ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03056

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 250 del 23/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: DE LORENZIS DIEGO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 23/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 23/06/2014
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 23/06/2014
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 23/06/2014
SPESSOTTO ARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE 23/06/2014
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2014


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 23/06/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 23/06/2014

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 01/07/2014

SOLLECITO IL 06/05/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03056
presentato da
DE LORENZIS Diego
testo presentato
Lunedì 23 giugno 2014
modificato
Martedì 1 luglio 2014, seduta n. 254

   DE LORENZIS, SCAGLIUSI, L'ABBATE, SILVIA GIORDANO, SPESSOTTO, LIUZZI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
in data 15 aprile 2010 la divisione refining & marketing del gruppo Eni spa per mezzo dei quotidiani Gazzetta del Mezzogiorno e Sole 24 ore attua l'avviso pubblico con cui informa la cittadinanza della richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale e autorizzazione integrata ambientale ai sensi dell'articolo 26 del decreto legislativo del 16 gennaio 2008, n. 4, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per il «Progetto di adeguamento delle strutture della raffineria di Taranto per lo stoccaggio e la movimentazione del greggio proveniente dal giacimento denominato Tempa Rossa»;
tra i documenti presentati dall'ENI spa vi è anche la «SIA – sintesi non tecnica» del progetto che diversamente da quanto descritto dall'avviso pubblico del 15 aprile 2010, si presenta come «Potenziamento delle strutture per lo stoccaggio e la spedizione del greggio Tempa Rossa»;
nella «SIA – sintesi non tecnica» sono descritti gli interventi previsti e specifica che l'adeguamento delle strutture della raffineria di Taranto si inserisce nei più ampi progetti petroliferi Val d'Agri e Tempa Rossa, che comportano la seguente produzione di greggio:
600 milioni di barili di petrolio delle riserve accertate nella Val d'Agri (Potenza) che rappresentano il più importante giacimento nazionale di un olio medio leggero, considerato di buona qualità dai tecnici del settore;
420 milioni di barili di greggio dal giacimento Tempa Rossa che contribuirà ad aumentare in maniera significativa la produzione nazionale di petrolio, contribuendo così alla sicurezza degli approvvigionamenti energetici del Paese;
gli interventi previsti e riportati nella «SIA – sintesi non tecnica» si dividono in:
interventi «offshore» in ambiente marino, tra cui il prolungamento del pontile esistente a servizio della raffineria e l'adeguamento dei servizi ausiliari asserviti al pontile che comporterà un occupazione dell'area del Mar Grande di Taranto di un estensione pari a circa 3.000 metri quadrati;
interventi «onshore» in ambiente terrestre, tra cui la costruzione di due nuovi serbatoi di stoccaggio greggio Tempa Rossa di capacità geometrica complessiva pari a circa 180.000 metri cubi, la costruzione di due nuove aree di pompaggio per la spedizione del greggio Tempa Rossa e del greggio Val d'Agri al nuovo pontile, la costruzione di una nuova linea di trasferimento greggio Tempa Rossa dai nuovi serbatoi al nuovo pontile, la costruzione di una nuova linea di trasferimento greggio Val d'Agri dai serbatoi esistenti al nuovo pontile, la costruzione di un nuovo impianto pre-raffreddamento greggio Tempa Rossa, la costruzione di due nuovi impianti di recupero vapori a integrazione dell'esistente, uno per la gestione dei vapori da caricamento greggio Tempa Rossa e uno per la gestione dei vapori da caricamento greggio Val d'Agri e in fine l'adeguamento/potenziamento servizi ausiliari asserviti alle nuove installazioni onshore;
sempre nel «SIA – sintesi non tecnica» è scritto che: «l'adeguamento della Raffineria non prevede un incremento della capacità di lavorazione attuale, ma solo un aumento della capacità di movimentazione greggio Tempa Rossa, destinato esclusivamente all'export via mare. La quantità di greggio Val d'Agri movimentata rimane invariata»;
in data 14 gennaio 2011 a seguito delle richieste di documentazione di integrazione allo studio di impatto ambientale del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (nota DVA-2010-0024826 del 18 ottobre 2010) e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (nota DG/PBAAC/34.19.04/15892/2010 del 20 maggio 2010), la divisione refining & marketing del gruppo Eni Spa per mezzo del quotidiano Sole 24 ore attua l'avviso pubblico ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006 con cui informa la cittadinanza di aver depositato la documentazione richiesta dai Ministeri oltre ad aver apportato una modifica progettuale al sistema di raffreddamento prevista per il petrolio grezzo;
