Atto Camera
Risoluzione in Commissione 7-00772
presentata da
PAOLO FADDA
giovedì 2 febbraio 2012, seduta n.581
La X Commissione,
premesso che:
Alcoa Inc., multinazionale americana terza nel mondo come produttrice di alluminio, che opera in Italia con sei stabilimenti in Sardegna, Veneto, Lazio, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, riveste un'importanza strategica quale fornitore dell'industria di trasformazione dell'alluminio e rappresenta la più importante realtà produttiva di alluminio;
Alcoa, nel contesto della propria politica industriale, che prevede un taglio del 12 per cento della produzione mondiale, ha deciso unilateralmente di avviare la procedura di mobilità per i propri dipendenti e chiudere gli impianti di produzione di alluminio a Portovesme, in quanto, secondo l'azienda, non risponderebbero ai requisiti di competitività richiesti da un mercato globale condizionato da costi di produzione sempre più alti e prezzo del metallo in caduta libera;
nel 2011 le quotazioni dell'alluminio sono calate del 12 per cento mentre quelle del Brent sono salite del 20 per cento, facendo impennare i costi dell'energia che rappresentano il 30-40 per cento di quelli che gravano sulle fonderie;
a fine 2011 la previsione di riduzione della produzione di alluminio era pari al 10 per cento e il surplus mondiale era stimato dagli osservatori in 690 mila tonnellate, nonostante il consumo di alluminio nel medesimo anno si sia attestato intorno all'8 per cento;
la chiusura degli impianti Alcoa di Portovesme potrebbe determinare, a catena, il fermo di tutta la filiera dell'alluminio coinvolgendo le altre realtà produttive dell'area, come Euroallumina e Ila, con la conseguenza drammatica della perdita di posti di lavoro per migliaia di dipendenti e l'inasprimento del disagio economico e sociale in cui si trova il territorio del Sulcis che già sconta purtroppo gli effetti devastanti della crisi mondiale;
l'importanza strategica degli impianti Alcoa è stata ribadita più volte; in tali occasioni è stato ribadito con fermezza il pericolo insito nella tendenza dei grandi gruppi industriali a delocalizzare i propri impianti là dove gli spazi sono pressoché illimitati, i vincoli ambientali inesistenti, l'energia a buon prezzo, i diritti dei lavoratori sono deboli e le loro retribuzioni notevolmente più basse;
nel corso del 2010 è stato raggiunto un accordo tra Governo italiano, enti locali, regione, provincia, sindacati e Alcoa, con il quale quest'ultima si impegnava a continuare la produzione fino al 31 dicembre 2012, a fronte dell'impegno da parte del Governo di varare un provvedimento che ha consentito la interrompibilità delle forniture di energia;
con il decreto-legge 25 gennaio 2010, n. 3, cosiddetto decreto «salva Alcoa», convertito, con modificazioni, dalla legge 22 marzo 2010, n. 41, sono state adottate misure per la riduzione del prezzo dell'energia per i clienti energivori delle isole maggiori, penalizzate dalla mancanza di collegamenti elettrici adeguati con il resto della Penisola;
tale intervento che ha permesso uno sconto significativo sulla bolletta energetica per Alcoa con un prezzo megawatt/ora intorno ai 35 euro, è stato autorizzato dall'Unione europea in quanto transitorio (fino al 31 dicembre 2012), e non v'è certezza in merito al suo rinnovo;
il disimpegno produttivo di Alcoa in Sardegna, cancellando l'unico punto produttivo di alluminio primario in Italia, è destinato ad aggravare i problemi di approvvigionamento e di costo per un'intera filiera industriale, visto l'alto consumo di alluminio del sistema produttivo italiano;
nel corso dell'incontro sulla vertenza Alcoa, svoltosi il 13 gennaio 2012, tra Ministero dello sviluppo economico, regione Sardegna, provincia, enti locali, sindacati e azienda, la multinazionale Usa, ha ribadito la volontà di chiudere nei prossimi 6 mesi lo stabilimento di Portovesme, rifiutando la proposta del Governo di bloccare l'avvio della procedura di mobilità;
attualmente sono sul tavolo del Ministero alcune manifestazioni di interesse, non ancora formalizzate che comportano, in tutti i casi, la necessità di una soluzione a regime del provvedimento sull'interrompibilità delle forniture di energia, al fine di favorire un serio impegno da parte di nuovi imprenditori nello stabilimento di Portovesme, senza violare la normativa europea e valutando i costi per assicurare a questo settore produttivo un prezzo del megawattora adeguatamente scontato;
