pur non essendo stati previamente presentati in Commissione e non riferiti a partizioni del testo modificate nel corso dell'esame in sede referente, sono volti esclusivamente a riprodurre - in modo puntuale - condizioni o osservazioni contenute nel parere reso dal Comitato per la legislazione.
Sono stati, invece, ritenuti irricevibili, e quindi non sono stati pubblicati nel fascicolo, altri emendamenti presentati dagli onorevoli Zaccaria e Gibiino che, pur essendo rivolti, nelle intenzioni dei presentatori, a recepire ulteriori rilievi contenuti nel parere del Comitato per la legislazione, sono tuttavia riferiti a condizioni o osservazioni formulate in modo non puntuale, e quindi tali da consentire un margine di discrezionalità in sede di presentazione delle relative proposte emendative.
Avverto, altresì, che non saranno posti in votazione gli articoli 6, 8, 10, 14, 16, 39, 51, 54, 56, 58, 60, 69, 70, 71 e 73, in quanto non modificati dal Senato.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli articoli - A.C. 1441-bis-C)

ROBERTO ZACCARIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, la ringrazio perché con riferimento agli emendamenti presentati c'è stato nella valutazione un sapiente apprezzamento della distinzione (mi riferisco in particolare alle condizioni e osservazioni poste dal Comitato per la legislazione) tra le proposte formulate in maniera tale da essere recepite in un emendamento e quelle che non sono tali.
Capisco la distinzione e ne apprezzo anche il senso, però vorrei fare solo una elementare riflessione con riferimento a una sola questione. Infatti, vi è una distinzione: alcuni emendamenti sono ritenuti addirittura non ricevibili, altri dichiarati poi inammissibili, una volta ricevuti e stampati.
Le faccio un solo esempio che risulterà molto chiaro. Si tratta di un aspetto che riguarda il processo amministrativo. Vi è una delega in materia di processo amministrativo, e vi è un punto che riguarda la ripartizione della giurisdizione tra Corte di Cassazione e Consiglio di Stato, un punto delicatissimo, sul quale il Comitato ha molto dibattuto. In questo caso siamo in presenza di un oggetto di delega senza che siano indicati, a mio modo di vedere, i principi e criteri direttivi, quindi siamo di fronte ad una violazione abbastanza evidente dell'articolo 76 della Costituzione. Al riguardo la Corte costituzionale già è intervenuta più volte.
Il Comitato - e lei ha perfettamente ragione, come Presidenza, quando dice che quell'osservazione non è idonea a essere trasferita automaticamente in un emendamento - ha lungamente discusso se la delega che noi conferivamo fosse innovativa o meno. Infatti, se non è innovativa è compatibile con la Costituzione, se è innovativa invece vi è il rischio reale di una violazione della Costituzione.
Su quel punto io ho espresso anche un'opinione dissenziente, cioè ho addirittura formalizzato questa osservazione, distinguendomi dal resto del Comitato. Allora, io troverò il modo di parlare in Aula di questo tema ugualmente, e lo capisco, però questo è un caso classico in cui il Comitato formula una osservazione avendoci molto riflettuto. Pag. 17
Signor Presidente, vorrei che lei un giorno si facesse raccontare quello che succede durante l'esame di questi collegati eterogenei nelle Commissioni: purtroppo, è quasi impossibile farsi ascoltare perché si parla di tutto e del contrario di tutto. Questa è una questione di grandissimo rilievo che tornerà alla Corte Costituzionale. Forse, secondo me, ammettere un emendamento costruttivo - ricordo che io ne ho presentato uno soppressivo - ci avrebbe dato una mano a non deturpare la legge in maniera così violenta. Comunque, la ringrazio perché so che lei è sensibile a queste problematiche.

PRESIDENTE. Le questioni che lei ha posto, onorevole Zaccaria - e lo ha fatto certamente in modo puntuale e appropriato - rendono ancor più ineludibile quanto la Presidenza aveva testé comunicato, vale a dire la necessità di sottoporre quanto prima alla Giunta per il Regolamento la questione, proprio perché nella sua complessità essa merita di essere approfondita e di giungere ad una soluzione attraverso le deliberazioni della Giunta per il Regolamento.
Avverto che le Commissioni hanno presentato l'articolo premissivo 018.0100 e l'emendamento 46.100, che sono in distribuzione.
Avverto infine che gli articoli premissivi Vignali 018.01, 018.02 e 018.06 sono stati sottoscritti anche dai deputati Polledri e Milanato.
Avverto che sono state ritirate dai presentatori le seguenti proposte emendative: Alessandri 12.11, Guido Dussin 018.04 e Bitonci 18.6 e 67.4.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa ad esso riferita (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C).
Constato l'assenza dell'onorevole Paniz che aveva chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative: s'intende che vi abbia rinunziato.
Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore per la I Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'articolo aggiuntivo Borghesi 1.01.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, noi non abbiamo fatto altro che riproporre l'articolo che il Senato ha pensato bene di sopprimere, cioè quello che recava un'articolata disciplina, che andava ad integrare le norme generali sugli appalti pubblici e gli accordi quadro, stipulati dalla centrale di committenza, recate dall'articolo 33 del codice dei contratti pubblici. Delle procedure gestite dalla centrale di committenza regionale e della loro qualificazione tecnica ed esperienza avrebbero potuto avvalersi gli enti territoriali di minori dimensioni, con conseguente contenimento degli oneri di spesa da parte degli stessi enti.
Quindi, ci permettiamo di richiamare l'attenzione sia del Governo sia dei relatori, anche se hanno già espresso il loro parere contrario, non capendo le ragioni per le quali il Senato abbia pensato, a fronte di una proposta che proveniva dallo stesso Governo e dalla stessa maggioranza, di cancellare detto articolo.

PRESIDENTE. Dovremmo passare ai voti. Pag. 18
Avverto tuttavia che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta fino alle ore 14,30.

La seduta, sospesa alle 14,15 è ripresa alle 14,35.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Prego i colleghi di votare. L'onorevole Calderisi si sta sbracciando invano: tenga il dito premuto, onorevole. Ecco, l'onorevole Calderisi ha votato. Onorevole Mussolini, onorevole Mura, onorevole Paladini. Per l'onorevole Mussolini c'è stato un errore nella consegna della tessera, quindi aspettiamo che le venga consegnata la tessera giusta. Onorevole Paladini, lei ha votato? Onorevole Sarubbi, a posto?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 298
Votanti 288
Astenuti 10
Maggioranza 145
Hanno votato
288
Sono in missione 86 deputati).

Prendo atto che i deputati Sarubbi, Pes, Ruben, Rossa, Siragusa, Rampelli, Calearo Ciman, Paladini, Nunzio Francesco Testa, Brandolini, Melis, Antonino Foti, Ria, Castiello, Argentin, Di Caterina, Cesa e Portas hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo altresì atto che il deputato Barbaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il proprio voto.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Borghesi 1.01.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Borghesi 1.01, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato? Onorevole Calderisi, onorevole Crosetto. Ecco, l'onorevole Calderisi ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 319
Votanti 306
Astenuti 13
Maggioranza 154
Hanno votato
129
Hanno votato
no 177).

Prendo atto che i deputati Siragusa, Nunzio Francesco Testa, Pedoto, Ria, Argentin, Cesa, Portas e Codurelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Castiello, Di Biagio, Vincenzo Antonio Fontana e Di Caterina hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. Prendo atto che il deputato Barbaro ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 19

Prego i colleghi di votare. Onorevole Mura? Onorevole Mura è a posto? Onorevole Calderisi? Ecco, anche l'onorevole Calderisi è a posto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 334
Votanti 196
Astenuti 138
Maggioranza 99
Hanno votato
196).

Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa, Mura, Coscia, Ria, Di Biagio, Vincenzo Antonio Fontana, Argentin, Di Caterina, Cesa e Portas hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che la deputata Codurelli ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Barbaro ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Borghesi 3.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, le chiederei la cortesia di accantonare, se possibile, l'articolo 3 e passare all'articolo successivo, in quanto siamo in attesa di un emendamento del Governo che fa proprio riferimento alla semplificazione.
Mi scusi, si tratta dell'articolo 4, formulo la richiesta per l'accantonamento dell'articolo 4.

PRESIDENTE. Dunque, onorevole Bruno, lei sta anticipando la richiesta di accantonamento dell'articolo 4.

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. È esatto, signor Presidente, in quanto dovrà riunirsi il Comitato dei diciotto.

PRESIDENTE. Sta bene.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, dal momento che il presidente Bruno ci dà l'occasione di essere informati in anticipo della richiesta di accantonamento relativa all'articolo 4, vorrei far presente che, fin dalla prima votazione sul disegno di legge in esame, il numero legale è stato garantito dai voti dell'opposizione.
Pertanto, onde evitare con il nuovo sistema di votazione un'inutile diatriba, nella quale l'opposizione ogni volta deve rimarcare l'assenza dai banchi della maggioranza - perché di questo si tratta, signor Presidente, 177 voti e presenti della maggioranza e credo che da questo punto di vista non si tratti né di un bel vedere né di un bel fare Parlamento, da parte del centrodestra - le chiederei, anche per favorire una riflessione del Governo e del Comitato dei nove, non tanto di anticipare la richiesta di accantonamento ma di verificare, per quanto ci riguarda, la disponibilità sua e del presidente Bruno a lavorare su un testo, sospendendo per una Pag. 20mezz'ora i nostri lavori. Ciò anche per consentire alla maggioranza di raggiungere i banchi dell'Aula, allo scopo di presenziare e lavorare con noi su questo disegno di legge e per consentire contemporaneamente alla Commissione di lavorare.
Rischieremmo, altrimenti, di interrompere i lavori non appena il presidente Bruno chiederà l'accantonamento. È preferibile risolvere i problemi che sono ancora aperti in Commissione e poi lavorare in Aula.

PRESIDENTE. Affronteremo la questione dopo aver terminato l'esame dell'articolo 3.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Borghesi 3.1 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, con il presente emendamento, così come con altre proposte emendative presentate ad articoli immediatamente successivi, il gruppo dell'Italia dei Valori intende introdurre, nella stesura di norme sempre più chiare e nel riordino dei testi normativi, l'obbligo dell'acquisizione dei pareri delle Commissioni parlamentari competenti per materia.
In particolare questo emendamento prevede l'obbligo del previo parere della Commissione parlamentare per l'aggiornamento dei codici e dei testi unici da parte del Governo.
Abbiamo presentato questa proposta emendativa, signor Presidente, perché il ruolo del Parlamento, come ebbi modo di affermare durante la discussione sulle linee generali, viene sempre più svuotato e questo provvedimento contiene una lunga serie di deleghe al Governo che noi abbiamo ovviamente contestato, ma che la maggioranza presumibilmente voterà.
Chiediamo che almeno venga acquisito, sui singoli provvedimenti, il parere della Commissione competente per materia. Credo che non si chieda la luna, ma soltanto al Parlamento di svolgere il proprio ruolo, sia nella stesura del testo sia poi, ma questo è un passo successivo, nel controllo del provvedimento.
Con questa proposta emendativa, così come con le altre, intendiamo dare più potere al Parlamento a prescindere dall'appartenenza ad un gruppo o ad una maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 3.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calderisi? Bene ha votato! Hanno votato tutti? Onorevole Delfino? Onorevole Cesa? Prego onorevole Cesa, inserisca la scheda! Potete aiutare l'onorevole Cesa?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 382
Votanti 374
Astenuti 8
Maggioranza 188
Hanno votato
166
Hanno votato
no 208).

Prendo atto che il deputato Barbaro ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati Pizzetti e Portas hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, vorrei leggere il testo dell'articolo 3 che, naturalmente, i colleghi avranno già letto con attenzione. In questo articolo noi stiamo determinando una cosa molto importante: stiamo modificando la legge n. 400 del 1988, che è una legge di grande Pag. 21rilievo in quanto disciplina la produzione normativa e crea una serie di regole molto importanti.
Devo dire che l'articolo 3 che ci accingiamo a votare riporta esattamente: «Il Governo, nell'ambito delle proprie competenze, provvede a che: ogni norma che sia diretta a sostituire, modificare o abrogare norme vigenti ovvero a stabilire deroghe indichi espressamente le norme sostituite, modificate, abrogate o derogate». Ciò vuol dire, signor Presidente, che tutto ciò che viene fatto in parte nelle norme successive, dove ci sono una serie di modifiche implicite, addirittura di testi e di codici (il codice dell'amministrazione digitale, il codice dei contratti pubblici) non possa più essere fatto con modifiche implicite.
Questa tecnica delle modifiche implicite è molto frequente e, sostanzialmente, l'articolo 3 sente il bisogno di affermare un'altra cosa che non è secondaria: «Ogni rinvio ad altre norme contenuto in disposizioni legislative, nonché in regolamenti, decreti o circolari emanati dalla pubblica amministrazione, contestualmente indichi, in forma integrale o in forma sintetica e di chiara comprensione, il testo ovvero la materia alla quale le disposizioni fanno riferimento».
Signor Presidente, questo non avviene quasi mai. Per questo vi è un organismo chiamato Comitato per la legislazione che evidenzia questi aspetti. Abbiate la bontà, nel momento in cui voteremo tutti insieme l'articolo 3, di andarvi a leggere, nelle prime pagine di questo documento, ciò che dice il Comitato per la legislazione in ordine a questo provvedimento. In altre parole, credo che possa essere il colmo dell'ipocrisia, perché con una mano stiamo votando l'articolo 3, che è una norma di grande rilievo, e con l'altra mano continuiamo a comportarci come se questa norma non vi fosse. Dobbiamo tenerlo presente perché, altrimenti, che senso avrebbe inserire nelle legge n. 400 del 1988 una modifica così importante?
Inoltre, si dispone addirittura che ogni sette anni dovranno essere emanati dei testi unici per dare una sorta di lettura semplificata delle norme dell'ordinamento. Ma colleghi provate, se avete qualche minuto di tempo, a constatare la eterogeneità di questo testo normativo. Vi chiedo se pensate che sia facile capire ciò che stiamo votando. Abbiamo approvato l'articolo 1 che si occupa della banda larga, l'articolo 2 che si occupa di un'altra questione e adesso parliamo della chiarezza dei testi normativi. Credo che ciascuno possa dire che abbiamo sbagliato finora, ma d'ora in poi vogliamo comportarci correttamente.
Dichiaro che voteremo a favore dell'articolo 3 ma voglio rendere chiaro che da questo articolo 3 scaturiscono dei vincoli, in primo luogo per il Governo e, in secondo luogo, anche per l'Assemblea, perché non si potrà continuare a fare quello che ha fatto fino a questo momento, ossia modifiche implicite, abrogazioni che non si capiscono e richiami a fonti normative del tutto criptiche. Vi sono decreti-legge che abbiamo modificato una ventina di volte e penso che non sarà sfuggito che il Presidente della Repubblica, con riferimento ai decreti-legge, ha proferito parole molto pesanti.
Nel momento in cui ci accingiamo ad approvare l'articolo 3, debba scattare una nuova etica in questa Assemblea, almeno in coloro che hanno la responsabilità, il Governo in primis ma anche la Presidenza e le presidenze delle Commissioni, al fine di non consentire più che succeda ciò che è accaduto fino ad oggi, anche con questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, noi voteremo a favore dell'articolo 3 almeno come auspicio e soprattutto come incoraggiamento, visto e considerato che possiamo definire questo articolo una contraddizione in termini, perché è inserito in un contesto e in un provvedimento in cui vi è di tutto e il contrario di tutto. Esso va contro ogni razionalità e, soprattutto, contro la chiarezza e la semplificazione normativa. Già il provvedimento in se stesso è contro la chiarezza. Inoltre, vi è un Pag. 22articolo, incastonato, che parla di chiarezza dei testi normativi. Anche questo ci sta bene, ma mi duole non aver potuto votare l'emendamento Borghesi 3.1. Tuttavia, i presentatori capiscono e capiranno che il riferimento alla Commissione di merito, per svolgere questo lavoro di chiarimento e di intellegibilità delle norme, fosse solo un'indicazione senza alcuna possibilità di essere realizzata e, pertanto, un impegno non mantenuto.
A suo tempo con la riforma regolamentare, così come ricordava l'onorevole Zaccaria, si introdusse e si istituì il Comitato per la legislazione.
Allora, non c'è dubbio che dobbiamo anche rivedere dal punto di vista regolamentare la figura del Comitato per la legislazione, il quale ha appesantito grandemente il lavoro e l'intellegibilità delle norme. Invece di essere uno strumento di semplificazione e di razionalizzazione, anche in termini sistematici, il Comitato per la legislazione credo abbia in parte comportato delle fatiche in più sia alle Commissioni di merito, sia al semplice deputato.
Per questo ho preso la parola: per dichiarare il voto favorevole sull'articolo 3 e per spiegare alcune cose anche ai miei colleghi di gruppo. Non c'è dubbio che rimane l'auspicio come dicevo prima, signor Presidente, che in sede di riforma regolamentare si rivedano le norme sul Comitato per la legislazione che si è distanziato grandemente dallo spirito con cui lo avevamo istituito e quindi codificato nel Regolamento della Camera dei deputati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, il gruppo dell'Italia dei Valori invece si astiene rispetto al voto finale sull'articolo 3 per le considerazioni che ha appena svolto il collega Tassone. Se è vero che il Comitato per la legislazione - dissento in parte - ha un po' tradito lo spirito originario per il quale era stato costituito, per la verità nel merito del provvedimento al nostro esame ha formulato espressioni piuttosto critiche sull'intero testo e anche rispetto proprio all'articolo 3.
Quindi delle due l'una: o funziona (o facciamo per davvero funzionare il Comitato per la legislazione), oppure avrebbe ed ha, a nostro parere, molto più senso che di volta in volta vengano coinvolte le Commissioni permanenti competenti per materia. Non essendo quindi stato accolto l'emendamento che abbiamo proposto e per le osservazioni critiche che ha formulato il collega Zaccaria, non possiamo condividere un testo così come formulato nell'articolo 3, avendo già delle preoccupazioni a monte.
Queste preoccupazioni le abbiamo esternate ed abbiamo anche indicato un percorso per migliorare il testo che tuttavia non è stato accolto e, quindi, lo sforzo massimo che possiamo fare è astenerci.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, intervengo molto brevemente. Pur condividendo lo spirito dell'intervento svolto dal collega Zaccaria che mi ha preceduto, avrei piacere di precisare che questo articolo non può che rivolgersi alla normativa secondaria che succede al momento legislativo. È evidente che non può dare una dirittura di politica legislativa a questa Camera perché non siamo in sede di legislatura Costituente.
Solo in quell'ambito avrebbe rilevanza un impegno della Camera per il futuro. La Camera è sovrana e quindi tutte le volte che legifera lo fa esattamente come la maggioranza della Camera ritiene. L'impegno successivo può essere preso solo in quella sede.

ROBERTO ZACCARIA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 23

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, intervengo perché non vedo il presidente del Comitato per la legislazione ed è stato citato impropriamente il parere del Comitato stesso. Non sono più di tanto autorizzato a farlo, ma vorrei dire che non c'è stata nessuna valutazione critica del Comitato sull'articolo 3. Non posso intervenire nel merito, ma almeno sia chiaro che il Comitato non ha criticato questa norma.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Vietti ha votato?... Onorevole Foti?... Onorevole Calderisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 407
Votanti 391
Astenuti 16
Maggioranza 196
Hanno votato
391).

Prendo atto che i deputati Cazzola e Occhiuto hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

DONATO BRUNO, presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Ha sentito la richiesta che è stata avanzata dall'onorevole Quartiani?

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, sono dell'avviso che, accantonando l'esame dell'articolo 4, potremmo procedere nei nostri lavori. Se poi questa sera si dovesse concludere l'esame degli articoli, prima di passare al voto finale, potremmo riunirci per cinque minuti. Infatti, si tratta di un emendamento corposo, predisposto dal Governo, in particolare dal Ministero degli affari esteri, atteso che per quanto riguarda la semplificazione occorrerebbe reintrodurre tutta una serie di trattati che hanno tuttora una reale vigenza. Quindi, è necessario un controllo abbastanza serio, che gli uffici stanno effettuando in questo momento. Dunque, ritengo che possiamo procedere accantonando l'esame dell'articolo 4 e poi, se dovessimo entro questa sera concludere l'esame degli articoli, chiederei una sospensione per il tempo necessario per la riunione del Comitato dei diciotto.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, abbiamo posto due questioni. La prima attiene al modo con il quale quest'Assemblea sta lavorando, in particolare la maggioranza: anche il quarto ed il quinto voto hanno dato un esito per il quale la maggioranza è abbondantemente al di sotto del numero legale (anche considerati i venti figurativi). Non ne faccio una questione da portare al limite dello scontro tattico, per cui - come già avvenuto in momenti un po' più caldi della discussione in questo Parlamento - l'opposizione si debba vedere costretta anche ad abbandonare l'Aula. Non sto dicendo questo. Ne faccio una questione di etica comportamentale da parte dei colleghi della maggioranza.
Quindi, pensavo che, per garantire che il maggior numero di colleghi della maggioranza potesse partecipare ai lavori del Parlamento e della Camera dei deputati, si potesse dare il tempo (che ha chiesto il presidente Bruno, con una tempistica diversa da quella che avevo proposto io) alle Commissioni, perché nel frattempo lavorassero sull'articolo 4, che riguarda la semplificazione e che - come ha ricordato il presidente Bruno - necessita di una certa elaborazione, da parte del Comitato dei diciotto e delle Commissioni:
Non ho nulla in contrario a prendere atto che il presidente Bruno preferisce Pag. 24lavorare questa sera. Tuttavia, non possiamo prevedere quale possa essere il tipo di discussione che si avvia e si apre sui restanti articoli, che - vorrei ricordare - arrivano fino all'articolo 72. Pertanto, è del tutto evidente che, presidente Bruno, questa sera non arriveremo probabilmente al voto finale e, quindi, non capisco perché non si possa prendere il tempo che lei prenderebbe eventualmente chiedendo al Presidente - perché così sarebbe - di anticipare i tempi di chiusura della nostra discussione e dei nostri lavori questa sera: potremmo già dare il tempo adesso alle Commissioni, e contemporaneamente ai deputati per raggiungere l'Aula, e continuare questa sera regolarmente con i tempi previsti in calendario.
Questa non è una vicenda di carattere politico. Preferirei utilizzare dei tempi che consentano a tutti i colleghi di partecipare ai nostri lavori e di garantire che la Commissione non faccia proposte ulteriori di accantonamenti, per cui noi si debba adesso saltabeccare all'articolo 5, poi magari troveremo qualche difficoltà nella discussione su qualche altro articolo e poi si debba prevedere qualche altra fermata dei nostri lavori. A questo punto, forse sarebbe meglio sospendere e riprendere alle 16 (o alle 16,30, se lei ritiene).
Signor Presidente, sarebbe utile se il presidente Bruno riuscisse a dirci di quanto tempo ha bisogno. Infatti, se le Commissioni avessero bisogno di due ore, è del tutto evidente che noi decideremmo adesso di iniziare alle 15 per finire alle 18,30. Signor Presidente, mi rimetto alla sua decisione.

PRESIDENTE. Credo che le motivazioni dell'onorevole Quartiani siano state chiarissime. Onorevole Bruno?

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, non voglio insistere, già ho detto qual è il tipo di difficoltà che il Ministero ha avuto nel produrre l'emendamento, visto che è presentato in zona Cesarini. In questo momento gli uffici stanno controllando l'elenco di tutti i trattati che eventualmente sono ritenuti abrogati in base ad una legge precedente. Per fare questo lavoro gli uffici necessitano di un certo lasso di tempo. Per quanto riguarda il Comitato dei nove, una volta che gli uffici hanno terminato, si tratta di una questione di cinque minuti, una volta che i colleghi hanno letto l'emendamento, perché poi si tratta di leggere esattamente quali sono i trattati che invece restano in vigore.
Quindi insisto nella mia richiesta di andare avanti con i nostri lavori: non ci sono altre richieste di accantonamento, questa è l'unica, dovuta al fatto che è stato preannunziato l'emendamento da parte del Governo, in particolare del Ministro degli affari esteri. Io andrei avanti, con l'espressione del parere sull'articolo 5 da parte dei relatori, e poi vediamo a che punto arriviamo e ci regoliamo strada facendo.

PRESIDENTE. Ad una chiarissima esposizione dell'onorevole Quartiani ha fatto seguito un'altrettanto chiara esposizione da parte del presidente Bruno, al quale mi permetto soltanto di fare osservare che l'onorevole Quartiani ha posto in modo estremamente corretto la questione relativa al fatto che le votazioni che si sono fin qui registrate si sono rese possibili unicamente in ragione del senso di responsabilità del gruppo del Partito Democratico, che ha garantito il numero legale. Quindi, credo che siano di tutta evidenza le rispettive ragioni.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, volevo dire esattamente questo: ovviamente per votare bisogna avere i numeri.

PRESIDENTE. Credo che sia di tutta evidenza. Il presidente Bruno non ha mutato parere, quindi, a seguito della richiesta avanzata dal presidente della I Commissione, Pag. 25l'esame dell'articolo 4 e degli emendamenti allo stesso riferiti è accantonato.

