XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di giovedì 7 maggio 2009

TESTO AGGIORNATO AL 26 MAGGIO 2009

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
la crisi economica globale ha sconvolto una parte consistente del settore manifatturiero italiano che rappresenta una fetta importante e strategica del Pil nazionale;
nonostante da più parti si cominci ad avanzare un timido ottimismo sull'uscita dalla crisi, per le piccole e medie imprese il peggio non è certamente passato: l'indicatore del clima di fiducia nell'industria manifatturiera di febbraio ha segnato un'ulteriore discesa, che ormai dura da 22 mesi, la contrazione è dovuta principalmente alla riduzione degli ordini interni ed esteri e dalle peggiorate aspettative di produzione;
la produzione industriale in Italia nel 2008 si è contratta del 4,3 per cento rispetto al 2007: la più forte caduta dal 1975; le rilevazioni di inizio 2009 non forniscono spunti di novità rispetto alla situazione precedente, in gennaio la produzione industriale realizzata in Italia è stata inferiore del 21,9 per cento a quella di gennaio 2008;
a febbraio la cassa integrazione ordinaria è cresciuta del 553,17 per cento, a marzo del 925 per cento rispetto agli stessi mesi del 2008, nel primo trimestre 2009 l'aumento è stato del 589 per cento rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno;
Unioncamere prevede quasi 90.000 dipendenti in meno in tutti i settori dell'economia solo nei primi 3 mesi del 2009, anche in conseguenza del fatto che il 31 per cento delle imprese manifatturiere ha registrato un peggioramento nella concessione del credito nell'ultimo anno;
il Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi ha sostenuto nel corso di una recente audizione svoltasi innanzi alla Commissione Finanze della Camera dei deputati il 17 marzo 2009 che il credito delle banche italiane nei confronti delle imprese ha decelerato nettamente, colpendo particolarmente i prestiti alle imprese con meno di 20 addetti e all'industria manifatturiera;
a ciò si aggiunge il fatto che in Italia le imprese sono creditrici nei confronti dello Stato per cifre vicine ai 60 miliardi di euro, una situazione gravissima in questi tempi di crisi;
la crisi si fa pesantemente sentire anche nei distretti industriali dove la tendenza negativa è generalizzata, si stima che le aree distrettuali abbiano una cassa integrazione di circa 12 milioni di ore;
nel distretto tessile di Prato il monte ore della cassa integrazione (ordinaria e straordinaria) registrata nel febbraio 2009 è cresciuto rispetto al 2008 del 246,7 per cento. La media di crescita del 2008 rispetto al 2007 è stata del 49,7 per cento. Più che preoccupante lo scenario della mobilità: nel periodo gennaio-febbraio 2009 si è registrato - rispetto allo stesso periodo del 2008 - un aumento del 24,5 per cento. I licenziati sono passati da 407 a 539 (in tutto il 2008 i lavoratori in mobilità sono stati 1931);
nel distretto della ceramica di Sassuolo che fattura poco meno di 8 miliardi di euro, occupa più di 42.000 dipendenti ed esporta oltre il 70 per cento della produzione ceramica nazionale in 150 paesi, con un saldo attivo della bilancia commerciale di oltre 4 miliardi, a metà marzo 2009 risultano sospesi dal lavoro più di 5.000 lavoratori, di cui 3.000 in cassa integrazione ordinaria, 1.700 in cassa speciale, 500 a orario ridotto con contratto di solidarietà;
anche nei distretti dell'oreficeria (Valenza, Vicenza, Arezzo) la crisi ha un andamento molto preoccupante. Solo ad Arezzo nel mese di gennaio 2009, le ore

di integrazione (ordinaria e straordinaria) richieste sono state 188.583, + 292 per cento rispetto allo stesso mese del 2008 quando erano state 64.461; nel mese di febbraio 2009, le ore richieste sono salite a 333.942, con un incremento del 330 per cento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente (erano state 101.232); nel mese di marzo le ore di cassa integrazione dalle 38.350 del 2008 sono salite a 301.235, con un incremento del 785 per cento;
ma sono molti altri i distretti in crisi da quelli dell'occhialeria a quelli della nautica da diporto, dal vetro al mobile, al conciario, al calzaturiero e così via, in un vero e proprio bollettino di guerra: ciò fa dire che è questa una crisi senza precedenti dalla quale è necessario uscire dando luogo a interventi di sostegno mirati, immediati ed efficaci;
con il decreto-legge n. 5 del 2009, appena approvato il Governo ha perso una buona occasione per mettere in campo interventi finalizzati a sostenere le piccole imprese ed in particolare il sistema dei distretti italiani,

impegna il Governo:

al sostegno del reddito per i lavoratori dipendenti e autonomi, finalizzato alla ripresa del lavoro o al reimpiego e, comunque, fino al 31 dicembre 2010, attraverso cig straordinaria, indennità di mobilità e assegno di disoccupazione, con tempi certi di erogazione dei trattamenti entro il quindicesimo giorno del mese successivo al verificarsi dell'evento;
all'adozione di misure per la fruibilità effettiva da parte delle piccole e micro imprese dell'intervento del Fondo Centrale di Garanzia (L. 662/1996 e L. 266/1997) e degli interventi previsti dalla L. 33/2009 e alla promozione di accordi operativi col sistema creditizio volti a facilitare la rinegoziazione dei debiti delle piccole e micro imprese, in particolare per le aziende conto terziste;
all'introduzione di quote riservate alle piccole e medie imprese negli appalti pubblici per la fornitura di beni e servizi;
ad accelerare il percorso della semplificazione amministrativa, secondo il principio di sussidiarietà nel rapporto tra imprese e pubblica amministrazione, favorendo l'avvio di nuove imprese;
a introdurre, previa negoziazione con l'Unione Europea, nei distretti industriali e a favore delle reti di impresa, un sistema fiscale premiante (detassazione degli investimenti) per le imprese che investono nel rafforzamento del capitale societario, del capitale tecnologico e del capitale umano (occupazione);
a introdurre misure che consentano di equiparare, in termini di benefici fiscali, i consorzi di acquisto territoriali ai cosiddetti «grandi utilizzatori», riguardo ai consumi di energia elettrica e gas naturale;
alla reintroduzione per le aziende tessili dell'applicazione monitorata degli studi di settore per il 2008 e il 2009 nei casi di forte contrazione del fatturato e/o diminuzione consistente delle ore lavorate;
a svolgere un'azione pressante presso l'Unione Europea perché sia resa operativa la proposta di regolamento sulla etichettatura di origine di alcuni prodotti industriali, tra i quali quelli del settore tessile-abbigliamento, che la Commissione Europea ha adottato il 16 dicembre 2005;
a svolgere, altresì, una costante pressione a livello dell'Unione Europea, e ove possibile in accordi bilaterali con altri Paesi non appartenenti all'Unione europea, per raggiungere l'obiettivo della reciprocità dei dazi doganali e la rimozione delle barriere non tariffarie.
(1-00165) «Franceschini, Soro, Sereni, Bressa, Giacomelli, Lulli, Bersani, Baretta, Fluvi, Damiano, Bellanova, Ventura, Brandolini, Castagnetti, Ceccuzzi, Cenni, Codurelli, De Pasquale, Fontanelli, Froner, Gatti, Ghizzoni, Lanzillotta, Lenzi, Marchi, Marchioni, Martella, Mattesini, Merloni, Miglioli, Motta, Pizzetti, Scarpetti, Velo, Viola, Zucchi, Benamati, Marco Carra, Vico, Strizzolo».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
l'industria chimica rappresenta per il nostro Paese un valore aggiunto sia sul piano degli insediamenti produttivi presenti in più Regioni; con siti, in particolare, a Porto Marghera, Ferrara, Mantova, Ravenna, Assemini, Porto Torres ed altri; sia sul piano occupazionale per il numero rilevante di addetti, sia sul piano produttivo e commerciale;
le prospettive dell'industria chimica nazionale sono state oggetto di più intese tra il governo, gli enti locali e le parti sociali ed, in particolare, si fa riferimento all'accordo di programma del 14 dicembre 2006;
il settore produttivo chimico è fortemente integrato tra i diversi impianti che costituiscono, pertanto, un unico assetto di filiera;
in tale quadro l'insediamento industriale di Porto Marghera rappresenta il cardine di tale integrazione con circa 2000 dipendenti diretti e circa 1500 occupati nell'indotto;
l'azienda Vinyls, di proprietà del cav. Sartor, ha di recente rilevato dalla multinazionale Ineos, la proprietà dello stabilimento di Marghera ed altri;
la nuova proprietà ha pubblicamente sottoscritto con le autorità e i sindacati di garantire la continuità produttiva ed occupazionale, sulla base dell'accordo di programma sopra citato;
esistono rapporti commerciali intrecciati tra la suddetta Vinyls e l'Eni;
destano preoccupazione le notizie provenienti dal territorio veneziano relative alla richiesta di istanza di fallimento da parte di Vinyls;
le conseguenze di tale iniziativa comprometterebbero il futuro non solo degli insediamenti veneziani, ma, per le motivazioni sopra riportate relative alla integrazione di filiera, dell'intero assetto produttivo chimico italiano;
le ragioni di tale iniziativa fallimentare avrebbero origine nella modifica degli accordi commerciali in atto tra Vilnys ed Eni;
il Governo, come sopra ricordato con riferimento agli accordi di programma, è direttamente ed esplicitamente coinvolto e nella sua veste istituzionale garante della loro realizzazione;
l'Eni è un'azienda pubblica -:
quale sia lo stato della situazione in atto e quali siano le possibili conseguenze;
quali siano i termini degli accordi commerciali e produttivi e le loro prospettive;
quali iniziative intendano adottare al fine di far fronte alla situazione di emergenza produttiva ed occupazionale laddove fossero confermate ipotesi sommariamente enunciate in premessa, al contempo dando corso ed applicazione integrale al citato accordo di programma.
(2-00375)
«Franceschini, Baretta, Sereni, Martella, Murer, Rubinato, Tempestini, Viola».

