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Resoconto dell'Assemblea

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XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 14 di giovedì 5 giugno 2008

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 9.

LORENA MILANATO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Balocchi, Leone, Palumbo e Rotondi sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori.

ALESSANDRO MARAN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO MARAN. Signor Presidente, intervengo rapidamente per sollecitare un'informativa urgente del Governo in merito all'incidente nella centrale slovena, nei pressi del nostro confine orientale. La Commissione europea avrebbe attivato il suo sistema di allarme rapido per comunicare un incidente alla centrale nucleare slovena di Krsko, a due passi dalle nostre città di Gorizia e di Trieste. Le autorità slovene avrebbero informato in un primo tempo della necessità di spegnere l'impianto per motivi di sicurezza, e poi avrebbero confermato invece che l'allarme sarebbe rientrato. Ritengo che sia opportuno che il Governo riferisca.

PRESIDENTE. Onorevole Maran, la Presidenza si farà subito parte attiva nei confronti del Governo e ne riferirà all'Assemblea.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 4 - Conversione in legge del decreto-legge 23 aprile 2008, n. 80, recante misure urgenti per assicurare il pubblico servizio di trasporto aereo (Approvato dal Senato) (A.C. 1094-A/R) (ore 9,05).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Conversione in legge del decreto-legge 23 aprile 2008, n. 80, recante misure urgenti per assicurare il pubblico servizio di trasporto aereo.
Ricordo che nella seduta di ieri si sono conclusi gli interventi sul complesso degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge in esame.
Avverto sin d'ora che, come comunicato nella Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, a partire dalla seduta di oggi ciascun deputato potrà votare esclusivamente dal posto ad esso assegnato.Pag. 2
Avverto inoltre che è stato testé presentato l'emendamento 1.150 della Commissione, il cui testo è in distribuzione.
Il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato per le ore 9,30.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1094-A/R)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A - A.C. 1094) nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A - A.C. 1094).
Avverto che le proposte emendative presentate sono riferite agli articoli del decreto-legge, nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A - A.C. 1094).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

MARIO VALDUCCI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 1.150; su tutte le altre proposte emendative, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

NICOLA COSENTINO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole sull'emendamento 1.150 della Commissione e per il resto concorda con il parere espresso dal relatore.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, ero distratto, in quanto mi stavo consultando con gli uffici: mi sembra di aver capito che è stato espresso il parere sugli emendamenti, contrario su tutti. Me lo conferma?

PRESIDENTE. Il parere è stato espresso dal presidente Valducci, relatore sul provvedimento, il quale ha raccomandato l'approvazione dell'emendamento 1.150 della Commissione e ha formulato un invito al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, su tutte le altre proposte emendative.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, le segnalo che c'è la richiesta da parte del gruppo Italia dei Valori di votazione nominale mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Ne prendo atto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Compagnon 1.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, l'emendamento Compagnon 1.1 mira a sopprimere l'articolo 1 del decreto-legge da convertire, che è l'articolo che crea sostanzialmente il prestito ponte.
Noi siamo dunque favorevoli a questa soppressione proprio perché - come dicevamo ieri nel corso della discussione sul complesso degli emendamenti - non ci piace assolutamente la soluzione pasticciata, propostaci dal Governo, di utilizzare questo articolo 1 come base per la trasformazione del prestito in patrimonio. Pensiamo dunque che sarebbe stato molto più corretto da parte del Governo anzitutto comunicare a quest'Aula le proprie intenzioni, quindi indire una regolare gara europea per la scelta del consulente, poi farsi sottoporre, come socio di riferimento dell'Alitalia, al limite anche alla procedura di cui all'articolo 2447 del codice civile: insomma, esso avrebbe dovuto, a nostro avviso, fare le cose per bene.
Rileviamo comunque che siete stati costretti da noi a modificare le forme conPag. 3le quali vi eravate avviati sulla strada della conversione del decreto Prodi, tanto che - come ci ha dato atto ieri il Ministro Vito - avete dovuto fare vostro un emendamento a firma del collega Misiti e mia: un emendamento assolutamente provocatorio, che voleva quasi mostrarvi come fare le cose per bene, poiché non era assolutamente possibile approvare un decreto-legge che veniva svuotato del suo significato da un altro decreto-legge, senza che fossero note le intenzioni del Governo. Ora veniamo peraltro a sapere che di fatto volete convertire in legge anche un terzo decreto, quello famoso sul consulente. Dunque, ci pare che abbiate le idee poco chiare su una vicenda che mette in ballo il posto di lavoro di molte migliaia di lavoratori, e tutto questo a causa di un comportamento elettorale troppo disinvolto e di una promessa che non potete mantenere.
Al di là del relativo miglioramento delle forme, dunque, non possiamo essere d'accordo sulla sostanza di questo provvedimento, poiché se è vero che il Ministro Rotondi ieri durante il question time ci ha spiegato con una certa chiarezza che il Governo vuole trovare un acquirente per Alitalia, è anche vero che lo sta facendo in maniera estremamente confusa. In ogni caso viene spontanea la domanda sul perché esso abbia fatto di tutto in campagna elettorale e subito dopo le elezioni per allontanare un acquirente che c'era.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DAVID FAVIA. Ho già finito il tempo, signor Presidente?

PRESIDENTE. Ha ancora trenta secondi.

DAVID FAVIA. La ringrazio. In conclusione, non condividiamo questa forma di prestito che diviene patrimonio per poi tornare prestito, il che è incongruo rispetto ai parametri del diritto civile. Non condividiamo la postergazione del credito: a causa del passaggio del prestito al patrimonio, infatti, tale postergazione costituisce un'aggravante, poiché fa perdere ogni speranza di recupero e sembra voler coprire talune manchevolezze.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DAVID FAVIA. Pertanto, per questi motivi, e per altri che illustrerò in successivi interventi, siamo contrari all'impostazione del decreto, mentre siamo favorevoli all'emendamento in discussione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Compagnon. Ne ha facoltà.
Prego i colleghi di abbassare i toni, per permettere al collega Compagnon di intervenire.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, evidentemente anche la situazione dell'Aula - ancorché sia mattina presto per i nostri lavori - dimostra che l'attenzione su questo provvedimento è ben lontana dall'essere quella che invece dovrebbe essere, sia per quelli che ritengono il provvedimento in esame un atto positivo, sia per quelli, come me, che ritengono che questo decreto non dovrebbe trovare approvazione.
Il mio emendamento 1.1 è soppressivo, perché intende dare una valutazione decisamente negativa al complesso della scelta compiuta dal Governo Prodi. Stiamo ancora discutendo del decreto di un Governo che non c'è più e che già a suo tempo non condividemmo, in quanto riteniamo - adesso come allora - che i 300 milioni previsti al fine di poter pensare di salvare Alitalia non servono assolutamente a niente.
È un'ulteriore azione che dimostra la mancanza di coraggio nell'affrontare veramente e fino in fondo il problema di Alitalia. Potremmo fare l'excursus degli interventi che sono stati adottati, sempre facendo finta che quegli interventi negli anni sarebbero stati capaci di mettere in sicurezza la compagnia nazionale. Ma ciò si è dimostrato negli anni falso e non vero, e quindi è mancato alla politica il coraggio di dire che bisognava compiere sceltePag. 4diverse, magari anche non piacevoli e drastiche. Ma questa era l'unica strada da percorrere. Il decreto, come quello dell'attuale Governo Berlusconi che vi si inserisce con l'emendamento del quale discuteremo più avanti, è stato adottato infatti a cavallo della campagna elettorale, ed in tutti e due i casi nessuno ha avuto il coraggio di dire quale doveva essere invece la scelta nei confronti della compagnia di bandiera. Pertanto noi dell'UdC siamo contrari al decreto - lo siamo sempre stati -, perché riteniamo che sia l'ennesima presa in giro non solo nei confronti della politica, ma soprattutto nei confronti di Alitalia e degli elettori. Non si può infatti assolutamente pensare di dire che adottando un provvedimento si risolvono dei problemi, quando si sa benissimo che questi problemi non possono essere risolti.
Pertanto, in una situazione nazionale nella quale vi sono mille altre posizioni di grossa difficoltà per il Paese che richiederebbero un'attenzione più precisa ed un impegno finanziario molto consistente, andiamo a sperperare e a dilapidare per l'ennesima volta un patrimonio di 300 milioni di euro che non servono assolutamente a nulla.
Ecco allora il perché di questa contrarietà di fondo, che rimarca soprattutto la mancanza di coraggio della politica del passato Governo, della passata maggioranza, ma anche di questo Governo - che è andato a cavallo della campagna elettorale sullo stesso filone - nei confronti di una realtà delicata e difficile quale è quella di Alitalia.
Tutti noi vorremmo che la compagnia di bandiera rimanesse italiana, che potesse essere florida e che fosse anche, in termini di servizi, più precisa, perché tutti noi prendiamo gli aerei ed ogni giorno constatiamo disservizi, ritardi ed un livello veramente medio basso, per non dire oltre. Credo che a fronte di tali difficoltà reali ed oggettive della compagnia aerea, la politica abbia il dovere di dire apertamente come stanno le cose. E le cose stanno in modo tale che approvando il decreto in discussione e quindi mettendo a disposizione di Alitalia fondi in modi diversi - ritornerò su questo punto successivamente - non risolviamo il problema della compagnia di bandiera.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,20).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta avranno luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1094-A/R)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il decreto-legge 23 aprile 2008, n. 80, varato dal Governo Prodi, disponeva già della dovuta copertura finanziaria e aveva ottenuto il parere favorevole della V Commissione. Pertanto, non vediamo l'utilità di trasformare il prestito ponte in aumento del capitale sociale.
Inoltre, la stessa Unione europea sta seguendo con attenzione la vicenda del prestito ponte per assicurarsi che le norme comunitarie (quelle riguardanti gli aiuti di Stato) siano rispettate, e ciò deve farci riflettere.
È illogico non pretendere la restituzione del prestito stesso, perché con la restituzione non vi sarebbe alcun onere per il bilancio dello Stato e di conseguenza per i cittadini italiani. La vicenda dell'Alitalia...

PRESIDENTE. Onorevole Di Giuseppe, la prego di concludere.

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ANITA DI GIUSEPPE. ...è una vicenda seria, che merita attenzione e che non si può liquidare, come al solito, con un prestito dello Stato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà, per un minuto.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, il Governo Berlusconi ha fatto una scelta di campo, ha fatto la scelta dell'illegalità, perché anche nella vicenda Alitalia esso ci condurrà direttamente verso un'infrazione, che ci costerà moltissimi soldi. Allora ritorneremo ad essere lo «Stato Pantalone», dove sono sempre i cittadini a pagare, perché l'infrazione cui sarà sottoposta l'Italia comporterà una multa che pagheranno gli italiani, come quella che pagheremo per Retequattro, perché per quest'ultima gli italiani pagheranno 300 mila euro al giorno, a causa della multa sicuramente inflitta dall'Unione europea. Lo stesso discorso vale per i rifiuti, dove si è imboccata la strada di «indultare» anche la munnezza, perché è stato consentito di scaricare rifiuti domestici insieme a quelli tossici ed industriali. Anche in tale ambito ci si avvia verso un crinale di illegalità, perché si sta svolgendo un'azione in totale violazione delle indicazioni comunitarie.
Questo è il Governo Berlusconi. È il Governo dell'illegalità, e sapete dove questa ci porta. Invece, la legalità è sempre convenienza per i cittadini, poiché con l'illegalità stiamo portando il nostro Paese su una strada sbagliata.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Barbato. Deve concludere.

FRANCESCO BARBATO. Berlusconi è una partita persa per gli italiani. Si è trasformato da sogno ad incubo degli italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà, per un minuto.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, colleghi di Governo, signor Presidente del Consiglio (che non è in Aula), questo è un Governo che in meno di un mese ha gettato via la maschera e ha mostrato a tutti i cittadini italiani il suo vero volto, il volto di lupi affamati, del conflitto di interessi, di promesse che non si potranno mantenere, di chi tra poco dovrà spiegare come mai la pressione fiscale in Italia non scende e sarà costretto, invece, a mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Altro che dialogo, altro che interessi della collettività. Sono interessi esclusivi per farsi e fare gli affari propri.
La vicenda Alitalia è solo l'ultimo episodio di una serie di episodi che ci attendono. Tuttavia, intendo chiudere il mio intervento cercando di far tornare la memoria a qualche collega della Lega. Il Ministro Maroni, il 19 luglio 2007, così dichiarava al Corriere della sera: il Governo non può e non deve dare più un centesimo all'Alitalia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà, per un minuto.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, se non fosse per il fatto che stiamo vivendo il dramma di un'azienda italiana, una delle più grandi, che dà lavoro a migliaia di lavoratori e di famiglie, ci troveremmo davvero in una farsa. Si potrebbe affermare che stiamo assistendo alla farsa di un provvedimento scritto dal Governo Prodi ma su dettatura del candidato Premier Berlusconi, che aveva vinto le elezioni.
La farsa, invece, sta nel susseguirsi di ulteriori provvedimenti che cercano di mettere in sesto ciò che non si riuscirà a mettere in sesto; si tratta di un'operazione che potrebbe avere un risultato positivo, come diceva l'amministratore delegato di Air France ieri su un giornale, soltanto con l'aiuto di un esorcista.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

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RENATO CAMBURSANO. Ci troveremmo, signor Presidente, ad avere, oltre ad un Presidente del Consiglio operaio, imprenditore e quant'altro, anche un esorcista per risolvere il problema dell'Alitalia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina. Ne ha facoltà per un minuto.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, il decreto-legge su Alitalia di cui abbiamo discusso a lungo evidenzia, ancora una volta, l'intento del Governo di promuovere azioni in netto contrasto con la volontà dell'Unione europea di cui facciamo parte. Si va dritti verso una procedura di infrazione della Commissione europea per quanto attiene al provvedimento in esame. Le violazioni sono palesi e di ciò, anche questa volta e anche su questo provvedimento, ne faranno le spese gli italiani.
L'indicazione di un advisor in rem propriam, significa scegliere un advisor in pieno conflitto di interessi. La realtà è che se il Presidente del Consiglio è in conflitto di interessi, si tenta di far andare in conflitto di interessi anche coloro i quali collaborano per risolvere i problemi. Immaginate un advisor che, da una parte, deve decidere se e come piazzare sul mercato le azioni di Alitalia e, dall'altra, può scegliere anche se farlo personalmente. Alla fine, evidentemente, sceglierà di farlo personalmente e nel migliore dei modi. Per questo motivo ci dichiariamo contrari.

PRESIDENTE. Ringrazio l'onorevole Messina per la precisione con cui ha utilizzato il tempo a sua disposizione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà, per un minuto.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, al di là del merito del quale abbiamo disquisito ampiamente ieri pomeriggio non si capisce a cosa serva discutere oggi del decreto-legge 23 aprile 2008, n. 80, nella sua versione «prestito ponte», visto che ormai è stato superato dall'articolo 4 del decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, che reca misure urgenti per salvaguardare il potere d'acquisto delle famiglie.
Le alternative sono due: o il Governo sostituisce il decreto-legge 23 aprile 2008, n. 80, con le disposizioni di cui all'articolo 4 del decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93, oppure lo si lascia, per così dire, su un binario morto. Infatti, non si riesce a capire tecnicamente a cosa serva discutere due volte sullo stesso argomento. Piuttosto che perdere tempo, come noi riteniamo si stia facendo, avremmo preferito che il Presidente del Consiglio fosse venuto in Aula per dichiarare che fine farà effettivamente la nostra compagnia di bandiera.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, siamo sempre al solito: non è la prima volta che in quest'Aula (in pochi giorni è già la seconda volta) si parla di procedure di infrazione della Commissione europea. Oggi si tratta di un'infrazione che costerà tantissimo in termini economici, di valutazione e di immagine dell'Italia con l'Unione europea.
Gli italiani, come al solito, dovranno tirare fuori i soldi dalle tasche. Purtroppo il dramma è dell'azienda, ma i problemi saranno dei lavoratori. Questi «provvedimenti farsa» pasticciati faranno sì che gli interessi di qualcuno saranno più importanti degli interessi di altri e saranno tutelati, pertanto, interessi a danno di altri. Ancora non si capisce di cosa stiamo discutendo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Touadi. Ne ha facoltà, per un minuto.

JEAN LEONARD TOUADI. Signor Presidente, prendo la parola a titolo personale per ricordare al Governo l'articolo 87 delPag. 7Trattato dell'Unione europea, che è chiaro in materia di prestito-ponte riferendosi ad «aiuti concessi dagli Stati, ovvero mediante risorse statali sotto qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza».
Il comma 2 del medesimo articolo ipotizza solo tre categorie di aiuti che sono dichiarate compatibili: aiuti a carattere sociale, aiuti in caso di calamità naturali o eventi eccezionali, aiuti connessi alla situazione economica determinati da calamità naturali.
Il prestito Alitalia non rientra in nessuna di queste fattispecie, a meno che non si voglia considerare l'avvento del Governo Berlusconi come una calamità naturale (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà, per un minuto.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, con il provvedimento in esame diamo ancora una volta un esempio a milioni di piccoli imprenditori che faticano quotidianamente. Infatti, con una furbata e con una scorciatoia si può far finta di non vedere le regole e, in questo caso, le normative europee sulla libera concorrenza. Non dovremmo assumerci in quest'Aula solo la responsabilità dei 300 milioni di aumento di capitale, perché in realtà, diventando unici azionisti cioè rendendo nuovamente pubblica Alitalia, ci faremo carico del miliardo e mezzo di euro di indebitamento e del miliardo e 200 milioni di euro che SEA ha chiesto per danni ad Alitalia.
Ci dobbiamo assumere questa responsabilità. Ricordiamoci che ci guardano milioni di imprenditori e che le furbate non servono a nulla.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà, per un minuto.

IVAN ROTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervenendo a titolo personale, utilizzo il minuto concesso dal Regolamento solo per evidenziare come la strumentale propaganda su Alitalia in campagna elettorale sia diventata un boomerang per chi oggi guida l'azienda Italia. Le scelte fatte sono in netto contrasto con le normative europee. La proposta del Governo è inaccettabile per forma e sostanza, perché il prestito viene trasformato in patrimonio e va ad attingere dai fondi destinati allo sviluppo e alle imprese.
Stiamo parlando di 290 milioni di euro di contribuenti e di imprese che già hanno pagato pegno per portare avanti la loro attività ed oggi si vedono nuovamente vessati e privati di fondi a loro destinati per andare a coprire un'azienda che, contro tutto quello che è nel libero mercato, è in netto contrasto con le normative europee e per questo andremo a pagare sanzioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, dobbiamo dirci una cosa: in poco più di un mese questo Governo, che si era presentato come il Governo difensore dell'economia di mercato e della libertà di iniziativa economica sta dimostrando di voler attuare una «neosovietizzazione» dell'economia italiana, con due soli provvedimenti: quello sulle banche e sui mutui e quello in esame su Alitalia.
Da domani l'economia italiana sarà un po' più in mano dello Stato, assolutamente in controtendenza rispetto al mondo e alle regole dell'economia di mercato. Da un lato, avete fatto un regalo alle banche con l'intervento sui mutui, garantendo alle banche la sicurezza di incassare tassi di interesse di mercato elevatissimi e causando ai risparmiatori il dovere di prolungare, anche per quindici anni, il pagamento delle loro rate.

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PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Borghesi...

ANTONIO BORGHESI. Con questo continua la sovietizzazione dell'economia italiana!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale. Ritengo che tutta la nostra azione debba essere finalizzata non solo a rilanciare la compagnia di bandiera Alitalia, ma soprattutto a salvaguardare il personale, che evidentemente è colpito dalla decisione assunta di evitare l'accordo con Air France, vietandolo e opponendosi. Invece, oggi siamo nella situazione in cui almeno diecimila dipendenti Alitalia, cioè il 50 per cento del totale, vedono in pericolo il loro posto di lavoro.
Ritengo che tutta la nostra azione debba essere finalizzata alla salvaguardia dei posti di lavoro, alla salvaguardia delle nostre professionalità e al rilancio di un'azienda che può essere di grande stimolo per la ripresa della competitività globale del nostro Paese, in Europa e nel mondo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà, per un minuto.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale. Le agenzie di stampa hanno battuto ieri la seguente nota che vorrei leggere: «Bruxelles si appresta a bocciare il prestito ponte per Alitalia. Secondo quanto riporta dal quotidiano la Repubblica, le spiegazioni del Governo italiano non sono bastate a spazzare i dubbi dell'Unione europea sulla legalità del prestito ponte da 300 milioni di euro concesso alla compagnia di bandiera italiana».
Signor Presidente e signori deputati, noi dell'Italia dei Valori ci chiediamo dove il Governo intenda recuperare tali risorse, ammesso che le trovi, per gettarle senza una strategia che sia stata sufficientemente chiarita a questo Parlamento (anzi, non lo è stata affatto) nel pozzo senza fondo dell'Alitalia. Mi chiedo signor Presidente, e lo faccio con profonda preoccupazione e nel rispetto di tutti i lavoratori della compagnia di bandiera che oggi vivono momenti di estrema incertezza, se il Governo non intenda prelevare questi fondi dalle disponibilità delle regioni, ed in tal caso quali, augurandomi poi che non siano quelle che oggi vivono in condizioni di maggiore arretratezza economica, come quelle del sud.

PRESIDENTE. Ha terminato il tempo a sua disposizione, onorevole Scilipoti.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, oggi sono stati assegnati i posti e, dato che occorre stabilire una pari opportunità di accesso ai servizi, i posti in «piccionaia» non possono essere utilizzati dai parlamentari. O ci mettete il seggiolone, dato che qui il tavolo è molto più corto, oppure qui si siedano i ministri e i sottosegretari che non vengono mai (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico) mentre i deputati si spostino in basso, perché noi ci ribelliamo! Questo posto non rispetta nemmeno la legge n. 626. Da qui non vediamo! Altrimenti ci mettete il seggiolone con qualche gioco, così ci possiamo intrattenere (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Onorevole Mussolini, informeremo i questori delle sue osservazioni.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, se c'è un problema di legge n. 626, come denuncia l'onorevole Mussolini, questo deve valere per tutti, compresi i ministri e i sottosegretari del Governo Berlusconi. Per quanto riguarda invece la questione posta, deve rivolgersi al suo capogruppo e non al Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Moffa. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

SILVANO MOFFA. Signor Presidente, stiamo trattando un argomento molto delicato e complesso rispetto al quale ho l'impressione, ascoltando alcuni interventi svoltisi soprattutto questa notte e anche questa mattina, che si voglia in qualche modo rimuovere dalla memoria e dalla coscienza collettiva, soprattutto dei parlamentari già presenti nella precedente legislatura, tutto quello che ha contrassegnato e punteggiato il percorso critico e negativo di Alitalia e che ha portato alla situazione di emergenza rispetto alla quale il Governo si sta ora muovendo.
Ho sentito alcuni colleghi fare di Alitalia una questione prettamente politica, tutta incentrata sulla presa di posizione durante la campagna elettorale da parte del Presidente Berlusconi.
Si dimentica volutamente, in questa circostanza, di ricordare cosa è accaduto prima, durante il periodo in cui il Governo Prodi ha avviato un cosiddetto processo di privatizzazione di Alitalia, che configurava una gara pubblica, rispetto alla quale, nella Commissione di cui ho fatto parte anche nella precedente legislatura, la IX (Trasporti), più volte si era posto in evidenza da parte dei commissari il limite di quel capitolato che, di fatto, nella sua costruzione già prefigurava un esito negativo della gara.
Ricordo il dibattito che ci fu anche in Aula sui vincoli estremamente rigidi, che avrebbero sostanzialmente impedito la presentazione di un'offerta degna di questo nome, ma prefiguravano un sostanziale fallimento di un percorso che, fin dall'inizio, era stato costruito in maniera sbagliata.
Intendo, però, anche rilevare che in Aula ho ascoltato leggere articoli di giornale e «sponsorizzare» in qualche modo un possibile intervento dell'Unione europea. Mi domando, però, quale Parlamento nazionale sia quello che, in alcune sue parti, quasi auspica un intervento di censura dell'Unione europea.
Quando si parla di aiuti di Stato, bisogna avere il coraggio di guardare cosa è successo in questi anni nell'Unione europea. Non erano forse aiuti di Stato quelli concessi dalla Francia quando ha salvato un'azienda come la Alstom o quelli concessi in momenti particolari, che certamente hanno favorito altri Stati?
Vorrei anche aggiungere che ciò che è disdicevole è dimenticare la situazione emergenziale nella quale ci troviamo. Dunque, vorrei che i colleghi leggessero con attenzione quanto scrive, oggi, Gianni Dragoni sul Sole 24 ore, svolgendo un'analisi puntuale che fa il quadro oggettivo della situazione. Infatti, non si tratta di difendere posizioni di parte, ma di capire in quale situazione emergenziale ci troviamo. Dragoni scrive che l'elenco delle incongruenze su Alitalia è interminabile e non ha origine solo dall'ultimo decreto-legge, come qualcuno vorrebbe far credere, perché il titolo è preda degli speculatori, con forti oscillazioni solo negli ultimi diciassette mesi, tra un minimo di 0,191 euro e un massimo di 1,154 euro.
Ricordo che quando fu avviato il processo di privatizzazione e di gara da parte del Governo Prodi, in quest'Aula, più volte abbiamo denunciato, allora dai banchi dell'opposizione, l'alternanza delle varie dichiarazioni di membri di Governo, con Ministri che facevano a gara nell'indicare le preferenze, a volte tra presunti partner asiatici, a volte tra presunte cordate italiane. C'erano Ministro molto loquaci...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

SILVANO MOFFA. ...che si chiamavano Rutelli, D'Alema, Alessandro Bianchi. Tutto ciò dobbiamo ricordarlo, per capirePag. 10in quale stato emergenziale oggi il Governo è chiamato ad assumere importanti decisioni (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

MARIO PEPE (PdL). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO PEPE (PdL). Signor Presidente, vorrei esprimere il disagio di tutti i parlamentari collocati all'ultimo banco, zona che chiamo la «striscia di Gaza». Al posto che mi è stato assegnato, e anche in altri, manca addirittura il microfono. Infatti, sto parlando dal posto dell'onorevole Giudice, perché al mio posto, il 617, lo ripeto, manca addirittura il microfono.

PRESIDENTE. Ricordo a tutti i colleghi che l'assegnazione dei posti è di competenza dei singoli gruppi. In ogni caso, come detto in precedenza, la questione verrà riesaminata. Faccio presente, solo per segnalare un'esperienza personale, che il sottoscritto nella scorsa legislatura si sedeva nella «piccionaia». Considereremo, comunque, i problemi emersi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Biasotti. Ne ha facoltà.

SANDRO BIASOTTI. Signor Presidente, intervengo sull'emendamento Compagnon 1.1, che sostanzialmente è volto a sopprimere il disegno di legge. Mi rivolgo all'amico Compagnon per avvertirlo che la soppressione vorrebbe dire portare i libri dell'Alitalia in tribunale: questo sostanzialmente è il significato dell'emendamento.
Credo che far fallire l'Alitalia sia assolutamente contro gli interessi strategici dell'economia, dei passeggeri, delle merci trasportate, dei dipendenti dell'indotto e degli aeroporti di Fiumicino e Malpensa. Ritengo, quindi, che sia la cosa peggiore da fare in quest'Aula, soprattutto nel rispetto degli italiani. Mi rammarico che ascoltando questa discussione, come ha affermato qualcuno che mi ha preceduto...

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Biasotti.

SANDRO BIASOTTI. Mi auguro che vi sia un ripensamento, perché sarebbe assolutamente importante che il salvataggio dell'Alitalia fosse bipartisan.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore dell'emendamento Compagnon 1.1 se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, non accedo all'invito al ritiro. Se fosse possibile salvare l'Alitalia con questi 300 milioni di euro, sarei la persona più felice di questo mondo, ma non è così.

ANTONIO PALMIERI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, nella concitazione dell'assegnazione dei posti, segnalo che vi è un posto dove la scheda di un collega non funziona. Siccome stiamo per votare, la volevo pregare di attendere il tempo necessario per sistemare la postazione e, se possibile, di avere un'assistenza da questo punto di vista.

PRESIDENTE. D'accordo, onorevole Palmieri. Ricordo che ogni deputato potrà votare esclusivamente dal posto ad esso assegnato e, proprio per questo, essendo la prima votazione, chiediamo un attimo di pazienza a tutti i colleghi in modo che si possa procedere alla stessa.
Passiamo ai voti.
Ricordo che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Compagnon 1.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 11
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 514
Votanti 512
Astenuti 2
Maggioranza 257
Hanno votato 250
Hanno votato no 262
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELIO VITTORIO BELCASTRO. Signor Presidente, vorrei segnalare che non sono riuscito a votare perché il dispositivo di voto non ha funzionato.

PRESIDENTE. Ne prendo atto. Invito nel frattempo a verificare che tutte le postazioni possano funzionare per le votazioni.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, da questa postazione abbiamo difficoltà a vedere il dito del capogruppo che ci fornisce l'indicazione del voto e, quindi, non sapremo se ci appresteremo a votare a favore o contro. Voteremo - ve lo diciamo - a seconda di come ci verrà in mente, perché non vediamo il dito!

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo per raccogliere la preoccupazione dell'onorevole Mussolini e segnalare che l'assistenza sanitaria integrativa può fornirle un paio di occhiali adeguati (Proteste della deputata Mussolini).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Evangelisti 1.26.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, per memoria di tutti ricordo che l'emendamento Evangelisti 1.26 recita: al comma 2 sostituire le parole da: «nel minor termine» fino a: «Ministero dell'economia e delle finanze» con le seguenti: «entro e non oltre».
In parole povere, questo emendamento mira a fissare comunque al 31 dicembre 2008 la restituzione del prestito ponte. Come dicevo prima, si tratta di un prestito che il comma 2 dell'articolo 1 continua a configurare in questo modo, ma che in realtà sappiamo che tale non è, in quanto lo stesso prestito nelle disposizioni successive dell'articolo 1-bis viene trasformato in patrimonio netto, quindi in copertura delle perdite.
In altre parole, tanto perché gli italiani lo sappiano - questa Assemblea ovviamente ne è conscia - ciò significa bruciare, in un colpo solo, 300 milioni di euro. Come affermava l'onorevole Compagnon, del quale ho condiviso l'intervento, ciò equivale a buttare via un sacco di soldi degli italiani.
A questo proposito avrei piacere che i colleghi della Lega, e, se fosse possibile, lo stesso Ministro Calderoli, ci dicessero cosa ne pensano, visto che lo stesso Ministro si è detto dispiaciuto del fatto che per le manifestazioni del 2 giugno vengono utilizzati un sacco di soldi che potrebbero essere dati ai poveri; quindi, vorremmo sapere cosa ne pensa di 300 milioni di euro bruciati senza significato e che potrebbero davvero essere dati ai poveri. Anzi, sarebbe bene rilevare che di questi 300 milioni di euro addirittura 10 milioni vengono finanziati con i fondi previsti per la solidarietà sociale. Allora, mi consenta, Presidente, di spendere due parole su come vengono finanziati questi 300 milioni di euro: 205 milioni vengono reperiti dal Fondo per la competitività; 85 milioni dal Fondo per la finanza d'impresa; 10 milioniPag. 12proprio dai fondi del Ministero per la solidarietà sociale.
Tutto ciò significa che questi soldi sono pagati dai fruitori dei fondi della solidarietà sociale e, quindi, probabilmente proprio da quei poveri a favore dei quali parlava il Ministro Calderoli e dalle nostre piccole e medie imprese.
Ci sia pertanto consentito di ricordare che abbiamo presentato un emendamento con il quale chiediamo di ridurre proporzionalmente le voci della tabella C; si tratta dunque di «poche lire» relative a tantissime voci, ovverosia di riduzioni che non fanno male a nessuno.
Quindi, pur rimanendo assolutamente contrari all'impianto del provvedimento in esame, quanto meno vi invitiamo, se proprio avete intenzione di approvarlo - e speriamo che, nelle ore in cui vi terremo qui con questa nostra pratica (che intende ricordare all'Assemblea e agli italiani la negatività del provvedimento in esame), possiate abbandonare i vostri intenti negativi almeno parzialmente, come è avvenuto in passato e come, in parte, è avvenuto anche stavolta, con la vostra resipiscenza sulle forme - a limitare i danni, approvando il nostro emendamento in esame, che mira a «fare una provvista» meno dolorosa per gli interessi della nostra nazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, il decreto-legge adottato dal Governo Prodi è giusto così com'è, perché prevede un prestito ponte a breve termine, quindi della durata necessaria per rendere possibile il risanamento e il completamento del processo di privatizzazione della società Alitalia. Invece, il prestito ponte trasformato in patrimonio, così come lo vuole l'attuale Governo, non è legale.
L'emendamento in esame, presentato dall'onorevole Evangelisti, con la dicitura «entro e non oltre» è appropriato ed è giusto.
Certo, il prestito ponte è finalizzato al salvataggio di questa impresa, che è in difficoltà. Gli aiuti elargiti devono però avere lo scopo, secondo la normativa comunitaria, di consentire ad Alitalia di restare momentaneamente in attività, in attesa di un piano di ristrutturazione idoneo.. Ma fino a quando questa iniezione di liquidità farà bene ad Alitalia? Forse converrebbe intervenire e trovare una soluzione che assicuri il futuro di questa società.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà, per un minuto.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, la legalità non è l'abito della domenica, che si utilizza solo per le grandi occasioni: bisogna che la legalità ci accompagni in ogni momento, in ogni atto e fatto della nostra vita.
Nello spaccato a cui stiamo assistendo, dove il Governo Berlusconi si sta mostrando con la sua vera faccia, si vede come si sta caratterizzando. Lo spaccato di intreccio tra politica, camorra e rifiuti che sta avvenendo in Campania la dice lunga: Alleanza Nazionale e Forza Italia - per cominciare a chiamare le cose con il loro nome - stanno venendo fuori e, probabilmente, la Lega Nord è l'abito della domenica, perché serve per darvi la «faccia pulita» sui temi della legalità, dell'ordine e della sicurezza e serve per stendere un velo pietoso sull'attuale Governo, che si sta caratterizzando per l'illegalità (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! La legalità, invece, è sempre convenienza per i cittadini (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Scusate, permettiamo all'onorevole Barbato di concludere il suo intervento. Prego, onorevole Barbato.

FRANCESCO BARBATO. Nel bilancio del primo mese, tra le passività e attività dell'attuale Governo, ho trovato una vocePag. 13rispetto alla quale stanno perdendo gli italiani: questa voce si chiama «Berlusconi», una perdita per gli italiani!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà, per un minuto.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, onorevoli colleghi del Governo, signor Presidente del Consiglio - che è assente anche oggi, in cui si discute un provvedimento importante come è quello che serve ad aiutare un'azienda in grandissime difficoltà, l'Alitalia - quello oggi sottoposto alla nostra attenzione è solo l'ultimo di una lunga serie di provvedimenti, nell'arco di un mese e mezzo, adottati da parte di un Governo che ha «gettato la maschera» e, in maniera chiara, ci dice chi è: è un Governo che parla di mercato, di libertà e di idee liberali; in realtà, invece, tra i provvedimenti si prevede di salvare Retequattro (e salvarla da parte dello Stato) e salvare anche l'Alitalia, attraverso una ricapitalizzazione e non con un prestito ponte, così come il precedente Governo intendeva fare.
Ovviamente, tutto ciò avviene in barba alle regole comunitarie e alle regole di mercato.
Mi chiedo com'è possibile che tutto ciò venga condiviso da un partito come la Lega Nord, che queste cose ha fortemente condannato.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, volevo pregarla solo su un punto: è già accaduto in quest'Aula, durante le precedenti sedute, che il collega Barbato si sia rivolto all'Assemblea indirizzando epiteti e accuse non documentati.
Se il collega Barbato ha notitiae criminis di cui parlare, si rivolga all'autorità giudiziaria, altrimenti pregherei lei, signor Presidente, e tutto l'Ufficio di Presidenza, di richiamare il collega Barbato al decoro di quest'Aula, cosa che forse egli non conosce (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano...

GAETANO PORCINO. Presidente, chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, volevo intervenire in precedenza, visto che si parla di solennità dell'Aula. Piuttosto che preoccuparsi il Presidente Fini di far lavorare di più in termini di ore gli onorevoli colleghi, sarebbe forse il caso di farli lavorare meglio e in un clima di legalità.
Pertanto, vorrei pregarla, signor Presidente, alla prossima votazione - perché è stato di tutta evidenza - di controllare le postazioni dei colleghi del Popolo della Libertà, per vedere se effettivamente ognuno è al suo posto e vota correttamente (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Porcino, alla prossima votazione chiederemo ai deputati segretari di controllare le tessere.

ROBERTO GIACHETTI. La prossima è questa!

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, vi sono una serie di deputati che hanno chiesto di parlare; pertanto, quando vi saranno le votazioni, procederemo alla verifica.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà, per un minuto. Onorevole, non vogliono farla intervenire...

Pag. 14

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, sicuramente non il collega e amico Giachetti...
Ho sentito in precedenza un collega del Popolo della Libertà citare un articolo de Il Sole 24 Ore a firma di Gianni Dragoni. Vorrei citarlo anch'io. Nel prosieguo l'articolo riporta quanto segue: la Consob ha motivato l'intervento con la sospensione degli obblighi di informativa della legge Draghi, disposta dal decreto-legge del 30 maggio che modifica la legge sulle privatizzazioni. Non cade l'obbligo di pubblicare il bilancio e la relazione trimestrale. Tuttavia con questa deroga, secondo Lamberto Cardia, si riduce la trasparenza ed è giusto, quindi, un simile provvedimento.
La conseguenza - e concludo - consiste nel fatto che gli azionisti privati, il «parco buoi», il famoso «flottante», si trova in mano carta straccia.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

RENATO CAMBURSANO. Qualcuno arriverà, poi - i famosi «quattro cavalieri» delle società autostradali - a comprare con quattro baiocchi e poi fare lo spezzatino di una società nazionale.

PRESIDENTE. Prendo atto che gli altri deputati che avevano chiesto di parlare per dichiarazione di voto vi hanno rinunziato.
Ricordo ai colleghi che stiamo votando l'emendamento Evangelisti 1.26, sul quale vi è un invito al ritiro da parte della Commissione e del Governo. Onorevole Evangelisti, accede all'invito al ritiro?

FABIO EVANGELISTI. No, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori?

SIMONE BALDELLI. No, signor Presidente, sull'emendamento Evangelisti 1.26.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Presidente, non si può! Siamo in votazione!

PRESIDENTE. Onorevole Palomba, non ho ancora aperto la votazione.
Prego, onorevole Baldelli, ha facoltà di parlare per dichiarazione di voto.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, mi dispiace che il collega Evangelisti non abbia accettato l'invito al ritiro. Evidentemente, questa scelta continua ad inserirsi nel solco di una posizione che l'Italia dei Valori sta mantenendo su questo provvedimento. Si tratta, peraltro, di una posizione che, in qualche misura, confligge con atteggiamento iniziale avuto in Commissione. Comunque, anche questo appartiene alle dinamiche parlamentari di quest'Aula: è possibile, infatti, che vi siano indurimenti e rafforzamenti di posizioni conflittuali su un provvedimento.
Io sono tra i pochi colleghi che ieri sera, insieme al Presidente Lupi, al presidente Valducci, a pochi altri e ai colleghi dell'Italia dei Valori, si è deliziato di una serata anche di riflessioni importanti. Essa è stata, in qualche modo, un preludio ad un certo atteggiamento che oggi vediamo in quest'Aula ed anche - devo dire - una sorta di discussione generale su questo provvedimento, visto che il testo è stato sostanzialmente riscritto dalla Commissione, rispetto al provvedimento iniziale.
Ritengo che il modo di procedere del Governo sia utile nell'economia generale del provvedimento al nostro esame, perché altrimenti ci saremmo trovati a dover affrontare la questione relativa ad Alitalia in tre diversi provvedimenti che erano stati varati e incardinati in entrambe le Camere. In tal modo si sarebbe verificata una dispersione di energie su un tema che tutti sappiamo essere assai delicato; un tema che sta a cuore a tutti, che riguarda posti di lavoro e che riguarda un'azienda che proprio nel primo trimestre di questo anno ha registrato un forte passivo.
In seguito magari entreremo nel merito dell'oggetto del provvedimento, ma francamentePag. 15ritengo che la linea seguita dal Governo Prodi prima e dal Governo Berlusconi poi sia stata una linea di necessità e d'urgenza: non a caso oggi discutiamo il disegno di legge di conversione di un decreto-legge che, proprio in quanto tale, presuppone requisiti di necessità e di urgenza. Ritengo altresì che si sia trattato di una linea volta alla necessaria salvezza dell'azienda (prima attraverso il prestito ponte e in seguito attraverso la conversione del prestito in capitale sociale) e volta ad impedire il fallimento dell'azienda, con tutto quello che ciò comporterebbe.
Pur comprendendo le dinamiche di opposizione e di filibustering, su cui è stato fatto esercizio (il collega Evangelisti, pratico al filibustering e a tutte le declinazioni linguistiche di questa procedura), credo che al di là della testimonianza politica, che pure conosco e rispetto, sia necessario mantenere forte la consapevolezza dell'urgenza del provvedimento al nostro esame e del suo significato profondo, cioè quello di trovare una soluzione a un problema che effettivamente esiste ed è all'attenzione dell'opinione pubblica e delle persone coinvolte come lavoratori dipendenti e dell'indotto, attenzione che riguarda non solo l'Italia, ma l'intera Europa. Sarebbe, quindi, opportuno che tutti facessimo un appello alla nostra responsabilità.

PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Evangelisti 1.26.
Invito i deputati segretari a procedere alla verifica delle tessere di votazione (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente - Commenti dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Scusate colleghi, è stata chiesta la verifica delle tessere e la votazione non è ancora aperta. Procediamo alla verifica e poi...

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

ANTONIO BORGHESI. Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, mi permetterei di suggerirle che questa verifica venga svolta quando la votazione è aperta, così sarà molto più facile controllare, grazie! (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico).

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

ITALO BOCCHINO. Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, credo che si stia andando verso una burocratizzazione delle operazioni di voto (Commenti dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico). La prego di procedere con le necessarie valutazioni di tipo politico.
Ricordo ai colleghi, dato che negli ultimi 15 anni (Commenti dei deputati del gruppo Italia dei Valori)... Perché voi dell'Italia dei Valori intanto non imparate ad ascoltare? Sto parlando, aspettate prima di urlare!

PRESIDENTE. Prosegua, onorevole Bocchino.

ITALO BOCCHINO. Siamo stati per 15 anni a turno sia alla maggioranza, sia all'opposizione. Ci si presentano qui due possibilità: la prima è quella di chiedere la verifica delle tessere al Presidente tramite i segretari: ciò è avvenuto. La seconda possibilità è quella di fare gli spioni a votazione aperta, ed è una cosa che vi piace per natura e potete fare anche questo, ma lasciateci votare e lavorare!
Smettetela di fare i «Pierini» in Aula. Dobbiamo votare un provvedimento che riguarda la compagnia di bandiera. È arrivato il momento di procedere politicamente, signor Presidente.

Pag. 16

DOMENICO SCILIPOTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa?

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente...

PRESIDENTE. Vuole intervenire sull'ordine dei lavori?

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, è vero che in questo momento esistono due forze che sono importanti e che si contrappongono, ma esiste una forza che si chiama Italia dei Valori per ricordare... (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Scilipoti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1.26, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 508
Votanti 505
Astenuti 3
Maggioranza 253
Hanno votato 243
Hanno votato no 262
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

ANNA PAOLA CONCIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANNA PAOLA CONCIA. Signor Presidente, in questa zona dell'aula avevamo la tastiera bloccata.

PRESIDENTE. Va bene. Chiederei ancora una volta la verifica che tutte le postazioni di voto funzionino. In ogni caso, segnaliamo - un attimo! - che sia l'onorevole Concia che l'onorevole Gatti non hanno potuto votare per la tastiera bloccata.

ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, il dispositivo di voto della mia postazione non funziona e non ho potuto esprimere il voto. Invito a provvedere.

PRESIDENTE. Bene, resta a verbale. Altri colleghi mi stanno segnalando che non hanno potuto votare. C'è l'onorevole Stanca che ha segnalato che avrebbe voluto esprimere voto contrario. Altri che non hanno potuto votare? L'onorevole Porcino.
Prendo atto che i deputati Franzoso e Mistrello Destro hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Marco Carra ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto favorevole.

GAETANO PORCINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, le chiedo scusa. Il mio non è un richiamo, ma la pregherei gentilmente di stare più attento...

PRESIDENTE. Va bene, grazie.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, devo svolgere il mio intervento.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Porcino. Sull'ordine dei lavori?

GAETANO PORCINO. Sul rispetto del Regolamento, signor Presidente. È una vergogna! Ancora una volta lì ci sono dei colleghi che fanno i «pianisti». Usciamo e abbandoniamo l'Aula (Applausi ironici dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), perché questo non è tollerabile, signorPag. 17Presidente. La richiamo al suo dovere istituzionale di Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ricordo comunque che abbiamo proceduto alla verifica delle tessere. Richiamo ancora il fatto che ogni collega debba votare per sé e non per altri colleghi.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare sull'ordine del lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, non ho nessuna difficoltà a riconoscerle una corretta gestione della Presidenza. Lo ha fatto oggi, lo ha già fatto ieri sera. Però c'è stato davvero un intervento, quello dell'onorevole Bocchino, che non si può assolutamente accettare.
L'onorevole Bocchino, addirittura, l'ha invitata ad una gestione politica dell'Assemblea. Questo è da respingere! Non serve né una gestione politica né una gestione burocratica; serve soltanto una gestione corretta, come lei sta facendo e come evidentemente non è aduso a fare l'onorevole Bocchino!

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Immagino sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le vorrei far presente che il Presidente della Camera dal 2001 al 2006, l'onorevole Casini, pur essendo un Presidente eletto dalla maggioranza di allora, mentre noi eravamo all'opposizione, si assunse la responsabilità, anche per dare decoro all'Aula, in alcune occasioni, di procedere nell'unico modo in cui è possibile verificare se ci sono doppi, tripli e anche quadrupli voti, come è accaduto, nella fattispecie, nella votazione precedente: lasciare aperta la votazione, in maniera che chi sta votando per due o tre persone rimane da solo, illuminato dai voti che sta dando ad altre persone.
Lei questo lo può fare! La invito a farlo, perché questo vuol dire dare decoro alla nostra Camera (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Le suggerirei anche, signor Presidente, poiché dobbiamo compiere delle votazioni - e non si tratta di un caso o di due casi, ma ci sono stati numerosi casi di persone che non sono riuscite ad esprimere il proprio voto - o di risolvere il problema rapidamente in qualche modo, ovvero di ripetere la votazione precedente; perché quando non un collega, ma due o dieci colleghi non riescono a esprimere il loro voto, e si tratta, come si è visto, di un fenomeno assolutamente trasversale, forse il Presidente della Camera deve porsi il problema se quel voto risponde a una realtà dell'Aula oppure no. È un invito che le rivolgo; comunque la pregherei di risolvere il problema per la prossima votazione.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

ANTONIO BORGHESI. Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, a me pare che in una situazione nella quale più volte si è manifestata una difficoltà di voto da una parte all'altra, e soprattutto con risultati nelle votazioni che sono abbastanza vicini fra favorevoli e contrari, varrebbe la pena di chiedere una sospensione dei lavori affinché si possa poi riprendere in modo assolutamente normale. Mi associo anche alla richiesta dell'onorevole Giachetti: tutti abbiamo occhi per vedere, è comunque di piena evidenza che almeno una decina di voti sono stati espressi da persone che non erano presenti. Le chiedo quindi una breve sospensionePag. 18per svolgere una verifica tecnica, oppure votiamo per alzata di mano come si faceva una volta e i segretari conteranno i voti: ciò forse eliminerebbe anche quel problema.

