ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07504

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 555 del 26/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: FIORIO MASSIMO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 26/01/2016


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 26/01/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 26/01/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07504
presentato da
FIORIO Massimo
testo di
Martedì 26 gennaio 2016, seduta n. 555

   FIORIO. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   i cambiamenti climatici in atto producono impatti drammatici in ogni area del pianeta. Il riscaldamento globale, secondo gli scienziati, è legato all'attività umana e in particolare, all'uso di combustibili fossili e dunque di carbone, petrolio e gas. Dalle osservazioni empiriche si riscontra una crescente tendenza all'aumento della temperatura media globale, legata all'aumento delle emissioni di gas serra, che stanno modificando la composizione dell'atmosfera;
   la temperatura media globale è aumentata di 0,85 gradi tra il 1880 e il 2012, mentre il decennio 2000-2010 è stato il più caldo dall'inizio delle rilevazioni climatiche;
   secondo quanto reso noto dal Noaa (l'Agenzia americana per l'atmosfera e gli oceani) e dal Met Office (l'Ufficio meteorologico britannico), il 2015 è stato l'anno più caldo da quando esistono rilevamenti meteorologici affidabili, cioè da 136 anni. L'anno appena trascorso ha battuto il record precedente, che era stato stabilito appena l'anno prima: cioè nel 2014. In pratica, gli ultimi due anni sono stati i più caldi mai registrati;
   la concentrazione di CO2 equivalente in atmosfera ha già superato le 400 parti per milione essendo 456 parti per milione la soglia prudenziale alla quale corrisponde un aumento stimato di due gradi della temperatura media globale rispetto al periodo precedente alla rivoluzione industriale;
   se l'aumento della temperatura media globale non verrà contenuto, le conseguenze saranno quindi catastrofiche. Gli effetti dei cambiamenti climatici sono molteplici e colpiscono, direttamente o indirettamente, quasi tutti i settori del sistema economico mondiale. Il riscaldamento globale avrà conseguenze drammatiche sulle condizioni di vita in moltissime aree del pianeta e, se non corretto, porterà a fenomeni di migrazione di massa e allo scatenarsi o inasprirsi di conflitti sociali o a vere e proprie guerre causate dalla scarsità di risorse naturali come acqua o terre abitabili e coltivabili con enormi rischi per la salute umana e con la compromissione di ecosistemi naturali essenziali alla vita;
   le emissioni di gas nocive impattano drammaticamente sulla salute umana: tra i 28 Paesi dell'Unione europea l'Italia è infatti quello con il più alto numero di morti premature rispetto alla normale aspettativa di vita, a causa dell'inquinamento dell'aria. Ad attestarlo è un rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente (Aea): il nostro Paese nel 2012 ha registrato 84.400 decessi di questo tipo, su un totale di 491.000 a livello dell'Unione europea;
   è stato stimato che la mortalità nei Paesi dell'Unione europea aumenti dall'1 al 4 per cento per ogni grado centigrado di incremento della temperatura sopra la soglia specifica;
   la Commissione dell'Unione europea ha recentemente fissato nuovi obiettivi, rispetto al 1990, da raggiungere entro l'anno 2030 che riguardano anche la riduzione delle emissioni di CO2 del 40 per cento;
   tra gli accordi raggiunti nel mese di dicembre a Parigi, corso della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 21) vi è quello relativo all'obbiettivo di contenere l'aumento della temperatura media globale al disotto della soglia di 1,5 oC, entro la fine del secolo e quello relativo all'obiettivo di arrivare, nella seconda parte del secolo, ad un bilanciamento tra emissioni e accumulo di CO2;
   in base a tali indicazioni, l'Europa dovrebbe rivedere rapidamente i propri obiettivi al 2030 portando al 50 per cento il taglio delle emissioni, al 35-40 per cento la riduzione dei consumi tendenziali e al 33 per cento la quota delle energie rinnovabili;
   appare quindi evidente che, oltre alle politiche messe in campo fino ad oggi occorrono, sia a livello nazionale che globale, altri interventi atti a contenere il riscaldamento globale e a ridurre le emissioni di CO2;
   la Commissione europea stima che il 20 per cento delle emissioni di CO2 dell'uomo siano catturate dal suolo e che il carbonio nel suolo sia pari a 3 volte quello in atmosfera;
   negli ultimi 5 anni, a causa del consumo di suolo in Italia, c’è stata una riduzione dello stock di carbonio nel suolo di 5 milioni di tonnellate, pari a una emissione di CO2 in atmosfera potenzialmente pari a 18 milioni di tonnellate. È come se oggi ci fossero quasi 4 milioni di auto in più, l'11 per cento dei veicoli circolanti;
   il verde (ed in particolare quindi il verde pubblico nelle città) è un importante regolatore del clima urbano, e può ridurre significativamente l'aumento delle temperature estive, il cui incremento è misurabile fino a 10 gradi rispetto alle zone rurali;
   conseguentemente, questa problematica, nota come «effetto isola di calore», può rendere necessarie maggiori forniture di energia elettrica per l'aria condizionata, con costi in termini economici anche per le utenze;
   ridurre le temperature elevate significa limitare la formazione di ozono troposferico, componente principale dello smog;
   in media, la temperatura rilevata sotto un albero risulta inferiore di 3 gradi rispetto a quella su un marciapiede direttamente esposto al sole, quando la temperatura ambientale è di circa 30 gradi;
   si stima che un albero catturi in un anno, in media, circa 100 grammi netti di polveri sottili;
   secondo l'ultimo rapporto sulla qualità dell'ambiente urbano, realizzato dal sistema nazionale per la protezione dell'ambiente, che ha raccolto i dati relativi a 85 aree urbane, il totale di verde pubblico sulla superficie comunale incide in misura piuttosto scarsa nella maggior parte dei comuni (meno del 5 per cento in 64 comuni);
   aumentare il verde urbano (pubblico e privato) rappresenta una misura irrinunciabile di «bio compensazione»: il suolo concorre ad assorbire l'anidride carbonica e le piante contribuiscono a limitare lo smog ed a ridurre la temperatura dell'aria;
   su circa 135 chilometri quadrati l'1,5 per cento all'incirca della città dovrebbe essere trasformato in area verde al fine di ridurre la temperatura di 3 gradi;
   per aumentare la presenza di verde urbano sarebbe quindi opportuno introdurre, nell'ordinamento nazionale, strumenti che diano la possibilità di mettere a punto misure di incentivazione di tipo fiscale e contributiva che stimolino le pratiche di rigenerazione urbana; in tal senso sarebbe utile:
    promuovere la «depavimentazione» del 5 per cento della superficie impermeabilizzata cittadina e costiera (sia pubblica che privata), al fine di favorire un aumento dello stoccaggio di CO2 nel suolo urbano;
    predisporre una campagna di piantumazione di nuovi alberi lungo le maggiori infrastrutture viarie delle città, al fine di abbattere le polveri sottili e i metalli pesanti, purificando l'aria e riattivando il regolare ciclo di evapotraspirazione –:
   se il Ministro interrogato non ritenga necessario ed urgente, in relazione a quanto esposto in premessa, assumere iniziative, per quanto di competenza, per introdurre misure specifiche per favorire il recupero del verde urbano, in particolare per promuovere la depavimentazione della superficie impermeabilizzata dei centri abitati ed attuare campagne mirate per la piantumazione di alberi lungo le principali arterie di comunicazione urbane, prevedendo incentivi fiscali per i soggetti privati e risorse adeguate per gli enti locali.
(5-07504)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

inquinamento atmosferico

politica comunitaria dell'ambiente

cambiamento climatico