ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00221

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 591 del 16/03/2016
Abbinamenti
Atto 6/00214 abbinato in data 16/03/2016
Atto 6/00215 abbinato in data 16/03/2016
Atto 6/00216 abbinato in data 16/03/2016
Atto 6/00217 abbinato in data 16/03/2016
Atto 6/00218 abbinato in data 16/03/2016
Atto 6/00219 abbinato in data 16/03/2016
Atto 6/00220 abbinato in data 16/03/2016
Atto 6/00222 abbinato in data 16/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: BATTELLI SERGIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 16/03/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI MAIO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 16/03/2016
FRACCARO RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 16/03/2016
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 16/03/2016
PETRAROLI COSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 16/03/2016
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 16/03/2016
DELL'ORCO MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 16/03/2016


Stato iter:
16/03/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 16/03/2016
Resoconto RENZI MATTEO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 16/03/2016
Resoconto PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto OTTOBRE MAURO MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Resoconto PALESE ROCCO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Resoconto SANTERINI MILENA DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto MONCHIERO GIOVANNI SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto BUTTIGLIONE ROCCO AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto FRATOIANNI NICOLA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto OCCHIUTO ROBERTO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto MAURI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 16/03/2016
Resoconto GOZI SANDRO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 16/03/2016

DISCUSSIONE IL 16/03/2016

NON ACCOLTO IL 16/03/2016

PARERE GOVERNO IL 16/03/2016

VOTATO PER PARTI IL 16/03/2016

RESPINTO IL 16/03/2016

CONCLUSO IL 16/03/2016

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00221
presentato da
BATTELLI Sergio
testo di
Mercoledì 16 marzo 2016, seduta n. 591

