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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 58 di mercoledì 1 ottobre 2008

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 9,35.

MIMMO LUCÀ, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bergamini, Boniver, Dozzo, Nirenstein e Tortoli sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria (Testo risultante dallo stralcio degli articoli 3, da 5 a 13, da 15 a 18, da 22 a 24, 31, 32, da 37 a 39, da 65 a 67 e 70 del disegno di legge n. 1441, deliberato dall'Assemblea il 5 agosto 2008) (A.C. 1441-bis-A) (ore 9,37).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo votato l'articolo 42.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,40).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

TESTO AGGIORNATO AL 02 OTTOBRE 2008

Si riprende la discussione.

(Esame dell'articolo 43 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 43 e delle proposte emendative ad esso riferite (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A). Se nessuno chiede di parlare sull'emendamento Amici 43.1, sospenderei...

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, credo che prima bisognerebbe chiedere se c'è qualcuno che vuole parlare sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 43.

Pag. 2

PRESIDENTE. Lo faremo successivamente.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta, che riprenderà alle 10.

La seduta, sospesa alle 9,40, è ripresa alle 10,05.

PRESIDENTE. Avverto che sono stati ritirati dai presentatori gli emendamenti 52.2, 52.3, 52.14, 52.25, 53.12, 53.19, 53.24 e 71.1.
Poiché prima della sospensione della seduta è stato omesso di chiedere se vi fossero interventi sul complesso delle proposte emendative riferite all'articolo 43, coloro che intendano intervenire possono chiederlo.
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo sul complesso delle proposte emendative all'articolo 43, ma anche in generale sulla parte di questo provvedimento che riguarda la pubblica amministrazione.
Nella giornata di ieri abbiamo fatto alcune considerazioni in ordine al fatto che in questo collegato siano state inserite delle norme relative sia alla giustizia, sia alla pubblica amministrazione. La maggiore efficienza di quest'ultima diventa un volano ed un elemento di sviluppo economico che dà certezza alle imprese, agli investitori e agli operatori in genere.
Innanzitutto fa piacere aver ascoltato sulle norme che riguardano la pubblica amministrazione anche l'ex Ministro Nicolais, intervenuto in un confronto e in un dibattito costruttivo in questo contesto. In parte, infatti, tali norme vanno nella direzione intrapresa proprio dal disegno di legge Nicolais, che - lo ricordiamo - nel corso della scorsa legislatura abbiamo affrontato in quest'aula con un confronto ampio e sereno ed altresì costruttivo. Tale provvedimento poi rimase fermo al Senato, dopo essere stato approvato dalla Camera.
Il testo di cui stiamo oggi discutendo - dicevamo - riprende quel provvedimento in alcune sue formulazioni ed indicazioni principali, oltre ad aggiungere ulteriori elementi, quali la trasparenza dei testi, le buone prassi della pubblica amministrazione ed altri elementi virtuosi che riguardano la valutazione dei dirigenti, la tempistica con cui devono essere risarciti i cittadini nel caso gli sia riconosciuto un danno a causa dei ritardi della pubblica amministrazione, eccetera.
Crediamo che, in questo contesto, l'articolo 43 in esame, sul quale vi è un emendamento soppressivo, abbia un valore importante. Nel testo di questo articolo, infatti, vediamo applicato un principio effettivo di sussidiarietà verticale, in particolare in relazione alla mobilità delle funzioni amministrative. Infatti, gli enti amministrativi devono verificare se vi siano altri enti che possano svolgere le predette funzioni in modo più efficace ed economico e ai quali delegare tali funzioni, senza maggiori oneri a carico dello Stato, garantendo un risparmio di spesa ed una riallocazione delle risorse umane e strumentali dando corso ai conseguenti processi di mobilità.
Nel provvedimento in esame troviamo l'istituzione di un comitato interministeriale, oltre la parte riguardante gli immobili pubblici. A mio avviso, quest'ultima dà corso ad effetti virtuosi, in quanto prevede che le pubbliche amministrazioni favoriscano la piena utilizzazione e la fruizione dei propri edifici, in armonia con le finalità istituzionali fissate dai rispettivi ordinamenti, da parte dei cittadini. Credo che questo sia un importante elemento di trasparenza, ma anche di contatto e di «amicizia» tra cittadini e pubblica amministrazione. Quest'ultima dev'essere volano di sviluppo ed elemento di moltiplicazione di servizi diretti proprio ai cittadini, in quanto essi rappresentano gli unici destinatari e i veri padroni della pubblica amministrazione, sebbene i poteri datoriali - e la responsabilità che ne consegue - debbano essere esercitati dallo Stato.
In questo senso il contributo che il Governo ha voluto dare a tutta la pubblicaPag. 3amministrazione, un incentivo ad una maggiore razionalizzazione ed efficienza della struttura della macchina dello Stato, è già visibile e tangibile. Si parla, infatti, di «effetto Brunetta», che è stato evocato da più parti anche nella discussione della giornata di ieri.
Colgo l'occasione per esprimere al Ministro Brunetta la mia personale solidarietà nei suoi confronti riguardo ad una vignetta, francamente di cattivo gusto, pubblicata ieri l'altro da un quotidiano (lo dico anche da autore di satira e da vignettista). Credo che il direttore della testata abbia fatto bene a prendere le distanze dall'oggetto e dal contenuto di questa vignetta, che ci è sembrata in qualche modo ledere il buon senso ed il buon gusto. Certamente tutto ciò non fa piacere e, seppure nel caso specifico ha riguardato il Ministro Brunetta, credo che la vignetta avrebbe suscitato l'indignazione comune se avesse riguardato chiunque altro, figuriamoci una persona così esposta in un clima del genere.
Tornando alla questione della pubblica amministrazione, in questo collegato vi sono norme importanti e, tra le altre, anche quella che affronteremo nell'articolo successivo; vi sono proposte emendative che possono essere in qualche misura considerate correttive, ma la dinamica parlamentare di confronto - anche attraverso i pareri del relatore e del Governo - interverrà nel merito; tuttavia, la proposta di un emendamento soppressivo ci sembra francamente eccessiva e costituisce un elemento cronico nella fisiologia degli emendamenti. Al di là di questa cronicità, ci sembra fuori luogo sopprimere un articolo che prevede che le amministrazioni possano delegare le proprie funzioni ad altri soggetti, che possono svolgerle meglio, peraltro senza oneri per lo Stato e senza dover predisporre risorse aggiuntive, garantendo al contempo i processi di mobilità. Pertanto, per quanto riguarda il mio gruppo, l'emendamento non ci sembra condivisibile.
È chiaro che da questa discussione sulla pubblica amministrazione emerge un elemento importante, che anche ieri in qualche modo è stato toccato: quello del ruolo dei dirigenti e della premialità nei loro confronti. Vi è tutto un mondo sindacale e anche politico che crede che i dirigenti siano una delle cause della inefficienza della nostra pubblica amministrazione. Noi crediamo che i dirigenti possano essere delle soluzioni al miglioramento della nostra pubblica amministrazione qualora vengano responsabilizzati, in tutti i sensi, e qualora si dia loro la possibilità di esercitare i poteri datoriali e di rispondere, nella loro figura dirigenziale, della efficienza o inefficienza delle loro strutture.
Siamo convinti che occorra trasformarli in figure apicali e datoriali, quasi in senso imprenditoriale, rispondendo dei profitti ma anche delle perdite delle proprie strutture. In tal senso vi è un combinato disposto di norme, contenute in questo provvedimento, nell'altro attualmente in discussione al Senato e in quello all'esame della XI Commissione, inerenti la pubblica amministrazione e il pubblico impiego, che all'interno della struttura ricopre un ruolo centrale.
La rivoluzione dei servizi al cittadino da parte della pubblica amministrazione si sta verificando in maniera serena e tranquilla.
Sta iniziando questa rivoluzione copernicana, sulla quale anche il confronto tra maggioranza e opposizione deve esserci, ma con onestà intellettuale. Diamo atto al Ministro Brunetta di avere svolto un grande lavoro anche in termini di immagine: l'effetto Brunetta si respira anche sull'assenteismo della pubblica amministrazione, a normativa vigente. Si deve prendere di petto, con senso del dovere e meritocrazia, una logica troppo spesso lassista, della quale purtroppo, come ha affermato il presidente di Confindustria della scorsa gestione, troppo spesso, un certo sindacato ha rischiato di apparire corresponsabile.
La logica del lassismo è tutt'altro che meritocratica: si tratta di una grande sfida che attiene non solo alla parte politica dell'opposizione (in particolare al Partito Democratico) e non solo al Parlamento ePag. 4a tutti coloro che si sono occupati e si occupano con competenza (penso al collega Giovannelli e ad altri) di pubblica amministrazione, la seguono da tempo, ne conoscono i meccanismi e danno il loro contributo nelle discussioni parlamentari che abbiamo di fronte, cercando - ciascuno con la propria impostazione ed il proprio bagaglio culturale - di offrire un indirizzo che possa essere migliorativo rispetto alle proposte del Governo e dei singoli parlamentari.
Sappiamo anche, però, che la sfida del salto di qualità appartiene in larga parte anche al sindacato, in particolare alla CGIL. Da questo punto di vista, riteniamo che uno scatto d'orgoglio sarebbe utile, perché quello che stiamo realizzando nella pubblica amministrazione, ossia la rivoluzione copernicana che è in ballo in questo momento, è inarrestabile: è una rivoluzione popolare tra i cittadini, che ha origini antiche. Non è più l'era in cui si può sparare a zero contro personaggi come Pietro Ichino o contro coloro che denunciano le inefficienze nelle pubbliche amministrazioni. Oggi difendere la fannullagine e l'assenteismo non è più una rendita di posizione, anche se ciò comporta vantaggi in termini di consolidamento interno di alcune strutture.
In tal senso, questa battaglia è popolare. I cittadini in qualche modo già scherzano sull'effetto Brunetta, che però è un effetto reale. Crediamo che dialogare di riforma della pubblica amministrazione possa essere virtuoso, perché questo è il clima all'interno del quale ciò si può fare, anche con riferimento alle condizioni di equilibrio parlamentare.
C'è questo clima e c'è questa occasione, che non va persa: è necessario il confronto sulla pubblica amministrazione, sulla sua efficienza e sul pubblico impiego, al netto del dibattito sul contratto, che è ben altra dinamica industriale, sulla quale una riflessione deve essere pur fatta (rimandiamola, però, ad un secondo momento: vi saranno luoghi più adatti rispetto al dibattito in corso). Affrontare tale discorso in questo contesto è certamente una delle sfide che porta il Paese a diventare un Paese normale e ad avere una pubblica amministrazione che non abbia nulla da invidiare agli altri Paesi europei: ancora oggi, invece, vi è qualcuno che la vede come un ammortizzatore sociale.
Iniziare a dare un percorso di svolta è uno dei compiti che questo Governo e questo Parlamento hanno. Evidentemente, dialogare su questo aspetto è un diritto delle forze politiche e dei parlamentari, ma è anche un dovere, perché si tratta di un appuntamento importante.
Provvedimenti come questi prevedono al loro interno elementi di innovazione, su cui ieri - lo ripeto - il Ministro Nicolais ha avuto modo di esprimersi, con toni - mi è sembrato - relativamente critici. Gli do anche atto di onestà intellettuale, da un certo punto di vista: nel gioco tra maggioranza e opposizione ci sta che tutto quello che fanno maggioranza e Governo sia fatto male. Si è capito, però, che non proprio tutte le norme contenute nel provvedimento in esame sono malvagie e negative, come di solito si afferma.
Evidentemente, ci sono elementi che sono stati colti, che riprendono anche il percorso, al quale accennavo prima, di un provvedimento che già in questo Parlamento era stato parzialmente affrontato e licenziato, che è rimasto fermo al Senato della Repubblica la scorsa legislatura. Mi auguro che questo provvedimento ci dia l'occasione di ripartire e speriamo che, con buonsenso e con responsabilità, questo percorso sia avviato con il collegato ora al nostro esame, che continui con il collegato che tuttora è in Commissione lavoro e che possa proseguire con l'altro collegato, che in questo momento è al Senato e che arriverà alla Camera presto (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito i relatori ad esprimere il parere delle Commissioni.

MASSIMO ENRICO CORSARO, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Amici 43.1, Borghesi 43.2 e Aniello Formisano 43.3.

Pag. 5

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Amici 43.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, ho già avuto modo ieri sera di esprimere le mie valutazioni nel corso dell'esame degli articoli 41 e 42. L'articolo 43 completa questo ciclo di articoli che, di fatto, anticipano in maniera surrettizia la discussione sul federalismo fiscale. Voglio anche qui ricordare la frase del testo - penso al comma 2 - dove si afferma testualmente: «Nel proporre il trasferimento dell'esercizio delle funzioni ciascuna amministrazione ne specifica gli effetti finanziari ed organizzativi». Inoltre, al comma successivo, viene costituito un comitato interministeriale, il quale indica lo strumento giuridico di diritto privato e pubblico idoneo ad assicurare il miglior esercizio della funzione.
Francamente, trovo questa anticipazione sbagliata, non utile e nemmeno rispettosa del dibattito che dovremo fare sul federalismo. L'insieme di questi articoli è improprio, per cui è bene rinviare la discussione nella sede più opportuna, che è quella che ci attende. Solo per queste ragioni, chiediamo la soppressione dell'articolo 43, proprio perché diamo importanza al dibattito che ci attende sul federalismo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Amici 43.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 452
Votanti 446
Astenuti 6
Maggioranza 224
Hanno votato
204
Hanno votato
no 242).

Prendo atto che il deputato Abrignani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Froner ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 43.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, questo articolo intende, in qualche modo, dare il via alla dismissione, da parte delle amministrazioni pubbliche, di tutte quelle attività che possono essere esercitate meglio da altri soggetti. Il principio può essere anche condivisibile, però si fa fatica ad accettare che un principio del genere si esplichi, quando poi diciamo semplicemente che dal trasferimento non possono, in ogni caso, derivare maggiori oneri per la finanza pubblica.
È evidente che qualunque impresa effettua delle attività di outsourcing tutte le volte che, facendo un bilancio tra il costo interno e il costo esterno, rileva come più favorevole l'affidamento all'esterno, ad altri, di quel tipo di attività, di procedura o di azione. Dunque, ha senso che si facciano operazioni di questo genere solo a condizione che si abbia un reale vantaggio per la pubblica amministrazione.
Mi riuscirebbe incomprensibile porre semplicemente come obiettivo che il costo per la finanza pubblica non aumenti: è evidente che dobbiamo dare un criterio decisionale ben diverso, che è quello della riduzione dei costi per il settore pubblico. In questo senso il nostro emendamento tende a sostituire la frase in cui si afferma: «dal trasferimento non possono in ogniPag. 6caso derivare maggiori oneri per la finanza pubblica», con una formula come la seguente: «dal trasferimento devono in ogni caso derivare minori spese o maggiori entrate». Solo così sarebbe giustificata una operazione di outsourcing di attività gestite in questo momento all'interno della pubblica amministrazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor presidente, colleghi, mi sembra che abbiamo rinunciato alla possibilità di soppressione di questo articolo con troppa leggerezza: cerchiamo di mitigarlo almeno con gli emendamenti.
L'articolo in questione si propone, nella prima parte, di esternalizzare funzioni delle amministrazioni pubbliche. Fino ad adesso noi, dalla legge finanziaria del 2002 in poi, abbiamo esternalizzato servizi; fra l'altro esso fa riferimento ad amministrazioni pubbliche, senza un richiamo specifico, e ha profili di costituzionalità dubbi rispetto alle regioni.
Ma cosa vuol dire esternalizzare funzioni di amministrazioni pubbliche? C'è una procedura complessa: può essere fatto solo temporaneamente, coinvolge tutto il Governo per la decisione; forse, esternalizzeremo completamente le funzioni del comune di Catania, dopo avergli dato recentemente 140 milioni, visto che nemmeno il commissario riuscirà a risolvere il problema. L'articolo quindi è molto pericoloso ed è scritto male.
La seconda parte invece riguarda il famoso piano industriale del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Esso si basava su quattro pilastri: mobilità delle funzioni (e questa ne è un'interpretazione); qualità e customer satisfaction; utilizzo ottimale degli immobili; sponsorizzazione e project financing. L'articolo in esame entra nella terza grande funzione, utilizzo ottimale degli immobili. Vi leggo come è stata declinata, e mi chiedo se l'Aula possa produrre leggi di questo tipo: «Le amministrazioni pubbliche favoriscono ogni iniziativa volta a realizzare, in armonia con le finalità istituzionali fissate dai rispettivi ordinamenti, l'obiettivo della piena utilizzazione e fruizione dei propri edifici da parte dei cittadini. Alle predette iniziative si provvede con le ordinarie risorse». Questa è una norma di legge? Questa è una norma di contenuto determinato? È assolutamente generica! Che diritto crea, che sanzione, che norma, chi può chiederne l'applicazione? Chiedo al collega Giorgetti che non c'è: il Ministro per la semplificazione normativa Calderoli, che ha proposto un «taglialeggi», è stato informato che la montagna ha prodotto questo topolino, e stiamo producendo norme che poi dovremo tagliare nel magma legislativo?
L'emendamento soppressivo è stato respinto, almeno mitighiamo gli effetti di questo articolo approvando gli emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 43.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 442
Astenuti 24
Maggioranza 222
Hanno votato
195
Hanno votato
no 247).

Prendo atto che deputati Mura e Tenaglia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Buttiglione ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Aniello Formisano 43.3.Pag. 7
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Al comma 3 dell'articolo 43 si dice che la proposta è presentata da un comitato interministeriale presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri, o per sua delega dal Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, del quale fanno parte il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dell'interno, il Ministro per i rapporti con le regioni, il Ministro delle riforme per il federalismo e il Ministro per la semplificazione normativa, nonché i ministri competenti di volta in volta in ordine alle funzioni interessate.
Il comitato, qualora presenti la proposta all'approvazione del Consiglio dei ministri, indica lo strumento giuridico di diritto pubblico o privato idoneo ad assicurare il migliore esercizio della funzione.
Dunque, questo Parlamento è sostanzialmente spogliato delle sue funzioni, e non so se anche questa è una funzione che il Governo magari vuole dare in outsourcing a qualche soggetto pubblico o privato che sia meno noioso e dia meno fastidio di quello che sta arrecando in questo momento il Parlamento.
Mi chiedo: è immaginabile che il Parlamento venga totalmente escluso da un procedimento con il quale si trasferiscono funzioni della pubblica amministrazione a soggetti esterni e non sia neppure chiamato ad esprimere un parere su tale procedimento e su tali proposte, laddove interviene semplicemente il Governo tagliando totalmente fuori dall'interlocuzione il Parlamento? A me pare che anche ciò si vada ad inquadrare in quell'ottica di evitare qualunque fastidio al manovratore.
Noi non siamo d'accordo e chiediamo che la proposta, prima della sua approvazione definitiva, venga trasmessa per il parere anche alle Commissione parlamentari competenti. Questo ci sembra un minimo irrinunciabile e lo dico non soltanto all'opposizione, ma anche alla maggioranza: voi siete, piano piano, tagliati fuori da qualunque interlocuzione sulle decisioni del Governo.
Il fatto che il Governo la settimana scorsa abbia approvato il disegno di legge finanziaria dandosi contemporaneamente l'autorizzazione alla posizione della questione di fiducia è un atto di intimidazione non tanto nei confronti dell'opposizione, ma nei vostri confronti, perché serve a dire: non provatevi a fare proposte modificative! Ma noi dell'Italia dei Valori non accettiamo quest'ottica e chiediamo che su proposte di outsourcing delle funzioni della pubblica amministrazione le Commissioni parlamentari competenti siano quantomeno autorizzate ad esprimere un parere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Aniello Formisano 43.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 472
Votanti 444
Astenuti 28
Maggioranza 223
Hanno votato
191
Hanno votato
no 253).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 43.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 475
Votanti 469
Astenuti 6
Maggioranza 235
Hanno votato
281
Hanno votato
no 188).Pag. 8

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento, in particolare all'articolo 24.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Come lei sa, signor Presidente, la Presidenza della Camera può concedere, su richiesta dei gruppi, tempi aggiuntivi rispetto a quelli previsti dagli articoli che regolano il contingentamento della discussione e, in questo momento, la discussione riguarda un disegno di legge per il quale è stato disposto il contingentamento dei tempi. Naturalmente, non si tratta di un disegno di legge ordinario, bensì di un disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica che ha comportato vincoli anche dal punto di vista della discussione e della presentazione degli emendamenti e che quindi ha impedito, a seguito anche di una discussione intervenuta in sede di Commissioni referenti, la possibilità di giungere in Aula con un'ulteriore approssimazione di discussione relativa anche alla possibilità ed alla disponibilità di emendamenti che fossero in aggiunta rispetto a quelli presi in visione dalle Commissioni medesime.
Abbiamo già avuto modo come gruppo, la scorsa settimana, di fare presente al Presidente della Camera come vi fosse una questione non indifferente, poiché in sede referente era stata assegnata alle Commissioni riunite I e V la discussione relativa ad una parte importante del provvedimento, in sostanza si tratta della metà di questo provvedimento collegato che concerne la giustizia civile.
Vi è, quindi, una riforma di parti importanti della giustizia civile in un provvedimento collegato alla manovra finanziaria. È una sede impropria, rispetto alla quale, tuttavia, ci siamo acconciati a discutere e a lavorare per migliorare il provvedimento medesimo. Ora, per farlo, tutti noi abbiamo la necessità, l'Aula ha la necessità, di avere tempi congrui per poter affrontare la seconda parte della discussione, ovvero per dedicare questa giornata a una decisiva discussione riguardante la giustizia civile che interessa molte realtà del Paese, non solo cittadini singoli, ma anche soggetti economici e sociali.
Le chiedo, dunque, signor Presidente, che, così come la scorsa settimana abbiamo apprezzato la disponibilità del Presidente Fini e del presidente Bruno a far in modo che ciò che era emerso in sede discussione e di proposte della Commissione giustizia fosse contenuto all'interno dell'iniziativa emendativa delle due Commissioni referenti, la stessa attenzione sia posta dal Presidente nel momento in cui dovremmo avviare una discussione (a cui arriveremo dopo l'esame di altri pochi articoli) senza che i gruppi di opposizione possano avere il tempo sufficiente per esprimere e avvalorare con una chiara discussione di merito le proposte che da parte del Partito Democratico e dei gruppi dell'opposizione sono state poste all'attenzione dell'Aula. Chiedo, dunque, che possano essere concessi, come previsto dal Regolamento, fino a un terzo dei tempi aggiuntivi rispetto a quelli previsti dal contingentamento vigente.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente intervengo per unire la richiesta del nostro gruppo a quella espressa dal collega Quartiani. Anche noi pensiamo che la rilevanza della materia, la fretta dei tempi fin qui seguiti per discutere il provvedimento e anche la disponibilità dell'opposizione di concorrere alle migliori soluzioni possibili di merito, possano indurre la Presidenza - credo anche senza ostacoli da parte del Governo - a concedere questo supplemento di tempi, perché ritengo che l'obiettivo sia sì svolgere una discussione veloce, ma non è detto che discutere il provvedimento frettolosamente produca necessariamente questo risultato.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

Pag. 9

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo soltanto per condividere e, quindi, aggiungere alle richieste avanzate dai gruppi del Partito Democratico e dal gruppo dell'Unione di Centro, anche la richiesta da parte del gruppo dell'Italia dei Valori di tempi aggiuntivi per discutere questa parte del provvedimento.

PRESIDENTE. Sicuramente il Presidente della Camera si farà carico delle motivate richieste dei colleghi.

(Esame dell'articolo 44 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 44 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Giovanelli. Ne ha facoltà.

ORIANO GIOVANELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, già efficacemente intervenendo sull'articolo precedente sia l'onorevole Vannucci, sia l'onorevole Baretta, hanno evidenziato come in questo provvedimento vi sia una sorta di tensione alla legificazione di aspetti che possono essere, invece, ricondotti a strumenti operativi della pubblica amministrazione che non siano tutti necessariamente leggi. È già stato ricordato che, parallelamente, vi è un Ministro che si sta occupando della delegificazione ovvero che, sostanzialmente, sta cercando di ripulire il nostro ordinamento da «cadaveri» normativi che ci trasciniamo da anni e che intralciano il lavoro non soltanto della pubblica l'amministrazione, ma anche dei cittadini che con essa, a vario titolo, hanno a che fare.
A cosa serve normare la diffusione di buone pratiche nella pubblica amministrazione se non a manifestare uno stato di impotenza del Ministro della funzione pubblica? Vi sono due possibilità: o si ritiene che si debba oberare l'ordinamento di norme inutili quando misure di questo genere si possono assumere tranquillamente con delle direttive da parte del Ministro, oppure si vuole significare, nel modo più plateale e chiaro, che le direttive del Ministro in verità non le ascolta nessuno. Quindi nessuno poi, all'interno della pubblica amministrazione statale o degli altri Ministeri, prende atto coerentemente di quanto il Ministro della funzione pubblica dispone. Sia nell'un caso sia nell'altro io credo che ciò rappresenti un pessimo esempio di legificazione, un pessimo esempio di modalità con cui affrontare la riforma della pubblica amministrazione, ed è anche un pessimo esempio di dimostrazione di autorevolezza di chi è titolare di un Ministero, come quello della funzione pubblica, che sulle materie organizzative, compresa la diffusione delle buone pratiche, dovrebbe avere titolo e autorevolezza nel momento in cui dispone qualcosa. Il ricorrere alla legge è pleonastico, inutile, e testimonia un'impotenza di cui francamente avremmo fatto a meno.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore per la V Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.

MASSIMO ENRICO CORSARO, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Amici 44.1, Lanzillotta 44.2, nonché sugli identici emendamenti Giudice 44.3, Borghesi 44.4, Causi 44.5 e Lo Monte 44.6.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Amici 44.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Amici. Ne ha facoltà.

SESA AMICI. Signor Presidente, noi chiediamo la soppressione dell'articolo 44,Pag. 10e poc'anzi il collega Giovanelli, nell'intervenire sul complesso degli emendamenti, ne ha dato ampia motivazione. C'è una ragione in più. Le buone prassi nella pubblica amministrazione, proprio per antonomasia e quasi in maniera ontologica, sono definite tali perché aiutano a superare elementi di difficoltà nel rapporto tra una buona amministrazione, i tempi e la certezza dei provvedimenti.
Assistiamo - ciò riguarda ormai parecchi articoli - ad una visione che è esattamente il contrario, quella per cui si ipotizza nella pubblica amministrazione semplicemente un'operazione manifesto. Di volta in volta si ricorre a titoli ampollosi che però nella sostanza imbrigliano completamente in una nuova logica, anzi in una vecchia logica, che è quella non della buona amministrazione ma della vecchia burocrazia. Tutto ciò è talmente evidente in questo articolo non solo perché nelle buone prassi c'è la possibilità della valutazione, dentro la pubblica amministrazione, dell'operazione virtuosa che spesso lega la progettualità, la capacità dei dirigenti, del personale, di avere un rapporto con i propri cittadini. Vi è infatti anche un elemento di valutazione che, come vuole il Ministro Brunetta, riguarda i dirigenti ma lo si allarga ad un personale del tutto indistinto. La verità è contenuta esattamente in un articolo aggiuntivo che noi abbiamo proposto e sul quale credo interverrà la collega Lanzillotta per illustrarlo.
Quando si producono le buone prassi e nell'ambito delle stesse si vuole attuare anche la valutazione occorrono indicatori certi, e non la discrezionalità del singolo Ministro o del Governo, perché questo non crea buona prassi ma esattamente il contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Amici 44.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 471
Votanti 445
Astenuti 26
Maggioranza 223
Hanno votato
196
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che i deputati Marinello, Allasia e Gava hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Lanzillotta 44.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzillotta. Ne ha facoltà.

LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, come è stato sottolineato dai colleghi che mi hanno preceduto, l'articolo 44 è inutile, un articolo-manifesto e, come tutti sappiamo, le norme legislative inutili sono anche dannose perché aumentano il corpus normativo, disorientano gli operatori e creano solo impaccio a chi opera nelle amministrazioni e con il diritto. Si tratta di un articolo-manifesto perché di alcune azioni chiave di modernizzazione della pubblica amministrazione, come la valutazione e la trasparenza, si indicano auspici senza descrivere il percorso attraverso cui realizzare gli obiettivi e soprattutto senza prevedere alcuna sanzione per le amministrazioni che non si adeguano a tale modo di operare. Da questo punto di vista, essendo una norma del tutto inutile e puramente manifesto, appare anche particolarmente pretestuosa e odiosa la chiusura della maggioranza che dichiara parere contrario sugli emendamenti migliorativi di un testo, peraltro, scarsamente incisivo. Dunque, anche nell'ottica di una norma manifesto, la maggioranza non è disponibile ad un confronto teso a migliorare e a costruire.
Voglio sottolinearlo, perché ho trovato in tutta la parte relativa alla pubblica amministrazione un atteggiamento assolutamente inaccettabile da parte della maggioranza. La pubblica amministrazione èPag. 11una grande istituzione che deve appartenere a tutti e dovrebbe essere dovere della maggioranza e del Governo accettare il confronto ed essere disponibili a tutto ciò che tende a migliorare.
Nel particolare, l'emendamento 44.2 da me presentato tende a inserire tra gli indicatori rilevanti ai fini della trasparenza e del rapporto con gli utenti esattamente la soddisfazione degli utenti, costruita secondo indicatori che - forse il Governo non lo sa e, forse, il Ministro Brunetta non lo sa -, si stanno già costruendo di intesa tra Governo, regioni ed enti locali, attraverso un progetto che proprio il Governo ha finanziato allo scopo di determinare indicatori standardizzati per l'intero sistema degli enti locali, in materia di servizi pubblici locali, e di metterli a disposizione on line con l'effetto di aumentare l'uso delle nuove tecnologie e standardizzare criteri di valutazione dei servizi. In questo modo è possibile concorrere anche alla definizione di servizi standard e, dunque, di costi standard, operazione che sarà fondamentale per attuare il federalismo fiscale.
Mi spiace molto che il Governo non colga ogni tanto l'occasione per confrontarsi, discutere e approfondire temi e si limiti soltanto ad esprimere enunciazioni a cui non seguirà alcuna azione concreta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 10,45)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, ritengo che il primo principio della semplificazione legislativa sia quello di non legiferare quando non è necessario farlo. Ricorrere addirittura ad una legge per dire che bisogna seguire le buone prassi a me pare francamente inutile, pleonastico e addirittura fuorviante in molti casi. Infatti obbligherà anche chi già sta operando; inoltre, poiché i metodi possono essere molto diversi e non è necessario per raggiungere quel risultato seguire la procedura stabilita dalla legge, rischiamo addirittura di avere effetti contrari a quelli che vogliamo ottenere.
Mi chiedo anzi che cosa stia a fare un Ministro per la semplificazione normativa se non è neppure in grado di intervenire in Consiglio dei Ministri attraverso il suo ufficio legislativo, che - immagino - sarà abbastanza nutrito e rilevante, per far presente che state facendo un'operazione e una legge inutili.
Pertanto, in questa prospettiva, avremmo naturalmente preferito la soppressione dell'articolo 44 ma, per così dire, come riduzione del danno, chiediamo che quanto meno vi siano interventi e modifiche come quelle proposte dall'emendamento Lanzillotta 44.2, nel quale si prevedono indicatori che riguardino la qualità percepita dei servizi pubblici locali. Quindi, il nostro gruppo voterà a favore dell'emendamento in questione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 44.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 479
Astenuti 4
Maggioranza 240
Hanno votato
222
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che i deputati Samperi, Ferranti e Adornato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Vassallo ha segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole.Pag. 12
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Giudice 44.3, Borghesi 44.4, Causi 44.5 e Lo Monte 44.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, chi è intervenuto prima di me ha ben spiegato quali sono le nostre perplessità nei confronti dell'articolo in esame. Vorrei ricordare che gli emendamenti di cui ora discutiamo sono del tutto innocui: prevedono soltanto che, nella definizione di una serie di indicatori che le amministrazioni locali dovranno rendere pubblici, sia sentita la Conferenza unificata. La ragione di ciò sta nel fatto che negli apparati pubblici statali non vi è una sufficiente conoscenza di cosa sono i servizi erogati da comuni, province o regioni, in particolare la conoscenza tecnologica di questi processi produttivi. Ci sembra sensatissimo che, se si devono costruire e rendere pubblici degli indicatori, ciò sia fatto dallo Stato in concordia, sentiti gli enti locali nella Conferenza unificata.
Voglio in più ricordare che parliamo di indicatori molto grezzi, oserei dire molto gretti, perché si pensa ad un indicatore relativo ai tempi medi di pagamento delle amministrazioni. Non si coglie - è successo poco fa con il voto contrario espresso sull'emendamento Lanzillotta 44.2 - un concetto evidente, cioè il fatto che gli indicatori più importanti sono quelli sulla qualità dei servizi.
Si parla poi di indicatori relativi ai tempi medi di erogazione del servizio: ma cos'è il tempo medio di erogazione, per esempio, del servizio di autobus? Vi è confusione fra servizi amministrativi e servizi pubblici locali. Non capisco perché la maggioranza e il Governo non vogliano, accogliendo gli emendamenti proposti dalle opposizioni, migliorare il testo della norma in esame, che è davvero molto confuso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Giudice 44.3, Borghesi 44.4, Causi 44.5 e Lo Monte 44.6, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 483
Astenuti 2
Maggioranza 242
Hanno votato
228
Hanno votato
no 255).

Passiamo alla votazione dell'articolo 44.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzillotta. Ne ha facoltà.

LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, confermo il voto contrario sull'articolo in esame, di cui a più riprese con i colleghi abbiamo sottolineato l'inappropriatezza, cioè l'assenza di un contenuto normativo e quindi l'assoluta improprietà di introdurre articoli e norme legislative che non hanno alcuna portata e alcun contenuto dispositivo, ma sono semplicemente indicazioni di auspici, che non contengono né la definizione delle modalità attraverso cui realizzare trasparenza, diffusione delle buone pratiche e valutazione, né sanzioni per le amministrazioni inadempienti.
Invito il Governo a riprendere quanto prima questo argomento, confrontandosi con una proposta molto seria e molto articolata, sottoscritta al Senato dai senatori Treu e Ichino e qui alla Camera da me e dalla collega Amici, che il Partito Democratico ha presentato proprio per costruire una metodologia di valutazione e meccanismi di trasparenza, che siano alla base dell'apertura delle amministrazioni agli utenti e siano la leva anche per la valutazione della qualità delle strutture, dei servizi e dell'assegnazione delle retribuzioni premiali e di produttività.
Questo è un tema fondamentale, senza il quale non si può far compiere unoPag. 13scatto alle amministrazioni pubbliche verso una logica che non sia più puramente burocratica, ma sia una logica in cui le amministrazioni stesse sono misurate per la quantità e la qualità dei servizi e delle azioni che producono.
Trovo sconcertante che un tema chiave per l'innovazione e la modernizzazione delle amministrazioni sia liquidato, in un capo solennemente intitolato al piano industriale per le amministrazioni, in modo così sciatto e sbrigativo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, è difficile votare contro o astenersi dal voto su un articolo di questo genere. Se si è bravi occorre contagiare gli altri: ciò è implicito nel concetto di buona amministrazione e non avrebbe bisogno di una regolamentazione, ma scriverlo in un articolo di legge non fa male.
Mi permetto però di condividere in parte quanto hanno sottolineato l'onorevole Lanzillotta e l'onorevole Causi. Attenzione ad intervenire sulla materia in modo disorganico, perché con l'intenzione di fare una cosa buona si rischia di farne una cattiva.
È ciò che in parte si è verificato con l'articolo 43: quando parliamo di esternalizzazione di funzioni esprimiamo un principio valido dicendo che se un servizio viene prestato da una entità esterna alla pubblica amministrazione in maniera migliore e a un minor costo, allora è preferibile che lo faccia quella entità (è un'affermazione pleonastica). Se però trasferiamo questo concetto all'interno di una pubblica amministrazione o di un ente locale che non siano attrezzati per svolgere un controllo sull'esercizio di quella funzione o di quel servizio rischiamo che, per attuare un buon principio, si compia un danno. Questo è esattamente quanto è avvenuto nel processo che si è verificato negli ultimi anni relativamente alla esternalizzazione dei servizi negli enti locali. I servizi sono stati esternalizzati, sono stati previsti nei contratti di esternalizzazione degli incisivi controlli da parte degli enti locali, ma non esistendo la cultura del controllo all'interno di quegli enti (perché fino ad oggi sono stati erogatori e non controllori) alla fine il servizio esternalizzato spesso non ha reso quello che doveva rendere ed è qualitativamente peggiorato.
Oggi rischiamo che accada altrettanto con le funzioni e lo stesso si rischia in questa sede: se affermiamo in linea generale il principio di diffusione delle buone prassi ma poi non prevediamo degli indicatori efficaci per individuarle rischiamo di esportare non delle buone prassi, ma delle cattive prassi. Capisco il concetto che è sotteso e lo condivido, ma il metodo mi sembra azzardato. Annuncio, pertanto che su questo articolo ci asterremo dal voto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 44.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 459
Astenuti 31
Maggioranza 230
Hanno votato
265
Hanno votato
no 194).

Comunico all'Assemblea che, in ragione della complessità e dell'importanza del provvedimento al nostro esame e in accoglimento delle richieste avanzate dai gruppi dell'opposizione che sono state comunicate dal Vicepresidente Leone, ho disposto l'ampliamento dei tempi di esame riservati ai gruppi su questo provvedimento in ragione di un terzo rispetto a quelli originariamente assegnati.

Pag. 14

(Esame dell'articolo 46 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 46 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Amici. Ne ha facoltà.

SESA AMICI. Signor Presidente, l'articolo 46, del quale chiediamo la soppressione, riguarda la riorganizzazione del Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione, del Centro di formazione studi e della Scuola superiore della pubblica amministrazione. Colleghi, è del tutto evidente che esiste un nesso logico e funzionale tra la competitività e la messa in competitività di questo Paese, ad una condizione: che anche nella sua articolazione statuale la pubblica amministrazione venga vissuta e concepita come uno degli elementi che aiutano concretamente la competitività del Paese. Lo può fare non solo attraverso le buone prassi, ma, contestualmente, se al proprio interno dispone di strumenti efficaci per rendere assolutamente competitiva anche la sua funzionalità.
Con questo articolo, come con gran parte di tutti gli articoli che hanno riguardato gli elementi della pubblica amministrazione, assistiamo ad un procedimento che, troppo spesso, più che ad una questione di organizzazione e di capacità di rendere competitiva la pubblica amministrazione e di essere di aiuto alle imprese e ai cittadini, è legato esattamente ad un'operazione contraria: voler inserire in questo provvedimento - così, come dire, poco collegato e molto scollegato - vicende che riguardano una preminenza del dato politico sul dato della capacità di risposta concreta.
Perché il dato politico? Perché all'inizio di questa legislatura abbiamo assistito ad una sorta di pronunciamento molto mediatico da parte del Ministro Brunetta, il quale, in primo luogo, ha parlato addirittura di piano industriale della pubblica amministrazione; tuttavia l'articolo 36 approvato da quest'Aula non dice nulla di cosa è un piano industriale, ma esattamente serve a concepire l'idea ampollosa che nella pubblica amministrazione - come spesso dice il Ministro Brunetta - il tema vero è che non c'è mai il responsabile, ossia il datore di lavoro (aspetto singolare perché, in una situazione che riguarda gran parte degli enti dello Stato, il datore di lavoro dovrebbe essere proprio il Ministro Brunetta!).
In secondo luogo, rispetto a questa vicenda della pubblica amministrazione egli ha agito con annunci che mettevano in discussione la questione dei fannulloni, la questione del merito e il premiare le operazioni virtuose: si tratta di questioni in ordine alle quali questa opposizione (in particolare, il Partito Democratico) avrebbe accettato nel merito una sfida vera di discussione, non solo perché siamo portatori, ormai da parecchie legislature, di interventi mirati e unitari nella pubblica amministrazione, ma soprattutto perché sappiamo che la pubblica amministrazione è stata investita nel corso dei tempi da grandi processi di innovazione, ad iniziare dall'innovazione tecnologica.
Qui vi è il punto su cui la montagna (questo Governo) partorisce un topolino: il topolino è che si chiede, di fatto, una delega in bianco per la riorganizzazione dei tre istituti dei quali si vuole addirittura ridefinire le missioni - il CNIPA, la Scuola superiore della pubblica amministrazione, il Formez - ai quali non viene data alcuna possibilità. Nessuna possibilità è stata data nemmeno alle Commissioni di merito. Per riorganizzarli e ridefinirne la missione, avremmo dovuto conoscere il limite di quanto compiuto in questi anni, altrimenti la riorganizzazione serve semplicemente ad un uso discrezionale da parte del potere politico, mortificando le energie e anche le discussioni, il premio e il merito di enti di formazione straordinariamente importanti.
Del resto, ciò non ci meraviglia: da poche ore si discute di un provvedimento che riguarda uno dei tratti essenziali di una civiltà, di un Paese, ossia la formazione:Pag. 15mi riferisco al decreto-legge in materia di istruzione e università. Se si interviene sulla formazione dei dirigenti dell'alta pubblica amministrazione, è del tutto evidente che l'operazione ha un segno ed un progetto che sono esattamente il contrario della volontà di premiare il merito; vanno piuttosto nella direzione di assumersi semplicemente la paternità di una discussione in cui il Governo, in maniera del tutto arbitraria, stabilisce le missioni, ne indica i criteri molto generici e li rimanda ad un ennesimo provvedimento di delega. Siamo di fronte ad un'ennesima delega!
Questo è un collegato! Mi rivolgo al sottosegretario Vegas, il quale, durante le discussioni nelle Commissioni competenti, si è sforzato di persuaderci, attraverso un'operazione di tipo sillogistico, che dovevamo concepire questo provvedimento come un unicum: il decreto-legge n. 112 del 2008, il disegno di legge n. 1441 (collegato), gli stralci che sono stati prodotti e, poi, la legge finanziaria. Ebbene, tutto questo non c'è!
Ed è talmente evidente che non c'è, che il risultato (nonostante lo sforzo di questa opposizione, la quale non voleva fare una discussione dell'opposizione per l'opposizione, ma metterci nelle condizioni di operare un confronto di merito da posizioni pure diverse) è l'articolo sostitutivo, nel quale l'Agenzia per la formazione della pubblica amministrazione è finalizzata ad avere la selezione vera della dirigenza e strutture formative a favore degli enti locali e delle amministrazioni che abbiano una sorta di albo di accreditamento, prevedendo nella valutazione delle agenzie formative un elemento di concorrenzialità.
Infatti, il tema vero sulla formazione non è semplicemente quello di avere un'unica struttura, bensì quello della necessità di avere, nell'abito di un rapporto di accreditamento, anche una capacità di certificazione rispetto a un elemento di concorrenza.
Sono questi gli elementi sui quali non faremo sconti al Governo, in particolare su questo aspetto, perché intervenire in tal modo su quei tre enti significa non aiutare la pubblica amministrazione ad essere competitiva, ad essere un servizio anche per la competitività dell'intero Paese.
Si otterrà, per un anno, in attesa dei decreti del Governo, ancora una volta un pasticcio del quale vi assumete tutta la responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

MASSIMO ENRICO CORSARO, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Amici 46.1, Lanzillotta 46.2 e 46.3, sugli identici emendamenti Misiani 46.4, Giudice 46.5 e Borghesi 46.6, nonché sull'emendamento Lanzillotta 46.7.

PRESIDENTE. Immagino che il parere si intenda favorevole sull'articolo aggiuntivo 46.0300 delle Commissioni.

MASSIMO ENRICO CORSARO, Relatore per la V Commissione. Le Commissioni ne raccomandano l'approvazione. Non l'avevo segnalato perché si tratta di un articolo aggiuntivo.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo esprime parere conforme a quello delle Commissioni.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Amici 46.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanelli. Ne ha facoltà.

ORIANO GIOVANELLI. Signor Presidente, colleghi, siamo già intervenuti nell'ambito della discussione generale di questo provvedimento, segnalando francamente una certa responsabilità anche dei relatori nell'assecondare una delega in bianco su tre strutture importanti dellaPag. 16vita amministrativa del nostro Paese, quali il Centro nazionale per l'informatica, che ha importanti ruoli di verifica, promozione e monitoraggio dell'attività di innovazione tecnologica, sia locale che nazionale, la Scuola superiore della pubblica amministrazione ed il Formez, che è, tra l'altro, una struttura partecipata anche da regioni e da autonomie locali.
Ci sono soldi, tanti soldi, che riguardano queste tre strutture, ci sono dirigenti e ruoli di potere e il Parlamento praticamente rinuncia a qualsiasi ruolo nell'indirizzare e nel mettere paletti su una delega di questo genere, sulla quale si possono giocare anche aspetti di scarsa trasparenza e di estrema delicatezza.
Credo che costituirebbe un'assunzione di responsabilità molto grave da parte del Parlamento approvare questo articolo e non accettare la proposta della sua soppressione.
Vorrei segnalare la differenza di passo, nella considerazione che abbiamo del Parlamento, fra la delega che il Ministro Brunetta chiede su queste tre strutture, sostanzialmente prima di qualsiasi riferimento da parte del Parlamento, e l'emendamento proposto dalla collega Lanzillotta, che è assolutamente dettagliato e consente di entrare nel merito e di capire cosa stiamo votando.
Credo che, se questo articolo non venisse soppresso o non fosse modificato con l'emendamento proposto dall'onorevole Lanzillotta, ciò rappresenterebbe l'ennesima sconfitta del Parlamento, l'ennesima rinuncia a svolgere il proprio ruolo, a fronte della prevaricazione del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Amici 46.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 458
Astenuti 34
Maggioranza 230
Hanno votato
204
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che il deputato Zazzera ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lanzillotta 46.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzillotta. Ne ha facoltà.

LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, illustrerò il mio emendamento 46.2 ed anche la successiva proposta emendativa a mia firma 46.3, che distintamente affrontano la materia che l'articolo 46 con una colonnina liquida, senza alcuna indicazione di strategia e di prospettiva. Si tratta di due temi fondamentali per la modernizzazione della pubblica amministrazione: uno è quello della formazione dei dirigenti e di funzionari pubblici e l'altro è quello della innovazione tecnologica, dell'informatizzazione delle amministrazioni pubbliche.
Intanto, trattandosi davvero di due leve strategiche per un'amministrazione moderna (e lo sono, non solo da noi in Italia, o meglio dovrebbero esserlo, ma in tutti i Paesi sviluppati in cui si investe e si punta su formazione, aggiornamento e digitalizzazione delle amministrazioni per ridurre i costi ed aumentare la qualità), vorrei sottolineare che questo articolo è, a mio avviso, anche palesemente incostituzionale perché non risponde a quelle prescrizioni che la Costituzione prevede per l'esercizio del potere delegato e cioè che il Parlamento dia dei criteri e dei principi direttivi. Per cui segnalo che, qualora il Governo intendesse realizzare delle operazioni che toccassero interessi o strutture che qualcuno volesse contestare anche sul piano della legittimità, penso che verrebbePag. 17meno l'esercizio del potere della delega in quanto privo dei necessari presupposti costituzionali.
Questo articolo, nella sua assoluta «vuotezza», conferma quanto abbiamo più volte cercato di sottolineare, e cioè che, dopo le famose slides del piano industriale che, circa quattro mesi fa, il Ministro Brunetta ha illustrato alla stampa e poi alle Commissioni parlamentari, non c'è stata nessuna vera elaborazione di pensiero, nessuna definizione del percorso che il Governo intende seguire per passare dalla lotta, pur nobile, ai fannulloni ad un'organizzazione che faccia sì che i fannulloni che abbiamo riportato in ufficio poi, dentro gli uffici, lavorino e non scaldino le sedie.
Alla fine, infatti, ciò che interessa ai cittadini è che le amministrazioni producano, diano servizi, siano trasparenti e non solo che ci siano tutti, chiusi e presenti, a fare le parole crociate perché nessuno è in grado di inserirli in un assetto, in un'organizzazione in cui l'attività ed il lavoro di tutti venga valorizzato e reso produttivo.
Gli emendamenti sostitutivi a mia firma riguardano l'Agenzia per la formazione, che è una struttura attraverso la quale coordinare e razionalizzare quelli che oggi sono onestamente dei semi-carrozzoni che operano in questo settore, qualificare la Scuola superiore della formazione, raccordarla alla Scuola superiore della pubblica amministrazione, creare un luogo in cui ci siano costruzione di metodologie, raccordi internazionali, ricerca sulla formazione, accreditamento di istituzioni pubbliche e private sulla cui attività si sviluppi una valutazione; ciò anche al fine di eliminare abusi ed un uso improprio di denaro pubblico che molte strutture, che si autodichiarano di formazione, fanno senza produrre alcun risultato.
Si tratta di un percorso necessario per un reclutamento mirato di dirigenti della pubblica amministrazione e per avere dei luoghi e delle metodologie che consentano alle amministrazioni procedure di aggiornamento permanente.
Signor Presidente, qual è il motivo per cui molte volte si usa e si abusa di consulenze nella pubblica amministrazione? È che siccome le competenze nella nostra società dell'informazione sono soggette ad un'obsolescenza molto rapida, se non abbiamo delle metodologie standardizzate per l'aggiornamento dei dirigenti, dopo pochi anni non saremo più in grado di utilizzare i dirigenti, pur bravi e professionali, che avevamo assunto, ad esempio, dieci anni fa.
Quindi l'aggiornamento pianificato in strutture di eccellenza è un fattore fondamentale non solo per la qualità ordinaria, ma anche per ridurre quel ricorso alle consulenze che giustamente tanto spesso viene censurato e criticato.
Il secondo emendamento, che illustro congiuntamente perché si riferisce ad un'altra parte dell'articolo che si intende sostituire, riguarda le strutture preposte alla governance dell'informatizzazione. Sono strutture che si sono affastellate, su cui occorre portare ordine e su cui c'è una assoluta opacità.
In Commissione, come i colleghi sanno, abbiamo deliberato un'indagine conoscitiva su questo settore perché è uno degli ambiti in cui si realizzano più sprechi e più disservizi e in cui occorre creare delle strutture che garantiscano l'interoperabilità informatica.
La digitalizzazione è oggi la chiave per far funzionare un'amministrazione multilivello. Mi stupisco che i colleghi della Lega, che tengono così tanto a realizzare un sistema federalista efficiente, non si occupino con attenzione e con impegno della digitalizzazione delle amministrazioni. Infatti, amministrazioni che funzionino in rete, che siano interoperabili, in cui le informazioni siano on-line, acquisibili e accessibili da tutto il sistema pubblico sono la base realistica, concreta e operativa per costruire un'amministrazione efficiente, dunque meno costosa, e dunque in grado di essere finanziata da un fisco federale senza un aumento di imposte che, invece, un'amministrazione inefficiente e non in rete, ma verticale e burocratica, necessariamente determinerà.Pag. 18
Francamente, signor Presidente, vorrei nuovamente esprimere un rammarico molto sincero e molto profondo. L'amministrazione pubblica è un'infrastruttura fondamentale della democrazia e della competitività del Paese. Noi ci siamo sempre dichiarati non solo disponibili, ma molto interessati a lavorare insieme. Ebbene, in tutta questa discussione il Ministro Brunetta non si è mai visto, non si è mai confrontato con noi su proposte non demagogiche, ma molto concrete e frutto di pensiero, di studio e di riflessione che noi portiamo avanti da anni.
Questo lo trovo francamente indegno, non rispettoso del Parlamento, non rispettoso di un confronto vero, serio e riformista con l'opposizione.
Credo che l'iter di questo provvedimento lascerà un segno sulla qualità delle relazioni. Il Ministro Brunetta non può a chiacchiere affermare di volersi confrontare e poi, su temi strategici come questo, non dire cosa vuole fare in alternativa a quello che noi proponiamo e che in questo testo non è scritto perché è un testo assolutamente vuoto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 46.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 465
Astenuti 32
Maggioranza 233
Hanno votato
206
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che il deputato Lisi ha segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lanzillotta 46.3 che - lo ricordo - è stato testé illustrato dalla presentatrice. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 46.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 457
Astenuti 33
Maggioranza 229
Hanno votato
205
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che il deputato Valducci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Misiani 46.4, Giudice 46.5 e Borghesi 46.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.

MARCO CAUSI. Signor Presidente, questi emendamenti sono molto più innocui. Poco fa l'onorevole Lanzillotta ha spiegato qual è il nostro progetto alternativo per riformare l'Agenzia per la formazione e l'Agenzia per l'innovazione tecnologica nella pubblica amministrazione.
In questi emendamenti, in modo molto più innocuo, chiediamo che i decreti legislativi che il Governo sarà delegato ad emanare sulla base di questo articolo vengano adottati sentita la Conferenza unificata e, quindi, sentite come al solito le autonomie locali (comuni, province e regioni). Sia il Formez che il CNIPA hanno una lunga e in alcuni casi anche importante tradizione di collaborazione e di assistenza tecnica con gli enti locali, per cui riteniamo che in questo processo di riassetto di tali agenzie anche gli enti locali e le regioni vadano sentiti.Pag. 19
Su questo permettetemi di ribadire che non capisco l'atteggiamento negativo da parte della maggioranza e del Governo. Siamo in una fase in cui si discute di federalismo. Pertanto, mi lascia fortemente interdetto il fatto che si abbia l'intenzione di riorganizzare i grandi corpi finalizzati all'assistenza tecnica delle pubbliche amministrazioni centrali e locali italiane, senza neanche sentire i comuni, le province e le regioni.
Il Ministro Brunetta vuole davvero una delega in bianco: vi ricordo che qualche giorno fa ha scritto un articolo in cui afferma che il federalismo può diventare un gioco a somma positiva. Tuttavia, credo che se maggioranza e relatore non sentono il bisogno di introdurre un emendamento che preveda la consultazione della Conferenza unificata, si rischia che il federalismo sia un gioco a somma negativa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Misiani 46.4, Giudice 46.5 e Borghesi 46.6, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 463
Astenuti 29
Maggioranza 232
Hanno votato
209
Hanno votato no 254).

Prendo atto che il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Lehner ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Prendo altresì atto che il deputato Mannino ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lanzillotta 46.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzillotta. Ne ha facoltà.

LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, questo emendamento detta un criterio di delega al Governo perché venga chiarita la natura giuridica del Formez. Quest'ultimo è uno strano organismo associativo, del quale non si comprende se abbia una natura pubblica ovvero privata. Infatti, si presenta con natura pubblica quando vuole ricevere affidamenti diretti in house, mentre diventa di natura privata quando vuole operare senza seguire le procedure di natura pubblicistica per poter affidare commesse ad altri soggetti.
Pertanto, credo che occorra dettare al riguardo una disciplina esplicita. La mia opinione è che il Formez sia un'associazione di diritto privato e che, quindi, debba operare come tale e non possa avere un rapporto privilegiato con l'amministrazione pubblica. Viceversa, nel momento in cui tale ente si trovi a gestire denaro pubblico, credo che debba sottostare a procedure che ne garantiscano la trasparenza.
Sono strabiliata dal fatto che il Governo non concordi su un criterio di delega che aiuterebbe a chiarire le modalità operative di una serie di soggetti che si trovano a gestire volumi di risorse molto significativi nel settore della formazione e la cui trasparenza credo debba interessare tutta quest'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 46.7, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

Pag. 20

(Presenti 495
Votanti 487
Astenuti 8
Maggioranza 244
Hanno votato
233
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che il deputato Cera ha segnalato di aver erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'articolo 46.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzillotta. Ne ha facoltà.

LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, il voto del Partito Democratico sarà convintamente contrario all'articolo 46 che, come abbiano già sottolineato in vari interventi, affronta temi di grandissima rilevanza per la modernizzazione e per la riforma della pubblica amministrazione, senza indicare, al contempo, alcun criterio, alcun obiettivo e alcuna idea del Governo su come migliorare la formazione dei funzionari e dei dirigenti pubblici e su come razionalizzare e migliorare tutta la governance della informatizzazione.
Poiché vedo il sottosegretario Romani, voglio evidenziare il fatto che questo tema dovrebbe stargli molto a cuore. Infatti, proprio ieri, l'amministratore delegato della Telecom sottolineava come uno dei problemi nel nostro sistema di telecomunicazioni sia la scarsa domanda di servizi su banda larga, che produce effetti di scarso sviluppo di tutto il sistema delle telecomunicazioni. Ciò dipende prevalentemente dalla pubblica amministrazione, considerato che essa non fornisce servizi, dati e tutte quelle informazioni suscettibili di generare una domanda di banda larga.
Pertanto, la questione di come opera la pubblica amministrazione e di quanto essa riesca ad operare servizi on-line riguarda non solo i cittadini in quanto utenti - e pertanto interessati ad una qualità ed accessibilità on-line dei servizi -, ma tutto il sistema in chiave di crescita e di competitività di una rete di telecomunicazioni che è ancora troppo arretrata in un mondo in cui ormai le reti di nuova generazione si stanno sviluppando a velocità enorme.
Credo che vi sia una sottovalutazione del carattere strategico che questi temi rivestono. In realtà, l'unico obiettivo per cui si affrontano tali temi con questa genericità e con questa fretta, è l'idea di compiere piccole riforme, insignificanti sul piano dell'impatto, che servono semplicemente ad azzerare gli organi di queste strutture per poter realizzare uno spoil system anche in questo settore. Se l'esito dell'articolo fosse questo, sarebbe francamente un'operazione di ben piccolo cabotaggio.
Mi auguro che questo tema ritorni quanto prima in Parlamento nell'ambito dei provvedimenti che la Camera ed il Senato stanno esaminando e che in quella sede sia possibile definire una disciplina seria di questi due settori fondamentali per un Paese moderno come il nostro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 46.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 470
Astenuti 30
Maggioranza 236
Hanno votato
263
Hanno votato
no 207).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 46.0300 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).Pag. 21

(Presenti 498
Votanti 468
Astenuti 30
Maggioranza 235
Hanno votato
259
Hanno votato
no 209).

(Esame dell'articolo 47 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 47 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

MASSIMO ENRICO CORSARO, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento 47.300 del Governo. Il parere è contrario sugli emendamenti Borghesi 47.1 e Lulli 47.2.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il Governo raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 47.300 ed esprime parere conforme a quello del relatore sui restanti emendamenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 47.300 del Governo, accettato dalle Commissioni.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 496
Astenuti 6
Maggioranza 249
Hanno votato
493
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che il deputato Calearo Ciman ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Rampelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 47.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, come è noto l'articolo 47 disciplina la tutela non giurisdizionale dell'utente dei servizi pubblici e prevede sostanzialmente che sia promossa una risoluzione non giurisdizionale della controversia entro i trenta giorni successivi alla richiesta. Si prevede altresì l'eventuale ricorso a meccanismi di sostituzione dell'amministratore o del soggetto inadempiente.
È previsto che, entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge, tutte le autorità amministrative che svolgono la loro attività nel campo dei contratti pubblici, nell'autonomia dei loro ordinamenti, emanino un decreto recante uno schema-tipo di procedura conciliativa, secondo quanto disposto dal comma 2. Per tutte le altre autorità non regolate sarà il Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro per l'innovazione, ad emanare con decreto uno schema-tipo di procedura conciliativa, che poi dovrà essere recepita nelle singole carte dei servizi entro novanta giorni.
Noi chiediamo che in questo schema-tipo sia previsto un indennizzo a favore dell'utente che abbia subito la violazione di un diritto o di un interesse giuridico rilevante.
A noi pare che immaginare una procedura di tipo conciliativo, prevedendo l'indennizzo a favore di chi è stato danneggiato (sia pure in violazione di un diritto o di un interesse giuridico), sia assolutamente necessario per poter dare significato a un'effettiva tutela dell'utente dei servizi pubblici.
Ricordo anche che è stata ritirata una proposta emendativa presentata dal Governo, nella quale si proponeva di escludere i servizi pubblici locali dall'applicazionePag. 22della norma: mi sarebbe parso grandemente inaccettabile, perché è proprio con riferimento ai servizi pubblici locali che vi è una situazione di asimmetria tra l'utente-cittadino e la pubblica amministrazione. Deve essere previsto ed espletato un metodo rapido di indennizzo del cittadino. Se, però, non prevediamo in termini reali un indennizzo al cittadino, allora lasciamo una situazione così nebulosa e indecisa, che si potrebbe anche immaginare che qualcuno nemmeno preveda la possibilità di indennizzare chi ha subito la violazione di un diritto o di un interesse giuridico rilevante.
Inoltre, chiediamo che sia fatto salvo il diritto dell'utente di adire l'autorità giudiziaria ordinaria, anche per il riconoscimento dell'eventuale maggior danno subito in conseguenza della violazione. Chiediamo, pertanto, due cose: da un lato, che questi schemi-tipo di procedura conciliativa prevedano l'indennizzo e, dall'altro lato, che in ogni caso si ammetta che l'utente - qualora non si ritenga sufficientemente soddisfatto dell'indennizzo previsto nella procedura conciliativa - possa comunque adire l'autorità giudiziaria ordinaria per vedersi riconosciuto il maggior danno subito.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 47.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 285
Astenuti 197
Maggioranza 143
Hanno votato
32
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che i deputati Calearo Ciman e Mariani hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avebbero voluto astenersi e che i deputati Torrisi e Mazzuca hanno segnalato che non sono riusciti ad eprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lulli 47.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, il mio emendamento 47.2, che vi invito a valutare con attenzione, chiede un atto di saggezza al Parlamento, perché propone di abrogare una norma - contenuta nella famosa manovra economica approvata, ad agosto, in nove minuti e mezzo -, che è pasticciata ed interviene sui servizi pubblici locali. Se mi perdona il paradosso, signor Presidente, se questa norma fosse presa sul serio darebbe luogo a molti contenziosi.
Nel programma di Governo di questa maggioranza - la vostra maggioranza - è contenuto anche il tema della semplificazione legislativa. Questa norma è un esempio - non il solo - del fatto che il legislatore si muove nella direzione opposta.
C'è, però, un altro punto al quale tengo in modo particolare: sarebbe utile sgombrare il campo da questa norma per affidare al Parlamento una discussione vera sulla riorganizzazione e sulla riforma dei servizi pubblici locali, non tanto perché è da tempo che se ne parla, ma proprio anche in ragione del momento che questo Paese attraversa: una difficoltà economica seria e una crisi dei consumi.
Svolgere un ragionamento approfondito e serio, che affronti di petto gli asset fondamentali per l'economia e lo sviluppo del nostro Paese, sarebbe un atteggiamento importante e anche una misura anticongiunturale, che potrebbe dare luogo a un rilancio dello sviluppo economico, a partire da un uso più giusto di queste risorse.
Credo che sarebbe davvero un atto di saggezza. So che questo invito non verrà accolto, però guardate che, a forza di perdere appuntamenti e di approvare misure pasticciate, non facciamo altro che aggravare la situazione economica di questoPag. 23Paese, perdendo occasioni su occasioni. Di questo portate una grande responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lulli 47.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 469
Astenuti 27
Maggioranza 235
Hanno votato
212
Hanno votato
no 257).

Passiamo alla votazione dell'articolo 47.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzillotta. Ne ha facoltà.

LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, noi voteremo contro questo articolo, che non realizza l'obiettivo che si propone, rendendo inefficace una tutela che gli utenti dovrebbero avere nei confronti dei servizi pubblici, che non vengono adeguatamente giurisdizionalizzati ai fini della valenza dei contratti di servizio.
È noto che il contratto di servizio è uno strumento introdotto molto tempo fa, che è particolarmente debole nella relazione tra cittadino utente e fornitore dei servizi. Inoltre, paradossalmente, non viene recepita l'indicazione che noi avevamo proposto, cioè quella di coinvolgere anche il settore fondamentale dei servizi pubblici forniti a livello territoriale, che, in base al principio di sussidiarietà, sono ormai prevalenti. Infatti, al netto dei servizi di istruzione, università e giustizia, che ci riserviamo di proporre come terreni su cui introdurre sistemi di valutazione e di tutela dell'utente al pari di altri servizi, tutti gli altri sono sempre meno di competenza statale e sempre più di competenza delle regioni e degli enti locali, in attuazione del Titolo V della Costituzione. Quindi, escludere quest'area dall'operatività di questo articolo vuol dire ridurre molto l'efficacia di una norma che già nella sua strumentazione appare alquanto debole. Per questo noi voteremo contro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 47, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 475
Votanti 414
Astenuti 61
Maggioranza 208
Hanno votato
265
Hanno votato
no 149).

(Esame dell'articolo 48 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 48 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

MASSIMO ENRICO CORSARO, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, sull'articolo 48 sono stati presentati due emendamenti dall'onorevole Enzo Carra, sui quali, peraltro, le Commissioni hanno già avuto modo di ragionare e lavorare, perché oggettivamente il problema posto in questi emendamenti è stato largamente discusso e condiviso.
Pag. 24
Ciò nondimeno, nel corso dei lavori delle Commissioni, il testo è stato già modificato con un emendamento che è sostanzialmente il nuovo comma 2 dell'articolo, nel quale riteniamo che possa essere largamente ricompresa la fattispecie che l'onorevole Enzo Carra aveva inteso rappresentare con questi emendamenti. Quindi, le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Enzo Carra 48.1 e 48.2 con queste motivazioni.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, perché già il testo approvato dalle Commissioni consente di fare una valutazione approfondita, conciliando l'opportunità che i bandi dell'amministrazione siano conosciuti anche da chi non dispone di Internet e l'esigenza della stampa.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Enzo Carra 48.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Enzo Carra. Ne ha facoltà.

ENZO CARRA. Signor Presidente, prendo atto della buona volontà del Governo, però c'è chi preconizza che sia già in stampa l'ultima copia del New York Times, nel senso che ci sarà un giorno in cui la stampa finirà. Per il momento quella data non è ancora troppo vicina e non vedo per quale motivo il Governo debba precorrere i tempi proprio su questo.
L'articolo 48, d'altra parte, prevede che gli obblighi di pubblicazione di atti e provvedimenti amministrativi che hanno effetto di pubblicità legale si intendono assolti con la pubblicazione da parte dell'amministrazione e dei soggetti obbligati sui propri siti informatici e che, a decorrere dal 1o gennaio 2011, le pubblicazioni effettuate in forma cartacea non hanno effetto di pubblicità legale.
Il comma 2 - ne riferivano il relatore ed il sottosegretario -, introdotto dalle Commissioni, prevede un decreto del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione che individua i casi per i quali resta fermo l'obbligo di assicurare la pubblicità di atti e provvedimenti mediante pubblicazione degli stessi sui giornali. Riservare la pubblicazione degli atti e dei provvedimenti amministrativi ai siti della pubblica amministrazione e solo in alcuni casi limitati sui giornali, significa escludere oltre il 50 per cento dei cittadini italiani, quelli che non hanno accesso ad Internet (e sappiamo bene i motivi per i quali non hanno questo accesso) dalla possibilità di essere informati sull'attività amministrativa, contraddicendo nei fatti ogni reale politica di chiarezza e di trasparenza.
Ricordo d'altra parte al sottosegretario Vegas che un'analoga disposizione sulla pubblicità legale è stato oggetto di uno specifico emendamento da parte del Governo nel corso della conversione in legge del collegato alla manovra di bilancio. Tale emendamento, anche a seguito di una lettera aperta che la Federazione italiana editori giornali aveva fatto pubblicare su tutti i giornali ancora esistenti in questo Paese libero, fu ritirato in Commissione e successivamente non inserito nel maxiemendamento del Governo, quello su cui è stata poi posta la questione di fiducia. Stavolta evidentemente la manifestazione da parte della FIEG non c'è stata, e il Governo si è sentito più libero di andare al sodo.
È però ora auspicabile che, anche in sede di esame del disegno di legge, sia confermata la scelta di mantenere gli attuali obblighi di pubblicazione, ricordando - lo faccio soprattutto al Governo, di cui capisco l'ansia di risparmio - che tali pubblicazioni non costituiscono un inutile costo, perché si tratta semmai di un investimento che consente ai cittadini e all'opinione pubblica la conoscenza, la conoscibilità di atti amministrativi di particolare importanza. Questo non credo che in nessuna parte del mondo possa essere considerato uno spreco, ma piuttosto un investimento; ed è per questoPag. 25che l'eventuale cancellazione degli attuali obblighi di informazione da parte degli enti pubblici non eliminerebbe tale spreco, ma ridurrebbe piuttosto la possibilità di controllo dei cittadini sull'attività della pubblica amministrazione. Ed è per questo che vi chiedo di votare per l'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.

LINO DUILIO. Signor Presidente, su questo articolo siamo intervenuti in Commissione, come ricordava il relatore, onorevole Corsaro; però mi preme dire all'Aula, chiedendone l'attenzione, che la soluzione all'ultimo momento trovata in Commissione, proprio a seguito dell'iniziativa dell'opposizione che ha chiesto di riflettere su quello che si stava facendo, personalmente la ritengo non adeguata. Stiamo facendo una cosa molto importante: stiamo stabilendo che solo attraverso i siti Internet si fanno comunicazioni che hanno un valore legale.
Ricordo che - l'ho detto anche al sottosegretario Vegas e si tratta di intendersi - quando in altro momento, in questa sede, dal punto di vista fiscale si è detto che volevamo limitare i contanti introducendo le carte, abbiamo preso atto dell'osservazione secondo la quale non tutti i cittadini avevano dimestichezza con questa innovazione, per cui abbiamo procrastinato nel tempo alcune novità. Insomma, abbiamo preso atto della realtà.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

LINO DUILIO. Non dimentichiamo la realtà. In questo modo rischiamo di produrre un grave danno ai cittadini, che non potranno esercitare diritti perché non utilizzano Internet.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, francamente ho qualche perplessità sull'emendamento in esame, per una ragione molto semplice.
Chi ha fatto l'amministratore - sindaco o presidente di provincia - sa bene che se lo fa seriamente va a cercare gli spazi che costano meno e che quindi nessuno legge, se invece è un po' meno serio lo dà al giornale di partito. Tutto sommato, francamente mi pare che l'intervento che abbiamo già fatto nelle Commissioni consenta di salvare i casi più eclatanti, per cui preannunzio il nostro voto contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Enzo Carra 48.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 486
Astenuti 10
Maggioranza 244
Hanno votato
214
Hanno votato
no 272).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Enzo Carra 48.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Enzo Carra. Ne ha facoltà.

ENZO CARRA. Signor Presidente, entriamo ora nella formulazione di questo comma 2 che è stato introdotto dalle Commissioni I e V e di cui ha parlato adesso, in questo modo, l'onorevole Borghesi. Allora, la modifica apportata dalle Commissioni con l'approvazione del comma 2 affida ad un decreto ministeriale l'individuazione degli atti (atti, documenti e notizie della pubblica amministrazione e degli enti pubblici) per i quali resta fermo l'obbligo di pubblicazione sugli organi di stampa. Ma la formulazione dell'emendamento a firma del relatore approvato dalle Commissioni determina una difficoltà applicativa (almeno questo, immagino che anche l'onorevole Borghesi lo capirà). Con l'entrata in vigorePag. 26della legge verrebbero, infatti, meno gli attuali obblighi di pubblicazione sui giornali degli atti e dei documenti della pubblica amministrazione e successivamente, in virtù del decreto ministeriale previsto dall'emendamento approvato, tali obblighi verrebbero ripristinati relativamente ad alcune fattispecie ritenute meritevoli di «massima conoscibilità».
L'eliminazione di taluni obblighi di pubblicità e la loro reintroduzione dopo poco tempo determinerebbero quindi, a parer mio (ma vedo che non convinco molto né il Governo né l'onorevole Borghesi), un quadro di incertezze applicative con preoccupanti riflessi nell'attività della pubblica amministrazione e degli operatori dell'informazione, nonché nei confronti delle aspettative dell'opinione pubblica.
Al fine di evitare ogni incertezza - questo è ciò che penso -, l'emendamento proposto riformula il testo della norma introdotta dalle Commissioni, prevedendo quindi che eventuali obblighi di pubblicazione sui giornali di atti e documenti restino in vigore fino all'emanazione del decreto del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione; sarà poi il decreto ad individuare i casi per i quali, allo scopo di garantire la «massima conoscibilità», resterà fermo l'obbligo di pubblicità degli stessi sui giornali. La riformulazione appare quindi opportuna per evitare incertezze applicative e la cancellazione del comma 5 deriva dal necessario coordinamento.
Infine, se mi consentite, l'emendamento non necessita di alcuna copertura finanziaria, in quanto nella relazione - mi smentisca il sottosegretario Vegas - non sono quantificati eventuali effetti positivi sotto il profilo della finanza pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.

LINO DUILIO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'emendamento ora al nostro esame e per dire almeno questo: come è stato già affermato dal collega Carra, non sono scontati effetti finanziari (e sottopongo tale valutazione al sottosegretario Vegas), ossia non c'è un euro apprezzato in termini di guadagno per quanto riguarda la norma per come essa è scritta. Noi diciamo: almeno fino a quando si farà il decreto con il quale il Ministro stabilirà quali sono le fattispecie da pubblicare non solo su Internet, almeno fino ad allora aggiungiamo la pubblicazione sulla stampa, perché sappiamo che Internet si aggiunge ma non si sostituisce alle forme tradizionali di comunicazione.
Pertanto mi sembra che almeno questa richiesta sia di assoluto buonsenso e raccomando l'approvazione dell'emendamento Enzo Carra 48.2, cui comunque aggiungo la mia firma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Enzo Carra 48.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 438
Votanti 415
Astenuti 23
Maggioranza 208
Hanno votato
198
Hanno votato
no 217).

Prendo atto che i deputati Distaso, De Girolamo, Polidori, Mannucci, renato Farina, Toccafondi, Porcu e Dima hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo altresì atto che i deputati Misiti, Rossa, Nunzio Francesco testa, De Poli, Sarubbi e Lo Moro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Traversa ha segnalato che non è riuscito a votare.
Prendo infine atto che il deputato Leoluca Orlando ha segnalato di aver espresso erroneamente voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole e che la deputata Ceccacci Rubino haPag. 27segnalato di aver espresso erroneamente voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo 48.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.

LINO DUILIO. Signor Presidente, avrei voluto già farlo questa mattina, intervengo ora. Mi è successo già ieri - presiedeva l'onorevole Leone che, spero non per un malanno fisico, non si è mai girato da questa parte - di non riuscire a intervenire per ringraziare - è una semplice battuta - l'onorevole Baldelli che, anche oggi, ci ha gratificato di un'allocuzione generale sul tema della pubblica amministrazione, incrociando l'effetto Brunetta con l'effetto Ichino, arricchendoci culturalmente in attesa che venissero i colleghi di maggioranza che non erano presenti in Aula.
Affermato ciò, e chiedendo per il futuro al Presidente di girarsi anche da questa parte, in merito all'articolo in esame vorrei semplicemente segnalare che, tra le ragioni per cui non voteremo a favore, oltre a quanto affermato precedentemente, vi sono anche le indicazioni del Comitato per la legislazione che è intervenuto formulando delle osservazioni. In particolare, il Comitato per la legislazione ha rilevato che, siccome si tratta di un articolo che disciplina una materia come quella della pubblicizzazione con effetto legale delle comunicazioni da parte della pubblica amministrazione, forse sarebbe stato opportuno che la previsione del valore legale acquisito dalla comunicazione via web fosse inserita nell'ambito delle disposizioni generali che disciplinano la pubblicazione di atti e provvedimenti amministrativi, e ne fa un elenco.
Il Comitato per la legislazione afferma che, siccome stiamo predisponendo una norma, a prescindere dal fatto che la si condivida o meno - abbiamo già spiegato perché non la condividiamo -, dovremmo cercare di inserire il dispositivo all'interno del principio di principio carattere generale non continuando a normare in modo un poco anarchico infilando norme di qua e di là, trascurando le sedi proprie laddove questi principi dovrebbero essere inseriti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 48.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 283
Astenuti 214
Maggioranza 142
Hanno votato
278
Hanno votato
no 5).

Comunico che gli emendamenti Luciano Dussin 52.17, Luciano Dussin 53.11 e Luciano Dussin 53.14 sono stati ritirati dai presentatori.

(Esame dell'articolo 49 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 49 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

MASSIMO ENRICO CORSARO, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sugli identici emendamenti Vannucci 49.1 Borghesi 49.2 e Giudice 49.3, nonché sull'emendamento Lanzillotta 49.4.

PRESIDENTE. Qual è il parere sull'articolo aggiuntivo Lanzillotta 49.01, onorevole Corsaro?

MASSIMO ENRICO CORSARO. Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario anche sull'articolo aggiuntivo Lanzillotta 49.01.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

Pag. 28

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Vannucci 49.1, Borghesi 49.2 e Giudice 49.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vannucci. Ne ha facoltà.

MASSIMO VANNUCCI. Signor Presidente, condividiamo lo spirito dell'articolo 49, avremmo, però, sperato nella espressione di pareri positivi sulle proposte emendative, perché secondo noi l'articolo andava rafforzato. L'articolo 49 (Delega al Governo per la modifica del codice dell'amministrazione digitale) si collega al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, ma si comprende come già in tre anni in una materia come questa (l'amministrazione digitale) sia necessario tornarci sopra, intervenendo e rafforzando. La delega appare tuttavia un po' approssimativa, generica, non stringente e anche debole; bisogna sanzionare di più, bisogna essere più incisivi. Parliamo di una materia che si intreccia con la competitività del Paese. Lo stesso termine di diciotto mesi ci sembra piuttosto lungo.
Volevo ricordare che il 25 aprile del 2006 la Commissione europea ha presentato il piano di azione e-government per le iniziative del 2010; il titolo è accelerare l'e-government in Europa a vantaggio di tutti. Il tema è presente nell'Agenda di Lisbona. Ma i diciotto mesi sono, secondo noi, eccessivi e tale misura andava rafforzata. A questo tendevano gli emendamenti presentati, e spero che il relatore ed il Governo possano ripensare a qualche passaggio, in particolare, sottosegretario Vegas, alla proposta emendativa di cui sono primo firmatario, che prevedeva di sentire la Conferenza unificata, anche se le simpatie verso questa Conferenza le abbiamo ascoltate negli interventi. Però in questo caso tale misura sarebbe utile proprio per aver un coinvolgimento maggiore in questa grande sfida che anche l'Italia ha davanti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Vannucci 49.1, Borghesi 49.2 e Giudice 49.3, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 492
Astenuti 4
Maggioranza 247
Hanno votato
235
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che il deputato Bachelet ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 49.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 485
Astenuti 3
Maggioranza 243
Hanno votato
228
Hanno votato
no 257).

Prendo atto che le deputate Vilecco Calipari e Zampa hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole e che il deputato Sisto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere parere contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo 49.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzillotta. Ne ha facoltà.

LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, il gruppo Partito Democratico si asterrà su questo articolo perché condivide l'esigenza di un aggiornamento e di un'integrazione del codice dell'amministrazionePag. 29digitale, che in realtà - ricordo - è stato adottato nel 2005, ed in quella fase il centrosinistra aveva rivolto puntuali critiche sull'effettiva capacità di far compiere alle amministrazioni un salto nella direzione della digitalizzazione. Quindi è utile questo aggiornamento e ci sembra anzi che sia un po' troppo lungo il termine per l'esercizio della delega. Il Governo se la prende comoda (diciotto mesi), anche se ormai sembra che vadano di moda le deleghe larghe. Se pensiamo che tra un po' giungerà in Parlamento il disegno di legge sul federalismo, che prevede una delega di due anni, anche questa di diciotto mesi ci sta bene.
Tuttavia rilevo, anche in questo articolo di delega, l'assoluta genericità. Le norme di delega vengono interpretate come norme di auspicio, più che in qualità di misure che identificano criteri e principi di un disegno già chiarito, anche se non definitivo e da sviluppare con le norme delegate. Questa idea di una delega che indica solo un traguardo, quanto mai generico, non funziona perché rivela l'assoluta assenza di un progetto e di un chiarimento da parte del Governo sulla direzione che vuole prendere.
Aggiungo che di una serie di disposizioni non si prevedono dei meccanismi che, forse, andrebbero anticipati nella legge. Mi riferisco ad esempio all'obbligatorietà dell'utilizzo della modalità digitale e all'eventuale sanzione per le amministrazioni o per le strutture amministrative che non adottino tale modalità. Per questo, pur condividendo gli obiettivi dell'articolo in esame, ci asterremo comunque nel voto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 49.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 304
Astenuti 188
Maggioranza 153
Hanno votato
303
Hanno votato
no 1).

Passiamo all'articolo aggiuntivo Lanzillotta 49.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzillotta. Ne ha facoltà.

LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo in esame è un piccolo contributo per rendere concreto il passaggio all'amministrazione digitale. Mi stupisce che il Governo non lo accetti. Mi riferisco per esempio all'obbligo per le amministrazioni di avere un registro di processi automatizzati sul proprio sito web, alla facoltà di assegnare ai cittadini caselle di posta elettronica certificate (perché se questo tipo di casella non viene assegnata in via massiccia non sarà mai utilizzata) e infine all'avvio di una generazione di cittadini digitali, cioè all'idea di assegnare ad ogni nuovo nato una casella di posta elettronica e una firma digitale, che fin dal primo giorno permettano di instaurare tra il nuovo cittadino e l'amministrazione un rapporto digitale.
Si tratta di piccole decisioni che tuttavia possono avere grandi effetti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Lanzillotta 49.01, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 488
Astenuti 3
Maggioranza 245
Hanno votato
240
Hanno votato
no 248).

Pag. 30

Prendo atto che il deputato Palomba ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 50 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 50 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

MASSIMO ENRICO CORSARO, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento Lo Monte 50.1, nonché sull'emendamento Lanzillotta 50.2.
Le Commissioni, invece, raccomandano l'approvazione del loro emendamento 50.300.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

Testo sostituito con l'errata corrige del 02 OTTOBRE 2008 PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Monte 50.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 497
Astenuti 3
Maggioranza 249
Hanno votato
234
Hanno votato
no 263).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Lanzillotta 50.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzillotta. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lo Monte 50.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 497
Astenuti 3
Maggioranza 249
Hanno votato
234
Hanno votato
no 263).

Prendo atto che il deputato Pianetta ha segnalato che non è riuscito a votare.

Passiamo alla votazione dell'emendamento Lanzillotta 50.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzillotta. Ne ha facoltà.

LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, rinuncio ad intervenire.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 50.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 495
Astenuti 4
Maggioranza 248
Hanno votato
239
Hanno votato
no 256).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 50.300 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 500
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato
500).

Passiamo alla votazione dell'articolo 50.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lanzillotta. Ne ha facoltà.

LINDA LANZILLOTTA. Signor Presidente, rinuncio alla dichiarazione di voto.

Pag. 31

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 50, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 494
Astenuti 2
Maggioranza 248
Hanno votato
494).

(Esame dell'articolo 51 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 51 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

MASSIMO ENRICO CORSARO, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento 51.200 (Nuova formulazione) del Governo, mentre il parere è contrario sull'emendamento Amici 51.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, tenendo presente che l'emendamento 51.200 (Nuova formulazione) del Governo è puramente di riformulazione tecnica.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 51.200 (Nuova formulazione) del Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Amici. Ne ha facoltà.

SESA AMICI. Signor Presidente, rinuncio alla dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 51.200 (Nuova formulazione) del Governo, accettato dalle Commissioni.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 498
Astenuti 1
Maggioranza 250
Hanno votato
497
Hanno votato
no 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Amici 51.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, rinuncio ad intervenire per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Amici 51.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 495
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato
236
Hanno votato
no 259).

Passiamo alla votazione dell'articolo 51.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

Pag. 32

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, dichiaro l'astensione del mio gruppo sulla votazione dell'articolo 51.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 51, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 270
Astenuti 232
Maggioranza 136
Hanno votato
267
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che il deputato Delfino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 51-bis - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 51-bis, al quale non sono state presentate proposte emendative (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Margiotta. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARGIOTTA. Signor Presidente, rinuncio alla dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 51-bis.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 494
Astenuti 8
Maggioranza 248
Hanno votato
494).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

ANTONIO BORGHESI. Sull'ordine dei lavori, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, poiché adesso ci stiamo avviando alla parte del testo in materia di giustizia e, come lei immagina, non essendo noi tuttologi, abbiamo il problema di permettere ai colleghi che si occupano della materia specifica di sostituirci, le chiederei una brevissima sospensione di cinque minuti per permettere un assetto più adeguato da parte dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, credo che l'esigenza che lei richiama possa essere tranquillamente garantita dal fatto che il primo intervento previsto sul complesso delle proposte emendative riferite all'articolo 52 consentirà, a coloro che devono prendere posto, al banco del Comitato dei diciotto, di farlo senza bisogno di procedere ad alcuna sospensione della seduta.

(Esame dell'articolo 52 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 52 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, l'articolo 52 ha avuto un iter molto travagliato: nella sua prima formulazionePag. 33prevedeva alcune cose, poi, con un emendamento successivo, è stato completamente stravolto.
Ci è stato spiegato che questo pacchetto, inserito nell'ambito di un collegato alla manovra finanziaria, doveva servire ad accelerare il processo civile. È vero che le lungaggini della giustizia civile non sono più tollerabili, è vero che la riduzione di almeno un terzo dell'attuale durata media dei processi civili è un obiettivo che deve essere perseguito, ma l'esperienza ha dimostrato che la riforma delle norme processuali non basta. Se la riforma del processo doveva perseguire il fine di dare attuazione al nuovo articolo 111 della Costituzione, ciò significa che, per quanto riguarda la giustizia civile, dobbiamo perseguire il fine di processi giusti, processi di durata ragionevole.
Per assicurare che tale risultato sia raggiunto, occorre che vi sia un soggetto responsabile del processo, un soggetto cioè che abbia il compito di perseguire con giustizia e rapidità la trattazione della decisione. In questo senso muovono le proposte emendative del Partito Democratico, che ha cercato, nonostante l'anomalia della procedura, nonostante la forzatura dei tempi e della discussione, di individuare un apporto - con le proposte emendative che verranno illustrate - a quello che deve essere, secondo noi, il potere ed il dovere del giudice di governare il processo, affinché possa essere costruito come potere poi conformato da norme, che possano essere anche controllate e verificate attraverso il contraddittorio.
La strada perseguita dal Governo, di norme analitiche, frantumate, basate su decadenze e preclusioni, si è sempre rivelata fallimentare, così com'è fallimentare una strada della discrezionalità procedimentale che può trasformarsi in arbitrio, in soggettivismo, in imprevedibilità. Di qui la necessità di individuare criteri e parametri di regolamentazione di tale discrezionalità e degli efficaci strumenti di controllo; di qui la proposta di emendamenti che interverranno anche su quello che il Governo ha individuato come un rivoluzionario strumento sulle spese processuali, che dovrebbe consentire una diminuzione dell'abuso del processo.
E così, adottata una chiave della discrezionalità come strumento di governo del processo, bisogna anche tener presente che alcuni strumenti procedurali devono essere flessibili e ragionevoli, attraverso un uso flessibile e ragionevole della discrezionalità e quindi anche dell'istituto della remissione in termini. Altrimenti, così, come si fa ad intervenire su un punto, la consulenza tecnica d'ufficio, prevedendo soltanto norme che, in qualche modo, sono parziali e frammentarie? È rimasto un istituto conservatore, un istituto che conserva lo status quo, che non prevede - e in questo senso muovono le nostre proposte emendative - interventi più precisi e pregnanti del giudice responsabile, che siano stringenti anche nei confronti dei consulenti tecnici.
Così su questa norma, che è nata abolendo il regolamento di competenza facoltativo, a un certo punto il Governo fa una marcia indietro, ripristina il regolamento facoltativo di competenza. Forse quello poteva costituire una deflazione, ma bisognava non eliminare l'impugnazione della sentenza per incompetenza. Ci voleva tempo, ci volevano gli strumenti adeguati, ci voleva la discussione in sede di Commissione giustizia con gli interlocutori della giustizia. E così l'altra marcia indietro, che in parte possiamo condividere, ma di cui non condividiamo assolutamente il metodo: vi è stato prima l'innalzamento eccessivo, poi la successiva retromarcia nei confronti del giudice di pace. Un aumento troppo smodato, in realtà, di quel limite, non risolve i problemi della giustizia, perché quella non è la strada che accelera il processo civile.
Sappiamo come l'eccessiva competenza di un giudice che non dia garanzie valide e verificabili di professionalità non accontenti nessuno: non accontenta il cittadino, non accontenta gli avvocati e, quindi, non accontenta la società tutta. Nei confronti dei magistrati onorari occorreva, forse,Pag. 34prevedere una riforma più strutturale, anziché agire soltanto attraverso l'aumento delle competenze.
Nella proposta emendativa che riscrive l'articolo 52, in quel pomeriggio del giovedì alle ore 18 in cui ci è stato consegnato, viene ad un certo punto introdotta una astensione obbligatoria per il giudice civile, che, con una tecnica ambigua, viene quasi conformata al principio vigente per il giudice penale. La previsione di una incompatibilità per il giudice civile (elaborata sulla base di una giurisprudenza penale) rimangia se stessa quando dice che anche se un giudice non è terzo egli può comunque rimanere perché esistono problematiche organizzative. Anche la Commissione europea afferma che quando si ritiene che il giudice non è terzo non ci sono problematiche organizzative che tengano: quel giudice non può giudicare. Si tratta di un'altra norma scritta in fretta, di un'altra norma su cui il Governo deve riflettere e cercare di portare almeno buon senso e una semplificazione legislativa che regga.
Il Governo ci deve spiegare come mai in quella prima formulazione dell'articolo 52, che era stata già meditata (ce lo auguriamo) vi era stato un coraggioso riferimento, nell'articolo 88 del codice di procedura civile, al dovere di probità e lealtà processuale, la regola per cui le parti devono chiarire le circostanze in modo leale e veritiero; in seguito vi è stata una soppressione inspiegabile. Si corre il rischio di trasmettere un messaggio in favore della slealtà e della scorrettezza processuale, un messaggio di cui la giustizia civile non ha certo bisogno. Noi del Partito Democratico con le nostre proposte emendative cerchiamo di recuperare quel valore che ci sembrava potesse essere recuperato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, intervengo a nome del gruppo Italia dei Valori sul complesso delle proposte emendative e sul complesso di questa parte del provvedimento per segnalare quale sarà la nostra presa di posizione con riferimento a questo pacchetto di interventi in materia di giustizia.
Noi esamineremo questa parte del provvedimento articolo per articolo e differenzieremo il nostro voto a seconda del caso concreto. Lo faremo per un motivo molto semplice: perché questo articolato è stato inizialmente realizzato prendendo spunti, addirittura mozioni, articoli e provvedimenti in corso di discussione già nella precedente legislatura. Alcuni di questi articoli sono stati presentati dal Governo precedente e già discussi e approvati in quella sede. Non vogliamo fare una battaglia di contrasto fine a se stessa, ma interverremo caso per caso.
Questo mio primo intervento, però, che riguarda, diciamo così, il complesso degli articoli, si basa su alcune considerazioni. La prima è la seguente: è vero o non è vero che sotto il profilo istituzionale vi è stata una scorrettezza, quella di togliere la discussione di questo argomento dalla Commissione giustizia? È vero o non è vero che la Commissione giustizia ha rilevato (lo dico perché forse in pochi hanno letto il parere approvato da quella Commissione) che si tratta di un provvedimento di una tale ambiguità, di una tale pilatesca soluzione che vale la pena ribadirlo in quest'Aula?
La Commissione giustizia, nella parte motivazionale del suo parere, dice: è necessario che in futuro i provvedimenti che incidono sulla giustizia siano esaminati dalla Commissione giustizia. Tanto di cappello! Ma perché è necessario in futuro e non adesso? Cos'è questa abdicazione di doveri? La Commissione giustizia all'unanimità e, soprattutto, la maggioranza (che corrisponde alla maggioranza di questo Parlamento) prende atto che la Commissione giustizia è stata espropriata di un suo dovere e dice: va bene lo stesso! Ecco, questo modo di legiferare, rinnegando sé stessi, non fa onore alle istituzioni.
Così come, la Commissione giustizia, nel suo parere approvato - ripeto approvato - dice che, con riferimento all'articolo 53-bis, comma 2 (per intenderci, ilPag. 35filtro in Cassazione), se alcune cause devono essere discusse nel merito, si devono fermare all'ammissibilità esterna. Con riferimento a questo argomento, la Commissione giustizia approva un documento che dice: è necessaria una ulteriore riflessione volta a definire i limiti della discrezionalità spettante al collegio. Cioè, nella motivazione, la Commissione giustizia dice che non si può approvare, ma che è necessaria un'ulteriore riflessione, e poi dice che, per questi motivi, approva. È come dire: siccome sei colpevole, ti assolvo! Bravo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
In questa sede, prima di affrontare questa parte del provvedimento con senso - ripeto - di responsabilità, articolo per articolo, ci tengo a che risulti nero su bianco l'assurdità di un sistema parlamentare che si adegua alla volontà di chi lo comanda, senza avere la libertà di esprimersi conseguentemente rispetto ad un provvedimento che esso stesso predispone. Se questo fosse un provvedimento giurisdizionale, sarebbe ricorribile per contraddittorietà tra motivazione e dispositivo!
Inoltre, la Commissione giustizia - non io, ma la Commissione giustizia - prima di approvare, dice che appare opportuno che si rifletta sull'articolo 53, comma 7, perché, dice, è necessaria una semplificazione della procedura di assunzione della prova. Stiamo parlando della testimonianza per corrispondenza: questa ulteriore innovazione per la quale si manda il bigliettino e fammi sapere che ne pensi! Rispetto a questo, la Commissione giustizia approva un documento che dice: fermi! Appare necessaria un'ulteriore rivisitazione di questa disposizione, perché così com'è - dice la Commissione giustizia nella motivazione - vi è necessità di una maggiore riconoscibilità dello strumento da parte degli operatori internazionali (tradotto: all'estero non ce l'accordano questo tipo di prova!) e, inoltre, di un ampliamento delle garanzie di autenticità del risultato probatorio: vale a dire: tu mandi la letterina e che ne sai se lo scrive quello che ti deve scrivere o se qualcuno non glielo detta? E, per questi motivi, lo approva!
Insomma, mi fermo qui, in questo mio primo intervento, però voglio far risultare una cosa: quando in Parlamento una Commissione parlamentare arriva a predisporre un provvedimento in cui nega sé stessa, non ha più la dignità di poter rappresentare ciò che afferma. Ecco perché poi si adegua, fino ad arrivare a dire che dei futuri provvedimenti sulla giustizia se ne occuperà lei. Certamente, se se ne deve occupare in questo modo, è meglio che non se ne occupi!
Per questo motivo, con riferimento al complesso delle proposte emendative, denunciamo l'assoluta espropriazione alla Commissione giustizia dei doveri e della necessità che essa si occupasse di tutti questi emendamenti, e denunciamo la contraddittorietà di questo provvedimento, che è un provvedimento pilatesco, fatto apposta per fare da «tappetino» a un Governo che decide senza rispetto per il Parlamento, ma di un Parlamento che, a volte, non se lo merita davvero (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA. Signor Presidente, non avevo intenzione di intervenire, però formulo alcune considerazioni alla luce delle valutazioni emerse dall'intervento dell'onorevole Di Pietro.
Evidenzio semplicemente che la riforma del processo civile, la velocizzazione, la razionalizzazione e la semplificazione delle norme in materia civile sono richieste e sollecitate da tutti gli operatori del diritto. Tutti i membri della Commissione giustizia possono evidenziare quanto noi siamo oggetto di tali sollecitazioni. La Commissione giustizia si è trovata, nel mese di settembre, ad interrogarsi se continuare a rivestire il ruolo, anche orgogliosamente, di punto di riferimento di questa materia oppure cercare di dare riscontro, in termini rapidi, a quelle che erano le richieste che ci giungevano.
Ebbene, abbiamo posto in essere una sorta di bilanciamento di interessi. NonPag. 36abbiamo abdicato al nostro ruolo, abbiamo puntato semplicemente ad essere realisti e a fare in modo che il provvedimento in materia civile che era all'attenzione delle Commissioni I e V, venisse analizzato e fosse oggetto di riflessione anche da parte dei commissari della Commissione giustizia. Ci rendevamo, infatti, conto che se avessimo chiesto e ottenuto lo stralcio, l'iter di questo provvedimento sarebbe stato assolutamente rallentato e sarebbe mancata quella risposta ai cittadini che era sollecitata in più circostanze. Abbiamo puntato a velocizzare, a razionalizzare e a semplificare, alla luce anche di quello che era il provvedimento del Governo.
Ricordo all'onorevole Di Pietro, che ha evidenziato una sorta di contraddittorietà tra premesse e dispositivo, che tali premesse sono poste in essere alla luce di quanto previsto dal Regolamento della Camera. Esse, infatti, vengono graduate in condizioni, laddove sono forti, ed osservazioni, laddove vi sia un'istanza, da parte della Commissione interrogata in sede consultiva, di porre una riflessione alla Commissione di merito.
Ebbene, c'è una condizione. La Commissione giustizia ha, infatti, posto una condizione che è stata esaminata e risolta poi dalla Commissione di merito. Sono state poi formulate delle osservazioni, strumenti che consentono alla Commissione di merito di esaminare e riflettere sull'argomento. Non si è trattato assolutamente di condizioni risolutive. Proprio per questo - non è qui presente il relatore in Commissione, l'onorevole Scelli - la Commissione giustizia ha espresso un parere favorevole, che appare convincente e argomentato anche alla luce del fatto che si vuole fare in modo che la riforma, la semplificazione e la velocizzazione avvengano in termini rapidi. Proprio per tali ragioni abbiamo rinunciato all'orgoglio di avere, come commissari, presso la nostra Commissione, il provvedimento in esame, ma abbiamo ottenuto il risultato di essere, oggi, qui in Aula a discuterlo.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito i relatori ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento Aniello Formisano 52.1. Ricordo che gli emendamenti Ferranti 52.2 e 52.3 sono stati ritirati. Le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento Ferranti 52.4, purché sia riformulato nel seguente modo: dopo la parola «ovvero» sostituire le parole «dalla data di» con la parola «dal». Il testo riformulato sarebbe quindi il seguente: «ovvero dal deposito del ricorso».
Il parere è contrario sugli emendamenti Aniello Formisano 52.5 e Costantini 52.6. Le Commissioni esprimono, inoltre, parere favorevole sugli identici emendamenti Borghesi 52.7, Ferranti 52.8 e Contento 52.9, mentre esprimono parere contrario sugli emendamenti Vietti 52.10, Costantini 52.11, nonché sugli emendamenti Ferranti 52.12 e 52.13. Ricordo che l'emendamento Ferranti 52.14 è stato ritirato. Le Commissioni formulano un invito al ritiro dell'emendamento Contento 52.15, perché il senso del testo riformulato è già stato recepito nell'emendamento 52.300 delle Commissioni.

