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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 67 di mercoledì 15 ottobre 2008

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

La seduta comincia alle 9,40.

SILVANA MURA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 10 ottobre 2008.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Aprea, Bossi, Briguglio, Brugger, Brunetta, Bruno, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Cosentino, Cossiga, Cota, Crimi, Crosetto, Donadi, Fiano, Frattini, Gibelli, Giancarlo Giorgetti, Lucà, Malgieri, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Migliavacca, Molgora, Pescante, Romani, Rosato, Rotondi, Soro, Stucchi, Vegas e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori (ore 9,42).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, questa mattina si è riunito il Comitato dei nove della XI Commissione. Considerata l'assenza in Aula del presidente della Commissione e del relatore, nonché del rappresentante del Governo, deduco che i lavori non sono ancora terminati.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, intanto si può dare il preavviso di venti minuti!

PRESIDENTE. Pensavo di sospendere la seduta per dieci minuti.

ROBERTO GIACHETTI. Si può sfruttare il tempo della sospensione per farlo coincidere con il preavviso per le votazioni nominali elettroniche.

SIMONE BALDELLI. Presidente, ma non siamo agli ordini!

ROBERTO GIACHETTI. Qual è il problema?

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, vorrei capire se, quando chiedo qualcosa alla Presidenza, devo rivolgermi verso il collega Giachetti o verso il banco della Presidenza.

PRESIDENTE. Si rivolga pure verso il banco della Presidenza.

SIMONE BALDELLI. La ringrazio, Presidente: la precisazione non era infondata. A questo punto, se la Presidenza ritiene diPag. 2sospendere la seduta per attendere il Comitato dei nove, credo che si possa fare.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non vedo proprio il motivo della polemica. Capisco i problemi del collega Baldelli, che fa sempre più fatica a fare in modo che ci sia un numero presentabile di suoi colleghi deputati in Aula all'inizio delle sedute (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Purtroppo è così: andate avanti nelle votazioni soltanto perché votate per venticinque persone in più, altrimenti non portereste a casa nulla, neanche le misure più delicate come quella di ieri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Detto questo, signor Presidente, prima che lei sospenda la seduta - atteso che lei dovrà poi sospenderla per venti minuti in conseguenza del preavviso di votazioni elettroniche -, credo che sia assolutamente legittimo chiederle di dare ora il preavviso.

TERESIO DELFINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, francamente rimango stupito del fatto che, dopo la dichiarazione da parte del Governo, ieri sera, sul ritiro di una proposta emendativa in ordine alla modifica dell'articolo 33 della legge n. 104 del 1992, stamani siamo arrivati in Commissione alle 9,15 ed abbiamo trovato un nuovo testo, con un termine per la presentazione di subemendamenti fissato dalla Presidenza per le ore 10.
Mi domando se questo sia un modo di procedere serio. Considerato il breve tempo in cui si è riunito il Comitato dei nove, non sarebbe possibile provvedere a dare indicazione anche ai nostri collaboratori di esaminare il testo.
Chiedo alla Presidenza, quindi, di assegnare un congruo tempo al fine di esaminare un articolato lungo e complesso, sul quale per ben due volte il Governo ha ritirato la proposta emendativa e l'ha ripresentata. Su questo metodo, ovviamente, c'è il totale dissenso del mio gruppo politico: evidentemente ci affidiamo alla Presidenza, perché sia dato un congruo tempo per assumere un atteggiamento responsabile sull'articolo aggiuntivo presentato dal Governo.

PRESIDENTE. Onorevole Delfino, il termine delle ore 10 era stato fissato dal Presidente ieri sera a fine seduta, perché il Governo, in quella circostanza, aveva comunicato la ripresentazione della proposta emendativa. Concordo con la sua richiesta e ritengo di prevedere le ore 11 come termine di scadenza per la presentazione dei subemendamenti.
Nel frattempo, vedo che i membri della Commissione lavoro ci hanno raggiunto e che è presente anche il rappresentante del Governo. Credo che le richieste contrastanti dell'onorevole Giachetti e dell'onorevole Baldelli siano in qualche modo risolte, però, siccome amo affrontare le questioni, vorrei dire all'onorevole Baldelli che trovo abbastanza singolare che un esponente della maggioranza chiedesse di ritardare i lavori ed uno dell'opposizione di affrettarli.
Concordemente, avrei dato il preavviso di votazioni elettroniche che prevede il decorso di venti minuti. Infatti, essendo iniziata la seduta, avrei potuto darlo e questo sarebbe stato un modo assolutamente più razionale di utilizzare il tempo.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intanto le chiederei di nuovo di attenersi alle modalità previste dal Regolamento per l'inizio della seduta. Se non vi sono interventi all'avvio della fase della discussione e del voto, occorrePag. 3evidentemente valutare la necessità di dare il preavviso di venti minuti. Tuttavia, non è questo che intendevo sottolineare. Ieri sera, prima di decidere a che ora sarebbero dovuti iniziare i lavori oggi, ho fatto presente che, in relazione alla presenza di nuovi emendamenti e alla riscrittura di emendamenti, sarebbe stato più opportuno iniziare i lavori alle 10, per consentire ai colleghi della Commissione di lavorare. La maggioranza ha insistito per iniziare alle 9,30.
Alle 9,30, erano presenti cinque colleghi della maggioranza. Non è possibile che i colleghi in quest'Aula perdano del tempo inutilmente, quando, organizzando i lavori decentemente e concordando gli orari e le modalità di funzionamento dell'Aula con la Presidenza e i rappresentanti dei gruppi, sarebbe possibile garantire, in maniera razionale, che i colleghi svolgano il loro lavoro nelle Commissioni e l'Aula possa tranquillamente funzionare, non a singhiozzo, come in questo caso. Infatti, anche ieri abbiamo dovuto interrompere per due volte la seduta e prolungare i lavori fino alle 21 e nonostante ciò, la maggioranza insistentemente ha chiesto e ottenuto di iniziare la seduta questa mattina alle 9,30, anziché alle 10.
Signor Presidente, le chiedo di evitare per le prossime volte che le cose non funzionino bene, come in questo caso. Non ne attribuisco la responsabilità alla Presidenza e, anzi, la ringrazio per il modo in cui sta gestendo l'Aula anche in questo caso, così come l'ha gestita nella giornata di ieri. Chiedo semplicemente che, a questo punto, visto che stanno affluendo i colleghi nell'Aula, benché alle 10 scadano i termini per la presentazione dei subemendamenti, si inizino i lavori. Infatti, sarebbe possibile accantonare, come si è fatto ieri, alcuni articoli, sui quali ritorneremo nel momento in cui il Comitato dei nove sarà in grado di affrontarli.

PRESIDENTE. Resta confermato il termine delle ore 11 per la presentazione dei subemendamenti.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,50).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo in materia di lavori usuranti e di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro (Già articoli 23, 24, 32, da 37 a 39 e da 65 a 67 del disegno di legge n. 1441, stralciati con deliberazione dall'Assemblea il 5 agosto 2008) (A.C. 1441-quater-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo in materia di lavori usuranti e di riorganizzazione di enti, misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico e di controversie di lavoro.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo votato l'articolo 39-ter e che, in precedenza, era stato accantonato l'esame dei seguenti articoli e delle relative proposte emendative: 37, 37-bis, 38-quinquies e 39-bis.
Avverto che nel parere espresso dalla Commissione bilancio ieri è stata revocata la condizione soppressiva dell'articolo 39-bis, a condizione che sia approvato l'emendamento 39-bis.200 della Commissione.
Avverto, inoltre, che nella serata di ieri è stato presentato dal Governo l'articolo aggiuntivo 39-quinquies.0100 del Governo, che è stato trasmesso ai gruppi. Il termine per la presentazione dei subemendamenti, già comunicato ai gruppi medesimi, è stato fissato per le ore 11 di oggi.
Avverto, inoltre, che è stato ritirato l'emendamento 65.200 della Commissione.Pag. 4
Chiedo al relatore quali indicazioni intenda dare circa la ripresa dei nostri lavori dopo la riunione del Comitato dei nove.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, possiamo riprendere da dove abbiamo sospeso ieri, dall'articolo 37. Siamo in grado di arrivare sino alla fine.

PRESIDENTE. Sta bene.

(Esame dell'articolo 37 - A.C. 1441-quater-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 37 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441- quater-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Burtone. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, l'articolo 37 a noi sembra molto pericoloso. In esso si afferma che, nella formazione della graduatoria per i concorsi, la territorialità, e quindi la residenza, dovrà dare titolo ad un punteggio aggiuntivo; nel contempo, si prevede che il titolo di studio non debba essere tenuto in alcuna considerazione.
Per poter vincere un concorso, quindi, non serve più il merito, lo studio o il sacrificio, ma la fortuna di vivere nel comune o nella regione dove c'è il lavoro. Per essere sintetici, la fortuna deve aiutare a nascere in un luogo del nord, del settentrione d'Italia. È chiara la matrice che ha ispirato tale norma; è evidente che a determinare questa norma sia stata la Lega. Quello che non si comprende è come possa essere votata dai parlamentari del sud, dai parlamentari del PdL, del Movimento per l'Autonomia, dai tanti che, nei territori del meridione, parlano di riscossa dei giovani del Mezzogiorno, del diritto che essi devono avere ad un lavoro.
Dovrebbe essere chiara, però, per i nostri colleghi, la pericolosità di questa norma, perché incide sul patto unitario del Paese. La norma divide i cittadini in cittadini di «serie A» e cittadini di «serie B».
Signor Presidente, a chi ha voluto la norma vogliamo dire con chiarezza che i tanti giovani che lasciano la propria terra per partecipare ad un concorso ne farebbero volentieri a meno. È spesso una scelta obbligata, per sperare di raggiungere quello che dovrebbe essere un diritto di cittadinanza per tutti: il diritto al lavoro. È anche un impoverimento della terra di origine, un impoverimento del sud, che perde forza lavoro e intelligenze che potrebbero essere utili per la crescita economica e sociale.
Ai parlamentari del sud, però, vogliamo dire che non avranno alibi: la norma è chiara e chiari sono i nostri emendamenti. Ben diversi sono gli emendamenti che la maggioranza ha proposto e vorrebbe proporre, che presentano tanti inganni.
Chi voterà questa norma, così com'è stata voluta dalla Lega, dovrà poi avere il coraggio di spiegarlo ai giovani del Mezzogiorno e dire loro che per i concorsi non servirà studiare, ma bisognerà avere innanzitutto una residenza ed essere fortunati, nel senso di avere la fortuna di essere nati in un luogo dove il lavoro c'è ed è possibile concorrere per ottenere un diritto di cittadinanza.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Damiano 37.1 e 37.2, nonché sugli emendamenti Paladini 37.3 e Delfino 37.4.
Il parere è, altresì, contrario sugli emendamenti Damiano 37.5, 37.6, 37.7, 37.8 e 37.9, nonché sugli identici emendamenti Paladini 37.10 e Delfino 37.11 e sul subemendamento Damiano 0.37.200.1. La Commissione raccomanda invece l'approvazione del proprio emendamento 37.200 (e vorrei cogliere l'occasione per dire al collega intervenuto prima che questo emendamento modifica in manieraPag. 5importante la precedente formulazione dell'articolo su cui si è svolto il suo intervento). La Commissione formula, infine, un invito al ritiro degli emendamenti Caparini 37.13, 37.14 e 37.15, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Delfino 37.16.

PRESIDENTE. Il Governo?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 37.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mattesini. Ne ha facoltà.

DONELLA MATTESINI. Signora Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, rilevo con soddisfazione che nella nuova formulazione dell'articolo 37 è stata cancellata quella norma che prevedeva che nella formazione delle graduatorie dei concorsi non si tenesse conto del voto del titolo di studio, norma che avevamo ribattezzato «salva-asini». Ritenevamo davvero singolare che si cancellasse il merito e giudicavamo quella norma fortemente negativa, anche perché essa sprigionava, in modo direi violento, l'idea di disvalore del percorso di studio, dell'impegno individuale e del risultato di tale impegno (e ciò in un Paese in cui c'è davvero bisogno di promuovere il diritto allo studio e politiche che garantiscano il successo scolastico, anche perché sono molto alti i dati dell'abbandono scolastico e degli insuccessi scolastici).
Siamo lieti che sia prevalso invece il rispetto del merito, anche perché siamo convinti che proprio il merito, se accompagnato da politiche di pari opportunità, possa sprigionare e dare spinta all'innovazione, alla qualità ed all'equità (innovazione, qualità ed equità sono tutti elementi di cui il nostro Paese ha bisogno per uscire dalla fase di stagnazione).
Sottolineo, inoltre, che quella norma era negativa anche perché metteva in discussione il valore legale del titolo di studio, aprendo la strada alla cancellazione del riconoscimento della tutela legale che lo Stato riserva ai titoli accademici a seguito degli esami di Stato.
Nel sottolineare quindi la positività di tale risultato ritengo che, ciò nonostante, rimanga totalmente negativo il giudizio su tutto l'articolo 37 di cui chiediamo la soppressione, poiché, anche se non si stabilisce più che a parità di punteggio nei concorsi costituisca titolo preferenziale la residenza nelle regioni per i posti ivi banditi, il nuovo testo stabilisce comunque che il principio della parità di condizioni per l'accesso ai pubblici servizi è garantito, mediante specifiche disposizioni del bando, con riferimento al luogo di residenza, quando tale requisito sia strumentale all'assolvimento di servizi altrimenti non attuabili o almeno non attuabili con identico risultato.
Intanto rilevo una contraddizione di fondo sull'articolo 37. Infatti, nel comma 1, si afferma che le pubbliche amministrazioni coprono i propri fabbisogni di personale con le modalità da adottare nei propri regolamenti di organizzazione. Si ribadisce, quindi, l'autonomia delle singole amministrazioni e si individuano gli strumenti da utilizzare nei regolamenti di organizzazione con cui definire le modalità di assunzione del personale. Dopodiché, nello stesso articolo, nel comma che ho letto prima, si contraddice tale indicazione addirittura stabilendo per legge nazionale i contenuti degli stessi bandi: delle due l'una.
Il nuovo testo è in qualche modo un capolavoro di furbizia. Nella dizione precedente vi era almeno il coraggio politico di rendere trasparente la volontà di attribuire punteggio all'appartenenza al territorio e, quindi, di introdurre elementi di disparità, ma sapevate che si trattava di una norma incostituzionale ed è questo il vero motivo per cui l'avete modificata.
Ora abbiamo una norma che non ha senso di esistere perché stigmatizzo che si stabiliscano per legge i contenuti deiPag. 6bandi. È una norma il cui obiettivo è molto chiaro, ma il cui testo è assolutamente vago, interpretabile in molti modi: quindi, se interpretabile in molti modi, può produrre elementi di grande disparità tra i cittadini.
Un buon legislatore non agisce in questo modo. Con questo testo - insisto - si lascia spazio ad una varietà infinita di interpretazioni e si lede il principio della parità di accesso ai pubblici uffici: è sufficiente vedere i contenuti degli emendamenti di cui si suggerisce il ritiro per capire come la Lega interpreta e interpreterà - e non solo la Lega - i contenuti di questo comma.
Ma tengo a dire che la parità di accesso ai pubblici uffici è garantita non quando per l'ammissione al concorso costituisce titolo la residenza bensì, come già avviene oggi, se per alcune specifiche attività chi ha vinto il concorso deve assumere successivamente la residenza. Porto un esempio classico: nel caso dei lavoratori che devono mantenere le strade di montagna, sottoposte a nevicate o ghiacci, nei comuni o nelle province, chi vince il concorso ha tempo un certo numero di giorni per assumere la residenza successivamente, pena la decadenza. Questo è un caso che ha a che vedere con la tempestività e l'efficacia di un servizio. Viceversa, non si capisce quali altri casi siano quelli ai quali può far riferimento l'articolo stesso.
Concludo affermando che tutto l'articolo 37, anche nelle parti precedenti al comma quinto, ha un contenuto sbagliato perché ingessa la pubblica amministrazione laddove si dice, come nel comma 2, che le dotazioni organiche sono articolate per area o categoria, profilo professionale e posizione economica. In tal modo si ingessano le pubbliche amministrazioni che hanno, invece, bisogno di forti professionalità, ma anche di flessibilità. Una moderna amministrazione è quella che fa dialogare anche la propria organizzazione, mentre con questa norma ritorniamo ai compartimenti stagni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bellanova. Ne ha facoltà.

TERESA BELLANOVA. Signor Presidente, per quanto riguarda l'emendamento 37.200 presentato dalla Commissione, la vecchia formulazione del comma 5 dell'articolo 37 era esplicitamente in contrasto con il diritto comunitario alla libera circolazione dei cittadini tra gli Stati anche per motivi di lavoro e con la Carta costituzionale rispetto al principio di parità di accesso di tutti cittadini ai pubblici uffici. Quella norma non era pensata per aumentare l'efficienza nella pubblica amministrazione, la trasparenza nell'accesso. L'interpretazione autentica di essa può esserci data - e, in effetti, ce l'ha spiegata - dal presentatore dell'emendamento, l'onorevole Fedriga, quando afferma che i meridionali quando vanno al nord non hanno famiglia, non hanno casa di proprietà, non riescono a vivere bene: bisogna farli stare a casa loro.
Ed è per questa ragione che si era inserita la residenza come titolo di preferenza, dimenticando l'onorevole Fedriga che spesso, al nord, vi sono punti di eccellenza della pubblica amministrazione, dove a capo vi sono cittadini che provengono dal Mezzogiorno.
Sul secondo punto, sempre l'onorevole Fedriga ha affermato che al sud i giovani si diplomano e si laureano con voti più alti: com'è possibile? I più bravi sono i giuliani, diceva nel suo intervento, per cui nel Mezzogiorno i voti sono fasulli, ignorando che ai cittadini del Mezzogiorno, alle nuove generazioni, spesso non rimane che investire, per il loro futuro, nello studio, nella cultura e nella conoscenza, perché pensano ancora che quello è il passaporto per avere mobilità sociale e per riuscire ad ottenere un ruolo nel mondo del lavoro. Allora, si eliminavano i titoli di studio ai fini della formazione delle graduatorie. Le nuove norme...

PRESIDENTE. Onorevole Bellanova, credo di doverle togliere la parola, perché il suo gruppo era già intervenuto per ilPag. 7tempo di cinque minuti; quindi, il suo intervento è a titolo personale e non può superare il minuto, che io le ho fatto ampiamente superare. Potrà intervenire di nuovo a titolo personale in altra circostanza ed esprimere il suo pensiero.
A questo punto mancano un paio di minuti alla scadenza del termine di preavviso dei venti minuti, dovremmo quindi sospendere la seduta...

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo sull'articolo 37 del provvedimento in esame. Vi è stata una vicenda - che pure si è risolta, da questo punto di vista - sulla territorializzazione delle procedure concorsuali: si tratta di un argomento con alcuni risvolti, per certi versi, importanti e, per altri, delicati, ed è anch'esso inerente al funzionamento della pubblica amministrazione.
Questo provvedimento collegato si affronta dal punto di vista del pubblico impiego, per la competenza specifica della Commissione lavoro sul lavoro pubblico e su quello privato: per quanto concerne il settore del lavoro pubblico, vi è la questione della territorializzazione dei concorsi.
Abbiamo di fronte, chiaramente, un tema che molti hanno seguito da vicino, anche nella scorsa legislatura, cioè quello dei concorsi pubblici, e sappiamo benissimo che abbiamo una situazione che, per alcuni versi, lascia aperte grandi perplessità. Infatti, in Italia, allo stato attuale, a livello nazionale, al netto del censimento (che verrà fatto, ai sensi dell'articolo 37-bis, e che riguarderà tutte le realtà che in questo momento stanno dando luogo a stabilizzazioni e procedure concorsuali e che hanno graduatorie vigenti), vi è una quantità assai importante di persone - vale dire 70.000 vincitori di concorsi e 70.000 idonei, quindi complessivamente siamo intorno alle 140.000 unità, migliaio più, migliaio meno - che attendono di vedere riconosciuto dall'ente locale o dall'amministrazione che ha bandito il concorso - nazionale, regionale o locale - il proprio diritto ad essere assunti.
Questo meccanismo evidentemente, per ciò che ha prodotto in questi anni, per questa sacca di precariato - questo sì, precariato vero - deve essere in qualche modo modificato, riformulato e rivisto. In particolare, ritengo, ciò valga per la parte concernente il rapporto e il legame, in qualche modo non necessariamente stretto, ma che necessariamente dovrebbe essere stretto, tra l'autorizzazione a bandire il concorso e l'autorizzazione ad assumere.
Si tratta, in sostanza, di prevedere un quadro e un sistema tale per cui, quando una amministrazione riceve l'autorizzazione a bandire un concorso pubblico, abbia la pressoché totale certezza di disporre di risorse finanziarie e di vacanze in pianta organica tali per cui coloro che vincono i concorsi non rimangano nel limbo dell'attesa per settimane, mesi o addirittura per anni, come molti di noi sanno bene, visto che queste persone ci scrivono delle e-mail segnalandoci i loro casi e le loro attese nelle graduatorie aperte.
Per non parlare, poi, del meccanismo un po' perverso della proroga ad oltranza di alcune graduatorie che impedisce di bandire concorsi nuovi, perché nel frattempo ci sono nuovi laureati, nuove figure competenti e nuove possibilità di accesso.
In questo senso, anche la questione della territorializzazione ha una sua ragione d'essere; infatti, ci troviamo ad affrontare anche un altro problema: non solo vi sono molte persone che i concorsi li hanno vinti e non vengono chiamati a prendere servizio, ma vi sono anche persone che partecipano ai concorsi, li vincono e poi lasciano i luoghi dove quei concorsi sono stati banditi per riavvicinarsi alle località di residenza e di origine. È evidente che con questo meccanismo si rischia una scopertura di alcuni uffici della pubblica amministrazione che avrebbero la facoltà anche di tener conto delle esigenze del territorio, proprio perché scoprirePag. 8un ufficio pubblico dopo aver bandito un concorso - magari dopo quattro o cinque anni - perché i vincitori chiedono un riavvicinamento comporta un'inefficienza sostanziale del meccanismo della pubblica amministrazione.
Per questo motivo riteniamo che vi sia grande ragionevolezza nella norma in questione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, ho notato che l'onorevole Bellanova, oltre a essere poco attenta al mio cognome (che è Fedrìga e non Fédriga), è anche poco attenta a quello che dico. La discussione generale, infatti, è stata molto più ampia e articolata ed evidentemente sono state prese - modificandole - soltanto quelle parti che facevano comodo all'onorevole del Partito Democratico.
Detto questo, vorrei ricordare che i principi espressi dal nuovo emendamento formulato dalla Commissione per ciò che riguarda la territorializzazione dei concorsi pubblici si rinvengono in molte realtà già esistenti nel nostro Paese. Un esempio su tutti può essere quello della Sardegna che riserva i posti ai residenti da almeno quattro anni o a figli di sardi addirittura o, ancora, a chi è nato in Sardegna; un altro esempio è quello del CNR, il Consiglio nazionale delle ricerche, che ha bandito un concorso per giovani laureati residenti, però, solo nelle regioni meridionali. Ancora, lo statuto del Trentino-Alto Adige prevede una precedenza per i cittadini residenti nella provincia di Bolzano nel collocamento al lavoro nel territorio della provincia stessa.
Tutti questi sono esempi che giudichiamo positivamente, sia nel caso in cui siano portati avanti dalle regioni del nord, sia nel caso in cui lo facciano le regioni del sud. Riteniamo, infatti, che la precedenza del residente nel posto di lavoro sia un valore aggiunto per il nostro Paese, esattamente come hanno capito nelle regioni da cui proviene l'onorevole Bellanova.
Non ricordo di aver letto di un particolare sdegno da parte dell'onorevole per quanto avveniva in Sicilia o in altre regioni, tipo la Sardegna, ma evidentemente esistono due pesi e due misure in quest'Aula e si vuole fare un ostruzionismo che non ha alcun senso.
Infatti, la nuova formulazione dell'emendamento in oggetto presentata dalla Commissione si rifà semplicemente ad una ordinanza della Corte costituzionale, che vorrei rileggere per l'ennesima volta, se qualcuno non avesse capito, perché mi sembra che da quella parte dell'Aula non si voglia ascoltare. Questa ordinanza del 1988 afferma - lo ripeto e spero che sia l'ultima volta - che: «l'accesso in condizioni di parità ai pubblici uffici può subire deroghe, con specifico riferimento al luogo di residenza dei concorrenti, quando il requisito medesimo sia ricollegabile, come mezzo al fine, all'assolvimento di servizi altrimenti non attuabili o almeno non attuabili con identico risultato».
Capisco che l'Aula sia sovrana e che compia delle scelte; tuttavia, detto ciò, ammettete esplicitamente che si tratta di una scelta meramente politica. Voi siete contro il fatto che i cittadini possano rimanere nella loro città ad espletare la propria attività lavorativa. Siete contrari a questo: ditelo e non fate riferimento ad altre situazioni come, per esempio, può essere la questione costituzionale, perché non è così. Non è così, perché i vostri continui richiami a difesa della Costituzione, come abbiamo dimostrato più volte negli interventi in Aula, sono assolutamente strumentali.
Per questo motivo, signor Presidente, chiedo di guardare con limpidezza al provvedimento in oggetto, perché noi riteniamo che i cittadini abbiano tutto il diritto di poter espletare la loro attività lavorativa vicino ai propri familiari. Non è possibile che si continui un'opera di attacco a questa norma che semplicemente favorisce la persona in generale, anche al fine di costruire una famiglia e di avere la possibilità di andare avanti con essa.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

Pag. 9

MASSIMILIANO FEDRIGA. Concludo, signor Presidente. Ieri in un intervento concernente la mozione tanto contestata dal PD, giustamente un collega ha fatto riferimento alla loro avversità alla famiglia e questa è l'ennesima riprova: quando si cerca di agevolare anche economicamente e concretamente i giovani a rimanere nel loro territorio e ad avere i mezzi economici per crearsi una famiglia, loro si scaldano e si schierano contro tale norma.
Per questo la sosteniamo fermamente e riteniamo che tutti gli indirizzi assunti dall'Aula e dal Governo possano ricreare una situazione favorevole, affinché i nostri giovani siano agevolati nel portare avanti la loro vita in modo dignitoso e vicino ai propri familiari (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Saltamartini. Ne ha facoltà.

BARBARA SALTAMARTINI. Signor Presidente, ho provato ad ascoltare attentamente quanto è stato detto dai colleghi dell'opposizione, anche a seguito del dibattito che si è svolto lungamente in seno alla Commissione competente su questo tema.
Sinceramente, anche oggi, ascoltando quanto affermato in quest'Aula dall'opposizione, ancora devo capire bene quale sia il problema. Purtroppo, mi sembra - e il mio collega Fedriga che mi ha preceduto lo ha in qualche modo già detto - che vi sia una volontà tutta ideologica rispetto ad un articolo che, invece, come è stato già espresso, ribadisce un concetto che, in realtà, già esiste in Italia: quello, cioè, di favorire il più possibile le procedure di territorializzazione dei concorsi. Anche a tale proposito, permettetemi di entrare nel merito del grande dibattito che si è svolto ieri concernente diversi aspetti: se la questione sia costituzionale o non costituzionale, cosa accadrà e via dicendo.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

BARBARA SALTAMARTINI. Noi non abbiamo fatto altro che riportare, come modifica del testo, un'ordinanza della Corte costituzionale, che non può essere...

PRESIDENTE. Onorevole, il suo intervento è a titolo personale, e il minuto a sua disposizione è trascorso. La prego di concludere.

BARBARA SALTAMARTINI. Concludo, signor Presidente e la ringrazio. Pertanto, rispetto a ciò, anche il modo in cui è stato formulato l'emendamento in questione, fa venir meno qualsiasi dubbio. Mi auguro, quindi, che questo articolo, nel suo complesso, possa poi ottenere un voto favorevole di tutta l'Aula e non solo della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 452
Votanti 428
Astenuti 24
Maggioranza 215
Hanno votato
175
Hanno votato
no 253).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, sappiamo che il numero legale è di 238. Nella giornata di ieri, purtroppo, più volte nei banchi della maggioranzaPag. 10si sono verificati doppi e tripli voti, compresi i quali, anche oggi, la maggioranza raggiunge i 253 voti a sostegno di un provvedimento che insistentemente chiede di licenziare il più presto possibile, conculcando peraltro i diritti dell'opposizione a una discussione serena, produttiva e in grado di garantire risultati che siano sostanzialmente favorevoli anche per le categorie che vengono toccate pesantemente dal provvedimento in esame: penso ai militari, alle forze di polizia e ai portatori di handicap. È assolutamente increscioso il comportamento di una maggioranza che pretende di approvare un provvedimento che ha tale significato ed importanza per il Paese, senza garantire i numeri per poter avere, in quest'Aula, i voti necessari per un normale svolgimento dell'attività dell'Assemblea.
Chiedo ai colleghi della maggioranza se non ritengano opportuno sospendere per un'ora la seduta, in modo tale che i Presidenti di gruppo della maggioranza possano raggiungere telefonicamente i colleghi, impegnati probabilmente in attività molto più importanti di questa, benché siano parlamentari e benché, come ha detto il Presidente Fini, in quest'Aula si debba lavorare per almeno cinque giorni la settimana. Ciò affinché, dopo la sospensione (di un'ora o quella che ritengano più opportuna) possano essere tutti qui presenti in 343. Infatti, nonostante i doppi e i tripli voti, alla maggioranza mancano ben 90 parlamentari.
Durante le scorse settimane alcuni quotidiani, che non sono sicuramente orientati a sinistra o a centrosinistra ma su tutt'altra sponda, hanno pesantemente criticato, anche personalmente, gli assenteisti della maggioranza che non partecipano alle attività del Parlamento. Vedo tuttavia che la malattia è cronica.
Pertanto, signor Presidente, le chiedo di verificare, se lo ritiene opportuno, con i colleghi di maggioranza ed i loro rappresentanti, la possibilità di sospendere la seduta allo scopo di garantire a quest'Assemblea di poter operare in maniera decorosa anche in vista di dare un esempio serio al Paese che si trova in una situazione molto difficile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per un richiamo al regolamento perché ritengo che si stiano verificando cose un po' strane o che, perlomeno, vanno chiarite: nel fascicolo degli emendamenti il n. 2, quello che abbiamo trovato in distribuzione stamattina, è presente un articolo aggiuntivo, il 39-quinquies. 0100 del Governo, che non risulta annunciato, almeno nei resoconti della seduta di ieri. Sarebbe stato presentato questa mattina in Commissione.
Si tratta di un articolo aggiuntivo, e non si capisce come mai si trovi già inserito nel fascicolo degli emendamenti di questa mattina perché, a termini di Regolamento, per poter essere inserito nel fascicolo, avrebbe dovuto essere annunciato, cosa che, pare, sia avvenuta nella Commissione di merito questa mattina.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. È stato presentato ieri!

ANTONIO BORGHESI. È stato esaminato dalla Commissione bilancio convocata mezz'ora fa ed è stato persino espresso un parere ancora prima che fosse scaduto il termine per presentare i subemendamenti, senza sapere se la Presidenza l'avesse ritenuto ammissibile o meno.
Rilevo che il tema di questa proposta emendativa del Governo è esattamente identico a quello di un emendamento da me presentato, il 23.21, che è stato dichiarato inammissibile. Per di più l'articolo aggiuntivo del Governo in questione presenta dei profili di natura finanziaria, delle criticità di natura finanziaria, mentre quello mio non aveva alcuna implicazione di tale natura.Pag. 11
Ribadisco pertanto ciò che ho chiesto ieri quando già era stata presentata una proposta emendativa del Governo, l'articolo aggiuntivo 38.0100, poi ritirato (presiedeva lei, signor Presidente, in quel momento).
Quindi, nell'eventualità che l'articolo aggiuntivo richiamato sia stato dichiarato ammissibile - cosa che non sappiamo - non capisco se esistano pesi e misure diverse nei confronti della stessa materia.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi per quanto riguarda l'aspetto procedurale le ricordo che questa mattina, in apertura di seduta, ho annunciato la presentazione dell'articolo aggiuntivo 39-quinquies.0100 del Governo che ieri era già stato trasmesso ai gruppi.
Infatti, la trasmissione ai gruppi avviene a prescindere dall'annuncio in Aula, che in questo caso è seguito, e, anche su richiesta dell'onorevole Delfino, ho fatto slittare il termine per la presentazione dei subemendamenti dalle ore 10 alle ore 11 perché abbiamo ritenuto più congruo questo termine.
Per quanto riguarda il tema dell'ammissibilità, con riferimento ai provvedimenti collegati, esiste un regime diverso di ammissibilità per le proposte emendative presentate dai deputati e per quelle presentate dal Governo.
I deputati possono presentare solo emendamenti respinti in Commissione o riferiti a materie nuove introdotte dalla Commissione. Evidentemente questo limite non riguarda il Governo nei confronti del quale, invece, valgono altri criteri di ammissibilità. Vi è poi il parametro della copertura, connesso anche al parere della Commissione bilancio. Quest'ultima, non a caso, ieri aveva espresso parere contrario ed aveva costretto il Governo a ritirare l'articolo aggiuntivo che poi ha ripresentato in una nuova formulazione.
Onorevole Borghesi, gli uffici mi fanno notare che l'emendamento da lei presentato era peraltro privo di copertura e quindi non era ammissibile da un punto di vista finanziario.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico - Vedi votazioni).

(Presenti 459
Votanti 433
Astenuti 26
Maggioranza 217
Hanno votato
181
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che i deputati De Poli e Nunzio Francesco Testa hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto astenersi e che i deputati Di Biagio e Mazzuca hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Potrei sapere il contenuto delle urla? Ha qualche attinenza con la votazione in corso?
Passiamo alla votazione dell'emendamento Paladini 37.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, intervengo solo per effettuare due considerazioni. L'emendamento in esame dà luogo ad un riequilibrio all'interno della problematica relativa all'accesso esterno nei confronti della pubblica amministrazione inserendo, nell'articolo in esame, la possibilità di un accesso dall'esterno pari almeno alla metà. Pertanto, si stabilisce un riequilibrio anche all'interno della pubblica amministrazione e per le persone che vi lavorano e soprattutto si stabilisce la non prevalenza dell'accesso dall'esterno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 37.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 12
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 299
Astenuti 167
Maggioranza 150
Hanno votato
42
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che il deputato Borghesi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 37.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 465
Votanti 461
Astenuti 4
Maggioranza 231
Hanno votato
205
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che il deputato Misiti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 462
Votanti 459
Astenuti 3
Maggioranza 230
Hanno votato
203
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che il deputato Soro ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 464
Votanti 461
Astenuti 3
Maggioranza 231
Hanno votato
204
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che il deputato Soro ha segnalato di aver espresso erroneamente voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
Colleghi (Commenti dei deputati dei gruppo Partito Democratico), se qualcuno intende rilevare delle scorrettezze deve farlo presente alla Presidenza in maniera chiara e senza fare schiamazzi perché altrimenti non possiamo procedere nei nostri lavori.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non mi rivolgo a lei in persona. Tuttavia, non arriviamo alla farsa. Non spetta a noi far rilevare alla Presidenza che cosa accade, perché la Presidenza sa perfettamente cosa accade. Non abbiamo gli strumenti - ancora non ce ne siamo dotati - per impedire che ciò accada. È ormai da settimane (ma soprattutto da alcuni giorni) che si vota per tre, per quattro, per dodici deputati assenti e in questo modo si ottengono risultati ...

Pag. 13

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, lei mi sta chiedendo il controllo delle schede. Chiedo ai deputati segretari di controllare le schede.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, poiché lei ha invitato a non fare schiamazzi, stiamo segnalando che dall'altra parte dell'Aula, in particolare, si vota per più deputati ormai da parecchi giorni e non mi sembra che questo fatto abbia prodotto un qualche effetto.
È stato minacciato un voto con le impronte digitali e non si sa bene cosa altro. Resta il fatto che in votazioni delicate, come ho già segnalato signor Presidente, come ad esempio quella di ieri sera, la maggioranza è passata per il rotto della cuffia grazie ai doppi e ai tripli voti. Questa è la realtà! È inutile che lei, signor Presidente, ci dica di non fare schiamazzi. Ci lasci almeno schiamazzare di fronte ad una farsa di questo tipo.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, il suo intervento viene interpretato dalla Presidenza come una richiesta esplicita ai deputati segretari di effettuare il controllo delle tessere di votazione.

GIANCARLO LEHNER. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Lehner, le concederò la parola successivamente.
Invito i deputati segretari a procedere al controllo delle tessere di votazione (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).
Prego i deputati segretari di verificare le tessere di votazione senza lunghe conversazioni perché altrimenti si ritardano i lavori.
È terminata la verifica da parte dei segretari di Presidenza.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 452
Votanti 427
Astenuti 25
Maggioranza 214
Hanno votato
177
Hanno votato
no 250).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, guardi di là (Commenti)!

PRESIDENTE. Come si chiama quel signore? Si può richiamare l'onorevole Berruti? Potete richiamare in Aula l'onorevole Berruti, per cortesia?
Onorevole Berruti, le chiedo scusa, la tessera di votazione che si è messo in tasca è la sua (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)? Va bene, va bene. Non comprendo gli schiamazzi; per il semplice fatto che in quella fila al momento della votazione si sono accese più luci e l'onorevole in questione è uscito mettendosi in tasca una tessera. Mi interessava sapere se era la sua (Proteste dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo che bisogna avere rispetto reciproco in quest'aula ed evitare inutili schiamazzi. Mi rendo conto che i banchi del gruppo della Lega Nord Padania sono sostanzialmente occupati, non ci sono doppi voti. Diversamente, nei banchi del Popolo della Libertà - soprattutto nell'ultima fila del secondo settore in alto vicino al tabellone luminoso - si produce una sorta di miracolo, nel senso che ogni deputato presente è in grado di accendere quattro lucine (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Signor Presidente, naturalmente le chiedo di verificare non più la presenza diPag. 14ogni deputato per ogni tessera di votazione, ma di lasciare aperta la votazione in modo tale che sia chiaro che ad ogni voto corrisponda la presenza di un deputato. Così sarà chiaro ed evidente che i numeri raggiunti dalla maggioranza in termini di voti conseguiti nell'ultima votazione non potranno essere esattamente i medesimi della attuale votazione.
Così sarà, inoltre, dimostrato che quella sorta di miracolo che si compie in una serie di banchi della maggioranza è effettivamente una condizione che non può essere sopportata da questo Parlamento, il quale, da giorni, ha una maggioranza che non è in grado di garantire il numero legale in quest'aula!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, ora darò la parola all'onorevole Lehner che me l'aveva chiesta precedentemente, poi agli onorevoli Baldelli e Piso. Tra me e l'onorevole interessato vi è già stato il chiarimento necessario. D'altra parte, delle due l'una: o non chiedete al Presidente di controllare o, se lo chiedete, credo che una verifica non sia offensiva nei confronti di nessuno.
Prego, onorevole Lehner, ha facoltà di parlare.

GIANCARLO LEHNER. Signor Presidente, essendo proprio io colui che, a mezzo stampa, spesso critica il fenomeno dell'assenteismo, credo di avere il diritto di intervenire. Vi esorto tutti, per favore e per carità, all'onestà intellettuale e alla correttezza. Infatti, potrei indicare quanti nei banchi dell'opposizione sistematicamente votano per il collega assente. Quindi, incominciamo con il mettere alcuni paletti: la morale si fa quando si ha la coscienza a posto. In quest'aula, in tutti i settori, vi è - suppongo da tempo - l'uso deprecabile, insisto, di votare per chi è assente.
Speriamo che presto vengano introdotti meccanismi tali da rendere impossibile questa tecnica, che considero non solo sbagliata, ma immorale. Vorrei aggiungere però, attenzione, che è necessario smettere di salire sul pulpito, sul pergamo a fare prediche quando nella sesta fila - ma non voglio nemmeno fare nomi - da ieri vedo dei vostri pianisti che riescono a votare credo anche coi piedi, dal momento che votano per tre (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, da questa mattina vi sono una serie di incomprensioni con la Presidenza che spero riescano ad appianarsi, ma se non si ascolta ciò non accadrà mai
Signor Presidente, è da questa mattina che vi sono stati già un paio di equivoci. Ritengo che, tanto per dirne una, in via assolutamente interpretativa, quando un collega dell'opposizione chiede la parola per fare un rilievo, così come ha fatto il collega Giachetti, sui numeri o i non numeri presenti o assenti nella maggioranza, faccia un rilievo. Credo che il collega Giachetti, al pari del collega Quartiani, abbiano l'esperienza, l'abitudine regolamentare e la confidenza con quest'aula da sapere che, quando vogliono chiedere il controllo delle schede, chiedono il controllo delle schede. Quindi, l'interpretazione della Presidenza sul controllo delle schede mi è sembrata un po' forzata, fermo restando che la Presidenza ha la facoltà di esercitare le proprie prerogative.
Però, se addirittura la Presidenza le esercita con tale puntiglio da richiamare il singolo parlamentare, dopo che il controllo delle schede è stato svolto dal deputato segretario, francamente mi sembra singolare, anche se lo dico nel massimo rispetto della Presidenza.
La questione sulla quale vorrei richiamare quest'Aula - al netto del fatto che ha ragione il collega Lehner quando afferma che chi è senza peccato scagli la prima pietra, perché abbiamo dimestichezza con il fatto che, a volte, può succedere che vi sia un collega assente o che qualcuno voti per due - e in particolare il collega Quartiani, è che stiamoPag. 15trattando un tema importante. Ieri, banalmente, questa maggioranza ha avuto la maggioranza anche grazie al fatto che l'opposizione ha lasciato l'Aula; non è che ieri l'opposizione era presente in blocco e noi siamo andati sopra. Ieri, nell'ultima votazione, gran parte dei colleghi dell'opposizione non ha votato, ma non voglio fare polemica su questo; voglio semplicemente ricordare che stiamo votando un tema importante, un provvedimento su cui in Commissione vi è stato un confronto serrato, duro, ma vi sono state anche aperture da parte del relatore su diverse iniziative e proposte dell'opposizione. Ieri, abbiamo svolto un confronto, anche molto rapido, su questo provvedimento che ci ha permesso di risolvere e di svolgere il lavoro su molti articoli dello stesso, e di continuare nella seduta di oggi l'esame di quelli rimanenti che pure presentano delle questioni sostanziali. Credo che su tali questioni sarebbe più positivo per tutti confrontarsi nel merito, giacché vi sono colleghi molto capaci, sia nella maggioranza sia nell'opposizione, a partire dal relatore, fino ai rappresentanti di gruppo e ad un ex Ministro, come l'onorevole Damiano, che avranno sicuramente molte cose da dire. Invece, faccio rilevare che, da venti minuti, stiamo discutendo di tessere, di segretari di Presidenza e di doppie tessere.
Quindi, l'invito che rivolgo al collega Giachetti e al collega Quartiani, per la stima che ho della loro capacità di condurre il loro gruppo in quest'Aula, ai miei colleghi di gruppo, con riferimento alla serietà con cui si deve stare in quest'Aula, anche evitando di lasciarsi prendere emotivamente da qualche piccola provocazione, nonché all'Assemblea, è quello di tornare al merito del provvedimento, perché è inerente a tematiche che riguardano una quantità di lavoratori tale per cui togliere attenzione al suo esame per dedicarla ad argomenti che francamente potremmo superare tutti, di fatto, con un comportamento leggermente più responsabile, è un vero peccato.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Baldelli, proprio per questo motivo chiedo agli altri colleghi che hanno chiesto di intervenire di rinunciare all'intervento.
Passiamo quindi alla votazione dell'emendamento Damiano 37.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bellanova. Ne ha facoltà.