Interrogazione a risposta scritta:

GIULIETTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nel marzo scorso, la società editrice de Il Mattino s.p.a., società controllata

dalla Caltagirone Editore, ha presentato un piano di ristrutturazione aziendale «in presenza di crisi» che prevede un complessivo ridimensionamento sul mercato editoriale della suddetta testata giornalistica;
in particolare, nell'ambito di tale progetto è previsto un drastico ridimensionamento del personale giornalistico, con un taglio di circa 37 unità, trasferimenti e riduzione delle retribuzioni per chi resta in organico, nonché la soppressione della redazione romana e degli uffici di corrispondenza di Milano e Reggio Calabria;
la presunta necessità di adottare tali drastiche iniziative nei confronti dei lavoratori è argomentata dal summenzionato editore esclusivamente con la perdita in bilancio patita negli ultimi tempi a seguito di una contrazione del mercato pubblicitario e, in generale, dell'attuale crisi economica;
inoltre, secondo quanto rilevato anche in una nota diffusa del Comitato di Redazione de Il Mattino, il succitato piano di ristrutturazione, a fronte delle forti penalizzazioni previste nei confronti dei lavoratori, non contiene alcun progetto di rilancio e di investimento dell'azienda stessa, scaricando esclusivamente sui giornalisti, sulle loro famiglie e sui tanti lettori, il peso di un periodo di crisi economica sofferto dalla società editrice del quotidiano napoletano come d'altronde da buona parte delle aziende operanti nel nostro Paese;
inoltre, sempre secondo quanto previsto dal nuovo piano di ristrutturazione, il nuovo Mattino «sarà fortemente orientato alla sua area di diffusione primaria» e le informazioni politiche ed economiche del Mezzogiorno saranno affidate a «conoscenze presenti nelle testate del Gruppo»;
è evidente che tali proposte, se attuate,relegherebbero la principale testata del Mezzogiorno ad un ruolo ancillare nel panorama dell'informazione nazionale e, di conseguenza, comporterebbero un impoverimento del mondo dell'informazione sul Mezzogiorno;
il ruolo dell'informazione, in particolare se continua e qualificata come è quella che il quotidiano napoletano ha saputo offrire fino ad oggi, risulta particolarmente importante tanto più in un momento di profonda crisi economica e sociale per l'intero Paese ed in particolare per il Mezzogiorno d'Italia;
la disciplina dei contributi all'editoria, di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250 e successive modificazioni, e alla legge 7 marzo 2001, n. 62, e altre disposizioni successivamente intervenute, rende possibile erogazioni per milioni di euro, anche a favore di giornali di tiratura scarsa, ma non tutela i lavoratori in presenza di una crisi -:
quali siano gli intendimenti in merito ai fatti esposti in premessa ed in particolare se non ritenga che il nuovo piano aziendale presentato dal Mattino S.p.a non rappresenti un danno per l'opinione pubblica nazionale, meridionale e napoletana;
se non si ritenga opportuno intervenire presso la società editrice del quotidiano Il Mattino S.p.A affinché possa riconsiderare la decisione assunta in ordine al licenziamento dei 37 giornalisti individuando nell'ambito del previsto piano di ristrutturazione aziendale misure strutturali idonee a limitare gli effetti negativi sul piano occupazionale e a garantire al Mezzogiorno un'informazione qualificata e continua come quella offerta che il quotidiano napoletano ha saputo offrire fino ad oggi;
se non si ritenga opportuno intervenire, anche attraverso l'adozione delle iniziative normative necessarie al fine di garantire che i contributi statali previsti a favore dell'editoria siano destinati anche ad una maggiore tutela dei lavoratori impegnati in tale settore.
(4-02942)

AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta scritta:

ZAZZERA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
l'11 aprile 2009 il rimorchiatore italiano Buccaneer con a bordo dieci italiani, cinque romeni e un croato, è stato sequestrato da pirati somali nel golfo di Aden;
il 19 aprile le autorità del Puntland hanno dichiarato che il rimorchiatore non sarebbe stato catturato dai pirati ma fermato dalla sicurezza locale perché accusato di trasportare rifiuti tossici da gettare nelle acque somale;
il medesimo giorno è giunta la smentita dalla Micoperi, la ditta proprietaria del Buccaneer, che ha dichiarato che il rimorchiatore era vuoto e che quindi non poteva trasportare alcun materiale tossico;
il 12 aprile è stato sequestrato un cargo greco con a bordo 22 filippini e vi è stato l'assalto ad un'altra imbarcazione del Togo;
due pescherecci egiziani sono stati catturati il 13 aprile;
il rimorchiatore Buccaneer e i pescherecci egiziani sono stati inoltre portati in acque contese tra Puntland e Somaliland, provocando ulteriori tensioni tra le due regioni;
il 25 aprile 2009 l'imbarcazione Melody della compagnia italiana Msc Crociere, è sopravvissuta all'attacco dei pirati a nord delle Seychelles, davanti alle coste somale;
la nave Melody aveva a bordo ben 991 passeggeri e oltre 500 membri dell'equipaggio;
pochi giorni dopo la nave Smeraldo è sfuggita per due volte ad un arrembaggio;
ad oggi circa 300 uomini sarebbero prigionieri nel Puntland;
molte di queste informazioni ci giungono grazie ai giornalisti inviati, che verificano lo sviluppo degli eventi recandosi di persona sul posto;
in particolare, il giornalista del Corriere della Sera, corrispondente per l'Africa, il 3 maggio 2009 ha pubblicato un articolo con diversi aggiornamenti sulla missione segreta della San Giorgio, imbarcazione vicina alle acque dove si troverebbe il rimorchiatore italiano Buccaneer;
all'interrogante risulta che da oltre due settimane l'inviato Alberizzi sarebbe bloccato a Gibuti, in attesa di raggiungere Puntland;
all'inviato sarebbe stato negato il visto di ingresso utile per consentirgli di acquisire informazioni sul rimorchiatore Buccaneer e sul suo equipaggio, che conta dieci italiani;
il Governo italiano in una nota avrebbe chiesto alle autorità del Puntland di non rilasciare il visto al giornalista, in apparente violazione del diritto di informazione dell'opinione pubblica -:
se quanto riportato nella presente interrogazione corrisponda al vero e se sì, se non intenda chiarire le motivazioni che impediscono il rilascio del visto di ingresso in Puntland del giornalista Massimo Alberizzi, utile a garantire il diritto di informazione all'opinione pubblica.
(4-02944)

...

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta scritta:

APREA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Teatro San Babila di Milano esplica, ai massimi livelli, attività teatrale da oltre quarant'anni, ponendosi quale punto di riferimento e di aggregazione culturale della città;

l'attività teatrale è attualmente gestita dalla TI.ESSE.BI. S.r.l., cui amministratore unico è il Sig. Gennaro D'Avanzo, che espleta anche la funzione di Direttore del teatro, persona con quarantennale esperienza nel settore per aver, già in passato, svolto mansioni di direttore dello stesso teatro e del Teatro Nuovo di Milano;
all'interno dei locali è, altresì costituita l'«Associazione Culturale San Babila», che promuove attività ed iniziative culturali a vantaggio dei soci e dell'intera cittadinanza milanese;
la proprietà dell'immobile, Parrocchia di San Babila, per mano del Parroco pro tempore Mons. Gandini, ha richiesto, alla scadenza contrattuale (30 giugno 2009), il rilascio dell'immobile;
per tale questione pende lite innanzi al tribunale civile di Milano, in quanto la proprietà ritiene non essere applicabile alla fattispecie la previsione di cui l'articolo 27 e 28 Legge 27 luglio 1978 n. 392 così come modificati dalla Legge 9/07, ove è prevista, anche per le attività teatrali, la durata minima di nove anni e la proroga tacita del contratto;
è tesi della proprietà, che si tratta, nel caso di specie, di contratto d'affitto d'azienda, perché così denominato il relativo atto, benché, è tesi del conduttore, non esista una azienda concessa in affitto, ma soltanto un immobile ad uso teatro dato in locazione;
tale è la controversia attualmente all'esame dei giudici;
lo sfratto del Teatro San Babila costituirebbe, ancora una volta, la perdita di un pezzo della storia, delle tradizioni e della cultura di Milano;
la quasi totalità degli organi di informazione, nazionali e locali, radiofonici, televisivi e di stampa, si sono interessati alla problematica, anche evidenziando come la eventuale chiusura del Teatro San Babila possa negativamente riflettersi sul patrimonio culturale della Città di Milano;
lo spirito della legge n. 392 del 1978 sopracitata, come modificata dalla legge n. 9 del 2007, è proprio quello di salvaguardare storia, tradizioni e cultura delle città italiane e di evitare loro la perdita delle identità;
la stessa, nella sua attuale formulazione, non svolge in toto la funzione per cui esiste, in quanto tutela solo una parte, forse minoritaria, delle sale teatrali, escludendone altre che pure hanno pari dignità e diritti. Infatti il testo normativo fa riferimento soltanto alla locazione di immobile destinato ad attività teatrale e non anche all'ipotesi del medesimo immobile ceduto ad altro titolo contrattuale -:
se, il Ministro interrogato, non ritenga opportuno, attraverso specifiche iniziative normative, estendere la tutela di cui agli articoli 27 e 28 della legge n. 392 del 1978, così come modificata dalla legge n. 9 del 2007 alle attività teatrali nella loro totalità, a qualsiasi titolo condotte.
(4-02953)

