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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 73 di martedì 28 ottobre 2008

Pag. 1

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

La seduta comincia alle 11,15.

GREGORIO FONTANA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alessandri, Aprea, Brancher, Brugger, Caparini, Cirielli, Lo Monte, Mazzocchi, Melchiorre, Menia, Molgora, Mura, Pescante e Scajola sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di petizioni (ore 11,18).

PRESIDENTE. Invito l'onorevole segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

GREGORIO FONTANA, Segretario, legge:
ANTONIO DI GIACOMO, da Padova, chiede la stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione (365) - alla XI Commissione (Lavoro);
ANTONIO PADALINO, da Rimini, chiede misure a sostegno dei cittadini affetti da epilessia (366) - alla XII Commissione (Affari sociali);
MATTEO LA CARA, da Vercelli, chiede:
l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sulla crisi dell'Alitalia (367) - alla IX Commissione (Trasporti);
l'emissione di un francobollo celebrativo dei caduti nella Prima guerra mondiale (368) - alla IV Commissione (Difesa);
che le sedute della Camera dei deputati e del Senato siano aperte utilizzando la formula «In nome del popolo italiano» (369) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della corruzione negli ospedali da parte dei proprietari di pompe funebri (370) - alla XII Commissione (Affari sociali);
GIANFRANCO LUCIFORA, da Roma, e altri cittadini chiedono interventi per il risarcimento dei risparmiatori coinvolti nel default argentino (371) - alla VI Commissione (Finanze);Pag. 2
GABRIELLA CUCCHIARA, da Roma, chiede:
nuove norme in materia di utilizzo degli atti notarili nei procedimenti giudiziari (372) - alla II Commissione (Giustizia);
nuove norme in materia di provvedimenti giudiziari sui conti correnti bancari (373) - alla II Commissione (Giustizia);
AMERIGO RUTIGLIANO, da Roma, chiede nuove norme costituzionali in materia di ordinamento giudiziario (374) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
BENITO ALBERTO RUIU, da Segrate (Milano), chiede la reintroduzione del voto di preferenza nel sistema elettorale (375) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
PAOLO POBBIATI, da Roma, e altri cittadini chiedono politiche di inclusione e di integrazione delle comunità rom e provvedimenti contro gli attacchi di cui sono state oggetto negli ultimi mesi (376) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
MARINO SAVINA, da Roma, chiede l'ammodernamento delle dotazioni tecnologiche e informatiche delle Forze di polizia (377) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
GIANFRANCO CONSOLI, da Bergamo, chiede:
modifiche al codice di procedura penale in materia di restituzione nei termini per il riesame della sentenza (378) - alla II Commissione (Giustizia);
modifiche al codice di procedura penale in materia di revisione delle sentenze (379) - alla II Commissione (Giustizia);
modifiche al codice penale in materia di falso ideologico e materiale ad opera di pubblici ufficiali (380) - alla II Commissione (Giustizia).

PRESIDENTE. Saluto una delegazione di consiglieri provinciali della provincia di Bergamo, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Sull'ordine dei lavori (ore 11,20).

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, desidero ricordare anche nell'Aula della Camera, sicura che tutti i gruppi parlamentari si uniscano alla mia intenzione, gli otto militari dell'Aeronautica militare che giovedì pomeriggio sono morti precipitando a bordo di un elicottero in Francia, durante un volo di trasferimento da Digione a Florent, nel Belgio. Appartenevano tutti ai centri di soccorso e ricerca di Brindisi e di Rimini, perciò erano persone abituate a salvare la vita degli altri, come era accaduto solo una settimana prima.
Voglio ricordarli uno per uno, per nome (Il Presidente si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo): Michele Cargnoni, capitano pilota, trent'anni, di Brescia, Stefano Bazzo, capitano pilota, trentadue anni, di Vicenza, Marco Partipilo, capitano pilota, ventinove anni, di Bari, Giovanni Sabatelli, 1o maresciallo, cinquant'anni, di Fasano (Brindisi), Carmine Briganti, 1o maresciallo, quarantuno anni, di Balzano (Taranto), Giuseppe Biscotti, maresciallo di prima classe, trentasette anni, di Grottaglie (Taranto), Massimiliano Tommasi, maresciallo di prima classe, trentaquattro anni, di Calimera (Lecce), Teodoro Baccaro, maresciallo di prima classe, trentuno anni, di San Vito dei Normanni (Brindisi) (Generali applausi cui si associano i membri del Governo).
A nome del gruppo Partito Democratico e mio personale rinnovo i sentimenti di cordoglio per la perdita di queste vite umane. Siamo vicini al dolore delle famiglie e a quello dell'Aeronautica militarePag. 3per questo gravissimo lutto. Proprio per questo motivo ci siamo impegnati da subito - e continueremo a farlo - perché siano accertate le cause di questo tragico evento. Nulla deve rimanere intentato per capire come e perché ciò è avvenuto.
Le chiedo, signor Presidente, qualora non sia stato già fatto, di invitare il Ministro della difesa - anche in relazione alle ultime notizie di ieri sera - affinché informi al più presto il Parlamento su tutta la drammatica vicenda. Credo sia un segno di attenzione necessario e doveroso, anche perché notizie di stampa accrediterebbero, in base a elementi investigativi, l'ipotesi di un guasto tecnico del velivolo addebitabile a elementi di criticità relativi alla manutenzione del velivolo stesso.
Credo sia un obiettivo comune a tutto il Parlamento garantire la sicurezza dei nostri militari e dei mezzi su cui essi operano: è una responsabilità alla quale tutti noi, in quest'Aula, non possiamo sottrarci (Applausi).

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, anche il gruppo Unione di Centro si unisce al cordoglio delle famiglie e del Paese per la perdita di questi servitori dello Stato.
Anche noi, ovviamente, siamo interessati a conoscere le cause del disastro, le responsabilità eventuali e le cause tecniche. Per questo motivo, ci uniamo anche alla richiesta che il Ministro venga in Aula a fornire tutte le spiegazioni necessarie. L'occasione è propizia anche perché il nostro gruppo, certamente insieme a tutta la Camera dei deputati, esprima e rinnovi la sua solidarietà, la sua vicinanza e la sua riconoscenza a tutte le forze dell'ordine e, in particolare, alle Armi che in questa vicenda hanno lamentato vittime (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

FILIPPO ASCIERTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, ci uniamo anche noi al ricordo dei caduti: quando si cade nell'adempimento di un dovere servendo la patria, questo sentimento unisce tutti e appare chiaro l'impegno - anzi lo sforzo - di rendere sempre più sicura l'attività di coloro che, indossando una divisa, svolgono ogni giorno il proprio dovere al servizio della comunità.
A nome del Popolo della Libertà esprimo il cordoglio e la vicinanza alle famiglie e mi unisco al ricordo di confronti di queste persone che oggi, dall'alto dei cieli, seguiranno le Forze armate (Applausi).

GABRIELE CIMADORO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, anche il gruppo Italia dei Valori si unisce, con tutti gli altri gruppi parlamentari, al dolore dei familiari e al gravissimo lutto che le Forze armate hanno subito.
Se vi fosse una criticità, evidentemente essa va esperita e valutata. Sono quasi certo che non sarà così, ma spero che, se solo vi fosse il dubbio, esso venga accertato. Credo che il Parlamento sia unanimemente d'accordo su questa triste vicenda e rinnovo, comunque, la vicinanza del nostro gruppo alle famiglie di tutti i caduti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

MANUELA DAL LAGO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANUELA DAL LAGO. Signor Presidente, anche il gruppo della Lega Nord si unisce al sentimento di cordoglio di tutti gli altri gruppi nei riguardi dei familiari.
Condividiamo anche noi la richiesta della presenza del Ministro degli esteri inPag. 4quest'Aula, perché ci renda edotti e ci chiarisca le motivazioni di questo incidente.
Vorremmo, però, oltre al cordoglio per queste persone cadute al servizio di tutti i nostri cittadini, ricordare anche tutti gli uomini delle forze dell'ordine e dell'Esercito che negli anni sono caduti al servizio della cittadinanza tutta ed esprimere la nostra grande vicinanza e il grande senso di rispetto nei riguardi di questi uomini, spesso sottopagati, malconsiderati e non rispettati, che troppo spesso perdono la vita per difenderci, sia in Italia sia in Paesi stranieri (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Signor Presidente, colleghi, il Governo partecipa al dolore e al lutto delle famiglie e assicura che nulla rimarrà intentato per individuare le cause dell'incidente e per far sì che simili incidenti non abbiano più a ripetersi.
È in questi momenti che ci rendiamo conto del grande ruolo che svolgono le forze di sicurezza, l'Esercito e tutti i servitori dello Stato nell'adempimento del loro dovere. Questo momento di lutto, è un momento di commozione, ma deve essere anche un momento di impegno nei confronti di chi serve la patria e serve alla nostra sicurezza.
Ancora una volta, ribadisco che il Governo non lascerà nulla di intentato per capire e per far sì che simili episodi non abbiano più a ripetersi (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. La Presidenza si associa alle parole pronunciate dai colleghi, nell'esprimere il cordoglio all'Aeronautica militare e alle famiglie delle vittime ed auspica, altresì, che, come è stato richiesto, da parte delle autorità si accertino sollecitamente e con trasparenza le cause dell'incidente.

Seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo in materia di lavori usuranti e di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro (Già articoli 23, 24, 32, da 37 a 39 e da 65 a 67 del disegno di legge n. 1441, stralciati con deliberazione dall'Assemblea il 5 agosto 2008) (A.C. 1441-quater-A) (ore 11,28).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo in materia di lavori usuranti e di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro.
Ricordo che nella seduta del 15 ottobre scorso è stato, da ultimo, approvato l'articolo 66.
Ricordo, altresì, che sono rimasti accantonati l'articolo 39-bis e le relative proposte emendative, l'articolo 39-quinquies e i relativi emendamenti, nonché l'articolo aggiuntivo 39-quinquies.0100 del Governo e i relativi subemendamenti. A tale riguardo, ricordo che la Commissione ha presentato (da ultimo, giovedì 23 ottobre) un nuovo emendamento e taluni subemendamenti, i cui testi (già trasmessi ai gruppi) sono ricompresi nel fascicolo n. 4.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-A).
Avverto che in quest'ultimo parere, ai fini del rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, è contenuta una condizione: sull'articolo 39-bis del testo il parere della predetta Commissione è di nulla osta subordinatamente all'approvazione dell'emendamento 39-bis.215 della Commissione.
Comunico che la Presidenza, tenuto anche conto del parere espresso dalla V Commissione (Bilancio), non ritiene ammissibili,Pag. 5a norma dell'articolo 123-bis del Regolamento, in quanto recano nuovi o maggiori oneri finanziari non compensati, in quanto privi di idonea quantificazione e copertura, i subemendamenti riferiti all'articolo aggiuntivo 39-quinquies.0100 del Governo di cui al citato parere.
Comunico, altresì, che la Presidenza non ritiene ammissibile l'emendamento 67-ter.100 del Governo, che reca l'interpretazione autentica del terzo comma dell'articolo 3 della legge 8 agosto 1972, n. 457, in materia di determinazione della retribuzione media convenzionale da porre a base per le prestazioni pensionistiche e per il calcolo della contribuzione degli operai agricoli a tempo determinato, materia estranea al provvedimento in esame.
Ricordo che il gruppo del Partito Democratico ha esaurito i tempi a sua disposizione previsti dal contingentamento (compresi quelli aggiuntivi concessi dalla Presidenza in ragione di un terzo rispetto a quelli previsti). Secondo la prassi, i deputati appartenenti a tale gruppo potranno intervenire per non più di un minuto, imputando tale tempo a quello previsto per gli interventi a titolo personale.
Avverto che al gruppo UdC residuano sei minuti, esauriti i quali i deputati appartenenti al gruppo potranno intervenire con le modalità sopra ricordate.
Avverto, altresì, che, non essendo ancora stato espresso il parere della Commissione bilancio sui subemendamenti riferiti all'emendamento 39-bis.215 della Commissione, non possiamo procedere all'esame dell'articolo 39-bis.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,31).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno avere luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Chiedo al relatore quali indicazioni voglia dare per la ripresa dei nostri lavori.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, per procedere con un certo ordine, sarebbe opportuno attendere il parere della Commissione bilancio sugli ultimi subemendamenti cui lei faceva riferimento, altrimenti, potremmo accantonare l'articolo 39-bis e procedere all'esame dell'articolo successivo.

PRESIDENTE. Dica lei, onorevole Cazzola.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, penso che sarebbe opportuno attendere il parere della Commissione bilancio, se, ovviamente, fosse possibile per la Commissione renderlo in tempi abbastanza rapidi.

PRESIDENTE. Non vedo in Aula il presidente della Commissione bilancio, l'onorevole Giancarlo Giorgetti.
Sospendo la seduta fino alle ore 12, con l'auspicio che la Commissione bilancio sia in grado di fornire il parere richiesto.

La seduta, sospesa alle 11,35, è ripresa alle 12,05.

PRESIDENTE. Comunico che è in distribuzione il parere reso dalla Commissione bilancio sui subemendamenti riferiti all'emendamento della Commissione 39-bis.215 (vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-A).
La Presidenza, tenuto anche conto di tale parere, non ritiene ammissibili, a norma dell'articolo 123-bis del Regolamento, in quanto recano nuovi o maggiori oneri finanziari non compensati, e quindi privi di idonea quantificazione e copertura, i subemendamenti Villecco Calipari 0.39-bis.215.1, 0.39-bis.215.3 e 0.39-bis.215.4, nonché il subemendamento Damiano 0.39-bis.215.2.

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(Esame dell'articolo 39-bis - A.C. 1441-quater-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-A).
Constato l'assenza dell'onorevole Cirielli che aveva chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative: s'intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pelino. Ne ha facoltà.

PAOLA PELINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non posso che esprimere viva soddisfazione per il risultato ottenuto con l'accettazione dell'emendamento della maggioranza, proposto dal Comitato dei nove di cui faccio parte, da parte della Commissione bilancio, riferito all'articolo 39-bis, che prevede il riconoscimento della specificità per la definizione degli ordinamenti, delle carriere e dei contenuti del rapporto di impiego e della tutela economica e pensionistica del ruolo delle Forze armate e delle forze di polizia, cui è stato aggiunto appunto il ruolo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
È stata prevista nel contempo, per renderne effettiva l'attuabilità, l'aggiunta di un successivo comma, per la consequenziale disciplina attuativa dei principi e degli indirizzi stabiliti con successivi provvedimenti legislativi per il reperimento delle risorse finanziarie, come da parere della Commissione bilancio in merito alle disposizioni sulla definizione delle predette specificità, che sono suscettibili di richiedere l'allocazione di risorse aggiuntive per fare fronte ai conseguenti oneri.
È un riconoscimento dovuto, poiché, al pari delle altre forze dell'ordine, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco svolge una funzione essenziale per la tutela dell'ordine pubblico e dell'incolumità dei cittadini.
Inoltre, non si poteva ignorare quanto previsto da aspetti e richiami normativi imprescindibili; quindi, l'inserimento del riferimento al Corpo dei vigili del fuoco nelle specificità predette è in tutta coerenza con le disposizioni di cui al decreto legislativo n. 300 del 1999 in materia di riorganizzazione del Governo. Infatti, all'articolo 14 dette disposizioni prevedono che al Ministero dell'interno sono attribuite le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di garanzia della regolare costituzione e del funzionamento degli organi degli enti locali e delle funzioni statali esercitate dagli enti locali di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, di difesa civile e di politica di protezione civile, di poteri di ordinanza in materia di protezione civile, di cittadinanza e immigrazione, di asilo, di soccorso pubblico, di prevenzione incendi.
È, perciò, fondamentale la considerazione che il Ministero svolge, attraverso il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, anche gli altri compiti ad esso assegnati dalla normativa vigente in materia di responsabilità e compiti di difesa civile, al fine di tutelare la continuità dell'azione di Governo e la salvaguardia del sistema sociale.
Il riconoscimento della specificità anche a questo Corpo, sollecitato dalle associazioni della categoria stessa all'interno del comparto sicurezza, pone rimedio all'ingiusta discriminazione che permaneva da troppo tempo e che si era tentato invano più volte di superare.
Grazie al nostro Governo si vuole porre un correttivo, sempre mirato ad introdurre misure più favorevoli rispetto a quelle già previste a legislazione vigente, al mancato allargamento della platea dei beneficiari delle provvidenze per le attività usuranti che, per motivi di finanza pubblica, la Commissione bilancio si è trovata costretta a deliberare (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, credo che anche per quanto riguarda l'articolo al nostro esame la maggioranza abbia dato nuovamente un segnale importante dell'indirizzo politico chePag. 7ha preso in questi primi mesi di mandato. Ricordo infatti che l'inserimento della specificità del Corpo nazionale dei vigili del fuoco si affianca a quanto già stabilito in relazione alle forze dell'ordine.
Ritengo dunque che un tale indirizzo di coerenza e una tale volontà espressa dal centrodestra rappresentino per il Paese un nuovo segnale di una maggioranza che considera le persone che tutelano la sicurezza dei nostri cittadini come soggetti da valorizzare e da tutelare, perché la sicurezza non si fa senza gli uomini che la portano avanti.
Per questa ragione, anche come Lega ci siamo battuti ed abbiamo fatto presente le nostre posizioni anche per quanto riguarda il Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Tutte le dichiarazioni che si sono ascoltate in quest'Aula (ma anche sui mezzi di informazione) e che indicavano la nostra coalizione come distante dalle promesse fatte ai cittadini oggi dunque vanno a cadere!
Grazie anche alla presentazione dell'emendamento 39-bis.215 della Commissione, rimarchiamo il programma elettorale ed il fatto che il mandato attribuitoci dagli elettori è sacro per la nostra coalizione.
Proprio per questo, in tutto l'articolato del disegno di legge n. 1441-quater-A abbiamo voluto inviare segnali importanti e portare avanti riforme rilevanti.
Ricordo quale esempio su tutti, per rammentare il trascorso dei lavori svolti in Aula sul disegno di legge n. 1441-quater-A, la valorizzazione della territorialità dei concorsi pubblici e tutta la materia relativa al contrasto di coloro che cercano di utilizzare i fondi destinati al welfare (e dunque alle fasce più deboli) con uno spirito di truffa che va contro gli interessi dei più deboli.
Perciò vogliamo sostenere con convinzione l'emendamento presentato all'interno del Comitato dei nove, perché credo che la strada portata avanti dalla coalizione e dalla Lega sia condivisa dal Paese, che proprio per questo ci ha dato il mandato e la maggioranza.
Invito dunque tutti i colleghi dell'Aula a portare avanti le linee intraprese fino ad oggi, per riuscire finalmente ad inviare il segnale di una decisione condivisa che però deve comunque essere presa (cosa che invece nelle maggioranze del passato non si è vista), e ad adottare provvedimenti concreti che riescano a modernizzare questo Paese che, da troppo tempo, vive in una situazione di stallo determinata dall'incapacità di decidere e di raggiungere accordi, cosa che invece, come stiamo dimostrando, in questa maggioranza sta avvenendo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, apprendo dalle agenzie (ma ne trovo conferma anche tra i componenti della Commissione) che il Governo avrebbe ritirato un proprio emendamento, non so se formalizzato o meno, che prevedeva di incrementare di 150 milioni di euro i fondi per la cassa integrazione straordinaria, con la motivazione che ciò avrebbe dilatato i tempi del dibattito, con la generica premessa di ripresentarlo al Senato.
Vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi sulla rilevanza di tale questione. Come è noto e come anche tutti i commentatori economici hanno scritto in questi giorni, ci attendono tempi duri, tempi di crisi di imprese, tempi di difficoltà per i lavoratori e, dunque, purtroppo, il ricorso a questo strumento di ammortizzazione sociale sarà, vieppiù, incrementato.
Pertanto, credo che sarebbe molto opportuno che il Governo, di fronte a questa contingenza emergenziale, si facesse carico di aumentare le coperture per la cassa integrazione. Mi sembra molto grave che, invece, si sacrifichi un intervento di questo genere, a tutela dei lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro, soltanto per non rallentare l'iter del provvedimento alla Camera.
Pertanto, rivolgo un appello al Governo, perché se questo emendamento esiste,Pag. 8conviene che venga tirato fuori e che venga presentato, qui ed oggi. Da parte nostra, ovviamente, vi è la piena disponibilità a votarlo.

PRESIDENTE. Onorevole Vietti, l'emendamento cui lei ha fatto riferimento non risulta presentato e, anche in ragione di questo elemento, ringrazio il sottosegretario Viespoli, che ha chiesto di parlare per fornire all'Aula i chiarimenti che lei ha richiesto. Prego sottosegretario, ne ha facoltà.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, l'intervento dell'onorevole Vietti mi consente di precisare che il Governo è consapevole dell'esigenza appena manifestata e, cioè, della necessità di supportare con ulteriori risorse finanziarie la dimensione del fondo destinato alla cassa integrazione straordinaria in deroga e alle procedure di mobilità. Tuttavia, come l'onorevole Vietti sa meglio di me, stiamo discutendo un provvedimento collegato che, quindi, non entrerà in vigore domani: pertanto, vi sono tutti i tempi per poter fronteggiare questo tema.
Confermo, in questa sede, l'impegno del Governo ad intervenire in tal senso. Ovviamente, il Governo terrà conto dell'intreccio con i lavori dell'Aula, delle esigenze del calendario e degli impegni rilevanti e significativi dell'Aula stessa rispetto alla sessione di bilancio.
Comunque, confermo che il Governo intende non solo portare a 600 milioni di euro quel fondo, ma che intende ulteriormente approfondire la questione. Forse, da questo punto di vista, la possibilità che, in seguito, al Senato si possa ritornare sull'argomento è utile, perché il Governo intende ulteriormente approfondire le questioni, verificare, monitorare, prevedere e, quindi, dimensionare il fondo, eventualmente anche in misura più significativa e più rilevante.
Vorrei aggiungere, per la tranquillità dell'Aula, che sicuramente è tutta particolarmente sensibile rispetto a questo tema, che nella consapevolezza delle difficoltà, proprio in questi giorni ed in queste ore, il Governo sta incontrando i rappresentanti di diverse regioni italiane per cercare di procedere ad integrazioni per il 2008 (e non per il 2009). Esso sta cercando di individuare ulteriori risorse necessarie per supportare le criticità che sono emerse in diverse regioni (si pensi, da ultimo, soltanto per il riferimento parlamentare, all'iniziativa di un gruppo dell'opposizione che ha posto al Governo alcune questioni relative all'indotto che riguarda la crisi, per esempio, della società Merloni).
Il Governo è attento anche alla prospettiva per il 2009: è una questione di tempi, onorevole Vietti, e di trovare la collocazione più giusta. È legittimo che l'opposizione, rispetto alla richiesta di celerità, chieda i termini per subemendare, ma è anche giusto che il Governo tenga conto dei tempi di lavoro dell'Aula.
Comunque, il suo intervento e la sua sensibilità mi consentono di affermare politicamente l'impegno ad affrontare in maniera adeguata le questioni che lei correttamente ha posto.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sul subemendamento Villecco Calipari 0.39-bis. 215.3...

PRESIDENTE. Onorevole Cazzola, le ricordo che il subemendamento Villecco Calipari 0.39-bis. 215.3 è inammissibile, l'ho comunicato poc'anzi.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Sono inammissibili anche i subemendamenti Villecco Calipari 0.39-bis. 215.3 e 0.39-bis. 215.4?

PRESIDENTE. Sì, onorevole Cazzola. Partiamo dall'emendamento 39-bis. 215 della Commissione.

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GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Mi scusi, signor Presidente, avevo capito che soltanto i subemendamenti Villecco Calipari 0.39-bis. 215.1 e Damiano 0.39-bis. 215.2 fossero stati dichiarati inammissibili.
Dunque, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 39-bis. 215 ed esprime parere favorevole sull'emendamento Cirielli 39-bis. 2, a condizione che venga riformulato nel modo seguente: «Aggiungere, in fine, il seguente comma: 2. Il Consiglio centrale di rappresentanza militare (COCER) partecipa, in rappresentanza del personale militare, alle attività negoziali svolte, in attuazione delle finalità di cui al comma 1, e concernenti il trattamento economico del medesimo personale.» Vanno, di conseguenza, espunte tutte le altre parole.

PRESIDENTE. Il Governo?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 39-bis. 215 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascierto. Ne ha facoltà.

FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, ci troviamo di fronte ad una situazione particolare. È vero che vi è un passo avanti: ossia, il riconoscimento delle attività negoziali e, quindi, un ruolo negoziale agli organismi di rappresentanza. Infatti, è bene ricordare che, fino ad oggi, pur partecipando alla contrattazione attraverso il ruolo che svolgono, tali organismi non lo possono svolgere in pieno e la firma del contratto viene apposta, insieme alla rappresentanza militare, dagli Stati maggiori.
Pertanto, l'aspetto positivo dell'emendamento Cirielli 39-bis. 2 consiste nel fatto che viene riconosciuto ai membri della rappresentanza militare di poter essere loro i rappresentanti delle esigenze del personale, e, quindi, non gli Stati maggiori, eliminando quella «anomalia» che vede come controparte l'istituzione alla Funzione pubblica. Pertanto, la rappresentanza militare assume un ruolo predominante nel trattare le esigenze del personale.
Proprio per questo motivo, trovo strano che, nel doversi sedere ad un tavolo per trattare sul benessere del personale, si elimini il rapporto di impiego. Stiamo parlando della Funzione pubblica; il rapporto di impiego riguarda i servizi notturni, le sedi disagiate, il trattamento accessorio dovuto soprattutto ai servizi più ad alto rischio; non stiamo parlando del rapporto di impiego all'interno dell'istituzione, dove vi è un'attività funzionale e gerarchica che va salvaguardata e rispettata. Pertanto, sembra assurdo, ad esempio, che i colleghi dei sindacati possano discutere del servizio notturno oppure disagiato e il Cocer non lo possa fare nella stessa sede. Mi sembra, tra l'altro, difficile da comprendere che non si possa parlare del trattamento previdenziale, che è una delle questioni più importanti del personale militare.
Vorrei chiedere se vi sia la possibilità di un ulteriore sforzo, ben consapevole comunque che quello che stiamo compiendo è un passo in avanti, anche perché la riforma della rappresentanza militare è ormai una grande necessità: sono mutati i tempi, è una legge del 1988 e, quindi, vi è una storia diversa, si sono aperte nuove frontiere anche nel rapporto istituzionale sia all'interno del Parlamento, che all'interno della Funzione pubblica.
Pertanto chiederei, se possibile, al Governo e al relatore di mantenere il testo così com'è.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indico...