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 5.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Ricordo che, ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Amici 5.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, intervenendo su questo emendamento dell'onorevole Amici (ce ne sono tre, provo ad illustrarli in maniera coordinata) sostanzialmente vorrei dire che siamo in presenza di una norma di contenuto tecnico, ma anche le norme di contenuto tecnico per un Parlamento, per un'Assemblea come questa, hanno importanza. Torno a dire che noi stiamo producendo molte norme e nel momento in cui, con l'articolo 4, che non abbiamo discusso ma che discuteremo, provvediamo ad una semplificazione del sistema ordinamentale attraverso un'abrogazione in blocco delle leggi, non ci rendiamo conto che quando abroghiamo le leggi «all'ingrosso» emerge una serie di problemi molto rilevanti.
Ad esempio stamattina, parlando del tema della sicurezza, si ripristina l'oltraggio a pubblico ufficiale e non ci si rende conto che con quelle abrogazioni in blocco era stata tolta una scriminante molto importante, e che è importante oggi ritrovare. Temo veramente che se noi non riflettiamo con cautela su questi argomenti commettiamo degli errori.
Devo dire - se mi permette, Presidente - all'onorevole Tassone, che è intervenuto parlando del Comitato per la legislazione, che forse, trascinato un po' dalla sua emozione, ha voluto confondere due cose che non sono confondibili: l'attività che il Comitato per la legislazione svolge da quando è stato istituito è quella di dare un contributo di alta qualità alla produzione normativa. Il problema è che le grida manzoniane del Comitato per la legislazione spesso non vengono recepite. Ma anche con riferimento a questo argomento (quindi, non all'articolo 3, su cui, come ho già detto, non c'era alcuna osservazione del Comitato) vorrei che l'onorevole Tassone in particolare ascoltasse quello che dice il Comitato per la legislazione.
All'articolo 5, comma, 1 lettera b, si modifica l'articolo 17 della legge n. 400 del 1988 al fine di attribuire al Governo la funzione di emanare regolamenti per procedere al periodico riordino delle disposizioni regolamentari vigenti (occorre fare attenzione, perché noi prevediamo dei testi unici dei regolamenti: non solo delle fonti primarie, ma anche dei regolamenti). Il Comitato rileva che dovrebbe verificarsi l'opportunità di precisare che si tratta esclusivamente di testi compilativi - questo risulta dal titolo, ma non dal contenuto - anche al fine di evitare che l'azione di riordino normativo - lo ripeto: riordino normativo di fonti secondarie - produca una novazione di fonti subordinate di diversa tipologia (regolamenti del Governo, regolamenti ministeriali, regolamenti interministeriali). Mi rendo conto che non è Pag. 26il massimo del divertimento parlare di queste cose, ma quando vogliamo mettere ordine nella legislazione, quando vogliamo redigere un testo unico di natura compilativa, dobbiamo fare noi chiarezza, perché se non facciamo chiarezza su questi fondamentali il rischio è che, anziché semplificare, complichiamo.
Però la prego, onorevole Tassone - chiedo scusa, signor Presidente, se mi rivolgo direttamente a un collega -, non buttiamo via questo enorme lavoro che ha svolto il Comitato, perché è l'unico punto di riferimento per maggioranza e opposizione. Quindi, vi è anche un'esortazione al collega Tassone a voler considerare con maggior riguardo i nostri lavori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Amici 5.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato? Onorevole Traversa... onorevole Mariarosaria Rossi... hanno votato tutti? Onorevole Capitanio Santolini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 418
Votanti 415
Astenuti 3
Maggioranza 208
Hanno votato
190
Hanno votato
no 225).

Prendo atto che i deputati Tenaglia e Zaccaria hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che i deputati Abrignani e Berruti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Margiotta ha segnalato che non è riuscito a votare
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Amici 5.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cicchitto... onorevole Margiotta, ha votato? Onorevole Traversa, ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 423
Votanti 420
Astenuti 3
Maggioranza 211
Hanno votato
193
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che il deputato Berruti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Coscia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Amici 5.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 423
Votanti 420
Astenuti 3
Maggioranza 211
Hanno votato
193
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che il deputato Margiotta ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto e che la deputata Coscia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Amici 5.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo. Pag. 27
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Luciano Rossi... onorevole Delfino...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 422
Votanti 419
Astenuti 3
Maggioranza 210
Hanno votato
192
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che i deputati Razzi e Cesario hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Favia 5.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Razzi... onorevole Cesario...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 420
Votanti 418
Astenuti 2
Maggioranza 210
Hanno votato
195
Hanno votato
no 223).

Prendo atto che il deputato Vincenzo Antonio Fontana ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Mazzarella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moffa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 417
Votanti 398
Astenuti 19
Maggioranza 200
Hanno votato
397
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Caldoro, Berruti, Duilio, Coscia, Piffari, Vincenzo Antonio Fontana, Simeoni e Scandroglio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Lanzillotta. Ne ha facoltà.

LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, vorrei motivare l'astensione del nostro gruppo sull'articolo 7, che riguarda un principio ovviamente accolto e condiviso universalmente, ovvero quello della certezza dei tempi di conclusione dei procedimenti amministrativi. Vorrei far notare, tuttavia, ai colleghi che votano convinti questo articolo che vi sono alcune incongruenze che rendono non pienamente accettabili le norme proposte dal Governo e approvate dal Senato.
Il primo punto è che vi è un diritto al risarcimento del danno procurato da un ritardo dei tempi del procedimento; tuttavia, non viene apprestata alcuna risorsa finanziaria come conseguenza di questa innovazione, ovvero non vi saranno i soldi per risarcire i danni ai cittadini danneggiati dal ritardo dell'amministrazione. Sorge allora il dubbio che questo danno non sarà pagato dalle amministrazioni, ma Pag. 28vi sarà una rivalsa di queste ultime sui dirigenti e sui dipendenti responsabili del ritardo. Oltre a determinare delle conseguenze a carico dei singoli funzionari, che spesso non sono soggettivamente responsabili dei disservizi derivanti da carenze organizzative, questa norma genererà un effetto di dissuasione dell'efficienza. I funzionari, infatti, per tutelarsi da questa evenienza (che è implicita nella legge) non faranno che cercare pretesti per sospendere i tempi del procedimento e vanificare, quindi, questo diritto dei cittadini che la legge fa finta di realizzare.
L'altro punto che ritengo non accettabile è che la certezza dei tempi e il fatto che non vi possano essere procedimenti di durata superiore a centottanta giorni valgono salvo che per i procedimenti relativi all'immigrazione. Signor Presidente, quando si tratta di procedimenti amministrativi fondati su norme di legge, credo che tutti debbano avere gli stessi diritti nei confronti dell'amministrazione, anche gli immigrati. Soprattutto, noto che ciò è in palese contraddizione con la norma che prevede l'istituzione di una tassa per il permesso di soggiorno. Questo principio, che in linea teorica è accettabile a fronte di un servizio che l'amministrazione rende, diventa intollerabile se questo servizio è inefficiente e non garantisce all'immigrato il rispetto dei suoi diritti. Quindi, per queste motivazioni, riteniamo che il principio sia giusto, ma il modo di applicarlo profondamente sbagliato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, condivido le osservazioni della collega Lanzillotta.
In effetti, da un lato dobbiamo esprimere una posizione favorevole all'attenzione che è stata posta con queste norme ai temi del procedimento amministrativo; troppo spesso si confonde l'amministrazione con la politica e si trascurano gli elementi che, invece, devono presiedere ad un ordinato procedimento decisionale nell'interesse sia dell'efficienza e della rapidità delle decisioni, sia della trasparenza e delle possibilità di partecipazione ai procedimenti amministrativi. Questa nuova - o ritrovata - attenzione per i temi del procedimento amministrativo e del procedimento decisionale e, dunque, per una pubblica amministrazione che non è vista solo come un fastidio, ma anche come una risorsa necessaria per le politiche pubbliche, è senz'altro positiva. Tuttavia, i rilievi svolti dalla collega Lanzillotta sono condivisibili. È veramente incomprensibile l'eccezione fatta sui termini procedimentali in materia di immigrazione. Devo anche dire, però, che il tentativo di far pagare, addossando le responsabilità ai dirigenti e ai funzionari nel caso di ritardo, trova un limite nella possibilità di trovare escamotage come la sospensione e, quindi, attraverso la reiterazione e le integrazioni documentali. Si dovrebbe sapientemente usare l'istituto del silenzio-assenso, oltre un certo termine, e si deve anche notare che il termine stabilito per le amministrazioni statali è invece affidato alla disponibilità regolamentare degli enti locali, che stabiliscono il termine finale entro cui concludere i procedimenti. In altre parole, molto spesso noi ce la prendiamo con lo Stato a proposito dei ritardi amministrativi e burocratici, ma questa materia resta completamente nella disponibilità dei comuni, in modo particolare, e delle amministrazioni locali che autodecidono, sostanzialmente, i termini di conclusione dei procedimenti. Forse ci vorrebbe più coraggio, tornando ad una norma di principio che sia imposta - sia pur come termine massimo - anche alle amministrazioni locali. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Margiotta? Pag. 29
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 412
Votanti 224
Astenuti 188
Maggioranza 113
Hanno votato
224).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Simeoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Avverto che l'articolo 8 non verrà posto in votazione, in quanto l'unica modifica prevista è di mero rinvio interno ad un articolo che ha mutato numerazione a seguito delle modifiche introdotte dal Senato. In tal senso sono i precedenti.

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Borghesi 9.1 e 9.2.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Borghesi 9.1 formulato dal relatore.

RENATO CAMBURSANO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, non accogliamo l'invito al ritiro per una ragione semplice: noi riteniamo che la proposta di soppressione di questo capoverso, il quale dispone che alla Conferenza dei servizi siano presenti obbligatoriamente i soggetti proponenti il progetto - tra l'altro, con l'emendamento successivo tale obbligo viene esteso anche ai concessionari -, espressa dal Governo e dalla maggioranza, non abbia molto senso, o meglio: la riteniamo assolutamente inopportuna.
La Conferenza di servizi, come è noto, nasce come uno strumento riservato alle pubbliche amministrazioni per l'esame dei progetti e il coinvolgimento dei vari interessi pubblici, al fine di acquisire intese che siano, con assenso o dissenso, tali da avere la maggioranza nella valutazione delle proposte, ma non il coinvolgimento, anche se senza diritto di voto, dei proponenti il progetto e dei concessionari. La loro presenza, anche se involontariamente, potrebbe condizionare psicologicamente i pubblici amministratori, che dovrebbero rappresentare gli interessi di tutti e non soltanto quelli di una parte. Ecco perché proponiamo questi emendamenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, credo di comprendere le motivazioni esposte dal collega Cambursano, ma francamente di non condividerle. Non credo che le amministrazioni debbano avere paura del confronto paritario nell'esame di progetti complessi. Le Conferenze di servizi sono uno strumento molto importante per l'efficienza e la snellezza dell'azione amministrativa, per evitare insomma che le pratiche viaggino attraverso uffici competenti diversi, che devono pronunciarsi Pag. 30sul medesimo oggetto, riunendo intorno ad un tavolo i funzionari titolari dei diversi interessi pubblici.
In questa Conferenza di servizi è opportuno che partecipi il soggetto proponente, senza diritto di voto ovviamente, perché la Conferenza di servizi che ha contenuto amministrativo, cioè che consiste prevalentemente in una valutazione di un progetto sotto diversi aspetti (ambientale, tecnico, sismico, nel caso di costruzione, archeologico e sanitario), deve potersi esprimere non in solitudine, non con una pubblica amministrazione solitaria, che poi eserciterebbe un potere autoritativo nei confronti dei proponenti, ma proprio in un dialogo tale da confrontare soluzioni, correzioni e indicazioni. Non bisogna agire, insomma, solo con la matita rossa e blu della bocciatura, del sì o del no, ma con quella dell'indicazione, della modifica e del dialogo. Una pubblica amministrazione matura non ha paura di questo confronto e il dialogo con il privato, naturalmente senza diritto di voto dal punto di vista dell'esito della Conferenza di servizi, è sicuramente uno strumento utile. Pertanto, annuncio un voto contrario su questo emendamento.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 9.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 410
Votanti 406
Astenuti 4
Maggioranza 204
Hanno votato
168
Hanno votato
no 238).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare e che i deputati Razzi, Scilipoti, Portas e Binetti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i deputati Dionisi, Galletti e Simeoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Borghesi 9.2 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 9.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti, non funziona?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 412
Votanti 409
Astenuti 3
Maggioranza 205
Hanno votato
16
Hanno votato
no 393).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare, che i deputati Pagano, Simeoni e Cesario hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Margiotta ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, svolgo una breve dichiarazione di voto. Noi voteremo contro questo articolo, non per quanto viene espresso nell'insieme, ma per il mancato accoglimento dei nostri due emendamenti.
Al collega Mantini che ci ricordava, mi ricordava, il funzionamento della Conferenza dei servizi, rammento che ho fatto Pag. 31anche l'amministratore pubblico, prima come sindaco e poi in provincia, quindi ho partecipato a più Conferenze dei servizi e ne conosco il funzionamento. Tra l'altro, so anche che sia i progettisti sia i concessionari possono, da parte della pubblica amministrazione, essere confortati nella presentazione del progetto gli uni, e nell'esecuzione, nell'esecutività dei progetti medesimi gli altri in tempi antecedenti al pronunciamento definitivo dell'assenso o del dissenso da parte della Conferenza dei servizi. Ritengo pertanto corretto che sia la mano pubblica, il pubblico amministratore, nei vari e diversi livelli, l'unico titolato al pronunciamento definitivo. Quindi, per questa ragione, il gruppo dell'Italia dei Valori esprime voto contrario sull'articolo in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 410
Votanti 239
Astenuti 171
Maggioranza 120
Hanno votato
223
Hanno votato
no 16).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare, che il deputato Galletti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Scilipoti e Paladini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Lo Monte 11.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

BRUNO CESARIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRUNO CESARIO. Signor Presidente, è la terza volta che l'apparecchio non funziona, quindi sto provando a votare e non ci riesco. Sono venuti anche i tecnici che sono vicini a me. Vorrei avvisare che sto votando e non ho la possibilità di esprimere il mio diritto di voto.

PRESIDENTE. Pregherei i resocontisti di prendere atto della votazione espressa dall'onorevole Cesario, anche se non tecnicamente registrata, e gli uffici di disattivare temporaneamente l'apparecchio dell'onorevole Cesario onde consentirgli di votare col vecchio sistema in via eccezionale, in attesa di verificarne il funzionamento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Monte 11.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Cesario ha votato questa volta? Onorevole Luciano Rossi, ha votato? Onorevole Mura? No, non abbiamo fretta; tenga il dito però... Aspettiamo fiduciosi. Perfetto. Pag. 32
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 426
Votanti 229
Astenuti 197
Maggioranza 115
Hanno votato
5
Hanno votato
no 224).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Buonanno, è riuscito? Sì, ha votato. Perfetto. Onorevole Razzi? A posto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 426
Votanti 231
Astenuti 195
Maggioranza 116
Hanno votato
230
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Lehner ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, prego i colleghi di un momento di attenzione. L'articolo in esame, come spesso capita nella nostra maniera di varare le leggi, c'entro poco con il provvedimento che stiamo approvando. In realtà, si tratta di un articolo che prevede la riapertura ampissima di una delega a legiferare in campo ambientale, delega che è stata utilizzata sia dal Governo di centrodestra che dal Governo di centrosinistra nelle due passate legislature.
Tale apertura è fatta in maniera tale da non essere stata discussa nella Commissione di merito, che ha formulato in materia una condizione che è stata ignorata - lo dico al presidente Bruno - nelle Commissioni competenti per il provvedimento al nostro esame, ma che però merita di essere presa in considerazione.
È accaduto che nella legislatura che va dal 2001 al 2006 - e poi in quella che va dal 2006 al 2008 - il Governo ha avuto a disposizione una delega a cambiare praticamente tutte le norme ambientali, con almeno però un meccanismo di copertura il quale prevedeva che tale cambiamento avvenisse attraverso un doppio parere della Commissione competente nel merito.
Adesso questa delega viene riproposta indebolendo ulteriormente il ruolo del Parlamento. Non è una questione solo formale, lo dico per chi ci ascolta: la delega - così com'è stata esercitata sia dal centrodestra, sia dal centrosinistra - se non fosse stata verificata e spesso modificata e migliorata dalle Commissioni parlamentari, avrebbe prodotto delle pessime leggi.
Ricordo bene il lavoro svolto nella legislatura 2001-2006 anche dal collega Foti, che allora era relatore, che migliorò un testo che proveniva dal Ministero dell'ambiente e che conteneva molti punti deboli, perché è chiaro che, quando le leggi vengono fatte con poca trasparenza senza avere un confronto adeguato e senza riuscire ad interfacciarsi in maniera chiara con gli interessi e con le istituzioni coinvolti, si rischia di produrre degli errori. Pag. 33
Analogamente è accaduto nel caso del Governo di centrosinistra: le ipotesi dei decreti che erano state formulate, se non fossero state verificate e migliorate attraverso il passaggio nelle Commissioni, avrebbero prodotto disastri dal punto di vista della politica dell'ambiente, delle imprese e dell'economia.
L'insieme degli emendamenti che abbiamo presentato - e che fanno riferimento ad un parere che, ripeto, era stato votato all'unanimità dalla Commissione - chiedono in primis di sopprimere (perlomeno dal testo al nostro esame) questa delega: si affronti il problema in maniera seria ed autonoma, e venga permesso alla Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera di ragionare seriamente in materia e di mettere voce su questo argomento.
Vi sono poi una serie di passaggi correttivi che, come minimo, propongono di ripristinare la delega così com'era prima, nel senso che venga stabilito un doppio passaggio (un primo passaggio in Commissione, il Governo che risponde alle prescrizioni della Commissione, la Commissione infine che esprime di nuovo un parere).
Se non cambierà nulla nella formulazione attuale della delega, praticamente il Governo avrà carta bianca per cambiare qualsiasi cosa. Ma il problema non è tanto che il Governo adesso ha un segno diverso rispetto a quello dell'attuale opposizione, perché siamo stati contrari - ripeto - anche quando governavamo noi.
Soprattutto, in tal modo si adotteranno delle pessime leggi, perché leggi su materie così complesse ed estese (che coinvolgono praticamente tutte le materie di competenza ambientale, dall'acqua all'aria, ai rifiuti, ai parchi) che non passano per il Parlamento, rendono inutili le Commissioni parlamentari - e credo che i vertici, ma anche i colleghi, della VIII Commissione potranno permettersi lunghe vacanze, se questa delega passa - e non garantiscono buone leggi al Paese in tutti i suoi aspetti (istituzioni, cittadini, imprese).
Per queste ragioni, invito a prendere in seria considerazione gli emendamenti, a cominciare dall'emendamento soppressivo che - ripeto - non viene formulato ritualmente, ma è presentato perché riteniamo che questa discussione o viene svolta seriamente in Parlamento, oppure a farla entrare casualmente dalla finestra in un provvedimento che non parla della materia si rischia di produrre un pessimo servizio per il Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Avverto che l'emendamento Lanzillotta 20.1 è stato ritirato dal presentatore. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 12 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono un parere contrario, previo invito al ritiro, su quasi tutte le proposte emendative salvo che sull'emendamento Guido Dussin 12.6, a condizione che venga riformulato nel modo seguente: dopo le parole: al comma 3, secondo periodo, aggiungere, in fine, le parole, sostituire le parole: di cui alla presente legge, con le seguenti: di cui al presente articolo.
Nel periodo successivo, ovvero «al fine della verifica dell'attuazione del principio di cui», «sostituire la parola: "al" con le seguenti: all'articolo 1».
Ed ancora, nella parte conseguenziale, dopo le parole: «nel rispetto dei principi e criteri direttivi» sostituire le parole: «di cui al comma 1» con le seguenti: «di cui al presente articolo». Il parere è altresì favorevole sugli identici emendamenti Mariani 12.9 e Guido Dussin 12.10.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme Pag. 34a quello espresso dal relatore, anche per quanto riguarda le proposte di riformulazione.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro degli identici emendamenti Mariani 12.1 e Piffari 12.1 formulato dal relatore.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, riprendo alcune delle considerazioni che faceva il collega Realacci in merito alla complessità di questo Codice ambientale, che - lo ricordo - fu ampiamente criticato nel 2006 dalle forze del centrosinistra e anche dalle regioni, perché presentava già numerose lacune sia nella parte relativa ai rifiuti, sia nelle parti relative alle bonifiche, alla gestione del ciclo delle acque e in materia di tutela dell'aria.
In ogni caso, l'articolo 1, comma 6, della legge delega prevedeva che entro due anni vi fosse la possibilità di presentare dei decreti correttivi. Così è stato fatto. Ne sono stati presentati due, di cui l'ultimo è sicuramente il più importante, ma poi - e il fatto ha destato ovviamente numerose discussioni anche nel merito - in forma assolutamente biasimabile questo Governo, attraverso una serie di provvedimenti d'urgenza, ha apportato moltissime modifiche di varia natura allo stesso Codice ambientale.
Facendo un attento monitoraggio dell'applicazione dei decreti attuativi ci si rende conto che sono oltre ottanta i vari decreti ministeriali che sono incompleti o non sono stati emanati. Ricordo inoltre che riguardo alla cattiva applicazione del Codice risulta anche che, rispetto alle cento e oltre infrazioni comunitarie, il 50 per cento di queste infrazioni riguardano la materia ambientale. Insomma si tratta di una situazione preoccupante che è sicuramente da rivedere.
Noi su questo avevamo mostrato un'ampia disponibilità in Commissione a rivedere tutto il percorso che ha portato alla stesura del Codice ambientale. Veniva ricordato prima che sia il Ministro Matteoli sia il Ministro Pecoraro Scanio hanno sempre tenuto - vorrei dire quasi in maniera scientifica - fuori il Parlamento rispetto alla costruzione del Codice stesso. Ci si è sempre rivolti a delle fantomatiche commissioni per mascherare in realtà una situazione per cui lobby potenti, sotto dettatura, facevano lavorare i dirigenti per arrivare a definire i vari articoli del Codice stesso. Il Ministro, come già fatto in altri provvedimenti (la riorganizzazione delle Agenzie nazionali, la riorganizzazione dei distretti idrografici, la materia del danno ambientale, il tema delle bonifiche) non ha espresso un parere, per così dire, positivo rispetto a eventuali suggerimenti che possono arrivare dalle Commissioni competenti. L'ampia delega che deriverebbe da questo provvedimento andrebbe probabilmente rivista anche alla luce delle nuove priorità emerse negli ultimi anni. Ricordo il tema dei cambiamenti climatici e il rapporto con i temi energetici che solo parzialmente si ritrovano nella delega.
Insomma, non è chiaro qual è l'indirizzo di politica ambientale che il Governo vuole perseguire. Si dice tutto e il contrario di tutto. Da un lato, si propone la semplificazione delle procedure autorizzative e poi, dall'altro lato, sottolineando l'importanza dei controlli, si smantellano completamente le Agenzie proposte ai controlli stessi. Ricordo la situazione dell'Agenzia ambientale, inchiodata e ferma a quello che ci è stato proposto sei mesi fa. Continuiamo a firmare Protocolli internazionali (anche recentemente al G8) facendo dichiarazioni nel merito riguardo al tema della lotta ai cambiamenti climatici, e poi si frenano gli incentivi con ogni mezzo.
Ricordo che non è ancora stato adottato il modulo dell'Agenzia delle entrate per la richiesta della detrazione fiscale del 55 per cento. Si dichiara che si vuole risanare l'ambiente, ma poi si scopre che i 3.000 miliardi circa dedicati alle bonifiche dei siti di interesse nazionale non ci sono e che vengono destinati ad altre situazioni.
Insomma, credo sia il caso che, prima di proporci un'ulteriore delega, vi chiariate le idee e che il Governo si chiarisca le idee; Pag. 35in questo modo credo ci si potrà confrontare anche sul codice ambientale, evitando piccole furbizie e dichiarazioni vacue. Questo è il motivo per cui chiediamo la soppressione dell'articolo 12 in toto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 15,45)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, anche l'Italia dei Valori, così come il gruppo del Partito Democratico, ha proposto un emendamento soppressivo dell'articolo 12. Credo che faremmo un cattivo servizio al Paese conferendo una delega in bianco in materia ambientale - perché di questo si tratta, almeno così come prevede il testo al nostro esame -, visto quanto sta avvenendo in questo Paese. Lo dico poiché ho memoria, come ricordava già il collega Realacci, a prescindere dai colori politici del Governo del Paese; infatti, abbiamo verificato anche delle deleghe precedenti: se non vengono in qualche modo ridotte all'acquisizione di pareri, come prevediamo poi in successivi emendamenti, le deleghe in bianco non fanno che produrre testi che sono in perfetta contraddizione con le indicazioni che ci pervengono dall'Europa o dagli impegni internazionali che, almeno a parole, abbiamo assunto. Ecco perché siamo disponibili a confrontarci su questa materia delicata, ma con la nostra proposta emendativa vogliamo espungerla da questo contesto, essendo quello in esame un provvedimento in cui vi è di tutto e di più e il contrario del tutto.
Siamo disponibili a confrontarci: presentate una proposta seria e più articolata, e non invece ciò che prevede il testo in esame. Noi ovviamente siamo favorevoli alla proposta emendativa in esame, così come siamo disponibili, avendo acquisito in questo momento un parere favorevole da parte della relatrice e del Governo, a migliorarlo e, qualora non venisse accettato questo nostro emendamento, almeno a modificarne il testo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, concordo sul rilievo che hanno avanzato diversi colleghi sull'utilità anche di un riordino e di un aggiornamento, sempre necessario in materia ambientale, anche per alcuni errori commessi in passato. Tuttavia, obiettivamente bisogna dire che una legge delega senza principi e criteri direttivi è pur sempre una norma di delega incostituzionale.
Qui inoltre si fa ricorso ad un modello che francamente non vorremmo si consolidasse, cioè l'idea che ci si debba riferire ai principi di delega della delega precedente, una sorta di scivolamento, di reiterazione, di rinvio ai precedenti. Il comma 1 ci dice appunto che i decreti legislativi che dovrebbero essere emanati dal Governo in una materia amplissima, non precisata nei suoi contenuti, dovrebbero muoversi nel rispetto dei principi e dei criteri direttivi stabiliti dalla legge delega precedente.
Questo è un metodo legislativo assolutamente inaccettabile e, dunque, sul piano del principio, esprimeremo un voto contrario. Forse sarebbe stato meglio - come avremo modo di discutere a proposito dell'emendamento Mariani 12.3 - indirizzare la delega al Governo alla specifica attuazione dei principi contenuti, ad esempio, nel testo legislativo del 2006. Insomma, come è facilissimo rilevare, siamo in presenza di una legge delega completamente priva di principi e criteri direttivi e, pertanto, contraria alla Costituzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Mariani 12.1 e Piffari 12.2, non accettati dalle Commissioni né dal Governo. Pag. 36
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cicchitto, onorevole Ruben.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 419
Votanti 416
Astenuti 3
Maggioranza 209
Hanno votato
200
Hanno votato
no 216).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole, che i deputati Castiello e Scalera hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Compagnon ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Mariani 12.3. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, è stato già ricordato molto bene dai colleghi Realacci e Bratti quanto il Partito Democratico sia contrario all'esercizio ulteriore, da parte del Governo, di una delega che risale addirittura al 2004. Si è andati avanti per successive modifiche su temi tanto delicati, tanto importanti e tanto cruciali per la vita del Paese sempre esercitando una delega, sino alla scorsa legislatura, e attraverso il cosiddetto parere rinforzato, per mezzo del quale l'VIII Commissione poté, almeno, correggere una serie di errori che, qualche volta per sciatteria e qualche volta per altro tipo di dimenticanza, pure contraddistinguevano le deleghe che i diversi Governi esercitavano.
Noi pensiamo che su materie come la tutela delle acque, la lotta agli inquinamenti, le bonifiche, i parchi, la qualità dell'aria e la gestione dei rifiuti - tutte questioni di cruciale importanza per il nostro Paese - ben altro coinvolgimento dovrebbe avere il Parlamento, ben altra possibilità di lavorare e di legiferare. Ecco perché abbiamo chiesto, in prima istanza, la soppressione della delega; con questa seconda proposta emendativa, chiediamo almeno che essa sia limitata alla necessità di adeguare la normativa al quadro comunitario.
Peraltro, esperienze di questa legislatura - mi rivolgo al presidente Alessandri - mostrano quanto operare solo attraverso i pareri delle Commissioni sia, a volte, frustrante. Ci è capitato persino che pareri unanimemente licenziati dalla Commissione, con condizioni precisissime, oltre che con osservazioni - penso, ad esempio, a un recente lavoro svolto a proposito dei consorzi cobat sulle batterie esauste - non solo siano stati disattesi, ma addirittura che vi sia stato un pronunciamento da parte del Governo che, attraverso decreti legislativi, andava in senso esattamente contrario rispetto alla posizione assunta dalla Commissione.
Ecco perché preferiremmo che non si procedesse attraverso la delega, specialmente se si tratta di una delega così ampia, esercitata a volte in modo eccessivo e incondizionato. Questo secondo emendamento, nel quale chiediamo di restringere l'esercizio della delega alla necessità di adeguamento al quadro comunitario normativo, ci pare senz'altro ragionevole da questo punto di vista e mi aspetterei un voto favorevole anche dalla maggioranza, certamente da parte dei colleghi componenti della Commissione ambiente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mariani 12.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 37