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DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

BORGHESI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il maresciallo dei carabinieri Antonio Cautillo è da anni vittima di un emblematico caso di discriminazioni sul luogo di lavoro, testimoniato da una svariata serie di sentenze assolutorie (sei) che lo hanno visto, suo malgrado, protagonista di altrettante vicende penali e da una reiterata serie di procedimenti disciplinari;
a seguito degli episodi esposti al Ministro della Difesa anche tramite interrogazioni presentate dall'on. Elettra Deiana (XIV legislatura 5-04556) e dal sen. Giovanni Russo Spena (XV legislatura 4-00689) (costante demansionamento), nelle rispettive interrogazioni, della sesta sentenza assolutoria, ci si immaginava un

ragionevole cambiamento di atteggiamento nel comportamento dei superiori verso il maresciallo;
al contrario la situazione del Cautillo risulta ulteriormente aggravata per l'adozione di ulteriori provvedimenti dell'amministrazione, apparentemente immotivati ed ingiustificati, per cui dal luglio scorso ha inviato dieci istanze di conferire col Ministro della Difesa, allo scopo di ottenere il riesame di illegittime discriminazioni (varie punizioni, una per essersi rivolto al Presidente della Repubblica, trasferimento d'autorità, minacce di destituzione permanente dall'Istituzione, una settima denuncia per disobbedienza al Tribunale Militare);
il Ministro adito, vincolato da normativa (articolo 39 RDM, decreto ministeriale 603/93,) a ricevere il maresciallo entro precisi termini temporali ordinatori, a tutt'oggi, non lo convoca né adotta provvedimenti;
il maresciallo ha citato il Ministero con una richiesta di risarcimento danni per discriminazioni sul lavoro pari a 1.200.000 euro;
indipendentemente dalle convinzioni politiche del maresciallo Cautillo, questi non può essere discriminatorio -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto appena esposto ed eventualmente quali ulteriori elementi possa aggiungere alle gravissime circostanze esposte in premessa;
se il Ministro non ritenga di dover convocare il maresciallo Cautillo al fine di consentirgli l'esposizione diretta e personale delle sue ragioni.
(4-02954)

...

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
il CINECA, costituito con una convenzione sottoscritta in data 14 luglio 1967 come Consorzio Interuniversitario per il Calcolo Automatico dell'Italia Nord Orientale, è Ente con personalità giuridica di diritto privato, ma è sottoposto a vigilanza ministeriale;
il CINECA è stato soggetto alle disposizioni in materia di contabilità pubblica: lo stesso, per gli anni dal 2001 al 2005 aveva ottemperato alla tenuta di una contabilità finanziaria ed alla redazione di bilanci finanziari preventivi e consuntivi con la conseguenza di essere esonerato dall'obbligo della contabilità separata per l'attività commerciale esercitata, ai sensi dell'articolo 144, comma 6 del decreto del Presidente della Repubblica n. 917/86. Lo stesso aveva tenuto, inoltre, un libro dei cespiti ammortizzabili ove risultavano confluiti i dati di cui all'articolo 16 del decreto del Presidente della Repubblica n. 600/73. Il Consorzio in virtù di disposizioni contenute nella Convenzione istituiva percepisce, annualmente, un contributo pubblico nella misura di volta in volta determinata dal Ministero dell'università e della Ricerca ai sensi della citata Convenzione e parametrata a tutta una serie di attività appositamente descritte in un prospetto redatto ogni anno dal Cineca e trasmesso al Ministero dell'università e della Ricerca ai fini dell'erogazione del contributo medesimo. Tali attività svolte nei confronti del Ministero in via gratuita, i cui costi sono finanziati, di fatto, dal contributo ministeriale percepito annualmente sono sempre state considerate dall'Ente attività non commerciali, infatti nei corrispondenti quadri RF determinazione del reddito di impresa - della dichiarazione dei redditi mod. Unico Enti non Commerciali - negli anni dal 2002 al 2006, l'ammontare del contributo ministeriale in argomento viene computato quale variazione in diminuzione dal reddito di impresa. Il presidente dell'Ente, firmatario delle dichiarazioni fiscali, ha sempre ritenuto di annoverare il Cineca tra quelli di

cui all'articolo 73, comma 1, lettera C) del decreto del Presidente della Repubblica n. 917/86, per i quali ai sensi dell'articolo 143, terzo comma, lettera b) dello stesso decreto, il contributo pubblico percepito, per gli anni dal 2001 al 2005, non ha mai concorso alla formazione del reddito;
il CINECA svolge di fatto anche altre attività statutariamente previste, costituite da prestazioni di servizio di varie tipologie eseguite, anche verso altri enti consorziati (Università) o, in parte minoritaria, verso altre imprese e/o enti committenti. In tutti i casi tali attività costituiscono prestazioni di servizi eseguite verso pagamento di corrispettivi specifici, ai sensi dell'articolo 148, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 917/86, svolte in forma abituale e, pertanto, produttive di proventi ai fini della determinazione del reddito di impresa. Di conseguenza il CINECA ha sempre provveduto a fatturarle con applicazione dell'I.V.A. in ossequio anche a quanto previsto dal combinato disposto dagli articoli 1, 3,4 e 6 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633/72;
come si potrà rilevare dai modd. UNICO sottoscritti dal rappresentante legale dell'Ente e presentati per gli anni di imposta dal 2001 al 2005, l'ammontare complessivo delle operazioni commerciali di cui trattasi è pari a svariati milioni di euro, per ciascun anno di imposta, così come di ammontare pressoché analogo è quello dei costi complessivi sostenuti dal CINECA per tutte le attività esercitate. In particolare, nel quadro relativo alla determinazione del reddito di impresa del suddetto Ente, (quadro RF dei modd. Unico) dall'ammontare di tutti i costi, ricavi e proventi rispettivamente sostenuti e percepiti nel periodo di imposta e riferiti a tutte le attività esercitate, commerciali e non commerciali, il rappresentante legale del Consorzio computava in diminuzione il solo ammontare complessivo del contributo ministeriale percepito pari a svariati milioni di euro per ogni esercizio, ai sensi del già citato articolo 143, terzo comma, lettera b) del decreto del Presidente della Repubblica n. 917/86. Di conseguenza, ai fini della determinazione del reddito di impresa dell'Ente, quest'ultimo, ai soli fini fiscali, chiudeva ciascun esercizio in perdita per somme complessivamente davvero considerevoli, nell'ordine anche di decine di milioni di euro;
di contro, ai fini della disciplina dell'imposta sul valore aggiunto, negli appositi quadri VG e VI, relativi alla determinazione dell'IVA ammessa in detrazione ed alla liquidazione dell'imposta annualmente dovuta, il firmatario del mod. Unico computava l'I.V.A. assolta sugli acquisti in modo integrale, ossia comprendendo sia l'imposta assolta sugli acquisti specificamente afferenti le attività commerciali esercitate, sia quello relativo a tutti gli altri acquisti afferenti anche le attività a fronte delle quali il CINECA compilava il prospetto da trasmettere al Ministero dell'Università e della Ricerca percependo, di conseguenza, il contributo escluso da tassazione ai fini delle imposte sui redditi di cui si è detto sopra;
per tale motivo l'Ente provvede a richiedere annualmente anche rimborsi dell'I.V.A. assolta sul totale degli acquisti nell'ordine anch'essi di svariati milioni di euro. Ciò risulta come logica conseguenza del fatto che, come appena detto, il compilatore del mod. UNICO da trasmettere all'Agenzia delle Entrate competente provvede a computare in detrazione dell'imposta riscossa sulle operazioni attive di impresa non soltanto quello dell'imposta afferente gli acquisti destinati all'attività di impresa, ma anche la somma relativa all'imposta afferente tutti gli altri acquisti;
dalla contabilità tenuta dall'Ente negli anni fino al 2005, non si possono assolutamente rilevare esattamente le operazioni che danno diritto alla detrazione Iva;
a tal proposito si deve assolutamente sottolineare che per la detrazione dell'IVA corrisposta dagli Enti pubblici territoriali per l'acquisto di beni e servizi occorrenti per l'espletamento di attività commerciali, è sufficiente la tenuta della contabilità