TERESA BELLANOVA. Signor Presidente, io propongo di sopprimere il comma 5 dell'articolo 37 nella nuova formulazione perché, come ho affermato nell'intervento precedente, la vecchia formulazione era esplicitamente anticostituzionale, ma la nuova non è migliorativa, semplicemente cerca di confondere.
Voglio invitare, dunque, quest'Aula a riflettere e a leggere attentamente il testo perché non è una norma manifesto, non è il modo di dare la possibilità alla Lega di parlare alla pancia di una parte di questo Paese. È una norma che interviene direttamente sui diritti e sulla parità di accesso alla pubblica amministrazione, perché la disposizione che avete presentato con questo comma praticamente sposta sui bandi la responsabilità che volevate inserire nel decreto legislativo n. 165 del 2001. Anziché prevedere il diritto di precedenza in base alla residenza nei bandi pubblici e l'eliminazione del titolo di studio nella formazione delle graduatorie, spostate questa possibilità in capo ai bandi, ma la lesione del principio di uguaglianza è ugualmente molto evidente.
Voi dite, infatti, che il principio della parità di condizioni per l'accesso ai pubblici uffici è garantito mediante specifiche disposizioni del bando, con riferimento al luogo di residenza dei concorrenti, quando tale requisito sia strumentale all'assolvimento dei servizi altrimenti non attuabili o, almeno, non attuabili con identico risultato.
Mi chiedo che cosa debbano prevedere i bandi? Nel momento in cui, ad esempio, si devono assumere giudici, è preferibile assumere quelli che hanno la residenza in quel determinato luogo perché conoscono meglio i potenziali fruitori del servizioPag. 16della giustizia? Nel momento in cui si emana un bando per l'assunzione di ispettori del lavoro, è più funzionale per lo svolgimento del ruolo, ai fini del controllo, la conoscenza delle aziende che praticano lavoro nero ed evasione contributiva? Nel momento in cui si emana un bando per assumere ingegneri, è più efficace, ai fini del risultato, avere persone residenti in quel territorio, che conoscono i rappresentanti degli interessi che possono investire e determinare nuove attività? Nel momento in cui si devono assumere insegnanti, è più funzionale allo svolgimento della funzione prevedere l'esame di dialetto, perché altrimenti ai cittadini del Mezzogiorno non potrebbero garantire la formazione, la cultura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?
Colleghi, la proposta emendativa che avete presentato in Commissione, se volete, è peggiorativa della precedente. Vi invito a riflettere su una fotografia che l'ISTAT ci ha consegnato pochi giorni fa: nel nostro Paese permane un forte dualismo nel mercato del lavoro. Il nord ha un tasso di disoccupazione del 3,8 per cento, il Mezzogiorno dell'11,8 per cento; l'occupazione femminile al sud è inferiore al 30 per cento: quasi la metà di quella del centro-nord. Un Paese fotografato in questo modo reale è un Paese che può assecondare politiche di divisione e di segregazione territoriale. Questa è l'osservazione che vi sottopongo.
Noi pensiamo che questo Paese abbia bisogno di politiche di coesione sociale e territoriale: invito, quindi, l'onorevole Cazzola a ritirare l'emendamento 37.200 della Commissione e invito i colleghi della maggioranza, in primo luogo quelli del Mezzogiorno, a non fare «tappezzeria» in quest'Aula. Se non riuscite a bloccare i tagli ai Fondi per il Mezzogiorno, che dovrebbero determinare le condizioni per vivere meglio, non vi rendete responsabili di una violazione del diritto dei ragazzi e delle ragazze del Mezzogiorno a partecipare ai concorsi pubblici ed entrare nella pubblica amministrazione. Voi dite che non c'è discriminazione...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

TERESA BELLANOVA. ...e che si può partecipare. Che risultato! Si può partecipare ma non concorrere a vincere. Noi dobbiamo dare ai ragazzi e alle ragazze del sud e del nord e ai giovani che hanno studiato e si sono impegnati, la speranza di partecipare a concorsi e di vincere nella pubblica amministrazione come nella vita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 459
Votanti 456
Astenuti 3
Maggioranza 229
Hanno votato
210
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Mazzuca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 468
Votanti 465
Astenuti 3
Maggioranza 233
Hanno votato
215
Hanno votato
no 250).

Pag. 17

Prendo atto che i deputati Nunzio Francesco Testa e De Poli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Paladini 37.10 e Delfino 37.11, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 475
Votanti 472
Astenuti 3
Maggioranza 237
Hanno votato
222
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che il deputato Palagiano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Damiano 0.37.200.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 472
Votanti 468
Astenuti 4
Maggioranza 235
Hanno votato
218
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che il deputato Porfidia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Boniver ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 37.200 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, noi avevamo dimostrato una contrarietà di fondo rispetto al comma 5 dell'articolo in esame, perché vi era stato l'inserimento di due normative che non condividevamo: il carattere di preferenzialità della residenza nelle regioni e l'esclusione nel punteggio del valore del titolo di studio.
Diamo atto al Governo di aver individuato una riformulazione che esclude la questione del punteggio del titolo di studio e ridefinisce il termine della residenzialità, anche con un riferimento ad una ordinanza della Corte costituzionale.
Ritenevamo - per questo intendevo intervenire prima per dire che avremmo dato il nostro appoggio al subemendamento Damiano 0.37.200.1, che il Governo ha respinto - che fermarsi al primo periodo dell'emendamento sarebbe stato assolutamente sufficiente e adeguato, perché quanto previsto nel prosieguo, dalle parole «con riferimento al luogo di residenza dei concorrenti», rientra già nella facoltà della commissione di concorso, che ha la possibilità di inserire nelle specifiche disposizioni del bando altre normative, che non siano in contrasto con la legge e con la Costituzione.
Comunque, dando atto al Governo di aver sostanzialmente migliorato questa questione, preannunzio che su questo emendamento ci asterremo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, anche noi ci asterremo su questo emendamento. Condivido quello che ha detto l'onorevole Delfino. Anche noi, rispetto a questa norma, a questo modello, per quanto riguarda il carattere di preferenzialità e l'esclusione del punteggio del titolo di studio, eravamo assolutamente contrari. È chiaro che, però, la salvaguardia del principio della parità di condizioni per l'accesso ai pubblici uffici è garantito mediante specifiche disposizioni del bando. Ci accontenta, da una parte e dall'altra, nella parte in cui il requisito siaPag. 18strumentale all'assolvimento di servizi altrimenti non attuabili o almeno non attuabili con identico risultato. Lo riteniamo insufficiente e, pertanto, dichiaro la nostra astensione su questa proposta emendativa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.200 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) (Vedi votazioni).

(Presenti 469
Votanti 420
Astenuti 49
Maggioranza 211
Hanno votato
246
Hanno votato
no 174).

Prendo atto che il deputato Lehner ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Mura ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Sono pertanto preclusi, dopo l'approvazione dell'emendamento 37.200 della Commissione, gli emendamenti Caparini 37.13, 37.14, 37.15 e Delfino 37.16.
Passiamo alla votazione dell'articolo 37.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Santagata. Ne ha facoltà.

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, questo articolo ha avuto una vita tribolata, in particolare il comma 5.
Siamo passati da una richiesta di soppressione della I Commissione di questa Camera a vari emendamenti, fino a questa soluzione finale, con l'emendamento che abbiamo testé approvato che sente l'esigenza, per me difficilmente comprensibile, se non in termini strumentali, di dare vigore di legge ad una sentenza della Corte costituzionale di vent'anni fa.
Credo che, al di là della formulazione trovata - gli applausi del gruppo della Lega lo testimoniano - la ratio del provvedimento rimanga la stessa, ratio che si capisce meglio, se ci si rifà alla prima formulazione del comma e agli emendamenti che alcuni gruppi della maggioranza avevano presentato.
Il punteggio del titolo di studio, che è scomparso dopo molte discussioni in Commissione fra le stesse forze di maggioranza, ad esempio, aveva una ratio molto precisa. Qualche malpensante pensava a un conflitto di interesse di qualche parlamentare che difendeva il figlio, che aveva poca dimestichezza con la scuola, ma niente di più sbagliato. La ratio di quella norma era chiara: nella Magna Grecia il 110 e lode è più facile da prendere che al nord. Questa è la teoria!
I ragazzi del nord sono meno preparati perché devono andare a scuola con tanti stranieri: devono studiare matematica con i pachistani, che, si sa, non riescono a impararla, o inglese con i ghanesi, e quindi, alla fine, restano indietro, e se nel concorso il 110 e lode o il 110 ha un valore, è chiaro che i ragazzi meridionali, che se lo trovano regalato dalle università del sud, vanno avanti. Questa era la ratio dell'operazione!
Tutto il discorso della riserva territoriale altro non è che un attacco specifico alla mobilità sociale e alla mobilità territoriale nel nostro Paese. L'idea che dobbiamo ingessare il mercato del lavoro, anche quello pubblico, è l'idea di fondo di questo articolo, come se gli affitti a mille euro e più non fossero già sufficienti a ingessare un mercato del lavoro che vede i ragazzi del sud costretti a non emigrare più, perché impossibilitati a farcela.
Guardate che l'idea che il Paese debba rimanere fermo com'è, è un'idea che non genera sicuramente potenzialità di sviluppo, anzi, genera divisioni e freno alla nostra possibilità di crescita. Vedo solo una cosa positiva nell'atteggiamento anche della Lega su questo articolo: forse non sePag. 19ne sono accorti, ma, per la prima volta, li vedo votare a favore di una specie di jus soli, che tanto dà loro fastidio quando parliamo di immigrazione e che, invece, tanto difendono quando parliamo di dividere il Paese e i nostri ragazzi.
Concludo dicendo che voteremo contro questo articolo e invito tutti i colleghi meridionali a pensarci, a pensare alle parole con cui racconteranno il loro voto ai propri figli e ai ragazzi meridionali, che, da domani, troveranno più difficoltà a poter partecipare ai concorsi nelle aree più sviluppate del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ETTORE PIROVANO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ETTORE PIROVANO. Signor Presidente, ho visto che abbiamo finalmente il poliziotto di quartiere, qui, dalla parte della maggioranza. Gradirei, però, che questa assiduità, che non ci disturba, del segretario d'Aula fosse espletata anche nei «quartieri rossi» (Applausi del deputato Consolo).

PRESIDENTE. Onorevole Pirovano, la interrompo subito. Ho qui due schede ritirate dal settore del centrosinistra; come vede, siamo esattamente nella stessa identica posizione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Invito i colleghi a votare ciascuno per sé.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 457
Votanti 441
Astenuti 16
Maggioranza 221
Hanno votato
232
Hanno votato
no 209).

Prendo atto che i deputati Laura Molteni e Speciale hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Pagano ha segnalato di avere erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 37-bis - A.C. 1441-quater-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 37-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Damiano 37-bis.57, nonché sugli identici emendamenti Paladini 37-bis.1, Damiano 37-bis.56 e Delfino 37-bis.2.
La Commissione prende atto che l'emendamento Fedriga 37-bis.3, per il quale avrebbe formulato un invito al ritiro, è stato ritirato dai presentatori, mentre formula un invito al ritiro dell'emendamento Di Biagio 37-bis.4.
Il parere è, altresì, contrario sugli emendamenti Delfino 37-bis.6 e Damiano 37-bis.5, sugli identici emendamenti Paladini 37-bis.8 e Damiano 37-bis.9, nonché sugli emendamenti Paladini 37-bis.10 e Damiano 37-bis.12 e 37-bis.13. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 37-bis.200, mentre esprime parere contrario sugli emendamenti Delfino 37-bis.14, Paladini 37-bis.15, sugli identici emendamenti Damiano 37-bis.16 e Delfino 37-bis.17, nonché sugli identici emendamenti Damiano 37-bis.18 e Paladini 37-bis.30.
Il parere è, altresì, contrario sugli emendamenti Damiano 37-bis.19, DelfinoPag. 2037-bis.32, sugli identici emendamenti Paladini 37-bis.20 e Delfino 37-bis.21, nonché sugli emendamenti Damiano 37-bis.22, 37-bis.24 e 37-bis.25.
La Commissione esprime inoltre parere contrario sugli emendamenti Delfino 37-bis.26, Paladini 37-bis.27 e sugli identici emendamenti Delfino 37-bis.28 e Paladini 37-bis.29, nonché sugli emendamenti Delfino 37-bis.33, Damiano 37-bis.35, Paladini 37-bis.36, Delfino 37-bis.37 e Paladini 37-bis.38.
Il parere è, altresì, contrario sugli identici emendamenti Delfino 37-bis.39 e Damiano 37-bis.40, nonché sugli emendamenti Delfino 37-bis.41 e Damiano 37-bis.42, mentre la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 37-bis.201.
La Commissione esprime, altresì, parere contrario sull'emendamento Damiano 37-bis.43, mentre raccomanda l'approvazione del suo emendamento 37-bis.204. Il parere è inoltre contrario sugli emendamenti Damiano 37-bis.44 e 37-bis.45, mentre la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 37-bis.203.
Infine, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti, Damiano 37-bis.46, Delfino 37-bis.47, Damiano 37-bis.48 e 37-bis.49, Zeller 37-bis.50, Damiano 37-bis.51, Paladini 37-bis.52 e 37-bis.55 e Damiano 37-bis.53 e 37-bis.54.

PRESIDENTE. Il Governo?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 37-bis.57.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Damiano. Ne ha facoltà.

CESARE DAMIANO. Signor Presidente, ha ragione l'onorevole Baldelli quando dice che si stanno discutendo questioni di merito molto importanti. Infatti il Governo con il disegno di legge A.C. 1441-quater sta introducendo modifiche gravi alle tutele sociali. Ieri, abbiamo assistito ad un Governo che vota contro se stesso nel tentativo di portare un «emendamento bandiera» sulla questione dei lavori usuranti. Tra un po' assisteremo alla votazione dell'articolo 39-quinquies che reca una grave modifica alla disciplina in materia di permessi per portatori di handicap in situazione di gravità: un colpo alla legge 5 febbraio 1992, n. 104. E nello stesso tempo si parla da parte del centrodestra di tutela della famiglia. Queste sono le cose che stanno passando in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Ora, con questa norma il Governo vuole cancellare la possibilità della stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione. Si tratta di un altro fatto grave. Ho letto questa mattina una dichiarazione dell'onorevole Brunetta che afferma: noi applichiamo le leggi di Nicolais e di Damiano. Ma allora mi domando, se le volete applicare perché presentate un articolo che cancella quella stabilizzazione? Siete in forte contraddizione su questo punto.
Voglio anche dire che sarebbe giusto finirla con la battaglia dei numeri portata avanti dall'onorevole Brunetta: perché continuare a mistificare le cose, quando noi abbiamo parlato - lo riconfermo - del rischio di un impatto occupazionale negativo per 60 mila precari di tutta la pubblica amministrazione che con le vecchie norme avrebbero ottenuto la stabilizzazione, che con questa disposizione viene meno? Questo è tanto più grave in un momento nel quale - lo sappiamo - in questo Paese non solo è in corso una recessione dell'economia ma aumentano le crisi industriali, sale la disoccupazione, sale la cassa integrazione e queste misure avranno un impatto negativo occupazionale sul comparto della pubblica amministrazione, riguarderanno persone giovani e meno giovani di alta specializzazione che da anni, anni e anni aspettano giustamente la loro stabilizzazione. È di questo che stiamo discutendo.Pag. 21
Inoltre, se vogliamo parlare di numeri, non solo con le vecchie norme avremmo stabilizzato 60 mila precari, ma vi sono altri 60 mila precari che aspettano di avere anche loro una possibilità di stabilizzazione ed escludiamo quello che capiterà nella scuola perché questi numeri non comprendono la situazione estremamente difficile che riguarderà l'intero comparto della scuola. Questi sono dati di fatto. Inoltre, l'onorevole Brunetta si richiama ad una norma che noi abbiamo approvato con l'accordo delle parti sociali e che voi avete manomesso peggiorandola, relativa ai contratti a termine e alla stabilizzazione dopo trentasei mesi.
Non è come dice l'onorevole Brunetta: con quella norma il Governo di centrosinistra ha inteso dopo i trentasei mesi, dopo una proroga concordata di otto mesi, non lasciare a casa quei lavoratori ma portarli verso la stabilizzazione per cancellare la vergogna di contratti a termine che durano un decennio senza la stabilizzazione di questi lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Voi volete tornare indietro rispetto a questa situazione. Allora non si può dire l'opposto di quella che è la realtà. Voi con questa norma vi assumete una grande responsabilità e non si può dire, come è stato detto da parte vostra, che un ricercatore non vuole la stabilizzazione perché un ricercatore è libero e creativo e vuole collocarsi con autonomia nel mercato del lavoro.
No, i nostri giovani e non più giovani ricercatori vogliono una stabilizzazione, vogliono uno stipendio dignitoso, perché altrimenti la loro unica via d'uscita sarà la fuga dall'Italia, la fuga dei cervelli, che impoverirà ulteriormente il nostro Paese, in un settore vitale come quello della ricerca.
Per questo, convintamente chiediamo e voteremo a favore dell'emendamento a mia prima firma per la soppressione dell'articolo in esame che, nel caso in cui passasse, costituirebbe un grave colpo per l'occupazione e per la stabilizzazione di una parte importante e qualificata della pubblica amministrazione. Infatti, voglio ricordare che senza queste persone molti servizi resi ai cittadini diventeranno impossibili e la pubblica amministrazione avrà anche difficoltà a fornire i giusti servizi ai cittadini. Ripensateci, ripensate a questa norma. Noi chiediamo la sua soppressione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gatti.
Ne ha facoltà, per un minuto.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, intervengo solo per chiedere una cosa al Governo e al Ministro Brunetta in particolare: in questi giorni è stato evidente a tutti che l'ipotesi sottesa alla riforma del mercato del lavoro e dei servizi pubblici, che affidava alla finanza la possibilità di dare previdenza, servizi e assistenza al popolo italiano e ai lavoratori italiani, è fallita. La grande crisi finanziaria ha messo in discussione anche questo. Allora, bisogna farsene carico, assumerla. Bisogna assumersi la responsabilità anche rispetto ai precari del nostro Paese, che sono diventati una vergogna nazionale, sia i precari di alta qualificazione, sia le persone che, con livelli molto più bassi, sono coinvolti. Non è possibile bloccare stabilizzazioni quando le persone, in prospettiva di una stabilizzazione già avviata, avevano comprato casa e magari si erano sposate. È una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saltamartini. Ne ha facoltà.

BARBARA SALTAMARTINI. Signor Presidente, finalmente arriviamo alla discussione dell'articolo in esame, tanto discusso e di cui sui giornali abbiamo letto tutto e il contrario di tutto. Tengo per prima cosa a sgombrare il campo dalle tante dichiarazioni strumentali che a mio parere sono state fatte proprie su questo articolo. Infatti, in questi giorni qualcuno ha dichiarato che le stabilizzazioni eranoPag. 22possibili, che si poteva stabilizzare tutti i precari, perché per fortuna il Governo che ci ha preceduto nella legge finanziaria 2006-2007 aveva messo i fondi per farlo. Bene, questa è la prima bugia: i fondi non erano assolutamente sufficienti per coprire la stabilizzazione di tutti precari.
Siamo stati accusati di voler anticipare i tempi, di correre, di volere sbrigarci e che quindi la data del 1o luglio 2009 non era assolutamente perseguibile, e qui emerge la seconda bugia del centrosinistra: noi abbiamo solo anticipato di sei mesi una norma che voi avevate previsto con una circolare dell'attuale senatore Nicolais, che all'epoca era Ministro per la funzione pubblica del Partito Democratico, che diceva che voleva racchiudere in un ambito temporale definito la parentesi stabilizzazione come reclutamento speciale nel settore pubblico e la possibilità di ammettere a procedure di stabilizzazione il personale in possesso dei requisiti era circoscritta agli anni 2008-2009. Quindi, appunto, si posticipava di soli sei mesi il termine che abbiamo proposto.
Anche qui - ecco la terza bugia - Nicolais aveva previsto in questa circolare (che credo fosse condivisa anche con l'allora Ministro Damiano), di circoscrivere la stabilizzazione a chi aveva i requisiti per essere stabilizzato.
Questa è la vostra terza bugia, perché chi possiede i requisiti per essere stabilizzato - purtroppo, e questo mi dispiace - non sono i 60, 70, 80 mila precari di cui voi andate parlando, ma, ahimé, sono molti di meno. Qui emerge, pertanto, l'ulteriore funzione demagogica che avete voluto imprimere alle vostre dichiarazioni.
Andiamo avanti. Avete più volte criticato la questione dei precari negli enti di ricerca e anche qui si sono visti numeri che affermavano tutto e il contrario di tutto. Bene, è la quarta bugia che state dicendo. Come è stato stabilito dai presidenti degli enti di ricerca (e non dai funzionari dei nostri Ministeri, non dal Governo, né da una parte politica) - e qui voglio ringraziare il Governo che prima che il provvedimento giungesse in Aula ha voluto riunire tutti quei presidenti - i precari degli enti di ricerca che possono essere assunti sono esattamente 1886. Anche in questo caso, quindi, non stiamo parlando di piccoli numeri, ma di un numero importante. È questo il numero dei precari che hanno i requisiti per essere assunti anche in base alla circolare Nicolais. Pertanto, accusare adesso il Governo di non voler assumere più nessuno e di mettere sul lastrico famiglie su famiglie è veramente una presa di posizione che non ci aspettiamo da una parte che ci accusa, come al solito, di fare propaganda politica e norme manifesto.
Attenzione, colleghi: le norme manifesto sono quelle varate dal Governo Prodi senza stanziare le risorse e con le quali non si stabilizzavano i precari, ma le loro aspettative, perché questo è ciò che avete fatto con il Governo Prodi!
Allora, a proposito della grande responsabilità cui il collega Damiano ci richiama in quest'Aula: noi la grande responsabilità ce la stiamo prendendo, e sapete qual è? Quella di far passare finalmente il principio che nella pubblica amministrazione si entra tramite concorso, perché questa è la giustizia sociale per chi vuole entrare nella pubblica amministrazione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!
Signor Presidente, rappresentante del Governo, bisogna finirla, perché quando si parla di precari e di stabilizzazioni bisogna anche andare a vedere di chi sono le colpe di questi numeri, perché c'è una responsabilità di chi ha permesso...

PRESIDENTE. Onorevole Saltamartini, la prego di concludere.

BARBARA SALTAMARTINI. Signor Presidente, ma è un argomento così importante!

PRESIDENTE. Può intervenire successivamente, onorevole.

BARBARA SALTAMARTINI. Va bene, allora mi avvio alla conclusione. C'è una responsabilità di chi ha amministrato perPag. 23tanti anni la nostra Italia (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) e ha prodotto questi numeri sui quali varrebbe la pena fare una lunga riflessione anche da parte vostra (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto, a titolo personale, l'onorevole Codurelli. Ne ha facoltà per un minuto.

LUCIA CODURELLI. Signor Presidente, in merito a questa proposta emendativa che la collega Saltamartini ha tanto giustificato (non ci sono altre forme per descrivere il suo intervento), mi domando per quale ragione la maggioranza abbia dovuto inserire un emendamento e per quale ragione oggi cerchi di parlare di responsabilità di altri, affermando che il Governo in passato ha provveduto per una parte e che, di conseguenza, occorresse continuare su quella strada. Qualcuno oggi in questo Governo compie una scelta precisa che è quella di tornare indietro.
Inoltre, rispetto alle stabilizzazioni e ai concorsi, chiedo alla collega Saltamartini di andare a vedere dove sono state previste le deroghe e i concorsi non sono stati fatti abbastanza recentemente con altri provvedimenti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, visto che è presente il Ministro Brunetta, mi farebbe piacere anche ascoltarlo, magari, sull'articolo 37-bis, specialmente con riferimento alla formulazione del titolo che prevede: «Disposizioni in materia di stabilizzazione». In altre parole, in una Repubblica fondata sul lavoro - come afferma il nostro Ministro e così come prevede la Costituzione - assistiamo, invece, alla predisposizione di una norma interessante, l'articolo 37-bis in oggetto, che io, signor Ministro, avrei intitolato diversamente rispetto a come lo avete presentato. Io lo avrei intitolato: «Licenziamento dei precari della pubblica amministrazione» e le spiego il motivo (poi, magari, se vorrà anche farsi sentire, noi siamo qui; per carità, quando vorrà intervenire su questo argomento, noi la ascolteremmo con molta attenzione). Credo che avreste fatto meglio a rubricarlo con il titolo esatto, anche perché è quanto avverrà.
Il Governo ha riformulato l'articolo aggiuntivo presentato in Commissione spostando, a nostro avviso, il licenziamento dei precari al 30 giugno del 2009, anzi entro il termine di 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge. Per il resto, l'abrogazione del piano di stabilizzazione dei precari rimane, caro Ministro.
Una delle ragioni che hanno indotto il Governo a riformulare l'articolo aggiuntivo risiede nella necessità di disporre del tempo sufficiente per la quantificazione della platea dei destinatari della norma. Si ricorda come l'indagine conoscitiva sul lavoro precario condotta dalla Commissione competente nella scorsa legislatura abbia dimostrato la straordinaria ampiezza del fenomeno anche nella pubblica amministrazione.
È bene sottolineare come la norma, unita a quanto recita l'articolo 36 del decreto legislativo n. 165 del 2001 (che, in seguito, è stato modificato con il decreto-legge n. 112 del 2008), prevede il divieto di utilizzare il lavoratore con più contratti per un periodo superiore a tre anni. Di questa norma il Governo propone una lettura retroattiva che può portare, nel giro di un anno, ai fatidici licenziamenti, scuola a parte naturalmente. La previsione della riserva del 40 per cento dei concorsi pubblici è un'assurdità. Nel provvedimento in esame si prevede che tutti devono sostenere il concorso ai fini dell'accesso nelle pubbliche amministrazioni, e poi si prevede una riserva dei concorsi, stante naturalmente il blocco delle assunzioni. Questo è un altro aspetto, come un ulteriore aspetto è rappresentato dalle misure del Patto di stabilità che gli enti locali e le regioni hanno realizzato. Infatti, è infinito il numero di coloro che, pur avendoPag. 24vinto un concorso pubblico - vorrei parlare di questo e lo ripeto - nei fatti, si vedono negata la possibilità dell'assunzione fino alla scadenza della graduatoria, perché si tratta di una questione anche economica e non solamente e meramente generale. È questo che dovrebbe dire la maggioranza, è questo che dovrebbe essere interessante.
Vorrei rispondere all'onorevole Saltamartini: condivido, onorevole, ciò che lei ha detto, lo condivido pienamente. Tutti i dipendenti pubblici dovrebbero passare attraverso un concorso. Tuttavia, vorrei dirle anche che in quest'Aula, poco tempo fa, nel corso dell'esame del decreto legge n. 112 del 2008, una proposta emendativa del Governo disponeva la stabilizzazione dei dirigenti e dei funzionari della Protezione civile con tre anni di contratto a tempo determinato, anche senza aver sostenuto il concorso. Quindi, non faccia la morale a noi (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gnecchi. Ne ha facoltà.

MARIALUISA GNECCHI. Signor Presidente, vorrei rispondere anch'io alla collega Saltamartini e, intervenendo a titolo personale, parlo proprio di Bolzano, anche rispetto alle bugie che direbbe il centrosinistra.
Per Bolzano, nella legge finanziaria di Prodi era previsto un finanziamento ad hoc per la stabilizzazione. In particolare, per una stabilizzazione dei precari dell'INPS è intervenuto anche il collega Holzmann del PdL ed è stato approvato da quest'Aula un ordine del giorno dei colleghi Brugger e Zeller. Quindi, anche per le situazioni specifiche - come sappiamo Bolzano è sempre una situazione specifica anche nelle leggi finanziarie - le precarizzazioni sono state bloccate immediatamente con l'entrata in vigore delle norme e del nuovo Governo.
Pertanto, vorrei veramente richiamare l'attenzione su un fatto: non è che, poiché in quest'Aula si discute, si possono dire tutte le bugie possibili e immaginabili, e non da parte del centrosinistra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, esprimiamo un assoluto dissenso sull'articolo 37-bis anche nella riformulazione e nella modestissima attenuazione della sua portata realizzata dal Governo, rinviando la decadenza di tutte le norme e delle procedure previste dalle leggi finanziarie per il 2007 e per il 2008 al 30 giugno 2009.
Riteniamo che l'articolo in oggetto vada ad intaccare una questione - potrebbero esserne testimoni gli atti parlamentari - largamente dibattuta e condivisa dai Governi di centrodestra e di centrosinistra. Veniamo, infatti, da anni di blocco delle assunzioni e di attenuazione fortissima della possibilità di turn over all'interno della pubblica amministrazione. È quindi indubbio che, a fronte di impellenti esigenze della pubblica amministrazione, sia maturata, nel tempo e soprattutto in questi anni, una forte presenza di precari. Riteniamo che il faticoso accordo che era a suo tempo intervenuto - lacunoso, ad avviso della nostra parte politica, per quanto attiene ai requisiti e alle coperture finanziarie - rappresentasse tuttavia una risposta al tema in oggetto e che quest'ultimo non possa invece essere risolto con un intervento che faccia tabula rasa, mortificando tutti gli sforzi compiuti dalle parti sociali, dal Governo e dalle stesse amministrazioni per risolvere i problemi reali.
Non è qui in discussione - lo dico alla collega Saltamartini - il fatto che questa situazione debba essere assolutamente impedita per il futuro. Anche noi conveniamo infatti da sempre che il modo reale e normale per entrare nella pubblica amministrazione sia la procedura concorsuale. Dal momento, però,Pag. 25che questo Governo non è esente dall'aver introdotto deroghe, anche recenti, concernenti altri provvedimenti - il collega Paladini le ha già richiamate -, riteniamo che la norma in oggetto vada a creare una situazione di profondo disagio - lo dico prima di tutto alle amministrazioni interessate -, nonché una profonda discriminazione tra i lavoratori ai quali fino al 30 giugno 2009 saranno applicate le procedure concorsuali e di stabilizzazione secondo la normativa prevista nelle leggi finanziarie per il 2007 e per il 2008, e gli altri, che pure hanno i requisiti minimi previsti dalla medesima normativa (cioè i tre anni di servizio nonché l'aver superato una prova selettiva di carattere pubblico).
Riteniamo che davanti a simili discriminazioni si dovrebbe, da parte del Governo, accedere ad alcune proposte emendative, che consentirebbero di concludere una procedura la quale, benché particolare e speciale, diventerebbe comunque valevole erga omnes, cioè per tutti i cittadini lavoratori che si trovino nella medesima situazione.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

TERESIO DELFINO. Nello stesso tempo, con proposte emendative - noi l'abbiamo detto - si farebbe carico all'amministrazione (ci sono emendamenti che lo prevedono) della responsabilità di eventuali situazioni di personale non adeguato alle esigenze della stessa. Inoltre, con vincolo finanziario, che potrebbe essere demandato alle singole amministrazioni, da rispettare; ci si potrebbe muovere, quindi, anche dentro un contesto di stabilità della finanza pubblica.
Poiché vediamo che il Governo è assolutamente sordo, è evidente che noi, davanti al pasticcio che tale norma determina, voteremo convintamente per la sua soppressione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bachelet. Ne ha facoltà.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Signor Presidente, sono d'accordo con il Ministro Brunetta sulla meritocrazia e sulla mobilità dei ricercatori giovani.
Mi sono laureato nel 1979, ho lavorato negli Stati Uniti, alla scuola Normale, al Max Planck Institut e al CNR fino al 1988, anno in cui, a 33 anni, ho vinto il primo concorso libero per associati. Tuttavia esistono lunghi periodi, nel nostro Paese nei quali per molti anni, non ci sono concorsi; alla fine di questi periodi ci sono persone molto brave che non hanno mai avuto l'opportunità di un concorso libero. Ciò succede purtroppo anche ora, dopo cinque anni di ministero Moratti e due di ministero Mussi. Una delle ultime cose buone che ha fatto Mussi - lo dico da professore universitario - è stato il prevedere posti in più per i ricercatori universitari, che in parte il nostro Governo attuale - il vostro Governo - sta mantenendo, e lo stabilizzare molti ricercatori meritevoli negli enti di ricerca.
Ora, quando per molti anni non sono banditi concorsi, fermare simili stabilizzazioni implica una catastrofe, e il Ministro Brunetta dovrebbe saperlo perché egli è diventato professore associato con i concorsi del 1981 detti anche «grande sanatoria» con i quali tutti quelli che, a vario titolo, erano precari nelle università, sono stati, con un concorso riservato, accettati come professori. Poiché la situazione odierna è assai simile prego il Ministro di riconsiderare molto attentamente ciò che sta facendo ai precari, almeno per quanto riguarda la ricerca.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

GIOVANNI BATTISTA BACHELET. Egli, infatti, rischia di fare del male ad altri: di non far loro godere un beneficio del quale, in un certo senso, egli stesso ha goduto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Avverto che è in distribuzione il parere della Commissione affari costituzionali sulle nuove proposte emendative contenute nel fascicolo n. 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-A).Pag. 26
Avverto, altresì, che è stato ritirato l'emendamento Fedriga 37-bis. 3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bellanova. Ne ha facoltà.

TERESA BELLANOVA. Signor Presidente la ringrazio e vorrei sottolineare un punto di questa norma. Mi pare ci sia un furore ideologico da parte del Governo nel voler smantellare la legislazione precedente. Poco importa se, invece, quella legislazione coinvolge decine di migliaia di persone che hanno subito la precarietà e che hanno avuto, per anni, rapporti di lavoro con contratti a collaborazione poi trasformati (perché i concorsi erano bloccati) in prestazione d'opera e successivamente trasformati (sempre perché i concorsi erano bloccati) in contratti a tempo determinato.
La legislazione che si vuole oggi cancellare non prevedeva una assunzione erga omnes...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

TERESA BELLANOVA. ...del personale precario, prevedeva invece l'assunzione per tutte quelle persone che avevano superato un concorso e una prova selettiva...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bellanova.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nicolais. Ne ha facoltà.

LUIGI NICOLAIS. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che bisognerebbe chiarire alcune cose che riguardano ciò che è stato fatto dal Governo precedente.
L'intervento di stabilizzazione del Governo precedente partiva dall'assunto che, dopo tredici anni di blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, si era creato un sistema di lavoro veramente inaccettabile per le leggi vigenti. Era, quindi, necessario avviare un processo di stabilizzazione che tenesse, però, in conto molto chiaramente il merito, la trasparenza e le regole che disciplinano l'assunzione nella pubblica amministrazione.
Pertanto ciò che è stato fatto con le leggi finanziarie per il 2007 e il 2008 è semplicemente di chiarire che tutti coloro che avevano superato un esame pubblico (quindi attraverso una procedura ad evidenza pubblica)...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

LUIGI NICOLAIS. ...e che avevano almeno tre anni di anzianità (che potevano essere completati entro il 2009) nell'attività subalterna, potevano accedere al processo di stabilizzazione.
La ragione di fermarsi al 2009 è perché questa era partita nel 2007 e nella legge finanziaria da noi presentata si aveva dinanzi un arco temporale di tre anni - 2007, 2008 e 2009 - e pertanto tutto il processo si sarebbe dovuto compiere entro il 2009. Nel 2007 non avevamo potuto iniziare questa operazione perché il Governo precedente aveva già contabilizzato il blocco delle assunzioni.
Pertanto, credo che sarebbe molto utile procedere ancora su questo processo di stabilizzazione, perché abbiamo un gruppo di lavoratori che si trovano a svolgere un'attività di lavoro precario, pur avendo tutte le condizioni per essere lavoratori a tempo indeterminato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tocci. Ne ha facoltà.

WALTER TOCCI. Signor Presidente, rivolgo un complimento all'onorevole Saltamartini e un consiglio al Ministro. L'onorevole Saltamartini ha compiuto uno splendido autogol.

BARBARA SALTAMARTINI. Chiacchiere!

WALTER TOCCI. Si chiedeva delle responsabilità di questo blocco. Le responsabilità sono tante ma quelle più grandi sono del Governo Berlusconi nella XIV legislatura - dal 2001 al 2006 - con ilPag. 27blocco di tutti gli accessi nella pubblica amministrazione e nel settore della ricerca (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Pertanto, quei giovani non hanno avuto la possibilità di vedere riconosciuti i propri meriti ma li hanno visti riconosciuti, per esempio, nella ricerca con le pubblicazioni scientifiche a livello internazionale, li hanno visti riconosciuti mantenendo in vita e facendo funzionare servizi essenziali per la collettività, come l'Istituto superiore di sanità, l'ISTAT e la rete di controllo dei terremoti.
Questi giovani - che non sono più giovani - sono oggi ricercatori affermati che teniamo ancora fuori dalla porta della ricerca. Ma il danno non è solo per loro. La generazione successiva, e mi accingo a concludere signor Presidente, quelli più giovani, quelli che stanno lavorando adesso hanno capito l'antifona e i giovani migliori se ne vanno subito via dall'Italia. Così rischiamo di perdere due generazioni di ricercatori e allora veramente l'Italia non si potrà risollevare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37-bis.57, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Colleghi, ciascuno voti per sé!
Prego, nell'ultima fila del terzo settore a destra, ciascun deputato di votare per sé.
(Segue la votazione).

EMERENZIO BARBIERI. A destra chi!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 479
Votanti 474
Astenuti 5
Maggioranza 238
Hanno votato
223
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che il deputato Bosi ha segnalato che non è riuscito a votare. Prendo, altresì, atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata De Nichilo Rizzoli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Paladini 37-bis. 1, Damiano 37-bis. 56 e Delfino 37-bis. 2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bellanova. Ne ha facoltà.

TERESA BELLANOVA. Signor Presidente, chiediamo la soppressione del comma 1 dell'articolo 37-bis proprio perché con questa norma si vogliono cancellare quelle leggi che hanno costruito una speranza per tanti precari nel nostro Paese. Mi riferisco a quelle persone che avevano tutti i requisiti, ossia molti anni di rapporti precari con la pubblica amministrazione e che avevano superato nel momento dell'accesso al rapporto di lavoro, seppure precario, una prova selettiva o addirittura, in molti casi, un concorso.
Con questa norma invece di cancellare la precarietà si cancellano i precari. Si crea una contrapposizione artificiosa tra i precari e gli inoccupati e si cancella la norma che prevedeva, anche nei concorsi riservati, una quota non inferiore al 60 per cento sulla base delle esperienze già compiute nella pubblica amministrazione. Invece, voi inserite le parole «non superiore al 40 per cento», sapendo bene che nella traduzione pratica ciò può significare anche lo zero per cento.
Voi state alimentando questo dibattito così pesante nel Paese, tra i precari e tra le persone che sono alla disperata ricerca di un lavoro, voi, campioni di imparzialità, volete togliere il diritto ai precari alla stabilizzazione perché dite che volete dare il diritto, a chi non ha mai avuto un lavoro, di poter fare i concorsi.
Vorrei ricordarvi che siete quei campioni di imparzialità e di coerenza che, con il decreto-legge in materia di rifiuti in Campania, avete assunto a tempo indeterminato non i lavoratori precari, ma iPag. 28consulenti della pubblica amministrazione, quelli che erano stati chiamati non sulla base di una prova selettiva o di un concorso, ma solo sulla base dell'appartenenza e della conoscenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Ricordatevelo nel momento in cui sviluppate questa particolare avversione verso i precari e verso i ricercatori. Anche a tal proposito vorrei richiamare la vostra memoria con il decreto-legge n. 112 del 2008 che abbiamo approvato all'inizio di agosto. Avete deciso, attraverso i tagli all'università e alla ricerca, che nel nostro Paese, per assumere un ricercatore nell'università, c'è bisogno che si licenzino almeno cinque professori. Questa è l'attenzione che voi date alla ricerca.
E poi leggiamo, Ministro Brunetta, le sue dichiarazioni: stabilizzare i ricercatori precari è un po' come farli morire. Mi verrebbe da chiedere: ma a quale cinema lei lo va a vedere questo film? Noi troviamo, invece, persone che hanno voglia e interesse di essere stabilizzati perché non si sentono capitani di ventura, non sono disponibili a fare quello che lei pensa, a tornare a girare per il mondo pur di trovare qualcosa da fare. Sono lavoratori che hanno una laurea, che hanno un dottorato, che molto spesso hanno un'idoneità per concorsi, che hanno un'esperienza anche pluriennale all'estero, che hanno più di quarant'anni, quell'età anagrafica per cui in Europa ci si pone il problema di interventi di sostegno per l'inserimento nel mondo del lavoro e noi queste figure da precario vogliamo trasformarle in disoccupati, anziché stabilizzarle.
La verità è che voi, con questo articolo, passate dalla precarietà del lavoro alla precarizzazione della vita delle persone. Voi non puntate sulla ricerca, altro che «i precari muoiono un po' se li stabilizziamo»! Fate morire la ricerca in questo Paese ed è esattamente quello che, invece, avremmo bisogno di incrementare e incentivare perché solo attraverso la ricerca possiamo far partire un modello di sviluppo in grande sofferenza e in difficoltà.
Cari colleghi della maggioranza, al di là dell'appartenenza, fermatevi, perché non si può giocare in modo così pesante con lo sviluppo del Paese e soprattutto non si può giocare con la vita delle persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giudice. Ne ha facoltà.

