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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 151 di martedì 24 marzo 2009

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 9,35.

MIMMO LUCÀ, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 19 marzo 2009.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Balocchi, Bindi, Bongiorno, Brugger, Buonfiglio, Cirielli, Donadi, Fallica, Gregorio Fontana, Gibelli, Lo Monte, Lusetti, Mazzocchi, Melchiorre, Menia, Migliavacca, Palumbo, Migliori, Molgora, Mura, Pescante, Scajola, Valducci e Vitali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1117 - Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione (approvato dal Senato) (A.C. 2105-A) e delle abbinate proposte di legge: Ria; d'iniziativa del consiglio regionale della Lombardia; Paniz (A.C. 452-692-748) (ore 9,38).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione; e delle abbinate proposte di legge del deputato Ria; del consiglio regionale della Lombardia; del deputato Paniz (A.C. 452-692-748).
Ricordo che nella seduta del 19 marzo 2009 è stato da ultimo approvato l'articolo 16.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,40).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

TESTO AGGIORNATO AL 25 MARZO 2009

Si riprende la discussione.

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 2105-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso riferite (Vedi l'allegato A - A.C. 2105-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore, onorevole Antonio Pepe, ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANTONIO PEPE, Relatore per la VI Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario su tutte le proposte emendative.

PRESIDENTE. Il Governo?

Pag. 2

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Sta bene.
Dobbiamo passare alla votazione dell'emendamento Tabacci 17.1.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10,05.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Tabacci 17.1.

ANTONIO LEONE, Relatore per la V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO LEONE, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, vorrei solo fare qualche riflessione su questo articolo che prende il titolo «patto di convergenza» dall'istituto che si è creato e che è volto a garantire un coordinamento cosiddetto dinamico della finanza pubblica finalizzato ad agevolare il riallineamento dei costi e dei fabbisogni standard dei vari livelli di Governo.
Per la verità in Commissione si è già inteso, attraverso l'accoglimento di una proposta emendativa, l'emendamento Sereni 2.164, creare un percorso di convergenza degli obiettivi dei servizi ai livelli essenziali delle prestazioni concernenti i propri diritti civili e sociali che devono essere garantiti sull'intero territorio. Ciò ha dato una completezza all'idea della creazione di questo patto di convergenza.
Questo articolo ha inteso altresì stabilire per ciascun livello di governo territoriale il livello programmatico dei saldi da rispettare e le modalità di ricorso al debito tanto è vero che nelle due Commissioni si è focalizzata l'attenzione sull'emendamento 17.11 proposto proprio dai relatori per le modalità e le finalità del ricorso al debito.
Attraverso questo articolo si intende altresì stabilire che l'obiettivo programmatico della pressione fiscale complessiva sia rispettato nel rispetto dell'autonomia delle regioni e degli enti locali; è anche un modo di livellamento della difficoltà di oltrepassare tale livello. C'è poi un'attività di monitoraggio del patto di convergenza che deve essere svolta come si è specificato in sede di Commissione a seguito di una modifica introdotta proprio attraverso il recepimento di un emendamento dell'opposizione, l'emendamento Sereni 17.7, per far sì che si giunga...

PRESIDENTE. Onorevole Leone, non l'ho interrotta perché ha esaurito il tempo a sua disposizione, infatti ha ancora due minuti e venticinque secondi, tuttavia lei, come me, ovviamente conosce il Regolamento e quindi le chiedo a che titolo stia parlando, lei è relatore.

ANTONIO LEONE, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, volevo solo fare una riflessione sull'intero articolo legata al fatto che attraverso il recepimento di alcuni emendamenti, anche dell'opposizione, anzi della maggioranza ed opposizione in maniera trasversale, si è giunti in Commissione a portare all'attenzione dell'Aula un articolo completo per far sì che...

PRESIDENTE. Sta bene, avrebbe dovuto però svolgere questo intervento quando ha espresso i pareri.

ANTONIO LEONE, Relatore per la V Commissione. La ringrazio della pazienza, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Comaroli. Ne ha facoltà.

SILVANA ANDREINA COMAROLI. Signor Presidente, l'emendamento Tabacci 17.1 con il quale si propone la sostituzione Pag. 3dell'intero articolo 17. Già in Commissione si è ampiamente discusso su questo articolo 17 ed anche in quella sede abbiamo recepito delle osservazioni pervenuteci in quanto tutto l'articolo prevede che si mettano in atto delle norme affinché in tutti livelli istituiti ci sia una convergenza fra costi e fabbisogni standard.
Inoltre, proprio in Commissione abbiamo recepito questa aggiunta con la quale si delinea un percorso per far sì che ci sia questa convergenza di obiettivi e di servizi con riferimento ai livelli essenziali delle prestazioni, concernenti anche tutti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, ed alle funzioni fondamentali dei comuni, province e città metropolitane.
Sempre l'articolo, inoltre, prevede anche che per ciascun livello di Governo vi sia una programmazione dei saldi da rispettare. In Commissione è stata recepita l'idea che siano definite le modalità di ricorso al debito. Ciò dimostra come appunto l'articolo sia già stato ampiamente discusso, valutato e puntualmente verificato in ogni sua riga. Sicuramente, anche tutto il livello d'istruzione svolto e tutte le audizioni fatte comportano che un simile articolo non poteva essere concepito nel modo migliore. Pertanto, non si capisce come mai si voglia intervenire addirittura stravolgendolo completamente perché, tra l'altro, anche nell'articolo è sempre prevista un'attività di monitoraggio, affinché vengano proprio analizzati tutti gli scostamenti che si possono verificare. Sempre nell'articolo sono previste anche delle azioni correttive.
Per tutte queste ragioni sicuramente il nostro gruppo esprimerà voto contrario su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pugliese. Ne ha facoltà.

MARCO PUGLIESE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori membri del Governo, il disegno di legge delega sul federalismo fiscale si pone come un'importante riforma che porterà il Paese verso il buongoverno e la buona amministrazione a livello locale. Il federalismo fiscale rappresenta l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, il quale recita testualmente, al primo comma, che «I comuni, le province, le città metropolitane e le regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa». L'obiettivo primario di tale riforma è quello di migliorare la qualità e la quantità della spesa, riducendo gli sperperi, ossia gli sprechi di denaro pubblico che hanno caratterizzato, troppo spesso, la gestione della cosa pubblica a livello locale e nelle economie passate.
Il federalismo fiscale rappresenta, in questo momento storico del Paese, il punto cardine della politica sociale, economica e finanziaria per garantire determinati obiettivi. Senza tale disegno di legge l'autonomia delle regioni e degli enti locali non può avere una reale consistenza. Inoltre, si mette fine a un meccanismo, quale quello del costo storico, che non ha giovato, passando al criterio, più virtuoso e moderno, rappresentato dal costo standard.
Sono profondamente convinto che tale riforma avrà effetti positivi per il Paese e in particolare per il sud del Paese. Da parlamentare eletto al sud sono orgoglioso di aver dato il mio modesto contributo in tale direzione e credo che i vantaggi del federalismo fiscale siano stati capiti anche dalla popolazione del Meridione, che vede con molto interesse questa riforma voluta dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Berlusconi, e da questa maggioranza parlamentare. Il federalismo fiscale è una concreta occasione per responsabilizzare maggiormente i diversi governi a livello locale. Infatti, massimizzando il controllo dei cittadini si avrà più fiducia verso lo Stato centrale, verso le classi politiche, sociali e imprenditoriali e si sentirà una più concreta presenza delle istituzioni a livello locale, attraverso una democrazia diretta.
Da qui la necessità di una legge ad ampio respiro, diretta a dare completa attuazione all'articolo 119 della Costituzione e a responsabilizzare le regioni e gli Pag. 4enti locali di fronte ai cittadini elettori e contribuenti. Infatti, più gli enti locali trarranno le loro entrate dai territori amministrati, tanto maggiore sarà il controllo dei cittadini sull'impiego delle risorse pubbliche sul territorio.
La proposta politica, di chiaro stampo liberale, di questa riforma va nel senso di incentivare la responsabilizzazione delle classi politiche ed istituzionali, razionalizzando la spesa pubblica e comportando così, gradualmente, l'eliminazione degli sprechi di risorse statali che troppo spesso affliggono le amministrazioni locali.
Il federalismo fiscale consente, finalmente, di porre rimedio a una paradossale contraddizione di questi ultimi tempi, ossia, da un lato, l'attribuzione di un ruolo sempre più rilevante alle regioni e agli enti locali, dall'altro, la conservazione di un sistema basato su entrate accertate in capo allo Stato ed una finanza regionale in buona sostanza ancora derivata.
Tale riforma non porterà affatto un aggravio della spesa pubblica e della pressione fiscale perché favorirà una più forte efficienza e trasparenza delle amministrazioni regionali e locali sul diretto controllo dei cittadini amministrati.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARCO PUGLIESE. Un ultimo richiamo va fatto verso i contenuti e i valori su cui questo federalismo si ispira. Mi riferisco al federalismo solidale di forte stampo nazionale ed è per questo motivo che, colleghi e membri del Governo, questa maggioranza e questo Comitato dei nove sosterranno fortemente questo disegno di legge voluto dal Governo con tutte le loro forze (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Chiedo ai colleghi di prendere posto perché dobbiamo procedere alla prima votazione. Anche coloro che devono entrare, lo facciano.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tabacci 17.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Chiedo ai colleghi di segnalare se ci sono problemi... onorevole Zorzato, onorevole Aprea, onorevole Nirenstein, onorevole Berardi, onorevole Coscia, onorevole Pagano, onorevole Mistrello Destro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 409
Votanti 407
Astenuti 2
Maggioranza 204
Hanno votato
190
Hanno votato
no 217).

Prendo atto che i deputati Monai e Boffa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che il deputato Pugliese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Volontè ha segnalato che avrebbe voluto astenersi. Prendo atto che la deputata Gnecchi ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che l'emendamento Sereni 17.2 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 17.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Zorzato, onorevole Nirenstein, onorevole Iapicca, onorevole Aprea, onorevole Garagnani, onorevole Coscia, onorevole Alessandri, onorevole Lo Monte, bisogna scaldare un po' il dito.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

Pag. 5

(Presenti 409
Votanti 408
Astenuti 1
Maggioranza 205
Hanno votato
191
Hanno votato
no 217).

Prendo atto che i deputati Antonio Pepe, Taddei e Rampelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario, e che il deputato Volontè ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che la deputata Gnecchi ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 17.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, il nostro emendamento tende a rendere più pregnante la partecipazione delle regioni a statuto speciale al patto di convergenza. Quindi, ci auguriamo che possa essere recepito.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 17.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci saranno molte votazioni di seguito, quindi invito i colleghi a prendere posto.
Onorevoli Consolo, Zorzato e Nirenstein? L'onorevole Coscia è riuscita a votare.
Onorevole Nirenstein, va bene. L'onorevole Zorzato ancora non è riuscito a votare. Sono le prime votazioni. Onorevole Tassone... L'onorevole Zorzato non riesce...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 421
Votanti 420
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato
41
Hanno votato
no 379).

Prendo atto che il deputato Tassone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole, che i deputati Taddei, Bragantini e Rampelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario; che il deputato Volontè ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che la deputata Gnecchi ha segnalato che non è riuscita a votare.
Saluto gli studenti della Scuola Media «Giuseppe Ciscato» di Malo in provincia di Vicenza, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo alla votazione dell'emendamento La Loggia 17.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Loggia. Ne ha facoltà.

ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, mi permetto di richiamare l'attenzione del Governo su questo emendamento. Si tratta di un argomento che abbiamo già affrontato precedentemente; ho anche ritirato il precedente emendamento per un diverso contesto. Tuttavia, il testo dell'articolo 17, che, ricordo, riguarda il Patto di convergenza nell'ambito del disegno di legge finanziaria, prevede che, nel chiedere l'intesa alla Conferenza unificata Stato-regioni, città ed autonomie locali ci si limiti alla procedura ordinaria, secondo la quale se il Governo propone l'intesa e non si raggiunge nei 30 giorni successivi, l'Esecutivo è sostanzialmente libero di fare come meglio gli aggrada.
Con la procedura che propongo io, vi è - come ovvio - uno sforzo maggiore, ma alla fine si raggiunge un'intesa fra tutte le regioni e il Governo con ampia soddisfazione di tutti. È un po' quello che accade quando si va a trattare ogni anno il Fondo sanitario nazionale ed i conseguenti adempimenti. Francamente, mi permetto di insistere per un supplemento di valutazione. Pag. 6Laddove questo emendamento non fosse accolto, credo che ci ricorderemo di questo dibattito e di questa proposta di emendamento. Infatti, non è difficile prevedere un insieme di problemi, di liti istituzionali, di ricorsi reciproci, comunque di un disordine istituzionale del quale francamente non si sente bisogno.
Mi permetto quindi di sottoporre nuovamente all'attenzione del Governo questo emendamento, assolutamente convinto che, con un piccolo sforzo in più in questa direzione, daremo un'impronta intanto più federalista e, d'altro canto, con minori rischi di contenzioso istituzionale, così come accadrebbe laddove l'emendamento non fosse accolto.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, la materia è estremamente importante ed è stata approfondita anche con i Ministri Fitto e Bossi in sede di Conferenza Stato-regioni e prevedrebbe rispetto al tema la cosiddetta «intesa forte».
Io credo che il tema delle Conferenze dovrà essere naturalmente oggetto di una discussione in sede di riforma costituzionale, perché esse hanno assunto ormai un ruolo determinante in tutti questi passaggi. Ma alla luce di questo futuro credo che oggi sia conveniente mantenere il parere e prevedere, una volta istituzionalizzate le Conferenze, qualcosa di più incisivo.
Pertanto, invito il collega al ritiro, alla luce di una riconsiderazione del merito in futuro.

ENRICO LA LOGGIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, preso atto delle dichiarazioni del Ministro Calderoli a nome del Governo, e quindi dell'intenzione di procedere quanto prima ad una diversa disciplina del sistema delle Conferenze Stato-regioni ed unificata, ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. L'emendamento La Loggia 17.5 è pertanto ritirato.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, colleghi, alle ore 9,55 è pervenuto al nostro gruppo un emendamento del Governo che prevede addirittura l'introduzione di una delega molto ampia in materia di locazione, sia sotto il profilo dei regimi fiscale e tributario, sia addirittura sotto il profilo più strettamente civilistico sulla rinnovazione dei contratti.
Ora, sul merito si può discutere e in parte su questa proposta l'Unione di Centro può anche convenire, anzi noi fummo tra i primi a proporre la cedolare secca in materia di affitto. Ricordo anche agli amici del Partito Democratico e al segretario Franceschini, che oggi ha rilanciato questa ipotesi, che noi fin dalla legge finanziaria per il 2007, quella del Governo Prodi, proponemmo la cedolare secca sugli affitti e ci fu bocciata dall'allora maggioranza.
Ma, a parte il merito, io pongo un problema di metodo: vale a dire, è il caso, è opportuno, è corretto che, a poche ore dall'approvazione del testo finale di una riforma così articolata e così complessa, si introduca una materia completamente estranea in modo assolutamente estemporaneo, con una chiara finalità di spot, senza una logica apparente se non quella - se posso dire con qualche malizia - di venire incontro a qualche velleità di una parte dell'opposizione? Chiedo anche alla Presidenza quali siano i criteri con cui questo emendamento è stato ritenuto compatibile per materia e per omogeneità rispetto ad un tema che tratta di tutt'altro.

Pag. 7

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, è una giornata che comincia in modo anomalo e prosegue in modo anomalo. Abbiamo avuto un'innovazione parlamentare per cui il relatore ha svolto una dichiarazione di voto finalizzata a far entrare i deputati della maggioranza per votare, cosa che non era assolutamente richiesta, non era prevista e non era neanche utile, ma è una mia personale valutazione.
Adesso accade che occupiamo il nostro tempo a discutere di una cosa che, per quel che ne so io, non esiste, nel senso che agli atti non mi risulta che sia stato presentato alcun emendamento.
Vorrei farle presente che di carte e di proposte ne transitano sui nostri banchi dalla mattina alla sera; se impegnassimo il nostro tempo a discutere di idee e di proposte, e non di atti formali, faremmo male. Signor Presidente, la pregherei, ovviamente nel pieno rispetto della sua responsabilità, di aiutarci a proseguire la giornata in modo non anomalo, ma normale.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, per evitare qualsiasi discussione, l'emendamento di cui si parla è stato formalmente presentato dal Governo, trasmesso ai gruppi e la Presidenza si riserva di valutarne l'ammissibilità.
Siamo, ovviamente, in questa fase: vi è un emendamento, presentato formalmente dal Governo, che è stato trasmesso ai gruppi e la Presidenza deve vagliarne l'ammissibilità.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Tale richiesta mi sembra, da questo punto di vista, non solo utile, ma corretta. Ne ha facoltà.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, il Governo ha formulato una proposta rispetto ad un tema che mi sembra molto sentito. È evidente che la dimensione della proposta e dei contenuti obbliga ad un esame nel Comitato dei nove; se non dovesse esservi un accordo al suo interno, il Governo ritirerà questo emendamento nel rispetto dell'Aula.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, vi è sempre tempo in questa legislatura per cercare di intenderci sulle procedure e anche oltre, ossia sulla possibilità di raggiungere accordi politici utili, soprattutto in un periodo difficile di crisi economica come questo, tra Governo e Parlamento.
Signor Presidente, vorrei, però, che fosse messo agli atti che il nostro gruppo era stato informato della disponibilità e dell'intenzione del Governo di presentare un emendamento, non richiesto dai gruppi dell'opposizione, che riguarda, in particolare, la materia degli affitti e delle cedolari che ricadono, dal punto di vista della tassazione, sui medesimi, relativamente al provvedimento che stiamo ora discutendo.
Non ci è stato riferito che l'emendamento era già stato depositato, ma ci era stato detto che il Governo intendeva capire se, da parte dei gruppi che siedono in questo Parlamento, vi fosse la disponibilità a discutere di un emendamento, depositato in «zona Cesarini», a conclusione della nostra discussione e delle nostre votazioni sul federalismo fiscale, che è cosa diversa dal metterci di fronte ad un fatto compiuto, perché adesso il Ministro ha fatto questo: ci ha messo di fronte ad un fatto compiuto, dicendo, bontà sua: è stato presentato un emendamento. Il Comitato dei nove - che non è una concessione del Ministro - si riunirà; se vi sarà l'accordo, non lo ritireremo, diversamente, se non vi è l'accordo, lo ritireremo. Pag. 8
Signor Presidente, qui non c'è da fare il gioco del cerino: poiché la materia è assai rilevante e vale qualcosa come 5 miliardi di euro nelle tasche dei cittadini italiani che pagano, sia che siano piccoli proprietari sia che siano persone o famiglie che pagano l'affitto, esistono anche altri provvedimenti nei quali non si rinvia a un decreto legislativo nel tempo, per cui questo intervento durerà anni prima che entri in vigore.
Esiste già un provvedimento, che questa Camera sta discutendo nelle Commissioni di merito, che riguarda la crisi economica, per mezzo del quale è possibile che il Governo dica esattamente, anche con una sua iniziativa emendativa, cosa intenda fare sia sulla questione affitti sia sulla questione, che più volte abbiamo riproposto, di un intervento per garantire le fasce incapienti, che non possono ottenere benefici da un'iniziativa di carattere fiscale (sono le fasce più deboli, che non riescono a pagare gli affitti, costituite da persone o famiglie che vengono sfrattate e così via).
Interveniamo, allora, su un provvedimento che, essendo anche un decreto-legge, dà la possibilità di un'azione immediata! In questo caso, vi è l'intenzione del Governo di proporre un decreto legislativo, per cui si chiede una delega. Un conto è che il Governo chieda se c'è la disponibilità dei gruppi a scrivere un emendamento comune che potrebbe essere depositato dal relatore, non dal Governo; ma se il Governo ci pone di fronte ad un fatto compiuto, allora diventa difficile che noi ci mettiamo a discutere di un emendamento di questo tipo.

RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, ha sorpreso anche me personalmente e il gruppo dell'Italia dei Valori la presentazione di tale emendamento in «zona Cesarini», come si suol dire. Riteniamo che, al di là della buona volontà (spero che sia sincera, vera), di risolvere il problema delle locazioni in un momento come questo, non sia questo il metodo e lo strumento. Cosa ci «azzecca», davvero, questa materia rispetto al provvedimento al nostro esame? È estraneo totalmente alla materia e ha davvero solo il sapore dello spot per poterlo vendere ai media, di cui voi avete il controllo totale. Non so, ma credo nella buona fede delle cose dette dagli amici del PD, che questo fosse un assist a qualcuno, come è stato detto. Certamente, il problema delle locazioni esiste; esiste anche quello della cedolare secca rispetto ai proventi degli affitti; però, signor Presidente e rappresentanti del Governo, non siamo assolutamente disponibili al fatto che tale emendamento rientri in una materia come quella sul federalismo fiscale.

PRESIDENTE. Come detto, stiamo ai fatti: la Presidenza deve valutare l'ammissibilità dell'emendamento presentato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 17.6, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Calderisi? Onorevole Coscia, è una giornata sfortunata per lei oggi. Onorevoli Margiotta, Rampelli, Lo Monte? C'è anche il Ministro Bossi: abilitiamo la postazione del Ministro Bossi. Questore Mazzocchi, è riuscito a votare. Perfetto, anche il Ministro Bossi ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione (Commenti).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 408
Votanti 407
Astenuti 1
Maggioranza 204
Hanno votato
180
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che i deputati Palomba, Delfino, Cimadoro, Peluffo, Pistelli, Cambursano, Pag. 9 Rossa, Duilio, Melis, Coscia, Touadi, Lolli, Graziano e Margiotta hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo altresì atto che i deputati Berardi, Sbai e D'Ippolito Vitale hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Tullo e Capitanio Santolini hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

ANTONIO LEONE, Relatore per la V Commissione. Era chiusa o «no»?

PRESIDENTE. La votazione era chiusa, e dopo i meccanismi si sono inceppati.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 17.7, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Nirenstein? Onorevole Zorzato? Onorevole Laffranco? Onorevole Coscia, va bene. Ministro Bossi? Onorevole Ravetto? L'onorevole Ravetto ha votato. Onorevole Nirenstein? L'onorevole Nirenstein ha votato. Non riesce a votare il Ministro Bossi. Onorevole Iannuzzi? Possiamo abilitare il terminale del Ministro Bossi? L'onorevole Iannuzzi ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 450
Votanti 449
Astenuti 1
Maggioranza 225
Hanno votato
209
Hanno votato
no 240).

Prendo atto che i deputati Ruvolo, Siragusa e Velo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 17.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sereni. Ne ha facoltà.

MARINA SERENI. Signor Presidente, questo articolo è stato inserito nel testo del disegno di legge su proposta del Partito Democratico durante l'esame svolto al Senato. Con esso si introduce un principio sacrosanto di coordinamento dinamico della finanza pubblica tra Stato, regioni ed enti locali in sede di definizione del DPEF e di approvazione della legge finanziaria.
Autonomia di regioni ed enti locali, infatti, non può per noi significare separatezza né indifferenza rispetto ai principali atti di programmazione economica e finanziaria nazionali; autonomia finanziaria e responsabilità del sistema delle regioni e degli enti locali presuppongono, anzi, condivisione dei riferimenti essenziali e certezza sulle risorse.
Ma con questo articolo si afferma, in realtà, un'esigenza ancora più importante, che ci stava e ci sta molto a cuore: la possibilità e la necessità che ad un processo di maggiore efficienza della spesa pubblica e di maggiore responsabilizzazione delle classi dirigenti locali corrisponda un processo di crescita dell'offerta dei servizi nelle aree più svantaggiate del Paese e di affermazione di pari opportunità tra i cittadini nella fruizione di diritti essenziali.
L'articolo 117 della Costituzione assegna allo Stato la competenza legislativa esclusiva per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che debbono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. L'articolo 119 indica, per regioni ed enti locali, la prospettiva di un'autonomia finanziaria di entrata e di spesa che consenta di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite, anche attraverso adeguati fondi perequativi a disposizione dei territori con minore capacità fiscale.
È la Costituzione, dunque, ad indicarci la strada di un federalismo fiscale che non vuole e non può semplicemente prendere atto delle disuguaglianze di partenza né, peggio ancora, teorizzare che con il federalismo a regime il luogo di nascita o di residenza possa rappresentare un fattore di discriminazione per la fruizione di Pag. 10diritti fondamentali come la salute, l'istruzione, l'assistenza sociale, il trasporto locale.
Noi crediamo che questo articolo interpreti correttamente lo spirito della Costituzione, introducendo una modalità di valutazione dei fabbisogni standard per il finanziamento dei servizi essenziali e delle funzioni fondamentali che tiene conto delle differenze di partenza e punta a ridurle. Il passaggio dalla spesa storica ai fabbisogni standard non si costruisce soltanto con la definizione del costo unitario più efficiente di un determinato servizio, ma anche attraverso l'identificazione degli obiettivi di servizio che si intendono raggiungere.
Gli obiettivi di servizio rappresentano dunque la variabile ponte tra la situazione attuale e il momento in cui verranno definiti i livelli essenziali delle prestazioni.
Il processo di avvicinamento a questi standard viene chiamato Patto di convergenza (convergenza verso standard uniformi di costo e verso una copertura dei servizi su tutto il territorio nazionale).
Infine, credo sia degno di una sottolineatura il fatto che venga introdotto in quest'ambito un'ulteriore novità: la divergenza di qualche ente, lo scostamento dalle previsioni del Patto di convergenza, prima di venire sanzionato con poteri sostitutivi e con punizioni di vario genere a carico degli organi politico-amministrativi, dà luogo a procedure consensuali volte a riportare in carreggiata quell'ente, sulla falsariga di quanto sperimentato in sanità con il Patto per la salute. Si prevedono, quindi, piani per il conseguimento degli obiettivi di convergenza, si rafforza l'assistenza tecnica delle sedi centrali, si valorizza il metodo della diffusione delle migliori pratiche tra enti dello stesso livello, e si introducono piani di riorganizzazione dell'ente, se a vantaggio di quest'ultimo scattano i meccanismi compensativi previsti nella fase transitoria.
Si tratta di un buon articolo che siamo orgogliosi di avere inserito all'interno di questo disegno di legge e per questo il Partito Democratico voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà per un minuto.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, esprimiamo voto contrario perché questo Patto di convergenza è scritto in maniera assolutamente confusa e contraddittoria. Si poteva utilizzare questa occasione per fare riferimento al ruolo del Documento di programmazione economico-finanziaria e della sua triennalità anche nel quadro dell'applicazione della legge n. 468 del 1978. Questo articolo è particolarmente confuso e, quindi, il nostro voto è decisamente contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
Dichiaro aperta la votazione
(Segue la votazione).

Prego gli onorevoli di prendere posto e ricordo che si vota l'articolo. Onorevole Margiotta? Onorevoli Coscia, Giammanco, Scandroglio, Nirenstein e Repetti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 455
Votanti 451
Astenuti 4
Maggioranza 226
Hanno votato
424
Hanno votato
no 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Sereni 17.01, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

FIAMMA NIRENSTEIN. Presidente, il mio dispositivo non funziona!

Pag. 11

PRESIDENTE. L'onorevole Nirenstein è tutta la mattina che non riesce a votare, prego di attivare il suo dispositivo per permettergli di votare. Onorevole Nirenstein provi a vedere adesso se funziona? Perfetto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 451
Votanti 450
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato
211
Hanno votato
no 239).

Prendo atto che i deputati Nirenstein, Iapicca, Lunardi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Calearo Ciman ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 2105-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2105-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà per un minuto.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, questo articolo 18 è paradigmatico di cos'è il federalismo delle furbizie. In altri termini, si immagina di costituire il patrimonio delle regioni e degli enti locali prescindendo dal quadro del debito pubblico italiano. Noi abbiamo cercato in sede di discussione sulle linee generali di evidenziare questa operazione, e, tra l'altro, sia la Corte dei conti, che la Ragioneria generale dello Stato, avevano avanzato una serie di obiettive perplessità, ma voi andate avanti come un treno. In merito al complesso delle proposte emendative devo riconoscere che questo articolo 18 è veramente una contraddizione in termini: è il federalismo delle furbizie. Noi, comunque, ci riserviamo di intervenire successivamente sui singoli emendamenti.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANTONIO LEONE, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 18, ad eccezione dell'articolo aggiuntivo Sereni 18.01 per il quale le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti, ove l'invito non fosse accolto, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Quindi, il parere è contrario su tutti le proposte emendative, tranne che per l'articolo aggiuntivo Sereni 18.01, per il quale vi è un invito al ritiro. Il Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Per quanto riguarda l'articolo aggiuntivo Sereni 18.01, il Governo, oltre all'invito al ritiro, formula l'invito a trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno, sul quale l'Esecutivo intenderebbe esprimere un parere favorevole fatta salva la possibilità di leggere l'ordine del giorno stesso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciccanti 18.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione (Commenti).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

Pag. 12

(Presenti 439
Votanti 282
Astenuti 157
Maggioranza 142
Hanno votato
49
Hanno votato
no 233).

Prego i colleghi di segnalare le difficoltà di voto. Se qualcuno fa la segnalazione, aspettiamo; altrimenti il Presidente ovviamente non riesce a vedere tutti.
Prendo atto che i deputati Rosso, Galletti, Volpi, Rossa e Cesario hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che i deputati Cesare Marini, Calearo Ciman, Mastromauro, Causi e De Pasquale hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi, che i deputati Cristaldi, Torrisi, Galati, Lunardi e De Girolamo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

MICHELE SCANDROGLIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE SCANDROGLIO. Signor Presidente, abbiamo già chiesto - e lo faccio adesso anche a nome di altri colleghi - la possibilità che il meccanismo, una volta azionato con il voto e tra una votazione e l'altra, resti stabilmente acceso con il colore scelto. Questo ci consentirebbe di proseguire i lavori durante quei cinque minuti in cui giustamente altri colleghi hanno necessità di definire il loro meccanismo di voto. Non credo che sia una cosa impossibile. Vedo un assenso da parte sua e la ringrazio, ma sarebbe anche necessario un assenso tecnico.

PRESIDENTE. Va bene, onorevole Scandroglio, avevamo già parlato anche di questo.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Romano 18.2.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Romano 18.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione. Se qualcuno non riesce a votare, lo segnali.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia? Bene. Onorevole Lo Monte? Oggi è una giornata particolare. Onorevole Bocciardo, onorevole Cristaldi? L'onorevole Cristaldi ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 457
Votanti 273
Astenuti 184
Maggioranza 137
Hanno votato
29
Hanno votato
no 244).

Prendo atto che le deputate Siragusa e De Pasquale hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 18.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Catone, ancora l'onorevole Lo Monte, onorevole Ravetto. Ha visto che è riuscito? Onorevole Laffranco?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 461
Votanti 251
Astenuti 210
Maggioranza 126
Hanno votato
2
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Tabacci 18.4. Pag. 13
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà per un minuto.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, in effetti questo articolo andrebbe soppresso interamente, perché è un errore prevedere il trasferimento del patrimonio agli enti locali senza dire niente sul debito pubblico. È chiaro a tutti che quel patrimonio è a garanzia del debito pubblico. Se noi trasferiamo il patrimonio agli enti locali senza trasferirgli una quota, uguale alla valore degli immobili che trasferiamo, anche di debito pubblico noi rendiamo quel debito pubblico non garantito. Vuol dire che tutti i titoli di Stato immediatamente diventano «carta straccia» perché non hanno più alcuna garanzia. Questo emendamento mira alla riduzione del danno. Almeno approvate questa proposta, altrimenti ci si pone veramente su una strada difficile.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tabacci 18.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Volpi, Bruno, Cristaldi, Torrisi? Onorevole Cristaldi, ci siamo? Onorevoli De Luca, Marini e Calearo Ciman, ci siamo? Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 463
Votanti 462
Astenuti 1
Maggioranza 232
Hanno votato
221
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tabacci 18.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Rossi, abbiamo problemi con l'onorevole Cristaldi. Onorevole Centemero, onorevole Goisis. L'onorevole Lunardi ha votato. Mancano Tassone e Alessandri. Onorevole De Pasquale, l'onorevole Tassone ha votato, onorevole De Pasquale...perfetto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 465
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato
222
Hanno votato
no 243).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati Boniver e Alessandri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lanzillotta 18.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boccia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOCCIA. Signor Presidente, l'emendamento Lanzillotta 18.7 ha come obiettivo quello di rafforzare il ragionamento testé svolto sulla responsabilizzazione, con riferimento alle amministrazioni, del trasferimento del patrimonio agli enti locali. Con questa proposta emendativa consigliamo di aggiungere al comma 1 dell'articolo 18 un passaggio a nostro avviso fondamentale. Chiediamo, cioè, che in allegato al bilancio dello Stato, sia approvato un conto del patrimonio dello Stato che evidenzi la sostenibilità della Pag. 14riduzione della parte attiva del patrimonio conseguente ai trasferimenti previsti al comma 1 dell'articolo a fronte della parte passiva del conto del patrimonio dello Stato.
Sottolineo questo emendamento soprattutto per i colleghi dell'Unione di Centro; ricordo il ragionamento svolto in precedenza dall'onorevole Galletti, secondo il quale una parte del patrimonio delle amministrazioni locali in realtà verrebbe trasferito di fatto anche nella disponibilità degli enti locali medesimi. Infatti è bene ricordare ai colleghi che il patrimonio delle amministrazioni locali si suddivide in patrimonio vincolato e patrimonio non vincolato. La parte del patrimonio non vincolato non incide in alcun modo sul patrimonio generale dello Stato. Invece la parte di patrimonio vincolato non è utilizzabile ai fini della valutazione della garanzia dello stock di debito pubblico. Siamo ai principi di base della contabilità pubblica. Quindi, ribadisco che la parte di patrimonio delle amministrazioni pubbliche locali afferenti alla categoria vincolata è così qualificata perché non può essere venduta, non può essere smobilizzata ma non rientra nel calcolo del computo generale che si fa per la valutazione complessiva dell'attivo e del passivo che in qualche modo viene utilizzata come parametro per garantire il debito pubblico.
Quindi, probabilmente, il ragionamento del collega Galletti ha senso sul patrimonio dello Stato che viene ceduto ma il patrimonio, già vincolato, ma nella disponibilità delle amministrazioni locali, non ha alcuna attinenza con il calcolo sulla valutazione del debito pubblico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, quello del debito pubblico è un tema molto delicato. Faccio presente ai colleghi che il patrimonio dello Stato non è - per così dire - posto a fronte del debito pubblico come garanzia dello stesso. Sono due materie che non hanno un collegamento.
Il collegamento è costituito dal fatto che lo Stato potrebbe decidere di utilizzare una parte del patrimonio, il patrimonio non vincolato, per cederlo e in tal modo ridurre il debito pubblico. Se tale patrimonio è trasferito agli enti locali, lo Stato rinunzia ad uno degli strumenti attraverso i quali, domani o oggi, potrebbe ridurre l'ammontare complessivo del debito pubblico, che è un problema molto serio per il Paese. In queste condizioni si aggrava la preoccupazione che ho espresso in sede di discussione sulle linee generali e cioè che i maggiori fondi dati alle regioni lasceranno lo Stato in condizioni di dover o contrarre un più alto debito pubblico o aumentare la pressione fiscale per fronteggiare la situazione.
Quindi, sono d'accordo con le considerazioni del collega Boccia e voterò a favore dell'emendamento in esame, perché si tocca un problema più generale, che nel disegno di legge in esame non è stato affrontato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, è chiaro che tutto l'articolo che stiamo esaminando, onorevole Boccia, ha un obiettivo: quello di trasferire il patrimonio agli enti locali non per farglielo mantenere, ma perché essi possano poi venderlo per avere risorse. Quindi, è chiaro che stiamo parlando del patrimonio non vincolato e proprio per questo l'articolo in esame diventa pericoloso. Infatti, se si trattasse solo del patrimonio indisponibile, cioè del patrimonio non cedibile, il problema non ci sarebbe. Ma io sostengo che sarebbe deleterio per gli enti locali entrare nella titolarità di quel patrimonio che oggi è dello Stato, perché ne sopporterebbero i costi di gestione senza avere alcuna utilità dal punto di vista della gestione, nel senso che ce l'hanno già: essendo sul loro territorio, da lì non lo sposti. Dunque, è chiaro che parliamo del patrimonio non vincolato e proprio per questo l'articolo diventa pericoloso.