EUGENIO MAZZARELLA. Chiedo di parlare sull'ordine nei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EUGENIO MAZZARELLA. Signor Presidente, per aiutarla in questo compito visivo...

PRESIDENTE. Mi scusi onorevole, credo che gli interventi dei suoi colleghi abbiano espresso in maniera molto chiara la situazione.

EUGENIO MAZZARELLA. Avrei una proposta costruttiva!

PRESIDENTE. Credo che il Presidente abbia ben chiaro quello che deve fare. Se non è un altro argomento quello che vuole sottoporre all'Aula, ma è, come immagino, lo stesso, cioè il richiamo giusto al decoro e alla dignità di questa istituzione e dell'Aula, al fatto cioè che ogni deputato debba votare per sé e che la Presidenza debba aiutare a che questo impegno sia rispettato, le chiedo cortesemente di non intervenire. A meno che il suo intervento sull'ordine dei lavori non riguardi un altro argomento.

EUGENIO MAZZARELLA. È una variazione sull'argomento, non sarò ripetitivo.

PRESIDENTE. Va bene, ha facoltà di parlare.

EUGENIO MAZZARELLA. Poiché c'è tanta tecnologia, basterebbe una telecamera e un programma di computer sul suo tavolo per far combaciare voti e presenze (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, per cortesia, ho visto che l'onorevole Mussolini si è seduta al banco del Governo infilando lì la propria scheda. Non credo che abbia facoltà di votare da quella postazione.

PRESIDENTE. La scheda dell'onorevole Mussolini non è abilitata a votare dal banco del Governo, quindi non può votare da quella postazione.
Passiamo all'emendamento Evangelisti 1.29. Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, la pregherei di fare ordine, di far rispettare il Regolamento come chiedeva il mio collega Evangelisti.
Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, l'emendamento Evangelisti 1.29 recita: «Al comma 2, sostituire le parole da: "nel minore termine" fino a: "Ministero dell'economia e delle finanze, e" con le seguenti: "tra il trentesimo giorno successivo a quello della cessione o della perdita del controllo effettivo da parte del Ministero dell'economia e delle finanze e, comunque, non oltre"». Tale emendamento - come il precedente, e come diversi dei successivi - mira a dare un ordine formale alla configurazione lessicale del comma 2. Esso prosegue, insomma, in quell'opera di miglioramento formale degli atti che ci siamo prefissi di suggerirvi e che, debbo riconoscere, in parte è stata accolta, come ci è stato riconosciuto ieri dal Ministro Vito, in primo luogo facendo proprio, da parte del Governo, l'emendamento provocatorio (per così dire) Misiti-Favia, con il quale chiedevamo di evitare quella soluzione pasticciata che era contenuta nella formulazione originaria del disegno di legge di conversione,Pag. 19poiché - come vi facevamo notare - non si poteva utilizzare il disegno di legge di conversione di un decreto-legge che prevedeva solamente un prestito ponte per fungere da base anche ad un altro decreto-legge già in vigore. Dunque, correttamente dal punto di vista formale, avete inserito l'articolo 4 del decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93 (cosiddetto decreto-legge di Napoli), e addirittura avete inserito come nuovo articolo 1-bis anche parte del decreto-legge 3 giugno 2008, n. 97, pubblicato l'altro ieri sulla Gazzetta Ufficiale.
Ma questo lavoro di pulizia formale - che vi riconosciamo, ma che vi preghiamo nel futuro di svolgere prima, proprio per rispetto di quel decoro di quest'Aula del quale si è parlato poco fa - non ci consente comunque di essere favorevoli ad un provvedimento nel quale con troppa superficialità si tratta una materia estremamente importante, cioè quella connessa al rischio della perdita di migliaia di posti di lavoro, soltanto perché non si vuole dire al Paese che si è sbagliato a fare una promessa elettorale che non poteva essere mantenuta.

TERESIO DELFINO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, le chiedo scusa per questo mio breve intervento. Non me ne voglia la stimatissima collega onorevole Mussolini, ma vorrei sapere se è ancora esistente la procedura, che ho sempre visto di prassi rispettata in quest'Aula, per cui chi è al Governo siede ai banchi del Governo e chi non è al Governo siede ai banchi dei parlamentari. Chiederei dunque al Presidente una risposta formale, per sapere se la prassi è ormai superata e se pertanto vi è libertà di sedere nei banchi del Governo per ogni parlamentare che ne abbia voglia.

PRESIDENTE. Onorevole Delfino, la prassi cui lei fa riferimento non è affatto superata: anzi, all'inizio dei lavori di oggi abbiamo espressamente detto che ciascun deputato deve votare esclusivamente dal posto assegnato. L'onorevole Mussolini - assieme ad altri colleghi - ha fatto presente alla Presidenza la condizione legata al posto assegnato nella cosiddetta «piccionaia». Ripeto però che non si può votare se non dal proprio posto. Chiederei dunque all'onorevole Mussolini - fra l'altro, stiamo provvedendo ad assegnarle eventualmente un altro posto provvisorio, così che la questione possa poi essere ridiscussa dal gruppo - di votare dal suo posto.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Mi scusi, lei non può parlare dal banco del Governo. Se nessun altro chiede di parlare, procediamo... Onorevole Mussolini, non può parlare da lì se vuole prendere la parola deve parlare... (Commenti. - Il deputato Mussolini si allontana dal banco del Governo)... Onorevole Mussolini, in via eccezionale può parlare da una postazione diversa dalla sua, ma le ricordo che da lì non può votare perché non è abilitata.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, parlo dalla postazione della collega Bindi. Credo che si sia in democrazia e in libertà, credo...

TERESIO DELFINO. Va rispettata la legalità!

ALESSANDRA MUSSOLINI. Allora, non dovete togliere il posto a me, ma dovete eliminare quei posti che vi sono dal 1948: quelli sono posti dai quali i deputati non possono esercitare il proprio lavoro! Noi non possiamo sedere lì dove non c'è il cestino, non c'è il tavolo e non vi sono i presupposti per seguire i lavori dell'Aula! O ci date un «portadito» o noi da lì non possiamo votare! Dobbiamo essere spostati tutti, non solo io! Non voglio avere condizioni di privilegio (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

Pag. 20

PRESIDENTE. Onorevole Mussolini, nessuno le voleva assegnare condizioni di privilegio. Lei ha posto un problema di interesse generale, ed abbiamo detto che affronteremo, ovviamente, tale problema.

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Onorevole Presidente, la cosa è iniziata come barzelletta, ma credo che si concluda in modo molto diverso. L'onorevole Mussolini, partendo dal suo posto ed arrivando al Governo - cosa che le auguro per altra via -, non ha esitato a porre una questione che per la prima volta, dal 1948 ad oggi, qualcuno ha posto in quest'Aula: il fatto, cioè, che non riesce ad esercitare liberamente il suo ruolo di parlamentare, come tutti coloro che si trovano nell'ultima fila, la cosiddetta «piccionaia».
Questa è una novità, una novità inedita, e lei non può cavarsela dicendo che esaminerà la questione, perché se così fosse - cioè se il presupposto sul quale l'onorevole Mussolini basa il suo intervento fosse vero - vorrebbe dire che si ledono i diritti non solo suoi, ma di una serie di parlamentari, e non solo da oggi, ma almeno dal 1948!
Finiamo questa farsa, perché la Presidenza sta finendo nel ridicolo! Pertanto, lei imponga ai parlamentari di sedersi nei posti loro assegnati (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori e di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!

ROBERTO COTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO COTA. Colleghi, penso che noi dobbiamo anche preoccuparci dell'immagine che il Parlamento dà all'esterno e lei, Presidente, deve preoccuparsi dell'immagine che questo Parlamento dà all'esterno, alla gente che lavora tutti i giorni dalla mattina alla sera! Allora dico: con tutti i problemi che ha il Paese è una vergogna che quest'Aula sia occupata in una discussione sul fatto che un posto sia comodo o meno (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico e Unione di Centro)!

PRESIDENTE. Onorevole Cota, credo che giustamente tale preoccupazione debba essere del Presidente ma anche di tutti i singoli parlamentari, perché abbiamo tutti - dalla Presidenza ai singoli parlamentari - la responsabilità di dare un'immagine seria delle nostre istituzioni.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti su cosa intende intervenire? Se intende intervenire sull'ordine dei lavori, le ricordo che la questione è stata ampiamente affrontata. Prego, onorevole Evangelisti.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, prima non ho avuto nessuna difficoltà a riconoscerle un'estrema correttezza nella conduzione dei lavori, ma nell'ultimo passaggio devo rilevare e denunciare che lei così corretto non è stato. In tutte le precedenti (Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

ANTONINO LO PRESTI. Sei un esibizionista!

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, lei deve garantirmi la possibilità di parlare.

PRESIDENTE. Ha ragione. Prego, proceda. Per cortesia, lasciate intervenire l'onorevole Evangelisti.

FABIO EVANGELISTI. In tutte le precedenti legislature dal 1948 non soltanto si è votato in «piccionaia», ma mai si è permesso a qualche deputato di occupare i banchi del Governo.Pag. 21
Nella precedente legislatura quando i colleghi della Lega si sono seduti al banco del Governo è stata sospesa la seduta e i deputati sono stati puniti.
Nel caso di specie lei, signor Presidente, non è intervenuto e addirittura è stato persino troppo magnanimo, non equanime. La prego di ritornare al suo spirito equanime dell'inizio.

GIUSEPPE CONSOLO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, con il rispetto dovuto alla carica che ella ricopre e a questo ramo del Parlamento, ricordo che un gruppo, solo tre o quattro oratori fa, ha annunciato (non voglio entrare nel merito) l'abbandono dei lavori dell'Assemblea per protesta.
Non ce l'ho con quel gruppo, mi riferisco alla serietà delle istituzioni. Quando un gruppo, attraverso un suo rappresentante, giusta o sbagliata che sia la decisione, annuncia di abbandonare l'Aula per presunte violazioni del Regolamento - ma tale questione non mi interessa - da un punto di vista politico il gruppo, signori dell'Italia dei Valori, deve alzarsi e abbandonare l'Aula, altrimenti taccia e non strumentalizzi le parole con annunci ad effetto, che da questa parte dell'Aula certamente non fanno alcuna differenza...

PRESIDENTE. Mi sembra che la questione sia stata abbondantemente affrontata.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1.29, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Ricordo a ogni deputato di votare per sé.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

Presenti 526
Votanti 524
Astenuti 2
Maggioranza 263
Hanno votato 251
Hanno votato no 273
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

Prendo atto che il deputato Dal Moro ha segnalato che non è riuscito a votare.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, voglio solo chiederle se stiamo giocando: le ho chiesto di tenere aperta la votazione, perché nuovamente c'erano decine di voti doppi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Signor Presidente, già le ho chiesto (ma lei, come già è avvenuto in occasione del preavviso di votazioni elettroniche, è spesso dimentico in questa seduta), ma continuo a pregarla di tenere, per la prossima occasione, aperta la votazione, perché vi sono doppi e tripli voti che si ripetono! Siamo qui dalle nove di stamattina, tutti quanti, dal segretario del partito ai leader degli altri partiti dell'opposizione! Non pretendiamo lo stesso dall'altra parte, ma siete 350! Noi siamo qui tutti, almeno che ci siano i voti veri (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)!

MASSIMO MARIA BERRUTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO MARIA BERRUTI. Signor Presidente, comprendo perfettamente il tenore della discussione appena riaperta dall'onorevole Giachetti, con il quale abbiamo condiviso alcune legislature, e conosciamo perfettamente la loro posizione, quando erano la maggioranza e oggi che sono all'opposizione.
Tuttavia, signor Presidente, credo che sia un atteggiamento poco corretto, non daPag. 22parte della Presidenza ma da parte di un parlamentare, indicare dai banchi quale sia la via, la strada o la soluzione, soprattutto in un momento delicato come quello delle votazioni.
Signor Presidente, auspico che su questo si possa porre un punto fermo per non creare, soprattutto nei nuovi arrivati, delle abitudini che in tanti anni di attività parlamentare non avevo ancora visto, vale a dire suggerire al Presidente cosa deve fare nel momento dell'apertura o della chiusura del voto per verificare un qualcosa che aggradi o meno alla maggioranza o all'opposizione. Stiamo attenti a questo, perché si tratta di un precedente gravissimo che, a mio avviso, deve essere evitato.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Evangelisti 1.24. Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, l'emendamento Evangelisti 1.24 propone di sostituire, al comma 2 dell'articolo 1 del disegno di legge in esame, le parole da «trentesimo giorno» fino alla fine del comma con le seguenti: «cinquantesimo giorno successivo a quello della cessione o della perdita del controllo effettivo da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, e il 25 dicembre 2008».
Come affermavo nel mio precedente intervento tale emendamento, come alcuni precedenti ed altri successivi, mira a creare un ordine formale nella stesura del nuovo comma 2 dell'articolo 1 del decreto-legge in esame, secondo quanto abbiamo tentato in più occasioni di consigliarvi, e che con l'approvazione dell'emendamento provocatorio del collega Misiti e di chi vi parla avete in qualche modo fatto. Come stavo accennando prima, sebbene vi sia un ordine formale e una presa d'atto della completa confusione nella quale versa il decreto-legge in esame, non possiamo concordare nella sostanza del provvedimento, perché si tratta di un decreto-legge illegittimo e assolutamente confuso.
Voglio soltanto farvi presente che state facendo apparire il Parlamento e l'Italia sui principali giornali italiani ed europei in maniera assolutamente negativa. Voglio farvi presente, per esempio, che sul Corriere della sera di oggi viene detto che addirittura mercoledì il commissario ai trasporti, l'italiano e componente del Popolo della Libertà, Antonio Tajiani, deciderà l'apertura di una procedura di investigazione nei confronti del Governo italiano. Addirittura, è critico l'economista Salvatore Bragantini, il quale parla di una clamorosa sospensione delle regole che non lascia ben sperare e trova sorprendente che una banca come Intesa, che in passato aveva presentato un'offerta, oggi sia stata scelta come advisor. Questo, conclude Bragantini, è molto singolare, tanto che per farlo si è dovuto sospendere una legge.
Ieri abbiamo criticato questo fatto in Commissione e anche in Aula, e continueremo a farlo nei nostri successivi interventi. Con l'articolo 1-bis intendete introdurre una norma che sospende le previsioni della normativa sulle privatizzazioni. In deroga a questa normativa pretendete di non fare una gara che potrebbe far scegliere un consulente, con tutto il rispetto, forse migliore, e qualificato almeno quanto Intesa Sanpaolo (se non di più), che potrebbe trovare acquirenti di Alitalia all'altezza della situazione, anche se temiamo che ciò sia molto difficile.
Tuttavia, la particolarità della vostra normativa è che voi prevedete che il consulente possa, svestiti gli abiti del consulente, diventare interlocutore in proprio. Francamente ci sembra un doppio conflitto di interessi il fatto che un soggetto che ha partecipato alla privatizzazione in precedenza possa rifarlo e che, soprattutto, possa svestire gli abiti del consulente ed assumere quelli della parte interessata.
Francamente, questo modo di procedere non ci sembra adeguato, così come la fretta di trasformare un prestito ponte in patrimonio, cioè in perdita. Così come sosteneva in precedenza l'onorevole Compagnon,Pag. 23buttiamo via 300 milioni di euro sottratti ai fondi per la piccola e media impresa, per un'operazione assolutamente incerta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, credo che l'erogazione di 300 milioni da parte dello Stato ad Alitalia non debba comunque penalizzare altri settori e altre categorie quali le piccole e medie imprese che comunque sono parte attiva dell'economia italiana e il Governo deve fare molta attenzione a ciò. Inoltre penso che una soluzione che consenta una ricapitalizzazione di Alitalia, accompagnata anche da un piano industriale, possa rimettere in piedi l'azienda e rilanciarla. Altrimenti, il problema si riproporrebbe sempre, sarebbe come il cane che si morde la coda.
Voglio concludere ricordando anche questo: la cordata italiana tanto sostenuta dal Presidente Berlusconi durante la campagna elettorale non ha proprio preso il volo, anzi oggi il Presidente del Consiglio addirittura accenna nuovamente ad una possibile intesa con Air France in futuro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà per un minuto.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, sono convinto che sia a destra sia a sinistra vi siano persone perbene. Per la verità, a destra conosco tante persone perbene. Tuttavia, talvolta non vi volete togliere la maschere che avete in faccia. In questo Parlamento vi ho indicato un deputato che la mattina sta a Montecitorio e la sera armeggia con i camorristi. Ciò risulta da atti giudiziari, dove un GIP di Napoli ha trasmesso a questo Parlamento la richiesta di autorizzazione a procedere.
Qui, con il Popolo della Libertà, probabilmente, vi è chi fa praticantato con la camorra. Malgrado le cose che vi ho detto pubblicamente, questo deputato lo avete promosso e lo avete fatto diventare presidente di Commissione. Allora chi fa praticantato con la camorra, con il Popolo della Libertà fa carriera (Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, la prego di misurare i termini.

FRANCESCO BARBATO. Questa è la verità! Se volete chiudervi a casta - perché la casta deve difendere i suoi interessi, i suoi privilegi e le sue illegalità - continuate a fare la casta!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà, per un minuto.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la vicenda Alitalia è l'esempio di una gestione ormai inaccettabile. Voi del Governo state facendo come nella favola della cicala della formica e, a fronte di una vicenda che richiedeva pazienza, si è contrapposta la voglia di forzare le regole, diffondendo e favorendo una ricapitalizzazione senza che fosse stato approvato un piano aziendale o che vi fosse la presenza di una cordata più volte richiamata.
Oggi stiamo discutendo della conversione di un decreto-legge del Governo Prodi stravolto dalla riscrittura in Commissione da parte del Governo. Infatti, da un prestito ponte di 300 milioni, si è passati, e si deve dirlo chiaramente, ad una ricapitalizzazione sociale di una azienda, in violazione di ogni regola di mercato, di ogni libertà e di ogni normativa europea.

GIANCARLO LEHNER. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO LEHNER. Signor Presidente, credo che l'onestà intellettuale siaPag. 24un valore importante. Per questo mi associo a quanto detto da un membro dell'opposizione, l'onorevole Giachetti. Appartengo ad una maggioranza che dispone di numeri molto ampi e sento però un imbarazzo profondo, perché questa maggioranza ha sempre un numero di assenti intollerabile.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Lehner...

GIANCARLO LEHNER. Sino al punto - attenzione - che talvolta avviene per davvero il fenomeno della votazione su due postazioni (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico).
Insisto: credo che l'onestà intellettuale debba essere un valore di tutti noi. Aggiungo che avevo proposto una soluzione: chiedere le dimissioni da deputati dei Ministri e dei sottosegretari.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Papa. Ne ha facoltà.

ALFONSO PAPA. Signor Presidente, vorrei semplicemente associarmi alle richieste già avanzate da altri colleghi per il decoro dell'Aula, per un fatto di rispetto nei confronti di tutti coloro che ne fanno parte, in relazione alle reiterate dichiarazioni dell'onorevole Barbato.
La prego, ancora una volta, di censurare dichiarazioni che, non avendo alcun tipo di supporto giudiziario di denuncia, come previsto dalla legge, sono semplicemente un contributo ad opere di mistificazione, di offese e di dileggio gratuito all'interno di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), all'interno della quale vi sono professionalità, storie e dignità che non possono, non vogliono e non devono consentire che ciò continui ad accadere (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cristaldi. Ne ha facoltà.

NICOLÒ CRISTALDI. Signor Presidente, anch'io riconosco che lei sta gestendo correttamente l'Assemblea, tuttavia mi permetto di farle osservare che ha consentito all'onorevole Barbato di fare in quest'Aula affermazioni inaudite, che nella storia della Repubblica non ricordo. Credo, onorevole Presidente, che lei debba adottare immediatamente una decisione. L'onorevole Barbato ha accusato un preciso deputato di trescare con la camorra, con la mafia, comunque con la criminalità organizzata. Non posso far parte di un'Aula che permette affermazioni di questa natura. Pretendo come parlamentare un preciso impegno della Presidenza della Camera, perché si chiarisca ogni passaggio (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Onorevole Cristaldi, le ricordo che ho interrotto l'onorevole Barbato richiamandolo.

NICOLÒ CRISTALDI. L'onorevole Barbato va punito oppure ha ragione lui!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, ho appena ascoltato un intervento pregevole, sul quale esprimo un apprezzamento, quello del collega Lehner, al quale però mi corre l'obbligo di ricordare che le eventuali dimissioni di Ministri e di sottosegretari sono affidate soltanto alla sensibilità personale, non può esservi un obbligo.
Trovo invece molto grave l'intervento del collega Papa, seguito da quello dell'onorevole Cristaldi, che addirittura le chiedono di censurare l'intervento di un altro collega, nella fattispecie il collega Barbato. La possibilità di censurare in quest'Aula non è affidata né a lei, né a Papa, né a Cristaldi. Naturalmente l'onorevole Barbato si assume la responsabilità di quanto ha affermato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bocchino. Ne ha facoltà.

Pag. 25

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, vorrei sollecitare lei, i colleghi e gli altri gruppi, affinché si ritorni all'ordine del giorno. Ho l'impressione che con la scusa degli interventi sull'ordine dei lavori noi stiamo facendo «chiacchiericcio da bar». Signor Presidente, il richiamo all'ordine dei lavori permette di intervenire, secondo il Regolamento, per spiegare la ragione per cui si ritiene di invertire l'ordine del giorno, per cui si ritiene di cambiare l'argomento in esame, per cui si ritiene che sia ammissibile o meno un emendamento. Non è possibile che con il richiamo all'ordine dei lavori sia consentito intervenire su tutto! Credo che dobbiamo passare al merito di questo provvedimento.
Quanto alle accuse dell'opposizione, state sereni e tranquilli. Dai dati delle votazioni si ricava che sono assenti ventisei deputati di maggioranza e ventotto dell'opposizione. Scusateci se ne abbiamo trentacinque in missione, ma sappiate che abbiamo vinto le elezioni e quindi siamo al Governo e abbiamo dei deputati che sono impegnati. State tranquilli, la maggioranza è qui, serena e tranquilla, ha i numeri. Lasciateci lavorare.
Smettetela, con la scusa degli interventi sull'ordine dei lavori, di fare «chiacchiericcio da bar» o anche peggio di fare in questa Aula i «grillini» di terz'ordine, di cui non abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di nobilitare il nostro lavoro e chiediamo alla Presidenza di consentircelo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, sull'ordine dei lavori, perché ci sono stati interventi...

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, non posso concederle la parola (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente... (Commenti del deputato Bocchino).

PRESIDENTE. Onorevole Bocchino, mi perdoni, ma è il Presidente che regola i lavori dell'Aula e l'onorevole Borghesi ha chiesto di intervenire. Richiamo anch'io, come ha fatto lei, l'articolo 41, comma 1, del Regolamento. Ricordo che sull'ordine dei lavori si interviene - lo dico anche per i nuovi colleghi - soltanto quando i richiami al Regolamento per l'ordine dei lavori vertono in modo diretto e univoco sullo svolgimento e sulle modalità della discussione o della deliberazione o, comunque, del passaggio procedurale nel quale, al momento in cui vengono proposti, sia impegnata l'Assemblea o la Commissione. Onorevole Borghesi interviene per questo?

ANTONIO BORGHESI. Certamente, signor Presidente. Non può non permettermi di rispondere all'onorevole Bocchino (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Intervengo soltanto per dire che solo venti minuti fa hanno fatto loro «auto-ostruzioniamo» per permettere ai deputati della maggioranza di arrivare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, cito ancora, come ho fatto nel mio precedente intervento, l'articolo di Dragoni sul Sole 24 ore, che dice testualmente: il titolo è stato preda degli speculatori, con forti oscillazioni. Ricordo, poi, quello che ha già detto il collega del Popolo della Libertà: negli ultimi 17 mesi il titolo è oscillato tra un minimo di 0,191 euro e un massimo di 1,154 euro.
L'articolo ricorda, inoltre, ciò che è avvenuto nel 2003, quando, a seguito di dichiarazioni dell'allora Ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, il presidente della Consob è dovuto intervenire richiamando il Ministro e il Presidente del Consiglio, inviando una lettera di richiamoPag. 26al Ministro Giulio Tremonti, perché zittisse i colleghi loquaci. Purtroppo, ciò è accaduto anche durante questa campagna elettorale e qualcuno sicuramente ne ha sfruttato l'opportunità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina, per un minuto. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, il decreto-legge su Alitalia evidenzia, come abbiamo già detto, una serie di violazioni in materia comunitaria e, in particolare, la violazione della legge sulla concorrenza e gli aiuti di Stato. È chiaro e palese che si va a finanziare in maniera impropria una società che dal mercato non sarebbe mai finanziata. È per questo motivo che non si può certamente condividere questo decreto-legge.
Signor Presidente, volevo poi fare un appunto: l'onorevole Berruti diceva di non creare cattive abitudini per i nuovi parlamentari. Io faccio parte di questa schiera, ma prima ho fatto il sindaco di una grande città in Sicilia e non avevo mai visto niente di simile, nemmeno nel consiglio comunale più difficile. Ho visto, al contrario, parlamentari di provata esperienza fare cose che un neofita non avrebbe mai fatto. La invito, quindi, a richiamare l'attenzione non solo di chi è arrivato in Parlamento con le ultime elezioni, ma anche di chi c'è da tempo e non rispetta le regole di quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, come premessa ripeto ciò che avevo detto prima, sperando che si rispettino le tradizioni democratiche di quest'Aula e si ripristini un clima di legalità e rispetto anche nei toni.
Venendo al merito, ai 300 milioni di euro, derivanti per l'anno 2008 dall'articolo 4 del decreto legge n. 93 del 2008 recante «Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere d'acquisto delle famiglie» si provvede con il comma 2-septies dell'articolo 1 del nuovo testo del decreto-legge. È bene che chi ci ascolta, specialmente i cittadini italiani che seguono i lavori dell'Assemblea in diretta sintonizzati sul canale satellitare, sappiano cosa prevede il citato comma 2-septies: dei suddetti 300 milioni di euro, 205 milioni sono sottratti al Fondo per la competitività e lo sviluppo, in un momento in cui, a cominciare dal Governo, si parla di incentivi allo sviluppo e alla competitività, 85 milioni vengono sottratti al Fondo per la finanza di impresa e 10 milioni vengono sottratti dall'accantonamento relativo al Ministero della solidarietà sociale. Forse è bene riflettere su questi numeri.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, vi è stata una «disfunzione» per quanto riguarda l'emendamento 1.150 della Commissione. Le chiederei gentilmente soltanto un quarto d'ora di riapertura dei termini per la presentazione dei subemendamenti, ovviamente senza la sospensione dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, come lei sa sull'emendamento 1.150 della Commissione è stata già concessa mezz'ora per la presentazione dei subemendamenti e trattandosi, come mi dicono gli uffici, di un emendamento di tipo prettamente tecnico ritengo che il tempo sia stato sufficiente.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, siamo sempre di fronte alla solita farsa: risorse sottratte al sociale, ai giovani, agli anziani, alla solidarietà. Credo che si tratti di temi importanti e soprattuttoPag. 27ritengo che la gente che sta assistendo alla discussione non capisca o, meglio, capisca molto bene.
È la seconda volta che siamo sottoposti a un procedimento di infrazione dell'Unione europea, e che, in pochi giorni, se ne discute in quest'Aula. Gli italiani, come al solito, si dovranno preoccupare perché dovranno pagare fortemente tutto ciò. Il dramma, però, non è degli italiani, non è dell'azienda ma dei lavoratori che subiranno il provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor presidente, anch'io esprimo le mie forti perplessità in merito all'operazione contabile che il Governo si accinge a veder confermata dall'Assemblea. Sono perplessità fondate soprattutto sull'inopportunità economica che si «brucino» altri 300 milioni di euro prelevati tra l'altro da fondi che avevano ben altra meritevole destinazione come la competitività delle piccole e medie imprese. Il Governo, invece, ritiene più opportuno destinare questi 600 miliardi di lire - dobbiamo pesare questa operazione nella logica della percezione del valore del denaro - a favore di una società come l'Alitalia che dovrebbe essere sottoposta a un'amministrazione straordinaria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, avrei preferito che il Governo fosse venuto a riferirci come vede in prospettiva il piano industriale di questa azienda che produce perdite per oltre un milione di euro al giorno. Ogni giorno che passa questa azienda accumula un debito che non è in prospettiva eliminabile. Anziché discutere di un progetto industriale, però, continuiamo ad esaminare una proposta di finanza creativa che abbiamo sentito già negli anni passati. A tale proposito vi ricordo la proposta di qualche anno fa volta a fornire più liquidità alle famiglie, perché non si indebitassero attraverso i mutui...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà, per un minuto.

IVAN ROTA. Signor Presidente, voglio portare alla riflessione dell'Assemblea che alcuni colleghi che rispetto e che hanno sempre fatto battaglie, scandito slogan, contro «Roma ladrona», a favore di una libera impresa del nord, oggi si trovano consenzienti e appiattiti su una posizione di una maggioranza romana che finanzierà, ancora una volta, una società per azioni come l'Alitalia a scapito della libera impresa, del mercato, attingendo 290 milioni di euro dai Fondi destinati allo sviluppo e all'impresa.
Questa è una riflessione che mi lascia veramente perplesso, sulla quale vorrei vedere, prima o poi, in quest'Aula uno scatto e un ritorno alle origini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, noi, che siamo veri liberali, avevamo lavorato - come fa il vero liberale - perché vi sia sempre competizione. Vi ricordo che cosa era scritto nell'impegno che riguardava Air France e che Berlusconi e voi avete fatto fallire: gli impegni non saranno vincolanti nel caso in cui uno o più soggetti lancino un'offerta pubblica concorrente migliorativa e il Ministero dell'economia e delle finanze la accetti. Voi cosa avete fatto rispetto a questo aspetto? Avete detto di no e avete eliminato la trasparenza su ciò che in futuro si intenderà fare.
In questo modo voi permetterete a qualcuno di arricchirsi a spese dei contribuenti italiani - vista la direzione delPag. 28vostro intervento - e delle piccole e medie imprese, alle quali portate via i fondi per finanziare questo intervento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà, per un minuto.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, intendo rassicurare coloro che ci hanno invitato a guardare a quanto è accaduto nei due anni precedenti l'attuale legislatura e chiedergli di riflettere per un momento.
Le gravi vicende dell'Alitalia si sono chiaramente verificate durante le legislature ancora precedenti. Durante l'ultima legislatura, durata due anni, un obiettivo si era raggiunto: si era trovato il partner per Alitalia riconosciuto oggi da tutti, compreso il Presidente del Consiglio, come il partner ideale per questa compagnia. Si era riusciti a fare questo. Nonostante le difficoltà che quella maggioranza aveva e nonostante le discussioni si era trovato quel partner. È stato proprio il Presidente del Consiglio in pectore a dire di no fin dall'inizio ed ora ci troviamo in questa situazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, sono preoccupato, oltre che per la sostanza del provvedimento che stiamo approvando, anche per l'impostazione economica sottintesa nel decreto-legge in esame.
Questo Governo si definisce liberale, ma in un mercato liberale le regole sono determinanti e con questo decreto il Governo sospende le regole per una sua società che agisce in un mercato. Guardate che le regole sono importanti per le società che debbono applicarle, ma soprattutto lo sono per i terzi che agiscono in questo mercato.
Ho fatto un conto: con questo decreto per Alitalia si sospende il codice civile, il codice fallimentare, il testo unico degli intermediari finanziari, la legge Draghi e le regole europee per le gare pubbliche per la scelta dell'advisor. Noi abbiamo sul mercato una società «con licenza di uccidere». Oggi i terzi che avranno a che fare con Alitalia sanno che tale compagnia non è più sottoposta ad alcuna regola. Vi sembra normale? Vi chiedo se vi sembra normale conferire ad un advisor - scelto privatamente e non individuato attraverso gara pubblica - il compito di cercare terzi acquirenti dell'azienda e poi stabilire nel decreto stesso che lo stesso advisor può anche direttamente comprare all'azienda. Ritengo che questa misura sia contraria ad ogni regola del mercato.
Intendo illustrare anche un secondo aspetto. Noi oggi forniamo a questa società 300 milioni di euro, ma ormai noi - a mio parere - non abbiamo più dimestichezza con i numeri.
300 milioni di euro sono una cifra importante. Un comune medio, di 180 mila abitanti, ha un bilancio di spesa corrente di circa 300 milioni di euro: pensate quanto quel comune fa per i propri cittadini, in un anno, con quella cifra.
Noi, oggi, li impegniamo in Alitalia - e confido sull'intelligenza media di questa Assemblea, per pensare che tutti sappiamo che quei 300 milioni sono, di fatto, dati a fondo perduto - per incrementare il patrimonio dell'azienda e andare a cercare un terzo acquirente. In altre parole, stiamo applicando una regola economica molto elementare: stiamo dicendo che questa società vale di più per chi la deve comprare, se ci mettiamo dentro 300 milioni.
Scusate, ma siamo capaci tutti di risolvere i problemi così: è come se, avendo una figlia brutta e anche un po' cattiva, pensassi che, se la fornisco di un appartamento, la sistemo meglio. Va bene, sono bravo, ma non sto facendo un'azione di alto livello morale.
Noi stiamo facendo la stessa identica azione: stiamo versando 300 milioni, una cifra importante, in una società fallita, che ha come unici sbocchi il fallimento o ilPag. 29commissariamento, pensando che qualcuno così la trovi un po' più interessante.
Se le ricette economiche del Governo sono queste, non voglio pensare al futuro del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, credo che utilizzerò meno del tempo necessario, però intervengo anche per una questione di chiarezza.
Qui non è in ballo, come affermava il collega Galletti, una dote per una figlia: qui vi è stata la necessità, come abbiamo ripetuto già nelle considerazioni che abbiamo svolto in precedenza, di aprire un prestito ponte - che, peraltro, è stato aperto dal precedente Governo - e poi di versare nel capitale - considerata la condizione societaria che è stata verificata, a metà maggio, dal consiglio di amministrazione - per la salvezza dell'azienda stessa.
Non è stata una questione di una dote per il futuro: è stata una questione che ha riguardato il presente e verosimilmente un po' il passato. Il bilancio 2007 parla da sé e il bilancio dei primi tre mesi del 2008 anche.
Quindi, evidentemente, vi è stata una necessità che è stata imposta non dalla volontà di «infiocchettare» un prodotto, ma dalla necessità di salvare la società di bandiera. Evidentemente, ciò ha comportato delle scelte, che possono essere condivisibili o meno, però di fatto rappresentano scelte che, nell'interesse generale della compagnia e del valore politico, simbolico, economico e sociale - lo ripetiamo: non ultimo sotto il profilo dei posti di lavoro, che riguarda trasversalmente tutti -, crediamo che abbiano rappresentato un modo di procedere che, per quanto riguarda la salvezza dell'azienda, non aveva alternative.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Chiedo a tutti i deputati di prendere posto e ricordo che ogni deputato deve votare per sé.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1.24, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 520
Votanti 517
Astenuti 3
Maggioranza 259
Hanno votato 246
Hanno votato no 271
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

Prendo atto che la deputata Goisis ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Prendo altresì atto che il deputato Razzi ha segnalato che non è riuscito a votare a favore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.150 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, come dicevo in un intervento precedente non siamo favorevoli al contesto del decreto-legge in esame, per più motivi.
Mi è sembrato molto interessante l'intervento dell'onorevole Galletti, che ha fatto l'elenco delle illegittimità che noi stiamo determinando con il decreto-legge in oggetto. Sarebbe necessario fare l'elenco anche dell'immagine negativa che il nostro Paese e, purtroppo, anche questa Camera stanno ricevendo da questo vostro modo di legiferare (mi verrebbe da dire di tentare di legiferare, se in qualche modo riuscissimo, come opposizione, a far passare qualche emendamento o se, come avete fatto accogliendo l'emendamento del collega Misiti e mio, aveste un attimo di resipiscenza per migliorare i vostri atti).Pag. 30
Diceva giustamente l'onorevole Galletti, che avete dovuto sospendere il decreto-legge n. 332 del 1994 per nominare un consulente in conflitto di interessi. Si tratta di un consulente che, da una parte, cerca gli acquirenti per Alitalia - speriamo li trovi, perché siamo molto interessati a salvare dei posti di lavoro - e che, dall'altra parte, può intervenire anche personalmente. Questo aspetto la dice lunga sul vostro modo di intendere l'amministrazione pubblica: fin dove si arriva a trovare dei sodali va bene, altrimenti si trasforma la cosa pubblica in un interesse proprio. A tale proposito, noi abbiamo presentato un emendamento e vi preghiamo di tenerlo presente: nominate un consulente che non sia in potenziale conflitto di interessi e che faccia soltanto il consulente.
Inoltre, questo vostro modo di agire ha portato alla sospensione del titolo in borsa da parte della Consob, che ha motivato l'intervento con la sospensione degli obblighi informativi previsti dalla cosiddetta legge Draghi, disposta dal decreto-legge del 30 maggio scorso che modifica la legge sulle privatizzazioni, per lasciare il Governo libero di scegliere un compratore senza gara. Questa eccezione e questo «puntare il dito» viene fatto da un giornale non certo di parte, come Il Sole 24 Ore. Tutto ciò, allora, non vi fa venire in mente che, forse, state sbagliando qualcosa? La Consob è stata costretta a sospendere il titolo in borsa!
L'emendamento 1.150 della Commissione di cui stiamo discutendo è tecnico ed è simile a quelli presentati dal collega Evangelisti e a quelli che abbiamo discusso - e discuteremo - per dare una risistemazione formale ad un atto a cui, francamente, non siete stati in grado di dare una forma accettabile di provvedimento normativo.
Mi piacerebbe proseguire sulle eccezioni negative che sono state elencate...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DAVID FAVIA. ...come la procedura di infrazione e gli attacchi che stiamo ricevendo da tutta Europa ma, poiché il mio tempo è terminato, proseguirò tale illustrazione in altri interventi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà per un minuto.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, credo che abbia ragione l'onorevole Misiti quando sostiene che, su tale questione, il Ministero dell'economia e delle finanze non possa intervenire soltanto sul piano finanziario, sotto forma di prestito o di apporto di capitale sociale. Esso deve interessarsi, soprattutto, a come viene gestita l'azienda Alitalia.
Si tratta di una compagnia che ha chiuso poche volte il suo bilancio in attivo. Quindi, da dove proviene la crisi? È una crisi che viene da lontano. In 11 anni, dagli inizi degli anni Novanta, Alitalia è riuscita a chiudere il suo bilancio in attivo soltanto due volte e più di una volta è stata sull'orlo del fallimento, salvandosi solo grazie agli interventi dello Stato; ma fino a quando i cittadini ci perdoneranno tutto questo? Quando un'azienda ha delle problematiche bisogna studiarne le cause.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, quando il Governo Berlusconi usa ad arte e strumentalizza le varie emergenze, ne riscontriamo le conseguenze, iniziando dal decreto-legge sull'emergenza rifiuti per finire alla questione Alitalia, dove, con la scusa dell'emergenza, si agisce in totale violazione di legge e in pieno dispregio delle normative italiane ed europee e si vuole marciare senza regole. È questo l'esempio che si sta dando alla nazione.
La tendenza all'illegalità che sta caratterizzando il Governo Berlusconi sta già fornendo i primi risultati: nel 2008 il business delle ecomafie è arrivato a 18,4Pag. 31miliardi di euro, i clan coinvolti nella criminalità ambientale arrivano a 239, vale a dire 36 in più rispetto al 2007, e il Veneto si colloca al secondo posto per criminalità ambientale...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Barbato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà, per un minuto.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, il Presidente del Consiglio Berlusconi ha da tempo individuato la soluzione dei problemi di Alitalia e ce ne ha fornito chiarimenti. Egli ha innanzitutto eliminato la concorrenza, l'unico possibile vero acquirente di Alitalia, vale a dire Air France; in seguito, ci ha parlato di un'ipotesi di cordata, presente - ovviamente - solo nei suoi pensieri. Inizialmente tale cordata vedeva interessato suo figlio, poi si è parlato di una cordata di italiani e oggi Scajola si affida a «Santa Intesa» e a «San Paolo», visto che «San Silvio» non è più in grado di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale.
Dopo aver riscontrato l'assenza di una cordata, oggi Berlusconi - sono notizie riportate sulla stampa degli ultimi giorni - riapre ad Air France. Un bel giochetto, signor Presidente!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà, per un minuto.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, il Servizio studi della Camera dei deputati ha diffuso un documento alla nostra attenzione nel quale si afferma (a pagina 3) che, secondo fonti informali, il 30 maggio 2008 il Governo avrebbe trasmesso alla Commissione europea osservazioni in merito alla compatibilità del prestito di cui al decreto-legge n. 80 del 2008. In particolare, il Governo avrebbe sostenuto che il prestito in questione non costituisce aiuto di Stato, in quanto rispetterebbe il criterio dell'investitore privato operante in un'economia di mercato.
Vorrei rivolgere la seguente domanda: se la circostanza rientra nel criterio richiamato, per quale motivo il prestito è stato poi trasformato in aumento di capitale? Non sarà, per caso, perché, sempre secondo fonti informali e sempre secondo il documento del Servizio studi della Camera, la Commissione europea, nel chiedere all'Italia di fornire chiarimenti in merito alla natura del prestito, afferma che lo si può considerare tale soltanto in presenza di un piano...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Cambursano.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina. Ne ha facoltà, per un minuto.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, con Berlusconi dobbiamo anche cominciare a cambiare idea sulle favole che abbiamo sempre sentito raccontare.
Sapevamo che Robin Hood era un eroe buono, che rubava ai ricchi per dare poveri. Alla luce dell'esame del decreto-legge in discussione, però, bisogna rivedere tutto: «Robin Hood Tremonti» ha cambiato le regole del gioco e, invece di rubare ai ricchi per dare ai poveri, per poter finanziare il prestito ad Alitalia ha tolto i fondi alle piccole e alle medie imprese e alla solidarietà, vizio ripetuto anche per il taglio dell'ICI, per effetto del quale sono stati sottratti i soldi destinati alle infrastrutture in Sicilia: mi dolgo che i parlamentari siciliani, di destra e di sinistra, non intervengano.
Un'ultima osservazione per gli amici della Lega. Presidente la invito a riflettere: non ci facciamo una bella figura, su la Repubblica c'è una bella fotografia di un pianista mentre, appassionato di musica, va al voto. Ecco inviterei gli amici della Lega che chiedono al contrario...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Messina. Constato l'assenza dell'onorevole Porcino, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: s'intende che vi abbia rinunziato.

Pag. 32

Sull'ordine dei lavori (ore 10,22).

PRESIDENTE. Con riferimento alla richiesta avanzata questa mattina dal deputato Maran, il sottosegretario per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, onorevole Menia, secondo le intese intercorse, potrà riferire sull'incidente occorso presso una centrale nucleare in Slovenia presso l'VIII Commissione permanente al termine della parte antimeridiana della seduta.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1094-A/R).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà, per un minuto.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente mi sono divertito a guardare il comportamento del Presidente del Consiglio sulla vicenda dell'Alitalia ed ho notato che al Presidente del Consiglio fa piacere giocare. Ho individuato diversi giochi nei quali si è cimentato. Il primo è quello dell'oca: durante la campagna elettorale il primo ministro è entrato in campo, partendo dalla postazione base, in un momento nel quale c'erano trattative con Air France per l'acquisizione della compagnia di Alitalia cioè per salvarla dal naufragio e dal disastro. Egli ha operato delle manovre di tergiversazione e di diversione ed è arrivato a dire che c'era una cordata italiana. Successivamente la cordata italiana non si è materializzata e il Presidente del Consiglio ha incontrato il Presidente Putin in Sardegna, nella sua bella villa - una villa, tra l'altro, ricca di grandi cactus - ed ha individuato nel Presidente Putin...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palomba. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, molti di voi tuttora esercitano il ruolo di amministratori locali. Voi sapete che quando in un ente locale - comune, città, comunità montana, provincia, unione di comuni - viene abusato l'utilizzo del regolamento, delle norme (per cui si compiono degli atti in spregio alle regole, in funzione delle gare, delle assegnazioni degli appalti, delle assegnazioni in project financing di progetti o di opere pubbliche, di gestione di servizi pubblici) ciò porta, a volte, quando arrivano i controlli, a far pagare agli amministratori, attraverso sentenze della Corte dei conti, gli errori che invece vengono addossati all'ente locale. In questo caso invece andiamo ad affrontare un provvedimento in cui l'erario è il cittadino...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Piffari. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà, per un minuto.

