ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/02648/003

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 395 del 09/09/2020
Firmatari
Primo firmatario: BOLOGNA FABIOLA
Gruppo: MISTO-POPOLO PROTAGONISTA - ALTERNATIVA POPOLARE
Data firma: 09/09/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ROSPI GIANLUCA MISTO-POPOLO PROTAGONISTA - ALTERNATIVA POPOLARE 09/09/2020
DE GIORGI ROSALBA MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 09/09/2020
VIZZINI GLORIA MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 09/09/2020
DE TOMA MASSIMILIANO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 09/09/2020


Stato iter:
10/09/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 09/09/2020
Resoconto MARGIOTTA SALVATORE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
Fasi iter:

ACCOLTO IL 09/09/2020

PARERE GOVERNO IL 09/09/2020

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 09/09/2020

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 10/09/2020

CONCLUSO IL 10/09/2020

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02648/003
presentato da
BOLOGNA Fabiola
testo di
Mercoledì 9 settembre 2020, seduta n. 395

   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge all'esame dell'Assemblea all'articolo 31, prevede norme in materia di lavoro agile al fine di semplificare e favorire l'offerta dei servizi in rete della pubblica amministrazione;
    l'articolo 18 della legge 22 maggio 2017, n. 81, definisce il lavoro agile (o smart working) quale modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell'attività lavorativa. La prestazione lavorativa viene eseguita in parte all'interno di locali aziendali e in parte all'esterno senza una postazione fissa, entro i soli limiti di durata massima dell'orario di lavoro giornaliero e settimanale;
    durante la prima fase emergenziale connessa alla pandemia da Covid-19 il lavoro agile ha rappresentato una valida soluzione al duplice fine di ridurre il rischio di contagio e mantenere in attività numerose realtà lavorative;
    con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'8 marzo 2020 è stata prevista la possibilità per i datori di lavoro su tutto il territorio nazionale di ricorrere al lavoro agile per la durata dello stato di emergenza per ogni rapporto di lavoro subordinato, nel rispetto dei principi generali dettati dalla legge citata, anche in assenza di accordi individuali; anche con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2020 è stato raccomandato il massimo utilizzo della modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza;
    ulteriori rilevanti interventi in tema di lavoro agile sono intervenuti con l'articolo 87 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 (meglio noto come «Cura Italia») convertito con legge del 24 aprile 2020, n. 27, e con l'articolo 90 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (cosiddetto «decreto Rilancio») convertito con legge 17 luglio 2020, n. 77;
    in vista del termine dello stato di emergenza originariamente previsto per il 31 luglio, il Governo ha ritenuto opportuno coinvolgere il Parlamento nella discussione sulla necessità di disporre una proroga, facendo votare una risoluzione che impegna si Governo a definire come termine ultimo per lo stato di emergenza nazionale il 15 ottobre 2020. A seguito dell'esito della votazione, con decreto-legge 30 luglio 2020, n. 83, il Consiglio dei ministri ha deliberato la proroga dello stato di emergenza nei termini concordati. Da ciò consegue l'estensione dell'efficacia delle disposizioni già richiamate in materia di lavoro agile al 15 ottobre 2020 per i lavoratori del settore privato (e comunque non oltre il 31 dicembre 2020 per i lavoratori del settore pubblico);
    la Ministra del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo, in una recente intervista a Il sole 24 ore, ha dichiarato di aver convocato un tavolo con le parti sociali per il 24 settembre poiché la normativa sul lavoro agile, seppur di recente introduzione, ha necessità di essere rafforzata e aggiornata, anche alla luce della diffusione che ha avuto lo strumento: ha altresì specificato che «la semplificazione delle procedure e la deroga all'accordo individuale sono strettamente correlati al regime di eccezionalità in cui ci siamo trovati a vivere e lavorare negli ultimi mesi. Con il progressivo ritorno alla normalità, sarà necessario recuperare la ratio dello smart working, cioè quella di gestione flessibile e per obiettivi del rapporto di lavoro slegato da precisi vincoli di spazio e tempo»;
    per affrontare intelligentemente la crisi in atto e trasformarla in opportunità dovremo dirigerci verso un modo completamente diverso di intendere il lavoro, valutato sulla base del risultato;
    secondo il Rapporto annuale 2020 l'emergenza sanitaria ha repentinamente imposto il passaggio al lavoro a distanza in molti settori, così che il 12,6 per cento ha lavorato in casa a marzo (+8,1 punti in un anno), il 18,5 per cento ad aprile (+14,1 punti) e il 20,1 per cento a maggio (+15,4 punti); nel report si legge che la stima dell'ampiezza potenziale del lavoro da remoto, basata sulle caratteristiche delle professioni, potrebbe raddoppiare, sino a contare 8,2 milioni di occupati (il 35,7 per cento) con professioni che lo consentirebbero. Escludendo alcune professioni per le quali si può considerare che il lavoro da remoto sia preferibile solo in situazioni di emergenza (ad esempio gli insegnanti nei cicli di istruzione primaria e secondaria), si individuerebbero circa 7 milioni di occupati che potrebbero lavorare a distanza: 4,1 milioni tra le professioni che richiedono supervisione e 2,0 milioni tra quelle ad elevata autonomia;
    l'Istat evidenzia che nonostante in Italia l'organizzazione del lavoro sia ancora rigida, l'esperimento del lavoro agile, bruscamente accelerato dall'emergenza sanitaria, ha messo in evidenza le potenzialità dello strumento, al netto delle criticità legale all'ampio divario digitale che caratterizza il Paese e alle cautele legale agli squilibri tra lavoro e spazi privati;
    a fronte di un vantaggio in termini di riduzione dei tempi di spostamento e stress psico-fisico legato al pendolarismo, riduzione del rischio di incidenti stradali, riduzione dell'inquinamento ambientale, risparmio economico per il lavoratore, dovrà comunque essere prestata attenzione al rischio che il confine tra tempi di lavoro e tempi di vita diventi labile e al diritto alla disconnessione,

impegna il Governo

   a valutare l'opportunità di incentivare il ricorso al lavoro agile sia nel settore privato che in quello pubblico oltre il termine dello stato di emergenza così come attualmente prorogato al 15 ottobre 2020 e oltre il termine ultimo, per i dipendenti pubblici, del 31 dicembre 2021, attraverso l'intervento di una riforma strutturale che promuova nuovi approcci per orientare correttamente l'innovazione e l'uso delle tecnologie coinvolte;
   a valutare l'opportunità di predisporre un indirizzo politico adeguato che regolamenti la libera scelta del lavoro agile per il lavoratore sia nel settore pubblico che in quello privato, l'uso degli strumenti informatici, la sicurezza informatica aziendale, l'organizzazione e gli obiettivi, le modalità di controllo a distanza, l'adozione di un codice disciplinare e che garantisca il diritto alla disconnessione dei lavoratori.
9/2648/3Bologna, Rospi, De Giorgi, Vizzini, De Toma.