ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11383

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 535 del 03/12/2015
Firmatari
Primo firmatario: FRUSONE LUCA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 03/12/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COZZOLINO EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 03/12/2015
BONAFEDE ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE 03/12/2015
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 03/12/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 03/12/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11383
presentato da
FRUSONE Luca
testo di
Giovedì 3 dicembre 2015, seduta n. 535

   FRUSONE, COZZOLINO, BONAFEDE e MASSIMILIANO BERNINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   in data 13 aprile 2011, al fine di affrontare l'eccezionale afflusso di cittadini provenienti dai Paesi nord-africani, la Presidenza del Consiglio dei ministri, con ordinanza n. 3933, nomina il capo dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri quale commissario delegato per la realizzazione di tutti gli interventi necessari a fronteggiare la predetta emergenza;
   la predetta ordinanza stabilisce che il commissario delegato predispone, in accordo con le regioni e i rappresentanti di Anci e Upi, il piano per la distribuzione sul territorio nazionale, la prima accoglienza e la sistemazione dei cittadini extracomunitari provenienti dal Nord Africa. Inoltre, l'ordinanza stabilisce che il commissario si avvale dei soggetti attuatori, designati per ciascuna regione dal rispettivo presidente;
   il 19 aprile 2011, con deliberazione della giunta regionale del Lazio n. 32, avente per oggetto il piano di accoglienza dei migranti provenienti dal Nord Africa, l'unione dei comuni denominata «Antica terra di lavoro» prende atto «della necessità, nel preminente interesse pubblico, di proseguire nella promozione della solidarietà sociale e della tutela dei diritti civili ed umanitari anche attraverso l'aiuto delle categorie più deboli (...) tra cui i richiedenti asilo...». Non potendo però sostenere l'arrivo dei cittadini stranieri, per mancanza di risorse sia economiche che umane, l'unione dei comuni predispone una bozza di convenzione con la cooperativa «Noi – Nuovi orizzonti imprenditoriali», con sede a Frosinone;
   l'unione dei comuni «Antica terra di lavoro» è un ente locale che nasce con atto costitutivo in data 10 giugno 2002, stipulato tra i comuni di S. Giovanni Incarico, Rocca d'Arce e Falvaterra. L'attuale presidente è l'avvocato Antonio Salvati, sindaco di S. Giovanni Incarico, che ha assunto tale carica dal 23 luglio 2002;
   il 28 giugno 2011 viene sottoscritta, con atto prot. 341 reg. cron. 014, la convenzione di collaborazione per l'attuazione di un sistema di servizi per la prima accoglienza e sistemazione per i cittadini provenienti dal Nord Africa. Tra i soggetti attuatori vi è il sindaco di San Giovanni Incarico (FR) Antonio Salvati, nella sua qualità di rappresentante dell'unione dei comuni sopra richiamata. La convenzione riguarda la disponibilità da parte dell'unione dei comuni di accogliere 100 immigrati sul territorio della provincia di Frosinone. La convenzione viene stipulata fino al 31 dicembre 2011 e dovrà rispettare tutte le regole descritte quali servizi di tutela, d'integrazione, di accoglienza con l'ausilio laddove necessario, di mediatori con specifiche competenze linguistiche;
   nella convenzione viene stabilita anche la cifra giornaliera per ogni singolo extracomunitario, erogata dal soggetto attuatore dell'ente gestore, di 40,00 euro (iva compresa), rapportata alle effettive presenze;
   successivamente, viene stipulata una nuova convenzione, in data 20 luglio 2011, con atto prot. reg. cron. 020, tra il soggetto attuatore e l'unione dei comuni, per l'accoglienza di altri 100 immigrati che ricalca la precedente, con l'unica differenza dell'incremento della cifra giornaliera per ogni singola persona che passa da 40,00 euro a 42,50 euro;