Onorevole Calderisi, Onorevole Lehner...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 424
Votanti 420
Astenuti 4
Maggioranza 211
Hanno votato
197
Hanno votato
no 223).

Prendo atto che i deputati Pugliese e Scalera hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Calearo Ciman ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Compagnon ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lo Monte 12.4 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Monte 12.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 400
Votanti 395
Astenuti 5
Maggioranza 198
Hanno votato
186
Hanno votato
no 209).

Prendo atto che il deputato Duilio ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i deputati Ciccanti, Verini, De Pasquale, Farinone, Codurelli e Ciriello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Compagnon ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lo Monte 12.5 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Monte 12.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cicchitto... Onorevole Mura, sta riuscendo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 422
Votanti 421
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato
198
Hanno votato
no 223).

Prendo atto che il deputato Calearo Ciman ha segnalato che non è riuscito a votare, che il deputato Mario Pepe (PD) ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole, che il deputato Compagnon ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Marinello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Guido Dussin 12.6. Onorevole Dussin, accetta la riformulazione proposta dal relatore?

GUIDO DUSSIN. No, signor Presidente e annuncio il ritiro dell'emendamento.

PRESIDENTE. Sta bene.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 38

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, facciamo nostro l'emendamento 12.6.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, accetta la riformulazione dell'emendamento Guido Dussin 12.6, fatto proprio dal suo gruppo?

ROBERTO GIACHETTI. Si, signor Presidente.

PRESIDENTE. Avverto che, a seguito dell'eventuale approvazione dell'emendamento Guido Dussin 12.6, risulteranno preclusi gli emendamenti Mariani 12.7 e Borghesi 12.8.

SALVATORE MARGIOTTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, chiedo un chiarimento: l'emendamento Mariani 12.7 sarebbe precluso dalla riformulazione dell'emendamento 12.6? Capisco che nel momento in cui venisse ritirato l'emendamento 12.6, rimarrebbe in piedi l'emendamento Mariani 12.7, per noi più convincente. Pertanto...

PRESIDENTE. Onorevole Margiotta, l'emendamento 12.6 è stato fatto proprio dall'onorevole Giachetti in nome del suo gruppo...

SALVATORE MARGIOTTA. Quindi, l'emendamento Mariani 12.7 rimane? Signor Presidente, lei ha detto che l'emendamento Mariani 12.7 sarebbe precluso.

PRESIDENTE. Onorevole Margiotta, l'eventuale approvazione dell'emendamento Guido Dussin 12.6 precluderebbe gli emendamenti Mariani 12.7 e Borghesi 12.8.

SALVATORE MARGIOTTA. Appunto!

ERMETE REALACCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, vorrei un chiarimento dalla Commissione: noi accettiamo la riformulazione della Commissione. Questo significa, perché non credo che si possa dare un giudizio diverso su un emendamento a seconda del primo firmatario, che avendo noi fatto proprio l'emendamento e avendo accettato la riformulazione della Commissione, rimane un parere favorevole delle Commissioni e del Governo. Saremmo altrimenti di fronte a un caso straordinario in cui lo stesso emendamento riceve un trattamento diverso. Pertanto, facciamo nostro l'emendamento in questione, accettiamo la riformulazione da parte delle Commissioni e chiediamo che l'emendamento sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Era già stato fatto. Se l'onorevole Margiotta intendesse intervenire su questo punto, avrebbe un minuto...
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guido Dussin 12.6 nel testo riformulato, ritirato dai presentatori e fatto proprio dal gruppo Partito Democratico, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calderisi? Onorevole Buttiglione ha qualche problema? È riuscito a votare. Onorevoli colleghi!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 432
Votanti 431
Astenuti 1
Maggioranza 216
Hanno votato 213
Hanno votato no 218

Prendo atto che il deputato Trappolino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole, che il deputato Barbaro Pag. 39ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Compagnon ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei solo fare una brevissima considerazione in merito ai buoni propositi con i quali dalla maggioranza ci viene spesso chiesto di misurarci e rapportarci.
Oggi è accaduta in Aula una cosa davvero singolare, che dimostra quale sia la reale volontà da parte della maggioranza di collaborare con l'opposizione. Il gruppo Lega Nord Padania ha presentato un emendamento sul quale i relatori delle Commissioni hanno espresso parere favorevole previa riformulazione. Si tratta di un testo voluto dalle Commissioni e sul quale anche il Governo ha espresso parere favorevole.
La maggioranza, che ovviamente avrebbe votato a favore sull'emendamento della Lega, poiché lo stesso testo, la stessa materia, gli stessi contenuti sono stati fatti propri dall'opposizione, ha espresso in blocco un voto contrario facendo respingere l'emendamento.
Questa è la dimostrazione più plastica del modo attraverso il quale si crede e si intende un rapporto costruttivo qui dentro: basta semplicemente che una questione venga caldeggiata dall'opposizione, nonostante sia stata originariamente presentata dalla maggioranza e l'atteggiamento è quello che è.
Esattamente quello che è successo in un principio di dissociazione, mentale prima che politica, la scorsa settimana quando il Governo ha espresso parere favorevole su alcune parti della mozione Franceschini presentata in Aula e dai banchi del Governo alcuni membri del Governo stesso hanno espresso voto contrario. Questa è la dimostrazione di come pensate di giudicare e di mantenere rapporti con l'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FURIO COLOMBO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, oltre ad associarmi a quanto appena detto dal segretario del gruppo, delegato d'Aula, Giachetti vorrei far notare che quello dei sottosegretari che ha sempre un salotto aperto - e lo ha tuttora, mentre lei ed io parliamo, come se fosse in un caffè - ha votato contro, mentre il resto del Governo ha votato a favore.
Quindi, si è verificata una spaccatura del Governo di cui avremmo dovremmo avere ragione. Qualcuno dovrebbe spiegarcelo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ricordo che non essendo stato approvato l'emendamento Guido Dussin 12.6, ritirato dai presentatori e fatto proprio dal gruppo Partito Democratico, non sono ovviamente preclusi i successivi emendamenti Mariani 12.7 e Borghesi 12.8
Passiamo all'emendamento Mariani 12.7. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, l'onorevole Giachetti prima ha puntualizzato la stranezza del risultato del voto sull'emendamento precedente. In questo caso troviamo la riproposizione del nostro emendamento che non fa altro che riprendere una condizione espressa dalla Commissione ambiente all'unanimità su proposta del medesimo relatore, secondo cui, visto che il Governo deve esercitare questa delega, chiediamo almeno che le Commissioni possano esprimere un parere rafforzato.
L'intera Commissione ambiente si era espressa favorevolmente su questa condizione e il nostro emendamento non fa altro che riprodurre la volontà dell'intera Commissione. Pag. 40
Il Governo aveva espresso parere favorevole sul precedente emendamento, esattamente sulla parte che a noi interessa, ossia sulla necessità che ci sia un parere rafforzato, quindi un doppio passaggio nelle Commissioni in modo che queste ultime possano esprimersi una seconda volta dopo aver potuto valutare nel merito il lavoro fatto dal Governo sulle previsioni del primo parere. Tutto questo è assolutamente ragionevole, rafforza il ruolo del Parlamento ed aveva trovato in precedenza persino il favore del Governo.
Veramente non vediamo come sia possibile respingere anche questa nuova proposta emendativa tesa soltanto ed unicamente a lavorare per il bene nostro Paese in settori così fondamentali per lo stesso quali quelli ambientali.
Per questo chiediamo che, correggendo il voto sbagliato dato sul precedente emendamento, questa volta l'Assemblea si esprima in maniera favorevole.

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, vorrei rivolgerle l'invito a richiamare il sottosegretario Crimi, che da quando è venuto continua a parlare in quest'Aula con altri colleghi di tutt'altro e, come ella potrà verificare, continua a non seguire assolutamente nulla del dibattito.
La invito a intervenire con la solerzia e la rigorosità che le appartiene.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santagata. Ne ha facoltà per un minuto.

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, intervengo solo per comunicarle che andrò a fare due passi e che non parteciperò ai prossimi voti. Essere presi in giro va bene, ma così mi sembra troppo! Affermo ciò in riferimento al voto sull'emendamento precedente. Il mio gruppo faccia quello che crede, ma io vado a prendere una boccata d'aria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, non vorrei aggiungermi al collega Santagata e andare, io stesso, a prendere un po' di aria nel cortile, magari con altri colleghi. Stiamo parlando, nel merito, di una questione che riguarda la procedura sull'espressione di un parere con cui il Governo giunge, con una delega sulle questioni ambientali, a prefigurare un'ampia delega con cui esprimere un vasto potere legislativo. Occorre semplicemente tener conto che sull'emendamento precedente, che era stato riformulato, il Governo e i relatori avevano espresso parere favorevole. Questo emendamento a seguire contiene una parte sola dell'emendamento precedente, che è stato respinto ma su cui c'era il parere favorevole del Governo e delle Commissioni. Pertanto, chiedo al Governo e ai relatori di rivedere il proprio parere in quanto, evidentemente, non si capisce per quale motivo si debba esprimere un parere contrario a una parte dell'emendamento già contenuta nella proposta emendativa precedente su cui il relatore e il Governo avevano espresso parere favorevole.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, era mia intenzione, per una chiarezza maggiore a favore dell'Assemblea, invitare di nuovo il relatore e il Governo a esprimere il parere sugli emendamenti Mariani 12.7 e Borghesi 12.8 considerando, peraltro, che l'approvazione dell'emendamento Mariani 12.7 precluderebbe l'emendamento Borghesi 12.8.
Prego onorevole Bernini Bovicelli.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, il parere delle Commissioni rimane contrario.

Pag. 41

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo si esprime, ovviamente, nello stesso senso della relatrice per la I Commissione.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, invidio il collega Vegas, che capisce il senso di quanto affermato dalla relatrice per la I Commissione. Noi, francamente, non lo abbiamo capito. Esattamente come era accaduto per l'emendamento precedente e, possibilmente, anche per fugare l'idea che i relatori e il Governo si adoperino, come dire, per aggiustare i testi della maggioranza affinché siano approvati e magari non fanno lo stesso nei confronti di quelli dell'opposizione (è utile ricordare che l'opposizione, con decine di voti, ha garantito il numero legale in quest'Aula, quando la maggioranza era a spasso, insieme al collega Santagata), vorrei semplicemente chiedere al relatore se, eventualmente, vi siano i margini per una riformulazione proprio come era avvenuto per l'emendamento precedente (si trattava di un emendamento praticamente identico), affinché l'Assemblea possa esprimersi su questa questione e su questo emendamento possibilmente dopo una riformulazione delle Commissioni esattamente come le Commissioni avevano fatto, un istante fa, con l'emendamento, guarda caso, della Lega.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, mi scuso di non essere stata più chiara nella nuova espressione del parere contrario.
La differenza tra l'emendamento sul quale avevamo reso parere favorevole e gli emendamenti Mariani 12.7 e Borghesi 12.8 sta nell'ultimo periodo previsto da questi ultimi, che comportano la decadenza dall'esercizio della delega legislativa, nonché da una diversa modalità di articolazione del testo che fa la differenza rispetto all'emendamento Guido Dussin 12.6, su cui i relatori e il Governo hanno espresso parere favorevole.
Sopratutto l'elemento caratterizzante, lo devo dire, della decadenza dall'esercizio della delega intride di sé tutte le proposte emendative - di questo abbiamo già parlato in precedenza - sia l'emendamento Mariani 12.7, sia l'emendamento Borghesi 12.8.

ERMETE REALACCI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, prenderò meno di un minuto, ma vorrei capire dalla relatrice per la I Commissione, se viene tolto il passaggio sul ritiro della delega, in base a quanto lei ha detto e in coerenza con il parere precedentemente formulato, se sia corretto desumere che il parere delle Commissioni diventerebbe favorevole. Perché, se questa è la richiesta, noi siamo d'accordo nel togliere il passaggio sulla decadenza della delega.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, intervengo per confermare il parere contrario (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, credo che il parere sia chiaro a questo punto.
Passiamo ai voti. Pag. 42
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mariani 12.7, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 402
Votanti 401
Astenuti 1
Maggioranza 201
Hanno votato
170
Hanno votato
no 231).

Prendo atto che i deputati Calearo Ciman, Portas, Mazzarella, Mattesini e Codurelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Porcu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 12.8.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, circa un'ora fa avevo chiesto, a nome del mio gruppo, di procedere ad una sospensione per consentire alle Commissioni e al Comitato dei diciotto di affrontare le questioni ancora aperte tra le quali quelle di cui il presidente Bruno ci aveva accennato ed aveva menzionato.
Credo che ci troviamo al seguente punto della non-discussione. Infatti, si è determinata una situazione nella quale la maggioranza non era in grado di garantire il numero legale, abbiamo proceduto alla votazione, abbiamo cercato di entrare e di stare sul merito della discussione del provvedimento, siamo intervenuti in quest'ultima fase su un passaggio abbastanza delicato che riguarda una delega al Governo assai ampia sulle questioni ambientali che il provvedimento reca all'interno dell'articolo 12, abbiamo votato su un emendamento proposto da un gruppo della maggioranza e riformulato dal relatore con il parere favorevole del Governo ed abbiamo ottenuto in cambio un atteggiamento di totale contrarietà senza che si comprendesse quale fosse il motivo per cui i membri del Governo e la maggioranza votassero contro un loro emendamento riformulato e fatto proprio dall'opposizione.
Quell'emendamento, respinto per cinque voti, era un emendamento che conteneva una parte dell'emendamento proposto dal Partito Democratico e su di esso abbiamo chiesto ai relatori e al Governo di rivedere la loro posizione (cosa che non si è verificata). Abbiamo dato la possibilità di riscrivere e riformulare l'emendamento, anche secondo le modalità e il merito attraverso cui il relatore e il Governo avevano riformulato l'emendamento precedente, ma in realtà abbiamo ancora una volta trovato un muro e una indisponibilità della maggioranza e del Governo ad aprire una seria discussione in Aula.
Quindi, signor Presidente, si sta comunque procedendo - basta guardare i numeri - con votazioni al limite del numero legale nel senso che quest'ultimo non ci sarebbe se in questo momento si dovesse procedere al voto finale. Il numero legale c'è solo in virtù del fatto che l'opposizione ha chiesto il voto nominale e, quindi, si sottraggono 20 voti figurativi. Ciò, insieme all'alto numero di missioni di cui la maggioranza dispone, consente alla maggioranza stessa di ottenere il minimo necessario formale, con queste sottrazioni anche numeriche, per avere il numero legale sui singoli emendamenti.
Signor Presidente, per evitare che su un provvedimento così importante si arrivi ad uno scontro che non serve al Paese né agli interessati - che, in particolar modo, sono aziende e singoli cittadini oggetto di questo provvedimento - riformulo la proposta, che pregherei i relatori e, soprattutto la Presidenza, di prendere in considerazione, Pag. 43che si addivenga almeno ad una mezz'ora di sospensione dei nostri lavori. Dopo proseguirebbero i lavori con un atteggiamento diverso, di reciproca comprensione e di reale confronto e dibattito in un'Assemblea che merita una discussione nel merito e un confronto e non invece una pura e semplice contrapposizione tra parti, che non è mai stato un obiettivo dell'opposizione. Se è l'obiettivo della maggioranza, quest'ultima lo dichiari e noi, di conseguenza, adotteremo un atteggiamento diverso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, come veniva ricordato prima, l'emendamento Borghesi 12.8 ripropone le tesi e gli argomenti previsti prima dall'emendamento Guido Dussin 12.6 e, più precisamente, dall'emendamento Mariani 12.7. Stiamo veramente assistendo, signor Presidente, onorevoli colleghi, ad un atteggiamento incomprensibile da parte della maggioranza. Lo dico con grande rammarico e sofferenza, perché questa sarebbe stata l'opportunità forse unica che la maggioranza e il Parlamento tutto si riappropriassero di un ruolo che spetta loro. C'era una disponibilità sia dei relatori che del Governo su una riformulazione. Non si capisce per quale motivo di fronte a tale disponibilità la maggioranza abbia dimostrato totale indisponibilità a ragionare insieme all'opposizione per licenziare un testo condivisibile.
In prima istanza chiedevamo di sopprimere questo articolo, per poi riproporlo in uno specifico provvedimento a parte, con un'ampia discussione, un'ampia delega, ma che fosse anche questa condivisa. La risposta è stata negativa, i voti della maggioranza sulla soppressione sono stati contrari, abbiamo lavorato per migliorare il testo. C'eravamo riusciti, abbiamo fatto nostro l'emendamento che proveniva dalla maggioranza, addirittura corretto così come il relatore per la I Commissione aveva proposto. La risposta è stata un harakiri da parte della maggioranza. Poi però non venite a lamentarvi su come procedono i lavori in quest'Aula e - ahimè - anche nell'altra.
In discussione generale, ricordavo le parole del Presidente emerito del Senato della Repubblica, Marcello Pera, quando ormai i senatori - e io aggiungo anche i deputati - sono sempre solo più chiamati a premere il tasto verde o rosso e, quando va bene, quello di astensione. Questo altro non è - non sono parole mie, signor Presidente, ma del Presidente emerito Marcello Pera - l'anticamera di un regime alle porte. Queste sono le parole testuali usate dal senatore Pera. Quindi, ecco perché continuiamo ad opporci duramente, perché non vogliamo dare una delega in bianco senza poter almeno acquisire un parere rafforzato, così come i nostri emendamenti propongono. Chiediamo troppo? O volete proporre procedere a colpi di maggioranza così come vi eravate orientati?
Nel piano casa, prima del disastro dell'Abruzzo, il Governo si era orientato a procedere senza tenere conto dei pareri che provenivano dalle regioni. Volete gestire il Paese unicamente con la forza neanche più dei numeri, ma del consenso che vi deriva unicamente dall'uso dei media. Ecco perché il gruppo dell'Italia dei Valori farà quanto è nelle sue possibilità per arginare questo regime incipiente e ormai galoppante. Noi vi chiediamo: acquisite un parere e fate valere il ruolo del Parlamento. Questo invito non lo rivolgo al Governo ma ai colleghi parlamentari, di maggioranza e di opposizione: riappropriatevi di un vostro diritto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, forse chi pensa che sarebbe sufficiente che in quest'Aula votassero i capigruppo non ha tutti i torti, perché alla luce di quello che è successo francamente c'è da dubitare di quale sia il ruolo residuo di quest'Aula parlamentare. Il merito Pag. 44dei problemi non conta più nulla, il merito di ciò che si discute è totalmente neutro ed indifferente, rileva soltanto la paternità per cui se l'emendamento è firmato da un partito di maggioranza la Commissione, il relatore e il Governo sono favorevoli, se lo stesso emendamento è fatto proprio da un partito di opposizione che addirittura, in spirito collaborativo, accetta la riformulazione proposta dallo stesso relatore, dalla Commissione e dal Governo, il parere è contrario.
È demoralizzante per chi pensa che qui dentro stiamo cercando, con spirito costruttivo e senso istituzionale, di dare regole al Paese che valgano per tutti e a cui tutti cercano di dare il miglior contributo nel merito. Ma se il merito è irrilevante francamente diventa irrilevante anche la nostra presenza e il nostro lavoro. Mi rivolgo al presidente della Commissione, al relatore e al Governo: attenzione a non tirare troppo la corda, perché anche coloro che come noi hanno sempre mostrato rispetto istituzionale, di fronte ad atteggiamenti di una tale provocazione potrebbero essere costretti ad atteggiamenti conseguenti (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, non per ripetere quanto è stato detto in quest'Aula, che è stato ampiamente chiarito dai colleghi del Partito Democratico e degli altri gruppi che mi hanno preceduto, ma io sono convinto che in questo momento c'è un'assenza: quella di coloro che capiscono un minimo di quello che dovrebbe essere la politica. L'atteggiamento assunto dalle Commissioni non si riesce a capire, non è giustificabile il comportamento in se stesso. Se ci fossero stati all'interno di questo Parlamento delle persone che si occupavano seriamente di politica avrebbero assunto degli atteggiamenti completamente diversi, prettamente politici: questo non c' è stato.
Concludo per dire sinteticamente: oggi nel Paese c'è un grande bisogno di ristabilire e di fare chiarezza...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Scilipoti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà per un minuto.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo solo per sottolineare una differenza rispetto a ciò che ha detto il collega Vietti, perché non vorrei che piano piano si insinuasse l'idea che la soluzione del problema sta nel far votare i capigruppo.
Allora vorrei ricordare che ad esautorare questo Parlamento è il comportamento di questo Presidente del Consiglio che attraverso l'uso scellerato della decretazione d'urgenza, anche quando non c'è bisogno, costringe il Parlamento a provvedimenti blindati e quindi a non poter discutere (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Non è per quello che il Parlamento non funziona, ma perché qualcuno vuole impedire alle Camere di funzionare per mandare avanti una sorta di dittatura che ormai è dichiarata, largamente dichiarata (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, prima di procedere all'indizione del voto, le chiederei, se lo ritiene possibile o utile, che venga espresso un parere sulla richiesta che abbiamo formulato di sospensione momentanea dei lavori, di mezz'ora o di quanto serve per riprendere le fila del provvedimento e per capire come sia possibile recuperare anche alcuni elementi di contenuto che possono ancora essere recuperati prima di procedere al voto sull'emendamento in esame. Se, infatti, adesso concludiamo la discussione Pag. 45e procediamo alla votazione dell'articolo 12 è compromessa ogni possibilità di verificare una procedura che contempli la possibilità di intervento parlamentare così come congegnato dai due emendamenti precedenti e che è in parte contenuto anche in quest'ultimo emendamento.
Siccome credo che sia possibile comporre, tra maggioranza e opposizione, un utile riformulazione anche dell'emendamento in esame, chiederei una sospensione di mezz'ora, di un quarto d'ora, di quanto cioè il presidente Bruno e la relatrice ritengono opportuno.

