ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14480

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 691 del 12/10/2016
Firmatari
Primo firmatario: BERRETTA GIUSEPPE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 12/10/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 12/10/2016
Stato iter:
28/04/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/04/2017
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 28/04/2017

CONCLUSO IL 28/04/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14480
presentato da
BERRETTA Giuseppe
testo di
Mercoledì 12 ottobre 2016, seduta n. 691

   BERRETTA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   con il termine di inquinamento si intende una modificazione delle caratteristiche naturali di un ecosistema, causata in genere da attività umane, che provoca effetti dannosi sugli organismi, sulla salute dell'uomo o sulle risorse naturali in senso lato;
   l'O.N.U definisce ufficialmente l'inquinamento marino come «introduzione diretta o indiretta da parte dell'uomo nell'ambiente marino di sostanze o di energie capaci di produrre effetti negativi sulle risorse biologiche, sulla salute umana, sulle attività marittime e sulla qualità delle acque»;
   è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale 28 maggio 2015, n. 122 la legge 22 maggio 2015, n. 68, in materia di riforma dei reati ambientali con l'obiettivo di garantire un netto salto di qualità nella protezione della salute e dei beni naturali;
   il provvedimento suddetto introduce nel codice penale un nuovo titolo dedicato ai «delitti contro l'ambiente» (Libro II, Titolo VI-bis, articoli 452-bis-452-terdecies);
   il segretario provinciale di Catania del sindacato di polizia Coisp ha denunciato pubblicamente la situazione creatasi al porto di Catania, causata dalla mancata e/o non tempestiva raccolta di ingenti quantitativi di rifiuti organici e non, accumulatisi nell'area portuale dopo i frequenti sbarchi dei migranti;
   il segretario provinciale del Coisp ha evidenziato che, nonostante i solleciti da parte dei poliziotti, il servizio di igiene ambientale non provvede tempestivamente alla raccolta dei suddetti cumuli di rifiuti, che, a causa delle intemperie e delle frequenti raffiche di vento che caratterizzano detta area, vengono trascinati in mare e, dunque, causano inquinamento ambientale;
   è evidente quanto il riversarsi in mare di rifiuti organici e non comporti «effetti negativi sulle risorse biologiche, sulla salute umana, sulle attività marittime e sulla qualità delle acque»;
   il segretario del Coisp ha chiesto l'intervento immediato della Guardia costiera e dell'autorità portuale di Catania, per porre fine alle cause di inquinamento ambientale sopra descritte;
   l'autorità portuale di Catania, sottoposto alla vigilanza del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti, è un ente di diritto pubblico istituito dalla legge n. 84 del 1994 con i compiti di indirizzo, programmazione, promozione e controllo delle operazioni portuali, nonché preposto alla manutenzione delle parti comuni portuali e le attività dirette alla fornitura di servizi di interesse generale;
   il Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera, svolge compiti relativi agli usi civili del mare ed ha competenze in materia di salvaguardia della vita umana in mare, di sicurezza della navigazione e del trasporto marittimo, oltreché di tutela dell'ambiente marino, dei suoi ecosistemi e di vigilanza dell'intera filiera della pesca marittima, dalla tutela delle risorse a quella del consumatore finale;
   è evidente quanto la mancata e/o non tempestiva raccolta di ingenti quantitativi di rifiuti organici e non presso il porto di Catania ed il riversarsi in mare degli stessi causi «effetti negativi sulle risorse biologiche, sulla salute umana, sulle attività marittime e sulla qualità delle acque» –:
   se i Ministri interrogati non ritengano opportuno, verificare quanto sopra descritto e vigilare, per quanto di competenza, affinché si possa prevenire e contrastare il fenomeno in questione che genera danni all'ambiente all'interno dell'area portuale di Catania. (4-14480)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 28 aprile 2017
nell'allegato B della seduta n. 786
4-14480
presentata da
BERRETTA Giuseppe