   La Camera,
   sentite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in merito alla riunione ordinaria del Consiglio europeo del 17 e 18 marzo 2016, visto l'ordine del giorno della riunione del Consiglio europeo che prevede la discussione di misure per affrontare la crisi migratoria e dei rifugiati ed al contempo l'esame dell'attuazione delle raccomandazioni specifiche per Paese e le priorità per il Semestre europeo 2016, riferendo sui progressi compiuti in merito alle principali iniziative volte a rafforzare il mercato unico,
   premesso che:
    la gestione dei flussi migratori si pone da sempre come questione complessa, in considerazione della pluralità di elementi da tenere in considerazione nella sua gestione e da contemperare nelle scelte ad essi connesse. La definizione di politiche migratorie certe e credibili diviene ancora più pressante ed irrinunciabile in ragione del continuo aggravarsi della situazione internazionale, come dimostrano i dati forniti dall'organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) che quantificano in oltre un milione i migranti giunti: nell'Unione europea nel 2015, superando di quattro volte il numero registrato nei 2014, senza peraltro accennare a miglioramenti se si considera che nei primi mesi del 2016 già 146.000 migranti hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere l'Europa, di cui circa 137.000 sulla rotta Turchia-Grecia, con un numero di morti che supera i 450;
    il crescere dei flussi dei rifugiati e richiedenti asilo è dovuto in larga parte all'incapacità della comunità internazionale di dare una soluzione a conflitti complessi, quali in primo luogo in Siria e in Libia, associati alla destabilizzazione di altri Stati di notevole rilevanza geopolitica;
    la Commissione europea, con la pubblicazione nel maggio e nel dicembre, 2015 di due comunicazioni, ha adottato l'agenda europea, sulla migrazione, evidenziando l'esigenza di una migliore gestione della migrazione e sottolineando al contempo come quella migratoria sia una responsabilità condivisa. In particolare il pacchetto approvato si concentra su 4 ambiti: ridurre gli incentivi alla migrazione irregolare, salvare vite e garantire la sicurezza delle frontiere esterne, definire una forte politica in materia di asilo e definire una nuova politica di migrazione legale;
    attraverso due successive decisioni del Consiglio giustizia e affari interni e del Consiglio europeo, nel corso del 2015 si è stabilito di ricollocare 160.000 richiedenti asilo dai Paesi maggiormente sottoposti alla pressione migratoria verso quelli con maggiori disponibilità o meno coinvolti dai flussi. In particolare il 25 giugno 2015 il Consiglio europeo ha stabilito che tutti gli Stati membri partecipassero al reinsediamento di 20.000 persone bisognose di protezione internazionale. Il successivo 20 luglio 2015 il Consiglio ha adottato le conclusioni che dettano le specifiche del ricollocamento e la divisione delle quote per Paese, sulla base di criteri oggettivi e numerici, che poco tengono in considerazione la componente umana delle migrazioni stesse;
    ad alcuni mesi dalle predette decisioni sulle ricollocazioni, già di per se insufficienti, i numeri dei richiedenti asilo effettivamente ricollocati sono del tutto irrisori. La relazione sui progressi compiuti in Grecia, Italia e nei Balcani occidentali, pubblicata dalla Commissione europea il 15 dicembre 2015 certifica che «La prima ricollocazione ha avuto luogo il 9 ottobre con 19 eritrei trasferiti in Svezia. Da allora sono state effettuate altre 125 ricollocazioni. L'Italia ha individuato altri 186 candidati alla ricollocazione e ha presentato 171 richieste di ricollocazione ad altri Stati membri. Fino ad oggi, soltanto dodici Stati membri hanno messo a disposizione dei posti per la ricollocazione, impegnandosi ad accogliere 1041 persone. Diciannove Stati membri hanno nominato funzionari di collegamento per coadiuvare il processo sul campo. Gli Stati membri devono aumentare in modo sostanziale il loro impegno e abbreviare i tempi di risposta per accelerare il funzionamento del meccanismo». Nonostante successive pressioni e denunce susseguitesi negli ultimi mesi ad oggi continuano ad essere solamente 300 i richiedenti asilo ricollocati dall'Italia, come dichiarato anche dallo stesso sottosegretario all'interno Domenico Manzione durante un'audizione presso la Commissione Diritti umani del Senato della Repubblica;
    l’acquis di Schengen, i Trattati e le successive modifiche e convenzioni collegate, hanno istituito nel tempo un sistema volto ad abolire le frontiere interne sostituendole con un'unica frontiera esterna, individuando in tal modo un territorio dove viene garantita la libera circolazione delle persone. Entro tale spazio si applicano regole e procedure comuni in materia di visti, soggiorni brevi, richieste d'asilo e controlli alle frontiere. Queste norme, ma soprattutto la libertà di circolazione da esse garantita, rappresentano una delle maggiori conquiste dell'Unione europea, uno dei pilastri della condivisione su cui si poggia l'Unione stessa. Negli ultimi mesi, a causa della pressione migratoria e di scontri di natura politica che vedono contrapporsi alcuni Stati membri, si assiste ad un moltiplicarsi della sospensione dei menzionati accordi, che si traducono in unilaterali chiusure delle frontiere nazionali. Sei dei ventisei Paesi membri dello spazio Schengen (la Germania, l'Austria, la Slovenia, la Francia, e dopo gli attentati di Parigi e dall'inizio del 2016 anche Svezia e Danimarca) hanno reintrodotto controlli temporanei alle frontiere;