PRESIDENTE. Chiedo al presidente Bruno se intenda accogliere la richiesta formulata dall'onorevole Quartiani.

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, mi scusi, non voglio deludere il collega Quartiani e neppure l'Aula: laddove fossero state manifestate da parte del relatore per la I Commissione e del Governo delle possibilità di rivisitazione del parere che è stato espresso non vi è dubbio che avremmo chiesto, e probabilmente ottenuto (vista anche l'insistenza del collega Quartiani) la sospensione dei lavori.
Qui è stato espresso un parere che è contrario, il Governo lo ha confermato, i colleghi che hanno ritenuto di intervenire sono intervenuti, dunque non capisco, a meno che - lo ripeto - il relatore per la I Commissione ed il Governo non mi dicano che ci può essere uno spazio, una possibilità per una rivisitazione. Laddove questo non esista, e non mi pare di registrarlo, credo che non posso chiedere la sospensione dei lavori.

ANTONELLO SORO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONELLO SORO. Signor Presidente, attraverso gli interventi dell'onorevole Quartiani noi abbiamo suggerito di procedere ad effettuare una pausa per segnalare il disagio nel quale si trova il Parlamento, non solo la maggioranza. Credo, infatti, che i singoli deputati della maggioranza che in questo momento, come avviene spesso, sono sottratti al confronto parlamentare, sono consegnati, non partecipano al confronto parlamentare. Lo stesso relatore, al quale vorrei ricordare il significato della funzione che svolge nel nostro ordinamento, cioè una figura che ha una propria... relatore che non ha neanche la cortesia di ascoltare.
La figura del relatore è una figura importante nella tradizione parlamentare, ha una sua autonomia di giudizio, è un interlocutore della maggioranza, dell'opposizione e del Governo. Poco fa si è verificato un episodio che considero un incidente di percorso, che avrei, per cortesia, voluto considerare un incidente di percorso: di fronte ad una proposta di riformulazione accolta dall'opposizione, dal proponente, il relatore conferma un giudizio contrario, cioè nega la funzione del Parlamento, del confronto parlamentare, del dialogo, dell'ascolto reciproco che è il sale della democrazia. Ciò non si è fatto, noi abbiamo chiesto una sospensione dei lavori perché può servire per riguadagnare un momento di serenità e di attenzione, di volontà di confronto parlamentare che non significa accettare le nostre ragioni, ma rispondere, ascoltare, farsi carico di comprendere quali sono le motivazioni per cui noi siamo contrari o siamo a favore.
Questo è normale in tutti i Parlamenti del mondo, persino in tutti i consigli comunali. Questo Parlamento, invece, è diventato una Camera nella quale si dà conto dei numeri, peraltro scarsi come ha ricordato il collega Quartiani. Quando si è arroganti si ha sempre torto, ma quando si è arroganti e anche incapaci di garantire la presenza dei propri gruppi parlamentari in Aula è peggio.
Allora noi, signor Presidente, compiendo un atto inconsueto, del quale non siamo soddisfatti, ci allontaniamo dall'Aula. Non parteciperemo alla prosecuzione dell'esame di questo provvedimento fino a quando la maggioranza e il Governo non comprenderanno che si può approvare a maggioranza anche una brutta legge, ma si deve avere la cortesia di Pag. 46rispettare le regole del galateo parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Applausi polemici dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, magari diamo il tempo ai colleghi di uscire. Il collega Soro vuole farci una lezione di rispetto del Parlamento (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). La prima regola del rispetto delle istituzioni parlamentari e del rispetto del voto popolare è partecipare (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Voi state negando la regola fondamentale che è quella di partecipare. Quando ero bambino, giocando a carte con mio padre... (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

ITALO BOCCHINO. Dicevo che quando giocavo a carte con mio padre e quando stavo perdendo buttavo le carte in aria e dicevo: ricominciamo. Voi state facendo così, ma dovreste essere cresciuti ed essere consapevoli dello scarso consenso che avete nel Paese a causa anche dell'incapacità di rappresentare il vostro elettorato. Ma davvero credete che il vostro elettorato ha bisogno che voi usciate così dall'Aula nel tentativo di far mancare il numero legale, in quanto non siete in grado di portare argomenti convincenti ai nostri provvedimenti?
Allora, credo che la fuga dalla realtà che ci ha presentato oggi il presidente Soro e i gruppi di opposizione che decidono di uscire dall'Aula ci dimostra ancora una volta la scarsa volontà di collaborazione che viene dall'opposizione. Il relatore è sicuramente un portavoce della Commissione in Aula rispetto al provvedimento, ma non è assolutamente il portavoce dei dubbi dell'opposizione rispetto a quel provvedimento.
Per tale ragione noi intendiamo proseguire il nostro lavoro fino all'approvazione di questo provvedimento, e non cedere al ricatto di chi dice: se non mi fate ottenere ciò che chiedo, getto le carte all'aria e impedisco al Parlamento di funzionare (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

LUCIANO DUSSIN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, ho seguito con attenzione gli ultimi interventi da parte dell'opposizione e, soprattutto dopo quello di un esponente dell'Italia dei Valori, ho avuto una conferma delle mie impressioni iniziali. Qui, infatti, si cercava di trovare un pretesto per rallentare i lavori pomeridiani in Aula. Entrare a gamba tesa, infatti, su una diatriba (peraltro assolutamente democratica) tra chi ha presentato un emendamento, chi ha proposto una riformulazione e la non accettazione della riformulazione stessa che fa parte del lavoro parlamentare, è abbastanza sgradevole.
Se tutto è blindato non va bene perché tutto è blindato, mentre se vi è un minimo di dialogo ciò dovrebbe essere ben accettato. Se, talvolta, vi sono delle posizioni contrastanti di pensiero tra membri della maggioranza e del Governo, ciò dovrebbe essere visto come un valore aggiunto alla democraticità dei lavori d'Aula, invece si è entrati a gamba tesa.
In maniera inopportuna, infatti, si è cercato di trovare - come dicevo prima - un pretesto per creare tensione politica, probabilmente in vista delle prossime campagne elettorali che ci vedranno antagonisti a trecentosessanta gradi, dal momento che abbiamo un modo di interpretare la vita all'interno del Parlamento - ma soprattutto nei programmi - diametralmente opposto.
Noi continueremo i nostri lavori, continueremo ad approvare questo disegno di legge, perché lo condividiamo: rigettiamo questa manovra che è ostruzionistica, ma che si è cercato di rendere giustificabile Pag. 47trovando un pretesto che però non ha assolutamente fondamento. Solo per questi motivi noi rimaniamo in Aula e continuiamo il nostro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, davvero poche considerazioni perché adesso la valenza della discussione è tutta politica; prescinde addirittura dal merito del confronto di oggi. Vorrei dire all'onorevole Bocchino, che in verità, le carte le ha buttate all'aria non soltanto quando era ragazzo, ma ha continuato a farlo, con ruoli diversi, anche nell'Aula di Montecitorio, e in più di un'occasione quando era all'opposizione; e l'onorevole Luciano Dussin, per cortesia, non parli di gamba tesa: soltanto una settimana fa il gruppo della Lega al gran completo ha abbandonato i lavori dell'Assemblea di Montecitorio in quanto era stato democraticamente bocciato un loro provvedimento, anzi era stato approvato, a scrutinio segreto, un emendamento, che adesso si cerca di reintrodurre surrettiziamente in Commissione. Mi riferisco al tema dei tempi di permanenza nei centri di identificazione e di espulsione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Si cerca, sempre, sulla base del ricatto e non del confronto, da parte della Lega, di reintrodurre nel provvedimento che riguarda la sicurezza, il tema delle ronde. Da questo punto di vista mi preme soltanto sottolineare il significato e il valore simbolico di questa azione, che è una protesta, semplicemente una protesta. L'abbandono dell'Aula da parte della opposizione significa che non ci stiamo, ma non rinunciamo a partecipare - siamo qui dalle due del pomeriggio e, con consapevolezza, abbiamo contribuito ad assicurare il numero legale - adesso però abbandoniamo per protesta contro la insensibilità alle argomentazioni dell'opposizione.
Per cui nessuno può sollevare le «idi di marzo» in questa occasione e, per questo motivo, il gruppo dell'Italia dei Valori si associa alla protesta e, insieme al Partito Democratico, abbandona l'Aula. Grazie, Signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Evangelisti.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei dire pacatamente all'onorevole Bocchino che non è sempre necessario difendere delle cause, soprattutto quando ci si trova ad affrontare le cause perse; sarebbe bastato che lei fosse stato più attento a quello che accadeva nell'Aula per rendersi conto che le cose da lei dette - con l'aggiunta di quelle dette dall'onorevole Dussin - appartengono ad un film che non si è svolto in quest'Aula.
Vorrei ricordare a lei e all'onorevole Dussin che alla prima votazione, addirittura, se noi avessimo voluto tenere un atteggiamento ostruzionistico, o se avessimo voluto creare problemi alla maggioranza, avremmo potuto farlo dato che avevamo venti deputati in più rispetto alla maggioranza. Abbiamo votato a favore dell'articolo 1 perché, nel merito, analizziamo le cose e decidiamo; abbiamo allo stesso modo, per altri 15 - 20 voti, garantito il numero legale in quest'Aula, su un provvedimento che comunque vede molte nostre proposte alternative.
Mi ricollego anche a quanto detto dal collega Evangelisti, e mi appello anche alla sensibilità e alla serietà del presidente Bruno - nei confronti del quale, come è noto, nutro grande stima - per ricordare che dobbiamo rappresentare i film per quello che sono. Quindi, onorevole Dussin e onorevole Bocchino, qui nessuno ha preteso di intervenire «a gamba tesa» o di fare ostruzionismo; ci sono i tempi contingentati: lei è molto più anziano di me in Pag. 48termini di esperienza in quest'Aula, per non sapere che è una fandonia quella dell'ostruzionismo.
Semplicemente, in due occasioni di seguito, è accaduto che il relatore, spogliandosi della sua funzione, a nostro avviso, ha preso una posizione che, francamente, è risultata offensiva nei confronti del ruolo dell'opposizione, rispetto a ciò che la stessa ha fatto in quest'Aula, ma anche rispetto a ciò che naturalmente è il suo ruolo. Per due volte, siamo stati presi in giro: qui dentro si è svolta una specie di farsa e noi protestiamo, perché, in questa sede, lavoriamo e cerchiamo di fornire il nostro contributo. Ovviamente, non pretendiamo di avere ragione, ma di essere rispettati, cari onorevoli Bocchino e Luciano Dussin.
Pertanto, la questione che abbiamo posto, avendo dimostrato nei voti un atteggiamento che potete tutti verificare, non è di fare ostruzionismo o di entrare a gamba tesa, ma semplicemente di pretendere che un'opposizione, che rappresenta il 30 per cento del Paese, unita alle altre opposizione, che pure hanno lavorato oggi in quest'Aula, sia rispettata.
Quello che è accaduto nei due voti precedenti, onorevoli Bocchino, Luciano Dussin e Bruno, è stata una mancanza di rispetto ed il merito politico non c'entra niente. Stiamo parlando di un emendamento presentato dalla Lega, riformulato dal relatore, sul quale è stato espresso parere favorevole da tutti. Solo per il fatto che è stato fatto proprio dall'opposizione è stato poi bocciato. Sull'emendamento il relatore ha affermato che occorreva espungere una parte, che rappresentava il cuore ed il problema che avevamo di fronte. Quella parte è stata eliminata, ma, nonostante ciò, il relatore ha espresso parere contrario.
Questo significa entrare a gamba tesa o non rispettare l'opposizione, il lavoro parlamentare e ciò che tutti noi stiamo facendo qui dentro? Penso che se, invece di reagire come state facendo, vi poneste il problema che questo strappo c'è stato e non è stato voluto dall'opposizione, probabilmente potreste rivedere non solo le vostre considerazioni, ma anche i vostri comportamenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 12.8, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi? I colleghi hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 257
Votanti 254
Astenuti 3
Maggioranza 128
Hanno votato
15
Hanno votato
no 239

Sono in missione 74 deputati).

Prendo atto che la deputata Sbai ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Mariani 12.9 e Guido Dussin 12.10, accettati dalle Commissioni e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato? L'onorevole Giacomoni ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 258
Votanti 252
Astenuti 6
Maggioranza 127
Hanno votato
251
Hanno votato
no 1
Sono in missione 74 deputati).

Pag. 49

Avverto che l'emendamento Alessandri 12.11 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'articolo 12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, ciò che si è verificato in Aula, per quanto riguarda l'articolo 12, in parte è certamente dovuto a qualche valutazione politica - per usare un eufemismo - differente sul modo in cui procedere e sul sistema e la tattica parlamentare.
Però il dato è questo, signor Presidente: il tema e l'argomento trattati dall'articolo 12 sono di un'estrema delicatezza. Noi avevamo anche detto in sede dei lavori delle Commissioni congiunte, e nel dibattito in Aula sulle linee generali, che inserire questa materia nel testo in esame era quanto meno una forzatura. Certo vi è stato lo sforzo - debbo darne atto - da parte dei relatori, che si sono sobbarcati un lavoro molto difficile e disarticolato. Ritengo che il Governo abbia la responsabilità di aver approntato un testo così confuso che, come dicevamo poc'anzi, smentisce l'articolo 3, che parla di trasparenza, razionalità e linearità delle norme; e credo che l'articolo in discussione sia veramente la dimostrazione che stiamo legiferando in termini molto confusi e disarticolati.
Ma vi è qualcosa di più: qui si parla di una delega sull'ambiente. Diciamocelo con estrema chiarezza, signor Presidente: questa maggioranza, come altre maggioranze, non ha avuto mai una posizione univoca sulla politica dell'ambiente. Vi è qualche difficoltà, tant'è vero che si introduce la delega per tenere d'accordo ministri che, su un testo di legge razionale sul tema, non avrebbero avuto mai la possibilità di convergere; e allora, attraverso la delega, si tengono insieme il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ma tutto questo va a sacrificare la possibilità di avere una politica sull'ambiente, perché vi sono esigenze complessive a proposito delle quali una delega non è esaustiva, e non può chiarire le grandi questioni irrisolte, perché anche con la suddetta rimangono tali: tant'è vero che vi è stato l'ultimo emendamento dei colleghi della Lega, che è stato approvato, che anche noi abbiamo votato, che compie un'individuazione di temi e di argomenti da trattare, che dovrebbero essere oggetto della delega al Governo. Ciò fa capire una cosa: che il provvedimento in esame parla di tutto, parla di sviluppo economico, parla di processo civile, parla soprattutto di un tema come quello dell'ambiente: se esso non avesse avuto questa collocazione, certamente alcuni temi e alcuni argomenti non avrebbero potuto trovare cittadinanza in altro sito legislativo.
Ma vi è un altro aspetto, signor Presidente, come hanno rilevato i colleghi Mantini e Vietti: non vi è assolutamente conseguenzialità rispetto a quello che sono i ruoli e le competenze del Parlamento. È invalsa la prassi di sottrarre la materia alla competenza delle Commissioni parlamentari di merito. Ritengo che questo aspetto e questo dato potevano essere anche superati, se vi fosse stato, come dice Cambursano, un parere rafforzato, o quanto meno un'articolazione diversa, un approccio diverso tra il Parlamento e il Governo; ma sono contrario, ed ero contrario alla delega su tale materia, visto e considerato che alcuni temi non sono stati, come dicevo poc'anzi, affrontati, e molte volte li abbiamo trattati solo in sede di sindacato ispettivo in Aula, lasciando in ombra disegni, strategie e un certo modo di intendere.
Concludo, signor Presidente. Vorrei dire semplicemente all'onorevole Zaccaria che, per quanto riguarda l'intelligibilità della norma, non avevo alcun problema rispetto al Comitato per la legislazione. Ricercavo certamente una diversa sistemazione e ruolo del Comitato per la legislazione, che forse anche nella prassi, e soprattutto nel suo evolversi, nella sua attualità si è un po' discostato da quella che era la grande attesa, e soprattutto il grande impegno del legislatore di allora, quando abbiamo varato la riforma del Regolamento della Camera dei deputati.

Pag. 50

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, stiamo discutendo di una materia molto delicata di cui si stanno occupando almeno tutti i Paesi dell'Occidente: la tutela dell'ambiente, della nostra salute e della salute dei nostri figli e dei nostri nipoti. Non a caso, nei primi cento giorni del suo Governo, il Presidente Obama è passato dalle parole e dagli impegni assunti durante la campagna elettorale ad iniziative concrete: far rispettare - e addirittura andare oltre - gli obiettivi di Kyoto.
Il Governo italiano invece li disconosce; si mette sulla stessa lunghezza di chi aveva preceduto il Governo degli Stati Uniti negli anni disastrosi del «bushismo» e va nella direzione di fornire risposte ormai superate rispetto a quanto ci viene sollecitato anche da altri Paesi (nell'Unione europea, la Francia in testa, ma anche la stessa Germania e la Spagna).
In questo modo riusciamo a continuare ad essere il fanalino di coda e non ci assumiamo le responsabilità che non sono solo del Paese Italia: l'ambiente e l'inquinamento del medesimo non viene fermato ai confini di un Paese ma va ben oltre, come sappiamo per le esperienze tremende vissute alla metà degli anni Ottanta.
Credo che, prima o poi, ci arriverà un richiamo forte da parte dell'Unione europea: dare una delega in bianco senza aver stabilito quali siano le linee guida e i principi va per l'appunto nella direzione di avere carta bianca, di disporre di mani libere e di muovere esattamente nel senso opposto di quanto ci chiede il mondo occidentale.
Siamo andati anche oltre: avendo avuto un parere contrario ed una espressione di voto contraria sulla soppressione dell'articolo in esame, abbiamo tentato di migliorarlo e di introdurre correttivi (come l'acquisizione dei pareri rafforzati delle Commissioni competenti), ma anche questo, come abbiamo ricordato prima, ci è stato negato!
Siamo quindi proprio all'esproprio del ruolo del Parlamento, e ciò che più fa soffrire è il fatto che di questo esproprio il responsabile numero uno è il Parlamento, la maggioranza, la quale invece dovrebbe dire la sua e, senza andare necessariamente contro le indicazioni del Governo, confrontarsi con il Governo, svolgere il compito cui è chiamata dal Paese, quello di contribuire cioè a definire una legislazione trasparente e corretta che risolva i problemi del Paese e non già, invece, i problemi di qualcuno che così vuole a Palazzo Chigi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, non parteciperò al voto in adesione all'abbandono dell'Aula da parte del mio gruppo. Ho voluto però intervenire, come ha fatto l'onorevole Cambursano, per non far mancare la nostra dichiarazione di voto sul merito dell'articolo 12 di questo provvedimento sbagliato (un'ulteriore delega dopo che la materia ambientale è stata recentemente oggetto di un'ampia delega ad opera della legge n. 308 del 15 dicembre 2004, ancora in corso), ma anche per rivolgere un ultimo appello alla maggioranza.
Come avete visto e come i colleghi hanno potuto apprezzare, i gruppi del Partito Democratico e dell'Italia dei Valori non sono usciti dall'Aula per far mancare il numero legale, perché non abbiamo assolutamente alcun atteggiamento ostruzionistico rispetto a questo provvedimento; lo abbiamo fatto perché non abbiamo avuto risposte concrete su un infortunio che la maggioranza ha avuto nel corso dei lavori.
Su questo articolo, nel momento in cui il relatore per la I Commissione, l'onorevole Bernini Bovicelli, ha espresso parere favorevole su un emendamento, purché riformulato della Lega, e il presentatore Pag. 51non ha accettato la riformulazione. C'era la possibilità comunque, con i successivi emendamenti, di rivedere la materia, ma non lo si è voluto fare.
Credo che questo sia un atteggiamento molto arrogante ed inspiegabile. Esso costituisce un grave precedente e fa perdere lo spirito con il quale anche in Commissione (poi ci occuperemo anche della materia del processo civile) avevamo seguito questo provvedimento. Fra l'altro, siamo in terza lettura di un provvedimento che aveva iniziato il suo iter circa una anno fa in quest'Aula, e io, ribadendo nel merito l'assoluta nostra contrarietà su questo articolo (faccio notare che abbiamo votato favorevolmente la maggioranza dei precedenti), rilancio un appello al presidente Bruno e a tutta la Commissione affinché siano sospesi brevemente i nostri lavori - e si faccia un po' il punto fra di noi - per poi riprenderli tra mezz'ora. Non credo che questa maggioranza debba avere l'arroganza di andare avanti su un provvedimento così importante senza metà del Parlamento presente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

I colleghi hanno votato? Onorevoli Torrisi, Ciccioli, Santelli, Calderisi? Onorevole Bonanno? Ce l'ha fatta. Osvaldo Napoli?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 253
Votanti 249
Astenuti 4
Maggioranza 125
Hanno votato
229
Hanno votato
no 20

Sono in missione 72 deputati).

Prendo atto che i deputati Monai e Sbai hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, come gruppo del Popolo della Libertà vorremmo chiedere una pausa sino alle 17,30 per consentire ai colleghi di svolgere incontri, riunioni, appuntamenti, e altri lavori non d'Assemblea, e anche al fine di riprendere i lavori con la presenza in Aula dell'opposizione.

PRESIDENTE. Il presidente della I Commissione cosa propone al riguardo?

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, approfitterei, se la Presidenza e l'Assemblea lo dovessero consentire, di utilizzare questa mezz'ora per far riunire il Comitato dei diciotto.

PRESIDENTE. Sta bene. Come richiesto sospendo la seduta, che riprenderà alle 17,30.

La seduta, sospesa alle 16,55, è ripresa alle 17,40.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

GIANCLAUDIO BRESSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, era la fine del Millecinquecento quando Thomas Smith scriveva che il Parlamento rappresenta e detiene il potere dell'intero reame. Cinquecento anni dopo, ci troviamo in un Parlamento che non detiene alcun potere e non rappresenta nulla, perché è sempre prigioniero della volontà di qualcuno, stavolta della volontà del Ministro dell'ambiente, che dice «no» al doppio passaggio parlamentare sulla delega ambientale. Stiamo parlando della Pag. 52delega ambientale, che significa energia, rifiuti, acqua, aria, parchi: tutto! Il doppio passaggio parlamentare c'è sempre stato quando era Ministro Matteoli e quando era Ministro Pecoraro Scanio, perché il Parlamento non può essere espropriato di una competenza così importante quale quella di intervenire sul tema dell'ambiente.
Guardate bene, cari colleghi, che a proporre questo doppio passaggio parlamentare era il gruppo della Lega, un gruppo della maggioranza. Peccato che il Ministro non concordi e magari ha dichiarato il suo «no» per telefono, perché non è nemmeno presente qui oggi in quest'Aula. Il Ministro non concorda, telefona il suo «no» e il Parlamento si piega. Altro che potere del reame: questo è il «Parlamento delle banane» ed è gravissimo quello che sta accadendo qui oggi.
Allo stesso modo ha stupito e stupisce fortemente l'atteggiamento del presidente della I Commissione, che è stato ripetutamente sollecitato per una sospensione, che lui stesso in qualche modo aveva fatto intravedere come necessaria (perché vi erano delle questioni problematiche che non erano ancora chiare e non erano risolte) e che noi abbiamo chiesto ripetutamente, dettata solo dal buonsenso parlamentare, e negata ripetutamente; salvo poi, quando il Presidente di turno della Camera sospende la seduta per trenta minuti, convocare il Comitato dei diciotto.
Vedete, è questa vostra arroganza, questa ubris la chiamerebbero gli antichi greci, questa vostra tracotanza che offende non tanto noi, ma l'istituzione parlamentare. E siccome non possiamo contare sulla vendetta degli dei, né sulla vostra consapevolezza, né sulla vostra spina dorsale, perché vi piegate sempre come delle banane, confidiamo nel giudizio degli elettori.
Uscire dall'Aula, collega Bocchino, non vuole essere una lezione per nessuno, ma un gesto per sottolineare la gravità dei vostri atteggiamenti. Abbiamo quattro anni di tempo per farlo capire al Paese e state sicuri: non li sprecheremo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Avverto che nel corso della seduta è stato accantonato l'esame dell'articolo 4 e degli emendamenti allo stesso riferiti. Avverto in proposito che le Commissioni hanno presentato gli emendamenti 4.100 e 4.101, che sono in distribuzione, con riferimento ai quali risulta alla Presidenza che i rappresentanti di tutti i gruppi abbiano rinunziato al termine per la presentazione di subemendamenti.
Ricordo inoltre che prima della sospensione della seduta era stato da ultimo approvato l'articolo 12. Chiedo pertanto al presidente della I Commissione, onorevole Bruno, se intenda riprendere l'esame a partire dall'articolo 13 e dagli emendamenti allo stesso riferiti ovvero se intenda riprendere l'esame dell'articolo 4 e dei relativi emendamenti precedentemente accantonati.

