ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03287

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 269 del 22/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: MUCCI MARA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 22/07/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ROSTELLATO GESSICA MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2014
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2014
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2014
DI BENEDETTO CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2014
CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2014
DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2014
BUSINAROLO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 22/07/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 22/07/2014
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 28/07/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 22/07/2014

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 28/07/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03287
presentato da
MUCCI Mara
testo di
Martedì 22 luglio 2014, seduta n. 269

   MUCCI, CHIMIENTI, DI VITA, BUSINAROLO, ROSTELLATO, SILVIA GIORDANO, LUPO e DI BENEDETTO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri . — Per sapere – premesso che:
   con il decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, recante «disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province», al fine di dare attuazione al «piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere», sono stati stanziati 10 milioni di euro per il 2013, 7 milioni di euro per l'anno 2014 e 10 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2015;
   sembra che la proposta di ripartizione dei fondi stanziati contro la violenza sulle donne, trasmessa dal dipartimento delle pari opportunità alla Conferenza delle regioni, preveda quasi 6 milioni di euro per nuovi centri antiviolenza, 9 milioni di euro per gli interventi regionali già in essere per il sostegno alle vittime e ai loro figli e 1,1 milioni di euro rispettivamente per i centri antiviolenza e le case rifugio esistenti;
   in fase di prima attuazione, pare si voglia procedere alla ripartizione dei fondi (10 milioni di euro per il 2013 e 7 milioni per il 2014) in un'unica soluzione secondo i seguenti criteri:
    a) il 33 per cento della somma complessiva (di 17 milioni, pari a 5,67 milioni), sarà destinato alla creazione di nuovi centri antiviolenza e case rifugio, in conformità a quanto previsto dalla legge;
    b) il restante 67 per cento verrebbe così suddiviso: l'80 per cento, (ovvero 9,064 milioni) andrebbe al «finanziamento aggiuntivo degli interventi regionali già operativi volti ad attuare azioni di assistenza e sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli, sulla base della programmazione regionale»; il 20 per cento (ovvero 2,26 milioni) verrebbe ripartito in parti uguali tra i centri antiviolenza e le case rifugio esistenti, pubblici e privati;
   secondo le tabelle allegate al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, le nuove strutture finanziate sarebbero 79, di cui 23 in Lombardia, 18 nel Lazio, 17 in Campania, 12 in Sicilia e in Veneto, con un contributo unitario pari a 71.772 euro. Ci sono invece regioni che risulterebbero con un esubero di centri come la Sardegna, la Toscana, il Molise, Bolzano e la Puglia. Risulterebbero adeguate, in rapporto alla popolazione, le strutture di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli, Liguria e Piemonte;
   il nuovo piano di finanziamento del Governo previsto per il 2013 e il 2014 ha scatenato le proteste degli operatori di tutta Italia, perché, a quanto pare, le strutture, la cui validità è stata riconosciuta anche dal protocollo siglato nel 2013 con ANCI per l'istituzione di linee guida, promozione di tavoli tecnici e altre iniziative, riceveranno soltanto 2 milioni e 260 mila euro che divisi per i 352 centri su tutto il territorio (non tutti «autentici», secondo l'associazione Dire – Donne insieme contro la violenza), portano a circa 6 mila euro ciascuno per i prossimi due anni;
   l'associazione Dire, insieme all'altra associazione di donne presente a livello nazionale Wave (Women against violence in Europe), hanno chiesto il rispetto della convenzione di Istanbul, dove si sostiene che i Governi debbano privilegiare le azioni dei centri anti-violenza privati e indipendenti, gestiti da donne, e una maggiore chiarezza della futura ripartizione prevista dal decreto-legge n. 93 del 2013 nonché un Ministro alle pari opportunità;
   se la ripartizione dei fondi come sopra descritta venisse approvata in Conferenza Stato-regioni, si rischierebbe di contravvenire alla convenzione di Istanbul non solo in merito alla mancata nomina di un Ministro per le pari opportunità ma anche riguardo allo stanziamento di risorse per una corretta applicazione di politiche integrate, di misure e di programmi (inclusi quelli svolti da organizzazioni non governative e dalla società civile) per prevenire e combattere tutte le forme di violenza contro le donne;
   in occasione del ventesimo anniversario della IV conferenza mondiale sulle donne delle Nazioni Unite, tenutasi a Pechino nel 1995, l'Italia sarà rapporteur europea su Pechino + 20 –:
   se intenda chiarire i criteri di censimento e di riconoscimento dei centri antiviolenza e soprattutto delle case rifugio che per essere definite tali dovrebbero avere un indirizzo segreto;
   se intenda chiarire quale siano i criteri di assegnazione e di revoca delle risorse per gli interventi regionali;
   se si intenda intervenire con urgenza apportando modifiche alla proposta di ripartizione dei fondi, nel rispetto delle raccomandazioni europee e tenendo conto della convenzione di Istanbul, adottando misure che valorizzino realtà già operative ed efficaci, in particolare stanziando somme maggiori per i centri di ascolto, le case rifugio per donne e figli in situazioni di pericolo, o case in semi-autonomia per donne in difficoltà economica, riconoscendone il lavoro assiduo svolto sul territorio in sostegno anche di istituzioni e aziende sanitarie, per intervenire su quei numeri impressionanti e troppo spesso taciuti che identificano la massiccia presenza di casi di violenza esercitata subdolamente dagli uomini sulle donne, soprattutto mogli e compagne;
   se si intenda proporre con urgenza la nomina di un Ministro senza portafoglio cui affidare la delega relativa alla pari opportunità, nel rispetto della convenzione di Istanbul ed anche in considerazioni del semestre italiano di Presidenza dell'Unione europea, del prossimo rapporto sullo stato delle questioni di genere nell'Unione europea e dei prossimi appuntamenti internazionali. (5-03287)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

ripartizione dell'aiuto

conferenza internazionale

violenza sessuale

delitto contro la persona

aiuto sociale

piano di finanziamento

eguaglianza uomo-donna