Primo firmatario: Gruppo: FORZA ITALIA Data firma: 20/07/1994
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario
Gruppo
Data firma
PROG.FEDER.
07/20/1994
PROG.FEDER.
07/20/1994
MISTO
07/20/1994
PROG.FEDER.
07/20/1994
MISTO
07/20/1994
MISTO
07/20/1994
PROG.FEDER.
07/20/1994
MISTO
07/20/1994
RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI
07/20/1994
ALLENZA NAZIONALE - MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO
07/20/1994
FORZA ITALIA
07/20/1994
PART.POP.ITAL.
07/20/1994
FORZA ITALIA
07/20/1994
PROG.FEDER.
07/20/1994
Destinatari
Ministero destinatario:
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Stato iter:
20/07/1994
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO
20/07/1994
SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI)
INTERVENTO
20/07/1994
MISTO
DICHIARAZIONE VOTO
20/07/1994
PART.POP.ITAL.
MISTO
INTERVENTO
20/07/1994
RIFONDAZIONE COMUNISTA - PROGRESSISTI
DICHIARAZIONE VOTO
20/07/1994
PROG.FEDER.
CENTRO CRISTIANO DEMOCRATICO
MISTO
LEGA NORD
Fasi iter:
PRESENTATO IL 20/07/1994
DISCUSSIONE IL 20/07/1994
ACCOLTO IL 20/07/1994
MODIFICATO IL 20/07/1994
APPROVATO IL 20/07/1994
ITER CONCLUSO IL 20/07/1994
La Camera, rilevato che la pena di morte è oggi ancora prevista negli ordinamenti giudiziari di 132 Stati della comunità internazionale su 181 (116 per reati ordinari e 16 per reati eccezionali) ed è ancora applicata in 96 paesi, ivi inclusi alcuni di democrazia politica; numerosi paesi, anche a ordinamento democratico, applicano la pena di morte in circostanze escluse da convenzioni internazionali sui diritti umani (minore età o malattie mentali); la comunità internazionale è minacciata da violazioni delle più elementari norme del diritto internazionale umanitario, quali i crimini di guerra e contro l'umanità, nonché da aggressioni territoriali e terrorismo; la gravità di tali violazioni nel territorio della ex-Jugoslavia, l'epurazione etnica, la violenza sistematica sulle donne, le stragi di civili sono realtà quotidiana; in alcuni paesi e situazioni, la pena di morte viene comminata in assenza di garanzie giuridiche e processuali, specialmente in caso di colpi di Stato e di guerre civili; in tali situazioni, l'applicazione della pena di morte è la fulminea e più probabile conseguenza del processo, in quanto pena esemplare ed immediata, e che spesso essa assume connotati di vero e proprio sterminio, poiché condanne a morte vengono eseguite nei confronti di individui rei di appartenere ad un medesimo gruppo, partito o fazione, o accusati solo di complicità morale; i colpi di Stato e le guerre civili spesso coinvolgono Stati limitrofi e si ripercuotono sul difficile equilibrio delle alleanze e dei sistemi di difesa a livello universale e regionale; le guerre civili rappresentano una minaccia alla sicurezza mondiale e rientrano nelle competenze del Consiglio di sicurezza sulla base del capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite; occorre l'istituzione di un tribunale penale internazionale per dissuadere o punire i responsabili di tali atrocità, subordinando il principio di non ingerenza negli affari interni degli Stati al rispetto della dignità e dei diritti umani; il diritto di ogni essere umano a non essere ucciso a seguito di una sentenza o misura giudiziaria va affermato come fondamentale e inviolabile diritto della persona, in ogni ordinamento giuridico, con particolare riferimento a quegli Stati che abbiano in corso la revisione della loro Costituzione; la risoluzione del Parlamento europeo del 12 marzo 1992, laddove afferma che "nessuno Stato, e a maggior ragione nessuno Stato democratico, può disporre della vita dei propri cittadini prevedendo nel proprio ordinamento la pena di morte come conseguenza di reati, anche se gravissimi"; lo statuto del tribunale internazionale per i crimini commessi nella ex-Jugoslavia istituito dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il