ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00072

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 84 del 12/11/2008
Abbinamenti
Atto 7/00089 abbinato in data 05/02/2009
Atto 7/00116 abbinato in data 05/02/2009
Atto 7/00118 abbinato in data 12/02/2009
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00035
Firmatari
Primo firmatario: CAPARINI DAVIDE
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 12/11/2008
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD PADANIA 12/11/2008
MUNERATO EMANUELA LEGA NORD PADANIA 12/11/2008
BONINO GUIDO LEGA NORD PADANIA 12/11/2008
MOLTENI LAURA LEGA NORD PADANIA 12/11/2008
RONDINI MARCO LEGA NORD PADANIA 12/11/2008
LUSSANA CAROLINA LEGA NORD PADANIA 12/11/2008


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Stato iter:
18/03/2009
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 05/02/2009
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD PADANIA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 12/02/2009
PEDOTO LUCIANA PARTITO DEMOCRATICO
LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO
CAZZOLA GIULIANO POPOLO DELLA LIBERTA'
BOSSA LUISA PARTITO DEMOCRATICO
MIGLIOLI IVANO PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 12/02/2009
ROCCELLA EUGENIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 26/02/2009
MATTESINI DONELLA PARTITO DEMOCRATICO
SCHIRRU AMALIA PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 26/02/2009
VIESPOLI PASQUALE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 26/02/2009
MUSSOLINI ALESSANDRA POPOLO DELLA LIBERTA'
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD PADANIA
SAGLIA STEFANO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
PARERE GOVERNO 26/02/2009
VIESPOLI PASQUALE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 18/03/2009
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD PADANIA
 
INTERVENTO GOVERNO 18/03/2009
VIESPOLI PASQUALE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 05/02/2009

DISCUSSIONE IL 05/02/2009

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 05/02/2009

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 12/02/2009

DISCUSSIONE IL 12/02/2009

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 12/02/2009

DISCUSSIONE IL 26/02/2009

IN PARTE ACCOLTO E IN PARTE NON ACCOLTO IL 26/02/2009

PARERE GOVERNO IL 26/02/2009

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 26/02/2009

DISCUSSIONE IL 18/03/2009

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 18/03/2009

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 18/03/2009

CONCLUSO IL 18/03/2009

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00072
presentata da
DAVIDE CAPARINI
mercoledì 12 novembre 2008, seduta n.084

La XI e la XII Commissione,

premesso che:

lo scorso 25 luglio il ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha presentato al Consiglio dei Ministri il cosiddetto «Libro Verde» sul futuro del modello sociale, dal titolo «La vita buona nella società attiva», aprendo una consultazione pubblica per un periodo di tre mesi, al fine di pervenire al superamento della «vecchia logica assistenziale e paternalistica»;

come preannunciato dallo stesso Ministro in audizione in Parlamento sulle linee del suo dicastero, (...) sul modello degli analoghi strumenti utilizzati dalla Commissione europea, il «Libro verde» è uno strumento per definizione aperto, che parte da alcune premesse e rivolge agli interlocutori alcuni interrogativi per raccogliere opinioni e cercare alla fine di costruire un modello compiuto (...). Nella prefazione, si legge che il documento intende proporre «una visione del futuro del nostro modello sociale nella prospettiva della vita buona nella società attiva ed intende sollecitare un diffuso confronto su:

le disfunzioni, gli sprechi e i costi del modello attuale;

la principale sfida politica e cioè la transizione verso un nuovo modello che accompagni le persone lungo l'intero ciclo di vita attraverso il binomio opportunità-responsabilità;

un modello di governance che garantisca la sostenibilità finanziaria e attribuisca a un rinnovato e autorevole livello centrale di governo compiti di regia e indirizzo, affidando, invece, alle istituzioni locali e ai corpi intermedi, secondo i principi di sussidiarietà, responsabilità e differenziazione, l'erogazione dei servizi in funzione di standard qualitativi e livelli essenziali delle prestazioni;

gli obiettivi strategici dei prossimi anni per giungere - attraverso un costante esercizio di benchmarking con le migliori esperienze internazionali e in coerenza con le linee guida comunitarie - a un sistema di protezione sociale universale, selettivo e personalizzato che misuri su giovani, donne e disabili, in termini di vera parità di opportunità, l'efficacia delle politiche;

