ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00671

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 56 del 19/07/2013
Firmatari
Primo firmatario: SCOTTO ARTURO
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 18/07/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FAVA CLAUDIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 18/07/2013


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 18/07/2013
Stato iter:
01/10/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 01/10/2013
Resoconto PISTELLI LAPO VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI)
 
REPLICA 01/10/2013
Resoconto SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 19/07/2013

DISCUSSIONE IL 01/10/2013

SVOLTO IL 01/10/2013

CONCLUSO IL 01/10/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00671
presentato da
SCOTTO Arturo
testo di
Venerdì 19 luglio 2013, seduta n. 56

   SCOTTO e FAVA. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che:
   nel 1994 è nata a Genova l'associazione «Creativi della notte – Music for Peace», con l'obiettivo di utilizzare momenti di svago ed eventi musicali anche come strumenti di impegno concreto;
   da allora l'associazione ha dato vita ad una serie di azioni concrete, prima con la raccolta di generi di prima necessità e poi con la partenza di vere e proprie missioni umanitarie in Italia e all'estero (Bosnia, Kosovo, Afghanistan, Iraq, Palestina, Sri Lanka, Sudan ed altri territori);
   nel 2002 l'associazione «Creativi della notte – Music for Peace» viene costituita in ONLUS, mantenendo inalterati i suoi obiettivi originari;
   il 22 giugno, con l'arrivo a Il Cairo, in Egitto, è iniziata la ventunesima missione umanitaria promossa da «Creativi della notte – Music for Peace», diretta per la quinta volta a Gaza;
   il 23 giugno 2013, nel corso di una visita presso l'Ambasciata d'Italia a Il Cairo, allo staff di missione sono stati consegnati i permessi, rilasciati dal Ministero degli affari esteri egiziano, in cui si avallava il transito dell'intera carovana umanitaria in base alle packing list fornite dall'associazione;
   successivamente i partecipanti alla missione si sono diretti verso Alessandria d'Egitto per recuperare sei container, un'ambulanza ed un'autovettura inviati precedentemente via mare;
   in data 24 giugno 2013, il gruppo si è recato presso la Ocean Express, agenzia di shipping di riferimento per la compagnia Messina, che effettua gratuitamente il trasporto dei container, per ottenere l'assegnazione di un clearence;
   in data 25 giugno 2013, è stato eseguito alla dogana un controllo incrociato tra documenti e materiali facenti parte del convoglio, compresi i mezzi, ed è stata fornita la documentazione per il via libera al convoglio;
   il 26 giugno, però, il Mukhabarat (ovvero il servizio di intelligence egiziano) del porto ha fermato la carovana, affermando che l'autovettura non fosse da considerarsi un aiuto umanitario, bensì un bene commerciale, come riportato anche dal quotidiano online «Mentelocale» nell'articolo del 30 giugno, intitolato «Music for Peace: volontari bloccati ad Alessandria d'Egitto»;
   il carico è stato perciò fermato, giacché l’intelligence è autorità sovrana e indiscutibile;
   il 1o luglio l'Ambasciata italiana a Il Cairo ha inviato una seconda nota verbale al Ministero degli affari esteri egiziano in cui si specificava che l'autovettura, una Mercedes station wagon, era parte integrante del convoglio umanitario su richiesta del Ministero egiziano, (riporta La Repubblica online nella sua edizione genovese il 29 giugno 2013 nell'articolo «Music for Peace, continua il blocco – cinque genovesi nel caos egiziano»);
   nel frattempo, in Egitto è scoppiata la rivoluzione che ha deposto Morsi, lasciando di fatto le direttive del Paese in mano alle autorità militari;
   il 10 luglio è stato concesso da parte del Mukhabarat il transito su territorio egiziano dei container e dell'ambulanza, mentre l'automezzo è stato definitivamente respinto;
   l'11 luglio, ottenuto il permesso dell’intelligence egiziana, il convoglio umanitario ha richiesto alla dogana la possibilità di uscita dal porto;
   la dogana ha comunicato che non avrebbe trasmesso parere positivo se prima non fosse stata presentata una lettera di garanzia (forma di assicurazione, a carico dell'associazione, che le agenzie preposte rilasciano per tutelare la dogana riguardo al fatto che il materiale trasportato non verrà venduto su suolo egiziano, ma semplicemente vi transiterà) per il convoglio, come riporta anche l'articolo «Music for Peace, ore cruciali – Fermi da 21 giorni, è allarme» dell'edizione genovese online del quotidiano La Repubblica del 13 luglio;
   la dogana ha chiesto inoltre al convoglio di assicurare la presenza per ogni camion in transito di un doganiere, in modo che questi, al momento dell'ingresso al valico di Rafah, avrebbero potuto riportare indietro la lettera di garanzia a testimonianza dell'avvenuto transito in rispetto delle norme egiziane;
   il 13 luglio, dunque, i membri di «Creativi della notte – Music for Peace» si sono recati in svariate agenzie, in primis quella segnalate dal clearence, ma nessuno degli uffici visitati ha acconsentito al rilascio della lettera di garanzia;
   i problemi nascevano sistematicamente non appena pronunciata la meta, Rafah, e questo con ragioni inizialmente molto vaghe: il valico di Rafah è chiuso (falso), non vi era deposito sufficiente per coprire l'eventuale rischio (poco plausibile, come affermato da un'agenzia che si occupa di tali aspetti);