PRESIDENTE. Onorevole relatore, lo verificheremo. La prego di proseguire.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento Ferranti 52.16. Ricordo che l'emendamento Luciano Dussin 52.17 è stato ritirato.
Il parere è contrario sugli emendamenti Ferranti 52.18, 52.19, 52.20 e 52.21. Il parere è favorevole sull'emendamento Contento 52.22, a condizione che venga riformulato nel seguente modo: All'articolo 96 del codice di procedura civile è aggiunto, in fine, il seguente comma: «In ogni caso, quando pronuncia sulle spese ai sensi dell'articolo 91, il giudice, anchePag. 37d'ufficio, può altresì condannare la parte soccombente al pagamento a favore della controparte di una somma equitativamente determinata non inferiore a euro 1.000 e non superiore a euro 20.000».
Sull'emendamento Costantini 52.23 il parere è contrario. Ed è ugualmente contrario sugli emendamenti Costantini 52.24 e Ferranti 52.25.

PRESIDENTE. Le ricordo che l'emendamento Ferranti 52.25 è stato ritirato.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Chiedo scusa, signor Presidente. Il parere è contrario sugli emendamenti Vietti 52.26, Ferranti 52.27, Aniello Formisano 52.28, Ferranti 52.29, Aniello Formisano 52.30 e Ferranti 52.31 ed è ugualmente contrario sugli identici emendamenti Ferranti 52.32 e Costantini 52.33. Il parere è altresì contrario sugli emendamenti Vietti 52.34, Ferranti 52.35, Aniello Formisano 52.36, Palomba 52.37 e Ferranti 52.38.

PRESIDENTE. Onorevole Bernini Bovicelli, qual è il parere sull'emendamento 52.300 delle Commissioni?

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni ne raccomandano l'approvazione.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Sulla riformulazione proposta dell'emendamento Contento 52.22 la Presidenza si riserva di verificare se si tratti effettivamente di una riformulazione o di una diversa stesura del comma dell'articolo.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Aniello Formisano 52.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, innanzitutto vorrei brevissimamente replicare al collega Costa dicendo che le sue dichiarazioni hanno confermato una sola cosa: che in questo Parlamento c'è una Commissione a sovranità limitata ed è proprio la Commissione giustizia.
Vorremmo sapere perché è stato fatto lo stralcio a favore delle Commissioni attività produttive e lavoro e non è stato fatto analogo stralcio, per le medesime motivazioni, anche più forti, su questo provvedimento, sulla giustizia. Non ce lo avete ancora spiegato e, se ce lo spiegasse lei, signor Presidente, ci farebbe un piacere.
Abbiamo presentato l'emendamento Aniello Formisano 52.1 per questa ragione: perché abbiamo fiducia nella giustizia di pace, abbiamo fiducia in tanti operatori del diritto che possono deflazionare il lavoro dei tribunali. Voi, invece, non avete fiducia perché dalla vostra precedente formulazione di 7.500 e 25.000 euro siete addirittura passati a 5.000 e 20.000 euro. Ciò significa che non avete fiducia in questa importante parte della giustizia. Lo faremo sapere a quelle persone che, con dedizione, danno un contributo importante alla giustizia.
Riteniamo, però, che l'aumento della competenza per valore del giudice di pace possa contribuire a deflazionare il carico dei tribunali.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Aniello Formisano 52.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge
(Vedi votazionia ).

Pag. 38

(Presenti 463
Votanti 259
Astenuti 204
Maggioranza 130
Hanno votato
12
Hanno votato
no 247).

Prendo atto che i deputati Sisto e Sbai hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che i deputati Villecco Calipari e Letta hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il voto e che avrebbero voluto astenersi.
Prendo altresì atto che la deputata Sbrollini ha segnalato di aver erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 52.4.
Chiedo ai presentatori se accolgano la riformulazione proposta dal Governo.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, non possiamo accogliere la riformulazione di questo emendamento perché essa costituisce la prova della volontà della maggioranza e del Governo di non voler instaurare, quanto meno sulla giustizia civile, alcun clima di dialogo.
Voglio sottolineare ai colleghi che avevamo proposto, in tema di riformulazione dell'articolo 39 del codice di procedura civile, l'individuazione del momento in cui va accertata la litispendenza ovvero la connessione. Il nostro emendamento, poiché la norma prevede solo l'individuazione della notifica dell'atto di citazione, aggiungeva a questa individuazione della data di notifica anche l'individuazione della data del deposito del ricorso.
L'emendamento del Governo dice «dal deposito del ricorso», quindi riformula il testo compiendo un errore quasi lessicale perché stiamo parlando di date. Abbiamo approvato, ieri, un articolo 25 sulla semplificazione dei testi normativi che ci impone di avere una visione di sistema, stabilendo che ogni norma nuova deve porsi in un rapporto di correzione con le altre norme. Questo emendamento serviva esattamente a questo: ad una correzione che è stata pregiudizialmente, anche questa volta, rifiutata.
Ciò smentisce quanto detto prima dall'onorevole Costa. L'analisi in Commissione, signor Presidente, non era una questione di orgoglio di commissari, era l'esigenza di limitare i danni il più possibile e questo non lo dice una parte politica, ma tutto il mondo degli operatori.
Questa mattina abbiamo visto il parere del Consiglio superiore della magistratura che parla di una riforma, ancora una volta, affrettata e parziale. E, tuttavia, questo parere non è solo dei giudici, che sappiamo non essere presi molto in considerazione da questa maggioranza, ma è anche dall'organismo unitario dell'avvocatura.
L'organismo unitario dell'avvocatura, con un parere assai duro nei confronti di tutta la manovra, parla ancora una volta della preoccupazione per le intenzioni del legislatore che, pur avendo il tempo necessario - come è pacifico sulla base dell'esperienza -, ha voluto una riforma che non porta alcun beneficio sostanziale e si affida al solito intervento emergenziale.
Questa riforma, che nelle linee programmatiche del Ministro avrebbe dovuto essere fatta in collaborazione con tutti gli operatori, è stata predisposta negando la collaborazione sinanche dei commissari della Commissione giustizia ed ha già provocato il dissenso assoluto di tutti gli operatori. Un grande risultato: non eravamo mai riusciti a mettere d'accordo magistrati e avvocati, e questa riforma c'è riuscita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Presumo che la Commissione, dopo che l'onorevole Capano ha dichiarato che non accetta la riformulazione proposta, esprima parere contrario.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 39

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, francamente non capisco il motivo di questa obiezione. Il relatore, e quindi il Governo, hanno espresso un parere favorevole su questo emendamento perché tecnicamente, dico solo tecnicamente, non si scrive mai in una norma «dalla data di deposito del ricorso», ma «dal deposito del ricorso» perché il momento della pendenza del giudizio è dal deposito.
L'elemento della data è assolutamente ultroneo. Francamente, ritengo che si tratti di una questione di carattere squisitamente tecnico. Il Governo ha recepito nel merito l'emendamento perché sembrava migliorativo del testo della norma.
Spiace dover constatare che l'onorevole Capano faccia riferimento ad un giudizio di categoria. In questa riforma il Governo non ha cercato di facilitare una categoria a scapito di un'altra, ma ha avuto presenti solo le esigenze dei cittadini ed in particolare di coloro che stanno attendendo questa riforma del processo civile.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Personalmente avrei preferito la formulazione tecnica contenuta nell'emendamento, ossia «dalla data di deposito». Tuttavia non vorrei che, vista la rigidità del Governo su questa questione, finissimo per bocciare l'emendamento in esame e lasciare così un vuoto nella previsione normativa. Quest'ultima, anche in conseguenza delle altre modifiche introdotte dal provvedimento, esige che si faccia riferimento non solo alla notifica della citazione, ma anche alla nuova modalità introduttiva dell'azione, vale a dire quella del deposito del ricorso.
Per tale motivo, rivolgerei un appello, da una parte, al Governo nel voler essere meno rigido e, dall'altra, alla collega Capano nel dimostrare buonsenso per la risoluzione della questione in esame.

DONATELLA FERRANTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Noi crediamo di aver dimostrato sufficiente buonsenso, oltre ad aver cercato un rapporto costruttivo. Assistiamo tuttavia ad una rigidità del Governo che ci sconcerta e, nonostante questo, vogliamo assumere un atteggiamento istituzionale fino in fondo, considerato che si tratta di una correzione che il Partito Democratico ha sentito il dovere di presentare sin dall'inizio dei lavori in Commissione. Peraltro, pensavamo che il Governo fin da subito facesse propria questa riformulazione. Per questi motivi, accettiamo la riformulazione proposta.

PRESIDENTE. Prendo atto che viene accettata la riformulazione che era stata proposta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 52.4 nel testo riformulato, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 469
Astenuti 17
Maggioranza 235
Hanno votato
467
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Porfidia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Aniello Formisano 52.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, illustro brevemente il senso di questo emendamento scritto in uno spiritoPag. 40collaborativo, pur se siamo stati molto critici su alcune soluzioni di merito e, soprattutto, sul metodo.
Questo emendamento, in gran parte, riproduce la formulazione dell'articolo 44, già proposta dal Governo, arricchendola e integrandola con alcuni elementi importanti, con particolare riferimento al primo comma, in relazione alla pronuncia della competenza del giudice adito, la quale deve contenere le indicazioni del giudice ritenuto competente.
Inoltre, con riferimento al penultimo comma, si sottolinea che è necessario aggiungere la previsione che vengano sentite le parti in causa.
Questa norma non è stata sufficientemente presa in considerazione da parte del Governo. Infatti, il testo prodotto appare estremamente carente, come sarà possibile vedere anche con riferimento ad altre disposizioni. Senza dubbio, sul piano del contraddittorio e della possibilità delle parti di interloquire, rileviamo delle gravi carenze.
Pertanto, con l'emendamento in esame, cerchiamo di far fronte e di eliminare tali carenze.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Aniello Formisano 52.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 477
Votanti 467
Astenuti 10
Maggioranza 234
Hanno votato
219
Hanno votato
no 248).

Prendo atto che il dpeutato Torazzi ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Bachelet ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantini 52.6, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 464
Votanti 460
Astenuti 4
Maggioranza 231
Hanno votato
213
Hanno votato
no 247).

Prendo atto che i deputati Graziano e Palomba hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Rivolta ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Borghesi 52.7, Ferranti 52.8 e Contento 52.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, l'emendamento da noi proposto chiede la soppressione del comma 7 dell'articolo 52 in quanto esso prevede un'ipotesi ulteriore di astensione del giudice nel caso in cui abbia già conosciuto, in sede di opposizione o di reclamo, il medesimo processo. Questa previsione è tuttavia contemperata dal fatto che, qualora non vi siano altri giudici da assegnare al processo, l'astensione non può essere autorizzata.
Quello delle incompatibilità è un principio che si assume come cardine. Esso è sancito, ad esempio, nel processo penale e non può essere condizionato alle esigenze degli uffici. Per tali motivi la norma è mal formulata e presenta elementi di contraddittorietà consistenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identiciPag. 41emendamenti Borghesi 52.7, Ferranti 52.8 e Contento 52.9, accettati dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 489
Maggioranza 245
Hanno votato
489).

Prendo atto che la deputata Laura Molteni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vietti 52.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, francamente non capisco la ragione del parere contrario del relatore su questo emendamento.
Come è noto a tutti gli operatori del diritto, il riferimento agli albi per la scelta dei consulenti tecnici ha dato ampie prove negative; spesso gli uffici predispongono questi albi ed i margini di eccesso di discrezionalità con cui si attinge ad essi è molto alta. A me pare che, anche in nome del principio di disponibilità del processo civile che, fino a prova contraria, dovrebbe continuare a sopravvivere anche a questa riforma, nonostante una serie di interventi in senso molto dirigista che vengono apportati, se le parti convengono sulla scelta del CTU non si vede perché il giudice dovrebbe violentarle ed imporre un CTU di propria scelta, senza rispettare la collaborazione instauratasi tra le parti, che sarebbe certamente foriera di un'accelerazione.
Se le parti identificano una persona di propria fiducia e a questa affidano la consulenza tecnica, non si vede perché mai il giudice dovrebbe sovrapporre una scelta propria, operata con criteri di discrezionalità, di una persona non gradita o sgradita alle parti che certamente provocherebbe un allungamento dei tempi.
Pertanto, sia nella logica acceleratoria della riforma, sia nella logica della sopravvivenza del principio di disponibilità del processo civile da parte dell'attore e del convenuto, ritengo che questo emendamento possa essere tranquillamente accolto anche dalla maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 52.10, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 480
Maggioranza 241
Hanno votato
227
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che il daputato Di Cagno Abbrescia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Costantini 52.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, l'attuale normativa prevede che il giudice possa commettere ad un notaio il compimento di determinati atti. Con questo emendamento proponiamo che la medesima facoltà possa essere commessa anche ad un avvocato e ad un commercialista. Attualmente, queste figure professionali hanno poteri certificatori e pertanto non comprendiamo perché esse non debbano essere ricomprese tra quelle alle quali il giudice può affidare degli atti.
Il parere contrario in tal senso non è comprensibile se non con una sfiducia verso queste ulteriori categorie di professionisti.

Pag. 42

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantini 52.11, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 480
Votanti 450
Astenuti 30
Maggioranza 226
Hanno votato
42
Hanno votato
no 408).

Prendo atto che i deputati Zampa e Viola hanno segnalato di aver erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario, che il deputato Pugliese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 52.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale e non a nome del gruppo.
L'emendamento 52.12 dimostra l'intento collaborativo del Partito Democratico. Noi abbiamo proposto una regolamentazione dell'affidamento degli incarichi del giudice agli ausiliari e del loro svolgimento. Questa norma tende a sottrarre lo svolgimento di tali adempimenti alla fase dell'udienza innanzi al giudice e ad attrarlo in una fase precedente. Ciò libera l'attività della giurisdizione da adempimenti burocratici: questo è il senso di un intervento che vuole snellire il processo, senza sacrificare i diritti di difesa dei cittadini.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 52.12, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 479
Astenuti 6
Maggioranza 240
Hanno votato
224
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che la deputata Mura ha segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 52.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Onorevole Capano, intende intervenire ancora a titolo personale?

CINZIA CAPANO. Sì, signor Presidente, intervengo a titolo personale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. L'emendamento Ferranti 52.13 tende a specificare meglio il dovere di lealtà processuale, che è stato inserito in questo provvedimento come uno dei principi attorno ai quali dovrebbe svilupparsi lo snellimento del processo.
Noi proponiamo che all'articolo 88 del codice di procedura civile si specifichi che le parti devono prendere posizione sui fatti di causa e, soprattutto, devono chiarire le circostanze di fatto in modo leale e veritiero. Mi pare che ciò vada assolutamente nel senso di quello che il Governo si propone di ottenere, approfondendo l'istituto della lealtà processuale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 52.13, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 43

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).
(Presenti 491
Votanti 487
Astenuti 4
Maggioranza 244
Hanno votato
237
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Ricordo che l'emendamento Ferranti 52.14 è stato ritirato.
Passiamo all'emendamento Contento 52.15.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Contento 52.15 formulato dal relatore.

MANLIO CONTENTO. Sì, signor Presidente, accedo all'invito al ritiro formulato dal relatore, perché, come ha affermato il relatore stesso, la questione è risolta dal successivo emendamento 52.300 delle Commissioni.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 52.16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, intervengo ancora a titolo personale.
L'emendamento Ferranti 52.16 tende a specificare meglio i casi in cui una parte che abbia vinto un giudizio può essere condannata alle spese, nel caso in cui abbia rifiutato la proposta conciliativa. L'emendamento si propone di essere, pertanto, un elemento che aggiunge un margine a una discrezionalità del giudice nella liquidazione delle spese, che potrebbe essere lesiva del diritto di difesa delle parti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 52.16, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).
(Presenti 487
Votanti 481
Astenuti 6
Maggioranza 241
Hanno votato
232
Hanno votato
no 249).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 52.300 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).
(Presenti 501
Votanti 316
Astenuti 185
Maggioranza 159
Hanno votato
314
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Buonanno ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin non è riuscita a votare.
Ricordo che l'emendamento Luciano Dussin 52.17 è stato ritirato e che, comunque, esso risulterebbe precluso dall'approvazione dell'emendamento precedente.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 52.18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, intervengo ancora a titolo personale.
L'emendamento Ferranti 52.18 tende a chiarire che, quando le parti si conciliano, le spese rimangano a loro carico: si tratta di un incentivo alla conciliazione delle liti, che libera le parti dal mercanteggiare sulle spese processuali. Anche questa proposta emendativa tende ad un'effettività della tutela.

Pag. 44

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 52.18, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 497
Astenuti 2
Maggioranza 249
Hanno votato
243
Hanno votato
no 254).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 52.19.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, intervengo ancora a titolo personale.
L'emendamento Ferranti 52.19 è collegato a quello precedente e tende a una nuova formulazione delle ipotesi in cui si può condannare la parte vittoriosa alle spese processuali in caso di rifiuto della proposta conciliativa.
Diversamente dal testo del Governo e delle Commissioni, nell'emendamento Ferranti 52.19 la fattispecie è meglio disciplinata. Infatti, è previsto che la compensazione delle spese tra le parti sia lasciata alla valutazione del giudice, che quindi deve valutare il comportamento delle parti nell'ambito di tutto il processo e non solo relativamente alla condotta tenuta rispetto alla proposta transattiva.
Peraltro, viene anche specificato meglio che il giudice può condannare al pagamento delle spese la parte non soccombente se valuta che le domande accolte non si discostano dalle condizioni proposte dalla parte soccombente. Si vincolano, cioè, alla proposta entrambe le parti del processo, non solo una.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 52.19, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 489
Astenuti 3
Maggioranza 245
Hanno votato
237
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che i deputati Palomba e Argentin hanno segnalato che non sono riusciti a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 52.20.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, intervengo anche in questo caso a titolo personale.
Questo emendamento contribuisce a meglio disciplinare l'istituto della lealtà processuale per gli avvocati e a definire, soprattutto, nell'ipotesi in cui questa lealtà processuale non vi sia, come può essere sanzionato il comportamento, cioè determinando il danno in una misura fissa. Questa è un'esigenza che proviene dal mondo degli operatori, perché molto spesso i giudici, anche in caso di liti temerarie, non condannano alle spese, perché nella legge non è previsto un criterio oggettivo. Quindi, la quantificazione comporterebbe una nuova istruttoria e un appesantimento del processo, piuttosto che un suo alleggerimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 52.20, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 45

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 498
Astenuti 2
Maggioranza 250
Hanno votato
237
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 52.21.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, intervengo sempre a titolo personale.
Questo emendamento è strettamente collegato al precedente. Qui non è disciplinata l'ipotesi del giudizio ordinario di cognizione, ma quella del giudizio cautelare in tutte le sue fasi o delle fasi esecutive dell'iscrizione di ipoteca, in cui il risarcimento del danno, anziché essere lasciato alla determinazione del giudice, viene individuato con un criterio oggettivo.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, come lei potrà accertare, in queste ultime votazioni la differenza tra maggioranza e opposizione non è poi tanto rilevante, ma, come sempre succede in questi casi, ci sono alcune decine di lucette che si accendono nel settore della maggioranza, alle quali non corrisponde la persona.
A parte il fatto che ci chiediamo quando finalmente il sistema promesso, che garantisce la presenza della persona insieme al voto (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). ..

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego.

ANTONIO BORGHESI. ... verrà messo in funzione, la pregherei, nel frattempo, di intervenire, altrimenti alla prossima votazione le indico la fila esatta in cui ci sono due persone, ma compaiono quattro voti.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, per quanto attiene alla seconda parte della sua domanda, ossia quando entrerà in vigore il nuovo sistema, è sufficiente che lei parli con chi la rappresenta nella Conferenza dei presidenti di gruppo. Quanto, invece, al suo invito, lo rivolgo anche io ai colleghi di tutte le parti dell'emiciclo, ricordando che è loro dovere esprimere personalmente il voto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 52.21, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 470
Votanti 467
Astenuti 3
Maggioranza 234
Hanno votato
224
Hanno votato
no 243).

Prendo atto che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo all'emendamento Contento 52.22.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 46

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni hanno espresso parere favorevole sull'emendamento Contento 52.22 previa riformulazione, ma chiederei cinque minuti di sospensione per consentire al Comitato dei diciotto di riformularlo come emendamento delle Commissioni.

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, capisco l'esigenza del relatore, però potremmo accantonare questo emendamento, perché il Comitato dei diciotto è già convocato per le 15,45. Pertanto, credo che possiamo procedere, se siamo tutti d'accordo.

PRESIDENTE. Se l'onorevole Bernini Bovicelli acconsente alla proposta dell'onorevole Bruno...

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Sì, signor Presidente, aderisco alla proposta del presidente della mia Commissione.

PRESIDENTE. Quindi, accantoniamo l'emendamento Contento 52.22 e, di conseguenza, anche gli emendamenti Costantini 52.23 e 52.24.
Ricordo che l'emendamento Ferranti 52.25 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vietti 52.26, per il quale non vi sono richieste di intervento...

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Presidente!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, non precipitiamo le cose!
Nell'emendamento in esame noi intendevamo ovviare all'originaria formulazione del provvedimento che modifica l'articolo 115 del codice di procedura civile, dove si faceva riferimento ai «fatti contestati in modo generico» come fondamento della sentenza.
Le Commissioni hanno modificato il testo, eliminando il riferimento al «modo generico» e ammettendo il riferimento «ai fatti ammessi o non contestati», recependo così il senso dell'emendamento, ossia che la contumacia sarebbe stata in realtà trattata meglio che non il difensore generico. Prendendo quindi atto che in qualche modo la nostra preoccupazione è stata soddisfatta dalla modifica intervenuta, ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 52.27.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, anche in questo caso intervengo a titolo personale.
Noi proponiamo una modifica del comma 15, che ora prevede che i fatti ammessi o non contestati possano formare la valutazione del giudice. Noi, invece, chiediamo che si prevedano «i fatti non contestati in modo specifico», perché c'è una grande differenza dal punto di vista processuale tra ciò che non si contesta genericamente e ciò che non viene invece contestato specificamente. È un emendamento a tutela della difesa, che restringe l'ambito discrezionale del giudicante.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 52.27, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

Pag. 47

(Presenti 478
Votanti 473
Astenuti 5
Maggioranza 237
Hanno votato
223
Hanno votato
no 250).

Prendo atto che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Aniello Formisano 52.28.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, illustro brevemente il significato dell'emendamento in esame. È previsto che, in caso di atti non scritti in lingua italiana, il giudice nomini direttamente un traduttore al fine di volgerli in lingua italiana. Noi, per un principio di economia processuale, con questo emendamento riteniamo che il giudice possa autorizzare la parte stessa a produrre la traduzione del documento non scritto in lingua italiana e, soltanto nel caso in cui questo sia contestato dall'altra parte, il giudice proceda alla nomina di un traduttore. Ci sembra un emendamento di carattere tecnico accoglibile.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Aniello Formisano 52.28, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 487
Astenuti 3
Maggioranza 244
Hanno votato
229
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 52.29.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, con l'emendamento presentato noi tendiamo a riportare nell'ambito della sentenza la descrizione, seppur sommaria, dello svolgimento del processo, che è elemento fondamentale per riconoscere gli error in procedendo nel giudizio di Cassazione. Quindi semplificare togliendo, in realtà, complica per la Corte di cassazione l'esame del provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 52.29, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 489
Astenuti 3
Maggioranza 245
Hanno votato
229
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Aniello Formisano 52.30.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, l'emendamento in esame mira a specificare i contenuti che deve avere la sentenza, disponendo che, quando si tratta di sentenza pronunciata dalla Corte di cassazione, essa può essere costituita dalla sola risposta ai quesiti di diritto di cui all'articolo 366-bis, con il semplice richiamo agli effetti della motivazione delle sentenze che hanno già deciso questioni simili.
Si tratta di una semplificazione dell'attività giudiziaria; pertanto riteniamo che l'emendamento in questione possa esserePag. 48accolto (se fosse respinto, ciò sarebbe soltanto nella logica di non accogliere nessuno degli emendamenti dell'opposizione).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Aniello Formisano 52.30, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 489
Astenuti 3
Maggioranza 245
Hanno votato
230
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che il deputato Tenaglia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 52.31.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, questo emendamento è di particolare importanza (mi prenderò qualche minuto in più rispetto ai primi interventi sugli emendamenti), perché riguarda la durata del processo e prova a spiegare che la durata del processo non può consistere in un'opera di semplificazione che mortifica i diritti di difesa delle parti; la durata del processo, invece, si raggiunge ottenendo una responsabilizzazione di tutti i soggetti del processo, degli avvocati (aumentando il tasso di lealtà processuale) ma anche dei magistrati.
Con l'emendamento Ferranti 52.31 prevediamo un tempo massimo dello svolgimento del processo di primo grado, di secondo grado e in Cassazione. Davvero non riesco a capire come mai il Governo, che ha voluto realizzare questo intervento così frammentario e settario per accorciare i tempi del processo, poi non voglia legare il giudice ad un tempo massimo previsto. Ma in realtà non devo stupirmi, perché tutte le volte in cui, anche in sede di Commissione bilancio, abbiamo cercato di ottenere interventi, per esempio, relativi all'udienza di programma (ossia ad un calendario che venisse adottato all'inizio del processo tra giudice e parti e che vincolasse il giudice e i difensori al rispetto di quel tempo) non abbiamo trovato fortuna.
Eppure sappiamo che questo è l'unico intervento che può riuscire a razionalizzare il processo. Lo sappiamo anche per le indagini che in questo periodo ha svolto il Ministro Alfano, sulle quali è venuto a riferire, giovedì o mercoledì della scorsa settimana, su un'interpellanza dell'onorevole Cicchitto, che gli chiedeva di verificare quali e quanti fossero i provvedimenti giurisdizionali depositati in ritardo e quali fossero le azioni disciplinari intraprese.

PRESIDENTE. Onorevole Capano, la invito a concludere.

CINZIA CAPANO. A fronte di migliaia di provvedimenti depositati in ritardo, il Ministro ci ha parlato solo di undici azioni disciplinari da lui aperte: ciò conferma che il ritardo nel deposito dei provvedimenti è dovuto ad una questione di organizzazione del sistema.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, questo collage di pochi articoli inseriti come «pezze» nel codice di procedura civile doveva essere ammantato dal Governo come un modo per sveltire i processi e per ridurre la pendenza dei cinque milioni di processi oggi attualmente nelle aule di giustizia.
Ci si sarebbe aspettati che uno strumento essenziale di tale disegno fosse la riduzione della durata del processo. Noi dell'Italia dei Valori difatti abbiamo propostoPag. 49alcuni emendamenti, uno dei quali impone al giudice di curare la minima durata del processo, anche in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione; successivamente, abbiamo proposto che nella prima udienza - o nell'udienza immediatamente successiva - si tenga l'udienza di programma.
L'udienza di programma è una sperimentazione fatta in diversi tribunali italiani con successo; attraverso di essa il giudice responsabilizza sé stesso e le parti alla celere durata del processo. In pratica, si stabilisce un calendario che viene poi seguito rigorosamente dalle parti e dallo stesso giudice, derogabile solo in situazioni eccezionali.
Francamente, non si riesce a capire perché il Governo, millantando questa proposta come una proposta risolutiva ai fini della limitazione della durata del processo e, quindi, anche della riduzione delle pendenze, non accetti un emendamento di questo genere o emendamenti simili. Ciò vuol dire che proprio non gli importa niente di far durare meno i processi.

LANFRANCO TENAGLIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, credo che l'importanza dell'emendamento Ferranti 52.31 sia ormai chiara a tutti. Se abbiamo a cura veramente l'interesse dei cittadini e la ragionevole durata del processo, non si comprende come il Governo e il relatore abbiano potuto esprimere parere negativo. Quindi, ritengo sia il caso di riflettere e di ridiscutere di questo aspetto nell'ambito del Comitato dei diciotto. Chiedo pertanto al relatore, alle Commissioni e al Governo di consentire l'accantonamento dell'emendamento e la discussione nel Comitato dei diciotto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà (Commenti del deputato Bruno).

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, il presidente Bruno, non dico con autoritarismo, ma con la sua autorevolezza, cerca di dettare i tempi anche all'opposizione.

PRESIDENTE. Onorevole Vietti, prego, svolga pure il suo intervento.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, prima il relatore ci ha risposto che la scelta della riforma andava nella direzione di rafforzare il potere del giudice nella gestione dell'udienza. Nel corso di questi anni abbiamo fatto molti esperimenti di riti processuali. Ricordo quello del processo commerciale, in cui provammo ad affidare alla responsabilità delle parti la gestione dei tempi e dei modi dell'udienza, coinvolgendo il magistrato solo quando vi era da decidere questioni di diritto. Bene, secondo alcuni questo sistema non funziona perché gli avvocati non avrebbero la responsabilità sufficiente a gestire in termini ragionevoli il processo.
Allora, però, bisogna decidere, perché o seguiamo la linea del processo dispositivo e lasciamo più margini alle parti nella gestione del processo, oppure se, come mi pare di capire, la filosofia sottesa a questo intervento va nel senso di un ruolo maggiore vero del magistrato, non solo nella decisione dei punti controversi, ma anche dal punto di vista della gestione delle udienze, non vedo perché non si debba accogliere questo emendamento e lasciare che il magistrato programmi il calendario dell'udienza. Ovviamente, a quel punto, ne conseguirà una responsabilità del magistrato valutabile anche sotto il profilo disciplinare.
Mi rendo conto che questi termini rischiano di essere termini cosiddetti «canzonatori», e quindi di rimanere delle grida, però, nel momento in cui la filosofia di questo intervento riformatore va nella direzione di valorizzare il ruolo del magistrato, credo sia conseguente dare al magistrato la responsabilità della gestione dei tempi e dei modi dell'udienza e, dunque, alla prima udienza, consentirgli di fare il calendario delle udienze.

Pag. 50

DONATELLA FERRANTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, insisto affinché venga accantonato il mio emendamento 52.31.

PRESIDENTE. Onorevole Ferranti, si tratta della richiesta che ha già formulato l'onorevole Tenaglia, per il suo gruppo hanno già parlato in questo senso. L'onorevole relatore vuole rispondere se concorda o meno sulla proposta di accantonare l'emendamento Ferranti 52.31?

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, accolgo la proposta di accantonamento formulata dall'onorevole Tenaglia.

PRESIDENTE. L'emendamento Ferranti 52.31 e di conseguenza gli identici emendamenti Ferranti 52.32 e Costantini 52.33 sono pertanto accantonati.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vietti 52.34.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, lei ha detto che le Commissioni hanno espresso parere favorevole sul mio emendamento 52.34, ma io temo che non sia così.

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Ti piacerebbe!

PRESIDENTE. Onorevole Vietti, non ho detto nulla. Non confonda le sue speranze con le comunicazioni che le hanno dato le Commissioni.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, non solo mi sarebbe piaciuto, ma mi auguro anche una resipiscenza del relatore e del Governo, che se mi prestano un minimo di attenzione...

PRESIDENTE. Prego, onorevole Vietti, prosegua nel suo intervento.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Si prevede, in questa modifica all'articolo 153, la rimessione in termini per causa non imputabile alla parte. Allora, io considero questa espressione molto equivoca e molto pericolosa perché mi chiedo quale sia la causa non imputabile. Temo che diamo al magistrato un potere discrezionale enorme in una materia straordinariamente delicata quale è quella della rimessione nei termini. Quale è la causa non imputabile? Ci sarà un avvocato il quale non ha sentito la sveglia la mattina ma, dati i buoni rapporti con il magistrato, otterrà la rimessione in termini e un avvocato che viceversa, forse avendo avuto un incidente grave o un ricovero ospedaliero, non sarà valutato come interessato da errore scusabile e non otterrà la rimessione in termini.
Allora, vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi sulla delicatezza di questa vicenda, perché la rimessione in termini ha ovviamente degli effetti processuali straordinariamente rilevanti. Noi abbiamo proposto un emendamento soppressivo ma, come gesto di disponibilità e di ragionevolezza, io proporrei alle Commissioni e ai relatori di prendere in considerazione la sostituzione dell'espressione «causa non imputabile» con l'espressione «errore scusabile» che è una categoria già nota alla giustizia, in particolare a quella amministrativa, che mi pare ci metterebbe maggiormente al riparo da questa interpretazione assolutamente elastica e totalmente discrezionale.
Quindi, propongo questa soluzione di mediazione, sulla quale pregherei i relatori di riflettere, magari accantonando anche questa misura per un ripensamento, e pertanto propongo di prevedere l'errore scusabile e non la causa imputabile, che darà luogo a contenziosi infiniti e a rischi di discrezionalità totale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

Pag. 51

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, vorrei associarmi alla richiesta dell'onorevole Vietti, in particolare alla prima parte della richiesta, cioè quella di ripensare un attimo e di accantonare la proposta in sede di Comitato dei diciotto. Infatti, fate attenzione al fatto che qui si sta aprendo un fronte enorme in ordine alle mille scuse che si possono utilizzare grazie alla formulazione della misura in esame. Così come è formulata la stessa, possono esserci un'infinità di cause non imputabili all'interessato. Soprattutto si apre un mondo di furbizie da parte di chi la vuole tirare alla lunga, e si mette in condizione chi non vuole affrontare il processo di trovare ogni giorno un'occasione che comunque appare non imputabile. E sarà difficilissimo andare a provare se tale causa è imputabile a lui o ad un altro. Come si fa, poi, a trovare tutta quella serie di prove che quel che si afferma essere avvenuto è avvenuto davvero: si è rotta la macchina, si è rotto il taxi, c'è stato lo sciopero, non sono potuto partire, è venuto il mal di pancia a quell'altro? Così si apre un fronte enorme per cui, alla fine, la giurisprudenza stabilirà che il processo si fa se lo vogliono le parti, anche se una delle due parti vorrebbe lo svolgimento del processo perché chiede giustizia. Siccome la materia è così delicata io, in prima battuta, vorrei che tale misura fosse soppressa, però mi rendo conto che non vi è stato quel famoso dibattito nelle Commissioni in cui si poteva affrontare nel merito questo tema.
Invito quindi a rivedere e a riconsiderare insieme ciò che può diventare una porta aperta ad assoluti arbitri ed ingiustizie.

PRESIDENTE. Onorevole Bernini Bovicelli, accoglie la richiesta di accantonamento che è stata avanzata dall'onorevole Vietti e dall'onorevole Di Pietro?

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Non la accolgo e vorrei fornire una rapidissima motivazione, ma mi riservo di replicare alla fine della discussione su questo argomento. Noi reputiamo il parametro «causa non imputabile» molto più certo e di più agevole interpretazione rispetto al parametro «errore scusabile», che ci appare più incerto ed opaco. Mi scuso della sommarietà della mia osservazione e mi riservo di riprendere alcune considerazioni in merito nel prosieguo del dibattito.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 52.34, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 493
Astenuti 2
Maggioranza 247
Hanno votato
235
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 52.35.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, con la formulazione contenuta nell'emendamento Ferranti 52.35, tentiamo, per così dire, di risolvere il problema, chiedendo di aggiungere alle parole «per causa ad essa non imputabile» anche le parole «per errore scusabile». Infatti, mentre effettivamente la giurisprudenza amministrativa ha elaborato un concetto di errore scusabile, diversamente la giurisprudenza civilistica, ad esempio in materia di opposizione tardiva al decreto ingiuntivo, ha elaborato una giurisprudenza vertente sulla causa non imputabile. Pertanto, far riferimento a tutti e due i concetti può risolvere il problema, anche considerato che possiamo attingere ad una elaborazione giurisprudenziale seria.

Pag. 52

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, devo tornare su questa problematica, che è delicatissima e interessa tutti coloro che hanno a che fare con la giustizia. Non si può - semplicemente perché in fretta e furia dobbiamo approvare dei provvedimenti - non rendersi conto della porta che si viene ad aprire rispetto ad un'ingiustizia sostanziale che si creerà.
Ritengo che la richiesta di sopprimere il comma 19 dell'articolo 52 sia la miglior cosa, dal momento che tutti dicono che questa riforma del giudizio civile deve essere ancora fatta. Lo stesso Ministro della giustizia afferma che questi sono soltanto i primi interventi. Benedetto il Signore! Non possiamo discuterne in un modo più serio, più pacato, più ragionato, nella sede opportuna, nei giorni che verranno? Soprattutto, con la proposta emendativa in esame si chiede perlomeno di combinare insieme l'errore scusabile, che ha una sua elaborazione giurisprudenziale, con un baratro di possibilità che offre invece questa soluzione.
Davvero, non serve assolutamente a niente mettersi di traverso in un articolato in cui finora abbiamo approvato disposizioni che qualcuno di noi - io sono tra questi - può considerare pannicelli caldi. Comunque è sempre meglio un pannicello caldo piuttosto che niente. Dunque, rispetto ad un pannicello caldo che comunque stiamo dando alla giustizia, perché mettere un pezzo di ghiaccio in questo modo che porta alla non funzionalità della giustizia? Mi appello alla relatrice per la I Commissione per una discussione più approfondita, dal momento che stiamo omettendo alcuni articoli. Lo dico ai relatori e al Governo: se vogliamo davvero che nei tribunali, alla fine, una sentenza sia pronunciata e chi ha ragione, bene o male, ottenga quella ragione, non diamo spazio a chi, invece, non vuole arrivare a sentenza perché ha torto e impediamogli di non arrivarci mai (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Bravo Di Pietro!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, accolgo l'invito al tecnicismo formulato dall' onorevole Capano e mi rimetto a quanto riferito in precedenza puntualmente dalla collega Bernini Bovicelli.
La disposizione, nella sua formulazione tecnica, privilegia, con il concetto di causa non imputabile, un elemento di carattere squisitamente oggettivo, restringendo quindi l'ambito di discrezionalità che, invece, sarebbe clamorosamente aperto dal concetto di errore scusabile, il quale facendo riferimento a parametri di carattere soggettivo certamente non consentirebbe una certezza della norma.
Mi sembra che chi ha, come deve avere, conoscenze tecniche minime in ordine alla differenza tra l'elemento oggettivo causalmente legato ad un soggetto e ad un evento e chi, invece, ha conoscenze sull'elemento psicologico, che presuppone comunque una valutazione subiettiva dell'accadimento, non può che condividere la posizione della relatrice per la I Commissione e del Governo e affermare che questa formulazione è indubbiamente più garantista, più certa, più controllabile rispetto a quella delle aperture sugli elementi soggettivi. Ritengo, pertanto, di poter condividere completamente quanto riferito dalla relatrice per la I Commissione.

PRESIDENTE. Chiedo alla relatrice per la I Commissione se accolga l'invito all'accantonamento dell'emendamento Ferranti 52.35.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, ringrazio l'onorevole Sisto, ma dal momento che la questione ha sollevato un dibattito ampio e sostanzioso, chiederei l'accantonamento dell'emendamento Ferranti 52.35.

Pag. 53

PRESIDENTE. Avverto che, non essendovi obiezioni, deve intendersi accantonato l'esame dell'emendamento Ferranti 52.35.
Prendo atto che l'onorevole Lo Presti rinuncia ad intervenire, essendo stato accantonato l'emendamento Ferranti 52.35.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Aniello Formisano 52.36.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, l'emendamento in esame è molto semplice: siamo in tema di comparsa di risposta, in cui devono essere precisate tutte le difese. Noi riteniamo che nel primo comma dell'articolo 167 del codice di procedura civile occorra aggiungere, insieme alle difese, anche la proposta di conciliazione della controversia che la parte resistente, convenuta ritiene di dover eventualmente proporre. Ciò perché dalla mancata accettazione della proposta di conciliazione possono derivare anche conseguenze in ordine all'articolo 96 del codice di procedura civile, cioè in ordine alla liquidazione di un indennizzo. Pertanto ci sembra giusto proporre anche questa aggiunta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Aniello Formisano 52.36, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 483
Astenuti 9
Maggioranza 242
Hanno votato
228
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
Onorevole relatore, l'emendamento Palomba 52.37, in ragione dell'avvenuto accantonamento dell'emendamento Ferrante 52.31, credo che per affinità di materia vada anch'esso accantonato. Concorda?

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Concordo, signor Presidente.

PRESIDENTE. Dunque, è da ritenersi accantonato anche l'emendamento Palomba 52.37.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 52.38.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, anche in questo caso prenderò qualche minuto in più, perché quello in questione è un istituto assolutamente nuovo e sconosciuto all'ordinamento giuridico.

PRESIDENTE. In ogni caso non più di cinque minuti, come lei ben sa.

