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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 78 di martedì 4 novembre 2008

Pag. 1

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

La seduta comincia alle 11,40.

MIMMO LUCÀ, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 31 ottobre 2008.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alessandri, Bindi, Bongiorno, Boniver, Brancher, Brugger, Caparini, Casini, Cicchitto, Cirielli, Lo Monte, Lombardo, Mazzocchi, Melchiorre, Menia, Molgora, Palumbo, Pescante, Rigoni, Scajola, Stucchi e Volontè sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.

PRESIDENTE. Comunico di aver chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi il deputato Giancarlo Mazzuca, in sostituzione del deputato Fabio Garagnani, dimissionario.

Su un lutto del deputato Marco Martinelli.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Marco Martinelli è stato colpito da un grave lutto: la perdita del padre.
La Presidenza della Camera ha fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia (Già articoli 3, da 5 a 13, da 15 a 18, 22, 31 e 70 del disegno di legge n. 1441, stralciati con deliberazione dell'Assemblea il 5 agosto 2008) (1441-ter-A) (ore 11,41).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia.
Ricordo che nella seduta del 30 ottobre 2008 è stato da ultimo approvato l'articolo 16-bis.
Avverto che la V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A). Sulla base di tale parere, la Presidenza conferma il giudizio di inammissibilità in relazione alle seguenti proposte emendative oggetto di richiesta di riesame: Lulli 3-bis.01, 16-ter.28, 16-ter.6, 17.2, 17.3, 17.01 e 22-ter.2, nonché Quartiani 16-ter.2 e 16-ter.3.Pag. 2
Avverto altresì che la I Commissione ha espresso l'ulteriore prescritto parere (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Avverto infine che la Commissione ha presentato una nuova formulazione dell'articolo aggiuntivo 70-bis.0301, che è in distribuzione.
Il termine per la presentazione dei subemendamenti riferiti alle parti modificate, fissato per le ore 12, è già stato comunicato ai gruppi.
Avverto, inoltre, che è stato ritirato dalla presentatrice il subemendamento Faenzi 0.70-bis.0301.5.
Ricordo, infine, che il gruppo Unione di Centro ha esaurito i tempi a sua disposizione previsti dal contingentamento, compresi quelli aggiuntivi concessi dalla Presidenza. Secondo la prassi, come già comunicato in altra seduta, i deputati appartenenti a tale gruppo potranno intervenire per non più di un minuto, imputando tale tempo a quello previsto per gli interventi a titolo personale.
Avverto che al gruppo del Partito Democratico residuano 2 minuti, esauriti i quali i deputati appartenenti al gruppo potranno intervenire con le modalità sopra ricordate.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,42).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Esame dell'articolo 16-ter - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16-ter e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sugli emendamenti Libè 16-ter.1 e Quartiani 16-ter.4 e 16-ter.5 e sul subemendamento Lulli 0.16-ter.500.1, mentre accetta l'emendamento 16-ter.500 del Governo.
La Commissione formula un invito al ritiro sugli emendamenti Bratti 16-ter.7, Lulli 16-ter.10 e 16-ter.11 e Cimadoro 16-ter.12 e raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 16-ter.300.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Lulli 16-ter.14, a condizione che sia accolta una riformulazione nel senso di sostituire le parole: «l'Agenzia controlla e dirama direttive sulle modalità» con le seguenti: «l'Agenzia controlla le modalità».
La Commissione formula un invito al ritiro sugli emendamenti Lulli 16-ter.16, 16-ter.17 e 16-ter.18 e Mariani 16-ter.19, mentre accetta l'emendamento 16-ter.501 del Governo.
La Commissione formula un invito al ritiro sugli emendamenti Libè 16-ter.20 e Cimadoro 16-ter.21, mentre accetta l'emendamento del Governo 16-ter.502 e raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 16-ter.302.
La Commissione formula un invito al ritiro sugli emendamenti Cimadoro 16-ter.23, 16-ter.24 e 16-ter.25, Lulli 16-ter.26, Cimadoro 16-ter.27 e 16-ter.29 e Lulli 16-ter.30, mentre accetta l'emendamento 16-ter.510 del Governo.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole relatore, dovrebbe esprimere il parere della Commissione sui subemendamenti Lulli 0.16-ter.510.2 e Libè 0.16-ter.510.1.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro su entrambi i subemendamenti.
La Commissione formula, altresì, un invito al ritiro sugli emendamenti Lulli 16-ter.31 e Libè 16-ter.32, i quali risulterebberoPag. 3preclusi dall'approvazione dell'emendamento 16-ter.510, raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 16-ter.301, mentre formula un invito al ritiro dell'emendamento Cimadoro 16-ter.34.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Per consentire l'ulteriore decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 11,45, è ripresa alle 12,05.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Libè 16-ter.1.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

MAURO LIBÈ. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, insisto per la votazione dell'emendamento in esame anche perché dovrebbe fare un po' di chiarezza tra tutti i balletti che ci sono stati per l'attribuzione delle competenze tra i vari Ministeri. Crediamo che la Presidenza del Consiglio dei ministri sia l'organo deputato a coordinare un'attività importante come quella del rientro del nucleare nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vignali. Ne ha facoltà.

RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente, credo che l'emendamento Libè 16-ter.1 in realtà non sia così decisivo, in quanto prevede che la formazione dell'Agenzia sia deliberata dal Consiglio dei Ministri e di fatto già accade ciò che l'emendamento chiede.
Su questo articolo, che è molto importante e delicato, mi permetto di richiamare l'attenzione dei colleghi. Infatti, in ogni Paese che si è dotato della produzione di energia nucleare esiste un'agenzia indipendente, governativa ma indipendente, che ha il compito di vigilare sulla sicurezza della produzione, dei siti e dello stoccaggio dei rifiuti. Questo è un tema importante, in quanto il nucleare - come tutti ben sappiamo - a suo tempo è stato sottoposto a referendum.
Quindi, credo sia importante su questo articolo - e mi permetto di fare un appello anche all'opposizione - svolgere un dibattito sereno, perché questa Agenzia evidentemente ha il compito non soltanto di vigilare sulla sicurezza della produzione dei siti, ma ha anche quello di rassicurare la popolazione sulla sicurezza del nucleare.
Per questo motivo, credo sia importante che dal Parlamento possa venire un segnale di condivisione e chiedo la massima unità possibile. Non si tratta di una questione di parte, bensì di bene del Paese e che riguarda tutta la popolazione. Con questo articolo e con il tema del nucleare compiamo una scelta di sviluppo, che non credo possa non vedere impegnate tutte le parti politiche per la migliore soluzione possibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, l'emendamento in esame è di fatto completamente in contrasto con quella volontà di totale autonomia che questa Agenzia dovrebbe avere, tant'è vero che al comma 11 prevediamo per il presidente, per i commissari e per i dipendenti totale autonomia dalle aziende private e dalle stesse aziende pubbliche.
Con questo emendamento, invece, vorremmo porre l'Agenzia alle dirette dipendenzePag. 4del Presidente del Consiglio. Credo che ciò rappresenti un assurdo rispetto a quanto vorremmo dare all'Agenzia in termini di totale indipendenza da pressioni che potrebbero arrivare al momento di adottare decisioni importanti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Abrignani. Ne ha facoltà.

IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, l'emendamento in esame riguarda l'istituzione dell'Agenzia nucleare che rappresenta il primo argomento oggi all'esame dell'Aula e che è stato molto dibattuto in Commissione. L'indirizzo dato dall'onorevole Libè in qualche modo, a mio parere, è già stato recepito dalla Commissione nel suo insieme, ossia la creazione di un'autorità che dia garanzia ai cittadini e che sia in qualche modo svincolata dai singoli Ministeri, dando ad essa un carattere, se non proprio di authority, di Agenzia indipendente. Questo aspetto è emerso dai lavori della Commissione.
Pertanto, ritengo che questa, che è sicuramente una garanzia che l'opposizione aveva chiesto ad alta gran voce - sia il capogruppo del Partito Democratico, sia i suoi componenti - ossia di dare vita, nel momento in cui si fa ripartire l'energia nucleare in Italia, ad un'Agenzia indipendente, in qualche modo sia assolutamente emersa dal testo. Pertanto, nel corso del dibattito, ciò si potrà, in qualche, modo, verificare e questa indipendenza potrà emergere. Allora, a questo punto, ritengo che questo emendamento sia assolutamente superato sia dal dibattito che da ciò che si diceva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per ricordare che, mentre siamo qui a fare il nostro lavoro, spero il meglio possibile, è la vigilia di un giorno molto importante, cui sono certo che tutti i colleghi stanno pensando. Vorrei ricordare a quest'Aula una notizia che non è stata comunicata - non so perché - nei telegiornali. Ho in mano la scheda elettorale americana: è scritta in inglese ed in spagnolo. Tutte le istruzioni sono rese in due lingue e mi riferisco anche al regolamento che richiede l'obbligo che almeno una delle persone nei seggi elettorali parli lo spagnolo. Questo accade nella più grande potenza del mondo. Voi, colleghi leghisti, vedete un po' dove siete in Padania.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, signor sottosegretario, la Lega capisce le ragioni di questo emendamento. Dietro la costituzione dell'Agenzia per la sicurezza nucleare ci sono le ragioni che ci possono portare a costruire assieme un progetto per il Paese. È evidente che l'Agenzia è il primo mattone. È da qui che si parte per costruire un processo che ci auguriamo essere il più condiviso possibile tra maggioranza e opposizione, nel rispetto della terzietà, ma anche dell'autonomia degli enti locali e del consenso. Siamo sicuri che si aprirà una grande opportunità per il Paese e che occorrerà una grande capacità del Governo, fatta di pazienza, di volontà di spiegare, di autorevolezza. Per questo motivo, pensiamo che il primo momento di autorevolezza possa passare attraverso una reale terzietà dell'Agenzia e un percorso partecipato e condiviso per la sua costituzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, noi voteremo contro questo emendamento, perché riteniamo che l'Agenzia debba avere un carattere autonomo e di indipendenza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 5
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Libè 16-ter. 1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 431
Votanti 429
Astenuti 2
Maggioranza 215
Hanno votato
25
Hanno votato
no 404).

Prendo atto che i deputati Renato Farina, Brandolini, Angela Napoli e Cazzola hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Quartiani 16-ter. 4.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento, formulato dal relatore.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, la questione dell'Agenzia ha anzitutto bisogno di essere ricordata ai colleghi rapidamente, anche perché dispongo solo di un minuto. L'Agenzia non era ricompresa nel testo originario del Governo. Ogni decisione relativa al nucleare era posta in capo al Ministro competente. Per un certo periodo, nella Commissione di merito, non abbiamo compreso esattamente chi fosse il Ministro competente: il Ministro dell'ambiente litigava con il Ministro dello sviluppo economico. A quel punto, si rischiava di avere un provvedimento che rasentava il ridicolo, perché, a fronte della scelta, di grande impegno, di intraprendere una discussione ed una verifica in campo tecnico e scientifico, relativamente alla possibilità di avviare una fase nella quale in Italia fosse possibile eventualmente porsi di fronte alla necessità di realizzare alcuni impianti nucleari da qui al 2020, in realtà l'Agenzia non era ricompresa.
Come Partito Democratico, abbiamo proposto l'istituzione dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, che è un passaggio fondamentale.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Il risultato è che si è prevista l'istituzione di un'agenzia, ma con poteri limitati, e quindi l'emendamento in esame tende a correggere tale punto critico del disegno di legge del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, voglio ribadire la contrarietà della delegazione radicale alla scelta del nucleare, anche in ragione dei caratteri di questa Agenzia per la sicurezza nucleare, che nasce «infeudata» nel Governo e contraddice la soluzione introdotta dalla legge n. 61 del 1994, che, a seguito dell'esito dei referendum - e questo significa coinvolgimento dell'opinione pubblica e informazione - istituiva il sistema dei controlli ambientali e risolveva il nodo della convivenza in uno stesso soggetto delle funzioni di controllo e di controllato nel settore nucleare che ora smantellate e riproponete.
Altro sarebbe stato se aveste voluto riconoscere e valorizzare quel patrimonio di conoscenze che si è sedimentato negli anni in quella struttura nata con la legge del 1994, destinandole un rafforzamento in termini di personale e di risorse in previsione dei maggiori compiti che avrebbe dovuto svolgere, come avevamo proposto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

Pag. 6

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, vorrei impiegare il minuto che mi spetta per svolgere una considerazione. Poc'anzi, noi soli dell'Unione di Centro abbiamo votato a favore su una proposta emendativa sulla quale tutti hanno espresso voto contrario, dicendo che l'Agenzia per la sicurezza nucleare deve essere autonoma.
Vorrei capire come mai adesso, quando si dà un poco di potere in più, giusto, per la scelta e la certificazione dei siti nucleari, la stessa maggioranza mi dice che l'Agenzia non ha più diritto di svolgere queste funzioni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quartiani 16-ter.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 453
Votanti 445
Astenuti 8
Maggioranza 223
Hanno votato
201
Hanno votato
no 244).

Prendo atto che il deputato Bonino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Quartiani 16-ter.5.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, l'Agenzia, così come risulta dal testo del Governo, come ho detto prima, ha compiti di controllo, di indirizzo e di gestione che conoscono una serie di limitazioni. In particolare, con questo emendamento proponiamo che l'Agenzia per la sicurezza nucleare si occupi non solo dei rifiuti radioattivi prodotti dalle centrali nucleari, ma anche di quelli prodotti da attività mediche e industriali.
Non si comprende per quale motivo questo tipo di rifiuti radioattivi non possa essere ricompreso nell'attività di controllo di un'Agenzia che svolge una funzione nazionale e ha un potere di intervento funzionando un po' da filtro nei confronti dei ministeri e del decisore politico. Credo che non ci possa sfuggire l'importanza di questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quartiani 16-ter.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 456
Votanti 447
Astenuti 9
Maggioranza 224
Hanno votato
199
Hanno votato
no 248).

Passiamo al subemendamento Lulli 0.16-ter.500.1.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ANDREA LULLI. No, signor Presidente, insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Lulli 0.16-ter.500.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 453
Votanti 451
Astenuti 2
Maggioranza 226
Hanno votato
207
Hanno votato
no 244).

Pag. 7

Prendo atto che le deputate De Girolamo e Bernini Bovicelli hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 16-ter.500 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, continuiamo sulla stessa strada. Chiedo di nuovo alla maggioranza, che prima ha votato contro l'approvazione dell'emendamento dell'Unione di Centro perché l'Agenzia deve essere totalmente autonoma, perché, con questo emendamento, vuole sopprimere quella parte del comma 3 dell'articolo 16-ter che prevede che l'Agenzia operi con indipendenza di giudizio e di valutazione e in piena autonomia.
Vorrei capire se la maggioranza è in fibrillazione; dovreste porvi qualche domanda, perché state votando, su una questione in un modo, e poi, sulla stessa questione, nel modo opposto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16-ter.500 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 454
Votanti 291
Astenuti 163
Maggioranza 146
Hanno votato
248
Hanno votato
no 43).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Bratti 16-ter.7.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Bratti 16-ter.7 formulato dal relatore.

ALESSANDRO BRATTI. Così come formulato, il comma 4 dell'articolo 16-ter presuppone un'assunzione di responsabilità da parte dell'Agenzia che non è nei fatti: la responsabilità della sicurezza è inevitabilmente in capo al titolare della gestione dell'impianto; è quindi il titolare della gestione che, seguendo le regole dettate dall'Autorità, deve garantire la sicurezza. Una sicurezza che deve essere garantita anche tramite il coinvolgimento delle strutture regionali. Ad oggi, non è chiaro come le professionalità incardinate nelle agenzie regionali per la protezione ambientale si collochino rispetto al progetto presentato: sono circa 200 le persone che si occupano, ai vari livelli regionali, di radiazioni ionizzanti. Al solito, così com'è stato fatto per la costituzione di ISPRA, si sceglie una strada fortemente centralista e poco attenta alle autonomie regionali e locali. Si chiede almeno, con l'emendamento in esame, di non attribuire all'Agenzia compiti che non gli sono propri, investendola di responsabilità che, ripeto, devono essere in capo non all'Agenzia, bensì al titolare dell'impianto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, si tratta un po' di una questione di lana caprina, ma vale per l'opposizione quanto ho osservato dianzi: forse sbaglio, ma ho l'impressione che sostituire la parola «garantisce» con la parola «vigila» indebolisca anche in questo caso i poteri dell'Agenzia. Chiariamo tale punto, perché ho l'impressione che si voti su emendamenti senza capirne bene le conseguenze. Se il proponente mi spiega che la parola «vigila» è più forte della parola «garantisce» posso anche votare a favore, ma non credo sia così.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bratti 16-ter.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 8

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 454
Votanti 426
Astenuti 28
Maggioranza 214
Hanno votato
157
Hanno votato
no 269).

Passiamo all'emendamento Lulli 16-ter.10 (Nuova formulazione).
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, non voglio spendere molte parole sull'emendamento in esame, se non per il fatto che credo sia giusta e utile la previsione di una relazione annuale al Parlamento per quanto attiene i temi della sicurezza nucleare. Penso che sarebbe un elemento importante. Sul tema non voglio spendere molte parole; tutti infatti comprendiamo che costituirebbe un ulteriore elemento di fiducia. Quando si parla di questi temi, proprio questa è una delle questioni centrali all'esame del Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, continuo nella mia battaglia per la chiarezza, e faccio osservare all'onorevole Lulli che, pur condividendo l'emendamento, ritengo che il periodo previsto dalla proposta dovrebbe essere aggiuntivo anziché sostitutivo. Alla disposizione che prevede che i criteri siano stabiliti dal Governo previo parere delle Commissioni parlamentari si dovrebbe aggiungere la previsione secondo la quale l'Agenzia presenta annualmente al Parlamento una relazione. Non dovrebbe essere sostitutivo, perché, altrimenti, quel che prevediamo da una parte lo togliamo dall'altra.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo ha accolto nello spirito l'emendamento in esame, perché successivamente voteremo sull'emendamento 16-ter.502 del Governo, in cui si afferma che il Governo stesso trasmette annualmente al Parlamento una relazione sulla sicurezza nucleare predisposta dall'Agenzia. Il Parlamento riceverà quindi annualmente una relazione sulla sicurezza nucleare che sarà predisposta dall'Agenzia e che il Governo trasmetterà al Parlamento. In questo modo il principio di fondo è assolutamente recepito, accolto, perché è giusto; in questo caso come negli altri, tutte le proposte che sono state avanzate, o che saranno avanzate, e che vanno nello spirito costruttivo di intervento nel merito, come si dimostra in questo caso, vengono accolte.

ANDREA LULLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, ritiro l'emendamento con l'intesa che esso è sostanzialmente assorbito dall'emendamento del Governo sul quale voteremo nel prosieguo dei nostri lavori.

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che i presentatori dell'emendamento Lulli 16-ter.10 (nuova formulazione) accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Lulli 16-ter.11 formulato dal relatore.

FEDERICO TESTA. Signor Presidente, con questo emendamento proponiamo che al comma 5, lettera a), dell'articolo 16-ter le parole «amministrazioni pubbliche statali» siano sostituite con le seguenti: «altre amministrazioni o società pubbliche». Questa correzione vuole dare conto delPag. 9fatto che quando si tratta di allacciare produttori di energia elettrica alla rete intervengono soggetti diversi dalle amministrazioni pubbliche statali; infatti, gestori della rete e quant'altro non possono essere considerati tra le amministrazioni pubbliche statali. Ci parrebbe, quindi, corretto sostituire tale formulazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, non vorrei fare la figura del «rompiscatole», ma anche a proposito di questo emendamento non capisco - e mi rivolgo al primo firmatario - perché la frase proposta non potesse essere aggiuntiva anziché sostitutiva, in modo che si prevedesse la formulazione seguente del punto: «a) le autorizzazioni rilasciate da amministrazioni pubbliche statali (...) e dalle altre amministrazioni o società pubbliche». Anche in questo caso sopprimiamo una previsione importante e ne inseriamo un'altra: o il controllo è effettivo e vale per tutti, altrimenti qui c'è qualcosa che non funziona e all'atto del voto dovreste almeno rileggervi l'articolo per capire cosa viene scritto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, intervengo per spiegare le ragioni di voto della delegazione radicale che, non condividendo né la scelta del nucleare, né i termini in cui è stata fatta e neppure i caratteri dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, si astiene dal voto su tutti gli emendamenti per riconoscere che comunque hanno una funzione migliorativa e vota, invece, a favore sui soli emendamenti soppressivi. Questo perché non condividiamo l'impostazione generale, ma riconosciamo che vi sono degli sforzi di miglioramento; la nostra vuole essere una non-collaborazione a quello che state creando.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 16-ter.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 456
Votanti 423
Astenuti 33
Maggioranza 212
Hanno votato
177
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che i deputati Vassallo, Tenaglia e Mura hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
Prendo altresì atto che la deputata Golfo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Cimadoro 16-ter.12 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, con il presente emendamento, essendo in linea di principio contrari alla realizzazione di centrali nucleari di questa generazione, chiediamo che, almeno, tutte le decisioni che riguardano la localizzazione, la costruzione e anche lo smantellamento siano soggette al preventivo parere vincolante dell'Agenzia. Visto che essa viene costituita esattamente con questo scopo, a noi pare che, quanto meno, vi debba essere un parere e che esso debba essere vincolante.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

Pag. 10

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, questo caso è analogo ai precedenti. Si continua a dire che l'Agenzia deve essere autonoma e che deve operare in piena autonomia, poi si esprime un parere contrario su questo emendamento che mira ad attribuire un potere di controllo e di decisione all'Agenzia per la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi e per lo smantellamento degli impianti nucleari. Dunque, come prima, il Governo continua a dire una cosa e a votarne un'altra.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cimadoro 16-ter.12 , non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 453
Votanti 443
Astenuti 10
Maggioranza 222
Hanno votato
199
Hanno votato
no 244).

Prendo atto che il deputato Catanoso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16-ter.300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 451
Votanti 441
Astenuti 10
Maggioranza 221
Hanno votato
441).

Chiedo ai presentatori dell'emendamento Lulli 16-ter.14 se accettino la riformulazione proposta dal relatore.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, la riformulazione proposta è comunque un miglioramento, ma su questo punto desidero invitare la maggioranza ed il Governo ad una riflessione.
L'Agenzia, se ha un senso, deve avere il dominio della situazione e non può essere intesa come un organo consultivo, perché altrimenti tutta la funzionalità dell'Agenzia per la sicurezza nucleare rischia di essere vanificata. D'altra parte, nei Paesi in cui vi è un sistema nucleare, l'Agenzia ricopre un ruolo centrale non solo di verifica e di controllo, ma anche di indirizzo; pertanto, possiamo anche accettare la riformulazione proposta, ma voglio rimarcare che rinunciare a far svolgere all'Agenzia per la sicurezza nucleare un ruolo direttivo ed autonomo rappresenta, per così dire, un'occasione mancata che credo dovrà essere oggetto di riflessione e di meditazione nel prosieguo dell'iter parlamentare di questo provvedimento. Accettiamo, dunque, la riformulazione.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 16-ter.14, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 451
Votanti 443
Astenuti 8
Maggioranza 222
Hanno votato
440
Hanno votato
no 3).

Dalle tribune sta assistendo ai nostri lavori una delegazione dell'Assemblea nazionalePag. 11della Repubblica popolare cinese, cui rivolgiamo il nostro saluto (Applausi).
Passiamo all'emendamento Lulli 16-ter.16.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Signor Presidente, l'emendamento in oggetto interviene sulle modalità di composizione dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, materia particolarmente delicata come ha dimostrato anche il dibattito sinora svolto.
Riteniamo innanzitutto che l'Agenzia debba essere dotata di caratteristiche di indipendenza e di trasparenza, e per questo proponiamo che sia composta in maniera diversa e che la procedura sia diversa (attraverso, cioè, una sollecitazione pubblica avviata con pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale); proponiamo, altresì, un diverso coinvolgimento del Parlamento, con un parere vincolante delle Commissioni parlamentari espresso a maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti. Per tale motivo, non ritiriamo l'emendamento ed anzi, insistendo per la votazione, chiediamo alla maggioranza di votare a favore.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 16-ter.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 461
Votanti 451
Astenuti 10
Maggioranza 226
Hanno votato
205
Hanno votato
no 246).

Passiamo all'emendamento Lulli 16-ter.17.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

LAURA FRONER. Signor Presidente, con questo emendamento intendiamo ribadire la necessità del rafforzamento e della terzietà dell'Agenzia per la sicurezza nucleare. Pur riconoscendo che siano stati compiuti dei passi in avanti, non siamo ancora soddisfatti.
Riteniamo infatti che il carattere di terzietà dell'Agenzia sia una priorità, affinché questa possa essere vissuta come un soggetto realmente super partes che tuteli prima di tutto i cittadini.
È con questo spirito, quindi, che chiediamo che la nomina dell'Agenzia avvenga con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri.
Sempre nello spirito di rafforzare la terzietà dell'Agenzia intendiamo incidere sulla composizione della stessa, rendendola meno dipendente dai Ministri e di maggiore tutela anche nei confronti degli enti locali.
Per questa ragione, proponiamo che dei quattro componenti che affiancano il presidente uno sia proposto dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lulli 16-ter. 17 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 16-ter.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 460
Votanti 451
Astenuti 9
Maggioranza 226
Hanno votato
202
Hanno votato
no 249).

Pag. 12

Passiamo all'emendamento Lulli 16-ter.18.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo per annunciare l'astensione del gruppo dell'Unione di Centro. L'emendamento Lulli 16-ter.18, rispetto ai precedenti, apporta un cambiamento importante, che non condividiamo. La garanzia sulla terzietà e sulla nomina super partes dei membri dell'Agenzia avviene, nei due rami del Parlamento, anche attraverso il passaggio in Commissione e la votazione a maggioranza qualificata. Questo emendamento prevede, invece, la maggioranza qualificata solo nella prima votazione e la maggioranza assoluta nelle successive. Per questi motivi ci asterremo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 16-ter.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 459
Votanti 428
Astenuti 31
Maggioranza 215
Hanno votato
183
Hanno votato
no 245).

Passiamo all'emendamento Mariani 16-ter.19.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, come è già emerso, nella proposta del Governo non mi pare che sia garantita l'indispensabile terzietà della struttura. È vero che dei miglioramenti ci sono stati, ma ben diversa è, ad esempio, la situazione dell'Agenzia francese, i cui vertici sono nominati dalle massime cariche istituzionali dello Stato, attraverso un meccanismo meno tortuoso e più trasparente.
Vi è, poi, un'altra anomalia, data dalla presenza di due rappresentanti del Ministero dello sviluppo economico nel consiglio di amministrazione, quasi a costituire una sorta di presidio di controllo dell'operato della struttura. In Germania, ad esempio, la sicurezza del nucleare è garantita attraverso il Ministero dell'ambiente. D'altronde, nel nostro Paese è ormai evidente che il Ministro dell'ambiente ha rinunciato a questo ruolo.
Quindici anni fa si era raggiunto, finalmente, un alto grado di indipendenza dell'ente di controllo, che non era più collocato nel Ministero dell'industria, ma in quello dell'ambiente; ora si fa il contrario. Nonostante ciò, e preso atto di questa situazione, si chiede almeno che fra i quattro componenti del consiglio di amministrazione vi sia un rappresentante nominato dalla Conferenza permanente per i rapporti tra Stato e regioni, e ciò perché molti adempimenti oggi sono svolti proprio dalle regioni.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ALESSANDRO BRATTI. Le regioni stesse, quindi, nel momento in cui si deciderà l'autorizzazione degli impianti saranno determinanti per l'accettabilità sociale...

PRESIDENTE. Onorevole Bratti, il tempo a sua disposizione è esaurito.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, intervengo, in un clima di dialogo, per non lasciar cadere questo tema. Noi voteremo contro l'emendamento in esame,Pag. 13perché è complesso e va ad incidere sul provvedimento, però mi sembra che sul filo di un terreno molto stretto si stia realizzando la terzietà di questo istituto, che non è un'Autorità, proprio perché è sottoposto, in qualche modo, a un indirizzo politico, che rivendichiamo, nella capacità di scelta.
Tuttavia, sull'argomento richiamato dal collega, credo ci sia spazio, anche al Senato, per un approfondimento. Pensare che un membro sia designato dalla Conferenza permanente per i rapporti tra Stato e regioni e, quindi, in qualche modo, in accordo con le regioni, non è un argomento balzano, ma serio, che può essere affrontato in seconda lettura al Senato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mariani 16-ter.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 460
Votanti 450
Astenuti 10
Maggioranza 226
Hanno votato
204
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che i deputati De Poli e Corsini hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 16-ter.501 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, voteremo a favore di questo emendamento del Governo, perché è stata accolta una proposta che avevamo reiteratamente avanzato, nei lavori della Commissione e negli emendamenti presentati in Aula: che i componenti dell'Agenzia siano nominati con decreto del Presidente del Repubblica, ovviamente su proposta del Presidente del Consiglio.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato allo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato allo sviluppo economico. Signor Presidente, anche in questo caso si tratta di un emendamento del Governo che recepisce alcune problematiche proposte nel dibattito parlamentare, anche da parte delle forze di opposizione, a dimostrazione del carattere costruttivo con cui si è operato in questo provvedimento.
In modo specifico, si rafforza la terzietà dell'Agenzia in questione, perché il provvedimento di nomina è adottato con decreto del Presidente della Repubblica. Credo che questo rappresenti un elemento ancora più significativo ed evidente che dimostra il valore che il Parlamento e il Governo annettono all'Agenzia per la sicurezza nucleare, che è, appunto, un'autorità terza, e che - come ci eravamo proposti fin dall'inizio - può in tal modo meglio garantire le sue funzioni e i suoi obiettivi.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, intervengo per dare alcune informazioni. È infatti giusto, anche per i colleghi che non hanno lavorato in Commissione, sottolineare che quando è iniziata la discussione in Commissione sul provvedimento in esame l'Agenzia non era neanche prevista dal disegno di legge. Il frutto del lavoro che oggi noi andiamo a deliberare ha trovato un forte consenso in Commissione, anche con confronti all'interno del Governo, tra Commissione ePag. 14Governo, tra maggioranza e opposizione. Credo che però alla fine siamo stati tutti d'accordo su un principio: quello della terzietà. Da questo punto di vista, la scelta del decreto del Presidente della Repubblica credo sia ampiamente condivisibile, e per questo voglio esprimere un ringraziamento, perché credo che questo sia un punto fondamentale anche per la qualificazione del provvedimento. Intendo sottolineare questo aspetto perché - mi riferisco soprattutto a chi è intervenuto prima, e vi sono stati parecchi interventi dei colleghi sul tema dell'Agenzia - credo che pochi sappiano quanto si sia discusso profondamente sul tema in questione e che si è cercato un punto di equilibrio, cui si è giunti proprio con questa scelta del Governo, e l'emendamento presentato dall'Esecutivo ne rappresenta la dimostrazione.

ALESSANDRO BRATTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, vorrei ribadire l'importanza del collegamento dell'Agenzia sia con le regioni sia con altri enti. Infatti, in tutto l'articolato che concerne la proposta dell'Agenzia non è previsto il rapporto con il Ministero dell'interno e le regioni per quanto riguarda la rete di sorveglianza della radioattività ambientale, la rete di rilevamento della ricaduta radioattiva, le reti di allarme, le reti regionali e le reti di sorveglianza locale, già esistenti per gli impianti nucleari.
Quindi sottolineo il fatto che sia fondamentale - considerato che è assente dall'attuale articolato - creare il presupposto perché vi sia la possibilità di includere nell'Agenzia anche queste reti, che sono poi il cuore del controllo della radioattività ambientale nel Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16-ter.501 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 459
Votanti 449
Astenuti 10
Maggioranza 225
Hanno votato
449).

Prendo atto che i deputati Tenaglia, Naro e Ferranti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Marinello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Libè 16-ter.20
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

MAURO LIBÈ. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, non possiamo accogliere questo invito al ritiro per il motivo che abbiamo spiegato prima, e che ritengo di dover spiegare brevemente ancora una volta. Noi abbiamo dato un segnale di comprensione nei confronti di tutti i passi fatti dal Governo, giorno per giorno, anche nel corso di questo dibattito, e ciò riguarda anche il voto favorevole sul precedente emendamento presentato dal Governo. Tuttavia riteniamo che se l'Agenzia deve essere un'Agenzia di garanzia vera, non della maggioranza, non dell'opposizione, ma dei cittadini, allora deve essere previsto per essa almeno un passaggio a maggioranza qualificata all'interno delle due Commissioni parlamentari competenti. Pertanto chiediamo che questo emendamento sia messo ai voti, e auspichiamo che i parlamentari, nella loro libertà, votino a favore dello stesso.

Pag. 15

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Libè 16-ter.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 457
Votanti 447
Astenuti 10
Maggioranza 224
Hanno votato
204
Hanno votato
no 243).

Prendo atto che i deputati Polidoro e Bruno hanno segnalato di aver votato a favore mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario e che la deputata Saltamartini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Cimadoro 16-ter.21
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, il senso di questo nostro emendamento è che, data la delicatezza delle nomine e delle scelte che vanno fatte, l'audizione non sia una mera facoltà ma rappresenti un vincolo. Quindi si propone che si debba procedere all'audizione delle persone individuate e anche che i curricula di queste persone siano pubblicati in modo da poter avere una verifica più ampia sulla loro competenza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cimadoro 16-ter.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 461
Votanti 451
Astenuti 10
Maggioranza 226
Hanno votato
203
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 16-ter.502 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, voteremo a favore sull'emendamento 16-ter.502 del Governo, in quanto poco fa abbiamo ritirato l'emendamento Lulli 16-ter.10 (nuova formulazione) perché veniva assorbito dall'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16-ter.502 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 450
Votanti 441
Astenuti 9
Maggioranza 221
Hanno votato
440
Hanno votato
no 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16-ter.302 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 16

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 459
Votanti 452
Astenuti 7
Maggioranza 227
Hanno votato
452).

