ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11792

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 555 del 26/01/2016
Firmatari
Primo firmatario: BRUNETTA RENATO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 26/01/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 26/01/2016
Stato iter:
20/04/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 20/04/2016
BORLETTI DELL'ACQUA ILARIA CARLA ANNA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 20/04/2016

CONCLUSO IL 20/04/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11792
presentato da
BRUNETTA Renato
testo di
Martedì 26 gennaio 2016, seduta n. 555

   BRUNETTA. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   a Roma, in località Falcognana, al chilometro 15,300 della via Ardeatina, è attivo l'impianto di discarica per rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi gestito dalla società Ecofer Ambiente srl che nel 2013 era stata individuata come possibile luogo dove realizzare una discarica per rifiuti solidi urbani a servizio della città di Roma;
   in data 9 dicembre 2015 la direzione infrastrutture, ambiente e politiche abitative della regione Lazio ha emanato la determinazione n. G15359 con la quale ha autorizzato la società Ecofer Ambiente srl ad ampliare per oltre 100 nuove tipologie di rifiuti da trattare all'interno dell'impianto di Falcognana;
   il quadrante all'interno del quale è ubicata la discarica Ecofer è stato sottoposto, nel gennaio 2010, a vincolo paesaggistico con la «Dichiarazione di notevole interesse pubblico», emessa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ai sensi dell'articolo 136 del decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modifiche, con decreto ministeriale del 25 gennaio 2010;
   su tale ampliamento di codici CER in sede di conferenza dei servizi, con nota n. 23806 del 16 dicembre 2013, la direzione regionale dei beni culturali e paesaggistici del Lazio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, considerata la richiesta della, soprintendenza dei beni architettonici e paesaggistici per il comune di Roma, ha espresso parere negativo alla realizzazione dell'ampliamento proposto;
   nell'area sono presenti siti di altissimo pregio come l'area monumentale del Santuario del Divino Amore (a circa 1 chilometro di distanza dal sito individuato per la discarica), luogo di culto famoso in tutto il mondo, che attira giornalmente migliaia di pellegrini ed è sottoposto a vincolo monumentale, nonché aree archeologiche e dimore storiche di valore;
   gran parte della località Falcognana è, inoltre, ricompresa all'interno del parco regionale di Decima-Malafede, istituito con la legge regionale 6 ottobre 1997, n. 29;
   nel sito individuato si è in presenza di un'alta permeabilità del terreno testimoniata dal fitto reticolo idrografico secondario dell'affluente fosso dei Radicelli al fiume Tevere;
   secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 152 del 2006, il codice ambientale, l'eventuale estensione dei codici europei dei rifiuti, sarebbe comunque una modifica sostanziale dell'autorizzazione allo smaltimento di rifiuti nell'impianto attuale della Falcognana e quindi in contrasto con la normativa vigente;
   nella zona interessata da tale decisione sono attive importanti aziende agricole e vinicole che verrebbero a trovarsi in difficoltà a causa dell'inquinamento che potrebbe essere causato dalla realizzazione di questa enorme discarica di rifiuti;
   la vigente normativa europea, recepita dalla legislazione italiana, impone agli Stati membri processi progressivi di riduzione dei rifiuti e la stessa normativa indica come elemento determinante la limitazione al ricorso alle discariche per rifiuti;
   tra l'altro, l'articolo 13 della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 prevede che la gestione dei rifiuti sia effettuata senza danneggiare la salute umana, senza recare pregiudizio all'ambiente ed, in particolare, senza creare rischi per l'acqua, l'aria, il suolo, la flora o la fauna, né causare inconvenienti da rumori od odori, né danneggiare il paesaggio o i siti di particolare interesse;
   la Commissione europea ha già avviato nei confronti dell'Italia numerose procedure di infrazione riguardo alla situazione di molte discariche presenti sul territorio nazionale; in particolare, nel marzo 2013 l'Italia è stata denunciata alla Corte di giustizia dell'Unione europea dalla Commissione europea, in quanto parte dei rifiuti di Roma non avrebbero subito il trattamento meccanico biologico richiesto dai regolamenti europei per ridurre la consistenza volumetrica dei rifiuti e facilitare un loro eventuale possibile recupero;