CINZIA CAPANO. Certo, Presidente. Si tratta della testimonianza scritta, tema che non viene affrontato in questa parte del provvedimento in esame, ma noi introduciamo una limitata possibilità di utilizzazione. La testimonianza scritta è un istituto che viene contemplato, per la prima volta, con il provvedimento in esame e dà la possibilità al testimone di essere sentito dal giudice solo per corrispondenza, cioè contraddice il principio della formazione della prova nel processo e del contraddittorio, principi cardine dell'articolo 111 della Costituzione, che mi pare sia stato uno dei principi costituzionali più cari al centrodestra.
Non oso immaginare se avessimo provato ad ipotizzare una simile violazione dell'articolo 111 della Costituzione nell'ambito del processo penale, affermando che la prova non si formava più in dibattimento ma, come avveniva prima, davanti al giudice istruttore. Noi tendiamo a limitare questa ipotesi di ricorso alla testimonianza scritta, solo ed esclusivamente ai casi in cui occorre assumere una prova da un'altra circoscrizione del tribunale, cioè limitandola ai casi in cui l'assunzione dellaPag. 54prova può comportare il blocco del processo. Ciò che ci consentirebbe anche di sperimentarla e così di mantenere fede alle linee programmatiche del Ministro, che voleva che si procedesse anche per sperimentazioni; tuttavia, quelle linee programmatiche, fino ad oggi, sono state molto più osservate da questa opposizione che dal Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, il tema in esame ne riguarda un altro, che viene affrontato più organicamente a proposito degli emendamenti presentati all'articolo 53, che riguarda la testimonianza scritta. Ritengo che sia opportuno che l'emendamento in esame sia accantonato, per essere discusso insieme ad altri emendamenti. Ve ne è qualcuno più radicale, che per esempio propone direttamente la soppressione della norma che prevede l'inserimento della testimonianza scritta: è evidente che in quel caso l'emendamento in esame potrebbe restare precluso o comunque potrebbe essere influenzato dalla discussione.

PRESIDENTE. Onorevole Bernini Bovicelli, accoglie la richiesta di accantonamento?

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. No, signor Presidente, non l'accolgo perché in realtà l'emendamento in esame si riferisce solo ad una porzione della testimonianza scritta, o meglio afferisce all'applicazione della testimonianza scritta alla sola prova delegata, alla prova acquisita fuori dalla circoscrizione del tribunale. Noi vogliamo e chiediamo nel provvedimento un'applicazione erga omnes della testimonianza scritta, quindi il parere è comunque contrario all'accantonamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI. Signor Presidente, intervengo in breve replica alla collega Capano: ricordo a tutti, ma anche alla collega ovviamente, che le condizioni per l'ammissione della prova delegata scritta sono ben tre: «Il giudice, sentite le parti e tenuto conto di ogni circostanza, può...». Quindi, siccome abbiamo fiducia nei nostri magistrati, siamo certi che ne faranno un uso prudente. Ciò era già stato detto in Commissione, ma vale la pena ribadirlo qui per tutti i colleghi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 52.38, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 471
Astenuti 16
Maggioranza 236
Hanno votato
213
Hanno votato
no 258).

Prendo atto che la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e che il deputato Pedoto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
In ragione dell'accantonamento delle proposte emendative Contento 52.22, Costantini 52.23 e 52.24, Ferranti 52.31, degli identici emendamenti Ferranti 52.32 e Costantini 52.33, nonché degli emendamenti Ferranti 52.35 e Palomba 52.37, non possiamo procedere alla votazione dell'articolo 52.

Sull'ordine dei lavori (ore 13,25).

ANTONINO LO PRESTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, nelle ultime 48 ore le forze dell'ordine hanno condotto a Napoli un'importantePag. 55operazione di polizia e, aggiungo, anche di pulizia della spazzatura camorrista. Essa ha portato all'arresto del gruppo di fuoco responsabile della strage di Castel Volturno e addirittura di altri cento camorristi; inoltre, sono stati sequestrati beni per oltre 100 milioni di euro. Si tratta di un importante successo delle forze dell'ordine e dell'attività del Governo sul fronte della lotta alla criminalità organizzata e alla camorra.
Nel formulare, a nome della Popolo della libertà, le felicitazioni e le congratulazioni alle forze dell'ordine chiedo, signor Presidente, data l'importanza dell'operazione, che il Governo e, se crede, il Presidente del Consiglio dei ministri, riferiscano i termini esatti con i quali si è svolta questa brillante iniziativa che si è resa possibile grazie alla tempestiva reazione dello Stato. In questo senso, mi rivolgo alla Camera e a lei, signor Presidente, per la possibilità di interloquire con il Governo.

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, sembrerò pedante a lei e ai colleghi parlamentari, ma torno a porre alla sua attenzione la possibilità che la Farnesina, il Ministro degli affari esteri o i sottosegretari incaricati possano dare comunicazione al nostro Parlamento dell'azione che l'Italia e - auspicabilmente - anche le autorità europee stanno intraprendendo per evitare che il terrore, senza confine, contro i cristiani in India prosegua. So che il nostro gruppo parlamentare ha chiesto di calendarizzare la nostra mozione - evidentemente ciò dipenderà dal calendario -, ma nello stesso tempo, pur con tutte le attenzioni che lei ha già rivolto alla Farnesina in questa direzione, la invito a far altrettanto perché l'urgenza della situazione è sotto gli occhi di tutti.

PRESIDENTE. Onorevole Volontè, le farà piacere sapere che nella riunione della Conferenza dei presidenti gruppo di ieri la richiesta del suo gruppo è stata accolta e quindi è già stata inserita in calendario.

FILIPPO ASCIERTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, in modo telegrafico desidero associarmi ai complimenti - che considero doverosi - alle forze dell'ordine che hanno ben operato nel casertano e al Ministro dell'interno. Un ringraziamento anche in qualità di appartenente alle forze dell'ordine.

FABIO GARAGNANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO GARAGNANI. Signor Presidente, intervengo per portare a conoscenza dell'Assemblea - alla luce della discussione di ieri e di quella che continuerà nei prossimi giorni sui provvedimenti in materia di scuola adottati dal Governo e discussi dal Parlamento - una serie di fatti gravi accaduti nella mia città, Bologna: non solo l'occupazione di alcune scuole, con l'autorizzazione dei dirigenti scolastici, ma addirittura la previsione, per la giornata di oggi, del blocco del traffico in piazza Malpighi, sulle strisce pedonali, nell'indifferenza totale delle autorità scolastiche e di chi deve controllare l'ordine pubblico.
Ritengo che di fronte a questi fatti che strumentalizzano i bambini - perché di bambini si tratta - e bloccano il traffico in una città, credo che il Parlamento non possa non porsi il problema di una seria riflessione su fino a che punto il dibattito legittimo e il dissenso rispetto a provvedimenti del Governo possano andare. Credo che occorra una condanna ferma verso questo modo di procedere che disonora il nostro Paese. Ciò non significa fare l'opposizione, ma fare violentemente ostruzionismo e non rispettare la legge.

CLAUDIO D'AMICO. Chiedo di parlare.

Pag. 56

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CLAUDIO D'AMICO. Signor Presidente, in merito a quanto ha chiesto l'onorevole Volonté, riguardo alla situazione dei cristiani in India, volevo sottolineare che, anche nella seduta dell'OSCE di una settimana fa, a Toronto, il sottoscritto, come componente della delegazione italiana, ha richiesto anche da quella Assemblea una presa di posizione a favore di questi cristiani, che sono sotto attacco in quel Paese. Mi faceva, quindi, piacere ribadire questa cosa anche qui, in Aula, dato che il problema è stato sottolineato dall'onorevole Volonté.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Amico.
Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 15, con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali ed il Ministro per i rapporti con il Parlamento.

(Iniziative per impedire la diffusione sul territorio nazionale di latte in polvere e derivati del latte di importazione cinese contenenti melamina - n. 3-00152)

PRESIDENTE. L'onorevole Rainieri ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cota n. 3-00152, concernente iniziative per impedire la diffusione sul territorio nazionale di latte in polvere e derivati del latte di importazione cinese contenenti melamina (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

FABIO RAINIERI. Signor Presidente, gli organi di stampa in queste settimane hanno diffuso notizie sulla presenza, nel latte in polvere proveniente dalla Cina, di melamina, composto chimico che serve soprattutto per aumentare la percentuale di proteina. Pur in assenza di dati certi, si ha la paura che questo prodotto costituisca un grave problema per l'indebolimento osseo, il blocco di alcune funzioni del fegato, calcoli e insufficienza renale grave, con danni permanenti e anche mortali.
Abbiamo visto che purtroppo in Cina sono morti quattro neonati e più di 50 mila bambini sono stati obbligati al ricovero o a sottoporsi a visite.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

FABIO RAINIERI. Dalle informazioni risulta soprattutto che questo latte viene impiegato anche per alcuni derivati, utilizzando spesso la bandiera italiana come marchio di contraffazione.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

FABIO RAINIERI. Si chiede quali iniziative a livello comunitario ed internazionale il Ministro abbia adottato o intenda adottare al fine di verificare e prevenire la diffusione sul territorio nazionale di latte in polvere e derivati di importazione cinese contenenti melamina, evitando possibili importazioni di tali prodotti anche tramite triangolazione con Paesi terzi.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, dal 15 settembre gli uffici periferici del Ministero hanno provveduto a rafforzare le misure di controllo su tutte le importazioni provenienti dallaPag. 57Cina. È stato richiesto agli enti territoriali di intensificare, attraverso le aziende sanitarie, la vigilanza sui negozi etnici. In attesa dei risultati analitici sui prodotti sequestrati, è stata coinvolta l'Associazione italiana industrie e prodotti alimentari per acquisire elementi informativi sulle materie prime impiegate per le preparazioni delle formule per lattanti attualmente presenti sul mercato. Il 23 settembre la stessa associazione ha confermato il non utilizzo di materie prime importate dalla Cina. È stata ribadita alle associazioni di categoria del settore alimentare la necessità di prestare particolare cura a possibili triangolazioni di alimenti di origine cinese. In questo caso, la responsabilità dell'accertamento delle garanzie sanitarie spetta agli operatori con procedure di autocontrollo e spetta alle autorità sanitarie vigilare tramite procedure di verifica sugli operatori.
Il 24 settembre è stata fornita alle regioni l'indicazione di sequestrare e distruggere tutto il latte e i prodotti a base di latte eventualmente rinvenuti sul territorio. Il giorno successivo, tenuto conto di quanto emerso nel corso del Comitato di Bruxelles, nel quale è stata ventilata l'ipotesi dell'uso fraudolento della melamina anche in prodotti o alimenti a significativo contenuto proteico, è stato disposto il rafforzamento dei controlli alle frontiere su integratori alimentari, estratti, biscotti, dolci, alimenti dietetici, latte in polvere, prodotti a base di noci e soia, lieviti alimentari ed altro. Per tali prodotti è stato richiesto il rilascio, da parte delle autorità cinesi, di una specifica certificazione attestante l'assenza di melamina o di latte e prodotti a base di latte, in assenza della quale, le partite di importazione saranno sottoposte al blocco ufficiale alla frontiera. Sul 15 per cento delle partite accompagnate dalla suddetta certificazione è comunque previsto un controllo analitico per la ricerca della melamina.
I NAS sono tra l'altro impegnati a individuare e campionare, presso gli importatori e i distributori, i preparati che, per la loro caratteristica proteica, potrebbero contenere la sostanza in argomento. Su campionamenti di formule per lattanti eseguiti dai NAS presso la grande distribuzione e le farmacie, l'istituto zooprofilattico di Teramo ha fornito i primi esiti su 12 campioni di latte per la prima infanzia. Essi sono risultati tutti negativi. Il 27 settembre questo ministero ha emanato un provvedimento applicativo della decisione della Commissione europea 2008/757/CE, con un contenuto più restrittivo rispetto al provvedimento comunitario per quanto riguarda i controlli.
Infatti, in caso di reperimento sul territorio di prodotti che contengono più del 15 per cento di latte o derivati è stato disposto l'obbligo del sequestro cautelativo fino all'attivazione di uno speciale piano di campionamento...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. ...e, nel caso di reperimento alla frontiera, il blocco ufficiale della partita fino ad esito favorevole dei controlli analitici. Inoltre il 29 settembre è stata emanata una disposizione sui controlli a campione e sugli alimenti a rischio provenienti da Paesi terzi che potrebbero essere oggetto di triangolazioni con la Cina.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Concludo dicendo che è intendimento del Ministero pervenire ad un confronto a livello comunitario per estendere i controlli al confine in tutti i Paesi anche per gli alimenti di origine non animale allo scopo di garantire così una maggiore efficacia della tutela sanitaria su tutti i prodotti provenienti da Paesi terzi.

PRESIDENTE. L'onorevole Rainieri ha facoltà di replicare.

FABIO RAINIERI. Signor Presidente, la risposta del Ministro è stata sufficientemente esaustiva.

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(Iniziative per assicurare il trasferimento dei fondi previsti a favore del sistema sanitario del Lazio - n. 3-00153)

PRESIDENTE. L'onorevole Anna Teresa Formisano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Ciocchetti n. 3-00153, concernente iniziative per assicurare il trasferimento dei fondi previsti a favore del sistema sanitario del Lazio (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, come lei stessa ha detto, parliamo nel sistema sanitario del Lazio che è un sistema complesso con tagli indiscriminati previsti dal decreto del Presidente Marrazzo, introduzione di ticket per i servizi sanitari, chiusura di ospedali e cliniche private e rischio di chiusura per poli di eccellenza che attraggono pazienti da tutta Italia. Ne cito uno per tutti: la fondazione Santa Lucia che rischia di chiudere se dovesse accettare il budget imposto dalla regione Lazio.
Abbiamo una sanità un po' particolare perché abbiamo cinque policlinici universitari, tanti ospedali religiosi: 3.500 addetti rischiano il posto di lavoro. Per noi ciò rappresenta un pericolo. C'è un rimpallo di responsabilità tra il Governo e la regione che a noi non interessa. Cito un altro esempio: una delle province del Lazio, quella di Frosinone, vede la chiusura delle uniche quattro cliniche convenzionate presenti sul territorio che lavorano insieme alle strutture pubbliche. Se ciò accadesse ci sarebbe il collasso della sanità pubblica e privata nella nostra provincia.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANNA TERESA FORMISANO. Concludo, signor Presidente. Chiediamo un atto di buonsenso al Governo: aprite un tavolo insieme gli attori di questo processo - tutti gli attori - e ristabilite veramente quali sono gli sprechi e quali sono le rendite per il nostro sistema regionale.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, la regione Lazio genera annualmente un'eccedenza di spesa di circa duemila milioni di euro rispetto al finanziamento ordinario concordato con tutte le regioni, in teoria sufficiente a garantire l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza in condizioni di efficienza ed appropriatezza.
Per fronteggiare tale disavanzo la regione ha sottoscritto un accordo con lo Stato concernente un piano di rientro che prevede, tra l'altro, l'accesso ad un fondo transitorio, non riconosciuto alle altre regioni, che nel periodo 2006-2009 risulta pari a circa 1.400 milioni di euro; l'accesso ad un piano selettivo dei disavanzi (circa 2.100 milioni di euro) anche questo non riconosciuto alle altre regioni, e l'accesso ad una anticipazione da parte dello Stato per circa cinquemila milioni di euro parimenti non riconosciuto ad altre regioni.
In funzione di questi specifici e innegabili vantaggi la regione Lazio ha elaborato un piano di rientro strutturale dai costi, concernenti il personale, i beni e servizi, le prestazioni erogate dalle strutture sanitarie private ed accreditate, la razionalizzazione della rete ospedaliera.
Nell'accordo, analogamente a quanto previsto anche per le altre regioni sottoposte ai piani di rientro, sono state previste verifiche periodiche e modalità di accesso ai finanziamenti aggiuntivi riconosciuti. La regione Lazio, come si può ricavare dai verbali del tavolo tecnico del comitato permanente, risulta inadempiente fin dalla verifica trimestrale effettuata nell'ottobre 2007.
Relativamente alla mancata erogazione dei cinque miliardi di euro evidenziata dagli interroganti preciso che, per l'importo di 3.221 milioni di euro, l'erogabilità è subordinata dalla legge alla verifica della realizzazione degli adempimenti regionali derivanti dal piano di rientro.Pag. 59
Per le residue spettanze derivanti da manovre fiscali e regionali, circa 1.700 milioni di euro, si tratta di somme la cui erogazione, in quanto attinenti al gettito fiscale delle manovre regionali, avviene con gli stessi tempi per tutte le regioni. Entro la fine dell'anno, comunque, potrà essere erogato circa il 50 per cento con un'anticipazione, quindi, di circa 800 milioni di euro relativamente ai quali il Governo sta provvedendo ad accelerare le procedure per consentirne l'erogazione nei tempi più brevi possibili. Il restante 50 per cento potrà essere erogato nel corso del 2009.
Il Governo si è impegnato ad un serrato confronto con il commissario ad acta, il dottor Marrazzo, e sono stati convenuti alcuni significativi interventi rivolti, come già accade nelle regioni efficienti, alla riforma dell'attuale modello organizzativo, in modo da sostituire gli ospedali generalisti di piccola dimensione con moderne reti di servizi territoriali concentrando, invece, gli investimenti nella tecnologia e le migliori risorse umane in un numero limitato di ospedali per acuti.
Queste ed altre misure per il controllo della spesa dovrebbero consentire, insieme, un salto qualitativo dei servizi sociosanitari e l'azzeramento del disavanzo. In questa prospettiva e nella condizione della regione che è stata ricordata, il Consiglio dei ministri nella riunione di domani valuterà una modifica alla normativa vigente per consentire erogazioni condizionate agli adempimenti ai quali il presidente commissario si è già impegnato, anche in assenza di quell'azzeramento del disavanzo che attualmente la legge obbliga a conseguire.

PRESIDENTE. L'onorevole Ciocchetti ha facoltà di replicare.

LUCIANO CIOCCHETTI. Signor Presidente, signor Ministro, credo che il problema del Lazio andrebbe affrontato in maniera un po' più complessa, attraverso la considerazione dell'esistenza di una struttura di cinque policlinici universitari, tra cui l'ultimo sorto soltanto un paio di anni fa con 450 posti letto in più, al di fuori di una programmazione regionale ma deciso da finanziarie dello Stato italiano.
Si dovrebbe anche affrontare il problema che certamente va rivista la rete ospedaliera del Lazio. Essa andrebbe rivista con una scelta programmatica e non con un taglio lineare legato solo all'affermazione che tutte le strutture sotto i 90 posti letto debbono essere chiuse, pubbliche o private che siano. Credo che questa sia una modalità sbagliata perché viene effettuata senza verificare i bacini di utenza, né le specialità, né il merito delle questioni che interessano i servizi nei confronti dei cittadini.
Oggi nel Lazio vi sono liste di attesa per i servizi sanitari molto alte che si ingrossano di giorno in giorno; inoltre, vi sono servizi che non sono in grado di essere offerti ed è stato applicato un ticket anche ai malati cronici. Un malato di diabete oggi deve pagare un euro per poter acquistare il farmaco dell'insulina: se durante la giornata prende 4 volte l'insulina deve spendere 4 euro.
Credo che queste scelte siano sbagliate perché fanno parte di un piano affrettato e senza una programmazione. Chiediamo certamente di riaprire un tavolo per un esame di questo piano dei 30 decreti commissariali firmati dal commissario ad acta che, in qualche modo, possa portare certamente a dei tagli e ad una riduzione dei posti letto, ma nello stesso tempo anche a mantenere una qualità di eccellenza dei servizi che siano sufficienti a fornire un servizio sanitario utile ai cittadini che ne hanno diritto e soprattutto alle fasce più deboli, in particolare nelle realtà provinciali della nostra regione che hanno una grande difficoltà ad avere una prestazione sanitaria efficiente.
Il pericolo denunciato prima - chiudo con questa affermazione - ossia la chiusura della fondazione Santa Lucia, a cui tutti quanti da tutta Italia ci rivolgiamo, dovuta al fatto che le è stato assegnato un budget di dieci milioni di euro in meno rispetto a quanto serve per far funzionare al minimo la struttura, credo che sia unPag. 60fatto assolutamente grave e drammatico che deve essere preso in considerazione anche dal Governo per poter dare una soluzione e una risposta concreta a questo drammatico problema.

(Orientamenti e iniziative del Governo in relazione alla riforma delle relazioni industriali e della contrattazione - n. 3-00154)

PRESIDENTE. L'onorevole Baldelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cicchitto n. 3-00154, concernente orientamenti e iniziative del Governo in relazione alla riforma delle relazioni industriali e della contrattazione (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, Ministro Sacconi, il quesito, l'interrogazione a risposta immediata che illustro per il mio gruppo del PdL e proposto dal presidente della Commissione lavoro, l'onorevole Saglia, riguarda un tema di grande attualità che è quello delle prospettive delle relazioni industriali e della riforma della contrattazione collettiva.
Si tratta di un tema di grande attualità, visti gli incontri anche recenti che sono stati svolti nel tavolo di contrattazione, ed è inerente al ruolo che il Governo intende svolgere per facilitare questo genere di accordo e di incontro tra le parti.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, sono assolutamente convinto della necessità di una profonda riforma del nostro sistema di relazioni industriali e in esso del nostro modello contrattuale. Infatti, questo sistema e questo modello hanno caratteristiche certamente intense, intensive e ridondanti, ma non tali da promuovere il lavoro e l'impresa nel nostro Paese. Basti pensare agli effetti prodotti soprattutto a seguito del modello del 1993 in termini di bassi salari e di bassa produttività del lavoro con scontentezza, quindi, tanto del lavoro stesso, quanto dell'impresa.
D'altronde, già nel 1997 il professor Giugni, padre dello statuto dei lavoratori ed allora Ministro del lavoro, riteneva necessario riformare quel modello e a undici anni di distanza sembra che invece ciò sia ancora difficile dati gli esiti dell'incontro odierno tra le parti sociali. Il Governo auspica un clima di condivisione tra le parti, in funzione del sostegno comune alla crescita dell'economia. Tale clima di condivisione deve essere favorito da regole utili a garantire le parti circa la condivisione degli sforzi, ma anche dei risultati che questi possono consentire.
Il Governo opera essenzialmente in tre modi. Innanzitutto garantisce una cabina di regia promossa nel mese di luglio e che verrà presto riattivata al fine di favorire la condivisione degli obiettivi di maggiore competitività del nostro Paese, quali delineati nell'ambito della recente manovra economica a fronte di un impegno circa l'equa distribuzione dei dividendi relativi alla crescita se, come pensiamo, questa si produrrà.
In secondo luogo, il Governo intende promuovere quanto più il ruolo dei liberi organismi bilaterali che le parti sociali possono organizzare, soprattutto nella dimensione territoriale per condividere i servizi che danno valore al lavoro: dal collocamento alla formazione, alla protezione del reddito (nel caso di disoccupazione), alla salute e sicurezza nel lavoro.
Infine, il Governo si impegna a prorogare la norma sperimentale relativa alla detassazione dei salari di produttività, soprattutto se incoraggiato a farlo da una nuova intesa tra le parti sociali.

PRESIDENTE. L'onorevole Baldelli ha facoltà di replicare.

Testo sostituito con errata corrige volante SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, mi sembra che il ruolo e le posizioni del Governo siano condivisibili. Mi dichiaro soddisfatto dalle posizioni espresse dalPag. 61Ministro Sacconi: si tratta di un ruolo di garanzia, discreto, ma anche capace di agevolare non solo sviluppo e competitività, ma anche un accordo tra le parti sociali. Peraltro, proprio in ordine a questo tema, la Commissione lavoro ha avviato un'indagine conoscitiva. Abbiamo notizie recenti di una sorta di rottura del tavolo sulla riforma della contrattazione per una posizione particolarmente defilata e forte della CGIL (rispetto agli altri due sindacati confederali CISL e UIL e agli altri) e per una conflittualità rispetto a Confindustria.
In questo senso, evidentemente possiamo esprimere probabilmente un auspicio e cioè che, come ha detto il Ministro, la cosa migliore è l'accordo di tutti e la cosa peggiore è che non si arrivi a nessun accordo. Ci auguriamo che si riesca a trovare comunque un accordo per superare questo incaglio, anche perché è ormai ritenuto unanimemente superato questo sistema di contrattazione ed è necessario far andare avanti e modernizzare questo sistema per far avanzare il Paese, la competitività, l'efficienza e rendere le relazioni industriali adeguate alla nostra economia e al ritmo che l'Italia e l'Europa ci impongono.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, mi sembra che il ruolo e le posizioni del Governo siano condivisibili. Mi dichiaro soddisfatto dalle posizioni espresse dalPag. 61Ministro Sacconi: si tratta di un ruolo di garanzia, discreto, ma anche capace di agevolare non solo sviluppo e competitività, ma anche un accordo tra le parti sociali. Peraltro, proprio in ordine a questo tema, la Commissione lavoro ha avviato un'indagine conoscitiva. Abbiamo notizie recenti di una sorta di rottura del tavolo sulla riforma della contrattazione per una posizione particolarmente defilata e forte della CGIL (rispetto agli altri due sindacati confederali CISL e UIL e agli altri) e per una conflittualità rispetto a Confindustria.
In questo senso, evidentemente possiamo esprimere probabilmente un auspicio e cioè che, come ha detto il Ministro, la cosa migliore è l'accordo di tutti e la cosa peggiore è che non si arrivi a nessun accordo. Ci auguriamo che si riesca a trovare comunque un accordo per superare questo incaglio, anche perché è ormai ritenuto unanimemente superato questo sistema di contrattazione ed è necessario far andare avanti e modernizzare il Paese, e rendere le relazioni industriali adeguate alla nostra economia, al ritmo che l'Italia e l'Europa ci impongono.

(Intendimenti del Governo in merito ad ipotesi di privatizzazione degli ospedali pubblici - n. 3-00155)

PRESIDENTE. L'onorevole Burtone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00155, concernente intendimenti del Governo in merito ad ipotesi di privatizzazione degli ospedali pubblici (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, signor Ministro, nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio e il sottosegretario di Stato per la salute hanno affermato che in alcune regioni alcuni ospedali dovranno essere privatizzati allo scopo di contenere i costi. La Sicilia è stata indicata dagli stessi come la regione che vedrà partire la sperimentazione, tenuto conto che nell'isola per la sanità si è speso troppo e male.
Hanno omesso di puntualizzare però che il disastro della sanità siciliana è da attribuire esclusivamente al centrodestra che in tanti anni di governo regionale non ha mai dato centralità al paziente, ma solo alla gestione parassitaria delle clientele.
L'idea di privatizzare gli ospedali sotto il finanziamento del fondo sanitario fa aumentare le preoccupazioni dei cittadini.
Per queste motivazioni, signor Ministro, chiediamo di conoscere le intenzioni del Governo su questa delicata materia (Applausi del deputato Di Pietro).

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. Signor Presidente, vorrei ricordare, in primo luogo, che il nostro è un Servizio sanitario nazionale al suo interno massimamente iniquo, dato il profondo divario tra il nord e il centro-sud, nonostante le maggiori risorse erogate proprio alle regioni inefficienti nelle quali sistematicamente il disavanzo si coniuga con l'inefficienza.
Noi abbiamo bisogno di consistenti programmi di riconversione delle strutture ospedaliere generaliste - come prima ricordavo a proposito della regione Lazio - per sostituirle con moderne reti di servizi territoriali e con pochi ospedali ad alta tecnologia e qualificazione professionale e organizzativa, per rispondere ai bisogni dei malati acuti.
Questi grandi investimenti possono prodursi, da un lato, contenendo i tanti costi impropri e, dall'altro, sollecitando il concorso di operatori privati secondo quanto già dispone l'articolo 20 della legge n. 67 del 1988, relativo alla cosiddetta finanza di progetto, strumento già utilizzato da alcune regioni per la realizzazione di reparti ad alta tecnologia o addirittura di intere strutture ospedaliere.
Si tratta in ogni caso, lo voglio ricordare, di decisioni che spettano alle regioniPag. 62nell'ambito dei vincoli alla spesa regionale concordati tra Stato e regioni con il patto per la salute per il periodo 2007-2009.
Ricordo che per il 2009 il Governo non solo ha confermato lo stanziamento convenuto fra il Governo Prodi e le regioni, ma vi ha aggiunto circa 170 milioni di euro per il rinnovo della convenzione con i medici di medicina generale e 400 milioni di euro per concorrere ad evitare il già programmato incremento dei ticket sulla diagnostica e sulle visite specialistiche dal 1o gennaio 2009. Quindi, più risorse di quante già concordate fra Stato e regioni nel precedente periodo.
Anche per il 2010 e il 2011 si tratta di incrementi non solo in valore assoluto di circa 5 miliardi di euro, ma in percentuale rispetto all'anno precedente sul prodotto interno lordo reale che passano dallo 0,5 per cento del 2008 allo 0,9 per cento del 2009 e passano all'1,20 per cento e all'1,30 per cento rispettivamente nel 2010 e nel 2011.

PRESIDENTE. L'onorevole Burtone ha facoltà di replicare.

GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Signor Presidente, signor Ministro, la sua omissiva risposta non ci soddisfa, ma soprattutto non ci tranquillizza sulle intenzioni del Governo. La confusa previsione di una commistione pubblica e privata in alcune realtà aumenterebbe i limiti, alzerebbe i costi economici e sociali, e aprirebbe varchi per iniziative speculative.
In Sicilia è stato predisposto un piano di rientro dei debiti che rischia di mettere in liquidazione il sistema sanitario regionale, con il taglio di 5.700 posti letto; e questo senza avere potenziato preliminarmente cure primarie, medicina di famiglia, assistenza domiciliare.
È chiaro che il centrodestra vuole indebolire il tessuto sanitario pubblico per rendere possibile più avanti l'azione speculativa dei soggetti privati.
Signor Presidente, la saggezza popolare non sbaglia mai: la salute prima di tutto! In particolare, quella del Presidente del Consiglio, che per curarsi un banale mal di schiena, con tanto di elicottero della protezione civile, a spese dei contribuenti si è recato in un centro - quello sì privato - in Umbria (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Peccato che altrettanto non possano fare milioni di cittadini, per i quali si prospetta anzi un ridimensionamento della sanità pubblica.
Tutto ciò alla faccia dell'articolo 32 della Costituzione, che garantisce il diritto alla salute (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)!

(Carenza di organico del personale di cancelleria degli uffici giudiziari, anche con riferimento alle disposizioni del decreto-legge n. 112 del 2008 - n. 3-00156)

PRESIDENTE. L'onorevole Melchiorre ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00156, concernente carenza di organico del personale di cancelleria degli uffici giudiziari, anche con riferimento alle disposizioni del decreto-legge n. 112 del 2008 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, signor Ministro, come è noto, l'articolo 74, comma 1, del decreto-legge sulla manovra finanziaria, così come modificato dalla legge di conversione n. 133 del 2008, prevede che le amministrazioni dello Stato, entro il 30 novembre 2008, ridimensionino gli assetti organizzativi esistenti, riducendo il personale adibito a compiti logistico-strumentali e di supporto in misura non inferiore al 10 per cento.
Il comma 5 dell'articolo 74 prevede altresì che, sino all'emanazione dei provvedimenti di cui al comma 1, le dotazioni organiche sono provvisoriamente individuate in misura pari ai posti coperti alla data del 30 settembre 2008. Con questa norma il Governo dà la paradossale impressione che, anziché recuperare la funzionalità della giustizia, si limiti a prendere atto, seppure provvisoriamente, di una situazione inaccettabile quale la grave carenza di organico del personale di cancelleria.Pag. 63Carenza ormai cronicizzata, che comporta pesanti e frequenti ritardi nell'attività di udienza dei tribunali, costringendo alla riduzione dei processi celebrabili ogni giorno, spesso concentrati nella sola mattinata; per non parlare poi degli effetti negativi sul carico individuale di lavoro sostenibile, che riguarda sia il personale amministrativo sia gli stessi magistrati.
Chiediamo, pertanto, quali iniziative il Governo intenda porre in essere affinché la giustizia ed i cittadini non debbano continuare a pagare le conseguenze di una situazione divenuta ormai insostenibile.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, con riferimento all'interrogazione dell'onorevole Melchiorre si deve premettere che le misure che il Governo ha adottato con la recente manovra economica si pongono in linea con la necessità, avvertita da tutti, di ridimensionare la spesa pubblica del nostro Paese, in considerazione sia dello stato del bilancio ereditato dal precedente Governo sia della particolare congiuntura economica nazionale ed internazionale.
In tale ambito di interventi, l'articolo 74 del decreto-legge convertito con modificazioni dalla legge n. 133 dell'agosto scorso, citato dall'onorevole Melchiorre, ha stabilito appunto che le amministrazioni dello Stato debbano ridimensionare i loro assetti organizzativi, concentrando le funzioni istituzionali, logistiche e strumentali e riducendo nello stesso tempo le dotazioni organiche.
Per il personale non dirigenziale, al quale fa riferimento l'interrogazione, la riduzione dovrà essere non inferiore al 10 per cento della spesa complessiva relativa al numero dei posti previsti in organico.
Mi sento di poter rassicurare l'onorevole Melchiorre in merito agli effetti che questo provvedimento ha sull'amministrazione della giustizia. Il Ministero della giustizia, infatti, per evitare la quantificazione della riduzione del personale organico con riferimento a quello in servizio alla data del 30 settembre 2008, come prevede la legge citata, ha formulato un'articolata proposta di modifica delle dotazioni organiche della sua amministrazione giudiziaria, che, pur rispettando il limite economico del 10 per cento imposto dalla legge, ha ridotto le unità complessive soltanto del 7 per cento.
In ogni caso, si deve sottolineare che la citata riduzione riguarda soltanto la dotazione organica complessiva, senza alcuna ricaduta immediata sugli uffici giudiziari, le cui esigenze verranno valutate in sede di revisione delle piante organiche.
Inoltre, con riferimento al personale di cancelleria con qualifiche idonee per l'assistenza al magistrato nella celebrazione delle udienze (citato nell'interrogazione), si chiarisce che la figura professionale del cancelliere ha posizione economica B3 o C1. Le dotazioni organiche previste per il personale medesimo nella citata proposta del Ministro della giustizia risultano praticamente invariate.

PRESIDENTE. L'onorevole Melchiorre ha facoltà di replicare.

DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, non siamo assolutamente soddisfatti della risposta resa dal Ministro, in quanto omissiva e incompleta.
Innanzitutto, per quanto riguarda il discorso del ridimensionamento della spesa pubblica e dello stato debitorio in cui si trova attualmente il Ministero della giustizia, ricordo al Ministro che più di due anni fa, al termine del precedente Governo Berlusconi, al Ministero della giustizia ci siamo trovati con un debito di circa 250 milioni di euro.
Fatta questa debita premessa, dico anche che il Governo non solo non favorisce il funzionamento della giustizia, ma addirittura lo ostacola. Esso, infatti, manifesta un atteggiamento sicuramente contraddittorio quando, da un lato, propone la celerità e l'efficienza dei processi, mentre dall'altro dispone tagli all'organico e blocco delle assunzioni e della carriera.Pag. 64
Sappiamo, inoltre, che la riduzione, cui lei faceva di riferimento, nella misura del 10 per cento, nella realtà si traduce in una riduzione che ammonta a circa il 14 per cento, con punte, in alcuni casi, del 25 e del 30 per cento. I numeri sono sconfortanti. Basti pensare, oltre alle dichiarazioni degli addetti ai lavori - che comunque conoscono bene la materia e i numeri -, anche ai dati che vengono forniti dalla stampa. In alcuni articoli di oggi sul Corriere della sera e su la Repubblica si dice, ad esempio, che a Roma ci sono 837 persone in meno in organico, che oltretutto non verranno rimpiazzate. Si parla tanto addirittura dell'individuazione del cosiddetto carico individuale di lavoro sostenibile, riferito ai magistrati e al personale amministrativo, come di un criterio per arrivare ad una determinazione ottimale del lavoro degli uffici giudiziari. Quale carico di lavoro si può sostenere a queste condizioni?
Oltretutto, le ricordo che al taglio del 10 per cento dell'organico del personale amministrativo, previsto nella legge finanziaria, si accompagneranno ulteriori deduzioni nelle spese di ufficio: acqua, assistenza informatica, cancelleria, fotocopie e benzina, nella misura del 22 per cento nel 2009, del 30 per cento nel 2010 e del 40 per cento nel 2011.
Non posso non evidenziare, inoltre, che il disegno di legge n. 1441-bis-A, per la parte riguardante il processo civile, è stato esaminato dalla Commissione giustizia solo in sede consultiva, ma non anche in quella referente, sede che invece, come sappiamo, è spettata alle Commissioni I e V della Camera...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DANIELA MELCHIORRE. ...come se la giustizia fosse materia da trattarsi solo in termini economici, dimenticando che solo una giustizia celere ed efficiente è in grado di offrire garanzie a tutti coloro che operano nel mercato, come aziende e professionisti.
Confido, pertanto - e concludo -, in un ripensamento urgente della materia, perché incombe sul Governo il dovere di fornire le necessarie risorse e i mezzi per rispondere adeguatamente alla domanda di giustizia dei cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Liberal Democratici-Repubblicani e Italia dei Valori).

(Iniziative del Governo in materia di semplificazione normativa - n. 3-00157)

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00157, concernente iniziative del Governo in materia di semplificazione normativa (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, io non immaginavo che venisse lei...
Signor Ministro per i rapporti con il Parlamento, le presento il Parlamento: un organismo che il padre costituente ha previsto per approvare le leggi. Glielo dico affinché lei possa riferire al suo dante causa che, in questi quattro mesi, ci ha proposto 17 decreti-legge da convertire in legge e il Parlamento ha potuto approvare un solo provvedimento, il lodo Alfano, che evidentemente doveva essere così importante e urgente da superare l'articolo 77 della Costituzione. Ma urgente per chi? La Costituzione, signor Ministro, ha stabilito che può sussistere l'urgenza prevista per l'adozione dei decreti-legge soltanto quando l'urgenza è per i cittadini, non per qualche cittadino!
Ciò premesso, signor Ministro per i rapporti con il Parlamento, mi fa il favore di dire al suo dante causa che, d'ora in poi, lasciasse far approvare al Parlamento qualche legge spontaneamente e non «spintaneamente» (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)?

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, se è vero che la legge è espressione della volontàPag. 65generale e che il Parlamento è il depositario istituzionale della funzione legislativa, come recita l'articolo 70 della nostra Costituzione, è anche vero, onorevole Di Pietro, che la stessa nozione di legge ha subito una profonda trasformazione, tanto che da anni si parla della crisi della legge, per indicare il fatto che il sistema legislativo non riesce a soddisfare le richieste di una società complessa e pluralista.
In questi decenni, abbiamo anche assistito al moltiplicarsi delle fonti normative, dalla stagione della metà degli anni Settanta della moltiplicazione del ricorso alla decretazione d'urgenza, al ricorso alla delegificazione, alla fase che stiamo vivendo in questa legislatura dell'incremento della delega legislativa, che ora sfiora il 50 per cento della produzione normativa primaria statale.
Al tempo stesso, un recupero del ruolo parlamentare è avvenuto con l'introduzione dei pareri delle Commissioni parlamentari.
Di recente, il Governo ha avviato un programma di semplificazione per la riduzione delle leggi vigenti e ha già provveduto ad abrogare esplicitamente 3.370 leggi e implicitamente altre 3.673. Il Governo intende recuperare e garantire la conoscibilità e la certezza della legislazione vigente, attraverso la creazione di una banca dati pubblica unica e gratuita che metta a disposizione di tutti le leggi vigenti.
L'impegno del Governo è quello di garantire che il processo di semplificazione normativa si traduca in una reale semplificazione della vita dei cittadini.
Per quanto riguarda poi l'atteggiamento che il Governo ha perseguito in questo inizio di legislatura, esso è sempre stato quello di operare nel pieno rispetto delle prerogative del Parlamento.
In particolare, il Governo ha posto la questione di fiducia in un numero limitato di casi e inferiore a quello che, nello stesso periodo, si è riscontrato durante il Governo Prodi, ha riprodotto nei testi degli emendamenti governativi le modifiche apportate dalle Commissioni di merito e non ha mai introdotto, contrariamente a quanto accadeva in passato, nei testi dei propri decreti-legge, con i maxiemendamenti, alcuna norma aggiuntiva rispetto ai testi approvati dalle competenti Commissioni parlamentari.
Occorre, onorevole Di Pietro, d'altronde, onestamente riconoscere che i problemi che lei ha indicato rappresentano essenzialmente delle forme di compensazione delle strutturali criticità del nostro procedimento legislativo ordinario, che sono la debolezza dell'iniziativa legislativa del Governo e la mancanza di certezza sui tempi di conclusione dell'esame parlamentare dei provvedimenti.
In conclusione, più che lamentarsi dei sintomi occorre concentrarsi sull'eliminazione delle cause. Il Governo Berlusconi è disponibile a concorrere fattivamente alla definizione di un quadro equilibrato, dove, come accade in tutte le principali democrazie avanzate, alle prerogative dell'Esecutivo, per l'esercizio della sua insostituibile funzione di guida, corrisponde un rafforzamento delle prerogative parlamentari e dell'opposizione in particolare.
Le segnalo, infine, che il Parlamento, in questo avvio di legislatura, ha approvato significativi progetti di iniziativa governativa, oltre a quelli da lei citati, tra i quali la ratifica del Trattato di Lisbona.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di replicare.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, signor Ministro, è proprio quello che pensavo e, quindi, la ringrazio davvero, perché anche lei oggi fa sapere agli italiani che è tempo che si pongano una domanda: che democrazia c'è in Italia? La democrazia parlamentare o la democrazia di Cesare? È un nuovo cesarismo, che toglie di mezzo ogni prerogativa parlamentare e rafforza l'Esecutivo, fino al punto in cui quest'ultimo decide quali sono i provvedimenti che gli servono, li approva con decreto-legge, fa credere al Capo dello Stato che quel decreto-legge deve farlo in quel modo, appena il provvedimento arriva in Parlamento, presenta il maxiemendamento, con cui stravolge il decreto-legge,Pag. 66pone la questione di fiducia e, quindi, di fatto espropria il Parlamento delle sue funzioni.
Le vorrei segnalare che, proprio oggi, mi è arrivato un foglio di carta, anzi, un sms, perché così adesso chiamate noi parlamentari, con cui si annuncia che domani pomeriggio, d'urgenza, dobbiamo riunirci non già per il lodo Alfano, danno già fatto, ma per il lodo Consolo. I Ministri, infatti, si sono offesi perché l'impunità ce l'ha il Presidente del Consiglio e loro non la possono avere.
Per questa ragione, crediamo che questo modo spregiudicato e questa operazione massiccia di nuovo cesarismo vadano contrastati.
L'11 ottobre, a piazza Navona, nel pomeriggio, raccoglieremo le firme per abrogare queste leggi, che vi fate a uso e consumo proprio (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Misto-Liberal Democratici-Repubblicani).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa e riprenderà alle 16.

La seduta, sospesa alle 15,40, è ripresa alle 16,30.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brugger, Caparini, Castagnetti, Cicchitto, Cirielli, Cossiga, Donadi, Renato Farina, Fitto, Gibelli, Giancarlo Giorgetti, Lo Monte, Lusetti, Palumbo, Pescante, Romani, Soro, Urso, Valducci, Vegas e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1441-bis-A.

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo votato l'emendamento Ferranti 52.38.
Ricordo altresì che è stato accantonato l'esame degli emendamenti Contento 52.22, Costantini 52.23, Costantini 52.24, Ferranti 52.31, Ferranti 52.32, Costantini 52.33, Ferranti 52.35 e Palomba 52.37, nonché la votazione dell'articolo 52.
Avverto che le Commissioni hanno presentato gli emendamenti 52.301 e 62-bis.300, nonché la nuova formulazione dell'emendamento 63.301, che supera la versione depositata ieri.
Il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato per le 17 quanto al primo e per le 17,15 per gli altri due. I relativi testi sono in distribuzione.
Avverto altresì che è stato ritirato dal presentatore l'emendamento Volpi 61-bis.1.
Chiedo alla relatrice per la I Commissione indicazioni circa la ripresa dei nostri lavori.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, siamo pronti per la discussione e il voto sugli emendamenti accantonati.

(Ripresa esame dell'articolo 52 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo dunque l'esame dell'articolo 52 e delle proposte emendative ad esso riferite.
Invito il relatore a ricordare il parere delle Commissioni, per cortesia.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni formulano un invito al ritiro dell'emendamento ContentoPag. 6752.22, perché la sostanza dell'emendamento è stata recepita nell'emendamento 52.301 delle Commissioni, ed esprimono parere contrario sugli emendamenti Costantini 52.23, Costantini 52.24, Ferranti 52.31, Ferranti 52.32, Costantini 52.33, Ferranti 52.35 e Palomba 52.37.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo accetta l'emendamento 52.301 delle Commissioni e per i restanti emendamenti esprime parere conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Contento 52.22. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dalle Commissioni.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, vorrei motivare il ritiro. Come è stato già anticipato dalla collega relatrice, la questione è stata affrontata dopo un confronto che è avvenuto nelle Commissioni, e alla luce anche di un interrogativo. Ci siamo infatti posti una questione molto importante, a nostro parere, per quanto concerne le cause che spesso vengono inoltrate davanti ai giudici senza che vi siano i requisiti e anche per quanto concerne chi resiste in malafede nei giudizi che vengono avviati.
Sulla scorta di questo, abbiamo pensato che fosse più opportuno arrivare a una nuova disposizione che consenta al magistrato di irrogare una sanzione pecuniaria a quella parte che si è comportata o ha agito in malafede o con colpa grave. La prima stesura prevedeva che questa sanzione fosse parametrata alle tariffe professionali, ma ci siamo posti il problema se questo espediente non fosse eccessivamente macchinoso per il magistrato chiamato ad applicarlo.
Sulla scorta di questo confronto, abbiamo deciso di arrivare a una soluzione che può rispondere all'esigenza che avevamo individuato: consentire al magistrato, in tutti questi casi, di arrivare ad una pronuncia equitativa, una sorta di condanna al risarcimento del danno, determinata tra un minimo e un massimo (tra mille e 20 mila euro). Questo consentirebbe allo stesso magistrato di parametrare la sanzione sia al comportamento della parte non correttamente tenuto nel corso del processo, sia alla complessità della causa e, contemporaneamente, permetterebbe anche al magistrato chiamato a decidere sulle spese di avere a disposizione un criterio semplice e di immediata applicazione.
Riteniamo, quindi, che con l'aiuto dei relatori e con la discussione svolta nelle Commissioni e nel Comitato dei diciotto, un altro tema, che era stato posto sul tappeto, sia stato risolto con la collaborazione tra il Governo, i relatori e i colleghi parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Prendo dunque atto che l'emendamento Contento 52.22 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Costantini 52.23
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantini 52.23, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 431
Votanti 423
Astenuti 8
Maggioranza 212
Hanno votato
103
Hanno votato
no 320).