GASPARE GIUDICE. Signor Presidente, devo dire che la demagogia di per sé è una cosa spiacevole, ma lo è ancora di più quando la si fa sulla pelle dei precari. Quando parliamo del comma 1 dell'articolo 37-bis ci riferiamo all'abrogazione di alcuni commi della legge finanziaria per il 2007, la n. 296 del 2006. Vorrei ricordare all'Aula e ai colleghi che c'erano in quella legislatura che stiamo parlando di un annuncio, di un comma che destinava ad un fondo di una dotazione di 5 milioni di euro la speranza di decine di migliaia di precari, un fondo che non è mai stato attuato e che non è mai stato realizzato dal Governo che avrebbe dovuto emettere un DPCM per farlo funzionare.
Non si può, signori, parlare di migliaia e migliaia di precari e poi difendersi da una copertura irrisoria che non avrebbe potuto stabilizzare nessuno con simili speranze. Giocare con i precari è veramente vergognoso ed oggi ho sentito tanta demagogia. Se il problema va affrontato, va affrontato seriamente, ma non attraverso questi strumenti che è un bene che il Ministro Brunetta abbia abrogato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Paladini 37-bis.1, Damiano 37-bis.56, Delfino 37-bis.2, non accettati dalla Commissione né dal Governo su cui la Commissione bilancio ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).
Onorevoli colleghi, ognuno voti per sé! Non mi costringete a tenere aperta la votazione, perché da una parte e dall'altraPag. 29dell'aula in alcune file sono accese almeno il doppio delle luci rispetto alle persone presenti.

GIUSEPPE CONSOLO. È un miracolo!

PRESIDENTE. Credo ai miracoli veri, non a questi! Colleghi, vi prego, da tutte le parti dell'emiciclo!

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 473
Votanti 468
Astenuti 5
Maggioranza 235
Hanno votato
216
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che la deputata Bernini Bovicelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Ricordo che l'emendamento Fedriga 37-bis.3 è stato ritirato.
Passiamo all'emendamento Di Biagio 37-bis.4. Chiedo al presentatore onorevole Di Biagio se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, ritiro il mio emendamento, ma sono tuttavia convinto che i tempi della stabilizzazione siano troppo brevi e andrebbero allungati.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 37-bis.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

La precedente raccomandazione vale anche per questa votazione!

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 480
Astenuti 6
Maggioranza 241
Hanno votato
223
Hanno votato
no 257).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 37-bis.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Madia. Ne ha facoltà.

MARIA ANNA MADIA. Signor Presidente, si è discusso molto in questi giorni, anche in quest'Aula oggi, del numero dei lavoratori che verrebbero colpiti da questo provvedimento. Si tratta di persone che operano all'interno della pubblica amministrazione - è già stato detto - e che operano con contratti a termine di varia tipologia. Il Ministro Brunetta attraverso annunci di stampa tende a minimizzare gli effetti di questi provvedimenti. In un'intervista pubblicata domenica su la Repubblica diceva che 2.637 ricercatori pubblici qualificati e con anni di esperienza potrebbero, cito il Ministro, andare tranquillamente a casa, perché tutto sommato sono dei capitani di ventura che potrebbero compiere altre esperienze e dedicarsi ad altri progetti. Come già ricordava la collega Bellanova, il Ministro concludeva: in fondo, stabilizzarli è un po' farli morire.
Non credo che il Ministro si sia rivolto con queste espressioni in maniera molto riguardosa nei confronti di chi sta per perdere il posto di lavoro. Non credo che persone qualificate che da anni lavorano e che non svolgono solo un semplice lavoro, ma un servizio per tutta la collettività abbiano piacere di essere definiti dei «capitani di ventura», che tutto sommato (questo si capiva) debbono ringraziare chi li sta licenziando - perché di licenziamenti si tratta - perché in fondo così chi li licenzia vuole salvare la loro curiosità intellettuale e non vuole certo farli morire dietro un posto fisso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Ma andiamo oltre le espressioni colorate e il temperamento del Ministro Brunetta,Pag. 30non è questo il vero problema. Da quell'intervista traspare il vero problema di questo provvedimento: il Governo sembra quasi lieto di liberare lo Stato italiano dai talenti, dalle competenze e dall'esperienza, dal valore aggiunto dato da migliaia di ricercatori italiani.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 12,25)

MARIA ANNA MADIA. Sembra che il ruolo pubblico della ricerca non sia per il Governo un asset strategico del Paese, bensì un costo anche abbastanza fastidioso, una posta di bilancio che non offre alcun ritorno, un ruolo di cui liberarsi attraverso un tratto di penna.
Qui è chiaro che noi ci troviamo di fronte ad un orientamento culturale preciso che sostiene con chiarezza che la ricerca pubblica, quindi quella parte di ricerca non universitaria, ma compresa nelle funzioni della pubblica amministrazione, è un'attività di serie B che può essere compiuta anche tagliando di più della metà, cioè del 60 per cento, il personale di ricerca che effettivamente la svolge. I tagli all'università di prima dell'estate hanno bloccato il turnover ed hanno impedito l'ingresso dei giovani e dei bravi; il provvedimento che discutiamo ora compie l'altra metà del lavoro, e siamo di fronte ad un accanimento, perché già il decreto-legge n. 112 del 2008 prevedeva che il numero degli stabilizzati non potesse eccedere il 10 per cento dei pensionamenti dell'anno precedente. Di fronte a questo accanimento, di cui non comprendiamo ancora le ragioni, è chiaro che appare una visione dello Stato totalmente fuori dai parametri europei e, soprattutto, fuori, in questo periodo di crisi, da una visione avanzata e moderna del settore pubblico.
Il collega Damiano ricordava il balletto sui numeri, vorrei precisarlo ancora: quando parliamo di 60 mila possibili licenziamenti parliamo dell'effetto massimo del disegno di legge n. 1441-quater applicato a tutti i ruoli della pubblica amministrazione, non solo alla ricerca. Ebbene, il balletto dei numeri che c'è stato dimostra tutta l'irrazionalità della norma, soprattutto in quello che era il suo contenuto originario.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARIA ANNA MADIA. Concludo, signor Presidente. Spesso il Ministro Brunetta si lamenta delle infornate: vorrei precisare che è giustissimo, che anche il Partito Democratico ritiene che le infornate siano sbagliate, ma altrettanto gravi sono le cacciate di massa per gli effetti sociali che provocano, per l'incertezza del diritto che determinano e per il danno alla qualità dei servizi. Se siamo d'accordo, e il Ministro l'ha affermato più volte, che le norme del Governo Prodi erano sufficientemente rigorose...

PRESIDENTE. Onorevole Madia, deve concludere.

MARIA ANNA MADIA. Signor Presidente, sto proprio concludendo. Per unire diritti acquisiti ed equità nell'accesso, allora il Governo abbia l'onestà intellettuale di ripristinare quelle norme, chiaramente, però, mantenendo i fondi stanziati dal Governo, e non dedicandoli ad altro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37-bis.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 493
Astenuti 5
Maggioranza 247
Hanno votato
230
Hanno votato
no 263).

Pag. 31

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Paladini 37-bis.8 e Damiano 37-bis.9 non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 490
Astenuti 6
Maggioranza 246
Hanno votato
230
Hanno votato
no 260).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 37-bis.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 500
Astenuti 6
Maggioranza 251
Hanno votato
233
Hanno votato
no 267).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37-bis.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 496
Astenuti 5
Maggioranza 249
Hanno votato
232
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che la deputata Mariani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37-bis.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 496
Astenuti 7
Maggioranza 249
Hanno votato
232
Hanno votato
no 264).

Prendo atto che il deputato Corsini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Mottola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37-bis.200 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 324
Astenuti 184
Maggioranza 163
Hanno votato
314
Hanno votato
no 10).

Prendo atto che i deputati Corsini e Rota hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Prendo altresì atto che il deputato Cazzola ha segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.Pag. 32
Passiamo alla votazione dell'emendamento Delfino 37-bis.14.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tassone. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, noi voteremo a favore di questo emendamento che riguarda l'avvio di una soluzione che diventa sempre più problematica leggendo ed interpretando l'articolo 37-bis a cui si riferisce.
Ritengo che, con l'approvazione di tale articolo, anche con gli apporti che vi sono stati in questa fase, la situazione del precariato diventi sempre più complicata. Vengono riviste, infatti, le leggi finanziarie per il 2007 e per il 2008, si rimettono in discussione tutte le procedure e, soprattutto, si creano discriminazioni all'interno della pubblica amministrazione: chi è stato fortunato, ha espletato tutte le procedure entro il termine stabilito dall'articolo 37-bis e chi, invece, non ci è riuscito, per motivi funzionali ed organizzativi, viene penalizzato, con una prospettiva certamente negativa per quanto riguarda la pubblica amministrazione.
Voglio ricordare, ad esempio, il corpo dei Vigili del fuoco e gli istituti di ricerca. Ritengo che tutto questo ci porti ad un contenzioso infinito: evitare i contenziosi è stato sempre un impegno anche nostro, nel momento in cui ci impegnavamo ad intervenire in una materia e, attraverso le norme, andavamo a decifrare, a declinare o a prevedere gli effetti negativi. Certo, qui ci sono effetti negativi importanti, perché tutto questo frustra attese ed aspettative maturate; non voglio fare riferimento ai diritti acquisiti, ma certamente si parla anche di diritti acquisiti e, soprattutto, di tappe raggiunte anche da parte dei dipendenti della pubblica amministrazione.
Certo, signor Presidente, rispetto alle affermazioni che abbiamo ascoltato, avremmo potuto richiedere ancora una volta al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione di pronunciare alcune affermazioni. Qui parliamo di una situazione certamente molto complicata e molto complessa; questa normativa può anche raggiungere un effetto o, soprattutto, obiettivi di carattere economico, ma sarebbe molto utile per tutta la Camera e per tutti noi sapere come si muoverà la pubblica amministrazione e quali saranno le ricadute negative rispetto a questa rivisitazione dei tempi e dei modi della stabilizzazione.
Su questo aspetto, certo, non siamo d'accordo. Da ciò deriva il contributo dato dai colleghi Delfino e Poli con l'emendamento 37-bis.14, che riguarda le tappe e, soprattutto, le date del processo, offrendo un contributo al miglioramento dell'articolo 37-bis. Ecco perché ne chiediamo l'approvazione.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 37-bis.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 475
Astenuti 6
Maggioranza 238
Hanno votato
217
Hanno votato
no 258).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 37-bis.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 488
Astenuti 5
Maggioranza 245
Hanno votato
221
Hanno votato
no 267).

Pag. 33

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Damiano 37-bis.16 e Delfino 37-bis.17, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 495
Astenuti 5
Maggioranza 248
Hanno votato
226
Hanno votato
no 269).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Damiano 37-bis.18 e Paladini 37-bis.30, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 492
Astenuti 6
Maggioranza 247
Hanno votato
226
Hanno votato
no 266).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37-bis.19, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 494
Astenuti 5
Maggioranza 248
Hanno votato
229
Hanno votato
no 265).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 37-bis.32, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 500
Astenuti 6
Maggioranza 251
Hanno votato
231
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che il deputato Giammanco ha segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Paladini 37-bis.20 e Delfino 37-bis.21, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 500
Astenuti 6
Maggioranza 251
Hanno votato
231
Hanno votato
no 269).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37-bis.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 34
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 499
Astenuti 6
Maggioranza 250
Hanno votato
230
Hanno votato
no 269).

Prendo atto che il deputato Evangelisti ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Leoluca Orlando ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37-bis.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 492
Astenuti 6
Maggioranza 247
Hanno votato
229
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che i deputati Favia e Leoluca Orlando hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Vignali ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37-bis.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 494
Astenuti 7
Maggioranza 248
Hanno votato
227
Hanno votato
no 267).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 37-bis.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 502
Astenuti 6
Maggioranza 252
Hanno votato
231
Hanno votato
no 271).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 37-bis.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 505
Votanti 499
Astenuti 6
Maggioranza 250
Hanno votato
232
Hanno votato
no 267).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Delfino 37-bis.28 e Paladini 37-bis.29, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 510
Votanti 504
Astenuti 6
Maggioranza 253
Hanno votato
236
Hanno votato
no 268).Pag. 35

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 37-bis.33, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 503
Astenuti 6
Maggioranza 252
Hanno votato
233
Hanno votato
no 270).

Prendo atto che il deputato Paladini ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37-bis.35, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 506
Votanti 499
Astenuti 7
Maggioranza 250
Hanno votato
233
Hanno votato
no 266).

Prendo atto che il deputato Porfidia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 37-bis.36, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 515
Votanti 509
Astenuti 6
Maggioranza 255
Hanno votato
239
Hanno votato
no 270).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 37-bis.37, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 502
Astenuti 6
Maggioranza 252
Hanno votato
234
Hanno votato
no 268).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 37-bis.38, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 501
Astenuti 6
Maggioranza 251
Hanno votato
231
Hanno votato
no 270).

Prendo atto che il deputato Sani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Delfino 37-bis.39 e Damiano 37-bis.40, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 36

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 508
Votanti 503
Astenuti 5
Maggioranza 252
Hanno votato
233
Hanno votato
no 270).

Prendo atto che il deputato Tassone ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 37-bis.41, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 509
Votanti 503
Astenuti 6
Maggioranza 252
Hanno votato
236
Hanno votato
no 267).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37-bis.42, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 511
Votanti 505
Astenuti 6
Maggioranza 253
Hanno votato
236
Hanno votato
no 269).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37-bis.201 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 512
Votanti 507
Astenuti 5
Maggioranza 254
Hanno votato
497
Hanno votato
no 10).

Prendo atto che la deputata D'Ippolito Vitale ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37-bis.43, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 514
Votanti 508
Astenuti 6
Maggioranza 255
Hanno votato
240
Hanno votato
no 268).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37-bis.204 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 474
Astenuti 33
Maggioranza 238
Hanno votato
462
Hanno votato
no 12).Pag. 37

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37-bis.44, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 516
Votanti 509
Astenuti 7
Maggioranza 255
Hanno votato
238
Hanno votato
no 271).

L'emendamento Damiano 37-bis.45 è precluso.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37-bis.203 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 513
Votanti 334
Astenuti 179
Maggioranza 168
Hanno votato
327
Hanno votato
no 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37-bis.46, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 517
Votanti 508
Astenuti 9
Maggioranza 255
Hanno votato
236
Hanno votato
no 272).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 37-bis.47, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 517
Votanti 511
Astenuti 6
Maggioranza 256
Hanno votato
237
Hanno votato
no 274).

Gli emendamenti Damiano 37-bis.48 e 37-bis.49 sono preclusi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zeller 37-bis.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 518
Votanti 515
Astenuti 3
Maggioranza 258
Hanno votato
242
Hanno votato
no 273).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37-bis.51, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 511
Votanti 505
Astenuti 6
Maggioranza 253
Hanno votato
233
Hanno votato
no 272).

Pag. 38

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 37-bis.52, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 516
Votanti 510
Astenuti 6
Maggioranza 256
Hanno votato
239
Hanno votato
no 271).

Prendo atto che la deputata Miotto ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 37-bis.55, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 521
Votanti 515
Astenuti 6
Maggioranza 258
Hanno votato
242
Hanno votato
no 273).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37-bis.53, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 507
Votanti 502
Astenuti 5
Maggioranza 252
Hanno votato
233
Hanno votato
no 269).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 37-bis.54, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 516
Votanti 510
Astenuti 6
Maggioranza 256
Hanno votato
237
Hanno votato
no 273).

Passiamo alla votazione dell'articolo 37-bis.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bobba. Ne ha facoltà.

LUIGI BOBBA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vi è un solo aspetto su cui sono d'accordo con l'onorevole Saltamartini: ossia che questo articolo è il cuore di questo provvedimento, e proprio per questo la nostra posizione non può che essere chiara: sarà un «no» netto, chiaro e forte.
Vorrei dire all'onorevole Saltamartini che non si può giocare con i numeri. I numeri che lei ha citato sono sbagliati; basterebbe solo consultare il lavoro non concluso della Commissione lavoro di questa Camera della scorsa legislatura, che aveva registrato circa 340 mila precari nella pubblica amministrazione, con un aumento, fra il 2001 al 2006, del 62 per cento di persone precarie nell'amministrazione pubblica.
Vi è un dato che il Governo precedente aveva preso in carico, ossia che, nella pubblica amministrazione, si era creata negli anni, in particolare durante il precedente Governo Berlusconi, una sacca di persone che, pur fornendo un servizio essenziale all'amministrazione pubblicaPag. 39per i cittadini, lasciava la possibilità di vedere il proprio contratto di lavoro in forma non precaria, ma stabile, sempre alle proprie spalle.
È questo il punto da cui partire: sono 60 mila le persone che hanno i requisiti per essere stabilizzate, ai sensi di quanto voi volete abrogare con questo articolo 37-bis. Sono persone che hanno lavorato almeno tre anni a tempo determinato nella pubblica amministrazione e che hanno passato le prove selettive; non sono delle persone che sono lì occasionalmente e temporaneamente.
Bisogna partire da questo dato; a questo, vanno aggiunte 60 mila persone che hanno altri tipi di contratto e tutti coloro che nell'amministrazione pubblica, in particolare nell'amministrazione scolastica, nella scuola, non sono conteggiati in questo ambito.
Dunque, abbiamo una situazione in cui i numeri contano, perché dietro quei numeri vi sono delle persone; non possiamo giocare con i numeri, perché quelle persone rischiano di essere, come dice un antico proverbio, «cornute e mazziate».
Hanno avuto per lungo tempo un contratto precario e adesso si vedono tolta la possibilità di veder stabilizzato il proprio rapporto di lavoro, possibilità che la legge attribuiva loro secondo le norme precedenti. Dunque, coloro che si trovano in questa situazione ci dicono che la possibilità per noi di introdurre una normativa che risolva progressivamente e gradualmente questo problema si rinveniva nelle norme precedenti delle finanziarie per il 2007 e per il 2008.
Onorevole Saltamartini, le circolari - credo lo sappia anche lei - non sono dogmi della fede; se volevate modificarla, potevate farlo con un'altra circolare. Perché introdurre questa questione con un'altra legge, che va, sostanzialmente, a manomettere e stravolgere quanto era già stato stabilito?
Credo sia questo il senso profondo di ciò che volete fare, se non si vuole dare un orizzonte del tutto indefinito per quanto riguarda i tempi di stabilizzazione di queste persone. Se le risorse mancavano se ne potevano reperire altre e progressivamente risolvere un problema che si era andato creando negli anni e che voi avevate contribuito, in modo più che significativo, ad accrescere e ad aumentare.
Se, dunque, non vogliamo arrecare un danno a queste persone e all'amministrazione pubblica, che ha bisogno di queste persone per funzionare (in particolare è stato sottolineato il tema dei ricercatori), se non si vuole creare un danno per il Paese, occorre respingere questa norma e ritornare alle norme originarie affinché progressivamente si possa giungere ad una stabilizzazione graduale, ma certa, di tutte queste persone che lavorano nell'amministrazione pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, su questo articolo abbiamo ascoltato posizioni diverse, alcune delle quali rispettabilissime, seppur differenti dalle nostre, altre che francamente contenevano accuse quanto meno singolari, sproporzionate ad ogni logica di buon senso.
Riteniamo che in questo senso sulla pubblica amministrazione, sul pubblico impiego e, con questo specifico articolo contenuto in questo provvedimento collegato, sul lavoro pubblico e privato, il Governo abbia reso al sistema ed alla pubblica amministrazione alcuni servizi assolutamente positivi.
Uno di questi è la fine delle procedure di stabilizzazione, così come erano state impostate secondo l'ultima legge finanziaria (non quella precedente ancora), o comunque di questo genere di operazioni di stabilizzazione.
Non possiamo non ricordare quando, ad esempio, nel corso della prima fase di stabilizzazione e cioè con la legge finanziaria per il 2007, Comunisti italiani e Rifondazione comunista idearono ed affissero manifesti in una città con una ampia fetta di dipendenti pubblici comePag. 40Roma, tappezzandone le mura del centro storico e delle periferie, con sopra scritto: Tutti assunti, 500 mila assunzioni nel pubblico impiego. In realtà, fu un'iniziativa che si prestò, anche con una sostanziale perlomeno facoltà dubitativa di molti colleghi che oggi si trovano nel Partito Democratico, ad una operazione di carattere elettorale, nel senso che una coalizione che aveva vinto le elezioni - per pochi voti, peraltro contestati - procedeva ad una sorta di mega sanatoria all'interno del pubblico impiego che potenzialmente poteva interessare non decine, ma centinaia di migliaia di lavoratori cosiddetti precari.
Ma poi, come si è capito, così non è stato, anche a fronte delle scarse risorse appostate per questa operazione. Come ricordavano prima la collega Saltamartini ed il collega Giudice, in realtà sono stati molto pochi gli individui stabilizzati attraverso queste pratiche, perlomeno sul livello nazionale, ma sappiamo benissimo che la grossa sacca del cosiddetto precariato e del ricorso alle collaborazioni esterne a tempo determinato, spesso senza prove selettive e senza concorso, è presente a livello di regioni e di enti locali.
Per quanto riguarda gli istituti di ricerca, sappiamo benissimo che si tratta di un altro capitolo che merita un'attenzione molto particolare, dal momento che si tratta di eccellenze, ma abbiamo ben chiaro che questo è il frutto anche di un'eccessiva rigidità di un sistema di pubbliche amministrazioni forse, in qualche modo, troppo sindacalizzato, che riesce con difficoltà a prestare servizi concreti e disponibili al cittadino in orari che necessariamente devono essere flessibili e che per questo ricorre al lavoro esterno a tempo determinato.
Guarda caso, questo genere di lavoratori sono paradossalmente proprio quelli che lavorano di più. Sarà un luogo comune, forse non è vero, ma questo è quello che si dice.
Il Governo, quindi, con questo articolo prevede un'operazione molto importante: quella di cominciare, intanto, a chiudere il rubinetto del cosiddetto precariato, perché noi non possiamo solamente continuare a riempirci la bocca, a seconda delle rispettive posizioni, di quale possa essere o non essere la soluzione al problema. Sappiamo che finché avremo un ricorso indiscriminato al tempo determinato, all'interno del pubblico impiego, non esauriremo mai - lo sa bene l'ex Ministro Nicolais - il bacino di cosiddetto precariato. Inoltre, come abbiamo detto anche in passato - l'ex ministro Nicolais, lo ricorderà bene -, presentando su questo tema addirittura una mozione, che seguì il sottosegretario di allora, oggi senatore, Gian Piero Scanu, avevamo deciso di affrontare il vero precariato e non solamente la questione di coloro che potevano dal settembre 2006, o dal settembre 2007, avere diritto a tre anni di contratto.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, deve concludere.

SIMONE BALDELLI. Quindi, il vero precariato è un'altra cosa. Con questo articolo si mette fine alla proliferazione dei contratti, si dà priorità e si salvaguardano (anche grazie a un subemendamento che ho presentato e che i colleghi della Commissione, che ringrazio, hanno approvata all'unanimità) i vincitori di concorso rispetto alle procedure di stabilizzazione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, intervengo per annunciare, ovviamente, il nostro voto contrario sull'articolo 37-bis, perché riteniamo che sia un articolo che è lontano dai processi reali che si sono determinati nella pubblica amministrazione in questi anni, dove il fiorire di normative, previsioni, di contratti denominati a vario titolo, non è stata prerogativa di un solo Governo, ma di più Governi (basterebbe ripercorrere tutta la normativa a questo riguardo).Pag. 41Noi riteniamo che bisogna evitare - lo diciamo con forza - di entrare «a gamba tesa» su normative che sono già in vigore e che, se abolite, come propone l'articolo 37-bis, creerebbero evidenti discriminazioni tra chi ne ha potuto usufruire, in questo tempo, e chi, invece, ne viene escluso, dando, ovviamente, corso ad un contenzioso che non sarà sicuramente di modeste dimensioni.
Vi è un altro argomento che ci sta a cuore: con questo provvedimento si sono frustrate le speranze di tanti lavoratori, donne e uomini, che con immenso sacrificio hanno compiuto almeno questi tre anni previsti dalla normativa in vigore e che questo articolo va ad abolire. Noi avevamo già assistito e criticato l'articolo 66 del decreto-legge n. 112, convertito prima della pausa estiva, dove peraltro l'azione del Governo e della maggioranza si era limitata a diminuire al 10 per cento questa possibilità di stabilizzazione. Oggi, invece, abbiamo un intervento radicale di tabula rasa, secondo noi assolutamente ingiustificato, perché il guardare al futuro - come diceva anche il collega Baldelli - ci trova sicuramente d'accordo, ma creare ingiustizie e diversità di trattamento rispetto agli stessi lavoratori che sono entrati oggi nella pubblica amministrazione con i medesimi requisiti, mi pare che non sia nella logica del buon senso e di una buona amministrazione.
Per questi motivi, noi voteremo contro l'approvazione di questo articolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Boccuzzi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BOCCUZZI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Governo con il provvedimento in esame ha disciplinato il blocco del processo di stabilizzazione del personale precario nelle pubbliche amministrazioni che per anni hanno assicurato, stante il blocco delle assunzioni, il funzionamento degli uffici della pubblica amministrazione e degli enti locali, interrompendo in questo modo il processo di stabilizzazione già avviato dalle due leggi finanziarie del Governo Prodi e che riguarda decine di migliaia di lavoratori precari.
Si tratta di una operazione di «macelleria sociale»: non è stato sufficiente con la legge n. 133 del 2008 punire chi è effettivamente malato o costretto ad assistere un portatore di handicap. Non basta un ulteriore accanimento sul lavoratore degli enti che perderà nel 2010 almeno il 10 per cento del proprio emolumento accessorio e nel 2009 riceverà per decreto una decurtazione media di circa 6 mila euro della retribuzione e sarà ridotto ad uno stato di quasi povertà.
Ci si è voluti spingere oltre accanendosi contro la parte più debole del sistema ovvero quei lavoratori precari che per anni hanno garantito servizi pubblici essenziali.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37-bis, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 487
Astenuti 3
Maggioranza 244
Hanno votato
266
Hanno votato
no 221).

Prendo atto che i deputati Motta, Damiano e Porfidia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 38-quinquies - A.C. 1441-quater-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 38-quinquies e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-A).Pag. 42
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 38-quinquies.301.

PRESIDENTE. Il Governo?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo, conformemente a quanto espresso dal relatore, accetta l'emendamento 38-quinquies.301 della Commissione.

Sull'ordine dei lavori.

MARIA COSCIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA COSCIA. Signor Presidente, intervengo per porre una questione riguardante la VII Commissione alla quale è stato assegnato per il prescritto parere il piano programmatico sulla scuola, un provvedimento piuttosto complesso. In Commissione avevamo chiesto di attendere, come era previsto, il parere della Conferenza unificata che ancora non è stato reso.
Peraltro, il Presidente Fini ha giustamente rilevato questa anomalia, scrivendo al Ministro Gelmini la quale ha risposto chiedendo, considerata l'urgenza, di procedere comunque. Noi insistiamo su questo tema perché si tratta, come dicevo, di un piano complesso e il parere della Conferenza unificata diviene propedeutico all'espressione del parere della Commissione poiché riguarda materie e competenze delle regioni e degli enti locali, in alcuni casi anche materie di competenza esclusiva.
Inoltre, voglio anche sottolineare il fatto che la Commissione in questi giorni è stata molto oberata di richieste di pareri sia per competenza esclusiva sia per altri motivi e, dunque, non è stato proprio possibile implementarlo.
Pertanto, chiediamo che almeno il termine stabilito per l'espressione del parere possa decorrere dal momento in cui la Conferenza unificata esprima il proprio parere, dando modo alla Commissione di poter lavorare con i tempi pur ristretti ma comunque necessari per potere esprimere un parere motivato.

PRESIDENTE. Onorevole Coscia, le faccio presente che la questione sarà rappresentata al Presidente della Camera previa acquisizione di tutti gli elementi da lei richiamati.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 38-quinquies - A.C. 1441-quater-A)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 38-quinquies.301 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 298
Astenuti 184
Maggioranza 150
Hanno votato
296
Hanno votato
no 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 38-quinquies, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

Pag. 43

(Presenti 486
Votanti 291
Astenuti 195
Maggioranza 146
Hanno votato
288
Hanno votato
no 3).

STEFANO SAGLIA, Presidente della XI Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO SAGLIA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, intervengo per chiedere di accantonare l'articolo 39-bis vista l'importanza dell'argomento, la necessità dell'approfondimento e l'attenzione con la quale cerchiamo di seguire le Forze armate e le forze di polizia.

PRESIDENTE. Avverto che, non essendovi obiezioni, deve intendersi accantonato l'esame dell'articolo 39-bis.

(Esame dell'articolo 39-quater - A.C. 1441-quater-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39-quater e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 39-quater.200 e accetta l'emendamento 39-quater.100 del Governo.

PRESIDENTE. Il Governo?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 39-quater.200 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 446
Astenuti 47
Maggioranza 224
Hanno votato
263
Hanno votato
no 183).

Passiamo alla votazione dell'emendamento del Governo 39-quater.100.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, per la chiarezza della norma vorrei pregare il relatore e il Governo di farci capire se l'abolizione dell'espressione «sentiti i Ministri» intende rafforzare il ruolo degli altri Ministri o il ruolo del Ministro dell'economia e delle finanze. Infatti qui c'è scritto: «il Ministro dell'economia e delle finanze, sentiti i Ministri» e questo, credo, dovrebbe favorire il concerto però, siccome non ho avuto modo di comparare la norma, gradirei avere questo chiarimento sulla validità della mia interpretazione.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Dovrebbe favorire il concerto, onorevole Delfino.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 39-quater.100 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).

Pag. 44

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 300
Astenuti 191
Maggioranza 151
Hanno votato
300).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39-quater, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 288
Astenuti 197
Maggioranza 145
Hanno votato
284
Hanno votato
no 4).

(Esame dell'articolo 39-quinquies - A.C. 1441-quater-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39-quinquies e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441- quater-A).
Avverto sin d'ora che l'articolo aggiuntivo 39-quinquies.0100 del Governo dovrà essere accantonato in quanto la Commissione lavoro e la Commissione bilancio dovranno riunirsi per le valutazioni di rispettiva competenza.
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Livia Turco. Ne ha facoltà.

LIVIA TURCO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo e Ministro Brunetta, consentitemi di richiamare l'attenzione sull'articolo aggiuntivo del Governo. Consentitemi di chiedere l'attenzione per la delicatezza e la rilevanza dell'argomento trattato: si parla di persone con disabilità grave.
Non so se tutti qui - mi auguro di sì - abbiano avuto l'opportunità di conoscere gli straordinari genitori di questi ragazzi con disabilità grave. Credo che se li abbiamo conosciuti non smettiamo di ringraziarli, non smettiamo di riconoscere la grande dignità di queste persone, non possiamo non riconoscere che è grazie a questi genitori che i loro ragazzi speciali vivono più a lungo, ma non possiamo neanche non riconoscere, onorevole Porcu, che è di fronte a me, la fatica, l'enorme fatica che queste famiglie fanno per crescere i loro figli.
Se conosciamo queste famiglie sappiamo quanto siano carenti i servizi, quanto sia carente il reddito, quanto abbiano bisogno di conciliare il lavoro e la famiglia. Quell'argomento di cui tanto parlate come argomento nuovo, giustamente importante, la conciliazione tra lavoro e famiglia, per queste famiglie e per questi genitori è qualcosa di straordinariamente necessario e vitale. Stiamo parlando di questo, Ministro Brunetta; vorrei che lei mi ascoltasse.
Chiediamo al Governo di ritirare l'articolo aggiuntivo proposto, chiediamo di ritirarlo in nome del valore di cui tante volte avete parlato in quest'Aula, che è la dignità delle famiglie. Qui stiamo parlando di famiglie specialissime, di famiglie che meritano tutto il nostro rispetto e la nostra gratitudine.
Voi con questa proposta emendativa anziché alleviare la fatica di queste famiglie la aggravate, perché introducete due norme che per chi non conosce queste famiglie sembrano dei dettagli, ma in realtà inaspriscono e rendono difficile la loro vita. Per crescere questi figli le famiglie hanno bisogno della solidarietà familiare e, quindi, quel riferimento ai parenti entro il terzo grado è fondamentale per continuare la vita di tutti i giorni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Allo stesso modo, sapete bene che per conciliare lavoro e famiglia è fondamentalePag. 45la presenza di donne e di uomini accanto ai loro figli; voi condividete l'obiettivo che più donne lavorino, ma se più donne devono lavorare deve essere facilitata la conciliazione tra lavoro e famiglia. Lo sapete che i genitori di questi figli hanno carriere lavorative faticosissime, stracciate e che in genere le madri rinunciano al lavoro? Voi qui, prevedendo che uno solo dei genitori possa utilizzare il congedo, sancite quello che invece dovrebbe essere cambiato, cioè che donne e uomini, e tanto più le madri di questi ragazzi straordinari, possano lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Sembrano due cose piccole, in realtà sono fondamentali nella vita di queste persone. Chi ha scritto tali norme pensa che queste famiglie straordinarie siano composte da fannulloni, ma qui non c'entrano i fannulloni: qui si tratta di famiglie speciali che meritano dignità e rispetto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)! Ritiratela, questa norma, anche perché non si è mai affrontato così il tema della disabilità in questo Parlamento, mai!
Ministro Brunetta, la sfido a leggersi gli atti parlamentari: la legge n. 104 del 1992 che voi volete modificare senza che proprio se ne senta il bisogno è una legge storica del nostro Paese, una legge apprezzata in tutta Europa e che è stata condivisa da tutte le forze politiche. Voi la volete modificare per fare cassa, per fare cassa sui disabili, quando invece i disabili hanno bisogno di più diritti e non che si faccia cassa su di loro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). È una vergogna! Ritirate questo articolo aggiuntivo, ritiratelo! Lo avete presentato tre volte e lo avete ritirato due volte. Vi chiediamo di ritirarlo di nuovo e di affrontare la materia con un po' più di rispetto e di coraggio rispetto al valore della famiglia e della dignità della persona (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Essendo stata avanzata esplicita richiesta da parte del gruppo del Partito Democratico, che ha esaurito il tempo a sua disposizione, la Presidenza concede un ampliamento dei tempi per l'esame di questo provvedimento in ragione di un terzo di quelli originariamente previsti.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, il Ministro Brunetta - che ha scambiato quest'Aula per il suo studio privato da questa mattina - può tranquillamente tenere i suoi incontri, chiacchierare e distrarsi, ma non si può permettere - e lei ha il dovere di richiamarlo, signor Presidente, qualora lo veda, e la prego di stare più attento -, mentre parla un deputato dell'opposizione, peraltro argomentando (capisco che gli faccia del male), né di applaudire ironicamente, né di rivolgersi così nei confronti dell'oratore, perché almeno questo il Governo ancora non lo può fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Signor Presidente, la prego di vigilare sulle esuberanze del collega Brunetta, che forse ha saltato uno dei tornelli di Palazzo Chigi per arrivare qui di corsa, affinché se ne stia al suo posto, si prenda le sue critiche e non si permetta di rivolgersi in quel modo a chiunque parli qui dentro, opposizione o maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, non ho visto il comportamento del Ministro Brunetta. Se si è limitato ad un applauso di natura ironica ne vediamo da tanti anni in quest'Aula da parte di tutti, ma se è altro non lo saprei dire.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Stracquadanio. Ne ha facoltà.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, l'appello accorato della collega Livia Turco sarebbe del tutto condivisibilePag. 46dalla prima all'ultima parola se avesse qualche riferimento con la realtà dei fatti.
Signor Presidente, ciò che, invece, desta scandalo in me (e credo dovrebbe destare scandalo in tutti i colleghi del Parlamento) è che si manipola la realtà dei fatti e dei testi legislativi per scagliare contro il Governo e la maggioranza che lo sostiene accuse infamanti e inaccettabili.
Collega Turco, chi sono i principali nemici dei veri invalidi? Coloro che abusano dell'invalidità per avere privilegi inaccettabili ai più (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), coloro i quali hanno derubato attraverso il clientelismo che è stato attuato nelle vostre regioni ed hanno depredato le casse pubbliche dei denari che noi destinavamo a sostegno dell'invalidità, per abusare e non lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), per togliere alla ricchezza nazionale e al diritto degli invalidi di essere sostenuti e di mangiare! Dovreste vergognarvi (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico - Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)! In pochi anni avete raddoppiato il numero degli invalidi: in un Paese che, fino a pochi anni fa, ne contava sei milioni, in pochi anni della vostra gestione fallimentare della maggior parte delle regioni, sono diventati dodici milioni (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico - Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)! Grazie a Dio, collega Turco, la verità è sotto i nostri occhi (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Colleghi per favore...

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, alla collega Turco è stato concesso di parlare con la stessa passione con cui sto parlando io: pretenderei ed esigerei da quest'Aula, mentre mi carico di una responsabilità non da poco, perché contrastare la demagogia è un compito difficile (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico), di essere ascoltato.
Grazie al Signore, la verità è che noi possiamo andare in giro per le strade, osservare le nostre famiglie, vedere la nostra Italia e renderci conto che, per fortuna, quella pletora di invalidi non c'è e che la gente è molto più sana di quella che avete fatto diventare invalida ope legis (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Non si possono fare clientelismo elettorale e demagogia elettorale su questo!
Il suo appello, collega Turco, dovrebbe rivolgerlo in casa sua, così come dovreste guardarvi in faccia: per decenni avete illuso milioni di persone che potevate dare loro un finto lavoro e un vero stipendio. Avete portato il Paese sull'orlo della bancarotta, perché avete confuso il diritto al lavoro con il diritto a un sussidio (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Colleghi per favore...

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. È inaccettabile che l'Italia, che vuole rinascere dalla crisi in cui l'avete gettata, debba essere sommersa dalla vostra demagogia nella scuola. E tenete giù le mani dai veri invalidi e da chi soffre perché, se c'è un mondo che li ha aiutati, questo è il mondo della sussidiarietà e del volontariato, che non sta con voi (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

ILEANA ARGENTIN. Ma cosa dici?

RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Colleghi, prima di dare la parola al Ministro Brunetta che ha chiesto di parlare, vorrei solo ricordare che, per economia dei lavori, sull'emendamento di cui si sta dibattendo vi sarà la necessità di procedere all'accantonamento, perché mancano i pareri delle due Commissioni competenti. Pertanto, ragionePag. 47vorrebbe che gli interventi sul merito si svolgessero nel momento in cui si porterà all'attenzione dell'Aula la votazione dell'emendamento stesso. Affermo ciò come notizia, è legittimo il dibattito e, quindi, concedo la parola al Ministro Brunetta che ha chiesto di parlare.

RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Signor Presidente, alla collega Livia Turco, che stimo e apprezzo, rispondo che questo emendamento che deve ancora arrivare è dalla parte dei disabili, dalla parte delle loro famiglie, dalla parte di chi ha veramente bisogno. È, invece, contro tutti gli approfittatori (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Movimento per l'Autonomia) che, servendosi di questa normativa (fornirò alla collega Turco, che apprezzo e stimo, tutte le statistiche nonché tutte le denunce e le sentenze al riguardo), ossia della «famigerata» legge n. 104 del 1992, hanno approfittato delle casse comuni e del welfare, che si deve sempre di più a chi è colpito da così gravi problemi familiari (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania), per produrre assenteismo, opportunismo e cattivi comportamenti nei luoghi di lavoro.
Collega Turco, che io stimo ed apprezzo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), che io stimo ed apprezzo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), che io stimo ed apprezzo, le fornirò tutta la documentazione relativa agli abusi della legge n. 104 del 1992, abusi condivisi dal sindacato, cara collega Turco (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) e giustificati dal medesimo. Qui stiamo dalla parte di chi ha veramente bisogno, qui stiamo dalla parte dei disabili, qui stiamo dalla parte di chi soffre! Non stiamo dalla parte dei fannulloni e degli opportunisti.
Decida la sinistra da che parte vuole stare: se stare dalla parte dei fannulloni, se stare dalla parte degli opportunisti, se stare dalla parte di chi usa il welfare per proprio tornaconto personale.
Questa è una norma difficile, me ne rendo conto; quella che ho proposto è una norma facilmente strumentalizzabile. Ma nelle cose difficili si vede la buona politica. La nostra, collega Turco, è buona politica (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Movimento per l'Autonomia).