Pag. 15

PRESIDENTE. Avverto che, su richiesta dei gruppi, il termine per la presentazione dei subemendamenti all'emendamento 24-bis. 500 del Governo è differito alle ore 13,30.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 18.7, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cristaldi? Onorevole Calderisi? Hanno votato. Per Lo Monte provvediamo. Onorevole Tassone? Merlo? Lunardi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 453
Votanti 451
Astenuti 2
Maggioranza 226
Hanno votato
214
Hanno votato
no 237).

Prendo atto che il deputato Porcu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Ria, Picierno, Giorgio Merlo, Maran e Tassone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Di Cagno Abbrescia e Barbareschi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vietti 18.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà, per un minuto.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, noi continuiamo a ribadire la nostra posizione e ci meravigliamo: crediamo che il Ministro Tremonti debba rileggere con più attenzione l'articolo in esame, lui che è molto ligio ad opporsi ad ogni formula di flessibilizzazione dei parametri europei, mentre qualche mese fa era di parere opposto. Noi crediamo che si debba essere molto attenti, perché l'articolo in esame, approvato così com'è scritto, rischia davvero di dissestare lo schema di rientro dei debiti da parte dello Stato.
Dunque, noi crediamo che si debba porre molta attenzione e almeno accettare quello che proponiamo, affinché i beni che sono oggetto di programma di alienazione, al fine di ridurre il debito pubblico, siano esclusi da questi trasferimenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 18.8, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Torrisi? Casini? Simeoni? Perfetto. L'onorevole De Micheli ha votato? Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 462
Votanti 460
Astenuti 2
Maggioranza 231
Hanno votato
219
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che i deputati Alessandri e Angela Napoli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo 18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fontanelli. Ne ha facoltà.

PAOLO FONTANELLI. Signor Presidente, noi ci asterremo sull'articolo 18. Riteniamo che, se fosse stato approvato l'emendamento Lanzillotta 18.7 (a firma anche dell'onorevole Boccia), la situazione sarebbe stata migliore. Vi sarebbe stata, cioè, una risposta più chiara ad alcune domande, che abbiamo sentito aleggiare anche durante il nostro dibattito, circa il Pag. 16rischio che un trasferimento di patrimonio dallo Stato agli enti locali e alle regioni possa, in qualche modo, indebolire la protezione del Paese rispetto alla situazione del debito.
Tuttavia, riteniamo che l'articolo 18 sia importante e che sia necessario guardare ad esso anche con un po' di fiducia, soprattutto con riferimento alla possibilità e alla responsabilità del sistema degli enti locali. Inoltre, si parla di un patrimonio - quando si usa il termine «valorizzazione» - che può essere valorizzato, in grandissima parte, solo attraverso le scelte urbanistiche degli enti locali. Un patrimonio che, se non compie questo passaggio, difficilmente trova una valorizzazione e, quindi, la possibilità di rispondere ad esigenze dal punto di vista delle risorse finanziarie, anche in termini di debito.
È abbastanza paradossale - il Ministro Calderoli conosce bene tali questioni, perché ne abbiamo parlato in altre occasioni - che si parli del problema della dismissione del patrimonio come di un'opportunità per lo Stato o per gli enti locali per fronteggiare una situazione di debito, in un contesto in cui vi è un patto di stabilità attuale, che agisce in modo tale da impedire agli enti locali di utilizzare e valorizzare il patrimonio, anche ai fini della riduzione del debito. Il debito è quello dello Stato, ma è anche quello degli enti locali. È un'assurdità. Anche per questo motivo, torniamo a chiedervi di applicare le previsioni della mozione approvata la settimana scorsa (lo scorso martedì), che riconsiderano il testo del patto di stabilità. Altrimenti, siamo nell'assurdo, in una situazione paradossale, in cui, in questa sede, discutiamo di alcune questioni, mentre, concretamente, ne avvengono altre.
Anche per la mia esperienza diretta come sindaco, ho avuto a che fare con molte questioni che riguardano la patrimonialità: il ruolo degli enti locali è fondamentale, mette in campo nuove possibilità e nuove opportunità. Credo che sia necessario scommettere, anche con fiducia, sulla responsabilità degli enti locali per ottenere un'adeguata e seria valorizzazione di questo patrimonio, ai fini non solo dell'ammodernamento del Paese, ma anche della riduzione del debito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bosi. Ne ha facoltà, per un minuto.

FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, anch'io credo che la questione della cessione dei beni patrimoniali disponibili dello Stato agli enti locali sia una possibile opportunità che, però, è minata da una formulazione non chiara e - come ha rilevato il collega Galletti - tendenzialmente pericolosa.
Che lo Stato abbia bisogno - come ricordava il collega Fontanelli - degli enti locali per valorizzare il proprio patrimonio, è fuori di ogni dubbio.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

FRANCESCO BOSI. Del resto, vi sono stati fallimenti di questo tipo, proprio da parte dell'Agenzia del demanio che, nel passato, doveva compiere questo processo. Ora si tratta di trovare, forse sarà la sede della Commissione...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bosi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Presidente Casini ha votato? Onorevole Polledri? Onorevole Goisis? Onorevole Torrisi? Onorevole Lunardi? Gli onorevoli Polledri, Torrisi e Goisis sono riusciti ad esprimere il voto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

Pag. 17

(Presenti 458
Votanti 284
Astenuti 174
Maggioranza 143
Hanno votato
248
Hanno votato
no 36).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'articolo aggiuntivo Sereni 18.01.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro e a trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, con il presente articolo aggiuntivo il gruppo del Partito Democratico pone due questioni di grande importanza per il percorso di riforma. La prima è quella relativa all'esercizio dei poteri sostitutivi: noi chiediamo che il Governo venga delegato ad effettuare una ricognizione delle norme esistenti riguardanti l'esercizio dei poteri sostitutivi e che, sulla base di una valutazione di efficacia di tali poteri, proponga eventuali modifiche legislative da sottoporre al Parlamento. I procedimenti come il «patto per la salute» o il piano per il conseguimento degli obiettivi di convergenza - cioè i procedimenti pattizi e consensuali - che abbiano inizio prima che le divergenze scoppino e si trasformino in drammi, su cui è necessario esercitare il potere sostitutivo, a noi sembrano il modo migliore affinché una Repubblica federale aiuti una regione, un comune o un ente locale che incontri dei problemi o delle difficoltà. Ci sembra, quindi, che una riflessione su questo sia importante.
Al comma 2 della proposta emendativa, proponiamo una riflessione sull'argomento altrettanto importante che riguarda le modalità con cui comuni, province e regioni e tutti gli enti loro collegati selezionano i loro dirigenti. Siamo convinti che occorra andare verso procedure che introducano criteri di merito professionale, procedure di selezione di tipo pubblico - ove possibile concorsuali, laddove non sia possibile comunque di tipo pubblico - perché la selezione delle classi dirigenti degli enti locali e delle loro entità collegate è altrettanto importante per il processo di riforma.
All'invito al ritiro formulato dal Ministro ho una domanda da contrapporre: gli ordini del giorno che il Ministro ci chiede di presentare su questi due aspetti possono essere vincolanti - cioè non formulati con le parole «a valutare l'opportunità di»- nel senso di dare spazio a un'attività di riflessione e di ricerca? In tal caso sarei disponibile al ritiro; se invece l'ordine del giorno deve essere un «brodino riscaldato», allora preferisco chiedere la votazione dell'articolo aggiuntivo.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Quando si sta male fa bene anche il «brodino riscaldato», ma l'invito al ritiro nasce dal fatto che l'articolo aggiuntivo chiede che si proceda alla ricognizione e che poi il Governo presenti dei disegni di legge, non che emani dei decreti legislativi. Concordo sul fatto che alla luce della ricognizione, sia rispetto all'articolo 120 della Costituzione, sia rispetto al comma 2, il Governo debba assumere delle iniziative, ma è necessario che esse intervengano dopo la ricognizione. In questo senso, l'ordine del giorno andrebbe benissimo.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'articolo aggiuntivo Sereni 18.01 accedono all'invito al ritiro.

(Esame dell'articolo 19 - A.C. 2105-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2105-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANTONIO PEPE, Relatore per la VI Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario a tutte le proposte emendative, fatta eccezione per Pag. 18l'emendamento 19.600 delle Commissioni, di cui raccomandano l'approvazione, e per l'emendamento Sereni 19.9, sul quale il parere è favorevole a condizione che esso venga riformulato nel modo seguente: al comma 1-bis, secondo periodo, dopo le parole: «in base alla legislazione», aggiungere la seguente: «statale».

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore rispetto agli emendamenti 19.600 delle Commissioni e Sereni 19.9. Il Governo invita al ritiro dell'emendamento Sereni 19.7 e a trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno ed invita, altresì, al ritiro dell'emendamento Borghesi 19.8, perché i contenuti sono già presenti nel testo.

PRESIDENTE. Avverto che l'emendamento Sereni 19.10 non sarà posto in votazione, in quanto precluso dalla reiezione dell'emendamento Sereni 7.1.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Sereni 19.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, intervengo brevemente per richiamare l'attenzione del Ministro Calderoli, perché questo è un aspetto molto tecnico: qui si parla di valori, valori monetari. Noi proponiamo di parlare di percentuali perché, nel corso del tempo, anche in fase transitoria, il riferimento alle percentuali può essere meno vincolante del riferimento ai valori monetari.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sereni 19.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Presidente Casini? Onorevole Ravetto? Onorevole Lo Monte? L'onorevole Lo Monte ha difficoltà tutta la mattina. Onorevole Iannaccone? Anche l'onorevole Torrisi? L'onorevole Ravetto ha votato. Onorevole Laffranco? Ha votato l'onorevole De Micheli? Non ha votato. Onorevole Iannaccone? Aspettiamo gli onorevoli De Micheli e Iannaccone. L'onorevole De Micheli ha votato? Bene. L'onorevole Iannaccone? Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 472
Votanti 471
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato
222
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 19.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Milanesi? L'onorevole Lo Monte continua ad avere problemi. Onorevole Calderisi? Onorevole Lo Monte? Onorevole Ravetto? L'onorevole Casini ha ancora difficoltà. Onorevole Tassone? Onorevole Guzzanti? Onorevole De Micheli, ancora. Onorevole Leo? Aspettiamo l'onorevole Leo. L'onorevole Leo ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 472
Votanti 471
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato
224
Hanno votato
no 247).

Pag. 19

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 19.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, una delle preoccupazioni del nostro gruppo è l'assenza di un orizzonte temporale definito di tutte le azioni conseguenti a questa legge. Per questo noi volevamo, invece, introdurre un elemento di certezza e quindi chiediamo che il termine di cinque anni, che è previsto appunto dalle lettere b) e c) dell'articolo 19, decorra dalla data di entrata in vigore del primo decreto legislativo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 19.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Zorzato? Onorevole Ravetto? Onorevole Ascierto? Onorevole Leo? È quella fila ad avere problemi. Onorevole Ravetto? Onorevole Zorzato? Onorevole Leo? L'onorevole Zorzato ha votato. L'onorevole Leo è riuscito a votare. L'onorevole Ravetto è riuscito a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 473
Votanti 472
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato
222
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 19.6, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Girlanda? Onorevole Laffranco? Onorevole Ravetto? Onorevole Tassone? L'onorevole Scilipoti ha votato. L'onorevole Tassone è riuscito a votare. Onorevole Ravetto?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 469
Votanti 468
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato
220
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori ritirano l'emendamento Sereni 19.7 sul quale il Governo ha formulato un invito al ritiro e a trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.
Prendo atto che i presentatori ritirano l'emendamento Borghesi 19.8, sul quale il Governo ha formulato un invito al ritiro.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Lo Monte 0.19.600.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tassone? Bene, ha votato anche l'onorevole Tassone, mancano solo gli onorevoli Girlanda e De Camillis. L'onorevole Girlanda ha votato? Bene, è riuscito a votare adesso.
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 20
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 472
Votanti 470
Astenuti 2
Maggioranza 236
Hanno votato
230
Hanno votato
no 240).

Prendo atto che il deputato Cristaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.600 delle Commissioni, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Calderisi, Ravetto, Tassone, Stradella, De Camillis, Laffranco, Pelino. Gli onorevoli De Camillis, Ravetto e Tassone sono riusciti a votare. Aspettiamo gli onorevoli Cota e De Micheli. L'onorevole Cota ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 479
Maggioranza 240
Hanno votato
476
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che le deputate Mastromauro e De Micheli hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione dell'emendamento Sereni 19.9, accettato dalle Commissioni e dal Governo, purché riformulato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sereni 19.9, nel testo riformulato, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Scusate onorevoli non vi ho visto.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 448
Votanti 447
Astenuti 1
Maggioranza 224
Hanno votato
447).

Prendo atto che i deputati Bocciardo, Gnecchi, Realacci, Abrignani, Lulli, Mosella, Alessandri, Mastromauro, Libè, Cicchitto, Ferranti, Pini, Narducci, Sanga, Leo, Fogliato, De Micheli, De Torre, De Pasquale, Gnecchi, Dal Moro, Lunardi, Di Virgilio e Bocciardo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole. Prendo altresì atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo 19.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, con questo articolo affrontiamo le norme transitorie relative alle regioni. Come lei ricorderà, signor Presidente, il nostro gruppo ha avuto molti dubbi e perplessità su alcuni elementi del sistema di finanziamento strutturale per le regioni, soprattutto per quanto riguarda i servizi non essenziali, tant'è vero che su uno dei tre articoli relativi alla struttura finanziaria delle regioni il Partito Democratico ha espresso voto contrario.
Con riferimento a questo articolo relativo alle norme transitorie, un articolo molto tecnico, prendiamo atto che in Commissione sono stati accolti tre nostri importanti emendamenti. Il primo è quello relativo alla lettera c-bis) del comma 1, che prevede che per gli enti divergenti Pag. 21vengano avviati organici piani di riorganizzazione in parallelo con il piano per il conseguimento degli obiettivi di convergenza di cui al patto per la convergenza dell'articolo 17.
Il secondo è l'emendamento che ha introdotto la lettera e-bis) al comma 1, che chiarisce e introduce una formulazione più rigorosa per le regioni e per gli enti locali in merito ad eventuali spostamenti finanziari tra preventivi e consuntivi.
Infine c'è il più importante: diamo atto a Governo e maggioranza di aver accettato il comma 1-bis che chiarisce che i livelli essenziali di assistenza e delle prestazioni sono definiti dalla legge dello Stato. Naturalmente, così com'è stato fatto per la sanità negli anni passati, la legge statale definisce criteri e metodologie e poi appositi decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri entrano nel merito delle quantificazioni. Questo punto lo riteniamo qualificante e fa parte di quella di che abbiamo chiamato la road map e questo ci porta nel complesso a dare un giudizio favorevole sull'articolo 19 e ad esprimere, quindi, voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per dire che anche il nostro gruppo giudica positivamente le modifiche introdotte (in particolare quelle introdotte in Commissione) e diamo un giudizio positivo sull'articolo 19, comma 1-bis, con cui si dice che «la legge statale stabilisce i livelli essenziali di assistenza e i livelli essenziali delle prestazioni (...)». Ciò fornisce anche delle garanzie a tutta una serie di problemi che avevamo sollevato anche con i nostri emendamenti. In particolare, anche le questioni relative al coinvolgimento dei vari livelli istituzionali e, soprattutto, delle autonomie locali nel processo con cui si perverrà, attraverso questa legge, all'identificazione dei livelli essenziali di assistenza e di prestazioni così come, peraltro, in altri correttivi che sono stati applicati. Mi riferisco, in particolare, al fatto che per le diverse materie vi sia un'intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome e anche per i meccanismi compensativi di cui all'articolo 19, primo comma, lettere c-bis) ed e-bis).
Per tutti questi motivi, il gruppo dell'Italia dei Valori esprimerà voto favorevole sull'articolo 19.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Romano. Ne ha facoltà per un minuto.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Signor Presidente, esprimeremo voto contrario sull'articolo 19 perché, come nell'impianto di questo provvedimento, anche le norme transitorie fanno riferimento a un rinvio, senza capire cosa si farà nel prossimo futuro. Siamo contrari, quindi, a un federalismo fiscale che non dice cosa faranno, fin da subito, regioni, province e comuni. Si tratta solo - e questo lo dimostra - di uno spot elettorale voluto dalla Lega e un inganno. Al peggio, potrebbe dimostrarsi un grande pasticcio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà per un minuto.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, questo articolo 19, al comma 1-bis definisce tutto l'arcano. In altri termini, si dice che fino a una nuova determinazione, in virtù della legge statale, si considerano i livelli essenziali di assistenza e i livelli essenziali delle prestazioni che sono già fissati in base alla legislazione. Pertanto, vi è l'urgenza di disporre questo grande lancio del federalismo ma la norma di salvaguardia dispone che intanto tutto resta come è. Per tali ragioni era necessario far precedere il federalismo fiscale da un codice delle autonomie che definisse «chi fa che cosa». Repetita iuvant!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 22
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione
(Segue la votazione).

Onorevole Osvaldo Napoli, Zorzato, Laffranco è riuscito a votare, onorevole Perina, onorevole Bosi, l'aspettiamo. Vada a votare! L'onorevole Perina ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 470
Votanti 465
Astenuti 5
Maggioranza 233
Hanno votato
436
Hanno votato
no 29).

Prendo atto che il deputato Bosi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 20 - A.C. 2105-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2105-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANTONIO LEONE, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 20, ad eccezione dell'emendamento 20.600 delle Commissioni di cui si raccomanda l'approvazione.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Vietti 20.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà per un minuto.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, il problema è che se non determiniamo prima almeno le linee generali di configurazione del costo standard le norme transitorie finiranno per non servire a nulla, perché stiamo facendo un salto nel buio e nessuno ci può assicurare che il passaggio dal costo storico a quello standard rappresenti un'utilità ai fini della spesa. Non risulta da nessuna parte, se almeno non definiamo le linee generali di definizione del costo standard.
Pertanto, tutto ciò che facciamo, anche in via transitoria, diventa inutile. Va regolato meglio il costo standard e il livello essenziale minimo dei servizi altrimenti ci accingiamo a dare una delega al Governo, non solo in bianco, ma addirittura è come se gli dicessimo «fai quello che vuoi e poi ci rivedremo fra cinque anni».

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 20.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Chiedo di segnalare chi non riesce a votare. Onorevole Zorzato... onorevole Cicchitto... onorevole De Micheli... non c'è nessun altro?

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 479
Votanti 476
Astenuti 3
Maggioranza 239
Hanno votato
229
Hanno votato
no 247). Pag. 23

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.600 delle Commissioni, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Laffranco... onorevole Pelino... onorevole Leo
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 476
Astenuti 4
Maggioranza 239
Hanno votato
472
Hanno votato
no 4).

Prendo atto che i deputati Vico, Lunardi, De Micheli e Tassone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rubinato 20.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Goisis, onorevole Centemero, onorevole La Malfa, onorevole Pollastrini, onorevole Cesario, onorevole Scilipoti, ci siamo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 484
Astenuti 2
Maggioranza 243
Hanno votato
233
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che il deputato Tassone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 20.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Di Virgilio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 481
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato
229
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che i deputati Vico e Tassone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Lunardi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Sereni 20.4. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, nell'articolo in esame ci stiamo occupando della fase transitoria per gli enti locali (comuni e province). L'ipotesi di partire dall'ultimo bilancio certificato rischia di mettere comuni e province in grandi difficoltà perché l'ultimo bilancio certificato sarà quello del 2009 o del 2010, dopo i tagli che sono stati inferti dai provvedimenti di questi mesi in conto.
Quindi, con l'emendamento in esame proponiamo di introdurre, dato che si parla di una norma che entrerà a regime da qui al 2013, anche la possibilità di considerare anche le medie quinquennali perché altrimenti il punto di partenza per comuni e province può essere molto basso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 24
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sereni 20.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Paolo Russo, ha votato? Onorevole De Luca, Ministro Bossi, onorevole Scilipoti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 477
Votanti 476
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato
226
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Saltamartini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Coscia 20.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Beccalossi, onorevole De Luca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 476
Votanti 475
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato
226
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che i deputati Verini e De Micheli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che il deputato Porcu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Miotto 20.6, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Lehner ha votato. Di Virgilio, De Micheli, ha votato? Onorevole Pastore, onorevole Andrea Orlando, ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 479
Votanti 478
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato
228
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cesare Marini 20.7, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Levi, ha votato? Sì. Ghizzoni, l'aspettiamo. L'onorevole Garagnani ce l'ha fatta.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 477
Votanti 476
Astenuti 1
Maggioranza 239
Hanno votato
226
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che i deputati Vico e De Micheli hanno segnalato che non sono Pag. 25riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto.
Saluto gli studenti dell'Istituto comprensivo «San Francesco» di Anguillara, provincia di Roma, e gli studenti dell'Istituto comprensivo «Sabatino Minucci» di Napoli che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 20.8, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Di Virgilio e Saltamartini, prego. Onorevole De Micheli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 480
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato
228
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che i deputati Duilio e Tabacci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Sereni 20.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Biasi. Ne ha facoltà.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, trovo abbastanza clamoroso e un po' avvilente che in un'idea di federalismo, seppure in una norma transitoria, si decida di non includere fra le funzioni fondamentali la cultura. Questo è un punto rilevante non solo dal punto di vista economico ma vorrei dire identitario del federalismo. Infatti, bocciando questo emendamento il Governo fa sì che non vi siano tra le funzioni fondamentali quelle relative alla tutela dei beni culturali; in particolare voglio ricordare le raccolte di musei, pinacoteche e gallerie, gli archivi e i singoli documenti di Stato, le raccolte librarie delle biblioteche, le cose mobili e immobili che presentano interesse artistico, storico e archeologico, le raccolte librarie, e potrei andare avanti con le collezioni e le cose mobili e immobili.
Noi sappiamo che i comuni hanno questa funzione, quella di finanziare i musei civici, le biblioteche e gli archivi. Questi servizi culturali, queste occasioni culturali, sono nelle istituzioni di prossimità per moltissime persone l'unica occasione di incontro con il mondo della cultura. Mi chiedo se sono solo i soldi a definire l'impianto del federalismo fiscale o se c'è anche un'idea di un nuovo civismo di cui io, purtroppo, non vedo traccia bocciando questo emendamento. Non riesco neanche a capire quali siano le motivazioni; se si tratta di una guerra tra poveri: se funzione fondamentale è un tram e non un museo, mi chiedo quale sia la civiltà di questo Paese.
Penso che la cultura sia una leva di promozione umana, e questa promozione umana, Ministro Calderoli, speravo che potesse esserci in un'idea di federalismo che io caldeggio e condivido.
Capisco che è una norma transitoria, capisco tutto, ma, sinceramente, penso che sia giusto e doveroso, se vogliamo sostanziare di valori e ideali il federalismo, inserire anche la cultura come funzione fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, la distribuzione di queste materie avviene all'interno del rapporto 80/20 concordato con comuni, province e regioni.
È evidente che lo spostamento da una parte fondamentale ad una non fondamentale comporta la necessita di un riequilibrio rispetto all'allocazione delle risorse. Pag. 26 Nell'emendamento presentato si aggiungerebbero, sì - è nota lodevole, ma poi bisogna cercare di far quadrare i conti - i beni culturali fra le funzioni fondamentali, ma il medesimo emendamento sopprime, tra quelle fondamentali, l'edilizia residenziale pubblica e locale ed i piani di edilizia locale.
Si sopprime l'edilizia popolare a vantaggio dei beni culturali! In futuro rivedremo la cosa, ma mi terrei stretta l'edilizia popolare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giulietti. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE GIULIETTI. Signor Ministro, molto brevemente, il problema, tuttavia, è come si affronta la questione. Ho delle perplessità su questo provvedimento e ne approfitto anche per una dichiarazione di voto anticipata, perché è troppo e troppo poco; rischia di essere un volantino generico, per cui lo vota chi ne ha convinzione politica, e troppo poco, perché mancano deleghe fondamentali.
La sfida è sulle deleghe: in quel caso si potrà dire «sì» o «no», ma, in questo caso non si tratta del problema: «o le case o la cultura», perché la cultura è un elemento fondante di questo Paese. È una grandissima questione; non si tratta di una contrapposizione, si figuri!
Glielo dico così, signor Ministro: sono uno di quelli che, purtroppo, non potrà votare questo provvedimento, e quindi avrà una posizione individuale rispetto al gruppo, non perché vi sia un eccesso, ma perché, allo stato attuale, non è possibile comprendere come e in che modo vi sarà un trasferimento di deleghe, in quale contesto, con quali poste di bilancio e con quali priorità.
Ecco perché la sfida è rinviata al momento in cui arriveranno i decreti: in quel caso vorrei poter votare con grande forza «sì», perché si apra davvero una sfida per ridisegnare lo Stato. Oggi vi è il rischio di un manifesto teorico - ecco perché ha fatto bene la collega De Biasi - non accompagnato da scelte concrete, che facciano capire il beneficio degli atti e degli indirizzi che stiamo dando.
Glielo dico perché davvero ne sono convinto: non vorrei che si chiudesse qui questo tipo di sfida, ma, francamente, va trasferita in un altro momento, perché il tipo di risposta che ha dato mi convince dell'impossibilità di esprimere un voto favorevole su questo provvedimento, così come si sta articolando.
Mi auguro che, almeno sull'emendamento che vede tra i firmatari l'onorevole Causi che verrà dopo, quello che affrontava e affronterà i temi degli sprechi della politica, che affronta il tema di come ridurre i costi e affrontare alcune degenerazioni, tema che fu caro alla Lega, si possa arrivare ad un'intesa immediata, non rinviata.
La rimando ad un pezzo bellissimo, scritto da un giornalista molto autorevole come Mario Pirani, che pone questa questione con passione: non si può urlare in piazza contro gli sprechi e poi rinviare sempre ad un'altra stagione. Mi sarei augurato che questa fosse l'occasione buona: quando vi sarà, si potrà dare, spero, un voto positivo; oggi, non credo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

MARCO CAUSI. Signor Ministro, intervengo per un chiarimento: in questo emendamento, alla lettera e), si sopprime un'esclusione. Il testo del disegno di legge oggi dice che tra le funzioni fondamentali vi sono quelle riguardanti la gestione del territorio e dell'ambiente, fatta eccezione per il servizio di edilizia residenziale pubblica e locale; quindi, il nostro emendamento reintroduce le case popolari, non le toglie. È questo testo che le toglie!
Per quanto riguarda i beni culturali, insisto (il Ministro sa che ci sta molto a cuore): pensiamo ai musei, alle biblioteche e agli archivi, quindi alle infrastrutture culturali, non alle attività. Per più del 50 per cento i musei, le biblioteche e gli archivi sono civici, dei comuni italiani, storicamente sedimentati nel tempo. Pag. 27
Non vorremmo che, poi, i comuni che hanno ereditato dal passato, grazie anche alla loro storia civica, un rilevante patrimonio, si trovassero in difficoltà anche soltanto per la manutenzione ordinaria e straordinaria.

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo del Partito Democratico ha esaurito i tempi assegnati dal contingentamento, nonché i tempi aggiuntivi attribuiti dalla Presidenza. La Presidenza consentirà come da prassi lo svolgimento di brevi interventi della durata massima di un minuto, da imputare al tempo assegnato per lo svolgimento di interventi a titolo personale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà, per un minuto.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, Ministro Calderoli, lei concede le case popolari, invece toglie i beni culturali; poi in altre parti il trasporto comunale viene incluso, ma quello regionale escluso, le regioni a statuto speciale restano fuori dal federalismo; con la norma poco fa approvata il Governo ridisegna i patrimoni degli enti locali, ricominciando daccapo, un po' come fece Gheddafi a proposito della ricostruzione della proprietà pubblica e via seguitando.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

PIERLUIGI MANTINI. So che lei si sta divertendo moltissimo in questo «Risiko», in questo gioco, in questo puzzle, ma la inviterei ad essere prudente, perché adesso va bene per le elezioni, ma dopo per l'attuazione avrà moltissime delusioni.

Testo sostituito con l'errata corrige del 25 MARZO 2009 PRESIDENTE. Invito i colleghi a prendere posto. Come avete visto sono esauriti praticamente quasi tutti i tempi; pertanto, rimangono solo i tempi per gli interventi a titolo personale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sereni 20.9, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Zorzato, Calderisi? L'onorevole Iannuzzi ha votato? L'onorevole Iannuzzi ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 483
Astenuti 1
Maggioranza 242
Hanno votato
231
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che i deputati Anna Teresa Formisano e Nunzio Francesco Testa hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 20.10, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Franzoso, ce l'ha fatta? Onorevole Di Virgilio? Ci siamo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 482
Astenuti 3
Maggioranza 242
Hanno votato
234
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa e Anna Teresa Formisano hanno segnalato che non sono riusciti a votare. Pag. 28
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 20.11, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ministro Bossi? L'onorevole Cicchitto ha votato.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 480
Astenuti 3
Maggioranza 241
Hanno votato
232
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa e Anna Teresa Formisano hanno segnalato che non sono riusciti a votare, che i deputati Alessandri e Galati hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Galletti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Miotto 20.12 , non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Vi sono problemi? Onorevole Laganà Fortugno? Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 482
Astenuti 3
Maggioranza 242
Hanno votato
233
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che il deputato Alessandri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, che il deputato Galletti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Rosso ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 20.13, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 477
Astenuti 4
Maggioranza 239
Hanno votato
228
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che i deputati, Giulietti, Giorgio Merlo, Duilio e Galletti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, e che i deputati Lunardi e Nirenstein hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. Prendo atto che il deputato Rosso ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento La Loggia 20.14.
Ha chiesto di parlare l'onorevole La Loggia. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE. Invito i colleghi a prendere posto. Come avete visto sono esauriti praticamente quasi tutti i tempi; pertanto, rimangono solo i tempi per gli interventi a titolo personale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sereni 20.9, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Zorzato, Calderisi? L'onorevole Iannuzzi ha votato? L'onorevole Iannuzzi ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 483
Astenuti 1
Maggioranza 242
Hanno votato
231
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che i deputati Anna Teresa Formisano e Nunzio Francesco Testa hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 20.10, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Franzoso, ce l'ha fatta? Onorevole Di Virgilio? Ci siamo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 482
Astenuti 3
Maggioranza 242
Hanno votato
234
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa e Anna Teresa Formisano hanno segnalato che non sono riusciti a votare. Pag. 28
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 20.11, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ministro Bossi? L'onorevole Cicchitto ha votato.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 480
Astenuti 3
Maggioranza 241
Hanno votato
232
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa e Anna Teresa Formisano hanno segnalato che non sono riusciti a votare, che i deputati Alessandri e Galati hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Galletti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Miotto 20.12 , non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Vi sono problemi? Onorevole Laganà Fortugno? Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 482
Astenuti 3
Maggioranza 242
Hanno votato
233
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che il deputato Alessandri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, che il deputato Galletti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Rosso ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 20.13, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 477
Astenuti 4
Maggioranza 239
Hanno votato
228
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che i deputati, Giulietti, Giorgio Merlo, Duilio e Galletti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, e che i deputati Lunardi e Nirenstein hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. Prendo atto che il deputato Rosso ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento La Loggia 20.14.
Ha chiesto di parlare l'onorevole La Loggia. Ne ha facoltà.

ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, per le stesse identiche ragioni di cui all'intervento relativo all'articolo 17, ritiro il mio emendamento.

PRESIDENTE. Sta bene. L'emendamento La Loggia 20.14 è dunque ritirato.
Passiamo alla votazione dell'articolo 20.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

ORIANO GIOVANELLI. Signor Presidente, signor Ministro, nel 1946 la mia città era, per il 45 per cento, distrutta dai Pag. 29tedeschi in ritirata, e il governo della città, del Comitato di liberazione nazionale, fra le prime iniziative che adottò, diede vita ad un festival dei gruppi di arte drammatica.
Il 45 per cento della città era in macerie, ma il comune diede vita ad un festival dei gruppi di arte drammatica: contrapporre le case popolari al teatro o ai musei è come dire che un Paese è alla frutta, e credo che questa sia un'impostazione che non possiamo assolutamente condividere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Ciò detto, tale aspetto segnala l'inadeguatezza della copertura delle funzioni non fondamentali; noi ci asterremo, ma sottolineiamo l'accettazione...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giovanelli, il tempo a sua disposizione è terminato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione...

FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Signor Presidente!

PRESIDENTE. Scusate, revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Romano. Ne ha facoltà, per un minuto.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Signor Presidente, esprimeremo un voto contrario sull'articolo 20 anche perché l'unico emendamento che avevamo proposto - l'emendamento Vietti 20.1, che intendeva introdurre un meccanismo di parallelismo che tenesse conto anche della possibilità di calcolare il costo standard in funzione della diversità economica, territoriale ed infrastrutturale di ciascuna regione, in un periodo di tempo tra l'altro sostenibile, non inferiore a cinque anni - è stato respinto.
Tutto questo non c'è e ciò significa che non si vuole realmente fare. Per questa ragione, sottolineiamo nuovamente il nostro voto contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Se vi sono problemi, segnalateli. Prendo atto che gli onorevoli Colucci e Vassallo sono riusciti a votare. Onorevole De Corato, ha votato?

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 293
Astenuti 190
Maggioranza 147
Hanno votato
252
Hanno votato
no 41).

Prendo atto che il deputato Alessandri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 21 - A.C. 2105-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2105-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANTONIO PEPE, Relatore per la VI Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 21, fatta eccezione per l'emendamento Borghesi 21.3, sul quale le Commissioni formulano un invito al ritiro (potranno poi i presentatori valutare con il Governo se trasfonderne o meno il contenuto in un ordine del giorno), e per l'emendamento Cesare Marini 21.6 (che prevede, tra gli elementi da porre a base della ricognizione prevista dall'articolo 21, Pag. 30anche la valutazione della rete viaria del Mezzogiorno), sul quale le Commissioni esprimono parere favorevole.

PRESIDENTE. Il parere sull'emendamento Cesare Marini 21.6 è quindi favorevole?

ANTONIO PEPE, Relatore per la VI Commissione. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene. Il Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Borghesi 21.3.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, certamente il testo attuale è migliorativo rispetto a quello che è arrivato alla Camera perché aggiunge - e non può che essere così - le strutture sanitarie, assistenziali e scolastiche ai fini della perequazione infrastrutturale.
Avremmo preferito una formula più ampia, quella cioè che ci avrebbe consentito in sostanza di ricomprendere gli aspetti infrastrutturali (e questa non è una questione di nord o di sud perché un problema di perequazione infrastrutturale può sussistere anche tra ovest ed est, senza che quindi rilevi un fatto geografico o localistico) in tutti i servizi riconducibili ai livelli essenziali delle prestazioni.
Ho ascoltato dai relatori l'invito al ritiro, ma vorrei sapere se, con una riformulazione, il Ministro potesse immaginare di accogliere su tale aspetto un ordine del giorno, per avere un impegno del Governo su una questione più ampia.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, il Governo sarebbe disponibile ad accogliere un ordine del giorno che, rifacendosi al testo dell'emendamento Borghesi 21.3, espliciti il concetto dei beni indirettamente strumentali per l'espletamento delle rispettive competenze che sono oggetto dell'articolo.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se accede all'invito al ritiro del suo emendamento 21.3 formulato dal Governo per trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno?

ANTONIO BORGHESI. Sì Signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cesare Marini 21.6
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laratta. Ne ha facoltà per un minuto.