GIOVANNI PALADINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Se fosse possibile, a futura memoria, segnalare per tempo che si intende chiedere la parola...

Pag. 10

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, mi scusi, è in votazione la proposta emendativa relativa ai Vigili del fuoco, pensavo si trattasse dell'emendamento Cirielli 39-bis.2. Parlerò dopo, mi volevo rifare a quello che ha detto il collega Ascierto.

PRESIDENTE. Non abbiamo bisogno, come dire, dei suoi sentimenti, abbiamo soltanto bisogno di sapere se intende parlare o meno.
Passiamo ai voti. Ricordo che la Commissione Bilancio ha espresso parere favorevole sull'articolo 39-bis del testo al nostro esame subordinatamente all'approvazione dell'emendamento 39-bis. 215 della Commissione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 39-bis. 215 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 315
Astenuti 182
Maggioranza 158
Hanno votato
315).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Prendo altresì atto che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cirielli 39-bis. 2.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione proposta.

FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, accetto la riformulazione proposta, è un bel passo avanti.

PRESIDENTE. Sta bene. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, l'onorevole Ascierto accetta la riformulazione dicendo che è stato fatto un passo avanti. Io la accetto con dispiacere, mi spiace dirglielo, nel senso che, purtroppo, quello che ha detto l'onorevole Ascierto è la verità reale ed essenziale.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei farvi riflettere su un tema molto importante. Noi, in seguito, andremo ad approvare l'articolo 39-bis, concernente la specificità delle Forze armate e delle forze di Polizia, che prevede: «Ai fini della definizione degli ordinamenti, delle carriere e dei contenuti del rapporto di impiego e della tutela economica, pensionistica e previdenziale, è riconosciuta la specificità del ruolo delle Forze armate e delle Forze di polizia, nonché della condizione di stato giuridico del personale ad esse appartenente, in dipendenza della peculiarità dei compiti, degli obblighi e delle limitazioni personali, previsti da leggi e regolamenti, per le funzioni di tutela delle istituzioni democratiche e di difesa dell'ordine e della sicurezza interna ed esterna, nonché per i peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti e i correlati impieghi in attività usuranti».
Ebbene, ritengo che l'emendamento presentato dai colleghi Ascierto, Cicu, Cirielli e Fallica, sia determinante per la funzione dei Cocer, innanzitutto perché il Cocer non svolge attività di contrattazione, ma di concertazione. Quindi, non tratta come i sindacati di polizia, ma concerta. Io trovo qui, in quest'Aula, davvero sconcertante, e dico sconcertante, caro relatore, che eliminiate i tre punti essenziali per il Cocer per avere un minimo di rappresentanza all'interno delle rappresentanze militari. Eliminate tre punti importanti ed essenziali per le rappresentanze militari e venite, oggi, in quest'Aula a dire che avete portato avanti un punto a favore di tali rappresentanze. Lasciate ad esse il trattamento economico, che non serve assolutamente che sia previsto dall'articolo in esame: il trattamento economico nella concertazione è infatti previsto, dopo la legge n. 121 del 1981, recante l'ordinamento e il regolamento delle forze diPag. 11polizia a stato civile, anche per la rappresentanze militari. Quindi non capisco come possa essere collocato nell'emendamento all'esame, che è ben fatto e che ha visto, da parte dei presentatori, la possibilità di poter incidere sui seguenti presupposti delle rappresentanze militari: il benessere del personale, il trattamento accessorio e tutte le attività, anche pensionistiche, che possono essere importanti per tali rappresentanze.
Non capisco, poi, perché vi preoccupate: il rapporto di impiego non è il rapporto di servizio, esso riguarda esclusivamente altri aspetti, quindi non vanno intaccate le rappresentanze militari, il loro lavoro, ma soprattutto non vanno intaccati gli ufficiali che non vogliono questo tipo di atteggiamento, perché si entra in un contesto diverso.
Credo pertanto che oggi, in questo Parlamento, al di là di quella che potrà essere la futura riforma della rappresentanza militare e che potrà incidere fortemente, voi umiliate il Cocer, dei Carabinieri e di tutte le Forze armate, perché non permettete loro, non tanto di poter contrattare, perché non contrattano, ma di poter almeno concertare il loro rapporto di impiego, il loro stato giuridico, il loro stato del personale.
È incredibile: prima lo prevedete, e chiaramente, in un articolo interessante e intelligente, e poi lo riformulate, cercando di togliere alle rappresentanze militari il loro presupposto giuridico, che dovrebbe invece essere riconosciuto in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Questo dovrebbe essere un Parlamento dei diritti, non un Parlamento dei soprusi, non un Parlamento che approva questo tipo di atteggiamento contro le rappresentanze militari. Ritengo che si tratti non di un atto di avanzamento, ma di arretramento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, questa è una materia molto delicata ed il modo con cui si sta affrontando racchiude e nasconde una semplificazione a mio avviso preoccupante. Quando, proprio in materia di principi di disciplina militare, fu approvata la legge n. 382 del 1978, con la quale furono istituite anche le rappresentanze militari, si diede certamente alle Forze armate una possibilità in più di collegarsi con il circuito della nostra società, anche attraverso una serie di momenti di rappresentanza e quindi di negoziazione per i loro problemi. Il dato vero è se vogliamo mortificare, o quanto meno affievolire, la peculiarità dello status militare evidenziata anche dalla legge n. 382.
Certo, anch'io auspico la riforma della rappresentanza militare, che è diventata in fondo urgente, e lo era già quando c'è stata la riforma della Polizia di Stato, con la legge n. 121 del 1981. Esiste, però, un grosso problema, signor Presidente: non ritengo che gli organismi di rappresentanza militare possano svincolarsi dal rapporto gerarchico. Se li svincoliamo da tale rapporto ed allineiamo la rappresentanza militare al sindacato, dando la possibilità di negoziare anche l'impiego, viene meno il principio fondamentale della specificità dello status militare. Ecco perché ritengo che il Governo, con la riformulazione dell'emendamento 39-bis.2 degli onorevoli Ciriello ed Ascierto, abbia mantenuto un atteggiamento prudenziale rispetto a questa materia.
Per tale motivo condivido la riformulazione, accettata anche dall'onorevole Ascierto, e voterò a favore dell'emendamento, come riformulato, con l'impegno che tutta questa tematica venga svincolata dalla demagogia, dal populismo o quanto meno dalle fughe in avanti, che certamente non fanno giustizia rispetto ad un patrimonio che pure dobbiamo conservare all'interno del nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villecco Calipari. Ne ha facoltà.

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor Presidente, intervengo per indicarePag. 12due particolari elementi di riflessione svolti dal nostro gruppo in ordine al tema contenuto nell'articolo 39-bis (relativo alla specificità del personale delle Forze armate), che a nostro avviso suscita una certa perplessità.
La prima perplessità riguarda le modalità prescelte, vale a dire l'introduzione di questa norma di principio, che di fatto rimane una norma manifesto, una norma vuota, in cui dopo sei riformulazioni, tutte interne e volute dalla maggioranza, si è arrivati ad affermare un principio che non ha assolutamente copertura e risorse finanziarie. Pertanto, si tratta di un principio vuoto.
Il secondo punto che voglio mettere in evidenza è emerso, tra l'altro, anche nel nostro incontro con le rappresentanze militari e con i sindacati di polizia nell'assemblea sulla «Sicurezza senza soldi», in cui ci hanno fatto riflettere sul concetto di questo tipo di specificità e oggi, proprio con la riformulazione che il Governo chiede sull'emendamento Cirielli 39-bis.2, devo ammettere che, effettivamente, questo aspetto sta prendendo forma. Essi sostengono che definire, appunto, con legge la specificità dello status militare senza ...

PRESIDENTE. Onorevole Villecco Calipari, il suo tempo è terminato.

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Villecco Calipari, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cirielli 39-bis.2, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 293
Astenuti 204
Maggioranza 147
Hanno votato
292
Hanno votato
no 1).

Passiamo alla votazione dell'articolo 39-bis.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà.

JOLE SANTELLI. Signor Presidente, stamattina in quest'Aula con l'emendamento 39-bis.215 della Commissione, appena approvato, si è riusciti ad ottenere una vittoria che è storica per tutte le politiche della sicurezza. Infatti, finalmente si è riusciti ad ottenere, come da troppo tempo era richiesto sia da parte degli operatori sia anche da gran parte della politica, che le forze dell'ordine e le Forze armate, e nel caso di specie anche i vigili del fuoco, potessero essere considerati, nella specificità del loro impiego, cosa diversa dal pubblico impiego.
Questa era una delle domande più pressanti che veniva dagli operatori del settore ed era una delle promesse principali effettuate da questa maggioranza e dal Presidente Berlusconi. Oggi, con il voto di quest'Aula, finalmente tale promessa si realizza, almeno per questo ramo del Parlamento.
Al di là delle motivazioni e delle conseguenze, l'aspetto più importante è che questa vittoria diventa una pietra miliare per la costruzione di una nuova politica di sicurezza che tenda ad esaltare la professionalità degli operatori del settore e a riconoscerne, in ogni momento, e anche in quest'Aula, la peculiarità.
Per tale ragione, siamo particolarmente lieti e gradiamo questa importante riforma. Abbiamo apprezzato che sull'emendamento della Commissione l'opposizione si sia semplicemente astenuta ePag. 13non abbia espresso voto contrario. È evidente che questo non è che il primo passo verso la costruzione di politiche diverse, ma finalmente dopo dieci, vent'anni di annunci, questo primo passo, almeno, è stato fatto (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervengo solo per un minuto. Ritengo che dobbiamo ribadire un concetto: la nostra astensione sta nella cose di un atto in ordine al quale auspichiamo che quanto detto oggi dall'onorevole Santelli si verifichi, vale a dire che questo non sia solo un manifesto vuoto.
Va infatti ribadito che la specificità è una cosa molto seria e attesa dagli operatori delle forze di polizia, dalle Forze armate e dai vigili del fuoco, ma anche che stiamo esaminando un collegato alla manovra finanziaria e, pertanto, se il Governo lo avesse ritenuto, avrebbe potuto stanziare le risorse. Il fatto che queste risorse non siano arrivate è un segnale che ci preoccupa.
L'astensione vuol dire che ci attendiamo che nella legge finanziaria il Governo venga qui con le risorse, con un emendamento specifico, per far sì che la battaglia che le forze di polizia, le Forze armate e i vigili del fuoco conducono, con il sostegno anche del Partito Democratico, trovi una sua composizione, nel rispetto delle aspettative.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, intervengo solo per annunciare il voto favorevole del gruppo Unione di Centro e per ricordare all'onorevole Santelli che è stata molto disattenta, perché l'UdC ha votato già a favore sugli emendamenti precedenti.
Vorrei aggiungere che su questo articolo c'è stato uno scontro durissimo nella maggioranza, che oggi si ricompatta su una formulazione, che è certamente importante, circa il riconoscimento della specificità delle Forze armate, delle forze di polizia e dei vigili del fuoco, ma su cui in Commissione si erano registrati ulteriori passi in avanti. Ci dispiace, quindi, che questa diversità all'interno della maggioranza non abbia consentito un'approvazione piena di questo articolo, secondo quelle finalità largamente condivise da questo Parlamento.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

TERESIO DELFINO. Pertanto esprimiamo con soddisfazione il nostro voto favorevole, però - mi permetta, signor Presidente, solo questa battuta - attendiamo il Governo sui finanziamenti, perché oggi è stata fatta una cosa importantissima, che però è una pura affermazione di principio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale. Capisco che in periodi di magra per una maggioranza che, venendo continuamente blindata, non può esprimersi, si possa fare del trionfalismo su questo articolo, ma avremmo preferito che questo riconoscimento di specificità stesse dentro alla legge, perché di storico qui c'è soltanto che stiamo scrivendo in una legge che dobbiamo fare un'altra legge: a me pare che tutto questo sia leggermente ridicolo, cara collega!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ascierto. Ne ha facoltà.

FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, voglio esprimere la mia personale soddisfazionePag. 14per il risultato dell'impegno nelle tante battaglie sostenute in Parlamento per riconoscere a militari e poliziotti quella diversità dal pubblico impiego (con tutto il rispetto per il pubblico impiego) che hanno. Oggi c'è qualcosa di nuovo: viene riconosciuto lo status giuridico differente, la peculiarità dei compiti, la diversità delle funzioni, l'efficienza operativa, i disagi e i rischi, e ritengo che non sia poco. Desidero rivolgere un ringraziamento alla Commissione, per quanto ha fatto per riconoscere la specificità alle forze dell'ordine, e a tutti i parlamentari che si sono impegnati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, intervengo per dichiarare che anche l'Italia dei Valori voterà a favore dell'articolo 39-bis. Devo riconoscere, perché chi fa politica lo deve fare, alla maggioranza e al presidente, che ringrazio, di aver lavorato molto bene su questo articolo, e cercato più volte, ritirando o proponendo emendamenti, una soluzione: è stato svolto un lungo lavoro in Commissione.
Devo anche dire che l'attuale formulazione dell'articolo, anche se è un'affermazione di principio, reca un riconoscimento di specificità. È vero però che, all'interno di questa norma, vi è la previsione di un'altra legge che dovrà stanziare i fondi, prevedere tale specificità e dettare la disciplina con provvedimenti legislativi successivi, ma mi auguro che ciò avvenga al più presto, affinché la conquista della specificità delle Forze armate e delle forze di polizia non rimanga solo una legge scritta su un foglio e un'affermazione di principio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39-bis, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 320
Astenuti 184
Maggioranza 161
Hanno votato
317
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che la deputata Mura ha segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.

(Ripresa esame dell'articolo 39-quinquies - A.C. 1441-quater-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 39-quinquies e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C.1441-quater-A).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Damiano 39-quinquies.1, Paladini 39-quinquies.2 e 39-quinquies.3, Damiano 39-quinquies.4, 39-quinquies.5 e 39-quinquies.6.
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 39-quinquies.200.
Il parere della Commissione è contrario sull'emendamento Damiano 39-quinquies.7
Infine, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 39-quinquies.201.

PRESIDENTE. Il Governo?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

Pag. 15

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 39-quinquies.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 468
Astenuti 33
Maggioranza 235
Hanno votato
206
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che il deputato Fucci ha segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 39-quinquies.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 464
Astenuti 32
Maggioranza 233
Hanno votato
201
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che il deputato Fucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 39-quinquies.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 484
Astenuti 2
Maggioranza 243
Hanno votato
226
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che la deputata Bernini Bovicelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 39-quinquies.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 494
Maggioranza 248
Hanno votato
230
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che il deputato Favia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 39-quinquies.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Schirru. Ne ha facoltà.

AMALIA SCHIRRU. Signor Presidente, intervengo per ribadire che con l'emendamento in esame vogliamo la soppressione della lettera c) del comma 1 dell'articolo 39-quinquies, laddove si parla di razionalizzazione e semplificazione dei documenti da presentare per le persone che usufruiscono dei permessi ai sensi della legge n. 104 del 1992. Chiediamo la soppressione in quanto, così come nell'intero articolo, intravediamo la volontà da parte del Governo di peggiorare le possibilità di usufruire dei giorni di permesso per le persone gravemente malate.
Riteniamo, inoltre, che su un tema così delicato ed importante non si possa prescindere, così come abbiamo ribadito anche in Commissione e nel Comitato dei nove, dall'ascolto delle associazioni e di chi ha chiesto di guardare alla vita concreta delle persone.

Pag. 16

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Codurelli. Ne ha facoltà.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, rispetto alla delega al Governo nel complesso siamo contrari, dal momento che su un tema di questa importanza chiediamo un confronto vero in Parlamento e nelle Commissioni competenti. Chiediamo disponibilità suffragata da dati reali, che purtroppo ci consegnano una realtà molto diversa tra nord e sud, tra paese e paese. Dunque, crediamo che anche rispetto ai permessi siamo ad un livello preoccupante soprattutto sui dati dei permessi di paternità. Si tratta di leggi importanti, come la n. 53 del 2000, definita tra le più importanti a sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione, per il coordinamento dei tempi della città, poi seguita da decreti e circolari. Crediamo, proprio per questo motivo e per l'importanza che pone a noi tutti, che è un discorso vitale per la conciliazione dei tempi. Vogliamo un approccio...

PRESIDENTE. Onorevole Codurelli, deve concludere.

LUCIA CODURELLI. ...non punitivo, come invece questo Governo tende...

PRESIDENTE. La ringrazio. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 39-quinquies.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 478
Astenuti 26
Maggioranza 240
Hanno votato
209
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che il deputato Compagnon ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 39-quinquies.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 464
Astenuti 28
Maggioranza 233
Hanno votato
203
Hanno votato
no 261).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 39-quinquies.200 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 495
Astenuti 7
Maggioranza 248
Hanno votato
486
Hanno votato
no 9).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 39-quinquies.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, il senso di questo nostro emendamento è molto chiaro: nel momento in cui si mette mano alla complessa materia delle aspettative e dei permessi sindacali riteniamo giusto richiamare una norma fondamentale del nostro ordinamento giuridico,Pag. 17quale lo Statuto dei lavoratori (legge n. 300 del 1970) ed i principi a cui tale legge si ispira.
L'esigenza, a nostro avviso, è quella di mantenere e dar modo ai lavoratori e ai rappresentanti dei lavoratori, i sindacalisti, di svolgere al meglio il ruolo che la legge e la Costituzione assegna loro. Riteniamo quindi incomprensibile il parere contrario del relatore e del Governo, atteso che si tratta di un emendamento assolutamente migliorativo della delega.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 39-quinquies.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 498
Astenuti 3
Maggioranza 250
Hanno votato
234
Hanno votato
no 264).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 39-quinquies.201 della Commissione.

ROBERTO ZACCARIA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO ZACCARIA. Signor Presidente, chiedo di intervenire per un richiamo al Regolamento in riferimento a questo emendamento. Il riferimento al Regolamento è all'articolo 16-bis, comma 6-bis, che si riferisce alle competenze del Comitato per la legislazione con riferimento alle deleghe legislative.
Come lei sa, signor Presidente (ma certamente non sanno tutti i nostri colleghi), in questi primi sei mesi di legislatura sono state inserite in provvedimenti legislativi in corso oltre trenta deleghe. Dico questo perché nella legislatura precedente, con riferimento al periodo di un anno (2007), le deleghe approvate erano state ventidue. Quindi, noi viaggiamo su un ritmo di deleghe molto elevato quasi il triplo rispetto alla proiezione-anno. Queste deleghe tra l'altro non rispondono ai principi dell'articolo 76 della Costituzione, sono infatti deleghe in qualche modo nascoste che vengono introdotte nel testo durante l'esame parlamentare e, a volte, addirittura in Aula.
Le voglio fare l'esempio di una delega che rispetta nella forma e non nella sostanza i principi costituzionali; si tratta di una delega che contiene sì principi e criteri direttivi, però il Comitato per la legislazione aveva espresso l'auspicio di integrare questi principi perché essi hanno ad oggetto la redazione corretta del testo, ma non sono «i principi e i criteri direttivi» di cui parla l'articolo 76.
Il richiamo al Regolamento sta in ciò (già un'altra volta l'ho posto): è necessario che anche in Aula il Comitato per la legislazione possa in qualche modo interloquire perché svolge un servizio al Parlamento. Vedete, la delega è un atto fondamentale, si discutono i principi e si delega al Governo, ma quando la delega è in bianco come qui, perché si tratta solo di principi formali, il Parlamento rinuncia ad una sua prerogativa e la trasferisce al Governo. Pertanto le chiedo di rinnovare questo invito alla Giunta per il Regolamento perché in questa materia l'Aula sia responsabile, e quando si spoglia di una prerogativa lo faccia in maniera consapevole.

PRESIDENTE. Onorevole Zaccaria, come ebbi modo di dirle in un'altra circostanza, è opportuno porre la questione che lei ha sollevato all'attenzione della Giunta per il Regolamento. Grazie.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 39-quinquies.201 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 18

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 318
Astenuti 176
Maggioranza 160
Hanno votato
315
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che il deputato Portas ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che i deputati Bernini Bovicelli, Cassinelli e Golfo hanno segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimerne uno favorevole. Prendo altresì atto che la deputata De Girolamo ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 39-quinquies.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Codurelli. Ne ha facoltà.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, intervengo per sottolineare ancora l'aspetto che avevo enunciato prima e che è stato ora richiamato. Noi diciamo «no» a questa delega per i motivi sopra citati, per quanto affermato poc'anzi dall'onorevole Zaccaria e perché riteniamo che tutti questi provvedimenti siano di importanza vitale per la vita di tutti i giorni, per il lavoro quotidiano, per la conciliazione dei tempi di vita con quelli di lavoro. Con riferimento a leggi che sono valutate dichiaratamente in modo positivo da tutti non possiamo assolutamente pensare di consegnare una delega in bianco; noi non possiamo assolutamente accettarlo, tanto più in un'ottica punitiva, e non, invece, in quella di cercare di fare applicare leggi importanti come quelle in discussione. Non si può parlare di supporto alla maternità e alla paternità e poi approcciarsi alla materia in questo modo; dunque, il problema semmai è quello di valutare complessivamente l'utilizzo che ne viene fatto, nonché le motivazioni per cui i permessi di paternità sono a livello così scandalosamente basso. Quindi noi...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Codurelli.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, intervengo solo per sottolineare che questa materia ha aspetti anche fortemente contrattuali. Noi riteniamo che alcuni emendamenti che andavano in questa direzione, come quello contenente il riferimento alla legge n. 300 del 1970, avrebbero reso più puntuale l'articolato; comunque, conveniamo sull'esigenza di un intervento in via generale su questa materia per cui, stanti le luci ed ombre di questo articolo aggiuntivo, noi ci asterremo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39-quinquies, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 450
Astenuti 54
Maggioranza 226
Hanno votato
272
Hanno votato
no 178).

Prendo atto che la deputata D'Antona ha segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sui subemendamenti all'articolo aggiuntivo 39-quinquies.0100 del Governo.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, mi consenta, prima di illustrare il parere sui subemendamenti miPag. 19corre l'obbligo di ricordare che la materia trattata nella norma in esame è stata oggetto di preoccupazione e di polemiche all'interno e al di fuori di quest'Aula. Anche per questi motivi devo dare atto che l'articolo aggiuntivo è stato oggetto di un particolare impegno sia della Commissione lavoro, in particolare del Comitato dei nove, sia della Commissione bilancio, in stretto rapporto con il Governo. Credo di poter dire che l'approdo a cui siamo pervenuti attraverso il dibattito è diverso dalla partenza; ovviamente, la discussione e il voto corrisponderanno al libero convincimento che i colleghi e i gruppi si sono formati. Tuttavia, voglio ringraziare tutti i colleghi, di maggioranza e di opposizione, di ambedue le Commissioni per aver contribuito a realizzare quanto mi accingo ad esporre.
La Commissione esprime parere contrario sui subemendamenti Damiano 0.39-quinquies.0100.1, Paladini 0.39-quinquies.0100.23 e Delfino 0.39-quinquies.0100.17.

PRESIDENTE. Ricordo che gli identici subemendamenti Damiano 0.39-quinquies.0100.2 e Paladini 0.39-quinquies.0100.22 sono inammissibili, al pari del subemendamento Argentin 0.39-quinquies.0100.3. Prego, prosegua, onorevole Cazzola.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione dei suoi subemendamenti 0.39-quinquies.0100.202 e 0.39-quinquies.0100.201 (nuova formulazione).

PRESIDENTE. Ricordo che i subemendamenti Livia Turco 0.39-quinquies.0100.4, Paladini 0.39-quinquies.0100.24, Damiano 0.39-quinquies.0100.5 e Delfino 0.39-quinquies.0100.18 sono inammissibili. Prego, prosegua, onorevole Cazzola.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Sì, signor Presidente, tali subemendamenti sono inammissibili anche perché sono assorbiti dal subemendamento 0.39-quinquies.0100.203 (nuova formulazione) della Commissione, del quale la stessa raccomanda l'approvazione.
La Commissione esprime parere contrario sui subemendamenti Damiano 0.39-quinquies.0100.6 e 0.39-quinquies.0100.7.

PRESIDENTE. Ricordo che i subemendamenti Livia Turco 0.39-quinquies.0100.8 e Argentin 0.39-quinquies.0100.9 sono inammissibili. Prego, prosegua, onorevole Cazzola.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sul subemendamento Delfino 0.39-quinquies.0100.20.

PRESIDENTE. Ricordo che gli identici subemendamenti Murer 0.39-quinquies.0100.10 e Paladini 39-quinquies.0100.25 sono stati dichiarati inammissibili e che il subemendamento 0.39-quinquies.0100.11 risulterà precluso. Ricordo, altresì, che gli identici subemendamenti Damiano 0.39-quinquies.0100.12 e Paladini 39-quinquies.0100.26 sono stati dichiarati inammissibili. Onorevole Cazzola, la invito ad esprimere il parere della Commissione sui successivi subemendamenti.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sul subemendamento Lenzi 0.39-quinquies.0100.13, mentre esprime parere favorevole sul subemendamento Delfino 39-quinquies.0100.21, a condizione che esso sia riformulato nei termini che mi accingo a precisare. La preoccupazione dei presentatori del subemendamento Delfino 39-quinquies.0100.21 è quella di far salva la normativa sulla privacy. Se i presentatori sono d'accordo, propongo la seguente riformulazione: al comma 6 dell'articolo aggiuntivo 39-quinquies.0100 del Governo, dopo le parole: «La Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica è autorizzata al trattamento dei dati personali e sensibili» aggiungere le seguenti: «secondo la normativa vigente in materia di privacy».Pag. 20L'articolo aggiuntivo del Governo prosegue - sarà quindi necessario un coordinamento legislativo -: «di cui al comma 4, la cui conservazione non può comunque avere durata superiore a ventiquattro mesi».
La Commissione esprime parere contrario sugli identici subemendamenti Damiano 0.39-quinquies.0100.14 e Paladini 0.39-quinquies.0100.27, nonché sui subemendamenti Damiano 39-quinquies.0100.15 e Livia Turco 39-quinquies.0100.16. La Commissione esprime, altresì, parere favorevole sul subemendamento Delfino 39-quinquies.0100.19, a condizione che esso sia riformulato nei termini seguenti: «Rimangono fermi gli obblighi previsti dal secondo comma dell'articolo 6 della legge 26 maggio 1970 n. 381, dal decimo comma dell'articolo 11 della legge 27 maggio 1970 n. 382 e dal quarto comma dell'articolo 8 della legge 30 marzo 1971, n. 118, concernenti l'invio degli elenchi delle persone sottoposte ad accertamenti sanitari contenenti solo nome, cognome e indirizzo, rispettivamente all'ente nazionale per la protezione e l'assistenza dei sordi, all'Unione italiana ciechi e degli ipovedenti, all'associazione nazionale dei mutilati ed invalidi civili». La riformulazione è dovuta al fatto che le citazioni legislative contenute nel subemendamento Delfino 39-quinquies.0100.19 non sono corrette. La Commissione, infine, accetta l'articolo aggiuntivo 39-quinquies.0100 del Governo.