le possibili linee guida sui pilastri del sistema e una ipotesi di grandi programmi (quali natalità; famiglia; formazione e occupabilità; prevenzione per la salute)»;

il documento, nel ribadire che la nostra spesa sociale si colloca «leggermente al di sopra della media dei Paesi OCSE», evidenza come la sua composizione sia fortemente squilibrata a favore della spesa previdenziale, che incide per il 66,7 per cento, a fronte di quella sanitaria, che rappresenta il 24 per cento, e di quella assistenziale, pari all'8,1 per cento;

la spesa per la salute - si legge nel Libro - risulta dunque essere oggettivamente penalizzata dal peso eccessivo della spesa pensionistica (in termini di incidenza sul PIL assorbe il 6,8 per cento, inferiore alla media europea pari al 7 per cento), mentre desta preoccupazione la sua dinamica tendenziale, giacché è in aumento la domanda qualitativa e quantitativa e, in assenza di politiche correttive e di riequilibrio, si ipotizza che nel 2050 la spesa sanitaria possa più che raddoppiare;

la bassa natalità, l'invecchiamento - cui si accompagna un aumento delle patologie (e l'Italia è uno dei paesi con la più alta percentuale di anziani), ed una maggiore incidenza della disabilità - e l'affacciarsi di nuove pandemie implicano ineviabilmente un cambiamento nelle priorità del sistema sanitario italiano;

come emerge dal Libro, sono ben 13 le Regioni che segnalano un disavanzo (l'85 per cento dello stesso si concentra in Lazio, Campania e Sicilia) e l'attuale criterio di spesa posto alla base del riparto del Fondo Sanitario nazionale risulta sempre più intollerabile e insostenibile per gli equilibri di finanza pubblica, ma soprattutto per i cittadini che vivono nelle Regioni maggiormente efficienti;

l'attuazione del federalismo fiscale implica, inoltre, il riconoscimento in capo alle Regioni di più ampi margini di manovra anche sotto il profilo delle entrate derivanti dall'applicazione e riscossione dei ticket. Ad oggi, il sistema delle compartecipazioni appare assolutamente caotico, giacché a fronte della regionalizzazione dei ticket sui farmaci, la determinazione del ticket sulla diagnostica e la specialistica continua a dipendere fortemente dal livello centrale, situazione questa che sicuramente non favorisce un effettivo governo della spesa a livello regionale. Un esempio lampante del paradosso di fondo che informa l'intero sistema delle compartecipazioni lo si desume dall'ultima vicenda del ticket di 10 euro a ricetta introdotto dalla legge finanziaria 2007 sulle prestazioni sanitarie diagnostiche e di specialistica ambulatoriale. Tale ticket, infatti, ha rischiato di produrre delle distorsioni nel sistema delle compartecipazioni al Servizio Sanitario Nazionale che non solo si traducono nella disaffezione dei cittadini nei confronti del sistema pubblico, ma che oltretutto rischiano di compromettere l'equilibrio economico delle stesse Regioni;

si concorda con l'affermazione contenuta nel documento secondo cui il nostro sistema di Welfare non deve essere smantellato, né tantomeno la spesa sociale tagliata, bensì questa deve essere «governata» e «riorientata», in modo tale da rendere l'intero sistema sostenibile da un punto di vista finanziario ed anche più equo ed efficiente, capace di contrastare la denatalità incoraggiando nuove nascite, favorire l'ingresso immediato dei giovani nel mondo del lavoro, abbattere le barriere, osteggiare le discriminazioni, combattere la povertà,
impegnano il Governo:
a valorizzare l'autonomia e la responsabilità delle Regioni nel governo della sanità, contemplando nuove misure a carattere preventivo ed eventualmente anche sostitutivo volte a garantire che la copertura degli eventuali disavanzi gestionali maturati a livello regionale sia realizzata esclusivamente con il ricorso a misure regionali di contenimento delle spese o di ristrutturazione del servizio, escludendo tassativamente qualsiasi intervento statale di ripiano di tali disavanzi;

ad abbandonare il tradizionale meccanismo di finanziamento del SSN basato sul riparto tra le Regioni di risorse che, pur qualificate come «proprie» delle Regioni, continuano ad essere nazionali nella loro definizione e nella loro disciplina attribuendo a ciascuna Regione la titolarità delle entrate necessarie a finanziare il servizio, fermo il fondo perequativo previsto dallo stesso articolo 119 della Costituzione;