Prendo atto che il deputato Tenaglia ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Lehner ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cimadoro 16-ter.23.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, chiediamo che sia stabilito un tempo più lungo durante il quale chi ha fatto parte dell'Agenzia per la sicurezza nucleare non possa intrattenere rapporti di collaborazione, di consulenza o di impiego con le imprese operanti nel settore né con le relative associazioni per un'evidente ragione di conflitto di interessi. Anziché semplicemente un periodo di dodici mesi chiediamo che l'obbligo di astensione permanga per i trentasei mesi successivi alla cessazione dal mandato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cimadoro 16-ter.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 462
Votanti 319
Astenuti 143
Maggioranza 160
Hanno votato
72
Hanno votato
no 247).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Cimadoro 16-ter.24.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, essendo stato respinto il precedente emendamento resta l'obbligo di astensione per un anno. Riteniamo che in caso di violazione, che evidentemente è da considerare seria e grave, dell'obbligo di intrattenere rapporti con persone direttamente interessate e coinvolte, quantomeno sia giusto ed utile stabilire una sanzione più elevata, innalzandola da un'annualità, come previsto ora nel testo di legge, a tre annualità. Ci sembra una modifica che probabilmente incoraggia meno la possibilità di violare questa norma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, abbiamo votato poco fa un emendamento che proponeva di allungare i termini per il divieto di astensione per i membri dell'Agenzia: è un emendamento che abbiamo votato, ma non riguardava una questione fondamentale. Invece l'emendamento Cimadoro 16-ter. 24 è molto importante, perché non dobbiamo essere rigidi solo sui tempi, che pure sono importanti, ma dobbiamo essere rigidissimi sulle sanzioni per chi viola le regole.
Infatti trattiamo di nucleare: tutti lo sosteniamo convintamente, ma dobbiamo essere altrettanto convinti che chi opera in questo settore deve essere al di sopra di ogni sospetto e se sbaglia deve pagare molto più duramente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cimadoro 16-ter.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 17

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 461
Votanti 319
Astenuti 142
Maggioranza 160
Hanno votato
70
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che i deputati Zucchi e Bossa hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cimadoro 16-ter.25.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, siamo sempre nel campo delle sanzioni: prima abbiamo parlato delle sanzioni per i componenti, ora parliamo delle sanzioni per l'imprenditore che abbia violato il divieto. A noi sembra che non si possa limitare questa sanzione solo ai casi più gravi o quando il comportamento illecito sia stato reiterato, ma è opportuno stabilire che la revoca dell'atto autorizzativo intervenga tout court in caso di qualunque violazione della norma: anche questo costituirebbe un deterrente abbastanza importante alla possibilità che si verifichino violazioni di questo obbligo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cimadoro 16-ter. 25, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 456
Astenuti 10
Maggioranza 229
Hanno votato
205
Hanno votato
no 251).

L'emendamento Lulli 16-ter.26 è precluso dall'approvazione dell'emendamento del Governo 16-ter 500.
Passiamo all'emendamento Cimadoro 16-ter.27.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cimadoro 16-ter.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 459
Votanti 449
Astenuti 10
Maggioranza 225
Hanno votato
203
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che i deputati Concia e Levi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Cimadoro 16-ter. 29.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, con la nostra proposta emendativa chiediamo che una quota del personale complessivo dell'Agenzia sia in qualche modo individuata, nell'ambito del personale assunto già esistente con forme di contratto a tempo determinato, presso istituti che operano o nel settore dellaPag. 18protezione ambientale o nel settore delle attività di ricerca. Poiché comunque personale con questo tipo di caratteristiche dovrà essere assunto, pensiamo che possa essere un modo per prendere qualcuno che già svolge tale attività, magari da tempo e con contratti a tempo determinato, e che quindi ha già maturato competenze nella materia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, voteremo l'emendamento in esame con una raccomandazione: siamo d'accordo sul fatto che una quota di personale venga presa da questi istituti, ma ci raccomandiamo - mi rivolgo al Governo principalmente, anche se poi non lo voteranno - che siano rispettati e garantiti i parametri di qualità e di meritocrazia di tutto il personale che opererà in questa Agenzia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, vorrei sottoscrivere l'emendamento in esame perché oggi, delle cinquanta persone che vengono prese da ENEA e delle cinquanta persone prese da ISPRA per costituire l'agenzia, la stragrande maggioranza del personale che lavora soprattutto in ISPRA, ma anche in ENEA è personale precario, cioè a tempo determinato. Quindi, le persone più qualificate, a parte quelle più «anzianotte», che ovviamente stanno andando in pensione, sono proprio all'interno di questo personale. Quindi, vorrei sottoscrivere l'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cimadoro 16-ter. 29, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 462
Votanti 452
Astenuti 10
Maggioranza 227
Hanno votato
208
Hanno votato
no 244).

Passiamo all'emendamento Lulli 16ter. 30.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento formulato dal relatore.

MASSIMO ZUNINO. Signor Presidente, intervengo per preannunziare il ritiro dell'emendamento Lulli 16-ter.30 relativo alla soppressione del comma 19, con il quale si prevedono le modalità di scioglimento dell'Agenzia. Le motivazioni del ritiro sono dovute al fatto che il Governo ha presentato l'emendamento 16-ter.510, che, per quanto riguarda il primo periodo, raccoglie le nostre posizioni, che sono quelle di consentire che lo scioglimento dell'Agenzia possa avvenire attraverso decreto del Presidente della Repubblica. Ci convince molto meno la modifica intervenuta al secondo periodo, laddove si prevede che, con un secondo decreto, questa volta del Presidente del Consiglio dei Ministri, si possa procedere, senza alcun parere da parte delle Commissioni competenti, alla nomina del commissario straordinario dell'Agenzia stessa. Comunque, con queste motivazioni, che tengono conto del fatto che il testo presentato dal Governo migliora sensibilmente quello approvato dalla Commissione, ritiro l'emendamento 16-ter.30 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo al subemendamento Lulli 0.16-ter. 510.2.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire anche su questoPag. 19passaggio quanto affermato prima: è necessario un parere vincolante delle Commissioni. Su questo continuiamo a chiedere che il Parlamento si esprima.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Lulli 0.16-ter.510.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 465
Votanti 447
Astenuti 18
Maggioranza 224
Hanno votato
200
Hanno votato
no 247).

Passiamo al subemendamento Libè 0.16-ter.510.1.
Prendo atto che i presentatori del subemendamento non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Libè 0.16-ter.510.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 455
Astenuti 11
Maggioranza 228
Hanno votato
209
Hanno votato
no 246).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 16-ter.510 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intervengo per annunziare il mio voto di astensione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16-ter.510 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 447
Votanti 251
Astenuti 196
Maggioranza 126
Hanno votato
179
Hanno votato
no 72).

Prendo atto che la deputata Golfo ha segnalato che non è riuscita a votare e che i deputati Sisto, Cassinelli, Consolo, Lehner e Bernini Bovicelli hanno segnalato di aver votato contro mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
Avverto che gli emendamenti Lulli 16-ter.31 e Libè 16-ter.32 sono preclusi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16-ter.301 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 460
Votanti 452
Astenuti 8
Maggioranza 227
Hanno votato
273
Hanno votato
no 179).

Pag. 20

Prendo atto che il deputato Vico ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario; che la deputata Golfo ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Cesario ha segnalato di aver votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cimadoro 16-ter.34 su cui è stato formulato l'invito al ritiro da parte del relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, chiediamo, con l'emendamento in esame, che l'Agenzia per la sicurezza nucleare trasmetta al Parlamento, entro il 30 giugno di ogni anno, una relazione dettagliata sull'attività svolta e sui programmi di lavoro. Ci sembra che sia una forma assolutamente normale che un'Agenzia di questo tipo informi il Parlamento con una relazione annuale. Per tale ragione abbiamo chiesto l'aggiunta del comma 19-bis.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore, onorevole Raisi. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, intervengo solo per correttezza, visto che ho espresso il parere di invito al ritiro per l'emendamento in esame. Faccio notare che tale onere informativo è già contenuto nell'emendamento formulato dal Governo. Pertanto, si rischia di varare un doppione. Si tratta di una norma già prevista, su cui abbiamo già votato.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento Cimadoro 16-ter.34 formulato dal relatore.

ANTONIO BORGHESI. Sì, signor Presidente, ovviamente ritiriamo l'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo dunque alla votazione dell'articolo 16-ter..
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Federico Testa. Ne ha facoltà.

FEDERICO TESTA. Signor Presidente, consideriamo le norme che riguardano l'istituzione ed il funzionamento dell'Agenzia per la sicurezza nucleare lo snodo più importante dell'operazione di rientro nel nucleare, ipotizzata dal Governo. Riteniamo anche che l'autorevolezza, il prestigio ed l'autonomia dell'Agenzia ne siano il presupposto indispensabile.
Purtroppo, non sono state accettate le nostre proposte emendative, che miravano ad introdurre maggioranze qualificate nelle Commissioni parlamentari per le nomine dei commissari e a prevedere lo stesso iter in caso di scioglimento dell'Agenzia, così da sottrarla a forme di spoil system, che ne pregiudicherebbero l'autorevolezza, e a prevedere un finanziamento adeguato. L'Agenzia, infatti, dovrà funzionare, nei primi tre anni, con risorse irrisorie che non danno alcuna garanzia rispetto alla sua reale possibilità di essere operativa.
Per questi motivi, pur apprezzando gli sforzi compiuti dal relatore e dal Governo di recepire la nostra proposta emendativa sull'introduzione dell'Agenzia per la sicurezza, preannunzio il voto di astensione da parte del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, nel preannunziare il voto di astensione dell'Unione di Centro su questo articolo, il 16-ter, ribadiamo quanto detto prima. Prendiamo atto dei passi in avanti compiuti e della disponibilità del Governo su alcuni passaggi, ma non comprendiamo, primo fra tutti, la volontà di lasciare ad un Parlamento, sempre più delegittimato, la capacità, il dovere e il diritto di rappresentare i cittadini italiani con quel famoso parere vincolante, a maggioranza qualificata, per la nomina dei membri dell'Agenzia, che deve garantire i cittadini.
Per questo motivo, pur apprezzando il lavoro nel complesso, ci asterremo su questo articolo.

Pag. 21

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Abrignani. Ne ha facoltà.

IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, come già ha ricordato il relatore, l'emendamento in questione è entrato nel testo in esame grazie al lavoro della Commissione. È stata più volte discussa l'istituzione di una Agenzia per la sicurezza nucleare ed erano state escogitate varie forme. Si è trovata una soluzione, a nostro avviso assolutamente positiva, di un'Agenzia che, grazie alla nomina con decreto del Presidente della Repubblica, assume le caratteristiche di un'Agenzia indipendente. Allo stesso modo, le altre norme, compresa la relazione annuale che il Governo dovrà presentare al Parlamento sull'attività predisposta dall'Agenzia, vanno in questo senso.
Andando poi a vedere, anche nel merito, tutte le attività di controllo e di vigilanza che l'Agenzia deve effettuare, riteniamo che si sia risposto in maniera assolutamente esaustiva a quelle che erano le necessità di un'Agenzia che vigilasse su un settore così importante.
Soltanto un appunto in merito alle risorse: è evidente che le risorse in questa prima fase sono state considerate in maniera abbastanza semplice proprio perché, prima che il nucleare (lo sappiamo tutti) andrà a pieno regime, ci vorranno ancora alcuni anni. Pertanto, è evidente che in questa prima fase l'agenzia dovrà soltanto pensare ad organizzarsi e a creare le strutture che siano pronte quando il nucleare sarà a pieno regime. Vi sono quindi una serie di motivi che portano il gruppo del Popolo della Libertà a dare sicuramente un voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, per quanto riguarda il nostro gruppo, come dicevo poc'anzi, siamo in linea di principio non favorevoli a centrali di questa generazione. Pur tuttavia, considerato che l'agenzia è comunque uno strumento che in qualche modo permetterà una riduzione dei danni che potrebbero eventualmente derivare da questo tipo di impianti, ci asterremo su questo articolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, una scelta equilibrata in questo campo non era facile. C'erano spinte e controspinte fatte anche da situazioni abbastanza piccole: il Ministero che lo voleva a casa sua, l'altro che lo voleva da un'altra parte, i rischi di una prova di forza da parte della maggioranza e i rischi di un'opposizione preconcettuale da parte della minoranza, i compiti dell'agenzia che dovevano rimanere tali lasciando una possibilità alla politica di potere decidere, ma senza prevaricare da un criterio di sicurezza e di partecipazione. Ebbene, credo che alla fine si sia trovata una sintesi soddisfacente; il testo potrà migliorare al Senato, ma credo che il lavoro della Commissione e il dialogo su questo punto abbiano dato un buon risultato.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, anch'io voglio sottolineare, anche alla luce delle dichiarazioni di voto che sostanzialmente considero positive, che quando l'opposizione dichiara un'estensione è la dimostrazione che in Commissione si è lavorato bene. Lo dicevo prima: il provvedimento è arrivato in Commissione senza l'agenzia, si è lavorato in Commissione ed alcune delle proposte sono state esposte nei lavori della Commissione stessa. La terzietà, la competenza professionale con il coinvolgimento di ISPRA e ENEA, la competenza della Commissione anche nelle nomine, la garanzia nello scioglimento, la relazione annuale,Pag. 22sono tutti temi che in Commissione hanno trovato una loro realizzazione e consenso.
Credetemi: è stato un lavoro importante perché vorrei sottolineare a tutti (credo che a nessuno sfugga) che l'agenzia nucleare è lo strumento più importante, da una parte, per garantire il successo del rientro del nucleare in Italia e, dall'altra, per garantire quella sicurezza che i cittadini chiedono nel momento in cui l'Italia fa questa scelta importante per il proprio settore energetico. Per cui, voglio ringraziare sinceramente i colleghi della Commissione per il risultato ottenuto e credo che le dichiarazioni di voto espresse dai vari gruppi siano una dimostrazione di questo successo.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, intervengo per sottolineare a nome del Governo l'alto significato politico del voto che il Parlamento si accinge a realizzare, ringraziando le forze di opposizione che hanno contribuito in maniera significativa alla elaborazione del testo per l'agenzia per la sicurezza nucleare in un dibattito articolato, costruttivo e nel merito. Come sanno i colleghi della Commissione, il Governo ha annunciato, durante l'audizione del Ministro Scajola, che era sua intenzione realizzare un'agenzia per la sicurezza nucleare (ciò avvenne in luglio, quindi prima dell'estate) e poi l'articolazione in Commissione ha portato un testo che è stato migliorato sempre più nel contesto parlamentare.
È importante anche quanto avvenuto in quest'Aula: l'Agenzia è una vera e propria autorità indipendente. Sottolineo il suo valore di terzietà sin dall'atto della nomina, per il fatto che le nomine passano dal parere vincolante delle commissioni parlamentari e sono poi emanate con decreto del Presidente della Repubblica.
L'Agenzia è il suggello di un percorso di rientro nel nucleare, di un ciclo di articoli che si concludono con questo voto e credo che sia un atto di grande valenza politica da parte di un Parlamento che si assume la responsabilità politica di rendere un servizio al Paese, chiudendo con l'Italia dei veti, della demagogia, delle emozioni e aprendo finalmente ad un piano energetico che possa consentire l'utilizzo di tutte le fonti. Come ben sanno i colleghi parlamentari, infatti, in questo provvedimento così importante ed organico di riforma sono previste norme che riguardano tutte le forme energetiche, da quelle rinnovabili (l'eolico, il fotovoltaico, il solare, il geotermico) ai rigassificatori. Sono norme che tendono a semplificare le procedure e a dare responsabilità a coloro che debbono decidere e scegliere con autonomia, come nel caso dell'Agenzia per la sicurezza nucleare.
Si tratta, quindi, di una svolta storica: finisce l'Italia dei veti e della demagogia, nasce l'Italia della responsabilità. È importante che a questa svolta storica abbiano contribuito tutte le forze del Parlamento e che per essa ci sia il consenso - o comunque l'attenzione, in questo caso l'astensione - delle principali forze dell'opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, nell'indicare il voto favorevole della componente repubblicana del gruppo Misto su questo articolo non posso non ricordare che con questo voto si chiude una lunga pausa nell'affrontare i problemi dell'energia del nostro Paese. Ricordo che nel 1987, in occasione del referendum che sospese l'attività nucleare, il solo Partito Repubblicano Italiano si schierò per il «no» in quella votazione e dopo vent'anni ci sembra che finalmente il Parlamento, praticamente all'unanimità, abbia deciso di correggere un errore che ha pesato molto sulle condizioni dell'economia del nostro Paese.

Pag. 23

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario della delegazione radicale rispetto alla scelta nucleare, che è ideologica, di politica industriale imposta e non il frutto dell'elaborazione di una strategia energetica nazionale. Si tratta di una scelta che non condividiamo e di cui è espressione anche questa Agenzia nella quale non ravvisiamo i carattere dell'indipendenza e dell'autonomia e che rappresenta uno smantellamento di quanto si era prodotto di buono dopo il referendum sul nucleare. Quindi, voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, il convinto voto di astensione del Partito Democratico a questa parte del provvedimento non va spacciato per un consenso al tipo di scelta nucleare che il Governo vuole fare. Noi riteniamo che un grande Paese industrializzato come l'Italia debba avere una Agenzia nucleare degna di questo nome. Anzi, riteniamo che sia insufficiente quanto è stato fatto per dargli mezzi e strumenti. Al tempo stesso, riteniamo che la strada imboccata (penso, ad esempio, alla possibilità per il Governo di decidere contro il parere degli enti locali e delle regioni e con una militarizzazione del territorio il luogo dove collocare centrali nucleari e siti) sia unica in un Paese occidentale, sbagliata e da combattere. Ci asteniamo sull'Agenzia e combattiamo quella scelta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16-ter, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 464
Votanti 262
Astenuti 202
Maggioranza 132
Hanno votato
248
Hanno votato
no 14).

(Esame dell'articolo 16-quater - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16-quater e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Avverto che il Governo ha ritirato l'emendamento 16-quater.502 e che i subemendamenti ad esso riferiti si intendono pertanto decaduti.
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sulle proposte emendative presentate.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro degli emendamenti Lulli 16-quater.1, Lazzari 16-quater.2, Polledri 16-quater.3, 16-quater.4 e 16-quater.5, mentre accetta gli identici emendamenti 16-quater.503 del Governo e Pili 16-quater.23.
La Commissione formula un invito al ritiro degli emendamenti Polledri 16-quater.7, 16-quater.9 e 16-quater.10, Sanga 16-quater.26, Lulli 16-quater.11, mentre accetta l'emendamento 16-quater.500 del Governo.
La Commissione formula un invito al ritiro degli emendamenti Lulli 16-quater.12 e 16-quater.13, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 16-quater.300.
La Commissione formula un invito al ritiro degli emendamenti Lulli 16-quater.17, Lazzari 16-quater.18, mentre è favorevolePag. 24sull'emendamento Polledri 16-quater.19.
La Commissione formula un invito al ritiro degli emendamenti Polledri 16-quater.21, Lulli 16-quater.22, Ciccanti 16-quater.25, mentre accetta l'emendamento 16-quater.501 del Governo.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Lulli 16-quater.1.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Federico Testa. Ne ha facoltà.

FEDERICO TESTA. Signor Presidente, con i commi che noi chiediamo di sopprimere viene riproposto anche nel settore del gas il modello del settore elettrico, ma non si vedono o non si vogliono vedere le enormi differenze tra i due mercati in termini concorrenziali. Nel settore elettrico, infatti, esiste ormai un significativo eccesso di offerta ed una pluralità di produttori che consentono di supporre una certa concorrenza sul mercato all'ingrosso. Nel settore del gas l'offerta invece è appena sufficiente a coprire la domanda e l'operatore dominante controlla direttamente o indirettamente più del 70 per cento dell'offerta stessa. Che mercato all'ingrosso può mai esistere in queste condizioni?
Lo stesso ruolo dell'acquirente unico in questo settore appare paradossale. Nel settore elettrico la società può approvvigionarsi con gare tra produttori o direttamente sul mercato all'ingrosso, nel gas dovrebbe di fatto solo chiedere le forniture all'operatore dominante con il solo risultato di investire sul mercato prezzi certamente maggiorati rispetto a quelli attualmente determinanti dall'autorità dell'energia. Per evitare che queste iniziative risultino solo dannose per i consumatori sarebbe necessaria un'altra operazione, quale rendere il mercato del gas realmente competitivo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 16-quater.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 461
Votanti 435
Astenuti 26
Maggioranza 218
Hanno votato
190
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Prendo atto che l'emendamento Lazzari 16-quater.2 non è stato ritirato. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lazzari 16-quater.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 451
Votanti 445
Astenuti 6
Maggioranza 223
Hanno votato
34
Hanno votato
no 411).

Prendo atto che i deputati Lo Moro, Levi e Barbareschi hanno segnalato chePag. 25non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo all'emendamento Polledri 16-quater.3.
Chiedo ai presentatori se accedono all'invito al ritiro.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, intanto accolgo l'invito del Governo al ritiro dei miei emendamenti 16-quater.3, 16-quater.4 e 16-quater.5. Circa questi tre emendamenti, che sono già stati discussi e penso anche apprezzati nelle finalità da parte del relatore e del Governo, annuncio che ne trasfonderemo il contenuto in altrettanti in ordini del giorno e vorrei sentire il parere del Governo. In ogni caso, essi consegnano la possibilità al Governo e all'autorità di poter intervenire con una parte importante.
Qui stiamo parlando di quella quota del 20 per cento del gas dei nuovi rigassificatori e dei terminali, che oggi, in qualche modo, viene allocato sul mercato riducendo la filiera. Si tratta, quindi, di una misura che la parte imprenditoriale potrebbe accogliere con un notevole vantaggio.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo dunque atto che i presentatori ritirano gli emendamenti Polledri 16-quater.3, 16-quater.4 e 16-quater.5.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 16-quater.503 del Governo e Pili 16-quater.23.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 16-quater.503 del Governo e Pili 16-quater.23 ...
Scusate, colleghi, revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fadda. Ne ha facoltà.

PAOLO FADDA. Signor Presidente, intervengo per annunciare il nostro voto favorevole sull'emendamento presentato dal Governo, che integra il testo presentato dal gruppo del Partito Democratico e approvato in Commissione. Questo permetterà di dare mandato al Governo per trovare una risposta soddisfacente alla procedura di infrazione delle regole della concorrenza sollevata dalla Commissione europea e di dare quindi respiro, con la sua progressiva attuazione, ad un comparto industriale in forte crisi per i costi dell'energia.
Il provvedimento approvato in Commissione per noi era già un testo soddisfacente, in grado di rispondere alla finalità di superare le censure formulate dalla Commissione europea. È sulla base di questa proposta che si dovrà concludere positivamente l'interlocuzione con la Commissione europea, per consentire un'uscita progressiva dal regime attuale, con l'assegnazione delle forniture alle aziende energifere mediante aste competitive...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

PAOLO FADDA. ...con la finalità di ridurre gli effetti distorsivi della concorrenza.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

PAOLO FADDA. Concludo, signor Presidente. I parlamentari tutti della Sardegna sono impegnati nel porre la massima attenzione a questa fase, sapendo quanto è sentito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fadda, il suo tempo è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, voglio esprimere anche la mia valutazione positiva, oltre che annunciare il voto favorevole su questo emendamento, che riguarda una trattativa molto delicata che è stata portata avanti e per la quale do atto al Governo di essersi efficacemente adoperato al fine di risolvere un problema di drammatica importanza per la Sardegna. Ricordiamo, infatti, che la questionePag. 26energetica delle imprese energivore è un problema che può determinare gravi conseguenze nei confronti delle aziende che producono alluminio, com'è in questo caso, ma anche piombo e zinco.
Nel ringraziare il Governo per l'attenzione posta, vorrei invitarlo a porre un'attenzione ulteriore per risolvere i problemi di altri comparti produttivi, oltre quello dell'alluminio, che si trovano in una situazione di estrema difficoltà. Vorrei dire anche al Governo di non sostenere soltanto la FIAT o le banche, ma anche tutte le aziende che comunque sono produttive, perché delle nubi fosche si addensano all'orizzonte anche per quanto riguarda, ad esempio, lo stabilimento dell'Alcoa. Il prezzo dell'alluminio, infatti, è sceso da 3 mila a 2 mila euro a tonnellata, le azioni sono scese da 40 a 9 euro e lo stoccaggio dell'alluminio mondiale, che è determinato anche dalla difficoltà che esiste nella produzione di estrusi, sta provocando gravissime difficoltà anche per queste aziende.
Pertanto, vorrei raccomandare al Governo di porre estrema attenzione a sostenere tutti i comparti produttivi, non solo alcuni, perché soprattutto in certe località e realtà, come la Sardegna e il Sulcis, la chiusura di uno stabilimento determinerebbe una gravissima crisi sociale, produttiva, economica e lavorativa, che potrebbe dare un colpo definitivo all'economia.
Perciò, raccomando al Governo, nel dargli atto dell'attenzione che ha posto per risolvere questo problema, di non allentare la tensione, ma di prendersi cura, più in generale, di tutti i comparti energivori della Sardegna e, in modo particolare, di seguire l'andamento della produzione di alluminio in questa regione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole sull'emendamento del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intervengo solo per una precisazione. Questo emendamento è frutto di una proposta emendativa presentata dai colleghi del Partito Democratico e dal sottoscritto, che è stata rielaborata dal Governo.
Poiché non è consentito di aggiungere una firma all'emendamento del Governo, forse sarebbe opportuno che il collega Pili ritirasse il suo emendamento, visto che ci siamo tutti riconosciuti in quello del Governo, a conferma del nostro atteggiamento positivo rispetto all'emendamento in esame, così come è stato formulato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 16-quater.503 del Governo e Pili 16-quater.23, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 465
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato
464
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che le deputate Argentin e Mura hanno segnalato che non sono riuscite a votare e che il deputato De Poli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Polledri 16-quater.7.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento formulato dal relatore.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro del mioPag. 27emendamento 16-quater.7 e ritiro i miei emendamenti 16-quater. 9 e 16-quater.10.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo all'emendamento Sanga 16-quater.26.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

GIOVANNI SANGA. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI SANGA. Signor Presidente, la finanziaria per l'anno 2008 ha introdotto forme di incentivazione per la produzione di energia elettrica mediante impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza media annua non superiore a un megawatt. Tra questi incentivi, oltre ai certificati verdi, vi è l'applicazione di una tariffa fissa omnicomprensiva per un periodo di 15 anni.
Con questo emendamento si intende realizzare un'estensione della tariffa fissa nel caso di energia elettrica prodotta da impianti di termovalorizzazione dei rifiuti urbani e dei combustibili da rifiuti nel limite massimo di 18 megawatt di potenza, ma ascrivibile solo alla frazione biodegradabile dei rifiuti.
Si tratta di un emendamento che tende a valorizzare la lavorazione della frazione biodegradabile, spingendo sempre più in questa direzione gli impianti di termovalorizzazione. Viene così limitata la lavorazione del rifiuto tal quale e si spinge verso la raccolta differenziata. Questi emendamenti ci sembrano da sostenere, pertanto non intendiamo assolutamente ritirarli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere questo emendamento che ritengo corretto e che mette anche sul binario giusto la discussione - che non so se svolgeremo dopo - sulla proposta emendativa relativa alla famosa vicenda del CIP 6, e se il Governo l'ha ritirata è tanto di guadagnato. È giusto sovvenzionare lo smaltimento dei rifiuti per quanto riguarda la frazione biodegradabile esattamente nei termini già detti dal collega Sanga, mentre non è giusto continuare su provvedimenti che invece deformavano il tipo di contributi alle fonti rinnovabili che sono stati dati nel Paese in passato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sanga 16-quater.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 469
Votanti 437
Astenuti 32
Maggioranza 219
Hanno votato
191
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che i deputati De Poli e Argentin hanno segnalato che avrebbero voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Lulli 16-quater.11.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, i commi 9 e 10 del provvedimento in esame si diffondono su una modalità di conclusione delle convenzioni ex CIP 6 del 1992. In particolare, tali commi accentrano in capo al Ministro la responsabilità di chiudere queste convenzioni in cambio della salvaguardia dellaPag. 28redditività degli investimenti attraverso il calcolo dei costi evitati, che sarebbe un compito dell'Autorità per l'energia elettrica ed il gas.
Ciò accade con un costo che evidentemente si ripercuote sulle tariffe e, dunque, sugli utenti. Siccome questi tipi di convenzioni scadono dopo otto anni, è meglio lasciarli decadere che non anticipare la conclusione delle convenzioni e pagare i proprietari degli impianti e coloro che realizzano il beneficio dal CIP 6. Vorrei ricordare che quest'ultimo tratta, in questo caso, soprattutto energia non pulita, che usa fonti non rinnovabili. Quindi si tratta di un regalo che si fa a carico degli utenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 16-quater.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 422
Astenuti 44
Maggioranza 212
Hanno votato
174
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Prendo altresì atto che il deputato Abrignani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Cesario ha segnalato che ha votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 16-quater.500 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, l'emendamento del Governo stabilisce un principio sacrosanto: sulle tipologie del CIP 6 - ricordo che stiamo parlando di somme ingenti - è stabilita, in qualche modo, la possibilità di determinare il prezzo in base al criterio del costo evitato di combustibile. Questo principio viene adottato su proposta dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas e potrebbe consentire effettivamente un risparmio sulle bollette, se questo è l'obiettivo.
L'emendamento ripete questo principio, però volevo prospettare al Governo una possibilità. Ripetere le parole: «sotto la vigilanza dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas» sembra assolutamente ultroneo, pertanto chiedo al Governo se sia possibile sopprimerle.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, come l'onorevole Polledri sa, siamo d'accordo per una riformulazione di questo tenore: «in modo da determinare una riduzione dell'ammontare della relativa voce tariffaria a carico degli utenti», sopprimendo le parole: «sotto la vigilanza dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas», se anche il relatore è d'accordo.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, concordo con il rappresentante del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, era nostra opinione votare a favore di questo emendamento, ma dopo l'ulteriore riformulazione ci asterremo.

Pag. 29

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16-quater.500 del Governo, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 475
Votanti 299
Astenuti 176
Maggioranza 150
Hanno votato
281
Hanno votato
no 18).

Prendo atto che i deputati Colaninno e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Lulli 16-quater.12.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento formulato dal relatore.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, non vorrei apparire oltremodo insistente su questa materia, però vorrei che fosse chiaro ai colleghi che parliamo di un valore annuo che interviene su un mercato di circa 4 miliardi di euro. Quindi, è chiaro che se poniamo le decisioni in capo al Ministro, sottraendole all'Autorità per l'energia elettrica e il gas, in realtà si modificano le modalità di funzionamento del mercato nel settore elettrico, si favoriscono alcuni produttori e si nega la possibilità di accesso al mercato ad altri, ma soprattutto si nega la possibilità che sia il mercato a determinare i prezzi. Infatti, se leggiamo bene, per la prima volta - non so neanche se dal punto di vista della compatibilità europea ciò è consentito - il Ministero e il Governo definiscono i prezzi e i costi dell'energia elettrica, quando in realtà ciò deve essere affidato a un meccanismo di mercato e di regolazione che sta in capo all'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Quindi, chiedo ai colleghi e anche al Governo di riconsiderare la loro posizione su questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 16-quater.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 470
Votanti 463
Astenuti 7
Maggioranza 232
Hanno votato
214
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che i deputati Argentin e Borghesi hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Avverto che l'emendamento Lulli 16-quater.13 è assorbito.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16-quater.300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 458
Votanti 259
Astenuti 199
Maggioranza 130
Hanno votato
258
Hanno votato
no 1).

Pag. 30

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Lulli 16-quater.17.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'emendamento formulato dal relatore.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, non comprendo come questo testo del Governo sia passato al vaglio della Commissione bilancio, perché è del tutto evidente che, quando, sempre sul CIP 6, il testo recita: «gli oneri derivanti dalla risoluzione anticipata da liquidare ai produttori aderenti all'anticipo della convenzione devono essere inferiori a quelli che si realizzerebbero nei casi in cui non si risolvano le convenzioni», ciò vale a dire che c'è un'anticipazione di soldi a carico del bilancio dello Stato. Quindi, è una norma di carattere oneroso sia per il bilancio dello Stato, sia per gli utenti, intesi come famiglie che pagano la bolletta e come imprese, soprattutto quelle piccole.
A me sembra che questo modo di trattare il CIP 6 sia una controrivoluzione rispetto alle precedenti riforme che sono state varate prima da Bersani e Letta e, poi, dal Ministro Marzano. Non riesco a comprendere quale sia la ratio che definisce una modalità di ritorno al passato del funzionamento del mercato elettrico in Italia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 16-quater.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 469
Votanti 465
Astenuti 4
Maggioranza 233
Hanno votato
220
Hanno votato
no 245).

Prendo atto che il deputato Abrignani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Ricordo che tutti i subemendamenti riferiti all'emendamento 16-quater.502 del Governo decadono perché l'emendamento è stato ritirato.
Passiamo all'emendamento Lazzari 16-quater.18.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lazzari 16-quater.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 474
Votanti 466
Astenuti 8
Maggioranza 234
Hanno votato
30
Hanno votato
no 436).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Polledri 16-quater.19, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 31

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 471
Votanti 276
Astenuti 195
Maggioranza 139
Hanno votato
257
Hanno votato
no 19).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo all'emendamento Polledri 16-quater.21.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

MASSIMO POLLEDRI. Sì, signor Presidente, lo ritiro.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Lulli 16-quater.22
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

MASSIMO ZUNINO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO ZUNINO. Signor Presidente, chiedo al Governo e alla maggioranza di riflettere un attimo sul parere espresso.
Con l'emendamento proposto chiediamo che il Governo sia delegato ad emanare un decreto legislativo di riordino delle accise gravanti sulle imprese relativamente all'utilizzo di gas naturale e di energia elettrica.
Si tratta di compiere un atto che, in primo luogo, adegua il nostro Paese alla normativa europea, e, in secondo luogo, supera quella disomogeneità oggi esistente di peso fiscale sulle tariffe tra grandi imprese energivore e piccole e medie imprese.
Ci sembra, quindi, un emendamento che non grava sul gettito complessivo, perché si afferma chiaramente che si tratta di ridistribuire, a parità di gettito complessivo e in maniera progressiva, su tutte le imprese il carico fiscale, e che tende, quindi, a favorire le piccole e medie imprese, che oggi, con la normativa vigente, sono sfavorite dal peso fiscale gravante sulle tariffe dell'energia elettrica e del gas naturale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere questo emendamento, che chiaramente indica una strada corretta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, vorrei ricordare al Governo che in altra sede è stato accolto un ordine del giorno, presentato dal gruppo del Partito Democratico, che impegnava il Governo a ridisegnare le accise sulle tariffe elettriche. È un messaggio di fiducia nei confronti delle piccole imprese, che fiscalmente pagano più delle grandi imprese.
Credo che sarebbe saggio, essendo una delega, un ripensamento da parte della maggioranza e del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, anche da parte nostra riteniamo di dover votare in modo favorevole su questo emendamento. Chi ha veramente a cuore i problemi della piccola e media impresa sappia che una delle problematiche più rilevanti che esse hanno in questo momento è proprio il costo dell'energia.Pag. 32
Mi pare, quindi, che questo emendamento vada nel senso di immaginare una posizione più favorevole per le piccole e medie imprese. Mi pare che dovrebbe esserci un ripensamento tanto del relatore quanto del Governo sul parere relativo a questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 16-quater.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 467
Votanti 463
Astenuti 4
Maggioranza 232
Hanno votato
224
Hanno votato
no 239).