    il 15 ottobre 2015 la Commissione europea ha presentato un Piano d'Azione congiunto tra l'Unione europea e la Turchia mira a rafforzare le frontiere esterne dell'Unione nel contrastare l'arrivo di migranti, incluso una maggiore cooperazione per quanto concerne i migranti che non necessitano di protezione internazionale, ed al contempo ad aiutare la Turchia nella gestione dell'emergenza rifugiati. Il piano, che si articola in due parti a loro volta suddivise in una serie di azioni specifiche, è corredato di un aiuto straordinario di 3 miliardi. Al contempo si è stabilito di rilanciare il processo di adesione della Turchia all'Unione europea e di promuovere il dialogo di alto livello attraverso incontri più frequenti e strutturati, compresa l'organizzazione di due vertici all'anno. Il Piano d'azione è stato siglato il 29 novembre da UE e Turchia prevedendo, a partire dal giugno 2016, la piena operatività dell'accordo di riammissione. L'Unione europea e la Turchia si prefiggono infine di completare il processo di liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi nello spazio Schengen entro ottobre 2016;
    nell'ultima riunione congiunta tra UE e Turchia del 7 marzo 2016 si è poi convenuto di sviluppare i principi di cooperazione ivi definiti: far rientrare, a spese dell'Unione europea, tutti i nuovi migranti irregolari che hanno attraversato la (cosiddetta «rotta balcanica»; far sì che, per ogni siriano che la Turchia riammette dalle isole greche, un altro siriano sia reinsediato dalla Turchia negli Stati membri dell'Unione europea, nel quadro degli impegni esistenti; accelerare l'attuazione della tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti con tutti gli Stati membri in vista della soppressione dell'obbligo del visto per i cittadini turchi al più tardi entro la fine del giugno 2016; accelerare l'erogazione, per assicurare il finanziamento di una prima serie di progetti entro la fine di marzo, dei 3 miliardi di euro inizialmente stanziati e prendere una decisione in merito a un ulteriore finanziamento destinato allo strumento per i rifugiati siriani; prepararsi alla decisione di aprire quanto prima nuovi capitoli dei negoziati di adesione sulla base delle conclusioni del Consiglio europeo dell'ottobre 2015; collaborare con la Turchia in eventuali sforzi comuni volti a migliorare le condizioni umanitarie all'interno della Siria in modo da consentire alla popolazione locale e ai rifugiati di vivere in zone più sicure;
    il 15 gennaio, in ottemperanza della nuova procedura istituita nel contesto del semestre europeo in base a cui la raccomandazione per la zona euro precede le raccomandazioni specifiche per Paese, il Consiglio ECOFIN ha approvato il progetto di raccomandazione sulla politica economica della zona euro. Le priorità individuate sono: sostenere la ripresa, promuovere la convergenza, favorire la correzione degli squilibri macroeconomici e migliorare la capacità di aggiustamento. Si raccomandano altresì riforme dei mercati del lavoro, dei prodotti e dei servizi, coniugate a politiche di bilancio che rispettino pienamente il Patto di stabilità e crescita, con l'obiettivo di un orientamento aggregato della politica di bilancio sostanzialmente neutro nella zona euro nel 2016 nonché al fine di ridurre il debito pubblico nel 2017. Nelle raccomandazioni si fa inoltre esplicito riferimento alla necessità di risolvere il problema dei prestiti in sofferenza delle banche e migliorare le procedure di insolvenza. Infine la Commissione auspica che la zona attui il completamento dell'Unione economica e monetaria;
    l'8 marzo la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione che sintetizza i risultati delle 26 relazioni per Paese, inclusi gli esami approfonditi della situazione macroeconomica dei 18 Stati membri, inclusa l'Italia che ricade nella categoria di Paesi con squilibri eccessivi, che nella relazione sul meccanismo di allerta del 2016 sono identificati come aventi possibili squilibri macroeconomici. Tali esami contribuiscono a stabilire l'esistenza di squilibri, la loro gravità, e l'eventuale necessità di avviare la procedura per gli squilibri eccessivi;
    l'analisi approfondita sull'Italia rivela una serie di debolezze di lungo periodo. In primo luogo la Commissione evidenzia come il livello della disoccupazione giovanile, nonché dei giovani che non studiano né lavorano sia estremamente l'alto nel nostro Paese. Si pone altresì l'accento sull'iniqua tassazione sul lavoro che, nella visione dell'esecutivo europeo contribuisce ai seri problemi di produttività dell'Italia, insieme al debito pubblico eccessivo che, seppure in diminuzione, decresce con eccessiva lentezza. Permane nonostante alcune azioni in merito, preoccupazione per le inefficienze nel campo della giustizia. Infine vengono evidenziati i problemi del settore bancario, date dal moltiplicarsi delle sofferenze e da una eccessiva esposizione sul debito pubblico,