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, credo che possiamo riprendere dall'articolo 4, che avevamo accantonato, per poi passare all'articolo 13.

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutti gli emendamenti, con l'eccezione degli emendamenti 4.100 e 4.101 delle Commissioni, dei quali si raccomanda l'approvazione.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

Pag. 53

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Zaccaria 4.1. Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, l'articolo 4 è significativo di come si possa partire da un obiettivo comune per arrivare poi a delle valutazioni molto diverse. Per l'ennesima volta, stiamo rimettendo le mani sulla cosiddetta legge Baccini. Ricordo che si tratta di una legge del 2005 che aveva organizzato un sistema abbastanza razionale, volto ad eliminare dall'ordinamento una serie di leggi in qualche modo superate. A tal fine, aveva introdotto un meccanismo di lavoro organizzato su sei anni: venivano previsti due anni (fino al 2007) per compiere una ricognizione, realizzata poi dal sottosegretario Paino, che ha stilato una relazione molto ben fatta in cui spiegava lo stato dei provvedimenti legislativi che potevano essere mantenuti o abrogati. Per il 2009 la «legge Baccini» prevedeva che scattasse una ghigliottina normativa su tutte le leggi anteriori al 1970, a meno che non fossero particolarmente importanti (il cosiddetto taglialeggi). Infine, due anni ancora erano previsti per adottare decreti correttivi. Si trattava di una procedura molto delicata, ma comunque comprensibile, poiché avremmo dovuto sfoltire la legislazione anteriore al 1970.
Lo scorso dicembre il Ministro Calderoli e il Governo hanno pensato di accelerare questo meccanismo con un decreto-legge. Già con il decreto-legge n. 112 del 2008 era stata abrogata di colpo una bella quantità di provvedimenti, ma Calderoli ha voluto fare di più: ha deciso di abrogarne 30 mila. È successo che quell'elenco di provvedimenti, che sembrava un elenco telefonico, ha destato delle preoccupazioni enormi, poiché si è scoperto che leggi fondamentali venivano tolte di mezzo di colpo (immagino che ricordiate questo decreto-legge).
Adesso stiamo assistendo ad una specie di balletto. I colleghi non ne sono in possesso, ma io mi sono rivolto al Comitato dei diciotto e ne ho avuta un'anteprima: ci vengono forniti degli elenchi che contengono 50, 60 leggi e noi ci chiediamo (fa perfino ridere): sono abrogate o restano in vigore? Sono escluse dall'abrogazione o restano incluse nell'elenco? Chiedo scusa poiché l'espressione può sembrare irriguardosa, ma stiamo procedendo come dilettanti allo sbaraglio.
Quando abbiamo approvato - con la nostra astensione, ma si trattava di una sostanzialmente condivisione - una rettifica al decreto-legge presentato dal Ministro Calderoli, abbiamo detto che non era lecito che il Governo mettesse il cerino in mano al Parlamento, chiedendo di indicare entro 60 giorni quali fossero salve, altrimenti sarebbero state abrogate. Abbiamo concesso il nostro consenso al Governo a giustificare questo provvedimento che, per intenderci, tornava allo schema Baccini.
Ebbene, non c'è niente da fare. All'articolo 4 abbiamo proposto due emendamenti e, naturalmente, il relatore ha avuto il buon cuore di non accettarli. Con il primo, anziché far scattare la tagliola nel 2009, si chiede di farla scattare nel 2010. Signor Presidente, io le domando se le pare che un'opposizione possa essere irresponsabile se chiede di prendersi un anno in più per compiere delle valutazioni su questioni che comportano dei rischi. Guardi questo elenco, signor Presidente: se non fosse intervenuto qualcuno qui alla Camera a rimediare a degli errori gravissimi, si sarebbe combinato un pasticcio.
In questo emendamento c'è una richiesta di fissare una data più avanti nel tempo, ovvero al 2010, per fare in modo che fino a quel momento possiamo acquisire alcune certezze. Non riesco ancora a capire come mai la maggioranza neghi all'opposizione una cosa sacrosanta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 54
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 4.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Presidente Cicchitto. Onorevole Lanzillotta. Onorevole Vico. A posto? Non c'è più nessuno.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 418
Votanti 415
Astenuti 3
Maggioranza 208
Hanno votato
193
Hanno votato
no 222).

Prendo atto che il deputato Tenaglia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Scalera e Berardi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Borghesi 4.2. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, come ricordava prima il collega Zaccaria, nel dicembre dello scorso anno, con il «decreto Calderoli», più precisamente il decreto-legge 22 dicembre 2008, n. 200, si disponeva direttamente l'abrogazione di oltre 28 mila disposizioni normative. Si è poi constatato che esso conteneva, purtroppo, errori abbastanza gravi, molti dei quali segnalati proprio a seguito dell'esame del disegno di legge di conversione da parte delle Commissioni permanenti.
Che cosa proponiamo con l'emendamento Borghesi 4.2? Proponiamo l'introduzione dell'obbligatorietà del parere delle Commissioni permanenti competenti per materia, della Commissione parlamentare per la semplificazione e, per quanto di competenza, del Consiglio di Stato, onde evitare che si ripetano gli errori che abbiamo constatato sul «decreto Calderoli» ma che abbiamo constatato - o meglio gli uffici della Camera hanno constatato, nelle ultime ore - essere contenuti anche nel provvedimento al nostro esame, tant'è che credo le Commissioni propongano, con l'emendamento 4.100, la correzione di quegli errori. Forse sarebbe bene farlo prima e attraverso le Commissione parlamentari competenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 4.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cicchitto. Onorevole Simeoni. Onorevoli Lehner, Nirenstein, Castellani. Onorevole Lussana, a posto? Ancora l'onorevole Lehner. Onorevole Cicchitto. Onorevole Sardelli. Onorevole Sardelli, a posto? Non c'è nessun altro.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 424
Votanti 422
Astenuti 2
Maggioranza 212
Hanno votato
198
Hanno votato
no 224).

Passiamo all'emendamento Borghesi 4.3. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, intervengo velocemente solo per ricordare che con questo emendamento Pag. 55proponiamo di delineare un arco temporale un po' più contenuto rispetto alla delega qui identificata, cioè di porre non solo un termine iniziale - pertanto i decreti attuativi che verranno emanati riguarderanno i provvedimenti approvati a partire dal 1o gennaio 1970 e senza una scadenza - ma anche un termine finale a questo primo intervento, fino al 31 dicembre 1990, salva poi evidentemente la possibilità per il Governo, con proprio provvedimento, di procedere successivamente ad estendere o a restringere i termini.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 4.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cicchitto. Onorevole De Camillis.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 427
Votanti 424
Astenuti 3
Maggioranza 213
Hanno votato
200
Hanno votato
no 224).

Prendo atto che i deputati Marinello e Zorzato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore dell'emendamento Zaccaria 4.4 non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 4.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole De Camillis. C'è nessun altro?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 426
Votanti 423
Astenuti 3
Maggioranza 212
Hanno votato
201
Hanno votato
no 222).

Prendo atto che il deputato Zorzato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.101 delle Commissioni, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mazzuca.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 427
Votanti 425
Astenuti 2
Maggioranza 213
Hanno votato
422
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Zaccaria 4.5. Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, questa proposta emendativa ha una ragione abbastanza evidente: poiché stiamo procedendo con una sorta di navigazione a vista, senza strumenti, vorrei cercare di fornire qualche strumento in più. In questa ebbrezza abrogativa che ha Pag. 56preso un po' le strutture del Governo, almeno si salvi ciò che deve essere salvato (ad esempio, i codici e via dicendo).
Di fronte al dubbio, visto che abbiamo passato una decina di giorni a capire quali sono le norme di attuazione dei trattati internazionali, mi pareva che fosse opportuno specificare che sono sottratte all'abrogazione le disposizioni di attuazione degli statuti delle regioni a statuto speciale e delle province autonome. Mi si obietterà che è qualcosa a cui si arriva anche in via interpretativa, ma visto che i lavori preparatori servono, specificare in maniera esplicita questa sottrazione all'abrogazione è un modo per dare degli strumenti all'abrogatore folle.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 4.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Consolo. Onorevole Lazzari.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 429
Votanti 428
Astenuti 1
Maggioranza 215
Hanno votato
205
Hanno votato
no 223).

Prendo atto che il deputato Portas ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Zaccaria 4.6. Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, sarò breve. Anche questa è una proposta emendativa che cerca di mettere un po' di ordine nell'operazione cosiddetta di semplificazione.
Si ripete un problema simile, in questo emendamento, a quello che abbiamo esaminato con riferimento alla delega in materia ambientale. La Costituzione conosce, nell'articolo 76, la delega composta da un atto del Parlamento e da un atto del Governo. In buona sostanza, il Parlamento vara la delega, ne detta i criteri e il Governo adotta il decreto legislativo.
In materia ambientale, come ci hanno spiegato i nostri colleghi, non è accaduto questo perché nel 2004 il Parlamento varò una delega; poi, da quella delega madre sono scaturiti ripetuti decreti legislativi, decreti correttivi, decreti correttivi dei correttivi e adesso stiamo facendo il correttivo del correttivo del correttivo.
Modestamente, vorrei segnalarvi che questo modo di operare non è scritto in nessuna parte della Costituzione, ma ciò naturalmente può essere secondario. Tuttavia anche la Corte costituzionale, più volte, ha avvertito di non abusare con i decreti legislativi correttivi. Invece noi, a non tener conto di questi aspetti, in materia di semplificazione facciamo una delega, un decreto legislativo, un decreto correttivo e poi i decreti correttivi dei correttivi. Vorrei, sommessamente e per quanto possibile, invitare al buonsenso: almeno in materia di semplificazione non facciamo questo disordinato ordine delle fonti normative. Pertanto, l'emendamento tende a stabilire che vi è una delega, un decreto legislativo e poi un solo livello di decreti correttivi. Correggiamo più in là nel tempo, ma facciamolo una volta sola. Naturalmente, non mi illudo che tale emendamento verrà approvato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 4.6, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lehner, onorevole De Camillis, onorevole Rossi, onorevole Carlucci, Pag. 57onorevole Sposetti! Onorevole Sposetti, può anche richiamare l'attenzione, se vuole. Come vede è bastato guardarla che l'apparecchiatura si è rimessa in moto!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 433
Votanti 430
Astenuti 3
Maggioranza 216
Hanno votato
200
Hanno votato
no 230).

Prendo atto che l'onorevole Naro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro dei successivi emendamenti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 4.7, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole De Camillis, onorevole Sposetti!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 435
Votanti 432
Astenuti 3
Maggioranza 217
Hanno votato
199
Hanno votato
no 233).

Prendo atto che l'onorevole Brigandì ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 4.8, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Commercio ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 433
Votanti 430
Astenuti 3
Maggioranza 216
Hanno votato
199
Hanno votato
no 231).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Favia 4.9, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pollastrini, onorevole Razzi, onorevole Monai!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 441
Votanti 438
Astenuti 3
Maggioranza 220
Hanno votato
204
Hanno votato
no 234).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Monte 4.10, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 437
Votanti 433
Astenuti 4
Maggioranza 217
Hanno votato
204
Hanno votato
no 229).

Pag. 58

Prendo atto che i deputati Galletti e Tenaglia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Monte 4.11, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole De Camillis... onorevole Lehner... onorevole Galletti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 438
Votanti 237
Astenuti 201
Maggioranza 119
Hanno votato
7
Hanno votato
no 230).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito a votare mentre avrebbe voluto astenersi e che il deputato Scalera ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 delle Commissioni, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Caterina... onorevole Barani... onorevole Castellani... onorevole Mantini... onorevole Sposetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 443
Votanti 237
Astenuti 206
Maggioranza 119
Hanno votato
236
Hanno votato
no 1).

Passiamo alla votazione dell'articolo 4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, penso che sia una fortuna che i colleghi parlamentari non abbiano visto il testo dell'ultimo emendamento perché secondo me probabilmente il voto non sarebbe stato di astensione, ma contrario. Infatti, era un elenco assolutamente indecifrabile di leggi che dovevano essere sottratte ad un altro elenco che a sua volta doveva agire su un terzo elenco. Quindi credo che nessun parlamentare responsabile possa dire tranquillamente di inserire in un elenco di abrogazioni 250 leggi, togliendole con un battito di ciglia.
Abbiamo presentato sull'articolo 4 - che sinceramente meritava un voto unanime da parte di quest'Aula - una serie di emendamenti di natura tecnica, prudenti, legati al fatto che se si fa la semplificazione occorre cercare di farla perbene. Qui, invece, si vuole ogni volta, più che della semplificazione, cercare di fare manifesti dicendo di aver abrogato 30 mila leggi e di essere più bravi di noi, che ne abbiamo abrogate soltanto 20 mila. Non è questo il modo di governare, né di legiferare, né di assicurare la garanzia dei diritti dei cittadini. Vi ricordo che i danni fatti nel provvedimento del dicembre scorso sarebbero stati enormi senza l'intervento di questa Camera.
Allora, in considerazione del fatto che nessun emendamento di quelli presentati - alcuni estremamente ragionevoli - è stato minimamente degnato di attenzione, visto che sostanzialmente si intende procedere in questo modo - come abbiamo visto anche in altre occasioni - credo che il voto - che sarebbe potuto essere anche di astensione - sarà un voto contrario per segnalare una impossibilità di dialogare su un provvedimento di natura molto semplice come questo. Quindi, preannuncio che il voto del Partito Democratico sarà contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

Pag. 59

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, il gruppo dell'Italia dei Valori voterà contro questo articolo 4. Avremmo voluto per davvero collaborare al fine di alleggerire e semplificare le tante leggi che non hanno più alcun senso di esistere, ma nello stesso tempo non vorremmo diventare corresponsabili di errori clamorosi, così come ormai per ben due volte questo Governo ci ha dimostrato di fare.
Quindi, proprio per evitare che ciò accadesse nuovamente abbiamo proposto degli emendamenti che non sono stati minimamente presi in considerazione né dal Governo né dai relatori e tantomeno dall'Assemblea. È una responsabilità che vi assumete interamente. Se per caso ricadrete in errori clamorosi - e sicuramente lo farete - come quello di sopprimere province e comuni che esistevano ancora diventerete lo zimbello del Paese, come avete fatto nel dicembre scorso. Auguri a voi!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, ci ritroviamo ancora a parlare di semplificazione con quest'articolo e certamente da parte dei colleghi c'è stato un forte contributo emendativo all'articolo stesso. Ne abbiamo già parlato nelle Commissioni, ma avevamo già avuto la possibilità di esplicitare il nostro pensiero in un provvedimento ad hoc. Certamente quando si parla di semplificazione, di superamento e, soprattutto, di abrogazione di leggi vetuste e ormai superate, sorpassate c'è sempre un problema.
Ma io ritengo che bisogna dare anche una qualche valutazione non certamente sempre negativa su questo sforzo che si sta facendo per dare punti di riferimento e certezza anche a questa materia così aggrovigliata e ovviamente travagliata rispetto a quelli che possono essere percorsi nitidi e definiti. Si è fatto riferimento al 2005, alla Commissione Pajno, all'impegno dell'allora Ministro Baccini. Non c'è dubbio che qui ci troviamo di fronte dunque ad un tema e ad un argomento su cui perseguire, dare la definizione e un riassetto e anche una modernità ad una legislazione senza orpelli e legacci e senza riferimenti che possono appesantire sempre di più il nostro percorso. L'emendamento 4.100 delle Commissioni crea qualche difficoltà, c'è stato un lavoro da parte della struttura della Camera dei deputati.
In conclusione, su questo articolo 4 ci asteniamo, dal momento che bisogna dare anche una valutazione di insieme e soprattutto uno stimolo per evitare che una posizione sempre negativa, anche quando ci sono uno sforzo e un percorso, possa risultare ovviamente di ulteriore limite rispetto agli obbiettivi che ci dobbiamo prefigurare. Dico con estrema chiarezza al Governo che non possiamo andare avanti sempre con allegati anche perché questo emendamento, presentato dai relatori, è stato rivisitato. Credo che sia necessario dare atto anche ai relatori di averci dato un prodotto confezionato con un minimo di certezza rispetto a quelle certezze che non c'erano da parte del Governo e, ovviamente, dei Ministeri competenti. Questo lo dobbiamo dire per evitare che ci possano essere infingimenti e confusioni. Detto questo, lo ripeto, signor Presidente, il gruppo dell'Unione di Centro si asterrà su questo articolo 4.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Sposetti ha difficoltà continue. Onorevole Pollastrini, onorevole Sanga.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 439
Votanti 414
Astenuti 25
Maggioranza 208
Hanno votato
231
Hanno votato
no 183).

Pag. 60

Prendo atto che la deputata Siliquini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Avverto che sono stati ritirate dal presentatore le proposte emendative Gibiino 27.11 e 37.2.

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 440
Votanti 236
Astenuti 204
Maggioranza 119
Hanno votato
234
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Berardi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi, onorevole Cristaldi, onorevole Castellani, onorevole Palumbo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 443
Votanti 399
Astenuti 44
Maggioranza 200
Hanno votato
399).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice per la I Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario su tutte le proposte emendative presentate, con l'eccezione dell'articolo premissivo 018.0100 delle Commissioni di cui ovviamente raccomandano l'approvazione.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze.
Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice per la I Commissione, tenendo presente che la riformulazione dell'emendamento da parte dei relatori dovrebbe essere tale da consentire da una parte di pervenire alla finalità del vecchio testo dell'articolo 17, senza però correre il rischio di sanzioni comunitarie, anche perché vi è una limitazione anche nella durata temporale.

PRESIDENTE. Avverto che a seguito dell'eventuale approvazione dell'articolo premissivo 018.0100 delle Commissioni ri Pag. 61sulteranno assorbiti gli articoli permissivi Vignali 018.01, 018.02 e 018.06, Poli 018.03, Ciccanti 018.05 e 018.08, Lulli 018.07 e 018.09, nonché Del Tenno 018.010.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo premissivo 018.0100 delle Commissioni, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Paniz.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 445
Votanti 443
Astenuti 2
Maggioranza 222
Hanno votato
443).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marchioni 18.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole De Camillis, onorevole Cristaldi, onorevole Razzi, onorevole Pollastrini, onorevole Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 446
Votanti 439
Astenuti 7
Maggioranza 220
Hanno votato
205
Hanno votato
no 234).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 18.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi, onorevole Buttiglione, onorevole Mura, onorevole Razzi, onorevole Nirenstein, onorevole Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 443
Votanti 440
Astenuti 3
Maggioranza 221
Hanno votato
204
Hanno votato
no 236).

Prendo atto che i deputati Realacci e Vico hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Monte 18.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole De Camillis, onorevole Cristaldi, onorevole Laura Molteni, onorevole Razzi, onorevole Vico, onorevole Galletti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 441
Votanti 438
Astenuti 3
Maggioranza 220
Hanno votato
208
Hanno votato
no 230).

Prendo atto che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare. Pag. 62
Passiamo alla votazione dell'emendamento Marchioni 18.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchioni. Ne ha facoltà.

ELISA MARCHIONI. Signor Presidente, con questo emendamento, che è identico all'emendamento Lulli 18.2, chiediamo che venga riconsiderata la destinazione di quanto viene previsto dall'articolo 18 che praticamente riprende in mano 48 milioni di euro già destinati nella legge finanziaria per il 2007 al fine di individuare con questi un cofinanziamento che venga concordato con le regioni per dei progetti cofinanziati.
Come, invece, era previsto inizialmente, riteniamo che questi fondi di 48 milioni di euro all'anno siano meglio utilizzati qualora siano destinati alle strutture turistico-ricettive che necessitano di interventi, di riqualificazione, di incentivi per poter lavorare in modo più ecologico e «verde». Perciò noi chiediamo fortemente che l'Aula voti a favore dell'emendamento in esame, che questi 48 milioni di euro siano destinati a riqualificare in modo stabile le strutture turistiche e non siano destinati in modo vago a eventi con riferimento ai quali, peraltro, non si capisce con che criterio sarebbero poi individuate le finalità che non avrebbero in qualche modo alcuna sostanza.
Noi pensiamo, invece, che la ristrutturazione e la riqualificazione, nonché il favorire che le strutture adesso in affitto diventino di coloro che le possiedono a tale titolo da molto tempo sia un buon modo per ridare struttura al nostro turismo. Troppo spesso, infatti, in molte aree del nostro Paese, abbiamo strutture turistiche che vengono date a nolo che né i proprietari hanno interesse a riqualificare né coloro che ne pagano la locazione perché, appunto, non essendo loro, magari da molti anni non vengono realizzati lavori di riqualificazione. Quindi chiediamo che questi 48 milioni di euro vengano destinati per poter riqualificare le strutture turistiche in un modo di cui assolutamente, a nostro parere, il Paese ha bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marchioni 18.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Saglia, onorevole Razzi, onorevole Iannuzzi, onorevole Angeli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 432
Votanti 429
Astenuti 3
Maggioranza 215
Hanno votato
201
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che il deputato Giulietti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 18.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, il comma 1228, articolo 1, della legge finanziaria per l'anno 2007 per i progetti per lo sviluppo turistico prevedeva il rispetto del patrimonio paesaggistico ai sensi del Codice ambientale. Nel riscrivere questo comma l'articolo 18 cancella questo vincolo e noi con il nostro emendamento vorremmo reinserire il veicolo medesimo.
Ci risiamo: così come per l'articolo 12 abbiamo discusso di quella delega in bianco per l'ambiente, almeno vorremmo che qui venissero rispettate le norme che non più tardi di due anni fa sono state approvate da questo Parlamento alla luce anche degli ultimi avvenimenti. Se non Pag. 63vogliamo che la natura si rivolti contro l'uomo, rispettiamo almeno il patrimonio paesaggistico. Per tale motivo vorremmo la reintroduzione del vincolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere la mia firma all'emendamento in esame che mi pare assolutamente di buonsenso. Oltretutto, la materia prima di cui si nutre il turismo in Italia e anche la bellezza, il paesaggio e la nostra storia. Mi sembra controproducente se venissero danneggiati nel momento in cui si vuole promuovere questa attività.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 18.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Paolini, onorevole Vico, Onorevole Angeli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 427
Votanti 425
Astenuti 2
Maggioranza 213
Hanno votato
201
Hanno votato
no 224).

Prendo atto che i deputati Galletti, Livia Turco e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico, onorevole Angeli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 432
Votanti 424
Astenuti 8
Maggioranza 213
Hanno votato
228
Hanno votato
no 196).

Prendo atto che la deputata Livia Turco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Cesa ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 19 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 19.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario.

PRESIDENTE. Ricordo che, ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Lulli 19.1 e Borghesi 19.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchioni. Ne ha facoltà.