Prendo atto che il deputato Abrignani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Ciccanti 16-quater.25 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciccanti 16-quater.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 460
Votanti 449
Astenuti 11
Maggioranza 225
Hanno votato
38
Hanno votato
no 411).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Borghesi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16-quater.501 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 471
Votanti 251
Astenuti 220
Maggioranza 126
Hanno votato
249
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il voto e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'articolo 16-quater.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, coerentemente con gli emendamenti e gli interventi dei colleghi del gruppo del Partito Democratico, annuncio il voto contrario sull'articolo 16-quater.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16-quater, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 475
Votanti 470
Astenuti 5
Maggioranza 236
Hanno votato
250
Hanno votato
no 220).

Pag. 33

Prendo atto che il deputato Cazzola ha segnalato che ha espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame dell'articolo 16-quinquies - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16-quinquies (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Il nostro voto sarà favorevole sull'articolo in esame; però, vorrei denunciare come la vicenda dell'ISPRA e l'articolo 16-quinquies dimostrino la grande confusione del Governo. Si è provato a inserire la previsione della costituzione di ISPRA nel decreto-legge n. 90 del 2008 relativo ai rifiuti, poi è stata ritirata mentre dopo ancora è stata inserita all'interno del decreto-legge n. 112 del 2008 e, infine, è stata formulata talmente male che ci si è dimenticati di trasferire una parte importante delle risorse di bilancio per istituire ISPRA, giacché tale organismo deriva da enti che si fondono insieme.
Voglio anche ricordare un aspetto che affronteremo quando, successivamente, discuteremo la legge di bilancio: per questo ente sono state pesantemente decurtate le spese di funzionamento fino a oltre il 20 per cento; appositamente interpellato, il Ministro ha continuato a sostenere che esso deve diventare l'ente principale e fondamentale per il controllo ambientale del Paese.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ALESSANDRO BRATTI. Pur quindi votando a favore, denunciamo la grande confusione del Governo rispetto alla costituzione di questo ente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, sull'articolo in esame non si può non votare a favore, però denunciamo anche noi la confusione nella quale si è mosso il Governo dall'inizio della legislatura ad oggi, almeno su questi temi. Abbiamo visto discussioni di ogni genere, e quanto purtroppo molte volte rende problematico il nostro voto, che sarebbe favorevole, è proprio il fatto che all'interno dei provvedimenti troviamo il recupero di ogni «posizione» che non si è riusciti a sistemare precedentemente. Ci auguriamo che nel futuro non sia così, ma sull'articolo in esame voteremo a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. A titolo personale aggiungerei anche che, oltre alla questione dell'ISPRA, ormai stiamo trascinando nella confusione anche l'Istituto nazionale faunistico: è ormai più di un anno che non diamo più risposte a regioni e a province. Cerchiamo di accelerare e di essere chiari anche nelle risposte al territorio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16-quinquies.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 469
Votanti 465
Astenuti 4
Maggioranza 233
Hanno votato
443
Hanno votato
no 22).

Pag. 34

Prendo atto che il deputato Cazzola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16.

La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brancher, Caparini, Casini, Cosentino, Fassino, Gregorio Fontana, Gibelli, Martini, Mazzocchi, Migliavacca, Pescante, Romani, Sbrollini, Soro, Stucchi, Urso e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, intervengo per segnalare a lei ed all'Aula un fatto direi piuttosto grave, e cioè il blitz da parte di quaranta persone nella sede della trasmissione Chi l'ha visto, con conseguenti minacce ai redattori, ai giornalisti del programma ed alle loro famiglie.
È un fatto di straordinaria gravità ed anche di una certa impunità, perché si sono dichiarati ufficialmente come esponenti di associazioni di estrema destra con nomi e cognomi, citati peraltro in tutte le dichiarazioni stampa. In queste dichiarazioni sono state fatte affermazioni molto gravi perché ieri la trasmissione Chi l'ha visto ha trasmesso un servizio, un reportage, sui fatti di piazza Navona.
Al di là della gravità del fatto di voler limitare la libertà di informazione (e segnatamente la libertà di informazione in un servizio pubblico), penso che sarebbe il caso di conoscere - ho presentato un'interrogazione però, signor Presidente, vorrei che vi fosse una consapevolezza da parte dell'Aula - la realtà dei fatti, se sono state aperte delle inchieste (ferma restando l'autonomia della magistratura) e che cosa intenda fare il Governo, ed il Ministro Maroni in particolare, su una vicenda di tale gravità che, davvero, penso non possa che trovare il disappunto dell'intera Assemblea.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, intervengo per riferire su questa vicenda, sulla trasmissione Chi l'ha visto e su come sono andati i fatti, cioè in modo esattamente opposto a quanto riportato dalla collega.
In modo illiberale, antidemocratico ed estremamente pericoloso hanno istigato alla violenza e, dato che la trasmissione Chi l'ha visto è un servizio pubblico e tutti pagano il canone, hanno realizzato sui fatti di piazza Navona dei fermi immagine solo ed esclusivamente su ragazzi e studenti del Blocco studentesco, dicendo dove sono, dove vivono, chi li ha visti e come sono identificati, istigando i facinorosi ad andare all'attacco e a ritorsioni, istigando cioè ad un clima di odio (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Questo non può essere permesso, perché la trasmissione si occupa di scomparsi e non di persone che sono già state identificate e che non devono essere messe di fronte ad una opinione pubblica che viene istigata, esponendole così alla vendetta dei facinorosi che poi ci saranno (Applausi dei deputati dei gruppi PopoloPag. 35della Libertà e Lega Nord Padania). Queste sono le conseguenze (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

Si riprende la discussione (ore 16,08).

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato votato da ultimo l'articolo 16-quinquies.

(Esame dell'articolo 16-sexies - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16-sexies e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Vignali. Ne ha facoltà.

RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente, questo articolo riguarda il riordino ed il rilancio di un ente importante nel nostro Paese, l'ENEA, che da oggi, con la scelta del ritorno al nucleare, viene a ricoprire il ruolo per cui era stato pensato originariamente, anche se la scelta di abbandonare il nucleare lo aveva in realtà messo in ombra.
Si tratta di un ente comunque apprezzato per la ricerca non solo nel nostro Paese, ma anche all'estero, che oggi, con la scelta del ritorno alla produzione di energia nucleare, viene a ricoprire un nuovo ruolo. Come si vedrà dal complesso degli emendamenti, il nuovo nome previsto per il riordino dell'istituto (ENES) tornerà - questo è stato l'indirizzo della discussione avvenuta in Commissione - ad essere quello originale: ENEA ed è giusto che resti questo nome perché rappresenta un brand, un marchio riconosciuto a livello internazionale.
Con questo articolo si prevede una nuova organizzazione che l'istituto realizzerà, essendo dotato di autonomia, che dovrà essere finalizzata per nuovi compiti che non riguardano, come in passato, soltanto le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente, ma la ricerca, l'innovazione tecnologica e la prestazione di servizi avanzati nei settori dell'energia, con particolare riguardo al settore nucleare e dello sviluppo economico sostenibile. Si introduce, quindi, l'aspetto dello sviluppo sostenibile che rappresenta sicuramente una questione importante.
Il testo dell'articolo, del quale stiamo per esaminare gli emendamenti, prevede che l'ENEA definisca le nuove procedure di funzionamento per lo svolgimento dei propri compiti istituzionali e che questi siano approvati con decreto del Ministero dello sviluppo economico, da adottare di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, sentite le Commissioni parlamentari competenti. Ritengo che anche questo passaggio parlamentare sia importante perché consentirà al Parlamento di esprimersi su questo importante atto.
Si tratta - lo ripeto - di un rilancio. Vi è la volontà di rilanciare il ruolo di un ente che ha avuto un passato glorioso e che oggi, con il nuovo posizionamento del nostro Paese sull'energia nucleare, viene a ricopre un nuovo ruolo, un ente che, come deve giustamente essere un ente di ricerca, sarà dotato di autonomia.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro degli identici emendamenti Cimadoro 16-sexies.1 e Benamati 16-sexies.2.
La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti 16-sexies.501 (nuova formulazione) del Governo, Bratti 16-sexies.3 e sull'emendamento Fallica 16-sexies.4, che però è già stato introdotto nel provvedimento con la nuova formulazione dell'emendamento 16-sexies.501 del Governo.

PRESIDENTE. Onorevole Raisi, l'emendamento Fallica 16-sexies.4 risulterà assorbito.

ENZO RAISI, Relatore. La Commissione formula, infine, un invito al ritiro degli emendamenti Mazzocchi 16-sexies.5 e 16-sexies.6.

Pag. 36

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Cimadoro 16-sexies.1 e Benamati 16-sexies.2.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro ed insistono per la votazione degli identici emendamenti Cimadoro 16-sexies. 1 e Benamati 16-sexies.2.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cimadoro 16-sexies.1 e Benamati 16-sexies.2, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 415
Votanti 392
Astenuti 23
Maggioranza 197
Hanno votato
149
Hanno votato
no 243).

Prendo atto che la deputata Mura ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 16-sexies.501 (nuova formulazione) del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Froner. Ne ha facoltà.

LAURA FRONER. Signor Presidente, volevo ribadire come risulti strana la proposta di sostituire l'ENEA con l'ENES. Il testo prevede, infatti, che l'istituzione dovrebbe svolgere le proprie funzioni con le risorse finanziarie strumentali e di personale che erano dell'ENEA. È una proposta che ci risulta assolutamente incomprensibile, in quanto l'ente guidato da Paganetto, nominato commissario dal precedente Governo Berlusconi e riconfermato presidente dal Governo Prodi, aveva dato prova di indiscutibili competenze.
Appare quindi strano che i primi passi che il Governo si appresta ad effettuare nel settore dell'energia nucleare prevedano la soppressione di un marchio e di un ente ormai affermato come l'ENEA. L'unica spiegazione può essere la volontà da parte del Governo di sottoporre l'Agenzia, che dovrebbe rappresentare un soggetto super partes, al massimo controllo da parte del Ministro dello sviluppo economico, e di orientare in modo determinante l'azione dell'Agenzia verso l'energia nucleare, lasciando in secondo piano lo sviluppo delle altre fonti energetiche.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vignali. Ne ha facoltà.

RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare che l'emendamento in esame, presentato dal Governo e sul quale il relatore ha dato parere favorevole, afferma esattamente il contrario di quanto è stato affermato, cioè si ripristina il nome di ENEA.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor presidente, dopo l'ultimo dichiarazione mi corre l'obbligo di intervenire. Infatti, è vero che è stato dato il nome di ENEA, ma nella sostanza non è cambiato nulla. Qui è presente un'idea del Governo di commissariare e di apportare dei cambiamenti, idea che noi rispettiamo e per questo l'Unione di Centro si asterrà sull'emendamento, però occorre chiamare le cose con il loro nome. Dal punto di vista nominativo resta l'ENEA, ma nella sostanza si cambia tutto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

Pag. 37

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, sull'emendamento 16-sexies.501 del Governo, ovverosia la proposta dell'Esecutivo di ripristinare l'antico nome di ENEA (dunque da ENES si ritorna a ENEA) noi siamo d'accordo. Pertanto, esclusivamente per la parte dell'emendamento riferita alla riconversione della parola ENES in ENEA, esprimeremo un voto favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16-sexies.501 (nuova formulazione) del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 450
Votanti 423
Astenuti 27
Maggioranza 212
Hanno votato
420
Hanno votato
no 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bratti 16-sexies.3, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 455
Votanti 427
Astenuti 28
Maggioranza 214
Hanno votato
427).

Avverto che l'emendamento Fallica 16-sexies.4 è pertanto assorbito.
Constato l'assenza dell'onorevole Mazzocchi: s'intende che abbia rinunziato ai suoi emendamenti 16-sexies.5 e 16-sexies.6.
Passiamo alla votazione dell'articolo 16-sexies. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benamati. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BENAMATI. Signor Presidente, intervengo molto brevemente. Quando in Commissione è iniziato il lavoro sul provvedimento relativo al nucleare, al di là delle differenze di prospettiva sul tema, il gruppo del Partito Democratico ha evidenziato come primariamente fosse necessario ricostruire un sistema nazionale di competenza prima di tornare a parlare di questo argomento. Abbiamo chiesto diverse misure quali l'assistenza alla formazione, l'azione di ricerca, una politica per il trattamento dei rifiuti e, nello specifico, abbiamo richiesto la costituzione di organismi tecnici di controllo quali l'Agenzia in questione ed organismi di ricerca e sviluppo anche a supporto del Governo, similmente a quanto accade in tutti i grandi Paesi nucleari.
A fronte di questo, come si è visto nella giornata odierna, abbiamo ricevuto risposte differenti, ma particolarmente negativa giudichiamo la risposta ottenuta mediante il commissariamento di SOGIN e di ENEA. Sull'illogicità di questi commissariamenti molto è già stato detto. Noi ci saremmo attesi dal Governo delle proposte, e per questa ragione noi votiamo convintamente «no» a questo articolo per non aver discusso il merito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale solo per ribadire che ENEA è un ente che ad oggi si occupava anche di ambiente. Al di là dei cambiamenti di nome è paradossale - io credo - che il Governo, da un lato, stia istituendo un nuovo istituto di ricerca e, dall'altro, mettendo l'ENEA sotto la sfera del Ministero dello sviluppo economico, di fatto esautora il Ministero dell'ambiente.Pag. 38
Ci sono circa quattrocento ricercatori in ENEA che si occupano dell'ambiente e che non si capisce cosa andranno a fare. Quindi, rivolgiamo la raccomandazione di continuare a lavorare per fare in modo che l'ENEA rimanga nel comparto della ricerca e che la parte di ricerca ambientale non venga dismessa, come parrebbe invece dalla proposta dell'attuale Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto di astensione dell'UdC perché, al di là della questione dei nomi, riteniamo che si debba valutare il merito e la capacità delle persone che hanno lavorato in questi enti. Riteniamo che l'ENEA abbia subìto in questi anni, con l'uscita dal nucleare, una serie di travagli che giustamente devono essere ricondotti ad un'esigenza di vero intervento che il Paese deve affrontare in questo campo. È dunque giusto salvaguardare le parti che concernono la tutela dell'ambiente per quanto riguarda il nucleare. È bene operare un controllo preciso delle professionalità, riqualificandole e rimettendole in circolo anche nelle altre agenzie che lavoreranno a questo livello.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Abrignani. Ne ha facoltà.

IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, proprio l'esigenza di un riordino complessivo del settore ci porta ad intervenire sugli enti che sino ad oggi hanno lavorato per vent'anni senza avere sotto mano l'oggetto specifico del loro lavoro, il nucleare.
Oggi ha inizio una nuova stagione anche grazie al lavoro di questa Camera e di questo Parlamento. Riteniamo il riordino di questi enti una cosa assolutamente necessaria. Abbiamo voluto mantenere il nome dell'ente e trovo che sia una scelta corretta proprio perché è un brand di vecchia data.
Per tali ragioni ritengo che il voto del gruppo del Popolo della Libertà sarà sicuramente favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, eviterei di chiamare riordino una norma che, in conclusione, affida semplicemente ad un commissariamento il riordino, anzi «l'ordinaria amministrazione e lo svolgimento delle attività istituzionali». Significa che si reputa inadatto l'attuale gruppo dirigente, il consiglio di amministrazione e chi, in questi anni, ha svolto un'attività che non necessariamente comprendeva le responsabilità rispetto al nucleare e mi pare che prendere avvio con una norma che mette in discussione le capacità scientifiche e tecniche dell'attuale management sia una disposizione assolutamente incomprensibile e sbagliata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, in tutte le cose vi sono luci ed ombre. L'ENEA ha un passato glorioso, aree di efficienza invidiabili, altrettante aree da migliorare con tanti altri elementi. È evidente però che la situazione oggi si presenta irrazionale: le risorse sono poche, i ricercatori sono invecchiati, c'è una miriade di strutture (ENEA, CNR) nel campo della ricerca e altre che in qualche modo devono essere disegnate. Nei due articoli precedenti abbiamo considerato una delega a favore del Ministero dello sviluppo economico per ridisegnare le competenze, prevedendo nuove competenze operative distinte dalle competenze della ricerca.
È evidente che, nel momento in cui si deve ridisegnare un assetto, non si possono lasciare soggetti che non sono in qualche modo organici a questo progetto e un commissario può seguire un procedimento. Un consiglio di amministrazione con un vestito oggi ritagliato su misura,Pag. 39non potrebbe agevolare, favorire o anche proporre un vestito più alto, più magro o in qualche modo ridimensionato: ritengo che questa sia la ratio della norma.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16-sexies, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 471
Votanti 440
Astenuti 31
Maggioranza 221
Hanno votato
258
Hanno votato
no 182).

Prendo atto che il deputato Antonio Pepe ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 17.300.
La Commissione formula un invito al ritiro sugli emendamenti Sanga 17.5, Lulli 17.6, Ruggeri 17.7, Quartiani 17.8.
Il parere è, invece, favorevole sull'emendamento Benamati 17.10, mentre l'emendamento Lulli 17.11 risulterà assorbito.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 17.300 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benamati. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BENAMATI. Signor Presidente, intervengo molto brevemente per preannunziare il voto favorevole del Partito Democratico sull'emendamento in esame, in quanto riteniamo che l'aggiunta dell'espressione: «di ausilio alla realizzazione sia di apparati dimostrativi sia di futuri reattori di potenza», riferita ovviamente alle successive linee di ricerca di Generation IV e GNEP, sia estremamente importante e sia una delle richieste che il Partito Democratico aveva avanzato nella discussione in Commissione: con piacere prendiamo atto che è inserita fra le linee prioritarie di ricerca.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento della Commissione 17.300, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 474
Votanti 463
Astenuti 11
Maggioranza 232
Hanno votato
462
Hanno votato
no 1).

Passiamo all'emendamento Sanga 17.5.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

Pag. 40

FEDERICO TESTA. Signor Presidente, con l'emendamento in esame chiediamo di inserire tra le finalità anche lo sviluppo della generazione distribuita di energia, la generazione di energia di piccola taglia e le iniziative a favore della micro-cogenerazione. Ciò proprio perché riteniamo che nella nostra situazione, dal punto di vista energetico, non esista la soluzione ai nostri problemi, ma sia necessario usare più leve diverse: queste che proponiamo hanno anche il vantaggio di essere particolarmente compatibili con le situazioni ambientali.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sanga 17.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 475
Astenuti 8
Maggioranza 238
Hanno votato
217
Hanno votato
no 258).

È conseguentemente precluso l'emendamento Lulli 17.6.
Passiamo all'emendamento Ruggeri 17.7.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruggeri 17.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 277
Astenuti 203
Maggioranza 139
Hanno votato
17
Hanno votato
no 260).

Passiamo all'emendamento Quartiani 17.8.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, non ritengo di ritirare l'emendamento in esame, perché stiamo parlando del progetto dimostrativo di sequestro di CO2 nei giacimenti di idrocarburi. È del tutto evidente che, quando abbiamo bisogno di definire uno strumento che viene utilizzato per realizzare il piano affidato all'ex agenzia Sviluppo Italia, non possiamo semplicemente demandare ad essa la responsabilità di guidare questa ricerca. Dunque, lo strumento non può non essere quello che è affidato ad un decreto-legge, ad un decreto del Ministero competente, sentite le Commissioni parlamentari. Infatti, questa è una di quelle vicende assai interessanti sulle quali l'Italia potrà sviluppare, in futuro, una propria autonoma tecnologia avanzata nel settore del sequestro di anidride carbonica.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quartiani 17.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 476
Votanti 467
Astenuti 9
Maggioranza 234
Hanno votato
211
Hanno votato
no 256).Pag. 41

Passiamo alla votazione dell'emendamento Benamati 17.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benamati. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BENAMATI. Signor Presidente, l'emendamento in esame, che ha ricevuto il parere favorevole del Governo e della Commissione, si riferisce ad uno dei maggiori problemi del nucleare, che è quello dello scarso sfruttamento del combustibile e della quantità di scorie elevate. L'emendamento attuale va nella direzione di inserire nelle linee di ricerca proprio quelle del trattamento e dello stoccaggio del combustibile esaurito, con particolare riferimento alla separazione e alla trasmutazione delle scorie.
Si tratta di una linea di ricerca fondamentale per la sostenibilità del nucleare, che permette agli enti italiani, agli enti di ricerca e alle aziende di continuare un lavoro sin qui svolto con ottimi risultati. Per questa ragione, ringraziando il relatore ed il Governo per il parere espresso, esprimo la posizione favorevole e, quindi, il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico sull'emendamento in oggetto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Benamati 17.10, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Onorevole Marinello, la prego di non votare per il collega assente.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, è qui!

PRESIDENTE. Onorevole Moroni, la invito ad andare al suo posto.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 450
Votanti 446
Astenuti 4
Maggioranza 224
Hanno votato
446
Avverto che l'emendamento Lulli 17.11 è precluso dall'approvazione dell'emendamento 17.300 della Commissione.
Passiamo alla votazione dell'articolo 17.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Benamati. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BENAMATI. Signor Presidente, con l'articolo in oggetto si chiude il ciclo degli articoli che riguardano la tematica del nucleare. Nello specifico, in questo articolato rimangono alcune perplessità, che riguardano essenzialmente il ruolo dell'Agenzia per l'attrazione degli investimenti. Tuttavia, non possiamo non considerare come dalla semplice comparazione dell'articolo in prima stesura con la versione finale, emerga con chiarezza che molte delle tematiche che sono state poste dal nostro gruppo siano state ampiamente accolte. In questo senso, ci riferiamo alle attività di ricerca e di sviluppo anche nel campo sperimentale del settore del nuovo nucleare (il cosiddetto nucleare di nuova generazione) e nel settore del trattamento del combustibile esaurito e della chiusura del ciclo del combustibile. Sono tutte attività cruciali per il futuro di un nuovo nucleare (più economico e ambientalmente compatibile) e per il futuro stesso del nucleare attuale. Tali attività di ricerca e di sviluppo richieste dal gruppo del Partito Democratico consentiranno alle nostre aziende di attrezzarsi e di far crescere quelle competenze e quel sapere che permetterà al nostro sistema Paese di giocare un ruolo da protagonista in questo settore.
Per tutte queste ragioni, il voto del Partito Democratico sull'articolo 17 sarà favorevole.

Pag. 42

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo per preannunciare il voto favorevole del gruppo dell'Unione di Centro su questo articolo. Esso conclude l'iter del reingresso - speriamo - del Paese nel nucleare, un iter che si è aperto - mi fa piacere ricordarlo - con la legge comunitaria del 2004, avviata e guidata, con qualche scaramuccia, dall'allora Ministro dell'Unione di Centro, Buttiglione. Speriamo che questo ciclo si avvii ad una conclusione vera, cioè al reingresso del Paese nel nucleare. Come abbiamo dimostrato, siamo stati costruttivi e continueremo a farlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 479
Votanti 470
Astenuti 9
Maggioranza 236
Hanno votato
468
Hanno votato
no 2).

Avverto che, a seguito della dichiarazione di inammissibilità dell'articolo aggiuntivo 9.0500 del Governo, volto ad aggiungere nel testo l'articolo 9-bis, devono ritenersi espunti dall'articolo aggiuntivo 17.0500 del Governo, al comma 1, le parole: «attraverso la società di cui all'articolo 9-bis», nonché il comma 7, che reca un ulteriore riferimento al suddetto articolo aggiuntivo inammissibile.
In conseguenza di ciò deve, pertanto, ritenersi non più riferibile il subemendamento Villecco Calipari 0.17.0500.6, volto a sopprimere il predetto comma 7.
Invito ora il relatore ad esprimere il parere della Commissione sui subemendamenti presentati all'articolo aggiuntivo 17.0500 del Governo, nonché su quest'ultimo.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro dei subemendamenti Lulli 0.17.0500.3, Villecco Calipari 0.17.0500.4, Cimadoro 0.17.0500.1, Villecco Calipari 0.17.0500.5 e Cimadoro 0.17.0500.2.
La Commissione accetta l'articolo aggiuntivo 17.0500 del Governo, nel testo riformulato.
La Commissione invita al ritiro degli identici articoli aggiuntivi Cesare Marini 17.02 e Beccalossi 17.03 e degli identici articoli aggiuntivi Cesare Marini 17.04 e Beccalossi 17.05.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo al subemendamento Lulli 0.17.0500.3.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Lulli 0.17.0500.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 480
Astenuti 10
Maggioranza 241
Hanno votato
219
Hanno votato
no 261).Pag. 43

Prendo atto che il deputato Occhiuto ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Corsini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo al subemendamento Villecco Calipari 0.17.0500.4.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Villecco Calipari 0.17.0500.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 482
Astenuti 9
Maggioranza 242
Hanno votato
221
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo al subemendamento Cimadoro 0.17.0500.1.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cimadoro 0.17.0500.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 460
Astenuti 27
Maggioranza 231
Hanno votato
203
Hanno votato
no 257).

Passiamo al subemendamento Villecco Calipari 0.17.0500.5.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Villecco Calipari 0.17.0500.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 483
Astenuti 10
Maggioranza 242
Hanno votato
222
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo al subemendamento Cimadoro 0.17.0500.2.
Chiedo ai presentatori se accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ANTONIO BORGHESI. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, nell'articolo aggiuntivo 17.0500 del Governo si fa riferimento alla valorizzazione ambientale degli immobili militari. Noi ci preoccupiamo di una questione e, quindi, in questo senso chiediamo - lo abbiamo inserito nel subemendamento Cimadoro 0.17.0500.2 - che dalle disposizioni contenute nell'articolo aggiuntivo 17.0500 del Governo derivino risparmi di spesa e non aggravi di spesa. Sarebbe, infatti, sommamente inaccettabile che, per effetto di un intervento volto ad unaPag. 44valorizzazione, in realtà si finisca poi con lo scoprire a posteriori che ne sono derivati aggravi di spesa. Ecco, quindi, il senso del nostro subemendamento.

PRESIDENTE. Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cimadoro 0.17.0500.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 479
Astenuti 11
Maggioranza 240
Hanno votato
223
Hanno votato
no 256).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 17.0500 del Governo, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 272
Astenuti 217
Maggioranza 137
Hanno votato
269
Hanno votato
no 3).

Passiamo agli identici articoli aggiuntivi Cesare Marini 17.02 e Beccalossi 17.03.

ANGELO ZUCCHI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO ZUCCHI. Signor Presidente, poiché sugli identici articoli aggiuntivi Cesare Marini 17.02 e Beccalossi 17.03 era stato formulato un invito al ritiro, vorrei capire se i presentatori hanno intenzione di ritirarli.

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Zucchi, è stato formulato un invito al ritiro. Chiedo, quindi, ai presentatori se accedano all'invito al ritiro degli identici articoli aggiuntivi Cesare Marini 17.02 e Beccalossi 17.03, formulato dal relatore.

VIVIANA BECCALOSSI. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro formulato dal relatore del mio articolo aggiuntivo 17.03.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo, altresì, atto che l'onorevole Cesare Marini accede all'invito al ritiro formulato dal relatore del suo articolo aggiuntivo 17.02.
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi Cesare Marini 17.04 e Beccalossi 17.05.
Prendo atto che i presentatori accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.

(Esame dell'articolo 17-bis - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17-bis (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17-bis.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 436
Astenuti 58
Maggioranza 219
Hanno votato
267
Hanno votato
no 169).

Pag. 45

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro degli identici emendamenti Borghesi 18.1 e Lulli 18.2, nonché degli emendamenti Lulli 18.3, Ruggeri 18.4, Lulli 18.5, Quartiani 18.6, Lulli 18.7, Zeller 18.8 e Quartiani 18.9, 18.10 e 18.11.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Borghesi 18.1 e Lulli 18.2.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, l'articolo 18 del provvedimento in esame devolve alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo e alla competenza del Tribunale amministrativo del Lazio, con sede in Roma, tutte le controversie relative anche alla fase cautelare e alle eventuali questioni risarcitorie attinenti al settore dell'energia. Non è nuovo, nella strategia governativa, con riferimento ai vari provvedimenti che si sono succeduti dall'insediamento di questa legislatura, erodere le competenze dell'autorità giudiziaria ordinaria. L'articolo 18 in esame è speculare ad un altro analogo, quello che è stato introdotto nel decreto rifiuti e che è stato giustificato, all'epoca, da una situazione di assoluta emergenza, tale da richiedere la centralità della decisione della giurisdizione e da privilegiare le competenze della giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo. Ci siamo opposti all'epoca, ci opponiamo oggi, proponendo un emendamento soppressivo, tanto più che non sussiste, in questa materia, alcuna esigenza di assoluta urgenza ed immediatezza di intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo a nome del mio gruppo per associarmi all'intervento della collega Ferranti.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Borghesi 18.1 e Lulli 18.2, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 448
Astenuti 34
Maggioranza 225
Hanno votato
196
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che i deputati Strizzolo e Brandolini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Lulli 18.3.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, l'emendamento in esame serve aPag. 46rettificare e correggere il testo legislativo del provvedimento in esame, che è in contrasto con le norme costituzionali e con la ripartizione della giurisdizione operata dalla Costituzione. Non possiamo devolvere intere materie che possono avere un interesse pubblico al giudice amministrativo, quando non c'è una connessione esclusiva tra diritti ed interessi legittimi. Quindi, proponiamo una versione che sia compatibile con il testo della Costituzione ed in particolare con l'articolo 103 della medesima.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 18.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 477
Astenuti 10
Maggioranza 239
Hanno votato
222
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che la deputata Pelino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Ruggeri 18.4.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei chiederle se sia possibile, dal momento che siamo agli «sgoccioli» anche per quanto riguarda il tempo a titolo personale, e poiché rimangono una ventina di emendamenti nonché alcuni ordini del giorno, così come è accaduto qualche volta in precedenza, concedere un ampliamento dei tempi in ragione di un terzo di quelli previsti anche per gli interventi a titolo personale. Credo che ciò non influisca in modo particolarmente grave sui nostri lavori.

PRESIDENTE. D'accordo, accedo alla sua richiesta
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruggeri 18.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 476
Votanti 466
Astenuti 10
Maggioranza 234
Hanno votato
220
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che il deputato Traversa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Lulli 18.5 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 18.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 478
Votanti 469
Astenuti 9
Maggioranza 235
Hanno votato
218
Hanno votato
no 251).Pag. 47

Passiamo all'emendamento Quartiani 18.6.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro del suo emendamento 18.6, formulato dal relatore.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che vi siano delle ragioni di carattere giurisdizionale che, come rilevato anche dalla collega Ferranti e da altri colleghi, ci spingono a dire che il testo che ci viene consegnato sulla tutela giurisdizionale non corrisponde alle esigenze di funzionamento del sistema della giustizia amministrativa in materia di energia. Inoltre, vi sono alcune ragioni anche di carattere politico ed economico, perché bisogna riuscire a capire come mai tutto il contenzioso, sostanzialmente anche quello pregresso, viene d'imperio centralizzato presso il TAR del Lazio. Il che significa che in nessuna realtà regionale sarà possibile discutere, in sede di tribunali amministrativi, di materia che riguardi l'energia e non solo l'energia nucleare.
Infatti, nel provvedimento in esame si parla della tutela giurisdizionale dell'energia che viene prodotta dai rifiuti, dai cicli combinati, di energia elettrica, di gas e di qualsiasi elemento che abbia qualche affinità con l'energia elettrica.
Credo che una centralizzazione di questo tipo, nella nostra Repubblica, non si era mai vista.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per aggiungere la mia opinione agli interventi precedenti. Questa assurdità di voler trasferire tutto al TAR del Lazio porterà anche i piccoli agricoltori, i piccoli imprenditori, che dispongono di impianti a 3-4 kilowatt, e tutti coloro che devono presentare ricorso al TAR a dover presentare un ricorso presso la sede di Roma, con dei costi altissimi e, comunque, intaseremo il corso della giustizia perché il TAR del Lazio, in questo momento, non è in grado di funzionare e non ha risorse, almeno, per rinforzare il proprio organico.
Pertanto, queste forzature al sistema della giustizia vanno solo ad intasare la giustizia e, allo stesso tempo, non rispondono alle esigenze degli imprenditori distribuiti sul territorio italiano.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mannino. Ne ha facoltà.

CALOGERO MANNINO. Signor Presidente, il gruppo dell'Unione di Centro non può condividere questo articolo. Appare evidente, ad una logica comune, l'inopportunità di concentrare presso il TAR del Lazio un'ulteriore materia. Invece, sarebbe estremamente opportuno che rimanesse la competenza territoriale di ciascuno dei TAR. Sappiamo tutti che il TAR del Lazio è già investito da una pluralità di responsabilità. Determinare questo sovraccarico di impegni è assolutamente inopportuno e crea, oltretutto, anche una lesione che definirei di tipo istituzionale. Non vi è nessuna ragione che, nell'attuale articolazione dei tribunali amministrativi, ve ne sia uno che abbia più poteri di tutti gli altri perché in tal modo verrebbe capovolto il rapporto esistente tra il TAR e il Consiglio di Stato.
Quindi, anche sotto questo aspetto, questa norma è illogica e non condivisibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le chiedo scusa. Rivolgo un appello al relatore e al rappresentante del Governo, il sottosegretario Urso, che ha anche seguito con attenzione i nostri lavori. Vi sono degli aspetti su cui ci si divide e su cui, obiettivamente, è difficile trovare qualunque punto di incontro. Tuttavia, vi sono elementi che, obiettivamente, mi sembrano di buonsenso. Mi rivolgo soprattutto a tutti coloro che ritengono che se laPag. 48giustizia è efficace e nelle condizioni di operare ciò sia nell'interesse, non solo della giustizia, ma anche dei cittadini.
Ora, obiettivamente, credo che la portata di una decisione di questo tipo influirebbe sul TAR del Lazio non solo complicando la vita a tutti coloro che dovrebbero, come dire, portare le cause a Roma ma, probabilmente, intaserebbe e complicherebbe la vita anche per tutti gli aspetti che riguardano l'attività ordinaria del TAR del Lazio. Pertanto se, come mi sembra, le cose stanno effettivamente così, qual è la ragione e la ratio per cui non si può tornare indietro su un aspetto che obiettivamente - credo - appare poco costruttivo e poco utile alla giustizia e ai cittadini? Mi auguro, davvero, che vi siano i margini, signor sottosegretario, signor presidente della Commissione, per rivedere una norma per una ragione puramente di buonsenso e di utilità alla collettività.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, si devono chiarire alcune questioni. Già oggi, tutti i contenziosi amministrativi inerenti l'Authority dell'energia elettrica e il gas appartengono alla competenza del TAR della Lombardia. Dunque, in qualche modo si è voluto attribuire il tema del nucleare al TAR del Lazio. Per tale ragione si è voluta fornire questa indicazione in sede normativa.
Tuttavia, voglio dire, il Governo rimane competente in materia e se vuole può rifletterci. In Commissione abbiamo discusso su questo punto: poiché l'Autorità per l'energia elettrica e il gas insiste su Milano, in ordine a questo tema si è invece indicato il TAR del Lazio.