PRESIDENTE. Il Governo?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, sia in merito ai pareri espressi, sia rispetto alla valutazione iniziale circa la positività del lavoro svolto, sulla base del confronto tra maggioranza e opposizione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del subemendamento Damiano 0.39-quinquies.0100.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, ribadisco ancora una volta che mi sembra assolutamente indecoroso considerare la legge n. 104 del 1992 in questo contesto. Chiedo al Ministro un'attenzione rispetto al fatto che siamo partiti dai genitori e parenti dei disabili, senza invece andare a colpire i falsi disabili che da anni lavorano nella pubblica amministrazione. Credo, quindi, che ancora una volta ci troviamo ad attaccare le persone più deboli. Ben venga che siano i furbastri ad essere penalizzati, ma mi chiedo quanti genitori subiranno limiti da queste norme e come sia ingiusto, dal punto di vista politico e sociale, considerare la disabilità come un privilegio e non come un diritto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, quindici giorni fa il Ministro ci invitava a scegliere se stare dalla parte degli opportunisti oppure no. Non era questa la questione: dovevamo scegliere se stare dalla parte delle famiglie con una persona disabile oppure no. La scelta che è stata compiuta, ahimè, peggiora la condizione delle famiglie. Ricordate l'esempio che è stato fatto? Il nipote che usa tre giorni di permesso per aiutare la zia distante 500 chilometri. Ebbene, questa è una fattispecie che non esiste nella legge n. 104 del 1992.
È un abuso! Queste norme non colpiscono questi abusi.
Dunque, a cosa servono queste norme, che restringono le possibilità per la famiglia di assistere una persona disabile? Servono a risparmiare qualche soldo, ma hanno una conseguenza pesante, perché rischiano di riportare i disabili all'internoPag. 21delle istituzioni totali, cioè di internare i disabili negli istituti. Questo è un pessimo servizio per la famiglia.
Signor Ministro, pensi che in queste famiglie ci sono anche altri bambini e minori, se non ci fossero i permessi...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Miotto, ha esaurito il tempo a sua disposizione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Schirru. Ne ha facoltà.

AMALIA SCHIRRU. Signor Presidente, riconosciamo che il lavoro svolto nel Comitato ristretto, proprio grazie al contributo dato dal Partito Democratico, ha ridotto il danno rispetto alla stesura originaria. Restano, comunque, fermi alcuni nodi. Per esempio, non si riconosce il diritto al permesso retribuito a entrambi i genitori, ma solo in modo alternato. Questo va contro i pronunciamenti, anche gli ultimi, del Consiglio di Stato, che ha riconosciuto la possibilità di ottenere i permessi anche da parte di un lavoratore il cui coniuge non lavori.
Le preoccupazioni restano ancora per quanto riguarda i disabili e i malati oncologici, che vivono in territori disagiati e che impiegano tempi...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Schirru, ha esaurito il tempo a sua disposizione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Porcu. Ne ha facoltà.

CARMELO PORCU. Signor Presidente, quindici giorni fa abbiamo avuto una discussione importante in quest'Aula. Il lavoro svolto dalle Commissioni in questo periodo, come ha rilevato il relatore, è stato molto produttivo e importante. La proposta del Governo è stata esaminata e migliorata e il Governo ha partecipato attivamente a questa riformulazione, ma vorrei interloquire ancora con il Ministro su due aspetti fondamentali.
Il primo aspetto, signor Presidente, riguarda il fatto che questa parte della legge n. 104 del 1992, nata effettivamente come aiuto ai disabili, si è trasformata durante, il corso degli anni, in alcuni deprecabili casi, in aiuto ai parenti dei disabili. I parenti ovviamente hanno diritto ad essere aiutati, ma l'antico vizio italico della furbizia, qualche volta, ha impedito a questa legge di realizzare quel beneficio sociale al quale tutti noi aspiriamo.
Quindi, l'importante è che il Governo vigili attentamente sul problema dei furbi, perché non diventi, con queste norme in via di approvazione, una piaga assolutamente infrenabile. Pertanto, occorre colpire fortemente gli abusi e le furbizie, far sì che a godere di questa legge siano i veri invalidi e le famiglie che, spesso in solitudine e con gravi carenze delle pubbliche amministrazioni, assistono i disabili. Non c'è dolore più grande di quello delle famiglie che si vedono sole e abbandonate nell'assistere i propri cari gravemente disabili. Il Governo deve farsi carico di questo problema, non soltanto per far fronte a questa legittima e morale esigenza di giustizia sociale, ma anche per promuovere una sana economia nel Paese. Infatti, è meglio che i disabili rimangano nelle proprie famiglie, piuttosto che vengano spediti negli istituti, perché anche così viene migliorata la condizione della finanza pubblica.
Signor Presidente, avremmo desiderato che il problema della revisione della legge n. 104 del 1992, che anch'esso esiste nel panorama sociale italiano, fosse affrontato in un'altra sede e con altri metodi, ma riconosciamo che il lavoro svolto dalle Commissioni è assolutamente importante e che l'opposizione, come avevamo chiesto nel nostro intervento di qualche giorno fa, ha dato un suo sostanziale contributo. Speriamo veramente che sia l'ultima volta che una questione socialmente così rilevante venga affrontata esclusivamente in un'ottica di tagli e di cesoie.
Devo dire ancora una volta, signor Presidente, che mi rammarico molto che la XII Commissione permanente (Affari sociali) di questa Camera, competente per materia su questo settore, non sia stataPag. 22chiamata in alcun modo ad esprimere nemmeno un parere su questa vicenda (Applausi della deputata Argentin).
Vorrei che i regolamenti parlamentari e la sensibilità politica dei colleghi imponessero che almeno la Commissione di merito fosse chiamata a dire una sua parola, così importante in questo delicato settore (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, abbiamo approfondito questa materia con grande partecipazione e attenzione, senza alcun pregiudizio strumentale rispetto alla volontà del Governo, che già avevamo a suo tempo seguito con attenzione sull'articolato del decreto-legge n. 112 del 2008, perché siamo contrari agli abusi in materia.
Vogliamo una tutela vera delle famiglie che hanno nel proprio ambito un portatore di handicap o un diversamente abile in situazione di gravità; abbiamo combattuto una battaglia parlamentare per il miglioramento di questi emendamenti, sia nella sede della Commissione lavoro sia in sede di Commissione bilancio; diamo anche atto che la stesura, così come risulta da questo aspro confronto parlamentare, costituisce certamente un rilevante passo in avanti.
Diremo soltanto che su questo subemendamento ci asterremo. Voteremo ancora alcuni emendamenti, perché il dato di fondo della nostra contestazione, Ministro Brunetta...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

TERESIO DELFINO. ...era che questa materia, avendo lei già avuto una delega specifica ad intervenire, poteva essere rinviata ad un'altra sede.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Calvisi. Ne ha facoltà.

GIULIO CALVISI. Signor Presidente, intervengo solo su un punto, perché questa modifica, che restringe la possibilità di fare ricorso ai permessi lavorativi, viene presentata come una lotta agli abusi, agli sprechi e a quant'altro.
Vorrei contestare questo punto, perché, quando per la concessione dei permessi lavorativi per malattia si passa dal principio della gravità della malattia a quello del ricovero ospedaliero, si incentivano le famiglie a fare ricorso al ricovero ospedaliero. Infatti, le famiglie da sole non ce la fanno e, allora, faranno ricoverare le persone che oggi assistono in famiglia presso una struttura ospedaliera. Quello che si fa pagare, o meglio, quello che non si fa pagare all'assistenza, lo si fa pagare alla voce della sanità. C'è una differenza però: un ricovero ospedaliero costa 700 euro al giorno e viene decurtato dalla voce sanità, mentre un permesso lavorativo, decurtato dalla voce assistenza, costa 200 euro al giorno.
Si tagliano e si spostano risorse...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Calvisi.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, mi scuso, ma il mio sforzo di andare incontro all'opposizione mi induce a rivedere quanto dichiarato prima, nel senso che non potevo fare la riformulazione che ho proposto al subemendamento Delfino 0.39-quinquies.0100.21.
Mi vedo, quindi, costretto ad esprimere parere contrario, augurando all'onorevole Delfino di avere più fortuna al Senato, anche perché la normativa sulla privacy, ovviamente, è vigente e non può essere violata da nessuno. Mi vedo, quindi, costretto a modificare il parere espresso sul subemendamento Delfino 0.39-quinquies.0100.21, esprimendo parere contrario.Pag. 23
Se mi consente, signor Presidente, vorrei ricordare alcune questioni in maniera molto rapida.
La legge n. 104 del 1992 è composta da 37 articoli. L'articolo aggiuntivo del Governo ne tocca uno, che, per quanto importante, trattando la questione dei permessi, in sostanza interviene sempre su un campo limitato. Non si può dire che viene stravolta la normativa a tutela dell'handicap.
Voglio poi ricordare all'onorevole Calvisi che ci vuole un certo equilibrio, nel senso che negli ospedali le persone vengono ricoverate per patologie acute e, in questo caso, ragioniamo di permessi che devono fare i conti anche con le esigenze delle amministrazioni e delle imprese, per cui è necessario prevedere un certo equilibrio nelle forme di tutela.
Inoltre, la disposizione per cui i genitori intervengono in maniera alternativa è stata accolta dal sottoscritto e dal Comitato dei nove sulla base di un emendamento dell'opposizione: credo, quindi, che anche per questo aspetto abbiamo fatto il possibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il tema dell'handicap è serio. Mi dispiace per quello che ha detto ora il relatore, che fa marcia indietro su temi così seri, che non possono essere affrontati seriamente se prima si dà un'indicazione e poi la si cambia. Infatti, onorevole Cazzola, la legge n. 104 del 1992 nasce come una legge in aiuto dei disabili e non la si può trasformare in una battaglia parlamentare, perché chi ci va di mezzo sono le persone; ritengo che la legge citata sia stata effettivamente adottata per la giustizia sociale e che avrebbe dovuto essere condivisa da tutti. Purtroppo, non è stato così.
Questo non significa che oggi dobbiamo formulare un giudizio strumentale; credo però che cercare di lavorare tutti per colpire gli abusi, i falsi invalidi, andando a favore delle famiglie, della loro solitudine e della solidarietà, sia molto importante, ma tale materia certamente non doveva essere trattata in questa occasione, in queste condizioni e con questo modello, bensì in un'altra sede, cercando un consenso più ampio.
È veramente complesso sentir dire che i permessi per i disabili non sono temi importanti oppure constatare che possono essere sottovalutati dal relatore; soprattutto non so come si possa dire una cosa del genere! Penso anche al grado di parentela che abbiamo stabilito per i familiari che soffrono e che devono comunque dare il loro apporto in situazioni molto complesse: ci dispiace e avremmo voluto un consenso più ampio e diverso da quello che voi oggi state esprimendo in Aula.

PRESIDENTE. Passiamo...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.

LINO DUILIO. Signor Presidente, capisco che da questa parte lei si gira con fatica, perché in genere guarda dall'altro lato.

PRESIDENTE. È tutto relativo, lo sa: ciò che è di destra per chi sta a sinistra, e viceversa... Dipende dal punto in cui ci si trova (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Prego, onorevole Duilio.

LINO DUILIO. Lo dicevo solo perché noto con rammarico che quando si chiede di parlare da questa parte bisogna quasi inviare un telegramma. È sempre complicato, insomma... Non è una polemica, era solo una battuta.
Vorrei intervenire solo per aggiungere la mia firma al subemendamento Damiano 0.39-quinquies.0100.1 e per dire, anche da parte mia - il relatore lo sa perché ne abbiamo parlato in Commissione bilancio -, che la critica più radicale che si muove all'articolo aggiuntivo del Governo è che non è opportuno intervenire su una materia che è la sintesi e l'equilibrio di unaPag. 24serie di soluzioni che sono state trovate, coinvolgendo, peraltro, tutti gli attori interessati su questa materia, con una finalità che è quella che lo motiva sostanzialmente, cioè colpire i furbi; lo dico anche al collega amabilissimo, l'onorevole Porcu.
Il terzo grado di parentela, di cui si parla, riguarda situazioni in cui vi sia la convivenza: se la convivenza non c'è, se ci sono atteggiamenti che nessuno disconosce e che qualificano un modo furbesco di agire, li si persegua. Potrei portare - e concludo, signor Presidente - molti altri esempi di esigenze che non sono tutelate, e questo modo di intervenire credo che sia odioso...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Duilio.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Damiano 0.39-quinquies.0100.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 475
Astenuti 24
Maggioranza 238
Hanno votato
209
Hanno votato
no 266).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Paladini 0.39-quinquies.0100.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 491
Astenuti 4
Maggioranza 246
Hanno votato
222
Hanno votato
no 269).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Delfino 0.39-quinquies.0100.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 497
Maggioranza 249
Hanno votato
230
Hanno votato
no 267).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.39-quinquies.0100.202 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 334
Astenuti 168
Maggioranza 168
Hanno votato
332
Hanno votato
no 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.39-quinquies.0100.201 (Nuova formulazione) della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 317Pag. 25
Astenuti 182
Maggioranza 159
Hanno votato
316
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Paladini ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.39-quinquies.0100.203 (Nuova formulazione) della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 302
Astenuti 196
Maggioranza 152
Hanno votato
300
Hanno votato
no 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Damiano 0.39-quinquies.0100.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 475
Astenuti 27
Maggioranza 238
Hanno votato
206
Hanno votato
no 269).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Damiano 0.39-quinquies.0100.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 503
Astenuti 1
Maggioranza 252
Hanno votato
232
Hanno votato
no 271).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Delfino 0.39-quinquies.0100.20, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 500
Astenuti 2
Maggioranza 251
Hanno votato
500).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Lenzi 0.39-quinquies.0100.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 471
Astenuti 29
Maggioranza 236
Hanno votato
204
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che la deputata Laura Molteni ha segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamentoPag. 26Delfino 0.39-quinquies.0100.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 497
Astenuti 2
Maggioranza 249
Hanno votato
227
Hanno votato
no 270).

Prendo atto che la deputata Laura Molteni ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici subemendamenti Damiano 0.39-quinquies.0100.14 e Paladini 0.39-quinquies.0100.27, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 493
Maggioranza 247
Hanno votato
226
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che la deputata Ferranti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Damiano 0.39-quinquies.0100.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 473
Astenuti 20
Maggioranza 237
Hanno votato
205
Hanno votato
no 268).

Prendo atto che il deputato Tassone ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Livia Turco 0.39-quinquies.0100.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 462
Astenuti 29
Maggioranza 232
Hanno votato
198
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo al subemendamento Delfino 0.39-quinquies.0100.19, sul quale il parere è favorevole purché venga riformulato.
Chiedo all'onorevole Delfino se accetta la riformulazione proposta.

TERESIO DELFINO. Sì, signor Presidente, accetto la riformulazione proposta.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Delfino 0.39-quinquies.0100.19, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 494
Astenuti 6
Maggioranza 248
Hanno votato
491
Hanno votato
no 3).Pag. 27

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 39-quinquies.0100 del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, intervengo un altro minuto soltanto perché credo sia importante una volta per tutte ribadire un concetto fondamentale. Molte volte ho sentito dire che non ci sono differenze sulla lettura della disabilità, perché il bisogno non cambia colore.
Ma chiunque abbia visto oggi come i voti si differenziano può dire che la posizione del centrodestra e quella del centrosinistra sono completamente diverse. È un insulto all'intelligenza della gente e un mancato riconoscimento delle diversità e soprattutto delle capacità mentali di scegliere un partito rispetto ad un altro. Credo sia giusto che la gente ancora una volta sappia che anche sulla disabilità c'è chi vota contro un diritto e chi vota a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Miotto. Ne ha facoltà.

ANNA MARGHERITA MIOTTO. Signor Presidente, sono stati eliminati gli aspetti più odiosi della proposta emendativa originaria. Quest'ultima è stata migliorata in modo assai significativo, grazie all'apporto competente di molti colleghi del Partito Democratico che sono intervenuti nel dibattito e al lavoro eccellente che è stato svolto in sede di Comitato dei nove. Abbiamo modificato due aspetti che erano assolutamente inaccettabili: è stata accolta la possibilità di utilizzare i permessi in modo alternativo ed è stata ridotta l'età dai 70 ai 60 anni per i genitori e per i parenti entro il terzo grado ai quali si può ricorrere, salvo che abbiano un'età superiore o si trovino in condizioni di malattia.
Pertanto ci asterremo sull'articolo aggiuntivo 39-quinquies.0100 del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Schirru. Ne ha facoltà.

AMALIA SCHIRRU. Signor Presidente, intervengo anche per ribadire, in relazione agli altri interventi, che da questa discussione deve maturare, anche tra di noi, una cultura che riguarda ancora le finalità e la grande civiltà della legge n. 104 del 1992, in cui sono previsti i permessi per assolvere compiti di cura, accompagnamento per visite mediche, per richiedere ausili e svolgere pratiche burocratiche. Mi riferisco ad una cultura che metta fine a ciò a cui abbiamo assistito in questi giorni, quando si sono considerati tutti i lavoratori che si trovano in questo stato di difficoltà come dei nullafacenti o dei privilegiati, per intraprendere, invece, una cultura di aiuto e di sostegno, soprattutto con politiche sociali più forti, che aiutino le famiglie a migliorare l'assistenza e la cura dei propri familiari.
Inoltre, vorrei anche suggerire al Governo che è necessario controllare...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Schirru.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39-quinquies.0100 del Governo nel testo subemendato, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 269
Astenuti 222
Maggioranza 135
Hanno votato
268
Hanno votato
no 1).

(Esame dell'articolo 67 - A.C. 1441-quater-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 67 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-A).Pag. 28
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Damiano 67.1, nonché sugli identici emendamenti Lo Presti 67.2 e Damiano 67.3. La Commissione esprime, altresì, parere contrario sui successivi emendamenti Paladini 67.4, Damiano 67.5, 67.6 e 67.7.

PRESIDENTE. Il Governo?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 67.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, l'idea di limitare i diritti in maniera diretta o indiretta sottende questa norma. I diritti, infatti, possono essere limitati modificando le norme sostanziali o le norme procedurali. In questo caso, si è prescelta la seconda strada.
Oggi chi viene licenziato e perde la propria occupazione - trovandosi, quindi, sicuramente, in un momento di difficoltà - ha la possibilità di impugnare il licenziamento attraverso una semplice raccomandata. Secondo la modifica che introduce l'articolo 67, oggi egli dovrà svolgere un'azione giudiziaria direttamente.
È chiaro che questa norma a noi appare illogica, sia dal punto di vista del singolo lavoratore sia dal punto di vista del sistema nel suo complesso. Sappiamo che la giustizia del lavoro ha delle difficoltà, che è appesantita e che i tempi non sono adeguati. Pertanto, questa norma ci appare...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Berretta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santagata.

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, in questo articolo è evidente un aspetto che si trovava già negli altri articoli che abbiamo esaminato precedentemente; ossia, si ha un'inversione del modo di guardare le cose sempre quando si parla di lavoro. Parliamo di semplificazione quando parliamo di imprese, e complichiamo la vita ai lavoratori; parliamo di liberalizzazione e flessibilità quando parliamo del lavoro, e poi, invece, ci scopriamo statalisti quando parliamo di imprese. Credo che questo strabismo debba finire e che l'unità di diritti e anche l'unità sostanziale tra lavoro e impresa vada ribadita non solo a parole, ma anche nei fatti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 67.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 461
Astenuti 31
Maggioranza 231
Hanno votato
198
Hanno votato
no 263).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Lo Presti 67.2 e Damiano 67.3, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 29

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 457
Astenuti 29
Maggioranza 229
Hanno votato
195
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che la deputata Ferranti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paladini 67.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei intervenire su questo punto: al comma 1, capoverso, proporrei di aggiungere - all'interno del sistema di cui all'articolo 67, relativo alle decadenze - le seguenti parole: «o con qualsiasi atto scritto, anche stragiudiziale, idoneo a rendere nota la volontà del lavoratore anche attraverso l'intervento dell'organizzazione sindacale diretto ad impugnare il licenziamento stesso». È, infatti, chiaro che occorre una tutela all'interno di questo procedimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 67.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 487
Astenuti 2
Maggioranza 244
Hanno votato
228
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che il deputato Zinzi ha segnalato che non è riuscito a votare.

Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 67.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, in questi giorni tutti noi parlamentari abbiamo ricevuto una lettera dal sindacato degli avvocati di Firenze e della Toscana in cui ci dicono: fermatevi, fermatevi sulla riforma del processo civile. Noi, non contenti, mettiamo mano anche al processo del lavoro con una norma come quella della decadenza, che non farà altro che produrre un effetto inflattivo sui tribunali del lavoro, i quali non hanno neanche più le stanze per contenere i fascicoli, figuriamoci, Ministro Brunetta, i giudici che lei vorrebbe controllare nelle loro stanze!
Questa norma estende la decadenza a tutti i tipi di licenziamento, anche a quelli nulli e a quelli inefficaci, così collegando effetti giuridici a fatti che per l'ordinamento sono tamquam non esset. Questa è un'altra delle contraddizioni di questa norma. L'emendamento Damiano 67.5 tende a limitare il più possibile i danni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 67.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 454
Astenuti 28
Maggioranza 228
Hanno votato
196
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che il deputato Bianconi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto astenersi.Pag. 30
Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 67.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, in questo terzo comma giungiamo addirittura a prevedere il termine di centoventi giorni per l'impugnazione, anche per quello che viene definito un licenziamento e tale non è. Si dice, infatti, che questo termine riguarda anche i casi di risoluzione dei rapporti rispetto alla cui qualificazione vi è un contenzioso. Pertanto, non sappiamo come dobbiamo qualificare quel rapporto, esso si interrompe ad opera del datore di lavoro e, tuttavia, il lavoratore ha solo centoventi giorni per agire in giudizio. Si tratta di una limitazione assolutamente incomprensibile e inaccettabile dei diritti dei lavoratori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 67.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 461
Astenuti 27
Maggioranza 231
Hanno votato
200
Hanno votato
no 261).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 67.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 478
Votanti 451
Astenuti 27
Maggioranza 226
Hanno votato
193
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto astenersi e che la deputata Rossa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 67.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santagata. Prendo atto che rinunzia al suo intervento.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 67.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 463
Astenuti 33
Maggioranza 232
Hanno votato
264
Hanno votato
no 199).

Prendo atto che il deputato Miglioli ha segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Sospendo la seduta che riprenderà alle 15,30.

La seduta, sospesa 13,35, è ripresa alle 15,40.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Aprea, Brunetta, Caparini, Conte, Cota, Donadi, Gregorio Fontana,Pag. 31Lo Monte, Lucà, Martini, Mura, Pescante, Romani, Soro e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato votato da ultimo l'articolo 67.

(Esame articolo 67-bis - A.C. 1441-quater-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 67-bis (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, colgo l'occasione per parlare, anche in questo caso, della buona norma portata avanti dal Governo e dalla maggioranza, in particolare per quanto riguarda i processi di lavoro. In questo modo riusciamo a sburocratizzare tutta questa parte del funzionamento della giustizia, che andava effettivamente a scapito sia dell'azienda che dello stesso lavoratore, costretto, per troppo tempo, a sottostare ai tempi lunghi del processo decisionale, e a dare al lavoratore altri strumenti per poter interagire con il datore di lavoro, allo scopo di raggiungere un accordo ed ottenere quindi una soluzione del diverbio nel più breve tempo possibile.
In primo luogo è da sottolineare che il controllo giudiziale è limitato esclusivamente, in conformità ai principi generali dell'ordinamento, all'accertamento del presupposto di legittimità e non può essere esteso al sindacato di merito sulle valutazioni tecniche, organizzative e produttive che competono al datore di lavoro o ai committenti.
Detto questo, sottolineo anche che un rapporto instaurato fittiziamente come lavoro a progetto che si sia venuto a configurare nella realtà quale rapporto di lavoro subordinato, si trasforma nel rapporto di lavoro subordinato corrispondente alla tipologia negoziale di fatto realizzatasi tra le parti. Anche ciò va a sottolineare che la norme in esame sono finalizzate ad agevolare i nostri lavoratori, allo scopo di poter raggiungere, nel più breve tempo possibile, una soluzione nelle controversie di lavoro. Queste ultime, infatti, incidono pesantemente nella vita quotidiana del lavoratore il quale rischia, altrimenti, di non riuscire ad arrivare, in tempi sostenibili per la propria vita, e dunque per il sostentamento proprio e della propria famiglia, ad una soluzione che possa garantire al lavoratore stesso di giungere facilmente alla soluzione della controversia e al datore di lavoro che non si protragga nel tempo una situazione che, come ho ricordato, non garantisce né l'uno né l'altro.
Ritengo pertanto, al riguardo, auspicabile il voto favorevole di almeno una parte dell'opposizione, o perlomeno la non contrarietà a disposizioni che sicuramente vanno nella direzione di un vantaggio reciproco all'interno dei rapporti lavorativi, condivisibile indipendentemente dalla parte o dal colore politico.
Su questo andiamo nuovamente a rimarcare una linea di principio che ha ispirato tutto il disegno di legge e che porta, dunque, ad una semplificazione per il nostro ordinamento, anche dal punto di vista del lavoro, che non potrà che determinare concreti vantaggi, anche economici, per i nostri cittadini.
Si tratta di una linea - tengo a sottolineare - che, come ho già detto, è stata perseguita in tutto il disegno di legge, fin dai primi articoli, per andare a facilitare la vita dei nostri cittadini senza andare a cercare quei cavilli che non hanno altro risultato che penalizzare i residenti nel nostro Stato.Pag. 32
Pertanto, chiediamo una riflessione anche da parte di chi in Commissione si è opposto, dal mio punto di vista non in modo chiaro, perché hanno parlato sempre di principi generali, che però non si concretizzavano nella reale volontà della norma. Per questo, dunque, invito tutta l'opposizione a fare un'attenta valutazione e al tempo stesso il nostro schieramento a sostenere con forza e convinzione questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Antonino Foti. Ne ha facoltà.

