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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 101 di mercoledì 10 dicembre 2008

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 15.

MIMMO LUCÀ, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro per i rapporti con il Parlamento ed il Ministro della giustizia.

(Iniziative a sostegno del servizio di trasporto ferroviario locale, anche con riferimento all'entrata in esercizio dell'alta velocità ferroviaria sulla tratta Milano-Bologna - n. 3-00275)

PRESIDENTE. L'onorevole Marchignoli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00275, concernente iniziative a sostegno del servizio di trasporto ferroviario locale, anche con riferimento all'entrata in esercizio dell'alta velocità ferroviaria sulla tratta Milano-Bologna (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

MASSIMO MARCHIGNOLI. Signor Ministro, l'entrata in funzione della TAV nella tratta Milano-Bologna, che salutiamo favorevolmente, apre però un contraddittorio molto pesante con il sistema ferroviario regionale. Ciò succederà immediatamente a Milano e in Lombardia ed a Bologna e in Emilia-Romagna e, se le cose non cambieranno, fra poco tempo coinvolgerà i cittadini della Toscana e dell'Umbria. Noi diciamo questo: si vada avanti con l'alta velocità, ma essa come progetto strategico fallirebbe, se contemporaneamente non si affrontasse il problema delle tratte regionali e locali, che interessano ogni giorno milioni di pendolari. Riteniamo che il sostegno del trasporto pubblico locale ad uso dei pendolari debba rappresentare un obiettivo strategico di tutto il Paese, nell'interesse di un più equilibrato sviluppo del territorio, del contributo che da esso può derivare per il decongestionamento del traffico su strada, e per la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra.
Chiediamo al Governo quali provvedimenti intenda assumere per garantire che l'entrata in esercizio dell'alta velocità ferroviaria sulla tratta Milano-Bologna non causi disagi a chi si reca quotidianamente al lavoro o a studiare con il treno e se il Governo non ritenga altresì opportuno avviare un piano di investimenti e di interventi per il miglioramento della qualità di un servizio di trasporto come quello locale che, troppo spesso, è stato ingiustamente trascurato.

PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, ha facoltà di rispondere.

ALTERO MATTEOLI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con la piena attivazione, a partire dal prossimo 14 dicembre, del servizio commerciale sulla nuova linea alta velocità-alta capacità Milano-Bologna si avvia a completamento laPag. 2realizzazione del sistema di alta velocità Torino-Milano-Napoli, per il quale lo Stato ha investito ed investe ingentissime risorse pubbliche. Riguardo ad eventuali interferenze tra i collegamenti ferroviari alta velocità ed i treni pendolari, si precisa che il progetto orario 2009, in vigore dal 14 dicembre prossimo, è stato discusso con le regioni Lombardia ed Emilia-Romagna, gli enti locali ed i comitati dei pendolari delle due regioni, al fine di rendere quanto più possibile neutro l'impatto del nuovo sistema alta velocità con i servizi pendolari. A valle degli incontri, RFI e Trenitalia hanno infatti apportato numerose modifiche di orario, proprio per far fronte alle osservazioni dei comitati pendolari.
Si sottolinea, peraltro, che con la regione Lombardia, gli enti locali ed i comitati pendolari lombardi, Trenitalia ha sottoscritto un protocollo di condivisione dell'orario. Per quanto riguarda i servizi pendolari dell'Umbria e della Toscana, è stato invece confermato l'attuale assetto dell'orario. Naturalmente, il Ministero è sempre disponibile a partecipare all'individuazione di soluzioni concordate, specie nella misura in cui la questione impatti anche su quei servizi Intercity che, seppur non di competenza regionale, concorrono tuttavia a garantire la mobilità dei pendolari.
Circa la necessità di attivazione di un piano di interventi per il miglioramento del trasporto pubblico locale, si evidenzia che il recente decreto-legge n. 185 del 2008 ha stanziato 480 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011 per i contratti di servizio tra Stato e regioni. Tale disposizione rappresenta pertanto un tangibile, effettivo e concreto intervento del Governo nel senso auspicato dagli onorevoli interroganti.
Occorre tenere in considerazione il fatto che gli investimenti in corso di realizzazione per il sistema italiano di alta velocità concorreranno, nel medio e lungo periodo, al processo di miglioramento della mobilità ferroviaria e del trasporto locale, in quanto consentiranno una maggiore disponibilità di tracce orarie sulla rete tradizionale.
Attualmente, in questa delicata fase di transizione, che vede non ancora completate le opere previste nei nodi ferroviari, sussistono alcuni vincoli e limitazioni che rendono necessario l'impegno di tutte le parti interessate per rendere compatibili le diverse esigenze e consentire l'esercizio in qualità dei diversi servizi offerti sulla rete ferroviaria nei limiti dei tempi di attivazione delle infrastrutture e delle tecnologie legate all'incremento della capacità della rete stessa.

PRESIDENTE. L'onorevole Fiano, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

EMANUELE FIANO. Signora Presidente, signor Ministro, abbiamo ascoltato con attenzione le risposte che ella ci ha voluto fornire all'interrogazione posta. Vorrei dirle, però, che non possiamo essere completamente soddisfatti e che rimarremo vigili sull'attuazione di un importante passo avanti nel sistema del trasporto ferroviario del nostro Paese che accogliamo come grande novità, ossia l'alta velocità e l'alta capacità.
Rimaniamo convinti che alcuni problemi di compatibilità col sistema locale del trasporto sono ciò che più di ogni altra cosa interessa i pendolari nel nostro Paese. Lei ha ricordato problemi di vincoli tra i due sistemi, che vanno integrati: essi rimangono ancora in essere. Non siamo sicuri che siano sufficienti i fondi che ella ha citato e che riguardano le risorse per i contratti di servizio nell'ambito regionale, pertanto consideriamo che non sia ancora del tutto risolta la partita dell'integrazione tra il nuovo sistema dell'alta velocità e i sistemi ferroviari a livello regionale che interessano la mobilità e il trasporto dei pendolari.
Ci riteniamo, pertanto, parzialmente insoddisfatti della sua risposta e rimarremo a vigilare per verificare che una buona notizia per l'insieme del sistema Paese non diventi una brutta notizia per coloro che giornalmente usufruiscono del sistema ferroviario per il trasporto, per lavoro o per motivi di studio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).Pag. 3

(Orientamenti del Governo in merito alle infrastrutture strategiche da considerare prioritarie e risorse effettivamente stanziate per la realizzazione delle stesse - n. 3-00276)

PRESIDENTE. L'onorevole Libè ha facoltà di illustrare l'interrogazione Vietti n. 3-00276, concernente orientamenti del Governo in merito alle Infrastrutture strategiche da considerare prioritarie e risorse effettivamene stanziate per la realizzazione delle stesse (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, signor Ministro, la presente interrogazione, che ci sembra abbastanza chiara, è volta ad ottenere alcuni chiarimenti (come il signor Ministro già sa, poiché glielo abbiamo già chiesto in Commissione) in considerazione delle dichiarazioni relative ai famosi 16,6 miliardi disponibili per le grandi opere e in considerazione del fatto che pochi giorni fa è stato dichiarato che sono stati sbloccati finanziamenti per 1,6 miliardi per la rete ferroviaria transeuropea. Vorremmo capire due cose. Anzitutto: questi fondi erano già stati deliberati, decisi e assegnati dai precedenti Governi e, in tal caso, quanti di questi fondi erano stati assegnati? Vorremmo poi capire quali sono le priorità che questo Governo stabilisce. L'abbiamo ascoltata in Commissione poco tempo fa, signor Ministro, e lei ci ha fornito un elenco importante di opere, che noi condividiamo. Visto, però, che le risorse sono quelle che sono, chiediamo al Governo di annunciare chiaramente in quest'Aula quali sono le sue priorità, perché solo in questo modo si possono informare chiaramente i cittadini su cosa intendiamo fare e ci si può responsabilizzare su quello che sarà il risultato, premesso che noi, come gruppo dell'Unione di Centro, siamo totalmente favorevoli ad una vera infrastrutturazione di questo Paese, che sta tardando da troppo tempo.

PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, ha facoltà di rispondere.

ALTERO MATTEOLI, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, nella redazione del Documento di programmazione economico-finanziaria si è ritenuto opportuno indicare un quadro di interventi coerente con le reali disponibilità finanziarie. Questa legislatura deve - a nostro avviso - caratterizzarsi come la legislatura che riesce ad attuare e completare i programmi. Nel rispetto di tale logica, quindi, il Documento di programmazione economico-finanziaria approvato in agosto dal Parlamento identifica nel triennio 2009-2011 un importo globale di 44 miliardi di euro per assicurare continuità organica alla infrastrutturazione del Paese. Di tale volano globale, 14 miliardi di euro graveranno su fondi della cosidetta legge obiettivo e 30 miliardi di euro graveranno, invece, su fondi privati, su fondi comunitari e su fondi FAS.
Di tale quadro triennale, la prima tranche, nel 2009, risulta pari a 16,6 miliardi, come l'interrogante ha ricordato: di essi, 4 miliardi provengono da fondi pubblici, mentre 4,8 miliardi costituiscono la prima tranche di fondi FAS relativa ad opere del Mezzogiorno. In merito alla richiesta di informazioni sulla reale copertura della prima tranche e sull'aggiuntività finanziaria della stessa rispetto al passato, ricordo che nel decreto-legge n. 185 del 2008 è previsto il rifinanziamento della cosiddetta legge-obiettivo con due contributi quindicennali, di 60 milioni di euro per il 2009, e di 150 milioni di euro per il 2010.
Sempre per il 2009 sono state, inoltre, previste risorse pari a 960 milioni di euro per investimenti nelle Ferrovie dello Stato. Questa serie di provvedimenti produce un contributo pubblico, in termini di volume di investimenti, pari a circa 4 miliardi di euro. Quanto prima, dopo l'attribuzione definitiva delle risorse provenienti dai fondi FAS, sottoporrò al CIPE il quadro degli interventi che potranno essere avviati sempre nel 2009. Oltre agli interventi già indicati nel Mezzogiorno, sono previstiPag. 4anche importanti interventi nel centro-nord come, ad esempio, quelli relativi alla rete metropolitana milanese e romana, alla Pedemontana lombarda, all'asse ferroviario alta velocità-alta capacità Milano-Genova, all'asse ferroviario alta velocità-alta capacità Milano-Verona, alla tangenziale esterna di Milano e al Mose di Venezia.

PRESIDENTE. L'onorevole Libè ha facoltà di replicare.

MAURO LIBÈ. Signora Presidente, signor Ministro, mi dichiaro soddisfatto per il suo entusiasmo e per il suo ottimismo. Non mi dichiaro e non ci dichiariamo invece soddisfatti per la sostanza della risposta, perché rimaniamo ancora nel vago, come qualche mese fa. Abbiamo chiesto e chiediamo quanti di questi fondi erano già stanziati dai precedenti Governi, anche perché rimaniamo convinti che tanti di questi fondi siano - mi permetta l'espressione - un po' il gioco delle tre carte. Glielo dico con tutto il rispetto per lei perché conosce benissimo la stima che le portiamo. Capiamo anche che le richieste sono tante. Crediamo tuttavia che, in questo momento, il Governo abbia il dovere di dirci quali sono le priorità. Lei ha fatto ancora un elenco: lo condividiamo, ma siamo sicuri che non possa essere coperto con le risorse che ci ha elencato.
L'altra nota critica o di perplessità è quella relativa ai 30 miliardi dai privati. Sto parlando e parlo con molti: forse è una visione un po' di parte, ma ho l'impressione che questi privati, di fronte alla mancanza, ancora oggi, in un momento in cui il Paese deve partire velocemente, di una graduatoria di priorità che permetta di capire se questi soldi saranno investiti bene e se daranno ritorni in tempi certi, faranno fatica ad intervenire.
Ci dichiariamo pertanto insoddisfatti e chiediamo, ancora una volta, la buona volontà del Ministro e del Governo affinché, prima o poi, ci venga detto quali sono questi fondi e dove vengono effettivamente impegnati, da quando, con quali modalità e fino a quando. Rischiamo altrimenti di trovarci qui, con lo spostamento dei fondi, davvero come in altri tempi, allorché le truppe venivano spostate da un fronte all'altro, ma restavano sempre le stesse.

(Iniziative a favore del Mezzogiorno in relazione al processo di trasformazione della Cassa depositi e prestiti - n. 3-00277)

PRESIDENTE. L'onorevole Lo Monte ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00277, concernente iniziative a favore del Mezzogiorno in relazione al processo di trasformazione della Cassa depositi e prestiti (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

CARMELO LO MONTE. Signor Presidente, signor Ministro, la Cassa depositi e prestiti eroga, ogni anno, mutui per diversi miliardi di euro in favore di comuni e province, allo scopo di realizzare opere pubbliche. Una buona parte dei prestiti è finanziata dal cosiddetto risparmio postale, una forma di risparmio praticata prevalentemente nel Mezzogiorno d'Italia.
Il Governo, prima con la trasformazione dello statuto, poi con il recente decreto-legge cosiddetto anticrisi, ha iniziato un'opera di trasformazione per rendere la Cassa depositi e prestiti uno strumento strategico per finanziare infrastrutture e opere pubbliche.
Il predetto decreto-legge, all'articolo 22, infatti, stabilisce che il risparmio, assistito dalla garanzia dello Stato, può essere utilizzato «per il compimento di ogni altra operazione di interesse pubblico previsto dallo statuto sociale della Cassa depositi e prestiti», ampliando fortemente quelle che erano le finalità della Cassa. Da ciò deriva che ogni opera di interesse pubblico, da realizzarsi in qualsiasi regione d'Italia, sarà finanziata dal risparmio prevalentemente proveniente dalle regioni del Mezzogiorno d'Italia.
Il gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia chiede, quindi, a quanto ammonti la raccolta proveniente dal risparmio postale, suddivisa per regioni ed aree geografiche,Pag. 5e quali iniziative il Ministro dell'economia e delle finanze abbia intenzione di intraprendere per evitare che la trasformazione della Cassa depositi e prestiti non determini un ulteriore impoverimento delle regioni del Mezzogiorno, che invece di essere aiutate...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

CARMELO LO MONTE. ...vengono sempre più penalizzate ed utilizzate...

PRESIDENTE. Grazie onorevole.

CARMELO LO MONTE. ...per reperire risorse da investire prevalentemente nelle regioni più fortunate.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, rispondo volentieri all'interrogazione dell'onorevole Lo Monte e dei suoi colleghi del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia.
Innanzitutto, onorevole Lo Monte, rispondendo alla prima parte della sua interrogazione, le comunico che lo scorso 30 giugno l'ammontare complessivo del risparmio postale era pari a circa 165 milioni di euro, con un incremento rispetto a quanto si era registrato lo scorso 31 dicembre del 2007 - quando era pari a 159 milioni di euro - del 4 per cento. Questo risparmio complessivo postale può essere suddiviso per aree geografiche nel modo seguente.
Effettivamente, come lei ricordava, la maggior parte si è registrata nelle regioni del Mezzogiorno d'Italia e più precisamente 67 milioni di euro, pari al 41 per cento; 52 milioni di euro della raccolta a postale, pari al 31 per cento, si sono registrati nelle regioni del nord del nostro Paese ed i restanti 45 milioni di euro, pari al 27 per cento, provengono da raccolte nelle regioni del centro del nostro Paese.
Come è noto e come lei ha correttamente ricordato, onorevole Lo Monte, le risorse derivanti dalla raccolta del risparmio postale sono gestite dalla Cassa depositi e prestiti che, attraverso queste, finanzia attività di interesse economico generale, favorendo in particolare progetti di investimento in infrastrutture per sostenere lo sviluppo a livello locale.
Evidentemente, tali attività di finanziamento, per dei limiti che sono definiti - come cercherò adesso di spiegare - anche in ambito europeo, devono corrispondere alla natura giuridica della Cassa e non possono, quindi, essere vincolati a rigidi criteri di ripartizione territoriale. Una diversa soluzione, infatti, sarebbe incompatibile con la recente riforma della struttura societaria della stessa Cassa depositi e prestiti, che ne ha determinato l'esclusione dall'ambito della pubblica amministrazione.
Lei, onorevole Lo Monte, ha anche correttamente ricordato il recente decreto-legge intervenuto a sostegno delle famiglie e delle imprese che, all'articolo 22, prevede l'ampliamento dell'ambito operativo dell'attività della stessa Cassa depositi e prestiti, ampliamento della struttura che viene disciplinato con lo statuto sociale della stessa società. Vorrei, però, fornirle in questa sede alcune rassicurazioni, a nome del Governo. Sulla base dello stesso articolo del decreto legge n. 185 a favore delle famiglie e delle imprese, infatti, la società potrà finanziare altre operazioni di interesse pubblico che saranno promosse dai soggetti pubblici o da forme di partenariato pubblico o privato o sostenendo fondi di investimento per lo sviluppo economico e infrastrutturale del Paese.
Tali operazioni saranno definite secondo dei criteri che saranno assunti da un decreto del Ministero dell'economia e delle finanze. Le posso assicurare che tale decreto sarà coerente con la concreta individuazione dei progetti da finanziare che è stata già definita nell'ambito degli indirizzi generali sottoposti dal Governo all'approvazione del Parlamento e sostenuti dal voto del Parlamento. In particolare, mi riferisco al DPEF, il documento di programmazione economico-finanziaria, per il quinquennio 2009-2013 e al relativoPag. 6allegato programma sulle infrastrutture strategiche che, come lei ben sa, onorevole Lo Monte, prevede grande rilievo e sostegno agli interventi da attuare proprio nelle aree del Paese caratterizzate da maggiore deficit infrastrutturale, quali sono quelle del Mezzogiorno d'Italia che a lei - ed a tutto il Governo - stanno a cuore.
Le posso pertanto assicurare che le risorse provenienti dalla raccolta postale, che sono in maggior parte derivanti dalle regioni del Mezzogiorno, serviranno a finanziare anche opere pubbliche in quella parte del nostro Paese.

PRESIDENTE. L'onorevole Lo Monte ha facoltà di replicare.

CARMELO LO MONTE. Signor Presidente, signor Ministro, mi consenta di definire generica la risposta. Essa, infatti, non fornendo dati precisi non dà la possibilità di capire a quanto ammonta l'ennesimo furto con destrezza che si compie ai danni del sud. Per tale ragione, il Movimento per l'Autonomia si dichiara insoddisfatto della risposta.
In realtà, con il nuovo assetto della Cassa depositi e prestiti siamo in presenza di una grande operazione di ingegneria economica che il Ministro dell'economia e delle finanze, con sottile lucidità, ha messo in atto per reperire risorse che sono dei meridionali e che è facile prevedere verranno utilizzate in aree molto più fortunate. Ciò avviene anche nel silenzio di quegli organi di informazione che quando si tratta di fustigare il sud, anche per finanziamenti modesti (vedi il caso Catania), utilizzano la grancassa e, al contrario, quando vi sono operazioni che spostano risorse importanti - e in questo caso siamo in presenza di 80 miliardi di euro, signor Ministro - nulla dicono e mettono la sordina. Ciò la dice lunga sui rischi che incombono sul Meridione.
Inoltre, faccio osservare al rappresentante del Governo che la trasformazione attualmente in corso della Cassa depositi e prestiti va persino contro quelli che sono i principi del federalismo. Infatti, il risparmio delle regioni del Mezzogiorno, con questa operazione, sarà distratto e utilizzato per finalità che difficilmente avranno ricadute al sud. Insomma, un'operazione che a distanza di un secolo e mezzo dall'unità d'Italia ha lo stesso sapore. Allora i soldi dei meridionali servirono per far nascere la grande industria, oggi per finanziare l'ammodernamento delle aree più ricche del Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia e Unione di Centro).

(Intendimenti del Governo in merito ad ipotesi di riforma complessiva del sistema giudiziario - n. 3-00278)

PRESIDENTE. L'onorevole Donadi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00278, concernente intendimenti del Governo in merito ad ipotesi di riforma complessiva del sistema giudiziario (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, signor Ministro, in questi giorni si fa un gran parlare di riforma della giustizia e lei stesso, con diverse interviste e dichiarazioni, è più volte tornato sul tema. «Per carità, fosse la volta buona», potrebbe venire da dire, perché nulla ha bisogno di essere migliorato come la giustizia italiana. Ma migliorare la giustizia italiana significa investire più soldi, più risorse, più personale e più giudici; significa, inoltre, garantire certezza alle pene (quella certezza che, di fatto, manca oggi nel nostro ordinamento) e significa garantire ai cittadini italiani processi più rapidi. Ci sembra, purtroppo, che il Governo si stia muovendo, però, in tutt'altra direzione e vorremmo conoscere gli orientamenti del Governo.
A parte un po' di orpelli, venendo al succo della questione ci sembra che le linee del Governo siano tre e, sostanzialmente, vadano tutte nella stessa direzione. Infatti, sia con la separazione delle carriere, sia con la separazione tra pubblico ministero e polizia giudiziaria, sia con l'indebolimento dell'obbligatorietà dell'azionePag. 7penale ci sembra che l'unico obiettivo sia quello di mettere la magistratura sotto il controllo della politica. Vorremmo sapere da lei, signor Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

ANGELINO ALFANO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rispondo con piacere all'interrogazione a risposta immediata dell'onorevole Donadi facendo presente che i fatti di questi ultimi giorni hanno riproposto all'attenzione di tutto il Paese l'attualità delle problematiche connesse all'efficienza del sistema giustizia e alla sua organizzazione.
Nonostante la congiuntura economica internazionale e le difficoltà economiche conseguenti, questo Governo ha dato priorità alla giustizia. In che modo? Attraverso il Fondo unico giustizia, istituito con il decreto-legge n. 112 varato nella scorsa estate e prevedendo l'incameramento di somme di denaro derivanti dal sequestro operato nell'ambito di procedimenti penali, di misure di prevenzione nonché dalla irrogazione di sanzioni amministrative.
Le risorse che dovevano affluire a questo Fondo sono già in fase di arrivo presso Equitalia giustizia. Un successivo decreto interministeriale tra il Ministero dell'economia e delle finanze, dell'interno e quello della giustizia provvederà al riparto. Questa è una misura che compensa alcuni tagli operati in sede di legge finanziaria e riteniamo che sia la «prova provata» della priorità che viene data alla giustizia in termini di efficienza della medesima.
Riguardo all'azione legislativa, a riprova del fatto che mettiamo al centro della nostra azione l'efficienza e l'accelerazione dei processi, cito la riforma del processo civile approvata il 1o ottobre da quest'Aula e che si trova già al Senato.
Con questo provvedimento il Governo intende accelerare i tempi di definizione dei processi civili e diminuire il carico di lavoro degli uffici giudiziari, attraverso Internet, il fascicolo elettronico, le notifiche telematiche, la riduzione di numerosi termini processuali, l'introduzione di strumenti deflattivi quali la mediazione civile, la creazione di un filtro per i ricorsi in Cassazione, la semplificazione dei riti (che non è stata esaminata in quest'Aula e il Governo ha presentato, invece, al Senato sotto forma di richiesta di delega legislativa), nonché l'introduzione di una serie di norme necessarie per l'informatizzazione nel suo complesso del processo civile.
Devo anche dire che abbiamo aumentato la competenza del giudice di pace, abbiamo valorizzato il principio della lealtà processuale e abbiamo semplificato la decisione delle liti (sul versante civile). Adesso stiamo lavorando ad un intervento di riforma del processo penale, mirando essenzialmente alla razionalizzazione dello stesso e all'attuazione dei principi del giusto processo.
Oltre a quelle già varate, sono allo studio anche delle misure volte alla rapida costruzione di nuovi istituti penitenziari per consentire di coniugare il principio della detenzione quale extrema ratio con quello dell'effettività della pena. Ho il piacere di sottolineare in quest'Aula che, nel corso dell'ultimo decreto approvato dal Governo, si è fatto esplicito riferimento all'edilizia carceraria tra le priorità nei termini di possibilità di utilizzo delle somme rivenienti dall'ex FAS e che, nell'ambito del pacchetto sicurezza (in parte già approvato, in parte in valutazione al Senato) sono inoltre previste una serie di misure per assicurare la certezza della pena.