inoltre, è ancora in corso una procedura di infrazione che non è arrivata alla conclusione e che implica comunque un debito di Alcoa di circa 300 milioni di euro alla cassa conguaglio del settore elettrico per sconti tariffari precedenti al provvedimento del 2010, per aiuti di Stato;
fino ad oggi la politica industriale italiana non ha mostrato sufficiente attenzione ai fenomeni di crisi dei diversi distretti industriali, tra i quali quello di Portovesme, e non sono stati adottati provvedimenti e iniziative sufficienti a scongiurare l'abbandono del territorio del Sulcis;
il Sulcis è una delle province più povere d'Italia; il malessere già molto diffuso può trasformarsi in tensioni sociali preoccupanti e imprevedibili;
il Governo deve esercitare con forza ed autorevolezza quella politica di persuasione necessaria perché l'ENEL realizzi accordi bilaterali capaci di scontare prezzi energetici più bassi di quelli che si registrerebbero nel libero mercato;
ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, ENEL non può, in ragione della sua posizione di monopolio e della partecipazione azionaria dello Stato, pensare di curare solo il suo legittimo interesse a guadagnare e non anche di svolgere un ruolo strategico nell'interesse superiore del Paese;
al Governo è altresì affidato il compito di creare le condizioni più favorevoli per la realizzazione in tempi brevi del gasdotto, Algeria-Sardegna, al fine di conseguire non solo un ulteriore miglioramento delle condizioni di prezzo dell'energia, ma anche il raggiungimento dell'obiettivo di dotare tutta la Sardegna dell'approvvigionamento di metano;
più in generale, devono essere attivate misure infrastrutturali, tali da rendere appetibile la permanenza o la collocazione di nuove industrie nel territorio italiano ed in particolare in Sardegna, con particolare riguardo a quelle portuali ed in generali alle infrastrutture in grado di abbattere i costi energetici e dell'approvvigionamento della materia prima,
impegna il Governo:
a confermare la rilevanza strategica della produzione di alluminio in Italia e ad affrontare con determinazione i problemi che ostacolano la continuazione della produzione dello stabilimento Alcoa di Portovesme, anche per salvaguardare i posti di lavoro nell'area, chiedendo ad Alcoa la sospensione immediata della procedura di mobilità del personale;
ad assumere entro brevissimo tempo iniziative normative per la proroga di almeno tre anni delle misure finalizzate a garantire la sicurezza di approvvigionamento di energia elettrica nelle isole maggiori di cui all'articolo 1, comma 1, del decreto-legge 25 gennaio 2010, n. 3 convertito con modificazioni dalla legge 22 marzo 2010, n. 41;
ad assumere al più presto iniziative normative per la ridefinizione delle tariffe elettriche applicate alle attività produttive, con particolare riguardo alle imprese energivore;
ad assumere, con decisione, ogni iniziativa di competenza affinché l'ENEL realizzi accordi bilaterali capaci di scontare prezzi energetici più bassi di quelli che si registrerebbero sui liberi mercati, come già avviene negli altri Paesi europei;
a contribuire, insieme alla regione Sardegna, alla realizzazione delle infrastrutture necessarie, in particolare quelle portuali per superare i costi dell'approvvigionamento della materia prima, intervenendo velocemente affinché inizino i lavori dell'infrastruttura del gasdotto Algeria-Italia;
a continuare ad esercitare tutte le iniziative necessarie per tentare di trattenere Alcoa nel ciclo produttivo di Portovesme, come previsto dall'accordo stipulato in data 18 maggio 2010 e, nel caso ciò non fosse possibile, per individuare una nuova compagine imprenditoriale che continui e consolidi l'attività produttiva;
nell'eventualità che Alcoa, nonostante gli impegni per risolvere il problema del costo dell'energia e delle infrastrutture, dovesse confermare la chiusura dello stabilimento, ad assumere le iniziative di competenza affinché l'azienda provveda al ripristino ambientale e a pagare la sanzione di 300 milioni di euro comminata ad Alcoa dall'Unione europea.
(7-00772)
«Fadda, Mereu, Calvisi, Marrocu, Melis, Arturo Mario Luigi Parisi, Pes, Sanga, Schirru, Soro, Lulli, Froner, Vico, Zunino».