   la presenza di numerosi insediamenti abitativi di decine di migliaia di cittadini nelle immediate adiacenze ai siti interessati — Castel di Leva, Divino Amore, Falcognana, Spregamore, Selvotta, Monte Migliore, Colle dei Pini, Santa Palomba, Santa Fumia, Palazzo Morgana, Paglian Casale – determina uno stato di grande agitazione sociale in vari quartieri (in particolare, tra la popolazione dei quartieri Selvotta, Schizzanello, Trigoria, Monte Migliore, Spregamore, Falcognana, Santa Fumia, Castel Di Leva, Santa Palomba), che rischia di innescare situazioni di pericolo per l'ordine pubblico;
   nel territorio del municipio Roma IX sono, tra l'altro, già operanti numerose discariche: due a Porta Medaglia, due in via Ardeatina, una a Fioranello, una a Selvotta, nonché diversi recuperi ambientali tra via Laurentina e Santa Palomba ed una discarica di rifiuti pericolosi a Falcognana;
   nei territori limitrofi è presente la discarica di Albano, l'inceneritore del Roncigliano e la discarica di amianto di Pomezia;
   in data 3 ottobre 2013 è stato accolto l'ordine del giorno n. 9/1628/23 con il quale il Governo si impegna «.... ad assicurare il rispetto del notevole interesse pubblico e dei valori del paesaggio agrario dell'area compresa tra le zone storiche della Laurentina e Ardeatina e dell'area archeologica limitrofa al Santuario del Divino Amore, potenziandone l'attrattiva turistica e salvaguardando la bellezza salubrità e il valore artistico dei suoi monumenti, anche contrastando fenomeni di abusivismo in coerenza con il vincolo paesaggistico apposto con Decreto Dirigenziale del gennaio 2010...»;
   si rendono, quindi, assolutamente necessari opportuni approfondimenti e una valutazione della sostenibilità dell'impatto sull'ambiente e la salute pubblica che l'ampliamento di tali codici CER per materiali pericolosi provocherebbe –:
   quali iniziative di competenza i Ministri interrogati intendano assicurare al fine di fugare qualsiasi dubbio in merito alla completa, corretta e trasparente sequenza autorizzatoria ed alla legittimità procedimentale della preesistente discarica in relazione alla determinazione della regione Lazio sopra menzionata, con particolare riferimento alla correttezza della procedura rispetto a quanto prescritto dal decreto legislativo n. 42 del 2004, cosiddetto decreto Bondi;
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza del degrado in cui incorrerebbero l'ambiente, i beni culturali e l'area archeologica interessata nell'ipotesi in cui si procedesse ad ampliare ulteriormente il trattamento dei rifiuti pericolosi in questa area;
   quali iniziative di competenza i Ministri interrogati abbiano intrapreso, vista la persistente emergenza rifiuti e la concomitanza con il Giubileo, al fine di risolvere la questione inerente alla gestione dei rifiuti pericolosi, non pericolosi e dei rifiuti solidi urbani nella città di Roma. (4-11792)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 20 aprile 2016
nell'allegato B della seduta n. 610
4-11792
presentata da
BRUNETTA Renato

  Risposta. — Nell'interrogazione parlamentare in esame, l'interrogante, riferito che la regione Lazio, con determinazione G15359/2015, ha autorizzato la società Ecofer Ambiente S.R.L ad ampliare, per oltre 100 nuove tipologie, i rifiuti da trattare all'interno dell'impianto di Falcognana, nel comune di Roma, nonostante parere contrario espresso dalla Direzione regionale dei beni culturali e paesaggistici del Lazio, chiede a questo ministero e al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: quali iniziative si intendano assumere per fugare ogni dubbio in merito alla legittimità del procedimento autorizzatorio; se i ministeri interrogati siano a conoscenza del degrado in cui incorrerebbero l'ambiente, i beni culturali e l'area archeologica interessata in conseguenza dell'ampliamento del trattamento dei rifiuti; quali iniziative si intenda intraprendere per risolvere la questione della gestione dei rifiuti a Roma.
  Al fine di ricostruire la questione oggetto dell'interrogazione, di indubbia complessità e delicatezza, e che ha visto il succedersi di provvedimenti amministrativi e decisioni del giudice amministrativo, in una sequenza tuttora non conclusa, si riferisce anzitutto quanto comunicato dal Segretariato regionale Mibact del Lazio e dalla Soprintendenza belle arti e paesaggio per il Comune di Roma, competenti per territorio.