PRESIDENTE. L'onorevole Donadi ha facoltà di replicare.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, signor Ministro, le voglio dire con franchezza che le sue parole mi hanno confermato una cosa che era prima un dubbio ed oggi una certezza: questo Governo, quando parla di giustizia, non è in buona fede. Ha parlato adesso di riforma delPag. 8processo civile: ma quale riforma del processo civile avete fatto? Avete infilato di sghimbescio un po' di norme, che formavano una piccola parte del processo civile, in un disegno di legge che parlava di tutt'altro. Se questo lo chiama «riforma del processo civile», allora siamo davvero all'anno zero.
Inoltre, c'è da dire che le cose buone, per voi, stanno sempre sul piano delle intenzioni. Dite che adesso avete intenzione di mettere soldi e che aggiungerete qualcosa; intanto, però, i soldi finora li avete sempre e solo tolti. Negli anni in cui avete governato (dal 2001 al 2006) avete tolto il 50 per cento alle spese per cassa della giustizia. Il Governo Prodi, in due anni, ne aveva aggiunto il 38 per cento in più, mentre voi, quest'anno, ne avete tagliato di nuovo in un anno il 30 per cento. Ma di quali soldi parla, signor Ministro? Il punto è che a voi la giustizia non piace. Voi non volete una giustizia che funzioni, volete una giustizia che funzioni male per poter poi giustificare il vostro unico obiettivo.
Ancora una volta i suoi silenzi qui, oggi, e il non aver nemmeno voluto prendere posizione su quello che sta dichiarando da giorni a tutte le agenzie (evidentemente non vuole dichiararlo in faccia agli italiani) significa che volete una giustizia sotto il controllo della politica (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). A questo solo e solo a questo serve un pubblico ministero separato dal resto della magistratura. Chi lo controllerà? Di sicuro il Governo.
Tale misura serve ad indebolire l'obbligatorietà dell'azione penale e ad avere un Governo che fornisca le direttive su quali reati perseguire. Ancora una volta sarà la politica che dovrà dire quali reati perseguire e quali no. Certo, i fatti di questi giorni ci fanno capire, come diceva lei, che una riforma ci vuole, ma forse non ci riferiamo agli stessi eventi.
Io mi riferisco ad una questione mai risolta in Italia: la questione morale nella politica, alla quale quest'ultima non ha mai voluto davvero guardare fino in fondo. Pertanto, pensare in questo Paese, e proprio in questo Paese, di mettere la magistratura sotto il controllo della politica, credo sia qualcosa di cui tutti ci dovremmo davvero vergognare (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Dati ed elementi relativi alle impugnazioni di deliberazioni del Consiglio superiore della magistratura davanti al tribunale amministrativo regionale - n. 3-00279)

PRESIDENTE. L'onorevole Brigandì ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cota n. 3-00279, concernente dati ed elementi relativi alle impugnazioni di deliberazioni del Consiglio superiore della magistratura davanti al tribunale amministrativo regionale (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, eccellenza Guardasigilli, la mia domanda spero sia retorica: il Consiglio superiore della magistratura è l'organo di autogoverno dei magistrati, è composto... Do fastidio se parlo? Sto interrompendo la vostra discussione?
Stavo dicendo, è composto dal Capo dello Stato, dal primo Presidente della Corte di cassazione, dal Procuratore generale e da valenti magistrati che ivi operano. Compito essenziale del Consiglio superiore della magistratura è quello sostanzialmente di nominare i capi degli uffici più importanti, gli altri discendono quasi a catena e d'ufficio.
Un collegio così autorevolmente composto si presume che agisca rispettando la legge e quindi nella più assoluta diligenza, nel rispetto più assoluto delle norme e della legalità che si possa immaginare. Presumo quindi che la risposta sia che non vi sia contenzioso o solo in minima parte. Ecco perché mi rivolgo a lei, onorevole Ministro, per sapere se il Consiglio superiore della magistratura predispone gli atti amministrativi, gli atti di nomina degli uffici dirigenziali, in maniera conforme alla legge o se il TAR abbia riscontrato che vi siano delle inadempienze circa questi atti.

Pag. 9

PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

ANGELINO ALFANO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, onorevole Brigandì, nel risponderle devo premettere la mia non completa competenza con riferimento a questioni che appartengono all'autonomia del Consiglio superiore della magistratura, essendo la competenza del Ministro della giustizia estesa alle misure di efficienza e alle norme di organizzazione. Ho dovuto approntare misure di efficienza partendo dai tagli che il centrosinistra aveva effettuato nel triennio ultimo trascorso, specialmente con il decreto Bersani che aveva sottratto al settore della giustizia 50 milioni il primo anno, 100 milioni il secondo anno, 200 milioni il terzo anno, lasciando «dormire» queste risorse che invece noi, con il Fondo unico giustizia, al servizio dei cittadini e non per mettere i cittadini sotto una magistratura a sua volta sotto il controllo della politica, abbiamo «svegliato» facendo arrivare nuove risorse alla giustizia. Questa è la verità dei fatti che si tramuterà in decreti nei prossimi giorni.
In riferimento alle misure più strettamente inerenti la sua interrogazione, ho dato immediatamente incarico al Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria di assumere tutte le informazioni necessarie all'acquisizione del dato relativo al contenzioso pendente a seguito di delibere del Consiglio superiore della magistratura. In questo senso, devo specificare che al momento il numero dei ricorsi proposti dinanzi ai tribunali amministrativi avverso le deliberazioni del CSM sono quantificabili in 153 nell'anno 2005, 111 nell'anno 2006, 281 nel 2007, 208 nell'anno ancora in corso. Non tutte le controversie sono riferibili a contestazioni relative a trasferimenti e non tutte sono riconducibili a magistrati ordinari, essendo comprese nei numeri che ho appena citato quelle proposte dai magistrati onorari.
In particolare, evidenzio che il numero dei ricorsi proposti al TAR avverso provvedimenti di trasferimento di ufficio è pari a 2 nell'anno 2005, 1 nell'anno 2006 e 3 nell'anno 2007 e nel 2008. Riguardo invece il conferimento di uffici direttivi sono stati proposti 14 ricorsi nel 2005 e nel 2006, 122 nel 2007, 111 nel corrente anno. Per quanto riguarda poi l'onere per lo Stato conseguente ai risarcimenti dei danni subiti in conseguenza delle delibere annullate rappresento, pur in mancanza di dati ancora certi in proposito, che un eventuale risarcimento non discende automaticamente dall'annullamento della delibera, ma richiede l'instaurazione di un ulteriore giudizio, circostanza che si verifica assai raramente da quanto si deduce dall'esperienza maturata.
Per quanto invece attiene alle ulteriori notizie richieste, in riferimento alle questioni poste dagli onorevoli interroganti, mi faccio carico fin d'ora di acquisire tutte le notizie in dettaglio non appena il Dipartimento per l'organizzazione giudiziaria avrà completato il procedimento di reperimento delle cifre.

PRESIDENTE. L'onorevole Brigandì ha facoltà di replicare.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, onorevole Ministro, la ringrazio per la risposta compiuta nella misura a lei possibile. Non posso, invece, non esprimere il rammarico per queste cifre. Ripeto: sono degli atti amministrativi che non sono posti in essere dall'assessore di Forlimpopoli, ovvero di una cittadina piccola, senza nessuna offesa per l'assessore di Forlimpopoli. Sono, infatti, degli atti amministrativi posti in essere dal capo della magistratura, ovvero dal primo Presidente della Corte di cassazione, dal Procuratore generale, dal Capo dello Stato, dal Presidente del Consiglio superiore della magistratura che è già stato Presidente del Senato. Questo fatto ha provocato un contenzioso estremamente grande.
Inoltre, dalle sue cifre, onorevole Ministro, deduco che l'abbandono del criterio oggettivo (quello di anzianità) ha procurato automaticamente un innalzamento del contenzioso. Ciò è di un'estrema gravità, quasi da delegittimazione. La notiziaPag. 10che ci ha dato fa il paio con quella riguardante la situazione tra le procure di Salerno e Catanzaro. Noi siamo di fronte al Consiglio superiore della magistratura (organo di autogoverno) che emette dei provvedimenti impugnati dai magistrati che verosimilmente vengono persi. Ciò lascia spazio, a prescindere dalla sua effettività, alla possibilità che siano elargiti dei risarcimenti del danno ai magistrati che sono stati bocciati. Il risultato è che, a mio avviso, il procedere del Consiglio superiore della magistratura è contrario alla legge. È urgente quindi, una riforma (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

(Iniziative normative in ordine al regime previsto dall'articolo 41-bis della legge sull'ordinamento penitenziario - n. 3-00280)

PRESIDENTE. L'onorevole Torrisi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cicchitto n. 3-00280, concernente iniziative normative in ordine al regime previsto dall'articolo 41-bis della legge sull'ordinamento penitenziario (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), che ha testè sottoscritto.

SALVATORE TORRISI. Signor Presidente, onorevole Ministro della giustizia Alfano, il tema di questa interrogazione è strettamente legato a quello della lotta alla mafia e in genere alla criminalità organizzata. Nel sud d'Italia le mafie curano particolarmente il controllo dei territori attraverso l'intimidazione e l'uso della violenza, condizionando pesantemente la vita economica, sociale e politica di vaste aree. Ritengo che nel loro insieme le mafie italiane costituiscono la più grande diseconomia esterna che affligge il nostro Mezzogiorno.
La misura carceraria dell'articolo 41-bis è una delle modalità di contrasto più efficace per combattere il fenomeno mafioso. Ha destato, pertanto, scalpore, come riportato da notizie giornalistiche, il fatto che Santapaola Vincenzo, sottoposto al regime di cui all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario, è stato di recente, con provvedimento dell'autorità giudiziaria, messo agli arresti domiciliari per essere sottoposto ad un intervento chirurgico. Gli interroganti chiedono al signor Ministro quali iniziative normative il Governo intenda adottare in materia di articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario.

PRESIDENTE. Il Ministro della giustizia, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

ANGELINO ALFANO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, in risposta all'interrogazione ritengo opportuno immediatamente precisare che il detenuto Vincenzo Santapaola è stato ristretto in stato di custodia cautelare in carcere su provvedimento emesso in data 27 novembre 2007 dal competente GIP presso il tribunale di Catania e a far data dal 23 gennaio 2008 è stato sottoposto al regime speciale del 41-bis.
In data 28 novembre 2008 il giudice per l'udienza preliminare presso il tribunale di Catania, su istanza presentata dai difensori del detenuto, ha sostituito la misura cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari presso i locali della clinica ortopedica dell'università di Catania. Il successivo 29 novembre (cioè il giorno dopo) il GUP presso il tribunale di Catania, a seguito di interlocuzione con il nostro Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, circa l'opportunità di meglio contemperare le esigenze di sicurezza con quelle sanitarie rappresentate da Santapaola ha modificato il provvedimento, indicando nell'ospedale Niguarda di Milano il luogo nel quale far scontare gli arresti domiciliari.
In data 3 dicembre 2008, la medesima autorità giudiziaria ha revocato il provvedimento emesso il 28 novembre e, ai sensi dell'articolo 11 dell'ordinamento penitenziario, ha disposto il trasferimento del detenuto presso l'ospedale di Milano, il San Paolo.
Per quanto riguarda poi gli interventi legislativi in materia di 41-bis, faccio presentePag. 11che il Ministero della giustizia e il Governo si sono attivati già da tempo per garantire la piena impermeabilità delle strutture carcerarie e una migliore e più efficace gestione dei soggetti reclusi. In tal senso, segnalo - con la dovuta enfasi, perché lo ritengo molto importante - che, nell'ambito del disegno di legge riguardante le disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di iniziativa governativa, è stato presentato un emendamento finalizzato alla modifica del regime cosiddetto di «carcere duro» previsto dall'articolo 41-bis. In conseguenza di questo emendamento, che peraltro è stato già approvato dalle Commissioni riunite, I e II, è stata estesa la facoltà di sospendere l'applicazione delle normali regole di trattamento anche nei confronti dei detenuti o degli internati per un delitto che sia stato commesso avvalendosi delle condizioni o al fine di agevolare l'associazione di tipo mafioso. È stato previsto, inoltre, che il provvedimento di sospensione abbia durata pari a quattro anni e sia prorogabile per successivi periodi, ciascuno pari a due anni. Faccio presente che attualmente la norma dispone che il provvedimento abbia durata non inferiore a un anno e non superiore a due e che la proroga sia pari a un anno. Si è voluto specificare che il mero decorso del tempo non costituirà di per sé elemento sufficiente per escludere la capacità di mantenere collegamenti con l'associazione o per dimostrare il venir meno dell'operatività della stessa. È stato previsto che dalla sospensione delle normali regole di trattamento derivino automaticamente alcune conseguenze ulteriori, quali la limitazione ad un unico colloquio mensile, peraltro sottoposto a controllo auditivo, a registrazione e videoregistrazione, la limitazione della permanenza all'aperto in gruppi di quattro persone per due ore al giorno, onde assicurare l'assoluta impossibilità di comunicare tra detenuti appartenenti a diversi gruppi di socialità. Lascio agli atti il prosieguo della mia risposta, ribadendo l'importanza di questa scelta del Governo di inasprire l'articolo 41-bis.

PRESIDENTE. Onorevole Ministro, devo purtroppo precisare che questa fase è assolutamente legata a tempi precisi, ma anche ad un'interlocuzione orale tra i parlamentari e il Governo. Quindi, il resto della sua risposta non potrà essere lasciata agli atti, ma eventualmente ad uno scambio tra lei e l'onorevole Torrisi, che ha adesso facoltà di replicare.

SALVATORE TORRISI. Signor Presidente, ho ascoltato con grande attenzione le parole dell'onorevole Ministro, che ringrazio, e posso dirmi estremamente soddisfatto di tutti chiarimenti forniti sul punto. Ritengo, infatti, che gli interventi normativi esposti dal Guardasigilli ed approntati per emendare il regime di carcere duro, attualmente previsto dall'articolo 41-bis, rappresentino la migliore rassicurazione dell'impegno congiunto delle forze politiche di questo Governo, in un'ottica di comune interesse alla salvaguardia del bene supremo della tutela della collettività, soprattutto in una materia così delicata quale quella del trattamento penitenziario da riservare a criminali efferati e pericolosi, sia pure nell'imprescindibile rispetto delle prerogative costituzionali loro garantite (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brancher, Bratti, Conte, Fassino, Gregorio Fontana, Gibiino, Lusetti, Maran, Pianetta, Stefani e Valducci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.Pag. 12
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale (A.C. 1875-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale.
Ricordo che nella seduta di ieri il relatore e il rappresentante del Governo hanno espresso i pareri sulle proposte emendative presentate.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1875-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 1875-A), nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A - A.C. 1875-A).
Avverto che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A - A.C. 1875-A).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,08).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1875-A)

PRESIDENTE. Dovremmo passare alle votazioni. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,30.

La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,35.

Approvazione in Commissione.

PRESIDENTE. Comunico che nella seduta di oggi, mercoledì 10 dicembre 2008, la VIII Commissione permanente (Ambiente, territorio e lavori pubblici), ha approvato, in sede legislativa, il seguente progetto di legge:
Tommaso Foti: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse» (152); Stradella ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse» (1182); Di Pietro ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse» (1239), in un testo unificato e con il seguente titolo: «Istituzione diPag. 13una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti» (152-1182-1239).

Si riprende la discussione (ore 16,37).

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1875-A)

PRESIDENTE. Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 3.100, che è in distribuzione. Il termine per la presentazione dei subemendamenti riferiti a tale proposta emendativa è fissato per le ore 17,30.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Osvaldo Napoli 1.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, al netto dell'emendamento Osvaldo Napoli 1.1, su cui c'è il parere contrario del relatore, sul cui merito non ritengo opportuno entrare, credo che invece una riflessione generale sul provvedimento vada svolta. Si tratta del secondo provvedimento in questa legislatura che affrontiamo con riferimento alla stessa questione, cioè lo smaltimento dei rifiuti a Napoli; una questione che si è posta in tutta la sua evidenza nel corso della scorsa legislatura. Abbiamo ascoltato numerosi interventi, nell'arco di questi ultimi giorni, sul complesso degli emendamenti: una quantità di emendamenti pure importante, circa ottanta, su cui, signor Presidente, una riflessione aggiuntiva credo sia necessario svolgere, proprio in relazione alle dichiarazioni che ieri lo stesso relatore Ghiglia ha reso al termine dell'illustrazione del complesso degli emendamenti...

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, un po' di silenzio se è possibile. Prego, onorevole Baldelli.

SIMONE BALDELLI. ...e dopo aver espresso i pareri sugli emendamenti stessi. Noi riteniamo che sul provvedimento in esame da parte del relatore, del Governo e della maggioranza, anche alla luce del nuovo emendamento, signor Presidente, che lei testè annunciava all'attenzione dell'Aula, ci sia stata una disponibilità sostanziale, oltre che formale, ad accogliere modifiche che l'opposizione ha ritenuto importanti e significative.
Da questo punto di vista, quindi, considero in qualche modo ingenerose le accuse che sono state mosse ieri, forse per creare un alibi per un'eventuale «indurimento» dei rapporti parlamentari, che mi auguro francamente non ci sia, al termine della sessione di interventi, numerosi e corposi, che ci hanno accompagnato per tutto il pomeriggio. Ritengo che ancora oggi siano stati dati segnali importanti, e sulla base di questo mi auguro, signor Presidente, che il provvedimento venga discusso nel merito; anche perché gli effetti del primo sono per fortuna sotto gli occhi di tutti, anche in termini di immagine delle nostre città, e di Napoli e della Campania in particolare, e quindi della ricaduta di tale immagine dell'Italia nel mondo.
Nel decreto-legge in esame si introducono nuove sanzioni, nuova premialità, nuovi meccanismi per lo smaltimento di rifiuti, si gestisce in maniera diversa la tempistica delle aperture di alcuni siti di smaltimento: insomma, c'è un processo che va a chiusura.
Credo che da questo punto di vista sia importante, considerato che la giornata di questa mattina ha visto l'Aula impegnata in altre vicende, che nel pomeriggio di oggi - questo è l'augurio, signor Presidente - si riesca a lavorare in maniera proficua, cercando di entrare nel merito degli emendamenti, del provvedimento.
Da questo punto di vista, ritengo che l'auspicio migliore che si possa rivolgere è che l'opposizione, nelle sue diverse espressioni, prenda atto anche della disponibilità che il Governo da un lato e il relatore dall'altro hanno manifestato nel merito delle questioni complessivamente sollevate dalle stesse opposizioni, in sede di esamePag. 14in Commissione ed in sede di discussione in Aula, in particolare con riferimento all'articolo 3.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 1.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 440
Maggioranza 221
Hanno votato
195
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che il deputato Ghiglia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Vassallo, Cimadoro, Vaccaro, Tenaglia e Razzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto, altresì, che i deputati Volontè, De Poli e Nunzio Francesco Testa hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto astenersi.
Prendo atto, inoltre, che la deputata Polidori ha segnalato di aver espresso erroneamente voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Osvaldo Napoli 1.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo solo per una precisazione in merito all'emendamento Osvaldo Napoli 1.2. Su di esso l'UdC si asterrà, però, noi tutti, come Parlamento ma anche il Governo, dobbiamo chiarire una cosa: stiamo votando delle proposte emendative che vanno incontro in modo generalizzato ai comuni, senza distinguere tra quelli che si sono comportati in modo virtuoso e quelli che invece hanno dilapidato il patrimonio dei cittadini.
Invito tutti a riflettere, perché anche in questo caso rischiamo di allentare le maglie e di scaricare ancora i costi sull'intervento pubblico statale senza colpevolizzare, o almeno sanzionare, quei comuni che fino ad oggi non hanno fatto nulla per risolvere questo problema.

OSVALDO NAPOLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

OSVALDO NAPOLI. Signor Presidente, ritiro il mio emendamento 1.2.

PRESIDENTE. Onorevole Osvaldo Napoli, intende ritirare anche il suo successivo emendamento 1.3?

OSVALDO NAPOLI. Sì, signor Presidente, ritiro anche il mio emendamento 1.3.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, intende intervenire sugli emendamenti ritirati dall'onorevole Osvaldo Napoli?

ANTONIO BORGHESI. Sì, signor Presidente, facciamo nostri gli emendamenti testè ritirati.

PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, a nome del gruppo del Partito Democratico voteremo a favore dell'emendamento Osvaldo Napoli 1.2. L'articolo 1 del provvedimento in esame è complessivamente un articolo positivo, uno di quelli che apprezziamo; gli emendamenti del collega Osvaldo Napoli servono anche a dare atto ai comuni virtuosi del proprio operato positivo.Pag. 15
Per tale ragione, sosteniamo questi emendamenti che vanno nella direzione di premiare i comuni che hanno bene amministrato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 1.2, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo Italia dei Valori, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 469
Votanti 448
Astenuti 21
Maggioranza 225
Hanno votato
195
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che la deputata De Girolamo ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario e che i deputati Rota, Zaccaria, Razzi e Rao hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Osvaldo Napoli 1.3 ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo Italia dei Valori.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, anche il gruppo dell'Italia dei Valori esprime un giudizio positivo sull'articolo 1 proprio per gli obiettivi che si pone di incentivare sia le famiglie sia i cittadini (alzando anche il parametro della quantità di materiale che è possibile trasportare, in questo caso presso le piazzole del Conai), in modo da essere anche compensate con un minimo di risorse; in particolare, con l'emendamento in esame si tende ad aumentare non di miliardi di euro, ma di due milioni di euro, le risorse disponibili per i comuni al fine di incentivare questa forma di raccolta differenziata.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Osvaldo Napoli 1.3, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo Italia dei Valori, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 460
Astenuti 21
Maggioranza 231
Hanno votato
198
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.100 (Nuova formulazione) della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, colleghi deputati, voteremo a favore di questo emendamento della Commissione in quanto recepisce una proposta emendativa che proprio il gruppo del Partito Democratico aveva avanzato nella Commissione stessa durante il dibattito. Il decreto-legge in esame è l'ennesimo provvedimento emergenziale e, dunque, non ci scandalizza che preveda una serie di deroghe alla normativa. Però, è importante - come è previsto in questo emendamento della Commissione - che sia chiaro chePag. 16non vengano derogate normative comunitarie; ciò anche in riferimento a quanto accaduto nel precedente decreto-legge n. 90 del 2008 che, soprattutto in fase di prima applicazione, ha, invece, avuto qualche problema di comprensione e di interpretazione proprio con l'Unione europea.
Era, dunque, importante precisare che non ci saranno deroghe alla normativa comunitaria, anche per un ragionamento di carattere più generale: noi temiamo - come in parte è avvenuto per il dibattito sul clima - che il nostro Paese sia isolato rispetto all'Unione europea. Anche il rispetto della normativa va nella direzione di un'integrazione sempre maggiore del Paese con l'Unione europea. Per tutti questi motivi, il gruppo del Partito Democratico voterà a favore dell'emendamento 2.100 (Nuova formulazione) della Commissione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, anche l'Unione di Centro voterà a favore dell'emendamento in esame della Commissione, perché pone un principio importante. Siamo stati vicini al Governo quando c'era da prevedere delle deroghe nel compimento dell'opera di soluzione del grave problema ambientale in Campania. Lo dico adesso, ma vale per tutto il provvedimento: ritenevamo, ascoltando le parole del Presidente del Consiglio, che ormai fossimo prossimi alla soluzione totale di questo problema. Prendiamo atto di ciò e proprio per questo motivo riteniamo che abbia fatto bene la Commissione a rimarcare che bisogna rientrare gradualmente nella normalità, anche prevedendo il rispetto della normativa comunitaria. Per tali motivi, l'Unione di Centro voterà a favore dell'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, anche il nostro gruppo voterà a favore di questo emendamento che richiama al rispetto delle direttive europee (concetto che, peraltro, ribadiamo anche nei successivi emendamenti). Il problema è che in questi ultimi due decreti-legge sull'emergenza in Campania spesso e volentieri si è derogato alle normative sia sulla sicurezza ambientale (aria e acqua) sia in materia di rispetto della sicurezza nei luoghi di lavoro. Questo richiamo più generale è importante e vorremmo che fosse, comunque, la linea guida nell'operato fino alla fine dell'emergenza, vale a dire fino al 31 dicembre 2009. Rimangono, tuttavia, delle perplessità sulle deroghe previste in materia di sicurezza ambientale e nei luoghi di lavoro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Motta. Ne ha facoltà.

CARMEN MOTTA. Signor Presidente, intervengo brevemente ad integrazione di quanto ha affermato precedentemente il collega Margiotta. Intendo sottolineare l'importanza di questo emendamento che recepisce anche il parere della XIV Commissione nel quale veniva esplicitato che le procedure per la rimozione e il trasporto dei rifiuti sono disciplinate a livello europeo dalla direttiva quadro 2006/12/CE (relativa ai rifiuti) e dalla direttiva 91/689/CEE (relativa ai rifiuti pericolosi). L'adeguamento, quindi, alle normative europee è particolarmente importante anche quando si tratta di provvedimenti emergenziali, perché evita, tra l'altro, di farci incorrere in infrazioni che avrebbero poi una ricaduta pesante sul piano dei costi a livello nazionale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100 (Nuova formulazione) della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 17
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato
477
Hanno votato
no 6).

Prendo atto che la deputata De Girolamo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i deputati Distaso e La Loggia hanno segnalato di aver espresso erroneamente voto contrario mentre avrebbero voluto esprimerne uno favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Piffari 2.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, come avevo accennato già precedentemente, siccome nell'articolo in esame si prevede la deroga alle procedure di cui all'articolo 242 del decreto legislativo n. 152 del 2006, in questo caso indichiamo più specificamente la necessità di un richiamo al rispetto della normativa vigente nazionale e comunitaria, in luogo della deroga.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mastromauro. Ne ha facoltà.

MARGHERITA ANGELA MASTROMAURO. Signor Presidente, condivido il contenuto di questo emendamento, che fa venire meno la deroga all'articolo 242 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e fa giustamente richiamo all'osservanza della normativa vigente, precisando che si tratta della normativa sia nazionale sia comunitaria. L'articolo 242 del decreto legislativo n. 152 del 2006 detta le procedure operative e amministrative in caso di un evento potenzialmente in grado di contaminare un sito. La deroga a questo articolo agisce dunque su una norma importante del testo unico ambientale, che viene troppo facilmente ignorato da questo Governo, e senza neanche l'introduzione di un limite temporale alla deroga stessa. È importante poi il richiamo al rispetto dei principi dell'ordinamento comunitario di cui troppo spesso non si tiene conto, salvo poi essere costretti ad adeguarsi in un momento successivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA. Signor Presidente, intervengo per ribadire il nostro voto favorevole e di condivisione dell'emendamento in esame. Ne approfitto anche per segnalare il fatto che, pur nella gestione di una situazione di emergenza come quella dei rifiuti in Campania, crediamo che non sia opportuno introdurre, senza almeno un limite di carattere temporale, questa eccessiva deroga ad alcune disposizioni contenute nel decreto legislativo n. 152 del 2006, recante il testo unico sull'ambiente, che ha incontrato anche in questi anni alcune difficoltà applicative.
Questo continuo ricorso ad una deroga, specie in questo caso, in cui si tratta anche di rifiuti pericolosi, pur rispondendo ad una necessità di gestione dell'emergenza, non ci sembra particolarmente opportuno. Pertanto condividiamo l'emendamento in esame, e in particolare il richiamo al rispetto della normativa di carattere comunitario, come proposto dai colleghi dell'Italia dei Valori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Esposito. Ne ha facoltà.

STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, intervengo per sostenere questo emendamento e per ribadire che, pur nel contesto di un decreto-quadro che si occupa dell'emergenza, noi siamo molto preoccupati per questo continuo uso della deroga nei confronti del testo unico ambientale (il decreto legislativo n. 152 del 2006), e siamo altrettanto preoccupati perché,Pag. 18soprattutto sulla parte relativa ai rifiuti pericolosi, si rischia costantemente di causare una contaminazione di siti di stoccaggio senza alcuna attenzione all'ambiente che, a questo punto, e visto che siamo al terzo decreto su questa emergenza, andrebbe posto al centro della nostra attenzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 2.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 485
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato
221
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che i deputati Borghesi e Mastromauro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Pagano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paladini 2.31.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Motta. Ne ha facoltà.

CARMEN MOTTA. Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione dell'Assemblea sugli emendamenti Paladini 2.31 e Piffari 2.5, preannunciando il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico, in quanto riguardano temi molto importanti. In particolare, l'emendamento Paladini 2.31 richiama il rispetto dei principi fondamentali in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro all'interno del provvedimento e delle ampie deroghe in esso contenute.
Gli emendamenti richiamano quanto previsto dall'articolo 18 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90 (il precedente decreto-legge votato da quest'Assemblea sull'emergenza rifiuti in Campania). In quest'ultimo si accolsero tali indicazioni, vale a dire il rispetto dei principi fondamentali in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro (può testimoniarlo il sottosegretario, perché anche in Commissione di merito si verificò un confronto molto utile, che portò all'accoglimento di queste indicazioni).
Ribadisco quindi la necessità di introdurre anche in questo decreto-legge il rispetto dei principi fondamentali in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro esattamente come avvenne per il decreto-legge n. 90 recependo le indicazioni dell'opposizione, le quali evidentemente furono allora ritenute importanti e che il Governo in quella sede accolse. Pertanto, chiedo per quale motivo in questo caso non venga accolta questa indicazione contenuta nell'emendamento.
Sottopongo all'attenzione dell'Assemblea il parere dell'XI Commissione (Lavoro), che è particolarmente illuminante. L'XI Commissione pone come condizione, non come osservazione, quanto segue: «visti i numerosi richiami a deroghe alla normativa vigente contenuti nell'articolo 2, occorre introdurre una clausola di salvaguardia in ordine al rispetto dei principi fondamentali in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, in analogia a quanto previsto all'articolo 8 del decreto-legge n. 90 del 2008, inserendo altresì un'indicazione temporale volta a chiarire la circoscritta durata delle deroghe autorizzate». Chiedo pertanto per quale motivo non ve ne sia traccia nel decreto-legge in esame, e non si capisce per quale ragione lo si è introdotto nel precedente decreto-legge n. 90 e non in questo provvedimento.
Sottolineo il fatto che sarebbe molto importante recepire l'indicazione contenuta nella proposta emendativa, perché quotidianamente assistiamo a incidenti sui luoghi di lavoro. Anche in questo ambito dobbiamo considerare che vi saranno lavoratori che saranno impegnati in operazioni particolarmente delicate: rivolgo quindi un appello al Governo affinchéPag. 19riveda il proprio parere su questi due emendamenti, poiché sarebbe esattamente in coerenza con quanto già previsto nel decreto-legge n. 90.
Ciò vale anche per il successivo emendamento Piffari 2.5, riguardante il rispetto dell'ordinamento comunitario. Ribadisco che anche in questo caso non solo l'emendamento riproduce il contenuto, come avevo avuto occasione di dire per quello discusso poc'anzi, di indicazioni espresse da parte della Commissione XIV, ma rilevo che l'accoglimento di tali indicazioni è segnalato anche dagli uffici del servizio studi della Camera a commento dell'articolo 2.
Concludo, signor Presidente, pregando il Governo di rivedere il parere su questi due emendamenti che non stravolgono il testo, non aumentano i costi ma semplicemente offrono una garanzia ai lavoratori che saranno impegnati nelle operazioni previste dal decreto-legge di poter essere tutelati, e sicuramente sono coerenti con quanto previsto nel decreto-legge precedente. Spero che l'Assemblea e il Governo accolgano questo mio invito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma al presente emendamento e per poterlo illustrare. Io vi ho sempre detto che non sono un deputato: io sono i cittadini. E se sono i cittadini, devo rappresentare le ansie, le preoccupazioni e le paure dei cittadini, soprattutto di Napoli e della Campania. Infatti, lo stato di emergenza non deve mai diventare un alibi per ridurre o addirittura annullare la tutela del diritto alla salute e la tutela dell'ambiente, che hanno una copertura costituzionale che mai può essere derogata ed abrogata.
In una zona da sempre caratterizzata da una fortissima invadenza delle organizzazioni criminali nel ciclo dei rifiuti, che nel corso degli anni hanno letteralmente intossicato i territori della regione Campania, permettere deroghe alle norme di tutela e controllo ambientale è un'azione disastrosa se non criminale, peraltro condotta aggiungendo l'aggravante della decretazione del segreto di Stato, posto ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 aprile 2008, che impedisce agli amministratori locali ed ai cittadini, nonché ai comitati civici, di avere libero accesso incondizionato e di ottenere informazioni sulle discariche da farsi, e in particolare sulla cava di Chiaiano, considerate di interesse nazionale e quindi siti militarizzati.
Secondo pareri scritti da numerosi periti (geologi, tecnici, esperti, cattedratici), le pareti di tufo della cava di Chiaiano non garantiscono la sua tenuta: vi è un rischio reale e verificabile di crollo di enormi volumi di tufo fratturato. L'intervento realizzato per mettere in sicurezza le pareti della cava si è basato su dati palesemente sbagliati circa la discontinuità che determina l'instabilità delle rocce. È già accaduto nel 1999 in una cava lì a fianco: le pareti di cubi di roccia sono crollate, e vi erano condizioni molto simili.
I cittadini che vivono nei numerosi comuni adiacenti di Marano, di Mugnano, di Napoli, nei quartieri di Chiaiano, di Fuorigrotta, di Pianura, continuano a vivere vicino ad una realtà senza poter capire cosa sta succedendo in questo mostro, che rischia di mettere a repentaglio la loro salute e la salute dei loro figli. Ebbene, a tale proposito questi esimi cattedratici - ed è questa la ragione per la quale probabilmente la politica si scontra, perché si scontra con pareri di cattedratici, di tecnici, di professionisti: la politica sta agendo da prepotente col provvedimento in esame, rispetto alla scienza ed alle nozioni tecniche che ci hanno dato esimi tecnici ed esimi professionisti - dicono che i lavori in parete appaiono inadeguati, vi sono forti dubbi sulla loro efficacia e non si riesce a vedere se sul ciglio sia stata effettuata la sistemazione idraulica. Nei loro interventi hanno sottolineato che i lavoratori ed i militari sono esposti a grave rischio per la vita, speciePag. 20con l'approssimarsi della stagione delle piogge, come quella corrente. Hanno mostrato, con le carte alla mano, le fratture che isolano i prismi che potrebbero distaccarsi dalle pareti ed hanno evidenziato che la strada di accesso, negli ultimi 40 metri, è poggiata su una lingua di tufo fratturato, che potrebbe crollare da un momento all'altro sotto il peso degli autoveicoli. Inoltre, non è mai stata fatta alcuna bonifica di base della cava. Ritengono, inoltre, che la caratterizzazione ambientale sia stata eseguita in maniera frettolosa ed inadeguata.
Altrettanto grave appare l'ostinazione di voler continuare su Chiaiano, benché il generale Giannini, che è il vice di Bertolaso, abbia dichiarato alla stampa che ben 10 mila tonnellate di amianto sono contenute in quella cava e altri rifiuti tossici in pacchi di plastica, in pacchi dell'ENEL.
Della vicenda si sono occupati tutti i quotidiani, ma ora nessuno ne parla più. Attraverso le analisi delle foto aeree e satellitari si evidenzia che altri volumi di materiale di natura ignota sono stati accumulati fra il 2000 e il 2006. L'eventuale presenza di materiali inquinanti deve essere accertata: occorre un accertamento ambientale serio, occorre bonificare quei territori.
C'è poi il problema dell'amianto...

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, la prego di concludere. Ci sono altri emendamenti sui quali potrà intervenire.

FRANCESCO BARBATO. Concluderò allora nel prossimo intervento, quando vi parlerò del disastro dell'amianto a Chiaiano, dell'«omicidio di Stato» che si sta preparando per Chiaiano, per Napoli e per la Campania.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole dell'Unione di Centro a questo emendamento, anche perché esso è in linea con quanto dichiarato prima. Abbiamo la necessità di rientrare dall'emergenza ed è doveroso (specialmente a proposito dell'articolo 2, dove si parla di rimozione di rifiuti pericolosi) tenere alta la salvaguardia della tutela della salute e della sicurezza del lavoro. Gli operai e tutti coloro che interverranno per svolgere questa funzione dovranno essere ampiamente tutelati ed è ciò che il nostro voto favorevole mira a rafforzare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 2.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 490
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato
231
Hanno votato
no 259).

Avverto che gli emendamenti Osvaldo Napoli 2.6, 3.3 e 4.5 sono stati ritirati dal presentatore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Piffari 2.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Motta. Ne ha facoltà.

CARMEN MOTTA. Signor Presidente, mi dispiace che il Governo non abbia voluto interloquire sull'emendamento precedente: spero voglia farlo su questo. Noi siamo favorevoli a questa proposta emendativa, che richiama il rispetto dei principi fondamentali in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro; essa, però, chiede anche che ciò avvenga nel rispetto dei principi dell'ordinamento comunitario.
Accogliendo tale proposta si raggiungerebbe un duplice obiettivo: si rimarcherebbePag. 21l'importanza di restare nell'ambito dei principi dell'ordinamento comunitario e, al contempo, si accoglierebbero i principi in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. Capisco la disattenzione dell'Aula su questi temi, ma non vorrei che fra non molto ci trovassimo a discutere (spero proprio di no) di qualche problema che si possa verificare nell'area campana qualora qualche operatore o lavoratore incorresse in un incidente durante l'espletamento delle proprie mansioni.
Voglio richiamare all'Aula il testo di questo articolo 2. Esso cita testualmente: per tutta la durata dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, allo scopo di fronteggiare il fenomeno dell'illecito abbandono dei rifiuti sul territorio della regione Campania, i soggetti pubblici competenti, informando le competenti strutture sanitarie, con le risorse umane, strumentali e finanziarie (ciò vuol dire che ci sono delle persone che lavorano) disponibili allo scopo a legislazione vigente, dispongono (quindi intervengono) la rimozione ed il trasporto di cumuli di rifiuti, anche pericolosi, presenti su aree pubbliche o private da parte di soggetti in possesso dei necessari titoli abilitativi, anche in deroga alle procedure vigenti, ivi comprese quelle sul prelievo ed il trasporto dei rifiuti pericolosi.
Voglio richiamare l'Aula sul fatto che stiamo parlando di rifiuti pericolosi, di interventi che richiedono sicuramente un'alta professionalità, nonché di deroghe. Non capisco quindi perché, su questo piano, non possa esservi l'accoglimento di un emendamento che io ritengo di buon senso. Esso, infatti, prevede sostanzialmente che si operi, si affronti l'emergenza e si faccia tutto quello che c'è da fare, con l'ausilio delle istituzioni preposte e competenti, ma senza derogare alla tutela della salute, visto che questi interventi vengono fatti per la tutela della salute pubblica e nel rispetto della sicurezza del lavoro e dell'ordinamento comunitario. Ribadisco che si tratta di un emendamento che non aggrava il testo, non induce particolari appesantimenti sulla norma e che non introduce né prevede nuovi costi. Non capisco pertanto perché non si possa accogliere. Spero che l'Aula possa, da questo punto di vista, essere sensibile. Si tratta di un emendamento che raccoglie le indicazioni già contenute nel precedente decreto-legge. Non si capisce quindi perché quanto è stato accolto nel precedente decreto-legge sull'emergenza rifiuti in Campania non possa essere confermato anche in questo. Ribadisco l'appello all'Aula ed in particolare al Governo, affinché con esso si possa interloquire e, se non altro, ci dica perché l'emendamento non possa essere accolto.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

CARMEN MOTTA. Ribadiamo che ovviamente esprimeremo, come gruppo del Partito Democratico, voto favorevole, convinti che non si tratti solo si un emendamento di buonsenso, ma che esso colga un'esigenza assolutamente fondamentale. Infatti, tutti i giorni, nei territori e anche in quest'Aula e nelle Commissioni, ribadiamo che la tutela della salute e della sicurezza del lavoro devono essere questioni assolutamente prioritarie. Quando poi veniamo alla prova dei fatti dobbiamo dimostrarlo con il voto. Spero l'Aula lo dimostri nel votare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, ritorno sul problema dell'amianto a Chiaiano. Solitamente si dice che il diavolo fa le pentole ma molte volte si dimentica di fare i coperchi. Se, infatti, andiamo a visionare un video girato a Chiaiano - infatti, è stato realizzato un video sui crimini che si stanno realizzando nella cava di Chiaiano -, ci sono immagini nelle quali viene evidenziato come non venga tutelata la vita di cittadini, lavoratori e operai e anzi, vengano condannati a mortePag. 22i lavoratori che stanno camminando sull'amianto nella discarica di Chiaiano.
Viene mostrato chiaramente che il materiale portato alla luce a Chiaiano, viene asportato dalla collinetta perché mano a mano diventano sempre più evidenti le grandi chiazze celesti dell'amianto e dei sacchi celesti di cui parla il generale Giannini. Costui, su un articolo di Repubblica del 3 novembre 2008, ha dichiarato che sono state scoperte, in quei territori, 10 mila tonnellate di amianto, in sacchi dell'ENEL. Giannini era il vice di Bertolaso. Ebbene, è quindi evidente che c'è stata una movimentazione di materiale speciale e tossico in vasche appositamente scavate, ben prima di avviare una qualsiasi bonifica nelle condizioni di sicurezza previste dalla legge. Le vasche stesse vengono poi ricoperte con un manto erboso, come se quel trasferimento non dovesse essere provvisorio ma definitivo. Sul fondo della cava, a lato della vasca, in più fasi del filmato, si vedono cumuli ricoperti di teli neri: dovrebbero corrispondere a cumuli di terreno del fondo cava. Era quel terreno inquinato da piombo, da cadmio e da antimonio, che dovevano essere rimossi, onorevoli colleghi! Al minuto 27 e 50 secondi del filmato, si vede come il materiale, da sotto questi teli, viene rimosso con una pala meccanica, senza alcuna protezione per i lavoratori. Pensate a queste cose!
Abbiamo osservato dei minuti di raccoglimento per le vittime sul lavoro ed invece a Chiaiano, onorevoli colleghi, stanno ammazzando dei cittadini, dei lavoratori, degli operai che si trovano in quella località, oltre a tutta la gente che abita lì intorno (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

ANTONINO LO PRESTI. Basta! Sei penoso!

FRANCESCO BARBATO. In Italia è proibita l'estrazione, l'importazione e la lavorazione dell'amianto, ma tale legge non viene rispettata, ecco perché probabilmente vogliono convertire in legge il decreto legge n. 172 del 2008, oggi al nostro esame: perché si vogliono derogare le regole che consentono di vivere, che consentono di tutelare l'ambiente, le regole che consentono di tutelare la salute dei cittadini! Ecco perché si sta prevedendo tutto questo, questa rimozione, questo deposito in discariche speciali! Anche perché, molto candidamente, sempre il generale Giannini - il vice di Guido Bertolaso - in quella famosa intervista affermava che con l'approvazione del nuovo testo di legge si potrà, ad esempio, trasferire tutto insieme - amianto e materiali ingombranti - e portare tutto in unico sito.
Questa è la logica che si sta portando avanti con questo decreto-legge oggi in corso di approvazione! Si vogliono abrogare tutte le norme dimenticando che quell'amianto che era lì a Chiaiano era amianto in fibre, che si trova nell'aria, che viene movimentato, che viene respirato!
Sapete tutti che l'amianto ha mietuto e mieterà decine di migliaia di vite umane; le stime dell'Ispesl parlano di oltre 15 mila morti per l'amianto, solo per il mesotelioma pleurico, nei prossimi 15 anni! Se si aggiungono i gravi casi di cancro al polmone, altrettanto forte, si arriva a numeri davvero drammatici!

PRESIDENTE. La prego di concludere.

FRANCESCO BARBATO. Dunque, il rinvenimento di materiale inquinante di tale portata e gravità presuppone un vero e proprio piano di bonifica! È a questo che deve pensare il Commissario Bertolaso, perché oltre ad essere commissario per l'emergenza rifiuti è anche commissario per la bonifica. Allo stato, risulta indispensabile un'analisi dei terreni del sottosuolo e delle falde acquifere sottostanti, allo scopo di verificare l'entità delle infiltrazioni.
Per correttezza concludo e continuerò successivamente, per essere rispettoso della Presidenza e dell'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 23
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 2.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato
231
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che il deputato Marinello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Ricordo che l'emendamento Osvaldo Napoli 2.6 è stato ritirato.
Passiamo all'emendamento Zamparutti 2.8.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, ritiro il mio emendamento 2.8 perché in Commissione ambiente ne avevamo concordato, con il sottosegretario, l'accoglimento del contenuto se trasfuso in un ordine del giorno, con l'impegno ad adottare su questo tema un'ordinanza perché siano trattenuti gli imballaggi alla fonte.

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo, onorevole Barbato?

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare sull'emendamento Zamparutti 2.8

PRESIDENTE. L'emendamento è stato ritirato, quindi non può intervenire.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Piffari 2.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, voteremo a favore di questo emendamento predisposto dai colleghi del gruppo Italia dei Valori. La proposta emendativa al nostro esame prevede, infatti, l'adozione di un sistema di monitoraggio permanente delle acque di falda delle aree interessate e comunque delle acque potabili.
Riteniamo che qualsiasi misura che vada nella direzione di garantire un monitoraggio più costante - e, come specificato in questo emendamento, anche la possibilità, per i cittadini, di accesso ai dati che il monitoraggio riesce a riscontrare -, qualsiasi sistema di questo tipo, dicevo, va assolutamente incentivato. Infatti, certamente uno dei motivi per cui, alcune volte, anche in modo inaccettabile, gli stessi cittadini campani si oppongono alla realizzazione di impianti di qualsiasi tipo è la non certezza che sia possibile, poi, monitorare e controllare quel che accade in questi impianti e quel che essi determinano sulle diverse componenti ambientali impattate.
Dunque, occorre garantire ai cittadini la possibilità di un controllo ex post delle principali componenti ambientali che vengono ad essere interessate dalla realizzazione di impianti di discariche o di termovalorizzazione. Si tratta, certamente, di una di quelle misure che può rendere più sereno e più costruttivo il clima e, allo stesso tempo, può servire a rendere più facile e più concreta la realizzazione di tutto quel complesso sistema di impianti necessari a chiudere il ciclo integrato dei rifiuti.
Tra le varie componenti ambientali che possono essere impattate dalla realizzazione di questo tipo di impianti certamente vi è quella delle acque, tanto quelle di falda quanto quelle superficiali. Pertanto, la possibilità di prevedere un sistema efficace, efficiente, costante e di facile accesso ai cittadini di monitoraggio e controllo di questi parametri e di queste componenti ambientali è certamente, a mio parere, un suggerimento intelligente che viene da parte dei colleghi dell'Italia dei Valori.Pag. 24
Per questi motivi, noi del Partito Democratico esprimeremo voto favorevole e sosterremo l'emendamento in esame. Chiediamo, inoltre, al relatore e al Governo di rivedere la propria posizione perché si tratta di uno di quei piccoli passi in avanti per cercare di sminare il terreno da tensioni che non nuocciono, complessivamente, alla soluzione dell'emergenza dei rifiuti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, voglio associare la voce dell'Unione di Centro per chiedere al Governo di rivedere la posizione sull'emendamento in esame. Ci sembra una proposta emendativa di grande buon senso, con cui continuiamo a costruire la soluzione del problema rifiuti in Campania. Abbiamo fatto tanto insieme, abbiamo sostenuto tante iniziative e credo che un emendamento finalizzato ad un sistema di monitoraggio delle acque - che sono anche ad uso potabile - nelle zone in cui insiste - a detta non dell'opposizione, ma di tutti e soprattutto del Governo e della maggioranza - un disastro ambientale di tale portata, ci sembra una cosa minimale.
Mi appello al relatore e al Governo perché in questo modo possiamo dare un segnale forte e importante ai cittadini della Campania, ai cittadini onesti che hanno subito questo dramma. È giunto il momento di dare il segnale che la politica - in quest'Aula - si occupa di loro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo per invitare il Governo a riflettere sull'emendamento in esame. Ricordo che oggi stiamo affrontando una questione che ha sollevato un'emergenza anche di natura economica in Campania. Ho sentito che altri colleghi, anche della maggioranza, prima tratteggiavano l'immagine, dal punto di vista del turismo, mondiale della Campania e dell'Italia.
Ricordiamo che abbiamo approvato con il precedente decreto-legge, il n. 90 del 2008, la deroga in termini di rilascio dell'acqua nelle falde (quella che esce dai depuratori) con un aumento dei parametri pari al 50 per cento. Siamo a conoscenza del danno all'immagine e all'economia che ha subito la Campania quando si è verificato lo scandalo delle mozzarelle inquinate e bloccate in alcuni Stati esteri. Pertanto, credo che cercare di monitorare e tranquillizzare non solo i cittadini campani ma anche quelli che godono dei benefici del lavoro che svolgono i cittadini campani sarebbe opportuno. Non si tratta di una misura che va contro l'emergenza sui rifiuti, ma piuttosto di una misura volta a garantire il resto dell'economia che il sistema campano deve, comunque, avere la certezza che venga mantenuto.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la questione del mancato accoglimento di questo emendamento è molto semplice. Ricordo che i controlli già ci dovrebbero essere e dovrebbero essere stati attuati in queste settimane, in questi mesi e nel corso degli ultimi anni dall'ARPA della regione Campania e dalle ASL competenti per territorio. Non è necessario che in ogni legge venga inserito un nuovo monitoraggio, un nuovo organismo o un nuovo ente per il rispetto delle leggi vigenti, in quanto vi sono enti che dovrebbero svolgere i controlli non da oggi, non da domani, ma già da diversi anni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA. Signor Presidente, nel prendere atto della posizione del relatorePag. 25mi permetto, comunque, di sollecitare una maggiore attenzione per lo meno da parte del Governo. Con questo emendamento, che abbiamo condiviso in Commissione e anche in Aula, non si propone di istituire nessun organismo nuovo che si debba occupare di una funzione che (condividiamo) dovrebbe già essere svolta e garantita.
Credo che, invece, un'attenzione in questo senso sia opportuna non soltanto nei confronti dei cittadini (nel senso di dare adeguate garanzie di un livello di attenzione costante che va anche al di là della gestione dell'emergenza più stringente), ma soprattutto perché nella seconda parte dell'emendamento si richiama l'opportunità di rendere disponibili ai cittadini i dati di questo monitoraggio.
Crediamo che anche attraverso misure di questo tipo passi la costituzione di un atteggiamento differente anche da parte della popolazione rispetto alla possibilità di insediare sul proprio territorio impianti rispetto ai quali c'è una sorta di resistenza a priori. Proprio perché non vogliamo sostenere questa posizione di contrarietà ideologica crediamo che un intervento e una posizione favorevole di questo tipo possa essere utile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo per sostenere la tesi che ha già sostenuto il nostro capogruppo in Commissione, onorevole Libè. Interverrò su un altro emendamento per dire la mia opinione sul terzo decreto-legge presentato dall'inizio della legislatura sulla medesima emergenza. Infatti, si nominano i commissari e si spendono soldi da dieci anni, è la prima volta che in sei mesi si emanano tre decreti-legge e il relatore nel suo intervento ha detto che il parere contrario sull'emendamento Piffari 2.9 è dovuto al fatto che le ARPA dovrebbero già fare i controlli.
Dopo otto mesi, mentre esaminiamo il terzo decreto-legge sulla materia non sappiamo ancora se le ARPA fanno questo controllo oppure no? Francamente non so di cosa si stia parlando. Almeno, la terza volta che si presenta un decreto-legge sia quella conclusiva, non una delle tante «puntate» che ancora ci attendono.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere convintamente questo emendamento per una ragione semplicissima. Infatti, monitorare le falde acquifere ritengo sia un atto di grande responsabilità e di grande saggezza in un periodo (ormai molto lungo) in cui purtroppo le piogge diminuiscono in alcune aree del Paese del 15-20 per cento annuo ed in altre anche con punte del 40 per cento.
Ritengo che monitorare le acque per usi potabili sia assai interessante e importante. Per tale ragione sottoscrivo l'emendamento Piffari 2.9 con la speranza che la maggioranza possa approvarlo con il parere favorevole del suo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo anch'io per aggiungere la mia firma a questo emendamento. Già mi è parso strano che alcuni precedenti emendamenti, che riguardavano la sicurezza sul lavoro e la tutela della salute, non fossero stati presi nella considerazione dovuta e mi riconosco nelle parole della collega Motta. Anche in questo caso credo che, al di là dell'intervento del relatore, chiedere un sistema di monitoraggio permanente in una situazione e in una zona di difficoltà, piena di problemi, non scavalchi, per così dire, il già esistente.
Da tempo siamo sommersi da decreti-legge che contengono di tutto e di più e che modificano di tutto e di più. Qui siPag. 26chiede solo un monitoraggio permanente per la salute dei cittadini rispetto al bene più caro, ossia l'acqua potabile. Non accettare questo significa veramente essere prevenuti rispetto a tutte le proposte che vengono da altre parti che non siano la maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, prendo la parola perché non capisco i motivi per cui questo emendamento non sia accolto da parte della maggioranza, del relatore e del Governo. Di per se stesso il monitoraggio non è una politica; noi stiamo cercando di capire quale debba essere la politica delle acque nel nostro Paese.
Ho preso la parola anche per riferirmi ad una vicenda particolare, quella di Crotone, dove è successa una tragedia ecologica, con rifiuti tossici distribuiti sul territorio e dove si è anche costruito su quei rifiuti tossici, e dove ovviamente manca un monitoraggio delle acque e delle falde acquifere. Questo è un dato che abbiamo rilevato nel dibattito in Aula anche con il sottosegretario Menia. Perciò aver richiesto un monitoraggio significa preannunciare una politica molto più rigorosa e articolata e un'assunzione di responsabilità diversa da parte della maggioranza, del Governo e di tutto il Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non intendo contrastare le sottili e fini considerazioni del relatore, che d'altra parte anche ieri ci aveva spiegato che su questo provvedimento era maturato un accordo ed erano state accolte molte proposte dell'opposizione, come si è visto. Vorrei però rivolgermi al Governo, in particolare al Ministro Vito, che oltre ad essere Ministro per i rapporti con il Parlamento è anche interessato per la materia, visto che è di origine napoletana.
Il problema non è semplicemente il monitoraggio, qui si dice qualcosa in più. D'altra parte la materia è ampiamente regolata e se si fa un decreto-legge su questa materia, onorevole Ghiglia, con il presupposto della necessità ed urgenza, evidentemente qualcosa che non funziona c'è. Quello che si chiede con questo emendamento, al di là del monitoraggio, è di fare in modo che accada quello che non accade, e che forse un pochino vi crea dei problemi.
Mi appello alla saggezza del Governo: visto che il monitoraggio già si fa, e quindi - ripeto - non costa nulla, si chiede qualcosa in più e cioè di rendere noto ai cittadini qual è l'esito di questo monitoraggio. Non mi sembra, a proposito di dialogo e di ragionevolezza delle proposte, una cosa con cui si scardini l'impianto del decreto. Forse un po' di saggezza potrebbe portare ad accorciare i tempi e ad accogliere una proposta che mi sembra assolutamente ragionevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, esprimo un invito al relatore e al Governo. Quello che ha detto il relatore è cosa vera: queste cose già esistono, sono oggetto delle competenze delle ASL e degli organismi competenti; però al tempo stesso operiamo in una situazione in cui queste attività non sono garantite, altrimenti non avrebbe senso continuare a fare decreti su decreti.
Posso capire che il concetto di monitoraggio permanente sia un po' forte. Propongo al relatore, se è d'accordo, di accantonare l'emendamento in modo tale da proporre una riformulazione che dia trasparenza allo stato delle acque, perlomeno fino a quando dura il commissariamento. Visto che lo si fa su altre questioni, se sono d'accordo anche i presentatori dell'emendamento - io peraltro lo sottoscrivo - si può fare una riformulazione chePag. 27preveda di accompagnare il commissariamento con un'azione di trasparenza nei confronti dei cittadini sullo stato delle acque nella Campania. Ciò aiuterebbe. Lo facciamo sul riciclaggio, lo facciamo su tanti settori, potrebbe essere fatto anche su questo.