PRESIDENTE. Saluto i componenti del Consiglio comunale dei ragazzi della scuola del quartiere n. 6 di Padova, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Sarà sicuramente un Consiglio meno vivace.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI. Signor Presidente, come ieri si è parlato a proposito di immigrati, oggi si parla di disabili. Sono tutte categorie deboli che hanno bisogno della massima attenzione di quest'Aula e non solo di essa.
Ciò che desta rammarico in questa situazione è che, in effetti, l'articolo in oggetto, di cui chiediamo la soppressione, si abbatte come una scure, in maniera indiscriminata, su coloro che possono aver abusato delle norme, ma anche su coloro che ne usufruiscono in maniera pulita, limpida e corretta (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico). Non è questo il modo di procedere! Il fatto stesso che il Ministro parli di «famigerata» legge n. 104 significa che non ha capito lo spirito della medesima né cosa essa significhi per milioni di famiglie italiane. Ci possono essere stati abusi - nessuno lo nega - ma non è così che si agisce, Ministro.
La legge n. 104 del 1992 è stata un faro di civiltà. Ha preceduto di molto legislazioni di altri Paesi. Siamo stati riconosciuti all'avanguardia grazie ad essa, che allora è stata voluta da un'ampia maggioranza. Non si può introdurre una norma che modifica quella legge nei suoi aspetti così importanti, prendendola, ritirandola e ripresentandola,Pag. 48perché neanche voi siete d'accordo né avete le idee chiare su cosa significhi incidere su una disposizione così importante.
Credo che la legge n. 104, discussa, discutibile, ma che per noi è una legge importante e decisiva, meriti un dibattito di altro tipo. Apriamo un dibattito sulla legge n. 104, ma non usiamo escamotage per modificarla in maniera surrettizia quando si discute di questioni che sono altre. Non approfittiamo di un provvedimento come questo per inserire questioni che sono decisive per milioni di famiglie italiane.
Credevo che una legge del genere meritasse davvero un profondo dibattito, ma questo Governo che deve assolutamente dimostrare di essere efficiente, capace, incisivo e di lavorare in tempi rapidissimi evidentemente non ha nelle sue corde, nella sua agenda, un dibattito approfondito su alcune questioni importanti. E questa è una di quelle.
Tutte queste complicazioni previste dalla citata proposta emendativa, tutti questi lacci, lacciuoli, verifiche, questa sfiducia di fondo nei confronti di chi ha già una tragedia in casa umilia le persone e non le aiuta, poiché non sentono un Paese solidale (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico). Il ritiro di questa proposta è un atto di altrettanta civiltà come quelli che hanno portato all'emanazione della legge n. 104, ed evitiamo di dare lo stigma di fannulloni ed incapaci a tutti. Ci sono state persone che ne hanno approfittato, lo sappiamo bene, signor Ministro, ma allora cerchiamo quelle, colpiamo loro, non facciamo una norma che ricade su tutti quei genitori e quelle famiglie che si sentono mortificate da provvedimenti del genere. Infatti, c'è qualcuno che chiede maggiori tutele, maggiori aiuti, perché le famiglie oggi, signor Ministro, sono abbandonate. E nel vostro progetto di legge finanziaria, che tra poco arriverà all'esame dell'Assemblea, la parola famiglia non c'è mai. Voi non sapete che esiste la parola famiglia (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico)!
Per favore, signor Ministro, ragioniamo serenamente e seriamente su questa proposta emendativa perché davvero può definire il livello di civiltà del nostro Paese ed il livello di serietà del suo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, ovviamente ritengo che l'intervento del Ministro riapra i termini del dibattito perché credo le considerazioni svolte dallo stesso vadano approfondite.
Egli ha parlato di buona politica e io sottoscrivo questo concetto. Per tale motivo, lo invito a svolgere un dibattito serio sulla legge n.104, in Aula, in virtù della buona politica.
Noi (lo ha detto prima la collega Capitanio Santolini, ma lo voglio ribadire) non siamo per difendere quelli che hanno utilizzato la legge n. 104 quando la nonna stava male! Non è questo che ci interessa! Noi siamo per usare la legge n. 104 per aiutare, ad esempio, signor Ministro, due genitori che hanno un figlio in coma! Provi a mettersi nei panni di due genitori che hanno un figlio in coma, che hanno venduto le proprietà perché non ce la fanno con i soldi! E lei vorrebbe anche permettere che uno dei due debba essere licenziato?
Lasciate liberi i deputati di votare secondo coscienza, sono sicura che tra i banchi del centrodestra, del gruppo del Popolo della Libertà, ci sono tanti colleghi che non condividono questo colpo di spugna. Si tratta, infatti, di una manovra spot!
Vorrei svolgere tre considerazioni.
Parlate di aiutare le famiglie e noi siamo pronti: discutiamo come farlo. Ma come fate a dire di voler aiutare le famiglie, se un genitore può assistere un figlio tre giorni a settimana?Pag. 49
Dite che volete occuparvi (ho letto alcune considerazioni) del «dopo di noi»: cominciamo a pensare al «durante noi», perché in questo momento nessuno si occupa di questi casi!
Vorrei anche dire un'altra cosa: è inutile affermare di voler colpire i fannulloni: i fannulloni li vogliamo colpire tutti, Ministro Brunetta.
Non credo che vi sia un italiano, persona per bene, che abbia a cuore la tutela dei fannulloni. Non credo. Forse, solo gli stessi fannulloni.
La differenza di fondo in ordine al provvedimento in esame è che con questo sistema buttiamo via il bambino con l'acqua sporca. Non possiamo permetterlo, signor Ministro.
Vi sono migliaia di associazioni di volontariato, e prima sentivo un collega parlare di appartenenza delle associazioni di volontariato. Le associazioni di volontariato appartengono a tutti, appartengono alla forza di un Paese e, grazie a loro, molte inadempienze dello Stato vengono sopperite.
Non permetteremo che questo colpo di spugna faccia compiere un passo indietro ad un Paese come il nostro che, in questa materia, è sempre stato all'avanguardia. Vogliamo colpire anche noi quelli che hanno abusato della legge n. 104 del 1992. Ho fatto l'esempio della nonna. Molti portavano le suocere per ottenere i benefici previsti dalla legge n. 104, ma non è questo che ci interessa. Noi vogliamo aiutare chi ha oggettiva difficoltà e sappiamo bene che la legge n. 104 è un respiro di sollievo per quelle famiglie che vivono dei drammi; e non tre volte alla settimana, signor Ministro, ma tutti i giorni e tutte le notti di tutti gli anni. Questa è la differenza di fondo!
Pertanto, concludo il mio intervento con una proposta che mi auguro che il Ministro Brunetta voglia accogliere: mettiamo da parte questo articolo. Siamo tutti pronti a svolgere un dibattito serio per migliorare la legge n. 104, ma non cancelliamola né colpiamo le famiglie che ne hanno bisogno. Sarebbe un delitto (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, nella mia vita ho svolto molti mestieri tra cui anche lo sceneggiatore di film. Le assicuro che se portassi, oggi pomeriggio, come progetto di sceneggiatura la scena alla quale abbiamo appena assistito, se portassi il testo del discorso dell'onorevole Stracquadanio, se portassi il modo con cui il Ministro Brunetta ha ritenuto di rispondere all'onorevole Livia Turco (invece di rispondere, ha ritenuto di fare la scena), se portassi tutto ciò ad un produttore, questi mi risponderebbe che questo film non si può fare perché è troppo esagerato, perché nessuno dice di se stesso affermazioni così incredibili, nessuno rappresenta la propria immagine in modo così impossibile da rispettare.
Mi associo a quanto hanno già detto le due colleghe che mi hanno preceduto e vi rivolgo davvero di cuore una domanda. Faccio eccezione per la Lega perché so che per loro i diversi, i malati e gli estranei vanno messi da parte; quindi, mi rivolgo a voi, a ciò che resta di Forza Italia e di Alleanza Nazionale, e chiedo a voi, che avete persone come l'onorevole Cristaldi, se davvero potete approvare una legge nella quale si prende come oggetto di persecuzione l'handicappato e la persona che soffre perché non può provvedere a se stessa (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

MASSIMO POLLEDRI. Pagliaccio!

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego!

FURIO COLOMBO. Davvero credete che questa sia l'immagine che volete dare al Paese? Ministro Brunetta, deputati di Alleanza Nazionale e di Forza Italia, vi sarà un dopo. Non tutti lo vedranno ma vi sarà un dopo. In questo dopo dovrete spiegare i discorsi come quelli cui avetePag. 50assistito poco fa, dovrete dire perché il discorso di Livia Turco è così oltraggioso quando ha parlato solo di dolore e di protezione del dolore.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Perché non risponde alla realtà!

FURIO COLOMBO. Dovrete fare i conti con voi stessi e con un'opinione che vi ha votato e che non è affatto composta di persone crudeli e insensibili. Perché volete varare un provvedimento stupido, crudele e insensibile, invece che riflettere sul problema gravissimo di avere una persona che non si può muovere né può provvedere a se stessa?
Invece di inseguire chi sono gli autori del disastro mondiale e dell'incombente povertà mondiale, andiamo a vendicarci sui genitori di un portatore di handicap? Ma vi pare possibile? Solo perché non riusciamo a raccontare le vostre storie, perché sono troppo crudeli, troppo esagerate, troppo stupide, troppo leghiste (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gatti. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, faccio parte della Commissione lavoro e ho assistito ad un balletto veramente brutto. Questo articolo aggiuntivo è stato presentato all'improvviso, c'è stato un briciolo di discussione e quando abbiamo detto che non si trattava della Commissione di merito, che non avevamo ascoltato nemmeno le associazioni dell'handicap e che dovevamo rifarlo, il sottosegretario Viespoli è venuto e ha detto «sono scandalizzato anch'io, il Governo lo ritira».
Poi ci siamo trovati di fronte ad una ripresentazione in Aula, poi ad un ritiro, ed ora di nuovo ad una ripresentazione. Allora, se ci sono problemi, se anche al vostro interno avete delle discussioni, rimandiamo questo dibattito, ritirate l'articolo aggiuntivo, ritorniamo in Commissione (quella giusta, cioè la Commissione affari sociali e per la parte che riguarda la Commissione lavoro, anche in Commissione lavoro). Distinguiamo: un Governo deve gestire, essere capace di governare gli abusi e colpire gli abusi, non deve, a mio avviso, sparare nel mucchio e colpire tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, vorrei fare mie le espressioni con cui poco fa un collega del Popolo della Libertà è intervenuto subito dopo l'onorevole Livia Turco dicendo che è davvero difficile intervenire ed assumersi la responsabilità di un intervento quando si combatte contro la demagogia. Non ho trovato demagogia nelle parole dell'onorevole Livia Turco e se proprio vogliamo parlare di demagogia in quest'aula secchiate ne sono state buttate, ma verso questa parte dell'emiciclo e non certo verso i banchi del Governo.
Cambio persino il tono del mio intervento, proprio per non scivolare, e mi rifaccio agli interventi dei colleghi che mi hanno appena preceduto (l'onorevole Capitanio Santolini e l'onorevole Formisano) per rivolgere un invito al Ministro Brunetta o una preghiera, se vuole. Lei ha parlato di statistiche dalle quali emergerebbero in maniera incontrovertibile gli abusi che vengono perpetrati in virtù della legge n. 104 del 1992. Ebbene, signor Ministro, tiri fuori questi abusi e soprattutto li persegua. Lei ha gli strumenti per perseguire, per intervenire, per bloccare, per condannarli, ma non colpisca, anziché gli abusi, i disabili. I disabili non possono e non devono pagare per i furbi, per i furbetti, per i fannulloni e lei vedrà che avrà tutti dalla sua parte.
Purtroppo, signor Ministro, in questi mesi lei ha centrato un problema - gliene diamo atto e riconosciamo che ha evidenziato un problema annoso della pubblica amministrazione - ha individuato un problemaPag. 51reale della nostra struttura pubblica e anche di quella privata e ha colto nel segno, ma i provvedimenti che lei ha preso non sempre colgono nel segno.
Nel caso specifico, davvero, possono valere per un titolo di un giornale, possono valere per le vignette via e-mail che lei ha chiesto le venissero indirizzate al Ministero (forse con questi vincerà anche il concorso di Ministro più simpatico), ma non è questa la strada per sconfiggere i fannulloni, non certamente con questo articolo aggiuntivo che sicuramente non salvaguarda i disabili.
Temo che, anche su questo, come sulla scuola, sull'immigrazione, sulla giustizia e sulla prostituzione ci sia più lo spot che non l'efficacia del provvedimento.
Quindi, signor Ministro, mi ascolti, non si mostri, almeno in questo frangente, forte con i deboli e debole con i forti.
Ciò che le viene chiesto dall'Assemblea oggi è soltanto un sussulto di resipiscenza: non vuole ritirare il provvedimento, almeno lo sospenda e permetta che vi sia una valutazione! Le è stato chiesto un confronto: non può negare all'Assemblea un confronto che riguarda la parte più debole del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Ministro, penso che lei abbia detto una cosa molto grave nel suo intervento: ha sostenuto che la proposta emendativa al nostro esame è giustificata da statistiche, da sentenze e da casi a lei noti. Ma mi chiedo e le chiedo: ma si è mai visto - signor Ministro, però la pregherei gentilmente di ascoltarmi perché sto parlando a lei - un metodo nel quale si tirano fuori le statistiche, le sentenze e i fatti noti a posteriori e non prima di presentare un emendamento e di giustificarlo? Si è mai visto che qualcuno giustifichi dopo ciò che intende fare? Se ci sono davvero queste statistiche e queste sentenze lei aveva il dovere di portarle a conoscenza del Parlamento prima di presentare questa proposta emendativa.
La verità, signor Ministro, è che lei ha ancora una volta sta sparando nel mucchio, ma in quello dei più deboli. Infatti, dieci giorni fa quando si trattava di colpire i dirigenti lei ha presentato emendamenti che esoneravano i dirigenti sempre da ogni responsabilità, anche quando sbagliavano (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico)! Pertanto, la invito a ritirare questo articolo aggiuntivo, come è stato chiesto da tutti, e farne una proposta seria che possa essere discussa anche dopo aver visto e valutato gli elementi e le statistiche di cui lei ha qui parlato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Livia Turco. Ne ha facoltà.

LIVIA TURCO. Signor Ministro, la ringrazio per essere intervenuto. Vorrei dirle però che in questo caso non si tratta della lotta ai falsi invalidi, leggendo l'articolo aggiuntivo che avete presentato. Infatti, tale norma parla di modifiche alla disciplina in materia di permessi per portatori di handicap in situazioni di gravità, che per fortuna non sono milioni, ma sono persone rispetto a cui l'accertamento della gravità è possibile; si tratta di casi in cui gli abusi praticamente non ci sono. Per questo, pensiamo che si debba ritirare questa disposizione perché le modifiche riguardano proprio queste famiglie e aggravano la loro vita.
Per quanto riguarda invece la lotta ai falsi invalidi - su cui noi siamo pienamente e totalmente d'accordo - faccio presente che abbiamo recentemente votato una vostra proposta: l'articolo 80 del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 112 del 2008, che prevede un piano di 200 mila accertamenti di verifica e da cui dovrebbero addirittura derivare 100 milioni per i prossimi tre anni. Quindi, applichiamo tale piano per l'accertamento. Voglio ricordarle che, quando ero Ministro della solidarietà sociale, il Ministro dell'economia era Ciampi e una delle prime cose fu proprio la lotta ai falsi invalidi. Se il tema sono i falsi invalidi siPag. 52applichi l'articolo che voi peraltro avete promosso, oltre alle legge n. 104 del 1992. Ma davvero lasciate in pace questa legge che ci ha fatto fare grandi figure in Europa e che sopratutto è preziosissima per le nostre famiglie.
Questo articolo aggiuntivo accantonatelo, anche perché in questo provvedimento prevedete una delega per il riordino in tema di congedi. Può essere affrontata lì, se eventualmente ci sono delle discrasie che possono essere corrette. In questo caso, però si tratta di disabilità grave, gravissima (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, voglio ricordare che in realtà, come lei ha detto all'inizio, il Comitato dei nove deve ancora valutare i subemendamenti presentati dall'opposizione, alcuni dei quali potrebbero essere accolti.
Voglio ricordare che è vero che il provvedimento è stato ritirato tre volte, ma ogni volta esso ne è uscito diverso perché la maggioranza in Commissione si è fatta carico anche di posizioni ragionevoli presentate dall'opposizione. Qui non è venuta fuori una sola critica di merito al provvedimento, soltanto un discorso general-generico contro l'articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! L'articolo aggiuntivo è ancora sub judice, quindi credo che sia assurdo continuare una discussione come questa.

PRESIDENTE. Onorevole Cazzola, avevo già rappresentato la situazione all'Assemblea, tant'è che domando se i colleghi che hanno chiesto di parlare intendono mantenere la richiesta o rinviare l'intervento al momento in cui l'articolo aggiuntivo sarà portato all'attenzione dell'Aula dopo il passaggio nelle Commissioni competenti.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, ovviamente i colleghi se vogliono intervenire intervengono, diversamente possono recedere dalla richiesta di intervento, perché vorrei ricordare che siamo nella fase dell'esame sul complesso degli emendamenti, nonché nella fase in cui, dopo l'intervento del Ministro, è data facoltà ai deputati di replicare.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, nessuno vuol cambiare il Regolamento, era solo per dar corso eventualmente alla richiesta del collega Cazzola, ma prendo atto che così non è.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, sarò brevissimo considerata anche l'ora. Prima avevo chiesto al Ministro di intervenire e lo ringrazio per questo ma, signor Ministro, al di là dei termini usati sulla disabilità e sulla famigerata legge n. 104 del 1992, io starei molto attento perché qua non si parla di fannulloni, di persone da colpire, di abusi, bensì di una legge innovativa che è effettivamente un faro di civiltà. Si discute di una legge che in Europa è vista in una certa maniera, come una legge all'avanguardia; quindi, signor Ministro, non direi che è famigerata. Non si sta parlando di certe categorie delle quali la gente pensa che non facciano alcunché nella pubblica amministrazione, si sta parlando di persone di un certo tipo, quindi starei molto attento alle parole. A mio modestissimo parere, non so se le converrà parlare in questi termini nel futuro.
Signor Ministro, ritengo che lei abbia anche sbagliato provvedimento, che l'abbia affrontato male e le spiego il perché: quello che è avvenuto in quest'Aula e in Commissione (ossia la presentazione dell'articolo aggiuntivo in Commissione e poi il ritiro, la sua presentazione in Aula e poiPag. 53il ritiro) fa capire che vi è una difficoltà ad affrontare questo tema che mi permetterei di considerare, piuttosto che fare le cose così. Si tratta di un tema molto sentito dalla maggioranza e dall'opposizione, che va affrontato forse in maniera diversa, un po' più concreta, non distante, nella maniera e nella dimensione giuste.
Non capisco il motivo di questo accanimento, signor Ministro, perché con l'articolo 39-quinquies voi avete previsto una delega - ecco perché le dico che forse ha interpretato male la cosa - che riguarda ciò a cui lei ha fatto riferimento, ossia i congedi, le aspettative e i permessi. Pertanto, è qui che vanno colpiti gli abusi e le persone che sbagliano, non nella citata legge n. 104, perché la delega al Governo per il riordino della normativa in materia di congedi, aspettative e permessi riguarda questo! Se ci sono degli abusi, questi vanno combattuti con misure che vanno previste proprio lì, non nella legge n. 104 che riguarda temi completamente diversi.
La pregherei di riflettere su questo tema molto importante, di ritirare questo articolo aggiuntivo e di concertarlo non solamente con l'Assemblea, ma anche con le organizzazioni del settore che seguono questi principi e questi modelli perché qui non si sta parlando di fannulloni, bensì di un tema molto complesso: i disabili.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, vorrei cercare di capire perché lei ci ha invitato a sospendere gli interventi in attesa di svolgerli quando l'articolo aggiuntivo in questione sarà ripresentato o riformulato. Credo, invece, che qui il problema sia proprio che l'articolo aggiuntivo venga ritirato; quindi ritengo opportuno discutere prima su questo.
Mi rivolgo al Ministro Brunetta: lei sa che da parte nostra non c'è mai stata demonizzazione nei confronti. Addirittura, in Commissione, con riferimento all'articolo 39-quinquies - che concerne la delega al Governo in materia di congedi, aspettative e permessi e prevede, al comma 1, lettera e) un intervento anche con riferimento alle persone handicappate ai sensi della legge n. 104 del 1992 -, l'emendamento dell'onorevole Binetti, in assenza della presentatrice, fu fatto proprio dall'onorevole Delfino e noi lo votammo.
Ritengo che il fatto che un partito di opposizione responsabile conferisca al Governo - a lei, in questo caso - la delega a riscrivere questa materia così delicata sia un gesto di fiducia: vuol dire che non la consideriamo una persona che mangia i pubblici dipendenti. Certo, se lei evitasse di citare la legge n. 104 del 1992 come «famigerata», ci farebbe dormire sonni più tranquilli quando le conferiamo le deleghe, ma confido che sia stato uno scivolone linguistico.
Noi, però, le abbiamo dato la delega a riscrivere questa materia. Allora, mi chiedo: a fronte di questo gesto di fiducia, perché il Governo deve insistere a presentare una proposta emendativa in cui introduce oggi, senza le necessarie valutazioni, consultazioni e le necessarie ed inevitabili mediazioni, modifiche sostanziose e forti, anche dirompenti, in materia di legge n. 104? È un problema di metodo prima che di merito, ma, come sempre, il metodo è sostanza nei lavori parlamentari e nella predisposizione dei provvedimenti legislativi.
La prego, proprio in nome della fiducia che noi le abbiamo accordato conferendole la delega, non insista sull'articolo aggiuntivo 39-quinquies.0100 del Governo. Sulla base della delega che le abbiamo conferito, lei porterà i decreti legislativi all'attenzione della Commissione di merito, la Commissione affari sociali. In quella sede ci saranno lo spazio e il modo per svolgere una discussione approfondita e, senza pregiudizi; in quella sede lei raccoglierà il parere del Parlamento. Non facciamo, oggi, l'ennesima forzatura, perché credo che non ne guadagnino né il Governo né il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, in questo momento non voglio entrare nel merito dell'articolo aggiuntivo 39-quinquies.0100 del Governo, perché non voglio essere strumentale, come lo è stata l'opposizione in questo dibattito. Sono esterrefatto del cinismo di alcuni rappresentanti dell'opposizione, che, non entrando una volta nel merito dell'emendamento, sono riusciti a fare pantomime su un tema tanto delicato. Si vuole strumentalizzare persone che stanno male, per portare acqua a un mulino di una parte politica (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Credo che questo sia inaccettabile per un Paese e per persone che si tingono a difensori dei disabili o altro. Vorrei sapere, visto che dobbiamo ancora discutere...

LIVIA TURCO. I commi!

MASSIMILIANO FEDRIGA. Onorevole Livia Turco, la prego, visto che lei si è lamentata delle interruzioni, la prego di far parlare anche me.
Chiedo solamente di vedere i subemendamenti presentati: la maggioranza, anche all'interno del Comitato dei nove, ha già informalmente affrontato i subemendamenti presentati e già informalmente ha trovato un accordo per apportare modifiche che riteniamo (prima di tutto noi della maggioranza, che lavoriamo in modo concreto e non strumentale) positive per la proposta emendativa in discussione. Dunque, penso che l'invito rivolto dal relatore, l'onorevole Cazzola, sia importante perché è inutile andare avanti con questo teatro in Aula...

ROBERTO GIACHETTI. Il teatro lo fai tu!

MASSIMILIANO FEDRIGA. ...senza entrare mai una volta nel merito e senza sapere quali subemendamenti saranno accolti. Questa è la serietà del Parlamento, che deve dimostrarsi in temi così delicati. Chiedo a tutti, sia di maggioranza sia di opposizione, di farla finita con questo teatro, che è indegno nei confronti delle persone che soffrono (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Vorrei fare presente alla Presidenza che l'articolo e gli emendamenti di cui stiamo discutendo trattano temi garantiti e ordinati dalla Costituzione italiana, in particolare dall'articolo 29 e dal Titolo II, relativo ai rapporti etico-sociali. Pertanto, dato che stiamo parlando di una materia delicata, oltre che costituzionalmente garantita, le chiederei di valutare l'opportunità che, per le votazioni sull'emendamento in questione e sull'articolo 39-quinquies, per quanto concerne il voto conclusivo sull'articolo, si possa procedere, anche in deroga all'articolo 49, comma 1-bis del Regolamento, con voto a scrutinio segreto. Pregherei la Presidenza di svolgere le valutazioni, di acquisire le informazioni necessarie e di consultarsi, se necessario, con il Presidente della Camera. Questa è una richiesta formale, che avanzo a nome del mio gruppo.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, la sua richiesta sarà sicuramente rappresentata al Presidente della Camera, visto che non siamo nell'imminenza della votazione dell'emendamento in questione. Le voglio solo rammentare che l'articolo 49, comma 1-bis del Regolamento, al quale si riferiva prevede espressamente che non è consentito lo scrutinio segreto nelle votazioni concernenti la legge finanziaria, le leggi di bilancio e le leggi collegate. Questa è una legge collegata, giusto per richiamare attentamente e minutamente l'articolo cui lei alludeva prima. La sua richiesta sarà comunque rappresentata al Presidente della Camera.

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Porcu. Ne ha facoltà.

CARMELO PORCU. Signor Presidente, colleghi, la discussione di stamattina dimostra ampiamente quanto il Parlamento sia attento alle problematiche che vivono le milioni di famiglie che in questo Paese hanno la sfortuna di imbattersi nella disabilità. Noi siamo qui per rappresentare tutto questo variegato mondo e siamo i primi, signor Ministro Brunetta, a condannare gli abusi che sono stati fatti durante gli anni contro la dignità delle persone disabili, come il fenomeno vergognoso dei falsi invalidi, che ha proliferato in questo Paese per tanti anni (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del Partito Democratico).
Vorremmo anche semplicemente ricordare che le famiglie dei veri invalidi vivono una realtà fatta di sofferenza quotidiana, di incomprensione delle pubbliche amministrazioni, di frustrazione, spesso di solitudine, cui il proliferare di cooperative di volontariato qualche volta non riesce a supplire. Certe volte le rivoluzioni si fanno col cuore. I padri e le madri che vivono quotidianamente questo dramma riescono a fare molto di più di quanto non facciano le istituzioni pubbliche e private (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico e Italia dei Valori).
Signor Ministro, noi avremmo preferito - glielo dico in tutta sincerità - un'altra soluzione su un argomento così delicato, come la riforma sostanziale che lei propone di un articolo importante della legge n. 104 del 1992. Sono sicuro, infatti, che la sua parola «famigerato» era rivolta all'abuso che è stato fatto dello strumento della legge n. 104 del 1992, articolo 33, commi 1 e 2 (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro) e non all'impianto complessivo della legge, che venne approvata all'unanimità, in un Parlamento in cui esisteva ancora l'arco costituzionale. Quella legge venne approvata all'unanimità ed è ancora un vanto per tutta la civiltà sociale italiana. Io qui voglia difenderla questa legge, dicendo che ha prodotto un salto di qualità significativo per i disabili di tutto questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro).
Ce ne siamo vantati tutti all'estero. Essa appartiene a tutti, perché anche la destra di allora votò, si impegnò e contribuì a votare questa legge. Quindi, la legge n. 104 del 1992 appartiene a tutti.
Certamente l'abuso è un fatto negativo, signor Presidente, però gli abusi si devono correggere con gli strumenti della legge. Abuso vuol dire eliminare l'abuso (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro)!
Io che sono qua, vecchio parlamentare, ahimè, che me ne sto sempre buono e tranquillo, che conosco le difficoltà del legiferare e dell'essere al Governo, vi dico che, probabilmente, un attimo di riflessione in più non sarebbe guastato anche in questo caso.
Comunque - ha ragione il relatore Cazzola - ringrazio i membri della Commissione lavoro della Camera, il presidente Saglia, l'onorevole Saltamartini e tutti quelli che hanno lavorato per migliorare questa legge. Questa legge è entrata e uscita in una specie di porta girevole, che richiedeva agilità di movimenti, ma non vi erano i disabili, quando si entrava e si usciva dalla Commissione lavoro.
Ora ci troviamo qui, in Parlamento. Mi rivolgo ai vertici del gruppo del PdL e direttamente alla coscienza cristallina del Ministro Brunetta: se proprio non si vuole aderire all'idea, che mi sembra ragionevole e di buonsenso, di accantonare, ripensare, prendendosi qualche giorno, di inserire tale questione in qualche altro provvedimento, e, se proprio non si può, si dia spazio ad un atteggiamento bipartisan.
La Commissione e il Governo, soprattutto, svolgano un lavoro ancora sui subemendamenti che sono stati presentati e si esca da quest'Aula in maniera dignitosa, sapendo - onorevole Turco, glielo dico con passione - che, qualche volta, anche l'ipocrisiaPag. 56di chi non guarda agli abusi, ma che pretende che tutto quanto vada in un certo modo, fa danno, anche quella, ai disabili e alle loro famiglie. Stia tranquillo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e di deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori)!
Per fortuna, l'handicap non ha colori, non è né di destra né di sinistra; è di tutti quanti, ahimè, e dico sempre che, anche in questo Parlamento, di disabili ce ne sono molti, molti, molti, molti (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania, Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori-Congratulazioni).

RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Signor Presidente, ringrazio l'amico Carmelo per le parole chiare e cristalline che ha rivolto all'Aula. Ringrazio l'Aula per questo dibattito; non per le strumentalizzazioni, ma per il dibattito.
Penso che qui siamo tutti da una parte sola: dalla parte di chi soffre (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Questo è sempre stato il nostro obiettivo: stare loro vicini. Quando ho parlato di famigerata legge n. 104, l'ho fatto perché è stata usata in maniera opportunistica, per prendersi tre giorni al mese, «accampando» una vecchia zia a 500 o 600 chilometri di distanza, senza nessun controllo, senza nessuna verifica, con totale lassismo da parte di tutti, da parte delle pubbliche amministrazioni, da parte del sindacato (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Questa è la realtà amara, che riguarda tutti noi, che riguarda l'organizzazione dello Stato, che riguarda l'organizzazione del welfare.

ANGELO CERA. Quella è un'eccezione, non la regola!

RENATO BRUNETTA, Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Questa è l'amara realtà! Questo produce un danno al nostro welfare, non alla civiltà del nostro welfare. Questo porta eccessi di spesa, a dare meno risorse a chi ne ha veramente bisogno.
Direi una cosa: esaminiamo, come il relatore Cazzola ha detto, uno per uno gli emendamenti proposti, entrando nel merito, collega Turco, in maniera tale che, a viso aperto, si possa verificare quali emendamenti sono dalla parte di chi soffre e di chi ha bisogno e quali emendamenti sono, invece, a favore degli opportunisti.
Penso che nessuno in quest'Aula voglia stare dalla parte degli opportunisti: dimostriamolo, come da parte mia dimostro tutta la flessibilità necessaria anche fino al ritiro (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), dopo però aver verificato punto per punto, posizione per posizione, emendamento per emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!
Sono pronto a ritirare i miei articoli dopo aver verificato, subemendamento su subemendamento, da che parte sta quest'Aula, da che parte sta questa politica: voglio fare, se ci riesco, buona politica e la voglio fare assieme a voi (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

ANGELO CERA. Onorevole Ministro, l'ho ascoltata e per alcuni versi mi sono convinto del fatto che lei mi pare un tantino esaltato rispetto a ciò che, fino a qualche giorno fa, fino a tutt'oggi, ha vissuto. Lei è parso agli italiani il prode Ettorre dell'efficienza e il Peter Pan della legalità, ma oggi, un po' esaltato, sta affrontando temi, caro Ministro, che lei ha ridotto a fatto di legge: per toccare un nipote che va ad assistere uno zio, lei tira fuori un disegno di legge nel qualePag. 57sancisce una vergognosa azione contro l'handicap, contro la famiglia e contro quella società che in silenzio si sostituisce allo Stato (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Potete gridare quanto volete oggi, perché ancora una volta si va dietro alla propaganda e si toccano temi sensibili. Sa, Ministro, quante famiglie e quanti genitori, di notte e di giorno, in tutti i momenti delle ventiquattro ore, stanno dietro a problemi seri che vivono in solitudine nella famiglia?
Lei ha gli strumenti di controllo, li usi! Non faccia che per una persona che va ad assistere uno zio lei tocca realmente un problema che la famiglia vive sulla propria pelle! Lei ha gli strumenti per controllare; non può toccare una legge che assiste solo i deboli (e lo dico all'amico della Lega)! In questo caso, amico, a pagare saranno, ancora una volta, i più deboli, e i più deboli molto spesso si trovano nel Meridione, dove, ancora una volta, viviamo nella famiglia condizioni di assoluta inefficienza da parte dello Stato e dove la famiglia si sostituisce allo Stato! Caro Ministro, hai gli strumenti da far muovere: muovi i tuoi strumenti e controlla chi abusa, ma non toccare la legge (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, Ministro Brunetta, colleghi, mi rendo conto che abbiamo parlato abbastanza e che, forse, siamo un po' stanchi; infatti, vedo il solito fuggi fuggi che generalmente si crea a quest'ora. Le chiedo scusa Ministro, vorrei la sua attenzione altrimenti intervengo oggi pomeriggio...

ROBERTO GIACHETTI. Presidente, ma che stiamo sbaraccando?

PRESIDENTE. Chiedo scusa, ma il presidente della Commissione ed il relatore dovrebbero rimanere in Aula poiché non è terminato il dibattito. Prego onorevole Argentin, prosegua pure.

ILEANA ARGENTIN. Se il mio intervento può annoiarvi ne posso fare a meno, sinceramente. Però quello che voglio dirvi è ricordare al Ministro... scusate, ma non è possibile intervenire con trecento persone che parlano!

PRESIDENTE. Per cortesia, colleghi.

ILEANA ARGENTIN. Comunque volevo ricordare al Ministro Brunetta che ieri sera, quando per la terza volta ha ritirato l'emendamento e sono andata a ringraziarlo, lei mi ha risposto: domani te lo ripresento ancora più duro e ancora più forte!
Io questo glielo voglio dire pubblicamente, perché credo che una persona che le si avvicina a ringraziarla per aver collaborato o per aver creduto nelle sue stesse finalità, non debba essere aggredita in quel modo. Né, tantomeno, lei si deve permettere di darmi le spalle e andarsene, perché per quanto lei è il Ministro, io sono un deputato e svolgo il mio lavoro in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ho ascoltato l'onorevole Porcu - che stimo profondamente e ritengo una persona molto cara - affermare, però, che la disabilità non ha colore: questo avviene nella destra, non nella sinistra. Noi siamo convinti che la gente è libera di pensare e che un limite fisico non possa cambiare la scelta di un partito. Io sono una donna di sinistra - mi ritengo tale -, posso stimare e avere un grande affetto per l'onorevole Porcu, ma da un punto di vista politico, sono lontana dall'onorevole Porcu. Ciò ve lo dovete mettere in testa: non è vero che siamo tutti uguali, siamo tutti diversi e la ricchezza è proprio questa, il fatto che siamo un patrimonio di persone che scelgono se rubare la legge n. 104 o utilizzarla. Io credo, Ministro Brunetta, che lei abbia perfettamente ragione quando impone una legge di questo tipo, ma ritengo anche che lei mi può insegnare che la caccia alle streghe può nuocere più alle persone vere, che alle persone che poi ne approfittano. Quello che cerco è un'intermediazione per cercare di capire come fare meno malePag. 58possibile a chi vive un disagio e non per cercare di proteggere chi fa demagogia o tutelare chi se ne approfitta. Le assicuro che ve ne è molta di gente che se ne approfitta e, quindi, - ripeto - sono assolutamente soddisfatta che è stata portata in Aula questa situazione.
Signor Presidente, mi creda, è veramente difficile parlare con la confusione che vi è intorno.

PRESIDENTE. Onorevole Argentin ha ragione. I colleghi che non sono interessati, almeno tacciano.

ILEANA ARGENTIN. Credo sia necessario ribadire questo concetto fondamentale - entrerò, poi, nel merito durante la discussione di oggi degli articoli -: per quale strano motivo questo articolo aggiuntivo 39-quinquies.0100 del Governo è in bilancio? Voi mi dovete spiegare come sia possibile che la legge n. 104 possa entrare in bilancio quando è una legge di indirizzo e controllo. Allora vuol dire che noi abbiamo utilizzato impropriamente una normativa per muovere soldi. Forse, allora, vi è un problema che è a capo e non a monte. Perché, se voi immaginate che una legge di indirizzo e controllo sia oggi utile a risanare una serie di tagli fatti, ce lo dobbiamo dire. Si è molto bravi ad eliminare poi la tassa sulla prima casa, ma non lo devono pagare i disabili, come non lo deve pagare nessuna persona che, involontariamente, ha dei diritti che non sono privilegi. Ricordate che la legge n 104 del 1992 garantisce diritti, non privilegi, e se è avvenuto il contrario, è perché vi è stata una malapolitica, perché avete permesso che ciò avvenisse - voi, come noi - con i precedenti Governi. Vi ricordo che la questione dell'impiego dei falsi invalidi - cominciata con il governo Berlusconi - alla ricerca, ha comportato il licenziamento e l'allontanamento di più di un terzo di persone con difficoltà soltanto nella città di Roma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

TERESIO DELFINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Molti colleghi hanno chiesto di conoscere l'andamento dei lavori. Lei che lo guida in modo così autorevole, ci può rendere edotti di quali siano le scadenze?

PRESIDENTE. Onorevole Delfino, dopo l'espressione del parere, il seguito della discussione sarà rinviato al pomeriggio, alle ore 16, dopo lo svolgimento del question time.
Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 39-quinquies e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIANO CAZZOLA. Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Damiano 39-quinquies.1, Paladini-39-quinquies. 2 e 39-quinquies. 3, Damiano 39-quinquies. 4, 39-quinquies. 5 e 39-quinquies. 6.
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 39-quinquies.200.
La Commissione, inoltre, esprime parere contrario sull'emendamento Damiano 39-quinquies.7 e, infine, raccomanda l'approvazione del suo emendamento 39-quinquies.201.

PRESIDENTE. Il Governo?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Rinviamo pertanto il seguito dell'esame di questo provvedimento alle ore 16.

Sull'ordine dei lavori.

VALENTINA APREA. Chiedo di parlare.

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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALENTINA APREA. Signor Presidente, intervengo in qualità di Presidente della VII Commissione solo per dare un'informazione all'Assemblea. La deputata Coscia ha chiesto un chiarimento rispetto ai termini per l'espressione del parere sul cosiddetto piano Gelmini richiedendo che il termine per l'espressione del parere da parte della Commissione cultura sul piano programmatico di interventi volti alla razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse umane e strumentali del sistema scolastico sia prorogato oltre la data del 21 ottobre.
Mi preme precisare che l'atto n. 36 è stato assegnato alla Commissione cultura il 1o ottobre 2008 con la condizione di non esprimere il parere di competenza prima che la Conferenza unificata Stato-regioni si sia pronunciata. La Commissione, peraltro, è stata impegnata - com'è noto - con l'esame del decreto-legge in materia di istruzione che si è concluso nella seduta di giovedì scorso, 9 ottobre. In ogni caso la Commissione cultura darà avvio all'esame del provvedimento nella seduta pomeridiana prevista per oggi alle ore 15,30.
Si è convenuto altresì di procedere nel corso della prossima settimana, a partire da martedì 21 ottobre, allo svolgimento di audizioni informali delle categorie interessate all'applicazione del suddetto piano. Si è altresì concordato di procedere al seguito del dibattito nel corso della medesima settimana.
Si evidenzia che il Governo con lettera del Ministro Gelmini ha rappresentato alla Presidenza della Camera l'urgenza di procedere all'esame del suddetto provvedimento, convenendo peraltro per le vie brevi con la presidenza della Commissione di attendere l'espressione del parere entro la settimana prossima in modo da tenere in considerazione doverosamente le osservazioni della Conferenza unificata. Tale parere verrà espresso nella giornata di domani. Questi i fatti.
Intendo, infine, precisare che sarà mia cura in qualità di presidente della Commissione garantire come mia consuetudine che tutti i gruppi abbiano la possibilità di esprimere compiutamente le proprie osservazioni e le valutazioni politiche richieste sul piano. Di questo mi faccio garante e, signor Presidente, riferirò se lo vorrà anche all'Assemblea.

PRESIDENTE. Alla luce delle considerazioni espresse dal presidente Aprea, ritengo che la questione sollevata si possa ritenere circoscritta e chiusa nell'ambito dell'autonomia della Commissione.

MARIO TASSONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO TASSONE. Signor Presidente, vorrei porre una questione che non ritengo sia di poca entità o di scarsa portata: abbiamo concluso i lavori antimeridiani dell'Assemblea e sono convocate quasi tutte le Commissioni, anche quella di cui sono membro. Pongo la questione del ruolo delle Commissioni, di una logica che sta perseguitando tutti noi che vede l'impegno delle Commissioni stesse e la loro attività relegati ai margini dei lavori di questo Parlamento.
In passato abbiamo cercato anche di dedicare giornate e mattinate al lavoro nelle Commissioni ravvisando la centralità del loro ruolo. Quando le Commissioni vengono convocate dopo i lavori antimeridiani o pomeridiani dell'Aula, certamente non si favorisce la partecipazione all'attività legislativa da parte dei componenti delle Commissioni stesse. Pongo tale questione perché attiene certamente alla logica, ma soprattutto all'esigenza di dare razionalità ai nostri lavori e di occupare pienamente i tempi e dislocarli in termini produttivi e in termini efficienti. Signor Presidente, so che la questione è stata sollevata più volte, ma si sta tradendo lo spirito di tutti Regolamenti che noi abbiamo approvato come Camera dei deputati.
Ritengo che al riguardo debba essere compiuta una valutazione in sede di Ufficio di Presidenza e di Conferenza dei presidenti di gruppo. Basta guardare,Pag. 60come dicevo poc'anzi, lo spirito del Regolamento. Mi presti un po' di attenzione, signor Presidente. Non so cosa mi risponderà: mi potrà proporre la formuletta finale: «farò presente al Presidente», ma un vecchio parlamentare non credo si possa contentare della «formuletta».
Le pongo una questione seria, anche perché altrimenti si parla di inefficienza del Parlamento e del fatto che bisogna che il Parlamento lavori di più. Ritengo che tali questioni propagandistiche certamente non valgano e non siano utili. Allora, si pensi anche al problema delle sessioni: lei si ricorderà, signor Presidente, quando si è parlato di tre settimane di lavoro e di una settimana libera del lavoro parlamentare. Si faccia, se volete, un dibattito serio anche nell'Aula di Montecitorio. Verifichiamo ovviamente la disponibilità dei gruppi, ma credo che questo modo di concludere o di andare avanti sia veramente proibitivo.
Le Commissioni non possono essere convocate negli interstizi, a meno che non vi sia un ribaltamento del ruolo delle Commissioni: la loro centralità svanisce e la loro importanza svilisce rispetto a quello che si fa o a quello che non si fa. Infatti, non vi è dubbio che le Commissioni, così convocate, contano pochissime presenze. Allora credo si sia puntato più allo «spolverino» o all'apparenza piuttosto che alla sostanza e credo che questo sia un fatto molto grave per un Parlamento democratico, che rivendica giustamente la propria centralità (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Onorevole Tassone, non le voglio dare la risposta di rito di rappresentazione alla Presidenza dei suoi rilievi - tra l'altro giusti - e delle sue argomentazioni, però lei sa benissimo che la questione è stata affrontata e devo dar merito, tra l'altro, anche proprio al suo gruppo, perché è stata sollevata anche dal suo gruppo, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, per quanto attiene proprio alla possibilità delle Commissioni di espletare quel ruolo che la Costituzione attribuisce loro (perché purtroppo, a Costituzione vigente, quello è il ruolo delle Commissioni e il resto è demandato all'Aula).
È stata approvata praticamente una nuova metodologia dei lavori tra Commissioni ed Aula - che dovrebbe andare a regime, sta andando lentamente a regime - legata proprio a quelle considerazioni che faceva lei, con la previsione di spazi che saranno demandati alle Commissioni. Vado a memoria: proprio il mercoledì mattina, se non sbaglio, o il giovedì mattina vi è l'intera mattinata dedicata alle Commissioni, senza possibilità di voti in Aula e vi è la possibilità di rimanere con una settimana fermi proprio perché si dovrà lavorare dal lunedì al venerdì. È stata già approvata dalla Conferenza dei presidenti di gruppo e ritengo che le sue preoccupazioni potranno essere concretamente affrontate, per evitare che avvenga quanto lei giustamente ha sollevato.