ANTONINO FOTI. Signor Presidente, le disposizioni di legge nelle materie lavoristiche contengono clausole generali, ivi comprese le norme in tema di instaurazione di un rapporto di lavoro, esercizio di poteri datoriali, trasferimento di azienda e recesso. Il controllo giudiziale è limitato esclusivamente, in conformità ai principi generali dell'ordinamento, all'accertamento del presupposto di legittimità e, quindi, non può essere esteso al sindacato di merito sulle valutazioni tecniche, organizzative e produttive, che competono al datore di lavoro o al committente.
Non si tratta di una norma innovativa. Il principio è già affermato da diverse norme di legge, in relazione a specifiche clausole generali. Ad esempio, la legge 14 febbraio 2003, n. 30, la legge Biagi, lo prevede espressamente, con riferimento al lavoro a progetto. La legge stabilisce che qualora venga accertato dal giudice che il rapporto instaurato fittiziamente come lavoro a progetto sia venuto a configurare, nella realtà, un rapporto di lavoro subordinato, esso si trasforma in un rapporto di lavoro subordinato, corrispondente alla tipologia negoziale di fatto realizzatasi. La stessa legge Biagi dispone, però, a tale riguardo, che il controllo giudiziale è limitato esclusivamente, in conformità ai principi generali dell'ordinamento, all'accertamento dell'esistenza del progetto e non può essere esteso fino al punto di sindacare, nel merito, valutazioni e scelte tecniche, organizzative e produttive che spettano al committente.
Con riferimento alla somministrazione di lavoro, essa è consentita unicamente in presenza di ragioni di carattere tecnico, organizzativo e produttivo. Il controllo giudiziale è espressamente limitato esclusivamente all'accertamento dell'esistenza delle ragioni che la giustificano e non può essere esteso fino al punto di sindacare nel merito le valutazioni e le scelte tecniche, organizzative e produttive, che invece spettano all'utilizzatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 67-bis.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 408
Votanti 405
Astenuti 3
Maggioranza 203
Hanno votato
405).

Prendo atto che i deputati Di Biagio e Leoluca Orlando hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 67-ter - A.C. 1441-quater-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 67-ter e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Paladini 67-ter.1, nonché sull'emendamento Damiano 67-ter.2. La Commissione esprimePag. 33parere favorevole sugli identici emendamenti Paladini 67-ter.3 e Damiano 67-ter.4, mentre il parere è contrario sugli emendamenti Paladini 67-ter.5, Damiano 67-ter.7, Paladini 67-ter.8, Damiano 67-ter.9, Damiano 67-ter.10 e Burtone 67-ter.11.

PRESIDENTE. Il Governo?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. Desidero, tuttavia, fare una puntualizzazione in relazione agli identici emendamenti Paladini 67-ter.3 e Damiano 67-ter.4. Infatti, in realtà, così come sono formulati, questi emendamenti intervengono in modo tale da eliminare dall'articolo l'esclusione di quelle aziende che utilizzano e che possono utilizzare, ai sensi della legge n.223 del 1991, la cassa integrazione straordinaria e, quindi, sostanzialmente quei soggetti grandi i quali, per ragioni di difficoltà e di criticità, hanno esigenza di ricorrere alla deroga per avere eventualmente esaurito la cassa integrazione straordinaria.
Se, però, il fondo non viene rimpinguato è evidente che l'allargamento delle maglie determina una restrizione dell'utilizzo della cassa integrazione straordinaria in deroga per i piccoli, cioè esattamente per quei soggetti per i quali la cassa integrazione straordinaria in deroga è pensata ed immaginata come estensione delle tutele e delle garanzie che altrimenti non possono utilizzare.
Quindi, il parere del Governo è favorevole solo ed esclusivamente perché - confermo quello che ho detto all'inizio - il Governo ha intenzione di ampliare la dimensione del fondo e di consentire in tal modo l'assorbimento di questo emendamento e di questa estensione. Altrimenti, si tratterebbe di un emendamento contro i piccoli e a favore dei grandi. Invece, con l'intervento che faremo estendendo il fondo, daremo la possibilità di avere uno strumento flessibile per la piccola e per la grande impresa.

PRESIDENTE. Conclusivamente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 67-ter.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 446
Maggioranza 224
Hanno votato
199
Hanno votato
no 247).

Prendo atto che i deputati Bragantini, Crosio, Torrisi e Di Biagio hanno segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 67-ter.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gnecchi. Ne ha facoltà.

MARIALUISA GNECCHI. Signor Presidente, volevamo far riflettere rispetto alla cassa integrazione in generale. Leggendo la Repubblica di oggi si vede un articolo molto preoccupante in termini di emergenza cassa integrazione e sciopero e corteo delle «tute blu», e andando a Il Sole 24 Ore si vede come vengano presentati i dati di tutte le regioni italiane con un forte aumento della cassa integrazione che vede, a distanza di un anno (quindi paragonando il 2007 e il 2008), una variazione che oscilla per alcune regioni dal 20 al 45 per cento.
È evidente che, in una situazione di crisi economica e di difficoltà delle aziende, si dovrebbe intervenire sugli strumentiPag. 34a sostegno del reddito dei lavoratori, e quindi sugli ammortizzatori sociali, più che in termini normativi attraverso un forte e significativo aumento di stanziamenti. Va ricordato che il sistema della cassa integrazione è un sistema a sostegno dei lavoratori, ma anche delle aziende nelle situazioni di riorganizzazione aziendale o di difficoltà economica.
Quindi, se questo Governo, che vorrebbe essere vicino alle aziende, non interviene anche con provvedimenti mirati e soprattutto con un significativo finanziamento ad hoc, oltre a vedere la preoccupazione dei lavoratori e delle lavoratrici in una situazione di grave crisi economica, è evidente che anche il mondo dell'impresa soffrirà di questo deficit. Quindi, tutti i nostri emendamenti vanno nella direzione di prestare maggiore attenzione agli ammortizzatori sociali, di cui vi è grande bisogno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bobba. Ne ha facoltà.

LUIGI BOBBA. Signor Presidente, i nostri emendamenti relativi all'articolo 67-ter sono particolarmente mirati ad evidenziare una situazione di profonda gravità rispetto alle tutele che effettivamente vengono garantite oggi in una situazione in cui la crisi picchia duro sulle imprese e sui lavoratori.
In particolare, l'aumento esponenziale della cassa integrazione nell'ultimo trimestre rende assolutamente irrilevanti, o comunque insufficienti, gli stanziamenti previsti dal Governo per affrontare questa crisi, che si fa sempre più dura e i cui effetti già si contano sulla pelle e sulle vite di tante persone che lavorano.
Dunque, occorre assolutamente che queste risorse siano adeguatamente aumentate, altrimenti ciò che ci si attende è che un numero rilevante di aziende e di lavoratori che si trovano ad essere in situazione di difficoltà, di mancanza di lavoro o di riduzione dello stesso non trovino le necessarie coperture previdenziali e contro la disoccupazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gatti. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, sono stata eletta in Toscana e ieri l'assessore al lavoro della regione Toscana, Simoncini, ha scritto al Governo perché con le domande del 30 settembre, che la regione sta in questo momento analizzando, i fondi per la cassa integrazione in deroga sono già finiti e si chiede un ulteriore finanziamento. In questa sede, ci troviamo di fatto a discutere una norma in cui si dice che il fondo per la cassa integrazione consta di 450 milioni, con un articolo di ieri in cui il Ministro Sacconi annunciava un emendamento per arrivare a 600 milioni e con il sottosegretario che oggi ci è venuto a dire che per ora l'emendamento non si fa, ma che sarà fatto con un'altra modalità e saranno previsti più soldi.
I tempi sono finiti, il Governo deve smetterla di litigare e non essere in grado di proporci soluzioni, perché quello che è evidente - ma che deve essere evidente anche a tutti i lavoratori - è che questo Governo non è in grado di affrontare con proposte concrete la crisi che sta mordendo. Ieri sono stata a Prato, e tutto il distretto del tessile sta soffrendo una crisi gravissima.

PRESIDENTE. Onorevole Gatti, dovrebbe concludere.

MARIA GRAZIA GATTI. La metà delle aziende del tessile di Prato sono in una situazione di crisi. Il Governo ha il dovere di fornire alle regioni, alle aziende e ai lavoratori degli strumenti per affrontarla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mattesini. Ne ha facoltà.

DONELLA MATTESINI. Signor Presidente, il contenuto dell'articolo 67-ter è a nostro parere un altro esempio di distanzaPag. 35tra i bisogni concreti del Paese e la capacità del Governo di fornire risposte. Infatti, quando si parla di cassa integrazione parliamo di una nuova grande emergenza sociale. Diceva l'onorevole Gatti dei dati riguardanti la Toscana e, essendo toscana anch'io, ricordo che a settembre nella mia regione si è registrato un aumento del 12 per cento delle richieste di cassa integrazione, con le risorse che sono già terminate.
Di fronte a questa vera e propria emergenza sociale, il Governo ha ridotto drasticamente le risorse, passando dai 700 milioni del Governo Prodi agli attuali 450 milioni, che sono assolutamente insufficienti per far fronte a questa emergenza. Quindi, anziché annunciare da parte del Governo che nei prossimi giorni si troveranno nuove risorse da aggiungere, credo che sarebbe serio e rigoroso da parte vostra approvare l'emendamento presentato dal Partito Democratico, che propone intanto un aumento da 450 a 464 milioni, così dando già un piccolo respiro.
Sottolineo che in un'altra parte dell'articolo 67 era stata fatta una scelta a mio parere sciagurata (mi risulta che poi è stata giustamente eliminata), perché era assurdo togliere dalle proroghe le aziende con fallimenti, e quindi quei lavoratori più in difficoltà di altri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bellanova. Ne ha facoltà.

TERESA BELLANOVA. Signor Presidente, all'articolo 67-bis con il Fondo della cassa integrazione in deroga voi stanziate 450 milioni per il 2009; con la legge finanziaria del Governo Prodi erano 570 milioni per il 2008: in tal modo riducete il Fondo di 120 milioni. Nel frattempo, da gennaio a giugno del 2008, nel nostro Paese c'è stato un forte incremento della cassa integrazione: nel tessile abbigliamento e calzaturiero è cresciuta del 29 per cento, nel settore dell'alimentaristica del 40 per cento, nel settore del legno c'è stato un aumento del 147 per cento di cassa integrazione. Regioni come il Veneto, la Lombardia, le Marche hanno un incremento della cassa integrazione che supera il 46 per cento. Si tratta di settori ad alta intensità di lavoro, in particolare delle donne; sono settori che hanno un indotto fatto di piccole e piccolissime imprese e di imprese artigiane, vale a dire di quei soggetti che sono scoperti nel nostro Paese da qualsiasi ammortizzatore sociale e di sostegno al reddito.
Dal 23 ottobre su tutti i giornali e sulle agenzie il Governo ha annunciato che avrebbe presentato un emendamento che aggiunge 150 milioni di euro al Fondo, portandolo da 450 a 600. Oggi il Governo ci comunica che questo non accadrà alla Camera, ma al Senato. Io mi chiedo: lo farete quando queste imprese avranno già licenziato queste persone che non potranno nemmeno godere degli ammortizzatori sociali?

PRESIDENTE. La prego di concludere.

TERESA BELLANOVA. Ultima domanda: quando pensate di smettere la propaganda e di occuparvi dei problemi veri delle persone e del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

LUDOVICO VICO. Signor Presidente, pongo al sottosegretario e al relatore due elementi di valutazione indispensabili a valle degli interventi che i colleghi hanno appena fatto. Primo, abbiamo bisogno che al Fondo giungano risorse cospicue, non solo in relazione alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria, ma anche - voglio ricordarlo - alla cassa integrazione in deroga e alla mobilità in deroga. Questo esige più provvedimenti, uno di ordine generale come affluenza di risorse al Fondo, l'altro integrativo nella relazione convenzionale tra il Ministero del lavoro e le regioni.
Caro sottosegretario, il punto però è questo: avremmo preferito e gradito, in questa Aula, poter registrare un atto formalePag. 36del Governo, invece apprendiamo che dovremo attendere che la discussione si replichi al Senato per poi tornare qui alla Camera. Questa è l'insoddisfazione che io mi permetto di proporle con il mio intervento.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, ho chiesto la parola per rispetto nei confronti dell'Aula, perché trattandosi di argomenti di grande delicatezza e di grande impatto sociale, fare propaganda non è consentito a nessuno. Proprio per non fare propaganda e per dare risposte immediate e chiare rispetto alla presunta propaganda che viene da questi banchi, vorrei dire all'onorevole Gatti, primo che la regione Toscana è già stata convocata e sentita la settimana scorsa; con la regione Toscana ci siamo incontrati per discutere del progetto Arco, artigiani e commercianti, e per discutere del progetto Pari, cioè di come innestare politiche attive del lavoro per i cassintegrati o per i lavoratori in mobilità.
La regione Toscana ha chiesto al Ministero del lavoro l'integrazione della convenzione 2008 per 2 milioni di euro e tale regione - lo dico ufficialmente in questa sede - avrà questa integrazione perché, correttamente, è necessario accompagnare le ulteriori richieste da parte delle regioni. Così come il Ministero ha già sentito le regioni Umbria, Marche, Emilia Romagna, Puglia e Calabria e sentirà la regione Campania, perché tutte hanno chiesto integrazioni alle convenzioni del 2008 ed il Governo determinerà le condizioni per utilizzare 25 milioni di euro per i due mesi del 2008 in modo da fronteggiare le nuove punte di criticità che sono emerse, regione per regione, sull'utilizzo della cassa integrazione straordinaria in deroga.
Aggiungo, perché ho il dovere di conoscere le questioni, che l'onorevole Vico, quando intendeva riferirsi all'integrazione, per correttezza, non ha fatto riferimento ad alcune convenzioni che, in particolare, riguardano alcune città dove vi sono situazioni critiche, per cui bisognerà discutere con la regione di appartenenza, in special modo con la regione Puglia per dare continuità alla convenzione per 5 milioni di euro con la città di Taranto, al fine di determinare le condizioni per fronteggiare quelle criticità (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Credo che con molta serenità e con molta attenzione e sensibilità da parte di tutti, ad iniziare dal Governo, vi sia il dovere di evitare la propaganda che riguarda non solo il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, faccio presente all'Aula che la Commissione ha accolto l'emendamento più importante fra quelli presentati all'opposizione, come è stato ricordato anche dal sottosegretario Viespoli, con un impegno ad allargare la copertura. Faccio altresì presente che gli altri emendamenti che riguardavano l'allargamento delle disponibilità economiche aumentavano da 450 a 464 milioni di euro gli stanziamenti; credo che anche l'opposizione si fosse resa conto della difficoltà di compiere degli sforzi maggiori e, soprattutto, non mi pare che la proposta dell'opposizione aprisse più di tanto la copertura per questa operazione.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, dal momento che il sottosegretario Viespoli ci ha spiegato cosa in quest'Aula è consentito e cosa, invece, non è consentito, sarebbe utile che ella avesse modo diPag. 37spiegare all'onorevole Viespoli che quello che non è consentito è vietato dal Regolamento. Poi può esserci un'interpretazione di quello che uno dice in un senso o nell'altro, ma non sarà certo il sottosegretario Viespoli a condizionare i nostri interventi per farci sapere cosa è consentito e cosa non lo è. Magari saranno (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). ..

AMEDEO LABOCCETTA. Ma non ha fatto questo!

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, quando votano sembrano di meno, ma quando urlano però sono tanti (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!
Stavo dicendo che, magari, a valutare le ragioni che sono espresse in quest'Aula, e se siano strumentali o meno, saranno gli elettori, in una seconda fase, quando, come accade su tanti argomenti che sono in questi giorni in discussione, avremo la possibilità di capire qual è poi il giudizio delle persone che vivono sulla propria pelle questi problemi.
Vorrei anche dire comunque che è abbastanza singolare, essendo presente il senatore Viespoli al banco del Governo, ma dietro di lui il Ministro Brunetta, che arrivi proprio in questa seduta, dal collega senatore Viespoli, un'accusa all'opposizione di fare propaganda, dal momento che sono entrambi membri di un Governo che della propaganda ha fatto la ragione di vita da quando si è insediato. Lo trovo abbastanza singolare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miglioli. Ne ha facoltà.

IVANO MIGLIOLI. Signor Presidente, intervengo brevemente e, a proposito di propaganda, cito alcuni titoli di articoli di giornale: Il Mattino del 27 ottobre 2008: «Dal Governo 150 milioni. Il sottosegretario Viespoli aumenta la dote del 30 per cento», Il Sole 24 Ore del 24 ottobre 2008: «Aumentano le risorse per gli ammortizzatori» (non leggo il testo), e ancora Il Sole 24 Ore del 23 ottobre 2008: «Ammortizzatori: il piano del Governo».
Noi, in Commissione lavoro, non abbiamo visto questo piano: ce lo aspettavamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 67-ter.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 475
Maggioranza 238
Hanno votato
216
Hanno votato
no 259).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Paladini 67-ter.3 e Damiano 67-ter.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho sentito prima l'intervento del sottosegretario. Noi siamo d'accordo su quanto affermato in merito alla legge n. 223 del 1991 e alla cassa integrazione straordinaria e siamo d'accordo ad allargare la copertura alle aziende, ma soprattutto ad immettere risorse. Siamo, quindi, assolutamente favorevoli agli identici emendamenti Paladini 67-ter.3 e Damiano 67-ter.4: la ringraziamo di averne capito l'importanza di avere espresso su di essi parere favorevole, per il bene delle aziende.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identiciPag. 38emendamenti Damiano 67-ter.3 e Paladini 67-ter.4, accettati dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 474
Votanti 473
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato
470
Hanno votato
no 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 67-ter.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 474
Maggioranza 238
Hanno votato
218
Hanno votato
no 256).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 67-ter.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bobba. Ne ha facoltà.

LUIGI BOBBA. Signor Presidente, con l'emendamento Damiano 67-ter.7 si vuole sopprimere il comma 3 dell'articolo 67-ter, con cui si subordina la possibilità di usufruire della concessione dei trattamenti di cassa integrazione guadagni, di mobilità e di disoccupazione speciale alla sottoscrizione di un patto di servizio presso i centri per l'impiego (che non è specificato in cosa consista: semplicemente, il comma 3 dell'articolo 67-ter demanda a un decreto del Ministero la definizione delle modalità attuative dello stesso).
Ben diverso era quello che era stato realizzato nel tavolo di concertazione «crescita ed equità» nella precedente legislatura, allorché l'allora Ministro Damiano auspicava un cambio di mentalità. Infatti, il patto di servizio era ipotizzato quale contratto tra le istituzioni che erogano servizi per il lavoro e il lavoratore, con un duplice e reciproco impegno: le istituzioni a erogare questi servizi di reimpiego e formativi e il lavoratore alla partecipazione attiva ai percorsi di reinserimento.
La differenza, come si vede, è notevole: considerate le premesse, il nostro gruppo non ritiene opportuno votare una delega in bianco - come di fatto appare quella contenuta in questa norma -, nella quale i contenuti, le modalità e le prospettive sono lasciati alla mera discrezionalità del Governo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 67-ter.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato
220
Hanno votato
no 265).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Paladini 67-ter.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, so che il Governo è contrario al mio emendamento 67-ter.8, ma vorrei chiaramente specificare un concetto. L'erogazione dei trattamenti di cui abbiamo parlato prima - soprattutto nel caso di risoluzione del rapporto di lavoro con l'impresa - è subordinata alla sottoscrizione da parte del lavoratore di unPag. 39patto di servizio presso il centro per l'impiego competente. Ci terrei a precisarlo perché successivamente, con decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, devono essere definite le modalità attuative per il patto di servizio, che è molto importante. La mancata sottoscrizione e la mancata ottemperanza a quanto esso in esso previsto da parte del lavoratore, invece, determina il venir meno del godimento delle indennità di mobilità - e su questo, naturalmente, bisogna svolgere una riflessione - o di altra forma di sostegno al reddito, fatti salvi i diritti già maturati.
Vorrei far presente, appunto, l'importanza della forma di sostegno al reddito. La presente sanzione non ha luogo, se al patto di servizio sottoscritto non farà seguito alcuna proposta congrua da parte del centro per l'impiego o di altro attore autorizzato. Sotto il profilo generale, vi pregherei naturalmente di fare una valutazione dell'emendamento, che potrebbe essere interessante.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 67-ter. 8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato
223
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che il deputato Tenaglia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 67-ter. 9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 485
Maggioranza 243
Hanno votato
222
Hanno votato
no 263).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 67-ter. 10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 491
Maggioranza 246
Hanno votato
225
Hanno votato
no 266).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Burtone 67-ter. 11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato
224
Hanno votato
no 265).

Prendo atto che il deputato Palumbo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 67-ter.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gatti. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, intervengo per annunciarePag. 40l'astensione del nostro gruppo sull'articolo 67-ter, per sottolineare due elementi: da una parte, vi è il senso di responsabilità che assolutamente abbiamo, in relazione alla necessità di prorogare gli strumenti per il sostegno al reddito dei lavoratori, gli ammortizzatori sociali, dall'altra, però, vi è l'astensione, giustificata da un fatto esplicito. In questo provvedimento, in particolare in questo articolo, sono previste risorse insufficienti per rispondere alle esigenze dei lavoratori e delle imprese. Dovremo assolutamente essere in grado, con una crisi di queste dimensioni, di approntare gli strumenti classici e gli strumenti nuovi. Accogliamo assolutamente in modo positivo il fatto che il Governo e la maggioranza abbiano accettato un nostro emendamento, che cancellava l'esclusione delle aziende più grandi, proprio perché da quelle parti la crisi è già cominciata ed ha morso molto. Ora comincia a mordere nelle piccole e piccolissime aziende e dovremmo veramente riuscire tutti ad inventare degli strumenti adeguati. Ritorno a dire che noi ci asteniamo, perché non consideriamo i provvedimenti finora assunti dal Governo sufficienti per affrontare la crisi, anzi ci ritroviamo ancora in una condizione in cui il Governo, da una parte, fa propaganda e, dall'altra, lascia le cifre inalterate.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 67-ter, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 310
Astenuti 185
Maggioranza 156
Hanno votato
308
Hanno votato
no 2).

(Esame dell'articolo 67-quater - A.C. 1441-quater-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 67-quater al quale non sono state presentate proposte emendative (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-A).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, intervengo solo per far notare che, in un provvedimento nel quale il Governo ha agito con grande fretta ed è intervenuto su ambiti anche particolarmente sensibili, come la legge n. 104 del 1992, questa norma riprova ancora una volta che non avete a cuore le reali problematiche del mercato del lavoro.
Rinviare, infatti, l'attuazione di deleghe fondamentali in materia di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivi all'occupazione e di occupazione femminile è la riprova del fatto che il Governo non pensa ad intervenire e a dare risposte ai problemi dei disoccupati, delle donne, di coloro i quali hanno perso l'occupazione e hanno diritto ad avere un trattamento di disoccupazione. Credo, quindi, che si tratti di una norma di chiusura emblematica.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 67-quater.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 492
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato
301
Hanno votato
no 191).

Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando ha segnalato che non è riuscito adPag. 41esprimere voto favorevole e che il deputato Berretta ha segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1441-quater-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-A).
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Ascierto n. 9/1441-quater/1, purché sia riformulato nel senso di eliminare gli ultimi due capoversi della premessa e l'ultimo capoverso del dispositivo.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Cazzola n. 9/1441-quater/2, semplicemente perché c'è bisogno di affrontare l'argomento più approfonditamente, al fine di affrontare le questioni relative alla copertura. Lo stesso per quanto riguarda l'ordine del giorno Messina n. 9/1441-quater/3, accolto come raccomandazione anche perché, come noto, sul tema già interviene il decreto-legge n. 112 del 2008.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Palomba n. 9/1441-quater/4 e Favia n. 9/1441-quater/5, mentre formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Cambursano n. 9/1441-quater/6, perché vi è già la norma che stiamo discutendo e vi è la previsione della relazione annuale al Parlamento da parte del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, che comprende, tra l'altro, anche il monitoraggio sui precari.
Il Governo formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Zazzera n. 9/1441-quater/7, non accetta l'ordine del giorno Porcino n. 9/1441-quater/8 e formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Evangelisti n. 9/1441-quater/9, perché si tratta di una materia estremamente complessa, che merita un approfondimento e un intervento più organico.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Paladini n. 9/1441-quater/10, mentre non accetta l'ordine del giorno Burtone n. 9/1441-quater/11, perché, tra l'altro, gli ultimi provvedimenti sulla mobilità lunga hanno stabilito che gli oneri finanziari sono in testa alle imprese in bonis; la mobilità in deroga, invece, deve essere derogata annualmente e non è possibile una previsione di carattere pluriennale.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Baldelli n. 9/1441-quater/12, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Antonino Foti n. 9/1441-quater/13 e formula un invito al ritiro dell'ordine del giorno Mario Pepe (PdL) n. 9/1441-quater/14 oppure lo accoglie come raccomandazione se riformulato nel senso di terminare il disposto alle parole: «necessaria continuità all'azione amministrativa».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Poli n. 9/1441-quater/15, mentre non accetta l'ordine del giorno Bosi n. 9/1441-quater/16. Il Governo, inoltre, accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Tassone n. 9/1441-quater/17 e Delfino n. 9/1441-quater/18, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/1441-quater/19, con una riformulazione che, se il presentatore ritiene, poi specificherò, perché c'è la necessità di chiamare in causa provincia e regione.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, sottosegretario, deve specificare la riformulazione nel momento in cui la propone.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. La specifico subito: «Impegna il Governo a continuare positivamente l'interlocuzione politica di mediazione con le forze sociali e produttive e ad attivare tutti gli ammortizzatori a sostegno del reddito dei lavoratori, e ad accompagnare altresì con misure adeguate le iniziative propostePag. 42dalla provincia e dalla regione con l'utilizzo delle risorse nazionali e comunitarie finalizzate alla riconversione delle aree produttive».
Il Governo, inoltre, invita al ritiro dell'ordine del giorno Gioacchino Alfano n. 9/1441-quater/20, mentre non accetta gli ordini del giorno Marinello n. 9/1441-quater/21, Madia n. 9/1441-quater/22, Bellanova n. 9/1441-quater/23 e Vico n. 9/1441-quater/24.
Il Governo è favorevole ad accogliere come raccomandazione l'ordine del giorno Damiano n. 9/1441-quater/25, mentre non accetta l'ordine del giorno Miglioli n. 9/1441-quater/26 (nuova formulazione).
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Mattesini n. 9/1441-quater/27, Montagnoli n. 9/1441-quater/28 e Caparini n. 9/1441-quater/29.
Il Governo, inoltre, non accetta l'ordine del giorno Ferranti n. 9/1441-quater/30, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Catanoso n. 9/1441-quater/31, Bellotti n. 9/1441-quater/32, Lo Presti n. 9/1441-quater/33, Anna Teresa Formisano n. 9/1441-quater/34, Capitanio Santolini n. 9/1441-quater/35 e Ruvolo n. 9/1441-quater/36.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Nunzio Francesco Testa n. 9/1441-quater/37, mentre accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Occhiuto n. 9/1441-quater/38.
Il Governo non accetta l'ordine del giorno Berretta n. 9/1441-quater/39.
L'ordine del giorno Gatti n. 9/1441-quater/40 è simile all'ordine del giorno Cazzola n. 9/1441-quater/2, quindi il Governo accoglie anch'esso come raccomandazione.
Il Governo non accetta gli ordini del giorno Schirru n. 9/1441-quater/41, Marrocu n. 9/1441-quater/42 e Codurelli n. 9/1441-quater/43.
Il Governo, poi, esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Polledri n. 9/1441-quater/44, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Buonanno n. 9/1441-quater/45 e Santagata n. 9/1441-quater/46.
Vi sono infine due ulteriori ordini del giorno, Scilipoti n. 9/1441-quater/47 e Razzi n. 9/1441-quater/248, attinenti ad una materia estremamente specifica, su cui formulerei un invito al ritiro, perché si tratta di una materia per la quale francamente è necessario un approfondimento.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ascierto n. 9/1441-quater/1, accolto dal Governo come raccomandazione purché riformulato.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente...

PRESIDENTE. Chiedo scusa, siccome non si vota, non può intervenire per dichiarazioni di voto.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Cazzola n. 9/1441-quater/2, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Messina n. 9/1441-quater/3, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Palomba n. 9/1441-quater/4, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Favia n. 9/1441-quater/5, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Cambursano n. 9/1441-quater/6, su cui il Governo ha formulato un invito al ritiro.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, non accolgo l'invito del Governo a ritirare il mio ordine del giorno n. 9/1441-quater/6 perché credo che il Parlamento, se non dovesse essere accolto questo ordine del giorno, aggiungerebbe, ancora una volta, un tassello allo svuotamento del proprio ruolo.
È vero, signor sottosegretario, che l'articolo 37-bis, ai commi 7 e 8, prevede tuttaPag. 43una serie di adempimenti in merito ai quali le amministrazioni pubbliche devono riferire al Governo centrale, in particolare al Ministero competente. Ma è altresì vero, signor sottosegretario, che l'impegno che chiediamo al Governo con questo ordine del giorno è esattamente quello di riferire a chi di dovere e cioè al Parlamento italiano - non ai giornali, né alle televisioni, né alla trasmissione Porta a porta - ciò che sta avvenendo in questo Paese sul fronte dei precari. Chiediamo semplicemente questo; cosa c'è di eversivo?
Lei mi chiede di ritirare l'ordine del giorno, signor sottosegretario, sostenendo che esso è già presente nel contenuto del provvedimento, ma ciò non è assolutamente vero, tant'è che non viene stabilito espressamente che lei - o il suo Ministro - verrà a riferire in Parlamento. Le chiediamo semplicemente questo!

PRESIDENTE. Prendo, dunque, atto che il presentatore insiste per la votazione del suo ordine del giorno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cambursano n. 9/1441-quater/6, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 489
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato
230
Hanno votato
no 259).

Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Zazzera n. 9/1441-quater/7.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, chiedo che venga posto in votazione.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Evangelisti, ma stiamo esaminando l'ordine del giorno n. 9/1441-quater/7 a firma Zazzera e Giulietti. Onorevole Zazzera?

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, chiedo che venga posto in votazione.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zazzera n. 9/1441-quater/7, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 492
Maggioranza 247
Hanno votato
227
Hanno votato
no 265).

Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Porcino n. 9/1441-quater/8, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Porcino n. 9/1441-quater/8, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 490
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato
227
Hanno votato
no 263).

Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Evangelisti n. 9/1441-quater/9.

Pag. 44

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, vorrei chiedere al rappresentante del Governo di riconsiderare questo invito al ritiro perché è vero, come ha sottolineato il sottosegretario, che si tratta di materia quanto mai complessa, tuttavia essa merita, proprio per la sua complessità, un'attenzione e forse una diversa considerazione.
L'ordine del giorno, in particolare, muove da un riferimento preciso, la vicenda degli operai della Ansaldo-Breda di Pistoia, che hanno registrato oltre duecento morti negli ultimi venti anni a causa dell'amianto.
Ha avuto luogo, giusto un mese fa, un'assemblea dei lavoratori con i parlamentari toscani alla quale erano presenti anche i colleghi della maggioranza. C'è stato un impegno di tutti noi lì presenti (dal Popolo della Libertà al Partito Democratico, passando per l'Italia dei Valori e l'Unione di Centro), ed in particolare il collega Nedo Poli ha scritto una lettera al Ministro chiedendo un incontro specifico su questo tema (ma ancora non c'è stata data una risposta).
Molti ricorderanno la trasmissione televisiva Blu Notte, che ha evidenziato ancora oggi la pericolosità dell'amianto, e qualcuno ricorderà nelle scorse settimane i titoli relativi alle incriminazioni dei dirigenti coinvolti nella produzione di amianto.
Per questo motivo chiedo al rappresentante del Governo, di rivedere il proprio parere, magari anche solo accogliendo come raccomandazione il mio ordine del giorno n. 9/1441-quater/9.

PRESIDENTE. Il Governo?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Evangelisti n. 9/1441-quater/9.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Evangelisti n. 9/1441-quater/9 e Paladini n. 9/1441-quater/10, accolti come raccomandazione dal Governo.
Prendo, inoltre, atto che il presentatore insiste per la votazione del suo ordine del giorno Burtone n. 9/1441-quater/11, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Burtone n. 9/1441-quater/11, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato
231
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che il deputato Favia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che il presentatore non insista per le votazioni dell'ordine del giorno Baldelli n. 9/1441-quater/12 accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Antonino Foti n. 9/1441-quater/13, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo al presentatore se accede all'invito al ritiro del suo ordine del giorno Mario Pepe (PdL) n. 9/1441-quater/14, altrimenti accolto come raccomandazione, purché riformulato.

MARIO PEPE (PdL). Signor Presidente vorrei tentare, in un minuto, di convincere sua eccellenza il Ministro Brunetta a rivedere il suo parere, dato che, signor Ministro, diceva Einaudi che non c'è cosa più bella che essere costretti dai ragionamenti altrui ad ammettere di avere in tutto, o in parte, torto.Pag. 45
Devo dare atto al coraggio delle sue parole pronunciate davanti alla conferenza dei presidenti degli istituti di ricerca scientifica, con cui lei ha sancito il suo impegno a non «licenziare» la ricerca, perché gli istituti di ricerca scientifica sono gli unici ormai, dopo la crisi dell'università, a fare ricerca. Tuttavia, devo dire che i Governi, tutti i Governi, nei confronti degli istituti di ricerca scientifica, hanno avuto un atteggiamento bizzarro, sono stati avari nei confronti di alcuni istituti importanti per la sicurezza della nazione e sono stati prodighi nei confronti di altri istituti come, per esempio, l'agenzia spaziale italiana che ogni anno brucia centinaia di milioni come un Moloc.
Signor Ministro, se lei non allarga la pianta organica dell'istituto nazionale di geofisica - e lo può fare con una semplice ordinanza della protezione civile - l'articolo 37-ter a che cosa serve? Non si possono fare i concorsi. Concludo chiedendo all'onorevole Cazzola, con cui ho parlato, di aggiungere la sua firma al mio ordine del giorno affinché il Ministro si senta meno solo (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Signor Presidente, confermo quanto già espresso dal collega Viespoli, rassicurando, però, i colleghi che sugli enti di ricerca stiamo lavorando, assieme alla collega Gelmini, per trovare una soluzione (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori) tale da non riguardare questo, o quell'ente, ma l'insieme degli enti di ricerca, nel rispetto delle compatibilità finanziarie e, soprattutto, nel rispetto della continuità dell'azione amministrativa degli enti ricercatori.

MARIO PEPE (PdL). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO PEPE (PdL). Signor Ministro, l'istituto nazionale di geofisica sorveglia ventiquattr'ore su ventiquattro su tutto il territorio nazionale, è membro della protezione civile, è un istituto importante per la sicurezza dello Stato: non abbiamo tempo da perdere, signor rappresentante del Governo esprima il suo parere favorevole, altrimenti chiedo...

PRESIDENTE. Onorevole Mario Pepe, accede all'invito al ritiro del suo ordine del giorno n. 9/1441-quater/14?

MARIO PEPE (PdL). No e chiedo che venga posto in votazione.

MAURIZIO TURCO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Mario Pepe (PdL) n. 9/1441-quater/14.

GIANCARLO LEHNER. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO LEHNER. Signor Presidente, al fine di non far rimanere da solo il Ministro Brunetta vorrei apporre la mia firma sull'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Mario Pepe (PdL) n. 9/1441- quater/14, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputatiPag. 46dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori - Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 493
Astenuti 3
Maggioranza 247
Hanno votato
258
Hanno votato
no 235).

Prendo atto che i deputati Di Virgilio e Saltamartini hanno segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimerne uno contrario.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Poli n. 9/1441-quater/15, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che l'onorevole Bosi insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-quater/16, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bosi n. 9/1441-quater/16, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 490
Astenuti 1
Maggioranza 246
Hanno votato
229
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Brandolini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Tassone n. 9/1441- quater/17 e Delfino n. 9/1441- quater/18, accolti dal Governo come raccomandazione.
Prendo altresì atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Mario Pepe (PD) n. 9/1441-quater/19, accolto dal Governo come raccomandazione purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Gioacchino Alfano n. 9/1441-quater/20 accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Marinello n. 9/1441- quater/21, non accettato dal Governo.

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Signor Presidente, non capisco assolutamente le motivazioni del parere contrario del Governo sull'ordine del giorno in esame. Ho la vaga sensazione che il sottosegretario - lo comprendiamo perché sono state giornate e ore estremamente dure - non ne abbia assolutamente compreso la ratio. La questione è semplicissima. In Italia esistono 16 mila farmacie. In queste farmacie italiane lavorano dei dipendenti e questi dipendenti afferiscono a diverse figure professionali. Alcune sono delle figure tipiche di supporto, quali possono essere commessi, ragionieri, contabili e quant'altro. Altri invece sono dei laureati in farmacia che per esercitare devono essere regolarmente iscritti all'ordine professionale. Allora, sottosegretario, sa cosa succede in Italia? Che anche quei laureati, che sono delle figure sanitarie iscritte ad un ordine ben preciso ed inquadrate sotto un'egida particolare, hanno un contratto di lavoro che dipende da una contrattazione collettiva assieme alle altre branche del commercio, così come il commesso - non me ne vogliano i commessi - o anche i magazzinieri. Allora in tutta Italia presso gli ordini dei farmacisti sta nascendo un movimento. Questi colleghi, questi medici, questi professionisti stanno chiedendo semplicemente una cosa: che nei futuri contratti loro siano inquadrati in modo diverso, o comunque siano separati da quella contrattazione collettiva, così come avviene, visto che si tratta di personale sanitario. Tra l'altro vi è inPag. 47gioco anche un criterio equitativo, perché lei dovrebbe venire a spiegarmi per quale motivo nella farmacia pubblica all'interno degli ospedali queste figure - questi professionisti - hanno un trattamento di un determinato tipo e rientrano tra le categorie sanitarie.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 16,45)

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Vorrei cercare di capire invece per quale motivo questi professionisti che lavorano nelle farmacie private non vengono considerati come figure sanitarie. Allora, caro sottosegretario, se lei mi offre una motivazione assolutamente logica e una risposta logica (tra l'altro, siamo in un ambito che non costa nemmeno un quattrino all'erario e nemmeno un quattrino al bilancio del Ministero del lavoro) allora io stesso ritiro l'ordine del giorno, altrimenti sarò costretto a insistere per la votazione (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'ordine del giorno Marinello n. 9/1441-quater/21 poiché, come è ovvio, ne condivido pienamente lo spirito. Infatti, al riguardo, mi sembrerebbe anche strano un «no» da parte del Governo: parliamo di adeguare in maniera uniforme, in tutto il Paese, lavori uguali. Stiamo parlando di giovani, per lo più farmacisti, che non hanno la possibilità economica di acquistare una farmacia e vengono trattati in modo difforme: non credo che ciò corrisponda a un principio di equità. Quindi, sosterremo questo ordine del giorno perché, non solo in punto di diritto, ma anche per ragioni di principio e di equità tale atto vale la pena di essere sostenuto (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, non so se riuscirò a fornire una spiegazione logica del parere contrario, che ribadisco, sull'ordine del giorno presentato dall'onorevole Marinello. Posso dare pareri sbagliati ma che sono comunque frutto di lucidità rispetto alla capacità e al dovere di seguire i lavori, soprattutto per chi ha lunga abitudine all'ascolto.
La motivazione per la quale il Governo, non il sottosegretario, esprime parere negativo sull'ordine del giorno in questione è esattamente e testualmente la seguente: per il fatto che il Governo è orientato, relativamente al personale appartenente alla pubblica amministrazione, a introdurre norme volte alla riduzione dei comparti di contrattazione collettiva. Poiché la richiesta dell'onorevole Marinello va in direzione opposta rispetto a questa impostazione, in qualità di rappresentante del Governo mi sono permesso - non so quanto lucidamente - di esprimere parere contrario.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Marinello n. 9/1441-quater/21.

GABRIELE CIMADORO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GABRIELE CIMADORO. Signor Presidente, intervengo per una precisazione: le farmacie non sono tutte pubbliche. Sono private, nella maggior parte dei casi.

Pag. 48

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marinello n. 9/1441-quater/21, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 487
Astenuti 9
Maggioranza 244
Hanno votato
237
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Madia n. 9/1441-quater/22, non accettato dal Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Madia n. 9/1441-quater/22, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 488
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato
231
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che il deputato Casini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Bellanova n. 9/1441-quater/23, non accettato dal Governo.

TERESA BELLANOVA. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TERESA BELLANOVA. Signor Presidente, intervengo perché vorrei chiedere davvero al sottosegretario di rileggere l'ordine del giorno da me presentato, perché non comprendo le ragioni del parere contrario. Nell'ordine del giorno n. 9/1441-quater/23 ho tenuto conto dei dati che sono stati comunicati dal centro studi di Confindustria che ci dice che gli effetti della crisi finanziaria internazionale saranno molto gravi sulla nostra economia reale e che nel 2009, rispetto al 2008, è prevedibile una contrazione dei consumi delle famiglie (il calo dei consumi passerebbe dallo 0,2 per cento registrato in questi primi mesi del 2008 allo 0,6 per cento). Parliamo di consumi primari, non di beni di lusso. Parliamo di minore acquisto di pane e pasta da parte delle famiglie italiane. Il tasso di disoccupazione è del 6,8 per cento...

PRESIDENTE. La invito a concludere, onorevole Bellanova.

TERESA BELLANOVA. Un attimo solo, signor Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Bellanova, il tempo a sua disposizione è terminato.

TERESA BELLANOVA. Il dispositivo dell'ordine del giorno impegna il Governo a reperire più risorse per gli ammortizzatori sociali; il sottosegretario ha dichiarato che al Senato verrà approvata questa operazione.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Bellanova n. 9/1441-quater/23, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 49

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 499
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
238
Hanno votato
no 261).

Onorevole Vico, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-quater/24, non accettato dal Governo?

LUDOVICO VICO. No, signor Presidente, non insisto. Mi rivolgo al sottosegretario per comprendere le ragioni della contrarietà, ritenendo che il dispositivo sia conforme e coerente con le dichiarazioni sia della Commissione sia del Governo.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Come ho già detto all'onorevole Vico e agli uffici, è così e, quindi, il Governo, mutando avviso, accetta l'ordine del giorno Vico n. 9/14 41-quater/24, limitatamente al dispositivo.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Vico n. 9/1441-quater/24, accettato dal Governo limitatamente al dispositivo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Damiano n. 9/1441-quater/25, accolto come raccomandazione dal Governo e che i presentatori dell'ordine del giorno Miglioli n. 9/1441-quater/26 (Nuova formulazione) insistono per la votazione. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Miglioli n. 9/1441-quater/26 (Nuova formulazione), non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 489
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato
231
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che il deputato Sisto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mattesini n. 9/1441-quater/27, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-quater/28, accolto come raccomandazione dal Governo.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Signor Presidente, chiedo al sottosegretario di rivedere il parere espresso sull'ordine del giorno in esame, affinché sia accolto completamente. Sottosegretario Viespoli, ne ho anche discusso col Ministro Brunetta, ma qui ho preso atto dell'attuale situazione e del rapporto tra dipendenti della pubblica amministrazione e abitanti nella realtà del nord e nelle altre realtà del resto del Paese. In effetti, vi sono a volte il doppio o il triplo dei dipendenti rispetto alle nostre realtà. Credo sia fondamentale un impegno del Governo. Siamo consapevoli che il federalismo risolverà questi problemi, ma serve un impegno certo: che si cominci a dare un riequilibrio dell'apparato della pubblica amministrazione, motivo in più anche del blocco del patto di stabilità; i comuni del nord ormai non ce la fanno più a dare servizi adeguati ai cittadini. Pertanto chiedo un parere completamente favorevole sull'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Onorevole Viespoli, il Governo modifica il parere?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. No signor Presidente, lo conferma.

Pag. 50

PRESIDENTE. Chiedo, dunque, al presentatore se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-quater/28, accolto come raccomandazione dal Governo.

ALESSANDRO MONTAGNOLI. Sì, signor Presidente, insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Montagnoli n. 9/1441-quater/28, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 277
Astenuti 222
Maggioranza 139
Hanno votato
61
Hanno votato
no 216).

Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/1441-quater/29, accolto come raccomandazione dal Governo e che i presentatori dell'ordine del giorno Ferranti n. 9/1441-quater/30 insistono per la sua votazione. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Ferranti n. 9/1441-quater/30, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 487
Astenuti 2
Maggioranza 244
Hanno votato
234
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Catanoso n. 9/1441-quater/31, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Bellotti n. 9/1441-quater/32, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lo Presti n. 9/1441-quater/33, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Anna Teresa Formisano n. 9/1441-quater/34, accolto come raccomandazione dal Governo.

ANNA TERESA FORMISANO. No, signor Presidente, non insisto. Voglio soltanto approfittare della presenza del Governo per far sì che questa raccomandazione non rimanga tale, nel senso che si trovino veramente le risorse per dare una risposta al Corpo dei vigili del fuoco. Infatti, siamo tutti bravi a dire che sono bravi, un po' meno a dire che hanno necessità di risorse maggiori.

MAURO LIBÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, intervengo solo per chiedere di aggiungere la mia firma all'ordine del giorno in esame.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Capitanio Santolini n. 9/1441-quater/35, accolto come raccomandazione dal Governo.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. No, signor Presidente, non insisto e intervengo anch'io per chiedere che davvero la raccomandazione - che è qualcosa di meno di un ordine del giorno, forse (è meno impegnativa) - diventi un obiettivo del Governo. Abbiamo apprezzato le misure che il Governo ha accettato tra quelle contenute nei nostri emendamenti e l'esito della battaglia, anche durissima, che abbiamo fatto in AulaPag. 51sull'articolo che riguardava la materia in esame; però, a questo punto, è importante che vi siano iniziative concrete, affinché ciò non sia semplicemente una penalizzazione di coloro che assistono dei disabili, ma si tramuti, appunto, in iniziative concrete per assumere delle linee da attivare a favore di quanti hanno problemi di disabilità.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Ruvolo n. 9/1441-quater/36, accolto come raccomandazione dal Governo.

GIUSEPPE RUVOLO. No, signor Presidente, non insisto.

PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Nunzio Francesco Testa n. 9/1441-quater/37, non accettato dal Governo.

NUNZIO FRANCESCO TESTA. Signor Presidente, chiedo al rappresentante del Governo, onorevole Viespoli, di rivedere il parere espresso. Infatti il provvedimento in discussione in materia di reclutamento del personale delle pubbliche amministrazioni prevede che, nella formazione delle graduatorie, possa far punteggio e costituisca titolo anche la residenza nelle regioni stesse. A tal proposito, è opportuno ricordare che la Corte costituzionale, con sentenza n. 15 del 1960, ha rilevato che il legislatore non può disporre che, ai fini di un concorso pubblico, siano ammessi o esclusi i residenti in determinate zone del territorio nazionale. Tener conto del fatto che una persona è residente in una regione è in contrasto con la citata sentenza della Corte Costituzionale. Quindi, è vero che il principio che più ci guida è che la terra di origine possa fare una differenza. Chiediamo tuttavia al Governo che tenga in considerazione tutto questo per garantire l'effettiva applicazione del principio di uguaglianza e di imparzialità nei concorsi.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non modifica il proprio parere e che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Nunzio Francesco Testa n. 9/1441-quater/37, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nunzio Testa n. 9/1441-quater/37, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 503
Astenuti 2
Maggioranza 252
Hanno votato
241
Hanno votato
no 262).

Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Occhiuto n. 9/1441-quater/38, accolto come raccomandazione dal Governo.

ROBERTO OCCHIUTO. Signor Presidente, il mio ordine n. 9/1441-quater/38 mirava ad impegnare il Governo ad assumere iniziative per finanziare il Fondo per le casse in deroga per le piccole imprese sulle quali, probabilmente, si abbatteranno i costi della crisi finanziaria. Tuttavia, il sottosegretario Viespoli, nell'intervento in sede di discussione sugli emendamenti, mi è sembrato abbia assunto l'impegno, al Senato, di finanziare tale fondo. Vorrei capire come mai a un impegno verbale non possa corrispondere un impegno scritto e formale. Tuttavia, ho rispetto della parola del sottosegretario, e, per quanto mi riguarda non insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Berretta n. 9/1441-quater/39, non accettato dal Governo.

Pag. 52

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, signor sottosegretario, c'era un ordine del giorno di contenuto sostanzialmente analogo che è stato votato dall'Aula. Lamento intanto una disparità di trattamento nel senso che, rispetto all'ordine del giorno Mario Pepe (PdL) n. 9/1441-quater/14 era stata espressa la disponibilità ad accoglierlo come raccomandazione. Evidentemente, chi opera nel settore della prevenzione antisismica, a Catania o a Palermo, può rimanere precario e rischiare di perdere l'occupazione; chi opera in altre parti avrà un percorso di stabilizzazione. Poiché non credo che sia questo il senso, credo che ci sia una discrasia anche in ordine al parere da lei reso e la prego di rivederlo. In ogni caso intendo sottoporre al voto dell'Aula la delicatezza della questione. Stiamo parlando di persone che si occupano di verificare che non succedano gravi eventi sismici nel territorio della regione siciliana dove c'è un vulcano e quindi dei rischi concreti per la popolazione.

PRESIDENTE. Sottosegretario Viespoli?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Nel caso di specie si fa riferimento all'esigenza di intervenire, con pianta organica o quant'altro, che è questione che va considerata complessivamente. Per coerenza, però, poiché ha ragione l'onorevole Berretta, il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Berretta 9/1441-quater/39 purché riformulato nel senso di espungere dal dispositivo le parole da «, dall'Istituto stesso» fino alla fine, in modo che non si faccia riferimento alla pianta organica.

PRESIDENTE. Onorevole Berretta, accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/1441-quater/39?

GIUSEPPE BERRETTA. No, signor Presidente, e insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Berretta non accoglie la riformulazione proposta dal Governo e insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-quater/39.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Berretta n. 9/1441-quater/39, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 494
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato
242
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gatti n. 9/1441-quater/40, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Schirru n. 9/1441-quater/41, non accettato dal Governo.

AMALIA SCHIRRU. Signor Presidente, intervengo per chiedere al Governo di rivedere il parere espresso sull'ordine del giorno in esame, in quanto si deve considerare che il lavoro di cura e di assistenza è rivolto alle persone con disabilità grave e non può essere ritenuto un'organizzazione standard.
Attualmente, il lavoratore può usufruire solo di due ore di permesso al giorno. Chiedo, con l'ordine del giorno in esame, un impegno, da parte del Governo, a prendere in considerazione, con circolari o con iniziative varie, la rimodulazione della tipologia dei permessi a partire dalle specificità ed esigenze della persona con disabilità, in considerazione delle patologie ma soprattutto delle distanze, a volte territoriali, che le persone devono percorrere per recarsi presso i centri di cura.

Pag. 53

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo non intende intervenire e che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Schirru n. 9/1441-quater/41.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Schirru n. 9/1441-quater/41, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 506
Astenuti 1
Maggioranza 254
Hanno votato
239
Hanno votato
no 267).

Prendo atto che la deputata Saltamartini ha segnalato che non è riuscita a votare.
Chiedo all'onorevole Marrocu se insista per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-quater/42, non accettato dal Governo.

