ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02940

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 239 del 04/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: GAGNARLI CHIARA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 04/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 04/06/2014
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 04/06/2014
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 04/06/2014
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 04/06/2014
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 04/06/2014
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 04/06/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 04/06/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 04/06/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02940
presentato da
GAGNARLI Chiara
testo di
Mercoledì 4 giugno 2014, seduta n. 239

   GAGNARLI, L'ABBATE, MASSIMILIANO BERNINI, GALLINELLA, BENEDETTI, PARENTELA e LUPO. — Al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. – Per sapere – premesso che:
   il 25 aprile 2013, la Commissione europea ha deferito l'Italia alla Corte di giustizia dell'Unione europea per non avere dato seguito a quanto previsto dalla direttiva 1999/74/CE del Consiglio, del 19 luglio 1999, che stabilisce le norme minime per la protezione delle galline ovaiole, nonché le caratteristiche degli allevamenti;
   la direttiva, in particolare, prevedeva che, a decorrere dal primo gennaio 2012, tutte le galline ovaiole fossero tenute a terra o nelle cosiddette «gabbie modificate» fornite di 750 centimetri quadrati di spazio, di un nido, lettiere, posatoi e dispositivi per accorciare le unghie, consentendo così alle galline di soddisfare i loro bisogni biologici e comportamentali. Un sistema alternativo che, seppur minimo, migliorerebbe le condizioni di detenzione attuali degli allevamenti intensivi di galline ovaiole;
   l'Italia ha però prorogato il termine per l'adeguamento degli allevamenti di galline ovaiole prima al 2014, poi, dopo un primo avviso da parte dell'Unione europea al 2013;
   rispondendo all'atto di sindacato ispettivo n. 4-00344 relativo ai provvedimenti per rientrare negli standard europei degli allevamenti, l'allora Sottosegretario alla salute, Paolo Fadda, annunciava, all'interno della legge concernente l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza europea (Legge Europea 2013), una disposizione volta a disciplinare le sanzioni relative alla materia della protezione delle galline ovaiole e alla registrazione dei relativi stabilimenti di allevamento;
   il 22 maggio 2014 la Corte di giustizia europea ha però ritenuto l'Italia inadempiente riguardo le previsioni della direttiva 1999/74/CE, valutando in particolare che, pur con evidenti miglioramenti, la situazione dello Stato italiano è ancora lontana dagli standard previsti: «non avendo garantito che, a partire dal 1o gennaio 2012, le galline ovaiole non fossero più tenute in gabbie non modificate, è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza degli articoli 3 e 5, paragrafo 2, della direttiva 1999/74», e per questo condannata al pagamento di sanzioni;
   le inadempienze, secondo quanto si evince dalla lettura della sentenza, si «misurano» alla scadenza del termine stabilito nel «parere motivato», che in questo caso risale all'agosto del 2012;
   secondo quanto dichiarato da Unaitalia, l'associazione che rappresenta il 90 per cento della filiera avicola italiana «le filiere aderenti sono tutte in linea con i nuovi standard europei ben prima del luglio 2013. L'adeguamento ha comportato un grosso impegno economico degli allevatori, ed il parziale ritardo era dovuto alla mancanza di risorse a disposizione, tanto è vero che chi non le ha avute ha dovuto ritirarsi dal mercato»;
   gli allevamenti italiani, a quanto riferisce Unaitalia, sarebbero, quindi, in regola, ma la sanzione dell'Unione europea è ormai stata comminata a causa del ritardo, oltre 14 anni, con cui il nostro Paese ha iniziato da adeguarsi agli standard;
   le responsabilità di una così complessa, quanto paradossale, situazione andrebbero ricercate, a parere degli interroganti, sia nell'indolenza degli allevatori all'adeguamento degli allevamenti di galline, sia, forse principalmente, all'inerzia delle politiche agricole italiane degli ultimi 20 anni, che hanno tralasciato interventi importanti – sia a favore dell'agricoltura che del benessere animale – non rendendosi conto del costo per i cittadini che ciò avrebbe potuto comportare –:
   quale sia la situazione attuale degli allevamenti italiani di galline ovaiole;
   come mai, nonostante nella precedente interrogazione e nella integrazione alla legge europea 2013 si sia provveduto a risolvere la situazione, la Corte di giustizia ritenga tuttora responsabile l'Italia del non completo recepimento della direttiva 1999/74/CE con riferimento agli obblighi da essa previsti;
   come abbia intenzione di gestire il pagamento della sanzione amministrativa comminataci dall'Unione Europea.
(5-02940)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

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allevamento

protezione degli animali

protezione della fauna