PRESIDENTE. Il relatore?

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Signor Presidente, possiamo anche accantonarlo; vedremo se la riformulazione sarà consona allo spirito del decreto-legge.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore, onorevole Piffari, è disponibile alla riformulazione.
Il Governo mi sembra altrettanto disponibile.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, c'è disponibilità piena. Volevo solamente far notare che in effetti il testo dell'emendamento contiene due principi. Uno, condivisibilissimo, è quello di far conoscere ai cittadini nel minor tempo possibile tutte le informazioni utili; ciò, tra l'altro, non ha costi. Invece, l'impiantare un sistema di monitoraggio che diventa supplementare e diverso rispetto a quelli attualmente vigenti a norma di legge diventa un fatto diverso.
Quindi, se si arriva ad una riformulazione che accede all'attuazione del primo principio mentre l'altro è contenuto anche in termini di costi e di previsione di eventuali differenti forme di monitoraggio, il Governo è più che d'accordo.

PRESIDENTE. Avverto che, non essendovi obiezioni, l'esame dell'emendamento Piffari 2.9 deve intendersi accantonato.
Ho l'obbligo di ricordare comunque che su questo emendamento vi è anche il parere contrario della Commissione bilancio che, ovviamente, nella riformulazione dovrà essere tenuto in conto.

Nel sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (17,35).

PRESIDENTE. Desidero dare lettura della lettera che il Capo dello Stato ha inviato al Presidente della Camera in occasione del sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, che ricorre oggi:
«In occasione della ricorrenza del sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, desidero unirmi a quanti sono impegnati, in Italia e nel mondo, per affermare e garantire il primato della persona e della sua dignità su basi di libertà e di uguaglianza. In tale azione, trovo ispirazione nei principi sanciti dalla nostra Carta costituzionale, di cui abbiamo celebrato quest'anno i sessant'anni di vita, e che vengono riaffermati nella Convenzione europea dei diritti dell'uomo e nei Trattati istitutivi dell'Unione europea.
La Dichiarazione del 1948 ha affermato il valore essenziale della dignità umana, ovunque nel mondo, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione, cittadinanza o stato sociale. Adottando quel documento, la comunità internazionale ha riconosciuto che il primato dei diritti della persona è condizione basilare per realizzare concretamente la pace, la libertà e la giustizia fra i popoli.
I principi sanciti nella Dichiarazione sono stati progressivamente oggetto di numerose convenzioni internazionali che hanno dato vita ad un vasto patrimonio normativo. Tale processo evolutivo, particolarmente rilevante e fecondo in ambito europeo, ha rafforzato la consapevolezza della responsabilità internazionale per la tutela dei diritti umani e della necessità di prevedere adeguati sistemi di verifica da parte degli Stati.
Ciò nonostante, dobbiamo purtroppo constatare il profondo divario che ancoraPag. 28oggi separa le enunciazioni dei diritti dal loro effettivo esercizio. Mentre in tante parti del mondo antiche violazioni non sono scomparse, la tutela dei diritti deve infatti affrontare nuove minacce legate al terrorismo, alla tutela dell'ambiente ed ai cambiamenti climatici, alle lesioni della privacy, all'impatto delle crisi economiche sulle condizioni di vita dei singoli e delle collettività.
La doverosa constatazione dell'insufficienza degli sforzi sinora compiuti impone un rinnovato e più forte impegno da parte delle istituzioni, delle associazioni e dei singoli per prevenire ogni ingiustificata violazione dei diritti e garantirne la loro tutela. Il Parlamento può dare certamente un impulso cruciale in tale direzione.
Mi auguro, infine, che la celebrazione odierna contribuisca ad avvicinare sempre più i nostri giovani al contenuto della Dichiarazione, aiutandoli a coltivare il senso profondo di una fratellanza basata sui principi e i valori universali, che essi dovranno saper condividere, trasmettere e difendere ovunque mondo. Giorgio Napolitano» (Generali applausi).

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1875-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Libè 2.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 17,40)

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, noi voteremo a favore dell'emendamento soppressivo del comma 4 proposto dal collega Libè, anche se nella Commissione sono stati introdotti dei miglioramenti significativi. Voglio spiegare ai colleghi in due minuti di cosa si tratta. Con il comma 4 nella sostanza si apre la possibilità per la regione Campania di avere un quinto impianto di termovalorizzazione.
In realtà, la formulazione del comma lascia pensare che possa trattarsi anche di un impianto di gassificazione o di trattamento dei rifiuti che arriva alla termocombustione in maniera diversa. Nella formulazione aggiunta dalla Commissione si responsabilizza il commissariato, perché si parla di una motivata verifica dell'effettiva esigenza legata alla gestione del ciclo dei rifiuti. Qual è il problema? È chiaro che in Campania cinque impianti sono troppi. Se si fa bene la raccolta differenziata - in questo provvedimento ci sono misure molto drastiche, incluso il commissariamento dei comuni che non la effettuano adeguatamente - gli impianti sono più che sufficienti, sovrabbondanti rispetto alle esigenze della regione Campania.
Nelle pance di questo provvedimento ci sono incentivi per la termovalorizzazione veramente eccessivi. Avremo modo di parlarne in seguito, ma in questo provvedimento - lo dico fin da ora ai colleghi - ci sono incentivi per la realizzazione di una serie di termovalorizzatori, con il vecchio provvedimento del CIP6, che, se è vero che non comportano ulteriori oneri a carico dello Stato, come previsto anche in questa parte del provvedimento, in realtà comportano significativi oneri a carico dei cittadini, perché mettono in palio una spesa di circa 2 miliardi di euro - per capirci, il doppio di quella prevista per la social card per l'anno prossimo - per la realizzazione di una serie di impianti di termovalorizzazione, prevalentemente collocati nella regione Sicilia. È chiaro che in Campania cinque impianti sono troppi.
Il collega Libè tende a sopprimere questa parte del provvedimento per dare questo segnale. Noi ci aspettiamo dal commissariato una relazione chiara, che ci faccia capire come questi impianti si collochino nella risoluzione delle emergenze e, soprattutto, in una corretta politica dei rifiuti, che richiede un rilancio molto forte della raccolta differenziata, che in tante parti di quella regione è molto indietro.Pag. 29
Per questo motivo, il nostro voto favorevole all'emendamento in esame va interpretato come una responsabilizzazione del commissariato nella definizione dell'effettivo bisogno di impianti della regione Campania.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, ho presentato questo emendamento perché in Commissione ho chiesto varie volte al rappresentante del Governo - alcune volte è stato presente il sottosegretario Bertolaso - di spiegare le motivazioni per cui si prevedeva il quinto impianto. Il testo di questo comma è stato modificato in senso sicuramente migliorativo, ma resta mancante la parte prioritaria. Io sono anche disponibile a ritirare l'emendamento, ma rimangono le condizioni che abbiamo sempre posto: sapere quanti sono i rifiuti da bruciare in Campania e se il quinto impianto (qualcuno dice non si sa cosa sia) serva, ottenere un impegno a non smaltire in quell'impianto nemmeno un chilogrammo di rifiuti provenienti da altre regioni.
Il Governo è stato totalmente sordo a queste domande. Questo impianto serve o con l'emergenza cerchiamo di fare - passatemi il termine - un po' di business, «piantando» termovalorizzatori? Signor sottosegretario, apprezzo la buona fede, ma a noi la risposta formale non è mai stata fornita. Se non ci dite quanti sono i rifiuti da bruciare, quale sarà la portata degli altri impianti, quanto rimarrà fuori e per quanti anni questi dovranno essere utilizzati, non possiamo che mantenere questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Iannuzzi. Ne ha facoltà.

TINO IANNUZZI. Signor Presidente, intervengo per sottolineare come in Commissione abbiamo voluto porre con il nostro emendamento una questione precisa: il numero degli impianti di termovalorizzazione in Campania deve essere legato solo ed esclusivamente alle effettive esigenze di gestione del ciclo dei rifiuti nella regione Campania e non può mutare o crescere, di volta in volta, quando viene a Napoli e in Campania il Presidente del Consiglio. Nella seduta del 18 novembre nella Commissione, abbiamo anche chiesto e ottenuto dal sottosegretario Bertolaso una dichiarazione di volontà precisa, ossia che gli impianti sicuramente necessari per la termovalorizzazione in Campania sono quelli di Acerra, Salerno e Napoli. Ogni altro impianto deve essere commisurato solo e unicamente all'effettivo raggiungimento dell'obiettivo dell'autosufficienza della regione Campania per lo smaltimento del suo ciclo di rifiuti.
Ecco perché riteniamo che la riduzione razionale e assolutamente oggettiva del numero degli impianti di termovalorizzazione sia in linea con l'interesse generale delle comunità campane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, non so se cinque impianti di termovalorizzazione in Campania siano troppi o meno. Credo che possano essere troppi, ma non lo sa neanche il sottosegretario di Stato, perché la formulazione dell'attuale emendamento afferma che si consente di fare un quinto impianto a condizione che il sottosegretario ne verifichi la necessità.
A questo punto non si capisce a cosa serva questo emendamento, se non, credo, a dire e a farci dire che, effettivamente, il quinto impianto in Campania sarebbe troppo per le tasche dei cittadini italiani, degli utenti e dei consumatori, perché bisogna sapere che ogni impianto viene incentivato con la tariffa e con le modalità CIP6 ed esso grava esclusivamente sulle tasche degli utenti, famiglie e imprese di tutta Italia.Pag. 30
È chiaro, quindi, che un comma di un articolo siffatto - lo dico anche a molti amici della maggioranza - comporta non già un aggravio per le casse dello Stato, ma, dentro la crisi economica che le famiglie vivono, un ulteriore aggravio per quanto riguarda i bilanci familiari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, per chi non conosce i numeri, vorrei semplicemente ricordarvi che il solo termovalorizzatore di Acerra, in un anno, riesce a smaltire circa 800 mila tonnellate di rifiuti. Oltre al termovalorizzatore di Acerra, c'è quello di Santa Maria La Fossa; siamo arrivati a due, poi a tre, poi a quattro, poi a cinque.
Per la Campania già i primi due termovalorizzatori, con una raccolta differenziata, fatta, sarebbero stati più che sufficienti, se si vogliono affrontare i problemi in modo serio. Se, invece, la Campania deve diventare il «munnezzaio» d'Italia, ditecelo! A che serve questo quinto termovalorizzatore? Non solo è uno spreco, come diceva il collega che mi ha preceduto, ma è anche una mortificazione per questa regione, che sta pagando per le colpe degli altri. Probabilmente, capisco perché ci sia questa «luna di miele» tra Bassolino e Berlusconi: si basa su queste operazioni di affari che si vogliono fare in Campania, perché, probabilmente, nelle altre regioni li prenderebbero a calci nel sedere, se facessero operazioni di questo tipo (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà); invece, qui ce le propongono proprio in Campania. Questo quinto termovalorizzatore è solo un'offesa alla Campania, alla nostra regione!

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Signor Presidente, intervengo per sottolineare ancora una volta, anche all'onorevole Giachetti, che ha avuto la squisita bontà di definire «fini» le mie considerazioni di prima, che anche la riformulazione di questo emendamento deriva da un lavoro di Commissione che ha coinvolto tutti i colleghi. A noi, personalmente, la formulazione in esame, quella proposta nel testo, sembra abbastanza chiara: non viene detto che si farà, come in un primo tempo era scritto, ma si dispone la previa motivata verifica di un'effettiva esigenza legata alla gestione del ciclo dei rifiuti. Inoltre, si prevede di sentire gli enti locali competenti.
Sinceramente, non comprendo tutto questo allarme preventivo rispetto ad una realizzazione che è eventuale e che sarà legata ad una necessità effettiva, dopo avere sentito gli enti locali interessati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, mi corre l'obbligo di approfittare del minuto a disposizione per dichiarazione di voto a titolo personale per spiegare a lei e, tramite lei, al collega Ghiglia che non avevo intenzione di svolgere alcun tipo di valutazione umoristica al riguardo. Dicevo che si trattava di una fine interpretazione, tant'è che gli ho spiegato che, se si fa un decreto per intervenire in una materia, è perché, evidentemente, si regola qualcosa che non è sufficientemente regolato o controllato, ma non c'era nessun intento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, prendo la parola solo per precisare che di fatto, dal punto di vista tecnico-operativo, l'individuazione con il decreto-legge n. 90 del 2008 dei quattro siti dove realizzare gli inceneritori creava una prospettiva sufficiente. Credo che il Governo qui ci chieda una «ruota diPag. 31scorta»! Però, proprio per la valutazione del territorio, per l'impatto che gli inceneritori producono, non dobbiamo approfittare troppo dell'uso di decreti-legge per trovare una soluzione all'emergenza rifiuti in Campania. È vero che si dice «sentiti gli enti locali», però ricordiamoci i poteri che in questo momento il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Bertolaso, ha; quindi, di fatto, li può sentire e li può anche successivamente sciogliere, in base a quello che si dispone con l'articolo 3. Occorre, quindi, sempre muoversi con cautela.

PRESIDENTE. Deve concludere.

SERGIO MICHELE PIFFARI. È vero che il testo è stato modificato, e quindi bisogna effettuare la motivata verifica; però in questo momento stiamo creando una «ruota di scorta» a un qualcosa che è già stato pianificato, e quindi sufficientemente valutato per la quantità di rifiuti prodotti in Campania.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Libè 2.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 482
Astenuti 2
Maggioranza 242
Hanno votato
221
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Vassallo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Stradella 2.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Stradella. Ne ha facoltà.

FRANCO STRADELLA. Signor Presidente, vorrei chiedere al Governo e al relatore di riflettere e, quindi, di rivedere il parere contrario espresso sull'emendamento in esame, che ha come obiettivo la sola semplificazione e accelerazione della procedura per l'utilizzo di combustibile da rifiuti per co-combustione, cioè negli stabilimenti di produzione del cemento. Ha carattere straordinario, locale e temporaneo, e quindi non va ad incidere sulle procedure normali; è volto a rimettere alle decisioni di un organo amministrativo centrale la possibilità di derogare o meno dalla procedura di verifica di assoggettabilità; mantiene la previsione di un controllo dell'autorizzazione amministrativa: in sostanza, visto il carattere eccezionale del situazione campana, consente lo snellimento della procedura senza prevedere alcuna eliminazione di procedura.
La responsabilità non viene attribuita ad un'organizzazione segreta o alla «banda Bassotti», ma viene attribuita al commissario straordinario per i rifiuti in Campania. La normativa comunitaria non è in contrasto con l'emendamento, in quanto essa non menziona lo strumento della verifica di assoggettabilità, limitandosi a subordinare lo smaltimento dei rifiuti negli impianti di produzione all'autorizzazione da parte di un'autorità competente. Non presenta profili anticoncorrenziali, in quanto è aperta a tutti i centri di produzione di cemento, perché di questo si tratta. Ridurrebbe la necessità di smaltimento di rifiuti di circa 35 mila tonnellate l'anno, con una semplice modifica della procedura e con tutte le garanzie tecniche sulla combustione di combustibile che abbia le caratteristiche stabilite dalle norme.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 32

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Come sa l'onorevole Stradella, apprezzo le motivazioni che sono all'origine della presentazione dell'emendamento in esame. Ciò che però ci aveva indotto ad esprimere parere contrario sono le ultime righe, quelle cioè relative alla possibilità di derogare alle procedure di verifica di assoggettabilità. Motivo per il quale posso al massimo rivolgermi all'Aula per un voto libero, ma senza variare l'impostazione che originariamente avevamo dato, e che era concordata con il relatore. Mi rimetto, quindi, all'Assemblea.

PRESIDENTE. Il relatore? Si rimette all'Assemblea?

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Va bene, Presidente.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, capisco che il Governo possa rimettersi all'Assemblea, ma qui c'è una questione che non riguarda ovviamente solo la Campania, bensì la condizione particolare di un settore che è sottoposto ad un'iniziativa governativa assurda e che rischierebbe di essere ulteriormente compromesso.
Penso ad alcuni settori come quelli che usano energia e che sono, per così dire, molto «energivori» (i cementifici o le acciaierie), che, nella condizione particolare, sono stati tagliati nelle disponibilità di interrompibilità da un'iniziativa decretizia del Governo, mentre contemporaneamente un componente della maggioranza, in questa sede, annuncia che al posto dell'uso del carbone o al posto di alcuni incentivi gli farà bruciare un po' di rifiuti tal quali della Campania.
Credo che il Governo dovrebbe essere conseguente e non rimettersi all'Assemblea, ma dichiarare che su un emendamento di questo tipo vota contro, mentre sull'iniziativa di rottura della tradizione di interrompibilità, che è la migliore legge europea che funziona per le aziende «energivore», dovrebbe compiere un passo indietro sul decreto-legge e cambiare quella norma.
Questo dovrebbe dire al Paese un Governo serio in una situazione di crisi economica come quella attuale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Riepilogando e per chiarezza, il Governo si rimette all'Assemblea sull'emendamento Stradella 2.30. Qual è il parere della Commissione?

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Signor Presidente, il parere rimane quello originariamente espresso dalla Commissione, e cioè parere contrario.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Stradella 2.30, non accettato dalla Commissione, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 447
Astenuti 41
Maggioranza 224
Hanno votato
182
Hanno votato
no 265).

Prendo atto che il deputato Cassinelli ha segnalato di aver espresso erroneamente voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole. Prendo, altresì, atto che il deputato Graziano haPag. 33segnalato di aver espresso erroneamente voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Piffari 2.17.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA. Signor Presidente, intervengo per illustrare l'emendamento Piffari 2.17 e per annunziare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico. Si tratta di un emendamento che, in qualche modo, si ricollega anche a diversi ragionamenti che abbiamo svolto in precedenza.
In particolare, con questa proposta presentata dai colleghi dell'Italia dei Valori si chiede che il sottosegretario relazioni con una certa costanza e sistematicità il Parlamento rispetto ad una serie di misure introdotte dall'articolo 11 del precedente decreto-legge n. 90 del maggio 2008 sulla gestione dei rifiuti in Campania (in particolare, quello relativo all'incentivazione delle misure di raccolta differenziata che aveva stabilito obiettivi minimi da raggiungere entro tempi determinati e sostegno alle misure di diffusione).
Crediamo che - attraverso questo strumento ed una maggiore attenzione anche nei riguardi del Parlamento, che è poi chiamato ad assumere una serie di decisioni (così come ci ritroviamo a fare in questa occasione) per affrontare un problema reale, quello della gestione dei rifiuti nella regione Campania - sia possibile creare le condizioni affinché tali decisioni vengano assunte in una situazione di maggiore tranquillità e corrispondenza al reale andamento delle azioni già intraprese nei mesi scorsi.
Riteniamo che ciò possa in qualche modo completare i passi in avanti cui già faceva riferimento l'onorevole Realacci nell'intervento precedente sull'articolo 4, rispetto al quale avevamo chiesto che vi fosse una maggiore attenzione, nonché un'adesione all'evolversi della situazione in Campania, con riferimento alla necessità di adottare ulteriori iniziative in questo senso. Per tali motivi, preannunzio il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, è molto grave che oggi in Aula non sia presente il sottosegretario Bertolaso nel mentre stiamo trattando di un provvedimento che riguarda l'emergenza rifiuti in Campania, ossia quell'emergenza rifiuti che proprio lui personalmente sta trattando.
Spero che non sia diventato latitante, perché, per la verità, il 20 novembre del 2008, insieme allo Stato, ai sindaci di Marano e di Mugnano, al presidente della commissione ambiente del comune di Napoli, dell'amministrazione provinciale di Napoli e dell'VIII municipalità siamo stati in procura della Repubblica, Presidente Leone.
Sono stato, signor Presidente Leone, alla procura della Repubblica non per autodenunziarmi, ma per parlare con il procuratore, Lepore, e con il procuratore antimafia, Roberti. Volevamo capire, conoscere, soprattutto mettere in evidenza, quanto di grave stava capitando in Campania, in particolare nella cava di Chiaiano.
Tre giorni fa siamo stati costretti a presentare una denuncia contro il commissario, sottosegretario Bertolaso. Nonostante quello che sta succedendo nella cava di Chiaiano - altro che venire ogni due mesi! - il sottosegretario Bertolaso non viene neanche qui in Aula mentre stiamo discutendo di un provvedimento che dovrà mettere in atto, immaginate se verrà tra due mesi.
Già adesso, nella cava di Chiaiano stanno movimentando l'amianto e le fibre sono libere nell'aria a 700 metri dai vicini ospedali. I malati dell'ospedale Monaldi, dell'ospedale Policlinico, i cittadini di Marano e di Mugnano che respirano quell'aria con le fibre dell'amianto sono condannati a morte; in quei luoghi stanno giàPag. 34violando la legge. Non vi è bisogno che torni tra due mesi, o ogni due mesi: già si vede da questi rilievi fotografici come stanno violando la legge, come non stanno rispettando la vita umana e l'ambiente in quel territorio! Ecco quello che sta facendo il sottosegretario Bertolaso!
Allora, l'appello che rivolgo a tutti i colleghi parlamentari è di porre fine a questo omicidio di Stato che si sta realizzando. Con queste deroghe si sta creando la libertà di uccidere vite umane. Si parlava prima del controllo delle falde acquifere degli indotti idrici: lo sapete che l'amianto che stava lì, che è stato asportato dalla cava di Chiaiano ha inquinato il terreno sottostante e le acque meteoriche, che avremo nel corso degli anni, porteranno il percolato dell'amianto nelle falde acquifere e si avveleneranno tutti i napoletani? A questo dovete pensare.
Pensate, onorevoli colleghi, che in questo momento si sta autorizzando ad ammazzare un popolo, ad uccidere i napoletani, i campani, perché non vi è un serio intervento di bonifica per la cava di Chiaiano e le conseguenze sono pericolose (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), sono da dramma!
Per questa ragione vi chiedo che su Bertolaso si avvii immediatamente - come abbiamo fatto noi - un accertamento per le gravità, per il disastro, che si sta realizzando nella cava di Chiaiano; questo è ciò che sta succedendo a Chiaiano.
Onorevoli colleghi, vogliamo porre fine a questo drammatico momento. Non si rispetta la valutazione ambientale strategica, non si rispetta la valutazione di impatto ambientale, si sta andando contro ogni regola a Chiaiano e in Campania. Sapete che cosa sta succedendo? L'impatto ambientale non viene considerato, vengono svolti lavori al di là di quello che prevede la normativa vigente. Il Commissario Bertolaso a Chiaiano sta realizzando interventi senza tener conto delle direttive europee per la protezione dell'ambiente, recepite anche dall'Italia, nonché di una valutazione ambientale seria.