FRANCESCO LARATTA. Signor Presidente, intervengo per esprimere soddisfazione perché per noi meridionali questo emendamento è particolarmente importante. La valutazione positiva del Governo, quindi, la riteniamo molto positiva perché il tema delle infrastrutture in qualunque Paese civile è centrale, soprattutto in un'area come quella del Mezzogiorno dove la rete viaria necessita di interventi urgenti e di risorse. Un'ampia e concreta valutazione di questa area, di questo deficit infrastrutturale, all'interno delle politiche di sviluppo, è per noi positiva soprattutto nel contesto del federalismo fiscale di cui stiamo discutendo. Senza infrastrutture, strade moderne, e senza risorse, non si va da nessuna parte. Lo sviluppo del Mezzogiorno, nel contesto di un federalismo fiscale nazionale che tenga conto delle aree deboli, è molto importante.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Chiedo di parlare.

Pag. 31

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, per il Governo la corretta dizione dell'emendamento Cesare Marini 21.6 dovrebbe essere: «valutazione della rete viaria con particolare riferimento a quella del Mezzogiorno».

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e condivisa dai relatori.
Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cesare Marini 21.6, nel testo riformulato, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Non vedo particolari segnalazioni. Onorevole Bocciardo? L'onorevole Bocciardo ha votato. Gli onorevoli Moroni, De Micheli, Mosca e Razzi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 478
Astenuti 4
Maggioranza 240
Hanno votato
478).

Passiamo all'emendamento Vietti 21.7.

AMEDEO CICCANTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, l'emendamento è ritirato perché è già stato accolto nel testo della norma.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che anche l'emendamento La Loggia 21.12 è stato ritirato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giudice 21.13, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Leo? L'onorevole Bonciani ha votato. Onorevole Mantini ha votato? Lo aspettiamo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 492
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato
241
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che il deputato Ruben ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mario Pepe (PD) 21.14.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mario Pepe (PD). Ne ha facoltà per un minuto.

MARIO PEPE (PD). Signor Ministro, abbiamo approvato poco fa un emendamento che richiama una valutazione viaria con particolare riguardo al Mezzogiorno, ma prima di realizzare gli interventi, la valutazione è in re ipsa. I miei due emendamenti, caro Ministro, vogliono richiamare formalmente, concettualmente, sostanzialmente, la sperequazione infrastrutturale del Mezzogiorno d'Italia, perché mi pare opportuno dare un segnale forte alle regioni del sud.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 32

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Abbiamo voluto dare un segnale talmente forte, onorevole Mario Pepe (PD), che è stato accolto un emendamento dell'onorevole Marini inserito addirittura all'articolo 1. Dopodiché, un'area sottoutilizzata lo è sia al nord sia al sud del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mario Pepe (PD) 21.14, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 493
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato
239
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che i deputati Alessandri e Ruben hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Oliverio e Naro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mario Pepe (PD) 21.15, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 494
Maggioranza 248
Hanno votato
237
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che i deputati Alessandri e Garagnani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Tassone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vietti 21.16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, noi con questo emendamento vogliamo evitare che l'articolo 21 dia piena giustificazione all'utilizzo delle risorse FAS per interventi nelle zone sviluppate del Paese, aprendo così la strada ad una modifica delle norme che dispongono la destinazione dell'85 per cento riservato al Mezzogiorno. Quindi, è una norma di salvaguardia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Romano. Ne ha facoltà per un minuto.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Signor Presidente, intendo sottolineare questo nostro emendamento così come ha fatto il collega Ciccanti. Infatti in passato, negli ultimi tempi, come abbiamo riconosciuto tutti in quest'Aula, il Governo ha utilizzato questo fondo (il FAS) impropriamente. Adesso con questo emendamento vogliamo evitare che nel prossimo futuro si dia invece piena giustificazione all'utilizzo di questo fondo anche per obiettivi che non sono previsti dalla legge stessa. È un invito che faccio in particolar modo ai parlamentari del Mezzogiorno che si sono spesso lamentati e che oggi dovrebbero aver almeno il coraggio di manifestare il loro dissenso e quindi di votare a favore su questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 21.16, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 33

Prego tutti di prendere posto. Onorevole Romani? L'Onorevole Causi ha votato. Onorevole Bocciardo, ha votato? Bene.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 493
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato
239
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che i deputati Zucchi e Leoluca Orlando hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Abrignani e Ruben hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ciccanti 21.18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, questo emendamento sembrerebbe già recepito dal testo; però, vi è una parte che riguarda il meridione sulla quale si torna ad insistere perché la quota dell'85 per cento riservato al meridione rimanga, affinché non vi siano tentazioni, anche in futuro, come è stato detto dal collega Romano, considerate le evidenti sottrazioni fatte in questi ultimi mesi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciccanti 21.18, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 497
Astenuti 2
Maggioranza 249
Hanno votato
237
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Biasotti, è a posto?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 319
Astenuti 182
Maggioranza 160
Hanno votato
285
Hanno votato
no 34).

(Esame dell'articolo 22 - A.C. 2105-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2105-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Nucara. Ne ha facoltà per due minuti.

FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, anzitutto vogliamo rivolgere un apprezzamento al Ministro Calderoli e ai relatori che, dopo qualche perplessità iniziale, hanno deciso di dare corso alla creazione della città metropolitana di Reggio Calabria che non è un problema aennino e reggino come ha scritto qualche giornale ma è un problema che riguarda il Parlamento perché la stessa proposta presentata dall'onorevole Bocchino è stata Pag. 34presentata anche dalla collega Laganà Fortugno e dal collega Roberto Occhiuto. L'onorevole Franceschini, a Reggio Calabria, durante un'intervista televisiva, ha dichiarato che è d'accordo sulla costituzione di Reggio come città metropolitana.
Ministro Maroni, creare una città metropolitana non è un problema di quantità di popolazione, ma è una cultura diversa. Più giusto sarebbe stato istituire l'area metropolitana dello Stretto, Reggio e Messina. Ma problemi istituzionali, essendo Messina città di una regione a statuto speciale, non hanno consentito di fare ciò che tecnicamente, storicamente, culturalmente, socialmente, economicamente era giusto fare. Tuttavia le voglio ricordare che l'area metropolitana di Reggio Calabria può essere costituita partendo dalla città di Melito Porto Salvo arrivando a Gioia Tauro inglobando quattro porti (Saline, Reggio Calabria, Villa San Giovanni e Gioia Tauro), il parco dell'Aspromonte, un nodo ferroviario e autostradale di importanza nazionale a Villa San Giovanni e la piastra del freddo a Gioia Tauro: se non è area metropolitana questa che vanta anche un'importante università, l'università «Mediterranea»!

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Nucara.

FRANCESCO NUCARA. In attesa di realizzare l'area metropolitana dello Stretto, realizziamo quanto spetta a Reggio Calabria da un secolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Poli. Le ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.

ANTONIO DE POLI. Signor Presidente, colleghi, dal momento che è stata aggiunta la città di Reggio Calabria e senza nulla togliere a questa disposizione sulla quale non ho nulla da dire, intervengo per chiedere al Ministro Calderoli se, anzi, non ritenga che vi siano altre importanti città che potrebbero essere costituite come città metropolitane, ad esempio Verona in Veneto. Ritengo che si tratti di riconoscere un'area e un territorio che sono anche centrali per altre regioni, e non soltanto, avendo rilevo anche rispetto alle vie di comunicazione con altri Stati. Ritengo che si tratti di un'importante richiesta concernente questo articolo, da tenere in considerazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciocchetti. Ne ha facoltà per un minuto.

LUCIANO CIOCCHETTI. Signor Presidente, affrontiamo un tema sul quale il Governo ha dimostrato tutta la sua mancanza di coraggio. Dal 1990 si parla di città metropolitane, di superamento dell'attuale assetto delle province; con l'articolo 22 e l'articolo 23 si prevedono ulteriori norme manifesto irrealizzabili che non daranno risposta alla necessità di modificare l'assetto di governo delle nostre aree urbane. Ritengo che fosse necessario più coraggio, il coraggio che normalmente in altri casi soprattutto la Lega Nord Padania ha dimostrato per affrontare le grandi questioni che riguardano il futuro delle aree urbane di governo di questo nostro Paese.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANTONIO LEONE, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario su tutte le proposte emendative all'articolo 22, ad eccezione dell'emendamento 22.600 (Nuova formulazione) delle Commissioni del quale raccomandano l'approvazione.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, ad eccezione dell'emendamento Misiani 22.13 sul quale il Governo esprime un invito al ritiro in quanto i contenuti sono già presenti nel testo.

Pag. 35

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Tabacci 22.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, sarò breve. Poiché abbiamo sostenuto, nel corso della discussione, che questa parte ordinamentale andasse inserita nell'ambito del codice per le autonomie, l'emendamento soppressivo in esame è pienamente in linea e coerente con quella impostazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchignoli. Ne ha facoltà, per un minuto.

MASSIMO MARCHIGNOLI. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'emendamento dell'onorevole Tabacci, ritenendo l'articolo 22 del provvedimento in esame estraneo alla materia trattata dal disegno di legge sul federalismo fiscale, sbagliato nel merito, costruito male, ostativo della costruzione di grandi e vere città metropolitane e penalizzante per i territori provinciali che non intendono aderire alle città metropolitane, pur non essendo contrari al fatto che il loro capoluogo possa trasformarsi in città metropolitana.
Per questa ragione, condivido l'emendamento in esame e vi appongo la mia firma.

ANDREA LULLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, con le stesse motivazioni dell'onorevole Marchignoli sottoscrivo l'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Chiedo ai colleghi di prendere posto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tabacci 22.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole La Malfa, non riesce a votare? L'onorevole La Malfa ha votato. Oliverio? Lovelli?

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 447
Astenuti 42
Maggioranza 224
Hanno votato
56
Hanno votato
no 391).

Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa e Poli hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che le deputate Argentin e Saltamartini hanno segnalato che non sono riuscite a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 22.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Letta, non riesce a votare? Ha votato? Bene. Onorevole Leo? Onorevole La Malfa? Onorevole Duilio, ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 311
Astenuti 178
Maggioranza 156
Hanno votato
52
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che il deputato Nunzio Francesco Testa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole, che il deputato Marinello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Tenaglia e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Per informazione dei colleghi che hanno chiesto quando sospenderemo i lavori, Pag. 36comunico che la seduta proseguirà con votazioni fino alla sospensione alle ore 13 e riprenderà quindi alle ore 14, salvo diverso accordo tra i gruppi. Comunicherò pertanto alle ore 13 a che ora esattamente riprenderemo i lavori.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cambursano 22.4.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, poiché il contenuto dell'emendamento in esame è stato recepito dall'articolo 23, al comma 9-bis, lo ritiriamo.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Cambursano 22.4 lo ritirano.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Misiti 22.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, l'emendamento in esame cerca di riparare ad una situazione che si è venuta a creare con l'articolo 22. Noi riteniamo che una città metropolitana a Reggio Calabria e un'altra a Messina siano due enti evidentemente asfittici, che potrebbero costituire soltanto un aumento della spesa dell'amministrazione e della politica.
Noi riteniamo invece che, sulla base di precise intese tra la Sicilia e lo Stato, o comunque tra lo Stato e le regioni, si possa arrivare ad un accordo per costituire la città metropolitana dello Stretto di Messina.
Tra l'altro, le due città sono divise esclusivamente da un braccio di mare, che deve unire e non dividere. Quindi, riteniamo con questo emendamento di dare un'indicazione per la quale si possa arrivare alla costituzione di una città metropolitana. In tal senso, presenteremo anche un ordine del giorno.
Credo che il Governo non possa tirarsi indietro e fare in modo che alla fine ci troveremo con due città metropolitane piccole e non con una città metropolitana dello Stretto che ha la dignità di tutte le altre città metropolitane previste nella stessa legge. Pertanto, faccio appello al Governo affinché, se comunque non dovesse «passare» questo mio emendamento, almeno accetti sia l'ordine del giorno dell'onorevole Garofalo (che io stesso appoggio) sia il mio, che va nella stessa direzione di formare un'unica città metropolitana nello Stretto di Messina.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, credo che sia anche condivisibile l'idea di una città metropolitana dello Stretto, piuttosto che di un'unica realtà. Oggi la Sicilia ha l'esclusività sugli aspetti ordinamentali degli enti locali e, quindi, è necessario prima acquisire il via libera e l'intesa da parte della regione per poi poter legiferare. Quindi, non possiamo oggi provvedere per legge, perché l'intesa non vi è ancora. Comunque, rispetto all'idea della città metropolitana dello Stretto, credo che la proposta sia condivisibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Minniti. Ne ha facoltà.

MARCO MINNITI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento 22.5 presentato dal collega Misiti, perché esplicita il progetto sul quale si è adesso soffermato il Ministro Calderoli. Si tratta di un progetto che non è del tutto compiuto nel testo per la differenza di carattere costituzionale tra la regione Sicilia e la regione Calabria. Quindi, quel progetto non può essere oggi esplicitato, ma non c'è dubbio che l'obiettivo per il quale occorre lavorare - obiettivo che, oggi presente in questo disegno di legge, costituisce un punto di partenza - è quello di avere un'unica grande area integrata Pag. 37dello Stretto, che tenga insieme la provincia di Messina (per intenderci Taormina, Capo Milazzo, Messina) e quella di Reggio Calabria (per intenderci la Locride, Gioia Tauro e la città di Reggio Calabria).
Si tratta di un progetto antico. Chiunque si sia occupato delle questioni del sud sa che questo è un obiettivo della seconda metà degli anni Settanta.

PRESIDENTE. Onorevole Minniti, la prego di concludere.

MARCO MINNITI. Ho concluso. Penso, quindi, che sotto questa ottica - e se si fa un ragionamento serio - questo obiettivo appare oggi sostenibile, anzi addirittura utile per l'intero Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà per un minuto.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, credo che con questo emendamento si affronti un tema anche più volte evocato e richiamato ovvero quello della costituzione dell'area dello Stretto. Non sarei d'accordo con le valutazioni testé fatte dal Ministro Calderoli che in fondo confermano tutte le preoccupazioni sull'impianto della normativa che stiamo approvando, laddove abbiamo affermato che mancano una definizione e, soprattutto, i contorni dei ruoli e delle competenze tra regioni a statuto speciale e ordinarie. Infatti, c'è questa lacuna nella definizione di nuove competenze per quanto riguarda le autonomie locali. Ecco perché mi sento di dare una valutazione anche positiva rispetto ad un progetto che più volte è stato avanzato e sostenuto da molte forze politiche in Parlamento e nel Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cristaldi. Ne ha facoltà.

NICOLÒ CRISTALDI. Signor Presidente, l'idea è affascinante, però - anche per come viene formulato l'emendamento - è lesiva delle prerogative della regione siciliana. Infatti, in tale materia la competenza è esclusiva in capo alla stessa regione. Creare una condizione di auspicio può essere anche positivo, ma immaginare che la prerogativa autonomistica della regione siciliana possa essere ridotta ad una intesa con la regione siciliana stessa è una chiara violazione costituzionale.
Con tutto il rispetto per chi ha fatto la valutazione, mi permetto di esprimere che questo emendamento andava giudicato improponibile, ma, naturalmente, mi affido alle valutazioni della Presidenza.
Nulla vieterà, in futuro, che le città metropolitane di Messina e di Reggio Calabria facciano delle opportune intese per gestioni comuni di servizi e per la gestione comune del territorio. È un po' quella logica che, dal punto di vista urbanistico, portò, in passato, ad immaginare i cosiddetti piani comprensoriali.
Pertanto, il mio voto personalmente contrario all'emendamento in oggetto è legato proprio alla necessità di tenere in piedi tutta la storia dell'autonomia siciliana.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Laganà Fortugno. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA LAGANÀ FORTUGNO. Signor Presidente, intervengo soltanto per sottoscrivere l'emendamento Misiti 22.5 con le motivazioni svolte dagli onorevoli Minniti e Misiti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, sono rimasto colpito dalle parole dell'onorevole Cristaldi e, soprattutto, dai segni di assenso del Ministro Calderoli. Vorrei sapere - lo capiremo ben presto - cosa rappresenterebbe la piccola lesione che potrebbe maturare con questo emendamento, rispetto ad un provvedimento che, credo, ad horas, sarà prodotto dal Governo, che riguarda il cosiddetto piano casa, attraverso il quale non soltanto le Pag. 38regioni, ma tutti gli enti locali, verranno spazzati via per qualcosa di ben peggiore rispetto alla proposta emendativa che abbiamo presentato. Sarà divertente vedere cosa pensa il Ministro Calderoli del provvedimento che dovrà approvare in Consiglio dei ministri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ria. Ne ha facoltà, per un minuto.

LORENZO RIA. Signor Presidente, dovendo intervenire solo per un minuto, con riferimento all'emendamento successivo a mia firma 22.7, anticipo che dell'area metropolitana dello stretto di Messina, che tanto fa parte della storia del nostro Paese, non vi è traccia né nella discussione parlamentare, che si è svolta in occasione dell'esame della legge n. 142 del 1990, quando sono state individuate per la prima volta le aree metropolitane, né in sede di discussione ed approvazione del cosiddetto Testo unico degli enti locali, che risale al 2000. Pertanto, si tratta di un problema che va risolto non solo dal punto di vista procedurale (si trattava di una proposta emendativa inammissibile), ma anche dal punto di vista della storia parlamentare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nucara. Ne ha facoltà.

FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, mi dispiace, forse non ci siamo capiti: siamo concettualmente d'accordo, ma, se oggi passasse l'emendamento in oggetto - come ha opportunamente spiegato il Ministro Calderoli - non vedremmo per lungo tempo né la città metropolitana di Reggio Calabria, né l'area metropolitana dello stretto di Messina.
Pertanto, alla collega Laganà Fortugno chiedo di votare contro l'emendamento Misiti 22.5, se vuole che passi, come è passato, il suo emendamento, che fa di Reggio Calabria una città metropolitana. Ha ragione il Ministro Calderoli: è bene che lo sappiano i colleghi Minniti e Misiti. Se, poi, vogliono mettere tutto a tacere, votassero e approvassero questo emendamento e di Reggio Calabria città metropolitana ne parleremo tra dieci anni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Misiti 22.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tassone ha votato? Onorevole Dal Moro? Onorevole Cicchitto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 442
Astenuti 47
Maggioranza 222
Hanno votato
180
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che la deputata Motta ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo altresì atto che il deputato Bellotti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Borghesi 22.6 e Ria 22.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, il risultato della votazione dell'emendamento precedente dimostra come, in realtà, non vi sia alcuna volontà di istituire una città metropolitana.
Qui c'è soltanto la volontà di attuare la vecchia politica, quella di creare comunque delle strutture che permettano di mantenere ancora più personale politico, di spendere ancora di più, di creare delle Pag. 39situazioni che prevederanno una fase transitoria nella quale le province continueranno a coesistere con le città metropolitane, con i finanziamenti e con spese inutili contro le quali da sempre il mio partito si è battuto, tenendo conto inoltre del fatto che esistono città che certamente più di Reggio Calabria avrebbero le caratteristiche e le strutture per poter essere città metropolitane e non lo sono.
Voglio anche ricordare che c'è un collega - non ne faccio il nome - che ha strombazzato ai quattro venti una sua proposta di legge per l'abolizione delle province e la settimana successiva ha firmato subito un emendamento che, di fatto, salverà una miniprovincia e continuerà a perpetrare lo spreco che si verifica in questo tipo di strutture. Credo che tutti coloro che voteranno contro questo emendamento, in realtà voteranno a favore di un nuovo e ulteriore modo di fare la vecchia politica che porterà soltanto agli sprechi che si sono già verificati in passato.
Per questo motivo, chiedo a tutti i colleghi di riflettere su questo punto e di valutarlo bene, perché ritengo che il sud non abbia bisogno di vecchia politica ed è assurdo che una legge come quella sul federalismo attui un intervento che è esattamente il contrario del federalismo fiscale.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola ai numerosi iscritti e per dare ordine ai nostri lavori, avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, la seduta proseguirà fino alle 13,30 e riprenderà, dopo la sospensione, alle 15. Non avrà luogo la pausa prevista dalle 17 alle 18 (Commenti dei deputati).
Ricordo, inoltre, che alle ore 18 sono previste, con ripresa televisiva diretta, le dichiarazioni di voto finali dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Ria. Ne ha facoltà per un minuto.

LORENZO RIA. Signor Presidente, non vi è dubbio che sono molte le incoerenze che hanno portato a designare Reggio Calabria quale area metropolitana. Si tratta di incoerenze di carattere logico, scientifico, tecnico, procedimentale e comportamentale, basti pensare che la stessa norma, che è una norma transitoria, fa riferimento alla disciplina ordinaria che dovrà entrare in vigore. Com'è possibile che in una norma transitoria che reca una disciplina provvisoria «in attesa di», si aggiunga un'altra città all'elenco previsto dalla legge n. 142 del 1990 e dal decreto legislativo n. 267 del 2000? Questo, caro Ministro, non è il federalismo delle certezze, non è il federalismo delle regole, ma è il federalismo à la carte che interviene per raggiungere un risultato che è soltanto il risultato immediato con cui si porta a casa qualcosa di molto aleatorio per il proprio territorio.
Vi chiedo davvero di votare a favore di questi emendamenti, perché in una legge della quale abbiamo condiviso molti aspetti non possiamo permetterci di aggiungere delle incongruenze così pesanti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà per un minuto.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, mi trovo in quest'Aula da qualche giorno per l'esame del presente provvedimento perché sono convinto di votare il federalismo fiscale e perché sono convinto fin dall'inizio che il federalismo fiscale possa portare ad un risparmio e arrivare a rendere gli amministratori e le città amministrate più virtuose. Il rischio, allargando a proposte di questo tipo, è che probabilmente non riusciremo a raggiungere quell'obiettivo.
Se questo ha un senso (mi spiace per gli amici Misiti e Minniti, che sono una «coppia bellissima»), il problema è: le due città saranno mai unificate? Il ponte si farà? Al di là della proposta, però, credo che ci siano altre difficoltà e che il federalismo sia fatto per ridurre le spese, non per allargarle. Di fatto, che la città metropolitana abbia un senso o meno, probabilmente Pag. 40 la proposta dei parlamentari è fatta per portare delle economie alle loro città e ciò è anche lodevole dal loro punto di vista, che però è limitato a quel territorio, mentre noi dobbiamo tener presente il territorio nazionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, colleghi, signor Ministro, chiedo a me stesso e anche ai colleghi della Lega: dopo aver inserito, in un provvedimento così importante come quello che stiamo affrontando, Reggio Calabria come città metropolitana, che cosa andiamo a dire alle città di Milano, Firenze, Bologna e Genova? Che anche la Valle Camonica, domani, avrà titolo a chiedere di diventare città metropolitana? Il federalismo passa attraverso le scelte legittime sul territorio o attraverso l'imposizione di legge di strumenti di pianificazione e di gestione del territorio? Credo che stiamo affrontando...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SERGIO MICHELE PIFFARI. ...in modo completamente sbagliato l'utilizzo di «marchette» come strumento di promozione di una legge così importante.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà per un minuto.

CARLO MONAI. Signor Presidente, anch'io sono molto critico rispetto a questa ipotesi di lavoro perché voglio ricordare che Reggio Calabria, nell'elenco delle città più importanti dal punto di vista della popolazione in Italia, è al diciottesimo posto, preceduta nell'ordine da Verona, Messina, Trieste, Padova, Taranto e Brescia. Mi domando, allora, se può avere una logica ipotizzare un'area metropolitana coniugata tra le due città affacciate sullo stretto, che senso ha, rispetto ad un territorio che non è coincidente - come lo è, per esempio, nel caso di Trieste - accorpare un ulteriore elemento di appesantimento burocratico su una città che non ha, come è stato già ricordato da altri colleghi, una vocazione metropolitana?
Da questo punto di vista, invito anche i colleghi della Lega Nord a valutare le ricadute in termini di costi aggiuntivi che questa burocrazia elefantiaca, che tante volte la Lega contrasta, andrebbe in qualche misura ad alimentare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, su questi emendamenti, a mio avviso, c'è un certo equivoco. Sappiamo, proprio per le ragioni addotte qui dal Ministro, che la regione a statuto speciale della Sicilia ha già istituito, con propria legge, l'area metropolitana della provincia di Messina, che è comprensiva della città e di altri cinquanta comuni. Se non si istituisce l'area metropolitana della provincia di Reggio Calabria, non si potrà mai istituire la città metropolitana dello stretto. È per questo che io esprimerò un voto contrario su questi emendamenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti, che non è in Aula: s'intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Poli. Ne ha facoltà.

ANTONIO DE POLI. Signor Presidente, ritengo che con questi emendamenti - con l'inserimento, tra l'altro, in sede di Commissioni, di Reggio Calabria - dimostriamo, ancora una volta, che invece di parlare di federalismo fiscale, intendiamo aumentare concretamente quelli che sono realmente i centri di spesa. Ancora una volta si tratta di uno spot, di una cornice vuota da portare in campagna elettorale. Credo che questo sia l'aspetto veramente concreto che stiamo vedendo, qui, in Aula, Pag. 41oggi. Se facciamo questo, chiedo ancora al Ministro Calderoli, visto che ormai abbiamo perso il senso dei conti oppure non lo abbiamo proprio, di dirmi se è o meno d'accordo sul fatto che Verona diventi città metropolitana o sulle altre richieste che ci sono.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANTONIO DE POLI. Oramai si tratta di una discussione che nulla ha a che fare con il risparmio, con il federalismo concreto, con il dare risposte concrete ai nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro). Ritengo che questo sia l'aspetto che oggi abbiamo visto e che continuiamo a vedere.

PRESIDENTE. Saluto, gli studenti della terza media della scuola Dante Alighieri di Pegognaga (provincia di Mantova), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Borghesi 22.6 e Ria 22.7, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vella e Nizzi, no mi correggo: l'onorevole Nizzi ha votato. Onorevole Bruno prego, l'onorevole Miotto non riesce a votare, aspettiamo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 451
Votanti 427
Astenuti 24
Maggioranza 214
Hanno votato
59
Hanno votato
no 368).

Prendo atto che i deputati Scilipoti, Aniello, Formisano, Sbrollini, Calearo Ciman hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole, che il deputato Sisto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Borghesi 0.22.600.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Cicchitto ha votato; onorevole Binetti? Onorevole Grassi ha votato? Ora sì! Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 462
Votanti 458
Astenuti 4
Maggioranza 230
Hanno votato
218
Hanno votato
no 240).

Prendo atto che il deputato Federico Testa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole, che il deputato Sisto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.600 (Nuova formulazione) delle Commissioni, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pianetta, onorevole Bonciani? È riuscito!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 471
Votanti 469
Astenuti 2
Maggioranza 235
Hanno votato
436
Hanno votato
no 33). Pag. 42

Prendo atto che i deputati La Loggia e Monai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole che il deputato Sisto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Avverto che gli emendamenti Lanzillotta 22.9, Vietti 22.11 e Vietti 22.12, quest'ultimo limitatamente alla sua parte consequenziale, non saranno posti in votazione in quanto preclusi dall'approvazione dell'emendamento 22.600 (Nuova formulazione) delle Commissioni.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 22.12 nella parte non preclusa, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Non vedo segnalazioni di colleghi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 474
Votanti 472
Astenuti 2
Maggioranza 237
Hanno votato
225
Hanno votato
no 247).

Prendo atto che i deputati Argentin, Monai, Lo Moro e Castellani hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Tassone ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'emendamento Misiani 22.13 sul quale il Governo ha formulato un invito al ritiro.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Misiani 22.13, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Napoli, onorevole Garagnani se poggia il telefono riuscirà a votare meglio. L'onorevole Napoli ha votato. Onorevoli Mantini e Pollastrini? Ci siamo!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 476
Votanti 474
Astenuti 2
Maggioranza 238
Hanno votato
227
Hanno votato
no 247).

Prendo atto che il deputato Federico Testa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Calvisi 22.14.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calvisi. Ne ha facoltà.

GIULIO CALVISI. Signor Presidente, con questo emendamento, che ho presentato insieme al collega Capodicasa, sottolineo una mancanza nel testo dell'articolo 22. Questo articolo non cita la fattispecie contemplata nell'articolo 1, comma 2, che applica alle regioni a statuto speciale anche l'articolo 14. L'articolo 22 non menziona neanche quanto previsto dalla legge n. 142 del 1990, laddove si fa riferimento alla regolamentazione delle regioni a statuto speciale per quanto riguarda la delimitazione delle aree metropolitane.
Pertanto, chiedo al Ministro di colmare questa lacuna dell'articolo inserendo quanto previsto con questo emendamento. In Commissione, il Ministro Calderoli aveva eccepito un'incostituzionalità nella formulazione, laddove si dice che «si applicano anche alle città metropolitane». Chiedo al Ministro Calderoli se fosse possibile anche una riformulazione di questo emendamento, per evitare che possibili città metropolitane, come Palermo e Cagliari, possano essere escluse dall'applicazione dell'articolo 22.

Pag. 43

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Calvisi 22.14, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione
(Segue la votazione).

Onorevole Pollastrini, non è la sua mattinata fortunata! Onorevoli, Gatti e Pollastrini. L'onorevole Ravetto. Pollastrini, è riuscita a votare? Bene!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 480
Astenuti 6
Maggioranza 241
Hanno votato
200
Hanno votato
no 280).

Prendo atto che i deputati Galletti e Giacomoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo 22.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fontanelli. Ne ha facoltà per un minuto.

PAOLO FONTANELLI. Signor Presidente, intervengo per ricordare che in questa scelta e in questa formulazione, che viene posta ai voti, vi è stato uno sforzo di discussione che è partito da lontano. Volevo sottolinearlo, soprattutto in relazione ad una serie di interventi che si sono succeduti sul tema delle città metropolitane.
In realtà, avremmo preferito che in questa riforma non vi fossero le questioni ordinamentali, né Roma capitale, né le città metropolitane. Ed infatti, il testo presentato originariamente dal Governo al Senato prevedeva solo Roma capitale. Il Partito Democratico ha avanzato, nella sua proposta di legge e negli emendamenti presentati al Senato, l'inserimento delle città metropolitane come un'esigenza a cui dare una risposta in un contesto in cui la sfida era portare la riforma del federalismo fiscale nell'alveo del Titolo V della Costituzione, ossia di un federalismo solidale che comprendesse l'insieme del riordino e della riforma istituzionale. In questo senso abbiamo inserito la sfida delle città metropolitane.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bocchino. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, nell'esprimere il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà all'articolo 22, colgo l'occasione per chiarire le ragioni per cui abbiamo voluto presentare l'emendamento che, da una parte, con inchieste giornalistiche e, dall'altra, con interventi oggi in Aula, è stato criticato, senza conoscere le ragioni ed i numeri che spingono a far sì che Reggio Calabria venga introdotta fra le città che possono dar vita all'area metropolitana.
Non si tratta assolutamente di una scelta che ha ragioni partitiche o solo territoriali. Vanno svolte alcune considerazioni che non sono state affatto valutate dai detrattori di questa tesi. La prima valutazione è che nell'ambito delle città metropolitane, previste dalla norma vigente, il sud è stato pesantemente discriminato. Sono presenti solo le città di Napoli e Bari.
È fuorviante, inoltre, la tesi di chi chiede perché Verona non debba essere, ad esempio, città metropolitana. Intanto c'è la ragione di una carenza al sud di città metropolitane, poi c'è la ragione che nel Veneto c'è già una città metropolitana (quella di Venezia) e poi c'è la ragione della particolarità di Reggio Calabria che, con la sua provincia, ha 550 mila abitanti e che, di fatto, confina, nell'ambito della logica della continuità territoriale, con Messina e la sua provincia che sono già state designate area metropolitana nell'ambito della particolare normativa costituzionale che prevede l'autonomia della regione Sicilia. Pag. 44
Qual è l'obiettivo? L'obiettivo è oggi introdurre in questo provvedimento la città metropolitana di Reggio Calabria con i suoi 550 mila abitanti e poi nel provvedimento sulle autonomie locali, sul codice delle autonomie locali, che fra breve andremo discutere, istituire per norma la possibilità delle due aree confinanti, nell'ambito appunto della logica della continuità territoriale, di dar vita ad un collegamento delle due aree metropolitane di Reggio Calabria e di Messina; dar vita a quell'area dello Stretto che avrebbe un numero di abitanti molto superiore ad altre aree metropolitane. Si tratta di una realtà sulla quale lo Stato sta investendo risorse importantissime per la costruzione del ponte sullo Stretto, dove esistono importanti problemi e grosse cointeressenze tra Messina e Reggio Calabria e fra le due province in materia di trasporti, di università, di gestione dei rifiuti e di servizi pubblici locali. È questo l'obiettivo. Non potevamo istituire l'area dello Stretto (vista la particolare normativa dell'area metropolitana di Messina), ma istituendo l'area metropolitana di Reggio Calabria successivamente, nel provvedimento più adatto, possiamo prevedere il collegamento, di diversa natura per fonte normativa, tra le due aree metropolitane, finalizzato alla gestione comune di alcuni servizi.
Si tratta di rendere un servizio meritorio al Mezzogiorno con un'area metropolitana in più, di dedicare attenzione all'area dello Stretto (per la quale stiamo investendo risorse molto importanti) e di garantire alle due province quella continuità territoriale che, fino ad oggi, non siamo riusciti a garantire. Ecco le ragioni per cui abbiamo voluto l'approvazione nelle Commissioni dell'emendamento che istituisce l'area metropolitana di Reggio Calabria e per cui insistiamo su questa tesi convinti della bontà di dare al Mezzogiorno e all'area dello Stretto uno strumento normativo per migliorare i servizi che vengono erogati ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, abbiamo la dimostrazione, con questo intervento dell'onorevole Bocchino, che si è aperto anche il mercato delle aree metropolitane per cui questo federalismo virtuoso, quello che deve restringere i centri di spesa e non moltiplicarli e che deve essere un processo che ingigantisce i meriti a scapito invece della disorganicità, finisce per essere accentrato sul mercato oggi delle aree metropolitane e domani delle province che non si aboliscono. Ognuno ha una ragione (la migliore del mondo), salvo che non c'entra niente l'evocazione di essa sui meriti storici di Reggio Calabria - città che tutti noi amiamo - rispetto alla serietà di un processo federalista che dovrebbe stabilire un riordino ordinamentale e normativo e, successivamente, una valutazione di ordine finanziario.
Direi che la perorazione dell'onorevole Bocchino mi esime dal fare altre valutazioni. Voglio solo dire ai colleghi leghisti che non si scandalizzino poi se qualcuno giustamente porrà il problema di Verona o se qualcun altro domani l'altro, dopo il problema di Verona, porrà altri problemi situati in altre aree del Paese. Questa è l'idea della confusione che si è prodotta e la confusione non è mai una cosa seria, Reggio Calabria permettendo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cimadoro. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale, l'onorevole Bocchino è un compagno di corsa, signor Ministro, che probabilmente noi e voi vorremmo cambiare: interpreta la politica come si faceva quando si diede alla Sicilia quell'autonomia costituzionale, per cui Bocchino riesce a giustificare Messina costituzionalmente inserita. Ma la nostra vera battaglia, per quella che deve essere Pag. 45l'unica vera soluzione, è l'eliminazione delle autonomie che portano non ad un virtuosismo ma ad uno spreco esagerato. Scapagnini è un esempio tipico di quella regione. Per cui lasciamo perdere, andiamo avanti sul federalismo e sulle cose serie (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Non vedo segnalazioni da parte dei colleghi, anzi non vedevo segnalazioni. Onorevole La Malfa, l'aspettiamo, prego. Onorevole Tassone... Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 410
Astenuti 73
Maggioranza 206
Hanno votato
371
Hanno votato
no 39).

Prendo atto che il deputato Cimadoro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 23 - A.C. 2105-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 (Vedi l'allegato A - A.C. 2105-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Morassut. Ne ha facoltà per un minuto.