   il 14 luglio 2013 è stato comunicato dai responsabili della missione umanitaria alla dogana che nessuna agenzia si era voluta rendere disponibile all'espletamento di una lettera di garanzia, e che il convoglio doveva e poteva partire, avendo ricevuto il permesso del Mukhabarat;
   tuttavia la dogana rispondeva negando l'uscita del convoglio;
   il 15 luglio 2013 l'agenzia preposta al rilascio delle lettere di garanzia richiedeva che un cittadino egiziano facesse da garante per l'intero valore della carovana umanitaria (valore stabilito dalla dogana per oltre 300.000 pound egiziani, ovvero 30.000 euro) e che si facesse carico di conseguenze civili e penali relative all'eventuale perdita della merce;
   il Sinai, regione che il convoglio deve necessariamente attraversare, è in questo momento una zona molto calda, con frequenti scontri a fuoco e attentati, e dunque nessuno ha accettato di firmare;
   è stato proposto che fosse il consolato italiano ad Alessandria d'Egitto a firmare detto documento, ma ciò non è possibile;
   il 17 luglio 2013, nel corso di una giornata a dir poco surreale, è stata trovata una persona disponibile a farsi carico del rischio, ma, essendoci bisogno di una delega dei promotori della missione umanitaria, l'agenzia delle lettere di garanzia, Egytrans, ha mandato i responsabili del convoglio in un ufficio dove è stata segnalata la necessità di avere un traduttore certificato, figura presente presso il tribunale;
   i membri della ONLUS in questione si sono recati presso il tribunale alle 13:00 dello stesso giorno (gli uffici competenti chiudono alle 14:00), ma gli è stato impedito l'ingresso, perché per accedere è necessario il permesso di soggiorno, a detta dei funzionari del tribunale;
   i responsabili del convoglio si sono conseguentemente recati all'istante presso l'ufficio immigrazione per far apporre sul passaporto di Stefano Rebora, presidente di «Creativi della notte – Music for Peace», un timbro che permettesse la presenza in Egitto fino al 21 luglio, data di scadenza dei visti già in possesso del gruppo; una volta tornati in tribunale, tuttavia, hanno scoperto che il traduttore era nel frattempo andato via;
   a poche ore dalla scadenza dei visti che gli permette di transitare sul territorio egiziano, il convoglio umanitario è tuttora bloccato;
   le motivazioni della ONLUS «Creativi della notte – Music for Peace» sono nobili e da supportare;
   il convoglio non può e non vuole rinunciare al compimento della propria missione umanitaria, perché il materiale portato in missione è stato donato pezzo per pezzo da cittadini italiani («Music for Peace» non raccoglie danaro privato, ma solo generi di prima necessità), ed ogni singolo frammento della carovana umanitaria è un gesto di solidarietà che migliaia di italiani intendono portare al popolo palestinese;
   le istituzioni locali sono oggettivamente nel pieno di una fase caotica a causa degli eventi che hanno portato alla deposizione di Morsi;
   l'atteggiamento delle autorità egiziane sembra indicare la volontà di bloccare la missione umanitaria, ponendo continui ostacoli burocratici e non rilasciando la documentazione di cui il convoglio necessiterebbe;
   l'autorità egiziana, bloccando il transito dell'autovettura afferente al convoglio, ha di fatto messo in dubbio quanto dichiarato dalla nostra ambasciata, che più volte ha specificato, anche tramite nota verbale, che detta autovettura è da considerarsi a tutti gli effetti facente parte del carico umanitario;
   quell'autovettura è destinata ad un ospedale che opera in una delle zone più povere di Gaza City, e verrà equipaggiata in loco per il trasporto di disabili;
   alla richiesta di consigli sul da farsi, l'ambasciata ed il consolato hanno risposto consigliando il rientro in Italia e la rinuncia al proseguimento della missione umanitaria;
   il sindaco di Genova, Marco Doria, ha chiesto il 29 giugno «un intervento rapido del ministero degli Esteri a supporto di quanto già stanno facendo i nostri diplomatici in Egitto», come riporta l'edizione online de Il Secolo XIX del 30 giugno 2013 nell'articolo «Music for Peace, volontari ancora bloccati»;
   negli scorsi giorni è partita una raccolta di firme online per chiedere al Governo egiziano di rispettare quanto espresso dalla Convenzione di Ginevra e lasciare che il convoglio passi per il valico di Rafah e arrivi a Gaza, come riporta anche La Repubblica online, edizione genovese, in data 9 luglio 2013 nell'articolo «Music for Peace» l'appello «Fateci partire per Gaza» –:
   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per capire i motivi per i quali vi sia stato un atteggiamento da parte delle autorità egiziane che appare all'interrogante teso a bloccare il convoglio e ad impedire lo svolgimento di una missione umanitaria che ha l'obiettivo di andare a portare beni di prima necessità e strumenti di assistenza ai malati e ai disabili in una zona devastata dalla guerriglia e delicata come Gaza;
   come sia possibile che le massime autorità diplomatiche italiane in Egitto l'Ambasciata d'Italia a Il Cairo e il consolato Italiano ad Alessandria d'Editto) si siano limitate a suggerire ai responsabili della ONLUS «Creativi della notte – Music for Peace» di abbandonare la missione e rientrare in Italia;
   quali misure diplomatiche si possano e si debbano adottare al fine di sbloccare quest'incresciosa situazione e permettere ai cinque volontari di portare a termine la missione umanitaria che doveva averli già condotti a Gaza City. (5-00671)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 1 ottobre 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-00671