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, deve concludere

FRANCESCO BARBATO. Occorre, quindi, mettere in atto e integrare le considerazioni ambientali, ma anche sociali ed economiche, necessarie in un'area intensamente urbanizzata con presidi ospedalieri che stanno a 500 o a 600 metri.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, credo che il sottosegretario Bertolaso non abbia bisogno di difensori d'ufficio. Faccio presente, tuttavia, a chi afferma che è estremamente grave che il sottosegretario Bertolaso non sia presente, che qui è presente un membro del Governo, delegato all'ambiente, nella pienezza dei suoi poteri, che quindi sta svolgendo il suo compito, come analogamente il suo compito sta svolgendo il sottosegretario Bertolaso sul campo, senza ciance e senza grida (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Ricordo che un anno fa, proprio di questi giorni (eravamo sotto Natale), l'Italia si doveva vergognare di fronte al mondo per le immagini che passavano su Napoli e sulla Campania. Oggi le immagini sono altre, onorevole Barbato. E qui, a proposito di toni, ho preso appunti solo su alcune delle frasi che lei ha sconsideratamente detto: omicidi di Stato; Governo degli affari; calci nel sedere; libertà di uccidere; autorizzazione a uccidere. Si dia una regolata, per favore (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

Pag. 35

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole dell'Unione di Centro all'emendamento in esame, che, al di là del contenuto - che riteniamo importante - del termine stringente di due mesi (che potrebbero essere anche tre o quattro, non è questo il problema), pone un paletto rispetto al tema che ho affrontato prima. È importante, se vogliamo costruire insieme la soluzione di questo problema, che il Governo ogni tanto venga a riferire sulla situazione. Qui ci troviamo ogni tanto a dover convertire dei decreti-legge senza capire, al di là di quello che leggiamo sui giornali e ascoltiamo nelle nostre chiacchierate, cosa realmente e tecnicamente sta succedendo in Campania. Dunque, voteremo a favore dell'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Laboccetta. Ne ha facoltà.

AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, avverto l'esigenza di ringraziare il Governo del nostro Paese per quello che ha fatto e sta facendo nella regione Campania. Vista la delicatezza degli argomenti, io so bene che quando si fanno affermazioni in quest'Aula il parlamentare è insindacabile; tuttavia, caro Presidente, considerata la delicatezza della materia che stiamo trattando, credo che non sia corretto quello che sta facendo qualche collega. L'onorevole Barbato, senza citare alcuna fonte ufficiale di informazione scientifica, ripetutamente tenta, da quando è iniziata la discussione di oggi pomeriggio, di criminalizzare la scelta del sito di Chiaiano in Napoli facendo credere che lì vi è un rischio mortale per la salute pubblica. Con molta pacatezza: quando si fanno affermazioni andrebbero sostenute con argomenti. Io sono interessato, e credo che tutta l'Aula sia interessata, a conoscere - e se l'onorevole Barbato ce lo vuole dire mi farà piacere - qual è la fonte dalla quale ha ricavato la convinzione che Chiaiano è un sito portatore di morte (Il deputato Barbato espone un compact disc). Perché non lo spiega a quest'Aula quale è la sua fonte di informazione? Quando avrà chiarito a quest'Aula la fonte di informazione allora diventerà più credibile il ragionamento del collega Barbato o di quanti condividono le preoccupazioni di Barbato. Fino a quando tutto ciò non si verificherà abbiamo delle riserve rispetto a questo modo di affrontare la questione.
Allora, caro Presidente, non si possono terrorizzare così i cittadini di Napoli. Perché, attenzione (lo voglio dire responsabilmente oggi): se continuiamo con questo clima di tensione in città probabilmente quei disordini che si sono verificati potrebbero rientrare in movimento, e saranno chiare le responsabilità di chi sta spingendo in questa direzione. Mi sembra che l'Aula abbia ben compreso chi ha interesse a provocare ulteriori tensioni in quell'area e in tutta l'area napoletana.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Landolfi. Ne ha facoltà.

MARIO LANDOLFI. Signor Presidente, prendo la parola per associarmi alla richiesta che testé ha fatto l'onorevole Laboccetta nel rivolgersi all'onorevole Barbato affinché chiarisca in quest'Aula le fonti che gli avrebbero riferito le cose che ha detto poco fa. Lo faccio anche perché l'onorevole Barbato non è nuovo in quest'Aula a colpi di teatro.
Dunque, poiché dubito fortemente della veridicità delle fonti dell'onorevole Barbato (Il deputato Barbato espone un compact disc)... ho capito che lei ha un compact disc in mano, però qui, signor Presidente, ho l'interrogazione a risposta scritta n. 4-01321 presentata dall'onorevole Barbato il 14 ottobre 2008 a sostegno della propria funzione di integerrimo e informatissimo parlamentare antimafia ed anticamorra...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Landolfi.

MARIO LANDOLFI. L'onorevole Barbato ha chiesto la protezione e la scortaPag. 36per un signore che, in base ad un'informativa dei carabinieri, della magistratura e della procura antimafia di Napoli, è tutt'altro che un eroe dell'anticamorra, ma un soggetto al quale è stato revocato qualsiasi incarico di gestione dei beni della camorra perché sospettato pesantemente di essere connivente con la camorra stessa: questo è il suo impegno, onorevole Barbato! Così lei fa l'antimafia! Si deve vergognare (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, vorrei tornare sull'emendamento in esame. Abbiamo avuto in pochi anni quattro decreti-legge per tentare di risolvere l'emergenza riguardante i rifiuti in Campania. Ritengo che il fatto che sia sempre il sottosegretario Bertolaso la persona che porta avanti questo progetto ne faccia in questo momento sicuramente il tecnico più preparato in materia. Credo che non sia esagerato chiedere di avere in Parlamento ogni due o tre mesi relazioni precise e definite per capire se effettivamente da qui al 31 dicembre 2009 questa emergenza sarà effettivamente chiusa.

PRESIDENTE. Hanno chiesto di parlare nell'ordine l'onorevole Cera e l'onorevole Colombo; chiedo all'onorevole Borghesi se intenda parlare sull'ordine dei lavori.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, ho chiesto di parlare prima dell'onorevole Colombo.

PRESIDENTE. Mi dispiace, onorevole Borghesi, ma a seconda delle richieste annoto gli interventi. A che titolo intende prendere la parola, sull'ordine dei lavori o sul tema in esame?

ANTONIO BORGHESI. Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori semplicemente per dire che, al di là delle modalità con le quali l'onorevole Barbato interviene, egli ha denunciato un fatto preciso, vale a dire che nella discarica di Chiaiano vi sarebbe dell'amianto. Poiché l'amianto è effettivamente un materiale particolarmente pericoloso, che può portare a morte causando un tumore che colpisce i polmoni...

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, il suo intervento non è sull'ordine dei lavori, ma nel merito.

ANTONIO BORGHESI. Dal momento che è presente un rappresentante del Governo nella pienezza dei suo poteri, anche al fine di rispondere all'onorevole Laboccetta, ritengo che il rappresentante del Governo ci potrebbe escludere che esiste l'amianto...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Borghesi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

ANGELO CERA. Signor Presidente, colleghi, ritengo che il collega Barbato debba informarsi un po' di più sui lavori della Commissione. Se lo avesse fatto, si sarebbe accorto che chi ha seguito con la sua presenza i lavori sul provvedimento in esame in maniera integerrima e certosina è stato il sottosegretario Menia. Così come vorrei ricordare che probabilmente uno dei migliori sottosegretari e ministri è l'onorevole Bertolaso. Mi permetto di citare Bertolaso, perché non finirò mai di ringraziarlo in ordine ad alcune vicende verificatesi anche ultimamente che hanno visto l'onorevole Bertolaso impegnato, tra le altre cose, nella ricerca di un disperso in mare. Proprio in questa circostanza è stata data a Bertolaso la possibilità di essere riconosciuto come persona sensibile nei confronti di chi nel bisogno si è rivoltoPag. 37allo Stato. Ritengo, dunque, che meriti ogni tipo di considerazione, molto di più di quanto non abbia riconosciuto l'amico Barbato, il quale ha espresso osservazioni che niente hanno a che vedere con la vicenda napoletana (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, intervengo per chiederle un controllo un po' più attento sull'Aula e sui membri del Governo, nel modo in cui si rivolgono al Parlamento. Infatti il sottosegretario, nel suo intervento, indipendentemente dal merito dell'intervento dell'onorevole Barbato o di altri interventi, non ha mai parlato al Presidente ed ha sgridato, come un maestro elementare infuriato, un membro di questa Camera per le cose che non gli andavano bene, concludendo con: «Si dia una regolata». Un sottosegretario non può dire ad un membro del Parlamento: «Si dia una regolata», perché la frase è maleducata e fuori posto.

ANTONINO LO PRESTI. Ma chi te l'ha detto?

FURIO COLOMBO. Quindi, la prego di vigilare sulla dignità di questa Assemblea (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. La ringrazio dei consigli, ma non penso che possa fare censure.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 2.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 481
Astenuti 2
Maggioranza 241
Hanno votato
220
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Tenaglia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i deputati Abrignani e Torrisi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Piffari 2.16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, intervengo molto rapidamente: noi del Partito Democratico votiamo a favore dell'emendamento Piffari 2.16 e per la verità non comprendiamo perché il Governo e prima ancora il relatore abbiano dato, sullo stesso, un parere contrario. Infatti, l'emendamento in esame non fa altro che proporre che tutto ciò che il decreto-legge sottoposto alla nostra attenzione prevede in deroga alla normativa vigente non può essere eterno e deve concludersi con la conclusione dello stato di emergenza, che il decreto-legge n. 90 del 2008, votato precedentemente, fissa al 31 dicembre 2009.
L'emendamento Piffari 2.16 non fa che ribadire che le deroghe non sono eterne e si concludono a quella data. Perché il Governo non lo accoglie? Perché già ritiene che l'emergenza non sarà finita a quella data? Se fosse così, ce lo dicano chiaramente. Se invece così non è - come tutti ci auguriamo che non sia, perché speriamo che l'emergenza possa avere fine - veramente non vediamo il motivo per non accogliere l'emendamento Piffari 2.16 che, per queste motivazioni, noi del Partito Democratico voteremo.

Pag. 38

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, richiamo ancora l'attenzione del Governo, del relatore e anche delle forze di maggioranza, che sul decreto n. 90 invece hanno sostenuto la nostra proposta di fissare un termine certo, anche nelle spese delle risorse, a fine dicembre 2009. Spero che le motivazioni siano solo dettate dall'errore contenuto nell'emendamento, laddove si fa riferimento al 30 dicembre anziché al 31 dicembre, però questo, d'accordo col Comitato dei nove, potremmo modificarlo. Tuttavia, ribadire che tutti questi investimenti di risorse devono comunque terminare entro il 31 dicembre 2009, non credo sia una cosa grave.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il nostro voto favorevole, anche perché non si capisce il parere contrario del Governo, il quale dal primo giorno ha dichiarato che alla fine di dicembre sarebbe terminata l'emergenza rifiuti in Campania: o il Governo non è d'accordo con se stesso, oppure dovrebbe rivedere quelle posizioni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 2.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 487
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato
223
Hanno votato
no 264).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Piffari 2.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA. Signor Presidente, intervengo per conto del gruppo Partito Democratico sull'emendamento in esame e sui due successivi, proposti dal gruppo Italia dei Valori, che prevedono l'attivazione di misure di monitoraggio e di rilevamento sui territori degli effetti ambientali di impianti di trattamento rifiuti e, in particolare, di termovalorizzatori.
Desidero in primo luogo segnalare che le forme di inquinamento ambientale spesso si caratterizzano per esposizioni multiple, spesso a bassa concentrazione e ad elevata diffusione e variabilità spazio-temporale. Queste caratteristiche rendono difficile e problematica la stima dell'esposizione, con il rischio di incidenza negativa anche sui risultati delle analisi epidemiologiche. Per questo motivo condividiamo la finalità di queste proposte emendative e riteniamo che sia opportuno e necessario attivare sistemi di misurazione e di stima precisi e qualificati, al fine di migliorare la valutazione dell'esposizione della popolazione all'inquinamento di impianti puntiformi quali, appunto, gli inceneritori.
Sappiamo che le priorità perseguite anche da progetti sperimentali di assoluto valore ed interesse attivati in questi anni da regioni come, ad esempio, l'Emilia Romagna, prevedono che siano presi in considerazione scenari di esposizione e indicatori biologici di esposizione e di effetto, comparando le stesse esposizioni dovute ai rifiuti con quelle causate da altre fonti di inquinamento. Le applicazioni del biomonitoraggio consentono soprattutto di valutare in maniera accurata l'esposizione delle popolazioni e l'impatto sanitario di tecnologie innovative, rispetto anche ad un recente passato, che caratterizzano questi insediamenti e questi impianti.Pag. 39
La complessità dello studio della relazione tra rischi sanitari e inquinamento ambientale comporta sempre più la necessità di apporti che siano multidisciplinari e di politiche integrate tra i diversi settori. È evidente che uno sguardo ristretto e monodirezionale non consente quasi mai di fornire risposte adeguate. Sappiamo, ad esempio, quanto non sia sufficiente garantire e verificare il rispetto dei limiti di legge di un inquinante per dare adeguate rassicurazioni ai cittadini preoccupati, ad esempio, della presenza sul proprio territorio di un impianto come un inceneritore. L'obiettivo prioritario dovrebbe essere, al contrario, quello di attivare una serie di misure sinergiche e coordinate, mettendo in rete anche una serie di competenze e di azioni svolte tra i vari soggetti che agiscono in questo campo, tra interventi di ricerca e di prevenzione.
Per questo condividiamo lo spirito delle proposte avanzate dai colleghi dell'Italia dei Valori circa l'opportunità di attivare nelle zone interessate da impianti di termovalorizzazione reti di rilevamento della qualità dell'aria in un approccio multidisciplinare. Tuttavia, proprio perché riconosciamo la centralità di questo tema, crediamo che una definizione così dettagliata come quella proposta in questi due articoli aggiuntivi e in quelli successivi rischia davvero di eccedere rispetto ad una serie di adempimenti di carattere tecnico molto puntuali (alcuni dei quali, a nostro avviso, anche di difficile applicazione pratica) che necessitano invece di un maggiore approfondimento in una sede più propria. D'altra parte, riteniamo che la necessità e l'opportunità di rendere pubblica e trasparente - come ho avuto modo di dire anche in precedenza - la natura e gli esiti delle analisi impone una particolare cura e attenzione nella costruzione dei sistemi di misurazione e di monitoraggio dei risultati.
Per questo motivo, annuncio la nostra astensione su questi articoli aggiuntivi e colgo, invece, l'occasione di preannunciare la presentazione di un ordine del giorno che pone all'attenzione del Governo la centralità di questo tema e l'invito ad avviare con gli organismi competenti in materia un progetto di sorveglianza ambientale e sanitaria, anche al fine di consentire la dovuta trasparenza circa l'impatto ambientale di questi impianti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, chiedo scusa ai colleghi per il tono alto, ma fa parte dell'essere di noi meridionali. In noi sono molto spiccate due «p», pensiero e passione: difficilmente si muovono disgiuntamente il pensiero dalla passione e la passione dal pensiero. Per questo motivo vi chiedo scusa se a volte i toni sono più forti del solito.
Per la verità, ogni volta che sono intervenuto mi è piaciuto chiamare le cose con il loro vero nome e cognome, senza ipocrisia e senza giri di parole. A proposito della cava di Chiaiano, i colleghi di Alleanza nazionale che mi hanno preceduto, pur essendo napoletani, non sanno che dopo l'incendio del palazzo di giustizia di Napoli le ceneri di quel palazzo di giustizia, che fu demolito, e i relativi lavori furono gestiti da un'impresa di proprietà di un certo Canditone, che gestiva un'impresa nel campo dei rifiuti in odore di camorra.
Egli scaricò, diversi anni fa, proprio nei pressi di Chiaiano, quelle ceneri del palazzo di giustizia di Napoli, che fu incendiato dolosamente. In secondo luogo, non lo dico io, caro sottosegretario. Io sono sempre garbato e corretto nel rivolgermi a lei. È questione di stile. Non le ho riferite io queste gravi situazioni che abbiamo su Chiaiano. Lo ha fatto, il 3 novembre del 2008, il generale Giannini, vice del sottosegretario Bertolaso suo collega, il quale parlava, allarmatissimo, di ben 10 mila tonnellate di amianto e vari rifiuti pericolosi, alcuni, si badi, conservati in sacchi con etichetta dell'ENEL. È stato il generale Giannini a lanciare queste accuse, se non creando terrore e paura, mettendo in evidenza una situazione drammatica, perPag. 40la quale era necessario realizzare una bonifica. Non abbiamo mai voluto dire no alle discariche, non è questa la nostra linea. Noi invece diciamo che se c'è stato un disastro ambientale, lì a Chiaiano, per i fatti di cui vi sto dando notizia, quel sito va bonificato e non va coperto con altra «monnezza» così come vuole fare Bertolaso fra 15 giorni. Infatti, là sotto c'è l'amianto e per di più ci sta ancora qualche altra cosa. Da rilievi satellitari effettuati risulta infatti che il livello della cava di Chiaiano, del poligono, negli anni compresi tra il 2000 e il 2006, è cresciuto. Ciò significa che sono arrivate altre migliaia di tonnellate, forse di amianto o forse di rifiuti industriali o tossici o velenosi: in ogni caso li c'è del materiale che avvelenerà un Paese, una città, una regione. Ebbene, mentre accade tutto questo, noi, dallo Stato, ci aspettiamo atteggiamenti rispettosi del diritto e dei cittadini. Invece, il sottosegretario che cosa fa? Ad ottobre dà incarico alla ditta Edilgen, che a sua volta aveva ricevuto incarico in sub-appalto dalla IB Spa, di compiere lavori di movimentazione, di scavare l'amianto, quelle 10 mila tonnellate di cui parlava Giannini e che poi, per bocca di Bertolaso, sono diventate 300.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

FRANCESCO BARBATO. Ebbene, nel mese di ottobre, dava incarico a queste ditte di realizzare lavori di rimozione dell'amianto, cosa vietata. Pensava che nessuno se ne accorgesse, invece no: in quel sito militarizzato alcuni cittadini, che vogliono bene ai loro figli e a quella terra, hanno filmato e hanno denunciato, a novembre, la presenza dell'amianto.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

FRANCESCO BARBATO. Dopo la denuncia della scoperta dell'amianto da parte di questi cittadini, Bertolaso si è recato in procura, dai carabinieri, a denunciare la presenza dell'amianto, cioè dopo che aveva dato incarico alle ditte di eseguire i lavori di rimozione dell'amianto stesso. Questa è la situazione, questo è il dramma che si sta vivendo!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

ANGELO CERA. Signor Presidente, il mio intervento è a sostegno di questo emendamento. Ritengo, infatti, che non si possano realizzare politiche ambientali quando non sono rivolte alla tutela della salute del cittadino. L'emendamento si propone di fissare dei parametri di riferimento a tutela dell'ambiente e della salute del cittadino cui attenersi e di cui avvalersi nella progettazione degli impianti e dei siti di termovalorizzazione. Il monitoraggio delle acque e il rilevamento dei livelli di emissione dei gas sono strumenti di controllo che non permettono di realizzare impianti che abbiano efficienza quantitativa e qualitativa.
Per questo ritengo che iniziative di questo tipo vanno sostenute e appoggiate.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Piffari 2.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 325
Astenuti 172
Maggioranza 163
Hanno votato
54
Hanno votato
no 271).

Prendo atto che il deputato Volontè ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.Pag. 41
Prendo atto che i deputati Ginefra e Oppi hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Piffari 2.02.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, molto velocemente vorrei sottolineare che questa proposta emendativa, come la successiva Piffari 2.03, tendono a tutelare la salute dei cittadini. Forse esse sono cariche di eccessiva richiesta di garanzia; probabilmente alla salute dei cittadini non interessano i cattivi odori anche se la qualità dell'ambiente della Campania dovrebbe, forse, guardare anche a questo proprio per la quantità di siti interessati da queste lavorazioni, dagli inceneritori e, purtroppo per qualche anno, anche da aree di stoccaggio provvisorie di rifiuti.
Pertanto l'invito al Governo, qualora comunque ritenga di non approvare e prendere in considerazione queste proposte emendative, è a valutare attentamente la possibilità di garantire quel controllo del territorio, dell'ambiente e dell'aria che, è vero, è demandato ad enti e ad altre autorità, ma è altrettanto vero, e ne abbiamo la prova, che non sempre in Campania hanno funzionato, altrimenti non ci troveremmo in una situazione di emergenza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Piffari 2.02, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 282
Astenuti 215
Maggioranza 142
Hanno votato
16
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che il deputato Oppi ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Piffari 2.03, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 274
Astenuti 215
Maggioranza 138
Hanno votato
9
Hanno votato
no 265).

Prendo atto che il deputato Nizzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Oppi ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione del subemendamento Libè 0.2.0101.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, il gruppo Partito Democratico voterà contro questa proposta emendativa, pur comprendendo le ragioni che hanno spinto l'onorevole Libè a presentarla. Tale subemendamento, infatti, è sostanzialmente soppressivo di una proposta emendativa presentata dalla Commissione sulla quale, invece, esprimeremo voto favorevole e che realisticamente tiene conto del fatto che finché non sarà completato il ciclo di smaltimento dei rifiuti - e cioè fino a chePag. 42non ci saranno impianti di incenerimento e le discariche e soprattutto finché la raccolta differenziata non avrà raggiunto i doverosi standard di legge - sarà assolutamente necessario che alcuni tipi di rifiuti che, nell'articolo aggiuntivo della Commissione sono ben specificati in quanto a codice, possano essere stoccati anche in aree di stoccaggio provvisorio. Se ciò non fosse possibile l'intero sistema che in questi giorni il Commissario Bertolaso ha messo in campo entrerebbe totalmente in tilt, in crisi. Ecco perché, lo ripeto, pur comprendendo le ragioni e lo spirito della proposta emendativa presentata dal collega Libè, il gruppo Partito Democratico esprimerà voto contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, mi fa piacere che qualcuno, migliorate le condizioni, abbia cambiato idea sulla situazione dei depositi temporanei. Noi rimaniamo convinti, oltretutto alla luce di una situazione notevolmente migliorata, della non necessità o pericolosità dell'utilizzo di questi siti, che sono piazzole temporanee senza o con poco controllo: lo sanno bene sia gli amici del Partito Democratico che quelli della Lega che l'altra volta hanno votato con noi su questa parte del provvedimento.
Infatti, si tratta di quelle realtà dove oltre a non avere controlli sul mantenimento e sul controllo dei rifiuti vi è anche una forte infiltrazione (vi è stata almeno fino ad oggi) o le maglie sono state molto larghe e, pertanto, la malavita si è inserita varie volte. A tale scopo, è sufficiente leggere i verbali della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse o tutti i verbali delle inchieste in corso sulla gestione di queste piazzole.
Rimaniamo contrari all'utilizzazione delle piazzole temporanee oltretutto per tale motivo. Lo dico al Governo, agli amici dell'altra opposizione e a quelli della Lega. Infatti, non si comprende, se la situazione è migliorata e se abbiamo dato soluzione a buona parte dei problemi rifiuti in Campania, a cosa servano questi strumenti. Forse il Governo ce lo spiegherà in seguito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

ANGELO CERA. Signor Presidente, intervengo per sostenere il subemendamento in esame, presentato dal collega Libè, in quanto, a mio avviso, pone una questione seria e da non trascurare. Esso, infatti, si occupa di consentire il deposito temporaneo dei rifiuti in attesa di smaltimento in qualsiasi area individuata dove, come dire, parcheggiare i rifiuti già stoccati eccedenti in attesa di essere definitivamente smaltiti. Consentire ciò in aree non sottoposte a controllo e vigilanza crea un vulnus. Difatti, proprio in questi passaggi abbiamo sperimentato che si aprono quelle crepe normative che nel passato sono state utili per mascherare discariche abusive autorizzate.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANGELO CERA. In particolar modo, esse hanno agevolato la possibile interferenza della criminalità organizzata nel processo di gestione.
Appare opportuno, quindi, organizzare sistemi di controllo e sorveglianza delle aree.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, credo che il subemendamento in esame, presentato dall'onorevole Libè, richiami all'attenzione la precedente proposta emendativa che chiedeva al Governo un monitoraggio serio e la presentazione di una relazione al Parlamento ogni due mesi. Infatti, nelle aree di stoccaggio provvisorie, di fatto, si è inventato un business a rotazione e vi è il rischio che le aree diPag. 43stoccaggio provvisorie diventino tante e, allo stesso tempo, siano anche sovvenzionate, quest'anno, dal commissario straordinario e dal Governo e anche riempite da rifiuti provenienti da altre stazioni o aree di stoccaggio, provvisorie, abusive o quant'altro. Pertanto, così facciamo girare la pattumiera da un prato all'altro pagando e, di fatto, non cercando di risolvere il problema.
Preannunzio che esprimeremo voto favorevole sul subemendamento in esame, ma mi aspetto, da parte del Governo e indipendentemente dall'esito della proposta emendativa precedente, che vi sia questa relazione e questo monitoraggio anche in ordine a questa tipologia di provvisorio stoccaggio dei rifiuti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Libè 0.2.0101.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 489
Astenuti 3
Maggioranza 245
Hanno votato
41
Hanno votato
no 448).

Prendo atto che il deputato Oppi ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione del subemendamento Libè 0.2.0101.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, visto l'esito della votazione sul subemendamento precedente chiediamo, con la proposta emendativa in esame, che queste aree e queste piazzole di stoccaggio temporaneo siano almeno presidiate e controllate dalle forze dell'ordine. Mi sembra un aspetto che va sulla stessa linea di quanto il Governo sta facendo e sostenendo. Vi abbiamo sostenuto su tale punto dall'inizio della discussione dei provvedimenti sulla Campania e credo che si possa convenire che si tratta di una proposta emendativa di buonsenso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Libè 0.2.0101.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 484
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato
224
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che i deputati Di Caterina e Berardi hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto contrario e che il depuato Oppi ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 2.0101 (Nuova formulazione) della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Esposito. Ne ha facoltà.

STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, come ha già precedentemente detto l'onorevole Margiotta, sulla proposta emendativa della Commissione in esame riteniamo di votare favorevolmente, anche perché è evidente che, nonostante siano stati fatti passi in avanti rispetto alla risoluzione del problema rifiuti in Campania, per arrivare all'attivazione completa del ciclo integrato vi è bisogno di avere ancora del tempo.Pag. 44
Naturalmente, avendo noi votato a favore del precedente emendamento dell'onorevole Libè che chiedeva almeno l'utilizzo delle forze dell'ordine per il presidio delle piazzole temporanee, - la Commissione ha fatto questo lavoro - crediamo di dare un ulteriore periodo affinché il processo si completi e vi sia comunque la possibilità di non ingolfare - togliendo i rifiuti con questi codici CER che sono inseriti all'interno di questo articolo aggiuntivo della Commissione -, creando un problema oggettivo rispetto ad un sistema che, seppure ancora in difficoltà, sta comunque dando dei risultati.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.0101 (Nuova formulazione) della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 484
Astenuti 8
Maggioranza 243
Hanno votato
441
Hanno votato
no 43).

Prendo atto che i deputati Distaso e La Loggia hanno segnalato di aver espresso erroneamente voto contrario mentre avrebbero voluto esprimerne uno favorevole e che il deputato Borghesi ha segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole, mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Prendo altresì atto che il depuato Testoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Oppi ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 2.0100 (Nuova formulazione) della Commissione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, colleghi deputati, il Partito Democratico voterà a favore di questo articolo aggiuntivo della Commissione. Esso prevede che la possibilità di utilizzare anche le Forze armate a presidio delle aree e dei siti interessati dai lavori sia in qualche modo ampliata anche alle sedi degli uffici di tutti coloro i quali si occupano dell'emergenza dei rifiuti in Campania.
È ovvio il motivo: purtroppo in momenti di tensione c'è il rischio - e nel passato si è verificato e potrebbe verificarsi nuovamente - che incidenti, pressioni e atti non controllabili e non controllati si esplichino anche sulle sedi degli uffici del sottosegretario (per fare un esempio), così come di tutti coloro i quali stanno operando in questi giorni e in questi mesi per risolvere la questione dell'emergenza rifiuti in Campania.
Riteniamo di buonsenso dare questa possibilità. Speriamo che non si debba mai ricorrere a porla in essere e a renderla concreta, ma in linea teorica rendere possibile per legge anche l'utilizzo delle Forze armate in casi di questo tipo credo sia cosa giusta, sacrosanta e legittima. Ecco perché abbiamo concorso con la Commissione alla formulazione di questa proposta emendativa e la voteremo sostenendola in Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, senza spirito di polemica, intervengo per apprezzare l'intervento dell'onorevole Margiotta visto che la volta scorsa vi erano stati molti dubbi da parte dell'altra opposizione sull'utilizzo delle Forze armate e adesso si apre anche alla difesa e alla tutela degli uffici. Noi siamo d'accordo, ma lo siamo sempre stati. Sono rimasto un po' male per l'emendamento sulle piazzole, perché il cambio di idea è avvenuto in modo un po' strano.

Pag. 45

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo per dire che buona parte degli uffici che in questo momento stanno operando in emergenza sono presso sedi militari, quindi pensare di mettere i militari per difendere i militari forse è un'esagerazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.0100 (Nuova formulazione) della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 486
Astenuti 3
Maggioranza 244
Hanno votato
475
Hanno votato
no 11).

Prendo atto che la deputata Villecco Calipari ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Piffari 3.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, veniamo ad uno degli articoli più delicati e controversi su cui, per la verità, stiamo facendo - spero - un buon lavoro anche con la maggioranza per riuscire a trovare una soluzione. Infatti, l'articolo 3 è quello che prevede il commissariamento degli enti locali e lo scioglimento di organi democraticamente eletti in caso di inadempienze rispetto a quanto previsto per legge in ordine a tutte le operazioni che attengono allo smaltimento dei rifiuti.
Sul principio nulla quaestio, siamo d'accordo; troppo male è venuto all'immagine del Paese, e non solo all'immagine della Campania, dall'emergenza rifiuti e tali negatività sono state prodotte a volte anche dal cattivo funzionamento delle amministrazioni locali. Per questo è giusto che ci sia una deterrenza forte nei confronti di amministratori che sbagliano, anche sino al punto di poterne prevedere il commissariamento e lo stesso scioglimento di organi eletti.
Tuttavia nella formulazione originaria - che, ripeto, stiamo cercando di superare - troppo ampia è la griglia attraverso cui il Governo può esercitare la facoltà di addivenire a tali scioglimenti e a tali commissariamenti. C'è un rischio troppo elevato di ampia discrezionalità, per cui avevamo chiesto, speriamo di riuscirci, di precisare chiaramente, per evitare forzature, gli ambiti della possibilità di esercizio di questo potere.
Sull'emendamento Piffari 3.1 ci asterremo perché esso tende ad abolire tout court l'intero articolo, mentre noi riteniamo che questa possibilità di deterrenza debba esserci e gli amministratori che sbagliano in maniera grave e persistente, così come precisato dalla stessa Commissione nel proprio parere, debbano essere puniti fino al punto di mandarli a casa. Nel momento in cui invece discuteremo l'emendamento successivo, su quello potremo convergere, fermo restando le perplessità che in particolar modo l'onorevole Zaccaria espliciterà nel discutere e presentare i propri emendamenti.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la Commissione ha presentato l'emendamento 3.100 (che non è nel fascicolo) che ritengo possa risolvere molti dei problemi posti dai colleghi, anche perché è stato il frutto di una sintesi a lungo ricercata e poi condivisa da tutta la Commissione. Credo che la formulazionePag. 46dell'emendamento della Commissione vada incontro a tutte le sollecitazioni che sono state avanzate in queste settimane. Metterlo in votazione con precedenza potrebbe portare eventualmente al ritiro di una serie di emendamenti.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo per precisare i motivi per cui avevamo proposto la soppressione dell'articolo: proprio per la difficile interpretazione o per l'eventuale abuso che si poteva fare dell'interpretazione dello scioglimento degli enti locali, comuni e province, essendo questo un argomento molto delicato, tra l'altro già previsto dal Testo unico degli enti locali.
La riformulazione presentata viene incontro a molte delle nostre richieste ed esigenze e quindi ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zaccaria 3.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, questo emendamento ha lo scopo di mettere in luce una struttura molto discutibile di questo articolo 3, che è stata in parte attenuata - lo dico al relatore - dall'emendamento 3.100 della Commissione.
Tuttavia, rimane il fatto che vi sono... (Commenti del deputato Guido Dussin). Scusi Presidente, dal banco del Comitato dei nove suggeriscono...

PRESIDENTE. Prego onorevole, prosegua.

ROBERTO ZACCARIA. Perché questa disposizione nasce male? Principalmente per due ragioni. La prima perché è una norma che riguarda la rimozione del sindaco, del presidente della provincia e di una serie di organi rappresentativi delle autonomie locali e che si inserisce in un sistema molto ben congegnato e strutturato in maniera completa, ovvero gli articoli 141, 142 e 143 del decreto legislativo n. 267 del 2000. Sostanzialmente si interviene con un disegno che in qualche modo squilibra il meccanismo, in quanto si attribuisce questo potere al Ministro dell'interno (ora il meccanismo è rafforzato con la proposta motivata del sottosegretario), ma per una serie di ragioni aggiuntive rispetto a quelle tradizionali. L'aspetto delicato è che in alcuni casi interviene il Governo, in altri casi vi è un decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell'interno e in questo caso è previsto solo l'intervento del Ministro dell'interno. Quindi, questo meccanismo non è armonico. Se si leggesse la nuova formulazione, si constaterebbe che essa altera il disegno di una legge organica come quella del 2000.
La seconda ragione, il vero problema, che credo debba essere attentamente considerata dalla Camera, è il fatto che una volta le violazioni di legge erano gravi e reiterate, oggi, invece, sono anche violazioni di ordinanze. Le ordinanze sostanzialmente sono atti eccezionali che nella legge sulla protezione civile vengono inserite per ragioni di necessità ed urgenza e sono anche disciplinate.
Vorrei che i colleghi che votano questi provvedimenti con un certo tipo di atteggiamento non sottovalutassero il fatto che questo tipo di ordinanze (derogatorie di ogni norma di legge e solo rispettose dei principi generali dell'ordinamento) sono estremamente pericolose. Qui, infatti, se ne fa un uso molto disinvolto, ad esempio all'articolo 1 dove le ordinanze non sono necessarie e poi vengono ripetute. Quindi, alla base di possibili rimozioni di organi locali (sindaci e quant'altro) ci possono essere anche provvedimenti di questo tipo.
Ho già detto in un'altra occasione che così si ha una deroga al principio di legalità, perché ordinanze di questo tipo non necessariamente devono essere pubblicate, non necessariamente indicano le leggi che derogano e non necessariamentePag. 47possono avere i limiti che la sentenza della Corte costituzionale ha stabilito in materia. Allora, è molto delicato far scattare sulla base di queste ordinanze il potere di rimozione di un organo eletto dai cittadini.
Quindi, credo che l'emendamento 3.100 della Commissione sia migliorativo, ma rimangono due gravi limiti: la disarmonia con cui la norma si inserisce nel sistema generale della rimozione degli organi degli enti locali e l'ancoraggio a queste ordinanze che sono estremamente problematiche dal punto di vista costituzionale. Se qualcuno, infatti, in qualche manuale volesse cercare cosa sono queste ordinanze non lo troverebbe, in quanto sono atti del tutto atipici e, pertanto, anche pericolosi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 3.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 486
Maggioranza 244
Hanno votato
196
Hanno votato
no 290).

Prendo atto che il deputato Minniti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Di Biagio e Vincenzo Antonio Fontana hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.100 della Commissione.
Prendo atto che la Commissione ne raccomanda l'approvazione.
Chiedo al Governo di esprimere il parere.

ROBERTO MENIA, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare. Il Governo esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Signor Presidente, intervengo per dichiarare il nostro voto favorevole all'emendamento 3.100 della Commissione, in quanto restituisce una misura di correttezza e di razionalità a questa norma che, comunque, come ha ricordato il collega Zaccaria, presenta delle dimensioni che ancora non ci convincono.
È vero: stiamo parlando di emergenza rifiuti e, quando si parla di emergenza, è necessario che vi siano misure all'altezza della gravità della situazione. Però, qualsiasi misura deve avere una sua razionalità e non contraddire i principi fondamentali dell'ordinamento. Avere sostituito le parole «in caso di mancata osservanza» con le parole «in caso di grave inosservanza» ci fa immaginare la configurazione di un comportamento che non è solo casuale, ma è in qualche modo grave, per la reiterata mancanza di scelte amministrative e di capacità amministrativa. Il fatto poi che venga definito da parte del commissario che ci deve essere un congruo termine perentorio, per adottare i provvedimenti dovuti o necessari per riparare a questa grave inosservanza, restituisce la norma nell'ambito della normalità di un procedimento amministrativo. Tutto quanto era contenuto nella precedente norma faceva del commissario straordinario, del Ministro dell'interno, una sorta di sceriffo plenipotenziario, che avrebbe avuto poteri di vita e di morte sulle amministrazioni comunali e provinciali e sui rispettivi consigli.
Con questa correzione - lo ripeto - viene introdotta una misura di razionalità, anche se il provvedimento, nella sua interezza, non ci soddisfa ancora compiutamente. Comunque, su questo specifico emendamento, il nostro sarà un voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

Pag. 48

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, ogni tanto qualche soddisfazione rischiamo anche di togliercela. Già in precedenza avevamo chiesto che, a fronte di obiettivi seri, ci fossero sanzioni altrettanto serie e certe. Avevamo parlato di commissariamenti (inclusa la Lega, anche se poi aveva ritirato i suoi emendamenti) e avevamo chiesto che gli amministratori fossero responsabili di quanto accadeva sul loro territorio, per quanto riguardava la gestione del sistema di raccolta e di smaltimento dei rifiuti. In pratica, avevamo chiesto un impegno a gestire meglio il proprio territorio.
Dopo cinque mesi, ci permettete di dire che l'UdC aveva ragione. Si sono persi cinque mesi da quando noi avevamo chiesto il commissariamento. I casi sono due (perché ogni tanto capita anche su altri provvedimenti): o non si vuole mai dare ragione alla nostra opposizione o siamo così bravi che arriviamo in anticipo. Io mi auguro che valga il secondo caso e che, qualche volta, nel prosieguo dei lavori parlamentari, ci ascoltiate un po' di più.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, sono felice che finalmente in questo Paese cominci ad affiorare una parola che è stata troppo spesso dimenticata: responsabilità. Per questa ragione, sottoscrivo anch'io nel contenuto questo emendamento, perché segnalare gravi e persistenti violazioni, cioè evidenziare delle responsabilità, è un modo con il quale si individua una cattiva amministrazione. Quindi, finalmente premiamo la buona amministrazione, specialmente in fase di emergenza nel settore dei rifiuti.
Mi dispiace che, però, di «emergenza rifiuti» mi venga a parlare qui l'onorevole Landolfi, che mi ha ricordato di un'interrogazione parlamentare che ho presentato per il signor Gaetano Manna, che presiede l'Acli Terra, un'associazione che gestisce patrimoni sequestrati alla camorra. Fu proprio l'allora Ministro Landolfi ad inaugurare questa associazione nel 2004, insieme al prefetto Schilardi di Caserta e al generale dei carabinieri. Grazie a questo Gaetano Manna, che lei ha criticato (ha detto che io mi sono permesso di chiedere per lui la scorta), il 9 gennaio 2008 si è svolto un processo presso la procura della Repubblica, su richiesta del procuratore antimafia Curzo, che ha condotto all'arresto di molti personaggi del clan Nuvoletta. Lo ripeto: grazie a questa persona di cui si lamenta l'onorevole Landolfi.
Questa è la questione morale che sta venendo fuori in questi giorni; bisogna prendere posizione in Italia e nel Parlamento rispetto a tali questioni, perché queste sono le questioni importanti che riguardano il nostro Paese: da che parte stiamo e per chi ci vogliamo battere.
Io mi batto per questo signor Manna, che domani deve andare a L'Aquila, perché è stato chiamato dalla prefettura de L'Aquila per gestire dei patrimoni sequestrati alla mafia presso quella città.
È questa la differenza tra me e lei, onorevole Landolfi. A lei, onorevole Landolfi, hanno arrestato il suo ex assistente parlamentare, il suo amico di cordata, l'ex sindaco di Mondragone di Alleanza Nazionale. Questa è la questione morale sulla quale c'è un abisso tra noi del centrosinistra e voi di Alleanza Nazionale, perché siete proprio voi il peggio! Lo rappresenteremo in modo forte e non ci faremo intimidire da voi (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Colleghi...

FRANCESCO BARBATO. Noi rappresentiamo con forza la voce dei cittadini, la voce degli italiani, la voce delle persone libere, e la porteremo forte, senza farci intimidire (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

MAURIZIO BIANCONI. Mascalzone! Delinquente! Sei un delinquente!

FILIPPO ASCIERTO. Vergognati! Vergognati!

ANTONINO LO PRESTI. Barbato, fallo a tua sorella quel gesto! Str...!

Pag. 49

ANTONIO BORGHESI. Presidente, li sente? Gli dica qualcosa!

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, come vede, gli interventi dell'onorevole Barbato sortiscono una certa indignazione tra i banchi del mio gruppo. Avrei in questa sede il dovere politico di tutelare l'onorabilità del collega Landolfi, il quale è troppo esperto di questo Parlamento per cadere nella provocazione e reagire ad insulti di questo genere (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Credo che dovremmo avere tutti quanti un po' più di buon senso, magari non prendendo esempio da altri colleghi che dimostrano di non averne ed evitando di rispondere a quelle che sono delle vere e proprie provocazioni, lasciando chiaramente la facoltà all'onorevole Landolfi di rispondere e prendere la parola per fatto personale a fine seduta; ma riteniamo, signor Presidente, che questo genere di atteggiamento non faccia onore al Parlamento.
Dopodiché, invitiamo i colleghi ad attenersi il più possibile al merito di vicende che pure sono nell'interesse del Paese e della regione Campania. Ringrazio per la sensibilità e per la dignità dimostrata dal collega Landolfi, proprio perché a certe accuse, forse, non è neanche meritorio rispondere in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

NICOLÒ CRISTALDI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLÒ CRISTALDI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, francamente non mi riconosco più, non riconosco più me stesso, perché, di fronte a quello che ascolto in quest'Aula periodicamente, non riesco a reagire come sarebbe giusto fare.
Rimango perfettamente allineato al pieno rispetto delle istituzioni, cosa che ho imparato in tanti anni di attività politica. Prima di diventare un modesto, provinciale e periferico protagonista della politica, ho cercato di crescere come uomo, rispettando le idee di tutti, qualunque fosse l'appartenenza di coloro che, in quel momento, potevano essere i miei avversari.
Credo, però, che bisogna porre fine ad un linguaggio che non va affrontato nei termini suggeriti dal mio capogruppo facente funzione. Parlo in nome e per conto della mia storia personale e della storia degli uomini di Alleanza Nazionale: non siamo più disposti ad accettare un linguaggio di questa natura e non siamo più disposti a rispondere con toni buonisti a malfattori della politica che ci accusano sistematicamente di non stare nelle regole, quando siamo, nella storia personale, nella storia politica e nella storia come partito, l'emblema della correttezza dentro queste istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!
Mi appello al Presidente della Camera dei deputati, perché si ponga fine a questo linguaggio in questa sede. Chi ha coraggio di portare avanti anche certe accuse, le faccia, se le vuole fare qui dentro, con precisi atti.
Già in una scorsa seduta ho chiesto all'onorevole Barbato ed ai suoi amici di presentare un circostanziato documento. Si discuta su quel documento! Le accuse lanciate in questa maniera non fanno onore al Parlamento e non possono fare onore neanche allo stesso onorevole Barbato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Non posso fare altro che invitare i colleghi a proseguire i nostri lavori nel modo migliore e in ossequio a quelle che non solo sono le regole, ma anche il rispetto per gli altri. È un invito che faccio a tutti e nei confronti di tutti. La Presidenza non può fare altro, le conclusioni sugli atteggiamenti dei singoli evidentemente vanno rassegnate ai singoli componenti dell'Aula e a chi ci ascolta.

Pag. 50

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa?

FABIO EVANGELISTI. Sulle sue ultime parole, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Parole che accolgo e raccolgo come un invito a proseguire in un corretto confronto, come del resto vi è stato finora. Però, tengo a sottolineare che si può essere d'accordo o non d'accordo con le considerazioni che ha svolto poco fa l'onorevole Barbato, che però a differenza di altri momenti non è stato irrispettoso e irriguardoso di alcuno (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Fatemi finire per cortesia! Mentre si sono sentiti epiteti pesantissimi provenire dai banchi del centrodestra.
Capisco, e ho raccolto con attenzione anche la passione che vi ha messo l'onorevole Cristaldi, che ascolto sempre con grande attenzione; però, come poche ore fa ha inteso ricordare il suo, adesso credo facente funzioni di leader di partito, il Ministro La Russa, c'è una questione morale (facendo in questo il paio con considerazioni che sono venute anche dalle parole dell'onorevole Veltroni) che riguarda tutto il Paese. Il fatto è che non tutti noi siamo altrettanto sensibili e attenti nella condanna di questi fenomeni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che l'eventuale approvazione dell'emendamento 3.100 della Commissione precluderebbe i successivi emendamenti Zaccaria 3.4 e 3.6.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 493
Astenuti 4
Maggioranza 247
Hanno votato
491
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bratti 3.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA. Signor Presidente, con l'emendamento in esame noi chiediamo di apportare una correzione al comma 1 dell'articolo 3, perché, a nostro avviso, vi è un'imprecisione nella formulazione. La norma in esame, all'articolo 3, comma 1, richiama, tra gli obblighi posti a carico della provincia, l'individuazione delle zone idonee alla localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti, riferendosi a quanto previsto dall'articolo 197 del decreto legislativo n. 152 del 2006. Com'è noto, però, questo articolo, al comma 1, lettera d), pone in capo alle province l'obbligo di individuare le zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti e le zone non idonee alla localizzazione degli impianti di recupero e di smaltimento rifiuti.
La formulazione proposta e contenuta nel decreto-legge in esame, che estende alle province anche il compito di individuare le zone idonee per gli impianti di recupero, contrasta con questa disposizione, in quanto le province sono tenute ad individuare esclusivamente le zone non idonee ad ospitarli, ma non anche quelle che invece rivestono carattere di idoneità. Questa è una competenza che non spetta alle province: per evitare eventuali ricorsi anche nel merito del provvedimento, chiediamo che venga accolto il nostro emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 51
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bratti 3.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 488
Astenuti 2
Maggioranza 245
Hanno votato
192
Hanno votato
no 296).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Non ho il potere di interrompere la votazione, ho quello di chiedere la parola. Quello ho fatto, ho solo chiesto la parola.
Signor Presidente, in maniera che lei possa in questo anche essere aiutato, vorrei segnalarle che in un settore particolarmente di rilievo, quello dell'onorevole Baldelli (mi riferisco a quel settore così lei ha più facilità ad individuarlo) nella precedente votazione - ma ovviamente non faccio riferimento a nomi e persone - figuravano almeno dodici, tredici tessere in più (e quindi dodici, tredici voti in più) di quante non corrispondano all'esito della votazione (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Signor Presidente, le faccio presente, anche a beneficio degli «oh» che sentiamo, che stiamo affrontando un provvedimento che il relatore ed il Governo ci hanno spiegato essere molto importante anche per la maggioranza, in maniera che anche domani il Presidente Berlusconi possa andare in giro a dire che ha risolto i problemi di Napoli. Chiediamo allora che la maggioranza almeno concorra, stando in Aula, a far sì che il Presidente possa andare a dire una cosa del genere, perché, signor Presidente, quello che si vede non è accettabile!
Adesso glielo dico così, ma tra poco la pregherei sistematicamente di effettuare il controllo delle tessere di votazione dal momento che è presente la metà delle persone che votano!

PRESIDENTE. Invito naturalmente ognuno a votare per sé.
Ricordo che l'emendamento Osvaldo Napoli 3.3 è stato ritirato e che l'emendamento Zaccaria 3.6 risulta precluso.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Iannuzzi 3.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannuzzi. Ne ha facoltà.

TINO IANNUZZI. Signor Presidente, con l'emendamento 3.100 della Commissione, come efficacemente sottolineato dai colleghi Bressa e Zaccaria, abbiamo apportato modifiche profonde, sostanziali e indispensabili alla formulazione originaria dell'articolo 3, che era stato scritto e pensato dal Governo in maniera assolutamente irragionevole, nel senso che abbiamo sempre condiviso - e condividiamo - l'esigenza di dettare norme e misure vincolanti per sospingere ma anche per ottenere che gli enti locali, gli amministratori di comuni e province adempiano puntualmente ai loro obblighi nel campo della gestione dei rifiuti ed adottino comportamenti positivi e risolutivi.
Da questo punto di vista, già in occasione della precedente discussione del decreto-legge di giugno ci eravamo confrontati per introdurre limiti impegnativi e vincolanti nel raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata. Ci siamo riproposti, abbiamo considerato l'articolo 3 con questo stesso spirito e in questa stessa ottica, ed abbiamo dovuto registrare come la formulazione originaria della norma rappresentasse un vulnus pericolosissimo al principio democratico e a quello costituzionale di accesso alle cariche elettive. Essa prevedeva infatti unPag. 52potere di commissariamento degli enti locali assolutamente generico ed approssimativo, di una latitudine e di una estensione sconfinata, senza alcuna condizione presupposta specifica e senza alcuna verifica di inosservanze di legge veramente gravi, pregnanti e reiterate, con il pericolo di un'utilizzazione arbitraria, faziosa, politica e strumentale del potere che veniva messo in campo con l'articolo 3.
Da questo punto di vista abbiamo condotto una battaglia intensa in Commissione ambiente e in Aula, modificando in profondità la portata dell'articolo 3 e condizionandone l'applicazione alla verifica di violazioni di legge gravi, vale a dire effettivamente rilevanti, consistenti, reiterate e perduranti che possono giustificare l'utilizzazione di un potere così radicale rispetto al principio democratico di tutela costituzionale. Abbiamo anche rilevato come l'introduzione di un procedimento con l'assegnazione di un termine all'ente locale inadempiente (termine obbligatorio, perentorio e congruo) si giustifichi e come sia giusto che a quel punto scatti in capo al sottosegretario Bertolaso la proposta motivata, che abbiamo voluto introdurre già in Commissione, del potere di scioglimento.
Con l'emendamento in esame siamo ora di fronte alla necessità di introdurre un'ulteriore modificazione. Come è stato già giustamente sottolineato dal collega Zaccaria, non è possibile prefigurare un potere di scioglimento così grave ed incidente sull'assetto dell'ordinamento degli enti locali per gravi violazioni non della legge (e quindi della fonte primaria del nostro ordinamento giuridico), ma delle ordinanze di protezione civile, atti e fonti atipiche, atti e fonti secondarie per di più nemmeno dotate della valenza generale che ha la fonte regolamentare, che è la fonte secondaria per eccellenza. Si tratta quindi di atti atipici, di atti amministrativi in qualche misura puntuali, contingenti e specifici che non possono assolutamente configurare il parametro in base al quale si può decretare e disporre lo scioglimento di un consiglio comunale o di un consiglio provinciale, oppure la rimozione di un sindaco o di un presidente di provincia.
Ecco perché con il nostro emendamento ci muoviamo nella stessa logica, che è la logica che abbiamo seguito nei confronti del primo decreto-legge e che seguiamo verso questo decreto-legge, la logica della serietà, la logica di costruire norme ponderate e motivate che dettino anche obblighi giusti, puntuali, specifici, pregnanti e forti per gli amministratori locali, ma che rispettino sempre i principi di ragionevolezza dell'ordinamento, nonché la gerarchia ed il rango delle fonti di produzione normativa.
Ecco perché ancora, anche da questo punto di vista, testimoniamo concretamente come abbiamo lavorato in termini estremamente intensi e continuativi per migliorare il decreto-legge, per ottenere il risultato di rendere un atto legislativo utile per il Paese e per le comunità campane.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, intervengo brevemente in dissenso dal mio gruppo per dichiarare che su questo emendamento mi asterrò. Obiettivamente, forse, si sta sollevando una tempesta in un bicchiere d'acqua: la categoria delle ordinanze contingibili e urgenti è ampiamente prevista dal nostro ordinamento. A me sembra che l'emendamento 3.100 della Commissione, che abbiamo votato tutti, faccia sufficiente chiarezza e stabilisca anche che il sottosegretario debba imporre un congruo termine per l'adempimento e che solo dopo possa esserci una responsabilità.
Ritengo che a questa catena di responsabilità non possano essere sottratte le ordinanze della protezione civile, perché ci troviamo in un clima, e in una situazione, di grave emergenza, e le ordinanze rispondono a principi costituzionali, alla legge, e ai principi di emergenza. È bene, quindi, che reiterate violazioni da parte dei comuni, ove vi fossero, siano sanzionate.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 53
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Iannuzzi 3.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 471
Astenuti 9
Maggioranza 236
Hanno votato
188
Hanno votato
no 283).