PRESIDENTE. Grazie del chiarimento, onorevole Raisi.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, in Commissione abbiamo discusso a lungo di questo aspetto ma il Governo resta fermo nella sua posizione. Credo che ciò possa servire anche a semplificare le procedure e ad aiutare le imprese e i cittadini e non a complicare loro la vita (esattamente in senso contrario, dunque, a quanto già detto).
Comunque, in ogni caso, vi sarà un passaggio parlamentare ulteriore al Senato, per riflettere ulteriormente su questo aspetto.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quartiani 18.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 478
Astenuti 8
Maggioranza 240
Hanno votato
225
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che la deputata De Nichilo Rizzoli ha segnalato che non è riuscita a votare, che il deputato Occhiuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Urso ha segnalato di aver votato a favore mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Lulli 18.7. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

GIACOMO ANTONIO PORTAS. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

Pag. 49

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIACOMO ANTONIO PORTAS. Signor Presidente, questo emendamento è molto chiaro e semplice e, in coerenza con quanto hanno detto gli altri colleghi, invito il Governo a ripensarci e ad adoperare un po' di buonsenso: aggiungere la parola «nucleare» dopo la parola «energia» davvero eliminerebbe tanti problemi del TAR. Se per un attimo volete ripensarci ne saremmo contenti per il lavoro svolto in Commissione. Aggiungere la parola «nucleare», come detto, risolverebbe davvero non pochi problemi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, pregherei l'Assemblea di prestare un attimo di attenzione. Avete l'ultima possibilità, votando a favore di questo emendamento, di restringere l'applicazione e il riferimento al TAR del Lazio per le questioni che riguardano soltanto l'energia nucleare e non l'energia in senso lato.
Questo, quanto meno, riduce le problematiche di cui abbiamo parlato prima e, in particolare, per quanto riguarda le piccole imprese, i piccoli imprenditori, perché, probabilmente, nel campo dell'energia nucleare di questi non ce ne saranno molti. Guardate che state creando un danno rilevante alle piccole e medie imprese ed agli artigiani, per cui vi invito realmente a riflettere, e a votare favorevolmente su questo emendamento che aggiunge la parola «nucleare» alla parola «energia».

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, credo che in Commissione sia stato svolto - ne do atto ai colleghi - un buon lavoro. Su questo aspetto, forse, non abbiamo completato i lavori. In particolare, credo che il sottosegretario abbia voluto dare un'interpretazione, ma qualche margine di incertezza quanto meno la Lega la mantiene. In tema di cause verso l'Authority (per esempio multe, sanzioni o quant'altro), su cui si sta facendo anche un buon lavoro, si vede contrapposto un legittimo interesse di municipalizzate e di soggetti terzi nei confronti del TAR della Lombardia (il procedimento è naturale perché l'Authority è domiciliata a Milano).
Pensare di spostare tutte le cause al TAR di Roma è una cosa che non sta in piedi. Lo dico come partito politico e lo dico come cittadino: non sta assolutamente in piedi. Pertanto, credo che una qualche riflessione vada fatta. Questo emendamento oggi restringerebbe il campo al settore nucleare e quindi vorrebbe in qualche modo parametrare quanto detto.
Noi voteremo contro pensando non nel merito, perché a questo punto penso che l'iter debba essere mantenuto con una sua linearità, ma consegnando al Governo, nel prossimo passaggio al Senato, la necessità di un supplemento di riflessione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere questo emendamento e per spiegare ai colleghi che quello che blocca oggi in tante parti d'Italia il decollo delle fonti rinnovabili è l'enorme contenzioso (TAR e altre vicende). Anche l'emendamento successivo, per esempio, aumenta di molto il contributo all'eolico offshore, ma il vero problema per quest'ultimo è avere le autorizzazioni. Poi i contributi alle fonti rinnovabili, quando queste saranno decollate, dovremmo ridurli, paradossalmente. Infatti, è un problema di efficienza anche nella produzione di energia.
Se concentriamo tutto su Roma questo enorme contenzioso renderà molto complicato, per tantissime piccole e medie imprese ed istituzioni locali che si stannoPag. 50cimentando con questa impresa, affrontare la vicenda. Quindi, ridurre almeno la concentrazione al nucleare è una questione di puro buon senso.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, anche su questo aspetto come nel caso precedente il Governo è disponibile a ragionare ulteriormente su questa materia, anche se l'obbiettivo è quello di dare maggiore efficienza e uniformità di giudizio rispetto a quello che invece i singoli TAR potrebbero esprimere sul territorio nazionale.
Pertanto, credo che, respingendo questo emendamento e cogliendo anche il senso politico dell'amico Polledri, si possa ragionare con calma durante l'iter del provvedimento al Senato. Si tratta di un provvedimento complesso e, quindi, evidentemente anche il Senato vorrà dire la sua su tanti aspetti e, quindi, lì vi sarà il tempo per una formulazione più corretta rispetto all'attuale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, abbiamo appena ascoltato il Governo. Mi sembra di aver compreso che vi è un impegno lungo l'iter del provvedimento al Senato. Ciò significa che, presentando un ordine del giorno in tal senso, il Governo lo accoglierebbe qualora fosse accolto dai presentatori l'invito al ritiro dell'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, francamente non ho ben capito questo duetto tra l'onorevole Polledri e il sottosegretario Urso. Infatti, se ho ben inteso, l'onorevole Polledri condivide le perplessità sin qui esposte da tutta l'opposizione e, per il nostro gruppo, dall'onorevole Mannino. Si tratta di concentrare in capo ad un unico TAR nazionale (per di più quello del Lazio che è già l'unico ad avere tutta una serie di attribuzioni e di competenze in esclusiva) tutte le procedure e i provvedimenti dell'amministrazione pubblica o soggetti equiparati concernenti il settore dell'energia. Peraltro, questa espressione è assolutamente vaga e generica, per cui diventa difficilissimo capire che cosa vi è ricompreso, se parliamo di diritti, di interessi, di aspettative, che tipo di rapporti e che natura giuridica abbiano.
Se l'onorevole Polledri condivide le perplessità sulla formulazione di questo articolo francamente mi pare difficile capire perché poi la Lega Nord Padania non voti gli emendamenti soppressivi o modificativi.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Concludo, signor Presidente. Non capisco nemmeno quale sarebbe questa apertura del Governo a rimandare a «babbo morto» la revisione.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, intervengo per rispondere all'ultimo intervento. Vorrei far presente che in Commissione vi è stato un largo dibattito su questo tema. È chiaro che l'intento è quello di razionalizzare e, quindi, di facilitare la soluzione dei contenziosi. Nel ragionamento si è arrivati alla stesura alla vostra attenzione. Ciò non significa che, anche alla luce del dibattito parlamentare, in una fase successiva non vi sia la possibilità di apportare ulteriori verifiche. Credo che onestamente è stato fatto unPag. 51lavoro in Commissione, dove si è dibattuto, si sono dette anche alcune cose che sono state oggi qui riportate e il Governo comunque ha mantenuto ferma la posizione. Anche alla luce di alcune considerazioni, ritengo che allo stato dell'arte sia giusto continuare su questa strada. Poi, lo ripeto, credo che essendoci altre letture sarà la possibilità valutare il dibattito svolto oggi in Assemblea.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per dire che credo oggi qui si confondano gli interessi dei grandi gruppi, che potrebbero avere un motivo per fare riferimento ad un tribunale unico (in questo caso il TAR del Lazio), con gli interessi delle migliaia e migliaia di piccoli imprenditori del commercio, dell'artigianato, dell'agricoltura e del turismo che investono sull'energia rinnovabile. Questi ultimi si vedono così bloccate le loro istanze da iniziative sul territorio; portare i ricorsi eventuali al TAR, per difendere i loro diritti, in un TAR unico a Roma credo che comporti un tale aumento di costi per cui uno rinuncerà ai propri interventi. Voglio chiedere al Governo un ripensamento perché in questo caso l'energia nucleare rimane fuori e si ritorna sul resto delle energie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, senza alcuna polemica nei confronti del relatore, vorrei dire che ovviamente rispettiamo molto il lavoro della Commissione nella quale siamo presenti e lavoriamo come tutti gli altri colleghi. Ciò non toglie che se poi i provvedimenti li affrontiamo in Assemblea è anche perché magari possono presentarsi delle condizioni nelle quali sia possibile apportare delle correzioni anche in Aula.
Peraltro, siamo un po' tutti contrari a questo bicameralismo perfetto. Inoltre, si tratta di correzioni così marginali e non di contrapposizione politica, ma sempre nell'ambito di un migliore aggiustamento delle questioni, per cui francamente non vedo l'esigenza di andare ad un altro tempo.
A mio avviso o uno dice «no, è così perché c'è una ragione politica, tra virgolette, perché deve essere così», oppure in un incontro di ragionamenti emerge che questo è un problema esistente. In un provvedimento che non è blindato, perché ne abbiamo valorizzato anche la capacità di modifica in corso d'opera, mi pare che ci troviamo, onorevole Raisi e signor rappresentante del Governo, ad affrontare una modifica per la quale magari si potrebbe riformulare o fare tante cose che si sono fatte in corso d'opera. L'Aula c'è anche per questo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 18.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Onorevole Nunzio Francesco Testa, la prego di votare unicamente per se stesso!

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 445
Votanti 435
Astenuti 10
Maggioranza 218
Hanno votato
200
Hanno votato
no 235).

Prendo atto che il deputato Pugliese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Mazzoni ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo all'emendamento Zeller 18.8.Pag. 52
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Zeller 18.8 formulato dal relatore.

KARL ZELLER. Signor Presidente, ritiro l'emendamento perché credo che la norma di attuazione, lo statuto di autonomia, abbia una rango sovraordinato, per cui non è più necessario l'emendamento.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Quartiani 18.9.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. No, Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, chiedo all'onorevole Polledri se non ritenga che la riflessione possa essere fatta su questo emendamento che ho proposto, quello di sopprimere il comma 2, che aiuterebbe a ridurre il danno di un testo che rischia non solo la centralizzazione, ma il congelamento di ogni processo in corso. Evidentemente questa è una sorta di rinvio che procrastina il contenzioso e non risolve i problemi né della giustizia amministrativa e men che meno del contenzioso aperto sul versante energetico in tutti i territori.
Il comma 2 dell'articolo 18 recita «le questioni di cui al comma 1», cioè la centralizzazione a Roma di tutti i processi, compresi quelli già in corso (cioè quelli su cui si sta pronunciando il TAR di ogni regione): le questioni di cui al comma 1 sono rilevate d'ufficio, c'è una sorta di imperio generale per cui si bloccano i processi e vengono portati a Roma.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quartiani 18.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 480
Astenuti 9
Maggioranza 241
Hanno votato
221
Hanno votato
no 259).

Passiamo all'emendamento Quartiani 18.10.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. No, Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che se noi leggiamo il punto sottoposto ad emendamento ci rendiamo conto che questo recita che tutti i processi in corso e l'efficacia delle misure cautelari che sono emanate da una autorità giudiziaria diversa da quella di Roma sono sospesi, e la competenza passa al TAR del Lazio. Però si dice anche che tutto ciò non deve gravare sul bilancio dello Stato, anzi si dice che le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili devono essere sufficienti per poter far fronte ad una mole che attualmente viene gestita da venti tribunali amministrativi. Io credo che sia una cosa assolutamente impossibile da reggere. Non so da quale mente possa essere scaturita una proposta di questo genere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quartiani 18.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 53

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 481
Astenuti 10
Maggioranza 241
Hanno votato
223
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che il deputato Lovelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Quartiani 18.11.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. No, Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, qui c'è una piccola osservazione che voglio fare al Governo e che ho già fatto anche al relatore. Non si può scrivere in una norma che non devono derivare oneri per lo Stato, perché questa è una pura presupponenza, non solo una presupposizione, ma una presupponenza.
Si deve scrivere che «non derivano», ci deve essere una certezza che non derivano oneri per lo Stato, non si può scrivere in una norma che non «devono derivare». Credo che almeno da questo punto di vista l'articolo possiamo emendarlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il suo è un richiamo alla lingua italiana.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, accogliamo il suggerimento.

PRESIDENTE. È un omaggio alla lingua italiana.
Quindi, se ho ben compreso, sottosegretario Urso, il Governo esprime parere favorevole.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Sì, signor Presidente, e invito il relatore a fare altrettanto.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che la Commissione esprime parere favorevole.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Quartiani 18.11, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 472
Astenuti 10
Maggioranza 237
Hanno votato
471
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Di Pietro, Tenaglia e Lovelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, la nostra è una dichiarazione di voto contrario per varie motivazioni che sostanzialmente sono emerse anche oggi in questo dibattito. Abbiamo assistito anche a un tentativo del Governo di tener conto dei nostri suggerimenti, che poi, però, è fallito: si rimanda all'esame del SenatoPag. 54l'articolo in discussione che comporta una concentrazione della giurisdizione in capo al giudice amministrativo di Roma, anche per le questioni che riguardano i diritti, che non è una prova di efficienza e di funzionalità della giustizia.
Al pari della previsione che abbiamo contestato allorché è stato tutto concentrato in capo alle sezioni specializzate in marchi e brevetti, questo è forse un modo indiretto per rafforzare gli studi professionali più specializzati delle grandi città e dei grandi nuclei e, quindi, di allontanare ancora di più la giustizia dal cittadino ...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Ferranti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Iannuzzi. Ne ha facoltà.

TINO IANNUZZI. Signor Presidente, intervengo per sottolineare che l'articolo 18 è una norma profondamente irragionevole e sbagliata perché concentra nella competenza territoriale del TAR Lazio tutte le controversie, indicandole, oltre tutto, con una dizione estremamente lata e generica dal seguente tenore: «concernenti il settore dell'energia». L'articolo viola così il principio nel quale l'ordinamento scolpisce la competenza territoriale del TAR del Lazio che ha ragion d'essere, assorbendo quella dei tribunali delle singole regioni, soltanto quando si tratta di provvedimenti che hanno una sfera di efficacia destinata a prodursi in tutto il territorio nazionale o nell'ambito di più regioni. Inoltre, la disposizione transitoria del comma 4 è particolarmente rovinosa sui procedimenti in corso.
Voglio dire al sottosegretario Urso che, quando si legifera con norme sulla tutela giurisdizionale, non si può perseguire un'esigenza astratta, indimostrata e non spiegata di celerità e di semplificazione, ma occorre rispettare i principi generali con cui si costruisce l'ordinamento del processo. In questo caso essi sono clamorosamente calpestati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, il voto del gruppo dell'Italia dei Valori non potrà che essere contrario per le motivazioni che abbiamo già espresso. Francamente troviamo anche incomprensibile l'atteggiamento del Governo che dice che magari metteremo a posto l'articolo al Senato. Ma che vuol dire? Siamo qui, ci sono tutte le condizioni per metterlo a posto e per evitare che questo provvedimento torni all'esame della Camera per la seconda lettura che, considerato l'ingolfamento dei lavori, a mio avviso, non sarebbe proprio opportuna.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 485
Astenuti 9
Maggioranza 243
Hanno votato
265
Hanno votato
no 220).

(Esame dell'articolo 18-bis - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18-bis e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 18-bis.300.

Pag. 55

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18-bis.300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 476
Astenuti 11
Maggioranza 239
Hanno votato
472
Hanno votato
no 4).

Prendo atto che la deputata Bernini Bovicelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 18-bis.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, intervengo solo per dire che noi siamo d'accordo con lo spirito di questo articolo che - lo spiego ai colleghi - prevede che l'eolico offshore abbia un vantaggio e, quindi, abbia dei contributi maggiori, anche se, in prospettiva, tutte le fonti rinnovabili dovranno tendere a ridurre la contribuzione quando il mercato sarà avviato. In questo momento il principale ostacolo alle fonti rinnovabili sono la carenza di autorizzazioni e le lungaggini burocratiche che rischiano di essere appesantite dall'articolo precedente.
Se, infatti, tutti i contenziosi su tutte le vicende che riguardano i piccoli impianti energetici, i biogas, gli eolici e i solari si concentrano sul TAR di Roma, è chiaro che questo paralizzerà tutto. Quindi, è un articolo che rischia di rimanere lettera morta perché i problemi veri non vengono affrontati.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18-bis, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 487
Astenuti 10
Maggioranza 244
Hanno votato
486
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Favia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 22-bis - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22-bis e dell'unico articolo aggiuntivo ad esso presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22-bis.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 480
Astenuti 13
Maggioranza 241
Hanno votato
275
Hanno votato
no 205).

Pag. 56

Prendo atto che il deputato Favia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'articolo aggiuntivo Froner 22-bis.01

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo Froner 22-bis.01.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

FEDERICO TESTA. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO TESTA. Signor Presidente, con questa proposta emendativa chiediamo che il Governo sia delegato ad adottare disposizioni volte ad introdurre nei settori dell'energia elettrica e del gas obblighi di separazione tra chi detiene le infrastrutture strategiche e gli operatori che operano a monte e a valle del mercato.
L'idea è che sia necessaria la terzietà di chi gestisce i monopoli naturali rispetto agli operatori proprio per fare in modo che esistano condizioni di pari dignità sul mercato. Per questo motivo chiediamo di votare a favore dell'articolo aggiuntivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, questo è un ciclo storico che viene riproposto. Pensiamo che la separazione societaria di fatto sia già sufficiente, c'è già una regolamentazione da parte dell'Autorità e non vi sono problemi per quanto riguarda l'accesso.
Penso che la normativa in Italia sia estremamente più vantaggiosa per il consumatore per il rispetto della libertà d'accesso di quanto non sia, ad esempio, in metà dell'Europa. Per tale ragione la Lega esprimerà un voto contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Froner 22-bis.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 488
Astenuti 11
Maggioranza 245
Hanno votato
224
Hanno votato
no 264).

(Esame dell'articolo 22-ter - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22-ter e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Lulli 22-ter.1, mentre accetta l'emendamento 22-ter.500 del Governo.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

Pag. 57

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Lulli 22-ter.1.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

LUDOVICO VICO. No, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, in questo articolo si annuncia che le imprese esercenti attività di distribuzione di carburante per l'anno 2009 non verseranno la quota del diritto annuale alle camere di commercio. Nel contempo, si annuncia che quel costo sarà compensato alle camere di commercio prelevando un milione e mezzo di euro dall'articolo 2, commi da 554 a 556, della legge finanziaria per l'anno 2008.
Onorevoli colleghi e signori del Governo, desidero segnalare che quel milione e mezzo per la copertura finanziaria viene preso dalle risorse destinate a sostenere i giovani laureati e le nuove imprese innovatrici del Mezzogiorno. Nella sostanza, si attiva una copertura con le risorse per il Mezzogiorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 22-ter.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 489
Astenuti 10
Maggioranza 245
Hanno votato
227
Hanno votato
no 262).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22-ter.500 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 488
Astenuti 11
Maggioranza 245
Hanno votato
287
Hanno votato
no 201).

Passiamo alla votazione dell'articolo 22-ter.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22-ter, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 460
Astenuti 37
Maggioranza 231
Hanno votato
259
Hanno votato
no 201).

(Esame dell'articolo 31 - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Torazzi 31.2.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente,Pag. 58il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'emendamento Torazzi 31.2 è stato ritirato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 471
Astenuti 31
Maggioranza 236
Hanno votato
468
Hanno votato
no 3).

(Esame dell'articolo 31-bis - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31-bis e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Lulli 31-bis. 1.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Concordo.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 31-bis, sarà posto in votazione, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, il mantenimento di tale articolo.
Pertanto, chi intende votare per la soppressione dell'articolo esprimerà un voto contrario e chi intende mantenere l'articolo esprimerà un voto favorevole.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, noi chiediamo la soppressione di questo articolo, se non altro perché in tutto il provvedimento si punta a ridisegnare, senza un approfondimento e una valutazione di merito, tutta una serie di strumenti e di società che fanno capo allo Stato. Noi riteniamo che ciò sia particolarmente negativo. Lo abbiamo detto, in modo particolare, per quanto riguarda SOGIN, ENEA, i consorzi agrari e lo diciamo anche in questo caso.
Per questo motivo, chiediamo un voto per la soppressione di questo articolo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 31-bis.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 498
Astenuti 12
Maggioranza 250
Hanno votato
267
Hanno votato
no 231).

(Esame dell'articolo 31-ter - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31-ter e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

Pag. 59

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo subemendamento 0.31-ter.500.300.
La Commissione accetta l'emendamento 31-ter.500 del Governo a condizione che sia riformulato inserendo la seguente ulteriore modifica: al comma 3, lettera a), secondo capoverso, sostituire le parole: «espressi ai sensi degli articoli 22 e 23 » con le seguenti: «espressi ai sensi degli articoli 21, 22 e 23». Si propone di inserire il riferimento all'articolo 21, perché le indicazioni sono contenute in tale articolo.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, anche per quanto riguarda la riformulazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.31-ter. 500.300 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 496
Astenuti 9
Maggioranza 249
Hanno votato
494
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Nunzio Francesco Testa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31-ter. 500 del Governo, nel testo riformulato, come subemendamento, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 486
Astenuti 12
Maggioranza 244
Hanno votato
485
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Nunzio Francesco Testa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo 31-ter.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, noi voteremo a favore di questo articolo, per un motivo molto semplice, ossia perché è l'istituzionalizzazione delle «lenzuolate» che hanno caratterizzato la legislatura che si è conclusa qualche mese fa. Questo è un articolo molto importante, sul quale avevamo già legiferato nel corso della passata legislatura. La Camera aveva già approvato una norma di questo tipo, poi la conclusione anticipata non ne ha permesso il definitivo varo.
Avevamo presentato una proposta di legge della quale avevamo chiesto l'iscrizione in quota di minoranza alla X Commissione, poi è venuto questo emendamento che noi accogliamo con favore.
Credo che sia un punto molto importante, perché può aiutare questo Paese a superare le tante ingessature e i tanti diritti negati alle popolazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, ci tenevo anch'io, al di là delle «lenzuolate», a ringraziare il collega Lulli per il sostegno a questo articolo e per sottolineare, come è stato fatto, l'importanza in questa fase di introdurre la legge annuale per il mercato e la concorrenza, con laPag. 60quale la maggioranza ed il Governo ribadiscono l'attenzione all'apertura dei mercati, alla concorrenza sui prodotti e sui servizi a vantaggio dei consumatori e, per questa via (e cioè la via del tenere i mercati aperti e del garantire la concorrenza e la libertà di scelta), l'obiettivo di perseguire al meglio l'interesse dei consumatori.
È vero - e ne va dato atto - che questa era, seppure poi un po' modificata, un'iniziativa presa dal precedente Governo, ma credo che sia molto importante la convergenza che con questo voto si registra su tale punto da parte di tutta l'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31-ter, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 484
Astenuti 11
Maggioranza 243
Hanno votato
484).

Prendo atto che il deputato Nunzio Francesco Testa ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata Ferranti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 70 - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 70 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sull'emendamento Borghesi 70.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Chiedo, dunque, ai presentatori dell'emendamento Borghesi 70.1 se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, è un articolo che lascia e desta molte perplessità, perché è noto che chi svolge un'attività di gestione del rischio (e, quindi, il tipico assicuratore) media tra affari buoni ed affari meno buoni e su questo basa la sua attività (ossia assume rischi più gravi e meno gravi e da ciò ne consegue una tariffa, che è quella di mercato).
Ma allora non si riesce a capire per quale motivo si prevede di separare le attività a condizioni di mercato da quelle aventi ad oggetto rischi non di mercato: se sono rischi non di mercato non c'è bisogno di una società per gestirli, di una specie di bad company che si tiene tutte le situazioni negative! Si stabilisca nel bilancio dello Stato un fondo con il quale fronteggiare questo tipo di esigenze (diventa anche una questione di trasparenza).
In linea di principio - è questo il senso della nostra proposta emendativa - non siamo d'accordo con l'operazione che si intende fare, la quale creerà una bad company per rischi di assicurazione da esportazione non assicurabili (che, ripeto, è un non senso), rischiando tra l'altro di non porla su un piano di parità con società di assicurazioni che gestiscono entrambi i tipi di rischi (se proprio sono non assicurabili si crei il fondo!).
In ogni caso, con questo emendamento chiediamo quanto meno che vi siano delle forme di trasparenza anche nel caso delle società di cui alla lettera a), come quella che svolgerà le attività a condizioni di mercato.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamentoPag. 61Borghesi 70.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 465
Astenuti 29
Maggioranza 233
Hanno votato
204
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Nunzio Francesco Testa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto.
Passiamo alla votazione dell'articolo 70.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, voteremo a favore dell'articolo 70, ovvero la delega al Governo per l'ottimizzazione dell'efficienza dell'attività della SACE Spa, dal momento anche che, in sede di Commissione, è stato accolto un nostro emendamento che presuppone l'adozione di uno o più decreti legislativi appunto «sentito il parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia».

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)...
La pregherei signor Presidente di dire ai colleghi che io rispetto sempre i loro interventi.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, nessuno le può impedire di parlare. Continui.

ANTONIO BORGHESI. Intervengo semplicemente per ribadire le motivazioni che ho già espresso in precedenza e, quindi, non facendo perdere ulteriore tempo, annuncio che ci sarà il voto contrario dell'Italia dei Valori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, noi voteremo a favore dell'articolo. Sottolineo anche, che la Lega ha fatto aggiungere alla lettera c) le seguenti parole: «purché non in evidente conflitto interessi». Questo significa che se anche altri operatori privati possono entrare all'interno della SACE, è evidente che non dovranno essere in conflitto con l'interesse dell'impresa nazionale. Non può arrivare un concorrente straniero per, in qualche modo, sfavorire le imprese nazionali.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 70.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 485
Astenuti 10
Maggioranza 243
Hanno votato
461
Hanno votato
no 24).

Prendo atto che i deputati Leoluca Orlando e Mura hanno segnalato che hanno espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 70-bis - A.C. 1441-ter-A).

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 70-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).Pag. 62
Nessno chiedendo di parlare, prendo atto che il relatore ed il Governo formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario sugli emendamenti presentati.
Prendo atto che l'onorevole Allasia accede all'invito al ritiro del suo emendamento 70-bis.2.
Prendo atto che l'emendamento Scilipoti 70-bis.1 non è ritirato.
Avverto che trattandosi di un emendamento interamente soppressivo dell'articolo 70-bis, porrò in votazione il mantenimento di tale articolo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 70-bis.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 484
Astenuti 8
Maggioranza 243
Hanno votato
479
Hanno votato
no 5).

Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'articolo aggiuntivo e sui subemendamenti ad esso presentati.

ENZO RAISI. Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro dei subemendamenti Nucara 0.70-bis. 0301.6, Cimadoro 0.70-bis. 0301.3 e 0.70-bis. 0301.4, mentre il subemendamento Faenzi 0.70-bis. 0301.5 è stato ritirato, in quanto assorbito dall'articolo aggiuntivo della Commissione.
La Commissione esprime parere favorevole sul subemendamento Comaroli 0.70-bis. 0301.2 e raccomanda l'approvazione del proprio articolo aggiuntivo 70-bis. 0301 (Nuova formulazione).

PRESIDENTE. Il Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, in questo caso il Governo si rimette all'Assemblea, essendo materia propria di natura parlamentare.

PRESIDENTE. Passiamo al subemendamento Nucara 0.70-bis. 0301.6.
Prendo atto che i presentatori del subemendamento non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, noi comprendiamo bene che la compiutezza dell'informazione, il fatto che vi sia un'informazione libera e pluralista, possa comportare che si dia sostegno a quelle testate, a quelle attività di informazione, che altrimenti rischierebbero di non arrivare all'opinione pubblica.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 17,25)

ANTONIO BORGHESI. Riteniamo, però, che questo tipo di intervento vada realizzato avendo un'idea precisa dei criteri di natura qualitativa che misurano effettivamente quale tipo di testata, di attività, svolgano una funzione qualitativamente adeguata al sostegno che riceve. Facciamo fatica ad essere d'accordo con l'idea che si trasferiscano a grandi gruppi editoriali delle somme di denaro. Si tratta, infatti, di gruppi editoriali che poi distribuiscono degli utili: sarebbe come trasferire direttamente il denaro pubblico dalle casse dello Stato agli azionisti e a noi sembra che questo non sia utile, giusto e corretto.
Questo subemendamento, e anche i successivi, tendono invece ad un mero allargamento del numero di soggetti che hanno la possibilità di accedere a questi contributi, senza nessun controllo, riducendo la trasparenza anche rispetto alla legislazione vigente.Pag. 63
Quindi in definitiva invece di limitare la concessione di questi sostegni si tende ad allargarla riducendo i controlli (anche quelli che vi erano prima) rispetto, quanto meno, alla rappresentatività di chi li chiede. Per questi motivi... (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Signor Presidente, veramente sono...

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, lei ha pieno diritto di parlare. Prego, può proseguire.

ANTONIO BORGHESI. Per questi motivi noi voteremo contro questo tipo di sostegni previsti in questi articoli e nei relativi emendamenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Faenzi. Ne ha facoltà.

MONICA FAENZI. Signor Presidente, intervengo per esprimere anzitutto soddisfazione per il parziale accoglimento del subemendamento che ho presentato e poi ritirato a seguito della riformulazione da parte del relatore dell'articolo aggiuntivo. Infatti l'accoglimento di tale proposta non è irrilevante perché la modifica dell'articolo 44 del decreto-legge n. 112 del 2008 garantisce di far rivivere la natura giuridica di diritto soggettivo ai contributi all'editoria.
Si tratta di un fatto rilevante perché, se ciò non fosse stato fatto, gran parte delle imprese editoriali, quelle piccole e medie ma anche le testate autogestite di partito, sarebbe stata nell'impossibilità di chiudere il proprio bilancio in quanto non avrebbe potuto ascrivere nel bilancio stesso una posta certa. Ciò avrebbe sicuramente messo in crisi un settore che è anche produttivo, soprattutto considerato che oggi stiamo approvando un provvedimento che nel titolo si richiama a disposizioni per lo sviluppo delle imprese e sarebbe assai curioso che questo avvenisse in un settore produttivo come quello imprenditoriale che anima tutta una serie di servizi collaterali, di industrie tipografiche, con migliaia di addetti che perderebbero il posto di lavoro, e sarebbe stato davvero come negare la ratio del disegno di legge in questione.
Voglio permettermi però di fare una riflessione di natura morale e dire che la perdita di una vasta e qualificata serie di mezzi di informazione avrebbe sicuramente compromesso anche quel pluralismo informativo che è basilare e rappresenta una conquista democratica avvenuta negli ultimi decenni.
Per questo ringrazio il relatore, la Commissione competente e anche la Commissione bilancio per il parere favorevole, per aver voluto accogliere la nostra sentita richiesta di riconoscere tale diritto certo all'editoria, al settore che l'editoria rappresenta, ovvero - mi permetto di ricordare - un settore produttivo che oggi ben si inquadra nel provvedimento che stiamo approvando (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Italia dei Valori ha esaurito i tempi a sua disposizione previsti dal contingentamento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) compresi quelle aggiuntivi concessi dalla Presidenza in ragione di un terzo rispetto a quelli previsti. Secondo la prassi i deputati appartenenti a tale gruppo potranno intervenire per non più di un minuto, imputando tale tempo a quello previsto per gli interventi a titolo personale.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, vorrei fare alcune precisazioni rispetto all'intervento dell'onorevole Borghesi che di fondo condivido. Infatti il collega, quando parla di controllo e della necessità di evitare di conferire soldi pubblici a imprese che poi ripartiscono gli utili proprio attraverso quei soldi, sviluppa un ragionamento che - diciamo così - non fa una piega. Però invito il collega Borghesi a leggere attentamente quello che sta votando. Infatti in questa sede stiamo votando il rifinanziamento di quello che è il diritto soggettivo all'imprenditoria editoriale,Pag. 64ovverosia a tanti piccoli e medi giornali che in tutta Italia garantiscono la pluralità dell'informazione.
Poi vi è il regolamento, che sta preparando il sottosegretario Bonaiuti, che riguarda quelle regole che oggi Borghesi giustamente sollecita affinché vi sia trasparenza e criteri oggettivi nella redistribuzione di questo finanziamento.
Vi è inoltre un subemendamento, Comaroli 0.70-bis. 0301.2, sul quale ho espresso parere favorevole, che va incontro proprio a ciò che affermava l'onorevole Borghesi. Quindi, in realtà, siamo in piena sintonia e l'onorevole Borghesi trova all'interno di questi provvedimenti l'uno e l'altro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nucara. Ne ha facoltà.

FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, ho chiesto la parola per dichiarazione di voto sul subemendamento 0.70-bis.0301.6 da me presentato. Francamente non riesco a capire - ringrazio il Governo che si rimette all'Assemblea - il senso di non aver ricevuto da parte della Commissione l'espressione di un parere positivo su questa proposta perché, in fondo, si tratta di una corretta interpretazione delle norme esistenti. Poiché il Governo si è rimesso all'Assemblea, rivolgo un appello agli amici e ai colleghi parlamentari presenti in Aula, affinché esprimano un voto favorevole su questo subemendamento.
Non vorrei che un giornale, chiuso nei primi anni del ventennio e riaperto successivamente nel dopoguerra, rischi di essere chiuso oggi per una legge che non lo favorisce. L'organo del Partito repubblicano è in vita dal 1921 e vorremmo mantenerlo tale. Quindi rivolgo un appello caloroso a tutti i parlamentari, visto che il Governo si è rimesso all'Assemblea, a votare favorevolmente su questo subemendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Nucara 0.70-bis.0301.6, non accettato dalla Commissione e su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 290
Astenuti 199
Maggioranza 146
Hanno votato
42
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che il deputato Reguzzoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo al subemendamento Cimadoro 0.70-bis. 0301.3.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

GABRIELE CIMADORO. No, signor Presidente non accedo all'invito al ritiro e insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cimadoro 0. 70-bis.0301.3, non accettato dalla Commissione e su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 281
Astenuti 203
Maggioranza 141
Hanno votato
22
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che il deputato Brandolini ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.Pag. 65
Passiamo al subemendamento Cimadoro 0. 70-bis. 0301.4.
Prendo atto che i presentatori del subemendamento Cimadoro 0.70-bis. 0301.4 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Quando dichiaro che è stato espresso un invito al ritiro, mi pare ovvio che, se l'invito non è accolto, il parere è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Cimadoro 0. 70-bis.0301.4, non accettato dalla Commissione e su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 477
Votanti 433
Astenuti 44
Maggioranza 217
Hanno votato
181
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Ricordo che il subemendamento Faenzi 0.70-bis. 0301. 5 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione del subemendamento Comaroli 0.70-bis. 0301.2.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Comaroli 0.70-bis.0301.2, accettato dalla Commissione e su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 461
Astenuti 31
Maggioranza 231
Hanno votato
281
Hanno votato
no 180).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 70-bis.0301 (Nuova formulazione) della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Levi. Ne ha facoltà.