MARIO TASSONE. La speranza è l'ultima a morire, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali ed il Ministro per i rapporti con il Parlamento.

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(Iniziative per la sottoscrizione degli accordi integrativi regionali in ambito sanitario e per la loro operatività - n. 3-00178)

PRESIDENTE. L'onorevole Iannaccone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00178, concernente iniziative per la sottoscrizione degli accordi integrativi regionali in ambito sanitario e per la loro operatività (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, signor Ministro, in virtù delle competenze in materia di sanità assegnate alle regioni in tema di contratto, soprattutto per alcune categorie professionali (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali medici, biologi, psicologi, chimici, veterinari), assumono particolare rilievo gli accordi integrativi regionali, anche se i riferimenti cardine rimangono gli accordi collettivi nazionali.
Purtuttavia, in alcune regioni, soprattutto quelle con difficoltà finanziaria, gli accordi integrativi regionali non sono stati varati e, per quanto riguarda la Campania, l'accordo della specialistica ambulatoriale, pur condiviso dalle parti, è rimasto, a mio parere, senza alcuna motivazione valida, fermo negli uffici del Ministero. Gli accordi interregionali prevedono lo sviluppo di progetti particolari a seconda del territorio: è evidente che la loro mancata sottoscrizione penalizza, pertanto, i cittadini.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ARTURO IANNACCONE. Pertanto, signor Ministro, le chiedo di sapere quali provvedimenti intenda assumere per sbloccare l'accordo regionale della Campania per la specialistica ambulatoriale e quali misure intenda adottare in vista della stipula dei nuovi accordi nazionali, affinché la sottoscrizione degli accordi regionali avvenga nei tempi previsti.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, ricordo che dal marzo 2007 la regione Campania è sottoposta al piano di rientro dal disavanzo e al piano per la riqualificazione e razionalizzazione del suo servizio sanitario, sulla base di un'intesa con i Ministeri dell'economia e delle finanze e della salute. Il Ministero, peraltro ha il compito di assicurare, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, un'attività di affiancamento per la preventiva approvazione dei provvedimenti adottati dalla regione, allo scopo di verificare in che misura questi sono coerenti con il piano di rientro.
La Campania, proprio per questa preventiva approvazione ministeriale, in data 17 settembre 2007, ha inviato la proposta di delibera di approvazione del secondo accordo regionale per i medici specialistici ambulatoriali interni ed altre professionalità, in attuazione dell'accordo collettivo nazionale del 2005. Allo stesso modo, ha inviato il regolamento aziendale sull'applicazione dell'istituto della libera professione intramoenia dei suddetti specialisti.
Per quanto riguarda l'esame istruttorio che è stato svolto su questi provvedimenti, è stato chiesto alla Campania di apportare alcune modifiche, che sono state ritenute essenziali per evitare il prodursi di maggiori oneri. La regione Campania ha prodotto, quindi, una relazione pervenuta l'11 ottobre 2007, dalla quale è apparso evidente che non era stata effettuata alcuna modifica - come, invece, era stato richiesto - alla bozza di delibera e all'accordo integrativo regionale. A quel punto, sono stati ulteriormente comunicati i rilievi conseguenti alla regione che, in data 23 ottobre 2007, ha inviato un'ulteriore relazione tecnica, comunicando che le modifiche richieste congiuntamente dai Ministeri dell'economia delle finanze e della salute per i medici specialisti ambulatoriali interni e per altre professionalitàPag. 62potevano essere apportate solo a seguito di concertazione con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. Pertanto, la regione si impegnava ad operare questa consultazione e a comunicare il momento nel quale questa fosse conclusa con le conseguenti deliberazioni. Fino ad oggi, non è pervenuta alcuna comunicazione e, quindi, tanto meno alcun provvedimento a questo proposito conseguente alla consultazione.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Con riguardo alle iniziative da adottare per far sì che, come richiesto, venga corrisposta al professionista la quota riservata dalla contrattazione nazionale al livello regionale, si fa presente che nell'ambito di questa attività di affiancamento che ci compete, il Ministero opererà per sollecitare la regione a compiere i propri adempimenti.

PRESIDENTE. L'onorevole Iannaccone ha facoltà di replicare.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la risposta che ha dato. Ritengo che proprio per l'articolazione della contrattazione, che prevede due livelli - un livello nazionale ed un livello regionale -, sia assolutamente necessario che le due parti camminino congiuntamente.
Come ho avuto modo di rappresentarle, alcune regioni non hanno sottoscritto gli accordi integrativi regionali che, tra l'altro, consentono di sviluppare progetti di particolare rilievo per i territori interessati e quindi di andare incontro a esigenze di salute particolarmente importanti per i cittadini. Per quanto riguarda la situazione della regione Campania, la ringrazio per le iniziative che ha inteso e che intenderà promuovere perché, in vista della sottoscrizione del nuovo accordo collettivo nazionale, c'è il rischio che alcune categorie di specialisti vengano penalizzate ove l'accordo integrativo regionale non venisse stipulato, così come previsto altrove.

(Iniziative per rendere operativi 850 «accertatori del lavoro» assunti dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale nel 2006 - n. 3-00179 )

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00179, concernente iniziative per rendere operativi 850 «accertatori del lavoro» assunti dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale nel 2006 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANTONIO DI PIETRO. Signor Ministro, un dato è certo nella sua drammaticità: oltre 1200 morti in un anno, tre morti al giorno, 2000-2500 incidenti al giorno, 800 mila infortuni all'anno. Rispetto a tutto questo il Presidente della Repubblica nei giorni scorsi ha detto basta. Anche lei ha affermato che dobbiamo mantenere alta la guardia, difendere gli investimenti ma aumentare i controlli.
Rispetto a tutto questo le chiedo perché 850 persone che nel 2006 hanno vinto il concorso come «accertatori del lavoro» non vengano messi in condizione di svolgere il loro compito, quello cioè di controllare il lavoro nero. È infatti nell'ambito del lavoro nero che si verifica la maggior parte degli infortuni sul lavoro. Questa è una richiesta specifica che riguarda sia le 850 persone in oggetto sia più in concreto ciò che sta facendo il Governo per rendere effettiva la tutela del lavoro rispetto a questi drammatici dati da guerra.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Premetto che ovviamente il Ministero del lavoro è impegnato nel contrasto di tutte le violazioni delle regole relative allaPag. 63tutela della salute e della sicurezza nel lavoro, come il rafforzamento delle attività di controllo che vengono esercitate, in particolare, dai nuclei ispettivi del Ministero del lavoro, dell'INPS, dell'INAIL e degli altri enti previdenziali. Vogliamo peraltro un sempre più a stretto raccordo con le capacità ispettive delle aziende sanitarie.
Quanto al personale di cui l'onorevole Di Pietro parla, ricordo che si tratta di dipendenti che, per una buona parte, hanno avuto precedenti esperienze di natura esclusivamente amministrativa e che sono stati inquadrati come accertatori del lavoro a seguito di procedure di riqualificazione. Tale personale è stato destinatario di apposite iniziative formative nell'ambito delle proprie strutture di appartenenza. Si tratta di attività formative finalizzate all'apprendimento di funzioni di polizia amministrativa, che saranno loro spettanti e improntate alle principali tematiche proprie della funzione di vigilanza. Questi accertatori del lavoro, in servizio presso gli uffici del territorio, svolgono i compiti previsti dall'attuale contratto collettivo nazionale integrativo ovvero attività di vigilanza nell'ambito di gruppi ispettivi. Quindi, unitamente agli ispettori, essi prendono parte compiutamente all'attività ispettiva in senso stretto, realizzando attività istruttoria (quale ad esempio la ricognizione dello stato dei luoghi, l'acquisizione di dichiarazioni, la verifica documentale) senza firmare però atti a rilevanza esterna. Tale possibilità infatti, alla luce di un'esplicita previsione contrattuale (che non c'è) è riservata esclusivamente agli ispettori del lavoro.
Per quanto concerne la dotazione dei tesserini di riconoscimento per consentire loro l'accesso in azienda, il personale in oggetto è stato munito di un documento provvisorio predisposto dai direttori regionali e provinciali. Assumo infine l'impegno a proporre, all'interno del nuovo contratto collettivo nazionale del Ministero del lavoro, la cui negoziazione è già stata avviata, la possibilità di definire meglio le funzioni di questo personale, permettendo ad esso di operare più efficacemente nell'ambito della lotta al lavoro nero allo scopo di garantire il pieno rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza del lavoro.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di replicare.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Ministro, siamo contenti che lei abbia recepito questa istanza, questa sollecitazione perché dobbiamo riflettere su cosa sia successo. È successo che il Governo, il Ministero del lavoro, si è reso conto del fatto che c'è bisogno di un maggiore controllo perché senza di esso c'è lavoro nero e soprattutto tanti infortuni: ottocentomila l'anno.
Per tale motivo il Ministero ha bandito un concorso interno ed ha conferito a 850 persone il compito di accertatori del lavoro. È stato conferito questo incarico senza conferire loro le funzioni, però gli ha dato i soldi perché dall'area B li ha fatti passare all'area C. Che senso ha bandire un concorso perché c'è bisogno di un maggior numero di accertatori, pagargli pure lo stipendio, senza però fargli fare ciò che sono stati chiamati a fare? Rispetto a tutto questo prendiamo atto che si vuole ripensare questa incongruenza, ma denunciamo, ancora una volta, la differenza tra la politica del dire e la politica del fare.
Si dice che ci sono maggiori controlli, ma ad oggi, ci sono attività che pongono in essere meno controlli; tutto ciò è unito ad un altro aspetto che le voglio segnalare, signor Ministro, per il rispetto che ho verso di lei: noi riteniamo che ci sia un affievolimento del sistema sanzionatorio per la decisione che lei ha preso, e cioè che i libri matricola e i libri presenza possono essere anche depositati dal commercialista.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANTONIO DI PIETRO. Quando un verificatore va in cantiere deve trovare lì il libro matricole ed il libro presenze per riscontrare, ad esempio, che il signor AbuPag. 64Omar sia lo stesso soggetto che è iscritto nel libro e che è presente perché, altrimenti, vede Abu Omar in cantiere, ma per vedere il libro matricola deve andare dal commercialista; nel frattempo, però, Abu Omar è arrivato in Tunisia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

(Misure per fronteggiare il previsto aumento delle richieste di cassa integrazione e del tasso di disoccupazione - n. 3-00180)

PRESIDENTE. L'onorevole Bellanova ha facoltà di illustrare l'interrogazione Damiano ed altri n. 3-00180, concernente misure per fronteggiare il previsto aumento delle richieste di cassa integrazione e del tasso di disoccupazione (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

TERESA BELLANOVA. Signor Presidente, uno studio Confindustria insieme a tanti altri soggetti ci segnala ancora una volta, nel nostro Paese, una forte riduzione dei consumi delle famiglie: si passa da un meno 0,2 per cento a un meno 0,6 per cento.
Non si contraggono i consumi dei beni di lusso, ma l'acquisto di pasta, di pane, di generi di prima necessità. Insieme a questo c'è una forte contrazione della produzione e quindi un incremento della disoccupazione: il nostro Paese passa dal 6,8 per cento al 7,3 per cento di disoccupati. Già grandi gruppi industriali (pensiamo alla Merloni, alla Filanto alla Fiat) hanno avviato le procedure per la richiesta della cassa integrazione.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

TERESA BELLANOVA. Chiediamo quali iniziative intenda assumere il Governo per reperire le risorse al fine di portare avanti il sostegno al reddito.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, le difficili condizioni dell'economia hanno dato luogo, in effetti, ad un aumento, nel periodo 1o gennaio-30 settembre 2008. Le istanze presentate sono state 985 mentre nel medesimo periodo, 1o gennaio-30 settembre 2007, queste erano state 923, con una differenza di 62 domande di cassa integrazione straordinaria da parte delle imprese.
Come è noto la cassa integrazione ordinaria e straordinaria è finanziata dalla gestione interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali presso l'INPS ed è alimentata dalla contribuzione delle imprese. Pertanto le domande di cassa integrazione guadagni straordinaria e ordinaria che rientrano nella normativa, a regime, saranno accolte senza vincoli relativi alla disponibilità di risorse finanziarie. Diversamente gli stanziamenti di risorse finanziarie previste annualmente dalla legge finanziaria sono destinate alla concessione di ammortizzatori sociali cosiddetti in deroga perché si applicano anche a coloro per i quali la normativa vigente non li prevedrebbe nel caso, ovviamente, di crisi occupazionali di settore o territoriali.
Si fa presente che il disegno di legge collegato alla legge finanziaria per il 2009 - l'atto Camera n. 1441-quater-A che è oggi all'esame dell'Assemblea - autorizza la spesa di 450 milioni di euro per la concessione, nel 2009, di ammortizzatori sociali in deroga alla normativa vigente, oltre che per l'eventuale proroga di trattamenti in deroga già accordati nel 2008.
Lo stesso provvedimento prevede, per l'anno 2009, lo stanziamento di 45 milioni di euro per ammortizzatori sociali per le imprese commerciali, per le agenzie di viaggio e di turismo e per le imprese di vigilanza e trenta milioni di euro per la proroga della durata dei trattamenti straordinari di integrazione salariale per aziende che hanno cessato la propria attività. Il Ministero, in ogni caso, sta riorientando risorse accantonate per le politiche attive del lavoro verso obiettivi prioritari di sostegno all'aggiornamentoPag. 65delle competenze dei lavoratori e di sviluppo dei servizi di accompagnamento al lavoro. Stiamo, insomma, ritarando il complesso degli strumenti e delle risorse disponibili per affrontare quello che potrebbe essere, obiettivamente, un anno di maggiore difficoltà dal punto di vista dell'occupazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Bellanova, ha facoltà di replicare.

TERESA BELLANOVA. Signor Presidente, signor Ministro, è evidente che non sono soddisfatta della risposta che lei mi ha dato, perché la crisi finanziaria internazionale avrà effetti ancora più gravi sull'economia reale. Nel mese di luglio, il nostro Paese ha avuto un incremento del 26 per cento del ricorso alla cassa integrazione. I settori più colpiti sono il tessile, con il 92 per cento, il commercio con il 129 per cento e il settore alimentare con il 143 per cento. Si tratta di settori ad alta intensità di lavoro e settori che nel momento in cui entrano in crisi si portano dietro il settore dei servizi, che è scoperto dalla cassa integrazione guadagni e le piccolissime imprese, che non godono della copertura degli ammortizzatori sociali. Inoltre, le risorse che destinate al sostegno al reddito sono addirittura inferiori a quelle previste dal Governo Prodi per il 2008. Infatti, si passa da 570 milioni di euro a 450 milioni di euro.
Nella vostra risposta, ma anche nella vostra impostazione legislativa, mancano non coraggiosi ma timidi interventi finalizzati a contrastare la fase della recessione economica in atto e il sostegno al reddito delle famiglie.
Proprio oggi la Caritas denuncia che nel nostro Paese la povertà riguarda 15 milioni di italiani, uno su quattro. Quali sono le proposte che avanzate per ridurre questo forte incremento della povertà? Quali sono le misure che avanzate per sostenere il reddito, non delle persone che sono già coperte da cassa integrazione e che, vogliamo ricordarlo, ricevono 800 euro al mese, ma di tutti quei lavoratori collegati ai settori industriali e che non hanno nessuna copertura contributiva e previdenziale. Su questo ritengo che la risposta che lei mi ha dato è assolutamente omissiva del quesito posto nell'interrogazione che abbiamo presentato.

(Orientamenti del Ministro dell'economia e delle finanze in merito all'adozione di un piano di misure volto a sostenere l'economia reale e le famiglie - n. 3-00181)

PRESIDENTE. L'onorevole Galletti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00181, concernente orientamenti del Ministro dell'economia e delle finanze in merito all'adozione di un piano di misure volto a sostenere l'economia reale e le famiglie (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, noi dell'Unione di Centro, con senso di responsabilità, abbiamo sostenuto e apprezzato lo sforzo comune dei Governi europei e di quello italiano per arginare la crisi mondiale dei mercati finanziari. Siamo consapevoli, però, che la strada verso la stabilizzazione dei mercati è ancora lunga e difficile. Lo confermano i dati relativi ai tassi di crescita previsti per il nostro Paese.
Ci preoccupano le ripercussioni che questa crisi ha già oggi sull'economia reale, cioè sulle imprese e in particolare sulle famiglie. La crisi si manifesta per le imprese nella difficoltà di accedere al credito e per le famiglie nella difficoltà di pagare i mutui e nella perdita del potere di acquisto dei propri salari e stipendi. Crediamo che sia necessario intervenire subito. In particolare, riteniamo che sia necessario intervenire a favore delle imprese attraverso un automatismo simile a quello previsto per le banche, che sono garantite dallo Stato, e allo stesso tempo crediamo che sia necessario abbattere la pressione fiscale sulle famiglie. Chiediamo se sia intenzione del Governo agire, da subito, fin dalla prossima legge finanziaria, in questa direzione.

Pag. 66

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, faccio presente all'onorevole Galletti che i recenti interventi adottati dal Governo a salvaguardia del settore bancario hanno anche lo scopo di evitare una contrazione nell'erogazione del credito alle piccole e medie imprese e ai consumatori, nonché, quindi, di contenere le ripercussioni della crisi finanziaria sull'economia reale.
D'altra parte, come l'onorevole sa bene, è stata adottata, in questi primi mesi, dal Governo Berlusconi una serie di misure rivolte concretamente a sostenere economicamente e finanziariamente il reddito familiare. Ricordo solo che, nei primissimi giorni del suo mandato, il Governo ha varato il provvedimento della totale eliminazione dell'ICI sulla prima casa, che questa misura ha riguardato più dell'80 per cento delle famiglie italiane, che con lo stesso provvedimento è stato previsto l'accordo con le banche per la rinegoziazione dei mutui della prima casa (il cui onere è diventato particolarmente gravoso su numerose famiglie) e che anche la detassazione degli straordinari è una misura che va a sostenere il reddito dei lavoratori e delle famiglie.
Con la cosiddetta manovra finanziaria (il decreto-legge n. 112 del 2008), inoltre, sono stati previsti altri interventi a sostegno delle famiglie: in primo luogo, il piano-casa rivolto ai nuclei familiari a basso reddito, alle giovani coppie e agli anziani in condizioni svantaggiate. Il Governo, quindi, pone grande attenzione al deterioramento della situazione economica delle famiglie ed avvierà una riflessione su nuovi ulteriori strumenti di sostegno alle famiglie.
Al fine poi di sostenere le fasce deboli della popolazione in stato di particolare bisogno, ricordo che è stata recentemente prevista la concessione della carta acquisti, finalizzata all'acquisto di beni e servizi con onere a carico dello Stato e posso confermare che, sempre sulla strada di proseguire lo sforzo finanziario da parte dello Stato per i servizi di cura all'infanzia e alle persone anziane, si manterrà l'intenzione di operare al fine di preservare le somme necessarie - pari a 100 milioni di euro - per il finanziamento della terza annualità del cosiddetto «piano nidi» dei servizi socio-educativi.
Nelle scorse settimane, d'altronde, il Governo ha approvato anche le indicazioni provenienti da alcune mozioni, compresa quella dell'onorevole Galletti, che fanno sì che il Governo sia tenuto ad effettuare una serie di iniziative riguardanti la prevenzione di varie forme di povertà e di politiche di sostegno per le categorie maggiormente esposte, come gli anziani, i diversamente abili e i giovani.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Ma in prospettiva, evidentemente, guardando con più ampio respiro alle politiche di tutela della famiglia, occorrerà anche rivisitare il sistema fiscale, andando a porre direttamente a base del meccanismo di tassazione il reddito familiare e non, come accade oggi, il reddito individuale.

PRESIDENTE. L'onorevole Galletti ha facoltà di replicare.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, sono insoddisfatto della risposta, perché se qualcuno pensa che il decreto-legge n. 112 del 2008 di luglio sia ancora attuale, secondo me vive in un altro mondo. Il momento che stiamo vivendo è completamente diverso da quello in cui abbiamo concepito quel provvedimento; basti pensare che vi era prevista la Robin Hood tax che andava a tassare le banche e le assicurazioni, proprio quelle che oggi vogliamo e dobbiamo aiutare.
Quella ormai (purtroppo), signor Ministro, è archeologia fiscale. Oggi bisogna fare qualcosa di più pesante a favore delle famiglie italiane e delle imprese italiane. Non lo dico io: che gli interventi messi inPag. 67piedi luglio non sono sufficienti lo dimostra lo stato in cui vivono le famiglie italiane oggi.
Molti di quegli interventi sono già attivi, ma sono del tutto insufficienti così come noi avevamo sostenuto a luglio. Ci vuole qualcosa di più forte e spero che vi sia questa consapevolezza da parte del Governo e la presa d'atto che questa finanziaria, che stiamo discutendo oggi, non basta a risolvere i problemi delle famiglie italiane e delle imprese italiane.

(Chiarimenti in merito al processo di dismissione del patrimonio immobiliare appartenente al demanio dello Stato e al trasferimento dei relativi beni agli enti locali - n. 3-00182)

PRESIDENTE. L'onorevole Fava ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cota n. 3-00182, concernente chiarimenti in merito al processo di dismissione del patrimonio immobiliare appartenente al demanio dello Stato e al trasferimento dei relativi beni agli enti locali (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, credo sia cosa nota a quest'Aula, e ormai alla molteplicità dei soggetti che si occupano di queste vicende, quali siano la situazione e la condizione in cui versano le finanze pubbliche e, in particolare, le finanze degli enti locali.
Nel recente passato, ciò aveva fatto sì che la brillante intuizione dell'allora Governo Berlusconi di alienare parte delle caserme non utilizzabili per impieghi diversi potesse in un certo qual modo tornare utile ad un disegno di sostentamento della finanza pubblica degli enti locali che ospitano queste caserme stesse. Dal 2005, anno in cui si iniziò a parlare di dismissioni, abbiamo sentito prima ipotizzare per il 2006 la possibilità che ciò potesse avvenire addirittura per 240 siti (quindi una cifra considerevole) e per un valore che veniva stimato in 4 miliardi di euro.

PRESIDENTE. Onorevole Fava, la prego di concludere.

GIOVANNI FAVA. Ad oggi però non risulta, se non in piccola parte, che questo tipo di attività sia stata svolta. Quindi, intendiamo conoscere dal Governo quali siano le intenzioni a breve ed eventualmente le modalità che ci porteranno ad una massiccia dismissione di queste strutture a favore degli enti locali in questo momento interessati alla cosa.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, il Ministero della difesa ha individuato, d'intesa con l'Agenzia del demanio, 399 immobili da dismettere, di cui 385 non più utili ai fini istituzionali della difesa e 14 ancora utilizzati. Lo stato di avanzamento delle attività sino ad ora poste in essere sulla base dei due decreti di attuazione è il seguente: 354 immobili sono stati già riconsegnati all'Agenzia del demanio, 28 saranno consegnati prossimamente, i 14 attualmente ancora utilizzati potranno essere consegnati all'Agenzia del demanio solo al termine dei lavori necessari, uno è stato espunto, in quanto destinato al comune di Arsiero in provincia di Vicenza e altri due sono da espungere, in quanto destinati ai comuni di Moncalieri e Cesana Torinese.
Per completezza di informazione si rappresenta che il Ministro della difesa ha in corso ogni iniziativa utile a rendere sollecito ed efficace il processo di razionalizzazione della propria presenza sul territorio, ricercando ogni sinergia possibile con i rappresentanti del territorio stesso.
Come è noto agli interroganti, le recenti leggi finanziarie per gli anni 2007 e 2008 hanno previsto la possibilità per il Ministro della difesa di stipulare specifici accordi con regioni, province e comuni per riorganizzare e razionalizzare la presenza del proprio patrimonio infrastrutturalePag. 68militare. Si rappresenta che diverse intese sono state già sottoscritte tra il Ministero stesso e vari comuni in diverse zone d'Italia.
Infine, è utile segnalare le ampie possibilità di dismissione che, anche nell'ambito di accordi con gli enti locali, sono state offerte dall'approvazione dell'articolo 14-bis del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito in legge n. 133 del 2008, di questo Governo. La nuova linea da parte del Governo Berlusconi, nata per attenuare l'effetto dei tagli al bilancio della difesa, prevede una valorizzazione dei beni non più utili a favore dei bilanci del Ministero della difesa e dell'economia e delle finanze e, pertanto, non è compatibile con l'ipotesi di una alienazione gratuita e diretta a favore degli enti locali.
Si apre però la possibilità di accordi che prevedono, anche a seguito delle varianti urbanistiche necessarie per la massima valorizzazione del bene, la compartecipazione degli enti locali ai ricavi derivanti dalle successive dismissioni.

PRESIDENTE. L'onorevole Fava, ha facoltà di replicare.

GIOVANNI FAVA. Signor Presidente, sono soddisfatto per la puntualità della risposta, ma un po' meno per i contenuti soprattutto nella parte finale. Infatti, abbiamo sempre inteso che questo tipo di risorse venissero completamente messe a disposizione degli enti locali. Apprendo che si parla di compartecipazione e comunque sarebbe un passo avanti. Quindi, colgo l'occasione per sollecitare il Governo, affinché questo comunque avvenga con tempi rapidi e modalità certe.
Il livello di insicurezza ed incomprensione per certi versi dell'applicazione del dettato normativo fino ad oggi sviluppatosi in concreto in maniera molto marginale ha fatto sì che ad oggi la gran parte dei comuni non abbia ben compreso effettivamente quali possano essere i benefici che possono ricadere sul territorio stesso. Colgo altresì l'occasione per ricordare al Governo che sarebbe utile ragionare anche in termini di vincoli sugli edifici stessi. Infatti, molto spesso le successive alienazioni e, quindi, la valorizzazione degli immobili vengono rese abbastanza difficoltose dal fatto che su questi immobili oggetto di dismissione gravano vincoli storici che poco hanno di importante dal punto di vista architettonico, ma che diventano automatici nel momento in cui si tratta di edifici di una certa età e una certa anzianità.
Credo che a questo punto, se il Governo manterrà questo tipo di impostazione, sarà un dato sicuramente positivo, ma bisognerà compiere il massimo sforzo affinché i comuni che sono interessati a questo tipo di operazioni possano quanto meno valutare i tempi e i termini in cui introitare le eventuali risorse derivanti dall'alienazione dei beni stessi.

(Iniziative per l'assunzione di tutti i vincitori di un concorso bandito nell'anno 2005 dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali - n. 3-00183)

PRESIDENTE. L'onorevole Cirielli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cicchitto ed altri n. 3-00183, concernente iniziative per l'assunzione di tutti i vincitori di un concorso bandito nell'anno 2005 dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, onorevole Ministro, nel 2005 il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha bandito un concorso per l'assunzione di 64 unità dell'area C, che è stato effettuato durante il Governo Berlusconi da parte del Ministro Alemanno. Il concorso è stato regolarmente espletato e completato con risultati che hanno visto un certo numero di concorrenti risultare idonei; si tratta, quindi, di persone che hanno acquisito un diritto importante, che si aspettavano di essere assunte e che in vista di ciò hanno anche affrontato degli oneri (magari non hanno intrapreso altre strade nella loro vita).Pag. 69
Il Governo Prodi, che si è succeduto, e il Ministro De Castro incredibilmente hanno bloccato la graduatoria, nonostante che la Commissione agricoltura, in quella legislatura, con una risoluzione abbia impegnato il Governo a dare atto alla graduatoria di candidati che legittimamente avevano vinto un concorso. Tuttavia, ciò non è avvenuto in questi due anni.
Oggi peraltro la graduatoria si appresta anche a scadere e questi cittadini si aspettano con fiducia che questo Governo faccia il proprio dovere.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, intendo innanzitutto dire all'onorevole Cirielli che la problematica da lui sollevata è pienamente condivisa dal Governo e dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali; naturalmente vi sono dei problemi di carattere finanziario e normativo, che ora cercherò di illustrare, ma che è intenzione del Governo risolvere con il contributo del Parlamento.
Come richiamato dagli onorevoli interroganti, nel 2007 è stato fissato per lo stesso anno la possibilità di assumere 53 unità da parte del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, tuttavia nei limiti della somma di 607.889 euro. Il richiamo al limite finanziario è necessario per comprendere perché il Ministero delle politiche agricole, con una nota del 28 dicembre 2007, richiese al Dipartimento della funzione pubblica l'autorizzazione ad utilizzare il predetto plafond per assumere i 64 vincitori di concorso per l'area C, alla quale ha fatto riferimento l'onorevole Cirielli, ma anche per consentire i passaggi di livello dei 42 vincitori di concorso interno.
Con successiva nota, il Dipartimento della funzione pubblica autorizzava l'impiego dei fondi per assumere 12 vincitori di concorsi di area C e, in misura nettamente minore, per consentire i passaggi da aree interne, già esplicati ed obbligatori ai sensi del vigente contratto collettivo nazionale di lavoro. Pertanto, non è stata la scelta, peraltro contrattualmente prevista, di procedere ai passaggi di livello interno ad impedire l'assunzione dei vincitori di concorso di area C, quanto piuttosto la limitatezza delle risorse disponibili.
Il Ministero delle politiche agricole condivide, comunque, pienamente l'esigenza di procedere a tali assunzioni ed ha più volte proposto, anche nella scorsa legislatura, una norma in tal senso che, nell'ambito di risorse già stanziate per il settore, consentisse l'assunzione dei vincitori di concorsi conclusi nel 2006. La predetta norma, che ha ricevuto anche il parere favorevole della Conferenza permanente per i rapporti fra lo Stato e le regioni, non è stata definitivamente approvata dal Parlamento a seguito del parere contrario della Commissione bilancio.
In via generale, il Governo ritiene che, nei limiti delle compatibilità di bilancio, debbano essere introdotte misure dirette a tutelare le aspettative di quanti sono risultati vincitori di concorso e che oggi, troppo spesso, vedono vanificati gli sforzi anche economici sostenuti in tale prospettiva. Come dicevo all'inizio, quindi, è nell'intenzione del Governo procedere ad una nuova iniziativa al fine di risolvere la specifica problematica sollevata dagli onorevoli Cirielli ed altri.

PRESIDENTE. L'onorevole Cirielli ha facoltà di replicare.

EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, signor Ministro, per ora mi ritengo soddisfatto dell'impegno che il Governo assume in tal senso, seppure nelle difficoltà citate dal punto di vista finanziario ed economico.
Tuttavia, lei comprenderà che ci sono tante persone che hanno riposto molta speranza in un concorso regolarmente vinto. Se eliminiamo anche la certezza di un concorso dello Stato, penso che provocheremo un grave vulnus, perché sono persone che aspettano da due anni.
Questo Governo, che si è insediato da pochi mesi, seppure nelle difficoltà richiamate,Pag. 70ha il dovere morale di adempiere ai compiti dello Stato e di procedere all'assunzione di coloro che hanno vinto regolarmente un concorso dello Stato.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,35, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alessandri, Aprea, Brancher, Brugger, Brunetta, Caparini, Casero, Cirielli, Cosentino, Cota, Gibelli, Lo Monte, Melchiorre, Pescante, Rotondi, Soro, Urso, Vegas, Vitali e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1441-quater-A.

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato accantonato l'esame dell'articolo 39-bis e delle relative proposte emendative, nonché dell'articolo aggiuntivo 39-quinquies.0100 del Governo e dei relativi subemendamenti.
Ricordo, inoltre, che da ultimo è stato votato l'articolo 39-quater e, successivamente, si sono svolti gli interventi sul complesso degli emendamenti presentati all'articolo 39-quinquies e sono stati espressi i pareri sulle proposte emendative ad esso riferite.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile l'articolo aggiuntivo 67-quater.0101 del Governo relativo alla carriera prefettizia. La proposta emendativa riguarda, infatti, una materia estranea al contenuto del provvedimento in esame.
Avverto, inoltre, che la Commissione ha ritirato l'emendamento 39-bis.200 e ha presentato ulteriori proposte emendative (39-bis.201 e 39-bis.202, nonché 039-quinquies.0100.200 e 0.39-quinquies.0100.201). I relativi testi sono in distribuzione.
Ricordo che non sono stati ancora espressi i pareri della Commissione bilancio e della Commissione affari costituzionali sulle proposte emendative presentate in data odierna e sull'articolo aggiuntivo accantonato.
Chiedo, dunque, al relatore quali indicazioni voglia dare per la ripresa dei nostri lavori.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, proporrei di cominciare dall'articolo 65 e andare avanti.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, prendo nota positivamente del fatto che il relatore ci proponga di andare avanti, ma mi sembra che non si possa andare molto avanti se non si sciolgono alcune questioni.
In primo luogo, se fissassimo la nostra attenzione sull'articolo 39, anziché andare avanti, ci dovremmo chiedere per quale motivo il relatore non intenda proseguire nel discutere e votare gli emendamenti che riguardano l'articolo 39-quinquies, su cui il relatore ha già espresso i pareri.
Mi pare che siamo entrati in una fase, quella che abbiamo abbandonato alle 13,30, nella quale l'articolo 39-quinquies era già oggetto di discussione (la discussione e la votazione erano già incardinate).
Si deve, quindi, chiedere un'ulteriore proroga dei tempi richiesti alla Commissione che in questo momento sta valutando, presumo, i nuovi emendamenti, e cioè la Commissione bilancio.Pag. 71
Tuttavia, ritengo anche che, nel momento in cui fissiamo l'attività d'Aula nel pomeriggio, non c'è solo una questione, che sottopongo alla Presidenza, che riguarda il fatto che dobbiamo, per procedere sull'articolo 39-quinquies, apprezzare ciò che deciderà la Commissione bilancio in relazione all'ammissibilità degli emendamenti proposti, ma anche un'ulteriore questione, che riguarda il fatto che il Governo ha presentato nuovi emendamenti. Bisogna quindi fissare i termini per altri subemendamenti, i quali dovranno essere oggetto di valutazione non solo da parte del Comitato dei nove, non solo della Presidenza in termini di ammissibilità, ma anche della Commissione bilancio.
Vi sono dunque due questioni, signor Presidente: la prima è che, a mio parere, non si può iniziare dall'articolo 65 quando abbiamo già incardinato, con il parere sugli emendamenti, l'articolo 39-quinquies, e quindi dobbiamo procedere al voto sugli emendamenti ad esso riferiti; per quanto riguarda, invece, il parere della Commissione bilancio e la questione dei termini per i subemendamenti, che a loro volta dovranno essere oggetto di valutazione da parte della Commissione bilancio, del Comitato dei nove e della Presidenza per l'ammissibilità, ritengo a questo punto che forse sarebbe meglio, per evitare di «zigzagare» attorno alle questioni fondamentali che abbiamo lasciato aperte sugli articoli che abbiamo accantonato, che sono di un certo rilievo politico e legislativo, sospendere i lavori per un'ora, in modo tale che sia possibile razionalmente addivenire a un orientamento positivo. Diversamente si proceda su quello che la Presidenza ritiene più opportuno, tenendo conto delle osservazioni e delle questioni che testé ho posto.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Quartiani. Le ricordo che l'articolo aggiuntivo 67-quater.0101 del Governo, come avevo già avuto modo di comunicare alla ripresa della seduta, è stato dichiarato inammissibile per estraneità di materia rispetto al contenuto del provvedimento in esame: quindi una delle sue obiezioni decade, onorevole Quartiani. Per quanto riguarda il resto, non ci sono indicazioni regolamentari per cui ci sia impedito, una volta che un articolo sia stato incardinato ma si sia in attesa di un parere della Commissione bilancio, di accantonarlo e procedere con l'esame di altri articoli.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la proposta emendativa 39-quinquies.0100 è ancora all'esame della Commissione bilancio; però il Comitato dei nove è assolutamente in grado di esprimere il parere sulle proposte emendative riferite agli articoli 39-sexies e 39-septies. È in grado, insomma, di andare avanti fino a quando non ci troviamo di fronte all'altra questione, che è all'esame della Commissione bilancio. Siamo in grado, comunque, di esprimere il parere sugli emendamenti presentati agli articoli 39-sexies e 39-septies, lasciando quindi indietro quanto è sub iudice da parte della Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, mi sembra che la proposta del relatore venga in parte incontro alle sue richieste.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Mi rimetto alle decisioni della Presidenza. Non ho, quindi, a questo punto obiezioni a proseguire, se la Presidenza lo propone, con l'esame dell'articolo 39-sexies.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento. Ho sentito da chi mi ha preceduto che un emendamento è all'esame della Commissione bilancio, ma durante l'attività d'Aula è preclusa l'attività della Commissione bilancio. Quindi io, che nePag. 72faccio parte, sono qui; non c'è stata neppure una convocazione della Commissione bilancio, per cui immagino, e vorrei che per cortesia lei facesse fare i necessari accertamenti, che non sia in corso alcuna riunione.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, in questo momento la Commissione bilancio non è infatti convocata.

GIUSEPPE CONSOLO. Che figura!

PRESIDENTE. Se vogliamo dirla tutta, le figure sono di varia natura, e quindi è meglio stare buoni!
Onorevole Borghesi, resta fermo il fatto che in assenza del parere della Commissione bilancio su questi emendamenti non possiamo procedere. Sono anche disponibile a chiedere il voto dell'Aula sulla proposta avanzata dal relatore, perché credo che questa sia la procedura più regolare. D'altra parte, l'onorevole Quartiani si è rimesso alla Presidenza, e penso che la Presidenza possa e debba rimettersi all'Assemblea e porre in votazione, per alzata di mano, la proposta del relatore, che a questo punto mi sembra sia quella di riprendere l'esame dall'articolo 39-sexies e delle parti per le quali non siamo in attesa del parere della Commissione bilancio.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, per esprimermi in merito a quanto detto dal relatore: mi sembra una proposta sensata, anche per garantire che l'Aula possa lavorare nel migliore dei modi.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Pongo in votazione la proposta del relatore di accantonare l'esame dell'articolo 39-quinquies e di passare all'esame dell'articolo 39-sexies.
(È approvata).

(Esame dell'articolo 39-sexies - A.C. 1441-quater-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39-sexies e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Damiano 39-sexies.1 e 39-sexies.2, mentre raccomanda l'approvazione dell'emendamento 39-sexies.301 della Commissione, identico all'emendamento 39-sexies.300 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento). La Commissione, infine, esprime parere contrario sull'emendamento Damiano 39-sexies.3.

PRESIDENTE. Il Governo?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 39-sexies.1.

STEFANO SAGLIA, Presidente della XI Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO SAGLIA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, intervengo per rappresentare il fatto che sul tema dei certificati di malattia vi è stato un dibattito particolarmente approfondito ed acceso, come su molti altri punti del provvedimento al nostro esame. In particolare, la Commissione lavoro ha inteso approfondire la discussione anche in relazione alle decisioni che erano state assunte dal Parlamento nel momento in cuiPag. 73ha convertito in legge il decreto-legge n. 112 del 2008, adottato dal Governo. Su questo punto sono state proposte anche delle modifiche all'interno della maggioranza, così come all'interno della Commissione, per andare a correggere alcune storture che nell'intenzione del legislatore non erano contenute neppure nel decreto-legge n. 112 del 2008, in modo da consentire quell'opera che il Ministero per la pubblica amministrazione e l'innovazione, in particolare, ha rappresentato come necessaria per evitare che vi siano quelle storture, o comunque il ricorso a richieste di malattia che non siano effettivamente giustificate.
Su questo punto vi è anche una grande attenzione del Paese, da parte delle categorie coinvolte, e, in particolare, ovviamente, da parte di settori significativi della pubblica opinione e della pubblica amministrazione.
Per questo motivo, mi sento in dovere di rappresentare, anche in qualità di presidente della XI Commissione, che è stato molto importante andare a proporre una correzione laddove vi erano alcune lesioni di diritti per quanto attiene, in particolare, al personale delle forze dell'ordine e delle Forze armate.
Inoltre, il Governo ha acconsentito che, potendosi addivenire alla verifica dei certificati di malattia anche attraverso il sistema telematico, da un lato, possa essere semplificata la procedura di ispezione e di controllo, dall'altro, possa essere consentita, comunque, quella verifica necessaria per evitare che vi sia un abuso della certificazione. In questo senso, è necessario, a mio modo di vedere, che si tenga conto, nell'applicazione di questa norma, anche delle esigenze organizzative che sono state già state invocate, in particolare, dai medici di base, dai medici di famiglia, affinché il sistema, insieme all'INPS, possa essere funzionale ed efficiente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, anche io vorrei sottolineare il lavoro svolto dalla Commissione sia per quanto riguarda i certificati di malattia, sia per quanto riguarda l'impegno verso le forze dell'ordine, già sottolineato dal presidente Saglia. Credo che una semplificazione - che questo Governo, in generale, ha dimostrato di voler realizzare nei suoi primi mesi di attività - che faciliti il cittadino nell'attuare tutte quelle procedure necessarie per accedere ai servizi offerti dallo Stato e dal pubblico, sia giusta, e che questo articolo vada proprio in questa direzione.
Ritengo che i costi per la burocrazia che esistono nel nostro Paese siano estremamente alti e non paragonabili al servizio che, in realtà, lo stesso Stato dà e garantisce ai cittadini. Per questo, l'indirizzo della semplificazione non vuol dire soltanto una maggiore facilità per i nostri cittadini, ma vuol dire anche un notevole risparmio di denaro e, dunque, un notevole aumento delle capacità delle persone di poter fare acquisti e di poter portare avanti una vita dignitosa.
In particolare, vorrei sottolineare, per quanto riguarda le forze dell'ordine, l'impegno della Commissione e di questa maggioranza, che hanno voluto far valere la propria posizione istituzionale, affinché venga riconosciuto il ruolo importantissimo che svolge per il nostro Paese chi controlla la sicurezza dei nostri cittadini. Posso capire che su questo, da parte di qualche parte politica, vi possano essere stati dei malumori, ma noi riteniamo convintamente che garantire una buona qualità, anche nell'attività lavorativa, per le persone che si impegnano per la sicurezza pubblica vuol dire garantire una migliore qualità della vita di tutti i cittadini che fanno parte di questo Stato.
Proprio per questo, l'indirizzo della Commissione ha anche un maggior peso, perché non possiamo pensare che chi è sul territorio, chi rischia ogni giorno la propria incolumità, chi garantisce ai nostri anziani, alle fasce più deboli della nostra popolazione, di poter vivere in modo tranquillo, non sia garantito e, quindi, consideratoPag. 74con una giusta e doverosa specialità. Dunque, questo articolo, come quello precedente, che riguardava le forze dell'ordine, credo debba avere un'importante attenzione da parte dell'Aula e da parte della pubblica opinione.
Infatti, anche in questo caso si manifesta apertamente la volontà di questa maggioranza di andare incontro agli interessi dei cittadini che invece un'altra parte politica difficilmente riesce a tutelare e rappresentare. Per questo motivo chiedo a tutti i componenti sia della Lega Nord, il mio partito, sia del Popolo della Libertà, di farsi portavoce, chiaramente sia all'interno sia fuori di quest'Aula, per far vedere l'impegno che ci abbiamo messo, e per realizzare il dovuto riscontro che questa importante proposta deve avere sui mezzi di informazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saltamartini. Ne ha facoltà.

