ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06272

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 528 del 22/06/2021
Firmatari
Primo firmatario: MURONI ROSSELLA
Gruppo: MISTO-FACCIAMO ECO-FEDERAZIONE DEI VERDI
Data firma: 21/06/2021


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA delegato in data 21/06/2021
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 22/06/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-06272
presentato da
MURONI Rossella
testo di
Martedì 22 giugno 2021, seduta n. 528

   MURONI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   la legge 22 maggio 2015, n. 68, «disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente» disciplina i reati contro l'ambiente, anche in rapporto alle conseguenze sulla salute dei cittadini;

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), presentato dal Governo alle Camere il 26 aprile 2021, interviene, in adesione al Next Generation EU, sugli obiettivi climatici e ambientali e, precipuamente, sulle politiche sociali, tecnologiche e del lavoro nella prospettiva della «transizione ecologica» nella direzione specificata come «rivoluzione verde»;

   l'Eni ha annunciato il 5 giugno 2021 (Corsera, Pianeta Verde) il suo piano di «neutralità climatica» al 2050 con la riduzione delle emissioni rispetto al 2018 del 25 per cento entro il 2030 e del 65 per cento entro il 2050, mentre tutti i Piani nazionali assumono il 1990 come anno di riferimento e, pertanto, il riferimento al 2018 rappresenta un'inaccettabile scorciatoia rispetto all'ottenimento degli obiettivi e un conseguente prolungamento di attività nocive e non più necessarie per la vita dei cittadini;

   le cifre di riduzione sopra citate dimostrano che Eni si è dotata di piani industriali per la «decarbonizzazione» delle sue attività, non adeguati nel rispetto alle esigenze della salute dei cittadini, né rispetto al cambiamento in senso ecologico richiesto in tutto il mondo e nell'Unione europea, recepito tramite i Piani nazionali di ripresa e resilienza per scongiurare quella che è stata definita in autorevoli sedi nazionali e internazionali come «la più grande minaccia di questo secolo»: il cambiamento climatico;

   essendo Eni un ente energetico italiano di grande rilevanza e partecipato dallo Stato, dovrebbe far fronte, per la sua parte, alla lotta contro il cambiamento climatico riconosciuta come priorità mondiale dall'Accordo di Parigi, ratificate il 22 aprile 2016 anche dal Governo italiano;

   senz'altro gravi sono le potenziali conseguenze ambientali e sociali del ritardo e della completa insufficienza degli obiettivi Eni ulteriormente testimoniati, oltre che dalle cifre di riduzione sopra riportate: dall'accordo stretto dall'Eni con Enel, che provvederà alla decarbonizzazione dei siti Eni «hard to abate»; dagli obiettivi al 2030 sulle fonti energetiche rinnovabili che grandi compagnie europee operanti negli stessi settori dell'Eni si sono dati, molto superiori: Total prevede nuovi 100 gigawatt di potenza, British Petroleum nuovi 50 gigawatt, a fronte dei nuovi 60 gigawatt programmati da ENI, ma al 2050 mentre non risulta migliorato l'obiettivo di nuovi 15 gigawatt al 2030;

   l'arroccarsi dell'Eni sul metano e sul fare del progetto Carbon Capture and Storage (CCS) a Ravenna il «totem» di questa «resistenza», significa, secondo l'interrogante, ignorare il recente monito della Iea, l'agenzia dell'energia dei Paesi Ocse: «Non sono necessari nuovi giacimenti di petrolio e gas naturale nel percorso dello zero netto» –:

   quali iniziative Governo, per quanto di competenza, intenda intraprendere affinché l'Eni persegua una politica energetica di sostituzione dei combustibili fossili con energie rinnovabili, per non protrarre nel tempo danni alla salute dei cittadini e all'ambiente, e affinché l'Eni medesimo rechi un contributo determinante, come le sue risorse consentono, al conseguimento degli obiettivi dell'Unione europea di riduzione dei gas serra al 2030, in particolare in conformità all'indicazione dell'Unione europea del 40 per cento entro il 2025 degli obiettivi al 2030, che testimonia la preoccupazione europea di fare fronte all'impressionante accelerazione del global warming e alle sue drammatiche conseguenze sociali, sanitarie e ambientali;

   quali iniziative il Governo, per quanto di competenza, intenda intraprendere affinché l'Eni, società partecipata dallo Stato, desista dal perseguire politiche che potrebbero non reggere la concorrenza sul mercato di compagnie operanti nello stesso settore, ma più pronte al cambiamento, con un evidente danno all'economia del nostro Paese.
(5-06272)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica energetica

impatto ambientale

impatto sociale