ROBERTO MORASSUT. Signor Presidente, voteremo a favore dell'articolo 23, anche se per i motivi che sono stati illustrati da vari interventi sull'articolo 22 avremmo preferito fare una discussione sui poteri e la dignità di Roma capitale e le sue risorse, nell'ambito del dibattito sulla riforma del codice delle autonomie. Tuttavia voteremo a favore perché il tema della dignità e dei poteri di Roma capitale rappresenta una battaglia storica delle forze democratiche, fin da quando la legge per Roma capitale, la legge n. 396 del 1990, fu approvata in Parlamento dopo un decennale dibattito su un testo di legge del 1980 che portava per prima la firma di Enrico Berlinguer.
Voteremo a favore anche perché nel 2001 la riforma costituzionale che sancì per la prima volta nella storia delle Costituzioni italiane, compreso lo Statuto albertino, il principio che Roma è la capitale d'Italia, fu varata dal centrosinistra con il voto contrario allora del centrodestra e con un principio che stabiliva che si sarebbe dovuto poi fare una legge ordinaria.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ROBERTO MORASSUT. Ho concluso. Però per tutto il quinquennio 2001-2006 la legge non fu fatta, forse perché al Campidoglio governava una maggioranza di centrosinistra, e fu presentata nel 2007 ma non conclusa dal Governo Prodi perché la legislatura finì anticipatamente. Noi riconosciamo che l'iniziativa del sindaco Alemanno e del presidente Zingaretti è stata utile ed è stata raccolta dal Governo e ci auguriamo che questa battaglia non venga ascritta a nessuna parte politica ma risulti il prodotto di un dibattito unitario nel Paese e nella città.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marsilio. Ne ha facoltà.

MARCO MARSILIO. Signor Presidente, come Popolo della Libertà rivendichiamo con orgoglio il raggiungimento di questo obiettivo storico per la capitale della Repubblica. Dopo decenni in cui dallo Stato il riconoscimento del ruolo, delle funzione Pag. 46e delle risorse necessarie a garantire la funzionalità della capitale sono state negate e dopo che precedenti sindaci di Roma, che pure erano leader di partito ed hanno avuto per anni e anni Governi amici a livello nazionale, non sono stati in grado di portare questo risultato a termine.
Lo dobbiamo a questo Governo, alla saggezza del Ministro Calderoli, che ha anche saputo smentire un luogo comune che vedeva il partito politico che rappresenta come nemico della città di Roma mentre oggi sta dimostrando l'esatto contrario. Questa maggioranza insieme alla Lega è amica della capitale della Repubblica e costruisce un federalismo basato su un pilastro essenziale che riconosce i simboli dell'unità nazionale nel momento in cui dà potere ai territori e alle realtà locali per essere autogovernate e per poter dare risposte ai cittadini. Risposte che arriveranno anche dalla capitale verso la Repubblica perché il comune di Roma non fornisce solo servizi ai propri cittadini.
Fornisce servizi e funzioni di rappresentanza a decine di milioni di cittadini italiani in Italia e nel mondo, che devono trovare in una capitale presentabile e all'altezza del proprio ruolo, anche a livello internazionale, motivo di orgoglio.
Questo potrà accadere in futuro grazie anche a queste norme e ci aspettiamo presto, signor Ministro, decreti legislativi che attuino le misure contenute nell'articolo 23 e che mettano la nostra capitale davvero in grado di poter fornire i servizi che deve dare e di essere all'altezza del proprio ruolo, come tutti noi e come tutta la Repubblica si aspetta (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciocchetti. Ne ha facoltà per un minuto.

LUCIANO CIOCCHETTI. Signor Presidente, ci asterremo su questo articolo. Si fa una scelta miope, limitata, che non affronta la grande questione del governo dell'area urbana e metropolitana di Roma. La scommessa, più risorse e più poteri, all'interno del grande raccordo anulare, non risolve le grandi questioni di governo di una vasta area urbana, che interessa più di tre milioni e mezzo di abitanti e che ogni giorno vede 800 mila cittadini spostarsi dalle città della provincia verso il comune di Roma.
Si fa una scelta che serve al sindaco Alemanno, non serve al futuro di questa città e di questa regione e si lascia indeterminata la definizione della città metropolitana di Roma capitale. Per questo motivo, ci asterremo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dionisi. Ne ha facoltà, per un minuto.

ARMANDO DIONISI. Signor Presidente, si è persa una grande occasione per riordinare le istituzioni a livello locale e certamente Roma è l'emblema dell'area metropolitana del nostro Paese. Si è persa l'occasione rinviando sine die la costruzione dell'area metropolitana.
Si è puntato soltanto alle risorse, che condividiamo, perché Roma svolge anche il ruolo di capitale d'Italia, ma era necessario procedere alla costituzione dell'area metropolitana riordinando le istituzioni a livello locale, soprattutto per dare risposte coerenti ai problemi del trasporto e dei servizi, che ormai sono interconnessi tra la grande città e la sua grande provincia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pompili. Ne ha facoltà, per un minuto.

MASSIMO POMPILI. Signor Presidente, penso che gli esponenti romani della destra non debbano perdere questa occasione per incassare un risultato bipartisan. Avremmo preferito che il tema dei poteri speciali per Roma non fosse inserito in questo provvedimento, ma in un provvedimento specifico, a parte, discendente con quanto coerentemente fu deciso con la riforma costituzionale del 2001, ma tant'è. Si è scelta una scorciatoia che, tuttavia, Pag. 47comincia ad affermare dei principi che ci vedono d'accordo. All'onorevole Marsilio voglio soltanto ricordare una cosa: nel 2001 - lo ha già detto il collega Morassut - il centrodestra ha votato contro quella riforma costituzionale e che...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pompili.

MASSIMO POMPILI. Ho finito, signor Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Pompili, ha già esaurito il tempo a sua disposizione da oltre 15 secondi.

MASSIMO POMPILI. L'ultima finanziaria del Governo Berlusconi...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pompili.

FURIO COLOMBO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, le cose accadono quando accadono, ma dal Corriere della Sera apprendo, sul mio telefonino, la seguente frase del Presidente del Consiglio: contro la crisi, gli italiani lavorino di più.
Vorrei depositare in quest'Aula il senso di offesa ai lavoratori italiani in cassa integrazione e ai precari che hanno perduto il posto da parte del Presidente del Consiglio, che si permette di dire: gli italiani lavorino di più (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Sono interventi che dovrebbero essere svolti a fine seduta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lussana? Onorevole Volpi? Onorevole Bonciani? Hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 430
Astenuti 59
Maggioranza 216
Hanno votato
429
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Grassi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole, che il deputato Tassone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 24 - A.C. 2105-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 (Vedi l'allegato A - A.C. 2105-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, intervengo per svolgere una dichiarazione congiunta sugli articoli 24 e 24-bis, e motivare la nostra astensione in sede di votazione. Noi siamo chiaramente favorevoli all'attribuzione di parte dell'azione di recupero dell'evasione agli enti locali e alle regioni, e anche ad un meccanismo premiale; però non v'è dubbio che nei due articoli in esame c'è poco coraggio. Più volte nel dibattito che abbiamo avuto in questi giorni noi abbiamo posto all'attenzione dell'Aula il tema del conflitto di interessi per il recupero dell'evasione. Siamo sicuri che quella sia la strada giusta, l'unica strada che bisogna seguire per avere un risultato in termini di recupero dell'evasione. Prendiamo atto che non avete questo coraggio.

PRESIDENTE. Sono presenti in tribuna due esponenti di associazioni rappresentative Pag. 48degli italiani delle Repubbliche di Croazia e Slovenia, la Comunità nazionale italiana e l'Unione italiana. La Presidenza e l'Assemblea li salutano (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Se non ci sono... Onorevole La Malfa, ci mancava! Onorevole Lainati? L'onorevole Lainati ha votato; manca l'onorevole La Malfa. Ci provi! Bisogna perseverare, ha visto?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 279
Astenuti 209
Maggioranza 140
Hanno votato
278
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Lisi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Siragusa ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che i deputati Argentin e Monai hanno segnalato che non sono riusciti a votare.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, il mio intervento è riferito, e non intende quindi riaprire la discussione, all'emendamento sui cosiddetti affitti. Il Governo è soddisfatto comunque del fatto che l'Aula ha recepito un argomento estremamente importante, che credo debba essere affrontato.
Oggi la maggior parte delle locazioni avvengono cosiddette «al nero»: ciò determina un'evasione da una parte, e dall'altra determina un'indisponibilità di immobili da locare per le giovani coppie, conseguente all'alta tassazione presente e alla difficoltà di rientrare in possesso del bene, nel caso il proprietario intenda agire per sfratto. La proposta che aveva fatto il Governo andava ad intervenire con la cosiddetta tassazione flat, quindi con una cedolare secca per tutti i nuovi contratti, nonché la possibilità di accedere a questi nuovi contratti anche per i contratti in essere, a condizione di una ritrattazione del canone di locazione e riduzione conseguente dello stesso, attraverso la possibilità di accelerare i tempi per la liberazione dell'immobile e con delle sanzioni più pesanti nei confronti di coloro che non avessero fatto ancora emergere tale gettito. Credo che questa sede poteva essere richiamata in funzione dei tributi che comunque dobbiamo individuare a favore degli enti locali, e che abbiano un collegamento con i servizi che essi erogano. Credo che comunque la disponibilità esposta da diversi gruppi nel voler affrontare nella sede propria l'argomento mi porta a ritirare l'emendamento, con l'impegno a riproporre un provvedimento organico e destinato esclusivamente alla materia della locazione.

PRESIDENTE. Avverto che avendo il rappresentante del Governo ritirato l'emendamento 24-bis.500, il subemendamento Vietti 0.24-bis.500.1 ad esso riferito si intende conseguentemente decaduto, così come gli altri subemendamenti ad esso riferiti che sono stati presentati.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Vorrei sapere quali sono!

PRESIDENTE. Adesso facciamo intervenire l'onorevole Sereni, e poi le dirò gli altri subemendamenti che sono stati presentati.
Nel frattempo salutiamo di nuovo, poiché c'è stato un errore di classi, le terze medie della scuola «Dante Alighieri» del comune di Pegognaga, in provincia di Mantova, che sono finalmente qui ad assistere Pag. 49 ai nostri lavori dalle tribune. Le aspettavamo, in particolare l'onorevole Marco Carra (Applausi).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Sereni. Ne ha facoltà.

MARINA SERENI. Signor Presidente, prendiamo atto della posizione qui espressa dal Ministro Calderoli a nome del Governo, perché ci sembra una scelta saggia. Al tempo stesso ci permettiamo di dire, però, che c'è un'urgenza, che è quella che ci ha spinto in queste ore a chiedere un provvedimento a sostegno dei piccoli proprietari di casa e di coloro che vivono in affitto. Esiste davvero un'urgenza, per cui proponiamo al Governo di intervenire - con la cedolare secca e con detrazioni a sostegno delle famiglie che pagano l'affitto - non in un provvedimento organico relativo alla questione della casa, ma nel primo provvedimento utile: ce ne sono diversi all'ordine del giorno di questo ramo del Parlamento, primo fra tutti il decreto-legge che ha come oggetto le rottamazioni e gli aiuti alle imprese.
Proponiamo al Governo di assumere in questa sede l'impegno e noi saremo disponibili - disponibilissimi in quel caso - a varare un buon provvedimento immediato ed urgente per le famiglie che vivono in affitto e per i piccoli proprietari di casa, immediatamente nel primo provvedimento utile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, siamo contenti che il Governo - credo anche in seguito alla denuncia che abbiamo fatto questa mattina in Aula - abbia fatto marcia indietro rispetto a questo tentativo di blitz che, per il tempo, per il modo e per la sede, era francamente inopportuno.
Mi permetto di ricordare che l'UdC ha fatto sua, da sempre, la proposta della cedolare secca sugli affitti ed anche quella della detrazione delle quote di affitto per le famiglie che sono in difficoltà dal punto di vista dei redditi.
Nella formula di questo emendamento, così com'è il Governo l'aveva proposta, mi permetto di fare notare anche agli amici della Lega che si parlava di un coinvolgimento dei comuni nel controllo dei contratti di locazione: mi pare strano che a questi comuni, cui abbiamo tolto l'ICI (che era l'unica imposta locale federalista), adesso diamo anche le competenze per controllare i contratti di locazione (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro)!

PRESIDENTE. L'emendamento 24-bis.500 del Governo si intende pertanto ritirato, mentre stiamo aspettando l'elenco dei subemendamenti, non solo quello a prima firma Vietti, ad esso riferiti che risultano pertanto decaduti.

(Esame dell'articolo 24-bis - A.C. 2105-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24-bis e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata e non ritirata (Vedi l'allegato A - A.C. 2105-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANTONIO PEPE, Relatore per la VI Commissione. Signor Presidente, le Commissioni raccomandano l'approvazione del proprio emendamento 24-bis.600.

PRESIDENTE. Il Governo?

ALDO BRANCHER, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 50

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Mi scusi, signor Presidente, ma c'è anche - volevo ricordarlo ai colleghi relatori - l'emendamento Brugger 25.3 nella sua prima parte...

ANTONIO PEPE, Relatore per la VI Commissione. Stiamo esaminando l'articolo 24-bis!

PRESIDENTE. Signor Ministro, ora stiamo esaminando l'articolo 24-bis. Prendo dunque atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 24-bis.600 delle Commissioni, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 471
Votanti 458
Astenuti 13
Maggioranza 230
Hanno votato
451
Hanno votato
no 7).

Prendo atto che i deputati Argentin, Mario Pepe (PD), Rota hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che i deputati Rampi, Gibiino, Tassone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo ora all'esame dell'articolo 25...

ANTONIO PEPE, Relatore per la VI Commissione. Signor Presidente, ma dobbiamo votare l'articolo 24-bis!

PRESIDENTE. Avete ragione, dobbiamo ora passare alla votazione dell'articolo 24-bis. Scusate, c'è un po' di stanchezza per tutti.

ANTONIO LEONE, Relatore per la V Commissione. È l'età!

PRESIDENTE. Sì, è l'età. Grazie a lei, onorevole Leone.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24-bis, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 476
Votanti 445
Astenuti 31
Maggioranza 223
Hanno votato
444
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Paladini, Argentin, Boniver, hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che i deputati Siragusa, Duilio, Traversa, Polledri e Angela Napoli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 25 - A.C. 2105-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2105-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Brugger. Ne ha facoltà.

SIEGFRIED BRUGGER. Signor Presidente, i deputati delle minoranze linguistiche esprimeranno una posizione favorevole sull'articolo 25, come emendato dal Governo. Non è stato un voto scontato, ma è un voto che oggi possiamo esprimere in ragione delle novità contenute nel provvedimento di riforma che costituiscono la prova di un confronto propositivo che ha avuto luogo tra i Ministri competenti, le Pag. 51forze politiche espressione dei territori autonomi e delle minoranze linguistiche - quali siamo noi -, e le regioni a statuto speciale. Abbiamo sempre ritenuto essenziale un'intesa efficace tale da individuare modalità e procedure, non soltanto relative agli indirizzi della legge delega, ma all'applicazione della riforma sul federalismo e, dunque, alla congruità delle norme di attuazione. Il superamento del Patto di convergenza in ragione del Patto di stabilità, è un obiettivo che noi come deputati delle minoranze linguistiche abbiamo sempre sostenuto e indicato al Governo quale linea guida ai fini della definizione delle norme di attuazione della riforma sul federalismo In prospettiva, il confronto con il Governo in ordine all'assunzione di nuove competenze o alla partecipazione al Fondo di solidarietà, in Trentino e in Alto Adige, così come nelle altre regioni a statuto speciale, dovrà riconoscere il ruolo essenziale alle Commissioni paritetiche nell'applicazione delle norme di attuazione, a conferma di un percorso istituzionale virtuoso a tutela delle prerogative delle regioni a statuto speciale e delle province autonome.
È stato un confronto di merito del tutto opposto agli attacchi trasversali, e reiterati, formulati in questi mesi da più esponenti delle regioni ordinarie nei confronti della storia e del ruolo delle regioni a statuto speciale e delle province autonome. L'accordo trovato ha smentito anche la tesi miope e ipocrita secondo cui vi sarebbero autonomie privilegiate, anziché autonomie speciali, che dispongono di risorse in ragione delle competenze cui assolvono. Nel contempo viene smentita anche la tesi che avrebbe voluto le regioni a statuto speciale contrarie alla partecipazione a forme di perequazione nei confronti delle regioni più svantaggiate, mentre al contrario vi è una consapevole adesione ad essenziali, ma ponderati, meccanismi di solidarietà attraverso il Fondo di solidarietà. Non vi sono, dunque, contraddizioni tra riconoscimento e tutela delle autonomie speciali e federalismo. Dalla province autonome di Trento e Bolzano e della Valle d'Aosta vi è l'indicazione affinché la riforma in senso federale abbia il significato di nuove e maggiori competenze, cui le regioni sappiano assolvere (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze linguistiche).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 25 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANTONIO LEONE, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 25 ad eccezione dell'emendamento 25.500 del Governo, che accettano, e degli identici emendamenti Bressa 25.2 e Brugger 25.3 sui quali la Commissione esprime parere favorevole, se riformulati nel senso di mantenere solo il primo capoverso ed espungendo tutti gli altri.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, con la precisazione che il primo capoverso degli emendamenti: Al fine di assicurare (...) da essa derivano, diventi un subemendamento...

PRESIDENTE. Mi scusi, signor Ministro, qual è l'emendamento a cui si sta riferendo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente mi riferisco al primo capoverso degli identici emendamenti Bressa 25.2 e Brugger 25.3 che il Governo auspica diventi un subemendamento all'emendamento del Governo 25.500 che risulterebbe così riformulato. Prima delle parole: «Nel rispetto delle peculiarità (...)», inserire le seguenti: «7. Al fine di assicurare il rispetto delle norme fondamentali della presente legge e dei principi che da essa derivano».

Pag. 52

PRESIDENTE. Scusi Ministro - per far comprendere bene anche ai colleghi - in pratica lei propone di ritirare gli identici emendamenti Bressa 25.2 e Brugger 25.3 e di inserire nell'emendamento 25.500 del Governo il primo capoverso degli identici emendamenti da lei richiamato, nel punto in cui lei lo ha letto?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Esattamente.

PRESIDENTE. Il relatore è d'accordo?

ANTONIO LEONE, Relatore per la V Commissione. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Bressa 25.2 e Brugger 25.3.
Chiedo ai presentatori se concordino sulla proposta illustrata dal Ministro.

GIANCLAUDIO BRESSA. Certo, signor Presidente. Intervengo per questo, non per diletto...

PRESIDENTE. Ci mancherebbe altro, nessuno interviene per diletto.

GIANCLAUDIO BRESSA. Sono d'accordo con la proposta di riformulazione.
Vorrei, però, sottolineare un aspetto. La seconda parte del mio emendamento 25.2 (laddove si faceva riferimento alla volontà di far concorrere le regioni a statuto speciale e le province autonome alla costruzione ed alla gestione delle banche dati ed alla possibilità di aderire al piano per il conseguimento degli obiettivi) non mi sembrava contenere norme così eversive.
Avrebbe significato semplicemente che il processo verso il federalismo fiscale sarebbe stato accompagnato ancora con maggiore convinzione anche dalle regioni a statuto speciale. Comunque, concordo con la riformulazione proposta dal Ministro Calderoli.

PRESIDENTE. Onorevole Brugger, anche lei concorda?

SIEGFRIED BRUGGER. Si, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che gli identici emendamenti Bressa 25.2 e Brugger 25.3 sono stati ritirati e vengono «recuperati» nella formula proposta dal Ministro Calderoli con riferimento all'emendamento 25.500 del Governo.
Devo dare una risposta all'onorevole Quartiani.
Avverto che, a seguito del ritiro dell'emendamento 24-bis.500 del Governo, si intendevano altresì decaduti gli eventuali subemendamenti Fluvi 0.24-bis.500.2, 0.24-bis.500.3, 0.24-bis.500.4, 0.24-bis.500.5, 0.24-bis.500.6, 0.24-bis.500.7, 0.24-bis.500.8, 0.24-bis.500.9 e 0.24-bis.500.10.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento. Noi abbiamo stabilito di sospendere la seduta alle ore 13,30. Non è la prima volta che le Commissioni vengono convocate esattamente nello stesso orario di conclusione delle votazioni.
Noi abbiamo più volte sottolineato - anche in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo - che occorre evitare che le Commissioni lavorino nei ritagli di tempo, visto che la nuova programmazione dei lavori della Camera (anche se in via sperimentale) prevede sedute e mezze giornate intere dedicate al solo lavoro di Commissione. Questo serve a garantire che le Commissioni portino non un semilavorato ma un buon lavorato in Aula, il che dal punto di vista dei provvedimenti è la cosa più opportuna per garantire un efficace ed efficiente lavoro di questa Aula.
Sono a chiederle, signor Presidente, visto che la Commissione bilancio e altre Commissioni sono state convocate alle 13,30, che si provveda a far rispettare il Regolamento e anche la prassi di questa Camera, e che - almeno se si vuole in via Pag. 53eccezionale convocare le Commissioni nell'intervallo di tempo tra la chiusura della seduta antimeridiana e l'inizio di quella pomeridiana (cosa che bisognerebbe evitare se non in caso di estrema necessità e con l'accordo unanime di tutti i gruppi) - queste convocazioni dalle 13,30 si intendano evidentemente considerando un tempo necessario di un quarto d'ora o venti minuti posteriore al momento di conclusione delle votazioni e dei lavori d'Aula.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani vi sono due aspetti. Il primo è che in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo avevamo concordato che giustamente le Commissioni non potessero riunirsi nelle pause previste dalla nuova formulazione (non evidentemente nella pausa pranzo durante la quale sempre si possono tenere le Commissioni).
È evidente l'altra sua osservazione. Dal momento che sospenderemo alle 13,30, chiediamo ai presidenti di convocare le Commissioni in modo da dare la possibilità ai colleghi di disporre di almeno un quarto d'ora o di venti minuti per pranzare velocemente e poi recarsi nelle aule delle Commissioni stesse.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, l'onorevole Quartiani ha citato la Commissione bilancio. Faccio presente che alle 13,30 è convocato il Comitato dei diciotto delle Commissioni finanze e bilancio che, poiché trattano questo argomento e per prassi, lavorano necessariamente nei ritagli di tempo. Ritengo che in questo caso l'eccezione sia dovuta.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, ritenevo che la questione fosse chiusa. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, tenete presente che solitamente il martedì mattina viene utilizzato dalle Commissioni per lavorare e avendo ovviamente la Conferenza dei presidenti di gruppo...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Romano 25.4, non accettato dalle Commissioni né... Onorevole Ruvolo, mi scusi, ma non l'avevo vista.
Revoco l'indizione della votazione. Onorevole Ruvolo, ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto per un minuto.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, intervengo molto brevemente. Noi abbiamo presentato questo emendamento per consentire alle regioni a statuto speciale di avere la copertura necessaria per coloro i quali non hanno un reddito pro capite inferiore alla media nazionale. Se il testo originario proposto dal Governo venisse approvato verrebbero escluse tutte le regioni a statuto speciale che non rientrano nella media nazionale. Inviterei, dunque, soprattutto gli amici del Movimento per l' Autonomia e i siciliani a votare a favore su questo emendamento.

LINO DUILIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà per un minuto.

LINO DUILIO. Signor Presidente, mi dispiace tornare sull'argomento, ma volevo dirle che non è la prima volta che accade. Ribadisco quanto detto dall'onorevole Quartiani. Posso anche precisare che l'ultima volta, via SMS, è stato spostato dalle 14 alle 14,05 l'inizio dei lavori della Commissione bilancio. È costato più effettuare un SMS che i cinque minuti. Voglio dire che si tratta di un problema di carattere generale che è bene che consideriamo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 54
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Romano 25.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 479
Votanti 476
Astenuti 3
Maggioranza 239
Hanno votato
31
Hanno votato
no 445).

Prendo atto che i deputati Vannucci, Oliverio, Rampelli, Leo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario, che i deputati Bosi e Tassone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Sono presenti in tribuna i deputati rappresentanti del Parlamento rumeno. La Camera li saluta (Applausi).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vietti 25.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Romano. Ne ha facoltà per un minuto.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Signor Presidente, a me quello di oggi pare il giorno della svolta: infatti mentre parliamo di coordinamento della finanza delle regioni a statuto speciale e delle province autonome si materializza il Ministro del tesoro. Ora poiché in questi giorni il grande assente di questo provvedimento sono stati i numeri - non sappiamo infatti quanto costa agli italiani - sono sicuro che il Ministro Tremonti sia arrivato in questa sede per spiegarci con quali risorse si fa questo federalismo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 25.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Leo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 449
Astenuti 17
Maggioranza 225
Hanno votato
32
Hanno votato
no 417).

Prendo atto che il deputato Bellotti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Brugger 25.6 e Romano 25.7, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Se vi sono colleghi che hanno problemi... Onorevole Tassone... Onorevole Fallica... Onorevole Girlanda... L'onorevole Leo è riuscito. Gli onorevoli Milanese e Cesaro sono riusciti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 465
Votanti 446
Astenuti 19
Maggioranza 224
Hanno votato
200
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che i deputati Girlanda, De Poli, Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Razzi ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

Pag. 55

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento del Governo 25.500, nel testo riformulato, accettato dalle Commissioni.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Leo, ha votato? Hanno votato tutti? Onorevole Girlanda? Onorevole Lanzillotta? Nizzi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 467
Maggioranza 234
Hanno votato
435
Hanno votato
no 32).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Ricordo che l'emendamento Lanzillotta 25.8 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 25.9, non accettato dalle Commissioni e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lanzillotta, ce l'ha fatta? Onorevole Goisis? Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 468
Votanti 461
Astenuti 7
Maggioranza 231
Hanno votato
215
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Alessandri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Marinello 25.11 e Romano 25.12, non accettati dalle Commissioni nè dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 468
Votanti 281
Astenuti 187
Maggioranza 141
Hanno votato
38
Hanno votato
no 243).

Prendo atto che i deputati Leoluca Orlando e Brandolini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il voto e che avrebbero voluto astenersi, che i deputati Pagano, Romano e Tassone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Volpi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giudice 25.13, non accettato dalle Commissioni nè dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cicchitto, ha votato? Onorevole Versace? Onorevole Lanzillotta? Prego, la aspettiamo. Bene, ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 468
Votanti 443
Astenuti 25
Maggioranza 222
Hanno votato
35
Hanno votato
no 408).

Prendo atto che i deputati Rampelli, Romano, Pagano, Argentin, Laganà Fortugno e Tassone hanno segnalato che non sono riusciti a votare. Pag. 56
Ricordo che gli emendamenti Lanzillotta 25.14 e 25.15 sono stati ritirati.
Passiamo all'emendamento La Loggia 25.16.
Ha chiesto di parlare l'onorevole La Loggia. Ne ha facoltà.

ENRICO LA LOGGIA. Signor Presidente, segnalo un problema che riguarda sostanzialmente un coordinamento tra la normativa vigente per le regioni a statuto speciale (quindi l'adozione delle procedure relative alle commissioni paritetiche) e una almeno apparente contraddizione nell'ambito del testo, per cui una parte viene demandata alle commissioni paritetiche, mentre per una parte sostanzialmente viene indicato invece quello che le commissioni paritetiche dovrebbero fare.
Se vi fosse da parte del Governo un chiarimento in ordine a questo punto potrei essere anche indotto a ritirare l'emendamento in esame, se il Governo gentilmente sull'argomento volesse intervenire.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, l'inciso è legato alla capacità fiscale pro capite, quindi cambia rispetto alle zone del Paese. Comunque nell'emendamento del Governo che è stato approvato si è effettuata un'intesa a realizzare tavoli di confronto bilaterale con le singole regioni, quindi inviterei il proponente a ritirare l'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Chiedo dunque ai presentatori se accedano all'invito al ritiro testé formulato dal Governo?

ENRICO LA LOGGIA. Con queste rassicurazioni, ritiro l'emendamento a mia prima firma 25.16 (Commenti dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Sta bene.
Avverto che gli emendamenti Lanzillotta 25.17 e Marinello 25.20 sono stati ritirati.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Leo...
L'onorevole Lanzillotta non riesce a votare da qualche votazione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia - Commenti del deputato Giachetti).

(Presenti 464
Votanti 462
Astenuti 2
Maggioranza 232
Hanno votato
434
Hanno votato
no 28).

La votazione era già chiusa. Purtroppo, come in altri casi - oggi è successo tantissime volte - ho chiuso la votazione. Alcuni colleghi non li ho visti e non sono riuscito evidentemente a identificarli (Commenti del deputato Giachetti).
Onorevole Giachetti, se ha qualcosa da dire lo dica al microfono.
Prendo atto che i deputati Argentin, Barbato hanno segnalato che non sono riusciti a votare, che la deputata Lanzillotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario, che i deputati Rampelli, De Poli e Vignali hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Lo Moro ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che la deputata Rubinato ha segnalato di aver votato a favore mentre avrebbe voluto astenersi.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,30)

EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 57

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, sottraggo solo pochi secondi, ma credo che sarebbe sbagliato non ricordare anche in Assemblea, come ha appena fatto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e anche il Presidente della Camera Gianfranco Fini, che 65 anni fa, in questa città, alle Fosse Ardeatine, 335 persone furono trucidate dai nazisti che occupavano Roma. Il giorno prima in una azione di guerra in via Rasella un gruppo di partigiani del GAP aveva ucciso 33 soldati del battaglione Bozen con un attacco portato con una carica esplosiva e con armi automatiche, anche a causa dei massacri perpetrati dalle truppe naziste nelle settimane precedenti nelle zone intorno a Roma, dove erano morti spesso donne e bambini inermi.
In seguito all'attacco partigiano i nazisti decisero una rappresaglia. Tale decisione fu presa direttamente da Hitler e comunicata ai propri ufficiali comandanti di Roma, il comandante Kesserling e il comandante della piazza di Roma Kurt Mälzer. Dieci italiani per ogni tedesco ucciso dai partigiani. La scelta sui prigionieri da fucilare cadde su persone che appartenevano alla resistenza romana, su persone di fede ebraica, ma all'ultimo momento vennero presi a caso anche prigionieri dal carcere di Regina Coeli. Cinquanta dei prigionieri furono consegnati ai tedeschi dal questore fascista di Roma Caruso, che li aveva identificati come partigiani. Furono prima prese 330 persone, che divennero poi 335: si disse, per un errore del comandante Kappler, che, per questo errore delle cinque persone in più, fu condannato all'ergastolo.
Il comandante Kappler era coadiuvato dal capitano Priebke, che le cronache italiane ben ricordano. Quei 335 uomini uccisi in ragione della loro opposizione al regime nazifascista o semplicemente perché erano esseri umani non potranno mai essere dimenticati. Perché la memoria accompagni sempre il nostro futuro per la costruzione di una società migliore, anche oggi, noi ricordiamo a 65 anni di distanza i 335 morti delle Fosse Ardeatine (Applausi).

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, mi scuso se non ho colto tempestivamente la sua richiesta di intervento sull'ordine dei lavori, anche perché si tratta di un tema molto importante. La Presidenza si associa al ricordo che lei ha fatto. Tra l'altro oggi proprio qui alla Camera dei deputati alla presenza del Presidente della Camera Gianfranco Fini si è svolto un convegno dal titolo: «Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, la resistenza, i militari, le Fosse Ardeatine: storia di un eroe italiano» proprio in memoria e ricordo di quanto è accaduto.

GABRIELE CIMADORO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, questa mattina, scendendo dall'aereo e arrivando in città, abbiamo capito, finalmente, dove sono andati a finire i 500 milioni di euro dati, per regalo, ad Alemanno, visto che aveva vinto le elezioni. Trecentoventi lecci di villa Borghese sono stati potati. Ci interessava sapere da quanto tempo non venivano più potati. Vi sono manifesti in tutta la città e abbiamo capito che erano dieci anni che i lecci di villa Borghese non venivano potati. Ringraziamo il sindaco Alemanno a norme del Parlamento e speriamo che vada avanti nella sua opera vegetativa (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PINO PISICCHIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, ieri è venuto a mancare un giornalista parlamentare, un decano dei giornalisti parlamentari, Franco Lisi, che tutti i deputati conoscevano con l'appellativo di «Ciccio» e che tutti ricordavano per la sua presenza costante, da un numero significativo di legislature, in Transatlantico.
Scompare una figura che ha avuto la capacità di «allevare» molti giornalisti, di avviare alla pratica molti giovani e che, in Pag. 58qualche modo, ha rappresentato anche un riferimento in termini di agenzie di stampa parlamentare. La sua agenzia, di cui era direttore ed anche finanziatore, era la Agenparl. Signor Presidente, tutti noi lo abbiamo conosciuto e ricordato e credo che sia giusto che questa Assemblea gli rivolga un pensiero.
Con lui scompare una figura che, con grande discrezione e con grande senso di rispetto nei confronti delle istituzioni, ha accompagnato più di una generazione di politici. Credo che sia utile rivolgere a queste figure un «arrivederci», che non sia un «addio», in modo che vengano riproposte, in qualche modo, alle giovani generazioni da parte di chi ha voglia, ancora, di fare un giornalismo che abbia al centro il riferimento dell'informazione e non quello dell'edulcorazione dell'informazione (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Pisicchio, la Presidenza si associa alle sue parole ed esprime il cordoglio dell'Assemblea ai familiari.

GIACOMO CHIAPPORI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIACOMO CHIAPPORI. Signor Presidente, vorrei associarmi al collega, perché ritengo che Lisi, comunemente detto «Ciccio», sia stato uno tra i più grandi giornalisti che ho conosciuto nella mia vita parlamentare, non breve. Anche nella sua malattia, ultimamente, continuava ad operare, perché tale era la passione della politica che lo aveva portato, in tutti questi anni, ad occuparsi, sempre serenamente e seriamente, della nostra attività parlamentare.
Lo ricordo con maggiore piacere, perché, per molto tempo, diede aiuto alla mia azione politica, che veniva dalla Lega Nord, per Alleanza federalista, nel centrosud del Paese. Lui credeva in questo progetto e mi aiutò diverse volte: infatti, più volte, disse che l'Italia si costruiva da un «pensiero Lega», unito ad un sud che era stato segregato - come lo è ancora -, perché vi erano gli ascari del potere che non lo avrebbero mai lasciato decollare. Per questo motivo, aiutò tale grande azione, io credo, politica e per questo lo ricordo con molto piacere e lo saluto.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 13,35 è ripresa alle 15,10.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bossi, Brugger, Castagnetti, Cicchitto, Colucci, Cota, Donadi, Gregorio Fontana, Gibelli, Giancarlo Giorgetti, Giro, Lo Monte, Maroni, Martini, Mazzocchi, Molgora, Romani, Rotondi, Soro e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo approvato l'articolo 25.

(Esame dell'articolo 26 - A.C. 2105-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2105-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Pugliese. Ne ha facoltà.