Prendo atto che la deputata Braga ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Nicolucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo infine atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zaccaria 3.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccaria. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, l'emendamento in esame tende a rimediare, almeno nelle nostre intenzioni, a quello che è, a mio avviso, un vistoso errore della disposizione in esame. Quando si parla di rimuovere il sindaco, il presidente della provincia, le giunte, si parla di organi esecutivi, in alcuni casi monocratici, che hanno una particolare responsabilità in ordine ai processi dei quali stiamo parlando.
Non so se involontariamente, o meno, ma in questo articolo è prevista la rimozione dei «componenti dei consigli», ovvero si pensa, con questa procedura sommaria - perché si tratta di un giudizio sommario nonostante quello che alcuni colleghi possono pensare - di rimuovere soggetti eletti dal corpo elettorale come i consigli. Ricordo che l'articolo 141 del decreto legislativo n. 267 del 2000, che precede l'articolo 142 che stiamo modificando, prevede delle disposizioni molto precise per lo «Scioglimento e sospensione dei consigli comunali e provinciali». Anche nei documenti che abbiamo a disposizione si ricorda, in tono ovattato, ma in maniera precisa, che una cosa è l'efficienza che deve garantire un provvedimento di questa natura e una cosa il principio democratico che è alla base di questi organismi. Nell'articolo 141 sono indicati in maniera precisa le ragioni per le quali si può intervenire, con decreto del Presidente della Repubblica e solo su proposta del Ministro dell'interno, nei confronti degli organi collegiali.
Credo che non ci sia bisogno di colpire questi fenomeni con l'accetta, ma bisogna operare in maniera puntuale. L'emendamento in esame non cambia la natura provvedimento, ma presenta una natura collaborativa. Siccome è già prevista nell'ordinamento una norma, come l'articolo 141, che consente di arrivare allo scioglimento dei consigli comunali e provinciali, non bisogna correre il rischio di modificare attraverso due parole - secondo me neanche sufficientemente pensate -, e senza dirlo esplicitamente, una regola generale già contenuta nell'ordinamento.
Ecco perché l'emendamento propone di espungere i consigli e di effettuare il collegamento direttamente con i componenti delle giunte. Allora tutto acquista una sua linearità. Faccio dunque un invito ai colleghi, perché norme di questo genere poi restano nell'ordinamento, e naturalmente restano e possono essere applicate in misura che, secondo me, va al di là delle intenzioni di chi le ha disegnate. Quindi, molto semplicemente, questo è un emendamento di natura collaborativa che cerca di rimediare ad un errore abbastanza vistoso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonavitacola. Ne ha facoltà.

FULVIO BONAVITACOLA. Signor Presidente, credo che sia abbastanza evidentePag. 54che qui non si tratta di dividersi tra coloro che vogliono usare il pugno duro e coloro che vogliono in qualche modo avallare forme di lassismo. Il collega Zaccaria ha chiarito che stiamo affrontando un tema molto delicato che è quello del rapporto tra le assemblee elettive e gli organi di emanazione del potere esecutivo.
Il decreto legislativo n. 267 del 2000 regolamenta l'ordinamento degli enti locali, e si interviene in quel testo. Quindi stiamo determinando una norma che va ad inserirsi in un organico testo che disciplina le autonomie locali. Ebbene in questo ordinamento vi è una netta distinzione tra i controlli sulle funzionalità degli organi e i controlli sulle condotte dei singoli amministratori. Tanto è vero che là dove si tratta di censurare gli organi collegiali è previsto un decreto del Presidente della Repubblica.

PRESIDENTE. Deve concludere.

FULVIO BONAVITACOLA. Quando invece si tratta di rimuovere singoli amministratori per ragioni soggettive è previsto un provvedimento del Ministro dell'interno. Qui si censura una omissione o comunque una cattiva diligenza dell'organo collegiale, perché è impensabile che il singolo possa violare obblighi di programmazione. Per questo io sostengo l'emendamento in esame presentato dal collega.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 3.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 483
Astenuti 1
Maggioranza 242
Hanno votato
221
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Bonavitacola 3.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bonavitacola. Ne ha facoltà.

FULVIO BONAVITACOLA. Signor Presidente, l'emendamento, apparentemente tecnicistico, affronta una questione di fondo che riguarda un aspetto importante non solo del ciclo dei rifiuti ma della gestione dei servizi pubblici locali. Con il decreto-legge n. 112, convertito frettolosamente in luglio, avete introdotto una mutazione sostanziale della disciplina dei servizi pubblici locali e, contraddicendo la dichiarata cultura federalista, avete sancito che qualunque comune (anche della provincia di Varese) che vuole decidere come organizzare la rete idrica deve chiedere il permesso all'Autorità di tutela della concorrenza, che sta in piazza Verdi qui a Roma (vicino a piazza Barberini). Questo procedimento aggravato è evidentemente posto anche in violazione del principio di sussidiarietà di cui all'articolo 118 della Costituzione, cioè della tutela del diritto degli enti locali di affrontare in autonomia in primo luogo gli interessi primari che sono i più vicini alle popolazioni amministrate. Qui c'è anche un equivoco che io credo debba essere in qualche modo affrontato. Dico la mia opinione che paventa una errata concezione del servizio pubblico locale come un campo che invade in qualche modo o è potenzialmente invasivo della concorrenza. La concorrenza in questo caso non c'entra niente. È affermato il principio a livello dell'Unione europea che quando un comune decide di gestire il servizio pubblico locale attraverso il cosiddetto modello in house non dà vita ad un soggetto imprenditoriale, non si mettePag. 55sul mercato. È una formula organizzativa, cioè la dotazione di quell'ente, di una longa manus dell'ente medesimo che organizza quel servizio secondo le proprie esigenze e la propria programmazione.
Ebbene, in tutto questo, la previsione di assoggettare ad un procedimento aggravato del controllo dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato anche l'organizzazione del ciclo dei rifiuti ci sembra un errore. In particolare, l'articolo 23-bis del decreto-legge n. 112 ha previsto che tale parere debba essere reso dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato. L'Autorità ha emanato una circolare e ha richiesto con una modulistica molto dettagliata una montagna di carte. Entro sessanta giorni può pronunciare il parere o può chiedere un'integrazione, dopodiché decorrono altri sessanta giorni. Se nonostante la seconda integrazione l'Autorità non è soddisfatta dei chiarimenti ricevuti dall'ente, può richiedere ulteriori chiarimenti.
Affrontando il tema del ciclo dei rifiuti, dobbiamo sapere che dall'emergenza si esce quando entra a regime il ciclo dei rifiuti medesimo, cioè quando le amministrazioni locali affidano, nel modo che ritengono, la gestione di questo servizio di pubblico interesse. Quello previsto dall'articolo 23-bis ci sembra un inutile appesantimento, oneroso e inopportuno. Per questo motivo con l'emendamento 3.13 da me presentato abbiamo richiesto di prevedere che nelle realtà e nei territori dove vige il regime di emergenza l'affidamento del servizio di gestione del ciclo integrato dei rifiuti avvenga senza le procedure aggravate di cui al comma 4 dell'articolo 23-bis citato. Chiediamo dunque all'Assemblea di sostenere questa modifica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Iannuzzi. Ne ha facoltà.

TINO IANNUZZI. Signor Presidente, intervengo soltanto per sottolineare che con l'emendamento Bonavitacola 3.13 si vuole introdurre una misura di snellimento e di semplificazione delle procedure introdotte lo scorso luglio con il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, vale a dire le procedure di affidamento in house. Tale proposta risponde alla giusta esigenza di rendere il ricorso a queste procedure molto più snello e veloce, ma nel contempo salva la sostanza di un interesse pubblico di fondo che dovevamo preservare: garantire in ogni caso che con l'eliminazione di questo passaggio procedimentale costituito dal parere dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato venisse salvaguardata l'esigenza che nella determinazione del corrispettivo del servizio così affidato fosse garantita la congruità e la coerenza di tale corrispettivo con quelli praticati negli affidamenti di servizi pubblici similari a seguito di procedure di gara e competitive. Quindi, si elimina un passaggio procedimentale in Campania dove, data la situazione, risultava particolarmente inutile, salvaguardando le esigenze sostanziali di fondo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bonavitacola 3.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 479
Votanti 449
Astenuti 30
Maggioranza 225
Hanno votato
177
Hanno votato
no 272).

Prendo atto che i deputati Rota e Argentin hanno segnalato che non riusciti a votare; e che la deputata Mastromauro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che la deputata Giammanco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.Pag. 56
Avverto che gli emendamenti Zamparutti 6.10 e 7.1 sono stati ritirati.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Mariani 4.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannuzzi. Ne ha facoltà.

TINO IANNUZZI. Signor Presidente, intervengo molto rapidamente sugli emendamenti Mariani 4.2 e Realacci 4.4. Con l'articolo 4 si detta una disposizione specifica per l'affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti nella provincia di Caserta. Nel comma 1 si fa riferimento alle procedure di affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti urbani limitatamente ai comuni della provincia di Caserta che si avvalgono anche in forma associata del Consorzio unico di bacino nelle province di Napoli e di Caserta. Con il comma 2 dell'articolo 4 si fa riferimento all'affidamento del servizio di raccolta differenziata non più soltanto per i comuni della provincia di Caserta, ma anche per quelli della provincia di Napoli.
Ebbene, sia nel comma 1 sia nel comma 2, sia per le procedure di affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti urbani sia per quanto concerne la raccolta differenziata, si prevede un termine di operatività della cogenza e della vincolatività delle norme e, quindi, dell'obbligatorietà e dell'operatività di queste procedure, di sette giorni dall'entrata in vigore del decreto-legge. Ciò significa che queste norme sono già diventate cogenti e vincolanti quando è ancora in discussione la loro formulazione, che ha già subito modifiche in Commissione ambiente alla Camera e deve ricevere il secondo vaglio da parte del Senato in seconda lettura.
È evidente che la modifica che noi prefiguriamo con gli emendamenti Mariani 4.2 e Realacci 4.4 introduce una norma assolutamente ragionevole ed equilibrata: prevedere per la cogenza dell'articolo 4 un periodo comunque circoscritto e ristretto di novanta giorni, che decorrono ovviamente dall'entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172.
È ovvia la ratio dei nostri emendamenti, cioè quella di dare un termine più congruo, che però decorra da un momento certo, nel quale il quadro normativo e l'articolo 4, che devono essere applicati in provincia di Caserta e di Napoli, siano definitivamente fissati dal Parlamento. Non è possibile, non è ragionevole, possiamo dire anche che legislativamente non è serio prevedere che tale obbligo di procedura entri in vigore e diventi operativo quando sono ancora in discussione e sono sub iudice le norme che introducono questa previsione e questo obbligo. Ecco perché sollecitiamo nuovamente l'approvazione di questi emendamenti, che sono oltretutto assolutamente una misura di equilibrio, di ragionevolezza e di buon senso legislativo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mariani 4.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 457
Astenuti 30
Maggioranza 229
Hanno votato
195
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Ventura ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 4.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 57
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 457
Astenuti 30
Maggioranza 229
Hanno votato
195
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Tocci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Libè 4.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire quello che abbiamo sempre detto: i commissariamenti ad acta non risolvono il problema. O si ha il coraggio di procedere con veri commissariamenti, oppure altrimenti troviamo altre procedure, ma i commissariamenti ad acta servono solo a sgravare di responsabilità agli amministratori che sono stati incapaci di gestire il servizio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Libè 4.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 484
Astenuti 7
Maggioranza 243
Hanno votato
51
Hanno votato
no 433).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che la deputata Braga ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Piffari 5.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo brevemente, perché questa disposizione di fatto estende ai militari ed all'Esercito anche compiti di polizia, con il fermo e la perquisizione, e noi siamo sempre stati contrari a questa militarizzazione, con compiti di polizia affidati all'Esercito: l'Esercito italiano è specializzato su compiti fondamentali anche di protezione civile e di emergenza, ma siamo contrari ad utilizzarlo in funzioni di polizia, seppure, come in questo caso, ad esclusione della polizia giudiziaria.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 5.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 478
Astenuti 8
Maggioranza 240
Hanno votato
14
Hanno votato
no 464).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Dima ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Villecco Calipari 5.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villecco Calipari. Ne ha facoltà.

Pag. 58

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor Presidente, con l'emendamento in esame vogliamo definire i compiti e le funzioni che vengono affidati alle Forze armate. Vogliamo ricordare che già con il decreto-legge n. 90 del 2008 il nostro gruppo, pur esprimendo perplessità sull'impiego delle Forze armate in relazione all'emergenza rifiuti, votò favorevolmente, in considerazione proprio della situazione di emergenza.
Col provvedimento in esame siamo nuovamente ad un'estensione dei compiti delle Forze armate e onestamente manifestiamo molto la nostra preoccupazione, in relazione anche alla genericità con cui si definiscono tali compiti, cioè il controllo della corretta gestione del ciclo dei rifiuti. Si tratta di una definizione ampia e generica, che può partire da attività di sorveglianza su dove e come i cittadini si liberano dei rifiuti, può proseguire vigilando sulle modalità della raccolta degli stessi e terminare con interventi per scortare o addirittura condurre i mezzi che debbano sversarli in discarica o consegnarli agli impianti di stoccaggio o trasformazione. Quindi, si tratta di funzioni relative ad attività molto al di là dei compiti assegnati alle Forze armate, che consistevano sostanzialmente nella vigilanza e nella protezione dei siti fissi, in modo da liberare quindi, per altre attività, le forze di polizia.
Con questa riformulazione la possibilità di avvalersi del personale militare è estesa a qualsivoglia attività. Anche da un punto di vista giuridico una norma così concepita è sicuramente criticabile perché non circoscrive la portata della materia su cui interviene e può quindi dare adito a diversi problemi e criticità. Questo limite, tra l'altro, non è sfuggito alla Commissione difesa che, all'unanimità, nel suo parere ha chiesto di valutare l'opportunità di definire i compiti affidati alle Forze armate.
Tale proposta emendativa, che sottopongo anche all'attenzione della maggioranza, che in Commissione si è espressa in tal misura, vuole appunto circoscrivere l'impiego del personale militare a situazioni di assoluta e motivata emergenza. Non solo è una specificazione utile allo svolgimento delle attività che ci si prefigge di affidare al personale militare, ma è anche un atteggiamento doveroso nei confronti delle Forze armate stesse e del rispetto che verso di loro dobbiamo avere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Villecco Calipari 5.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 486
Maggioranza 244
Hanno votato
196
Hanno votato
no 290).

Prendo atto che il deputato Dima ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Piffari 6.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, su questa proposta emendativa annunciamo la nostra astensione, motivandola nel senso che vado ad illustrare. Riconosciamo la filosofia del decreto-legge, cioè quella di individuare tra i beni meritevoli di particolare e massima tutela il bene ambiente, ma riteniamo che la tutela non possa dipendere da contingenze che rendono patologiche alcune situazioni e fanno sì che si intervenga con alcune condotte a tutela del bene stesso. Siamo a favore di un inasprimento delle pene, ma chiediamo che sia congruo e ragionato e che realizzi un coordinamento nell'ambito del cosiddetto codice ambientale.Pag. 59
Per questo motivo, con riferimento a questo emendamento, che è di carattere soppressivo, dichiariamo il nostro voto di astensione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, l'emendamento in esame prevede la soppressione di questo articolo che, di fatto, va ad incidere solo sulla popolazione campana o, eventualmente, di quelle altre regioni nelle quali fosse individuata un'emergenza rifiuti. Intanto esso è contrario alla Costituzione con riferimento alla parità di trattamento di cittadini sul territorio italiano, ma d'altro canto esso prevede un inasprimento di pene che in conseguenza vengono applicate anche con riferimento a reati che non sempre potrebbero essere individuati come tali. Il così definito abbandono anche solo temporaneo di rifiuti speciali (che potrebbero essere costituiti anche dallo sfalcio dell'erba del giardino, dal materiale di imballaggio di un commerciante o dal materiale edile di un cantiere aperto, ma non sufficientemente recintato e ben individuato) può comportare l'applicazione di una pena che va dai tre anni ai tre mesi, con tutte le complicazioni del caso.
Nei passaggi successivi proponiamo sì un inasprimento delle pene, ma chiediamo che esse siano quantomeno alternative, anche per andare incontro alla necessità di non intasare i tribunali, in particolare quello di Napoli che ha già 40 mila procedimenti in coda che sappiamo si concluderanno in un nulla di fatto. Riusciamo ad intasare i tribunali, ma non ad applicare la pena che vorremmo. Si tratta di una forzatura del sistema, una forzatura che non serve perché c'è già una normativa. Inoltre, con il rafforzamento del ruolo delle forze dell'ordine sarebbe bastato individuare chi commetteva questi reati di abbandono. Se in questa maniera abbiamo già individuato cento campani che hanno violato la legge, vuol dire che sicuramente hanno violato anche altre norme di regolamento o leggi in materia di tutela ambientale.
Si dovevano quindi individuare prima, già da maggio, da giugno o da luglio, e non solo con l'applicazione di questo provvedimento. Mi pare si tratti di un provvedimento di facciata, un gridare all'uso del bastone nei confronti di una popolazione che non merita un trattamento di questo tipo, perché il fatto che poi si dica che ne sono stati presi cento significa che non sono migliaia e migliaia quelli che cagionano tali danni al territorio campano.
Pertanto chiediamo la soppressione dell'articolo in oggetto e, subordinatamente, vi chiediamo di prendere attentamente in considerazione le pene alternative che proponiamo con gli emendamenti successivi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, voteremo a favore di questo emendamento soppressivo, ma vogliamo precisarne le motivazioni. Non siamo contrari ad una normativa sanzionatoria, che sia anche ferma e forte, nei confronti di chi compie certe fattispecie di reato, specialmente - e anzi oserei dire, per ora, esclusivamente - nelle regioni che sono oggetto di leggi che possono definirsi speciali. Non siamo contrari, perché siamo convinti che occorra agire con gli strumenti utili a bloccare certi fenomeni che si riferiscono, molto spesso, alla criminalità, sia comune che organizzata.
Capiamo che la situazione campana, specialmente quella napoletana, è una situazione diversa da altre realtà territoriali, non perché i cittadini siano migliori o peggiori, ma perché una parte dei cittadini, i comportamenti di alcune persone (non generalizziamo), hanno dimostrato che occorre intervenire in modo differente. Deve essere tuttavia chiaro: il tentativo - che è stato compiuto, magari non completamente, in questo provvedimento - di allargare questi interventi non ci trova d'accordo.Pag. 60
Noi siamo pronti e disponibili a trovare un luogo di confronto, in tempi certi, per dare un impulso alla regolamentazione di questi problemi. Tuttavia vedo, in un quadro comparativo tra quelle che erano le pene prima e quelle che sono ora, dopo questo decreto-legge, che ci troviamo in una situazione nella quale le pene che comportano la reclusione esistono già, e vengono soltanto aumentate. Si tratta, dunque, di una dimostrazione del fatto che il problema non sta nella misura della pena della reclusione, bensì nell'incapacità, da parte degli organi dello Stato e anche di chi interviene in situazioni di emergenza, di individuare i responsabili e, più che altro, di infliggere e rendere realistiche tali pene.
Crediamo, dunque, che questo articolo vada completamente rivisto, e che occorrerebbe altresì rivedere l'intero quadro normativo concernente i reati ambientali, che riguardano tutto il Paese. Sia chiaro però - e deve essere detto esplicitamente tra di noi - che non possiamo estendere le norme emergenziali a tutto il territorio nazionale. Cerchiamo di ragionare con un po' di buon senso, troviamo le soluzioni anche su questo articolato.
È infatti ovvio che occorre avere uno Stato serio, fermo ma realista, che ponga degli obiettivi raggiungibili e che, come diciamo da tempo, infligga pene realmente in grado di dimostrare che lo Stato c'è. Ho paura, abbiamo paura che tutto questo rischi, di al di là dell'effetto iniziale, di rimanere un bellissimo manifesto elettorale. Tuttavia, dal momento che le elezioni sono lontane, cerchiamo di lavorare seriamente (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Piffari 6.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 327
Astenuti 156
Maggioranza 164
Hanno votato
61
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che la deputata Giammanco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario, che i deputati Adornato e Barbato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 6.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, questo, in realtà, è l'emendamento, la proposta costruttiva che il Partito Democratico ha inteso presentare, come fa ogni giorno, per cercare di dare un apporto che non sia solo un «no», ma un ragionamento al fine di avere una costruzione migliore, ma la risposta sostanzialmente è stata, come sempre, la chiusura totale.
In realtà, come hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, ci troviamo di fronte ad un decreto-legge che si limita ad inasprire il sistema sanzionatorio per comportamenti già sanzionati dal cosiddetto codice ambientale - il decreto legislativo n. 152 del 2006 - e lo inasprisce solo in un territorio in cui vige lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento di rifiuti che, in base alla legge, deve essere proclamato con un atto amministrativo.
Si tratta sicuramente di un'incongruenza anche politica poiché in questo decreto-legge, da un lato si inaspriscono di molto le sanzioni già esistenti e dall'altro si cambiano le fattispecie rispetto al cosiddetto codice ambientale: da fattispecie contravvenzionali diventano delitti. Addirittura gli illeciti amministrativi (quale, ad esempio, quello previsto dal codice deiPag. 61rifiuti per il privato che abbandona, scarica o deposita rifiuti) si trasformano ora in delitti-reati o contravvenzioni - quindi puniti con la reclusione o l'arresto.
Ci sembra che la maggioranza adotti una logica che si contraddice perché da un lato lamenta un eccessivo potere suppletivo, un potere invasivo della magistratura, dall'altro aumenta i massimi edittali delle pene proprio perché la magistratura intervenga e lo faccia con delle misure restrittive della libertà personale. Così da un lato si dice che le carceri sono troppo affollate e che si vogliono liberarle e dall'altro invece, le si riempie prevedendo delle sanzioni che sono sostanzialmente abnormi, non sono proporzionate ai fatti e soprattutto - e questa è la cosa più grave - non valgono per tutto il territorio nazionale e per tutti cittadini, ma vengono riferite ad ambiti territoriali limitati, individuati in maniera irragionevole e, rimessa alla discrezionalità della pubblica amministrazione, ad un provvedimento amministrativo.
Vengono violati, pertanto, tutti principi della Costituzione: il diritto dell'uguaglianza di fronte alla legge penale, l'assunto che la fattispecie penale sia generale e astratta e che quindi ci sia un ragionevole intervento del legislatore. È vero: ci è stato detto che si possono prevedere dei comportamenti penalmente rilevanti, magari, non so, dei reati che vengono commessi soltanto in certi luoghi, ma non è possibile che la fattispecie penale sia ritagliata, come avviene in questo caso, in modo che il comportamento illecito assuma rilevanza solo se accade in un ambito regionale. Cosa accade se lo stesso comportamento, se magari quell'organizzazione criminale si sposta più avanti, supera il confine dell'emergenza e scarica quei rifiuti pericolosi, quei rifiuti che da un lato del confine sono puniti dalla reclusione e dall'altro lato della stessa area vengono puniti soltanto con una sanzione amministrativa?
Lo sforzo del Partito Democratico - che ci dispiace non sia stato preso in alcuna considerazione da parte del Governo, del relatore e della maggioranza - è quello di dire che se veramente il bene ambiente sta a cuore a tutti, se veramente il bene ambiente è patrimonio di tutti, di tutto il territorio italiano, di tutte le regioni italiane...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DONATELLA FERRANTI. ...allora il nostro emendamento - e concludo - ha previsto, nell'ambito degli articoli 255 e 256, delle fattispecie più gravi rispetto a quelle attuali. Ha previsto, e su questo vorrei richiamare l'attenzione, la possibilità di sequestro preventivo e quindi di confisca degli automezzi e dei veicoli che vengano utilizzati per commettere questi scempi sul territorio nazionale, sul territorio italiano e su questo preannunziamo pertanto il nostro voto favorevole.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'ora è tarda ma credo ugualmente che sull'articolo 6 qualche parola vada spesa. Innanzitutto, le cosiddette fattispecie delittuose non hanno nulla a che vedere con chi abbandona o deposita rifiuti non pericolosi e non ingombranti. Quindi, possiamo affermare che l'erba falciata difficilmente integrerebbe, credo, una fattispecie delittuosa che possa prevedere l'arresto. Ricordo che stiamo parlando di rifiuti speciali, pericolosi e ingombranti. Pertanto, non avviene ciò che ho sentito affermare da qualche collega, cioè non si va ad attaccare una popolazione ma a sanzionare il comportamento, prima illecito, che diventa ora illegale, in una regione che fino a pochi mesi fa aveva, in talune zone, l'immondizia fino al primo piano delle abitazioni, di chi va a depositare dolosamente - pertanto con l'intenzione di farlo - dei rifiuti che, lo ripeto, sono speciali, pericolosi o ingombranti. È evidente che ci troviamo - ma questo è lo spirito del terzo decreto-legge - di fronte ad una situazione eccezionalePag. 62ed emergenziale e non stiamo, quindi, parlando di una situazione ordinaria. Infatti, una situazione ordinaria comprenderebbe fattispecie assolutamente diverse, che non necessitano di un intervento così grave.
Mi accingo a terminare, signor Presidente, ma voglio ancora rimarcare un fatto. In un primo tempo avevo presentato un emendamento che estendeva a tutto il territorio nazionale questi inasprimenti di pena e queste sanzioni. Dopo un'ulteriore riflessione ho ritenuto di dover ritirare tale emendamento perché, in effetti, stiamo trattando una materia delicata. Non credo sia possibile varare, con un decreto-legge che si occupa dell'emergenza campana, un provvedimento che valga erga omnes con sanzioni che valgono su tutto il territorio nazionale. È evidente, tuttavia, che poiché l'emergenza rifiuti sta diventando emergenza in tante zone del nostro Paese anche sul tema delle sanzioni (in tale materia) e anche rispetto alle previsioni del codice ambientale occorrerebbe maturare una nuova e diversa riflessione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale e, pertanto, il mio intervento sarà brevissimo. Volevo dire al collega Ghiglia che il suo ripensamento che, peraltro, è un ripensamento anche del Presidente del Consiglio, che aveva annunciato a Napoli un'estensione della norma a tutta Italia, è salutare perché la norma è delicata. Pensiamo che si debbano punire duramente i comportamenti illegali ed è per questo che combatteremo, per esempio, l'eliminazione delle intercettazioni telefoniche in ordine al traffico illecito dei rifiuti, perché tale circostanza danneggerebbe molto la lotta contro l'illegalità. Ma i rifiuti ingombranti, onorevole Ghiglia, sono quelli come la poltrona su cui lei è seduto.

