Atto Camera
Risoluzione in Commissione 7-00997
presentata da
MASSIMO BITONCI
mercoledì 3 ottobre 2012, seduta n.696
La V Commissione,
premesso che:
l'azione intrapresa nel corso degli ultimi mesi da parte del Governo italiano e finalizzata ad abbassare gli elevati livelli di spesa della pubblica amministrazione si è concentrata principalmente sugli enti locali, e sui comuni in particolare, attraverso la finalizzazione di disposizioni normative che hanno previsto riduzioni di trasferimenti secondo un approccio lineare, ovvero non considerando gli enti che nel corso degli anni hanno adottato politiche di gestione finanziaria efficienti ed in grado di garantire spese di funzionamento inferiori alla media nazionale, e senza altresì valutare adeguatamente come il concorso degli enti locali alla creazione del deficit dell'amministrazione pubblica nazionale sia molto inferiore rispetto a quello evidenziato dai livelli di governo centrale;
l'attuale situazione della finanza pubblica locale è particolarmente grave, sia alla luce della pesante riduzione di risorse operata attraverso la rideterminazione del Fondo sperimentale di riequilibrio, sia per il fatto che numerose amministrazioni, proprio per sopperire a tali deficit, dovranno quasi certamente ricorrere all'aumento delle imposte locali, a partire dall'IMU, e che la difficoltà degli enti è ulteriormente acuita dal fatto che gli amministratori locali si stanno muovendo in quadro normativo estremamente incerto ed instabile il quale ha portato più volte al differimento dei termini per l'approvazione dei bilanci preventivi 2012;
oltre alla mancanza di risorse, i comuni devono altresì far fronte alle difficoltà legate al rispetto dei vincoli imposti dal Patto di Stabilità Interno e che impone agli enti medesimi, fatti salvi le amministrazioni che, così come individuate ai sensi dell'articolo 20 del decreto-legge n. 98 del 2011 e successive modifiche, rientrano nella classe dei enti virtuosi, il raggiungimento di un obbiettivo di saldo finanziario per il concorso dell'ente stesso al contenimento dei saldi di finanza pubblica;
il procedimento per la determinazione di tale saldo, definito attualmente dalla legge di stabilità 2012 (Legge n. 183/2011), oltre che particolarmente complesso dal punto di vista metodologico risulta in numerosi casi assolutamente gravoso, anche per il fatto che in taluni casi la causa è da rintracciarsi in investimenti pregressi rispetto all'esercizio in corso, determinando così un aumento costante negli ultimi anni degli enti inadempienti al rispetto del Patto, giunti nel 2011 ad un totale di 120, ovvero più che raddoppiati rispetto al 2010, quando i trasgressori furono una cinquantina;
le attuali modalità di applicazione del prodotto stabilità interno hanno negative ricadute anche e soprattutto sulle spese di investimento, dal momento che queste subiscono, a causa dei limiti oggi imposti, gravi ritardi nei tempi di finalizzazione, in quanto l'utilizzo del principio di competenza mista obbliga gli enti a posticipare queste spese così da riuscire a garantire il saldo prefissato, con l'ovvia conseguenza di una drastica riduzione delle medesime spese di investimento, tanto che gli stessi comuni sono stati costretti a ridurre negli ultimi anni, per ima media del 30 per cento, dette voci di spesa, sebbene queste rappresentino voci tra le più importanti per il rilancio dell'economia locale (pro-ciclicità);
i vincoli del patto di stabilità, infatti, così come attualmente previsti, aggravano ulteriormente la difficilissima situazione economica, che mette in difficoltà soprattutto le piccole medie imprese, ovvero quella classe imprenditoriale che gestisce un'attività ma che non è garantita dagli ammortizzatori sociali, pur intrattenendo quotidianamente rapporti di lavoro con gli enti locali, eseguendo lavori di manutenzione, ovvero piccole forniture, partecipando a gare per lavori pubblici di piccolo importo ma comunque diffuse su tutto il territorio italiano. I vincoli del prodotto stabilità interno potrebbero rallentare, bloccare le attività delle piccole medie imprese, determinando perciò l'effetto contrario alle necessita di rilancio dell'economia, col rischio concreto di affossare definitivamente queste realtà lavorative. Appare perciò, oltremodo miope impedire a quegli enti locali che ancora hanno la possibilità di investire anche piccole somme in opere e servizi che soddisfano le esigenze della popolazione, di sostenere in questo modo soprattutto le imprese insediate sul proprio territorio;
dal 1o gennaio 2013, così come stabilito dal comma 1 dell'articolo 31 della legge di stabilità 2012, l'applicazione dei vincoli di finanza pubblica verrà allargata anche ai comuni con una popolazione tra i 1.000 e i 5.000 abitanti, così che agli attuali 2.300 enti circa soggetti al prodotto stabilità interno si aggiungeranno almeno altri 3.800 enti di dimensioni ridotte dove gli stringenti vincoli del patto potrebbero diventare velocemente una restrizione ancora più serrata per lo sviluppo e gli investimenti all'interno delle amministrazioni;
a partire dal 2012, e in virtù delle modifiche apportate dal comma 12-bis dell'articolo 4 de decreto-legge n. 16 del 2012 (il così detto decreto-fiscale), l'attuale tetto del 3 per cento delle entrate correnti come tetto massimo ai fini delle sanzioni economiche verrà abolito, e la sanzione economica da versare allo Stato da parte di chi non riuscirà a centrare gli obbiettivi di finanza pubblica, che si aggiunge alle altre attualmente previste, come la fissazione di un limite all'indebitamento piuttosto che la riduzione delle indennità degli amministratori, sarà pari all'intera somma sforata dall'ente,
impegna il Governo
ad adottare, in virtù della grave situazione della finanza pubblica locale, le opportune iniziative al fine di differire la data dell'entrata in vigore della norma, oggi prevista per il 1° gennaio 2013, per l'applicazione dei vincoli del patto di stabilità interno per gli enti locali con una popolazione inferiore ai 5.000 abitanti, in vista di una successiva revisione dell'intero impianto dei vincoli di finanza pubblica per gli enti locali finalizzata all'allentamento degli stessi vincoli in chiave di rilancio delle attività economiche.
(7-00997)
«Bitonci, Vanalli, Volpi, Meroni, Pastore, Bragantini, D'Amico, Polledri, Simonetti».