MARCO PUGLIESE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, componenti del Governo, Pag. 59 il disegno di legge sul cui articolato stiamo votando si ispira ad un federalismo basato su principi di sussidiarietà e di solidarietà con un'ampia visione a livello nazionale. Il federalismo fiscale avrà sicuramente un impianto che muterà la faccia della pubblica amministrazione del nostro Paese in modo equilibrato, garantendo la partecipazione di tutte le forze politiche che costruiranno un percorso di dialogo e di condivisione costruttiva. Il federalismo fiscale sarà il filtro che selezionerà i pubblici amministratori. Per la prima volta in questo disegno di legge si nota che chi userà male i soldi pubblici se ne tornerà a casa e verrà posto in condizione di non poter causare danni ulteriori grazie all'articolo 16, la cosiddetta bolla di ineleggibilità, un principio elementare che però non era tanto scontato nel mondo politico italiano.
È proprio avvicinando il prelievo fiscale alle strutture di Governo più dirette alla vita quotidiana dei cittadini questi potranno percepire il rapporto fra quanto è stato corrisposto in tributi e i benefici che si otterranno in termini di qualità di amministrazione. Questa riforma, però, non è solo una riforma dai contenuti economici e finanziari, così com'è stato detto da molti; essa è anche una grande riforma culturale e sociale per il Paese. Infatti, un richiamo importante va fatto ai contenuti e ai valori di questo federalismo fiscale e mi riferisco al federalismo solidale di forte stampo nazionale. Con questo disegno di legge si attua direttamente il dettato della Costituzione garantendo la coesione sociale e l'uguaglianza di tutti cittadini italiani.
La previsione di un Fondo perequativo consentirà di assicurare, senza alcuna ingiustizia e senza alcuna discriminazione, la fornitura di adeguati servizi in quei settori che consentono l'esercizio dei diritti civili e sociali, secondo quanto previsto alla lettera m) del secondo comma dell'articolo 117 della Costituzione.
Il federalismo fiscale, quindi, non implicherà in alcun modo la divisione nel Paese e la contrapposizione tra regioni e garantirà efficacemente le risorse per erogare servizi più efficienti ai cittadini.
È in questa ottica che va vista con favore l'introduzione di meccanismi premianti per le amministrazioni efficienti e di sanzioni per coloro che non svolgeranno in maniera adeguata il loro servizio al pubblico e ai cittadini.
Allo stesso modo, la previsione di forme di collaborazione e condivisione di informazioni e di banche dati da parte delle amministrazioni porterà ad una forte sinergia amministrativa rispetto alla lotta all'evasione fiscale.
Alla luce di tutto questo e della quantità di articoli ed emendamenti che, in questi giorni, abbiamo votato in Aula, non sostenere questa importante riforma verso un federalismo fiscale compiuto, significherebbe sottrarsi ad una sfida di responsabilità, nell'amministrazione dei vari livelli, centrale e periferico, del governo della Repubblica.
Pertanto, a nome mio e di tutti i gruppi di maggioranza, dichiaro che sosterremo il disegno di legge in esame e continueremo a lavorare affinché questo federalismo fiscale possa diventare, domani, un federalismo compiuto, capace di soddisfare tutte le esigenze dei cittadini italiani e di permettere al governo locale e regionale di esercitare le proprie funzioni con efficienza totale (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Comaroli. Ne ha facoltà.

SILVANA ANDREINA COMAROLI. Signor Presidente, il complesso delle proposte emendative cui il nostro esame è giunto riguarda l'articolo 26, concernente la salvaguardia finanziaria del disegno di legge in esame.
Voglio far notare che, proprio perché questo disegno di legge deve essere compatibile con il patto di stabilità e di crescita, si prevede anche per i decreti legislativi di attuazione una coerenza tra le funzioni che verranno attribuite ai vari enti e le dotazioni di risorse sia umane sia finanziarie, affinché si eviti la duplicazione Pag. 60delle funzioni. Inoltre, periodicamente, verrà fissato un limite massimo della pressione fiscale, proprio perché questo disegno di legge non comporterà in alcun modo un aumento della medesima pressione fiscale sui cittadini.
Proprio della valenza che questo articolo possiede si è tenuto conto anche nel corso dell'esame in sede di Commissioni riunite con l'introduzione di due ulteriori commi nei quali è stato sancito che, per quanto concerne sia la Commissione tecnica paritetica sia la Conferenza permanente, i relativi costi siano a carico degli enti ivi rappresentati. Inoltre, i componenti dei due organi non percepiranno alcun compenso.
Sempre nel corso dell'esame in sede di Commissioni riunite, abbiamo soppresso la disposizione che attribuiva agli enti locali un ruolo nella repressione dell'evasione fiscale e in proposito è stato introdotto, addirittura, un articolo, il 24-bis, il che dimostra come questo tema sia caro a tutti noi.
Inoltre, tutti gli emendamenti proposti vanno a rimarcare come non ci debbano essere nuovi oneri aggiuntivi. Vorrei far presente che, oltre ad aver inserito tale previsione nell'articolo in esame, secondo il cui tenore: «(...) non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica», anche in altri articoli è stato ribadito il medesimo principio.
A nostro avviso, questo disegno di legge comporterà un risparmio per la finanza pubblica, nonché una riduzione della pressione fiscale sui cittadini che da tanto tempo la attendono, perché sono stufi di una simile pressione fiscale che è così elevata da non consentir loro di andare avanti. Noi tutti auspichiamo davvero che questo disegno di legge venga approvato e che produca i suoi effetti perché, in seguito, tutti saranno contenti e diranno che abbiamo fatto un ottimo lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANTONIO PEPE, Relatore per la VI Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario su tutti gli emendamenti ad eccezione dell'emendamento Cambursano 26.3, per il quale le Commissioni formulano un invito al ritiro nella considerazione che i principi dell'emendamento sono già contenuti nel testo del provvedimento.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Tabacci 26.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà per un minuto.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, questo emendamento a prima firma dell'onorevole Tabacci intende sostituire il riferimento al rispetto del patto di stabilità e crescita europea con la previsione di una clausola di invarianza della spesa affiancata dall'obbligo di corredare gli schemi di decreto con apposite relazioni tecniche in ordine alle conseguenze di carattere finanziario sui saldi di finanza pubblica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà per un minuto.

LINO DUILIO. Signor Presidente, vorrei solamente sottoscrivere questo emendamento il cui contenuto fra l'altro è sostanzialmente identico a quello presentato dal gruppo Partito Democratico, l'emendamento Sereni 26.5.
Poiché la preoccupazione di evitare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, come abbiamo detto in fase di discussione sulle linee generali, di evitare che aumentino le spese che comportino una diminuzione, un ridimensionamento dei livelli essenziali delle prestazioni se non addirittura un default dello Stato è Pag. 61una preoccupazione cogente, non capisco perché sia stato espresso un parere contrario. Pertanto, sottoscrivo questo emendamento e invito il relatore a leggere bene il contenuto di questo emendamento mutando il proprio avviso e esprimendo parere favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tabacci 26.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

C'è qualche collega a cui non funziona il dispositivo? Onorevole Cota... Onorevole Lo Monte, abbiamo iniziato bene il pomeriggio. Onorevole Ravetto? Va bene. Manca l'onorevole Lussana. Bene, è riuscita a votare. Non c'è nessun altro? Onorevole Brancher ci siamo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 435
Votanti 414
Astenuti 21
Maggioranza 208
Hanno votato
186
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che il deputato Dima ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i deputati Marantelli e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 26.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pollastrini? Non vedo altre segnalazioni di colleghi che non riescono a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 441
Votanti 438
Astenuti 3
Maggioranza 220
Hanno votato
209
Hanno votato
no 229).

Prendo atto che il deputato Dima ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Cambursano 26.3. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, quando alla Camera è iniziato il percorso di questo provvedimento esso non conteneva alcun riferimento a nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e l'accenno alla pressione fiscale non era correlato all'aumento degli oneri, ai nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Ora, è chiaro che l'articolo 26, ai commi 3 e, in particolare, 3-bis, stabilisce che non possono aumentare gli oneri per la finanza pubblica, non potendosi determinare effetti in termini, appunto, di nuovi o maggiori oneri. Pertanto, credo di poter accedere alla richiesta di ritiro. Vorrei, però, approfittare di questo momento anche perché abbiamo deciso che la dichiarazione di voto finale sarà resa, in modo emblematico (dato che, come sappiamo già, si tratterà di un voto positivo), dall'onorevole Leoluca Orlando.
Avendo seguito tutto il percorso di questo provvedimento voglio ribadire il mio pensiero sul perché il nostro gruppo sia giunto ad un voto positivo. Ciò si deve alla consapevolezza che, comunque, vi sarà una lunga fase transitoria e che oggi, di fatto, ci accingiamo ad approvare o a respingere una dichiarazione di principio, poiché si tratta di un'equazione le cui incognite verranno via via svelate dai decreti legislativi attuativi. Pertanto, abbiamo ritenuto che l'idea del federalismo fiscale, come principio, sia un'idea necessaria per il nostro Paese. Pag. 62
Nel corso del provvedimento abbiamo anche visto e riconosciuto molte delle istanze che avevamo avanzato, in particolare sulla trasparenza, sulla responsabilità degli amministratori e anche sulla questione, appunto, della pressione fiscale, da un lato, e del fatto che non devono derivare nuovi o maggiori oneri di finanza pubblica oltre ad altri aspetti che ora non voglio ricordare. Pertanto, ritengo che si concluda positivamente - stiamo esaminando, infatti, il penultimo articolo - la nostra partecipazione al dibattito su questo provvedimento e ritiro l'emendamento, così come richiesto, essendo stato già recepito il contenuto della proposta emendativa all'interno del provvedimento, con le modifiche approvate in sede di Commissioni riunite.

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che l'emendamento Cambursano 26.3 è ritirato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tabacci 26.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tutti hanno votato? Non ci sono problemi? No, gli onorevoli Servodio e Gibelli non hanno ancora votato. L'onorevole Gibelli ha votato? Ha votato! Onorevole Servodio, la aspettiamo! L'onorevole Servodio ha votato!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 462
Maggioranza 232
Hanno votato
222
Hanno votato
no 240).

Prendo atto che il deputato Pagano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sereni 26.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Girlanda ... Onorevole Servodio, il pomeriggio è particolare, la aspettiamo! Abbiamo l'onorevole Girlanda e l'onorevole Servodio che hanno segnalato che non riescono a votare. Possiamo attivarci? L'onorevole Servodio è a posto! Adesso si aggiunge l'onorevole Galletti. Possiamo attivare i dispositivi degli onorevoli Girlanda e Servodio? Bene, l'onorevole Girlanda è a posto. A questo punto prego di attivare il dispositivo dell'onorevole Galletti. Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 461
Votanti 458
Astenuti 3
Maggioranza 230
Hanno votato
222
Hanno votato
no 236).

Prendo atto che il deputato Pagano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo 26.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, avevo chiesto già altre due volte di parlare. In ogni caso, sull'articolo 26 il gruppo dell'Unione di Centro voterà contro, ritenendolo uno degli articoli fondamentali del disegno di legge in esame, dove si è maggiormente appuntata la critica di noi centristi.
Infatti, questo provvedimento sarà sicuramente foriero di nuove e maggiori spese per il bilancio dello Stato e la clausola di salvaguardia per cui non devono Pag. 63 derivare da questo provvedimento nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica è inedita proprio perché queste apodittiche affermazioni normalmente, per prassi e per legge (la n. 468 del 1978), dovrebbero essere attestate dalla Ragioneria generale dello Stato attraverso la cosiddetta «bollinatura», una relazione che non c'è e di questo ci lamentiamo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Polledri... onorevole Pagano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 469
Votanti 289
Astenuti 180
Maggioranza 145
Hanno votato
264
Hanno votato
no 25).

Prendo atto che il deputato Gibiino e Brancher hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 27 - A.C. 2105-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 (Vedi l'allegato A - A.C. 2105-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Rossi... onorevole Cassinelli... onorevole Miotto... onorevole Monai... Ministro La Russa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 469
Votanti 288
Astenuti 181
Maggioranza 145
Hanno votato
262
Hanno votato
no 26).

Prendo atto che i deputati Brancher, Lunardi, Taddei hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2105-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 2105-A).
Avverto che gli ordini del giorno Borghesi n. 9/2105/19 e Duilio n. 9/2105/64 sono stati ritirati dai presentatori. Avverto, inoltre, che è in distribuzione la nuova formulazione dell'ordine del giorno Misiti n. 9/2105/92.
L'onorevole Ciccanti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2105/42.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, con questo ordine del giorno chiediamo di impegnare il Governo ad adottare delle iniziative normative, anche prima dell'emanazione dei decreti attuativi, per ampliare i poteri di controllo del Parlamento sulle materie oggetto del provvedimento.
Questo è stato sottolineato soprattutto quando abbiamo chiesto la maggioranza qualificata dei due terzi della Commissione per l'attuazione del federalismo fiscale ed anche quando abbiamo chiesto che i pareri della Commissione fossero vincolanti. Non ci è stato accordato, pertanto con l'ordine del giorno in esame intendiamo recuperare questo impegno.

PRESIDENTE. L'onorevole De Poli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2105/43 per un minuto.

Pag. 64

ANTONIO DE POLI. Signor Presidente, questo ordine del giorno ha proprio la finalità di attribuire delle risorse certe ai nostri comuni per attuare le loro funzioni verso i cittadini e le proprie imprese e per dare quelle risposte che oggi non ci sono. Quindi, occorrono delle entrate certe, che possono essere quelle, ad esempio, derivanti dall'IRPEF, come il movimento dei sindaci del 20 per cento ha chiesto anche in quest'aula. Viceversa, l'IVA, che è un'imposta direttamente proporzionale ai consumi, rischia di non fornire quelle entrate certe che i comuni richiedono.
Proprio per questo, chiedo al Governo di intervenire in merito, attraverso quanto previsto da questo ordine del giorno proprio per dare la possibilità ai comuni di avere le entrate necessarie per dare quelle risposte alle famiglie, alle persone e alle imprese che hanno un bisogno importante in questo momento di crisi.

PRESIDENTE. L'onorevole Occhiuto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2105/45 per un minuto.

ROBERTO OCCHIUTO. Signor Presidente, abbiamo in più di una occasione contestato nella discussione su questo provvedimento che non fosse definita la carta delle autonomie con le funzioni amministrative che gli enti locali svolgono. Nell'ordine del giorno che abbiamo presentato, lamentiamo che anche in questa occasione, nella quale si stabilisce quali debbano essere i rapporti i tra i livelli di governo locale, regionale e nazionale, si è persa l'opportunità di incentivare una migliore erogazione dei servizi pubblici locali attraverso la riforma degli stessi. La lettera i) dell'articolo 12 del provvedimento stabilisce che gli enti locali, nel rispetto delle normative di settore, dispongano di piena autonomia nella fissazione delle tariffe per prestazioni di servizi offerti ai cittadini. Con questo ordine del giorno, chiediamo di valutare gli strumenti...

PRESIDENTE. Onorevole Occhiuto, ha terminato il tempo a sua disposizione.
L'onorevole Volontè ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2105/48.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, anche lei sarà attentissimo a questo ordine del giorno, nel quale invitiamo il Governo a considerare positivamente questa nostra preoccupazione nella stesura dei decreti attuativi. Si tratta di dare una piena valorizzazione al principio di sussidiarietà, in particolare orizzontale, che può diventare il volano positivo almeno di una parte dei decreti attuativi. La sussidiarietà è un elemento fondante di ogni democrazia moderna, così come è sancita anche dalla nostra Costituzione. Spero che il Governo voglia almeno considerare positivamente questo ordine del giorno. Infatti, non esiste federalismo senza sussidiarietà e non esiste nessun risparmio - lo sa bene il Ministro Calderoli - se una riforma (anche questa che abbiamo definito spot) non è allo stesso tempo accompagnata da una grande valorizzazione dei corpi intermedi e orizzontali.

PRESIDENTE. L'onorevole Tassone ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2105/49.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, in questo ordine del giorno, insieme ai colleghi Occhiuto, Galletti e Ciccanti, poniamo la questione del Mezzogiorno e, quindi, nella premessa auspichiamo il superamento anche di una politica del Mezzogiorno fatta di interventi straordinari. Nel dispositivo chiediamo al Governo un impegno perché ci siano interventi organici in politica economica e di riequilibrio anche nel territorio, quindi un riequilibrio per il Mezzogiorno che aiuti i processi di sviluppo non soltanto dell'area del Mezzogiorno stesso ma di tutto il Paese.
Io ritengo che questo ordine del giorno debba essere valutato nella sua completezza e sopratutto nella sua essenzialità come un contributo che diamo anche rispetto ad una normativa che riteniamo insufficiente per i problemi del Mezzogiorno.

Pag. 65

PRESIDENTE. Saluto gli studenti della scuola media «Rosso di San Secondo» di Caltanissetta, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
L'onorevole Capitanio Santolini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2105/51, per un minuto.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, volevo ricordare che durante la discussione in Aula sono stati inseriti riferimenti agli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione, cosa che è stata ascritta al nostro partito: siamo stati gli unici a sollevare questo problema. È da un pezzo che aspettiamo che finalmente ci sia una fiscalità a misura di famiglia e quindi vorremmo impegnare il Governo all'emanazione dei decreti attuativi affinché nel nostro sistema fiscale finalmente si inseriscano degli strumenti che consentano di realizzare quella famosa sussidiarietà orizzontale che è assolutamente ancora sconosciuta.

PRESIDENTE. L'onorevole Delfino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2105/53.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare che il patrimonio immobiliare dello Stato è stato oggetto di un programma di alienazione finalizzato al recupero di risorse da destinare alla riduzione del debito pubblico. Noi prendiamo atto che l'articolo 18 trasferisce una rilevante quota di questo patrimonio a titolo non oneroso ai comuni e alle regioni: è una battaglia storica.
Vogliamo però impegnare il Governo a riferire alle Commissioni parlamentari competenti come si ovvierà rispetto ad una funzione storicamente, ormai da tempo, attribuita al patrimonio pubblico, quale elemento che andava ad incidere sul processo di risanamento dei conti pubblici. Pertanto, la conoscenza dei dati sarebbe un elemento utile per una più compiuta valutazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Ciocchetti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno 9/2105/54.

LUCIANO CIOCCHETTI. Signor Presidente, questo ordine del giorno serve per cercare di dare un senso all'articolo 23 e alle procedure individuate e per cercare di ovviare ad una scelta miope fatta questa mattina.
Chiediamo la costituzione della città metropolitana di Roma capitale, dove 800 mila cittadini ogni giorno si spostano dalle città della provincia per venire a Roma a lavorare e la sera ripartono da Roma per tornare nelle loro case. La scelta di dare più risorse e più poteri soltanto al comune di Roma all'interno del raccordo anulare è sbagliata, è un errore. Noi speriamo che il Governo voglia accogliere questo ordine del giorno per poter dare un senso diverso a questa norma.

PRESIDENTE. L'onorevole Misiti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno 9/2105/92 (Nuova formulazione), per un minuto.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, volevo soltanto chiarire che oggi non si approvano le città metropolitane, si approva la possibilità di istituire le città metropolitane in queste aree. Dato che nell'area di Messina è già stata stabilita, per legge, dalla Sicilia l'area metropolitana, si approva oggi probabilmente l'area metropolitana di Reggio Calabria.
Dopodiché noi chiediamo che il Governo si impegni a verificare la possibilità con la regione Sicilia di costituire la città metropolitana dello stretto e non procedere per pezzi che evidentemente potrebbero essere criticabili, mentre la città dello stretto è un obiettivo di tutti.

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo dell'Italia dei Valori ha esaurito i tempi assegnati dal contingentamento, nonché i tempi aggiuntivi attribuiti dalla Presidenza. Come da prassi, la Presidenza consentirà lo svolgimento di brevi interventi della durata massima di un minuto da imputare al tempo assegnato per lo svolgimento di interventi a titolo personale.
L'onorevole Miotto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2105/89.

Pag. 66

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, in questo disegno di legge è sancito un principio importante: ciascun cittadino ha diritto di accesso alle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili di cui alla lettera m), secondo comma, dell'articolo 117 della Costituzione, ma perché questo si realizzi come primo adempimento occorre indicare i livelli essenziali delle stesse. Questa mattina abbiamo approvato l'articolo 19 che, al comma 1-bis, assegna tale compito alla legge statale; tuttavia, questo comma aggiunge che, in attesa della legge statale, restano in vigore i livelli essenziali indicati dalle norme vigenti.
Ebbene, nel campo assistenziale, come tutti sanno, non c'è una norma che indichi i LEA, sebbene essi siano stati previsti dalla cosiddetta riforma Turco con la legge n. 328 del 2000. Allora può accadere un fatto davvero singolare, ossia che, pur essendo previsto un finanziamento di queste funzioni in maniera omogenea sul territorio, non ci siano però le condizioni per poterle finanziare.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Chiediamo, quindi, al Governo una cosa di buonsenso, cioè che questa legge sui LEA venga proposta entro centottanta giorni.

PRESIDENTE. L'onorevole Duilio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2105/94.

LINO DUILIO. Signor Presidente, vorrei sottoporre all'attenzione del Ministro Calderoli questo ordine del giorno che, sostanzialmente, considerato che una volta approvata la delega saranno emanati i decreti legislativi di attuazione, che costituiscono la realizzazione piena di questo processo, impegna il Governo a garantire un circuito informativo stabile con le assemblee legislative regionali. Ciò perché, come il Ministro sa, le assemblee legislative anche a livello regionale vivono in solitudine, diciamo così, poiché le giunte non sempre curano rapporti eccellenti con esse.
Pertanto, se fosse possibile accogliere questo ordine del giorno, peraltro coerentemente con quello che è previsto nell'intero provvedimento di delega, ne sarei lieto e ne sarebbero soprattutto liete le assemblee legislative che sono la rappresentanza del popolo.

PRESIDENTE. L'onorevole Bitonci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/2105/26.

MASSIMO BITONCI. Signor Presidente, con questo ordine del giorno vogliamo evidenziare le difficoltà dei nostri comuni derivanti dall'esenzione dell'ICI sulla prima casa. In effetti, pur considerando l'importanza del beneficio per milioni di cittadini che sono stati esentati da questo odioso tributo patrimoniale, il trasferimento statale compensativo è risultato inadeguato e insufficiente, costringendo molti comuni alla riduzione di alcuni servizi essenziali. Con il federalismo fiscale sarà garantita una maggiore certezza di disponibilità finanziaria agli enti locali per far fronte agli impegni politici nei confronti dei cittadini elettori.
Chiediamo al Governo, anche in merito alle dichiarazioni del Ministro Calderoli che recentemente ha incontrato una rappresentanza dei sindaci del nord, che venga assicurata ai comuni una piena copertura al mancato introito ICI mediante un'adeguata compartecipazione all'IVA che risulta la risposta più seria (altro che la richiesta dei sindaci del 20 per cento) alle richieste delle amministrazioni locali e la sostituzione degli attuali trasferimenti erariali con contributi propri e compartecipazioni.

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, il Governo non accetta l'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/2105/1, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Zacchera n. 9/2105/2 e Pag. 67accetta gli ordini del giorno Vannucci n. 9/2105/3, Di Biagio n. 9/2105/4, Garagnani n. 9/2105/5 e De Camillis n. 9/2105/6.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Garofalo n. 9/2105/7 e Ria n. 9/2105/8, mentre accetta l'ordine del giorno Nucara n. 9/2105/9, purché il dispositivo venga riformulato nel senso di aggiungere le parole «non necessarie» dopo la parola «province» e sopprimendo l'ultima parte fino alla fine del periodo.
Il Governo accetta l'ordine del giorno Franceschini n. 9/2105/10, purché riformulato nel senso di sostituire, al terzo capoverso delle premesse, le parole: «direttamente dalle autonomie regionali e locali» con le seguenti: «come espressione delle autonomie»; al quarto capoverso, dopo le parole: «rappresentativa delle autonomie», sopprimere la seguente: «locali», perché altrimenti si escluderebbero le regioni; nella parte dispositiva, sostituire le parole «riproduca i contenuti» con le seguenti: «prenda le mosse dai contenuti».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cambursano n. 9/2105/11, accetta gli ordini del giorno Di Stanislao n. 9/2105/12, Zazzera n. 9/2105/13 e Monai n. 9/2105/14, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Pisicchio n. 9/2105/15, accetta l'ordine del giorno Barbato n. 9/2105/16, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Scilipoti n. 9/2105/17, invita al ritiro dell'ordine del giorno Evangelisti n. 9/2105/18, perché è già nel testo, e accetta l'ordine del giorno Borghesi n. 9/2105/19.

PRESIDENTE. Ministro Calderoli, l'ordine del giorno Borghesi n. 9/2105/19 è ritirato.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Peccato!
Il Governo non accetta l'ordine del giorno De Girolamo n. 9/2105/20.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, il problema è che noi abbiamo rinunciato ad illustrare gli ordini del giorno, non li abbiamo ritirati.

PRESIDENTE. A noi l'ordine del giorno Borghesi n. 9/2105/19 risultava ritirato. Comunque, il Governo lo ha accettato.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, siccome tutto il gruppo Italia dei Valori ha rinunciato a parlare...

PRESIDENTE. Va bene, quindi, il Governo accetta l'ordine del giorno Borghesi n. 9/2105/19. Prego, Ministro Calderoli, riprendiamo dall'ordine del giorno n. 9/2105/21.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Il Governo accetta l'ordine del giorno Cimadoro n. 9/2105/21, non accetta l'ordine del giorno Rota n. 9/2105/22, accetta l'ordine del giorno n. 9/2105/23, purché riformulato, sopprimendo il termine dei tre anni e inserendo le parole: «in maniera significativa».
Il Governo invita al ritiro dell'ordine del giorno Mura n. 9/2105/24 e accetta l'ordine del giorno Messina n. 9/2105/25, purché riformulato, inserendo prima della parola «strumentali» la seguente: «direttamente».
Il Governo accetta gli ordini del giorno Bitonci n. 9/2105/26, Caparini n. 9/2105/27, non accetta gli ordini del giorno Zorzato n. 9/2105/28 e Baretta n. 9/2105/29, accetta l'ordine del giorno Livia Turco n. 9/2105/30, a condizione che siano soppresse le parole: «prima dell'emanazione del primo decreto legislativo»; il Governo non accetta gli ordini del giorno De Torre n. 9/2105/31, Coscia n. 9/2105/32, Pes n. 9/2105/33, De Biasi n. 9/2105/34, De Pasquale n. 9/2105/35 e Sarubbi n. 9/2105/36, accetta l'ordine del giorno Siragusa n. 9/2105/37, accetta l'ordine del Pag. 68giorno Lovelli n. 9/2105/38, ovviamente con il rispetto dell'autonomia della regione.

PRESIDENTE. Quindi, Governo lo accetta purché riformulato?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Sì, signor Presidente. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Pedoto n. 9/2105/39, Ruvolo n. 9/2105/40 e Bosi n. 9/2105/41, non accetta gli ordini del giorno Ciccanti n. 9/2105/42 e De Poli n. 9/2105/43, accetta l'ordine del giorno Galletti n. 9/2105/44, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Occhiuto n. 9/2105/45, non accetta l'ordine del giorno Tabacci n. 9/2105/46, accetta gli ordini del giorno Pezzotta n. 9/2105/47 e Volontè n. 9/2105/48, invita al ritiro dell'ordine del giorno Tassone n. 9/2105/49, non accetta l'ordine del giorno Vietti n. 9/2105/50, accetta l'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/2105/51, purché riformulato sopprimendo le parole: «di una fiscalità orizzontale»; il Governo non accetta gli ordini del giorno Compagnon n. 9/2105/52, Delfino n. 9/2105/53 e Ciocchetti n. 9/2105/54, accetta l'ordine del giorno Zaccaria n. 9/2105/55, a condizione che vengano soppresse le parole: «prima dell'emanazione del primo decreto legislativo».
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Amici n. 9/2105/56, mentre accetta l'ordine del giorno Marchignoli n. 9/2105/57, a condizione che nel dispositivo vengano soppresse le parole: «entro sei mesi». Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Naccarato n. 9/2105/58, non accetta gli ordini del giorno Sposetti n. 9/2105/59, Marchi n. 9/2105/60, Vico n. 9/2105/61 e Strizzolo n. 9/2105/62, accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Carella n. 9/2105/63, mentre non accetta l'ordine del giorno Duilio n. 9/2105/64.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Duilio n. 9/2105/64 è stato ritirato.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Il Governo non accetta gli ordini del giorno D'Antoni n. 9/2105/65, Meta n. 9/2105/66 e Ventura n. 9/2105/67. Il Governo accetta l'ordine del giorno Cesario n. 9/2105/68, a condizione che nel dispositivo vengano soppresse le parole: «anche ex post». Il Governo non accetta gli ordini del giorno Causi n. 9/2105/69, Boccia n. 9/2105/70, Pizzetti n. 9/2105/71, Graziano n. 9/2105/72, De Micheli n. 9/2105/73, mentre accetta l'ordine del giorno Fluvi n. 9/2105/74. Il Governo non accetta gli ordini del giorno Calvisi n. 9/2105/75 e Andrea Orlando n. 9/2105/76, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Fontanelli n. 9/2105/77 e Ferrari n. 9/2105/78. Il Governo accetta l'ordine del giorno Biancofiore n. 9/2105/79 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Quartiani n. 9/2105/80, accetta l'ordine del giorno Pili n. 9/2105/81 e non accetta gli ordini del giorno Iannaccone n. 9/2105/82 e Lo Monte n. 9/2105/83. Il Governo accetta l'ordine del giorno Commercio n. 9/2105/84, a condizione che, nel dispositivo, le parole da: «anche attraverso la riduzione del prelievo fiscale statale», fino alla fine del periodo, siano sostituite dalle seguenti: «anche attraverso la fiscalità di vantaggio». Il Governo non accetta gli ordini del giorno Lombardo n. 9/2105/85, Milo n. 9/2105/86, Sardelli n. 9/2105/87, accetta l'ordine del giorno Baldelli n. 9/2105/88, non accetta gli ordini del giorno Miotto n. 9/2105/89 e Cosenza n. 9/2105/90 e accetta l'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/2105/91. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Misiti n. 9/2105/92 (Nuova formulazione) e accetta gli ordini del giorno Rosato n. 9/2105/93, Duilio n. 9/2105/94 e Montagnoli n. 9/2105/95.

PRESIDENTE. Chiedo a tutti di stare attenti, perché passiamo alle votazioni.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/2105/1, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti. Pag. 69
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/2105/1, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Chiedo ai colleghi di prendere posto. Attendiamo con calma che l'onorevole Stradella salga i gradini. La stiamo seguendo tutti, onorevole Stradella. Chi ha problemi, li segnali. Onorevole Milanese? Ci siamo? L'onorevole Stradella ha votato. Bene. Vada, vada tranquillo, l'aspettiamo. Onorevole Tocci? Ha votato? Grazie.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 465
Votanti 462
Astenuti 3
Maggioranza 232
Hanno votato
226
Hanno votato
no 236).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Zacchera n. 9/2105/2, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Vannucci n. 9/2105/3, Di Biagio n. 9/2105/4, Garagnani 9/2105/5 e De Camillis n. 9/2105/6, accettati dal Governo.
Chiedo se i presentatori insistano per la votazione dell'ordine del giorno Garofalo n. 9/2105/7, accolto dal Governo come raccomandazione.

VINCENZO GAROFALO. Signor Presidente, ringrazio il Governo e non insisto per la votazione. Capisco le ragioni della difficoltà di istituire un'area metropolitana tra due regioni, così com'è stato detto oggi dal Ministro. Chiedo al Governo, comunque, di mettere in campo tutte le azioni possibili per realizzare una delle aree metropolitane più importanti del Paese, vista la conurbazione delle due città e dei comuni vicini e visti i servizi che ogni giorno portano oltre diecimila pendolari ad attraversare lo Stretto, con enormi disagi e con riconoscimenti che andrebbero nella direzione dell'istituzione di un'area metropolitana.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, ribadisco quanto detto perché vi sono diversi ordini del giorno, che riprendono l'argomento, su cui si è espresso un accoglimento come raccomandazione: bisogna infatti esprimere una valutazione non solo rispetto all'autonomia siciliana, ma anche rispetto alla dimensione sovraregionale di questa struttura, che va approfondita in termini di costituzionalità.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Garofalo n. 9/2105/7, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ria n. 9/2105/8, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno Nucara n. 9/2105/9, accettato dal Governo purché riformulato.

FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, vorrei dire al Ministro Calderoli, di cui ho apprezzato il lavoro, che è merito suo se il federalismo approda in Parlamento dopo 15 anni di battaglie. Abbiamo contato, nella premessa dell'ordine del giorno in esame, dieci istituti che decidono sulle stesse cose o su cose similari. Vorremmo adesso capire cosa intenda il Ministro quando ci dice che intende abolire Pag. 70le province non necessarie: l'abolizione delle province è nel programma del PdL, egli è il Ministro per la semplificazione normativa e quindi dovrebbe essere portato a «disboscare» quello che c'è. Dire quindi che è favorevole all'eliminazione delle province non necessarie è come dire niente. Pregherei quindi vivamente il Ministro, apprezzandone tutto il lavoro che ha svolto, di rivedere quanto espresso e di lasciare l'ordine del giorno così com'è.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, non so se è la sede competente, onorevole Nucara, ma nel programma si dice «delle province inutili». Al termine «inutili» ho preferito quello di «non necessarie», ma quello era il programma che è stato portato.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Nucara accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2105/9, accettato dal Governo purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Franceschini n. 9/2105/10, accettato dal Governo purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cambursano n. 9/2105/11, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Di Stanislao n. 9/2105/12, Zazzera n. 9/2105/13 e Monai n. 9/2105/14, accettati dal Governo.
Onorevole Pisicchio, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2105/15, accolto dal Governo come raccomandazione?

PINO PISICCHIO. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pisicchio n. 9/2105/15, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 479
Astenuti 3
Maggioranza 240
Hanno votato
234
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini e Viola hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato De Angelis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Barbato n. 9/2105/16, accettato dal Governo, e che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Scilipoti n. 9/2105/17, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Evangelisti n. 9/2105/18 accede all'invito al ritiro formulato dal Governo e prendo atto che l'ordine del giorno Borghesi n. 9/2105/19 è stato ritirato.
Onorevole De Girolamo, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2105/20, non accettato dal Governo?

NUNZIA DE GIROLAMO. Signor Presidente, io ritiro il mio ordine del giorno semplicemente perché in un altro ordine del giorno, a firma mia, dell'onorevole Baldelli e dell'onorevole La Loggia n. 9/2105/88, viene introdotto lo stesso principio che volevo introdurre rispetto agli organi di controllo economico-finanziario degli enti locali, che è stato accettato dal Governo, chiaramente con una formulazione Pag. 71 differente, ma che comunque svincola i revisori dei conti dalla soggezione del controllore rispetto al controllato.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cimadoro n. 9/2105/21, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Rota n. 9/2105/22, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rota n. 9/2105/22, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Napoli, ha votato? L'onorevole Napoli ha votato. L'onorevole Cicu, ha votato? Perfetto.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 477
Votanti 474
Astenuti 3
Maggioranza 238
Hanno votato
230
Hanno votato
no 244).

Prendo atto che i deputati Velo, Duilio e Miotto hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che l'onorevole Donadi accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2105/23, accettato dal Governo purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Mura n. 9/2105/24.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, l'ordine del giorno Mura n. 9/1205/24 dovrebbe essere sottoscritto anche come Piffari.

PRESIDENTE. Sì, Sì, prego.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Grazie, Presidente. Io invito il Ministro a rivedere eventualmente il parere espresso. Perché non sostenere un'azione tesa all'associazionismo, specialmente nei piccoli comuni? Mi richiamerei un momento ai provvedimenti che anche la vicina Svizzera, che tanto piace al Ministro, sta prendendo in questi anni proprio per rendere gestibili ed economiche le amministrazioni dei piccoli comuni, specialmente in montagna e nelle isole.

PRESIDENTE. Quindi, l'onorevole Piffari insiste per la votazione
Passiamo ai voti...

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, l'invito al ritiro discende dal fatto che abbiamo approvato un emendamento, a firma proprio dell'Italia dei Valori, con il quale si lascia la definizione della dimensione ai decreti legislativi, e non perché si fosse contrari al contenuto.

PRESIDENTE. Onorevole Piffari?

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Messina n. 9/2105/25, accettato dal Governo, purché riformulato, e che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Bitonci n. 9/2105/26 e Caparini n. 9/2105/27, accettati dal Governo. Prendo altresì atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Zorzato n. 9/2105/28, non accettato dal Governo. Pag. 72
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Baretta n. 9/2105/29, non accettato dal Governo.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, nel corso della discussione ho ritirato un emendamento di contenuto analogo sulla base di un affidamento che il Ministro Calderoli aveva dato in relazione al punto in questione relativo alla compartecipazione. Devo ammettere che nello scambio di opinioni la risposta del Ministro non prevedeva la dizione «IRPEF» ai fini dell'accoglimento, e quindi sono pronto a sostituire la parola: «IRPEF» se il Ministro accoglie l'ordine del giorno per come era nei termini.