IVAN ROTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non è accettabile da cittadino italiano - ancor prima che da persona onorata di rappresentare lo Stato ed i cittadini italiani - da persona vicina alle imprese, da persona del nord (e, conseguentemente, non posso non esprimere il mio totale dissenso) la conversione di questo prestito ponte di 300 milioni di euro in capitale.
Il mercato oggi non ha bisogno di vessare chi produce, ha bisogno di sostenere chi produce, non di buttare denaro in un pozzo senza fondo, come quello di Alitalia, che non presenta nessun piano industriale e per il quale, tra poco tempo, in quest'Aula, saremo tenuti ancora a dare delle sovvenzioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente il campione della libertà economica,Pag. 33l'onorevole Ministro Tremonti nonché il Presidente del Consiglio ci stanno propinando ora l'idea di una «Robin Hood tax» che dovrebbe riguardare banche, assicurazioni e petrolieri.
Me la immagino! Hanno già fatto un regalo alle banche: la questione dei mutui è un regalo gigantesco che permetterà a tutte le banche di incassare delle somme che, se si fosse applicata la legge sulla portabilità del mutui, non avrebbero mai incassato; ciò avviene a carico del mutuatario che invece continuerà a pagare somme assolutamente superiori a quelle dei tassi correnti e pagherà il mutuo per molti più anni.
Così è la questione Alitalia! Questi sono i campioni della libertà economica di questo Governo!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà, per un minuto.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, siamo sempre dell'avviso che, finché si può ottenere un risultato in quest'Aula, è bene insistere sulle proprie posizioni. Sappiamo che molti deputati, anche non dell'opposizione, stanno riflettendo su queste questioni, perché esse riguardano effettivamente il lavoro, la capacità dell'Italia di mettersi in corsa e di raggiungere la media europea nella competitività. È chiaro, quindi, che la riflessione di molti colleghi è proprio questa: se non modifichiamo la copertura di questo finanziamento, la capacità competitiva del nostro Paese diminuirà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.
Chiedo a tutti i colleghi di permettere almeno di ascoltare quello che il collega sta dicendo; risulta impossibile anche alla Presidenza. Prego, onorevole Scilipoti.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, nel dialogo che si instaura fra maggioranza e opposizione, chiedo a lei e ai signori deputati...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Scilipoti. Chiedo ai colleghi qui davanti di non sostare, perché è veramente impossibile seguire i lavori, e chiedo al Governo di stare attento agli interventi degli onorevoli deputati. Chiedo scusa se l'ho interrotta, onorevole Scilipoti.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, signori deputati, questo Governo ha nominato un controllore per la procedura di privatizzazione di Alitalia, il gruppo Intesa Sanpaolo, che può scegliere se stesso o le aggregazioni alle quali deciderà di partecipare per acquisire il controllo di Alitalia.
Mi chiedo, signor Presidente, se il Governo si renda conto di cosa questo potrà significare in termini di garanzie e di pari opportunità tra tutti i possibili competitori, soprattutto quelli che nella loro compagine non avranno la partecipazione di Intesa Sanpaolo. Mi chiedo, signor Presidente, se il Governo si renda conto a quali rischi si espone rispetto ad eventuali ricorsi da parte dei competitori esclusi. Signor Presidente, chiedo al Governo come intende tutelare i lavoratori di Alitalia e garantire la mobilità nel Paese Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costantini. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARLO COSTANTINI. Signor Presidente, intervengo perché ho sentito molti colleghi precisare che siamo in sede di conversione di un decreto-legge adottato dal precedente Governo. In realtà, dobbiamo ricordare a noi stessi e agli italiani che quel decreto non fu voluto dal precedente Governo, ma fu sollecitato, pressato, richiesto con forza dall'attuale Presidente del Consiglio per avere il tempo strettamente necessario a far nascere una fantomatica cordata, che poi non è mai nata.
Devo anche dire che non siamo, neppure sul piano sostanziale, in sede di conversione di un decreto-legge, se si considera come gli emendamenti presentati dal Governo, di fatto, lo abbiano stravolto.Pag. 34Doveva trattarsi di un prestito ponte, che prevedeva un termine di restituzione a condizioni di mercato; è stato trasformato in un conferimento di capitale.
Tutto questo stravolge la natura del provvedimento e chiedo ai colleghi di maggioranza di non fare più riferimento a quel decreto, perché, di fatto, non esiste più.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARLO MONAI. Signor Presidente, penso sia interessante ricordare all'Aula, e anche al Governo, se per caso non lo avesse presente, qual è stata la risposta ufficiale di Alitalia, del consiglio di amministrazione della società aerea di bandiera, in merito al resoconto di gestione del primo trimestre 2008. È interessante evocare alcuni passaggi di questa relazione del CdA di Alitalia, perché i nostri amministratori declamano lo stato di decozione della società dagli stessi amministrata.
La relazione afferma testualmente: «La situazione venutasi conseguentemente a determinare dopo la rottura della trattativa Air France-Klm, inserendosi in un contesto di persistente situazione di squilibrio economico del gruppo Alitalia, che ha determinato un ininterrotto assorbimento di liquidità, nel frattempo appressatasi al limite della completa insostenibilità finanziaria...».

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, l'emendamento 1.150 della Commissione è di natura sostanzialmente formale. Esso prevede: Al comma 2, sostituire le parole: «della cessione o della perdita del controllo effettivo da parte del Ministero dell'economia e delle finanze» con le seguenti: «della cessione della partecipazione azionaria di titolarità del Ministero dell'economia e delle finanze o della perdita del controllo effettivo da parte del medesimo Ministero». Si tratta sostanzialmente di una correzione di natura formale, che comunque è condivisa dalla Commissione, e specifica l'oggetto della cessione che nella stesura precedente del decreto non era definita. Evidentemente sembra inutile fare ostruzionismo su questo: si tratta di un emendamento su cui è necessario esprimere un voto direi unanime.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.150 della Commissione, accettato dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 514
Votanti 486
Astenuti 28
Maggioranza 244
Hanno votato
270
Hanno votato
no 216).

Prendo atto che il deputato Corsini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Lazzari ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Meta 1.9. Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, torno sul concetto di un Governo che sta «sovietizzando» l'economia italiana con i suoi interventi. Questo ne è un esempio. L'economia italiana con questo intervento sarà più statale, sarà più statalizzata, perché nessuno toglierà le castagne dal fuoco al Governo in questa situazione, e Alitalia si ritroverà sicuramente né più né meno come si sono trovate alla fine della giostra alcune compagnie aereePag. 35europee: sto pensando a Swissair e Sabena; per dire di quanto sarà cupo il futuro e lo scenario che questo Governo determina per Alitalia.
A me viene da ridere: alcuni giornali che fanno capo alla vicinanza editoriale col Presidente del Consiglio Berlusconi (non so se solo vicinanza o se c'è qualche legame di più), e che al tempo in cui l'onorevole Berlusconi in campagna elettorale fece affondare il progetto che vedeva Air France disponibile a prendersi questa patata bollente, questa castagna bollente, con titoloni giganteschi dicevano: Grazie al futuro Presidente del Consiglio Berlusconi Alitalia avrà un futuro più roseo, perché ci sarà una cordata italiana che salverà l'identità nazionale di Alitalia, perché salveremo i posti di lavoro.
È chiaro come finirà questa vicenda: quello che è successo a Swissair e Sabena! Naturalmente ieri questi giornali - è questo che mi faceva ridere e sorridere - titolavano in altro modo, e parlavano di un'opposizione, cioè noi, che non vuole approvare un decreto-legge emanato del precedente Governo Prodi, e in sostanza immaginavano che fosse colpa di Prodi quello che sta capitando ad Alitalia.
Forse qualcuno dimentica che, sotto il precedente Governo Berlusconi, voi avete dato ad Alitalia un miliardo di euro, pur sapendo che le cose sarebbero andate a finire esattamente come sono andate a finire! Avete così tolto dalle tasche dei cittadini italiani un miliardo di euro per darlo ad una società che era già in stato di decozione! Ed oggi decidete di aggiungere altri 300 milioni!
Ma la verità è che finirà probabilmente come è finita per Swissair e Sabena...

GENNARO MALGIERI. Si pronuncia con la «e»!

ANTONIO BORGHESI. No, si pronuncia con la «i» (Commenti)... E allora impari l'inglese! In inglese si pronuncia con la «i»!

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, si rivolga alla Presidenza.

ANTONIO BORGHESI. Le domando scusa, signor Presidente: lei, però, non dovrebbe permettere interruzioni di questo tipo.
Come dicevo, il passaggio delle attività aeree da Swissair a Crossair, che nel 2002 divenne la nuova compagnia aerea denominata Swiss, comportò un taglio della capacità di offerta del 38 per cento, e questo non evitò un anno più tardi un ulteriore taglio della flotta del 29 per cento ed ulteriori esuberi del 35 per cento (da 11 mila a 7 mila dipendenti): e ciò proseguì fino a che la società divenne appetibile e finalmente qualcuno la rilevò; in quel caso si trattava di Lufthansa, che sa fare affari e che, pur essendo privata, è pur sempre compagnia di bandiera: e pensare invece che qui si negava la possibilità ad Air France di entrare nel capitale di Alitalia facendone proprio una questione nazionale e di bandiera! Nel caso di Sabena, fallita nel 2001, la flotta si ridusse del 43 per cento e vi furono esuberi del 50 per cento (da 12 mila a 6 mila dipendenti): e anche in questo caso, a quel punto, quando la società fu ripulita, qualcuno - la Virgin Express - la rilevò per pochi soldi.
Così accadrà anche per Alitalia, e qualcuno ringrazierà Berlusconi e questa maggioranza per la speculazione che potrà fare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Velo. Ne ha facoltà.

SILVIA VELO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo è il primo degli emendamenti presentati dal Partito Democratico che ci apprestiamo a votare. Si tratta di pochi emendamenti, qualificati e di merito, che abbiamo presentato per opporci a due aspetti fondamentali contenuti nel testo proposto dal Governo.
La prima è la decisione di trasformare un prestito ponte in un aumento di capitale, con conseguente utilizzo di risorse pubbliche per coprire le ingenti perdite di Alitalia. La seconda è la decisione di utilizzare per la privatizzazione di AlitaliaPag. 36una procedura a trattativa privata anziché ad evidenza pubblica, in spregio ad ogni regola di libero mercato. E tutto ciò a fronte dell'assenza di un progetto industriale per il futuro della compagnia di bandiera e, soprattutto, a fronte dell'assenza di quelle alleanze con i partner internazionali che costituiscono il presupposto indispensabile se vogliamo far proseguire l'attività di Alitalia.
Questo emendamento, in particolare, interviene sulla trasformazione del prestito ponte in aumento di capitale: laddove infatti il testo presentato dal Governo prevede che le risorse siano utilizzate per far fronte alle perdite, noi proponiamo invece che esse non possano essere utilizzate a tale scopo. Ciò perché crediamo che il prestito ponte deliberato dal Governo Prodi si inserisse in una strategia ben definita - quella cioè di un percorso di privatizzazione e rilancio dell'azienda - e che dunque il prestito ponte servisse esclusivamente a sostenere l'azienda in una fase transitoria e delicata.
Tra l'altro, si tratta di un provvedimento concordato in fase post-elettorale con la maggioranza ed oggi trasformato dal Governo in aumento di capitale senza garanzie di restituzione, utilizzando per la copertura, come è stato ricordato, risorse molto importanti, soprattutto quelle relative alla competitività del Paese. È per questi motivi che abbiamo presentato l'emendamento Meta 1.9, ed è per questi motivi che chiediamo all'Aula di esprimere un voto favorevole sull'emendamento stesso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, vorrei ricordare che gli emendamenti sono tutti qualificati. Si può dissentire, perché le opinioni ed i pensieri sono diversi, ma credo che siano tutti qualificati e di merito. Ritengo, signor Presidente, che la soluzione ideale sarebbe stata proprio Air France, perché il 14 febbraio il direttore generale annunciò che la compagnia sarebbe andata avanti su Alitalia solo se il futuro Governo fosse stato d'accordo. Oggi ci ritroviamo ad aver perso questo partner, e probabilmente non ci sarà questa famosa cordata italiana.
Noi dell'Italia dei Valori vogliamo sapere se il Governo, oltre a questo prestito ponte, abbia delle iniziative per salvare Alitalia, e vogliamo sapere soprattutto che fine faranno i dipendenti della compagnia aerea. Diciamo basta alle soluzioni provvisorie e poco chiare, dobbiamo risolvere una questione che sembra il cane che si morde la coda.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Dal decreto sull'emergenza rifiuti, al decreto «salva Retequattro», sino a quello di oggi relativo ad Alitalia, si rileva la tendenza del Governo Berlusconi, che vuole pascolare senza regole ed in totale illegalità.
Questa situazione determinerà immediatamente due conseguenze. La prima è che a pagare saranno i cittadini, perché con le tasche dei cittadini si pagherà per tutte le infrazioni comunitarie che ci verranno contestate; la seconda è che si dà un segnale molto negativo al Paese, perché soprattutto la camorra alza la testa in un contesto di illegalità, come quando si creano le superprocure per togliere di mano le inchieste ai magistrati. Queste sono le conseguenze che paghiamo in Campania, dove si ammazzano imprenditori che vogliono aiutare la giustizia rilasciando dichiarazioni sui rapporti tra la camorra e la politica. Questi sono i segnali molto negativi che stiamo avendo con il Governo Berlusconi: Berlusconi è il nemico dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà, per un minuto.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, riparto dalla citazionePag. 37del Corriere della sera del 19 luglio 2007, in cui l'attuale Ministro Maroni così diceva: il Governo non può e non deve dare più un centesimo all'Alitalia, anzi se non ha la forza per competere porti i libri in tribunale. Sicuramente il 4 giugno 2008 qualcosa è cambiato, e probabilmente il Ministro Maroni ha perso la memoria. Gli amici della Lega di fatto stanno autorizzando un aiuto di Stato ad una società, prendendo soldi ai cittadini e togliendoli agli imprenditori ed ai cittadini bisognosi. Insomma, al nord si è contro Roma e in Parlamento si sta con Roma e con i sistemi romani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà, per un minuto.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, il servizio studi della Camera - riprendo da dove mi ha interrotto prima - dice testualmente, in un documento alla nostra attenzione: sempre secondo fonti informali, la Commissione nel chiedere all'Italia di fornire entro il 30 maggio scorso chiarimenti in merito alla natura del prestito - siamo ancora al decreto-legge n. 80 del 2008 - avrebbe preannunciato di poter considerare il prestito alla stregua di un'operazione a condizioni di mercato solo in presenza di un piano credibile di privatizzazione. Mi chiedo allora, signor Presidente, e lo chiedo al Governo che, come vedete, è molto attento alle questioni all'esame dell'Aula e che riguardano il Paese: ma dov'è questo piano? Noi parlamentari dovremmo avere, oltre che il piacere, il diritto e il dovere di conoscerlo, di esaminarlo e di sapere chi sono i privati interessati e a quali condizioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina. Ne ha facoltà, per un minuto.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, del prestito ponte abbiamo già sentito parlare come di qualcosa che dovrebbe unire una parte ad un'altra. Invece, questo ponte unisce il nulla, perché si tratta di un prestito illegittimo, di un'invenzione nel tentativo di prendere tempo. Un ponte che in un primo momento è un prestito; poi si capisce che non può essere restituito e che ci può essere una procedura concorsuale, e allora il prestito diventa patrimonio; infine, si prova di nuovo a trasformarlo in prestito, ma in coda per il rimborso.
Queste sono invenzioni che celano la verità, e la verità è che non c'è da parte del Governo alcun progetto credibile. Pretendiamo per poter votare - perché anche noi vogliamo salvare Alitalia - di sapere e conoscere quale sia il progetto e coloro che in futuro gestiranno l'Alitalia, perché svenderla o regalarla a qualcuno troverà sempre contraria l'Italia dei Valori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà, per un minuto.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, continuo il mio intervento da dove l'ho interrotto precedentemente, nell'amena ricerca del modo con il quale il Presidente del Consiglio ha iniziato il gioco dell'oca.
Avevamo detto che aveva iniziato quando in campo c'era Air France, che era disposta ad acquisire e salvare Alitalia. Allora il Presidente del Consiglio si è inventato un'altra posta durante la campagna elettorale, dicendo che c'era una cordata italiana. Siccome la cordata italiana non si è materializzata e probabilmente non si materializzerà, ha trovato un'altra posta e si è inventato una visita del Presidente Putin, nella villa con bellissimi cactus in Sardegna. In tale occasione è emersa un'altra ipotesi, quella di Aeroflot. In seguito, venuta a mancare Aeroflot si è inventato un'altra posta con il Presidente Sarkozy, ed ora ritorna in campo Air France. Ed ecco che è ritornato alla posta iniziale del gioco dell'oca.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale,Pag. 38l'onorevole Monai. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARLO MONAI. Signor Presidente, anch'io vorrei interpellare i colleghi della Lega Nord, in particolare l'onorevole Cota, chiedendo quale sia il fine ultimo di tale operazione che lo stesso Ministro Maroni, come abbiamo sentito, aveva stigmatizzato ed escluso solo un paio di anni fa. Se l'Alitalia è decotta, se c'è una legge ad hoc già usata per le vicende Cirio e Parmalat, vale a dire la cosiddetta legge Marzano, che dispone tempi stretti per trovare un elemento di uscita a tale situazione di impasse, se è vero che questi soldi sono già stati accreditati ad Alitalia a partite dal 2 maggio solo per evitare il fallimento che in realtà è già conclamato, e non vi è alcuna possibilità che tali somme vengano restituite a chicchessia, allora mi chiedo quale sia il fine ultimo, cui prodest? Avete qualche interesse nascosto? Se sì ditelo pure, perché vi sono situazioni...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Monai.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pisicchio. Ne ha facoltà.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli rappresentanti del Governo, le procedure parlamentari hanno consolidato nel corso dell'esperienza della democrazia repubblicana una modalità di espressione del dissenso, soprattutto in presenza di un rapporto impari tra maggioranza e opposizione, che si esprime attraverso l'impiego di tutte le risorse di cui può disporre la minoranza per esprimere le proprie ragioni e far giungere la sua voce al Paese.
È quanto sta facendo il gruppo dell'Italia dei Valori, utilizzando le risorse dei tempi parlamentari per manifestare il proprio forte dissenso con riferimento al provvedimento in esame.
Ma approfondirò tali argomentazioni nel mio prossimo intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà, per un minuto.

IVAN ROTA. Signor Presidente, posto che sono convinto che anche l'onorevole Berlusconi si sia pentito di non aver assecondato la vendita a Air France-Klm - a mio avviso la migliore soluzione possibile - mi chiedo ora cosa stiamo facendo, o meglio cosa state facendo, e quale sia la soluzione. State agendo contro le basilari norme di mercato e contro le direttive europee. Per che cosa?
Siete in attesa di una soluzione o avete una soluzione? Diteci quale. Oppure intendete passare la mano ad un commissario, già allertato per compiere una svendita «spezzatino» a qualche amico? Ditecelo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Favia. Ne ha facoltà.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, l'emendamento in esame è assolutamente condivisibile, per i motivi che abbiamo avuto più volte modo di illustrare, in quanto mira ad impedire che i danari del prestito ponte siano utilizzati per far fronte a perdite che comportano una diminuzione del capitale versato e delle riserve al di sotto del minimo legale. Conseguentemente, viene chiesta la soppressione del comma 2-quinquies dell'articolo 1, che farebbe rivivere la natura di prestito a questi soldi gettati come capitale; infatti, se venisse approvato l'emendamento in esame non si utilizzerebbero questi soldi come capitale.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DAVID FAVIA. Auspichiamo che l'emendamento in esame venga approvato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

Pag. 39

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, intervengo sempre per ribadire una posizione effettivamente costruttiva, e mi rendo conto che in Parlamento non ci dovrebbero essere impuntature e testardaggini, anche in riferimento a disegni di legge che non rispettano i principi di fondo della nostra legislazione.
È chiaro che cercare scorciatoie per realizzare una privatizzazione è sempre un fatto estremamente negativo. Non siamo un Paese fuori dall'Europa, siamo in Europa e dobbiamo attenerci ai principi e ai criteri europei.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, l'Italia dei Valori è favorevole all'emendamento in esame, che è condivisibile, ma esprimo la necessità di tornare alla soluzione del prestito ponte, di fissare un termine certo per indicare l'acquirente e scegliere un controllore terzo e indipendente. Signor Presidente, mi chiedo se questo Governo sia consapevole che se si fosse conclusa la compravendita con Air France gli italiani non sarebbero stati obbligati a sborsare 300 milioni di euro per consentire una mera speculazione a favore di uno o dei maggiori creditori di Alitalia.
Signor Presidente, credo che possiamo approvare un provvedimento che affida ad Intesa Sanpaolo il compito di promuovere e ricercare un'offerta per l'acquisizione di Alitalia, sempre nello spirito di collaborazione fra maggioranza ed opposizione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costantini. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARLO COSTANTINI. Signor Presidente, l'Italia dei Valori non sta facendo ostruzionismo, sta cercando semplicemente di difendere gli interessi dei cittadini e dei contribuenti italiani. Lo ha fatto la settimana scorsa quando ha cercato di dare una risposta alle procedure di infrazione dell'Unione europea relative alle frequenze, e non c'è riuscita. Quella mancata risposta determinerà un costo di un miliardo di euro a titolo di danni che Europa 7 ha già chiesto al Consiglio di Stato, ed una serie di spese e di costi enormi per le procedure di infrazione già avviate.
Lo stesso stiamo facendo oggi: vogliamo evitare questo salasso ai danni dei contribuenti italiani, e che il Governo con le proprie mani entri nelle tasche dei cittadini e delle imprese e prelevi un importo che prima doveva essere considerato un prestito con una data precisa di restituzione e che adesso è stato trasformato in vero e proprio aiuto di Stato. È questo che l'Italia dei Valori sta facendo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà, per cinque munti.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, il collega Costantini smentiva la circostanza dell'ostruzionismo, che pure non è una circostanza insultante, ma una pratica di fronte alla quale non c'è da scandalizzarsi e che fa parte delle dinamiche parlamentari. Certo, aiuterebbe di più se, pur facendo del filibustering, si riuscisse a procedere con un po' più di celerità sul provvedimento in esame, visto che ci sono alcuni emendamenti segnalati.
Tra l'altro, vorrei entrare nel merito dell'emendamento del collega Meta, volto, al comma 2-ter dell'articolo 1, a sostituire la parola «sono» con le parole «non possono essere» e, conseguentemente, a sopprimere il comma 2-quinquies. Se questo emendamento venisse approvato, chiaramente il rischio sarebbe il deposito dei libri in tribunale. Quindi, è evidente che la norma è stata pensata per impedire questo e il contenuto dell'emendamento è, a mio avviso, non condivisibile.
Credo che sarà opportuno attenersi, per quanto possibile, al merito delle proposte emendative presentate dai colleghi. Mi sembra molto corretto l'intervento dell'onorevole Velo, volto ad illustrare la proposta, a fornire argomentazioni sulPag. 40contenuto dell'emendamento, ma con un'attinenza specifica e stretta al tema e al testo dell'emendamento stesso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Meta 1.9, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 520
Votanti 519
Astenuti 1
Maggioranza 260
Hanno votato
244
Hanno votato
no 275).

Prendo atto che l'onorevole Laura Molteni ha segnalato che non è riuscita a votare e che avrebbe voluto esprimere voto contrario.
Prendo altresì atto che i deputati Vassallo, Cavallaro e Villecco Calipari hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto favorevole.
Passiamo all'emendamento Evangelisti 1.4.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, con questo emendamento del collega Evangelisti si chiede la soppressione del comma 2-quater dell'articolo 1. Anzitutto, volevo far rilevare - proprio perché parliamo ormai da giorni di soluzioni confuse e pasticciate - che questo comma è collocato in un posto sbagliato. Infatti, si sarebbe dovuto formalmente scambiare con il comma 2-ter, nel senso che una volta conclusa tutta la parte relativa al prestito si sarebbe dovuto cominciare a parlare della sua trasformazione in capitale. Ma tant'è, prendiamo atto che vi è un po' di confusione in chi scrive queste norme.
Credo che sia opportuno ricordare ai colleghi il contenuto del comma 2-quater, tanto per rimanere nell'ambito delle stranezze di questa conversione in legge che stravolge il decreto-legge originario. Esso reca: «In caso di liquidazione dell'Alitalia - Linee Aeree Italiane S.p.a., il debito di cui al presente articolo è rimborsato solo dopo che sono stati soddisfatti tutti gli altri creditori unitamente e proporzionalmente al capitale sociale». Si badi bene che nel comma 2-ter del medesimo articolo viene invece previsto che «Le somme di cui al comma 1 e gli interessi maturati sono utilizzati per far fronte alle perdite che comportino una diminuzione del capitale versato e delle riserve al di sotto del livello minimo legale».
Tutto ciò soltanto per sottolineare che razza di provvedimento è questo: prima è un prestito, poi diventa capitale sociale (ovvero patrimonio, per essere più precisi), dopodiché, con un articolo si dice che viene postergato, quindi con il comma 2-quinquies si stabilisce che, in caso di utili o di cessione, torna ad avere natura di prestito e, pertanto, deve essere restituito, questa volta senza postergazione.
Vi prego veramente di scrivere delle norme che non offendano l'intelligenza dei rappresentanti di questa Camera, e anche ovviamente del Senato.
Tanto per stare al merito di questo comma 2-quater, noi riteniamo che sia estremamente strano. Delle due l'una: o il comma è stato commissionato dagli amministratori di Alitalia per prendersi la briga di approvare il bilancio che, vi ricordo, è stato approvato quando il decreto-legge, modificato radicalmente qui in sede di conversione, ancora non era stato pubblicato (e gli amministratori di Alitalia hanno portato a capitale una somma che nel loro bilancio in quel momento era soltanto un debito, e quindi il comma può essere stato commissionato a futura memoriaPag. 41per trarli d'impaccio) oppure qualcuno ha chiesto loro di fare questo sforzo, con la promessa di questo comma.
Come potete facilmente desumere, in entrambi i casi ci troviamo davanti ad una illiceità che vari organi farebbero bene ad esaminare, a partire dalla Corte dei conti, perché vengono bruciati - come abbiamo detto più volte - 300 milioni di euro che potevano tranquillamente essere risparmiati, se si fosse avviata una procedura più corretta e più lineare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, questi interventi servono anche per portare a conoscenza del Governo e della Camera stessa alcune problematiche, anche diverse da quelle di Alitalia. Voglio solo ricordare una questione che mi sta molto a cuore: nel mio Molise il consorzio agrario larinese, in seguito alla sospensione dei tributi ai paesi del cratere, ha un debito che ammonta ad un milione e mezzo di euro.
Il Governo deve adottare lo stesso trattamento riservato alle regioni Umbria e Marche, dove lo Stato ha giustamente provveduto a restituire i tributi e i contributi versati dagli agricoltori. Mi soffermo di nuovo sul concetto che non bisogna togliere alle altre realtà. Voi avete tagliato del 50 per cento, portando a 24 milioni di euro a fronte dei 48 inizialmente previsti, i fondi destinati alla copertura degli oneri finanziari conseguenti agli abbattimenti dei tributi e contributi delle zone terremotate del Molise: questo non mi sembra giusto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, perché l'onorevole Berlusconi ha voluto «bruciare» la trattativa con Air France e di conseguenza ci ha portato a dover «cacciare» 300 milioni per fronteggiare tale situazione? I 300 milioni di euro usciranno dalle tasche dei cittadini! Perché sta facendo tanto male ai cittadini? Aveva il tempo, quando se ne è parlato in un momento più utile, per chiudere un'operazione che avrebbe messo Alitalia al riparo da questa situazione. Inoltre, non avrebbe poi esposto l'Italia stessa ad una procedura di infrazione che ci ritroveremo quando sarà dimostrato che questo è un aiuto di Stato, fatto che esporrà il nostro Paese ad ulteriori esborsi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, la vicenda Alitalia è lo specchio di un Paese che non riesce più a fare impresa e di un'azienda senza un vero piano industriale, con amministratori incompetenti. Desidero solo ricordare che il precedente Governo Berlusconi nominò, quale presidente dell'Alitalia, Cimoli, il vero affossatore dell'Alitalia. Il prestito è illegittimo se erogato in assenza di un piano industriale e per motivi di ordine pubblico, cosa non prevista nella normativa europea.
Ancora una volta disattendiamo la giurisprudenza comunitaria, che precisa come gli incentivi alle imprese in difficoltà, per essere compatibili con il mercato comune, devono essere sostenuti da un piano di ristrutturazione coerente. Tuttavia, Tremonti dice che ci sono aiuti che si possono dare e aiuti che non si possono dare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, intervengo anche su questo emendamento per ricordare a tutti i colleghi - e naturalmente a me per primo - sia di opposizione, sia soprattutto di maggioranza, che la Commissione europea ha giàPag. 42detto che l'Italia ha agito in modo illegale, perché ha sbloccato il finanziamento, quello che prima era un prestito, prima di avere l'autorizzazione comunitaria. Il regalo che il neo commissario Tajani fa all'Italia è di non farsi restituire i quattrini anticipati. Ma l'esito finale dell'operazione di infrazione aperta dall'Unione europea è già scritto, signor Presidente, perché l'aiuto non rientra nelle ipotesi di compatibilità previste dall'articolo 87, comma 2, del Trattato della Comunità europea e non rientra nelle categorie elencate del comma 3. Inoltre, dal 1994, sempre dall'Unione europea, è previsto che gli aiuti alle compagnie aeree avvengano...

PRESIDENTE. Onorevole Cambursano, ha finito il tempo a sua disposizione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina, per un minuto. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, non so se si è mai vista, in un Paese civile e in un'economia sana, un'azienda che si presenta presso un istituto di credito per chiedere soldi per ragioni di ordine pubblico e in caso di conclamata difficoltà. Credo che nessuna banca finanzierebbe un'azienda di questo tipo e l'azienda ovviamente dovrebbe trovare delle soluzioni. In questo caso, il Governo avrebbe il dovere di trovare soluzioni vere e serie e non ricorrere a un prestito o a un regalo cuscinetto che possa consentire una sopravvivenza di qualche giorno e permettere di poter scegliere chi acquisterà la società.
Per il resto, signor Presidente, vorrei invitare chi parla di decoro in quest'Aula a leggere i giornali di oggi, su cui ci sono belle foto di pianisti. Spero che nelle prossime votazioni ci siano meno appassionati di musica in quest'Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il fatto che il prestito Alitalia sia a totale carico delle finanze pubbliche e che all'operazione non partecipi alcun privato incide negativamente sulla legittimità del prestito. L'assenza di un piano industriale rafforza le ipotesi della illegittimità del prestito. Secondo la giurisprudenza comunitaria, infatti, gli incentivi alle imprese in difficoltà per essere dichiarati compatibili con il mercato comune devono accompagnare un piano di ristrutturazione coerente, che deve essere presentato alla Commissione europea con le necessarie precisazioni. Nel caso del prestito ponte all'Alitalia, invece, non ci sono né il piano, né le motivazioni, a parte l'affermazione secondo cui il contributo, considerate le ragioni di ordine pubblico e l'urgenza della situazione finanziaria, dovrebbe garantire la continuità del servizio a favore degli utenti. Continuiamo a insistere che questo...

PRESIDENTE. Onorevole Porcino, ha terminato il tempo a sua disposizione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, ci saranno altri interventi nei quali potrò ancora illustrare i giochi cui si è dato il Presidente del Consiglio, ma adesso vorrei dare una spiegazione all'opinione pubblica del perché il gruppo Italia dei Valori stia tenendo un comportamento di questo genere, cioè perché stiamo intervenendo tutti a parlare. La ragione è molto semplice, perché, già in occasione di due provvedimenti importanti, come quello sugli adempimenti degli obblighi comunitari e questo sul prestito ponte, che rappresentavano situazioni tranquille e normali, il Governo ne ha approfittato per trasformare la natura profonda di questi interventi.
Si è trattato di due provvedimenti (diciamo così) entrati in un modo per poi, come nel gioco delle «tre tavolette», trovarceli totalmente modificati. Ecco perché ci rifiutiamo di accettare questa logica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale,Pag. 43l'onorevole Monai. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARLO MONAI. Signor Presidente, ribadisco il mio disorientamento rispetto ad una politica che doveva essere dichiaratamente improntata a concetti liberisti di apertura alla concorrenza, alla competitività delle nostre imprese e che, viceversa, vedo smentita da questo interventismo statale controproducente. Tutti sappiamo che questi 600 miliardi di lire, o meglio 300 milioni di euro, sono già praticamente nelle casse esangui dell'Alitalia, destinati a non essere più rimborsati ad alcuno. A questo proposito, mi fa anche specie vedere come nel decreto-legge predisposto dal Governo l'advisor sia addirittura individuato in uno dei più forti creditori della società. L'imperatore Costantino vietò il patto commissorio nel 324 d.C.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari. Ne ha facoltà, per un minuto.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, per quanto riguarda le regole noi stiamo dando un cattivo esempio a centinaia di migliaia, forse, a milioni di imprenditori in Italia: siccome siamo in Parlamento e facciamo le leggi, pensiamo di poterle violare, come se fossimo quelli che possono non rispettare le regole. In Alitalia vi sono migliaia di piccoli risparmiatori che si vedono cambiare ogni giorno, secondo le nostre decisioni, dichiarazioni, secondo quali siano gli esponenti del Governo, dalla metà al doppio il loro patrimonio e il loro investimento. Loro che hanno creduto nell'azienda Italia. In questo modo, rifiutandogli un piano industriale e procedendo a fornire, come già il legislatore aveva evidenziato con la legge Marzano, attraverso un commissario indicazioni precise al mercato...

PRESIDENTE. Onorevole Piffari, ha terminato il tempo a sua disposizione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà, per un minuto.

IVAN ROTA. Signor Presidente, imputo a questo Governo una mancanza di assunzione di responsabilità. Ma com'è possibile che gli imprenditori debbano sottostare a norme fiscali e debbano rispondere del proprio operato quando l'esempio che arriva in questi giorni dal Governo è che l'importante, purtroppo, è avere un amico influente che «metta una pezza», che attinga dalle tasche dei cittadini per sostenere dei buchi di Stato? Come è possibile fare questa operazione da Robin Hood al rovescio: togliere a chi lavora e a chi produce per dare a chi continua a creare dei buchi che lo Stato è sempre chiamato a ripianare (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, mi richiamo agli interventi dei colleghi Rota e Monai che notavano come vi fosse in Aula un silenzio assordante da parte dei colleghi della Lega Nord. Quelli che stavano in Commissione bilancio e seguivano il provvedimento cosiddetto mille proroghe ricordano bene come, quando si trattava di affrontare questo tema, fossero proprio loro favorevoli all'immediata decisione di portare i libri in tribunale perché non bisognava dare inutilmente quattrini a «Roma ladrona».
Ciò nonostante tra il 2001 e il 2006, proprio loro, inizialmente contrari, hanno permesso che un miliardo di euro venissero tolti dalle tasche dei cittadini per salvare Alitalia. Inizialmente non erano contrari a portare i libri in tribunale, poi lo sono diventati perché dovevano avere il federalismo fiscale. Berlusconi ha avuto quello che voleva, loro il federalismo fiscale non l'hanno avuto.

MANUELA DAL LAGO. Ma basta!

Pag. 44

ANTONIO BORGHESI. Forse succederà così anche questa volta (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

GIANPAOLO DOZZO. Non prendiamo lezioni da un traditore!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, la questione...

GIANPAOLO DOZZO. Non prendiamo lezioni, capito?

PRESIDENTE. Onorevole Dozzo, per cortesia. Prego, onorevole Misiti.

AURELIO SALVATORE MISITI. Noi ci domandiamo ancora se sia necessario continuare con questa linea perdente. È chiaro che il disagio che viviamo in questi momenti alla Camera dei deputati deriva da un fatto molto preciso: ci si vuole costringere ad approvare un grande finanziamento senza sapere il perché, e senza sapere che fine farà la nostra compagnia di bandiera.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porfidia. Ne ha facoltà.

AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, anche questa mattina ribadisco il concetto che il Governo Berlusconi con il provvedimento in esame è recidivo, perché attraverso due decreti - a distanza di un mese l'uno dall'altro - ha tentato di cambiare le regole. Lo ha fatto con il decreto precedente attraverso la proposta emendativa «salva Retequattro», con la quale ha agito in pieno conflitto di interessi e per salvaguardare una delle sue proprietà. Nello stesso modo oggi cerca di cambiare le misure che aveva promesso durante la campagna elettorale, quando aveva dichiarato che il prestito avrebbe dovuto avere la natura di prestito ponte, e aveva chiesto a Prodi di prendere questa misura, mentre oggi, abusando delle tasche dei cittadini, vuole cambiare la natura di questo stanziamento e farlo diventare una ricapitalizzazione.
Noi dell'Italia dei Valori non saremo mai d'accordo su questo modo di fare e saremo sempre qui a far conoscere la verità a tutti i cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costantini. Ne ha facoltà.

CARLO COSTANTINI. Signor Presidente, ieri durante la discussione sul complesso degli emendamenti ho ricordato un episodio singolare, ma siccome non c'erano i colleghi del centrodestra e il Governo era scarsamente rappresentato lo ricordo nuovamente oggi. Il 20 maggio scorso il Presidente del Consiglio ha dichiarato: Air France si ritira perché lo dico io; il Governo francese è un Governo serio e, se io dico che si ritira, si ritirerà (pochi giorni dopo Air France si è ritirata effettivamente). Il 20 aprile scorso il Presidente del Consiglio, subito dopo le elezioni, ha dichiarato l'esatto contrario: Air France si è ritirata ma non è colpa mia, non ho parlato con nessuno, non ne so nulla, e la colpa è del sindacato.
Considerato che a distanza di un mese (una volta durante la campagna elettorale, un'altra dopo la stessa campagna) la stessa persona, che ricopre il ruolo rilevante di Presidente del Consiglio, ha rilasciato due dichiarazioni esattamente contrarie tra di loro, credo che farebbe bene al dibattito politico - e soprattutto agli italiani - sapere quando il Presidente del Consiglio ha mentito: se ha mentito a marzo, durante la campagna elettorale, o se lo ha fatto il 20 aprile, quando ha dichiarato il contrario. Aspetto una risposta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, è un peccato che questo nostro dibattito si trascini stancamente, perché in effetti sulPag. 45provvedimento in esame vi sarebbero molte ragioni per tentare di informare la pubblica opinione. Intanto mi viene da pensare, con una certa ironia, a Tremonti come Robin Hood, perché ho l'impressione invece che, sulla vicenda Alitalia, Tremonti ricompaia in vesti molto diverse: mette le mani nelle tasche dei cittadini e non è la prima volta che lo fa.
Nel 2004 il prestito ponte di 400 milioni era giustificato con le stesse motivazioni di oggi, ma di quel piano industriale non è rimasta traccia; nel 2005 si è presentato in Europa per chiedere l'autorizzazione per un aumento di capitale di un miliardo e 6 milioni di euro (2 mila miliardi delle vecchie lire) che evidentemente sono stati presi dalla fiscalità generale perché lo Stato era impegnato direttamente.
In entrambe le occasioni vi sarebbe stato il tempo e lo spazio per chiedere di poter utilizzare la legge ex Prodi, oggi Marzano, che era stata utilmente impiegata nella vicenda Parmalat. Vi erano precedenti con aziende di grandi dimensioni che erano in sofferenza, e Alitalia era all'interno di questo quadro.
Ora Tremonti ci spiega che invece fa il Robin Hood, in altre parole prende dai ricchi per dare ai poveri.
Abbiamo l'impressione di un gioco delle tre tavolette, qualcosa di estremamente confuso, a cui prestano attenzione non so se i poteri forti, ma i grandi giornali sicuramente.
Quanto accaduto l'altra sera a Ballarò, con il direttore del Corriere della Sera che inneggiava alla grande cordata in difesa dell'italianità di Alitalia, mi ha fatto rabbrividire, perché è evidente che non si può parlare di una grande cordata, quando nelle ultime settimane si è fatto di tutto per tentare di sollecitarne i partecipanti, i quali probabilmente hanno già intascato, ma non metteranno una lira nell'inceneritore (infatti, questo è un inceneritore, che brucia tutte le risorse che si mettono dentro).
Poi è intervenuta anche la Consob, che si è accorta che il titolo andava sospeso. Anche quando Prodi ha avviato la vendita il titolo avrebbe dovuto essere sospeso e ciò avrebbe evitato che il Presidente Berlusconi si mettesse anch'egli a giocare in prima fila. Infatti, nella settimana cruciale delle elezioni, che va dal 19 al 27 marzo, il titolo è passato da una quotazione di 0,26 a 0,64, con un incremento del 250 per cento. Qualcuno si è divertito, in un'occasione di questo genere. Penso che continuando a giocare sui conflitti di interesse, poi si corre il rischio di diventarne davvero vittima.
Da ultima, la «ciliegia» di Banca Intesa: non ho parole, non so come valutarla, è scritta in una maniera inaccettabile. Altro che advisor! Si utilizza una delle più importanti banche italiane, che possono essere in potenziale conflitto di interesse, non solo perché hanno partecipato all'operazione precedente, quella della tentata vendita da parte del Governo Prodi, ma anche perché hanno rapporti rilevantissimi con un'azienda, Air One, che è in concorrenza con Alitalia e che mi risulta essere debitrice, in particolare - insisto: in particolare - di Banca Intesa.
Tra l'altro, ho visto che il dottor Toto, che non ho il piacere di conoscere, ha anticipato oggi sui giornali che entrerebbero a far parte dell'operazione complessiva: non vorrei che vi fosse l'obiettivo di «disincagliare» qualche credito, perché è evidente che si tratta di un'operazione che si presta a molte ambiguità.
Quindi, credo che vi sia molta materia per richiamare l'attenzione di un Governo che è alquanto disattento. Non so, caro sottosegretario, se davvero lei ha ragione e se l'Europa vi farà passare questo provvedimento.
Ho visto che la Lega Nord ha anticipato dei giudizi sull'Europa «matrigna»: ma quando l'Europa fa un mestiere come questo e richiama alle nostre responsabilità, esercita un dovere importante, che se viene ascoltato, viene ascoltato nell'interesse dei cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori)! Invece, mi sembra che qui il gridare all'Europa «matrigna» è come precostituirsi un alibi, perché vogliamo continuare a portare avanti politiche che, più che liberiste, sono quelle diPag. 46un Robin Hood alla rovescia (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Reguzzoni. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, la posizione del nostro gruppo è stata ed è tuttora di grande responsabilità e di grande lealtà. Pertanto, non siamo intervenuti e non interverremo, però corre l'obbligo di fare il punto della situazione, anche a beneficio di chi non capisce i lavori dell'Assemblea, perché si è fatta un po' di mistificazione e si dicono cose non vere e non corrette.
La Lega Nord sta dimostrando, nei fatti, lealtà al Governo su un argomento che, chiaramente, non è una nostra bandiera. Tuttavia, credo che stiamo dimostrando quello che molti hanno indicato come il decoro e la dignità del Parlamento, che, in realtà, gli stessi non stanno perseguendo.
Abbiamo ascoltato, ormai da due giorni, interventi chiaramente provocatori, soprattutto nei nostri riguardi. Abbiamo visto un ostruzionismo, con gente che continua a intervenire citando i propri precedenti interventi. Signor Presidente, ormai la rassegna stampa è stata letta tutta, oggi, in Parlamento e anche questo fa capire la scarsità di argomenti.
Ebbene, questa non è una cultura del lavoro, ma è una cultura dei perdigiorno, di chi ha voglia di tenere bloccato il Parlamento. Noi, invece, abbiamo una cultura del lavoro e credo che lavorando si contribuisce alla dignità delle istituzioni e si forniscono le risposte che il Paese chiede. Al contrario, qui a prevalere è il professionismo dei perdigiorno.
Questo non fa parte della nostra cultura. Siamo gente molto concreta e pragmatica. Signor Presidente, parlo da neofita e, sicuramente, molti di voi che hanno lunga esperienza parlamentare mi correggeranno... Cari amici, sento dei rumoreggiamenti da parte di qualcuno (Commenti del deputato Barbato)... Ebbene, mi correggano, signori, se non è vero che qui si sta abusando della facoltà di intervento personale per fare ostruzionismo, mi sembra chiaro. Ritengo, altresì, che riguardo a ciò vi siano delle prassi parlamentari che potrebbero essere messe in discussione. Signor Presidente, le chiedo di coinvolgere la Giunta per il Regolamento, perché questo Paese chiede dei cambiamenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) e si può iniziare dalle prassi parlamentari.
Soprattutto, mi fa specie lei, onorevole Di Pietro: io la conosco come persona corretta, che ha fatto della sua vita la lotta ai «furbetti», per usare una sua espressione: far intervenire tutto il gruppo in dissenso dalla dichiarazione di voto del capogruppo, mentre poi, è tutta la mattina che vediamo votare tutti come il capogruppo ha detto di fare, significa un po' fare i «furbetti» rispetto al Regolamento (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). Credo che un minimo di ragionamento...

SERGIO MICHELE PIFFARI. Sei un neofita!

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Sì, esatto, sono un neofita probabilmente! Tuttavia, mi dispiace, perché qui si sta seguendo una prassi che inchioda i lavori del Parlamento: invece di lavorare, è una prassi di perditempo. Noi, invece, riteniamo, onorevoli colleghi, che questo sia un argomento molto importante: qui non è in discussione soltanto la compagnia di bandiera e la fine che farà Alitalia: è in discussione la politica del trasporto aereo di questo Paese.
Io sono stato tra i pochi, per esempio, ad aver ascoltato i vostri interventi ieri sera. Ho ascoltato qualcosa di intelligente, ma anche molte altre persone - sicuramente illustri avvocati, professori universitari, gente che lavora - che di trasporto aereo però poco capiscono. La posizione della Lega Nord è che il trasporto aereo debba farlo il mercato e, quindi, la concorrenzaPag. 47(Applausi ironici dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

ANDREA LULLI. Bravo, continua così!

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Vi ringrazio, vedo che siamo d'accordo...

PRESIDENTE. La prego di proseguire, onorevole Reguzzoni.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Questa situazione emerge chiaramente dagli ordini del giorno, che non vediamo l'ora di discutere, perché è sugli ordini del giorno - tra i quali vi è anche uno presentato da noi - che si può fare politica e discutere, non certo su queste decine di emendamenti strumentali, con cui state cercando di tenere inchiodato il Parlamento.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. È con queste logiche, cioè quelle del perdere tempo, che la Lega Nord non è d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo solo per ricordare - lei era presente ieri sera - che noi siamo stati qui correttamente e seriamente. Va bene, siamo intervenuti a mezzanotte...

PRESIDENTE. È vero.

FABIO EVANGELISTI. ...qualche volta siamo stati anche ripetitivi, ma abbiamo avanzato proposte, siamo stati critici, abbiamo anche protestato. Ma siamo stati qui a lavorare, mentre l'onorevole Reguzzoni e tutto il gruppo della Lega Nord...

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori.

FABIO EVANGELISTI. ...erano a festeggiare per le strade di Roma!

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, tra le sue responsabilità vi è anche quella di tutelare l'onorabilità dei membri di questo Parlamento. Pertanto, vorrei dire che l'opposizione, innanzitutto, articola le proprie prerogative attraverso modalità diverse, applicando il Regolamento della Camera, lo stesso Regolamento che il neofita collega non conosce, perché non era presente nella legislatura precedente, ma che è stato abbondantemente applicato dalla precedente opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Vorrei dirle, però, signor Presidente, che in questa sede nessuno si può permettere di parlare di «perdigiorno», in riferimento a persone che sono qui diligentemente da due giorni a svolgere il proprio mestiere (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori), che è quello dell'opposizione.
Ciò che non va bene, che viola il Regolamento e la moralità politica - se qualcuno della Lega ancora ce l'ha e se mai l'ha avuta - è quando si vota per due, per tre, per quattro, per cinque persone (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori) e non quando si è qui presenti, rispettando il Regolamento e facendo opposizione! Proprio perché di dialogo si parla...

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ROBERTO GIACHETTI. ...il dialogo è anche rispetto e, allora, abbia la compiacenza di stare seduto, ascoltare e fare ciò che pazientemente tutti abbiamo fatto per due anni!

Pag. 48

PIETRO LAFFRANCO. Signor Presidente, per favore, lo fa smettere?

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giachetti.