AGOSTINO GHIGLIA, Relatore. Allora la vado a gettare in un prato!

ERMETE REALACCI. Ai sensi di questo provvedimento, la poltrona su cui lei è seduto è un rifiuto ingombrante e francamente mi sembra difficile considerare tale fatto penalmente rilevante, soprattutto in una regione in cui 40 mila processi cadono in prescrizione per lo spirare dei termini. Pertanto, l'elemento della norma manifesto c'è tutto. Combattiamo l'illegalità, ma facciamolo in maniera seria.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 6.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 471
Votanti 442
Astenuti 29
Maggioranza 222
Hanno votato
190
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che il deputato Renato Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 6.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, come già annunciato precedentemente, l'emendamento in esame tende almeno a proporre delle pene alternative.
Intanto vorrei precisare - mi dispiace e chiedo scusa al Presidente e all'Aula di doverlo fare - il testo di una parte dell'articolo 6, comma 1, lettera a): «chiunque in modo incontrollato o presso siti non autorizzati abbandona, scarica, deposita sul suolo o nel sottosuolo o immette nelle acque superficiali o sotterranee rifiuti pericolosi, speciali (...)» - speciali sono purtroppo quelli di cui ho dettoPag. 63prima e a cui accennava successivamente anche il collega - «(...) ovvero rifiuti ingombranti domestici e non, di volume pari ad almeno 0.5 metri cubi o con almeno (...)» - e qui sono indicate le dimensioni dei lati dei rifiuti ingombranti - «(...) è punito con la reclusione fino a tre anni e sei mesi».
Ho posto anche il caso dell'auto non collaudata che non dovrebbe circolare e non dovrebbe trovarsi lungo una strada pubblica perché potrebbe essere considerata rifiuto ingombrante - peraltro pericoloso - e come tale quindi essere ricompresa sotto questa tipologia di reato. Le pene alternative al carcere (come il lavoro), che sono applicate un po' meno in Italia, ma più spesso in tanti Stati occidentali, possono forse aiutare ad educare comunque quei pochi indisciplinati che spesso non si interessano, oppure prendono con troppa leggerezza tali tipi di reati. Tuttavia, pensare all'arresto, che è già previsto per i rifiuti pericolosi da altre normative - dal cosiddetto codice ambientale e da altri regolamenti, anche locali - credo sia eccessivo soprattutto se inserito in un decreto-legge, ormai più volte presentato con numeri diversi da diversi Governi, per l'emergenza dei rifiuti in Campania.
Credo che gli articoli successivi, che tendono a investire risorse per educare alla raccolta differenziata ed anche quanto previsto dall'articolo 1 per educare la popolazione a conferire il differenziato e il recuperabile nei giusti luoghi, costituiscano un'assurda contrapposizione rispetto a quanto previsto in questo articolo. Credo che agitare il bastone a tutti i costi sia una scelta troppo forte, anche perché ci si chiede come mai non sia stato fatto a maggio o a giugno, in modo tale da recuperare tre mesi di «bastonate» (raddrizzando molte più schiene), invece di andare al 31 dicembre 2009. Credo si tratti di una misura eccessiva e non meritevole dell'approvazione di quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, intervengo a nome del gruppo del Partito Democratico per esprimere il nostro consenso a questo emendamento che si occupa della questione di riordinare, riarticolare e individuare nuove pene e nuove forme di reato nel campo del trattamento dei rifiuti dannosi per l'ambiente e dei rifiuti pericolosi. Si tratta di un emendamento che va, quindi, nella direzione di dare un giro di vite ad una situazione molto pericolosa per l'ambiente e fin qui trattata evidentemente, da quello che scrivono coloro che hanno redatto questo emendamento, con un insufficiente livello di penalizzazione dei reati che vi si possono commettere.
Devo dire che, a proposito della mancanza di pena per questioni che riguardano molto da vicino il tema dello sviluppo del Paese ed, in particolare, di una parte del Paese, sono rimasto molto sorpreso dalle dichiarazioni - che non c'entrano con la questione dei rifiuti - che ha svolto quest'oggi il sottosegretario per le infrastrutture, onorevole Castelli, con riguardo al futuro dell'aeroporto di Malpensa. Egli afferma oggi che è del tutto evidente che si sta portando a conclusione - peraltro il gruppo a nome del quale parlo lo dice da molti mesi - l'accordo che porterà CAI ad accordarsi con Air France, cioè la soluzione che si prospettava quando sembrava che fosse la cosa peggiore del mondo.
Ma, a prescindere dal fatto che questo accordo si chiuderà, si chiuderà con un danno devastante per l'economia del nord del Paese visto che tale accordo prevede tredici voli intercontinentali a Fiumicino e tre a Malpensa. Mi domando dove siano adesso i colleghi leghisti che hanno più volte sostenuto in quest'Aula che essi sarebbero stati i guardiani di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Mi domando come mai non intervengano, visto che i contribuenti italiani dovranno pagare 4 miliardi di debiti di Alitalia che ci rimarranno sul gobbo! Sappiano i contribuenti lombardi che con quei soldi delPag. 64nord, del Piemonte, del Veneto, che pagheranno per ripianare il debito di Malpensa avranno oltre al danno la beffa, perché Malpensa sarà costretta a vedere diminuire dell'80 per cento i propri voli. Mi domando come mai il Governo, di fronte alle sincere affermazioni di quest'oggi del sottosegretario Castelli, non senta il bisogno di riferire a questo Parlamento su cosa succederà all'aeroporto di Malpensa se, come io credo, queste affermazioni rispondono a verità.
Le chiedo quindi, onorevole Presidente Leone, di chiedere formalmente al Governo di riferire in quest'Aula su queste gravissime notizie che sono una ferita gravissima per l'economia e per lo sviluppo del nord del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 6.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 432
Astenuti 34
Maggioranza 217
Hanno votato
183
Hanno votato
no 249).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 6.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 467
Votanti 466
Astenuti 1
Maggioranza 234
Hanno votato
188
Hanno votato
no 278).

Prendo atto che i deputati Antonino Foti, Vincenzo Antonio Fontana e Di Biagio hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cosenza 6.31, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 474
Votanti 440
Astenuti 34
Maggioranza 221
Hanno votato
430
Hanno votato
no 10).

Ricordo che l'emendamento Zamparutti 6.10 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Realacci 6.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 472
Votanti 441
Astenuti 31
Maggioranza 221
Hanno votato
190
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che i deputati De Girolamo, Nicolucci e Versace hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Piffari e Agostini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.Pag. 65
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, sospendiamo l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30. L'esame degli altri argomenti iscritti all'ordine del giorno è rinviato ad altra seduta.

In morte dell'onorevole Giuseppe Botta.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Giuseppe Botta, già membro della Camera dei deputati dalla V alla XI legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Per fatto personale (ore 20,05).

MARIO LANDOLFI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO LANDOLFI. Signor Presidente, ringrazio anche i colleghi che mi hanno consentito di prendere per primo la parola per fatto personale. Mi riferisco ovviamente a quanto accaduto poco fa in quest'Aula per spiegare alcune cose.
Vedete, io non soffro di attacchi di panico, sono una persona tranquilla e serena e voglio serenamente spiegare che il mio intervento, che ha scatenato l'ira del collega Barbato, era finalizzato esclusivamente a chiedere allo stesso Barbato quali fossero gli elementi sui quali egli poggiava delle affermazioni particolarmente gravi. A riprova della scarsa affidabilità delle sue affermazioni - mi consenta onorevole Barbato - ho ripreso un'interrogazione che l'onorevole Barbato ha presentato il 14 ottobre di quest'anno nella quale ha chiesto la protezione o la scorta per proteggere un cittadino che l'onorevole Barbato ritiene essere un eroe della lotta alla mafia, della lotta alla camorra nella provincia di Caserta.
Da elementi in mio possesso (ma che sono riscontrabili) risulta invece che il nome di questo cittadino appare in un'informativa dei carabinieri di Pignataro Maggiore del 1993, in cui il cittadino per il quale l'onorevole Barbato chiede la scorta (perché impegnato sul fronte della lotta alla camorra) risulta fortemente interessato alla vendita di alcuni terreni in località Partignano a Pignataro Maggiore intestati a prestanomi di esponenti della malavita locale. Lo stesso utilizzava una Fiat 127 rossa targata Caserta 344476, che lo stesso cittadino per il quale l'onorevole Barbato chiede la scorta aveva ricevuto in comodato d'uso gratuito da un boss locale.
A causa di questa informativa il procedimento penale n. 11605/94 modello 21, pendente davanti al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, fu inviato alla procura della Repubblica presso il tribunale di Napoli, direzione distrettuale antimafia, per accertare se i fatti contestati integrassero le ipotesi di cui all'articolo 416-bis del codice penale. La direzione distrettuale antimafia di Napoli, dopo aver letto il fascicolo, rinviò alla procura di Santa Maria Capua Vetere il fascicolo stesso, ma stralciò la posizione della persona per la quale l'onorevole Barbato chiede la scorta per accertare nei suoi confronti l'ipotesi delittuosa di cui all'articolo 416-bis.
Il magistrato dottore Federico Cafiero De Rao nel trasmettere il fascicolo scrisse nella sua relazione: non v'è dubbio, però, che gli elementi rappresentati dai carabinieri nella prima informativa del 15 luglio 1993, con riferimento ai collegamenti personali della persona - per la quale l'onorevole Barbato ha chiesto la scorta - con membri di rilievo dell'organizzazione camorristica operante localmente, vadano approfonditi; di qui la necessità di stralciare l'ipotesi delittuosa di cui all'articolo 416-bis del codice penale.
Per i fatti contestati in quel procedimento la persona per la quale lei chiede la scorta fu imputata per il reato di tentativo di estorsione e di lottizzazione abusiva. Per gli stessi fatti nel 1994 subì un provvedimento cautelare di divieto di dimora a Pignataro Maggiore per aver minacciatoPag. 66dipendenti dell'ufficio tecnico comunale. Ma vi è un altro fatto: vede, questa foto ritrae la persona per la quale lei chiede la scorta con l'omicida del fratello del giudice Imposimato, Raffaele Ligato, che si trova all'ergastolo.

ANTONINO LO PRESTI. Bravo Barbato!

MARIO LANDOLFI. Nel 1989 fu dichiarato fallito, nonché condannato per emissione di assegni a vuoto.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MARIO LANDOLFI. Onorevole Barbato, se dovessi ripagarla con la sua stessa moneta, dovrei dire che lei è in qualche modo collegato con questa persona. Ma poiché sono un garantista verso di lei (e anche verso la persona che abbiamo citato) voglio solamente rappresentarle quanto molte volte siano fuorvianti le informazioni che uno ritiene invece essere fededegne, e quanto sia invece doverosa la cautela prima di sparare sentenze contro qualcuno (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Deve concludere.

MARIO LANDOLFI. Non voglio fare i derby con lei in quanto ritengo anche di perdere, da questo punto di vista. Tuttavia, vorrei che da questa vicenda lei traesse, se mi consente, una lezione di vita, per imparare a stare non solo in questo Parlamento, ma anche a stare al mondo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 20,10).

MARGHERITA BONIVER. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARGHERITA BONIVER. Signor Presidente, abbiamo scelto oggi, il sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, per presentare agli uffici della Camera una mozione sulla questione dei diritti umani in Birmania. In quel Paese, come certamente i colleghi sanno, si sta svolgendo un dramma infinito che continua dagli anni Sessanta, quando una feroce giunta militare ha stretto il Paese in una dittatura che ha provocato orrore, morte e distruzione.
Io mi auguro che questo testo venga firmato dai colleghi di tutti i gruppi politici e anche che la Conferenza dei presidenti di gruppo possa, malgrado un calendario molto complesso, mettere all'ordine del giorno, per la sua illustrazione, discussione e votazione, questa mozione. Mi appello alla Presidenza affinché questa mozione venga al più presto discussa di fronte alla Camera dei deputati. Un'identica mozione è stata presentata questo pomeriggio all'Assemblea di Palazzo Madama.

PRESIDENTE. Riferirò al Presidente, ma lei può invitare il suo presidente di gruppo a portarla in Conferenza dei presidenti di gruppo.

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, mi deve scusare se mi sono un po' agitato. Voglio solo ricordare all'Aula e anche a lei, come mi è capitato dieci, quindici, venti giorni, un mese fa, e dal mese di settembre in poi (lei lo ricorderà benissimo, ma glielo ricordo formalmente, perché così possa agire), di chiedere la cortesia al Ministro degli affari esteri o a qualche suo rappresentante di darci magari novità sull'azione che il nostro Paese, come sappiamo da alcuni quotidiani, sta svolgendo anche in sede europea, per scongiurare quella che ormai su molti quotidiani di tutto il mondo è tra le prime notizie dei quotidiani stessi: cioè il genocidio in Congo. APag. 67questo, si aggiunge la richiesta che ho fatto sempre un mese fa, con la disponibilità che informalmente mi è stata fatta pervenire da parte dell'incaricato per il Segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon, l'ex Premier Romano Prodi, di far presente alla Commissione competente, in funzione del suo incarico, quale sia la soluzione cui stanno pensando le Nazioni Unite.
Infine, signor Presidente, sempre in relazione a questa vicenda, cioè a quella dell'interessamento del nostro Paese nei confronti dei conflitti in Africa, ricordo a lei quella che nei quotidiani del resto del mondo di oggi è la terza notizia, cioè che in Zimbabwe sta accadendo, dopo la violazione dei diritti, dopo il menefreghismo generale da parte dell'Europa, una tragedia dentro la tragedia, rispetto alla quale molti Premier europei si stanno interrogando su come agire.
Anche noi vorremmo in qualche modo non convincere il Premier italiano a intraprendere una direzione piuttosto che un' altra, ma vorremmo, questo sì, auspicabilmente - visto che di questa vicenda, come del tema dell'Africa in generale, parliamo e chiediamo di essere in qualche modo messi a confronto con l'azione in gran parte positiva del Governo dal mese di settembre - che anche questo secondo aspetto, non indifferente, possa diventare oggetto di una comunicazione o di un incontro.
Signor Presidente, a questo punto, dopo quattro mesi e con qualche esperienza parlamentare, come lei in questi ultimi vent'anni, sono un po' in imbarazzo nel chiederle di intervenire, perché, come lei può testimoniare - lo dico sinceramente -, né a me, ma neanche a lei, è mai capitato che uno o più colleghi, su un determinato tema, invitassero il Ministro a portare qualche informazione, senza ricevere alcun tipo di risposta.
Concludo con la parte più simpatica della vicenda, onorevole Presidente, cioè che delle due suore, anche esse rapite in Africa, non sappiamo ancora niente. Allora, va tutto bene: il centrodestra ha una grande maggioranza, un Ministro straordinario, un impegno al cento per cento, però - viva Iddio! - se ci fosse stato il Governo Prodi, con il Ministro D'Alema, come accadde esattamente nel caso di padre Bossi, qui non si sarebbe neanche iniziato a discutere di alcun provvedimento per due mesi. Allora, non è tollerabile che si faccia finta di non recepire le richieste che vengono dal Parlamento e che non solo il Ministro non si senta nelle condizioni di venire qui, ma neanche mandi un sottosegretario a parlare di queste vicende (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Onorevole Volontè, sarà mia cura riferire al Presidente per le sollecitazioni del caso.

EMANUELE FIANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, voglio formalizzare una richiesta in un intervento sull'ordine dei lavori, avendo prima occupato uno spazio formalmente non collimante con il contenuto della mia dichiarazione.
La richiesta che rivolgo a lei e, per il suo tramite, al Presidente della Camera, signor Presidente di turno, è che il Governo venga a riferire sulle pesanti dichiarazioni che oggi il sottosegretario Castelli ha pronunziato di fronte ad un giornalista di un'agenzia di stampa.
Con il suo consenso, vorrei citarle letteralmente. Il sottosegretario, senatore Castelli dichiara: «Si apprende dai quotidiani di oggi che CAI starebbe per chiudere con Air France» - vorrei dire che è singolare che un membro del Governo abbia cognizione di queste cose da un'agenzia o da un giornale, ma comunque! - «e che, contrariamente a quanto dichiarato in sede di presentazione del piano industriale, ci sarebbero tredici voli intercontinentali a Fiumicino e tre a Malpensa, ribaltando in maniera perfetta le proporzioni di quanto inizialmente previsto. Siccome riteniamo che le ragioni illustrate dall'ingegner Sabelli - che è l'amministratorePag. 68delegato di CAI - sulla necessità di riportare i voli intercontinentali a Malpensa fossero fondate su dati oggettivi, e cioè sul fatto che il traffico intercontinentale si posiziona soprattutto al nord Italia, dobbiamo ritenere che questa rivoluzione copernicana sia dettata non da ragioni economiche, ma da ragioni squisitamente politiche. Quindi, se le decisioni si spostano sul piano della politica, la Lega Nord ha il diritto e il dovere di intervenire».
Conclude, signor Presidente, il sottosegretario Caselli: «Non intendiamo avanzare minacce né ricatti, ma sappiano CAI e le forze politiche che hanno deciso di penalizzare Malpensa che non assisteremo inerti alla morte dello scalo lombardo».
Penso, signor Presidente, che affermazioni come queste rilevino, sia per il loro contenuto tecnico, che rende noto che un autorevolissimo membro del Governo, per di più con competenza sulla materia, non è a conoscenza del contenuto finale degli accordi sul piano industriale che dovrebbero intercorrere tra CAI e l'entrante nuovo socio Air France, sia per quanto riguarda la questione politica, perché deve essere questo il luogo dove i parlamentari italiani, e cioè gli italiani, sono messi a conoscenza di eventuali conflitti esistenti tra le forze di maggioranza che sostengono il Governo. Penso, cioè, che questo sia il luogo nel quale un sottosegretario del Governo deve spiegare cosa voglia dire che la Lega Nord non assisterà inerte alla «morte dello scalo lombardo».
Le chiedo, quindi, formalmente, a nome del gruppo del Partito Democratico, che il Governo venga quanto prima in Aula a riferire su queste dichiarazioni.

PRESIDENTE. Onorevole Fiano, quanto ha detto sarà riferito al Presidente.
Aveva chiesto di parlare l'onorevole Barbato, al quale avevo riferito che avrei seguito l'ordine di presentazione delle richieste di parola. Constato che l'onorevole Barbato non è presente.

MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, intervengo innanzitutto per richiamare quanto diceva l'onorevole Volontè. Senza recepire le critiche al Ministro, però, effettivamente, di questi problemi dobbiamo parlarne nella nostra Aula. Presentandosi l'occasione, non posso non sottolineare le parole e anche gli atti del Presidente Sarkozy, ricordando anche che la Francia è presidente pro tempore dell'Unione europea, a proposito della questione tibetana.
Oggi è stata firmata dai rappresentanti di tutti i gruppi, su sollecitazione promossa da alcuni colleghi delle componente radicale, una dichiarazione di appoggio, che pure mi auguro verrà presto discussa in quest'Aula.
Infine, terzo e ultimo argomento, sollecito la risposta ad alcuni atti di sindacato ispettivo rivolti al Ministro dell'economia e delle finanze sul fatto che aziende che hanno richiesto in passato dei finanziamenti e li hanno regolarmente ottenuti (qualche volta hanno anche avuto degli acconti), poi, improvvisamente, non ricevano più il saldo e, quindi, si trovino ad indebitarsi con il sistema bancario, perché il Ministero dell'economia e delle finanze non riesce a mettere in pagamento queste somme. Al riguardo sono giacenti, tuttora in corso, taluni atti di sindacato ispettivo da me presentati, per i quali prego la Presidenza di sollecitare la risposta del Ministro.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Zacchera.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Pag. 69

Giovedì 11 dicembre 2008, alle 9,30:

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale (1875-A).
- Relatore: Ghiglia.

2. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1152 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 23 ottobre 2008, n. 162, recante interventi urgenti in materia di adeguamento dei prezzi di materiali da costruzione, di sostegno ai settori dell'autotrasporto, dell'agricoltura e della pesca professionale, nonché di finanziamento delle opere per il G8 e definizione degli adempimenti tributari per le regioni Marche ed Umbria, colpite dagli eventi sismici del 1997 (Approvato dal Senato) (1936).
- Relatori:
Stradella, per l'VIII Commissione e Garofalo, per la IX Commissione.

3. - Seguito della discussione delle mozioni Borghesi ed altri n. 1-00073, Stracquadanio ed altri n. 1-00078, Vietti ed altri n. 1-00080 e Baretta ed altri n. 1-00081 concernenti iniziative per fronteggiare la crisi economica e finanziaria in atto.

4. - Discussione di documenti in materia di insindacabilità ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione:
Richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Luigi Pepe, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-ter, n. 2-A).
- Relatore: Pionati.

Richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti del deputato La Loggia (Doc. IV-ter, n. 3-A).
- Relatore: Brigandì.

Richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del senatore Giovanardi, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-ter, n. 5-A).
- Relatore: Brigandì.

Richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Vittorio Sgarbi, deputato nella XIV legislatura (Doc. IV-ter, n. 6-A).
- Relatore: Sisto.

Applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del senatore Maurizio Gasparri, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-quater, n. 3).
- Relatori: Paolini, per la maggioranza e Ferranti, di minoranza.

Applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Franco Cardiello, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-quater, n. 5).
- Relatore: Pionati.

Applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del senatore Fabrizio Morri, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-quater, n. 6).
- Relatore: Aniello Formisano.

Pag. 70

Applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del senatore Maurizio Gasparri, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-quater, n. 7).
- Relatore: Paniz.

Applicabilità dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Katia Bellillo, deputato all'epoca dei fatti (Doc. IV-quater, n. 8).
- Relatore: Samperi.

(al termine delle votazioni)

5. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 20,20.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1875-A - em. 1.1 440 440 221 195 245 64 Resp.
2 Nom. em. 1.2 469 448 21 225 195 253 63 Resp.
3 Nom. em. 1.3 481 460 21 231 198 262 63 Resp.
4 Nom. em. 2.100 n.f. 483 483 242 477 6 62 Appr.
5 Nom. em. 2.4 486 485 1 243 221 264 62 Resp.
6 Nom. em. 2.31 491 490 1 246 231 259 61 Resp.
7 Nom. em. 2.5 491 491 246 231 260 61 Resp.
8 Nom. em. 2.12 484 482 2 242 221 261 60 Resp.
9 Nom. em. 2.30 488 447 41 224 182 265 60 Resp.
10 Nom. em. 2.17 483 481 2 241 220 261 58 Resp.
11 Nom. em. 2.16 488 487 1 244 223 264 58 Resp.
12 Nom. articolo agg. 2.01 497 325 172 163 54 271 58 Resp.
13 Nom. articolo agg. 2.02 497 282 215 142 16 266 58 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. articolo agg. 2.03 489 274 215 138 9 265 58 Resp.
15 Nom. subem. 0.2.0101.1 492 489 3 245 41 448 58 Resp.
16 Nom. subem. 0.2.0101.2 485 484 1 243 224 260 58 Resp.
17 Nom. articolo agg. 2.0101 492 484 8 243 441 43 58 Appr.
18 Nom. articolo agg. 2.0100 489 486 3 244 475 11 58 Appr.
19 Nom. em. 3.2 486 486 244 196 290 58 Resp.
20 Nom. em. 3.100 497 493 4 247 491 2 57 Appr.
21 Nom. em. 3.5 490 488 2 245 192 296 57 Resp.
22 Nom. em. 3.8 480 471 9 236 188 283 57 Resp.
23 Nom. em. 3.11 484 483 1 242 221 262 57 Resp.
24 Nom. em. 3.13 479 449 30 225 177 272 57 Resp.
25 Nom. em. 4.2 487 457 30 229 195 262 57 Resp.
26 Nom. em. 4.4 487 457 30 229 195 262 57 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 35)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 4.30 491 484 7 243 51 433 57 Resp.
28 Nom. em. 5.1 486 478 8 240 14 464 57 Resp.
29 Nom. em. 5.30 486 486 244 196 290 57 Resp.
30 Nom. em. 6.1 483 327 156 164 61 266 57 Resp.
31 Nom. em. 6.2 471 442 29 222 190 252 57 Resp.
32 Nom. em. 6.30 466 432 34 217 183 249 57 Resp.
33 Nom. em. 6.3 467 466 1 234 188 278 56 Resp.
34 Nom. em. 6.31 474 440 34 221 430 10 56 Appr.
35 Nom. em. 6.14 472 441 31 221 190 251 56 Resp.