ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02819

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 228 del 14/05/2014
Firmatari
Primo firmatario: LENZI DONATA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 14/05/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TERROSI ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO 14/05/2014


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 14/05/2014
Stato iter:
15/05/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 15/05/2014
Resoconto TERROSI ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 15/05/2014
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 15/05/2014
Resoconto TERROSI ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 15/05/2014

SVOLTO IL 15/05/2014

CONCLUSO IL 15/05/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02819
presentato da
LENZI Donata
testo di
Mercoledì 14 maggio 2014, seduta n. 228

   LENZI e TERROSI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   nel 2050 secondo le stime dell'OMS (Organizzazione mondiale della sanità) la popolazione con età superiore a 60 anni passerà da 650 milioni a 2 miliardi e la popolazione anziana in Europa sarà superiore a quella che il sistema sanitario potrà ragionevolmente sostenere;
   in questo panorama, l'Italia è uno dei Paesi europei con il maggior indice di invecchiamento, che significa crescita esponenziale delle spese di cura per anziani, ospedaliere e territoriali per il prossimo futuro;
   per quanto riguarda il Lazio la situazione è caratterizzata da «[...] un progressivo invecchiamento della popolazione soprattutto in alcune zone di Roma e nelle province di Viterbo e Rieti [...]» (piano sanitario regionale). Nella provincia di Viterbo è presente anche un forte incremento della popolazione immigrata;
   l'esperienza di alcune regioni dimostra che il risanamento si può ottenere spendendo meglio anche ridimensionando ma sicuramente riqualificando la rete ospedaliera, potenziando i servizi distrettuali e favorendo l'integrazione fra sociale e sanitario;
   un contenimento dei costi non può avvenire solo a discapito di una forte riduzione dell'offerta sanitaria contraddicendo il principio solidaristico del sistema sanitario nazionale;
   per il Lazio il piano sanitario regionale e il documento del piano di rientro ripropongono la razionalizzazione della rete ospedaliera e dell'offerta sanitaria in generale, fissando il parametro dei posti letto per acuti a 3.5 ogni mille abitanti. Il fatto che il taglio dei posti letto previsto per il 2009 su base regionale venga calcolato su una popolazione di 5.304.778 (ISTAT 2006), mentre il piano sanitario regionale la popolazione di riferimento viene indicata pari a 5.493.308 (ISTAT 2007) anche se nella realtà al 31 dicembre 2007 il dato ISTAT certificato è addirittura pari a 5.561.017 abitanti, porta a fissare il numero complessivo di posti letto della regione Lazio a 18.567 e non a 19.464 con una previsione di ben 897 posti letto in meno;
   nell'ambito regionale inoltre si verifica una notevole disparità tra le province: ad esempio alla provincia di Viterbo (collocata nella parte nord-occidentale della regione con un'area di 3.612 chilometri quadrati suddivisa in 60 territori comunali) vengono assegnati circa 1,8 letti per mille abitanti;
   non si comprende pertanto come i posti letto siano stati tagliati proprio ad esempio, nella provincia di Viterbo se già oggi questi sono inferiori a quelli previsti, considerato che proprio i documenti regionali indicano che la parte più imponente sulla quale intervenire riguarda l'area metropolitana enormemente sovra dotata di posti letto;
   con il decreto commissariale n. 87 del 2009, recante «Approvazione piano sanitario regionale (PSR) 2010-2012», la regione Lazio riconosce le peculiarità delle aree montane e delle zone lontane da altri centri ospedalieri e mal collegate ad essi, sottolineando che le dotazioni potranno essere in via assolutamente eccezionale difformi da quelle previste dalla programmazione della spesa, purché continuino a garantire livelli di efficienza e qualità. In particolare, è opportuno rappresentare gli interventi specifici per gli ex presidi ospedalieri di Subiaco, Rieti, Amatrice, Magliano Sabina, Montefiascone e Acquapendente;
   con il decreto del Commissario ad acta n. 80 del 2010 della regione Lazio, le strutture oggetto di riconversione a partire dalle indicazioni contenute nel decreto commissariale n. 48 del 2010, che hanno presentato per il 2009 un volume di attività di pronto soccorso inferiore ai 25.000 accessi annui, sono distinte in quattro macro aree, in particolare i presidi ospedalieri di Rieti, Amatrice, Montefiascone, Acquapendente e Magliano Sabina ricadono nella macroarea 4, il presidio ospedaliero di Subiaco ricade nella macro area 1. Alla macroarea 4 aderiscono il Policlinico Gemelli, il San Filippo Neri, il Sant'Andrea. Tali strutture, DEA di II livello, costituiscono il punto di riferimento per le aree, come ad esempio la provincia di Viterbo, che hanno nel loro territorio solo il DEA di I livello. Nel caso citato della provincia di Viterbo, il CECAD di Acquapendente dista circa un'ora e dieci minuti dall'ospedale di Belcolle situato in Viterbo e circa due ore-due ore e trenta minuti dal DEA di II livello di riferimento ricadente all'interno della stessa macroarea;