AMEDEO LABOCCETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

AMEDEO LABOCCETTA. Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AMEDEO LABOCCETTA. Signor Presidente, sappiamo bene quale sia il significato di un'attività ostruzionistica, anche se chi parla è un neofita. Nonostante ciò, comprendo perfettamente i meccanismi e il Regolamento di quest'Aula. Vorrei dire a chi ha sollevato la questione qualche secondo fa, che una cosa è praticare l'ostruzionismo, altro è calunniare sistematicamente, come in quest'Aula sta facendo una parte del gruppo dell'onorevole Di Pietro dall'inizio della legislatura.
Appellandomi alla Presidenza, chiedo se sia cortesemente possibile creare un clima di civile confronto: tutto si risolve nella normale dialettica; se invece lei, signor Presidente, consente che vengano compiute provocazioni sistematiche da parte dell'onorevole Barbato, evidentemente si cambia atteggiamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baretta. Ne ha facoltà.

PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, non ho un'attitudine polemica, né per vocazione, né per natura, né per cultura, però è una settimana che stiamo accavallando cambiamenti di contenuto. Sono stati discussi decreti su decreti; in Commissione sono state avanzate tre o quattro proposte; si è preso il prestito ponte e lo si è trasformato in ricapitalizzazione; si è presa la ricapitalizzazione ed è diventata a fondo perduto, si sono aggiunte anche norme concessorie - in chiaro conflitto di interesse - relative all'advisor, che si prepara a rivestire il ruolo sia di advisor, sia di possibile acquirente. Insomma, francamente qui non stiamo a perdere tempo; vediamo invece che è stata compiuta una scelta esplicita volta proprio a farci perdere tempo, a farci trascorrere ore, giorni e settimane in questo modo, dall'inizio della legislatura.
Entrando ora nel merito della situazione, è evidente che non possiamo condividere quanto sta avvenendo. Il prestito ponte era nato in una particolare situazione politica e istituzionale sulla base del fatto che la maggioranza uscita dalle elezioni (ma non ancora nel pieno delle proprie facoltà istituzionali) aveva chiesto al Governo uscente di potervi accedere. Il termine «ponte» si prestava già ad un'ambiguità, poiché un ponte va sempre verso qualcosa e, pertanto, il tema avrebbe dovuto essere definito già da allora.
Il Governo Prodi, con senso di responsabilità e tenendo conto della situazione particolare, ha adottato tale provvedimento ed esso è stato poi presentato alle Camere in apertura di legislatura.
Nel momento in cui il provvedimento relativo al prestito ponte è giunto in Commissione si è avuta notizia che in un altro decreto-legge, relativo a tutt'altro (disposizioni sugli straordinari e sull'ICI), all'articolo 4 si trasformava la natura del provvedimento iniziale.
È stato chiesto al Governo di fornire chiarimenti e questo si è presentato annunciando solo l'articolo 4, non l'intero decreto-legge, poiché non era ancora pronto e non era stato ancora pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Nonostante tutto ciò, vi è stata da parte nostra la richiesta di poterne discutere e di aspettare prima di assumere la decisione; invece, in Commissione si è voluto decidere e lo si è fatto. Dopo poche ore è arrivato il decreto-legge che modificava ancora i termini della questione. Ma non è bastato. Dopo poco tempo è arrivato un ulteriore provvedimento e progressivamente si è verificato uno stravolgimento completo.Pag. 49
Di cosa stiamo discutendo in questo momento? Non certo del prestito ponte e non certo di quello che il Governo Prodi aveva fatto sulla base di una richiesta del Presidente Berlusconi: stiamo discutendo del futuro dell'Alitalia senza poter discutere.
Il collega Tabacci lo ha rilevato più volte in quest'Aula e io voglio sottolinearlo. L'itinerario ha avuto inizio già la settimana scorsa, quando si discusse della questione relativa alle autostrade attraverso una furbata che ha messo in moto un'ambiguità rispetto a quel tema, affinché si rendesse possibile che la società che le gestisce fosse invogliata a diventare acquirente.
Non è sufficiente avere dei finanziatori: è fondamentale avere un piano industriale. Non è sufficiente avere chi tira fuori i soldi: con i soldi si possono tamponare delle situazioni e, per il momento, per la verità, la stanno tamponando i cittadini con questa ricapitalizzazione di 300 milioni di euro a fondo perduto sulle spalle dei lavoratori e dei cittadini.
È un grave errore, ma - lo ripeto - non è sufficiente, perché quand'anche il Governo trovasse la famosa cordata, che nel frattempo non si vede...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

PIER PAOLO BARETTA. ...noi avremmo di fronte il problema di chi governerà questa azienda
Allora, in conclusione, il Governo si presenti in quest'Aula non per farci votare un provvedimento dopo l'altro, ma per dirci esattamente cosa è l'Alitalia, qual è il futuro e quali sono le prospettive. Credo che sia fondamentale questo salto di qualità, senza il quale è chiaro che noi non potremmo consentire l'approvazione di alcun provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, prima avevo chiesto di intervenire per fatto personale, forse sarebbe stato opportuno che lo avessi potuto fare immediatamente a seguito dell'intervento dell'onorevole Laboccetta.
Credo che sia bene evitare cadute di stile, cadute di tono da parte di ciascuno di noi, quindi risparmio qualsiasi battuta. Ci tengo, però, a sottolineare che, pur essendo amico di Antonio Di Pietro, appartengo al gruppo dell'Italia dei Valori. Lo ricordo a tutti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà, per un minuto.

MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, vorrei innanzitutto esprimere comprensione. Abbiamo fatto opposizione e la fate anche voi, per cui ognuno la fa giustamente legittimato.
Non volevo, però, lasciar cadere nel vuoto quanto affermato dall'onorevole Tabacci sul conflitto di interessi e anche sulla merchant bank, che non parla inglese. L'onorevole Tabacci giustamente, forse con un certo strabismo, guarda a destra, ma vorrei ricordare che molte dichiarazioni dell'allora Ministro Padoa Schioppa, quali «annunciate», «mi reco a Parigi», «ho parlato», rialzavano prepotentemente il titolo. Devo dire che personalmente scrissi alla Consob - perché, onorevole Tabacci, è la Consob l'ente che dovrebbe garantirci un controllo - per chiedere se in qualche momento...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MASSIMO POLLEDRI. ...tutto questo passaggio di azioni avesse qualche profilo irrituale.
Invito il Governo a sollecitare un'azione della Consob in questo senso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamentoPag. 50Evangelisti 1.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 524
Votanti 522
Astenuti 2
Maggioranza 262
Hanno votato
248
Hanno votato
no 274).

Prendo atto che il deputato Cera ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che la deputata Mondello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Evangelisti 1.36. Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, approfitto dell'intervento per ricordare al collega di prima nomina che è intervenuto precedentemente - mi riferisco all'onorevole Reguzzoni - che potrà leggere nei resoconti parlamentari della scorsa legislatura quando il sottoscritto - pure lui, allora di prima nomina - fece esattamente un intervento fotocopia di quello che ha fatto lui riferito, però, all'ostruzionismo praticato, allo stesso modo, dal gruppo Lega Nord Padania.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 12,40)

ANTONIO BORGHESI. Vedi, caro collega, anch'io, due anni fa, sono intervenuto nello stesso modo: fa parte dei regolamenti parlamentari. Come sono stati utilizzati dal gruppo Lega Nord Padania due anni fa, ora, anche il gruppo dell'Italia dei Valori ritiene di sottolineare questo comportamento inaccettabile del Governo, dei campioni della libertà che, nei primi interventi, vogliono «sovietizzare» l'economia italiana, vogliono riportare ad una situazione di protezionismo il sistema bancario, per poi potergli chiedere dei favori.
È evidente che nel momento in cui garantisco al sistema bancario e alle banche, invece che la concorrenza, la sottrazione al regime di concorrenza, come è avvenuto con il provvedimento sui mutui, quelle fanno talmente tanti soldi che poi posso anche raccontare che faccio il Robin Hood per portargli via dei soldi e perché gli chiedo, probabilmente, dei favori.
Vedrete: inizialmente il Ministro Tremonti parlava di banche, assicurazioni e petrolieri; ultimamente, parla solo di petrolieri e, anche in questo caso, vedremo quello che realmente capiterà. Forse sarebbe meglio costringere i petrolieri a ridurre il prezzo della benzina a favore di tutta l'economia, di tutti i cittadini, anche dei pendolari che tutte le mattine spendono ormai un sacco di soldi per potersi spostare, anche per motivi di lavoro, e non solo per le imprese che trasportano merci. Probabilmente, invece, i petrolieri faranno il «regalo» al Governo sotto qualche altra forma e i cittadini continueranno a pagare un prezzo della benzina che appare assolutamente non legato ai reali aumenti del prezzo del petrolio. Continuiamo a sentir parlare di un aumento del prezzo del petrolio ormai giunto a 120 dollari al barile, però, se vediamo quanto costava il petrolio nel 2001, rapportato al cambio euro-dollaro, e vediamo quanto costa il petrolio oggi, rapportato al cambio euro-dollaro di oggi, scopriamo che per noi non c'è stato alcun aumento del prezzo del petrolio e, quindi, non si capisce da dove arrivino i continui rincari che ci sono stati in questi anni sul prezzo della benzina. Meglio sarebbe, quindi, ridurre il prezzo della benzina!
Torno alla questione Alitalia, di cui stavo parlando prima, e ritorno al piano di Air France, che avrebbe risolto i problemi del Paese, se l'allora candidato PremierPag. 51Berlusconi non fosse intervenuto a gamba tesa per farlo fallire. È inutile che qualcuno continui a dire che quello sul prestito ponte è un decreto del Governo Prodi. Ma stiamo scherzando? In quest'Aula ci sono illustri appartenenti al Governo Prodi che potrebbero spiegare che quel decreto è nato sotto dettatura, o quasi, del futuro Premier Berlusconi, che aveva già vinto le elezioni. Evitiamo, quindi, di prenderci in giro e, soprattutto, diciamo che quei giornali, che sostengono questa tesi e che sono fiancheggiatori di Berlusconi, stanno raccontando il falso agli italiani. Riportiamo la verità! Quel decreto Prodi è stato il primo decreto del futuro Governo Berlusconi e l'aver fatto fallire l'intervento, pronto, di Air France è veramente delittuoso, se pensiamo che è stato fatto fallire sostenendo che bisognava salvaguardare l'identità nazionale. Forse qualcuno immagina che Lufthansa non sia la compagnia di bandiera della Germania? Eppure è una società privata, nella quale il Governo...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANTONIO BORGHESI. Sono già passati cinque minuti?

PRESIDENTE. Così dice l'orologio!

ANTONIO BORGHESI. Va bene, signor Presidente. Proseguirò nel mio prossimo intervento e la ringrazio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, volevo far notare che anche questo metodo dell'ostruzionismo serve, a parte per contestare in modo continuo, soprattutto per far ragionare il Governo, perché quella di Alitalia è una vicenda seria e preoccupante, che comunque non può essere risolta soltanto con l'erogazione di fondi e con la trasformazione, poi, di tutto questo in patrimonio.
È un sistema tampone, che può essere momentaneo, ma non risolve definitivamente il problema.
E se italianità ci dev'essere, dev'essere dimostrata cercando di fare di tutto e di più per questa nostra compagnia di bandiera, per fare in modo che non vengano ridotti i voli, che non vengano licenziati gli operatori. Penso che l'Alitalia ormai debba essere un'impresa non in continua perdita: quello che occorre è una soluzione...

PRESIDENTE. Onorevole Di Giuseppe, mi piange il cuore ma devo dirle che il tempo è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Barbato. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, non sono un deputato: «io sono i cittadini»! Questo gruppo, l'Italia dei Valori, è la legione dei cittadini: ed è per questa ragione che noi dobbiamo fare, ma soprattutto dobbiamo cercare di non far fare. Come quando per Retequattro i cittadini italiani pagheranno settantamila euro a «cranio»; come quando abbiamo visto che il deputato che è intervenuto prima era dispiaciuto, perché sa che il segretario regionale di Alleanza Nazionale in Campania è accusato di corruzione e di estorsione (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Perché stanno scoperchiando la pentola dell'emergenza rifiuti, dove hanno mangiato due miliardi di euro in Campania. È questo che noi dobbiamo non far fare, perché in questo modo stanno togliendo i soldi dalle tasche dei cittadini.

RICCARDO MIGLIORI. Che sta dicendo?

UGO LISI. Basta!

AMEDEO LABOCCETTA. Ma che dici? Sei un provocatore!

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, la invito ad attenersi al tema.

Pag. 52

FRANCESCO BARBATO. Anche su Alitalia è la stessa cosa: gli italiani pagheranno 300 milioni di euro, e noi dobbiamo cercare di non far fare questi misfatti, per non danneggiare gli italiani!

PRESIDENTE. Onorevole Barbato, il suo tempo è esaurito.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà, per un minuto.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, spero che in Aula si possa continuare ad esprimere il proprio pensiero in maniera libera, senza l'interruzione di alcuno e soprattutto con le dichiarazioni che ciascuno fa e che sono a titolo ovviamente di chi le fa, con i riscontri di chi lo fa, perché sono cose che ritroviamo sui nostri quotidiani giornalmente.
Ho sentito qualche minuto fa il collega Reguzzoni: nel suo intervento ha rimproverato a noi neofiti (io sono uno di questi) di non rispettare i Regolamenti. La verità probabilmente è che in questo momento bisogna non disturbare il manovratore, quindi la pratica dell'ostruzionismo, che è legittima, consentita dai Regolamenti parlamentari, non deve disturbare il manovratore Berlusconi. Ma non ha mai parlato, l'onorevole Reguzzoni...

PRESIDENTE. Onorevole Zazzera, devo informarla che ha esaurito il suo tempo.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, mi permetto sommessamente di osservare che è stata prassi costante dell'Aula che il deputato che interviene sia libero di sviluppare la sua analisi politica. Per cui mi permetto di osservare sommessamente che il suo richiamo a dover stare entro un argomento non sia del tutto corrispondente alla prassi che si è sempre seguita in Aula.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, mediterò sulle sue riflessioni. Mi sembra però che sarebbe opportuno che il dibattito fosse centrato sui temi all'ordine del giorno.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Signor Presidente, avevo chiesto la parola prima per richiamare la Presidenza al fatto che l'onorevole Barbato puntualmente in tutti i suoi interventi agita provvedimenti giudiziari veri o presunti. Signor Presidente, se mi presta attenzione un secondo, signor Presidente, mi sto rivolgendo a lei...

PRESIDENTE. Sono attento!

GIORGIO CLELIO STRACQUADANIO. Ho chiesto prima al Presidente Lupi di richiamare all'ordine l'onorevole Barbato, ogni volta in cui utilizza argomenti di presunta natura giudiziaria come una clava contro colleghi parlamentari.
Lei prima lo ha richiamato al tema: ebbene, deve richiamarlo non solo al tema, ma anche al decoro delle istituzioni, poiché, anche se dice di non esserlo, è un parlamentare - altrimenti non siederebbe in quest'Aula - e non può permettersi di fare richiamo alle posizioni giudiziarie di chicchessia come clava politica contro qualcuno. L'onorevole Barbato deve stare molto accorto a rispettare le prerogative dei suoi colleghi e di quest'Aula, se esige - come è giusto che esiga - che in quest'Aula si discuta dei problemi del Paese. Quest'Aula non è un luogo per agitare provvedimenti giudiziari o altro e dunque pregherei signor Presidente - anche perché conosco la sua sensibilità su questo argomento - di richiamare all'ordine l'onorevole Barbato nel caso incorresse in ulteriori scivolamenti di stile di questo genere (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

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PRESIDENTE. Per rinfrescare la mia memoria, poiché sono certo che voi tutti lo conoscete a menadito, do lettura dell'articolo 59 comma 1 del nostro Regolamento: «Se un deputato pronuncia parole sconvenienti oppure turba col suo contegno la libertà delle discussioni o l'ordine della seduta, il Presidente lo richiama nominandolo». Ora: insinuare il fatto che in questa Assemblea siano presenti deputati collusi con la camorra è sicuramente un qualcosa di sconveniente (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Devo però confessare una mia distrazione: non ho ascoltato le parole che l'onorevole Stracquadanio mi ha ora riferite e, non avendo sentito queste parole da parte dell'onorevole Barbato, non sono intervenuto. Naturalmente, forse queste parole non sono state dette: non posso esserne sicuro. Credo all'onorevole Stracquadanio, ma non posso richiamare all'ordine un membro di questa Camera sulla base di parole che personalmente non ho sentito e che dunque non ho motivo di ritenere pronunciate.

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo? Sull'ordine dei lavori?

ITALO BOCCHINO. Più che altro, per un richiamo al Regolamento: e in particolare all'articolo di cui lei ha appena dato lettura.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, pur vivendo a Roma (come lei ben sa, poiché siamo dirimpettai), provengo dalla Campania, in particolare dal casertano, e dunque proprio dalle zone oggetto delle riflessioni che il poco onorevole collega Barbato ha svolto. So che cosa è la criminalità organizzata e so che i camorristi, quando devono accusare qualcuno, non fanno mai nomi e cognomi: fanno allusioni, come ha fatto l'onorevole Barbato (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Il segretario regionale di Alleanza Nazionale, caro onorevole Barbato e cari colleghi, si chiama Mario Landolfi: e fino a prova contraria - e non troverete la prova contraria - è una persona onesta, che gode della nostra stima, della rispettabilità di questo Parlamento, dove siede da anni (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Queste provocazioni sono dunque inaccettabili (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Allusioni come queste sono allusioni di tipo criminale! Bisogna avere coraggio: chi ha cose da dire le deve dire agli organi competenti, e gli organi competenti sono i magistrati (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!
Non venite dunque qui a fare i giustizialisti da quattro soldi: questo è il Parlamento della Repubblica, qui si fanno le leggi dello Stato nell'interesse generale dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Partito Democratico e Unione di Centro)! Adesso siamo stanchi di questo atteggiamento irrispettoso. Signor Presidente, è arrivato il momento di applicare alla lettera il Regolamento: l'onorevole Barbato è un provocatore, un provocatore che non ha diritto a stare in quest'Aula, che va espulso, Regolamento alla mano (Commenti dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Deputati del gruppo Popolo della Libertà gridano ritmicamente «Fuori, fuori!»), perché intervento dopo intervento...

PRESIDENTE. Onorevole Bocchino, tengo a farle osservare due cose. La prima è che tutti i presenti in quest'Aula sono egualmente onorevoli, perché tutti egualmente eletti dal popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). La seconda è che a decidere chi può stare in quest'Aula e chi no è la Presidenza, e nessun altro.

ITALO BOCCHINO. Mi scusi signor Presidente, mi sono appellato alla Presidenza affinché, applicando il Regolamento e tenendo conto delle frasi sconvenienti che in ogni intervento pronuncia l'onorevolePag. 54Barbato, cominci con il primo richiamo, con il richiamo successivo, fino all'allontanamento dall'Aula. Chiedo semplicemente l'applicazione pignola del Regolamento, per evitare che si infanghi l'onorabilità di colleghi e del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Lega Nord Padania)! La Presidenza ci deve questo, perché il Parlamento deve tutelare l'onorabilità dei suoi componenti e, soprattutto, la dignità di questa istituzione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Grazie onorevole Bocchino, il suo appello ad un'applicazione rigorosa del Regolamento è sicuramente accolto. Finora non ho riscontrato comportamenti meritevoli di sanzione, almeno fino ad ora (Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà). Quando li riscontrerò, li censurerò nel modo opportuno. Forse è il caso di leggervi anche l'articolo 60 comma 1 del Regolamento: «Dopo un secondo richiamo all'ordine avvenuto nello stesso giorno, il Presidente può disporre l'espulsione dall'Aula per il resto della seduta, se un deputato ingiuria uno o più colleghi o membri del Governo». Questo è il Regolamento.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intanto la ringrazio per aver dato già una prima risposta ad un intervento dell'onorevole Bocchino che ritengo intimidatorio (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! In quest'Aula - se quest'Aula è il vero tempio della democrazia - i deputati hanno diritto di potersi esprimere e di poter fare ragionamenti logici. E sono ragionamenti di logica politica anche quando lasciano sottintendere legami tra criminalità organizzata e determinati partiti o uomini politici, poiché questo hanno già accertato le inchieste della magistratura (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Vorrei poi far osservare alla maggioranza, poiché si parlava di decoro di questa Assemblea, se riteniamo decoroso che tra gli eletti della maggioranza vi siano deputati condannati con sentenza passata in giudicato per reati gravissimi, che vanno dalla corruzione a reati simili alla corruzione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)! È questo il decoro dell'Aula?

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Borghesi. Richiamo i colleghi alla massima libertà di parola, ma anche al dovere di rispetto della dignità del Parlamento ed al dovere di rispetto della sovranità del popolo italiano, che è rappresentato da ciascuno degli eletti che siedono in quest'Aula.
Hanno chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, l'onorevole Volontè e l'onorevole Giachetti. Poiché sarebbe opportuno tornare ad occuparci del tema all'ordine del giorno, chiudendo questo incidente, chiedo loro se insistano nella richiesta di intervento.
Prendo atto che l'onorevole Volontè intende intervenire. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo solo un minuto per apprezzare intanto - sappiamo infatti tutti che lei, come il Vicepresidente che l'ha preceduto, siete alle prime guide dell'Aula della Camera - il comportamento che state tenendo e che avete tenuto sino a questo momento. Vorrei invitare, se possibile, ad una qualche attenzione, perché calchiamo questi banchi per volere del popolo italiano da qualche anno, abbiamo una certa esperienza e sappiamo cosa è successo in queste aule, con insulti, invettive e accuse ingiuste, come quella che ha colpito un caro amico che vediamo qui rappresentare, con grande linearità, non solo il suo partito, ma le ragioni di molti lungo i decenni di questa storia repubblicana (Applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Signor Presidente, voglio anche indicare per ordine - non è un consiglio a lei, quanto alla parte politica ed alla persona che si è sentita giustamente offesa - unoPag. 55strumento che toglie dall'Aula questo tipo di discussioni, ossia quello del giurì d'onore.
Che si usi questo strumento. Infatti, si tratta non solo di una garanzia per il singolo deputato, ma anche di un modo per evitare la prosecuzione in un'Aula parlamentare di una polemica per cui si citano dei libri pubblicati e non si possono fare, nello stesso tempo, i processi.
Inoltre vi è una terza questione, signor Presidente. Non ho alcun titolo per invitare i colleghi a rimanere all'ordine del giorno e al merito dei provvedimenti e degli emendamenti in esame, ma mi sembra doveroso sottolineare come sia interesse di tutta l'Assemblea, sia della maggioranza sia delle diverse opposizioni, discutere nel merito del provvedimento. Il nostro gruppo lo ho fatto con diversi interventi - ricordo quelli di Compagnon, Galletti e Tabacci - perché è nostro interesse non opporci con polemiche ma cercare di migliorare i provvedimenti, laddove - come nella fattispecie - ci paiono, sotto molti profili, assolutamente inqualificabili.
Ciò, se vogliamo procedere. Invece, se vogliamo trasformare il Parlamento della Repubblica italiana in una specie di «parlatoio» che prosegue nelle code polemiche della campagna elettorale, ebbene ciò non fa onore non solo ai singoli parlamentari ma neanche ai problemi del Paese che tutti diciamo di voler risolvere ma che, nello stretto circuito dell'Aula parlamentare, tutti trattiamo come se fossero obiettivi e problemi che non riguardano i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non so bene cosa stia accadendo in quest'Aula. Dico ciò perché stiamo discutendo un originario decreto-legge che il Governo ha modificato, e ciò ha portato - attraverso la Commissione - ad un nuovo testo. Poi si è introdotto un dibattito nel quale, francamente, mi trovo in grande imbarazzo, sia rispetto alle accuse che vengono rivolte sia rispetto alle parole dell'onorevole Bocchino che deve, considerata anche la carica che ricopre, ricordarsi sempre che qui dentro ci si sta perché qui ci manda il popolo italiano e non vi è alcun intruso. È molto sgradevole udire centinaia di persone che gridano «fuori, fuori dall'Aula». Sono vicende che francamente preferirei risparmiarmi.
Allo stesso modo, signor Presidente, mi trovo in imbarazzo ad ascoltare il continuo richiamo nei confronti di una persona che, tra le altre cose, stimo ed apprezzo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) e rispetto alla quale, per quanto mi riguarda, vale lo Stato di diritto, e finché non vi è una condanna definitiva non vi è alcuna ragione per cui si debbano subire attacchi di questo tipo.
Ha ragione l'onorevole Volontè, e credo che, proprio a tutela della persona e dell'onorabilità del collega Landolfi, vada richiamato l'articolo 58 del Regolamento, che prevede: «Quando nel corso della discussione un deputato sia accusato di fatti che ledano la sua onorabilità, egli può chiedere al Presidente della Camera di nominare una Commissione la quale giudichi la fondatezza dell'accusa; alla Commissione può essere assegnato un termine per presentare le sue conclusioni alla Camera, la quale ne prende atto senza dibattito né votazione». Questo è il Regolamento, e quanto ci consente. Ritengo che tale disposizione rappresenterebbe anche l'occasione migliore per uscire da una fase della seduta che francamente sarebbe opportuno dimenticare al più presto.
Per tornare all'oggetto dei nostri lavori, signor Presidente, se proprio deve richiamarci in ordine a ciò che affermiamo la inviterei ad applicare le norme del Regolamento inerenti all'obbligo dei deputati di parlare sull'argomento all'ordine del giorno. Non richiamiamo altri articoli concernenti la convenienza o la sconvenienza delle singole parole perché entreremmo, aPag. 56mio avviso, nella valutazione soggettiva della convenienza o sconvenienza di ciò che si sta dicendo. Nel Regolamento vi è una norma molto più semplice che obbliga ciascuno di noi, allorché si discute in ordine ad un emendamento, a rimanere all'oggetto del contendere, nella fattispecie alla materia di cui stiamo parlando. Pertanto, mentre si discute di Alitalia o dei rifiuti non si può parlare delle condanne, e via dicendo.
Tuttavia - se mi è consentito, a titolo assolutamente personale - credo che sarebbe utile trasferire - come ha già proposto l'onorevole Volontè - la materia, abbastanza sgradevole, che ci ha accompagnato in questa fase, nella sua sede propria, e, se fosse possibile, a entrare maggiormente nel merito del contenuto degli emendamenti e meno in accuse che francamente ritengo eccessive.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, lei ricorderà che ho cominciato proprio con il richiamo a rimanere sul tema all'ordine del giorno, come espressamente previsto dal Regolamento.
Per quanto riguarda il Giurì d'onore è la persona lesa che ha facoltà di chiederlo, non può certo imporlo la Presidenza.
Quanto al fatto di dover valutare il peso delle parole, è difficile, ma siccome è scritto nel Regolamento che il Presidente lo deve fare, mi assumerò la responsabilità di farlo tutte le volte che questo risulterà necessario ed opportuno. Mi spiace non avere avuto gli elementi per valutare adeguatamente questo primo caso, ma sarò attentissimo in quelli successivi.
Vedete, in quest'Aula ci sono persone di altissimo ingegno, persone di intelligenza mediocre, persone forse al di sotto della media (Commenti), ma tutti siamo rappresentanti del popolo italiano e la nostra dignità non dipende dalla valutazione che diamo del singolo individuo, dipende dalla sovranità del popolo italiano che rappresentiamo.
Pertanto, non è lecito offendere un deputato; non è lecito fare insinuazioni contro un rappresentante del popolo, perché attraverso di lui si offende il popolo italiano, e questo è rimesso alla valutazione della Presidenza, e la Presidenza questa valutazione non ometterà di fare.

MARIO LANDOLFI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO LANDOLFI. Signor Presidente, intervengo perché poco fa lei ha detto che la parte lesa può invocare il Giurì d'onore. Penso che il mio caso non rientri nella previsione dell'articolo 58 del Regolamento, essendo io inquisito dalla magistratura. Si andrebbe, infatti, a sovrapporre quello che la magistratura liberamente, autonomamente e serenamente deciderà alle decisioni di un organismo di natura parlamentare.
Colgo, tuttavia, questa occasione per fare alcune precisazioni. Mi trovo nella fase dell'udienza preliminare, non sono stato neanche rinviato a giudizio. Ho sentito parlare di condanna definitiva, ma io sono ancora nella fase dell'udienza preliminare con l'accusa di fatti specifici, mentre la magistratura ha ritenuto opportuno far cadere l'aggravante di cui all'articolo 7 del decreto-legge n. 152 del 1991 (non il concorso o l'associazione). Penso che stasera ne sentirete parlare ad Annozero, e quindi potrete avere tutte le delucidazioni del caso.
Mi chiedo, tuttavia, se un cittadino (non un parlamentare) che si trova nella fase dell'udienza preliminare debba essere aggredito in un Parlamento da un altro deputato che ritiene che questo sia un palcoscenico (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico) e non un luogo dove si approvano le leggi per il popolo italiano, e lo fa senza avere neppure contezza di quello che dice, senza aver letto neanche le carte, senza preoccuparsi se i macigni che scaglia siano fondati oppure no. All'onorevole Barbato...

BRUNO TABACCI. Anch'io me lo sono chiesto nel 1992!

MARIO LANDOLFI. Penso che non stia dicendo nulla che..

Pag. 57

BRUNO TABACCI. Me lo sono chiesto anch'io (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

MARIO LANDOLFI. Chiedo scusa, se si vuole vendicare, onorevole Tabacci, lo può fare benissimo, non c'è problema. All'onorevole Barbato...

TERESIO DELFINO. C'eravate voi! Abbiamo la memoria, Landolfi?

OSVALDO NAPOLI. Dillo a Di Pietro!

TERESIO DELFINO. Chiedevate le dimissioni, io c'ero!

ENRICO COSTA. No, no!

MARIO LANDOLFI. Chiedo scusa, signor Presidente, vorrei poter continuare, se possibile...

PRESIDENTE. Per favore, sta parlando l'onorevole Landolfi e bisogna rispettare il suo diritto ad esprimere fino in fondo le sue opinioni. Prosegua pure, onorevole Landolfi.

MARIO LANDOLFI. Signor Presidente, lei mi consentirà di rivolgermi direttamente all'onorevole Barbato, al quale voglio consegnare idealmente ed evangelicamente un macigno, chiedendogli di scagliarmelo addosso se lui - che mi sembra stia in una zona molto simile alla mia - non ha mai ricevuto richieste di interessamento per un posto di lavoro, non è mai intervenuto nelle questioni che riguardano il suo territorio, i suoi concittadini, non solo i suoi elettori.
Se lei non ha mai fatto questo, mi scagli addosso questo macigno! Io l'ho fatto, perché vivo in un territorio difficile: mi sono sporcato le mani, ma tenendo pulito il cuore e la mente (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Questo lo sosterrò, e smonterò con la forza dei fatti, onorevole Barbato, e, se mi consente, con la forza della mia storia personale e politica, quanto ipotizzato dalla magistratura. Spero che lei quel giorno - che arriverà - si trovi qui, possa alzarsi e darmi atto di ciò. Questo farà di lei una persona perbene, e non un provocatore quale oggi ha dimostrato di essere (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Landolfi. Ogni cittadino italiano è innocente fino ad una condanna definitiva da parte della magistratura. Mi pare che questo principio trovi unita tutta quest'Assemblea. Visto però che il popolo italiano ci ha eletti per approvare dei provvedimenti, mi domando, pur in presenza delle richieste d'intervento degli onorevoli Barbareschi ed Evangelisti, se non potremmo tornare all'esame del punto all'ordine del giorno. Infatti, mi sembra che il tema sia stato chiarito e approfondito in maniera più che adeguata. Onorevole Barbareschi, insiste sulla sua richiesta di parlare?

LUCA GIORGIO BARBARESCHI. Signor Presidente, sarò brevissimo. Essendo un neofita, avendo ascoltato quello che accade, ma avendo letto i giornali e vissuto in questo Paese negli ultimi 52 anni, trovo ridicola questa accusa e questo gioco delle parti, quando, nei banchi della sinistra avremmo più di un'occasione di cui parlare di quanto accaduto in questi anni con le banche e con le intercettazioni, e molte di queste persone sono sedute ai banchi della sinistra!

PAOLO FADDA. Ma smettila e vai a fare l'attore!

PRESIDENTE. Per favore, invito ad ascoltare il collega che sta intervenendo...

LUCA GIORGIO BARBARESCHI. Quindi, invito a smetterla con questo teatrino basso e a lavorare sulle proposte emendative, perché siamo stati eletti per cercare di risolvere dei problemi e non per fare delle piccole vendette personali. Vi prego di avere un ruolo istituzionale e di riportare la centralità del Governo e delPag. 58Parlamento sui problemi (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evangelisti, sempre su questo tema. Proporrei però di non intervenire ulteriormente su questo tema, in modo da poter tornare al punto all'ordine del giorno. Prego, onorevole Evangelisti, ha facoltà di parlare.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo molto brevemente. L'onorevole Landolfi implicitamente mi ha chiamato in causa: ha chiesto un pronunciamento in maniera evangelica. Quindi, chi meglio di me può prendere la parola in proposito (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Tuttavia, l'onorevole Landolfi, quando ha detto di essersi sporcato le mani, ha fatto una scivolata.

GIUSEPPE CONSOLO. Ma l'ha detto in senso metaforico!

ANTONINO LO PRESTI. Sei un gagà, un esibizionista! Vergognati!

FABIO EVANGELISTI. Spero che ciò non sia avvenuto, anzi gli auguro di poter dimostrare davanti al giudice e ai magistrati di non essersi mai sporcato le mani!
Tuttavia, sono intervenuto soprattutto per rispondere all'onorevole Bocchino, che già questa mattina ci ha rivolto un invito ai toni e alla capacità di ascolto. Mi sia permesso di dire che, per cultura e sensibilità, molto spesso agisco, penso e parlo diversamente dal mio collega Barbato. Tuttavia, l'onorevole Barbato ha citato affermazioni riprese dai giornali e dai libri.
Quindi, signor Presidente, la invito, qualora l'onorevole Barbato o qualsiasi altro collega del gruppo dell'Italia dei Valori dovesse scivolare su ingiurie, offese o affermazioni che ledano il decoro di quest'Assemblea, ad assumere provvedimenti. Tuttavia, non è questo il caso. Nel caso specifico voglio anch'io sottolineare che nessuno, fino a sentenza di condanna passata in giudicato, si può considerare colpevole.
Tuttavia, l'onorevole Landolfi, come chiunque altro di noi, non può sottrarsi ad un giudizio politico, come è stato fatto e ribadito questa mattina.
Aggiungo due ultime considerazioni. Signor Presidente, lei ci ha invitato a non offendere i deputati; è vero, però non lo faccia nemmeno lei che ne ha offesi diversi, senza avere in mano l'«intelligentometro».
Mi consenta ancora di ritornare sulla questione, a partire dall'intervento del collega Tabacci che davvero ha richiamato tutti noi al merito del provvedimento, ossia un decreto-legge emanato per concedere un prestito ponte per poi essere trasformato da questo Governo e da questa maggioranza in un'altra cosa. È nostro non solo diritto, ma dovere denunciare al Paese questa distorsione del mercato che è stata messa in campo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Accolgo la sua osservazione, ma lei avrà capito benissimo, la mia intenzione era molto semplice: richiamare il fatto che in questa sede siamo tutti uguali e nessuno ha il diritto di offendere nessun altro, perché noi non ci troviamo qui come private persone, ma come rappresentanti del popolo che ci ha eletto; in questo abbiamo tutti la stessa dignità, ed è per questo che ci chiamano onorevoli.
A tal proposito, non resisto alla tentazione di una citazione. Sporcarsi le mani può intendersi in molti sensi. Charles Peguy ha detto: «Diffidate di quelli che si vantano sempre che non si sporcano le mani. Non hanno mani».
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà, per un minuto.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, accolgo volentieri l'invito che lei ha rivolto, come anche l'onorevole Volontè, di tornare a parlare dei problemi del Paese. È da ieri pomeriggio, anche diPag. 59notte, e da questa mattina che parliamo dei problemi del Paese. Di uno in particolare, in questo momento: di come non buttare alle ortiche, nell'inceneritore - come ha detto l'amico Bruno Tabacci - 300 milioni di euro che vengono prelevati dalle tasche dei cittadini per sostenere un'impresa che ormai è in una condizione di pre default. Non lo dico io, ma l'Unione europea, signor Presidente. Il Parlamento, questo disegno di legge, il comportamento di questo Governo e del suo Presidente si trovano in una condizione di piena illegalità, perché è stato anticipato un prestito e lo si è erogato prima che venisse attivata la procedura, come prevede il regolamento comunitario.

PRESIDENTE. Grazie onorevole Cambursano, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina. Ne ha facoltà, per un minuto.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, vorrei richiamarmi, per entrare nel merito dell'argomento, all'intervento del collega Reguzzoni (che credo sia stato anche amministratore), quando parlava di ostruzionismo. In quel momento mi sono sentito veramente offeso per l'attività che stiamo svolgendo, perché, se in quest'Aula vi è qualcuno che sta facendo ostruzionismo, sono proprio il Governo e le forze che lo sostengono. È da ieri che in quest'Aula parliamo di Alitalia, richiedendo delle cose concrete ed avanzando delle proposte sulle quali vorremmo discutere. L'ostruzionismo è del Governo che non intende assolutamente discutere, aspettando passivamente che passi il tempo.
Abbiamo chiesto un piano industriale, e non c'è stato dato. Abbiamo chiesto le strategie per salvare Alitalia, e non ci sono state fornite. Abbiamo chiesto regole certe e legali per scegliere l'advisor, e non ci sono state date. Non vi è disponibilità in questo senso. Signor Presidente, è intervenuto anche lei su questo punto: credo sia fondamentale, se veramente vogliamo uscire dal gioco delle parti, fare in modo che...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Messina, il tempo è tiranno.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi voglio attenere al tema: siamo stati accusati, anche se garbatamente, di fare filibustering e di non avanzare proposte e domande concrete. Io alcune domande le vorrei rivolgere alla maggioranza e spero che qualcuno risponda non tanto a me, perché è poca cosa, ma agli italiani che ci ascoltano e che soprattutto hanno votato questo Governo.
Allora vi chiedo: Air France va bene o non va bene? Mentre prima non andava bene, adesso, quasi quasi, diventa una manna dal cielo.
Il prestito è legittimo, come afferma il Governo, o è illegittimo, come sostiene la Commissione europea, che sta aprendo una procedura di infrazione? I 300 milioni sono un prestito o una ricapitalizzazione? La famosa o famigerata cordata, che ha evocato il Presidente del Consiglio in campagna elettorale, che appare e scompare, esisteva davvero o rientrava solo in una campagna elettorale ad hoc su questo argomento?
Spero che il Governo dia queste risposte non tanto - lo ripeto - a me, ma agli italiani che ci stanno ascoltando.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palomba, per un minuto. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, utilizzerò questo tempo per rivolgermi garbatamente, ma francamente, al collega Reguzzoni, dicendo che sono rimasto sorpreso dal suo intervento, perché egli ci ha detto sostanzialmente che non dovremmo fare ostruzionismo spiegandoci come ci saremmo dovuti comportare. Non è possibile accettare ciò, soprattutto da un gruppo come quello della Lega Nord, che della libertà di opinione ha sempre fattoPag. 60una grande bandiera. Magari l'avrà gestita sopra le righe, ma non spetta a noi dire come la deve gestire.
Piuttosto, non vorrei che questo comportamento fosse il segno di una debolezza, di un fastidio per il fatto che noi, sostanzialmente, poniamo un problema cruciale, soprattutto alla Lega.
Se loro, che sono per il mercato e che, quindi, avrebbero votato il prestito ponte richiesto dal Presidente del Consiglio e poi modificato, oggi si sentono di approvare una concezione statalista dell'intervento, che tende a far cadere...

PRESIDENTE. Onorevole Palomba, il tempo a sua disposizione è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, anch'io vorrei bonariamente e amichevolmente replicare al collega Reguzzoni, che so essere particolarmente attento ai temi della finanza agevolata, essendo egli consulente aziendale e anche laureato in ingegneria gestionale, con l'iscrizione all'albo dei promotori finanziari. Egli è anche stato il più giovane presidente di provincia italiano e di questo, che è un elemento di grande merito per il collega, gli va dato atto. Tuttavia, proprio perché io stesso sono del nord e mi sento anche portavoce di un autonomismo della mia regione, il Friuli Venezia Giulia, e molto vicino ai temi della Lega Nord, se è vero che la Lega Nord vuole, com'è stato ricordato da Reguzzoni, che il trasporto aereo sia regolato dal mercato e se è vero che le competenze del collega Reguzzoni sono quelle della consulenza finanziaria agevolata, per quale motivo teniamo il ditino...

PRESIDENTE. Onorevole Monai, ha terminato il tempo a sua disposizione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pisicchio, per un minuto. Ne ha facoltà.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, i miei colleghi hanno ben argomentato, in modo particolare l'onorevole Misiti, intorno alla nostra volontà di tutelare la compagnia di bandiera e le sue maestranze, non piegandoci ad un'idea effimera di nazionalismo, che in qualche circostanza sembra aver guidato qualcuno in questa vicenda, bensì guardando, con senso di realismo e di accettazione della verità di un mercato globale, alle sue regole e alla circostanza che noi tutti viviamo all'interno di una comunità e di un ordinamento sovranazionale, che si chiama Unione europea. È questo, dunque, il quadro di riferimento rispetto al quale stiamo sviluppando le nostre argomentazioni, cercando di confrontarci nel migliore dei modi con la maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, oggi registro la resa della Lega a «Roma ladrona» e, quindi, rivendico il ruolo dell'Italia dei Valori e dei suoi parlamentari della Repubblica di tutela degli interessi dei cittadini, che con Retequattro e Alitalia, sono chiamati a pagare responsabilità di altri. Noi dell'Italia dei Valori abbiamo a cuore la piccola e media impresa, ancora una volta spremuta da «Governo padrone». Rivendichiamo di aver utilizzato il Regolamento per non lasciar passare sotto silenzio l'operato dello sceriffo di Nottingham. Alla faccia di Robin Hood (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, anche io assisto a questo cambiamento di rotta della Lega e onestamente mi dispiace. Respingo le accuse che ci vengono fatte da parte della Lega di perdere tempo: siamo stati fino a mezzanotte e mezza a discutere di Alitalia e non ho visto neanche un leghista. Ritengo che abbiamo ricevuto dagli elettori un mandato preciso di controllare la legalità e diPag. 61contrastare l'illegalità che avviene in questo Paese. Ho il sospetto che i primi due provvedimenti che il Governo si appresta a varare, tra cui l'ultimo sull'Alitalia, saranno pagati dai cittadini.
Poiché i cittadini, con il loro voto, ci hanno dato fiducia, se il nostro atteggiamento di coerenza in difesa dei cittadini può servire a qualcosa, è fondamentale rinviare la partenza verso i nostri collegi, le nostre case e restare in Aula fino a stasera (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Il prestito che si è trasformato in un regalo per i prossimi acquirenti...

PRESIDENTE. Onorevole Palagiano, ha terminato il suo tempo a disposizione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, sono persuaso degli argomenti che abbiamo usato a favore dell'Alitalia. Nei prossimi venti anni, secondo la tendenza che sembra essere naturale nei prossimi decenni, le tre o quattro compagnie aree continentali, grazie a delle fusioni, potrebbero diventare una o due; in Italia, tuttavia, abbiamo un lasso di tempo importantissimo per fronteggiare una tale evenienza. Ricordo a tutti che la modalità aerea è l'unica, dopo la fine delle tratte delle grandi navi passeggeri, che lega il mondo globale degli affari e del turismo. Per tali motivi l'interesse dell'Italia deve essere centrale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porfidia. Ne ha facoltà.

AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, il Governo Berlusconi, che in campagna elettorale inneggiava all'inno «rialzati Italia», è stato capace con questo decreto-legge di inabissare l'Alitalia. Si tratta di un provvedimento che rappresenta la ripetizione di un'elargizione, di un regalo che viene fatto a questa società che, già nel 1994, era in continua difficoltà. Questa elargizione venne accolta, già allora, dall'Unione europea con delle precisazioni a cui l'Italia non ha ottemperato.
Oggi, ci troviamo con una società che versa ancora in grave difficoltà. Le prescrizioni prevedevano un piano di industrializzazione per l'Alitalia che invece finisce per perdere ancora un milione di euro al giorno a discapito dei cittadini italiani. Vuole continuare così il Governo Berlusconi? Ecco perché noi dell'Italia dei Valori siamo presenti: per far prendere coscienza al Governo da una parte e a i cittadini dall'altra ...

PRESIDENTE. Onorevole Porfidia, ha terminato il suo tempo a disposizione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costantini. Ne ha facoltà.

CARLO COSTANTINI. Signor Presidente, credo che la posizione dell'Italia dei Valori un risultato lo abbia raggiunto. Lo leggo in una dichiarazione del capogruppo della Lega Nord Padania di qualche minuto fa che ha riconosciuto che questo provvedimento rappresenta, ovviamente, un esborso di denaro pubblico, uno spreco. Credo che ciò sia un risultato. Il fatto che un rappresentante di una forza politica di maggioranza riconosca l'inutilità e il carattere di spreco che riveste questo esborso è certamente un risultato. (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Non riesco, però, a comprendere il ragionamento logico che il collega Cota sviluppa dopo, allorché dichiara: noi siamo contro l'Alitalia, perché ha deciso di lasciare Malpensa. Dovreste, allora, essere anche contro il finanziamento dato ad una società che ha deciso di lasciare Malpensa. Qual è la logica che vi consente di sostenere un provvedimento consegnando 300 milioni di euro a una società che ha lasciato Malpensa? Se ha lasciato Malpensa troviamo una soluzione diversa. Mettiamo al centro della discussione la prima dichiarazione: «è uno sperpero di denaro pubblico» e ripartiamo da questa affermazione con la quale siamo d'accordo.Pag. 62E partendo da questo presupposto ragioniamo del futuro dell'Alitalia...

PRESIDENTE. Onorevole Costantini, il suo tempo è scaduto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, incredibilmente ci accingiamo a svolgere l'ultima votazione della mattina, durante la quale avremmo potuto svolgere più votazioni, portando così ulteriormente avanti l'esame del provvedimento. Continueremo alla ripresa dei nostri lavori e, nel frattempo, alcuni colleghi andranno a svolgere i lavori nelle rispettive Commissioni.
È stata una mattinata segnata da schermaglie e contrasti, tuttavia abbiamo dato luogo a qualche votazione. Credo che il richiamo del collega Giachetti ad attenersi al merito degli emendamenti possa rappresentare la via maestra per evitare una serie di discussioni estemporanee che impediscono all'Assemblea di continuare ad approfondire nel merito il provvedimento e che distraggono l'attenzione dei colleghi dal provvedimento stesso, sul quale invece è importante rimanere.
Per questo credo sia opportuno ringraziare tutti quei colleghi che sono intervenuti nel merito del provvedimento con obiezioni e posizioni differenti. Sul resto credo che non sia opportuno soffermarci, anche perché alcune questioni sono state trattate da diversi autorevoli colleghi e anche dalla stessa Presidenza.
Il provvedimento che stiamo esaminando - non senza atteggiamenti di filibustering e di polemica - è un disegno di legge di conversione di un decreto-legge e attraverso la decisione dell'accorpamento il Governo ha fatto cosa meritoria, poiché ha dato al Parlamento la possibilità di affrontare la materia dell'Alitalia in un unico provvedimento, non in tre decreti diversi, come era stato inizialmente previsto. A questo punto, ritengo che votare per mantenere tale linea sia un atto dovuto da parte della maggioranza.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo? Sull'ordine dei lavori?