PRESIDENTE. Ministro Calderoli?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Così riformulato, utilizzando la compartecipazione all'IVA sicuramente l'ordine del giorno è accolto. Peraltro, sono stati presentati anche altri emendamenti in questo senso e mi sembra che ci fossimo accordati proprio in questo senso. È dunque un errore, un refuso l'utilizzo del termine IRPEF.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Baretta n. 9/2105/29, accettato dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Livia Turco n. 9/2105/30, accettato dal Governo, purché riformulato, e che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno De Torre n. 9/2105/31, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Torre n. 9/2105/31, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole De Camilllis, riproviamo? Perfetto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 484
Astenuti 5
Maggioranza 243
Hanno votato
230
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che il deputato Galletti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Coscia n. 9/2105/32, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Coscia n. 9/2105/32, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mario Pepe (PD), tutto a posto? Onorevole Antonino Foti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 484
Astenuti 4
Maggioranza 243
Hanno votato
233
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che i deputati Galletti e Alessandri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario, che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Codurelli ha segnalato che non è riuscita a votare. Pag. 73
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Pes n. 9/2105/33, non accettato dal Governo.

CATERINA PES. Signor Presidente, con questo ordine del giorno chiediamo di scrivere in maniera sollecita e tempestiva un nuovo provvedimento legislativo che fissi fondamentalmente i livelli essenziali di prestazione per quanto riguarda le politiche dell'istruzione, perché allo stato attuale non conosciamo quali saranno gli interventi finanziari che dovranno sostenere le regioni. Stiamo infatti votando un disegno di legge che prevede che naturalmente i livelli essenziali siano definiti con una legge specifica dallo Stato.

PRESIDENTE. Onorevole Pes, deve concludere.

CATERINA PES. Abbiamo anche votato il fatto che questa legge specifica verrà definita in un momento successivo. Non capisco, dunque, perché su questo ordine del giorno sia stato espresso un parere contrario.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. La contrarietà all'ordine del giorno in discussione non è nel merito. Il problema è che, se andiamo a specificare qualcosa rispetto all'istruzione, mi sembrerebbe di fare qualcosa di meno rispetto alla sanità, piuttosto che all'assistenza.
Quindi, se l'invito è rispetto alla definizione dei LEA, ritengo che in questo senso l'ordine del giorno in esame possa essere accolto come raccomandazione, ma tale parere non vuole essere escludente rispetto alle altre due tipologie contenute nella lettera m), secondo comma, dell'articolo 117 della Costituzione.

PRESIDENTE. Onorevole Pes?

CATERINA PES. L'invito è esattamente questo: a provvedere con una certa sollecitudine alla definizione.

PRESIDENTE. Prendo atto, quindi, che l'onorevole Pes accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2105/33, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato secondo la precisazione.
Chiedo se i presentatori insistano per la votazione dell'ordine del giorno De Biasi n. 9/2105/34, non accettato dal Governo.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, signor Ministro, non capisco il motivo per il quale il Governo debba dire «no» con riferimento all'impegno di studiare strade e possibilità per includere la cultura tra le funzioni fondamentali del codice delle autonomie. Non stiamo chiedendo finanziamenti.
Il Governo ha detto «no» all'ordine del giorno precedente. Mi sembra che siamo solo ed esclusivamente su un indirizzo e, in tutta franchezza, non riesco a capire quale sia il problema per il quale bisogna dire «no» anche in ordine all'indirizzo di considerare la cultura come livello di prestazione essenziale. Mi pare francamente sconcertante.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Biasi n. 9/2105/34, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Pollastrini ha avuto difficoltà a votare in tutta la giornata: onorevole Pollastrini, riesce a votare? Anche l'onorevole Mario Pepe (PD). Onorevole Pollastrini, ha votato? Onorevole De Camillis? Ha votato. Onorevole Mario Pepe (PD)? Ha votato. Onorevole Delfino? Provi, adesso vedrà che vota. Onorevole Delfino, prego. Ha visto?
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 74
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 483
Astenuti 6
Maggioranza 242
Hanno votato
232
Hanno votato
no 251).

Chiedo se i presentatori insistano per la votazione dell'ordine del giorno De Pasquale n. 9/2105/35, non accettato dal Governo.

ROSA DE PASQUALE. Signor Presidente, vorrei chiedere al Ministro Calderoli per quale motivo non ha accettato il nostro ordine del giorno. Abbiamo ritirato un emendamento in cui si chiedeva proprio che il diritto allo studio potesse essere compreso all'interno dell'istruzione e il Ministro è intervenuto in Aula affermando, anzi convalidando questo concetto.
Avevamo detto che avremmo proposto un ordine del giorno. Quindi, poiché abbiamo dimostrato una buonissima volontà ritirando gli emendamenti, chiediamo davvero che l'ordine del giorno in questione venga accettato. Peraltro, in esso è contenuto un richiamo alla solidarietà che penso possa essere più che condiviso dal Ministro.
Inoltre, è contenuto anche un riferimento all'istruzione e alla formazione professionale. Penso, quindi, che il Ministro possa condividere anche questo aspetto.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, proprio accogliendo un emendamento del Partito Democratico, abbiamo stabilito che le definizioni dei LEA e dei LEP avvenga con legge e non con decreto legislativo e, quindi, l'approvazione di tali leggi sarà affidata al Parlamento.

PRESIDENTE. Onorevole De Pasquale?

ROSA DE PASQUALE. Proprio per questo non capiamo perché un ordine del giorno non possa essere accettato. All'interno dell'istruzione non penso che via sia difficoltà da parte del Governo a comprendere anche il diritto allo studio.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole De Pasquale insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2105/35, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Pasquale n. 9/2105/35, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Palmieri, onorevole De Camillis, onorevole Ravetto, onorevole Galletti, onorevole Mastromauro. Onorevole Ravetto, è riuscita a votare? Anche Galletti? Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 488
Astenuti 3
Maggioranza 245
Hanno votato
233
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che il deputato Rugghia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Sarubbi n. 9/2105/36, non accettato dal Governo.

ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, mi dispiace che non sia qui il Ministro Gelmini perché si tratta di un ordine del giorno che riguarda l'istruzione.
Se il Ministro Calderoli potesse ascoltarmi un attimo, gli direi che secondo me con l'ordine del giorno in esame - Ministro, mi scusi - possiamo far capire a tutta l'Italia che il federalismo non nasce Pag. 75per dividere, ma se è possibile anche per unire e garantire solidarietà tra le diverse parti del Paese.
Voi avete inserito giustamente l'istruzione tra le materie di cui vanno garantiti i livelli essenziali. Poi, però, non si capisce quali siano questi livelli essenziali e quali siano i criteri. Noi vi chiediamo soltanto che li definisca il Governo, sulle basi di unità e solidarietà. Vorrei capire come mai vi è un parere contrario da parte del Governo.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, le funzioni definite alla lettera m), secondo comma, dell'articolo 117 della Costituzione sono quei diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. In base all'articolo 3 della Costituzione, è evidente che tali diritti devono valere per tutti.
Io posso condividere il contenuto dell'ordine del giorno in esame, ma esso dice quello che c'è già nella Costituzione. Se dovessi specificare un passaggio della Costituzione sembrerei escludere gli altri, ma è sacrosanto che la lettera m) e l'articolo 3 della Costituzione sono in vita e si applicano al disegno di legge in esame.

PRESIDENTE. Quindi, il Ministro conferma il parere precedentemente espresso.
Onorevole Sarubbi, ritira il suo ordine del giorno?

ANDREA SARUBBI. Non lo ritiro e insisto per la votazione. Vorrei solo capire, signor Ministro, come mai rafforzare la Costituzione possa essere un problema per il Governo. Tutto qui. Quindi, mi aspetto che l'Aula si illumini di verde.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, se dovessi fare una specificazione con riferimento all'istruzione, a questo punto escluderei la sanità, l'assistenza e tutti gli altri sacrosanti diritti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sarubbi n. 9/2105/36, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

De Camillis ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 474
Astenuti 10
Maggioranza 238
Hanno votato
224
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che la deputata Ferranti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole, che la deputata Binetti ha segnalato che non è riuscita a votare e che i deputati Boniver, Dima e Rizzoli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che l'onorevole Siragusa non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2105/37, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Lovelli n. 9/2105/38, accettato dal Governo purché riformulato.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, vorrei capire esattamente la riformulazione.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, non correggeva il testo, ma faceva salva, con la citazione, l'autonomia della regione interessata.

Pag. 76

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lovelli del giorno n. 9/2105/38, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Pedoto n. 9/2105/39, accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ruvolo n. 9/2105/40, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo all'onorevole Bosi se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2105/41, accolto come raccomandazione dal Governo.

FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, vorrei chiedere al Ministro se questo accoglimento come raccomandazione del mio ordine del giorno può diventare un'accettazione, se esso si limitasse alla questione della liberalizzazione della Tosap da parte dei comuni.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, io ho dato un'indicazione di raccomandazione soprattutto perché nel primo inciso vi è l'introduzione di una specifica imposta sul patrimonio da parte degli enti locali. Io, francamente, sarei addirittura contrario sul primo inciso e accoglierei la parte successiva come raccomandazione per rivedere tutta la materia.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bosi n. 9/2105/41 accolto come raccomandazione dal Governo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ciccanti n. 9/2105/42, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ciccanti n. 9/2105/42, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 480
Astenuti 4
Maggioranza 241
Hanno votato
229
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che la deputata Lo Moro ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno De Poli n. 9/2105/43, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Poli n. 9/2105/43, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 297
Astenuti 183
Maggioranza 149
Hanno votato
51
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che i deputati Rosso, Lo Moro e Rampelli hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Galletti n. 9/2105/44, accettato dal Governo. Pag. 77
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Occhiuto n. 9/2105/45, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Tabacci n. 9/2105/46, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tabacci n. 9/2105/46, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Prendo atto che l'onorevole Rosso è riuscito ad esprimere il voto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 484
Astenuti 3
Maggioranza 243
Hanno votato
232
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che il deputato Viola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole, che il deputato Pagano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Gozi ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Pezzotta n. 9/2105/47 e Volonté n. 9/2105/48, accettati dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Tassone n. 9/2105/49 formulato dal Governo.

MARIO TASSONE. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, mi sono consultato anche con gli altri firmatari di questo ordine del giorno e abbiamo deciso di non accedere all'invito al ritiro formulato dal Ministro. Non riusciamo a comprendere la ragione dell'invito al ritiro, che non allontana le preoccupazioni rispetto ad alcune scelte di politica per il Mezzogiorno. Questo è il dato.
Nel nostro ordine del giorno, auspicavamo interventi organici, oltre che di superare squilibri del territorio: ecco il motivo per il quale non comprendiamo e non accettiamo il parere espresso.
Speriamo che il Ministro possa dirci qualcosa in più, perché credo che questo sia un passaggio molto delicato e significativo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tassone n. 9/2105/49, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole De Camillis? Onorevole Beccalossi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 484
Astenuti 3
Maggioranza 243
Hanno votato
236
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che il deputato Alessandri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Vietti n. 9/2105/50, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del Pag. 78giorno Vietti n. 9/2105/50, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Prendo atto che l'onorevole De Camillis è riuscita ad esprimere il voto. Onorevole Giammanco? Onorevole Speciale, è riuscito a votare? Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 481
Astenuti 5
Maggioranza 241
Hanno votato
233
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/2105/51, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Compagnon n. 9/2105/52, non accettato dal Governo.

ANGELO COMPAGNON. Sì, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo solo per un minuto, perché ho capito che il «no» del Ministro è perentorio, pertanto, neanche tento di entrare nel merito.
Vorrei soltanto spiegare che la preoccupazione era nei confronti dei principi contenuti nella delega, che potevano avere effetti finanziari negativi rispetto alle regioni a statuto speciale che, con riferimento alle entrate e alle competenze, hanno accordi veri. Faccio un esempio: a fronte dei due punti in IVA in più che la regione Friuli Venezia Giulia aveva ottenuto alcuni anni fa, si è presa in carico tutta l'assistenza, uscendo dal Fondo sanitario nazionale.
Questa è la dimostrazione che, se viene toccato il rapporto entrate-competenze, si creano delle difficoltà enormi, andando verso contenziosi che saranno difficili da sanare. È la dimostrazione che, in relazione al provvedimento in esame, vi è stata una partenza al contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Compagnon n. 9/2105/52, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Paolo Russo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 291
Astenuti 198
Maggioranza 146
Hanno votato
44
Hanno votato
no 247).

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Delfino n. 9/2105/53, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Delfino n. 9/2105/53, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 79

Onorevole Osvaldo Napoli? Onorevole De Camillis? Onorevole Leo, provi a votare! Bene. Onorevole Polledri?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 478
Astenuti 7
Maggioranza 240
Hanno votato
231
Hanno votato
no 247).

Prendo atto che il deputato Nicolais ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ciocchetti n. 9/2105/54, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ciocchetti n. 9/2105/54, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Bene, onorevole Lovelli, ce l'ha fatta? Onorevole Nicolais?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 484
Astenuti 3
Maggioranza 243
Hanno votato
238
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zaccaria n. 9/2105/55, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Amici n. 9/2105/56, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Amici n. 9/2105/56, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Girlanda, ce l'ha fatta? Bene. Onorevole Binetti, ce l'ha fatta? Provi ancora... ecco, c'è riuscita. Onorevole Rivolta? Provi ancora. Onorevole Rivolta, facciamola votare, bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 483
Astenuti 3
Maggioranza 242
Hanno votato
235
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che il deputato Rota ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marchignoli n. 9/2105/57, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Naccarato n. 9/2105/58, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Sposetti n. 9/2105/59, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sposetti n. 9/2105/59, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 80

Onorevole Compagnon, ce l'ha fatta? Non la volevo disturbare, era solo che aveva alzato la mano. Onorevole Girlanda? Onorevole Bocciardo? Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 488
Astenuti 3
Maggioranza 245
Hanno votato
237
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che il deputato Alessandri ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marchi n. 9/2105/60, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marchi n. 9/2105/60, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ce l'ha fatta, onorevole Del Tenno? Onorevole Castellani? Provi, bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 484
Astenuti 3
Maggioranza 243
Hanno votato
234
Hanno votato
no 250).

Chiedo se i presentatori insistano per la votazione dell'ordine del giorno Vico n. 9/2105/61, non accettato dal Governo.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intervengo per chiedere al Ministro la ragione secondo la quale, proprio in presenza dell'emanazione dei decreti, sia opportuno partire dagli elementi e criteri di omogeneità.
Credo che questa raccomandazione - di cui auspico l'accoglimento - vada nella giusta direzione con riferimento a tutta la seconda e impegnativa fase che riguarderà sia la Commissione bicamerale, sia il Governo, sia il Parlamento.
Per questa ragione insisterei nel chiedere se questo auspicio non sia un punto di forza per lo stesso Governo.

PRESIDENTE. Chiedo al Ministro se confermi il parere precedentemente espresso.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Confermo il parere non per il merito, ma perché credo che si tratti di materia che rientra nel contratto di pubblico impiego.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vico n. 9/2105/61, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Girlanda, è entrato nella top ten. Onorevole Zazzera, onorevole Leo, ce la fa? Provi a mettere giù il telefono, ecco, ha visto?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 462
Astenuti 25
Maggioranza 232
Hanno votato
214
Hanno votato
no 248).

Pag. 81

Prendo atto che il deputato Vico ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Chiedo se i presentatori insistano per la votazione dell'ordine del giorno Strizzolo n. 9/2105/62, non accettato dal Governo.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, invito il Governo a riconsiderare il parere espresso su questo ordine del giorno perché, non accogliendolo, dà ragione a quanti in quest'Aula, in più occasioni, esaminando questo provvedimento, hanno affermato che c'è il rischio, effettivamente, nell'applicazione in futuro del federalismo fiscale, di un aumento della pressione fiscale. Pertanto, si chiede semplicemente che ci sia un monitoraggio attento affinché non si verifichi un aumento della pressione fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, quello che è richiesto nell'ordine del giorno è specificatamente citato nell'articolato del disegno di legge; quindi, difficilmente un ordine del giorno può esprimere di più di quanto è espresso dalla legge stessa.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Strizzolo n. 9/2105/62, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Strizzolo n. 9/2105/62, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole De Luca... ce l'ha fatta? Provi!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 449
Astenuti 43
Maggioranza 225
Hanno votato
196
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Carella n. 9/2105/63, accolto dal Governo come raccomandazione.
Ricordo che l'ordine del giorno Duilio n. 9/2105/64 è stato ritirato.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno D'Antoni n. 9/2105/65, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Antoni n. 9/2105/65, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Ravetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 488
Astenuti 4
Maggioranza 245
Hanno votato
236
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Meta n. 9/2105/66, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Meta n. 9/2105/66, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Leo... onorevole Iapicca...
Dichiaro chiusa la votazione. Pag. 82
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 486
Astenuti 3
Maggioranza 244
Hanno votato
235
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che i deputati De Poli e Brigandì hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ventura n. 9/2105/67, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ventura n. 9/2105/67, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Paolo Russo... onorevole Girlanda... tutta la fila, tranne l'onorevole Abelli, è contagiata e non riesce a votare! L'onorevole Girlanda non riesce a votare... l'onorevole Bocciardo ha votato... l'onorevole Castellani ha votato... anche l'onorevole Girlanda ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 485
Astenuti 3
Maggioranza 243
Hanno votato
238
Hanno votato
no 247).

Prendo atto che la deputata Boniver ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cesario n. 9/2105/68, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo se i presentatori insistano per la votazione dell'ordine del giorno Causi n. 9/2105/69, non accettato dal Governo.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, intervengo per invitare il Ministro a ripensarci, perché è evidente che quanto scritto nell'articolo 13, comma 1, lettera f), in merito al fondo perequativo per le funzioni diverse da quelle fondamentali per i comuni, è assolutamente indeterminato, oggi: non si sa come si approvvigionerà questo fondo né in base a quali criteri verrà formulato il riparto. Non c'è nulla su questo fondo, quindi è inevitabile che il Ministro, i suoi uffici e il Governo dovranno specificare meglio - come questo ordine del giorno invita a fare - i criteri di funzionamento del fondo di cui all'articolo 13, comma 1, lettera f).

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo conferma il parere espresso sull'ordine del giorno Causi n. 9/2105/69.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Causi n. 9/2105/69, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Speciale... onorevole Rampelli... l'onorevole Girlanda ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 484
Astenuti 3
Maggioranza 243
Hanno votato
236
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che il deputato Porcu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Schirru ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. Pag. 83
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Boccia n. 9/2105/70, non accettato dal Governo.

FRANCESCO BOCCIA. Signor Presidente, ho il dubbio che il Ministro Calderoli non abbia avuto neanche il tempo per approfondire tutti gli ordini del giorno, perché la loro mole non lo ha consentito. Faccio davvero fatica a capire come mai il Governo ha espresso un parere contrario sull'ipotesi di inserire nel DPEF un allegato che ci consenta di capire meglio l'indicatore di costo e di copertura sulla qualità dei servizi ai quali dovremmo far riferimento per il patto di convergenza. Ministro Calderoli, se le cose che ci siamo detti hanno un senso, e mi pare che l'abbiano nei provvedimenti che abbiamo approvato, non capisco perché abbia espresso parere contrario su un meccanismo di trasparenza che consente un rafforzamento dello stesso Documento di programmazione economico-finanziaria.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, credo che anche gli ordini del giorno abbiano un valore e riguardino questioni importanti. Credo che queste specificazioni siano eccessive rispetto ad un ordine del giorno su una legge delega. Oggi credo che possano essere indicazioni opportune, come che alla prova dei fatti non si possa verificare la necessità di un allegato al DPEF che contenga tutte queste indicazioni. Credo che potremo avere queste risposte più avanti, in occasione dell'approvazione dei decreti legislativi.

MARCO CAUSI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO CAUSI. Signor Ministro, mi scusi, ma insisto. Dato che il patto per la convergenza viene definito per l'anno futuro, sia nel Documento di programmazione economico-finanziaria sia nella legge finanziaria, è molto sensato che l'anno dopo ci sia, in un'apposita sezione se non in un allegato, un quadro informativo ex post su come sta andando il patto per la convergenza. Se lo accantoniamo ci proponga una formulazione più sintetica, ma è molto sensato che il DPEF permetta di sapere come sta andando la convergenza, in una sezione o in un paragrafo (con indicatori sintetici, ovviamente, non con allegati di centinaia di pagine). Ragioniamo su una formulazione che consenta al Governo di accettare l'ordine del giorno.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, propongo una riformulazione nel senso di prevedere che in allegato al Documento di programmazione economico-finanziaria siano pubblicati gli strumenti necessari per monitorare il grado di raggiungimento dell'obiettivo di convergenza ai costi unitari e ai livelli essenziali (proprio perché oggi abbiamo ancora difficoltà ad individuare quali possano essere questi parametri). Con questa riformulazione il Governo accetta l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Boccia n. 9/2105/70, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pizzetti n. 9/2105/71, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pizzetti n. 9/2105/71, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione
(Segue la votazione).

Pag. 84

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 480
Astenuti 3
Maggioranza 241
Hanno votato
233
Hanno votato
no 247).

Prendo atto che i deputati Alessandri, Boniver e Lainati hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Vico e Oliverio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Graziano n. 9/2105/72, non accettato dal Governo.

STEFANO GRAZIANO. Signor Presidente, la vicenda assomiglia a quella dell'ordine del giorno precedente. Chiedo al Ministro una riflessione, perché l'ordine del giorno a mia firma vuole semplicemente contribuire a un chiarimento sulla spesa in conto capitale, cioè la spesa per gli investimenti, attraverso tre indicatori: il primo è il bisogno infrastrutturale delle regioni, il secondo è il debito pregresso e il terzo i corrispondenti oneri aggiuntivi. Penso che ciò rappresenti un minimo indirizzo politico rispetto ad una delega sostanzialmente tutta in bianco.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo conferma il parere contrario sull'ordine del giorno Graziano n. 9/2105/72.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Graziano n. 9/2105/72, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Nola, è riuscito a votare? Onorevole Mantini, aspettiamo lei... ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 478
Votanti 475
Astenuti 3
Maggioranza 238
Hanno votato
229
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che il deputato Gibiino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Rossa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Saluto gli studenti della scuola media Aldo Moro di Bonate Sopra in provincia di Bergamo (Applausi) e gli studenti della scuola media Savoia di Jesi in provincia di Ancona (Applausi), che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno n. 9/2105/73, non accettato dal Governo.

PAOLA DE MICHELI. Signor Presidente, signor Ministro, riteniamo che in questo disegno di legge le modalità di accesso ai mercati finanziari, da parte degli enti locali e delle regioni, siano ancora eccessivamente indeterminate. Pertanto, chiediamo esclusivamente l'impegno, da parte del Governo, ad adottare forme o misure di coordinamento a livello nazionale affinché gli enti locali e le regioni abbiano un quadro normativo un po' stringente per l'accesso ai mercati finanziari, memori anche di vicende che, purtroppo, abbiamo visto realizzarsi negli ultimi mesi e negli ultimi anni. Ciò è in funzione anche di una garanzia della stabilità della finanza pubblica e della difesa dei cittadini e rientra nel dibattito sulle regole, soprattutto rispetto ai mercati finanziari, di questa nostra stagione.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo conferma di non accettare l'ordine del giorno De Micheli n. 9/2105/73 e che i presentatori insistono per la votazione.
Passiamo ai voti. Pag. 85
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Micheli n. 9/2105/73, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Iapicca, è riuscito a votare?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 486
Astenuti 6
Maggioranza 244
Hanno votato
234
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Fluvi n. 9/2105/74, accettato dal Governo.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, a seguito di una più attenta valutazione il Governo accetta l'ordine del giorno Calvisi n. 9/2105/75.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Calvisi n. 9/2105/75, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Andrea Orlando n. 9/2105/76, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Andrea Orlando n. 9/2105/76, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 482
Astenuti 3
Maggioranza 242
Hanno votato
233
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Cazzola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Fontanelli n. 9/2105/77 e Ferrari n. 9/2105/78, accolti dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Biancofiore n. 9/2105/79, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Quartiani n. 9/2105/80, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Pili n. 9/2105/81, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Iannaccone n. 9/2105/82, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Iannaccone n. 9/2105/82, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ). Pag. 86

(Presenti 481
Votanti 451
Astenuti 30
Maggioranza 226
Hanno votato
210
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che i deputati La Loggia, Di Girolamo, Garagnani e De Pasquale hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lo Monte n. 9/2105/83, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lo Monte n. 9/2105/83, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Ci siamo, onorevole La Loggia?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 466
Astenuti 24
Maggioranza 234
Hanno votato
221
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che i deputati Monai, Codurelli e Mastromauro hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Commercio n. 9/2105/84, accettato dal Governo purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lombardo n. 9/2105/85, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lombardo n. 9/2105/85, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 486
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato
243
Hanno votato
no 243).

Prendo atto che i deputati Mastromauro, Binetti e Dell'Elce hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Bellotti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Chiedo se i presentatori insistano per la votazione dell'ordine del giorno Milo n. 9/2105/86, non accettato dal Governo.

ANTONIO MILO. Signor Presidente, l'ordine del giorno è volto a ribadire il riconoscimento della riserva di cui alla legge n.133 del 2008 riguardo all'utilizzo dei fondi FAS nella percentuale dell'85 e del 15 per cento e, comunque, per il completamento delle grandi opere, allo stato ancora sospese, nel corridoio Berlino-Palermo che collega il Mezzogiorno d'Italia all'Europa.

PRESIDENTE. Il Ministro conferma il parere sull'ordine del giorno Milo n.9/2105/86?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, forse anche i presentatori dell'ordine del giorno si rendono conto che, per come è stato predisposto l'ordine del giorno (così come avvenuto anche per gli emendamenti), si riduce l'utilizzo per il recupero del gap infrastrutturale ai fondi FAS, mentre invece l'utilizzo è più esteso e riconducibile a tutti gli altri fondi ed anche ai trasferimenti interni. Per ribadire la misura dell'85 per cento e del 15 per Pag. 87cento si va ad escludere tutto il resto dei trasferimenti. Credo che questo atteggiamento sia autolesionistico.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Milo n.9/2105/86, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Milo n. 9/2105/86, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Se qualcuno non ha votato lo segnali... onorevole Giro... onorevole Leo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 293
Astenuti 203
Maggioranza 147
Hanno votato
47
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Sardelli n. 9/2105/87.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sardelli n. 9/2105/87, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Tutti hanno votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ) - (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori, Unione di Centro e Misto-Movimento per l'Autonomia).

(Presenti 495
Votanti 492
Astenuti 3
Maggioranza 247
Hanno votato
249
Hanno votato
no 243).

Prendo atto che il deputato Pagano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Baldelli n. 9/2105/88, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Miotto n. 9/2105/89, non accettato dal Governo.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, signor Ministro, chiedo un minimo di attenzione su questo ordine del giorno, sul quale è stato espresso un parere contrario. Se non si fissano i livelli essenziali e i LEP non si possono fissare e calcolare i costi standard. Nella fase transitoria si fa riferimento alle leggi esistenti: per la sanità ci sono i LEA, per l'istruzione ci sono leggi che stabiliscono parametri o standard, ma per l'assistenza non c'è nulla.
Pertanto, nella fase transitoria occorre stabilire i LEA. È necessario prima di fissare i costi standard, altrimenti senza i LEA lei non si è in grado di fare il decreto per calcolare i costi standard e senza i costi standard non si può garantire il finanziamento e quindi si negherebbe il diritto. Si tratta di una proposta ragionevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, l'assistenza in questo momento viene garantita sulla base di un piano piuttosto datato; comunque, in questo momento viene utilizzato quel piano. Le leggi delega devono prevedere l'oggetto, i principi e i termini della delega. Il riferire la possibilità di esercitare quella delega alla definizione dei LEA sull'assistenza attraverso Pag. 88 una legge i cui i termini temporali non sono in questo momento noti farebbe diventare la delega indeterminata rispetto alle scadenze temporali e quindi incostituzionale. Mi auguro che i LEA - sarà compito del Parlamento farlo - vengano stabiliti nei tempi più brevi possibili.
Quello che è certo è che oggi l'assistenza viene erogata sulla base di quel piano, che dovrebbe continuare a esistere. Mi auguro che però vengano definiti i LEA sull'assistenza e sulle altre materie prima del dover utilizzare in via transitoria quel piano datato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Miotto n. 9/2105/89, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Non vedo nessuno che segnala di non riuscire a votare...
Onorevole Goisis...
L'onorevole De Camillis ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 492
Astenuti 3
Maggioranza 247
Hanno votato
241
Hanno votato
no 251).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cosenza n. 9/2105/90, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Nola, è riuscito?
Onorevole Binetti, prego...
L'onorevole Rosso ha votato, l'onorevole Binetti pure...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 488
Astenuti 4
Maggioranza 245
Hanno votato
235
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che l'onorevole Giancarlo Giorgetti non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2105/91, accettato dal Governo.
Chiedo all'onorevole Misiti se insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2105/92, nella nuova formulazione, accolto come raccomandazione dal Governo.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, non insisto per la votazione, ma approfitto per ringraziare il Ministro Calderoli, che ha dato un giudizio positivo sulla proposta di Città metropolitana dello Stretto, anche se ha affermato che bisogna approfondire il fatto, dal momento che si tratta di una città metropolitana in due regioni e poi bisogna avere rispetto dell'autonomia siciliana con cui evidentemente bisogna confrontarsi. Sono convinto che, alla fine, questa linea ci porterà al risultato.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Misiti. Chiedo all'onorevole Rosato se insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/2105/93, accettato dal Governo.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, ringrazio il signor Ministro per il parere favorevole. Adesso attendiamo che ci siano le risorse. Immagino che non sarà un lavoro solo suo, signor Ministro, ma collegiale del Governo. Tuttavia, attendiamo che arrivino anche le risorse.

PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Duilio e Montagnoli non insistono per la votazione dei loro ordini del giorno n. 9/2105/94 e n. 9/2105/95, accettati dal Governo. Pag. 89
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Poiché è previsto che le dichiarazioni di voto finale con ripresa televisiva diretta abbiano luogo a partire dalle ore 18, sospendo la seduta fino a tale orario.

La seduta, sospesa alle 16,50, è ripresa alle 18.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2105-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zeller. Ne ha facoltà. Ricordo che ha tre minuti di tempo a disposizione.

KARL ZELLER. Signor Presidente, noi riteniamo importante che il provvedimento in esame consenta una più efficace correlazione tra spese ed entrate fiscali. Ciò costituisce indubbiamente un progresso che la legge delega propone e che i decreti attuativi delle norme sul federalismo, in particolare in merito al potere impositivo delle regioni, dovranno salvaguardare e non limitare.
Per noi, però, è fondamentale che la discussione sul federalismo non si limiti ad una pura logica redistributiva di risorse tra Stato e regioni e tra le regioni stesse. Nell'opinione che abbiamo del federalismo, il federalismo fiscale non può e non deve essere slegato dalla previsione di maggiori competenze per le regioni. Al di là delle posizioni strumentali e prive di legittimità sotto il profilo costituzionale, il modello di federalismo che si impone non legittima ma anzi si oppone ad ogni demagogica contrapposizione tra l'esperienza e il futuro delle autonomie speciali e le regioni a statuto ordinario.
Noi abbiamo apprezzato la coerenza e la lealtà del Ministro Calderoli, che ha operato con efficacia ed equilibrio. Nel corso dell'esame del provvedimento ha tenuto conto dell'intesa raggiunta tra il Governo e le regioni a statuto speciale per il superamento del Patto di convergenza in ragione del Patto di stabilità e dell'istituzione di un tavolo bilaterale con il Governo che avrà un ruolo fondamentale nell'adozione delle misure di attuazione della riforma. È indubitabile che tale modifica rispetto al testo votato dal Senato sia migliorativa.
Rimangono però una serie di incognite in merito alle concrete misure di attuazione del presente provvedimento, il che non ci consente di esprimere, allo stato, un giudizio politico definitivo sul progetto di federalismo fiscale del Governo. I deputati delle minoranze linguistiche esprimeranno dunque un voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con l'errata corrige del 25 MARZO 2009 GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, la legge delega che il Parlamento si appresta ad approvare, peraltro con una vasta maggioranza, garantirà alle regioni e ai comuni della parte più ricca del nostro Paese maggiori risorse rispetto a quelle di cui dispongono già oggi per svolgere le loro funzioni. I cittadini di queste regioni, che già oggi godono di condizioni migliori di quelli del resto del Paese, godranno, a partire da domani, anche di maggiori risorse da destinare ai servizi pubblici.
Di conseguenza, a fronte di queste ragioni e risorse, i casi sono solo due: o le altre aree del Paese riceveranno minori risorse e saranno quindi penalizzate, nel senso che alle peggiori condizioni della loro economia privata si aggiungeranno anche quelle della loro economia pubblica, oppure lo Stato dovrà farsi carico di Pag. 90attribuire alle regioni del Mezzogiorno mezzi analoghi a quelli di cui godranno le aree più fortunate. In questo caso aumenterà la spesa pubblica o il deficit e la pressione fiscale, con conseguenze negative, nell'uno come nell'altro caso, sulle possibilità economiche del Paese.
Ho posto al Governo questo problema intervenendo in apertura del dibattito, ma a parte un breve intervento del Ministro Calderoli, che ha detto di essere fiducioso che la spesa pubblica non crescerà, non abbiamo motivo di ritenere che queste nostre preoccupazioni non siano fondate. Del resto, il Ministro Tremonti molto lealmente ha dichiarato che egli non è oggi in grado di valutare le conseguenze del provvedimento che stiamo esaminando sulla finanza pubblica.
Io appartengo, onorevoli colleghi, signor Presidente, ad un partito, il Partito Repubblicano, che ha denunciato i pericoli delle deviazioni della finanza pubblica assai prima di altri e nella disattenzione delle altre forze politiche.
Oggi ci viene generalmente riconosciuto che avevamo ragione, ma ovviamente i guasti sono ormai stati fatti e l'Italia ne sta pagando le conseguenze con il sostanziale arresto del suo sviluppo economico. Noi non siamo sereni circa i costi di questa legislazione e quando abbiamo chiesto al Governo di impegnarsi almeno ad abolire le province, che sono enti inutili, c'è stato risposto lasciando cadere la proposta.
Non possiamo quindi associarci a questa legislazione, pur essendo parte della maggioranza, dando un voto favorevole; proprio tenendo conto di questo vincolo politico non voteremo contro, nella speranza che nel realizzare la delega il Governo sappia smentire la nostra preoccupazione, quindi i Repubblicani si asterranno sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Liberal Democratici-Repubblicani).
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, la legge delega che il Parlamento si appresta ad approvare, peraltro con una vasta maggioranza, garantirà alle regioni e ai comuni della parte più ricca del nostro Paese maggiori risorse rispetto a quelle di cui dispongono già oggi per svolgere le loro funzioni. I cittadini di queste regioni, che già oggi godono di condizioni migliori di quelli del resto del Paese, godranno, a partire da domani, anche di maggiori risorse da destinare ai servizi pubblici.
Di conseguenza, a fronte di queste maggiori risorse, i casi sono solo due: o le altre aree del Paese riceveranno minori risorse e saranno quindi penalizzate, nel senso che alle peggiori condizioni della loro economia privata si aggiungeranno anche quelle della loro economia pubblica, oppure lo Stato dovrà farsi carico di Pag. 90attribuire alle regioni del Mezzogiorno mezzi analoghi a quelli di cui godranno le aree più fortunate. In questo caso aumenterà la spesa pubblica o il deficit e la pressione fiscale, con conseguenze negative, nell'uno come nell'altro caso, sulle possibilità economiche del Paese.
Ho posto al Governo questo problema intervenendo in apertura del dibattito, ma a parte un breve intervento del Ministro Calderoli, che ha detto di essere fiducioso che la spesa pubblica non crescerà, non abbiamo motivo di ritenere che queste nostre preoccupazioni non siano fondate. Del resto, il Ministro Tremonti molto lealmente ha dichiarato che egli non è oggi in grado di valutare le conseguenze del provvedimento che stiamo esaminando sulla finanza pubblica.
Io appartengo, onorevoli colleghi, signor Presidente, ad un partito, il Partito Repubblicano, che ha denunciato i pericoli delle deviazioni della finanza pubblica assai prima di altri e nella disattenzione delle altre forze politiche.
Oggi ci viene generalmente riconosciuto che avevamo ragione, ma ovviamente i guasti sono ormai stati fatti e l'Italia ne sta pagando le conseguenze con il sostanziale arresto del suo sviluppo economico. Noi non siamo sereni circa i costi di questa legislazione e quando abbiamo chiesto al Governo di impegnarsi almeno ad abolire le province, che sono enti inutili, c'è stato risposto lasciando cadere la proposta.
Non possiamo quindi associarci a questa legislazione, pur essendo parte della maggioranza, dando un voto favorevole; proprio tenendo conto di questo vincolo politico non voteremo contro, nella speranza che nel realizzare la delega il Governo sappia smentire la nostra preoccupazione, quindi i Repubblicani si asterranno sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Liberal Democratici-Repubblicani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Monte. Ne ha facoltà, per sei minuti.