Pag. 64

ELISA MARCHIONI. Signor Presidente, qui ci troviamo davanti a una ridefinizione di come vengono fatte le nomine dell'ENIT. Il tutto, pare di capire, per passare dagli attuali tredici consiglieri a un futuro assetto di nove consiglieri più il presidente; nel frattempo però, commissariando l'ENIT e facendole svolgere le funzioni da un commissario straordinario nominato secondo le norme vigenti; e dando, in qualche modo, un'autorizzazione vaga dal Governo a modificare il comma che prevede la nomina.
Noi siamo contrari, quindi riteniamo che questo articolo vada soppresso, perché non si capisce in base a che criterio e perché l'ENIT vada riformata in questo modo, salvo decretarne il fallimento. A questo punto vorremmo sapere cosa sarà dell'ENIT. In subordine chiediamo che, a questo punto, invece di tredici i consiglieri diventino cinque; perché almeno ci sarà stata una «cura dimagrante», e, di conseguenza, sarà valsa la pena di dedicare un intero articolo al ripensamento dell'ENIT. Inoltre, chiediamo che l'ENIT non venga commissariato, ma che il consiglio di amministrazione continui a svolgere le proprie funzioni sino alla nomina della nuova formula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, nei mesi di marzo e poi di aprile, fino ad oggi, il Governo su questo articolo - presentando al Senato un emendamento che stravolgeva quello precedente - ha, nella sostanza, proceduto a compiere una scelta di esclusione, come è sempre avvenuto negli anni passati, ovvero a non consultare le regioni. Nella sostanza, si è voluto escludere la consultazione della Conferenza permanente delle Regioni; si è escluso, da parte del dipartimento, la consultazione con le regioni ai fini della definizione e della riforma dell'ENIT. L'articolo 5, cui si fa riferimento nell'emendamento, nella sostanza, ponendo il commissariamento - insisto: violando il giusto rapporto con le regioni italiane - merita il voto contrario del nostro gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Questa idea di abusare dell'uso della legge per sostituire gli amministratori mi pare che sia un metodo inaccettabile, chiunque lo usi. Gli amministratori - che non conosco, ma che immagino siano stati nominati dopo un'attenta valutazione dei titoli - vedono il loro periodo di amministrazione interrotto - improvvisamente e attraverso un decreto-legge - perché nel frattempo è arrivato un nuovo Governo, una nuova maggioranza e bisogna cambiare gli amministratori.
Si è provato a farlo persino con le authority, e voglio ricordare che lo stesso meccanismo si voleva utilizzare per l'Autorità per l'energia; mi pare che sia inaccettabile sul piano del metodo. Gli amministratori devono svolgere il loro lavoro: li si giudichi al termine del loro mandato. È improprio utilizzare la legge a scopi privati, come in questo caso avviene, cioè per gli scopi di una parte (che è l'attuale maggioranza); per questo, noi voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, concordo con la soppressione, però qui c'è una perla che vorrei segnalare, perché è una rarità: per la legge n. 400 del 1988, i decreti sono fatti dai Ministri. Per questo provvedimento legislativo i decreti li fa anche il sottosegretario con delega al turismo.
Capisco che il sottosegretario in questione voglia diventare Ministro, però non siamo autorizzati a prevedere, in un atto del Parlamento, una fonte atipica, un decreto di un sottosegretario, che l'ordinamento non conosce. Quindi, anche per questo dico di sopprimere l'articolo 19, evitando così una brutta figura con chi lo Pag. 65leggerà. Soprattutto, se vogliamo fare Ministro la Brambilla, facciamolo in un altro modo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, esprimeremo un voto di astensione su questo emendamento, però è un'astensione tutt'altro che priva di contenuti, perché bisogna dire francamente che il problema non è il consiglio di amministrazione dell'ENIT, ma il fatto che si dedichino poche attenzioni e poche risorse al turismo. Il precedente articolo 18, che è stato un modesto passo in avanti nel finanziare gli accordi di programma tra il dipartimento, quindi lo Stato, le regioni e gli enti locali è, per l'appunto, un passo assai modesto. Il turismo, non vale la pena di ricordarlo ai colleghi che lo sanno, è definito spesso la principale industria del Paese. In effetti, lo è all'incirca per il fatturato che produce, ma le misure che gli vengono dedicate sono sempre troppo modeste.
In materia di ENIT, devo dire che questa misura contiene luci ed ombre: le ombre sono soprattutto quelle che obiettivamente oscurano i contenuti che dovrebbero esserci e non ci sono, non proprio nel senso ricordato dal collega in precedenza, cioè qui non c'è un attentato alle regioni, perché il nuovo consiglio di amministrazione è comunque fatto con una piccola cura dimagrante, ma di intesa con la Conferenza unificata Stato-regioni. Dobbiamo anche dire che il potere esclusivo delle regioni in materia di turismo è il problema, non il rimedio. Viviamo in un turismo delle piccole patrie, fatto esattamente da regioni, enti, comuni, province, che fanno una loro dispendiosa politica internazionale, e manca un coordinamento nazionale in materia di turismo, come invece è in Francia, per esempio con la Maison de France, in Spagna, in Grecia, in Tunisia, nei Paesi competitor.
Quindi, va bene una politica nazionale - non statale - che coordini meglio le iniziative e i poteri delle regioni e va bene, soprattutto, un consiglio di amministrazione in cui non siedano gli assessori regionali. Su questo punto - anche qui vi è una nostra criticità - va bene la nomina di membri delle associazioni imprenditoriali, delle numerose e qualificate organizzazioni del turismo che abbiamo in Italia, va bene anche la nomina d'intesa con le regioni, purché nel consiglio di amministrazione dell'ENIT siedano dei manager, dei tecnici, e non degli assessori, per riprodurre dei parlamentini che ostacolano le politiche nazionali. Quest'assenza francamente è la parte che meno ci piace di questo provvedimento, che tuttavia ha una sua logica.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lulli 19.1 e Borghesi 19.2, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole De Camillis? Onorevole Ravetto? Onorevole Sbai? Onorevole Briguglio?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 431
Votanti 410
Astenuti 21
Maggioranza 206
Hanno votato
183
Hanno votato
no 227).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marchioni 19.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vignali? A posto? Onorevole Razzi? Onorevole Galletti? Ci siamo? No, l'onorevole Galletti non ancora. Deve votare però, provi a votare.

Pag. 66

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 434
Votanti 430
Astenuti 4
Maggioranza 216
Hanno votato
203
Hanno votato
no 227).

Passiamo alla votazione dell'articolo 19.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, prendo la parola per preannunziare il voto contrario del gruppo del Partito Democratico, e per denunciare il vuoto imbarazzante delle politiche sul turismo del Governo attuale. Peraltro, si sono inseriti questi articoli nel disegno di legge in esame bypassando a piè pari le Commissioni di merito, la possibilità di discussione, una presentazione del programma di Governo, e - cosa devo dire ulteriormente imbarazzante - si arriva al commissariamento dell'ENIT pochi mesi dopo aver nominato il nuovo presidente, che è un importante imprenditore italiano: sinceramente siamo in presenza di un atteggiamento tale che (vorrei che i colleghi della maggioranza prestassero attenzione) si stanno bruciando risorse e credibilità; si riesce soltanto a produrre un'ennesima riorganizzazione dell'ENIT, senza alcuna linea guida, senza discussione e confronto parlamentare, oltre che, come ha denunciato poc'anzi il collega Vico, saltando a piè pari il confronto con le regioni, che - vorrei ricordare - hanno piena titolarità di intervento in tema data dalla Costituzione italiana. È veramente incredibile che si voglia procedere in questa direzione; per cui credo che il voto contrario sia un voto sacrosanto, e una bocciatura sonora ad un Governo che del turismo non se ne fa assolutamente niente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole De Camillis? Onorevole Osvaldo Napoli, a posto? Onorevole Ravetto?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 428
Votanti 407
Astenuti 21
Maggioranza 204
Hanno votato
226
Hanno votato
no 181).

Prendo atto che il deputato Lunardi ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 20 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata e non ritirata (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Baretta 20.2.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Lanzillotta 20.1 è stato ritirato.
Passiamo all'emendamento Baretta 20.2. Pag. 67
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baretta 20.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mura? Onorevole De Camillis? Onorevole Pollastrini? Onorevole Capitanio Santolini? L'onorevole Pollastrini ha votato. L'onorevole De Camillis ha votato. L'onorevole Landolfi ha votato. L'onorevole Monai ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 425
Votanti 405
Astenuti 20
Maggioranza 203
Hanno votato
180
Hanno votato
no 225).

Prendo atto che il deputato Giulietti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Torrisi ha votato. Onorevole De Camillis?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 426
Votanti 385
Astenuti 41
Maggioranza 193
Hanno votato
382
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che i deputati Lunardi e Lehner hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 21 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzillotta. Ne ha facoltà.

LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, questo articolo raffigura bene il tipo di approccio che il Ministro Brunetta ha nei confronti della pubblica amministrazione. Vi è infatti una certa contraddizione tra il comma 1, nel quale si fa una grande affermazione di trasparenza e di buona amministrazione, obbligando le amministrazioni a pubblicare sui siti Internet di ciascun ente od organismo gli emolumenti dei dirigenti, i loro incarichi ed i loro curricula, e il comma 3 di questo stesso articolo, di cui vorrei che l'Aula fosse consapevole. Esso opera una sorta di sanatoria ex post rispetto al fatto che questo Governo ha differito, come primo atto, nel primo decreto-legge che ha adottato, la norma che il precedente Governo Prodi §aveva introdotto per limitare gli stipendi dei manager pubblici, quelli non solo dei Ministeri, ma di tutte le società, enti, organismi ed agenzie, ponendoli ad un livello peraltro non troppo basso (esso era stabilito infatti in circa 300 mila euro).
Questo termine era stato rinviato al 30 ottobre, ed evidentemente questa riduzione non è stata applicata per il 2008 a partire dal 30 ottobre e non è stata applicata nel 2009; adesso questa norma prevede una sanatoria ex post, differendo il termine a sessanta giorni dopo l'entrata in vigore del disegno di legge in esame, che deve essere ancora approvato dalla Camera e poi dal Senato.
Vi sarà sicuramente poi un pietoso decreto-legge che rinvierà ulteriormente questo termine: insomma, il Ministro Brunetta, Pag. 68che persegue giustamente i fannulloni e dichiara di voler fare efficienza, è però - ancora una volta - forte con i deboli e debole con i forti, perché non riesce ad introdurre una misura di equità, quella del tetto agli stipendi dei manager pubblici! Per questo, noi voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Razzi? Onorevole Angeli? Onorevole Sposetti, prima però funzionava il dispositivo di voto!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 417
Votanti 397
Astenuti 20
Maggioranza 199
Hanno votato
225
Hanno votato
no 172).

Prendo atto che il deputato Mazzarella ha segnalato che non è riuscito a votare.

In morte del deputato Gaspare Giudice (ore 18,50).

PRESIDENTE. Debbo essere purtroppo io ad informare l'Assemblea che è pervenuta la notizia del decesso del nostro collega Gaspare Giudice. Oltre che a me, che ho conosciuto a fondo Gaspare, del quale sono stato amico, sono certo che questa triste notizia addolora profondamente tutti i colleghi, al di là dell'appartenenza politica, che hanno avuto modo di conoscerlo e di apprezzarne la qualità. La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari dell'illustre collega le espressioni della più viva e sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea. Nella mattinata di domani, nel corso della seduta, il Presidente ne ricorderà la figura e l'opera (Il Presidente si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea ed i membri del Governo - Generali applausi).

Si riprende la discussione.

(Esame dell'articolo 22 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sposetti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 413
Votanti 227
Astenuti 186
Maggioranza 114
Hanno votato
227).

Prendo atto che i deputati Mazzarella e Di Stanislao hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

(Esame dell'articolo 23 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 69

Onorevoli Milanese, Torrisi, Lunardi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 424
Votanti 407
Astenuti 17
Maggioranza 204
Hanno votato
406
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Mazzarella ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame articolo 24 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Lanzillotta 24.1 e 24.2.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 24.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Caterina, ce l'ha fatta?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 424
Votanti 421
Astenuti 3
Maggioranza 211
Hanno votato
195
Hanno votato
no 226).

Prendo atto che il deputato Ruben ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Tenaglia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 24.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ravetto, prego. Onorevole Razzi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 428
Votanti 425
Astenuti 3
Maggioranza 213
Hanno votato
197
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che il deputato Ruben ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Borghesi e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 24.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzillotta. Ne ha facoltà.

LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, intendo preannunziare il voto contrario del nostro gruppo su questo articolo, Pag. 70che con una delega assolutamente in bianco, senza alcun criterio e principio direttivo, tende a riorganizzare l'intero settore dell'informatica pubblica che assorbe moltissime risorse del bilancio dello Stato e tutto il settore della formazione dei dirigenti pubblici che è un settore strategico per qualsiasi riforma dell'amministrazione pubblica.
La I Commissione (Affari costituzionali), Presidente, sta svolgendo un'indagine conoscitiva sull'informatica pubblica, da cui stanno emergendo delle situazione assolutamente paradossali, perché esiste un numero di società e di organismi che fanno tutte la stessa cosa, attraverso affidamenti in house di lavori che potrebbero essere molto bene affidati a soggetti che operano sul mercato, e che determinano una massa enorme di duplicazioni e di sprechi, oltre al proliferare di consigli d'amministrazione ed incarichi.
Ancora una volta, è un settore su cui il Ministro Brunetta non mette le mani, se non per togliere autonomia ed indipendenza al CNIPA, che è un presidio per valutare e verificare la congruità degli appalti e delle gare che le amministrazioni pubbliche effettuano in un settore delicatissimo degli acquisti. La Camera ha testè bocciato un emendamento di buon senso, che tendeva a razionalizzare e ridurre il numero di società pubbliche che operano nello stesso settore, talvolta in modo poco trasparente e che generano solo costi ed inefficienze. Dunque, aspettiamo che questo piano industriale della pubblica amministrazione ci spieghi in che cosa davvero consista. Sicuramente in questo settore non vi è alcuna innovazione.
Segnalo, signor Presidente, un comportamento quanto mai anomalo e poco corretto del Governo, perché, mentre il Parlamento sta approvando una delega in questa materia, mi risulta che il Consiglio dei Ministri sta per approvare, sempre per la riforma del CNIPA, un regolamento, cioè la soppressione di un'autorità in questo settore, disciplinata da legge, con norma regolamentare. Mi auguro che non proceda in questo senso, perché sarebbe tra l'altro molto scorretto nei confronti delle prerogative parlamentari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, si tratta di un tema di grande importanza, perché siamo parlando di organismi apicali della nostra pubblica amministrazione e francamente è deludente, ma va sottolineato, ancora una volta, il fatto che si attribuisca una delega in assenza totale di principi e di criteri.
Io tengo molto alla scuola superiore della pubblica amministrazione, dove ho avuto il piacere di fare ricerca e di insegnare anni fa, ma resta il fatto che non possiamo ancora continuare ad immaginare modelli Ena o modelli di efficienza e di modernizzazione della pubblica amministrazione, quando poi si mettono le mani sull'organizzazione della scuola superiore della pubblica amministrazione senza alcun principio e criterio condiviso.
Lo stesso discorso vale, come ha sottolineato la collega Lanzillotta, per le attività di re-engineering informatico: anche questo è un motore dell'innovazione importantissimo, ma non potrà funzionare se non vi sarà un piano industriale - qui sì che l'espressione è appropriata - che però dovrebbe emergere in questa delega, cosa che non è, per riaccorpare i moltissimi soggetti, anche società pubbliche regionali, locali e statali, quella miriade di società pubbliche che operano nel settore dell'informatica, con capitale dei cittadini - infatti è capitale pubblico - e senza appunto un piano industriale.
È un'altra vistosa lacuna di questa norma, che ci porterà a votare in senso contrario al testo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione). Pag. 71

Onorevole Calderisi? Onorevole Moffa?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 420
Votanti 417
Astenuti 3
Maggioranza 209
Hanno votato
225
Hanno votato
no 192).

(Esame dell'articolo 25 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento De Biasi 25.1 interamente soppressivo dell'articolo 25.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Avverto che, poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 25, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.
Passiamo quindi alla votazione dell'articolo 25.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Biasi. Ne ha facoltà.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, in realtà questo emendamento si dovrebbe chiamare «per cortesia, stralciate questa norma dal provvedimento», poiché si riferisce alla norma che prevede la costituzione della fondazione del museo per le arti contemporanee contenuta in un provvedimento che con le arti contemporanee e la cultura non c'entra assolutamente nulla.
Poiché non sarà possibile stralciare l'articolo 25, in quanto non vi è la disponibilità a farlo, è evidente che, in seconda istanza, ne chiediamo la soppressione in quanto mancano gli estremi di trasparenza e di chiarezza. Infatti, quando si decide di costituire un grande museo - probabilmente uno dei più grandi d'Italia - sulle arti contemporanee e, allo stesso tempo, non gli viene data vita, ma si sottraggono i soldi alla direzione generale del museo per attribuirli ad una fondazione di diritto privato, i cui soci non sono assolutamente chiari (si sa solo che dovranno contribuire al fondo di dotazione) e non si capisce quale sia la missione del museo (non esistendo ancora il museo stesso), si sa soltanto che lo Stato ha investito nella costruzione di questo museo risorse davvero ingenti - a partire dall'idea, interessante, buona e condivisa, dell'allora sindaco di Roma Rutelli -, ci chiediamo per quale motivo il pubblico debba continuare a costruire gioielli che poi vende e svende al privato, il tutto reso ancora più grave dal fatto che parliamo di un'istituzione culturale.
Purtroppo, non abbiamo avuto una - dicasi una - risposta in Commissione alle numerose domande, fra le quali ne spicca una: è vero o no che la fondazione potrà edificare una cubatura pari a quella attualmente edificata? Voi capite che se questo è vero - come io credo che sia, ma non possiamo saperlo perché non ci vengono fornite le risposte - gli interessi che muove la fondazione sono consistenti. È vero o no che 1.600 milioni di euro sono stati sottratti alla direzione generale per essere immessi in una fondazione i cui contorni non sono chiari e la cui missione non è assolutamente definita? Questo è il secondo problema, che per noi non è irrilevante.
Il terzo problema è quello che riguarda la capacità dell'intervento pubblico di agire nel campo della cultura in situazione di esiguità di risorse. La domanda che sorge spontanea a tutti è: perché non si è Pag. 72fatto, per esempio, come per il museo egizio, che è stato costituito come museo statale e in seguito, una volta definita la missione e chiariti i diversi soggetti partecipanti, è stato trasformato in fondazione, in una fondazione importante?
Non vi è nulla di ideologico nel chiedere che questo articolo venga soppresso, vi è solo una sacrosanta richiesta di quella trasparenza che, ancora una volta, questo Governo non intende dare. Dispiace che ci si trovi nel campo della cultura e dispiace anche che, probabilmente, la verifica bisogna farla con la magistratura; infatti, se non vengono fornite delle risposte, è evidente che chiunque è autorizzato a pensare male e, come è noto, in questi campi quando si pensa male non si fa necessariamente peccato.
La verità mi sembra un'altra, mi sembra cioè che ci si voglia disfare rapidamente del patrimonio pubblico per capitalizzare qualcosa e per favorire qualche interesse, magari un interesse privato. Tutto questo va a scapito del grande valore della cultura italiana. Non so se nelle condizioni in cui siamo, con un investimento sulla cultura tra i più bassi d'Europa, questo Paese si possa permettere l'ennesimo sgarbo alla sua storia, alla sua tradizione, ma anche al suo futuro.
Vedo che al sottosegretario Giro, esattamente come è avvenuto in Commissione, la vicenda non interessa minimamente. Del resto, al Senato la proposta non è stata neanche discussa in Commissione, ma è stata proditoriamente e immediatamente inserita nel dibattito in Aula; mi pare che non ci siamo e che sia il minimo chiedere che questo articolo venga soppresso, per il bene della cultura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che, essendo stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 25, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 25.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi. Onorevole Calderisi. Onorevole Stasi. Presidente Buttiglione. Onorevole Razzi. Onorevole Rossi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 424
Votanti 418
Astenuti 6
Maggioranza 210
Hanno votato
225
Hanno votato
no 193).

Prendo atto che la deputata Ferranti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 26 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Bianconi. Onorevole Torrisi. Onorevole Calderisi. Onorevole Barani. Onorevole Lussana. Onorevole Causi. Onorevole Bianconi. Onorevole Barani. Onorevole Pollastrini. Un attimo, onorevole Barani. Qualcuno assista l'onorevole Barani, per cortesia. Hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 426
Votanti 243
Astenuti 183
Maggioranza 122
Hanno votato
226
Hanno votato
no 17).

Pag. 73

(Esame dell'articolo 27 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C).
Avverto che per un mero errore tipografico l'emendamento Fioroni 27.5 è stato riportato due volte nel fascicolo n. 1 degli emendamenti.
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutte le proposte emendative.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario su tutte le proposte emendative.

PRESIDENTE. Avverto che, ove i presentatori non comunichino il ritiro delle rispettive proposte emendative per le quali vi è un invito in tal senso, la Presidenza le porrà in votazione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fioroni 27.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ghizzoni. Ne ha facoltà.

MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, l'emendamento prevede la soppressione dell'intero articolo 27, che è stato introdotto nel corso dell'esame al Senato e che modifica, snaturandolo, lo spirito della legge delega 27 settembre 2007, n. 165, per il riordino degli enti di ricerca. Si tratta di una legge approvata nella scorsa legislatura dopo un confronto vero tra le forze politiche, tanto alla Camera quanto al Senato, confronto che produsse un testo condiviso in molte sue parti e che, in attuazione del dettato costituzionale, ha finalmente introdotto nella nostra legislazione l'autonomia statutaria per gli enti di ricerca vigilati dal MIUR.
Con la nuova legislatura la delega è passata al Governo Berlusconi che, dopo pochi mesi dal suo insediamento, ha espresso chiaramente l'intenzione di modificare il contenuto della delega e lo ha esplicitato con il disegno di legge Gelmini, approvato dal Consiglio dei ministri il 1o agosto 2008. In esso, tra le molte norme che riguardano scuola e università, ve ne è una, infatti, che ha ispirato il testo dell'articolo 27 del quale chiediamo la soppressione. Per quale motivo questo testo è approdato dal disegno di legge Gelmini al collegato alla finanziaria in discussione? Sebbene, a partire dall'estate scorsa, al Ministro Gelmini, di certo, non siano mancate le occasioni per inserire una norma di modifica della legge n. 165 del 2007 in provvedimenti almeno omogenei per materia o comunque non estranei o dissimili, si è invece preferito aspettare l'imminente scadenza della delega e inserire la norma in un provvedimento eterogeneo che contiene di tutto ma non ha nulla a che fare con la ricerca. Ciò per un solo motivo, ovvero quello di ridurre ai minimi termini la discussione parlamentare.
Le modalità con le quali il testo dell'articolo 27 è stato inserito nel provvedimento in oggetto confermano questa ipotesi. È stato lo stesso senatore e relatore Malan che si è prestato al ruolo di traghettatore - mi si passi il termine - presentando un emendamento il 27 febbraio, ovvero nello scorcio di esame presso le Commissioni.
Pertanto la VII Commissione del Senato competente per materia non ha pronunciato in sede consultiva alcun parere in merito, mentre la V Commissione ha espresso un parere contrario sul testo originario. Il sottosegretario Vegas - lo ricorderà - ha formulato un parere di contrarietà alla seconda formulazione, che è quella poi che è approdata al voto in Aula. Tale votazione è avvenuta frettolosamente Pag. 74senza alcuna illustrazione del presentatore che spiegasse all'Assemblea il contenuto dell'articolo.
Devo ammettere che anche in VII Commissione alla Camera la discussione non è stata vivace e approfondita come l'argomento avrebbe invece meritato. Durante l'esame nessun componente della maggioranza ha ritenuto di intervenire nel merito della questione così, come ricordava anche la collega De Biasi, molte delle nostre richieste di chiarimenti sono rimaste inevase.
Signor Presidente, affiderò all'illustrazione dei successivi emendamenti le ragioni della nostra contrarietà ai contenuti normativi dell'articolo 27, ma qui mi limito a sottolineare brevemente come la legge delega n. 165 del 2007 sia stata in grado di tradurre in norma il principio che la ricerca si nutre di libertà o, se vogliamo usare altre parole, di consentire alla comunità scientifica di attingere alla propria esperienza per definire le regole più efficaci per il funzionamento dell'ente stesso riconoscendo, quindi, pienamente l'indipendenza e la libera attività di ricerca per l'avanzamento della conoscenza.
Gli interventi di modifica alla legge delega previsti da questo articolo 27, al contrario, deprimono la costituenda autonomia statutaria, denunciano un sostanziale scetticismo nei confronti della comunità scientifica degli enti e prevedono, al contempo, un'incongrua intromissione della politica, che la legge delega n. 165 del 2007 aveva consapevolmente circoscritto.
Il Partito Democratico chiede pertanto la soppressione delle modifiche apportate all'articolo 27 e che si dia rapida attuazione alla delega nella sua impostazione originaria, perché il futuro ha bisogno della ricerca e, sfiduciando oggi la ricerca pubblica e i suoi ricercatori, come state facendo con questo articolo 27, mortificate purtroppo il futuro del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, vorrei dare una piccola notizia. Nel merito quello che ha detto la collega Ghizzoni mi pare molto interessante, ma vorrei che i colleghi sapessero che votando questo testo stiamo già violando l'articolo 3 dello stesso provvedimento. Facciamo una specie di modifica criptica ad una delega e ad un testo normativo e la nascondiamo in maniera del tutto illeggibile in questa norma dell'articolo 27.
Pertanto tale articolo, a mio sommesso avviso, è in contrasto palese con l'articolo 3 dello stesso disegno di legge. Fate voi!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fioroni 27.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cicchitto. Onorevole Cesa. Onorevole Lovelli. Onorevole Cesa, sta cambiando tessera? Quante ne ha?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 419
Votanti 417
Astenuti 2
Maggioranza 209
Hanno votato
193
Hanno votato
no 224).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Fioroni 27.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ghizzoni. Ne ha facoltà.

MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo che si torni al testo originario della lettera b), comma 1, dell'articolo 1 della legge delega n. 165 del 2007, poiché la norma al nostro esame prevede la modifica sostanziale del principio e del criterio direttivo secondo il quale Ministero dell'istruzione, Pag. 75dell'università e della ricerca esprime un parere di legittimità e di merito sugli statuti dei singoli enti e che tale controllo è esercitato sentite le Commissioni parlamentari competenti.
Il nuovo testo dell'articolo 27, comma 1, lettera b), prevede, invece, che anche i regolamenti di amministrazione, finanza e contabilità, nonché del personale, debbano essere formulati, deliberati ed emanati, come già gli statuti, dagli organi competenti del singolo ente, previo controllo di legittimità e, addirittura, di merito (e questo proprio non corrisponde all'obiettivo dichiarato della legge di sancire l'autonomia degli enti) da parte del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, del Ministero dell'economia e delle finanze e del Ministero per la pubblica amministrazione e l'innovazione. È altresì abolito il previsto parere delle Commissioni parlamentari.
Come è facile capire, abbiamo da un lato un pervasivo quanto incongruo controllo centralistico e l'avvio di una pesante prassi burocratica, tutta tesa al controllo dei processi e disinteressata alla verifica ex post dei risultati, che denuncia l'intenzione del Governo di comprimere e mortificare, fin dall'inizio, la costituenda autonomia degli enti di ricerca perché, evidentemente, non ha fiducia - e questo è veramente molto grave - nella loro capacità organizzativa e gestionale; dall'altra parte, si infligge l'ennesimo colpo alle prerogative del Parlamento con l'estromissione delle Commissioni competenti dal pronunciamento di un parere.
Termino il mio intervento ricordando all'Assemblea che la formulazione originaria della norma di cui all'articolo 27, comma 1, lettera b), fu approvata proprio dalla Camera, modificando il testo che era giunto dal Senato, su proposta unanime della VII Commissione, nella precedente legislatura. La VII Commissione propose un apposito emendamento e lo presentò al voto in Aula. Nel nuovo testo non vi è traccia delle istanze avanzate nella scorsa legislatura dai deputati dell'allora opposizione, istanze accolte nell'emendamento della Commissione perché se ne condivise la ragionevolezza. Evidentemente, l'opposizione di allora - ora maggioranza - se ne è dimenticata e spiace davvero constatare che la richiesta di garanzie, di coinvolgimento e di controllo sia a corrente alternata.
Mi appello, pertanto, ai colleghi che oggi sono presenti in Aula e che allora votarono l'emendamento della VII Commissione perché replichino il loro voto favorevole alla nostra modifica, con coerenza e onestà intellettuale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, come è evidente in questo provvedimento trovano spazio misure di grandissima importanza che riguardano i campi più vari. Trovo assolutamente convincenti le argomentazioni della collega Ghizzoni e chiedo, pertanto, di sottoscrivere questo emendamento e tutti i successivi all'articolo in discussione, perché mi pare che la visione del ruolo della ricerca che emerge da questo provvedimento non sia all'altezza delle sfide del Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fioroni 27.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mura, onorevole Paolini. Onorevole Concia, l'attendiamo! Hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 428
Votanti 426
Astenuti 2
Maggioranza 214
Hanno votato
199
Hanno votato
no 227). Pag. 76

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fioroni 27.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Osvaldo Napoli, presidente Cicchitto. Ci siamo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 426
Votanti 423
Astenuti 3
Maggioranza 212
Hanno votato
196
Hanno votato
no 227).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ghizzoni 27.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bachelet. Ne ha facoltà.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Signor Presidente, per illustrare questo emendamento vorrei solo descrivere, visto che sono fresco solo di un anno di legislatura, come questa legge delega sul riordino degli enti di ricerca alla quale si riferisce l'articolo 27 è stata vissuta da un professore di struttura della materia al quale Berlusconi aveva praticamente distrutto l'Istituto nazionale di fisica della materia, il migliore istituto di ricerca secondo il primo rapporto del CIVR, togliendogli i fondi e incorporandolo a viva forza nel Consiglio nazionale delle ricerche allora presieduto da Pistella, dando, in compenso, un mucchio di soldi ad un istituto di nuovo conio (l'IIT), non soggetto al MIUR, ma direttamente al Ministero dell'economia e mai valutato dal CIVR, né da nessun'altra agenzia di valutazione esterna, da allora fino ai nostri giorni.
Ricordo quanto a lungo è stata discussa questa legge delega in Parlamento. Fu presentata a dicembre del 2006. Io e molti altri, allora attivi nella ricerca, guardavamo con grande interesse per questa ragione specifica, tanto che ci fu una lunga battaglia per introdurre il comma 2, lettera a) che diceva che erano possibili anche lo scorporo parziale e le attribuzioni di personalità giuridica di enti o di loro strutture attive nel settore della fisica della materia. C'era questa speranza specifica e, in generale, la speranza di una nuova era di autonomia, valutazione e responsabilità.
Quindi, era un cammino lungo e faticoso ottenere una delega dal Parlamento, ma valeva la pena perché la posta era alta. Dunque, l'opposizione di allora partecipò e pretese, facendo fuoco e fiamme, affinché ci fosse un parere obbligatorio della Commissione competente (la VII Commissione) sugli statuti e su altre cose sulle quali parlava anche la collega Ghizzoni. Poi ci fu anche la crisi e quindi questa delega non fu utilizzata dal Governo di allora ed è passata al nuovo Governo.
Verso febbraio, sotto la spinta dei miei ex colleghi mi domandavo, visto che stava per scadere la delega, se questa sarebbe stata esercitata o sarebbe scaduta. Molti escludevano questa seconda ipotesi perché si trattava di un tema troppo importante. Prolungare la delega con un nuovo Governo e nuovo Parlamento certamente avrebbe comportato una lunga discussione, oppure sarebbe significato aver rinunciato.
Viceversa, come spiegava la collega Ghizzoni, di soppiatto, con un emendamento in Aula che era stato bocciato in Commissione al Senato - e per giunta non nella Commissione competente, la VII, dove non è mai passato, al Senato - è stata introdotta niente di meno che la prolunga di una legge delega che consente al Governo di riordinare tutti gli enti di ricerca. Come somma beffa quella clausola - che proprio l'opposizione allora aveva chiesto - e cioè che vi fosse un parere delle Commissioni competenti - è stata tolta. In pratica, non si è solo rinnovata la delega, ma come diceva la collega Ghizzoni, del rinnovarla è stato stravolto - in varie altre parti, ma anche in questa - lo spirito originario. Pag. 77
Quindi, questo emendamento non fa che restaurare il testo originario che diceva, a proposito degli statuti degli enti che verranno riordinati, che il Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca esercita il controllo di cui alla precedente lettera sentite le Commissioni parlamentari competenti, le quali si esprimono entro 30 giorni dalla data di richiesta del relativo parere. Ora, è davvero singolare che questa prerogativa parlamentare che l'opposizione di allora - oggi maggioranza - chiedeva, debba scomparire, in modo che il Ministro abbia carta bianca su una materia sulla quale, invece, il controllo parlamentare sembrerebbe opportuno, chiunque sia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ghizzoni 27.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Aracu onorevole Calderisi... onorevole Calgaro... onorevole Pollastrini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 421
Votanti 418
Astenuti 3
Maggioranza 210
Hanno votato
194
Hanno votato
no 224).

Prendo atto che i deputati Verini e De Pasquale hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputato Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fioroni 27.5. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ghizzoni. Ne ha facoltà.

MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, anche il nuovo testo della lettera c) modifica profondamente un principio e un criterio direttivo della legge delega n. 165 del 2007 tanto da snaturarla.
La lettera c) prevede, infatti, che la formulazione e la deliberazione degli statuti degli enti di ricerca, in sede di prima attuazione, sia affidata agli attuali consigli di amministrazione, cioè ad organi di nomina governativa, integrati da cinque esperti.
Ricordo ai colleghi che, nel testo originario della legge delega, la prima stesura degli statuti è affidata invece ai consigli scientifici, cioè a quegli organi che rappresentano la comunità scientifica dei singoli enti, integrata da cinque esperti. Ai consigli scientifici, la nuova previsione lascia soltanto un compito residuale, ovvero quello di esprimere un parere. La scelta contenuta nella nuova norma suggerita dall'esecutivo - dal momento che era già contenuta nel disegno di legge Gelmini del 1o agosto - è inequivocabile. A dispetto della libertà di ricerca e dell'autonomia statutaria di profilo costituzionale, e senza tener conto delle buone prassi europee, ai ricercatori degli enti pubblici vigilati dal MIUR non è di fatto concessa alcuna fiducia. Alla loro libertà di giudizio nel definire la governance più efficace per il conseguimento degli obiettivi di ricerca dei propri enti si è preferita la fedeltà dei gruppi dirigenti di nomina governativa. Si tratta di un passo indietro politico e culturale, rispetto alla scelta assunta durante l'iter di approvazione della legge n. 165 del 2007, largamente condivisa - almeno allora - per consentire agli enti di ricerca vigilati dal MIUR maggiore autonomia dalla politica, dimensione europea e internazionale, protagonismo della comunità scientifica. È un passo indietro politico e culturale di cui siete unici responsabili.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fioroni 27.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo. Pag. 78
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Commercio... onorevole Causi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 409
Votanti 406
Astenuti 3
Maggioranza 204
Hanno votato
190
Hanno votato
no 216).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fioroni 27.6, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sbai... onorevole Contento... onorevole Cristaldi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 408
Votanti 405
Astenuti 3
Maggioranza 203
Hanno votato
188
Hanno votato
no 217).

Prendo atto che la deputata Giammanco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tocci 27.7, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Luciano Rossi... onorevole Consolo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 408
Votanti 404
Astenuti 4
Maggioranza 203
Hanno votato
189
Hanno votato
no 215).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fioroni 27.8, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Commercio... onorevole Barani... onorevole Razzi... onorevole Consolo... onorevole Codurelli...
Gli onorevoli Codurelli, Consolo e Razzi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 411
Votanti 408
Astenuti 3
Maggioranza 205
Hanno votato
189
Hanno votato
no 219).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare e che la deputata Samperi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fioroni 27.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ghizzoni. Ne ha facoltà.

Pag. 79

MANUELA GHIZZONI. Signor Presidente, con i commi secondo e terzo di questo articolo si cambia concretamente scenario rispetto alle modifiche apportate alla legge di riforma degli enti di ricerca. I due commi in parola riguardano, infatti, tutt'altra disciplina e, in particolare, quella cosiddetta «tagliaenti» entrata in vigore con l'articolo 26 del noto, ancorché di pessima fama, decreto-legge n. 112 del luglio 2008. È bene ricordare all'Assemblea che la norma «tagliaenti» di luglio espressamente esplicita, senza alcuna condizione, l'esclusione degli enti di ricerca dalla soppressione.
La nuova norma, invece, prevede che solo gli enti di ricerca che al 31 dicembre 2009 abbiano adottato i decreti legislativi attuativi della delega prevista dalla più volta citata legge n. 165 del 2007 siano esonerati dalla disciplina del «tagliaenti». Insomma, gli enti di ricerca rientrano nella disciplina «tagliaenti» senza che alla disciplina medesima siano state apportate modifiche testuali precise. Il motivo è chiaro: scrivere una norma non esplicita, fumosa, sperando così di celare per un po' le conseguenze politiche di quella scelta.
È del tutto evidente che sotto il profilo della tecnica normativa questa disposizione sia assolutamente deficitaria, lo ha rilevato anche il Comitato per la legislazione che nel suo parere non ha mancato di sottolineare come sarebbe stato certamente più opportuno modificare l'articolo 26 del decreto-legge n. 112 del 2008, invece che predisporre un'incerta nuova norma. Ma al di là del rilievo che si può muovere sotto il profilo della tecnica normativa, a noi pare più grave il contenuto politico della scelta compiuta che porta a sottoporre anche gli enti di ricerca all'eventuale soppressione. Il Governo e la maggioranza dovrebbero avere l'onestà intellettuale di ammettere apertamente che la ricerca scientifica pubblica non è un ambito da salvaguardare, non è una priorità nella quale investire, bensì è uno dei tanti ambiti della spesa pubblica su cui intervenire per conseguire risparmi.
Un'ultima annotazione. Con il comma 3 si estende la disciplina «tagliaenti» ad alcuni istituti nel caso in cui essi non provvedano entro il 31 dicembre 2009 ad adottare regolamenti di riordino. Tra questi enti vi è anche l'ANVUR, l'agenzia di valutazione del sistema universitario e della ricerca che, per scelta di questo Governo, è ancora ai blocchi di partenza, non è assolutamente operativa e già il Governo ne prefigura la possibile soppressione. Per il Governo e la maggioranza, pertanto, la valutazione, sì è spesso invocata, ma non è che uno spot, uno slogan, come dimostra la ghigliottina del «tagliaenti».

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fioroni 27.9, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

De Luca, Giammanco hanno votato? Onorevole Lunardi, onorevole Delfino.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 411
Votanti 408
Astenuti 3
Maggioranza 205
Hanno votato
188
Hanno votato
no 220).

Prendo atto che il deputato Sardelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Ricordo che l'emendamento Gibiino 27.11 è stato ritirato.
Passiamo dunque alla votazione dell'articolo 27.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bachelet. Ne ha facoltà.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Signor Presidente, intervengo solo per dire che il gruppo del Partito Democratico Pag. 80voterà contro questo articolo perché rappresenta un'importantissima svolta nella politica della ricerca che è stata messa in un provvedimento omnibus, tanto che la Commissione referente non era la VII Commissione. Con questo metodo si fanno passare in uno stesso provvedimento molte cose disparate, ma soprattutto si cambia la politica della ricerca senza che il Parlamento e le Commissioni competenti abbiano modo di dire alcunché. Quindi noi siamo contro e voteremo contro.

PRESIDENTE. Chiedo scusa ma, dato che gli emendamenti Zaccaria 27.10 e Gibiino 27.11 sono identici ed essendo stato ritirato solo l'emendamento Gibiino 27.11, ho ritenuto erroneamente che fosse stato ritirato anche l'emendamento Zaccaria 27.10.
Per questo motivo dobbiamo fare un passo indietro e porre in votazione, se nessuno intende intervenire, l'emendamento Zaccaria 27.10, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 27.10, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Palmieri, onorevole Osvaldo Napoli, onorevole Delfino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 412
Votanti 408
Astenuti 4
Maggioranza 205
Hanno votato
188
Hanno votato
no 220).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo 27. Ringrazio l'onorevole Bachelet che si rifà alla dichiarazione di voto già svolta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, sull'articolo 27 esprimiamo un giudizio negativo perciò preannuncio che voteremo contro.
Da molto tempo si parla di enti di ricerca, di dare loro una sistematica e dobbiamo registrare - qui parliamo ovviamente di una modifica della delega - che molti degli obiettivi che ci eravamo prefigurati non sono stati raggiunti. Ritengo che il voto contrario su questo articolo sia dettato proprio dalla constatazione del fatto che qui si sta parlando di deroghe rispetto all'organizzazione, ai regolamenti, agli istituti degli enti di ricerca senza ben comprendere che c'è bisogno di una normalizzazione degli stessi e quando parliamo di politica di sviluppo di carattere economico non c'è dubbio che gli enti di ricerca dovrebbero essere un momento di coronamento e di supporto rispetto agli obiettivi che ci prefiguriamo. Ad esempio, faccio riferimento all'ASI: quando parliamo di politica spaziale sappiamo che in questo c'è un limite, sappiamo quanto costa l'ASI, quanto costano le missioni, ma non abbiamo contezza della ricaduta dei risultati dell'ASI che certamente dovrebbe fornire elementi per tutte le politiche del territorio e dell'ambiente altrimenti mandiamo i satelliti senza sapere poi cosa succede, chi utilizza gli elementi, i risultati delle missioni stesse, ma non abbiamo nemmeno contezza per quanto riguarda l'ENEA, l'INFN, il CNR.
Poi bisogna ben comprendere cosa fa il MIUR che è un Ministero onnicomprensivo. Il controllo del MIUR rispetto agli enti di ricerca è un controllo semplicemente burocratico, mentre noi avremmo bisogno di politiche, nel passato, infatti, c'è stato anche il Ministero della ricerca scientifica.
Riprendendo il discorso di prima, per quanto riguarda l'ASI, ci sarebbe bisogno di un coordinamento da parte della Presidenza del Consiglio, come ritengo che occorrerebbe che la Presidenza del Consiglio Pag. 81coordinasse tutta la politica della ricerca all'intero del nostro Paese perché gli enti di ricerca non sono semplicemente un segmento, ma è necessario collegarli al mondo accademico delle università. Ritengo che questa sia una sfida rispetto alla quale certamente anche l'articolo 27 pone vistosamente dei limiti quando poi fa riferimento all'ANVUR, all'ANSAS, all'Invalsi. Si tratta dunque di un problema tecnico, burocratico, di pura gestione, di puri regolamenti, di consigli di amministrazione, senza capire che tutto questo doveva comprendere, invece, una politica e una strategia che non appaiono. Senza dubbio anche questo provvedimento, che fa riferimento allo sviluppo economico, e quindi all'economia, non pone gli enti di ricerca in un'utile sistemazione, gli enti stessi avrebbero dovuto avere una possibilità diversa rispetto a quella che invece dobbiamo registrare e che dobbiamo verificare giorno per giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 405
Votanti 404
Astenuti 1
Maggioranza 203
Hanno votato
226
Hanno votato
no 178).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare, che i deputati Verini e Mazzarella hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che la deputata Castiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 28 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Razzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 412
Votanti 226
Astenuti 186
Maggioranza 114
Hanno votato
226).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 29 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Napoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 415
Votanti 414
Astenuti 1
Maggioranza 208
Hanno votato
414).

Pag. 82

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 30 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Borghesi 30.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è contrario.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Borghesi 30.1.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

RENATO CAMBURSANO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, il comma 2 di questo articolo dispone che nei sei mesi dalla data di entrata in vigore del provvedimento in esame le autorità amministrative che svolgono attività nelle materie previste e contemplate dal codice dei contratti pubblici relativi ai lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo n. 163 del 2006 e dalle leggi n. 481 del 1995 e n. 249 del 1997, nell'autonomia garantita dai rispettivi ordinamenti, nonché per i servizi pubblici e di pubblica utilità non regolati dalle medesime autorità, esclusi, però, così prevede, i servizi pubblici locali, il Ministro per lo sviluppo economico, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, emanano un decreto che individui uno schema-tipo di procedura conciliativa che entro novanta giorni deve essere recepita nelle singole carte dei servizi.
Data la bontà della norma in esame, attraverso il presente emendamento pare a noi opportuno reintrodurre la medesima previsione anche per i servizi pubblici locali che, invece, ne sarebbero esclusi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 30.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Razzi... onorevole Misiani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 406
Votanti 403
Astenuti 3
Maggioranza 202
Hanno votato
180
Hanno votato
no 223).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo 30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzillotta. Ne ha facoltà.

LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, su questo articolo noi ci asterremo, in quanto ovviamente nessuno può essere contrario al principio di un rafforzamento della tutela degli utenti di servizi pubblici. Tuttavia, vorrei far notare che questa norma rischia di aumentare il caos normativo. Pag. 83Noi, infatti, abbiamo approvato poche settimane fa, nel disegno di legge proposto dal Ministro Brunetta, la cosiddetta class action per i servizi pubblici erogati dalle pubbliche amministrazioni.
Ora, non è chiaro quale rapporto vi sia tra questa tutela non giurisdizionale e la tutela para-giurisdizionale, che viene introdotta da quelle disposizioni; se una sia propedeutica all'altra, se i termini dell'una sospendano i termini dell'altra. Inoltre, sarebbe interessante capire a chi si applica questa norma: vengono infatti esonerati dall'applicazione di questa tutela non giurisdizionale tutti i servizi regolati da Autorità, quindi quelli principali, dal gas all'energia, alle telecomunicazioni e a una parte dei trasporti, e tutti i servizi pubblici locali che sono quelli a più diretto contatto coi cittadini. Il rischio è che questa norma sia in parte inapplicabile, e in parte inefficace.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Concia? Onorevole Razzi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 407
Votanti 245
Astenuti 162
Maggioranza 123
Hanno votato
224
Hanno votato
no 21).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 31 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 396
Votanti 223
Astenuti 173
Maggioranza 112
Hanno votato
222
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 32 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pollastrini? Onorevole Ravetto?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 408
Votanti 406
Astenuti 2
Maggioranza 204
Hanno votato
406). Pag. 84

(Esame dell'articolo 33 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 406
Votanti 405
Astenuti 1
Maggioranza 203
Hanno votato
405).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 34 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pollastrini? Onorevole Ravetto? Onorevole Castellani?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 406
Votanti 405
Astenuti 1
Maggioranza 203
Hanno votato
405).

(Esame dell'articolo 35 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 35 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere favorevole sull'unico emendamento Girlanda 35.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 35.1 Girlanda, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ravetto?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 401
Votanti 400
Astenuti 1
Maggioranza 201
Hanno votato
400).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi? Ha votato. Onorevole Castellani? Onorevole Romele? Ha votato. Hanno votato tutti? Pag. 85
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 402
Votanti 401
Astenuti 1
Maggioranza 201
Hanno votato
401).

(Esame dell'articolo 36 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 36 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 36.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Moffa ha votato. L'onorevole Castellani ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 406
Votanti 405
Astenuti 1
Maggioranza 203
Hanno votato
405).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 37 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 37 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C).
Essendo stato ritirato l'emendamento Gibiino 37.2 e nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni sull'emendamento Zaccaria 37.1.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Zaccaria 37.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è contrario.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ROBERTO ZACCARIA. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, intervengo molto rapidamente. Questa è l'unica condizione contenuta nel parere del Comitato per la legislazione. Vi è una regola fondamentale: quando una materia è stata regolata con un regolamento di delegificazione, è il Governo stesso che deve intervenire sul regolamento che ha fatto. Non si può modificare con una legge un regolamento delegificato, perché dal punto di vista del sistema delle fonti è un'assoluta assurdità. Non riesco neanche a capire la motivazione del mancato accoglimento di una condizione di questo tipo, sulla quale dovremmo essere tutti d'accordo. Se verrà accolta, noi voteremo a favore dell'articolo, se non verrà accolta, siccome è un errore di grammatica per un legislatore, noi dovremo astenerci. Quindi, la mia richiesta è che il relatore ci ripensi, visto che il Comitato è composto da parlamentari di centrosinistra e di centrodestra.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 37.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo. Pag. 86
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mura? Onorevole Concia, ha votato? Onorevole Calderisi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 403
Votanti 399
Astenuti 4
Maggioranza 200
Hanno votato
180
Hanno votato
no 219).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Hanno votato tutti? Onorevole Razzi? Onorevole Lunardi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 401
Votanti 222
Astenuti 179
Maggioranza 112
Hanno votato
222).

(Esame dell'articolo 38 - A.C. 1441-bis-C)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 38 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-C).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Codurelli. Ne ha facoltà.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo sull'articolo 38, ma intervenendo non posso non ricordare come è nato il provvedimento in esame, animato dalla politica del fare, che avrebbe dovuto dare una spinta rigorosa verso una vera competitività: alla faccia, mi dico oggi! Si può dire che è nato con la crisi, e non sa più che strada prendere.
Credo sia chiaro a tutti, dalla discussione in atto, dagli interventi che spaziano da un argomento all'altro, che, se un provvedimento è incomprensibile a noi, che dobbiamo votarlo, figuriamoci a chi lo dovrà applicare e a chi dovrebbe poi usufruirne. Alla faccia della semplificazione! Il Ministro ha già terminato il suo lavoro, mi chiedo? E per caso oggi questa è una sua direttiva?
Già in Commissione ho denunciato, ma anche ora lo voglio fare, quanto avvenuto e ciò nonostante la recente presa di posizione del Presidente della Repubblica, che invitava a non abusare, stravolgendo i provvedimenti in corso di esame, in particolare sulla decretazione. È un appello, visto questo risultato, completamente ignorato, signor Presidente.
Inoltre, per quanto ci riguarda, il provvedimento ci è arrivato quando il tempo per gli emendamenti era scaduto, senza il tempo adeguato per una seria valutazione e senza il materiale a disposizione.
Vi sono 32 articoli nuovi e ben 26 risultano modificati; l'articolo 38 è proprio uno di questi, che sostituisce interamente l'articolo 9 della legge dell'8 marzo 2000, n. 53: una legge importante per i congedi parentali e per la conciliazione, ma che trova ancora oggi una difficile applicazione a causa di una cultura poco attenta alle pari opportunità sui luoghi di lavoro e non solo. Per questo esprimo profonda perplessità sull'articolo in esame, poiché non è così che si superano tali difficoltà.
Come Partito Democratico lo abbiamo affermato in tutte le occasioni: investire sulla partecipazione della donna al mercato del lavoro, soprattutto in tempo di crisi, diventa un modo per uscirne più forti e per tornare a far crescere il nostro Paese; perché tutti dicono, tutti i dati confermano, che quando lavorano più donne cresce la ricchezza del Paese. Credo che più lavoro femminile porta un futuro più sereno alle famiglie, per le giovani coppie, e significa più nascite. Allora perché questo inserimento? Non ne capiamo assolutamente la ratio! Pag. 87
Conosciamo tutti la drammatica situazione italiana, per quanto riguarda i dati sull'occupazione femminile rispetto all'Europa. Per non parlare dei servizi a sostegno della maternità: mi riferisco agli asili nido, che possiamo coprire solo per il 13 per cento (dato incrementato - devo dire - di tre punti grazie all'intervento del Governo Prodi), e alle discriminazioni salariali in atto, ancora troppo numerose. Per questo sempre più donne si trovano a dover scegliere fra lavoro e maternità! Di questo si dovrebbe discutere in Parlamento.
E invece i provvedimenti del Governo Berlusconi hanno ridotto le risorse comuni, facendo diminuire i servizi: hanno ridotto il tempo pieno nella scuola, non hanno previsto nulla per l'imprenditoria femminile, hanno fatto crescere la disparità salariale, hanno cancellato la legge sulle dimissioni in bianco. Niente per la tutela dei posti di lavoro delle precarie. Ricordo allora che durante la discussione in Commissione della legge comunitaria, abbiamo avanzato delle proposte emendative, approvate proprio in quest'ottica.
Di queste nostre proposte non vi è assolutamente traccia nell'articolo 38, mentre intravediamo delle difficoltà: più flessibilità, che definiamo pericolosa, che non va nell'ottica della conciliazione; la previsione del part-time reversibile, ma non ne capiamo proprio il senso, perché oggi se ne chiede di più, non di meno; poi l'orario flessibile in entrata ed in uscita sui turni e su sedi diverse.
Ci domandiamo: si vuole forse qualcos'altro rispetto all'articolo 9 della legge n. 53 del 2000? Non si dice nulla - ed è grave - sulla quota annuale di finanziamento da mettere a disposizione al fine di erogare contributi, di cui almeno il 50 per cento è destinato alle imprese fino a cinquanta dipendenti - anche questo è stato cancellato -, in favore appunto di aziende che applicano accordi contrattuali che prevedono azioni positive per la flessibilità: non ve ne è più traccia. Aggiungo - e sottolineo - che nel nuovo articolo si riporta quanto previsto dall'articolo 19 del decreto-legge n. 223 del 4 luglio del 2006, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 248 del 4 agosto del 2006, ma non si fa riferimento a nessuna cifra in merito rispetto ai finanziamenti.
Stante la situazione, chiediamo con forza su questo punto - come lo abbiamo chiesto anche in Commissione - un chiarimento da parte del Governo, perché ne va della credibilità dell'impianto della legge n. 53 del 2000, una buona legge che deve essere finanziata e aiutata non con proclami ma con provvedimenti coerenti a partire dai finanziamenti certi lasciati dal Governo Prodi, ma che voi oggi non avete minimamente rifinanziato.
Senza quanto dicevo prima, senza i finanziamenti e senza una politica vera in questo senso - e concludo - non si fa una politica per la conciliazione, ma solo - e di questo veramente siamo convinti, se non giunge una risposta in altro senso - un manifesto elettorale contro le donne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Alla Presidenza risultano ancora altre richieste di intervento sul complesso degli emendamenti, ma secondo le intese intercorse tra i gruppi il seguito dell'esame del provvedimento è rinviato alla seduta di domani, con inizio alle ore 9,30.