ROBERTO GIACHETTI. No, signor Presidente. Chiedo di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale sull'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Siccome abbiamo avuto la sensazione - ma sicuramente è solo una nostra impressione - che, da qualche votazione in qua, l'onorevole Baldelli interviene casualmente per ultimo e immediatamente i banchi della maggioranza si riempiono...

ANTONINO LO PRESTI. E allora?

EMERENZIO BARBIERI. È normale!

ROBERTO GIACHETTI. Cosa succede? Avete fame? Calma! Non siamo intervenuti per niente. Stavo semplicemente spiegando che l'onorevole Baldelli interviene da alcuni emendamenti per ultimo e così rischia - essendo noi notoriamente fragili nelle nostre convinzioni - di motivare e convincere anche le nostre «milizie» a proposito del voto. Allora pensavo che fosse utile - anche per disorientare un pochino le «truppe» dall'altra parte - aggiungermi alla discussione e fare in modo che lui non avesse l'ultima parola, magari con l'ambizione, che intanto rientri il collega Quartiani, e che contemporaneamente si convincano i colleghi della maggioranza a votare a favore di questo emendamento. Per questo ho preso la parola e pertanto dichiaro il nostro voto favorevole all'emendamento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Invito tutti i deputati a votare una volta sola e invito i deputati segretari a controllare attentamente la regolarità del voto.Pag. 63
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1.36, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

FABIO EVANGELISTI. Presidente, guardi da quella parte!

ANTONINO LO PRESTI. Guardi di là!

PRESIDENTE. Invito a verificare le tessere di votazione. Vedo io stesso più di un luogo in cui vi è confusione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 433
Votanti 431
Astenuti 2
Maggioranza 216
Hanno votato 197
Hanno votato no 234
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

Prendo atto che i deputati Lazzari e Pelino hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Versace ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto.

Sull'ordine dei lavori e modifica del vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (ore 13,42).

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stata definita la seguente organizzazione dei lavori.
Nella giornata odierna i lavori proseguiranno per l'intera giornata, con eventuale prosecuzione notturna, fino alla conclusione dell'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno relativi al disegno di legge n. 1094 - Conversione in legge del decreto-legge 23 aprile 2008, n. 80, recante misure urgenti per assicurare il pubblico servizio di trasporto aereo (Approvato dal Senato - scadenza: 23 giugno 2008).
È prevista una breve sospensione, tra le 13,30 e le 14,30, durante la quale potrà avere luogo in VIII Commissione (Ambiente) l'informativa del Governo sui profili di sicurezza ambientale connessi al recente incidente occorso ad una centrale nucleare in Slovenia.

Per quanto riguarda la prossima settimana, l'organizzazione dei lavori è stata così modificata.

Martedì 10 giugno (antimeridiana) avrà luogo l'informativa urgente del Governo riguardante interventi urgenti in relazione ai recenti eventi calamitosi verificatisi in Piemonte, già prevista per le ore 16 di oggi, e lo svolgimento di interpellanze urgenti.

Martedì 10 giugno (dalle ore 15, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni) avrà luogo il seguito dell'esame del disegno di legge n. 1094 - Conversione in legge del decreto-legge 23 aprile 2008, n. 80, recante misure urgenti per assicurare il pubblico servizio di trasporto aereo (Approvato dal Senato - scadenza: 23 giugno 2008), per le dichiarazioni di voto finale e il voto finale.
Seguirà la votazione relativa alle dimissioni del deputato Alemanno.

Mercoledì 11 giugno, a partire dalle 15, avrà luogo lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time), al termine del quale si procederà allo svolgimento di interpellanze urgenti.

Ritiro delle dimissioni del deputato Frattini.

PRESIDENTE. Comunico che il deputato Frattini, con lettera pervenuta in data 4 giugno 2008, ha ritirato le proprie dimissioni da deputato, di cui è stata data comunicazione all'Assemblea nella seduta del 29 aprile scorso.

Pag. 64

Sull'ordine dei lavori (ore 13,44).

PRESIDENTE. A seguito di quanto stabilito nella riunione odierna della Conferenza dei Presidenti di gruppo, nel pomeriggio, a partire dalle ore 14,30, riprenderemo le votazioni sul provvedimento oggi all'esame dell'Assemblea.

AGOSTINO GHIGLIA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AGOSTINO GHIGLIA. Signor Presidente e onorevole colleghi, vorrei portare l'Assemblea e il Governo a conoscenza di una gravissima situazione che si sta verificando in queste ore all'università di Torino, nella sede delle facoltà umanistiche, presso l'Italgas.
Dalle 9 di stamani, la responsabile locale di Azione universitaria è asserragliata all'interno dell'università stessa e non può uscire, perché fuori alcuni militanti dei centri sociali torinesi - quelli ospitati dal sindaco Chiamparino in edifici pubblici - non solo le impediscono di uscire col lancio di uova e oggetti contundenti, ma le hanno anche impedito di sostenere un esame, motivo per cui si era recata all'università.
Chiedo un intervento urgente del Ministro dell'interno e del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, perché la situazione a Torino, come andiamo denunciando da anni, rispetto all'agibilità democratica e, soprattutto, alla possibilità addirittura di frequentare gli atenei torinesi, si sta facendo insostenibile. Non sappiamo più come dirlo, non sappiamo più come sollevare questo tema: la prego, signor Presidente, di farsene carico almeno lei, che so avere una sensibilità spiccata nel confronti anche dei problemi di Torino (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Ghiglia, lei sa quanto mi è caro l'ateneo torinese, in cui sono stato anch'io studente. Sono sicuro che i membri del Governo presenti non mancheranno di attivare immediatamente il Ministro dell'interno e il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ma io stesso avrò cura di farlo, per tutelare la libertà di espressione dell'ateneo torinese.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 14,30.

La seduta, sospesa alle 13,45 è ripresa alle 14,35.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Aprea, Bonaiuti, Brancher, Bruno, Casero, Castagnetti, Colucci, Cota, Crimi, Donadi, Gregorio Fontana, Lamorte, Martini, Menia, Miccichè, Migliavacca, Pescante, Roccella, Soro e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantasei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame articolo unico - A.C. 1094-A/R)

PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Evangelisti 1.36.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Evangelisti 1.37, sul quale ricordo che la Commissione e il Governo hanno espresso parere contrario, ove non ritirato.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 65

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, vorrei chiedere la cortesia di verificare se sia ancora in corso l'attività di qualche Commissione, considerato che, come mi hanno riferito alcuni colleghi, alcune Commissioni erano convocate e forse sono ancora in corso le sedute.
Sarebbe il caso che gli uffici facessero questa verifica per permettere ai colleghi deputati di partecipare alla seduta dell'Assemblea, se il Presidente lo ritiene. A volte la sovrapposizione dei lavori è capitata: capisco che nella normale definizione del calendario possa anche risultare agevole convocare le Commissioni un quarto d'ora dopo l'Assemblea, ma poiché la Conferenza dei presidenti di gruppo ha previsto la sospensione dei lavori dalle 13,30 alle 14,30, forse è il caso di effettuare una verifica.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, i solerti uffici della Camera hanno immediatamente proceduto alla verifica: tutte le Commissioni sono state sconvocate. Devo dire però che, in linea generale, sono le Commissioni che devono adeguare il proprio ordine del giorno a quello dell'Assemblea e non viceversa; sono loro che devono tenere conto dei lavori dell'Assemblea, perché il Parlamento è prima di tutto quest'Aula.

DOMENICO DI VIRGILIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DOMENICO DI VIRGILIO. Signor Presidente, desidero riferirmi agli episodi di questa mattina. Mi hanno veramente sorpreso e non è neanche la mia prima legislatura, poiché sono qui da tre.
Il suo richiamo al Regolamento e la lettura dello stesso Regolamento non soltanto sono veritieri, ma occorre considerare che, quando si parla di offesa personale, non significa che essa debba necessariamente essere esplicata con parole particolari: anche il senso di una frase può costituire un'offesa personale. Per questo motivo, a parte il richiamo rivolto a tutti noi ad essere deontologicamente corretti (io sono medico e quindi uso questa parola)...

PRESIDENTE. Onorevole Di Virgilio, lei sa quanta stima io nutra per lei e quanto condivida lo spirito di ciò che sta affermando, ma devo invitarla ad attenersi all'argomento in esame. L'incidente procedurale è stato chiuso.

DOMENICO DI VIRGILIO. Lo spero, signor Presidente, e verificheremo, altrimenti chiederò la parola sullo stesso argomento.

PRESIDENTE. Conto che sia chiuso e, come ho già detto, mi assumerò la responsabilità di applicare rigorosamente il Regolamento qualora emergessero problemi dello stesso tipo.

GIUSEPPE CONSOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, la prego però di attenersi all'argomento che ci riguarda, non proseguiamo una polemica che, fortunatamente, è stata già chiusa.

GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, lei mi conosce e sa che non sono abituato a portare avanti polemiche sterili.
Il mio intervento riguarda, invece, il primo argomento del quale ci siamo occupati alla ripresa dei nostri lavori, vale a dire il discorso relativo alla convocazione delle Commissioni contestualmente all'Assemblea.
È vero quello che dice, Presidente - non ci sarebbe motivo poi di dubitarne -, ossia che nel momento in cui l'Assemblea inizia i propri lavori le Commissioni devono automaticamente sconvocarsi per consentire ai propri componenti di essere presenti in Aula. È vero, però, anche che ciò, di fatto, non accade. Infatti, con la scusa, ad esempio, dei venti minuti di preavviso (lei mi insegna che i venti minuti vengono dati soltanto la mattina e, quindi si tratta di una scusa totalmente infondata) si mette l'Aula nella condizione diPag. 66non poter proseguire i propri lavori con la totalità, almeno teorica, dei propri componenti.
I funzionari certamente le mostrano il Regolamento, che mi dà ragione, signor Presidente, in quanto dispone che i presidenti delle Commissioni devono sconvocarle. Le chiedo con rispetto - lei sa come mi rivolgo sempre alla Presidenza - se sia possibile comunicare per iscritto l'articolo del Regolamento e richiamare i presidenti di Commissione affinché, al momento della convocazione dell'Assemblea e dell'inizio dei lavori, provvedano immediatamente a sconvocare le Commissioni.
Lo stesso discorso vale ovviamente anche per le Giunte, perché nella scorsa legislatura - la XV - portai avanti un discorso (ma la Presidenza mi diede torto) basato sulla convinzione che i componenti dell'Assemblea debbano essere presenti anche in assenza di votazioni.
Per la giornata odierna, però, sono regolarmente previste delle votazioni e, quindi, a maggior ragione - e concludo - le chiedo se, tramite gli uffici della Camera, possa scrivere una lettera ai presidenti di Commissione richiamando espressamente la normativa regolamentare che disciplina l'obbligo - e non la facoltà - che la totalità dei deputati siano presenti in Aula nel momento in cui i lavori prevedono votazioni, ma anche in assenza di votazioni.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Consolo, ma ritengo superfluo inviare la lettera che lei mi chiede, perché il Regolamento è chiarissimo.
All'articolo 30, comma 5, è scritto infatti: «Salvo autorizzazione espressa del Presidente della Camera (quindi, le Commissioni non hanno il diritto di convocarsi in permanenza di seduta a meno che non abbiamo l'autorizzazione espressa del Presidente della Camera), le Commissioni non possono riunirsi nelle stesse ore nelle quali vi è seduta dell'Assemblea».
Tale principio è stato recentemente mitigato dalla Giunta per il Regolamento, che ha fornito un'interpretazione della norma. Il 4 ottobre 2006 la Giunta per il Regolamento ha affermato che il divieto di contemporaneo svolgimento delle sedute dell'Assemblea e delle Commissioni è stato costantemente ed inequivocabilmente inteso dalla prassi come riferito al solo caso in cui l'Assemblea tenga una seduta in cui sono previste votazioni, che è il nostro caso.
Mi pare, quindi, che non vi sia bisogno di richiamare per iscritto la norma: qualora i presidenti convocassero le Commissioni in un orario in cui è in corso una seduta dell'Assemblea in cui avranno luogo votazioni, sarebbero in flagrante contraddizione con il Regolamento e la convocazione sarebbe invalida.
È il contrario dunque: non è una cortesia o un dovere che dipende dal presidente di Commissione. Se vuole fare un'eccezione al principio, il presidente di Commissione deve chiedere l'autorizzazione al Presidente della Camera.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crosio. Ne ha facoltà.

JONNY CROSIO. Signor Presidente, a proposito dell'emendamento al nostro esame volevo innanzitutto ricordare a questa Assemblea - credo sia doveroso - la provenienza del dissesto finanziario di Alitalia, di cui oggi dobbiamo dibattere.
Si tratta di tre punti che ritengo strategici, che devono essere fortemente rimarcati e che il nostro gruppo ha sempre sottolineato con forza. Innanzitutto la ridotta produttività.
Infatti, il grado di efficienza di Alitalia risulta essere assolutamente il più basso di tutti i concorrenti europei, mentre, come contraltare, i costi di gestione restano ancora, purtroppo, i più alti di tutto il settore del trasporto aereo europeo.
Il secondo fattore determinante di questo dissesto finanziario - mi preme sottolineare come questo decreto-legge arrivi in Aula, come ho già sottolineato la settimana scorsa, accompagnato dall'urgenza riservata a un paziente moribondo - ritengo sia sicuramente la mancanza di strategie. Il vettore è cresciuto in un regime di monopolio e si è trovato sicuramente impreparato ad affrontare conPag. 67serietà e determinazione le nuove regole di mercato.
Il terzo punto - non ultimo, sicuramente, dal punto di vista della strategicità del dissesto finanziario - è il costo del lavoro. Alitalia in questi anni ha sottoscritto accordi sindacali favorendo più l'effetto immagine che quello di un'economia di gestione impostata su regole più moderne e virtuose. Basti pensare che il grado di redditività si raggiunge solo con il 90 per cento dei posti venduti.
È chiaro che un altro fattore determinante, per quanto riguarda il complessivo dissesto finanziario, è sicuramente il prevalere di politiche impostate sulla posizione dominante e non sulla cultura del prodotto. Sorge spontaneo fare una riflessione: risulta sicuramente antindustriale l'opzione del doppio hub, come stamattina è già stato sottolineato, alla luce del fatto che il 70 per cento dei biglietti aerei è venduto in Lombardia.
In considerazione di questi molteplici fattori, tutto ciò ha determinato che Alitalia, dal 1996, ha totalizzato perdite nette superiori a 3 miliardi di euro, ragione per cui il nostro gruppo ha sempre avuto un atteggiamento fortemente critico nei confronti di Alitalia, proprio a causa dell'inefficienza e dell'incapacità dell'azienda di contenere un mercato, come dicevo prima, aperto alla concorrenza, verso un virtuosismo aziendale moderno.
È chiaro che dal punto di vista politico, però, in questo frangente il nostro movimento farà prevalere, come è stato sottolineato dal collega Reguzzoni questa mattina, la responsabilità e il buon senso per affrontare questo provvedimento. È chiaro che auspichiamo che il buon senso e la responsabilità accompagnino il Governo in un'azione forte e determinata per il futuro dell'aeroporto di Malpensa. Mi preme sottolineare, però, che non lo facciamo come un favore per Malpensa o di un singolo territorio, ma chiediamo l'impegno del Governo per un'azione in grado di rilanciare il mercato dei trasporti aerei in tutto il nostro Paese.
Tecnicamente è importante, forse, sottolineare, per quanto riguarda l'abbandono di Malpensa da parte di Alitalia, che lo scalo milanese ha perso in un mese il 31 per cento del traffico e, parallelamente, purtroppo, Fiumicino ne ha recuperato solamente l'11 per cento.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

JONNY CROSIO. Solo un ultimo aspetto, signor Presidente: in queste condizioni il prodotto interno lordo avrà una perdita di 3,8 miliardi e vi sarà un mancato incasso per l'erario di 1,9 miliardi. Questo ci preoccupa e su questa materia l'atteggiamento del nostro gruppo farà prevalere il senso di responsabilità e il buonsenso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lisi. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

UGO LISI. Signor Presidente, chiedo scusa, ma avevo chiesto di parlare prima soltanto per sottolineare, su quanto lei aveva osservato, che abbiamo sospeso i lavori alle 13,45 e non alle 13,30. Sono state convocate la VIII Commissione, per quanto è successo in Slovenia, e la XIV Commissione, dove si votava; quindi, anche se la Presidenza ha proceduto alle cosiddette sconvocazioni, è mancato il tempo ai colleghi di essere presenti: infatti, il sottosegretario Menia è appena arrivato, perché è terminata da poco la VIII Commissione.
Quindi, onestamente, l'impegno c'è da parte dei colleghi e dei parlamentari; altrimenti, alla fine, se noi stessi dipingiamo un Parlamento che non corrisponde alla realtà, onestamente non facciamo una cosa buona.

PRESIDENTE. Onorevole Lisi, lungi da me sottovalutare l'impegno dei parlamentari: ho solo ribadito che il Parlamento per eccellenza è l'Aula e che le Commissioni si adeguano ai lavori dell'Aula, non viceversa.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà, per un minuto.

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GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, sono preoccupato perché credo che ci sia un'epidemia nel centrosinistra: non c'è nessuno, forse sono ancora a prendere il caffè o il gelato, non lo so.
Stiamo discutendo di un tema molto importante, l'Alitalia, mentre per l'ennesima volta il centrosinistra viene a farci lezione di moralità dopo che, fino a un mese e mezzo fa, hanno portato in questa Camera ex terroristi, no global, rappresentanti dei centri sociali, fabbricatori di bombe (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà)! Vengono a farci lezioni e poi, quando si discute dell'Alitalia e di Malpensa, perché per il nord e per la Padania Malpensa è fondamentale, questi signori rimangono fuori dall'Aula per far mancare il numero legale! Questo è l'esempio per gli italiani! Hanno perso le elezioni...

PRESIDENTE. Onorevole Buonanno, devo richiamarla all'ordine! Onorevole Buonanno, non si offende in Aula nessuno dei componenti di essa, che rappresentano la sovranità popolare. Questo vale per tutti i gruppi parlamentari allo stesso modo.

GIANPAOLO DOZZO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, lei ha ritenuto di richiamare il collega Buonanno e lo ha fatto testé senza peraltro questa mattina richiamare altri colleghi di altri gruppi parlamentari (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà) che hanno fatto affermazioni molto gravi contro altri colleghi.
Capisco che lei debba passare un periodo di rodaggio, visto che è da poco Presidente dell'Aula, e capisco che possa incorrere anche in questi errori; però, signor Presidente, il collega Buonanno stava semplicemente esprimendo delle proprie dichiarazioni e considerazioni personali, e non vedo il motivo per cui lei lo abbia richiamato per la prima volta verbalmente. Sappiamo benissimo, se c'è il secondo richiamo verbale, quali sono poi le conseguenze.
Vedo il collega Evangelisti, che è da questa mattina che, in maniera molto forbita, ci dà delle lezioni, il quale, quando è intervenuto il collega Barbato, che ha fatto interventi abbastanza precisi e denigratori, secondo il mio modesto parere, non è che abbia eccessivamente protestato: comunque, lei ha ritenuto di non richiamare nessuno. La prego di fare le medesime considerazioni per ciascun collega (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Raccolgo volentieri il suo amichevole ammonimento. Nella seduta di questa mattina io, purtroppo, non ho colto un'osservazione che altri invece hanno colto; e in quella occasione, però, ho detto che la prossima volta, qualora ne avessi avuto contezza, sarei intervenuto con il massimo rigore.
Questo è quello che ho fatto: la regola vale per tutti e le assicuro che sarà applicata con uguale fermezza nei confronti di tutti i gruppi parlamentari.

ENZO RAISI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENZO RAISI. Signor Presidente, solo per sottolineare che l'atteggiamento ostruzionistico dell'Italia dei Valori ha stravolto l'organizzazione dei lavori di quest'Aula. Molti di noi hanno cambiato i loro programmi e siamo qui presenti per adempiere al nostro dovere, quello cioè di esser qui a votare un provvedimento importante com'è quello relativo all'Alitalia: noto però che in questo momento il gruppo dell'Italia dei Valori è completamente assente dall'Aula, e mette così in pratica un giochino che non è degno di chi da questa mattina alle 9 è qui a farci la morale su come si fa il parlamentare. È una cosa vergognosa, e voglio sottolinearla perché rimanga agli atti e perché i telespettatori o gli ascoltatori che in questo momento ci seguono conoscano veramente questoPag. 69gruppo parlamentare la cui lezione morale su cosa sono e cosa devono fare i parlamentari: io e tutti gli altri colleghi siamo qui a dover ascoltare da questa mattina. Desidero dunque almeno che coloro che li hanno eletti sappiano quale atteggiamento infantile e davvero non degno del Parlamento italiano essi stanno tenendo in questo momento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Torazzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO TORAZZI. Signor Presidente, mi dispiace che i colleghi del centrosinistra siano assenti: oggi ho ascoltato molti commenti sulla Lega. Ovviamente, essendo parte della maggioranza, noi siamo qui per votare e mandare avanti il Paese; ma il nostro atteggiamento su Alitalia si può spiegare assai bene, mentre mi sembra che qualcuno del centrosinistra o ha un lobo del cervello che non funziona molto bene, oppure non ha buona memoria: il problema di Alitalia si interseca perfettamente con quello di Malpensa.
Avete continuato a domandare che cosa sia cambiato. Ve lo spiego io: è cambiato che il Governo Prodi, sostenuto dall'Italia dei Valori, si era messo d'accordo con Air France, cui aveva detto: «Voi ci coprite i costi di un'azienda che è sulla via del fallimento e noi vi chiudiamo l'aeroporto di Malpensa, perché in Alitalia noi abbiamo probabilmente qualche amicizia inconfessabile e quindi siamo disposti a sacrificare l'hub del nord Italia, che è anche il posto dove Alitalia guadagnava di più»...

PRESIDENTE. La ringrazio del suo intervento, onorevole.
Passiamo ai voti.
Invito tutti ad esprimere un solo voto.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1.37, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione).

FABIO EVANGELISTI. Barbareschi e Ceccacci votano per due!

PRESIDENTE. Invito i deputati segretari a procedere al controllo delle tessere di votazione (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).
Invito l'onorevole Bruno a non votare dal banco del Governo e a spostarsi al banco del suo gruppo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Il numero legale è raggiunto per 9 deputati: presenti 252, figurativi 18, per un totale di 270 (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Movimento per l'Autonomia).
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 252
Votanti 250
Astenuti 2
Maggioranza 126
Hanno votato
8
Hanno votato
no 242
Sono in missione 54 deputati).

Prendo atto che le deputate De Pasquale e De Biasi hanno segnalato che non sono riuscite a votare.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, credo sia del tutto infondato assistere a urla di giubilo per il fatto che la maggioranza si è presentata oggi pomeriggio con cento deputati in meno (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Vorrei fare presente agli amici e colleghi del Popolo della Libertà e della Lega Nord Padania che sono circa quarantacinque giorni che in questo Parlamento vi è una nuova maggioranza, mentre abbiamo assistito per tre quarti d'ora a un atteggiamentoPag. 70ostruzionistico, che costituisce una pratica che notoriamente si deve usare assai poco in Parlamento, e solo per motivazioni gravi che non mi pare fossero quelle alle quali si doveva riferire la maggioranza attuale e alle quali si dovevano riferire i gruppi della maggioranza attuale. Ciò risulta chiaro dal voto che ha dato l'esito di nove colleghi in più oltre il numero legale - e vorrei far presente che dal numero legale si sottraggono tutte le missioni, e ciò vuol dire quindi che abbiamo una maggioranza che ha anche più di cento assenze - su un provvedimento che si ritiene di grande importanza (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania), tant'è che nella Conferenza dei presidenti di gruppo i rappresentanti del Governo e della maggioranza hanno chiesto un atteggiamento di responsabilità a tutta l'opposizione, al punto che ci è stato richiesto di proseguire ad oltranza l'esame di un decreto-legge che avrebbe potuto essere discusso e tenuto in discussione dall'opposizione - così com'era nella pratica dell'opposizione della scorsa legislatura - per settimane e settimane, come ancora consente il Regolamento. Quest'ultimo aspetto è proprio una delle cose che dovremo cambiare. Ma è chiaro che per cambiarla dobbiamo tutti convenire sul fatto che non si debbono usare pratiche che distorcono la normale discussione parlamentare, e ciò vale sia per l'opposizione sia per la maggioranza, ancor più quando si praticano interventi di carattere ostruzionistico per garantire che si abbia un numero risicato di parlamentari per poter approvare un decreto-legge che avrebbe dovuto essere già varato da questa Camera, in quanto era un provvedimento sul quale si era concordato nel merito da parte del Governo uscente con la maggioranza entrante.
Ebbene, abbiamo assistito in questi giorni ad uno strappo ulteriore di quello che voleva essere l'indirizzo che qui ci era stato rivolto dallo stesso Presidente del Consiglio: non è questo il modo di dialogare! Ho ascoltato, anche in questi ultimi minuti, interventi oltraggiosi nei confronti non solo dell'opposizione ma di singoli parlamentari, che non depongono a favore nemmeno di coloro che li hanno svolti. Sono interventi ai quali non si assiste nemmeno in un'assemblea di condominio (con tutto il rispetto che si deve avere per i condomini)!
Signor Presidente, il contegno che deve derivare dall'appartenenza a questa Camera e a questa istituzione è una questione alla quale, devo riconoscere, lei ha fatto onore attraverso gli interventi che più volte hanno ripreso la parola ed hanno richiamato diversi colleghi che anche negli ultimi minuti si sono espressi con iniziative, interventi e parole oltraggiose nei confronti della Camera dei deputati. Tuttavia, penso che se questo è l'avvio della legislatura sarà molto difficile che i cittadini italiani comprendano che stiamo facendo cose utili per loro, perché è dalla maggioranza prima di tutto - oltre che dall'opposizione - che deve venire l'esempio.
E l'esempio non può essere l'assenteismo permanente al quale assistiamo da settimane, dal primo giorno in cui abbiamo discusso e votato in Aula. Signor Presidente, credo che sarebbe responsabilità dei capigruppo della maggioranza e anche del Governo richiamare al senso delle istituzioni perché quando l'opposizione siede in aula ...

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, devo invitarla a concludere.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Ho concluso signor Presidente. Voglio solo fare presente che sia l'Esecutivo sia la maggioranza hanno il dovere di rispettare il rapporto con l'opposizione, di mantenere l'impegno assunto in aula di dialogare con l'opposizione. Inoltre, hanno e devono mantenere un impegno rispetto al quale rispondono non solo verso di noi ma anche nei confronti degli italiani e dei loro elettori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Meta 1.10.Pag. 71
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Favia. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

DAVID FAVIA. Signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, l'emendamento Meta 1.10 mira a sostituire, nell'ambito del comma 2-quater, le parole da: «rimborsato» fino alla fine del comma, con le seguenti: «considerato credito chirografario». In buona sostanza si punta a smontare la bruttissima postergazione di cui abbiamo parlato in precedenza e che rappresenta la filosofia del comma 2-quater, ossia il prestito che in realtà non è tale perché si tratta di somme che vengono portate a patrimonio e dunque a copertura delle perdite. Con una magia si ritiene di poterle, in qualche modo, riportare a prestito e poi si pensa di coprire le spalle agli amministratori perché tale prestito viene ritenuto postergato.
Con l'emendamento in esame si mira a concedere un sorta di normalità a tale credito in modo da considerarlo semplicemente chirografario vale a dire - come tutti sanno - concedere ai creditori la possibilità di rivalersi sul patrimonio della società liquidata alla pari con tutti gli altri creditori parimenti chirografari, dopo che siano stati accontentati i privilegiati. Si tratta comunque di una diminuzione del valore del credito, del prestito, ma non alla stregua di una postergazione che significa quasi disperderlo.
A tal proposito ho piacere di ringraziare il collega Reguzzoni per il suo intervento e anche il collega Polledri per avere, in un certo senso, avvalorato il nostro diritto di sostenere una tale opposizione che, come qualcuno ha affermato, non costituisce un vero e proprio ostruzionismo ma il tentativo di far capire alla maggioranza, all'Assemblea e al Paese che si procede in una direzione sbagliata e che si può raggiungere un risultato migliore in ordine a tale argomento. Ho apprezzato il discorso del collega Reguzzoni soprattutto quando afferma che il Paese chiede dei cambiamenti e che il mercato del trasporto aereo deve essere disciplinato dalle regole del mercato. Fin qui nessun dubbio perché siamo tutti perfettamente d'accordo.
Tuttavia, mi sembra che la sua parte politica, nonostante il Ministro Maroni in un'altra un'altra epoca avesse detto che ad Alitalia non dovessero essere più dati soldi, nonostante il Ministro Calderoli si sia lamentato delle spese per le manifestazioni del 2 giugno dichiarando che era preferibile che quei soldi fossero destinati ai poveri, mi sembra che i colleghi della Lega, tra cui l'onorevole Reguzzoni, che ha espresso queste nobili parole, arrivino a conclusioni completamente diverse. Ciò accade, come è successo finora, votando contro i nostri emendamenti ed avallando un comportamento del Governo che in realtà distrugge 300 milioni di euro per coprire illegittimamente le perdite della società, andando contro le indicazioni della Comunità europea, che sta aprendo una procedura di infrazione, le normative comunitarie e quelle della Consob. Ieri la Consob ha sospeso il titolo motivando tale decisione proprio con l'emanazione delle norme contenute in un decreto-legge recentemente emanato e che ritroviamo, identiche, nell'articolo 1-bis del disegno di legge in esame.
Ai colleghi della Lega faccio appello affinché analizzino tutte le negatività del decreto-legge in conversione, alcune delle quali sono contrarie alle espressioni di principio che abbiamo ascoltato nella parte antimeridiana della seduta. Vedo poi, dai giornali di oggi, che le speranze di mettere in piedi una cordata sono abbastanza poche - mi riferisco alla cordata che dovrebbe rilevare Alitalia attraverso l'interessamento...

PRESIDENTE. La prego di avviarsi alla conclusione.

DAVID FAVIA. ...del famoso consulente che viene indicato attraverso una deroga alla legge (quindi senza effettuare una gara) e al quale viene consentito addirittura di essere in conflitto di interessi - e per questo temiamo che anche la cordataPag. 72sia fatiscente. Infatti, per fare un esempio, il Corriere della sera dice che gli sforzi di chi volesse mettere in piedi la cordata dovranno rivolgersi in primo luogo all'Europa dove però i principali...

PRESIDENTE. Onorevole Favia, il suo tempo è terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cavallaro. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

MARIO CAVALLARO. Signor Presidente, volevo soffermarmi, in particolare, su alcuni aspetti più specificamente tecnici che l'emendamento in esame tenderebbe a risolvere. Fra le altre lacune del lavoro interpolativo che è stato fatto rispetto al testo originario del decreto-legge c'è anche una sorta di previsione, abbastanza confusa e scarsamente tecnica, della sorte del prestito (così è definito) nell'ipotesi qualificata nelle due fattispecie del comma 2-quater e del 2-quinquies rispetto alla cosiddetta liquidazione della società o della perdita del pacchetto di controllo.
Le soluzioni sono diverse ed entrambe atecniche e, per la verità, già la dizione dell'articolo lo è. Infatti, trattandosi di una società per azioni, la generica dizione di liquidazione non lascia intendere a quale tipo di procedimento si faccia riferimento. Ritengo che, comunque, l'indicazione sia ovviamente di un procedimento vigilato, quindi non si tratterebbe necessariamente di una liquidazione volontaria, ma di natura giudiziale, tant'e vero che questo differenzia il regime fra l'ipotesi di liquidazione e l'ipotesi di perdita del pacchetto di controllo, evidentemente per un'operazione di salvataggio della società.
Ma la cosa più grave di tutte è che il prestito - così viene qualificato, anche se in realtà si tratterebbe di una dazione di mutuo temporaneo perché, fra l'altro, ha un duplice termine, compreso quello del 31 dicembre 2008 - viene non meglio qualificato come somma che va restituita in caso di liquidazione al termine del pagamento di tutti gli altri creditori.
Questo tipo di credito non esiste nel nostro ordinamento civilistico, né nella nostra legge fallimentare, se vogliamo far riferimento ad un'altra legge generale. Non esiste neppure nella legge sull'amministrazione straordinaria delle grandi imprese, nella quale si fa sussidiariamente riferimento alle disposizioni in materia fallimentare di procedure concorsuali. I crediti o sono privilegiati o sono chirografari. Soprattutto, i crediti o sono assistiti da un ordine di privilegio (e, quindi, vengono liquidati all'interno di una serie di regole e di criteri che consentono al creditore di sapere quale è la sua destinazione) o vengono considerati chirografari (e, quindi, pagati peraltro tutti insieme a presentazione e nella percentuale residua rispetto al pagamento dei creditori privilegiati, tra cui non occorre che ricordi all'Assemblea che è possibile annoverare lavoratori ed altre varie categorie, come per esempio gli ipotecari ovvero coloro che sono assistiti da pegno). Nel caso dell'Alitalia credo che l'esempio non sia del tutto infondato, poiché mi pare che anche sugli aeromobili vi siano vincoli di carattere giuridico.
Tuttavia, a parte questa considerazione, è evidente che il testo così come viene consegnato all'Assemblea è in qualche misura malizioso, in quanto proprio con riferimento al comma 2-quater si prevede già una sorte patologica o comunque un ventaglio di ipotesi negative. È, quindi, bene che si ritorni al rispetto delle norme di carattere generale. È cioè necessario che questa anticipazione che l'erario ha fatto con fondi di tutti i cittadini (fra l'altro essa ha natura di mutuo ordinario, in quanto assistita da interessi e perché se ne prevede la restituzione) venga qualificata come credito chirografario.
In alternativa, ma ciò dovrebbe essere un problema di chi ha a tutti i costi inteso stravolgere anche l'impianto originario del decreto, eventualmente occorrerebbe stabilire se e da quale privilegio possa essere assistita questa anticipazione che, tra l'altro, consente ad Alitalia di protrarre la sua attività.
Il giudizio complessivo non è, quindi, soltanto rispetto a questo emendamento o a quelli ad esso collegati. Infatti, talePag. 73giudizio si evidenzia ancor di più proprio dalla precipitazione e dal fatto che si è cercata una commistione tra l'originario impianto finalizzato a consentire un autentico salvataggio dell'azienda e, invece, un'ipotesi ancora circonfusa di confusione e di incertezze. Questa ipotesi, tra l'altro, non consente di capire neppure come tale tipo di procedura possa incastrarsi nell'ordinario impianto delle procedure che non ci auguriamo accadano, ma che lo stesso legislatore sin d'ora prevede.

PRESIDENTE. Onorevole Cavallaro, debbo informarla che il suo tempo si è esaurito.

MARIO CAVALLARO. In conclusione, ecco perché l'emendamento tende quanto meno a raddrizzare una zoppia grave nell'impianto del testo normativo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà per un minuto.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, con il presente intervento ribadisco la contrarietà del gruppo Italia dei Valori al provvedimento che il Governo si appresta a varare e non perché intendiamo fare un ostruzionismo bieco, una contrapposizione netta muro contro muro. Abbiamo affermato dall'inizio della legislatura che, se vi fossero stati dei provvedimenti sensati, nell'interesse della collettività, non ci saremmo tirati indietro. Abbiamo ribadito più volte che apparteniamo al partito del fare e per emergenze come quelle della criminalità, della giustizia e dei rifiuti sicuramente avremmo fatto sentire il nostro apporto di partito responsabile nell'interesse del cittadino.
Tuttavia, la nostra ostinazione a ribadire la nostra contrarietà a questo ennesimo sopruso dipende soprattutto dal fatto che i costi di questa scellerata scelta andranno ovviamente a pesare sulle tasche degli italiani. Non siamo noi dell'Italia dei Valori a sostenere ciò, basta sfogliare le pagine di tutti i quotidiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà per un minuto.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, desidero nuovamente sottolineare che la nostra azione è tesa a far capire al Governo che, forse, gli emendamenti presentati dall'opposizione potrebbero anche essere risolutivi e soprattutto che noi dell'Italia dei Valori vogliamo che la questione Alitalia venga risolta.
Ricordo la seduta per la votazione della fiducia al Governo nella quale il Presidente Berlusconi parlò di rapporti costruttivi e sereni. Questi rapporti sereni sono venuti meno non di certo per colpa nostra, perché è questo atteggiamento, questo irrigidimento sulle proprie posizioni, da parte del Governo che ci induce a comportarci in questo modo.
Una piccolissima nota polemica: signor Presidente, lei prima ha dato del mediocre a degli onorevoli; io provengo dal mondo della scuola e le assicuro che noi abbiamo qualche difficoltà a dare del mediocre anche ai ragazzi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà per un minuto.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, siamo ancora qui a sostenere gli interessi del Paese con un'azione legittima di ostruzionismo, malgrado la preoccupazione dei gruppi di maggioranza che, non capisco perché, temono così tanto questa nostra iniziativa. Allo stesso modo dobbiamo segnalare il fatto che una maggioranza così forte nei numeri mantiene il numero legale per appena nove parlamentari.
Entrando nel merito della vicenda Alitalia, l'unica motivazione a sostegno del prestito di 300 milioni (che viene preso, lo dobbiamo ricordare, dalle tasche dei cittadini) è che il contributo, considerate le ragioni di ordine pubblico e di urgenza della situazione finanziaria, dovrebbe garantirePag. 74la continuità del servizio a favore degli utenti. Ovviamente sappiamo tutti che la normativa comunitaria non autorizza gli aiuti di Stato per ragioni di ordine pubblico.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zazzera. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà, per un minuto.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, mi pare di poter dire con assoluta tranquillità, visti i primi atti di questa maggioranza e di questo Governo, che la cifra che li contraddistingue sia l'illegalità. A dirlo non sono io, ma l'Unione europea, la Commissione, a proposito dei primi due atti significativi al nostro esame: da una parte, la scorsa settimana, il provvedimento definito «salva Retequattro» con l'occupazione abusiva delle frequenze che spetterebbero a Europa 7, e, dall'altra, negli ultimi giorni, la questione che riguarda Alitalia.
Lo ha detto chiaramente la Commissione europea: Alitalia, e soprattutto il finanziamento definito ex prestito ponte, è assolutamente illegale, perché è già stato erogato e viene utilizzato prima ancora dell'autorizzazione dell'Unione europea.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cambursano. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, il problema di Alitalia è un ulteriore problema irrisolto di questo Governo che espone pienamente l'Italia a delle procedure da parte della Commissione europea. Credo che si tratti, sia in termini di immagine che in termini di sostanza, di un fatto grave al quale, tra l'altro, pericolosamente questo Governo si va abituando e ci sta abituando.
Si tratta di un mancato rispetto delle normative comunitarie che ci pone fuori dall'Europa. Vogliamo stare in Europa tra i primi e siamo i primi a fregarcene delle regole che l'Europa pone. Credo che sia un messaggio straordinariamente grave, soprattutto perché, nel violare queste regole europee, si punta principalmente all'evidenziazione di un conflitto di interessi. Parlo questa volta non del Presidente Berlusconi, ma della scelta dell'advisor che in questo caso partecipa in rem propriam.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Messina.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Razzi. Ne ha facoltà.

ANTONIO RAZZI. Signor Presidente, come tutto il gruppo dell'Italia dei Valori di cui sono membro, non condivido il fatto che i 300 milioni di euro li debbano pagare i cittadini. In campagna elettorale il PdL non aveva accennato minimamente a questo prestito ponte: ciò è una truffa nei confronti dei cittadini italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino, al quale ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, visto che i tempi che ci sono concessi sono risicati non abbiamo possibilità di svolgere interventi articolati, dunque svolgiamo interventi in pillole.
Giusto per avvalorare la nostra tesi che il prestito è illegittimo, volevo citare un precedente del 2000, in cui il Tribunale delle Comunità europee, adito a seguito dell'impugnativa di una decisione della Commissione riguardante sempre l'erogazione di aiuti ad Alitalia, si è espresso e ha chiarito che l'apporto di capitali su fondi pubblici soddisfa il criterio dell'investitore in economia di mercato e non implica un aiuto di Stato, solo nel caso in cui, tra l'altro, l'apporto avvenga in concomitanza con un significativo apporto di capitale da parte di un investitore privato. Siamo ancora in attesa di capire chi è l'investitore privato, affinché il prestito - che traPag. 75l'altro non è un prestito - non venga classificato dall'Unione europea come illegittimo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palomba, al quale ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, un prestito ad una società deve essere restituito dalla società stessa: questa era la prima tavoletta che il Presidente del Consiglio, allora non in carica, aveva chiesto al Governo Prodi e questo era scritto sulla prima tavoletta. Oggi, invece, troviamo che, con un gioco di prestigio, quella tavoletta è stata sostituita da un'altra nella quale vi è scritto che si tratta di una capitalizzazione. Questa è una tassa occulta bella e buona, che deve essere pagata dai cittadini sardi, dai cittadini padani.
Noi ci chiediamo come fanno a votare questo emendamento tutti coloro i quali ritengono che non vi debba essere un contributo pubblico nell'economia, ma che debbano valere le leggi del mercato. Ce lo spieghino, per favore!

PRESIDENTE. Constato l'assenza dell'onorevole Monai, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto: s'intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Piffari, al quale ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Signor Presidente, colleghi, la questione Alitalia è stata inserita nel programma di Governo come priorità e come questione del Nord. Il sistema aeroportuale di Malpensa, che non è legato solo all'aeroporto di Malpensa, ma a tutto il sistema attorno alla città di Milano (quindi a quattro o cinque aeroporti) vede, di fatto, mettere in crisi un'area molto competitiva e capace di attirare da sola eventuali nuovi vettori. Nel piano industriale Alitalia, che non è piaciuto specialmente alla Lega con il taglio di 180 vettori su 350 che lascia vuoto l'aeroporto di Malpensa, è stato chiesto di avere la disponibilità degli slot, di avere la disponibilità di mettere sul mercato i clienti e le linee che il sistema aeroportuale ...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Piffari.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota, al quale ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, contenuti, non ostruzionismo, fatti, non pettegolezzo, attenzione all'interesse dei cittadini, non propaganda elettorale: per questo intervengo a titolo personale, per questo i miei colleghi dell'Italia dei Valori stanno lavorando in quest'Aula e per questo continueremo a farlo. Il mandato ricevuto dagli elettori ci impone di utilizzare il Regolamento per evidenziare le contraddizioni di un Governo che non c'azzecca e che non è in grado di rispondere alla collettività del perché e come sono utilizzati i soldi dei contribuenti, nonché di come intenda rilanciare l'azienda Alitalia.
È stato scritto che, se qualcuno ha fame, non bisogna regalargli un pesce, ma insegnargli a pescare. Se Alitalia è in difficoltà, non regaliamo soldi a pioggia, ma insegniamole a fare azienda attraverso un piano industriale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, intervengo per ribadire che Italia dei Valori sta conducendo questa battaglia affinché i cittadini non vengano ulteriormente sovraccaricati di un peso di 300 milioni di euro.
Al Senato, finché era chiaro che si trattasse di un prestito ponte - ossia di un prestito che Alitalia avrebbe dovuto restituire - abbiamo votato a favore di quel provvedimento. È evidente che la nostraPag. 76posizione cambia nel momento in cui cominciamo a caricare sulle spalle dei cittadini, così come è evidente che i 300 milioni non solo sono, oggi, caricati sulle spalle dei cittadini, ma si sono anche volatilizzati e sono andati in fumo. In realtà, al di là delle parole, sappiamo tutti che non vi è alcuna prospettiva affinché essi possano essere recuperati. Credo, pertanto, che in questo momento i cittadini abbiano bisogno di tutto - come questa maggioranza affermava in campagna elettorale - fuorché di un aumento della pressione fiscale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, non riesco a comprendere come, dopo tante discussioni e argomentazioni - con dati alla mano -, si pensi ancora di continuare a mantenere, senza modifiche di fondo, il decreto-legge che è stato portato alla nostra attenzione. Basterebbe che il Governo presentasse una modifica di un certo tipo e ci dicesse: «Questa è la soluzione, abbiamo questo programma e un piano industriale da suggerire». Il Governo è azionista di maggioranza: si sprema un po' le meningi e dica che ha trovato la soluzione! Allora, forse, potremmo discutere in un altro modo e in senso più costruttivo...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Misiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porfidia. Ne ha facoltà.

AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, non più tardi di un mese fa, in campagna elettorale, tutte le componenti rappresentate in Parlamento promettevano ai cittadini italiani che vi sarebbe stato un momento diverso per l'Italia; vi sarebbero state norme più chiare e trasparenti e, soprattutto, una riduzione dei costi per un miglior vivere degli stessi cittadini. Il Governo Berlusconi, però, con il primo decreto-legge, fa in modo che i 300 milioni di euro, che dovevano entrare nelle casse di Alitalia per poi essere restituiti, diventino soldi che gli italiani devono tirare fuori. Non è così che si mantengono gli impegni! È per questo che noi del gruppo Italia dei Valori siamo qui per ricordare al Governo che i cittadini hanno bisogno di avere una maggiore fiducia, soprattutto in noi politici (cosa che abbiamo promesso durante la campagna elettorale). Non dimentichiamo che, già nel passato, il Governo Berlusconi è intervenuto con questo metodo per salvare una società - Alitalia - che è in continua perdita. Vi sono milioni di euro al giorno... (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Porfidia. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costantini. Ne ha facoltà.

CARLO COSTANTINI. Signor Presidente, con molto rispetto, insisto e chiedo di comprendere quali siano le motivazioni politiche che spingono la Lega a sostenere il provvedimento in esame (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Alitalia ha lasciato Malpensa prima che la trattativa con Air France iniziasse e si concludesse malamente. Con questa scelta, Alitalia ha tradito gli interessi del nord e adesso questi 300 milioni vengono consegnati ad un'impresa (Alitalia) evidentemente per sprecarli, sottraendoli al sistema produttivo, anche a quello del nord.
Non potete continuare a dire che sostenete questo provvedimento perché va nell'interesse di Malpensa. Dovete far capire a noi e ai vostri elettori qual è la relazione tra questo provvedimento e gli interessi di Malpensa, considerato che questo provvedimento andrà ad alimentare la vita di una società che, quattro o cinque mesi fa, ha già deciso di tradire gli interessi di Malpensa. Vorrei capirlo e credo che insieme a me sia giusto che lo comprendano anche le persone che vi hanno votato. Continuo a sentire parlare di questa relazione tra il decreto-legge su Alitalia, che dovremo convertire, e gliPag. 77interessi di Malpensa, ma nonostante gli sforzi non riesco a comprendere il nesso logico.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo, onorevole Baldelli, sull'ordine dei lavori?