quale esclude in ogni caso la pena di morte; è in corso una campagna internazionale denominata "Nessuno tocchi Caino", condotta da cittadini e da parlamentari per l'abolizione della pena di morte nel mondo entro il 2000, a cui hanno aderito premi Nobel, personalità della scienza, della cultura, numerose città, province e regioni italiane e rappresentanti di tutte le religioni e di parlamenti di diversi paesi; una tappa di questa campagna è stata la marcia di Pasqua che si è svolta a Roma, il 3 aprile scorso, che aveva per obiettivi la moratoria delle esecuzioni capitali e la costituzione del tribunale penale internazionale per i crimini contro l'umanità; la prossima tappa, con gli stessi obiettivi, è riferita all'assemblea generale delle Nazioni Unite che si riunisce a New York da settembre a dicembre 1994, in occasione della quale si stanno preparando iniziative parlamentari e una mobilitazione internazionale; impegna il Governo a fare propria la risoluzione del Parlamento europeo del 12 marzo 1992, laddove afferma che nessuno Stato, e a maggior ragione nessuno Stato democratico, può disporre della vita dei propri cittadini prevedendo nel proprio ordinamento la pena di morte come conseguenza di reati, anche se gravissimi; a sostenere e a promuovere presso la 49^ sessione dell'assemblea generale delle Nazioni Unite l'stituzione del tribunale internazionale permanente sui crimini contro l'umanità; a perseguire nell'immediato l'obiettivo giuridico, politico e morale della moratoria delle esecuzioni in caso di colpi di stato, di guerre civili o altre situazioni analoghe; ad adoperarsi affinché, ove il Consiglio di sicurezza riconosca che situazioni create da colpi di stato o da guerre civili costituiscano una minaccia alla pace e alla sicurezza mondiale, si ricorra, oltre che a tutti i mezzi previsti dalla Carta delle Nazioni Unite, anche alla moratoria delle esecuzioni capitali; a chiedere l'iscrizione all'ordine del giorno della prossima assemblea generale delle Nazioni Unite che si riunisce a New York da settembre a dicembre del 1994, di un punto relativo alla questione della pena di morte; ad adoperarsi affinché sia posta in discussione una proposta di risoluzione che si ispiri ai seguenti princìpi: a) il diritto di ogni essere umano a non essere ucciso a seguito di una sentenza o misura giudiziaria, anche se emessa nel rispetto della legge e della procedura, va affermato come fondamentale e inviolabile diritto della persona in tutti gli ordinamenti giuridici nazionali e come diritto umano nell'ordinamento internazionale; b) è necessario stabilire subito una moratoria delle esecuzioni anche già decretate, affinché il principio dell'indisponibilità allo Stato della vita di ogni uomo si affermi ovunque nel mondo entro l'anno 2000; c) lo statuto del tribunale penale internazionale escluda la previsione della pena di morte per qualsiasi reato, così come sancito nello statuto del tribunale ad hoc sulla ex-Jugoslavia; d) l'opportunità di attivare la procedura di contenzioso internazionale, ex articolo 41 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, nei confronti degli Stati contraenti che applicano la pena di morte in violazione dei limiti previsti dall'articolo 6 del Patto (estrema gravità del crimine commesso, inapplicabilità nei confronti dei minori di diciotto anni e delle donne in stato di gravidanza) nonché dei malati di mente; e) l'opportunità di formulare sistematicamente obiezioni alle riserve che gli Stati, nel ratificare il Patto internazionale sui diritti civili e politici, oppongono alle limitazioni nell'uso della pena di morte previste dal Patto stesso, confermando con questa prassi l'evoluzione del diritto internazionale a sancire la nullità delle riserve agli accordi sui diritti umani". (6-00001).
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
DIRITTI CIVILI E POLITICI, DIRITTO PENALE INTERNAZIONALE, GUERRA, PENA DI MORTE