  La direzione regionale infrastrutture, ambiente e politiche abitative, Area valutazione impatto ambientale della Regione Lazio, con nota n. 98192 del 18 novembre 2013, convocò per la data del 10 dicembre 2013 una conferenza di servizi, ai sensi dell'articolo 25, comma 3, del decreto legislativo del 3 aprile 2006, n. 152, «Norme in materia ambientale», per la valutazione di impatto ambientale (VIA) sul progetto Ottimizzazioni impiantistiche e gestionali finalizzate al miglioramento della sostenibilità ambientale dell'impianto di discarica per rifiuti pericolosi e non pericolosi e realizzazione impianto fotovoltaico da 988 KW in loc. Falcognana Via Ardeatina km 15,300, nel comune di Roma, proposto da Ecofer Ambiente S.R.L., invitando a parteciparvi, per questa Amministrazione, la ex Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Lazio, la ex Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per il comune di Roma e la ex Soprintendenza per i beni archeologici del Lazio.
  In data 21 ottobre 2013, precedentemente quindi alla convocazione di cui sopra, in esito ad una segnalazione di esecuzione di lavori abusivi consistenti in movimenti di terra che si stavano eseguendo nell'area sopracitata, funzionari della ex Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per il comune di Roma e della ex direzione regionale di questo Ministero, unitamente a funzionari della polizia Roma Capitale, avevano effettuato un sopralluogo constatando che erano stati effettuati movimenti di terra in un'area delimitata da una recinzione, adiacente all'invaso del lotto della discarica in corso di realizzazione.
  Successivamente a detto sopralluogo, con nota n. 20234 del 28 novembre 2013, la ex Soprintendenza chiese la sospensione di detti lavori ai sensi dell'articolo 150 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, «Codice dei beni culturali e del paesaggio».
  In tale nota, la soprintendenza evidenziava che «l'area su cui insiste la discarica è interessata dal fosso dei Preti, corso di acqua pubblica, diramazione del Rio Petroso, facente parte del bacino del fosso di Vallerano, uno dei più ampi e articolati sistemi idrografici della Campagna Romana, tutelato dalla legge 431/85 con relativa fascia di rispetto 150 metri; la Valle dei fossi di Falcognana, Rudicelli e Vallerano, individuata secondo le procedure stabilite dall'articolo 143, c. 1,1. d), è tutelata come area agricola identitaria della Campagna romana dal PTPR Lazio, adottato nel dicembre 2007 e disciplinata dall'articolo 42, comma 4, lettera b) delle relative norme; l'area della Falcognana dal 31 luglio 2009, data della pubblicazione del vincolo Agro Romano Sud, Ardeatina, Laurentina, ai sensi dell'articolo 139, comma 2, è sottoposta alla dichiarazione di interesse ex articolo 136 del decreto legislativo n. 42 del 2004. L'area è, inoltre, disciplinata dalle norme concernenti l'ambito del Paesaggio Agrario di Rilevante Valore, ex articolo 12 delle norme allegate alla dichiarazione di interesse DDR 25/1/2010; nella tavola A della cartografia del PTPR e nella cartografia del PRAE del Lazio l'area della discarica è indicata come cava dismessa».
  Si dava conto, poi, che, dalla documentazione trasmessa dalla polizia municipale, successivamente al sopralluogo, si era potuto desumere che «la fascia di rispetto del fosso tutelato è stata interessata da movimentazione di terra» e che «la determinazione dirigenziale n. B2211 del 20 aprile 2010 della regione Lazio, dipartimento istituzionale e territorio-Direzione regionale “Energia, Rifiuti, Porti e Aeroporti” Area rifiuti e la Determinazione dirigenziale n. A04909 del 13 giugno 2013 della regione Lazio, dipartimento istituzionale e territorio-Direzione regionale “Territorio, Urbanistica, Mobilità e Rifiuti” Area ciclo integrato dei rifiuti sono state rilasciate prive delle autorizzazioni paesaggistiche ex articolo 146, decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modificazioni e integrazioni».