Prendo atto che i deputati Braga e Pedoto hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Prendo altresì atto che il deputato Volontè ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Pionati ha segnalato che non è riuscito a votare.Pag. 68
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantini 52.24, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 439
Votanti 434
Astenuti 5
Maggioranza 218
Hanno votato
174
Hanno votato
no 260).

Prendo atto che i deputati Braga e Pedoto hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Volontè ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 52.301 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 450
Votanti 446
Astenuti 4
Maggioranza 224
Hanno votato
248
Hanno votato
no 198).

Prendo atto che il deputato Berardi ha segnalato che non è riuscito a votare e che il deputato Volontè ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 52.31, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 450
Votanti 448
Astenuti 2
Maggioranza 225
Hanno votato
205
Hanno votato
no 243).

Prendo atto che il deputato Volontè ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Ferranti 52.32 e Costantini 52.33.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, vorrei rilevare che il Governo ha perso un'occasione rigettando questi emendamenti. Ha perso l'occasione di mantenere fede a quanto esso stesso aveva detto, ovvero che questi provvedimenti, sia pure estremamente parziali, erano comunque finalizzati all'accelerazione del processo.
Non vorrei che il Governo avesse dimenticato l'articolo 111 della Costituzione, che stabilisce che la legge assicura la ragionevole durata del processo. Questi emendamenti miravano esclusivamente a rafforzare e ad affermare il precetto costituzionale della ragionevole durata del processo. Francamente, pensiamo non che avete fatto un dispetto a noi, ma che voi stessi non avete mantenuto fede ad un impegno che avevate assunto e a una proclamazione che avevate fatto, quella di accelerare, con questi provvedimenti, lo svolgimento del processo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ferranti 52.32 e Costantini 52.33, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

Pag. 69

(Presenti 452
Votanti 450
Astenuti 2
Maggioranza 226
Hanno votato
204
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che il deputato Volontè ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 52.35, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 461
Votanti 457
Astenuti 4
Maggioranza 229
Hanno votato
211
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che il deputato Volontè ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto e che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 52.37, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 460
Votanti 456
Astenuti 4
Maggioranza 229
Hanno votato
213
Hanno votato
no 243).

Prendo atto che i deputati Corsini e Concia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Mazzuca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le volevo segnalare che dovevamo cominciare la seduta alle ore 16; l'abbiamo cominciata alle ore 16,35 e non perché la Commissione affari costituzionali era riunita, perché il presidente Bruno girava insieme al relatore nell'emiciclo dalle 16,10 e i dieci minuti che aveva chiesto erano stati tranquillamente rispettati. Qualche persona che vive di sospetti potrebbe pensare che abbiamo cominciato venti minuti più tardi perché alle 16 in quest'Aula vi erano molte meno persone di quelle che sono ora a votare.
Le vorrei segnalare, signor Presidente, e affido questa riflessione alla sua valutazione, senza per questo chiederle di fare nulla di più di quello che lei ritiene, che sono due giorni che noi stiamo votando - basta che lei guardi i banchi della maggioranza - ampiamente al di sotto dei deputati che sarebbero necessari alla maggioranza per garantire il numero legale (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Non mi riferisco al voto espresso, mi riferisco a un problema che lei conosce perfettamente, cioè al fatto che basta guardare i banchi vuoti della maggioranza per rendersi conto che 246 deputati della maggioranza non ci stanno, signor Presidente.
Allora, possiamo anche continuare a far finta di non vedere, e non le chiedo neanche la verifica delle tessere, perché sto parlando di una situazione che lei sa perfettamente essere la realtà. Però almeno occorre un invito, visto che si chiede il rispetto da parte di tutti, e considerato che stiamo lavorando su un provvedimento sul quale noi siamo contrari, e su una materia che ha visto una forzatura violenta nei confronti del Parlamento attraverso l'inserimento di un tema che non c'entra assolutamente nulla: forse dignità vorrebbe che la maggioranza si facesse carico di far finta almeno di avere una parte dei deputati che dovrebbe avere perPag. 70garantire il numero legale (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, desidero comunque garantirle che il ritardo rispetto all'orario di convocazione non è certamente da addebitare alla Commissione, come lei ha correttamente ricordato, in ragione del fatto che il presidente e i membri della Commissione medesima erano già in Aula. Capisco che qualche volta maliziosamente si può ipotizzare che la ragione sia diversa, ma la prego di credere che la ragione è determinata unicamente dal desiderio e dalla volontà della Presidenza di organizzare nel miglior modo possibile la seduta di domani mattina, anche in ragione dell'importante appuntamento che è all'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

DOMENICO SCILIPOTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, l'intervento del nostro collega deputato Giachetti è stato, a mio giudizio, molto equilibrato e sensato, di fronte al ripetersi per l'ennesima volta di quello che si verifica in quest'Aula. Tuttavia, il fatto più importante e che mi preoccupa, signor Presidente, è la risposta che lei ha dato al mio collega di partito, stamattina, quando è intervenuto per richiamare l'attenzione, con molto garbo e con molta tranquillità, sui parlamentari che votano per sé e anche per gli altri.
Il problema non sta nel richiamare il parlamentare e nel dire che questo comportamento è scorretto. Chi assume tale comportamento è scorretto nei confronti di se stesso perché non riconosce e non capisce qual è il proprio ruolo, e questo mi duole pesantemente e profondamente, perché io sono nuovo di questo Parlamento e, essendo nuovo di questo Parlamento, avevo l'idea che i parlamentari dovevano essere punti di riferimento per la cittadinanza. In altre parole, un atteggiamento di imbroglio non è corretto: non si può barare né si può imbrogliare!
Allora, quando si esprime un voto per un altro, sia esso di destra o di sinistra, dai banchi di maggioranza o di opposizione, è un atteggiamento scorretto ed è insito nella mentalità della scorrettezza in se stessa (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! La scorrettezza nasce dal modo di pensare, di gestire e di comportarsi. Perché dico questo? Perché chi è abituato a comportarsi in modo scorretto lo fa in quest'Aula e fuori da quest'Aula (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) e lo fa anche nella vita giornaliera! Mi dispiace dover sostenere ciò e fare una riflessione di questo tipo.
È una riflessione che, mi ricordo, veniva richiamata anni fa da coloro i quali oggi rappresentano la maggioranza e qualche anno fa rappresentavano la minoranza o rappresentavano l'opposizione, chiedendo che si rispettasse il regolamento ed i parlamentari qui presenti da due giorni, cercando di fare il proprio dovere.
Allora mi chiedo, signor Presidente, e lo chiedo ai colleghi della maggioranza: se loro oggi non dovessero essere in condizioni di avere un numero sufficiente, che chiedano la sospensione, ce ne andiamo tutti e ritorneremo tra un'ora. Ma non è un fatto corretto quello che giornalmente e ripetutamente si verifica in quest'Aula. Mi spiace, signor Presidente, perché questo argomento è stato sostenuto più volte all'interno di questo Parlamento e più volte da parte di coloro i quali si comportavano scorrettamente e avevano fatto quasi un mea culpa nel dire che non sarebbe più accaduto.
Ma quando una differenza tra maggioranza e minoranza è solo di quattro voti non significa soltanto barare, non significa soltanto cercare di cambiare le regole del gioco a discapito di coloro i quali vorrebbero esercitare correttamente il proprio ruolo, non solo nelle file della minoranza ma anche all'interno della maggioranza, dove esistono parlamentari seri e corretti, che vorrebbero esercitare il proprio ruolo.Pag. 71Dunque, non è un problema di richiamare o del fatto che il Presidente possa richiamare per dire di votare per conto proprio. È un problema di mentalità e di comportamento che ognuno ha dentro la propria testa, nel proprio cuore e nella propria anima (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

MATTEO BRIGANDÌ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

MATTEO BRIGANDÌ. Sempre sull'ordine dei lavori, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, vorrei soltanto dire che non accettiamo lezioni da nessuno. Ricordo al collega che mi ha preceduto che proprio nelle loro file individuai, un giorno e ad un'ora precisa, una persona che votò per l'altra, con una piccola differenza: mentre noi possiamo votare - forse, non lo so, lo decide il Presidente - per un motivo di carattere politico, chi lo fa quando è minoranza, lo fa semplicemente per cercare di portare a casa la diaria. Questa si chiama truffa.
Di più, signor Presidente: un certo giudice di Milano (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà), uno che ha mandato a morire una persona - qualcuno dice da latitante, qualcun altro dice da esule - ha basato la sua accusa sul principio del «non poteva non sapere». Se è vero questo, il capo di quel partito non può non sapere che quel fatto è avvenuto, quindi anche lui è correo di quella azione.

DOMENICO SCILIPOTI. Bravo, si chiama truffa!

MATTEO BRIGANDÌ. Ultima cosa, signor Presidente: a proposito di truffa, quando agli elettori si dice in campagna elettorale che si apparterrà ad un certo gruppo e poi ciò non si verifica, portando i miliardi a casa propria e qualcuno dice addirittura facendone un uso - lo abbiamo letto tutti sui giornali - distorto, questo si chiama truffa agli elettori (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà). Il collega che mi ha preceduto sarebbe stato meglio se avesse parlato da in piedi come tutti gli altri (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

ANTONIO BORGHESI. Sull'ordine dei lavori, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Intervengo solo per segnalare che una predica dal collega che ha appena parlato, che è uno di coloro che ha passato qualche mese nelle patrie galere per vicende di carattere (Il deputato Brigandì si dirige verso il deputato Borghesi trattenuto dai commessi)...

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, la prego! Onorevole Brigandì, la prego!

ANTONIO BORGHESI. Che cosa sto dicendo? Se ho detto il falso, se ho detto il falso...

MATTEO BRIGANDÌ. Questo dillo al capo del tuo partito...!

ANTONIO BORGHESI. Ma cosa ho detto? Se ho detto una bugia, ritiro ciò che ho detto. Se ho detto una bugia ritiro quello che ho detto (Dai banchi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania si scandisce: «Buffone, buffone!»). Se non è vero, chiedo scusa (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della libertà e Lega Nord Padania), se non è vero chiedo scusa, se non è vero...

PRESIDENTE. Sospendo la seduta.

Pag. 72

La seduta, sospesa alle 16,55, è ripresa alle 17.

PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi di prendere posto (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Onorevoli colleghi! Prego i colleghi di prendere posto, dobbiamo procedere alla votazione dell'articolo 52.

ROBERTO COTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

ROBERTO COTA. Per quello che è successo, sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO COTA. Signor Presidente, non può passare una cosa del genere: abbiamo assistito ad un intervento politico da parte del collega Brigandì, che ha messo in luce un aspetto politico, cioè il fatto che qui esiste qualcuno, un partito, un gruppo parlamentare e alcuni esponenti di questo gruppo, che sono specializzati nel fare la morale agli altri, ma nel non accettare di applicare la stessa morale a se stessi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). E questo è un fatto politico! A fronte di ciò, abbiamo assistito ad un intervento inaccettabile, che ha fatto riferimento, in maniera volgare e maldestra, ad una vicenda personale che ha riguardato l'onorevole Brigandì, una vicenda personale per la quale l'onorevole Brigandì è stato assolto perché il fatto non sussiste (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).
Dunque a fronte di ciò, a fronte dell'intervento del collega che preferisco non nominare, chiedo che lei, signor Presidente della Camera, intervenga ufficialmente, che stigmatizzi questo comportamento e che pretenda le scuse per quanto abbiamo ascoltato in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Cota, il Presidente della Camera sa bene quelli che sono i suoi doveri e non credo che necessiti, da parte di alcuno, di espliciti richiami circa quelli che sono i doveri in capo al Presidente della Camera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Prima di dare la parola all'onorevole Di Pietro, che l'ha chiesta, invito - se me lo posso permettere, ma questo è un dovere del Presidente della Camera - tutti coloro che, ai sensi del Regolamento, chiederanno di parlare sull'episodio che è avvenuto poc'anzi (e ovviamente, ai sensi del Regolamento, avranno il diritto di parola) a ricordare - ammesso che ne abbiano necessità, anche alla luce del fatto che vi è una scolaresca di ragazzi che ci sta guardando e che saluto (Applausi) - che questa è la sede della Camera dei deputati.
Comprendo pienamente la passione politica, ma invito tutti a ricordare che questa è una delle più alte istituzioni democratiche del nostro Paese e che il rispetto, il comportamento e il decoro non dovrebbero essere invocati da questo contro quello, ma dovrebbero essere prerogativa di tutti i parlamentari, senza alcuna esclusione (Applausi). Prego, onorevole Di Pietro, ha chiesto di parlare. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, prendo la parola per esprimere una valutazione del gruppo dell'Italia dei Valori: credo che stiamo andando tutti verso una deriva, per cui bisogna che chi ha buona volontà cominci ad assumersi la responsabilità di fermarsi. Vede, signor Presidente, se qui dovessimo rileggere quanto è stato detto in un quarto d'ora, ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli, a cominciare da quel che ha detto il nostro collega Borghesi, tanto per chiarirci. Così come ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli per quel che dell'onorevole Scilipoti ha detto l'onorevole Brigandì, così come ognuno di noi dice qualcosa.
Allora, credo che qui tutti quanti dobbiamo prendere atto di un dato di fatto, ed è il dato di fatto che ha detto l'onorevole Cota, un dato di fatto che io approvo ed accetto. Egli dice: benedetto il Signore, quando una persona viene assolta non èPag. 73giusto continuare a rivangare tutta la storia; le storie personali che, rispetto ad una questione come la funzionalità del processo civile piuttosto che la manovra economica che stiamo portando avanti, non c'azzeccano niente in questo Parlamento! E se noi abbiamo avuto questo atteggiamento, se lo abbiamo fatto noi dell'Italia dei Valori, abbiamo sbagliato.
Allo stesso modo, l'altezza dell'onorevole Scilipoti non c'entra niente - viva Iddio! - con quello che stiamo approvando! In questa continua umiliazione reciproca, per non parlare dei fatti concreti, bisogna che qualcuno faccia un passo indietro, per evitare che si trasformi in una osteria quella che è un'istituzione parlamentare.
L'onorevole Brigandì sa bene quante ce ne siamo dette e quanto abbiamo fatto insieme da avvocati e pubblici ministeri, piuttosto che da parte e controparte. La sua vicenda personale, la mia e tante altre sono vicende personali che ognuno di noi ha il dovere di andarsi a risolvere con i suoi giudici e che con il fatto politico che stiamo affrontando qui dentro non c'entrano niente. Se facciamo a rinfacciare ognuno più dell'altro, l'assoluzione vale per l'uno e per l'altro. Anch'io, infatti, sono stufo di sentirmi rinfacciare le mie assoluzioni (perché a me rinfacciano le assoluzioni, non le polemiche su chissà cos'altro). Per questo motivo vorrei stringere idealmente la mano all'onorevole Brigandì e se abbiamo sbagliato voglio scusarmi con lui, perché questo è un errore... (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori, Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). ..anzi, non se abbiamo sbagliato, ma siccome abbiamo sbagliato. Mi dispiace, ma dobbiamo ritornare alla funzione propria del Parlamento. Stiamo discutendo di una manovra economica, di norme che riguardano la funzionalità del procedimento civile e l'onorevole Ciccanti ha posto un tema concreto, vero e reale: in un momento così delicato, in una situazione in cui sono in esame delle norme così importanti e con una maggioranza di quattro o cinque voti, possiamo fare lo sforzo di vedere se realmente c'è una maggioranza in Parlamento? Noi dell'Italia dei Valori diciamo (e lo chiedo ai miei colleghi): smettiamo di ricordare al Presidente qual è il suo compito rispetto a chi vota per due: egli lo sa già, non poniamo più questo tema (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, colleghi, la mia preoccupazione è una: che nei telegiornali di questa sera e nei giornali di domani si parlerà con grande enfasi della rissa alla Camera. Questo sarà l'eco mediatico che uscirà da questo ramo del Parlamento che da settimane, e in particolare dagli ultimi due giorni, è impegnato in Aula in un lavoro intenso, faticoso e serio - pur nella contrapposizione sul merito - a votare un provvedimento importante che riguarda, in particolare, la tutela dei diritti dei nostri cittadini. Si tratta di un danno che ormai abbiamo perpetrato alla nostra immagine e all'immagine di questa istituzione.
Ho apprezzato le parole del Presidente della Camera - anch'io credo non abbia bisogno di sollecitazioni - e mi permetto di ricordarle e di ripeterle anzitutto a noi stessi, al mio gruppo e a tutti i colleghi, perché divenga più piena e più profonda la consapevolezza del ruolo istituzionale che ciascuno di noi riveste in questa Camera in quanto rappresentante parlamentare del popolo al fine di evitare che si alimenti quella vulgata corrente sui parlamentari che non solo fanno poco, ma sono anche rissosi. Ciò va a danno di tutti e credo che se un insegnamento positivo possiamo trarre da questo sgradevole episodio esso sia quello di impegnarci tutti a non ripeterlo più (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

Pag. 74

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, io non ero al corrente delle conclusioni del processo che ha riguardato l'onorevole Brigandì (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego di lasciar parlare l'onorevole Borghesi.

ANTONIO BORGHESI. ...pertanto mi scuso formalmente nei suoi confronti per ciò che ho detto poc'anzi. Credo che egli dovrebbe fare altrettanto per ciò che ha detto nei confronti dell'onorevole Di Pietro, ma sarà lui a decidere se farlo o meno. Io mi scuso formalmente nei suoi confronti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Borghesi.
Prima di procedere, come abbiamo detto, alla votazione dell'articolo 52 e dare la parola all'onorevole Tenaglia per la dichiarazione di voto, prego gli onorevoli colleghi di ricordare che, circa la questione, antica in quest'Aula, della necessità, non soltanto regolamentare, ma certamente politica e per certi aspetti morale, di garantire che il voto venga espresso unicamente dal deputato che al momento del voto si trova presente in Aula, da diverse legislature si è tentato con risultati non al 100 per cento soddisfacenti di trovare una soluzione.
Ricordo, altresì, che, come sanno bene i deputati che fanno parte del Collegio dei Questori e i deputati che fanno parte dell'Ufficio di Presidenza, in questa legislatura si è dato corso ad una iniziativa che troverà piena applicazione fra qualche settimana, fra qualche mese, quando tecnicamente saremo in grado di modificare le modalità di espressione del voto e, in quel momento, credo che vi sarà ragionevole motivo per pensare che quanto più volte dichiarato e denunciato da questo o da quel collega in diversi momenti della vita parlamentare, non avrà più modo di verificarsi, essendo la Camera nella condizione di garantire l'impossibilità di votare per un deputato non presente al momento del voto.
So che si tratta, al momento, di impegni, ma confido nella possibilità concreta di trovare una soluzione e di dar corso all'attuazione della medesima soluzione. Confido altresì, questo è evidente, che in quel momento tutti i colleghi, senza eccezione alcuna, si dichiareranno concordi con le iniziative valutate e decise - all'unanimità, lo sottolineo - dal Collegio dei Questori e, successivamente, dall'Ufficio di Presidenza.
Passiamo, dunque, alla votazione dell'articolo 52.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tenaglia. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, nonostante la forzatura procedimentale, nonostante l'esproprio della Commissione giustizia, nonostante la sordità del Governo e dei relatori che è continuata anche nel Comitato dei diciotto, il Partito Democratico ha cercato e sta cercando di migliorare questa normativa. Infatti, la normativa sulla procedura civile è il centro di una politica giudiziaria che veda veramente il cittadino al centro dell'interesse della giustizia e non conflitti o interessi impropri come spesso avviene in queste Aule. Abbiamo, quindi, cercato di migliorare questo provvedimento, perché fare qualcosa per la vera grande malata della giustizia - la giustizia civile - è meglio che non fare niente.
La norma prevista all'articolo 52 è emblematica di questa circostanza perché, accanto a norme che serviranno a restituire efficienza al sistema (norme mutuate dai disegni di legge della scorsa maggioranza e da noi ripresentate in questo Parlamento), il Governo e la maggioranza rifiutano di accettare norme migliorative, che consentirebbero un vero governo del processo da parte delle parti e dei giudici. Tanti avvocati che siedono nei nostri banchi partecipano ogni giorno alle udienze di fatto, di programma, in tutti i tribunali, e in questa sede rifiutate una norma chePag. 75consente a tutti di usufruire di questo strumento.
Abbiamo anche chiesto che del Giudice di pace si faccia un giudice veramente professionale, in grado di dare risposta ai cittadini. Voi avete rifiutato questo miglioramento, così come state inserendo una norma sulla ricusazione del giudice che porterà a tempi più lunghi.
Ad ogni modo, in questa norma le luci prevalgono sulle ombre e noi, oggi, vogliamo vedere le luci, perché dobbiamo dare la luce ai cittadini che, ogni giorno, si rivolgono a un tribunale e non possono aspettare cinque, sei, dieci anni per una risposta ai propri diritti, diritti alla casa, alla famiglia, diritti delle obbligazioni.
Per questo motivo, su questa norma, il Partito Democratico si asterrà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, devo esprimere la posizione dell'Italia dei Valori con riferimento all'articolo 52 di questo provvedimento. Non è facile, signor Presidente, signori colleghi, perché dobbiamo fare una valutazione comparativa fra ciò che c'è e ciò che non c'è. Ho detto all'inizio di questa discussione che noi dell'Italia dei Valori, con riferimento a questi provvedimenti, avremmo formulato una valutazione, guardando caso per caso. Allora, è vero o non è vero che c'è necessità di intervenire sul processo civile per renderlo più celere, per rendere più certe alcune decisioni e disposizioni e per arrivare ad un giudicato in tempi più rispettabili possibili? E soprattutto, è vero o non è vero che c'è da rivedere chi si deve occupare di che cosa, quindi la questione delle competenze. Credo che questo sia un tema importante, che è un anello di una catena più complessiva che riguarda tutto il sistema della funzionalità della giustizia. Di questo tema si parla da tempo, ce ne stiamo occupando da tempo e oggi arriva in Aula... Mi stanno dicendo che non c'è nessuno del Governo. Non fa niente, ci ascoltano de relato, non fa niente.

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, lei ha ragione: il rappresentante del Governo deve garantire la presenza in Aula. Quindi, prego il sottosegretario Alberti Casellati di tornare al suo posto.
Prosegua onorevole Di Pietro.

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo scusa io all'onorevole Casellati, perché non la vedevo, abbiamo tanti confronti tutti i giorni e quindi sa bene cosa penso. Cosa voglio dire con questo? Esaminando cosa c'è scritto nel testo in esame, vedo che una pezza alle inefficienza e alle insufficienze della macchina giudiziaria viene messa, perché viene elevata la competenza del giudice di pace. Noi avevamo chiesto di elevarla ancora di più. Lo stesso Governo lo aveva previsto. Poi ha avuto paura e ha voluto aumentarla di meno. Orbene, se prima era previsto 100 e volevamo 1000 (e anche il Governo lo voleva), ma adesso è stato previsto 500, è meglio 500 che 100! Resta quindi difficile dire: «Non ci sta bene questo provvedimento perché vorremmo ancora di più». È già qualcosa. E poi questo provvedimento indubbiamente prevede interventi su tutta la materia delle competenze. Al riguardo - non si arrabbino né il Governo, né la maggioranza - queste norme sono la fotocopia, con le virgole sbagliate pure, perché lo abbiamo scritto io e Li Gotti, dell'altro provvedimento, che avevamo presentato nella scorsa legislatura. Ci resta quindi difficile dire che non va bene, perché serve stabilire subito di chi è la competenza e chi se ne occupa. Perché il vizio di fare metà processo per poi dire: «Ricominciamo da capo», fare il primo grado e poi ricominciare da capo è la solita furbata che non va bene. Allora, mi avvio alla conclusione, esponendo le ragioni per cui siamo portati a dire: «È meglio poco che niente». Il ricorso all'ordinanza, le cause di astensione e ricusazione, la custodia, la procura alle liti, le condanne alle spese, l'esclusione della ripetizione delle spese per la parte vincitrice, quando vi è, e così via, sonoPag. 76tutte norme che in linea di massima potremmo accettare. Perché ci rimane questo amaro in bocca? Il Governo sa bene, riguardo a questa materia, come noi vogliamo affrontarla veramente, in modo concreto e laico, oserei dire, senza preconcetti. Dal momento che avevamo fatto 30, potevamo fare 31 su due temi fondamentali, già in relazione a questa norma: la ragionevole durata del processo e l'altra questione relativa alla riapertura dei termini, per cui non opera la decadenza quando, come avete previsto voi, c'è una causa non imputabile. Allora qui dobbiamo capirci.
Mi pare che ci sia una norma sbagliata, grave, gravissima ed è quella che prevede in via oggettiva: così si dice, ma non lo è perché ognuno propone, ossia in ogni causa ci sono due parti: una che pensa di vincere ed una che pensa di perdere. Quella che pensa di perdere, quando vede che gli si stringe la causa e che non ha più spazio, si mette a trovare il sistema per tirarla alle lunghe.
Perché, mentre facciamo delle norme per abbreviare i tempi processuali, apriamo una finestra, un baratro verso i furbi, verso coloro che utilizzeranno l'escamotage del ricorso strumentale che non può mai essere accertato?
Abbiamo preso atto che non si è avuto il coraggio in questo momento di eliminare queste norma e di rimetterla in discussione in un altro momento. Noi ci auguriamo, e sotto questo aspetto vorremmo che fosse fatto, cerchiamo la trasformazione...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANTONIO DI PIETRO. ...di questa norma in un ordine del giorno, perché, quando dovremo svolgere una discussione più generale sulla funzionalità del processo e sulla ragionevole durata dello stesso, il Governo possa ripensare questa norma e possa rivederla...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANTONIO DI PIETRO. ...anche alla luce della giurisprudenza, che nel frattempo si potrà essere formata, perché in questo modo si mette in condizione chi perde ...

PRESIDENTE. La prego di concludere onorevole di Pietro.

ANTONIO DI PIETRO. ...di sapere di poterla fare franca. Qual è l'ultima cosa che voglio dire? La ragionevole durata del processo: non si può con una mano...

PRESIDENTE. Onorevole concluda.

ANTONIO DI PIETRO. ...con una mano fare norme per accelerare i processi e con l'altra impedire di mettere regole ben precise perché ci siano delle scadenze a pena di decadenza. Non parlo dei miei emendamenti...

PRESIDENTE. Onorevole la prego di concludere. Il suo tempo è scaduto.

ANTONIO DI PIETRO. Concludo, Presidente, mi riferisco agli emendamenti presentati dai colleghi del Partito Democratico: mi sembravano davvero da accettare. In sostanza, e concludo, preannunzio l'espressione del voto favorevole del gruppo di Italia dei Valori su questo articolo piuttosto che rinunciarci (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 52, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 466
Votanti 283
Astenuti 183
Maggioranza 142
Hanno votato
283).

Pag. 77

Prendo atto che i deputati Laura Molteni e Zinzi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 53 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 53 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C.1441-bis-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Rinuncio all'intervento, Signor Presidente.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito i relatori ad esprimere il parere della Commissione.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento Ferranti 53.1, sugli identici emendamenti Ferranti 53.2 e Palomba 53.3 nonché sugli emendamenti Aniello Formisano 53.4, Vietti 53.5 e 53.6, Aniello Formisano 53.7, Ferranti 53.8, Vietti 53.9, Aniello Formisano 53.10. L'emendamento Luciano Dussin 53.11 mi risulta ritirato.

PRESIDENTE. Sì, onorevole Bernini Bovicelli, è stato ritirato.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. L'emendamento Ferranti 53.12 è stato ritirato?

PRESIDENTE. Sì è stato ritirato.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Il parere è, altresì, contrario sull'emendamento Vietti 53.13, mentre l'emendamento Luciano Dussin 53.14 mi risulta ritirato.

PRESIDENTE. Sì, onorevole Bernini Bovicelli, è stato ritirato.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Le Commissioni esprimono altresì parere contrario sugli emendamenti Ferranti 53.15 e 53.16, Borghesi 53.17 e Ferranti 53.18. Ricordo che l'emendamento Ferranti 53.19 è stato ritirato. Il parere è altresì contrario sugli emendamenti Aniello Formisano 53.20 e 53.21 e Ferranti 53.22. L'emendamento Ferranti 53.24 è stato ritirato. Il parere è contrario sull'emendamento Vietti 53.23, così come sull'emendamento Ferranti 53.25.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 53.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, rinuncio all'intervento.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 53.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 476
Votanti 473
Astenuti 3
Maggioranza 237
Hanno votato
229
Hanno votato
no 244).

Prendo atto che il deputato Zazzera ha segnalato che non è riuscito ad esprimerePag. 78voto favorevole e che il deputato Lorenzin ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Ferranti 53.2 e Palomba 53.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente con questo emendamento invitiamo ancora la Commissione ed il Comitato dei diciotto al ripensamento della questione della durata del processo. In questo caso, attribuiamo al giudice la responsabilità della ragionevole durata del processo, il principio costituzionale che impedirebbe il verificarsi di anni di ritardo nel deposito dei provvedimenti.
Non capiamo come mai il parere della Commissione non sia favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ferranti 53.2 e Palomba 53.3, non accettati dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Onorevole Ascierto, la prego di non votare per il suo collega.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 464
Votanti 460
Astenuti 4
Maggioranza 231
Hanno votato
216
Hanno votato
no 244).

Prendo atto che i deputati Rivolta e Polledri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Aniello Formisano 53.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 474
Votanti 471
Astenuti 3
Maggioranza 236
Hanno votato
225
Hanno votato
no 246).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 53.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 473
Votanti 469
Astenuti 4
Maggioranza 235
Hanno votato
225
Hanno votato
no 244).

Prendo atto che il deputato Volontè ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vietti 53.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, questo emendamento prevede di sopprimere il terzo comma dell'articolo 53 del provvedimento in esame e tende a ripristinare un minimo di principio di disponibilità delle parti nel processo civile che, in conseguenza di questa riforma, diventa un processo profondamente dirigista. Mi auguro che produca almeno qualche effetto in termini di celerità, ma temo che tra qualche anno, quando faremo un bilancio, scopriremo che questi taumaturgici effetti di accelerazione non si saranno prodotti.Pag. 79
In ogni caso, prevediamo che il giudice, seppure caricato di questa responsabilità acceleratoria per cui può concedere i termini solo per gravi motivi, in realtà, se vi è la richiesta delle parti, questi termini li deve concedere. Credo che tale soluzione potrebbe contemperare un'accentuazione del potere dirigista del giudice, ma, nello stesso tempo, far sopravvivere il potere dispositivo delle parti, per cui, in caso di convergenza sulla richiesta di ottenere dei termini, questi possono essere concessi.
Questa è la ragione dell'emendamento in esame che non mi pare in contrasto rispetto alla linea di intervento della riforma, ma certamente la tempera, facendo salvo il potere delle parti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 53.6, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 482
Astenuti 4
Maggioranza 242
Hanno votato
229
Hanno votato
no 253).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Aniello Formisano 53.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, abbiamo dimostrato che vogliamo collaborare al miglioramento di questi testi. Vogliamo offrire, senza volontà polemica, al Governo e al Parlamento delle considerazioni che, se accolte, porterebbero positivamente ad un'accelerazione del processo civile, attuando così l'articolo 111 della Costituzione.
Con l'emendamento in esame abbiamo in parte riscritto l'articolo 183 del codice di procedura civile. Offriamo alcune proposte che possono effettivamente essere utili ad accelerare il processo stesso, ma comprendiamo che vi possono essere delle parti, per così dire, accessorie che potrebbero anche non essere approvate. Tuttavia, signor Presidente, vi è un aspetto che rappresenta proprio il cuore di ciò che stiamo facendo oggi e anche l'uovo di Colombo per accelerare il processo: si tratta dell'inserimento del comma 5 bis di tale articolo del codice di procedura civile, che riguarda l'udienza di programma.
In sostanza, riguarda il fatto che il giudice - sentite le parti e con il loro consenso - formula un programma per la celere definizione del processo. Vogliamo offrire al Governo e al sottosegretario - che della bandiera della ragionevole durata del processo ha fatto un obiettivo del provvedimento in esame - questa valutazione, affinché, eventualmente anche con una propria riformulazione, con un proprio emendamento, con un emendamento del relatore, si recepisca all'interno di questa riforma il principio della udienza di programma. In questo modo, per un principio di leale collaborazione all'interno del processo, tutte le parti debbono evitare manovre ostruzionistiche delle quali il giudice - con l'accordo delle parti, attraverso l'ordinanza che fissa il programma del processo - si rende in qualche modo garante.
Noi non vogliamo primogeniture: se questo articolo fosse riformulato con l'emendamento e venisse accolto all'interno del processo un principio così importante, se eventualmente vi fosse anche la volontà di accantonare e verificare se questo principio può passare, ne saremmo naturalmente contenti, perché ciò rappresenterebbe un contributo che abbiamo offerto a questa discussione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Aniello Formisano 53.7, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.Pag. 80
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 487
Astenuti 4
Maggioranza 244
Hanno votato
235
Hanno votato
no 252).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 53.8, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 492
Astenuti 3
Maggioranza 247
Hanno votato
236
Hanno votato
no 256).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 53.9, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 484
Astenuti 3
Maggioranza 243
Hanno votato
231
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che il deputato De Girolamo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Aniello Formisano 53.10, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 488
Astenuti 3
Maggioranza 245
Hanno votato
233
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che la deputata Goisis ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Vietti 53.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, questo emendamento interviene sul tema della nomina del consulente tecnico d'ufficio e cerca di limitare l'abuso del ricorso a tale consulente, come spesso avviene anche nei giudizi civili oltre che in quelli penali, con un aggravio dei costi del processo e, soprattutto, con un imprevedibile costo del processo stesso che spesso raggiunge dimensioni non controllabili.
Quindi, la proposta che avanziamo con questo emendamento è coerente con quanto previsto negli ordinamenti spagnolo e tedesco, in cui le parti hanno un ruolo rilevante nella nomina del consulente tecnico e ovviamente se ne fanno anche carico in termini di costi e spese. Dare alle parti una facoltà (ovviamente quando vi sia la convergenza della decisione sulla nomina del consulente) significa responsabilizzarle anche in termini di costi. Invece, oggi lasciare al giudice l'assoluta discrezionalità di scelta e di nomina, attingendo da quegli albi (nel mio precedente intervento ho già spiegato le modalità con le quali vengono composti)Pag. 81deresponsabilizza anche le parti sul ruolo e la funzione del consulente e sulla relativa spesa.
Non mi pare che questo emendamento vada in senso contrario rispetto all'impianto complessivo della riforma e quindi credo che ben lo si potrebbe approvare, tra l'altro procedendo anche nella direzione dell'integrazione con il diritto comune europeo, obiettivo di cui tanto, a parole, ci facciamo vanto, salvo poi non perseguirlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, affinché risulti agli atti esprimo, sulla proposta dell'onorevole Vietti, la concordanza e l'approvazione dell'Italia dei Valori. Rivolgo un appello al relatore affinché valuti questo emendamento considerando che non danneggia nessuno e procura solo un beneficio. Perché rinunciarci, a priori?

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, riteniamo che la proposta emendativa così come è formulata, quindi con la possibilità di una sostituzione del consulente già designato dal giudice, rappresenti non un momento acceleratorio, bensì di rallentamento, non in linea con l'impianto generale del nostro provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 53.13, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 486
Astenuti 3
Maggioranza 244
Hanno votato
232
Hanno votato
no 254).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 53.15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Samperi. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, abbiamo presentato un emendamento soppressivo perché le modalità previste per l'assunzione della prova sono assolutamente in contrasto con l'esigenza di accertamento della verità. La testimonianza scritta non resa in contraddittorio lede fortemente la stessa efficacia della raccolta della prova, contrasta con l'esigenza acceleratoria in quanto i dubbi e le incertezze, le possibili contestazioni sulla corrispondenza delle dichiarazioni testimoniali ai quesiti proposti, la necessità di chiarimenti per risolvere i contrasti determinerebbero un allungamento dei tempi, dovendosi ugualmente ricorrere alla testimonianza orale. Senza parlare della lesione delle garanzie delle parti: si pensi al contumace che vedrebbe formarsi la prova al di fuori del processo, si pensi agli ipotizzabili abusi dannosi per la risoluzione giusta della causa.
L'introduzione della testimonianza scritta confligge poi con i principi del sistema processuale che non considera come fonte legale di prova la dichiarazione sostitutiva di atto notorio. Inoltre, e infine, noi riteniamo che questa norma privilegi i valori formali, come quello della autenticità della sottoscrizione, trascurando valori sostanziali, come quello della genuinità dell'informazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

Pag. 82

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, intervengo su questo tema sia nel merito sia per chiedere una spiegazione e anche un aiuto al relatore. Prima mi soffermo sul metodo: questo articolo 53 contiene tante misure importanti, condivisibili, e noi dell'Italia dei Valori vorremmo assumerci la corresponsabilità di approvarlo.
Questo articolo, che contiene tante altre disposizioni di cui discuteremo, ha tra l'altro anche questo comma 7 che reca una previsione per nulla trascurabile: è uno stravolgimento dell'assunzione della prova, poiché dà la possibilità di acquisire la prova scritta e per corrispondenza; la possibilità, cioè, che si mandino dei «bigliettini», che possono essere normali richieste di informazioni o «pizzini» veri e propri. In questo modo, si stravolgono duemila anni di storia rispetto all'assunzione della prova, in ordine a come la prova debba essere raccolta: di fronte al giudice o a chi per esso (per esempio, nel penale, davanti ad un pubblico ufficiale).
Noi, su questo tema - la testimonianza scritta e per corrispondenza -, siamo totalmente in disaccordo. Vogliamo discuterne approfonditamente in Commissione giustizia perché siamo convinti che si apra un'altra voragine di ingiustizie, quelle delle testimonianze davvero costruite, davvero incontrollate, davvero incontrollabili.
Allora, in un momento così delicato, in cui tutti reclamano una soluzione all'incertezza del diritto e all'incertezza della fine del processo, mi chiedo se possiamo rivedere almeno questo aspetto.
In primo luogo, quindi, chiedo al relatore se possiamo ridiscutere questa norma o sospendendo l'esame delle disposizioni che prevedono la testimonianza scritta o stralciandole; in secondo luogo - e su questa richiesta credo che si possa trovare un punto di incontro -, permetteteci di assumerci la responsabilità di contribuire all'approvazione di articoli che condividiamo, ma senza che vi siano inserite disposizioni, magari anche solo una su cinquanta altre, che invece potrebbero impedircelo. Non possiamo condividere la responsabilità in merito, appunto, all'approvazione del provvedimento in esame per quanto riguarda gli interventi sul processo civile a fronte di una previsione così stravolgente e pericolosa.
C'è chi la pensa diversamente da noi: è altrettanto legittimo. Anzi, probabilmente, in quest'Aula la maggioranza pensa che sia giusto introdurre la testimonianza scritta. Ciò è legittimo e, se la maggioranza ha ragione, approvate la norma che la prevede. Permetteteci, tuttavia, di non assumerci questa responsabilità che non vogliamo avere, perché riteniamo che ne derivi un grave danno per il Paese. Nello stesso tempo, riteniamo che altre misure introdotte dall'articolo 53 siano assai necessarie per la realizzazione di un processo civile più rapido (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, chiunque frequenti udienze civili sa che la testimonianza è una delle cause che obiettivamente allungano la durata dei processi, per la mancanza dei testimoni e i rinvii continui che le difficoltà delle notificazioni impongono. Non vi è dubbio, quindi, che un intervento sul tema è legittimo è giustificato. Certo, rimane il fatto che il nostro processo civile - si tratta anzi di un dato di rilevanza costituzionale - prevede l'immediatezza della raccolta delle informazioni utilizzabili in causa. Ciò non può essere «liquidato» soltanto in termini di efficienza del servizio. È vero (mi si risponderà) che vi è la possibilità per il giudice di rinnovare la testimonianza - ciò, da un certo punto di vista, potrebbe far salvo il principio dell'immediatezza, costituzionalmente cogente -, ma abbiamo l'impressione che la norma, così come viene formulata nel provvedimento, pur venendo incontro a una legittima preoccupazione, finisca per privilegiare valori formali, come l'autenticità della sottoscrizione del teste, rispetto a valori sostanziali, quali la genuinità della testimonianza, che credo debba costituirePag. 83la nostra preoccupazione, oltre che quella nel processo.
Non vi è dubbio che questa formulazione rischia di dar luogo a contestazioni infinite, con l'effetto boomerang di allungare ancora di più il processo, proprio in quell'aspetto che si sarebbe voluto semplificare, anche perché l'assunzione della testimonianza avverrebbe senza alcuna garanzia del contraddittorio.
Sarebbe opportuno, forse, selezionare un po' meglio le ipotesi in cui è possibile ricorrere alla testimonianza scritta e, soprattutto, sarebbe meglio aumentare il livello del coinvolgimento del pubblico ufficiale, non limitandolo soltanto all'autenticazione della firma, ma in qualche modo coinvolgendolo nel momento formativo e contenutistico del documento.
Approfitto dell'occasione per aggiungere che mi pare molto incauta l'eliminazione della figura del notaio come ufficiale certificatore della sottoscrizione e la conseguente sopravvivenza solo della figura del segretario comunale. Francamente, sappiamo che gli uffici della pubblica amministrazione sono già scarsamente disponibili e oberati di lavoro: non vedo perché la parte, se vuole ricorrere al ministero del notaio per certificare la propria firma, non possa farlo. Tra l'altro, non ritengo che ciò comporti il problema del costo, perché la parte che si rivolge al notaio, semmai, il costo, lo sosterrà (ritengo, però, che si tratti di costi minimali).
Mi sembra, quindi, che con l'eliminazione del notaio si complichi anche la fase dell'autenticazione della sottoscrizione, che già di per sé è garanzia scarsamente sufficiente dell'attendibilità della testimonianza.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, l'onorevole Di Pietro, nell'esprimere la propria dichiarazione di voto favorevole sull'articolo 52, ha osservato che in larga parte il Governo ha assunto l'impianto già presente nella formulazione di norme contenute in un provvedimento del Governo precedente. Allora, io vorrei ricordarle che anche le disposizioni in materia di testimonianza scritta riprendono, sviluppandola, un'idea già contenuta nel disegno di legge di riforma del processo civile presentato dal Governo nella scorsa legislatura. In quel testo, il modello di testimonianza scritta veniva introdotto quale modalità alternativa all'assunzione della sola prova delegata, ma già nel corso dei lavori che si sono svolti in seno al comitato ristretto, costituito presso la Commissione giustizia della Camera, si era formato un ampio consenso circa l'opportunità di estendere questo strumento a tutte le ipotesi di assunzione della prova testimoniale, in alternativa alle ordinarie modalità di escussione del teste da parte del giudice. Dunque, non c'è alcuno stravolgimento. La prova scritta, che costituisce certamente una indubbia novità nell'ordinamento italiano, ha come obiettivo prioritario quello di accelerare il processo e si ispira a un'esperienza presente anche in altri ordinamenti, come quello francese. Per quanto riguarda le preoccupazioni che lei, onorevole Di Pietro, aveva già evidenziato a più riprese anche nella discussione in Commissione giustizia, sono preoccupazioni francamente legittime, ma infondate, perché per quello che riguarda, ad esempio, la genuinità della prova raccolta per iscritto, questa è assicurata dal controllo che il giudice esercita in sede di esame delle prove scritte. Si prevede, inoltre, che il giudice possa disporre, in qualsiasi momento, che il testimone sia chiamato a deporre davanti a lui nelle forme ordinarie. Quindi, devo dire che si tratta di una novità, ma non certamente di uno stravolgimento e, come dicevo, ha come obiettivo l'accelerazione del processo civile.

PRESIDENTE. Quindi, se ho ben compreso, il Governo, sull'emendamento Ferranti 53.15, non muta il proprio parere, che rimane contrario.

Pag. 84

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì, Signor Presidente.

ALFONSO PAPA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

ALFONSO PAPA. Signor Presidente, sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALFONSO PAPA. Signor Presidente, intervengo solo per aggiungere, per onor di verità, che parliamo di processo civile e che basta la scorsa del libro VI, Titolo II del codice civile: «Delle prove», per sapere, come tutti sappiamo, che la prova testimoniale ha un valore residuale rispetto alla prova documentale e che questa norma, in un'ottica di accelerazione, non fa altro che attualizzare questo principio, proprio per dargli maggiore pregnanza rispetto ad un processo nel quale è proprio la prova testimoniale a rappresentare la causa maggiore di allungamento della durata dei processi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, rimarcando la coerenza di spirito religioso che, dopo l'onorevole Papa, porta a parlare l'onorevole Sisto, voglio sottolineare come questa norma, in realtà, non esaurisca assolutamente il tema della testimonianza, perché - lo rammento - il giudice può disporre, tenuto conto dell'oggetto e della particolarità dell'oggetto della causa, di assumere la deposizione per iscritto. Quindi questo è un intervento che non esaurisce, non è un succedaneo, ma è teso alla speditezza ed ha un'altra importante conseguenza: radica nei confronti del soggetto che dovesse falsamente attestare le verità per iscritto il doppio reato della falsa testimonianza e del falso ideologico, di cui all'articolo 479 del codice penale. Voglio dire che noi andiamo a rafforzare, con una duplicità di tutela penalistica, una falsa testimonianza che potrebbe avere ipoteticamente qualche commodus discessus nelle forme. Mi sembra che l'equilibrio sia assolutamente coerente con quanto diceva la collega Alberti Casellati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palomba, immagino per dichiarazione di voto a titolo personale, avendo per il suo gruppo già parlato l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, veramente l'intervento del rappresentante del Governo potrebbe avere riaperto i termini, ma sarò molto breve. Intervengo per dire solo questo, che la posizione del Governo non convince.
Intanto, il discorso iniziale riguardava la prova delegata, e non questa sorta di compito a casa dato ad un testimone libero di scrivere spaziando dove e come vuole, magari con cinquantasei pagine o, invece, tre righe.
Questa modalità di acquisizione della prova sottrae totalmente al giudice il controllo della prova stessa. Come fa il giudice a fare un controllo a posteriori su tutti gli elementi di contorno che possono essere messi in questo «compitino»? «Compitino» svolto sotto il controllo, la pressione o l'influenza, di chi?
Stiamo veramente introducendo nel processo civile uno strumento estremamente pericoloso, signor sottosegretario. Perché non ci riflettiamo maggiormente? Perché non ascoltiamo, su questo, dei processualisti o dei costituzionalisti? Perché non riflettiamo di nuovo in Commissione giustizia su questo punto?
Non siamo pregiudizialmente contrari, ma abbiamo troppi dubbi; vorremmo condividerli con voi, che avete solo certezze. Bisogna mettere insieme la problematicità delle cose; poi, sarete liberi di decidere, di fare una nuova proposta, di confermarla o cambiarla, però con grande laicità, come stiamo cercando di fare noi.
Abbiamo paura di un processo che potrebbe costruirsi, soprattutto in certiPag. 85ambiti, sotto l'influenza di ambienti o persone. Senza contare, poi, che una prova testimoniale, che fosse formulata con capitoli generici o, addirittura, senza capitoli, si presterebbe veramente ad una libertà di «spaziare» che non è compatibile con il processo.
Infine, l'ultima considerazione, signor sottosegretario: lei dice che c'è un controllo a posteriori, ma il controllo a posteriori non fa altro che ritardare il processo anziché accelerarlo, come invece si vorrebbe. Perciò, invitiamo il Governo a rinunciare all'introduzione di questa misura per discuterla in una sede più opportuna.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 53.15, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 470
Astenuti 21
Maggioranza 236
Hanno votato
218
Hanno votato
no 252).