SIMONE BALDELLI. No, Signor Presidente, chiedo di parlare per dichiarazione di voto sull'emendamento Meta 1.10.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Il mio non è né un richiamo al Regolamento né un intervento sull'ordine dei lavori, anche perché ne sono stati fatti già così tanti. Vorrei fare giusto un chiarimento, visto che è stata sollevata da alcuni colleghi la questione dei 300 milioni, che hanno costituito la posta del prestito-ponte per Alitalia. È opportuno precisare che una quota parte di questi 300 milioni - negli interventi, molti dei quali a titolo personale, vi è il rischio di essere ripetitivi e sappiamo tutti benissimo che a volte anche lo sforzo di fantasia è difficile - si sta spendendo per gli stipendi dei dipendenti dell'Alitalia e per permettere ai voli di partire. Quindi, evidentemente, al di là - lo ripeto - della posizione critica che può esserci, credo sia necessario tener presente questo elemento di riflessione, che è di natura non solo politica, ma anche economica e sociale. Questi 300 milioni sono stati dati per permettere alla compagnia di bandiera di sopravvivere e continuare a pagare lo stipendio dei dipendenti a fine mese. Si può obiettare sulla quantità di sigle sindacali e su altri aspetti, ma la situazione è questa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Meta 1.10, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
(Segue la votazione - Commenti).

Ognuno è pregato di votare solo per se stesso. I segretari sono pregati di attivarsi per controllare. (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).

ANTONIO BORGHESI. Vicino all'onorevole Berruti!

ANTONIO DI PIETRO. Non è possibile!

GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO. Guarda giù!

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 488
Votanti 487
Astenuti 1
Maggioranza 244
Hanno votato 232
Hanno votato no 255
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

Prendo atto che i deputati Saglia e De Biasi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il voto.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, vi è stato sicuramente un fenomeno extraterrestre. Vede dove è seduto l'onorevole Berruti? Il collega ha votato per sé, ma poi è rimasta accesa la luce rossa nella postazione a fianco, dalla quale l'onorevole Berruti ha ritirato la scheda, ed il voto è stato espresso addirittura senza la scheda. La prego almeno di controllare il meccanismo elettronico.

PRESIDENTE. La ringrazio dell'avvertimento.

NICOLÒ CRISTALDI. Chiedo di parlare.

Pag. 78

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICOLÒ CRISTALDI. Signor Presidente, questa pratica di indicare la postazione è un una cosa che aggrava il clima che stiamo vivendo. Mi pare assai strano accettare come moralisti proprio quei personaggi che invece della pratica del «bilancino» e del «pianista» ne fanno una professione. Onorevole Di Pietro, anche io posso indicare: «Penultima fila, terzo posto, terzultima fila, terzo posto, questi due deputati hanno votato!». Allora, non credo che sia questo il clima giusto. Se, evidentemente, vi deve essere correttezza, questa deve essere diffusa e deve riguardare tutti. Questa logica del far apparire i deputati di maggioranza come elementi che fanno imbrogli per andare avanti, non è una pratica che possiamo accettare soprattutto se viene denunciata da chi questa pratica la esercita da questa mattina (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Onorevole Cristaldi, sappiamo benissimo che questa pratica deplorevole è stata usata da tutti i gruppi politici e in momenti diversi. Vorrei pregare tutti i parlamentari e tutti i presidenti di gruppo di evitare comportamenti che tornano a disdoro del Parlamento e dei gruppi politici che purtroppo li mettono in atto, da una parte e dall'altra, perché sappiamo che purtroppo questo è un vizio diffuso.

MASSIMO MARIA BERRUTI. Chiedo di parlare per fatto personale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO MARIA BERRUTI. Signor Presidente, ho sentito fare il mio nome dal collega Evangelisti. Intendo precisare che ho votato esclusivamente per me, ho espresso un solo voto e voglio parlare su questo per fatto personale perché si tratta di un'accusa diretta. Il collega è un ipocrita, un falso e un bugiardo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Movimento per l'Autonomia).

PRESIDENTE. La invito a moderare i toni. Prendiamo atto della sua dichiarazione.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, penso che la comunicazione testé resa dall'onorevole Berruti sia sicuramente coerente (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Per favore, siamo in un'Aula del Parlamento! Vada avanti, onorevole Borghesi.

ANTONIO BORGHESI. Evidentemente l'onorevole Berruti ha fatto ora una dichiarazione che può darsi sia coerente con certi suoi trascorsi. Tutti abbiamo visto che lui stava spostato al lato estremo rispetto a dove è seduto e malgrado ciò vi era la luce accesa sulla sua postazione. Questo vuol dire che è molto peggio: non si tratta di una manovra da «pianista», ma è stato inserito un meccanismo che permette di tenere la luce accesa; è molto, molto peggio della semplice attività fatta con le mani (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, penso che se, come si è verificato nelle ultime due votazioni che si sono concluse, la maggioranza è a posto con la propria coscienza e con i numeri che risultano dal tabellone e dalle tabelle consegnate, e se ad ogni voto corrispondePag. 79una presenza, una tessera, non si capisce perché alcuni colleghi della maggioranza insistano ad intervenire per dare lezioni di moralità, giustificando peraltro atteggiamenti scomposti e scorretti di alcuni colleghi della maggioranza che ripetutamente, da questa mattina, votano doppio o triplo. Se la maggioranza esiste, si apprezzi il fatto che sussista.
Allora vi è un solo metodo, signor Presidente, che funzionava - vorrei suggerirglielo come aveva già fatto l'onorevole Giachetti - e che era praticato anche dal Presidente Casini. Poiché al momento del voto, quando è dichiarata chiusa la votazione, restano accese le luci, lei si incarichi di fare in modo che le stesse rimangano accese e chiede a chi gestisce la registrazione dei risultati delle votazioni di non spengere il sistema. Avvenuto ciò, i deputati segretari possono tranquillamente scendere nell'emiciclo e verificare nei banchi che ad ogni luce corrisponda un voto, una tessera, un collega.
Da questo punto di vista possiamo risolvere rapidamente una questione che rischia di farci discutere per ore, in questa Aula, sulla regolarità del voto, oppure sulle giustificazioni del fatto che qualcuno si arroga il diritto di votare anche per qualche collega benché magari il collega si assenti momentaneamente (fatto non consentito dal nostro Regolamento); in tal modo possiamo proseguire a discutere nel merito di un provvedimento che - come è stato anche illustrato dal Governo - è atteso dagli italiani e soprattutto da numerosi lavoratori che appartengono a un settore, quello aereo, in crisi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

MASSIMO MARIA BERRUTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO MARIA BERRUTI. Signor Presidente, mi spiace di dover ancora intervenire sulla questione di poco fa, ma un collega successivamente ha detto qualcosa di più grave. Io la prego di chiedere a chi gestisce la registrazione del sistema di votazione se risulta che l'onorevole Berruti abbia votato durante la votazione in questione. Io la prego di inoltrare questa richiesta e qualora il mio voto non dovesse risultare nella votazione per la quale mi si accusa di aver espresso un doppio voto (cioè per me e per qualcun altro) la prego di farmi chiedere scusa da chi ha affermato quanto appena detto.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intendo intervenire per fatto personale (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

MASSIMO MARIA BERRUTI. Io non ho votato nemmeno per me!

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, lei mi deve garantire la possibilità di intervenire.

PRESIDENTE. Le garantisco la possibilità di intervenire, per favore, brevemente così poi torniamo alla discussione principale.

FABIO EVANGELISTI. Intervengo dunque per fatto personale.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Evangelisti, ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Già il fatto di essere offeso e apostrofato dall'onorevole - come si chiama? - Berruti per me è motivo di orgoglio. L'onorevole Berruti, confermando di essere un falso (visto che mi ha dato dell'ipocrita), non ha votato per sé, ha votato per quel collega...

PRESIDENTE. Come ho pregato l'onorevole Berruti di moderare i toni così prego anche lei, onorevole Evangelisti, di fare la stessa cosa.

Pag. 80

FABIO EVANGELISTI. Ha ragione signor Presidente. Vede quel collega che in questo momento si sta alzando e sta scendendo dai banchi? Ecco, era lì seduto, dove ha votato il collega in questione (Proteste dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...

MARIO VALDUCCI. Dobbiamo votare, Presidente!

FABIO EVANGELISTI. ...ed ha sfilato la tessera, per cui evidentemente non ha votato per sé, ma ha votato per altri due colleghi.

ROBERTO COTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. La prego di riportarci al tema dei nostri lavori, se è possibile.

ROBERTO COTA. Signor Presidente, veramente, con tutto il rispetto, vorrei pregare lei di riportare la discussione sull'argomento di cui stiamo parlando (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ci sto provando.

ROBERTO COTA. Lei ci sta provando, ma esiste un Regolamento e noi abbiamo tutta la comprensione sul fatto che lei sia nuovo nelle funzioni di Vicepresidente della Camera, tuttavia lei non può dare la parola, due o tre volte, allo stesso deputato, assolutamente fuori dal tema della discussione (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà). Lo sa benissimo. Esiste un Regolamento e tutte le altre questioni (anche quella per fatto personale) al limite vengono posticipate alla fine della seduta. Quindi le chiedo, per cortesia, di svolgere con più energia la funzione di Presidente e di riportare il dibattito ai punti all'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Cota, dispiegheremo la massima energia.

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Onorevole Bocchino, però mi aiuti e non continui con questa sterile polemica.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, anch'io intervengo per un richiamo al Regolamento. I fatti personali possono essere esposti solo ed esclusivamente a fine seduta. La prego di applicare il Regolamento e quindi di farci «sorbire» i fatti personali al termine della seduta.
La seconda questione è che chiedo, per cortesia, di essere più rigidi per quanto riguarda gli interventi sull'ordine dei lavori, perché si stanno svolgendo dibattiti da bar, chiedendo la parola proprio sull'ordine dei lavori. Quindi, le chiedo di nuovo l'applicazione pignola del Regolamento e di tornare a discutere il provvedimento che è oggi all'ordine del giorno in Aula.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Evangelisti 1.20. Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fàvia. Favìa, pardon, sbagliavo di nuovo. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, lei che ama la filosofia dovrebbe conoscere Sant'Agostino: errare è umano ma perseverare è diabolico! (Commenti). Era un po' per stemperare il clima, volando un po' alto!
Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, prego i colleghi come sempre di prestare molta attenzione all'esame di questo emendamento particolarmente importante.
Richiamo l'attenzione del presidente della Commissione: l'emendamento al nostro esame è lo stesso che il sottoscritto e l'onorevole Misiti avevano presentato ieri in Commissione e che è stato respinto, pur essendo stato valutato - per così dire - positivamente, con la promessa da parte della maggioranza (vedo l'onorevole ValducciPag. 81e lo richiamo all'esame dell'emendamento Evangelisti 1.20) di esaminarlo con attenzione.
Il testo è il seguente: «Al comma 2-septies, sostituire le lettere a), b) e c), con le parole: "riducendo in maniera lineare le dotazioni indicate nella Tabella C della legge 24 dicembre 2007, n. 244, in modo da assicurare una minore spesa di importo pari a 300 milioni di euro per l'anno 2008".
Conseguentemente, al comma 2-octies, secondo periodo, sostituire le parole da: "alle autorizzazioni di spesa" fino alla fine del comma, con le seguenti: "alle dotazioni indicate nella Tabella C della legge 24 dicembre 2007, n. 244"».
Cosa significa questo emendamento? Significa che, pur non essendo noi, ovviamente, d'accordo con l'intero impianto di questa legge di conversione, proponiamo di modificare la provvista utilizzata per finanziare questi 300 milioni di euro. Su questo punto, mi rivolgo soprattutto agli amici, ai colleghi della maggioranza, a quelli più sensibili alle motivazioni della piccola e media impresa. Voi sapete che, allo stato attuale, i 300 milioni di euro vengono acquisiti per 205 milioni dal Fondo per la competitività, per 85 milioni dal Fondo per la finanza di impresa e per 10 milioni dai Fondi del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali. In base, invece, all'emendamento che noi proponiamo, vi sarebbe una minima, insignificante riduzione di tantissime voci presenti nella Tabella C dell'ultima legge finanziaria. Tale modifica significherebbe non danneggiare alcuno, mentre riporto la vostra attenzione sul fatto che questi 300 mila euro sarebbero «scippati» da poste estremamente importanti per l'economia nazionale come il Fondo per la competitività e il Fondo per la finanza di impresa e i Fondi del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali.
Ora, ritengo che partiti come la Lega Nord Padania, contrari ad utilizzare denaro pubblico per ricordare la Costituzione della nostra Repubblica o che, attraverso l'attuale Ministro dell'interno, tempo fa, dissero che all'Alitalia non doveva più essere data nemmeno una lira, possano essere sensibili alla suddetta modifica di provvista che, così come proposta da noi, non crea danno a nessuno, mentre, così come proposta dal Governo, crea danni ai Fondi previsti per la solidarietà sociale, per gli investimenti e per la piccola e media impresa. Parliamo di competitività e di finanza di impresa.
Quindi, riteniamo che il minimo gesto di resipiscenza sarebbe proprio quello, da parte di una maggioranza che persevera nel voler bruciare in maniera illogica 300 milioni di euro, di farlo almeno attraverso una via meno dolorosa di quella sulla quale si sta avviando.
Ricordo...

PRESIDENTE. Onorevole Favia, devo invitarla a concludere.

DAVID FAVIA. Ho ancora trenta secondi, signor Presidente?

PRESIDENTE. Non li ha, però gliene regalo quindici.

DAVID FAVIA. La ringrazio tantissimo, è una sorta di espiazione.
Sarebbe estremamente opportuno apportare la modifica indicata; mi piacerebbe costruttivamente ascoltare - visto che vi è stato un ampio richiamo ai fatti concreti - gli esponenti della maggioranza e anche il Presidente della Commissione su questo tema. Per carità, avete i numeri per bruciare questi soldi, e ne renderete conto agli italiani; ma cercate almeno di farlo nella maniera meno dolorosa possibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, vorrei continuare il discorso che prima ho dovuto interrompere per aver superato i limiti di tempo del mio intervento.
A conferma di una dichiarata disponibilità di noi di Italia dei Valori a intervenirePag. 82sulle questioni essenziali che l'attuale Governo porrà sul tavolo delle trattative, quando vorrà realmente trattare (e ci riferivamo ai temi della sicurezza e dell'immondizia, che vede la Campania, ma non solo, in pericolo di epidemie, col sopraggiungere del caldo), ribadisco che non abbiamo il «pallino» dell'opposizione e della pratica dell'ostruzionismo.
Se si leggono giornali sicuramente non di parte, da Il Sole 24 Ore a libero.com, tutti pongono dubbi sulla legittimità del provvedimento, che sicuramente sarà sanzionato dall'Unione europea e si ripercuoterà sulle tasche degli italiani.
Penso che valga la pena soffermarsi un po' di più e cercare, per quanto possibile, di mantenere una condotta coerente...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palagiano.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pisicchio. Ne ha facoltà, per un minuto.

PINO PISICCHIO. Signor Presidente, vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi su un fatto che mi sembra non sia stato oggetto di sufficiente riflessione, nonostante il dibattito piuttosto articolato: questo prestito del Governo ad Alitalia è davvero compatibile con la disciplina europea degli aiuti di Stato alle imprese?
Infatti, così com'è delineato nel decreto-legge in esame, il prestito, che contiene due elementi (il vantaggio recato all'impresa e il carattere patrimoniale dell'intervento stesso) si configura come un aiuto tout court, ed essendo un aiuto il provvedimento in esame doveva essere sottoposto all'attenzione della Commissione prima ancora che diventasse...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pisicchio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, capisco i malumori dei colleghi dell'opposizione, che certamente avrebbero voluto tranquillamente prendere l'aereo per tornare nei loro paesi, ma noi siamo in questa sede per discutere dei problemi dei cittadini e infatti ieri siamo rimasti in Aula fino a mezzanotte e mezzo.
Quello attuale è un Governo che predica bene e razzola male, quindi vi aspettiamo e vi stiamo aspettando al varco delle grandi scelte: ha «predicato» di abbattere le tasse e invece «razzola» malissimo, con provvedimenti che, ad esempio, giungono a costringere i cittadini a dover pagare 300 mila euro al giorno e 160 milioni di euro l'anno per salvare Retequattro e un conflitto di interessi.
State probabilmente costringendo i cittadini a pagare una sentenza che condannerà il nostro Stato a risarcire i danni provocati a Europa 7.
State costringendo i cittadini a pagare i conseguenti disservizi col provvedimento che tra poco ci appresteremo a discutere riguardo al taglio dell'ICI. Vi apprestate a costringere i cittadini a pagare ancora 300 milioni di euro per salvare...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zazzera.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà, per un minuto.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, vorrei invitare la Camera, ma soprattutto i colleghi della maggioranza, a considerare che l'emendamento Evangelisti 1.20 è molto serio; si intende sostituire la copertura della norma ricorrendo a un'operazione molto meno pericolosa. In altre parole, non si «toccano» le piccole imprese, né la solidarietà sociale, ma si rinvengono questi 300 milioni di euro con interventi spalmati sulle 200 e più voci contenute nella Tabella C dell'ultima legge finanziaria. Questo vi solleverebbe da moltissime critiche.
Invito coloro che hanno a cuore le sorti della piccola impresa e della solidarietà sociale ad appoggiare questo emendamento, perché non mi sembra che abbia uno spirito distruttivo. Anzi, ritengo chePag. 83esso sia costruttivo e che sottrarrebbe la maggioranza e il Governo alle critiche molto forti che si sollevano da parte dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, credo che parlare di legalità rispetto al decreto-legge in oggetto sia come parlare di corda in casa dell'impiccato. Le procedure d'infrazione sono già state avviate e vi è stata la scelta dell'advisor, che agisce per interesse privato. Ritengo che vi siano tutte le condizioni affinché il Governo riveda la propria posizione e noi siamo disposti, da questo punto di vista, a verificare con serietà quali debbano essere gli strumenti per poter salvare Alitalia.
A questo punto, signor Presidente, tralasciando una parte del mio intervento, mi rivolgo direttamente a lei... Presidente... mi scusi... mi rivolgo direttamente a lei. Credo che in quest'Aula stiamo rendendo un servizio non positivo al nostro Paese, anche in termini d'immagine. Noi, che per la prima volta ci troviamo a sedere su questi banchi, siamo - credo - quasi la metà dei parlamentari...

PRESIDENTE. Onorevole Messina, il suo tempo è terminato, grazie per l'intervento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, visto che ho chiesto più volte la parola, ma non mi è stata mai concessa (e non capisco perché), approfitto di questo intervento per dire come la penso. Ritengo che il rispetto per la persona sia fondamentale in tutte le sedi istituzionali. Per quanto mi riguarda, ho rispetto per tutti, al di là dei gruppi di appartenenza e dei partiti e mi auguro che i colleghi riservino lo stesso trattamento a me.
Nello stesso tempo, signor Presidente, volevo chiederle quanto segue. Io sono un nuovo eletto e ho appreso da lei che quella pratica che ritengo deplorevole è stata utilizzata negli anni dai gruppi, da tutti i gruppi. In ogni caso, ritengo che essa sia deplorevole e, visto che devo rispondere del mio mandato ai cittadini che mi hanno eletto, ritengo di doverlo fare in modo sereno e trasparente. Pertanto, le chiedo formalmente, signor Presidente, per quel che mi riguarda - se è possibile, lo stabilisca lei -, l'adozione di un criterio grazie al quale si possa svolgere il dibattito in modo sereno, trasparente e nel rispetto della legalità.

PRESIDENTE. Onorevole Porcino, questo è quanto tenta imperfettamente di fare il Regolamento della Camera.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, il capogruppo della Lega ha oggi dichiarato che è ovvio che questo provvedimento sia un esborso di soldi pubblici, cioè una tassa occulta. In una logica di mercato, tale esborso dovrebbe essere affrontato dalla società in termini di restituzione. Se è un esborso di soldi pubblici, evidentemente, lo dovranno pagare i cittadini, quelli sardi e quelli della Padania. Ciò mi sembra evidente.
A questo punto, mi sembra che una domanda sorga spontanea: per caso, la trasformazione in una capitalizzazione (vale a dire, un esborso di soldi pubblici) non sarà determinata dal fatto che qualcuno - chi ha interesse a comprare Alitalia - voglia comprarla ripulita da tutti i debiti?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARLO MONAI. Signor Presidente, sono rimasto a bocca aperta quando ho sentito l'intervento dell'onorevole Baldelli. Poco fa, egli ha sottolineato un dato assolutamente nuovo rispetto a ciò di cuiPag. 84stavamo discutendo fino a un attimo prima, cioè che i 300 milioni di euro non servono ad un progetto di ristrutturazione aziendale o di riconversione industriale o a quanto in qualche modo si prefigurava essere alla base del dissanguamento finanziario delle casse statali a favore della voragine di Alitalia. No: il collega di maggioranza ci informa che quei soldi serviranno a nulla di più che a pagare i dipendenti di Alitalia. Mi domando, allora, se si tratti di uno strumento confacente al principio di libertà di mercato quello per cui lo Stato deve mettere mano al portafoglio per pagare i dipendenti di una impresa decotta: ma dove siamo mai andati a finire!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Touadi. Ne ha facoltà, per un minuto.

JEAN LEONARD TOUADI. Vorrei richiamare quanto è stato detto ieri in merito ad una specie di secessione strisciante dall'Europa verso cui ci sta portando il Governo Berlusconi. Se facessimo un «giro» sui siti europei, ci renderemmo conto che i provvedimenti di cui si discute stanno mettendo a rischio la credibilità del nostro Paese di fronte all'Europa.
Vorrei richiamare l'attenzione sull'articolo 3 del regolamento comunitario n. 659 del 1999, che prevede la cosiddetta clausola «stand still». Ebbene, il provvedimento al nostro esame viola esattamente questo articolo, lo aggira e non permette all'Unione europea di effettuare le opportune verifiche.
Come lei m'insegna, signor Presidente, è di scuola la distinzione tra prestito di salvataggio e prestito di ristrutturazione. Siamo in presenza di un provvedimento che non ha nemmeno l'ombra di una ristrutturazione, non sono presenti i criteri minimi di progetto industriale.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Touadi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà, per un minuto.

IVAN ROTA. Signor Presidente, ho concluso il mio precedente intervento con la parabola seguente: se qualcuno ha fame, non regalargli un pesce. Onorevole Baldelli, lei ci ha chiesto di non perdere altro tempo affermando che ci sono dei lavoratori che hanno bisogno dei 300 milioni del finanziamento per vedersi garantito lo stipendio. Non è in questo modo che si risolvono i problemi dei dipendenti Alitalia; in questo modo si prolunga una agonia i cui nodi, prima o poi, arriveranno al pettine e nel contempo si creano ulteriori problemi alla piccola e media impresa, ai dipendenti di queste realtà produttive, che con grande professionalità ed impegno stanno tenendo in piedi l'azienda Italia. Si tratta di cittadini che preferiscono tenere i piedi per terra, anziché volare alti senza sapere dove atterrare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, questa mattina abbiamo avuto uno scambio di opinioni sull'articolo del Regolamento che impone di intervenire sull'argomento in discussione. Vorrei però fare osservare che spesso ciò che importa è che vi sia un nesso di connessione, non è necessario che si tratti dell'argomento in sé.
Nel caso di specie, ad esempio, avendo parlato della questione dei mutui, non ero uscito dall'argomento in discussione, perché i due provvedimenti che stiamo discutendo sono i primi che cominciano a delineare quella che sarà la politica economica del Governo. È evidente che io abbia tutta la facoltà di intervenire a 360 gradi quando vedo che un Governo che si dichiara liberista prende poi una deriva che è, invece, pienamente statalista e che sta portando indietro l'orologio della nostra economia. Ricordo che trent'anni fa il 30 per cento dell'economia italiana...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà, per un minuto.

Pag. 85

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi sono due giorni che discutiamo di questo provvedimento e dai banchi del Governo tutto tace; anzi, vedo i loro scranni molto vuoti. Non si capisce dov'è il piano industriale, non si capisce chi sono i privati e soprattutto non si capiscono le condizioni.
In questo provvedimento vi è in realtà una sospensione delle regole, si tratta del solito provvedimento pasticciato con la sospensione degli interessi di qualcuno a favore di altri. Credo che stiano agendo contro le elementari regole di mercato.
Chi fa gli interessi di qualcuno a danno di altri, lo giudicherà la collettività, lo giudicherà il popolo, lo giudicherà la gente. Credo che questa di oggi sia la dimostrazione palese di cosa stia accadendo e ancora, soprattutto, di che cosa si stia discutendo.
Nel caso di specie, dal prestito ponte siamo passati all'aiuto di Stato e questo...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paladini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porfidia. Ne ha facoltà, per un minuto.

AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi sono convinto, forse diversamente da quello che pensano i miei colleghi di partito, che alla fine questo Governo si ravvedrà. Infatti, quanto soprattutto sto apprezzando di questo Governo, è la sua coerenza. Lo ha dimostrato con l'emendamento «salva Retequattro» - che poi è stato ritirato -; lo ha dimostrato il Ministro Maroni quando ha detto che Alitalia non avrebbe avuto un euro dal Governo; lo ha dimostrato, infine, con il decreto-legge sulla sicurezza a proposito del reato di immigrazione clandestina: prima si, poi no, poi ancora «ni».
Fino alla fine - come dicevo - ho fiducia in questo Governo. Sono convinto, quindi, che alla fine il Governo si renderà conto che non possiamo continuare in questo modo. I cittadini italiani si aspettavano tutt'altro da questo Governo, un altro mandato era stato conferito al Governo Berlusconi: quello di ridurre i costi, di migliorare le condizioni di vita...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Porfidia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costantini. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARLO COSTANTINI. Signor Presidente, i rappresentanti della Lega, il 23 aprile, hanno dichiarato: «A questo punto non vale più la pena salvare la compagnia di bandiera. Su Malpensa ce la caveremo da soli, meglio lasciare che Alitalia fallisca». Il 23 aprile!
Al Senato il rappresentante della Lega si è dichiarato favorevole al prestito ponte - ma solo al prestito ponte - e a condizione che entro pochissimi giorni uscisse fuori la cordata, altrimenti meglio il fallimento.
In questa sede lo stesso partito che ha fatto queste due affermazioni cambia completamente linea ed accetta che quello che doveva essere un prestito ponte si trasformi in un contributo a fondo perduto con risorse sottratte al sistema produttivo del Paese e quindi al Nord e perciò anche a Malpensa.
Per consentire a questo dibattito parlamentare di svilupparsi con compiutezza, per conoscere fino in fondo le argomentazioni di chi sostiene questo provvedimento e di chi non lo sostiene, ribadisco l'esigenza di conoscere le motivazioni di fondo che hanno portato la Lega Nord, in questi 60 giorni, a stravolgere radicalmente le sue posizioni (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

MARIO VALDUCCI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO VALDUCCI, Relatore. Signor Presidente, è il momento anche di richiamare l'attenzione, da parte dell'Assemblea, sul contenuto del provvedimento che stiamo discutendo in aula, pur ricordando le legittime posizioni di ciascun gruppo ePag. 86di ciascun deputato che sta svolgendo il proprio compito in queste ultime giornate di lavori parlamentari. Ricordo che il problema Alitalia arriva da lontano. Ricordo che nel 1997 furono sborsati, dallo Stato, 2750 miliardi di lire; nel 2004 fu garantito un finanziamento di 400 milioni di euro, anche a seguito della crisi del settore del trasporto aereo a causa di quanto si verificò l'11 settembre 2001, un accadimento che mi sembra si possa definire un evento del tutto straordinario.
Ricordo che nel decreto-legge in esame sono contenuti tre diversi provvedimenti sulla stessa materia, ovvero il settore del trasporto aereo; rispetto ad essi il Governo e la maggioranza politica erano stati sollecitati, affinché confluissero in un unico documento e non fossero separati in tre diversi documenti.
Ricordo che la successione dei tre decreti-legge è dovuta anche a fattori contingenti rispetto alla vita dell'azienda Alitalia; che, qualora il Governo non fosse intervenuto con il decreto-legge che trasformava il finanziamento ponte nella possibilità di utilizzo in conto patrimonio netto, oggi l'Alitalia verserebbe in stato di insolvenza e il tribunale dovrebbe decidere della sua sorte rispetto ad una procedura concorsuale.
Ricordo, quindi, che anche quel provvedimento è stato dettato da un evento straordinario, ovvero dal fatto che, a metà di maggio, il consiglio di amministrazione e il collegio sindacale di quella società si sono accorti, dalla verifica dei conti, che, nel primo trimestre del 2008, l'azienda aveva perso più di 200 milioni di euro rispetto ai 500 milioni di euro persi nel 2007.
Oggi abbiamo appreso la notizia che, tra qualche giorno, la Corte di Giustizia europea deciderà rispetto alla sanzione da irrogare eventualmente all'Italia per il finanziamento erogato alla compagnia di bandiera nel 1997.
Per quanto concerne le preoccupazioni che qui sono state espresse sul fatto che si va incontro ad un'infrazione, a sanzioni europee, qualora queste si verificassero tra dieci anni, o anche, probabilmente, tra dieci settimane, vorrei osservare che, se il Governo non porterà a buon fine l'azione che sta cercando di esperire per il salvataggio di questa azienda e dell'intero settore del trasporto aereo italiano, il problema non sarà solo di un'azienda dello Stato che fallisce, non sarà solamente di decine e decine di migliaia di famiglie che non avranno più un reddito, ma riguarderà anche l'economia produttiva di un Paese che, in un mercato globale, viene messo in ginocchio.
Ho voluto ricordare queste cose perché mi sembra che in quest'Aula non ci sia la consapevolezza di questo provvedimento e di quello di cui stiamo parlando. Ho voluto ricordare alcuni elementi di questo provvedimento per rilevare come, forse, alcune azioni, assolutamente legittime, di ostruzionismo parlamentare debbano rivolgersi ad altri provvedimenti e non a questo, che tenta di salvare una persona giuridica moribonda, sul punto di concludere la propria esistenza (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Ecco perché ho voluto svolgere questo intervento ed ecco perché chiedo a tutti i colleghi della maggioranza di rimanere in aula finché il provvedimento in esame non verrà approvato, perché si sta giocando sul futuro economico e produttivo del nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI. Signor Presidente, resto veramente sconcertato dalle parole del presidente di Commissione. Ho avuto modo di chiarire questa mattina che con questo provvedimento stiamo impegnando 300 milioni a fondo perduto. Mi chiedo come si fa a sostenere che ciò è nell'interesse delle famiglie italiane (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).
Pensiamo solo - lo ripeto - a quello che un comune di medie dimensioni può fare con 300 milioni per i propri cittadiniPag. 87assistenza domiciliare, asili nido. Stiamo sottraendo questi soldi ai comuni e li stiamo destinando a un intervento su Alitalia a fondo perduto. Attenzione, il danno non è solo questo, non è solo quello dei soldi che stiamo spendendo. È l'incertezza che stiamo creando nel mercato; il danno più grave è questo!
Mi chiedo quanti imprenditori italiani vorrebbero essere, ad esempio, nelle condizioni di non dover dare le comunicazioni Consob per la propria azienda.
Ma quanti vorrebbero essere in quelle condizioni! E noi permettiamo a una società dello Stato di farlo (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico)! Ma questo è un danno non solo per l'Alitalia: è un danno per tutto il sistema! E lo dobbiamo capire, perché se non capiamo questo concetto continueremo a fare una politica protezionistica e non una politica liberista. Mi chiedo come farà questa maggioranza ad affrontare la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, se partiamo da un provvedimento di questo genere (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico)! Non ne usciremo più! Vi chiedo su questo uno scatto di orgoglio: davvero, pensate a quello che state facendo (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lovelli. Ne ha facoltà.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, credo che l'intervento del relatore a questo punto della nostra discussione meriti qualche riflessione. Infatti, il suo appello ad arrivare fino in fondo - che mi sembrava rivolto principalmente alla sua maggioranza - non ci ha assolutamente trovato impreparati in questi giorni. La Commissione di merito, nel cominciare l'esame del provvedimento iniziale su cui eravamo chiamati a deliberare, aveva chiesto ripetutamente di poter svolgere un esame approfondito, di avere dal Governo un'informativa chiara; tanto è vero che abbiamo chiesto, e abbiamo ottenuto (purtroppo molto in ritardo) l'audizione del Ministro Tremonti, che si terrà in Commissione soltanto il 18 giugno, cioè a pochi giorni dalla scadenza del decreto-legge. Quindi, il Partito Democratico e l'opposizione sono stati molto disponibili ad un confronto di merito serio.
Il problema è che oggi ci troviamo di fronte ad un provvedimento che in corso d'opera è diventato un «copia-incolla» di tre provvedimenti diversi. Ne è stata spiegata la ragione, e non vado oltre nell'approfondire la genesi di tutto questo. Osservo, però, che ci troviamo ad esaminare con l'acqua alla gola una legislazione che è diventata legislazione di emergenza; ed è diventata tale perché ha un difetto di origine.
Sappiamo tutti il motivo per cui il Governo Prodi, tra i suoi ultimi atti, ha adottato il decreto-legge sul prestito ponte: sappiamo che ciò è la conseguenza di una richiesta formalizzata dall'allora opposizione, in attesa di subentrare come nuovo Governo, al fine di approntare gli strumenti e le condizioni per una nuova cordata che rilevasse la nostra compagnia Alitalia. Quindi, il problema dell'emergenza che si è creata sta nel fatto che è stata fatta volutamente fallire la procedura avviata dal precedente Governo. E oggi ci troviamo con in mano nulla di concluso, con una società che, purtroppo per noi, continua a perdere un milione e mezzo, due milioni di euro al giorno, a seconda delle valutazioni.
Per ovviare a questo, nel provvedimento in esame si introducono norme e deroghe discriminatorie, che già sono state ricordate dai colleghi che mi hanno preceduto, riguardanti sia le modalità con cui individuare il possibile compratore, sia quelle con cui l'impresa assolve ai suoi obblighi nei confronti del mercato, e cioè le comunicazioni alla Consob.
Tant'è vero che oggi la Consob ha sospeso il titolo Alitalia per l'entrata in vigore dell'ultimo decreto-legge del Governo.
Penso, dunque, che questi siano i termini della questione. Alla luce dell'interventoPag. 88del presidente Valducci, credo che a questo punto dovrebbe fornire all'Assemblea un'agenda dei lavori possibile e costruttiva sulla quale sia possibile, anche da parte della minoranza, arrivare a valutazioni diverse da quelle che stiamo facendo in questo momento. Faccio un esempio per tutti: fra gli emendamenti che sono ancora alla nostra attenzione - oltre a quelli che riguardano le misure in deroga dei quali parleremo in sede di dichiarazione di voto - vi è anche un emendamento che riguarda la tutela dei lavoratori e del reddito delle famiglie...

PRESIDENTE. Onorevole, devo invitarla a concludere rapidissimamente.

MARIO LOVELLI. Concludo, signor Presidente. Non è possibile che la questione della tutela del reddito delle famiglie venga richiamata alla nostra attenzione perché vi è una difficoltà della maggioranza ad arrivare in fondo, e che però, nel contempo, venga espresso parere contrario su un nostro emendamento che pone esattamente questo problema. È, dunque, necessaria una risposta su questo punto come sugli altri che ho posto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Per garantire la regolarità del voto, invito i deputati segretari a passare tra i banchi ritirando tutte le tessere che non corrispondano a deputati presenti (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).

UGO LISI. Guardi di là!

AMEDEO LABOCCETTA. Di là!

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1.20, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione)

FABIO EVANGELISTI. Guardi da quella parte!

ANTONIO BORGHESI. Di là!

ANTONELLO SORO. Di là!

PRESIDENTE. Calma, per favore! Invito i deputati segretari a procedere ad un secondo controllo delle tessere di votazione, casomai qualcosa fosse sfuggito nel corso del primo controllo (I deputati segretari ottemperano all'invito del Presidente).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Guardi là, Presidente!

PIETRO LAFFRANCO. Presidente, lì!

ANTONINO LO PRESTI. Su, da quella parte!

UGO LISI. Presidente, fanno le foto! È vietato fare le foto!

PRESIDENTE. Non vi è alcun bisogno di gridare: lasciate che i deputati segretari facciano il loro lavoro.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 474
Maggioranza 238
Hanno votato 225
Hanno votato no 249
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

Prendo atto che la deputata Santelli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che la deputata De Biasi ha segnalato che non è riuscita a votare.
Vorrei invitare i deputati ad evitare comportamenti goliardici come, per esempio, quello di inserire una carta di credito nell'apposito apparecchio per la votazione, perché ciò non contribuisce alla dignità del Parlamento.

Pag. 89

MASSIMO MARIA BERRUTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO MARIA BERRUTI. Signor Presidente, la ringrazio. Intervengo solo per comunicarle che ho ricevuto in questo momento il verbale della votazione numero dieci - quella appena svolta era la numero undici, quindi mi riferisco a quella precedente -, che a pagina sette riporta il nome del deputato Berruti tra i non partecipanti al voto.

PRESIDENTE. Ne prendo atto, come risulta dai dati.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo, onorevole Evangelisti? Non per riprendere la vecchia polemica: non intendo dare la parola su questo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

FABIO EVANGELISTI. Allora rinuncio, e parlerò dopo utilizzando il tempo a mia disposizione.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, ai sensi dell'articolo 57, comma 1, del Regolamento «quando si verifichino irregolarità - e ci si riferisce al voto - il Presidente, apprezzate le circostanze, può annullare la votazione e disporre che sia immediatamente ripetuta».
Signor Presidente, vorrei farle presente...

MAURIZIO BIANCONI. Basta!

ROBERTO GIACHETTI. No, purtroppo non basta! Vorrei farle presente che quando lei invita i segretari a passare tra i banchi improvvisamente le tessere spariscono dal loro posto, salvo il fatto che poi, quando i segretari sono tornati a posto... Non faccio puntate nominative, ma le faccio presente che nel settore di destra, ultima fila, con due deputati risultavano quattro voti e che alcune cose sono accadute anche attorno alla presidenza del gruppo del Popolo della libertà.
Signor Presidente, come è del tutto evidente, non è purtroppo nella sua possibilità, attraverso i segretari, di risolvere questo problema. Ma l'evidenza del fatto che da questa mattina stiamo votando con irregolarità ripetute da parte del Popolo della Libertà rimane.
Signor Presidente, ciò non riguarda il fatto che lei è alla prima esperienza: a questo punto c'è un problema che deve investire il Presidente della Camera. Non c'è stata una votazione, da questa mattina, che non abbia visto il ripetersi di irregolarità! Le domandiamo di sospendere la seduta e di chiedere al Presidente della Camera di farsi carico di garantire che in Aula si voti regolarmente (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

GIUSEPPE CONSOLO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, è lungi da me fare ostruzionismo al contrario: noi siamo qui per lavorare e per approvare i provvedimenti. Però la situazione è sgradevole, ed ha ragione l'onorevole Giachetti quando parla di irregolarità. Ma ricordando un detto inglese - e credo che in materia parlamentare gli inglesi ci possano insegnare molto - people who live in a glass house should not throw stones: la gente che vive nella casa di vetro è meglio che non tiri sassi! Traducendo: piantatela di fare fotografie e riprese che più volte sono state effettuate, in spregio al Regolamento, dai colleghi dell'altra parte di questo emiciclo.
Neanche sotto tortura rivelerò i nomi, perché non sono qui per fare il delatore. Tuttavia colleghi, chi richiama il rispettoPag. 90del Regolamento sia per primo rispettoso del Regolamento medesimo, senza dover costringere chi presiede l'Assemblea a prendere gli opportuni provvedimenti.

CARMINE SANTO PATARINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, ci troviamo in una posizione scomoda. Ho chiesto la parola immediatamente dopo la votazione. Signor Presidente, lei deve anche guardare dalla nostra parte, perché ci troviamo in una posizione emarginata, nella «piccionaia», come è stato affermato precedentemente.
Signor Presidente, siamo consapevoli, anche grazie alle sollecitazioni dei colleghi dell'opposizione, che si devono effettuare dei controlli ed è giusto farli. È altresì giusto che i colleghi dell'opposizione facciano il loro mestiere con l'ostruzionismo e con tutti gli strumenti di cui possono disporre per rallentare i lavori, ma quando si presta anche lei, volendo o no, alla pratica dell'ostruzionismo, facendo perdere molto tempo allorché si svolgono i controlli si dà l'impressione che, oltre all'ostruzionismo dei colleghi della sinistra (che fanno il loro mestiere), si aggiunge anche il suo ostruzionismo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Respingo nel modo più indignato tale insinuazione. Ho il dovere di garantire la regolarità del voto e se, per tale ragione, fosse necessario impiegare trenta minuti per ogni votazione, impiegheremo trenta minuti per ogni votazione (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).
Devo peraltro aggiungere che le irregolarità presunte - perché abbiamo cercato in tutti i modi di controllare e di evitare che ve ne siano -, denunciate ma non provate, non risultano essere di gravità tale da interrompere i lavori dell'Assemblea. Pertanto, possiamo continuare i nostri lavori.
Quanto poi alla questione di non fare ostruzionismo - ma la minoranza ha tutto il diritto di fare ostruzionismo, se crede - ritengo che, se evitassimo di interrompere i lavori per tali noiosi, seppure accesi, dibattiti che riguardano ogni volta la regolarità del voto e altre questioni incidentali, i lavori procederebbero più speditamente e non è stata solo la minoranza a proporre simili questioni incidentali.

GIUSEPPE CONSOLO. Ma le fotografie, signor Presidente?

MARIA GRAZIA SILIQUINI. E le fotografie? Presidente, hanno scattato le fotografie!

PRESIDENTE. Le fotografie?

GIUSEPPE CONSOLO. Presidente, le ho posto una questione.

UGO LISI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

UGO LISI. Signor Presidente, concludo subito. Vorrei solo sottolineare un aspetto. Se lei giustamente afferma che deve mantenere l'ordine dell'Assemblea deve anche rispondere al collega Giachetti che le ha detto, sin da stamattina, che il lavoro dell'Assemblea e le votazioni sono irregolari, nonostante i segretari siano passati tra i banchi. Delle due l'una: o dobbiamo essere solidali con i segretari che hanno fatto il loro mestiere oppure, a questo punto, la Presidenza deve rispondere a Giachetti.

PRESIDENTE. Onorevole Lisi, temo che lei abbia avuto un attimo di disattenzione. Ho già risposto all'onorevole Giachetti e gli ho detto che le irregolarità denunciate, ma non provate, in ogni caso non mi sembra che possano avere dimensioni tali da inficiare la validità dei lavori dell'Assemblea.
Pertanto, possiamo continuare i nostri lavori.

Pag. 91

RITA BERNARDINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RITA BERNARDINI. Signor Presidente, oggi - come avrà notato - noi della componente radicale del Partito Democratico non siamo intervenuti su tali questioni ma proprio in giornata abbiamo chiesto un incontro al Presidente della Camera, perché è chiaro che, finché ci saremo noi e poiché siamo presenti in aula, la storia dei pianisti deve finire (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Scommettete che finirà? Mi autodenuncio, ci autodenunciamo per aver fatto le foto ai pianisti. Infatti, vorrei capire come si fa a provare che vi sono irregolarità nelle votazioni. Fra l'altro, alla fine della scorsa legislatura, è stato approvato un ordine del giorno che, con molta chiarezza, prevedeva la necessità, per superare finalmente questo problema, di installare il dispositivo con le impronte digitali (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Credo sia ciò di cui abbiamo bisogno in quest'Aula per avere votazioni regolari.

PRESIDENTE. Onorevole Bernardini, mi consenta di esprimere la mia perplessità sul fatto di scattare foto in Aula. Non mi sembra che corrisponda alla tradizione di questo Parlamento e forse neppure alla dignità dell'istituzione parlamentare. Il tema, comunque, andrà affrontato nella sede propria, ossia in sede di Giunta per il Regolamento o di Conferenza dei presidenti di gruppo. Pregherei di non aprire un dibattito in Aula su tale questione.

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, la richiamo all'applicazione dell'articolo del Regolamento che vieta di fare foto e filmati in Aula (Applausi polemici di deputati del gruppo Partito Democratico). Applaudono i colleghi radicali, perché da questa mattina stanno facendo fotografie in Aula per verificare i doppi voti. La collega Bernardini, quando dice: «vedrete che finirà», sta facendo una minaccia, come per dire: «noi tra poco vi denunceremo per questa ragione».
Signor Presidente, lei ha il dovere di applicare il Regolamento. Non ha richiamato all'ordine chi sta scattando le foto ed è facilissimo verificarlo attraverso i commessi; non richiama all'ordine chi si autodenuncia rispetto a violazioni contemplate nel Regolamento; sta permettendo che si discuta di temi che non sono all'ordine del giorno. Pertanto, la prego ancora una volta di attenersi al Regolamento e di farci proseguire nell'esame del provvedimento all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Bocchino, devo correggerla su un punto. Le fotografie non sono considerate nel Regolamento. Non esiste una norma regolamentare a tal proposito, ma una regola di correttezza e una norma tradizionale. Se ciò è avvenuto invito a sospendere questa pratica e riferirò in materia alla Giunta per il Regolamento. Pertanto, invito formalmente a non scattare fotografie in Aula.

ANTONIO BORGHESI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

ANTONIO BORGHESI. Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, vorrei esprimerle la mia solidarietà per l'indegna accusa di ostruzionismo che ha ricevuto solo per aver tentato di far sì che le votazioni si svolgessero in piena regolarità. Se il collega Patarino, invece di rivolgere accuse indegne alla Presidenza, avesse girato la testa alla nostra sinistra avrebbe scoperto che nella «piccionaia» del primo settore dove sono seduti duePag. 92deputati hanno votato in quattro, signor Presidente. Si vadano a verificare le votazioni!