CARMELO LO MONTE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli rappresentanti del Governo, per noi del Movimento per l'Autonomia la riforma federalista non è un salto nel buio, non è una minaccia o un pericolo per l'unità del Paese. Per noi è una scommessa ed insieme un'opportunità perché le regioni del Mezzogiorno possano uscire dalla spirale sottosviluppo-assistenzialismo e perché le regioni del nord costruiscano un serio percorso di autogoverno, il tutto all'interno di un quadro di valorizzazione delle risorse del territorio e della garanzia della necessaria perequazione in relazione ai diversi gradi di sviluppo delle zone del Paese. Un sano federalismo, quindi, che rappresenterà per il sud un importante trampolino per il rilancio dell'economia e l'emersione di forze ed energie che da anni aspettano di competere ad armi pari con le altre aree del Paese.
Il sistema centralista ha inferto gravissimi danni all'intero sistema Paese, ma i danni più profondi e strutturali hanno riguardato il sud: i mezzi a questo destinati sono sempre stati funzionali a politiche di spreco e di assistenza e mai finalizzate ad uno sviluppo basato sulle straordinarie risorse umane e materiali del Mezzogiorno. Tutto questo ha contribuito a rendere strutturale la cosiddetta questione meridionale, le cui radici sono da ricercare nel modello centralista dello Stato: un enorme saccheggio di circa un secolo e mezzo che ha relegato il Mezzogiorno in una immodificabile condizione di periferia dipendente, una provincia destinata a rimanere tale ai margini del centro decisionale e del potere economico. Il sud è stato insomma esecutore di scelte politiche decise altrove, mai collaboratore a parità di condizioni con il resto del Paese.
Per il Movimento per l'Autonomia tale riforma costituisce, quindi, l'ultima concreta possibilità affinché il Mezzogiorno si riappropri di un'identità territoriale che gli consenta di ritrovare e di esercitare la propria autonomia. Col federalismo il Mezzogiorno può acquistare la possibilità di autodecisione che in passato non ha potuto mai sperimentare: più libertà, più Pag. 91autogoverno e quindi esercizio di egemonia in un nuovo contesto di grande responsabilità.
Noi dell'MpA sappiamo bene che l'errore in cui è rimasto impantanato il Mezzogiorno è stato quello di ritenere che l'origine della cosiddetta questione meridionale fosse esclusivamente di carattere economico. Troppo spesso non si è riusciti a comprendere che la questione meridionale non è un problema di sottosviluppo, bensì una questione politica, una questione di libertà; il sottosviluppo è una conseguenza di ciò e non viceversa, quindi non faremo l'errore di considerare il federalismo come esclusiva questione economica. Il federalismo per il Mezzogiorno rappresenta una scelta di libertà, di autogoverno, di responsabilità, un cambio integrale di prospettiva che costringa la stessa classe dirigente del sud a ritrovare l'orgoglio della propria storia e ad uscire dalle dinamiche dello schiavismo che per decenni l'hanno condizionata (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia e Lega Nord Padania). Una classe dirigente che acquisti la capacità di abbandonare le logiche contrattualistiche per pretendere un posto in prima fila nella battaglia contro gli sprechi e la corruzione e, di conseguenza, poter rivendicare a testa alta e in modo credibile i diritti del Mezzogiorno d'Italia.
La nostra libertà non può essere oggetto di scambio con il piatto di lenticchie della cosiddetta solidarietà, come troppe volte è accaduto. In una comunità nazionale che si ritenga tale il problema dello sviluppo equilibrato delle varie componenti territoriali non è scelta opzionale, ma è bensì compito obbligatorio e irrinunciabile della politica. Con il centralismo o con il federalismo, la redistribuzione equilibrata delle risorse è, comunque, la funzione primaria dello Stato. Per avere diritto alla cosiddetta solidarietà nazionale, non si può essere obbligati a rimanere legati al centralismo e a rinunciare ad un nuovo modo di pensare il futuro del Paese, costruendo una struttura statale di tipo federale. Il sud è stata la vittima principale del centralismo statale italiano. Per questo, siamo convinti che il federalismo sia la strada obbligata da percorrere, per restituire libertà, autonomia e dignità Mezzogiorno.
Il maggior vantaggio al sud dalla riforma federale è sicuramente di valenza politica e morale, prima ancora che di carattere economico. Per questo, a quegli amici che confondono la difesa del sud con l'arroccarsi a protezione dei sistemi vecchi ed ormai indifendibili, diciamo che i veri nemici del sud sono quelli che, in nome del passato, vorrebbero impedire una scommessa di libertà e di modernità. Nel merito, vorrei soffermarmi solo su una questione specifica, anche perché la legge delinea solo i contorni. Sarà poi sui decreti attuativi che si comprenderà se si vuole essere davvero all'altezza della sfida che oggi si delinea. Abbiamo apprezzato la scelta di inserire Reggio Calabria, come avevamo con forza richiesto, tra le aree metropolitane, così come la regione Sicilia ha da tempo fatto per Messina.

PRESIDENTE. Onorevole Lo Monte, la prego di concludere.

CARMELO LO MONTE. Signor Presidente, concludo. In questo modo si sono create le precondizioni per la realizzazione dell'area metropolitana dello Stretto, indispensabile per mettere in rete e in sinergia le potenzialità non solo di due città, ma anche di due regioni (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leoluca Orlando. Ne ha facoltà.

LEOLUCA ORLANDO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, il gruppo parlamentare dell'Italia dei Valori conferma, in questa sede, ancora una volta, il proprio impegno per la legalità costituzionale, che è il rispetto del diritto, ma anche dei diritti, che è rispetto delle istituzioni e del loro ruolo. Italia dei Valori, con riferimento alla proposta di federalismo fiscale, al Senato ha espresso Pag. 92un voto di astensione, rispetto a quello che appariva ancora un annuncio e uno slogan di federalismo. Il testo proposto dal Governo al Senato, infatti, non dava sufficiente garanzia perché il federalismo potesse domani essere un federalismo vero, realizzato e conforme alla legalità costituzionale. Troppe volte, infatti, negli ultimi tempi, abbiamo dovuto, come Italia dei Valori, constatare, censurare e protestare, perché la Costituzione formale veniva modificata, ignorata e tradita da leggi ordinarie e prassi costituzionali. Così l'Italia, che formalmente l'articolo 1 della Costituzione dichiara essere una Repubblica fondata sul lavoro, nella dimensione quotidiana della vita, per effetto di leggi ordinarie inadeguate, rischia di apparire, troppe volte, res privata e il lavoro assume troppe volte l'immagine di troppi morti sul lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori), l'immagine disperata e disperante di troppi precari, l'immagine di troppe professionalità mortificate.
Le formazioni sociali, previste dall'articolo 2 della Costituzione, vengono, nella realtà quotidiana, mortificate da una esasperata esaltazione dell'individualismo. I diritti di cittadinanza, di fatto, si riducono al solo diritto di votare e di consumare. Senza un'adeguata dimensione comunitaria risulta mortificata la stessa partecipazione democratica. Che dire dell'articolo 3 della Costituzione, troppo spesso ignorato nella parte che proclama l'eguaglianza sostanziale di tutti, al di là di razza, religione, sesso, condizioni economiche e sociali? Quell'articolo 3, inoltre, è stato, a nostro avviso, violato e di fatto modificato nella parte che prevede l'eguaglianza di tutti cittadini davanti alla legge. È la cronaca del cosiddetto lodo Alfano e del milione di firme che Italia dei Valori ha raccolto per cancellare una legge inaccettabile.
È con questo spirito di intransigente difesa della legalità costituzionale che abbiamo esaminato il testo del federalismo fiscale nella sede propria, che è il Parlamento. Finalmente - è un evento! - il Parlamento non è stato chiamato a subire, con il ricorso alla fiducia, scelte del Governo consacrate in decreti-legge immodificabili e urgenti.
Finalmente è stato possibile - desidero sottolineare espressamente l'apprezzamento per il lavoro svolto dal collega dell'Italia dei Valori Antonio Borghesi - discutere, modificare e criticare le proposte della maggioranza.
L'Italia dei Valori nei giorni scorsi ha ribadito e oggi ricorda che un federalismo fiscale privo di federalismo istituzionale è monco, zoppica; è per questo che l'Italia dei Valori insisterà nel chiedere il superamento dell'attuale bicameralismo perfetto.
Non ha senso mantenere due Camere, quella dei deputati e quella dei senatori, che, con sprechi e ritardi, svolgono le stesse funzioni. L'Italia dei Valori insisterà per la drastica riduzione del numero dei parlamentari, ancora una volta per ridurre sprechi e recuperare efficienza e credibilità (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
L'Italia dei Valori, ancora oggi, ricorda che un federalismo fiscale non ha senso senza una riforma dei poteri locali; il federalismo fiscale non ha senso senza un nuovo codice delle autonomie, ma tant'è: un federalismo, senza federalismo fiscale, non è federalismo.
È per questo che siamo impegnati ad approvare questa cornice; il senso del federalismo, per noi dell'Italia dei Valori, è il richiamo al principio di responsabilità dei governi territoriali. Abbiamo proposto - e la norma adesso diventerà legge - che tale responsabilità fosse codificata tra i principi, oltre ad essere esplicitata con chiarezza, prevedendo sanzioni pesanti per gli amministratori spreconi, clientelari e bancarottieri e prevedendo sanzioni pesanti sino all'ineleggibilità a cariche pubbliche (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Non potrà e non dovrà più essere possibile che, dopo sprechi e dissesti, i responsabili restino impuniti e che i contribuenti di tutta Italia debbano pagare per quegli sprechi e per quei dissesti, Pag. 93come è accaduto con l'amministrazione comunale di Catania (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
La solidarietà non può essere un alibi per l'impunità. Lo Stato può essere chiamato ad intervenire per ridurre i danni prodotti a cittadini incolpevoli e mortificati da amministratori disonesti o inadeguati, ma lo Stato e la Repubblica non possono mai essere un bancomat al servizio di sprechi e clientele che rimangono impuniti. Altro che federalismo, altro che principio di responsabilità!
Se il federalismo è, come noi crediamo, richiamo di responsabilità, non vi può essere nord e sud in questo dibattito e se nel sud sono più frequenti i casi di sprechi e di dissesti, fatemi dire con forza che il federalismo serve al sud come al nord; nel caso, in ipotesi, più al sud che al nord (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Troppe volte le realtà regionali, anche nel sud, sono bloccate nel loro sviluppo dal circuito perverso di sprechi regionali e di assistenzialismo statale. Rompere questo circuito perverso è possibile con un federalismo vero, fatto di responsabilità con sanzioni e di solidarietà senza sprechi. Questi sono i valori che hanno ispirato le norme proposte dall'Italia dei Valori e oggi in votazione; valori che sono ulteriormente esplicitati da altre norme, proposte sempre dal gruppo parlamentare dell'Italia dei Valori per la riduzione dei costi della politica, per la trasparenza delle amministrazioni e dei loro bilanci, per il coinvolgimento del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Ma quello che oggi approviamo - sia detto con chiarezza - non è ancora il federalismo fiscale; non lo è anche perché non sono state ancora rese note le cifre indispensabili per un federalismo fiscale degno di tale nome.
Senza il contributo del Parlamento e dell'Italia dei Valori, oggi avremmo all'esame uno slogan, un mero annuncio. Grazie al contributo del Parlamento, dei parlamentari dell'Italia dei Valori e anche del Ministro Calderoli, quello che oggi approviamo non è un annuncio, ma una cornice, con paletti e garanzie per noi indispensabili, perché domani, non ancora oggi, possa finalmente nascere un vero federalismo fiscale.
Dopo le intervenute modifiche, l'Italia dei Valori esprimerà, proprio in nome della legalità costituzionale e del Titolo V della Costituzione, il proprio voto favorevole, convinti come siamo che una forza di opposizione intransigente e forte ha il dovere di scegliere e di controllare.
E noi oggi scegliamo e da oggi controlleremo, per impedire al Governo di inserire in quella cornice, dotata di paletti e di sanzioni, un quadro di mortificazione dei principi di legalità, trasparenza, responsabilità, solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori) che sono i valori che noi del gruppo Italia dei Valori non consentiremo di pervertire e di mortificare, e che sono peraltro i valori che potranno rendere diversa e migliore la qualità delle amministrazioni e la qualità della vita per i cittadini, per tutti i cittadini, di tutte e di ognuna delle parti del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, l'Unione di Centro canterà fuori dal coro in questo voto finale, perché noi votiamo in modo convinto contro questo spot.
È un'occasione persa per fare una cosa seria: in un momento di drammatica crisi economica, è da due settimane che il Parlamento è impegnato in una non riforma, perché una riforma così importante avrebbe avuto bisogno di un assetto e di una cornice istituzionale completamente diversi. Stiamo partendo dal tetto nella costruzione di una casa: stiamo rinviando naturalmente in ordine logico la riforma costituzionale, che sarebbe indispensabile, anche per far sì veramente che si dia vita a una differenziazione del ruolo delle due Camere e ad un Senato delle regioni; stiamo ponendo sullo sfondo il Pag. 94codice delle autonomie. Il tutto rende impossibile provvedere all'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione.
Vorrei ricordare a questo proposito che il film è già stato visto, purtroppo: pensiamo al Titolo V, quando si fece in modo affrettato una riforma della Costituzione. Nel 2001 il Parlamento fu impegnato a svolgere un'indagine conoscitiva sugli effetti del Titolo V a posteriori, proprio come ci accingiamo a fare oggi; e il contenzioso presso la Corte costituzionale, dopo quell'approvazione del Titolo V, si moltiplicò. Una casa si costruisce partendo dalle fondamenta, perché una casa che si costruisce partendo dal tetto, in una fase drammatica come questa che stiamo vivendo, è destinata al primo alitare del vento a cadere, e a cadere rovinosamente.
Il problema dei costi in questa riforma è indefinito. Non lo dice l'Unione di Centro: lo ha detto con grande onestà intellettuale il Ministro Tremonti rispondendo ad un preciso quesito al Senato. Egli ha spiegato che era impossibile definire i costi fino ai cosiddetti decreti attuativi. Il tutto si traduce, onorevoli colleghi, in un atto di fede, un atto di fede complessivo: cosa fa l'istituzione comune? Quali competenze ha l'istituzione regione? Con quali risorse vi si adempie?
La trasformazione della spesa storica in una spesa per costi standard è un principio giusto, ma questo risparmio di costi è una prospettiva teorica, così com'è definita è un castello di sabbia. Le deleghe si prefigurano come un timer politico, sintonizzato sulle scadenze elettorali della Lega: tra un anno i decreti attuativi, proprio in corrispondenza - guardate caso - delle elezioni regionali; oggi, alla vigilia delle elezioni provinciali, questo federalismo-immagine, questo «non federalismo» che ci accingiamo a votare e tra quattro anni - guardate caso - proprio in corrispondenza alle prossime elezioni politiche, i cosiddetti decreti correttivi.
Sullo sfondo, l'esproprio del Parlamento: sono molto rammaricato che di questo non vi sia sufficiente consapevolezza. Sono stati respinti gli emendamenti non solo nostri, ma dell'intera opposizione, per rendere vincolante il parere delle Commissioni parlamentari.
Noi non possiamo dividerci in quest'Aula - è troppo comodo - tra federalisti e antifederalisti. Onorevoli colleghi, sappiamo tutti che non è questa la divisione: la vera divisione è tra chi vuole fare le riforme serie e chi si accontenta di uno spot confezionato sulle esigenze politiche della Lega.
Capisco il Popolo della Libertà, che ha cercato di contenere il danno e/o di rinviare al futuro la sostanza del federalismo con il decreto attuativo. Sono gli stessi colleghi che, in privato, ci vengono a dire: non vi preoccupate, tanto non succederà niente. Risulta a noi incomprensibile però - lo debbo dire sinceramente - l'atteggiamento delle altre forze politiche di opposizione, che prefigura una subalternità psicologica alla Lega, come se il lasciapassare per andare al nord ci venisse dalla compiacenza dell'ottimo e funambolico Ministro Calderoli. Un manifesto elettorale come questo non ci convince e agli amici dell'opposizione voglio dire con grande rispetto solo e semplicemente una cosa: non rincorriamo Berlusconi sugli spot perché su questi è imbattibile e tra gli originali e le copie la gente preferirà sempre gli originali (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro)!
Si è persa l'occasione, con un riordino complessivo delle autonomie locali, di sostanziare gli impegni presi in campagna elettorale di abolizione delle province. Tutti abbiamo parlato di abolizione delle province: ne ha parlato Berlusconi, ne ho parlato io, ne ha parlato Veltroni. Oggi questo tema esce dall'agenda politica italiana e questa mattina abbiamo assistito addirittura ad un mercato sulle aree metropolitane, con l'inclusione di Reggio Calabria come compensazione non si sa bene per che cosa e a chi. Perché Reggio Calabria, a questo punto, e non Verona, come ha sottolineato il nostro collega De Poli e, come altri colleghi potrebbero sottolineare, perché non altre aree metropolitane? Pag. 95
Il primo principio in questo momento difficile per il Paese è quello della responsabilità, al sud come al nord; è quello di fare leggi serie, non propaganda.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Casini, pregherei l'onorevole Stefani di non voltare le spalle all'oratore e di tornare al suo posto: è dieci minuti che disturba il Ministro Zaia. Prego, onorevole Casini.

PIER FERDINANDO CASINI. Il primo principio...

PRESIDENTE. Onorevole Stefani!

PIER FERDINANDO CASINI. Il primo principio, onorevole Presidente, per fare cose serie è quello della responsabilità, al sud come al nord; è quello di fare leggi serie e non propaganda.
Per questo non abbiamo dubbi nell'esprimere il voto contrario e non abbiamo dubbi nell'esprimerlo in nome di tutti gli italiani, perché un'altra trappola in questa legge che ci apprestiamo a votare è quella di creare intenti divisori, come se chi si oppone a questa legge lo facesse in nome di un area territoriale rispetto a un'altra. No! Noi lo facciamo in nome della serietà perché siamo convinti che i rischi, in una fase drammatica per il Paese e per l'economia italiana, sono quelli di una moltiplicazione dei centri di spesa; sono - nonostante le clausole finte di invarianza tributaria - in una maggiore pressione fiscale per tutti i cittadini; sono in un rinviare sine die magari con l'intendimento di passare da questa alla successiva legislatura: non era questo il modo serio per procedere al federalismo!
Tutti siamo stati impegnati - devo dire la vera realtà - a parte il gruppo dell'Unione di Centro a non disturbare il manovratore: mi è incomprensibile questa logica, e non a caso i primi effetti si stanno vedendo. Ho visto in queste ore una dichiarazione di dura polemica del leader del PdL piemontese contro la Bresso, che dice che finalmente il PD ha isolato la presidente della regione Piemonte. Non è un caso! Questo fa parte della scena polemica che si innesterà fittiziamente sull'approvazione di questo federalismo.
Noi vogliamo allora concludere dicendo con chiarezza che al nord ci andiamo con le nostre gambe: non abbiamo bisogno del lasciapassare di Calderoli e di nessuno! Non abbiamo bisogno della compiacenza (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)...
Onorevoli colleghi, il vostro rumoreggiare mi inorgoglisce: vuol dire che finalmente qualcuno vi dà fastidio in quest'Aula. Il ricatto delle alleanze periferiche mi lascia del tutto indifferente, perché o le alleanze si costruiscono sul rispetto reciproco o non sono alleanze, sono annessioni e subalternità e questo partito - mi consenta, signor Presidente, ho terminato - ha dimostrato che non è interessato a vendere i propri valori per qualche posto magari in piedi (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)... Cari colleghi, mi rendo conto che è fastidioso ma, mi dispiace, dovete imparare in Parlamento ad accettare anche dei pareri contrari ai vostri perché questa è la democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro)!
Comunque sono contento che dopo di me nessuno vi disturberà. Auguro al Ministro Calderoli, che debbo dire ha dimostrato rispetto del Parlamento perché è stato puntualmente presente...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevoli Casini.

PIER FERDINANDO CASINI. ...auguro con sincerità a lui e a tutti noi che questa riforma non faccia troppi danni (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro - Congratulazioni - Il Ministro Calderoli si avvicina al banco del deputato Casini con il quale scambia una stretta di mano).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cota. Ne ha facoltà.

ROBERTO COTA. Signor Presidente, Ministri, colleghi, non è certamente questo Pag. 96il momento per reagire alle provocazioni e per fare polemica. Tuttavia, una cosa vorrei dirla: al nord si va con un unico lasciapassare, quello della gente e c'è chi ce l'ha e chi non ce l'ha, caro presidente Casini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Abbiamo dovuto aspettare quasi 150 anni per ottenere un cambiamento, un primo cambiamento. Sono tanti anni, ma non ce l'avremmo fatta se Umberto Bossi e la Lega Nord Padania non avessero posto con forza il tema del federalismo, in particolare del federalismo fiscale. Sono stati anni in cui lo Stato non è mai riuscito ad entrare in sintonia con la gente.
Cattaneo e Rosmini, già allora, tanti anni fa, avevano detto inascoltati che il federalismo era l'unica soluzione possibile.
Politicamente si ricorda l'ultimo periodo, quello successivo alla Costituzione del 1948 e al boom economico, quando una pressione fiscale via via sempre più intollerabile, accompagnata da un debito pubblico che andava alle stelle, ha trasformato lo Stato in un acerrimo nemico, soprattutto del nord e della Padania.
Mi ricordo i primi manifesti della Lega, che valgono più di tanti convegni. La gallina dalle uova d'oro, il nord, appunto, stretto dalle catene che lo legano a Roma. Si lavora per uno Stato che ti prende tutto e in cambio non ti dà nulla. Prendeva corpo allora la consapevolezza che le risorse, che il frutto del lavoro della gente veniva letteralmente sottratto con un meccanismo di furto legalizzato per finanziare gli sprechi dello Stato e del parastato e di quegli enti locali che hanno sempre ragionato in base al principio del «tanto paga Pantalone».
Si risvegliavano le coscienze, ma la battaglia non è stata facile. Ha richiesto anni ed ancora oggi non è vinta, perché siamo all'inizio di un percorso che prevede l'attuazione anche attraverso decreti attuativi della legge che noi oggi stiamo per votare.
Nel frattempo sono accadute molte cose. È arrivata la caduta del muro di Berlino, che con la crisi delle ideologie ha inferto un duro colpo agli statalismi centralisti, alla politica imposta dall'alto senza democrazia, diffondendo in tutta Europa il seme del federalismo, dell'autonomia e del peso elettorale dei territori.
Anno dopo anno, prima la Lega è stata etichettata come antistorica e razzista, poi riconosciuta come l'ispiratrice dell'unica riforma possibile. È passata tanta acqua sotto i ponti: dal Titolo V alla devolution e, oggi, al federalismo fiscale.
Che cosa succederà concretamente con il federalismo fiscale? Le risorse rimarranno sul territorio; allo Stato andranno soltanto le risorse necessarie, vorrei ribadire necessarie; alle regioni o comuni in difficoltà saranno assicurati i servizi essenziali in base all'effettivo costo degli stessi.
Questo è il meccanismo di passaggio dalla spesa storica alla spesa standard, che porterà - cari colleghi dell'Unione di Centro - al risparmio e proprio la norma che stabilisce questo passaggio dalla spesa storica alla spesa standard è la norma che fissa i paletti, che dà le risposte; e più si andrà avanti e più si risparmierà e si recupererà in efficienza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Non saranno più finanziati gli sprechi, non sarà possibile ripianare a piè di lista i vari buchi della regione Lazio, piuttosto che del comune di Roma o del comune di Catania. Si chiude un'era, un modo di intendere la politica che ha tolto al nord, ma non ha portato niente di buono al sud, perché non ha fatto crescere una classe politica responsabile.
Per questo il federalismo è una grande occasione per tutti, per non sentire più che, per esempio, a Roma si spendono 16.000 euro pro capite per un servizio di asilo nido che a Modena - voglio citare il caso di una città non amministrata da noi - ne costa 7.000 e per non chiederci più dove sono finiti i soldi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Il dibattito parlamentare è stato molto interessante e costruttivo grazie all'impegno dei nostri Ministri, grazie all'impegno dei nostri parlamentari, ma anche grazie alla responsabilità dell'opposizione, e qui vorrei dirlo; forse è la prima volta e non Pag. 97è questione di referendum, come qualcuno continua a dire, perché sappiamo benissimo che su una legge in materia fiscale non si può fare il referendum (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania): quando si fanno certe dichiarazioni e quando si discute in Parlamento bisogna anche conoscere le cose.
Per la prima volta non siamo di fronte ad una contesa destra-sinistra, ma alla costruzione di una nuova casa, segno anche di una politica che grazie alla spinta della Lega impara a raccordarsi alle esigenze della gente e a saper ascoltare gli amministratori locali, tutti gli amministratori locali.
Qui alla Camera abbiamo apportato alcune modifiche rispetto al testo del Senato: abbiamo introdotto il principio della territorialità della compartecipazione al gettito dei tributi erariali, che assicura una maggiore capacità decisionale agli enti locali; abbiamo anche previsto una Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo: il Parlamento così potrà controllare alla luce del sole l'operato del Governo, attraverso i decreti attuativi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Le regioni, poi, comparteciperanno al gettito IVA, sarà chiara cioè la corrispondenza del tributo e il cittadino saprà dove andranno i soldi e come verranno spesi.
Il percorso - lo ricordavo prima - non sarà facile: ci vorranno i decreti attuativi, l'ingranaggio dovrà partire, ma non si torna indietro, non si torna più indietro (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Misto-Movimento per l'Autonomia)!
Il federalismo fiscale non è un fulmine a ciel sereno, come qualcuno vuol far credere, ma è inserito in un disegno organico: federalismo istituzionale (che attribuirà alle regioni competenze vere e chiare), istituzione di un Senato federale e riduzione del numero dei parlamentari (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Misto-Movimento per l'Autonomia), cioè quella battaglia che la Lega non porta avanti da oggi, come qualcuno, ma che ha sempre portato avanti nel tempo. In più, codice delle autonomie: sì, certo, il codice delle autonomie, per chiarire ed allargare le competenze degli enti locali.
Tutto si lega in un quadro complessivo. È vero, viviamo una crisi economica difficile, però la risposta a questa crisi, la risposta di lungo periodo non potrà che essere vera e strutturale, non quella dei giusti provvedimenti «tampone». E la risposta vera e strutturale non può che arrivare dal federalismo, cioè dalle riforme, e da una prospettiva in cui si possa essere un po' più padroni a casa nostra e un po' più artefici del nostro destino.
La Lega Nord voterà convintamente il federalismo fiscale (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Misto-Movimento per l'Autonomia e di deputati del gruppo Popolo della Libertà - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Soro. Ne ha facoltà.

ANTONELLO SORO. Signor Presidente, avvertiamo il peso e la responsabilità di questo voto e di questo giudizio per almeno tre ragioni.
In primo luogo, per il contesto politico, segnato da divisioni e contrasti che vengono da lontano.
In secondo, luogo, per la natura di questa legge, non solo di attuazione di una parte della Costituzione, che abbiamo scritto e difeso promuovendo e vincendo due referendum, ma anche di delega al Governo, a questo Governo, per la fase di attuazione, cioè la fase decisiva per il conseguimento degli obiettivi.
Infine, sentiamo il peso di questa decisione per il motivo, non banale, che un partito della maggioranza ha trasformato questa legge in una bandiera, di più, in una formula magica, capace di alimentare suggestioni e molte illusioni.
Non abbiamo fiducia in questo Governo, perché è federalista a parole e centralista nei fatti. Dodici mesi di Governo della destra confermano questo giudizio. Federalismo a parole, ma, nei fatti, tutto il potere, quello vero, concentrato a Pag. 98Roma nelle mani del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro dell'economia e delle finanze.
Questo Governo ha tagliato la leva fondamentale della fiscalità degli enti locali, l'ICI; ha pensato di usare i prefetti, quelli che il Ministro Maroni pensava di sopprimere, per controllare le banche; e ora, nel silenzio del partito del Ministro Maroni, pensa di commissariare le regioni e i comuni con un decreto-legge sull'edilizia spacciato per «piano casa». La Lega Nord continua a tacere sull'imbroglio del Patto di stabilità dei comuni, modificato di mattina con un accordo e tradito di sera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
In questo quadro, si è svolto il confronto parlamentare sul federalismo fiscale. Sappiamo che esiste un sentiero stretto per esercitare il ruolo di opposizione che gli elettori ci hanno assegnato, senza rinunciare al compito irrinunciabile di difendere gli interessi generali del Paese, in modo particolare, quando sono in gioco le riforme generali dello Stato.
In questi giorni, abbiamo ripensato, più di una volta, alle parole del Presidente della Repubblica nel discorso di fine anno e a quell'appello rivoltoci abbiamo pensato di ispirarci in questa circostanza.
Vorrei dire ai colleghi che la nostra bussola è stata la ricerca seria e ragionata di un filo conduttore coerente con le idee che guidano il disegno di riforma delle nostre istituzioni, da quella del Parlamento, alla forma di Governo, fino al cosiddetto codice delle autonomie, che crediamo debba essere inscindibile corollario del federalismo fiscale.
Vi chiediamo - lo abbiamo chiesto con un ordine del giorno approvato, ma lo chiediamo ancora - di iscrivere, da subito, queste riforme nell'agenda politica e parlamentare del Paese.
Immaginiamo questa legge come parte di una più generale riforma dello Stato, che abbia l'obiettivo di rendere più efficiente la pubblica amministrazione, di rendere più semplici e trasparenti le procedure e le burocrazie, di qualificare e controllare la spesa pubblica attraverso un maggiore controllo da parte dei cittadini.
L'idea centrale della proposta politica del Partito Democratico, di un partito riformista e nazionale, ruota sempre intorno all'obiettivo di allargare il diritto di cittadinanza di tutti gli italiani, qualunque sia la parte del Paese in cui essi vivono.
In fondo, sta tutta intorno a questa cifra l'ispirazione delle riforme non effimere degli ultimi venti anni, dal trasferimento di competenze alle regioni e alle autonomie locali, all'elezione diretta dei presidenti delle regioni, alle riforme Bassanini e al nuovo Titolo V della Costituzione. Stanno intorno a questa linea di demarcazione la disputa e i conflitti sulla nuova architettura istituzionale che hanno segnato negativamente la XIV legislatura, quella della devolution, della riforma bocciata dal referendum da 16 milioni di italiani.
Prendiamo atto che è ormai alle nostre spalle quell'idea divisiva dell'Italia che riconosceva in modo diverso per ognuna delle regioni italiane il diritto alla salute, quello all'istruzione e alla sicurezza, un'idea votata e difesa - consentitemi di ricordarlo - anche dal partito dell'Unione di Centro: ricordo ancora l'onorevole Casini pronunciarsi pubblicamente in favore del «sì» al referendum confermativo. In quell'occasione faceva parte del coro, onorevole Casini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), però noi consideriamo che sia legittimo cambiare idea e pensiamo che questa scelta, nel caso dell'Unione di Centro, sia il frutto di una sofferta revisione politica e culturale e non di un mediocre calcolo di posizionamento elettorale.
Per questo siamo rispettosi e non polemici, ma penso che abbiamo il diritto di rivendicare da voi un supplemento di sobrietà. Anche oggi, forse, questa è mancata e verso il mio partito, in particolare, si deve il rispetto per chi è stato coerente e sa parlare la stessa lingua in Veneto e in Sicilia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e non ha bisogno di Pag. 99lasciapassare per andare al nord del Paese, per andare in Veneto, anche se non è nella giunta con il presidente Galan.
Oggi ci siamo lasciati alle spalle anche il testo proposto dal Governo al Senato, quell'impianto fondato sulla suggestione che le regioni ricche potessero trattenere sul proprio territorio tutta la ricchezza prodotta, a prescindere dalle funzioni svolte, senza alcuna cura per gli squilibri territoriali nell'accesso ai diritti sociali di una grande parte del Paese, in contrasto con il principio costituzionale della progressività delle imposte.
Il lavoro dei nostri deputati, che vorrei ringraziare uno per uno per lo straordinario lavoro svolto nelle Commissioni e in Aula in questa occasione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ha profondamente modificato quel testo. Il 90 per cento dei cambiamenti effettuati sono frutto delle proposte emendative del Partito Democratico. Non ci sono più tante IRPEF quante sono le regioni, un'idea balzana capace di innestare una sorta di turismo fiscale nel nostro Paese alla ricerca della regione più conveniente.
Avremo un coordinamento dinamico - si chiama così - della finanza pubblica per far convergere tutti i territori italiani verso livelli uniformi sia dei costi, sia dei tassi di copertura e della qualità dei servizi, e il Parlamento dovrà stabilire con legge i livelli minimi delle prestazioni essenziali da garantire su tutto il territorio nazionale, con un passaggio governato dalla spesa storica ai costi standard.
Il meccanismo della perequazione è stato ribaltato: non saranno più le regioni ricche a conferire risorse a quelle povere, secondo una procedura propria della beneficenza, ma sarà lo Stato l'attore essenziale delle politiche perequative. I soldi per il riequilibrio del Mezzogiorno non entreranno in fondi indistinti e il Parlamento avrà un ruolo non marginale nella fase di attuazione.
Questa legge è davvero una cosa diversa da quella iniziale, ma certo non è la nostra legge. Ci siamo chiesti in questi giorni se sia possibile per una forza di opposizione concorrere al processo di riforme in presenza di un Governo verso il quale nutriamo una profonda, radicale e motivata sfiducia. Non nego che abbiano fondamento dubbi e inquietudini che ancora rimangono, ma penso che non possiamo rassegnare...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Soro: onorevole Bocchino, la prego di non voltare le spalle all'Aula e di tornare al suo banco (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Continui pure, onorevole Soro.