  Tanto premesso, l'ex Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per il Comune di Roma motivava la richiesta di sospensione in considerazione del fatto che: «per il regime vincolistico vigente dal 2003, ai sensi della legge Galasso n. 431 del 1985, erano già tutelati i 150 metri della fascia di rispetto del fosso dei Preti; che dalla data di adozione del PTPR, essendo stata censita la località Falcognana tra le aree identitarie ex articolo 134, comma 1 lettera c) del decreto legislativo n. 42 del 2004, il sito della discarica è sottoposto alle disposizioni dell'articolo 146 del decreto legislativo n. 42 del 2004; le norme di salvaguardia del vincolo dell'agro romano sono entrate in vigore dal 31 luglio 2009: pertanto la Regione Lazio, in piena vigenza di vincolo, avrebbe dovuto trasmettere alla SBAP Roma qualsiasi atto autorizzativo, riguardante sia nuovi impianti sia ampliamenti dell'attività della discarica; per quanto attiene alle discariche (punto 4.8.1 delle norme) nel paesaggio agrario di rilevante valore, dove è sita la discarica al km 15,300 di via Ardeatina Loc. Falcognana, non sono consentite nuove realizzazioni e per quelle esistenti, autorizzate, la loro permanenza è subordinata ad opere di miglioramento della qualità paesaggistica del contesto; le opere abusivamente realizzate nell'area in oggetto risultano in contrasto con la tutela dei Beni paesaggistici poiché non conformi alla disciplina d'uso del paesaggio di rilevante valore e non compatibili con i valori paesaggistici tutelati dai DDR 25/1/2010 ex articolo 136 del decreto legislativo n. 42 del 2004, che riconosce il rilevante interesse pubblico di questo territorio, in particolare per la stratificazione e la densità di beni naturali e culturali che insistono sull'area della Falcognana».
  Riguardo al procedimento di Via in corso di svolgimento, l'ex Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Lazio (con nota prot. n. 23806 del 16 dicembre 2013), assunti i pareri endoprocedimentali delle soprintendenze competenti, espresse alla Regione Lazio «parere negativo alla realizzazione delle opere proposte, in quanto le aree interessate, risultano viziate dalle irregolarità rappresentate dalla preposta Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici» nella succitata nota n. 20234 del 28 novembre 2013.
  Contro la richiesta di sospensione dei lavori, la società Ecofer propose ricorso al Tribunale amministrativo regionale per il Lazio (TAR Lazio), chiedendone l'annullamento e, in via cautelare, la sospensiva dell'efficacia.
  Il Tribunale amministrativo ha accolto, dapprima, l'istanza cautelare di sospensiva (ordinanza n. 1240 del 14 marzo 2014) e, successivamente, decidendo nel merito, ha annullato il provvedimento di sospensione dei lavori disposto dalla Soprintendenza (sentenza n. 2342 del 9 febbraio 2015), accogliendo il ricorso della Ecofer Ambiente.
  Relativamente alla circostanza che i lavori avessero interessato la fascia di rispetto del fosso dei Preti, corso di acqua pubblica, il giudice amministrativo, richiamate le considerazioni espresse nelle precedenti sentenze TAR Lazio 11218/2005 e Consiglio di Stato 6029/2006 – sempre riguardanti l'attività svolta dalla Ecofer nella stessa discarica – circa la «compatibilità delle distanze intercorrenti tra la discarica e i centri abitati, e case sparse e le località circonvicine e il rispetto delle previsioni normative che disciplinano quel territorio», ha specificato che il Fosso dei Preti non è elencato tra i corsi d'acqua di interesse ambientale ricompresi nel Bacino di Fosso di Vallerano per come risulta dal Piano territoriale paesistico n. 15/3 «Vallerano, Castel di Leva, Tor Pagnotta, Cecchignola» approvato con deliberazione della Giunta della Regione Lazio del 20 dicembre 1994, n. 9849. Pertanto, il rilievo di illiceità dei lavori eseguiti dalla società non si presenta adeguatamente confortato.
  Riguardo alla sussistenza o meno di un titolo autorizzatorio valido alla realizzazione degli interventi nella discarica, il tribunale ha rilevato come le attività in corso al momento del sopralluogo dei funzionari della Soprintendenza fossero assistite dal complesso delle autorizzazioni preesistenti, costituito dal decreto n. 28 del 4 aprile 2003 dell'assessorato all'ambiente della Regione Lazio (cui accedeva il successivo contratto del 28 luglio 2003), dall'autorizzazione B2211 del 20 aprile 2010 e dall'autorizzazione A04909 del 13 giugno 2013.
  Il giudice ha ritenuto che «in assenza di interventi provvedimentali di esplicita rimozione degli atti autorizzatori regionali che, per come si è verificato ed illustrato, ammettono la realizzazione degli interventi posti in essere dalla Ecofer Ambienti e considerati “non assentiti” dalla Soprintendenza, l'intervento sospensivo della Soprintendenza finisce con il perdere giuridica efficacia (e comunque si manifesta per ciò solo illegittimo) dinanzi alla permanenza di atti che consentono la realizzazione dei denunciati interventi».