RICARDO FRANCO LEVI. Signor Presidente, stiamo parlando di editoria, anche se il termine che dovremmo usare è «pluralismo dell'informazione». Di fronte al tema largamente condiviso di una riforma larga e coerente di tutta l'organizzazione del mercato dell'editoria, il Governo all'indomani della sua costituzione prese l'impegno di lavorare insieme al Parlamento in questa direzione.
Nulla di tutto ciò è stato mantenuto: il Governo, con le misure adottate nel luglio scorso e poi con un regolamento, da un lato ha tagliato in modo drastico i finanziamenti all'editoria e dall'altro ha preannunciato un regolamento che toglie certezza ai crediti ed al sostegno del mondo dell'editoria. Il giudizio dovrebbe dunque essere negativo.
Nel passaggio in Commissione, però, anche sulla base di un parere condiviso espresso dalla Commissione cultura, sono stati fatti almeno due passi in avanti, che inducono il Partito Democratico a scegliere la strada dell'astensione.

PRESIDENTE. Onorevole Levi, devo invitarla a concludere.

RICARDO FRANCO LEVI. In particolare, avere cancellato la retroattività dei tagli all'editoria ed aver previsto il parere vincolante della competente Commissione del Parlamento. Per questo annunciamo il voto di astensione.

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, intervengo solo per sottolineare,Pag. 66anche rispetto a quanto ha detto il collega Levi, che con l'articolo aggiuntivo in esame, così riformulato, che di fatto ha assorbito il subemendamento Faenzi 0.70-bis.0301.5, si ricostituisce il diritto soggettivo, che era uno dei cavalli di battaglia condivisi da tutto il Parlamento. Di fatto, abbiamo dato risposta anche al Governo, quando giustamente il sottosegretario Bonaiuti ha detto che è il Parlamento che deve ripristinare questo diritto: lo si è fatto.
Sinceramente non capisco e non comprendo le critiche, perché il Parlamento credo che abbia ben lavorato e abbia compiuto il proprio dovere. Votando l'articolo aggiuntivo in esame, garantiamo la sopravvivenza di quei giornali, soprattutto regionali e di provincia, che hanno garantito la pluralità dell'informazione in tutti questi anni. Credo che se verrà approvato sarà un gran successo per il Parlamento e per tutto il Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 0.70-bis.0301 (Nuova formulazione) della Commissione, come subemendamento, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 290
Astenuti 201
Maggioranza 146
Hanno votato
269
Hanno votato
no 21).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-ter-A).
Avverto che è in distribuzione la nuova formulazione degli ordini del giorno Gaglione n. 9/1441-ter/4 ed Evangelisti n. 9/1441-ter/37.
Qual è il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Versace n. 9/1441-ter/1 e sui punti del dispositivo n. 2, 4 e 5 dell'ordine del giorno Giacomelli n. 9/1441-ter/2: propongo ai presentatori di riformularlo ed in tal caso il parere è appunto favorevole.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Peluffo n. 9/1441-ter/3, anche perché il Governo si è già attivato in tal senso.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Gaglione n. 9/1441-ter/4 (Nuova formulazione), se il dispositivo viene riformulato in modo che preveda che il Governo si impegna alla convocazione di un tavolo per il rilancio industriale della Valbasento per affrontare le problematiche e trovare le soluzioni, altrimenti lo accoglie come raccomandazione.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Mantini n. 9/1441-ter/5.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Bernini Bovicelli n. 9/1441-ter/6, se per «impegna il Governo» si intenda, ovviamente, l'impegno attraverso la moral suasion, che il Governo sta già realizzando nei confronti del sistema bancario, anche alla luce dei provvedimenti già varati per fronteggiare l'emergenza finanziaria e bancaria e per garantire il flusso creditizio nei confronti del sistema delle imprese.
In tal senso, se questo si intende per moral suasion, il parere del Governo è favorevole.

ROBERTO GIACHETTI. Presidente, è una riformulazione?

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, si rivolga alla Presidenza e intervenga dopo che avrà terminato di parlare il rappresentantePag. 67del Governo. Non si interrompono gli interventi in corso. Prego, sottosegretario.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Follegot n. 9/1441-ter/7.
Il Governo esprime...

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, non ho capito se ha chiesto una riformulazione dell'ordine del giorno Bernini Bovicelli n. 9/1441-ter/6 o altro. Le interpretazioni o sono codificate in un'espressione verbale, oppure sono aperte ad ogni possibile arbitrio.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, lo accolgo anche in questa versione; ovviamente è inteso che si tratti di moral suasion.

PRESIDENTE. Scusi, signor sottosegretario, questa moral suasion, per avere il parere favorevole del Governo, deve essere indicata?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. No, non c'è bisogno. È chiara a tutti.

PRESIDENTE. Pertanto, prendo atto che il Governo accetta l'ordine del giorno Bernini Bovicelli n. 9/1441/3/6. Era solo per chiarezza. Prego, sottosegretario Urso.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Follegot n. 9/1441-ter/7, così come sull'ordine del giorno Tassone n. 9/1441-ter/8. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Milo n. 9/1441-ter/10.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, signor sottosegretario, qual è il parere del Governo sull'ordine del giorno Belcastro n. 9/1441-ter/9?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Belcastro n. 9/1441-ter/9, in quanto già assorbito da un altro ordine del giorno, che ci è sembrato più significativo.

PRESIDENTE. Sta bene. Prego, sottosegretario.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Lo Monte n. 9/1441-ter/11, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Iannaccone n. 9/1441-ter/12.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Sardelli n. 9/1441-ter/13, Lulli n. 9/1441-ter/14 e Sanga n. 9/1441-ter/15.
Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno Bobba n. 9/1441-ter/16 e Ciocchetti n. 9/1441-ter/17.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Anna Teresa Formisano n. 9/1441-ter/18, così come sull'ordine del giorno Zacchera n. 9/1441-ter/19.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Rosato n. 9/1441-ter/20, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Polledri n. 9/1441-ter/21.
Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Abrignani n. 9/1441-ter/22, Fallica n. 9/1441-ter/23, Reguzzoni n. 9/1441-ter/24 e Franzoso n. 9/1441-ter/25.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Bellotti n. 9/1441-ter/26, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Froner n. 9/1441-ter/27, per carenza di compensazione.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Bellanova n. 9/1441-ter/28.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Brandolini n. 9/1441-ter/29, Servodio n. 9/1441-ter/30 e Vannucci n. 9/1441-ter/31.Pag. 68
Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/1441-ter/32.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Fedi n. 9/1441-ter/33, esprime parere contrario sull'ordine del giorno Oliverio n. 9/1441-ter/34, mentre esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Cuomo n. 9/1441-ter/35 e Burtone n. 9/1441-ter/36 (Commenti)... Si tratta di ordini del giorno che sono fuori fascicolo.

PRESIDENTE. Gli ordini del giorno fuori fascicolo sono adesso in distribuzione. Prego, onorevole sottosegretario.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Come dicevo, il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Burtone n. 9/1441-ter/36, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Evangelisti n. 9/1441-ter/37 (Nuova formulazione). Il Governo accoglie come raccomandazione, altrimenti il parere è contrario, l'ordine del giorno Rubinato n. 9/1441-ter/38, mentre si rimette all'Assemblea per quanto riguarda l'ordine del giorno Vico n. 9/1441-ter/39. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Giorgio Merlo n. 9/1441-ter/40 e accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Allasia n. 9/1441-ter/41, Maccanti n. 9/1441-ter/42, Montagnoli n. 9/1441-ter/43, Simonetti n. 9/1441-ter/44, Togni n. 9/1441-ter/45 e Torazzi n. 9/1441-ter/46. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Cimadoro n. 9/1441-ter/48...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole sottosegretario, per correttezza di elencazione dovrebbe esprimere prima il parere sull'ordine del giorno Fava n. 9/1441-ter/47.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Ha ragione, signor Presidente. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Fava n. 9/1441-ter/47 ed esprime, invece, parere contrario sugli ordini del giorno Cimadoro n. 9/1441-ter/48, Piffari n. 9/1441-ter/49 e Scilipoti n. 9/1441-ter/50. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Cambursano n. 9/1441-ter/51, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/1441-ter/52 in quanto è in contrasto con la normativa comunitaria. Il Governo, inoltre, accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Messina n. 9/1441-ter/53, Vignali n. 9/1441-ter/54, Libè n. 9/1441-ter/55 e Ceccuzzi n. 9/1441-ter/56.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Baldelli n. 9/1441-ter/57. Il Governo esprime infine parere contrario sull'ordine del giorno Cera n. 9/1441-ter/58 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Nucara n. 9/1441-ter/59.

PRESIDENTE. Onorevole Versace, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-ter/1, su cui è stato espresso parere favorevole dal Governo?

SANTO DOMENICO VERSACE. Sì, signor Presidente, ringrazio il Governo ed insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, mi sembra che vi debba essere lo spazio per l'illustrazione degli ordini del giorno, che non è stato dato. Mi sembrava ci dovesse essere la fase dell'illustrazione degli ordini del giorno che non è stata aperta!

PRESIDENTE. Onorevole, lei avrebbe avuto ragione se avesse fatto questo intervento, chiedendo di poter illustrare l'ordine del giorno, prima del parere del Governo. Ormai siamo in sede di votazione e dunque lei può chiedere la parola per dichiarazione di voto. Questo puòPag. 69farlo. L'illustrazione degli ordini del giorno è preclusa dal fatto che non è stata richiesta tempestivamente.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Reguzzoni. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, intervengo velocemente per ricordare che il gruppo della Lega si associa all'ordine del giorno in esame. Abbiamo aggiunto le nostre firme a quella dell'onorevole Versace, che rappresenta il made in Italy serio (lo riprendiamo poi in un altro nostro ordine del giorno) che realizza le sue produzioni in Italia e non all'estero. Ritengo peraltro che un appello debba essere rivolto al Ministro Calderoli perché noi intendiamo le iniziative legislative anche come «delegislative». Lasciamo fare alle imprese il loro mestiere e quindi «togliamo»; pensiamo a misure fiscali che alleggeriscano il carico e premino chi riesce ad essere il nostro rappresentante nel mondo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Realacci. Ne ha facoltà.

ERMETE REALACCI. Signor Presidente, anche io intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno Versace n. 9/1441-ter/1, che è assolutamente condivisibile. Peraltro, nel mese di settembre, anche in queste difficoltà, l'export italiano fuori dell'Unione europea è aumentato di oltre il dieci per cento. È un punto di forza del Paese e va aiutato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intervengo per apporre la firma di tutti i colleghi del Partito Democratico che fanno parte della X Commissione all'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno in esame, non solo a mio nome, ma a nome di tutto il gruppo dell'Unione di Centro, perché ne condividiamo fortemente il senso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Antoni. Ne ha facoltà.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno in esame, che al primo capoverso del dispositivo afferma: «a studiare le misure necessarie per sostenere l'economia reale». Spero che se glielo dice la maggioranza, il Governo, prima o poi, studierà qualche misura per sostenere l'economia reale e, soprattutto, la proporrà.

PRESIDENTE. Pur comprendendo il senso politico di molti interventi precedenti, devo ricordare che la sottoscrizione è a titolo individuale. Simbolicamente possiamo estenderla al gruppo ma, a termini di Regolamento, essa è individuale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere, a titolo individuale, formalmente, ma politicamente a nome di tutto il gruppo del Movimento per l'Autonomia, l'ordine del giorno Versace n. 9/1441-ter/1, di cui condividiamo lo spirito e gli obiettivi che si prefigge di raggiungere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vignali. Ne ha facoltà.

RAFFAELLO VIGNALI. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colaninno. Ne ha facoltà.

Pag. 70

MATTEO COLANINNO. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere, a titolo personale, l'ordine del giorno Versace n. 9/1441-ter/1.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Versace insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-ter/1, accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Versace n. 9/1441-ter/1, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 443
Votanti 441
Astenuti 2
Maggioranza 221
Hanno votato
440
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Leoluca Orlando, Renato Farina, Testoni e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Chiedo ai presentatori se accolgano la riformulazione proposta dal Governo, nel senso di sopprimerne i punti nn. 1 e 3 del dispositivo, dell'ordine del giorno Giacomelli n. 9/1441-ter/2?

ANTONELLO GIACOMELLI. Sì, signor Presidente. Se ho ben compreso l'opinione del Governo, il parere favorevole è condizionato alla proposta di espungere il punto n. 3 del dispositivo ed inserire, invece, rispetto al punto n. 1 del dispositivo, le parole: «a valutare la possibilità di». Se così è, se effettivamente questa è l'interpretazione cui mi sembra si debba aderire dopo l'approfondimento con il sottosegretario Urso, accetto la riformulazione proposta dal Governo.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, lei conferma questa interpretazione?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, sono d'accordo con questa impostazione pratica di riformulare il punto n. 1 del dispositivo come valutazione, da parte del Governo, su come operare in tal senso e sopprimere il punto n. 3. Al contempo, si mantengono i punti nn. 2, 4 e 5, così come già stabilito nel dispositivo.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Giacomelli n. 9/1441-ter/2, accettato dal Governo purché riformulato.

ANTONELLO GIACOMELLI. No, signor Presidente, non insisto. È sufficiente l'accettazione dell'ordine del giorno in esame da parte del Governo.

MARIA GRAZIA GATTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo, onorevole Gatti?

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, intervengo solo per apporre la mia firma all'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Peluffo n. 9/1441-ter/3, accettato dal Governo.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Signor Presidente, ringrazio il Governo per il parere favorevole e confidiamo che saprà operare ed intervenire entro il 30 novembre, che è il giorno in cui scade il commissariamento dell'agenzia, per cui vigileremo affinché questa data venga rispettata e non insistiamo per la votazione del nostro ordine del giorno n. 9/1441-ter/3 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione propostaPag. 71dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gaglione n. 9/1441-ter/4 (Nuova formulazione).
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione del suo ordine del giorno Mantini n. 9/1441-ter/5, non accettato dal Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mantini n. 9/1441-ter/5, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 460
Votanti 456
Astenuti 4
Maggioranza 229
Hanno votato
203
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che i deputati Cuomo e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Bernini Bovicelli n. 9/1441-ter/6, accettato dal Governo.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI. No, signor Presidente, non insisto.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno, Follegot n. 9/1441-ter/7 e Tassone 9/1441-ter/8, accettati dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Belcastro n. 9/1441-ter/9, non accettato dal Governo.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, siamo molto rammaricati per la decisione del Governo di dare parere contrario sull'ordine del giorno a prima firma Belcastro e sottoscritto da tutti i parlamentari della componente politica del Movimento per l'Autonomia. Questo ordine del giorno punta a rilanciare e potenziare le aree industriali che sono state realizzate in Campania e in Basilicata a seguito dell'evento sismico del 23 novembre 1980.
Sono aree industriali che hanno una grande potenzialità e che devono ricevere la giusta attenzione e il giusto impegno da parte non solo del Governo nazionale, ma anche da parte dei governi regionali e delle amministrazioni provinciali. Il nostro ordine del giorno punta a impegnare il Governo ad evitare che risorse pubbliche, già utilizzate, vengano definitivamente sprecate perché non si vuole prestare l'impegno necessario ad evitare che queste aree industriali vadano definitivamente in crisi.
Per questo abbiamo sollecitato il Governo. Tra l'altro, su questo punto, abbiamo accettato la riformulazione del nostro emendamento proposta dal Governo e questo era uno dei tre punti qualificanti. Immaginavamo che almeno, inserito all'interno dell'ordine del giorno, questo punto fosse accolto dal Governo. Così non è, ne siamo rammaricati e non possiamo che esprimere il nostro rammarico e chiedere che questo ordine del giorno venga votato, appellandoci alla sensibilità di tutti i parlamentari, in modo particolare di quelli del Mezzogiorno, per evitare che su questo aspetto si compia uno scempio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, desidero apporre la mia firma all'ordine del giorno Belcastro n. 9/1441-ter/9 che è simbolicamente la firma di tutto il gruppo dell'Unione di Centro perché condividiamo lo spirito di questo ordine del giorno conoscendo bene qual è l'esigenza di queste aree in termini di fondi e finanziamenti.
Il problema del Mezzogiorno non è soltanto di chi lo vive, ma credo che debba essere un problema di tutti quanti noi che viviamo la realtà del nostro Paese.

Pag. 72

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, ho chiesto dei parlare per spiegare ai colleghi parlamentari che questo ordine del giorno è simile al successivo, Iannaccone n. 9/1441-ter/12, presentato dalla stessa componente politica (cambia sostanzialmente la formulazione del dispositivo).
A noi sembrava più pertinente il dispositivo dell'ordine del giorno successivo e, per questo, avevamo espresso su quello parere favorevole. Ciò non significa che siamo contrari a questa formulazione. Ci sembrava più pertinente quello e pensavamo che tra i due ordini del giorno simili fosse stato meglio accettare il successivo. Se i colleghi parlamentari insistono non vi è nessuna contrarietà ad esprimere parere favorevole anche su questo ordine del giorno. Credo comunque che, per una migliore corretta formulazione in Aula, sia meglio accogliere il successivo.

PRESIDENTE. Onorevole Iannaccone, insiste per la votazione?

ARTURO IANNACCONE. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Se il Governo non ha altro da aggiungere, passiamo ai voti sull'ordine del giorno Belcastro n. 9/1441-ter/9, con il parere favorevole del Governo (Commenti). Signor sottosegretario, il Governo ha modificato il parere precedentemente espresso, ha dato parere favorevole, ho capito così, conferma?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, il Governo formula un invito al ritiro, dal momento che vi è un successivo ordine del giorno, presentato dai parlamentari della stessa componente politica, che ha una formulazione che a noi appare più corretta e anche attinente alla materia. È per questo che avevo espresso sull'ordine del giorno in esame parere contrario e invito al ritiro.

PRESIDENTE. C'è un invito al ritiro e credo che l'Assemblea voglia sapere se l'invito al ritiro viene accolto e, in caso contrario, se il parere del Governo cambia o rimane contrario. Prego, onorevole Iannaccone.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, chiediamo che si passi ai voti, perché il successivo ordine del giorno riguarda un'altra materia. Fa riferimento alle aree industriali realizzate nelle aree terremotate, ma limitatamente ad un aspetto gestionale.

PRESIDENTE. Signor sottosegretario, a questo punto, qual è il parere del Governo?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, con questo chiarimento confermo di non accettare l'ordine del giorno Belcastro n. 9/1441-ter/9. A noi sembra, lo ripeto, migliore la formulazione del successivo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Quindi, il Governo non accetta l'ordine del giorno Belcastro n. 9/1441-ter/9 e i presentatori insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Belcastro n. 9/1441-ter/9, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 474
Astenuti 6
Maggioranza 238
Hanno votato
226
Hanno votato
no 248).

Pag. 73

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Milo n. 9/1441-ter/10, non accettato dal Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Milo n. 9/1441-ter/10, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 480
Astenuti 8
Maggioranza 241
Hanno votato
210
Hanno votato
no 270).

Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando ha segnalato che ha votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Lo Monte n. 9/1441-ter/11, non accettato dal Governo.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, anche su questo ordine del giorno riteniamo che il parere contrario del Governo sia una forzatura in palese contraddizione con il provvedimento, che prevede le zone franche urbane. È evidente che quando si parla di zone franche urbane ci muoviamo sul terreno proprio del tentativo di dare una spinta propulsiva allo sviluppo di aree svantaggiate.
Nel provvedimento ci sembra che la delega che viene data al CIPE per rivedere i criteri possa penalizzare fortemente le aree meridionali. Ed è per questo che noi, per rimettere equilibrio all'interno del provvedimento, abbiamo presentato questo ordine del giorno, per fare in modo che le zone franche urbane mantengano le finalità e raggiungano gli obiettivi per i quali erano state previste.
Pertanto, noi chiediamo anche in questo caso che l'ordine del giorno venga votato, sottolineando come il non accogliere questo ordine del giorno rappresenti un voto contrario a quelle aree meridionali le quali si vedrebbero private, parzialmente o completamente, di uno strumento non sufficiente, ma comunque utile, per ridurre il divario che c'è all'interno del nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Antoni. Ne ha facoltà.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, intervengo per annunciare il mio voto favorevole, anche se bisogna precisare che la questione delle zone urbane franche è legata ad una lunga trattativa che vi è stata con la Commissione europea. Le zone urbane franche si stabiliscono attraverso dei criteri oggettivi: il livello di disoccupazione, il livello del reddito, il livello dell'abbandono scolastico. Il Governo ha trasformato tutto questo nel disegno di legge in una specie di mercato, impedendo l'efficacia dello scopo per cui sono nate le zone franche urbane, sul modello francese. Se si estendono e non si tiene conto dei livelli occupazionali, del reddito e di abbandono scolastico, non è un problema di nord e sud, è un problema di zone deboli e disagiate oppure no.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. I criteri sono oggettivi, ciò vi deve entrare in testa, altrimenti questo Paese abbandona le zone deboli a favore solo di quelle forti. Vi deve entrare in testa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, chiedo di poter aggiungere la mia firma su questo ordine del giorno, sottolineandoPag. 74il fatto - vorrei che il sottosegretario Urso ascoltasse - che il Ministro dell'Economia nel dare indicazioni... Scusi sto parlando con il sottosegretario, se è possibile...

PRESIDENTE. Onorevole, si rivolga alla Presidenza. Signor sottosegretario, per favore, è stata richiamata la sua attenzione.

AMEDEO CICCANTI. Grazie, signor Presidente, mi rivolgo a lei ma volevo che mi ascoltasse. Signor sottosegretario, stavo dicendo che sulle zone franche urbane il potere di iniziativa per indicare i criteri è del Ministero dell'economia e delle finanze, però sentite le regioni. Ora le ragioni raccolgono le proposte dai vari comuni per le zone suburbane che rientrano nella definizione delle zone franche urbane, però i parametri di riferimento dati finora sono risalenti, in termini demografici e di occupazione, al 2005.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

AMEDEO CICCANTI. Concludo, signor Presidente. Molte cose sono cambiate dal 2005. Chiedo pertanto una modifica del parere espresso e un aggiornamento, almeno al 2008, dei parametri a cui si fa riferimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lo Monte n. 9/1441-ter/11, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 478
Votanti 469
Astenuti 9
Maggioranza 235
Hanno votato
219
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che il deputato Favia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Iannaccone n. 9/1441-ter/12, accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Iannaccone n. 9/1441-ter/12, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 477
Votanti 457
Astenuti 20
Maggioranza 229
Hanno votato
412
Hanno votato
no 45).

Prendo atto che il deputato Favia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Sardelli n. 9/1441-ter/13 e Lulli n. 9/1441-ter/14, accolti come raccomandazione dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Sanga n. 9/1441-ter/15, accolto come raccomandazione dal Governo.

GIOVANNI SANGA. Signor Presidente, questo è un provvedimento che noi riteniamo debole verso le piccole e medie imprese in un momento cruciale per l'economia. Sono assenti interventi che possano facilitare l'accesso al credito nel contesto economico che conosciamo, provvedimenti che possano agevolare dal punto di vista fiscale le piccole e medie imprese e che si impegnino a rivedere gli studi di settore, in una situazione difficile come quella che stiamo attraversando. Servono dei correttivi per gli studi di settore chePag. 75tengano conto della straordinarietà del momento che stiamo vivendo, che applichino sino in fondo anche quanto già è stato previsto nei provvedimenti del Governo precedente sull'esclusione dei contoterzisti.
Inoltre, sul tema della competitività riteniamo che sia necessario istituire dei centri per la promozione dell'innovazione per le imprese, per gli artigiani e per la piccola e media impresa partecipati anche dalle associazioni di categoria. Comunque, signor Presidente, accettiamo la raccomandazione e, pertanto, non insistiamo per la votazione del nostro ordine del giorno.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Bobba n. 9/1441-ter/16, non accettato dal Governo.

LUIGI BOBBA. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUIGI BOBBA. Signor Presidente, speravamo di esserci sbagliati, ma purtroppo avevamo ragione. Dico purtroppo perché già con quanto era avvenuto con il decreto di valutazione d'impatto ambientale del Ministro dell'ambiente Prestigiacomo, la condizione contestuale per la costruzione dell'impianto Cemex a Saluggia per cementificare scorie nucleari liquide era stata espunta dallo stesso decreto, nonostante che la commissione tecnica del Ministero l'avesse accolta come un elemento contestuale irrinunciabile. Successivamente, abbiamo visto che all'articolo 15 del disegno di legge che stiamo per approvare non si parla più di sito unico.
Il parere contrario del Governo ci dice che esso ha gettato la maschera e che quindi, anche Saluggia, uno dei siti più inadatti per stoccare scorie nucleari liquide (il 75 per cento di quelle presenti in Italia), dovrà tenersi le sue scorie: bel risultato!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bobba n. 9/1441-ter/16, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 479
Astenuti 8
Maggioranza 240
Hanno votato
226
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che il deputato Valducci ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati Favia e Cambursano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

RENATO CAMBURSANO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, veramente avevo alzato la mano prima che lei indicesse la votazione. Tuttavia, intervengo comunque perché voglio che rimanga agli atti che chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno a prima firma Bobba n. 9/1441-ter/16 e che condivido totalmente anche le motivazioni per le quali l'onorevole Bobba ha insistito affinché il Governo cambiasse il parere. Ci rendiamo conto che per il Governo è difficile esprimere un parere favorevole al contenuto di questo ordine del giorno perché sta andando nella direzione esattamente opposta: non si assume le responsabilità che da tempo deve assumersi!

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Ciocchetti n. 9/1441-ter/17, non accettato dal Governo.

Pag. 76

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, so che lei guardava l'onorevole Ciocchetti, però ho chiesto io di parlare. Francamente il parere contrario del Governo su questo ordine del giorno mi sorprende e non poco. Il sottosegretario Urso, al quale chiedo un secondo di attenzione, sa bene di cosa parliamo. Questo, infatti, è il primo elenco delle zone franche; ma da quando è stato stilato questo primo elenco, ne sono successe di cose nel nostro Paese!
Allora, l'ordine del giorno che noi abbiamo presentato va proprio in questa direzione. Valutiamo attentamente, d'accordo con le province e le regioni interessate, se non sia il caso di rivedere in un secondo elenco l'inserimento e l'aggiunta di nuove zone.
Ad esempio, parlo di Anagni perché è una realtà che lei conosce molto bene, e non mi dica che non sarebbe un territorio da includere in una zona franca.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Carella. Ne ha facoltà.

RENZO CARELLA. Signor Presidente, chiedo di aggiungere la mia firma a questo ordine del giorno che condivido perché rappresenta una realtà che, proprio in questi giorni, è sotto gli occhi di tutti, nella Valle del Sacco, nella zona di Anagni e Frosinone, dove vi è una crisi industriale fortissima.
Credo, dunque, che il Governo debba fare qualcosa e non debba sottovalutare questa drammatica realtà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'ordine del giorno illustrato dalla collega Anna Teresa Formisano, ritenendo pertinente e necessario che il Governo intervenga su aree interessate da una profonda crisi, industriale, produttiva ed economica.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, intervengo per chiarire ai colleghi parlamentari che il Governo non sottovaluta affatto la crisi dei territori di Anagni e Cassino e anche di altre aree della provincia di Frosinone.
Il Governo aveva davanti due ordini del giorno: questo, che chiedeva l'estensione ad Anagni e Cassino di quanto già deciso insieme alla regione Lazio in merito alle zone franche urbane, e il successivo che impegnava il Governo in maniera direi più pertinente ad intervenire con iniziative concrete atte a favorire anche il rilancio dello sviluppo industriale del territorio della provincia di Frosinone in generale e delle aree industriali di Anagni e Cassino in particolare.
Quindi, per serietà, in riferimento all'attività parlamentare che stiamo svolgendo, noi non siamo in condizione di impegnarci su questo provvedimento, essendo già le procedure in fase avanzata per la riduzione delle aree urbane.
Siamo, invece, convinti di intervenire nella stessa area con il successivo ordine del giorno, che ci impegna a trovare gli strumenti per il rilancio di queste aree industriali cui teniamo in maniera specifica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, con tutto il rispetto vorrei dire al sottosegretario che è l'ennesima volta che ci comunica che non va bene l'ordine del giorno che abbiamo presentato noi e che ve ne è un altro simile che, però, va bene; e, visto che quest'ultimo va meglio, allora si ritiene di votare l'altro.
Inoltre, signor sottosegretario, ci avete spiegato insieme al relatore per circa un'ora e mezza che, per carità, vi sono possibilità diPag. 77ripensamento al Senato perché ora tali questioni non si possono affrontare.
Lei rispetto a questo ordine del giorno ha affermato che il sottosegretario e il Governo non sottovalutano l'argomento ma che tale sottovalutazione non può neanche portare ad accettare un ordine del giorno (anche se ho visto alcuni colleghi del centrodestra che la sollecitavano in questo senso). Allora, francamente, non dite che non le sottovalutate, dite piuttosto che non ve ne importa nulla! Ma che voi addirittura solleviate un'obiezione su un ordine del giorno che cerca di valorizzare alcune aree, signor sottosegretario, è veramente ridicolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, siccome il collega ha avanzato il dubbio che la valutazione fosse difforme a seconda dei presentatori, desidero soltanto precisare che i presentatori sono gli stessi. Infatti, i presentatori dell'ordine del giorno n. 9/1441-ter/17 sono Ciocchetti e Anna Teresa Formisano, mentre quelli dell'ordine del giorno n. 9/1441-ter/18 sono Anna Teresa Formisano e Ciocchetti. Cambia solo l'ordine dei presentatori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ciocchetti n. 9/1441-ter/17, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 489
Astenuti 6
Maggioranza 245
Hanno votato
230
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che il deputato Favia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Anna Teresa Formisano n. 9/1441-ter/18, accettato dal Governo.

ANNA TERESA FORMISANO. No, signor Presidente, non insisto. Anzi, esprimo soddisfazione per l'accettazione di questo ordine del giorno, augurandomi che a ciò segua la destinazione di risorse concrete la settimana prossima in sede di esame della legge finanziaria, perché, come si dice, un ordine del giorno non si nega a nessuno, ma noi aspettiamo altre risposte.

NUNZIO FRANCESCO TESTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NUNZIO FRANCESCO TESTA. Signor Presidente, chiedo di apporre la mia firma all'ordine del giorno Anna Teresa Formisano n. 9/1441-ter/18.

RENZO CARELLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENZO CARELLA. Signor Presidente, chiedo anch'io di apporre la mia firma all'ordine del giorno Anna Teresa Formisano n. 9/1441-ter/18.

PRESIDENTE. Sta bene.

Sull'ordine dei lavori (ore 18,30).

ALESSANDRA MUSSOLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 78

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, intervengo per informare l'Aula su un recente avvenimento che ritengo possa interrompere questo dibattito. Oggi a Roma, come sapete, c'è stato un temporale molto violento ed è morto un bambino di tredici anni in modo accidentale, a seguito della caduta di un albero, caduta di cui non è noto se la causa sia stata un fulmine o il vento. Quindi, chiedo che la Presidenza inviti l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Mussolini. Invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (Si leva in piedi e con lui l'intera Assemblea e i membri del Governo - L'Assemblea osserva un minuto di silenzio).

Si riprende la discussione (ore 18,32).

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Zacchera n. 9/1441-ter/19, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Rosato n. 9/1441-ter/20, accolto come raccomandazione dal Governo.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, vorrei provare a convincere cortesemente il sottosegretario Urso dell'opportunità di accettare questo ordine del giorno, anziché di accoglierlo come raccomandazione. Egli conosce il problema, perché so che se n'è interessato anche nel suo precedente mandato di Governo. È una richiesta forte che viene dal Friuli Venezia Giulia, ma anche dal Veneto. Lo rappresentavano allora i presidenti Galan e Illy. Oggi, credo che sia anche una richiesta del presidente Tondo. Si tratta in sostanza di consentire l'operatività di FINEST anche in altri Paesi, uscendo dalla logica dei Paesi dell'est Europa, che ormai sono entrati nell'Unione europea. È un ordine del giorno non oneroso per le casse dello Stato, che consente di dare una risposta alle imprese del nord-est, che lo chiedono con forza. Lo hanno fatto le associazioni degli industriali del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. Credo che il Governo su questo potrebbe impegnarsi, almeno in base ad un ordine del giorno, a consentire che questo percorso diventi efficace.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, l'ordine del giorno si riferisce alla delega che il Parlamento ha concesso al Governo in questo provvedimento per la riforma degli enti preposti all'internazionalizzazione, tra i quali FINEST e INFORMEST, enti di promanazione regionale - che riguardano le regioni Friuli, Veneto e Trentino - ma costituiti con una legge dello Stato.
È chiaro che nell'ambito di quella delega sarà compito del Governo discutere con le regioni per vedere quali finalità le regioni stesse annettano agli enti in questione e come intendano modificare anche la normativa nazionale che riguarda questi enti e quindi queste regioni (e comunque quest'area territoriale).
Per tale motivo ho espresso un accoglimento come raccomandazione, proprio perché il Governo è rispettoso delle competenze delle regioni e vuole discutere con le regioni stesse quali sono le finalità che esse vogliano attribuire alla Finest o anche all'Informest.

PRESIDENTE. Onorevole Rosato, insiste dunque per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-ter/20?

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, non insisto, fiducioso di un impegno del sottosegretario Urso, anche se devo direPag. 79che le regioni si sono già espresse formalmente con lettere e richieste che consentivano forse al Governo di avere un po' più di sprint su questa questione che interessa non una parte politica, ma tutto il sistema economico del nord-est.

PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Polledri n. 9/1441-ter/21, non accettato dal Governo.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, c'è un problema di scrittura e c'è un problema di contenuto. Sul contenuto mi sembra che stiamo parlando della rete di imprese e, quindi, di un provvedimento che tocca circa un milione di piccoli artigiani organizzati nei distretti.
È un provvedimento che da tempo le associazioni artigiane chiedono in qualche modo che venga ratificato, attraverso cioè una disciplina giuridica del contratto di rete tra imprese. Si tratta ovviamente di un impegno che viene richiesto al Governo nei mesi successivi, ma che consentirebbe alle imprese, attraverso un sistema di rete, di organizzarsi, di condividere in qualche modo i costi e di potersi presentare dal punto di vista giuridico in modo unitario.
È un impegno che in qualche modo il mondo artigianale ci chiede. Se ora la formula dell'impegno vuole essere troppo cogente, posso chiedere al Governo eventualmente di riformularla.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Il collega Polledri ha colto lo spirito di questo ordine del giorno. Noi riteniamo in questo caso - ma vi sarà anche qualche caso successivo - che, se il collega Polledri è disponibile a modificare il dispositivo inserendo il riferimento alla valutazione del Governo, quindi: «impegna il Governo a valutare su quanto riportato nelle premesse al fine di adottare appositi provvedimenti»; se, dunque, il dispositivo cambia con questa formulazione, il Governo, in questo caso (ma credo che ve ne siano anche di successivi), è disponibile ad esprimere un parere favorevole.