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti dalla direzione generale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, si rappresenta quanto segue.
  Si fa presente, in via preliminare, che la legge istitutiva delle autorità portuali (legge n. 84 del 1994, aggiornata con la legge n. 190 del 2014) ed il relativo decreto attuativo (decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione del 14 novembre 1994) attribuiscono a queste ultime l'attività di pulizia, raccolta e smaltimento in discarica dei rifiuti prodotti negli spazi a loro concessi.
  Più precisamente all'articolo 6, comma 4, lettera c), la legge n. 84 del 1994 attribuisce il potere concessorio all'autorità portuale per l'esercizio dei servizi portuali di interesse generale. Il decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione del 14 novembre 1994 dispone, poi, all'articolo 1 che tra «i servizi di interesse generale nei porti, di cui all'articolo 6, comma 4, lettera c), della legge 28 gennaio 1994, n. 84, da fornire a titolo oneroso all'utenza portuale» vanno compresi i «Servizi di pulizia e raccolta rifiuti» i quali comprendono le seguenti attività: «Pulizia, raccolta dei rifiuti e sversamento a discarica relativa agli spazi, ai locali e alle infrastrutture comuni e presso i soggetti terzi (concessionari, utenti, imprese portuali, navi). Derattizzazione, disinfestazione e simili. Gestione della rete fognaria. Pulizia e disinquinamento degli specchi acquei portuali».
  Sull'argomento, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti fa presente che il porto di Catania si è sempre distinto positivamente per la pulizia e la gestione dei rifiuti. In data 25 settembre 2008, nell'ambito di un ricorso per inadempimento sottoposto ai sensi dell'articolo 226 CE innanzi alla Commissione delle Comunità europea (causa c-368/07), la VII sezione della suddetta Corte condannava lo Stato Italiano per inadempimento, avendo constatato l'omessa elaborazione e/o applicazione dei piani di raccolta e gestione dei rifiuti in ambito portuale di 19 porti italiani.
  Tra i suddetti porti non risultava invece il porto di Catania, che pure era stato ispezionato ed era risultato pienamente rispondente ai dettami di legge, avendo elaborato il piano di raccolta nei termini previsti dal decreto legislativo n. 182 del 2003 ed avendo individuato il soggetto gestore ex decreto ministeriale n. 1411 del 1994.
  L'autorità portuale di Catania, secondo la normativa vigente, ha provveduto ad elaborare il regolamento denominato «Piano di raccolta dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui di carico», inviato in data 7 agosto 2004, quindi entro i termini, al commissario straordinario delegato per l'emergenza rifiuti e tutela delle acque nella regione siciliana per la correlata approvazione, intervenuta con il provvedimento commissariale n. 1307 del 30 dicembre 2005.
  Nelle more di ricevere l'approvazione da parte del predetto commissario straordinario e al fine di velocizzarne l'attuazione, il comitato portuale dell'Autorità procedeva già, con delibera n. 17 del 1o settembre 2005, all'approvazione ed esecuzione del piano di raccolta e di gestione dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico e contestuale capitolato speciale di gara per il successivo conferimento del servizio, riservandosi eventuali modifiche e/o integrazioni alla delibera in esito al provvedimento commissariale.
  La preventiva approvazione della delibera n. 17 del 2005 da parte del Comitato ha infatti consentito di procedere speditamente con i successivi passaggi per l'affidamento del servizio non appena pervenuta l'approvazione dell'approvazione del commissario regionale.
  Con il provvedimento n. 52 del 19 dicembre 2008, il presidente dell'autorità portuale autorizzava l'indizione della gara di appalto per l'affidamento in concessione del servizio di interesse generale in argomento nonché per la realizzazione di un impianto di stoccaggio e trattamento rifiuti e acque di sentina in ambito portuale. A fine concessione ovvero ammortizzati i costi di realizzazione, l'impianto sarebbe stato acquisito tra le pertinenze demaniali. In merito si precisa che l'elaborato progettuale concernente la localizzazione e la tipologia dell'impianto è stato oggetto di apposito iter istruttorio valutato favorevolmente dal comitato portuale nel corso della seduta del 30 giugno 2009. Detto impianto è oggi una funzionante realtà portuale ed è stato oggetto di plauso in occasione della visita di funzionari della corte dei conti dell'Unione europea svoltasi nel febbraio 2016.