SIRO MARROCU. Signor Presidente, anche se il rappresentante del Governo è distratto chiedo, ugualmente, che il Governo valuti almeno la possibilità di accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione.
Con esso si chiede, in fin dei conti, che il Governo, per quanto di sua competenza, favorisca, in sinergia con la regione che ha stanziato le risorse, il processo di stabilizzazione di lavoratori socialmente utili sardi. Si tratta di alcune centinaia di lavoratori che, tra l'altro, stanno occupando, in questo momento, le sedi municipali nel sud della Sardegna. Sono quei lavoratori espulsi dai processi produttivi per la crisi del settore chimico e che sono stati posti a disposizione dei comuni, per favorire l'erogazione di servizi a quelle comunità.
Si chiede, lo ripeto, al Governo di valutare che l'ordine del giorno in esame sia accolto almeno come raccomandazione, pregando semplicemente che il Governo favorisca, per quanto di sua competenza, questo processo di stabilizzazione.

PRESIDENTE. Il Governo?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, l'onorevole Marrocu sa meglio di me che i processi di stabilizzazione debbono avvenire in sede regionale. Il Governo può assumere l'impegno, come è ovvio, a determinare le convenzioni con le regioni al fine di garantire il flusso di risorse, elemento questo già garantito per il 2008 e che sarà garantito anche per il 2009, in ordine agli assegni e ai sussidi. Non si può chiedere al Governo di partecipare ai processi di stabilizzazione.
Questa era la ovvia posizione che il Governo non poteva che assumere ed è evidente che, con riferimento alle risorse, il Governo garantirà i mezzi relativi al bacino a carico del Fondo per l'occupazione. Da questo punto di vista credo che il presentatore dell'ordine del giorno in esame possa ritenersi soddisfatto.

FEDERICO PALOMBA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, intervengo per chiedere di apporre anche la mia firma all'ordine del giorno in esame.
Francamente, le spiegazioni del sottosegretario sono assolutamente incomprensibili e non giustificano affatto il parere contrario espresso sull'ordine del giorno. In fondo, si sta chiedendo non che il Governo operi la stabilizzazione per propria iniziativa, ma che favorisca il processo di stabilizzazione,Pag. 54anche attraverso un tavolo negoziale - o comunque tecnico - tra Governo e regione in grado di verificare la possibilità di una stabilizzazione. In questo senso mi rivolgo all'Assemblea perché, sull'ordine del giorno in esame, si esprima favorevolmente, pronunciandosi non con un voto di natura politica ma ispirandosi alla solidarietà, nella consapevolezza che solo un centinaio di persone, su mille lavoratori socialmente utili, non sono coperte dalle garanzie previste dall'ordinamento. Si tratta di famiglie.
Sono un centinaio di famiglie i cui familiari hanno anche loro il diritto di essere stabilizzati al pari degli altri. La Sardegna non è una regione clientelare che fa assunzioni che non devono essere fatte, ma una regione che si attiene alle regole. In questo senso, credo che il Governo potrebbe rivedere la sua posizione, assumendosi solamente l'impegno di prendersi carico del problema. Se non lo fa, francamente, mi sembra un Governo insensibile alle esigenze dei lavoratori. Perciò mi appello all'Assemblea chiedendo un voto non politico, ma un voto umano e di solidarietà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pes. Ne ha facoltà.

CATERINA PES. Signor Presidente, vorrei anch'io sottoscrivere l'ordine del giorno Marrocu 9/1441-quater/42 e chiedere al sottosegretario di tenere in considerazione veramente il fatto che qui si sta chiedendo al Governo di provvedere con le opportune iniziative, di cui si ha la disponibilità, affinché questo processo di stabilizzazione dei lavoratori venga messo in atto.
Non mi sembra che la mia sia una richiesta così impossibile da soddisfare da parte del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calvisi. Ne ha facoltà.

GIULIO CALVISI. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno Marrocu 9/1441-quater/42 e per proporre al sottosegretario di dare corso alle aperture che ha fatto nel suo intervento, accogliendo questo ordine del giorno come raccomandazione. Da parte nostra, anche da parte dell'onorevole Marrocu, c'è anche la massima disponibilità anche ad una riformulazione.
Pertanto, signor sottosegretario, o lei lo accoglie come raccomandazione, oppure noi siamo disponibili ad accogliere una riformulazione dello stesso che tenga al riparo il Governo dalle incombenze cui lei faceva riferimento poc'anzi. Se c'è un impegno, come quello che indicava il sottosegretario Viespoli, secondo noi è già un passo avanti, perché insieme alla regione davvero si possono dare risposte a centinaia di famiglie che vivono questa situazione in Sardegna.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cicu. Ne ha facoltà.

SALVATORE CICU. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che, seguendo le indicazioni del sottosegretario, la riformulazione possa consentire di avviare la migliore procedura che realizza la condizione di una compartecipazione tra Governo e regione. Quindi, se riformulato, chiedo di apporre anche la mia firma all'ordine del giorno Marrocu 9/1441-quater/42.

PRESIDENTE. Il Governo è disponibile ad accogliere come raccomandazione l'ordine del giorno Marrocu n. 9/1441-quater/42 qualora il presentatore accettasse una sua riformulazione?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Sì, signor Presidente, il Governo è disponibile ad accogliere l'ordine del giorno in esame come raccomandazione se il presentatore accetta la riformulazione nel senso che il dibattito e anche il mio intervento hanno chiarito, vale a dire chePag. 55il Governo si impegna a garantire le risorse alla regione Sardegna per i lavoratori socialmente utili a carico del fondo di occupazione al fine di accompagnare le stabilizzazioni da parte della regione medesima.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Marrocu accetta la riformulazione proposta dal Governo e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-quater/42, accolto come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno Codurelli n. 9/1441-quater/43, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Codurelli n. 9/1441-quater/43, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 488
Astenuti 2
Maggioranza 245
Hanno votato
229
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che i deputati Zinzi e Tassone hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Polledri n. 9/1441-quater/44, accettato dal Governo. Prendo atto, altresì, che l'onorevole Buonanno non insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1441-quater/45, accolto come raccomandazione dal Governo.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Santagata n. 9/1441-quater/46, accolto come raccomandazione dal Governo. L'onorevole Santagata non è presente... Sì, eccolo lassù. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Santagata n. 9/1441-quater/46.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal Governo sull'ordine del giorno Scilipoti n. 9/1441-quater/47.

DOMENICO SCILIPOTI. No, signor Presidente, ed insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Scilipoti n. 9/1441-quater/47, non accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 494
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato
234
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Brigandì ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo atto, infine, che i presentatori accedono all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Razzi n. 9/1441-quater/48.

GIULIO SANTAGATA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Santagata, su cosa intende intervenire?

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, intervengo solo per dirle che, nonostante sia tascabile o forse proprio per quello, c'ero. Lei, invece, mi ha dato per assente.

Pag. 56

PRESIDENTE. No, Onorevole Santagata: la invito ad ascoltare tutto quello che dico, perché inizialmente ho affermato che lei non era presente in Aula, ma dopo mi sono corretto, dicendo: «Sì, eccolo lassù!». Quindi, non è tascabile, ma è ben visibile.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1441-quater-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, i motivi per cui voteremo contro questo provvedimento sono semplici. La maggioranza innanzitutto non ci ha permesso un costruttivo confronto tra le parti: non ha bocciato tutti, ma quasi tutti, i nostri emendamenti e non ha permesso, quindi, che si apportassero significative modifiche al testo, rendendolo quindi rilevante e innovativo solo nella parte dei tagli, delle riduzioni, delle sperequazioni tra le categorie dei lavoratori, nelle controriforme e nella tematica delle controversie in materia di lavoro, nella mancanza di tutela dei lavoratori.
Non parliamo poi della tanto paventata razionalizzazione e semplificazione totalmente assente da questo provvedimento. La disposizione di delega volta al riassetto della normazione in tema di lavori e attività connotati da un particolare stress psicofisico hanno visto dapprima la battaglia di bandiera dell'inserimento di nuove categorie quali le forze dell'ordine, dove in Commissione l'aggiunta di tali categorie è stata votata all'unanimità per poi arrivare al compromesso di inserire in un altro emendamento dove si precisava che il provvedimento non dovesse prevedere ulteriori oneri. Infine, si è arrivati ad oggi dove addirittura è stata espunta tutta la parte inerente alle forze dell'ordine. Peccato però che, durante la discussione sulle linee generali, tutti gli appartenenti alla maggioranza l'avevano venduta come una grande conquista quasi rivoluzionaria a favore delle forze dell'ordine.
Signor Presidente, noi volevamo fare un'opposizione costruttiva, ma soprattutto propositiva partendo dal principio e dalla necessità di realizzare obiettivi quali la responsabilità, il merito, l'innovazione, la produttività nel lavoro, i sistemi di misurazione e valutazione della pubblica amministrazione. Si tratta di progetti per noi ambiziosi e profondi, da realizzare attraverso la contrattazione collettiva e integrativa, in un rapporto vero certamente serrato e dialettico con le organizzazioni sindacali. Purtroppo, siamo molto lontani da questo quadro.
Il Governo procede largamente per estratti in tutti i suoi comparti della pubblica amministrazione e sembra perseguire una linea che penalizza e colpevolizza il lavoro del dipendente pubblico. Al pubblico impiego si vogliono applicare le regole proprie del lavoro privato, si intacca pericolosamente il ruolo del sindacato e dei poteri istruttori del giudice, soprattutto nei casi di controversie, di sanzioni disciplinari, di licenziamento, di mobilità, di aspettative, di permessi e di congedi. La lotta al lavoro sommerso è quella che vorremmo attivare e vedere e che pensiamo come provvedimento essenziale.
In questo provvedimento, si denota invece un attacco ai diritti dei lavoratori, alle forme di tutela obbligatorie per il lavoratore disabile, i propri genitori e i precari. Credo che tutto questo porti ad uno svilimento dei diritti di chi lavora, specialmente per coloro che sono precari. La previsione poi delle riserve del 40 per cento nei concorsi pubblici, il blocco degli stessi, la mancanza di stabilizzazione non farà altro che aumentare la conflittualità sociale.
Il riordino da parte del Governo degli enti che fanno riferimento ai vari ministeri compresa l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali è una delega in bianco, senza sapere quale è il modello di salute al quale vogliamo riferirci, senza averPag. 57detto nulla sul tema della ricerca, né della prevenzione, né del rapporto con i farmaci, né in tema di qualità, né la mission specifica di questi enti.
Questo è un provvedimento che si caratterizza per la mancanza assoluta del fondo per gli ammortizzatori sociali e ciò penalizza le categorie più deboli; non parliamo poi del problema sul processo del lavoro dove si rende il giudice un semplice notaio e si priva il lavoratore delle garanzie essenziali al fine di intaccare i diritti. Sono previsti meccanismi per cui le decisioni del datore di lavoro sono nei fatti insindacabili da parte dei giudici, i quali sono chiamati a verificare la sola apparente conformità di quanto statuito. Questo Governo si propone, sotto mentite spoglie, nel tentativo di abrogare l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, laddove la reintegrazione del posto di lavoro viene sostituita da un generico risarcimento del danno.
Signor Presidente, concludo dicendo che in questi giorni si è parlato molto della famigerata legge n. 104 del 1992, della disabilità e degli abusi che vanno colpiti. Ma la legge n. 104 del 1992 è un faro di civiltà, è una legge innovativa che molti Paesi europei ci invidiano, essa merita un dibattito serio e non surrettizio come è stato affrontato in quest'Aula; proprio per questo penso che non bisognava trattarla in quest'Aula.
Concludo dicendo che questo è un provvedimento omnibus, così si può dire perché è stato ampliato a dismisura, e pernicioso, collegato comunque al decreto-legge n. 112 del 2008. Esso ha visto più volte l'inserimento di emendamenti a favore di alcune parti e a sfavore di altre, a partire dalla modifica dell'articolo 71 e della specificità che, per fortuna, oggi finalmente, è stata approvata seppur con un grave handicap, infatti è mancante dell'aspetto economico e si rifà ad un'altra legge, quindi si fa una legge rimandando ad un'altra legge. Mi auguro naturalmente che non siano sogni nel cassetto o un libro dei sogni per le forze dell'ordine che da tanto aspettano.
Noi voteremo contro perché, al di là di piccole cose che possono essere importanti, vi sono provvedimenti diversi e non si va nella direzione da noi auspicata (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, signor sottosegretario, onorevoli colleghi, signor relatore, il provvedimento in esame contiene una normativa molto articolata, sovente affastellata, su materie di grande rilevanza economica e sociale, di grande importanza per il mondo del lavoro. Abbiamo svolto un confronto molto serrato, anche duro, in sede parlamentare, nella Commissione lavoro e in quest'Aula. Siamo partiti da un atteggiamento non pregiudiziale per la convinzione che noi portiamo che sia necessario che in questa legislatura in questo Parlamento si trovi la capacità di produrre quelle riforme necessarie e fondamentali per il rilancio del nostro Paese.
Non ci siamo certamente tirati indietro nel confrontarci su temi difficili; non abbiamo rinunciato a svolgere le nostre ragioni, abbiamo compreso e sosteniamo da sempre che in questo Parlamento c'è bisogno di un'opposizione responsabile, un'opposizione repubblicana, che risponda in termini veri alle esigenze del Paese. Questo Paese ha bisogno di innovazione, di modernizzazione, di sviluppo, di equità.
In questa direzione, rileviamo che il provvedimento al nostro esame, che introduce norme importanti nella pubblica amministrazione, nel trattamento dei lavoratori, nella disciplina del rapporto di lavoro e del riconoscimento della specificità delle Forze armate, recava in sé l'esigenza di tenere un confronto che fosse aderente alle materie in discussione.
Noi abbiamo affermato, senza tema di smentita, che il disegno di legge, nato con pochi articoli, si è gonfiato oltre misura e ciò ha impedito una vera discussione e, soprattutto, non ha consentito il coinvolgimentoPag. 58delle Commissioni parlamentari competenti su tante materie che avrebbe certamente portato le stesse a svolgere un lavoro ancor più proficuo di quello che abbiamo tentato di realizzare.
Come abbiamo già affermato nel dibattito, abbiamo assistito ad una continua girandola di emendamenti ad implementazione di materie che, dalla mattina alla sera, o nella notte, venivano portate all'attenzione della Commissione e poi del Comitato dei nove. Abbiamo quindi cercato, nella difficoltà del rapporto tra Governo e Parlamento, di fare emergere alcune modifiche importanti e sostanziali per cercare di contribuire, dall'opposizione, ad un lavoro effettivo di miglioramento del testo.
Pertanto, signor Presidente, in questo provvedimento noi riscontriamo luci ed ombre; registriamo l'accoglimento di alcuni elementi fondamentali come quello relativo alla disciplina dei lavori usuranti in ordine al quale il Governo ha accolto la proposta, che anche noi avevamo presentato, di ridurre i tempi della delega. Riteniamo che su questa materia si sia già consumato un grave ritardo e speriamo che il Governo adotti qui, anche alla luce di tutto il profondo dibattito che si è svolto su questa materia, quella normativa che possa dare finalmente risposta a tutti i lavoratori impegnati nei lavori usuranti.
Abbiamo svolto un grande confronto sul tema previsto dall'articolo 24 per quanto riguarda il riordino degli enti, sottolineando che vi è effettivamente l'esigenza di razionalizzare e di migliorare il ruolo strumentale di tali enti. Siamo contenti che il Governo in questa direzione abbia accolto l'inserimento dell'ente Enasarco, abbiamo però, altresì, sottolineato con forza che alcuni enti a prevalente natura associativa, come la Lega tumori e la Croce rossa, forse dovevano essere espunti da questo tipo di provvedimenti.
Abbiamo svolto un'azione emendativa molto puntuale per quanto riguarda le misure contro il lavoro sommerso, con riferimento al quale abbiamo sempre sostenuto che, anche in relazione al grande tema che più volte abbiamo discusso in questo Parlamento e in Commissione, ossia quello della sicurezza del lavoro, il processo di semplificazione non poteva non tenere conto di esigenze fondamentali quale quella, appunto, della sicurezza del lavoro. Quindi, una normativa che andasse nella direzione di fare emergere il sommerso doveva però tenere fermi alcuni fondamentali principi affinché vi fosse la garanzia che il lavoratore, anche nella malaugurata occasione di incidente, avesse tutte le tutele che la normativa generale prevede.
Abbiamo condotto una battaglia su tante altre questioni, a partire dalla territorializzazione delle procedure concorsuali. Noi, con degli emendamenti, avevamo espresso una posizione negativa sul fatto di dare una priorità al concetto di residenza, anche con riferimento all'abolizione del valore legale del titolo di studio nell'attuale complessa normativa concorsuale; abbiamo riscontrato lo sforzo di avvicinamento, ma su tale aspetto chiederemo puntualmente al Governo, nella persona del sottosegretario che ci ha seguito in questo dibattito, di tener presente che vi è un'esigenza fondamentale: quella di evitare, anche attraverso questo fondamentale diritto e strumento che hanno i giovani di poter partecipare al concorso su base nazionale, ulteriori divisioni nel nostro Paese.
Il nostro Paese ha bisogno di coesione e di unità: certamente non può partire da una materia così delicata per cercare, invece, di inserire elementi che poi si ingrandiscono e possono creare tensioni e disagi sociali profondi.
Abbiamo combattuto una battaglia fortissima per la stabilizzazione del personale, così come previsto dalle leggi finanziarie per il 2007 e per il 2008. Non abbiamo compreso e abbiamo contrastato fino in fondo l'idea di prevedere soltanto determinati ampliamenti (la nostra richiesta era quella di ampliare fino al 31 dicembre 2009 la possibilità di stabilizzazione, mentre il termine relativo è stato fissato al 30 giugno 2009).Pag. 59
Con un ordine del giorno, che il Governo ha accolto come raccomandazione, abbiamo chiesto un monitoraggio e un'attenzione forte affinché non venga meno tale opportunità da parte di tutte le pubbliche amministrazioni, che hanno bisogno di questo personale precario a vario titolo.
Concludo con questa notazione: abbiamo compiuto due grandi battaglie, una delle quali sulla specificità delle Forze armate, delle forze di polizia e dei vigili del fuoco. La conclusione di questo confronto, che ha visto anche una dialettica sicuramente forte all'interno della maggioranza, ci trova soddisfatti. Abbiamo votato convintamente a favore di quella norma, ma vogliamo impegnare la coerenza del Governo fin dalla prossima legge finanziaria. Il riconoscimento della specificità delle Forze armate, delle forze di polizia e dei vigili del fuoco è un punto positivo ma si deve poi tradurre in una capacità di allocazione di risorse che renda questo riconoscimento effettivo.
Abbiamo compiuto una seconda grande battaglia sulla legge n. 104 del 1992. Anche a tal riguardo, il confronto è stato duro. Vi è stato chi ha parlato di strumentalizzazione. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, non era certamente nella nostra finalità. Noi volevamo soltanto che coloro che correttamente utilizzano i permessi previsti da quella grande legge di civiltà che è la legge n. 104 fossero garantiti, che gli abusi fossero certamente puniti e che, però, fossero individuate procedure che non avessero il carattere punitivo nei confronti dei familiari di queste persone in grave difficoltà.
Abbiamo svolto un'ultima battaglia, al di là di un riconoscimento, anche in questo caso, in linea di principio, al fine di innovare sulle controversie del lavoro. Eravamo preoccupati - concludo, signor Presidente - che questa normativa fosse realizzata con un più ampio coinvolgimento e con una più ampia concertazione con il sindacato. Ci sembra che questo dato sfugga.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

TERESIO DELFINO. Avevamo presentato proposte emendative migliorative, che però non sono state accolte. Comunque, nella somma del confronto parlamentare, riteniamo di potere esprimere un voto di astensione, che è un voto di fiducia e di speranza verso un'applicazione adeguata del provvedimento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.

DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, dopo qualche mese di quasi normalità, una sinistra ancora intontita dalla batosta elettorale è tornata alla sistematica manipolazione della realtà dei fatti, per rovesciare su Governo e maggioranza accuse infamanti, sicuramente inaccettabili. Ciò è accaduto anche nel corso della discussione del provvedimento in esame: in particolare, avete sfoderato il solito armamentario demagogico in un settore in cui vi considerate, senza ombra di dubbio, egemoni e mi riferisco all'assistenza ai diversamente abili.
Infatti, al di là della limitatezza dell'ambito di intervento del provvedimento in esame nel settore, è necessario ribadire che i principali nemici dei disabili sono coloro che abusano dell'invalidità per avere privilegi inaccettabili (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Disabili sono coloro che abusano dell'invalidità, che derubano e continuano a derubare, alimentando un bieco clientelismo; sono coloro che hanno saccheggiato le casse pubbliche delle risorse destinate ai meno fortunati e che hanno abusato della buona fede della collettività. Avete artificiosamente creato, nel corso di questi anni, una pletora di invalidi che, fortunatamente, non troviamo nel Paese.
Per decenni, lo Stato centralista, anche grazie alle vostre scellerate politiche, ha illuso milioni di persone che avrebbe potuto dare loro un lavoro, un finto lavoro e un vero stipendio, confondendo il diritto al lavoro con il diritto al sussidio. Queste politiche hanno portato il Paese sull'orlo della bancarotta e non possono continuarePag. 60oltre. Non devono continuare oltre! Con questo provvedimento, ci prepariamo ad attutire l'impatto di una crisi incombente, drammatica. Così abbiamo confermato la possibilità di concedere in deroga i trattamenti di integrazione salariale straordinaria, di mobilità e di disoccupazione speciale. Abbiamo prorogato per il 2008 la possibilità di iscrizione nelle liste di mobilità anche per i lavoratori delle piccole imprese, licenziati per giustificato motivo, dovuto alla riduzione dei posti di lavoro o alla cessazione dell'attività. Abbiamo rinnovato - questo è un aspetto molto importante, fondamentale, uno dei pilastri della riforma Biagi - le deleghe al Governo finalizzate al riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali, di servizi per l'impiego, di incentivo all'occupazione e all'apprendistato, nonché in materia di occupazione femminile.
Insomma, il dato è uno ed è certo: il Governo è al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori. L'accesso ai concorsi pubblici potrà avvenire anche in base alla residenza. Questa è la novità di grande portata che abbiamo consegnato al Paese. Il punteggio assegnato ai concorrenti potrà tener conto della residenza, qualora questa consenta un migliore svolgimento della funzione cui è stato chiamato il candidato (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Così intendiamo risolvere una delle molte criticità della pubblica amministrazione. Sappiamo che, troppo spesso, i vincitori di concorsi in regioni diverse da quelle di residenza chiedono poi il trasferimento e iniziano un dannoso quanto improduttivo braccio di ferro con le amministrazioni pubbliche, con l'ente in cui dovrebbero prestare il loro lavoro. Il tutto con il solo fine di ritornare al luogo di residenza. La territorializzazione delle procedure concorsuali mira proprio a risolvere questo problema, con un intervento organico, che, oltre all'introduzione del requisito di residenza nel bando di concorso pubblico, presenta altre novità, di enorme portata, come il ricorso alla mobilità per coprire il fabbisogno di personale nella pubblica amministrazione, l'obbligo di permanenza quinquennale nella sede di destinazione, non derogabile dai contratti collettivi, e l'introduzione del titolo di preferenza per la permanenza nelle sedi carenti di organico, ai fini della formazione delle graduatorie per gli avanzamenti di carriera. Insomma, molte sono le novità in questo senso. I concorsi pubblici per le assunzioni nelle amministrazioni statali e nelle aziende autonome dovranno essere espletati, di norma, a livello regionale. Eventuali deroghe, che potranno esserci solo per motivi tecnico-amministrativi o di economicità, dovranno essere autorizzate dal Presidente del Consiglio. Inoltre, gli uffici regionali, compartimentali o provinciali potranno bandire concorsi unici circoscrizionali per l'accesso alle varie professionalità. In particolare, sarà obbligatorio individuare i posti con riferimento alle sedi di servizio e, ove ciò non sarà possibile, comunque con riferimento ad ambiti regionali. È inoltre importante la previsione - anche in un'ottica di ridisegno dello Stato in senso federale - della mobilità per il personale delle amministrazioni pubbliche, a seguito di conferimento di funzioni statali alle regioni ed agli enti locali, e del trasferimento delle attività svolte dalle pubbliche amministrazioni anche ad altri soggetti, pubblici o privati, cui vengono esternalizzate. Insomma, al personale della pubblica amministrazione si applicano le disposizioni in materia di mobilità collettiva e di collocamento in disponibilità.
Il personale che si rifiuterà per due volte in cinque anni sarà trasferito e messo in esubero, collocato in disponibilità.
Con orgoglio, inoltre, possiamo rivendicare a pieno titolo il lavoro svolto con il Governo per l'ampliamento della platea dei beneficiari delle agevolazioni pensionistiche per i lavori usuranti, di cui abbiamo compiutamente parlato, di cui ha compiutamente parlato il collega Fedriga nel corso dei lavori.
Infine, voglio sottolineare le modifiche riguardanti il processo del lavoro e il rafforzamento del ricorso alle procedure stragiudiziali per la risoluzione delle controversie di lavoro e per un maggiore e migliore rapporto tra azienda e lavoratore,Pag. 61perché la nostra volontà è quella di tutelare i diritti del lavoratore, per nulla garantiti dall'attuale situazione della giustizia del lavoro, introducendo la facoltatività della conciliazione esperita dalle parti effettivamente interessate a raggiungere un accordo senza percorrere la via giudiziaria.
Insomma, queste sono solo alcune delle soluzioni che maggioranza e Governo intendono attuare per porre rimedio alla criticità del sistema dei rapporti di lavoro, che nel pubblico deve trovare, e presto, competitività ed efficienza.
Sono misure di portata e di prospettiva, che avranno il convinto appoggio della Lega Nord Padania (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Damiano. Ne ha facoltà.