PRESIDENTE. Grazie, signor sottosegretario. Onorevole Polledri, accoglie la riformulazione proposta dal Governo?

MASSIMO POLLEDRI. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Prendo, dunque, atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Polledri n. 9/1441-ter/21.
Prendo, altresì, atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Abrignani n. 9/1441-ter/22 e Fallica n. 9/1441-ter/23, accettati dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Reguzzoni n. 9/1441-ter/24, accettato dal Governo.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, intervengo solo per dire con grande soddisfazione che quando Bossi per primo diceva queste cose tutti gli davano dell'eretico. Sono, invece, contento che il Governo abbia accolto l'atto. Chiedo solo che il Governo ora proceda con atti concreti per attuare questi principi, non importa se poi non saranno accolti dall'Unione europea, perché queste politiche hanno senso solo se fatte a livello di Unione europea.
Vogliamo però vedere - e ci aspettiamo di vedere - nei prossimi mesi i Ministri Frattini, Scajola, Ronchi e Tremonti combattere come dei leoni per fare gli interessi della nostra industria tessile (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Signor Presidente, per l'economia dei lavori, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.

Pag. 80

PRESIDENTE. Onorevole Reguzzoni, la Presidenza lo consente sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Prendo, dunque, atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Reguzzoni n. 9/1441-ter/24, accettato dal Governo.
Prendo altresì atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Franzoso n. 9/1441-ter/25, accettato dal Governo.

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente (Commenti)... ma qual è il problema?

PRESIDENTE. Constato che vi è un po' di nervosismo. Prego, onorevole Vico.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intervengo solamente per apporre la mia firma all'ordine del giorno Franzoso n. 9/1441-ter/25.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Bellotti n. 9/1441-ter/ 26, accolto come raccomandazione dal Governo.
Passiamo all'ordine del giorno Froner n. 9/1441-ter/27, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indico la votazione... L'onorevole Froner ha chiesto di parlare (Commenti). L'onorevole Froner ha chiesto la parola e ha diritto di parlare. Prego, onorevole Froner.

LAURA FRONER. Signor Presidente vorrei evidenziare che non sono d'accordo con quanto sostenuto dal sottosegretario Urso, quando evidenzia una carenza di compensazione, in quanto stiamo parlando di soldi delle imprese, su cui il Governo non dovrebbe lucrare, soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo, in cui le piccole e medie imprese hanno evidenti problemi di liquidità. È proprio per venire incontro alle esigenze delle piccole e medie imprese che proponiamo di aggiornare le disposizioni in materia di liquidazione dell'imposta sul valore aggiunto, suggerendo importanti innovazioni in tema di trimestralizzazione del pagamento dell'IVA, per le piccole e medie imprese, per gli artigiani, e per le operazioni derivanti dai contratti di subfornitura. Per diminuire l'onere dell'imposta sul valore aggiunto che lo Stato esige prima ancora dell'effettivo pagamento dei corrispettivi si suggerisce, quindi, di elevare il limite del volume di affari delle imprese che hanno diritto al versamento IVA trimestrale, o di ridurre al 50 per cento gli interessi per il versamento trimestrale e per l'IVA dovuta al conguaglio per l'ultimo periodo dell'anno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Froner n. 9/1441-ter/27, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione. Avrei la tentazione di svolgere un controllo delle tessere in questo momento (Commenti). Vi rinuncio per questa volta, ma non è detto che non lo faccia la prossima.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 488
Astenuti 6
Maggioranza 245
Hanno votato
232
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che il deputato Borghesi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Vorrei invitare, caldamente, i colleghi a votare per sé, altrimenti potrei essere costretto ad effettuare un controllo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Bellanova n. 9/1441-ter/28, su cui il Governo ha espresso un parere favorevole.

Pag. 81

TERESA BELLANOVA. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario per il parere favorevole, ma chiedo, comunque, che il mio ordine del giorno venga posto in votazione, perché è a completamento delle misure previste dall'ordine del giorno dell'onorevole Versace. La filiera del tessile-abbigliamento in Italia conta oltre un milione di addetti con molta occupazione femminile. Nei distretti industriali vi è un calo di lavoro, una cessazione di imprese, soprattutto di contoterzisti e artigiani, superiore al calo del nostro export. Il settore è esposto ad una concorrenza sleale su due fronti: le barriere tariffarie non regolamentate a livello di WTO e l'uso improprio del marchio made in Italy. Molte imprese producono all'estero, importano in Italia, applicano l'etichetta, ed esportano con il marchio made in Italy.
Vorrei impegnare il Governo ad agire nelle sedi competenti affinché la reciprocità nelle regole del commercio mondiale sia trasparente...

PRESIDENTE. Onorevole Bellanova, la prego di concludere

TERESA BELLANOVA. ...e affinché la tracciabilità della filiera e la valorizzazione del made in Italy siano adottate, a livello europeo, per tutelare il lavoro, le imprese e i consumatori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bellanova n. 9/1441-ter/28.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 483
Astenuti 5
Maggioranza 242
Hanno votato
242
Hanno votato
no 241).

Prendo atto che il deputato Germanà ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto e che i deputati Di Virgilio e Saltamartini hanno segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto votare contro.
Prendo altresì atto che la deputata Ferranti ha segnalato che ha votato contro mentre avrebbe voluto votare a favore e che il deputato Versace ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Brandolini n. 9/1441-ter/29, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo, inoltre, atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Servodio n. 9/1441-ter/30, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Vannucci n. 9/1441-ter/31, accolto dal Governo come raccomandazione.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, intervengo per chiedere al Governo se può rivedere questo parere ed accettare l'ordine del giorno in esame. Capisco la fretta, per cui al sottosegretario Urso potrebbe essere sfuggito qualcosa, ma la ragione dell'ordine del giorno è semplice.
Negli anni recenti abbiamo dato, anche in Italia, un forte impulso e sostegno al settore della produzione di energia fotovoltaica. Questo è avvenuto anche in Europa, ma contestualmente non si è organizzata un'impresa per la produzione di tecnologie di questo tipo e soprattutto di pannelli. Questo fa sì che il mercato sia un po' «drogato», che vi siano alti costi e tempi lunghi e non sempre sia alta qualità. Sarebbe bene invece dare impulso alla realizzazione di imprese dedicate alla produzione di tecnologia. È questo che in fondo chiedevamo con l'ordine del giorno in esame, e credo che sia nell'interesse nazionale.

PRESIDENTE. Scusi onorevole Vannucci, non ho capito però se accetta il parere del Governo o se invece chiede che venga comunque messo ai voti il suo ordine del giorno.

Pag. 82

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, chiedo che il Governo riveda il parere, esprimendo dunque parere favorevole sull'ordine del giorno in esame invece di accoglierlo come raccomandazione. Se il Governo non cambia il parere ovviamente accetterò il fatto che l'ordine del giorno in esame è stato accolto come raccomandazione.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, voglio precisare che per quanto riguarda l'ordine del giorno Bellanova n. 9/1441-ter/28 non si era capita la posizione del Governo. Noi ritenevamo che il Governo avesse espresso parere favorevole. Le chiedo, per cortesia, di attenersi alla procedura che prevede, prima di indire la votazione, di esprimere il parere del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).
Inoltre, le chiedo, quando è aperta la votazione, di non interromperla per nessun motivo e, prima di aprire la votazione, di guardare se vi sia qualcuno che richiede di intervenire. È così che funziona la procedura (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Reguzzoni, l'Assemblea è stata tempestivamente informata, prima di ogni votazione, sui pareri del Governo. Se lei non è stato attento non è colpa di questa Presidenza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Se poi ci fosse meno brusio e meno persone facessero riunioni particolari mentre è in corso la votazione, le comunicazioni sarebbero percepite in modo ancora più netto. La invito a controllare nella registrazione della seduta che l'avviso è stato dato.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo garbatamente, in quanto credo che il collega della Lega abbia posto una questione seria, giacché tra l'altro prima è passato un ordine del giorno, della collega Bellanova, sul quale il Governo aveva peraltro espresso parere favorevole. Allora evidentemente vi è stato un momento di confusione.
Signor Presidente, il mio non vuole essere un richiamo alla Presidenza ma semplicemente un motivo di ragionevolezza di chiarezza per i nostri lavori, visto che ci sono dinamiche in cui possiamo metterci in contrapposizione e altre su cui evidentemente il Governo ha offerto delle aperture ma per chiarezza di tutti è bene, Presidente, ricordare sempre - glielo chiediamo con grande gentilezza e per il futuro - il parere del Governo sugli ordini del giorno, anche perché poi tale parere potrebbe essere modificato.
Quindi - lo ripeto - quando si indice la votazione è bene sempre che la Presidenza ribadisca il parere per la chiarezza e per l'indicazione di voto chiara di tutti i colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, nel caso in esame il parere è stato ricordato e il Governo non lo ha cambiato, mantenendo il parere che aveva dato originariamente. Ribadisco il fatto che forse qualcuno non è stato sufficientemente attento all'andamento dei lavori.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per esprimere soltanto alcune considerazioni. Ho notato che, prima che accadesse l'episodio sconveniente del richiamo rivolto a lei da parte del collegaPag. 83della Lega Nord Padania, c'era stato un richiamo al rappresentante del Governo che in un primo momento aveva accettato un ordine del giorno e che in seguito ha fatto marcia indietro. È una cosa molto antipatica. Saremmo alleati del Popolo della Libertà e dei signori della Lega Nord Padania, tuttavia dobbiamo porre in evidenza - lo dico al rappresentante del Governo in quest'Aula - che la nostra posizione sta diventando incompatibile.
È vero che noi siamo alleati leali, tuttavia abbiamo un obbligo di lealtà per la nostra gente che ci ha eletto e dobbiamo tutelare gli interessi del sud (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia, Unione di Centro, Italia dei Valori e di deputati del Partito Democratico). O c'è un cambiamento di rotta in quest'Aula da parte di questo Governo oppure vi daremo tanto tanto fastidio. Ricordatelo! Non accetto neanche le battute fatte da qualche amico - siamo qui vicini e sono persone squisitissime -: non è vero che è una vita che ci mantenete. Ora avete imparato la lezione e quella che un tempo chiamavate «Roma ladrona», ora è vostra alleata. Per questo, state almeno zitti (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Movimento per l'Autonomia, Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Poiché il Governo non ha modificato, su richiesta del presentatore, il parere sull'ordine del giorno Vannucci n. 9/1441-ter/31, l'ordine del giorno resta accolto come raccomandazione.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, il rappresentante del Governo non ha risposto alla mia richiesta.

PRESIDENTE. Il Governo non è tenuto a rispondere. Se non chiede di parlare significa che non vuole intervenire.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, nel caso in cui l'onorevole Vannucci accetti una riformulazione del dispositivo nel senso di sostituire le parole «ad adottare iniziative» con le parole «a valutare iniziative», il parere del Governo è favorevole.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Vannucci accetta la riformulazione proposta e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-ter/31.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione del suo ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/1441-ter/32, non accettato dal Governo.

MARIO PEPE (PD). Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO PEPE (PD). Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario che ha voluto in maniera un po' forte non accettare l'ordine del giorno da me presentato. Era tuttavia equilibrato nella stesura, strutturato nelle argomentazioni, costruttivo, non provocatorio. Mi auguro che l'Aula sia più generosa per le istanze che abbiamo riassunto nell'ordine del giorno in oggetto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/ 1441-ter /32, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 484
Astenuti 8
Maggioranza 243
Hanno votato
225
Hanno votato
no 259).

Pag. 84

Prendo atto che il deputato Misiti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Onorevole Fedi, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-ter/33, accolto come raccomandazione dal Governo?

MARCO FEDI. No, signor Presidente, non insisto.

PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Oliverio n. 9/1441-ter/34, non accettato dal Governo.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, chiedo al Governo di cambiare parere: l'articolo 13-bis del provvedimento dispone iniziative a favore dei consumatori e della trasparenza dei prezzi. L'ordine del giorno n. 9/1441-ter/34 da me presentato si pone l'obiettivo di garantire la trasparenza dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli nella filiera agroalimentare, mediante informazione ai consumatori delle condizioni di mercato, nelle varie fasi di formazione dei prezzi.
L'impennata dei prezzi, il ridotto potere d'acquisto delle famiglie, la contrazione della domanda e le tante speculazioni che si sono registrate in questo ultimo periodo sollecitano una nostra attenzione ed una decisa vigilanza da parte degli enti competenti. La pasta è aumentata, nell'ultimo anno, del 32 per cento e la stessa guardia di finanza, audita in Commissione agricoltura, quantifica fino al 300 per cento l'incremento dei prezzi rispetto a quello di origine di alcuni prodotti appartenenti a filiere agroalimentari lunghe.
L'ordine del giorno in esame impegna il Governo ad adottare opportuni provvedimenti affinché nei mercati sia indicato il prezzo all'origine dei prodotti ortofrutticoli nelle etichette esposte al pubblico, con la medesima evidenza del prezzo di vendita al consumo e del prezzo intermedio.

PRESIDENTE. Onorevole Oliverio, concluda per favore.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Chiedo al Governo di modificare, per queste ragioni, il parere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Oliverio n. 9/1441-ter/34, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 470
Astenuti 20
Maggioranza 236
Hanno votato
208
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Cuomo n. 9/1441-ter/35, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Burtone n. 9/1441-ter/36 accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Evangelisti n. 9/1441-ter/37 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Evangelisti n. 9/1441-ter/37 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 484
Astenuti 7
Maggioranza 243
Hanno votato
221
Hanno votato
no 263).

Pag. 85

Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Rubinato n. 9/1441-ter/38, accolto come raccomandazione dal Governo.

SIMONETTA RUBINATO. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, chiedo al rappresentante del Governo un'ulteriore riflessione sull'ordine del giorno in esame in modo da accettarlo pienamente, tenuto conto che in questo momento è anche affidata al Governo una delega in materia di configurazione giuridica delle reti di imprese e l'ordine del giorno in esame mira a salvaguardare i consorzi come opportunità di crescita per la micro e la piccola imprese. Con la modifica del codice dei contratti, approvata con il decreto legislativo n. 151 del 2008, l'articolo 37, al comma 7, prevede una grave penalizzazione nei confronti dei consorzi artigiani e delle analoghe strutture consortili e cooperativistiche.
Chiedo al Governo di assumere l'impegno di valutare l'opportunità di modificare una normativa che penalizza le piccole e micro imprese, soprattutto artigiane, nelle gare di appalto pubbliche, a favore delle grandi imprese.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rubinato n. 9/1441-ter/38.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rubinato n. 9/1441-ter/38, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 478
Astenuti 7
Maggioranza 240
Hanno votato
219
Hanno votato
no 259).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Vico n. 9/1441-ter/39.

PIETRO FRANZOSO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIETRO FRANZOSO. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno Vico n. 9/1441-ter/39, non foss'altro perché è in sintonia col decreto-legge n. 112 del 2008, ma anche per quanto è riportato nel provvedimento A.C. n. 1713, il disegno di legge finanziaria per il 2009 che è all'ordine del giorno dell'apposita Commissione con un emendamento fatto proprio dallo stesso relatore. Pertanto appongo la firma all'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Vico n. 9/1441-ter/39, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.

LUDOVICO VICO. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, sono perplesso dal fatto che il Governo si rimetta all'Assemblea in merito a questo ordine del giorno. Mi sembra che, nella sostanza, come primo firmatario dell'ordine del giorno, abbia interpretato l'emendamento a firma del relatore approvato ieri in Commissione bilancio.
Nel dispositivo dell'ordine del giorno in oggetto, si impegna il Governo a prevedere che l'utilizzo delle risorse del FAS - così come previsto dal decreto-legge n. 112 del 2008 - sia possibile mediante una deliberaPag. 86del CIPE da sottoporre, prima dell'adozione definitiva, ai pareri delle Commissioni permanenti per i profili finanziari.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

LUDOVICO VICO. Mi farebbe piacere avere l'opinione del Governo in merito e, comunque, insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non chiede la parola.
Passiamo, dunque, ai voti.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare (Commenti).

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Colleghi, avete chiesto anche voi, in precedenza, che il Presidente dichiarasse, per ogni votazione, la posizione del Governo.

PRESIDENTE. C'è un po' di nervosismo in aula. Calma e facciamo parlare l'onorevole Quartiani.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, il Governo si è rimesso all'Assemblea: è necessario ribadirlo perché è cosa diversa dall'espressione di un parere contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, ho detto con chiarezza che il Governo si rimette all'Assemblea. L'onorevole Vico ha svolto un intervento per chiedere al Governo come mai si rimetta all'Assemblea e non esprima parere favorevole. Pertanto, tutti coloro che hanno seguito il dibattito conoscono bene la posizione del Governo. Se qualcuno non segue il dibattito non è colpa della Presidenza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Commercio. Ne ha facoltà.

ROBERTO MARIO SERGIO COMMERCIO. Signor Presidente, intervengo per dichiarare la nostra determinazione a sottoscrivere l'ordine del giorno in oggetto.
Inoltre, signor Presidente, in una precedente votazione, lei ha fatto osservare che alcuni deputati assenti risultano presenti durante la votazione. La invito a controllare tutti i banchi, a sinistra, al centro, a destra, perché non si verifichi quanto lei ha paventato in una precedente votazione. Rivolgo, altresì, un appello ai deputati del Meridione a sostenere questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Vico n. 9/1441-ter/39, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea: lo ripeto, per la terza volta, per chi non avesse capito. Non vorrei dover fare le interrogazioni. Ha sentito onorevole Quartiani?

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Sì, signor Presidente e la ringrazio molto.

PRESIDENTE. Sta bene. Questa volta ha sentito anche l'onorevole Quartiani.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 474
Astenuti 9
Maggioranza 238
Hanno votato
470
Hanno votato
no 4).

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Giorgio Merlo n. 9/1441-ter/40, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giorgio Merlo n. 9/ 1441-ter/40, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 87

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 490
Astenuti 7
Maggioranza 246
Hanno votato
192
Hanno votato
no 298).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei successivi ordini del giorno Allasia n. 9/1441-ter/41, Maccanti n. 9/1441-ter/42, Montagnoli n. 9/1441-ter/43, Simonetti n. 9/1441-ter/44, Togni n. 9/1441-ter/45 e Torazzi n. 9/1441-ter/46, accolti come raccomandazione dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Fava n. 9/1441-ter/47, accettato dal Governo.

GIOVANNI FAVA. No, signor Presidente, non insisto.

PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione del suo ordine del giorno Cimadoro n. 9/1441-ter/48, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, intervengo intanto per sottoscrivere l'ordine del giorno Cimadoro n. 9/1441-ter/48, nonché per chiedere al Governo di valutare almeno l'opportunità di trasformare il suo parere contrario in accoglimento come raccomandazione. Ritengo che gli impegni assunti in Europa, rispetto anche agli altri Stati europei, sulla questione di Kyoto, relativi all'abbattimento del 20 per cento delle emissioni di CO2 e del raggiungimento, nei prossimi quattro anni, di una quota pari al 20 per cento di energia rinnovabile, sia auspicabile come obiettivo quantomeno. Non possiamo eliminarlo già da adesso e mi riferisco alla possibilità di prospettare ai nostri cittadini ed imprenditori l'eventualità di assumere iniziative politiche fiscali ed economiche a favore delle imprese per raggiungere questi obiettivi. Ritengo che l'accoglimento come raccomandazione dell'ordine del giorno Cimadoro n. 9/1441-ter/48 in esame, da parte del Governo, sia possibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intervengo intanto per sottoscrivere l'ordine del giorno Cimadoro n. 9/1441-ter/48 e, in secondo luogo, per chiedere al Governo se non ritenga opportuno modificare il parere espresso su questo ordine del giorno. Il Governo non avrà la possibilità, in sede europea, di ricontrattare ciò che è già stato determinato. Semplicemente potrà, con una certa flessibilità, ottenere dall'Europa la riconsiderazione di alcuni obiettivi, sempre che il consenso sia generalizzato. L'impegno assunto solennemente dal Governo italiano è quello di ridurre, entro il 2020, (il cosiddetto «20-20-20»), l'emissione di CO2 del 20 per cento, di ridurre, attraverso il risparmio, pari al 20 per cento, l'utilizzo negli edifici di forme di riscaldamento e dell'energia consumata in eccesso e di realizzare il 20 per cento di energia rinnovabile. Ritengo che, da questo punto di vista, l'ordine del giorno in esame non metta in discussione l'azione eventuale del Governo per rendere più flessibile l'accordo e l'impegno del piano europeo.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Ritengo pertanto che il Governo possa riconsiderare il proprio atteggiamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cimadoro n. 9/1441-ter/48.
(Segue la votazione - Commenti).

Pag. 88

Il parere del Governo è contrario. È stato già detto (Commenti).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 489
Astenuti 9
Maggioranza 245
Hanno votato
202
Hanno votato
no 287).

Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del suo ordine del giorno Piffari n. 9/1441-ter/49, non accettato dal Governo. Il parere del Governo è contrario, prendano nota i più distratti.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, richiamo l'attenzione sul fatto che abbiamo approvato, con il decreto-legge precedente, la militarizzazione di alcuni siti: si tratta dei siti produttivi ma non solo, sono quelli di stoccaggio e, in teoria, potrebbero essere anche quelli di produzione del nucleare cioè della coltivazione in montagna. Credo che rendere, come per il caso dell'emergenza rifiuti in Campania, la necessità di mettere i militari a presidio di questi siti, sia una forzatura della democrazia e una violazione della libertà personale. Immagino, in Valle d'Aosta o sulle Orobie bergamasche, i militari e gli Alpini a presiedere il siti dove andremo a fare ricerca del nucleare, come negli anni Ottanta. Credo siano delle forzature. Occorre impegnare il Governo, limitandole, eventualmente, a quando si approntano cantieri e si realizzano queste opere, ma poi bisogna tornare alla normalità. Questi devono essere siti sicuri, ma non perché abbiamo l'esercito a difenderli...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SERGIO MICHELE PIFFARI. ...ma perché sono controllati, anche con riferimento a quanto già abbiamo previsto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Piffari n. 9/1441-ter/49, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 339
Astenuti 157
Maggioranza 170
Hanno votato
43
Hanno votato
no 296).

Chiedo all'onorevole Scilipoti se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-ter/50, non accettato dal Governo.

DOMENICO SCILIPOTI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi dispiace che l'ordine del giorno in esame non sia stato accettato dal Governo, perché il nucleare - in modo particolare l'uranio - viene utilizzato per ridurre tre sostanze altamente tossiche, presenti all'interno dell'atmosfera: il biossido di carbonio, il metano e il protossido di azoto.
Tuttavia, guarda caso, nella trasformazione, nell'estrazione e nel trasporto dell'uranio si produce una sostanza che si chiama biossido di carbonio (CO2). Ma non è questo ciò che volevo sottolineare, onorevoli colleghi. Vorrei sottolineare il fatto che si parla di seconda e di terzaPag. 89generazione, ma quali sono i reattori che vengono utilizzati nella seconda e terza generazione? Sono i reattori ad acqua bollente e quelli ad acqua pressurizzata, vale a dire i reattori che rilasciano tantissime scorie, nocive per la salute.
Perché dico questo, signor Presidente (con ciò mi avvio alla conclusione)? Aveva ragione poco fa il collega quando parlava del Monferrato, dove vi sono scorie radioattive presenti da trenta anni...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DOMENICO SCILIPOTI. E le acque potabili sono altamente inquinate e tale inquinamento è stato denunciato. Mi rivolgo anche a quel personaggio che è intervenuto in quest'Aula, affermando che facevamo del terrorismo psicologico per dire che esistono in provincia di Latina (Commenti)...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Scilipoti.

DOMENICO SCILIPOTI. In provincia di Latina vi sono scorie presenti da trenta anni e non vengono smaltite.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Scilipoti.

DOMENICO SCILIPOTI. Cosa si chiedeva con l'ordine del giorno in esame e concludo, signor Presidente?

PRESIDENTE. Onorevole Scilipoti, concluda! Lei doveva aver già concluso.

DOMENICO SCILIPOTI. Solo attenzionare le scorie e dare la possibilità di investire nella quarta generazione. Questo era il contenuto del mio ordine del giorno...

PRESIDENTE. Le tolgo la parola, onorevole Scilipoti (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)! Non c'è molto da applaudire, onorevoli colleghi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Scilipoti n. 9/1441-ter/50, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 335
Astenuti 149
Maggioranza 168
Hanno votato
35
Hanno votato
no 300).

Prendo atto che il deputato Misiti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che l'onorevole Cambursano non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-ter/51, accettato dal Governo.
Chiedo all'onorevole Borghesi se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-ter/52, non accettato dal Governo.

ANTONIO BORGHESI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, poiché l'ordine del giorno in esame nasce dal ritiro di un emendamento avvenuto dopo una riunione del Comitato dei nove, nella quale il Governo aveva dato la propria disponibilità ad accettare un ordine del giorno in tal senso, sia pure con la riformulazione che eventualmente lo stesso Governo riterrà di proporre, vorrei chiedere di riconsiderare il parere negativo già espresso.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

Pag. 90

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, chiedo all'onorevole Borghesi se accetta la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di adoperarsi in sede europea ...», eliminando le parole: «almeno il settanta per cento». Pertanto, questa parte del dispositivo dovrebbe essere del seguente tenore: «(...) se gran parte dei costi di lavorazione e delle fasi di produzione (...)».
Ovviamente le parole: «a valutare l'opportunità di» valgono anche per il secondo punto, che poi continua disponendo: « prevedere, in ambito nazionale, che (...)».

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, accetta la riformulazione proposta dal Governo?

ANTONIO BORGHESI. Si, signor Presidente, e non insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che l'onorevole Messina non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-ter/53, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Vignali n. 9/1441-ter/54, accolto dal Governo come raccomandazione.

IGNAZIO ABRIGNANI. Si, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, intervengo solo per rivolgere una piccola segnalazione al Governo. Si tratta di un provvedimento contenuto nel programma del Governo. Pertanto, chiedo che venga espresso parere favorevole sull'ordine del giorno in esame.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, anche in questo caso si possono inserire dopo le parole: «impegna il Governo» le parole: «a valutare se provvedere con successivi atti a differire (...)».

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione proposta dal Governo e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Vignali n. 9/1441-ter/54, accettato dal Governo.
Prendo atto che l'onorevole Libè non insiste per la votazione dell'ordine del giorno n. 9/1441-ter/55, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Ceccuzzi n. 9/1441-ter/56, accolto dal Governo come raccomandazione.

SUSANNA CENNI. Signor Presidente, accetto il fatto che sia stato accolto come raccomandazione, anche se avremmo preferito un accoglimento pieno perché l'ordine del giorno non chiede impegni finanziari particolari. Desidero, però, ricordare che con questo ordine del giorno si fa riferimento ad un importante distretto produttivo da cui escono l'80 per cento dei camper del nostro Paese. Si tratta, quindi, di un distretto che ha un rilievo di carattere nazionale, caratterizzato, per questa produzione, da 4 mila addetti nelle province di Siena e Firenze, 80 imprese e circa 600 milioni di euro di fatturato l'anno.
Si tratta di una rete di piccole e medie imprese che non ha mai beneficiato né di contributi comunitari, né di contributi speciali, caratterizzata da un'impresa che ha l'abitudine di rimboccarsi le maniche e che in questo momento ha bisogno di essere seguita.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SUSANNA CENNI. Colgo anche l'occasione per sollecitare il Governo su una risposta a un'interrogazione che ho già presentato sull'argomento.

Pag. 91

PRESIDENTE. Onorevole Cenni, non ho capito se lei accetta l'accoglimento come raccomandazione del suo ordine del giorno o chiede che sia posto in votazione.

SUSANNA CENNI. Signor Presidente, l'ho detto in premessa.

PRESIDENTE. Può ripeterlo? A volte si distrae anche il Presidente, non solo i deputati.

SUSANNA CENNI. Non insisto per la votazione, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene. L'ordine del giorno Baldelli n. 9/1441-ter/57 è stato accettato dal Governo.

AMEDEO CICCANTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, poiché condivido questo ordine del giorno, vorrei aggiungere anche la mia firma, perché riguarda il made in Italy nel settore tessile e dell'abbigliamento.

MASSIMO VANNUCCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, intervengo semplicemente per aggiungere anche la mia firma sull'ordine del giorno Baldelli n. 9/1441-ter/57.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Baldelli n. 9/1441-ter/57, accettato dal Governo.
Prendo altresì atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cera n. 9/1441-ter/58, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cera n. 9/1441-ter/58, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 473
Astenuti 16
Maggioranza 237
Hanno votato
59
Hanno votato
no 414).

Prendo atto che i deputati Favia e Di Giuseppe hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Nucara n. 9/1441-ter/59, accolto dal Governo come raccomandazione.

FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, a me pareva di aver sentito che il Governo avesse espresso parere favorevole su questo ordine del giorno e chiedo al sottosegretario di darmi una conferma o dirmi se ho sentito male nel brusio dell'Aula.

PRESIDENTE. Tutti possiamo sbagliare; io ho sentito che è stato accolto dal Governo come raccomandazione. Signor sottosegretario, ci vuol dare lumi, per favore?