Prendo atto che le deputate Velo e Mura hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 53.16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melis. Ne ha facoltà.

GUIDO MELIS. Signor Presidente, questo emendamento insiste sul terreno dell'emendamento precedente, illustrato dalla collega Samperi, e ne costituisce, in un certo senso, una subordinata.
Proponiamo di sostituire al comma 7, capoverso, primo comma, dell'articolo 53, che introduce nel codice di procedura civile un nuovo articolo il cui incipit suona: «Il giudice, sentite le parti e tenuto conto di ogni circostanza, può disporre (...)» la testimonianza scritta, si sostituiscano le parole «sentite le parti» con le seguenti: «su concorde richiesta delle parti».
Il senso della sostituzione è duplice. Da un punto di vista più stretto, si tratta di sottolineare la volontà delle parti, in qualche modo facendone le protagoniste dell'adozione della testimonianza scritta.
È un curioso paradosso, per una maggioranza che contesta spesso lo strapotere del giudice, essere contro questo emendamento, che, sostanzialmente, riduce il potere discrezionale del giudice, attribuendolo, in sostanza, alle parti.
C'è poi un senso più generale. Piero Calamandrei diceva che il processo è essenzialmente un fatto umano. Ebbene, leggendo questo articolo, così come è stato formulato nel testo, trovo che questa testimonianza scritta, così come delineata, appaia fortemente formalizzata, e anche fortemente astratta, direi fortemente lontana da quella concezione di Calamandrei.
Leggo questa frase: «Il testimone rende la deposizione compilando il modello di testimonianza in ogni sua parte»; il modello di testimonianza, come se si trattasse di una dichiarazione di composizione amichevole di un piccolo incidente stradale! Credo che nel rapporto tra il giudice e il testimone vi sia un valore, e che valga la pena di difenderlo il più possibile, limitando, circoscrivendo la testimonianza scritta il più possibile. Per questa ragione noi chiediamo di approvare l'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 53.16, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

Pag. 86

(Presenti 487
Votanti 485
Astenuti 2
Maggioranza 243
Hanno votato
228
Hanno votato
no 257).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 53.17.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. L'emendamento in esame tende ad affermare che il modello di testimonianza, e soprattutto le domande che devono essere fatte al testimone, non possono essere vaghi e generici. Abbiamo pensato di proporre tale emendamento che precisa che, come nel caso del giuramento decisorio, da cui abbiamo mutuato questa formula, la formulazione dei capitoli deve avvenire con in modo chiaro, sintetico e specifico, perché altrimenti si lascerebbe uno spazio troppo grande alle risposte. Invece è meglio, una volta che si va alla testimonianza scritta, circoscrivere e specificare al massimo gli argomenti e, soprattutto, le domande che si rivolgono.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 53.17, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 481
Votanti 480
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato
225
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 53.18, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 482
Astenuti 1
Maggioranza 242
Hanno votato
229
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Aniello Formisano 53.20, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 485
Astenuti 3
Maggioranza 243
Hanno votato
229
Hanno votato
no 256).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Aniello Formisano 53.21, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 87
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 479
Astenuti 3
Maggioranza 240
Hanno votato
225
Hanno votato
no 254).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 53.22, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato
235
Hanno votato
no 252).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 53.23, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 482
Astenuti 3
Maggioranza 242
Hanno votato
229
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che il deputato Mazzuca ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 53.25, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 486
Votanti 483
Astenuti 3
Maggioranza 242
Hanno votato
228
Hanno votato
no 255).

Passiamo alla votazione dell'articolo 53.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, dichiaro il mio voto contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Sinceramente noi vorremmo capire una cosa, signor Presidente, vorremmo capirla dal Governo, ma proprio come una dichiarazione politica, prima ancora che su ciò che stiamo discutendo.
Sono quattro mesi che si sta dibattendo sulla necessità di un dialogo, e guardate che pure noi ci stiamo interrogando: in una materia così delicata, come quella della giustizia, Italia dei valori si mette a dialogare con il Governo e con la maggioranza? Ma voi davvero pensate che ci siamo alzati questa mattina di rovescio?

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 18)

ANTONIO DI PIETRO. Un dialogo ci deve essere se serve a qualcosa o a qualcuno. Il dialogo a una voce sola non serve a niente.
Abbiamo proposto dei temi importanti. Questo articolo contiene degli aspetti che a noi interessano moltissimo. Ma come facciamo a votare un articolo che prevede la testimonianza scritta? Con tutto il rispetto per quello che pensate voi, io che ne ho assunte a iosa di testimonianze, lo soPag. 88bene che bisogna guardare in faccia a una persona per capire che cosa dice. Che idea è che il testimone si può richiamare, quando le carte sono state già scritte? Questa idea che nessuno sa, fuori dall'aula del tribunale, le testimonianze (chi le scrive, come e perché le scrive), è una cosa che esiste solamente nei telefilm, ma neanche, nelle fiabe.
In alcune zone del nostro Paese, le testimonianze per corrispondenza stanno facendo morire di risate quelli che stanno nel territorio e che se ne dovranno occupare; arriverà un lavoro nuovo: l'assuntore di testimoni! Su questo aspetto dobbiamo stare attenti, rispetto a una questione così delicata, non chiediamo mica niente. Una cosa è la prova delegata - tra tecnici sappiamo cosa vuol dire -, altra cosa è trasformare il tutto con la possibilità di produrre una prova in via generale per corrispondenza.
Non mi si venga a dire che il giudice dopo può anche chiamare il testimone: quando quello ha messo nero su bianco, non può che altro che ridire quel nero su bianco! Possiamo anche stabilire una via intermedia, ovvero che sia un soggetto terzo che assume una testimonianza, che non sia il giudice ma che sia un suo ausiliare, possiamo accontentarci anche di questo, ma perché non dobbiamo discutere più a fondo su questo tema? Introdurre temi così dirompenti, semplicemente perché sbrigativamente i processi si devono fare fuori dai tribunali e non dentro i tribunali, è di una gravità inaudita.
Rispetto a tutto questo, noi non possiamo dire sì a questo articolo, ma, addirittura, ci troveremo in grosse difficoltà alla fine: non voglio uscire da questo Parlamento con l'idea che sono contro le riforme che aiutano il processo civile ad andare avanti. Non è vero: all'interno di questo provvedimento vi sono cose importanti, anche in questo articolo, in materia di notificazioni, di difetto di rappresentanza, di assistenza, di autorizzazione, di nomine di consulenze tecniche, di sospensione necessaria del processo, di riduzione dei termini per la riassunzione, di prosecuzione della causa; sono norme delle quali vorrei condividere la responsabilità, perché servono!. Ma perché devo votare contro? Perché si deve fare un articolo con 50 commi in cui bisogna inserire il «commetto» solito: questa solita «berlusconata» ci mette in condizione di non poter dialogare (Commenti dei deputati del gruppo Italia dei Valori)! Non mettete emendamenti che non servono, non mettete elementi di contestazione.
Noi voteremo contro questo articolo, ma davvero ci dispiace, perché sono previste cose importanti. Chiedo almeno che per i prossimi articoli - lo chiedo davvero ai relatori e al Governo - possiamo interrogarci e suddividere gli articoli, per dare a noi anche la possibilità di approvare cose che condividiamo. Questo modo di fare gli articolati, in cui vi è dentro tutto e di più, ci mette in condizione di dire «no» per cose che condividiamo, semplicemente perché ci sta la solita furbata.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ANTONIO DI PIETRO. Dopodiché, rispetto la vostra idea di votare anche la testimonianza scritta, ma date a noi la possibilità di differenziarci sugli articolati, che altrimenti diventa impossibile. Per questo noi, quindi, ci troviamo costretti ad esprimere una valutazione contraria, perché nell'insieme vi è un elemento, la testimonianza scritta, che consideriamo pericolosissima per la genuinità della prova, per la trasparenza dei processi e per la decisione finale del giudice (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 53.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

Pag. 89

(Presenti 492
Votanti 487
Astenuti 5
Maggioranza 244
Hanno votato
254
Hanno votato
no 233).

Prendo atto che la deputata Capano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 53-bis - A.C. 1441-bis-A)

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, l'articolo in esame contiene forse l'istituto più importante di questo provvedimento: il cosiddetto filtro in Cassazione. Al 31 dicembre 2007, 102 mila 588 provvedimenti civili e 33 mila 212 provvedimenti penali pendenti in Cassazione: questi numeri dimostrano l'esigenza di un filtro in Cassazione. Noi siamo consapevoli di questo, e riteniamo che il Parlamento debba fare fino in fondo il suo dovere per arrivare a realizzare un istituto conforme alla Costituzione e utile ai cittadini.
Vi sono due possibili modelli di filtro per le giurisdizioni superiori. Onorevole Casellati, lei lo sa, c'è il modello del cosiddetto interesse nazionale alla decisione della Cassazione, che voi avete sposato, e c'è un altro modello, che è quello basato sull'inammissibilità e sulla valutazione generalizzata di tutti i ricorsi. Il primo modello è attuato in Paesi nei quali non esiste il nostro articolo 111, settimo comma, della Carta costituzionale, cioè il principio costituzionale del terzo grado di giudizio, e siamo di fronte a Cassazioni, come la Cassazione tedesca, che decidono 4 mila ricorsi l'anno, non 100 mila ricorsi l'anno. L'altro modello è quello francese, che sarebbe molto più conforme al nostro ordinamento e probabilmente sarebbe conforme alla nostra Costituzione, come è necessario fare, altrimenti ci troveremo, probabilmente da qui a qualche mese, a fare fronte ad una decisione di incostituzionalità di questa normativa.
Ma non voglio fare il grillo parlante, perché ho interesse, come ha interesse tutta l'avvocatura italiana, tutta la magistratura italiana e tutti i cittadini che hanno un giudizio civile davanti alla Cassazione, a veder garantiti i propri diritti. Io chiedo se di fronte ad una norma di questo genere che voi proponete, quando il provvedimento impugnato ha deciso le questioni di diritto in modo difforme da precedenti decisioni della Corte, il giudizio è inammissibile. Onorevole Consolo, onorevole Contento, siete degli illustri avvocati civilisti, vi chiedo: con questa norma i tanti ricorsi sull'anatocismo, che per anni sono stati rigettati dalla Corte di cassazione, avrebbero avuto dopo anni un giudizio positivo mettendo fine ad una prassi bancaria illegittima e - dico io - criminale? Lei mi dice no, avvocato Consolo, ed ha ragione, ma lei si appresta ad approvare un provvedimento che impedisce ai risparmiatori, e avrebbe impedito ai risparmiatori, di avere giustizia. Senatrice Casellati, lei è un illustre avvocato matrimonialista. Secondo lei, con questa norma, il coniuge divorziato sarebbe riuscito ad ottenere dalla Cassazione il mutamento di orientamento per la quota degli anni di coniugio sul TFR del marito? Io credo di no.
E vogliamo così in fretta, con un emendamento inserito all'ultimo momento, approvare una norma di questo genere? Guardate, non vi dico, come vi dice il presidente della Cassazione - leggo testualmente - che vi sono tante situazioni che non sembrano necessariamente richiedere una modifica dell'attuale articolo 111, settimo comma, della Costituzione. Siamo pronti a discuterlo insieme. Io non vi chiedo, su questo punto, di riaprire una discussione con gli operatori del diritto, con la giurisprudenza, perdendo magari un mese in Commissione giustizia. Io viPag. 90chiedo di perdere un'ora in sede di Comitato dei diciotto a discutere delle questioni che vi ho sottoposto.
Abbiamo presentato emendamenti che saranno discussi - altri sono stati dichiarati inammissibili per una questione procedimentale - e che, se valutati complessivamente, possono permettere perlomeno - non vogliamo la primogenitura, non vogliamo medaglie, non vogliamo appuntarci niente sul petto - di fare una norma che serve ai cittadini, questo sì.
Discutiamone per un'ora, vediamo se la nostra impostazione e la vostra sono conciliabili o se non è meglio il modello che vi ho detto, che raggiunge gli stessi obiettivi. Lo stesso presidente della Cassazione, nella sua relazione annuale, ce lo ha detto. Questo sarebbe buonsenso, sarebbe curare gli interessi dei cittadini. L'alternativa è approvare una norma che è contestata dal CSM, dal CNF ed è contestata dall'OUA e che, secondo me, da qui a qualche mese, incorrerà negli strali della Corte costituzionale. In questo modo avremmo perso un'occasione, e a quel punto i ricorsi in Cassazione saranno 200 mila e avremo il tribunale più grande del mondo, più grande di quello di Pechino: evitiamolo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà. Onorevole Di Pietro, le ricordo che il suo gruppo ha ancora cinque minuti di tempo a disposizione.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, invito il Governo e il relatore presso la maggioranza a prendere atto di cosa è successo in questi giorni, dopo che è stato proposto di introdurre il filtro in questo modo per valutare l'ammissibilità dei ricorsi per Cassazione. Invito a farlo affinché resti nero su bianco che noi abbiamo detto che questa norma è incostituzionale.
Che questa norma sia incostituzionale non lo dico io, lo ha detto già il Presidente della Corte costituzionale, Bile, e lo hanno detto già tantissimi giuristi, anche ex Presidenti della Corte costituzionale. L'articolo 111 della Costituzione, al comma 7 e al comma 8, ammette sempre il ricorso per Cassazione ogni volta che è motivato dalla violazione di legge. Se una parte impugna un provvedimento per violazione di legge, la Cassazione deve decidere. Non dare questa possibilità, o meglio, fare questa modifica senza modificare l'articolo 111 della Costituzione, rende incostituzionale questo provvedimento.
Possiamo perlomeno evitare di introdurre norme incostituzionali, e non lo dice un comunista brutto e cattivo come me, lo dicono i Presidenti della Corte costituzionale, lo dicono i giuristi, lo dice il Consiglio superiore della magistratura, ancora ieri, all'unanimità. Ho saputo che il Consiglio superiore della magistratura viene nominato anche con componenti di aree politiche presenti in questo Parlamento: all'unanimità hanno detto di stare attenti a quello che facciamo!
Non solo, ma la Commissione giustizia della Camera ha scritto nel suo parere che questa scelta deve essere rivista, perché è una scelta che obiettivamente non dà spazio al contraddittorio. E in effetti non dà spazio al contraddittorio. È una norma che vi invito a leggere perché, alla fine, bisogna anche stare attenti a ciò che scrive. La lettera b) del comma 2 dell'articolo 53-bis prevede che è ammissibile il ricorso per Cassazione solo quando la Corte ritiene di pronunciarsi per confermare o mutare il proprio orientamento. Proviamo a riflettere: la Corte può decidere che vuole fare il processo perché vuole confermare quello che ha già detto in precedenza oppure che vuol fare il processo perché vuole mutare ciò che ha detto prima. Scusate, mettiamoci d'accordo: potevate dire meglio: è ammissibile se mi pare e piace. Infatti la Corte può intervenire sia per confermare che per mutare orientamento. Vale a dire che date la possibilità, in assenza di contraddittorio, a dei giudici, che si riuniscono da soli guardandosi in faccia, di decidere: questo sì, questo no, perché serve per confermare o per mutare orientamento. Non ha senso,Pag. 91non ha una logica! In fondo vi deve anche essere un buon senso, una logica quando si fa un provvedimento!
Infatti, un provvedimento di questo genere comporta discrezionalità totale, in capo al giudice, di scegliere cosa fare e cosa non fare, per giunta violando una norma costituzionale che impone, ai sensi dell'articolo 111, comma 7, della Costituzione, il ricorso per violazione di legge. Ricordo anche che il comma 2 dello stesso articolo 111 della Costituzione impone una ragionevole durata del processo e nella ragionevole durata del processo deve altresì includersi la possibilità di un contraddittorio.
Vorremmo tanto che l'articolo in esame potesse essere ripensato e ridiscusso, specialmente perché vi è un fatto nuovo rispetto a quando lo avete licenziato nelle Commissioni: il Consiglio superiore della magistratura, all'unanimità, ha affermato che la norma in esame è illegittima e non potrà mai funzionare, perché comporta disparità di trattamento, ingiustizie e soprattutto illogicità di decisione a cui deve pervenire il giudice, perché può farlo o per confermare o per mutare (vorrei sapere qual è la terza soluzione che invece è stata esclusa: metà conferma e metà butta?).
Rispetto a tutto ciò, in prima battuta chiediamo che sia stralciata la disposizione in esame e vi sia una riunione urgente e ristretta in cui possa essere ridiscussa, ripeto, non per ripensare a quanto avete fatto, ma almeno per leggere insieme cosa ha detto il Consiglio superiore della magistratura. Infatti, è singolare anche questa idea che, rispetto ad un provvedimento procedimentale nei cui confronti vi è l'obbligatorietà di acquisire il parere del Consiglio superiore della magistratura, non solo non lo abbiamo acquisito, ma adesso che lo ha reso non lo leggiamo nemmeno.

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, deve concludere.

ANTONIO DI PIETRO. Possiamo sospendere un minuto e riunirci per leggerlo insieme, considerando che magari quelle persone ci capiscono più di noi e ci hanno dato un buon consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)?

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento Di Pietro 53-bis.1.
Le Commissioni esprimono parere favorevole sugli identici emendamenti Contento 53-bis.2, Vietti 53-bis.3 e 53-bis.200 del Governo.
Il parere è, altresì, contrario sugli emendamenti Ferranti 53-bis.5, Ferranti 53-bis.4 e Ferranti 53-bis.6.
Le Commissioni invitano il presentatore al ritiro dell'emendamento Contento 53-bis.7.
Le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli emendamenti Contento 53-bis.8 e 53-bis.9.
Il parere è, altresì, contrario sugli emendamenti Di Pietro 53-bis.10, Ferranti 53-bis.11 e Di Pietro 53-bis.12.
Le Commissioni formulano un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Contento 53-bis.13, e degli identici emendamenti Contento 53-bis.14 e Ferranti 53-bis.15.

PRESIDENTE. Chiedo scusa onorevole, il parere sull'emendamento delle Commissioni 53-bis.300?

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni raccomandano l'approvazione del proprio emendamento 53-bis.300.

PRESIDENTE. Il Governo?

Pag. 92

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 53-bis.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).
(Presenti 476
Votanti 471
Astenuti 5
Maggioranza 236
Hanno votato
220
Hanno votato
no 251).

Prendo atto che il deputato Antonino Foti ha segnalato che non è riuscito a votare e che la deputata Anna Teresa Formisano ha segnalato che non è riuscita a votare.
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Contento 53-bis.2, Vietti 53-bis.3 e 53-bis.200 del Governo.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, sull'articolo 53-bis era stata espressa dalla Commissione giustizia, all'interno del parere favorevole sul provvedimento in esame, la condizione di sopprimere il primo comma dell'articolo 53-bis. Mi ero riservata di dare una risposta in Aula, al fine di poter verificare le eventuali conseguenze che tale soppressione avrebbe comportato sull'impianto complessivo della normativa in questione.
Anche alla luce dell'articolato dibattito e delle osservazioni stimolanti svolte sia da parte della maggioranza, sia dal parte dell'opposizione (colgo qui l'occasione per ringraziare anche di questa sollecitazione sia l'Unione di Centro, sia il Partito Democratico, che hanno presentato analogo emendamento) il Governo ha maturato il convincimento che le valutazioni prospettate dalla Commissione debbano essere accolte. A ciò è giunto anche per la considerazione che l'appellabilità di tutti i provvedimenti aventi natura decisoria avrebbe provocato un appesantimento del rito, intasando le corti d'appello e ponendo, quindi, un freno all'accelerazione del processo.

PRESIDENTE. Quindi, il Governo conferma il parere favorevole?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Contento 53-bis.2, Vietti 53-bis.3 e 53-bis.200 del Governo, accettati dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 488
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato
487
Hanno votato
no 1).

Essendo stati approvati gli identici emendamenti Contento 53-bis.2, Vietti 53-bis.3 e 53-bis.200 del Governo è dunque preclusa la votazione dell'emendamento Ferranti 53-bis.5.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 53-bis.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

Pag. 93

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, questo filtro non lo vogliono gli avvocati tutti, non vogliono i magistrati tutti, non lo vuole tutta la dottrina processualcivilistica. Un filtro ci vuole, ma ne occorre uno che non assorba l'energia della giurisdizione; ci vuole un filtro che intervenga sull'organizzazione. Inserendo questo filtro nel provvedimento in esame ci avete impedito di esaminare altre soluzioni sul terreno del regolamento dell'ordinamento giudiziario, e così facendo ci avete impedito di risolvere una questione; esso, infatti, non intervenendo sull'arretrato, non alleggerirà di un fascicolo il carico della Corte di cassazione.

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, vorrei avere una risposta in merito alla proposta avanzata dall'onorevole Tenaglia e dal sottoscritto di rileggere, prima di andare oltre, in quale modo si è espresso il Consiglio superiore della magistratura e di rifletterci un attimo insieme, poiché non lo abbiamo mai fatto. Io personalmente l'ho letto, perché me ne sono fatto carico, ma vorrei sapere se davvero tutti lo hanno fatto. Vi chiedo di rispondere al seguente quesito: possiamo rinviare la decisione ed evitare di procedere su questo?

PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore sulla proposta di accantonamento?

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, il parere è contrario a tale proposta.

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo dell'Italia dei Valori ha esaurito i tempi a sua disposizione previsti dal contingentamento, compresi quelli aggiuntivi concessi dalla Presidenza in ragione di un terzo rispetto a quelli previsti. Secondo la prassi, i deputati appartenenti a tale gruppo potranno intervenire per non più di un minuto, imputando tale tempo a quello previsto per gli interventi a titolo personale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 53-bis.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 488
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato
235
Hanno votato
no 253).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 53-bis.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, con questa proposta emendativa cerchiamo di creare un'armonizzazione tra quel filtro e le norme già esistenti; infatti, un filtro è già previsto dall'articolo 375 del codice di procedura civile. Il nostro intervento è volto a specificare il sistema di selezione che deve operare attraverso il filtro, armonizzandolo con una norma già esistente; diversamente, si creerebbe un conflitto tra norme che produrrebbe ulteriore incertezza interpretativa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 53-bis.6, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

Pag. 94

(Presenti 493
Votanti 491
Astenuti 2
Maggioranza 246
Hanno votato
233
Hanno votato
no 258).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Contento 53-bis.7.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, cominciano da questo punto una serie di emendamenti che io ho considerato come contributi al Governo. Credo di dover riconoscere che il comportamento del Governo, in relazione ad altre questioni che sono state sollevate nel corso della discussione nelle Commissioni, è stato coerente. Poco fa è stato ricordato anche questo. Abbiamo approvato la soppressione di un primo comma di questo articolo, che era riferibile all'appellabilità dei provvedimenti decisori: era una condizione apposta dalla Commissione giustizia e vi abbiamo quindi ottemperato. Credo - e lo dico da parlamentare - che sarebbe stato ragionevole avere più tempo a disposizione per poter meglio affrontare il tema del filtro in Cassazione. Ritengo anche - lo dico da uomo del Popolo della Libertà - che se questo provvedimento fosse stato effettivamente assegnato alla Commissione giustizia, probabilmente, proprio perché vi è un comune intendimento anche nel centrosinistra per rilevare e quindi trovare una soluzione al filtro dei ricorsi, troppi, che ci sono pendenti in Cassazione, una soluzione l'avremmo adottata. Ora il Governo chiede - e lo chiedono anche i relatori - che gli emendamenti vengano ritirati. Credo che questo contributo rimanga comunque in quest'Aula e ritengo che il Governo farebbe bene, insieme al ritiro degli emendamenti, a valutare, al Senato, quelle iniziative non soltanto riferite agli emendamenti ritirati ma che vengono anche, con interventi specifici, da parte dell'opposizione. Si tratta di una questione complessa e delicata al tempo stesso, che a mio giudizio potrebbe essere affrontata meglio e con maggior soddisfazione, evitando da un lato, lo ripeto, nel passaggio al Senato, di scomodare, purtroppo, i principi costituzionali e di inserire un filtro che è rimesso alla discrezionalità. Vorrei approfittare, motivando il ritiro del mio emendamento 53-bis.7, per rispondere al valente collega Tenaglia, che ha posto a me e al collega Consolo una domanda, in riferimento a precedenti pronunce della Corte di cassazione che hanno modificato il loro orientamento precedente. La mia risposta non è: «no», è semplicemente che questo potrà avvenire se rimane il testo che è stato presentato, dal momento che la discrezionalità di un magistrato che ha senso di responsabilità, conoscenza del diritto e passione lo può fare. Perché in effetti, all'interno dell'articolato che è previsto, vi è una possibilità, per il collegio formato dai tre giudici di Cassazione - anche questa una situazione che rimettiamo, lo speriamo, alla correzione durante il confronto che ci sarà al Senato - di farlo, allorché ritenga di pronunciarsi per confermare o mutare il proprio orientamento.
Ma la domanda è un'altra, collega Tenaglia: è se l'articolo, così come è stato scritto, consenta effettivamente di coordinare i principi costituzionali del giusto processo con le aspettative di un filtro che funzioni davvero. Su questo, io ho molte perplessità e lo dico pubblicamente, come uomo di centrodestra e del Popolo della libertà. Eppure, il senso di responsabilità che ho nei confronti del mio Governo mi obbliga a ritirare quegli emendamenti, a consegnare la responsabilità del passo che viene chiesto non soltanto a me ma anche ad altri uomini che sostengono la maggioranza, al rappresentante del Governo e al Ministro. Ad essi chiediamo di dimostrarci, al Senato, che il sacrificio che facciamo in questa occasione verrà corretto. Siamo infatti convinti che il Governo può ritornare sull'argomento migliorando quella norma e assicurando quindi anche a questo straccio di riforma quello che si aspettano molti cittadini, molti professionisti, molti giudici e molti avvocati: laPag. 95serenità del giudizio, la profondità della discussione, la correttezza e la coerenza delle scelte con i principi del diritto. (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Contento, si intende che il ritiro valga per i suoi emendamenti 53-bis.7, 53-bis.8 e 53-bis.9?

MANLIO CONTENTO. Sì, signor Presidente.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Onorevole Contento, l'invito al ritiro non è frutto di un atteggiamento pregiudiziale: lo abbiamo già dimostrato in tutto il dibattito che c'è stato nelle Commissioni e anche in Aula. Al contrario muove da un'esigenza di un ulteriore approfondimento, che è stato anche sollecitato dalle tante intelligenti e stimolanti argomentazioni che anche lei ha rappresentato in questa sede. Quindi ci riserviamo, poi, di verificare ulteriormente tutte le posizioni che lei ha posto.

LANFRANCO TENAGLIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa? Sull'ordine dei lavori? Perché sull'emendamento Contento 53-bis. 7 non può intervenire, essendo stato ritirato.

LANFRANCO TENAGLIA. Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente a questo punto la dignità di questo Parlamento impone di ribadire la richiesta che vengano discussi profili che l'onestà intellettuale, non la mia, ma quella dell'onorevole Contento, ha indicato. Egli ha indicato le due possibili modifiche, una sull'eccessiva discrezionalità nella valutazione e l'altra sul collegio, essendo rimessa, la decisione, ad un collegio deciso dal presidente della Cassazione fuori dall'esame delle sezioni di merito.
Chiedo che si torni a riunire il Comitato dei diciotto, stiamo anche tutta la notte a discutere su questi argomenti, la buona volontà c'è, la volontà e le indicazioni comuni che sono venute da me, dall'onorevole Di Pietro e dall'onorevole Contento ci impongono questo! La dignità di quest'Aula parlamentare lo impone! (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). Non possiamo abdicare in favore del Senato, quando abbiamo qui, oggi, la possibilità di modificare questa norma, per dare alla Cassazione un filtro vero, conforme a Costituzione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente a questo punto, e nel caso il Governo ed i relatori non ritengano di portare all'interno del Comitato dei diciotto una rivalutazione, quanto meno una discussione, con riferimento al parere che obbligatoriamente il CSM ha dato (e se è obbligato a darlo qualcuno avrà l'obbligo di leggerlo, di ascoltarlo e di discuterlo), se tutto questo non può avvenire, noi del gruppo Italia dei Valori facciamo nostri gli emendamenti dell'onorevole Contento e chiediamo che vengano discussi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiede di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente ho apprezzato l'intervento appassionatoPag. 96dell'onorevole Contento, un po' meno la conclusione, che avrei sperato più coraggiosa. Capisco che le ragioni di maggioranza fanno premio anche sul merito delle soluzioni normative e tuttavia mi permetto di aggiungere anche la mia voce alle preoccupazioni che i colleghi hanno ricordato a proposito di questa norma sul cosiddetto filtro in Cassazione.
L'importante è che siamo consapevoli che stiamo votando una norma che ha profili di incostituzionalità molto evidenti, una norma che cancella il diritto costituzionale sancito dall'articolo 111, di sottoporre le sentenze alla censura di violazione di legge da parte della Corte di cassazione e dunque un principio che questo cosiddetto filtro dei tre giudici palesemente viola. Dobbiamo essere consapevoli che stiamo facendo questa operazione in violazione del principio del contraddittorio, perché solo dopo avere dichiarato l'inammissibilità le parti vengono informate; che stiamo dando vita ad un'articolazione della Corte di cassazione formata da tre giudici rispetto alle articolazioni ordinarie che sono - la legge lo prevede - tutte formate di cinque giudici. Per cui, mi chiedo che cosa capita quando, dichiarata l'ammissibilità da parte del collegio dei tre giudici, il processo finisce davanti alla sezione ordinaria di cinque giudici e questa dichiara l'inammissibilità.
Infatti, non è prevista un'obbligatorietà dell'effetto del collegio dei tre giudici rispetto a quello di cinque, per cui daremmo vita a due possibili decisioni contrastanti da parte di due articolazioni della stessa Corte, l'una sostenuta da un collegio di tre giudici e l'altra da un collegio di cinque giudici. Pertanto, mi chiedo che cosa possa accadere ai ricorsi incidentali rispetto ad un ricorso principale che il filtro avrebbe dichiarato inammissibile. Attenzione, colleghi, rischiamo di mettere in piedi un meccanismo dagli effetti imprevedibili e mostruosi, con chiare, palesi ed evidenti censure di incostituzionalità e grandi rischi di efficienza e funzionalità.
Pertanto, invito il Governo, le Commissioni e la maggioranza a riflettere attentamente e a disporre un supplemento di valutazione da parte delle Commissioni, accantonando questo aspetto su cui mi sembra che anche nella maggioranza vi siano molte perplessità, perché l'argomento non è ideologico, non è né di destra né di sinistra, ma credo sia trasversale rispetto a chi ha a cuore la necessità di fare una riforma almeno a tenuta, se non efficiente.

PRESIDENTE. Per riepilogare, onorevole Di Pietro. Ritengo che la sua richiesta di fare propri gli emendamenti Contento 53-bis.7, 53-bis.8 e 53-bis.9 sia stata avanzata in accordo con il suo capogruppo.

ANTONIO DI PIETRO. Si, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 53-bis.7, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo Italia dei Valori, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 483
Astenuti 2
Maggioranza 242
Hanno votato
238
Hanno votato
no 245).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 53-bis.8, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo Italia dei Valori, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 97
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 504
Votanti 502
Astenuti 2
Maggioranza 252
Hanno votato
248
Hanno votato
no 254).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Contento 53-bis.9, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo Italia dei Valori, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 502
Astenuti 1
Maggioranza 252
Hanno votato
247
Hanno votato
no 255).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Pietro 53-bis.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, in questo momento stiamo vivendo una pagina bruttissima. Infatti, poco fa abbiamo assistito ad un Governo e ad una maggioranza che hanno fatto violenza sullo spirito libero, sullo spirito di un parlamentare che è stato costretto a ritirare più emendamenti sacrosanti. Per tale ragione, li abbiamo fatti nostri e voi avete fatto una gran brutta figura.
Ciò premesso, chiedo l'approvazione dell'emendamento in esame.

MAURIZIO BIANCONI. Noi ci teniamo le nostre, voi vi tenete le vostre di brutte figure!

FEDERICO PALOMBA. Siete voi torbidi!

PRESIDENTE. È stato chiesto il controllo delle tessere di votazione. Invito i deputati segretari a procedere alle opportune verifiche (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 53-bis.10, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 482
Maggioranza 242
Hanno votato
236
Hanno votato
no 246).

Prendo atto che il deputato Abrignani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 53-bis.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, con l'emendamento in esame tentiamo di introdurre un filtro con carattere di oggettività, ossia neghiamo l'ammissibilità del ricorso in Cassazione per contraddittorietà della motivazione nel caso in cui le sentenze di primo e di secondo grado siano state conformi. Si tratta del cosiddetto principio della «doppia conforme» che rappresenta un filtro oggettivo in grado di non assorbire le energie della giurisdizione. Inoltre, esso è voluto da quasi tutti gli operatori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 53-bis.11, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.Pag. 98
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
(Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 474
Maggioranza 238
Hanno votato
239
Hanno votato
no 235).

Prendo atto che i deputati Scapagnini e Lisi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Borghesi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Chiedo al relatore se intenda riunire il Comitato dei diciotto per valutare le conseguenze o se possiamo procedere.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, chiederei cinque minuti di sospensione.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa per cinque minuti.

La seduta, sospesa alle 18,40, è ripresa alle 18,55.

PRESIDENTE. Chiedo al relatore gli esiti della riunione del Comitato dei diciotto.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, possiamo procedere nei nostri lavori.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Prego i colleghi di prendere posto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Pietro 53-bis. 12, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 424
Votanti 423
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato
188
Hanno votato
no 235).

Prendo atto che il deputato Crosio ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo all'emendamento Contento 53-bis.13.
Prendo atto che il presentatore accede all'invito al ritiro, formulato dal relatore.
Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 53-bis.300 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 498
Astenuti 3
Maggioranza 250
Hanno votato
267
Hanno votato
no 231).

Prendo atto che il deputato Cera ha segnalato che non è riuscito a votare.
Invito i deputati segretari a procedere al controllo delle tessere di votazione, così come da richiesta del gruppo Italia dei Valori (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).
Passiamo agli identici emendamenti Contento 53-bis.14 e Ferranti 53-bis.15.
Prendo atto che il presentatore accede all'invito al ritiro dell'emendamento Contento 53-bis.14, formulato dal relatore.
Chiedo ai presentatori dell'emendamento Ferranti 53-bis.15 se accedano all'invito al ritiro, formulato dal relatore.

Pag. 99

CINZIA CAPANO. No, signor Presidente, e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, credo che il voto di questo emendamento potrebbe salvare il Governo dalla manifesta contraddittorietà della norma che si è determinata a seguito del voto favorevole al nostro precedente emendamento. Esistono due filtri: uno è assolutamente oggettivo, quello previsto dal nostro emendamento, e uno totalmente discrezionale lasciato peraltro alla discrezionalità del primo presidente della Corte di cassazione. Queste due norme sono incompatibili e credo che il Governo dovrebbe ipotizzare di accogliere questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 53-bis.15, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 488
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato
237
Hanno votato
no 251).

Passiamo alla votazione dell'articolo 53-bis.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, il nostro voto non potrà che essere contrario.
È vero che è entrato un elemento di determinatezza all'interno di una fattispecie completamente discrezionale, ma purtroppo l'articolo 53-bis si è inserito all'ultimo momento nel dibattito parlamentare.
Sarebbero stati necessari un confronto preventivo tra le forze e un raffronto con la cultura giuridica e gli operatori della giustizia, perché è sconcertante il fatto che sia stata varata una norma che, di fatto, ha posto in essere una disciplina che stravolge radicalmente l'istituto della Cassazione, senza che vi sia stato un dibattito partecipato e approfondito. Non può essere considerato un dibattito approfondito quello che è stato svolto, da quando lunedì...

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, al segretario viene impedito di svolgere il suo lavoro!

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego di consentire ai deputati segretari di espletare il loro compito.
Onorevole Ferranti, prosegua.

DONATELLA FERRANTI. Chi, come noi, ha vissuto la storia dell'articolo 53-bis, sa che l'emendamento è stato presentato lunedì della scorsa settimana alle 15,30, nell'ambito di un provvedimento collegato alla manovra finanziaria, nel quale sono state introdotte norme che riformano il procedimento civile. Pensavamo che la maggioranza e il Governo avessero il pudore di non andare oltre, e invece si è andato ben oltre: si è riformata la Corte di cassazione e si è stravolto il funzionamento della Corte di cassazione civile, introducendo una norma contro il nostro ordinamento giudiziario e la nostra Costituzione, che impedisce sostanzialmente un ricorso contro sentenze che violano la legge e che prefigura come vincolanti i precedenti della Corte di cassazione, rimettendo ad una valutazione ispirata a criteri di mera opportunità e di mera discrezionalità.
Ho sentito dire che vi sarà un collegio di giudici capaci, che potranno decidere dall'alto della loro autorevolezza. Ma veramente vogliamo affidare l'ordinamento giudiziario, la Corte di cassazione, la giustizia ad un gruppo di tre giudici, che,Pag. 100anche ragionevolmente, ma senza regole verificate e verificabili dalle parti, decidano se sia possibile andare avanti nel terzo grado di giudizio? Veramente vogliamo calpestare continuamente la Carta costituzionale?

PRESIDENTE. Onorevole Ferranti, deve concludere.

DONATELLA FERRANTI. Veramente il Governo vuole andare avanti in questa via, che ha intrapreso da quando ha approvato i provvedimenti sulla sicurezza?
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Ferranti, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Passiamo ai voti.
Indico la votazione...

ANTONIO DI PIETRO. Presidente! Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, mi perdoni: abbiamo fatto il possibile per invogliare il Governo a ripensare l'articolo 53-bis. Sono e sarò davvero brevissimo nel chiedere di lanciare una lotteria: a chi giova questa norma? Non c'è niente da fare: se non la chiedono gli avvocati, i magistrati, i giuristi e la dottrina, se non la chiede nessuno, a qualcuno serve!
Ecco perché noi dell'Italia dei Valori abbiamo detto che bisogna sempre chiedersi dove vuole andare a parare questo Governo! Domani mattina lo chiederò al Presidente del Consiglio.

GIOVANNI DIMA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DIMA. Signor Presidente, intervengo per riprendere quello che poco fa lei ha affermato, con riferimento alla verifica delle schede.
Mi sembra una contraddizione immaginare una verifica e, nello stesso tempo, votare. È un fatto anche di gestione fisica: camminare fra i banchi e verificare, soprattutto da quel lato, che vi è qualche scheda in più. Per questo motivo, o abbiamo il tempo per la verifica oppure andiamo in ordine sparso. Decidiamolo.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, il collega intervenuto ha perfettamente ragione. Suggerisco - se posso permettermi di ricordargli tale aspetto - che c'è un sistema semplicissimo per verificare chi vota per uno, per due o per tre, sistema addirittura più semplice di quello indicatoci dal collega stesso. Se lei, Presidente, lascia la votazione aperta, nel momento in cui noi votiamo, il collega potrà constatare - basta che giri la testa, ma anche venendo dalla nostra parte - chi vota per due e per tre. Poi chiudiamo la votazione e vediamo qual è l'esito della votazione. Segnalo che da questo pomeriggio avevamo suggerito alla maggioranza di stare un pochino attenti. Cerchiamo sempre di dare un contributo. Non viene accolto e arriva sempre il momento in cui accade quello che era previsto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 53-bis, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).Pag. 101

(Presenti e votanti 487
Maggioranza 244
Hanno votato
253
Hanno votato
no 234).

(Esame dell'articolo 54 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 54 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito i relatori ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Aniello Formisano 54.1, Costantini 54.2, Palomba 54.3, 54.4, 54.5, 54.6, 54.7 e Borghesi 54.8.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Aniello Formisano 54.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, svolgo un intervento che riguarda un po' tutti questi emendamenti. Noi dell'Italia dei Valori abbiamo proposto una riforma organica del sistema del pignoramento e dell'esecuzione specifica. Vi abbiamo dimostrato che, se si vuole fare una riforma, si deve fare in maniera globale e organica. Quella che voi avete proposto è una pezzatura sopra un vestito logoro. Non potete darle dignità di riforma. Se voi ci aveste ascoltato, se aveste discusso un pochino con noi gli emendamenti e se il Governo, invece di «raccattare», qua e là, qualche norma, avesse presentato, come non ha fatto, una riforma organica del processo civile, penso che avremmo ottenuto un risultato migliore. Certamente la scivolata, la caduta, sull'emendamento Ferranti 53-bis.11, è il segno della confusione di questo Governo. Se la maggioranza non approverà questi emendamenti, che riguardano il pignoramento e l'esecuzione, vorrà dire che il Governo non tiene affatto a fare una riforma organica del processo civile.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Aniello Formisano 54.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 492
Astenuti 3
Maggioranza 247
Hanno votato
237
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che i deputati Tenaglia e Braga hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Chiedo un attimo di attenzione. Vorrei avvisare i colleghi che si è convenuto che questa sera si procederà con le votazioni fino alle 21, per poi rinviare il seguito dell'esame alla seduta di domani.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantini 54.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 492
Astenuti 4
Maggioranza 247
Hanno votato
236
Hanno votato
no 256).Pag. 102

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 54.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 497
Astenuti 3
Maggioranza 249
Hanno votato
238
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che il deputato Paladini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 54.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 495
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato
239
Hanno votato
no 256).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 54.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 496
Astenuti 3
Maggioranza 249
Hanno votato
238
Hanno votato
no 258).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 54.6, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 485
Astenuti 3
Maggioranza 243
Hanno votato
230
Hanno votato
no 255).

Prendo atto che il deputato Compagnon ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palomba 54.7, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 497
Astenuti 3
Maggioranza 249
Hanno votato
239
Hanno votato
no 258).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 54.8, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 103
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 499
Astenuti 4
Maggioranza 250
Hanno votato
238
Hanno votato
no 261).

Prendo atto che il deputato Compagnon ha segnalato che avesse voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'articolo 54.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tenaglia. Ne ha facoltà, per un minuto.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, l'articolo 54 riguarda l'attuazione degli obblighi di fare infungibili e di non fare. Anche qui, credo che ci dobbiamo intendere su un aspetto: sulla necessità, dopo quanto è successo, di capire che ci sono materie, e quella della giustizia è fra queste, che attengono alle regole, che riguardano tutti.
È necessario, su questo punto, che vi sia una condivisione fra tutti coloro che ne discutono. Non ho visto questo, da parte del Governo, poco fa e temo che su questo articolo avverrà la stessa cosa. Ritengo, a questo punto, che l'istituto del filtro per i ricorsi per Cassazione, sulla base del sistema tedesco, sia saltato, non sia più possibile.
Il Governo, quindi, ragioni; altrimenti, il Ministro Alfano, oggi, ha avuto la sua Beresina e domani avrà la sua Waterloo (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, vogliamo continuare nell'esame articolo per articolo. Questo articolo prevede uno strumento di coercizione indiretta per l'adempimento degli obblighi di fare infungibili. Anche rispetto a queste norme, avremmo voluto introdurre una serie di correttivi, ciò che non è stato possibile fare.
Mi chiedo se vi sia ancora spazio per recare un contributo in materia di giustizia, anche alla luce di quanto successo prima. La maggioranza è costretta a votare contro se stessa. Prima fa una norma e poi vota contro. Si arriva fino al punto in cui ci si deve abbrutire nel votare. Chiedo: è possibile dialogare su questo?
Sulla votazione di questo articolo ci asterremo, proprio perché non crediamo che questa norma sia in sé negativa. Crediamo che poteva essere migliorata, se solo ci avessero ascoltato un po'. Questa idea di non ascoltarci non ci permette di dare il nostro contributo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 54.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 468
Astenuti 33
Maggioranza 235
Hanno votato
454
Hanno votato
no 14).

Prendo atto che il deputato Favia ha segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 55 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 55 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

Pag. 104

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, il parere è favorevole sugli identici emendamenti Baretta 55.1 e Vietti 55.2.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Baretta 55.1 e Vietti 55.2, accettati dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 494
Astenuti 3
Maggioranza 248
Hanno votato
493
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che la deputata Mistrello Destro si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole e che il deputato Compagnon ha segnalato di aver votato a favore mentre avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'articolo 55.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole.

PRESIDENTE. Non avevo dubbi. Passiamo ai voti.

ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare! Chiedo di parlare! Signor Presidente, abbia pazienza, ci dia il tempo per una dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole di Pietro, non l'avevo vista. Non si agiti, non l'avevo vista. Prego, onorevole di Pietro, può parlare per un minuto (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Onorevole Di Pietro, c'è qualcosa che non va?

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, come mi invita a fare il collega, rinuncio!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 55, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 496
Astenuti 2
Maggioranza 249
Hanno votato
494
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Testoni ha segnalato di non essere riuscito a votare a favore.