CESARE DAMIANO. Signor Presidente, come Partito Democratico voteremo convintamente contro questo provvedimento. Abbiamo fatto nelle Commissioni e in Aula una battaglia importante, che ha portato qualche risultato (diciamo che ha diminuito il danno), ma il segno complessivo è profondamente negativo.
Il nostro non è un pregiudizio, ma vogliamo basarci sui contenuti e sugli argomenti della nostra battaglia.
Vogliamo lanciare un allarme sociale al Paese, perché le vostre misure di politica economica e sociale sono profondamente sbagliate; sarebbero sbagliate in tempi normali, ma sono doppiamente sbagliate ed inique in tempi di crisi straordinaria.
Diciamo che la vostra manovra finanziaria è stata sbagliata fin dall'inizio: avete tolto l'ICI ai ricchi, aumentando le disuguaglianze. Diciamo pure che abbiamo buttato via dei soldi utili per il Paese.
Abbiamo gli straordinari detassati, quando cresce la cassa integrazione e aumentano i disoccupati. La Robin tax è già stata pagata dalle famiglie, più salata ed in anticipo rispetto a coloro che doveva colpire. Sugli ammortizzatori sociali, il punto di partenza è il seguente: avete stanziato, come Governo, meno risorse rispetto al 2007, quando la cassa integrazione era in calo, e queste minori risorse impattano con una situazione che diventerà via via più drammatica.
Avete promesso sui giornali un rifinanziamento di 150 milioni, come ha detto anche il sottosegretario Viespoli, ma la domanda è: non eravamo degni di discuterne qui alla Camera? Non avevamo il tempo di svolgere questa discussione? Non c'era e non c'è l'urgenza di dotare il Paese di protezioni sociali in questa situazione?
Non vogliamo che il Paese paghi il prezzo delle vostre contraddizioni. Cosa si fa, poi, nella crisi? Si danno soldi alle banche, e questo va bene se si salvaguardano soprattutto i piccoli risparmiatori, ma i soldi e le risorse, dovete saperlo, vanno attribuiti alle famiglie.
Dobbiamo detassare le retribuzioni e le pensioni. Ascoltate la voce dell'opposizione; ascoltate le proposte del Partito Democratico.
La tredicesima quest'anno deve valere di più per le famiglie; la quattordicesima, già introdotta dal Governo Prodi, deve andare ad altri pensionati, quelli sopra i 700 euro mensili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché questo non è soltanto un fatto di pur necessaria equità sociale: è anche un fatto di manovra economica che voi non volete compiere, per aiutare il Paese a svilupparsi e ad aumentare i consumi. Così abbiamo anche bisogno di più ammortizzatori sociali, che vadano alle piccole imprese, che vadano al lavoro discontinuo, che vadano a quei milioni di lavoratori che non hanno tutele nel lavoro.
Nel disegno di legge n. 1441-quater-A è presente una norma profondamente iniqua, che voglio ancora una volta richiamare: com'è possibile che si porti un attacco al cuore della stabilità del lavoro nella pubblica amministrazione? Ho sentito gli argomenti del Ministro Brunetta, e mi permetto ancora una volta di contestarli: noi non abbiamo mai sostenuto che si tratta di far perdere il lavoro a 60 mila ricercatori; sappiamo ben distinguere i comparti della pubblica amministrazione.Pag. 62Noi abbiamo più volte ribadito il fatto che saranno persi, grazie alla vostra misura «ammazza precari», 60 mila posti complessivi nella pubblica amministrazione, compresa la scuola, in un momento nel quale sale la disoccupazione nel nostro Paese, sale la cassa integrazione nel nostro Paese.
L'altro argomento utilizzato dal Governo è il seguente: noi stiamo continuando la politica del Governo Prodi. No, voi state facendo il contrario, perché quando, nel Protocollo del 2007, noi abbiamo cambiato le normative sul tempo determinato e sui contratti a termine, non lo abbiamo fatto, come ha più volte ripetuto il Ministro Brunetta, perché dopo 36 mesi il lavoro termina: no, al contrario, leggete quel Protocollo, non insegnate agli altri quello che gli altri sanno fare! In quel Protocollo c'è scritto che il lavoro a tempo indeterminato è il punto di riferimento essenziale per l'Europa e che dobbiamo combattere gli abusi nell'utilizzo del tempo determinato. Abbiamo voluto fare un'operazione di stabilizzazione, non di licenziamento di quelle persone, e sarà un prezzo sociale molto caro quello che voi imponete al Paese!
C'è un attacco al processo del lavoro. L'ha detto l'ordine forense: si parifica il contratto di lavoro con il contratto individuale. C'è stato un tentativo, che abbiamo parzialmente respinto, di attacco a quella che è stata definita «la famigerata 104», una legge profondamente sociale voluta nel 1992 da questo Paese; e noi abbiamo ridotto il danno, abbiamo respinto le misure più gravi, sapendo che si parla di permessi e di diritti delle famiglie che hanno al loro interno la disabilità grave. Così come prima dell'estate abbiamo fermato il tentativo di alcuni parlamentari del centrodestra di riportare la vergogna delle regolarizzazioni post mortem, perché alcuni di voi volevano cancellare la norma, voluta dal Governo Prodi, che impone alle imprese di denunciare l'assunzione un giorno prima che si cominci a lavorare: una norma di civiltà del Paese che abbiamo difeso con tutta la nostra forza.
Sui lavori usuranti abbiamo portato un nostro risultato: è passata la nostra proposta di accorciare a tre mesi la durata della delega. Bene, noi vigileremo, perché non vogliamo che, come avete già fatto, si faccia finta con «proposte bandiera» di allargare la platea dei beneficiari, così come avete fatto con le Forze armate sull'articolo 39-bis, con sei riformulazioni su una specificità che se non ha risorse, se non ha soldi stanziati, è semplicemente una «bandiera» che non verrà mai applicata.
Noi continueremo questa battaglia: abbiamo detto che l'allarme sociale è molto alto e lo vogliamo sottolineare. E soprattutto vogliamo dire che il disegno di legge n. 1441-quater-A si salda a quello che è stato fatto prima dell'estate da parte del Governo, a misure di controriforma del mercato del lavoro che penalizzeranno sul fronte della tutela l'insieme dei lavoratori. Di qui la nostra contrarietà; ed è una contrarietà di merito, non è una contrarietà astratta.
Sappiate che noi continueremo la nostra battaglia, per tutelare chi viene condannato da queste vostre scelte a subire i colpi della crisi, la parte più debole del Paese, che come Partito Democratico vogliamo continuare a difendere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

FURIO COLOMBO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su che cosa, onorevole Colombo?

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, intervengo solo per dire che il rappresentante dell'opposizione ha parlato mentre il Ministro Brunetta è stato per tutto il tempo, di volta in volta, al telefono o in un'intensa conversazione con i suoi amici (Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà). Questo non si può fare in un Parlamento democratico, è offensivo ed ingiusto: è vero che ha poco da imparare, ma almeno si sforzi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Antonino Foti. Ne ha facoltà.

Pag. 63

ANTONINO FOTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, anticipo il voto favorevole sul presente disegno di legge risultante dallo stralcio del provvedimento n. 1441, come collegato alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013.
Le norme in esso contenute trattano le materie dei lavori usuranti, del contrasto verso il cosiddetto lavoro nero, del riordino di alcuni enti sottoposti a vigilanza del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, e di snellimento delle procedure in materia di processo del lavoro.
Si tratta di un provvedimento di grande significato in una più ampia e complessa manovra avviata dal Governo immediatamente dopo il suo insediamento. La manovra mira a correggere le evoluzioni della finanza pubblica ed a riavviare un processo di sviluppo per il nostro sistema economico e produttivo.
Si ricorda, tra gli interventi di maggiore rilevanza contenuti nel provvedimento, all'articolo 23 la delega legislativa da esercitare entro tre mesi dall'entrata in vigore del provvedimento in esame. La delega è volta a concedere ai lavoratori dipendenti impegnati in attività usuranti che maturino i requisiti pensionistici a decorrere dal 1o gennaio 2008 la possibilità, su domanda, di accedere anticipatamente al trattamento pensionistico. In tal modo, si intende fornire risposta ad un'annosa questione per dare finalmente un riconoscimento sul piano previdenziale a coloro che svolgono attività di particolare stress psico-fisico.
Da apprezzare anche, all'articolo 24, le deleghe volte a riorganizzare, razionalizzare i costi, semplificare e snellire l'organizzazione di una serie di enti vigilati dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Le disposizioni dell'articolo 32, invece, modificano la disciplina relativa alle sanzioni amministrative e civili previste in caso di utilizzo del lavoro irregolare in modo da rimodulare, in maniera più equa e razionale, le sanzioni.
Tra l'altro, si incentiva il ravvedimento operoso di coloro che commettono violazioni, prevedendo una sanzione amministrativa più lieve per coloro che, dopo aver utilizzato lavoro irregolare, abbiano successivamente regolarizzato il lavoratore.
In particolare, la disciplina di cui all'articolo 37-bis è volta a contemperare, nella maniera più equa possibile, le aspettative di stabilizzazione del personale precario con le non meno legittime aspettative di assunzione nella pubblica amministrazione dei giovani, in particolare dei neolaureati. La norma in esame, inoltre, appare più rispettosa, rispetto alla normativa vigente relativa alle stabilizzazioni, del principio costituzionale dell'accesso all'impiego presso le pubbliche amministrazioni tramite concorsi pubblici aperti a tutti. Difatti si fanno salve le procedure di stabilizzazione in corso, ma per il futuro si prevede, in ossequio al principio di selezione del personale più meritevole e quindi con positive ricadute sul piano dell'efficienza della pubblica amministrazione, che anche il personale precario per essere assunto debba superare procedure concorsuali pubbliche aperte anche ad altri candidati, riconoscendo però al personale precario una riserva di posti che può arrivare fino al 40 per cento.
Si segnala, inoltre, l'articolo 38, volto a favorire la mobilità del personale nel settore pubblico ai fini dell'efficienza, in modo da poter trasferire il personale in esubero verso uffici con carenze di personale.
Il voto favorevole al provvedimento appare conseguente alle disposizioni volte a razionalizzare alcuni profili del processo del lavoro, per renderlo più spedito ed efficiente, dal momento che il rito di lavoro, nella pratica, oggi, non si svolge con quella celerità necessaria a garantire la posizione giuridica sia del lavoratore, sia del datore di lavoro.
La riforma del processo del lavoro è attesa da anni: le norme approvate tendono, quindi, a favorire conciliazioni e arbitrati, e ad attuare la legge Biagi sulla certificazione dei contratti.
Particolarmente apprezzabile appare anche l'articolo 66, che introduce nuove modalità di conciliazione ed arbitrato. Tra l'altro, si dispone che il tentativo di conciliazionePag. 64non sia più obbligatorio, bensì facoltativo, in modo che le procedure di conciliazione siano esperite dalle parti che sono effettivamente interessate a raggiungere un accordo senza percorrere la via giudiziale. Oggi, infatti, il tentativo obbligatorio di conciliazione determina, paradossalmente, un allungamento dei tempi per giungere alla soluzione della controversia ed è, quindi, un inutile aggravio di lavoro per gli organi preposti alla procedura di conciliazione.
È da rilevare, inoltre, che le forze di polizia, le Forze armate e i vigili del fuoco, saranno esentati dalle norme contenute nel decreto-legge n. 112 del 2008 relative alla cosiddetta stretta sulle assenze per malattia dal pubblico impiego. Rispetto alle posizioni critiche, troppo spesso strumentali, da parte dell'opposizione, respingiamo al mittente le accuse fatte dal Partito Democratico sul lavoro. È necessario precisare che i provvedimenti finora assunti, in materia di lavoro, non hanno ridotto le tutele dei lavoratori.
Sul sommerso, ad esempio, noi siamo coscienti che, per attenuarne la portata, dobbiamo fare in modo che leggi siano facilmente rispettabili e poco complicate. Noi legislatori, specie in un sistema produttivo polverizzato come il nostro, non possiamo più alzare l'asticella della produzione legislativa, non possiamo continuare a produrre leggi, norme, a ripetizione, perché le imprese, le gente comune, non riesce più a seguire queste continue evoluzioni e non riesce più a rispettare le leggi dello Stato. Queste leggi, troppo spesso, appaiono come punitive, vessatorie, complicate, fatte per un sistema produttivo che non c'è o che è comunque presente in minima parte. Bisogna semplificare: questo è l'impegno preso dal Governo Berlusconi, che ha dichiarato, di fatto, guerra alle leggi inutili.
Finora, in sei mesi, siamo passati da 21.700 leggi a 14.700, tra abrogazioni dirette o amministrative. Sono state tagliate 7 mila leggi e, quindi, siamo sulla strada giusta; ma il lavoro che dobbiamo fare è ancora tanto.
Credo che il Parlamento, da circa 15 anni a questa parte, abbia prodotto leggi per un sistema produttivo irreale, come se tutte le aziende avessero cinquecento, mille dipendenti o più, mentre il 97,5 per cento delle nostre aziende ha meno di 15 dipendenti. Pertanto questa produzione legislativa che ha avuto come riferimento la grande industria, quando è stata applicata sul sistema produttivo reale, che è formato da piccole e piccolissime imprese, ha creato infiniti problemi di produttività e di sopravvivenza. In pratica, le leggi basate su un sistema produttivo irreale riversate sulla realtà del sistema produttivo reale, caratterizzato dalla presenza diffusa di piccole e micro imprese, sono diventate irrazionali e, pertanto, essendo tali, non sono, e spesso non possono essere, rispettate dalla nostra gente.
Anche noi parlamentari dobbiamo essere autocritici perché spesso la creatività nella nostra produzione legislativa nell'ostacolare l'imprenditorialità supera la creatività dei nostri piccoli, medi e grandi imprenditori.
Mi avvio alla conclusione. Queste, adottate dal Governo Berlusconi, sono misure di semplificazione e di deregolazione del rapporto di lavoro che liberano le imprese e lasciano lavorare la creatività del popolo italiano, evitando vincoli e adempimenti burocratici che il precedente Governo aveva invece adottato in conseguenza di un grave pregiudizio nei confronti del nostro sistema produttivo.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANTONINO FOTI. L'accusa di voler manomettere l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è quindi grottesca. Come deputati del Pdl membri della Commissione lavoro siamo estremamente soddisfatti perché questo disegno di legge prosegue il cammino giustamente intrapreso dal Governo nella direzione della razionalizzazione e semplificazione delle procedure. Con questo disegno di legge sui cosiddetti lavori usuranti finalmente si riconosce il valore della fatica del lavoro.
Considerato che le norme contenute nel provvedimento sicuramente daranno rispostaPag. 65nella maniera più equa e ragionevole alle esigenze, non solo dei lavoratori ma della generalità, della maggioranza dei cittadini, di efficienza dell'amministrazione, ribadisco pertanto il voto favorevole al provvedimento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, le chiedo scusa se le rubo ancora un minuto dopo questo dibattito lunghissimo, però credo che le parole in qualche modo abbiano un senso. Allora vorrei tranquillizzare tutti i nostri colleghi che ci hanno più volte definito «poco fortunati» o «molto sfortunati» in quanto disabili. Infatti, la nostra vita è senz'altro migliore della loro e probabilmente non vorremmo mai cambiarla con la loro.
Lo dico perché l'ultimo intervento è stato quello di un esponente della Lega, nel quale si è ribadito più volte il concetto di questa grande fortuna che ci attanaglia. Poverini, io dall'inizio di questo dibattito provo un senso - mi creda - non polemico ma di grande tenerezza per quanto evinco da ciò che continuano a dire. La legge n. 104 del 1992 è un diritto. Poi se loro, per forza o per valore, vogliono credere che noi siamo più sfortunati e quindi stare meglio per questo, dico in bocca al lupo, però - lo ripeto, in questo caso con un pochino di strumentalizzazione - voglio dire a tutti con grande sincerità che non cambierei la mia vita con nessuna di quelle dei presenti oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Correzioni di forma - A.C. 1441-quater-A)

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Chiedo di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, colleghi - vi chiedo ancora un piccolo sforzo di pazienza - ai fini del coordinamento formale delle disposizioni contenute nel disegno di legge A.C 1441-quater-A, a nome del Comitato dei nove propongo le seguenti correzioni di forma:
all'articolo 32, comma 1, lettera b), capoverso, le parole: «dall'effettuazione degli adempimenti» devono intendersi sostituite dalle seguenti parole: «dagli adempimenti»;
all'articolo 37, comma 1, lettera b), le parole: «è richiesto il solo requisito della scuola dell'obbligo» devono intendersi sostituite dalle seguenti parole: «non è richiesto il titolo di studio superiore a quello della scuola dell'obbligo»;
all'articolo 37-bis: ai comma 3 e 4, le parole: «e previa autorizzazione ai sensi dell'articolo 35, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165,» devono intendersi sostituite dalle seguenti parole: «e previo espletamento della procedura di cui all'articolo 35 comma 4 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165»; al comma 7, le parole: «il numero delle graduatorie ancora vigenti con le relative qualifiche, indicando la data di approvazione delle stesse» devono intendersi sostituite dalle seguenti parole: «il numero delle graduatorie ancora vigenti, indicando le qualifiche cui esse si riferiscono, la data di approvazione delle graduatorie stesse»;
all'articolo 39-bis, comma 1, le parole: «della condizione di stato giuridico» sono sostituite dalle seguenti: «dello stato giuridico».

All'articolo 39-septies, comma 1, lettera a), capoverso, le parole: «alla specifica di status e di impiego» sono sostituite dalle seguenti: «allo specifico status e alle peculiari condizioni di impiego»; all'articolo 39-octies, comma 1, ultimo periodo, dopo le parole: «nella dotazione organica» sono inserite le seguenti: «dell'amministrazione»; all'articolo 66, comma 5, capoverso.

Pag. 66

PRESIDENTE. Onorevole relatore, mi scusi, ma non mi sembrano correzioni meramente formali. Lei sta rileggendo interi passi di quello che abbiamo discusso e votato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori) e non me la sento di chiedere se vi siano obiezioni, perché io per primo non ho compreso alcuni passaggi di quanto lei ha detto. Chiedo al Comitato dei nove se condivida tutte le richieste avanzate dal relatore.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Il Comitato dei nove ha esaminato le correzioni formali su proposta degli uffici, signor Presidente.

PRESIDENTE. Se il Comitato dei nove si assume la responsabilità di sottoporre all'Aula queste correzioni formali, prosegua, onorevole Cazzola.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. All'articolo 66, comma 5, capoverso, Art. 412-quater, nono comma, primo periodo, le parole: «ed espletare» sono sostituite dalle seguenti: «e assumere»; all'articolo 67, comma 1, le parole: «Il primo comma» sono sostituite dalle seguenti: «Il primo e il secondo comma» e le parole: «è sostituito» sono sostituite dalle seguenti: «sono sostituiti»; il titolo è sostituito dal seguente: «Delega al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, nonché misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico, di controversie di lavoro e di ammortizzatori sociali».
Per concludere, signor Presidente, ringrazio la Presidenza, i colleghi e i funzionari della Commissione e dell'Assemblea.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, come lei ha già fatto constatare interrompendo il relatore, il lavoro di questa Assemblea sta per consegnare al voto finale un testo sul quale il Parlamento si è pronunciato attraverso una serie di valutazioni che sono passate attraverso il voto sugli articoli e sugli emendamenti. È del tutto evidente che al momento appare che le correzioni di forma o di coordinamento formale esondano da una pura formalità e dal puro elemento del coordinamento. Comunque, non mi perito nel dire che questa è una condizione tale per la quale valuto che non siano correzioni formali. Tuttavia l'Aula e il Comitato dei nove dovrebbero essere messi nelle condizioni di poter votare un testo che non venga poi rinviato o preso in considerazione sotto altra forma da chi di dovere che ci dovesse segnalare che l'Aula e la Presidenza hanno fatto «passare» per correzioni formali indicazioni che in realtà possono avere forma di emendamenti.
Le chiederei, quindi, così come credo che anche lei segnalasse, di poter sospendere per cinque minuti o dieci minuti, dare il tempo di nuovo al Comitato dei nove per svolgere un'ulteriore, suppletiva verifica che consenta effettivamente all'Aula di addivenire ad una decisione nella piena responsabilità.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, la ringrazio per il contributo che ha dato. Ho già chiesto al Comitato dei nove se le correzioni di forma che il relatore ha proposto sono non soltanto a conoscenza del medesimo Comitato, ma condivise. Non c'è alcuna necessità di sospendere per verificare ciò che il Comitato dei nove mi dà per acquisito, a meno che non vi sia nell'ambito del Comitato chi ha cambiato opinione, ma si tratterebbe di cosa del tutto diversa rispetta a quanto lei diceva.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, ho avuto esattamente la sua stessa reazione durante la lettura della proposta delle cosiddette correzioni diPag. 67forma. Anche per chi non ha seguito nel dettaglio il provvedimento in esame, si tratta di nove proposte di modifica, di cui ne cito solo una, l'ottava, con la quale si propone di sostituire l'espressione: «Il primo comma» con quella: «Il primo e il secondo comma ». È evidente che stiamo parlando di due cose diverse.
Credo che creare un precedente per cui attraverso le proposte di correzioni di forma si cambiano i testi delle norme che la Camera ha approvato, costituisca un precedente molto pericoloso. Capisco che il Comitato dei nove è alla fine di un lungo lavoro, che evidentemente lo ha provato, però credo che un piccolo supplemento di verifica e di attenzione nel merito di queste proposte sia doveroso, perché rischiamo di creare un precedente pericoloso per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, mi associo anch'io a quanto appena detto dal collega, perché francamente - e non metto minimamente in dubbio che non sia stato rispettato tutto quello che vi era da rispettare -, mentre capisco che sostituire le parole «dall'effettuazione degli adempimenti» con «dagli adempimenti» sia una correzione formale, sostituire le parole: «è richiesto il solo requisito della scuola dell'obbligo» con le parole: «non è richiesto il titolo di studio superiore a quello della scuola dell'obbligo» a me pare che non sia esattamente una correzione di tipo formale. Quindi, la pregherei anch'io di valutare se non sia il caso di procedere ad un minimo e ulteriore esame da parte del Comitato dei nove.

GIOVANNI PALADINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, chiederei una sospensione di dieci minuti per riunire il Comitato dei nove.

GIUSEPPE BERRETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, anch'io chiederei una sospensione per fare questo ulteriore supplemento di analisi.

PRESIDENTE. Accolgo la vostra richiesta, con la preghiera, per la prossima volta, di guardare con maggiore scrupolo ciò che si propone come correzione di forma, perché la Presidenza non ha alcuna difficoltà nel dare atto agli onorevoli Vietti, Borghesi ed altri di aver posto una questione reale: non si può presentare, seppur con il consenso del Comitato dei nove, come correzione di forma ciò che in qualche modo incide sulla sostanza di un provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro).
Sospendo la seduta, che riprenderà tra dieci minuti per dar modo al Comitato dei nove di riunirsi e valutare la questione.

La seduta, sospesa alle 18,10, è ripresa alle 18,40.

PRESIDENTE. Prego il presidente Saglia di voler dar conto dell'esito della riunione del Comitato dei nove.

STEFANO SAGLIA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, il Comitato dei nove, che ha ulteriormente approfondito, come giustamente il Presidente ci ha richiesto, la proposta di correzioni di forma e di coordinamento, è giunto a questa conclusione: le proposte in oggetto, possono avere, immagino, allarmato i colleghi dell'Aula per il numero delle correzioni, non tanto per la sostanza. Però mi sento, anche dopo il confronto in sede di Comitato dei nove, di poterle ribadire. Secondo quale criterio?Pag. 68Il criterio della forma, cioè quello di trovare una forma lessicale in lingua italiana più corretta rispetto a quella adottata nel percorso legislativo nonché il coordinamento rispetto all'ordinamento. Le modifiche riprendono - nei punti sui quali si è anche espresso qualche dubbio da parte dei colleghi (penso ai colleghi Quartiani e Vietti) - definizioni che sono contenute nell'ordinamento. In questa maniera, consentono di avere un coordinamento più efficace delle norme. Non c'è quindi una modifica del contenuto delle norme stesse. Mi sento pertanto di ribadire, anche con il conforto del Comitato, che tali correzioni sono utili allo scopo di approvare norme più corrette, sia da un punto di vista lessicale che del coordinamento con l'ordinamento specifico dei singoli settori.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, le correzioni di forma proposte dal relatore si intendono approvate.
(Così rimane stabilito).

(Coordinamento formale - A.C. 1441-quater-A)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1441-quater-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1441-quater-A, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione con il seguente nuovo titolo: «Delega al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, nonché misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico, di controversie di lavoro e di ammortizzatori sociali» (Già articoli 23, 24, 32, da 37 a 39 e da 65 a 67 del disegno di legge n. 1441, stralciati con deliberazione dall'Assemblea il 5 agosto 2008) (A.C. 1441-quater-A):

Presenti 500
Votanti 470
Astenuti 30
Maggioranza 236
Hanno votato 269
Hanno votato no 201
(La Camera approva - Vedi votazionia ).

Prendo atto che i deputati Berretta, Bernardini, Bachelet e Capano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

Sull'ordine dei lavori (ore 18,45)

PRESIDENTE. Colleghi, dovremmo ora passare al seguito dell'esame del collegato relativo alle imprese, il disegno di legge n. 1441-ter-A. Tuttavia, non essendo stato espresso il parere della Commissione bilancio, non è possibile procedere all'esame del provvedimento, che pertanto sarà iscritto al primo punto dell'ordine del giorno della seduta di domani. Qualora non dovessero esservi opposizioni passeremo al terzo punto all'ordine del giorno.