   da quanto emergerà dalle indagini della DIGOS di Frosinone, gli immigrati verranno in realtà gestiti dalla cooperativa «Nuovi orizzonti imprenditoriali» e non direttamente dall'unione dei comuni, in base ad una convenzione già citata;
   l'unione dei comuni, quindi fungerà di fatto, a quanto risulta agli interroganti, da stazione appaltante, in grado di accaparrarsi un vero e proprio business da circa 3 milioni di euro l'anno, sul quale nessun controllo sarà esercitato;
   sono circa 255.000 euro i fondi che il dipartimento della protezione civile, per il tramite del soggetto attuatore, eroga all'unione dei comuni, che secondo le indagini effettuate, risulta agli interroganti non avere nel modo più assoluto strutture adeguate in grado di gestire tale emergenza, tanto da aver dovuto stipulare un'ulteriore convenzione con la cooperativa NOI, a sua volta, a quanto consta agli interroganti, priva di qualsiasi risorsa in grado di far fronte ad un simile afflusso di extracomunitari imposto dalla convenzione;
   un altro elemento di criticità rispetto a quanto stabilito dal soggetto attuatore è stato l'erogazione del pocket money. Infatti, nonostante fosse stato più volte ribadito che questi dovevano essere erogati attraverso buoni spendibili in esercizi commerciali, evitando assolutamente di monetizzarli, l'unione dei comuni avrebbe ignorato, a quanto consta agli interroganti, tale disposizione, monetizzando i predetti pocket money e per giunta alterando anche le cifre indicate dalla convenzione;
   inoltre, attraverso la circolare diramata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri DIP/0002703 indirizzata ai soggetti attuatori, viene stabilito che il valore del «pocket money» dovrà essere di 2,5 euro giornalieri fino ad un massimo di 7,5 euro giornalieri a nucleo familiare. Tale importo dovrà essere erogato attraverso buoni emessi dalla struttura incaricata dell'accoglienza;
   in data 24 giugno 2013, la questura di Frosinone scrive un verbale indirizzato alla procura della Repubblica, riportando le indagini effettuate in un periodo di tre mesi volte a chiarire i rapporti intercorrenti tra l'unione dei comuni, unico ente riconosciuto dal soggetto attuatore, e la Cooperativa Noi; nella stessa la questura dichiara che ha provveduto ad effettuare dei controlli per accertare la corrispondenza di quanto certificato attraverso ricevute e riscontri documentali sulle spese effettivamente sostenute rispetto alle somme realmente erogate all'unione dei comuni da parte del predetto soggetto attuatore;
   secondo quanto riportato dal soggetto attuatore, Francesco Mele, subentrato a Ferrara nel 2011, per quanto riguarda l'importo di euro 42,50 pro die pro capite, era stato stabilito a livello nazionale dal commissario delegato per l'emergenza del Nord Africa, dottor Gabrielli, ed era suddiviso in 40 euro per le prestazioni di accoglienza ed il restante di euro 2,50 per i pocket money giornalieri. Nello specifico, per gli enti pubblici, come l'unione dei comuni «antica terra di lavoro», detti importi venivano erogati previa presentazione di rendicontazione approvata con delibera dell'ente gestore e presentazione delle schede di presenza effettive degli immigrati accolti, detta rendicontazione era presentata mensilmente al soggetto attuatore, il quale, successivamente, la sottoponeva a controllo di congruità da parte della struttura del Commissario delegato, dopo di che, se il controllo risultava positivo, il soggetto attuatore emetteva le disposizioni di pagamento;
   secondo le indagini effettuate dalla DIGOS di Frosinone, per il periodo analizzato che va da luglio a settembre 2011, in cui si è chiesto all'unione dei comuni di fornire tutta la documentazione relativa al periodo, l'unica documentazione ottenuta ed esistente si riferiva alle spese sostenute per il pagamento del pocket money, nonché alcune ricevute afferenti a spese sostenute dalla cooperativa «NOI»;