istituzionalmente prevista, contabilità però che va opportunamente adattata allo scopo di individuare, esattamente, le operazioni che danno diritto alla detrazione stessa;
la contabilità separata, per i cennati Enti, può realizzarsi con la creazione, fin dalla formulazione del bilancio preventivo, di appositi capitoli, per ciascuna attività rilevante agli effetti dell'IVA, ove vengono registrati, per le entrate e le uscite, rispettivamente, gli importi dei ricavi e dei costi, importi che dovranno trovare precisa corrispondenza nei registri previsti agli effetti dell'IVA, che i detti enti soggetti di imposta, sono, in ogni caso, obbligati a tenere ai sensi delle disposizioni contenute nel titolo secondo del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972;
qualora le attività rilevanti agli effetti del tributo siano contabilizzate unitamente ad altri servizi non soggetti all'IVA in un capitolo unico, si renderà necessario scindere il capitolo stesso in appositi articoli. Sia i capitoli che gli articoli dovranno riportare la dizione «servizio rilevante agli effetti dell'iva» (CM 13/6/80 n. 26/381304), qualora siano osservate le modalità previste per la contabilità pubblica obbligatoria tenuta a norma di legge dagli stessi enti;
di conseguenza la determinazione del reddito complessivo degli Enti non commerciali, (ai quali il Presidente Rinaldi, per effetto delle dichiarazioni presentate ha sempre ritenuto di annoverare il Cineca - mod. UNICO-ENC) è stabilita dall'articolo 144 del decreto del Presidente della Repubblica n. 917/86, il quale al quarto comma prevede che «le spese e gli altri componenti negativi relativi a beni e servizi adibiti promiscuamente all'esercizio di attività commerciali e di altre attività, sono deducibili per la parte del loro importo che corrisponde al rapporto tra l'ammontare dei ricavi ed altri proventi che concorrono a formare il reddito di impresa e l'ammontare complessivo di tutti i ricavi e proventi; per gli immobili utilizzati promiscuamente è deducibile la rendita catastale o il canone di locazione anche finanziaria per la parte del loro ammontare che corrisponde al predetto rapporto»;
il successivo sesto comma, come prima specificato, esonera gli enti soggetti alle disposizioni in materia di contabilità pubblica dall'obbligo di tenere la contabilità separata qualora siano osservate le modalità previste per la contabilità pubblica obbligatoria tenuta a norma di legge dagli stessi enti;
di conseguenza gran parte dei costi portati in detrazione dall'Ente ai fini della determinazione del proprio reddito di impresa sono da considerare indeducibili e precisamente nella misura data dal rapporto tra l'ammontare dei soli ricavi e proventi d'impresa e l'ammontare di tutti i ricavi e proventi dell'Ente, ivi compreso il contributo ministeriale percepito. Da ciò ne deriva che l'ammontare dei costi indeducibili da parte dell'Ente, nel corso dei periodi di imposta specificati, è costituito da diverse decine di milioni di euro per anno d'imposta;
per quel che concerne l'imposta sul valore aggiunto la situazione è ancor più grave, stante la costante richiesta di rimborsi IVA avanzata dal CINECA negli anni in argomento;
infatti, l'articolo 19-ter del decreto del Presidente della Repubblica n. 633/72 stabilisce, tra l'altro, che per gli enti indicati nel quarto comma dell'articolo 4 è ammessa in detrazione, a norma degli articoli precedenti e con le limitazioni, riduzioni e rettifiche ivi previste, soltanto l'imposta relativa agli acquisti e alle importazioni fatte nell'esercizio di attività commerciali o agricole;
la detrazione spetta a condizione che l'attività commerciale o agricola sia gestita con contabilità separata. La detrazione non è ammessa in caso di omessa tenuta, anche in relazione all'attività principale, della contabilità obbligatoria a norma di legge o di statuto né quando la contabilità stessa presenti irregolarità tali da renderla inattendibile;

per regioni, province, comuni e loro consorzi, università ed enti di ricerca, la contabilità separata di cui al comma precedente è realizzata nell'ambito e con l'osservanza delle modalità previste per la contabilità pubblica obbligatoria a norma di legge o di statuto;
avuto riguardo a ciò si rimanda, in ogni caso, a quanto detto in precedenza in ordine alla corretta tenuta, anche ai fini fiscali dell'IVA, della contabilità istituzionalmente prevista (CM 13/6/80 n. 26/381304);
vi è da aggiungere che per le imprese pubbliche che gestiscono ad un tempo sia attività di servizi pubblici sia attività di servizi privati in concorrenza con altri operatori economici, dovrà essere emanato un decreto legislativo che preveda l'obbligo di separazione delle contabilità dei diversi settori. Ciò in recepimento delle disposizioni recate dalla Direttiva comunitaria n. 52 del 2000 tendente ad assicurare la massima trasparenza tra imprese pubbliche e sovvenzioni pubbliche;
non resta che rilevare, secondo l'interpellante, anche per l'IVA, la totale indetraibilità dell'imposta relativa alle attività non commerciali poste in essere dal CINECA, il quale, è bene ricordare, considera i propri proventi, negli anni in trattazione, come derivanti in misura superiore al 50 per cento da attività non commerciali finanziate con il contributo ministeriale. Logica, quindi la deduzione che, verosimilmente, anche l'IVA riferita a quasi il 50 per cento dei costi ad essa assoggettati, sia indetraibile;
nel caso invece, si dovesse ritenere che, perlomeno ai fini dell'IVA, in ossequio al contenuto della CM 13/6/80 n. 261381 304 prima citata, la contabilità tenuta dall'ente in argomento sia da considerare inattendibile, la detrazione di cui trattasi sarebbe del tutto illegittima -:
se non si ritenga opportuno verificare se l'Ente sia stato sottoposto ad accurato controllo fiscale e economico, ed in particolare da quale soggetto e per quanto tempo, al fine di accertare eventuali anomalie con specifico riferimento a quanto ricordato in premessa.
(2-00377)«Raisi».

Interrogazione a risposta orale:

FRONER, VELO e LULLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
non è stata data risposta alla interrogazione a risposta orale, a firma degli interroganti, n.3-00030 del 5 giugno 2008, nella quale si esponeva la situazione della società Tele Sistemi Ferroviari, principalmente in riferimento al nodo delle partecipazioni azionarie, che a quel momento risultavano della società Almaviva per il 61 per cento e delle Ferrovie per il 39 per cento e al problema del perdurante regime di proroga a seguito dell'annullamento da parte del TAR e del Consiglio di Stato, per imperdonabili errori procedurali, della gara pluriennale per la gestione dei servizi informatici di Ferrovie, e si chiedeva l'intervento del Governo per individuare le caratteristiche della nuova gara;
successivamente, nello stesso giugno 2008, il cda di Ferrovie, incurante delle preoccupazioni e proteste di lavoratrici e lavoratori, e del danno che il perdurante regime di proroga aveva arrecato alla società, ha deliberato la vendita della quota di partecipazione in Tsf con procedura di evidenza pubblica. Per le modalità di vendita della partecipazione, nell'alternativa tra cedere la quota con prelazione ad Almaviva, che aveva già la quota di maggioranza e poi mettere in gara l'outsourcing dei servizi a Fs, oppure mettere in gara anche la partecipazione di minoranza, è prevalsa la seconda soluzione: gara con base d'asta a 32 milioni e poi nuova gara per i servizi informatici. L'abbandono del modello di gara usato nel 2007, con la scelta di vendere prima la partecipazione FS del 39 per cento, assegna a TSF non il ruolo di «oggetto» della gara ma quello di «concorrente»

alla gara stessa, con, a giudizio dell'interrogante, conseguenti prevedibili rischi occupazionali e di continuità e qualità del servizio erogato;
scaduto, il 20 marzo 2009, il termine per la presentazione delle offerte relative all'acquisto del 39 per cento, nessuna delle aziende che aveva manifestato interesse si è fatta avanti; di conseguenza, Ferrovie può procedere a vendita a trattativa privata. L'esito negativo della vendita del 39 per cento ha allungato ulteriormente i tempi di decisione sulla nuova gara, svilendo, a giudizio dell'interrogante, le professionalità e le potenzialità di sviluppo dell'azienda e accentuandone la svalutazione economica (da 107 a 82 Mln in 18 mesi);
tutto ciò rischia di danneggiare in modo irreparabile sia il futuro di TSF (una realtà industriale sana, unica del settore in Italia, ricca di professionalità e che dà lavoro a circa 1.500, tra dipendenti diretti e dell'indotto), sia la qualità del servizio erogato a Ferrovie;
nell'aprile 2009, la presidenza della Tsf è passata da Ferrovie alla società Almaviva -:
quali urgenti iniziative il Governo intende adottare per garantire la rapidità e la correttezza procedurale della nuova gara, l'integrità dell'azienda TSF, evitando ogni ipotesi di frazionamento della gara stessa e i conseguenti rischi di spezzatino industriale, la salvaguardia occupazionale dell'intero bacino di lavoratrici e lavoratori (1.500 dipendenti compreso l'indotto), che operano per Ferrovie nell'ambito delle attività oggetto della gara, il mantenimento di tutti gli attuali siti produttivi e assetti tecnologici, evitando qualsiasi tipo di esternalizzazione o terziarizzazione.
(3-00519)

