Legislatura: 18Seduta di annuncio: 91 del 27/11/2018
Primo firmatario: ROSTAN MICHELA
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 27/11/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 27/11/2018 Resoconto ROSTAN MICHELA LIBERI E UGUALI INTERVENTO PARLAMENTARE 28/11/2018 Resoconto ROSTAN MICHELA LIBERI E UGUALI PARERE GOVERNO 28/11/2018 Resoconto MOLTENI NICOLA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
DISCUSSIONE IL 27/11/2018
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 27/11/2018
PROPOSTA RIFORMULAZIONE IL 28/11/2018
DISCUSSIONE IL 28/11/2018
NON ACCOLTO IL 28/11/2018
PARERE GOVERNO IL 28/11/2018
RESPINTO IL 28/11/2018
CONCLUSO IL 28/11/2018
La Camera,
premesso che:
nel disegno di legge in discussione, che converte il decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, all'articolo 21, si prevede l'estensione dell'ambito di applicazione del divieto di accesso in specifiche aree urbane anche ai presidi sanitari;
tale misura dovrebbe servire a fronteggiare le aggressioni a medici e operatori sanitari sul luogo di lavoro;
quest'ultimo è un fenomeno che si registra in tutta Italia, con una frequenza impressionante, soprattutto in danno di medici e personale impegnato in operazioni di soccorso, con aggressioni fisiche brutali, e conseguenze drammatiche;
una indagine di recente realizzata da NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche, ha contabilizzato in 3 mila ogni anno le aggressioni che si verificano nel nostro Paese contro medici e personale sanitario; La Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) ha segnalato che, negli ultimi mesi, all'Inail sono stati denunciati 1.200 casi di aggressione ai danni di personale medico e sanitario;
un'altra indagine statistica condotta sui dati Inail 2018 calcola che in media nel nostro Paese si verificano tre episodi di violenza al giorno ai danni di personale medico e sanitario nell'esercizio delle sue funzioni;
appare evidente che, per la gravità dei fatti, la misura prevista dal governo nel decreto e nel disegno di legge di conversione risulta parziale e insufficiente;
si rendono necessari sul tema interventi di ben altra forza, per garantire a medici e personale sanitario in servizio condizioni di sicurezza, protezione e serenità;
tra le varie proposte, avanzate da sindacati e associazioni di categoria, c’è quella di rinforzare i sistemi stessi di sicurezza, come videosorveglianza, vigilanza, e di fare chiarezza sul profilo di Pubblico Ufficiale del medico e del personale sanitario, sia esso quello infermieristico che quello ausiliario, sia quello impegnato in azioni di soccorso che invece di presidio;
riconoscere lo status di pubblico ufficiale ai medici e al personale sanitario in servizio garantirebbe maggiore protezione agli stessi, indicherebbe un forte elemento di dissuasione, alla pari di quello che accade con gli appartenenti alle Forze dell'ordine e consentirebbe all'azione penale di partire in automatico e non con denuncia di parte,
impegna il Governo
a fronteggiare con strumenti più efficaci e decisi il tema delle aggressioni ai medici e al personale sanitario in servizio con un Piano compressivo di intervento che contempli misure di sicurezza e protezione, come videosorveglianza, vigilanza e strutture rinforzate, e misure di tutela come il riconoscimento dello status di Pubblico ufficiale agli stessi.
9/1346/7. Rostan.
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):professione sanitaria