nel nuovo SIA nel paragrafo 4.2.9.1. «Emissioni in Atmosfera» vi è riportato che le nuove installazioni genereranno emissioni diffuse e fuggitive in corrispondenza delle nuove aree di stoccaggio e in corrispondenza dei raccordi flagiati, aumentando le emissioni diffuse/fuggitive complessive di Raffineria di circa 11-12 per cento mentre gli scarichi gassosi finali degli impianti di recupero vapori sono stimati in 26.000 chlogrammi/anno di VOC;
nel paragrafo 5.4.9. «traffico» vi è descritto che «a seguito dell'esportazione di un maggiore quantitativo di greggio si avrà un incremento del traffico navale per l’export per 90 navi all'anno aventi la capacità di 30.000 t/a», riconducibile all'esportazione del greggio Tempa Rossa pari a 2,7 milioni di tonnellate/anno;
il pontile verrà costruito nel Mar Grande di Taranto, area delimitata sul fronte del mare aperto dalla presenza di due isole «Cheradi», e in cui insistono con il rispettivo traffico marittimo, un porto militare, un porto industriale e porto commerciale con molo polisettoriale; inoltre a poca distanza dalla raffineria è stata approvata in tempi recenti da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la costruzione di un parco eolico «near-shore» da 30 megawatt la cui presenza consiste in 10 torri eoliche da 100 metri circa di altezza con relativa pala di 50 metri di lunghezza con un inevitabile occupazione di una porzione di mare e una conseguente riduzione della possibilità di mobilità delle navi in entrata e in uscita nel Mar Grande;
nel paragrafo 5.4.10. e 4.2.9.4. «rifiuti» si apprende che la costruzione dei due nuovi serbatoi e le relative opere complementari, determinerà la produzione di rifiuti identificabili come materiali residui, fondami e residui fangosi derivanti dalle attività di pulizia e bonifica generando nelle sole opere di bonifica dei serbatoi un incremento nella produzione di rifiuti da fondami serbatoi di circa 1.650 tonnellate/anno, definiti dal proponente «rifiuti speciali pericolosi»;
in data 11 luglio 2011 con nota prot. 22521 il Ministro dei beni e delle attività culturali esprimeva parere positivo al progetto in questione;
da fonti comunicazioni riportate dal Comitato «Legamjonici» si apprende che nel mese di agosto 2011 il comune e la provincia di Taranto, guidati rispettivamente dalle giunte sindaco Stefano e dall'ex presidente della provincia Florido, esprimono parere positivo al progetto Tempa Rossa;
in fase di valutazione di impatto ambientale non risulta pervenuto nell'ambito dei termini previsti, il parere della regione Puglia guidata dalla giunta Vendola;
in data 27 ottobre 2011 il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare guidato dal Ministro pro tempore Prestigiacomo, decretano la compatibilità ambientale con prescrizioni, del progetto;
il Comitato «Legamjonici» ha denunciato pubblicamente e presentato «petizione» alla relativa commissione del Parlamento europeo perché in merito alle osservazioni sul «SIA – sintesi non tecnica» ha rilevato che «Lo studio è del tutto privo di una valutazione di rischio di incidente rilevante. Si ricorda che la raffineria è un'azienda che ricade nell'ambito dell'applicazione della direttiva Seveso per il rischio di incidente rilevante (decreto legislativo n.  334 del 1999 che recepisce la direttiva Seveso 96/82/CE). La manipolazione di greggio, la costruzione di due serbatoi della capacità di 180.000 m3, la possibilità di sversamento di tossici in atmosfera e in ambiente marino sono rischi che richiedono analisi più attente. Ci risultano, invece, trattate con estrema superficialità. L'integrazione della componente sicurezza si rende necessaria»... evidenziando la «...violazione dell'Art. 3-ter, Art. 3-quater, Art. 4, Art. 24 e art. 25 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e Art. 6 della direttiva 85/337/CEE e del decreto legislativo n. 334 del 1999 sul rischio di incidente rilevante», per cui, il suddetto comitato ha denunciato «la violazione della direttiva Seveso, una valutazione di impatto ambientale approssimativa, l'assenza di uno studio sull'effetto domino per la costruzione di due nuovi serbatoi della capacità di 180.000 m3 accanto agli impianti già esistenti, aumento delle emissioni diffuse e fuggitive, nuovo rischio di sversamento di greggio in Mar Grande per la manipolazione e trasporto di greggio»;
il Parlamento europeo ha giudicato ricevibile la petizione n. 1107/2011 presentata dal suddetto comitato;
in data 24 luglio 2013 il primo firmatario del presente atto ha presentato una interrogazione a risposta scritta n. 4-01347, in cui oltre a chiedere se la raffineria ENI spa fosse in regola con l'autorizzazione integrata ambientale, si illustrava che «in seguito ad un blackout nella raffineria ENI di Taranto, dovuto alle avverse condizioni meteorologiche, un grosso quantitativo di idrocarburi si è riversato nel Mar Grande attraverso il canale A dell'Eni e contestualmente dalle torce della raffineria si sono sviluppate imponenti fiammate che hanno prodotto grandi scie di fumo nero visibili a chilometri di distanza dagli impianti e che hanno reso l'aria della zona antistante la raffineria e del vicino quartiere Tamburi irrespirabile»;