Proposta di trasferimento a Commissione in sede legislativa di proposte di legge (ore 19,58).

PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani l'assegnazione, in sede legislativa, delle seguenti proposte di legge, delle quali la sottoindicata Commissione permanente, cui erano state assegnate in sede referente, ha chiesto, con le prescritte condizioni, il trasferimento alla sede legislativa, che propongo alla Camera a norma del comma 6 dell'articolo 92 del Regolamento:
alla XII Commissione (Affari sociali):
MUSSOLINI ed altri: «Modifica della denominazione e delle competenze della Commissione parlamentare per l'infanzia di cui all'articolo 1 della legge 23 dicembre 1997, n. 451» (1800); Pag. 88
CAPITANIO SANTOLINI: «Modifica della denominazione e delle competenze della Commissione parlamentare per l'infanzia, di cui all'articolo 1 della legge 23 dicembre 1997, n. 451» (1914).

(La Commissione ha elaborato un testo unificato).

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'infanzia.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'infanzia l'onorevole Carla Castellani, in sostituzione dell'onorevole Barbara Saltamartini, dimissionaria.

Sull'ordine dei lavori (ore 20).

TERESIO DELFINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, intervengo solo per portare a conoscenza sua e della Presidenza questa mia sollecitazione, con preghiera di inoltrarla alla Presidenza del Consiglio - Dipartimento della Protezione civile. Siamo davanti ad un'emergenza meteorologica di gravissima intensità che ha colpito nuovamente la provincia di Cuneo (dopo quella del maggio scorso e quella del novembre-dicembre scorso).
Adesso vi è l'assoluta necessità di vedere prorogata un'ordinanza della Presidenza del Consiglio che riconosca questa eccezionale gravità. Abbiamo avuto una convocazione ed un incontro presso la presidenza dell'amministrazione provinciale che ha documentato la drammaticità della situazione, causata dalle piogge torrenziali che hanno portato allo straripamento dei fiumi e dei torrenti, ad allagamenti di imprese e di abitazioni, a frane, a strade interrotte, a difficoltà con degli sfollati e a scuole chiuse.
Non è possibile che a fronte di piogge straordinarie la provincia - ma vorrei dire tutto il Piemonte - si trovi, in ogni occasione, davanti a questa situazione drammatica.
Noi avevamo chiesto già negli anni scorsi, già nel maggio 2008, la possibilità di prevedere, per la regione Piemonte e la provincia di Cuneo, misure al fine di intervenire sulla pulizia dei fiumi e sugli argini dei torrenti. Tutto questo non è stato fatto ed ora, signor Presidente, ci troviamo davanti a un danno regionale di oltre 500 milioni di euro, a danni alla provincia di Cuneo, e, sicuramente, di altre aree del Piemonte (Asti e Alessandra). Questi movimenti franosi per la provincia di Cuneo comportano danni per oltre 150-200 milioni di euro. La provincia è in ginocchio. Non possiamo - concludo, signor Presidente - assistere alla sola venuta del Governo negli incontri che si svolgono sul territorio. Il 4 di maggio il Governo sarà nella provincia di Cuneo; io faccio l'appello che per quella data il Governo abbia emanato l'ordinanza, già sollecitata, di riconoscimento da parte della Presidenza del Consiglio di questa straordinaria calamità, e che si presenti con una soluzione in termini di risorse e di fondi, perché altrimenti non saremo più in grado di riaprire le strade. La provincia ha denunciato praticamente di essere in uno stato di dissesto, in uno stato fallimentare. Dobbiamo assolutamente intervenire.
Presidente, la ringrazio per l'attenzione e soprattutto per la trasmissione di questa denuncia e di questa sollecitazione al Governo.

PRESIDENTE. Onorevole Delfino, sarà fatto.

MARIO LOVELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, anch'io voglio richiamare l'attenzione dell'Assemblea su quanto sta succedendo nella regione Piemonte in queste ore, nel corso di questa giornata, che ha portato la presidente della regione a chiedere lo stato d'emergenza per tutto il territorio regionale. Nella lettera che la presidente Bresso ha inviato proprio oggi al Presidente del Pag. 89Consiglio e al capo della Protezione civile si rileva che la concomitanza tra le abbondanti piogge, che hanno interessato un territorio già coinvolto dalle copiose precipitazioni nevose e piovose degli ultimi mesi, e l'aumento dei deflussi dei corsi d'acqua, provocato da terreni già saturi, sta provocando diffuse esondazioni specialmente sui piccoli corsi collinari e di pianura che incrementano la piena del Tanaro e altre parti della regione. Infatti le province colpite, oltre a quella di Cuneo cui ha fatto cenno prima il collega Delfino, sono la provincia di Asti, la provincia di Biella, anche il Verbano, e in particolare la provincia di Alessandria.
Voglio segnalare il fatto che la situazione nella città di Alessandria è particolarmente seria e preoccupante. Oggi il sindaco di Alessandria ha dovuto emettere una ordinanza per l'evacuazione di alcuni quartieri della città, quelli che sono a ridosso del fiume Tanaro, vicino al ponte della cittadella. Praticamente si tratta di un'evacuazione che ha interessato seimila persone circa e che è stata portata avanti con estrema attenzione da parte delle autorità locali, della prefettura, della Protezione civile, e che per fortuna, dalle notizie che stiamo avendo proprio in questi minuti, sembra che adesso la situazione sia più tranquillizzante. Ma ciò non toglie che quanto è avvenuto ha riproposto un problema serio che riguarda il corso del Tanaro, la sicurezza del Tanaro, la sicurezza delle aree circostanti e in particolare della città di Alessandria, e ha riproposto poi il problema di un'agricoltura che esce in ginocchio da questi eventi meteorologici. Dalle associazioni agricole è stata fatta già una prima ricognizione dei danni che sembrano essere già molto rilevanti, che riguardano le aree agricole dell'alta Langa, dell'Astigiano, del Monregalese, della Valle Varaita, le risaie del Vercellese e del Novarese, per arrivare fino all'Alessandrino dove sono state colpite soprattutto le coltivazioni di pomodoro.
Quindi, vi è una situazione complessiva di emergenza; pertanto, è importante che quanto richiesto dalla regione venga immediatamente accolto dal Governo. Dunque, noi oggi chiediamo - lo chiediamo come deputati piemontesi del Partito Democratico e pensiamo di avere con noi tutti gli altri parlamentari della regione - che il Governo dia immediatamente seguito alla richiesta presentata dalla presidenza della regione Piemonte.
Inoltre, chiediamo che il Governo venga immediatamente a riferire in VIII Commissione ambiente e lavori pubblici.
Quindi, signor Presidente, se mi presta un attimo di attenzione, ho chiesto che il Governo dia seguito immediatamente alle richieste della regione Piemonte per la dichiarazione dello stato di emergenza e chiediamo che il Governo venga a riferire immediatamente, nel più breve tempo possibile, in VIII Commissione lavori pubblici e ambiente, per fare il punto in quella sede della situazione che si è determinata in regione e degli interventi che il Governo deve assumere per fronteggiare la situazione di emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, oggi arrivando da Torino ero in compagnia di un consigliere regionale della Val d'Aosta, il quale mi diceva che sopra i 600-700 metri sul livello del mare nevicava. Nella disgrazia generale che è stata descritta dal collega Delfino e dal collega Lovelli su quanto sta avvenendo in Piemonte, devo dire che quanto avvenuto in Val d'Aosta per fortuna ha provocato danni, ma per il momento non così disastrosi come è avvenuto nove anni fa, esattamente nell'alluvione del 2000, quando lo zero termico si era alzato fino ai 3.500 metri sul livello del mare: la trasformazione dell'acqua in neve ha fatto sì che non venissero eccessive ondate di acqua dai torrenti provenienti dalle Val d'Aosta.
Dunque, mi chiedo, signor Presidente: è mai possibile che, al di là della fede che ognuno di noi può avere, ci dobbiamo Pag. 90rivolgere al buon Dio, al Padreterno, per sperare e pregare affinché non faccia più piovere, ma trasformi la pioggia in neve, onde evitare che il nostro Paese, una volta in Piemonte, un'altra volta in un'altra regione, sia sott'acqua?
Ormai da anni in questo Parlamento assisto ad un ripetersi, mi verrebbe da dire quasi inutile, compreso quello che sto dicendo in questo momento, di richieste affinché si facciano interventi organici, si provveda a mettere in sicurezza i nostri corsi d'acqua, piccoli o grandi che siano. Quello a cui assistiamo in queste ore in Piemonte probabilmente è la causa in qualche modo indiretta non tanto degli eventi della natura, ma dell'incuria dell'uomo e soprattutto dell'incuria di chi ha il dovere principale di provvedere e mi riferisco alle istituzioni locali, ma, data la loro ormai costante incapacità finanziaria di provvedere in proprio, soprattutto al Governo centrale perché la competenza non può che essere la sua.
Quindi, si avverte la necessità che davvero immediatamente intervenga il Governo. La prego, signor Presidente, di farsi immediatamente interprete di queste nostre sollecitazioni nei confronti della Presidenza della Camera e del Governo, affinché venga riconosciuta alla regione Piemonte tutta ed in particolare alle tre province (Cuneo, Asti ed Alessandria) lo stato di emergenza; chiediamo che domattina si venga a riferire in Aula o in Commissione (non abbiamo di questi limiti interpretativi), affinché ci si dica esattamente cosa si sta facendo. La prego davvero perché è questione di rimettere in sicurezza popolazioni che sono state allontanate dalle loro case.

MARIA TERESA ARMOSINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA ARMOSINO. Signor Presidente, colleghi, intervengo in quest'Aula come parlamentare e come presidente della provincia di Asti, quindi come soggetto che ha necessariamente vissuto gli eventi che hanno interessato il Piemonte nella giornata di ieri e questa notte.
Gli eventi dimostrano che il Piemonte, gravemente colpito dall'alluvione del 1994, ha saputo realizzare interventi di messa in sicurezza dei suoi fiumi, tant'è che, laddove le difese sono state costruite, per fortuna gli argini hanno tenuto. Questo, però, non toglie che sia crollato tutto il sistema collaterale e che, quindi, come correttamente è stato detto, tutti gli affluenti e i rii minori siano collassati e ovunque vi sia stata esondazione.
Non avendo testato, dopo l'alluvione del 2004 di grandissima portata e quella del 2002 di portata inferiore, avevamo la paura che le opere strutturali, non ancora messe alla prova, non reggessero: ebbene, hanno retto, ma molte altre opere strutturali ancora devono essere realizzate. L'attività di monitoraggio sui corsi d'acqua in Piemonte, e segnatamente nelle province di Cuneo, Asti e Alessandria (le elenco nell'ordine da cui l'acqua proviene e dove è andata a defluire) non gode ancora di sistemi di monitoraggio, tranne le aste principali. Questo significa che da noi il monitoraggio è affidato alle persone che passano le ore, i giorni e le notti a vedere come si evolve la situazione e che hanno passato giorni e notti a riempire sacchi di sabbia per contenere, laddove vi erano situazioni che potevano destare pericolo all'incolumità delle persone.
La situazione è stata gestita con grande senso di responsabilità, senza clamori e senza strepiti. Il Piemonte è per sua natura - e lo è in particolare quella parte di Piemonte e per intero la provincia di Asti - un territorio collinare e vitato. Nella sola provincia di Asti, le strade provinciali, assolutamente impraticabili e per le quali non basta la rimozione dei detriti, sono 29, a cui vanno aggiunte le ulteriori frane che sono più di 80.
La denuncia al Governo è di due tipi. La prima è la seguente: quello di cui il Piemonte ha bisogno in questo momento - il danno verrà indicato e risarcito in seguito - è quanto serve a ricreare la viabilità delle province colpite dal maltempo. Pag. 91La dignità sabauda che impone di non strillare non può essere mortificata, perché anche i sabaudi sanno fare la rivoluzione, marciando su Roma (Applausi del deputato Cambursano). In Piemonte non è ancora arrivata una lira di quanto gli spettava per gli eventi calamitosi di dicembre dello scorso anno e di gennaio dell'anno in corso. Questo è molto grave, perché sui terreni collinari - per di più vitati - quando nevica e continua a piovere non accade che una cosa: lo smottamento e il trascinamento a valle.
Signor Presidente, come ho già avuto modo di dichiarare anche in altre sedi con lo stesso accoramento con cui lo dico in quest'Aula, non siamo capaci di avanzare richieste di danni gonfiate: noi pretendiamo di avere subito quanto serve per il ripristino della viabilità.
Non ci stiamo più ad essere la regione che a seguito delle calamità di dicembre e gennaio, per i primi interventi sulla viabilità, ha chiesto 144 milioni di euro, mentre altre regioni hanno chiesto un miliardo e mezzo e altre ancora 500 milioni. Si dia, per le calamità, quello che serve a ripristinare, in primo luogo, la possibilità di circolazione degli uomini, dei veicoli e dei mezzi. Poi, o diventeranno meno furbi gli altri a chiedere risarcimenti dei danni o diventeremo altrettanto bravi noi ad avanzare pretese (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Sull'argomento saranno riportate debitamente, nelle sedi opportune, tutte le richieste effettuate dai colleghi.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 29 aprile 2009, alle 9,30:

(ore 9,30 e ore 16)

1. - Assegnazione a Commissione in sede legislativa delle proposte di legge nn. 1800 e 1914.

2. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (1441-bis-C).
- Relatori: Bernini Bovicelli, per la I Commissione; Corsaro, per la V Commissione.

3. - Discussione della proposta di legge:
BERNARDINI ed altri: Modifiche all'articolo 1 del decreto-legge 3 gennaio 2006, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 22, in materia di ammissione al voto domiciliare di elettori affetti da infermità che ne rendano impossibile l'allontanamento dall'abitazione (907-A).
e dell'abbinata proposta di legge: GALLETTI ed altri (1643).
- Relatore: Maurizio Turco.

4. - Seguito della discussione delle mozioni Franceschini ed altri n. 1-00148, Pezzotta ed altri n. 1-00153, Cicchitto, Cota, Lo Monte ed altri n. 1-00155 e Misiti ed altri n. 1-00158 concernenti iniziative per il contrasto della povertà e dell'emarginazione.

5. - Seguito della discussione delle mozioni Volontè ed altri n. 1-00152, Cicchitto, Cota, Lo Monte ed altri n. 1-00154, Maurizio Turco ed altri n. 1-00156 e Di Giuseppe ed altri n. 1-00159 concernenti iniziative in materia di parità scolastica.

6. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica Pag. 92della disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche (1415-A).

e delle abbinate proposte di legge JANNONE; CONTENTO; TENAGLIA ed altri; VIETTI e RAO; BERNARDINI ed altri (290-406-1510-1555-1977).
- Relatori: Bongiorno, per la maggioranza; Palomba e Ferranti, di minoranza.

(ore 15)

7. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PROPOSTE DI LEGGE DI CUI SI PROPONE L'ASSEGNAZIONE A COMMISSIONE IN SEDE LEGISLATIVA
alla XII Commissione (Affari sociali):
MUSSOLINI ed altri: «Modifica della denominazione e delle competenze della Commissione parlamentare per l'infanzia di cui all'articolo 1 della legge 23 dicembre 1997, n. 451» (1800).
CAPITANIO SANTOLINI: «Modifica della denominazione e delle competenze della Commissione parlamentare per l'infanzia, di cui all'articolo 1 della legge 23 dicembre 1997, n. 451» (1914).
(La Commissione ha elaborato un testo unificato).

La seduta termina alle 20,20.

Pag. 93

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA PROPOSTA DI LEGGE N. 907 ED ABBINATA

Pdl n. 907 e abb. - Ammissione elettori disabili al voto domiciliare
Tempo complessivo: 10 ore e 30 minuti, di cui:

  • discussione generale: 5 ore;
  • seguito dell'esame: 5 ore e 30 minuti.
Discussione generale Seguito esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 44 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 50 minuti (con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 3 ore e 26 minuti 3 ore e 35 minuti
Popolo della Libertà 42 minuti 1 ora e 5 minuti
Partito Democratico 39 minuti 56 minuti
Lega Nord Padania 33 minuti 30 minuti
Unione di Centro 31 minuti 26 minuti
Italia dei Valori 31 minuti 24 minuti
Misto: 30 minuti 14 minuti
Movimento per l'Autonomia 16 minuti 7 minuti
Liberal Democratici-MAIE 8 minuti 4 minuti
Minoranze linguistiche 6 minuti 3 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1441-bis-C - articolo 1 298 288 10 145 288 86 Appr.
2 Nom. articolo agg. 1.01 319 306 13 154 129 177 85 Resp.
3 Nom. articolo 2 334 196 138 99 196 85 Appr.
4 Nom. em. 3.1 382 374 8 188 166 208 83 Resp.
5 Nom. articolo 3 407 391 16 196 391 80 Appr.
6 Nom. em. 5.1 418 415 3 208 190 225 80 Resp.
7 Nom. em. 5.2 423 420 3 211 193 227 80 Resp.
8 Nom. em. 5.3 423 420 3 211 193 227 80 Resp.
9 Nom. em. 5.4 422 419 3 210 192 227 80 Resp.
10 Nom. em. 5.5 420 418 2 210 195 223 80 Resp.
11 Nom. articolo 5 417 398 19 200 397 1 80 Appr.
12 Nom. articolo 7 412 224 188 113 224 80 Appr.
13 Nom. em. 9.1 410 406 4 204 168 238 80 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 9.2 412 409 3 205 16 393 81 Resp.
15 Nom. articolo 9 410 239 171 120 223 16 80 Appr.
16 Nom. em. 11.1 426 229 197 115 5 224 80 Resp.
17 Nom. articolo 11 426 231 195 116 230 1 80 Appr.
18 Nom. em. 12.1, 12.2 419 416 3 209 200 216 77 Resp.
19 Nom. em. 12.3 424 420 4 211 197 223 76 Resp.
20 Nom. em. 12.4 400 395 5 198 186 209 76 Resp.
21 Nom. em. 12.5 422 421 1 211 198 223 76 Resp.
22 Nom. em. 12.6 rif. 432 431 1 216 213 218 76 Resp.
23 Nom. em. 12.7 402 401 1 201 170 231 76 Resp.
24 Nom. em. 12.8 257 254 3 128 15 239 74 Resp.
25 Nom. em. 12.9, 12.10 258 252 6 127 251 1 74 Appr.
26 Nom. articolo 12 253 249 4 125 229 20 72 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 4.1 418 415 3 208 193 222 71 Resp.
28 Nom. em. 4.2 424 422 2 212 198 224 71 Resp.
29 Nom. em. 4.3 427 424 3 213 200 224 71 Resp.
30 Nom. em. 4.4 426 423 3 212 201 222 71 Resp.
31 Nom. em. 4.101 427 425 2 213 422 3 71 Appr.
32 Nom. em. 4.5 429 428 1 215 205 223 71 Resp.
33 Nom. em. 4.6 433 430 3 216 200 230 71 Resp.
34 Nom. em. 4.7 435 432 3 217 199 233 71 Resp.
35 Nom. em. 4.8 433 430 3 216 199 231 71 Resp.
36 Nom. em. 4.9 441 438 3 220 204 234 70 Resp.
37 Nom. em. 4.10 437 433 4 217 204 229 70 Resp.
38 Nom. em. 4.11 438 237 201 119 7 230 70 Resp.
39 Nom. em. 4.100 443 237 206 119 236 1 70 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. articolo 4 439 414 25 208 231 183 70 Appr.
41 Nom. articolo 13 440 236 204 119 234 2 70 Appr.
42 Nom. articolo 15 443 399 44 200 399 70 Appr.
43 Nom. subem. 018.0100 445 443 2 222 443 70 Appr.
44 Nom. em. 18.1 446 439 7 220 205 234 70 Resp.
45 Nom. em. 18.2 443 440 3 221 204 236 70 Resp.
46 Nom. em. 18.3 441 438 3 220 208 230 70 Resp.
47 Nom. em. 18.4 432 429 3 215 201 228 70 Resp.
48 Nom. em. 18.5 427 425 2 213 201 224 70 Resp.
49 Nom. articolo 18 432 424 8 213 228 196 70 Appr.
50 Nom. em. 19.1, 19.2 431 410 21 206 183 227 70 Resp.
51 Nom. em. 19.3 434 430 4 216 203 227 70 Resp.
52 Nom. articolo 19 428 407 21 204 226 181 70 Appr.
INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 20.2 425 405 20 203 180 225 70 Resp.
54 Nom. articolo 20 426 385 41 193 382 3 70 Appr.
55 Nom. articolo 21 417 397 20 199 225 172 70 Appr.
56 Nom. articolo 22 413 227 186 114 227 70 Appr.
57 Nom. articolo 23 424 407 17 204 406 1 70 Appr.
58 Nom. em. 24.1 424 421 3 211 195 226 70 Resp.
59 Nom. em. 24.2 428 425 3 213 197 228 70 Resp.
60 Nom. articolo 24 420 417 3 209 225 192 70 Appr.
61 Nom. mantenimento articolo 25 424 418 6 210 225 193 70 Appr.
62 Nom. articolo 26 426 243 183 122 226 17 70 Appr.
63 Nom. em. 27.1 419 417 2 209 193 224 70 Resp.
64 Nom. em. 27.2 428 426 2 214 199 227 70 Resp.
65 Nom. em. 27.3 426 423 3 212 196 227 70 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 27.4 421 418 3 210 194 224 70 Resp.
67 Nom. em. 27.5 409 406 3 204 190 216 70 Resp.
68 Nom. em. 27.6 408 405 3 203 188 217 70 Resp.
69 Nom. em. 27.7 408 404 4 203 189 215 70 Resp.
70 Nom. em. 27.8 411 408 3 205 189 219 70 Resp.
71 Nom. em. 27.9 411 408 3 205 188 220 70 Resp.
72 Nom. em. 27.10 412 408 4 205 188 220 70 Resp.
73 Nom. articolo 27 405 404 1 203 226 178 70 Appr.
74 Nom. articolo 28 412 226 186 114 226 70 Appr.
75 Nom. articolo 29 415 414 1 208 414 70 Appr.
76 Nom. em. 30.1 406 403 3 202 180 223 70 Resp.
77 Nom. articolo 30 407 245 162 123 224 21 70 Appr.
78 Nom. articolo 31 396 223 173 112 222 1 70 Appr.
INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 86)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. articolo 32 408 406 2 204 406 70 Appr.
80 Nom. articolo 33 406 405 1 203 405 70 Appr.
81 Nom. articolo 34 406 405 1 203 405 70 Appr.
82 Nom. em. 35.1 401 400 1 201 400 70 Appr.
83 Nom. articolo 35 402 401 1 201 401 70 Appr.
84 Nom. articolo 36 406 405 1 203 405 70 Appr.
85 Nom. em. 37.1 403 399 4 200 180 219 70 Resp.
86 Nom. articolo 37 401 222 179 112 222 70 Appr.