Interrogazioni a risposta scritta:

BORGHESI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il Consiglio di Presidenza della Giustizia tributaria ha recentemente approvato alcune graduatorie concernenti un concorso - riservato ai giudici tributari in servizio - per il conferimento di nuovi incarichi o per trasferimento ad altra sede (le graduatorie sono pubblicate sul sito internet dello stesso Consiglio di Presidenza);
dalle anzidette graduatorie risultano «vincitori» almeno sei membri dello stesso Consiglio di presidenza, i quali, anche se non hanno valutato se stessi, hanno però valutato i loro concorrenti;
l'incompatibilità tra la posizione di concorrente e di componente della Commissione esaminatrice, stante l'evidente conflitto di interesse, è imposta non solo dalla legge ma anche dalla logica e dal buon senso;
di queste «singolari» graduatorie meritano di essere evidenziati due aspetti particolarmente rilevanti:
a) ai concorrenti-componenti del Consiglio di Presidenza (e soltanto a loro), che pure da anni non svolgono più alcuna attività presso le Commissioni tributarie, è stato attribuito il massimo punteggio per «laboriosità», «Diligenza» e «Attitudini» (4-4-4). Tutti gli altri concorrenti sono stati ritenuti meno laboriosi e meno diligenti (o non meritevoli di alcuna valutazione);
b) ai concorrenti-componenti del Consiglio di Presidenza, per il periodo del loro incarico presso l'anzidetto Consiglio, pur in assenza di una previsione normativa (ved. Tab. F del decreto legislativo n. 545/92), è stato attribuito anche il punteggio previsto per ogni anno di servizio dei Presidenti di Commissione tributaria regionale (punti 3,5 per ogni anno);
per la nomina dei giudici presso le Commissioni tributarie e quindi dei «vincitori» del concorso la legge, opportunamente, prevede un decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze (articolo 9, comma 1, decreto legislativo n. 545/92) -:
se il Ministro interrogato, sia già a conoscenza di queste «discutibili» graduatorie

se e quali accertamenti intenda disporre prima di una eventuale sua proposta al Presidente della Repubblica per l'emanazione dei relativi decreti di nomina.
(4-02945)

BORGHESI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
l'Agenzia delle Entrate starebbe predisponendo un piano finale di assunzione, massimo entro giugno 2009, per portare finalmente a termine l'intera graduatoria unificata di ambedue le procedure composta di 2.150 soggetti, parte dei quali, e precisamente 750, nel 2008 sono stati assunti dalla stessa Agenzia delle Entrate. Queste assunzioni, quelle in Agenzia delle Entrate e quelle in Agenzie delle Dogane, erano state autorizzate con copertura di spesa con le norme speciali dei commi 345 e 346 dell'articolo 1 della legge n. 244 del 2007 (legge finanziaria 2008), anche in fini della successiva trasformazione del contratto di formazione e lavoro in contratto a tempo indeterminato dopo un congruo periodo di apprendimento in aula e sul campo e con superamento del relativo esame;
restava da fare la chiamata nelle dogane dei rimanenti 287 (circa 770 già assunti nel 2008) idonei CFL nelle procedure concorsuali 2006 e 2007 bandite dalla Agenzia delle Entrate;
inopinatamente i primi di febbraio 2009 l'amministrazione doganale e le solite organizzazioni sindacali, ad esclusione dell'UGL siglano un accordo ad avviso dell'interrogante assurdo, reperibile sul sito dell'Agenzia dogane, in cui si prevede che dei 287 idonei ne saranno chiamati 60 da destinare alle cosiddette aree calde di Gioia Tauro, Napoli e Taranto, dove si presentano pesanti problemi di condizionamento ambientale da parte della criminalità organizzata;
appare contraddittorio inviare in queste aree di pericolo neo assunti senza un minimo di esperienza e senza alcuna «attrezzatura» professionale. Peraltro trattasi di persone che non sono nemmeno del tutto sicure di vedere trasformato il contratto di formazione in contratto definitivo, e che, comunque, non appartengono, così come non appartiene tutta la categoria dei doganieri nonostante le ambizioni qualche sindacato, al comparto sicurezza;
questo accordo tra Amministrazione Dogane e le organizzazioni sindacali è stato un pessimo accordo che non trova ragioni logiche e che dovrebbe essere sospeso;
parrebbe che l'amministrazione delle dogane, nonostante la copertura finanziaria data dal comma 346 articolo 1 legge finanziaria 2008 e nonostante la copertura di pianta organica (anche a dispetto della norma contrattuale Agenzie fiscali che vede, nel meccanismo giuridico di assunzione, preferire gli interni agli accessi dall'esterno con pubblico concorso, inclusi i concorsi del tipo sostenuto dagli idonei AE, come vuole l'articolo 97 della Costituzione) non intenda procedere, per sue logiche interne, che comunque sarebbe opportuno rendere note per ragioni costituzionali di trasparenza -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti; come intenda procedere per garantire il rispetto di quanto autorizzato dalla Legge finanziaria 2008.
(4-02946)

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
appare davvero inaccettabile come la lentezza della giustizia in Calabria provochi, ormai quotidianamente, le scarcerazioni di noti e pericolosi criminali;

nei giorni scorsi è stato scarcerato Luciano D'Agostino, condannato in appello a 15 anni di carcere nell'ambito del processo «Prima Luce»;
la scarcerazione del D'Agostino sarebbe dovuta al mancato deposito della sentenza da parte del giudice della Corte d'Assise d'Appello di Reggio Calabria;
il processo «Prima Luce» è nato dall'inchiesta sulla faida tra i D'Agostino e i Belcastro-Romeo si è concluso in primo grado con 200 anni di carcere e 8 ergastoli, a dimostrazione che i reati commessi, compreso quello di associazione mafiosa, non sono assolutamente di poco conto;
la sentenza di secondo grado porta la data del 3 marzo 2006 e le relative motivazioni andavano depositate entro 90 giorni, ma a tutt'oggi ciò non è avvenuto;
peraltro, esiste il pericolo, che a breve, potrebbero essere scarcerati, per le stesse ragioni, altri detenuti condannati con analoga sentenza -:
se non ritenga necessario ed urgente avviare un'adeguata iniziativa ispettiva presso la Corte d'Assise d'Appello di Reggio Calabria, per accertare le motivazioni del mancato deposito della sentenza relativa al processo «Prima Luce», e quali urgenti iniziative in particolare attraverso la promozione dell'esame disciplinare, intenda attuare nei confronti degli eventuali responsabili.
(4-02951)

BORGHESI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
dalla lettura degli atti della Procura di Salerno, con riguardo alla vicenda De Magistris, risulta nelle diverse pagine dell'articolato giudiziario che il commercialista Giorgio Sganga facesse parte di «un sodalizio criminale di imprenditori, professionisti e pubblici amministratori finalizzato, attraverso la costituzione di società e/o la partecipazione in società già costituite a percepire in modo illecito finanziamenti pubblici (nazionali, regionali e dell'Unione europea) per importi ammontanti a diversi milioni di euro» (cfr. pag. 30 dell'atto);
emerge anche il ruolo centrale e complementare rivestito dal figlio Pierpaolo, attuale segretario amministrativo dell'Udeur, e gli intrecci con l'ex Ministro Mastella, il figlio di quest'ultimo Pellegrino ed il Presidente del CDA de «Il Campanile Nuovo» - giornale dell'Udeur - l'avv. Davide Perrotta (nipote del citato Giorgio Sganga);
si evidenzia in proposito che il commercialista Giorgio Sganga risulta essere anche il Consigliere Nazionale segretario dell'Ordine nazionale dei Dottori Commercialisti e degli esperti contabili, nonché Presidente dell'Istituto Nazionale dei Revisori Contabili, enti entrambi vigilati dal Ministero della Giustizia e con funzioni di controllo deontologico sugli iscritti rispettivamente all'Albo dei Dottori Commercialisti e dei ragionieri ed al Registro dei Revisori contabili;
si aggiunga che i componenti del Consiglio Nazionale dell'Ordine risultano eletti sub-iudice poiché sul citato Giorgio Sganga e sul Presidente dell'Ordine Claudio Siciliotti pende una indagine giudiziaria per abuso d'ufficio da parte della Procura di Roma proprio con riguardo alle elezioni del consiglio Nazionale svoltesi a novembre 2007, allorquando Ministro della Giustizia era l'On.le Mastella ed il capo di Gabinetto del Ministro il dott. Luigi Frunzio;
quest'ultimo allo stato ricopre il ruolo di Direttore Generale della Giustizia civile delegato al controllo sugli Ordini professionali e nel mese scorso si è reso promotore del Commissariamento dell'Ordine di Verona su segnalazione del Consiglio Nazionale ed in assenza di contraddittorio con l'Ordine commissariato. Si rileva che il Presidente dell'Ordine di Verona era il dott. Italo Corradi che nei mesi scorsi con vari esposti, anche al Ministero della Giustizia, aveva denunciato gli strani intrecci dell'Ordine nazionale e dei soggetti

citati, nonché gravi irregolarità con riguardo alla gestione dell'ente nazionale -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti e se non ritenga opportuno verificare con urgenza dette circostanze ed utilizzare i propri poteri sostitutivi per commissariare nell'interesse della categoria il Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti e degli esperti contabili.
(4-02955)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