impegna il Governo

   a) a richiedere immediata attuazione delle decisioni del Consiglio che hanno stabilito il ricollocamento di un totale di 160.000 migranti al fine di ottenere una più equa ripartizione del peso della crisi migratoria e dei richiedenti asilo tra gli Stati membri dell'Unione europea, rivedendo al contempo i criteri di selezione dei migranti da ricollocare e ampliando le metodologie sottostanti la scelta dei Paesi di destinazione al fine di contemperare necessità di carattere personale, umano e sociale oltre che economico;
   b) a concordare la sistematizzazione e l'istituzionalizzazione del sistema delle ricollocazioni al fine di renderlo effettivo ed efficace nel lungo periodo, creando inoltre le basi per politiche comuni sull'immigrazione, creando canali legali e protetti per far raggiungere l'Unione europea ai migranti e ai richiedenti asilo ed istituendo strutture sicure, gestite in ottemperanza dei diritti umani e del diritto internazionale, nei Paesi di transito;
   c) a subordinare l'attivazione, la gestione e l'esistenza dei centri, o approcci, hotspot, all'effettiva attuazione delle ricollocazioni dei richiedenti asilo;
   d) a proteggere gli Accordi e l’acquis di Schengen e le libertà ad esso connesse, impegnandosi affinché la chiusura delle frontiere torni ad essere una misura puramente residuale legata a situazioni gravi o contingenti e non un mezzo per ricatti reciproci tra Stati membri dell'Unione europea, che penalizzano maggiormente proprio chi per la situazione di debolezza nella quale versa, necessita di protezione e aiuto. In questo contesto si promuova un dialogo con tutti gli Stati membri affinché l’acquis di Schengen venga sviluppato e la libertà di circolazione e quella di stabilimento vengano garantite senza alcuna eccezione e senza limitazione dei diritti ad esse connessi;
   e) ad adoperarsi affinché in sede europea si provvede rapidamente ad attuare quanto previsto dall'accoglimento della mozione n.1-00605 del 18 dicembre 2014, ovvero l'impegno a revisionare l'accordo Dublino III (regolamento n. 604/2013) tra l'altro istituendo punti adibiti alla richiesta d'asilo direttamente nei Paesi di transito, nonché corridoi umanitari per questi ultimi;
   f) a promuovere azioni coordinate volte a combattere le radici e le motivazioni alla base dei flussi migratori, combattendo l'instabilità politica ed economica, le violazioni dei diritti umani e la povertà;
   g) a opporsi alla conclusione di qualsiasi ulteriore accordo con la Turchia, incluso quello promosso nell'ultimo vertice, interrompendo gli aiuti economici già in essere, sino a che la Turchia non rispetti pienamente ed interamente i diritti umani stabiliti dalle convenzioni internazionali siglate per i loro rispetto incluso l'articolo 38 della direttiva 2013/32/UE sia nei confronti dei migranti che dei cittadini Turchi, cessi qualsiasi tipo di violenza nei confronti delle minoranze (religiose, linguistiche e altro), ripristini integralmente la libertà di stampa e prenda una chiara posizione nei confronti del terrorismo internazionale e del problema dei foreign fighters;
   h) ad accertarsi, nel contesto dei fondi erogati alla Turchia, che si mantenga un elevato livello di trasparenza e di accountability dei partner che gestiranno i fondi in loco al fine di evitare che gli stessi vengano gestiti da gruppi o associazioni in violazione dei diritti umani fondamentali: al contempo, a impegnarsi affinché vi sia un controllo e monitoraggio costante dei criteri di assegnazione dei predetti fondi, dei soggetti che li gestiranno e che parteciperanno all'implementazione dei progetti e alle azioni sul territorio nonché del livello di indirizzo e controllo che manterrà l'Italia sulle risorse da essa erogate;
   i) ad attivarsi per definire una strategia europea volta a favorire una crescita inclusiva, atta a migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei cittadini europei attraverso politiche occupazionali incisive ed inclusive che mirino in primo luogo a combattere la disoccupazione giovanile e alla creazione di posti di lavoro ad alto potenziale di conoscenza. Al contempo, a promuovere politiche di welfare, servizi universali di assistenza e politiche di sostegno al reddito quali l'istituzione del reddito di cittadinanza, nonché di salari dignitosi attraverso la previsione di un salario minimo, e di ogni misura idonea a sconfiggere l'oramai insostenibile livello di disuguaglianza sociale;
   j) a intraprendere ogni iniziativa volta a ridiscutere il patto di stabilità e crescita e gli stringenti vincoli posti dal Fiscal Compact, in primo luogo l'anacronistico e deleterio vincolo del 3 per cento nel rapporto deficit-Pil, e a sostituire i target numerici con obiettivi macroeconomici e sociali basati su indicatori qualitativi che tengano conto del benessere sociale dei cittadini e che siano capaci di misurare lo sviluppo economico integrando nella analisi dei fattori ambientali e sociali, quali il Genuine Progress Indicator (GPI) o il benessere equo e sostenibile (BES), così come già indicato nella mozione n.1/00951 a prima firma Busto, che mirino a rilanciare l'economia del Paese, all'aumento dell'occupazione e in generale ad un miglioramento del benessere diffuso dei cittadini europei e del welfare;
   k) a porre in essere ogni iniziativa affinché l'UEM (unione economica e monetaria) non si limiti ad essere uno sterile sistema di regole ma sostenga, nel quadro del bilancio dell'Unione, lo sviluppo e la coesione sociale in coerenza con i principi di uguaglianza e solidarietà tra gli Stati membri affrontando gli squilibri, le divergenze strutturali e le emergenze finanziarie direttamente connesse all'Unione monetaria, in un'ottica di cooperazione e solidarietà, senza compromettere le sue funzioni tradizionali di finanziamento delle politiche comuni;
   l) ad attuare ogni iniziativa volta ad arrestare le attuali fallimentari politiche neoliberiste e di austerità, che si basano sulla svendita di asset strategici e di rilevante utilità sociale, ovvero le politiche di privatizzazione, e sull'assurdo assunto che politiche di austerità possano rilanciare l'economia di un Paese. Al contempo, a definire politiche per gli investimenti che promuovano la ricerca, lo sviluppo e sostengano le PMI che rappresentano il reale e principale motore del tessuto produttivo italiano ed europeo;
   m) a intraprendere ogni iniziativa atta al superamento di una moneta comune che non sia permeabile alle differenti specificità economiche dei Paesi facenti parte dell'Eurozona attraverso l'avvio di negoziati tra i Paesi dell'Eurozona per lo smantellamento concordato e controllato della moneta unica o, in alternativa, qualora non si trovi un accordo in tal senso, a prevedere nei trattati una procedura mirante a introdurre il diritto di recedere unilateralmente dalla partecipazione alla moneta unica e pertanto a riacquisire la piena sovranità monetaria, l'autonomia fiscale e monetaria degli Stati membri.
(6-00221) «Battelli, Luigi Di Maio, Fraccaro, Nesci, Petraroli, Vignaroli, Dell'Orco».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

asilo politico

diritti umani

paese membro