  In ordine alla disciplina del servizio di pulizia del sedime e dello specchio acqueo portuali, rientrando tali attività nell'ambito dei servizi di interesse generale, l'Autorità Portuale di Catania ha sempre provveduto a conferire gli stessi mediante appalto pubblico, a valenza biennale o triennale.
  Allo stato la nuova procedura di gara, già definita e aggiudicata, è in fase di stand still, nelle more che si consumi il termine di legge per procedere alla consequenziale redazione e sottoscrizione del contratto. Medio tempore il servizio è garantito dall'appaltatore uscente, tenuto conto che l'essenzialità dello stesso non consente soluzioni di continuità e che la disciplina contrattuale ne prevede l'obbligo.
  L'autorità portuale di Catania segnala inoltre che non ha mai ricevuto segnalazioni di disservizi in ordine alla puntuale raccolta dei rifiuti e in ordine all'espletamento delle attività di tutela e salvaguardia del sedime portuale e del correlato specchio acqueo, né risulta agli atti dell'autorità la richiesta di intervento che sarebbe stata formulata dal COISP.
  Peraltro, eventuali disservizi sarebbero stati immediatamente rappresentati all'Autorità Portuale dai vari soggetti istituzionali presenti in porto per le operazioni di accoglienza migranti. In tali operazioni interviene infatti personale di polizia marittima, della capitaneria di porto, della questura di Catania, della prefettura di Catania, della sanità marittima e Asp, della C.r.i. nonché della protezione civile del comune di Catania.
  Sempre l'autorità portuale fa presente comunque che è garantita la pulizia tempestiva dei punti di ormeggio dove avvengono le operazioni di accoglienza migranti.
  Gli interventi effettuati vengono dichiarati nell'apposita e dettagliata reportistica prodotta dal predetto appaltatore, completa di fotografie e indicazioni circa tempi di intervento, materiale impiegato per la bonifica, tipologia di conferimento e altro. La reportistica è altresì trasmessa alla prefettura di Catania.
  Per completezza di informazioni, si riferisce in ultimo che il servizio di prevenzione degli inquinamenti e di pronto intervento per la bonifica degli specchi acquei nel porto e nella rada di Catania è oggetto della concessione n. 1 in data 24 agosto 2007 della Capitaneria di porto di Catania ed è esercitato dalla società «La Portuale II» nel rispetto della correlata ordinanza n. 74 del 28 agosto 2008.
  Il comando generale del corpo delle capitanerie di porto ha fatto presente che non sono state rilevate circostanze di fatto atte a dimostrare gli asseriti «effetti negativi sulle risorse biologiche, sulla salute umana, sulle attività marittime e sulla qualità delle acque» per causa degli sbarchi di migranti nel porto di Catania. La tutela dell'ambiente portuale può dirsi, infatti, costantemente monitorata dalla presenza in banchina, per tutta la durata delle operazioni di accoglienza, di personale militare dipendente dalla locale Autorità marittima che, oltre a coadiuvare gli organi di polizia preposti, garantisce anche l'espletamento dei servizi d'istituto propri dell'Autorità marittima, tra i quali è appunto la vigilanza ambientale. Inoltre, non risulta agli atti della capitaneria di porto di Catania alcuna segnalazione relativa ad eventuali problematiche afferenti il servizio di raccolta dei rifiuti e di pulizia delle aree interessate dalle anzidette operazioni, né constano al predetto ufficio marittimo episodi di inquinamento in mare in dipendenza od in relazione alle prefate operazioni.
  Ciò premesso, il comando generale, per il tramite delle sue capillari articolazioni territoriali, continuerà a garantire la piena tutela del mare e dell'ambiente marino e costiero.
  Della questione sono interessate diverse amministrazioni, pertanto, qualora dovessero pervenire nuovi e utili elementi informativi, si provvederà ad un aggiornamento.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, il Ministero continuerà a tenersi informato anche al fine di un'eventuale coinvolgimento di altri soggetti istituzionali.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

salvaguardia delle risorse

sicurezza marittima

impianto portuale