TULLO, MELANDRI, META, ANDREA ORLANDO, ROSSA, ZUNINO e LOVELLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nella giornata di martedì 5 maggio 2009 la Compagnia Aerea Italiana ha cancellato il volo in programma da Genova e diretto a Roma delle ore 15.20 creando gravissimi disagi ai passeggeri in partenza;
la decisione della soppressione del volo si sarebbe determinata dopo un'ispezione compiuta sull'aeromobile da parte dei tecnici dell'ENAC -:
se corrisponda al vero che la soppressione del volo si sia determinata a seguito dell'ispezione del personale dell'ENAC;
quali e quanto gravi siano stati i motivi tecnici, che non hanno consentito a CAI un pronto intervento al fine di garantire l'operatività del volo.
(5-01396)

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INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:

MARCO CARRA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
le organizzazioni sindacali di Mantova hanno denunciato l'impossibilità della Questura di Mantova di soddisfare, in tempi ragionevoli, cinquemila domande di rilascio di permessi e carte di soggiorno in ragione di una forte carenza di personale;
come è noto, la legge Bossi-Fini prevede che i tempi di attesa per le carte di soggiorno siano venti giorni e per i permessi novanta giorni a fronte dei dodici/diciotto mesi necessari per soddisfare tali richieste;
la situazione, cosi come è descritta nei capoversi precedenti, è insostenibile sia per i cittadini extracomunitari che per il personale della Questura -:
se sia intenzione del Governo incrementare il personale della Questura di Mantova al fine di velocizzare le procedure per il rilascio dei permessi e delle carte di soggiorno in modo tale da renderle conformi a quanto previsto dalla legge Bossi-Fini;
se il Governo stia valutando l'opportunità di delegare ai comuni l'espletamento di tali procedure, considerando che è assai probabile che i comuni abbiano, rispetto alle Questure, maggiori mezzi telematici e più personale.
(5-01394)

Interrogazioni a risposta scritta:

BORGHESI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
i soggetti appartenenti al 6o concorso pubblico nel quale era previsto il transito nella Polizia di Stato, dopo tre anni trascorsi nelle varie forze armate (Esercito-Marina-Aeronautica) risultano idonei come agenti e assistenti nella Polizia di Stato in numero di 677 e di essi 369 partono per la frequenza del corso, mentre i rimanenti 308 non vengono chiamati;
si precisa che sono stati espletati 7 concorsi analoghi e solo per il 1o, 2o e 4o gli idonei sono stati tutti assunti in Polizia sia dentro che fuori graduatoria, mentre per il 3o concorso restano fuori 90 persone,

per il 5o 310, per il 6o 308 e nel 7o (ultimo concorso) per 190. Per un totale di 898 persone;
risulta così che vi sono 900 persone idonee e pronte a partire oggi per domani, per entrare nella Polizia di Stato, dopo aver trascorso dai 4 ai 7 anni nell'Esercito Italiano sia in Italia che all'estero (Iraq, Kossovo, Albania, Libano, Afghanistan) e con la speranza che un giorno avrebbero indossato la divisa della Polizia;
in un incontro del 16 dicembre 2008 tra una delegazione degli interessati e il Sen. Vizzini sono state segnalate diverse disposizioni normative (dall'articolo 8 T.U: 3/1957 alla I. 312/80 alla 83/93 alla 305/75 alla 488/1999, all'articolo 3, comma 61, legge 350/2003, all'articolo 1, comma 100, legge 311/2004) che prevedono la conservazione dell'efficacia delle graduatorie di concorso per un certo tempo, a decorrere dalla data della pubblicazione della stessa;
ciononostante viene bandito un nuovo concorso per 907 posti di agente nella Polizia di Stato riservato alla figura dei vfp1 (militare con 1 anno di servizio nelle forze armate) con il quale vengono esclusi i soggetti sopra citati, mentre la loro conferma comporterebbe un risparmio nelle casse dello stato -:
se i Ministri siano a conoscenza dei fatti sopra riportati e cosa intendano fare per garantire ai 900 idonei l'assunzione nella Polizia di Stato.
(4-02948)

LO MONTE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 18 del decreto-legge n. 185 del 2008 convertito con modificazioni dalla legge n. 2/2009 ha stabilito, con il comma 4-sexies, l'introduzione, all'articolo 61 del decreto-legge n. 112 del 2008 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, dopo il comma 7, di un nuovo comma 7-bis, incidente sulla disciplina per la corresponsione dell'incentivo per la progettazione interna, stabilendo che a decorrere dal 1o gennaio 2009, la percentuale prevista dall'articolo 92, comma 5, del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni, è destinata nella misura dello 0,5 per cento alle finalità di cui alla medesima disposizione e, nella misura dell'1,5 per cento, è versata ad apposito capitolo dell'entrata del bilancio dello Stato per essere destinata al fondo di cui al comma 17 del medesimo articolo 61 (il fondo per la tutela della sicurezza e del soccorso pubblico, inclusa l'assunzione di personale in deroga ai limiti stabiliti dalla legislazione vigente);
la disposizione, nella parte in cui prevede la riduzione della percentuale da corrispondere al personale per le predette finalità incentivanti, ha portata generalizzata e opera con riferimento alle pubbliche amministrazioni cui si applica il citato decreto legislativo;
tale modifica dell'incentivo alla progettazione che trova motivazione nell'azione di contenimento della spesa per la Pubblica Amministrazione, sembrerebbe essere stata dettata non soltanto dalla mera esigenza di fare cassa, ma anche di favorire le categorie professionali dei progettisti, tassando quei Comuni che provvedono alle progettazioni delle proprie opere con il personale interno, con l'1,5 per cento del costo dei lavori;
la destinazione dell'economia dell'1,5 per cento al fondo di produttività per il personale, così come disposto dall'articolo 1, comma 32, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207 è, ad avviso dell'interrogante, certamente illegittimo e contrario ai principi di contabilità pubblica, non potendo un'economia di spesa in conto capitale essere destinata al finanziamento della spesa corrente;
per l'ANCI, la norma trova applicazione, secondo il principio di irretroattività

della legge, a decorrere dal 1o gennaio 2009 e dunque con riferimento alle attività poste in essere successivamente al 31 dicembre 2008, cosa che comporta la necessità che gli enti approvino entro l'anno i progetti esecutivi previsti nel piano annuale delle opere;
con circolare n. 36 del 23 dicembre 2008, la Ragioneria Generale dello Stato ha espresso la propria interpretazione tendenzialmente restrittiva della norma evidenziando come la riduzione del compenso incentivante, operante a partire dal 1o gennaio 2009, debba trovare applicazione con efficacia retroattiva e cioè a tutti i compensi comunque erogati a decorrere dalla stessa data e non solo ai lavori avviati dopo l'entrata in vigore della nuova disciplina;
con riferimento a quest'ultimo rilievo, a parere dell'interrogante non sarebbe giuridicamente sostenibile l'interpretazione della Ragioneria Generale dello Stato, sulla quale peraltro confligge l'ANCI, in merito alla retroattività della norma, poiché essa lederebbe il diritto alla corresponsione maturato dai dipendenti. Questi ultimi infatti hanno eseguito la progettazione sotto il vigore di una normativa che garantiva loro un determinato compenso e rispetto al quale hanno fatto legittimo affidamento;
inoltre, secondo il parere di numerosi amministratori locali la suddetta riduzione dell'incentivo per le progettazioni a favore dei tecnici interni produce paradossalmente un effetto contrario a quello che la norma intende perseguire poiché determina un inevitabile aumento della spesa -:
ad attivarsi per una modifica della normativa, penalizzante non solo per i dipendenti comunali, ma anche per i Comuni, che possa agevolare l'utilizzo da parte degli EE.LL. dei tecnici interni con conseguente risparmio di spesa e che rispetti il diritto acquisito da questi ultimi al compenso nella misura prevista al momento della erogazione della prestazione professionale.
(4-02950)