ADOLFO URSO, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, l'ordine del giorno Nucara n. 9/1441-ter/59 è accolto dal Governo come raccomandazione. Esso riguarda una materia su cui il Governo si è rimesso all'Aula precedentemente: l'editoria su proposta di iniziativa parlamentare, altrimenti ci rimettiamo all'Aula.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione delPag. 92suo ordine del giorno Nucara n. 9/1441-ter/59, accolto dal Governo come raccomandazione.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, vorrei ribadire, in fase di dichiarazione di voto finale, che l'UdC è stato il primo partito a credere nel rientro del nucleare.
Per questo Paese si tratta di un rientro necessario, mosso da due motivazioni importanti e lei, signor Presidente, lo sa bene, dal momento che allora era Ministro delle politiche europee e fu il primo a spingere su questa strada.
Avevamo due linee guida: la prima era di ridurre la dipendenza del Paese dall'estero. La seconda era la riduzione dei costi dell'energia per le nostre imprese e per i nostri cittadini. Abbiamo spiegato dall'inizio del dibattito che abbiamo condiviso - e siamo qui a condividere - questo obiettivo con il Governo e debbo anche dire che il Governo ha dimostrato buona volontà per trovare delle soluzioni, in parte anche condivise con l'opposizione, durante la discussione su questo provvedimento.
Avremmo voluto - lo abbiamo detto e ribadito - un poco di decisionismo in più. Abbiamo detto che siamo d'accordo, vi domanderete come mai alla fine ci asterremo. Crediamo che il Governo avrebbe dovuto assumersi qualche responsabilità in più e dare qualche garanzia in più. Per quanto riguarda le responsabilità in parte lo avete fatto, ma non c'è stato il coraggio di farlo fino in fondo su tempi che dovevano essere ancora più stretti, su decisioni che devono essere più stringenti.
Vi dico chiaramente e in poche parole quali sono le criticità. Abbiamo chiesto che l'Agenzia per la sicurezza nucleare fosse maggiormente qualificata e per fare questo aveva bisogno di una votazione da parte delle Commissioni con una maggioranza qualificata. Ringraziamo il Governo per aver accettato il nostro ordine del giorno sulla priorità di dispacciamento che serve a ridurre i costi, ma avremmo preferito un impegno formale accogliendo i nostri emendamenti.
Abbiamo visto un Governo che invece è stato molto confuso nella decisione sugli enti e sulle agenzie, sulle competenze tra i vari ministeri. Non si capiva se si voleva commissariare o meno l'ENEA, poi si è deciso di no e le si cambiava il nome. Questo è valso sulla questione delle autorità, sul gestore del mercato e sull'acquirente unico, sulla Sogin dove credevamo all'inizio che si trattasse di uno spoil system e poi ci siamo accorti purtroppo che era qualcosa di più: era stato il mancato accoglimento di sollecitazioni da qualche parlamentare della attuale maggioranza che ha deciso forse di fargliela pagare. Questi balletti non ci sono piaciuti e diciamo al Governo che non vorremmo - dal momento che le voci non si rassicurano - che si ripresentassero nel momento della discussione al Senato.
Abbiamo dato fiducia a questo Governo, nonostante non ci siano piaciute alcune cose, che chiamo con il loro nome, «nefandezze». Lo abbiamo sostenuto non fateci ricredere (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Onorevole Libè, la ringrazio anche per la menzione del mio lavoro passato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, l'onorevole Libè ha svolto la dichiarazione di voto per quanto riguarda la parte del nucleare e del settore energetico. A me spetta il compito di svolgere la dichiarazione di voto per l'Unione di Centro per quanto riguarda la parte della piccola e media industria e tutto il settore dell'industrializzazione.Pag. 93
Ovviamente il voto, signor Presidente, sarà di astensione perché da questo elaborato vengono due notizie: una buona e una cattiva. La cattiva è che anche in questa occasione il Governo non si è smentito e, infatti, in questo disegno di legge sono contenute deleghe al Governo in materia di configurazione giuridica delle reti di impresa e dei distretti produttivi, interventi nei distretti di crisi e coordinamento degli incentivi, attraverso lo schema dei decreti legislativi, che non è proprio il massimo in un settore così difficile.
Delega al Governo attraverso decreti legislativi in materia di riordino e razionalizzazione degli enti che operano nel settore dell'internazionalizzazione delle imprese: ancora deleghe al Governo. Si tratta di tutta una serie di provvedimenti che avrebbero richiesto un maggiore approfondimento e una discussione più ampia di quella che abbiamo svolto.
La notizia buona è che finalmente il Governo non si è arroccato completamente sulle sue posizioni, accogliendo numerose proposte emendative che sono venute dall'Unione di Centro e che a nostro avviso hanno notevolmente migliorato il testo iniziale. È ovvio che questo non basta e non basterà ad indurci ad esprimere un parere favorevole, perché riteniamo che con questo provvedimento il Governo abbia perso una grande occasione per dare un segnale forte, al di là dei provvedimenti urgenti che intenderà prendere prossimamente per il nostro sistema produttivo.
Dal momento in cui è stato presentato questo provvedimento lo scenario nel nostro Paese, così come nel resto d'Europa, è notevolmente cambiato: di tutto questo probabilmente il Governo non si è accorto approfonditamente. In questo provvedimento non viene fuori, ad esempio, la parte che interessa le famiglie che non arrivano a fine mese; non viene fuori una forte iniziativa per le piccole e medie imprese che siamo tutti pronti a riconoscere quale elemento portante del nostro sistema produttivo, salvo poi dimenticarcene quando si tratta di fare interventi forti.
Ci sono alcune misure che ci hanno convinto, e per le quali abbiamo espresso parere favorevole, ma ci sono moltissime misure che non sono state assolutamente prese in considerazione. Voglio citarne due per tutte: la prima, non ci soddisfa l'atteggiamento del Governo per quanto riguarda risorse importanti che a nostro avviso andavano destinate maggiormente al sostegno della piccola e media impresa; da questa estate ad oggi c'è stato un effetto micidiale per questo settore e in questo provvedimento non ce n'è traccia. Non ci soddisfa, e chiudo Presidente, nemmeno tutto quello che non è stato fatto per sostenere con misure adeguate, legate a questo provvedimento, le famiglie italiane.
Questi sono i motivi per cui l'Unione di Centro si asterrà (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, in una dichiarazione di oggi il Presidente della regione Sicilia, Lombardo, ha sostenuto: La questione dell'abbattimento del dualismo economico e sociale dell'Italia è assolutamente strategica per un Paese che vuole crescere ed avere il suo posto tra i grandi del mondo; i temi del superamento del divario tra nord e sud devono tornare con forza al centro del dibattito politico nazionale.
Sempre oggi l'ISTAT ha rilevato che in Italia ci sono 7 milioni e mezzo di poveri, il 12 per cento della popolazione. Certo, non si può attribuire assolutamente a questo Governo la responsabilità di un dato così drammatico, ma come si può non evidenziare che l'incidenza di povertà relativa nel Mezzogiorno è quattro volte superiore a quella osservata nel resto del Paese: nel Mezzogiorno c'è un indice di povertà che è quattro volte superiore al resto del Paese!
È con questi dati che noi del Movimento per l'autonomia avremmo voluto che si cimentasse il Governo e che accettasse la sfida di restituire centralità allaPag. 94questione meridionale, per recuperare questo divario insopportabile tra le aree sviluppate e sottosviluppate del nostro Paese.
Amici del PdL e della Lega, noi abbiamo stipulato un'alleanza politica che si regge su di un patto tra un partito nazionale, il PdL, e due partiti a vocazione territoriale, la Lega al nord e il Movimento per l'Autonomia al sud. Noi, rispetto alla Lega, siamo uguali e contrari: uguali, e quindi possiamo condividere alcuni percorsi, perché abbiamo la stessa vocazione a difendere il territorio e le ragioni delle comunità, ma contrari, perché difendiamo interessi di aree che nell'agenda del Governo dovrebbero avere la stessa attenzione. A noi sembra, invece, che da alcune settimane a questa parte l'attenzione del Governo verso il Mezzogiorno segni una caduta preoccupante.
Ricordo alcuni provvedimenti, quali la detassazione degli utili sugli straordinari che certamente non favorisce il Mezzogiorno dove è alto il tasso di disoccupazione, e la sottrazione di fondi alla realizzazione di importanti infrastrutture in Calabria, in Sicilia e nelle isole minori, che non vengono ripristinati nemmeno nella prossima legge finanziaria, nonostante l'impegno del Governo.
Non fateci fare le Cassandra della situazione: avevamo avvisato il Ministro Gelmini che quel decreto-legge avrebbe creato un forte allarme, soprattutto nelle regioni meridionali, per l'impatto negativo che avrebbe avuto sull'occupazione. Se il Ministro Gelmini ci avesse ascoltato, probabilmente ci sarebbero stati meno scioperi e meno cortei.
Anche sulla tematica dello sviluppo noi ci saremmo aspettati una maggiore attenzione sui nostri emendamenti con i quali abbiamo ricordato che era dovere del Governo puntare sullo sviluppo virtuoso del Mezzogiorno, non sull'assistenza. Corriamo il rischio che, ancora una volta, il Mezzogiorno venga penalizzato perché anche rispetto alle tante richieste di cassa integrazione che provengono dalle industrie del nord del Paese ci saranno meno possibilità e meno opportunità per il Mezzogiorno e per il suo sviluppo.
Inoltre, sulla questione degli incentivi per la realizzazione dei termovalorizzatori (i CIP6) non ci è piaciuto l'andirivieni del Governo che prima ha presentato un emendamento, poi l'ha ritirato per ripresentarlo successivamente in un decreto-legge, e ci arrivarono notizie di dubbi che si addensano anche su quel provvedimento. Pertanto, dobbiamo arrivare alla conclusione che quando i termovalorizzatori si realizzano al nord sono il risultato di una grande impresa imprenditoriale, mentre quando si chiede che con gli stessi strumenti i termovalorizzatori si realizzino al sud per evitare una crisi drammatica in alcune regioni, come quella che abbiamo vissuto in Campania, invece di parlare di impresa imprenditoriale si parla di assistenza e di parassitismo.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ARTURO IANNACCONE. Dunque, noi chiediamo al Governo di riflettere. Questo pomeriggio abbiamo espresso un atteggiamento negativo perché il contenuto di questo provvedimento, nonostante gli sforzi che abbiamo compiuto, ci pare insufficiente a dare una risposta alle attese del Mezzogiorno.
Per tali motivi, esprimeremo un voto contrario con cui vogliamo demarcare una forte disattenzione del Governo nei confronti del Mezzogiorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per l'Autonomia e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Donadi. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, con questo provvedimento il Governo e la maggioranza ci portano con decisione verso l'imbocco ancora una volta della via del nucleare. È una via, signor Presidente, che desta in noi fortissima preoccupazione, fondamentalmente per un motivo.Pag. 95Ci pare che sia figlia di una scelta affrettata, di una scelta non oggetto di un vero confronto nel Paese e in sostanza di una scelta di stampo ideologico.
Noi decidiamo oggi di avvicinarci al nucleare di terza generazione nel momento in cui tutti i Paesi, che storicamente sono stati all'avanguardia nel settore nucleare o che hanno puntato sul nucleare come momento fondamentale della propria efficienza ed autonomia energetica, stanno decidendo di disinvestire da questo settore. Pochissimi sono i grandi Paesi nucleari che stanno realizzando nuove centrali nucleari e pochissimi sono i Paesi che pur non avendo fino ad ora una struttura di produzione dell'energia basata sul nucleare decidono in questo momento di avvicinarsi.
Molti sono stati i limiti che in questi decenni l'energia nucleare di cosiddetta terza generazione ha messo in luce. È inutile che li ricordiamo qui adesso, ma lo farò in modo assolutamente sintetico. Si è visto come i costi di realizzazione di queste centrali siano assolutamente imprevedibili e tendano ad allungarsi moltissimo; si è visto come si tratti di centrali costosissime e si è visto - e questo credo che sia un aspetto sul quale quest'Aula farebbe bene a soffermarsi - come si tratti di un sistema di produzione dell'energia che non solo costa tanto a realizzarla, ma costa ancora di più a smantellarla. Il cosiddetto costo di decommissioning è quello che sta mettendo in crisi le scelte energetiche di gran parte dei Paesi che hanno puntato tutto sul nucleare, come dicevo prima. Questi Paesi, infatti, si sono resi conto che i piani di ammortamento che avevano fatto, basati su un utilizzo di questi impianti di venti-trent'anni, qualora ai costi di costruzione delle centrali avessero poi dovuto aggiungere anche i costi di smantellamento, ciò avrebbe reso totalmente non economico e totalmente non conveniente l'operazione.
Oggi gran parte dei Paesi che hanno scelto l'opzione nucleare non stanno realizzando nuove centrali nucleari per la semplice ragione che si trovano costretti a prolungare di dieci, vent'anni e anche trent'anni la vita delle centrali già realizzate, che sono state in alcuni casi costruite negli anni Sessanta e che ancora oggi vengono tenute in funzione.
Credo che questi siano aspetti su cui il Paese avrebbe dovuto aprire un dibattito ben più attento e profondo, anche perché restano ancora irrisolti - e lo abbiamo visto anche in queste ultime settimane e in questi ultimi mesi - i rischi intrinseci, non eliminati e non eliminabili connessi a questa tipologia di centrale nucleare. Inoltre, è ancora totalmente irrisolto il problema della gestione delle scorie radioattive. Un dato che dovrebbe far riflettere quest'Assemblea nel momento in cui decide, con tanta baldanza e frettolosità di imboccare questa strada (una strada dalla quale poi non ci si potrà essere un'altra volta ritorno), è che ad oggi nel mondo non è ancora stato realizzato un solo sito di stoccaggio geologico per le scorie radioattive. I siti geologici sono quelli che consentono lo stoccaggio di quella parte di scorie radioattive che mantiene la radioattività per migliaia di anni.
Oggi né la Francia, né l'Inghilterra, né il Giappone, né gli Stati Uniti hanno per le applicazioni civili ancora un sito geologico. Ancora oggi si pone il problema di come gestire e di come mantenere in condizioni sicurezza per migliaia di anni le scorie radioattive.
C'è una risposta a tutto questo? La risposta io credo che ci sia ed è, come più volte ribadito di quest'Aula, il nucleare di quarta generazione. Certo non è una risposta disponibile oggi, tuttavia, nella scelta che il Parlamento si appresta a fare vi è un'altra clamorosa contraddizione. Secondo quanto ritengono i più autorevoli scienziati e studiosi del settore, il nucleare di quarta generazione sarà disponibile tra quindici o vent'anni, esattamente il tempo che l'Italia impiegherà per realizzare le otto centrali nucleari che sta progettando in questo momento.
Ciò significa che, quando avremo a disposizione un'energia nucleare davvero sicura e pulita, avremo appena finito di legarci le mani per almeno altri cinquant'anni, nel gestire e, a quel punto,Pag. 96dovere per forza rendere economiche centrali che avremo appena finito di costruire, che nasceranno già vecchie e obsolete, condannando l'Italia, nei successivi cinquanta anni, a inseguire, ancora una volta, i Paesi di punta, che pure hanno scelto, come mezzo di produzione dell'energia, il nucleare.
Quindi, credo si tratti davvero - lo dicevo in apertura - di una scelta ideologica. Occorreva fare qualcosa e si è presa una decisione di cui si era già parlato al Governo due legislature fa: facciamo il nucleare e ci togliamo il pensiero!
Credo davvero che un tema così importante, che segnerà irreversibilmente il futuro non solo energetico, ma anche della sicurezza, della vivibilità e della salute di milioni di cittadini, avrebbe dovuto essere affrontato al termine di ben altro dibattito e di ben altra riflessione.
Peraltro, credo che dobbiamo dircelo con grande franchezza: questo provvedimento contiene anche apparentemente molte disposizioni che riguardano le energie rinnovabili, l'eolico, il fotovoltaico. Tuttavia, credo che non sia sfuggito a nessuno, anche dando un'approssimativa e frettolosa occhiata a questo provvedimento, che si tratta semplicemente di affermazioni di principio. Infatti, quando si dice di volere puntare sullo sviluppo delle energie alternative, in particolare sul fotovoltaico, e lo si fa senza stanziare nemmeno un centesimo di euro, si prendono in giro gli italiani.
È evidente che la costruzione di otto centrali nucleari nei prossimi vent'anni assorbirà sino all'ultimo centesimo ogni quattrino disponibile in questo Paese per gli investimenti nell'energia. Questo significa che, siccome le centrali non le avremo - nemmeno una - prima del 2020, non saremo in grado di rispettare i parametri del Protocollo di Kyoto, che ci richiedono, per quella data, una riduzione del 20 per cento delle emissioni nocive.
Ciò significa che rinunciamo, una volta per tutte, ancora una volta, a essere non quelli che inseguono a fatica, arrancando, il vagone di coda della locomotiva mondiale dell'economia, della ricerca, della scienza e della tecnologia; rinunciamo, ancora una volta, invece, ad essere un Paese di punta, che investe sul progresso scientifico e tecnologico, come elemento qualificatore della propria azione politica.
Fare questo oggi avrebbe significato, in attesa che il nucleare di quarta generazione diventi realtà e ci consenta definitivamente una scelta seria e importante, investire su una fonte di produzione, come il fotovoltaico, che già oggi - questo non è ambientalismo del «no» a tutti i costi - è una promessa. Se il Paese avesse investito in queste tecnologie e in queste risorse (l'Italia poi, non lo devo ricordare a nessuno, geograficamente si trova nelle condizioni ideali in Europa per sfruttare al meglio l'energia fotovoltaica), ciò ci avrebbe consentito non solo di sviluppare tecnologie che poi ci avrebbero posto all'avanguardia nel mondo, ma anche di realizzare, già entro il 2020, l'obiettivo imposto dal Protocollo di Kyoto.
Ancora una volta, questa maggioranza e questo Governo dimostrano di non avere interesse e rispetto per i suoi vincoli internazionali e di volersi mettere alla testa dei Paesi più retrogradi d'Europa, che pensano di risparmiare inquinando. Ma risparmiare bruciando il territorio non è mai un buon investimento (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, signor sottosegretario, la Lega Nord voterà a favore del provvedimento. Si tratta probabilmente del provvedimento più importante del triennio per lo sviluppo, l'internazionalizzazione delle imprese e in materia di energia.
Il sistema Paese guarda comunque verso il proprio futuro in un modo a volte preoccupato, ma conscio che esistono ancora delle energie positive ed una classe imprenditrice ed artigianale che chiedono una cosa sola: regole certe che non cambianoPag. 97da un giorno all'altro, un fisco non troppo esigente e la possibilità di concorrere con le altre imprese in Europa possibilmente alla pari! Sull'energia con il provvedimento al nostro esame si è posta una svolta coraggiosa che credo anche le opposizioni abbiano in qualche modo accettato, una sfida che abbiamo condiviso in un modo o nell'altro.
Sulla quarta generazione ci dividiamo perché siamo convinti che se ne riparlerà, fortunatamente, tra venti, trenta anni, ma nel frattempo ci siamo portati avanti perché sappiamo bene che il settore dell'energia è un settore strategico.
Il diritto all'energia, come il diritto all'acqua, oggi è un diritto fondamentale per poter competere. Una media impresa paga circa un milione di euro in più del corrispettivo tedesco di settore. Noi abbiamo una tassazione ed un'energia a minor costo per quanto riguarda le famiglie, ma è un qualcosa che dobbiamo rivalutare.
Certo, vi sono delle parti «sblocca-reti» per poter ammodernare la rete e per poter completare i rigassificatori che anche nella scorsa legislatura abbiamo già realizzato.
Ma la differenziazione e la sicurezza di approvvigionamento è un termine importante, così come è un termine importante la riduzione delle emissioni di CO2. Ma l'unico modo era tornare al nucleare, non c'erano alternative! Non è possibile farlo con altro che con il nucleare, un nucleare sicuro e - lo abbiamo visto - condiviso possibilmente con gli enti locali.
Dico possibilmente perché ci sarà un punto in cui la politica dovrà scegliere e dovrà decidere. La politica è fatta di scelte non sempre popolari: non siamo stati eletti per prendere gli applausi, siamo stati scelti per operare la scelta migliore, portati in Parlamento per poter fare il possibile ed anche il meglio.
Noi crediamo che vi sia un momento in cui la politica dovrà decidere: non deciderà con i carri armati né con l'esercito e quant'altro, ma deciderà ovviamente sempre in sintonia con gli enti locali.
Deciderà che anche tutti gli imprenditori assieme, e quindi i consorzi di imprese insieme alla Cassa depositi e prestiti (questo è un provvedimento che parla di lega molto concretamente, che vede da una parte l'imprenditoria, ma dall'altra parte lo Stato sostenere anche questa scelta imprenditoriale), potranno essere protagonisti della realizzazione degli impianti.
Ci sono alcuni punti che però consegniamo. C'era una bellissima pubblicità che recitava: «mi ami, ma quanto mi ami?» cui rispondeva la madre: «mi costi, ma quanto mi costi?»
L'oggetto d'amore non ha certo mai prezzo; non c'è prezzo che possa comprare l'oggetto d'amore, ma scelta di responsabilità è quella di fare un ragionamento anche sui costi.
Un ragionamento pertanto va fatto e consegnato. Nel momento in cui ci innamoriamo delle energie rinnovabili, bellissime e che fanno benissimo, dobbiamo intenderci che ci sono dei costi e che la scelta delle energie rinnovabili pesa sul sistema economico per 2-3 miliardi di euro e che realizzare oggi come oggi, invece di una centrale termoelettrica, degli specchi solari porterebbe a dover coprire circa venti chilometri quadrati (si tratta, quindi, di una scelta difficilmente sostenibile).
Quando ci innamoriamo dei numeri 20-20-20 (ossia, nel 2020, la riduzione del 20 per cento della CO2 ed il 20 per cento del risparmio) è bellissimo, ma tutto ciò costa 8 miliardi di euro.
E mentre noi facciamo questi ragionamenti e spostiamo una virgola, la Cina nel giro di due anni con la sua produzione ha aggiunto, negli ultimi due anni, tutta la CO2 che noi produciamo con tutti gli impianti energetici europei.
Si tratta, quindi, di una lotta contro i mulini a vento. L'altro oggetto di «amore» sono i vari incentivi. Lo dico agli amici di Confindustria, che al mattino predicano la compressione dei prezzi e alla sera bussano al Governo e ad altri soggetti, per chiedere un aumento della bolletta a favore di Tizio, di Caio e Sempronio.
Tutto ciò, ieri, si chiamava energia interrompibile, bande di interrompibilità,Pag. 98che costavano 350 milioni di euro alla collettività (svolgono un ruolo, ma costano 350 milioni di euro), oggi si chiamano cogenerazione, cogenerazione normale, cogenerazione spinta, e dopodomani vi sarà la cogenerazione missilistica che volerà fortissima. Tuttavia, la bolletta aumenta e la cogenerazione spinta, nelle varie ipotesi, avrà un aumento calcolabile - secondo le nostre valutazioni - da circa 70 a 175 milioni di euro l'anno, con una di diminuzione di acquisti - il beneficio per le imprese - da 70 a 240 milioni di euro l'anno. Moltiplichiamo per dieci queste cifre e vedremo che, a fronte sicuramente di un beneficio, vi sarà un aumento delle bollette.
In merito all'argomento dei CIP 6: di nuovo, si potrebbe dire «che bello, ma quanto è bello, mi costi, ma quanto mi costi!». È ovvio che, se prevediamo di pagare i termovalorizzatori della Campania, piuttosto che della Sicilia, della Basilicata, o della Puglia, con la bolletta di tutti cittadini, creiamo di fatto una nuova Cassa del Mezzogiorno; non chiamiamola più bolletta, chiamiamola bolletta per l'energia elettrica e per il sostegno della Cassa del Mezzogiorno. Infatti, questa misura che oggi non è stato prevista, ma che magari lo potrà essere successivamente, costa qualche centinaia di milioni di euro e in qualche modo qualcuno dovrà pagare.
Per questo crediamo che un ragionamento sui costi della bolletta e il diritto ad avere una bolletta meno cara siano argomenti che dovremmo ripercorrere.
Anche per quanto riguarda il gas è evidente che ci vogliono più rigassificatori e un meccanismo, come quello approvato con un ordine del giorno della Lega, per potere ridefinire l'allocazione prioritaria, di cui all'articolo 1, comma 18, della legge n. 239 del 2004 (la cosiddetta legge Marzano), e successive modifiche, relativa all'autorizzazione all'importazione e alla realizzazione di quelle quantità di gas che possono andare direttamente al consumatore finale, abbattendo i consumi.
Credo che questo sia stato un buon provvedimento, meditato, di cui dobbiamo ringraziare il Governo, il relatore, la Commissione, il presidente, i commissari di maggioranza e quelli di opposizione. Oggi, alla fine, possiamo dire, con una certa modestia, di avere compiuto, come eletti dal popolo, il bene e il nostro dovere (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto contrario del Partito Democratico su questo provvedimento e, se mi permette, per esprimere alcune valutazioni anche rispetto alle modalità con cui si sono svolti i lavori in queste settimane. Il Parlamento ha dimostrato di funzionare, e vorrei che ciò fosse oggetto di riflessione.
Se la volontà politica, delle forze politiche e dei gruppi parlamentari, è quella di mettere al centro il Parlamento - come abbiamo dimostrato in queste settimane con un lavoro proficuo, il cui giudizio di merito sarà ovviamente espresso dai cittadini, come è giusto che sia - allora siamo di fronte ad un fatto importante.
Noi abbiamo lavorato, ci siamo confrontati, ci siamo ascoltati, abbiamo contrapposto le nostre posizioni, e ovviamente abbiamo sviluppato un'iniziativa che ha modificato in profondità il provvedimento che ci era stato presentato. Per alcune parti del provvedimento le modifiche, secondo noi, sono molto positive, in altre parti esse sono insufficienti, e permangono molti giudizi critici e negativi sull'insieme del provvedimento.
Naturalmente possiamo far risalire la difficoltà del confronto alla manovra economica approvata in agosto dal Governo e da questa maggioranza, una manovra economica che non ha affrontato il tema principale del Paese, ovverosia la crisi dei consumi, a cui oggi si aggiunge una crisi del ricorso al credito del sistema imprenditoriale (soprattutto da parte della piccola e media impresa), che, proprio perPag. 99questa mancanza di risposte rispetto alla giusta necessità di ridurre la pressione fiscale sugli stipendi, i salari e le pensioni, ha aggravato la situazione del Paese.
Ne abbiamo avuto l'esempio quando in questa Aula abbiamo esaminato gli ordini del giorno, considerato che gran parte di questi strumenti di indirizzo, sia della maggioranza sia dell'opposizione, ha affrontato temi relativi a situazioni di crisi nei territori, crisi importanti che mettono in discussione centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Quindi è qui che emerge l'elemento di difficoltà di un provvedimento importante che però si discute in una situazione nella quale vi è un pessimismo diffuso e una difficoltà dell'economia di questo Paese e di centinaia di migliaia di famiglie.
D'altra parte, con i tagli lineari che sono stati realizzati attraverso il decreto-legge n. 112 del 2008 si è peggiorata la qualità della spesa pubblica. Ho ascoltato il collega del Movimento per l'Autonomia il quale ha testimoniato come nella scuola si sia tagliato il futuro oltre che i posti di lavoro. Ho sentito come vi siano state difficoltà a trovare coperture economiche per rendere credibili i progetti inseriti in questo provvedimento, non solo da parte delle forze dell'opposizione ma anche da parte delle stesse forze della maggioranza e talvolta anche dallo stesso Governo.
Come non mettere in rilievo che sull'Agenzia per la sicurezza nucleare si rischia di tentare di fare le nozze con i fichi secchi? Infatti, l'Agenzia per la sicurezza nucleare è un punto ineliminabile per un Paese che vuol tentare di tornare a discutere dell'energia nucleare, e tuttavia la mettiamo in campo con un deficit di risorse umane e finanziarie che certamente non ci ha potuto permettere di valorizzare appieno questa opzione nelle votazioni di merito.
Credo che questo rappresenti un punto essenziale: è vero che abbiamo un problema di debito pubblico e che è interesse nazionale testimoniare la tenuta dei conti pubblici (e su questo certamente non possiamo fare a meno di rallegrarci del fatto che anche il Ministro Tremonti si sia alla fine accorto di questa elementare verità), tuttavia questo non può significare non distinguere nell'uso delle risorse. Nel porre come fine il contenimento della spesa pubblica bisogna comunque fare delle scelte che possano consentire al Paese di guardare in avanti.
Per quanto riguarda le misure adottate, noi abbiamo ottenuto dei risultati che voglio elencare, che sono frutto principalmente dell'iniziativa del Partito Democratico, delle altre forze di opposizione, ma anche di un confronto positivo che si è sviluppato sia in Commissione sia in Aula.
Mi riferisco all'articolo sui distretti industriali e le reti di impresa, con l'idea della fiscalità che non è quella del consolidato fiscale, ma che punta a tirare dentro il concetto delle ditte.
Ricordo, inoltre, l'articolo 5 in cui abbiamo reinserito il vincolo alle aree del Mezzogiorno per gli incentivi. Su questo punto sono comunque d'accordo con chi ha sottolineato che è un problema nazionale del Paese superare il dualismo economico che non possiamo permetterci e che costituisce una rappresentazione grottesca pensare che gli interessi del nord o del centro siano in contrapposizione con gli interessi del Mezzogiorno d'Italia. Si tratta di una visione grottesca che rischia di far precipitare la crisi anche nelle zone forti del nostro Paese.
L'importante risultato del contrasto alla contraffazione è previsto nell'articolo 12, dove si fa divieto di regolarizzare i prodotti una volta messi in circolazione. È una norma che, se troverà attuazione, sarà veramente rilevante. Allo stesso modo, è di particolare rilevanza l'articolo 17 riguardante la promozione dell'innovazione nel settore energetico, laddove si è sposata finalmente l'idea di sperimentare e mandare avanti la ricerca sul nucleare di nuova generazione, dove - attenzione! - si può ricostruire una presenza industriale dell'Italia, dove si possono valorizzare le nostre risorse intellettuali, tecniche e scientifiche. Dove si può valorizzare il nostro saper fare.Pag. 100
L'articolo 31-ter contiene le «lenzuolate» istituzionalizzate. Sull'internazionalizzazione le norme sono interessanti: vedremo però come saranno attuate le deleghe. Infine, arriviamo sulla questione dell'energia e del nucleare. Perché abbiamo negato il voto alla delega sul nucleare? Non per le sole motivazioni che abbiamo illustrato nelle dichiarazioni di voto sui singoli articoli, ma per il fatto che per noi il nucleare, al di là delle opzioni che si possono avere, non può rappresentare la centralità della politica energetica del nostro Paese. Ritengo che questo sia il punto debole del provvedimento. Infatti l'efficienza energetica, il risparmio in tutti i settori, la trasformazione del sistema dei trasporti, l'utilizzo efficiente e razionale del gas, lo sviluppo delle energie rinnovabili, questo deve essere il centro della politica energetica del nostro Paese che si accompagna con la particolare struttura produttiva di questo Paese e, se volete, anche con la particolare struttura morfologica di questo Paese.
Certamente si può ricostruire e si può ragionare sul nuovo approccio al nucleare e ricostruire un sistema un Paese ma, anche in questo caso, dove localizziamo le scorie? Dove facciamo il decommissioning, se abbiamo commissariato e smantellato con una decisione gravissima la Sogin? Attenzione: su questo settore è presente un mercato multimiliardario e il fatto di aver tolto un ruolo ad un'azienda pubblica che negli ultimi due anni aveva cominciato a funzionare, è una responsabilità che vi portate tutta intera e sulla quale vigileremo per tutte le questioni che potrebbero essere nascoste e sulla quale vi incalzeremo anche con altre istanze del Parlamento.
Per non parlare del commissariamento dell'ENEA. Sostanzialmente si parla di un approccio al nucleare che non parte dai punti che abbiamo già ma cerca di portarli più avanti. Intanto però si smantella quello che abbiamo e si scommette sul futuro e io credo sia una scommessa che certo dobbiamo valutare. Non abbiamo avuto un approccio ideologico, però siamo preoccupati dalla vostra scelta, perché riteniamo che sul nucleare, il nostro Paese non può sbagliare un'altra volta: potrebbe costarci molto caro.

PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Lulli.

ANDREA LULLI. La valutazione economica che ho sentito fare - mi consenta un altro minuto signor Presidente - non ci lascia convinti. Non sì può dire che tutti gli investimenti sono a carico delle imprese private. Non si dice totalmente la verità. Infatti, nei costi del ritorno al nucleare non c'è solo la realizzazione di impianti, non c'è solo lo smaltimento delle scorie, che è un onere rilevantissimo e che ha una durata nel tempo imprevedibile, ma vi è la necessità dello smantellamento delle centrali.
E su questo - attenzione! - il fatto che il settore pubblico faccia un passo indietro è un elemento che ci lascia molta preoccupazione. Inoltre non è accettabile che si agiti la questione del nucleare, affermando che è la strada per abbattere il CO2: non è così.
A parità di investimenti, il risparmio energetico produce risparmio di CO2 sette volte superiore a quello che può produrre il nucleare. Questi sono dati dell'industria francese (non nostri) che testimoniano come in realtà il nostro Paese deve soprattutto investire in quella direzione creando le condizioni per spostare più avanti la ricerca e l'innovazione. Si deve, cioè, credere nel fatto che possiamo guardare avanti.

PRESIDENTE. Onorevole Lulli, il minuto gliel'ho concesso, adesso però deve proprio concludere.

ANDREA LULLI. L'ultimo approccio è autoritario - permettetemi - ed anche un po' ingenuo: processi complessi non possono essere affrontati dicendo: «ci penso io», con una semplificazione che francamente fa cadere le braccia e che ci convince ad esprimere un «no» convinto su questa parte del provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, occuperò solo pochi istanti di questa discussione. È stata una discussione lunga ed articolata, che ci ha accompagnato sia in Commissione sia in Assemblea, ma per quanto possa essere stata approfondita, per quanto possa aver visto una partecipazione importante da parte di ogni gruppo e di ogni singolo deputato, io - insieme al collega Granata e a molti altri, che ritengo che manifesteranno in maniera diversa una certa perplessità - voterò in maniera difforme dal mio gruppo.
Quindi, rivendico una sorta di voto di astensione rispetto ad un provvedimento che contiene una parte sicuramente importante, positiva - quella sullo sviluppo, sull'aiuto alla nostra economia per favorirne la ripresa in una fase certamente complessa -, ma che ha un vulnus, una sorta di approccio culturale a mio giudizio non convincente sia in ordine alle scelte in termini di politica energetica, sia in ordine alla nota problematica del CIP6.
Penso che tutte le posizioni siano totalmente legittime, ma penso anche che questi siano due episodi critici, su cui occorreva fare un lavoro diverso per garantire un maggiore coinvolgimento da parte della società. Vorrei rammentare - e questo forse dovrebbe bastare - che nel 1987 sull'energia nucleare si è tenuto un plebiscitario referendum, con un'elevatissima partecipazione da parte dei cittadini italiani e molti, anche dei deputati che oggi sono qui a rappresentare alcuni partiti del centrodestra e del centrosinistra, hanno svolto alcune battaglie.
Ora non è il momento di entrare nel merito di quelle battaglie, ovvero della loro attualizzazione, ma risulta difficile immaginare che abbiamo di fatto assistito ad una sorta di moratoria, in forza dell'esito di quel referendum, di circa vent'anni e non utilizziamo questa moratoria positivamente, per tentare di accedere al nucleare della prossima generazione, anziché, di fatto, ammettere di aver sbagliato completamente e diventare, paradossalmente, la retroguardia del nucleare sporco anziché l'avanguardia del nucleare pulito.
Altre nazioni avrebbero evidentemente problemi inenarrabili a fermarsi, perché già sono dotate di produzione di energia da nucleare da fissione. Solo noi, che non abbiamo questa tecnologia a casa nostra, perché l'abbiamo dismessa vent'anni fa, avremmo ragione se cercassimo di puntare diretti all'obiettivo delle future generazioni, cioè a quello della produzione, sì, anche di energia da nucleare, ma di energia da nucleare di quarta generazione, nucleare pulito.
Un'ultima e telegrafica considerazione: facciamo parte dell'Unione europea; a cosa serve far parte di una sorta di coalizione di Stati, se non si riesce poi a porre con determinazione e con profondità la questione di un piano regolatore generale nella produzione di energia?
Perché tutti i Paesi europei devono fare la stessa cosa? Perché l'Italia, che è un Paese a vocazione turistica, che ha nel paesaggio una propria cultura di riferimento e un proprio fiore all'occhiello, che ha beni monumentali archeologici e che ha una orografia ed una morfologia tutta particolare, deve essere, di fatto, trattata con una sorta subalternità economica e culturale, come se si trattasse di un grande quadrangolo, come la Francia o la Spagna?
Ritengo che queste questioni avrebbero dovuto - e potrebbero ancora - trovarsi nell'agenda di questo Governo e, più che di questo Governo, dell'Italia intera. È di tutta evidenza, che non possiamo avere i funghi nucleari né nel Tavoliere delle Puglie, né nell'Agro pontino, né vicino all'Etna, né nella Pianura padana e che non possiamo inquinare i prodotti di origine protetta e controllata, che pure fanno grande la nostra agricoltura e la nostra industria alimentare. Pertanto, queste considerazioni dovrebbero, e potrebbero, avere maggiore peso.
Ritengo che, ragionando su queste questioni, avremmo potuto, casomai, far sposarePag. 102la necessità di un'emergenza energetica, che pure esiste, con la celebrazione di una conferenza nazionale sull'energia, piuttosto che esaurire il tutto nei lavori di questo, pur autorevole, consesso che è il Parlamento italiano.
La partecipazione non può fare a cazzotti con la decisione: penso che sia indispensabile evitare scorciatoie e compiere tutti i passaggi necessari per scongiurare altri errori e per evitare di diventare la barzelletta del pianeta: un Paese cioè, che prende e, come al solito, trasferisce tecnologie desuete (talvolta, non più riprodotte negli Stati Uniti e in Germania), con trent'anni di ritardo, a casa propria.
Sono queste le ragioni sostanziali del mio voto di astensione (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Abrignani. Ne ha facoltà.

IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento in esame, che nasce da uno stralcio di alcuni articoli, è importante per il nostro Paese ed è stato giusto il percorso che ha compiuto. Il Ministro Scajola, nell'audizione presso le Commissioni congiunte, come anche in Aula, ha indicato chiaramente la sua volontà di confrontarsi sia con la Commissione che con il Parlamento, di mettere in discussione e di dare al Parlamento la possibilità di intervenire su un testo predisposto dal suo dicastero. Questo confronto vi è stato: vi sono stati due mesi di confronto in Commissione e cinque giorni in Aula.
Il testo che oggi ci apprestiamo a votare nasce sicuramente dal contributo che ha dato il Governo, ma anche, soprattutto, da quello del Parlamento (penso che gli amici e i colleghi, componenti della Commissione lo possano testimoniare), sia per quanto riguarda i contributi della maggioranza sia per quelli dell'opposizione. Certo, in questo momento al Governo vi è il centrodestra e, per questo motivo, è giusto che esso - il Governo e questa maggioranza che lo sostiene - si faccia carico di fornire l'ossatura e la struttura di base al provvedimento. Tuttavia, lo ripeto, in Commissione è stato svolto un lavoro preciso, anche di recepimento di intelligenti emendamenti dell'opposizione. Vi saranno altri emendamenti, forse, ancora da rivedere (perché vi è un altro ramo del Parlamento che dovrà esaminare questo testo), ma indubbiamente, è stato svolto un lavoro che, il capogruppo del Partito Democratico presso la X Commissione, onorevole Lulli, ha già indicato come proficuo. Ritengo che questo sia già un dato importante su cui riflettere.
Entrando nel merito, signor Presidente e onorevoli colleghi, in questo testo vi sono una serie di piccoli provvedimenti - alcuni molto importanti, altri meno - che hanno tutti un preciso disegno ed un identico obiettivo: lo sviluppo del nostro Paese. Dopo che il Governo ha varato una serie di provvedimenti di argine, una serie di provvedimenti di giusti, ma dolorosi, tagli, ecco finalmente un provvedimento per la crescita.
Si tratta di un provvedimento che contiene misure, disposizioni e deleghe ma, ripeto, nell'ottica e con l'obiettivo di portare alla crescita questo Paese, in un momento difficile, in cui la ripartenza, anche alla luce dei dati che abbiamo avuto, è sicuramente difficile. Un provvedimento come questo pone le basi perché ciò possa accadere. Vi sono numerose disposizioni che si sono articolate nell'ambito del testo: i primi articoli si rivolgono alle imprese, alla reindustrializzazione e alla promozione dell'internazionalizzazione delle stesse. Io ricordo molto chiaramente un dibattito che si svolse presso la X Commissione (mi rivolgo in questo momento agli amici del gruppo Misto-Mpa, che, mi dispiace, abbiano indicato e vogliono indicare un voto contrario). In quella sede, nel momento in cui si stabilirono le priorità delle zone di reindustrializzazione, i territori di cui all'obiettivo 1, cioè il nostro Mezzogiorno, furono indicati da tutta la Commissione e, successivamente, dal testo votato dall'Aula proprio come una priorità.Pag. 103Pertanto, al di là di piccoli ordini del giorno o di piccole problematiche che sono sempre rivedibili, una premessa di fondo c'era: la reindustrializzazione del nostro Paese presupponeva il fatto che occorresse andare a «curare», lo dico tra virgolette, con priorità, proprio il nostro Mezzogiorno. Nel provvedimento in esame, anche grazie al contributo importante, di contenuto - devo dirlo - della Lega, questo è stato affermato: è importante ribadirlo in questa sede. Si tratta di principi e disposizioni rivolti alle nostre imprese, alla creazione di reti o aggregazione tra le stesse imprese che molte volte non riescono a competere con i partner esteri. Sono provvedimenti importanti che hanno ricevuto il consenso - i voti lo dimostrano in Aula - non solo della maggioranza ma anche dell'opposizione.
All'articolo 5-bis è previsto un grande progetto proposto dal Governo, accettato dalla maggioranza e anche dall'opposizione: il riordino di tutti gli incentivi erogati oggi nel nostro Paese. Al di là degli obiettivi fissati sempre per il Mezzogiorno ma anche per il nord, vi è stata una grande modifica di filosofia: non più soldi o incentivi concessi a grandi programmi (per esempio il turismo o l'ambiente) ma a precisi progetti. Quindi, non si danno più soldi al turismo o all'ambiente ma a infrastrutture, a villaggi turistici e a ponti, cioè a cose concrete. Molte volte è stata criticata questa erogazione di incentivi a pioggia da parte del nostro Governo e anche di quello precedente. Ebbene, oggi, al Governo, con questa maggioranza, viene attribuita con questo testo che ci accingiamo ad approvare una delega ben precisa, fissando criteri ben precisi, e mi riferisco al Ministro dello sviluppo economico: non più soldi ai programmi ma ai progetti. Ritengo che si tratti di un ulteriore passo verso il taglio degli sprechi e verso il recupero di efficienza anche in questo settore. Vi sono altre piccole disposizioni, come quella per i consorzi agrari e quella per i camper, forse una delle poche per il turismo al quale dovremo dare maggiore spazio. In fondo, il turismo è considerato oggi un'importante industria di questo Paese, con l'11 per cento, ma dovrebbe crescere e diventare il vero petrolio, il vero argine circa la possibilità di perdere ulteriore competitività rispetto all'estero. Molti Paesi del Mediterraneo insidiano il posto dell'Italia nell'ambito del settore turistico: combattere tale eventualità con provvedimenti efficaci sarà importante. Sono stati, pertanto, introdotti piccoli provvedimenti nel testo, ma vi è una miriade di provvedimenti nel testo in discussione: tutti, però, sono rivolti - ripeto - verso un unico obiettivo, quello di semplificare, concedendo ai cittadini, con facilità, ciò che chiedono al Governo. Nel riordino degli incentivi tutto questo è previsto. Vi è la possibilità di non dover più aspettare anni per ottenere un contratto di programma e di ottenere facilitazioni anche a livello di enti locali. Infatti, la partecipazione dei nostri enti locali al progetto di sviluppo del Paese è assolutamente necessaria.
Infine, la grande sfida del provvedimento che dà il titolo al testo che votiamo oggi in Aula è quella del nucleare. Si tratta di una delega importante e coraggiosa, di un impegno ben preciso assunto dal Governo: far nascere il nucleare entro sette o otto anni, posando la prima pietra nei prossimi cinque anni.
Ebbene, i criteri che sono stati esaminati nel corso del dibattito in Commissione hanno testimoniato molte convergenze, sicuramente alcune difficoltà e ancora alcune criticità. Tuttavia, indubbiamente il testo che è uscito dai lavori della Commissione ha visto alcuni aspetti importanti. Ebbene, l'Agenzia per la sicurezza nucleare è uno di questi. Infatti, si tratta di un'Agenzia che fornisce garanzie e possibilità ai cittadini di avere un organo indipendente: ricordo a tutti che l'emendamento approvato in Aula attribuisce la nomina del presidente dell'Agenzia al Presidente della Repubblica, un organo che per sua stessa definizione è assolutamente autonomo.Pag. 104
Questa Agenzia è nata veramente da un confronto continuo con l'opposizione, su un testo che, alla fine, ha visto il loro voto di astensione, sia in Commissione, sia in Aula. Credo che questo sia un passo importante su un tema come quello del nucleare che lascia spazio a future intese, in un progetto che deve vedere la partecipazione di tutti. In questa ottica si dirigono anche i provvedimenti per la sicurezza, il potenziamento energetico e il riordino degli enti che sino ad oggi si occupavano di nucleare.
Concedetemi solo una piccola battuta. Non si capisce perché nel momento in cui il Governo si mette a riordinare gli enti che sino ad oggi si sono occupati di nucleare, o meglio che sino ad oggi non se ne erano occupati perché il nucleare nasce oggi, vi è subito il sospetto che il Governo voglia fare qualcosa.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

IGNAZIO ABRIGNANI. Invece, è proprio il contrario, ossia il Governo si occupa di ciò proprio per rimettere ordine a questo argomento.
Chi parla di quarta generazione sa bene che non vuole il nucleare. Già con la terza generazione dovremo aspettare 7-8 anni. Si tratta del tempo che oggi si prospetta e l'Agenzia per la sicurezza sul nucleare vigilerà su tale aspetto.
Il disegno del nucleare nasce con un preciso obiettivo: ridurre la nostra bolletta energetica che pesa troppo nella nostra bilancia dei pagamenti con l'estero, gravando anche e soprattutto sulle imprese e sui nostri cittadini.
Signor Presidente, in conclusione, non entrerò nel novero di tutti gli altri e numerosi provvedimenti previsti. Tutti questi hanno un unico obiettivo: la crescita e, speriamo, la ripartenza del nostro Paese che si trova, oggi, in un momento di grave congiuntura.
Per questo motivo, che è forse quello principale in grado di spiegare l'intero disegno, che dobbiamo ritenere come un disegno unico predisposto dal Ministro Scajola, che lo ha portato in Aula e che è stato condiviso dalla maggioranza, il gruppo del Popolo della Libertà esprimerà il proprio convinto voto a favore del provvedimento.
Concludo, signor Presidente, ringraziando tutti i colleghi della Commissione, a partire dal presidente Gibelli e dal relatore Raisi, per questi due mesi di duro, intenso ma costruttivo lavoro. Con questo intendo rivolgermi anche ai colleghi dell'opposizione che bene hanno lavorato. Signor Presidente, se il Parlamento lavorasse sempre così, penso che gli stessi cittadini apprezzerebbero molto di più il nostro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pili. Ne ha facoltà.

MAURO PILI. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Pili, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, noi radicali esprimeremo voto contrario perché questo provvedimento prevede il rientro al nucleare confermando, anche in questa maggioranza, come in altre, l'incapacità di governo, intesa come capacità di scegliere tra tutte le alternative possibili, valutando costi e benefici delle opzioni in campo.
Il futuro dell'energia si gioca sul piano dell'innovazione tecnologica, tanto per quanto riguarda le energie rinnovabili, quanto per l'efficienza energetica, ed è una partita, questa, che il Governo ha deciso di far perdere al Paese, per una mera operazione di propaganda di stampo illiberale (questo nucleare è stato bocciato dal mercato) e di stampo autoritario (non vi èPag. 105stato alcun coinvolgimento dell'opinione pubblica). Non vi è nulla di serio, né nel metodo, né nel merito, di quanto ci state chiedendo di approvare.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. La stessa Autorità per la sicurezza nucleare è considerata insoddisfacente dai nuclearisti convinti, a partire da Confindustria (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Speciale. Ne ha facoltà.

ROBERTO SPECIALE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo a titolo personale per esprimere la mia grandissima soddisfazione per il varo delle norme contenute in questo provvedimento che riguardano la contraffazione. Per precedenti professionali vi posso assicurare che queste norme rafforzano sicuramente la posizione di leader mondiale del nostro Paese, posizione già detenuta e che tuttora deteniamo in termini di risultati della lotta alla contraffazione.
Ricordo semplicemente che ai nostri milioni e milioni di pezzi sequestrati negli Stati Uniti ne rispondevano soltanto con cifre che riguardavano centinaia di migliaia. Ritengo che, con riferimento all'andamento dei lavori in quest'Aula, il merito del raggiungimento di questo obiettivo possa essere equamente suddiviso tra il Governo, la maggioranza e opposizione.
Vorrei cogliere l'occasione per sottolineare la necessità di una lotta ancora più a fondo a questo fenomeno criminale perché in Italia la contraffazione praticamente riguarda tutti i settori produttivi del Paese, dal tessile al farmaceutico, e sviluppa un volume di affari stimato in cifre di 20 miliardi di euro l'anno che sfuggono al fisco, vanno ad ingrossare le casse della criminalità organizzata e aumentano il deprecabile fenomeno del lavoro sommerso.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ROBERTO SPECIALE. Quindi lotta alla contraffazione senza quartiere (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

(Correzioni di forma - A.C. 1441-ter-A)

ENZO RAISI, Relatore. Chiedo di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI, Relatore. Signor Presidente, mi consenta anche di ricordare l'importanza del provvedimento. Per la prima volta dopo tanti provvedimenti che hanno parlato del contenimento della spesa si tratta di un provvedimento che riguarda lo sviluppo del sistema Italia, il riordino dei sistemi degli incentivi che vedono per la prima volta le piccole e medie imprese protagoniste, il nucleare, l'internazionalizzazione delle imprese, la salvaguardia e la proprietà dell'informazione.
Credo che sia un provvedimento corposo e importante che parla di sviluppo. Abbiamo rispettato i tempi che ci eravamo dati con un buon lavoro in Commissione e allora mi consenta, signor Presidente, di ringraziare tutti i componenti della Commissione, gli uffici che hanno collaborato in modo egregio e il presidente della Commissione che ci ha aiutato anche nei momenti di difficoltà che naturalmente ci sono stati e che però hanno consentito un ottimo lavoro in Commissione ed anche un lavoro proficuo in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Ai fini del coordinamento formale delle disposizioni contenute nel disegno di legge A.C.1441-ter-A, propongo la seguente correzione di forma: all'articolo 13-ter, comma 2, come derivante dall'approvazione dell'emendamento Lazzari 13-ter.10, sopprimere le parole: «di cui 6,2 milioniPag. 106di euro mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 148 della legge 23 dicembre 2000, n. 388».
L'emendamento, infatti, finanzia l'aumento di spesa di 6,2 milioni di euro a valere su identica autorizzazione di spesa già recata dall'originario comma 2 dell'articolo 13-ter. In conseguenza di ciò, occorre dunque eliminare una mera ripetizione.
Grazie a tutti per il lavoro svolto.

LUDOVICO VICO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, intervengo per ringraziare del lavoro svolto la Commissione, gli uffici della X Commissione con tutti i loro collaboratori e, in particolare, l'ufficio legislativo del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la correzione di forma proposta dal relatore si intende approvata.
(Così rimane stabilito).

(Coordinamento formale - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1441-ter-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1441-ter-A, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).

CALOGERO MANNINO. Presidente, chiuda la votazione!

SIMONE BALDELLI. Chiuda, Presidente!

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Presidente, vuole chiudere?

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia (Già articoli 3, da 5 a 13, da 15 a 18, 22, 31 e 70 del disegno di legge n. 1441, stralciati con deliberazione dell'Assemblea il 5 agosto 2008)) (1441-ter-A):

(Presenti 403
Votanti 396
Astenuti 7
Maggioranza 199
Hanno votato
232
Hanno votato
no 164).

Prendo atto che la deputata Mussolini ha segnalato che ha votato contro, mentre avrebbe voluto votare a favore, che i deputati Vanalli, Brigandì, Catanoso, Fucci, Franzoso, Savino, Nicola Molteni, Mancuso, De Corato, Ciccioli e Reguzzoni hanno segnalato non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo altresì atto che i deputati Rugghia, Corsini, Brandolini, Fiano, Rota, Levi, Capodicasa, Rubinato, Giovanelli, Enzo Carra e Sani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo inoltre atto che i deputati Mannino e Vietti hanno segnalato che non sono riusciti a votare ed avrebbero voluto astenersi.
Prendo infine atto che la deputata Ghizzoni ha segnalato che si è astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.

Pag. 107

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 5 novembre 2008, alle 9,30:

(ore 9,30 e ore 16)

1. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare:
LIVIA TURCO ed altri; BARANI ed altri; LAURA MOLTENI ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali (Doc. XXII, nn. 1-2-4-A).
- Relatore: Binetti.

2. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1018 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 settembre 2008, n. 143, recante interventi urgenti in materia di funzionalità del sistema giudiziario (Approvato dal Senato) (1772).
- Relatore: Torrisi.

3. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 25 settembre 2008, n. 149, recante disposizioni urgenti per assicurare adempimenti comunitari in materia di giochi (1707-A).
- Relatore: Conte.

(ore 15)

4. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta termina alle 20,30.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO MARCO GIOVANNI REGUZZONI IN SEDE DI ESAME DEGLI ORDINI DEL GIORNO PRESENTATI AL DISEGNO DI LEGGE N. 1441-TER-A

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Colleghi deputati, il Governo, nelle opportune sedi dell'Unione europea, si deve attivare per una più efficace tutela dei nostri prodotti, in particolare quelli della filiera del tessile.
Con l'apertura dei mercati l'intero sistema imprenditoriale nazionale, e segnatamente il comparto tessile, è continuamente sottoposto ad una forte pressione competitiva, che non sempre avviene secondo chiare e leali regole di mercato. Le nostre piccole e medie imprese non sono più in grado di sostenere l'aggressiva concorrenza dei Paesi emergenti, che risulta fra l'altro favorita da costi di produzione e di manodopera estremamente bassi, dovuti a scarse misure di tutela del lavoro e dell'ambiente, nonché della qualità dei prodotti.
La forte crisi che attraversa il mercato del made in Italy impone la necessità di tutelare i nostri prodotti, come già avviene in altri Paesi, come negli Stati Uniti d'America dove molti comparti, come il tessile, sono tutelati in ciascuna fase della filiera produttiva, addirittura dalla produzione di materie prime, come ad esempio il cotone.
Per la Lega lo sviluppo delle piccole e medie imprese nazionali risulta oggi più che mai uno degli obiettivi fondamentali da perseguire per restituire nuovo impulso all'economia reale del nostro Paese; e ai fini di una maggiore trasparenza e correttezza del mercato è indispensabile adottare misure di certificazione della qualità dei prodotti, che evidenzino il luogo di origine di ciascuna fase di lavorazione e la tracciabilità dei prodotti stessi, a tutela delle nostre aziende.
Ecco perché il nostro gruppo ha presentato un ordine del giorno per impegnare il Governo ad attivarsi presso le competenti sedi internazionali ed europee, affinché vengano adottate politiche compatibili con l'introduzione di misure maggiormente protettive dei prodotti nazionali,Pag. 108con particolare riferimento al comparto tessile, prevedendo anche l'applicazione di sistemi di etichettatura obbligatoria a tutela della competitività delle nostre piccole e medie imprese.
Si tratta di un atto per una concorrenza corretta come avviene già nel mondo anglosassone, e che per essere efficace deve essere portato avanti da tutta l'Unione europea.
L'Unione deve imparare ad essere più efficace e a difendere tutti i settori della filiera come accade ad esempio negli USA - Paese campione di liberismo - dove esiste ancora una florida produzione di cotone.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO MAURO PILI SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1441-TER-A

MAURO PILI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento all'esame della Camera che ci accingiamo a votare può essere sintetizzato in un prioritario obiettivo: rimettere in marcia il sistema Italia, puntando sull'impresa, sulla sua internazionalizzazione, creando le condizioni fondamentali, a partire dalla questione energetica, per essere al passo con i paesi più avanzati del mondo.
È la sfida del rilancio, messa in campo nel modo più efficace e pragmatico, riprendendo un percorso già avviato dal precedente Governo Berlusconi ma laddove necessario migliorando i provvedimenti che sono pure seguiti nella scorsa legislatura.
Un provvedimento che solo apparentemente risulta multisettoriale, in realtà è unico il filo conduttore che anima il processo riformatore: creare il sistema Italia.
Tre le direttrici fondamentali: costruire il mercato, rafforzare la sinergia e la capacità di coesione delle imprese, dotare il paese di quelle infrastrutture energetiche capaci di mettere l'Italia che produce alla pari delle altre nazioni.
Prima di tutto, il sistema Italia. È la priorità politica, economica e sociale. Non ci si può affacciare al mercato mondiale se prima non si sono create le condizioni per essere competitivi, e per esserlo occorre unire le forze, integrare le filiere, promuovere e rafforzare Io scambio delle migliori tecnologie, sviluppando servizi adeguati ed efficienti.
Si spiega così un provvedimento che amplia la gamma dei soggetti fruitori delle agevolazioni di sistema, passando dai soli distretti produttivi alle reti d'impresa.
Cooperare, interagire, unire gli sforzi offrendo a chi sceglie la strada maestra del comune agire, quei prodotti fondamentali per competere, a partire dall'accesso al credito, al contenimento dei rischi, al favorire la capitalizzazione e ad integrare le produzioni con la ricerca.
Ed oggi il provvedimento, oltre ad ampliare il sistema alle reti d'impresa, prevede un'estensione decisiva e fondamentale ai distretti rurali e agroalimentari, alla pesca e al commercio estero.
Un'estensione che eleva il potenziale produttivo del nostro paese ad un settore che può ancora di più rafforzare il sistema qualità, quello legato, appunto, all'agroalimentare, vera frontiera del più genuino e riconoscibile made in Italy.
Se, dunque, il primo passaggio di questo provvedimento è unire le forze, il secondo è quello di rianimare le aree deboli del paese.
Se si proietta il sistema economico verso nuovi orizzonti non si possono abbandonare a se stesse quelle attività produttive del paese che meritano attenzione e interventi rilevanti per non restare un limite al rilancio stesso dell'economia.
Se vi sono, come vi sono, aree industriali del paese che hanno subito una contrazione produttiva e occupazionale di rilevanti dimensioni, per giunta provocando inquinamento sul territorio non si può far finta di non vedere.
Questo provvedimento ha l'obiettivo di aprire gli occhi, di consentire a più settori di rimboccarsi le maniche riformando radicalmente l'approccio agli interventi di reindustrializzazione, soprattutto per le aree industriali inquinate, non limitandoliPag. 109più solamente al settore siderurgico ma comprendendo tutte quelle aree che hanno subito un tracollo economico e finanziario.
Unire le forze, rianimare le aree deboli, e quindi, aprire nuovi mercati.
Ed è proprio la sfida con i nuovi mercati che deve rianimare il sistema Italia.
Mi permetterete la sintesi sulla sfida proposta da questo provvedimento verso nuovi orizzonti: meno procedure più promozione, meno enti più esportazioni, più coordinamento istituzionale meno sprechi.
Ritorna in campo quella felice intuizione che il Presidente Berlusconi mise in campo qualche anno fa, intuizione e idea che oggi va sostenuta e rafforzata con la creazione di vere e proprie ambasciate economiche del made in Italy nel mondo.
Non stantie sedi di rappresentanza ma dinamiche avanguardie della commercializzazione del sistema Italia nel mondo.
Competere significa accettare la sfida messa in campo dall'Europa, trasformandoci da inseguitori ad apripista.
Ed è in questa prospettiva che, rivolgendomi al Governo, credo sia indispensabile rafforzare le prospettive di cooperazione e interazione produttiva e commerciale con i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, a partire dai paesi del Maghreb.
Orizzonte da traguardare proprio per guidare il processo di libero scambio che caratterizzerà il Mediterraneo sin dal prossimo 2010.
Se questa è la prospettiva, il sistema Italia necessita di un intervento infrastrutturale di primo piano che non può essere disgiunto dal progetto di internazionalizzazione del sistema Italia.
Per competere occorre essere messi in condizione di farlo a pari condizioni, ed oggi il condizionamento fondamentale per il nostro paese è legato al gap energetico.
Tutti i paesi industrializzati hanno scelto di restare agganciati ad un processo di ricerca ed evoluzione scientifica sul nucleare, l'Italia no.
Con una scelta emotiva si abbandonò il nucleare e nel contempo, alle porte di casa, in Francia prima di tutto, non solo si rafforzava ma si proponeva un'evoluzione rilevante sia sul fronte primario della sicurezza che dell'impatto ambientale.
Ora, con questo provvedimento, si cancella un tabù, un retaggio tribale verso la tecnologia e l'innovazione del nucleare.
Il coraggio di una scelta chiara e netta per rimettere il paese alla pari degli altri sistemi economici più evoluti.
Una sfida da fondare, come si fonda, sulla responsabilizzazione della comunità nazionale, sulla trasparenza e sulla condivisione.
Infine, mi sia permesso di esprimere una partigiana soddisfazione per l'azione che il Governo attraverso il Ministro Scajola ha messo in campo su una questione di straordinaria rilevanza che riguarda la Sardegna.
Gli emendamenti, quelli che ho presentato e soprattutto quello del Governo, tengono conto del confronto con la Commissione europea che dopo mesi di trattativa ha dichiarato di voler riconoscere l'effettiva discontinuità energetica che grava sulla Sardegna proprio per la sua condizione insulare.
E proprio il riconoscimento della specificità insulare costituisce un passaggio di grande rilevanza nel rapporto con l'Unione europea, ancor più rilevante considerato che a riaffermare la necessità di un intervento specifico per la Sardegna è stata proprio la competente direzione generale della Commissione europea.
La proposta formulata insieme al Governo costituisce un punto di partenza fondamentale anche per le altre negoziazioni dell'Europa sulla questione insulare e sulla compensazione del gap permanente.
La misurazione del limite insulare e le conseguenti misure di compensazione costituiscono la chiave di volta delle politiche economiche e istituzionali che lo Stato e l'Europa devono rivolgere alle regioni insulari e ultraperiferiche come la Sardegna. Per questo motivo il risultato raggiunto tiene fede ad un impegno preciso che il Presidente Berlusconi ha assunto con laPag. 110Sardegna proprio sul piano energetico sardo e sul riconoscimento dell'insularità come questione prioritaria.
Ma, mi sia consentito di rilevare la determinazione con la quale lo Stato italiano, attraverso il suo Governo, ha negoziato con determinazione su una procedura d'infrazione dimostrando che quando si vuole con l'Unione europea si può positivamente dialogare.
L'approvazione per la Sardegna del Virtual Power Plant di ampliare l'offerta di energia con una tempistica atta a soddisfare le richieste della Commissione incrementando il livello di concorrenza del mercato elettrico nella regione Sardegna, abbattendo i costi nelle more della completa realizzazione delle infrastrutture energetiche di integrazione della regione con la rete nazionale.
E questo impegno del Governo ribadisce di fatto anche la scelta di proseguire nella realizzazione di quelle grandi opere infrastrutturali volute e avviate dal Governo Berlusconi sin dal 2002, con particolare riferimento al metanodotto Algeria-Sardegna-Europa e la connessione elettrica da 1000 MW tra la Sardegna e la Penisola.
Per queste ragioni questo provvedimento legislativo rappresenta un passaggio decisivo nell'attuazione di uno dei punti più qualificanti del programma di Governo: il rilancio del sistema Italia.
Il mio sarà un voto favorevole per una scelta strategica fatta di concretezza, di lungimiranza e di visione strategica che certamente segnerà una svolta per l'intero Paese.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1441-ter-A - em. 16-ter. 1 431 429 2 215 25 404 66 Resp.
2 Nom. em. 16-ter. 4 453 445 8 223 201 244 66 Resp.
3 Nom. em. 16-ter. 5 456 447 9 224 199 248 64 Resp.
4 Nom. subem. 0.16-ter. 500.1 453 451 2 226 207 244 64 Resp.
5 Nom. em. 16-ter. 500 454 291 163 146 248 43 64 Appr.
6 Nom. em. 16-ter. 7 454 426 28 214 157 269 63 Resp.
7 Nom. em. 16-ter. 11 456 423 33 212 177 246 63 Resp.
8 Nom. em. 16-ter. 12 453 443 10 222 199 244 63 Resp.
9 Nom. em. 16-ter. 300 451 441 10 221 441 63 Appr.
10 Nom. em. 16-ter. 14 451 443 8 222 440 3 63 Appr.
11 Nom. em. 16-ter. 16 461 451 10 226 205 246 62 Resp.
12 Nom. em. 16-ter. 17 460 451 9 226 202 249 62 Resp.
13 Nom. em. 16-ter. 18 459 428 31 215 183 245 62 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 16-ter. 19 460 450 10 226 204 246 62 Resp.
15 Nom. em. 16-ter. 501 459 449 10 225 449 62 Appr.
16 Nom. em. 16-ter. 20 457 447 10 224 204 243 62 Resp.
17 Nom. em. 16-ter. 21 461 451 10 226 203 248 63 Resp.
18 Nom. em. 16-ter. 502 450 441 9 221 440 1 62 Appr.
19 Nom. em. 16-ter. 302 459 452 7 227 452 62 Appr.
20 Nom. em. 16-ter. 23 462 319 143 160 72 247 62 Resp.
21 Nom. em. 16-ter. 24 461 319 142 160 70 249 62 Resp.
22 Nom. em. 16-ter. 25 466 456 10 229 205 251 62 Resp.
23 Nom. em. 16-ter. 27 459 449 10 225 203 246 62 Resp.
24 Nom. em. 16-ter. 29 462 452 10 227 208 244 62 Resp.
25 Nom. subem. 0.16-ter. 510.2 465 447 18 224 200 247 62 Resp.
26 Nom. subem. 0.16-ter. 510.1 466 455 11 228 209 246 62 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 16-ter. 510 447 251 196 126 179 72 62 Appr.
28 Nom. em. 16-ter. 301 460 452 8 227 273 179 62 Appr.
29 Nom. articolo 16-ter 464 262 202 132 248 14 62 Appr.
30 Nom. em. 16-quater. 1 461 435 26 218 190 245 62 Resp.
31 Nom. em. 16-quater. 2 451 445 6 223 34 411 62 Resp.
32 Nom. em. 16-quater. 503, 16-quater. 23 466 465 1 233 464 1 62 Appr.
33 Nom. em. 16-quater. 26 469 437 32 219 191 246 62 Resp.
34 Nom. em. 16-quater. 11 466 422 44 212 174 248 62 Resp.
35 Nom. em. 16-quater. 500 n.f. 475 299 176 150 281 18 62 Appr.
36 Nom. em. 16-quater. 12 470 463 7 232 214 249 62 Resp.
37 Nom. em. 16-quater. 300 458 259 199 130 258 1 62 Appr.
38 Nom. em. 16-quater. 17 469 465 4 233 220 245 62 Resp.
39 Nom. em. 16-quater. 18 474 466 8 234 30 436 62 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 16-quater. 19 471 276 195 139 257 19 62 Appr.
41 Nom. em. 16-quater. 22 467 463 4 232 224 239 62 Resp.
42 Nom. em. 16-quater. 25 460 449 11 225 38 411 62 Resp.
43 Nom. em. 16-quater. 501 471 251 220 126 249 2 62 Appr.
44 Nom. articolo 16-quater 475 470 5 236 250 220 62 Appr.
45 Nom. articolo 16-quinquies 469 465 4 233 443 22 62 Appr.
46 Nom. em. 16-sexies. 1, 16-sexies. 2 415 392 23 197 149 243 66 Resp.
47 Nom. em. 16-sexies. 501 n.f. 450 423 27 212 420 3 66 Appr.
48 Nom. em. 16-sexies. 3 455 427 28 214 427 65 Appr.
49 Nom. articolo 16-sexies 471 440 31 221 258 182 64 Appr.
50 Nom. em. 17.300 474 463 11 232 462 1 63 Appr.
51 Nom. em. 17.5 483 475 8 238 217 258 61 Resp.
52 Nom. em. 17.7 480 277 203 139 17 260 62 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 17.8 476 467 9 234 211 256 62 Resp.
54 Nom. em. 17.10 450 446 4 224 446 62 Appr.
55 Nom. articolo 17 479 470 9 236 468 2 62 Appr.
56 Nom. subem. 0.17.0500.3 490 480 10 241 219 261 62 Resp.
57 Nom. subem. 0.17.0500.4 491 482 9 242 221 261 62 Resp.
58 Nom. subem. 0.17.0500.1 487 460 27 231 203 257 62 Resp.
59 Nom. subem. 0.17.0500.5 493 483 10 242 222 261 62 Resp.
60 Nom. subem. 0.17.0500.2 490 479 11 240 223 256 62 Resp.
61 Nom. articolo agg. 17.0500 n.f. 489 272 217 137 269 3 62 Appr.
62 Nom. articolo 17-bis 494 436 58 219 267 169 62 Appr.
63 Nom. em. 18.1, 18.2 482 448 34 225 196 252 62 Resp.
64 Nom. em. 18.3 487 477 10 239 222 255 62 Resp.
65 Nom. em. 18.4 476 466 10 234 220 246 62 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 18.5 478 469 9 235 218 251 62 Resp.
67 Nom. em. 18.6 486 478 8 240 225 253 62 Resp.
68 Nom. em. 18.7 445 435 10 218 200 235 62 Resp.
69 Nom. em. 18.9 489 480 9 241 221 259 62 Resp.
70 Nom. em. 18.10 491 481 10 241 223 258 62 Resp.
71 Nom. em. 18.11 482 472 10 237 471 1 62 Appr.
72 Nom. articolo 18 494 485 9 243 265 220 61 Appr.
73 Nom. em. 18-bis.300 487 476 11 239 472 4 61 Appr.
74 Nom. articolo 18-bis 497 487 10 244 486 1 61 Appr.
75 Nom. articolo 22-bis 493 480 13 241 275 205 61 Appr.
76 Nom. articolo agg. 22-bis.01 499 488 11 245 224 264 61 Resp.
77 Nom. em. 22-ter. 1 499 489 10 245 227 262 61 Resp.
78 Nom. em. 22-ter. 500 499 488 11 245 287 201 61 Appr.
INDICE ELENCO N. 7 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. articolo 22-ter 497 460 37 231 259 201 61 Appr.
80 Nom. articolo 31 502 471 31 236 468 3 61 Appr.
81 Nom. mantenimento articolo 31-bis 510 498 12 250 267 231 61 Appr.
82 Nom. subem. 0.31-ter.500. 300 505 496 9 249 494 2 61 Appr.
83 Nom. em. 31-ter. 500 rif. 498 486 12 244 485 1 61 Appr.
84 Nom. articolo 31-ter 495 484 11 243 484 61 Appr.
85 Nom. em. 70.1 494 465 29 233 204 261 61 Resp.
86 Nom. articolo 70 495 485 10 243 461 24 61 Appr.
87 Nom. mantenimento articolo 70-bis 492 484 8 243 479 5 61 Appr.
88 Nom. subem. 0.70-bis.0301.6 489 290 199 146 42 248 60 Resp.
89 Nom. subem. 0.70-bis.0301.3 484 281 203 141 22 259 60 Resp.
90 Nom. subem. 0.70-bis.0301.4 477 433 44 217 181 252 60 Resp.
91 Nom. subem. 0.70-bis.0301.2 492 461 31 231 281 180 60 Appr.
INDICE ELENCO N. 8 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. articolo agg. 70-bis.0301 n.f. 491 290 201 146 269 21 60 Appr.
93 Nom. odg 9/1441-ter-A/1 443 441 2 221 440 1 60 Appr.
94 Nom. odg 9/1441-ter-A/5 460 456 4 229 203 253 60 Resp.
95 Nom. odg 9/1441-ter-A/9 480 474 6 238 226 248 60 Resp.
96 Nom. odg 9/1441-ter-A/10 488 480 8 241 210 270 60 Resp.
97 Nom. odg 9/1441-ter-A/11 478 469 9 235 219 250 60 Resp.
98 Nom. odg 9/1441-ter-A/12 477 457 20 229 412 45 60 Appr.
99 Nom. odg 9/1441-ter-A/16 487 479 8 240 226 253 60 Resp.
100 Nom. odg 9/1441-ter-A/17 495 489 6 245 230 259 60 Resp.
101 Nom. odg 9/1441-ter-A/27 494 488 6 245 232 256 58 Resp.
102 Nom. odg 9/1441-ter-A/28 488 483 5 242 242 241 58 Appr.
103 Nom. odg 9/1441-ter-A/32 492 484 8 243 225 259 58 Resp.
104 Nom. odg 9/1441-ter-A/34 490 470 20 236 208 262 56 Resp.
INDICE ELENCO N. 9 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 113)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nom. odg 9/1441-ter-A/37 491 484 7 243 221 263 56 Resp.
106 Nom. odg 9/1441-ter-A/38 485 478 7 240 219 259 56 Resp.
107 Nom. odg 9/1441-ter-A/39 483 474 9 238 470 4 55 Appr.
108 Nom. odg 9/1441-ter-A/40 497 490 7 246 192 298 55 Resp.
109 Nom. odg 9/1441-ter-A/48 498 489 9 245 202 287 54 Resp.
110 Nom. odg 9/1441-ter-A/49 496 339 157 170 43 296 54 Resp.
111 Nom. odg 9/1441-ter-A/50 484 335 149 168 35 300 54 Resp.
112 Nom. odg 9/1441-ter-A/58 489 473 16 237 59 414 54 Resp.
113 Nom. Ddl 1441-ter-A - voto finale 403 396 7 199 232 164 53 Appr.