   il presidente dell'unione dei comuni Antonio Salvati, preso atto della esiguità della documentazione consegnata, dichiarava che la cooperativa NOI era l'unica depositaria della documentazione e delle ricevute relative alle spese sostenute nella gestione dei cittadini extracomunitari;
   la cooperativa NOI fornì la documentazione richiesta dalla quale sarebbe emersa una spesa sostenuta per il periodo luglio/settembre 2011 pari a 368.854,07 euro. Nel contempo si acquisivano tramite l'ufficio del soggetto attuatore, i mandati di pagamento in favore dell'unione dei comuni afferenti allo stesso trimestre con un importo pari a 768.994,50 euro;
   fu chiaro da subito secondo gli interroganti che, confrontando la somma richiesta e la somma dovuta, vi era una discrasia pari 400.140,43 euro. Fu oltremodo chiaro che l'irregolarità derivava dalla condotta illegale tenuta dal presidente dell'unione dei comuni ossia Antonio Salvati e dal responsabile della cooperativa «NOI», Arduino Fratarcangeli;
   in un secondo momento, il presidente Salvati fornisce ulteriore documentazione alla questura di Frosinone, riducendo la differenza tra quanto ottenuto dalla regione e quanto certificato quale spesa tra cooperativa e unione dei comuni, lasciando comunque di fatto un differenziale di 276.276,22 euro. Un importo comunque considerevole, se si tiene conto che lo stesso riguarda un solo trimestre;
   secondo un'indagine effettuata dalla Guardia di finanza di Ceprano (FR), riguardante la verifica dei corretti adempimenti e delle procedure poste in essere per i servizi di prima accoglienza e sistemazione dei cittadini provenienti dal Nord Africa, ovvero profughi ai quali è stato riconosciuto lo status di rifugiati politici, con verbale redatto in data 26 febbraio 2014, viene riportato che l'unione dei comuni, per l'espletamento dei servizi di accoglienza dei 200 profughi assegnati, si è avvalsa di due soggetti economici, affidando a questi la totalità dell'incombenze. Precisamente, per il periodo che va dal 7 giugno 2011 al 18 luglio 2012, alla cooperativa NOI (Nuovi Orizzonti Imprenditoriali), con sede in Frosinone e con rappresentante legale Arduino Fratarcangeli, mentre, per il periodo dal 19 luglio in avanti, alla LAVORO E SVILUPPO SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE, con sede a Ceprano e con rappresentante legale Saverio Rea;
   secondo quanto rilevato dalla Guardia di finanza, le cooperative facevano alloggiare i profughi rifugiati presso l'Hotel Bracaglia a Frosinone. Da documentazione, la struttura forniva prestazioni di alloggiamento in pensione completa per un costo fatturato di ben 38,00 euro al giorno per ogni rifugiato ospitato. Ma tale struttura da indagine è risultata non idonea in quanto l'albergo può ospitare massimo 70 persone, contrariamente quindi a quanto rendicontato e fatturato;
   dalle indagini sarebbe emerso che le trattative circa la questione degli immigrati intercorsero esclusivamente tra l'unione dei comuni e lo stesso Hotel;
   nel periodo settembre 2011-luglio 2012 tutti i rifugiati sarebbero stati invece alloggiati presso i 32 appartamenti dislocati nei vari comuni della provincia di Frosinone, appartamenti questi gestiti dalla BOVIFEL srl, ad un costo di 10 euro per alloggio e di 6 euro di pocket money, formula molto più conveniente, contro i circa 40 euro per la pensione completa presso gli alberghi. Somma quest'ultima alquanto elevata perché a fronte dei 42,50 euro erogati dall'ente attuatore per ogni profugo, pagare ben 40 euro, anziché 10 euro non residuerebbero risorse a sufficienza per poter pagare ad esempio il vestiario, l'assistenza infermieristica, il pagamento del pocket money e tutto ciò che concerne l'ospitalità degli immigrati;