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Compagnon 1.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, tornando al tema di cui dovremo discutere, sono rimasto colpito dalle osservazioni del collega Reguzzoni, collega della Lega molto acuto e competente, che ha detto di venire in Parlamento per difendere Malpensa (è, quindi, particolarmente attrezzato sul punto) e che stamattina ha dichiarato che il punto di riferimento è il mercato. Questo ragionamento, fatto dalla Lega, mi ha enormemente rincuorato perché ho sempre pensato che la Lega avesse in cima ai suoi proponimenti il mercato e la difesa delle logiche di mercato.
Se non è così, forse ho ecceduto. Poi ho sentito il presidente della Commissione trasporti Valducci, che invece ha enunciato che le nostre difficoltà con l'Europa derivano da molto lontano e ha ragione. Tuttavia, ciò non riduce il peso delle responsabilità che abbiamo di fronte.
Vorrei segnalarvi alcune piccole cose. Non da oggi vi è una lunga sequela (almeno dieci) di amministratori delegati di Alitalia sostituiti perché avrebbero dovuto far approvare dei piani industriali e non ci sono riusciti. Infatti, è noto che quella azienda è in mano a nove sigle sindacali, che fanno tutto e il contrario.
Vorrei segnalare ai colleghi della Lega Nord Padania questi particolari non irrilevanti: la dimensione degli equipaggi è sovradimensionata rispetto alle esigenze, ai concorrenti e perfino ai requisiti minimi di legge; il costo del personale navigante è spesso superiore di oltre il 50 per cento rispetto a quello degli altri vettori nazionali e - udite udite - la disponibilità media al lavoro è tra le più basse al mondo; l'assenteismo medio del personale navigante è attualmente del 10 per cento; circa 400 naviganti al giorno sono assenti dal posto di lavoro e il fenomeno perdura da diversi anni; negli ultimi cinque anni oltre 560 naviganti si sono assentati dal lavoro per duecento giorni o più. Questa è la società nella quale voi volete mettere 300 milioni di euro dei contribuenti italiani! Questo è il punto!
Queste cose le potevamo anche sapere, ma vi è un momento nel quale è necessario dire «basta!». Il rimpallo delle responsabilità non conta più: in questi dieci anni si sono succeduti governi diversi, ma la politica è stata uguale! Tremonti non può scrivere libri, predicando in una direzione. Adesso ho visto che contesta il «mercatismo» e riscopre il colbertismo. Non possiamo andare nella direzione opposta, dobbiamo recuperare il senso delle cose: buttare i soldi in quella fornace è sbagliato, bisogna fissare un punto! Ciò non significa che vogliamo liberarci della compagnia di bandiera: Swiss Air è passata attraverso una procedura concorsuale ed è rinata; Delta è fallita ed è rinata.
Perché dobbiamo continuare a pensare di fare i furbi su queste cose? Guardate che non c'entra niente la questione di Malpensa con la vicenda di Alitalia. Avevo espresso più volte questo concetto: se Malpensa è al centro di un sistema di trasporto importante può camminare da sola, arriverà Lufthansa! Quindi, gli amici della Lega Nord Padania non devono collegare il problema di Malpensa con Alitalia, che deve essere riproposta su un piano di serietà.
Un Paese non vive, non ha una prospettiva, se la logica è quella di una tutela acritica del posto di lavoro, che è messo in discussione perché l'azienda non ha i conti in ordine, non per altre ragioni. Non vi è un destino cinico e baro che condanna i dipendenti Alitalia alla perdita del posto di lavoro. Quindi, dalla Lega Nord Padania mi sarei naturalmente aspettato, posto che molti di questi dipendenti risiedono nella Roma ladrona, una critica più forte, ma questa sarebbe una polemica più dozzinale...

MASSIMO POLLEDRI. E Pezzotta?

BRUNO TABACCI. Pezzotta ha riconosciuto le sue responsabilità. Quando èPag. 93stato segretario della CISL, ha avuto il coraggio di dire che non tutto aveva fatto per il meglio e che forse su quel punto vi era qualche elemento di autocritica da fare.
Tuttavia, non è il problema di palleggiarci le responsabilità. Quanto state facendo oggi non ha alcun senso; è sbagliato in radice, oltre ad essere in contrasto non solo con la legislazione comunitaria, ma con le regole del buon senso. Fermatevi: è sbagliato! Nominate un commissario, applicate la legge Marzano, fate come nel caso Parmalat, nominate un manager di qualità. Ce ne sarà uno come Bondi! Non è mica il ministro della pubblica istruzione. Lo possiamo fare!

PRESIDENTE. Onorevole Tabacci, la prego di concludere.

BRUNO TABACCI. Questo è il percorso sul quale possiamo incidere (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartiani. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intervengo a titolo personale, così proseguo la fase di questa discussione inaugurata dal collega Tabacci, che è intervenuto nel merito.
A me pare che il merito di questo provvedimento sia tale per cui occorre almeno apprezzare un fatto: il Governo, attraverso i due emendamenti che ha sottoposto all'attenzione prima della Commissione poi dell'Aula, ha posto in essere una condizione per una discussione che rischia di degenerare su questioni, diciamo così, cavillose (non dico relative all'attuazione del Regolamento, perché in punta di Regolamento non posso che condividere molti degli interventi che sono stati svolti). Tuttavia, sia chiaro che esiste una questione regolamentare e poi una questione di carattere politico. Nel mio intervento voglio richiamare quella di carattere politico: vi è un comportamento della maggioranza che, da questa mattina...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Mi limito a far presente che il numero legale è 268: la maggioranza ha 249 voti, quindi da sola non è in grado di garantirlo.

GIUSEPPE CONSOLO. E allora uscite!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
Ricordo che stiamo svolgendo le dichiarazioni di voto sull'emendamento Compagnon 1.5.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, riprendo il discorso iniziato precedentemente per dire che alcuni fatti sono indicativi della politica economica che questo Governo sta intraprendendo. Convengo con il collega che mi ha preceduto sul fatto che, dopo svariate dichiarazione di liberismo, di volontà di seguire le regole del mercato, stiamo prendendo un'altra strada e mi riferisco alle banche prima di tutto (quelle che più di tutti hanno bisogno di mercato), a questo caso che lo dimostra, nonché alla famosa idea del Ministro Tremonti di tassare i petrolieri: l'ha chiamata «Robin Hood tax», quella che dovrebbe portare via qualcosa ai ricchi per dare ai poveri. È stata compiuta una simulazione e sapete cosa è stato scoperto? Che, se si applicherà quella tassa ai petrolieri, l'unico a pagare effettivamente qualche cosa, pensate un po' chi è? L'ENI, partecipata dallo Stato al 30 per cento. Quindi, la famosa tassa per i petrolieri alla fine andrebbe a colpire un ente ancora controllato dallo Stato, riducendo in qualche modo l'effetto, perché ciò che pagherà in più in tasse si perderebbe sul valore delle quote e quindi ricadrebbe ancora una volta nel modo sbagliato.
Un'altra questione che mi ha veramente sorpreso è relativa all'intervento del presidente Valducci, il quale ha fatto un richiamo al senso di responsabilità: tutti dovremmo oggi approvare questo provvedimento per evitare il rischio del fallimento. Ma, allora, continuo a chiedere,Pag. 94perché avete reso impossibile un accordo che avrebbe tolto le castagne dal fuoco e probabilmente avrebbe salvato questa compagnia a costi ben diversi da quelli che andremo ad affrontare?
Voglio leggere, perché è quasi esilarante, ciò che hanno affermato i rappresentanti dell'opposizione, l'attuale maggioranza, il 2 aprile, in occasione dell'audizione alla Camera del Ministro Padoa Schioppa sulla questione Alitalia. Sentite cosa hanno detto, perché è veramente esilarante (non faccio il nome, basta andare a leggere i resoconti): «Signor Ministro, lo hanno capito i bambini, il mercato, i sindacati, la gente che non siamo di fronte ad una vendita ma ad una svendita e, se dovessimo limitarci ai semplici fatti, è iniziata con la prima gara che avete realizzato. Di fatto avete operato per creare le condizioni affinché gli altri scappassero, forse avevate già in mente di favorire Air France. La vostra svendita però è stata resa nota, svelata agli italiani grazie all'intervento dell'opposizione, in particolare del Presidente Berlusconi che ha chiaramente evidenziato gli elementi drammatici della vostra vergognosa operazione. Preferite far polemica - sentite, sentite - sull'evanescenza di una cordata che effettivamente esiste - così diceva il 2 aprile l'opposizione di allora - che sarà pronta ad intervenire nel momento in cui finirà, speriamo nell'interesse del Paese, la vicenda Alitalia».
Si prosegue con argomentazioni di questo tipo che stanno ad illustrare appunto che, improvvisamente, da allora è cambiato tutto e oggi il presidente della Commissione rivolge un appello a noi dell'attuale opposizione affinché comprendiamo la drammaticità della situazione: ma la situazione era già drammatica, signor Presidente! È chiaro che un'impresa che in sette degli ultimi otto esercizi ha registrato perdite - e che perdite, signor Presidente! - è un'impresa che da anni distrugge valore, non crea valore né ricchezza.
Come possiamo immaginare, addirittura, quella non è più un'impresa: Alitalia, infatti, negli ultimi otto anni è stata quella che in economia aziendale si chiama un'azienda di erogazione: ha preso soldi dagli altri semplicemente per distribuirli. Li ha distribuiti certamente a dei lavoratori, ma abbiamo ascoltato dal collega che mi ha preceduto in che condizioni costoro lavorano e quali responsabilità queste nuove sigle sindacali hanno avuto fino all'ultimo, perché a Berlusconi, che è stato il primo a far fallire quell'accordo, certamente si è aggiunta qualche sigla sindacale che ha fatto di tutto per impedire che tale accordo si realizzasse...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Borghesi, devo invitarla a concludere.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, proseguirò nel prossimo intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Compagnon, il presentatore dell'emendamento 1.5. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, hanno parlato in tanti sull'emendamento che ho presentato, che è una delle tre proposte emendative che il mio gruppo ha presentato con riferimento al provvedimento in esame. Solo tre, su tutto il complesso delle proposte emendative, a dimostrazione di una scelta ben precisa: noi non abbiamo condiviso il primo decreto-legge, tanto meno il secondo, né gli emendamenti al primo, adottato dal Governo precedente e da quello attuale.
Il mio emendamento 1.5, in maniera molto puntuale, entra nel merito di una soppressione di una parte del provvedimento, in particolare del terzo comma dell'articolo 1 del decreto-legge, che equipara tutti gli atti, i pagamenti e le garanzie posti in essere da Alitalia a quelli di cui al terzo comma, lettera d), dell'articolo 67 del regio decreto n. 267. In poche parole, tale comma stabilisce che gli atti e i pagamenti posti in essere dall'Alitalia non sono soggetti all'azione revocatoria; si prevede, cioè, facendo eccezione alla legge fallimentare, che gli amministratori della compagnia non saranno responsabili per aver provocato insolvenze o per aver contratto obbligazioni non adempibili...

Pag. 95

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Compagnon, purtroppo, per il suo gruppo ha parlato prima di lei l'onorevole Tabacci, quindi non posso concederle più di un minuto.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, dal momento che noi non facciamo ostruzionismo, mi fermo e riprenderò successivamente le mie considerazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palagiano, al quale ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, il mio intervento sarà brevissimo ed è un invito rivolto a lei personalmente. Ho molto rispetto per il tempo e credo che tutti i colleghi da questa mattina - noi anche questa notte - stiano dedicando il tempo all'esame di questo provvedimento. Ritengo che il problema posto dalla collega del Partito Democratico delle immagini scattate in Aula sia reale. Sono state scattate più fotografie in quest'Aula, ma le ricordo, signor Presidente, che in questa sede vi è la ripresa televisiva diretta, per cui mi sembra davvero strano e singolare condannare atteggiamenti di colleghi, a mio avviso legittimi, quando poi, in realtà, abbiamo le telecamere puntate su di noi.
Onorevole Bocchino, credo che sia molto più grave la pratica dei «pianisti», che dovrebbe essere deprecata trasversalmente, da qualsiasi parte provenga, degli scatti della macchina fotografica. Quindi, signor Presidente, per la prossima votazione la prego di sorvegliare ancora di più, altrimenti, purtroppo, le votazioni saranno illegali e antidemocratiche (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del Partito Democratico).

PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Palagiano, metterò il massimo impegno nel sorvegliare. Devo però ricordare che la pratica di scattare fotografie, al di là delle riprese televisive autorizzate, all'interno dell'Aula del Parlamento è una pratica che, per tradizione consolidata, non è ammessa. Ciò non toglie che la tradizione possa cambiare, basta che la Giunta per il Regolamento dica che la tradizione è cambiata, ma per il momento è così.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Razzi, al quale ricordo che ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.

ANTONIO RAZZI. Signor Presidente, con il decreto-legge in esame, che trasforma il prestito-ponte in patrimonio, si penalizzano le fasce sociali deboli. L'Italia dei Valori andrà fino in fondo con l'ostruzionismo. Chiediamo che si torni alla prima versione del decreto-legge, quella approvata dal Governo Prodi, e soprattutto che non si distolgano i Fondi dall'assistenza sociale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zazzera, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, continuiamo in questa maratona a parlare, seppur con una legittima pratica di ostruzionismo, di un problema che non dovrebbe far dormire sonni tranquilli a nessuno, neppure al Governo, che, per la verità, il 21 marzo - quando nel Paese era in carica un altro Esecutivo - affermava a piene pagine, con il proprio leader: «Mi impegno io. Nuova cordata in pochi giorni. Ormai sono impegnato io, quindi si fa. Penso ci sia la possibilità di concretizzare una cordata italiana in pochi giorni. Sono assolutamente fiducioso su questo e credo anche che si possa fare con il sostegno di importanti istituti di credito». Ciò avveniva mentre, nel frattempo, fuggiva dal nostro Paese l'unico vero acquirente, ossia Air France. Ovviamente, il Cavaliere pensava a qualcos'altro e a quella che Scajola chiama «Santa Intesa e San Paolo»...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zazzera.Pag. 96
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, nella discussione notturna sul complesso degli emendamenti, come gruppo Italia dei Valori, abbiamo sostenuto esattamente le tesi che bene ha riportato l'intervento odierno dell'amico Tabacci, ossia la necessità che il Governo e la sua maggioranza si fermino per non andare a sbattere: si nomini immediatamente un commissario straordinario e si applichino le leggi in vigore in questi casi, ossia la cosiddetta legge Marzano, ovvero «ex Prodi».
Signor Presidente, abbiamo anche ricordato, la scorsa notte, che il relatore in Commissione bilancio ha sollevato dubbi sulla copertura delle previsioni del Governo relative al fabbisogno e all'indebitamento netto. Per sostenere che vi è la relativa copertura, è stato esibito successivamente un documento anonimo, poi attribuito alla Ragioneria generale dello Stato, che prego davvero tutti i colleghi di andare a rileggere: ci servirà molto nella settimana del 23 giugno, quando discuteremo il provvedimento sull'ICI, perché, di fatto, esso contiene la dichiarazione che esiste un surplus, un extra gettito...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cambursano. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ventura. Ne ha facoltà.

MICHELE VENTURA. Signor Presidente, ho trovato molto interessanti le argomentazioni svolte dai colleghi Tabacci e Galletti, che hanno sottolineato e sottoposto alla nostra attenzione una riflessione che stiamo svolgendo da giorni nelle Commissioni parlamentari e in occasione dei vari scambi di opinioni che si susseguono sul tema Alitalia.
Vorrei riprendere essenzialmente un aspetto, per dire ai colleghi della maggioranza che, come gli stessi hanno potuto osservare, il gruppo Partito Democratico, in questo dibattito, si sta comportando con grande sobrietà. Voglio spiegare la ragione di tale comportamento. Noi avevamo individuato una possibile soluzione, che è stata giudicata dall'attuale Presidente del Consiglio come una svendita ad Air France, da far, quindi, saltare.
Abbiamo assistito ad annunci sulla cordata italiana, sul fatto cioè che ormai imprenditori italiani (senza peraltro che sia mai stata chiarita l'identità dell'operatore industriale interessato) erano pronti ad imbarcarsi nell'acquisto di Alitalia. Tuttavia, sono passate settimane e non abbiamo visto niente di questa natura. Allora deve essere chiaro un punto: la responsabilità di individuare una soluzione degna di questo nome è tutta nelle vostre mani (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori) e voi dovrete individuare e trovare questa soluzione.
Perché dico questo, colleghi? Perché ci siamo trovati effettivamente in una situazione singolarissima, ovverosia quella di un decreto-legge che - come è già stato ricordato - è cambiato tre volte: mi riferisco a un prestito-ponte che poi è diventato un intervento sulla patrimonializzazione; ad una sospensione della funzione di vigilanza svolta dalla Consob; ad un soggetto che sta conducendo un esame sui possibili acquirenti e che fino a qualche mese fa ha fatto parte di una cordata alternativa rispetto a quella che aveva finito per prevalere dal punto di vista della credibilità del progetto industriale.
È una situazione paradossale. Vorrei chiedere anch'io ai colleghi della Lega - ho sentito un collega stamane e anch'io sono rimasto colpito - cosa pensano sulla questione del mercato. Qui siamo di fronte allo stravolgimento dei principi fondamentali del funzionamento del mercato. Siamo di fronte a qualcosa che, su questo piano, risulta inqualificabile. Ha ragione Tabacci quando afferma che non c'entra niente Malpensa, perché questo aeroporto sta già risolvendo, attraverso logiche di mercato, alcuni tipici problemi che erano propri di Malpensa.

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ALBERTO TORAZZI. Avete svenduto gli slot! Vergogna!

MICHELE VENTURA. Allora, cari colleghi, si tratta di avere una visione concreta ed effettiva delle cose, che ci fa vedere come si sia sviluppato il sistema aeroportuale senza alcun controllo in varie parti del Paese, e come vi sia un collegamento con i più grandi aeroporti europei, i quali hanno saltato e continuano a saltare tranquillamente Malpensa, come è accaduto per anni. Si tratta di vedere le cose così come stanno.
Soprattutto, vorrei richiamarvi ad un punto preciso, cioè alle vostre responsabilità di fronte ai lavoratori di Alitalia, a questa grande compagnia e alle soluzioni che saprete davvero trovare. L'impressione, sinora, è che non sappiate indicare ed individuare una soluzione...

PRESIDENTE. La prego di concludere. Ha già detto con chiarezza tutto.

MICHELE VENTURA. L'impressione è che non saprete individuare una strada che sia in chiave con quella promessa elettorale, che non sarete in grado di mantenere (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina. Ne ha facoltà, per un minuto.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, credo che questa vicenda dell'Alitalia non progredisca per una responsabilità precisa da parte del Governo. Credo che l'insensibilità dei responsabili del Governo a discutere di questa vicenda sia chiara e palese. Qual è l'obiettivo? È molto semplice. È soltanto quello di crearsi un alibi e sperperare 300 milioni di euro, che poi saranno sottratti alle piccole e medie imprese italiane, che credo abbiano bisogno di queste risorse.
È drammatico inoltre che, nel silenzio assoluto del Governo, anche i rappresentanti della maggioranza, sia i rappresentanti della Lega sia altri (non solo loro) si trovano in silenzio a procedere in questa scellerata direzione. La procedura di infrazione presso l'Unione europea è alle porte e sicuramente creerà un ulteriore danno rispetto a quello già determinato. Su questo sicuramente i cittadini saranno chiamati a pagare.
Alla fine, le spese saranno fatte dai cittadini italiani ed anche da Alitalia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, volevo fornire qualche dato all'Assemblea, perché magari non tutti lo conoscono. La liquidità di Alitalia nel luglio 2007 era più o meno 600 milioni. A dicembre era diventata 360 milioni, a gennaio di quest'anno 280 milioni, a febbraio 180 milioni, a marzo 90 milioni che poi sono stati aumentati fino a 170. Il ritmo è di 3 milioni al giorno e 100 milioni al mese.
Adesso stiamo considerando questo prestito, che poi prestito non è perché si tratta di una ricapitalizzazione di 300 milioni. Comunque sia, a volere essere generosi, andiamo avanti sino a luglio, dopodiché se non si assisterà ad un risanamento vero di Alitalia, che fine farà l'azienda, nonostante il prestito? Cari amici del PdL, fatevi una riflessione su questi dati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo Governo sta autorizzando una società ad aggravare le regole basilari del mercato e del codice civile. Per quale motivo affermiamo questo? Perché è sotto gli occhi di tutti ed è stato ripetuto più volte, ma va sottolineato in questo minuto del mio breve intervento che vi sono due concetti fondamentali che andrebbero rispettati.Pag. 98
È una riflessione che non è rivolta ad alcuno dei deputati presenti in aula, ma credo che l'alfabetizzazione e l'etica della politica siano il primo comportamento di correttezza e democrazia. Non vi è necessità del carabiniere per controllare chi fa il doppio gioco e il «pianista», ma dovrebbe rientrare nelle regole del comportamento e della buona educazione del parlamentare. Infatti, chi guarda attraverso gli schermi di Sky si rende conto di un momento di difficoltà politica e potrebbero esistere anche gruppi di persone che non si vedono rappresentati...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARLO MONAI. Signor Presidente, anche in questo caso intervengo ancora una volta per rivolgere un appello agli amici della Lega Nord Padania. In particolare, in precedenza, nel suo intervento, il collega Reguzzoni sottolineava come in questi banchi dell'opposizione vi siano avvocati e professori universitari che si stanno da due giorni arrovellando il cervello su questo «benedetto», disastroso finanziamento del Governo ad Alitalia. Dunque, la domanda che pongo a voi, a cominciare dall'amico Buonanno o all'amico Cota, è la seguente: voi immaginate che qui vi sia una banda di pasdaran che si diverte a fare ostruzionismo fine a se stesso o vi sono ragioni di merito che, forse, dovrebbero essere scandagliate un po' più a fondo? In questo provvedimento assistiamo veramente al tradimento di quel «giuramento di Pontida» che dovrebbe essere un po' alla base dei vostri modi di essere in politica. I principi del liberismo e del mercato a cui prima Reguzzoni faceva riferimento sono assolutamente traditi e sconfessati...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Touadi. Ne ha facoltà.

JEAN LEONARD TOUADI. Signor Presidente, abbiamo assistito in questi giorni allo stravolgimento totale del decreto-legge adottato dal Presidente Prodi. Vorrei ricordare tre elementi che ne qualificano l'essenza. Il primo è il rispetto delle regole del mercato comunitario. Qui siamo davvero al di fuori di esse. Ho citato prima il mancato rispetto dell'articolo 3 del regolamento comunitario, potrei citare gli articoli 87 e 88.
Il Governo continua, persiste in questa azione di secessione dall'Europa di cui ho parlato prima. Però, vi è un secondo elemento importante: il rilancio di una grande azienda che occupa migliaia di lavoratori in un settore come quello della mobilità in tempi di globalizzazione, che rappresenta un settore chiave per la vita di una grande nazione come l'Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Luciano Dussin. Ne ha facoltà per cinque minuti, essendo il primo deputato della Lega Nord Padania che interviene.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente, troppo spesso nelle ultime ore, strumentalmente - lo osservo perché mi sono dilettato anch'io in opere di filibustering parlamentare -, dalle forze dell'opposizione si tirano in ballo gli uomini della Lega Nord.
Ebbene, in primo luogo respingiamo qualsiasi tipo di lezione su privatizzazioni, che siano relative ad Alitalia o ad altri settori pubblici, da parte di chi sta in coalizione con gruppi politici che fanno ancora riferimento a Prodi, perché abbiamo ancora ben viva, nella nostra memoria, la privatizzazione delle autostrade, operata da Prodi e D'Alema per arricchire spudoratamente e far diventare stramiliardari - in euro - i familiari della compagnia Benetton (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Quindi, non abbiamo assolutamente nulla da imparare da voi.
Peraltro, aggiungerei un altro elemento: il problema dell'Italia, se non vogliamo vivere di ipocrisie, lo conosciamo bene tutti. Alitalia si è trasformata in uno «stipendificio», con l'accordo di chi haPag. 99interessi elettorali che gravitano nell'area di Alitalia e di chi va sempre «a braccetto» con i sindacati: questo è il grande male di Alitalia, perché quando un'impresa ha decine di migliaia di dipendenti in esubero è destinata alla chiusura e allontana anche eventuali acquirenti.
Continuiamo a sentir dire che abbiamo perso un'occasione con Air France, per la vendita di Alitalia: bisogna anche vedere quali condizioni capestro aveva accettato il buon Prodi allora, perché se vendere significa assorbire decine di migliaia di stipendi in esubero, per regalare il cuore dell'attività produttiva, non serve essere scienziati in materie economiche per farsi tanto del male.
Dunque, Air France, capito ciò, ha, per così dire, fatto le valigie tirandosi indietro da sola.
Avanzo una proposta: visto che gli unici seri, in questa sede, su questo argomento, siamo noi, perché non abbiamo interessi elettorali di alcun tipo, se qualcuno ha intenzione di proporre il licenziamento di 10 mila dipendenti in esubero in Alitalia, noi siamo prontissimi a votare a favore, fin da subito (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Ma se nessuno ha il coraggio di affrontare il cuore del problema, stia almeno zitto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà, per un minuto.

IVAN ROTA. Signor Presidente, so' de' Berghem e me sè spostè da Palazzae per indà a Lec, o amò per indà dal colega Piffari in sima a la Val Seriana. Sö toch i mür, depertot ...
Ora traduco in italiano perché mi sento italiano, pur abitando a Bergamo.
Ovunque, nel percorrere le mie strade, vedo che sono affissi manifesti che hanno l'unico scopo di vendere il maquillage per rifare il trucco al Popolo della Libertà, di vendere il brand del «sole delle Alpi».
Vedo manifesti che recitano: «Padroni a casa nostra», «Padania libera», «No tasse a Roma», «Giù le mani dai nostri soldi» e manifesti dove campeggiano indiani rinchiusi nelle riserve, evocando il rischio che ciò accada anche al popolo padano.
Mi rendo conto che è più facile andare in stampa e lavorare di pennello, che agire con coerenza e con il cervello libero, e credo che i cittadini del Nord comincino a capire (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

GIANPAOLO DOZZO. Cominciano anche a capire chi si intesta gli appartamenti con i soldi pubblici (Commenti)!

PRESIDENTE. Per favore, per favore, osserviamo un comportamento adeguato alla dignità di quest'Aula.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà, per un minuto (Commenti) Prego onorevole Evangelisti, prenda la parola.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, mi spiace per questo alterco, perché davvero volevo sottolineare come finalmente ...

GIANLUCA BUONANNO. La Mercedes!

PRESIDENTE. Lasciate parlare il collega, per favore!

GIANPAOLO DOZZO. Io ho pagato un mutuo! Non mi hanno mica regalato niente!

PRESIDENTE. Onorevole, si rivolga alla Presidenza, questa è la regola.

GUIDO DUSSIN. Dica a di Pietro di girarsi, dà le spalle alla Presidenza! Anche questa è una regola!

PRESIDENTE. Ma è una regola anche quella di non interrompere i colleghi, ed è regola prioritaria! Onorevole Evangelisti, lei si rivolga a me e gli altri smettano di rumoreggiare!

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FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, la ringrazio e capisco che il suo lavoro oggi non è proprio facilissimo. Poco fa l'onorevole Dussin, poco prima di proporre 10 mila licenziamenti in Alitalia, ha avuto l'amabilità di ricordare quando, trovandosi all'opposizione, ha avuto anche lui motivo ed elementi per fare azione di filibustering.
Vogliamo ragionare con molta serenità e con molta pacatezza. Oggi siamo riusciti nel nostro intento, grazie soprattutto a contributi (lo sottolineo con piacere) quali quello del collega Tabacci o, da ultimo, dal collega Ventura; siamo riusciti ad entrare nel merito del provvedimento alla nostra attenzione. Grazie anche all'intervento del presidente della Commissione, l'onorevole Valducci, abbiamo messo in evidenza non soltanto l'incongruità del provvedimento...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Evangelisti.

FABIO EVANGELISTI. Presidente, sono stato interrotto più di una volta e non ho potuto terminare il mio ragionamento. Lo riprenderò più tardi.

PRESIDENTE. Mi spiace, ma devo far fede all'orologio che ho sul tavolo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi. Ho ascoltato le parole del presidente della Commissione, l'onorevole Valducci. È vero, il problema di Alitalia è un problema che viene da lontano, ma con il mio intervento desidero far capire - se ci riuscirò - da dove verranno presi questi soldi: verranno presi e sottratti dal sociale, dalla solidarietà e dalle piccole e medie imprese. Vorrei far capire che quei soldi verranno sborsati dagli italiani; vorrei farle capire, signor Presidente, che il dramma dell'azienda e i suoi problemi verranno rovesciati sui lavoratori; vorrei farle capire che siamo già alla seconda procedura d'infrazione che l'Europa apre verso l'Italia nel giro di pochi giorni; vorrei farle capire che stiamo parlando di provvedimenti privi di un piano industriale; vorrei farle capire che si tratta di un provvedimento «copia-incolla» di altri tre; vorrei farle capire che da un prestito ponte siamo passati agli aiuti di Stato; vorrei farle capire che le deroghe sono discriminatorie; vorrei farle capire che si viola il principio del libero mercato, e potrei andare avanti per tutto il giorno. Ora vorrei capire da lei di cosa stiamo parlando. Grazie, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porfidia. Ne ha facoltà.

AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, si è giunti al momento in cui gli italiani hanno bisogno di avere risposte concrete che ancora non riescono a trovare. Ancora una volta questo Governo, invece di risolvere i problemi delle famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese, invece di pensare ai problemi della sicurezza e della giustizia e invece di incrementare le infrastrutture e le politiche sociali, cosa fa? Prende 300 milioni di euro e li regala ad una società che si trova in enorme difficoltà, ma che comunque avrebbe potuto essere salvata già due mesi fa, attraverso una procedura che aveva visto Air France intervenire con un progetto finanziario e, soprattutto, con un progetto industriale (ciò che, tra l'altro, ci chiede l'Unione europea). Invece no, cosa fa il Governo Berlusconi? Incorre ancora in una procedura...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Porfidia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costantini. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARLO COSTANTINI. Signor Presidente, vorrei conoscere le ragioni della contrarietà sulla proposta emendativa al nostro esame espressa dal relatore e presidente della Commissione. Si tratta di un emendamento molto serio. Il comma 3Pag. 101introduce una deroga al sistema delle revocatorie, che solitamente può applicarsi soltanto in presenza di un piano di risanamento serio. Nel caso in esame il piano di risanamento non esiste, pertanto ritengo che sia estremamente pericoloso introdurre un regime di esenzione dall'azione revocatoria. Tale comma introduce un elemento di arbitrio da parte del consiglio di amministrazione, che da questo momento in poi potrebbe decidere chi pagare e chi non pagare, consentendo a chi verrà pagato di non subire il rischio di un'azione revocatoria. Non solo, esso introdurrebbe un'ulteriore violazione del sistema e una disparità di condizioni tra i creditori della società.
Chi, infatti, venisse pagato il giorno prima della legge di conversione di questo decreto-legge correrebbe il rischio di vedersi revocato il pagamento mentre chi venisse pagato il giorno dopo avrebbe la sicurezza di non incorrere nell'azione revocatoria. Si tratta di un emendamento molto serio ed invito i colleghi della maggioranza a riflettere in maniera approfondita sull'opportunità di approvarlo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Costantini.
Passiamo ...L'onorevole Baldelli ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, anche per non far torto al collega Giachetti, che aveva tenuto, durante l'ultima votazione - ormai più di mezz'ora fa, se non addirittura un'ora fa -, a chiudere gli interventi!
Rimango perplesso sul contenuto dell'emendamento e rimango anche perplesso sul fatto che, al di là di questioni di natura regolamentare e via dicendo, si aprono una serie di questioni e quindi, per così dire, giri di tavolo che continuano a protrarre le votazioni.
Credo che, invece, abbia fatto bene il collega Evangelisti a ricordare quanto il collega Tabacci prima ed il collega Ventura poi siano entrati nel merito di alcune questioni così come in precedenza ha fatto il presidente Valducci.
Si possono avere delle divergenze sulle coperture - che chiaramente sono quelle - ma anche sulle destinazioni, sul fatto che possano essere utilizzate o meno. Mi rendo conto che quando si mettono in atto certe pratiche c'è il rischio di essere ripetitivi, ma credo che sia comunque fondamentale attenersi al merito della questione: è anche un fatto che nobilita il Parlamento e che dà a quanti ci ascoltano da fuori (pochi o tanti che siano, attraverso Sky o Radio Radicale) la sensazione che si sta trattando un tema e ci si sta confrontando anche in maniera dura, se si vuole. È una durezza che capisco relativamente da parte dei colleghi di Italia dei Valori; credo che sia una scelta di natura più politica che non di merito, ma anche questo fa parte del gioco e non deve essere necessariamente messo sul banco degli imputati.
Ritengo, però, che attenersi al merito ci costringe a parlare dei problemi concreti che - il presidente Valducci faceva bene a ricordarlo - riguardano famiglie, lavoratori ed un'azienda che è patrimonio nazionale e rispetto alla quale l'esigenza di convertire in legge (non in fretta, ma al più presto) il decreto al nostro esame è a mio avviso un atto dovuto.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Ci tiene ad avere l'ultima parola!

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, il collega Baldelli nel suo discorso parlava di forti sorprese nell'ascoltare determinati interventi.
Vorrei dire che le sorprese non sono finite per l'onorevole Baldelli perché se ha la pazienza di assistere al prossimo voto ed ora dà uno sguardo ai banchi si renderà conto che ci sarà un'altra sorpresa: tanti banchi vuoti, dove ovviamente non potrebbero essere dati voti, improvvisamentePag. 102si accenderanno e daranno una maggioranza che non è presente in quest'aula.
La pregherei, Presidente, attraverso le forme che lei ritiene, di accertare - come richiede l'articolo 57 del Regolamento, comma 1 - che per l'ennesima volta non vi siano irregolarità nelle nostre votazioni e diversamente di agire secondo il Regolamento.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, le assicuro la massima diligenza.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Compagnon 1.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione ha espresso parere contrario.
(Segue la votazione).

Invito gli onorevoli segretari a procedere ad una stretta verifica rimuovendo le schede che risultassero sbadatamente lasciate al posto (I segretari ottemperano all'invito del Presidente).

AMEDEO LABOCCETTA. Da quella parte, Presidente!

MASSIMO VANNUCCI. Di là!

PRESIDENTE. Dov'è il segretario che si occupa di questo lato?
Onorevole Milanato!

UGO MARIA GIANFRANCO GRIMALDI. È una vergogna! Stanno votando per tre!

ANTONIO BORGHESI. Di là, Presidente!

PRESIDENTE. Hanno spento? Bene. (Una voce dai banchi del gruppo Partito Democratico: «Togliete quei giornali!»).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti e votanti 466
Maggioranza 234
Hanno votato 218
Hanno votato no 248
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

Prendo atto che il deputato Cera ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Franzoso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo all'emendamento Evangelisti 1-bis.22.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Prima di dargli la parola, però, vorrei invitare tutti i colleghi a rispettare il lavoro dei colleghi segretari e a cooperare perché possano svolgere al meglio la loro funzione (Applausi).
Prego, onorevole Borghesi, ha facoltà di parlare.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, vorrei sottolineare alcuni interventi svolti durante la discussione del precedente emendamento che hanno fatto riferimento ai contenuti dell'accordo che aveva interessato Air France.
Questo perché, più passa il tempo di questa discussione in Aula, più aumenta il rammarico per la volontà, che è ascrivibile solo ed esclusivamente al Governo attuale e al Presidente del Consiglio, di impedire che quell'accordo trovi realizzazione.
Vorrei anche invitare il collega Baldelli, considerato il suo ultimo intervento, ad ascoltare, appunto, i suoi interventi; capirebbe che la ripetitività, forse, non capita solo a noi, che abbiamo detto fin dall'inizio che stiamo facendo una battaglia per impedire che questi 300 milioni vengano posti a carico dei cittadini, dopo che l'attuale maggioranza ha tolto loro un altro miliardo nel 2004 e nel 2005.
Vogliamo semplicemente che i cittadini non siano chiamati a pagare per le colpePag. 103di un'azienda che, grazie all'accanimento terapeutico, è andata avanti nel produrre perdite fino ad oggi.
Il Presidente del Consiglio Berlusconi ha fatto fallire questo accordo; non c'è discussione su chi lo ha fatto fallire! Prima vi ho letto le dichiarazioni rese, dopo l'audizione del Ministro Padoa Schioppa, da parte di esponenti illustri di questa maggioranza, che rivendicavano il diritto all'intervento del Presidente Berlusconi e la sua capacità di svelare agli italiani che ciò che stava facendo il Governo Prodi era contrario agli interessi nazionali. Così si è detto!
Vorrei ricordare per sommi capi cosa prevedeva questo accordo. A proposito della questione dell'identità nazionale, prevedeva che fossero mantenuti per il periodo di cinque anni il logo, la livrea, il marchio Alitalia, la sede legale operativa in Italia, le licenze operative e i diritti di traffico, un ruolo autonomo di Alitalia al pari di Air France e KLM, la valutazione della modifica del nome della holding subordinatamente all'acquisizione del 100 per cento delle azioni Alitalia da parte del gruppo Air France-KLM.
Per quanto attiene ai profili di copertura territoriale, l'offerta prevedeva che Air France facesse ogni sforzo per assicurare un'adeguata copertura del territorio nazionale e del livello di servizio, lo sviluppo di lungo termine di servizi internazionali e intercontinentali da e per l'hub di Fiumicino, con priorità per i mercati del nord e Sudamerica, Estremo Oriente, Medio Oriente, Nordafrica ed Europa, l'offerta di una rete di collegamenti da Fiumicino coerente con le caratteristiche economico-industriali dell'Italia.
Sempre in merito a questi profili, Air France e KLM si impegnavano alla riapertura delle rotte con Cina e India, non appena queste attività potessero essere profittevoli e che le attività relative agli aeroporti di Malpensa e Linate fossero organizzate dal gruppo per consentire uno sviluppo di lungo termine armonico e finanziariamente solido.
Per quanto riguarda la governance, e cioè il sistema di governo societario, l'accordo prevedeva: la nomina nel consiglio di amministrazione di Air France-KLM di un consigliere addizionale di nazionalità italiana su indicazione del Ministero dell'economia e delle finanze, l'impegno a non cedere per almeno tre anni le azioni acquisite in sede di offerta pubblica, la presenza nel consiglio di amministrazione di Alitalia di due membri indipendenti; in aggiunta a questi che per sommi capi ho indicato, vi era un altro impegno fondamentale per garantire che comunque il libero mercato potesse esprimere qualche cosa di meglio (perché questo è il punto fondamentale, cari colleghi!): si specificava che gli impegni assunti non erano vincolanti nel caso in cui un cui uno o più soggetti avessero lanciato un'offerta pubblica concorrente migliorativa e il Ministero l'avesse accettata.

PRESIDENTE. Onorevole Borghesi, devo invitarla a concludere.

ANTONIO BORGHESI. Questa clausola garantiva che chi avesse potuto presentare un'offerta migliore poteva farlo, e quella offerta non è venuta fuori! E, dopo, ci hanno raccontato di cordate che non esistono.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Meta. È il primo a parlare del gruppo del Partito Democratico, si presume che parli a nome del gruppo.
Ne ha facoltà, per cinque minuti.

MICHELE POMPEO META. Signor Presidente, vi è una proposta emendativa successiva identica a quella in esame, di cui sono primo firmatario; per correttezza, voglio approfittare delle chance che mi offre il Regolamento: non potendo intervenire sull'emendamento successivo, parlerò su questo che è simile.
Nel provvedimento del Governo vi sono un po' di stranezze e tante forzature. Abbiamo più volte provato nel corso della discussione sulle linee generali, e soprattutto ieri, durante la discussione sul complesso degli emendamenti, a sottolinearlo.Pag. 104Noi vogliamo stare al merito, signor Presidente e signori della maggioranza, e mi rivolgo anche ai rappresentanti del Governo. Speravamo francamente che, rispetto a una serie di obiezioni, vi fosse un confronto con la maggioranza un po' più di merito: ciò fino adesso non è avvenuto, nonostante gli sforzi del presidente relatore della Commissione.
Io vedo un Governo assai distratto: un Governo che si è assunto responsabilità senza precedenti nel presentare a quest'Aula un provvedimento che costituisce una semplificazione, nel senso che esso è in realtà una sorta di «prendi uno e paghi tre», poiché riassume in sé tre provvedimenti precedenti. Se, anzi, il Governo avesse rispettato fino in fondo la legge, questa avrebbe potuto essere definita un'opera di razionalizzazione: invece, a partire dalla questione che adesso porrò, abbiamo visto che in questo modo il Governo ha generato grande confusione ed amplificato i rischi per la compagnia di bandiera.
In particolare, ad esempio, tale provvedimento modifica il meccanismo delle privatizzazioni. In questo senso, vi è un solo precedente del nostro Paese, ed esso risale proprio ad un altro atto assunto dall'attuale maggioranza nel corso della legislatura 2001-2006: mi riferisco alla questione della TAV e del general contractor; sappiamo, però, come quella vicenda andò a finire. Ritengo che questi meccanismi non solo rappresentano un indebolimento per la compagnia di bandiera, ma soprattutto ci espongono in modo irreversibile rispetto all'Europa.
Noi contestiamo questa modifica della normativa così da consentire lo svolgimento di una trattativa privata, e insieme contestiamo che si abbandona la sana abitudine dell'evidenza pubblica per selezionare il fornitore di servizio, cioè il cosiddetto advisor. In proposito, abbiamo anche segnalato - e lo diciamo senza avere alcun pregiudizio - che l'advisor si potrebbe trovare (è già successo) nella strana condizione di essere, allo stesso tempo, fornitore di servizi e magari potenziale partner finanziario in una cordata domestica.
Da queste considerazioni emergono i pochi - sei o sette - emendamenti, tutti di merito, che abbiamo presentato: essi tendono a mettere al centro i diritti e gli interessi della compagnia, i diritti e i destini dei suoi ventimila lavoratori, nonché il rilancio industriale di questo settore e della compagnia. Purtroppo, però, non siamo stati ascoltati. E siamo, anzi, tanto più pessimisti poiché ci sembra ancora di non scorgere cordate in arrivo.
Come abbiamo denunciato già nelle settimane scorse, oggi cominciate a capire anche voi qual è stato il delitto che si è commesso cacciando Air France dalla trattativa, e quali sono l'ampiezza e la profondità delle conseguenze che si pagano per averlo fatto. Oggi, infatti, non si naviga neppure più a vista: non vi è certezza neanche per i prossimi mesi e probabilmente l'unica prospettiva sarebbe la iattura della consegna dei libri di Alitalia in tribunale...

PRESIDENTE. Onorevole Meta, devo invitarla a concludere.

MICHELE POMPEO META. Non ce lo auguriamo, Presidente. Vi sarebbe solo un modo per evitare tutto ciò: che cioè l'azionista venga in quest'Aula e ci dica la verità, raccontandoci come stanno veramente le cose e sviluppando in questa sede - come faceva il Ministro Padoa Schioppa - un confronto libero tra maggioranza e opposizione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palagiano. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, continuando nel ragionamento di poco fa, devo sottolineare che non credo che stiamo perdendo tempo, poiché stiamo solamente cercando di limitare i danni per le famiglie e per i cittadini italiani di fronte a questo ennesimo spreco di denaro pubblico. Leggendo da Libero Mercato,Pag. 105ricordo che il primo aiuto che i Governi - e quindi i cittadini - italiani si sono sobbarcati in favore dell'Alitalia si ebbe nel 1997 e fu pari a 2.750 miliardi di lire; seguirono poi ripetute integrazioni con una scadenza poco più che quadriennale, tanto è vero che, nel 2002, furono erogati ulteriori 893 milioni e, nel giugno del 2004, ulteriori 400 milioni di euro.
Ma nel 2004 qualcosa è cambiato: si è rotto l'incantesimo e la Comunità europea ha cambiato le regole. Secondo le attuali regole, è stabilito...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Palagiano.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Razzi. Ne ha facoltà, per un minuto.

ANTONIO RAZZI. Signor Presidente, siamo di nuovo all'emergenza Alitalia. Il Governo Prodi aveva fatto una gara trasparente ed aveva trovato un partner industriale come Air France disponibile a prendersi una patata bollente, garantendo la continuità del nome Alitalia. In campagna elettorale Berlusconi ha fatto saltare l'accordo, giustificando ciò con la salvaguardia dell'identità nazionale di Alitalia e dei posti di lavoro e preannunciando una cordata italiana; Air France ha quindi rinunciato. Subito dopo le elezioni Berlusconi ha imposto la concessione di un prestito ponte di 300 milioni di euro ad Alitalia da restituire, comprensivo di interessi, entro fine anno, giustificandolo con la necessità di avere il tempo per attivare una cordata. Fino ad oggi questa cordata...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Razzi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, proseguiamo in questa lunga maratona al servizio dei cittadini e del Paese. Invito personalmente il Governo ad assumere un atteggiamento di maggiore responsabilità. Leggo un'agenzia delle ore 17 che vede Alitalia, secondo i dati dell'associazione delle compagnie aeree Aea, al trentaduesimo posto. I dati di aprile sono i peggiori in assoluto: Alitalia ad aprile, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, ha perso il 27 per cento del traffico, il 26 per cento dei passeggeri e il 16,7 per cento della capacità di offerta, mentre complessivamente le compagnie associate, a differenza di Alitalia, hanno registrato un aumento del traffico.
Credo, allora, che oggi ci troviamo davvero a discutere del destino di una compagnia importante, la compagnia di bandiera. Pertanto vi è la necessità di trovare rapidamente una soluzione, la quale non può che passare attraverso una privatizzazione vera, e non attraverso la statalizzazione...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zazzera.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà, per un minuto.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, l'interrogativo che in Parlamento dovremmo porci è sostanzialmente il seguente: il provvedimento al nostro esame va nella direzione di dare fiato e respiro ad un'azienda che è in coma, sì o no? Se la risposta è positiva, allora possiamo anche ragionare al fine di individuare strade possibili per trovare insieme un «salvatore», non di nome ma di fatto. Mi pare, però, che tutti i tentativi sinora percorsi non abbiano prodotto assolutamente nulla. Di imprenditori davanti alla sede centrale di Alitalia in fila per accaparrarsi ciò che rimane di questa azienda, non se ne vedono le tracce. Ve ne sono alcuni che vanno, cercano di guardare cosa c'è dentro, ma trovano soltanto disastri e se ne vanno via tranquillamente.
Credo allora davvero, signor Presidente, che faremmo un buon lavoro per il nostro Paese se non dirottassimo risorse destinate alle imprese per salvare...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cambursano.Pag. 106
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, spero di disporre questa volta di un minuto normale e non di «un minuto dell' Italia dei Valori», perché mi è capitato spesso in precedenza di essere interrotto. Ciò detto, per quanto riguarda la questione Alitalia, a cosa serve un prestito di 300 milioni di euro - che poi non è un prestito, ma un finanziamento che viola la normativa comunitaria in materia di concorrenza -, nel momento in cui Alitalia negli ultimi due anni ha perso rispettivamente 495 milioni di euro nel 2007 e già 200 milioni nel 2008?
A detta del Governo e di tutti gli intervenuti, l'azienda è in crisi, e ritengo pertanto vada trovata con attenzione una soluzione, considerato che la mancata soluzione può incidere anche sulla sicurezza. Se l'azienda è, infatti, priva di liquidità e non può andare avanti perché ha difficoltà, non vorrei che, alla fine, tutto questo possa incidere anche sulla sicurezza dei passeggeri. Avremmo una doppia beffa: una società che non va avanti, e passeggeri che rischiano per il solo fatto di prendere l'aereo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, sempre nella dialettica e nell'intento di far presente alcuni passaggi che, a nostro giudizio, non sono perfettamente corretti, ricordo che il Governo ha nominato un controllore che può scegliere se stesso o le aggregazioni alle quali deciderà di partecipare per acquisire il controllo dell'Alitalia. Si tratta di un fatto gravissimo!
Credo che vi sia, al momento, da parte del signor Berlusconi e del Governo, un sistema di tipo padronale e si tratta di una circostanza gravissima perché ritengo che il Governo voglia mettere radici all'interno dei gangli del potere dello Stato e della società civile. Ciò rappresenta un fatto gravissimo perché in medicina riteniamo che la salvezza, molte volte, qualora vi sia la presenza di virus all'interno dei gangli vitali del corpo umano, è possibile solo con l'acido retinoico e con l'axeroftolo palmitato che sono in grado di porre rimedio alla situazione.
Ritengo che l'Italia dei Valori, al momento attuale, abbia un compito insieme al centro e al centro sinistra...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Scilipoti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Touadi. Ne ha facoltà.