BARBARA SALTAMARTINI. Signor Presidente, anch'io ci tenevo a sottolineare il grande lavoro fatto, anche su questo punto, dalla Commissione e in particolare dalla maggioranza della Commissione, perché riteniamo che sia il senso complessivo di tutto il provvedimento che stiamo discutendo in quest'Aula, sia la semplificazione e la lotta all'abuso - che ha un po' ha influenzato tutti i vari articoli in esame - siano quanto mai essenziali e necessari. Da questo punto di vista, sul tema specifico delle malattie, noi abbiamo già visto che effettivamente c'è chi magari ha voluto abusare di tale situazione nei propri luoghi di lavoro, ma noi invece riteniamo che proprio attraverso la portata specifica dell'emendamento da noi proposto riusciremo a razionalizzare il tema in questione, nel tentativo, da un lato, di ridurre al minimo il danno agli utenti (chi deve fruire dei servizi), e, dall'altro, di ridurre al minimo il danno nei confronti della pubblica amministrazione stessa, perché in questo modo, inevitabilmente e secondo un principio di razionalizzazione, la stessa risparmia delle risorse, che anche in questo caso possono essere reinvestite in tutto il comparto pubblico. Detto questo, penso che sull'articolo in esame effettivamente ci possa essere un consenso maggioritario ed ovviamente un voto il più possibile favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale, ma non in dissenso politico dal gruppo, solo per sottolineare come questo articolo, il 39-sexies in materia di certificati di malattia, possa considerarsi per alcuni aspetti quasi superato dal cosiddetto effetto Brunetta, perché il Governo da questo punto di vista ha prodotto una tale inversione di tendenza che già vi sono dei risultati, documentati dal dipartimento della funzione pubblica, i quali testimoniano proprio questo cambio di direzione per quanto riguarda il fenomeno dell'assenteismo per malattia. Questo fenomeno è stato oggetto anche di indagini giudiziarie e vi sono state anche delle inchieste giornalistiche che hanno messo in evidenza quale e di quale entità sia il ricorso a falsi certificati medici. Si è fatto, sul tema, anche un certo scandalismo ed anche una certa speculazione. Crediamo che questo articolo concretizzi dal punto di vista normativo un indirizzo che il Governo ha già, in termini molto evidenti e muscolari, cercato di seguire nell'interesse del sistema pubblico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mario Pepe (PdL). Ne ha facoltà.

MARIO PEPE (PdL). Signor Presidente, signor Ministro, io credo che questa volta il Governo abbia perso l'occasione per mettere la parola fine al problema dei certificati medici e quindi anche dei falsi certificati medici. Secondo me, sui certificati medici pesa come un macigno il rapporto medico-paziente. Ed io che ho fatto il medico per tanti anni in effettiPag. 75credo che il paziente scarichi sul medico la responsabilità anche del certificato. Allora, signor Ministro, secondo me la cosa più facile da fare è abolire i certificati medici. Il paziente produce un'autocertificazione con tutti i problemi che l'autocertificazione falsa comporta, e poi è l'amministrazione, attraverso i medici fiduciari, a intervenire e a verificare se effettivamente il paziente ha una malattia oppure no.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Virgilio. Ne ha facoltà.

DOMENICO DI VIRGILIO. In merito al problema così ben affrontato dal collega, l'onorevole che poco fa ha parlato, volevo esporre due considerazioni rapidissime. La prima: non è ammissibile che si voglia colpire la classe medica affermando che tutti sono favorevoli e hanno la cattiva abitudine di rilasciare certificati di compiacenza perché questo significa offendere i medici che si comportano in modo assolutamente corretto ed adeguato, rifiutando di compiere questo gesto. Dall'altro lato, non è bene che questa cattiva abitudine, dovuta al fatto che il medico cede alle richieste del paziente e delle persone, prenda piede.
Per mettere ordine a questa situazione, che non incide soltanto nel campo del lavoro ma incide profondamente nel rapporto di fiducia medico-paziente, basilare per la medicina, è necessario che vi sia una formazione adeguata a livello universitario...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DOMENICO DI VIRGILIO... per coloro che sono studenti medici specializzandi, in modo che si affermi che devono rispettare l'etica comportamentale.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, come tutti ben possiamo notare, dall'inizio dei lavori, vale a dire da mezz'ora, stiamo assistendo all'ostruzionismo della maggioranza (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Cari colleghi, se il problema era di perdere tempo in Aula per fare chiacchiere inutili, come abbiamo potuto constatare in questa mezz'ora, sarebbe stato meglio prendere in considerazione la proposta che io ho avanzato ad inizio seduta pomeridiana. Infatti, poiché abbiamo dovuto tralasciare l'articolo 39-quinquies, sul quale oggi si è lungamente diffuso il Ministro Brunetta - salvo poi con ritardata resipiscenza, prendere atto del fatto che l'emendamento presentato dal Governo era inammissibile e, quindi, che il Governo ha dovuto riprendere in considerazione un testo precedente contenuto nell'articolo 39-quinquies - si sarebbe potuto sospendere per un'ora la seduta e consentire all'Aula di poter procedere con una certa razionalità.
Tuttavia, signor Presidente, oltre che per questa breve osservazione, le ho chiesto la parola per domandarle circa il fatto che non ho avuto ancora contezza della risposta che la Presidenza si era impegnata a dare - non presiedeva lei l'Assemblea ma il Presidente Leone - relativamente alla nostra richiesta di procedere alla votazione dell'articolo 39-quinquies attraverso uno scrutinio segreto, tenendo conto che la materia è regolata e garantita dall'articolo 29 della Costituzione.
In secondo luogo, forse per colpa mia, non ho potuto sentire quali tempi siano stati stabiliti dalla Presidenza per poter subemendare i nuovi emendamenti che il Governo ha già presentato. Infatti, in questo momento abbiamo non solo la Commissione bilancio che sta valutando i nuovi emendamenti del Governo relativamente all'articolo 39-quinquies, ma sono stati presentati anche nuovi emendamenti su altri articoli sui quali c'è bisogno di capire quali siano le possibilità di presentare subemendamenti da parte dei colleghi e in quali tempi. Diversamente, se non si sospendePag. 76ora l'Aula, si dovrà sospendere poco più avanti perché dovremmo apprezzare il fatto che non si potrà procedere nei nostri lavori.
Le chiedo, signor Presidente, di poter comprendere qual è l'orientamento della Presidenza su queste due questioni, dopodiché ovviamente noi, come già nella giornata di ieri, siamo pronti ad affrontare la discussione, non come ha fatto la maggioranza in questo momento, con atteggiamenti ostruzionistici, ma con un atteggiamento largamente disponibile a fare in modo che l'Assemblea possa liberamente assumere posizioni anche diverse e divergenti dalle proposte che ci sono state presentate dal Governo e dalla maggioranza medesima.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, il collega Quartiani è troppo esperto e troppo scaltro nel suo mestiere, per poter accusare la maggioranza di aver fatto ostruzionismo a se stessa: abbiamo assistito ad interventi dei componenti della Commissione e di alcuni altri colleghi che, peraltro, per vocazione professionale sono molto vicini alla professione medica o sono medici, e quindi sono intervenuti nel merito della vicenda. Avremmo potuto dire la stessa cosa dell'onorevole Quartiani, quando ha posto per cinque minuti una questione regolamentare sull'avvio dei lavori e su quale articolo si dovesse iniziare per primo o meno, e lo stesso vale per il collega Borghesi.
La verità, onorevole Quartiani, è di fronte agli occhi di tutti: avete fatto uscire i colleghi dall'Aula, com'è normale nelle dinamiche tra maggioranza e opposizione, nei momenti di particolare indurimento (e non credo che questo sia uno di quei momenti); l'onorevole Quartiani, potremmo dire noi, ha continuato a fare ostruzionismo, ma non è così: ha fatto un intervento per permettere ai suoi colleghi di rientrare, perché la maggioranza è in Aula e vuole affrontare questo provvedimento.
Confrontiamoci nel merito senza accusarci vicendevolmente di cose che non esistono. Ascoltiamo con interesse il contributo che i componenti la Commissione e tutti gli altri colleghi vogliono dare a questo dibattito, partendo dal presupposto che per quanto mi riguarda noi del gruppo del Popolo della Libertà, anche per le osservazioni del collega Fedriga in ordine al parere del relatore Cazzola, rimaniamo nella convinzione di mantenere il nostro voto orientato nella stessa maniera dei pareri del Governo e della Commissione.

PRESIDENTE. Devo fornire risposte all'onorevole Quartiani: per quanto riguarda il termine per i subemendamenti agli emendamenti presentati dal Governo, era stato comunicato ai gruppi per le 15,45. Ora mi pare evidente che, data la delicatezza e anche la complessità dei nostri lavori, si possa aggiornare questo termine alle 17,15. Non sta a me commentare i commenti svolti dai due segretari d'Aula. Sarò in grado, nei prossimi minuti, di darle una risposta per quanto riguarda la richiesta di voto segreto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Miglioli. Ne ha facoltà.

IVANO MIGLIOLI. Signor Presidente, una prima considerazione riguarda il metodo del nostro lavoro, perché ho troppo rispetto per questa istituzione per non esprimere un certo imbarazzo. Vede noi, in Commissione, abbiamo svolto il nostro lavoro di opposizione, dalla parte dei cittadini, dei lavoratori e dei più deboli, dicendo dei «sì», dicendo dei «no», presentando emendamenti, discutendo e confrontandoci sulle proposte che ci erano pervenute dal relatore e dal Governo.
Alcune nostre proposte - poche - sono state accolte, ma abbiamo notato come spesso ci siamo trovati di fronte, nel lavoro di Commissione, a contraddizioni all'interno della maggioranza e del Governo. Stamattina abbiamo svolto la discussione sull'articolo aggiuntivo che modifica la legge n. 104 del 1992, discussione nonPag. 77ancora conclusa. Abbiamo accantonato nuovamente l'articolo 39-bis, riguardante le forze di polizia e ciò perché a volte - troppo spesso - ci siamo trovati di fronte al fatto che da un lato, in Commissione lavoro, un sottosegretario esprimeva un parere, mentre dall'altro lato, in Commissione bilancio, un altro sottosegretario, Vegas, esprimeva parere contrario. Il relatore Cazzola esprimeva opinioni, il relatore in Commissione bilancio esprimeva opinioni diverse: due maggioranze, una in Commissione lavoro e una in Commissione bilancio.
Ho troppo rispetto per il relatore e per il sottosegretario, perché non considerino queste valutazioni: le approfondiremo. Tali contraddizioni ci portano ad avere svolto una discussione su un emendamento non ancora concluso; anzi, ci siamo ritrovati per tre volte a discuterne: è stato presentato, discusso, ritirato, ripresentato, ritirato e presentato nuovamente, oggi, ancora in questo momento, in Commissione bilancio. E che dire dell'articolo 39-bis? In questo modo, si mortificano il nostro ruolo e la nostra funzione e per questo sarebbe necessario procedere in un modo diverso.
Detto ciò, continuiamo a confrontarci nel merito anche dell'articolo in oggetto, cioè quello che riguarda i certificati di malattia. Si inserisce un nuovo sistema: l'invio telematico della certificazione medica da parte del medico all'INPS, che la trasmette poi al datore di lavoro. In via di principio, si tratta di una valutazione su cui possiamo concordare, tuttavia - ed è questo il motivo dei nostri emendamenti e del nostro voto contrario - non si comprende perché anche il lavoratore dovrebbe continuare a presentare nuovamente il certificato. Qualche dubbio lo abbiamo sul fatto che sia l'INPS a svolgere questa funzione (con un rapporto INPS-pubblico impiego). Vorrei aggiungere che nel dispositivo delle proposte emendative è previsto «senza oneri», quando è evidente che tali oneri saranno a carico dell'INPS. Il non accoglimento di questi nostri emendamenti ci porta ad esprimere, dunque, un voto contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 39-sexies.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Colleghi, ciascuno voti per sé.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 436
Votanti 434
Astenuti 2
Maggioranza 218
Hanno votato
176
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che i deputati Mattesini, Mazzarella e De Pasquale hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che i deputati Galletti e Cera hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 39-sexies.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gnecchi. Ne ha facoltà.

MARIALUISA GNECCHI. Signor Presidente, cari colleghi, vorrei unirmi a quanto ha detto Miglioli rispetto all'articolo in oggetto nel suo complesso, spiegando, quindi, i nostri emendamenti. L'emendamento soppressivo è chiaro: siamo assolutamente convinti che con questo articolo si tenda ad un'unificazione del settore pubblico e del settore privato rispetto alla certificazione di malattia e non si capisce come e perché si vogliano attribuire all'INPS dei nuovi compiti.
Ci teniamo a sottolineare che, per quanto riguarda il pubblico impiego, le amministrazioni pubbliche stipulano convenzioni con le commissioni medico-ospedaliere (chiamate CMO), e non hanno niente a che vedere con l'INPS. Per quanto riguarda il settore privato, la comunicazione viene fatta all'Istituto nazionale perPag. 78la previdenza sociale, perché è l'INPS che paga l'indennità di malattia che i datori di lavoro si conguagliano mensilmente sul versamento contributivo. Pertanto, l'articolo in oggetto, che ha l'apparente funzione di dare un quadro completo delle assenze per malattia, va a modificare significativamente la procedura.
Inoltre, abbiamo anche cercato di specificare - e un nostro emendamento lo chiede esplicitamente - che la certificazione di malattia che arriva al datore di lavoro (che in questo articolo verrebbe inoltrata direttamente dall'INPS), ometta l'indicazione della diagnosi. Su questo vorrei veramente che anche i colleghi di maggioranza capissero e riflettessero su cosa possa voler dire per il datore di lavoro privato avere in mano la certificazione di assenza per malattia che comprenda anche la diagnosi. Poiché questo aspetto nell'articolo non è specificato, ci sembra veramente importante che su ciò si svolga una riflessione attenta, perché significa veramente scardinare quello che è stato un diritto alla riservatezza conquistato dai lavoratori e dalle lavoratrici ed è un dovere per tutti noi, per il pubblico e anche per quanto riguarda il datore di lavoro, garantire questa riservatezza.
Oltretutto, accollare all'INPS anche il pubblico impiego ovviamente comporterebbe una serie di adempimenti di gran lunga maggiori rispetto a quelli che tale istituto già espleta e quindi presumibilmente richiederebbe anche un adeguamento del personale dell'Istituto nazionale per la previdenza sociale, che fino ad oggi non ha mai dovuto occuparsi di pubblico impiego.
Quindi, non c'è semplificazione con questo articolo, bensì un sovraccarico per l'INPS, e siamo assolutamente convinti che andrebbe soppresso. Ove così non fosse, come ormai avete già deciso bocciando il nostro emendamento soppressivo, riteniamo che bisogna almeno specificare di omettere le diagnosi nei documenti che vengono trasmessi al datore di lavoro.
Inoltre, non si capisce perché, in termini generali di semplificazione, si vada a creare un meccanismo molto più complicato e pensiamo che i medici di base non siano d'accordo su un simile appesantimento del lavoro! Quindi l'articolo in esame riesce a danneggiare contemporaneamente i lavoratori, le lavoratrici, l'INPS e i medici di base e, oltretutto, a creare confusione nel pubblico impiego.
In conclusione, per quanto riguarda l'esigenza di avere chiaro il quadro delle malattie, ci teniamo a precisare che l'INPS è in grado da subito (essendo l'ente che rimborsa le assenze per malattia o le paga direttamente per le categorie alle quali non viene riconosciuto il rimborso), per l'intero settore privato, di fornire i dati che il Parlamento o il Ministro abbiano bisogno di chiedere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, la domanda che vorrei rivolgere ai colleghi della maggioranza che si apprestano a votare questo incredibile articolo è la seguente: che cosa succede se il medico, seguendo la sua inclinazione scientifica piuttosto che quella divulgativa, scrive «morbo di Watson» o «sindrome di Ahc»? Cosa succede? Cosa farà il capo ufficio di fronte alla sindrome di Ahc? Chiamerà un altro medico, a spese dello Stato, per verificare di cosa si tratta o si procurerà il dizionarietto delle malattie per vedere il nome e interpretare la diagnosi (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)? State per votare qualcosa che non esiste al mondo e che nessun esperto di aziende vi raccomanderebbe al mondo. Sono stato capo del personale della Olivetti e presidente di un'azienda all'estero della FIAT (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore...

FURIO COLOMBO. ...e vi posso dire che norme di questo genere, umilianti e stupide in questo modo, non esistono, come non esistono in quell'America chePag. 79voi spesso invocate come patria della libertà. Questo è liberticida, incide sulla privacy ed è inutile dal punto di vista di ciò che state facendo, perché soltanto i dirigenti sono responsabili del rendimento di un ufficio e non un dipendente ammalato. Vi prego, pensateci!

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, sono molto attento alle considerazione che fa l'opposizione e per questo la ringrazio.
Lunedì sono andato dal mio medico di base e mi sono fatto dare il certificato previsto dalla legge. Nella copia che va consegnata all'INPS c'è scritta anche la diagnosi, perché la legge prevede che si scriva la diagnosi. Invece, nella copia che va consegnata al datore di lavoro la parte della diagnosi è cancellata.
Quindi il lavoratore è già tutelato dalla legge. Se volete, il certificato è in consultazione (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 39-sexies.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 473
Votanti 450
Astenuti 23
Maggioranza 226
Hanno votato
191
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che i deputati Concia e Corsini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto astenersi. Prendo altresì atto che la deputata Laura Molteni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 39-sexies.300 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) e 39-sexies.301 della Commissione, accettati dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 308
Astenuti 181
Maggioranza 155
Hanno votato
308).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 39-sexies.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 478
Astenuti 3
Maggioranza 240
Hanno votato
226
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che il deputato Sbai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo 39-sexies.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gatti. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, vorrei chiarire all'onorevole CazzolaPag. 80che quello che lui ha mostrato è il certificato che esiste adesso, per come funziona ora. Quando il certificato sarà uno solo ed il medico lo trasmetterà all'INPS in modo meccanografico o informatico, allora si porrà il problema di che cosa arriverà all'INPS. Se gli arriva quello di ora, sarà un certificato con la diagnosi e se l'INPS, poi, lo dovrà inviare al datore di lavoro, dovrà togliere la diagnosi.
Il punto è che questo articolo è confuso e pericoloso sotto molti aspetti.
C'è una cosa buona, però, perché anche con questo articolo siete tornati indietro rispetto al decreto-legge n. 112 del 2008. Infatti, presi dalla grande furia contro il pubblico impiego, con il decreto-legge n. 112 ne avete combinata qualcuna. Avete, per esempio, affermato che il certificato andava fatto dalla struttura pubblica e le nostre caselle di posta elettronica sono state riempite di comunicati di medici di medicina generale che ci chiedevano se si dovessero considerare struttura pubblica o meno.
Ora, al comma 2, precisate che anche i medici di medicina generale possono fare il certificato e questa è una cosa buona. Infatti, già immaginavo le file al pronto soccorso per avere i certificati (sapendo cosa sono, in questo momento i nostri pronto soccorsi)!
Passato questo, però, penso che ci sia un problema di fondo: l'INPS non ha alcuna relazione con le amministrazioni pubbliche decentrate e ne ha solo alcune con le amministrazioni pubbliche centrali. Per quel che riguarda il pubblico impiego, l'INPS tratta sì fondi speciali (ferrovieri, il clero e via dicendo), ma alcune cose non le tratta.
Pertanto affermare che i medici inviano i certificati all'INPS significa che andranno stabilite delle convenzioni, significa fare tantissimo lavoro. Se voi mettete queste norme in combinato disposto con l'ultima proposta emendativa presentata dal Governo in Commissione bilancio, con cui si afferma che tutto ciò va fatto senza oneri per lo Stato, significa, ancora una volta, che avete creato una norma manifesto per andare in televisione a dire che avete innovato la pubblica amministrazione!
In questo modo state facendo solo confusione e state aumentando le spese e le difficoltà dei cittadini! Questo deve essere chiaro, onorevoli colleghi: riguardatevi le norme! Rendetevi conto di cosa scrivete!
Anche in questo caso, signor Presidente, è successa la solita cosa: in Commissione lavoro abbiamo approvato - loro, la maggioranza ha approvato - una proposta emendativa accanto alla quale il Governo, in Commissione bilancio, ne ha presentata una propria.
Dunque, siamo in una situazione in cui, per fare la lotta ai fannulloni, generiamo un'ulteriore complicazione nella pubblica amministrazione.
A questo proposito, la questione della privacy non è affatto banale. Quando siete intervenuti sulla legge n. 104 del 1992 e avete voluto costituire le banche dati e altri meccanismi vi siete resi conto cosa significa mantenere una banca dati che contiene i dati sensibili dei cittadini e vi siete resi conto che è necessario, per legge, distruggere certi tipi di dati sensibili dopo un determinato periodo. Dovrete fare lo stesso per questi dati che devono essere spediti e tutte queste procedure dovranno essere effettuate, altrimenti opererete in contrasto con le leggi sulla privacy.
Pertanto, su questo punto si scopre anche un altro inganno. Questo provvedimento che avrebbe dovuto essere quello necessario ad «efficientare» - termine bruttissimo -, ossia a rendere efficiente la pubblica amministrazione è, ancora una volta, solo pubblicità, bandierine, lucine accese e fonte di confusione per gli enti di previdenza. Ma mi viene in mente un'altra questione proprio adesso. Come mai l'INPDAP scompare in questa situazione? Avete forse intenzione di effettuare strane unificazioni? Signor Presidente, esprimeremo voto contrario sull'articolo in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

Pag. 81

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, guardiamo da sempre al merito del provvedimento e in ordine all'articolo 39-sexies troviamo veramente singolare che la maggioranza e il Governo non abbiano accolto, ad esempio, l'ultimo emendamento posto in votazione, l'emendamento Damiano 39-sexies.3, che certamente andava nella direzione dello snellimento e della semplificazione.
Riteniamo, comunque, che sia necessario andare avanti per avere un quadro organico e tempestivo delle assenze per malattia, sia nel settore pubblico sia in quello privato. Anche altre nostre iniziative legislative, nelle passate legislature, andavano in questa direzione.
Tra l'altro, si conferma che l'atteggiamento del Governo è diretto a non prestare ascolto agli emendamenti - Ministro Brunetta, mi consenta di dirlo con grande libertà - che avevamo presentato in ordine al decreto-legge n. 112 del 2008, perché il contenuto di quegli emendamenti oggi viene recepito con una modifica proposta dal Governo. Infatti, oggi si stabilisce che gli accertamenti possono essere rilasciati da una struttura sanitaria pubblica o da un medico convenzionato, dopo tre mesi, malgrado che il buon senso, già allora, avrebbe potuto portare il Parlamento ad esprimere un atteggiamento legislativo coerente con il realismo della possibilità operativa. Dunque, riscontriamo che, rispetto allo scorso luglio, è stato compiuto un atto di resipiscenza da parte del Governo relativamente al soggetto che deve compiere la certificazione sanitaria.
Prendiamo atto che con l'articolo in esame si va avanti in una prospettiva che noi sosteniamo, al fine di avere una certificazione tempestiva e soprattutto una strumentazione informatica e telematica adeguata. Tuttavia, abbiamo qualche dubbio e ciò conferma il voto di astensione che annunzio a nome del mio gruppo, perché non sono stati concessi i tempi necessari per accertare tutto l'articolato, anche in relazione ai temi della necessaria privacy. Poiché tale questione deve essere verificata in un tempo nettamente superiore a quello che fino ad ora abbiamo avuto a disposizione, ci asterremo in ordine all'articolo in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39-sexies, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 477
Votanti 453
Astenuti 24
Maggioranza 227
Hanno votato
249
Hanno votato
no 204).

Prendo atto che i deputati Abbrignani e Bernini Bovicelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Zinzi ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 39-septies - A.C. 1441-quater-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39-septies e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 39-septies.301, identico all'emendamento 39-septies.300 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento), mentre il parere è contrario sull'emendamento Damiano 39-septies.3.

PRESIDENTE. Il Governo?

Pag. 82

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 39-septies.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, e 39-septies.301 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, prima di votare vorrei far presente al Governo, come già avvenuto in Commissione, il problema che si potrebbe verificare votando questa proposta emendativa.
In Commissione, all'unanimità di tutte le forze politiche, è stata votata una norma diversa al fine di evitare che questo provvedimento entrasse in vigore dal gennaio 2009. Infatti, considerato che l'articolo 71 del decreto-legge n. 112 del 2008 è in vigore dal 25 giugno 2008, si poteva verificare che per l'anno 2008...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Paladini. Prego i deputati di allontanarsi dal banco del Governo, grazie. Prego, onorevole Paladini.

GIOVANNI PALADINI. Vedo che non c'è molta attenzione. Invece, farei molta attenzione e vi spiegherò il motivo andando avanti.
L'articolo 71 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, è stato modificato e pertanto siamo favorevoli, come gruppo, all'articolo 39-septies, ma non all'emendamento in esame, perché differenzia e reca una sperequazione all'interno delle forze dell'ordine.
Infatti, poiché il decreto-legge è entrato in vigore a giugno 2008, al personale tra giugno e dicembre 2008 verranno detratte le indennità o gli altri emolumenti in caso di assenza per malattia, e ciò riguarderà anche altri aspetti che conoscete molto bene.
Capisco che è molto difficile, ma la previsione dei 9 milioni di euro annui per l'anno 2009 non è una corretta interpretazione, perché gli uffici sicuramente hanno preso il dato statistico delle forze dell'ordine come pubblico impiego, valutando in 9 milioni di euro il fabbisogno per l'anno 2009; tale dato non è assolutamente possibile in riferimento al numero delle malattie che ci sono all'interno delle forze dell'ordine.
Quindi, è chiaro che questa norma è fonte di sperequazione e non fa altro che creare un problema per gli anni 2008 e 2009. Ci saranno differenze tra il personale che nell'anno 2008 andrà in malattia per sei mesi e il personale che, per l'anno 2009, si vedrà correttamente riconosciuto lo status di impiego come trattamento economico fondamentale. La problematica, infatti, riguardava il trattamento economico fondamentale e poiché questo dal 2009 comprende le indennità speciali, è chiaro che questo problema è stato risolto, ma non per l'anno 2008.
Quindi, approvando gli identici emendamenti in esame, creeremo all'interno delle forze dell'ordine una sperequazione tra il personale cui verranno detratte delle somme nel 2008 e il personale che nel 2009 non avrà niente a che fare con questo sistema.
Quindi, vi pregherei di valutare tale situazione e di non procedere all'approvazione di questi emendamenti in riferimento a quanto vi ho spiegato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascierto. Ne ha facoltà.

FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, sul contenuto dell'articolo mi esprimerò successivamente in dichiarazione di voto, ma ciò non mi esenta dal correggere in parte quanto detto dal collega Paladini in merito agli identici emendamenti in esame.
Il provvedimento nei confronti del pubblico impiego riguardo alle ben note malattie ha compreso nel pubblico impiego anche le forze dell'ordine, ma solo teoricamente.Pag. 83
Praticamente ad oggi e al 31 dicembre di quest'anno non ci sarà alcun carabiniere, poliziotto, finanziere o comunque appartenente alle forze dell'ordine o alle Forze armate cui verrà decurtata la retribuzione giornaliera a causa di assenza per le malattie sostenute. Se il collega Paladini conosce un solo caso, lo portasse qui a conoscenza dell'Aula, dal momento che ad oggi mi risulta non essersi verificato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 39-septies.300 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) e 39-septies.301 della Commissione, accettati dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 477
Votanti 267
Astenuti 210
Maggioranza 134
Hanno votato
248
Hanno votato
no 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 39-septies.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 466
Astenuti 18
Maggioranza 234
Hanno votato
190
Hanno votato
no 276).

Prendo atto che il deputato Nicolucci ha segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole, mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo 39-septies.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascierto. Ne ha facoltà.

FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, parlerò a nome del Popolo della Libertà. Debbo ringraziare il Ministro Brunetta, perché con il suo provvedimento in realtà ha creato i presupposti di un maggior impiego nel pubblico impiego. Definirei quasi un miracolo quanto verificatosi, dal momento che abbiamo visto - sono dati di fatto - ridursi del 37 per cento - ad oggi sicuramente di più - il personale, nel pubblico impiego, in assenza per malattia il quale, all'improvviso, non era più malato: questi dipendenti hanno iniziato a lavorare con assiduità. Certo, all'interno del pubblico impiego, così come dicevo dianzi, vi sono le forze dell'ordine e mi auguro che in questo provvedimento esse siano differenziate dal resto dei pubblici dipendenti. Infatti, è chiara la natura diversa dell'impiego tra un poliziotto e un impiegato del Ministero.
Quindi, poiché anche le forze dell'ordine rientrano nel pubblico impiego, questo provvedimento poteva determinare il rischio che un carabiniere, un poliziotto o comunque un appartenente alle forze dell'ordine, impiegato in attività di ordine pubblico o comunque nell'attività istituzionale quotidiana, potesse rimanere ferito o potesse ammalarsi a causa degli eventi atmosferici e, quindi, subire una decurtazione del suo stipendio per l'attività istituzionale chiamato a svolgere. Abbiamo corretto tale situazione; al riguardo, debbo ringraziare la Commissione per quanto ha fatto e lo faccio indicando il presidente Stefano Saglia, ma il mio grazie è esteso a tutta la Commissione e anche al Ministro presente in Aula. Abbiamo sottratto le forze dell'ordine alla possibilità di subire questa decurtazione.
Ne abbiamo sentite tante in questi mesi, soprattutto da parte dell'opposizione che ha un po' fomentato i sindacati, ma la realtà - cari amici dell'opposizione, e mi rivolgo anche ai sindacati delle forze dell'ordine e alle rappresentanze militari - èPag. 84che oggi, non essendo stati adottati i decreti attuativi, ma anche per responsabilità politica del Governo e delle istituzioni, non vi è un solo poliziotto o un solo militare che abbia avuto questa decurtazione. Questa è una misura attesa, si tratta di un articolo importante sul quale votiamo a favore con grande soddisfazione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio l'onorevole Ascierto, con il quale condivido la stessa provenienza professionale dalle forze dell'ordine, ma ritengo importante sottolineare un aspetto. Onorevole Ascierto, le disposizioni erano state introdotte dall'articolo 71 del decreto-legge n. 112 del 2008, e non erano sorte per caso: quindi, oggi siamo qui a rimediare a una situazione che non riguarda solamente tale articolo, ma ben altre sei misure introdotte dal citato decreto-legge n. 112. Quindi, se fossi in lei, onorevole Ascierto, non canterei tanto vittoria perché, con riferimento all'articolo 71, oggi, in quest'Aula, finalmente si è riusciti a sanare una sperequazione che era stata introdotta proprio attraverso tale articolo; non è una conquista, è una marcia indietro in riferimento ad una operazione estremamente negativa che era stata fatta. Mi meraviglia che un appartenente alle forze dell'ordine che qui fa il parlamentare, come tutti gli altri dica che è una conquista; è una conquista con un provvedimento che ha interessato le forze dell'ordine attraverso un modello e una visione completamente diversi, perché l'interessamento, se c'era, doveva esserci già stato prima, e ciò non riguarda solamente le malattie, ma anche il turnover, la decurtazione economica e altre questioni che tutti conoscete molto bene.
Quindi, io sono favorevole all'approvazione dell'articolo 39-septies; ho parlato con il Ministro che mi ha rassicurato sul fatto che - sono molto contento di dirlo anche ufficialmente, se il Ministro me lo permette, avendo avuto una conversazione non ufficiale - per l'anno 2008 alle forze dell'ordine non verrà assolutamente decurtato dallo stipendio un solo euro per le assenze per malattia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bosi. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOSI. Signor Presidente, credo che non possa passare sotto silenzio anche la nostra soddisfazione perché questa revisione, questo ripensamento in ordine alla specificità della condizione dei vigili del fuoco, delle forze della sicurezza e della difesa, viene a sanare una stortura precedente: si rischiava cioè di dover trattare alla stessa maniera situazioni così diverse.
Indubbiamente questo comparto è molto diverso, ha anche forme di indennità e di retribuzione diverse; quindi, un trattamento analogo agli altri settori del pubblico impiego sarebbe stato una grossa ingiustizia. Credo inoltre che le modifiche all'articolo spengano anche le proteste che vi erano state. Anche noi, quindi, voteremo con soddisfazione a favore di questa nuova formulazione dell'articolo 39-septies.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Villecco Calipari. Ne ha facoltà.

ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Signor Presidente, intervengo, rispondendo anche all'onorevole Ascierto che ha tirato in ballo l'opposizione come se, in maniera ideologica, sbandierasse le decurtazioni alle retribuzioni e i tagli, peraltro già previsti con il decreto-legge n. 112 del 2008, la manovra triennale approvata dalla Camera a luglio. Quasi noi, praticamente, utilizzassimo strumentalmente quanto invece la maggioranza e il Governo hanno davvero compiuto e continuano a compiere anche in questo momento. Gli ultimi fatti sono appunto quelli avvenuti ieri in Commissione difesa nella discussionePag. 85sul disegno di legge finanziaria; ancora una volta la maggioranza ha confermato i tagli pesanti all'intero comparto sicurezza e difesa. Quindi, direi che forse è la maggioranza che utilizza la propaganda e gli spot pubblicitari per quanto riguarda questo comparto, che viene utilizzato anche impropriamente nel famoso slogan: «Strade sicure, strade pulite».
Sono, invece, pienamente d'accordo con quanto detto dall'onorevole Paladini: quanto sta avvenendo oggi è esattamente una compensazione rispetto a ciò che questa maggioranza ha operato con il decreto-legge n. 112 del 2008. Quindi, per quanto riguarda il nostro gruppo, riteniamo che questo sia sicuramente un passo in avanti nel riconoscimento della specificità di un comparto, cui si chiede tanto e al quale questo Paese tanto deve. Per quanto ci riguarda, preannunciamo la nostra astensione su questo articolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, intervengo solo per rispondere a quanto dichiarato erroneamente dai colleghi. Il Governo non ha fatto un passo indietro o una retromarcia, ma al contrario un passo avanti. Infatti, con una norma sacrosanta per il pubblico impiego, che colpisce chi approfitta di norme relative al trattamento sanitario per non svolgere il proprio lavoro, oggi il Governo riconosce altri elementi di specificità alle forze dell'ordine, con un intervento che definirei «sacrosanto», che forse il Governo di centrosinistra, non l'opposizione, ma l'allora maggioranza, non ha mai voluto fare in nessuna direzione.
Oggi ci apprestiamo ad approvare un importante e complessivo provvedimento, che va in direzione esattamente contraria a quanto ha fatto il centrosinistra, che, per esempio, con l'abolizione del cosiddetto scalone Maroni, ha previsto una futura riforma previdenziale assolutamente deleteria per le forze dell'ordine. Noi siamo certi che il Governo saprà tenere fede proprio all'approvazione di questo provvedimento complessivo, nel senso di andare verso il riconoscimento della piena specificità del comparto forze dell'ordine e forze armate (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39-septies, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 301
Astenuti 188
Maggioranza 151
Hanno votato
300
Hanno votato
no 1).

Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sui due articoli aggiuntivi del Governo.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sugli articoli aggiuntivi 39-septies. 0100 e 39-septies. 0101 del Governo.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo raccomanda l'approvazione delle sue proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39-septies. 0100 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 487
Astenuti 7
Maggioranza 244
Hanno votato
259
Hanno votato
no 228).

Pag. 86

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39-septies. 0101 del Governo, accettato dalla Commissione...

TERESIO DELFINO. Un attimo, signor Presidente!

PRESIDENTE. Sta bene. Revoco l'indizione della votazione.
Prego, onorevole Delfino, ha facoltà di parlare.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, chiedo scusa perché eravamo stati un po' sorpresi dal suo procedere spedito. Chiedevo di vedere il testo delle proposte emendative, perché nel testo che ho nelle mie mani non sono presenti.

PRESIDENTE. Onorevole Delfino, sono a pagina 21 del fascicolo degli emendamenti.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, quale articolo aggiuntivo stiamo votando adesso?

PRESIDENTE. Stiamo per votare sull'articolo aggiuntivo 39-septies.0101 del Governo, mentre abbiamo già votato sull'articolo aggiuntivo 39-septies. 0100 del Governo.

TERESIO DELFINO. Un attimo, sto solo leggendo (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Non vedo proprio quale sia il problema, anche perché eravamo pronti a votare un'altra proposta emendativa. Queste proteste verso un semplice componente del Comitato dei nove, che interviene per chiedere un chiarimento, credo che siano assolutamente infondate.
Quindi, ringrazio il Presidente. Alla luce di questa proposta emendativa del Governo, riteniamo che questi temi sarebbero da dibattere in modo più articolato anche in un confronto serrato con le rappresentanze sindacali del comparto. Per questa ragione, il nostro gruppo si asterrà.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 17,20)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intervengo solo per dichiarare la nostra astensione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 39-septies.0101 del Governo, accettato dalla Commissione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 279
Astenuti 216
Maggioranza 140
Hanno votato
277
Hanno votato
no 2).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non intendo riassumere la vicenda avvenuta in Aula questa mattina. Mi dispiace che lei la apprenda in questo momento. Eravamo arrivati alla conclusione di chiudere questa fase dei lavori con l'articolo 39-septies, sospendendo la seduta prima di passare all'articolo 65.
Ora si pongono una serie di questioni, signor Presidente, in ragione delle quali, poco più di un'ora fa, anzi un po' meno, il collega Quartiani aveva già posto all'attenzione dell'Aula - e mi riferisco in particolare al relatore, al ministro Brunetta e anche ai colleghi capigruppo della maggioranza, anche in ragione degli appelli che sono stati fatti per cercare diPag. 87lavorare in una maniera piuttosto ordinata - l'esigenza di prendere in considerazione la possibilità, prima di passare all'esame dell'articolo 65, di consentire al Comitato dei nove di riunirsi, Comitato che deve comunque convocarsi per affrontare i temi sollevati dal collega Brunetta. Il Ministro, infatti, con grande impegno, ci ha detto che avrebbe voluto valutare una per una le proposte emendative dell'opposizione. Lei sa, signor Presidente, che questo è possibile farlo soltanto in sede di Comitato dei nove, in questo momento e non oltre.
Rimane un problema aperto con riferimento alle Forze armate e una serie di emendamenti a ciò legati. Suggerirei, prima di passare all'esame dell'articolo 65, proprio per dare ordine e, possibilmente, serenità ai nostri lavori (il rischio, altrimenti, è che ci ritroviamo ingarbugliati andando avanti in modo disordinato su questi temi), visto che tanto dovrà riunirsi comunque per affrontare tali questioni, che il Comitato dei nove, magari, si convochi subito.
È un invito che rivolgo - non certo per perdere tempo, ma magari per guadagnarne - al relatore e al presidente della Commissione. Mi sembrerebbe una decisione saggia; poi, come spesso capita, non è detto che questo corrisponda a ciò che accade.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, considero le sue parole sagge. Sentiamo, al riguardo, il parere del presidente della Commissione.

STEFANO SAGLIA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, non credo che sia la prima volta che si accantonano due punti. Si tratta di due cose importanti e sostanziali, ma che risultano accantonate. Si tratta del punto relativo all'emendamento del Governo sulle modifiche alla legge n. 104 del 1992 sui disabili e dell'articolo 39-bis, relativo alla specificità delle forze dell'ordine, mentre abbiamo tranquillamente la possibilità di affrontare il resto del provvedimento, cioè gli articoli 65, 66 e 67, perché sono istruiti dalla Commissione.
Il mio suggerimento, quindi, è di proseguire così.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Saglia. Onorevole Giachetti, come ha visto, è stato profetico.
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso ulteriori prescritti pareri (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-A).

(Esame dell'articolo 65 - A.C. 1441-quater-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 65 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Damiano 65.1, nonché sugli identici emendamenti Damiano 65.2 e Paladini 65.3.

La Commissione esprime, altresì, parere contrario sugli emendamenti Damiano 65.4 e Damiano 65.5.
La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Delfino 65.11, mentre esprime parere contrario sugli emendamenti Damiano 65.6, Paladini 65.7 e 65.9.
La Commissione formula un invito al ritiro degli emendamenti Delfino 65.8 e Contento 65.10.
L'emendamento 65.200 della Commissione è stato ritirato, mentre la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Damiano 65.12 e Paladini 65.13.