  Vorrei innanzitutto ringraziare l'Onorevole Interrogante per avermi dato la possibilità di esporre e chiarire quanto fatto dalla Farnesina in merito alla missione umanitaria della Onlus «Creativi della notte» per il trasporto di materiale umanitario nei Territori Palestinesi attraverso il valico di Rafah.
   1) Dopo aver appreso della missione, l'Unità di Crisi ha inviato, lo scorso 10 giugno, una lettera al Presidente della suddetta associazione facendo stato delle precarie condizioni di sicurezza della zona. In particolare nella missiva si sconsigliava, in quel momento, qualsiasi viaggio lì diretto. La situazione di grave rischio che permaneva nell'area non avrebbe infatti consentito di assicurare assistenza consolare in caso di emergenza e necessità.
  A tutela dell'incolumità dei nostri connazionali, si invitava pertanto il Presidente a riconsiderare la decisione di entrare nella Striscia di Gaza dal Valico di Rafah. A fronte della determinazione della Onlus a proseguire la missione, l'Unità di Crisi ha richiesto all'associazione di fornire alla nostra Ambasciata alcune informazioni (numeri di telefono, luogo e durata della permanenza, numeri di contatto delle Organizzazioni che eventualmente avrebbero assistito l'Onlus nella Striscia di Gaza) per poter assicurare un monitoraggio e una possibile assistenza alla missione.
   2) È noto come le condizioni di sicurezza nella maggior parte del territorio egiziano (grandi città e regione del Sinai) si siano progressivamente deteriorate, soprattutto dai primi giorni di luglio in poi, a seguito della destituzione del Presidente Morsi. In questo quadro, sia l'Ambasciata al Cairo che il Consolato Generale in Alessandria sono rimasti in contatto giornaliero con i cinque membri della ONG, già giunti in Egitto, fornendo ogni possibile sostegno per il disbrigo delle pratiche burocratiche necessarie per il rilascio dei sei container umanitari e dell'autoambulanza.
   3) A seguito dei ritardi nel rilascio dei necessari permessi per lo sdoganamento del materiale da parte delle Autorità egiziane e a fronte della decisione della ONG di restare in Egitto e proseguire la missione, il Consolato Generale di Alessandria, sempre sotto il coordinamento dall'Ambasciata al Cairo, ha compiuto numerosi passi presso le competenti autorità egiziane, sia al Cairo che ad Alessandria, per ottenere il permesso da parte delle Dogane del Porto di Alessandria necessario allo sdoganamento del materiale. Anche dopo il rilascio dell'autorizzazione da parte delle Autorità egiziane, è stato necessario un nuovo intervento delle nostre Sedi in Egitto.
   4) Una volta giunta a El Arish nella serata del 22 luglio scorso, la delegazione di Music for Peace, tentando di entrare a Gaza con il suo convoglio umanitario, incontrò ulteriori difficoltà legate al contenuto dei container (in particolare un generatore di energia elettrica ed alcune macchine fotocopiatrici). La nostra Ambasciata chiese un incontro urgente con il Direttore del Dipartimento Palestina del Ministero degli Affari Esteri egiziano. Ad una prima reazione rigida delle Autorità egiziane, che avevano indotto la delegazione dell'ONG a rinunciare alla consegna a Gaza dei beni umanitari e ad intraprendere un pericoloso viaggio di ritorno per Alessandria con tutto il convoglio, seguì una comunicazione alla nostra Ambasciata con la quale fu invece assicurato il passaggio del carico.
   5) Come sappiamo, il convoglio è riuscito a passare la frontiera lo scorso 27 luglio scorso. Ma l'azione dell'Ambasciata non si è conclusa lì. Essa è rimasta infatti in stretto contatto con le competenti Autorità egiziane, per gestire eventuali nuovi ostacoli, e con i rappresentanti di Music for Peace, per verificare che il loro passaggio a Gaza avvenisse nei termini previsti.
   6) A conclusione, la Farnesina e le nostre autorità diplomatico-consolari hanno seguito, ora dopo ora, il passaggio del convoglio umanitario da Alessandria a Rafah. I numerosi passi effettuati presso i locali Ministeri della Difesa e degli Esteri hanno avuto l'effetto di rimuovere tutti gli ostacoli incontrati dall'ONG nel corso del tragitto, contribuendo dunque al buon esito della missione.

Classificazione EUROVOC:
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