ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00397

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 250 del 23/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: SPADONI MARIA EDERA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 23/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 23/06/2014
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 23/06/2014
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 23/06/2014
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 23/06/2014
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 23/06/2014
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 23/06/2014


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00397
presentato da
SPADONI Maria Edera
testo di
Lunedì 23 giugno 2014, seduta n. 250

   La III Commissione,
   premesso che:
    Hassan Rouhani è stato eletto presidente della Repubblica islamica dell'Iran il 3 agosto 2013;
    nella prima conferenza stampa, indetta dopo la sua elezione, Rouhani ha ribadito la sua ferma intenzione di apportare profondi cambiamenti nelle relazioni internazionali, nella direzione di una sempre maggiore apertura con il resto del mondo, e di voler risanare l'immagine dell'Iran fortemente compromessa dal suo predecessore Ahmadinejad;
    il presidente Rouhani si è, inoltre, dichiarato favorevole al miglioramento della condizione delle donne nella società iraniana;
    nel settembre del 2013 Rouhani ha ordinato la liberazione di undici prigionieri politici, fra cui otto donne, due di quali erano la nota attivista e avvocatessa iraniana Nasrin Sotoudeh e il politico riformista Mohsen Aminzadeh;
    tuttavia, secondo un rapporto ONU redatto dal relatore speciale per i Diritti umani in Iran, Ahmed Shaheed, da quando è stato eletto presidente le esecuzioni in Iran sono notevolmente aumentate (almeno 500 persone sono state uccise nel 2013, tra cui 27 donne e 2 bambini); oltre 100 iraniani sono stati giustiziati solo durante il primo mese di governo Rohani e nei mesi successivi le esecuzioni sono proseguite al ritmo di 120/130 al mese, 40 solo nella prima metà di gennaio 2014, un record assoluto; Ahmed Shaheed, nel suo rapporto, fa poi notare che molte esecuzioni, specie degli oppositori politici, vengono effettuate in segreto per cui i numeri appaiono probabilmente sottostimati;
    inoltre, contraddittoriamente, Hassan Rohani ha scelto come Ministro della giustizia Mostafa Pourmohammadi, il quale da vice Ministro dell’intelligence (carica ottenuta nel 1986), è stato implicato direttamente nel cosiddetto «Massacro delle Prigioni» avvenuto nel 1988, una serie di brutali torture contro i prigionieri politici avvenuta nelle carceri iraniane che, tra il 1987 e il 1999, hanno complessivamente riguardato oltre 5.000 prigionieri politici;
    è da sempre noto che nelle carceri iraniane la tortura viene applicata in maniera sistematica, sia contro gli uomini che contro le donne le quali, oltretutto, vengono quasi sempre stuprate;
    nel corso dell'ultima Assemblea del Consiglio dei Diritti umani dell'Onu, Ban Ki-moon ha dichiarato che «Hassan Rohani è venuto meno alle promesse elettorali», mentendo quindi al popolo iraniano per ottenere voti;
    sono presenti in Iraq due campi profughi, Camp Ashraf e Camp Hurriya, ex Camp Liberty; Camp Ashraf si trova nella provincia di Diyala, a circa 60 chilometri da Baghdad, ed è stato la casa di circa 3.400 dissidenti iraniani rifugiatisi in Iraq più di 25 anni fa per sfuggire alle persecuzioni in atto in Iran a seguito della rivoluzione del 1979. I suoi abitanti, membri dell'organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano, con le loro sole forze e mezzi hanno trasformato questa zona in una città autosufficiente;
    attualmente i residenti di Campo Ashraf si trovano in una situazione di grave pericolo perché, da quando nel 2009 le truppe americane che avevano invaso l'Iraq nel 2003 hanno trasferito la responsabilità della sicurezza di Campo Ashraf alle forze armate irachene, queste hanno attaccato il campo diverse volte provocando la morte di molti residenti e il ferimento di centinaia di loro. E questo a causa della linea politica dell'attuale Primo Ministro iracheno che ha fatto dell'antico nemico dell'Iraq, il regime iraniano appunto, il suo maggiore alleato;
    i residenti di Campo Ashraf godono dello status di persone protette secondo la Quarta Convenzione di Ginevra e attualmente l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati – UNHCR, sta cercando di portare a termine il processo di riconoscimento dello status di rifugiati per i residenti di Ashraf in modo che possano essere trasferiti in tutta sicurezza presso Paesi terzi in grado di accoglierli;
    anche Camp Hurriya è stato ripetutamente saccheggiato e soffre di gravissime carenze come la mancanza di acqua, di elettricità, del numero insufficiente dei servizi igienici e della totale mancanza di strutture adeguate per ospitare persone disabili, malati e anziani;
    il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione del 3 aprile 2014 sulla strategia dell'UE nei confronti dell'Iran (2014/2025(RSP)) che tratta anche la questione dei diritti umani;
    rispondendo ai numerosi appelli delle Nazioni Unite per una soluzione condivisa e rispettosa dei diritti umani per la vicenda degli ex-residenti di Camp Ashraf, il Ministero degli affari esteri italiano con una nota del 4 marzo 2014 aveva comunicato che: «nel quadro dell'azione umanitaria promossa dal Ministero degli esteri insieme al Ministero dell'interno, sono arrivati oggi in Italia sette rifugiati iraniani provenienti da Camp Hurriya, in Iraq. L'accoglienza nel nostro Paese, ed è stata promossa dalla Farnesina in collaborazione con l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) (...). Con il gruppo di persone giunte oggi a Roma sono già quindici i rifugiati iraniani, ex residenti di Ashraf, che sono stati finora accolti in Italia»;
    con la nota del 27 dicembre 2013 il Ministero degli affari esteri aveva condannato senza riserve la sanguinosa azione terroristica avvenuta il giorno precedente che aveva colpito i residenti di Camp Hurriya e il personale della Polizia irachena, attraverso la dichiarazione dell'allora Ministro Emma Bonino sull'esigenza di un maggior impegno dell'Unione europea e delle Nazioni unite per aiutare il Governo di Baghdad a risolvere la situazione dei rifugiati del citato Camp salvaguardandone la sicurezza e favorendone l'accoglienza presso Paesi terzi;
    nonostante tutte le gravi violazioni sopra menzionate si può certamente apprezzare che in alcuni ambiti sono stati registrati alcuni passi in avanti fatti dal Paese rispetto al periodo di governo del presidente Ahmadinejad,

