ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00603

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 458 del 17/02/2021
Firmatari
Primo firmatario: VILLANI VIRGINIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 16/02/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NAPPI SILVANA MOVIMENTO 5 STELLE 16/02/2021
MANZO TERESA MOVIMENTO 5 STELLE 16/02/2021
VIANELLO GIOVANNI MOVIMENTO 5 STELLE 16/02/2021


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00603
presentato da
VILLANI Virginia
testo di
Mercoledì 17 febbraio 2021, seduta n. 458

   Le Commissioni XI e XII,

   premesso che:

    al giorno d'oggi, uno dei lavori più quotati ed ambiti è quello dello chef, divenuto ormai una vera e propria icona di successo anche a livello mediatico e soprattutto televisivo;

    essere chef non è un lavoro rilassante, è un impegno fatto di ricerca, tensione e grande responsabilità, come tutti i lavori apicali: si può affermare che fare lo chef è un lavoro stressante e usurante;

    un interessante studio condotto su 710 cuochi italiani ha confermato la natura stressante di tale lavoro: quelli che si vedono in televisione sono solo una minima parte dei cuochi che lavorano nel nostro Paese e nel mondo;

    dal su citato studio promosso da Federazione italiana cuochi e realizzato da Cnr-Irib e pubblicato su Frontiere public health è emerso che in particolare, i fattori principali che scatenano stress psicologico sono gli anni di servizio e il numero di ore settimanali effettuate;

    lo studio prevedeva la compilazione di un questionario, il cui modello di analisi comprendeva caratteristiche individuali (età, sesso o body-mass-index) e variabili legate al lavoro, come la categoria professionale oppure la durata della giornata lavorativa;

    il 47 per cento degli chef ha riportato più problemi di salute durante la propria carriera;

    il test è servito a valutare se il rischio di stress professionale sia davvero correlato al tipo di lavoro e come questo possa influire sulla salute;

    è emerso che i fattori di maggior rischio favoriscono l'insorgenza di malattie organiche a carico dell'apparato muscolo-scheletrico e cardiocircolatorio dovute per la maggior parte delle ore di lavoro in cui i cuochi mantengono una posizione eretta;

    all'uopo, il coordinatore della ricerca e ricercatore Cnr-Irib, dottor Antonio Cerasa, in una intervista ha chiarito: «Il lavoro dello chef è uno di quelli più esposto a rischi per la salute dovuto allo stress, ma mai nessuno ha fornito una valutazione scientifica quantitativa dei rischi e delle sue caratteristiche. Il nostro studio ha definito per la prima volta, in maniera quantitativa, il legame tra stress, lavoro e salute nella categoria dei cuochi italiani, utilizzando un approccio analitico ai dati statistici risultanti dall'elaborazione del materiale messo a disposizione dalla Fic. Infatti, per realizzare questa ricerca epidemiologica, è stata messa a punto un'app dove tutti gli iscritti alla Federazione, potevano collegarsi e, compilando dei moduli demografici e dei test psicologici, partecipare all'indagine scientifica»;

    gli chef hanno anche un ulteriore fattore di rischio per la salute legato all'ambiente di lavoro umido delle cucine, ovviamente responsabile di vasodilatazione e di peggioramento delle varici; nello specifico, uno studio scientifico danese, su quasi 40 mila lavoratori tra i 18 e i 65 anni, ha dimostrato con una percentuale notevole, del 60 per cento la necessità di tantissimi chef di ricorrere ad interventi chirurgici per varici degli arti inferiori;

    e ancora, Rocco Pozzulo, presidente della Federazione italiana cuochi, ha dichiarato che «Le malattie professionali sono uno dei temi all'attenzione della Fic. Lo stress in cucina è effettivamente altissimo, causato da tensioni e pressioni psicologiche dovute principalmente alla mole di lavoro, alle numerose ore trascorse in cucina in uno spazio spesso piccolo, affollato e troppo caldo, a un livello di concentrazione che deve essere sempre al massimo, al numero di dipendenti da gestire, ma soprattutto al giudizio costante del cliente a cui si è sottoposti»;

    il prolungato ortostatismo porterebbe, altresì, ad una maggiore frequenza di ricoveri ospedalieri per insufficienza venosa cronica e ad una maggiore incidenza di cardiopatia ischemica e di aterosclerosi delle carotidi;

    in buona sostanza lo studio corrotto dalla Federazione italiana cuochi rileva che le patologie connesse allo svolgimento di questa attività lavorativa debbano servire ad individuare il ricorso a terapie ed interventi medici specifici per questa importante categoria di lavoratori;

    allo stesso tempo è fondamentale che quanto emerso dallo studio e dalle testimonianze della Fic serva a supportare, per la categoria professionale degli chef, il riconoscimento di malattie professionali e di lavoro usurante;

    la relazione tra le variabili lavorative e lo stato di salute è mediata in una percentuale che va dal 13,8 per cento al 24,9 per cento: questo dato è estremamente rilevante, perché attesta gli effetti negativi delle eccessive ore di lavoro sulla salute, che sono peraltro già state riportate in altre svariate categorie lavorative e, grazie a questa ricerca, si conferma ulteriormente che superare le 60 ore di lavoro settimanale è una concausa importante nella possibile insorgenza di malattie organiche, anche negli chef, anche nel lavoro attualmente considerato tra i più «cool» del mondo,

impegnano il Governo:

   ad adottare tutte le opportune iniziative volte ad esaminare e valutare l'attendibilità di tutti gli studi scientifici sulle patologie che interessano la professione di chef ai fini del riconoscimento di malattie professionali;

   a valutare l'adozione di iniziative per l'inserimento di tale professione tra i lavori usuranti, al fine di favorire l'accesso anticipato al trattamento pensionistico;

   a valutare l'opportunità di adottare iniziative, di concerto con il Servizio sanitario nazionale, per agevolare, per tale categoria di professionisti, l'accesso ad idonee cure e trattamenti, rispetto alle patologie connesse alla attività lavorativa.
(7-00603) «Villani, Nappi, Manzo, Vianello».