(Esame dell'articolo 56 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 56 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, l'articolo 56 introduce nel nostro ordinamento un ulteriore rito: ne abbiamo giàPag. 105trenta. Per la competitività delle imprese sarebbe necessario che il menù della giustizia civile fosse un po' più ridotto, perché la proliferazione di questi riti produce l'incertezza e l'imprevedibilità delle pronunzie. Questo è un elemento che conta per le imprese, e invece voi, con l'articolo 56, introducete un rito sommario, cioè un rito che viene celebrato senza alcuna garanzia di regole predeterminate: se le inventerà il giudice volta per volta, a seconda se gli piacciano o meno le parti della causa o l'oggetto del giudizio. Anche qui il Governo ha fatto strike: sono contro l'organismo unitario dell'avvocatura, il Consiglio superiore della magistratura, tutta la dottrina raccolta dalla commissione per la riforma del codice del Consiglio nazionale forense. Continuate così!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Ci si deve rassegnare: c'è anche l'opposizione che parla.
Noi riteniamo che introdurre un nuovo rito e farlo contro la volontà di quelli che fanno tutto il giorno questo mestiere, avvocati e giudici, sia una cosa insensata. Non serve alle parti processuali, perché ritengono che così come formulato questo nuovo rito non ha alcun senso, alcuna possibilità di dare certezza del diritto alle parti stesse. Perché allora viene inserita questa norma, che nessuno vuole? Torna il quesito di sempre: ho l'impressione che anche con questo provvedimento in materia di giustizia c'è qualche «processino» da sistemare, presto e bene. Voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Brigandì. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, intervengo per condividere quanto detto prima dalla collega intervenuta, nel senso che il proliferare dei riti è una cosa da disapprovare. Che mi risulti, il Governo sta elaborando un ulteriore meccanismo in altro momento per far sì che vi siano due riti: a mio avviso, la previsione di un rito ordinario e di uno di urgenza è più che sufficiente; quindi, condivido. Devo dire che in realtà questo rito è praticamente identico a quello previsto dagli articoli 409 e seguenti del codice di procedura civile: non introduce quindi una novità, e certamente non serve per nascondere alcunché.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Ferranti 56.1 e 56.2, mentre raccomandano l'approvazione del proprio emendamento 56.300.
Le Commissioni esprimono, poi, parere contrario sugli emendamenti Vietti 56.3, Ferranti 56.4 e 56.5.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 56.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Nonostante il grave vulnus procedurale e l'altrettanto grave norma sul filtro per i ricorsi per Cassazione, non abbiamo difficoltà, come si addice a un'opposizione repubblicana e costruttiva, a riconoscere una qualche utilità di queste norme in materia di giustizia civile. Anche il processo sommario di cognizione potrebbe essere utile, come pure è stato ritenuto nel parere del CSM, se non fosse che la fretta è una cattiva consigliera, soprattutto se associata alla presunzione di far tutto da soli.
Se il rito è sommario, almeno il giudizio di appello non dovrebbe essere limitato.Pag. 106Questo è uno dei primi fondamentali punti nei nostri emendamenti. Inoltre, come ha già illustrato la collega Capano, è evidente come questo carnet dei riti sommari non possa continuare a lungo. Vi è, inoltre, un'assoluta discrezionalità da parte del giudice nello stabilire, senza alcun criterio oggettivo, la trasformazione del rito sommario in rito ordinario e anche questo, da parte di chi spesso teme il protagonismo dei giudici, poteva essere evitato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, abbiamo già detto che non comprendiamo perché questi provvedimenti sulla giustizia siano stati inseriti in un collegato alla manovra finanziaria che riguarda le disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria. Non abbiamo capito perché siano stati inseriti qui, né perché non sia stato fatto lo stralcio. A parte questo, forse si potrebbe dire che sotto il profilo della semplificazione, che è uno dei titoli, possa rientrare la questione della giustizia. In realtà, neanche sotto questo profilo, perché il procedimento sommario non è che sottragga o sostituisca qualcuno, o tutti, dei tanti riti previsti nel processo civile; ne aggiunge invece un altro. Quindi, questo Governo sta vivendo nella perenne e totale contraddittorietà con se stesso. Per questi motivi, noi voteremo contro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 56.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 506
Maggioranza 254
Hanno votato
248
Hanno votato
no 258).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 56.2
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, nei limiti di questi tempi strettissimi, ribadisco che doveva esserci e dovrebbe esserci un diritto almeno a una fase di cognizione piena e in questo senso insiste anche l'emendamento Vietti 56.3 presentato dai colleghi dell'Unione di Centro, emendamento che il Partito Democratico appoggia. È inoltre evidente che le previsione del rito sommario di cognizione rischia di spostare nel grado di appello la fase probatoria e, quindi, può costituire di per sé un aggravamento dei tempi del processo. E inoltre - ribadisco - non vi è alcuna razionalità nel rapporto con gli altri riti sommari; potremmo proprio dire che in questo caso vi è un eccesso di «sommarietà».

PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 56.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 513
Votanti 512
Astenuti 1
Maggioranza 257
Hanno votato
253
Hanno votato
no 259).

Prendo atto che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi.Pag. 107
Passiamo alla votazione dell'emendamento 56.300 delle Commissioni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, come ha già anticipato il collega Mantini, se si vuole che a un procedimento sommario di cognizione segua un «giudicato», non possiamo non prevedere che questo sia preceduto almeno dalla possibilità di un processo regolato nelle forme del libro II del codice di procedura civile. Lo strangolamento dell'appello pieno nel caso del procedimento sommario è una limitazione inaccettabile. Non si capisce, peraltro, quale ne sia la ratio, perché se assicuriamo l'urgenza con il ricorso al rito cautelare in primo grado, consentiamo almeno l'appello pieno per evitare di dar vita alla fine ad un giudicato «zoppo». Ci pare che il nostro emendamento vada in questa direzione e, quindi, mi permetto di raccomandarlo all'approvazione dell'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione...
Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, volevo segnalare come il Governo in questa vicenda mantenga fermi i suoi presupposti e ribadisca la coerenza di quanto è stato stabilito, contrariamente a quanto sinora si vorrebbe osservare attraverso la presentazione degli emendamenti. Ritengo che l'impianto normativo debba essere mantenuto assolutamente coerente, e che la dizione di quanto è stato effettivamente riportato nel testo in esame debba essere coerentemente ribadita, proprio in linea con quanto osservato, quanto già statuito, e nella prosecuzione del progetto che il Governo intende portare avanti, che è stato linearmente condotto, e con coerenza rispetto agli obiettivi. Mi sembra che gli emendamenti, così come sono stati proposti, non scalfiscano e non debbano scalfire questa linearità, comportamentale, culturale e in qualche modo pragmatica.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, dal momento che l'emendamento che ho presentato è il 56.3 mentre quello che è stato annunciato è il 56.300 delle Commissioni, la prego di riferire il mio precedente intervento al successivo emendamento 56.3. Per quanto riguarda l'emendamento 56.300 delle Commissioni, temo di aver trascinato anche il collega nello stesso equivoco, perché poi ho visto che abbiamo dibattuto di un argomento che in realtà non atteneva all'emendamento in esame. La proposta del Governo per la verità non mi è chiarissima, perché vi era una prima versione del Governo in cui si disponeva: «al termine della prima udienza». Poi c'è stata una modifica secondo la quale il testo dell'emendamento diventava: «alla prima udienza». Ora siamo tornati all'espressione: «al termine della prima udienza». Francamente mi sembra un balletto poco comprensibile ma anche di scarso interesse. Le chiedo scusa, e la prego di riferire il mio intervento precedente all'emendamento successivo.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 56.300 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 512
Votanti 483
Astenuti 29
Maggioranza 242
Hanno votato
268
Hanno votato
no 215).

Pag. 108

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vietti 56.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 517
Maggioranza 259
Hanno votato
251
Hanno votato
no 266).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 56.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà, per un minuto.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, l'emendamento in esame, che peraltro deve essere letto insieme alla successiva proposta emendativa Ferranti 56.5, riguarda sempre l'ampliamento della facoltà di appello per garantire almeno un grado di cognizione piena. È per questo che proponiamo di sopprimere il secondo periodo dell'articolo in esame, ed anche, con il successivo emendamento Ferranti 56.5, di non applicare l'articolo 345 del codice di procedura civile, in altre parole di ammettere che in fase di appello possano esserci nuove domande, nuove eccezioni e mezzi di prova, questo esattamente per le ragioni già prima esplicitate. Vi è anche un chiaro giudicato della Cassazione del 2008 su questo diritto ad almeno una fase di cognizione piena, e quindi insistiamo per l'accoglimento di questa proposta emendativa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 56.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 509
Maggioranza 255
Hanno votato
248
Hanno votato
no 261).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferranti 56.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, ho parzialmente già illustrato le stesse ragioni nel precedente intervento, tuttavia è veramente d'obbligo dire che questo articolo 56 presenta anche altri problemi sui quali, per ragioni di tempo, non siamo stati in grado di soffermarci. Mi riferisco in particolare a questa assoluta discrezionalità del giudice nella scelta del rito, nella trasformazione e nella conversione del rito, e all'assoluta mancanza di un parametro per la motivazione di questa scelta. Insomma, resta confermato il fatto che una norma di questo tipo, che pur poteva e può avere una sua propria utilità, poteva e doveva essere realizzata meglio. Dopo aver tanto discusso, con gran parte del tempo dedicato alla giustizia, della giustizia di pochi, nel momento in cui si parla della giustizia di tutti francamente ci si attenderebbe un altro metodo e un'altra capacità di confronto.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, la mia naturale ammirazione per l'onorevole Mantini, che apprezzo in ogni sua valutazione, mi ha indotto ad osservare, mentre si votava, il posto davanti a lui. Le segnalo, e la prego di verificare, che il posto è vuoto e risulta che c'è stata la votazione, e questo perché vi sia chiarezza sulle posizioni e non siano indossate vesti che non si ha il diritto diPag. 109indossare. La prego di verificare (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. La prego anche... (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...la prego anche di guardare nell'ultima fila del quarto settore dove pure in questo momento si sta votando con una scheda senza che vi sia nessuno: quarto settore in alto, signor Presidente.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Vorrei sommessamente, signor Presidente, ricordare a tutti noi che ci siamo dati il termine delle 21. Abbiamo ancora molti emendamenti da affrontare, abbiamo provvedimenti all'esame e domani ci aspetta una giornata intensa: abbiamo tutto l'interesse, si fanno dieci nomi da questa parte e ne possiamo fare trenta dall'altra, il problema non si pone. Noi abbiamo interesse a portare avanti questa discussione in questo modo senza preoccuparci del merito, ma forse suggerisco, essendo stato maggioranza, che se si sta un po' calmi e si lavora forse è meglio.

MATTEO BRIGANDÌ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Intervengo solo per complimentarmi con l'Italia dei Valori per la rigida disciplina che è al loro interno!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 56.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 493
Astenuti 4
Maggioranza 247
Hanno votato
216
Hanno votato
no 277).

Passiamo alla votazione dell'articolo 56.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, abbiamo rapidamente esposto le ragioni che ci portano ad un voto contrario come gruppo del Partito Democratico, anche se il nostro voleva essere un contributo di riformulazione, se solo vi fosse stato un dialogo un minimo attento, e anche minore fretta e autosufficienza nell'affrontare questa riforma delicata.
Ritengo che davvero dovremmo uscire da questo clima di mancato ascolto, di provocazione, da questa stagione di conflitti, e ritrovare insieme il filo delle riforme utili per la giustizia. È una riforma attesa dal Paese, e non si può fare portando avanti provocazioni, stagioni di conflitti, idee di giustizia fatte contro la magistratura, e non per l'efficienza della giustizia. Almeno in parte questa è stata su alcuni capitoli un'occasione mancata, in cui si poteva e si doveva far meglio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 56, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 110
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 503
Votanti 499
Astenuti 4
Maggioranza 250
Hanno votato
265
Hanno votato
no 234).

Prendo atto che il deputato Favia ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere uno contrario.

(Esame dell'articolo 57 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 57 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento Luciano Dussin 57.1, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: sostituire le parole «in modo tale che nessuno dei consulenti iscritti possa accumulare incarichi in misura superiore al cinque per cento di quelli affidati dall'ufficio» con le parole «in modo tale che a nessuno dei consulenti iscritti possano essere conferiti incarichi in misura superiore al dieci per cento di quelli affidati dall'ufficio» e, inoltre, sostituire le parole «e garantisce l'adeguata trasparenza degli incarichi anche a mezzo di strumenti informatici» con le parole «e garantisce che sia assicurata l'adeguata trasparenza del conferimento degli incarichi anche a mezzo di strumenti informatici».
Le Commissioni, inoltre, raccomandano l'approvazione del proprio emendamento 57.300.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Luciano Dussin 57.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, è ovvio che, essendo stati noi contrari alla norma sulla testimonianza scritta, siamo altresì contrari alla norma in esame, che, sia pure nelle disposizioni di attuazione, prevede il modello di testimonianza. È una logica conseguenza, ma in più vi è un aspetto che, francamente, a me sembra rendere grottesca la disposizione. Infatti, esso prevede che il modello debba contenere altresì l'ammonimento del testimone: forse il testimone ammonisce se stesso? Si guarda allo specchio e dice: io ti ammonisco sull'importanza della testimonianza? Poi, ancora più grottesco, deve contenere la formula del giuramento: ma scusate, il testimone giura di fronte a se stesso? Cosa fa, un giretto di fronte allo specchio? Signor Presidente, qui veramente siamo al grottesco che più non sì può.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, non mi dilungo su qualche perplessità che nutro sulla collocazione sistematica di questa norma, perché effettivamente il collega Palomba ha parlato della testimonianza scritta, visto che l'articolo 57 riguarda quello. L'emendamento in esame parla di tutt'altro, perché parla degli albi dei consulenti.
Vedo con piacere che, dopo aver risposto alle mie precedenti obiezioni sulle modalità con cui venivano compilati gli albi dei consulenti e sulle perplessità con cui venivano scelti i consulenti da questi albi, adesso la maggioranza di Governo, diPag. 111fronte ad un emendamento della Lega Nord, che fa parte della stessa maggioranza, improvvisamente ha una resipiscenza, e ammette implicitamente, dando parere favorevole all'emendamento in esame, che qualche perplessità sulla redazione di questi albi vi è e qualche precauzione sui cumuli degli incarichi va posta. Allora, pregherei di avere una qualche coerenza, perché tutto ciò che è stato opposto per giustificare il parere negativo sugli emendamenti con cui chiedevamo una certa disponibilità delle parti di convergere sulla nomina di consulenti di propria fiducia trova smentita piena nel parere favorevole che relatore e Governo rendono sull'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Luciano Dussin 57.1 accedono alla riformulazione proposta dalle Commissioni.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luciano Dussin 57.1, nel testo riformulato, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 295
Astenuti 197
Maggioranza 148
Hanno votato
264
Hanno votato
no 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento delle Commissioni 57.300, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 440
Astenuti 49
Maggioranza 221
Hanno votato
273
Hanno votato
no 167).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 57, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 463
Astenuti 22
Maggioranza 232
Hanno votato
257
Hanno votato
no 206).

Prendo atto che il deputato Palomba ha segnalato che non è riuscito a votare contro e che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.
Prendo infine atto che il deputato Bachelet ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 58 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 58, al quale non sono state presentate proposte emendative (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 58.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 367
Astenuti 130
Maggioranza 184
Hanno votato
264
Hanno votato
no 103).

Pag. 112

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 59 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 59 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni raccomandano l'approvazione del proprio emendamento 59.300.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento delle Commissioni 59.300, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 484
Astenuti 6
Maggioranza 243
Hanno votato
481
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi; che i deputati Volontè e Bachelet hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Viola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo 59.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Martini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, questa norma avrebbe potuto anch'essa essere scritta in maniera migliore, tuttavia esprimo il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.
La norma riguarda una misura di semplificazione nel processo amministrativo relativa ai processi destinati alla perenzione. Non posso non far notare la sua formulazione (mi rivolgo a chi tecnicamente meglio conosce il problema): «se, in assenza dell'avviso di cui al primo periodo, è comunicato alle parti l'avviso di fissazione dell'udienza (...)». Cosa vuol dire? Vuol dire che in caso di prossima perenzione del processo si potrà mandare l'avviso alla parte e si potrà anche non farlo? Qual è il significato di questa formulazione, «in assenza dell'avviso»? L'intento della norma è sufficientemente chiaro e condivisibile, ma la scrittura lascia molto a desiderare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 59, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 490
Votanti 464
Astenuti 26
Maggioranza 233
Hanno votato
462
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il deputato Scilipoti ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

Pag. 113

(Esame dell'articolo 59-bis - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 59-bis (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, devo dar conto del mio errore, poiché sono intervenuto su questo articolo precedentemente. L'articolo 59 riguarda l'ampliamento delle facoltà riconosciute all'Avvocatura dello Stato, e abbiamo espresso un voto favorevole. Infatti, è logico che anche l'Avvocatura dello Stato faccia le notifiche in forma propria, al pari di quanto è ammesso per gli avvocati.
A proposito dell'articolo 59-bis, invece, valgono le considerazioni che facevo, pur frettolosamente, poco fa. La norma è giusta e la votiamo, tuttavia è formulata male e - anche in questo caso - lascia aperti due riti: la possibilità di mandare all'avvocato ricorrente l'avviso della perenzione per formulare la richiesta, entro sei mesi, di fissazione dell'udienza; oppure la possibilità che questo avviso non venga inviato («in assenza», dice il testo), nel qual caso la fissazione dell'udienza di merito ha luogo d'ufficio. Francamente, si poteva e si doveva scrivere meglio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 59-bis.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 493
Astenuti 7
Maggioranza 247
Hanno votato
492
Hanno votato
no 1).

(Esame dell'articolo 61 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 61 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capano. Ne ha facoltà.

CINZIA CAPANO. Signor Presidente, questo provvedimento sulla semplificazione complica la vita degli operatori della giustizia, perché prevede che le norme che abbiamo approvato oggi disciplineranno il processo di primo grado a partire dalla loro entrata in vigore, mentre i processi di secondo grado saranno regolati già subito. Quando tali disposizioni entreranno in vigore avremo pertanto un doppio binario di regole processuali, che si applicheranno al medesimo procedimento a seconda che esso sia in primo o in secondo grado. Questo è l'effetto di aver voluto introdurre norme in un sistema senza alcuna opera di razionalizzazione. Pertanto, ci asterremo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 61.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 270
Astenuti 221
Maggioranza 136
Hanno votato
268
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che il daputato Favia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

Pag. 114

(Esame dell'articolo 61-bis - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 61-bis e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cavallaro. Ne ha facoltà.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, intervengo soltanto per ribadire che anche in questa proposta, che è peraltro additiva rispetto al testo originario della norma, ci sono delle buone intenzioni che vengono declinate in maniera del tutto sbagliata. Non si potrà andare quindi oltre un'astensione. Infatti, la materia dei conflitti di giurisdizione è molto seria e delicata e qui viene trattata in maniera scarsamente coordinata. Anche perché, in particolare, non si chiarisce molto bene che cosa accade una volta che un giudice, dichiarato il proprio difetto di giurisdizione, rimette ad un altro giudice. Genericamente si dice che quel processo va ripreso nelle forme del nuovo processo, ma non si chiarisce come questo possa accadere quando la giurisdizione riguarda addirittura un altro tipo di magistratura come quella contabile o amministrativa. Anche questo è l'esempio di come questa materia - che è tra l'altro è una materia di merito - avrebbe dovuto essere oggetto di una considerazione molto più approfondita.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 61-bis.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 487
Votanti 275
Astenuti 212
Maggioranza 138
Hanno votato
260
Hanno votato
no 15).

Prendo atto che il deputato Favia ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Ferranti 61-bis.01. Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice per la I Commissione ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Le Commissioni esprimono parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dalle Commissioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Samperi. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, questa norma - anzi questa non norma - è abbastanza emblematica. Infatti il Governo ci aveva presentato la diminuzione dei giorni feriali, portandoli da quarantacinque a trenta. Tale norma stava bene dentro il provvedimento in esame, che all'accelerazione del processo civile aveva sacrificato valori, principi e regole, sottraendo alla Commissione giustizia, che era la Commissione competente, la possibilità di discutere della riforma del processo civile ed introducendo una serie di istituti non secondari all'interno del codice di procedura civile. Il Governo ritira, non ripropone più, la diminuzione dei giorni feriali. Noi, con questo articolo aggiuntivo, la riproponiamo.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARILENA SAMPERI. Guadagneremmo tre udienze a settimana, il chePag. 115significa, per 3 mila giudici, 18 mila udienze in un anno: è un bel risparmio. Come si concilia questo con l'accelerazione dei tempi del processo?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo, come ha ampiamente spiegato il Ministro in Aula, si è riservato di rivedere la norma sui termini feriali in un sistema più ampio. Non è che il Governo ha cambiato idea: noi riteniamo sempre la giustizia un servizio per il cittadino e un servizio non va mai in ferie. Ci siamo però concessi una pausa di riflessione - del resto, la norma sarebbe entrata in vigore l'anno prossimo - proprio per trovare la chiave di quel consenso, più volte qui auspicato, sia all'interno della maggioranza che all'interno dell'opposizione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Il Governo dice che vuol fare la lotta ai fannulloni. Ci sono delle categorie, parlamentari compresi ma sicuramente anche i magistrati, che hanno quarantacinque giorni di tempo. Non i magistrati, i termini, vengono assunti per quarantacinque giorni. Io credo che il ritiro di questa proposta sia dovuto al fatto che qualcuno, qualche solita lobby, ha fatto presente al Governo che non va bene (magari qualche avvocato che deve andare in gita e che quindi ha bisogno di qualche giorno di tempo). Noi riteniamo che per la funzionalità della giustizia, per dare più efficacia ed efficienza ad una macchina giudiziaria che ha tempi lunghissimi, si debbano ridurre i tempi processuali e non allungarli. Si trattava di una buona norma, nonché di una buona occasione che il Governo ha perso e per questo ce ne lamentiamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tenaglia. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, senatrice Casellati, c'è poco da verificare. Qui siamo tutti d'accordo che quarantacinque giorni di sospensione feriale dei termini sono troppi, sono due settimane. Io vi do questi numeri: due settimane per tre udienze civili a settimana, per 3 mila giudici civili attualmente addetti a quelle funzioni, fanno 18 mila udienze, 18 mila fascicoli trattati in più ogni anno.
Vogliamo riflettere su questo? Ma quale riflessione dobbiamo fare? È a portata di mano l'approvazione di una norma che da un efficienza in più! Riduciamo i tempi dei processi, siamo tutti d'accordo, perché non farlo subito? Diamo questo segnale ai cittadini!

PRESIDENTE. La prego di concludere.

LANFRANCO TENAGLIA. La giustizia civile è un elemento di competitività del Paese! Non è una questione di destra o di sinistra! Approviamola oggi questa norma! (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente francamente fatico a comprendere il senso di questa discussione. Il Ministro aveva annunciato, urbi et orbi, che uno dei suoi primi interventi sarebbe stato quello della riduzione del periodo feriale.
Tutti concordiamo sul fatto che, in un Paese civile, nel 2008, immaginare che l'attività giudiziaria sia sospesa dal 1o agosto al 15 settembre è una cosa semplicementePag. 116assurda. Non si riesce a comprendere quale sia la ragione, (do un'interpretazione pro bono, dicendo che non si riesce a comprenderla) per cui il Governo ed il Ministro sono tornati sui loro passi.
Ho letto interpretazioni francamente inaccettabili, secondo cui sarebbero gli avvocati che non vogliono la riduzione della sospensione feriale. Credo che questo non sia vero, immagino che nessun avvocato sia in vacanza e non torni nel proprio studio a lavorare fino al 15 settembre. Quindi non credo che si possa addebitare alla categoria degli avvocati questa marcia indietro.
Credo che in un momento in cui tutti vogliamo dare un segnale di diligenza, laboriosità ed impegno al Paese, all'interno di un provvedimento da cui vogliamo l'efficacia, la celerità e la tempestività, mantenere, addirittura con una marcia indietro, l'idea che la macchina giudiziaria si fermi dal 1o agosto al 15 settembre sia una cosa che non fa fare una bella figura al Parlamento. Allora prima che sia troppo tardi votiamo a favore di questa proposta emendativa ed almeno salviamo la dignità! (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Onorevole Vietti, onorevoli colleghi, capisco che questo argomento è molto suggestivo, ma voi sapete meglio di me che non si tratta del fatto che chiudano i tribunali. I tribunali non chiudono, lo sappiamo benissimo, chi svolge la professione di avvocato...

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Onorevole Casellati io faccio l'avvocato!

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. ... e di giudice sa che i tribunali non chiudono. Qui si tratta di sospensione di termini processuali che quindi richiede una rivisitazione diversa. I tribunali restano aperti, sempre...

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. E ci mancherebbe!

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. ... perché la giustizia è un servizio per il cittadino e questo principio è salvaguardato dal Governo. Altro che fannulloni! Sappiamo benissimo che, per esempio, i tribunali del lavoro non chiudono mai, i tribunali dei minori non chiudono mai. Pertanto non è questa la prospettazione, sia pure, dico, suggestiva. I tribunali restano aperti, la sospensione dei termini feriali è altro principio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente qualche volta il Governo dovrebbe essere coerente con quello che fa e con quello che dice. Era una sua proposta e l'aveva anche pubblicizzata come un modo per far lavorare di più i magistrati. Poi, ad un certo punto si è accorto che forse non era ciò che serviva, non so cosa sia successo, oppure pensava che gli avvocati fossero in qualche modo contrari.
Addirittura in Commissione, sottosegretario Casellati, lei, ad un certo punto, ha chiesto che fosse revocata la delibera della Commissione stessa che aveva votato a favore dell'emendamento del relatore! Voleva esprimere parere contrario su quell'emendamento! Quelli che hanno lavorato in quei giorni pazzeschi in cui la Commissione giustizia ha lavorato presso la Commissione bilancio e quella Affari costituzionali, lo ricordano tutti e risulta dal verbale che noi non potevamo consentire che una delibera votata fosse revocata.
Oggi viene addirittura a ribadire delle ragioni del tutto diverse e contrarie a quelle che ha sostenuto. Vorremmo almeno che vi fosse una coerenza delle ragioni.

Pag. 117

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Tenaglia. Ne ha facoltà.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, capisco le ragioni che il sottosegretario Alberti Casellati ha esposto. Tuttavia, il sottosegretario Alberti Casellati converrà con me, come ne convengono tutti i deputati che hanno a cuore le esigenze della nostra economia e dei nostri cittadini e quelli che vengono dalle zone più produttive del Paese, che se un'impresa italiana ottiene giustizia più tardi rispetto ad una estera è penalizzata.
Nel caso in esame si sospendono proprio le cause che interessano l'economia e i diritti dei cittadini. Le cause che non si sospendono sono quelle relative ai procedimenti d'urgenza, che sono altra cosa. Quando citavo 18 mila fascicoli in più trattati, mi riferivo proprio alle cause che riguardano la nostra economia e i nostri diritti. Non capisco perché si debba perdere tempo quando possiamo decidere già oggi, a meno che non vi sia un'altra questione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, ho ascoltato cosa ha detto il sottosegretario, però vorrei tanto invitarlo a ripensarci, proprio perché fino a ieri maggioranza, relatori e Governo erano d'accordo nel ridurre i termini processuali. Di questo si sta parlando, non si sta parlando di chiusura o no dei tribunali. Sappiamo bene che i provvedimenti d'urgenza si possono trattare, ma mantenere i termini processuali così ampi significa rinviare processi che si possono discutere in quei quindici giorni. Qual è la ragione pratica? Quello che vorremmo sapere è la verità. O che si dica a chi interessa o che si dica che conviene al cittadino italiano una giustizia che tiene aperte le porte per più giorni rispetto a quanto avviene ora. Lo volete voi, lo vogliamo noi e lo vuole il Paese. Benedetto il Signore! Se per una volta il Governo fa qualcosa per il Paese non è un male.

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, intervengo solo per fare un po' di chiarezza. Il Governo aveva presentato, nella sua proposta, la riduzione del termine della sospensione feriale. Dopodiché, le Commissioni, o meglio i relatori, hanno presentato un emendamento soppressivo nelle Commissioni riunite e queste ultime, a maggioranza, hanno approvato quell'emendamento. Il Governo, preso atto della discussione che vi è stata, ha ritenuto che tutta la questione dei termini, non solo quella della sospensione della sospensione feriale, ma anche altri termini che ritiene molto lunghi - l'appellabilità delle sentenze e la riassunzione del giudizio - deve essere esaminata in un provvedimento più organico. Questo era l'accordo che era stato preso e su questa base siamo andati avanti.
Quale senso ha approvare una norma «manifesto», ossia stabilire di accorciare il termine di sospensione feriale (mi rivolgo soprattutto ai magistrati e non alla lobby degli avvocati)? Se l'avvocato fissa nel suo atto di citazione la data del 2 settembre sfido qualsiasi magistrato a fissare la data di discussione e di prima comparizione lo stesso 2 settembre. Sapete benissimo che se il magistrato ha quarantacinque giorni di ferie li fa tutti e poi pensa anche alle cause. Pertanto, sostenere di ridurre il termine è un fatto che può servire solo al cliente e al suo avvocato, ma spetta poi al magistrato stabilire quando ha finito le sue vacanze e quando e dove devono comparire l'avvocato con la sua parte.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Allora togliamogli gli alibi!

Pag. 118

DONATO BRUNO, Presidente della I Commissione. Non è una questione di togliere gli alibi, onorevole Vietti.
Pertanto, sostengo che poiché il Governo si è impegnato a varare un provvedimento in cui tutti i termini devono essere rivisti e accorciati nell'interesse del cliente e soprattutto del cittadino, credo che andare per strappi e varare una norma «di bandiera» serva a poco.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, rispetto sempre le parole del presidente Bruno però, signor Presidente, è assurdo che qualcuno venga a farci lezione di strappi, avendo inserito nel provvedimento in esame una materia assolutamente estranea e avendo compiuto forzature a tutti i livelli per inserire «a spizzichi e bocconi» pezzi di riforma evidentemente interessanti o interessati a chi li proponeva.
Avendo deciso che questo veniva venduto al pubblico perché bisognava velocizzare la giustizia, adesso addirittura ci si accusa che è manifesta una norma che palesemente viene incontro alle intenzioni, sapendo poi che la realtà di quello che si mette in piedi non è la stessa.
Faccia il favore il presidente Bruno, con tutte le forzature che sono state fatte, se si voleva fare una riforma organica si affrontava la riforma del processo civile in un'altra sede e non dentro un collegato che non c'entra nulla (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Donadi. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, intervengo solo per rilevare che l'allora candidato Presidente del Consiglio fece campagna elettorale attaccando i soliti magistrati fannulloni che si prendevano anche il lusso - in un'Italia che lavora - di prendersi quarantacinque giorni di ferie. Oggi scopriamo che questa maggioranza non la pensa più così. Dopo aver violentato il Parlamento approvando in Commissione bilancio una riforma della giustizia a «spizzichi e bocconi», come è stato detto, improvvisamente si scopre cultore di uno spirito unitario per cui tutti i termini dovranno essere approvati in un disegno organico del Governo. Ma scusate, la domanda finale è: ma chi state prendendo in giro? Non so se state prendendo in giro quest'Assemblea o il Paese.
Spiegate oggi - se ne avete la capacità e, soprattutto, il coraggio - per quale ragione su un tema di campagna elettorale di due mesi fa, che oggi proponiamo di sostenere e di approvare, voi avete cambiato idea e non lo votate più.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ferranti 61-bis.01, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 505
Maggioranza 253
Hanno votato
240
Hanno votato
no 265).

Sull'ordine dei lavori.

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, faccio perdere all'Assemblea e a lei trenta secondi. Tuttavia, credo che in questa sede non possiamo essere del tutto estranei a quanto sta capitando nel mondo e anche nei mercati finanziari italiani. InPag. 119queste ore molti Parlamenti sono impegnati in prima persona a fronteggiare la drammatica crisi economica e finanziaria. Nella Conferenza dei presidenti di gruppo di poche ore fa è stata chiesta chiarezza sul programma di domani. L'opposizione - ma credo che questo sia un interesse ampiamente condiviso anche dai colleghi della maggioranza, perché può essere anche un'opportunità per rassicurare il Paese - ha chiesto che domani il Ministro dell'economia e delle finanze, Tremonti venga in questa sede per rendere un'informativa sulla crisi finanziaria e anche per portare e introdurre il dibattito sul disegno di legge finanziaria e sulla nota di assestamento. Ancora questa sera, alle 8 non sappiamo quale sarà il programma di domani. Il Ministro Tremonti ha fatto sapere che è disponibile a venire domattina dalle 8,30 alle 9,30.
Onorevoli colleghi, lo dico con molta sincerità. Credo che qui vi sia un problema di dignità e di serietà del Parlamento, che non riguarda una parte, ma tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori). Non credo - se ci pensano bene i colleghi della maggioranza - che questo sia un problema che possono lasciare agitare a noi, come se dovessimo fare la controparte rispetto a loro. Qui non c'è una parte e una controparte. In questo momento, non parlo da membro di un partito di opposizione, ma da parlamentare. Credo che tutti i parlamentari, che peraltro già sono soggetti ad una campagna di denigrazione anti-istituzionale che tutti sono compiacenti a promuovere, abbiano l'interesse che il Parlamento venga considerato dall'opinione pubblica una cosa seria.
Se si vuole dare una parola di certezza agli italiani, se si vuole rassicurare (o, se non c'è da rassicurare, non rassicurare, questa è una questione che riguarda il Ministro e il Governo, non me), se si vuole dare una prova di definitività davanti a questa crisi drammatica, la sede è questa. L'annuncio non può esser dato a Porta a porta o in altri programmi televisivi, la rassicurazione o meno non può essere data fuori da qui (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori), perché così facendo accettiamo una certa idea. Onorevoli colleghi, scusate, lo dico con sincerità, questo è un problema - mi appello alla vostra coscienza - è un problema che riguarda anche voi.
È un problema che riguarda il Presidente della Camera in primo luogo, il quale più di tutti noi in questo momento, per il ruolo altissimo che ricopre, deve avere a cuore la nostra dignità. Noi non siamo in condizione di ricevere il Ministro Tremonti nei ritagli di tempo rispetto alle questioni di cui si sta occupando (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro). Il Parlamento non è composto da passacarte!
Se noi accettiamo questa deriva, onorevoli colleghi, altro che decretazione d'urgenza; si arriverà all'idea che il Parlamento è considerato un orpello inutile dove basta che vengano i cinque presidenti di gruppo a risolvere i problemi, invece che andare al bar al mattino.
Onorevole Presidente Leone, io la conosco, so che lei è uomo di parte ma in quella sede, su quella sedia, rappresenta tutti. Chiedo a lei e al Presidente Fini di difendere la dignità del Parlamento e di pretendere che il Governo, nella sua massima espressione del Ministro dell'economia e delle finanze, venga non nei ritagli di tempo, ma quando il Parlamento lo richiede, naturalmente compatibilmente con gli impegni internazionali, ci mancherebbe altro; non si tratta di fare delle bambinate, ma di difendere la dignità del nostro ruolo. Noi chiediamo chiarezza sul programma di domani e sulle comunicazione del Ministro Tremonti (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).

MARIO PEPE (PdL). Bravo! Bravo!

PRESIDENTE. Le ricordo, per quanto attiene alla chiarezza del calendario che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, i punti all'ordine delPag. 120giorno della seduta di domani (che saranno poi letti a fine seduta) prevedono: l'esposizione economica e finanziaria relativa al bilancio di previsione alle 8,30 con il Ministro Tremonti; si passerebbe poi all'esame della nota di aggiornamento e al seguito del collegato alla manovra finanziaria, insieme alle mozioni ed alle interpellanze urgenti.
Per quanto attiene all'argomento da lei richiamato, posso solo dirle che, come sanno coloro che hanno partecipato alla Conferenza dei presidenti di gruppo, non si è trovato un punto di intesa sull'informativa del Governo a proposito della crisi. Quello che le posso dire è che la Presidenza si riserva di verificare, assieme ai presidenti di gruppo, la possibilità di reintrodurre tale punto per capire quando, come e dove accedere alla richiesta fatta dall'opposizione.
È chiaro che ciò non spetta in questo momento a chi momentaneamente sta presiedendo, ma mi farò carico di rappresentare alla Presidenza questa sua richiesta e questa sua insistenza, per verificare - torno a ripetere: assieme ai presidenti di gruppo - la possibilità di accedere alla richiesta posta da lei e in precedenza da altri rappresentanti dell'opposizione.

ANTONELLO SORO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONELLO SORO. Signor Presidente, insisto solo un minuto su un tema sul quale abbiamo posto il problema ieri e su cui abbiamo largamente discusso nella conferenza dei presidenti di gruppo. Vorrei che fosse chiaro all'Aula che non c'è bisogno di una riunione dei presidenti dei gruppo, ma di individuare quale sia nell'agenda del Ministro dell'economia la priorità.
Noi pensiamo che in tutto il mondo, in queste ore, i Governi abbiano una priorità: i Ministri dell'economia di tutto il mondo chiederebbero al Parlamento di essere ricevuti per rassicurare i propri cittadini, per dare informazioni, per farsi carico di coinvolgere i Parlamenti in una tempesta che sta mettendo in gioco l'economia del mondo e che non risparmia l'Italia.
Non ci si dica ancora che il Ministro domani ha una agenda piena: questa non è una qualunque cosa. Per gli italiani questa è la cosa. Noi non torneremo alla Conferenza dei presidenti di gruppo per sapere se ha trovato dieci minuti nella mattina o nel pomeriggio di domani. Il Ministro deve venire qui come prima cosa e, prima ancora di affrontare i temi ordinari che sono all'ordine del giorno di questo Parlamento, deve dirci cosa il Governo pensa di ciò che sta accadendo nel mondo. È da due giorni che lo chiediamo e da due giorni che ci sentiamo dire che il Ministro ha un'agenda piena. Questo è insopportabile!
Signor Presidente, vorrei che lei consegnasse al Governo - non a quello che è presente ma a quello che è abitualmente assente - non una preoccupazione, ma una indignazione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, intervengo per correggerla, anche se amichevolmente (mi consenta il termine). Non è che in Conferenza dei presidenti di gruppo non si sia trovata un'intesa, ma finora non si è trovata la disponibilità del Ministro Tremonti a venire in Parlamento ed informare questo Parlamento e gli italiani su una situazione che è a dir poco preoccupante (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Il punto è - e ciò è ancora più grave - che lei non ha affermato alla fine un'inesattezza, nel senso che, fino ad ora - la cosa diventa davvero incomprensibile -, il Ministro dell'economia e delle finanze insiste per non venire in Aula a riferire sulla crisi finanziaria, ma insiste nel voler venire in Aula per riferire all'interno di altri spazi istituzionalmente deputati ad altri temi. Domani, infatti, il MinistroPag. 121sarebbe dovuto venire a riferire sulla nota di aggiornamento al DPEF e su altre questioni.
Preoccupa davvero l'opposizione, quindi - ma credo che dovrebbe preoccupare tutti i parlamentari in quest'Aula -, il fatto che, fino ad ora, da parte del Ministro dell'economia e delle finanze, non solo non sia stato fatto uno sforzo, ma, anzi, si sia cercato di evitare questa occasione, che noi riteniamo assolutamente indispensabile, anche solo considerando alcuni dati.
Ormai sono giorni in cui non solo le borse d'oltreoceano, ma anche la borsa italiana è oggetto di cali pesantissimi: in particolare, una parte del sistema creditizio italiano risulta sotto pesante attacco da parte di speculazioni finanziarie.
Negli ultimi quattro mesi - non intendo, con ciò, imputare la responsabilità a questo Governo - il differenziale tra il rendimento dei nostri titoli di Stato e i titoli di Stato tedeschi è aumentato del 50 per cento. Ciò significa una sfiducia verso il «sistema Italia» da parte dei mercati internazionali.
In questi giorni, la situazione vede non solo il mercato azionario, ma anche quello obbligazionario sotto una pesantissima pressione: ciò significa che esistono, latenti nel sistema, margini di rischio che oggi sono tali da poter implicare una mancanza di tenuta che può coinvolgere l'intero sistema economico Paese.
Ed in queste condizioni, il Ministro dell'economia non trova un'ora del suo sicuramente preziosissimo tempo per informare questo Parlamento ed i cittadini italiani, al di là delle poco rassicuranti (lo dico sinceramente), quanto banali dichiarazioni del Premier, secondo le quali l'Italia è un Paese manifatturiero e noi possiamo dormire sonni tranquilli. Ci scusi, ma non siamo così poco attenti, accorti e informati da poterci sentire rassicurati da queste dichiarazioni! Ribadiamo ancora una volta, quindi, una richiesta, che è un appello preoccupato, allarmato e, a questo punto, sinceramente e profondamente deluso per il comportamento del Ministro dell'economia, che, in questa fase così delicata, non sta dimostrando né rispetto né sensibilità per i bisogni dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Donadi, la ringrazio per la precisazione. Era chiaro che mi riferissi ad un'intesa nei confronti del Governo, non all'interno dei componenti della Conferenza dei presidenti di gruppo.
Sarà mia cura riferire, in maniera puntuale e precisa, le vostre preoccupazioni e le richieste di tutti i colleghi che sono intervenuti al Presidente Fini, che sicuramente si farà carico di trasmetterle a chi di dovere e al Governo.

Si riprende la discussione.

(Esame dell'articolo 62-bis - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 62-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Samperi. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, l'articolo 62-bis riguarda l'introduzione dell'istituto della mediazione e della conciliazione, un nuovo istituto che sarà introdotto nel codice di procedura civile.
Unitamente a questo tema, abbiamo già affrontato l'introduzione di un procedimento sommario di cognizione - l'ennesimo rito -, il filtro per la Cassazione e la testimonianza scritta, ossia istituti che hanno modificato il volto del processo civile.
Lo stiamo facendo qui in Aula, senza però che questi provvedimenti siano stati discussi, verificati ed approfonditi nella Commissione competente.
Ecco, questo è il panorama e, alle cose gravi che sono state dette un attimo fa, io aggiungerei questo. È inaccettabile un metodoPag. 122che finisce con il privare il Parlamento e le Commissioni competenti del proprio ruolo legislativo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, esprimiamo tutta la nostra deplorazione e disapprovazione rispetto al fatto che il Governo chieda la delega su provvedimenti che istituiscono nuove realtà, nuovi istituti, come la mediazione e la conciliazione, insomma in materia di giustizia. Questo è un problema delicato di democrazia parlamentare, perché il Presidente del Consiglio, dopo che nei primi quattro mesi ha proceduto sempre e solo per decreti-legge, oggi ha detto che così vuole continuare a fare. Noi, con una legge, gli diamo la possibilità di farsi i provvedimenti come gli pare in materia di giustizia. So bene che così la maggioranza vuole, ma so bene anche che mettere una materia delicatissima, come quella della giustizia, in mano al Presidente del Consiglio è come mandare Dracula in un ospedale dove c'è il pronto soccorso. Per questo voteremo contro.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito i relatori ad esprimere i pareri delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento Ferranti 62-bis.1. Il parere è favorevole sull'emendamento La Loggia 62-bis.2, mentre è contrario sugli emendamenti Ferranti 62-bis.3 e 62-bis.4. Le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento Sisto 62-bis.5, mentre esprimono parere favorevole sull'emendamento Ferranti 62-bis.7, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: «Al comma 3 dopo la lettera p) aggiungere la seguente: q) prevedere che il verbale di conciliazione ha efficacia esecutiva per l'espropriazione forzata, per l'esecuzione in forma specifica e costituisce titolo per l'iscrizione di ipoteca giudiziale».

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, vi è un altro emendamento, che è stato presentato oggi dalle Commissioni, il 62-bis.300, di cui raccomandiamo l'approvazione, e del quale vorrei dare lettura.

PRESIDENTE. Prego, onorevole relatrice.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. «Al comma 3, lettera e), sostituire le parole da: di istituire fino alla fine della lettera con le seguenti:, per i consigli degli ordini degli avvocati, di istituire, presso i tribunali, organismi di conciliazione che, per il loro funzionamento, si avvalgono del personale degli stessi consigli».

PRESIDENTE. Qual è il parere del Governo su quest'ultimo emendamento?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo accetta la proposta emendativa presentata dalle Commissioni.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, la mia è solo un'annotazione alla relatrice - se intende accoglierla, visto chePag. 123prima ha riformulato l'emendamento Ferranti 62-bis.7 - semplicemente per una questione di sintassi. Se si potesse dire: prevedere che il verbale di conciliazione «abbia», invece che «ha», sarebbe più corretto in lingua italiana.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Concordo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 62-bis.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 490
Astenuti 6
Maggioranza 246
Hanno votato
236
Hanno votato
no 254).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento La Loggia 62-bis.2, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 497
Astenuti 4
Maggioranza 249
Hanno votato
270
Hanno votato
no 227).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 62-bis.300 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 492
Astenuti 7
Maggioranza 247
Hanno votato
448
Hanno votato
no 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 62-bis.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 495
Astenuti 6
Maggioranza 248
Hanno votato
232
Hanno votato
no 263).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 62-bis.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 498
Astenuti 4
Maggioranza 250
Hanno votato
231
Hanno votato
no 267).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 62-bis.5, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 124

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 476
Astenuti 26
Maggioranza 239
Hanno votato
274
Hanno votato
no 202).

Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Ferranti 62-bis.7 accettano la riformulazione proposta.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 62-bis.7, nel testo riformulato, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione...
C'è un problema, dispongo pertanto l'annullamento della votazione.
Indico quindi la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferranti 62-bis.7, nel testo riformulato, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 499
Votanti 495
Astenuti 4
Maggioranza 248
Hanno votato
495).

Passiamo alla votazione dell'articolo 62-bis, nel testo emendato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 62-bis, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 500
Votanti 494
Astenuti 6
Maggioranza 248
Hanno votato
474
Hanno votato
no 20).

Prendo atto che il deputato Porfidia ha segnalato di aver votato a favore mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.

(Esame dell'articolo 63 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 63 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito i relatori ad esprimere il parere delle Commissioni.

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Signor Presidente, il parere delle Commissioni è contrario sull'emendamento Enzo Carra 63.1. Le Commissioni raccomandano altresì l'approvazione dei propri emendamenti 63.300 e 63.301 (Nuova formulazione).

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice per la I Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Enzo Carra 63.1, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 125
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 502
Votanti 498
Astenuti 4
Maggioranza 250
Hanno votato
233
Hanno votato
no 265).

Con riferimento all'emendamento 63.301 (Nuova formulazione) delle Commissioni, avverto che la votazione è riferita alla nuova formulazione, pubblicata nel fascicolo cosiddetto dei fuori sacco. Il testo recita che al comma 2 dell'articolo 52, le parole: «di un quarto» sono sostituite dalle seguenti: «di un terzo». Questa è la nuova formulazione. È così, onorevoli relatori?

ANNA MARIA BERNINI BOVICELLI, Relatore per la I Commissione. Confermo, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 63.301 (Nuova formulazione) delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 482
Votanti 444
Astenuti 38
Maggioranza 223
Hanno votato
444).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 63.300 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 460
Astenuti 35
Maggioranza 231
Hanno votato
459
Hanno votato
no 1).