ANTONELLO SORO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONELLO SORO. Signor Presidente, avrei posto il problema tra non molto, in sede di conferenza dei Presidenti di gruppo, ma è necessario un po' anticiparne il senso in questo momento. PenPag. 69siamo che il primo punto all'ordine del giorno che verrebbe in discussione è l'unico argomento che negli ultimi due mesi è stato proposto dall'opposizione e al quale vorremo dedicare un momento non residuale della giornata per discuterlo compiutamente. Tuttavia, il problema principale, sul quale vorrei richiamare l'attenzione sua e dell'Aula, è che noi siamo in sessione di bilancio. La sessione di bilancio, per tradizione motivata con fondamento, ha sempre dedicato una settimana dei propri lavori perché la Commissione bilancio potesse compiutamente esaminare i testi e l'articolato, votarlo e preparare il lavoro dell'Assemblea come si deve quando è in discussione un documento così importante come la legge finanziaria.
Noi sappiamo che l'esame, da parte della Commissione bilancio, è previsto per le prime ore di domani mattina - direi, prima che sorga il sole - in quanto successivamente è prevista la convocazione dell'Assemblea. Finora non vi è stato un solo momento per il voto di questo documento e dei 400-500 emendamenti che accompagnano il disegno di legge finanziaria. Poiché è programmato per il prossimo lunedì l'inizio della discussione sulle linee generali, devo ritenere che sia implicito in tale programmazione che la Commissione bilancio non esamini il disegno di legge finanziaria nella sua sede naturale.
Pertanto, signor Presidente, vorrei pregare di effettuare una valutazione compiuta per consentire che nella programmazione dei lavori che ci attendono sia possibile dedicare alcuni giorni, in assenza di lavori dell'Assemblea, come sempre è accaduto per l'esame del disegno di legge finanziaria. Qualcuno ha sostenuto che questa è una legge finanziaria minore e tuttavia è una legge finanziaria. Infatti, se fosse vero che la legge finanziaria maggiore era quella varata a luglio non si è consentito, nemmeno in quella occasione, alla Commissione bilancio di poter lavorare in assoluta serenità e senza che il proprio impegno fosse segnato dal lavoro dell'Assemblea, con lo svolgimento di votazioni in Aula, così come è accaduto oggi e come avverrà, ragionevolmente, domani.
Aggiungo ancora che non è assolutamente naturale che un provvedimento importante come il collegato alla legge finanziaria, per il quale si chiede di spostare la discussione, non sia pronto alle ore 19 di martedì. Infatti, ricordo che il suo esame da parte dell'Assemblea è stato già da tempo programmato e con insistenza da parte del Governo e della maggioranza perché l'Assemblea potesse discutere di questo documento.
In conclusione le chiedo, signor Presidente, di non procedere all'esame di altri punti all'ordine del giorno e di cominciare, se necessario, domani mattina dal punto all'ordine del giorno relativo alla istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta, che è l'unica proposta dell'opposizione negli ultimi due mesi. Successivamente ritengo sia utile programmare, attraverso la Conferenza dei presidenti di gruppo (ma lo anticipo in questo momento), un termine congruo per l'esame da parte della Commissione bilancio, in assenza di lavoro da parte dell'Assemblea, o in questa settimana o nella prossima e quindi, conseguentemente, di rinviare la discussione sulle linee generali del disegno di legge finanziaria, già programmato nei lavori dell'Assemblea, da lunedì al giorno utile conseguente al lavoro della Commissione.
Non vi è nella mia richiesta alcun intendimento ostruzionistico ma semplicemente il bisogno di fare le cose con serietà e non nei ritagli di tempo. Varare una legge finanziaria, esaminare 400 o 500 emendamenti nei ritagli di tempo credo, signor Presidente, che non sia negli auspici di nessuno. All'inizio di questa legislatura, subito dopo l'elezione alla Presidenza della Camera della sua persona, ho avuto modo di porre, in più occasioni, l'esigenza che siano nettamente distinte le sessioni di lavoro dell'Assemblea da quelle della Commissione, non lasciando alla Commissione i ritagli di tempo. Questo non è serio, produce un ingorgo dei lavori dell'Assemblea che arriva impreparata agli appuntamenti e ciò che è avvenuto stasera èPag. 70l'ennesima prova che se non si lavora compiutamente in Commissione poi non si può lavorare in Assemblea. Le chiedo, pertanto, signor Presidente di sospendere i lavori e riprenderli domani con il punto all'ordine del giorno che lei riterrà di proporci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, mi pare che le considerazioni che il presidente Soro ha sottoposto a lei e all'Assemblea vadano valutate con attenzione. Effettivamente, il Paese si trova in una fase di grande difficoltà - come è noto - e penso che sia interesse del Governo certamente, della maggioranza ma anche dell'opposizione che questa legge finanziaria, seppure inizialmente nata in una versione minore e riduttiva, forse oggi possa diventare un veicolo e uno strumento per introdurre provvedimenti e provvidenze a favore del Paese, delle famiglie e delle imprese.
Questo evidentemente dovrebbe ridare non solo dignità alla legge finanziaria, quella dignità che ha un po' perduto in questa versione, ma anche garantirle spazi adeguati di valutazione e di discussione. Immaginare che la Commissione bilancio se ne possa occupare nei ritagli dei lavori dell'Assemblea mi sembra una cosa che non è nell'interesse, credo, dello stesso Governo che sulla legge finanziaria si gioca molto - è un appuntamento che ha con il Paese - in termini di dimostrare una capacità di reazione alla crisi attuale.
Pertanto, credo che sia ragionevole la proposta di dare spazi adeguati alla Commissione bilancio al di fuori dei lavori d'Aula e domattina con calma cominciare l'esame del provvedimento in tema di istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali.
Presidente, ovviamente, è rimessa alla sua prudente valutazione l'opportunità di convocare, su questa calendarizzazione diversa dei lavori, una Conferenza dei presidenti di gruppo.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, la nuova conformazione della legge finanziaria - credo che già questa mattina ci si è resi conto dello stile asciutto che la nuova impostazione che abbiamo definito con il decreto-legge n. 112 del 2008 fa emergere - richieda un'adeguata istruttoria in Commissione.
Per questo motivo, la Commissione bilancio già oggi ne ha discusso e gradirebbe avere degli spazi dedicati per valutarla, naturalmente, compatibilmente con l'attività dell'Aula. Inoltre, mi sembra sufficientemente chiaro che il termine al momento previsto per la conclusione dei lavori in Commissione in qualche modo si interseca con i lavori dell'Aula. In particolare, se venerdì l'Aula lavorasse, diventerebbe obiettivamente difficile per la Commissione bilancio concludere i propri lavori entro i termini prefissati. In questo senso, credo che ritagliare un tempo maggiore per la Commissione la settimana prossima potrebbe essere utile al fine di svolgere un lavoro compiuto e definitivo.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, poche parole perché davvero l'intervento del presidente Giorgetti ha interpretato un sentimento diffuso, ma soprattutto un'esigenza diffusa, per cui parlo soltanto per esprimere, a nome del gruppo dell'Italia dei Valori, la medesima esigenza.

Pag. 71

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, in ragione di quanto espresso dall'onorevole Soro, dall'onorevole Vietti, dall'onorevole Evangelisti e dal presidente Giorgetti ritengo opportuno sospendere la seduta e convocare immediatamente la Conferenza dei presidenti di gruppo presso la sala dei Ministri al piano aula.
Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 18,55, è ripresa alle 19,25.

PRESIDENTE. Comunico che, secondo quanto convenuto unanimemente nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, l'Assemblea terminerà i suoi lavori per riprenderli domani alle ore 10, con all'ordine del giorno gli argomenti già previsti nella seduta di oggi e non conclusi.

SILVIA VELO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVIA VELO. Signor Presidente, ci è giunta notizia che, nelle scuole della provincia di Livorno, i carabinieri stanno effettuando verifiche, si dice, «tese a garantire lo svolgimento in condizioni di sicurezza delle manifestazioni previste nei prossimi giorni». Sembrerebbe, uso volutamente il condizionale, che, nell'ambito di questi controlli, in una scuola siano stati anche richiesti i nominativi di coloro che intendono aderire allo sciopero proclamato per il prossimo 30 ottobre.
Mi rivolgo a lei, Presidente, e colgo l'occasione per ribadire in quest'Aula la piena fiducia, mia e del Partito Democratico, nei confronti delle forze dell'ordine, ma anche per esprimere la convinzione che questo episodio sia, molto probabilmente, frutto di un'incomprensione, di un disguido, di un malinteso. Tuttavia, credo che la questione sia così rilevante da meritare un approfondimento e, pertanto, mi rivolgo a lei in tal senso.
L'episodio, infatti, anche se, come ripeto, troverà tutti i chiarimenti necessari, indica un clima pesante che si sta vivendo nel Paese, di fronte ad una protesta spontanea, pacifica e democratica che sta coinvolgendo migliaia di studenti, di insegnanti, di genitori e di semplici cittadini. C'è un clima pesante, che, a mio avviso, è stato alimentato dalle dichiarazioni dei giorni scorsi del Presidente del Consiglio e che non favorisce un dialogo sereno sulla scuola; ma soprattutto è un clima pesante che non aiuta neanche le forze dell'ordine e il personale della scuola nello svolgimento sereno del loro dovere e dei compiti a cui sono deputati.
Per questo, esprimendo a tutti la piena solidarietà, chiediamo chiarezza su un episodio che dimostra quanto affermato in precedenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MARCO ZACCHERA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, intervengo sullo stesso argomento della collega, ma da una prospettiva differente. Ricevo numerose e-mail di professori che mi comunicano quanto segue: è stato indetto, come tutti sanno, per il 30 ottobre lo sciopero della scuola. Molti professori che non vogliono scioperare sono stati raggiunti da comunicazioni da parte dei rispettivi presidi del tipo: bene, non volete scioperare? Venite a scuola, ma tutti gli alunni che sono presenti sono affidati a voi.
Se in una scuola due, tre o cinque professori non vogliono scioperare, si vedrebbero affidati 500 alunni: è chiaro che queste persone non possono assumersi tali responsabilità; quindi de facto sono invogliate, spinte dai presidi e da altri colleghi a scioperare.
Signor Presidente, prendendo nota di quanto affermato dalla collega, vorrei cortesemente che si prenda in considerazione anche una certa documentazione in ordine a quanto ho affermato (ho le e-mail che possono comprovare i nomi delle singole scuole), per evitare che lo sciopero sia in qualche maniera imposto anche a coloro che non vogliono scioperare.

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FABIO GARAGNANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, registro la stessa questione che ha denunciato il collega Zacchera a Bologna. Oggi mi è stato segnalato da parte di docenti di alcuni licei l'intimidazione ricevuta da alcuni dirigenti scolastici in merito al prossimo sciopero, con riferimento al dovere dei medesimi, che non collaborano alla riuscita dello sciopero, di assumersi la custodia, con tutte le conseguenze, degli studenti presenti in aula.
Credo che questo fatto, abbinato anche ai condizionamenti pesanti fatti proprio nell'ottica di obbligare in modo indiretto i docenti a partecipare allo sciopero, debba essere denunciato come emblematico di un clima di intimidazione, di violazione del rispetto reciproco e del pluralismo che ritengo debba essere conosciuto e riprovato da questo Parlamento, invitando il Governo ad attivare quegli strumenti di controllo e sorveglianza che, soprattutto in queste situazioni, sono più che mai indispensabili ed opportuni.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, sono costretto a fare riferimento alle dichiarazioni che in questo momento il Presidente del Consiglio sta facendo in diretta, con le quali ha comunicato ai giornalisti, anziché a quest'Aula e alla Presidenza delle Camere, che con tutta probabilità il Governo apporterà modifiche importanti e sostanziali al disegno di legge finanziaria, data la situazione che si è venuta a creare.
Noi, in ordine all'esito della Conferenza dei presidenti di gruppo, abbiamo ricevuto notizie che abbiamo apprezzato; esse tengono conto, però, di una manovra finanziaria che è quella che questo Parlamento stava discutendo. Anche con le ristrettezze e le modalità insolite di discussione di una finanziaria molto limitata nei contenuti, si rischia di cambiare ad essa forma e contenuto. Quindi, signor Presidente, le chiederei di verificare al più presto di quali cambiamenti e modifiche sostanziali alla finanziaria il Presidente del Consiglio stia parlando, in modo tale che domattina possiamo prendere atto del fatto che ci stiamo avviando verso una fase del tutto nuova, che, probabilmente, chiamerà anche a un calendario diverso e a una ulteriore riflessione questo Parlamento.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 29 ottobre 2008, alle 10:

(ore 10 e ore 16)
1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia (Già articoli 3, da 5 a 13, da 15 a 18, 22, 31 e 70 del disegno di legge n. 1441, stralciati con deliberazione dell'Assemblea il 5 agosto 2008) (1441-ter-A).
- Relatore: Raisi.

2. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare:
LIVIA TURCO ed altri; BARANI ed altri; MOLTENI ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali (Doc. XXII, nn. 1-2-4-A).
- Relatore: Binetti.

Pag. 73

3. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 25 settembre 2008, n. 149, recante disposizioni urgenti per assicurare adempimenti comunitari in materia di giochi (1707-A).
- Relatore: Conte.

4. - Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge (previo esame e votazione della questione pregiudiziale presentata):
ZELLER ed altri; CICU ed altri; PALOMBA; GOZI e ZACCARIA; BOCCHINO ed altri; SORO ed altri; LO MONTE ed altri; ZELLER ed altri: Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n. 18, concernente l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia (22-646-1070-1449-1491-1507-1692-1733-A).
- Relatore: Calderisi.

(ore 15)
5. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta termina alle 19,30.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI SULL'EMENDAMENTO CIRIELLI 39-BIS.2 RIFERITO AL DISEGNO DI LEGGE N. 1441-QUATER-A

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, la scelta di introdurre in un disegno di legge delega al Governo, in materia di lavori usuranti, il tema della specificità del personale delle Forze di polizie ad ordinamento civile e militare e delle Forze Armate suscita quantomeno delle perplessità.
La prima riguarda la modalità prescelta, cioè l'introduzione dell'articolo 39-bis «Specificità delle Forze Armate e delle Forze di polizia» con un emendamento durante il dibattito in Commissione Lavoro, che ha avuto alcuni effetti negativi immediati.
Il primo è stato quello di escludere dalla discussione le due Commissioni di merito e cioè la I e la IV che nella organizzazione del lavoro parlamentare hanno competenza diretta e permanente sui provvedimenti legislativi che riguardano Forze Armate e Forze di polizia; il secondo quello di rendere problematico qualunque accantonamento di risorse finanziarie per valorizzare la specificità. Il veicolo scelto è l'A.C. 1441-quater, un collegato alla finanziaria, ad una finanziaria approvata dal Governo in 9 minuti, promulgata con un decreto-legge e approvata dal Parlamento con un voto di fiducia.
Mi sento in dovere di rappresentare in questa sede una preoccupazione diffusa e, a parere mio, giustificata, che viene avanzata dalle rappresentanze militari. Definire con legge come «specifico» lo status militare senza risorse per valorizzarlo può aprire la strada ad un ritorno indietro, a quando tutti i militari erano in servizio 24 ore su 24 senza poter pretendere nulla perché - quella era la dottrina prevalente - lo stato giuridico del militare impediva il diritto ad un orario di lavoro e alle compensazioni da corrispondere a chi veniva impegnato oltre il normale orario.
Segnali di quanto la nuova realtà (riconoscimento dell'orario di lavoro e diritto a retribuzione compensativa per prestazioni eccedenti) sia ancora considerata indigesta da molti ambienti del vertice militare li registriamo tutti i giorni. Ultimo esempio, la vertenza tra personale e GDF - TAR e Consiglio di Stato che vorrebbe costringere più di 3 mila finanzieri a restituire i soldi dello straordinario percepiti nel 2003/2004.
Quindi attenzione ad una specificità senza risorse. Non ci piace affatto.
Le cronache di questi giorni hanno dato ampio risalto al disagio e alla protesta delle Forze di polizia e delle Forze Armate per i tagli subiti dal comparto della sicurezza e della difesa.Pag. 74
Con questo disagio il Partito Democratico si è confrontato direttamente assumendosi anche le proprie responsabilità, quando ci sono state.
Abbiamo incontrato in una assemblea pubblica centinaia di operatori del comparto sicurezza e difesa e in quella sede ci siamo assunti l'impegno di sostenere nel dibattito parlamentare le loro giuste rivendicazioni. Impegno che abbiamo onorato attraverso i nostri emendamenti. Per dare, come ha detto il segretario Walter Veltroni, «un riconoscimento che non sia solo a parole alla specificità di chi lavora in questo settore».
Poliziotti e militari continuano a lamentare non solo l'insufficienza degli stanziamenti per i trattamenti economici e per i reclutamenti ma anche la mancata previsione di questo elemento al quale tengono moltissimo: il riconoscimento della specificità in relazione al resto del pubblico impiego. Vogliono però la certezza che sia giustamente valorizzata.
Il discorso quindi si sposta sulle modalità con cui riconoscere questa specificità - che al di là delle parole deve concretizzarsi negli istituti per darle attuazione. Governo e maggioranza ne hanno discusso molto senza approdare a nessuna soluzione condivisibile.
Noi con i nostri emendamenti avevamo avanzato una proposta chiara. Quella di garantire, a partire dalla entrata in vigore della presente legge, le risorse da utilizzare attraverso un procedimento negoziale che può svolgersi presso il Ministero della pubblica amministrazione e l'innovazione, sede in cui si svolgono i procedimenti di concertazione e contrattazione per i rinnovi contrattuali del personale delle Forze Armate e delle Forze di polizia.
Attraverso i subemendamenti, dichiarati inammissibili, che avevamo presentato avevamo cercato di migliorare il testo del Governo prevedendo che con le norme del 39-bis, che sono divenute applicabili anche al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco recependo con ciò un nostro emendamento (emendamento Rosato), per tutti gli operatori del comparto valesse l'applicabilità dei principi e dei criteri direttivi sul lavoro usurante indicati nella legge 24 dicembre 2007, n. 247, dai quali finora questo comparto è rimasto escluso. Definivamo un procedimento di contrattazione per l'utilizzazione delle risorse che dovranno essere indicate a decorrere dall'entrata in vigore di questo provvedimento e di anno in anno con la legge finanziaria, da svolgersi da parte di organismi rappresentativi o sindacali di ciascun corpo con il Ministro da cui funzionalmente quel corpo dipende; si era definito un procedimento di contrattazione per l'utilizzazione delle risorse che dovranno essere indicate dall'entrata in vigore di questo provvedimento (e di anno in anno con la legge finanziaria), da svolgersi da parte di organismi rappresentativi o sindacali di ciascun corpo con il Ministro da cui funzionalmente quel corpo dipende; il finanziamento era obbligatoriamente previsto, a decorrere dall'entrata in vigore di questo provvedimento e definito annualmente dalla legge finanziaria e il procedimento di attuazione consisteva in una contrattazione tra parti sociali, come illustrato nell'emendamento precedente; per tutti gli operatori del comparto doveva valere l'applicabilità dei principi e dei criteri direttivi sul lavoro usurante indicati nella legge 24 dicembre 2007, n. 247, dai quali fin ora questo comparto è rimasto escluso e garantisca le risorse finanziarie a partire dall'entrata in vigore della presente legge e definito attualmente dalla legge finanziaria.
Resta, ad ora, necessario inserire in questa norma i criteri e i principi direttivi entrati in vigore con la legge 24 dicembre 2007 n. 247, per assicurare anche agli operatori del Comparto Sicurezza e Difesa e ai Vigili del fuoco il giusto riconoscimento delle attività usuranti. Inoltre ci si preoccupava di individuare un procedimento che rendesse gli stanziamenti iniziali certi e compatibili con le esigenze della finanza pubblica prevedendo una loro rivalutazione nel tempo in accordo con le parti sociali. Era quindi una norma che dava al problema della specificità una risposta immediata, anche se parziale, ed una più ampia, di prospettiva per poterPag. 75costruire attraverso i rinnovi contrattuali gli istituti normativi e i trattamenti economici in grado di corrispondere adeguatamente alle funzioni così particolari svolte da poliziotti e militari. Rimandava, cioè, ad un accordo con le parti sociali, sindacati e rappresentanze militari, la definizione di quali contenuti deve essere riempita la specificità.
L'emendamento Cirielli 39-bis.2 era nella sua prima formulazione da noi valutato positivamente anche se ha una portata assai limitata in quanto si limita a intervenire nel procedimento negoziale per un solo aspetto, chiarendo che il COCER partecipa a quel procedimento «in rappresentanza del personale militare». Questo vuol dire che la delegazione del COCER potrà avere autonomia da quella di parte pubblica rappresentata dal Governo o per delega dagli Stati Maggiori. È una previsione positiva ma che da sola non basta se non riconosce il diritto alla firma dell'accordo negoziale e ha bisogno di una ridefinizione dei poteri e degli strumenti della rappresentanza militare. Cioè di una riforma di ampio respiro di questo soggetto rappresentativo.
La riformulazione proposta dal Governo è, invece, da noi considerata un passo indietro rispetto all'attuale situazione poiché riduce l'attività negoziale dei COCER su materie di loro competenza e alimenta la preoccupazione avanzata dalle Rappresentanze militari in merito ad un ritorno all'indietro - come da me stessa ricordato all'inizio.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. T.U. pdl 5389 ed abb. - articolo 3 319 319   160 311 8 19 Appr.
2 Nom. em. 4.1 319 318 1 160 26 292 19 Resp.
3 Nom. articolo 4 322 322   162 285 37 19 Appr.
4 Nom. em. 5.1 360 356 4 179 31 325 19 Resp.
5 Nom. articolo 5 364 360 4 181 306 54 19 Appr.
6 Nom. odg 9/5389-B/1 350 337 13 169 283 54 19 Appr.
7 Nom. T.U. 5389-B - voto finale 488 484 4 243 419 65 19 Appr.
8 Nom. ddl 5652 - articolo 1 376 340 36 171 220 120 19 Appr.
9 Nom. articolo 2 389 346 43 174 251 95 19 Appr.
10 Nom. articolo 3 380 337 43 169 242 95 19 Appr.
11 Nom. articolo 4 387 345 42 173 237 108 19 Appr.
12 Nom. odg 9/5652/3 369 341 28 171 135 206 19 Resp.
13 Nom. odg 9/5652/5 366 362 4 182 136 226 19 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. subem. 0.39-quinquies.0100.1 499 475 24 238 209 266 49 Resp.
15 Nom. subem. 0.39-quinquies.0100.23 495 491 4 246 222 269 49 Resp.
16 Nom. subem. 0.39-quinquies.0100.17 497 497 249 230 267 49 Resp.
17 Nom. subem. 0.39-quinquies.0100.202 502 334 168 168 332 2 49 Appr.
18 Nom. subem. 0.39-quinquies.0100.201 n.f 499 317 182 159 316 1 49 Appr.
19 Nom. subem. 0.39-quinquies.0100.203 n.f 498 302 196 152 300 2 49 Appr.
20 Nom. subem. 0.39-quinquies.0100.6 502 475 27 238 206 269 49 Resp.
21 Nom. subem. 0.39-quinquies.0100.7 504 503 1 252 232 271 49 Resp.
22 Nom. subem. 0.39-quinquies.0100.20 502 500 2 251 500 49 Appr.
23 Nom. subem. 0.39-quinquies.0100.13 500 471 29 236 204 267 49 Resp.
24 Nom. subem. 0.39-quinquies.0100.21 499 497 2 249 227 270 49 Resp.
25 Nom. subem. 0.39-quinquies.0100.14, .27 493 493 247 226 267 49 Resp.
26 Nom. subem. 0.39-quinquies.0100.15 493 473 20 237 205 268 49 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. subem. 0.39-quinquies.0100.16 491 462 29 232 198 264 49 Resp.
28 Nom. subem. 0.39-quinquies.0100.19 n.f. 500 494 6 248 491 3 49 Appr.
29 Nom. articolo agg. 39-quinquies.0100 491 269 222 135 268 1 49 Appr.
30 Nom. em. 67.1 492 461 31 231 198 263 50 Resp.
31 Nom. em. 67.2, 67.3 486 457 29 229 195 262 50 Resp.
32 Nom. em. 67.4 489 487 2 244 228 259 50 Resp.
33 Nom. em. 67.5 482 454 28 228 196 258 50 Resp.
34 Nom. em. 67.6 488 461 27 231 200 261 50 Resp.
35 Nom. em. 67.7 478 451 27 226 193 258 50 Resp.
36 Nom. articolo 67 496 463 33 232 264 199 50 Appr.
37 Nom. articolo 67-bis 408 405 3 203 405 62 Appr.
38 Nom. em. 67-ter.1 446 446 224 199 247 59 Resp.
39 Nom. em. 67-ter.2 475 475 238 216 259 59 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 67-ter.3, 67-ter.4 474 473 1 237 470 3 59 Appr.
41 Nom. em. 67-ter.5 474 474 238 218 256 59 Resp.
42 Nom. em. 67-ter.7 485 485 243 220 265 57 Resp.
43 Nom. em. 67-ter.8 489 489 245 223 266 57 Resp.
44 Nom. em. 67-ter.9 485 485 243 222 263 57 Resp.
45 Nom. em. 67-ter.10 491 491 246 225 266 57 Resp.
46 Nom. em. 67-ter.11 489 489 245 224 265 57 Resp.
47 Nom. articolo 67-ter 495 310 185 156 308 2 57 Appr.
48 Nom. articolo 67-quater 494 492 2 247 301 191 57 Appr.
49 Nom. odg 9/1441-quater-A/6 490 489 1 245 230 259 56 Resp.
50 Nom. odg 9/1441-quater-A/7 492 492 247 227 265 56 Resp.
51 Nom. odg 9/1441-quater-A/8 491 490 1 246 227 263 56 Resp.
52 Nom. odg 9/1441-quater-A/11 489 489 245 231 258 56 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. odg 9/1441-quater-A/14 496 493 3 247 258 235 56 Appr.
54 Nom. odg 9/1441-quater-A/16 491 490 1 246 229 261 56 Resp.
55 Nom. odg 9/1441-quater-A/21 496 487 9 244 237 250 57 Resp.
56 Nom. odg 9/1441-quater-A/22 489 488 1 245 231 257 57 Resp.
57 Nom. odg 9/1441-quater-A/23 500 499 1 250 238 261 57 Resp.
58 Nom. odg 9/1441-quater-A/26 n.f. 490 489 1 245 231 258 57 Resp.
59 Nom. odg 9/1441-quater-A/28 499 277 222 139 61 216 57 Resp.
60 Nom. odg 9/1441-quater-A/30 489 487 2 244 234 253 57 Resp.
61 Nom. odg 9/1441-quater-A/37 505 503 2 252 241 262 56 Resp.
62 Nom. odg 9/1441-quater-A/39 497 494 3 248 242 252 56 Resp.
63 Nom. odg 9/1441-quater-A/41 507 506 1 254 239 267 55 Resp.
64 Nom. odg 9/1441-quater-A/43 490 488 2 245 229 259 55 Resp.
65 Nom. odg 9/1441-quater-A/47 497 494 3 248 234 260 54 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 66)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. Ddl 1441-quater-A - voto finale 500 470 30 236 269 201 51 Appr.