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con atto ispettivo n. 4-02518 dell'11 marzo 2009 l'interrogante ha chiesto urgenti interventi per garantire la sicurezza dei cittadini delle Comunità di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Sant'Anna, rispetto ai danni che quotidianamente vengono apportati dai numerosi immigrati del CPA di Isola Capo Rizzuto (Crotone), durante le ore di uscita giornaliere, che si protraggono, spesso anche nelle ore notturne;
in quel territorio i cittadini vivono in grande stato di preoccupazione a causa di un notevole aumento di episodi di accattonaggio, furti, criminalità e prostituzione;
nei giorni scorsi due cittadini, un uomo e una donna, della contrada S. Anna di Isola Capo Rizzuto sono stati aggrediti da un iracheno, Baez Abduah, subito individuato ed arrestato, ospite del locale Centro di Accoglienza;
considerata quest'ultima aggressione, che ha procurato ai due cittadini contusioni giudicate guaribili rispettivamente in 5 e in 15 giorni, gli abitanti della Contrada Sant'Anna, esasperati ormai dai continui atti criminali, hanno occupato la strada statale 106, in prossimità del centro di accoglienza;
pur essendo stati immediati gli interventi del Prefetto e della Polizia di Stato, permane alta la tensione tra i cittadini di quel territorio e gli immigrati del CPA;
sempre nei giorni scorsi era stato lanciato l'allarme sanitario, oggi fortunatamente ridimensionato, anche da parte dell'Arcivescovo di Crotone;
il CPA di Isola Capo Rizzuto accoglie attualmente circa 1.400 immigrati di ben 35 etnie diverse; circa 100 immigrati sono in permanenza CIE e circa 700 unità risultano richiedenti asilo;
le Forze dell'Ordine chiamate a presidiare il territorio risultano del tutto insufficienti, non solo per il CPA, ma anche per il controllo della Città di Crotone,

se si pensa che l'organico è simile a quello definito nel 1995, allorquando è nata la Questura in Città;
la Polfer di Crotone si sta ritrovando, sempre con organico non adeguato, a fronteggiare una situazione particolarmente aggravata, considerata la partenza e l'arrivo quotidiano di numerosi extracomunitari nonché la presenza di immigrati che si accampano nella stazione ferroviaria, creando pericolo anche per i comuni viaggiatori, in particolare nelle ore notturne;
non va, altresì, dimenticato che l'intero territorio crotonese è sede di potenti cosche della 'ndrangheta, le quali oltre alle illecite attività normalmente praticate dalla criminalità organizzata, stanno preoccupando i cittadini visto il pericoloso profilo di intimidazioni e attentati posti in essere -:
quali urgenti iniziative intenda attuare per adeguare alle necessità gli organici della Polizia di Stato e della Polfer di Crotone;
se non ritenga, altresì, necessario ed urgente modificare la normativa vigente, tanto per diminuire le ore di uscita dal CPA quanto per prevedere adeguate sanzioni per i mancati o tardivi rientri;
quali iniziative intenda, comunque, assumere al fine di scongiurare il crollo del già instabile equilibrio creatosi sul territorio crotonese tra la presenza di numerosi extracomunitari e la capacità di accoglienza e di accettazione sociale.
(4-02952)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
il Cineca è stato costituito con una convenzione sottoscritta in data 14 luglio 1967 come Consorzio Interuniversitario per il Calcolo Automatico dell'Italia Nord Orientale, da diverse Università italiane, alle quali se ne sono poi aggiunte altre, nonché l'istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS il Consiglio Nazionale delle Ricerche - CMR e il Ministero dell'Università e della Ricerca - Miur. È attualmente retto da uno statuto, che nella sua versione originaria è stato approvato dal Presidente della Repubblica il 13 ottobre del 1969. Nel 2005 lo statuto è stato modificato, per adeguare i principi costitutivi delle attività alle nuove esigenze del Paese. Il 30 gennaio 2006 l'approvazione del nuovo statuto da parte del Ministero è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale;
all'Ente viene riconosciuta personalità giuridica di diritto privato, ma è sottoposto a vigilanza ministeriale (articolo 1 dello Statuto). Le risorse finanziarie del Consorzio provengono, in modo maggioritario, dal Ministero dell'università e della Ricerca essendo le stesse erogate a fronte delle principali attività del Consorzio, ossia quelle di cui alle lett. a), b) ed f) dell'articolo 3 dello Statuto. Gli scopi del Cineca, come risulta dall'articolo 3 dello Statuto, sono volti a soddisfare specifiche finalità di interesse generale non aventi carattere industriale o commerciale. Tutte le sopracitate caratteristiche sono previste dell'articolo 2, comma 1, lett. b) del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 157 ai fini della qualificazione di un Ente quale «organismo di diritto pubblico»;
per quel che concerne i componenti degli organi del Consorzio di cui agli artt. 7, 9, 10 e 12 è da rilevare che gli stessi, in funzione dei compiti e responsabilità loro affidati rivestono anche la qualifica di pubblico ufficiale. Con più di trecentocinquanta dipendenti, opera nel settore del trasferimento tecnologico attraverso il calcolo scientifico ad alte prestazioni, la gestione e lo sviluppo di reti e servizi telematici, la realizzazione di sistemi informativi articolati e complessi per il trattamento

di grandi quantità di dati. Sviluppa applicazioni e servizi avanzati di Information Technology, svolgendo il ruolo di trait d'union tra la realtà accademica, l'ambito della ricerca pura e il mondo dell'industria e della Pubblica Amministrazione. Il Cineca partecipa direttamente svariate società di capitali, tra cui Interactive Marketing Srl e Kion S.p.a. Mario Lanzarini è anche amministratore delegato di tale ultima società;
nei primi anni '90 il Cineca inizia a porre la massima attenzione al mondo del web. Comincia la collaborazione con JCA Partnership Srl, società diretta dal dott. Alberto Grazia, amministratore unico che nasce nel 1993 con l'obiettivo di riunire un gruppo di giovani studenti di ingegneria gestionale ponendo particolare attenzione all'allora nascente mondo di Internet. Il consorzio e l'azienda iniziano a collaborare in maniera continuativa, i vantaggi erano per entrambi in quanto il Cineca aveva a disposizione una struttura che poteva gestire autonomamente singoli progetti e picchi di lavoro, con un'assoluta garanzia sia sulla qualità del prodotto finito, sia sulla qualità del personale. Infatti i giovani collaboratori venivano selezionati congiuntamente tra i migliori laureandi e neolaureati dell'Università; tale modalità consentiva inoltre al Cineca di superare le problematiche contrattuali e di poter disporre di queste figure iper-specializzate che in maniera continuativa utilizzavano precise soluzioni tecnologiche. La JCA aveva così la possibilità di diventare partner esclusivo di quella che stava diventando la realtà leader del mondo del web e si assicurava un margine di guadagno elevato se rapportato al costo delle risorse impiegate. Il Cineca aveva così a disposizione una struttura che poteva gestire autonomamente singoli progetti, picchi di lavoro, con un'assoluta garanzia sia sulla qualità del prodotto finito, sia sulla qualità del personale che veniva selezionato, inoltre queste modalità consentivano al Cineca di superare le «problematiche contrattuali in materia di lavoro» e di poter «pianificare» l'ingresso di queste figure iperspecializzate tramite appositi concorsi. Tale collaborazione proseguiva, tra alterne vicende, come si vedrà in seguito, sino al 2006;
il settore di attività nel quale operano maggiormente i dipendenti JCA è quello relativo alla soluzione web. In particolare si tratta di sostanziose commesse di Enti, Consorzi, Ministeri, soggetti pubblici o similari;
successivamente alla costituzione della IM Interactive Marketing Srl, una società, gemella di JCA, non più esterna, bensì posseduta interamente da Cineca l'attribuzione delle commesse appare poco chiara in quanto JCA e IM risultano assegnatari di commesse nella medesima area d'intervento;
col passare del tempo emersero sempre maggiori difficoltà nei rapporti tra JCA e Cineca, causate dalla scarsa liquidità ed al relativo ritardo dei pagamenti dei dipendenti, collegati agli incassi delle fatture emesse nei confronti di Cineca;
è però da chiarire la dinamica dei rapporti tra Cineca, IM e JCA;
dai bilanci di IM International marketing Srl, durante il triennio 2005-2007 si rileva che la citata società ha fatturato 6.175.580 Euro di servizi presumibilmente nella totalità al Cineca. Di contro le spese per servizi esterni di cui alla voce B 7 del conto economico sono pari nel triennio a 3.950.455 Euro;
analoghe considerazioni valgono per Kion Spa, società controllata da Cineca, che dall'Ente riceve commesse del valore di milioni di euro ed è rappresentata dal Direttore del Cineca Mario Lanzarini, amministratore delegato il quale ai sensi dell'articolo 12 dello Statuto del Cineca ha, tra l'altro, «..compito di direzione e vigilanza di ogni attività del Consorzio..»; ciò appare all'interpellante in conflitto di interessi anche nella determinazione del prezzo delle commesse della Kion Spa con il Cineca;
la Kion Spa presenta nel quadriennio 2004-2007 un fatturato complessivo di

34.238.747 Euro, presumibilmente tutti riferibili a commesse con Cineca e consorziati costi per servizi esterni pari a 12.800.356 Euro che fanno presumere una situazione ancor più grave di quella di cui al rapporto International Marketing Srl/Cineca;
parrebbe pertanto che la dirigenza Cineca, così facendo (ossia tramite l'acquisto delle quote di una società commerciale) avrebbe trasferito su una società esterna le proprie commesse tanto è vero che IM International Marketing Srl tra i propri clienti annovera praticamente solo il Cineca, ed è da verificare chi poi effettivamente -:
se i ministri interrogati siano a conoscenza della situazione sopra descritta, se non ritengano di svolgere opportuni accertamenti, eventualmente tramite l'invio di ispettori ministeriali, al fine di chiarire i rapporti tra i soggetti richiamati in premessa e se intendano verificare chi abbia eseguito effettivamente le commesse assegnate al Cineca.
(2-00376)«Raisi».