impegna il Governo:

   a intraprendere ogni iniziativa utile, sia in ambito bilaterale che multilaterale, affinché il Governo iraniano rilasci tutti i difensori dei diritti umani detenuti, i prigionieri politici;
   a sollecitare il Governo iraniano, fermo restando il diritto all'autodeterminazione e alla sovranità legislativa di ogni Paese, ad avviare un credibile programma di riforme volte a eliminare ogni forma di restrizione alle libertà di informazione, di associazione, di espressione, di riunione, di religione, di istruzione e di movimento e a rafforzare il divieto della tortura e sospendere l'utilizzo della pena di morte;
   a esortare l'Iran a cooperare con gli organismi internazionali che si occupano di diritti umani e con le organizzazioni non governative del Paese attuando le raccomandazioni delle Nazioni Unite e a firmare la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti (United Nations Convention against Torture and Other Cruel, Inhuman or Degrading Treatment Or Punishment»);
   ad avviare ogni necessaria e utile azione diplomatica affinché i Governi iraniano e iracheno cessino i numerosi attacchi ai due campi Ashraf e Hurriya per giungere al pieno riconoscimento dei residenti dello status di rifugiati e ottenere così il loro trasferimento in sicurezza presso paesi terzi in grado di accoglierli.
(7-00397) «Spadoni, Manlio Di Stefano, Grande, Di Battista, Scagliusi, Sibilia, Del Grosso».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

diritti umani

Iran

trattamento crudele e degradante

elezioni presidenziali

prigioniero politico

tortura

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