JEAN LEONARD TOUADI. Signor Presidente, prendo la parola a titolo personale per proporre all'Assemblea una riflessione sul ritiro di Air France da una trattativa che sembrava davvero poter dare, in un certo senso, un respiro e anche una progettualità più ampia alla nostra compagnia di bandiera.
Si è parlato di svendita dell'Alitalia ad Air France quando, invece, eravamo in presenza di una procedura estremamente trasparente, secondo quelle che sono le norme di mercato, e che avrebbe dato ad Alitalia una partnership all'interno di una cornice internazionale in grado di garantire un futuro alla nostra compagnia di bandiera. Ora tale opportunità non vi è più. Il presidente Spinetta ha detto che è necessario un esorcista per Alitalia ed ora il prestito ponte trasformato in patrimonio dell'Alitalia rischia di essere l'estrema unzione...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Touadi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, prendo la parola anche se avverto insofferenza, anche se talvolta i nostri interventi sono accolti da mugugni nei diversi settori dell'emiciclo da chi probabilmente deve prendere l'aereo o ha la pastasciutta sul fuocoPag. 107e da chi in Assemblea è poco interessato agli interessi della collettività. Ebbene, noi parliamo per i cittadini. I cittadini ci seguono, ci ascoltano, ci capiscono, lombardi e non. I cittadini italiani comprendono il nostro impegno, ieri con Retequattro, oggi con Alitalia e in futuro, allorché si porrà il problema dell'ICI e di dove andremo o, meglio, andrete a scovare i fondi per premiare alcuni a discapito di molti.
Noi dell'Italia dei Valori continueremo in Assemblea, con gli strumenti forniti dal Regolamento e con la correttezza imposta, a sollevare tali problemi, perché sappiamo che gli italiani ci comprendono, capiscono la nostra lingua e non il silenzio degli altri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà, per un minuto.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei continuare il mio intervento e chiedere di nuovo al presidente della Commissione (visto che abbiamo capito poco in materia) quale sia il piano di risanamento presentato. Vorrei proprio vederlo e cercare di capire dove sia.
Inoltre, mi piacerebbe anche sapere, tanto per attenerci al merito e alla concretezza (perché di ciò si parlava), dove sia il piano industriale, considerato che su tale punto il Governo tace. Infatti, se ci presentassero qualche elemento, magari riusciremmo anche a non svolgere degli interventi tutti dello stesso tenore, bensì diversi. Siamo di fronte a piani tanto paventati che, però, non si scorgono.
Vorremmo anche sapere quali sono le condizioni. Siamo di fronte a provvedimenti «pasticciati» che non troveranno soluzioni capaci di impedire...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porfidia. Ne ha facoltà.

AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente, per la verità ci saremmo aspettati, in virtù delle promesse fatte in campagna elettorale già due mesi fa, che in questo momento si potesse parlare di tutto tranne che di Alitalia. Infatti, due mesi fa pensavamo che il problema sarebbe stato risolto nel giro di pochi giorni: vi era una cordata italiana pronta a risolvere il problema e invece oggi ci troviamo a parlare non solo di un prestito (che non è più un prestito ponte), ma addirittura di un regalo ad una società che ancora continua a perdere moltissimi soldi.
Non è possibile continuare così - mi rivolgo anche al Governo - con simili emendamenti, approfittando di un decreto-legge addirittura emanato, chiesto a Prodi. Non è possibile che si continui così. Per tali motivi l'Italia dei Valori sarà sempre pronta a svolgere un'azione di ricerca della verità nei confronti dei cittadini.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Porfidia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costantini. Ne ha facoltà.

CARLO COSTANTINI. Signor Presidente, l'intervento del presidente della Commissione di qualche minuto fa tradisce la filosofia che sta ispirando la maggioranza. Il presidente della Commissione ha detto che non vi saranno problemi di rapporti con l'Unione europea, perché le sanzioni arriveranno tra qualche anno e vi sarà qualcuno che potrà pagare.
Ciò mi ha ricordato le parole del presidente di Mediaset, quando ha dichiarato che, per Retequattro, non vi è alcun problema, perché gli effetti della sentenza della Corte di giustizia arriveranno tra qualche anno. Mi ricorda anche i comportamenti della camorra e di chi è legato alla camorra in Campania che ha consentito che in territori vicini alle abitazioni fossero sepolti rifiuti tossici e nocivi, affermando che un domani vi sarà qualcuno pronto a bonificare.
La filosofia di rimandare i problemi a domani sta rovinando l'Italia, la sta rendendo più povera e costringerà i nostriPag. 108figli a vivere in un Paese più povero e più sporco e deve essere assolutamente respinta. Per questo motivo, l'Italia dei Valori continuerà a fare ostruzionismo per evitare che questi 300 milioni di euro ricadano, anch'essi, sulle future generazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, vorrei esprimere un personale disagio; infatti, lo scontro, anche aspro, anche duro, quando è uno scontro politico, rientra nell'ambito della dialettica politica. Tuttavia, vedo oggi che in quest'Aula si passa da un'atmosfera da stadio - che di sicuro non giova né alla democrazia né alle tradizioni democratiche della Camera - ad un clima, come in questo momento, di totale disinteresse e indifferenza.
Vorrei ricordare agli amici del Popolo della Libertà che stiamo discutendo di un provvedimento di 300 milioni di euro che verranno sottratti dalle tasche della gente che li ha votati per un'operazione che durerà tre mesi, come dicevo prima, e che sicuramente non servirà a nulla se non vi sarà un risanamento e un rilancio vero della compagnia di bandiera.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà.

CARLO MONAI. Signor Presidente, ci terrei a chiedere ad alcuni colleghi che saranno sicuramente più ferrati di me in materia aziendalistica e commercialista se il provvedimento del Governo sta in piedi o se, viceversa, cozzi contro i principi cardine del nostro diritto societario e del nostro sistema contabile.
Mi spiego: abbiamo un meccanismo - credo particolarmente innovativo - che nel provvedimento in esame viene adottato solo ed esclusivamente per Alitalia Spa, che prevede un prestito la cui destinazione e configurazione è subordinata a variabili che possono trasfonderlo in capitale sociale piuttosto che in un finanziamento vero e proprio, nel senso che dalla formulazione dei commi 2-bis, 2-ter e 2-quater non si capisce bene per quale motivo questi soldi...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Monai.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Aniello Formisano. Ne ha facoltà.

ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per svolgere qualche rapida considerazione su quanto sta avvenendo in questi giorni. Nella lunghissima discussione sul complesso degli emendamenti che abbiamo svolto ieri tra il pomeriggio e la sera, fra i vari punti che avevamo posto all'attenzione del Governo, vi era anche quello di valutare il fatto che questo complesso di norme che avete contraddittoriamente predisposto finisse con l'essere oggetto di attenzioni sicuramente da parte della Commissione europea e per determinare sicuramente una procedura di infrazione.
Era un contributo in positivo che volevamo fornire alla discussione, così come sempre facciamo, anche quando pratichiamo l'ostruzionismo, nel senso che cerchiamo sempre di aprire la mente a possibili risvolti non positivi. Debbo dire che l'intervento del presidente della Commissione mi ha prospettato un modo di riflettere e di pensare che fino ad ora non avevo mai acquisito nelle aule parlamentari: sostenere che la procedura di infrazione va poi a maturazione ben 11 anni dopo, così come è stato sostenuto...

PRESIDENTE. Onorevole Formisano, la ringrazio.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Evangelisti 1-bis.22, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.Pag. 109
Invito tutti a comportarsi in modo conforme alla dignità dell'Aula.
(Segue la votazione).

ANTONIO DI PIETRO. Ma se lì sono tre, perché ci sono quattro voti? Perché? Perché? Signor Presidente, abbia pazienza! I voti lì devono essere tre, non quattro (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Mi rivolgo a lei, signor Presidente!

PRESIDENTE. Lei si rivolge a me e io le rispondo.

ANTONIO DI PIETRO. Perché? Ma perché (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)?

PRESIDENTE. Ha già espresso il suo parere, abbiamo capito. Nessuno in quest'Aula non ha capito la sua posizione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 470
Votanti 469
Astenuti 1
Maggioranza 235
Hanno votato 216
Hanno votato no 253
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

ANTONIO DI PIETRO. Perché? Ma perché (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)?

PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, lei segnala delle irregolarità che le sono evidentemente note e che non sono state registrate come tali, né dai segretari d'Aula, né dalla grande maggioranza dei presenti all'interno di quest'Aula.

ANTONIO DI PIETRO. Ma non si nasconda dietro un dito!

PRESIDENTE. La invito a tenere un tono più urbano.

ANTONIO DI PIETRO. La invito a fare il suo dovere!

PRESIDENTE. Prendo atto che i deputati Cesare Marini, Bachelet e Porfidia hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Scandroglio ha segnalato che non è riuscito a votare contro.
Prendo altresì atto che il deputato Minniti ha segnalato di aver erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto votare a favore.
Passiamo all'emendamento Meta 1-bis.7.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lovelli. Ne ha facoltà.

MARIO LOVELLI. Signor Presidente, questo emendamento... Signor Presidente, posso iniziare?

PRESIDENTE. Non solo può, ma deve cominciare!

MARIO LOVELLI. Pensavo, di essere in qualche modo impedito ...

PRESIDENTE. Invito tutti ad osservare un ragionevole silenzio, in modo da poter ascoltare l'intervento del collega. Vorrei, inoltre, ricordare che, a termini di Regolamento, quest'aula ha una Presidenza e nessuno è autorizzato a sostituirsi ad essa. Vada avanti...

MARIO LOVELLI. Vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi e dell'Aula complessivamente su questo emendamento che riguarda un punto fondamentale del provvedimento al nostro esame. Direi che è il punto centrale su cui è utile una riflessione da parte di tutti, soprattutto da parte dei colleghi della maggioranza perché, con il passaggio contenuto nell'articolo in questione, viene praticamente sancita ed aperta una strada, che poi prosegue in tutto il contesto dei commi successivi, ad una normativa in deroga che, come abbiamo già avuto modo di rimarcare inPag. 110precedenza, è originata dal fatto che il Governo ha deciso di scegliere una procedura con un difetto d'origine. Il difetto di origine consiste nell'abbandonare la strada maestra intrapresa dal Governo precedente e di avventurarsi nella ricerca di una cordata nuova in grado di intervenire e di rilevare la società Alitalia.
Per fare questo il Governo ci propone di seguire una procedura in deroga alla legislazione vigente. Vorrei ricordare ai colleghi che la legislazione vigente, in particolare il comma 2 dell'articolo 1 del decreto-legge n. 332, poi convertito dalla legge n. 474 del 1994 (la legge che disciplina le procedure di dismissione di partecipazione dello Stato e degli enti pubblici in società per azioni) stabilisce che: «L'alienazione della partecipazione di cui al comma 1 è effettuata con modalità trasparenti e non discriminatorie finalizzate anche alla diffusione dell'azionariato fra il pubblico dei risparmiatori e degli investitori istituzionali (...)».
Invece, l'articolo 1-bis così com'è riformulato, come frutto del copia e incolla dei tre decreti-legge che sono stati varati in sequenza su questa materia, prevede esplicitamente: «Al fine di salvaguardare gli interessi pubblici di particolare rilevanza e in deroga a quanto disposto dall'articolo 1, comma 2, del decreto-legge n. 332 del 1994, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 1994, n. 474 (...)», e poi prosegue.
Si tratta di un'impostazione che, asserendo di partire dalla salvaguardia degli interessi pubblici, in realtà finisce per operare nel senso di derogare alla normativa che ho appena letto, la quale ha proprio l'obiettivo di effettuare le dismissioni con modalità trasparenti e non discriminatorie. Di fatto, con questa impostazione e con questa normativa che viene proposta alla nostra attenzione, si attiva una deroga che è discriminatoria, tanto è vero che l'Unione europea ha già posto alla sua attenzione questo provvedimento ed ha preannunziato l'attivazione di una procedura di infrazione che riguarda sia la parte finanziaria, vale a dire la natura del prestito ponte poi trasformato in una ricapitalizzazione, sia la procedura che, derogando alla norma che ho ricordato, deroga anche alla normativa...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARIO LOVELLI. ... che è prevista dall'Unione europea.
Quindi, sottolineo ciò perché questa strada apre a dei passaggi pericolosi che bisogna evitare, perché ci porterebbero ad assumere anche responsabilità pesanti nei confronti della società e dei cittadini italiani che ne pagheranno le conseguenze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, nel mio precedente intervento ho cercato di dimostrare - e continuerò in questo percorso - il perché sta aumentando in continuazione il rammarico per il fatto che l'attuale maggioranza ha voluto far saltare un accordo che avrebbe risolto il problema Alitalia: se vi fosse stato, oggi non saremmo in quest'Aula di fronte a prospettive difficili sul piano degli scenari e, soprattutto, allo stravolgimento delle regole del gioco del mercato. La mancanza di trasparenza che si realizzerà da questo momento sulla vicenda fa male al mercato, alla credibilità del nostro Paese e all'Italia nei suoi rapporti con le istituzioni internazionali.
Ho dimostrato che quell'accordo nulla toglieva all'identità nazionale di Alitalia, né alla copertura territoriale, che veniva garantita al nostro Paese al livello di servizio, e che la governance prevedeva comunque una presenza italiana forte all'interno degli organismi decisionali del gruppo Air France. Dopo aver già ricordato che, se vi fosse stato qualcuno in grado di fare meglio, costui avrebbe potuto presentare un'offerta migliore e ciò avrebbe permesso di superare l'offerta di Air France, vorrei richiamare un altro aspetto che attiene anche al diritto societario.Pag. 111La natura pubblica del soggetto azionista non attribuisce a tale soggetto poteri e obblighi diversi da quelli che incombono su un'azionista privato. Le norme che definiscono i poteri e le responsabilità degli amministratori nei confronti della società, delle controparti e degli enti di controllo non distinguono, infatti, a seconda che gli azionisti siano pubblici o privati, tant'è che hanno dovuto inserire quella «schifezza» di norma che stravolge completamente le regole e che prevede, appunto - come ha sottolineato il collega Costantini - che addirittura vi possano essere debitori trattati in modo diverso a seconda del momento del pagamento anche dal punto vista dell'esercizio dell'azione revocatoria.
Anche il nostro Paese in qualche modo è un'azienda, e l'azienda Italia ha un consiglio di amministrazione, che è il Consiglio dei ministri; ha un presidente ed un amministratore delegato, che è il Presidente del Consiglio, e vorrei ricordare che nel diritto societario esiste un'azione: l'azione di responsabilità nei confronti degli amministratori. Credo, dunque, che quando questa vicenda sarà conclusa e potremo valutare appieno il risultato di ciò che è accaduto, nonché confrontare le condizioni di perdita ed i danni che questo Paese avrà subito rispetto all'accoglimento della soluzione Air France, avremo anche la possibilità di apprezzare e di dare una dimensione e un valore a tali danni. Quel giorno qualcuno dovrà essere chiamato a rispondere del danno enorme che si causerà con questa vicenda al nostro Paese!
Ebbene, di fronte a questa situazione, ricordo che, sempre nel corso dell'audizione del Ministro Padoa Schioppa, vi sono stati interventi con i quali si è inteso affermare, ad esempio, che le condizioni di acquisto di Air France erano assolutamente inaccettabili e che il Governo era in grado di fare un'offerta di acquisto vincolante a condizioni irricevibili, lungo un contorno di possibilità assolutamente mortificante per l'economia del Paese.
E noi, oggi, andiamo a confrontare quelle condizioni di salvataggio di Alitalia rispetto ad una situazione nella quale neppure sappiamo se vi siano linee guida per il salvataggio! Pensiamo che già il 2 aprile vi siano stati interventi assolutamente ridicoli da questo punto di vista...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ANTONIO BORGHESI. Concludo, signor Presidente. Già il 2 aprile esponenti di questa maggioranza affermavano persino che Alitalia avesse proprietà addirittura superiori alle capacità di Air France di acquistare la nostra compagnia di bandiera. Quando si sentono informazioni e simili dichiarazioni, si capisce bene perché oggi conduciamo questa battaglia per i cittadini italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brigandì, al quale ricordo che ha cinque minuti di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, l'oratore che mi ha preceduto, già degnamente rappresentato da un partito il cui simbolo era l'asino - e che adesso, melius re perpensa o melius re perspecta, è giustamente rappresentato dall'uccello - ha affermato concetti che non riesco a capire, per un motivo molto semplice.
Il Regolamento prevede che ci si esprima nella lingua italiana, che prevede gli aggettivi dimostrativi «questo», «codesto» e «quello». Quando si afferma «questa maggioranza», i casi sono due: o l'opposizione ritiene di aver vinto le elezioni - e allora sarebbe opportuno andare a verificare i numeri, per capire che ciò non è avvenuto - (e quindi, di conseguenza si dice una bugia), oppure si dice una cosa che non si riesce a capire, perché «questa maggioranza» è vicina a colui che parla e quindi lontana, in quel caso, da colui che sta parlando, appartenendo alla minoranza. Forse sarebbe opportuno ripensare e riconsiderare di tornare al simbolo dell'asino!
Ciò detto, a proposito delle cose dette e ridette in passato, voglio sottolineare che c'è stato uno che ha passato il suo tempoPag. 112a dire, con aria sprezzante: «Io non scenderò mai nella politica», mentre oggi lo vediamo a capo del suo partito. Sarebbe simpatico capire quali siano i meriti politici che l'hanno portato a questa situazione, perché, se non vi fossero meriti politici - e se uno, ipoteticamente, avesse avuto come primo incarico quello di Ministro dei lavori pubblici -, dovremmo andare a ricercare altri meriti non politici, che sarebbero ancora più gravi.
Signor Presidente, approfitto della circostanza che lei ha fatto una citazione. Ne farò una molto meno dotta, che rappresenta esattamente l'espressione che ho nel mio cuore: «Nello specchio questa sera ho scoperto un altro volto. La mia anima è più vera della maschera che porto. Finalmente te lo dico, con la mia disperazione, caro mio peggior nemico travestito da santone» (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Palagiano, al quale ricordo che ha un minuto di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

ANTONIO PALAGIANO. Signor Presidente, non voglio tirare sempre in ballo la Lega, ma solo replicare brevemente alle parole che ho ascoltato. Ho difficoltà nel comprendere, da un lato, se la Lega è a favore di questo finanziamento, a nostro avviso incomprensibile (continuare a bruciare quattrini per l'Alitalia è un accanimento terapeutico) e, dall'altro lato, se si proponga il licenziamento di diecimila dipendenti di Alitalia. Noi del gruppo Italia dei Valori abbiamo proposto non di mandare a casa diecimila famiglie, ma di reinvestire il lavoro di queste persone nel Ministero della giustizia, affinché le stesse possano continuare a svolgere la loro attività e affinché i processi siano snelliti e la giustizia, in Italia ancora molto lenta, vada avanti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Razzi. Ne ha facoltà.

ANTONIO RAZZI. Signor Presidente, la crisi dell'Alitalia viene da molto lontano. Per Alitalia, che in undici anni è riuscita a chiudere il bilancio in utile soltanto due volte, rimane difficile stabilire con esattezza l'inizio della fine e fissare quello spartiacque che ha segnato la fine dell'epopea degli anni d'oro e ha innescato irreversibilmente un declino. Dall'inizio degli anni Novanta più di una volta Alitalia è stata sull'orlo del baratro, ma, ad un passo dal fallimento, è riuscita a salvarsi grazie a iniezioni di denaro pubblico e ad accordi in extremis con i sindacati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zazzera. Ne ha facoltà, per un minuto.

PIERFELICE ZAZZERA. Signor Presidente, proseguiamo con questa lunga maratona per cercare di capire come venir fuori dal problema e come aiutare l'Alitalia ad uscire dalla crisi e i cittadini italiani a capire se qualcuno intende mettere le mani nelle proprie tasche per fare un'operazione che è esclusivamente di statalizzazione. Lo dico con una simpatia che, pur essendo un meridionale, nutro nei confronti degli amici della Lega, e a loro chiedo come possano consentire un'operazione simile, dato che loro stessi hanno più volte dichiarato di essere contrari. Devo inoltre dire che anche al loro interno, pur ponendo la questione di Malpensa come prioritaria, le idee sulla questione non sono chiare, dato che la Moratti, sempre il 21 marzo scorso, sembrava essere contraria, così come Galan rispetto all'aeroporto Malpensa poneva una questione di privilegi per gli aeroporti...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zazzera.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cambursano. Ne ha facoltà, per un minuto.

RENATO CAMBURSANO. Signor Presidente, continuo a chiedermi perché questoPag. 113Governo e questa maggioranza siano così cocciuti nel portare a compimento l'operazione di conversione di questo decreto-legge rispetto al quale l'Unione europea ha già attivato una procedura d'infrazione il cui esito è già scritto. D'altra parte, abbiamo appreso proprio in questi giorni che è vero che a distanza di anni arriverà la sanzione, quindi secondo il relatore, il presidente della Commissione di merito, intanto pagheranno i nostri figli o i nostri nipoti. Forse invece tale atteggiamento è comprensibile, perché si vuole portare l'azienda Alitalia al fallimento per poi realizzare lo «spezzatino», e così vendere i pezzi privilegiati, dandoli preventivamente alle quattro società di Autostrade e ai loro azionisti di riferimento affinché poi possano rivendere i pezzi privilegiati che ancora rimangono. Noi non ci stiamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vietti. Ne ha facoltà, per cinque minuti.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, un'agenzia ASCA delle 17,51 anticiperebbe l'apertura di una procedura d'infrazione o comunque di un'azione legale da parte della Commissione europea nei confronti dell'Italia per il prestito-ponte; tale procedura dovrebbe avviarsi l'11 giugno prossimo, dal momento che il prestito-ponte sarebbe considerato aiuto di Stato.
Non oso immaginare, se questo è il giudizio che viene anticipato sul prestito-ponte, che cosa dirà la Commissione europea sul successivo decreto-legge che fa dei 300 milioni addirittura una capitalizzazione di Alitalia. Un'altra agenzia di stampa del pomeriggio di A&A, l'associazione delle aviolinee europee, comunica che il traffico dei passeggeri di Alitalia è in caduta libera: ad aprile, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, Alitalia ha perduto il 25,9 per cento e nel primo quadrimestre del 2008 ha perso il 13,4 per cento. Le perdite, del dato passeggeri per chilometri, ammontano, ad aprile, al 27,3 per cento e, nel primo quadrimestre, al 14 per cento.
Questi dati, uniti a quelli che il collega Tabacci ha ricordato prima, danno un quadro che è chiaramente se non fallimentare, prefallimentare o di chiaro stato di «decozione» o di crisi, chiamiamola come vogliamo. Peraltro, questo stesso dato di condizione di crisi dell'azienda è ammesso dallo stesso Governo, nella misura in cui nel decreto-legge richiama l'articolo 67 della legge fallimentare per mettere i pagamenti di Alitalia al riparo sotto l'ombrello dell'esenzione della revocatoria. Ma quand'è che si esenta dalla revocatoria un'azienda? Quando evidentemente si immagina che l'azienda sia in condizioni o fallimentari o prefallimentari. Quindi, la confessione della condizione fallimentare dell'azienda è stata scritta dal Governo, come propria confessione nel decreto-legge stesso.
Ora, se questo è, mi permetto di ricordare al presidente Valducci, che ha fatto una perorazione molto appassionata dell'intervento del Governo in questa materia, che quando sul mercato ordinario si danno, in una misura come questa, soldi ad una azienda che è pacificamente in condizioni di «decozione», si pongono le premesse per la bancarotta, per la bancarotta preferenziale o per la bancarotta fraudolenta. Queste sono le condizioni. Dunque, ritengo che anche di fronte alla notizia - che io riferisco, ma che è tutta da verificare - dell'avvio della procedura di infrazione, il Governo sia ancora in tempo per ripensare la sua politica nel confronti di Alitalia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Touadi. Ne ha facoltà, per un minuto.

JEAN LEONARD TOUADI. Signor Presidente, intervengo per confermare la notizia testé data dal collega Vietti.
Un'agenzia France Press delle 17,47 in francese - traduco direttamente dal francese - anticipa la notizia, evidentemente: «Bruxelles compte ouvrir une procédure d'infraction», Bruxelles pensa di aprire una procedura di infrazione il prossimo 11Pag. 114giugno contro il Governo a proposito del prestito di 300 milioni di euro accordato all'Alitalia e che costituisce, secondo Bruxelles - dice una fonte della Comunità - un aiuto di Stato.
La Commissione ha analizzato la risposta chiesta al Governo e l'analisi ha dimostrato che questo prestito è assimilato ad un aiuto di Stato. L'Alitalia non può ricevere - cito la fonte - un aiuto di Stato, qualunque sia la sua forma, fino al 2011. Mi chiedo, dunque, cosa stiamo facendo?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.

IGNAZIO MESSINA. Come definire l'atteggiamento del Governo che, sordo a tutte le istanze, continua imperterrito nel suo silenzio? Ritengo che sia la vera ostruzione - l'ostruzione all'Italia - ma cosa deve accadere per poter ritirare questo decreto-legge scellerato? Anche l'apertura della procedura di infrazione: che figura facciamo in Europa? Questo silenzio continua ad essere ancor più grave perché non si dice quale sia il piano industriale, non si dice la strategia per la scelta del partner. Non si indica assolutamente niente. L'unica cosa che si stabilisce è di togliere dalle tasche degli italiani 300 milioni di euro per poter poi finanziare una società che è in grande difficoltà.
Credo che non vi sia nient'altro da aggiungere, signor Presidente. Chiedo un impegno. Visto che per quanto riguarda le votazioni abbiamo scoperto che c'è una maggioranza anche consolidata, chiedo un patto d'onore ai colleghi: almeno per una volta, facciamo una bella figura, votiamo senza bisogno di suonare il pianoforte!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. La notizia che arriva da Bruxelles conferma in tutti i modi quanto in questi giorni e in queste ore abbiamo detto al Governo. La Commissione europea ha già avviato al suo interno una procedura. Oggi è terminata la procedura interna ai servizi amministrativi, la cosiddetta interservizi.
Il collegio confermerà la posizione negativa della Commissione sul decreto-legge riformato dal Governo Berlusconi, perché configura un aiuto di Stato. Quindi, chiaramente stiamo discutendo di un provvedimento che è dunque ormai certificato in chiara violazione delle norme europee, e sul quale la Commissione avvierà una procedura che arriverà ad una sanzione nei confronti del Governo italiano. Quindi, non solo è una manovra già di per sé troppo costosa per i contribuenti italiani, ma dovremo pagare ulteriormente le sanzioni che la Commissione europea avvierà.
Mi chiedo se si sia mai verificato un precedente, in Europa, in cui, a procedura di infrazione praticamente avviata, un Parlamento è ancora costretto a discutere di un decreto-legge che è palesemente, ormai certificato, illegittimo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porcino. Ne ha facoltà.

GAETANO PORCINO. Signor Presidente, ci stavamo chiedendo, con i colleghi, anche alla luce delle notizie che sono arrivate adesso, cosa altro dobbiamo aspettare e cos'altro deve succedere, affinché vi sia qualche ripensamento da parte del Governo.
In qualche angolo di questo emiciclo, qualcuno afferma che siamo accaniti noi ad attuare filibustering, ma forse l'accanimento più grande non sta qui, in questa Aula. La ricetta, per un amministratore, dovrebbe essere quella di amministrare come un buon padre di famiglia, così si dice. Vorrei chiedere agli amici del Popolo della Libertà o al Governo: ma se questi 300 milioni fossero vostri (sono anche vostri, in parte, considerato che fanno parte della finanza pubblica), li avreste spesi così, con tanta disinvoltura, sapendo che al ritmo di tre milioni al giorno, in tre mesi finisce tutto, senza che si sia concluso nulla, né per il piano occupazionale, né per il risanamento dell'azienda, né perPag. 115il rilancio della compagnia di bandiera? Che altro deve succedere...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Porcino.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.

DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, l'intervento che mi accingo a svolgere è ancora un'altra riflessione, che non vuole toccare alcuno in Assemblea, ma al grido «Perché?» credo che ci sia una spiegazione.
La spiegazione è nella logica di comportamento scorretto e di un comportamento padronale da parte di molti - e non voglio essere offensivo nei confronti di alcuno - che entrano in Parlamento e diventano deputati nazionali solo ed esclusivamente per una scelta padronale, e non devono rispettare le regole della democrazia, ma devono rendere conto solo ed esclusivamente a caste e a lobby! Questo è un fatto gravissimo, perché oggi chi ci ascolta non riesce più a capire se il sistema democratico possa tutelarlo, o se invece non saranno altri sistemi che le piazze dovranno attuare per ribellarsi a logiche, che non sono né di democrazia, né di buon comportamento. Ecco il perché! ...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Scilipoti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Monai. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARLO MONAI. Signor Presidente, concludo affermando: «Tanto tuonò che alla fine piovve». Ma qui, addirittura, si prefigura una tempesta e una gradinata senza precedenti sul Parlamento italiano, che continua imperterrito, come se nulla fosse, nonostante l'apertura della procedura di infrazione, che peraltro avevamo tutti previsto, in qualche modo, considerata la velleitaria iniziativa del Governo in questo contesto.
Domando anche ai colleghi avvocati (l'avvocato Pecorella, l'avvocato Paniz, l'avvocato Contento, ve ne sono tanti eccellenti giuristi): non ritenete che il provvedimento in esame sia anche contrario ai cardini della nostra Costituzione, in particolare all'articolo 3, dal quale discendono il principio di uguaglianza e il principio di ragionevolezza? Come facciamo a dare una patente di insolvenza ad Alitalia, nel momento in cui variamo un provvedimento-catenaccio ad hoc, che contrasta tutte le regole di mercato, tutte le regole di trasparenza e della legge fallimentare?
A me pare che sia veramente un'operazione molto pericolosa, che al di là delle censure comunitarie, prefigurerà anche una responsabilità politica, ma direi anche amministrativa, in capo a qualcuno che gestisce i soldi pubblici come fossero suoi.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Monai.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rota. Ne ha facoltà.

IVAN ROTA. Signor Presidente, cui prodest? A chi giova? A cosa serve buttare altri 300 milioni senza un progetto, senza una strategia, senza un piano industriale?
Siete sicuri, onorevoli signori del Governo, onorevoli colleghi del Popolo della Libertà, onorevoli colleghi della Lega, che i cittadini siano così creduloni da berla ancora? Fateci il piacere! Come potete giustificare il buttare - letteralmente, in questo caso - all'aria altri 300 milioni di euro oltre a quanto dovremo corrispondere a seguito della procedura di infrazione aperta in queste ore? Il Popolo della Libertà si è presentato come tutore degli imprenditori; ebbene, se con questi 300 milioni di euro avessimo creato le condizioni per sostenere, anche soltanto con 10 mila euro di fido di cassa in più, 30 mila aziende (che mediamente, piccole o medie, hanno cinque dipendenti) avremmo fatto l'interesse dell'Italia, dell'impresa e di 150 mila lavoratori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale,Pag. 116l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà per un minuto.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, ieri, con uno splendido intervento da quest'altra parte, aveva anticipato ciò che oggi è successo: l'avvio della procedura di infrazione.
Ho molto da imparare dalla sua esperienza e dalla sua competenza. Stamattina ha fatto una citazione che sono andato e cercare perché non la conoscevo. Il riferimento era al filosofo Peguy - spero di pronunciarne correttamente il nome -, ad una critica che questi muoveva al pensiero filosofico racchiuso nell'etica di Kant. La sua citazione non era proprio precisa, la riporto con una traduzione ovviamente un po' maldestra. La citazione corretta era: il Kantismo ha le mani pulite, ma non ha mani. Parafrasandola e calandola nella nostra triste realtà: il leghismo non ha le mani pulite, le ha legate (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Paladini. Ne ha facoltà.

GIOVANNI PALADINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi è stata aperta la procedura di infrazione e credo che si tratti di un tema nuovo, qualcosa di nuovo dopo essere stati in questa sede due giorni, forse a parlare delle stesse cose. Può, però, un Parlamento approvare una legge che già in partenza è illegittima? Credo che ciò debba essere valutato dal presidente della Commissione. Soprattutto, però, deve esserci la trasparenza, si deve essere chiari perché quando viene proposto di stare qui in Aula a capire le questioni a me farebbe piacere capire chi sono questi investitori, quali sono questi interessi dello Stato, cos'è questa salvaguardia degli interessi pubblici, quali sono queste dismissioni, qual è questa ricapitalizzazione, se sono state rispettate queste norme europee, considerato che è stata aperta la procedura di infrazione. Quali sono le prospettive e gli scenari...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paladini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Porfidia. Ne ha facoltà, per un minuto.

AMERICO PORFIDIA. Signor Presidente si è verificato quello che tantissimi colleghi avevano previsto in quest'Aula: è stata annunciata una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia. Ci troviamo di fronte ad un Governo che da una parte dice che siamo legati all'Europa e dall'altra va contro le leggi europee. Mi chiedo se possiamo approvare un provvedimento del genere quando la Comunità europea più volte ci dice che è illegittimo e che non è possibile farlo.
Noi riteniamo che il Governo sia ancora in tempo per cambiare rotta in quanto è non con un aiuto di Stato che si può risolvere il problema di Alitalia, ma attraverso un piano finanziario e soprattutto industriale quale quello che aveva proposto il Governo Prodi attraverso Air France. È in questo modo che, secondo me, possiamo risolvere anche la procedura di infrazione. Siamo ancora in tempo, il Governo è ancora in tempo, si redima.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costantini. Ne ha facoltà.

CARLO COSTANTINI. Signor Presidente, le notizie che arrivano da Bruxelles ci impongono un momento di riflessione. Credo che sia opportuno anche per il Governo e per i colleghi di maggioranza valutare l'opportunità di non spingerci oltre. Torniamo al prestito ponte, rispetteremo gli impegni che Berlusconi ha preso con il Governo Prodi quando ha preteso l'adozione di questo provvedimento e quando ha preteso che fosse elevato addirittura a 300 milioni di euro.
Berlusconi si rivelerebbe rispettoso degli impegni che assume e devo dire che sarebbe quasi un fatto straordinario.
Anche la Lega sarebbe coerente con quanto dichiarato a maggio; a maggio, in Senato, la Lega ha dichiarato che il prestito-pontePag. 117era l'unico punto di mediazione possibile rispetto all'alternativa del fallimento. Restituiremo, in questo modo, qualche mese di serenità alle famiglie dei lavoratori di Alitalia e potremo lavorare insieme per trovare delle soluzioni alternative. Torniamo al prestito-ponte, torniamo indietro, non spingiamoci oltre.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Reguzzoni. Ne ha facoltà.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, intervengo solo per riportare qualche elemento di conoscenza in più, visto che ne abbiamo sentiti tanti. Questa è carta intestata della società Alitalia: è un documento che viene emesso il 16 marzo e che riporta le condizioni per la cessione della quota di Alitalia ad Air France. È solo un'informativa, perché credo che molti colleghi non lo abbiano mai letto. All'interno di questo documento vi sono alcuni impegni che venivano richiesti e che andavano proprio contro il mercato; è la logica che aveva spinto la Lega a dire di non essere d'accordo. Tra questi, al punto i), si legge: «Il rilascio di un impegno scritto da parte della competente autorità governativa a mantenere il portafoglio attuale dei diritti di traffico Alitalia». Questo nonostante il riposizionamento della flotta. Un impegno senza tempo da parte del Governo non esiste in un contratto con una società privata!
E poi proseguiva: «Il Governo italiano, come organo collegiale, non dovrà avere assunto alcuna decisione formale» ed altro. Ci sono anche altre clausole che, per brevità, non sto a leggere, però lo metto agli atti e a disposizione dei colleghi. L'assenza di un qualsiasi atto governativo che rende illegittima una delle operazioni previste dal contratto! Addirittura, c'è una serie di condizioni, credo, inaccettabili per un Parlamento e un Governo...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Reguzzoni.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Meta 1-bis 7, non accettato dalla Commissione né dal Governo. Cerchiamo, per favore, di dare al voto le massime garanzie possibili di regolarità. Invito a collaborare anche i presidenti di gruppo. È una cosa che dà disdoro ai gruppi nei quali accade che ci siano delle irregolarità di voto.
(Segue la votazione).

Invito gli onorevoli segretari a controllare la regolarità della votazione, ritirando le tessere nei banchi (I segretari ottemperano all'invito del Presidente). I segretari hanno completato i controlli? Sì?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:

Presenti 458
Votanti 456
Astenuti 2
Maggioranza 229
Hanno votato 213
Hanno votato no 243
(La Camera respinge - Vedi votazionia ).

Prendo atto che la deputata De Biasi ha segnalato che non è riuscita a votare.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo?

FABIO EVANGELISTI. Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha la facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, nella votazione che si è appena effettuata sono risultati presenti della maggioranza duecentoquarantatré deputati; sorvoliamo sul numero effettivo dei votanti. Però, questo significa che il numero legale è garantito soltanto dalla presenza responsabile dell'opposizione.

Pag. 118

MANUELA DAL LAGO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà

MANUELA DAL LAGO. Signor Presidente, apprezzo molto che al momento delle votazioni lei costantemente richieda ai segretari e ai presidenti di gruppo il controllo delle tessere, affinché non ci siano persone che votino anche per altre. Lo apprezzo moltissimo; lo apprezzerei in modo particolare se invitasse i suoi colleghi dell'UDC a non votare per altri, come è successo in Aula pochi secondi fa. Infatti è tutto il giorno che ci sentiamo dare lezioni di morale e di comportamento da questa parte dell'Aula; ma è tutto il giorno che vediamo che questa parte dell'Aula o urla perché qualche suo deputato sta entrando in ritardo e cerca così di poterlo far votare (e mi riferisco all'onorevole Di Pietro), o fa votazioni aggiuntive per altri. C'è un detto - lo riporta una persona laica - secondo cui chi vuole scagliare la prima pietra forse è meglio che guardi se stesso. Guardate molto spesso a quello che fate, prima di andare a parlare degli altri; e a volte vergognatevi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE. Onorevole Dal Lago, il mio ammonimento era rivolto a tutti i gruppi, e tutti i gruppi sono stati egualmente controllati.

FILIPPO ASCIERTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, volevo farle una richiesta: oggi ricorre il centonovantaquattresimo anniversario dalla fondazione dell'Arma dei carabinieri (Applausi) e in qualità di carabiniere parlamentare, propongo di fare gli auguri a chi dà sicurezza e più libertà agli italiani.
Dato che sono in corso celebrazioni in ogni parte d'Italia, e anche qui a Roma, volevo chiederle, visto che in tal senso vi è un'espressione, un desiderio da parte di molti parlamentari legati da affetto e da valori all'Arma dei carabinieri, se i nostri lavori possono consentirci l'opportunità di raggiungere Piazza di Siena per poter assistere alla celebrazione della festa dell'Arma (Applausi).

PRESIDENTE. Onorevole Ascierto, la sua richiesta può essere accolta solo se esiste l'unanimità morale dell'Aula. Comunque è stata convocata la Conferenza dei presidenti di gruppo, la quale penso si occuperà anche di questo. Noi proseguiamo i nostri lavori; ascolteremo poi quello che la Conferenza dei presidenti di gruppo avrà stabilito in materia.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, anche alla luce della situazione e della richiesta dell'onorevole Ascierto, vorrei chiedere alla maggioranza (la quale, per carità, può anche andare avanti, come è accaduto nel pomeriggio, fingendo di essere maggioranza senza esserlo), ai presidenti di gruppo e all'onorevole Vito (che fa contemporaneamente il Ministro, il Presidente della Camera e il capogruppo) se a questo punto non si possano apprezzare le circostanze e considerare che forse, onde evitare di procedere con votazioni irregolari, converrebbe magari sospendere la seduta. Fra l'altro, sta per riunirsi la Conferenza dei presidenti di gruppo, che lo stesso «uccellino» dell'altra volta mi ha suggerito dovrebbe decidere che la prosecuzione del dibattito sia rinviata a martedì prossimo. Sarebbe dunque così grave, a questo punto, visto che mancano dieci minuti a quella riunione, avere il buon senso di sospendere la seduta, anche in funzione di quello che ha detto l'onorevole Ascierto, e non proseguire in questo modo?

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, la sua proposta mi sembra ragionevole. MiPag. 119corre comunque l'obbligo di farle osservare che, per quanto l'onorevole Vito sia assai versatile, vi è un ruolo che in quest'Aula non ha, ed è quello di Presidente della Camera: esiste una Presidenza di questa Camera che garantisce la libertà e l'indipendenza di tutti.
Quanto alla domanda sulle motivazioni del comportamento della Presidenza che ho sentito riecheggiare in Aula, vorrei far osservare che - ferma restando l'indegnità morale del voto per interposta persona - l'obbligo della Presidenza è quello di garantire il risultato delle votazioni. E quando la differenza è di 30 o 40 voti, è difficile immaginare che il risultato sia stato falsato, per quanto resti sgradevole dover vedere che taluni riescono a sottrarsi ai controlli ed a votare come non dovrebbero.
Ciò detto, è stato avanzata la proposta di sospendere la seduta in attesa dell'esito della Conferenza dei presidenti di gruppo. Se nessuno si oppone, credo di poter accedere a tale richiesta.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà al termine della Conferenza dei presidenti di gruppo.

La seduta, sospesa alle 18,50 è ripresa alle 19,25.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, l'organizzazione dei lavori per la prossima settimana è stata così modificata.

Martedì 10 giugno, alle 9,30, avrà luogo lo svolgimento di due interpellanze urgenti, tra cui l'interpellanza Lenzi ed altri n. 2-00033 (Iniziative di contrasto al fenomeno della violenza sulle donne, anche alla luce dell'azzeramento del fondo violenza contro le donne a seguito del recente decreto-legge in materia fiscale).
Alle 10,30 si proseguirà con l'informativa urgente del Governo riguardante interventi urgenti in relazione ai recenti eventi calamitosi verificatisi in Piemonte.
Dalle ore 12 (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni) riprenderà il seguito dell'esame del disegno di legge n. 1094 - Conversione in legge del decreto-legge 23 aprile 2008, n. 80, recante misure urgenti per assicurare il pubblico servizio di trasporto aereo (Approvato dal Senato - scadenza: 23 giugno 2008).
Al termine avrà luogo la votazione relativa alle dimissioni del deputato Alemanno.

Mercoledì 11 e giovedì 12 giugno (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni) avrà luogo l'eventuale seguito dell'esame del disegno di legge n. 1094 - Conversione in legge del decreto-legge 23 aprile 2008, n. 80, recante misure urgenti per assicurare il pubblico servizio di trasporto aereo (Approvato dal Senato - scadenza: 23 giugno 2008), nonché lo svolgimento delle ulteriori interpellanze urgenti già previste per la mattinata di martedì 10 giugno e delle interpellanze urgenti che potranno essere presentate nella giornata di lunedì 9 giugno.

La costituzione delle Commissioni bicamerali, già prevista per giovedì 12 giugno, è differita di una settimana, sulla base di una richiesta in tal senso pervenuta dal Senato.
Il seguito dell'esame del disegno di legge n. 1094 - Conversione in legge del decreto-legge 23 aprile 2008, n. 80, recante misure urgenti per assicurare il pubblico servizio di trasporto aereo (Approvato dal Senato - scadenza: 23 giugno 2008), è dunque rinviato alla seduta di martedì 10 giugno 2008.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Pag. 120

Martedì 10 giugno 2008, alle 9,30:

1. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

(ore 10,30)

2. - Informativa urgente del Governo riguardante interventi urgenti in relazione ai recenti eventi calamitosi verificatisi in Piemonte.

(ore 12)

3. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 4 - Conversione in legge del decreto-legge 23 aprile 2008, n. 80, recante misure urgenti per assicurare il pubblico servizio di trasporto aereo (Approvato dal Senato) (1094-A/R).
- Relatore: Valducci.

4. - Dimissioni del deputato Alemanno.

La seduta termina alle 19,30.

ERRATA CORRIGE

Nell'indice della seduta del 4 giugno 2008, a pagina III, seconda colonna, prima riga la parola «Commissione» si intende sostituita dalla seguente: «Comitato».
Nel resoconto sommario della medesima seduta, a pagina X, prima colonna, righe ventinovesima e trentesima, le parole: «della Commissione» si intendono sostituite dalle seguenti: «del Comitato»; sempre a pagina X, riga trentasettesima , le parole: «della Commissione» si intendono sostituite dalle seguenti: «del Comitato».
Nel resoconto stenografico della stessa seduta, a pagina 87, seconda colonna, righe trentesima e trentunesima, le parole: «della Commissione» si intendono sostituite dalle seguenti: «del Comitato»; sempre a pagina 87, riga trentottesima, le parole: «della Commissione» si intendono sostituite dalle seguenti: «del Comitato»;
a pagina 88, prima colonna, righe seconda e terza, le parole: «della stessa Commissione» si intendono sostituite dalle seguenti: «dello stesso Comitato».

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. ddl 1094-A/R - em. 1.1 514 512 2 257 250 262 51 Resp.
2 Nom. em. 1.26 508 505 3 253 243 262 48 Resp.
3 Nom. em. 1.29 526 524 2 263 251 273 48 Resp.
4 Nom. em. 1.24 520 517 3 259 246 271 45 Resp.
5 Nom. em. 1.150 514 486 28 244 270 216 44 Appr.
6 Nom. em. 1.9 520 519 1 260 244 275 43 Resp.
7 Nom. em. 1.4 524 522 2 262 248 274 43 Resp.
8 Nom. em. 1.36 433 431 2 216 197 234 44 Resp.
9 Nom. em. 1.37 252 250 2 126 8 242 54 Resp.
10 Nom. em. 1.10 488 487 1 244 232 255 48 Resp.
11 Nom. em. 1.20 474 474 238 225 249 47 Resp.
12 Nom. em. 1.5 466 466 234 218 248 47 Resp.
13 Nom. em. 1-bis. 22 470 469 1 235 216 253 47 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 14
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1-bis. 7 458 456 2 229 213 243 47 Resp.