   seguendo il principio delle «macroaree» precedentemente citato, i servizi vengono accentrati intorno alla Capitale, mentre le altre quattro province della regione rimangono sfornite di servizi sanitari e socio assistenziali;
   nel decreto commissariale n. 111 del 2010 «Approvazione del piano sanitario regionale (PSR) 2010-2012, integrazioni e modifiche» si sottolinea la necessità dei distretti montani dicendo che la regione dovrà predisporre appositi provvedimenti per la garanzia dell'assistenza in alcune aree con l'ipotesi della costituzione dei distretti sociosanitari montani nella ASL di Rieti, Viterbo e RMG. Viene inoltre confermata l'istituzione del distretto montano per Subiaco e Amatrice, ma non viene fatta né menzione di Acquapendente, né viene dato alcun chiarimento in merito;
   l'articolo 15, comma 13, lettera c) del decreto-legge n. 95 del 2012 recante disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini (cosiddetta spending review), convertito, con modificazioni, dalla legge n. 135 del 2012, prevede, entro il 31 ottobre 2012, la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera mediante l'approvazione di un regolamento del Ministero della salute di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome;
   la bozza del decreto contenente il regolamento recante «Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera» prevede la possibilità che nell'ambito del riordino della rete ospedaliera e socio assistenziale territoriale si tenga conto della possibilità di mantenere in vita strutture altrimenti declassate qualora i territori in cui ricadono presentino degli svantaggi territoriali e sociali oggettivi e concreti. In particolare, al paragrafo 9.2.2, «Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate» del regolamento di attuazione della suddetta legge si legge: «sono presidi ospedalieri che le Regioni e province autonome di Trento e Bolzano possono prevedere per zone particolarmente disagiate in quanto definibili, sulla base di oggettiche tecniche di misurazione o di formale documentazione tecnica disponibile, distanti più di 90 minuti dai centri hub o spoke di riferimento (o 60 minuti dai presidi di pronto soccorso) superando i tempi previsti per un servizio di emergenza efficace. Per centri hub o spoke si intendono anche quelli di regioni confinanti sulla base di accordi interregionali da sottoscriversi entro il 30 giugno 2013. (...) In questi presidi ospedalieri occorre garantire una attività di pronto soccorso con la conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto, attività di medicina interna, di chirurgia generale ridotta». Tali presidi (...) «devono essere dotati indicativamente di:
    un reparto di 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri;
    una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in day surgery o eventualmente in week surgery con la possibilità di appoggio nei letti di medicina lo (obiettivo massimo del 70 per cento di occupazione dei posti letto per avere disponibilità di casi imprevisti) per i casi che non possono essere dimessi in giornata; la copertura in pronta disponibilità per il restante orario da parte dell'equipe chirurgica garantisce un supporto specifico in casi risolvibili in loco;
   un Pronto soccorso presidiato da un organico medico dedicato all'Emergenza-Urgenza, inquadrato nella disciplina specifica così come prevista dal decreto ministeriale 30/01/1998 (Medicina e Chirurgia d'Accettazione e d'Urgenza) e da un punto organizzativo integrato alla struttura complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l'aggiornamento relativo»;
   ancora nel decreto del Commissario ad acta del 4 ottobre 2013, n. U00428, «Approvazione del documento “Raccomandazioni per la stesura degli Atti aziendali di cui al D.C.A. 206 del 2013, relativamente all'organizzazione delle Case della salute”», si legge la definizione di «casa della salute» che riassume i modelli utilizzati sino ad oggi nelle normative prodotte a livello regionale (CeCaD, PTP, Ospedali distrettuali);
   successivamente, nel decreto commissariale n. 480 del 6 dicembre 2013 «Definizione dei programmi operativi 2013/2015 a salvaguardia degli obiettivi strategici del piano di rientro», rispetto allo standard previsto, si osserva, invece, un eccesso di posti letto per acuti pari a 748, collocato esclusivamente nelle ASL della città di Roma, mentre nelle rimanenti ASL l'offerta è al di sotto dello standard massimo previsto –:
   se il Governo nel rispetto delle competenze regionali, nell'ambito della predisposizione del piano della rete ospedaliera, non intenda considerare la possibilità di assumere iniziative per prevedere deroghe normative in modo che le strutture che ricadono in territori socio-economicamente svantaggiati e molto distanti dai DEA di riferimento possano essere ricomprese nelle tipologie previste dal regolamento di attuazione citato in premessa e se non ritenga opportuno istituire un tavolo tra Ministero, regione Lazio ed enti locali al fine di rivedere i programmi per le strutture di Acquapendente, Amatrice, Magliano Sabina e Subiaco, che ricadono in «aree considerate geograficamente e meteorologicamente ostili o disagiate, tipicamente in ambiente montano o premontano con collegamenti di rete viaria complessi e conseguente dilatazione dei tempi». (5-02819)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 15 maggio 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-02819