   da quanto dichiarato dal gestore della BOVIFEL, sembrerebbe che l'avvocato Salvati non avrebbe pagato le fatture relative alle prestazioni di accoglienza effettuate. Il pagamento doveva avvenire tramite la cooperativa NOI;
   inoltre secondo verbale della Guardia di finanza, Salvati inviava di notte i suoi dipendenti presso gli appartamenti ospitanti i profughi, al fine di cacciare fuori gli stessi per riportarli nelle strutture alberghiere, così a far data dal mese di settembre 2012, gli appartamenti vennero completamente svuotati da parte dell'Unione dei comuni;
   secondo quanto dichiarato da alcuni profughi, questi sarebbero stati spostati in diverse strutture della provincia di Frosinone, appartamenti e alberghi e che presso questi ultimi venivano ammucchiati in 10 persone in camere che sarebbero dovute essere da due;
   da quanto emerso sempre dall'indagine la società Linea Alberghiera di cui fa parte l'albergo Bracaglia, utilizzava la sovrafatturazione in modo che queste potessero giustificare i numerosi prelievi in contante effettuati dopo gli accrediti disposti dall'Unione dei Comuni. Solo per l'anno 2012 si tratterebbe di un importo pari a 75.620,00 euro;
   secondo il metodo concordato con il soggetto attuatore, l'unione dei comuni percepiva mensilmente una media circa di 260.000,00 euro mensili (42,50 euro per ogni rifugiato), a prescindere che la somma venisse spesa o meno, se non altro per una dichiarazione contenente e presenze giornaliere dei rifugiati;
   per la gestione dei circa 200 profughi, relativamente al periodo giugno 2011-dicembre 2012, si calcola che l'unione dei comuni ha percepito una somma pari a 4.600.000,00 euro, un vero e proprio «tesoretto», il tutto avvenuto ai danni dei rifugiati;
   il 22 dicembre 2014 la Guardia di finanza, a conclusione delle indagini, inviava documentazione prodotta alla procura della Repubblica presso il tribunale di Cassino, richiedendo l'adozione di specifiche misure cautelari per l'avvocato Salvati, ipotizzando il reato di peculato di cui all'articolo 314 del codice penale oltre che i reati previsti e puniti dagli articoli 416-ter e 640-bis del codice penale;
   l'avvocato Antonio Salvati, al fine di procurarsi vantaggi personali, consistenti nell'ottenimento di consensi elettorali, sembrerebbe aver utilizzato a proprio piacimento parte dei fondi pubblici elargiti per finalità diverse da quelle per i quali erano stati destinati. Il «Profitto di reato» risulterebbe essere pari a 42.689,33 euro complessivi;
   la Guardia di finanza chiedeva l'emissione dell'ordinanza della custodia cautelare in carcere, per Antonio Salvati;
   dall'informativa della DIGOS si comprende che i fatti in premessa possono essere portati avanti grazie alla «debolezza sostanziale delle procedure di controllo previste nella convenzione tra soggetti attuatori e cooperative». Infatti per ottenere i finanziamenti per le cooperative è sufficiente presentare una «dichiarazione» nella quale si autocertifica il rispetto totale di quanto stabilito in convenzione. Le ricevute che servirebbero come pezze di appoggio per giustificare i finanziamenti devono solamente essere custodite per 5 anni e esibite in caso di controllo, controlli rari e mai effettuati in provincia di Frosinone prima del caso in questione –:
   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
   se non si ritenga doveroso monitorare la situazione in relazione a tutti gli accordi intercorsi, a livello di ogni regione, sulla base dello strumento della convenzione che presenta una sostanziale debolezza e che virtualmente ha dato la possibilità su tutto il territorio nazionale di potenziali abusi come quello esposto in premessa;
   se alla luce delle rilevanti risorse statali impegnate, quali e quanti controlli, per quanto di competenza, siano stati effettuati negli anni sul sistema delle convenzioni di collaborazione, come quella di cui in premessa. (4-11383)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

migrante

cittadino straniero

comune