PRESIDENTE. Il Governo?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. SignorPag. 88Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 65.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, ci ritroviamo, in un collegato alla legge finanziaria, a modificare un'altra parte delle norme sulla giurisdizione: questa volta l'oggetto è il processo del lavoro. Francamente non riesco a capire l'operato del Governo, considerato che, a seconda del settore della giurisdizione, processo civile, processo del lavoro, processo penale, si interviene con una filosofia diversa. Nel processo civile avevamo visto come in realtà si ampliava la discrezionalità del giudice; nel processo del lavoro, che forse è uno dei pochi riti che ancora funzionano, invece si interviene in una logica che va a comprimere i diritti, i diritti dei lavoratori, i diritti delle imprese, si va a comprimere la capacità e il potere del giudizio del giudice, si vanno a restringere gli spazi di interpretazione, laddove il legislatore dice: vi siano delle norme che sono clausole generali; ma il giudice è soggetto alla legge, e non può non interpretare la norma, e quindi anche la clausola generale.
Il nostro intervento consiste quindi, in primo luogo, in un emendamento che va a sopprimere l'articolo 65, che è un esempio di un modo di legiferare grossolano, che non fa onore al Parlamento. Si parla di clausole generali, e poi si va a creare una norma che dovrebbe essere una norma guida e che è a sua volta indeterminata, è a sua volta una clausola generale. L'articolo 65, al comma 1, infatti stabilisce che il controllo giudiziale, laddove vi sono le clausole generali, è limitato all'accertamento dei presupposti di legittimità; ma il giudice ha l'obbligo di accertare la conformità o meno del fatto alle norme di legge, e da questo non può esimersi, violerebbe la Costituzione: violerebbe l'articolo 101, violerebbe l'articolo 24, violerebbe il tanto richiamato, a volte anche forse troppo richiamato, altre volte invece dimenticato, articolo 111, relativo al giusto processo.
Al comma 2 invece si prevede addirittura che, nella qualificazione giuridica del contratto, il giudice è vincolato non alla legge, ma alla valutazione che le parti, magari anche in sede di certificazione, hanno dato. Si tratta quindi di un grave vulnus ai principi generali: il giudice non può subire vincoli e condizionamenti delle parti nella qualificazione di un contratto. Il giudice deve ricevere i suoi vincoli unicamente dalla legge, e le parti tutte hanno il diritto di andare dal giudice per far valere i propri diritti, i diritti che vengono loro riconosciuti.
Al comma 3, poi, si vorrebbe costringere il potere di valutazione alle cause già tipizzate di giusta causa e di giustificato motivo dei contratti collettivi di maggior rilievo. Ma che cosa vuol dire «le cause tipizzate dei contratti di maggior rilievo», di cui si prevede che debba tener conto il giudice? Questa è una formula che in pratica va a ledere i principi generali dell'interpretazione delle norme: se devono avere un carattere vincolante, e quindi non gli consentono di interpretare la legge, quelle tipizzazioni sono contro il dettato costituzionale; se, invece, si intende soltanto dire che il giudice deve utilizzare tali tipizzazioni come elementi illustrativi della realtà, allora la norma è inutile, perché questo è quanto già si fa, è quanto già fanno i giudici, è quanto già dice la Corte di cassazione.
I nostri emendamenti, oltre a quello soppressivo, intendono in qualche modo correggere, determinare queste fattispecie, che non consentono di capire quale sia la logica, se non quella di imbrigliare il giudice del lavoro all'interno di regole che non sono quelle della legge, sono quelle delle parti. Ma quali parti? Le parti più forti! Questo noi non lo possiamo condividere: noi vogliamo che ci siano delle regole chiare, e che tutti possano adire il giudice per far valere i propri diritti. I nostri emendamenti sono in questo senso.

Pag. 89

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saltamartini. Ne ha facoltà.

BARBARA SALTAMARTINI. Signor Presidente, intervengo anche perché credo sia giusto, su tutto il pacchetto degli emendamenti che ci apprestiamo a votare, fare un po' di chiarezza, perché in questo caso, come nel caso precedente dell'articolo 37-bis, si è detto tutto e il contrario di tutto, a mezzo stampa e in quest'Aula. Credo sia quindi opportuno centrare esattamente la finalità e la filosofia con cui è stata costruita tutta questa parte relativa al processo del lavoro.
La filosofia di fondo che ha ispirato le norme di riforma del processo del lavoro si sviluppa essenzialmente, in questi articoli, lungo due coordinate fondamentali. La prima è quella della riduzione degli spazi di sindacabilità del licenziamento da parte del giudice del lavoro; ciò, come abbiamo ribadito anche in Commissione, è finalizzato a salvaguardare l'autonomia delle scelte imprenditoriali, a tutela del principio costituzionale che garantisce la libertà dell'iniziativa economica. La seconda, invece, è costituita dall'esigenza che noi - ed il mondo delle imprese - sentiamo universalmente di garantire processi rapidi e di alleggerire il carico eccessivo dei ruoli della magistratura del lavoro che oggi, purtroppo, non riesce a rispondere con quella celerità di cui invece si avverte l'assoluta necessità.
La scelta che questa maggioranza ha operato nel riformare il processo del lavoro, in base alle indicazioni che provenivano da parte del Governo, non intacca quindi minimamente l'impianto normativo che continua a regolare, in particolare, i licenziamenti e la conciliazione pregiudiziale e giudiziale nell'ambito del processo. Nessuno di questa maggioranza vuole assolutamente intaccare, tra l'altro, l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, e questo lo sottolineiamo nuovamente con grande forza, perché anche su questo punto abbiamo sentito troppe falsità in quest'Aula.
Siamo per assicurare e tenere vive tutte le garanzie fondamentali a tutela del lavoratore, ma allo stesso tempo vengono finalmente introdotti quegli elementi di razionalizzazione e di modernizzazione del sistema processuale e conciliativo che, attraverso la celerità dei processi e le regole certe sul sindacato di legittimità dei licenziamenti, offrono agli imprenditori la certezza di non rimanere esposti in modo abnorme alle distorsioni di un sistema che non poche imprese ha danneggiato.
In sintesi, e concludo, voteremo convintamente tutto l'impianto, condividendo i pareri espressi dal nostro relatore, perché siamo convinti che con questo provvedimento portiamo a casa un grande risultato di innovazione, anche per il mondo delle imprese, relativamente ai processi del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, ho apprezzato la cortesia del relatore per avere espresso un invito al ritiro anziché un parere contrario, ma avrei, ovviamente, preferito un parere favorevole, anche perché francamente i nostri emendamenti sono migliorativi, dal punto di vista tecnico-formale, dell'impianto della riformulazione dell'articolo 65, di cui non contestano la filosofia innovativa e riformatrice.
Tuttavia ritengo che, per quanto ormai sia dato per scontato che la qualità della nostra legislazione è sempre peggiore, forse il legislatore non può nascondersi all'infinito dietro l'impersonalità di questo termine, perché poi siamo noi deputati che scriviamo le norme.
Mi permetto, colleghi, di richiamare alla vostra attenzione la formulazione, in particolare, del comma 3, laddove si dice che il giudice, nel valutare le motivazioni poste a base del licenziamento, tiene conto delle fondamentali regole del vivere civile, oltre che dell'oggettivo interesse dell'organizzazione (che già sarebbe una cosa discutibile).Pag. 90
Ma io mi chiedo: ma cosa sono le fondamentali regole del vivere civile? Credo che ciascuno di noi, se fosse chiamato ad esprimerle, quanto meno, ne darebbe un decalogo ampiamente diverso l'uno dall'altro. Si può scrivere in una norma di legge che il giudice tiene conto delle fondamentali regole del vivere civile? Ma che indicazione di interpretazione è? Ma come pensiamo di orientare una giurisprudenza prevedendo: il giudice tiene conto delle fondamentali regole del vivere civile?
Dimentichiamo, per una volta, se è possibile, le ragioni di schieramento (maggioranza e opposizione) e cerchiamo di farci carico della responsabilità di far uscire da quest'Aula delle norme di cui non ci dobbiamo vergognare e che una volta affidate all'interprete finiscano per non produrre degli effetti boomerang. In questo modo, infatti, la maggioranza che le propone pensa di indurre il magistrato a dare un'interpretazione orientata in un certo modo, ma io temo che, invece, grazie al riferimento alle fondamentali regole del vivere civile, il magistrato poi finirà per fornire interpretazioni che magari - colleghi della maggioranza - saranno esattamente opposte alle aspirazioni che stanno dietro al suggerimento che gli si vuole mettere in bocca.
Allora, per favore, già nella scorsa legislatura abbiamo visto quante volte è successo che immaginare di stabilire norme che spiegano ai magistrati come devono interpretare le leggi per orientare le giurisprudenza, ha prodotto effetti assolutamente controproducenti: facciamo tesoro di questa esperienza e finiamola con queste illusioni. Lo ripeto: non fosse altro per ragioni di dignità della qualità della nostra legislazione, almeno, per cortesia, togliamo questo penoso riferimento a questo concetto assolutamente incomprensibile. Queste sono le motivazioni del nostro emendamento Delfino 65.8.
Per quanto riguarda, inoltre, l'emendamento Delfino 65.11 aggiungo ora, signor Presidente - così mi risparmio un intervento successivo -, che noi non siamo contrari aprioristicamente a valorizzare lo strumento della certificazione, come questa norma prevede. Tuttavia, proprio perché, in questo caso, si ampliano in maniera molto rilevante gli ambiti della certificazione, crediamo che sia prudente fare una certa selezione delle tipologie di certificazione. Questa è la ragione per cui chiediamo di inserire la certificazione nel contesto degli organismi bilaterali. Anche questa mi sembrerebbe una previsione che non va contro lo spirito e la ratio della norma, ma la rende più praticabile e più percorribile.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 65.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 477
Votanti 445
Astenuti 32
Maggioranza 223
Hanno votato
201
Hanno votato
no 244).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Damiano 65.2 e Paladini 65.3, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 476
Votanti 442
Astenuti 34
Maggioranza 222
Hanno votato
193
Hanno votato
no 249).

Pag. 91

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 65.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 475
Votanti 443
Astenuti 32
Maggioranza 222
Hanno votato
195
Hanno votato
no 248).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 65.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, questa norma, che chiediamo venga soppressa con il nostro emendamento Damiano 65.5, potremmo ricomprenderla nel quadro delle norme che presuppongono un minore controllo dal punto di vista giudiziario.
Ci siamo molto interrogati sul senso di questa disposizione, e sul suo testo che - come giustamente diceva il collega Vietti - è alquanto oscuro. Quando si impone al giudice di tener conto delle fondamentali regole del vivere civile e dell'oggettivo interesse dell'organizzazione, al di là del sapore vagamente corporativo (ci manca solo il riferimento all'interesse nazionale e il quadro sarebbe completo), ebbene si tratta, secondo noi, di norme che non fanno parte delle clausole generali, categoria giuridica che ben conosciamo, ma delle clausole generiche, che hanno l'effetto soltanto di rendere più complesso il lavoro del giudice e più incerto il risultato del contenzioso, dando luogo a diversità e divergenze di pronunce che sono un male della nostra giustizia. In questo senso va raccolto il grido d'allarme che proviene dal Consiglio nazionale forense, organo indipendente che ha denunziato con grande forza i limiti di questa norma chiedendo al Parlamento di rivederla, e di rivederla con grande attenzione.
Altro elemento che non ci convince della norma in questione è che parifica il contratto collettivo al contratto individuale, sia pur certificato. Ebbene, credo che non sfugga a nessuno la diversità che vi è tra il frutto dell'autonomia collettiva, il contratto collettivo, e il contratto figlio della libera contrattazione tra datore di lavoro e singolo lavoratore. Il contratto collettivo garantisce realmente e offre la possibilità di tutelare in maniera equilibrata gli interessi contrapposti in gioco, mentre il contratto individuale di lavoro, troppo spesso, è a vantaggio esclusivo del datore di lavoro. Questo ulteriore elemento deve essere sottolineato, e la parificazione contenuta in questa norma non ci convince, non ci convince affatto.
Infine, si rinvia al contratto collettivo o al contratto individuale certificato ai fini della determinazione delle ragioni che possono condurre al licenziamento e dell'individuazione delle conseguenze dell'eventuale illegittimità del licenziamento. A nostro avviso, in tale ambito le leggi sono ben chiare, vi è una giurisprudenza che ormai si è sedimentata. I contratti collettivi costituiscono un utile punto di riferimento per il lavoro del giudice, che si basa anche sulla contrattazione collettiva nell'individuazione delle ragioni che possono legittimamente condurre al licenziamento, ma vincolare l'attività del giudice a tali determinazioni ci pare sbagliato, oltre che contrario a norme di rango costituzionale, come ha giustamente rilevato la collega che mi ha preceduto.
Si rischia, dunque, di peggiorare un quadro che è già molto complesso. La disciplina in tema di licenziamento dà luogo a numerosi contenziosi, e crediamo che vi sia bisogno di maggiore chiarezza e non di maggiore confusione: questa norma agisce proprio in questo senso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

Pag. 92

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei che noi pensassimo al fatto che con questa norma non stiamo intaccando l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, stiamo facendo molto di più e molto peggio: stiamo eliminando la disciplina limitativa dei licenziamenti, e stiamo eliminando il controllo del giudice su quella disciplina: è molto di più. Se questa maggioranza vuole eliminare quella disciplina, abbia il coraggio di sfidare quei tre milioni di lavoratori che nella scorsa legislatura con questa maggioranza glielo hanno impedito, ma non utilizzi procedure striscianti come questa, perché non ci potete prendere in giro: eliminare il controllo del giudice sul merito dei licenziamenti equivale a rendere l'articolo 18 e tutta la disciplina limitativa totalmente innocua.
Questo non ve lo potremo consentire, perché questo intervento non è un intervento per rendere più forte il diritto dei lavoratori, ma è per renderli esposti ai ricatti soprattutto in quelle zone, come il Mezzogiorno, dove questo ricatto, pur sussistendo la tutela reale, esiste già.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Antoni. Ne ha facoltà.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, intervengo soltanto per aggiungere la mia firma all'emendamento Damiano 65.5 e per sottolineare che vi è una palese contraddizione tra il comma 1 e il comma 3 dell'articolo 65: nel primo, quando dipende soltanto dalle imprese, si stabilisce che il giudice non ha nessuna possibilità di intervento, mentre nel comma 3 si afferma che il giudice tiene conto delle fondamentali regole del vivere civile. Mettetevi d'accordo con voi stessi: non si può legiferare in questo modo pur di intaccare questa materia, che riguarda un numero limitato di persone, le persone più deboli. Altro che semplificazione del processo del lavoro: così lo complicate da morire! Infatti mettendo le mani in questo modo sull'unica parte del processo civile che funziona, farete in modo che anche quella non funzioni. È un record, è un primato, ma voi li battete tutti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 65.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 462
Votanti 432
Astenuti 30
Maggioranza 217
Hanno votato
189
Hanno votato
no 243).

Prendo atto che la deputata Ferranti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Delfino 65.11 formulato dal relatore.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 65.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 469
Votanti 460
Astenuti 9
Maggioranza 231
Hanno votato
214
Hanno votato
no 246).

Pag. 93

Prendo atto che il deputato Porfidia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 65.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 450
Votanti 416
Astenuti 34
Maggioranza 209
Hanno votato
184
Hanno votato
no 232).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 65.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 468
Votanti 460
Astenuti 8
Maggioranza 231
Hanno votato
216
Hanno votato
no 244).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 65.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 477
Astenuti 4
Maggioranza 239
Hanno votato
226
Hanno votato
no 251).

Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Delfino 65.8 formulato dal relatore.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 65.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 482
Astenuti 5
Maggioranza 242
Hanno votato
230
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che il deputato Tenaglia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Contento 65.10 formulato dal relatore.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro e non insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Contento 65.10 lo ritirano.
Ricordo che l'emendamento 65.200 della Commissione è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 65.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 94

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 476
Astenuti 6
Maggioranza 239
Hanno votato
202
Hanno votato
no 274).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 65.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 475
Astenuti 5
Maggioranza 238
Hanno votato
196
Hanno votato
no 279).

Prendo atto che l'onorevole Renato Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e l'onorevole Agostini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 65.
Avverto che il gruppo del Partito Democratico ha esaurito i tempi a sua disposizione previsti dal contingentamento, compresi quelli aggiuntivi concessi dalla Presidenza in ragione di un terzo rispetto a quelli previsti. Secondo la prassi, i deputati appartenenti a tale gruppo potranno intervenire per un minuto, imputando tale tempo a quello previsto per gli interventi a titolo personale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, la nostra sarà una dichiarazione di voto contraria ovviamente perché non possiamo condividere il filo conduttore sotteso a questo intervento. La relatrice lo ha detto apertamente: ha dichiarato che questo articolo intende soddisfare le esigenze dell'impresa. Ma le esigenze del mercato - vorrei dire - non possono essere mai soddisfatte se si getta un'ombra sui diritti del lavoratore, sul significato del lavoro delineato dalla Carta costituzionale e dalla Corte di giustizia delle Comunità europee. Vorrei dirvi che alla lunga la filosofia che comprime i diritti darà le sue ripercussioni negative sul contesto sociale. La compressione dei diritti delle classi più deboli non fa parte del patrimonio del nostro gruppo.
Comprime lo spazio di esercizio della giurisdizione ordinaria, della tutela di quei diritti, spingendoli verso la giustizia privata accessibile a pochi, non può costituire una base per uno sviluppo del mercato, dell'impresa e del lavoro in un Paese moderno. Si continua - devo constatarlo purtroppo - a scegliere la strada delle riforme striscianti, che scardinano i principi dell'ordinamento giudiziario, contrastano con la Costituzione, sottraggono al dibattito e al confronto nelle sedi proprie...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Ferranti, la prego di concludere perché il suo tempo è scaduto.

DONATELLA FERRANTI. Ho concluso, signor Presidente.

PRESIDENTE. Prego, concluda.

DONATELLA FERRANTI. Ho già concluso, signor Presidente, se non mi avesse interrotta avrei già concluso.

PRESIDENTE. Le faccio presente che il suo tempo è scaduto da 20 secondi, quindi siccome nessuno l'ha interrotta il suo tempo è scaduto. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 65.
(Segue la votazione).

Pag. 95

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 445
Astenuti 36
Maggioranza 223
Hanno votato
245
Hanno votato
no 200).

Prendo atto che il deputato Saglia ha segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole e che il deputato Porfidia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, ho verificato, come credo anche lei possa verificare dal tabellone, che i voti favorevoli sono stati 245. Sappiamo che il numero legale è 253, il che significa, come già da ieri e come già da questa mattina, che la maggioranza sta procedendo a varare il provvedimento in esame senza essere in condizione di garantire in quest'Aula la presenza di un numero adeguato di deputati, che rappresentino la reale maggioranza di questa Camera, anzi direi la maggioranza di questa Camera sottratte le missioni e direi pure sottratti i doppi e tripli voti che continuano da questa mattina.
Ora, signor Presidente, è del tutto evidente che con 245 voti la maggioranza non sarebbe comunque in grado di varare il provvedimento in esame oggi, perché per vararlo occorrono 253 voti, dai quali non si possono sottrarre i 20 figurativi. Come si sa, per gli emendamenti è possibile sottrarre i 20 figurativi, quindi 253 meno 20 fa 233, sarebbe teoricamente il numero legale. Naturalmente 253 non sussistono, perché vi sono 245 voti, quindi penso, a questo punto, che sarebbe opportuno evitare di procedere nella discussione in una condizione siffatta, quando peraltro abbiamo di fronte un futuro, a breve, che riguarda gli articoli 39-quinquies e 39-bis, che sono ancora oggetto di discussione per quanto riguarda il Comitato dei nove e la Commissione di merito, che presentano anche emendamenti da parte del Governo.
Non so se convenga, a questo punto, procedere ad una sospensione, di un'ora o di quanto lei ritenga opportuno, in modo tale che si possa procedere ad una modalità di votazione e di discussione razionale, e poi si possa consentire alla maggioranza e ai presidenti di gruppo della maggioranza di poter telefonare ai colleghi che in questo momento non sono presenti, perché è necessaria la loro presenza per poter varare il provvedimento in esame con il voto conclusivo.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Quartiani, pur tuttavia non ritengo di accogliere la sua richiesta.

(Esame dell'articolo 66 - A.C. 1441-quater-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 66 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-quater-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Damiano 66.1, nonché sull'emendamento Paladini 66.2 e sull'emendamento Damiano 66.3.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Delfino 66.4.
Il parere è, altresì, contrario sull'emendamento Paladini 66.5 e sull'emendamento Damiano 66.6. La Commissione invita i presentatori al ritiro dell'emendamento Contento 66.7 e dell'emendamento Delfino 66.8.Pag. 96
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Damiano 66.9, mentre formula un invito al ritiro dei successivi emendamenti Delfino 66.10, 66.11, 66.12 e 66.13.
La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Damiano 66.14 e Damiano 66.15. Per quanto riguarda l'emendamento Contento 66.16, la Commissione esprime parere favorevole, mentre formula un invito al ritiro dell'emendamento Delfino 66.17.
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 66.200.
La Commissione formula un invito al ritiro dei successivi emendamenti Delfino 66.18, 66.19 e 66.20, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Damiano 66.25.
La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Delfino 66.21, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Damiano 66.26. La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Delfino 66.22.
La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Damiano 66.27, mentre formula un invito al ritiro dell'emendamento Delfino 66.23. La Commissione esprime parere contrario sui successivi emendamenti Damiano 66.28, 66.29, 66.30, 66.31 e 66.24.

PRESIDENTE. Il Governo?

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Il Governo esprime parere conforme al relatore.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Signor Presidente, vorrei rettificare il parere espresso sull'emendamento Contento 66.7. La Commissione non formula un invito al ritiro, ma esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Sta bene.
Prendo atto che il Governo concorda.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 66.1. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà. Onorevole Capano, le ricordo che ha un minuto.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, proverò a spiegare in questo minuto che l'articolo 66 consente di inserire la rinunzia alla giurisdizione e la sottoposizione all'arbitrato già nei contratti individuali certificati. Questo vuol dire consegnare i lavoratori al ricatto di dover accettare la rinunzia alla giurisdizione nella fase costitutiva del rapporto, cioè nel momento in cui sono più esposti alla volontà del datore di lavoro. Questo è un gravissimo vulnus al diritto del lavoro in generale: non possiamo affrontarlo con questa disinvoltura e con questa superficialità. In questo modo, stiamo dando ai lavoratori l'impossibilità di proteggere non solo il loro diritto alla risoluzione del rapporto di lavoro, ma anche il diritto all'assunzione e alla protezione sociale che l'ordinamento gli appresta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, la nostra contrarietà rispetto a questa norma deriva dal fatto che viene meno il tentativo obbligatorio di conciliazione. Prima di intraprendere una causa di lavoro è necessario espletare un tentativo extragiudiziario di conciliazione. Questa norma - come, peraltro, ha ammesso lo stesso relatore - ogni anno consente di evitare alcune migliaia di cause: il relatore parlava di 7 mila, ma probabilmente si tratta di un dato sottostimato. In ogni caso, qualunque sia il numero, 7 mila o 10 mila, molte altre vengono poi conciliate al di fuori della normale strada delle conciliazioni che avvengono nelle Commissioni di conciliazione, che rappresentano la sede naturale. In ogni caso, si tratta di uno strumento aggiuntivo, che consente di prevenire il contenzioso.

Pag. 97

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GIUSEPPE BERRETTA. Date le condizioni in cui versa la nostra giustizia del lavoro che, nonostante i principi ottimi che la informano, subisce sicuramente le conseguenze di politiche giudiziarie non attente alle esigenze degli operatori del diritto - tutti - credo che sia sbagliato impedire il tentativo di conciliazione all'inizio della causa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 66.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 445
Astenuti 35
Maggioranza 223
Hanno votato
195
Hanno votato
no 250).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 66.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 478
Votanti 435
Astenuti 43
Maggioranza 218
Hanno votato
183
Hanno votato
no 252).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Damiano 66.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, riteniamo che nel momento stesso in cui si mette in difficoltà la giustizia pubblica, ossia si aggrava ulteriormente il carico di lavoro, già difficile da smaltire, dei tribunali del lavoro, con una carenza di uomini e di mezzi che purtroppo è nota, al tempo stesso si indica la strada alternativa della giustizia privata, dell'arbitrato.
L'arbitrato in materia di lavoro è molto pericoloso: sono in gioco interessi e diritti fondamentali riconosciuti dalla nostra Costituzione oltre che dalle leggi speciali e dai contratti collettivi.
Riteniamo, quindi, che l'arbitrato non sia lo strumento adeguato per dare giustizia in questo ambito e, in conclusione, rileviamo che l'arbitrato ha un costo mentre uno dei principi fondamentali della giustizia in questo ambito...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

GIUSEPPE BERRETTA... è che deve essere gratuita.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 66.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo....

MARIA GRAZIA GATTI. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale.

PRESIDENTE. Magari se lo avesse chiesto un attimo prima... comunque se non schiaccia il pulsante è impossibile ascoltarla.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente, era po' che chiedevo di parlare, ma lei stava guardando da un'altra parte.

PRESIDENTE. Chiedo scusa. Prego, ha facoltà di parlare.

MARIA GRAZIA GATTI. Signor Presidente penso che sia essenziale sottolineare il fatto della gratuità del processo del lavoro.Pag. 98
Stiamo mettendo in discussione un elemento fondamentale, che sottolinea ancora una volta la disparità nel rapporto del lavoro e quest'Aula, in questo momento, sta aggravando la disparità nel rapporto di lavoro invece di accogliere quell'indicazione di tipo costituzionale che dice che il rapporto di lavoro è ineguale e che la legislazione deve essere orientata alla tutela della parte debole, in questa situazione, in questo contesto dove andare a giudizio e dover pagare per poter avere un giudizio significa, per molti lavoratori, essere messi nei guai e non poter addivenire al giudizio stesso.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIULIANO CAZZOLA, Relatore. Vorrei ricordare che l'articolo al nostro esame prevede che il percorso della conciliazione dell'arbitrato sia un percorso volontario rispetto alla situazione attuale in cui il tentativo di conciliazione è obbligatorio. Pertanto, il lavoratore si incammina su quel percorso se vuole.
Vorrei anche ricordare che, rispetto al testo iniziale, il comma 6, che prevedeva delle cause di adesione tacita all'arbitrato, è stato abrogato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 66.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 451
Astenuti 34
Maggioranza 226
Hanno votato
197
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che le deputate Zampa, Velo e Anna Teresa Formisano hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Delfino 66.4. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

TERESIO DELFINO. No, signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro e insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente l'invito al ritiro su questo emendamento è purtroppo la dimostrazione di una incomunicabilità da parte della maggioranza nei confronti dell'opposizione che, pure, tiene un comportamento costruttivo.
Infatti, si tratta di un emendamento puramente chiarificatore e tecnicamente migliorativo. Il testo che ci si propone dice: «Ferma restando l'obbligatorietà del tentativo di conciliazione di cui all'articolo 80 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276».
Ora, anzitutto, colleghi della maggioranza, c'è un problema di drafting: ci siamo detti sempre - e ce lo dice il Comitato per la legislazione - che bisognerebbe escludere dal codice i riferimenti alle leggi speciali e quindi già questo rinvio non è formalmente corretto.
Cosa dispone l'articolo 80 del decreto legislativo n. 276 del 2003? Dispone che chiunque presenti ricorso contro la certificazione deve previamente rivolgersi alla commissione di certificazione. Cosa dispone, invece, l'emendamento in esame? Esso dispone di sostituire il riferimento alla legge speciale con l'espressione «salvo quanto previsto per le controversie in materia di certificazione dei contratti». In altre parole, tale emendamento fa salva esattamente la preoccupazione che sta dietro a tale norma e specifica tale argomentazione, in primo luogo, in maniera tecnicamente più corretta e, in secondoPag. 99luogo, tenendo presente che l'articolo 80, che in questa circostanza si invoca, è di per sé una norma autosufficiente, che già stabilisce che prima di rivolgersi al giudice amministrativo si deve esperire il tentativo di conciliazione. Pertanto, se il tema che si propone è che il tentativo di conciliazione non è facoltativo come quello che si svolge davanti all'autorità giudiziaria, facciamo riferimento alla materia, cioè all'accentuazione della materia, e non alla norma speciale.
Invito, pertanto, il relatore e il Governo ad un ripensamento, che non rappresenta una concessione politica ma semplicemente una concessione alla formulazione della norma, che permette di affermare gli stessi concetti in un modo tecnicamente corretto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 66.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 316
Astenuti 169
Maggioranza 159
Hanno votato
62
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 66.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 446
Votanti 328
Astenuti 118
Maggioranza 165
Hanno votato
82
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare e che i deputati Leoluca Orlando, De Micheli e De Pasquale hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 66.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 467
Votanti 431
Astenuti 36
Maggioranza 216
Hanno votato
184
Hanno votato
no 247).

Prendo atto che il deputato Misiti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 66.7, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 447
Astenuti 38
Maggioranza 224
Hanno votato
255
Hanno votato
no 192).

Prendo atto che le deputate Bernini Bovicelli e Rivolta hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevolePag. 100e che il deputato Leoluca Orlando ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Delfino 66.8.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Delfino 66.8 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, anche in questa circostanza in realtà vi era da parte nostra un intento collaborativo. Infatti, si sostiene che con il provvedimento in esame si vogliono snellire le procedure. Ebbene, se l'intento è quello di snellire le procedure di exequatur dell'accordo conciliativo, non vedo quale ragione vi sia di rimettere alla direzione provinciale del lavoro il controllo di autenticità e, successivamente, al giudice quello di regolarità formale. Poiché il secondo controllo (ossia quello del giudice sulla regolarità formale) è insostituibile, conviene che in quell'unica sede giudiziale, ai fini della formazione del titolo esecutivo, si concentri anche l'esperimento del controllo di regolarità formale, considerato inclusivo di quello sull'autenticità, non comprendendosi che senso abbia lasciare questo passaggio alla direzione provinciale. Se l'intento è snellire, il nostro emendamento va nella vostra direzione. Pertanto, ancora una volta prego il relatore ed il Governo di valutare l'eventuale modifica del parere.

PRESIDENTE. Prendo atto che i pareri del relatore e del Governo rimangono quelli già formulati in precedenza.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 66.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 484
Astenuti 5
Maggioranza 243
Hanno votato
228
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 66.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 453
Astenuti 34
Maggioranza 227
Hanno votato
198
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Delfino 66.10.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, l'invito al ritiro non viene accolto. L'emendamento, in sostanza, vuole indicare che si ritiene la decisione secondo equità eccessivamente discrezionale per il giudice e, quindi, questa è la ragione per cui si propone la soppressione del riferimento alla decisione secondo equità.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 66.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 101

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 489
Astenuti 5
Maggioranza 245
Hanno votato
232
Hanno votato
no 257).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Delfino 66.11.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, chiediamo la soppressione delle parole da «anche in deroga» fino alla fine del comma 3, perché non ha nessun senso che si stabilisca che il meccanismo di impugnazione del lodo irrituale debba seguire in deroga a quello del lodo rituale. Cioè, se nelle controversie di lavoro il lodo irrituale viola le norme imperative, è nullo come ogni altro negozio.
Se le parti avessero previsto la non sindacabilità del lodo per violazione di norme o contratti collettivi, presupporrebbe che stiamo parlando di norme derogabili, la cui violazione non comporterebbe comunque la nullità del lodo. Se non c'è nullità del lodo l'impugnazione...

PRESIDENTE. Prego i colleghi di non disturbare. Prego, onorevole Vietti.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Se non c'è nullità, l'impugnazione del lodo irrituale è naturalmente limitata ai casi dell'articolo 808-ter, che escludono il sindacato sulle norme che gli arbitri hanno applicato al merito. Quindi questa norma, così com'è scritta, non ha senso, perché non può contenere deroghe a una disciplina che è naturalmente inapplicabile.
Per cui, anche su questo, inviterei la maggioranza ad una riflessione che non contiene nessuna trappola ideologica, ma è un puro contributo ad una migliore qualità della legislazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 66.11, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 491
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato
229
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che il deputato Lehner ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Delfino 66.12.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, si tratta di una correzione puramente formale. Se non vogliamo neanche, anziché fare riferimento a «commi quarto e quinto», a «comma quarto», allora la disponibilità al dialogo è nulla e ne prendiamo atto.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, come lei sa perfettamente, i tempi a disposizione dell'opposizione sono pressoché esauriti e devo dire che sono stati utilizzati intelligentemente e con grandePag. 102buon senso, cui - voglio riconoscerlo -, ha corrisposto un atteggiamento positivo da parte del Governo, che ha saputo almeno raccogliere l'esigenza di un approfondimento su alcuni temi e, in particolare, per quanto riguardava l'emendamento riferito alla legge n. 104 del 1992.
Quindi, sono di nuovo a chiederle, con lo stesso tono pacato e sereno, se non sia giunto finalmente il momento che il Comitato dei nove si riunisca per provare a dare risposte alle questioni che sono ancora aperte per poter arrivare poi alla conclusione del provvedimento senza indurci in atteggiamenti ostruzionistici che, a questo punto, sarebbero persino antipatici per noi.

PRESIDENTE. Il presidente Saglia non ha nulla da osservare, quindi, onorevole Evangelisti, la mia risposta non può che essere quella che ho fornito poc'anzi al collega Giachetti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 66.12, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 490
Astenuti 4
Maggioranza 246
Hanno votato
229
Hanno votato
no 261).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Delfino 66.13.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, anche in questo caso non possiamo accettare il (pur cortese) invito al ritiro del relatore, poiché riteniamo la decisione secondo equità eccessivamente discrezionale per il giudice. Nell'emendamento la modifica dell'ultima parte del comma secondo noi non intacca lo spirito delle norme, ma formula semplicemente una mediazione per recuperare l'impugnabilità del lodo arbitrale per mancato rispetto della legge e dei contratti collettivi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 66.13, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 489
Astenuti 4
Maggioranza 245
Hanno votato
232
Hanno votato
no 257).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 66.14, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 474
Votanti 449
Astenuti 25
Maggioranza 225
Hanno votato
199
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che il deputato Porcu ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata Bernini Bovicelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.Pag. 103
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 66.15, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 450
Astenuti 33
Maggioranza 226
Hanno votato
195
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che la deputata Bernini Bovicelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 66.16, accettato dalla Commissione e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 444
Astenuti 49
Maggioranza 223
Hanno votato
315
Hanno votato
no 129).

Prendo atto che i deputati Porfidia e Ferranti hanno segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Delfino 66.17.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 66.17, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 487
Astenuti 6
Maggioranza 244
Hanno votato
223
Hanno votato
no 264).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 66.200 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 457
Astenuti 35
Maggioranza 229
Hanno votato
263
Hanno votato
no 194).

Prendo atto che il deputato Borghesi ha segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto votare contro.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Delfino 66.18.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, ribadiamo la validità dell'emendamento. È problematica la cancellazione dell'arbitrato contrattuale sostituito da un arbitrato totalmente regolamentato dalla legislazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 104
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 66.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 488
Astenuti 4
Maggioranza 245
Hanno votato
228
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che il deputato Porcu ha segnalato che non è riuscito a votare.
Avverto che gli emendamenti Delfino 66.19 e 66.20 sono assorbiti dall'approvazione dell'emendamento 66.200 della Commissione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 66.25, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 461
Astenuti 33
Maggioranza 231
Hanno votato
199
Hanno votato
no 262).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Delfino 66.21.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, svolgo unitariamente le dichiarazioni di voto sugli emendamenti Delfino 66.21, 66.22 e 66.23.
I commi di cui stiamo discutendo allargano la possibilità di inserire clausole compromissorie sia nei contratti collettivi, sia in quelli individuali. A nostro parere è problematica l'applicazione della clausola compromissoria anche in caso di applicazione tacita del contratto collettivo. Siamo critici su questa parte, perché rischia di non salvaguardare il diritto a ricorrere in giudizio per i lavoratori più deboli, sia quelli ai quali si applicano solo i minimi contrattuali, sia quelli ai quali non si applica un contratto collettivo, ma solo un contratto individuale, il cui ruolo diventa molto rilevante.
Ora, di fatto, con l'introduzione della clausola compromissoria nella contrattazione individuale, molti contratti rischiano di non essere più impugnabili di fronte ai giudici, ma solo dinanzi all'arbitro, in un rapporto che diventa diretto tra datore di lavoro e lavoratore. Un così forte ampliamento delle competenze delle commissioni di certificazione lascia inevitabilmente perplessi, a meno che non si addivenga contestualmente ad una riduzione del novero di organi di conciliazione. Da ciò pertanto è scaturita la nostra proposta di limitarli alle sole sedi bilaterali e alle università.

PRESIDENTE. Prendo atto, dunque, che i presentatori degli emendamenti Delfino 66.22 e 66.23 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 66.21, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 478
Votanti 472
Astenuti 6
Maggioranza 237
Hanno votato
35
Hanno votato
no 437).

Pag. 105

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 66.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 477
Votanti 445
Astenuti 32
Maggioranza 223
Hanno votato
192
Hanno votato
no 253).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 66.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 475
Astenuti 10
Maggioranza 238
Hanno votato
31
Hanno votato
no 444).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 66.27, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 455
Astenuti 33
Maggioranza 228
Hanno votato
191
Hanno votato
no 264).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Delfino 66.23, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 484
Votanti 474
Astenuti 10
Maggioranza 238
Hanno votato
41
Hanno votato
no 433).

Prendo atto che la deputata Miotto ha segnalato che non è riuscita a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 66.28, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 455
Astenuti 34
Maggioranza 228
Hanno votato
192
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che il deputato Ria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 66.29, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Pag. 106
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 449
Astenuti 33
Maggioranza 225
Hanno votato
189
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che il deputato Mazzarella ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 66.30, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 446
Astenuti 35
Maggioranza 224
Hanno votato
191
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che il deputato Mazzarella ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 66.31, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 451
Astenuti 34
Maggioranza 226
Hanno votato
195
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che il deputato Mazzarella ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Damiano 66.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 456
Astenuti 33
Maggioranza 229
Hanno votato
197
Hanno votato
no 259).

Passiamo alla votazione dell'articolo 66.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, il nostro voto sarà contrario perché la filosofia di tutte queste norme, di cui parlavo poc'anzi, è contraria ad una visione moderna del mercato e, quindi, anche dell'impresa, che deve tener conto dei diritti del lavoratore e, dunque, non deve temere un accertamento giurisdizionale davanti al giudice ordinario e neanche proiettare la tutela dei diritti nell'ambito di una giustizia privata.
Non è una questione di sfiducia nei confronti della giustizia privata, ma siamo contrari alla modalità con cui si interviene sull'attività che si esplica nel processo del lavoro che, a dispetto di quanto è stato affermato anche qui dalla relatrice, funziona. Ad esso vanno sicuramente apportate delle modifiche, ma i principi che lo informano non possono essere compressi e modificati senza venire meno agli stessi. Non si può tornare indietro di trent'anni: ricordo che la riforma del processo del lavoro è stata varata nel 1973, qui si sta tornando indietro di decenni e questo non fa bene all'economia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 107
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 66, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 478
Votanti 445
Astenuti 33
Maggioranza 223
Hanno votato
254
Hanno votato
no 191).

Prendo atto che il deputato Porfidia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Piso ha segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto votare a favore.

STEFANO SAGLIA, Presidente della XI Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO SAGLIA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, credo che a questo punto sia possibile esaminare l'articolo 39-bis.

PRESIDENTE. Onorevole Saglia, quindi lei chiede di riprendere l'esame dell'articolo 39-bis, che era stato accantonato.

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, sull'articolo 39-bis si pone una questione divenuta un po' delicata, perché la proposta emendativa della Commissione è stata esaminata dalla Commissione bilancio, che ha espresso un parere favorevole con una lunga condizione. Come gruppo del Popolo della Libertà, avendo un particolare interesse alla questione della specificità del settore delle forze dell'ordine e delle forze di polizia, vorremmo proporre al presidente della Commissione, onorevole Saglia, al relatore Cazzola e a tutta la Commissione di merito una riformulazione con riferimento a questa condizione posta dalla V Commissione e, nel caso di un giudizio di merito favorevole da parte dei colleghi cui ci rivolgiamo, un nuovo intervento da parte della Commissione bilancio, che in questo caso dovrebbe riunirsi per esprimere al riguardo il proprio parere.
La nostra proposta è quella di sopprimere, al comma 1-bis che verrebbe aggiunto in base alla condizione formulata dalla Commissione bilancio, le parole: «nei limiti delle risorse finanziarie che risulteranno disponibili in relazione ai risparmi di spesa di carattere strutturale, aggiuntivi rispetto a quelli già previsti dalla normativa vigente alla data di entrata in vigore della presente legge» e, di conseguenza, al comma 1-ter, le parole: «e le risorse derivanti dai risparmi di spesa».
L'obiettivo è quello di lasciare intatto il principio della specificità di queste categorie di lavoratori, cui siamo tutti particolarmente grati per il lavoro che svolgono, e dare la delega al Governo ad inviare al Parlamento i decreti delegati per il parere entro centoventi giorni, ma chiarire che non possono esserci ulteriori tagli di spesa al comparto sicurezza per finanziare la specificità.
Credo che questo sia doveroso da parte di tutta l'Aula e, quindi, chiediamo sia alla Commissione lavoro, sia alla Commissione bilancio, per quanto di sua competenza, di aderire a questa nostra proposta di riformulazione.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, la pregherei, se è possibile, di un minimo di attenzione, perché qui credo che entri in ballo anche la sua responsabilità di garante dell'Aula e delle nostrePag. 108procedure. Signor Presidente, è la seconda volta che accade, e lei mi insegna - e credo che gli uffici possano confermare - che certe volte ci troviamo con dei precedenti che ci tormentano, e che non rendono giustizia neanche delle regole, perché sono passati inosservati e si sono manifestati. È la seconda volta che accade in questo dibattito che impropriamente - e non gli viene impedito di farlo - l'onorevole Bocchino prende la parola per fare delle riformulazioni.

ITALO BOCCHINO. Proporre!

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, come lei sa perfettamente e come dovrebbe sapere anche l'onorevole Bocchino, il deputato non può proporre riformulazioni.
Salvo che non si innovi (possiamo innovare il Regolamento in questo senso), l'unica possibilità spetta alla Commissione o al Governo, altrimenti si riapre per tutti la possibilità di riformulare. È una cosa che non si può fare, altrimenti cominciamo a riformulare anche noi tutti gli emendamenti, occupando del tempo per spiegare perché vogliamo riformularli. È chiaro? Non si può fare! Siccome, però, non dovrei essere io a dire che non si può fare, ma dovrebbe farlo la Presidenza, che è garante delle nostre regole e dovrebbe spiegare all'onorevole Bocchino che non può fare delle riformulazioni e neanche proporle, che c'è un Comitato dei nove, che umilmente da questo pomeriggio abbiamo chiesto che si riunisse proprio per addivenire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) a delle soluzioni che non fossero imposte politicamente dal vice capogruppo del Popolo della Libertà.
Possono essere di buon senso o meno, ma le procedure, prima di cambiarle a comodo vostro, le dovete rispettare! Dovete rispettare anche il lavoro dell'opposizione, che sta in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) a consentirvi di raggiungere il numero legale, a cercare di darvi proposte alternative!
Non potete mettere tutto sotto i piedi! Allora, abbiamo chiesto che si riunisse il Comitato dei nove, proprio perché una soluzione potesse essere caso mai condivisa, ma frutto del lavoro della Commissione o del Comitato dei nove. Ciò esattamente come sull'altro argomento, quando il Ministro Brunetta viene qui e ci promette la luna, sapendo benissimo che sta proponendo una procedura impossibile. Allora, cercate di avere rispetto perlomeno del riguardo che l'opposizione mostra, stando qui, quando potrebbe farvi mancare il numero legale e, per così dire, combattendo sul merito. Lo dico al collega della Lega, perché solo il coraggio del collega della Lega può fargli dire che non interveniamo nel merito.
Siamo intervenuti, e abbiamo occupato tutto il tempo che avevamo a disposizione, sul merito. Non potete mettere sotto i piedi il Regolamento della Camera! Quel testo, lo può formulare il Comitato dei nove dopo essersi riunito, come avevamo chiesto.
Siccome siete duri e volete far vedere i muscoli, poi, giunti alla fine senza aver raggiunto l'obiettivo, ricorrete a questi obbrobri dal punto di vista regolamentare; mi auguro che il Presidente ci garantisca che non costituiranno precedente in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, lei ha esperienza parlamentare e un'indubbia conoscenza del Regolamento, di cui la Presidenza le dà atto.
Proprio perché il Regolamento lo conosce, sa perfettamente che ha ragione lei quando dice che nessuno può proporre un subemendamento a discussione iniziata se non la Commissione, il Comitato dei nove, o il Governo, ma è altrettanto indubbio che l'onorevole Bocchino, al pari di qualsiasi deputato in quest'Aula, se ha ancora tempo a disposizione, può avanzare una proposta.
È di tutta evidenza che l'unico organo che può riformulare un emendamento è,Pag. 109ai sensi del Regolamento, la Commissione, e non a caso il presidente Saglia ha chiesto la parola. Ne ha facoltà.