Interrogazione a risposta in Commissione:

DELFINO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
i genitori del Circolo Didattico di Busca (Cuneo) hanno chiesto un intervento per cercare di risolvere una situazione intollerabile che si è venuta a creare con la locale direzione didattica;
è prevista, al momento dell'iscrizione alla prima classe della scuola primaria, la possibilità di scelta tra la settimana normale a 27 ore articolate su 6 giorni oppure la settimana breve, sempre di 27 ore ma distribuite su 5 giorni (dal lunedì al venerdì) con due pomeriggi;
da quest'anno il collegio docenti ha deliberato di non proporre l'organizzazione oraria a settimana breve per le future classi prime a Busca, con la motivazione, espressa dal Prof. Perassi, Dirigente Scolastico del Circolo di Busca, che, vista la drastica riduzione delle risorse umane e finanziarie apportate dalla riforma Gelmini, la conferma di entrambi i regimi creerebbe molte difficoltà;
non sono state prese in considerazione le richieste avanzate dai genitori sulla base di esigenze lavorative e da problematiche legate ad altri figli già frequentanti la settimana breve, in contraddizione con il dialogo positivo e duraturo tra istituzioni e genitori (circolare n. 4 del 15 gennaio 2009) che il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca sta cercando di promuovere;
le famiglie che chiedono la settimana breve sono 21 su 86 iscritti, il giusto numero per poter formare una classe, senza creare particolari problemi organizzativi, considerato il fatto che allo stato attuale ci saranno per l'anno scolastico 2009/2010 ben tre classi funzionanti a settimana breve;
dal punto di vista economico non si creerebbero costi maggiori per la scuola perché sia la mensa che l'assistenza alla mensa stessa sono a carico delle famiglie, che ricevono un contributo comunale e che i trasporti sono già organizzati per le altre classi esistenti per cui non si evincono motivazioni reali tali da costringere la scuola ad una scelta così drastica e penalizzante per le famiglie;
in data 30 marzo 2009 si è riunito in seduta straordinaria il Consiglio di Circolo che ha affrontato l'argomento e riconsiderato le posizioni, alla luce dell'importante numero di richieste di nuovi iscritti (circa il 25 per cento), demandando al Collegio Docenti la questione, che poi ha deciso definitivamente in modo negativo sulla richiesta dei genitori -:
quali siano gli intendimenti del Ministro sulla situazione su esposta e soprattutto quali iniziative intenda assumere per garantire la piena e prioritaria tutela dei diritti degli alunni, nel rispetto delle opzioni espresse dalle famiglie.
(5-01395)

Interrogazioni a risposta scritta:

ZAMPARUTTI, BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'Università dell'Aquila è frequentata da numerosi studenti (oltre 30.000) molti dei quali, ben il 35 per cento del totale, provengono da altre regioni;
questi studenti «fuori sede», in particolare quelli provenienti da regioni lontane come la Calabria e la Sicilia, oltre ad aver già versato un tributo di sangue a seguito del crollo della casa dello studente, rischiano oggi di non avere garantito il diritto allo studio;
per i fuori sede, infatti, fra le tante difficoltà che devono essere affrontate dopo il terremoto, c'è anche quella di poter continuare a frequentare l'Università dell'Aquila, essendo pressoché impossibile trovare un alloggio;
inoltre, gli esami e le attività didattiche si svolgono in tende prive dei più elementari requisiti, compresi quelli igienici e sanitari, in un contesto degradato dal fango e insicuro per le continue scosse di terremoto;
risulterebbe all'interrogante che i rettori dell'Università dell'Aquila abbiano unitariamente concordato di bloccare i trasferimenti, per evitare l'esodo in massa degli studenti -:
se risponda al vero quanto sopra riportato;
cosa intenda fare per assicurare che il massimo delle attività riprendano al più presto in loco;
se non ritenga di adoperarsi anche con iniziative di carattere straordinario, al fine di risolvere il problema dei fuori sede dell'Università dell'Aquila, disponendo che le Università italiane accettino le legittime istanze di trasferimento per tutte le facoltà, comprese quelle a numero programmato, così da garantire un immediato inserimento nelle attività didattiche in corso, lasciando comunque che le tasse universitarie siano versate alla scuola dell'Aquila e comunque che le tasse di qualsiasi studente che dovesse trasferirsi dall'università dell'Aquila ad altra università siano per due anni versate all'università dell'Aquila.
(4-02943)

BORGHESI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
il 6 novembre 2008 è stato presentato da parte dell'ANIEF ricorso al TAR del Lazio dove si impugna il decreto Del Ministero della P.I. del 16 marzo 2007 nella parte in cui afferma che «ai sensi dell'articolo 1, comma 607 della legge n. 296/06 .... È consentito solo l'aggiornamento della propria posizione e il trasferimento ad altra provincia, in posizione subordinata a tutte le fasce», nonché la nota direttoriale prot, n. 5485 del successivo 19 marzo nella parte in cui dispone che «con la riapertura dei termini sarà consentito, per l'ultima volta, di iscriversi nelle graduatorie permanenti, trasformate in graduatorie ad esaurimento. Nel successivo biennio scolastico 2009/2011 si potrà solo aggiornare il punteggio o trasferire la propria posizione in altra provincia, ma in "coda" a tutte le fasce»;
il TAR del Lazio con sentenza n. 10809 ha accolto il ricorso;
il Ministero sembra tuttavia orientato a non recepire la sentenza;
in passato era prassi normale la richiesta di trasferimento per motivi familiari sia tra regioni collocate al Nord e al Sud, sia ad Est ed Ovest. Ora per effetto dell'annullamento del comma 4 dell'articolo 5-bis dei decreto Gelmini, il quale permetteva il cambio di provincia da parte degli insegnanti senza penalizzazioni, un gran numero di insegnanti teme che possa essere negata la possibilità di chiedere

trasferimenti in altre province secondo la posizione spettante in relazione al punteggio -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra riportati e cosa intenda fare affinché siano rispettate le sentenze del TAR del Lazio e le ordinanze del Consiglio di Stato.
(4-02947)

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:

FRANCESCHINI e SCARPETTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
a Pistoia è presente la Radicifil, azienda con 137 dipendenti, specializzata nella produzione di filo Nylon 66 che secondo gli esperti del settore è la fibra che avrà maggiore espansione sui mercati mondiali per la cui produzione è richiesta una elevata tecnologia, tant'è che la produzione è presente solo in paesi occidentali ed economicamente sviluppati;
la Radicifil fa parte della società Radici Yarn Spa con sede a Castigo (Bergamo), società che vanta complessivamente 441 addetti (ai dipendenti di Pistoia vanno aggiunti quello dello stabilimento di Villa d'Ogna) ed è presente anche nel settore dell'energia con Geogren e Geoenergie spa con attività di produzione elettrica (biocarburanti, biomasse, energia solare e gas) e di grossista di forniture elettriche;
la società Radici Yarn Spa fa parte dell'Area Fibre sintetiche di Radici Group, holding con 16 unità produttive e/o commerciali in Europa, Usa, Brasile e Argentina per un totale di circa 3700 addetti al 31 dicembre 2008;
tutti gli indicatori economici riferiti alla produzione sono in costante miglioramento e lo stabilimento di Pistoia ha ottimi andamenti sia sotto il profilo della produzione che della qualità della stessa, come testimoniano i risultati raggiunti nel 2008 dai lavoratori della Radicifil rispetto agli altri stabilimenti del gruppo e che i miglioramenti sono anche il frutto di consistenti investimenti (6/8 milioni di euro realizzati fra il 2007 e la fine del 2008) nonostante tutto ciò, repentinamente, il CdA di Radici Yarn Spa ha deciso di cessare l'attività e di procedere alla chiusura dello stabilimento di Pistoia senza nemmeno che la proprietà si sia resa disponibile ad un serio confronto con le rappresentanze dei lavoratori e quelle istituzionali -:
se il Governo, esaminata la situazione della Radicifil, intenda attivarsi, anche in considerazione del buon andamento aziendale, ed assumere una iniziativa finalizzata a scongiurare la chiusura dello stabilimento di Pistoia, per favorire un confronto con le rappresentanze sindacali e con il territorio nelle sue articolazioni e rappresentanze istituzionali e per utilizzare il ricorso temporaneo agli ammortizzatori sociali previsti dall'accordo sindacale siglato l'8 gennaio 2009 per trovare soluzioni che prevedano il mantenimento del sito produttivo di Pistoia e la salvaguardia degli occupati.
(4-02949)

TESTO AGGIORNATO AL 20 MAGGIO 2009

...

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta in Commissione Germanà n. 5-00959, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 febbraio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Tortoli.

L'interrogazione a risposta in Commissione Lanzarin e Bitonci n. 5-01108, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'11 marzo 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Alessandri.

L'interrogazione a risposta scritta Scilipoti e Cimadoro n. 4-02909, pubblicata

nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 aprile 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Piffari.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

interrogazione a risposta in Commissione Melis n. 5-01309 del 21 aprile 2009.

...

ERRATA CORRIGE

Nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 27 aprile 2009, alla pagina XIX, seconda colonna, dalla riga ventiseiesima alla riga ventisettesima, deve leggersi: «Il Ministro della difesa: Ignazio La Russa.» e non: «Il Ministro della giustizia: Angelino Alfano.» come stampato.