Passiamo alla votazione dell'articolo 63, nel testo emendato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, prendo la parola soltanto per dire che con l'articolo 63 sono state recuperate varie iniziative che già erano allo studio dell'ufficio legislativo del Ministero nel precedente Governo: si tratta appunto del recupero di somme di denaro, libretti di deposito e quant'altro. Ma non possiamo votare a favore e ci asterremo, e vorremmo segnalare al Governo, perché ne faccia tesoro e approfondisca la tematica, che riteniamo che deve esserci un coordinamento tra l'articolo 183, che fa riferimento alla devoluzione delle somme di denaro allo Stato, e il recentissimo decreto-legge n. 143 del 16 settembre 2008, che riguarda appunto le sedi disagiate, che ha abrogato l'istituto della devoluzione. C'è un cattivo coordinamento delle iniziative legislative, che non ci consente di votare a favore, in questa fretta, dell'iniziativa legislativa governativa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, questa norma, che prevede appunto misure urgenti, queste sì urgenti, per il recupero di somme afferenti al bilancio della giustizia e il contenimento e la razionalizzazione delle spese di giustizia, è una norma utile che già volevamo introdurre nella scorsa legislatura e che aiuta a recuperare un po' di risorse. Noi non ci vergogniamo di votarla anche se è stataPag. 126proposta dalla maggioranza di Governo, perché le cose che servono si fanno. E voteremo a favore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 63, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 287
Astenuti 210
Maggioranza 144
Hanno votato
285
Hanno votato
no 2).

(Esame dell'articolo 64 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 64 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 64.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 271
Astenuti 218
Maggioranza 136
Hanno votato
266
Hanno votato
no 5).

(Esame dell'articolo 68 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 68 (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 68.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 488
Votanti 263
Astenuti 225
Maggioranza 132
Hanno votato
260
Hanno votato
no 3).

(Esame dell'articolo 69 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 69 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

MASSIMO ENRICO CORSARO, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sull'emendamento Amici 69.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 69, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 69.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 127
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 497
Votanti 476
Astenuti 21
Maggioranza 239
Hanno votato
272
Hanno votato
no 204).

(Esame dell'articolo 71 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 71 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere delle Commissioni.

MASSIMO ENRICO CORSARO, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sugli emendamenti Cambursano 71.2, Borghesi 71.3, Borghesi 71.4, Lanzillotta 71.5, Borghesi 71.6, Borghesi 71.7, Cambursano 71.8, Borghesi 71.9, Cambursano 71.10, Borghesi 71.11.
Raccomandano, in fine, l'approvazione degli emendamenti 71.300 e 71.301 delle Commissioni.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Cambursano 71.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, con l'emendamento Cambursano 71.2, e anche con i successivi, intendiamo intervenire sulla questione che riguarda le società pubbliche, per ripristinare le norme già previste dalla legge finanziaria per l'anno 2008, ossia la legge 24 dicembre 2007, n. 244, perché ci sembrava fossero più pregnanti. In particolare, noi riteniamo che sia meglio prevedere che laddove i consigli di amministrazione attualmente siano composti da più di cinque membri vengano ridotti a tre, e laddove siano composti da più di sette membri vengano ridotti a cinque. Invece, con questo provvedimento, in sostanza, si prevede semplicemente di ridurre il numero massimo dei componenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cambursano 71.2, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 461
Astenuti 33
Maggioranza 231
Hanno votato
201
Hanno votato
no 260).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 71.3, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 457
Astenuti 28
Maggioranza 229
Hanno votato
199
Hanno votato
no 258).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Borghesi 71.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

Pag. 128

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, con questo emendamento vogliamo raggiungere un obiettivo, che è quello di evitare che ai membri dei comitati con funzioni consultive sia riconosciuta una remunerazione. Pensiamo che in una situazione come l'attuale e con lo stato attuale della finanza pubblica se ci sono dei comitati con funzioni consultive, chi vi partecipa lo faccia gratuitamente oppure, evidentemente, la partecipazione è solo legata a una remunerazione. Forse, approvando questo emendamento, evitiamo il proliferare di comitati inutili.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 71.4, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 496
Votanti 491
Astenuti 5
Maggioranza 246
Hanno votato
229
Hanno votato
no 262).

Prendo atto che il deputato Leoluca Orlando ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lanzillotta 71.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 498
Votanti 494
Astenuti 4
Maggioranza 248
Hanno votato
233
Hanno votato
no 261).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 71.300 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 501
Votanti 496
Astenuti 5
Maggioranza 249
Hanno votato
494
Hanno votato
no 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 71.6, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 454
Astenuti 39
Maggioranza 228
Hanno votato
195
Hanno votato
no 259).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 71.7, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 489
Astenuti 5
Maggioranza 245
Hanno votato
52
Hanno votato
no 437).Pag. 129

Passiamo alla votazione dell'emendamento Cambursano 71.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, con questo emendamento intendiamo ristabilire il divieto per le società pubbliche di assumere partecipazioni, anche indirettamente.
Non approvando questo emendamento noi permettiamo invece alle società pubbliche di poter assumere partecipazioni in forma indiretta, con tutte le conseguenze del caso. Quindi, vorremmo che questo fosse un modo per tutelare la concorrenza e il mercato. Era quanto avevamo già stabilito nel vecchio comma 27 di una precedente legge finanziaria, ovverosia le pubbliche amministrazioni non possono costituire società aventi per oggetto attività di produzione di servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, e assumere o mantenere, direttamente o indirettamente, partecipazioni, anche di minoranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cambursano 71.8, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 494
Votanti 466
Astenuti 28
Maggioranza 234
Hanno votato
202
Hanno votato
no 264).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 71.301 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 491
Votanti 471
Astenuti 20
Maggioranza 236
Hanno votato
469
Hanno votato
no 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 71.9, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 466
Astenuti 27
Maggioranza 234
Hanno votato
203
Hanno votato
no 263).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cambursano 71.10, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 463
Astenuti 30
Maggioranza 232
Hanno votato
28
Hanno votato
no 435).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 71.11 , non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 130

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 492
Votanti 467
Astenuti 25
Maggioranza 234
Hanno votato
204
Hanno votato
no 263).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 71, nel testo emendato.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 495
Votanti 285
Astenuti 210
Maggioranza 143
Hanno votato
264
Hanno votato
no 21).

(Esame dell'articolo 73 - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 73 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito i relatori ad esprimere il parere delle Commissioni.

MASSIMO ENRICO CORSARO, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, le Commissioni esprimono parere contrario sugli identici emendamenti Baretta 73.1 e Borghesi 73.2, nonché sull'articolo aggiuntivo Duilio 73.01.
Le Commissioni inoltre esprimono parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Nicco 73.02, a condizione che sia accolta la seguente riformulazione: eliminare nel testo dell'articolo aggiuntivo la parte finale, dalle parole «e dalle relative norme di attuazione» fino alla fine della proposta emendativa.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la V Commissione.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Baretta 73.1 e Borghesi 73.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, intervengo solo per dichiarare il voto contrario alle proposte emendative presentate all'articolo 73, perché, davvero colleghi, è una presa in giro. Fra qualche giorno incominceremo la discussione sulla legge finanziaria. Uno dei collegati alla finanziaria è l'attuazione del federalismo fiscale. Con questa norma stanziamo tre milioni di euro in tre anni per lo studio del federalismo fiscale, quasi a dire che passiamo questi tre anni a studiare come realizzare il federalismo fiscale, quando già dalla prossima settimana dovremmo, secondo alcune forze della maggioranza, attuare il federalismo fiscale. Allora io vi chiedo un po' di correttezza e anche un po' di rispetto per la dignità di questo Parlamento. O l'una o l'altra: o ammettete che abbiamo bisogno di tre anni e di tre milioni di euro per arrivare ad un approfondimento del tema del federalismo fiscale, oppure fate a meno di questo articolo 73.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà.

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, vorrei ricollegarmi a quanto appena affermato dal collega e vorrei che i colleghi, quando vanno fuori a raccontare ai cittadini, si ricordino di questa «marchetta»,Pag. 131e avvertano anche il Ministro Maroni perché è una «marchetta» questa (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

PRESIDENTE. La prego onorevole...

ANTONIO DI PIETRO. ... e siccome state facendo un lavoro per impedire questa attività, impediamola all'interno di questo Parlamento.
Rifletteteci bene, si è detto: dobbiamo fare il federalismo al più presto, anzi è già fissato, anzi se ne comincerà a discutere la settimana prossima. Per i prossimi tre anni, si stanziano 3 milioni di euro di consulenze per chiedere a qualcuno come si deve fare il federalismo. Delle due, l'una: o ne riparliamo tra tre anni, e allora stanziamo 3 milioni e chiediamo a questo luminare che sta dietro l'angolo o dietro qualche osteria e che ci dice come bisogna fare o, altrimenti, affrontiamo il federalismo, che è una cosa seria, ma con questi tre milioni facciamo qualcosa, appunto, di più serio che dare una «marchetta» a qualcuno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marchi. Ne ha facoltà.

MAINO MARCHI. Il gruppo del Partito Democratico propone la soppressione dell'articolo 73, perché è l'ennesima norma manifesto di questo collegato. Si è voluto piantare una bandierina sul federalismo fiscale anche in questo provvedimento. Che senso ha prevedere lo studio delle problematiche connesse al federalismo fiscale e stanziare risorse quando non abbiamo ancora il testo delle proposte del Governo sul federalismo fiscale? Su quest'ultimo si è annunciato più volte che sarà emanato un collegato alla legge finanziaria. Aldilà del giallo per cui, nel testo consegnatoci della Nota di aggiornamento al DPEF, non è presente questo collegato mentre risulterebbe reperibile sul sito del Ministero dell'economia e delle finanze, prendo per buono che ci verrà proposto un collegato sul federalismo fiscale. Se è così, tutte le questioni inerenti al tema devono essere inserite in quel testo e non un po' in un provvedimento, un po' in un altro, a meno che non sia intenzione del Ministero dell'economia e delle finanze far finta di introdurre il federalismo fiscale, ma poi di fatto istituire una commissione, che è l'unica proposta concreta del testo che abbiamo in esame, e stanziare un po' di soldi per lo studio delle problematiche. Lo dico considerando che nel nuovo testo in discussione il tempo tra legge delega e decreti legislativi non è più previsto in sei mesi ma in ventiquattro mesi, due anni: saremo già oltre metà legislatura quando avremo norme attuative che consentano l'avvio del federalismo fiscale. Inoltre, dopo aver tagliato i fondi delle regioni, adesso manca un miliardo per fare i bilanci di assestamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Antoni. Ne ha facoltà.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale dato che per il gruppo ha già parlato l'onorevole Marchi. Intervengo per suggerire al Governo di passare questa norma al Ministro Brunetta che potrà così pubblicarla sul sito e poi pubblicherà sul sito anche i consulenti incaricati. Così si compie un'operazione di trasparenza e siamo tutti contenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Strizzolo. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, intervengo anche per aggiungere la mia firma alla proposta emendativa Nicco 73.02, con la precisazione che condivido la formulazione presentata dai colleghi Nicco e altri e non la riformulazione proposta perché sopprime la parte, a mio avviso rilevante, relativa alle norme di attuazione degli statuti delle regioni speciali.

Pag. 132

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.

LINO DUILIO. Signor Presidente, intervengo sulla proposta emendativa 73.01, da me presentata, brevissimamente richiamando l'attenzione dei colleghi di maggioranza e anche dei colleghi di opposizione, del presidente di gruppo Di Pietro e degli altri. Vorrei precisare che l'articolo 73 non stanzia tre milioni ma stanzia tre milioni all'anno: tre milioni nel 2008, tre milioni nel 2009 e 1,2 milioni di euro a partire dal 2010. Quindi, in tre anni, si tratta di 7,2 milioni euro, circa 15 miliardi di vecchie lire. Dopo che questo Governo, come ho detto al sottosegretario Vegas, ha soppresso la commissione tecnica per la spesa pubblica, da noi istituita, con il Ministro Tremonti che, ironizzando sul giornale, aveva affermato che la sopprimeva perché costava 1,2 milioni di euro e si poteva tenerla in vita se i suoi componenti avessero lavorato gratis, adesso si scrive un articolo - peraltro scritto con i piedi perché non si sa nemmeno chi sia il soggetto - dove è scritto: per lo studio del federalismo si stanziano 3 milioni, 3 milioni e 1,2 milioni ...

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Duilio.

LINO DUILIO. ...senza dire chi li deve utilizzare, con quale provvedimento e così via. Chiederei, anche per decenza di sopprimere questo articolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rubinato. Ne ha facoltà.

SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, intervengo solo per fare buona memoria: non ero, a quel tempo, presente in quest'Aula, però mi pare che anche dal precedente Governo Berlusconi fossero state stanziate risorse a copertura della costituzione di una commissione per lo studio e l'attuazione del federalismo, che lavorò, credo, dal 2003, anno in cui venne istituita, concluse i suoi lavori con tomi anche interessanti nel settembre del 2005, ma non mi risulta che poi tutto quello studio e quel lavoro - quello appunto della commissione Vitaletti - abbia portato da qualche parte. Non vorremmo si ripetesse la stessa situazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Donadi. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, non vorrei che avessimo l'erronea sensazione di parlare, tutto sommato, di una questione di poco conto: in fondo, qualcuno potrebbe chiedersi che cosa sono 7 milioni 200 mila euro, rispetto al bilancio dello Stato.
Ma qui dobbiamo parlarci chiaro: mi pare di aver capito che un punto qualificante del programma di questa maggioranza sia l'approvazione del federalismo fiscale, che verrà realizzato attraverso un provvedimento collegato alla finanziaria di quest'anno, quindi entro il dicembre di quest'anno. Pertanto, vorrei davvero che, prima di arrivare alla votazione dell'articolo in esame, qualcuno della maggioranza o del Governo ci spiegasse perché dobbiamo gettare al vento 15 miliardi di vecchie lire, che in questo Paese oggi tante utilizzazione migliori potrebbero trovare, rispetto ad essere letteralmente gettati al vento in una commissione inutile, se il federalismo lo avremmo - come sembra, appunto - già approvato, e che addirittura diventa una presa in giro di quanto si è fatto e detto fino a questo punto, se il federalismo non verrà approvato.
Dobbiamo avere più rispetto per tutti quegli italiani che oggi, davvero - e non è più un modo di dire - alla fine del mese non arrivano: non si buttano via così 15 miliardi di vecchie lire (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

Pag. 133

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, voglio ricordare all'Aula e anche agli amici della Lega Nord che non troviamo due milioni e mezzo di euro l'anno per finanziare l'ente della montagna, preposto alla ricerca e allo studio, anche su soluzioni di federalismo e su soluzioni per i piccoli comuni e le comunità montane e le province, mentre invece riusciamo a trovare i soldi per il provvedimento in esame.
Mettiamoci d'accordo, ma facciamo funzionare le strutture di ricerca e di osservazione del territorio che già abbiamo, senza inventarne altre.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Giovanelli. Ne ha facoltà.

ORIANO GIOVANELLI. Signor Presidente, non voglio aggiungere argomenti a quelli che già sono stati detti. Volevo rivolgermi alla maggioranza, perché l'articolo in esame è conseguenza dell'iter del provvedimento sottoposto alla nostra attenzione. Tale provvedimento nasce diversi mesi fa: qualche mese fa aveva anche un senso pensare di stanziare tre milioni di euro per studiare un provvedimento che vi accingete invece ad approvare nel Consiglio dei Ministri i prossimi giorni. Ritiratelo, è un residuo di un pasticcio quale è il provvedimento in esame, ma almeno salvate la faccia: ritiratelo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente e colleghi, non intervengo per amore di polemica o per ribadire ancora una volta ciò che è stato detto dai colleghi in quest'Aula, ma soltanto per segnalare qualcosa di veramente grave, a mio giudizio, perché si riducono i fondi per la sanità, per la scuola, si tolgono i soldi per le opere pubbliche al sud, per dire che vi è un momento di grande difficoltà, però si trovano soldi per finanziare consulenze che hanno un significato limitato.
Allora, secondo me, dovremmo fare una riflessione: togliamo soldi a qualcosa che potrebbe essere utile e interessante e nell'interesse anche della collettività e dei cittadini, ma troviamo soldi - e questi soldi li trova una maggioranza che sostiene di essere una maggioranza che agisce con un sistema di correttezza - per finanziare qualcosa che è veramente superfluo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ventura. Ne ha facoltà.

MICHELE VENTURA. Signor Presidente, io dissento dalle argomentazioni di molti colleghi.
Il problema, colleghi della maggioranza, è che stanziare oggi una somma per studiare ancora il federalismo fiscale significa che non vi è la volontà di realizzarlo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). Questo è il punto politico, per il resto la questione non è come è stata presentata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Leo. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LEO. Signor Presidente, vorrei spiegare ai colleghi dell'opposizione che è necessario istituire una commissione, perché una delle caratteristiche del federalismo fiscale è il passaggio dalla cosiddetta spesa storica ai costi standard. Per tale passaggio è necessario che vi sia una commissione che monitori su tutto il territorio nazionale quale sia l'andamento. Le spese, pertanto, sono assolutamente necessarie.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 73.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 134
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 490
Maggioranza 246
Hanno votato
257
Hanno votato
no 233).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Duilio 73.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duilio. Ne ha facoltà.

LINO DUILIO. Signor Presidente, ho presentato questo articolo aggiuntivo che si riferisce in particolare all'abrogazione del comma 1-bis, articolo 1, del decreto-legge n. 112 poiché esso mi sembra in contraddizione con l'articolo 1; la lettera b del comma 1, infatti, sostiene la necessità di sostenere la crescita del tasso di incremento del PIL che è piuttosto rachitico per i prossimi. Inoltre, non abbiamo ancora capito in quest'Aula quale sarà il momento e lo strumento in cui si prenderanno in considerazione norme relative allo sviluppo. Si tolgono anche dalla finanziaria. Sostanzialmente si sopprime il comma 1-bis perché una parte è assolutamente pleonastica (è già prevista nella legge n. 468, laddove si dice che non devono esistere norme ordinamentali, microsettoriali e localistiche), e l'altra sarebbe opportuno prevederla, altrimenti non capisco come si possa sostenere lo sviluppo senza prendere alcuna misura a tale fine.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, considerato che la commissione di cui parlava l'onorevole Leo che dovrà studiare il passaggio tra costo storico e costo standard costa 7 milioni e 200 mila euro, vorrei sapere come entrare a farne parte (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Duilio, 73.01, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 489
Votanti 485
Astenuti 4
Maggioranza 243
Hanno votato
227
Hanno votato
no 258).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Nicco 73.02.
Chiedo ai presentatori se accolgano la proposta di riformulazione formulata dal relatore.

ROBERTO ROLANDO NICCO. Signor Presidente, pur non comprendendo le ragioni della riformulazione, essendo lo statuto speciale e le norme di attuazione un tutt'uno, la accettiamo, rinviando il dibattito nel merito della questione al momento in cui prossimamente discuteremo di federalismo in quest'Aula.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Nicco 73.02, nel testo riformulato, accettato dalle Commissioni e dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 483
Votanti 477
Astenuti 6
Maggioranza 239
Hanno votato
472
Hanno votato
no 5).

Pag. 135

Prendo atto che la deputata Ferranti ha segnalato che non è riuscita a votare.

(Esame di un emendamento al titolo - A.C. 1441-bis-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'emendamento presentato al titolo (Vedi l'allegato A - A.C. 1441-bis-A).
Invito i relatori ad esprimere il parere delle Commissioni.

MASSIMO ENRICO CORSARO, Relatore per la V Commissione. Signor Presidente, le Commissioni raccomandano l'approvazione del proprio emendamento Tit. 1.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIUSEPPE VEGAS, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il parere è favorevole, con la precisazione che il titolo deriva dal titolo originario del provvedimento collegato, che era onnicomprensivo; esso è stato poi diviso in tre pezzi, ed è ovvio che ogni singolo pezzo debba necessariamente avere un titolo che caratterizzi la parte residua. È pertanto corretto che si parli di giustizia, mentre prima non se ne parlava perché era sotto un genus di carattere generale. Il parere, pertanto è favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, penso che ciò sia la ciliegina finale. Da tantissimo tempo stiamo parlando di un provvedimento che si chiama appunto «Norme per la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria». Diciamo che è sbagliato che dentro ci sia la giustizia. Prendiamo atto che in questo momento il titolo del provvedimento cambia e finalmente vi compare, come un ectoplasma: «nonché in materia di processo civile». Credo che sia la migliore conclusione di una vicenda che dovrebbe far sdegnare soprattutto la maggioranza, per il tentativo che è stato fatto di impedire al Parlamento di parlare in modo adeguato, approfondito e nella sede competente del processo civile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Samperi. Ne ha facoltà.

MARILENA SAMPERI. Signor Presidente, mi sembra la logica conclusione di un iter che avevamo già preannunciato e disegnato. Finalmente è venuta fuori la parola «processo civile» all'interno del provvedimento in esame. Noi ce ne eravamo accorti. Gli unici che non se ne erano accorti erano i componenti del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, da un lato mi verrebbe da dire che il Ministro almeno un suggerimento lo ha ascoltato, perché in tutti gli interventi gli abbiamo sempre chiesto come mai era l'ultimo firmatario e non compariva mai questa sostanziosa riforma del processo civile che ci ha visto lì oggi pomeriggio a parlare solo di giustizia. Io, tra l'altro, chiederei: «Ancora non riesce ad essere preciso?». Perché, in realtà, non si parla solo della riforma del processo civile ma, come abbiamo visto, delle spese processuali penali ed anche delle spese che riguardano l'amministrazione della giustizia penitenziaria. Devo dire che questo modo del Ministro di pensare alla giustizia, anche in questa chiusura finale, è veramente una cosa che ci offende.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tit. 1 delle Commissioni, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Pag. 136

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).
(Presenti 477
Votanti 422
Astenuti 55
Maggioranza 212
Hanno votato
254
Hanno votato
no 168).

Prendo atto che la deputata Velo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
È così concluso l'esame degli articoli e degli emendamenti. Il seguito dell'esame del provvedimento, a partire dagli ordini del giorno, è rinviato alla seduta di domani.

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, vorrei sollecitare la risposta a uno strumento di sindacato ispettivo perché questo pomeriggio le agenzie hanno battuto la notizia dell'ennesima querelle tra i Ministri della difesa e dell'interno sull'utilizzo dell'esercito in Campania.
L'onorevole Maroni rivendica a sè l'attribuzione di decidere su tale uso mentre, al solito, il Ministro della difesa minimizza, smorza e nega che i soldati possano essere usati in funzione di lotta al crimine e comunque fa passeggiate, va a salutare i militari che evidentemente pensa stiano lì a prendere il sole.
Il 25 settembre ho presentato un'interpellanza su questo tema, che ovviamente non ha ricevuto alcun riscontro. Quindi sollecito la risposta a quell'interpellanza - la n. 2-00141- anche per sapere cosa pensi il Ministro della difesa dell'ultimo quesito che gli ponevo e che gli pongo: che ci sta a fare in un Esecutivo che pensa che in Campania vi sia una guerra civile, mentre lui crede che sia solo una sequela di risse tra scapestrati?
La faccenda, però, signor Presidente, si arricchisce di un ulteriore capitolo. A Napoli, oggi, il Presidente del Consiglio ha detto che le intercettazioni rimarranno per i reati gravi. Ovviamente ciò fa piacere, fa piacere sentirlo, ma mi domando e le domando: sono gravi le rapine? È grave l'usura? È grave l'estorsione? Ecco, Presidente, per favore dica al Ministro Maroni di riferire di conseguenza al Presidente del Consiglio che nella sua ipotesi di legge sulle intercettazioni rapina, estorsione ed usura non sono considerati reati gravi.

AMEDEO CICCANTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente anch'io vorrei sollecitare la risposta all'interpellanza n. 2-00064, di cui è stato dato l'annunzio nella seduta n. 23 del 25 giugno 2008, presentata dal sottoscritto e da altri diciannove parlamentari ed indirizzata al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Tale interpellanza ancora, a tutt'oggi, nonostante i solleciti, non ha avuto risposta.
Prego questa Presidenza di voler sollecitare una risposta.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevoli Evangelisti e Ciccanti.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Ricordo che domani, alle ore 12,30, è convocato il Parlamento in seduta comune per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale. La chiama avrà inizio dai deputati.
Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 2 ottobre 2008, alle 8,30:
(ore 8,30 e al termine della riunione del Parlamento in seduta comune)

1. - Esposizione economico-finanziaria ed esposizione relativa al bilancio di previsione.

Pag. 137

2. - Esame della nota di aggiornamento al documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013 (Doc. LVII, n. 1-bis).
- Relatore: Toccafondi.

3. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria (Testo risultante dallo stralcio degli articoli 3, da 5 a 13, da 15 a 18, da 22 a 24, 31, 32, da 37 a 39, da 65 a 67 e 70 del disegno di legge n. 1441, deliberato dall'Assemblea il 5 agosto 2008) (1441-bis-A).
- Relatori: Bernini Bovicelli, per la I Commissione e Corsaro, per la V Commissione.

4. - Discussione delle mozioni Livia Turco ed altri n. 1-00041, Barani ed altri n. 1-00043, Pezzotta ed altri n. 1-00044 e Palagiano ed altri n. 1-00045 concernenti iniziative per il contrasto della povertà e della diseguaglianza sociale.

5. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 21.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO DONATELLA FERRANTI SULL'ARTICOLO 53-BIS DEL DISEGNO DI LEGGE N. 1441-BIS-A

DONATELLA FERRANTI. II Governo ha proposto una radicale modifica del giudizio civile di Cassazione utilizzando lo strumento di un emendamento dell'ultima ora ad un disegno di legge che riguarda tutt'altra materia, significativamente intitolato «Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria ». In coerenza con i suoi contenuti principali, il disegno di legge è stato proposto, come primo firmatario, dal Ministro dell'economia e delle finanze, mentre il Ministro della giustizia vi figura come l'ultimo dei numerosi proponenti.
Queste valutazioni non vogliono essere mera critica ma vogliono evidenziare come non si voluto è tener conto della necessità di un confronto preventivo tra le forze politiche, la cultura giuridica e gli operatori della giustizia.
L'attività parlamentare è stata compressa, pilotata da una regia esterna che risponde a logiche di governo del tutto estranee ad un sistema democratico.
Si resta sconcertati davanti al fatto che venga dettata una disciplina che stravolge radicalmente l'istituto della cassazione senza che al riguardo sia dato spazio ad un dibattito partecipato e approfondito; sordi a qualsiasi apporto costruttivo e ragionevole.
La norma di cui viene proposta l'introduzione non ha infatti nulla a che fare con il principio del contraddittorio, con il principio della parità delle parti, con il principio della terzietà ed imparzialità del giudice. L'attinenza con il principio di ragionevole durata è poi solo apparente ed è destinata ad essere contraddetta dalla realtà degli effetti della disposizione, che sarebbero tutt'altro che acceleratori. Per quanto infine riguarda il settimo comma dell'articolo 111 della Costituzione, la norma proposta, lungi dal costituirne attuazione, appare porsi in evidente contrasto con il dettato costituzionale, che stabilisce la ricorribilità in Cassazione per violazione di legge di tutte le sentenze. E sembra ovvio che - a meno di legittimare interpretazioni elusive del dettato costituzionale - il diritto costituzionale di proporre ricorso per violazione di legge implica il diritto costituzionale di vederselo deciso con una pronunzia che dica se la violazione di legge vi è stata o no.
Il proposto articolo 360-bis stabilisce le ipotesi in presenza delle quali il ricorso per Cassazione «è dichiarato ammissibile». Si tratta di una formulazionePag. 138quanto meno sorprendente e inusitata e della quale sembra non siano stati valutati i significati e gli effetti. Così come è scritta, infatti, la norma stabilisce che nelle ipotesi da essa descritte il ricorso è sempre ammissibile, ma non dice (o quanto meno non lo dice chiaramente e impegnativamente) che è ammissibile soltanto in tali ipotesi. Nulla quindi viene detto espressamente circa i ricorsi rispetto ai quali non ricorrano le condizioni elencate dalla norma.
Poiché la norma non detta alcun criterio per stabilire la sorte ad essi riservata ne deriva necessariamente o che la norma deve essere interpretata nel senso che al di fuori delle ipotesi previste dal novello articolo 360-bis il ricorso è sempre inammissibile, oppure che esso può essere dichiarato ammissibile o inammissibile a seconda dei casi. Ma si tratterebbe necessariamente di una decisione non discrezionale ma arbitraria, perché non regolata neppure indirettamente dalla legge che non detta al riguardo alcun criterio.
Ciò detto per i ricorsi che non rientrano nelle ipotesi previste dal novello articolo 360-bis, deve essere rilevato che la formulazione è caratterizzata da una pericolosa indeterminatezza, mentre nel suo complesso appare da rilevare che la norma costituisce un inutile, pericoloso ed imperfetto doppione dell'attuale procedimento di cui all'articolo 375 e 380-bis del codice di procedura civile. Già ora, infatti, il ricorso viene deciso in camera di consiglio con pronunzia di manifesta infondatezza se la sentenza impugnata appare conforme agli indirizzi della giurisprudenza della Cassazione e il ricorrente non propone nuovi ed idonei argomenti per indurre ad un mutamento di giurisprudenza.
Dalla formulazione della disposizione sembrerebbe peraltro essere prefigurato un carattere vincolante dei precedenti della Corte di cassazione rimesso ad una valutazione della stessa ispirata a meri criteri di opportunità. Per ottenere che la Corte riesamini una questione non è sufficiente proporre nuovi e persuasivi argomenti a sostegno di essa, ma è necessario che i tre giudici ai quali è rimessa la verifica di ammissibilità ritengano che la Corte debba pronunziarsi, senza che la norma dica nulla sui criteri in base ai quali essi debbono fare tale valutazione. Si tratterebbe di una innovazione che, così formulata, è contraria alla tradizione giuridica italiana e all'ordinamento costituzionale ed in particolare al settimo comma dell'articolo 111 che consacra il diritto a proporre ricorso per cassazione contro ogni sentenza in caso di violazione di legge.
Vi è poi da sottolineare anche che tra i ricorsi da dichiarare ammissibili non è compreso il ricorso che, pur non denunciando il contrasto tra la sentenza impugnata e i principi di diritto affermati dalla giurisprudenza della Corte di cassazione, denunci però, magari fondatamente, il contrasto tra la sentenza impugnata e una norma di legge in vigore (o magari denunzi che la sentenza impugnata ha fatto applicazione di una norma di legge abrogata).
È escluso dal novero delle ipotesi di ammissibilità anche il ricorso che denunzi vizio o mancanza della motivazione: una innovazione che potrebbe anche essere considerata da alcuni salutare, ma sembra evidente che essa - soprattutto se attuata in termini così trancianti - avrebbe bisogno di un dibattito più ponderato e più attento e costruttivo
Tra le ipotesi espresse di ammissibilità vi è poi quella che si riferisce al caso in cui venga lamentata la violazione dei principi regolatori del giusto processo.
Resta quindi escluso, dalle ipotesi di ammissibilità, il ricorso che denunzi una violazione di legge sostanziale o magari una violazione dei principi di diritto sostanziale o che proponga una questione giuridica sostanziale che rivesta una specifica importanza per la giustizia e la legalità della decisione.
La verifica di ammissibilità - che dovrebbe essere operata per tutti i ricorsi per Cassazione - sarebbe effettuata da un collegio formato da tre magistrati. La decisione - di ammissibilità o di inammissibilità - è adottata a seguito di procedimento in camera di consiglio per ilPag. 139quale la norma rinvia alla disciplina di cui all'articolo 380-bis: rispetto alla disciplina attuale quale vive secondo le innovazioni organizzative che la Cassazione si è data non vi è alcun risparmio in termini di efficienza procedurale.
La decisione ha la forma dell'ordinanza e non può essere impugnata.
La norma proposta non specifica quali siano i rapporti tra il nuovo articolo 360-bis e l'articolo 360.
Non è chiarito con precisione neppure quali siano i rapporti tra il nuovo istituto processuale e il procedimento camerale di cui all'articolo 375 del codice di procedura civile di recente modificato. Par di capire che il relatore designato alla verifica dell'ammissibilità debba anche delibare se sussistono altre cause di inammissibilità ovvero ipotesi di manifesta fondatezza o infondatezza del ricorso, ma non è chiaro se tale delibazione sia prevista anche per i ricorsi dichiarati ammissibili.
Tutti eravamo e siamo consapevoli della assoluta necessità di affrontare con misure realmente efficaci il problema del sovraccarico di lavoro che oggi grava sulla Corte e sui suoi magistrati. L'esigenza di «filtri» o di altri sistemi di deflazione è comunemente e profondamente sentita come condizione essenziale per salvare la Corte di cassazione dal precipitare di una crisi che appare poter divenire irreversibile. Si tratta peraltro di un tema di riforma estremamente delicato, che coinvolge direttamente uno dei cardini essenziali della funzione giurisdizionale e del suo ruolo costituzionale. Era necessario quindi che i propositi di riforma si realizzassero attraverso un impegno di studio ponderato e saggio, di confronto culturale aperto e trasparente, tale da coinvolgere non solo la magistratura tutta ed in particolare quella di legittimità, ma anche l'Avvocatura e gli studiosi del processo e dell'ordinamento costituzionale.
Gli interventi di riforma sono certamente urgentissimi, ma la Cassazione ed il giudizio di legittimità non possono essere il terreno per improvvisazioni estemporanee destinate a non poter giovarsi di un adeguato controllo parlamentare vero e approfondito a causa dell'inserimento delle proposte di riforma in una discussione parlamentare incentrata su altri temi cruciali dinanzi a Commissioni competenti per altre materie.
Non possiamo avallare nessuna riforma che non sia attuativa bensì elusiva del dettato costituzionale: non si può con legge ordinaria mediante un giudizio di ammissibilità come quello articolato dal Governo aggirare l'ostacolo del principio costituzionale secondo cui tutte le sentenze sono ricorribili per Cassazione per violazione di legge.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. ddl 1441-bis-A - em. 43.1 452 446 6 224 204 242 66 Resp.
2 Nom. em. 43.2 466 442 24 222 195 247 65 Resp.
3 Nom. em. 43.3 472 444 28 223 191 253 65 Resp.
4 Nom. articolo 43 475 469 6 235 281 188 64 Appr.
5 Nom. em. 44.1 471 445 26 223 196 249 62 Resp.
6 Nom. em. 44.2 483 479 4 240 222 257 63 Resp.
7 Nom. em. 44.3, 44.4, 44.5, 44.6 485 483 2 242 228 255 63 Resp.
8 Nom. articolo 44 490 459 31 230 265 194 63 Appr.
9 Nom. em. 46.1 492 458 34 230 204 254 63 Resp.
10 Nom. em. 46.2 497 465 32 233 206 259 62 Resp.
11 Nom. em. 46.3 490 457 33 229 205 252 62 Resp.
12 Nom. em. 46.4, 46.5, 46.6 492 463 29 232 209 254 62 Resp.
13 Nom. em. 46.7 495 487 8 244 233 254 62 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M= Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. articolo 46 500 470 30 236 263 207 61 Appr.
15 Nom. articolo agg. 46.0300 498 468 30 235 259 209 61 Appr.
16 Nom. em. 47.300 502 496 6 249 493 3 61 Appr.
17 Nom. em. 47.1 482 285 197 143 32 253 61 Resp.
18 Nom. em. 47.2 496 469 27 235 212 257 60 Resp.
19 Nom. articolo 47 475 414 61 208 265 149 61 Appr.
20 Nom. em. 48.1 496 486 10 244 214 272 61 Resp.
21 Nom. em. 48.2 438 415 23 208 198 217 61 Resp.
22 Nom. articolo 48 497 283 214 142 278 5 60 Appr.
23 Nom. em. 49.1, 49.2, 49.3 496 492 4 247 235 257 60 Resp.
24 Nom. em. 49.4 488 485 3 243 228 257 60 Resp.
25 Nom. articolo 49 492 304 188 153 303 1 61 Appr.
26 Nom. articolo agg. 49.01 491 488 3 245 240 248 61 Resp.
INDICE ELENCO N. 3 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 50.1 500 497 3 249 234 263 61 Resp.
28 Nom. em. 50.2 499 495 4 248 239 256 61 Resp.
29 Nom. em. 50.300 501 500 1 251 500 61 Appr.
30 Nom. articolo 50 496 494 2 248 494 61 Appr.
31 Nom. em. 51.200 499 498 1 250 497 1 61 Appr.
32 Nom. em. 51.1 498 495 3 248 236 259 61 Resp.
33 Nom. articolo 51 502 270 232 136 267 3 61 Appr.
34 Nom. articolo 51-bis 502 494 8 248 494 61 Appr.
35 Nom. em. 52.1 463 259 204 130 12 247 61 Resp.
36 Nom. em. 52.4 486 469 17 235 467 2 61 Appr.
37 Nom. em. 52.5 477 467 10 234 219 248 61 Resp.
38 Nom. em. 52.6 464 460 4 231 213 247 61 Resp.
39 Nom. em. 52.7, 52.8, 52.9 489 489 245 489 61 Appr.
INDICE ELENCO N. 4 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 52.10 480 480 241 227 253 61 Resp.
41 Nom. em. 52.11 480 450 30 226 42 408 61 Resp.
42 Nom. em. 52.12 485 479 6 240 224 255 61 Resp.
43 Nom. em. 52.13 491 487 4 244 237 250 61 Resp.
44 Nom. em. 52.16 487 481 6 241 232 249 60 Resp.
45 Nom. em. 52.300 501 316 185 159 314 2 59 Appr.
46 Nom. em. 52.18 499 497 2 249 243 254 59 Resp.
47 Nom. em. 52.19 492 489 3 245 237 252 59 Resp.
48 Nom. em. 52.20 500 498 2 250 237 261 59 Resp.
49 Nom. em. 52.21 470 467 3 234 224 243 59 Resp.
50 Nom. em. 52.27 478 473 5 237 223 250 59 Resp.
51 Nom. em. 52.28 490 487 3 244 229 258 59 Resp.
52 Nom. em. 52.29 492 489 3 245 229 260 59 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 52.30 492 489 3 245 230 259 59 Resp.
54 Nom. em. 52.34 495 493 2 247 235 258 58 Resp.
55 Nom. em. 52.36 492 483 9 242 228 255 58 Resp.
56 Nom. em. 52.38 487 471 16 236 213 258 58 Resp.
57 Nom. em. 52.23 431 423 8 212 103 320 72 Resp.
58 Nom. em. 52.24 439 434 5 218 174 260 70 Resp.
59 Nom. em. 52.301 450 446 4 224 248 198 70 Appr.
60 Nom. em. 52.31 450 448 2 225 205 243 70 Resp.
61 Nom. em. 52.32, 52.33 452 450 2 226 204 246 69 Resp.
62 Nom. em. 52.35 461 457 4 229 211 246 68 Resp.
63 Nom. em. 52.37 460 456 4 229 213 243 68 Resp.
64 Nom. articolo 52 466 283 183 142 283 67 Appr.
65 Nom. em. 53.1 476 473 3 237 229 244 66 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 53.2, 53.3 464 460 4 231 216 244 65 Resp.
67 Nom. em. 53.4 474 471 3 236 225 246 65 Resp.
68 Nom. em. 53.5 473 469 4 235 225 244 65 Resp.
69 Nom. em. 53.6 486 482 4 242 229 253 65 Resp.
70 Nom. em. 53.7 491 487 4 244 235 252 66 Resp.
71 Nom. em. 53.8 495 492 3 247 236 256 65 Resp.
72 Nom. em. 53.9 487 484 3 243 231 253 65 Resp.
73 Nom. em. 53.10 491 488 3 245 233 255 65 Resp.
74 Nom. em. 53.13 489 486 3 244 232 254 65 Resp.
75 Nom. em. 53.15 491 470 21 236 218 252 64 Resp.
76 Nom. em. 53.16 487 485 2 243 228 257 64 Resp.
77 Nom. em. 53.17 481 480 1 241 225 255 64 Resp.
78 Nom. em. 53.18 483 482 1 242 229 253 64 Resp.
INDICE ELENCO N. 7 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. em. 53.20 488 485 3 243 229 256 64 Resp.
80 Nom. em. 53.21 482 479 3 240 225 254 64 Resp.
81 Nom. em. 53.22 487 487 244 235 252 64 Resp.
82 Nom. em. 53.23 485 482 3 242 229 253 64 Resp.
83 Nom. em. 53.25 486 483 3 242 228 255 64 Resp.
84 Nom. articolo 53 492 487 5 244 254 233 63 Appr.
85 Nom. em. 53-bis. 1 476 471 5 236 220 251 62 Resp.
86 Nom. em. 53-bis.2, 53-bis.3, 53-bis.200 489 488 1 245 487 1 61 Appr.
87 Nom. em. 53-bis. 4 489 488 1 245 235 253 61 Resp.
88 Nom. em. 53-bis. 6 493 491 2 246 233 258 61 Resp.
89 Nom. em. 53-bis. 7 485 483 2 242 238 245 61 Resp.
90 Nom. em. 53-bis. 8 504 502 2 252 248 254 61 Resp.
91 Nom. em. 53-bis. 9 503 502 1 252 247 255 60 Resp.
INDICE ELENCO N. 8 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. em. 53-bis. 10 482 482 242 236 246 60 Resp.
93 Nom. em. 53-bis. 11 474 474 238 239 235 61 Appr.
94 Nom. em. 53-bis. 12 424 423 1 212 188 235 57 Resp.
95 Nom. em. 53-bis. 300 501 498 3 250 267 231 57 Appr.
96 Nom. em. 53-bis. 15 489 488 1 245 237 251 57 Resp.
97 Nom. articolo 53-bis 487 487 244 253 234 57 Appr.
98 Nom. em. 54.1 495 492 3 247 237 255 57 Resp.
99 Nom. em. 54.2 496 492 4 247 236 256 57 Resp.
100 Nom. em. 54.3 500 497 3 249 238 259 57 Resp.
101 Nom. em. 54.4 498 495 3 248 239 256 57 Resp.
102 Nom. em. 54.5 499 496 3 249 238 258 57 Resp.
103 Nom. em. 54.6 488 485 3 243 230 255 57 Resp.
104 Nom. em. 54.7 500 497 3 249 239 258 57 Resp.
INDICE ELENCO N. 9 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nom. em. 54.8 503 499 4 250 238 261 57 Resp.
106 Nom. articolo 54 501 468 33 235 454 14 57 Appr.
107 Nom. em. 55.1, 55.2 497 494 3 248 493 1 57 Appr.
108 Nom. articolo 55 498 496 2 249 494 2 57 Appr.
109 Nom. em. 56.1 506 506 254 248 258 57 Resp.
110 Nom. em. 56.2 513 512 1 257 253 259 57 Resp.
111 Nom. em. 56.300 512 483 29 242 268 215 56 Appr.
112 Nom. em. 56.3 517 517 259 251 266 56 Resp.
113 Nom. em. 56.4 509 509 255 248 261 56 Resp.
114 Nom. em. 56.5 497 493 4 247 216 277 56 Resp.
115 Nom. articolo 56 503 499 4 250 265 234 56 Appr.
116 Nom. em. 57.1 492 295 197 148 264 31 56 Appr.
117 Nom. em. 57.300 489 440 49 221 273 167 56 Appr.
INDICE ELENCO N. 10 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 130
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nom. articolo 57 485 463 22 232 257 206 56 Appr.
119 Nom. articolo 58 497 367 130 184 264 103 56 Appr.
120 Nom. em. 59.300 490 484 6 243 481 3 56 Appr.
121 Nom. articolo 59 490 464 26 233 462 2 56 Appr.
122 Nom. articolo 59-bis 500 493 7 247 492 1 56 Appr.
123 Nom. articolo 61 491 270 221 136 268 2 56 Appr.
124 Nom. articolo 61-bis 487 275 212 138 260 15 56 Appr.
125 Nom. articolo agg. 61-bis.01 505 505 253 240 265 56 Resp.
126 Nom. em. 62-bis.1 496 490 6 246 236 254 56 Resp.
127 Nom. em. 62-bis.2 501 497 4 249 270 227 56 Appr.
128 Nom. em. 62-bis.300 499 492 7 247 448 44 56 Appr.
129 Nom. em. 62-bis.3 501 495 6 248 232 263 56 Resp.
130 Nom. em. 62-bis.4 502 498 4 250 231 267 56 Resp.
INDICE ELENCO N. 11 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 131 AL N. 143
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
131 Nom. em. 62-bis.5 502 476 26 239 274 202 56 Appr.
132 Nom. Votazione annullata Annu.
133 Nom. em. 62-bis.7 rif. 499 495 4 248 495 56 Appr.
134 Nom. articolo 62-bis 500 494 6 248 474 20 56 Appr.
135 Nom. em. 63.1 502 498 4 250 233 265 56 Resp.
136 Nom. em. 63.301 n.f. 482 444 38 223 444 56 Appr.
137 Nom. em. 63.300 495 460 35 231 459 1 56 Appr.
138 Nom. articolo 63 497 287 210 144 285 2 56 Appr.
139 Nom. articolo 64 489 271 218 136 266 5 56 Appr.
140 Nom. articolo 68 488 263 225 132 260 3 56 Appr.
141 Nom. Mantenimento articolo 69 497 476 21 239 272 204 56 Appr.
142 Nom. em. 71.2 494 461 33 231 201 260 56 Resp.
143 Nom. em. 71.3 485 457 28 229 199 258 56 Resp.
INDICE ELENCO N. 12 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 144 AL N. 156
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
144 Nom. em. 71.4 496 491 5 246 229 262 56 Resp.
145 Nom. em. 71.5 498 494 4 248 233 261 56 Resp.
146 Nom. em. 71.300 501 496 5 249 494 2 56 Appr.
147 Nom. em. 71.6 493 454 39 228 195 259 56 Resp.
148 Nom. em. 71.7 494 489 5 245 52 437 56 Resp.
149 Nom. em. 71.8 494 466 28 234 202 264 56 Resp.
150 Nom. em. 71.301 491 471 20 236 469 2 56 Appr.
151 Nom. em. 71.9 493 466 27 234 203 263 56 Resp.
152 Nom. em. 71.10 493 463 30 232 28 435 56 Resp.
153 Nom. em. 71.11 492 467 25 234 204 263 56 Resp.
154 Nom. articolo 71 495 285 210 143 264 21 56 Appr.
155 Nom. Mantenimento articolo 73 490 490 246 257 233 56 Appr.
156 Nom. articoloagg. 73.01 489 485 4 243 227 258 56 Resp.
INDICE ELENCO N. 13 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 157 AL N. 158
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
157 Nom. articoloagg. 73.02 483 477 6 239 472 5 56 Appr.
158 Nom. em. Tit. 1 477 422 55 212 254 168 56 Appr.