a stabilire il concorso all'osservanza del patto di stabilità per le Regioni introducendo a favore degli enti più virtuosi e meno virtuosi di un sistema rispettivamente premiante e sanzionatorio;

a fare riferimento, in luogo del finanziamento della spesa storica, ai costi corrispondenti ad una media buona amministrazione (costi standard) prevedendo un'effettiva autonomia di entrata e di spesa delle autonomie locali con l'istituzione di tributi di cui le amministrazioni regionali e locali potranno determinare autonomamente i contenuti, nella cornice e nei limiti fissati dalle leggi;

a correlare il prelievo fiscale al beneficio connesso alle funzioni esercitate sul territorio in modo da favorire la corrispondenza tra responsabilità finanziaria e amministrativa al fine di consentire la continenza e la responsabilità nell'imposizione di tributi propri;

a riconoscere in capo alle Regioni più ampi margini di manovra anche sotto il profilo delle entrate derivanti dall'applicazione e riscossione dei ticket superando la situazione di disordine normativo che ad oggi regola il sistema delle compartecipazioni attraverso un riordino complessivo della materia, orientato nel senso della progressiva regionalizzazione di questo importante - ma anche delicato - strumento di responsabilizzazione nell'accesso alle prestazioni;

a perseguire tra i suoi obiettivi primari, in un'ottica di politica economico-finanziaria lungimirante ed effettivamente interessata ai bisogni dei cittadini, la rimodulazione del sistema di rapporti pubblico-privato, al fine di promuovere un'effettiva omogeneità di diritti e doveri tra tutti i suoi erogatori;

a garantire la trasparenza delle diverse capacità fiscali per abitante in modo da rendere evidente i diversi flussi finanziari tra le componenti della Repubblica;

ad adottare misure propedeutiche al potenziamento del sistema dei controlli rivolte a tutti gli operatori, pubblici e privati, del sistema, sia sotto il profilo fiscale-contabile, sia dal punto di vista della qualità delle prestazioni, con l'intento di prevenire eventuali errori sanitari;

al fine di perseguire l'obiettivo di un forte innalzamento del tasso di occupazione soprattutto delle cosiddetto «fasce deboli», ad individuare nuove misure fiscali e contributive che aiutino a conciliare le esigenze lavorative con quelle familiari, per agevolare l'inserimento e la permanenza della donna nel mondo professionale, nonché favoriscano la partecipazione dei lavoratori più anziani cosiddetto a rischio di esclusione sociale (over 50);

a proseguire, nell'ambito della riforma degli ammortizzatori sociali, nella politica di superamento della logica di puro assistenzialismo e mera sussidiarietà promuovendo misure che incoraggino i lavoratori interessati nel processo di reinserimento lavorativo, ed al contempo a prevedere misure atte a contrastare l'abuso di un ricorso improprio agli strumenti di sostegno al reddito;

a completare il processo di riforma del sistema previdenziale, iniziato nel 1992 con la Riforma Amato e proseguito a tappe con successive modifiche ed integrazioni - Riforma Dini (1995), Riforma Prodi (1997), Riforma Maroni (2004) -, attuando la separazione contabile tra previdenza ed assistenza ed eliminando la criticità dell'evasione contributiva;

a prorogare l'intervento di cui all'articolo 80 del decreto-legge n. 112 del 2008 convertito con modificazioni con legge n. 133 del 2008 relativamente al piano di verifica delle invalidità civili anche negli anni successivi, adottando misure di contrasto al fenomeno dei cosiddetti «falsi invalidi» e procedendo negli accertamenti a partire da quelle Regioni in cui la percentuale è superiore alla media nazionale;

a fare coincidere il soggetto erogatore col soggetto concessore della prestazione di invalidità civile introducendo un sistema sanzionatorio nei confronti dei responsabili degli abusi e/o dello sforamento i parametri nazionali.

(7-00072)
«Caparini, Fedriga, Munerato, Bonino, Laura Molteni, Rondini, Lussana».
Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

DECRETO LEGGE 2008 0112

EUROVOC :

assicurazione per invalidita'

contabilita'

costo sociale

donna

esclusione sociale

fiscalita'

meccanismo di sostegno

partecipazione dei lavoratori

principio di sussidiarieta'

programma scolastico

sicurezza sociale

sistema di contabilita'

sistema di finanziamento