ANTONELLO SORO. Penso che non possiamo rassegnarci all'idea che le riforme, in questo Paese, debbano essere il frutto esclusivo delle maggioranze e, come tali, destinate all'effimera durata di un ciclo di Governo, o peggio che le riforme possano e debbano sempre invocare governi di unità nazionale. Per questo, la nostra astensione segna il riconoscimento di un percorso virtuoso nel metodo e di un prodotto legislativo che non coincide per intero con la nostra iniziale proposta ma reca il segno indelebile delle nostre idee e della nostra visione di un'Italia che, riformando le istituzioni e accettando la sfida dell'efficienza, rinsalda su basi nuove l'unità nazionale. Ma la nostra astensione - sto per concludere - segna anche, tutte intere, le riserve per il compito affidato al Governo nella fase successiva. Non è la nostra, signor Presidente, una delega in bianco, ma una sfida democratica a fare presto e a corrispondere con rigore e con lealtà al credito che oggi il Parlamento fa nei confronti dell'Esecutivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cicchitto. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, va detto sommessamente e senza alcuna retorica che stiamo vivendo un momento storico per quello che riguarda questa legislatura, nel senso che questo è il primo atto della realizzazione di un Pag. 100disegno di modernizzazione e di semplificazione delle strutture dello Stato ed è un atto che innova profondamente rispetto a tutta una vicenda della storia del nostro Paese.
Il federalismo è nella storia culturale del nostro Paese, era, per certi aspetti, l'altra ipotesi presente nello stesso Risorgimento. È stato evocato, poco fa, Carlo Cattaneo; il filo di questo ragionamento federalista lo ritroviamo nel primo dopoguerra ad opera di don Luigi Sturzo, che rappresenta un pezzo della cultura politica del Partito della Libertà. Quindi, ritroviamo questo ragionamento nell'innovazione di uno Stato centralista e non c'è dubbio che la Lega, in questa vicenda, ha svolto un ruolo significativo e importante del quale diamo atto (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Va anche detto - lo voglio ricordare agli amici della Lega - che nel complesso la maggioranza di questo Parlamento ha fatto propria questa ipotesi e, come dire, si è misurata con le unilateralità inevitabilmente presenti quando un gruppo politico porta avanti una grande battaglia politica e ideale. Ebbene, questa maggioranza ha accolto il federalismo ma, nello stesso tempo, ha eliminato gli elementi di unilateralità presenti nell'impostazione originaria.
Credo che dobbiamo ringraziare i Ministri Calderoli e Fitto (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) per l'azione che essi hanno condotto, per il lavoro politico che hanno svolto rispetto alle impostazioni originarie e perché questo ha consentito anche, in questo Parlamento, di smontare la demonizzazione che di questo progetto, originariamente, era stata fatta dall'opposizione e di avere, quindi, con l'opposizione un confronto positivo, sia con chi, oggi, si astiene sia con chi, oggi, ha voluto marcare il suo voto contrario. Desidero altresì aggiungere, per quello che riguarda il gruppo del Popolo della Libertà, che questo progetto, questo disegno è collocato in un quadro più generale di riforma istituzionale, nel quale si deve bilanciare questo rafforzamento del momento periferico federativo regionale con il presidenzialismo, ovvero con un altro momento forte di direzione politica.
Pertanto riteniamo che questa sia l'iniziale costruzione di un progetto politico più ampio (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Lega Nord Padania), un presidenzialismo che nella sua prima versione può essere effettivamente rappresentato nell'aumento dei poteri del Premier, nel fatto che il Premier possa avere la facoltà di sciogliere il Parlamento d'accordo con il Presidente della Repubblica, qualora la sua maggioranza sia venuta meno, e possa avere il potere di cambiare i Ministri altrimenti ci sarebbe un Presidente del Consiglio privo di poteri.
Contemporaneamente noi riteniamo che vada realizzata la eliminazione del bicameralismo proprio perché questa operazione federale ha bisogno di avere un punto di riferimento in un ramo del Parlamento e la riduzione del numero dei parlamentari fatta non per un'operazione di demagogia, ma nel quadro di questa operazione di modernizzazione e razionalizzazione del sistema.
Vede, signor Presidente, e mi riferisco con questo ad un ragionamento da lei svolto in un'altra sede, noi dobbiamo essere capaci di fare un'operazione di bilanciamento tra tre centri politico-istituzionali: il Premier e l'Esecutivo, il sistema federale e il Parlamento della Repubblica. Quest'ultimo deve svolgere funzioni rilevanti di controllo e di iniziativa, ma nel contempo deve essere anch'esso capace di rinnovare se stesso, di velocizzare la sua azione e quindi di fare, in coerenza con questo progetto di riforma, una riforma dei Regolamenti che non sono un'operazione di piccolo cabotaggio, ma che si saldano con questo disegno complessivo di modernizzazione e di riforma dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Vale la pena ricordare, nel merito del provvedimento, che questo disegno di legge rappresenta una rivoluzione copernicana nel modo di alimentare finanziariamente Pag. 101regioni ed enti locali, rivoluzione che in sé è estremamente virtuosa in quanto prefigura il passaggio, sia pure graduale, dalla finanza prevalentemente derivata, basata sul criterio della spesa storica che favorisce il perpetuarsi di disparità ed inefficienze, a quello prefigurato dall'articolo 119 della Costituzione nella piena autonomia finanziaria.
Noi abbiamo un appuntamento, onorevoli colleghi, che sarà quello della definizione del concetto chiave dei costi standard. Infatti, possono esserci due versioni della definizione dei costi standard: esso si potrebbe riferire alla media dei costi pro capite finora effettivamente sostenuti per un determinato servizio o invece, ed è l'ipotesi che noi sosteniamo, alle migliori pratiche per livelli di assistenza e tipi di prestazioni rilevanti a livelli regionali o nazionali o ad altro criterio (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Seguendo questa linea, onorevole La Malfa, credo che si possa fare anche i conti con quegli elementi indubbi di assistenzialismo e di clientelismo che sono tuttora presenti nella pratica delle regioni e degli enti locali che non vanno mitizzati, ma visti nella loro realtà.
Partiamo quindi dall'oggi e da quello che è di fronte a noi. «L'ultimo decennio - ha scritto un autorevole personaggio - ha visto crescere ancora la somma delle domande sociali rivolte alle strutture pubbliche». Egli poi ha aggiunto che «in non pochi casi i trasferimenti alle famiglie hanno assunto natura di permanente sussidio più che di temporanea sostituzione di redditi mancanti, i contributi alle imprese hanno redistribuito valore aggiunto più che orientare gli investimenti alla loro localizzazione, l'aumento dell'occupazione nell'apparato pubblico è servito ad assorbire forze di lavoro più che a espandere la capacità di produrre servizi». Era il 1980 e queste erano le considerazioni del Governatore della Banca d'Italia dell'epoca, Carlo Azeglio Ciampi. Allora le uscite dello Stato erano pari al 41 per cento del PIL e la pressione fiscale era al 31 per cento, rispettivamente 9 e 12 punti in meno rispetto ai valori dello scorso anno. Nel frattempo, come ha ricordato l'onorevole Duilio, al disordine degli apparati centrali si è sommato quello degli enti locali, la cui spesa è ormai pari al 50 per cento nel totale.
Credo che se guardiamo questi dati la necessità di una riforma appare ineludibile e la riforma dello Stato italiano non può che essere di stampo federale. Pensare ad un diverso percorso riformatore sarebbe solo un grande peccato di superbia. Non vi sono, nel nostro Paese, le risorse intellettuali, ancor prima che economiche, per tentare una strada diversa. Vi riusciremo? Noi ce lo auguriamo. Molto dipenderà da fattori che oggi sfuggono al nostro controllo.
In questa fase abbiamo posto le basi, abbiamo individuato un percorso, costruito presidi e strutture di controllo, alcuni di natura parlamentare, come la Commissione bicamerale con poteri rinforzati, altri di natura tecnica, come la commissione tecnica a cui dovremo, tuttavia, dare risorse adeguate, altre ancora interistituzionali, nel raccordo fra i diversi livelli di Governo. La sfida è impegnativa e, per affrontarla, credo che occorrerà una buona dose di coraggio (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto a titolo personale. Ricordo ai colleghi che, ai sensi del Regolamento, dispongono di un minuto a testa.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Guzzanti. Prendo atto che l'onorevole Guzzanti non è presente. Si intende che vi abbia rinunciato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà per un minuto.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, motivo in pochi secondi il mio voto contrario, in dissenso dal mio gruppo, a questa delega al Governo sul federalismo Pag. 102fiscale. Si tratta di ragioni costituzionali, perché siamo dinanzi, sostanzialmente e ancora, ad una delega indeterminata, in contrasto con l'articolo 76, ma anche con gli articoli 3, 53, 81, 117, 118 e 119 della Costituzione. Inoltre, si tratta dell'insostenibilità finanziaria, come ha ben messo in luce lo Svimez ma anche l'ISTAT e la Corte dei conti, e, infine, per l'insostenibilità democratica, perché viviamo in una giungla di poteri locali che andavano riformati prima, in coerenza con l'articolo 118 della Costituzione.
Il mio gruppo, che si asterrà, ritiene che questa deriva dell'Italia, fatta da localismi, egoismi e sprechi, possa essere corretta dal federalismo della Lega. Io no! Ho rispetto per tutti, ma avrei preferito citazioni corrette di Cattaneo, di Sturzo, di Mortati, di Calamandrei, di Massimo Severo Giannini e del patriottismo dolce di Carlo Azeglio Ciampi. Il compromesso che oggi si realizza tra Partito Democratico e Lega non è il mio compromesso, non è la mia politica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente (Commenti dei deputati dei gruppo Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego di consentire all'onorevole Colombo di parlare! Le ricordo, onorevole Colombo, che ne ha facoltà per un minuto.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, mi congratulo con il Governo e in particolare con i Ministri già secessionisti della Lega Nord per il loro successo (Commenti dei deputati dei gruppo Lega Nord Padania). Fanno votare questa Camera per un federalismo fiscale che non è federalismo perché sconnette l'Italia e riconnette parti diseguali né ha niente di fiscale perché non comprende né indica numeri. Mi congratulo con voi perché mentre in ogni democrazia del mondo i nostri colleghi di Governo e i nostri colleghi di Parlamento stanno lavorando, giorno e notte, per rendere meno aspra la crisi, meno fatale la recessione, meno duro il destino di chi sta perdendo il lavoro o l'impresa, voi ci avete tenuti inchiodati qui, a preparare la vostra campagna elettorale. Questa è una legge delega e come tale è affidata al vostro buon cuore.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

FURIO COLOMBO. Il vostro buon cuore è espresso dalla splendida frase che avete dedicato agli immigrati: «Vadano a pisciare nelle loro moschee»...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Colombo, il suo tempo è terminato!
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pisicchio. Ne ha facoltà per un minuto.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, dichiaro che non parteciperò al voto. Non condivido il consenso espresso dal mio gruppo al provvedimento e, tuttavia, l'opzione è politica e non implica questioni di coscienza. Prendo atto, pertanto, dell'orientamento della maggioranza del mio gruppo, ma non posso coartare i miei più radicati convincimenti, perché la delega che il Parlamento consegna al Governo è assai lontana dal poter essere definita con quella parola ipnotica «federalismo», che copre, come una nebbia, la vera natura di questo provvedimento. Si tratta di una carta bianca nelle mani del Governo e questo avviene in un contesto privo di solidarietà, privo di perequazione, privo del senso di grande difficoltà che vive oggi il Paese.
Non è solo da posizioni meridionalistiche che sento di esprimere il mio dissenso, ma è l'impianto complessivo del provvedimento che non convince. Infatti, si tratta di un impianto ideologico, quasi il compimento del sinallagma stipulato con la Lega alle elezioni.

PRESIDENTE. La prego di concludere...

Pag. 103

PINO PISICCHIO. Dunque, non voterò questo provvedimento, signor Presidente, e farò i miei complimenti alla Lega, che realizza un risultato politico (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2105-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

GIAN LUCA GALLETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, mi sembra difficile poter accettare come coordinamento formale la sostituzione...

PRESIDENTE. Onorevole Galletti, la prego di ascoltare quel che dice il Presidente e di non parlare «a prescindere». Ho detto «il coordinamento formale del testo approvato», e credo che lei conosca il testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

ANTONIO LEONE, Relatore per la V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO LEONE, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, intervengo soltanto per un ringraziamento a chi ha partecipato alla produzione di questo complesso provvedimento: naturalmente al Ministro Calderoli, al Ministro Fitto, al Governo per intiero, ai componenti delle due Commissioni e ai componenti di tutta l'Assemblea. La condivisione si palpa con le mani (Commenti)... non mi fraintendete!

PRESIDENTE. Onorevole Leone, ringrazi e concluda...

ANTONIO LEONE, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, vorrei soltanto ribadire che il metodo usato dalle Commissioni e dai relatori è stato quello di recepire tutta una serie di problematiche e di osservazioni che sono state poste all'attenzione delle Commissioni da parte sia dell'opposizione, sia della maggioranza.
Voglio anche ribadire ai colleghi che hanno sollevato un problema in quest'Aula, ossia quello della centralità del Parlamento, che siamo riusciti a rafforzare il ruolo del Parlamento nel cammino di questo percorso quando i decreti legislativi saranno portati all'attenzione del Parlamento...

PRESIDENTE. Onorevole Leone, le ho dato la parola per un ringraziamento. La prego di attenersi al tema.

ANTONIO LEONE, Relatore per la V Commissione. La ringrazio, signor Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2105-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n.2105-A, già approvato dal Senato, di cui si è testé concluso l'esame.
Prego i colleghi di prendere posto.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Prego i colleghi di attivare i terminali. Tutti i terminali sono attivati? Onorevole Martini... onorevole Dal Moro... onorevole De Micheli... prego i colleghi di votare.

Pag. 104

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 1117 - «Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione» (Approvato dal Senato) (2105-A):

Presenti 549
Votanti 354
Astenuti 195
Maggioranza 178
Hanno votato 319
Hanno votato no 35
(La Camera approva - Vedi votazionia ). (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Movimento per l'Autonomia - Deputati del gruppo Lega Nord Padania esibiscono una bandiera raffigurante il Leone di San Marco).
Onorevoli colleghi, vi prego di togliere la bandiera.
Prendo atto che il deputato Burtone ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Dichiaro così assorbite le proposte di legge nn. 452, 692 e 748.

Rinvio del seguito della discussione del disegno di legge: S.1367 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 febbraio 2009, n. 4, recante misure urgenti in materia di produzione lattiera e rateizzazione del debito nel settore lattiero-caseario (Approvato dal Senato) (2263-A) (ore 19,07).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 febbraio 2009, n. 4, recante misure urgenti in materia di produzione lattiera e rateizzazione del debito nel settore lattiero-caseario (Approvato dal Senato).
Avverto, tuttavia, che la Commissione bilancio non ha ancora espresso il parere sugli emendamenti presentati e che il Comitato dei nove è convocato alle ore 19 di oggi per l'esame degli stessi emendamenti.
Alla luce di tali elementi, mi sembra che il non vi siano le condizioni per avviare utilmente questa sera il seguito dell'esame del provvedimento, che potrebbe quindi avere corso nella seduta di domani. Nel frattempo potranno svolgersi le sedute delle Commissioni, per questa sera al termine dei lavori dell'Assemblea.

Nomina dei componenti della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali.

PRESIDENTE. Comunico di aver chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali, istituita con deliberazione della Camera del 5 novembre 2008, i deputati Lucio Barani, Paola Binetti, Matteo Brigandì, Giovanni Mario Salvino Burtone, Marco Calgaro, Carla Castellani, Melania De Nichilo Rizzoli, Domenico Di Virgilio, Benedetto Francesco Fucci, Fabio Gava, Maria Grazia Laganà Fortugno, Doris Lo Moro, Antonino Minardo, Silvano Moffa, Laura Molteni, Francesco Nucara, Leoluca Orlando, Carmine Santo Patarino, Nunzio Francesco Testa, Livia Turco e Massimo Zunino.
Comunico, altresì, di aver nominato presidente della suddetta Commissione, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, della citata deliberazione della Camera, il deputato Leoluca Orlando (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Comunico, infine, che la Commissione è convocata per mercoledì 1o aprile 2009 alle ore 15 nella sede di Palazzo del Seminario per procedere alla costituzione dell'ufficio di presidenza.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 19,10).

PAOLO RUSSO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 105

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 19,10)

PAOLO RUSSO. Signor Presidente, intervengo per chiederle, se fosse possibile, alla luce delle convocazioni delle Commissioni domani mattina, iniziare - proprio per rendere più efficace il lavoro dell'Assemblea - non proprio prestissimo.

RAFFAELLO VIGNALI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente, questa mattina il collega Colombo ha stigmatizzato come offensive le parole del Presidente del Consiglio, che - cito testualmente - sono state le seguenti: bisognerebbe avere tutti la voglia di reagire, di avere molta fiducia, di impegnarsi e, magari, lavorare anche di più. Lo diceva in relazione alla crisi. L'onorevole Colombo ha definito queste parole offensive. Non vedo che cosa ci sarebbe di disdicevole o di offensivo in queste parole. Al contrario, ritengo che siano assolutamente appropriate perché da questa crisi non si uscirà ope legis, ma grazie all'impegno, alla fiducia e al lavoro di ciascuno di noi.
Ricordo che nel lavoro e nel lavorare di più non c'è nulla di disdicevole. Se c'è qualcosa di disdicevole è nel non lavoro. Non c'è nemmeno nulla di offensivo nei confronti di chi è in cassa integrazione o ha perso il lavoro, a meno che non si pensi che ci sia qualcosa di offensivo nell'articolo 1 della Costituzione che dice che «l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro».
I fatti dicono che il Governo e le regioni sta facendo tutto quanto è possibile per salvare il lavoro, ma forse è proprio vero l'adagio popolare che dice che l'odio rende ciechi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

ANDREA SARUBBI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA SARUBBI. Signor Presidente, solitamente utilizziamo la parte finale dei lavori dell'Assemblea anche per parlare di cose non molto piacevoli. Invece, volevo approfittarne per parlare di una cosa piacevole, che è il ritorno in Aula dell'onorevole Maurizio Paniz, che finalmente è tornato (Applausi)! Adesso non so se mi sta ascoltando, ma siamo molto contenti che sia tornato qui in Aula dopo questo mese in cui ci ha fatto stare tutti con il fiato sospeso. Quindi, un bentornato a lui credo da ogni parte politica e un ringraziamento per la serietà con la quale interpreta il suo lavoro (Applausi).

PRESIDENTE. Credo che tutta l'Assemblea si associ al saluto all'onorevole Paniz, che torna fra noi.

DONATA LENZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATA LENZI. Signor Presidente, la rassegna stampa della Camera, sempre puntualissima, il 19 marzo ha dato conto di un articolo de Il Messaggero, di una rubrica di un signore, che considero un giornalista, che si chiama Roberto Gervaso, che dice quanto segue.
Gli scrive un signore dicendo: il Parlamento ha votato all'unanimità e senza astenuti un aumento di stipendio pari a 1.135 euro al mese, portando in questo modo lo stipendio a 19.150 mila euro. Prosegue: francobolli gratis, viaggi aerei gratis, circolazione stradale gratis, piscina gratis, ambasciate gratis, cliniche gratis, assicurazione infortuni gratis, assicurazione morte gratis, auto blu con autista gratis, eccetera eccetera. Commento del cosiddetto giornalista, perché secondo me i giornalisti dovrebbero controllare e nel sito della Camera mi risulta che esistano i dati corretti: caro amico, tutto o quasi ciò che esce dalla sua penna è oro colato.
Forse sbaglierò, ma io ritengo che la Presidenza della Camera debba anche difendere l'onorabilità del Parlamento e verificare Pag. 106 che siano diffuse notizie vere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Onorevole Lenzi, credo che lei abbia fatto bene ad intervenire perché difendere l'onorabilità della Camera è un dovere del Presidente e della Presidenza, ma anche di tutti i parlamentari e di tutti i gruppi politici che troppe volte, invece, a questo dovere non sembrano essere sensibili. Investirò comunque della questione il Presidente della Camera e l'Ufficio di Presidenza.

MATTEO BRIGANDÌ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, mi unisco al collega di prima nel dare il bentornato all'onorevole Paniz, di cui vanto l'amicizia, e sono felice che il suo problema di salute si sia risolto.
Ciò detto, Presidente, vorrei avere una chiarificazione in questo senso: vorrei capire se la Presidenza ha dato l'autorizzazione ai giornalisti a «zoomare» sul banco dei singoli parlamentari al punto da rilevarne eventuali lettere, scritture, eccetera.
Se così è mi lamento con la Presidenza perché ritengo innanzitutto che sia ingiusto rispetto ai principi elementari della privacy; un deputato deve poter scrivere quello che gli pare sul banco senza farlo conoscere ad un giornalista che lo legge, lo fotografa e lo pubblica. Mi pare inoltre un pochettino incoerente autorizzare dei giornalisti fino a tal punto e poi vietare in Aula ad un deputato di poter fotografare con il telefonino un collega che passa.
Se invece l'autorizzazione non è stata data vorrei sapere dal Presidente se intende prendere provvedimenti per ciò che è successo nei giorni scorsi. Se così fosse, fermo restando il rispetto per il diritto di cronaca più ampio possibile, chiedo se non sia opportuno mettere nelle tribune riservate ai giornalisti un commesso che eviti di poter fare delle zoomate sui banchi del deputato.
Ripeto le domande succintamente: la Presidenza ha dato o no l'autorizzazione? Se sì, perché vieta di fare la stessa cosa ai parlamentari? Se no, quali provvedimenti intende prendere per ciò che è avvenuto e ciò che avverrà?

PRESIDENTE. Anche di questo problema provvederemo ad investire l'Ufficio di Presidenza, anche se in realtà il Comitato per la comunicazione e l'informazione esterna, presieduto dal vicepresidente Maurizio Lupi, sta già esaminando il problema e credo che ci proporrà i provvedimenti più opportuni da prendere.

IVANO STRIZZOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, intervengo per sollevare due questioni. Innanzitutto, vorrei sollecitare la risposta ad una mia interrogazione a risposta scritta relativa alle vicende che hanno interessato, diciamo così, il concorso per magistrati che è stato bandito lo scorso anno e che ha suscitato, con articoli di stampa, denunce e polemiche; quindi la pregherei di sollecitare una risposta da parte del Governo.
Inoltre, vorrei ricordare alla Presidenza, associandomi a quanto detto prima dalla collega Donata Lenzi, che già la scorsa settimana avevo segnalato quanto apparso nell'articolo di stampa a cui la collega ha fatto riferimento, e la Presidenza aveva dato assicurazioni, come ha fatto lei stasera, signor Presidente, che si sarebbe attivata. Io spero e penso che ciò sia doveroso per tutelare non questo o quel parlamentare, ma per tutelare l'istituzione, il Parlamento da una serie di notizie che sono assolutamente infondate e che alimentano un clima di sfiducia e di discredito nei confronti della funzione del parlamentare.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Strizzolo. Confermo quello che ho già detto precedentemente: il Parlamento deve avere più convinzione della propria funzione Pag. 107 ineliminabile e esercitare con dignità il suo mandato, ma anche pretendere che questa dignità venga rispettata.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, in relazione all'argomento che è stato posto dall'onorevole Lenzi e ripreso dall'onorevole Strizzolo, vorrei che fosse chiaro che la medesima questione era stata già sollevata la scorsa settimana proprio dall'onorevole Strizzolo. In quell'occasione era stata sottoposta alla Presidenza la necessità che si prendesse una posizione ufficiale contro tutte le distorsioni informative, per chiamarle così eufemisticamente, che circolano nei confronti del funzionamento della Camera dei deputati, delle alte istituzioni della Repubblica e in ordine a quanto attiene anche alle condizioni economiche che reggono il rapporto di svolgimento della funzione pubblica cui i parlamentari sono stati chiamati.
Ciò detto, quindi, rinnovo la richiesta che l'Ufficio di Presidenza, la Presidenza, i Questori, tutte le istituzioni che possono farlo poiché reggono il governo della Camera dei deputati, che dispongono delle notizie, delle informazioni e dei dati necessari per contrastare un'azione di disinformazione che va contro il buon nome delle istituzioni della Camera dei deputati, intraprendano un'azione in modo tale che nei prossimi giorni, anche a livello di stampa e di opinione pubblica, sia reso pubblico ed evidente ciò che non è, e che invece appare essere, nell'ambito di una campagna di disinformazione che è in atto e che viene condotta talvolta da alcuni organi di stampa di un certo orientamento, talaltra da organi di stampa di orientamento politico opposto. Quindi è una questione che vale erga omnes, non è di parte, ma è una questione sulla quale assolutamente serve un intervento fermo della Presidenza e dei Questori. La ringrazio, signor Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, lei reitera giustamente la richiesta e io reitero l'impegno a investire della questione l'Ufficio di Presidenza.
Accogliendo la richiesta formulata dall'onorevole Russo, abbiamo previsto un orario di apertura non troppo mattutino. Mi sembra che le 9,30 rappresentino un orario sicuramente accettabile, con votazioni a partire dalle 10.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, relativamente all'ordine del giorno, reitero la richiesta che non vengano separati gli orari di convocazione della Camera da quelli di votazione ad inizio mattina. Se la Camera è convocata alle 9,30, da quel momento, fermi restando i termini di preavviso di cinque e venti minuti, è possibile procedere alle votazioni. Quindi, ancora una volta, le chiedo di non introdurre un elemento di difformità regolamentare rispetto al funzionamento dei nostri lavori. Per inizio alle 9,30 si intende un inizio che consente già la possibilità di indire le votazioni con procedimento elettronico.
Perciò, quando si convoca alle 9,30, alle 9 o alle 10, non si possono indicare due momenti diversi, soprattutto perché domani entriamo in una fase di votazione: saranno all'ordine del giorno gli emendamenti al cosiddetto decreto-legge «quote latte». Quindi, signor Presidente, la pregherei di farlo presente a chi di dovere, in modo tale che, dalle prossime volte, non si scinda l'orario di convocazione da quello di inizio delle votazioni, per quanto riguarda l'inizio della seduta della Camera. Per il prosieguo della seduta si può fare - mi pare evidente -, perché separiamo la fase delle votazioni dalle fasi di intervallo, che sperimentalmente abbiamo introdotto con il nuovo sistema di votazione.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, quest'orario è stato indicato espressamente in sede di Conferenza dei presidenti di Pag. 108gruppo e il rappresentante del suo gruppo non ha sollevato obiezioni. Personalmente, condivido le sue osservazioni e me ne farò interprete nel luogo opportuno, ma vi devo comunicare quanto è stato stabilito in Conferenza dei presidenti di gruppo. Pertanto, la seduta di domani si svolgerà, inevitabilmente, secondo le deliberazioni della Conferenza dei presidenti di gruppo.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 25 marzo 2009, alle 9,30:

(ore 9,30 e ore 16)

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1367 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 febbraio 2009, n. 4, recante misure urgenti in materia di produzione lattiera e rateizzazione del debito nel settore lattiero-caseario (Approvato dal Senato) (2263-A).
- Relatore: Paolo Russo.

2. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica della disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche (1415-A).
e delle abbinate proposte di legge JANNONE; CONTENTO; TENAGLIA ed altri; VIETTI e RAO; BERNARDINI ed altri (290-406-1510-1555-1977).
- Relatori: Bongiorno, per la maggioranza; Palomba e Ferranti, di minoranza.

(ore 15)

3. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta termina alle 19,30.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2105-A ed abb. - em. 17.1 409 407 2 204 190 217 60 Resp.
2 Nom. em. 17.3 409 408 1 205 191 217 59 Resp.
3 Nom. em. 17.4 421 420 1 211 41 379 59 Resp.
4 Nom. em. 17.6 408 407 1 204 180 227 56 Resp.
5 Nom. em. 17.7 450 449 1 225 209 240 56 Resp.
6 Nom. articolo 17 455 451 4 226 424 27 55 Appr.
7 Nom. articolo agg. 17.01 451 450 1 226 211 239 55 Resp.
8 Nom. em. 18.1 439 282 157 142 49 233 55 Resp.
9 Nom. em. 18.2 457 273 184 137 29 244 55 Resp.
10 Nom. em. 18.3 461 251 210 126 2 249 55 Resp.
11 Nom. em. 18.4 463 462 1 232 221 241 55 Resp.
12 Nom. em. 18.5 466 465 1 233 222 243 55 Resp.
13 Nom. em. 18.7 453 451 2 226 214 237 55 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 18.8 462 460 2 231 219 241 55 Resp.
15 Nom. articolo 18 458 284 174 143 248 36 54 Appr.
16 Nom. em. 19.1 472 471 1 236 222 249 54 Resp.
17 Nom. em. 19.4 472 471 1 236 224 247 54 Resp.
18 Nom. em. 19.5 473 472 1 237 222 250 54 Resp.
19 Nom. em. 19.6 469 468 1 235 220 248 54 Resp.
20 Nom. subem. 0.19.600.1 472 470 2 236 230 240 54 Resp.
21 Nom. em. 19.600 479 479 240 476 3 54 Appr.
22 Nom. em. 19.9 448 447 1 224 447 54 Appr.
23 Nom. articolo 19 470 465 5 233 436 29 54 Appr.
24 Nom. em. 20.1 479 476 3 239 229 247 54 Resp.
25 Nom. em. 20.600 480 476 4 239 472 4 54 Appr.
26 Nom. em. 20.2 486 484 2 243 233 251 54 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 20.3 482 481 1 241 229 252 54 Resp.
28 Nom. em. 20.4 477 476 1 239 226 250 54 Resp.
29 Nom. em. 20.5 476 475 1 238 226 249 54 Resp.
30 Nom. em. 20.6 479 478 1 240 228 250 54 Resp.
31 Nom. em. 20.7 477 476 1 239 226 250 54 Resp.
32 Nom. em. 20.8 481 480 1 241 228 252 54 Resp.
33 Nom. em. 20.9 484 483 1 242 231 252 54 Resp.
34 Nom. em. 20.10 485 482 3 242 234 248 54 Resp.
35 Nom. em. 20.11 483 480 3 241 232 248 54 Resp.
36 Nom. em. 20.12 485 482 3 242 233 249 54 Resp.
37 Nom. em. 20.13 481 477 4 239 228 249 54 Resp.
38 Nom. articolo 20 483 293 190 147 252 41 54 Appr.
39 Nom. em. 21.6 rif. 482 478 4 240 478 54 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 21.13 493 492 1 247 241 251 54 Resp.
41 Nom. em. 21.14 495 493 2 247 239 254 54 Resp.
42 Nom. em. 21.15 494 494 248 237 257 54 Resp.
43 Nom. em. 21.16 494 493 1 247 239 254 54 Resp.
44 Nom. em. 21.18 499 497 2 249 237 260 54 Resp.
45 Nom. articolo 21 501 319 182 160 285 34 54 Appr.
46 Nom. em. 22.1 489 447 42 224 56 391 54 Resp.
47 Nom. em. 22.2 489 311 178 156 52 259 54 Resp.
48 Nom. em. 22.5 489 442 47 222 180 262 54 Resp.
49 Nom. em. 22.6, 22.7 451 427 24 214 59 368 54 Resp.
50 Nom. subem. 0.22.600.1 462 458 4 230 218 240 53 Resp.
51 Nom. em. 22.600 n.f. 471 469 2 235 436 33 53 Appr.
52 Nom. em. 22.12 parte non preclusa 474 472 2 237 225 247 53 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 22.13 476 474 2 238 227 247 53 Resp.
54 Nom. em. 22.14 486 480 6 241 200 280 53 Resp.
55 Nom. articolo 22 483 410 73 206 371 39 53 Appr.
56 Nom. articolo 23 489 430 59 216 429 1 53 Appr.
57 Nom. articolo 24 488 279 209 140 278 1 53 Appr.
58 Nom. em. 24-bis.600 471 458 13 230 451 7 53 Appr.
59 Nom. articolo 24-bis 476 445 31 223 444 1 53 Appr.
60 Nom. em. 25.4 479 476 3 239 31 445 53 Resp.
61 Nom. em. 25.5 466 449 17 225 32 417 53 Resp.
62 Nom. em. 25.6, 25.7 465 446 19 224 200 246 53 Resp.
63 Nom. em. 25.500 rif. 467 467 234 435 32 53 Appr.
64 Nom. em. 25.9 468 461 7 231 215 246 53 Resp.
65 Nom. em. 25.11, 25.12 468 281 187 141 38 243 53 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 25.13 468 443 25 222 35 408 53 Resp.
67 Nom. articolo 25 464 462 2 232 434 28 53 Appr.
68 Nom. em. 26.1 435 414 21 208 186 228 58 Resp.
69 Nom. em. 26.2 441 438 3 220 209 229 58 Resp.
70 Nom. em. 26.4 462 462 232 222 240 56 Resp.
71 Nom. em. 26.5 461 458 3 230 222 236 55 Resp.
72 Nom. articolo 26 469 289 180 145 264 25 55 Appr.
73 Nom. articolo 27 469 288 181 145 262 26 55 Appr.
74 Nom. odg 9/2105-A ed abb./1 465 462 3 232 226 236 54 Resp.
75 Nom. odg 9/2105-A ed abb./15 482 479 3 240 234 245 54 Resp.
76 Nom. odg 9/2105-A ed abb./22 477 474 3 238 230 244 54 Resp.
77 Nom. odg 9/2105-A ed abb./31 489 484 5 243 230 254 53 Resp.
78 Nom. odg 9/2105-A ed abb./32 488 484 4 243 233 251 53 Resp.
INDICE ELENCO N. 7 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. odg 9/2105-A ed abb./34 489 483 6 242 232 251 53 Resp.
80 Nom. odg 9/2105-A ed abb./35 491 488 3 245 233 255 53 Resp.
81 Nom. odg 9/2105-A ed abb./36 484 474 10 238 224 250 53 Resp.
82 Nom. odg 9/2105-A ed abb./42 484 480 4 241 229 251 53 Resp.
83 Nom. odg 9/2105-A ed abb./43 480 297 183 149 51 246 53 Resp.
84 Nom. odg 9/2105-A ed abb./46 487 484 3 243 232 252 53 Resp.
85 Nom. odg 9/2105-A ed abb./49 487 484 3 243 236 248 53 Resp.
86 Nom. odg 9/2105-A ed abb./50 486 481 5 241 233 248 53 Resp.
87 Nom. odg 9/2105-A ed abb./52 489 291 198 146 44 247 53 Resp.
88 Nom. odg 9/2105-A ed abb./53 485 478 7 240 231 247 53 Resp.
89 Nom. odg 9/2105-A ed abb./54 487 484 3 243 238 246 53 Resp.
90 Nom. odg 9/2105-A ed abb./56 486 483 3 242 235 248 53 Resp.
91 Nom. odg 9/2105-A ed abb./59 491 488 3 245 237 251 52 Resp.
INDICE ELENCO N. 8 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. odg 9/2105-A ed abb./60 487 484 3 243 234 250 52 Resp.
93 Nom. odg 9/2105-A ed abb./61 487 462 25 232 214 248 52 Resp.
94 Nom. odg 9/2105-A ed abb./62 492 449 43 225 196 253 52 Resp.
95 Nom. odg 9/2105-A ed abb./65 492 488 4 245 236 252 52 Resp.
96 Nom. odg 9/2105-A ed abb./66 489 486 3 244 235 251 52 Resp.
97 Nom. odg 9/2105-A ed abb./67 488 485 3 243 238 247 52 Resp.
98 Nom. odg 9/2105-A ed abb./69 487 484 3 243 236 248 52 Resp.
99 Nom. odg 9/2105-A ed abb./71 483 480 3 241 233 247 51 Resp.
100 Nom. odg 9/2105-A ed abb./72 478 475 3 238 229 246 51 Resp.
101 Nom. odg 9/2105-A ed abb./73 492 486 6 244 234 252 51 Resp.
102 Nom. odg 9/2105-A ed abb./76 485 482 3 242 233 249 51 Resp.
103 Nom. odg 9/2105-A ed abb./82 481 451 30 226 210 241 51 Resp.
104 Nom. odg 9/2105-A ed abb./83 490 466 24 234 221 245 51 Resp.
INDICE ELENCO N. 9 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 110)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nom. odg 9/2105-A ed abb./85 487 486 1 244 243 243 51 Resp.
106 Nom. odg 9/2105-A ed abb./86 496 293 203 147 47 246 51 Resp.
107 Nom. odg 9/2105-A ed abb./87 495 492 3 247 249 243 51 Appr.
108 Nom. odg 9/2105-A ed abb./89 495 492 3 247 241 251 51 Resp.
109 Nom. odg 9/2105-A ed abb./90 492 488 4 245 235 253 51 Resp.
110 Nom. Ddl 2105-A ed abb. - voto finale 549 354 195 178 319 35 26 Appr.