  Con il decreto del Commissario ad acta n. 80/2010, in merito al quale i Ministeri affiancanti avevano peraltro avanzato delle osservazioni, è stata approvata la riorganizzazione della rete ospedaliera della regione Lazio.
  In data 22 marzo 2013 è pervenuta l'ultima proposta di Programma Operativo (P.O.) 2013-2015 della regione Lazio, che prevede, fra l'altro, la «revisione sistematica del documento di programmazione relativo alla rete ospedaliera – Decreto commissariale 80/2010 e successive modificazioni e integrazioni».
  Per quanto concerne le strutture di Acquapendente, Amatrice, Magliano Sabina e Subiaco, detto P.O. prevede quanto segue.
  Relativamente a Subiaco, nel P.O. è prevista la «riconversione di alcune strutture (Bracciano, Monterotondo e Subiaco) e promozione dei servizi territoriali. In relazione alla necessità di mantenere comunque una risposta all'emergenza, viene configurata nei tre presidi una funzione di pronto soccorso con posti di OBI, gestita dai medici dei rispettivi DEA di riferimento. Nella riconversione verrà valutata l'opportunità di inserire posti letto di day-hospital e day-surgery. Nei tre presidi viene garantita una elisuperficie ed auto medica h. 24».
  Nel merito, i Tavoli di verifica del Piano di Rientro, nella riunione del 15 aprile 2014, hanno valutato come non sia «[...] condivisibile prevedere il mantenimento della funzione di Pronto soccorso in una struttura da riconvertire e si sottolineano le possibili conseguenze per l'utenza, considerato che il Presidio non disporrà più dei requisiti necessari allo svolgimento delle attività proprie di tale servizio (articolo 7, del decreto del Presidente della Repubblica 27 marzo 1992). Si ricorda, inoltre, che l'Accordo Stato Regioni 36/CSR del 7 febbraio 2013 e la Bozza di Regolamento di cui alla Legge n. 135 del 2012, prevede l'attivazione di Punti di primo intervento (PPI) presso i Presidi ospedalieri oggetto di riconversione, limitandone l'operatività per un arco temporale utile alla implementazione della attività territoriale al fine di trasferire, al sistema dell'assistenza primaria, le patologie a bassa gravità, riconducendo la attività di urgenza al servizio 118, secondo percorsi rigorosamente separati. Peraltro, fra le strutture di cui sopra vi è l'ospedale di Bracciano che è stato oggetto di una sentenza del Consiglio di Stato che prevedeva l'annullamento parziale del DCA 80/2010 nella parte in cui se ne prescriveva la riconversione (cfr. prot. 466/2013); per cui si chiede come la regione intenda superare tale criticità (anche nei casi di eventuali analoghe riconversioni ancora oggetto di contenzioso)».
  In relazione al presidio di Acquapendente nel P.O. è prevista la «riconversione dell'Ospedale di Acquapendente (ASL VT) in Casa della Salute con presenza di una elisuperficie, attualmente realizzata ma in attesa di certificazione ENAC, ed auto medica h. 24».
  Anche per il presidio «Grifoni» di Amatrice la regione prevede, nel P.O., la riconversione dello stesso in Casa della Salute.
  Relativamente al presidio «Marzio Marini» di Magliano Sabina, infine, nella precedente proposta di P.O. la regione ha evidenziato che l'ospedale è stato riconvertito, con la conseguente interruzione delle attività di ricovero per acuti.
  È in atto il ricorso al T.A.R. con il quale è stato richiesto l'annullamento del decreto del Commissario ad acta n. 80/2010: la richiesta di sospensiva è stata respinta con ordinanza.
  I Tavoli, nell'ultima riunione di verifica del 15 aprile 2014, in merito alla predetta proposta di P.O. hanno espresso quanto segue: «relativamente alla proposta di Programmi Operativi 2013-2015, valutando condivisibile l'impostazione generale del documento, ritengono che lo stesso potrà essere definitivamente approvato dopo il recepimento da parte della struttura commissariale delle indicazioni riportate nel presente verbale. I Tavoli, pertanto, rimangono in attesa di ricevere una nuova proposta del P.O. con le modifiche/integrazioni richieste entro e non oltre il 30 maggio 2014».
  Si precisa, inoltre, che nella citata proposta di P.O. si prevede la «Emanazione di un provvedimento per l'attuazione del nuovo assetto della rete ospedaliera, rete dell'emergenza e dell'ARES e delle reti “tempo dipendenti” entro 90 giorni dall'approvazione, con Decreto Commissariale, del presente documento che preveda:
   individuazione analitica del numero dei posti letto suddivisi per struttura ed area assistenziale ad intensità di cura per acuti (medicina, chirurgia, area critica, materno infantile) nell'ambito delle discipline accreditate;
   individuazione del ruolo specifico di ciascuna struttura all'interno delle reti».

  Pertanto, ad oggi, si è in attesa di ricevere la nuova proposta di Programma Operativo 2013-2015 e, a seguito dell'approvazione della stessa, il provvedimento di riorganizzazione della rete ospedaliera della regione Lazio.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

Lazio

pronto soccorso

servizio sanitario nazionale

servizio sanitario

sistema sanitario

programma operativo