  Il Mibact ha impugnato la suddetta sentenza; il giudizio è pendente avanti il Consiglio di Stato, che si confida voglia riformare la sentenza del TAR, riconoscendo le buone ragioni di questa amministrazione.
  Successivamente alla sentenza del tribunale amministrativo del Lazio, la Direzione regionale Infrastrutture, ambiente e politiche abitative. Area Qualità dell'ambiente e valutazione impatto ambientale della regione Lazio, ha concluso il procedimento di Via, assumendo la richiamata determinazione G15359 del 9 dicembre 2015 di pronuncia di compatibilità ambientale: «negativa per la realizzazione dell'impianto fotovoltaico, sulla base del parere negativo espresso in sede di conferenza dei servizi ex articolo 25 comma 3 del decreto legislativo n. 152 del 2006 dalla Soprintendenza belle arti e paesaggio (ex beni architettonici e paesaggistici) del Mibact, intervenuta nel procedimento in qualità di soggetto competente in materia ambientale in quanto l'area interessata alla realizzazione del suddetto impianto è sottoposta vincolo paesaggistico; positiva, fermo restando gli esiti della sentenza del TAR Lazio succitata, per l'aumento dei Codici catalogo europeo dei rifiuti, ... per il sistema del trattamento in situ del percolato e per l'impianto di trattamento degli scarichi civili mediante evapotraspirazione, alle condizioni evidenziate nella allegata Istruttoria tecnico-amministrativa».
  Per quanto riguarda il profilo della tutela archeologica, la Soprintendenza speciale per il Colosseo, il Museo nazionale romano e l'area archeologica di Roma ha comunicato che, in relazione all'oggetto dell'interrogazione, non vi sono state evoluzioni. L'atto ispettivo, infatti, si riferisce all'autorizzazione di nuove tipologie di rifiuti, da parte del competente ufficio della regione Lazio, non interessando quindi una nuova perimetrazione della discarica in atto.
  La stessa soprintendenza ha precisato che la località Falcognana non ricade nell'ambito del Parco regionale di Decima Malafede, bensì nell'area del vincolo paesaggistico apposto con decreto del direttore della direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Lazio del 25 gennaio 2010.
  Riguardo alle altre questioni sollevate dall'interrogante, e in particolare, alle iniziative intraprese per risolvere la questione inerente alla gestione di rifiuti nella città di Roma, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con nota n. 2258 del 15 febbraio 2016, ha comunicato di essere impegnato «nel seguire la procedura di infrazione causa-323-13 e le misure adottate in esecuzione della sentenza del 15 ottobre 2014 da parte della Regione Lazio attraverso costanti incontri tecnici anche al fine di monitorare l'evoluzione delle misure e azioni intraprese.
  Più in particolare – prosegue la nota del Ministero dell'ambiente, del territorio e del mare – le conclusioni della citata sentenza sono riferite alla mancata adozione, da parte della Regione Lazio, degli obblighi comunitari sul pretrattamento dei rifiuti prima del loro conferimento in discarica e alla mancata realizzazione di una rete integrata e adeguata di impianti di gestione dei rifiuti, tenendo conto delle migliori tecniche disponibili.
  Su tale ultimo aspetto, lo schema del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di attuazione all'articolo 35, comma 1 del decreto-legge n. 133 del 2014, convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, recante «Individuazione della capacità complessiva di trattamento degli impianti di incenerimento di rifiuti urbani e assimilati in esercizio o autorizzati a livello nazionale, nonché l'individuazione del fabbisogno residuo da coprire mediante la realizzazione di impianti di incenerimento con recupero di rifiuti urbani e assimilabili», indica, per la Regione Lazio, una nuova infrastruttura di incenerimento di rifiuti urbani e assimilati da realizzare con una capacità pari a circa 210.000 tonnellate anno.
  L'attuazione da parte della regione Lazio degli interventi disciplinati dallo schema del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, insieme al raggiungimento degli obiettivi nazionali di raccolta differenziata, concorrono senz'altro – secondo il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare – a superare le criticità emerse dalla sentenza su richiamata e, soprattutto, a superare tale procedura di infrazione e diminuire drasticamente il ricorso alle forme di smaltimento in discarica, anche per la città di Roma».
La Sottosegretaria di Stato per i beni e le attività culturali e il turismoIlaria Carla Anna Borletti Dell'Acqua.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

deposito dei rifiuti

discarica abusiva

procedura CE d'infrazione