nella relativa risposta all'interrogazione di cui sopra il Sottosegretario per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Marco Flavio Cirillo, affermava che «In merito ai controlli relativi alla conformità dell'autorizzazione Integrated pollution prevention and control (Ippc), di cui alla richiesta dell'interrogante, si comunica che detti controlli sono stati effettuati in prima istanza nel 2010 e, da tale data sino ad oggi hanno posto in evidenza alcune difformità rispetto alle condizioni dettate nell'autorizzazione integrata ambientale. Tali incongruenze sono state segnalate all'autorità giudiziaria per esperire i relativi controlli penali»;
secondo recenti fonti stampa a firma di Gianmario Leone e riportate dal sito di informazione «Inchiostro Verde» che da anni segue e informa sulle cronache e sulle vicende legate al mondo industriale di Taranto, si apprende che nel merito della movimentazione terra-rocce da scavo, «a seguito delle attività di caratterizzazione effettuate nel 2011, è stata infatti rilevata una variazione dei quantitativi di terreno contaminato nei pressi della Raffineria ENI di Taranto da 650 m3 a 30.000 m3, pertanto devono essere modificate le modalità operative di gestione delle terre e rocce da scavo precedentemente definite nell'ambito della procedura di VIA»;
diversi sono gli sversamenti di idrocarburi, documentati dalla stampa, dovuti a perdite di idrocarburi lungo l'oleodotto che collega la raffineria di Taranto ai pozzi di estrazione in Basilicata;
l'area industriale di Taranto è stata dichiarata SIN (Sito di interesse nazionale da bonificare) in cui insistono impianti inquinanti e non in regola con le prescrizioni di autorizzazione integrata ambientale come l'ILVA spa che secondo i provvedimenti giudiziari impartiti del GIP di Taranto Patrizia Tosisco crea «eventi di malattia e morte nella popolazione»;
nella stessa ILVA sono presenti discariche di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, autorizzate con decreto-legge e non con le normali procedure;
nello stesso sito di interesse nazionale oltre all'Ilva e alla raffineria ENI, sono presenti centrali per la produzione di energia elettrica come «ENI Power» e «Taranto Energia» che contribuiscono alle emissioni inquinanti;
nell'area in questione sono presenti anche un «grosso cementificio “Cementir” con relativa autorizzazione a bruciare CDR/CSS, un inceneritore di rifiuti urbani e farmaci in possesso dell'AMIU spa di Taranto»;
immediatamente nelle vicinanze del sito di interesse nazionale è presente un inceneritore di CDR con relativa discarica di servizio, della società Appia Energy di cui fa parte il gruppo Marcegaglia, attuale presidente dell'ENI e che attualmente ha richiesto il raddoppio della capacità per bruciare rifiuti ed è presente, a ridosso dello stabilimento Ilva, la discarica Italcave di rifiuti speciali;
secondo i dati ARPA, in loco, anche le falde idriche superficiali e profonde, risultano contaminate da diversi inquinanti pericolosi;
è attualmente vigente un divieto di pascolo in terreni non coltivati di 20 chilometri dal polo industriale di Taranto dovuto alle contaminazioni inquinanti delle attività industriali;
anche in presenza dell'eventuale attuazione dell'autorizzazione integrata ambientale da parte di ENI spa per la raffineria di Taranto e dell'utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, il «Progetto di adeguamento delle strutture della raffineria di Taranto per lo stoccaggio e la movimentazione del greggio proveniente dal giacimento denominato Tempa Rossa» risulta secondo gli interroganti un elemento aggiuntivo di inquinamento in un contesto ambientale compromesso con relative ripercussioni sulla salute e tale contesto, a detta degli interroganti, avrebbe bisogno di tutt'altre soluzioni rispetto quella di aumentare le capacità industriali –:
se il Ministro sia a conoscenza di dove verranno smaltiti i rifiuti prodotti e i terreni e i sedimenti contaminati movimentati riconducibili al progetto in questione;
se il Ministro sia a conoscenza se l'ENI risulti ancora inottemperante delle prescrizioni dell'autorizzazione integrata ambientale impartite per la raffineria di Taranto e in caso affermativo, quali provvedimenti siano stati presi;
se il Ministro sia a conoscenza della mancanza di una «valutazione di rischio di incidente rilevante» nel progetto e quindi della violazione della «direttiva Seveso», e dell'assenza di uno studio sull'effetto domino per la costruzione di due nuovi serbatoi della capacità complessiva di 180.000 metri cubi nelle immediate vicinanze degli impianti già esistenti;
se il Ministro ritenga utile, al fine di salvaguardare l'ambiente e la salute delle popolazioni interessate, valutare tutte le prossime richieste di autorizzazioni integrate ambientali per i nuovi impianti in modo tale che non sia consentito un peggioramento delle matrici ambientali e sanitarie che ad avviso degli interroganti sono già tali da rendere insostenibile ogni ulteriore progetto che presenti impatti peggiorativi sulle medesime;
se il Ministro ritenga necessario sospendere l'attività dovuta al «progetto di adeguamento delle strutture della raffineria di Taranto per lo stoccaggio e la movimentazione del greggio proveniente dal giacimento denominato Tempa Rossa» al fine di salvaguardare l'ambiente e la salute dei cittadini e dei lavoratori dei territori interessati. (5-03056)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

inquinamento da idrocarburi

raffinazione del petrolio

petrolio greggio