STEFANO SAGLIA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, intanto la ringrazio di questa possibilità, ma intervengo per dire che, se l'onorevole Giachetti non fosse stato così veemente e tempestivo nel chiedere la parola prima del relatore e del presidente della Commissione, avremmo avuto modo di dire che, siccome le proposte avanzate dal presidente Bocchino incrociano buona parte del dibattito fatto in Commissione, avremmo chiesto al Presidente di poter riunire il Comitato dei nove, come lui stesso aveva proposto da tempo.
Probabilmente - mi consenta la battuta, e non me ne voglia l'onorevole Giachetti -, quando sente il presidente Bocchino, è come il toro quando vede sventolare il drappo rosso (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Ad ogni modo, è nostra intenzione ....

PRESIDENTE. Lasciamo da parte i paragoni taurini!

STEFANO SAGLIA, Presidente della XI Commissione.. .. chiederle di poter riunire il Comitato dei nove.

PRESIDENTE. Se ho ben compreso, lei chiede, a questo punto, di riunire il Comitato dei nove. Di quanto tempo pensa che il Comitato necessiti per approfondire la questione, presidente Saglia?

STEFANO SAGLIA, Presidente della XI Commissione. Venti minuti.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, chiederei a lei e al presidente della Commissione di seguire un ragionamento complessivo.
Abbiamo una questione ancora in sospeso, perché ancora non è pronta la Commissione bilancio per esaminare un'altra proposta emendativa, e siamo veramente in presenza di un metodo di lavoro che sta diventando sconfortante per tutto quello che è successo (il Governo che dà un parere favorevole in una Commissione di merito e poi lo toglie in un'altra Commissione); chiederei, per cortesia, di cercare di fare un ragionamento complessivo.
Invece di venti minuti, facciamo un'ora, se necessario, e vediamo di tornare in Aula con tutto ciò che è necessario per poter poi arrivare fino alla fine del provvedimento.

STEFANO SAGLIA, Presidente della XI Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO SAGLIA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, possiamo aderire alla richiesta di mezz'ora, esaminando anche la questione relativa all'articolo 39-quinquies, a cui faceva riferimento la norma Brunetta, così da completare l'esame, dare alla Commissione bilancio un lavoro compiuto e potere, a quel punto, procedere fino alla fine.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, è già occorso ieri, durante la seduta pomeridiana, che, per l'interruzione dovuta al fatto che il Comitato dei nove doveva prendere in considerazione nuovi emendamenti, la seduta è stata per tre volte riaggiornata.
Per il principio di precauzione, visto che abbiamo aspettato fino ad ora, avendo chiesto per cinque volte l'interruzione e la convocazione del Comitato dei nove sui due punti sui quali adesso l'onorevole Saglia ha chiesto - per fortuna, dico io - di riunire il Comitato dei nove, forse, perPag. 110il principio di precauzione, se ci diamo un'oretta, siamo certi che possiamo riprendere i lavori e concluderli; altrimenti, li dovremo interrompere di nuovo.

PRESIDENTE. Sospendo quindi la seduta, che riprenderà alle ore 19,15, in base ad un principio di precauzione accettato al 50 per cento.

La seduta, sospesa alle 18,35, è ripresa alle 19,50.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

PRESIDENTE. Poiché i lavori del Comitato dei nove non sono ancora terminati - era sembrato fossero sul punto di concludersi -, riterrei di sospendere nuovamente la seduta per dieci minuti, sino alle 20.

IVANO MIGLIOLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IVANO MIGLIOLI. Signor Presidente, prendo la parola sull'ordine dei lavori. Ho già avuto modo di intervenire nel nostro dibattito, nella giornata di oggi, per esprimere l'imbarazzo, imbarazzo per il nostro lavoro, per il lavoro dei parlamentari, per il lavoro di opposizione. Abbiamo discusso a lungo in Commissione, e sono due giorni che discutiamo anche in Aula, e ci siamo confrontati sul merito del provvedimento, svolgendo il nostro lavoro di opposizione. Abbiamo presentato e discusso emendamenti, abbiamo utilizzato il nostro poco tempo e abbiamo pronunciato, come abbiamo fatto in Commissione, dei «sì» e dei «no» nel merito del provvedimento; questo ha comportato anche il fatto che si siano ottenuti dei risultati e si siano apportate modifiche. Devo però dire che l'imbarazzo deriva dal fatto che ci siamo trovati di fronte, molte volte, il relatore e il Governo i quali non sapevano bene quale atteggiamento avere. Dopo avere svolto un'attività proficua in Commissione lavoro, della quale do atto al relatore e al presidente, il provvedimento è passato in Commissione bilancio, e abbiamo sentito voci diverse - io ero presente, non erano presenti altri parlamentari - perché il sottosegretario Vegas ha di fatto demolito una parte rilevante di quanto fatto in Commissione di merito.
Ci siamo trovati di fronte a due Governi e a due maggioranze. Ci siamo trovati di fronte a due relatori, ci siamo trovati di fronte a dei testi che sono stati completamente cambiati. Stamattina, abbiamo discusso della modifica alla legge n. 104 del 1992. Lo voglio ricordare: nel testo originario, non erano previste le disposizioni di cui all'articolo aggiuntivo 39-quinquies.0100 del Governo, cosiddetto emendamento Brunetta; in Commissione è stato proposto l'emendamento Brunetta, ma alla fine di una discussione in sede di Commissione il Governo, per bocca del sottosegretario Viespoli, ha ritirato quella proposta emendativa. Ieri mattina, alle 11, il Governo ha ripresentato nuovamente, con una formulazione diversa, quella proposta emendativa. Ieri sera, alle 18, la proposta emendativa è stata ritirata. Stamattina, alle 9, proposta emendativa è stata ripresentata: adesso è ancora in discussione presso la Commissione bilancio.
Aggiungo che l'articolo 39-bis, relativo alla specificità delle Forze armate, nel testo originario non era presente. La Commissione lavoro ha fatto un bilancio, anche un esame autonomo su tale articolo. La Commissione bilancio, con il parere contrario del Governo, ha cassato quella misura. Oggi alle 14 in sede di Comitato dei nove si è presentato un nuovo testo, su cui si deve ancora pronunciare la Commissione bilancio. Alle ore 19, dopo reiterate richieste, si è convocato nuovamente il Comitato dei nove, e si è presentato un nuovo testo, che prevede tra l'altro una delega al Governo su questa parte. Devo dire che ho abbandonato quel Comitato dei nove, perché addirittura, alle 19,15, si è presentato nuovamente un nuovo testo, diverso da quello che stavamo discutendo.
Noi innanzitutto chiediamo il rispetto del nostro lavoro, il rispetto dei tempi perPag. 111avere sotto mano i testi, per poterli emendare. Sottolineo, signor Presidente (lei non mi ascolta), lo dico per il relatore e lo dico per il presidente della Commissione, che, in modo improprio, a suggerire quel primo testo, non è stato il relatore, non è stato il presidente della Commissione: è stato l'onorevole Bocchino, che forse non ha dato un aiuto nemmeno alla sua maggioranza e al suo Governo. Noi chiediamo rispetto per il nostro lavoro!
Per questo le chiedo, signor Presidente, la disponibilità ad avere il tempo necessario per poter emendare il provvedimento. Lei presiede quest'Aula, lo deve fare nel rispetto delle prerogative che spettano a noi parlamentari. Sono convinto che accoglierà questa nostra richiesta, perché il problema, questa volta, non è venuto dall'opposizione, ma è un problema politico venuto dalle divisioni della maggioranza, dal Governo e dal pasticcio che hanno creato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Sull'ordine dei lavori e per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 19,53).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, leggo un'agenzia delle ore 18,10. Craxi (la figlia): vendita statua, ridicolo. L'Italia dei Valori raccoglie il marcio. «La ridicola decisione di mettere all'asta la statua di Bettino Craxi eretta nella piazza di Aulla ha dato modo al dipietrista, onorevole Evangelisti, di esibirsi in una manifestazione di livore del tutto degna del suo leader. Che l'onorevole Di Pietro raccolga il marcio della politica italiana è del tutto logico e naturale. L'onorevole Evangelisti ce lo ha voluto ricordare, ma stia tranquillo, noi non lo dimentichiamo». Lo afferma Stefania Craxi, parlamentare del Popolo della Libertà (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Signor Presidente, ho rispetto per il dolore di una figlia e cerco sempre di portare rispetto anche per posizioni politiche che non condivido.
Nel caso di specie - quello dell'onorevole Stefania Craxi - occorre saper fare astrazione dalla politica: è una categoria di pensiero che non ha ereditato, e ciò dispiace. Però, quando parla di Evangelisti può dire tutto quello che vuole, ma lasci perdere Di Pietro, lasci perdere l'Italia dei Valori: sono soggetti agli antipodi del mondo e del modo in cui è cresciuta. E come rappresentante del Governo deve soltanto portare un po' più di rispetto a quest'Aula e a ciò che rappresenta.
Ma il motivo vero del mio intervento, approfittando dello spazio che intercorre tra una riunione e l'altra del Comitato dei nove, impantanato nelle diatribe proprie della maggioranza, consiste nel rivolgere infine a lei, signor Presidente, una preghiera.
Nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio, onorevole Silvio Berlusconi, ha visitato gli Stati Uniti ed ha augurato ogni bene al Presidente Bush, addirittura sostenendo che egli rimarrà nella storia. Poi, se sarà una bella o una brutta storia, credo che lo dirà la storia vera, quella con la «s» maiuscola; io, signor Presidente, modestamente propendo per la seconda ipotesi e, a giudicare almeno dai sondaggi, pare che anche gli elettori americani la stiano giudicando una pessima storia.
In particolare, nel salutare il Presidente Bush l'onorevole Berlusconi ha mostrato quanto meno di non sapere quale sia stata in questi anni la politica giudiziaria che Bush ha perseguito.
Si tratta infatti di una politica che probabilmente farebbe drizzare i capelli in testa ai suoi fan italiani. Le faccio un esempio, soltanto uno, signor Presidente. Un tale, Bennie Herring, un cittadino dell'Alabama, viene perquisito un giorno senza mandato (ripeto, senza mandato) dall'autorità giudiziaria. Viene trovato in possesso di anfetamine e di una pistola, viene arrestato; i difensori sostengono che le prove per l'arresto non sono legittime, ma le Corti statali hanno finora sostenutoPag. 112che, se la polizia fa un errore in buona fede, anche le prove illegittimamente raccolte poi valgono nel processo.
Si attende adesso la decisione della Corte suprema di Washington, tutto però lascia presagire che il principio verrà riconfermato in favore della polizia (alla faccia di chi parla degli atteggiamenti giustizialisti dell'Italia dei Valori).
Le dico, questo, signor Presidente, perché è sempre più evidente che le politiche sulla giustizia e sull'ordine pubblico del Governo sono insufficienti, sono antistoriche e lasciano le vittime dei reati privi di tutela.
Non c'è solo il povero Saviano che ora rischia la vita per un libro, ma ci sono decine e decine di casi al giorno. Due ragazzi ieri l'altro hanno fatto deragliare un treno a Como, ed è di ieri la notizia che il cast di un film non può essere girato a Taranto perché la produzione non vuole pagare il pizzo. Si ha notizia (Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà). ..Non urlare, che vi sto facendo un favore, dovete soltanto prendere un po' di tempo!
Si ha notizia - e non si tratta di immigrati - che tal Vincenzo Pellegrino abbia estorto 140 mila euro alla convivente in provincia di Cosenza.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

FABIO EVANGELISTI. Ho finito, signor Presidente, le chiedo solo trenta secondi di pazienza. Un sorvegliato speciale, Francesca Giordano, di 43 anni, è stato ferito in modo grave in un agguato ieri mattina a Reggio Calabria. Insomma, si tratta di un quotidiano far west, nonostante i proclami inutili del Ministro dell'interno. Torno, quindi, - ed è il motivo del mio intervento e della preghiera che le rivolgo - a sollecitare la risposta alla mia interpellanza 2-00141.

ANTONINO SALVATORE GERMANÀ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONINO SALVATORE GERMANÀ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, volevo ricordare che oggi è il 191o anniversario della festa del Corpo della polizia penitenziaria e, quindi, riterrei importante che la Camera manifestasse la propria gratitudine a tutto il Corpo per l'importante ruolo quotidianamente svolto, spesso, in condizione anche disagevoli (Applausi).

Si riprende la discussione.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, non ripeto l'efficace ricostruzione che l'onorevole Miglioli ha fatto del balletto degli emendamenti presentati in Commissione, però prego la Presidenza - non è veramente una preghiera rituale - di farsi carico del disagio dell'Aula e dei gruppi parlamentari per questo andamento dei lavori. Siamo ad oltre tre quarti d'ora dalla sospensione che era stata stabilita, non conosciamo ancora gli esiti della riunione della Commissione bilancio, continuano a fiorire, come funghi, proposte emendative che contengono deleghe su materie delicatissime. Noi siamo rimasti in Commissione per senso di responsabilità, e abbiamo anche espresso un atteggiamento collaborativo, però in queste condizioni, signor Presidente, non credo che si possa chiedere ai parlamentari, e in particolare ai parlamentari dell'opposizione, di restare qui a votare, senza, peraltro, sapere neppure cosa, come e quando.

PRESIDENTE. Onorevole Vietti, a tale proposito, ho chiesto l'intervento del presidente della Commissione bilancio, che sta per arrivare.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 113

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, mi rivolgo a lei con grande franchezza e nell'assoluto rispetto delle sue decisioni, perché sono quelle che più saggiamente saranno in grado di governare i nostri lavori, e lo dico - la pregherei di credermi - assolutamente senza alcun intento di alcun tipo se non quello di semplicemente di provare a interpretare il sentimento di noi tutti di fronte a questa situazione che è spesso accaduta in molte altre vicende, sia che governassimo noi, sia voi. Siamo in una situazione, in cui obiettivamente non riusciremo a concludere i lavori sul provvedimento nella giornata di oggi. Rischiamo, quindi, di restare qui a discutere per una serie di criticità, sulle quali adesso è inutile analizzare le responsabilità politiche, che ci porterebbero a far slittare l'approvazione del provvedimento. Mi domando se abbia veramente senso - la domanda riguarda sia i parlamentari dell'opposizione, che quelli della maggioranza -, di fronte a un'evenienza che mi pare abbastanza scontata, che noi continuiamo a prorogare di dieci minuti in dieci minuti questa seduta. Una seduta che non deve affrontare ancora l'esame dell'intero provvedimento, ma solo alcune parti dello stesso in ragione delle difficoltà della Commissione bilancio e forse anche della necessità di analizzare con un po' più di tempo e serietà alcune questioni. Mi domando - non voglio dire che in questo interpreto il sentimento di tutti i deputati - se possiamo andare avanti così. Possiamo andare avanti quanto vogliamo, poi faremo le nostre battaglie parlamentari, ma ha senso che ci aggiorniamo tra dieci minuti e poi, magari, tra mezz'ora? Mi pare evidente che, il seguito dell'esame di questo provvedimento, lo dovremo comunque rinviare alla settimana prossima. Penso che se ci fossero le condizioni tutti noi resteremmo qui - forse, lo vedremo - anche fino alle dieci, ma sapendo che non ci sono le condizioni, davvero ogni tanto non servirebbe un po' di concretezza e di saggezza? Che senso ha che tra mezz'ora votiamo su altri tre emendamenti, se poi dovremo sospendere nuovamente tutto? Forse sarebbe più sano prendere atto di ciò e concedere un tempo adeguato alle Commissioni per poter lavorare e affrontare la settimana prossima la coda del provvedimento nelle condizioni migliori per l'analisi del testo e per i nostri lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente della Commissione bilancio, onorevole Giancarlo Giorgetti. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, innanzitutto farò una premessa. Vorrei manifestare il disagio dei componenti della Commissione bilancio che sono stati tirati in ballo, anche impropriamente, nel corso di questo dibattito e sui quali sono state riversate delle responsabilità che non sono nostre.
Noi lavoriamo quando il materiale proveniente dalla Commissione di merito è reso disponibile, in condizioni difficili e spesso con difficoltà a comprendere e anche a valutare gli aspetti finanziari delle norme. Faccio altresì notare che questo provvedimento, nato come collegato di competenza primaria della Commissione bilancio, è stato poi stralciato - ovviamente con il nostro consenso - per dare alla Commissione di merito la possibilità di approfondirne gli aspetti, ma la rilevanza degli aspetti finanziari è incisiva, e ovviamente importante, proprio per il fatto che tale provvedimento è correlato alla manovra finanziaria.
Detto questo, faccio alcune osservazioni per far capire l'importanza del ruolo della Commissione bilancio in collaborazione con le Commissioni di merito. Nel corso della giornata odierna e anche nel corso dell'ultima riunione del Comitato dei nove, abbiamo avuto all'attenzione ovviamente i due temi particolarmente delicati, che in qualche modo costituiscono oggi, in questo momento, i nodi per il prosieguo dei nostri lavori. Il primo è quello relativo all'articolo 39-quinquies, ovverosia alla nuova normativa che modifica la disciplina inPag. 114materia di permessi per portatori di handicap in situazioni di gravità.
A tale proposito vi è un emendamento presentato dal Governo sul quale è stato già espresso il parere, e c'è una serie di subemendamenti presentati dai colleghi dell'opposizione. Su richiesta di un capogruppo in Commissione bilancio, avevamo chiesto - ma credo che anche in Assemblea sia stato manifestato questo avviso - che il Comitato dei nove della Commissione lavoro producesse un testo, per così dire, coordinato sul quale avremmo potuto esprimerci in modo complessivo.
Questo testo non è arrivato e noi a questo punto ci siamo fermati, anche accogliendo una richiesta dell'opposizione in tal senso. Lo dico perché ho sentito, anche poco tempo fa, qualcuno che osservava che i lavori sono stati in qualche modo intralciati per le contraddizioni della maggioranza. In questo caso, si sono anche rallentati per la condivisione da parte della maggioranza di una legittima richiesta dell'opposizione.
La seconda vicenda è relativa alla specialità delle Forze armate e riguarda in particolare l'articolo 39-bis. A tal proposito è stata prevista una condizione da parte della Commissione bilancio, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che appare sostanzialmente recepita nell'emendamento prodotto dal Comitato dei nove che ci è stato trasmesso.
Si tratta però di un emendamento - ci sembra di aver capito e così ci è stato detto nell'ambito dei lavori della Commissione - rispetto al quale il termine per la presentazione di subemendamenti è aperto. Quindi, noi possiamo tranquillamente esprimere il nostro parere sull'emendamento prodotto dal Comitato dei nove, ma poiché il termine per la presentazione dei subemendamenti non è ancora scaduto, è evidente che non possiamo fare un lavoro esaustivo e che permetta all'Assemblea di lavorare. Quindi, la Commissione bilancio lavora secondo le condizioni che sono poste dall'Assemblea. Poiché l'Assemblea, in questo caso, non ha posto la Commissione bilancio nelle condizioni di concludere il proprio lavoro, non lo abbiamo concluso. Diversamente, come sempre, la Commissione bilancio avrebbe reso i propri pareri e lo avrebbe fatto in piena coscienza (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PIER PAOLO BARETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, il presidente Giorgetti ha adesso illustrato le condizioni nelle quali ci siamo trovati a lavorare in questi giorni. Devo dire che l'unico punto che mi differenzia dalla sua analisi è che effettivamente le contraddizioni con le quali il Governo si è presentato ci hanno messo in oggettiva difficoltà.
Per il resto, abbiamo seguito i lavori della Commissione e siamo pronti a seguirli, in qualsiasi momento e in qualsiasi ora, ma ad un certo punto della giornata di oggi siamo arrivati - certamente anche su mia richiesta - ad una convinzione: era più utile che la Commissione bilancio si pronunciasse su un complesso conclusivo.
Peraltro, quando abbiamo lasciato l'aula questa sera, l'intendimento era questo: il Comitato dei nove si doveva riunire e presentarci un articolato conclusivo. Quando siamo tornati, poco fa, in Commissione bilancio ci siamo trovati senza questo risultato conclusivo, con ulteriore riproposizione dei subemendamenti. Lo dico con molta chiarezza: l'analisi sistematica di ogni subemendamento, mentre è in atto una discussione che aveva anche la caratteristica di voler trovare soluzioni diverse, finiva per intralciare e non per aiutare la giusta conclusione. Quindi, in questo senso, le condizioni non si sono realizzate.
Mi associo, quindi, alla parte conclusiva dell'intervento del presidente Giancarlo Giorgetti. Da quando saremo pronti, saremo ben disponibili a continuare il lavoro e ad esprimere il parere conclusivo sull'insieme dell'articolato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 115

STEFANO SAGLIA, Presidente della XI Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO SAGLIA, Presidente della XI Commissione. Signor Presidente, il senso di responsabilità che comporta appartenere a questa istituzione, meriterebbe ovviamente che io tacessi, ma alcune delle considerazioni svolte dal presidente Giorgetti non possono rimanere agli atti della Camera senza che, da parte mia, vi sia una replica per la dignità del ruolo che ricopro e della Commissione di merito che ha esaminato il provvedimento in oggetto (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Mi permetto di sottolineare che, in tutto il corso della discussione, non avevo inteso far rilevare che, in particolare anche su un emendamento che era nodale per risolvere la questione relativa alle forze di polizia, la Commissione bilancio ha dimenticato di esprimere il suo parere. Quindi, non accetto che siano fatte considerazioni rispetto alla Commissione di merito nel senso che la Commissione bilancio non sia stata messa in condizioni di lavorare, perché si sono verificati eventi spiacevoli sui quali preferisco, a questo punto, chiederle di sospendere la discussione di questo provvedimento per rinviarla ad altra data, perché non vi sono le condizioni per poter affrontare il provvedimento con la serenità necessaria (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Commenti dei deputati Giancarlo Giorgetti e Dozzo).

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PASQUALE VIESPOLI, Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali. Signor Presidente, ho chiesto la parola perché più volte si è fatto riferimento, nel corso del dibattito, non solo al comportamento delle Commissioni, ma anche a quello del Governo.
Ora, signor Presidente, ho ascoltato in quest'Aula, senza mai intervenire, una serie di valutazioni e considerazioni espressioni, più che di valutazioni di merito, di una sorta di lezioncina sulla pedagogia e sulla predica del Governo più che sulla pratica e sulla capacità di affrontare i problemi.
Abbiamo affrontato una questione con grande apertura: mi riferisco, in particolare, al tema degli interventi sulla legge 5 febbraio 1992, n. 104. Vorrei dire ai colleghi dell'opposizione, dei quali riconosco la disponibilità al confronto in Commissione, che non si può una volta accusare il Governo di blindare le scelte e accusarlo altrettanto quando il Governo recepisce il dibattito parlamentare. Ritengo che, come dovrebbe essere normale nella dialettica tra Governo e Parlamento, la più grande dimostrazione di rispetto per l'opposizione è accogliere i suoi suggerimenti e dimostrare disponibilità ad accogliere il suo intervento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Mi sembra che ciò sia accaduto e non è vero che sugli emendamenti in Commissione lavoro non vi è stata convergenza, sia rispetto agli emendamenti riguardanti la legge n. 104 citata, sui quali sono state accolti tre subemendamenti presentati dall'opposizione non di poco rilievo, sia sull'ultimo emendamento cui si faceva riferimento, riguardante la specificità delle Forze armate. Infatti nel Comitato dei nove vi è stata una convergenza anche con una parte dell'opposizione, nel Comitato dei nove si è determinata la convergenza anche con una parte dell'opposizione!
Infatti, quando il collega afferma che vi sono differenze di vedute nel Governo, vi sono pure più opposizioni, come si è dimostrato proprio sull'emendamento relativo alle forze dell'ordine ed alle Forze armate.
Allora, signor Presidente, avevo il dovere di puntualizzare la posizione del Governo, perché su temi di grande rilievoPag. 116vi è stata una posizione di confronto, di apertura e di disponibilità proprio nella consapevolezza che bisogna cercare il clima giusto, prima ancora che la norma giusta, per affrontare temi così importanti e così delicati (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

ANTONELLO SORO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONELLO SORO. Signor Presidente, credo che non occorra spendere troppe parole per registrare lo stato confusionale in cui si trova la maggioranza in questa fase e quanto grande sia il contrasto tra l'esibizione muscolare che ci viene proposta quotidianamente dal Governo e dalla maggioranza, l'idea dell'autosufficienza, l'idea di una maggioranza che ha il vento in poppa e può fare ciò che vuole quando pone il voto di fiducia in questa Assemblea, e lo spettacolo che dà tutte le volte - tutte le volte - che si apre un processo legislativo fisiologico, quello che vede nel Parlamento il libero dispiegarsi delle posizioni dei parlamentari.
Non vogliamo infierire. Pensiamo che un elementare principio di pudore, piuttosto che di buonsenso, dovrebbe consigliare al Governo e al Ministro Brunetta, che è in Aula, di fare una riflessione profonda, profonda, profonda sulla proposta che ha fatto a questo Governo e a questo Parlamento in questa occasione, sulle frasi e le espressioni che ha usato in questi giorni, sul valzer di emendamenti proposti e ritirati un'infinità di volte, sullo spettacolo cui abbiamo assistito ancora stasera, per riflettere profondamente su quale debba essere il rapporto fra Governo e Parlamento, che non può essere quello che è stato finora in questi mesi.
Chiediamo naturalmente al Governo di riportare in Commissione il provvedimento in esame, per fare un nuovo esame, più sereno di quello che c'è stato evidentemente in questi giorni, nelle ore ritagliate tra la mattina e il pomeriggio, costringendo la Commissione a lavorare in ore impossibili. È mancata la serenità anche all'interno della maggioranza.
Vi chiediamo e chiediamo al Governo di riportare in Commissione il provvedimento in esame, perché non è possibile procedere in questo modo. Naturalmente dovremo chiedere che siano assegnati dei termini per la presentazione dei subemendamenti all'emendamento della Commissione riferito all'articolo 39-bis, ma pensiamo che sia più ragionevole che l'intero collegato ritorni in Commissione, affinché ricominci un esame serio e responsabile, in cui la maggioranza prima si chiarisca al suo interno e poi si confronti con l'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, la Presidenza è già orientata, per la verità - ve lo anticipo - al rinvio del provvedimento in esame ad altra seduta.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, mi fa piacere che lei abbia anticipato - alzando le mani, con un gesto molto significativo - la decisione della Presidenza di rinviare questa seduta.
La scena che è andata in onda poco fa tra i due presidenti di Commissione sarebbe di quelle che sui giornali verrebbero rappresentate con la dicitura «senza parole», quindi non vi è bisogno di altro commento. Conosco la serietà del presidente Giorgetti, che in questo momento è impegnato in un supplemento di istruttoria della Commissione bilancio, per dubitare che la ricostruzione che ha fatto in quest'Aula, sulle difficoltà che la Commissione bilancio ha incontrato per esprimere i pareri sui due nodi - così li ha chiamati lui - che non consentono la prosecuzione dei lavori, corrisponda a verità.
Il Governo, nella persona del sottosegretario Viespoli è stato dialetticamente bravo - sa quanto lo apprezzo - nelPag. 117cercare di ribaltare addirittura sull'opposizione le responsabilità dei balletti degli emendamenti del Governo. Francamente, all'apprezzamento dialettico non corrisponde (e non può corrispondere) un apprezzamento di sostanza. Il Governo non è stato aperto ai contributi dell'opposizione, ma ha dovuto mediare tra i problemi che vi erano all'interno delle sue anime, le anime della maggioranza, che non è neanche difficile ricondurre ai vari Ministeri o ai due Ministeri interessati (mi riferisco, in particolare, alla vicenda relativa alle Forze armate).
Di tutto questo siamo stati spettatori: credo che il sottosegretario Viespoli debba dare atto alla nostra opposizione che in Commissione, nonostante i ritmi, le modalità e l'iter non ci convincessero, siamo stati collaborativi. Tuttavia, credo che questa sera la maggioranza abbia manifestato platealmente le sue contraddizioni e le sue divisioni. Pertanto, è interesse di tutti che questo siparietto si chiuda; ci rivediamo la settimana prossima e rimaniamo in attesa, ovviamente, che la maggioranza faccia una verifica interna della sua tenuta (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, direi che fin dalle prime battute (che per noi della Commissione bilancio vi sono state lunedì e martedì mattina), ho osservato che, rispetto alle dichiarazioni del sottosegretario Vegas - che praticamente in modo tranchant cancellavano tutte, o quasi, le modifiche fatte dalla Commissione di merito - ci trovavamo di fronte ad un fatto forse mai capitato in questa dimensione, poiché effettivamente tutto ciò che la Commissione di merito aveva elaborato veniva cancellato con un tratto di penna.
Era evidente che questo fatto avrebbe determinato un iter dei lavori molto difficile. Lo è stato ancora più del previsto e credo che oggi il termine dei nostri lavori ci abbia dato una dimostrazione molto ampia di ciò a cui abbiamo assistito oggi e ieri con emendamenti che andavano e tornavano, e con situazioni di tensione palpabile da parte dello stesso Ministro Brunetta ieri sera in Commissione bilancio (si vedeva chiaramente la sua tensione e il suo dissenso).
Condivido, dunque, quanto già annunciato dal Presidente - e credo che l'ultima parte dei nostri lavori ce ne abbia dato ampia dimostrazione - cioè che a questo punto la cosa migliore sia rinviare il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

PRESIDENTE. Alla luce di quanto ascoltato negli interventi precedenti, forse c'è stata qualche incomprensione e qualche disguido. Penso, ad esempio, al termine per i subemendamenti che era stato fissato alle ore 21, giustamente, in considerazione di una sola delle due questioni che erano state portate all'attenzione della Commissione bilancio.
Dal momento che la Commissione lavoro ha presentato una nuova proposta emendativa riferita all'articolo 39-bis, per i subemendamenti era stato fissato il termine alle ore 21, pertanto quello che diceva il presidente Giancarlo Giorgetti, almeno per quanto attiene a questa parte, risponde al vero.
Ma alla luce anche di tutta una serie di altre incomprensioni, diciamo così, e disguidi, ritengo che il seguito dell'esame del provvedimento debba essere rinviato ad altra seduta. Pertanto, rinvio il seguito del dibattito ad altra seduta.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Prima di dare lettura dell'ordine del giorno, ricordo che il Parlamento in seduta comune è convocato, per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale, domani alle ore 9. Ulteriori scrutini sono previsti per le ore 15 e le ore 19. Le chiame avranno inizio rispettivamente dai senatori, poi dai deputati, quindi di nuovo dai senatori.Pag. 118
Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 20 ottobre 2008, alle 9,30:

1. - Discussione del disegno di legge:
S. 999 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 agosto 2008, n. 134, recante disposizioni urgenti in materia di ristrutturazione di grandi imprese in crisi (Approvato dal Senato) (1742).

2. - Discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 25 settembre 2008, n. 149, recante disposizioni urgenti per assicurare adempimenti comunitari in materia di giochi (1707).

3. - Discussione della proposta di inchiesta parlamentare:
LIVIA TURCO ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali (Doc. XXII, n. 1).
e delle abbinate proposte di inchieste parlamentari: BARANI ed altri; MOLTENI ed altri (Doc. XXII, n. 2-Doc. XXII, n. 4).

4. - Discussione del disegno di legge:
Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia (Già articoli 3, da 5 a 13, da 15 a 18, 22, 31 e 70 del disegno di legge n. 1441, stralciati con deliberazione dell'Assemblea il 5 agosto 2008) (1441-ter).

La seduta termina alle 20,25.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 1441-quater-A - em. 37.1 452 428 24 215 175 253 67 Resp.
2 Nom. em. 37.2 459 433 26 217 181 252 64 Resp.
3 Nom. em. 37.3 466 299 167 150 42 257 63 Resp.
4 Nom. em. 37.4 465 461 4 231 205 256 63 Resp.
5 Nom. em. 37.5 462 459 3 230 203 256 63 Resp.
6 Nom. em. 37.6 464 461 3 231 204 257 63 Resp.
7 Nom. em. 37.7 452 427 25 214 177 250 62 Resp.
8 Nom. em. 37.8 459 456 3 229 210 246 60 Resp.
9 Nom. em. 37.9 468 465 3 233 215 250 60 Resp.
10 Nom. em. 37.10, 37.11 475 472 3 237 222 250 60 Resp.
11 Nom. subem. 0.37.200.1 472 468 4 235 218 250 60 Resp.
12 Nom. em. 37.200 469 420 49 211 246 174 59 Appr.
13 Nom. articolo 37 457 441 16 221 232 209 59 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 37-bis.57 479 474 5 238 223 251 58 Resp.
15 Nom. em. 37-bis.1, 37-bis.56, 37-bis.2 473 468 5 235 216 252 58 Resp.
16 Nom. em. 37-bis.6 486 480 6 241 223 257 58 Resp.
17 Nom. em. 37-bis.5 498 493 5 247 230 263 58 Resp.
18 Nom. em. 37-bis.8, 37-bis.9 496 490 6 246 230 260 58 Resp.
19 Nom. em. 37-bis.10 506 500 6 251 233 267 58 Resp.
20 Nom. em. 37-bis.12 501 496 5 249 232 264 58 Resp.
21 Nom. em. 37-bis.13 503 496 7 249 232 264 58 Resp.
22 Nom. em. 37-bis.200 508 324 184 163 314 10 58 Appr.
23 Nom. em. 37-bis.14 481 475 6 238 217 258 58 Resp.
24 Nom. em. 37-bis.15 493 488 5 245 221 267 58 Resp.
25 Nom. em. 37-bis.16, 37-bis.17 500 495 5 248 226 269 58 Resp.
26 Nom. em. 37-bis.18, 37-bis.30 498 492 6 247 226 266 58 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 37-bis.19 499 494 5 248 229 265 58 Resp.
28 Nom. em. 37-bis.32 506 500 6 251 231 269 58 Resp.
29 Nom. em. 37-bis.20, em. 37-bis.21 506 500 6 251 231 269 58 Resp.
30 Nom. em. 37-bis.22 505 499 6 250 230 269 58 Resp.
31 Nom. em. 37-bis.24 498 492 6 247 229 263 58 Resp.
32 Nom. em. 37-bis.25 501 494 7 248 227 267 58 Resp.
33 Nom. em. 37-bis.26 508 502 6 252 231 271 58 Resp.
34 Nom. em. 37-bis.27 505 499 6 250 232 267 58 Resp.
35 Nom. em. 37-bis.28, 37-bis.29 510 504 6 253 236 268 58 Resp.
36 Nom. em. 37-bis.33 509 503 6 252 233 270 58 Resp.
37 Nom. em. 37-bis.35 506 499 7 250 233 266 58 Resp.
38 Nom. em. 37-bis.36 515 509 6 255 239 270 58 Resp.
39 Nom. em. 37-bis.37 508 502 6 252 234 268 58 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 37-bis.38 507 501 6 251 231 270 58 Resp.
41 Nom. em. 37-bis.39, 37-bis.40 508 503 5 252 233 270 58 Resp.
42 Nom. em. 37-bis.41 509 503 6 252 236 267 58 Resp.
43 Nom. em. 37-bis.42 511 505 6 253 236 269 58 Resp.
44 Nom. em. 37-bis.201 512 507 5 254 497 10 58 Appr.
45 Nom. em. 37-bis.43 514 508 6 255 240 268 58 Resp.
46 Nom. em. 37-bis.204 507 474 33 238 462 12 58 Appr.
47 Nom. em. 37-bis.44 516 509 7 255 238 271 58 Resp.
48 Nom. em. 37-bis.203 513 334 179 168 327 7 58 Appr.
49 Nom. em. 37-bis.46 517 508 9 255 236 272 58 Resp.
50 Nom. em. 37-bis.47 517 511 6 256 237 274 58 Resp.
51 Nom. em. 37-bis.50 518 515 3 258 242 273 58 Resp.
52 Nom. em. 37-bis.51 511 505 6 253 233 272 58 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 37-bis.52 516 510 6 256 239 271 58 Resp.
54 Nom. em. 37-bis.55 521 515 6 258 242 273 58 Resp.
55 Nom. em. 37-bis.53 507 502 5 252 233 269 58 Resp.
56 Nom. em. 37-bis.54 516 510 6 256 237 273 58 Resp.
57 Nom. articolo 37-bis 490 487 3 244 266 221 58 Appr.
58 Nom. em. 38-quinquies.301 482 298 184 150 296 2 58 Appr.
59 Nom. articolo 38-quinquies 486 291 195 146 288 3 58 Appr.
60 Nom. em. 39-quater.200 493 446 47 224 263 183 58 Appr.
61 Nom. em. 39-quater.100 491 300 191 151 300 58 Appr.
62 Nom. articolo 39-quater 485 288 197 145 284 4 58 Appr.
63 Nom. em. 39-sexies.1 436 434 2 218 176 258 68 Resp.
64 Nom. em. 39-sexies.2 473 450 23 226 191 259 66 Resp.
65 Nom. em. 39-sexies.300, 39-sexies.301 489 308 181 155 308 65 Appr.
INDICE ELENCO N. 6 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 39-sexies.3 481 478 3 240 226 252 65 Resp.
67 Nom. articolo 39-sexies 477 453 24 227 249 204 64 Appr.
68 Nom. em. 39-septies.300, 39-septies.301 477 267 210 134 248 19 63 Appr.
69 Nom. em. 39-septies.3 484 466 18 234 190 276 63 Resp.
70 Nom. articolo 39-septies 489 301 188 151 300 1 62 Appr.
71 Nom. articolo agg. 39-septies.0100 494 487 7 244 259 228 62 Appr.
72 Nom. articolo agg. 39-septies.0101 495 279 216 140 277 2 63 Appr.
73 Nom. em. 65.1 477 445 32 223 201 244 62 Resp.
74 Nom. em. 65.2, 65.3 476 442 34 222 193 249 62 Resp.
75 Nom. em. 65.4 475 443 32 222 195 248 62 Resp.
76 Nom. em. 65.5 462 432 30 217 189 243 62 Resp.
77 Nom. em. 65.11 469 460 9 231 214 246 62 Resp.
78 Nom. em. 65.6 450 416 34 209 184 232 62 Resp.
INDICE ELENCO N. 7 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. em. 65.7 468 460 8 231 216 244 62 Resp.
80 Nom. em. 65.9 481 477 4 239 226 251 62 Resp.
81 Nom. em. 65.8 487 482 5 242 230 252 62 Resp.
82 Nom. em. 65.12 482 476 6 239 202 274 62 Resp.
83 Nom. em. 65.13 480 475 5 238 196 279 62 Resp.
84 Nom. articolo 65 481 445 36 223 245 200 62 Appr.
85 Nom. em. 66.1 480 445 35 223 195 250 62 Resp.
86 Nom. em. 66.2 478 435 43 218 183 252 62 Resp.
87 Nom. em. 66.3 485 451 34 226 197 254 62 Resp.
88 Nom. em. 66.4 485 316 169 159 62 254 62 Resp.
89 Nom. em. 66.5 446 328 118 165 82 246 62 Resp.
90 Nom. em. 66.6 467 431 36 216 184 247 62 Resp.
91 Nom. em. 66.7 485 447 38 224 255 192 62 Appr.
INDICE ELENCO N. 8 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. em. 66.8 489 484 5 243 228 256 62 Resp.
93 Nom. em. 66.9 487 453 34 227 198 255 62 Resp.
94 Nom. em. 66.10 494 489 5 245 232 257 62 Resp.
95 Nom. em. 66.11 493 491 2 246 229 262 62 Resp.
96 Nom. em. 66.12 494 490 4 246 229 261 62 Resp.
97 Nom. em. 66.13 493 489 4 245 232 257 62 Resp.
98 Nom. em. 66.14 474 449 25 225 199 250 62 Resp.
99 Nom. em. 66.15 483 450 33 226 195 255 62 Resp.
100 Nom. em. 66.16 493 444 49 223 315 129 62 Appr.
101 Nom. em. 66.17 493 487 6 244 223 264 62 Resp.
102 Nom. em. 66.200 492 457 35 229 263 194 62 Appr.
103 Nom. em. 66.18 492 488 4 245 228 260 62 Resp.
104 Nom. em. 66.25 494 461 33 231 199 262 62 Resp.
INDICE ELENCO N. 9 DI 9 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 115
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nom. em. 66.21 478 472 6 237 35 437 62 Resp.
106 Nom. em. 66.26 477 445 32 223 192 253 62 Resp.
107 Nom. em. 66.22 485 475 10 238 31 444 62 Resp.
108 Nom. em. 66.27 488 455 33 228 191 264 62 Resp.
109 Nom. em. 66.23 484 474 10 238 41 433 62 Resp.
110 Nom. em. 66.28 489 455 34 228 192 263 62 Resp.
111 Nom. em. 66.29 482 449 33 225 189 260 62 Resp.
112 Nom. em. 66.30 481 446 35 224 191 255 62 Resp.
113 Nom. em. 66.31 485 451 34 226 195 256 62 Resp.
114 Nom. em. 66.24 489 456 33 229 197 259 62 Resp.
115 Nom. articolo 66 478 445 33 223 254 191 62 Appr.